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Alessia
"Ciao, ti va se ci vediamo alle tre a casa mia per ripetere? Dai, cerca di venire, ho bisogno del tuo aiuto, sono molto indietro..."
Anche questa mattina Alessia si è fatta sentire con un sms, come ormai puntualmente avviene da un mese a questa parte...
Mi fa piacere vederla anche se ammetto che a volte è noioso dover spiegare tutto ad una persona che di voglia di studiare ne ha ben poca, ma forse la colpa è anche mia fin dai primi esami mi sono fatto, ingiustamente direi, affibbiare l'etichetta di "secchione"!
E poi, diciamola tutta, è difficile dire di no ad una ragazza come lei. Alta 1.65, capelli nerissimi e occhio scuri da bella ragazza mediterannea, pelle liscia, forme al punto giusto e soprattutto un fondoschiena meraviglioso di quelli che catturano gli sguardi dei passanti. Una ragazza veramente fuori dl comune, molto simpatica e socievole, con una certa predilezione per le serate in compagnia passate a bere e fumare ma anche capace di trasformarsi in gonna e stivali, tiratissima quando usciva in discoteca.
Si era fatta una fama di ragazza facile, quasi ninfomane, si diceva di lei che perdesse il controllo con un bicchiere di vino, che fosse passata con disinvoltura da un ragazzo all'altro, che a letto fosse una tigre... Voci di ragazze invidiose, pensavo, non mi sembrava possibile che lei fosse proprio così, non pensavo una ragazza così bella come lei, che poteva avere tutti, dovesse comportarsi in questo modo, le malelingue si scatenano sempre quando incontrano una ragazza così carina e piena di fascino.
Ho sempre avuto un debole per lei, lo ammetto, del resto non era facile restare indifferenti di fronte ad una bellezza così.
Per un pò ho anche creduto che... fosse stato possibile avere una storia con lei, ma purtroppo non è mai accaduto, un pò per la mia timidezza, un pò perchè vederla sempre tra le braccia di qualcun altro mi faceva star male, allora ho preferito non fissarmi troppo perchè ormai mi ero convinto che era difficilissimo per me entrare nelle sue grazie se non come amico.
Eppure ricordo quella volta al parco a studiare, con i libri abbandonati sull'erba, io e lei persi in un discorso sul sesso che mi aveva eccitato fino all'inverosimile (quante volte mi ero masturbato ripensandoci!), oppure come quando le si intravedeva la peluria sotto i suoi short (mi sono sempre chiesto se lo avesse fatto apposta...) o i suoi sguardi maliziosi e i suoi continui e teneri abbracci in una serata passata in giro a scorazzare per i locali.
Niente di tutto mi aveva smosso dalla mia timidezza, avevo troppa paura di lanciarmi e di perdere, se respinto, la sua amicizia, che per me stava diventando sempre più importante. Tra di noi sei era instaurato un rapporto splendido, fatto di lunghe chiacchierate, di confessioni e segreti che ci scambiavamo reciprocamente e di pomeriggi passati a studiare insieme intervallati da un caffè e da un pò di musica. Poi un giorno lei si fidanzò.
Andrea era veramente un bravo ragazzo, lo conoscevo solo di vista ma sapevo che era un persona piena di cose da fare, sempre con il sorriso pronto.
Finalmente ha messo la testa a posto dicevano le malelingue, anche io ero conento per lei, anche se, in fondo mi rodeva, perchè sapevo che tutti i miei sogni di poter stare con lei stavano svanendo.
Con il tempo lei si faceva sentire sempre meno, anzi, ormai si poteva dire che lei mi chiamava solo quando era indietro con lo studio ed aveva bisogno di una mano con gli esami.
La cosa un pò mi dava fastidio, un pò perchè mi sentivo sfruttato, un pò perchè lei era sempre meno disposta ad ascoltare le mie disavventure amorose (da povero sfigato) e le nostre chiacchierate si risolvevano in un monologo su quanto era bello, bravo ed intelligente il suo ragazzo!
Non le sapevo dire di no, così quel pomeriggio arrivai alle tre in punto a casa sua per l'annesimo pomeriggio da passare suoi libri, ma la mia testa in quel periodo era altrove, preso da turbe erotiche e dal bisogno di avere una ragazza.
Mi fece battere il cuore quando la vidi alla porta, bellissima, con un vestitino corto che ne risaltava le belle gambe, un provocante smalto nero e un filo di trucco che dimostrava quanto lei fosse naturalmente bella.
"Non ci sono le mie coinquiline, oggi possiamo finalmente studiare in pace" mi disse.
Il pomeriggio passò come sempre, poi alle sette arrivò il suo ragazzo che subito la abbracciò forte e le diede un bel bacio sotto i miei occhi che, devo confessare, in quel momento fremevano di invidia.
Mi sentivo a disagio a stare lì, e anche lei notai non aveva più la testa giusta per ripetere così dissi "Io vado via, ci sentiamo domani..." Ma lei, in coro con il suo ragazzo mi invitò a restare a cena da con loro. Dopo qualche minuto di insistenza di accettare, così lei andò a preparare la cena e io rimasi con Andrea a chiacchierare del più e del meno in camera.
La cena andò bene, innaffiata da bicchieri di vino che sembravano non finire mai...
Così appena finito, ci stendemmo tutti e tre esausti ed assonnati sul divano a guardare un film.
Il film non era un granchè, lo segui distratamente, ero turbato da Alessia, che non la smetteva di fare battutine maliziose al suo ragazzo e soprattutto dalla sua posizione...
Si era infatti distesa tra di noi, tra le braccia del suo ragazzo e con le sue gambe, abbronzate e liscissime poggiate sulle mie ginocchia... Era una posizione veramente eccitante e in quel momento credo di non ricordarmi di averla mai vista così sexy e provocante.
Quando con le sue gambe mi sfiorò il membro ebbi un sussulto, credo che lei si accorse della mia eccittazione, del resto sono abbastanza dotato e il pantalone che mi ero messo quella sera non era di certo utile a contenere le dimensioni del mio "pacco".
Rosso di vergogna chiesi e richiesi di spostarmi su una sedia ma lei mi disse di no, che era scomodo e che non dovevo preoccuparmi perchè in fondo si poteva stare comodamente in tre sul divano. Più volte nel corso della serata mi sfiorò il membro, io morivo dalla voglia di tornare a casa per masturbarmi come non avevo mai fatto prima, ma, dopo il film, restai lì con loro a chiacchierare,
"Dobbiamo finire questa bottiglia di vino" disse Andrea. Così ci ritrovammo a parlare di me, complice quello che avevo bevuto, li raccontai di come stavo male a stare senza una ragazza, di come mi avesse fatto soffrire la mia ex e di come pensassi tutto il tempo a lei (per fortuna non mi feci scappare nessun imbarazzante commento sulla mia morbosa per Alessia) e di come avrei voluto farmi una bella scopata ogni tanto, perchè in fondo me la meritavo dopo tanto studio! Il mio linguaggio colorito, li faceva ridere, specialmente Alessia, che mi aveva sempre conosciuto come il bravo ragazzo della porta accanto, sempre educato e composto, il classico "amico delle donne" insomma.
Poi toccò a loro che mi rincuorarono, mi dissero di come la vita a volte prende svolte imprevedibili e che anche loro che stavano felicemente insieme ne avevano passate prima di tutte i colori.
Il vino però aveva abbassato le mie resistenze e così mi uscì qualche lacrima parlando della mia ex ragazza, di come mi aveva lasciato e di come mi mancava ora che ero sempre terribilmente solo.
Alessia si avvicinò, mi disse di non pensarci e mi diede un bel bacio sulla guancia mentre mi sussurrava che ragazzi dolci come me ce ne sono pochi in giro per sfortuna.
Il discorso poi fortunatamente cambiò e così ci ritrovammo a parlare di musica, di film da vedere, di qualche nostro amico che non si faceva più sentire e di qualche ricordo dell'infanzia.
Poi, come spesso accade quando si fuma e si beve tra ragazzi, ci ritrovammo a parlare di sesso... Io ero un pò in imbarazzo, Alessia invece con disinvoltura mi parlava di come lei e Andrea avessero una vita sessualmente molto attiva, e di tutte le esperienze che avevano già provato insieme.
Vedendola parlare di "dimensioni", di sesso sotto la doccia o di fellatio in macchina mi tornarono in mente quelle voci che molte malelingue avevano messo in giro diversi mesi prima... E se fosse stato tutto vero? Andai in bagno, ero eccittato dai discorsi e dallo sguardo sensuale di Alessia e molto stanco perchè tra l'alcool e il fumo, si erano fatte le ore piccole.
Tornai in camera deciso a prendere i libri per far ritorno verso casa ma... appena entrai mi trovai di fronte una scena inaspettata. Alessia si era infatti accasciata tra le gambe di Andrea e gli stava facendo un pompino con i fiocchi tra i mugolii del ragazzo comprensibilmente in estasi di fronte all'intrapendenza della sua ragazza.
Rimasi di sasso, e di sasso manco a dirlo, rimase anche il mio cazzo, mai mi ero gustato una scena così eccitante a così pochi metri de me. Avevo voglia di fuggire via quatto quatto ma l'eccitazione mi prendeva sempre di più così rimasi sul ciglio della porta incapace di non guardare ma anche di dire qualcosa che potesse fermarli.
Alessandra proseguiva con il suo leccellente lavoro di bocca, leccave le palle di Andrea risalendo piano piano, poi gli baciava la capella e ricominciava a succhiare vorticosamente per poi prendersi una pausa di nuovo.
Sembrava una professionista, non avevo mai visto niente del genere! Poi, temendo evidentemente che il suo ragazzo stesse per venire, si alzò di scatto, si girò i capelli dietro le orecchie e si alzò il vestitino, lasciando scoprire delle forme meravigliose che erano decisamente meglio di come me le ero immaginate in tutti i miei sogni erotici.
Aiutò Andrea a togliersi il pantalone, io, con la paura di essere visto, mi rifugiai dietro la porta, quando mi riaffacciai vidi Alessandra a cavalcioni su Andrea in preda ad una cavalcata furiosa.
Lei mi vide subito, sapeva da sempre che ero lì, io timidissimo mi feci rosso dall'imbarazzo, lei mi sorrise, rallento il ritmo e mi invitò con le dita ad avvicinarmi. Inebetito non sapevo cosa fare, colmo d'eccitazione mi avvicinai a loro, guardai Andrea ma lui non sembrava neanche essersi accorto che stavo lì.
"Stai tranquillo ...siediti..." Mi sedetti su una poltroncina sul letto lì accanto a godermi la scena, Alessandra ora prese ad urlare. "Sfondami Andrea... sono la tua puttana... ti amo".
Le sue confuse parole erano un misto di eccitazione e porcaggine, io ero sul letto, stavo venendo solo a guardare i suoi seni al vento e a sentire i suoi mugolii.
"Puoi toccarti se vuoi..." Era dura ma non raccolsi l'invito di Alessia, restai lì a godermi la scena ma l'imbarazzo mi frenava troppo per poter fare qualcosa che, fino a quel momento, avevo considerato come tipico dei cosiddetti "guardoni".
Alessia era in preda ad un orgasmo furioso e così Andrea pochi secondi dopo le venne nella fica inondandola con il suo sperma.
Lei si alzò, poi si chinò tra le guambe per raccogliere quello rimasto, fu una scena che non mi aspettavo, non avevo mai conosciuto e visto una ragazza che arrivasse a tanto.
Poi risalì tra braccia di Andrea e lo baciò con forza, si baciarono per alcuni minuti poi le si alzò in piedi, guardò il suo ragazzo come a cercare un cenno di consenso e si diresse verso di me...
"Ora tocca a te...te lo posso fare un regalo?"
Prese a sbottonarmi i pantaloni... "Non devi vergognarti, qui sei tra amici e tra amici ci si aiuta quando le cose non vanno bene..."
Lei rimase piacevolmente sorpresa dalle mie dimensioni, mi sembrò di capire che poche volte avesse preso un cazzo così tra le mani. Cominciò a farmi una sega mentre con l'altra mano mi carezzava la pancia e il torace, poi mi diede un bacio tupendo affondando la sua lingua.
Aveva uno sguardo da porca e mi maledissi perchè lo avevo già visto altre volte ma non le avevo mai colpevolmente saltato addosso.
Poco dopo staccò la sua mano e il mio cazzo scomparve lentamente tra le sue labbra quando lei cominciò a succhiare vorticosamente. Cercavo con lo sguardo Andrea ma non lo vidi, probabilmente era già da un bel pezzo che aveva lasciato la stanza.
Alessia aveva un pò di difficoltà ad infilarsi in bocca un cazzo del genere, di diversi più grosso di quello del suo ragazzo.
Mi stava facendo un pompino meraviglioso, io cercavo di resistere, ma era dura e lei si muoveva come un'assatanata su di me.
Così le presi la testa e cominciai ad assecondare il suo movimento ondulatorio, praticamente la stavo scopando in bocca, stavo trattando una delle mie migliori amiche come la peggiore puttana ma questo a lei non dispiaceva, anzi... sembrava non aspettare altro che quel cazzo infilato in gola.
Ebbi un sussulto quando vidi Andrea, "C'è posto anche per me?" A questo punto non ero sorpreso a non vederlo geloso, si mise dietro di lei e cominciò a stuzzicarle i capezzoli e il buchetto.
Quando con la mano mi prese la base del cazzo venni copiosamente bagnandole tutta la facia con il mio sperma, forse non si aspettava che io venissi in quel momento lì così gli schizzi arrivarono anche sulle guance e nehli occhi di Alessia.
Leccò tutto e con la sua lingua vogliosa cercava quel pò di sperma che le si era posato sulle labbra.
Mi fece una carezza e mi sorrise, la sorrisi anch'io, mi aveva fatto un regalo straordinario!
Andrea la girò, vedermi venire sulla faccia della sua ragazza doveva averlo eccitato non poco, così avvicinò il suo cazzo di nuovo alle labbra di Alessia.
Io mi feci coraggio, mi tolsi i vestiti che avevo addosso e mi fiondai sulla sua fica. Manco a dirla era bagnatissima, presi poco poco a risalire con la lingua l'inguine, poi la leccai dolcemente e presi a giocare con il suo clitoride.
Lei sembrava gradire, intanto continuava a spompinare il suo ragazzo, poi forzai il ritmo, la mia lingua dava dei colpi sempre più forti, la sua fica aveva un sapero splendido, avrei voluto mangiarla eccittato com'ero e sarei restato lì a leccare per ore intere.
"Come sei bravo...fai ancora più forte adesso..."
Mollò il cazzo di Andrea e smise un attimo di mugolare per sussurrare queste parole, fece poi scansare il suo ragazzo, mi prese la testa con le sue mani e, proprio come avevo fatto io prima con lei, la spinse con forza verso di me.
Io andavo giù molto forte, lei urlava la raggiunse un orgasmo pauroso proprio nello stesso momento che Andrea, che nel frattempo si stava masturbando guardandosi la scena, le veniva sulle tette e sul collo. Poi mi toccò le spalle "Scopatela...non la vedi come è bagnata questa puttana, vuole provare il tuo bel cazzone"
Mi feci strada dentro di lei, anche se era bagnatissima ebbi un pò di difficoltà ad entrare, appena lo feci lei urlò dal dolore, mi fermai, poi, ad un suo cenno affermativo, riprovai e cominciai a pompare ferocemente.
Era sicuramente la più bella scopata della mia vita, Alessia era un sogno che si stava realizzando, il fatto che avessi scoperto che fosse una puttano consumata non me la faceva passare dalla testa, anzi... godevo ancora di più a spingere selvaggiamente dentro di lei.
Lei mi urlava il suo piacere, io le venni dentro con lei avvinghiata alle mie spalle, subito dopo crollammo a terra esausti.
Passò un minuto forse in cui rimanemmo tutti e tre in silenzio a goderci questo momento, poi le si alzò a andò a sciaquarsi.
Incrociai il mio sguardo con quello di Andrea ma nessuno dei due sapeva evidentemente quello che dire forse perchè entrambi sorpresi dalla piega che aveva preso la serata.
Alessia tornò in accapatoio fumando una sigarette si avvicinò a noi e ci invitò a sederci tutti e tre sul divano. "Perchè non me lo avevi detto prima che lì sotto nascondevi un tesoro?"
Sorridemmo tutti e tre, Andrea versò del vino e Alessia prese a baciarmi, un bacio bello, lungo e appassionato, poi fu la volta di Andrea a cui lei non negò le sue labbra e la sua lingua. I
o presi a baciarla sul collo e piano piano le sfilai l'accappatoio, la sua pelle aveva un profumo buonissimo.
Si girò e mi diede un altrobaciò, Andrea completò l'opera da me avviata spogliandola completamente, poi la facemmo stendere a terra e prendemmo a riempirla di baci su tutto il corpo, lei ricambiava carezzando i nostri membri non appena le capitavano a tiro.
"Così mi fate morire...e voi non vorrete che io muoia, giusto?" Guardò Andrea giusto un attimo poi mi sorrise e mi disse "Ti andrebbe di provare da dietro?"
Io ebbi un attimo di smarrimento, "Non l'ho hai mai fatto?... Bhè, se vuoi ti faccio provare il mio culo..."
Le dissi che non pensavo ad altro dal primo momento che le avevo notato il suo splendido fondoschiena, poi intervenne Andrea "Alessia, ma sei sicura?" "Si certo, è la cosa che più voglio in questo momento"
Andrea la fece girare a pancia in giro e cominciò a baciarla e ad accarezzarle l'orifizio, io intanto mi ero messo davanti a lei e cominciò subito a succhiarmi il cazzo.
Il suo ragazzo prese a leccarla, doveva piacerle molto visto l'affanno del suo respiro, poi Andrea mi invitò a farlo al posto suo, non fece in tempo a dirlo che mi fiondai tra le sue cosce, non avevo mai fatto niente del genere, era sempre stato un sogno, nessuna delle mie ragazze precendenti mi aveva mai concesso l'onore di stimolare in questo modo il loro buchetto.
Credo di avermela cavata abbastanza bene, come mi venne suggerito le infilai un dito dentro, ci volle un pò per via delle sue contrazioni ma alla fine entrò dentro.
Doveva fare spesso cose del genere visto la facilità con cui mi riuscì tale operazione.
Poi Andrea prese un cuscino dal divano, lo infilò sotto la sua pancia e mi invitò a provare ad entrare ora dentro di lei.
Non ci riuscii, ero eccitato come mai lo ero stato prima ma non c'era verso, le poche volte che le cose sembravano andare meglio dovevo fermarmi pe il dolore che provava.
Alessia disse qualcosa al suo ragazzo, che andò via, io nel frattempo ripresi a leccarle il buchetto.
Andrea tornò con dell'olio solare, lo spalmò sul culetto di Alessia e piano piano con le dita la stimolo nuovamente, feci anche io lo stesso poco tempo, Andrea si mise davanti e le tenne strette le mani, io mi chinai e dopo pochi tentativi, tirai un colpo vigoroso ed entrai dentro di lei.
Urlò, le facevo male ma non riuscivo a fermarmi così le diedi altri due colpi vigorosi.
"Calma, così me la spacchi...Amore stai tranquilla, rilassati..."
Poco alla volta il mio movimento divenne più fluido lei assecondò quello che io facevo così in breve tempo raggiungemmo un buon ritmo. Andrea le diceva di rendersi conto di quanto era puttana ma che la amava anche per questo e che con un cazzo di quelle dimensioni nel culo sarebbe stata a posto per un bel pò.
Le dissi che volevo aprirla come una mela, il suo respiro era affannoso, cercava di stimlarsi il clitoride ma aveva delle grosse difficoltà per via degli spasmi che l'orgasmo le stava procurando.
Poi Andrea provò a tirarla un pò su per provarci lui, io la presi per le ascelle e premetti fortemente più volte sul suo culo, il mio cazzo era praticamene tutto dentro di lei.
Venni così, tra le sue urla di dolore e piacere, mentre Andrea, eccitatissimo, non potette far altro che guardarsi la scena. Di nuovo ci trovammo stesi per terra, chiacchierammo un pò su come meravigliosa era stata questa serata, mentre Andrea asciugava amorevolmente il sudore dal vso di Alessia.
"Forse i regalo me lo hai fatto tu..." disse lei, mentre si contorceva per il culo che a suo dire le faceva un male cane. Fumammo una sigaretta nella camera che era dappertutto cosparsa di odori di sesso. Poi decidemmo di andare a fare una doccia tutti insieme, prese mano nella mano sia me che il suo ragazzo ed entrammo nel box.
Fu un'altra esperienza eccittante, Alessia era tra di noi in tutta la sua bellezza, le spalmavamo il sapone dappertutto e lei faceva lo stesso con noi, anzi, soprattutto con i nostri cazzi.
Poi sotto l'acqua l'abbracciamo entrambi, lei baciava prima uno e poi l'altro, le nostre lingue non facevano che intrecciarsi, eravamo di nuovo tutti e tre eccitati con la differenza che lei aveva un rossore sul fondoschiena per via dell'amplesso di prima.
Cercava i nostri membri, li desiderava più di ogni altra cosa al mondo e si vedeva, spegnemmo la doccia, lei si accascio, si mise sulle ginocchia e comincia a spugnettarci entrambi.
Era fantastica, mentre succhiava il cazzo di Andrea toccava il mio e viceversa. Ci stava facendo impazzire, ci sapeva veramente fare, cercò anche di metterli entrambi contemporaneamente in bocca.
Mi prese a fare un pompino stupendo, poi una sega, poi di nuovo un bacio sul cazzo, stavo per venire come intuivo stesse facendo Andrea, così smettemmo.
Io la presi per i capelli, le tirai la testa indietro e mi masturbai velocemente, lei era lì, con la bocca aperta che aspettava il nostro seme. Le cospargemmo la faccia, sembrava la peggiore puttana, lei mandò giù i fiotti che le erano entrati in bocca e poi continuammo la nostra doccia insieme.
Mano nella mano andammo tutti e tre a letto, con Alessia rigorosamente al centro pronta a regalare un bacio prima ad uno e poi all'altro.
Quella notte non riuscii ad addormentarmi, ero abbracciato ad Alessia, e pensavo e ripensato a quella che avrei poi definito come la serata più bella della mia vita.
Quando la mattina mi alzai, mi rivestii mentre loro ancora dormivano intensamente.
Mi avvicinai ad Alessia, ancora eccittato da tutto quello che era successo in quella notte magica, le diedi un bacio sulla bocca, lei si svegliò, mi sorrise, io la salutai e le sussurrai "Grazie..."
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19 years ago
petalidicandore,
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Prima esperienza lesbica
Ciao a tutti questa è la storia di una mia amica che ha voluto farmi pubblicare per rendervi partecipi delle sue emozioni che ha provato durante la sua prima volta………………………………
Mi chiamo Marianna e ho19 anni, prima di tutto avviso che sono lesbica da sempre e che non ho mai avuto un ragazzo...mai in tutti in sensi. Volevo raccontarvi la mia prima esperienza lesbica che ho avuto nel periodo della terza media, nella quale ho coinvolto una mia cara amica che mi era sempre piaciuta, ma che però era etero...ora vi spiego. In terza media dovevamo fare una gita di 4 giorni, che valeva dire tre notti passate in hotel...e dato che le stanze erano da 2 o da 3...ho chiesto a questa mia amica se voleva stare con me in camera (lei non sapeva che ero lesbica) ed a accettato molto volentieri. Quando gli ho proposto la cosa non sapevo bene le miei intenzioni, era solo per avere un amica come compagna di stanza. Cmq la gita inziò e bene presto mi trovai ad affrontare la prima notte, io continuavo a pensare a lei e a seguirla in quello che faceva. Ben presto arriva il momento di andare a dormire...ci cambiamo per mettere i pigiami. eravamo entrambe sui lati opposti del letto che era matrimoniale, io mi spoglio tutta dandogli la schiena e mi metto il pigiama, mi infilo nel letto e vedo che lei si sta ancora infilando la maglietta del pigiama e vedo che ha tenuto su il reggiseno e penso anche le mutandine...la guardo e le dico:
"non è scomodo dormire con la biancheria intima?"
e lei "normalmente la tolgo ma sai...."
la interrompo e gli dico "a me non dai fastidio mettiti pure comoda"
lei rimane zitta e dopo mi dice "mmm...ok.. però mi cambio in bagno ok? sai non sono disinibita come qualcuno.." e mi sorride.
così si infila in bagno.. e io sapendo che si stava levando reggiseno e mutandine, ho cominciato ad eccitarmi...mi infilai una mano dentro i pantaloni del pigiama e mi toccai,,,senti i peli un po' umidi e capi che mi ero eccitata un po' troppo per la situazione e cercai di calmarmi.. mi diedi il "contentino" leccando le miei dita.
poco dopo lei usci dal bagno e mentre veniva verso il letto vidi che aveva appoggiato il reggiseno e gli slip dove c'erano i suoi vestiti e poi si mise sotto le coperte.. dopo di che ..entrambe decidemmo di spegnere la luce...ma non dormimmo subito.. parlammo un po' ..
e mi disse anche "scusa se faccio la preziosa.. ma sai mi intimidisco come una bambina piccola...quando l'argomento è la "
la bloccai di nuovo e gli dissi "ma si tranquilla.. forse sono io troppo disinibita.. è solo che ci conosciamo da tre anni e ormai sento un certa intimità tra noi due.. un po' come sorelle" e ridacchiamo insieme....poi continuo e gli dico
"cmq hai un bel seno...più bello del mio"
e lei subito preoccupata mi disse "lo hai visto?"
e io "no no, prima eri in reggiseno e mi piaceva la sua forma e poi io ho una 2 e tu ...la 4 giusto? "
e lei " si , la 4...cmq anche se è più piccolo non è brutto"
e io "si hai ragione però il tuo è più bello" detto questo gli stringo poco poco il capezzolo sinistro...lei ci rimane male ma poi la sua risata si unisce alla mia gia iniziata.
decidiamo di dormire.. io continuo a pensare che è nuda sotto il pigiama.. ma cerco di contenermi dandomi il contentino del sapore dei miei umori in bocca per calmarmi. poi sento che russa e capisco che dorme.. mi avvicino gli do un bacino sulla fronte e uno in bocca...poi subito mi sento in colpa e penso "Dai Mary--è una tua amica a lei non piaci ...stai ferma" così mi allontano da lei e cerco di dormire.. e decido che non devo fare niente...e così passa la prima sera un po' insonne.
Il secondo giorno si è svolto tutto in normalità...ed eccoci arrivare al punto caliente.. la sera e la notte.
tutto si è svolto alla normalità...sempre qualche incertezza da parte della mia amica su come andare a dormire.. ma alla fine è finita come la prima sera. durante la notte io non riuscivo a chiudere occhio.. l’idea di dormire con una ragazza bellissima accanto mi eccitava moltissimo, poi penso che fosse dovuto al fatto che fossero tutte emozioni nuove e mai provate, e quindi più eccitanti. sta di fatto che ero molto bagnata per l'eccitazione, e forse è stato un errore ma decisi che volevo baciare e toccare la mia amica...non mi importava che fosse etero...avevo troppa voglia di farlo. Così mi avvicino a lei, sentivo che dormiva profondamente, una mano la misi sotto la maglietta per toccargli i seni e i capezzoli, l'altra mano la misi direttamente nei pantaloncini e persi a massaggiare la sua "passerrotta" (mi piace chiamarla così), era molto pelosa,come me, e con l'indice gli passavo sulla fessura.. tra le labbra, Infine presi a baciarla delicatamente sulla bocca e gli passavo la lingua sulle labbra. In meno di un minuto si sveglio ansimando, ma non bado a chi la stava toccando, forse l'eccitazione ero molto forte, come ho detto solo le prime esperienze, e forse era ancora mezza addormentata e pensava che potesse essere un sogno, sta di fatto che inizialmente stette al gioco ansimando e muovendo il corpo in sintonia, dopo breve si accorse che ero io , una sua amica e sopratutto una donna che gli stava dando piacere,
e così subito si prese male e mi disse " Mary che cazzo fai? lasciami..." e cerco di divincolarsi
ma io ormai ero partita...rimasi zitta e presi a baciarle il collo insistevo con la mano sulla passerotta.. insistendo...era molto bagnata. lei cercava di divincolarsi.. ma io la bloccai...mi diceva di smetterla e intanto ansimava.. le bloccai le braccia,e gli dissi" lo so che ti piace...dai è bellissimo.. lasciati andare" e le misi in bocca le dita bagnate dei suoi umori...lei rimase ribrezzata e mi disse "schifosa...dai...per favore"....allora lei era troppo presa dall'eccitazione per potermi fermare.. così abbassai i pantaloni e infilai la testa fra le sua gambe...non avevo mai fatto una cosa del genere e non ero molto capace.. così leccai in giro e ovviamente sul grilletto....la mia amica parti quasi in estasi...ansimava molto e per paura che gridasse gli misi le dita in bocca e lei le ciucciava come un lecca, andai avanti a leccare fino a che lei si inarco sulla schiena e strinse le gambe...scoppiando in forte orgasmo che mi esplose in bocca....venni anchio senza bisogno di toccarmi.. l’eccitazione era alle stelle.
per qualche minuto.. forse anche di più.. non ci spostammo da quella posizione...come se fossimo in trance....poi lei si mise a piangere e si raggomitolò.. come un gatto.. non si tirò su nemmeno i pantaloncini...in quel momento tornai un po' in me.. e gli chiesi scusa.. provai ad abbracciarla ma mi allontano...cosi mi allontani e la lasciai stare...spinse per 10 minuti poi smise e dopo si addormento....io mi sentivo un verme schifoso...si poteva dire che l'avevo violentata...quella sera non chiusi occhi.. nemmeno un po'.. e piansi anch’io....
il terzo giorno la mia amica non mi rivolse nemmeno
uno sguardo, e se ne stava molto sulle sue, molti pensavano che stesse male, ma io sapevo
che era rimasta turbata dalla notte precedente a causa mia. tutto il giorno prosegue con
lo stesso ritmo, finche arriva la sera, ed entrambe ci ritroviamo in camera sole. lei
senza dire una parola, si cambia in bagno e si infila sotto le coperte, lasciandomi stupita,
pensavo che volesse che dormissi per terra o in bagno, pensavo che almeno mi disse
qualcosa, ma niente. Così, senza pensare mi cambiai e andai a letto dando la schiena alla
mia amica, ero decisa a dormire e basta, ormai avevo rovinato ogni rapporto con lei,
pensavo che ormai mi odiasse. Così dormiamo, passa qualche ora, in cui avevo il pensiero
fisso nel vuoto, e succede quello che non mi sarei mai aspettato, la mia amica si avvicina
e mi abbraccia, dicendomi "nessuno mi aveva mai toccato in quel modo...e nessuno mi aveva
mai dato piacere...baciami ti prego", detto proprio sinceramente ci rimasi di merda, non
mi aspettavo una reazione simile, la mia amica contraccambiava ciò che provavo, però io
mi sentivo sempre in colpa e gli dissi che era meglio di no, e così fu lei a baciarmi,
senza che io potessi dire o fare niente, io inconsciamente contraccambiai il bacio e fu
molto intenso e bellissimo, poi lei mi prese la mano e la portò ai suoi pantaloncini e disse
"toccami di nuovo" io lo feci...volevo toccarla ancora, era una voglia irrefrenabile, così
mentre ci baciavamo, io la toccavo, poi presi la sua mano e la infilai nei miei slip, un po'
come aveva fatto lei a me.. lei timidamente comincia un po' a muovere la mano sulla mia
passerrotta, e nonostante i movimenti casuali, mi piace.. mi piaceva molto, andammo
avanti per un po' baciandoci e toccandoci.. fino a che venimmo, prima lei poi io, in un forte
orgasmo, poi finimmo per addormentarci in quella posizione.
La mattina mi svegliai benissimo, ero alle stelle, la mia amica era gia in piedi, era in
bagno che si lavava i denti, io mi alzai e la raggiunsi, l'abbracciai e la baciai sul collo
come si fa tra innamorati, lei si girò e mi disse che voleva parlarmi, e anche li rimasi di
merda, chissà cosa voleva dirmi...e infine mi disse che mi ringraziava per i momenti di
forte piacere e che era contenta di averli provati con una cara amica, mi ringraziava anche
di avergli fatto scoprire il suo lato omosessuale, ma preferiva affrontarlo più avanti,
quando sarebbe stata più grande e secondo lei più matura...insomma...brutti momenti.. voi
che dite?
77
1
19 years ago
admin, 75
online -
La voglia matta
DEDICATA ALLA INVASATA PER LA QUALE STRAPAZZO
CON SMANIOSO TORMENTO, LO SFINITO MIO CAZZO
Si illudono gli uomini, presuntuosi, narcisi
di essere DOMINI violenti, possenti, decisi.
"La donna non va eretta su un piano sentimentale
ma costretta, sottomessa su quello orizzontale.
Con la mia forza bruta la prendo e la distendo "
Dopo aver di lei lungamente abusato, ripongo blaterando,
nel fodero ovattato, l' orgoglioso mio BRANDO
Ma quando Lei a sè lo attira, sicura, in forte laccio,
e lo cattura smaniosa, mi sai dire che faccio ?
Ecco, così mi apostrofa, con un dire assai preciso:
"Eh no, FOTTUTO STRONZO, PORCO NARCISO, hai fatto il tuo comodo
e allora, amico mio, trova modo farora, puranche, quello mio.
La SORCA è ancora aperta e quella ora comanda: Va subito coperta.
Ora il tuo MEMBRO debole, pietoso, malandato sarà mio schiavo
e farà, tutto quello che gli verrà ordinato;
è stato il mio PADRONE, ed anche un dolce INCANTO, però non è finita
perchè la mia voglia è tanta, ancora tanta, nel CULO e nella FICA
Non avere timore se pare sfiorito,quel COSO moscio lo curerò a dovere
e se null' altro cura bastasse, ti infilerò le dita nel BUCO DEL SEDERE
Sta certo, mio BASTARDO, mettiti pure tranquillo
vedrai che in breve tempo tornerà ancora arzillo.
Non ce la fai? Sei stanco? Non rispondi all' invito
del dolce mio PICCIONE sbattuto sul tuo viso?
Non va ancora sù teso? Ok, stai lì docile e ben disteso
Con molta più pazienza, t' ecciterò ancora
ti leccherò le PALLE, succhierò la CAPPELLA, il FRENULO, i FONDELLI
il sangue ritorna nella 'ASTA CHE riaffiora
mentre sconvolti bruciano i miei e i tuoi BUDELLI
Allora col DERETANO, profanato da sapienti dita, con tremore
ma asperso bene con tanta vasellina, dal tuo e dal mio umore,
mi impalerò sbattendo vittoriosa sulla NERCHIA rinata
più che pria fiduciosa di una nuova lussuriosa chiavata
Ti pomperò a stantuffo, ti monterò ben bene
godendo per tantore del tuo rigonfio PENE
t'avvolgerò frenetica, poi anche con la vogliosa fica
aspirando anche la anima, lasciando nelle PALLE,
meno che meno, soltanto il mio VELENO
Eh già, il desiderio tuo grande di un coito infinito
si spegnerà in un istante come un CERO ESAURITO
Perchè, mio carissimo, mi hai presa, posseduta, stuprata, violentata
Ma son io PADRONA di te, COGLIONE derelitto, come sacco svuotato
privo di forza e vita,sedotto e abbandonato
cacciato via nel limbo dei ricordi, senza alcuna speranza
di ripeter per ora questa bella, cruenta e stupenda mattanza
Meraviglioso è godere, e talvolta divino
ma mentre tu lamenti lo ingiusto tuo destino
che ti impedisce ora di rigodere ancora
questa LERCIA BALDRACCA, in ogni fondo intrisa, ma non ancora sazia
di altri ne va in cerca come CAGNA AFFAMATA di inesausto appetito
e come SOZZA VACCA, con cipiglio impettito
il lungo RETTO più volte ROTTO e la immensa FESSA ormai SFATTA
soddisfar vuole ancora l' insana, perversa, triviale VOGLIA MATTA "
27
5
19 years ago
admin, 75
online -
Bagno in mare con vanessa
Io e Vanessa non ci vedevamo da quasi un anno. Facevamo entrambi
lavori stagionali e i nostri impegni non ci lasciavano tregua, nemmeno
d’estate. Sembrava che il destino ce lo facesse apposta: quando mi
liberavo io lavorava lei; si liberava lei e lavoravo io; le poche volte che
riuscivamo a trovare tempo entrambi accadeva sempre qualcosa per
cui lei doveva disdire l’appuntamento poche ore prima. Lei si scusava
e prometteva sempre che “si sarebbe fatta perdonare”, ma ormai mi
ero rassegnato a sentirla sempre e soltanto per telefono e nemmeno
ci speravo più di incontrarla di nuovo.
Oramai l’estate volgeva al termine, agosto era finito e l’orda dei
vacanzieri, finite le ferie, si stava ritirando dai luoghi di villeggiatura
come il mare con la bassa marea.
Pensai che era l’occasione buona per cercare entrambi un po’ di tempo
da dedicare alla nostra preziosa amicizia e le mandai un messaggio
sul cellulare chiedendole per l’ennesima volta se riusciva a trovare un
pomeriggio libero per potermi incontrare. Mi spinsi addirittura oltre e,
pensando che avremmo avuto tantissimo da raccontarci, le proposi di
restare a dormire da me, nella mia casa al mare, così da avere a
disposizione un giorno intero da passare insieme.
La mia speranza era quella che, in 24 ore che le offrivo, lei ne trovasse
almeno quattro o cinque da poter dedicare a noi.
La sua risposta invece mi lasciò di stucco: accolse con entusiasmo la
mia proposta e mi riferì che, avendo il giorno di riposo giovedì, se per
me andava bene, potevamo trovarci già dal mercoledì pomeriggio
appena finiva di lavorare.
Mi riservai dal darle conferma con la scusa che mi dovevo organizzare
gli impegni della settimana, ma in verità già lo sapevo che non mi sarei
lasciato sfuggire tale occasione. Avrei fatto di tutto passare quel
giorno con lei.
Le telefonai per darle la conferma:
- “Ohi, Vany!!! Volevo dirti che, anche se so che te ne sei già
dimenticata e avrai già preso altri impegni, io per giovedì mi sono
liberato e che se tu volessi…”
- “ma che dici? Secondo te, me ne sono dimenticata? Quant’è che ti
voglio vedere…! Ma hai visto questi impegni… ora accada cosa accada
ci si trova e si va al mare, dopo ci si penserà!”
Io con un pizzico di malizia risposi:
- “Io ti sto solo dando la possibilità di sdebitarti per tutte le sòle che mi
hai dato… non credere che sarà facile per te farti perdonare tutti gli
appuntamenti che m’hai disdetto…”
- “maddài… vedrai che sarò brava e me li farò perdonare tutti!”
Siamo sempre stati ottimi amici, tra noi c’è tantissima confidenza e
anche se lei è una ragazza carina, elegante e con due bei seni, io non
ci ho mai provato perché mi sono sempre fatto le mie storie e non ho
mai sentito il desiderio di provarci con lei.
E’ “la regola dell’amico” - cantata dagli 883 – e non c’era bisogno di
rovinare un così bel rapporto.
Ero convinto che nelle sue parole ci fosse solo ilarità e nessuna
malizia, comunque mi accordai per passarla a prendere il mercoledì
pomeriggio.
Aspettai sotto casa sua che si facesse una doccia, perché aveva
appena finito di lavorare. Quando la vidi arrivare, con ancora i capelli
un po’ umidi e scomposti, mi si illuminarono gli occhi: la vidi bellissima;
probabilmente tutto questo tempo senza mai vederci stava
amplificando la gioia nel vederla di nuovo. Ci salutammo con un forte
abbraccio e un bacio sulle guance. L’aiutai a mettere nel bagagliaio la
borsa con i vestiti e partimmo subito verso il mare, quasi senza
parlare perché volevamo serbarci gli argomenti a quando saremmo
arrivati.
L’unica cosa che disse, dopo avermi fissato per qualche secondo, fu
che mi trovava dimagrito e in ottima forma.
- “grazie! Anche te non stai male. Certo si vedono i segni dell’età, non
sei più una ragazzina…”
- “ma che stronzo!... semmai sarò un po’ stravolta perché sono
stanca…”
- “scherzavo!!! È che non so cosa dire, non mi sembra vero che
finalmente ci siamo ritrovati!”
- “anche a me, non immagini il piacere che mi fa essere qui con te. Ci
divertiremo…”
- “a proposito, per cena come ci organizziamo?”
-“no! Non organizziamo niente: quando ci prenderà la fame, qualcosa
inventeremo. Vedrai che non si muore, fidati!”
- “vabbè… ma io ho tante cellule da mantenere… se mi fai patire la
fame poi divento cattivo”
- “senza programmi è più bello, non voglio pensare a niente, solo a
noi due. Ora se non ti dispiace vorrei dormire un po’ perché sono
distrutta, tanto prima di arrivare un po’ di tempo ce n’è”
- “va bene, ti sveglio io, basta che non inizi a russare!”
-“si, è che so’!?”
Sdraiò un po’ la poltrona, io accesi l’autoradio in sottofondo e due
chilometri dopo già dormiva a sasso.
Mentre guidavo ogni tanto mi distraevo per guardarla. Ancora non
potevo credere che eravamo noi, io e lei in macchina insieme come ai
vecchi tempi e che oltretutto stavamo andando al mare a passare un
giorno intero insieme!
Non ci sono strade principali per andare da casa sua al mare e lei si
lasciava cullare dalle dolci curve.
Il sole del tardo pomeriggio stava colorando l’atmosfera calda di un
giallo surreale.
Quando mi fermai all’incrocio per entrare sull’Aurelia lei si svegliò.
-“Siamo già qui?”
-“Tra sette minuti e quarantadue secondi siamo davanti casa!”
Lei sorrise accarezzandomi la mano che avevo sul cambio.
- “Allora: cosa vuoi fare?” – le chiesi – “io farei così: andiamo a casa,
apriamo l’acqua, accendiamo lo scaldabagno, apriamo un po’ le
finestre… e nel frattempo ci mettiamo il costume e facciamo subito una
capatina sul mare, per aspettare l’ora di cena e goderci questi ultimi
raggi di sole”
- “approvo!” – rispose lei senza aggiungere altro.
Arrivati a casa scesi le valige, aprii l’acqua e feci strada fino alla
camera degli ospiti.
Posai le valige sul letto e mi fermai a pensare a come avremmo potuto
organizzarci per la notte, intanto lei era andata in bagno.
Quando tornò lei le dissi:
- “in questa casa, come sai, ci sono due camere: questa è quella con il
letto più comodo. Di solito ci dormo io, qui c’è la mia roba…”
lei non mi fece finire:
- “va bene, tanto il letto è bello grande: perché bisogna sfarne due?
Io non ho problemi a dormire insieme…!”
Io rimasi senza parole, poi mi ripresi e fingendomi indifferente replicai:
- “io poi… figurati! Ma se vuoi ti lascio sola e io vado nell’altra camera…”
- “ma che dici? Almeno stasera prima di addormentarci ci si raccontano
le cose… per me puoi restare! Anzi…”
- “allora se è così… però ti avverto: io di solito non russo, ma se
dovessi farlo non ti peritare a svegliarmi.”
- “se dico di dormire non mi svegliano nemmeno le cannonate! Di
quello non devi preoccuparti”
Aprì la sua borsa, prese il costume e andò in bagno a indossarlo. Io mi
spogliai in camera.
Tornò indossando un bel bikini azzurro chiaro di quelli con i laccetti
annodati sia dietro la schiena che ai fianchi.
Prendemmo le bici, un telo da mare per uno e via! verso la spiaggia.
Ci recammo sulla spiaggia vicina a casa mia, anche se era un po’
distante dal centro del paese. Era un mercoledì di settembre ed erano
quasi le sette del pomeriggio: sulla spiaggia c’erano solo due
pescatori e una famiglia di stranieri, probabilmente tedeschi.
Sia avvicinava l’ora del tramonto e le increspature dell’acqua
mostravano meravigliosi giochi di colore alternando il rosso acceso del
sole con il blu intenso del cielo. Io non riuscii a resistere e stesi subito
il telo sulla sabbia, poi mi spogliai e corsi nell’acqua.
Era bellissimo: rispetto alla temperatura esterna l’acqua era
piacevolmente calda. Dopo un tuffo e qualche bracciata mi misi “a
pancia in su”, allargai le braccia e a gambe distese mi lasciai cullare
dalle onde e trasportare dalla corrente per non so quanti minuti.
Poi mi ricordai della mia amica! La sottile corrente di maestrale mi
aveva spostato un centinaio di metri più a sud. Nuotai un po’ per
risalire la fievole corrente, poi uscii dall’acqua e andai da Vanessa che
si era sdraiata a leggere un libro.
- “è bellissimo!” – le dissi – “non sai cosa ti perdi”
Lei alzo il capo, mi guadò è mi chiese se non facesse troppo freddo.
Io la rassicurai che l’acqua era tiepida, piacevolissima e la invitai ad
entrare.
Nel frattempo anche i bambini stranieri erano entrati in acqua e si
stavano divertendo come matti.
Forse vedendo anche loro riuscì a convincesi, ripose il libro, si alzò e mi
seguì fino sul bagnasciuga.
- “è fredda!” esclamò appena un onda le bagnò i piedi.
- “dentro si sta da dio, credimi!”
- “si, il problema è entrare…”
non so cosa mi prese, forse vedendo i bambini tedeschi mi era venuta
anche a me la voglia di giocare, il fatto è che senza pensarci tanto mi
avvicinai a Vanessa e la presi in braccio. Lei si lasciò prendere senza
opporre resistenza, accogliendo quel mio gesto anche lei come un
gioco e mi mise le braccia attorno al collo. Al contatto del mio corpo
bagnato le venne la pelle d’oca e sui triangoli del bikini color sabbia le
vidi affiorare le forme dei capezzoli. Non potetti fare a meno di
guardarli: ce li avevo sotto il naso! Entrai in acqua con lei in braccio e
quando le onde le bagnavano la pelle ancora asciutta lei sussultava e
si stringeva a me, appoggiando un seno contro il mio petto. Questo
contatto mi stava eccitando e dovevo arrivare presto nell’acqua un po’
più alta per nascondere il bozzo che stava gonfiando tra le mie
gambe. Quando fui immerso fino alla vita la lasciai scivolare
dolcemente fino a farle toccare i piedi sul fondo e involontariamente le
strusciai la mia protuberanza sulla coscia. Io cercavo di nascondere il
mio imbarazzo, lei fece finta di niente e io mi convinsi che non se ne
fosse accorta.
Si immerse per bagnarsi anche la testa e poi, tornata su, iniziò a
schizzarmi, come i bambini.
Io risposi al gioco, e con soddisfazione le dissi:
- “hai visto che non ci si sta poi tanto male!”
- “te la farò pagare per quello che hai fatto!”
e mentre diceva questo continuava a schizzarmi sempre più da vicino.
Oltre a schizzarmi quasi mi picchiava! Mi dovetti voltare e “battere in
ritirata” verso il largo, e lei sempre dietro, a inseguirmi. Quasi più non
toccavo e lei, alta quei cinque centimetri più di me, ebbe la meglio e
riuscì ad avvicinarsi tanto che il suo corpo sfiorava il mio. Io cercavo
con gli occhi strinti di guardarla attraverso gli schizzi e di allontanarla
spingendola per i fianchi, ma toccavo poco sul fondo quando la
spingevo ero io che indietreggiavo!
Lei mi girava intorno e di tanto in tanto i suoi seni mi sfioravano e le
sue cosce venivano in contatto con il mio sesso, gonfio e duro dentro il
mio costume. Tra uno schizzo e l’altro vedevo il suo bikini bagnato
aderire alle forme dei suoi seni e durante quelli scuotimenti
sembravano dovessero uscire da un momento all’altro. I capezzoli le
trasparivano dalla sottile stoffa chiara, erano evidentissimi e la mia
eccitazione cresceva.
Non potevo più starmene lì impalato a subire.
Pensai: - vuole giocare? E giochiamo!
Me ne infischiai del mio “problema” e iniziai a rispondere con impeto ai
suoi schizzi. Mi avvicinai anch’io e spesso i nostri corpi venivano a contatto.
Lei era sempre più divertita e la sentivo cercare lei stessa il
contatto fisico con il mio corpo. Ero ormai certo che sapesse della mia
eccitazione perché non perdeva occasione per sfiorarmi il bozzo che
tenevo tra le gambe. Nel farlo mi sbatteva con noncuranza i suoi
promontori addosso, facendomeli ballonzolare sotto il naso e questo
non placava certo la mia eccitazione!
Improvvisamente si fermò di fronte a me, vicinissima, e mi prese i polsi
con le mani tenendomeli stretti per evitare che io la schizzassi.
Respirava affannosamente e non staccava gli occhi dai miei, era serie
e sembrava stesse per chiedermi una tregua, mentre lentamente mi
tirava con se dove l’acqua era più bassa. Mi illusi che fosse finita,
invece sulle sue labbra si scolpì un sorriso diabolico come a dire “ti ho
fregato!” e in un istante, con lo scatto un gatto che assale il topo, mi
lasciò i polsi, si afferrò all’elastico del mio costume e buttandosi anche
lei sott’acqua, me lo tirò giù fin sotto le ginocchia.
Io cercai di reagire, ma più mi muovevo e più lei riusciva a tirarmi giù
il costume. Non potevo scalciare perché il costume mi bloccava
le caviglie e non volevo farle male tirandole una ginocchiata. Quando
sentii che ormai non c’era più nulla da fare smisi di ribellarmi e
mentre con un braccio cercavo di tenermi a galla e di riprendere
l’equilibrio con l’altra mano cercai di coprirmi il pene e di nascondere
per quanto possibile la vigorosa erezione.
Lei riemerse tutta soddisfatta sventolando in mano il mio costume. Io
cercai di recuperarlo ma non era facile, lei me lo teneva alto e io ero
impedito perché lavoravo con una mano sola.
Rinunciai e indietreggiai, immergendomi nell’acqua fino al collo. Di
colpo mi venne in mente che non eravamo soli e mi sentii ancor di più
in imbarazzo. Mi guardai intorno, ma la famiglia di tedeschi, con i
bambini, non c’erano più. Il disco solare sfiorava la sottile linea
dell’orizzonte e non avevo idea di quanto tempo fosse passato. Sulla
spiaggia era rimasto un solo pescatore, lontano da noi, in direzione
del paese. Pensai che, con il sole contro, anche se avesse guardato
comunque avrebbe visto poco: solo le scure sagome di due ragazzi
che giocano nell’acqua.
Vanessa mi vide serio e preoccupato e, quasi dispiaciuta, si avvicinò
per ridarmi il costume. Mi finsi imbronciato mentre lei si avvicinava con
il mio costume in mano e ogni tanto abbassava gli occhi a spiarmi tra
le gambe, ma io non mi mossi. Stavo covando la mia vendetta!
Quando fu vicinissima si fermò e preoccupata mi disse:
- “oh, scherzavo! ma che te la sei presa? Tieni…”
e mi pose il costume.
Io a quel punto non ce la feci più a fingermi serio: digrignai i denti e
come un lupo che assale la sua preda mi buttai addosso a lei,
sbilanciandola all’indietro. Finimmo entrambi sott’acqua e mentre lei
annaspava per ritirarsi su io, incurante del mio sesso libero che le si
strusciava addosso, le passai le braccia dietro la schiena e le tirai i
lacci del costume. Invece che venirci un nodo (come sicuramente
accade se lo vuoi togliere apposta) il fiocco si sciolse lasciando il bikini,
legato solo al collo, a svolazzare nell’acqua e i seni liberi. Sotto l’acqua
i suoi capezzoli rosa sulla pelle bianca risaltavano ancora di più e
Vanessa cercava un po’ di coprirseli e un po’ di riprendere l’equilibrio.
Io la lasciai fare, godendomi lo spettacolo di quelle belle tette che
riemergevano e scomparivano nell’acqua. Rimasi in piedi davanti a lei
che ancora inciampava e ricadeva all’indietro. Mi venne di abbassare lo
sguardo a guardarmi il pene: come i seni di Vanessa, anche lui con
l’effetto ottico dell’acqua aveva acquistato tutta un’altra dimensione:
sembrava contorcersi per effetto delle increspature dell’acqua e la
pelle piuttosto bianca lo metteva ancora di più in risalto. Quasi ne ero
imbarazzato, ma ormai i freni inibitori avevano mollato.
Vanessa era riuscita a rimettersi in piedi,si era voltata di spalle e a
capo basso cercava di rifare il nodo con le mani dietro la schiena.
Io mi avvicinai, pacificamente.
- “vuoi una mano?” – le proposi
- “se non combini altro danno…”
- “te si e io no, eh? E poi sono gli uomini, gli stronzi?”
- “dai, aiutami piuttosto!” e con le mani all’indietro fece per passarmi i
laccetti.
Con l’intenzione di aiutarla mi avvicinai per prenderli, ma non avevo
previsto una cosa: la sporgenza che avevo tra le gambe!
Il pene libero nell’acqua e sempre turgido arrivò a contatto con le sue
natiche dondolando a destra e a sinistra. Quando sentii il contatto mi
fermai imbarazzato, non sapevo se indietreggiare o meno, ma
Vanessa, indifferente mi chiese:
- “ma che fai? Dai, legami ‘sto coso!”
Io non capivo: come poteva non essersi accorta di niente? Con
l’arnese che dondolava e le sbatteva addosso iniziai ad annodarle il
fiocco. Mentre lo stavo stringendo Vanessa si piegò leggermente in
avanti e iniziò a premere il suo sedere contro il mio basso ventre.
Dondolò un po’ i fianchi finché il mio pene non trovò spazio tra le sue
natiche. Poi iniziò a muoversi sinuosamente strusciandosi contro il mio
corpo.
- “…continua…” - mi disse con voce bassa e sensuale
- “mah… beh… io ho finito, il fiocco l’ho fatto”
portando le braccia all’indietro mi posò le mani sui fianchi, quasi ad
assicurarsi che non mi allontanassi, e continuò a muovere il suo
culetto contro il mio pacco
- “sicuro che hai finito? Io dico che c’è ancora qualcosa che puoi fare…”
Io non sapevo proprio che pesci prendere (eravamo al mare!) e iniziai
ad accarezzarle le cosce, poi salii fino ai fianchi che sentivo muoversi
dolci e sensuali sotto le mie mani. Dai fianchi passai con delicatezza
all’addome, giocherellai un po’ con l’ombellico e Vanessa sembrava
gradire le mie carezze, perché continuava a muoversi con sempre
maggior vigore.
Ogni tanto la corrente ci sbilanciava, ma con qualche passettino
laterale riprendevamo subito l’equilibrio.
Mi feci più audace e dall’ombellico cercai di risalire verso i seni.
Vanessa non si scompose: ci stava e le piaceva.
Iniziai a palparle i seni da sopra la stoffa, con movimenti delicati dal
basso verso l’alto, poi con la mano aperta ne tastai la consistenza.
Sentivo le punte dei capezzoli solleticarmi il palmo delle mani.
Vanessa si tirò un po’ su, lasciandomi i fianchi e portò le sue mani
sopra le mie, sopra i suoi seni. Prese a guidarmi sul suo corpo e la
lasciai fare, tenendo le mie mani morbide sotto le sue.
Mi faceva scendere sul ventre fino sotto l’ombellico e poi risalire, con
entrambe le mani fino al suo petto. Una, due volte, poi, prima di
risalire al petto per la terza volta, liberò una mano e con movimento
rapido si tirò su il bikini prima da una parte poi dall’altra e tornò di
nuovo a guidare le mie mani si sui seni nudi, liberi di essere palpati
dalle mie mani. Mi fece sfiorare i capezzoli con le dita. Anche le aureole
erano gonfie e sporgenti, poi mi spinse la mano destra giù sul suo
ventre, lasciando la sinistra a giocherellare con quelle morbide
sporgenze femminili.
Iniziò ad ansimare, aveva il corpo completamente a contatto del mio e
la testa piegata all’indietro. Mi offriva la sua guancia, il suo orecchio, il
suo collo e la sua spalla. Sfioravo la sua pelle morbida e bagnata con
le labbra, leccavo dolcemente il sale che si era seccato sulla sua pelle.
Dalla spalla salivo fino all’orecchio, poi scendevo, le baciavo la pelle, le
respiravo sul collo e poi tornavo a leccare, lentamente, come un gelato
che non si scioglie e che quindi vale la pena gustarlo con calma.
Lei intanto aveva spinto la mia mano destra verso la sua femminilità
più nascosta. Con il palmo appoggiato sul suo Monte di Venere da
sopra il costume le accarezzavo il sesso. Sentivo sotto quel sottile
strato di stoffa i suoi peli arricciolati che premevano e volevano essere
liberati. Più sotto, le grandi labbra, le sentivo morbide e calde sotto la
stoffa bagnata.
Oramai Vanessa stava appoggiata a me con tutto il peso. Il sole era
tramontato e il cielo da rosso era diventato viola. Le onde si erano
placate e un silenzio surreale ci avvolgeva. Lei si muoveva lentamente
su e giù sul mio corpo, poi portò di nuovo le sue mani sui miei fianchi
lasciandomi piena libertà di esplorarla e di accarezzarla dove più mi
piaceva.
Feci risalire la mano e mi misi a giocherellare con i suoi seni; mentre le
baciavo il collo andai alla ricerca dei capezzoli, turgidi e pronunciati. Li
accarezzavo delicatamente con il palmo delle mani e poi me li facevo
scorrere tra le dita. Lei ansimava e aveva ripreso a ondeggiare il
culetto sul mio basso ventre. Il mio pene le si era insinuato tra le
natiche ed era arrivato sotto la vulva.
Scesi di nuovo con entrambe le mani e fermai la sinistra sotto
l’ombellico, ad assecondare i movimenti del suo ventre. Feci scivolare
la destra ancora più in basso e Vanessa accolse quella mia carezza
divaricando un po’ le gambe. Sfiorai il monte di venere e mi fermai sul
clitoride, gonfio sotto stoffa. Proseguii accarezzandole l’interno coscia,
poi girai all’esterno e risalii. Insinuai la mia mano tra i nostri due corpi
e mentre le mordicchiavo l’orecchio palpai la natica, poi scesi con
decisione a metà coscia e la spinsi in avanti, a fargliela tirar su.
Vanessa mi assecondò nel movimento e alzò la gamba, appoggiandosi
più che mai al mio corpo.
Scivolai con la mano sinistra sul suo monte di venere, accarezzando
ed esplorando ogni centimetro di pelle che scorreva sotto, con la
destra invece le massaggiavo delicatamente tutta la coscia, prima
sopra, poi il fianco e infine sotto, poi risalii di nuovo fin sotto la natica.
Il contatto con quel muscolo sodo mi faceva eccitare all’inverosimile e
Vanessa sentiva la mia eccitazione crescere tra le sue cosce e
sbatterle sotto la vulva.
Accarezzai il suo culetto e mi spinsi verso l’interno, a cercare qualcosa
di caldo, di invitante, di proibito.
Scivolai sulla sua pelle fino a trovare la sottile stoffa del costume, ne
seguii l’orlo fin sotto la vulva e provai piacere nello sfiorarmi io stesso
il pene. Accarezzai la stoffa con le dita, poi giocherellai con un ciuffetto
di peli che fuoriusciva.
Vanessa stava ansimando. Godeva delle mie carezze.
Feci scivolare la mano sinistra dentro il costume e percorsi lentamente
tutto il monte di venere, attento a non tirarle i morbidi peli che sentivo
scorrere tra le mie dita. Mi fermai con le dita sul clitoride, gonfio che
faceva ormai capolino tra le grandi labbra.
Intanto con le dita dell’altra mano accarezzavano la stoffa sotto la
vulva, spostandola un po’ di lato ad ogni passaggio.
Vanessa aveva perso il controllo. Ansimava e mi sculettava addosso
come un’indemoniata. Non era facile tenere l’equilibrio con lei che si
muoveva su una gamba sola, tenendosi per i miei fianchi,
completamente appoggiata al mio corpo e la sabbia sotto i piedi che a
volte affondava e dovevo saltellare per ritrovare l’appoggio.
Sotto era un lago: sentivo i suoi umori caldi e viscosi che le uscivano
dalla vagina e si mescolavano con l’acqua del mare. Con l’aiuto
dell’altra mano le spostai la stoffa del costume di lato e scivolai con le
dita tra le grandi labbra, che tenni scostate. L’altra mano aveva ora
libero accesso al suo sesso. La percorsi delicatamente dentro con un
polpastrello, separandole le piccole labbra, morbide e indifese, fino a
sfiorarle l’ammasso carnoso del clitoride. Poi tornai sotto, lentamente,
scivolando sugli umori caldi che ricoprivano la pelle delicata del suo
sesso e si disperdevano nell’acqua salata.
Vanessa era al culmine, la sentivo fremere, tremare, ansimare e
contorcersi, abbassava ventre quasi a cercare il contatto, la
penetrazione delle mie dita, forse anche del mio pene.
Fu presto accontentata: mentre con il polso la sorreggevo sotto la
natica destra, appoggiai le punte del dito medio e dell’anulare
all’ingresso della vagina, calda e scivolosa, intrisa di piacere. Spinsi la
mano un po’ più sotto e le dita entrarono. Le sentii avvolgere, quasi
risucchiare dalle pareti calde e gelatinose. Iniziai a muoverle dentro, in
senso circolare, poi dentro e fuori.
Vanessa aveva gli occhi strinti, si mordeva il labbro per non urlare,
tremava e non riusciva più a coordinarsi con i movimenti. Le appoggiai
il mento sul collo e iniziai a mordicchiarle l’orecchio.
Le sue mani si muovevano sui miei fianchi, sembrava cercassero prima
i miei glutei, poi il mio sesso, poi di nuovo i miei glutei… non sapeva
nemmeno lei cosa volesse toccare.
Le sentii l’interno della vagina contrarsi, una, due, tre volte contro le
mie dita, Vanessa ebbe qualche tremito, mi affondò le unghie sui
fianchi tanto da farmi male. Quando fu rilassata sfilai delicatamente le
dita dal suo sesso e tra le sue gambe si diffuse una sostanza calda e
viscida, incolore, che andò a mescolarsi con l’acqua del mare. Mi portai
le dita al naso sentii che profumavano di piacere femminile.
Vanessa abbassò la gamba, io la lasciai e fece uno sbarellone che
quasi cadde sott’acqua.
Si voltò guardandomi con la faccia stravoltissima e mi abbracciò, ma fu
un abbraccio freddo, sembrava che avesse più bisogno di essere
sorretta che abbracciata. Il cielo ormai tendeva al blu scuro e sulla
superficie dell’acqua, piatta come uno specchio, si riflettevano già le
luci del paese. Anche l’ultimo pescatore se ne era andato.
Vanessa si rimise a posto il costume, sia sopra che sotto e fece per
uscire dall’acqua.
Io la chiamai:
- “Vany!...”
-“Che c’è ancora, sarà tardissimo, abbiamo la pelle vizza… non credi
che sia ora di uscire?”
- “si, infatti… vorrei riavere il mio costume!”
Lei sgranò gli occhi come dire: “Cosa? Il tuo che?” poi scoppiò a ridere.
Per fortuna era tardi e la spiaggia era vuota. Dovetti uscire nudo,
eccitato e tornare a casa con l’asciugamano legato alla vita e niente
sotto. Eravamo pure in bicicletta!
Mentre pedalavo i testicoli gonfi mi facevano male.
Quella notte Vanessa ebbe molte cose da farsi perdonare…
26
3
19 years ago
mentapeperita,
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Il sogno
Ero indaffarato per i preparativi della cena che davano i miei padroni, avevo apparecchiato un bel tavolo rettangolare
per sei persone con tanto di candele, una candela per ogni invitato, sarebbero arrivate altre due coppie amiche dei miei padroni.
Il mio compito sarebbe stato quello di servire al tavolo e mi era stato esplicitamente detto che non avrei potuto parlare
e avrei dovuto ubbidire ad ogni ordine e necessita' degli invitati e dimostrare che ero un bravo schiavo.
Mi avevano depilato le parti intime e le gambe e vestito solo con un paio di collant autoreggenti neri,
un paio di scarpe aperte sulle punte con i tacchi rossi , un collare di pelle nera, un paio di guanti bianchi che arrivavano
al gomito e mi avevano legato le palle con una corda sottile che facendola girare diverse volte le aveva allontanate del pene
tirando la pelle in modo tale che rimanesse perennemente scappellato e alla fine avevo testicoli penzolanti, gonfi e staccati
per piu' di tre dita dal pene.
Lei si era vestita con un nero lungo vestito da sera molto elegante con tacchi vertiginosi e aveva una bellissima
scollatura a V che lasciava intravedere il suo bellissimo seno; un lunghissimo spacco che normalmente rimaneva chiuso ma
camminando si apriva leggermentementre arrivando fino all'anca e facendo capire che forse non c'erano le mutandine.
Lui era in giacca e cravatta e aveva dei pantaloni elasticizzati classici che risaltavano il suo ben delineato fondo schiena.
Io ero il loro schiavo ma era la prima volta che mi ritrovavo a servire persone che non erano Loro, per di piu' erano persone
che non avevo mai visto ed ero eccitato ma allo stesso tempo mi vergognavo; come avrebbero reagito trovandomi in quella situazione?
Sapevano che io ero li'?
Suono' il citofono e feci un sobbalzo, la mia Padrona ando' a rispondere e intuii che erano loro e Lei apri con il pulsante
il cancello in fondo alle scale si diresse per la sala a dare l'ultima occhiata se tutto fosse in ordine e chiamo il Padrone
dicendogli di venire; mi ordino seccamente di andare ad aprire senza nemmeno guardarmi.
Ero tesissimo, dovevo aprire quella porta trovandomi in quello stato; ma dovevo ubbidire e aprii la porta.
Mi ritrovai davanti due coppie distinte vestite elegantemente e abbassai gli occhi in segno di riverenza e di vergona e
vidi che il cazzo era teso e questomi fece ancora piu' sprofondare nella vergona; mi feci di lato e loro passarono
sorridenti salutando i miei padroni, in pratica mi avevano ignorato, come se fossi trasparente... nei fui sollevato e chiusi la porta.
Si salutarono e io mi avvicinai per prendere i loro cappotti, me li passarono senza nemmeno guardami e io comunque stavo
con il capo abbassato in segno di riverenza e andai in camera ad appoggiarli sul letto. Si erano messi sul divano a chiacchierare
e io nemmeno capivo cosa dicevano tanto ero teso ma comunque vedevo che sorridevano quindi la cena stava andando per il verso giusto
e andai in cucina a prendere il vassoio con gli aperitivi. Mi misi in ginocchio davanti a loro e presero gli aperitivi e io me ne
stavo li' col vassoio aspettando che poi riappoggiassero i bicchieri vuoti, dopo qualche minuto finirono l'aperitivo e io mi
rialzai e portai il vassoio con i bicchieri vuoti in cucina.
Quando tornai una signora chiese di andare in bagno e il mio Padrone mi ordino' di accompagnarla; aprii la porta del corridoio
e la feci passare, non mi degno' di uno sguardo, richiusi la porta e le feci strada verso la porta del bagno; aveva una gonna
blu che arrivava al ginocchio e si vedevano i collant a rete con scarpe rigorosamente con tacco a spillo, arrivai davanti alla
porta del bagno e gliela aprii rimanendo fuori, lei fece per entrare e senza neanche guardarmi mi prese con violenza per i capelli
con una mano e mi trascino dentro e di disse " chiudi la porta merdoso schiavo", lo sussuro con sicurezza e cattiveria. Ero gelato
da quelle parole chiusi senza esistare la porta mentre ancora mi tirava per i capelli.
" So' che non puoi parlare e adesso vediamo se stai zitto", ero spaesato e il mio cazzo si era finalmente abbassato, mi infilo'
una mano da dietro e me lo prese e lo tiro con
forza mentre con l'altra mano mi teneva ancora per i capelli; nonstante tirasse il mio cazzo rimaneva scappelato tanto la pelle era
tirata per il lavoro minuzioso dei miei Padroni. Lo strattono' ancora con forza e nel dolore sentivo le palle gonfie che mi sfioravano
le natiche, sentivo dolore e mi sentivo alla sua merce' ... "allarga le gambe! e metti una gamba dentro la vasca bastardo"...
adesso mi trovavo a cavalcione del bordo della vasca e mi tiro i capelli verso il basso " siediti sul tuo cazzo!" mi sono seduto
sul bordo, il cazzo mi premeva tra le natiche e sentivo le palle che mi sfioravano l'ano; ero assolutamente silenzioso nonstante
il dolore fosse aumentato. "Bene! adesso lo voglio vedere ingrossarsi, idurirsi e uscire dalle tue luride chiappe! avanti
voglio vederlo uscire! altrimento lo faccio uscire con la forza e cosi' vediamo fino a che punto resti muto!"... la situazione
surreale mi stava eccitando e incredibilmente il mio cazzo a quelle parola stava ubbidendo, a sua espressione era soddisfatta
e vedevo un sorisetto maligno, sentivo il cazzo diventare duro e sdrucciolava sul bordo della vasca, sentvo dolore alla cappella
e secondo me in quella situazione doveva essere molto gonfia. Sempre tenendomi per i capelli con una mano si tolse una scarpa e
la sbatte' sulla mia cappella rovesciata, sentivo dolore ma non tantissimo, era troppo gonfia e forse non era cosi' violenta,
continuo' a batterlo e aveva un aria divertita, il suo divertimento mi eccitava ancora di piu'... "avevano ragione, sei
ubbidiente penso che questa sera ci divertiremo e i tuoi padroni mi hanno regalato il tuo orgasmo, quindi saro' io che ti
diro' quando potrai sborrare e come dovrai farlo e quando te lo dico non devi esitare, non devi tardare e se non ne farai
abbastanza te ne pentirai" il suo sorriso si era trasfomato in un ghigno sadico, detto questo mi lascio andare " alzati
e rimettiti a posto"...
me lo raddrizzai con solievo, lei si alzo' la gonna, abbasso' i tanga e si sedette sul water " non guardare bastardo! girati!"
mi girai di schiena e sentivo che cominciava a urinare poi sentii una mano che mi afferrava le palle e me le tirava dietro
"mhh, sembrano belle piene... mi raccomando a non deludermi! faresti fare brutta figura ai tuoi padroni", si puli', si alzo
e si lavo le mani e usci' lasciandomi li', mi affrettai per il corridoio per aprirgli la porta verso la sala e ritorno a
fare salotto normalmente.
Comincio' la cena e io servivo al tavolo come un cameriere, era tutto normalissimo se non fosso per il fatto che io ero
nudo con collant, scarpe con i tacchi, collare, guanti e le palle legate.
Poi improvvisamente l'uomo di una delle due coppie disse "Vedo che il vostro schiavo e' vestito come una troia",
il mio Padrone " abbiamo pensato di renderlo piacevole per entrambi i sessi, ci vuole la parita' dei sessi " e si misero a ridere...
"e' ubbidiente?" disse l'altro
"certo, ci e' voluto un po' per addomesticarlo ma e' abbastanza docile adesso" disse il mio Padrone...
"fatti vedere un po' meglio" disse l'altra donna
La mia Padrona mi fece cenno di andare dalla donna e farmi ammirare, mi misi davanti a lei e cominciai a girarmi per farmi
guardare tutto come la mia Padrona voleva
"Non sembra male, potra' intrattenerci decentemente questa sera?" disse
"Non mi deludera' o se ci provera' troveremo il modo di divertici di piu' a sue spese" disse la mia Padrona
"Allora che la troia balli per noi" disse un uomo
"Accendi lo stereo e balla" disse il mio Padrona divertito
Accesi lo stereo e mi misi a ballare fingendomi una donna e cercare di essere il piu' sexy possibile, mi accarezzavo lungo le coscie,
mostravo le natiche mentre mi abbassavo a 90, pizzicavo i capezzoli e mi accarezzavo tra le gambe senza toccarmelo pero',
tutti mi guardavano e si divertivano, il compagno della donna del bagno allungo' la mano e mi schiaffeggio il cazzo " hei! fammi
vedere il culo il cazzo non e' per me ah ah ah "
Mi girai e lui prese una candela e cerco di infilarmela nel culo mentre io ballavo, era insistente e alla fine riusci' a infilarmela
e me la lascio' mezza dentro e mezza fuori e tutti ridevano divertiti.
"ah ah ah proviamo con la bottiglia" disse la donna del bagno
"si, vieni sul tavolo in piedi che ti facciamo sedere su questa bottiglia ah ah " disse il suo compagno
Vedevo i miei Padroni che si divertivano e andai sul tavolo sempre ballando e lentamente mi abbassavo sulla bottiglia e mentre
lei la teneva ferma, prima di arrivare a toccarla la scosse e mi bagno il culo con lo spumante gelato e tutti che ridevano, alla
fine mi abbassai e sentivo il collo della bottoglia che entrava a fatica; andavo lentamente su e giu' e sentivo la bottiglia fredda
che accarezavo con le mie palle.
"le avete legate bene quelle palle, sicuro che non si riesce a farlo rincappelare?" disse l'altra donna e mi prese il cazzo e
comincio a tirare per cercare di ricamppellarlo, sentivo la pelle tirare tanto da farmi male; riusci' a farlo rientrare quasi tutto
poi lo lascio di colpo e si mise a ridere.
" mettiti a pecora" disse l'uomo che teneva la bottiglia, appena fui in posizione comincio' a squotere la bottiglia e il fino mi
entrava nel culo e mi colava dalle natiche.
"E' frocio questo schiavo?" disse la donna del bagno
"No, ma non ci interessano i suoi gusti" disse la mia padrona ridendo
"Allora me lo faccio succhiare da questa troia" disse l'uomo dell'altra coppia
Si alzo' i piedi e tiro' giu' la patta, io a pecora sul tavolo, me lo sbatte' in faccia
"succhia qui troia!" mi prese per i capelli e si fece fare una bocca di forza, me lo spinse fino in gola; si alzo' anche l'altro
e fece altrettanto mentre una donna dietro mi sculacciava divertita " dai succhialo! spingiglielo fino in gola".
La donna del bagno stava succhiando il cazzo del suo compagno, i miei padroni stavano li' divertiti.
Quella che mi sculacciava si spoglio' " adesso me lo scopo come dico io" estrasse dalla borsa una mutanda con un fallo attaccato
e se lo mise. Sali' a cavalcioni, me lo infilo' e mi cavalco stile cowboy tirandomi delle pacche sul culo mentre continuavo il lavoro
di bocca con il suo compagno.
Gli altri due stavano scopando sul divano e cosi' fecero i due che mi stavano addosso, rimasi li' sul tavolo. La mia Padrona prese
una corda elastica e me l'attacco alla legatura delle palle, uno di quelli che stava sul divano capi' al volo, prese la corda
se la lego' alla vita mi misero seduto sulla tavola mise la corda in tiro e comincio a scopare la sua compagna, ogni pompata era
una tirata di palle gli altri due si fermarono divertiti a guardare e lui con sguardo sadico tirava ogni tanto la corda di piu',
tanto da farmi avanzare a bordo tavolo.
"Vorresti scopare? Ma sei uno schiavo e non ti e' permesso ah ah ah al massimo una bella sega!" disse lei e si alzo verso di me,
lo prese con una mano e guardava il suo compagno, lui fece un cenno e lei comincio a farmi una sega violentemente, era solo dolore
"dai cane! forse preferisci che smetto!? o per godere vuoi anche il dito in culo!?"
Avevo le palle strattonate dall'altro che pompava la sua compagna e lei che mi torturava il cazzo e adesso mi aveva infilato in
dito in culo e lo muoveva selvaggiamente " ti piace stronzo!? Ti piacerebbe sborrare perche' finisse la tortura eh bastardo?!"
Quelli che pompavano erano allo stremo, lui era al limite ma si fermarono improvvisamente.
"Sdraiati in terra schiavo" disse la donna del bagno mentre si alzava dal divano e mi si sedette in faccia "lecca la figa tanto
non puoi fare altro" leccavo la sua figa bagnatissima e allargata dalla tremenda scopata; il suo compagno le ando dietro e
comincio' a scoparla nel culo, io leccavo la sua figa e sentivo i colpi e le sue palle che mi sbattevano sul mento.
Andava sempre piu' forte e lei gemeva "ah vengo!!!" lei si giro' rapidamente e gli prese il cazzo, me lo sbatte' in faccia
"adesso bevi troia!", sentii lo sperma caldo che mi innondava la faccia, l'altra donna da dientro con il piede mi schiaccio le palle
e aprii la bocca, sentii il cazzo fino in gola che finiva di sborrare, lei con cura lo strizzo ben ben per fare uscire fino
all'ultima goccia "adesso pulisciti con le dita la faccia e leccale ben bene.
L'altra coppia prese un ferma tovagliolo rotondo me lo ficco' in bocca mi legarono i polsi dietro una sedia lei si mise a pecora
di fronte a me e lui dietro comincio a scoparla, lei mi gemeva davanti al viso e si appoggiava alle mie coscie, poi mi schiaffeggiava
il cazzo quando era prossima all'argasmo, mi guardava negli occhi e il mio cazzo sarebbe esploso solo nel guardala a 10 cm negli
occhi se lei non mi torturava le palle e il cazzo continuamente. Poi lei si sposto' " adesso la bevi tutta davvero", avevo la bocca
con il cilindro del portatovagliolo in bocca, lui mi mise la cappella in bocca e e con qualche colpo di mano sborro' con tutti che
guardavano divertiti, sentivo lo sperma che fluiva in bocca e lentamente tendeva a scendere in gola. Mi tirarono poi via il cilindro
e mi fecero deglutire tutto.
"Adesso e' ora di fare sborrare come un cane questo schiavo, chi vorresti scopare? ..come? non sento... non parli?... se parli ti
farai una scopata che non ti scorderai per molto tempo... bene allora se non parli peggio per te!" disse la donna del bagno.
Mi misero sul tavolo in pancione con il cazzo fuori dal bordo, l'altra donna si sedette sopra e sentivo la sua figa umida sulla
mia schiena, mi infilo' una candela nel culo poi comincio a schiaffeggiarmi il culo; la donna del bagno aveva preso un bicchiere
e con una mano mi prese le palle tirandole a tratti e tenendo il bicchiere sotto il mio cazzo.
"Cerca di sborrare presto altrimenti diventiamo violente". Avevo la candela che andava su e giu' nel culo, aveva smesso di
schiaffegiarmi e aveva afferrato le palle e le strigeva tenendole ferme mentre la donna del bagno mi masturbava violentemente,
stavo godendo, il dolore si trasformava in piacere, piu' mi stringeva le palle piu' godevo, piu' mi masturbava violentemente piu'
sentivo dolore ma cresceva il piacere. Arrivo' un orgasmo potentissimo, una liberazione; adesso mi stringeva le palle piu' forte
come se vollesse strizzarle all'ultima goccia.
"alzati!" mi ordino' la donna del bagno.
Si mi misero tutti davanti a me... "adesso beviti la tua sborra", mi porse il bicchiere la spumante, era pieno a 1/3 tanta attesa
aveva gonfiato le mie palle a dismisura o forse era stata la strizzata finale?
Bevvi e dopo aver finito la mia Padrona mi disse di andarmene nello sgabuzzino e di restarci...
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19 years ago
schiavetto71, 44
Last visit: 8 years ago -
Grazie alle ricorrenze
Martedì scorso è stata la ricorrenza dei morti , io ho preso lunedì di ferie e sabato mattina con mia madre sono andato al paesello per onorare la tomba di papà che non onoravo da circa tre anni . Avrei voluto andare in aereo ma mia madre non ha voluto . Un viaggio duro e massacrante per me che non sono abituato ma per certi versi piacevole . Per tutto il viaggio ho tenuto la mano sulla coscia di mia madre , che indossava un paio di pantaloni abbastanza aderenti ed un camiciotto largo sotto il quale si vedevano ballonzolare i seni senza reggiseno . La mia mano vagava dalla coscia al seno e praticamente ho fatto il viaggio con quasi sempre il cazzo duro . Più volte ho preso la sua mano e l'ho appoggiata sulla mia coscia ma lei l'ha sempre ritirata mentre quasi alla fine del viaggio lei stessa , di sua iniziativa , l'ha trattenuta accanto al cazzo e ne ha sentito il turgore . Un paio di volte gliel'ho tirata più su fino a farglielo tenere stretto e lei compiacente lo ha carezzato ma subito dopo l'ha abbassata . Ho ritenuto opportuno non forzarla . Sono già alcuni mesi che mi concede di baciarla in bocca ed accetta che giochi con la sua lingua , non mi scaccia quando le ciuccio i seni ed accetta che la mia mano s'insinui tra le cosce e la titilli fino a farla godere . Alcune volte mi ha stretto il cazzo in mano e dietro mie preghiere mi ha masturbato facendosi sborrare in mano ed un paio di notti sono arrivato a sborrarle addosso mentre era a letto . Ha giocato colla sborra spalmandosela sul petto ma si è categoricamente rifiutata di farsi sborrare in bocca . E contina a rifiutarsi quando cerco di cavalcarla o d'incularla e si schermisce quando cerco di leccarle la fica . Fin quando si tratta di giocare con le mani accetta ma rifiuta il contatto , la penetrazione . Io so che lei brama un cazzo tra le cosce ma un residuo di pudore , di falso pudore , le impedisce che la prenda come si usa prendere una donna , un'amante . Un po' di tempo fa aveva espresso il desiderio di depilarsi l'inguine e siccome le avevo imposto di non farlo ogni volta che torno a casa le abbasso i pantaloni o le apro la vestaglia per verificare se si sia rasata . Lei lascia che le prenda il ciuffo rigoglioso dei peli odorosi che glielo carezzi che li tiri che le prenda in mano tutta la fica dalle grandi labbra gonfie che le massaggi il grilletto fino a che la senta godere mentre le spingo contro le chiappe messe a nudo il mio cazzo che cresce e cresce e desidera fotterla . Lei continua a ripetermi di lasciarla stare perchè è mia madre ma intanto spinge il culo contro di me per sentire meglio quanto la desideri ed è lei stessa a guidare la mia mano che le carezza la vagina . Spesso finiamo sul divano dove l'adagio e la penetro con l mano e la faccio gemere quando le tocco la cervice dell'utero e sento gli umori allagarmi il braccio ed intanto lei gioca col mio cazzo . Ho cercato diverse volte di salirle sopra per chiavarla ed ogni volta si è divincolata accavallando le cosce ed impedendomi di continuare a fotterla col braccio . Una sera mi è sembrata più infoiata del solito ed io più voglioso che mai di chiavarla : le ho preso la testa ed ho avvicinato il cazzo che stava per scoppiare alla sua bocca semiaperta e con la lingua che leccava le labbra . Ero sicuro che voleva sentire un bel cazzo in bocca ma appena mi sono avicinato ha girato la testa e si è rifiutata . Ogni volta che gliene parlo lei mi ricorda di esere mia madre e mi dà del porco se desidero depositare il mio sperma nel corpo di mamma . Secondo lei non è naturale . Ma ritiene naturale sentire il mio cazzo duro allo spasimo quando mentre la stringo e la bacio glielo faccio crescere contro la pancia o le chiappe . Siamo arrivati a notte fonda e siamo stati ospiti di zia Matilde , sempre più brutta sempre più zoppa e con un culo sempre più appuntito , ricongiunta ormai col marito in pensione . Ci hanno informato degli ultimi avvenimenti, uno in particolare che al momento faceva scalpore . Un pecoraio , che anni prima era stato nostro bracciante , si era suicidato gettandosi in un pozzo perchè aveva messo incinta sua figlia . La ragazza aveva al momento 22 anni e da una decina era l'amante di suo padre sotto gli occhi della moglie . La ragazza , che io conosco di vista , è una piccoletta , quasi nana , ma con una quinta di seno che non la fa passare inosservata . Ha sempre la testa all'aria , come incantata di chissà quali visioni e non molto sveglia . E quando le si chiede perchè lo abbia fatto risponde che è il suo fidanzato . Lo scandalo non è perchè il padre ha messo incinta la propria figlia nè la connivenza della madre ma il fatto che lui si sia suicidato . Ha lasciato una moglie con altri due bambini più piccoli senza sostentamento , una figlia stupida senza compagno ed un nascituro senza certezza per l'avvenire . Che abbiano copulato è in secondo ordine . Già una decina di anni prima era successo che una madre era stata messa incinta da suo figlio down , mongoloide . Il marito era muratore e lavorava come un dannato e rientrava sempre stanco . Lei , giovane , aveva notato la dotazione del figlio che s'induriva quando gli faceva il bagno ed una volta aveva ceduto ai desideri della carne e si era fatta chiavare . Da quella volta il figlio pretese più volte al giorno di farla sua e spesso le saltava addosso in presenza di altre persone . Alla fine era obbligata a cedere altrimenti lui diventava violento . Quando rimase incinta non potè negare l'evidenza e decise di andare in un altro luogo a partorire un figlio , a quanto sembra , normale . Non si è più saputo nulla di loro . Nelle comunità contadine l'incesto è quasi all'ordine del giorno e tra fratelli è più che diffuso . Questo a prova della mia teoria che quando l'uomo è in tiro è molto simile alla bestia : basta sfogarsi non importa nè con chi nè dove . La domenica sera ho portato mia madre a mangiare il pesce in riva al mare e dopo cena , mano nella mano , siamo andati a fare una passeggiata sul lungomare . Abbiamo raggiunta una zona in penombra abbastanza lontana dalla città e qui , seduti sui bordi di una barca in secca , ci siamo stretti in un abbraccio e scambiato un bacio degno di due focosi innamorati . Aveva gli occhi che alla poca luce che proveniva da lontano brillavano di voglia . L'ho distesa sull'umida sabbia e sempre baciandola le ho cavato i pantaloni e le mutande mettendo a nudo il caldo inguine . Lei stessa mi ha aperto la pattina e si è impadronita del cazzo e mentre io la penetravo con la solita mano lei mi stringeva i coglioni mentre l'altra mano lo segava con lenti movimenti . Ho ritirato il braccio e ne ho leccato gli umori e mi sono disteso sulla sabbia attirandola sopra di me . :- Adesso impalati , le ho imposto invece lei ha chiuso le cosce e si è distesa accanto a me . Mi sembra di diventare pazzo . Non so cosa pensare . Lei mi vuole e lo so ma non osa . Infatti continua a ripetermi che non è il momento . Eravamo distesi a guardare le stelle carezzando uno il sesso dell'altra e andando indietro coi ricordi . Io la rivedo nella stessa posizione di ora quando sotto gli sguardi curiosi miei e di mia sorella Vittorio la chiavava con delle potenti spinte e lei cogli occhi lucidi c'implorava di allontanarci con la voce sempre più flebile . Noi testardi siamo rimasti fino a quando il cazzo di Vittorio è uscito gocciolante dalle sue viscere con la capocchia lucida e ci ha chiesto di aiutarlo a ripulirsi . Lei stando sempre sdraiata a cosce spalancate si è pulita con dei fazzoletti di carta . E quella non è stata l'unica volta in cui ho assistito al suo godimento . Le ho ammirato la fica illuminata dalla luna ed il pelo pubico che la nasconde ed ho sognato di farla godere come Vittorio . Ha ancora accettato la mia mano e nulla più . Mi sono messo in ginocchio sul petto per farle ciucciare il cazzo che voleva godere ma lei mi ha masturbato non accettando di baciarlo . Finalmente le ho sborrato in mano mentre girava la faccia dall'altra parte .
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19 years ago
pompeo1pompa,
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L\'aiutante straniera
Qualche mese fa, era estate, inizio di luglio, ero appena tornato da un viaggio di lavoro e avevo la valigia piena d’indumenti da lavare, solitamente li portavo in lavanderia, ma ero stanco di spendere un sacco di soldi quando potevo avere un’alternativa.
Chiesi ad una mia amica se conosceva qualche ragazza o signora che poteva fare questo servizio a casa mia , usando la lavatrice e poi stirarla, dato che non mi mancava nulla. Qualche giorno dopo Monica , la mia amica , mi telefonò dicendomi che mi avrebbe mandato la signora che stirava a casa sua , mi disse che era brava e che non era per niente cara.
Ci accordammo per il sabato mattina, e puntualmente arrivò, suonò alla porta e si presentò. Con un accento tipicamente dei paesi dell’est , mi disse che si chiamava Anna e che aveva una buona esperienza nel settore. Le dissi che se andava bene a Monica , avendo lei una certa esperienza, a me andava benissimo.
Le spiegai ogni cosa e la lasciai al suo compito.
Ero intento a sbrigare alcune faccende domestiche quando mi soffermai ad ammirare il suo corpo. Vista in quell’ottica appariva meno bella di quanto lo fosse realmente, ma s’intuiva che aveva un bel corpo e un bel viso. Il tempo trascorse in fretta e le sue mansioni terminarono facendo esattamente quello che avevo chiesto. Non scambiammo molte parole tranne quello di offrirle un caffè e chiederle le solite cose , di dove era , da quanto tempo si era trasferita in italia, ecc.ecc.
Si era preparata per uscire quando mi chiese un favore. Mi disse che era leggermente in ritardo e che doveva arrivare a casa per un certo orario perché aveva un appuntamento. La invitai a salire in macchina e la rassicurai che non era un disturbo accompagnarla a casa. Mi fermai proprio sotto casa sua, si girò verso di me e con un sorriso a dir poco solare mi ringraziò. Le dissi che era stato un piacere e le domandai se andava bene per il sabato succesivo. Va bene , molto bene ci vediamo sabato prossimo solita ora.
La settimana trascorse normalmente, anche se qualche pensiero frivolo lo avevo riservato ad Anna, dato che non era niente male.
Stessa ora del sabato successivo, suonò alla porta , aprii e notai subito il cambiamento di abbigliamento, più succinto, i capelli raccolti con una coda lunga che scendeva sulle spalle.
Anche il trucco era più marcato, ma si sa le donne se vogliono fare colpo hanno mille stratagemmi e lo fanno benissimo.
Non mancai di farle i complimenti, e la guardai salire le scale mentre si dirigeva verso le stanze da letto per sistemare la camera e poi stirare la biancheria che era rimasta dalla settimana prima.
La mattinata stava per volgere al termine quando Anna mi chiese se gentilmente la potevo accompagnare a casa perché una sua amica ukraina sarebbe venuta a trovarla per trascorrere il fine settimana da lei.
La accontentai subito assicurandole che non avevo impegni ed uscimmo da casa.
Saliti in macchina la gonna salì verso l’alto scoprendo due bellissime gambe, le guardai a lungo e feci strani pensieri. La guardai sorridendo e mentre stavo per dirle quanto mi piaceva , mi anticipò chiedendomi se volevo fermarmi qualche minuto che voleva presentarmi la sua amica. Accettai immediatamente e parcheggiata la macchina salì con lei verso il suo appartamento.
Era piccolo ma arredato con gusto, pochi mobili ma tanti tappeti caucasici molto belli. Mi ero seduto aspettando che Anna si cambiasse e arrivasse la sua amica .
Anna si presentò con un paio di pantaloncini rossi corti e una meglietta bianca con una scritta in russo, non portava il reggiseno e si vedeva, le tette erano favolose. I capezzoli duri e lunghi mi eccitarono , tanto che il mio uccello era già duro. Mi versò da bere , un succo di frutta con un po’ di vodka dentro, premetto che io sono astemio, sorseggiai dicendo che era molto buono ma che probabilmente non avrei continuato perché era abbastanza forte per me.
Lo squillo del campanello spezzò l’atmosfera che si era creata, la sua amica era finalmente arrivata.
Aperta la porta Anna si piazzò fuori sul pianerottolo a riceverla, finalmente apparve e si abbracciarono parlando nella loro lingua si dissero cose per me incomprensibili.
Entrarono mano nella mano, Anna mi presentò julia, alta ben fatta , bionda , occhi chiari, bella donna, avrà avuto 35- 36 anni circa, tre baci come la tradizione vuole e ci sedemmo sul divano. Julia indossava un paio di jeans stretti e una camicia blu a maniche corte.
Anna e julia si scambiarono battute nella loro lingua e ridendo mi chiesero se mi piacevano le donne dell’est.
Risposi che se tutte le ragazze erano come loro sarebbe stato fantastico fare un viaggio dalle loro parti.
Julia si alzò e andò nella stanza da letto, ritornò con un paio di pantaloncini corti e la camicetta semi aperta.
Anna affermò che anche in italia c’erano donne molto belle, ma julia più maliziosa si avvicinò e mi chiese se non avevo mai baciato una donna ukraina. Risposi di no e che non avevo mai avuto modo di conoscerne una prima di allora.
Julia non perse tempo si avvicinò e mi baciò sulla bocca, si staccò e disse cosa ne pensi? Stupendo dissi. Anna era seduta sulla mia sinistra e Julia alla mia destra. Si avvicinarono entrambe ed iniziarono a baciarmi, leccarmi, io ero accaldato sudavo, l’uccello era in erezione e non mi sembrava vero che stesse succedendo proprio a me.
Anna iniziò a spogliarmi, mentre Julia non si staccava dalle mie labbra , la sua lingua non terminava di stuzzicare la mia, ed Anna che aveva pensato bene di spogliarmi , prese tra le sue mani il mio uccello e iniziò a farmi una sega. In ero in preda ad un turbine di sensazioni stupende , due donne , belle e meravigliosamente troie.
Sino a quel momento avevo sempre pensato che certe cose succedessero solo agli altri, anzi a volte dubitavo persino che potesso accadere.
Julia scivolò lentamente verso il mio ventre con la lingua, tolse l’uccello dalle mani d’anna ed iniziò un meraviglioso pompino. A quel punto entrambe se lo contendevano, era fantastico sentirsi due bocche e due lingue sul mio cazzo.
Anna si tolse i pochi indumenti rimasti e successivamente spogliò del tutto l’amica.
Eravamo tutti completamente nudi, ci alzammo dal divano e andammo in camera da letto. Anna e Julia si misero alla pecorina ed io da dietro iniziai a leccarle , ad intervalli infilavo la lingua nella figa di anna e le dita nella figa di Julia e viceversa. Anna si girò e mi disse di scopare la sua amica, che lei doveva fare una cosa , si allontanò un attimo e tornò con una banana bella grossa , aprì un preservativo e lo srotolò su quel frutto ancora verde da quanto era acerbo.
Si avvicinò mi disse di allargare con le mani il culo di julia, così feci, mise un po di crema e lentamente la banana affondava nel suo bel buco. Presi a fotterla con vigore, e anna non fu da meno , il suo ritmo ad incularla era proverbiale. Godevo nel vedere tale situazione , al punto che stavo per venire. Tolsi l’uccello dalla vagina e dissi ad anna di togliere la banana che volevo riempire il culo di Julia del mio sperma. Il buco del culo era talmente dilatato che non feci alcuna fatica ad entrare, diedi 5-6 colpi e finalmente venni nel suo bel culo.
Mi tolsi per riposarmi un attimo, quando anna e julia iniziarono a leccarsi masturbarsi,infilarsi la banana a vicenda, mi eccitai nuovamente e ripresi la mia opera che ancora non era terminata. Io non sono un super dotato, mi ritengo dotato ma allo stesso tempo posso affermare che funziono per parecchio tempo.
Mentre loro si leccavano con un 69 mozzafiato, prima una e poi l’altra le scopavo , le inculavo, le leccavo, era un momento magico, sembrava non finire mai. Anna si voltò e mi disse che si stava divertendo molto e che avrebbe voluto continuare per ore.
La assicurai che non ero ancora stanco ma che non sapevo se potevo continuare ancora per molto. Mi baciò e si mise con la bocca vicino al culo di julia, e disse che quando stavo per venire dovevo sborrare tutto il mio nettare nella sua bocca,perchè voleva ingoiarlo tutto. Ero quasi arrivato al dunque quando lo estrassi dal buco del culo di julia e lo infilai tutto quanto in bocca sborrando a più non posso.
Stremato mi adagiai tra loro due , ero in uno stato di beatitudine, julia disse che sarebbe tornata anche la settimana prossima, e voleva assolutamente che io fossi presente perché voleva ripetere questa esperienza.
Questo accadde ancora una volta e poi più, il gioco è bello quando è corto dicono e forse è proprio così, loro scomparvero come per magia, seppi poi che anna si era trasferita a bologna e non le rividi mai più.
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19 years ago
maurosex,
40
Last visit: 18 years ago
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Incontro con coppia
Uno degli incontri molto piacevoli è avvenuto dopo scambio di corrispondenza, foto e chat, acquisita la fiducia necessaria, il marito desiderò farmela incontrare da loro.
Appena arrivato mi chiese subito che ne pensavo della moglie dal vero, dopo averla vista nelle foto scambiate e se mi volevo divertire subito con lei che, anche se un po’ imbarazzata, si fece spogliare dal marito rimanendo solo in autoreggenti e perizoma, mentre lui eccitato continuava a chiedermi se mi piaceva.
Lo dimostrai tirando fuori il cazzo duro e lui le disse subito di prenderlo in bocca , poi si mise da una parte a menarselo mentre me la scopavo in tutte le posizioni chiamandola troia e puttana , poi mentre la inculavo si avvicinò per sborrarle in bocca.
Nell’ incontro successivo ha voluto anche fotografare e ha chiesto di uscire portando anche amici..
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19 years ago
cplx,
44/40
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A casa dell\'ex
Con il suo ex ci siamo ritrovati ospiti a cena e lei aveva indossato calze e reggicalze, con gonna corta che lasciava vedere le cosce e gli slippini.. Seduta con le gambe accavallate lui le vedeva le cosce e mutandine, lei si girava e la gonna saliva mostrando anche il culo.
Mi sono assentato un po’ in bagno e al ritorno con una scusa l’ ho chiamata nell’ altra stanza per sapere e lei mi ha raccontato che l ‘ aveva palpata sulle tette e tra le cosce.
Abbiamo continuato a bere, scherzare e parlare di sesso ed esperienze, lei un po’ alticcia
si è tolta il vestito rimanendo solo con calze e reggicalze, poi si è inginocchiata prendendoglielo in bocca mentre la scopavo da dietro come piace a lei facendola godere come una troia, fino a sborrarle sul corpo, le tette e il culo.
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19 years ago
lcoppia,
45/45
Last visit: 15 years ago
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A tu per tu con una coppia bsx
A tu per tu con una coppia bsx
Sono trascorsi diversi anni da quando è accaduto, ciò che sto per raccontare, e ancora oggi è più vivo che mai il ricordo di quell’incontro. Fu un’esperienza nuova e meravigliosa ma allo stesso tempo significativa per le mie abitudini sessuali, che da quel momento in poi cambiarono radicalmente il mio modo di pensare e agire.
A quell’epoca ero una guida subacquea a phuket , in thailandia e spesso avevo gruppi di tutte le nazionalità che frequentavano il diving ove io lavoravo.
Era un periodo che avevo molti gruppi dalla Germania e dall’Italia ed essendo alta stagione si lavorava molto, e quando arrivava sera non si aveva la forza di uscire e divertirsi.
Capitava di tanto in tanto di accettare inviti , si andava a cena , in discoteca , qualche birra di troppo e la giornata seguente si pagava a caro prezzo.
Un giorno arrivarono contemporaneamente due gruppi, uno tedesco e uno italiano, non erano molti come al solito , ma come spesso accadeva la confusione di più gruppi di lingua diversa c’induceva a qualche malinteso. Decidemmo insieme al mio collega di dividerci i gruppi e mantenere le stesse persone per l’intero periodo di vacanza.
Tra questi una coppia veramente tosta della provincia di Reggio Emilia.
Bravi sub ma anche molto belli, la lei era mora, occhi verdi e ben fatta, alta 1,70 con due gambe ben tornite. Lui alto 1,80 castano chiaro di capelli, occhi blu, sembrava un modello e devo dire anche simpatico, non se la tiravano per niente.
Iniziammo così ad avere un rapporto ravvicinato , spesso aiutavo la sua compagna ad indossare l’attrezzatura e le mie mani più di una volta avevano il piacere di accarezzare la sua pelle , i fianchi, era una creatura stupenda.
Non fu difficile per me azzardare qualche complimento e battuta sulla sua bellezza.
Furono recepiti sempre con dei sorrisi e niente più.
Una sera m’invitarono ad uscire con loro perché desideravano visitare l’isola di notte , nonostante la mia stanchezza accettai e dopo una cena tipica thai girammo per lungo e in largo l’isola. Fu una serata piacevole , soliti discorsi, domande a non finire e un argomento s’insinuò nella conversazione. Il sesso.
Erano stupefatti per l’enorme presenza di prostitute in alcune zone e il gran flusso turistico di soli uomini in cerca di sesso a pagamento. Mi chiesero se avevo avuto esperienze di questo genere, risposi che fortunatamente non n’avevo mai avuto bisogno e che con il tipo di lavoro che svolgevo avevo mille occasioni di conoscere ragazze.
Mi chiesero anche se non avevo mai fatto sesso con uomini, naturalmente risposi di no ed era vero.
La serata terminò con l’arrivo all’hotel e stanco assonnato li salutai dirigendomi verso la mia stanza.
L’indomani mattina, andammo al largo per la solita immersione e rimanemmo fuori tutto il giorno. Fu una giornata stupenda e la coppia , diventata amica , rimase per l’intero giorno vicino a me tempestandomi di domande.
Forse si erano accorti che io provavo una certa attrazione per quel corpo che Francesca sfoggiava ogni giorno con costumi trasparenti, e non capivo se il loro atteggiamento era provocatorio o meno. Quel pomeriggio ebbi una erezione che a fatica riuscivo a nascondere e solo un tuffo in acqua calmò la mia eccitazione.
Tornati verso la base , tutti fecero ritorno verso i loro alloggi. Io dovevo ancora sistemare le attrezzature e mi fermai sino a tardi. Finito il mio compito, feci una piccola passeggiata per rilassarmi e pensavo a quel che era successo nel pomeriggio.
La mia testa di tanto in tanto elaborava certi discorsi di Paolo , il compagno di Francesca. E mi ricordai della domanda se non avevo mai fatto sesso con uomini.
Devo ammettere che mi fece pensare molto a quell’interrogativo.
Il buio della sera era ormai calato da una buona mezzora e mentre proseguivo a piedi il viale dei bungalow vidi una porta socchiusa , s’intravedeva una fessura di luce , preoccupato che qualcuno avesse dimenticato la porta aperta mi avvicinai, non sentivo nessun rumore , bussai e nessuno rispose. Allora entrai pensando proprio che gli ospiti avessero dimenticato la porta aperta. Sorpresa inaspettata, la coppia più bella dell’hotel era completamente nuda a giocare sul letto. Lei era seduta con il cazzo del suo uomo in bocca , lui in piedi dinnanzi a lei con le mani incrociate sulla sua testa.
Chiesi immediatamente scusa e mi girai per andarmene, quando la voce di lei mi fermò e mi affermò che erano due notti che mi aspettavano. Io rimasi lusingato ma in pieno imbarazzo. Non sapevo cosa fare. Paolo mi disse di avvicinarsi a sua moglie e sedermi al suo fianco. Così feci. Francesca era veramente bella , si girò verso di me e mi baciò. La sua lingua iniziò a leccare le mie labbra , poi la mia lingua , ero estasiato e senza parole. Il marito era rimasto con l’uccello duro di fronte a noi e disse per me niente? Allora Francesca mi disse perché non provi a leccarlo e prenderlo tra le tue labbra. Mi avvicinai al suo membro lungo e duro, e molto timidamente iniziai a leccarlo. Sfioravo con le mie labbra il suo glande poi con dolcezza lo infilai in bocca ed iniziai un pompino che mi sembrò interminabile.
Mentre spompinavo Paolo, lei s’inginocchiò ed iniziò a succhiare il mio uccello, fu un brivido dietro la schiena , fu bellissimo.
Cambiammo più posizioni, il mio corpo era ormai nudo, ci leccavamo ci toccavamo ovunque, Francesca mi chiese di fare un 69 , mentre suo marito da dietro iniziò a scoparla mentre io leccavo la sua figa. Vedevo il suo uccello che entrava ed usciva e ad intervalli chi mi chiedeva di succhiarlo. Era fantastico, non avevo mai provato una eccitazione così violenta.
Poi le parti s’invertirono ed iniziai a scoparla, mentre Paolo mi succhiava i testicoli.
Preso dal gioco inebriante del sesso, inizia ad infilare nel buco del culo di Francesca un dito poi due , vedevo il buco dilatarsi, a quel punto tolsi l’uccello dalla sua vagina e lo infilai per bene nel suo delizioso forellino , entrò senza problemi, lubrificato lo era per bene, scopavo sempre più forte e i gemiti di piacere non si sprecavano, iniziai a dirle che era una gran troia e che mi piaceva sfondarle il culo.
Il marito si era disteso sul letto e aspettava che la moglie si posizionasse in maniera tale da prenderne due, lei si staccò da me e si mise sull’uccello del marito mentre da dietro le infilavo l’uccello nel culo. Fu una doppia penetrazione incredibile. Stavo per venire quando mi disse che non dovevo togliermi, così fu le sborrai dentro tutto quanto il mio nettare. Suo marito ancora non era venuto e ci chiese di spompinarlo insieme , così un po’ io un po’ lei ci succhiavamo il suo cazzo . Poco dopo ci venne in bocca ad entrambi, sentivo il suo sperma che colava dalla mia bocca , era caldo e lei Francesca che mi baciava con la bocca piena di sperma leccandomi il viso.
Avevo goduto come non mai , fu anche la mia prima esperienza del genere, ma non era finita. Ci lavammo e sdraiati sul letto mi chiesero se mi era piaciuto. Risposi che mai avevo provato una cosa simile ed essendo la prima volta non potevo che chiedere di meglio , due persone fisicamente belle e dotate dove si poteva sperimentare ogni tipo di cosa era a dir poco favoloso.
Mentre si parlava Paolo si mise dietro di me , mi disse di mettermi alla pecorina , perché voleva leccarmi il buco del culo. Io mi prestai al gioco, e così feci, iniziò a leccarmi e m’insalivò così per bene che la lingua entrava ed usciva lasciando spazio primo alle dita che iniziarono ad allargarmi il buco, poi vista la dilatazione iniziò lentamente ad infilare il suo uccello. Fu un processo lento quasi indolore, il mio uccello era di nuovo duro e chiesi a Francesca di farmi una sega , si coricò e meglio di una sega iniziò a fami un pompino, avevo il culo pieno e il mio uccello nella bocca di sua moglie, ero completamente nelle loro mani , mi facevano godere come non mai, Paolo si tolse e mi chiese se volevo ricambiare , avevo il cazzo gonfio , stava per esplodere ma lui mi chiese di esplodere nel suo bel buco.
Francesca iniziò a leccare il buco del culo di suo marito lo insalivò per bene, e mi chiese di penetrarlo. Lo infilai per bene sino in fondo, iniziai a pompare sino a quando i suoi gemiti e le sue parole mi dissero di sborrare tutto quanto dentro di lui.
Francesca era con la sua bocca vicina alla mia e mi diceva , ti piace inculare mio marito, fottilo tutto, fallo godere, poi mi baciò , venni per la seconda volta ma dentro suo marito. A quel punto ero cotto, esausto , non c’è la facevo più. Francesca ci baciò entrambi e disse che era entusiasta di quest’esperienza. Anche lui mi ringraziò per la piacevole serata, andammo sotto la doccia e ci lavammo. Quel gioco non si ripetè più , né in thailandia e tanto meno in Italia. Dopo la loro partenza non ci sentimmo mai più ma il ricordo di quei giorni trascorsi insieme e l’indimenticabile notte di sesso complicità e giochi, resero quel periodo memorabile soprattutto per la memoria che difficilmente dimentica un’esperienza di questo genere.
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19 years ago
maurosex,
40
Last visit: 18 years ago
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Un gioco con il vecchio
Lei indossa un'uniforme da cameriera, nera, abbottonata davanti,
con grembiulino e crestina inamidata. Sotto, qualche volta mette
un reggicalze bianco, altre volte dei semplicissimi slip bianchi da
bambina. Il vecchio, ha dato a lei un nuovo nome nel gioco: Michela.
In ricordo di una certa ragazza che andava a servizio in casa del nonno
quando lui era piccolo.
Il lecchino predilige essere il padrone: anziano, vecchio, un po' bavoso
e grande porco, ben pochi possono eguagliarlo. La messinscena lo diverte
proprio per il contrasto: più lui è laido, più l'innocenza e il candore della
camerierina risaltano, più a lui (ma anche a lei) eccitante è il contrasto.
Michela deve muoversi per casa, silenziosa, solerte.
Il suo compito è di preparare la colazione, il caffè, il tè: qualunque cosa
il maturo possa chiedere. Il vecchio padrone la guarda muoversi con occhi
vogliosi, e pensa alle prossime mosse. Ben presto, quando lei passa a tiro,
l'afferra e la stringe contro di sé, la obbliga a sedersi sulle sue ginocchia,
le pizzica il seno. Michela si rialza vergognosa, ma la fiction insegna che
non deve osare neppure, figuriamoci se provasse a contraddire il padrone,
che continua a insultarla con oscenità impensabili e con gesta volgari.
Quando passa le alza la gonna, le dà una manata sul sedere,
cercando di penetrarla con le avvizzite dita nel maleodorante e peloso
buco del culo. L'accordo è che lei possa sempre rialzarsi e scappar via,
per dare a lui il piacere di riacchiapparla quando ripassa di lì.
La donna mora con i lunghi capelli ricci, sa, però, che verrà il momento che
il «vecchio» le comanderà di star ferma... E infatti il “bavoso” prolunga un po
il gioco, ma poi ingiunge alla camerierina di non fare storie: la fa sedere su di sé,
con la gonna alzata, e permette alle sue mani di frugare dappertutto,
piegazzando il grembiule, spostando la frontierina, sbottonando i bottoni
della divisa, facendo improvvisamente fuoriuscire un seno, ma ciò che colpiva
in particolare era la visione dello stupendo capezzolo leggermente in rilievo.
La lascia correre ancora un po', avanti e indietro dalla cucina, una cameriera
scarmigliata e seminuda, prima di ingiungerle di andare in camera da letto,
dove, senza tante storie, l'abbranca e la fa sua (il più delle volte mettendosi
in posizione tale da vedersi riflesso con la sua «preda» nel vissuto specchio
dell'armadio). Michela, eccitata anche lei dal contrasto immaginario della
propria innocenza con la lascivia del vecchio, si lascia fare tutto.....
Per lei, c'è il gusto di sgusciargli di mano tutte le volte che può (e quando
giocano nella grande casa di campagna di lui, piena di stanze e di scale, questo
rincorrersi diventa estremamente divertente), l'eccitazione della corsa, e dell'idea
di «tener testa» al maturo brizzolato, e di essere poi «sopraffatta», trattata con
forza e costrizione è la cosa …..che desidera in assoluto. C'è, in Michela che
gioca a questa fiction, un compiacimento per la propria giovinezza e freschezza,
un essere consapevole di una rara bellezza che l'altro «non merita».
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19 years ago
carletto1900, 38
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Complicità
Quando facevamo l’ amore, molto spesso, fantasticavamo di uomini
megadotati che la sbattevano nei posti più strani e nelle situazioni più strane. Da allora, molto spesso ho immaginato una situazione che abbiamo deciso di mettere in pratica, ma che ho condito di alcuni particolari che vorrei si avverassero…
Abbiamo deciso di incontrare al cinema quest’ uomo, ma il contatto, per Magda, doveva rimanere una sorpresa…finalmente vedo in web cam il cazzo che lei aveva sempre desiderato, grosso, molto grosso e lungo, ma attaccato c’ era una persona molto piacevole che, dopo un po’ di chiacchiere, decideva, su mia richiesta, di mostrarmi il suo uccellone. Gli confido che voglio un complice, che non vorrei si risolvesse con una semplicissima scopata…e lui si trova d’ accordo…
L’ appuntamento è al cinema, dove lui troverà Magda seduta affianco a me, accanto a lei una poltrona vuota con la sua borsetta ad occuparla e lui può sedersi subito dopo…gli ho consigliato di tirare fuori il suo uccello e cominciare a masturbarsi non appena avessi aperto il cappotto di Magda…vedevo che lei tutto guardava tranne il film…quando mi si avvicina all’ orecchio e mi sussurra “posso togliere la borsa?” “Certo, puoi tranquillamente farlo accomodare affianco a te”…e intanto i suoi capezzoli erano ormai durissimi e la sua figa bagnatissima…dal momento che aveva solo delle autoreggenti e null’ altro. Lui sapeva che non doveva toccare, ma doveva far fare tutto a lei…e, dopo qualche minuto, sempre più arrapata…”posso fargli una sega?”…”troia, sono un cornuto, puoi fare quello che vuoi”…neanche il tempo di qualche su e giù con la mano e già vedo che si china per prenderglielo in bocca…”ora, visto che sei un cornuto, me lo porto in bagno e mi faccio scopare”…è tornata dopo una mezz’ oretta e il suo viso era ancora umido di sborra…lui non c’ era più. Non vedevo l’ ora di sapere…soprattutto da lui che mi aveva promesso, come aveva fatto anche per le chat conoscitive, che mi avrebbe scritto in posta…A casa mi masturbavo ascoltando tutto quello che era successo…ma il finale è stato ancora più arrapante…Magda non me lo ha mai detto, ma usciti dal bagno del cinema si erano scambiati i cellulari ed ora sia lui sia i suoi amici, se la scopano ogni volta che vogliono svuotarsi le palle…e io leggo, da buon cornuto, i racconti che mi mandano in posta, come le fanno il culo…
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19 years ago
magdatroietta,
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La mia insegnante di inglese
La mia insegnante di inglese
Tempo fa , dopo alcuni tentativi di studiare ed imparare l’inglese attraverso corsi più o meno costosi, decisi di cercare una ragazza di madre lingua che mi insegnasse l’inglese presso il mio studio.
Alcune settimane più tardi la trovai e si presentò presso il mio studio. Era molto carina, bionda occhi verdi e carnagione molto chiara devo dire che era attraente. In quel preciso momento non ero interessato alla persona ma alle qualità di insegnante. Dopo le prime lezioni capii che era brava e feci due interi corsi con lei. Diventati amici iniziammo a frequentarci, qualche film in lingua originale, patatine e birra e tante chiacchere. La mia amicizia presto si trasformò in una passione nei suoi confronti, ma lei decise che la nostra amicizia era bella così. Una sera durante una delle nostre lezioni mi confidò che si era presa una cotta per un ragazzo che io non conoscevo, in quel momento ci rimasi male ma feci finta di niente e anzi dimostrai di essere contento per lei.Da quel momento in poi esisteva solo questo ragazzo che poi diventò il suo moroso. Un giorno volle farmelo conoscere ed io accettai. A volte l’amore è proprio cieco dissi dentro di me. Deluso di quanto stava accadendo non persi la speranza e decisi che avrei fatto di tutto per poterla un giorno avere tra le mie braccia perché la desideravo da morire. Pensai che un modo per attrarla dalla mia parte c’era e dovevo solo pronunciare una parola, solo una ,viaggiare.
In agosto di quell’anno dovevo recarmi in thailandia x lavoro, e con la scusa che non ero ancora autosufficiente con l’ inglese la pregai di venirmi in soccorso, le dissi che avrei pagato viaggio e soggiorno e che le avrei fatto visitare il paese se mi accompagnava..
Invitata a seguirmi in questo viaggio , accettò immediatamente. Sapevo che avrebbe detto di si perché il suo desiderio di viaggiare era enorme e questo aveva messo da parte quel sentimento , certamente forte, nei confronti del suo ragazzo accettando anche qualche piccolo compromesso.
Così arrivò il giorno fatidico, ci recammo all’aeroporto e finalmente decollammo verso la thailandia. A me non sembrava vero, averla tutta per me per un mese intero mi faceva salire l’eccitaizone.
Durante il viaggio i miei pensieri sconfinavano nell’hard più spinto. La immaginavo nelle posizioni per me più eccitanti e più coinvolgenti.
Speravo che i miei pensieri si trasformassero in realtà, ma i primi 10 giorni
Furono esattamente il contrario di quanto avevo immaginato.
La sua integrità morale non crollava, o almeno così sembrava, era impegnata con un ragazzo che lei diceva di amare e parlare di sesso con un altro uomo , in questo caso con me ,era fuori discussione.
Ma A volte l’apparenza inganna ed è maledettamente vero, il suo atteggiamento nei miei confronti stava cambiando. Io ho sempre pensato che la donna in fondo non sia molto diversa dall’uomo, e l’esigenza di fare sesso appartiene ad entrambi nello stesso modo ma con tempi decisamente diversi.
Il lavoro che dovevo svolgere era ormai terminato, così le proposi di trascorrere un paio di settimane su di un isola stupenda fuori dal circuito turistico all’estremo sud del paese a pochi km dal confine con la malesya.
Accettò immediatamente, e cosi preparammo le valige e partimmo.
Dopo un estenuante viaggio in treno arrivammo veramente molto stanchi.
Ci consigliarono di recarci presso l’unico hotel del paese decente e pulito nei pressi del centro cittadino.
Non era male ma era rimasta una sola stanza, che fare?
Mi guardò e mi disse che x lei poteva andare, dopotutto era per una notte, e la stanchezza era troppa per pensare ad una alternativa.
In un istante ci trovammo distesi sul letto, parlammo un po’ e alcuni istanti dopo decidemmo per una rigenerante doccia fresca, dato che il caldo era opprimente.
Lei si spogliò chiedendomi di non guardarla, ma non fu così, mi girai proprio quando era completamente nuda ed era proprio come l’avevo immaginata , era una bella figa, con un culo stupendo. Il seno era una 4 abbondante meraviglioso. Lei si arrabbiò un po’ e si chiuse nel bagno.
Io ero eccitato e pensavo che la stanchezza del viaggio poteva andare al diavolo. La desideravo da morire , il mio uccello era gonfio lo sentivo pulsare dentro nei pantaloni. Avrei voluto entrare in bagno e scoparla , ma allo stesso momento pensai, non posso rovinare tutto ora.
Cercai di calmarmi e aspettai il mio turno. Io mi spogliai davanti a lei come nulla fosse e notai che il suo sguardo andò a finire proprio sul mio uccello , che preso dall’eccitazione era ancora in erezione.
Non dissi nulla ed entrai in bagno, mi calmai e ritornai dopo una stupenda doccia ,a letto. Io sono abituato a dormire nudo sotto le lenzuola e la misi al corrente. Lei invece indossava un paio di mutande col pizzo e un reggiseno trasparente. Finalmente a letto , ci guardammo e scoppiammo a ridere. Parlammo un po’ e mi raccontava del suo stato d’animo nei confronti del suo ragazzo e ribadiva che non era giusto quello che stava facendo, ma in fondo dormire con un altro ragazzo non significava tradirlo. Io ascoltavo e la guardavo intensamente negli occhi, fintanto che le nostre labbra iniziarono a sfiorarsi, la mia lingua iniziò a leccare i contorni delle sue labbra carnose, mentre la mia mano iniziò a scendere verso il suo ventre. Solo l’elastico delle sue mutandine bloccarono la mia mano, poi con tocco deciso lo scostai e scesi verso la sua vagina, era completamente bagnata, calda , meravigliosamente morbida, strinse le gambe con forza, bloccò la mia mano con le dite immerse nella vagina, un gemito e una parola misero fine a quell’avvenimento. Mi accarezzò e mi disse che non era giusto. Mi chiese scusa e si girò dalla parte opposta e si mise a piangere. Cercai di farle capire che in fondo non era successo nulla, le parlai un po’ ma mi resi conto che morfeo l’aveva accolta tra le sue braccia.
La mia eccitazione si placò con fatica , gli occhi iniziarono a bruciare dalla stanchezza e così mi abbandonai al volere della notte restando vicino al suo corpo con una mano sul suo sedere.
Il giorno seguente fu splendido, escursione in un bellissimo parco, visita ad un tempio buddista , cibo esotico con tanta frutta tropicale e riposo all’ombra di un palmeto vicino al mare.
Parlammo di quello che era accaduto la sera prima e mi chiese di rispettare la sua scelta, perché non era giusto tradire in quel modo la fiducia del suo ragazzo. La giornata stava per volgere al termine quando un temporale abbastanza violento ci colse all’improvviso, cercammo un riparo, ma ormai eravamo fradici, la tettoia di un di un vecchio casolare ci riparò sino al termine di quel violento nubifragio. Le strade erano allagate ed il nostro hotel non era proprio vicino. Riuscimmo a salire su di un bus che portava verso il centro della città e mentre si ritornava la presi x mano e la portai verso di me. La situazione era particolarmente eccitante ma dato che in thailandia non si possono manifestare pubblicamente attimi di intimità mi trattenni dal baciarla , ma la abbracciai forte verso di me e le sussurrai che mi piaceva tantissimo.
Sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.
Arrivati all’hotel salimmo in camera e ci spogliammo, lei andò per prima sotto la doccia mentre io rimasi per qualche attimo sul letto a pensare se andare in bagno oppure no. L’eccitazione mi prese così tanto che avevo l’uccello duro come il marmo , aprì la porta ed entrai.
Lei era stupenda tutta insaponata, non disse una parola ma mi fece spazio sotto la doccia. Iniziai a lavarle la schiena e lentamente scesi sul suo sedere, lo accarezzai e subito dopo infilai la mani tra le sue gambe , sentivo il buco del culo e la figa scivolare sulle mia mani, incominciai a strofinare delicatamente le dita sul clitoride e penetrarle la figa, mentre le dita dell’altra mano iniziarono ad allargare il buco del culo senza incontrare resistenza. La Sentivo ansimare sempre più intensamente e mi chiese di scoparla perchè non resisteva più. Presi il telefono della doccia e la sciacquai per bene, mi inginocchiai ed iniziai a leccarla, le alzai una gamba e infilai la mia lingua nella figa , mentre con il dito avevo penetrato il suo bel culo. Poi mi chiese di leccarle anche il buco del culo , le piaceva da morire. Ormai il mio uccello non resisteva più, mi alzai e la misi a 90 gradi, iniziai a scoparla mentre ilmio pollice entrava ed usciva dal suo bel buchetto del culo, venne una volta , due volte , a quel punto non resistevo più, sentivo che stavo per venire, ma il mio desiderio era di riempirle il culo di sperma. Tolsi il cazzo dalla figa e lo appoggiai sul suo buco e piano piano entrai con la cappella e poi con un colpo deciso entrai tutto quanto dentro , era stupendo ,le piaceva e mi disse che non accusava nessun dolore, iniziò ad ansimare e dirmi che dovevo sfondargli il culo che le piaceva tantissimo, non mi fermai un attimo sino al momento fatidico che venni anch’io e riempii il suo bel culo di sperma. Mi disse che le era piaciuto molto e mi baciò. Ci lavammo per bene e ci sdraiammo sul letto. Eravamo ancora nudi ed io che non mi spengo facilmente, le dissi che avevo voglia di leccarla ancora, lei mi apri le gambe ed iniziai un 69 da favola, iniziò a leccarmi succhiando anche le palle, poi si girò si mise sopra di me ed iniziò a scoparmi, ero immobile faceva tutto lei era fantastico, venne ancora e dato che io non ero ancora venuto mi fece un pompino interminabile, la sua lingua non dava tregua e le sue labbra succhiavano abilmente facendo scomparire quasi del tutto il mio cazzo nella sua bocca, percepivo dei brividi e capiva quando ero sul punto di sborrarle in bocca , e così il suo ritmo cambiava rallentando il fatidico momento dell’eiaculazione, finalmente , dopo un pompino interminabile le venni tutto in gola, non uscì una goccia dalla sua bocca , ingoiò tutto il nettare e mi baciò, la sua bocca sapeva di sperma e voleva condividere questo sapore con me , la baciai intensamente e la nostra serata si concluse con una cena thai altrettanto fantastica.
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19 years ago
maurosex,
40
Last visit: 18 years ago
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Grazie ai contadini
Età felice la pubertà , l'adolescenza . Le prime curiosità i toccamenti le spiate innocenti . Vivere il sesso come un gioco , senza malizia senza invidia nè gelosie senza rancori . Amare chi ti sta vicino senza distinzione di sesso nè di età . Io amavo tutti : mia madre i suoi stalloni mia sorella i miei cugini i figli del colono i compagni di scuola gli sconosciuti che mi avvicinavano . Un giorno ero a bordo campo a vedere una partita di pallone tra due squadre del nostro istituto e me ne stavo con le mani incrociate dietro la schiena quando le sentii sfiorare da qualcuno che mi stava dietro . Non mi mossi pensando ad un caso e dopo un po' lo sentii di nuovo e persistere nello sfiorarmi . Ero abbastanza smaliziato per capire che da qullo sfioramento poteva nascere qualcosa infatti sentii qualcosa di duro appoggiarsi letteralmente alle mani . Accarezzai dolcemente il gonfiore che sentivo attraverso la stoffa dei pantaloni e per gradire strinsi l'asta ormai dura ed i coglioni . Con la coda dell'occhio riconobbi un ragazzo di una classe un paio di anni superiore e facendo finta di muovermi per seguire il gioco lo masturbai senza estrargli il cazzo . Doveva avere un urgente bisogno di godere perchè subito dopo lo sentii rammollirsi chiaro segno che aveva sborrato nei pantaloni . Mi acarezzò il collo per ringraziarmi e mai più l'ho visto almeno in quel senso . I primi toccamenti li ebbi con mia sorella più grande di me di un paio di anni , ma di questo preferisco non parlarne . Le mie curiosità furono soddisfatte almeno in parte dai miei cugini uno dei quali più grande e due altri più piccoli . La prima volta che produssi sperma fu in mano a mia cugina Annamaria , di due anni più piccola ma già una puttanella , mentre suo fratello Raffaele m'incitava . Uno spavento della madonna perchè credetti di averla messa incinta . Con Raffaele e Carmine , un altro cugino , facevamo la gara a chi pisciasse più lontano , quindi passammo a gareggiare a chi esibisse un'erezione più duratura e chi si masturbasse e venisse per primo . Di solito vinceva Raffaele perchè era più grande e più smaliziato . Una volta si propose di masturbarmi lui per farmi godere di più ed infatti al contatto della sua mano ebbi un'erezione da sentire male . Poi ci scambiammo la mano e a scambiarci la bocca il passo fu breve . Ricordo della volta stesi su un mucchio di paglia quando lui m'inculò col suo cazzo fine e lungo . Non ricordo di aver provato chissà quali delizie ma ricordo il piacere che lui ne ebbe e che gli permisi di avere sempre più spesso tanto da ritenere che il suo cazzo era eternamente infilato nel mio buchino . Sua sorella era sempre presente ai nostri giochi ma lei partecipava solo con le mani e non ricordo mai di averla nè chiavata nè inculata e non ricordo nemmeno se gliel' ho mai chiesto . Eravamo una compagnia di sei maschi , io Carmine Raffaele Leonardo e i due figli del colono Pietro e Nunzio , con quattro ragazze : mia sorella Annamaria e due altre cugine sorelle tra loro che non hanno mai giocato con noi pur conoscendo i nostri segreti . Raffaele Pietro Nunzio e mia sorella erano maggiori di me fino a due anni , Carmine Leonardo più piccoli di un anno e Annamaria di due anni . Di solito subivo dai più grandi e mi sfogavo coi più piccoli . L'unico che non godeva era Leonardo perchè aveva un cazzo talmente curvo che in piena erezione la cappella quasi toccava la sua stessa radice ed in quel modo era impossibile infilarlo in qualsiasi buco . Aveva la forma di un tarallo e quando sborrava invariabilmente si sborrava addosso . Ogni volta che eravamo lontani dagli sguardi dei grandi i nostri giochi finivano dietro un cespuglio o su un mucchio di paglia coi sessi al vento e con diverse sborrate . I miei primi toccamenti per forza di cose li ebbi con mia sorella , anzi credo che le prime volte sia stata lei a cominciare perchè più grande quindi più esperta . E lo abbiamo fatto mentre spiavamo nostra madre a letto con i suoi amici . A parte che in campagna si hanno mille occasioni di vedere chiavare le bestie del cortile e poi noi avevamo anche la monta dei cavalli oltre alla monta di mamma . Nelle comunità contadine , almeno nella nostra , il sesso è vissuto come istinto e le corna sono ridimensionate : E' raro che un contadino ammazzi qualcuno solo perchè gli ha chiavato la moglie . Il sesso è un bisogno fisiologico e non sono rari i casi di pedofilia di incesto di omosessualità . L'importante per l'uomo è sborrare quando è in tiro e non interessa se vicino ci sia un uomo o una donna una moglie o piuttosto una figlia e perchè no un figlio . Un giorno Pietro portò da mangiare a suo padre che lavorava il campo piuttosto lontano da casa . Bevuto e mangiato di distesero a dormire all'ombra di una quercia ; ad un certo punto fu svegliato dal cazzo di suo padre che gli forzava le cosce per istallarsi in mezzo e chiavarlo come se stesse chiavando sua moglie Amalia . Dopo che ebbe sborrato continuò il sogno che la chiavata non aveva interrotto e Pietro ne parlò solo con noi . Il contadino vive il sesso con naturalezza senza dargli troppo importanza . Una volta che ha goduto non fa caso a dove nè a chi ha rivolto le sue attenzioni . Per la donna è diverso . Ci sono stati casi di accoppiamenti con animali , vedi Giovanna la pazza caso storico accoppiata con un cavallo , o con congiunti spesso perchè sono rimaste vedove , come mia madre , o per qualche motivo di attaccamento particolare , vedi zia Teresa e suo figlio , come un caso successo dalle mie parti di una madre che si accoppiava col figlio mongoloide e con lui generò un bambino normale . E' raro che la donna ceda all'istinto perchè è sempre guidata dalla ragione e solo in casi di particolare eccitazione va fuori di testa e prova diletto colla prima cosa dura a forma fallica che le si presenti . Ciriaco era un pastore che la domenica faceva il barbiere e spesso mi ha tagliato i capelli . In settimana era sui pascoli con pecore e capre in compagnia della moglie . Lui era uno zoofilo dichiarato e spesso ci raccontava le sue avventure . Diceva che la fica della capra è pià calda di quella della pecora e che ama essere chiavata da un uomo . Quando si sente presa non si muove e dopo gli va sempre vicino come se fosse il suo compagno e spesso raccontava che incitava sua moglie a farsi fottere dal maschio del gregge che tra l'altro possiede un cazzo del tutto identico a quello dell'uomo . Lei si eccitava a vedere suo marito montare la capra ma non ha mai voluto farsi fottere limitandosi a masturbare il caprone . Lui la vedeva eccitata ma malgrado tutto non ha mai consumato . Un giorno tornavo a piedi da scuola insieme con mia sorella quando ci si avvicinò una vettura che si fermò alla nostra altezza . Ci avvicinammo al finestrino aperto e vedemmo l'uomo con in mano un cazzo eretto che continuava a carezzare coprendo e scoprendone la capocchia color vermiglio e tesa . Eravamo abbastanza grandi da capire dove voleva andare a parare e non fuggimmo quando l'uomo chiese a mia sorella di toccarlo . Lei ridendo pose per terra la cartella si sporse oltre il finestrino e glielo toccò . Bastarono un paio di carezze che un fiotto di sborra inondò il cruscotto e lui le propose di pulirlo con la lingua cosa che lei rifiutò . Mia sorella ritirò la mano sporca di sborra raccolse la cartella e scappammo ridendo mentre lui ci chiamava indietro . Era abbastanza normale , per me , vedere Totonno il calzolaio infilare la mano sotto la vesticciola di mia sorella per palparle il culetto mentre si tocava il cazzo e lo si vedeva crescere e quando non ne poteva più lo estraeva e come una lancia in resta lo indirizzava verso mia madre che a gambe aperte lo aspettava nel lettone e lì li sentivamo gemere e rantolare . Io sono diventato grande tra cazzi tesi e duri . Ogni amico di mia madre riteneva suo dovere mostrarmi l'attrezzo col quale avrebbe arrecato sollievo alle voglie di lei . Vittorio , il camionista , amava fottere mamma mentre eravamo nelle vicinanze e quando ritirava il cazzo gocciolante ci chiedeva degli stracci per pulirlo . Mia madre ha sempre permesso che noi fossimo al corrente dei suoi amori perchè riteneva che le cose peggiori della vita sono il rubare e l'ammazzare , il sesso è la cosa più meravigliosa che la Natura ci consenta di fare e sarebbe un delitto non goderne . E' la religione che ci descrive il sesso in modo errato e ci fa sentire dei sensi di colpa che non dovrebbero sussistere . E la madonna allora che fece un figlio con uno che non era suo marito ? E suo figlio allora che si circondò di soli uomini e solo sul tardi cominciò a frequentare la puttana del paese , la Maddalena ? Mia madre ha sempre sostenuto che lei stipendierebbe le prostitute come se fossero impegate statali per il fatto che svolgono un'opera sociale ed umanitaria permettendo che sia timidi sia andicappati sia scapoli o sposati insaziabili possano sfogare il loro istinto sessuale . Bisogna prendere esempio dai Paesi che sono anni luce più avanti del nostro , vedi Belgio Olanda Germania , i quali permettono che delle donne siano a disposizione di chi vuole stando riparate e protette in luoghi civili e controllate sanitariamente . Ma finquando da noi comanda un pagliaccio vestito di bianco che le puttane le vuole chiuse in alcuni luoghi che hanno un nome preciso a disposizione dei suoi pochi eletti affiliati sempre in numero minore e i suoi soldati chiusi in altrettanti luoghi che hannmo anch'essi dei nomi precisi e dove la sodomia regna sovrana . Ma un popolo che ha al governo un tronchetto dell'infelicità , come dice Grillo , ed una parte del gruppo maggioritario degno di stare in galera può benissimo concedersi l'onore di avere come capo spirituale uno vestito da carnevale .
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Gli strani risvolti di una lunga amicizia
PRIMA PARTE
La storia che sto per raccontare è una storia vera, che tuttora mi coinvolge. Non posso parlarne con nessun amico o conoscente, eppure smanio dalla voglia di raccontare questa mia vicenda, che da un lato mi angoscia un po’, e dall’altro mi fa sentire bene come non mai. Mi chiamo Stefano, e ho 38 anni, sposato da 2 anni con una splendida creatura con cui convivo da ormai 7 anni. Siamo felici e innamorati e non abbiamo mai avuto problemi di sentimento, e sono sicuro non ne avremo mai. Non avrei mai immaginato di essere in grado di tradirla, ma ciò che mi è capitato non so se chiamarlo propriamente tradimento….
Il mio migliore amico si chiama Daniele, e la sua donna è una deliziosa ragazza sui 30 anni, estremamente vitale e allegra, di nome Diletta: non alta, carina, viso ovale un po’ acqua e sapone, capelli a caschetto sul rosso, seno piccolo ma ben fatto, un bel culetto, molto intrigante, insomma, e non posso negare di averci fatto più di una volta pensieri belli spinti, su di lei. Siamo molto amici, usciamo spessissimo in quattro, e si può dire che la nostra sia una splendida amicizia, quasi fraterna.
Tutto comincia nei primi giorni d' Aprile del 2004: una sera uscii con alcuni amici per una birra. Avevo telefonato anche a Daniele, ma era fuori città per lavoro. Bevemmo in un pub fino praticamente all’ora di chiusura, salutai gli amici e quando tornai verso la macchina ero piuttosto brillo. Stavo aprendo lo sportello quando mi sentii chiamare:
-Stefano! Che ci fai in giro a quest’ora di notte???-
Mi voltai e vidi Diletta che rideva. Era con un gruppo di sue amiche, un paio le conosco anch’io, alcune carine altre decisamente no. Ma lei era particolarmente carina, quella sera: stivali neri, calze scure, una gonna color vinaccia appena sopra il ginocchio, una camicetta un po’ scollata e un giubbino corto, di pelle. E il suo solito sorriso, che ha sempre un che di malizioso…
-Cosa ci fai TU, in giro! Il gatto non c’è e i topi ballano, eh?!?-
-Ma no, una banale uscita col mie vecchie amiche. E poi Daniele lo sa benissimo!-
-Ok, certo, scherzavo….- e ci mettiamo a chiacchierare per un po’, nel parcheggio, finchè le amiche non decidono che è tardi.
-Tu vai a casa, Stefano, adesso?- mi chiede Diletta –Se non ti scoccia, potresti accompagnarmi , così risparmio a Cristina un viaggio?-
-Certo!- le rispondo io, -tanto sono di strada, ti riaccompagno io!-
-Così saliamo in auto, continuando a chiacchierare allegramente. La strada è abbastanza lunga, dal centro della città a casa loro, e la chiacchierata è allegra; mi casca spesso l’occhio sulle sue belle gambe lisce, e noto (non senza una certa eccitazione) che indossa calze autoreggenti. Non è la prima volta che gliele noto: tante volte abbiamo cenato insieme, e il bordo di una autoreggente scappa spesso, da sotto una gonna… eppure stavolta, in macchina, la cosa mi sembra più intrigante, forse anche perché sono un po’ brillo… Finalmente arriviamo davanti a casa sua:
-Che fai, vieni dentro a bere qualcosa?- Mi chiede lei.
-No, grazie. E’ tardi, e mi sa che per oggi ho già bevuto abbastanza…-
-E dai, Stefano! Ti offro una birra, tanto per chiudere la serata, e poi te ne vai, ok?-
Sono un po’ contraddetto, ma cedo, così parcheggio ed entro in casa con lei. Mi siedo sul divano, lei prende due birre dal frigo e si siede accanto a me, riprendendo a chiacchierare. Io mi sento piuttosto imbarazzato, non è una situazione molto comoda: io seduto sul divano insieme alla donna del mio migliore amico, peraltro in una mise molto sexy, mentre il mio amico non c’è… Finisco la birra e decido di andarmene, ma lei mi ferma, appoggiandomi una mano su una gamba:
-Aspetta, Stefano, che fretta c’è?? Tanto stanotte lo sai che Daniele non torna…..-
Resto di sasso, ma un attimo dopo mi ritrovo con una mano sotto la sua gonna, a frugare avidamente per trovare il margine delle autoreggenti e oltre, e con la lingua nella sua bocca calda e sensuale. In breve ho il cazzo durissimo, e lei se ne prende subito cura succhiandomelo avidamente, e facendomi così scoprire che è davvero una brava pompinara. Io le infilo le mani sotto le mutandine, trovandola già fradicia di piacere.
- Forza Stefano, scopami!- Non me lo faccio ripetere due volte: la scopo lì, sul divano, splendidamente troia con indosso solo le autoreggenti e gli stivali , e le vengo dentro, dato che lei mi rassicura di prendere la pillola. E poi la scopo di nuovo, sul letto, sborrandole sulla pancia, stavolta. E ancora una terza volta, a quattro zampe sul pavimento, stavolta penetrandole addirittura nel culo, vedendola dimenarsi e mugolare come una vera troia incallita! Non avrei mai pensato che fosse tanto troia! Alla fine mi abbandono esausto a terra, lei sembra avere ancora voglia, ma io non ne ho più, ed è molto tardi, quindi si ferma, e mi lascia riposare. Il tempo di riflettere, e io mi ritrovo a pensare: e ora? Che cazzo succede tra me e Daniele? E tra tutti noi, che cazzo devo fare???
Lei sembra leggere la preoccupazione nei miei occhi, e mi da subito una risposta che mi lascia allibito, ma anche sollevato, almeno in parte:
-Tranquillo, Stefano! Non è successo niente, abbiamo solo bevuto una birra, no?-
-Beh, veramente….-
-No- insiste lei, -solo una birra, anche se io e te sappiamo che non è così. Ma lo sappiamo IO e TE. Solo io e te, e questo fa si che la cosa non si saprà mai, giusto? Io non posso farlo sapere a nessuno e nemmeno tu, sennò rovineremmo rapporti, amicizie, matrimoni…. E invece, facendo sesso io e te questo tradimento reciproco resta obbligatoriamente blindato, non credi?-
Il suo ragionamento torna, e cancella in me parte del rimorso per aver tradito Daniele e anche mia moglie.
-E in quanto a noi due?- le chiedo
-Beh, noi due siamo sempre amici. Mica vorrai una amante, vero? Perché io non voglio rapporti sentimentali o robe varie, solo una serata di sesso!-
La cosa mi lascia esterrefatto, ma anche un po’ affascinato dalla sua intraprendenza e dalla sua sincerità. Quindi la cosa sembra fermarsi lì: la settimana dopo addirittura ci troviamo di nuovo insieme tutti e quattro per una cenetta, e sembra proprio che niente sia cambiato. Io ogni tanto la guardo, ma lei sembra non accorgersene, o è bravissima a dissimulare.
Tutto liscio, finchè una sera mi ritrovo nel solito pub a bere qualche birra con alcuni colleghi di lavoro: si tratta di quattro ragazzi di Bergamo, Marco, Massimo, Edoardo e Luca, che lavorano per la stessa ditta per cui lavoro io, e che stanno in città per alcuni giorni, in un appartamento che la ditta utilizza come foresteria quando appunto viene qualcuno da fuori. A un certo punto entra Diletta con le solite amiche, io ho un sussulto, ma vedo che lei mi saluta come al solito e poi si comporta in maniera assolutamente normale, così mi tranquillizzo: dopo tutto è vero ciò che ha detto, allora… solo una serata di sesso, nessuno strascico. Meglio così. Invitiamo le ragazze a sedere con noi, e loro accettano. La serata si fa allegra, i bergamaschi si dimostrano molto simpatici e espansivi, e le amiche ridono e scherzano volentieri. A una certa ora, le ragazze cominciano a dire che è tardi, mentre Diletta vorrebbe rimanere ancora, e cerca di convincerle a rimanere.
-Ma se vuoi ti riaccompagniamo noi!- afferma allegramente Marco.
-Buono Marco! E’ la donna del mio migliore amico….-
-E noi mica glielo diciamo!- e tutti scoppiano a ridere.
-Mica ho bisogno di essere riaccompagnata, io. Sono con la mia macchina. E’ che se loro se ne vanno, devo riaccompagnarle!-
Fatto sta che alla fine le ragazze decidono di stringersi un po’ in una sola auto, liberando Diletta che resta con noi e continua a ridere e scherzare. Tiriamo tardi, tanto che arriva ora di chiusura, e praticamente ci sbattono fuori dal pub.
-E adesso dove andiamo?- Chiede uno dei quattro colleghi
-E dove vuoi andare?- Gli chiedo io, - A quest’ora è già tutto chiuso…
-Beh, potremmo chiedere se ci lasciano prendere qualche birra e andare al nostro appartamento- propone, il bergamasco, e un attimo dopo si infila sotto la saracinesca del pub, per riuscirne qualche minuto dopo con un sacchetto pieno di bottiglie di birra, suscitando le risate di tutti.
-Vieni anche tu, Diletta?- chiede uno di loro
-Perché no?- risponde lei.
Così saliamo sull’auto della ditta, in dotazione ai bergamaschi, un Voyager di quelli da otto posti, Io e Diletta sediamo dietro, insieme a Marco, e lei si siede in mezzo. Durante il tragitto, a un certo punto, sento una mano che mi accarezza la gamba. Mi volto e incrocio lo sguardo con quello di Diletta, che mi sta guardando col suo solito sorriso malizioso. Sento la sua mano salire, allora anch’io decido di carezzarle la coscia, scostandole la gonna per sentire il contatto liscio delle sue calze. Lei mi si avvicina, e mi ritrovo di nuovo ad assaporare la sua splendida lingua guizzante dentro la mia bocca. Lei mi carezza il rigonfio dei pantaloni, infilando le dita fra bottone e bottone, e io salgo con la mano, scoprendo con piacere che anche stavolta indossa le autoreggenti. Salgo ancora, cercando le mutandine, ma sussulto, trovando una mano. Guardo, e scopro che anche Marco,dall’altra parte, le sta accarezzando le gambe!! Arriviamo nell’appartamento, e Massimo mi dice:
-Ehi, però non ce lo avevi detto che ti scopi la donna del tuo migliore amico!-
-Infatti non è vero…- Ma lui mi ride praticamente in faccia. Io mi siedo su un divanetto, e lei viene a sedersi accanto a me, subito seguita da Marco, che non perde tempo per ricominciare a tastarla. Io allora mi occupo delle sue tette, liberandole dalla camicetta e scendendo a baciarle, mentre lei si mette a slinguazzare con Paolo. Non passa molto tempo che tutti cominciamo a prenderci cura di lei, spogliandola (io però propongo di lasciarle indosso gli stivali e le autoreggenti), palpandola dappertutto, leccandole la fica. Lei ricambia spompinandoci a turno, inginocchiata davanti al divanetto. La scopiamo a turno con lei che grida come una troia impazzita nei vari e rari intervalli in cui ha la bocca libera dai nostri cazzi. Siamo tutti eccitatissimi, e i bergamaschi ci vanno pesi, apostrofandola con frasi tipo “Ma quanto sei troia Diletta!” o “Avanti cagna, succhiami il cazzo!”, o ancora “Ti piace sentire il cazzo duro dentro la fica, vero puttana?”, e così via, ma lei non sembra offendersi, anzi sembra piuttosto eccitata dal turpiloquio. Mi sorprende vedere quanto sia troia, e mi sorprende ancora di più quando è lei stessa invitarci a sborrarle tutti quanti addosso. Non ci facciamo certo pregare, e a turno la riempiamo di sperma senza ritegno, schizzandole in faccia e nella bocca aperta, godendo ancor di più nel vederla fradicia e gocciolante come una troia da film porno! Ma lei non è certo arrivata al capolinea, e una volta asciugatasi un po’ alla meglio, torna alla carica, inscenando una sorta di ballo erotico sul tavolo, con il risultato che i nostri cazzi sono di nuovo duri! Allora ricominciamo a scoparle la bocca e la fica a turno, ma lei vuole di più. Nessuno di noi è molto esperto, e non è così facile fare una doppia penetrazione, ma ci proviamo tutti, con più o meno successo, chiavandole il culo come forsennati e riempiendola di carne fino all’inverosimile! Siamo andati avanti per un bel po’, riducendo oltretutto quel povero appartamento una schifezza, con schizzate dappertutto. Ognuno di noi l’ha chiavata più e più volte, quella notte, io mi sono fermato alle mie tre sborrate, di più non ce l’ho fatta, ma alle cinque di mattina, Massimo ancora se la stava inculando sul tavolo, tenendola per i capelli e ansimando come un porco, mentre Luca preparava il caffè. Sono tornato a casa esausto, facendo i salti mortali per non insospettire mia moglie, e deciso a chiamare Diletta l’indomani, forse per scusarmi, forse per chiederle che cazzo le era preso, non so. Fatto sta che lei mi ha preceduto con un SMS con scritto “Solo una birra, non dimenticartelo…”
SECONDA PARTE
Passano alcune settimane, ci vediamo un paio di volte per le nostre consuete serate a quattro, dove ci troviamo a casa nostra, o a casa loro, per ottime cene e tranquilli dopocena, e apparentemente nulla è cambiato. Almeno non in Daniele, non in mia moglie (loro non sanno nulla, logicamente), ma nemmeno in Diletta. Però in me qualcosa è cambiato, anche se senza strascichi: mi trovo in imbarazzo a cenare con loro, facendo finta di nulla, quando poi ogni volta che guardo Diletta , non posso fare a meno di rivedere l’immagine non riesco a togliermi dalla mente l’immagine di lei con il viso e i capelli grondanti sborra, sorridente e ancora vogliosa di cazzo; o quella di lei , a cavalcioni sul tavolino, la schiena reclinata, ormai stanca e quasi abbandonata sui propri muscoli, ma ancora disponibile, mentre Massimo di Bergamo la tiene per i capelli e le fotte il culo come un forsennato dicendole “Ti piace il cazzo nel culo, vero puttana? Lo senti il mio cazzo in corpo, puttana????”
E tuttavia il tempo passa, arrivano i primi giorni d’estate, senza che niente accada, e io mi convinco che è stato solo un gioco senza strascichi. Lei non mi cerca, io non la cerco, non siamo amanti, e probabilmente siamo tornati ad essere semplicemente amici.
Un giorno di metà giugno mi prendo una giornata libera, e verso le cinque del pomeriggio decido di fare un salto al negozio di un amico. Ci trovo anche Diletta, d’altra parte è un amico comune, e lei va spesso lì, anche se non lo sapevo. Chiacchieriamo un po’, poi io saluto, lei fa lo stesso e usciamo insieme. Indossa una stretta minigonna verde militare e una magliettina aderente, gialla e nera, un po’ stile teenager: non è proprio una delle sue solite mise sexy in autoreggenti e stivali, ma il caldo si fa sentire, e comunque la visione non è decisamente delle peggiori. Oltretutto deve anche essere uscita da poco dal parrucchiere, perché il suo caschetto rosso mogano è particolarmente brillante e ben pettinato. Ci dirigiamo verso il parcheggio dove abbiamo ambedue lasciato l’auto, chiacchierando del più e del meno. Io evito accuratamente ogni argomento che possa riportare alle nostre vicissitudini, e lei sembra proprio non avere vissuto niente del genere.
-Hai visto? Hanno proseguito i lavori della pista ciclabile nei giardini- le dico, tanto per trovare un argomento.
-Davvero?- dice lei, volgendo lo sguardo all’altro lato della strada, dove i giardini pubblici costeggiano il fiume, attraversati da una ciclabile. –Andiamo a vedere, ti va? Facciamo due passi!-
-Ok, perché no?- dico io, tanto non è certo tardi, la giornata è calda, e tutto mi sembra a posto.
Passeggiamo nei giardini, seguendo la pista. Non c’è molta gente, i giardini sono nuovi e non molti li conoscono, ancora. Lei è molto allegra, e io ancora una volta mi ritrovo ad apprezzare quel suo modo di essere così gioviale e sincero.
-Ci sediamo un po’?- chiede lei, e senza aspettare la risposta si avvia verso una panchina, al bordo dei giardini, dove il fiume incontra un po’ di alberi.
Mi siedo accanto a lei, e non riesco ad evitare di buttare uno sguardo alle sue belle gambe lisce, ben messe in mostra dalla minigonna che è piuttosto corta.
Quando alzo di nuovo lo sguardo, mi accorgo che lei mi sta guardando, il suo solito sorriso intrigante e malizioso stampato sulle labbra. Poi reclina la testa, allargando le braccia sulla spalliera della panchina, e allargando leggermente le gambe, quel tanto che basta perché io possa intravedere il rosa fucsia delle sue mutandine di pizzo. Improvvisamente la mia eccitazione sale a duemila. Continuo a guardarla, allora lei si volta di nuovo verso di me:
-Beh? Vuoi un invito scritto???- e reclina di nuovo la testa indietro. Non resisto, e comincio a baciarle il collo, lisciandolo con la punta della lingua e stuzzicandole il lobo dell’orecchio, mentre la mia mano corre sulle sue cosce nude, esplorando la sua pelle e la sua biancheria di raso e pizzo.
-Certo, Diletta che hai sempre una gran classe, nella biancheria intima- dico, quasi senza accorgermene-
-Ti piace? Cotton Club, me l’ha regalato Daniele…. Senti come è morbido anche il reggiseno!-
Le alzo la maglietta, scoprendo un bel reggiseno fucsia a motivi floreali, che le da una splendida forma al seno. Le afferro le tette, cominciando a leccargliele e a baciargliele, mentre con l’altra mano le ho già superato le mutandine e la sto sditalinando. Lei comincia ad interessarsi alla patta dei miei pantaloni, la apre, ne tira fuori il contenuto con aria soddisfatta, poi si china su di me e ingoia il mio cazzo senza troppi complimenti. Io mi guardo attorno, eccitato ed imbarazzato: ci vedranno? C’è gente che passa, a una settantina di metri dietro le nostre spalle, lungo la ciclabile, sicuramente possono vederci. Ma chi se ne frega, un bocchino così ben fatto me lo lascerei fare anche in mezzo a Piazza del Duomo!!!
E lei continua a succhiare, incurante dei passanti dietro di noi, e guidandomi con la mano libera per farsi stimolare la fica nel modo migliore. Io la accontento, mentre con la sinistra continuo a palparle le belle tette, prima di poggiarla sulla sua testa per cadenzarle a mio piacimento le pompate sul cazzo. Lei si alza e si siede incollo a me, ma io mi sento davvero un po’ troppo in piazza, adesso:
-Aspetta! C’è troppa gente, qui…-
-Ok!- Mi dice lei, - Vieni!-
Si alza di nuovo, mi prende per mano e mi porta qualche metro più in là, dove tra gli alberi lungo il fiume troviamo un muretto di un rudere abbandonato. Non è molto alto, si vede la pista e i giardini, ma forse noi siamo al riparo dagli sguardi. Lei si sfila la maglietta e si alza la minigonna, il suo completino intimo rosa è eccitantissimo, addosso a lei, e io ho il cazzo durissimo!
-Qui c’è meno gente, no? E allora scopami come si deve!!!-
La faccio voltare e la fotto a gambe larghe, in piedi, con le mani sulle pietre del muretto, rubandole non pochi sussulti e mugolii. E’ caldo, io sono un bagno di sudore, e anche la sua pelle è lucida di sudore, e io le sborro dentro, copiosamente, chiudendo la scopata con un bacio perverso con tutta la lingua dentro la sua bocca.
E anche dopo questa volta, solo il solito SMS e niente più contatti, stavolta per tutta l’estate, se non un paio di uscite in quattro, io, mia moglie, Daniele e lei.
TERZA PARTE
L’estate passa, tornano le prime giornate di autunno, e io di nuovo mi sono convinto che è stato un bel gioco, ma che adesso è finito. Lei non mi chiama mai, e io mi guardo bene dal farlo, e dopo cinque mesi, è ormai chiaro che era proprio tutto come diceva lei.
E invece un bel giorno mi ritrovo una sorpresa che non mi sarei aspettato: è il 12 Ottobre, e mi arriva un SMS: “Che ne dici se ci vediamo per una birra, stasera?”
Io rimango un po’ stupito, ma soprattutto perplesso, non me lo aspettavo, e il sottinteso mi sembra abbastanza palese.Tuttavia ho anche un po’ paura che il gioco diventi troppo frequente, fino a trasformarsi in relazione, quindi le rispondo che quella sera non posso perché ho già fissato con mia moglie. Ma dopo pochi minuti mi arriva un nuovo SMS, in risposta: “Allora dimmi tu quando: Daniele lavora la sera x tutta la settimana fino tardi.” Mi decido allora ad accettare, ma piu che altro per parlare con lei e spiegarle che forse è meglio smetterla. Così fisso per il giorno dopo, al solito Pub. Io arrivo prima di lei, fuori piove a dirotto, uno dei primi giorni di intensa pioggia autunnale. Mi siedo al bancone e ordino subito una birra, teso ma deciso a mettere in chiaro che è meglio darci un taglio. Lei arriva, e mi viene subito incontro, e io mi rendo improvvisamente conto che non sarà poi così tanto facile: indossa un impermiabilino bianco, corto, che apre subito appena entrata nel locale, rivelando un abitino corto ma non troppo, un po’ sopra il ginocchio, color verde oliva (che già altre volte le avevo visto, ma che stavolta appare particolarmente sexy), un paio di stivali marroni alti quasi fino al ginocchio e calze color carne. E’ truccata un po’ pesantemente, cosa un po’ strana, dato che sembra non truccarsi quasi mai: un rossetto piuttosto scuro, gli occhi impreziositi da un velo di colore… un po’ pesante, insomma, ma sta tutt’altro che male! Viene verso di me e si accomoda su uno sgabello, molto vicina a me, con le ginocchia attorno alla mia gamba sinistra. Noto che il movimento con cui si siede è fatto a regola d’arte per farmi intravedere che le calze color carne sono autoreggenti, che fanno appena capolino da sotto il bordo del vestitino.
-Mi offri una birra, Stefano?-
-Certo!- E ne ordino anche un’altra per me. Io provo ad affrontare subito il discorso, cercando di spiegarle che stiamo sbagliando, che tutto quello che facciamo non è giusto, che io sono innamorato di mia moglie e che voglio bene a Daniele, e che non voglio assolutamente essere coinvolto in una storia. Lei mi ascolta senza interrompermi, bevendo la sua birra e fissandomi dritto. Io continuo a parlare per venti minuti o forse più, senza che lei dica niente o quasi, finchè finisco gli argomenti e resto muto.
-Mi vuoi dire che ti stai innamorando, Stefano?- mi chiede
-No, non è questo… Sono innamorato di mia moglie…-
-E allora hai paura di essere coinvolto e basta, giusto?-
-Si, è questo il problema. Se anche cominciamo a invitarci per passare le serate, che può succedere?- Lei allora si alza in piedi, mi si fa più vicina, schiacciando il pube contro la mia coscia e dicendomi, quasi in un orecchio:
-Allora puoi stare tranquillo! Sono le stesse cose che penso io…. Per questo preferisco farmi scopare da te, quando ho solo voglia di divertirmi…. Sbrigati a finire la birra, che te lo spiego meglio fuori!- Non ho le idee molto chiare, l’unica cosa che so è che Diletta mi ha di nuovo fatto diventare il cazzo duro come il marmo! Trangugio la mia birra, pago il conto, e usciamo dal pub, fuori piove ancora a dirotto:
-Dov’è la tua macchina?- chiede lei
-Qui davanti, nel parcheggio!- rispondo io, e le faccio strada.entriamo in auto, metto in moto
-Dove vado???-
-Dove cazzo ti pare!!!!-
Non faccio a tempo ad uscire dal parcheggio che lei è già piegata su di me, ad ingoiarmi avidamente il cazzo mentre guido! Allungo la mia mano destra per sollevarle il dietro del vestito e le ripasso il solco tra le natiche, trovandole il buchetto del culo, e poi la fica, già bagnatissima. Lei si sfila il perizoma, per aiutarmi, ma senza smettere di succhiarmi il cazzo; io le sditalino la fica con due dita, infilandole contemporaneamente il pollice nel culo. E’ difficile guidare così, e mi fermo in un piccolo parcheggio, lungo la ferrovia. Per fortuna la mia Reanault è spaziosa. E permette un certo spazio di manovra, così la spingo sul suo sedile reclinandolo, e la fotto alla grande, lei a gambe larghe, gli stivali puntellati sul cruscotto, e io che con una mano le palpo le tette e con l’altra le sditalino il buco del culo, mentre il mio cazzo riempie la sua fica fino ad inondarla di sperma. Ma lei, come al solito, è tutt’altro che soddisfatta, e ricomincia subito a menarmelo, per farmelo tornare duro.
-Odio la macchina! È troppo angusta!- mi dice lei, sorridendo
-Beh, con questa pioggia, o andiamo a casa tua….-
-No! Daniele non torna prima delle due, in questi giorni. Ma non voglio rischiare! Perché non trovi un posto un po’ più riparato dalla pioggia???-
Mi viene in mente che poco più avanti, quella strada scende molto, passando sotto la ferrovia attraverso una grande arcata per poi finire lì, prima di una fattoria, un posto molto fuori mano. Metto in moto e mi dirigo lì, mentre Diletta continua a segarmi mordicchiandomi sul collo. Mi fermo sotto le arcate della ferrovia, al riparo dalla pioggia, e lei affonda di nuovo la sua bocca sul mio cazzo, pompandolo come si deve, poi apre lo sportello e scende dall’auto, liberandosi del vestitino che aveva indosso, e rimanendo con solo gli stivali, le calze autoreggenti e il reggiseno. Scendo anch’io, le vado vicino e la abbraccio da dietro, palpandole le tette, baciandola sul collo, e scendendo con una mano lungo la schiena fino a tornare a stuzzicarle il culo. La spingo un po’ avanti, allargandole le gambe, lei si appoggia con le mani sul cofano dell’auto, e la inculo, spingendo quanto più possibile il cazzo dentro di lei per sentire il rumore dei colpi forti dei miei lombi sulle sue natiche, sborrandole infine sulla schiena e sul suo splendido culo.
Eppure, il giorno dopo, mi arriva il solito SMS: “Solo una birra, non dimenticarlo.”
E di nuovo passano altri giorni, e altri sabato sera in quattro facendo finta di nulla, magari finalmente con un po’ di abitudine in più e un po’ di timori in meno.
A fine Ottobre ricevo una sorta di bombardamento di telefonate: sono i miei colleghi bergamaschi; tre di loro devono tornare in città per alcuni giorni, e non gli dispiacerebbe organizzare un’altra seratina come quella di qualche mese prima. Io rispondo loro che non è come pensano, che quella è stata una situazione particolare, che lei era ubriaca….. Rimedio solo di essere preso in giro, e in un modo o nell’altro riescono alla fine a convincermi a fare un tentativo per invitare Diletta a cena. Allora, io, molto imbarazzato, provo a chiamarla sul cellulare, ma lei non risponde. Riprovo diverse volte, e alla fine mi risponde:
-Beh? Mica vorrai violare il nostro patto?- aggressiva e quasi irritata, -Siamo abbastanza d’accordo sul non telefonarci, no?-
-Scusa, Diletta, ma anche l’altra volta tu mi hai invitato con un SMS…-
-E tu hai fatto un sacco di storie!-
-Ok, hai ragione. Ti chiamo per un’altra cosa…. Ti ricordi i ragazzi di Bergamo?- Le spiego la faccenda, che tre di loro, Marco Massimo e Luca, vengono in città per lavoro la settimana successiva, e che avrebbero piacere di fare una cena insieme, magari in una semplice pizzeria… Lei, che non è decisamente una donna stupida, mi lascia finire, poi, dopo qualche secondo di silenzio, mi dice:
- Ok, ma nei prossimi giorni Daniele è a casa, e non posso certo far tardi! Diciamo che io ho una cena con le amiche, ufficialmente. Ma saltiamo la cena,e magari vediamoci direttamente all’appartamento dell’altra volta, ok? Così posso tornare a casa a un’ora degna! Fissa e fammi sapere come e quando!-
Inutile dire che il mio successo mi rende euforico, ma c’è un problema: dopo il casino fatto l’ultima volta, la ditta non ha messo a disposizione l’appartamento ai bergamaschi, stavolta. In albergo è impensabile, allora mi viene in mente che mio cugino, che si è trasferito da diversi anni, ha ancora un appartamento, in città, che usa quando torna a trovare i suoi, ogni tanto. Provo a chiamarlo, per chiedergli se mi presta l’appartamento per una sera. Lui ovviamente si insospettisce subito:
-Cosa c’è sotto? Una donna, vero?-
Non posso fare altro che spiegargli la faccenda, e lui, ridendo, mi dice:
-Beh, io l’appartamento te lo presto più che volentieri, però come minimo penso che dovresti invitarmi….-
Mi prende un po’ in contropiede, ma trovo una soluzione anche a questo: dovremo far finta che anche lui è un nostro collega, che però da anni non vive più in città.
Mando a Diletta un SMS per chiederle se va bene per mercoledì, ma non nello stesso posto della volta precedente. Lei mi chiede a che indirizzo, perché preferisce raggiungerci lì.
“Via Fabio Filzi, numero 118, ultimo piano, alle ore 20”
Il mercoledì passo a prendere per tempo i tre bergamaschi, già belli carichi, e li porto a casa di mio cugino. Arriviamo, e mio cugino ci aspetta, ma c’è anche un’altra persona, un tipo un po’ più anziano di noi, sui 45 anni:
-E lui????- Chiedo io
-Lui è Roberto, un mio collega e grande amico! Mica ti dispiacerà, vero? Gli ho già spiegato che deve dire che noi siamo di Livorno….-
Beh, ormai è fatta, non ci resta che aspettare, bevendo un po’ di birre e alcolici vari, tanto per caricarci un po’ e vincere la tensione e la timidezza. Finalmente suona il campanello. Diletta entra e saluta tutti, compresi mio cugino Claudio e il suo amico Roberto, che come promesso si spacciano per colleghi livornesi. Lei è splendida: si è di nuovo truccata un po’ pesantemente, con un rossetto scuro e carnoso e gli occhi accentuati da un bel rimmel e da un po’ di colore. Forse è stata dal parrucchiere nel pomeriggio, perché i suoi capelli sono curatissimi, un po’ più corti del solito, con un taglio un po’ all’olandese e di un bel color rosso mogano brillante. Al collo ha un nastrino nero con uno strano ciondolo quadrato, e sotto un cappottino verde lungo indossa uno dei suoi consueti abitini, rosso fegato, attillato e lungo fino al ginocchio, abbottonato sul davanti, con calze nere e i suoi stivali neri. Si toglie il cappotto e ci chiede se c’è qualcosa da bere anche per lei, e ovviamente tutti si affrettano ad offrirle qualcosa. La situazione è un po’ strana, stavolta nessuno è abbastanza ubriaco da fare la prima mossa, allora chiacchieriamo per un po’, con lei che scherza e beve la sua birra tranquillamente. Ma alla fine è lei che decide di muovere la situazione: appoggia il bicchiere vuoto, e senza troppi indugi si sbottona il vestitino e lo lascia cadere a terra, lasciandoci quasi a bocca aperta per la meraviglia:oltre agli stivali e a quello strano e sensuale ciondolo al collo, stavolta non indossa autoreggenti, ma uno splendido completo di pizzo nero a fiori, reggiseno, perizomino semitrasparente e reggicalze, ad esaltare il suo bel corpo candido..Sorride maliziosamente sedendosi sul tavolo, e in un attimo le siamo praticamente tutti addosso, accarezzandola e tastandola dappertutto, e contendendoci la sua lingua per assaporarla avidamente.
Diletta si lascia subito andare, sdraiata sul tavolo, mentre le palpiamo le tette, la pancia, le gambe già divaricate. Mio cugino è il primo a chinarsi per assaggiarle la fica, leccandogliela mentre noi ci spogliamo rapidamente. Lei si gira a pancia sotto sul tavolo, e a turno, ognuno di noi le fa assaggiare il proprio cazzo, mentre dietro di lei mio cugino continua a leccarle la passera avidamente, tenendole le gambe divaricate. Nessuno si attenta a spogliarla più di così: è splendidamente troia, con i suoi stivali, il reggicalze e l’intimo nero “anche se le mutandine sono ormai già sparite, chiaramente). La chiaviamo tutti quanti, a turno, lei sul tavolo a pancia sotto, e noi da dietro, lo spettacolo è fantastico, e lei si rivela infoiata come non l’avevo mai vista, mugolando e gridando, e dopo aver provato ognuno dei nostri sei cazzi in fica, ci sorprende con una richiesta da vera puttana incallita:
-Voglio tutta la vostra sborra in gola, Maiali! Avanti, fatemela ingoiare tutta!!-
A turno le sborriamo dentro la bocca, rivoli di sperma le colano dagli angoli delle labbra, ma lei continua a succhiare e ingoiare senza fermarsi, tanto che non facciamo a tempo a sborrare che i nostri cazzi sono già di nuovo duri. Comincia la litania del turpiloquio, e anch’io stavolta mi ritrovo a chiamarla cagna, troia, e così via. Mio cugino si rivela particolarmente porco, e il suo amico non è da meno: sono loro a godersi la prima doppia penetrazione, senza nessuna difficoltà, dimostrando una invidiabile esperienza nel settore. Roberto, in particolare, che le sta affondando il cazzo nel culo, la tiene per le spalle, costringendola a inarcare la schiena, cosa che sembra piacerle moltissimo. Diletta si concede senza problemi a tutti noi, facendosi penetrare fica e culo da ognuno, con la bocca continuamente piena di cazzo e le mani impegnatissime! Andiamo avanti così per un bel po’, sborrandole tutti quanti addosso e in corpo più e più volte, ma voglio essere io, stavolta, l’ultimo a cedere! Alla fine , lei, esausta, si concede all’ultimo giro, abbandonandosi a pancia sotto sul tavolo, con le gambe divaricate, e a turno si lascia inculare in quella posizione da ognuno, chi più violentemente, chi ormai sfinito ma ancora con la voglia di sfondarle il culo chiamandola “vacca rotta in culo” e cose simili. Io aspetto l’ultimo turno, ho già sborrato tre volte, ma stavolta il mio cazzo ha retto bene ed è ancora duro: quando tocca a me e mi avvicino, vedendola ansimante, con tutta la schiena impiastricciata di sborra, e il buco del culo completamente dilatato e arrossato, avverto un misto di disgusto e di dispiacere. Ma dura un attimo: mi basta guardare i suoi bei lineamenti, con tutto il rimmel colato sotto gli occhi, e subito mi torna la voglia! Le afferro i capelli, con una mano, tenendola contro il tavolo con l’altra e le affondo il cazzo nel culo ormai sfondato.
-E’ quello che volevi, vero Diletta? Sentirti troia come sei veramente, eh?-
La sbatto con tutte le mie ultime forze, strappandole ancora qualche gridolino, prima di sborrarle per l’ultima volta dentro il culo. Non so con che coraggio sia tornata a casa, in quelle condizioni: mi sembra impossibile che Daniele non si sia accorto di nulla!!!
QUINTA PARTE
Passa diverso tempo, prima di rivedersi. Anche le nostre cene a quattro, per un po’ di tempo, non avvengono; un paio di volte mi vedo con Daniele, scoprendo di sentirmi molto meno a disagio. Mi sento sempre più consapevole che il gioco con Diletta non arriverà mai a nessuna implicazione sentimentale, anche perché ormai è chiaro, io e lei cerchiamo nei nostri piu o meno occasionali incontri quella perversione che in un rapporto sentimentale difficilmente può esistere: io per trattarla come non potrei mai riuscire a trattare mia moglie, e lei per fare tutte quelle cose che una donna non può chiedere al proprio uomo. Comunque passa del tempo, senza avere nessun contatto. Fino alla settimana dopo Natale. Io sono in ferie, e una sera fissiamo una cena insieme al gruppo dei vecchi amici. Daniele non c’è: il suo lavoro, specie d’inverno, lo porta spesso a passare diversi giorni fuori città, e in quei giorni è a Roma. Ci troviamo tutti quanti per una pizza ad una pizzeria di un circolo del tennis, e poi i più irriducibili di noi si trasferiscono al consueto pub, per chiudere la bella serata. Mentre parcheggio l’auto nella grande piazza davanti al Pub noto un gruppo di ragazze che chiacchierano. Riconosco Diletta, tra loro, e decido di andare a salutare.
-Che fate di bello?- chiedo, dopo i vari saluti, baci e abbracci, visto che le conosco quasi tutte.
-Siamo state a cena fuori per il compleanno di Patrizia. E ora si va a casa. E voi?-
-Noi stiamo andando al Pub. Ci sono anche gli altri del vecchio gruppo…-
-Allora vengo a salutare!- dice Diletta, -Anzi, Ti va di bere qualcosa con loro, Daniela?- chiede rivolgendosi alla ragazza accanto a lei, una ragazza piccolina, con lunghi riccioli castani, un seno bello prosperoso e gli occhiali, che non avevo mai visto, e tutto sommato carina.
-Va bene, tanto sono tua ospite, decidi tu!-
Diletta me la presenta come Daniela, appunto, spiegandomi che è una sua cara amica, meridionale, che ha approfittato delle feste di Natale per venirla a trovare e che, vista l’assenza di Daniele, adorme a casa loro.
-Siamo senza macchina, ci riaccompagni tu, dopo, Stefano?-
-Certamente!- le assicuro. Ci fermiamo per un’oretta al Pub, tra un brindisi e l’altro, poi gli altri amici se ne vanno, e allora anche noi ci dirigiamo verso casa, tutti e tre allegri e, specie le due ragazze, un po’ alticci. Giunti sotto casa di lei, Diletta mi invita a entrare per un po’. Non ci vedo nulla di male, vista la presenza di Daniela, e non ho molta voglia di tornare a casa, dopotutto non è nemmeno tardi, quindi accetto. Mi siedo sul divano, seguito da Daniela, mentre Diletta si preoccupa di prepararci da bere, offrendomi un Gin Tonic piuttosto carico di Gin, sia a me che a Daniela. Diletta si siede davanti a noi, e chiacchieriamo allegramente. Io mi alzo per guardare la bella collezione di videocassette e DVD del mio amico Daniele, che gli invidio sempre. Scopro che ha anche qualche film porno, e mi soffermo a guardare.
-Vuoi mettere un film?- Mi chiede Diletta.
-No, certo… sono solo curioso di vedere cosa avete, come sempre. Questi non li avevo mai notati…-
-Beh, di solito li teniamo dentro l’armadietto….- risponde lei, sorridendo, -Ma se vuoi, mettine uno, dai!-
-Che roba è?-chiede Daniela, con la voce un po’ impastata dall’alcool
-Roba mooolto allegra!- le risponde Diletta, ridendo; -Dai, Stefano! Fai vedere che roba è a Daniela!-
Io ne prendo uno, lo metto nel video registratore e accendo la tv, sedendomi di nuovo accanto a Daniela.
-Hey! Ma quello è una cazzo!- esclama la ragazza, traballando, e noi scoppiamo a ridere.
Guardiamo qualche scena, commentando, ridendo e scherzando, anche se un porno è sempre un porno, e guardarlo con due donne, un po’ di eccitazione la mette! Oltretutto Daniela sembra davvero piuttosto sbronza, seduta scompostamente sul divano, con la testa appoggiata alla mia spalla, e non posso fare a meno di buttarle generose occhiate all’abbondante scollatura.
-Hai visto che belle tette che ha Daniela?- Dice Diletta, notando le mie sbirciate, e facendomi trasalire.
-Già! Molto carina, la tua amica….- rispondo, tanto per dire qualcosa.
-E allora perché non provi a scopartela? Sono sicuro che a lei non dispiace….-
Resto di sasso, ma mi riprendo quasi subito: ormai niente più mi sorprende di Diletta!
Provo allora a mettere una mano sulla gamba di Daniela, che mi sta sorridendo con aria piuttosto assente, un attimo dopo le sto frullando la lingua in bocca, mentre le palpo generosamente il seno, duro e abbondante la libero della maglietta, leccandole le tette e scostando il reggiseno per farle uscire. Diletta, seduta davanti a noi guarda, con il suo solito sorriso malizioso sulle labbra.
Allora vado avanti, sbottono i pantaloni di Daniela e li sfilo, infilandole la mano tra le gambe e sentendo le mutandine già un po’ inumidite. Gliele scosto, stuzzicandole il clitoride per poi abbassarmi a leccarglielo, lavorando con le dita dentro la sua fica. La sento fremere, allora mi apro i pantaloni e le guido la mano sul mio cazzo, facendole capire di menarlo bene, e riaffondo la testa tra le sue cosce, mentre Diletta continua a guardare. Poi mi alzo in piedi, portando il cazzo alla bocca di Daniela, e tenendola per i bei riccioloni, le tiro la testa verso di me per farglielo ingoiare. Diletta si è slacciata i pantaloni e si è tolta la camicetta, rivelando quel suo bel reggiseno rosa fucsia, e si sta accarezzando la fica, seduta di fronte a noi. Io sono a mille! Scopo Daniela lì, sul divano, senza che Diletta però si avvicini. Forse stasera ha solo voglia di guardare…
La mia scopata finisce con una bella sborrata sulla pancia e sulle tette della riccioluta amica, dopodichè mi siedo di nuovo accanto a lei, per riprendermi. Ma solo per poco, perché adesso Diletta si fa avanti:
-Non crederai mica di aver finito, vero? Ora tocca a me-
Viene verso di me carponi, prendendomi le gambe e affondando il cazzo, ancora bagnato, nella propria bocca. La scopo a pecorina, lei con le ginocchia a terra e il corpo appoggiato sul divano, mentre adesso è Daniela che ci guarda e si tocca. Provo a leccare le tette di Daniela mentre fotto Diletta da dietro, e lei si avvicina per avvantaggiarmi. Finisco per sborrare sulla schiena di Diletta, soddisfatto ma ancora eccitato, tanto che dopo pochi minuti mi trovo di nuovo a dedicarmi all’amica meridionale, chiavandola a terra, sul tappeto, tenendole le gambe alzate e spalancate. Comincio ad essere stanco, e la scopata finisce per rallentare di intensità, ma vengo anche stavolta, poche gocce che vanno a cadere sulle cosce di Daniela e sul povero tappeto di Daniele! A questo punto sono stanchissimo, ma Diletta non vuole saperne di ricevere meno della sua amica. Prova a stuzzicarmi il cazzo, che si rialza orgoglioso ai colpi della sua lingua veloce e allenata. Ma io non ne ho davvero più. Però non voglio deluderla, e allora mi decido a allargarle le gambe, infilando la testa dentro e leccando con voluttà, penetrandole la fica e il culo con le dita, profondamente e senza troppi complimenti. Lei geme, urla, si divincola tutta e alla fine la sento fremere nell’orgasmo, e mi rialzo per metterle la lingua in bocca, con la faccia tutta bagnata dai suoi umori.
Me ne vado a casa, soddisfattissimo e barcollante. Meno male che mia moglie dorme già!
SESTA PARTE
Con l’inizio del 2005 credevo che i nostri incontri si sarebbero fatti più radi, fino anche a cessare. E invece nella seconda metà di gennaio ci siamo rivisti “per bere una birra”, come dice lei: 2 belle ma scomode serate terminate scopando in auto, senza particolari sorprese. I primi di febbraio lei mi chiama di nuovo, proponendomi di cenare insieme. Io, ansioso come sempre, mi insospettisco, temendo impreviste quanto indesiderate dichiarazioni sentimentali. Ma non posso certo rifiutare, così mi invento una cena con gli amici del calcetto per giustificarmi con mia moglie, e vado all’appuntamento. E’ una serata fredda e umida, ceniamo alla pizzeria King, lei indossa un paio di pantaloni attillati neri e un golfino di lana stile etnico color rosso mattone, ma è deliziosa anche così. Parliamo e scherziamo di tutto un po’, e i miei timori si rivelano infondati. Mi dice che Daniele è fuori città fino a fine settimana, così andiamo da lei per chiudere la serata. Mentre siamo ai consueti preliminari, Diletta mi fa una strana confessione:
-Sai cosa mi piacerebbe? Avere qualche foto mentre faccio sesso…. Trovo che sia molto eccitante l’idea di essere fotografata-
L’idea mi eccita all’istante.
-Daniele non te ne ha mai fatte?- Le chiedo, malcelando l’interesse.
-Si, ogni tanto. Ma io intendo mentre faccio sesso, non mentre faccio l’amore con lui…-
Lei allora mi spiega il suo piano: mi dice che le piacerebbe che io organizzassi un’altra serata come l’ultima con i miei colleghi di Bergamo, durante la quale io dovrei occuparmi di fare un po’ di foto.
-Però ci sono delle regole precise: Innanzitutto voglio solo uomini che vengano da fuori città e che non ci sia il rischio di conoscere, ma questo lo sai già. E poi, siccome non voglio correre rischi, dovrai essere solo tu a fare le foto, usando la mia macchina fotografica e basta, così sarò sicura che le foto le avrò solo io!-
-Ma se le tieni per te, le foto, io che ci guadagno a farle??-
-Il semplice gusto di farle. Non ti sembra abbastanza eccitante???-
La sua malizia mi convince anche stavolta, e concludiamo la serata scopando a tutto spiano, sul tappeto e sul divano.
Quando arriva l’ora di andarmene, lei mi dice:
-Allora organizzi qualcosa, Stefano? Daniele tra 2 settimane parte di nuovo, e sta in Belgio per cinque giorni.-
-ok, ci provo!!-
Nei giorni successivi, la cosa diventa un’ossessione, non riesco a pensare ad altro. Chiamo mio cugino Claudio, ma lui purtroppo non è disponibile, e non se la sente di lasciarmi l’appartamento. Mi dice comunque che il suo amico Roberto sicuramente viene, se lo chiamo. Il problema diventa trovare un posto. Chiamo i colleghi di Bergamo, dicendo loro che sto organizzando un festino il giorno sabato 26, ma sono disponibili a venire solo Luca e Massimo (figuriamoci, quando si parla di porcate, lui non si tira mai indietro….), tutto sommato siamo quattro uomini, e non mi sembra certo male. Ma manca ancora il posto, e non so proprio dove e come fare. Alla fine sto per rinunciare, quando mi viene in mente una possibile soluzione: potrei provare a coinvolgere Tommaso, un collega di 45 anni della nostra filiale di Bologna, che ha una casa al mare, a circa un’ora da qua, e che spesso fa racconti generosi delle sue serate con puttane e donne varie.
Lo chiamo, e lui accetta subito.
A questo punto è tutto organizzato, ma l’idea delle foto mi intriga veramente, e vorrei trovare il modo di riuscire a tenerne almeno qualcuna per me. Però capisco anche lei, che non si fida ad avere sue foto compromettenti in giro. Penso a come potrei fare, e alla fine faccio un tentativo: telefono a Daniele, e con la scusa di voler comprare una macchina fotografica digitale, riesco a farmi dire che macchina fotografica hanno loro. Mi dice di averne due: una Vivitar, che lui usa quando va in giro perché piccola e comoda, e una Fuji. Allora vado in un negozio e compro una scheda di memoria per le macchine della Fuji, sperando che la cosa vada a buon fine. Così, sabato 26 febbraio, dopo aver detto a mia moglie che abbiamo organizzato una serata di poker con i colleghi di lavoro, e che quindi con ogni probabilità sarei tornato molto tardi ci troviamo come d’accordo: passo a prendere prima Roberto, e poi i due bergamaschi alla stazione. Diletta preferisce venire da sola, sono d’accordo che lei mi chiama appena arrivata in zona mare, così le spiego la strada, Noi quattro arriviamo a casa di Tommaso,e lo troviamo bello teso e gasato; ha pure portato un amico, un certo Carmine, sui 50-55 anni, che Tommaso ci presenta come gran puttaniere. Non è decisamente giovanissimo, e neppure bello, spero che Diletta non muova obiezioni… Siamo tutti gasatissimi, Tommaso ci offre da bere, e chiacchieriamo tra noi allegramente. La casa di Tommaso è carina, con una grande taverna, con un bel camino acceso, un grande divano a elle e un lungo tavolo di legno massiccio, per almeno otto posti a sedere. Finalmente il mio cellulare squilla: spiego la strada a Diletta, e dopo venti minuti, lei arriva. Indossa un cappotto stile trench, scuro, lungo fino al ginocchio. Sotto le si vedono le calze nere velate e i suoi consueti stivali neri con il tacco. Ha i capelli ordinatissimi, di un colore rosso molto brillante, con un taglio alla francese che le dona moltissimo, le labbra impreziosite da un rossetto carnoso ma vivace, il rimmel e un po’ di trucco sugli occhi, pesante ma non troppo, e il solito monile di forma quadrata al collo. Dopo i saluti e le dovute presentazioni, lei va subito al sodo, chiedendo:
-Stefano vi ha già detto tutto, o no?-
Rispondiamo di si, allora lei puntualizza:
-E’ una cosa che faccio per sfizio, ma non voglio scherzi, ok? Solo Stefano deve fare le foto, nessun altro! E solo con la mia macchina fotografica. Se qualcun altro scatta foto, con cellulari o altre macchinette, me ne vado subito!- E mi consegna la sua macchina fotografica, che con mia grande soddisfazione è proprio una Fuji!
Siamo tutti seduti sul divano, Diletta si slaccia il cappotto per toglierselo. Tutti rimaniamo impietriti, con Carmine che si lascia scappare un “…..sti cazzi!!!”, nel vedere che sotto il cappotto Diletta indossa solo il reggicalze e il completino di pizzo nero che già le avevo visto la volta prima! Uno spettacolo! Io comincio subito scattandole un paio di foto, e lei sta subito al gioco, mettendosi in posa e cominciando a muoversi davanti a noi in modo provocante. Comincia il giro dei pompini, con lei inginocchiata e noi seduti lì, in fila, sul lungo divano di Tommaso. Io mi alzo per fotografare, e senza farmi notare, provo a sostituire la scheda della macchina fotografica, continuando poi a scattare. Lei succhia i nostri cazzi avidamente, uno dopo l’altro, emettendo qualche mugolio di compiacimento, mentre noi ci scambiamo apprezzamenti sulla sua bravura. Dopodichè Carmine il puttaniere ci chiede aiuto per alzarla, prendendola per le ascelle e per le gambe, e adagiandola sul tavolo. Le allarga le gambe e si tuffa a leccarle la fica, mentre noi altri cominciamo a palparla e baciarla. Io mi dibatto tra scattare foto e tastarle le tette e le cosce, impegnatissimo. Carmine si dimostra in effetti un ottimo ed esperto puttaniere, voltandola su un fianco e scostandole le mutandine per scoparla sul tavolo, permettendo così a noi altri di arrivare più facilmente con i nostri cazzi alla bocca di Diletta. Le lasciamo indosso solo il reggicalze e gli stivali, scopandola a turno, con lei che ci incita a sfotterla forte ogni qualvolta ha la bocca libera dai cazzi per qualche secondo. Ci scambiamo frequentemente di posto, con lei sempre adagiata su un fianco che si lascia scopare senza sosta, la bocca e le mani impegnae con i nostri cazzi ormai durissimi. Massimo e Carmine si rivelano particolarmente accaniti nell’apostrofarla e nell’incitarla a comportarsi da troia, e lei sembra particolarmente scatenata dalla cosa. Io intanto continuo a scattare foto, sperando che nessuno si accorga che ogni tanto cambio scheda.
-Che ne dici di fotografare questa troia mentre le sborro in faccia?- propone Carmine, e lei rincara:
-Si, dai! Fotografami mentre mi venite tutti quanti addosso!-
Carmine le esplode un fiotto di sperma abbondantissimo sul viso, mentre lei ancora si sta facendo scopare sul tavolo da Luca. La facciamo girare a pancia su lì, sul tavolo, e a turno le schizziamo il viso. Io continuo a scattare, facendole dei primi piani da brivido, e lei ride, ricevendo di gusto una bella doccia di sborra, che finisce per inzaccherargli tutta la faccia e i capelli. Le foto di lei con tutto il rimmel colato sugli occhi, intrisa di sperma sono eccitantissime, meglio di qualsiasi foto porno che avessi mai visto prima.
Ovviamente la serata non finisce lì. Anzi, è proprio Carmine che continua a tenere l’iniziativa, da autentico vecchio porco: con lei ancora gocciolante di sperma, lui si sta già masturbando per farselo tornare duro, la prende delicatamente ma con decisione per un braccio, la fa alzare dal tavolo e la mette in ginocchio sul tappeto:
-Ho bisogno delle tue labbra, bella troia…. Ingoiami ancora il cazzo, che così ti scopo di nuovo come piace a te.- Senza neanche aspettare risposta, le infila il cazzo tutto in bocca, spingendo forte:
in cinque minuti siamo di nuovo tutti in tiro, neanche ci preoccupiamo del nostro sperma che si sta asciugando addosso a lei, da quanto siamo infoiati. Diletta, dal canto suo, sembra più impazzita di noi, e ingoia cazzi a tutto spiano, incitandomi a fotografare e invitandoci a scoparla di nuovo.
La scopiamo di nuovo, e cominciamo a incularla a turno, sul tappeto, lei a quattro zampe e noi che senza alcun ritegno le passiamo dalla fica al culo alla bocca, a turno. Lei è scatenata, noi pure, con Carmine e Massimo che insistono nel chiamarla troia, puttana, cagna, e in ogni altro modo possibile, e lei che mugola come una vacca e chiede cazzi in continuazione. Roberto e Carmine la sottopongono a una doppia penetrazione da cardiopalma, sbattendola di brutto. Ognuno di noi, a turno finisce per sborrare di nuovo, stavolta a propria discrezione: chi nel culo, chi (come me) sulla schiena, chi di nuovo in faccia, chi come Massimo che le intima di aprire la bocca e le spara una schizzata in gola. La serata va avanti, rallentando di ritmo, ma non per questo di intensità: lei continua a farsi scopare come una troia, via via che ognuno di noi torna alla carica. Io vado in bagno, ma mi accorgo che Tommaso mi segue e entra in bagno con me.
-Allora, facciamo i furbi, eh?-
-Cosa intendi???-
-E dai Stefano, non fare il finto tonto! Mi sono accorto del giochino che fai, con la macchina fotografica…. te le vuoi tenere tutte per te, o le spartisci anche con noi???-
-Piuttosto distruggo la scheda, Tommaso! Lo so, faccio il furbo, ma non voglio che le foto girino. Lei è sempre una amica, e soprattutto la donna del mio migliore amico, non voglio rischiare di crearle problemi!-
-Azz!!! Le vuoi davvero bene, si! Stai lì a buttarglielo nel culo come se fosse una troia da mille lire e la fai sbattere da tutti senza ritegno!!! E che bel rispetto, anche per il tuo amico…-
-Senti, non ti ci mettere…. E in quanto a lei, non è colpa mia se è così troia, e se le piace così.-
-Allora facciamo un patto: io non dico a nessuno delle foto, ma tu poi me le passi, ok?-
-Neanche per scherzo! Poi le ritroverei a giro per tutta internet scommetto!!!-
-Va bene, va bene…. Allora potresti stamparle e mandarmele stampate…. Io mi accontento. Sennò vado di là e ti sputtano! Ma fidati, non sono stronzo, e ho famiglia pure io…-
Mi convince, e ci accordiamo così, senza far sapere nulla agli altri.
Torniamo in sala, e Tommaso ridendo mi dice:
-Dai Stefano, ricomincia a fare un po’ di foto a questa gran troia della tua amica Diletta! Non vedi che le piace essere immortalata mentre prende cazzi dappertutto?-
Io sono un po’ incazzato, ma vedere Diletta che mi sorride, sdraiata a pancia sotto sul divano mentre Luca la fotte da dietro e Massimo le tiene i capelli per invitarla per l’ennesima volta a ingoiare il suo cazzo, mi fa subito eccitare di nuovo, e mi rituffo nei giochi.
Andiamo avanti per un bel po’ ancora, chi più chi meno, scopandola, inculandola, sborrandole dentro e addosso, anche se sempre meno copiosamente, come logico. Verso le 3 di notte siamo tutti ormai esausti, tranne il 55enne Carmine, talmente porco da non riuscire a smettere di sbattersela:
-Dai, fai un po’ di foto mentre finisco di sfondarle il culo, a questa troia!!- mi dice, sudato fradicio, mentre tiene Diletta ferma contro il tavolo, a pancia sotto e a gambe divaricate, spingendole il cazzo profondamente nel culo con un ritmo ancora bello alto, facendo un gran rumore e sculacciandola ogni tanto.Ma la foto che scatto è l’ultima, prima di esaurire lo spazio della memory card. E anche noi, a quel punto siamo esauriti.
Ci salutiamo alla fine: per me è tardissimo, e devo tornare a casa e giustificarmi bene con mia moglie. Diletta si riprende la macchina fotografica e se ne va prima di noi. Il lunedì successivo mi chiudo nel mio studio, a guardarmi le foto che sono riuscito a tenermi: una quarantina di scatti fantastici, dove Diletta mi appare come una troia incredibile! Mi affretto a stamparle e a spedire le stampe a Tommaso, che il venerdi mi chiama per ringraziarmi e per dirmi che quando voglio lo rifacciamo!
SESTA PARTE
Ormai mi sto abituando alla situazione, finalmente. E la cosa mi piace: sapere che ho una amica che non mi può tradire, troia fino all’inverosimile, con la quale posso dare sfogo a un sacco di perversioni, visto che anche lei cerca questo in me, è fantastico! Ogni tanto mi ritrovo a riguardare le foto di quella splendida serata, e mi vengono in mente un milione di giochino proibiti. Ma non ho il coraggio di proporglieli, sono pur sempre un uomo piuttosto timido, tutto sommato. Nella seconda metà di Marzo io e Diletta usciamo di nuovo insieme. Le serate cominciano a farsi meno fredde, e la cosa non è male, per chi vuole fare sesso e non ha un posto dove andare. Così, dopo aver bevuto qualcosa in un locale in centro, ci spostiamo in auto. Lei mi spompina mentre guido, cercando un posto dove fermarmi, e io le carezzo le gambe avidamente, cercando con gusto il bordo delle autoreggenti sotto la gonna color sabbia.
-Vai in quel posto sotto la ferrovia- mi suggerisce lei.
Giunto sul posto spengo l’auto, mentre lei continua a spompinarmi generosamente, accomodandosi meglio sul sedile per permettermi di arrivare con le dita a scostarle il perizoma e a stuzzicarle la fica e il buchetto del culo. Siamo eccitatissimi entrambi, io accendo la lucetta interna dell’auto per rendere la cosa più eccitante, poi reclino il sedile, spingendola indietro, allargandole le gambe, e chinandomi su di lei per leccarle la fica ormai ben bagnata. La scopo pesantemente, con le sue gambe appoggiate al mio petto, e mentre scopiamo mi accorgo che un’auto si è fermata poco lontano: probabilmente un’altra coppia. Le vengo dentro, continuando poi a stantuffarla, per cercare di far tornare duro il mio cazzo. Lei allora cerca di mettersi su un fianco. La macchina è scomoda e angusta come sempre, ma la serata non è fredda, e forse si starebbe meglio fuori. Apro i finestrini ormai appannati, e mi accorgo che a qualche metro di distanza ci sono due uomini che ci stanno guardando, e che probabilmente (nella penombra è difficile vedere bene) si stanno anche masturbando. Io mi blocco un attimo:
-Che c’è?- mi chiede lei.
-Ci sono due uomini….. - le dico
-Ma stanno venendo qui???-
-No, ma ci stanno guardando….-
-Beh, allora non fanno niente di male. Non ci pensare e fottimi ancora!-
Allora io riprendo a scoparla, tenendole la gamba destra leggermente sollevata per arrivarle meglio dentro. Dopo un po’ lei si divincola un po’, facendomi capire che vuol cambiare posizione, e mettendosi a quattro zampe sul sedile. Comincio a scoparla da dietro, e noto che lei guarda fuori dal finestrino, per controllare dove siano i due guardoni, i quali adesso godono decisamente di un’ottima visuale.
I due si avvicinano, fino ad arrivare a pochi centimetri dalla macchina, ma noi continuiamo a scopare, con Diletta che guarda i cazzi che si masturbano per lei. Uno dei due attenta qualcosa di più, infilando un braccio dentro la mia auto e cominciando a palpare le tette di Diletta. Lei sembra gradire le nuove attenzioni, ma non accenna a coinvolgerli diversamente. Provo a dirigerle la testa verso il finestrino, per vedere se ha voglia di ciucciare quei cazzi sconosciuti, ma dalla sua resistenza capisco che lei vuole limitarsi a farsi palpare. L’altro intanto ha imitato il suo amico, e le sta accarezzando il culo, penetrandolo poi con un dito. Io la scopo furiosamente, imbizzarrito dalla situazione, l’ennesima perversione da sfogare che diventa realtà. Il tizio che le sta palpando le tette esplode, schizzando di sborra il finestrino semiaperto, e a questa visione non resisto più, e anch’io sborro di nuovo, sfilandole il cazzo dalla fica per spruzzarle la schiena. I due se ne vanno lasciandoci di nuovo soli, con lei che si mette a ridere divertita e ancora eccitata. La riporto alla sua auto malvolentieri, ma ne sono costretto, vista l’ora.
Un paio di settimane dopo lei mi invita di nuovo “a bere una birra”; io mi invento una partita di calcetto per mettere a posto mia moglie e la raggiungo nel solito Pub. Siamo ormai in Aprile, fa abbastanza caldo anche la sera, e lei indossa un curioso abitino di maglia rosso, con cappuccio e braccia scoperte, lungo fino al ginocchio. Sotto ha un paio di calze velate chiare e un paio di scarpe rosse col tacco. Beviamo un po’, io mi accorgo che lei ha particolarmente voglia, perché già nel pub mi sfiora spesso il rigonfiamento dei pantaloni, con sguardi maliziosi e accattivanti. Io le accarezzo una coscia, entrandole sotto il corto vestito, ed eccitandomi nello scoprire il lacciolino di un reggicalze.
-Andiamo a dare un po’ di spettacolo da qualche parte?- Mi sussurra lei, in un orecchio.
-Vuoi andare dove siamo andati l’altra volta?-le chiedo, con voce arrochita dall’eccitazione.
-Beh, va bene….. Ma magari conosci un posto anche un po’ più frequentato….-
Non capisco bene le sue intenzioni, e resto un attimo interdetto.
-Ok, intanto andiamo, poi magari un posto ci viene in mente!- Suggerisce lei.
Paghiamo, e ci mettiamo in auto, con lei che non tarda molto a stuzzicarmi l’uccello con una mano, mentre con la lingua inizia a prendersi cura del mio collo e del mio orecchio destro.
-Che ne dici del parcheggio dei camion all’uscita dell’autostrada?- mi dice lei
-Beh, quello mi sembra fin troppo frequentato, no?-
-Appunto! Non ti sembra eccitante???-
Si, mi sembra eccitante eccome, ma non glielo dico e mi dirigo direttamente verso l’autostrada, dove appunto c’è un grande piazzale adibito a sosta per i camion. Entriamo nell’ampio spiazzo, dove ci sono alcuni Tir parcheggiati, ma vista l’ora non sembra esserci anima viva. Spengo l’auto e mi dedico a palparle le gambe, mentre lei mi ha ormai aperto i pantaloni e si abbassa per assaggiarmi il cazzo, già duro da un pezzo. Abbiamo i finestrini aperti, e l’aria fresca primaverile sembra incitare i sensi, Lei sembra eccitatissima, e mi succhia il cazzo avidamente, mentre io la sditalino, sollevandole la gonna.
-Accendi i fari!- mi dice lei all’improvviso, sollevandosi e guardandomi con un sorriso accattivante e quanto mai malizioso. Non so bene cosa abbia in mente, ma la assecondo, e accendo i fari. Diletta allora scende dall’auto e si mette proprio davanti alla luce dei fari, e muovendosi voluttuosamente si libera lentamente dell’abitino rosso, rivelando sotto di esso una delicata e sensualissima guepiere bianca. Io resto a guardarla, mentre continua a muoversi là fuori, interdetto tra l’uscire dall’auto e il continuare a godermi lo spettacolo. Lei viene allora dalla mia parte, aprendo lo sportello e accosciandosi davanti a me per ricominciare a spompinarmi. Io le palpo le tette, godendomi la vista di lei, in quella splendida guepiere, con il mo cazzo in bocca. Lei mi spinge di nuovo dentro, reclinando il seggiolino e salendomi a cavalcioni, con lo sportello che resta aperto. Guida il mio cazzo per farselo entrare nella figa e comincia a muoversi ansimando e gemendo. Il rumore di uno sportello che si chiude poco lontano mi mette in allarme, ma lei non smette, e anzi rincara la dose. Pochi secondi dopo scorgo la sagoma di un uomo vicino allo sportello chiuso, che ci sta guardando: Diletta si volta, lo guarda per un attimo, ma non smette di muoversi sopra di me, allora l’uomo prende coraggio, e si avvicina ulteriormente, infilandosi dentro al finestrino e cominciando a palpare le tette di Diletta. Io sono eccitatissimo, e incito Diletta a tenere un ritmo alto; il tipo fuori continua a tastarla, ma intanto si è tirato fuori l’uccello, e dopo esserselo menato per un po’, lo avvicina al finestrino e. presala per la nuca, tira Diletta verso di se. Lei stavolta non si fa pregare, e apre la bocca ingoiandolo con evidente piacere. Ben presto i rumori attorno a noi aumentano, e io vedo che altri due uomini si sono avvicinati all’auto. Ma io continuo a guidare i movimenti di Diletta tenendola per i fianchi, mentre altre due mani entrano dal finestrino e cominciano a tastarle le tette. Vedo l’altro nuovo arrivato che si infila nello sportello aperto e comincia ad accarezzarle il culo, e mi accorgo da un sussulto di lei del momento in cui lui le infila un dito nel culo. Lei adesso sta assaggiando anche il cazzo del nuovo arrivato, il quale sembra un po’ più rude del precedente, ma la cosa non sembra preoccuparla poi tanto. Ad un tratto uno dei due apre lo sportello, e mi sento letteralmente sfilare Diletta da sopra, lei ride divertita. Uno dei due è straniero, l’altro (quello più rude) meridionale, e subito piuttosto sboccato:
-Iamm’ bellezza…. Vieni fuori che ci divertiamo un po’! Ti piace o’cazzo assai, eh?-
Tenendola per un braccio la porta davanti alla mia auto, facendola inginocchiare, e spingendole il cazzo in gola. Gli altri due gli si mettono accanto, e anch’io mi precipito fuori, anche un po’ preoccupato.
-Uè! E’ tua moglie sta troia??- mi chiede il camionista meridionale
-E’ una mia amica….- gli rispondo, poco convinto
-E allora manco ti posso chiamare cornuto- risponde lui ridendo, -Però sta troia di tua amica succhia il cazzo come una vera puttana! Se vede che ti piace la minchia, eh?-
La fa alzare e girare, strappandole le mutandine senza alcun riguardo; le divarica le gambe, le fa appoggiare i gomiti al cofano della mia auto e comincia a fotterla. Noi tre guardiamo per qualche minuto, poi gli altri due si fanno di nuovo sotto, tastandola mentre lei si fa scopare da dietro. Ben presto ha di nuovo un cazzo in bocca, ma nel frattempo il numero di spettatori è aumentato: il rumore ha fatto arrivare altri tre camionisti. Il meridionale le sborra grugnendo sulla schiena, dicendole contemporaneamente qualcosa come “prenditi tutta sta’ sfaccimma, bella troiona” o qualcosa di simile. Un altro prende il suo posto quasi subito. Io resto lì a guardare, mentre Diletta si fa scopare pesantemente a turno da ognuno dei presenti, sul cofano della mia auto. Decido che è il mio turno, ma non me la lasciano scopare, e allora mi accontento di rimetterglielo in bocca, sborrando copiosamente quasi subito, riempiendole la bocca di sperma, che lei butta fuori dagli angoli della bocca. Questa cosa scatena una nuova azione da parte dei presenti: uno di loro la fa di nuovo mettere in ginocchio davanti ai fari, e a turno le bersagliano il viso e le tette con i loro schizzi, mentre lei ride soddisfatta, con rivoli di roba appiccicosa che le colano oscenamente dal mento e dai capelli. Sembrerebbe tutto finito, ma si fa avanti un grasso tipo con una maglietta rossa, pelato, che la solleva di nuovo, chiude lo sportello dell’auto, la mette con la testa e le spalle dentro il finestrino aperto, e comincia a chiavarla in piedi. Non soddisfatto le da una generosa leccata al culo, e poi le infila il cazzo in culo, spingendo a fondo e facendola quasi gridare. Ovviamente ricomincia la girandola, stavolta tocca anche a me sfotterle il culo, in quella fantastica posizione. Il suo sfintere è dilatatissimo, e quando sfilo il cazzo per sborrare, subito un altro prende il mio posto senza difficoltà. Lei si gode questa inculata multipla per almeno mezz’ora, cambiando posizione per mettersi più comoda accovacciata sul sedile posteriore, e ricevendo un’altra doccia di sborra sulla schiena e sulla sua bella guepiere bianca. Alla fine riusciamo a rimontare in auto e ad andarcene, lei oscenamente scomposta, con i capelli appiccicaticci e il trucco sfatto, che ride come una matta, e io quasi indignato da quanto è troia! La riporto alla sua auto, e le dico che avanti di questo passo rischiamo di esagerare veramente.
-Mi sembra che abbiamo già esagerato- mi dice lei, ridendo di nuovo, -Ma se non esageriamo adesso, e soprattutto se non esageriamo io e te insieme, quando mai potremo farlo????-
Mi sorride e se ne va. lasciandomi a pensare cosa altro può succedere la prossima volta….
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19 years ago
stenidofa,
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Last visit: 19 years ago
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Come imparammo ad amare il dogging....
Avevamo deciso di passare la serata fuori: una cenetta a base di pesce in un ristorante vicino a Fiesole, e poi magari una birra in qualche Pub del centro, tanto per non tornare a casa troppo presto.
Lei, mia moglie, era molto allegra, una di quelle serate in cui le leggi negli occhi la voglia di stare bene e divertirsi. Indossava una linguette color vinaccia con una camicetta nera semitrasparente che le ho regalato io, che lasciava intravedere l’intimo nero di pizzo. Un paio di stivali sopra le calze nere, un cappottino di jeans e il colore rosso dei capelli rifatti di fresco completavano la sua mise, tanto sexy da far venir voglia di rinunciare alla cenetta e chiudersi in casa fino al mattino dopo.
Ma dopotutto, una visione così sexy, è anche giusto condividerla con altri, no? E allora meglio la cenetta, dove ci si può anche divertire a carpire gli sguardi più o meno irriverenti degli altri avventori nei confronti della tua consorte….
Spaghetti alla scoglio, gamberoni alla griglia, frittura di pesce, ben due bottiglie di vermentino, caffè e ammazzacaffè, e la cena è archiviata, con la testa che si è fatta più leggera per l’ottimo (e abbondante) vino, e lei che continua a ridere e scherzare, allegra e soddisfatta. Decidiamo di continuare la serata altrove, magari in un pub come avevamo ipotizzato, allora saliamo di nuovo in auto e ci dirigiamo verso il Green corner Pub. Mentre siamo in auto noto il bordo scuro delle calze sotto la sua gonna: reggicalze o autoreggenti! Non le indossa così spesso, e la cosa fa salire di un bel po’ l’eccitazione, tanto che mi ritrovo quasi automaticamente ad accarezzargli la gamba per constatare se si tratta di reggicalze. Risposta affermativa! Lei mi guarda con aria compiaciuta e intrigante, e io capisco che ha decisamente voglia di giocare. Entriamo nel pub, che è molto affollato, prendiamo due birre e ci sediamo su due sgabelli, in un angolo. Chiacchieriamo bevendo, ma il suo sguardo mi fa capire molte cose, e anche i discorsi che affrontiamo finiscono per trattare di sesso. Lei mi sfiora continuamente con il ginocchio, e io le tocco la coscia, cercando continuamente il bordo della calza per sentire la pelle liscia. Mi rendo conto che sono in molti a guardarci, ma la cosa mi solletica ancor di più, e finisco col salire su con la mano fino a trovarle le mutandine, scostandole leggermente per sentire la sua fica già umida. Lei sussulta leggermente, ma non fa nulla per scoraggiarmi. La situazione è bollente, verrebbe voglia di scoparla lì, sul bancone della birreria, ma non si può. Finiamo la nostre birre e ce ne andiamo, eccitatissimi. Saliti in macchina, lei non mi da neanche il tempo di mettere in moto, baciandomi a bocca spalancata e tastandomi il rigonfiamento dei pantaloni, sbottando subito la patta per afferrarmi il cazzo. Riesco a partire, con lei che mi accarezza il cazzo, e con la lingua mi stuzzica il collo e il lobo dell’orecchio. –Fermati da qualche parte!- mi dice, con la voce resa roca dall’eccitazione.
Io non me lo faccio ripetere due volte, e cerco un posticino appartato dove parcheggiare: trovo un bel parcheggio nuovo, vicino ad un cimitero appena fuori dal centro abitato, scarsamente illuminato.
Il mio cazzo è già nella sua bocca, quando ci fermiamo, e io mi affretto a sditalinarla, trovandola fradicia come non mai. Improvvisamente mi viene un’idea: mi ricordo di avere la macchina fotografica nel cruscotto! La tiro fuori e la accendo.
-Che vuoi fare?- mi chiede lei, lasciava ed eccitata.
-Immortalare quanto sei bella e sexy stasera.- le rispondo, e le faccio una foto. Lei si appassiona al gioco, mettendosi in posa come può nell’angusto dell’auto, liberandosi della gonna. Io continuo a scattare, eccitatissimo, e lei, all’improvviso, scende dall’auto, con indosso solo calze, reggicalze mutandine e reggiseno (e i suoi bei stivali neri). La cosa mi diverte tantissimo, e mi ritrovo ad accendere i fari dell’auto per fotografarla meglio, mentre lei inscena una sorta di show, ballando seminuda alla luce dei fari. Fantastico! Il mio cazzo è durissimo, e alla fine rivendica la sua parte: la vado a riprendere e la faccio sedere sul sedile, con lo sportello aperto, guidandole la testa con le mani per farle imboccare bene il mio cazzo. Lei mugola mentre mi spompina, io allungo la mano per toccarle le mutandine, ormai fradicie, e tornare a sditalinarla. L’unica cosa che mi dispiace è non poter fotografare: ci provo, ma non riesco a inquadrare, e allora appoggio la macchina fotografica sul tetto dell’auto, concentrandomi sul cazzo che affonda nella sua bocca. All’improvviso sentiamo un rumore, proprio dietro le mie spalle: mi volto, e mi accorgo che c’è un’altra auto, dietro di noi, dall’altra parte, che non avevamo visto, e che un uomo seduto dalla parte del guidatore ci sta guardando, col finestrino abbassato.
-Ma c’è qualcuno là!- mi dice lei, allarmata, ma senza mollare la presa delle mani sul mio cazzo.
-Si, ma sarà un’altra coppia- le rispondo, -Comunque se vuoi ce ne andiamo…-
Lei senza rispondere riprende il lavoro di bocca, mandandomi in fuoco i testicoli e il cervello.
L’idea che ci stiano guardano mi fa impazzire, e il vedere che mia moglie non si scompone davanti a questa novità mi manda in estasi. Però poi sentiamo il rumore di uno sportello che si chiude, seguito da un altro: mi volto, e scopro che non si tratta di una coppia, ma di due uomini, che adesso si stanno tranquillamente menando il cazzo guardandoci, appoggiati alla loro auto.
-Vuoi che ci leviamo di qui?- le dico.
-Secondo te che intenzioni hanno?- mi chiede lei, continuando a slinguazzarmi il cazzo.
Io non le rispondo, e decido che ormai si deve ballare. I due tipi non si avvicinano, e allora ci tranquillizziamo.
-Non ce la faccio più, scopami, amore!- mi dice lei, e io latiro su per farla alzare.
-Rientriamo in macchina, però- aggiunge
Allora reclino i sedili ed entriamo, aprendo i finestrini e chiudendo gli sportelli. Lei si accovaccia a 4 zampe sul sedile, e io da dietro comincio a scoparla, prima piano, poi sempre più forte, facendola ansimare e rubandole diversi gridolini. Io però sussulto quando mi accorgo che gli spettatori si sono avvicinati fino a pochi centimetri dai finestrini; d’altra parte hanno ragione anche loro, prima gli diamo lo spettacolo e poi glielo togliamo, mica è giusto!
Ma non sembrano male intenzionati, si limitano a masturbarsi e a guardare, senza nemmeno fiatare. Anche lei li vede, ma continua farsi scopare senza scomporsi, anzi mi accorgo che sta guardando fuori dal finestrino, e che la sua eccitazione sta salendo. Anche uno dei due, probabilmente, se ne accorge, tanto che si avvicina ancora, infilando un braccio dentro l’auto e andando a palparle il seno senza troppi complimenti. Io ho un istinto di reazione, ma vedo che lei apprezza le nuove attenzioni, e allora lascio stare, godendomi la situazione. Ben presto lo sportello è aperto, io l’ho girata a pancia su, e la fotto mentre uno le palpa le tette e l’altro le accarezza una coscia. Non l’avevo mai vista cosi infoiata: ho sempre saputo che le piace essere troia, ma non così tanto!!! La vedo allungare una mano e cercare il cazzo del tipo che le sta palpando le tette, sostituendosi a lui nella sega; comincio a sperare di vederla ingoiare quel grosso cazzo sconosciuto, e vengo accontentato quasi subito! Le vengo dentro, ma sono così eccitato che il cazzo mi diventa di nuovo duro quasi subito, e allora continuo, sguazzando in una pozza di umori e di sperma con un piacere incommensurabile, mentre il secondo guardone le tocca il clitoride, pochi centimetri sopra il mio cazzo profondamente immerso nel suo corpo. Decido di dare a lui qualcosa di più eccitante da toccare, e la faccio di nuovo voltare a quattro zampe, così lui comincia ad accarezzarle le chiappe, scendendo con la mano fino allo sfintere anale e penetrandoglielo con facilità con le dita. Ormai l’auto è scomoda, ed è ridicolo avere remore: decido di uscire, guidando anche mia moglie fuori dall’auto:
-Però non voglio essere scopata da loro- mi dice lei. Mi sembra un po’ difficile impedirlo, ma sembra che i due capiscano, e si limitano a darsi il cambio davanti a lei, che li spompina volentieri chinata in avanti mentre io la fotto da dietro, in piedi.
Vedo un flash, e scopro che uno dei due si è impossessato della macchina fotografica. Andiamo avanti così per un bel po’, davanti ai fari di nuovo accesi dell’auto, con lei impalata dal mio cazzo mentre si gode i sapori nuovi dei due cazzi sconosciuti in bocca. Alla fine, quando sento che sto per venire, la invito (o meglio la spingo) a inginocchiarsi a terra, e a ricevere la mia sborrata sul viso. Lei apre la bocca avidamente, ma la mia sborrata non è così copiosa, visto che è la seconda. Però uno dei due guardoni mi si mette accanto, e decide di fare lo stesso e così anche il suo amico. Io resto lì a guardare la scena, mia moglie col viso imbrattato di sperma, eccitata e soddisfatta come raramente l’avevo vista prima! I due le fanno una carezza sulla testa, ci salutano sommessamente e se ne vanno, quasi fossero abituè di questo genere di incontri. Noi rimaniamo ancora un po’ lì, imbambolati a ridere e a baciarci, dopo averla ripulita un po’ alla meglio. Siamo tornati a casa, e abbiamo scopato di nuovo, tanto eravamo eccitati. Ma la scoperta di un nuovo gioco implica un nuovo stato di cose. E di esigenze!
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19 years ago
coppia3esibiziauto,
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Last visit: 18 years ago
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Grazie alla mia madre naturale
Ringrazio sinceramente la mia madre naturale di avere accettato le avances di mio padre mentre a culo all'aria era intenta a mietere il grano e sopratutto di aver rinunciato a me e lasciato che crescessi in seno alla famiglia paterna , allevato da quella che considero la mia vera madre . Se così non fosse stato non avrei avuto per precettrice la puttana più bella del paese , la più concupita , la più omaggiata . Sono stati in tanti a godere del suo corpo ma ora è solo mio , a mia discrezione e solo per me disteso tra le lenzuola nudo perchè io lo ammiri e sacrifichi su di esso la mia voglia . Quando l'avvicino e maneggio il cazzo teso sembra che mi diventi più lungo , più grosso , dalla forma asinina e la trivelli fino in fondo all'utero . Di lei ho ammirato lalibertà di darsi a chi voleva senza nessun legame o soggezione . E' sempre stata lei a dominare a dirigere e benchè sembrava sottomessa lo era solo per la posizione e godere al meglio del compagno . Quando ero a militare un po' per mascherare la mia voglia di maschi un po' per calmare i miei bollori conobbi una puttana che fisicamente era la sua copia ed ogni volta che mi accoppiavo con lei mi sembrava di possedere mia madre . Si esprimeva in modo volgare , sguaiato ma aveva il tuo fisico ed ogni volta che la stringevo tra le mani mi sembrava di avere lei e godere di lei . Quando mi avvicino al suo letto e la vedo con la bocca semiaperta il desiderio di chiavarla e sentire la sua lingua intorno al cazzo è immensa ed un barlume di civiltà m'impedisce di forzare tale apertura e riempirla . Non so fino a quando riuscirò a controllarmi . Ho tanta voglia di chiavarla o quanto meno vederla mentre viene posseduta da uno di quei cazzi lunghi e grossi che tante volte ho visto girare per casa per la sua gioia . Un cazzo di quelli che amerei vedere mentre la fa gemere è quello del portinaio che tante volte mi forza lo sfintere e mi gode nelle viscere . E' un cazzo stupendo , ben grosso , forse troppo ma pare che sia orientato a possedere culi maschili piuttosto che quelli di donna . E'un cazzo lungo come il mio ma è grosso il doppio e con una capocchia che ti fa venire le lacrime per prenderlo in bocca . Ormai è parte di me ed amerei dividerlo con lei . Chissà che un giorno..... Il sogno ricorrente è quello di essere inculato da tanto cazzo mentre prendo mia madre alla pecorina . O vederlo chiavarla mentre gli lecco le palle . Potrebbe il cuore non reggere a tanto . L'altra sera è venuta Giulia , la figlia di mia sorella quindi sua nipote , col moccioso di suo figlio maleducato perchè tocca dapertutto . Io la odio con la sua aria di santarellina . Il bambino ha fatto cadere tutti i fogli dei miei appunti dove scrivo i miei pensieri e descrivo la voglia di averla e meno male che quando mi ha aiutato a raccoglierli non li hai letti . Abbassandosi un seno ha fatto capolino perchè non protetto dal reggiseno e la scollatura era aperta oltre il lecito , subito la santarellina ha pontificato . Ad una certa età non bisogna andare in giro , anche se si sta in casa , discinta a mettere in mostra parti anatomiche che è bene tenere nascoste ed altre corbellerie del genere . E lei che insieme a sua madre vestite con pantaloni che sono più invisibili di un velo e senza mutande tanto che si distinguono le labbra della fica ed il buco del culo e con le camicette aperte fino al capezzolo vanno nel bosco antistante il condominio con la scusa di far passeggiare il cane mentre vanno a farsi inculare dal nugolo di africani che lo frequentano a questo scopo . Lei che è una lesbica spudorata e da ipocrita critica chi confessa di esserlo . Lei che pare che sul posto di lavoro abbia più clienti di quanti non ne abbia una professionista . Sua madre è stata licenziata perchè pare che portava via i clienti alle puttane che andavano lì a fottere e lei fa lo stesso . O forse ha immaginato qualcosa dal nostro comportamento r cerca di giudicare . Con quale diritto ? Quando mi soffermo su mia nipote mi sembra di vedere mia madre giovane e l'unico ricordo che ho di mio padre è legato a lei e ad un modo particolare di fare sesso . Magari il tempo ha modificato i miei ricordi ed i fatti si sono svolti in un altro modo ma alla base c'è quella chiavata . Ero seduto con mia sorella intorno al tavolo in cucina intento a fare ghirigori su di un foglio e mio padre , in una delle ultime volte che era tornato dall'ospedale , seduto accanto al caminetto . Giocava col cazzo e ad un certo punto si cavò i pantaloni ed esibì l'attrezzo duro e teso curvo verso l'alto e con una capocchia lucida e bruna che continuava a coprire e scoprire con movimenti lenti della mano ed intanto inveiva contro mia madre che tardava a tornare . Lo carezzava lo menava lo sbataccjiava e poi prese a pettinarne i peli che folti gli circondavano il randello . Io e mia sorella continuavamo a guardare e ridere per nulla imbarazzati forse perchè non era l'unica volta che lo vedevamo in quello stato . Mi sembra di ricordare di aver visto mia sorella toccarlo ma potrebbe essere solo frutto della mia fantasia . Ad un certo punto mamma torna tutta trafelata e gli chiede come mai avesse il cazzo fuori e lui protendendolo verso di lei le dice che ha voglia di sentire il caldo del suo nido . Rivedo mia madre in piedi sulla panca e mio padre che le affonda il viso in mezzo alle cosce mentre lei si pettina il vello rigoglioso . Poi vedo mio padre in piedi sulla panca e mia madre che lecca e ciuccia ed infine lui seduto e lei in ginocchio col bel culo esposto ai nostri sguardi e mentre un dito le apre la fica e la possiede intenta a ciucciarlo e bere il succo che le sfugge dalle labbra . Può essere che la mia fantasia abbia lavorato e mutato qualche particolare ma son sicuro che hanno chiavato in nostra presenza . Quando vidi la sborra che le colava dalle labbra pensai che papà aveva fatto una strana pipì per nulla uguale alla mia . Quante volte ho visto in seguito quella strana pipì sgorgare dalle labbra di mia madre o colarle lungo le cosce . E' l'unico ricordo che ho di mio padre e quella dovette essere l'ultima volta che lo vidi vivo perchè quella sucessiva era chiuso in una cassa di legno . Spesso ci penso prima di addormentarmi la sera quando intorno c'è pace e silenzio e si sente appena il respiro regolare di mia madre che dorme nella stanzetta accanto . Ed io la faccio rivivere e la faccio accoppiare con mio padre . E spesso confondo la figura e mi sostituisco a lui e come lui le sborro in bocca fino a vedere la strana pipì che sgorga copiosa . Vorrei raccontarle di questi ricordi e vorei farlo mentre la sto chiavando . Chissà se ci riuscirò un giorno . Intanto ogni sera mi sculetta davanti fino a quando crede che io mi sia eccitato abbastanza e va infine a letto dove sa che appena si sarà addormentata vado a spiarla per masturbarmi e godere di lei almeno con la fantasia .
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19 years ago
pompeo1pompa,
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Last visit: 18 years ago
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Grazie ai sogni
Avere la mamma bella è sempre stato per me motivo di orgoglio . I giudizi che raccoglievo al suo passaggio o le confidenze di colleghi di seghe mi confermavano quanto fosse bella ed io me ne innamoravo di più . A parte il fatto che i miei compagni m'illustravano i modi come avrebbero preso mia sorella se fosse stata disponibile e raramente le loro fantasie erano rivolte a mia madre e comunque quando erano eccitati giù commenti e colpi di manovella . C'era un uomo , Gianni , il sarto che mi ha vestito fino a quando sono andato a militare , e presso il quale passavo gli assolati pomeriggi estivi a chiacchierare nel suo laboratorio in compagnia di sua moglie Pina e di due lavoranti il quale mi chiedeva se zio Ercole fosse un assiduo frequentatore di casa mia , se vi restasse a dormire , se ci fossero altre visite , se mia madre si appartasse spesso con altri uomini ecc. All'inizio ero abbastanza smaliziato da rispondere evasivamente e negando che lo zio avesse rapporti con mamma ma poi cominciai a prendere gusto nel vedere lui o altri eccitati a saperla fottuta da qualcuno ed iniziai a fare delle ammissioni . Se Pina non c'era facevo delle confidenze ed eesageravo la verità . Gli raccontavo di quello che spiavo attraverso le sconnessure , di Giovanni che la prendeva dietro i mucchi paglia , delle seghe che faceva all'asino della monta mentre si toccava , dei cavalieri che la prendevano mentre lo stallone montava le loro cavalle ecc. E poi lo zio Ercole che quasi tutte le sere veniva a casa prima di rientrare a casa sua e cominciava a toccarla in nostra presenza e poi la portava in camera e là li sentivamo gemere e rantolare . gianni si eccitava ai miei racconti e lo vedevo torcersi sulla sedia per nascondere il gonfiore dei pantaloni e si calmava solo quando sua moglie rientrava . Cinque o sei volte l'anno c'erano le feste patronali con luminarie e spettacoli in piazza . C'era ressa ed intorno a noi c'era sempre un nugolo di giovinastri che cominciavano col fare apprezzamenti sulle varie parti del corpo e sopratutto sulla forma del culo di cui lei era fiera . Non era raro che qualcuno le fosse un po' troppo attaccato e le facesse sentire alle spalle il desiderio che prendeva forma e sostanza . La vedevo inarcarsi e mettere una mano dietro e fare strani movimenti ; alla fine ci portava a letto e lei tornava in piazza ad incontrare la compagnia di prima e con loro passare la nottata . Arguivo da ciò che diceva poi allo zio che passava dalle mani di uno a quelle di un altro per tutta la notte e solo quando aveva fatto il pieno tornava a casa . Mio zio si arrabbiava per il buon nome della famiglia ma si rendeva conto che non aveva nessun potere su di lei e doveva sopportare di dividerla con altri se voleva continuare a vederla . La parte più concupita era il suo culo e lei accettava che sull'altare dell'amore si incensasse ad esso ; e tanti hanno incensato . Lei amava , ed ama tuttora , metterlo in evidenza calzando sempre scarpe dal tacco alto . I commenti che ho sentito più spesso è che la si può inculare senza farla piegare . Ed io condivido . Quando di notte le faccio visita ed è girata con le spalle verso la porta ho modo di ammirarle la prugna in tutto il suo splendore e ben visibile tra le chiappe o quando è china per preparare la vasca da bagno la si vede aperta e pronta ad una eventuale introduzione . Da quella volta che sono riuscito ad avere un rapporto seppur blando e la sua mano non ha disdegnato di farmi una pugnetta io mi sono attaccato ancor di più e la desidero in modo maniacale . Sento che la sua libido si è risvegliata e mi pare che si renda conto che può fare ancora la felicità di un uomo e goderne . Mi sembra di vederla più civettuola che mai e gli occhi le luccicano di una luce che da anni non le vedevo , magari è solo una mia idea . Ogni giorno conto le ore che mi separano da lei ed il fine settimana lo passo in sua compagnia perchè sento che un momento o l'altro sarà quello buono e se dovesse cedere non vorrei mancare l'occasione . Io la bacio sempre e le faccio sentire sempre il desiderio che mi pervade in continuazione e spesso quando l'abbraccio da dietro la sfioro col mio turgore per risvegliare la sua femminilità e la voglia di essere posseduta . Le sbavo sul collo , glielo ciuccio fino a lasciare il segno mentre le palpo i seni e sento i capezzoli ergersi ; lei mi sopporta per un po' ed infine mi respinge appoggiando con forza la mano sul cazzo duro invitandomi a lasciarla tranquilla e guardandomi fisso negli occhi coi suoi lucidi . Io le trattengo la mano sul cazzo ed è quello il momento in cui mi viene meno il coraggio ed aspetto che sia lei ad attirarmi a sè e prendermi e concedersi . Non accade nulla e lei mi dà del mostro e del depravato e torna alle sue faccende . Dopo cenato e rigovernato passa e ripassa tra me ed il televisore ed intanto che mi parla si spoglia della vestaglia ed indossa la camicia rosa trasparente e fa bella mostra di sè e del suo corpo e sente il mio sguardo incollato alle sue nudità . La scusa è il caldo ma so ben io che è civettuola come tutte le donne e le piace pavoneggiarsi e farsi ammirare . E questo suo modo di esibirsi mi fa ritenere che sia un tacito invito ed accetta con piacere che io vada a farle visita di notte e mi spugnetti sul suo corpo senza chiedere la sua partecipazione evitando così di consumare un eventuale incesto . A volte la trovo addormentata con il libro caduto per terra e la luce del comodino accesa che la illumina mentre supina ed a gambe larghe espone la bellezza del suo inguine peloso e la fica le si intravede con le labbra aperte . Faccio fatica a non metterle in bocca il mio cazzo turgido e la mano le sfiora l'intimo senza osare di toccarla . E' una tentazione pazzesca . Altre volte è con le gambe ripiegate ed il culo verso la porta : io m'inginocchio davanti a tale opera della natura ed avvicino la faccia per ammirare prima di tutto la prugna e sopratutto per annusare il suo profumo , il profumo di donna vissuta , l'effluvio del suo corpo e delle sue viscere . Il mio cazzo impazzisce ed io con lui pensando a come lo ficcherei stando in piedi e piegandomi quel poco che basta . Mi rivedo bambino geloso di chi le stava vicino fino ad imparare a condividerla con quelli che erano capaci di appagare i suoi desideri e le sue voglie . E quando ne sentivo tessere le lodi e commentare il modo in cui avrebbero preferito prenderla mi appartavo e giù colpi di manovella . Ho fatto più seghe io.... Mi piace accostarmi a lei sdraiata sul divano e mettere la testa sul soffice seno ed andare coi ricordi al felice passato e parlare dei sogni di allora dei suoi amori dei suoi problemi ecc. Lei si lascia andare e mi confida cose che ignoravo : ha fatto un aborto che ignoravo , provocato da una disattenzione dello zio . Avrebbe voluto avere un altro figlio ma il fatto di essere senza marito e per evitare le già consistenti critiche dei compaesani si convinse a rinunciare al bambino . Dopo l'aborto subì un raschiamento in seguito al quale è diventata sterile con un esagerato aumento della voglia di fare sesso . Bastava sentire vicino a sè un maschio che subito andava in fregola . Col tempo ha imparato a controllarsi ma c'erano dei momenti in cui i suoi ormoni impazzivano e non si rendeva conto di essere peggio di una maniaca del sesso ed era pronta a farlo ovunque e con chiunque . Tra me e me pensai che era in quello stato quando mi chiamava a cercarle in fica una supposta infilatavi per errore . Vorrei chiederglielo ma non oso . Le ho chiesto però come ha fatto a rinunciare almeno da una decina d'anni al sesso se tanto importante era per lei . Guardandomi fisso negli occhi e baciandomi la punta del naso e sorridendo mi ha confessato che ci sono tanti modi per godere , l'autoerotismo le polluzioni notturne spontanee il vedersi desiderata vedere e sentire la voglia di chi ti sta vicino , e poi la consapevolezza del corpo che sfiorisce ti fa venir meno la voglia e ti fa rinchiudere in te stessa , fino a che qualcuno non ti convinga del contrario e l'ultima frase mi era sembrata detta con intenzione . Mentre parlava le avevo appoggiato sul dorso della mano il cazzo duro ed eccitato e lo strofinai e lei paziente lasciò che mi sfogassi mentre le forzavo con la lingua le labbra per entrarvi e cercare la sua . Lasciò la mano ma non permise che la baciassi . Ed è questa sua doppiezza che mi fa temere un rifiuto alle mie avances più dirette . Potrei prenderla con la forza e son sicuro che ci riuscirei ma poi ? E se mi scaccia e mai più vuole avermi vicino ? Ne impazzirei . Amo il suo ventre piatto malgrado l'età , amo qualche rara smagliatura sull'alto della coscia dove comincia la curva dele chiappe , amo qualche capello bianco che denuncia la sua esperienza di vita , amo le sue labbra socchiuse mentre dorme ed immagino che stia sognando di succhiare un membro rigido amo tutto di lei e non sopporterei di privarmene . Amo il suo rigoglioso pelo inguinale che le ricopre parte della pancia e l'interno delle cosce , amo le chiappe a mandolino e separate da un solco che le scoprono il forellino del culo , amo la bocca da pompinara e la fica , e la fica che dovrebbe essere più calda dell'inferno . Vorrei chiavarla in bocca , vorrei fotterle la fica , vorrei incularla e riempirla di sborra , vorrei bere i suoi umori , vorrei bere la sua piscia vorrei pisciarle in bocca ed annegarla . Vorrei afferrarle le chiappe ed aprirle con forza e con forza infilarle il cazzo nel culo e fotterla e fotterla e farle ringraziare la sua natura di donna e me uomo con tanto di cazzo e tanta voglia di darglielo . Oh mamma vorrei esalare l'ultimo respiro mentre ti sborro nelle viscere . Ma non faccio altro che sognare e sborrarti sulle cosce mentre dormi . Chissà se un giorno avrò il coraggio di baciarti e prenderti mentre mi fissi coi tuoi occhioni lucidi di voglia . Ho un po' soggezione di te , forse è l'insicurezza , il dubbio . Aiutami , dammi una mano , chiamami vicino a te quando vai a letto e chiedimi di andare a cercare nella vagina una eventuale supposta scivolatavi per sbaglio .
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19 years ago
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Il farmacista
IL FARMACISTA
Quella che mi accingo a raccontare è una breve storia vissuta intensamente che inizia nel mese si Gennaio di questo anno e che oggi stesso ha un suo seguito. Il nome del protagonista per ovvi motivi e per la sua posizione sociale preferisco cambiarlo e lo chiamerò “ Elvio “ c. Ritornando ai fatti nell’ultima settimana di Dicembre mi telefona si presenta dicendo che questo numero lo aveva avuto da un suo amico che mi aveva incontrata e che era rimasto entusiasta dei miei giochetti e che gli aveva consigliato di incontrarmi. Gli chiesi il nome e lui me lo dissi lo conoscevo benissimo era un carissima persona che incontravo da quasi un anno gli dissi di salutarmelo . Dopo queste premesse mi disse che era una persona matura e che aveva superato da poco i cinquanta , aggiunse che era nuovo di questo ambiente di incontri , ma che aveva visto il mio Sito in rete ed era rimasto entusiasta e che il sogno era quello di poter vivere delle esperienze con una persona come me Le precisai come faccio con tutti che sono una escort , lui disse “non ci sono problemi lo so ed oltre tutto io cerco una donna come te… da sempre…!
Mi chiese se ero disponibile per il pomeriggio risposi che avevo ospiti a casa per le festività e che preferivo far slittare il nostro primo incontro a dopo le festività di fine anno. Nella prima settima di Gennaio mi richiamò e mi chiese se ero libera in serata se mi andava potevo andare a trovarlo a casa . Detti la mia disponibilità e mi feci dare l’indirizzo dissi che sarei arrivata alle 20.30 . Alle 20.00 chiamai un taxi che mi lasciò sotto casa sua che si trovava in uno stabile di vecchia costruzione a circa 15 minuti di strada da dove abitavo io. Suonai al citofono e Lui mi disse di prendere l’ascensore e di andare al quarto piano. Giunta nel pianerottolo lo vidi sulla soglia di casa era una persona dal viso magro ma molto interessante alto e con un corpo ancora parecchio tonico anche se si intuiva l’età matura i capelli erano molto brizzolati . Mi fece entrare nei movimenti era molto agile e di certo si vedeva benissimo che curava il corpo . La casa era arredata con molta cura anche se piccola era composta da un piccolo salone una camera da letto la cucina ed una piccola stanzetta che lui usava come studio e per gli hobby. Mi disse che viveva da solo non si era mai sposato ma che nella sua vita aveva avuto molte relazione e che erano andate male in alcuni casi per colpa sua perché mi confessò che aveva sempre cercato una donna molto intelligente e nello stesso tempo spregiudicata e che sapesse dare ad ogni giorno di vita insieme un senso e non il solito vivere per abitudine acquisite ..!!
Da parte ero vestita con un completino color panna ed avevo per la giornata fredda la pelliccia la gonna del completino era corta e scopriva le cosce ed avevo indossato un intimo blù con delle calze nere autoreggenti. Gli porsi la pelliccia che lui sistemo i un armadietto vicino all’ingresso e mi fece accomodare nel salotto
Mi chiese se prendevo qualcosa da bere dissi di no ma presi un cioccolatino che era nel porta dolci sul tavolino del salotto.
Elvio disse che aveva visto tutte le foto del mio sito e di alcune si era fatta una copia e le aveva stampate . Infatti andando nel suo studio vidi una mia foto in un quadretto a vetro appeso al muro la cosa mi sembro strana lo ringraziai per la considerazione che aveva nei miei confronti e sorrisi . Lui mi cinse per la vita e disse se permetti vorrei baciarti , non mi sembra vero di averti a casa mia ho sognato questo momento da parecchio e non mi sembra vero.. Risi e con piacere lo baciai sul viso aveva una pelle molto liscia lui mi strinse ed io risposi all’abbraccio.. Ritornammo nel salone mi chiese se era vero come si leggeva che ero ninfomane gli dissi di si e che per me il sesso è una componente importante della mia vita lo vidi ridere con piacere. Ero curiosa di sapere più cose della sua persona mi incuriosiva tanto la sua persona domandai dove svolgeva la sua attività professionale rispose che aveva due farmacie ma che le aveva date in gestione aggiunse che le aveva gestite per oltre 25 anni una la aveva avuta dal padre anche lui farmacista e la seconda la aveva rilevata 15 anni fa.
Ora a 55 anni aveva deciso di dare una svolta alla sua vita dedicandosi solo a se stesso ai viaggi ed ultimamente la sua passione era il sesso e ridendo disse: ” ma non solo ora sono sempre stato un trasgressivo…anche da giovanissimo solo che non ho trovato mai al mio fianco una persona che seguisse le mie fantasie… ! “ A questo punto lui mi disse quasi confessandosi che aveva avuto delle esperienza bsx con degli amici e che anche questo modo di vedere il sesso le piaceva moltissimo. Ammisi che anche Gianni mio marito era bsx e che se in futuro gradiva avremmo potuto fare un’incontro a tre e confessai che i maschietti bsx mi piacciono ed anche tanto e dissi che anche io lo ero e da sempre. Lo vidi sorpreso ed aggiunse che non sapeva del fatto che Gianni fosse bsx in quanto sul sito non c’e’ alcuna foto che lo raffigura mentre fa sesso con dei maschietti. Gli confermai che lo era ed anche tanto e che spesso faceva degli incontri anche da solo con altri maschietti ma che lui era più sul passivo che sull’attivo . Lui rise andremmo d’accordo io sono sia attivo che passivo con i maschietti con una risata disse che era da provare un’incontro a tre con Gianni. Parlavamo con una certa naturalezza non aveva certo tabù sul campo sessuale ed anche se un autodidatta si intuiva che doveva essere un gran maialino. Si alzò e prese un brandy e sedutosi di fronte a me rimase per un attimo assorto poi come se volesse trovare le parole mi disse: “ tu pratichi la pioggia dorata ed i giochi di ruolo…?” Risposi di si ma che non bevo la pipì mi piace riceverla sul corpo ed anche farla per i giochi di ruolo risposi che li pratico ma detesto la violenza fisica troppo forte ma lascio spazio alle situazioni senza porre dei limiti .
Lui mi disse che con il suo amichetto facevano il pissing tra di loro e che lui la beve e qui fece una dissertazione scientifica dicendo che la cosa era naturale e che moltissime popolazione avevano questa abitudine e che era una cosa che a lui in ogni caso piaceva. Più tempo trascorreva e più intuivo che avevo davanti un vero maialone . Parlammo ancora e mi raccontò di se poi alzatosi si sedette al mio fianco sul divano e mi accarezzo il viso mi disse che avevo un viso particolare che esprimeva la passionalità che avevo dentro lo ringrazia e lui sorrise… compiaciuto per il fatto che avevo gradito il complimento . Mi cinse per la vita e mi strinse a se e mi bacio prima sul collo e poi sulla bocca risposi al bacio con piacere era molto affettuoso e mi faceva tenerezza con i suo modi galanti ma nello stesso tempo decisi. Mi abbraccio forte e continuò baciarmi sul collo sulla bocca poi le sue mani accarezzarono le mie cosce e sentii che si muovevano in su fino all’inguine era come preso dal sacro fuoco della passione. Mi prese per la mano e mi porto in camera da letto lo seguii , era una camera non molto grande con dei mobili direi vecchio stile in noce ma tutto ben tenuto e direi molto pulito ed ordinato , il letto era in legno con una spalliera molto alta con dei disegni scolpiti. Mi sdraiai al suo fianco vidi per un attimo nelle sue mani come un tremore poi si lascio andare sentii le sue mani armeggiare con la lampo della mia gonna lo aiutai in pochi attimi era in perizoma e reggicalze ed il seno nudo . Mi bacio il seno e lo palpava e poi ritornava a baciarlo sembrava che volesse fare mille cose ma spesso in modo scoordinato. Mi girai verso di lui e gli slacciai i pantaloni in pochi attimi si spoglio era nudo sul letto voglio dire che la mia intuizione di donna era confermata il fisico era molto tonico e direi ancora parecchio muscoloso non c’era un filo di grasso , aveva un membro scurissimo ma veramente notevole in lunghezza . Lo accarezzai sfiorandolo con le mani e poi con la bocca cominciai a baciarlo con le labbra dando delle leccatina. Lo vidi ergersi nella sua maestosità era di certo notevole. Elvio mi tolse lo slip e vedendo la mia passerina completamente depilata mi disse che era divina e la accarezzò aveva tanta frenesia ma forse gli mancava come si dice la pratica…!! Mi bacio sul pube e poi sprofondo il viso nelle mie intimità succhiava in modo impetuoso a volte mi provocava dei fremiti di piacere ed a volte debbo ammettere che nella foga mi pizzicava facendomi un po male. Lascia sfogare la sua passione e poi dopo i primi attimi di furore cominciò a leccarmi tutto il corpo intuì anche che era un’amante dei piedi femminili infatti mi sollevo le gambe e si porto il piede in direzione della bocca e lo bacio e poi vidi che lo leccava all’inizio debbo dire mi creava un certo prurito ma poi lentamente vidi che la cosa mi faceva piacere. Vidi il membro sussultare temevo che godesse da un momento all’altro lui intuì il mio pensiero e disse rassicurandomi che seppur maturo riusciva ancora ad avere anche molti orgasmi …!!
Non mi sbagliavo per il fatto dell’orgasmo infatti dopo pochi attimi mentre lo leccavo godette ebbi a mala pena il tempo di prendere il suo membro in bocca ma parte della sborra schizzo il mio seno ed il collo. Elvio prese con premura una tovaglia da bagno per ripulirmi dalla sua sborra lo ringraziai e lo baciai sulla bocca . Mi disse che avevo ancora il sapore della sua sborra e che la cosa gli piaceva tanto. Mi bacio ancora e lo vidi andare in bagno si sciacquò e torno con un vibro nero in morbido lattice con una cinghia da legare alla vita. me lo porto alla bocca e me lo fece leccare e poi volle che lo mettessi in bocca come se fosse un altro membro mentre lui mi leccava la passerina lo feci anche se non con eccessivo trasporto. Poi mi disse con tono deciso ora indossalo e scopami il culo lo desidero lui stesso mi strinse la cinghia alla vita e dal mio pube partiva un membro nero e grosso. Elvio si misi sul letto ed io mi misi dietro di lui appoggiai il glande di lattice sulle labbra de suo culetto e con stupore notai che era veramente tanto aperto di certo si faceva inculare da chissà quanto tempo lo penetrai a lungo e vedevo che le piaceva da matti si dimenava come una troia poi giratesi leccò il vibro sporco dei suoi umori e si rimise in posizione per farsi inculare lo penetrai nuovamente fin tanto che mi chiese di fermarmi si sdraiò sotto di me e mi leccò , questa volta la sua lingua sembrava un vortice mi succhiava con calma e debbo dire che in poco tempo ero eccitatissima lo pregai di continuare perchè ero sul punto di godere lui mi fece girare e mi penetrò in figa tentai di fermarlo perchè non aveva il preservativo ma non ci fu nulla da fare era come preso da un raptus mi scopo con forza sentivo le sue mani sui miei fianchi e con forza mi scopava alla pecorina il suo membro mi apriva tutta e debbo dire che ci sapeva fare ed anche parecchio stavo ancora per godere Lui estrasse il membro e mentre ero ancora alla pecorina mi leccò la figa aperta e la succhiava a differenza dei primi momenti mi sembrava un altro amante esperto e resistentissimo , dopo pochi attimi ebbi una stupendo orgasmo e mi lasciai andare sul letto per un attimo di pausa… Elvio si sedette al mio fianco e mi carezzava i capelli riavutami dall’orgasmo gli dissi che io facevo rapporti solo protetti e che senza facevo solo i rapporti orali. Lo vidi rabbuaiarsi e mi confessò che lui detestava i preservativi in quanto quando ne infilava uno il suo membro si rammolliva e non riusciva a far nulla..!! Mi disse in tono rassicurante che era sanissimo si alzò andò nella sua stanza e ritorno con una sequenza di esami che aveva fatto 20 giorni prima ed aggiunse che si teneva sotto controllo continuamente ed inoltre mi fece vedere il distintivo di donatore “avis “ con la certificazione dell’ultima donazione fatta la scorsa settimana . Cercai di fargli capire , che senza non ero tranquilla e non sarei stata me stessa inoltre gli dissi che nella foga mi aveva scopata senza neppure chiedermi se prendevo la pillola… ero un poco contrariata per questo. Elvio con un sorrisetto disse che sapeva che prendevo la pillola era una delle confidenze fatte dal nostro amico comune.
La discussione rimase in uno stato di empasse che avrebbe potuto rovinare un’incontro ma lui con diplomazia si scusò e mi bacio sulla bocca poi con dolcezza mi strinse a se e sentii il suo corpo aderire al mio il suo grosso membro strofinarsi sul mio clitoride pilotato dalla sua mano. Mi accarezzava la schiena ed il culetto e con le dita vidi che giocava con le labbra del mio secondo canale temendo di fare una seconda gaffe mi disse se di dietro ero ok gli risposi di si che ero ben recettiva a questa mia frase introdusse un ditino nel mio culetto e comincio a penetrarmi ci sapeva fare notai che era molto delicato oltre tutto quella stimolazione associate al suo glande sul mio clitoride avevano risvegliato in me certe voglie per poco messe a placare dal mio primo orgasmo.. !! Portò il dito con cui mi stava lavorando il culetto alla mia bocca e me lo fece succhiare lo feci , cominciavo ad essere presa dai suoi giochi lui capì che aveva imboccato la strada giusta . Mi fece sdraiare e con la mano mi accarezzò la fica e poi con le dita continuò a giocare con il clitoride introdusse due dita dentro la figa e con la lingua mi leccava debbo dire che cominciai a mugolare e lentamente mi bagnavo tutto lui lentamente introdusse la mano quasi fino al gomito e la muoveva con lentezza di tanto in tanto la usciva e mi faceva leccare i miei stessi umori e poi lui stesso li leccava e subito dopo mi baciava mi piaceva da matti il suo modo di fare ed ero molto eccitata . Lo pregai di continuare lui disse che aveva voglia di bere la mia pipi che avrebbe voluto che lo spruzzassi mentre la leccavo gli dissi che ci avrei provato ma che non ero sicura di riuscirci con voe tranquilla e pacata mi rassicurò dicendo che era un maestro in questi giochetti e sapeva come fare per stimolarmi.
Comincio a leccarmi e con un dito mi stimolava il clitoride e con un altro dentro la passerina la massaggiava all’interno con massaggi circolari. Poco dopo degli spruzzi di pipi calda gli riempirono il viso apri la bocca e bevve era eccitatissimo mi pregava di continuare a fargli pipi in bocca e lui continuava a massaggiarmi ed a bere , poi sollevatesi mi baciò sulla bocca sentii il sapore della mia pipi era eccitatissima ed anche Elvio lo era vidi il suo membro duro e turgido lo presi in bocca e lo ingoiai tutto lo pregai di farmi lo stesso servizietto Per tutta risposta fattami sdraiare mi penetrò ancora con forza si muoveva dentro di me come un forsennato mise le mie cosce sulle sue spalle e lui continuo a scoparmi vedevo il suo membro affondare nella mia figa aperta ero in estasi dal piacere , mi usava e questo a me fa impazzire , mi penetrava in modo sempre più a fondo cercai di divincolarmi per cambiare posizione mi bloccò le mani urlavo dal piacere vidi stravolgersi in viso e degli spruzzi caldi inondarono la mia figa si accasciò su di me sentivo il caldo della sua sborra invadermi tutta e lentamente colare dalla figa tra le cosce. Elvio estrasse il membro tutto umido di sborra e dei miei umori mi chinai per succhiarglielo ma lui mi disse che voleva bere dalla mia figa e infilò la testa tra le mie cosce e succhio avidamente era veramente un maiale più succhiava e più era felice di farlo quando aveva ripulito la mia passerina notai che aveva il viso sporco della sua sborra e dei miei umori lo baciai e con la lingua lo ripulivo con cura . Con il passare del tempo mi accorgevo che Lui si impadroniva della mia volontà e più mi sentivo la sua schiava pronta ad ubbidire ad ogni suo volere ero come ammaliata da lui ogni mio desiderio diventava secondario ed ogni mio movimento era sempre proteso a cercare di assecondare i suoi desideri perversi . Elvio si sdraio sul letto mi sdraiai accanto a lui appoggiando il capo sul suo petto era tenerissimo mi accarezzava il viso ed il seno , avevo una voglia di baciarlo di stringerlo a me mi girai e lo baciai a lungo lui rimase sorpreso da questo mio gesto e mi strinse forte a se mi accarezzava la schiena sentivo la forza delle sue braccia ed il calore della sua lingua che esplorava la mia bocca , mi guardo fissa in viso e mi disse “ ti amo sei la donna che ho sempre sognato di avere accanto “ , gli accarezzai il viso e le labbra lo guardavamo negli occhi sentivo in lui una passione intensa e debbo dire che anche in me sentivo un’attrazione profonda verso di lui a cui non riuscivo a dare una spiegazione logica provavo dentro di me piacere a stargli accanto mi ammaliava l’idea di essere sua , di saziare le sue voglie e le sue perversioni che infondo erano anche le mie . Elvio infatti era riuscito in poche ore a far risvegliare in me quella parti del mio essere che neppure io conoscevo , mi faceva paura tutto ciò avevo dentro di me un subbuglio di emozioni che solo poche volte avevo provato . Il fatto stesso che avevo accettato di fare sesso con Lui senza preservativo rendeva quel incontro diverso direi unico . Sentivo che in fondo forse era quello che desideravo ed anche se all’inizio il suo comportamento mi aveva creato una certa contrarietà , dentro di me forse in fondo era quello che cercavo una relazione diversa più intima più piena e senza rendermene conto mi ero lasciata andare ad essa proprio perché la desideravo ardentemente dentro di me . Il suo calore la sua passionalità , e la grande perversione che caratterizzava il suo essere la sentivo parte di me , ero certa che con difficoltà sarei riuscita a farne a meno ciò mi faceva paura ma nello stesso il fascino di un’esperienza diversa mi prendeva tutta . Non avrei mai pensato che a 44 anni in due ore la mia persona avrebbe avuto dei cambiamenti così radicali , ma mai come questa volta ero attratta così intensamente e mai come questa volte le mie passioni erano così forti. Con Gianni siamo sposati da una vita e come certo tutti i lettori sanno scambiamo da quasi 18 anni la nostra relazione direi che e’ unica in quanto oltre che sessualmente libera dai soliti schemi matrimoniali in tanti casi sia io che Gianni abbiamo vissuto delle esperienze intense anche dal lato affettivo , relazioni belle ed intense che senza dubbio ci hanno arricchito non solo come persone ma anche come coppia . Mai nessuna gelosia ha incrinato il nostro rapporto ma le persone che sono entrate nel nostro menage a due trasformandolo spesso a tre o qualche volta anche a quattro hanno approfondito il nostro rapporto ed hanno permesso sia a me che a Gianni di poter provare delle sensazioni nuove non relegate esclusivamente alla sfera sessuale ma anche ad un coinvolgimento affettivo di passioni e di trasporto interiore . Sia io che Gianni abbiamo vissuto intensamente queste passioni facendole nostre e debbo dire che mai come in occasioni di queste situazioni c’era tra di noi una complicità ed un trasporto totale l’uno verso l’altro. Ritornando ai fatti di questo racconto .. eravamo ancora sdraiati sul letto io pensavo a tutte queste sensazioni che pervadevano il mio intimo Elvio mi teneva stretta a se come se volesse impedire a quelle passioni che provava di sfuggire via. Nelle carezze di quegli attimi vedevo affetto e tensione interiore grande , ci guardavamo e lui di tanto in tanto mi sfiorava con le labbra la bocca e mi baciavo teneramente . Mi strinsi a Lui e lo accarezzai sul viso volevo dire qualcosa ma le parole non venivano fuori era come se il cervello le elaborasse ma al momento di concretizzarle in suoni e parole venivano ricacciate dentro , per la paura di dirle o con il desiderio di rielaborarle in forma diversa per renderle degne di quel momento unico… !! Elvio intuì il mio stato e le passioni che mi squassavano dentro in quei momenti mi bacio nuovamente e sentii le sue braccia stringermi ancora più forte sentivo il suo cuore battere tumultuoso sul mio petto ed il suo respiro , lo baciai e con un filo di voce guardandolo fisso gli dissi “ ti amo ma… “ quelle tre parole uscirono come un flebile respiro dalle mie labbra ma quasi subito avrei voluto ricacciarle dentro . Avevo paura di illuderlo sapevo che quella esclusività di passioni e di sentimenti che lui donava a me io forse non sarei e non avrei potuto donargliele in modo totale , amavo Gianni anche se volevo assolutamente vivere quella passione che avevo per lui . Elvio comprese il valore di quel “ ma .. “ e mi bacio sugli occhi ed accarezzandomi il viso disse “ so che tu sei sposata e so che ami Gianni ma quello che desidero è fare parte alla vostra vita avere le briciole del vostro amore e delle vostre passioni basteranno quelle solo quelle…. so di non poter chiedere di più …! “ Quella frase mi fece capire quanto grande era la sua sensibilità e quanta profondità interiore c’era in lui lo baciai con trasporto e questa volte le parole uscirono come un fiume dalla mia bocca come se dentro di me si fosse liberato qualcosa “ ti amo e sarò anche tua “ . Elvio si girò e sentii il suo corpo sul mio le sue mani stringevano le mie il suo membro non era ancora duro ma premeva contro il mio pube lo pregai di possedermi ancora , mi bacio mi chinai e lo succhiai con trasporto volevo ritornasse duro per poterlo sentire ancora dentro di me avevo un desiderio immenso di essere ancora sua . Lo sentivo crescere nella mia bocca quando raggiunse il turgore solito mi penetrò e mi possedette con forza come se fosse l’ultima facemmo l’amore per parecchio non so per quanto il tempo in quei momenti sembrava dilatarsi e svuotarsi di ogni valore , ogni parte del mio corpo era tesa a quel rapporto , cercavo di assaporare le sensazione intense che mi dava il suo corpo che ora per me avevano un valore ed una valenza diversa dal solo e semplice rapporto carnale era una comunione di anime e di sentimenti raggiunsi l’acme del piacere ed ebbi un orgasmo intenso che mi scuoteva tutta e proprio in quel momento sentii Elvio stringermi forte a se e godere ancora una volta la sua sborra calda mi inondava la figa mi muovevo per sentirla meglio per gustarne l’intima essenza ero sua perdutamente sua e dentro di me lo sapevo anche se non volevo ancora forse ammetterlo . Restammo per un tempo indefinito abbracciati senza proferire una parola ma ci guardavamo negli occhi e subito dopo ci baciavamo . Elvio mi confidò che era da mesi che non aveva un rapporto con una donna dopo l’ultima cocente delusione , ci alzammo dal letto sentivo la sua sborra colarmi ma non volevo sciacquarmi volevo che restasse più a lungo dentro era troppo bello e non volevo assolutamente perdere quelle sensazioni. Elvio mi disse se volevo andare in bagno per farmi una doccia gli risposi di no volevo portare con me la sua essenza mi prese per le mani e mi face sedere sulle sue ginocchia e ci baciammo quando mi alzai delle gocce di sborra mischiate ai miei umori del mio ultimo orgasmo inumidivano le sue cosce rise e con dito la raccolse e mi offri il dito lo leccai avendo cura di non succhiarla tutta infatti lui prese il dito e lo lecco ci guardammo in viso raggianti e felici perché in quei pochi movimenti c’era tutta l’essenza di quelle cose che ci accomunavano cioè la passione ed una profonda perversione interiore e l’infinito amore per il sesso , era come se ognuno di noi due avesse trovata in quelle ore l’altra metà perversa che mancava in noi stessi e che trova il suo completamento nel parter , solo che in questo caso l’anello era ancora incompleto mancava un pezzo ed era Gianni che avrebbe completato il nostro rapporto rendendolo unico e questo Elvio ed io la sapevamo . Vidi Elvio andare nel suo studio prese un pacchetto mi invitò ad aprirlo era un girocollo d’oro con un piccolo cuore al centro mi disse di accettarlo lo ringraziai e lo baciai ancora guardai l’orologio e vidi che erano le due di notte Elvio si rivestì e mi accompagnò con la sua auto sotto casa e prima di lasciarci mi disse ancora una volta “ ti amo “ risposi “ anche io … “
L’indomani quando Gianni tornò a casa era infatti fuori per un corso notò la collana al collo e mi chiese la provenienza notò in me dei cambiamenti e mi disse hai un viso che sembra sprizzare felicità con semplicità gli dissi “ sono innamorata…. ! “ . Gli raccontai tutta l’esperienza vissuta la notte e mentre raccontavo i fatti mi veniva naturale esprimere le emozioni intense che avevo vissuto lo vedevo sempre più illuminarsi in viso e sentivo che era felice per me gli dissi che Elvio desiderava conoscerlo e che anche io avrei gradito la cosa . Ci vedemmo dopo due giorni a casa nostra avendoio invitato Elvio anche su proposta di Gianni . Notai subito tra di loro che c’era un’intesa perfetta e scherzarono a tavola tutta la sera ed io ero sempre al centro delle loro attenzioni mi coccolavano e mi baciavano facemmo l’amore tutta la notte ed Elvio rimase a dormire da noi anche tra lui e Gianni oggi c’e’ un intenso rapporto e sono felice di vederli spesso far sesso insieme ed unirmi a loro nei loro giochi ma ogni tanto mi piace tantissimo solo guardarli .
Ci vediamo spesso diciamo ogni momento che il lavoro lo rende possibile come d'altronde anche io passo tante notti a casa di Elvio quando Gianni e fuori per lavoro o lui viene da noi . Elvio sa che io faccio la escort e sa del mio modo di vivere il sesso libero e senza schemi e neppure condizionamenti e debbo dire che come Gianni , amandomi vive con piacere questo mio modo di vivere , d'altronde sia io che loro intimamente siamo simili ci unisce la perversione e la voglia di vivere ogni giorno come fosse l’ultimo e godere dei piaceri che il nostri corpi ci elargiscono e delle passioni che a volte ci attanagliano e che sempre cerchiamo di vivere con trasporto senza ripensamenti e senza la paura di far male all’altro sapendo che chi ci sta accanto gioisce delle nostre gioie e delle nostre passioni come se fossero proprie..!!
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19 years ago
admin, 75
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Come mi piace amare il mio maschio
UN SOGNO UNICO PER TE ANCORA DA PROVARE E REALIZZARE…
IN ATTESA CHE TUTTO SI CONCRETIZZI PRESTO…MOLTO PRESTO…
Ti ho pensato molto, ho pensato a come potrebbe essere uno dei nostri segreti e discreti incontri dopo il primo di conoscenza, incontri di fuoco di una lunga serie visto la mia passionalità e fantasia...
Vorrei tanto che tu arrivassi da me e mi trovassi sexy, truccata: Occhi in ombretto rosa, ciglia nere evidenziate e labbra rosso fuoco e in lingerie sexy da farti ululare e provocare solo alla vista un rigonfiamento nei boxer...
Le tapparelle abbassate ove vi entra solo qualche spiraglio di luce che rend el’atmosfera calda, intriga di sensualità e sicurezza, il mondo e il suo casino fuori, e il paradiso qui, fra le mie, le nostre mura segrete…, la mia casa al semi buio, accogliente, con musica new age rilassante, profumo d'incenso, illuminata da candele posizionate in tutta la casa…
Apro la porta, ti accolgo in punta di piedi dandoti un bacio e abbracciandoti, poi ti prendo per mano e ti faccio sedere sul mio divano che già conosci, i tuoi occhi che riflettono la luce delle mie candele, mentre ci parliamo e cerco di metterti a tuo profondo agio, cerco come sempre di provocarti ed eccitarti sculettando davanti a te, con i miei completini bianchi o neri, con indosso autoreggenti, un perizoma in pizzo, un abitino sexy tutto in pizzo nero con le mie spalle in evidenza o con una camicia dorata i lamé,,, i miei capelli biondi sciolti sulla schiena, accarezzarti sensualmente, mi inviti a sedermi sulle tue gambe e comincio ad accarezzarti il viso e il collo e dietro la nuca con le dita.
Poi mi sdraio sul divano mentre con una mano mi accarezzi la testa e l’altra i miei fianchi quasi scoperti dal lacetto delle autoreggenti, io comincio a massaggiarti, con la lingua e la bocca provocarti brividi di piacere su tutto il corpo, cercando piano piano di slacciarti la camicia e prendere possesso del tuo petto…..che accarezzo e comincio a baciare dolcemente e poi voracemente intorno ai capezzoli già duri per l’eccitamento…. Ti lascia anadre dal piacere e ti appoggi allo schienale mentre continuo a sbottonarti e scoprire il tuo corpo in fremente volgia….
Poi dopo mi metto in ginocchio dietro di te e continuo a slacciarti la camicia piano piano mentre ti bacio sul collo e entrare con le mie mani sul tuo petto peloso e possente ed eccitarti e vedere che in mezzo alle tue gambe qualcosa si gonfia pian piano sempre di più, mentre mi avvicino e mi avvinghio sulle tue gambe e tu tieni in braccio come se fossi la tua piccola stella, la tua donna, la tu amante segreta, la tua proprietà, tutta tua.
Guardandoti, prendo un mio paio di autoreggenti molto leggere e ti bendo gli occhi per qualche minuto, mentre sorridi eccitato, con i glutei mi siedo sul tuo uccello nascosto ormai voglioso di esplodere dalla cerniera, reggendomi con le mani sulle tue ginocchia, girarmi, inginocchiarmi e con la punta della lingua percorrere i lineamenti del tuo cazzo ancora nascosto sotto i vestiti, mentre mi accarezzi la testa e i capelli, e vederti fremere di voglia e di piacere nel volermi possedere e fare tutta tua....il tuo grande sogno è finalmente avverato.
Poi prenderti per mano, e guidarti lentamente nella stanza del bagno. slacciarti i pantaloni e spogliarti dolcemente, lavarti la cappella, l'uccello e le palle quasi divertendoci a tale gesto intimo fatto da me…
Inginocchiarmi poi davanti a te e asciugarti non con una salvietta, ma leccandoti e spompinandoti le palle e il cazzo con tutta la bocca e la mia lingua...,
Sempre bendato portarti per mano in camera da letto, illuminata da candele, ti tolgo le amie calze velate dagli occhi e rimani abbagliato dalla mia camera da letto, lettone a baldacchino, pareti e soffitto azzurro con nuvole dipinte, stelle fluorescenti, e stelle appese… luci soffuse, candele accese e incenso.
Ti spoglio totalmente, piano piano, facendoti sentire le mie mani leggere e sensuali che accarezzano i lineamenti del tuo corpo che diventa sempre più nudo....
Poi ti guido sul letto, ti faccio sedere e io in ginocchio prima davanti e poi dietro ti bacio la schiena, provocandoti forti spasmi di piacere e di pelle d'oca e lì continuo ad accarezzarti .
Ti faccio sdraiare sul lettone a baldacchino, intorno le tende bianche che ci avvolgono, una stanza azzurra piena di nuvole dipinte e tante stelline fluorescenti illuminate da altrettante candele che si muovono al ritmo di musica rilassante che ti trasporta in mondi e pianeti lontani.
Seduta sopra di te, con le mie mani ti accarezzo il petto leggermente, i fianchi le braccia le spalle, mi chino su di te e uso la lingua per disegnare tutti i lineamenti del tuo corpo che fremono dal piacere indurendo i capezzoli e provocandoti una forte pelle d'oca.
Continuo con la bocca a baciarti ovunque il tuo corpo possa permettermi di arrivare, e con la lingua scruto ed esploro ogni parte e poro che ricopre il tuo corpo, partendo dai tuoi piedi, baciandoli tutti, e salendo con la lingua e con i baci lungo le caviglie, i polpacci, l'interno cosce pelose, dove mi soffermo a leccare e baciare vogliosamente, quale mio punto preferito del corpo umano del mio maschione, proseguo salendo e girando intorno e sotto agli organi genitali…
La mia lingua poi pian piano si fa strada e ti lecca sotto le palle salendo con la lingua piano piano, molto lentamente fino alla cappella, girandogli vogliosamente intorno con la lingua e continuando con la saliva, a umidificare e a succhiare voracemente la tua cappella oramai umida, dura e pulsante, con la punta bagnata di pre-sperma, dovuta alla grande eccitazione da me accesa..
Sentire le tue mani sulla mia testa e fra i miei capelli, quasi a spingermi ad ingoiarti tutto, per farmi una cosa sola con te, mentre senti tutto il tuo cazzo nella mia bocca, la tua testa inarcata indietro dal piacere immenso.
Tu ad un certo punto ti imbestialisci e fai uscire da te il maschione che io desidero, il toro da monta imbestialito, mi prendi con le tue mani e mi fai tua ovunque, mi sculacci, apri i miei glutei come fossero una pesca ti avvicini con la bocca e cominci a sputare sopra il buchetto leccandolo per bene e a lungo e infilandoci poi la lingua nella tua fighetta umida e vogliosa anche delle tue dita che una ad una entrano e scoprono il paradiso dei miei orgasmi che dolcemente mi farai provare.
Dopo 15 minuti di penetrazione e ispezione anale con le dita e la lingua, mi prendi con le tue mani forte e mi sdrai a pancia in giù e ti sdrai sopra di me e ti abbandoni con il tuo corpo massiccio e imponente sul mio corpo nudo, fremente di piacere per il tuo calore…
E mentre mi tieni le mani, sotto le tue intrecciate, cerchi di muoverti e cerchi di appoggiare il tuo pene durissimo e turgido, tra i miei glutei morbidi, quasi a volermi penetrare di colpo, quasi a volerti fare strada e prenderti ciò che mai e poi mai avresti sognato di avere tutto per te: la tua fighetta calda e tutta vogliosa di te.
Sentire poi la tua cappella penetrarmi e uscire, ancora penetrarmi e poi uscire di nuovo, quasi a voler avere qualcosa a tutti i costi, fino ad una spinta decisa e forte, cosi nel diventare una cosa sola, tu dentro di me totalmente, a toccarmi l'anima; a prendermi tutta e tutto, ad essere totalmente tua.
Poi dopo aver sentito il calore del mio corpo interno avvolgere il tuo membro caldo e pulsante dal piacere immenso, esci da me e ti sdrai sul letto a volto in su, io in ginocchio mi siedo su di te , voltandoti di schiena e penetrarmi di nuovo.
Le tue mani sui miei glutei che seguono e guidano il mio movimento sussultorio, su e giù, pompandoti dentro di me, muovendo i miei fianci in movimenti vari prima sussultori e poi girando il bacino in moto circolatorio, per permettere alla tua cappella e al tuo duro membro di poter toccare tutto l'interno della mia vagina anale, oramai tua per sempre e in tuo pieno possesso,
Inarcarmi indietro appoggiandomi totalmente con la schiena sul tuo petto e sentire il tuo membro dentro mentre ne godiamo appieno di questa meravigliosa posizione del kamasutra.
Io mi alzo e mi dirigo verso il frigor, dove prendo una bomboletta di panna montata spray, mi aavicino salendo dai piedi de letto e comincio a spruzzarne due piccoli fiori sui tuoi capezzoli, e comincio molto lentamente con la lingua,a leccare il tutto, alla ricerca dei tuoi capezzoli…
Poi scendo verso il tuo bel “cono gelato” eretto per la grande eccitazione e lo prendo in mano, e cospargo abbondantemente su tutta la cappella un mare di panna montata, che: prima lentamente, e poi voracemente mi appresto a leccare con avidità e fame di scoprire sotto la tua cappella calda e pulsante….
Ti chiedo dopo di aprire la lingua e sopra ci verso un fiorellino di panna, che io con la bocca e la lingua andrò a leccare, finendo poi a limonare e baciarmi con te, oramai preso da tutta questa calda e provocante eccitazione e trasgressione che solo io posso donarti.
MI prendi poi ridendo e mi fai girare a pancia in su, dove le tue mani oramai preso possesso della bomboletta, mi sposti il perizoma, mi apri i glutei come se stessi aprendo una pesca, e spruzzi sul mio buchetto la panna, che comincerai a leccare voracemente per arrivare alla tua fighetta tutta bagnata della tua saliva.., e la tua lingua che vi penetra dolcemente e voracemente nello stesso momento.
Ti bagni poi di saliva i pollici e l’indici e mi tocchi i capezzoli, mentre la tua bocca con i miei capelli sul tuo volto, cerca di baciarmi il collo, e io girandomi cerco di porgerti la mia lingua e la mia bocca, per baciarti e limonare con te vogliosamente.
Mi rialzo e mi giro, roteando su di te, senza che il tuo membro esca dalla tua e mia vagina anale tutta bagnata e stretta dalla tua verga turgida, dura e pulsante.
Ti tocco e accarezzo il petto mentre continuo a muovermi e penetrarmi di te, urlo, ansimo e grido dal piacere che mi provochi mentre dentro sento il tuo cazzo che mi tocca e massaggia la prostrata,
Ti alzi di colpo e mi metti con forza alla pecorina, appoggiandoti con forza dietro di me e penetrandomi di nuovo con una foga animalesca ma dolcissimamente vogliosa di tanta meravigliosa carne da amare.
Mi sbatti e mi penetri urlando dal forte piacere della sottomissione, che ti spinge a dirmi frasi e parole molto calde e decise, e ti lasci andare ad un torpiloquio frenetico e pesante per eccitarti e per farmi capire che sono tua, totalmente, solo tua. la tua amante, la tua piccola creatura da amare, ma sai che io per te sono solo la tua troia, la tua puttana personale, solo tua per sempre.
Spingi sempre più forte sai che mi piace sentirti ansimare pesantemente, e tenendomi da prima per i fianchi e poi prendendomi per le spalle per darmi colpi più decisi che ti stanno sfiancando, mi butti sul letto e con forza prendi le mie cosce fra le tue mani, le porti all'altezza delle tue spalle e mi penetri di nuovo appoggiando le mie gambe sulle tue spalle, in modo da vedermi in faccia e penetrarmi totalmente.
Mi penetri e penetri di nuovo tenendomi per le caviglie, con le gambe alte, spingi mi vuoi, mi guardi e godi nel vedermi girare la testa a destra e sinistra dal forte piacere mischiato al dolore che mi provochi per i grandi colpi che mi inferti.
Sei oramai una bestia in calore, un matto che vuole, a tutti costi prendersi la mia anima, il mio corpo a tutti costi: vuoi farmi tua, solo tua e di nessun altro..
Mi stantuffi e sbatti il cazzo dentro nella mia fighetta anale su e giù per tutta la sua lunghezza, provocandomi urli e spasmi di piacere..
Ti tocco il petto. ti strizzo i capezzoli bagnando le dita con la saliva, e tu ti lanci sul mio volto sputandomi sul viso e sulla bocca, dandomi la tua saliva e poi limonando e baciandomi, ora siamo una cosa sola, le nostre bocche e lingue insieme e il tuo cazzo nella mia vagina anale.
Ecco stai per venire, il dolore è fortissimo, stai svuotandoti pienamente di tutto quel liquido che per anni e mesi era rimasto dentro di te, perché mai aveva avuto cosi tanta sollecitazione ed eccitazione, mai provata nella tua vita.
Dopo avermi penetrata e fattomi sentire all’interno del mio ano stretto tutta la lunghezza del tuo uccello duro e per bene, che usciva ed entrava.. usciva ed entrava sia nel culetto stretto che nella bocca,
sentirti urlare e ansimare con gli occhi spalancati poco dopo : " cazzo sto venendo troia,, siiiii, si cazzo, che gran troia che sei, sei la mia puttana cazzo, sei solo mia,,,,, si godo cazzo, godooooo ahhhhhh.troia godooooo,ahhhhhhhhhg.. ti amo cazzo ti amoooo, che troia che sei,, sei mia siiiii ahhh."
E godi, sborri e urli parole, il tuo sudore cade su di me, dai tuoi occhi a volte sbarrati e a volte aperti vedo il fuoco e la bestia che è in te, una bestia furiosa, e io in pieno suo possesso, chiusa nella mia gabbia. i tuoi colpi rallentano e ti butti ancora vibrante e frenetico con tutto il tuo peso su di me, cercando di non uscire, mentre accarezzo con le dita e le unghie la tua schiena sudante...
Dopo questo, mi prendo cura di te asciugando il tuo corpo e baciandoti e leccandoti avunque, assaporando il tuo corpo ovunque, massaggiandoti e coccolandoti a lungo nel mio lettone parlandoci e magari ricominciando il tutto di nuovo….
Oppure dopo ti conduco sotto la doccia, ti insapono ovunque e ti lavo e sotto l'acqua in ginocchio comincio di nuovo a leccarti e succhiarti notando che la tua eccitazione sta riprendendo vita e ricomincia il gioco.........grazie alla mia bocca, alle mie uniche e introvabili attenzioni degne della tua Afrodite personale, della tua Gheisa, totale, e alla mia voglia di darti il massimo piacere terreno...
che nessuna donna, mogli o fidanzata sa più dare, sapendo che hai da me tutto l’affetto sincero, il rispetto, la sincerità, l’onestà, la fiducia, la passionalità, la discrezione, la comprensione e quell’amore totale, unico, indissolubile, sovraumano che nessun essere umano, oggi, riesce più a donare agli altri…. Io voglio amare, amare e ancora amare, sapendo che la vita ha designato di non donarmi tale dono di cui sono ricolma come anfora fino al bordo…e inutilizzata e non condivisa con un uomo tutto per me.
Un bacio a te Dolcemiele
Grazie per avermi ascoltata.
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1
19 years ago
admin, 75
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L area di servizio
L'area di servizio
Tratto da i miei diari segreti autobiografici "Il meglio di me". Le mie vere esperienze sessuali
IN USCITA NEL MIO PROSSIMO LIBRO.
Inverno 1992 - L'area di servizio alle porte di Stradella era deserta, solo un Tir targato Roma.
Da sempre attratto dai camionisti, sin dall’età di 7 anni, nella mia mente si affollavano quei miei primi sogni erotici dove mi sentivo posseduto
e scopato di brutto in una di quelle enormi cuccette calde, sottomesso e amato follemente da un camionista massiccio, porco e molto villoso, e sopratutto in calore da giorni.
Scendo dall'auto, la mia peugeot 205 grigia antracite e con una faccia decisa, espresione vogliosa di sesso e sprizzante sensualità,
guardo il camionista dal finestrino e gli dico: "salve capo, lei è qua per riposarsi o per il piacere"? Mi risponde tranquillamente e con un sorrisetto strano: "Per tutti e due, perché"? Io, già eccitato e con la voglia di provocarlo e provarci mi butto... "io sono qui per trovare un bel cazzone sconosciuto umido da leccare e succhiare..." Risposta : "Davvero? Sei un tipo deciso vedo…che sa cosa vuole ! Bene, ho proprio voglia di un bel pompino... vai nelle toilette che chiudo il camion e ti raggiungo, ok?".
Do un segno positivo e mi incammino. Intorno il vuoto, tutto facilità la mia voglia di fare l’amore con lui….
La toilette odorava di piscio, proprio da classica latrina d'autogrill..., entro nel bagno più pulito, quello degli handicappati, sempre pulito
e più grande, sento i suoi passi entrare nel bagno, lo avviso della mia presenza in fondo al bagno con un leggero colpo di tosse, lo sento avvicinarsi, sento che apre le porte dei bagni per controllare la nostra solitudine totale, si lava le mani, dalla porta del bagno semi aperta noto che si guarda in giro per l'ultima volta e sorride guardandosi allo specchio con un sorriso quasi compiaciuto, furtivo... apre la porta, la chiude frettolosamente e mi spinge con forza nel bagno, mi sbatte contro la parete piastrellata e con le mani ancora bagnate e un braccio enorme e peloso mi tiene fermo per il petto alla parete.
Con l'altra mano a fatica si tira fuori il cazzo... “niente male” esclamo, un cazzo scuro. nodoso, dalla cappella molto larga,
un cazzo da urlo, di quelli che ho sempre sognato, una cappella di quelle mai viste, cosi grossa e rossa, a forma di un fungo che non vedo l'ora di ingoiare e succhiare voracemente.
Il suo enorme cazzo e già duro, mi abbassa con forza prendendomi la testa con le mani, spalanca le gambe
e si avvicina il più possibile a me, mi avvicina fortemente alla sua enorme verga dura... l'odore di maschio é molto forte, e questo mi eccita ancora di più... mi accuccio in ginocchio sotto di lui e lo prendo in bocca, forzato dalla sua mano che lo tiene dritto verso le mie labbra già spalancate e me lo spinge dentro tutto... "aaaaah" finalmente la troia che è dentro di me a vinto! Sono veramente un porco, anzi no: una super zoccola... sto ciucciando il cazzo di uno sconosciuto con un amore come se succhiassi il mio di cazzo.
Lo lecco, lo bacio, gli passo la lingua sulle palle con una fame vorace che non pensavo di avere, con la punta della lingua
salgo lungo la verga e giro intorno alla prepuzio che palpita tra le mie labbra... lo succhio, lo assaporotuto fino in fondo alla gola di nuovo e lo odoro... aaah, che profumo di sesso che emana dall'interno delle sue muscolose cosce pelose. Ha il buchino sulla cappella con già alcune gocce di sperma che lubrificano insieme alla mia abbondante saliva la mia bocca e le mie labbra vogliose di lui... bello, saporito, dolcissimo... L'odore dolciastro e salato nella mia bocca mi fa uscire di testa, non mi controllo più: sono in suo pieno controllo…
Lui, ansima come un toro da monta in astinenza, il suo respiro polmonare e diaframmatico visto dal basso, mentre lo spompinavo,
mi sembrava gli ingigantisse ancora di più quel petto che io nel frattempo avevo scoperto slacciandogli la camicia a quadri, accarezzandogli il folto e massiccio petto ricoperto da una coltre folta di peli ricci e neri umidi. Un torace da vero scaricatore, due capezzoli duri e un ventre scolpito che, mentre mi inferteva un colpo dietro l'altro, diventava sempre più duro sotto le mie mani che lo palpavano voglioso.
Il suo movimento continuo verso di me, fa abbassare i suoi pantaloni.
Gli abbasso tutti i pantaloni e lo slip blu fino alle caviglie, e gli tocco i glutei pelosi e duri che mi spingono con colpi decisi contro le piastrelle
soffocandomi con tutto il cazzo in gola, tanto da farmi mancare il respiro. Di colpo mi dice : "posso scaricarmi dentro la tua gola o preferisci fuori, mia bella troia"? Io molto velocemente cercando di prendere fiato e far uscire il suo cazzo dalla bocca un attimo, gli dico "no aspetta", mi alzo e mi tiro giù di colpo i pantaloni della tuta e gli slip, mi giro contro la parete e gli porgo i miei caldi e accoglienti glutei... "dai sborrami sul culo, strusciami il cazzo e la sborra sul mio culo ti prego"... Dopo questa mia reazione il mio sconosciuto camionista esplode ancora di più d'eccitazione e appoggiandosi con tutta la sua massa corporea contro la mia schiena, strusciandomi il suo cazzo in mezzo alle chiappe mi spinge contro la parete infliggendomi colpi come se volesse penetrarmi senza darmi nemmeno il tempo di dire qualcosa... mentre mi bacia il collo e mi lecca le orecchie mi sussurra:”troia, sei una grande porca, sei la mia troia ora”.., i suoi colpi accennano a volermi penetrare e sento che la cappella si sta facendo già strada nel mio buchetto, dopo qualche minuto di forti spinte si abbassa e con le mani allarga i miei glutei con forza e comincia a sputarmi abbondante saliva e a leccarmi sul buchetto stretto infilandoci tutta la sua lingua.
Il piacere era così immenso per me, così estasiante... sentire il suo naso e i suoi baffi penetrare alla base alta dei miei glutei
e solleticare la mia pelle umida, mi dava un senso di grande piacere, e la sua lingua mi provocava spasmi ansimanti che cercavo di soffocare per non farmi sentire da eventuali clienti nel bagno. Dopo una decina di minuti di slinguamento, Luigi si alza davanti a me, mi gira di nuovo verso di lui, mi prende il viso tra le sue mani mi guarda negli occhi con una strana luce e mi bacia vogliosamente, le nostre lingue bagnate di saliva diventano una nella bocca dell'altro.
Non mi sembra più sesso da parte sua, ma qualcosa di più, quello sguardo... mi ha detto tutto.
Mi riprende per le spalle e mi gira verso il muro piastrellato, si prende la grande verga in mano, ci sputa sopra una abbondante mano
della sua saliva e con forza e decisione di uno che sta per venire affonda il suo cazzo enorme nel mio culetto umido e dilatato dal suo slinguare.
Il cazzo entra tutto d'un fiato, provocando in me un grande sobbalzo e urlo di dolore, subito soffocato dalla sua mano sulla mia bocca,
i miei occhi sono chiusi, il suo ventre prende il via a colpi forti e decisi, da bestia umana incontrollabile, mentre il mio respiro si fa affannoso e soffocato dalle sue dita in bocca.
Il piacere é forte, ormai il dolore si é trasformato ed é diventato godimento nel sentire di essere posseduto da quel grande cazzo nodoso
che mi stantuffa dentro ad una velocità mai immaginata e provata. IL suo corpo massiccio mi spinge forte contro la parete, sento il suo fiato e i suoi sospiri contro il mio collo. Mi sussurra con voce forte: "ti piace farti scopare così vero puttana"?. Rispondo cercando di liberarmi dalle dita che succhiavo "Ti prego sbattimi, di più, più forte, scopami, fammi tuo, ora, ti prego..ti prego.".
Convinto di quello che io desideravo, il suo marcare nel mio ano diventa ancora più veloce e deciso, sento un calore all'interno del mio ano
diventare fuoco, il dolore alla prostata sotto i forti colpi diventa sempre più forte,ed io comincio ad urlare non so se di piacere o di dolore. In lui provoca un senso di forte eccitazione, (non so quanto tempo sia passato credo siano gia 30 minuti circa che siamo chiusi nel bagno) e spingendomi con decisione dice: "Ecco, sto per venire puttana, ti scopo, sei la mia puttana ora, vero che ti piace? eh?? sei la mia puttana, siiii, ti sbatto, cazzo, ti sbatto....cazzo, sei mio, cazzoooo.". Senza parlare faccio cenno di si con la testa tenuta contro le piastrelle dal suo petto, le mie mani sono bloccate dalle sue contro il muro, "Vengo cazzo vengo puttanaaaaaaaa vengooooooooo, cazzo vengooooo...ahhh ahhhhh....." ed ecco che quel cazzo enorme inonda il culo e il mio buco di sborra... incredibile, se l'avessi preso in gola mi avrebbe soffocato da quanto "sperma" caldo sentivo eiacularmi dentro.
Come se non bastasse, dopo avermi riempito il culo a colpi decisi, Luigi mi rigira verso di lui mi costringe ad abbassarmi di nuovo e mi infila
il suo cazzo in bocca finendo di svuotarmi quel mare di "latte caldo" nella mia bocca che aveva cercato di fermare stringendo il pene ala base con la mano. "Bevila mia puttana , bevila tutta, é tutta tua amore".
Senza fare cenno di dissenso ingoio il suo cazzo e quello che resta della sua sborra, le sue mani fra i mie lunghi capelli mi spingono ad ingoiare
quel cazzo enorme che non posso dimenticare ancora adesso.
Finisco di leccargli la cappella e di pulirla con la lingua, cercando di deglutire tutto quello sperma schizzato anche sul mio viso e collo,
e lui appena ripresosi mi prende, mi rialza, prende le mie chiappe e me le spreme con le sue forti mani... mi tocca, mi accarezza, mi spalma la sborra che fuoriesce dal mio buchetto infuocato e mi mette due dita in culo e con forza le spinge dentro... ha deciso di farmi venire ed ha capito perfettamente cosa mi piace: farmi stuzzicare il culetto e il mio punto (G).
Adesso mi gira e mi obbliga a posare le mie chiappe contro le piastrelle fredde della toilette, mi blocca, mi tocca da tutte le parti, mi solleva
la maglietta e mi stringe i capezzoli e mi dice "masturbati porca d'una troia" ! Mentre mi masturbo, Lui in ginocchio davanti a me , continua a penetrarmi con le dita nel culo, neanche un minuto passa e la mia sborra schizza e si posa sulla sua bocca aperta davanti a me e sul suo pizzetto brizzolato... mi dice "dammela tutta troia, ora sei mia" troppo bello ed eccitante tutto questo... Me lo succhia volendo a tutti i costi leccare fino all'ultima goccia del mio sperma e di quello che ha sul viso e sul petto. Si rialza, si appoggia con tutto il suo torace peloso, nudo e bagnato di sudore e del mio sperma a me, mi bacia profondamente e ci limoniamo, passandoci lo sperma di bocca in bocca, questo voleva, sentirsi una cosa sola con me…
Si stacca dalle labbra mi guarda e mi dice all'orecchio: "certo che sei un bel porco depravato... una vera troia da scopare sempre, beh e meno male
che esistono dei tipi unici come te... ciao io passo di qua una volta al mese e sempre di giovedì notte".
Pulendoci a vicenda con i fazzolettini ci rivestiamo e sorridendoci divertiti mi dice:" se lo sapesse mia moglie..." sorridiamo ancora, gli do il mio bigliettino
da visita, facendogli notare che abito vicino al casello e che posso tranquillamente ospitarlo anche per la notte e dargli la possibilità di farsi una doccia a casa mia se fosse di passaggio a Pavia verso Milano, Piacenza o Lodi, e di dargli tutte quelle cure servizievoli tipiche ti una geisha innamorata.
Mi prende con una mano la testa, mi bacia a lungo sulla bocca e sulla fronte e se ne va per primo dal bagno... Dopo alcuni minuti, dopo essermi riordinato
davanti allo specchio ritorno alla mia auto... tutto intorno é silenzio, alle pompe di benzina nessuno, all'autogrill solo una macchina parcheggiata fuori. Sono le 03,24 circa, a fatica sto in piedi e cammino senza più forza nelle mie gambe verso la mia macchina, lo saluto mentre lo vedo partire, non so cosa pensare di me stesso... e di quella esperienza che non dimentico... e che da dieci anni, una volta al mese torna a suonare il mio campanello nel bel mezzo della sera chiedendomi: "salve le ho portato il pieno di merce da scaricare"...
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19 years ago
admin, 75
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Il tabaccaio
Questo più che un lungo racconto è un fatto che mi e' capitato la scorsa settimana . Da parecchi mesi mi trovavo spesso a comprare le sigarette in un tabacchino che si trova a meno di 50 mt dal posto dove lavoro. Il locale e' gestito da un signore sui 50 anni ( che per convenzione chiamo Carlo ) ..! Il tizio e' un tipo veramente simpatico e debbo dire molto gentile e sempre con la battuta pronta . Fisicamente non e' nulla di trascendentale fisico asciutto corporatura media . Vedevo che ogni qual volta entravo nel suo negozio faceva in modo di servirvi per ultima ( e la cosa a dir il vero a volte mi dava un po di fastidio...! ) ma appena era solo con me scherzava faceva battutine simpatiche cercava sempre di intrattenermi , in parole povere mi faceva come si dice generalmente " il filo "...!! Un giorno essendo prossimo alla chiusara per fine turno mi invitò al bar che si trova nei pressi per prendere un caffè con me era sempre galante ma senza essere invadente o provarci in modo palese. Sapeva che ero sposata ma di certo non sapeva delle mia seconda vita...!!!
Ritornado ai fatti erano le 12.00 ed io ero andata al lavoro un'oretta prima perche' prima dovevo passare da una mia amica per consegnargli dei documenti e siccome abitava nei pressi di dove lavoro io decisi di fare la commissione quella mattina sapendo che Lei di sabato e' sempre a casa fino alle 15 . Ma giunta a casa sua suonai al citofono e non rispose nessuno provai a chiamarla al cell. mi rispose dicendomi che era a Verona da sua madre e che si scusava mi disse di lasciare i documenti al tabacchino dove si serviva anche lei che poi sarebbe andata a prenderli al suo ritorno. Mi affrettai temendo che chiudesse il tabaccaio ed infatti quando ero giunta di fronte al negozio Carlo stava per chiudere la saracinesca per la pausa pranzo. LO salutai e gli chiesi se potevo lasciare a lui la carpetta con quei documenti e riferii che la mia amica sarebbe venuta nel pomerigio a ritirarli. Carlo fu disponibile e premuroso riaprì il negozio e mi fece entrare prese la carpetta e la conservò accuratamente. Poi mi chiese se stavo andando al lavoro risposi che dovevo iniziare alle 13.30 e che mi sarei soffermata al bar a prendere un caffè per ingannare l'attesa infatti non mi conveniva ritornare più a casa. Carlo mi disse che se la cosa non mi dava fastidio voleva offrirmi il caffe' lui e che avremmo potuto fare tranquillamente quattro chiacciere senza la premura dei turni che avevo sempre.
Lo ringrazia e ci sedemmo al bar che si trova a poche decine di metri dal suo negozio. Restammo al bar per pochi minuti poi Carlo mi disse se volevo fargli compagnia al negozio in quanto quel giorno la moglie era fuori dalle figlia e sinceramente non aveva voglia di prepararsi da mangiare da solo e nel retro negozio aveva un piccola stanza dove lui restava ogni tanto quando aveva delle cose da sistemare nel tabacchino . Mi disse che la aveva attrezzata con un mini cucinino ed un piccolo divanetto letto per le pennichelle estive .Dissi che non volevo essere invadente ma ero curiosa di conoscerlo meglio ( in realta' mi eccitava la situazione essendo per mia natura così ed essendo sempre tanto curiosa di vedere il modo di essere delle persone che mi stanno accanto ..!) Intuii dal modo di fare che le sue idee erano ben altre ma la curiosita' era forte e debbo dire la mia troiaggine come al solito prese il sopravvento...!!
Entrammo lui chiuse la saracinesca alle sue spalle e restammo da soli nel negozietto mi disse di accomodarmi e dietro il bancone c'era una porta che lui aprì e portava in una stanzetta piccola con una finestra che si apriva in un cortile interno dello stabile dove aveva il negozio. Mi fece accomodare e mi chiese se desideravo qualcosa da bere risposi di no parlammo di amici comuni poi lui improvvisamente mi confidò che con la mia amica ogni tanto si divertivano .Sapevo che Marina era un tipo parecchio disinibito e che aveva avuto diverse esperienze da quando si era separata dal marito ma la cosa mi sorprese e tanto. Gli dissi che era strano in quanto ora aveva una relazione da mesi con Matteo e che mi sembrava un rapporto molto serio. Lui aggiunse che si la cosa era vera , ma che ogni tanto lo veniva a trovare in quella stanzetta. La cosa mi sorprese e non poco.. Sapevo che Marina era una donna calda la conoscevo da quasi 4 anni e sapevo che aveva avuto decine e decine di avventure e lei sapeva bene della mia doppia vita e del fatto che con Gianni scambiavamo e che io mi sollazzavo con i maschietti anche da sola ed a volte parlandone mi confidava che per certi versi mi invidiava , ma che lei si bloccava a fare queste esperenza di gruppo preferiva i giochi a due e con i maschietti che sceglieva lei e quando decideva lei.. ! Ma strano non mi aveva mai parlato di lui e non ne capivo il motivo anche perche' io gli raccontavo tutto e debbo dire la cosa sul momento mi fece incavolare mi sentivo come tradita.
Carlo guardandomi in volto intui' il mio stato d'animo e mi disse vedi so che siete molto amiche ma lei si vergognava forse a confessargli la cosa per via del fatto che ti aveva detto che con il suo attuale compagno voleva costruire qualcosa di serio ma in realta'mi disse ti posso confidare che tra loro non va affatto bene lui e' donnaiolo e mi ha confidato che spesso la tradisce e lei ricambia la cosa debbo dire . Mi sentii come cadere dalle nuvole mi sembrava tutto strano e fuori dalla realtà . Carlo accese allora il portatile e mi fece vedere delle foto che avevano scattato in quella camera in cui si vedeva Marina in autoreggenti e con le tette al vento in posizioni direi provocanti. Carlo mi confido che era un gioco che lui gli aveva proposto e che lei aveva accettato di buon grado . Le foto le teneva lui . Piu' lo sentivo parlare e più la mia rabbia nei confronti di Marina aumentava mi sentivo tradita io raccontavo tutto di me e lei invece .... Mi ricordai pero' che la scorsa settimana sentendoci al cellulare mi aveva detto che aveva da raccontarmi qualcosa di nuovo ma che preferiva parlarne di persona ci dovevamo vedere oggi ma i fatti sopra citati avevano fatto saltare il nostro incontro..! Mi sedetti sul divanetto e Carlo mi disse che anche sul mio conto sapeva qualche piccola indiscrezione confidategli da un suo amico che spesso io incontravo capii dalla descrizione che era Robert un amico che mi veniva a trovare spesso e che era un patito delle pompe con ingoio che io le facevo anche di gusto perche' era un gran scopatore e ci sapeva fare a letto e direi tantissimo..! A questo punto mi sentivo scoperta e vedevo che lui sapeva sul mio conto tanto e quindi era inutile cercare di smentire la cosa gli confermai che era vero e che realmente avevo una seconda vita . Carlo mi disse che aveva voglia di provare anche lui la stessa esperienza con me la sua richiesta mi lascio' perplessa non ero pronta e non pensavo che si sarebbe esposto così tanto. Lo guardai in viso era rosso e si vedeva con una certa agitazione interna , ero spiazzata e non sapevo cosa dire e fare mi sentivo come in gabbia ma nello stesso tempo mi incuriosiva la situazione e mi eccitava proprio per la sua stranezza. Lui intui la mia perplessità e mi disse con la voce spezzata dall'emozione che da mesi mi desiderava e che aveva sognato decine di volte di fare sesso con me .. Risposi che lo avevo intuito dal suo modo di comportarsi quando entravo nel suo negozio . La situazione nella camera era uno stato di empasse guardai l'orologio e vidi che erano gia le 12.30 e gli dissi che dovevo andare . Carlo aggiunse che ancora se desideravo potevo restare anche perche' il mio ufficio era a due minuti da li rimasi indecisa... anche questo mio tentativo di tirarmi fuori da quella situazione strana era fallito ma forse era quello che in fondo desideravo .. Carlo si avvicino e mi disse in modo deciso se avevo voglia gli risposi che non sapevo che il tempo era poco e che magari ci potevamo vedere un'altro giorno con più tempo e senza la premura di dover andare al lavoro in parole povere con calma . Questa mia affermazione che era in realtà una confessione di disponibilita' lo fece decidere a passare alle vie di fatto , si sedette accanto a me sul divano e mi accarezzo le cosce ormai ero troppo eccitata per fermarmi , lo lascia fare la sua mano si insinuo sotto la mia camicetta accarezzandomi il seno ed i capezzoli turgidi per l'eccitazione..! In pochi minuti ero mezza nuda Carlo sembrava un'invasato in quei momenti era evidente che chissa' da quanto tempo sognava quel momento e di certo non gli sembrava vero che il tutto ora era reale...! Gli slaccia la cintura e vidi le forme del suo membro duro allo spasimo lo accarezzai e poi infilai la mano dentro gli slip aveva un membro veramente notevole mi inginocchiai e cominciai a succhiarlo con passione la situazione mi aveva fatto perdere la testa lo divorai fino a sentirlo in fondo alla gola come piace a me ( Gianni dice sempre che ho il clitoride anche in gola ..! ) i nostri giochi durarono meno di dieci minuti perchè Carlo eccitato mi venne in gola quasi subito ingoiai tutto e le leccai le ultime goccioline sul glande . Lo vidi felice ed estasiato ma con uno sguardo vidi anche che era le 13.00 e dovevo andare velocemente mi rivestii avevo una voglia di godere da matti ma il tempo non c'era era troppo tardi . Carlo mi disse che se desideravo potevamo continuare all'uscita alle 19.00 gli dissi di si e che lo desideravo ed anche tanto. Concordammo di vederci alle 19.oo e mi disse che avrebbe telefonato alla moglie dicendo che alla chiusura doveva andare da un'amico e che sarebbe ritardato un'oretta buona . La stessa cosa feci io con Gianni ma dicendo che aveva una sopresina che gli avrei raccontato al mio ritorno a casa. Quel giorno le ore di lavoro trascorsero veloci ed alle 19 ero gia fuori dal'ufficio mi diressi verso il negozio di Carlo che aveva lasciato la saracinesca mezza abbassata quando vidi che non passava nessuno mi fiondai dentro . Quesa volta non ci furono troppi preamboli Carlo si spoglio subito e la stessa cosa feci io fu un amante veramente superbo a vederlo dietro il bancone non avrei mai creduto che dentro quell'uomo c'era tanta passione e tanta calore ..! Mi scopò a lungo e debbo dire lecco tantissimo la mia passerina godetti quasi subito data l'eccitazione che mi ero portata dietro dal nostro incontro di mezzo giorno . Carlo mi penetrò a lungo gli piaceva da matti sentirmi mugolare dal piacere sotto i suoi colpi di reni che facevano sprofondare il suo membro dentro la mia passerina fradicia di umori facemmo sesso per quasi due ore alla fine andai in bagno e mi rivestii Carlo mi accompagno' alla fermata dell'autobus quando arrivai a casa dentro la mia borsa trovai un bigliettino con una sola parola " GRAZIE " e dentro un regalino per me ... !! Raccontai tutto a Gianni che quasi non credeva alle sue orecchie sentendomi raccontare la vicenda. Debbo dire che e' stata una bella esperienza forse per la velocita' per come si e' svolta e per l'imprevedibilita' della cosa. Ieri all'uscita dal lavoro alle 12.30 ci siamo visti ancora e siamo stati nella sua stanzetta dietro il negozio ed ancora una volta mi ha fatto godere ed ho bevuto il suo miele mi eccita la situazione con lui è sempre una cosa fatta in modo quasi frettoloso e di nascosto ( almeno per lui ..! ) tipo i ragazzini che debbono nascondere la marachella ai genitori...
A n n A
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19 years ago
admin, 75
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Un pomeriggio al parco....
Ieri pomeriggio si stava bene ed abbiamo deciso di fare un giretto in un parco del sud milano........c'era poca gente arrivati nel parcheggio abbiamo notato subito gli occhi di tre uomini addosso a noi...Flavia già vibrava aveva già capito che a breve avrebbe avuto 4 cazzi da lavorare........ci venne dietro uno solo...mentre gli altri 2 seguivano la situazione da lontano entrammo in un insenatura creata in 2 cespugli vicini ed il primo ragazzo ci venne vicino sbottonandosi i pantaloni e tirando fuori un membro duro....Flavia lo prese in mano menandolo nervosamente poi se lo avvicinò alle labbra facendolo sparire tutto.mi eccitavo vedendo anche gli altri due che ci venivano incontro facendo finta di non vedere ciò che stava accadendo....in breve tempo era mezza nuda con un manganello dietro uno davanti ed uno in bocca e con la mano menava il mio......penso che in un film non sarebbero stati capaci di girare una scena cosi' bella ed eccitante......il resto immaginatelo voi...........hanno goduto come dei matti i 3 porcellini, io mi sono goduto la scopata finale mettendola alla pecorina mentre con la bocca soddisfava il primo ragazzo che si era fermato per la seconda manche......insaziabile........Lei......
che dire un pomeriggio all'insegna della natura.....
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2
19 years ago
admin, 75
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Grazie alla mancanza di coraggio
Sto vivendo in un mondo irreale e spesso mi pizzico per sentirmi vivo ; lo sono , comunque mi sembra di vivere da ubriaco : vedere girare nuda o quasi per casa la donna dei miei sogni , saperla disponibile e pertanto non avere il coraggio di possederla , sentire il suo calore e baciarla castamente senza osare di prenderla di buttarla a gambe all'aria e penetrarla fino in fondo all'anima mi fa fare una vita di merda . I miei ragionamenti finiscono sempre a parlare di sesso con la speranza che sia lei a propormi di fotterla , mi aspetto che da un momento all'altro allunghi la mano nella mia cintola e tirato fuori un cazzo duro da morire lo prenda in bocca e mi faccia godere o che venga a sedersi sulle mie gambe per infilarsi il mio cazzo nelle viscere mentre seminuda gira per casa ed io faccio finta di guardare la televisione , invece nulla ; lei risponde con monosillabi alle mie argomentazioni e tutto ciò che sa rispondermi è che le sembra un incesto vero e proprio se dovessimo consumare insieme noi due . Ma come incesto , quasi grido , non sei mia madre naturale e benchè tu mi abbia cresciuto considerandomi tale ed amandomi più che se fossi tuo figlio non vuol dire che sia incesto il nostro rapporto . La mia madre naturale è quella povera donnetta che curva sta portando a casa delle fascine mentre tu sei quella che mi ha dato tanto amore e mi ha salvato dalla miseria ed è per questo che voglio dedicarti la vita che mi resta e voglio godere con te di te e dentro di te . E poi l'incesto , quello reale è sempre stato praticato sopratutto dalle dinastie , da gente importante e se vogliamo essere fiscali anche la Bibbia lo contempla per spiegare il popolamento del mondo . Ed infine ci sono tanti nostri conoscenti che lo praticano senza per questo ritenersi peccatori . Sono questi i ragionamenti che faccio nella mente con mia madre ma senza avere il coraggio di esporli nella realtà . Ormai la relazione che continuo ad avere con Bruno , in ufficio , comincia a darmi fastidio sopratutto quando lui pretende di possedermi pensando di possedere mia madre della quale invoca spesso il nome ed a lei si rivolge con frasi volgari mentre me lo mette nel culo . Quando lo sento dentro mi eccito ma non riesco a godere e col cazzo duro torno finalmente a casa per abbracciare lei , per baciarle l'angolo della bocca e sentire la sua saliva , per palparle i seni e sentire i capezzoli indurire ed intanto lievemente come se non me ne accorgessi le appoggio sulle chiappe il cazzo che continua a crescere . Con lei mi sento protetto come una nave nel porto , mi piace affondare la testa sul petrto , baciarle il lungo collo che già mostra qualche piega per l'età e mi piace sbavare sulla spalla scoperta . Mi sembra di notare la sua gioia e la sua fierezza e mi pare che sia orgogliosa di ispirare voglia anche se solo a suo figlio . Credo che qualsiasi donna ami essere desiderata e mia madre è una donna come tutte le altre . Sapere di essere l'oggetto del desiderio sessuale di un uomo fino ad imbrattarle il corpo con le sue sborrate . Non ne ho la prova ma penso che lei sia sveglia quando vado in camera sua a spiarla mentre dorme e segarmi fino a sborrarle addosso . Io vorrei farla mia , vorrei penetrarla , sentire il calore della sua fica , fotterle il culo e baciarle le chiappe , vorrei farle ciucciare il mio cazzo e bere la mia sborra come io amerei bere i suoi umori ma non oso espormi ; ho paura di essere respinto ed allontanato e non poter più neanche spiarla di notte e così perdere il poco beneficio che ne ho . Quando quel giorno venne zio Ercole a visitarla lasciandola con un senso di depressione e per tirarsi su accettò che la mia mano la masturbasse e la facesse sentire ancora viva fu soltanto perchè mi considerò un oggetto fallico inanimato anche se mi procurò godimento giocando col mio cazzo che inanimato proprio non era . Non ne abbiamo mai parlato come se la cosa non si fosse mai realizzata e fosse solo frutto di un bel sogno . Quando ero bambino e non aveva nessuno che la trombasse mi chiamava a farle compagnia nel grande letto e mi pregava di infilarle la mano in fica alla ricerca di una supposta che vi era scivolata per errore ed usava così il mio braccino come un grosso cazzo per masturbarsi . Ed io ero felice quando la sentivo appagata . Finora non mi ha mai lanciato un segnale per farmi capire che il mio cazzo sarebbe ben accetto tra le sue cosce e dopo il bacio della famosa sera non si è mai ripetuta e benchè io le forzi spesso l'angolo della bocca alla ricerca della sua lingua non ha mai aperto per lasciarmi entrare . L'unica cosa che mi concede forse perchè ne gode in un certo senso anche lei è indossare la camicia rosa trasparente che le ho regalato al suo compleanno ed essendo sotto nuda come Eva sa e permette che io le ammiri il corpo non ancora sfiorito ed ai miei occhi uguale a quando era giovane . Di giorno indossa una sorta di vestaglia che è molto pratica e di sera , dopo che torno a casa indossa la solita camicia da notte lunga fino ai piedi e col collo aperto a V . Dopo cena , quando più nessuno viene a disturbare la nostra pace indossa , e spesso lo fa sotto i miei occhi , la camicia rosa ed io interpreto la cosa come un invito a visitarla di notte . Spesso vado nella sua camera dove trovo la luce del comodino accesa e siccome fa caldo ha la camicia raccolta sotto il seno e tutto il corpo in bella mostra per la mia gioia . E per quanto io sia gay il desiderio di lesbicare con una donna così esposta mi fa venire un cazzo duro fino a sentire male . Più di una volta è venuta a ripulirsi dello sperma tra i capelli o sul pelo della fica mentre ero in bagno a lavarmi e guardandomi attraverso lo specchio ha voluto significarmi che accetta questo mio modo di averla ed in questo modo non si può dire di aver consumato un incesto . Quando poi la sento pisciare accanto a me e la vedo infilare la mano per lavarsi la fica io vado in tilt ed ogni volta rischio di commettere uno sproposito , una violenza . Immagino di avvicinarmi e presale la testa tra le mani le metto in bocca il mio cazzo , tra quelle belle labbra che tanti cazzi hanno baciato e pompare e pompare fino a farla annegare nella mia sborra fino a vederla colare giù dalle labbra proprio da quell'angolo dove vado a cercare la sua saliva quando la bacio . E la fantasia vola ed il coraggio si allontana sempre più . Vorrei che mi chieda conto delle gocce di sborra tra i capelli che luccicano come perle per svelarle il mio modo di godere di lei ma invece nulla trapela dei suoi pensieri . Ed io mi tengo la voglia di lei in me e continuo a masturbarmi con rabbia e foga ed anche stasera si ripeterà il rito della camicia rosa ed ancora le sborrerò addosso mentre faccio finta di credere che lei dorme tranquilla e rilassata . .
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19 years ago
pompeo1pompa,
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Una fantasia divenuta realta\'
Sono Monica, 40 anni bel fisico asciutto e sagomato. In altre parole
tutte le curve al posto giusto. Da cinque anni convivo con un uomo di
ben 17 anni piu’ grande di me. In questi anni di convivenza abbiamo
trasformato l’attrazione sessuale vera e propria, che ci ha fatti
conoscere, in un meraviglioso rapporto di intesa e complicita’. Ormai
abbiamo raggiunto una perfezione nei nostri rapporti sessuali
talmente elevata che ognuno di noi due conosce esattamene tutti i
punti di soddisfazione dell’altro ed utilizza questa conoscenza per
portarlo all’orgasmo in modo sublime.
Come spesso accade in questo tipo di rapporto molto aperto ed
attento, negli ultimi tempi abbiamo cominciato a parlare di fantasie
erotiche. Lui, Marco, mi ha confessato che non gli sarebbe dispiaciuto
avere un rapporto con me ed un’altra donna insieme, ma che sarebbe
rimasta solo fantasia in quanto io non sono bisex. Da parte mia invece
gli avevo detto che a me sarebbe piaciuto fare l’amore con un altro
uomo davanti a lui per poi continuare con tutti e due, ma dato che
Marco non aveva molto apprezzato l’idea anche io ero convinta che
sarebbe rimasta una fantasia.
Bene, mese di luglio, andiamo in vacanza in un villaggio turistico . Mare
splendido, sabbia finissima, sole a volonta’ e tutti gli animatori che si
preoccupano di non farti annoiare. Il primo giorno mentre eravamo in
spiaggia, inquadriamo un bel ragazzo occhio e croce 32 / 35 anni
talmente abbronzato da sembrare di colore, bel viso, muscolatura in
evidenza quanto basta. Io scherzando, dissi a Marco che quel ragazzo
me lo sarei fatto volentieri e lui, provocatoriamente, rispose che se
avessi voluto farlo non avrei avuto alcun problema. La cosa fini’ li’ . La
sera del secondo giorno decidemmo di andare nella discoteca del
villaggio per sgranchirci un pochino. Marco mi chiese di mettermi
qualcosa di caruccio. Dato che lo conosco da anni, gia’ so che quella
frase significa letteralmente “vestiti sexy e provocante che mi piace
vedere gli altri uomini desiderarti”. Detto fatto indossai un minuscolo
perizoma bianco che aveva solo il tringolo di stoffa per coprirmi il pube
con un piccolo ciuffetto di pelo e tutto il resto in sottile cordoncino. La
visione di quel perizoma sulla mia pelle in genere ha per Marco un
effetto devastante. Sopra un vestitino di colore turchese molto
leggero con la schiena scoperta e sopratutto molto corto. La scollatura
lascia intravedere due bei seni terza misura liberi, ancora ben sodi e
molto abbronzati. Il bordo del vestito lascia scoperte due belle gambe
lunghe, affusolate ed abbronzate Mi guardo allo specchio e mi piaccio
veramente molto. Pochi uomini stasera potranno fare a meno di
guardarmi. Quando mi vede, Marco, rimane senza fiato. L’effetto
contrasto del colore turchese con la pelle abbronzata unito alla
scollatura che copre molto poco il seno mi rende deliziosamente
appetitosa. Infatti Marco ripresosi dall’effetto sorpresa confessa che
con me vestita cosi sara’ molto difficile tenere lontano i maschietti.
Lo conforto dicendogli che anche lui, abbronzato e con il suo bel fisico
maschio non e’ niente male, anzi attira veramente molto. Andiamo in
discoteca, appena entrati incrociamo gli occhi con il ragazzo del
mattino. Indossa un paio di pantaloncini corti bianchi ed un maglietta
turchese come il mio vestito che pongono in risalto la sua pelle
scurissima. E’ un attimo, ma lo sguardo intenso di lui ed il nostro,
altrettanto scrutatore, non lascia dubbi ci stiamo apprezzando a
vicenda. Andiamo in pista a ballare e dopo un po’ ci ritroviamo in tre a
scatenarci nella musica coinvolgente : io, Marco ed Aidan , questo il
nome di quel ragazzo di origine egiziana. (ecco spiegato il colore scuro
della pelle). Abbiamo fatto amicizia, alterniamo una bibita con il ballo
finche’ il DJ decide di passare alle musiche lente. Aidan mi chiede se
voglio ballare con lui, io guardo Marco che sorridendo mi fa un cenno di
assenso e va’ a sedersi. Aidan mi cinge i fianchi con il suo braccio e
con un gesto delicato ma deciso mi stringe a se. Balliamo strettissimi,
e dopo qualche minuto io comincio a sentire gli effetti del mio corpo
che si strofina sul suo. Il mio pancino percepisce qualcosa di molto
duro ed anche..... di molto grosso. Ed Aidan non fa nulla per non
farmelo percepire, anzi tenendo la mano quasi sul mio culetto mi
stringe sempre di piu’, in modo da farmi sentire le sue doti al massimo.
Intanto a cominciato a sfiorarmi il collo con le labbra, io getto uno
sguardo a Marco e vedo che mi sta sorridendo. Ho capito, non ha
intenzione di ostacolarmi. La musica cambia nuovamente ed Aidan mi
prende per la mano e mi conduce verso il tavolino dove e’ seduto
Marco. I suoi pantaloncini, anche se abbastanza larghi, lasciano
intravedere la sua eccitazione. Arriviamo di fronte a Marco e fissandolo
dritto negli occhi gli dico: - credo sia giunto il momento della mia
fantasia ! -: Marco , senza dire una parola e continuando a sorridere,
si alza , mi bacia sulle labbra, mi prende per mano e rivolto a tutti e
due dice :- Andiamo nel nostro bungalow -:
Percorriamo i pochi metri in un attimo, io sono molto eccitata in mezzo
a due uomini : uno che conosco benissimo e mi piace da impazzire,
l’altro sconosciuto ma altrettanto attraente. Entriamo , Marco si gira
per chiudere la porta, io avanzo fin vicino al letto, sciolgo il nodo sul
collo e mi lascio scivolare il vestito giu’ dai fianchi fino a terra. Sono
rimasta con il perizoma bianco e le mie due belle tette con i capezzoli
rosa turgidi di eccitazione, Aidan ha gli occhi pieni di voglia e quando
Marco si gira, gli dice :- Monica e’ una donna stupenda, difficile
resistere a questo meraviglioso spettacolo - : Marco lo guarda,
intensamente con il suo sguardo penetrante e poi gli risponde :-
Aidan, Monica ha voglia di te e forse anche di me, non dobbiamo
deluderla. -: E’ il segnale di via che stava aspettando. Avvicinandosi si
toglie la maglietta ed i pantaloncini, ho gia’ le sue mani sui miei
fianchi. Appoggia le labbra sul mio capezzolo e comincia a
martorizzarlo con la lingua. E’ proprio un bel ragazzo. Sento una delle
sue mani scivolare verso il mio pube, mi scosta il piccolo triangolo di
stoffa e comincia ad accarezzarmi il ciuffetto di pelo. Poi molto
lentamente sento le sue dita che cercano la mia fessura. Sono al
massimo dell’eccitazione, mi divincolo da lui e mi stendo sul letto.
Marco si e’ spogliato e, rimasto solo con gli slip si e’ seduto su di una
poltroncina. Mi guarda e mi dice :- Monica, aspetto di vedere il tuo
meraviglioso spettacolo -: . Intanto Aidan si e’ tolto gli slip e si e’
venuto a stendere vicino a me. Non posso fare a meno di notare che
ha proprio un bel cazzo. Dritto, abbastanza lungo ma sopratutto
veramente grosso. Sara’ almeno cinque o sei centimetri di diametro.
Lungo l’asta si notano le venature gonfie per l’erezione ed al di sopra
svetta una bellisima cappella violacea. Se dovessi inventarmelo lo farei
cosi’ !!. Non resisto ed allungo un mano per toccaglierlo. E’ duro come
il ferro e la rugosita delle vene gonfie mi eccita ancora di piu’. Intanto
Aidan si e’ girato mi ha sfilato il perizoma , e sta cominciando a
leccarmi la fica. Lo costringo a stendersi sulla schiena, salgo in
ginocchio su di lui e gli offro tutta la mia apertura di gambe mentre
comincio anche io a fargli sentire la mia lingua facendola scorrere
lungo la sua asta dritta come un palo telegrafico e che faccio fatica a
prendere in bocca per quanto e’ grosso. La posizione che abbiamo
assunto mi permette di vedere Marco seduto, che nel frattempo ha
tolto anche gli slip. Anche lui ha il suo bel cazzo in erezione. Le sue
misure sono un po’ piu’ normali di quelle di Aidan, ma so bene quanto
e’ piacevole prenderlo. Mentro succhio il cazzo di Aidan e mi gusto la
sua lingua che ora sta facendo un lavoretto prelibato alla mia fica,
guardo Marco e gli strizzo un occhio. Lui si alza, si avvicina e lascia che
io possa succhiare un po’ lui ed un po’ Aidan. Questa situazione mi sta
facendo perdere il controllo perche’ non ho mai avuto due bei cazzi
cosi’ a disposizione. Infatti dopo pochi minuti di questo giochetto mi
lascio andare e vengo tra le labbra di Aidan con delle contrazioni tali
che sento la sua lingua come un piccolo cazzo che mi penetra. Lui non
molla la presa e continua a succhiarmi e leccarmi la fica per gustare
tutti i miei umori. A questo punto Marco si costa e va a sedersi di
nuovo, anche se il suo cazzo in tiro dimostra che ha una voglia matta
di venire. Aidan si sfila da sotto di me mi fa stendere sulla schiena e
posizionatosi in mezzo alle mie gambe, mi dice :- adesso voglio la tua
fica -: Io non aspettavo altro, perche’ avevo una gran voglia di sentire
quel bel cazzone dentro di me. Aidan, stando in ginocchio mi punta la
cappella tra le grandi labbra e poi, con estrema delicatezza comincia a
spingere per farlo entrare dentro. Nonostante i miei 40 anni ed un
buon numero di cazzi provati, la fichetta e’ ancora bella soda e stretta.
Infatti noto che anche se sono abbondantemente bagnata per
l’orgasmo avuto, Aidan un po’ perche io sono stretta, un po’ perche’ lui
e’ veramente grosso, fa una certa fatica ad entrare. Ma alla fine, lui
che continua a spingere ed io che mi muovo sotto di lui per agevolarlo
diventano ingredienti per un totale perfetta penetrazione. Sento le
sue palle che mi battono sul buchetto del culo. Ho la testa
completamente fuori. Sono nuda a letto con un bellissimo ragazzo che
mi sta scopando davanti al mio lui e sopratutto, non avevo mai preso
un cazzo cosi’ grosso. Mi sento riempita favolosamente. E poi Aidan,
ha cominciato a scoparmi lentamente, come piace a me facendolo
quasi uscire tutto per poi rispingerlo dentro fino a schiacciare il suo
pube contro il mio. Sono talmente presa dall’amplesso che non mi
accorgo che Marco, alzatosi, si e’ avvicinato e ci sta guardando . I suoi
occhi mi parlano, capisco che anche lui vuole godere di questa
situazione. D’altra parte la mia fantasia si e’ realizzata anche grazie a
lui, quindi gli devo qualcosa. Fermo Aidan nel suo movimento lo faccio
sfilare e mi metto a quattro zampe con la testa verso Marco. Aidan
capisce e mi penetra di nuova da dietro, mi tiene i fianchi con le mani e
ricomincia il suo lento scoparmi nella fica. Adesso lo sento anche di
piu’. Intanto ho finalmente a portata di bocca il bel cazzo di Marco. Lo
prendo in bocca comincio a fargli un pompino come li so fare io. Di
quelli che ti fanno impazzire. La situazione sta raggiungendo il limite di
tolleranza per tutti. Io , per la prima volta, sto scopandomi due maschi
che mi fanno veramente impazzire. Tutti e tre percepiamo l’ansimare
degli altri e come un magico sincronismo acceleriamo le battute fino a
che , finalmente sento Aidan che esplode nella mia fica
contemporaneamente a Marco che mi riempie la bocca. L’effetto di
sentirmi riempire contemporaneamente la fica e la bocca mi scatena
l’orgasmo piu’ completo e coinvolgente della mia vita. Sento Aidan che
tenendomi saldamente per fianchi, mi spinge il suo cazzo in fondo per
scaricarsi completamente dentro di me, intanto io con la bocca
percepisco tutti i sussulti di Marco. Stremati, tutti e tre di adagiamo sul
letto. Ho notato pero’ che mentre Marco si e’ rilassato, Aidan e’ ancora
bello dritto e duro e mi sta guardando. Gli sorrido e lui mi dice .- Sei
una donna meravigliosa, ho ancora voglia di scoparti.-: e senza
aspettare che io possa rispondere qualcosa, mi sale sopra , mi
penetra nuovamente, questa volta senza difficolta’, e ricomincia a
scoparmi con quei movimenti lunghi e lenti di prima. Quel corpo scuro,
sodo , quel bel viso ma, sopratutto, il cazzo che mi riempe davvero
tutta, mi fanno eccitare di nuovo e ricomincio anche io a rispondergli
muovendo il bacino in sintonia con lui. . Marco si e’ completamente
rilassato e giace di fianco a noi. Questa situazione di avere lui di fianco
a me ed io che sto scopando con un altro mi eccita nella testa
facendomi toccare livelli di piacere infiniti. Siamo andati avanti cosi’ per
un tempo che mi e’ sembrato lunghissimo, e di nuovo ho sentito Aidan
riempirmi la fica del suo liquido caldo mentre io mi contorcevo sotto di
lui nel terzo devastante orgasmo.
Il giorno dopo, sulla spiaggia, io e Marco stavamo commentando la
serata precedente con lui che mi faceva i complimenti per come avevo
gestito l’incontro ed io che lo ringraziavo per avermi fatto provare
quella esperienza meravigliosa. Ad un tratto compare di fianco a noi
Aidan. Indossa un bel costume a slip che esalta i suoi attributi maschili
che tanto mi hanno soddisfatto la sera prima. Ma, sorpresa sorpresa,
non e’ solo. Di fianco a lui, mano nella mano una splendida ragazza
creola, con un fisico da modella statuario. Indossa un piccolissimo
bikini che fa risaltare due seni sodi pieni e rotondi e un culetto da urlo
che sovrasta due gambe bellissime. Il colore scuro olivastro della pelle
da il tocco di perfezione. Veramente una splendida ragazza. Aidan si
avvicina e ce la presenta . Lei si chiama Hamia e’ etiope ed e’ la
ragazza di Aidan, ha 26 anni e nella vita fa la hostess per una
compagnia aerea. Superati i convenevoli di rito, Aidan ci dice che ha
raccontato ad Hamia del nostro incontro della sera prima e che lei e’
rimasta molto incuriosita . Anche lei non ha mai avuto esperienze con
piu’ uomini. Adesso il ghiaccio e’ sciolto e tutti e quattro ci
comportiamo come vecchi amici. Infatti Hamia ad un certo punto ci
confessa che anche nella sua fantasia troverebbe molto eccitante
stare con due uomini. Io sono al settimo cielo perche’ intravedo la
possibilita’ di far realizzare anche la fantasia di Marco , di stare con
due donne. Prendo il coraggio a due mani e propongo a tutti di andare
nel bungalow, anche se e’ mattina piena. Uno sguardo complice corre
fulmineo tra gli occhi di tutti e scoppiando a ridere ci alziamo
all’unisono per andare verso il bungalow. Appena dentro ci
avviciniamo al letto ed in un attimo siamo tutti e quattro nudi. Hamia e’
veramente bella ed io che sono un po piu’ bassa e meno slanciata di
lei mi sento in inferiorita’. Marco invece la sta mangiando con gli occhi.
Hamia non perde tempo , si inginocchia davanti a Marco e comincia a
succhiarlo con le sue labbra carnose. Io mi avvicino ad Aidan e gli
pratico lo stesso trattamento non senza difficolta’ a causa delle
dimensioni. In breve tempo Hamia porta Marco all’orgasmo facendosi
venire in bocca e continuando a tenerlo tra le labbra fino ad aver
raccolto l’utlima goccia. Aidan invece e’ ancora fresco ed arzillo. Io mi
fermo un attimo dal pompino e rivolta a Marco gli dico :- siediti ed
aspetta. Dacci il tempo per stancare Aidan e poi io ed Hamia ci
dedicheremo completamente a te -: e nel dire questo mi giro verso
Hamia con uno sguardo complice. Lei in piedi a gambe leggermente
divaricate sorride e mi dice :- dai Monica distruggiamo questo
ragazzetto e poi ci consumiamo il tuo Marco-: In un attimo siamo su
Aidan insieme, Hamia gli prende il grosso cazzo e inginocchiandosi
sopra lo fa sparire nella sua bella fichetta. Mi inginocchio anche io sulla
sua bocca e mi abbasso quel tanto da permettergli di leccarmi la fica.
Da quella posizione vedo che Hamia ha cominciato una danza con i
fianchi facendo entrare ed uscire il cazzo di Aidan dalla sua fica. Io
intanto faccio in modo che lui possa leccarmi a fondo, mentre lo
accarezzo con le mani lungo tutto il corpo fino a toccargli il pube e la
base del cazzo che compare e scompare dal ciuffo di peli di Hamia. E’
troppo anche per Aidan. Mugolando e tenendomi le mani sul culo si
schiaccia la mia fica sulla bocca facendomi venire mentre lui sta
riempiendo la fica di Hamia ormai anche lei all’orgasmo.
Appena ci sciogliamo io ed Hamia ci rendiamo conto che il cazzo di
Aidan e’ rimasto praticamente duro. E’ un attimo. Ci capiamo al volo. Ci
scambiamo le posizioni e riprendiamo il gioco. Aidan sembra gradire
perche’ sento che si indurisce ancora di piu nella mia fica.
Raggiungiamo rapidamente un’altro orgasmo collettivo ed io sento il
caldo liquido di Aidan che mi invade la fica fino in fondo. E’ venuto per
la seconda volta. E ne ha avuto a sufficienza perche’, non appena ci
allontaniamo si lascia andare in un sonno ristoratore. La nostra
attenzione si rivolge a Marco, che per tutto il tempo e’ rimasto nudo
sulla poltrona a guardarci mentre ci scopavamo Aidan. Hamia ,che
deve essere una donna molto intelligente ed ha capito il gioco, si
rivolge a Marco e gli dice :- Adesso, se vuoi, puoi soddisfare la tua
fantasia di fare l’amore con due donne insieme. Mi piaci molto e sono
pronta ad aiutare Monica a farti felice.-: E’ come aver dato fuoco alle
polveri, Marco prende Hamia la fa stendere sul letto e comincia a
leccarle la fica, ancora profumata degli umori della precedente
scopata. Marco e’ un vero campione con la lingua ed Hamia dimostra di
gradire molto perche’ mugula come un gattino. Io intanto strofino i
miei due bei seni sulla schiena di lui. Ad un certo punto, Marco, come
se solo allora avesse realizzato di avere due donne a disposizione, si
stacca dalla fica di Hamia e rivolgendosi ad entrambe ci dice :- su ,
belle fiche fatemi un bel pompino in due che poi voglio scoparvi -:
Ci mettiamo tutte e due in ginocchi e cominciamo a lavorare di lingua e
di bocca. Quando Hamia lo succhia io lecco le palle viceversa. Marco e
felice di questo trattamento, che ad un certo punto interrompe. Ci fa
stendere sul letto di schiena, una sopra l’altra a gambe aperte. Io
sono sotto e sento il bel culo di Hamia sulla mia pancia. Marco inizia
una scopata stranissima , prima lo infila nella fica di Hamia le da’ due
colpi lenti , poi lo toglie e lo infila nella mia facendo lo stesso giochetto
per poi tornare ad Hamia. Sento Hamia mugolare di piacere per il
trattamento che sto subendo. Anche a me sta salendo il livellodi
eccitazione, finalmente Marco accelera il ritmo e viene schizzando
verso le nostre due fiche aperte il suo liquido caldo. Ci fermiamo un
attimo. Di solito Marco dopo essere venuto ha bisogno di un minimo di
tempo per riprendere la sue erezione, questa volta invece noto che il
suo cazzo e’ ancora bello dritto e sta guardando Hamia con lo stesso
sguardo famelico di prima. La prende delicatamente facendola di
nuovo stendere sulla schiena, le alza le gambe poggiandosele sulle
spalle e...... delicatamente la penetra nel culetto. Hamia ha un
sussulto subito seguito da gemiti di piacere. La cos mi meraviglia
perche’ Marco non e’ mai stato un amante del sesso anale, anche se
qualche volta lo avevamo fatto. Invece, dal modo come sta pompando
nel culetto di Hamia sembra che abbia cambiato gusti. Nella mia testa
l’eccitazione e’ di nuovo salita, ma non so come inserirmi tra i due, poi,
decido di provare il lato bisex della vita. Mi inginocchio su Hamia e mi
allungo fina ad arrivare alla sua fichetta. Vi sta cosi’ da vicino e’
proprio bella, piccola e carnosa e con un forte contrasto di colore tra
l’interno rosa e l’esterno scuro della pelle. Le poggio la lingua
facendola scorrere lungo la fessura. Hamia mi afferra le natiche e mi fa
appoggiare la mia fica sulla sua bocca ed inizia anche lei a leccarmi. E’
proprio eccitante vedere il cazzo di Marco che entra ed esce dal
culetto di Hamia e contemporaneamente leccarle la fichetta. Avevo
dimencato Aidan. Evidentemente svegliatosi ha visto quello che stava
accadendo e non ha resistito. Sento il suo cazzo grosso penetrarmi
nella fica che continua anche ad essere leccata da Hamia. Per me e’
troppo, al dila’ di quello che potevo immaginare. Esplodo in un
orgasmo meraviglioso, sento anche Hamia che comincia a contoncersi
e venire sotto la mia lingua ormai affondata nella sua fica. Vedo anche
il cazzo di Marco che pulsa violentemente riempiendo il culetto di
Hamia di caldo seme. E non e0’ finita perche’ Aidan che ha percepito
gli orgasmi di tutti, accelera i suoi colpi nella mia fica e mi riempie
nuovamente con un fiotto di liquido . E meraviglioso sentirmi cosi
riempita ed appagata.
Dopo il nostro rientro a casa, abbiamo incontrato altre volte Aidan ed
Hamia e sempre abbiamo trascorso delle meravigliose serate insieme.
Cosi’ abbiamo realizzato le nostre fantasie, solo che , ho notato, che
Hamia viene spesso anche da sola e non perde occasione per gustarsi
Marco . Uhmmmm forse deve rifletterci .................
By Monica September 2005
23
3
19 years ago
admin, 75
online -
Iniziazione
la storia si svolge in una stanza di un non meglio precisato comprensorio, io ed un mio collega stavamo perdendo tempo dopo la pausa pranzo,
ad un certo punto Max mi dice che ha un bel filmino da vedere, così potevamo passare quell'oretta in modo piacevole,
chiaramente
non non pensavo fosse un porno.
Max mi aveva più volte confidato di essere gay, e per nulla attratto dalle donne, cosa che io non ritenevo affatto un problema dato che con me
si era sempre comportato bene, fino a quel giorno !!!!
film durante se lo tira fuori e comincia a masturbarsi, e mi dice di fare altrettanto.. non avevo parole, non mi ero mai trovato in una situazione
del genere, come rapito dal suo pene (dimensioni enormi) comincio a farmi una sega anch'io, solo che mi sono ritrovato a guerdare il pene di max
e non il film porno ed a provare una forte eccitazione per quel menbro grosso e duro...
pensavo che il pomeriggio si concludesse con una bella goduta in compagnia e basta, ma mi sbagliavo ad un certo punto lui si avvicina e comincia
ad accarezzarmi il seno masturbazione durante, io comincio ad avere voglia di toccarglielo ma tengo le mani sul mio per oura vergogna ma stavo
piano piano scoprendo il piacere di stare con un altro uomo.
max capisce tutto (vecchio volpone) e inizia a masturbarmi, così che mi ritrovo senza niente in mano e colgo l'occasione per afferrare
il suo, al solo contatto quasi vengo, ma resisto, mi voglio gustare questa sensazione di far godere un uomo.
sento l'odore del suo cazzo salire forte nelle narici, max mi spinge dolcemente la testa verso il basso ma non resiste e schizza,
un pò sulle mie mani e qualche goccia sil mio viso...porca miseria mi è rimasta la voglia di prenderlo in bocca, e chissà quando ricapiterà di stare
solo con lui.... devo organizzare qualcosa.
ho i sensi in subbuglio, la bocca che sogna ed un certo prurito al culetto, ma cerco di non pensarci, sono scombussolato
ma felice di questa nuova esperienza, e max lo ha capito .
la storia continua (come potevo rimanere così ?)
commentatela e ditemi se è il caso di raccontarvi i mesi successivi grazie
FLAVIUS
23
3
19 years ago
admin, 75
online -
Beatrice stuzzicatrice
Beatrice quel pomeriggio era libera, così mi chiese se potevo passare
da lei ad installarle alcuni programmi antivirus nel computer.
Risposi che mi sarei fermato appena finivo di lavorare e così feci.
Io e Beatrice ci conosciamo ormai da tanti anni e tra noi c’è un
bellissimo rapporto di affetto e di amicizia; lei per me è come una
sorella e io per lei sono il suo “fratellone” – come si diverte a
chiamarmi.
Quel pomeriggio mi viene ad aprire vestita con una maglietta di cotone
sopra l’ombellico, molto aderente e un’ampia gonna di lino. L’estate
era appena finita ma l’aria era ancora calda. Dopo il solito abbraccio di
saluto e un casto bacio sulla guancia mi fa strada fino in camera sua
dove ha la scrivania e il computer.
Io le chiedo di accenderlo, poi mi siedo sulla sedia da ufficio (quella
con le ruote) e mi preparo ad inserire il cd-rom con dentro i programmi
che le avevo promesso. Lei prende un’altra sedia e si siede vicino a
me. Mentre faccio le mie installazioni parliamo di tutto per una buona
mezz’ora, però io sono più concentrato su quello che appare sullo
schermo che non sulle sue parole e lei a un certo punto, un po’
seccata, dice che va a farsi la doccia che tanto non la considero. Si
alza, cerca dei vestiti e poi dice: “guarda qui che casino c’ho in questa
camera!” Io senza distogliere lo sguardo dal monitor le dico che
camera mia è molto peggio. Lei sbuffa, poi mi si avvicina alle spalle e
mentre sono concentrato nel mio lavoro mi struscia e mi preme della
stoffa colorata sulla faccia.
Io scuoto la testa: “ma che fai!?”
E lei: “sono le mie mutande!”
“ma che schifo!”
“guarda che sono pulite!”
“vabbè fa schifo uguale!”
“ah si?..”
e me le ristruscia bene bene in faccia con ancor più avidità.
Io, scherzando le dico:
“basta! Guarda che così mi eccito!”
“per così poco? Ha’ detto fossero usate…”
“ma io immagino il contenuto… beata questa stoffa!”
lei mi toglie quel indumento dalla faccia e ride, mentre io mi
concentro nuovamente su quello che stavo facendo prima.
Sento alle mie spalle del movimento, e poco dopo lei rompe il silenzio:
“chiudi gli occhi, però non li aprire! Tienili chiusi…”
io eseguo, divertito, mantenendo la mano sinistra sulla scrivania e la
destra sopra il mouse
“diaaaa… ora cosa vorrai fare!?”
sento dietro di me che mi si avvicina alle spalle e poi mi posa una
mano sulla fronte per tenermi ferma la testa
“stai fermo eh…”
con la mano libera mi preme nuovamente un indumento appallottolato
sulla faccia e comincia a stropicciarmelo tutto intorno, poi si ferma
tenendomelo premuto sul naso.
“c’è il cloroformio stavolta?” dico io scherzando, ma l’odore che questa
volta sento è inconfondibile.
Apro gli occhi e vedo il colore nero della stoffa: ho la conferma che non
era l’indumento di prima.
La reazione nei miei jeans è istantanea e il pensiero che ora Beatrice
è dietro di me senza mutandine sotto la gonna, accresce la mia
eccitazione.
Mi libero da quella deliziosa trappola e mi ruoto con la sedia verso
Beatrice che tutta soddisfatta mi dice:
“guarda!” e con le mani mi tende davanti le sue mutandine di pizzo
nere.
Io allungo di poco le braccia e con le mani le afferro la coscia sinistra,
un po’ sopra al ginocchio.
“non le avrai mica…” e mentre dico questo faccio scorrere la mano
sinistra su accarezzandole l’interno coscia. Mi aspetto una qualche
reazione da parte sua: che lei si ritragga, o peggio ancora, che mi dia
uno schiaffone. Invece no, anzi si avvicina ancora un po’ e sorridendo
fa per soffocarmi di nuovo con le mutandine. Io mi spingo con le
gambe e indietreggio di mezzo metro, finché non sbatto con lo
schienale della sedia contro la scrivania. Lei si riavvicina, sorride e
riprende a stropicciarmi sulla faccia il suo indumento intimo, ma
stavolta con molta meno avidità, quasi con delicatezza.
La mia mano intanto va sempre più su, scivola sulla sua pelle morbida
centimetro dopo centimetro e sta tirando su anche l’ampia gonna di
lino.
Ci guardiamo sorridenti, senza dirci niente, complici di questa strana
situazione.
La mia mano poi arriva al capolinea e si appoggia sotto la sua vulva
che sento nuda e calda.
Lei si avvicina ancora e mi si piazza davanti con le gambe leggermente
divaricate. Io sono ancora seduto sulla sedia da ufficio e la guardo dal
basso all’alto.
Lascia cadere l’indumento a terra, poi afferra la gonna per l’orlo e se
la tira su, offrendomi la visione del suo sesso nudo, talmente vicino che
quasi me lo sbatte in faccia. Resto ad ammirare quel rettangolo di
peluria nera ben curata e sotto le grandi labbra, carnose, leggermente
più scure, che racchiudono bello stretto il clitoride che fa quasi
capolino.
Io mi sento stordito, non so dove mi trovo, se sto sognando o se mi
ha fatto male qualcosa che ho fumato ieri. Già, ma io non fumo!
Lei mi risveglia dalla catalessi con un rapido movimento di ventre e mi
sbatte il monte di venere contro il naso. I suoi peli neri, folti e ben
curati, profumano di femmina.
“…e ora che fai?” mi dice con aria di sfida.
Io non trovo le parole, balbetto qualcosa poi lei lascia ricadere la
gonna dietro la mia testa e mi ci imprigiona dentro.
Improvvisamente mi trovo in un altro mondo: l’atmosfera è riscaldata
dalla luce giallastra che filtra dal tessuto della gonna e nell’aria c’è un
intenso e delicato profumo di femmina che mi inebria le narici. Sotto
quella campana di stoffa ci sono solo io, le sue gambe e il suo sesso,
così giovane, ben curato, invitante.
Faccio scorrere le mani con sensibilità e delicatezza fin dietro le sue
natiche, morbide e generose, le attiro a me e affondo il naso tra i suoi
peli. Aspiro profondamente quel aroma inebriante di ragazza e con la
ingua inizio a farmi strada sotto il monte di Venere, dove si nasconde il
piacere.
Al contatto della mia lingua vicino al clitoride Beatrice ha un sospiro,
sussulta e cambia posizione: solleva la gamba destra e appoggia il
piede sul bracciolo della sedia.
Il suo sesso è gonfio e con quella mossa le grandi labbra si sono
leggermente dischiuse. Io inizio a lappare più avidamente, sto
letteralmente sbavandogli addosso. Rigagnoli della mia saliva le
corrono lungo le grandi labbra e si mescolano con i suoi succhi. Scivolo
con il bacino un po’ in avanti, sulla sedia, in modo da poterle entrare
meglio sotto con la bocca. Usando la lingua come fosse una
pennellessa raccolgo il cocktail di umori e saliva e lo spalmo su per il
solco della vulva. Sento scorrere la sua pelle e il suo sesso sotto la
mia lingua. Ormai le grandi labbra mi lasciano strada libera e la mia
lingua scivola presto più su, accarezzando le piccole labbra fino ad
arrivare al clitoride. Sento una mano di Beatrice che si appoggia sulla
mia testa, quasi a bloccarmi in quella posizione, ma io non ci sto e
torno giù, un po’ più sotto di prima e incollo la mia bocca sul suo
sesso. Ho il naso nella sua vulva, stretto tra le grandi labbra tanto che
devo respirare con la bocca. Spingo fuori la lingua e la insinuo nella
vagina. E’ un lago, un fiume in piena. La mia lingua si muove morbida e
delicata dentro la sua intimità, ne esplora ogni millimetro. Beatrice
comincia ad ansimare e a dondolare il bacino. Così facendo il suo
clitoride urta contro il mio naso e scatena una reazione a catena che
la porterà presto all’orgasmo.
Io ritraggo la lingua mi discosto un po’. Ho la gola secca per aver
respirato con la bocca e mi disseto leccando gli umori e la saliva che le
colano lungo le cosce. Mi lecco anche i baffi, intrisi dei suo delizioso
cocktail di piacere.
Lei sposta il bacino in avanti, a cercare di nuovo il contatto. Io ritorno
un po’ su, le infilo la mano destra sotto la vulva e inizio a muoverla
avanti e dietro, ad accarezzarle il sesso, caldo e fradicio.
Beatrice si riprende un attimo e con entrambe le mani la sento
accarezzarmi la testa. Mi avvicino ai suoi peli e inizio a baciarle il
monte di Venere. Intanto la mia mano è completamente bagnata dei
suoi umori, appoggio il dito medio all’ingresso della vagina e lo spingo
delicatamente dentro. La sento emettere un sospiro di piacere. Dentro
è calda e bagnatissima. Le esploro la parete frontale della vagina e mi
soffermo a giocherellare in quelle due fossette appena sotto la radice
del clitoride. Intanto sposto i miei baci più in basso, un poco alla volta.
Beatrice ansima e inizia a muoversi, poi mi preme la testa con le mani
e me la spinge più giù. Credo di aver capito dove vuole che vado, e
inizio a baciargli il clitoride, lo bagno bene con la mia saliva e lo lecco,
delicatamente, poi lo succhio, lo lappo, poi lo lascio riposare un po’ e
ricomincio. Intanto il dito non si è fermato e ora anche la punta
dell’anulare è sulla soglia della vagina. Estraggo il medio, e spalmo gli
umori tutto intorno all’apertura, poi con delicatezza, mentre la mia
bocca si occupa del clitoride, faccio scivolare dentro le due dita.
Beatrice ansima e si dimena. Quasi faccio fatica ad assecondare i sui
movimenti senza staccare la bocca dal suo corpo. Poi inizia ad urlare,
respira affannosamente e con le dita nel suo sesso sento le pareti
della sua vagina stringersi ripetutamente e le gambe tremarle. Cerco
di tenere la lingua ferma sul suo clitoride, senza sollecitarlo, mentre
Beatrice libera l’orgasmo, poi si rilassa e respira profondamente. Mi
distacco e estraggo delicatamente le dita dalla sua intimità, tirandomi
dietro un filo luccicante di umori. Nascosto sotto la sua gonna mi porto
le dita alla bocca e lecco quel succo di femmina che mi manda in estasi.
Quando Beatrice abbassa la gamba dal bracciolo e indietreggia,
tenendo sollevata la gonna per farmi uscire, mi trova ancora a leccarmi
le dita con la faccia tutta impiastricciata dei suoi umori.
“ma che schifo!” esclama.
Io la guardo, sudato, stanco e sorridente. Non so cosa dirle, poi lei si
volta verso la porta
“vado a farmi la doccia” e uscendo riaccoglie le sue mutandine pulite
da sopra il letto.
Io rimango lì seduto, con il mio sesso gonfio che preme contro i jeans.
Lo sguardo perso nel vuoto.
Poi mi riprendo quando sento lo scrosciare dell’acqua dietro la porta
del bagno, mi ricompongo girandomi con la sedia verso il monitor e
faccio per indietreggiare un po’, ma qualcosa blocca le ruote. Abbasso
lo sguardo e vedo le mutandine nere di Beatrice che sono ancora lì per
terra. Le raccolgo, le annuso di nuovo e vado verso il bagno dicendo a
Beatrice
“Bea, hai lasciato queste…”
“cosa? Entra, la porta è aperta…”
[continua?]
24
2
19 years ago
mentapeperita,
39
Last visit: 16 years ago
-
Anita
E’ da molto che non incontro Anna, da quando un paio di anni fa, mi ha aiutato a iniziare Margherita, l’emozione mi ha preso alla gola quando ho sentito la sua voce al telefono, siamo rimasti in silenzio, poi solo poche, pochissime parole per spiegarmi quello che mi chiedeva di fare per lei, e ora sono qui, appoggiato alla macchina, in un parcheggio appena fuori dall’autostrada, un posto comodo per incontri frettolosi, scambi di merci, per brevi colloqui in cui ci si tocca appena, tutto si svolge in modo distaccato, freddo, quasi senza contatto reale.
“chi è per te?”
“è la mia compagna, Anita vive con me da sei mesi”
“perché vuoi affidarmela?”
“c’è qualcosa che ci separa, che non ci permette di comunicare altre un certo limite, lo sento, lei lo sente”
“e io, cosa posso fare per voi?”
“credo, credo che Anita debba fare quello che ho fatto io, tutto quello che ho fatto io, altrimenti ci sarà sempre un diaframma a separarci”
“cosa le hai detto?”
“poco, o meglio niente, ma il marchio che porto parla, parla da solo”
“pensi che sia in grado di sopportare quello che hai voluto sopportare tu”
“non lo so, ma io,……………….o meglio noi, non sopportiamo il nostro stato attuale, dobbiamo conoscerci fino in fondo e tu ci puoi aiutare, devi starle accanto come sei stato accanto a me, sorreggerla, condurla, spingerla, mai costringerla, se è come sento, farà molta fatica, ma alla fine arriverà dove sono stata io”
“ti amo ancora lo sai?”
non so perché mi sfuggano queste parole, non volevo, non dovevo dirle, Anna mi guarda mi accarezza leggermente la guancia
“lo so, per questo ti affido Anita, vado a prenderla altrimenti potrei cambiare idea”
la sua macchina è poco lontana, una decina di metri, c’è anche un uomo dentro, potrebbe essere anche solo un autista ad Anna non è mai piaciuto guidare, l’uomo scende, apre la portiera posteriore, ne esce una ragazza, giovane, alta, veste una gonna corta ma non troppo e un top senza maniche che lascia ventre e spalle scoperte, Anna la tiene per mano, la tiene ferma come per mostrarmela, il seno non è grande, ma sembra molto sodo, il fisico è quello di un corpo allenato ed in piena salute, il viso, il viso è serio, teso, labbra carnose ai limiti del volgare, occhi verdi quasi di gatto, capelli nerissimi lunghi e lisci, non porta gioielli, neanche orecchini, ora si avvicinano.
“questa e Anita”
nient’altro, altre parole sembra siano di troppo, cosa può dirmi ancora, raccomandarmi?
Anna si allontana senza voltasi indietro, mi ha messo in mano un busta e mi a bacia sulle labbra, dopo aver baciato quelle di lei.
Ora io e la ragazza siamo soli, sono rimasto qualche istante a guardare i fanalini della macchina di Anna che si allontanava, poi mi giro la ragazza è rimasta ferma ad aspettarmi
“cosa c’è in questa busta”
“i miei documenti, Anna non ha voluto che portassi altro, devi tenerli tu, io non devo avere niente, solo quello che indosso, no ho portato altri vestiti, ne gioielli, sotto non porto nulla, ha voluto che mi consegnassi più nuda possibile”
“sali in macchina”
sale senza parlare, rientro in autostrada, rimaniamo in silenzio, non accendo neppure lo stereo, ascolto il suo respiro, il suo odore, nulla deve distrarmi, non torno verso casa, ma non ho al momento meta, guido e basta, senza pensare verso dove, avevo preparato una specie di programma per ottenere quello che Anna mi aveva chiesto, ma ora mi rendo conto che non era che una fotocopia rivista e corretta di quanto avevo vissuto con lei anni prima, Anita è diversa lo sento devo farle percorre strade diverse, ma arriverà agli stessi bivi, agli stessi incroci e forse alla stessa meta.
Conosco poco la città dove siamo arrivati, ma non mi ci vuole molto per trovare quello che cerco, cerco un albergo di infimo ordine, un Hotel Fiera, di una fiera che non esiste più, ricordo di un periodo florido che se ne è andato, il portiere ci guarda, lei una puttana io il cliente, come buona parte degli ospiti che accoglie, ma capisce subito che non può essere così, è troppo smaliziato, troppo esperto, resta dietro al suo bancone a guardarci mentre ci avviamo verso l’ascensore, a farsi domande a cui non ha risposte, sono io poco più tardi a dargliene qualcuna, chiedergli di procurami una Puttana, una Puttana per far divertire la mia ragazza, lui sorride, una nuova storia da raccontare ad amici e a qualche collega, una delle tante solo un pò più sordida delle solite.
Ed eccola la Puttana, volgare e indifferente come deve essere, vesti minime e tacchi assurdi, rossetto scadente che sbava sul sesso di Anita, mentre su mia richiesta glielo sta leccando, gesti automatici ma sapienti, nulla ormai la stupisce, Anita si trattiene, il corpo ha scatti brevi, la sua pelle le sue membra si ritraggono per istinto, per ribrezzo spontaneo, ma torna a rendersi accessibile come le ho chiesto di essere, chiude gli occhi cercando di cacciare l’immagine che vede di se, ma il suo corpo sente, sente con forza, il respiro le si fa corto, allarga le gambe più di quanto serva all’atto che sta subendo , è un segno di resa, la puttana capisce, una sua mano ora può entrarle dentro e possederla, il ventre di Anita si contrae, mi infilo un preservativo, e mi accosto alle due donne, accarezzo il culo della puttana, e la fotto , ha la figa larga, come vuota, continuo a fotterla, aspetto l’orgasmo di Anita, so che arriverà e che sarà forte.
“mettiglielo in bocca”
sto porgendo alla Puttana il preservativo che mi sono appena sfilato
“sei proprio un porco”
“fallo e basta senza commenti”
“contenti voi”
Anita è ancora distesa sul letto, ha il corpo coperto di sudore, guarda la Puttana avvicinarsi, istintivamente gira la testa, mi avvicino la costringo a girarla dalla parte della Puttana, la bocca non ho bisogno di forzarla, l’apre da sola, la Puttana vi lascia cadere il preservativo dentro.
“ora chiudila”
Anita chiude la bocca, rialza di scatto il busto, sta per avere una crisi di vomito
“fermati, trattieniti, calma, calma”
Ha il viso paonazzo, il corpo scosso da sussulti, ma si calma torna a sdraiarsi, ha le gote gonfie come per evitare di toccare quello che la sua bocca contiene.
“ora masturbati so che hai voglia di farlo, e evidente che l’orgasmo di prima non ti è bastato”
lo fa, lo fa all’inizio con gesti incerti, poi via via lascia ogni controllo, e finalmente si fotte con la sua stessa mano, lo fa con violenta oscena determinazione, fino a venire un’altra volta, sputando il preservativo, la mia sborra e residui di vomito.
La Puttana è rimasta a guardare, prende la sua borsa e si avvicina alla porta.
“ascoltami piccola lascia questo porco, conosco i tipi come lui, non si accontentano mai, anche fare il mio mestiere e meno pericoloso di frequentare questa gente”
ANITA 2
Anita si è lavata, e rivestita, siede silenziosa su una delle due sedie di legno della camera, sono sceso per fare colazione, lei non ha voluto muoversi, è scossa, impaurita, le ho portato del caffè, lo beve in silenzio, e mi guarda.
“vuoi che chiami Anna e che venga a riprenderti?”
“no”
“vuoi andartene da sola? Posso darti dei soldi, non sei obbligata a tornare da lei”
le pause di silenzio sembrano diventare una costanza nel rapporto che si sta sviluppando tra noi, la pausa non è molto lunga, ma è pesante e importante, forse definitiva
“resto, andiamo avanti”
“avanti? avanti sarà molto peggio”
“lo so, ma prima con quella donna”
“chiamala Puttana devi dare alle cose il loro nome, devi guardare quello che ti accade nella sua realtà, non velarlo, e tanto meno trasformarlo”
sembra un animale braccato, scovato nel rifugio della sua tana
“con la Puttana”
pronuncia quella parola quasi con rabbia, quasi me la grida in faccia
“con la Puttana ho goduto come non mi era mai capitato prima, neanche facendo all’amore con Anna, godevo a qual modo”
“ti senti in colpa per questo?”
“si, ma comincio a capire il modo con cui Anna si dava a me, sentivo che lei lo faceva con una libertà che a me non riusciva di avere”
“con Anna facevi all’amore, con la Puttana hai fatto un’altra cosa, una cosa che pochi sanno fare, ti sei fatta animale e quel che più conta, hai goduto nel sentirti tale, se resterai, proverai cose che ti faranno male, male fisicamente e moralmente, proverai dolore e terrore, proverai ribrezzo, Anna è arrivata in un modo diverso dal tuo, non lo ha fatto per compiacere a nessuno erano cose che doveva e voleva conoscere”
“non lo ha fatto per compiacere a te?”
“no, io le ero solo al fianco per un caso fortuito, le sono stato vicino, lo sorretta quando le serviva un appoggio”
“la rimpiangi?”
“molto, anche se quell’esperienza mi ha rovinato, nulla può essere normale ora per me”
“aiutare me ti farà male?”
“è inevitabile”
“e allora perché non ti sei rifiutato?”
“perché come ti ho appena detto, ormai non provo più nulla in rapporti comunemente accettati, nulla che sia normale mi emoziona, ed io ho fame di emozioni, me ne drogo”
“ma Anna riesce ad essere anche normale, o almeno cosi mi sembra”
“lo so, lei è più forte, riesce a dominare quanto di oscuro ha acquisito, quando le serve lo usa, lo gestisce, altrimenti lo lascia nascosto e innocuo dentro di se”
“Anna desidera che faccia delle cose,………………………… dice che solo dopo potrò avvicinarmi completamente a lei, conoscerla fino in fondo, ma non so quali siano queste cose, non ha voluto dirmele, ho capito che era diversa, appena lo incontrata, non ero mai stata con una donna, Anna non è Lesbica anche ora che è con me continua a vedersi con un uomo, quello che guidava l’auto, ma nonostante ad entrambe continuino a piacere gli uomini, ci siamo desiderate subito, indipendentemente dal nostro sesso, la prima volta che abbiamo fatto all’amore ha voluto che lo facessimo al buio, solo più tardi mi ha permesso di guardarla ed ho visto il marchio che porta, mi ha raccontato di essere stata marchiata con un ferro rovente e ferrata con anelli ai seni e al sesso, ma non mi ha detto altro, solo un mese fa mi ha parlato di te e del suo desiderio di farmi seguire la sua stessa strada, ho accettato dopo qualche giorno, quando ho capito che non potevo conoscerla in nessun altro modo, quindi andiamo avanti”
“come? Non devo e non voglio essere io a indicarti strade da percorrere, non a questo punto, ci saranno dei passi a cui dovrai essere forzata, ma non sono ancora arrivati, quindi pensa, rifletti ”
passiamo tutto la mattinata, assieme usciamo a comprarle qualcosa da vestire, niente di particolare, gonne molto più corte di quella che indossa, magliette aderenti e minime, e scarpe, sandali dal tacco molto alto, niente intimo, mi piace sentirla nuda accanto mentre camminiamo tra la gente, e percepisco che questo è un piacere che le crea stimoli continui.
Anita 3
“Prostituirmi, credo che dovrei prostituirmi, vendermi agli uomini, provare a fare la puttana, sono sempre stata sessualmente molto recettiva, eccitabile, ho sempre provato piacere a mostrarmi ad essere guardata e desiderata, ma sono sempre stata molto protetta da chi mi era attorno, le situazioni volgari o pericolose mi hanno solo sfiorato, gli uomini con cui sono stata mi hanno sempre trattata molto bene, amata, potrei dire quasi adorata, anche Anna si è fino ad ora presa cura di me quasi fossi una sua sorella minore”
“questo atteggiamento verso di te ti pesava? Ti infastidiva?”
“no, assolutamente no, non mi ha mai pesato, per me era normale fosse così, ho due fratelli maschi molto più vecchi di me , uno di dieci l’altro di tredici anni, mi hanno da sempre coccolata, stravedevano per me, ho sempre frequentato i loro amici più dei ragazzi della mia età, ero la mascotte della loro compagnia, a quattordici anni hanno inevitabilmente cominciato a corteggiarmi, sono stata con qualcuno di loro, ma solo bacetti, carezze, niente di più, poi c’è stato Franco, il migliore amico di mio fratello maggiore, era bello e intelligente, e mi faceva sentire una principessa, con lui ho fatto all’amore per la prima volta, è durata un anno, tutto di nascosto, mio fratello non lo doveva sapere, gli avrebbe spaccato l muso geloso com’era, è terminata solo perché lui si è trasferito lontano, per lavoro, ed io ero troppo giovane ed insicura per seguirlo, i ragazzi che ho avuto dopo erano tutti sulla sua falsariga, colti, puliti, innamorati, alla Puttana invece facevo schifo, schifo perché mi abbassavo per compiacere a te a farmi fottere da lei. Almeno era questo che credeva stesse accadendo”
“era così?”
“solo in parte, lo facevo per Anna, e anche per piacere a te, ma c’ero anch’io in quella stanza d’albergo, ho aperto le gambe per farmi leccare meglio la figa senza che nessuno me lo chiedesse, il piacere che già provavo non mi bastava, con la Puttana per la prima volta mi sono sentita disprezzata, quando ho preso il tuo preservativo in bocca, credevo di morire, non riuscivo a gestire le mie sensazioni, il tatto il gusto, l’olfatto, ogni senso era sovraccarico, e sono letteralmente scoppiata, avevi ragione dovevo masturbarmi, fottermi, lo avrei fatto comunque anche senza il tuo ordine, in quel momento avresti potuto farmi fare qualsiasi cosa”
“è quello che farai, forse prima di quanto pensi, comunque iniziamo da quello che hai scelto tu, ti venderai, venderai le tue prestazioni, come fossi una prostituta”
Quello della prostituzione è un ambiente difficile e pericoloso, pieno di regole e di territori da rispettare, dove sono ora non conosco nessuno, potrei rivolgermi al portiere per trovarle dei clienti ma è anche lui legato certamente a qualche clan che interverrebbe per avere la sua parte, e molto probabilmente cercherebbe di trattenere Anita e di immetterla nel proprio giro, decido di lasciare l’albergo, e di ritornare verso casa, Anita non mi fa domande ma ha il viso teso, ha stento trattiene l’apprensione che cova dentro.
Ci fermiamo sul piazzale di un grosso grill, è quasi notte alcuni Tir sono parcheggiati in disparte, anche l’autostrada ha i suoi padroni, ma siamo vicini a casa, e qualora servisse, potrei far intervenire qualcuno che conosco a proteggerla.
“stai tornando dalle vacanze con il tuo ragazzo, ma sei ancora lontana da casa, vi hanno rubato tutto, soldi, documenti, siete senza benzina, avete fame, non puoi chiamare nessuno, nessuno deve sapere che sei andata in vacanza con lui, le vostre famiglie disapprovano in tutto e per tutto il vostro rapporto, per andare in vacanza con il tuo ragazzo, hai raccontato balle a tutti, anche alle amiche che ti hanno coperto con i tuoi genitori, ma non è la prima volta che fai sesso per soldi, lo hai fatto tre o quattro volte, la prima quando hai compiuto diciotto anni per una stupida scommessa, le altre così, per comperarti qualche vestito e per fare a lui un regalo, il tuo ragazzo è d’accordo, anzi la cosa lo eccita, mostragli la macchina, servirà a renderli più prudenti, digli che lui aspetta dentro”
“perché devo raccontare una storia così, e non dire solo che sono una puttana e basta”
“tutti i clienti vogliono sentire una storia dalla Puttane, una storia che permetta loro di credere che scopano non proprio con una prostituta, e questa è una storia verosimile, sta a te trovare il modo di interpretarla, se lo farai bene il cliente si comporterà bene, altrimenti si sentirà tradito e allora diventerà cattivo”
“alla fine non dovrò fingermi una vera puttana?”
“forse e meglio che ti pensino solo come una ninfomane in cerca di cazzi”
“è questo che devo fare?”
“io o scritto un brogliaccio, tu devi interpretarlo e quindi sta a te scegliere come”
“quanto devo chiedere?”
“di che ti servono almeno cinquecento euro, così non ti basterà fare un solo cliente e…………., prendi questi”
le porgo una confezione di preservativi che ho preso nel distributore dei bagni, li prende è ancora incerta, titubante.
“vai o ripartiamo e non se ne fa niente”
li mette nella tasca dietro della mini di jeans che le ho fatto indossare, è cortissima, indecente, mentre prendevamo qualcosa dentro al grill la vedevo in evidente imbarazzo per come era scoperta, sentiva gli occhi di molti addosso, occhi che cercavano di scoprirla ancora di più di quanto gia non fosse, ma cammina lenta verso i grossi camion, è in una zona con molta luce, ma i suoi movimenti non sono più schivi, dalle macchine la guardano e lei si lascia, si fa guardare, e capisco da come si muove che questo le piace.
Credo di aver dormito, da molto non guidavo così a lungo, sento la portiera aprirsi, Anita sale senza parlare.
“possiamo andare?”
il tono è quello di una richiesta, ma avverto apprensione e fretta, fretta di allontanarsi
“com’è andata?”
“possiamo parlarne più tardi, ti prego”
Metto in moto e riprendo il viaggio, Anita guarda fuori, dalla parte del suo finestrino, non guarda mai avanti, non guarda mai verso di me, quando riprende a parlare lo fa con voce bassa, leggermente rauca
“Mille! Ho fatto Mille euro”
“più di quello che dovevi chiedere, come mai?”
“lasciami riposare un pò ti prego”
ritorna in silenzio, mi chiede solo di poter abbassare il sedile, per quasi un’ora sembra dormire, poi quando ormai comincio a riconoscere i luoghi vicino a casa, vedo che inizia lentamente ad accarezzarsi l’interno delle cosce, a salire verso il sesso, e torna a parlare
“Il primo camionista quello sul camion rosso, voleva darmi solo cinquanta euro, io insistevo a dirgli che ne volevo almeno cinquecento perché quelli mi servivano, gli ho raccontato la tua storia, non so se mi abbia creduto, forse si, è stato lui a proporre di chiamare i sui colleghi negli altri camion per raggiungere la cifra, io ho tentennato, volevo tornarmene indietro, Prostituirmi con una persone mi sembrava accettabile, farlo con molti e forse contemporaneamente non mi sembrava possibile, ma lui ha insistito, mi ha garantito che li conosceva tutti bene, che erano tutti brava gente, gente pulita, i camion parcheggiati li vicino erano cinque, così mi sono ritrovata a raccontare nuovamente la stessa storia ad altre persone e a vendermi a loro, qualcuno sorrideva, furbo e diffidente, un paio sembravano volermi credere, non ci è voluto molto comunque ad accordarsi, che mi credessero o no, quello che offrivo andava bene a tutti”
“ti stai masturbando?”
“si, ho bisogno di farlo, stento a credere che sia accaduto, mi guardavo come da fuori, a tratti ero un’altra persona, poi tornavo ad essere io, li sentivo, li sentivo dentro, li sentivo addosso, e mi piaceva”
“continua”
“uno dei camionisti trasportava un container vuoto, siamo saliti tutti dentro, tutti assieme, non uno alla volta avevo insistito su questo punto ma loro non mi hanno ascoltata e hanno fatto a modo loro, mi sono spogliata e mi sono fatta dare i soldi, per la prima volta vedendoli tutti assieme la cosa cominciava a sembrarmi reale, non un incubo, una fantasia, non sapevo come comportarmi, mi hanno indicato un mucchio di vecchie coperte, mi ci sono sdraiata sopra a gambe aperte e ho aspettato, ha cominciato quello del camion rosso, all’inizio erano quasi gentili, ma io ero rigida non riuscivo a muovermi, la cosa li irritava, dicevano che sembravo una delle loro mogli, che dovevo muovermi, se non ero una bagascia almeno dovevo cercare di fingermi tale, ho cominciato a muovermi e a fingere in coinvolgimento che ancora non provavo, a simulare piacere, a sparlare ad ansimare, a gridare forte, da quel momento tutto è stato più semplice, ad un certo punto ho smesso di simulare, ogni mio gesto ogni mio suono è diventavo autentico, mentre uno mi fotteva, gli altri venivano vicino a guardare, non c’era molta luce dentro ma avevano delle torce elettriche che mi puntavano addosso, ho allungato una mano verso il più vicino, lo allungata fino a toccargli, a prendergli il sesso in mano, e tutto all’improvviso ha preso un altro ritmo, quelli che non mi stavano fottendo commentavano i miei movimenti, le mie pose, mi toccavano il seno, mi palpavano il culo, me lo mettevano in bocca, io non capivo più niente, mi giravano e mi rivoltavano come fossi stata di pezza, riuscivo solo a capire li volevo sempre dentro, che volevo prenderli anche nel culo, nel culo ero vergine, ma non glielo detto, me lo sono fatta rompere, dopo la terza o quarta scopata, il primo che mi ha preso da dietro, mi ha fatto male, poi è stato più facile, loro non si sono accorti di nulla, tanto erano infoiati”
“è stato per il culo che ti hanno pagata di più? ”
“no il culo non era nei patti, ma mi sono trovata ad un certo punto nella posizione giusta, e lo chiesto io, lo desideravo troppo, il mio culo lo hanno usato tutti. tutti più di una volta, quando hanno finito, mi sentivo come in albergo con la Puttana, avevo goduto, ma non ero ancora totalmente sazia, ho cercato di provocarli, ho detto loro che mi servivano altri cinquecento euro, mi guardavano, era ancora nuda, stesa a terra, loro si stavano rivestendo. Sembravano esausti, uno scuoteva la testa, ma gli altri si sono avvicinati, tutti erano venuti almeno un paio di volte, i preservativi che avevano usato erano li vicino a me, ne ho preso un paio tra le dita, ho ingoiato il contenuto, capisco che non avrei dovuto farlo, ma sono in gioco e credo che questo gioco non ammetta forme di prudenza, sentivo le cose che dicevano di me, sempre più volgari e sporche, uno di loro mi dice che per cinquecento euro dovevo farmi pisciare in faccia, visto che di sborra non ne avevano quasi più nelle palle, pensava che mi sarei rifiutata, ma mi andava bene, in quel momento mi andava bene anche quello, qualsiasi cosa purché sporca e anormale mi andava bene, confabulavano tra loro, non qui dentro disse il padrone del camion, mi hanno preso per le braccia e trascinata fuori, i camion facevano da barriera, e poi armai poche macchine si fermavano nel piazzale, avevano perso ogni rispetto, hanno continuato a trascinarmi senza lasciarmi camminare, l’asfalto mi graffiava i piedi e le gambe, mi hanno appoggiato con la schiena conto una delle ruote, io sono rimasta ferma ad aspettare che mi urinassero addosso, l’urina era schifosamente calda, come l’acqua che hanno preso da un cassone sotto il camion per farmi lavare quando hanno finito”
quarto
“dimmi la cosa più depravata che hai fatto fino ad ora?”
Frolo, schifoso essere abbietto, ma è la materializzazione in sembianza umana del mio essere più nascosto, non aspetta, non attende, mette in un angolo la nuova preda
“mi sono fatta pisciare addosso da un gruppo di uomini, prima mi sono fatta scopare, scopare per soldi da tutti, come una vera puttana”
è arrogante Anita, Frolo irrita, ispira repulsione, ma esercita in molti un fascino orrido a cui è difficile sfuggire, i suoi modi brutali e rozzi provocano in Anita una reazione quasi violenta, gli sputa in faccia la sua recente esperienza con i camionisti certa di stupirlo, l’essere stata capace di tanto, la fa sentire abbastanza forte da tener testa a questo piccolo grasso, sporco essere umano, Frolo ride, ride e mangia, ha visto un piatto pieno d’uva e ne sta mangiando il contenuto, avido ed ingordo come sua abitudine, ha la bocca piena, le guance gonfie di chicchi ingoiati a manciate, le labbra gocciolano succo e saliva, ride lasciandosi sfuggire parte di quanto ha in bocca, mi infastidisce averlo in casa mia, ma amici comuni ci hanno avvertito che il suo Ristorante è controllato dalla Polizia, i suoi traffici danno troppo nell’occhio e gli è stato consigliato di usare prudenza, casa mia al momento non subisce nessun genere di controllo, malgrado le blasfeme abitudini.
“pisciata addosso, ma che brava, pisciare in bocca alle ragazzine è uno dei miei passatempi preferiti ma, piccola puttanella, le cose che esigo dalle mie donne sono molto ma molto più schifose e violente, tu sei ancora una verginella, una bella carina timida verginella.”
Frolo gira attorno alla ragazza la squadra la tocca come un mercante di vacche controlla la bestia che sta per comperare.
“Addestro donne, ragazze come te, a sopportare violenza e dolore, a compiere ogni sorta di porcate, molte le portano da me, legate ed imbavagliate, altre vengono accompagnate dai loro amanti, io non faccio differenze, le schiaccio, le riduco a poltiglia, e poi le ricostruisco, corpo e mente per l’uso a cui sono destinate, non guardarmi con quegli occhioni spalancati, questo e solo il mio mestiere, addestrarvi a qualsiasi forma di sesso, farvi diventare animali da monta, esseri adattati a soddisfare persone ricche e particolari alla ricerca di qualsivoglia forma di piacere, senti come parlo bene, come parlo forbito, tratto con tanta bella gente, gente dall’apparenza lustra e fine, e ultimamente mi ingegno a parlare come loro.
I miei fornitori mi portano una ventina di ragazze all’anno, la metà la scarto, troppo paurose, troppo fragili, crollerebbero subito e io avrei perso tempo per niente, alcune finiscono sul marciapiede a fare le puttane, le altre le addestro. L’addestramento ha i sui rischi, ti garantisco che il mio non è un lavoro facile, perdo due o tre ragazze durante questa fase, lascio a te immaginare cosa voglia dire perderle, quelle che restano rendono hai loro padroni e a me molto danaro, hanno imparato a sopportare il dolore, ha chiederlo come fosse una forma di piacere, sanno farsi cesso ad uso dei clienti, alcune si accoppiano con animali provandone anche gusto, o almeno così deve sembrare a chi le guarda, abbiamo una specie di contratto, se dopo cinque anni sono ancora vive, tornano libere padrone di se stesse, ma anche questo ha uno scopo, se non avessero questo sogno lontano, questa possibilità remota, si ridurrebbero a larve prive di cervello, e diventerebbero inutili bambole di carne da strapazzare senza gusto vero, tu sei una delle rare che viene da me a mani libere, senza essere stata ne rapita ne ingannata, tu come la tua amica Anna e le altre che mi ha portato il mio qui presente Amico, puoi scegliere, pensaci, ma renditi conto che le poche gocce di piscia che hai ingoiato non sono neanche un aperitivo di quello che ti aspetta”
“Anna ha fatto veramente questo per cinque anni”
”no Anna non lo ha fatto per cinque anni, lo ha fatto per un periodo molto più breve, mesi ma lo ha fatto, per questo porta quel marchio, tutte quelle che lavorano per me devono essere marchiate e ferrate”
“anche gli animali?”
“cani, la tua amica Anna preferiva i cani”
Anita è appoggiata ad un angolo della stanza, sembra quasi non reggersi in piedi, essersi fatta minuta, il viso è bianco, terreo, il corpo scosso da brividi
“non ci credo, non ci voglio credere, è un incubo, è tutto un incubo da cui non riesco a svegliarmi, Anna non può pretendere, sperare che io faccia veramente questo”
Frolo mi guarda perplesso, la reazione di Anita è di evidente rigetto, scuote la testa, ma avevo previsto quello che stava accadendo, o meglio lo avevamo preventivato, ho passato ore al telefono con Anna, parlando di quanto aveva fatto Anita e di come reagiva, pensando e valutando modi per rendere ad Anita possibile il passo che volevamo farle fare, in alcune telefonate abbiamo quasi concluso di lasciare perdere tutto, di non spingere la ragazza oltre, ma ora Anna è nascosta nella stanza accanto ascolta e vede tutto dietro ad un falso specchio, è ora Anna decide che è indispensabile il suo intervento.
è entrata nella stanza senza quasi far rumore, si avvicina ad Anita, senza fretta, camminando lenta, la accarezzata, la trattiene a lungo tra le braccia, le mormora parole frasi, piccoli baci sulle guance, poi si gira e va verso Frolo.
“ciao vecchio porco”
“ciao cagna”
“perché mi chiami così?”
“perché la cosa sembra sconvolgere la tua protetta”
“perché non sa che i cani sanno essere molto più dolci di certi uomini, ma tralasciamo i convenevoli, baciami e fottimi, anzi fottimi il culo”
Anna si avvinghia a Frolo lo bacia in bocca, incurante che questa sia ancora piena d’uva, Frolo la fruga sotto i vestiti, sotto Anna non porta nulla, Frolo le scopre il culo, il culo marchiato, i due respirano forte, la stanza si riempie di rumori osceni, di grida represse, di odori forti, Anna apre i pantaloni a la camicia di Frolo, gli lecca ostentatamente la pancia gonfia e pelosa, si riempie la bocca del suo scroto, ingoia avida il sesso, ormai è nuda e si mette a terra, la faccia rivolta verso Anita il busto appoggiato al pavimento, il culo verso l’alto, verso Frolo, con le mani si divarica le natiche.
“spaccamelo ora, maiale!”
Anita assiste alla scena ferma nel suo angolo, quando tutto è finito Anna le si avvicina, è sudata, sporca di Frolo, e di me che non mi sono limitato a guardare.
“se non vuoi andare con lui, puoi anche non farlo, e tornare a casa con me, hai visto e fatto già molto, e credo ora tu mi conosca per quello che sono stata, e per quello che ancora sono dentro, Frolo non ti serve più, vedrai, vedrai staremo bene assieme, meglio di prima”
Anita sembra bloccata, quasi non ascolta le parole di Anna, guarda verso Frolo che si sta rivestendo e borbotta parole incazzate
“ok,Vado con lui, mi fa ancora ribrezzo, è ho paura di quello che può succedere, anche tu Anna è il tuo amico ora mi fate ribrezzo, ma continuo ad amarti e credo di sentire qualcosa anche per Paolo, quindi non ho alternative, vado con lui, altrimenti scappo e fuggo da tutti voi, te compresa, ma voglio solo capire perché mi hai fatto questo, prima di andare”
“perché?, perché io non posso più fare queste cose, ormai sono un personaggio conosciuto, i miei concerti mi occupano troppo tempo, e soprattutto prima o poi verrei scoperta e dovrei rinunciare a tutto, ma ho bisogno di rivivere quello che avevo fatto e posso farlo solo per il tramite di un’altra me stessa, per poter bilanciare le tensioni che mi scoppiano dentro, e ho trovato te, mi sono innamorata di te perché sentivo che eri l’unica persona adatta, lo so è un semplice egoistica motivazione per rovinare una ragazza splendida come te, ora scappa, scappa da lui, e scappa più ancora da me e da Paolo che siamo anche peggiori, siamo lupi travestiti da degne persone”
“non posso fuggire, lo sai, lo sapete bene tutti e due, mi avete portato voi a questo passo lo avete reso inevitabile, ora mi invitate a scappare, ma è solo un modo per sedare il vostro senso di colpa, quindi Anna, non dirmi di scappare, non incitarmi a farlo non è quello che desideri, non sono arrabbiata, continuo ad essere innamorata di te anche ora, ora che mi rendo conto che mia hai spinto verso una strada senza uscita, ma ormai quello che ho fatto, e quello che mi è stato solo raccontato che dovrei fare, mi si è appiccicato addosso, è come un’ameba, mi si sta spalmando addosso, diventa ogni giorno parte di me, quindi sig. Frolo mi aspetti, vengo con lei”
non dice altro segue Frolo quasi correndo, io e Anna la guardiamo salire nella sua macchina e allontanarsi.
Quinto
Anita è con Frolo da circa tre mesi, vado a trovarla spesso, due o tre volte alla settimana, faccio all’amore con lei o la scopo, a seconda degli umori che mi prendono, rivivo leggendo sulla sua pelle i segni delle sevizie a cui Frolo la sottopone, segni di corde strette a polsi e caviglie, segni di fruste, di sottili canne di legno flessibile, rivivo ogni colpo, quelli che le ho visto ricevere, quelli che io stesso le ho dato, e quelli a cui non presenziavo.
Frolo è capace di un’accorta gestione di ogni situazione in cui mette le sue vittime, è incredibile come un essere così rozzo sappia capire le ragazze che gli si affidano, le porta dove vuole, o forse dove loro stesse desiderano andare, per ognuna inventa tecniche e tattiche diverse, Anita subisce l’effetto della vergogna, la vergogna diventa per lei una fortissima fonte di eccitazione, il suo addestramento al dolore e all’umiliazione è quindi sempre pubblico, un pubblico piccolo o grande a seconda del caso, anche quando viene prostituita, non viene ceduta mai ad un solo cliente per volta, ma sempre ad un gruppo, perché possa contemporaneamente essere usata come una puttana e osservata mentre si comporta come una puttana.
Anita sprofonda inesorabilmente nell’inferno in cui l’abbiamo introdotta, ci sprofonda mescolando piacere e repulsione, tenta piccole ribellioni, cerca di opporsi, ma qualcosa nella sua natura la costringe a proseguire ad andare più a fondo, è forte molto più forte di quanto pensassimo, durante una “esibizione” dopo una serie violenta e molto lunga di colpi di frusta, sembrava sfiancata al limite del collasso, Frolo attento come sempre ha fermato chi la stava colpendo e gli ha consigliato di sostituirla con un’altra ragazza, Anita ha alzato la testa, sembrava rinata, ha urlato che continuassero pure, che poteva e voleva resistere ancora per molto, Frolo ha controllato la sua pelle i punti in cui si era rotta, a parlato con l’aguzzino, l’aguzzino a ripreso a colpirla con forza evitando di colpire le zone più danneggiate, colpendo per aumentare il dolore dove non c’erano danni evidenti, lei ad ogni colpo ripeteva quasi con calma di non smettere guardando lui ed il pubblico con sfida e disprezzo .
Quella stessa sera è stata ferrata, il sesso e i capezzoli le sono stati forati, Frolo aveva tutto pronto aspettava solo il momento adatto, Anita è stata legata stretta fino a renderle le carni bluastre, i capezzoli le sono stati forati due volte una orizzontalmente per applicare un anello, l’altra verticalmente, dall’alto per passarvi una barretta chiusa da grosse sfere, le hanno tolto le corde per permettere al sangue di tornare a circolare, Anita aveva subito l’operazione in assoluto silenzio solo gli occhi pieni di lacrime lasciavano capire il dolore che stava provando, si e coperta il volto con le mani per qualche minuto poi si è messa da sola nella posizione adatta all’operazione successiva, quella che le avrebbe deturpato il sesso, ha rifiutato le corde, malgrado la sua determinazione questa volta Anita non riusciva a trattenere le urla, stavano usando una specie di punteruolo e dovevano esercitare molta forza per attraversare lo spessore di pelle e carne, ora ha una barra chiusa da un anello di un paio di centimetri di diametro che le attraversa il clitoride, ha tre anelli per parte, e uno alla chiusura del sesso vicino all’ano, un ultimo anello quello più evidente lo porta sulla bocca al labbro inferiore “per stimolare meglio il cazzo dei clienti quando li prenderai in bocca, e perché anche per strada pensino male di te” queste sono state le parole di Frolo mentre costringeva Anita a guardarsi allo specchio.
“devo parlati”
sono andato a Anita come armai d’abitudine in uno dei suoi giorni di riposo, abbiamo fatto all’amore in maniera insolitamente dolce, ora lei è tranquilla appoggia la testa sul mio petto, ascoltiamo della bella musica, tutto è calma e quiete apparente, abbiamo un pomeriggio intero solo per noi.
“ho parlato con Anna, lei è d’accordo ha cercato di dissuadermi ma alla fine mi ha dato il suo consenso, ma voglio anche il tuo, ormai mi sento tua quanto mi sento di Anna”
“cosa devi chiedermi di così importante?”
“Frolo mi ha chiesto di diventare una delle sue ragazze?”
“lo sei già anche se solo temporaneamente”
“mi ha chiesto di diventare come le altre, di avere lo stesso impegno e di correre gli stessi rischi, impegno e rischi che non posso garantire fino a che gli sono ceduta in maniera così precaria, ora ha sette ragazze, una raggiungerà tra qualche tempo il diritto di andarsene, io dovrò sostituirla per i cinque anni che verranno”
sapevo della intenzione di Frolo ma non ne avevo parlato ne con Anita ne con Anna
“credi di farcela ad arrivare in fondo, Frolo non ti risparmierà nulla, per lui conta solo il danaro che produrrai”
“chi sia Frolo ormai lo so bene, e a riguardo del danaro, abbiamo stabilito che tu ed Anna vi dividerete il quaranta percento di quello che produrrò, io ne avrò il venti, ma resterà vincolato per cinque anni, tutto il resto andrà a Frolo, passerò con chi di voi mi vorrà almeno una settimana al mese, potrete amarmi ma non seviziarmi in quei giorni dovrete lasciarmi riposare quanto possibile, sono e continuerò ad essere vostra, ma sarà Frolo a gestire la mia vita ed il mio lavoro”
“Anna si è fermata più o meno al punto in cui sei arrivata tu, fermati è meglio per tutti”
“non fare l’ipocrita, non farlo ti prego, mi vuoi bene ma so bene quello che vuoi da me,ormai non ho più niente da difendere, sento un’orribile desiderio di provare tutto, sono marcia, marcia dentro e mi piace esserlo, mi piace essere riconosciuta da gente marcia come te ma che non ha il coraggio che ho io, anche tu sei come loro, come quelli che mi comprano, o quelli che si limitano solo a guardarmi asciugandosi il sudore dell’eccitazione che riesco a provocare, mi piace vedere che vi sparate seghe furiose mentre io vengo legata, bastonata, torturata, mentre mi lascio umiliare bevendo la vostra urina, incontro i vostri occhi, mi ci vedo dentro, vedo la mia pelle rotta, le mie smorfie, ascolto le mie grida con le vostre orecchie, ingoio la vostra sborra, vi lecco il buco del culo e vi faccio da cesso, perché mi piace farlo, e purchè mi si veda farlo”
Anita si è alzata dal letto cammina per la camera, è completamente nuda, ormai non la ricordo più con i vestiti addosso, ormai la vedo solo quando viene esibita o quando vengo in una delle case in cui con altre ragazze viene spostata di volta in volta per evitare ogni pericolo.
“Alcune sere fa, tu non c’eri, ti cerco sempre tra la gente che guarda, Frolo mi ha fatto partecipare a una serata particolare, all’inizio eravamo io ed un’altra ragazza, una nuova che gli hanno portato da poco, deve ancora imparare molto, Frolo la fa dormire in camera con me perché le insegni e la convinca a rimanere, a me avevano legato le mani dietro la schiena, e legato i seni, stretti da corde fino a renderli viola, uomini di Frolo ci portavano da un uomo all’altro guidandoci con un guinzaglio, quello della ragazza era attaccato ad un collare, quello mio all’anello di uno dei miei capezzoli, me lo mettevano in bocca ma quasi non mi guardavano, quella sera dovevo servire solo a quello, a fare pompini, l’attrazione vera è arrivata poco dopo, si chiamava Sonia, e arrivata portando con se due grossi Cani al guinzaglio ed è subito stato chiaro che sarebbero stati loro i suoi amanti, me ne avevate parlato ma ancora non lo avevo visto fare con i miei occhi, continuavo a dire a me stessa che io non lo avrei mai fatto, cercavo di non guardare, ingoiavo cazzi e pensavo ad Anna, sentivo i rumori, sentivo i commenti di quelli a cui io e la ragazza continuavamo a fare pompini, poi uno dei cani a iniziato ad abbaiare, ho guardato verso il piccolo palco dove si svolgeva il vero spettacolo, Sonia aveva l’altro cane dentro e non riusciva a calmare quello che aspettava, l’uomo che mi teneva al guinzaglio mi ha dato uno strattone e mi a portato verso di loro, mi ha liberato le mani ed i seni, il dolore quando ti liberano il seno dalle corde è fortissimo, quasi svenivo, mi ha preso a schiaffi per farmi riprendere e mi ha detto di occuparmi del cane, gli ho detto che con il cane no non volevo averci a che fare, ma il pubblico come si dice ha sempre ragione, e quella sera il pubblico voleva i Cani, solo Cani e femmine umane usate per la loro monta, potevo limitarmi a tenere il cane calmo in attesa che Sonia finisse con il primo, la gente mi chiedeva di farmi montare, e io, e io quasi senza rendermene conto ho cominciato ad accarezzarlo, a toccarlo, la gente gridava, Sonia sembrava completamente fuori di testa, mi ha detto più tardi che quando deve farlo con le bestie si droga, altrimenti non ci riesce, quella sera aveva esagerato e aveva perso il controllo, dovevo continuare io quello che Sonia non era più evidentemente in grado di fare, ho preso in bocca il cazzo del cane che mi era stato affidato, no, non è stato come con i clienti, non lo è stato affatto, era devastante, tremavo, avevo la nausea ma continuavo a leccarlo, la gente gridava e applaudiva e più lo faceva più a fondo ingoiavo il sesso della bestia, dovevo farlo, ora volevo farlo, mi sono girata e lui mi ha montata da dietro, mi è entrato dentro con un colpo secco come fossi stata sua da sempre, lo sento ancora, se ci penso, ho lasciato che mi sfottesse e che mi venisse dentro, ormai ero io il centro dell’attenzione e questo mi esalta mi spinge oltre, ho allontanato Sonia, non era più in grado di gestire la situazione, e mi sono presa anche il suo cane, mi sono fatta fottere più volte, prima nella figa e poi nel culo, poi sono tornata a fare pompini a chi aveva ancora sborra dentro le palle, restando con Frolo dovrò farlo ancora con i Cani, probabilmente lo farò spesso, quando mi sarà chiesto sarò una troia da animali, la razza e le dimensioni saranno loro, i clienti a deciderle, è orribile ma lo farò ancora, e lo farò con passione e piacere, ma mi legheranno anche le tette e mi appenderanno al soffitto, Frolo si è divertito per ore a raccontarmi tutte le inevitabili varianti delle vostre fantasie, quando mi vedrai la prossima volta, sarò diversa, molto diversa da ora, porterò sulla fica ferri più pesanti, sarò marchiata, su una spalla e su una natica, ho scelto un marchio più grande di quello che porta Anna, più doloroso da subire e più evidente da esporre, mi farò tatuare su tutto il corpo, non tatuaggi belli e raffinati, ma tatuaggi che riporteranno scritte e disegni da latrina, cazzi, fighe aperte, bocche cche pompano, sarò un mostro, hai creato un mostro, no non dirmi di non farlo, non dirmi che la mia trasformazione sarà irreversibile, non me ne frega un accidente, quando avrò finito avrò venticinque anni, e ci penserò allora, un cliente, un chirurgo plastico, mi ha detto che i tatuaggi si possono anche rimuovere, deciderò cosa fare quando sarà il momento, ma potrei anche continuare e non liberarmi più.
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19 years ago
andaluso,
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Grazie zio ercole
Dopo essere stato assente per parecchi anni zio Ercole , l'eterno fidanzato di mia madre , è venuto a farle visita . Del tutto calvo e con un inizio di Alzeimer è venuto a trovarla e sono stati insieme per mezza giornata . Lui ha qualche anno più di lei ma è invecchiato di molto . Quando parla biascica le parole ed è soltanto un vago ricordo del bell'uomo che è stato un tempo . Sta insieme alla moglie , zia Teresa , che lo ha diviso per tanti anni tacitamente con mia madre e con un figlio maggiore di me di un anno che non è mai cresciuto mentalmente ed ancora adesso , oltre i quaranta anni , dorme abbracciato succhiando le tette di sua madre . E la condizione mentale del figlio , protetto dalla madre , è stato uno dei motivi per cui in gioventù si è dedicato più alla nostra famiglia che non alla sua . Ricordo distintamente la sera del funerale a mio padre : con mia sorella stavamo leggendo qualcosa , credo studiavamo , mentre nostra madre riponeva in un baule , che ancora abbiamo in casa , delle scartoffie di famiglia ed era esposta a culo all'aria lui lo vedemmo avvicinarsi e presala per la vita si appoggiò alle sue chiappe e spingendo l'inguine mimava l'atto sessuale . Mia madre , ridendo e con gli occhi lucidi che noi credemmo di pianto mentre col tempo abbiamo imparato a riconoscere la voglia di cazzo che l'ha accompagnata nella vita e che ancora adesso mi sembra di vederle brillare nello sguardo , si appoggiava ai bordi del baule stesso e spingeva contro di lui il culo che all'epoca era qualcosa di eccezionale . Noi bambini assistemmo alla scena credendo che fosse un nuovo gioco e che spesso abbiamo visto fare sia ancora con lui che con altri . Alla fine noistra madre riuscì a rialzarsi e quasi strofinando il naso contro quello di lui lo fronteggiò infilando una mano nella cintola . Gli notammo il grande bozzo in mezzo alle cosce e la mano di lei che faceva su e giù fino a che ritrasse le dita impiastricciate di sborra che portò alla bocca per ripulirle . Dopo si recarono in camera da letto e lì sentimmo i gridolini ed i gemiti che hanno acompagnata la nostra crescita . Allora lo zio era un bellissimo uomo : robusto , più alto di mio papà e con la carnagione più scura , come se fosse sempre abbronzato . La porta della sua casa era confinante dalla nostra ed ogni sera prese l'abitudine di passare prima da noi e poi da sua moglie . S'interessava alla nostra educazione e seguiva i nostri studi e la nostra crescita . Era mio amico e spesso mi portava col carretto in campagna e gli facevo compagnia per tutto il giorno . Lo consideravo quasi come mio padre visto che lo sostituiva nel letto con mamma e visto che mi confidava l'amore che portava per lei e spesso mi mostrava l'atrezzo con la quale arrecava sollievo alla sua vedovanza . Ricordo le mille volte in cui l'ho visto , anzi ammirato , a gambe larghe ed i pantaloni abbassati fin sui piedi tirare fuori un cazzo che gli pendeva fino a metà coscia e guardandomi fisso negli occhi pisciava consigliandomi di fare altrettanto . Conoscevo bene il suo cazzo per averlo spiato mille e mille volte mentre lo passava dappertutto sul corpo di mia madre prima di sborrale nelle viscere o farle ingoiare la sborra abbondante che vedevo spruzzare con violenza . Avrò avuto 15-16 anni ed ero già da tempo divenuto femmina per merito di Giulio quando lo vidi avvicinarsi dopo aver pisciato come al solito e ridendo mi mise sotto gli occhi il bel cazzo che continuando a carezzare aveva preso vigore e consistenza . La pelle scura dell'asta faceva risaltare il rosa intenso della capocchia tesa . Mi chiese se ne avessi visti di simili e mi pregò di toccare quanto fosse duro . Era da tempo che lo prendevo nel culo ed avevo una certa predilizione a succhiare i cazzi che avevano voglia di me ; con lui avevo il timore che lo scoprisse mia madre e mi vedesse come suo rivale . Ho saputo in seguito che mia madre è sempre stata al corrente della mia omosessualità e mai è stata gelosa se un suo amico mi dedicava un po' del suo tempo . Allungai timidamente una mano e constatai quanto fosse duro e mi parve che più lo carezzavo più duro diventava . Si allungò sull'erba appena tagliata e mi pregò di continuare le carezze con la bocca . Intanto tesseva le lodi del culo di mamma ed io gli leccavo i coglioni che somigliavano a quelli dell'asino tanto erano grossi . Il cazzo non riuscivo a prenderlo in bocca tanto la cappella era grossa . Stavo attento a non fargli male coi denti fino a che non lo sentii annaffiarmi la gola allo stesso modo di come avevo visto mille volte fare con mia madre . Fu la prima di una lunga serie di leccate e ciucciate con conseguente bevuta del suo sperma giallo e denso come mai . Non mi ha mai inculato ed ha sempre preferito chiavarmi in bocca . L'ultima volta che ha goduto in me è stata la vigilia di quando mi sono sposato per la prima volta . Mi portò con lui in campagna e su un mucchio di fieno mi fece gli auguri intanto che gli facevo un pompino e bevevo il suo nettare . Sentii che non aveva più il vigore che lo aveva contraddistinto negli anni precedenti e compresi forse quella volta la caducità del fisico umano che comincia il degrado a partire dal cazzo . Ed ora l'ho rivisto acciaccato e derelitto come le macerie fumanti di quello che un tempo era stato un castello . Quando è partito da casa nostra per tornare in seno alla sua famiglia ho visto mia madre tirare quasi un sospiro di sollievo : credo che lei ha temuto che lui volesse prenderla per lasciarla con la voglia inappagata . La sera , quando sono rientrato , l'ho vista addormentata sul divano . Sono andato in bagno a lavarmi di dosso la goduta del mio amico macellaio e dopo aver indossato il mio tanga preferito e a torso nudo sono andato vicino a lei per fare la mia solita sega di cui ho bisogno ogni volta che torno da un incontro di sesso e durante il quale mi eccito senza riuscire a godere . Mia madre era rannicchiata sul divano con la camicia di cotone dalla erotica scollatura a V . Mi piace vederla coi capelli sciolti a mo' di aureola intorno alla testa e mi sono avvicinato per svegliarla e baciarla . Mentre m'inginocchio sento come un sospiro , un singulto di pianto e , al buio della sala appena illuminata dalla luce del bagno , accosto il viso per baciarla e le chiedo cosa avesse . Singhiozzando si è lamentata dell'inutilità della sua vita ed ha considerato il fatto di quanto fosse desiderata e concupita da giovane mentre adesso che sfioriva ed aveva più bisogno di compagnia nessuno si ricordava di quanto amore avesse dispensato . La testa appoggiata al bracciolo del divano circondata dai suoi capelli sciolti ancora neri , una mano lungo il divano stesso verso il pavimento e l'altra infilata nella scollatura a sostenersi e toccarsi il seno che malgrado l'età sta ancora su senza bisogno di sostegni , la camicia arrotolata per il caldo sulla pancia mette in mostra le sue cosce ancora lisce e pienotte e coricata su di un fianco stringe tra le gambe un cuscino che le nasconde la fica pelosa e nuda . Mi ha fatto tenerezza e le ho baciato l'angolo della bocca dove questa volta ho potuto succhiare e bere le sue lagrime con la punta della lingua che ho cercato di farle entrare in bocca e che lei , come al solito , non ha permesso che arrivasse a toccare la sua . Le ho messo una mano sotto la testa per sorreggerla ed attirarla di più verso di me ed ho continuato a sbaciucchiarla aspettando da un momento all'altro che rispondesse al mio bacio . Si è rilassata ed ho sentito i singulti sostituiti da leggeri gemiti ed ho sentito il corpo fremere come quando si ha voglia di essere penetrati . Almeno quella è stata la mia impressione . Intanto le assicuro la mia fedeltà e la voglia che ho di stare da solo con lei senza che nessuna donna per me o uomo per lei vengano a disturbare la nostra intimità . La nostra unione sarà identica a quella di una famiglia che non ha bisogno di intrusi ed ognuno di noi sarà il compagno dell'altra . L'ho sentita piano piano rilassarsi ed accetare con sempre maggior piacere la mia lingua che all'angolo della bella bocca forzava le labbra per insinuarsi e sempre senza riuscirci . Mi era venuto un cazzo duro che spingeva per toccarle la mano che pendeva lungo il divano ed essere accolto in essa . Una mano sempre sotto la testa con l'altra le ho carezzato la coscia che alla luce che proveniva dal bagno mi appariva in tutta la sua pienezza e la pelle mi sembrava di seta e dolce al contatto . Non si è ritratta allora , come ubriacato di desiserio , le ho infilato il braccio tra il cuscino e l'inguine ed ho sentito l'umido della fica . In quel momento avrei voluto che mi chiedesse di andare a cercare una supposta infilata nel posto sbagliato , gioco che da ormai molti anni non si ripete . Le ho preso nella mano intera il bel culo che è un po' appesantito dagli anni ma che resta sempre una parte importante delle sue attrattive e noto che quando passa per strada viene ammirato . Col braccio ho cominciato a spingere contro la vagina che sentivo calda ed ho iniziato a lambirle il buco del culo con il dito medio . Come in sogno stavo carezzando l'ano di mia madre : l'ano che tante volte avevo visto riempito dal cazzo nodoso di Giovanni , il fittavolo . Il culo di mia madre che era stato venerato e visitato più di un santuario religioso dove tanto liquido era stato versato . La rivedo come fosse adesso quando dietro un mucchio di paglia e piegata su se stessa prendeva nel culo il cazzo di Giovanni . Io , dapprima nascosto alla loro vista , mi masturbavo ed appena mi accorsi che Giovanni stava per annaffiarle il culo mi ero fatto avanti ed insieme alui avevo sborrato mentre lei ridendo mi scacciava . Una voglia matta di lei mi ha preso e non resisto: col braccio le tocco il clitoride ed appena lo sento indurito lo sfrego e lo schiaccio mentre cerco di forzare col dito il buco del culo tanto agognato . Anche lei muove il bacino con sempre maggior forza e spinge i genitali contro il mio braccio e lo sento sempre più bagnato di liquido caldo . Oramai è supina ed allontanato l'importuno cuscino inarca la schiena per essere inculata dal mio dito esploratore e riesco a forzarle lo sfintere mentre continua a sgrillettarsi sul mio braccio e sento la sua mano libera avvolgere il cazzo teso da far male e menarlo con violenza e finalmente apre le labbra ed intorcina la sua lingua alla mia e sugge la mia saliva mentre io bevo la sua . E la chiavo finalmente col braccio e la sento mia e sento che la sborra spinge per uscire dalla capocchia che lei stringe con forza per impedirmi di godere così presto e lo mena e lo stringe e lo mena e lo stringe e mentre mi bacia come un amante finalmente allenta la presa e la mia sborra le imbratta la mano stessa e parte le schizza sulle cosce . Sto sborrando addosso a mia madre , sto godendo di mia madre , la donna che ho sognato tutta la vita e nel corpo della quale vorrei sprofondare e giacere per sempre mentre la tengo inpalata sul mio cazzo che mi sembra essere diventato più grosso e più importante di quello dello zio Ercole che tanto posto ha preso dentro di lei . Il bacio si protrae fino a restare senza fiato mentre il dito medio affondato interamente nel suo culo . Sento i suoi gemiti affievolirsi e la sento calma ed appagata ormai . Restiamo a lungo abbracciati con le nostre lingue unite come a recuperare i baci che mille volte avrei voluto e che lei mi aveva negati . Ritiro il dito dal culo e mi soffermo a carezzarle a piene mani la fica che sento bagnata ed appiccicosa . Mentre lei mi mena blandamente il cazzo ancora duro e ne spalma il succo lungo tutta l'asta io le carezzo la fica le grandi labbra le tiracchio finalmente il pelo dei miei sogni e sento ancora il godimento scuoterla . Infine abbracciati andiamo in bagno a lavarci e ci sorridiamo attraverso lo specchio . Lei si è cavata la camicia ed a gambe larghe seduta sul bidet prima di lavarsi la sento pisciare . Mi giro e lei meravigliata lascia che io m'inginocchi per ammirare da vicino il suo ruscelletto di piscio che tante volte avevo sognato di bere . Non ho osato e mi sono rialzato quando anche lei si è rialzata per asciugarsi . Finalmente dopo molti anni ero riuscito a farla godere di nuovo . Aveva goduto per merito delle mie carezze e dei miei baci e dei miei toccamenti e delle mie penetrazioni . E dopo quella volta altre volte ha goduto dei miei toccamenti quando tornando la sera dal lavoro mi avvicino e da dietro mi appoggio al suo bel culo e mentre è intenta a preparare la cena o a rigovernare le faccio sentire il mio cazzo voglioso di lei e delle sue mani delicate . Le palpo i seni e glieli bacio senza ricorrere a sotterfugi di amore filiale e le tocco i capezzoli col solo scopo di farla eccitare e godere . Ancora non sono riuscito a realizzare i miei fantasmi per paura di perdere quel poco di vantaggio finora aquisito . Il mio sogno è fotterla in fica , penetrarle il culo , farle bere la mia sborra , bere la sua piscia e farle bere la mia . Sono molti i fantasmi che popolano le mie notti e spesso durante il giorno mi distraggono dai miei compiti . Ho paura che se forzassi la mano potrei perderla perchè non sono quelli i suoi desideri . So per certo che adesso la sua libidine si è risvegliata e la sento lieta di essere tornata una donna desiderata . Lei non è loquace , non esterna i suoi sentimenti ma per me che ho imparato ad interpretare i lunghi silenzi so riconoscere quanto piacere le fa sentirsi concupita . E ne gode , oh se ne gode . Lo sento dall'umore vaginale che le imbratta le cosce e la mia mano quando le titillo il grilletto . E la vedo quando si bagna mentre io mi masturbo approfittando di quello che credo sia un sonno falso che serve solo a farmi sfogare le mie voglie di maschio e di possesso del suo corpo . Già , perchè pur non avendo una conferma so per certo che lei fa finta di dormire e permette che io le spii il corpo allungato sul letto in pose sempre più lascive ed eccitanti e solo dopo qualche minuto che mi ha sentito godere mi raggiunge in bagno e viene a lavarsi lo sperma col quale le ho imbrattato l'inguine . Forse vuole sentirmi dentro di lei ma non oso propormi dalla paura che venga respinto ed ogni sera ho voglia d'invitarla nel mio letto ed ogni volta mi mordo la lingua per non parlare e resto delle notti intere a sognare di lei e la sento giocare con me come un'ossessa . Lei sa che la desidero ma io non so se anche lei ha voglia di me o mi vede solo come un grosso fallo inanimato . Intanto godiamo in questo modo in attesa di qualcosa che ci permetta di congiungerci senza forzare i nostri desideri . Oh zio Ercole , se fossi tornato prima avremmo guadagnato del tempo ed in questo momento io saprei di essere l'amante di mia madre o meno . Grazie comunque .
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19 years ago
pompeo1pompa,
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Last visit: 18 years ago
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Grazie al pelo
Sono sempre più innamorato del corpo di mia madre . Mi addormento immaginando di carezzarla dappertutto prima di farla mia e mi sveglio , dopo una notte agitata , come se fossi appena uscito dalle sue braccia . Spesso entra in bagno , la porta è sempre aperta , e viene a fare le sue cose mentre mi sto radendo o facendo la doccia . Il momento sublime è quando sento il rumore del suo piscio nel bidet e lo sciabordio dell'acqua mentre si lava la fica pelosa . Fica pelosa . Il pelo della sua fica sta diventanto la mia ossessione . Ho provato a spiarla mentre dorme ed ho notato alla fioca luce che giunge dal corridoio che qualche pelo bianco si affaccia tra le sue gambe e la rende più desiderabile e donna . Sono un maniaco del pelo inguinale : mi piace ammirare un bel cazzo che si erge superbo in mezzo ad una foresta di pelo scuro con la sua cappella rosea , più chiara rispetto all'asta ed i coglioni che pendono coi loro peli ispidi e 0che arrivano a nascondere un bel roseo buco di culo . Ciucciare il cazzo ben duro mentre inanello le dita coi peli ribelli che straripano in tutte le direzioni è un modo di sentirmi realizzato . E quando m i penetra da dietro ed il suo tappeto di pelo fa il solletico contro le chiappe è un modo di farmi sentire femmina e ritornare con la mente a Giulio che di ciò è stato l'iniziatore . Oh Giulio , amavo pettinarti il pelo del cazzo a forma di baffi e li ciucciavo con la mia bocca voluttuosa di femminuccia . La bocca che tu preferivi a quella di mia madre ben più brava e ben più puttana . Ma la mia era la bocca di una vergine che da te fu resa donna e si sente tuttora tale malgrado un bel cazzo che si erge tra le cosce . A volte mi sento maschio : specie se osservo mia madre mentre dorme ma più spesso e più volentieri mi fa piacere sentirmi donna e come tale desiderato e preso . In ufficio c'è Bruno che per tutto il giorno non fa che ripetermi che sono un'ottima donna da letto , una grande puttana e meritevole solo di suggere cazzi e prenderli nel culo . Sono orgoglioso di essere desiderato in tal modo e sono fiero di saper fare il mio lavoro a letto o quanto meno essere aperto ad ogni pretesa del maschio che con me si sente realizzato . C'è il portinaio del mio stabile che spesso , facendo finta di essere impegnato in cortile , mi aspetta e mi prende steso sul cofano dell'auto che ho appena parcheggiato in garage . Ha un gran cazzo , un cazzo enorme , di quelli che mi fanno eccitare al solo vederli e malgrado abbia una splendida brunetta per moglie e giovane gli piace ansimare aggrappato alle mie spalle mentre spinge con forza e vigore il cazzo dalla capocchia enorme che ogni volta mi fa soffrire l'entrata . Un altro al quale piace stare con me più che con sua moglie è il figlio del macellaio che fu già anni indietro amico intimo di mia madre . La storia si ripete : suo padre immerse spesso il cazzo nella fica di mia madre e provocò risentimenti da parte di sua moglie e suo figlio ama immergere il cazzo nel mio sfintere tutti i sabato pomeriggio dopo che ha sistemato il camion col quale fa il mercato rionale . Mi invita nel retro del negozio e qui tra mezzene di manzo e quarti di maiale fa il porco con me e mi usa in tutti i modi fino a riempirmi la bocca od il culo col suo sperma giallo e denso . A me piace da morire fare la gioia dei miei amici , di sentirli arpionarmi le chiappe per sfondarmi il culo con le loro proboscidi vogliose , mi piace sentirli affannosi sbavare dietro le mie spalle o gemere mentre li pompo ed inghiotto il loro succo e li sento invocare il mio nome come invocassero quello della dea dell'amore . Vedere il loro cazzi indirizzati verso il mio corpo vogliosi di entrarvi , di profanarlo e penetrarmi nel culo per scaricare la loro voglia e svuotare i coglioni ed essere preferito alle loro donne o amanti mi rende fiero e desideroso di fare sempre più la loro felicità e con la loro la mia . Mi abbracciano da dietro e si attaccano al seno e mi titillano i capezzoli mentre schiacciano i loro inguini contro le mie spalle per farmi sentire la durezza del cazzo che vogliono farmi entrare nel culo e spingono e spingono fino a che il loro randello non riesce a trovare la strada della fica che la natura mi ha affibbiato e posizionata in mezzo alle cosce dandole la forma di un buco di culo . E quando finalmente sento le capocchie dure dei loro cazzi solleticarmi la prostata il mio reagisce ergendosi con tanta voglia di sborrare . Ma , c'è un ma . Mentre vengo preso ed usato come una bambola del sesso il mio pensiero si rivolge a mia madre e mentre vengo inculato non riesco a non pensare a lei e per questo spesso , molto spesso , ne godo mentalmente ma non fisicamente nel senso che non sborro anche se ho i coglioni che mi fanno male dalla voglia di svuotarsi . Godo con più voluttà quando mi masturbo nella penombra ammirando una parte o tutto il corpo di lei illanguidito dal sonno e la immagino nelle posizioni che mi piacciono di più . Qualche settimana fa è stato il suo compleanno ed io , egoisticamente , le ho regalato una camicia da notte rosa e trasparente , tutta trasparente e lei accettando di buon grado mi ha fatto notare che trasparente così non è conveniente alla sua età perchè lo spettacolo che può offrire il suo corpo esposto non sempre è piacevole . L'ho abbracciata con trasporto e sincerità e le ho fatto notare che per me il suo corpo è il più bello del mondo perchè è lei la donna più bella del mondo . Le si sono inumiditi gli occhi e con un leggero sorriso mi ha ringraziato ed ha ricambiato il bacio e l'abbraccio . Ha lasciato che le baciassi l'angolo della bocca dove vado spesso a cercare d'infilare la punta della lingua alla ricerca di una goccia di saliva da succhiare . Ero intento a guardare la televisione quando mi è comparsa davanti vestita della sola camicia e sotto la quale ho potuto ammirare il suo corpo nudo che benchè un po' sfiorito per gli anni è ancora molto , ma molto desiderabile almeno ai miei occhi . La luce era spenta ma quella che proveniva dal video era più che sufficiente a farmi ammirare il folto pelo che circonda la fica ed il seno che ancora sta su di suo . Era tra me e la fonte di luce e la sua silouette si stagliava netta ed ha mostrato il suo corpo praticamente nudo . Mi sono alzato in piedi perchè ha detto che la camicia l'aveva indossata solo per fare piacere a me e l'ho abbracciata ancora e le ho baciato gli occhi mentre con un mano le ho carezzato un seno . Lei mi ha stretto in vita e mi ha attirato a sè e ha capito che ero arrapato perchè ho tirato indietro il bacino per non farle sentire la mia erezione . Non erano ancora le otto e mezzo di sera che sorridendo mi ha detto di essere stanca e che sarebbe andata a dormire . Questa volta ho osato di più e le ho baciato le labbra chiuse e non ho fatto nulla per aprirgliele . E lei ha ricambiato , e mi è sembrato di gradire . Aveva ancora gli occhi lucidi ma stavolta non credo che fosse per l'emozione . Sono tornato a vedere la televisione senza seguire ciò che trasmetteva perchè tutto il mio pensiero era rivolto a lei ed immaginavo ogni sua mossa nella camera accanto . La vedevo andare in bagno , sedersi sul bidet e dopo aver pisciato lavarsi la fica pelosa . Sciacquava il pelo rigoglioso e lo carezzava e lo strofinava col telo per asciugarlo bene . Si guardava allo specchio , con le mani a coppa si aggiustava il seno portandolo su per poi guardarlo sconsolata cadere un po' più in basso di dove fosse la posizione ideale . D'altronde gli anni passano per tutti e lei sopporta stoicamente che la natura faccia il suo corso e civettuola si rammarica delle zampe di gallina accanto agli occhi o di qualche smagliatura o qualche capello bianco ma accetta tutto anche se malvolentieri però con pazienza e non si lamenta più di tanto e la vedo felice quando io le faccio le lodi malgrado questi difettucci . L'ho sentita quando si è messa a letto e accesa la lampada da notte dopo aver accostato la porta che mai viene chiusa . Avevo deciso che quella sera mi sarei preso godimento del suo corpo come altre volte , molte altre volte e sempre più spesso , avevo fatto . Trascorse più di un'ora prima che anch'io andassi in bagno e dopo aver a fatica pisciato , perchè una semierezione m'impediva di svuotare la vescica , indossai un tanga che davanti è molto stretto. E' un tanga da donna e riesce a malapena a nascondere il cazzo ma ne fa uscire i coglioni uno a destra ed uno a sinistra e dietro mi sega il buco del culo in due parti . Lo indosso quando vado ad incontrare un maschio o quando ho voglia di eccitarmi perchè sentire i coglioni scoperti mi fa sentire macho con un cazzo che sembra più grosso e duro . Lasciai come al solito la luce del corridoio accesa per fare ancora più chiaro nella camera più di quando non facesse la lampada sul comodino e vi entrai lasciando la porta spalancata . Mia madre era rannichiata rivolta contro il muro . Il bel culo scoperto con le cosce dalla pelle liscia ripiegate e con la camicia avvolta sotto il seno . Una mano sotto la faccia addormentata come una bambina l'altra sotto il guanciale . L'ammiro con tenerezza e la desidero con impeto ma non posso osare di spaventarla e così perdere il privilegio di avvicinarla almeno mentre dorme ed espone il corpo nudo alle mie voglie . Ha la bocca semiaperta con le labbra accostate come se stesse per ciucciare un piccolo cazzo , almeno io la immagino sognare di fare sesso .La sera prima mi ha eccitato quando le vedevo socchiudere le labbra per mettere in bocca delle alici fritte nell'olio e mangiarle : mi dava l'impressione che mettesse in bocca dei cazzettini e li ciucciasse con voluttà . Mi carezzo il cazzo che spinge e vorrebbe prenderla ed entrare nelle viscere che non mi hanno partorito e per questo motivo possono benissimo ospitarmi senza commettere quello che agli occhi di benpensanti prurigginosi può sembrare un incesto ed incesto non è . A parte che sono convinto che se fosse stata lei a partorirmi non mi sarei certo tirato indietro e l'avrei desiderata carnalmente allo stesso modo di come la desidero adesso . E madre reale sì o madre reale no l'avrei fottuta come se fosse stata una qualsiasi donna . Mi sono inginocchiato a pochi centimetri del suo splendido culo ancora sodo ed ho respirato il suo profumo . Vicinissimo alla fica della quale riuscivo a distinguere le grandi labbra ne ho bevuto gli effluvi , gli aromi sensuali ed ho avvicinato la lingua per suggere una delle perline di sudore che le brillano tra le cosce e mi sentivo svenire tanta era la voglia di lei , del suo corpo , della sua vagina concupita da tanti e da tanti penetrata , avrei voluto leccarle il buco del culo che tanti cazzi ha ospitato in gioventù e che tanti ne può ancora ospitare e vorrei morire mentre la inculo e magari il portinaio incula me . Sarebbe la più dolce delle morti . Stavo male dalla voglia e dalla consapevolezza di non poterla avere , il cuore batteva all'impazzata , il cazzo pretendeva di agire da solo ed entrare in quel posto umido ed accogliente nel quale ero riuscito ad entrare col braccio di bambino . Forse il mio ansimare , forse l'ho sfiorata non volendo forse il mio desiderio si è materializzato lei si è mossa mettendosi supina con le gambe sempre ripiegate . Pian piano si è rilassata fino a restare con le cosce aperte mettendo in mostra la fica aperta in tutto il suo splendore . Era in una posizione ginecologica come mai prima le avevo visto e sì che gliela avevo ammirata da vicino ma così vicino nè così aperta mai . Un enorme triangolo di vello nero la protegge alla vista ma in quella posizione la fica è aperta e rivela l'interno lucido coi suoi umori . Oh mamma , perchè non sei la mia amante ? perchè non ti svegli e mi dici che mi desideri e mi attiri a te e finalmente tu stessa mi risucchi il cazzo e mi fai godere nelle tue viscere . Oh come vorrei sborrarti in fica , ed in bocca no? e nel culo neanche ? tutti i buchi vorrei fotterti , sverginarti anche il naso e le orecchie se vergini sono ancora . Come può , chi ti ha avuto almeno una volta , non desiderare di averti per sempre ? e chiavarti e chiavarti e chiavarti fino all'ersaurimento . Il mio desiderio di te è talmente grande che per soddisfarlo darei venti anni della mia vita ed essere tuo coetaneo . In un attimo passano davanti ai miei occhi i cazzi che ho visto passare tra le tue cosce e sono tanti , e sono duri e sono vogliosi ma mai come il mio innamorato . Il cazzo mi fa male e non resisto , lo stringo tra le dita e sento la sborra che arriva , sento il fremito dell'uretra che si gonfia ed un getto enorme denso sfugge dalla cappella e si riversa , investe , inonda e abbraccia tutto il pelo della fica e con un mio gesto maldestro qualche goccia va a bagnarti i capelli che sparsi ti circondano la testa come un'aureola . Non è la prima volta che ti sborro addosso ed io so che tu sai di questa mia mania di fotterti così mentre dormi . Ed io so che tu lo accetti e non mi hai mai rimproverato segno che anche a te fa piacere essere desiderata , essere il fantasma dei miei sogni , essere la donna che mi faccia sfogare come se fosse la mia compagna . Ed io ti amo anche per questo . Resto incantato ad ammirare la sborra che ti lorda il pelo vaginale , la goccia che t'imperla i capelli e mi è parso che l'interno della tua fica sia più brillante per eventuale altro umore prodotto dalle tue ghiandole . Anche le tue labbra dischiuse mi sembra che sorridano ed immagino dietro di esse la lingua che amerei succhiare in un bacio voluttuoso . Chissà se hai voglia di me e di essere fatta mia e di sentire il mio cazzo ravanarti le viscere ed infine irrorarle col mio sperma . Io lo vorrei come suprema grazia . Vado in bagno a fare la doccia e dopo un po' sei venuta , guardandomi attraverso lo specchio come già altre volte ti sei lavata lo sperma senza parlare e con un fazzoletto di carta ti sei pulita la goccia di sborra sui capelli e sembrava una perla . In bocca , in bocca ti vorrei sborrare e poi risucchiare il mio stesso umore e la piscia vorrei bere , la tua piscia mentre la fai e sborrarti addosso tutta la mia voglia . Finita di pulirti ti sei girata verso di me ed hai avuto modo di vedere che il mio cazzo è più duro di prima malgrado io lavandolo cerchi di farlo ammosciare . E' duro per te mamma non per altri e non pensare che sono altri uomini che voglio , no , è te che voglio e pur di averti rinuncerei non so a che cosa . A venti anni della mia vita sicuramente .
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19 years ago
pompeo1pompa,
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Last visit: 18 years ago
-
Nicole
Talvolta la scrittura è l'esorcismo per un livello di comunicazione improbabile.
Rischioso se diretto. Retorico e da palcoscenico del ridicolo.
Talvolta la scrittura è testimonianza di vissuto.
Romanzo necessario e veicolo di emozioni.
Ma ciò riflette unicamente il mio di pensiero. Ed il motivo di questo racconto.
Tradito nelle passioni dal nick. Dall'ossessione di una somatica edipica che adoro.
Da scenari di morbido al femminile.
Talvolta la scrittura è uno spicchio d'anima. Incondizionata. Non pretestuosa.
Talvolta la scrittura è l'auspicio di una condivisione.
O un urlo di vita.
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NICOLE
Ciò che mi ha colpito di Nicole è la naturalezza.
La semplicità dei gesti. Delle parole.
Disinquinate da infrastrutture accademiche e coscienza di ruolo. Che pur ricopriva malgrado il recente adattamento all’Italia.
Quello sguardo di primavera.
Le sue mani. Il ventre. Le dita che frugano senza chiedere….
Finche' il respiro non si rompe.
Tradendo aspettative cercate:
Da quell’abito rosso. Di cotone finissimo. Troppo stretto per non dire la verità.
Generoso nel disegnare ventre sporgente e rotondo.
Seni enormi. Pesanti. Sollevati da bretelle esauste che si stampano sulle spalle. Capezzoli gonfi. A graffiare il vestito ed il mio sguardo.
Vita dolce e glutei imponenti. Incorniciati dal perizoma e sottolineati dalla violenza cromatica del tessuto: teso e quasi liso per la pretesa di fasciarne le forme. Cortissimo sulle cosce. Sui miei sensi. Per le mie mani. Malizioso e complice di uno sguardo profondo. Corvino. Sottolineato da capelli crespi e nerissimi sulla schiena. Da labbra cupe e carnose. Dalla carnagione olivastra e da portamento / gestualità che inondano la stanza di erotismo: intenso, solare, spontaneo e denso di latino-america.
Quando si alza dal divano mi perdo nel suo profilo. Solleva il vestito. Appoggia gli avambracci allo schienale. Ritta, in ginocchio su di me. Mi accarezza il volto col busto. Danza col bacino a sfiorarmi il pube.
Scopre i seni e mi immerge nel velluto: immenso oceano di tepore che tento inutilmente di afferrare con le mani. Nicole si appoggia alla mia bocca: non sento il peso ma l’impossibilità di muovermi. E la sua voglia di gioco.
I capezzoli - duri come noci – mi lasciano lo spazio per respirare. Ma continua. Si strofina. Incolla la mia faccia al busto. Alle poppe. Al ventre. Scivola sul volto con agilità felina. Ma non si fa braccare. Allargo la bocca, tento di rubare il suo sapore con la lingua ed intuisco l’ombelico. Devo morderlo per non soffocare. E per farla ritrarre.
Quando apro gli occhi è nuda. Orfana del rosso ma non del perizoma nerissimo che raggiungo. Mi stringe la mano fra le cosce: è fradicia. Calda. Il mio braccio è teso sul pube e le dita frugano strettissime.. fra quella morsa. Nicole mugola e ricomincia a danzare. Leggera. Come un’onda impetuosa. Guidandomi nel suo desiderio. Che diventa piacere, urlo liberatorio, rivolo fra le gambe, unghie … sul mio polso.
Non ho il tempo di afferrarla. O forse mi diverte il gioco. La sua interpretazione. E quell’insospettata determinazione. Stordito dalle forme. Dall’odore di lei. Dalla complicità del suo sguardo intenso.
Posso abbracciarla dai fianchi. Tentare di avvicinarla. Ma si gira. Offrendomi i glutei….
Ancora danza. Mani che stropicciano il ventre. Rapite dalle carni.
Natiche che affogano labbra e saliva.
Naso e bocca che scampaiono fra i perianali. Sfregando sul perizoma grondo di umori. Impossibile trattenerla. Sfuggirle. Emergere da quel delirio.
Imprigionato da movenze impossibili. Rinchiuso nel suo lombo-sacrale.
Sottratto dal refrigerio del suo piacere e condannato ad una tortura infinita. Probabilmente condivisa per come si distacca.
Col volto bagnato mi è difficile fissarla.
Silenzio….
Rotto dall’affanno dei respiri.
E da una tregua improbabile: si inginocchia fra le mie gambe. Avverto i seni sul pube e le dita che frugano tra pelle e camicia. Graffiano avide. Assetate.
Mi sbottona in un attimo. La sua bocca si tuffa sul petto. La lingua a disegnare il contorno dei capezzoli. A sfiorare…
Le labbra a fasciare. Succhiare. I denti a mordere.
Ha deciso di farmi impazzire: sa dove dirigere le attenzioni e quali tasti suonare.
Balla Nicole.
Muovendo il bacino mentre mi fa volare. Accarezzandomi col ventre, coi seni. Trascinandomi nell’abbandono al suo palato.
Non è un problema la cintura. Né ostacolo gli slip fradici di liquido seminale. Il pene libero è marmoreo. E la sua bocca uno shock elettrico.
Lo sforzo per trattenere mi risveglia dall’estasi. La voglio.
Mi allungo sul divano. Ho sete. Sete, SETE … Tanta sete.
Capisce ed asseconda.
Adoro il 69. E quei 95 Kg che non si sentono.
Ma debbo sollevare il capo col cuscino. O non arrivo a placare l’arsura.
Le sue cosce sono una sciarpa tiepida e liscia. Una seta rara. Che regala passioni e profumi umidi.
Le natiche immense. Impossibili da trattenere, abbracciare, imprigionare: due nuvole imprevedibili. Sospinte dal vento in tempesta.
Mordo quelle carni, succhio, penetro il suo corpo con la lingua. Col naso.
La sento fremere, urlare di piacere mentre i capelli mi frustano il pene. E’ un delirio parlato. Che sa d’oceano. Di Spagnolo antico. Di musica ed anima.
Devo afferrarle i fianchi con forza per domare il bacino. Per trovare un ritmo. Per spingermi più su. E stavolta mi segue.
Il clitoride è gonfio e durissimo. Dolce da martoriare con le labbra. Da trattenere per attimi interminabili. Da rilasciare alla lingua. Ai sussulti. A parole mozzate. Ai pugni sul divano.
Le narici scompaiono nella vagina. Inondate di lei.
Le dita disegnano l’ano. E il mio bisogno di frugare tra quello spartito. La penetro delicatamente. E quell’urlo non è di fastidio.
Imprigiono il clito mentre le mani si dividono per riempirla.
Fino al piacere. Immenso, violento. Un fiume in piena che mi scorre sul collo. E che la fa cadere esausta fra le mie gambe.
La specchiera del bagno è sufficientemente generosa per accogliere entrambi. Adoro abbracciarla da dietro. Ascoltare la pelle. Sollevare il seno per incontrarla sui capezzoli.
Mi mostra con soddisfazione la sacca in pvc che avevo chiesto. L’adattatore e qualche altro gadget.
Raccoglie ogni cosa, un telo doccia e quello sguardo diritto.
Predispongo il divano e due sedie ai piedi del bracciolo soffice ed appena accennato. Un cuscino all’estremità ed il telo a coprire.
Nicole è sui fornelli. Splendida ed armoniosa. Sicura nei movimenti mentre controlla l’acqua d’infusione. Mi avvicino e scorro con le mani alle sue. Sollevando le braccia fino alle maniglie dei pensili.
Devo allargare le natiche per arrivare al buchino. Per pungerla con la punta della lingua.
Per farla inarcare, mugolare.
Voglio ancora il suo sapore. E a stento risalgo le cosce per cercarlo con le dita. Risponde subito. Bagnandomi fino al polso.
E’ splendida. Col ventre morbido che accarezza il piano cucina. Mani appese e gambe semiaperte. Lucide di piacere fresco e saliva. Ansimante quando cerca la mia bocca. Ed impaziente….
Il liquido è pronto con un pizzico di bicarbonato. E’ sufficiente immergere la pentola nell’acqua fredda del lavabo per abbassare la temperatura.
Nicole si avvicina al divano e mi offre i seni. Non potrei rifiutare e mi riempio il palato di velluto.
La stendo sul divano. Talloni appoggiati alle sedie. Bacino comodo sul cuscino.
E ancora seni. Enormi, pesanti e dolci. Calamite di fantasia. Lavati dalla lingua e dalla passione. Fino al gioco.
A quei gadget.. Alle ventose di suzione che imprigionano capezzoli e fiato. In un bacio infinito. Stretto dalle sue mani che stropicciano. Impazzite di desiderio.
Travaso l’emulsione nella sacca e fisso l’adattatore alla cannula. Appendo il tutto alla sedia e mi rituffo nella vagina. E’ fradicia. Ed il piacere cola fino all’ano.
La penetro delicatamente per l’infusione. Mi risponde con un sussulto.
In inginocchio. Fra le sue cosce a cercare il clito. Sfregando lingua e labbra su quel paradiso.
La cannula scorre avanti/indietro. Rilasciando calore e volume. Le dita profonde nel suo corpo. Con pressione cadenzata alla regione vescicale.
Nicole è in delirio. Stringe seni e cuscino quasi a strapparli. Si inarca mentre il liquido conquista il suo corpo. E’ tesa. Coi muscoli allo spasimo…..
L’esplosione è intensa ed il piacere che sgorga interminabile. Per la mia sete; per il petto che strofina sulla vagina….
Sfilo l’adattatore e rimuovo le ventose.
Lei è persa. Abbandonata nel torpore. Immobile fra sapori e cuscini.
La risveglio con una carezza al ventre. Un bacio.
E ancora pelle.
La sua bocca si schiude e cerca i miei capezzoli. Non so né potrei negare a nessuna quella pretesa ….
Seduto.
Con le dita sul petto ed il pene che scompare fra le sue labbra.
Sto per scoppiare e lo sente … Ma evita di accelerare il mio piacere.
Si ritrae lentamente.
E torna su di me.
Abbracciandomi coi seni. Danzando sul pube.
Non potrei sopportare a lungo quel rimando…. Ma lascio fare.
Nicole inarca la schiena. Allarga le natiche e guida il pene con le dita. Verso l’ano.
Resto immobile. Col fiato rotto mentre siede lentamente.
Immerso nel suo corpo. Nel vortice di uno sguardo da cielo terso. Stretto fra ventre e seni.
Ricomincia a ballare.
Rendendo rumore le parole. E carezza i sensi.
Abbracciata ad un passo di vento. Lieve e discreto. Fino a sfiorarmi l’anima.
Libera. Libero.
Da noi. Dalle mani. Da quella stanza.
Insieme e distanti da ciò che siamo; dai maquillage di scena. Dal bisogno di imprigionare attimi da foto ricordo.
Insieme. Ad aspettare il piacere. E ciò che null’altro se non il silenzio potrebbe tradire.
Non so quant’è durato. Né se sia importante descrivere un seguito.
Ma talvolta in primavera mi soffermo a guardare il cielo. E se chiudo gli occhi ho ancora la sensazione di quel passo di vento.
Della sua danza.
Dei suoi profumi.
Sorrido …. Accarezzando un piccolo segno di vita. E mando un bacio ad ovest.
Adiòs Nicole, guìdate……
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19 years ago
thermae3er, 40
Last visit: 5 years ago -
Giulia
Considero questo strumento⁄spazio una vetrina.
Un gioco curioso e semiserio. Occasione per paganerie. Verità (?!!), balle, sciocchezze, barocchismi retorici e banalità più o meno in saldo.
Ma ciò che premette queste righe è uno spicchio di me.
Autentico nell'immagine e nel racconto. Monco per ragioni di spazio. Per rispetto alla pazienza del lettore.
E per qualsiasi equivoco su proselitismi NON cercati.
Grazie per la pazienza.
GIULIA
Il vestito tradiva quanto promesso: 8^ di seno. Glutei imponenti. Ventre rotondo… Era proprio Lei: Giulia. Rossa dagli occhi di ghiaccio. 175 di eleganza e portamento. Voce suadente. Ed un maledetto senso dell’erotismo che rapiva attenzioni mal celate dalla mia ostentata oratoria/pacatezza.
Incuriosito da quella pelle lentigginosa: insolitamente scura dati i capelli. Dalle sue mani lunghe ed affusolate. Dalle labbra umide e sufficientemente carnose per affettare qualsiasi pseudo-indifferenza.
Giuly. Quella della chat. La Fetish-Woman misteriosa ed intrigante, compagna di nottate grondanti di sesso virtuale. Desiderata, attesa, insperata. VERA.
Il tempo di un drink. Per me un’eternità. Per lei una doccia e qualche minuto di respiro dal viaggio. Il bagno la partorisce splendida. Maliziosamente avvolta da un accappatoio nero. Con lo sguardo filtrato dalla frangia ramata ed una scollatura voluta.
Le mie mani sui suoi fianchi: morbidi. Vellutati e pastosi. Sui glutei sporgenti. Burrosi e sensibilissimi al tatto. Tra i seni rotondi ed elettrici.
Non una parola: un gioco di labbra. Di mani avide. Ad esplorare con crescente desiderio cio’ che mille volte ci eravamo immaginati.
Un gioco di sensi rotto dal tavolo. Dalle promesse che li’ sopra dovevano decidere tra sfrenata passione, avidita’ carnale o lento, sublime e lungo consumarsi di un viaggio condiviso. Nel gioco delle fantasie sovrapposte. Per un biglietto aperto. Ed un calendario incerto.
Le sue natiche. Le mie dita. Un percorso di desiderio: fasciato dai glutei che ovattano i movimenti. L’ano umido e la vagina infuocata. Stropicciati dalle mani impazzite.
Devo Rallentare. Frenare. Riprendere il controllo.
In piedi. Dietro Lei. Appiccicati schiena petto. Col pene di marmo che scompare fra le sinuosità del lombo sacrale.
Gli occhi chiusi: devo trattenere il respiro. Non posso lasciarmi andare.
Giulia stringe le cosce ..Mi imprigiona il pube ed inizia a dondolare. Avanti, indietro, di lato. Col culo che mi accarezza il ventre.
Non soffro di piaceri precoci. Tutt’altro.. Ma c’e’ mancato poco.
A fatica mi sottraggo da quella goduria (solo per rimandarla)…. L’afferro con forza per i fianchi. Le mani affondano nelle carni e Lei ha un sussulto alla prima sculacciata. Ripeto con impeto crescente. Due, tre, quattro volte. Giulia mugola scomposta. Farfuglia improbabili lamenti…..
Mi pongo di lato. E continuo nell’infusione.. Scivolando con le dita sulle grandi labbra.
Numerosi colpi alle natiche. A palmo aperto. E la contemporanea penetrazione vaginale con indice e medio. E’ una danza di rumori, sensi, odori. Lei una nuvola armoniosa che trasuda erotismo. E così il suo culo rotondo, sporgente, a tratti immenso …. d’eleganza.
Giulia chiude le braccia sotto i seni. Devo solo aprire le labbra. Lingua e denti accarezzano, strofinano. sfiorano i capezzoli turgidi. Si riempiono delle carni abbondanti e lisce. Succhio, la spremo. Apprezzo quel calore morbido che accarezza il palato. I suoi gemiti. La vagina fradicia che cola fra le cosce. Il buchino dilatato ed invitante.
La sospingo sul tavolo. Stesa a pancia su. Cuscino sotto il bacino e talloni comodamente appoggiati a 2 sedie. Le cosce meravigliosamente divaricate schiudono ano, fica ed un fiume in piena. Ho una sete desertica. E quella broda è come acqua sull’arsura. La lingua penetra in profondità: mi gronda sul volto. Fino al collo. Contorcendosi dall’orgasmo.
Succhio il clito. Come fosse un piccolo pene. Stretto fra le labbra, accarezzato dai denti, avvolto dalla saliva e dal desiderio. Due dita a penetrare. A premere verso l’alto, in corrispondenza della regione vescicale. Sempre più forte. La sento inarcare. Intravedo le sue mani strizzare i seni. Non ho altro tempo: Giulia urla il piacere sbattendo i pugni sul tavolo. Scomponendosi come un animale braccato. Regalandomi ancora il suo sapore.
E’ il momento: la bendo con 1 foulard. Passo 2, 3, 4 giri di legaccio per ciascun polso. Tendo le braccia in alto, verso gli angoli opposti del tavolo - per annodare -.
Stessa sorte per caviglie e cosce: divaricate e fissate fra sedie e sostegni. Lei non protesta. Forse gode di quanto sta per accadere. Posso osservare il suo respiro teso. I capezzoli turgidi.. La vagina umida.
Un metro più in là la cucina: una pentola d’acqua, il gas e 2 bustine di camomilla per infusione. Preparo e torno da lei.
Il pene fila liquido seminale fino ai piedi. Lo asciugo alla meglio con 1 scottex. Il resto lo fanno il volto e le labbra carnose di Giulia.
Lo vedo sprofondare in bocca – mentre una bava cola dalla guancia -. Sento il calore umido della lingua e quel succhiare avido. Affamato. Voglioso.
Le blocco la nuca con una mano e comincio a scoparla. Sublime quella penetrazione ripetuta. Una carezza che dura fino in gola. Non potrei continuare a lungo. Inizio a giocare. Scivolando con lo scroto sul collo. Sulla fronte. Sfiorando le labbra – che mi inseguono inappagate -. Fino al suo implorare. Ma non è quello che cerco. Né ciò che si aspetta.
Spengo il gas. Immergo la camomilla e ricopro.
Prendo 1 legaccio. Le alzo il capo e sfilo le estremità. Come una collana aperta sul petto. Uno dei lembi inizia ad avvolgere il seno alla base. 6, 7 giri robusti ed il nodo. Stessa sorte per l’altra mammella.
Mi allungo sulla borsa ed estraggo cuneo anale e spazzola per capelli: denti in acciaio, impugnatura e dorso in legno, sagomato e liscio.
Allargo le natiche e penetro l’ano. Giulia ha un sussulto. Ma non è di dolore.
Il cuneo sprofonda senza resistenze ed inizia l’avanti/indietro. Lento e cadenzato.
L’altra mano trascina la spazzola sui seni gonfi ed ipersensibili - per l’effetto legacci -.
Mi soffermo sui capezzoli. Li batto con pressione crescente. Lei pare scoppiare. Urla frasi sconnesse. Grida il desiderio di piacere. Strattona vanamente braccia e gambe…
Scivolo verso il ventre e giù. Sulle grandi labbra. Sul clito. Per ricominciare a salire, a disegnare il contorno di quelle poppe immense. Giocando il contrasto dorso e denti spazzola…. I seni sfogano turgidi sui capezzoli viola. L’ano si inonda di umori e sembra non accontentarsi dell’oggetto che lo stantuffa.
Decido di smettere con le “carezze”. Afferro la spazzola a rovescio e penetro la vagina con l’impugnatura. Alternando il movimento col cuneo.
Giulia è in delirio. Si inarca, muove quanto può il bacino. Schiude la bocca e sbotta in un orgasmo violento e lunghissimo, colando sul cuscino.
Torno al fornello. Il liquido si è infuso e raffreddato al punto giusto. Prendo la sacca in PVC da 2000 ml. L’appendo alla maniglia del pensile sul lavabo. Avvito gomma/canula ed inizio a riempire. Apro il rubinetto per espellere l’aria e connetto la sonda: 20 cm di tubicino semirigido ed anallergico.
Pongo l’aggancio del contenitore sulla sedia e mi avvicino all’ano di Giulia. Il dislivello è calibrato per un’infusione lenta: non voglio patisca fastidi che deconcentrano dal godimento.
Schiudo le natiche con le mani ed accarezzo il buchino con la punta della lingua. E’ ancora fradicio. Non c’e’ bisogno di lubrificazione. La canula penetra in fondo. Lentamente. Apro il flusso e dopo qualche istante le contrazioni tradiscono la sensazione di tepore che si sta impadronendo del ventre. Giulia respira a fondo. E la canula scorre avanti/indietro dal culo.
Non basta: riesco ad allungarmi fino alla borsa. Estraggo il vibra e la penetro dalla vagina. I movimenti si coordinano: lei mugola, si contorce ancora. Di tanto in tanto mi fermo e massaggio il ventre per distribuire il liquido. Continuo ad insistere lentamente… Giulia si perde. Si abbandona. Il respiro è rotto dal ritmo delle mani e dagli oggetti che scompaiono dentro lei.
15. Forse 20 minuti di infusione . Finchè mi implora di accelerare.. Di stringere i tempi. Di non torturarla più a lungo.
La ignoro fin quando non si è bevuta quasi tutto. A quel punto le mani spingono con maggior decisione. Sempre più forte. E stavolta fino AL PIACERE DEFINITIVO. E’ fantastico vederla godere. Sentire che cerca il respiro. Notare che cola bagnandomi le mani. Con un rivolo a cui non so resistere. Estraggo lentamente la canula e la bevo. A lungo. Finchè mi disseta ancora.
Ho il volto bagnato. Mi pongo al suo fianco. La libero dai legacci e dalla benda. Ha ancora gli occhi chiusi. Inizio a massaggiarle il ventre: dai lati verso il centro. Profondamente. Col palmo delle mani.
Giulia mi afferra per un braccio e mi tira a se. Non dice nulla ma si fionda con la lingua a cercare le mie labbra.. Con le dita il pene..
L’aiuto ad alzarsi. Continua a baciarmi.. A masturbarmi. Non posso più rimandare.
La giro alla pecorina. Appoggiata coi seni al tavolo.
- Devi andare al bagno - chiedo? Scuote la testa..
La penetro da dietro stringendo le mani su quel fantastico culo. La vagina mi regala colature continue ai testicoli. Aumento il ritmo: impazzisco nel vedere quelle natiche sbattere sul ventre. Ed il rumore del liquido dentro lei. Che ancora gorgoglia.
Sto per scoppiare e lo sente… Si ritrae un attimo. Gira il capo e mi fissa.. Prende il pene e lo impunta all’ano. Non potevo sperare di meglio: quel buchino era una carezza da scossa elettrica. Cerco di rendere la sensazione giocando a spanking coi glutei. Sottolineando ogni colpo…
Forse 2 o 3 minuti di penetrazione. Ed il mio di piacere esplode interminabile. Unendosi al suo. Finchè mi ritraggo a sedere.. per consentirle di guadagnare il wc.
Doccia, cena insieme e poche altre parole.
Così è stato e si è ripetuto ancora.
[email protected]
Pagine personali:
http://xoomer.virgilio.it/thermae_er
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19 years ago
thermae3er, 40
Last visit: 5 years ago -
La festa in spiaggia
Questo racconto nasce da una mia fantasia erotica....
Mi chiamo Jessyca,ho 32 anni,sono sposata da 6
anni,non ho figli.Di lavoro faccio la
parrucchiera,sono alta 1,68 peso
58kg,ho una 3a di seno sodo ed a detta di tutti la mia
parte migliore...è...il fondoschiena...Mi dicono sia
molto
sexy,a mandolino,piuttosto sporgente e sodo.Insomma
quello che tutti chiamano...un bel culo....detto
papale papale.....
Il mio matrimonio và avanti tra alti e bassi,come in
molte coppie,e spesso l'abitudine prende il
sopravvento.
Di natura sono una donna molto calda..molto sensuale e
passionale....se un uomo sà farmi scatenare...a letto
divento
una vera puttana e perdo ogni freno
inibitore...vivendo il sesso in modo totale e senza
freni.
Era un periodo di stanca e con mio marito avevamo
deciso di passare una serata fuori casa...in
discoteca...per
fare qualcosa di diverso.....
Lui si preparò con
cura...doccia...capelli...giacca...cravatta...era
ancora un bell'uomo lo devo ammettere...anche
se ormai per me era un'abitudine...ed io per lui
diciamo che ero la stessa cosa.
Io feci lo stesso e quindi mi preparai con
cura....avevo optato per un abitino mooolto
sexy....nero...di seta...
scollatura abbondante,spacco anche lui
generoso....schiena nuda...spalline finissime...tacchi
a spillo da 8cm...
E poi trucco e capelli perfetti...
Completava l'opera un perizomino di pizzo nero ed un
reggiseno molto push-up...che lasciava intravedere
quasi i
capezzoli quando mi abbassavo in avanti....Insomma
guardandomi allo specchio effettivamente ero ancora
una bella
ficona e credo che entrando in disco ne avrai fatti
girare parecchi...ed avrei fatto anche alzare parecchi
di....hihihih...sapete bene di cosa parlo!!!
Mio marito mi guarda e mi fà i
complimenti...dicendomi:"mamma mia jessy....che fica 6
stasera...complimenti!!!"
Lo guardo sorridendo...e gli rispondo che non è male
nemmeno lui.
Ordunque ero pronta...il mio marito-playboy
anche....si parte per la disco.Salgo in macchina...lo
specchietto riflette
il mio viso...in effetti sono proprio una bella
fica...chissà che successo avrò in disco stasera.
Sono anni che non ci vado +...da quando sono sposata
ci ho rimesso piede 2 volte...quasi quasi non ricordo
+
nemmeno come si fà a ballare!
Arriviamo...piccola fila...c'è molta genete
stasera,mio marito và alla cassa e paga...finalmente
entriamo.
Appoggiamo i soprabiti al guardaroba...mi levo il
soprabito...noto subito che 2 ragazzi mi
guardano...devo
piacergli perchè uno non mi stacca gli occhi di dosso
nonostante mio marito mi sia accanto...hihihi...segno
che
devo essere veramente sexy...
Entriamo....un'atmosfera indiavolata ci
accoglie..gente che balla a dx...gente che salta sui
cubi a sx...mamma mia
che casino..non ricordavo fosse così la disco...ai
miei tempi!
Una cubista seminuda è piazzata alla mia sx....ha solo
un reggiseno ed uno minisplip...e porta stivali
con tacchi altissimi...è molto carina....sotto i suoi
piedi ci sono almeno 15 ragazzi che sbavano mentre
lei sculetta e li fà impazzire da lì sopra...hihihih!
Mio marito si tuffa nella mischia...il solito
mitomane...tra poco sarà spompato e si adagerà sullo
sgabello del
bar...come al solito la serata la finirà lì....invece
che standomi vicino e magari dicendomi di andare a
casa
a scopare per bene!
Lo lascio alla pista ed al suo delirio...mi porto
verso la sala dei lenti...un pò di pace per le mie
orecchie...qui c'è
un frastuono infernale che dopo 5 minuti ti
rincoglionisce del tutto ed io invece mi voglio godere
la serata...specie
messa in ghingheri come sono.....Adoro passando con la
coda dell'occhio vedere come faccio eccitare i ragazzi
della
disco....è una cosa che mi ha sempre fatto
eccitare...vederli sbavare ed eccitare
vedendomi...sapendo che glieli faccio
indurire guardandomi...sono molto troietta in certe
cose...nonostante sia sposata....
Eccomi nella sala lenti...resto lì qualche minuto...ci
sono molte coppie innamorate che ballano...beate
loro...
io certe cose le ho scordate...
Dopo qualche minuto sarà il caldo..sarà
l'atmosfera....mi viene sete...e decido di tornare da
mio marito per farmi
dare lo scontrino della consumazione.
Arrivo al bordo pista e non lo vedo dove l'ho
lasciato...mi sposto al lato dx.....e.......una
visione che non
immaginavo poter ancora vedere!!
Mio marito stava parlando con una...e la conversazione
sembrava molto confidenziale!!Poco dopo ecco che lui
allunga una
mano...le cinge il fianco...lei si avvicina..e
lui..come niente fosse inizia a baciarla!!!
Hai capito che gran porco...lo lascio solo un minuto e
si mette a limonare con la prima troia che incontra!!!
Ero furiosa....mi avvicino piano piano..lei gli aveva
già posato una mano sulla patta...mentre lui la
baciava..
che gran troia!!!E lui come ci stava....il porco!
Arrivo sul luogo del misfatto...lui si era già
staccato e faceva l'indifferente...lei rossa in viso
si stacca da lui...
Io lo guardo e facendo finta di niente gli chiedo il
biglietto per la consumazione.poi lo guardo e gli
dico:"Amore...
chi è lei?"
e lui con tranquillità mi risponde:"ah...un amica che
viene spesso allo studio per l'ICI...nulla di +"
Ah...bene dico io..allora torno di là...bevo il
drink...vieni? gli rispondo.No..vai pure...io ti
raggiungerò + tardi..
mi risponde...
Bene...dico io....fai il porco eh??Bene bene...hai
trovato pane per i tuoi denti...ti ho beccato a fare
il porco...
meglio...ora posso fare la porca pure io...e ti
assicuro che tra i due...chi è più porca sono
io...stanne certo!
Decisa a vendicarmi ed a venticare il suo piccolo
tradimento...pensa i che la cosa migliore sarebbe
stato
il fargli un bel paio di corna...mi sarebbe bastato
sorridere ad uno dei ragazzi in dico per ritrovarmelo
addosso infoiato e con un cazzone duro pronto per
me...
Eh si...quando mi scateno lo sò...non ho freni....e se
parlo di cazzoni vuol dire che vado su di giri e mi
lascio
andare....d'altronde era stato lui a volerlo
comportandosi così!
Vado al bar...mi bevo un gin tonic per calmarmi...Dopo
pochi secondi ecco che un ragazzo si avvicina...giacca
e cravatta...
distinto...mi sorride e mi dice:"una signora carina
come te...tutta sola a bere??"
Lo guardo...è carino..sorriso simpatico.....potrei far
finta di niente e se ne andrebbe dopo pochi
secondi...ma la
vendetta deve avere luogo...decido di
rispondergli...in modo che sia lui a rimorchiarmi...in
fondo è quello che voglio!
"si....purtroppo...sola e annoiata..." gli rispondo...
Musica per le sue orecchie...si presenta.Si chiama
Antonio,ha 30 anni....e poi eccolo che attacca subito
a testa bassa...
mi invita ad un altro drink e dopo il drink mi ritrovo
sul terrazzo della disco con lui molto vicino...Mi
mette una mano
sul fianco...inizia a corteggiarmi di brutto...insomma
dopo 5 minuti mi schiocca un bacio in bocca ed inizia
a limonarmi
con passione....Mi piace molto Antonio..e poi ci sà
fare...deciso ed irruento....lo lascio fare...in fondo
era quello
che volevo...Limoniamo un pò...inizia a frugarmi con
le mani...me le ritrovo in breve sul seno..poi sulle
cosce...
infine sale dalle cosce ed inizia a palparmi il
sedere...poi con rapida mossa mi ritovo la sua mano
sotto lo spacco
del vestito..un attimo ed è sopra il peri che ricopre
la mia fica...mentre mi limona con foga con un dito
scosta il peri
...pochi istanti ed il palmo della sua mano è sulla
mia fica...un secondo dopo si accorge che già sono
bagnata...segno
che mi piace e sopratutto segno che sono in calore!!
inizia a frugarmi la fica...un dito sul clitoride..uno
nelle grandi labbra...vado nel pallone e inizio ad
ansimare
come una cagna in calore che vuole il maschio per la
monta...Lui se ne accorge...dopo un secondo mi prende
la mano e
se la piazza sulla patta....sento sotto un gonfiore
che sembra di marmo...mio dio com'è eccitato...e come
lo sono io!
Si accorge che stiamo dando scandalo....si
ricompone...mi fà risistemare alla bene e meglio e mi
dice:"dai vieni...
usciamo da questa parte...seguimi...voglio restare un
pò solo con te!"
Lo seguo...era quello che volevo..e poi confesso che
avevo una gran voglia...non era solo x vendicarmi di
mio marito
in fondo il suo era stato solo un bacio...almeno io
avevo visto quello...ma per me era diverso...avevo una
gran
voglia di cazzo...e quel ragazzo mi aveva scatenato
per bene..aveva fatto uscire la troia che è in me...e
come dicevo
poco sopra...se mi fanno scatenare divento la peggior
puttana che ci possa essere...e lui ci stava riuscendo
in pieno!!
Arriviamo fuori....al buio lo seguo fino alla sua
macchina...una station wagon...comoda e
spaziosa...Apre lo sportello.
entra e si leva la giacca...mi fà sedere sul sedile di
dietro...già sò che vuol fare...e non vedo l'ora di
ritrovarmelo
addosso!!Mi siedo e dopo pochi attimi mi è
addosso....slaccia la camicia...mi inizia a limonare
di nuovo...mentre con
una mano è già sotto il mio abito...eccolo puntare
deciso alla mia fica di nuovo!!Questa volta è ancora +
libero...
un attimo e scosta proprio l'abito...mettendomi a nudo
le cosce fino all'inguine...un secondo è sua la mano è
dentro il
perizoma....pochi istanti e mi ritrovo un dito nella
fica...inizia a farmi un ditalino furioso...mentre mi
limona da dio!
Inizio a sbuffare...si accorge che stò
godendo...eccolo abbassarmi le spalline...mi leva in
un istante il reggi...mio
dio...sono praticamente seminuda...ho la fica di fuori
e le tette che ballano mentre mi stà facendo il
ditalino....
Sono in calore...se ne accorge subito...dal mio
sguardo e dai mugolii che emetto...Inizia a leccarmi
il seno...lascia
perdere per un attimo la fica e si concentra sulle
tette....le lecca con voglia...inizio a godere molto
forte....
sono in preda alla voglia + completa di un maschio che
mi monti...Mi lecca con la punta della lingua i
capezzoli....
mio dio com'è bravo...lecca così bene che in un attimo
ho i capezzoli turgidi...duri come piccoli chiodi...Lo
sò...
sono ormai partita...e chi mi fermerà +??di qui a poco
sarà lui a dovermi stare dietro...lo sò.....mi
conosco.....
infatti ecco che slaccio la sua camicia....inizio a
leccargli il petto...pochi attimi e le mie mani sono
sui suoi
pantaloni...slaccio la cinghia...slaccio la
zip...resta in boxer senza nemmeno
accorgersene....hihihihi!
Lo guardo un attimo negli occhi....legge che la
puttana stà per scatenarsi...mi guarda e
dice:"beh...jessyca...che vuoi
fare??"
Non gli rispondo...mi abbasso sui boxer e dal tessuto
inizio a leccargli il cazzo....resta allibito per come
sono
brava.Pochi secondi dopo abbasso l'elastico dei
boxer...ecco spuntare il suo cazzone...duro
eretto...favolosamente pronto!!
Lo riguardo negli occhi....ho il suo cazzo a 2 cm
dalle mie labbra....lo guardo...resto immobile...
Lui mi guarda...il silenzio regna nell'auto...poi
prende coraggio e mi dice..."dai
jessyca...leccamelo...fammi vedere
quanto sei femmina e che voglia hai di cazzo...."
lo guardo un istante...poi gli rispondo mentre mi
avvicino alla sua asta...:"mmhh...non
sottovalutarmi...potresti
pentirtene e finire sfiancato con me...lo sai??"
resta in silenzio...mentre io inizio a leccargli
l'asta....ha un bel cazzone...non enorme ma piuttosto
largo e
sopratutto duro...molto duro...Lecco l'asta
abbondantemente...insalivo quel cazzone per preparalo
a prendermelo
in bocca...la saliva me lo farà scivolare...e quando
inizio ad andare su e giù con le labbra godrà molto
nel
sentirlo scivolare bene.....Antonio non sà che
magnifica pompinara sia...ma avrà modo di accorgersene
molto presto!
Apro leggermente le labbra....appogiando appena la
cappella...e resto lì....voglio sia lui a spingermelo
in bocca....
adoro sentirmi schiudere le labbra e sentire la
cappella che mi scivola in bocca...Infatti ecco che mi
appoggia una
mano tra i capelli...inizia a spingermi la testa verso
il basso....mmhh...apro ancora un pò le labbra...la
cappella e
l'asta bagnati di saliva scivolano bene...ora...ed
ecco che la cappella inizia a schiudermi le
labbra....dopo poco
ecco il glande...poi l'asta...mhh...chiudo gli occhi
per come godo...mentre cm dopo cm il cazzo mi scivola
in gola!!
Lui emette un
"OOOOHHHHHH........SSSSIIIIIII"....mentre io sento i
suoi peli del pube vicini alle mie labbra...segno
che l'ho preso tutto in gola...mmhh....stò godendo..se
mi toccasse la fica ora si accorgerebbe che sono
fradicia!!
Inizio ad andare su e giù...la sua mano tra i capelli
mi dà il ritmo quando scendo...mi ferma quando stò per
risalire
e mi rituffa verso il basso....dio che pompino...vado
su e giù magnificamente...e lui se ne è accorto molto
bene.
Si è ammutolito...ora solo dei mugolii gli escono
dalle labbra....mentre io continuo....lentamente...il
mio pompino...
Ora sà che pompinara sia...mi guarda mentre vado
sù...ora lo guardo dritto negli occhi mentre metà del
suo cazzone
è nella mia bocca...lo guardo dritto negli occhi...mi
aspetto qualcosa...infatti mi guarda e mi dice:"dio
che favola...
6 una pompinara da sballo...mamma mia...che
spettacolare bocchinara sei!!".....
Mhhh.....sapesse come godo quando mi dice
così....sento chiaramente una scossa alla
fica....mentre riscendo sull'asta
fino alle palle...ohh....come lo prendo ...sento che
quando affondo gode come un porco!!!
Infine sento l'asta irrigidirsi...è vicino a
sborrare....Mi fermo....alzo la testa e lo guardo...ho
il cazzo piantato
in gola...vediamo che decide il porco....
Mi mette una mano sul viso e mi fà alzare...mi bacia
con passione....dicendomi:"dio mio...che femmina...e
che puttana
6....tiri pompini da sogno...jessyca...sai?"
Gli sorrido..e gli rispondo..."te l'avevo detto che
non mi dovevi sottovalutare..."
Mi leva il vestito...resto in perizoma...mi bacia con
passione,sdraia i sedili..sembra una camera da letto
ora
la macchina!Poi mi fà sdraiare sul sedile,la schiena
appoggiata al sedile dietro..come se fossi su un
comodo materasso.
Mi guarda un attimo..poi impugna l'asta...si avicina a
me...un attimo e mi appoggia la cappella alla
fica...mmhh.....
Appoggia la cappella..dio come godo in
quell'attimo...quell'attimo delizioso in cui stò per
prendermi il cazzo nella
mia fica è per me un momento di assoluto
godimento...poi inzia a spingermelo
dentro...ohhhhhh....mi penetra con
dolcezza....pochi secondo e me lo schiaffa tutto nella
fica..fino alle palle!!!inizia a baciarmi...mentre io
mi muovo
lentamente....adoro muovermi mentre mi
scopano...partecipare alla penetrazione con piccoli
movimenti...sentirmi il
cazzo nella fica mi fà godere da subito!!!
inizia a scoparmi...lo guardo con dolcezza...mi scopa
bene il mio Antonio...mi guarda e mi bacia...mentre mi
dà dei
colpi sempre + decisi...fino a smuovermi...sento la
fica bagnatissima...stò godendo molto...e lui se n'è
accorto!
Scopiamo per un pò....poi si ferma....sente che se và
avanti ancora sborra...e si ferma un attimo.Poi
ricomncia...
colpo su colpo mi scopa con passione...io inizio a
gemere e mugolare..segno che per me l'orgasmo è
vicino!!!
Improvvisamente una voce....non è Antonio...viene da
fuori...è appena fuori della macchina!!Chi è?
Antonio si alza...mi leva in un attimo il cazzo dalla
fica...si mette davanti la camicia e resta immobile...
il timore della Polizia si fà strada in noi.Sentiamo
bussare...pochi istanti poi:"Antonio...sono
Pietro...che
cazzo stai facendo lì?"
E' Pietro...dice Antonio...è mio fratello.....Apre lo
sportello...io mi copro il seno e le cosce con
l'abito.
Lui guarda dentro e dice:"Antonio...sono 2 ore che ti
cerco...hai tu i biglietti della consumazione e della
disco!"
lui annuisce e prende il biglietto dai
pantaloni..glielo dà.Pietro mi guarda...è stupito...mi
saluta:"ciao...io sono
Pietro....il fratello di Antonio".
Ciao dico io...sono jessyca...piacere.Pietro di
rimando mi dice::"piacere mio...sei molto carina..devo
fare i
complimenti a mio fratello....mamma mia che sventola
hai in macchina Antonio!!"
Sorrido...antonio lo fà entrare...Stranamente non
provo vergogna...nemmeno imbarazzo...anzi...mi sembra
di conoscerli
e di essere la loro donna...sono molti assomiglianti
fisicamente...ed ora che è in macchina la cosa non mi
dispiace
affatto....
Pietro mi dà la mano..nel dargliela mi cade il lato
del vestito che mi copriva un seno...resto con una
tetta di fuori
e lui immediatamente mi guarda con un senso di
voglia...Gli stringo la mano...poi resto con la mano
sulla gamba...
il seno scoperto...non mi rendo nemmeno conto io del
perchè l'ho fatto.Antonio in un attimo mi si
riavvicina...mi
bacia con passione...io gli dico:"amore..ma c'è tuo
fratello!!!"E lui senza problemi mi risponde..."lo
sò...ma
abbiamo sempre diviso le cose tra di noi..sai....e
vorrei dividermi anche una femmina ed una puttana
spettacolare
come te..con lui...."
Arrossisco ma il sentirmi dare così con nonchalance
della puttana davanti ad un altro invece che
offendermi mi dà
una violenta scossa erotica...che mi parte dal
cervello e mi arriva alla fica...un attimo e sento
chiaramente le
grandi labbra bagnarsi...mio dio che voglia mi mettono
addosso questi 2!!
Pietro si avvicina...mi leva il vestito dal seno...mi
guarda un secondo nel viso e poi inizia a succhiarmi
un
capezzolo...mamma mia...è la fine...la puttana che è
in me riuscirà fuori e questa macchina tra non molto
sarà
un letto dove ci scateneremo come dei pazzi!!E mentre
lo penso ho la fica che mi và a fuoco...un attimo e
prendo
in bocca di nuovo il cazzo di antonio...mentre Pietro
senza scandalizzarsi + di tanto si spoglia davanti a
me.
Si leva i boxer...e mamma mia...mi schiaffa davanti al
viso anche lui un bel cazzo...+ grosso di quello del
fratello
e deliziosamnete largo...eretto...pronto da prendere
nella mia fica!
Non perdo tempo...mi piazzo a pecorina dando la fica
in faccia a Pietro...che dopo avermela leccata un pò
si prende il cazzo in mano e me lo appoggia alla
fica...mmhh...ancora quella splendida sensazione di
sentirmi una cappella sulle labbra della fica....
dio come godo in qull'attimo!!Ecco...un colpetto ed
entra...talmente sono fradicia non deve far alcuna
fatica...pochi attimi e mi penetra....un "MMMMHHHH" mi
esce dalle labbra...mentre spompino il cazzo di
Antonio con
una deliziosa lentezza...x godermelo in bocca per
bene...da favolosa pompinara quale sono!!
Antonio mi stà guardando...mentre vado su e giù con le
labbra assecondando le spinte di Pietro che mi stà
fottendo
in un modo splendido....Alzo gli occhi e lo guardo
mentre Pietro ad ogni spinta mi fà scivolare avanti ed
indietro il
cazzo del fratello...Dio come godo....sto tirando un
bocchino delizioso mentre ho nella fica un gran bel
cazzo
che mi stà scopando divinamente....che gran puttana
sono!!
Ad un certo punto antonio è vicino...regge meno di
Pietro che và avanti a scoparmi con godimento mio e
suo...
Esce dalle mie labbra e dice a Pietro di
sdraiarsi...facendomi mettere su di
lui....Mmmmhh....faccio io...pregustando
quel gran bel cazzo piantato nella fica grazie al mio
peso su di lui...Si sdraia...con 2 dita prendo la
cappella e
me la appoggio alla fica...poi lentamente
scendo...mentre un ben
distinto:"OOOOOHHHHHH.......SIIIIII" mi sfugge dalle
labbra...Dio come mi impalo...sento cm dopo cm quel
palo di carne che mi dilata la fica...ed un godimento
intenso
si fà strada in me.
Antonio mi fà piegare in avanti...non capisco che vuol
fare...mi mette quasi a pecorina mentre Pietro ora è
quasi
immobile dentro di me.
Apre il bauletto del cruscotto e lo sento armamentare
con qualcosa...Pietro mi inzia a baciare e
limonare...mi
disinteresso così di Antonio.Dopo un pò sento che mi
stà toccando il buchetto...mi stà toccando il
forellino del sedere!
Inizio a sentire un senso di bagnato e di scivoloso
mentre lui inizia ad aprirmi il culetto con le
mani..."Ma che fai?"
Lui mi risponde che è dalla discoteca che mi guarda il
culo...che ho un culetto da sballo...perfetto..sodo..a
mandolino...che è la parte + sexy di me...e che vuole
scoparmelo....
Ma 6 matto? gli domando...Stà tranquilla...ti metto
della vaselina per lubrificartelo...
ora godrai per davvero...mi risponde...E poi mi dice:
"apriti le chiappe con le mani...apriti il culo..dai
puttana...fammi vedere quanto 6 troia e che voglia hai
di
prendere un bel cazzo duro tutto fino in fondo nel
culo!!"
Mmhh...le parole che dice hanno il solito tremendo
effetto erotico su di me...
Infatti una scossa micidiale arriva alla mia fica che
anche Pietro sente...avendo il cazzo proprio lì
dentro!
Mi apro il sedere con le mani...offrendo il buchetto
unto a lui...E di lì a poco ecco che la deliziosa
sensazione
di sentirmi la cappella sulle labbra della fica ora è
diversa...sento la deliziosa sensazione di sentire
la cappella appoggiarsi al mio buchetto...dio...mi stò
facendo anche inculare!!!
Pochi attimi...la cappella mi apre il forellino...è
dentro...dio che godimento mi dà sentirmi dilatare il
sederino...
le mani sui suoi fianchi...Pietro che ricomincia a
muoversi ed a scoparmi...un mix micidiale...inizio a
sentirsi fare
strada in me l'orgasmo!! Antonio mi comincia a
penetrare dietro...sento il suo cazzone che
scivola..scivola cm dopo
cm nel mio culetto...la vaselina lo fà scivolare
stupendamente nel mio culo...
Un chiarissimo "OOOHHHH...SIIIIII...DAIIIII ENTRAAAA"
mi esce dalle labbra...mentre piegata in
avanti e con la testa abbassata...il viso ora è
nascosto dai capelli mentre sento Pietro che mi scopa
con forza ora...eccitato dal vedere il fratello che
magnificamente e con passione mi
stà inculando,in quel momento sento la mia fica ormai
essere un lago di piacere....
Antonio và avanti ancora con pochi colpi...infine
sento chiaramente le sue palle appoggiarsi alla mia
fica...segno
che me l'ha messo tutto dentro il sederino...Pietro
sente la stessa cosa...avento il suo stupendo cazzone
piantato
nella mia fica...dio che roba...sono piena di cazzo
sia in fica che nel culo...mamma mia come posso essere
puttana
se mi fanno esserlo!!!
Pietro mi scopa con vigore..Antonio inizia ad
incularmi davvero bene...colpi secchi...mi sento
rompere il buchetto in un
modo delizioso...dio che favola...godo come una
pazza...inizio ad emettere tutta una serie di gemiti e
mugolii..ad
ogni colpo che mi danno in fica o nel culetto
praticamente godo!!!Loro mi snetono godere come una
cagna in calore
ed a loro volta godono del mio godere...siamo travolti
dal piacere...io splendidamente puttana x loro e loro
meravigliosi stalloni che stanno sfondando una puttana
rimorchiata da poco in discoteca!!
Sono sdraiata su Pietro...ho il suo cazzone favoloso
duro nella fica fino alle palle perchè col mio peso mi
sono
praticamente impalata su di lui...ho le mani di
Antonio che mi serrano i fianchi ed il suo cazzone
meravigliosamente
piantato tutto anche lui fino alle palle nel mio
culetto...doppiamente piena di cazzo...e non
immaginavo di poter
godere così...un delirio di piacere si fà strada in
me...mentre i miei due stalloni mi stanno sfondando
fica e culo
a loro piacimento!!!
Inizio a muovermi....voglio che vedano che razza di
puttana si stanno fottendo...inizio prima a
sculettare...
poi muovo il bacino...in modo che i due stupendi cazzi
mi si piantino per bene...ed inoltre così facendo me
li godo
tutti e due per bene!!Un "OOOHHH....CHE
TROIAAAA....SEI..." sfugge a Pietro....che mi dà una
serie di colpi nella fica...
sentendomi muovere su di lui....Poi è la volta di
Antonio..che sentendomi sculettare mi
dice:"SIIII...GUARDA
LA PUTTANA COME SCULETTA...LO VUOI TUTTO NEL
CULO...FINO ALLE PALLE...EHHH...TROIA???"
MMHH...Rispondo io..."FORZA...SFONDATEMI...DAI...CHE
ASPETTATE...SCOPATEMI TUTTA...DAIIIII"...e con un
gemito riabbasso
la testa in avanti...paga di tanto cazzo in fica e nel
culo...
Sentendomi così tanto puttana....iniziano a fottermi
con una foga ancor maggiore....in 2 colpo su colpo mi
riempono
di cazzo a + non posso....uno mi incula con colpi
secchi e violenti...ho il buchetto sfondato e
dilatato...dio che culo
mi stà facendo...mi sento terribilmente
rottainculo...mamma mia che voglia ne avevo..era da
tempo che desideravo
prenderlo nel culetto...lo confesso...e Antonio la
voglia me la stava levando davvero in un modo
stupendo!
Pietro mi scopa la fica dandomi magnifici colpi di
reni...un "SIIIIIII....VENGOOOOOO"....mi esce dalla
gola...
ed immediatamente la fica mi si bagna in un modo
violento...Pietro sente il mio umore e gode del mio
piacere dicendo
che sono una vera vacca in calore...Ora vanno avanti
a turno...prima Antonio..poi Pietro...mi fottono
magnificamente...
dopo un pò li sento vicini...stanno per godere....mi
hanno scopata ed inculata a lungo...ed ora devono
sborrare!!
A questo punto la troia che è im me decide...Li faccio
alzare...mi metto al centro in ginocchio...e li faccio
mettere
l'uno di fronte all'altro...i cazzi magnificamente
eretti mi sono proprio davanti al nasino...è la
posizione che adoro,
quella che mi fà sentire splendidamente zoccola nei
confronti dell'uomo!!Prima mi lego i capelli...mi
faccio la coda...
voglio che mi vedano mentre li farò morire con un
pompino da sballo che tirerò ad entrambi....voglio che
vedano che
deliziosa pompinara sono!!Inizio a leccarli
entrambi...passando da una cappella
all'altra...spompino prima Pietro..poi
apro le labbra e faccio uscire la sua cappella...per
prendere subito quella di Antonio in
bocca....mmhh....sapessero
in quei momenti come godooooo...sono fradicia
nonostante sia stata scopata ed inculata pochi istanti
prima!!
Spompino Antonio...poi apro le labbra e avvicinando le
due cappelle una all'altra le slinguo entrambe...lecco
il glande
del primo all'unisono con il secondo...iniziano già a
sbuffare...segno che li stò facendo godere come pazzi!
Vado avanti così...prima uno..poi l'altro...deliziosi
colpi di lingua all'asta di Pietro..poi è la volta di
Antonio...
lecco la cappella...spompino il 1°...poi lecco
l'sta...spompino il 2°...piano piano li stò portando
in modo magnifico
alla sborrata....una stupenda doppia
sborrata...mmhh....è il premio che desidero in modo
delizioso e che già
pregusto sono i fiotti caldi che questi 2 magnifici
cazzi mi faranno sul viso...in gola...sul seno....
Pietro è al limite....la sborra inizia a premere...mi
fermo...gli lecco per bene le palle...dio come sono
piene...
che favola...deve avere tanta di quella
sborra....mmhh...lecco le palle e lo guardo...dritto
negli occhi....mi guarda
e mi dice..."mamma mia che troia sei......jessyca...ti
abbiamo inculata...ti abbiamo scopata...e stai
tirandoci
un pompino da sogno...6 proprio una splendida
puttana...lo sai??"
Lo guardo dritto negli occhi mentre gli lecco il
glande con la punta della lingua...poi sempre
guardandolo gli rispondo:
"si lo sò,sono una puttana....mi piace il cazzo e godo
a farmi scopare è vero..."poi riprendo a spompinarlo
facendolo
sbuffare per come gli ho risposto sfrontatamente
dandomi io stessa della puttana e per come lo stò
facendo godere....
E' la volta di Antonio...lecco il glande anche a
lui...lo sento che è vicino...ma è + resistente di
Pietro...spompino
l'asta...salgo alla cappella...infine lo guardo dritto
negli occhi mentre il suo cazzo mi scivola in gola...
"OOOhhhh....jessyca...che magnifica bocchinara 6...dio
come sei brava...lecchi il cazzo divinamente...lo
sai??"..
mi dice.Lo guardo come ho fatto con il fratello...poi
facendomi uscire il cazzone dalle labbra gli
rispondo:"sono uscita
dalla disco con te...e mi sono ritrovata 2 magnifici
cazzi in fica ed in culo...ora li spompino...come
puttana direi
che me la sono goduta...noooo??" e riprendo il
pompino....Affondo le labbra...ed anche lui mugola un
sommesso OOOHHH
per il piacere di quel delizioso affondo...
Poi..come spinta da un senso di ancora maggior
troiaggine inizio a spompinarli per bene...prima
uno...poi l'altro...
infine insieme...stò tirando un bocchino da sogno a
due magnifici cazzi...e decido io quando
sborreranno...
Ecco che il mio su e giù aumenta...i cazzi mi
scivolano in gola quasi insieme...in breve li porto
sull'orlo della
sborrata...se solo facessi ancora 2 affondi
sborrerebbero all'unisono....Invece no...io li tengo
in sospeso
finchè non sono al limite...spompinandoli a
turno...infine li guardo negli occhi insieme...un
attimo...e gli dico:"dai...sborrate....fatemi vedere
che razza di puttana sono!!"
Rispondendo senza dire una parola Pietro mi caccia il
cazzo in bocca e dopo pochi istanti viene...Antonio lo
segue..
Io in un attimo metto i loro cazzi davanti a
me....apro la bocca e appoggio la lingua alla cappella
di Pietro...voglio
sentire la sborra che gli esce dalla cappella e che
finisce sulla mia lingua...sul mio viso...sul mio
seno...come una
stupenda puttana pompinara quale sono in questo
momento....
Ecco che una forte scossa di un piacere intenso alla
fica mi fà quasi tremare...mentre Pietro mi sborra in
gola
e sul viso...
Antonio lo raggiunge dopo un attimo...inizia anche lui
a sborrare...Abbandono subito il cazzo di
Pietro...ormai svuotato
e metto la lingua sotto la cappella di
Antonio....Ooohh....eccolo....penso...deliziandomi
degli stupendi schizzi
di sborra che mi fà...Pietro ancora mi schizza sul
seno e sul mio viso....
mentre Antonio mi caccia in gola dei getti di sborra
magnifici...Dopo i primi schizzi eccolo sborrarmi
anche lui
sul viso...sulle gote...Metto le tette a coppa...ed
ancora un piccolo getto di sborra mi centra il seno...
Dio come godoooo!!Ho la fica un lago mentre la sborra
mi cola dal viso....che magnifica puttana sono in
questo momento...
Pietro si accascia sul sedile esausto...seguito da
Antonio dopo pochi secondi....Lecco i 2 cazzi ancora
un pò...
ingoio le ultime gocce di sborra che i loro cazzi
hanno...Poi...esausta mi siedo sorridendo con uno
sguardo
di godimento...resto così in mezzo a loro...una goccia
di sborra mi cola dal mento...un'altra mi scende dal
nasino...
mentre ho le tette belle impiastricciate di
sborra...mio dio quanta ne avevano...mi sento il
pancino pieno...
sono sazia come se avessi mangiato un bue...ho fatto
davvero una splendida ingozzata di sborra....che troia
sono...
dio mio se mi fanno scatenare divento veramente una
zoccola micidiale!!
Ci rivestiamo...mi pulisco con dei
fazzolettini...Pietro esce dalla macchina per primo e
torna nella disco...Io
mi rivesto insieme ad Antonio..e dopo essermi rimessa
in ordine ritorno nella disco con lui.
Mi lascia il suo numero..io gli lascio il mio...poi
sparisce nel casino lasciandomi al bar dove mi aveva
conosciuta.
Arriva dopo poco mio marito...sguardo da ebete ed un
pò alticcio...come al solito.
Dopo poco usciamo dalla disco...e lui candidamente mi
dice:
"jessy mica sarai offesa x quella spero?Non te la sei
presa...vero???"
Ma no...ma scherzi...dico io...andiamo a casa...che
sono stanca!
E lui:"stanca a forza di ballare?"
Certo...e di che altrimenti?
Sento nel pancino ed in bocca il sensuale sapore della
loro sborra...in bocca il sapore di quei 2 splendidi
cazzi e nel pancino pieno il gusto delle magnifiche
sborrate che ho ingoiato...
mamma mia che stupendi pompini gli ho fatto...che
fenomale pompinara sono se mi ci metto.....
E la fica ed il culetto ora sono sazi...ne ho preso di
cazzo anche lì....scopata ed inculata in macchina
da 2 sconosciuti come la peggior puttana del mondo....
E mentre torniamo verso casa mi addormento...spossata
da quei magnifici stalloni che mi hanno fatto sentire
deliziosamente puttana con tutta me stessa....
27
4
19 years ago
admin, 75
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Prima e, per ora, unica volta - 3^ parte(fine)
Carla stenta un pò a riprendersi da quell’orgasmo che l’ha
letteralmente travolta, poi si alza e mi invita a prendere il suo posto
sulla poltrona. Io prima di sostituirla nel ruolo di spettatore mi tolgo il
preservativo e vado in bagno a lavarmi l’uccello: voglio essere già
pronto quando sarà il momento di scopare questa splendida femmina.
Appena ritorno dal bagno trovo Guido sdraiato sul letto con Carla a
cavalcioni sul suo viso. Vederla offrire la sua fica succosa alla bocca di
Guido, osservarla nella maestosità delle sue forme, ammirarne i seni
dirompenti, i fianchi morbidi ed il culo ampio e sodo provoca una prima
reazione al mio membro. Poi l’ascolto mentre dice a Guido: “Ho visto
come ti è piaciuto succhiare il cazzo di Edoardo, Leccargli la cappella,
per non dire di come hai goduto mentre ti inculava. Oh, si gemevi ad
ogni colpo, lo incitavi a sbatterti più forte. E come hai schizzato
quando sei venuto, ho ancora il tuo sperma sui piedi. Non ti avevo mai
visto venire così. Ma ora leccami bene la figa, succhiami il clitoride,
fammi arrapare allo spasimo, che voglio godere anche io con il suo
uccello. Voglio farmi guardare da te mentre il cazzo che ti ha sfondato
il culo sfonda anche la figa della tua mogliettina. Voglio vedere che ti
masturbi, mentre tua moglie viene riempita e gode come una una
femmina in calore. Voglio offrirmi a lui nelle posizioni più oscene. Io
sarò la sua troia, gli svuoterò le palle fino al midollo e tu non potrai far
altro che masturbarti e pensare a come era avere quello stesso cazzo
nel culo. Voglio vederti godere mentre scopri che tua moglie è una
troia e mentre desideri di avere ancora quel cazzo nel culo”. Beh,
queste parole mi hanno fatto rizzare l’uccello in maniera quasi
istantanea.
Capisco che il mio racconto sta diventando veramente lungo, ma come
ho detto è stata la mia prima, e fino ad ora unica, esperienza quindi mi
comprenderete se vi dico che ogni secondo di quella sera è impresso
nella mia memoria come un file in un CD-Rom. Al fine di non diventare
troppo pesante e dover scrivere una 4^ puntata il resto del racconto
sarà più stringato, ma se vorrete altri dettagli, basta chiederlo: io
ricordo ogni secondo ed ogni particolare dei miei compagni di gioco.
Insomma mi ritrovai trascinato da Carla sul letto, mentre Guido si era
posizionato sulla poltrona, neanche a dirlo, a gambe divaricate e con il
membro in mano.
Prima di tutto ho giocato a lungo, con mani, bocca, e cazzo in mezzo
alle sue tette: un paradiso che ogni cosa aviluppava. Ho cercato di
sottrarmi alla spagnola di Carla in tempo per non venire subito, ma lei,
afferrandomi per i fianchi, è riuscita a trattenermi e a farmi superare il
punto di non ritorno: una sborrata colossale proprio su quelle grosse
tette, finita strofinando la mia cappella sui maestosi capezzoli.
In poco tempo Carla è riuscita a farmelo rizzare nuovamente, non è
difficile per lei, le basta mostrare il suo corpo, le sue curve ampie e
polpose e non vi è uccello che possa resistere.
Appena pronto è stata lei ad mettermi il preservativo per poi impalarsi,
infilandosi il mio cazzo nella sua caverna. Una figa generosa, calda e
bagnata. Mi ha cavalcato con movimenti furiosi, mentre le mie mani la
frugavano in ogni parte del corpo.
Poi mi si è offerta alla pecorina. La vista delle mie mani sui suoi
fianchi, della deformazione dei suoi glutei quando il mio bacino vi
sbatteva contro, del mio cazzo che penetrava nel burro bollente della
sua figa sono immagini che non dimenticherò mai più. Come la
sensazione di esere dietro di lei, tenendola ben salda per le sue
grandiose tette e montarla con foga devastante, mi lasciano il ricordo
di una vera cavalla da monta. Lei che, al mio terzo orgasmo mi
dice: “non credere che sia finita: da qui esci solo quando sei
completamente spompato. Un nuovo preservativo e Carla che si
impala da sola divorando il mio cazzo con il suo culo. Ed ancora questa
splendida manza che mi monta con il culo, un su e gù furibondo,
mentre si sgriletta selvaggiamente. Io esplodo sborrando nel
preservativo dentro al suo culo, mentre lei urla di piacere, sconvolta e
gode abbandonata alla piena furiosa del suo orgasmo che si
manifesta anche con un piccolo e minuscolo getto di umori che le esce
tumultuoso dalla figa. E mentre gode ha la forza di rivolgersi al marito
vederlo mentre sborra e dirgli: ” spompati di seghe mentre io godooo”
Poi una doccia per tutti e li riaccompagno alla macchina: la fine della
serata
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2
19 years ago
edo342, 47
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Splendida partita
Quando il suo ragazzo le propose di andare allo stadio per vedere la partita della sua squadra del cuore, la Juve, che arrivava a qualche chilometro da casa loro, Ramona non fece certo salti di gioia.
Si, era contenta di accompagnare il suo boy, ma onestamente il calcio non la faceva impazzire. Allo stadio non c’era mai stata, non aveva mai vissuto un evento sportivo in diretta, non sapeva neppure come ci si doveva vestire in quelle occasioni.
Decise di fare di testa sua: tirò fuori dall’armadio la minigonna di jeans che a lui piaceva tanto, talmente corta che se solo si piegava di un centimetro le venivano fuori le chiappette e un maglioncino rosa, di angora morbida e rasata che messo senza reggiseno faceva vedere bene i capezzolini che spuntavano da sotto.
Da vera troietta qual è sempre stata, Ramona, dopo un profumato bidè, si mise adosso le mutandine più piccole che aveva, un perizoma nero trasparente con un triangolino mini davanti e il filo interdendale che le strofinava dolcemente sul culetto. Infine decise di mettersi degli stivali neri che la facevano sentire tanto porca.
Dovevano andare a vedere una partita di calcio, ma lei non aveva intenzione di rinunciare alla sua femminilità.
Quando lui arrivò sotto casa sua per prenderla, Ramona si mise a por sto con una spazzola i riccioloni neri e scese di fretta. Salì in macchina e lui non potè non notare le splendide cosce levigate che Ramona faceva ben vedere.
Un bacio e via verso lo stadio. Nel tragitto lui non riusciva a staccare gli occhi da quelle gambe e da quella minigonna, fino a che non allungò la mano sotto le mutandine sfiorandole la fighetta pelosa.
Ramona scoppiò a ridere, come al solito era riuscita ad arrapare il suo maschietto focoso e, come al solito, anche lei si era già bagnata la patatina. La giornata cominciava bene, ma era niente confronto a quello che doveva, inaspettatamente, accadere. Parcheggiata l’auto, Ramona e il suo boy, si diressero a piedi come tutti gli altri verso le entrate. Subito fu chiaro che si sarebbero dovuti mettere in fila ed attendere un bel po’ vista la marea di persone che si accalcavano per entrare. Bandiere bianconere, sciarpe, cappellini, i tifosi più scatenati già scandivano i cori, gli ultrà entravano proprio nel settore dove dovevano entrare anche loro.
Le facce di quelli non erano proprio delle più rassicuranti, molti sembravano avanzi da galera, pieni di tatuaggi, orecchini, piercing, muscoli in bella evidenza, insomma facevano un po’ paura, ma visto che erano tifosi della Juve, non c’era nulla da temere. Piuttosto, Ramona, notò subito qualche bel ragazzo tra quei tifosi, in particolare alcuni ragazzotti alti e robusti con i jeans stretti e a vita bassa che facevano evidenziare un bel pacco sul davanti.
La giornata era improvvisamente diventata interessante. Ramona prese per mano il suo ragazzo e si andò ad infilare dritta nella fila che attendeva di entrare.
La porcellina già si pregustava le mani sul culo e le palpatine di quelli che le stavano dietro, lo strusciamento sulle sue tettine di quelli che le stavano davanti, insomma si era già eccitata come una troietta in calore. Quello che aveva immaginato fu niente rispetto a quello che accadde per davvero.
Il gruppo di ultrà si accorse subito del prelibato bocconcino che stava a pochi passi da loro, così, uno alla volta cominciarono a circondare Ramona, spingendo via quelli che le stavano intorno, compreso il suo ragazzo che, sapendo come era eccitata la sua bimba, li lasciò fare con piacere.
Gli animi si erano eccitati in tutti i sensi, gli ultras saltavano e gridavano a squarciagola stringendosi intorno alla Ramona. Lei si lasciò trascinare da tanto tifo e cominciò anche lei a fare festa con loro.
Ormai non era più possibile tornare indietro, Ramona si sentiva infilare le mani dappertutto, le toccavano il culo, le strofinavano le tette, le strusciavano la patta dei pantaloni sulle sue cosce, qualcuno più audace, approfittando del caos, arrivò ad infilarle la mano sotto il gonnellino sfiorandole il pelo della passerina.
Inutile dire che le sue mutandine erano ormai zuppe e bagnate all’inverosimile e i suoi capezzoli erano diventati così duri che sembravano dover bucare il maglioncino da un momento all’altro.
Finalmente riuscirono ad entrare nello stadio, a dirigersi verso il settore a loro riservato: la curva.
Il ragazzo di Ramona la prese per mano e si assicurò che tutto fosse a posto, lei con un sorriso languido e da vera maiala gli fece capire che stava andando tutto meravigliosamente bene. Per qualche attimo prima dell’inizio della partita tutto era tornato alla normalità, gli ultras si erano dati una calmata, Ramona come tutti si era seduta sugli spalti in attesa dell’arrivo sul campo dei calciatori.
Ma, appena lo speaker cominciò ad annunciare dagli altoparlanti le formazioni delle squadre che entravano, tutti si alzarono in piedi e ricominciarono i cori e il tifo.
La curva sembrava ondeggiare sotto i salti e la ola dei tifosi. Ramona, naturalmente, fu circondata e coinvolta nei balli e negli slogans che il capo ultrà ordinava agli altri di fare. In men che non si dica Ramona fu di nuovo messa in mezzo e nella confusione generale nessuno faceva caso alle mani di quei maschioni che la palpavano senza ritegno, alle patte gonfie di quelli che lei sentiva premere addosso, sul culetto, sulle sue cosce.
La partita era entrata nel vivo e ormai la curva era diventata una vera bolgia, un caos indescrivibile. Proprio in quel momento successe quello che Ramona mai si sarebbe aspettata in uno stadio di calcio. Si sentì toccare tra le cosce da una mano che, questa volta, non si fermò a sfiorarla, ma continuò a frugare tra le sue mutandine, fino a quando non si sentì penetrare la fighetta da due ditoni ruvidi e grossi che cominciarono a stantuffarla avanti e dietro.
Ramona cercò lo sguardo del suo ragazzo che aveva capito tutto, lui le fece segno di lasciarsi andare. Ramona cominciò a mugolare di piacere, ormai la sua figa si era inondata come un lago e le sue mutandine erano talmente inzuppate che erano ormai sparite all’interno della sua sorca pelosa.
Pian piano quelli che le stavano intorno capirono che era il momento di approfittare di quella zoccola. Così Ramona si ritrovò in mano un paio di cazzi turgidi e nodosi che cominciò a menare come sapeva fare lei, era in piena estasi con tutte quelle mani addosso, con quei cazzi che odoravano di sesso selvaggio, quando all’improvviso si sentì spingere il busto in avanti. Si trovò piegata a novanta gradi e ancora prima di capire quello che stava succedendo sentì un bastone di carne che gli sfondava la figona bagnata.
Mentre veniva pompata da dietro, un brutto porco, un anziano tifoso, un sessantenne dalla faccia di maiale che si era accorto di tutto quello che stava succedendo, si aprì la lampo dei pantaloni e in un attimo le piantò in bocca il suo uccellone gonfio.
Il gruppetto che circondava Ramona aveva altro da fare che pensare alla partita e, uno dopo l’altro si alternavano chi a montarla da dietro, chi a farsi spompinare dalla porcona, chi a sbatterle l’uccello in mano per una sega.
Ramona sentì fiottare un paio di cazzi sul suo volto e un altro paio gli sentì venire di seme caldo nella sua figa e sul suo culo.
Alla fine almeno una decina di tifosi le avevano sborrato addosso, mascherandola di sperma appiccicoso la faccia e sporcandole il culo e la figa di crema viscida. Per fortuna, una volta sfogati e svuotati, i tifosi decisero che era tempo di dedicarsi alla loro squadra del cuore. Ramona ne approfittò per ripulirsi con dei fazzolettini di carta e ricomporsi. Si rifece alla meno peggio il trucco e fece appena in tempo a godersi il goal della vittoria della Vecchia Signora.
La puttanella con un sorriso beato fece segno al suo ragazzo che la giornata allo stadio poteva fermarsi lì, che era meglio tornare a casa prima della fine della partita.
Mano nella mano i due lasciarono gli spalti tra gli sguardi adoranti di quei tifosi che l’avevano inzozzata. Una volta a casa Ramona si mise sotto la doccia per ripulirsi per bene delle sborrate che aveva preso dappertutto, si mise nell’accappatoio e rientrò nella sua stanzetta. Appena varcò la porta vide il suo ragazzo nudo sul letto, con il cazzo in tiro come mai lo aveva visto. Non fece in tempo a dire nulla che lui le tolse l’asciugamano che la copriva e cominciò a montarla come una vacca, con una foga che mai aveva visto prima. Quando lui se ne andò a casa lei aveva preso il suo cazzo in tutti i buchi possibili, in particolare le era venuto due volte nel culo mentre le gridava: forza Juve!
Ramona non ha mai capito se lui, quel porco, aveva organizzato tutto perché sicuro di quello che sarebbe successo!
22
1
19 years ago
nicky1, 36
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Prima e, per ora, unica volta - 2^ parte
Appena entrati nella camera Carla inizia a spogliarmi, con lentezza e
sensualità, prima la camicia, bottone dopo bottone. Le sue labbra
sfiorano i miei capezzoli, la sua lingua saetta su di loro, poi si muove
verso il basso, percorrendo con la sua bocca il mio addome.
Con le mani mi afferra i glutei, stringendoli, tastandoli, per poi
spostarle sulla cintura, fino ad arrivare alla fibia per aprirla. Sbottona i
pantaloni, abbassa la cerniera e mi ritrovo di fronte a lei indossando
solo i boxer. Le sue labbra si muovono sul mio inguine, poi le sento,
attraverso il leggero tessuto dei boxer, percorrere il mio membro
ormai turgido. Percorre l’asta con piccoli morsettini che mi fanno
vibrare.
Si alza, si gira di spalle e, con la stessa sensualità dedicata a me,
inizia a spogliare il marito. Osservo le sue natiche proromenti e ben
disegnate dal vestito, i fianchi morbidi, i suoi capelli rossi che si
posano sulle spalle lasciate scoperte dall’abito. Non resisto, le sollevo
il vestito accomapgnandolo con le mani lungo il profilo del suo morbido
corpo. Glielo sfilo. Indossa calze autoreggenti, un perizoma con il
triagolino che si posiziona ampiamente sopra il solco delle natiche, ed
un reggiseno con spalline trasparenti. Tutto rigorosamente bianco. Ha
un culo dirompente, ancora alto per la sua età. Vi appoggio le mani: è
morbido, ma sodo. Lo stringo, lo palpeggio con forza, ne seguo le
curve abbondanti, ma ben proporzionate: è invitante, terribilmente
eccitante.
Mi appoggio, premendo il mio uccello, ancora racchiuso dai boxer,
contro il suo culo imperioso. La cingo con le braccia, tastandone i
fianchi, la pancia fino ad arrivare al seno.
Curve da perdersi. Le mie mani si insinuano sotto il reggiseno,
affondano nella carne, ne tastano la consistenza, si stupiscono di
tanto volume. La spoglio anche del reggiseno, poi le mie mani si
aprono cercano, senza riuscirvi, di contenere i grossi seni. Continuano
a tastare, palpare. Indice e pollice serrano il capezzolo, grosso,
gonfio, prepotente. Carla intanto ha completamente spogliato Guido
che, in piedi di fronte a lei, le strofina il membro eretto contro la
pancia. Carla si gira verso di me. Posso finalmente vedere ciò che le
mie mani avevano a lungo palpato: il suo seno. E’ una vista fantastica.
Sono enormi meloni, lievemente adagiati verso il basso, ma con due
grandissimi cerchi scuri al centro dei quali si ergono, prepotenti, i
capezzoli di dimensioni da me mai neanche immaginate. Qualche lieve
smagliatura appare nella parte superiore dei seni, ma quasi sfugge
alla vista comparata con tanta maestosità.
E’ più forte di me e ci affondo immediatamente il viso. Bacio, succhio,
lecco preso dalla frenesia di non lasciarmi sfuggire neanche un
milllimetro di tutta quella grazia imponente. Lei intanto mi abbassa i
boxer e libera il mio uccello che fremendo si abbandona alle sue mani.
Mi palpeggia l’asta, le palle, lo scroto, le dita si spingono fino al solco
dei miei glutei. Incoraggiato muovo una mia mano verso il suo
perizoma. Le mie dita camminano lente sopra la stoffa che racchiude il
frutto più dolce. Sento il calore che esso emana. Gioco con le dita
lungo il confine dell’indumento, incontro alcuni piccoli ciuffi di pelo. Poi
la mia mano solleva la stoffa e arriva al contatto diretto con la sua
caldissima fica. E’ carnosa, calda e i suoi petali sono già bagnati dalle
prime gocce di rugiada. La mia bocca è sempre calamitata sui seni
imperiali, ma ora freme vorebbe scendere per percorrere le sue labbra
più intime, suggere nettare dal suo clitoride, che già le mie mani
hanno percepito essere grosso e succoso. Ma Carla si stacca da me,
mi fa sdraiare sul letto, mi afferra l’uccello alla base, e rivolta al marito
lo invita a prendere posto fra le mie cosce. Guido si avvicina, e posa le
sue labbra sulla mia cappella a lui offerta dalle mani di Carla. Sento la
lingua vibrare alcuni colpi proprio sulla punta della mia cappella, là ove
sono più sensibile. Le labbra di Guido percorrono tutta la mia asta,
avvolgono le mie palle, le succhiano lievemente. Sento la lingua
guizzare lungo lo scroto, spingersi più in giù fino a raggiungere il mio
buchetto. Poi risale fino a muoversi, eccitante e languida, nuovamente
sulla cappella. Le Labbra la avvolgono, la bocca si apre per accogliere
il mio membro in tutta la sua lunghezza. La sento come un fodero
attorno al mio uccello. Carla fa ruotare lentamente Guido, in modo che
ora il suo cazzo si libra in aria proprio di fronte al mio viso. Lei lo guida
dolcemente verso la mia bocca. Vi adagio le labra ancora serrate, poi
le apro gradualmente fino a ritrovarmi la cappella di Guido in bocca.
Per me è la prima volta, ma la sensazione è straordinariamente
eccitante. Sento sulla mia lingua, sul mio palato, all’interno delle mie
guance il contatto con la cappella calda e fremente. Sto accogliendo
nella mia bocca il terminale del piacere di un altro uomo. Sento, sento,
sento. Sento la mia bocca “piena”: inizio a succhiare. Sento il cazzo di
Guido vibrare e reagire ad ogni mia sollecitazione. Sento il sangue
pulsare sempre più forsennatamente nel membro turgido. Percepisco il
sapore aspro e sensuale dello sperma pronto ad esplodere. Poi,
sempre più a mio agio, inizio ad splorare altre zone.
Lascio il membro di Guido che vibra in aria ed aviluppo con le labbra
prima un testicolo e poi l’altro. Ci gioco a lungo. Poi scendo sullo scroto
che percorro con ampi colpi di lingua. Con le mani separo i glutei e
spingo la mia lingua fino al buchetto. Lascio abbondante saliva, in
modo che un mio dito possa penetrare. Inizialmente non è facile: il
buco è veramente stretto. Ancora saliva ancora giochi di lingua.
Finalmente il dito penetra lentamente, ma completamente. Provo ad
insere un secondo dito. Ancora una volta è difficile, ma poi sono
entrambi dentro.
Guido mi sta spompinando come ben poche donne sanno fare. Ogni
suo colpo di lingua, ogni serrar di labbra mi causano un fremito.
Capisco che non resisterò a lungo, il mio cazzo ha iniziato a fremere
incontrollato, le prime ondate di piacere lo stanno attraversando. Mi
stacco da lui, non è ancora il momento di venire. Mi sfilo e lascio Guido
carponi. Mi posiziono alle sue spalle e con le mani afferro le sue
natiche separandole il più possibile. Intanto Carla si è seduta su una
poltrona. E’ quasi in posizione ginecologica: gambe divaricate e piedi
appoggiati sul bordo del letto, proprio davanti al viso di guido. Ci
guarda, rossa in volto, eccitata, con quel suo sguardo sensuale da
divoratrice di uomini. Vedendola mi eccito ancora di più. Lei si alza,
prende un tubetto di crema ed un preservativo dalla borsa. Si avvicina
e cosparge il buco di Guido con una quantità abbondante di crema.
Quindi apre il preservativo e me lo infila sul cazzo con la bocca. Poi
torna sulla poltrona, stessa posizione, con una mano che “fruga”
sotto al perizma. Io a questo punto non sono eccitato, ma
decisamente arrapato. Spargo meglio la crema, infilo prima un dito poi
un secondo. Li muovo lentamente e a lungo, le faccio roteare
delicatamente, in modo che allarghino un pò di più il sentiero. Poi con
una mano cerco di mantenere aperti i glutei e con l’altra appoggio la
mia cappella sul buco di Guido. Riuscire a far penetrare la prima parte
della cappella è difficile, mi aiuto in tutti i modi, Guido cerca di
aiutarmi. Il mio cazzo perde lievemente di rigidezza. Ma poi sento le
sue pareti che avvolgono la cappella. Rimango fermo in quella
posizione per alcuni secondi. Afferro con entrambe le mani i fianchi di
Guido e, lentamente, ma insesorabilmento, spingo addentrandomi
millimetro dopo millimetro nel suo sfintere. Il mio cazzo è penetrato
quasi completamente nel culo di Guido. Ancora una volta mi fermo per
alcuni secondi. Poi un colpo deciso. Ora è infilato tutto. Assaporo
questo momento. Per la prima volta il mio membro sta violando il culo
di un altro uomo. Sento le sue pareti aderire meravigliosamente al mio
uccello. Inizio a muovermi con cautela. Prima lentamente, con
delicatezza, poi, man mano che il percorso si fa più comodo, aumento
velocità e intensità dei movimeti. Vedo Carla quasi strapparsi il
perizoma per poi massaggiarsi furiosamente la fica. Sento Guido
gemere, e sono gemiti di piacere. Mi chino un pò di più su di lui per
afferrgli il membro. Ora lo sto scopando veramente. I miei colpi sono
sempre più intensi, le mie palle sbattono sul suo culo ad ogni affondo.
Con la mano lo masturbo mantenendo lo stesso ritmo dei colpi.
Carla appare stravolta in viso, non ansima, grida il suo piacere. Si
rivolge a Guido dicendogli: “mi sta scoppiando la figa vedendo che
godi mentre ti scopano”. Poi incita me:“dai scopalo, affondaglielo
tutto nel culo, allargaglielo bene”. Parla con la voce rotta da continui
gemiti.
Sento il cazzo di Guido pulsare ritmicamente nella mia mano, poi
percepisco lo scorrere impetuoso dello sperma lungo l’asta. Guido
quasi urla: “sii, siii, più forte, fino in fondo ... goodoo .... vengoo”, poi
emette gemiti fortissimi e dalla sua cappella esplodono alcunii getti
violenti di sborra. Il suo orgasmo è talmente intenso e forte che un
getto di caldo nettare si deposita su un piede di Carla. Io sento il suo
culo contrarsi attorno al mio cazzo, vorrei tirarlo fuori, togliermi il
preservativo e raggiungere Carla per sborrarle sulle tette. Ma mi sono
spinto troppo oltre e vengo riempiendo il preservativo dentro al culo di
Guido. Mentre noi godiamo Carla perde completamente la testa si
affonda 2 dita nella figa muovendole all’impazzata, mentre con l’altra
mano si serra quasi violentemente seno e capezzoli. Arriva a dire “... ti
ha sfondato il culo e tu godi come una puttana...”, poi il
suo “aaaahhhh” è praticamente un urlo che dura secondi mentre il
suo corpo sussulta sulla poltrona, sconquassato ad un orgasmo
furente.
------------CONTINUA--------------
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19 years ago
edo342, 47
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I quattro moschettieri
L’incontro che descrivo in questo racconto è avvenuto nel 2001, verso marzo. A quell'epoca avevamo un annuncio su un famoso sito di incontri erotici, dove c'erano alcune foto di Giorgia generosamente svestita accompagnate dalla descrizione del nostro profilo:
"Coppia di Roma trentenne, lei carina, bionda, capelli lunghi, lui esclusivamente contemplativo e fotografo, accetta proposte erotiche da singoli carini, dotati, puliti, educati e disinibiti. Graditi gruppi e singoli di colore. Max pulizia e riservatezza. Non siamo mercenari".
Ovviamente avevamo sempre la casella postale piena di e-mail, proposte oscene, foto esplicite, ecc. A molti di questi abbiamo risposto, e, come facciamo abitualmente dal 96 circa, ne abbiamo incontrati diversi. Quelli che ne hanno incontrato i gusti sono sempre rimasti tutti soddisfatti dalle grazie e dall’abilità di mia moglie. Questo incontro era nato da un'email che diceva pressappoco così: "Siamo un gruppo di sei amici, età compresa tra i 28 e i 35 anni, tutti rispondenti ai requisiti da voi richiesti. Giorgia ci piace moltissimo e vorremmo metterla al centro delle attenzioni. Se interessati scriveteci". Gli scrissi subito, chiedendo maggiori particolari e la risposta arrivò subito. Erano sei ragazzi tutti di zona Viterbo - Alto Lazio, con la passione per le coppie porche e le situazioni di gruppo. Garantivano bella presenza, come appurai dalle foto che mi augurai essere veritiere, massima pulizia ed educazione. Tutti avevano avuto già esperienze con diverse coppie. Ne parlai con Giorgia. L'esperienza per noi era relativamente nuova, perchè non avevamo mai incontrato un gruppo. Giorgia adora essere circondata da uomini e in diverse occasioni avevamo incontrato singoli che si propovano in due. In realtà avevamo anche trascorso serate in club privè dove mia moglie aveva giocato con più di due singoli, ma nel privè tutto rimane sempre su un piano abbastanza impersonale, per cui l'idea ci stimolò la fantasia e lei accettò di sentirli al cellulare. Chiamammo la sera dopo, mi rispose una voce maschile garbata e giovanile. Dopo qualche presentazione di rito lui mi chiese se e quando poteva esservi l'incontro. A quel punto gli passai mia moglie, e lei iniziò a chiacchierare e ridere con il giovanotto. Fissarono l'appuntamento ad un ristorante sull'Aurelia, fuori del raccordo, per il sabato appena successivo. Per il dopocena concordammo che la cosa migliore era recarsi in un motel, e io mi incaricai della scelta e prenotazione. Arrivato il sabato sera lei era un po' preoccupata, perchè avendo a che fare con un gruppo di sei uomini temeva di incontrare persone magari poco piacevoli se non peggio. La rassicurai dicendole che nessuno ci impediva di rifiutare di proseguire la serata fuori del ristorante o altro. Erano già le 19.00, lei fece la doccia poi la portai in camera da letto, dove lei doveva prepararsi. Era nuda, l'abbracciai e con una mano iniziai a stuzzicarle la clitoride, baciandola sul collo e mormorandole all'orecchio se era davvero tanto zoccola da farsi sei uomini tutti in una volta. Sentii gli umori della vagina inumidirmi le dita e lei sospirare di piacere sotto il tocco delle mie dita, con il pensiero proiettato sulla situazione che di lì a due ore si sarebbe concretizzata. Mi disse sottovoce che anche se non erano persone piacevoli in fondo andava bene lo stesso... Giorgia non volle esagerare con l'abbigliamento, come invece aveva fatto qualche volta in passato quando l'interlocutore era uno o al massimo due. Solo un mesetto prima si era divertita ad "aggredire" un interessante professionista di Roma con cui eravamo in contatto presentandosi all'incontro con una mini con spacco che non riusciva a coprirle il bordo delle autoreggenti ed una scollata camicetta trasparente per nulla in grado di nascondere l'inesistente reggiseni, col risultato che il poveretto ebbe serie difficoltà di concentrazione a condurre una conversazione minimamente intelligente prima che la serata trovasse giusto compimento nella camera da letto della sua casa al mare, dove il tipo sfogò finalmente tutti i suoi ardori tra le cosce di mia moglie. Stavolta invece l'idea di molti uomini la induceva alla prudenza e voleva evitare di provocarli in modo troppo spudorato, almeno all'inizio. Scelse un abitino nero morbido, aderente senza essere attillato. La parte inferiore terminava pudicamente appena sopra il ginocchio, nascondendo del tutto le calze autoreggenti. Scelse un paio di stivali rosso scuro che le permettessero di evidenziare comunque le gambe e le calze. Sopra l'abitino indossò una camicetta di seta blu scuro, con motivi argentati. Il reggiseno sexy a balconcino e mutandine di pizzo nero completavano l'intimo.
Arrivammo al ristorante con una decina di minuti di ritardo sull'orario concordato. Giorgia era nervosa e imbarazzata e mi diede un paio di volte del porco per averla trascinata in quella situazione. Mi sarei quasi voluto divertire proponendole di annullare il tutto, ma non sarebbe stato giusto da parte mia sottovalutare la tensione ed il nervosismo che l'idea del primo impatto con un gruppo di maschi le procurava. Lei è una donna sensuale ed attraente, ma ha il pallino del peso superfluo ed il timore che la generosità delle sue forme non incontri il gusto dell'uomo/ini è sempre latente e la porta all'insicurezza. Entrammo al ristorante e chiedemmo del tavolo prenotato dal fantomatico signor "De Santis". Il cameriere ci condusse in una sala e subito vedemmo il tavolo con quattro uomini seduti a chiacchierare. Quando ci videro dirigerci verso di loro scortati dal cameriere e, riconoscendo subito Giorgia nonostante il viso censurato delle foto viste, si alzarono in piedi e vennero a stringerci la mano. Ci presentammo ed immediatamente scattarono per Giorgia una moltitudine di complimenti. Il viso dolce, il sorriso sincero e gli occhi azzurri evidentemente tolsero anche a loro eventuali dubbi circa quale tipo di persona potesse nascondersi sotto le "patacche" con cui, nelle foto di nudo inviate via e-mail, si censura il viso. Subito Felice, il "leader" del gruppo, con cui avevamo parlato per telefono, ci disse che si scusavano ma due dei sei amici non erano potuti venire, complici gli obblighi del sabato sera con moglie e fidanzate. Ammiccando a Giorgia le disse che avrebbero tentato di fare del loro meglio anche se in quattro soltanto, facendola ridere di gusto. Sciolta la tensione iniziale iniziai a studiare le persone che avevo davanti, mentre si iniziava una piacevole conversazione dalla quale ero più che felice di escludermi, lasciando mia moglie libera di iniziare a confrontarsi almeno verbalmente con i quattro amici. Erano quattro bei tipi: Riccardo, sulla trentina, abbastanza alto e ben proporzionato, Maurizio, il più timido, alto e abbastanza secco, con un naso pronunciato, Matteo, sulla quarantina, faccia un po' da mascalzone, e Felice, che era stato il più "bugiardo" sulla forma fisica, evidenziando nonostante la giovane età, trenta o trentadue anni, una pancetta appena pronunciata. Si iniziò a parlare del più e del meno e solo dopo che era arrivato il primo piatto iniziarono a rivolgersi a mia moglie in un modo più diretto, alternando complimenti a domande sempre meno "formali". Evidentemente la curiosità di cosa spingesse una coppia di coniugi dall'aspetto del tutto normale quale siamo noi due ad un tipo di esperienza apparentemente adatta solamente a gente "strana" si faceva sentire. Saggiamente i quattro uomini si dimostrarono solerti nel riempire il bicchiere di Giorgia più volte e nello stesso tempo mantenendo l'atmosfera allegra e spiritosa. Eravamo seduti ad un tavolo rettangolare stile taverna abbastanza grande, con un sedile a panca e schienale dal lato interno, fisso alla parete, dove io e Giorgia sedevamo vicini, e le sedie su quello esterno. Dopo il secondo piatto, quando vidi che lei era ormai completamente a suo agio mi alzai con la scusa di recarmi alla toilette, e, facendo in modo che Giorgia non potesse vedermi, feci cenno a Felice che poteva prendere il mio posto. Aspettai qualche minuto alla toilette, poi quando tornai vidi che i cinque commensali continuavano a chiacchierare allegramente e che Felice si era seduto al mio posto vicino a mia moglie. Come se nulla fosse mi sedetti all'ex posto di Felice il quale, abbassando un po’ la voce, le chiese se era soddisfatta della compagnia in cui era venuta a trovarsi. Giorgia si mise a ridere ed annuì senza problemi. Matteo le chiese se tutti loro le piacevano e si iniziò una specie di gioco nel quale lei doveva dire cosa le piaceva in ognuno dei quattro uomini. Il gioco andò avanti tra risate ed allegria e battute di spirito. Lei non voleva lasciarsi subito trascinare e prendeva in giro i quattro amici elencandone i difetti anzichè i pregi. Ma i quattro stavano al gioco senza il minimo problema e piano piano la misero piacevolmente alle corde. La conversazione cambiò progressivamente di tono, il sorriso di Giorgia si era fatto languido e rispondeva a voce bassa. Intuendo la situazione finsi di far cadere una forchetta e mi chinai sotto il tavolo, scostando la tovaglia. Come mi aspettavo, una mano di Felice stava accarezzando le gambe di Giorgia, appena sotto la gonna. Visto il mio indugiare nello sbirciare sotto il tavolo, Felice volle gratificarmi della visione della sua mano che risaliva tra le cosce di mia moglie. A malincuore tornai in una posizione normale. La posizione del tavolo permetteva simili manovre senza rischio di essere visti da altri clienti o dai camerieri. Allora Felice iniziò a porre a Giorgia domande sempre più dirette, finchè le chiese cosa indossava sotto il vestito. Lei tergiversò, ma i quattro uomini in perfetta sintonia insistettero in modo irresistibile per saperlo, finchè lei ammise di portare le autoreggenti. Lui chiese per quale motivo aveva indossato le autoreggenti e lei sorrise sempre più imbarazzata. Lui le chiese se per caso le aveva indossate per farli arrapare come dei tori e lei gli rispose laconicamente di si. Felice continuò chiedendole se aveva indossato o no le mutandine. Giorgia rispose che era ovvio che le indossava e per chi l'avesse scambiata. Allora Felice senza scomporsi le ribattè che glielo aveva chiesto solo a beneficio dei suoi amici, perchè lui già lo sapeva da un pezzo che lei portava le mutandine, visto che la sua mano gliele aveva già scostate da qualche minuto. Detto questo, appoggiò la bocca su quella di Giorgia, lei rispose al bacio ed iniziarono ad intrecciare le lingue. A quella vista Matteo si alzò dalla sua sedia e prese posto sulla panca accanto a lei, dal lato opposto a quello di Felice. La conversazione a quel punto ammutolì. La tovaglia che copriva le gambe di Giorgia risalì alquanto. Lei arrossì sorridendo al tocco delle mani di Matteo, interruppe il bacio e chiese ai due uomini che intenzioni avevano e se erano mica matti. Loro mormorarono qualcosa in risposta, poi Matteo le ribattè di non preoccuparsi perché da quella posizione nessuno poteva accorgersi di nulla. Giorgia si guardò attorno timorosa, ma nessuno effettivamente da quella visuale poteva accorgersi di queste manovre, e si rilassò. Fu Matteo quindi a baciarla e ad infilarle la lingua in bocca. I due le presero delicatamente le mani e le fecero abbassare sotto al tavolo e Giorgia si assestò sulla sedia, abbassandosi un pochino. Matteo smise di baciarla per non attirare troppo l'attenzione e le si strinse più vicino iniziando a mormorarle frasi che poteva udire solo lei. Giorgia ogni tanto alzava gli occhi su di me e sugli altri due, aveva il viso arrossato e rispondeva sempre di sì alle frasi che i due uomini le sussurravano. Rifeci la manovra della posata e ciò che vidi mi procurò un'erezione: Felice e Matteo le avevano fatto risalire la gonna fino agli inguini, lei teneva le cosce divaricate, lasciando che le mani dei due amici frugassero avidamente dentro le mutandine. Una mano di lei stava scappellando ritmicamente il cazzo eretto di Felice che svettava dalla cerniera lampo aperta, con l’altra massaggiava con decisione il pacco di Matteo, ancora civilmente rinchiuso. Riccardo e Maurizio, come me, fecero finta di doversi abbassare per non perdersi nulla di quanto stava accadendo. Commentarono quanto stava accadendo rivolgendo a Giorgia domande intime piuttosto spinte. Riccardo le disse di punto in bianco che impazziva per le donne che come lei adoravano il cazzo. Mi alzai per fare da "palo" e mi portati dalla parte di tavolo esposta verso l'esterno. Lei era tesa e non rispondeva. Frattanto il cazzo di Matteo era improvvisamente sbucato fuori dai pantaloni e la mano destra di Giorgia lo avvolgeva muovendosi su e giù. Al sopraggiungere di un cameriere feci cenno ai tre di ricomporsi, al che io, per evitare che la situazione degenerasse inutilmente nel posto sbagliato, proposi di trasferirci subito al motel. Pagammo il conto e ci avviammo alle macchine. Nel parcheggio Matteo ci venne vicino, infilò una mano sotto il vestito di Giorgia e iniziò a palparle spudoratamente il sedere dicendole che lui aveva il cazzo duro e se le andava di fare il tragitto fino al motel in macchina con lui. Le prese una mano e se l'appoggiò sulla patta dei pantaloni. Lei gli accarezzò l'erezione, poi mi abbracciò e mi appoggiò il viso contro il collo, lasciando che l'uomo proseguisse le indecenti manovre in mezzo alle sue chiappe e che io decidessi per lei. Anche Riccardo si avvicinò ed infilò le mani sotto la gonna di lei, palpandola davanti. Allora portai mia moglie nella parte più oscura del parcheggio e i quattro ci seguirono. La feci appoggiare con la schiena ad un furgone che poteva ripararci alla vista di chiunque. Matteo si mise davanti a Giorgia, le infilò le mani sotto la gonna baciandola in bocca. Riccardo e Maurizio la affiancarono e fu subito un groviglio di mani e di dita che frugavano mia moglie nelle tette, tra le cosce e nel culo. Le abbassarono le mutandine al ginocchio e lei li aiutò a sfilargliele del tutto. Matteo tirò fuori il cazzo che lei prontamente avvolse tra le dita. Giorgia si inginocchiò sull'asfalto e se lo fece mettere in bocca. Dopo poche ma avide ciucciate Matteo lo tirò fuori dalla bocca di lei imprecando ed uno schizzo di sperma la raggiunse sul viso ed i capelli. Subito Felice spinse Matteo da parte e avvicinò il cazzo al viso di lei, che senza esitare gli prese il membro in bocca. Mi rendevo conto che erano tutti troppo eccitati, e non mi andava che tutto finisse in quel posto, quindi ribattei che era meglio se ci muovevamo subito e che saremmo entrati nel motel separati. Erano pur sempre degli estranei e non avevo la minima intenzione di lasciare Giorgia sola in macchina con uno o più di loro.
Arrivammo insieme al motel. Durante il tragitto io guidavo e lei rimase in silenzio ad occhi chiusi. Era febbrilmente eccitata, addirittura scossa, nemmeno si era preoccupata di pulirsi qualche filo di sborra che aveva tra i capelli. Andammo a chiedere la nostra camera , sbrigammo le formalità e salimmo in camera. Appena giunti in camera lei mi si gettò addosso infilandomi la lingua in bocca. Era sovreccitata in modo inverosimile. Mi disse che non vedeva l'ora che quei quattro maiali la violentassero. Io la respinsi con dolcezza, le accarezzai i capelli e mi resi conto che non aveva più le mutandine, perse sicuramente durante i minuti trascorsi al parcheggio. Poi la feci sedere sul letto e la baciai teneramente, senza foga. Dopo una decina di minuti squillò il cellulare, era Matteo, e mi comunicò il numero della loro stanza. Uscimmo dalla nostra stanza e percorremmo un tratto di corridoio fino al numero indicato: accostai l'orecchio alla porta e riconobbi le voci dei quattro uomini. Allora sbottonai la camicetta di Giorgia, le abbassai le spalline e sistemai il reggitette in modo da lasciare il seno scoperto con il capezzolo di fuori. Poi velocemente, con il timore che qualcuno passasse proprio in quel momento nel corridoio, le arrotolai l'abitino fin sopra l'inguine e lo fermai con una spilla da balia, in modo da lasciare la fica scoperta. La guardai, era uno spettacolo superbo, vestita ma con le tette di fuori sostenute dal reggiseni, la fica oscenamente esposta ed offerta, incorniciata in basso dal bordo delle autoreggenti ed in alto dal vestito arrotolato. Lei mi guardava inebetita dal piacere che provava a quel trattamento, perfino una prostituta professionista avrebbe avuto problemi ad entrare così conciata in una stanza con quattro estranei. Giorgia invece era allagata di piacere. Le diedi un bacio, bussai, aprii la porta e la feci entrare, richiudendole la porta alle spalle e rimanendo fuori. Sentii in "wow" generale e preparai la macchinetta digitale per scattare le foto. Entrai dieci secondi dopo di lei. I quattro moschettieri erano ancora vestiti e avevano fatto sedere mia moglie sul letto circondandola. La bocca di Giorgia era incollata a quella di Felice, gli altri tre la palpavano su tutto il corpo. Sul comodino, un portacenere colmo di preservativi. Lentamente le sfilarono i vestiti continuando a baciarla ed accarezzarla, poi la sdraiarono sul letto. Maurizio le fece aprire le gambe con le mani e si tuffò sulla fica iniziando a prepararla con la lingua. Riccardo era intento a spogliarsi, Felice continuava ad intrecciare la lingua con quella di lei mentre Matteo le palpava a piene mani le tette ed il culo. Mentre Matteo le toglieva il reggitette Riccardo le mise in mano il cazzo che lei iniziò devotamente a menare. Volevano toglierle pure le autoreggenti ma io li bloccai dicendo che le foto risultavano molto più eccitanti se lei avesse continuato ad indossarle. Appena Giorgia fu completamente nuda Matteo incollò a sua volta la bocca alla sua mentre Riccardo le palpava il culo continuando a farselo menare. Velocemente gli altri si spogliarono e la accerchiarono sul letto. Giorgia a turno baciò con la lingua i quattro uomini, con le mani iniziò un carosello di seghe, menando due uccelli alla volta e cambiando in continuazione mentre 8 mani esploravano il suo corpo e le frugavano ogni possibile intimità. Raramente l’avevo vista così eccitata, calda, disponibile e troia.... Maurizio iniziò a strofinare il cazzo nudo fra le natiche di mia moglie, e vedendo che lei spingeva il sedere contro il cazzo dell’uomo, gli ricordai che doveva infilare il preservativo. Maurizio desistette, ma Matteo si alzò in piedi, fece accucciare Giorgia e le appoggiò il grosso cazzo sulle labbra. Giorgia senza esitare prese in bocca la cappella dell’uomo iniziando a ciucciarla con impegno, al che gli altri tre si alzarono in piedi sul letto attorno a lei e il carosello di seghe diventò un carosello di pompe. Per un buon quarto d’ora a turno si alternarono ad infilare il cazzo nella bocca di Giorgia, che, in estasi, prodigava generose ciucciate e leccate, senza trascurare di passare la lingua su tutte le aste erette insalivandole, e riprendendosi la saliva mentre i cazzi sprofondavano insistenti nella sua bocca. Felice e Matteo riuscirono ad infilarle entrambe le cappelle tra le labbra costringendola ad un doppio pompino. Dopo essersi fatto lucidare l’uccello a forza di slinguate Felice prese Giorgia per mano, si fece passare un preservativo. Lei capì, si distese supina, allargò le cosce toccandosi le tette con le mani, e cominciò a supplicare i quattro porconi di scoparla e di chiavarla perché non ce la faceva più. E' un momento di estasi per me, contemplare mia moglie in queste occasioni, in cui la sua voglia di cazzo prende il sopravvento su ogni altro impulso e la sua femminilità e sensualità esce allo scoperto senza più freni... Felice fu il primo: si fece avanti, le appoggiò la cappella tra le labbra della fica, spinse, e il cazzo entrò come nel burro, facendola gridare di piacere. Frattanto Maurizio appoggiandosi alla spalliera le appoggiò il cazzo sulle labbra, che lei prontamente imboccò ed iniziò a spompinare. Sotto i colpi di Felice Giorgia riusciva, mentre succhiava, anche a segare il cazzo di Riccardo, mentre Matteo era occupato a "vestire" di lattice il proprio membro. Dopo una decina di minuti di vigorosa chiavata Felice estrasse il nodoso cazzo dalla fica di mia moglie tutto gocciolante degli umori di lei e fu il turno di Matteo. La semigirò su un fianco e le immerse senza tanti complimenti tutto l’arnese dentro la fica, fino in fondo al primo colpo. Lei non poteva uggiolare di piacere perché aveva entrambe le cappelle di Riccardo e Maurizio che le premevano sulla bocca gareggiando per entrare e per accaparrarsi i colpi di lingua. Matteo le diede qualche decina di sani e robusti colpi, poi estrasse il membro dalla passera di Giorgia. Non era riuscito a raggiungere la fica per primo, voleva essere almeno il primo a farle il culo. Giorgia adora prenderlo dietro e facilitò l’azione prendendo l’arnese di Matteo e appoggiandoselo sul buco del culo. L’uomo iniziò a spingere, lei mugolava, riuscì a spingere subito dentro la cappella, poi, con un paio di spinte decise tutto il cazzo sparì nello sfintere di mia moglie, strappandole sussulti di piacere. Contemporaneamente Riccardo con una mano iniziò a sgrillettarla. Matteo iniziò come un forsennato a picchiare l'uccello nel culo di Giorgia, finchè fu costretto a smettere per non venire subito. Venne il turno di Riccardo: le salì sopra, le fece aprire le gambe e glielo mise dentro la fica ormai decisamente allargata. Riccardo iniziò a martellarla di colpi, Giorgia con le mani segava i cazzi degli altri e ad ogni colpo emetteva un lamento di piacere. Il cazzo di Riccardo fece il suo dovere e mia moglie si lasciò andare al primo orgasmo, lungo ed intensissimo, sussultando e accompagnando con il corpo le spinte dell’uomo. Riccardo uscì e Maurizio si fece sotto. Lei era rilassata ma lasciò che Maurizio la scopasse ugualmente, godendosi comunque le spinte del quarto maschio. Lei era appena venuta, ma i quattro avevano ancora la pressione alta. Con i cazzi ben in tiro uno alla volta iniziarono ad alternarsi sopra di lei per non più di un mezzo minuto a testa mettendole il cazzo nella fica e lasciando subito dopo il posto al maschio successivo. Lo fecero con un tale vigore che Giorgia iniziò ben presto a godere di nuovo. Ormai lei era completamente partita, si sentiva completamente puttana e iniziò ad apostrofare i quattro uomini chiamandoli "porci" e "brutti maiali", e di darsi da fare di più. perchè non le bastava quello che le facevano, voleva che le dimostrassero di non essere delle mezze seghe. Fu il momento sicuramente più indecente ed esaltante ma anche il più delicato, perchè i quattro di rimando iniziarono ad insultarla pesantemente mentre la sbattevano con tutta la forza che avevano. Le diedero della puttana, della vacca, e lei continuava ad incitarli a spingere più forte e a farle male. A me non piaceva la piega che stava prendendo la situazione, quando Matteo le sbattè il cazzo nella fregna per la quinta o sesta volta dandole della "brutta cagna in calore" mi feci sentire da dietro con voce un po' incazzata e li invitai alla calma e moderazione. Felice allora le salì con le gambe sul viso e volle che lei gli prendesse le palle in bocca. Giorgia, mentre gli altri tre la lavoravano a turno tra le cosce spalancate, insalivò i coglioni all’uomo, leccandoli ed infilandoseli in bocca massaggiandoli con la lingua. Lo stesso servizietto se lo fece fare anche Matteo. Seduto sul viso di Giorgia e con i coglioni immersi nella sua bocca propose agli altri di dare alla puttana la lezione che meritava e di incularla a ripetizione. Le misero un cuscino sotto il sedere per rialzarle il bacino e a turno si misero le caviglie di lei attorno al collo affondandole brutalmente il cazzo nel culo e tempestandola di colpi di bacino. Andarono avanti credo più di mezzora con quel trattamento intenzionalmente sadico. Lei era inebetita dal godimento e dal piacere. Al termine la presero, la girarono e la misero a pecorina, con le mani le separarono le chiappe e vollero che fotografassi le parti intime di mia moglie, ordinandole di far vedere a suo marito che razza di puttana aveva sposato. La fica di Giorgia era usata ed arrossata, ma era il buco del culo ad essere uno spettacolo. Esageratamente dilatato e allentato dai quattro cazzi che vi avevano appena transitato con rabbia, lo si poteva aprire senza difficoltà sbirciando nell'orifizio. Fecero qualche minuto di break. Lasciarono Giorgia sul letto e bevvero acqua dal frigobar. Lei stava prona come se fosse assopita. Posai la macchinetta e le andai vicino. Le accarezzai i capelli con dolcezza, la baciai e le chiesi se era tutto a posto. Lei mi sorrise, ricambiò il bacio e disse che non si era mai sentita così bene in vita sua.... Felice e Matteo, i più intraprendenti, tornarono all'attacco e le dissero che ora volevano scoparla in doppia. La misero sdraiata supina, salirono sul letto inginocchiandosi accanto a lei uno per lato offrendole il cazzo. Giorgia da brava zoccola impugnò i cazzi e se li rimise in bocca per farglieli tornare duri. Quando i due ebbero raggiunto l’erezione desiderata Matteo si mise sdraiato, e Giorgia gli salì sopra, infilandosi nella fica l’arnese dell’uomo. Felice le andò dietro, le appoggiò la cappella sul buco del culo e spinse ma senza riuscire ad entrare, nonostante fosse mirabilmente sfondato. Allora la mia mogliettina provvide a soccorrere i due maschi in difficoltà. Si sfilò dalla fica il cazzo di Matteo e, libera dalla pressione dell'altro maschio, riuscì subito a farsi inculare da Felice. Con il cazzo di Felice ben inserito nel culo abbassò il bacino su Matteo, gli prese il cazzo e se lo guidò nella fica, dove entrò abbastanza facilmente. Il trio si assestò un momento poi i due uomini iniziarono a coordinare le spinte riuscendo a fottere Giorgia all’unisono: Felice spingeva nel culo e Matteo cedeva in fica, e subito dopo viceversa. Quell'indecente spettacolo durò almeno un quarto d'ora. Venne il turno di Maurizio e Riccardo a fare la doppia. Lei si disarcionò da Matteo e salì sopra Riccardo impalandosi sul suo membro, Maurizio le andò dietro e glielo sparò dritto dentro al culo con un colpo solo, dimostrandosi più abile di Felice. Dopo un bel po’ di minuti Giorgia venne una seconda volta. Urlò diverse volte senza riuscire a trattenenersi, e probabilmente riuscì a farsi sentire dalle altre camere, Maurizio e Riccardo sborrarono contemporaneamente dentro mia moglie. Estrassero con circospezione i cazzi dalla fica e dal culo di lei con i preservativi gonfi di latte bianco. Ma Felice e Matteo non sono ancora soddisfatti. Fanno scendere Giorgia dal letto, la mettono a pecorina, l’acchiappano per i fianchi e si concedono un altro giro di monta, infilandoglielo ormai senza distinzione dove capitava. Lei oramai cominciava a sentire anche dolore, ma continuava a godere visceralmente del fatto che quei quattro porci la stavano usando come una vacca da sfondare senza limiti. Matteo è sicuramente il più sadico del gruppo: propone a Felice di salire in piedi sul divano e ordina a mia moglie di affondare il viso tra le gambe dell'uomo. Mentre lei riprende a leccare, lui le va dietro, intenzionato a sottoporla al fist-fucking... infila le dita di una mano nella fregna e le dita dell'altra nel culo, tentando di penetrare con le mani il più possibile. Mi avvicino per badare che non le faccia del male, ma lei continua a godere. Nella fica la mano è entrata con tutte le cinque dita inserite dentro fino all'attaccatura, nel culo Matteo ha infilato completamente solo indice, medio ed anulare e spinge ritmicamente. Giorgia, nonostante sia ormai da anni una troia esperta e navigatissima, è davvero stremata ma anche i quattro sono belli cotti, scopano tutti da più di quattro ore senza quasi interruzione e non ce la fanno più. Decidono insieme di concludere. Giorgia accetta l'ordine di mettersi in ginocchio sul pavimento, i quattro davanti in formazione da rugby. Lei apre la bocca e tira fuori la lingua, i quattro, uno per volta, ci infilano il cazzo dentro. Tenendole ferma la testa si fanno letteralmente una sega dentro la bocca di lei. I ragazzi non sono sieronegativi certificati quindi lei non accetta di bersi le quattro sborrate. Un attimo prima di venire tirano fuori il cazzo e le schizzano lo sperma sulle guance, sulla gola e sulle tette. Quando tutti si sono scaricati lei è in ginocchio, ricoperta di sperma. E' il mio turno e le dò il simbolico colpo di grazia. Le infilo il cazzo in bocca e dopo poche stanche ciucciate le scarico in gola tutto il godimento accumulato quella sera. La nottata è finita. I quattro uomini ci ringraziano, si rivestono e se ne vanno, mentre Giorgia rimane seduta sul tappetino ai piedi del letto, con la fica, il culo e la bocca doloranti e insudiciata dalla sborra che le cola dappertutto, inzuppando l’unico indumento che indossa, le autoreggenti. Mentre va a farsi la doccia, pregustando ora di addormentarsi teneramente fra le mie braccia, mi fa:
“Amore, meno male che non erano in sei….”
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19 years ago
cp3roma,
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Margherita
MARGHERITA
Parte I
INIZIO
Margherita è un nome, una canzone, un viso dolce, un broncio serio, che guarda perplesso, una carezza, un capezzolo sul palmo della mano, Margherita un profumo tenue, Margherita un corpo che fascia, stringe, che ama e si fa amare.
Margherita, è voglia di scappare, di andarle lontano, di non farle male, di conservarla com'è, come la vedi, come la senti e la vivi.
"Perché vuoi lasciarmi?"
La domanda di Margherita si ripete ossessiva, Lui l'ama, ne è certa, l'ama come nessuno dei suoi precedenti compagni l'ha mai amata, l'ama con intensità, con pienezza, gli altri, sono stati amori giovani, allegri, divertenti, leggeri, questo Amore, lo sente, è diverso, Lui è un uomo, nulla è stato semplice, ogni parola, ogni gesto, è carico, di storie, di precedenti vissuti, il dito che le sta sfiorando una guancia, non è una carezza, semplice, tenera, che trasmette solo il suo affetto, è desiderio che si esprime, forte, intenso, diventa un punto che la fruga, la penetra, le va dentro, cerca cose di lei, che neppure lei non conosce.
Margherita è stata subito sua, si è sentita sua, senza riserve, ad altri, si era data, si era prestata, a volte solo per cercare di capire cosa fosse il sesso, da lui si è sentita calzata, come un guanto fatto per lei, solo per lei, era entrato in lei, in tutti i sensi e in tutti i modi, senza trovare attriti, cogliendo sempre la strada giusta, il luogo il momento, il modo, perfetti.
Essere nuda davanti a lui, esserne guardata, sentirlo, vederlo eccitato dalla vista del corpo che lei gli mostrava, era come ricevere un premio, Margherita gli si offriva, gli si apriva, lo amava, si lasciava penetrare, possedere, imparava a sentirne, ad amarne il sapore, l'odore, a berne lo sperma guardandolo, guardandolo negli occhi, mentre godeva di lei, restava ore a toccarlo, a farsi toccare, a lasciarsi esplorare, a farsi conoscere. Ma ora Lui voleva lasciarla, lasciarla libera, farla tornare a quelli come lei, a quelli "normali" Margherita, non capiva quella parola, "normali", che lui continuava a ripetere, "normali in cosa?, rispetto a chi?"
"sono un uomo malato,....... non, non malato fisicamente, sono malato dentro,..... sono un uomo perverso, la perversione è il mio unico credo...... con te, e per te ho accantonato, controllato, i miei desideri, con te ho vissuto un amore "normale" , ma ora non ne sono più capace, ho coltivato per troppi anni la parte più perversa di me, l'ho costruita, l'ho voluta, non posso e forse non voglio liberarmene, io ormai sono quello, e tu non mi devi diventarne parte"
Il dialogo è lento sofferto, le parole le frasi si distanziano, tra loro, riempite di silenzi, del rumore dei loro passi, del loro respiro, di frasi appena accennate che spesso non escono di bocca.
"E se fossi e se divenissi anch'io perversa? Come te"
"no!, non devi "
continuano a parlare a camminare, nessuno dei due riesce a essere definitivo, a chiudere in un modo o nell'altro, lei a paura di perderlo, ma anche di perdersi, lui la sogna entrare nella sua vita scura, quella che le ha nascosto, la pensa, l'immagina, in quel nuovo ruolo, le urla ancora, e poi ancora, di fuggirgli lontano, ma continuano a camminarsi accanto, ad allungare, a fermare il tempo.
La città, anche al centro, dove si trovano, è ormai deserta, è notte, poche macchine, pochi passanti, la galleria di giorno affollata risuona, rimbomba dei loro passi, c'è solo un uomo, un uomo giovane, quasi un ragazzo, fuma appoggiato a una vetrina, li guarda, curioso, scruta Margherita, ne guarda
senza ritegno le gambe, giovani, lunghe, esposte.
La voce di Lui è diversa, dura, tagliente,
"appoggiati al muso, di schiena"
sono a pochi metri dal giovane, li separa solo la larghezza della vetrina, Margherita per la prima volta, sente il desiderio di scappare, di andare lontano, istanti ancora lunghi, silenziosi, poi lei si appoggia al muro come le è stato richiesto.
"allarga le gambe"
Margherita ascolta, ha il respiro agitato, ma fa quello che Lui le chiede, senza parlare, porta gonne molto corte, sa che a lui piace vederle così, vederla mostrare le gambe a lui e a tutti, leggere negli sguardi, il desiderio di lei, che suscitano in chi, anche casualmente la guarda, la gonna sale lungo le cosce, scoprendo in parte il reggicalze,
"allargale ancora, e guarda verso di lui"
la gonna sale ancora,
"scopriti l'inguine"
Margherita rialza la gonna sul davanti, scoprendo il perizoma di pizzo "tieni le braccia alte, continua a guardare lui, non me, guarda lui qualsiasi cosa io ti faccia", Lui con una mano le apre la camicia e le scopre i seni, mentre l'altra scende, scosta il perizoma, e le apre con le dita il sesso, l'uomo si avvicina, Lui lo ferma con un gesto, quando l'altro è solo a un passo,
"puoi solo guardare, e toccarti se ti va, nient'altro"
passa qualche macchina, sulla strada, davanti all'entrata, altri rumori, ma il mondo, a Margherita, sembra si sia ristretto a quei pochi metri di vetrina,
"continua a guardarlo"
l'uomo e vicino, Margherita può sentirne il respiro, l'odore, si è aperto i pantaloni, la guarda, si masturba, lo fa con rabbia, le parla in un'altra lingua, ringhia parole a lei sconosciute, mentre la mano del suo amante la sta fottendo, impietosa, senza lasciarle respiro, "ti sta chiamando, cagna, puttana, vacca, tu non lo sei, ma puoi esserlo, per lui sei una lurida troia, una rotta in culo, una bastarda pompinara, tu non lo sei, ma puoi anche esserlo, vorrebbe fotterti, incularti, pisciarti addosso, tu non lo fai, ma potresti anche farlo"
la mano è spietata, la conosce bene, è forte, decisa, cerca il suo piacere, che vergogna e imbarazzo ancora trattengono, quasi impediscono, ma la mano lo trova il suo piacere, sa dove e come trovarlo, come stimolarlo, farlo crescere, lo agguanta, lo trattiene, lo usa per rendere la donna più complice, quando la sente, la vede pronta, lo fa esplodere, Margherita cede di schianto, gode, le trema il corpo, le trema la voce, mentre invitata, costretta, dichiara il suo orgasmo, gode continuando a guardare l'uomo come le è stato chiesto, gode con più violenza, intensità del solito, perché lo fa in quel posto, in quel modo, per mano del suo uomo, davanti a qualcuno che non conosce, e che non conoscerà mai, gode anche l'uomo, il suo getto le sporca una gamba, aggiungendo una nuova sensazione alla troppe che già la attanagliano.
"Margherita, questo sono io, per questo non ti voglio più accanto a me, per questo posso trovare, altre donne, magari come in passato qualche puttana, ma tu no!
Margherita non parla, si accuccia davanti a Lui gli apre i pantaloni, e gli prende in bocca il sesso, l'uomo è ancora li che guarda.
PARCHEGGIO
Margherita urla, urla nel cellulare, la sua è una voce disperata, rotta, urla, a tratti sussurra, le parole sono sconnesse tra loro, distanti le une dalle altre, nei lunghi momenti di silenzio, si sente il rumore di una macchina che corre veloce, di musica forte, a volume squassante.
"torno da te, ho bisogno che tu mi fotta, non voglio che tu faccia all'amore con me, so già che mi ami, mi devi fottere come dici di aver fatto con le altre, oppure, se preferisci,.......fammi fottere da altri uomini, da sconosciuti, prestami, vendimi, per me va bene."
"ma trattami come una troia, una che hai pagato, e fottimi, o fammi fottere, senza prestarmi rispetto, fammi sentire.......,fammi essere....., solo figa, bocca,.................................buco di culo, non desidero essere altro, ora",
"dove sei?"
rispondono solo rumori confusi e sempre la musica di fondo:
"dove sei?",
Margherita è scomparsa da una settimana, Lui non l'ha cercata, l'ha desiderata ogni momento, ogni attimo, ha pregato per il suo ritorno, ma non l'ha cercata.
"dove sei?",
"vicina..... ormai, sto tornando, mi vuoi?",
"sai che cosa volevo da te"
"che me ne andassi"
"si"
"l'hai detto, e io ho cercato di farlo, ma tu mi avevi fatto fare quella cosa"
"cosa?"
"quella davanti a quel ragazzo, in galleria"
"cosa"
Il gioca cattivo crudele, si sviluppa senza bisogno di essere pensato.
"dimmi cosa ti ho fatto fare, dillo, ricordamelo"
"mi hai fatto godere, con la mano davanti a lui, mi ha fatto guardare da lui, mentre.....venivo"
"davanti a chi?,
"al ragazzo, quello nella galleria"
"perché mi hai lasciato fare, potevi dire no!"
".......mi piaceva"
"il ragazzo?"
"no, mi piaceva quello che mi stavi facendo, e mi piaceva lo facessi davanti a uno sconosciuto, davanti lui, uno messo li solo dal caso.
Mi hai fatto sentire, fatta di sesso, di sesso sporco e… e mi è piaciuto, non so ancora perché, ma mi è piaciuto, e voglio sentirmi ancora come quella notte"
"ma poi sei sparita, credo, credevo fuggita"
"Si, ho avuto paura..... ma non ho pensato,..... non ho pensato ad altro, per giorni, per notti, ho pensato solo alla tua mano che mi masturbava, e ai pensieri che leggevo negli occhi di quel ragazzo.
Fottimi ancora, fallo in quel modo, usa il cazzo, la mano, infilami dentro quello che ti pare, ma fammi fottere, fammelo fare anche con altri.......con molti"
Due piani, il cervello agisce su due piani, su una tratta con se stesso, discute, cerca ragioni, scuse, motivi, attenuanti, sull'altra, calmo, le detta le tappe di un piano che sembra già costruito da solo, mille volte pensato e provato, le detta, una strada, la porta in un luogo, le dice cosa e come e dove.
La macchina di Margherita, è nel parcheggio, in un angolo, vicino ai bidoni di rifiuti, alcuni uomini le girano attorno, furtivi, nervosi, altri sono praticamente attaccati ai finestrini, si appoggiano alla macchina con una mano, mentre con l'altra, senza alcuna vergogna si masturbano .
Margherita risponde, al cellulare che suona improvviso, quasi irreale in quel contesto, non guarda nemmeno il piccolo schermo, porta l'apparecchio all'orecchio, continuando a masturbarsi, come sta facendo ormai da venti, trenta minuti,
"sei tu?, dove sei?"
"Vicino, ti vedo, vedo gli uomini che stai eccitando"
"sono molti, mi guardano, mi chiamano, "
"non aprire"
"mi chiamano"
"non aprire, continua a masturbarti, non devi fare altro con loro"
"lo sto facendo"
"sei nuda"
"no! Ho solo scostato i vestiti, devo toglierli?",
"No!"
"ho voglia che mi fottano"
"No!, non ancora, ti preparerò io, piano, piano, ad essere fottuta nel modo che hai chiesto, ma non è ancora il tempo, e non è il luogo"
"e allora cosa devo fare,......dimmelo"
"lasciarti andare, procurati un orgasmo, lascia che lo vedano e lo sentano, ma non uscire dalla macchina, non aprire che a me"
Lui resta a guardare, poco lontano, ad ascoltare i respiri di Margherita trasmessi dal telefono lasciato aperto
Margherita, gene, urla,
"sono una fottuta, fottutisima figa da monta, guardatemi, mi apro con le mani, sono dentro di me, cerco il mio piacere, l'ho qui in mezzo alle gambe, è umido, sporco, ho le mani insozzate dalla mia voglia ",
Margherita parla forte, parla per essere sentita, ascoltata, da Lui e da quelli che la guardano.
"mi guardano, hanno la bava alla bocca, si masturbano, imbrattano i vetri di sperma, ho la figa viscida, fradicia, sto per venire, mi urlano parole sconce, immonde, mi chiamano, mi vogliono, ho voglia di loro"
i guardoni scuotono la macchina, la chiamano fuori, cercano di aprire le porte.
Lui arriva, puntuale, al momento giusto, è assieme ad un altro uomo, un uomo in divisa, solo un vigilantes, ma è sufficiente ad impaurire i guardoni che appena lo vedono fuggono, qualcuno scusandosi, i più inveendo e protestando. Lo sportello della macchina, e pieno di schizzi, soprattutto sul vetro.
Margherita, giace scomposta sul sedile abbassato, Lui bussa, attento a non sporcarsi, Margherita sembra riconoscerlo a malapena, apre la porta, ha il viso sfatto, attraversato da un sorriso che suona stonato, Lui le fa cenno di seguirlo, lei esce dalla macchina, la gonna rimane sul sedile, si è tolta anche le scarpe, e non si cura di rimetterle, segue il suo uomo, lasciandosi desiderare da tutti gli altri, godendo in maniera evidente per quello che i guardoni pensano e dicono di lei.
Lui da dei soldi al Vigilantes,
" riportami la sua macchina domani e, falla lavare, prima"
poi aiuta Margherita a salire nell'auto con cui è arrivato.
ANNA
Lui è uscito, la casa è vuota, senza rumori, linda, ordinata, molto sobria, Margherita, indossa solo un perizoma nero, nient'altro, le piace sentirsi nuda, le è sempre piaciuto, ma ora è quasi una sensazione nuova, un piacere appena scoperto, le piace cogliere la propria immagine negli specchi, riflessa nei vetri, le piace pesarsi vista, scrutata, spiata da altri, cammina tra le stanze, tocca gli oggetti, li conosce, ne cerca attinenze con il suo uomo, con i suoi gusti, con la sua vita, sfoglia qualche libro, legge poche frasi, passa ad altro inquieta, pervasa da una sottile, ma quasi piacevole forma d'ansia, sente dei passi, passi di donna, una voce,
"no, non coprirti, abbassa le mani"
Margherita è in mezzo alla stanza, con un movimento involontario si è protetta il seno incrociando le braccia,
"voglio vederti nuda"
Margherita, si scopre, si lascia guardare, docile, visibilmente compiaciuta degli sguardi che sente addosso
"devo togliermi anche il perizoma?"
"no quello lo puoi tenere, evidenzia splendidamente le tue natiche e i tuoi fianchi, dovrai indossarne sempre uno, e toglierlo quando ti viene detto, o prima di essere fottuta"
"quando mi farà fottere?"
la donna non le dà risposta, ma le gira attorno, le tocca i seni, le natiche, l'interno delle cosce, la carezza, la palpa, la esplora,
"sei molto soda, e...molto bella, non preoccuparti, fotterai presto, Lui è fatto così, ti sta accordando, preparando, quando ti darà in pasto ad altri, sarai perfetta. Sdraiati sul pavimento, di schiena, devo lavorare su di te, sui tuoi sensi"
Margherita, obbedisce alla donna senza chiedere niente, lei è molto bella, avrà trenta trentacinque anni al massimo, il viso dolce, forse un po' triste, veste un abito corto, rosso, senza spalline, ha spalle rotonde, lucide, forti, i capelli biondo scuro, lievemente ricci, accarezza il corpo di Margherita, in lungo e in largo, ne ascolta ogni fremito, la avvicina al piacere, si ferma, lascia che Margherita si calmi, poi torna paziente ad eccitarla con nuovi stimoli, usa le mani, la lingua, a volte la sola voce, Margherita chiede, implora, di essere portata all'orgasmo, lei la guarda quasi accarezzandola con lo sguardo, ma poi si fa dura di viso e di voce
"per ora l'orgasmo lo devi avere da sola, se vuoi, usa questo"
Le porge, un grosso pene di gomma nero, preso dalla borsa, che insaliva prendendolo in bocca prima di metterlo in mano a Margherita, poi lentamente esce dalla casa senza aggiungere altre parole.
Quando Lui rientra, Margherita ha ancora il pene fasullo dentro, ha avuto molti orgasmi, e ora si fa fottere da un essere mostruoso fatto solo di fallo e di osceni pensieri.
Per giorni, Lui e la donna si alternano sul corpo di Margherita, lo tengono costantemente sotto stimolo, ne eccitano i sensi, li tendono, come corde di un violino, ma Lui non la fotte, e lei si ferma ogni qualvolta Margherita si avvicina all'orgasmo, per ottenerlo, Margherita è costretta a provvedere da sola, e per averlo scopre, e si da a masturbazioni sempre più estreme, usa le proprie mani, usa oggetti, usa enormi falli artificiali che le vengono fatti trovare in ogni angolo della casa, impara a penetrare con ogni mezzo la sua figa e il suo sfintere che ogni giorno si dilatano con maggiore facilità, permettendo ai suoi due amanti di godere di immagini di lei sempre più oscene. L'intera mano di Margherita affonda dentro il culo, ha le ginocchia a terra, la testa e le spalle appoggiate al pavimento, le natiche spinte più in alto possibile, la schiena che disegna un arco perfetto, e il braccio che per fotterle il culo, con la mano, prende un'angolazione quasi impossibile, la donna la guarda da vicino, e gode visibilmente della sua masturbazione, Margherita, sente la porta aprirsi, percepisce e riconosce i passi del suo amante, sente addosso i suoi sguardi, continua a fottersi il culo, a portarsi verso l'orgasmo, la sua mano entra esce, si mostra imbrattata di umori, torna ad immergersi, più a fondo di prima, l'orgasmo arriva, squassante, rumoroso, lei schianta a terra senza più un pensiero, un ricordo, per qualche istante e solo una bestia, una bestia paga e sazia.
I sui amanti sono ancora li, quando lei si riprende, Lui sta portando la donna per mano verso una poltrona, la donna docile, si china appoggiando la testa sul sedile e le mani sui braccioli, Lui le rialza il rosso vestito corto, sotto non porta nulla, Margherita si rende conto che nei loro incontri indossava sempre quello, quasi fosse una divisa, e di non averla mai vista ne nuda, ne anche solo parzialmente scomposta, la donna ha gambe belle affusolate, e natiche splendide, su una Margherita scorge qualcosa, un segno, un segno evidente, i loro sguardi si incrociano, Margherita, l'interroga muta, La donna con una mano fa ridiscendere il vestito a coprire le natiche, ma Lui le scopre di nuovo, con un gesto che non accetta rifiuti, e la lascia esibita e nuda fino ai fianchi, la donna toglie lo sguardo da quello pieno di domande di Margherita, e affonda il viso nel cuscino del sedile, il membro eretto dell'amante di Margherita, entra nel sesso della donna, provocandole un piccolo fremito, un sommesso mugolio, Margherita si avvicina, incerta curiosa, teme di essere allontanata, o di imbarazzare ancora la donna, ma Lui le prende la mano, la accompagna sulla natica che ha appena denudato, sul segno che lei ha visto, e non è un semplice segno, è una cicatrice profonda, un marchio impresso sulla pelle, il cazzo continua a muoversi dentro al sesso, cambia ritmi, si ferma, affonda, ritorna fuori lucido, orgoglioso, punta sull'ano, entra di forza, Lei grida, Margherita le accarezza tutto il culo, e con l'altra mano torna a masturbarsi, i tre vengo assieme, pensando, vivendo come uno per qualche istante.
Lui non c'è, si è ricomposto ed è nuovamente uscito, lasciando sole le due donne, Margherita è ancora nuda, ha ancora addosso il sudore dei suoi orgasmi, le piace sentirlo, sentire l'odore dell'eccitazione provata ancora addosso, sentire il profumo del sesso vissuto, sentirlo ristagnare sulla sua pelle, la donna si è fatta una doccia, ma non si è rivestita, porta addosso un corto asciugamano finito a piccole frange, che le avvolge i fianchi che le copre parzialmente le natiche ma le lascia scoperto il sesso nudo e depilato, è la donna a parlare per prima
"Mi chiamo Anna, e porto il marchio che hai visto, da qualche anno, mi è stato fatto con un ferro rovente, e prima che sia tu a chiedermelo, non mi è stato imposto, ho chiesto io di essere marchiata, per qualche tempo, ho portato anche anelli che mi foravano i seni e il sesso"
Margherita ascolta attenta, ansiosa di sapere, di conoscere altro, di quella donna e dei sui rapporti con il suo Amante
"parleremo di me e della mia storia, un'altra volta, se sarà necessario, ora devi vestirti con quello che troverai sul tuo letto, sono abiti indecenti, comperati apposta, sotto casa c'è una macchina che ti aspetta, non fare domande, nessuno di coloro che incontrerai le farà a te, sarai una battona per una settimana, il tuo nome da prostituta sarà Giulia, per i soldi ti spiegherà il tuo protettore quanti e come chiederli e come dividerli, non rifiutare niente e nessuno, dovrai fottere con chiunque ti paghi, se fottere era il tuo desiderio, ora potrai farlo"
Margherita vorrebbe fare domande, ma sa già che non avranno risposte, indossa la gonna nera, corta, che si appoggia appena sui fianchi, sopra ad un perizoma viola, scosciato, che esce volgare dalla gonna si alza fino alla vita e scende sottile tra le natiche, una camicina nera trasparente, con sotto un minuscolo reggiseno nero bordato di viola, così piccolo e stretto che i capezzoli escono e vanno a sfiorare il tessuto della camicia, sandali alti di vernice, dello stesso viola del perizoma, Anna la trucca pesante come le si conviene, prima di farla uscire le infila due dita dentro, in piedi vicino alla porta già aperta, la fotte questa volta fino in fondo, fino a farle piegare le gambe per il piacere, poi la manda a mettersi in vendita.
Margherita ha raggiunto una strana forma di calma, il suo corpo, usato e goduto da molti, ha preso una vita propria, le è spesso fonte di improvvisi stati di eccitazione, di turbamento, averlo messo in vendita, non l'ha avvilito, l'ha esaltato, quasi tutti i suoi "clienti" l'anno presa con un strana forma di rispetto, alcuni quasi con amore, pochi quelli che essendo Paganti si sono ritenuti in diritto di provocarle insulto, di sporcarla, di prenderla in modo violento, spesso molto spesso le è stata chiesto il culo, lei ha alzato solo il prezzo, e si è girata, uno solo, l'ha picchiata, prendendola a ceffoni e a sputi, ma con tutti Margherita ha provato godimento e intimo piacere.
Ora, dopo la settimana vissuta come prostituta, è tornata a casa, Anna è sempre presente, anche se la sua è chiaramente una presenza provvisoria, temporanea, non ha portato bagagli, vestiti, ogni giorno compera quanto le serve, sia un vestito, o un trucco, poi dopo averli usati li getta nell'immondizia senza conservare niente, solo l'abito rosso è riposto in un armadio, e indossato più volte.
Anna e Paolo, solo ora Margherita si accorge che da molto, da quella sera nella galleria, non ha pensato più a Lui con il suo nome, Anna e Paolo stanno discutendo come spesso accade tra loro di politica, hanno idee diverse, distanti, loro discutono e Margherita, seduta poco lontano, ascolta, e pensa, pensa a se stessa al tempo appena trascorso, alla sua nuova vita, ai sensi che le si sono fatti più affinati, ai desideri, alcuni folli, che le si risvegliano improvvisi, destati da un gesto, da una parola, da un oggetto, talvolta solo da un odore, pensa al dolore, quello fisico, dolore che non ha ancora provato, pensa al marchio di Anna, a cenni che lei ha fatto su sevizie da lei in passato, cercate e subite, il dolore le fa paura, la intimorisce, ha paura di non sapervisi adeguare, d'improvviso qualcosa le cambia dentro, si alza, come sempre in casa veste solo con un perizoma, lo alza sui fianchi, perché le segni meglio la figura, si avvicina a Paolo ed Anna.
"sono pronta".
FROLO
Margherita ha seguito Anna, il suo cenno, i suoi passi, docile senza fare alcuna domanda, implicitamente ha già acconsentito a tutto, senza chiedere di sapere a cosa, la città le sembra lontana, oltre i finestrini del taxi che le trasporta, si è fatta irreale, estranea, la gente cammina, parla, lavora, lei e Anna sono immerse in un'altra dimensione, ormai è notte inoltrata quando l'auto si ferma davanti ad un ristorante, ha le serrande abbassate, in basso resta in varco di poco più di un metro, le due donne per entrare devono chinarsi, dentro c'è luce rumori, i camerieri e gli sguatteri, stanno sgombrando i tavoli, lavando il pavimento, preparano efficienti e veloci il ristorante per il giorno che viene, Anna e Margherita passano loro accanto ma loro, le guardano appena, sguardi furtivi, come fossero loro proibiti, in fondo alla sala un uomo, sta ancora cenando, il tavolino è in disordine colmo di piatti, di avanzi, di bottiglie semivuote, l'uomo mangia con ingordigia usando le mani, mangia, e beve, lasciando ditate untuose sui bicchieri, Anna si ferma davanti al tavolo, resta in piedi, senza più badare a Margherita, quasi si fosse dimenticata di lei, l'uomo continua a mangiare, solo tra un boccone e l'altro, le degna di qualche sguardo.
La cena sembra finita l'uomo si è lecca le dita sporche e si è appoggia allo schienale della sedia, emettendo un rutto, voluto, provocato, sfottente,
"guarda, guarda, la dolce Anna, è proprio vero, che chi non muore si rivede"
"ciao Frolo" Anna risponde con voce calma al saluto
"bevi qualcosa?"
"del vino bianco, se possibile, grazie"
l'uomo versa il vino in uno dei bicchieri che ha davanti, sporco e unto come quello da cui ha appena bevuto,
Anna porta il bicchiere alle labbra, cercando di trovare un angolo ancora pulito,
"ti fa schifo il mio bicchiere?"
"no, non mi fa schifo nulla!, mi ero scordata solo che questo non è il mondo civile"
Anna beve senza più badare da dove, poi passa la lingua attorno al bicchiere, e lecca ostentatamente tutto l'unto che lo copre, lo appoggia al tavolo, ora si muove in maniera diversa, fluida, Margherita non l'ha mai vista così, si avvicina all'uomo si china su di lui, e con la lingua raccoglie le tracce di sugo e di grasso che imbrattano le labbra ed il mento dell'uomo
"brava, sei proprio rimasta brava come ti ricordavo"
"e tu, sei unto e rivoltante, come ti ricordavo"
l'uomo rutta e ride rumorosamente
"eppure c'è chi mi cerca e mi affida donne come te proprio perché sono così, voi masochisti siete strani, vi fate seviziare, picchiare, ma cercate, e a volte esigete eleganza, gusto, ma quando io riduco le vostre anime al mio livello, e ne faccio immondizia, allora comincio a anche piacervi, almeno a
qualcuno"
"forse hai ragione, per me è passato un po' di tempo da quando sono passata sotto le tue mani, sinceramente non ricordo che tu mi sia mai piaciuto, certo ho anche goduto ad essere usata e fottuta da te, ma non ricordo di aver provato altro che ribrezzo nei tuoi confronti, lo stesso che provo ora"
Frolo e Anna sembrano due lottatori che si studiano prima dello scontro
"mi hanno detto che ti sei tolta i ferri, fa vedere"
Anna alza l'abito sul davanti, scoprendo l'inguine nudo
"peccato, mi piacciono le donne ferrate, ma il marchio quello non puoi averlo tolto"
Anna si gira e mostra all'uomo la natica marchiata,
"vedi, porti ancora e per sempre qualcosa di mio addosso, spero che tu riconosca che portare quel marchio ti impone ancora dei doveri"
"non sarei qui se non li riconoscessi, quei doveri, li riconosco, e li accetto ancora, ma solo nel tuo territorio, fuori di qui no, non li riconosco più, quindi se vuoi qualcosa da me devi prenderlo qui, nella tua a casa, o a Piccolo Inferno"
"per me basta anche qui, ora ho bisogno di urinare, e la tua bocca è la latrina migliore, la più comoda e la più vicina che conosca"
Anna si inginocchia accanto alla sedia dell'uomo, si scosta i capelli da viso, raccogliendoli dietro alla nuca, apre la bocca, la spalanca, l'uomo si è alzato, ha già il pene fuori dai pantaloni, lo avvicina alla bocca di Anna, lo tiene tra le dita, inizia a urinare regolando, controllando il flusso con molta attenzione, la bocca di Anna si riempie fino all'orlo, l'urina quasi trabocca delle labbra, Frolo si ferma, lascia alla donna il tempo necessario per deglutire, quando Anna riapre la bocca è vuota, ostentatamente offerta all'uso osceno è improprio che è stato richiesto, e lui continuando a ridere e a ruttare torna a riempirla più volte, fino a quando sembra essersi svuotato completamene, Anna non ha lasciato sfuggire che poche gocce quasi fosse golosa di quel liquido maleodorante, poche gocce che scendono lente, e formano un rivolo lungo il mento, si allunga sul collo fino a scomparire dentro la scollatura dell'abito, Margherita ha assistito in silenzio, senza muoversi, quasi ignorata dall'uomo, d'istinto raccoglie dal tavolo un tovagliolo, l'unico a sembrare pulito e lo porge ad Anna, l'uomo l'anticipa e lo prende in mano usandolo per asciugarsi il pene, poi ridendo lo porge ad Anna
"che brava, che gentile ed educata, la tua bellissima e giovane amica, ora dovrò pensare a lei, il tuo uomo lascia sempre ad altri il lavoro più sporco"
"non è più il mio uomo, ora è il suo"
"ha, per me fa lo stesso, basta che mi paghi quello che abbiamo pattuito".
La maggior parte dei sadici, usa strumenti, si veste, e veste le sue vittime con orpelli e chincaglieria che rendono esteticamente più vistose le loro scene, le loro esibizioni, cercando forse di dare loro un connotato artistico, un'impronta teatrale, Frolo no, lui tortura la vittima con quello che trova, senza cercare in alcun modo di trasformare il suo sadismo in un rito.
Parla con Anna mentre cerca quanto li serve nella cantina del ristorante in cui sono scesi, parla dei suoi "clienti", dei Suoi "Padroni", di Anna di come lui l'aveva vista e vissuta quando era stata messa a sua disposizione, intanto raccoglie alcune vecchie corde, e un martello, e sempre parlando, spoglia Margherita, attardandosi su ogni indumento, e su ogni pezzo di pelle che le scopre, e intanto parla ancora con Anna.
"sei certa di non aver voglia di una serata con me, magari davanti ad un pubblico, che ti guardi, come quella sera a Piccolo Inferno"
Anna fa un cenno deciso di diniego, scuote la testa, quasi con fastidio allontanando immagini di se che non vuole che si formino
"lo usate ancora quel posto? Riesco a mala pena a ricordarlo, anche se ho ancora vivo, ogni atto ogni sensazione, ogni colpo che ho ricevuto quella notte"
"certo, che lo uso, la settimana scorsa abbiamo organizzato una crocifissione, con tanto di chiodi, un ragazzo e una ragazza, lo facevano per soldi, lui ha ceduto subito, abbiamo dovuto tirarlo giù dopo pochi minuti, lei invece è stata magnifica, veramente magnifica"
Frolo sembra fermarsi, chiude gli occhi forse per richiamare l'immagine appena evocata della ragazza in croce, ma Margherita ormai è completamente nuda, e sta rabbrividendo, Frolo le apre la mano, ne studia il palmo, punta l'indice nel mezzo.
"cosa dici vuoi provare?"
Margherita ritrae la mano, la chiude a pugno, coprendola con l'altra quasi volesse difenderla.
"no, è ancora presto, iniziamo con qualcosa di più semplice, meno cruento, almeno, all'apparenza, un martello ad esempio, anche senza chiodi, può dare e fare molto"
Frolo parla e si muove, mellifluo, viscido, senza che se ne avveda guida Margherita contro una delle pareti, è un muro di mattoni in parte sbrecciati e coperti di muffe, all'altezza giusta c'è un anello di ferro arrugginito, costringe Margherita ad alzare le mani, e la lega all'anello.
"tu, Anna, puoi andare, torna tra un'ora a prenderla"
Margherita, non grida, trattiene l'urlo, le guance si gonfiano riempite d'aria, soffia quasi sbuffa, il corpo è come colpito da una scossa, si tende si irrigidisce, resta qualche istante immobile, indurito in ogni fibra, poi si affloscia restando appeso all'anello, il manico del martello di Frolo ha colpito Margherita sul piede, poi sulla caviglia, sull'osso più esposto nel punto più doloroso, due colpi rapidi forti prima all'interno poi all'esterno, senza attendere reazioni,
"fa male?, dimmi se ti fa troppo male, vuoi che smetta? Piccola cara, lurida stronzetta"
Frolo parla strascicando le parole, guardando fisso il viso della ragazza, è li in quel viso il suo piacere, in quel viso umido di lacrime, i quegli occhi sbarrati, che non vogliono guardarlo, parla e tocca, palpa e stringe, esplora, studia il corpo di Margherita, poi torna a chinarsi e a colpirle i piedi sempre nello stesso posto.
"smetto? Vuoi che smetta, che ti liberi, vuoi tornare dal tuo uomo, oppure scappare dalla mamma?, non ti piacciono le mie carezze, ti faccio schifo, puzzo, ho l'alito cattivo? Anche ad Anna non piaccio, eppure mi ha bevuto, e come se mi ha bevuto"
Il viso di Margherita è contratto, gli occhi gonfi, pieni d'acqua salata, la bocca dischiusa, il labbro inferiore trema, lascia cadere gocce lunghe e pesanti di muco e saliva,
"continuo?"
Margherita fatica a parlare, muove la bocca senza riuscire a trarne dei suoni
"allora? Continuo o mi fermo, ti ho fatto troppa bua?"
"si"
"si? cosa?, ti ho fatto troppa bua?, o si!, continua Masto Frolo, colpiscimi ancora più forte, o come dicono gli americani, MORE"
La voce ritorna, impastata di saliva ma ritorna,
"si, continua"
"NON HO SENTITO BENE"
"ANCORA COLPISCI ANCORA, MORE, MORE"
Frolo riprende a colpire, sulle gambe, colpendo le ossa, sulle braccia, sul bacino dove sporgono e risultano indifese,
"ancora?"
"Si"
questa volta è un si gridato, urlato,
Frolo getta il martello, e le schiaffeggia i seni, facendoli sobbalzare,
"continuo?, guarda che ora ti faro male, molto male?"
"FALLO, NON CHIEDERE DI FARLO"
"Non sei tu piccola a stabilire cosa ti posso chiedere, ok?"
"Ok"
"Dimmi, vuoi che ti faccia ancora male? Molto male?"
"Si fammi male, molto male"
Frolo raccoglie da terra le corde che non ha ancora usato, le avvolge sulla mano per riunirle, e le usa come fossero una frusta, Margherita, riceve i colpi sui seni, sul ventre, apre, allarga le gambe, vuole, desidera essere frustata anche li, all'interno delle cosce, e lo fa capire, Frolo la frusta, approfittando delle gambe aperte, le frusta anche il sesso, fino a che lei, incapace di resistere, si richiude per pararsi da quei colpi, Margherita respira sempre più in fretta, con la bocca spalancata, si gira su se stessa, offre la schiena, le natiche, le forze iniziano a mancarle, è sempre più piegata sulle gambe, il busto si appoggia al muro, i mattoni le graffiano i seni, già segnati dalle mani e dalla frusta improvvisata di Frolo.
Frolo si toglie la camicia, rimanendo in canottiera, è intrisa di sudore, grosse gocce scorrono tra i peli del petto, ormai grigi, la pancia è completamente bagnata e la canottiera che vi si appiccica sopra, la frusta si abbatte sulla schiena e sul culo, con colpi forti quasi ritmati, i minuti passano, Frolo la fa girare più volte, cambia strumento, usa un pesante tubo di gomma nero che fa un rumore sordo colpendo il corpo della ragazza, Margherita non si regge più, è completamente abbandonata alle corde che la legano al muro, mormora qualcosa, sembra una preghiera, quasi si stesse preparando a morire.
"Basta, l'ora è passata"
E' la voce di Anna, è rientrata nella cantina da qualche minuto ma, non è intervenuta subito, ha atteso, ha atteso che Margherita arrivasse al limite, allo stremo, che tutto il corpo fosse segnato, che la pelle in qualche tratto si aprisse e sanguinasse, che tutto il peso gravasse sui polsi legati, che le mani si colorassero di viola scuro, che la mente della ragazza arrivasse ad accettare, anche la conseguenza più estrema.
"slegala, la riporto da Paolo"
"prima me la voglio inculare, posso?"
"si ma fallo subito, prima che svenga"
Frolo si toglie scarpe pantaloni e mutande, il pene eretto è grosso, quasi mostruoso, si avvicina a Margherita, le scosta le natiche, e cerca di entrarle nel culo, la cosa non sembra facile, ma lui insiste, costringe Margherita a puntare i piedi sul muro, per portarla alla giusta altezza, le fa allargare le gambe, per rendersi più agevole la sodomia, Frolo si muove lentamente, pesantemente, cerca il passaggio in maniera ruvida, goffa, ma decisa, lo trova, spinge con le gambe, penetra dentro, con un ridicolo gridolino di vittoria, Margherita getta la testa all'indietro, la testa si appoggia alla spalla di Frolo, i capelli scendono sulla schiena dell'uomo, dondolano, pesanti di sudore, Margherita con la voce improvvisamente tornata chiara e limpida, gli parla, le parole escono calme, precise, con un tono che contrasta incredibilmente con il loro contenuto
"fottimi il culo, non riuscirai a rompermelo, ci sono già entrati in molti, e molti entreranno ancora, c'è e ci sarà sempre posto, anche per uno schifoso maiale come te"
Stremata, ferita, ancora dolorosamente legata, penetrata a fondo nel culo, Margherita, ora domina la squallida scena, lei che ha subito, e che all'apparenza, continua a subire, ora è padrona, Frolo dentro il suo culo serve solo a farla godere, lui non è nessuno, solo un attrezzo che ha usato per eccitarsi in maniera malsana e perversa, come le è ormai indispensabile.
NANÙ
Margherita e il suo amante, hanno ripreso una vita all'apparenza "normale", Margherita vive ormai nella casa di Paolo, ha lasciato senza rimpianti il piccolo Residence dove abitava, e giorno dopo giorno sente la nuova dimora diventare anche sua, le manca Anna, se ne è andata, è sparita, sapeva da subito che non sarebbe rimasta, ma non se lo aspettava così presto, senza dirle nulla, non ha lasciato dietro di se ne oggetti né cose, che facciano pensare ha un suo ritorno, Margherita ha solo il ricordo del suo profumo, del suo corpo, delle sue mani esperte nel darle piacere. Paolo è un amante molto esigente con Margherita, ogni loro rapporto è teso, duro, portato al limite, allo spasimo, l'aggiunta del dolore fisico, di forme evidenti di umiliante e definitiva sottomissione di Margherita, è spesso necessaria, per soddisfare appieno la eccitazione di entrambe, talvolta il dolore viene sostituito dalla esibizione ad estranei del corpo nudo di Margherita, estranei presi a caso, a cui lei si mostra volgare e sconcia, spesso Paolo scopa Margherita assieme ai prescelti, la fotte davanti a loro e poi né incita rapporti, sodomie violente, estreme, lei diventa una bestia addestrata per il sesso, una preda vinta, un animale affamato, assetato, di mani, di cazzi, di sperma, Margherita si prostra davanti a uomini che non conosce, mostrandosi loro, cagna succube disposta a tutto, rantola, quando la penetrano, ingorda lecca di loro, ogni goccia liquida, non importa che sia di sperma, di sudore, di schiumosa saliva, o di piscio ributtante, da loro si fa percuotere i seni, trattenendo ogni suono che non sia quello sordo delle mani, o degli strumenti con cui le picchiano le mammelle, controlla il dolore, controlla il piacere, resiste alla violenza che provoca agli improvvisati partner, fino all'ultimo, fino a che l'orgasmo non può più essere trattenuto, un orgasmo che allora scoppia, deflagra, col rumore di un fuoco d'artificio, che lascia inebetito chi la vede e lo ascolta, stupisce anche Lui, il suo amante che pure l'ha costruita, la forgiata per arrivare a quello.
Margherita ritorna a casa è uscita per compere, ha acquistato nuovi indumenti per se, per rendersi più oscena, indumenti per mostrarsi in modo volgare, tanga, calze, corpini e busti, che lasciano il seno scoperto, colori forti, niente eleganza, solo cercata e voluta volgarità, ma anche alcune cose belle, quelle sono solo per lei e per lui, fragili pizzi e colori tenui, per quando dopo essersi perduti con altri, ritrovano una loro splendida intimità.
C'è musica accesa in casa, Paolo non c'è è fuori città per alcuni giorni, forse Anna, ma Margherita sa già che non sarà lei e che c'è qualcosa di nuovo che la aspetta, c'è un uomo, un uomo nudo, nel salotto grande, è seduto sul bracciolo di una delle grandi poltrone di pelle, muove una gamba al ritmo della musica, è calvo, anzi, rasato, come rasato è anche il pube, ha un pene, lunghissimo, affusolato, i capezzoli forati da anelli, il corpo magro, senza ombra di peli, non è giovane, forse altrepassa i quarant'anni, Margherita li gira attorno per guardarlo meglio, Come Anna ha una natica marchiata, emana un buon profumo, ha muscoli evidenti, allenati, ma non eccessivi, qualche segno sulla pelle, segni di frustate recenti, anche Margherita né porta addosso, si toglie gli abiti e gli esibisce allo sconosciuto, come se non fossero sfregi, ma ornamenti di cui essere orgogliosi, come segni di una sconosciuta fratellanza
"io sono Nanù"
"io Margherita"
"lo so come ti chiami"
"Nanù, che nome è il tuo, è un nomignolo, dimmi quello vero"
"è questo ormai il mio nome vero, quello che avevo ora è un falso, avevo un nome e un cognome, ora non li ho più, mi sono stati tolti, definitivamente, come i peli sul mio corpo"
"perché"
"perché così piace a chi ora mi possiede"
Nanù ha una voce alta, quasi stridula i pochi movimenti che ha compiuto da quando Margherita è entrata nella stanza, sono estremamente armonici e fluidi
"sei gay?"
"lo sono stato, ora sono quello che mi dicono di essere"
L'essere ambiguo e strano, eccita Margherita, che gli si mostra mettendosi davanti a lui, a gambe leggermente aperte, si sente bella, bella per chiunque, anche per un frocio, bella da guardare, da toccare, da scopare
"io ti piaccio"
"non mi è permesso avere gusti, o affetti"
Margherita, si accarezza i seni, la fica, si succhia le dita con fare da bambina
"posso toccarti l'uccello, mi sembra quasi finto, non ne ho mai visti di così lunghi"
Margherita lo tocca, lo accarezza, il pene si irrigidisce progressivamente, aumentando ancora di lunghezza e di volume,
" si che ti Piaccio"
"mi piace il sesso, mi piace essere usato per il sesso, per questo, per farlo senza alcuna umana limitazione, ho rinunciato al mio nome, e a quanto mi era dovuto come essere umano"
Margherita continua ad accarezzare il pene cercando di portarlo alla sua lunghezza massima, poi si china a leccarlo,
"voglio ingoiarlo tutto"
" ci sono riusciti in pochi"
Margherita lo lecca in tutta la sua lunghezza, salendo e scendendo con la lingua umida di saliva più e più volte per tutta la lunghezza del pene,
"te lo leccano così anche i maschietti?"
"qualcuno, pochi purtroppo"
"sei proprio una checca, ma mi piaci Nanù, vuoi essere mio amico?"
"mi è stato ordinato di esserlo"
"per me fingi di essere così remissivo, da qualche parte coltivi ancora qualcosa, qualche, gusto. Qualche desiderio"
"cercalo, se vuoi"
Margherita ha già il cazzo in bocca che riesce a contenere solo in parte, torna a leccarlo, a insalivarlo, lo accarezza lo stringe fra le dita, ne studia la lunghezza, lo spessore, la consistenza, lo avvolge con le labbra, se ne riempie la bocca, le labbra avanzano, quasi si arrampicano, con piccoli movimenti, conquistandone una nuova parte, poi le labba si aprono, si spalancano, altri centimetri di quella pelle liscia, di quel muscolo ormai rigido e duro, le entrano in bocca, non basta, il cazzo sporge ancora, dalla bocca le escono suoni strani, grumi di muco e saliva, Margherita, chiude gli occhi spinge avanti con forza la testa, il viso e paonazzo, il corpo le trema, stimoli di eccitazione, conati di nausea, si mescolano, si sovrappongono, torna un attimo indietro, riprende fiato, si lancia nuovamente in avanti, il viso si schiaccia sul ventre piatto dell'uomo, le mani di Margherita si attaccano dietro alle natiche per impedirsi di arretrate, resta fino a che il fiato glielo consente, con il lungo pene immerso nella gola, poi si scosta fino a lasciarlo quasi uscire, respira, respira a fondo, poi si rigetta ancora in avanti, lo ingoia ancora, completamente, e così tre , quattro volte, con lentezza, grida di gioia, torna a leccare, a ingoiare, ed infine ad offrire il viso hai getti di sperma, che ha sentito montare lungo l'asta.
Tra Nanù e Margherita, l'intesa è immediata e profonda, i due si raccontano vita, amori, desideri, paure, Nanù tiene solo nell'ombra le identità di chi lo possiede, scusandosi per la reticenza, Margherita intuisce che lui è proprietà di una coppia, non di un singolo, lo è da ormai tre anni, spesso viene dai padroni scambiato o dato in prestito ad altri, Come Anna è stato marchiato in una "cerimonia" pubblica che lui le descrive in ogni particolare, trasmettendole il dolore e la fierezza che il ferro incandescente gli avevano fatto provare e confondere.
Per giorni i due escono sempre assieme , mangiano, vivono quasi fossero una coppia, Margherita sfrutta il lungo sesso di Nanù, per ricavarne tutto il piacere possibile, predilige prenderlo nel culo, la fa sentire succube, e la sua lunghezza le provoca sensazioni molto forti e nuove, quando Nanù si ritrova incapace di accontentarla perché il suo pene resta inutile e pendulo, le lavora il corpo con le mani, mani con dita lunghe e sapienti, che aprono e frugano ogni angolo del corpo della giovane donna, fino a trovare altri orgasmi più violenti e nascosti.
L'assenza di Paolo si allunga, E Margherita con Nanù come complice, inventa ogni giorno nuove scorribande di sesso in cui esibisce il pene del compagno e la sua capacità di farsene possedere, con l'orgoglio di un'acrobata si mostra davanti ad un pubblico ogni volta diverso, in rapporti orali che le provocano inizi di asfissia, conati di vomito che talvolta neppure riesce a trattenere ma, anche la capacità di gestire questa naturale ripulsa diventa parte dei loro "spettacoli", , si offre alla sodomia lasciandosi riempire senza rifiutare ne nascondere il dolore che questa ogni volta le provoca, ritornano a casa sempre a notte fonda, con Nanù sfinito dai coiti che lei gli ha imposto, e lei assurdamente raggiante e soddisfatta, il sesso le sta penetrando in ogni fibra, non importa quanto sia duro, sporco, estremo, si sente pronta a qualsiasi prova, esperienza, indifferente a qualsiasi conseguenza, che le sue attività sessuali le dovessero comportare, spera,ma non lo confessa a Nanù, di essere marchiata come lui ed Anna, o addirittura crocifissa come la ragazza di cui ha raccontato Frolo, pensa spesso a se stesa in quella posa, una notte, sveglia Nanù per avere conferme su cose che sospetta e teme, lui cerca di schernirsi, di evitare il ricordo, farfuglia scuse, rinvia al mattino, ma lei gli stringe i testicoli fino a renderlo paonazzo per il dolore.
"c'eri alla crocifissione?"
Nanù è ancora dolorante, fatica a connettere, si ferma a pensare, "si, c'ero anch'io, ho preparato il ragazzo, l'ho tenuto fermo mentre Frolo, piantava i chiodi"
"e la ragazza, come si chiamava, e chi ha aiutato Frolo con lei"
"Credo si chiamasse Silvia, era molto forte, decisa, forse si era drogata, ma non lo so con certezza, comunque non ha voluto che nessuno la tenesse ferma, si è appoggiata al legno, e si è lasciata inchiodare, prima una, poi l'altra mano, ha urlato, ma non ha fatto niente per sottrarsi, neanche dopo aver provato il dolore del primo chiodo, anche dopo, appesa, sotto la frusta che la spellava di colpi, era INCREDIBILE, so che ha preso 200 milioni di vecchie lire, non è stato Frolo a inchiodarla"
"chi è stato"
Margherita intuisce già la risposta, una risposta che la riempie di paura ma anche di orgoglio
"è stato il tuo uomo"
I giorni passano, Paolo deve tornare da un momento all'altro, non ha dato né una data ne un'ora precisa, ha solo avvertito Margherita che ritornerà presto, e Margherita continua la sua corsa folle, trascinando sempre Nanù con se, senza riposo, senza limiti, senza orari, cerca e trova per Nanù un gruppo di froci sadici e violenti, lo da loro in pasto, li incita, gode nel vederlo maltrattato, umiliato, li aiuta, riesce a farsi coinvolgere, diventa parte integrante dell'orgia sodomita che ha provocato, poi quasi per scusarsi il giorno successivo, procura al compagno un ragazzino appena svezzato, giovane tenero, e rimane nell'ombra a guardarli, mentre i due si scoprono e si danno piacere.
E' notte fonda quando ritornano a casa, le luci dell'appartamento sono accese, Margherita si ferma
"è tornato, vienimi dietro, quando sarò davanti a lui, mi metterò a terra, tu mettimelo nel culo, subito senza preparami, ho voglia che veda quanto mi sono allargata"
Poi corre senza attendere risposte, sulle scale, senza aspettare l'ascensore, veloce come una ragazzina eccitata che ha fretta di far vedere il vestitino nuovo. Entra, passa il corridoio, lui è nel salotto grande, in piedi, non è solo, c'è una donna con lui, giovane, bella, con due occhi enormi, luminosi, attenti, curiosi, un attimo, solo un attimo di esitazione, la presenza dell'ospite non cambia nulla, anzi aggiunge qualcosa di più forte all'emozione che lei prova e a quella che vuole dare al suo amante, Margherita è subito nuda, totalmente nuda, si prostra a terra, le mani dietro ad allargare, a preparare le natiche, i passi di Nanù percorrono il corridoio, anche lui non esita, il suo pene è pronto, lo appoggia allo sfintere, lo tiene con le mani, perché non si pieghi, il rapporto così immediato, senza nessuna preparazione, fa male ad entrambi, entrambi chiudono gli occhi, stringono i denti, entrambi spingono, lo sfintere di Margherita si apre, il pene penetra, sfonda, scende nell'intestino di Margherita lo occupa, lei suda copiosamente, suda per il dolore, per l'eccitazione, per l'orgasmo che ancora una volta monta, le squarcia l'anima, le riempie il cervello. Margherita rimane a terra, sfiancata, fatta di sesso, come fosse fatta di droga, addosso altre al suo ha ancora gli odori di quattro uomini e di due donne, persone con cui si è accoppiata nell'arco della giornata, e quello ormai familiare di Nanù, non ha mai trovato ne il tempo ne la voglia di lavarsi, la donna ha invece un profumo tenue appena percepibile, è china su Margherita, sembra studiarla, le parla con una voce calda profonda,
"ciao piccola, sei bella, bellissima, ti vorrei, ma io non posso sostare in questo luogo, ma mi ha fatto piacere conoscerti, e guardarti"
La figura della donna scompare veloce, quasi senza rumore,
"che era?"
"Angel, una carissima amica, che non credeva tu esistessi".
FRANCO
Il ritorno di Paolo, cambia ancora una volta i ritmi di vita di Margherita, lui le impone di tornare ad una parziale "normalità", il contrasto tra la splendida studentessa e la schiava perversa che è diventata, non deve attenuarsi, così Margherita torna a frequentare l'università, gli amici di prima, torna un paio di giorni anche dai genitori, nella sua città natale, ma di notte lui la vuole puttana, e Margherita si vende, altre notti la presta, la presta ad "amici" che ne fanno richiesta, altre notti, la usa, la usa per il suo piacere, a volte semplice, ma i piaceri veri di entrambi, sono ormai violenti e perversi, si vede e si sente anche con Nanù, lui le telefona spesso, e quando trovano momenti coincidenti di "libertà" si incontrano e si fottono, incredibilmente non ancora stanchi di una attività sessuale che per entrambi è incessante.
Margherita è stata "ferrata" come aveva cominciato a desiderare di essere, da due settimane porta addosso segni permanenti che dichiarano il suo nuovo stato, Paolo per ora non ha voluto ferrarle anche i capezzoli, ma solo il sesso, tre anelli, uno il più difficile e doloroso, è fissato alle estremità di una lunga barretta che le è stata inserita molto profondamente sotto alla pelle del monte di venere, poco sopra alla vagina, Margherita ricorda le mani strette, con le nocche livide, avvinghiate ai braccioli della poltroncina, mentre con una specie di punteruolo le entravano a fondo, potrà essere usato per tenerla ferma, per trascinarla con un guinzaglio, per appendervi pesi, senza timore che la pelle si strappi, gli altri anelli, sono piccole vere che attraversano le grandi labbra, da due giorni il suo amante dopo aver verificato che le ferite fossero ben rimarginate, vi ha attaccato dei pesi a forma cilindrica, lucidi, di acciaio, via via saranno sostituiti da altri, progressivamente più pesanti, vuole che il peso deformi le labbra, rendendole il suo sesso più visibile e appariscente, Margherita indossa solo gonne e sotto non porta nulla, i ferri, i pesi, pendono sotto di lei, le provocano una eccitazione continua, un desiderio appena controllabile di esibirli, di esibirli ai "normali", fotte ogni giorno, più volte al giorno, ma sempre con persone, presentate e imposte da Paolo, o con clienti, quando lui la vuole Prostituta.
"Fanno pensare a una schiava, a una schiava perversa"
"E' quello che sono, i ferri mi marchiano, quelli a cui li mostro non devono avere dubbi sul mio stato"
Franco sta toccando gli anelli di Margherita, turbato, eccitato, si conoscono da tempo, come compagni di studio, Franco le ha sempre fatto una corte appassionata ma discreta, è il candidato ideale, inevitabile per sfogare la voglia di Margherita, Franco le esplora il corpo da un'ora, affascinato, inebetito, lei lo ha letteralmente bevuto, succhiandolo prima che avesse il tempo di fare altro, poi si è tolta la gonna corta, lasciandosi guardare, chiedendo di essere guardata "Prima mi hai chiesto se stavo con qualcuno, non ti ho risposto, io, non sono con qualcuno, io sono di qualcuno"
" cosa vuoi dire?"
"Lo sai, cosa voglio dire, non fare lo stupido, il mio non è un piercing alla moda, lo porto perché così vuole il mio amante, è un segno di proprietà"
Margherita si stupisce di usare ancora quella espressione, Amante, lui la ama ancora, anche se il ruolo di padrone cresce ogni giorno, ogni ora.
"Il mio Amante, mi possiede, mi usa per il suo piacere, se vuole mi può vendere o prestare, oppure, come questa notte, frustarmi"
Margherita si toglie la maglietta e il reggiseno, il busto e la schiena, sono segnati da colpi forti, ricevuti la notte precedente, Margherita ha parlato del suo desiderio di fare all'amore con il compagno di studi, Paolo non ha fatto nessuna obiezione, salvo imporle quei segni freschi, oltre a quelli pesanti e permanenti che già la marchiano
"Non fare altre domande, fammi fare all'amore con te, con gli altri, anche con Lui fotto, con te voglio fare all'amore"
Si siede su di lui, lo fa penetrare lentamente, si muove cercando armonia e sintonia con lui, i muscoli del ventre, si contraggono con lenta sapienza, forti, allenati, si aprono e si stringono, guidati dall'esperienza e dal desiderio di dare e provare un piacere profondo, e almeno questa volta, semplice, il pene del ragazzo viene manipolato dal suo sesso, "Sorridi e amami, io sono felice che altri mi fottano, e che Lui mi possieda, ma sono felice di essere amata da te, amami e basta, senza chiedere altro".
Il tempo di Margherita passa veloce, incredibilmente pieno, divisa tra lo studio, il suo Amante e Padrone, con Franco e la sua passione tenera, gentile, confusa, e con Nanù che quando può, incontra quasi di nascosto. Lo studio sembra non subire in alcun modo danni dalla sua vita nascosta, e dal poco tempo che vi dedica, sostiene gli esami con una facilità e una calma che le erano prima le erano sconosciuti, tutto le viene facile e sicuro, deve solo preoccuparsi di nascondere i segni che spesso porta addosso, Paolo e quelli che lui autorizza, evitano di segnarle le gambe, e le braccia, che porta sempre scoperti, perché le è stato chiesto di essere sempre il più nuda possibile, per provocare gli sguardi e i desideri di chiunque incontri, deve sentirsi continuamente desiderata e concupita, il sesso è sempre nudo, pronto per essere usato, il resto del corpo, quello che gli abiti nascondono ai "normali" può essere colpito, segnato, talvolta ferito, Franco bacia, confuso ed eccitato, quelle ferite, continua ad amarla, ma il mondo segreto di Margherita, poco a poco comincia ad attirarlo, la segue, la pedina, Margherita lo scorge nascondersi in maniera goffa ed inutile, mentre lei si presenta o viene condotta a qualche incontro, il giorno dopo, lui cerca le tracce di quello che lei ha fatto e di quello che ha subito, sulla schiena sui seni.
I pesi sulle grandi labbra in un paio di mesi hanno prodotto l'effetto voluto, si sono deformate, allungate, ora pendono oscene, ornate da anelli più grossi, tra le gambe che lei allarga vistosamente, quando a Margherita viene imposto, o richiesto, di farsi guardare, la deformazione così evidente e voluta, eccita clienti ed amanti, toglie loro ogni residua inibizione, il gancio così lo chiama Paolo, viene usato , quando lui la porta a passeggio in luoghi poco frequentati, la denuda integralmente, togliendole tutto, anche i piccoli ornamenti di tutti i giorni, anelli, orecchini, si aiuta con lo sputo per toglierle il trucco, la vuole nuda, assolutamente nuda, aggancia un lungo guinzaglio, sopra alla sua figa, la strattona, perché lei gioca, gioca ogni volta, un gioco per lei doloroso, ma eccitante, come tutti i suoi giochi, recalcitra, si ribella, resiste, fino a che la pelle le si tende troppo e minaccia di rompersi, qualche volta, un passante la scorge, mentre cammina nuda, come una fiera al guinzaglio del suo padrone, tra gli alberi di un parco, lungo una strada buia, nei parcheggi, tra i camion fermi di zona industriale.
E' l'alba di un giorno caldo e pesante di luglio, Margherita ha sudore rappreso e tracce abbondanti di sesso addosso, ha passato la notte ad accontentare molti uomini, tra loro, anche Franco, ora è uno dei tanti, Margherita sapeva di essere seguita, l'aveva visto, come altre volte, e si aspettava di trovarlo sempre nascosto poco lontano quando, dopo ore, sarebbe uscita dalla casa dove era stata portata a farsi fottere, ma dopo non molto tempo, aveva sentito suonare alla porta, era l'unica donna nella casa, loro, quelli che doveva soddisfare, erano in dieci, la stavano scopando e inculando, a turno, senza fretta, sapendo di poterla usare fino all'alba, le avevano legato abilmente i seni, con corde strette, che facevano male, Margherita, si sentiva oscena, con le mammelle deformate e viola di sangue fermo, era oscena, e godeva di quella nuova oscenità, così visibilmente dolorosa.
"C'è un ragazzo, Franco, dice che lo conosci, vuole entrare, cosa facciamo?"
Margherita, pensa a Franco, uno scoglio a cui si è aggrappata, è solo uno scoglio, un angolo in cui riposarsi, appena uscita dalle onde forti che sembrano volerla trattenere con loro, su uno scoglio non si può vivere, si può solo riposare prima di tornare tra le onde, che urlano e la chiamano
"Legatemi a quella trave, quella che vedo a terra, l'avete portata qui per legarmici vero? E allora usatela, subito, legatemi stretta, fatela diventare il mio piccolo patibolo"
La trave viene alzata da due uomini e posta sulle spalle di Margherita, la legano con corde, altre corde che stringono e le graffiano la pelle, le legano le braccia, le mani, strette, strette alla trave "Ora mettimi un peso, un peso il più grosso, attaccato al gancio, e poi fallo entrare, che mi veda, che mi veda così"
"Margherita?"
"Quasi non mi conoscessi"
Margherita si regge a appena, la grossa trave legata sulle spalle la schiaccia, quasi fosse una croce, le mammelle ancora strette dalle corde, il grosso peso attaccato al gancio le pende tra le gambe larghe, che non riesce a tenere dritte, restano piegate dai pesi, e dal dolore intenso, la pelle dell'inguine sembra quasi strapparsi, oppressa dal peso che le dondola sotto, ha il viso sporco, sporco del trucco pesante, sciolto da lacrime che neanche l'eccitazione riesce a trattenere, da tracce abbondanti di sperma, sul viso, sul corpo, segni di colpi, cera secca, e ancora sperma, gocce pesanti dell'ultimo che l'ha scopata, si staccano dalle grandi labbra deformate, cadono a terra,
"Cosa vuoi?"
"Ti voglio anch'io"
"Piccolo, qui mi si fotte, mi si incula, mi si piscia addosso, qui non mi si ama"
"Voglio fotterti anch'io, come gli altri"
"Non potrai più amarmi, lo sai?"
"Si!"
"Allora fatti avanti, unisciti alle bestie"
Il suo uomo è venuto a prenderla alle cinque del mattino, l’ha fatta salire in macchina, nuda e sporca come l'hanno lasciata, come altre volte, la sta portando a passeggio in un terreno abbandonato ai margini della città, all'apparenza incurante del suo stato di evidente prostrazione, il terreno è molle, durante la notte ha piovuto forte, è pieno di detriti, a tratti viscido e a tratti pungente, per pietre e per i residui di costruzione che vi vengono scaricati, Margherita e a piedi nudi, ed è mortalmente stanca, cammina china quasi gobba, due uomini li seguono da un po' di tempo, bisbigliano tra loro, Paolo la guida senza neanche guardarla, verso un angolo nascosto, da alberi e resti di mura, a terra ci sono mucchietti di feci, qualcuno coperto da fazzoletti di carta, la costringe a camminare in tondo, i due uomini si sono fermati ai margini della zona, evidentemente usata da sbandati come latrina, hanno i cazzi fuori, si masturbano, la stanchezza di Margherita è all'improvviso scomparsa, l'adrenalina le scorre nel sangue, continua a camminare in tondo seguendo gli ordini di chi la doma, ma ora è più veloce, cammina eretta, è fiera, eccitata dall'essere mostrata, in quel modo, e in quel posto, calpesta indifferente qualsiasi cosa, senza cercare di capirne la natura, ad un ordine, si china, si mette carponi, Paolo stacca il guinzaglio, sa che non ha più bisogno di guidarla, le mani, le ginocchia, i piedi, si appoggiano sul terreno putrido, Margherita si muove a quattro zampe, sul fango, sui sassi sui grumi di feci, Margherita si distende, si abbandona, nuda sulla terra insozzata si struscia, si rotola, si insozza di fango, si imbratta di merda, è bestia, guardata concupita da altre bestie,, si accuccia, guarda i sui compagni, ancora divisi tra lo schifo il desiderio, scosta le grandi labbra con le dita, e urina a terra, l'urina esce sempre più abbondante, scroscia, forma altro fango sotto ai sui suoi piedi, i due uomini si avvicinano, le schizzano il loro sperma addosso, poi anche loro urinano, lei si porge ai loro getti, li beve, lascia che le si svuotino addosso, li fa girare, abbassa loro i pantaloni, lecca loro il culo, li incita, stimola il loro ano prima con la lingua poi lo penetra con le dita, li deride per il loro imbarazzo.
"Accontentatela, non vi capiterà più un'occasione simile, lei è tutte le donne che vi hanno ignorato, maltrattato, che si sono fatte desiderare, e vi hanno lasciato con un pugno di mosche in mano, anzi con un pugno di cazzo da menare"
Le cagano in bocca, le coprono il viso ed il corpo di merda, poi quasi fuggono, inorriditi per quello che hanno fatto.
Lui è sparito, ma torna poco dopo , con un secchio d'acqua trovato, o forse preparato prima, e uno straccio di vestito, Margherita si lava alla meglio, e si veste.
"Posso scendere più in basso? Essere ancora più oscena? più sporca? è possibile?"
"Si!"
"Allora voglio esserlo"
IL PROFESSOR ARRIGHI
"Mi ami ancora?"
La domanda è diretta, precisa, ma fatta in maniera calma, quasi serena, nonrimane ansia ad attendere la risposta
"Si, penso di si, da qualche parte, dentro di me, credo di nascondere un ragazzo romantico, forse quello che ero, o che potevo essere tanto, tanto tempo fa, e tu?"
"Io? credo di amarti come prima, anche se ora ti vivo più come padrone che come amante, sento di doverti devozione, più che amore, la ragazza romantica?, te la ricordi? Lo ero, lo sono stata, ma credo di averla vomitata, assieme a sborra e piscio, non è più dentro, non grida, non parla, non si ribella, come ha fatto quando tutto questo è iniziato"
Margherita è in piedi davanti al suo Amante, si tocca i ferri, si accarezza, stringe, quasi si tortura i seni
"Ora sono solo una femmina che cerca il sesso ovunque e comunque, sesso nei cessi, nei postriboli, mi pensavi così nelle tue fantasie quando ero solo la tua amante giovane?, quella giovane ragazza è diventata una puttana pazza, ti piace questa definizione, MARGHERITA , LA PUTTANA PAZZA, me la fai stampare su una locandina in diecimila copie, la voglio appiccicata sui muri di tutta la città, voglio che la gente mi guardi quando passo, mi ingiuri, mi desideri, mi sbatta a terra e mi fotta senza chiedere permesso"
"Hai voglia di fottermi?"
"Si, come sempre"
I due amanti fottono, lui la usa, le copre il viso di sputo, le entra con la mano in bocca, ne cerca la nausea, la incula, la fotte, la trascina nel cesso, la usa come latrina, ma non smette di cercare negli occhi di Margherita qualcosa che gli dica di smettere, ma non vede niente, solo il desiderio di essere trattata a quel modo, l'unico ormai con cui si rapportano tra loro, anche se da mesi lui non la batte, ne la fa battere da altri, i loro rapporti sessuali restano sempre violenti e sporchi.
"Preparati per le undici di questa sera, una macchina verrà a prenderti, nella mia camera troverai pronto quello che devi indossare"
"È finita la quarantena?"
"E' finita, quella che tu chiami quarantena, è stata una pausa indispensabile, tu non te ne accorgevi, ma i lividi sulla tua pelle tardavano a essere riassorbiti, le ferite a cicatrizzare, dovevo, dovevamo fermarti, il tuo corpo va gestito con accortezza, se ne vogliamo spremere, ogni piacere e ogni guadagno possibile, in questo mondo il danaro è ormai l'unico metro per giudicare il valore di qualcosa, stasera le tue prestazioni saranno vendute, dovrai farci guadagnare, guadagnare molto"
La macchina un grosso Mercedes Nero, si ferma davanti al ristorante di Frollo, è passata la mezzanotte, qualche avventore sta uscendo, dentro c'è ancora gente, movimento, rumori, voci allegre di gente comune, Margherita indossa una gonna molto corta, di tessuto simile al metallo, ha il colore dell'oro, gli orli della gonna danzano sulle cosce, la poca stoffa, si posa e si stende leggerissima sulle natiche, rivelandole nude, sopra porta una striscia, una sciarpa lunga e stretta, di rete fine, dello stesso colore, le passa dietro alla nuca e si intreccia davanti a coprire appena il seno, non porta scarpe, le dita dei piedi e delle mani sono infilate in anelli, anelli uniti con catenelle ad un bracciale di metallo, alla caviglia per i piedi e al polso per le mani, nelle borchie che porta infisse sulle grandi labbra, è inserita una barretta, le tiene il sesso dischiuso, Margherita cammina lenta, quasi incede, Principessa di terre sconosciute ai più, passa nel lungo corridoio del ristorante, senza guardarsi attorno, sono loro, gli altri che devono guardarla, e guardano, desiderano, immaginano, sognano di lei e su di lei.
Il tavolo è sempre lo stesso, l'ultimo, vi siedono Frollo, il suo amante, altre due persone sono di schiena, sono entrambi uomini, uno lo riconosce subito, senza dubbi, anche se ne vede solo gli abiti e la nuca, Il professor ARRIGHI, Margherita ha un attimo di incertezza, per qualche istante vorrebbe non essere lì, non essere quella che è, stima molto quell'uomo, da quando un paio d'anni prima ha frequentato i sui corsi, ne è da sempre affascinata, ha i capelli grigi, quasi bianchi trattenuti in una coda da cavallo, una voce calma bassa, una voce che inchioda sulle sedie le aule più indifferenti, Margherita come molte sue colleghe è rimasta irretita dai sui modi, dalle sue parole, dai vestiti, sempre grigi, eleganti, lino o morbida flanella, portati sopra a semplicissime maglie girocollo, anche il leggero bastone, un vezzo, più che una necessità di sorreggere un ginocchio leggermente leso, acquista portato da lui un fascino altrimenti incomprensibile, ARRIGHI è lì, pranza con Frollo e con il suo Amante Padrone, e se è li con loro, aspetta una puttana, una puttana di nome Margherita, ARRIGHI appartiene al suo nuovo mondo ora, Margherita gli sarà offerta, e che lei dovra far salire al massimo il suo prezzo, non pensa, non si chiede, quello che potrà fare di lei, potrà fare tutto quello che sarà stabilito nel prezzo di acquisto. Gli uomini si alzano, galanti, educati, solo Frollo resta seduto, continuando a mangiare.
"Ciao Frolo"
"Ciao Margherita, conosci il Professor ARRIGHI e il suo assistente Alessi? hai studiato con loro se non sbaglio"
Alessi detto anche Leccaculo, figura infima e viscida, nessuno sa perché Arrighi lo tenga con se, guarda, esplora, ogni studente che gli capita sotto come una sanguisuga assetata di sangue, Arrighi sembra non badarlo, non accorgersi delle moine di cui gli si rivolge, ne avvedersi delle angherie che pratica sugli studenti, tanto è amato e rispettato il primo, tanto è odiato il secondo, ora sono li allo stesso tavolo, e Margherita, viene offerta e presentata ad entrambe.
"Vi piace la nostra Margherita"
Alessi la scruta, la squadra, sorride falso e impostato come sempre
"da come si presenta sembra una dea, una dea pagana, non certo la puttana che ci avete promesso"
" sono puttana, puttana nel sangue, ormai, sono quella che cerchi, e se sei qui lo sai gia"
"Una dea puttana, con la fica dorata, immagino"
Frollo e Alessi ridono, rumorosamente,
"Stia zitto Alessi, cerchi di essere meno volgare"
La voce di Arrighi è stizzita, secca, poi cambia tono e parla guardando fisso Margherita
"E' stata una sorpresa, scoprire la sua natura nascosta, la conoscevamo come una delle nostre migliori studentesse, seria e distaccata, abbiamo a lungo parlato con l'amico Frollo e con il suo Amante, ci sono state mostrate e raccontate molte cose su di lei, vede Margherita a noi non basta una puttana, le puttane hanno, e pongono limiti troppo stretti, per quelli che sono i miei gusti e quelli del mio assistente, so già che i suoi sono, come dire, più ampi, può andare ancora oltre?"
"Non ci sono limiti, non li pongo, soprattutto a uno come lei, a uno a cui ho sempre desiderato darmi, chiedo solo di essere mantenuta viva, non chiedo altro"
Gli uomini si guardano, il suo Amante e il Professore, parlano fitto, Alessi le tocca una gamba, sale su lungo la coscia fino a verificare la presenza dei ferri, infila un dito sopra alla barretta che unisce le borchie, tira, prima leggermente, poi con forza, Margherita, trattiene il respiro, stringe i denti, lo sfida con lo sguardo, l'uomo, che le impone una serie di strappi dolorosi, il viso e il corpo di Margherita si imperlano di piccole gocce di sudore, poi la sfida tra i due finisce, e l'uomo annuisce ad Arrighi.
Frollo rutta e mangia, ha il mento sporco lucido di grasso e sugo, il suo Amante parla di prezzi di cifre, il Professore tratta, come un commerciante esperto, guarda la merce che gli viene offerta, ne cerca i pregi, ne cerca difetti, la scruta, la pesa, ne studia il corpo appena coperto, ogni piccola reazione alle sue parole, alle sue richieste, Quell'uomo vuole delle prove di quello che sono, le vuole qui, e le vuole subito, poi mi comprerà, mi comprerà subito. Il pensiero di Margherita si forma e prende subito corpo e azione
"Frollo, voglio pulirti il mento come Anna, posso farlo?"
Margherita si alza senza attendere una risposta, si china sull'uomo, gli lecca il mento, le guance, raccoglie sporco e sudore sulla lingua,
"Non dirmi che vuoi anche bere, piccola troietta, vuoi bere qualcosa dalla mia fonte privata?"
Frollo ride, divertito dalla definizione che ha appena inventato per il suo pisello. Il locale è ancora aperto, ma ormai è vuoto, l'ultimo gruppo di persone sta pagando il conto, ed esce commentando la scena assurda che qualcuno di loro dice di aver visto svolgersi all'ultimo tavolo.
"Si, ho voglia di bere la tua piscia, spero che la tua vescica sia piena, perché ho molta, molta sete"
Frollo si alza, si sbottona i pantaloni, Margherita è già sotto di lui, con la bocca aperta e pronta
"Girati, prima ti voglio pisciare tra i capelli, ora mi piacciono le donne con i capelli bagnati"
Lei si gira obbediente, raccoglie i capelli tra le mani, lui vi piscia sopra, fino a che ne sono completamente intrisi, poi si trattiene, Margherita si liscia con le mani i capelli, ora sono lucidi, pesanti,
"Ora bevi, bella"
Margherita ride a gola aperta e Frollo le infila il cazzo che gocciola urina, direttamente in gola, con un sospiro allarga le dita che lo hanno stretto, e lei beve, beve tutto quello che Frolo ha dentro, lo succhia, lo lecca e lo netta, diligente e accorta, riporta con delicatezza il cazzo dentro i pantaloni e li richiude, apponendo alla fine un bacio, quasi fosse un sigillo sulla patta, ma intanto ascolta, ascolta attenta, il suo Amante fissare il suo prezzo definitivo, e le prestazioni che le sono richieste.
"D’accordo, Margherita vale quello che lei chiede, me la mandi tra dieci giorni"
Margherita è in casa del Professore, un vecchio enorme palazzo del centro, un importante patrimonio di famiglia, anche Alessi abita nel palazzo, in un piccolo appartamento, ricavato dove una volta viveva la servitù, il Palazzo è anche un museo, di giorno un paio di persone vi lavorano per tenerlo pulito ed in ordine e guidare le visite di comitive a pagamento, un ampio salone a volte viene adibito a sala convegni o a piccoli concerti, il professore vive e abita in poche stanze del piano nobile, ed è qui che Alessi guida Margherita, mentre le racconta le storie della grande casa, i suoi pregi, e i suoi tesori, quasi fosse tutto cosa sua.
"Confesso che ti ho desiderato, piccola troia, quando passavi per i corridoi, sempre mezza nuda, ti facevi guardare, da me, da tutti, intuivo che eri diversa da altre stronzette che si credono audaci solo perché si vestono poco, ma c'era un accordo con il Professore, niente Studenti, niente persone del nostro ambiente, per soddisfare i nostri piaceri nascosti, le donne le dovevo cercare fuori, trovarti nella Lista di Frollo, è stata la conferma, di una natura che già intuivo, alle prime pensavo a una somiglianza, ma poi Frollo mi ha detto il tuo nome e cognome, era proprio Margherita Dallaporta a portare ferri alla figa, fotografata con il cazzo di un frocio, in bocca, e nel culo"
Margherita ricordava benissimo le foto fatte con Nanù, sapeva a cosa sarebbero, servite, che sarebbero state mostrate, che su quelle foto sarebbe stata, messa in vendita.
"Ho impiegato dei mesi a convincere il tuo amato Arrighi, a permettermi di chiedere di te a Frolo, nel frattempo mi sono dovuto accontentare di un paio di Rumene, capaci solo di fingere piacere, urlavano al primo colpo di frusta, si vendono solo per il terrore inculcato loro dai protettori, la merce come te è rara, sei bella, sei libera, ti piace fottere, ti piace stupire, ti piace eccitare, eccedere, e che altri eccedano su di te, cerca di non deluderci, il Professore ti ha pagato veramente cara"
Ora sono nelle stanze private, in una stanza grande, vuota di arredi, disadorna, il pavimento di marmo, bianco, tirato a piombo, freddo sotto i piedi scalzi di Margherita, in alto grandi vecchie travi di legno, sul fondo la stanza si alza di un paio di gradini e il pavimento diventa di legno, appena entrati nelle stanze del Professore, Margherita è stata fatta spogliare, Arrighi la ispeziona, controllando lo stato dei ferri, le controlla la pelle, intatta senza segni, come era richiesto, le apre con mani coperte da guanti di gomma, l'ano e la vagina, poi la fotte, a terra, la fotte con perizia, usandole sia il culo che la figa, si è fa leccare, succhiare, e poi a riprende a fotterla, dimostrando un controllo quasi incredibile della propria eccitazione, alla fine sborra a terra, sul marmo, non è necessario ordinare a Margherita di pulire con la lingua, per gusto vero, o per finto piacere, lui non può saperlo, Margherita lo sta già facendo.
"Ora vai dietro a quella porta, c'è un bagno, lavati, profumati, troverai anche un clistere, e una lavanda vaginale già pronti, usali, il Professore e un po’ schifiltoso, non vuole imbattersi in tracce di altri quando ha comperato una donna, anche se di rado poi la usa"
Magherita torna nella stanza vuota, dal soffitto, pendono ora alcune catene, "Cos'era questa stanza?"
"Una volta era la Cappella, vent'anni fa c'è stato un incendio, è non è stata più restaurata, ora la usiamo io è il Professore, come vedi basta poco e poco tempo per attrezzarla a dovere"
Nella parte rialzata di legno, forse il posto dell'altare, sono appoggiati degli strumenti, pesi, pinze, un martello, mollette di ferro, fruste, assicelle di varia lunghezza, bastoni, verghe, chiodi, aghi, candele di vari colori e dimensione, alcune già accese, e molte corde,
"Il Professore dov'è"
Alessi indica alcune zone della stanza, vi si scorgono piccole telecamere, appena mascherate, c'è ne sono molte, almeno una dozzina, piazzate a varie altezze, una si sta muovendo con un leggero ronzio.
"Lui, guarda, può essere nella stanza accanto, ma anche lontano, nella casa di campagna, raramente interviene di persona"
Margherita sente l'obiettivo della camera addosso, è già stata ripresa altre volte nuda e anche mentre praticava sesso, ho veniva punita e umiliata, ma quella telecamera fredda, meccanica, le da i brividi "Ora Metti questa barretta sulla figa, e avvitala alle borchie"
Margherita si china apre le gambe e avvita la barretta,
"Prendi uno dei pesi e aggancialo"
Margherita prende un cilindro di metallo brunito, il più grosso
"Che coraggiosa, hai scelto il più pesante"
"Mi piace solo il gioco pesante"
lo attacca alla figa, lo attacca e lo lascia pendere, il dolore è forte, la pelle si allunga, si stira,
"Seguimi sotto il parranco, sei proprio stronza e presuntuosa, come immaginavo, ma io ti farò saltare i nervi, chiederai la mia, la nostra pietà"
"Potrei chiedere quella del professore, l'ho chiesta talvolta anche al mio uomo, mai la tua o di gente come Frollo, mi fate troppo schifo, siete solo parassiti di altri, più forti di voi,"
Goffa, piegata sulle gambe, Margherita segue il suo nuovo aguzzino, ogni movimento, ogni passo, è un dolore acuto, che si aggiunge ad altri, che non riesce a nascondere
"Muoviti sei lenta, ti muovi come una vecchia bagascia dall'utero scassato"
Margherita si ferma, ride sguaiata, un riso volutamente e ricercatamente volgare, guarda l'uomo, lo sfida
"Guardami, piccolo Leccaculo parassita"
Si piega sulle gambe, si accuccia, fino ad appoggiare a terra il peso, si lascia guardare qualche istante, poi si alza di scatto, urla, le labbra del sesso si allungano, alzano il peso, lei urla ancora, quasi ringhia, il peso le deforma il sesso, dondola, provocando un dolore forte, evidente, "Ne aggiungo un altro? Lo attacco qui, sopra alla fica"
Da sola con la mano si tira il gancio, tende la pelle fino a che sbianca, poi cercando di non essere più condizionata dal peso che ha tra le gambe, raggiunge la posizione indicata, lasciando che le provochi tutto il dolore possibile, non evitando, non cercando più di attenuare l'effetto di nessun movimento
"La mani dietro alla schiena"
"Legami bene, coglione"
"Ti accontento, stronza"
Lui stringe, lei urla, parolacce per offenderlo, irritarlo
"Ho ancora voglia di cazzo, il tuo non mi è bastato, Ho l'acquolina in bocca, per la voglia di cazzo, dammelo ancora, o se non c'e la fai, chiama qualcuno che ti aiuti a fottermi come si deve"
Ma l'uomo è ora assorto a legarla, le lega le mani, le spalle, facendole inarcare il torace, la fa mettere in ginocchio
"Vuoi pompino?"
Lui non la bada più, continua a legare, ha attaccato il legaccio delle spalle a una delle catene che ha fatto scendere dal soffitto, poi e sceso a legarle le caviglie, le fa piegare le gambe, e lega le caviglie, ad altre corde che le girano strettissime attorno alle cosce, Margherita ora appoggia solo sulle ginocchia, e viene trattenuta in equilibrio dalla catena collegata alle spalle, Alessi prende una frusta fatta di grossi nastri di cuoio intrecciato, e le assesta un serie di colpi molto forti. Margherita, strige i denti, non parla, non urla, cambia solo il ritmo del respiro
Alessi ripone la frusta,
"Tutto quì?"
Per tutto il tempo Margherita ha subito i colpi e ascoltato il ronzio delle telecamere che la inquadravano.
"Tutto quì"
Alessi ha altre corde in mano, le passa, le avvolge, le strinde attorno ai seni di Margherita,
"Vuoi appendermi per i seni?"
"Devo chiedere il tuo permesso, forse?"
"No!"
L'uomo continua i suo lavoro, fino a stringerle i seni tra le corde, prova la tenuta della legatura con un paio di strappi decisi, la gola di Margherita emette suoni che non riesce a trattenere, Alessi attacca un'asola che ha ricavato dalla corda sui seni alla catena che un attimo prima sorreggeva Margherita per le spalle,
"Vado?"
"fottiti!"
Un piccolo motore elettrico ronza, la catena si tende, tira la corda, tira i seni, li deforma, le corde stringono, Margherita, viene alzata da terra, portata in alto, fatta ridiscendere, risalire, fermata, con il ventre all'altezza del viso di Alessi, il peso le pende ancora dalla figa, i seni sono viola, anche le cosce, e i piedi sono violacei, stretti come sono dai legacci, le telecamere ronzano, vedono inquadrano, Alessi torna a colpire, questa volta con una lunga canna, Margherita per non urlare il proprio dolore, urla insulti, provocazioni, Alessi colpisce più forte
"Smettila di dire stronzate, stai zitta altrimenti ti inchiodo la lingua"
"E fallo, fallo se hai coraggio coglione"
Alessi è furioso, sta perdendo ogni controllo, ora i colpi sono disordinati, senza alcun ritmo,
Margherita continua ad isultarlo anche se le parole le escono strozzate, a volte mozze, e il respiro comincia ad essere irregolare,
"Chiudi quella bocca Puttana!"
Alessi fa scendere Margherita a terra, la stacca dalla catena, la trascina per i capelli fino ai gradini, di legno, dalla pedana raccoglie un grosso chiodo e un martello
"Stai zitta o ti inchiodo veramente quella lingua sugli scalini"
Per qualche istante i due si guardano, le camere continuano a ronzare, Margherita striscia fino a portare la testa sopra al primo scalino, ha il viso livido, teso, il poco trucco sciolto le riga le guance, apre la bocca e posa la lingua sul legno,
Alessi è furioso le si mette dietro a cavallo della testa, appoggia il chiodo nel mezzo della lingua e prepara il colpo di martello.
"Fermo!"
Il rumore di una porta, i passi, il bastone che ticchetta sul pavimento, la voce di Arrighi,
"Fermo, sei troppo teso e eccitato per fare una cosa del genere, Margherita, non deve subire danni seri, o irreparabili, se proprio lo vuole, vuole provocarti, provocarci, con questa sua folle offerta, posso farlo io"
"Margherita, vuoi?"
Pazzia, pazzia che cresce, che li prende tutti,
"Si!"
"Slegala"
Alessi la slega, le tracce delle corde restano profonde sulla pelle, si confondono con quelle dei colpi di frusta,
"Vieni qui, sullo scalino come prima"
Margherita torna sullo scalino camminando a quattro zampe, lenta, incerta, come un animale riottoso, diffidente,
"Speravo saresti venuto"
"Per farti questo?"
"Per farmi qualsiasi cosa"
Margherita appoggia le mani sullo scalino le braccia aperte, distanti, a cercare appoggio ed equilibrio, poi allunga la lingua quanto le è possibile e la appoggia sul legno. Il professore è calmo, quasi freddo, controlla il chiodo, studia l'equilibrio del martello, e appoggia e colpisce quasi nello stesso istante, senza nessuna incertezza, con un movimento veloce avvolge il corpo della ragazza con le braccia, ne trattiene, ne limita i movimenti inconsulti, impedendole di muovere la testa, come stava istintivamente per fare, a Margherita, non resta che battere con violenza le mani sullo scalino, unico modo rimastole per dichiarare quello che prova, Il professore le parla con calma, le accarezza i capelli, poi quando la sente nuovamente sotto controllo, le va dietro, si apre i pantaloni e le fotte il culo.
Quella che esce dal palazzo, dopo una settimana, è una creatura, senza più contatti con il mondo, per sopportare, per subire, ha perso via via la gestione dei propri sensi dei propri sentimenti, non comunica più ne con l'esterno, ne dentro di se, ha creato decine e decine di piccole isole, relegando dentro di loro ogni fatto, ogni sensazione, ha tagliato ogni comunicazione tra i singoli eventi, solo così è riuscita a controllare ogni soppruso subito, la frusta, era la frusta solo una frusta, l'ano allargato, straziato dalla mano di qualcuno, era solo l'ano, i seni legati stretti, usati per appenderla in alto, mentre con verghe le percuotevano i piedi, erano solo seni.
Ogni sensazione era circoscritta, isolata, e in questo modo gestita e vissuta, ma ora l'essere che torna alla casa dell'amante, è incapace di riannodare tutte le connessioni, e si trova a non essere più nessuno, solo un'accozzaglia di fatti vissuti, di fatti immaginati, di incubi, di eventi reali, non più distinti e correlati tra loro, cammina appena, tasta il terreno, i muri, ogni oggetto, ogni forma, ogni movimento, diventano irriconoscibili, indistinguibili possono appartenere al passato, al presente, ma forse anche al futuro.
Il corpo guarisce lento, ma guarisce, la pelle aperta, si richiude, si appiana, riprende il colore, ma la mente è più lenta, mille figure, mille fantasmi le vorticano dentro, Paolo , Frolo, Anna, Nanù, l'uomo con il Bastone, Angela, Lisa, Silvia, è altri ancora, ancora nell'ombra, i cui tratti non sono ancora delineati, ma solo abbozzati, una ragazzina, con le braccia e le gambe tatuate, i piccolo seni appuntiti, appena nati, già forati da piccoli anelli, il sesso rasato e una sottile catenella attaccata al clitoride, guarda Margherita accarezzando il suo cane "Lupo" che la segue ovunque, Figure confuse da cui dopo molto tempo emerge quella del suo Amante che le parla, le parla calmo, dolce,
"Ora vuoi andartene, vuoi lasciarmi, queste sono le mie fantasie, se resti saranno la tua realtà"
FINE
oppure chissà, tutto dipende dalla risposta di Margherita, ora e zitta, mi
guarda, rilegge ogni pagina, per una seconda volta, e ancora non fugge
lontano
Parte II
1
"Sei sveglia?"
La voce sembra arrivare da lontano, ma è una voce chiara, piacevole, giovane, una voce che evoca prati, corse, risate, c’è luce, molta luce, troppa, Margherita si porta la mano davanti agli occhi.
"Dove sono? E tu, chi sei?"
"Io? hai ragione, non mi conosci, io sono Andrea ed a dispetto del nome, sono una femminuccia. Sei da Norma, nella sua villa, o come la chiama qualcuno, La Clinica"
"Clinica? "
"La chiamano così perché a volte portano qui quelle come te, quando subite danni rilevanti, danni che non passano da soli con riposo e cremine, qui vi rimettono in sesto, vi cuciono le ferite, vi fanno riposare, e poi vi rimettono nel mercato, tu sei nella Lista di Frollo se non sbaglio, credo sia il peggiore di tutti i Master che si servono di questo posto"
"Sono credo di essere nella sua Lista, come la chiami tu ma non sono sua, sono di un altro, ma tu non sei come me?"
"No io sono e voglio rimanere una Libera, vengo da Norma per riposarmi tra un lavoro e l’altro. Lo so che sei di Paolo, e venuto a vederti quasi tutti i giorni, stava seduto accanto al letto per ore, sapeva che oggi ti saresti svegliata, mi ha chiesto di starti accanto, lui verrà solo domani"
"Da quanto sono qui"
"Da un mese"
"Non ricordo niente, assolutamente niente"
"Sei stata sempre sotto sedativi, sei entrata qui in stato di shock e fisicamente molto, molto provata, con profonde ferite, non avevo visto mai nessuna in quello stato. Ti hanno tenuta in stato di incoscienza, per lasciare riposare il tuo sistema nervoso, e intanto dei medici ti hanno cucito le ferite".
Margherita riesce finalmente a usare la propria vista, si guarda attorno, è in una camera ampia e luminosa, con una grande finestra che occupa quasi interamente la parete di fronte al letto, all’esterno si vedono grandi alberi, si intuiscono spazzi aperti, forse il mare, non ci sono rumori, accanto al letto distingue una ragazza giovane, molto giovane, il viso rotondo, allegro, i capelli cortissimi, un piercing, una barretta con due sfere avvitate alle estremità le attraversa l’attaccatura del naso, all’altezza dei sopracigli, appena accennati. È nuda, salvo per un striscia di tessuto nero, coperto di brillantini, che le nasconde il pube, la striscia si regge direttamente sulla pelle, su due piccoli anelli che le forano i lati del monte di venere. Ha un corpo minuto, ben fatto, i seni fiorenti, appena accennati, con capezzoli piccoli e scuri ornati da anelli di metallo appena appena più grandi di loro, le braccia e la gamba sinistra, sono coperte da tatuaggi, figure nitide, forse una storia, una storia incisa sulla pelle. Andrea si lascia guardare con evidente piacere, si gira e sui fianchi noto che ha altri due piercing a cui è collegata un catenina che sostiene un’altra striscia di tessuto, altri due anelli le forano la pelle, più in alto, appena sotto le spalle.
"Ti piaccio? Ti piacciono i miei gingilli"
Scosta il leggero lembo di tessuto, per mostrare altri anelli, di varie dimensioni, infitti sulle labbra del sesso, poi apre la bocca per mostrare la lingua forata da due barrette.
"Gli uomini impazziscono quando li vedono, ci giocano, a volte per ore, alcuni li usano per ornarmi, ci attaccano piccoli gioielli, pietre, oro, perle, qualche volta me li lasciano in regalo, molti vorrebbero usarli per legarmi, per immobilizzarmi, ma io non mi faccio battere, almeno non ancora, mi faccio fottere, inculare, con qualcuno, anche con il tuo uomo, riesco anche a godere, ma il dolore mi fa ancora paura, anche se l’ho già provato, quando mi sono fatta fare tutto questo, a te non fa paura? mi dicono di no, mi dicono che lo cerchi, e lo chiedi, è vero? ma io come sempre parlo troppo, chiedo troppo, ora vado a telefonare a Paolo e a prenderti qualcosa di caldo, aspettami, torno subito".
Margherita non ha il tempo neanche di fiatare, che la ragazza è già fuori dalla stanza. Margherita si alza dal letto, addosso non ha nulla, non si sente stanca, non sente alcun dolore, è solo ancora assonnata, c’è un grande specchio. Margherita si guarda, il grosso anello che le attraversava la parte alta del pube le è stato tolto, le sembra di scorgere ombre sulla pelle, dove erano i fori d’entrata della barra a cui si attaccava, ma le grandi labbra restano ancora oscene, evidenti, deformi, le borchie sono ancora al loro posto. Il resto del corpo sembra in forma smagliante. Affiorano piccoli ricordi di mani esperte, di olii, di creme, di linimenti ed altri, più forti e acuti, di strappi, di grida e di dolore, molto dolore.
"Sei bellissima, venivo spesso a guardarti, mentre ti massaggiavano, mi piacciono gli uomini, ma anche le donne, quando sono come te"
Andrea è rientrata, le porge una tazza di brodo, brodo caldo, buono, pieno di sapore, di profumo, e parla, parla, cicaleccia come una bambina allegra e sfrontata, Margherita beve con calma il brodo, attenta a non scottarsi.
"Posso toccarti, fare all’amore con te?"
"Si!"
Andrea aspetta che Margherita finisca di bere, poi la accompagna per mano e la fa sedere sull’orlo del letto.
Ha mani piccole, delicate, dolci, una lingua svelta, abile, impertinente. Margherita si lascia fare, si fa sedurre, asseconda, chiede, ottiene nuove carezze, si fa aprire, riempire, gode, fa godere Andrea e chiede di godere ancora. Andrea, la accontenta e fa all’amore con il suo corpo fino a sfinirla, fino a che Margherita ripiomba nel sonno, quasi che nulla fosse accaduto, Andrea chiude le imposte, le tende, prende la tazza vuota, ed esce in silenzio.
Lo sente, lo sente subito, sente il suo odore, la sua presenza, e seduto sul letto, le accarezza una mano, poi le guance, la scopre, la guarda, lei si fa guardare, non parlano, lei gli si avvicina, spostandosi sul letto, cerca il suo odore, quello più intimo, sente bisogno di sesso, di sesso con il suo uomo, lo annusa come fosse un fiore, gli apre i pantaloni, ne estrae il sesso, lo accarezza, lo impugna, lo ammira, fiera che le sia ancora concesso di toccarlo, di sentirlo suo, lo lecca, lo bacia, ne ricerca il sapore, se ne riempie la bocca, lo tiene dentro, golosa, ingorda, se ne fa riempire fino a esserne soffocata. La piccola Andrea è nella stanza, vicina al letto, curiosa, attenta, segue l’accurato lavoro delle sue labbra come un’allieva diligente, la guarda succhiare, arrampicarsi sull’asta, contenerla, guarda le sue guance gonfiarsi, deformarsi per rendersi più capienti, ascolta i suoni che emette, gorgogli, risucchi, la osserva deglutire, bere, nutrirsi, e mostrarsi ancora, al suo uomo, al suo padrone, fiera di essere ancora utile per fargli avere piacere.
Margherita ha ancora voglia di sesso, il sapore che sente in bocca, la stimola, la eccita, assume la posa più oscena, a gambe larghe, spalancate.
"Andrea, fottimi, fottimi con le mani, con tutte e due, fottimi per gli occhi del mio uomo, lascia che goda nel vedere quanto sono puttana".
Andrea striscia sul letto, con le mani unite, a preghiera, Margherita le unge con i propri umori, le copre di saliva fino a renderle scivolose, le mani entrano, s’incuneano, la aprono, il bacino si ritrae, poi avanza e spinge, fino a farsi aprire, il corpo di Margherita poggia sulle spalle e sui talloni, il suo ventre danza, ondeggia, alto sul letto, si avventa sulle mani che le scompaiono dentro, il corpo si scuote, s’innalza, s’inarca, aperto, posseduto, quasi squartato, ma sopratutto guardato, Margherita spinge, urla, fino a che le forze la reggono, poi schianta sul letto.
"Sono solo la mia figa, il mio culo, la mia bocca, non voglio essere nient’altro".
"Rimarrai qui, fino a che i tuoi parenti e i tuoi vecchi amici si stancheranno di cercarti".
Paolo e Margherita, seguiti a pochi passi da Andrea, stanno passeggiando nel piccolo parco che circonda la Casa di Norma, il parco è circondato da un muro ed i grandi alberi visibili dalla finestra della camera di Margherita sembrano più che sufficienti per isolarlo dall’esterno. Margherita è scalza e non indossa nulla.
"Prima o poi troveremo un corpo adatto, e lo faremmo trovare, allora anche ufficialmente Margherita sarà morta, ma Margherita già non esiste più, come Nanù, tu devi rinunciare al tuo nome, ma non te ne sarà dato un’altro, ti chiameranno con suoni, con gesti, non con un nome, un nome si abbina ad una persona, anche ad un animale, un nome presume una personalità, un carattere, mentre tu devi assumere quello che gli altri vorranno dal tuo corpo, sarà offerto e acquistato per qualsiasi piacere cerchino, solo quanto pagheranno fisserà il limite di come potrà essere usato, dovrai adeguarti e plasmarti ogni volta, non ci sarà affetto, né tanto meno amore, troverai molto disprezzo, molta cattiveria e violenza, dovrai essere, umile, laida, volgare, impaurita o sfrontata a secondo di chi avrai davanti, forse un giorno sarai liberata, e potrai se vorrai, riprenderti il tuo vecchio nome, ma questo tra molto tempo, e se sarai ancora in vita".
Le parole, cadono, pesanti, dolorose, come colpi di bastone, Margherita, perché chi narra continuerà a chiamarla così, stenta a reggerle, le manca il fiato, sente un senso di oppressione sul torace, un vuoto nello stomaco, le gambe molli, fragili, suda, ma sente freddo, Andrea la sta guardando, il viso giovane è teso, pieno di ansia, quello di Paolo, scuro, affilato, immobile.
"Mi ami ancora? Ami ancora Margherita?".
"Si! L’amo ancora, e continuerò ad amare Margherita".
"Allora se ami Margherita, e continuerai ad amarla, Margherita sarà dentro di te, se sarò ancora in vita come hai detto, potrai farla uscire di nuovo, se vorrai e quello che ora hai davanti potrà contenerla nuovamente, per me va bene, va bene così".
Margherita si avvicina al suo uomo, muovendo rallentata, lo bacia a lungo accarezzandogli i capelli dietro la nuca, poi si stacca e arretra, ora è un’altra cosa, e il cambiamento è tangibile, un corpo è lì pronto, basterà un ordine e sarà quello che si vorrà, farà, subirà qualsiasi cosa.
2
La grossa macchina si ferma davanti al palazzo, l’autista scende si guarda attorno, controlla l’indirizzo, si avvicina al portone e suona, poche, pochissime parole, poche sillabe per avere una conferma del luogo, poi l’uomo fa un cenno verso la macchina, la portiera si apre e ne scende una donna, una donna molto bella ed elegante, veste un tailleur scuro con la gonna corta, la giacca portata sulla pelle lasciando visibile il pizzo del reggiseno. Ha gambe lunghe forti, non indossa calze, ai piedi un decolleté in pelle morbida con il tacco affusolato e altissimo, non ha gioielli, né borsa, il viso serio è parzialmente coperto da grandi occhiali da sole, si avvicina al portone che l’autista tiene aperto, entra, l’uomo richiude il portone alle sue spalle e risale in macchina.
Non ha istruzioni, né nessuna indicazione, sale le scale, sono molto ampie, scale di un antico palazzo patrizio, ben restaurate, pulite, linde, i tacchi battono sul marmo, fanno rumore, i suoi passi rimbombano, amplificati dal silenzio che regna nel palazzo, al primo piano la porta è aperta, spalancata, lei entra.
"Spogliati!".
Riconosce la voce di Nora, come sempre piatta, uniforme, sembra non cambiare mai intonazione, anche quando le ordinava di assumere una posizione a lei più comoda, mentre le bruciava la pelle.
La donna obbedisce, si toglie tutto, anche le scarpe, Norma le fa riporre tutto in una sacca di cuoio marrone.
"Lasciati guardare".
La donna rimane ferma, ma allarga ampiamente le gambe, lascia le braccia, morbide, distese lungo il corpo, la bocca semiaperta, tiene gli occhi spalancati, ma sembrano cechi, il sesso è evidenziato da labbra grandi, quasi deformi, sono forate, ed i fori ospitano asole di metallo larghe forse due centimetri, la pelle del pube appena sopra il sesso è incisa, un disegno, un’immagine di donna, in croce, disegnata da piccole cicatrici, ustioni provocate dal ferro rovente maneggiato con cura certosina dalle mani di Norma, si gira, anche le spalle sono incise, rose, rose e le loro spine, Norma si avvicina, passa la mano sopra alla sua "opera", la giovane donna trasale.
"Fanno ancora male?".
"No! Ma, il ricordo…".
"Mi piacerebbe lavorare così anche la pelle della piccola Andrea".
La giovane donna si irrigidisce.
"Non preoccuparti, non lo farò, ma non per te, tu non hai nessun potere, ma solo perché altri non lo vogliono, ma ora vai, entra nell’ultima porta, sei attesa".
Il Riposo tra un Lavoro è un altro spesso è lungo, quando viene venduta Margherita deve essere in forma perfetta, e ogni traccia di precedenti sevizie deve essere scomparsa, passa quel tempo a leggere, a curare il suo corpo, gioca e fa sesso con Andrea, a cui è concesso di venirla a trovare. Nella casa di Norma trova spesso altre ragazze, ma non può parlare con nessuna, sono schiave anche loro, ma conservano i loro nomi, le loro identità, qualcuna è marchiata e ferrata, ma nessuna lo è come lei. Quando ha bisogno di sesso e Andrea non è presente, deve consumarlo in modo pubblico, e le masturbazioni di Margherita sono molto frequenti, quasi giornaliere, quando sente la voglia montarle dentro, Margherita va nella sala, o nel piccolo parco, dove le altre ospiti si incontrano tra loro, e incontrano i loro padroni, si serve delle mani e di grossi falli neri, fatti a forma di cazzo, curati fino alla riproduzione delle vene, delle pieghe dello scroto. Li trova osceni, e l’osceno la eccita, la stimola, se li infila, mentre la guardano, li manovra dentro di se, oltraggiando il proprio corpo, fino a sfinirlo.
Un altro Cliente, un altro uomo che l’ha acquistata al mercato delle donne perdute, alla bancarella segreta dei corpi senz’anima, un altro che può usarla, un’altro che ha diritto di ridurla ad un niente, di farla urlare, piangere, di farle chiedere pietà, questo le è concesso anche se raramente lei lo fa, e quasi mai loro la ascoltano.
"Qual è la cosa peggiore che hai fatto o che ti hanno fatto".
"Intendi la più dolorosa?".
"La peggiore, quella che ti ha fatto capire quello che sei ora".
"É capitato una volta sola, allora avevo anche un nome, ho mangiato le feci di due uomini, la loro merda, ricevuta direttamente in bocca. Mi usano spesso ora, e mi usavano anche prima, come latrina; mi si urina addosso, sui capelli, mi fanno bere, l’urina è calda, spesso è fetida, me ne riempiono la bocca, lo stomaco, all’inizio è stata una cosa difficile, poi è diventata una imposizione frequente, ho imparato a controllare la nausea e lo schifo, a trasformarle in forme di eccitazione, ora mi eccito quando capisco che mi si vuole urinare addosso, lo fate per lordarmi, sporcarmi, e mi pace sentirmi, farmi vedere sporca, agli uomini e anche alle donne, piaccio quando sono lì immobile, ad attendere di essere bagnata e riempita del loro piscio. Ora mentre lo fanno mi masturbo e qualche volta godo, a volte sono io a chiederlo, vi distrae e se mi va bene allontana il dolore che avete voglia di darmi. Quella volta ero con il mio uomo, erano due sbandati che aveva cercato apposta tra i più brutti e sporchi, mi facevano schifo, io mi facevo schifo, ero stata stuprata per tutta la notte, ero ferita, puzzavo di molti uomini, del mio sudore, del loro e del mio piacere, e questo mi eccitava, ho leccato il loro culo, ho urlato quello che dovevano fare, ero impazzita, sentivo nausea e disgusto, ma dimostrare quanto fossi capace di scendere in basso era più forte di tutto, ho aperto la bocca e loro me l’hanno riempita di feci, ho dovuto masticare e inghiottire tutto, si quella è stata la cosa peggiore, mi fa ancora schifo ma spero mi sia chiesto, imposto di farlo ancora"
"La più dolorosa?".
L’uomo le fa paura, chi la compra solitamente si dimostra calmo esperto, normalmente è gente che frequenta da tempo Club e ambienti sadomaso, nel peggiore dei casi si atteggiano a Padroni, a Master incalliti, talvolta bardandosi di assurdi abbigliamenti di cuoio; questo è diverso, è nervoso e non tenta di nasconderlo, suda, quasi trema, ascolta eccitato il racconto della Ragazza. Lei è in piedi, ancora vestita, quasi a disagio nel non essere come sempre nuda davanti al nuovo padrone, lui le gira attorno leggermente piegato, quasi ingobbito, pone le sue domande, a voce bassa, incerta.
"La più dolorosa?".
Immagini, sensazioni, ricordi.
"Questi!".
Alza la gonna mostrando il pube inciso, con il dito percorre il disegno.
"Questi disegni sono stati i più dolorosi, sai come si fanno?".
"Si mi è stato spiegato quando ti ho scelto, e dopo?".
"Essere appesa per i seni, essere appesa per i seni e frustata a sangue, puoi farlo? Mi hai pagato abbastanza?".
"Si, ti ho pagato abbastanza".
"Allora cosa aspetti, fai, fammi qualcosa. Mi spoglio?".
"No, non ancora, ho desiderato tanto, un momento come questo, una donna come te da usare, che ora mi sembra impossibile poterti fare qualcosa, anche solo toccarti, mi racconti cose quasi non credibili, ma vedo le tue cicatrici, ti ho vista in foto ed in cassetta, so che è tutto vero, forse sei troppo bella".
"Per quanto puoi tenermi?".
"Dieci giorni".
"È molto, non sono mai stata ceduta per un tempo così lungo".
"Mi è stato detto".
Margherita si è appoggiata di spalle al muro, ha allargato le gambe, e si sta masturbando, guarda l’uomo dritto negli occhi, ha la bocca semiaperta, un rivolo di saliva le esce dalle labbra scivola sul mento e poi gocciola pesante a terra.
"Puoi farne a meno?".
"No! Solo se me lo ordini, ma ti prego fottimi o lasciamelo fare, mi eccito troppo, quando parlo e ricordo quello che ho fatto di me, non ho da tempo nessun controllo sui miei impulsi, e il mio corpo ora esige sesso, sesso violento, fottimi se non vuoi che mi masturbi, puoi legarmi anche le mani, io mi siederò a terra e struscerò la figa sul pavimento, ho un uomo davanti, è devo provocarlo, eccitarlo, se non è lui a sbattermi, devo io sbattermi per lui, io non ho scelte, ho rinunciato ad averle".
"Se continui così rischi di farmi perdere quel poco controllo che ancora ho, allora potrei farti anche molto male".
"Io il controllo, l’ho già perso, anzi non l’ho mai avuto".
Margherita si è strappata di dosso i pochi vestiti, si struscia contro il muro, come fosse un nuovo amante, rantola, muove il bacino, come se contenesse un cazzo. L’uomo si toglie la cinta, e la colpisce forte, sempre più forte.
"Dalla parte della fibbia, così non mi fai male abbastanza, stronzo".
Più tardi sono entrambe seduti a terra, Margherita ha il corpo ferito, il viso sporco di sperma. Fumano, sfiniti, esausti.
"Sei conciata male".
Margherita si guarda il corpo, in qualche punto sotto i colpi della fibbia, la pelle ha ceduto, si è aperta, gocce di sangue che le si seccano addosso.
"Sono stata peggio".
"Ma è solo il primo giorno".
"Già".
"Devi essere più deciso con me, hai ancora troppo rispetto, forse compassione, non merito e voglio né l’una né l’altra, con me devi solo pensare a divertirti, a sfogarti, mi hai comprata per farmi quello che non hai potuto fare ad altre, magari a qualcuna che ti ha ferito, o deriso, io sono loro, ogni altro sentimento verso di me è sprecato, inutile.
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19 years ago
andaluso,
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In treno con un ragazzo
Mi chiamo Grazia, sono di Milano ed ho 48 anni, sono separata da tempo e questa che sto per raccontarvi è una storia vera che mi è capitata due settimane fa.
E' sabato, sono in treno e mi sto recando a Venezia a trovare un'amica,, sul treno ci sono pochissime persone e nel mio scompartimento di prima classe sono addirittura sola, siamo più o meno all'altezza di Brescia quando decido di alzarmi ed andare nel corridoio a fumarmi una sigaretta.
Senza voler essere presuntuosa posso dire di essere una bella donna, mora, capelli a caschetto, alta 1,68, abbastanza magra, un bel fisichino direi nonostante l'età, ma soprattutto sono molto orgogliosa dei miei due cavalli di battaglia, la bocca ed il seno.
Oggi indosso un abitino sbracciato rosa, molto carino, aderente al punto giusto, allacciato sul davanti, con una generosa scollatura, adeguatamente riempita dalla mia quarta abbondante, valorizzata anco più dal reggiseno di pizzo bianco che mi unisce e spinge in alto i seni
Gli uomini mi piacciono parecchio, ed essendo libera, ho degli amici con i quali mi diverto a fare sesso, ma ciò che preferisco è essere guardata e desiderata, mi eccita da morire l'idea di "arrapare".
Devo dire che grazie alle mie labbra carnose sempre evidenziate da rossetto rosso fuoco ed alle mie belle tettone (che ostento sempre con gran piacere) mieto eloquenti successi.
Sto fumando la mia sigaretta guardando fuori dal finestrino, quando mi accorgo di essere osservata da qualcuno, mi giro e ad un paio di scompartimenti di distanza, noto un ragazzo molto giovane, sui diciassette/diciotto anni che mi fissa, lo guardo e non ci faccio più di tanto caso.
Tenendo la sigarette tra le labbra, mi massaggio la schiena, facendo questo movimento, la inarco e di conseguenza vengono spinti in avanti i seni creando senza dubbio un profilo di notevole effetto, me ne rendo conto e mi rigiro verso il ragazzo, lo scopro con lo sguardo fisso e le guance rosse...
Il seno ed il sedere, stretti nel vestito, devono averlo colpito !
Sorrido da sola e penso alle due ore di noia che devo passare ancora in treno.
A questo punto la mia indole porcellina salta fuori con un'idea...potrei divertirmi a giocare un po'...
Rientro nello scompartimento, mi ripasso la labbra col rossetto, mi slaccio il bottone più alto del vestito, prendo la borsa ed esco.
Due scompartimenti dopo, c'è il ragazzo seduto.
"Ciao! Ti spiace se mi siedo qui, il vagone è vuoto e da sola non mi sento tranquilla:"
"No ,no, si figuri si accomodi pure."
Mi siedo di fronte a lui, vicino al finestrino.
E' un bel ragazzino, dall'aria pulita.
Dai Grazia !
Penso tra me, potresti essere sua madre...!
Ma di colpo la voglia di giocare con lui fa sparire tutti gli scrupoli
Mi sono messa gli occhiali scuri, sotto i quali spio le mosse del mio dirimpettaio, legge o meglio finge di leggere un libro e vedo benissimo che mi lancia degli sguardi, indirizzati soprattutto al seno che occhieggia dalla scollatura.
Accavallo e scavallo le gambe con sapiente e studiata lentezza allo scopo di incuriosirlo e probabilmente sono anche riuscita a fargli intravedere i miei slip di pizzo bianco, il gioco comincia intanto a prendermi e mi rendo conto che piano piano l'eccitazione aumenta in me.
Posso fumare ?" gli chiedo.
"Si, certo signora, non mi da fastidio:"
Mi accendo una sigaretta ed inizio ad aspirare con fare voluttuoso, ripassandomi ogni tanto la lingua sulle labbra che il rossetto rosso lucido rende decisamente molto eccitanti.
Il ragazzo ogni tanto alza gli occhi dal libro e imbarazzato, mi guarda la bocca.
Spengo la sigaretta e fingendo di sistemarmi un sandalo mi chino in avanti mostrandogli lo spettacolo della mia scollatura.
Rimango abbastanza tempo in questa posizione per permettergli di lustrarsi per benino gli occhi con la parte cospicua di tette che il pizzo bianco del reggiseno non riesce a contenere.
Alzo gli occhi e li incrocio con i suoi, mi sta guardando sconvolto!
Decido di rompere gli indugi.
"Che ti succede ? Cos'hai da guardarmi così?" gli chiedo con aria preoccupata.
"No, niente, mi scusi signora, mi scusi, non volevo!" mi risponde imbarazzatissimo.
"Cosa non volevi?" riprendo io.
"Non volevo guardarle ,li!"
"Li dove?" ribadisco.
"Nella scollatura!"
"Ah! Mi stavi guardando nella scollatura, come mai?"
"Signora, mi perdoni ancora, è stato più forte di me ,non ho resistito è bellissimo, lei ha un seno bellissimo!"
Fatta! Il pesciolino ha abboccato, penso contenta tra me.
"Ah! Bene, ti ringrazio per il complimento, sei molto gentile, non pensavo che una donna della mie età potesse colpire un ragazzo giovane come te!" (Falsa!!!)
Mentre gli dico questo, il mio sguardo, va a cadere in mezzo alle sue gambe che nel frattempo per la prima volta ha scavallato...mio Dio!
Un notevole ed inequivocabile gonfiore appare sotto i jeans!
Gli è venuto duro!!!
La soddisfazione di avergli provocato l'erezione, aumenta l'eccitazione che comincia a pervadere il mio corpo...
Mi soffermo un attimo a guardargli la patta ed improvvisamente sento i capezzoli indurirsi ed un piacevole umore bagnarmi la ciccia.
Ma davvero trovi che abbia un bel seno?"
"Si, si signora! Deve essere sicuramente molto bello!" mi risponde imbarazzato.
"Come, deve essere! Allora hai dei dubbi!" gli rispondo con aria seria.
"No, no per carità, assolutamente, vedendolo dal vestito direi sicuramente di sì!"
"Pensavo che visto come mi guardavi nella scollatura, ti fossi reso conto bene di come fosse o pensi che sia tutto merito del reggiseno?" gli rispondo con una finta aria seccata.
Il ragazzo mi guarda, rosso in viso, incapace di rispondermi, con lo sguardo fisso sulle tette che chinandomi in avanti ho portato a cinquanta centimetri dai suoi occhi.
"Scommetto che ti piacerebbe vederlo?" gli butto a bruciapelo.
"Come scusi?"
"Ti piacerebbe vedere il mio seno?" gli ribadisco perentoria ed ormai decisamente eccitata.
"Si, ma.. come..." l'imbarazzo pervade in lui.
"Secondo me sì" gli rispondo guardandogli inequivocabilmente l'uccello duro sotto i jeans.
Mi alzo, vado sulla porta dello scompartimento, controllo che non ci sia nessuno, tiro le tendine laterali.
"Vieni", il ragazzo si alza, lo prendo per mano, (la mano è sudatissima), mettiti qui e controlla che non venga nessuno!"
E' posizionato sulla porta dello scompartimento.
L'idea di farmi vedere e di eccitare questo ragazzino mi ha ormai preso completamente, i capezzoli mi sono diventati così duri che sembra vogliano bucare il pizzo delle coppe e la figa è in un lago.
Non mi è mai capitata una cosa del genere con un ragazzo giovane e tutto ciò comincia a piacermi, a piacermi molto...
Il ragazzo è sulla porta dello scompartimento, io sono all'interno, contro il finestrino, di fronte a lui, mi sta guardando, mi guarda in un modo strano, mi sento desiderata da lui, gli guardo l'uccello sotto i jeans, dev'essere completamente in erezione, è venuta anche a me una gran voglia di vedere e toccare quel giovane cazzo.
Inizio lentamente a slacciare i bottoni, mi apro il vestito e mi regalo ai suoi occhi in reggiseno e slip.
"Ti piaccio? Cosa dici, come vecchietta sono ancora passabile?"
Gli occhi sbarrati del ragazzo sono più eloquenti di qualsiasi risposta, del resto gli slip sono molto trasparenti così come il reggiseno che lascia intravedere perfettamente i capezzoli.
"E'...è bellissima signora, bellissima....!"
"Sei soddisfatto? Mi sa di no, vero?" gli chiedo sorridendo in modo molto birichino.
Togliermi il vestito è troppo pericoloso, potrebbe improvvisamente arrivare qualcuno per cui decido di sollevare il reggiseno...
Le mie tette ormai libere, sobbalzano fuori, i capezzoli sparano in avanti duri ed eretti, sto cominciando a desiderare le sue mani su di loro...
"Come ti sembrano ? Ti piacciono ?" gli chiedo con aria da mignotta.
"Cazzo, come sono grosse...!" mi risponde quasi balbettando.
Mi avvicino a lui che è ormai completamente incantato a guardarmi, gli sono davanti. ..
"Vuoi toccarmele?"
Non mi risponde, ma subito le sue mani tremanti ,avanzano verso i miei seni, me le appoggia dolcemente, quasi mi sfiora, un brivido mi passa per il corpo...
Mi accarezza piano, con timore, poi comincia a stringere, mi passa sui capezzoli, sono bagnatissima....
Di colpo me li stringe fortissimo poi con le mani a coppa mi schiaccia i seni con forza uno contro l'altro, inizia a palparmeli con una violenza inaudita, completamente infoiato, mi fa male ma sto cominciando a godere, le mani di questo ragazzino che mi strapazzano le tette mi stanno facendo impazzire...
Lo allontano un attimo, controllando che non arrivi nessuno, poi gli prendo la testa e la metto tra le tette, sento la sua lingua e la sua bocca inesperta sulla mia carne, baciarmi e leccarmi, mi prende in bocca i capezzoli, sono completamente partita...
"Guardami!" Gli ordino perentoria.
Lui alza la testa dal mio seno e mi guarda.
"Ti piace la mia bocca ?" gli chiedo mostrandogli con tutta la porcaggine che ormai è entrata in me le labbra rosse socchiuse.
"Siiii, è bellissima, invitante!"
"Cosa stai pensando guardando la mia bocca ? Cosa vorresti che ti facessi ,eh ?" gli chiedo vogliosa.
"Ma, non so, forse..."
"Forse ?"
Non resisto più, la mia mano destra arriva al suo pacco.
Sento subito un bel cazzo duro sotto la stoffa dei jeans, lo accarezzo e scendo a tastargli le palle, mica male il ragazzino.
"Signora la prego, non resisto, non resisto!" mi dice quasi implorante.
Non posso farlo venire nei jeans...!
Mi abbasso e comincio a slacciargli la cintura ,gli abbasso la cerniera, sulle mie labbra comincio a sentire quella strana sensazione che provo quando sto per prendere un uccello in bocca...
Sotto i boxer azzurri vedo un bell'arnese ...
"Vengo, signora vengo....!"
Gli abbasso i boxer, lo prendo in mano, è morbido e caldo, faccio appena in tempo a vedere una bella cappella paonazza che intuisco che devo prenderlo subito in bocca...
Come appoggio la labbra alla cappella un caldo getto di saporito sperma mi inonda la gola, ingoio subito la mitica crema e comincio a succhiare questo giovane cazzo... dopo un po' di stantuffate lo ripulisco perbene con la lingua e me lo gusto sino a quando non diventa molle.
Ho la figa in fiamme....
Rimetto l'uccellino del ragazzo nelle sue mutande, e come una brava mammina, gli chiudo la lampo e gli allaccio la cintura, lo guardo in viso ...è stravolto!
Solo che adesso sono eccitatissima e voglio godere anch'io!
Prendo la mano del ragazzo e la porto sui miei slip ormai inzuppati dei miei umori, schiaccio la sua mano sulla figa,, lui capisce le mie intenzioni, infila la mano negli slip e con un dito comincia a sditalinarmi...
Muovo il bacino avanti indietro per prenderlo tutto fino in fondo.
"Infila un altro dito, amore, dai! Mettine due!"
Subito il ragazzo obbedisce, sento l'orgasmo arrivare...
"Si, dai che sto venendo, dai cosiì, cosìììì!"
La scarica arriva, violentissima, quasi da piegarmi le gambe...
Chiudo un attimo gli occhi per godermi questo momento, poi ritorno in me, mi sistemo il reggiseno, mi allaccio il vestito e mi risiedo. Il mio amante occasionale mi guarda compiaciuto, gli sorrido e mi accendo una sigaretta, dopo cinque minuti arriviamo a Venezia, prendo la mia borsa, gli do un bacetto sulla guancia ancora imberbe, lo saluto e scendo dal treno.
Mica male come inizio del week-end!
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11
19 years ago
nicky1, 36
Last visit: 3 months ago -
Prima e, per ora, unica volta - 1^ parte
Credo che in quanto sto per scrivere si possano riconoscere molti
frequentatori delle varie “com” presenti in internet.
Sono sposato, da più di 15 anni, ho un ottimo rapporto con mia
moglie, ma dal punto di vista sessuale ho qualche tabù in meno
rispetto a lei.
Dopo anni di matrimonio il rapporto sessuale deve essere ravvivato e
su questo concorda anche mia moglie, che, con me, si è spinta fino alle
fotografie, al fotoscambio, ma già agli incontri in cam si è tirata
indietro.
Quindi sono rimasto solo con la voglia di spingermi un pò oltre,
insomma come tutti dicono di trasgredire (anche se questo termine
non mi piace molto, vuol dire tutto e niente, quindi assolutamente
niente).
Dopo molti tentativi di coinvolgere mia moglie e di farla spingere un pò
oltre ho iniziato, circa un anno fa, a frequentare le “com” come
singolo.
Inizialmente cercavo singole o coppie, ma mi sono rapidamente reso
conto che le singole forse non esistono mentre le coppie cercano
principalmente coppie.
Forse sarà perchè non ho più vent’anni, o forse perchè
sono “solamente” normodotato, o forse perchè non posso ospitare e
quindi propongo incontri in Motel, ma la verità è che, nonostante tutti i
miei sforzi, contatti veri, con coppie vere “ZERO”.
Dopo alcuni mesi si inizia ad allargare la disponibilità a viaggiare, io
personalmente ho iniziato restringendo il campo alla sola provincia di
Milano, per poi estenderlo alla Lombardia, fino ad arrivare ad includere
Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Veneto.
Una volta data la mia disponibilità anche a tutto il centro Italia mi sono
fermato.
A questo punto il desiderio di incontrare una coppia è tale che si prova
a diversificarsi un pò.
Ed allora non sembra più così improbabile l’incontro con una coppia
con il lui bisex.
Si sposta l’annuncio da “single” a single BSX”.
La voglia di "trasgredire" è ormai talmente impetuosa che si
includono anche singoli BSX e TRAV nelle possibilità di incontro.
Forse io sono stato particolarmente sfortunato, ma dopo più di un
anno comincio a pensare che questo “percorso” sia comune a molti
single presenti nelle “comunity” di Internet.
Se così non è ditemelo, la cosa mi rincuorerebbe e potrei pensare che
il racconto che sto per iniziare non sia destinato a rimanere la mia
unica esperienza vissuta attraverso le “comunity” di Internet.
Lo scorso mese di Settembre, ho letto l’annuncio di una coppia di
xxxxx lui 48, lei 46 che cerca singolo bsx per giocare con entrambi.
I requisiti sono i soliti educazione, pulizia, riservatezza e fin qui ci
siamo.
Vogliono in singolo non invadente e anche qui ci siamo.
Possibilmente sopra i 45. Qui ci siamo un pò meno, ma mi dico
proviamo a contattarli lo stesso, non saranno 3 anni in meno a fare la
differenza. Invio la mail.
Mi rispondono (ma questo ancora non poteva significare nulla)
sottolineando l’importanza della non invadenza.
Mi spiegano che sono alle prime esperienze, anzi, con un singolo bsx
assolutamente la prima, e che per l’equilibrio della loro coppia è
importante non incontrare la stessa persona una seconda volta.
Questo, secondo loro, dovrebbe evitare coinvolgimenti diversi da quelli
legati al puro divertimento erotico.
Rispondo che, ovviamente, non vi sono problemi e che se non
vorranno più essere contattati io saprò scomparire così come sono
comparso.
Propongo loro l’incontro in un pub per poi, se tutti d’accordo, muoverci
verso un Motel.
Lascio il mio numero di cellulare dicendo che, se non si fidano,
possono anche chiamarmi con il numero di telefono nascosto.
Il pomeriggio successivo è Lei (che chiamerò Carla, ma non è il suo
vero nome e a dir la verità non so neanche se quello che mi ha detto
sia il suo vero nome) a telefonarmi (numero rigorosamente nascosto).
Ribadsice che per loro la cosa più importante è la sicurezza che non
cercherò di contattarli dopo che ci saremo incontrati.
Poi entra un pò più nel dettaglio sulla fantasia che lei e Guido (anche
questo nome è inventato) vorebbero realizzare. Mi confessa anche
che, a dire il vero, è proprio lei la più interessata.
Insomma Carla è fortemente eccitata dal pensiero di scopare con un
uomo che poco prima si è fatto il marito.
Io ovviamente rispondo che sono disponibile, e che ho una certa
esperienza in situazioni analoghe e che tutto potrà svolgersi senza
fastidiosi imbarazzi, e nell’assoluto rispetto reciproco.
Parliamo ancora un pò, quindi Carla fissa l’appuntamento per le 20:30
del giovedì successivo in un bar dove fanno l’happy hour, così
possiamo mangiare qualcosa e poi eventualmente proseguire la
serata.
Finita la conversazione mi sento eccitato dalla concreta possibilità che
si prospetta, ma allo stesso tempo anche preoccupato e teso.
Ho detto a Crala che ho una certa esperienza nei rapporti bsx, ma in
realtà non mi è mai capitato di avere rapporti sessuali con più di una
persona e soprattutto non ho mai avuto nessun rapporto con altri
uomini.
Arriva finalmente il giorno dell’appuntamento alle 20:30 sono nel bar
stabilito, ma c’è talmente tanta gente che mi sembra veramente
problematico riconoscere, dalla breve descrizione e dalle foto che ho
visto (neanche una con viso “scoperto”), Carla e Guido.
Dopo neanche un minuto mi si avvicina un signore sulla cinquantina,
alto forse più di 1 metro e 80, appena qualche chilo di troppo.
E’ vestito in stile “casual ricercato”, attira la mia attenzione e mi
domanda: “sei Edoardo?”.
Io rispondo di si e lui si presenta: “Ciao io sono Guido”.
Mi accompagna ad un tavolino dove è seduta Carla.
Si alza per salutarmi con un lieve abbraccio e due baci sulle guance.
Lei è circa 1 metro e 70, gradevolmente formosa, seno abbondante, e
fianchi pieni.
Cappelli rosso mogano (almeno quel giorno) ed un vestito di lino
leggero che ne fascia sensualmente il corpo.
Non è certo quella che si può definire una bellissima donna, ma
sicuramente è eccitante ed ha quello sguardo carico di sensualità e
desiderio che mi fa impazzire più di ogni altra cosa in una donna.
Ci sediamo, parliamo di vari argomenti, senza mai entrare veramente
nel merito del motivo per cui siamo lì.
Poi dopo poco meno di un’ora Carla si alza e dice ad entrambi: “io mi
avvierei verso il proseguimento della serata, voi cosa ne pensate?”.
Guido risponde che per lui va bene e che se io sono d’accordo loro
salirebbero in macchina con me per raggiungere insieme il motel.
Finalmente!!! Avevo superato l’ultimo esame, potevamo andare a
divertirci!!!
Con il cuore in gola li guidai fino alla mia macchina Guido salì davanti
con me, mentre Carla si accomodò dietro.
Se fino ad allora i riferimenti a quello che sarebbe successo quella
sera erano stati evitati, appena iniziai a guidare Carla diede la prima
svolta alla serata e rivolgendosi al marito disse “Guido, visto che
questa sera accoglierai dentro di te il membro di Edoardo, perchè non
incominci a verificarne forme e consistenza?”.
Guido posò la mano direttamente in mezzo alle mie cosce, ed iniziò a
muovaerla tastando il mio membro e le mie palle.
Non ero mai stato toccato, anche se per il momento solo da sopra i
pantaloni, dalle mani di un uomo: la sensazione era piacevolissima.
La mano di guido si muoveva conoscendo benissimo dove per me era
più eccitante soffermarsi, spingere o stringere: mi provocò un’erezione
quasi immediata.
Rivolto a Carla disse: “ a quanto pare non è indifferente al mio tocco,
visto he è già in erezione.
Guidai per circa un quarto d’ora prima di raggiungere il Motel e Guido
nel frattempo, spronato da Carla, mi aveva abbassato la cerniera dei
pantaloni, insinuando la sua mano all’interno fino ad arrivare a
toccarmi da sopra i boxer.
Percepivo la sua mano con maggior intensità, e sicuramente alcune
piccole gocce erano gà arrivate sulla punta della cappella che, proprio
in quel momento, Guido stava stringendo.
Carla continuava a chiedere a Guido se gli sembrava di suo
gradimento, se gli piaceva accarezzare e serrare il membro di un altro
uomo, ma le uniche parole di guido erano: “è strano, ma molto
eccitante ”.
Arrivati al Motel sbrigammo velocemente la questione check in e ci
precipitammo verso la camera.
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