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Dal punto di vista mio, Nadia
Dal punto di vista mio, Nadia.Leggendo quanto scrivo forse penserete che io sia unica. Non è così molte donne che conosco vivono il sesso così come me, con completezza e libertà, lo so perché con le amiche ci raccontiamo tutto. Certo vi sono anche donne che per creare un alibi con stesse fingono, per scopare fuori casa, l’ illusione del grande amore distruggendo il matrimonio. Non sanno che almeno nel sesso la monogamia non esiste. Altre non ingoiano o non lo prendono dietro non sapendo cosa si perdono. Mi fa piacere farvi un esempio di quello che fanno donne che conosco. La mia migliore amica rimane spesso in vacanza da sola. Il marito, molto preso dal lavoro, l’ accompagna e la va a riprendere, e lei coglie l’ occasione per farsi un amante. Un giorno mi telefona dicendomi che il suo ultimo passava da Roma a trovarla ma che era con il figlio del suo principale e per andare con lei era necessario che trovasse un’ amica disponibile per lui. Mi ha invitata e io ho accettato. Dopo cena siamo andati nella sua villa, suo marito era fuori per lavoro, arrivati a casa lei è andata al frigorifero, in cucina, per prendere una bottiglia di spumante. E’ tornata indossando solo il perizoma dicendo che il vestito era scomodo. Prima del brindisi mi sono spogliata anche io, tutta nuda. E’ stata una serata di fuoco. Ce li siamo anche scambiati. La vita ti fa crescere in base a quello che sei, all’ ambiente in cui sei cresciuta, alle amicizie etc. La mia famiglia era di mentalità molto libera La mia prima maestra di vita è stata mia madre. Lei era ed ancora bellissima. Aveva capito che per farsi strada in un mondo maschilista doveva usare il suo splendido corpo. Ha cominciato la sua carriera dandosi al suo Direttore Generale che l’ ha promossa dirigente. La portava con sè, trovando la scusa di avere bisogno di un aiuto, nei suoi viaggi di lavoro anche all’ estero. Lei, per farlo contento lo seguiva volentieri. Prendevano due camere anche se poi ne usavano una sola. In Italia, quando spariva, voleva dire che era con lui nella sua villa al mare. Succedeva sempre quando la moglie di lui era fuori. Mio padre, uomo di scienza, aveva sempre la testa fra le nuvole e non si accorgeva di nulla (o faceva finta?) innamorato come era ed è. Mia madre mi ha anche insegnato come affrontare il sesso, in pratica che se volevi ricevere piacere dovevi darne tanto attenta a cogliere i desideri del partner e precederli.L’ influenza delle amiche. Eravamo un gruppo di ragazza molto spigliate. Alle feste ci facevamo sbattere anche se difendevamo la verginità come un bene prezioso da spendere alla giusta occasione. Molte l’ hanno persa presto io ero piuttosto grandicella quando l’ ho fatto. Io ho imparato subito a fare i pompini (Così mi avevano soprannominato la “pompinara”, un po' forte vero, ma a me piaceva perché mi descriveva bene).Alcuni altri soprannomi e spigolature sulla mie amiche:- una era soprannominata “mutanda facile” tanto era facile per lei concedersi dopo aver perso, assai presto la verginità.- Di un’ altra dicevano è al secondo giro delle mura, per intendere che era già stata con tutti e aveva ricominciato dal primo.- La “sorca elettrica” per le sensazioni che trasmetteva scopando.- Un’ altre si era prostituita per gioco la prima volta. Poi era entrata in un giro di prostituzione ad altissimo livello. Ha fatto un sacco di soldi.Etc.Mio marito vi ha raccontato come sono arrivata ad avere il mio primo amante.Non sono stata mai innamorata di lui ma molto presa si. Per quanto la nostra relazione è durata a lungo, non riuscivo a fare a meno di lui.E’ stato fantastico lui mi scopava in tutte le posizioni, posti e luoghi. Quando dormiva a casa nostra la notte lo andavo a trovare con la complicità di mio marito, che si eccitava molto. Lui si alzava presto per andare a lavoro e io scendevo, dalla camera in cucina e mi piaceva fargli il pompino del buongiorno. Lui lo gradiva molto. Vorrei descrivervi come li faccio: comincio a leccare ed ingoiare i testicoli, poi con la lingua lavoro l’ asta e la punta, poi succhio come un’aspirapolvere. Debbo moderarmi per evitare che lui venga subito. Quando lui viene faccio in modo di avere solo la punta in bocca in modo di assaporare lo sperma che mi fiotta verso gola, ingoio tutto, poi lecco fino all’ ultima goccia e lascio il pene completamente pulito. Quanto mi piace e così piace anche a voi uomini. Lui mi diceva: come lo succhi tu non lo fa nessuna altra e ne aveva avute di donne, perfino una nostra amica che gli avevamo presentato noi. Vi dicevo che mi scopava in tutti i posti, sotto la doccia etc. Ricordo in particolare una volta alla finestra aperta, eravamo completamente nudi, quando una dirimpettaia si è affacciata e ci ha visti io le ho sorriso, lei ha risposto e la mia eccitazione è salita alle stelle. Quando eravamo nudi sul letto se riceveva una telefonata mi faceva segno con la bocca di succhiarglielo e io lo facevo. Fantastico. Lui aveva dato le chiavi a una vicina, studentessa e giovanissima. Ho fatto conoscere la mia bisessualità. Lei ha aperto e quando ci ha visto nudi sul letto voleva andare via. Io le ho detto che sapeva che eravamo amanti, le ho chiesto di rimanere e dispogliarsi per non farci sentire in imbarazzo. Si è sdraiata sul letto e io l’ ho baciata appassionatamente prima sulla bocca e poi ho leccato a lungo la sua dolcissima fichetta, l’ ho portata ad un orgasmo portentoso. Dopo lei si è rivestita e se ne è andata, molto soddisfatta. Una volta siamo andati in albergo e lui mi ha spogliata e iniziato a scoparmi in ascensore, sono entrata in camera nuda, peccato che nessuno mi abbia vista, mi sarebbe piaciuto. Adorava portarmi nei boschi. Io non avevo timore che ci vedessero. Succiarglielo in mezzo al verde era molto intrigante. Chi ha inventato il pompino era geniale. Lo puoi fare ovunque. Una volta glielo fatto in un distributore, allora il self service non era ancora diffuso, e il benzinaio mentre gli faceva il pieno mi ha sicuramente vista che eccitazione. La prima volta che sono stata con lui mi aveva accompagnata a comprare dei costumi. Dovevate vedere la faccia del commesso quando sono uscita dal camerino di prova, con solo il sotto, a seno nudo chiedendo loro: questo costume è adatto per il topless al mare?. Poi siamo andati nel suo appartamentino e lo abbiamo fatto. Lui è venuto subito e si è scusato. Ma subito dopo era di nuovo in erezione ed è durato moltissimo. Io speravo che non venisse mai. Io sono venuta diverse volte. Tornata a casa sono andata a cena fuori con mio marito. Avevo l’ abito assai poco abbottonato. Il seno esposto per la gioia del cameriere. Un giorno lui mi ha detto di amarmi io gli ho risposto di non amarlo ma felice di essere la sua donna e se voleva glielo dimostravo. Lui mi ha chiesto come e io gli ho risposto che ero pronta a farmi mettere incinta. Lui ha risposto magari. Un giorno l’ ho chiamata dicendogli che a metà settima sarei stata feconda e pronta a passare la notte con lui. Ho avvertito mio marito delle mie intenzioni e lui mi ha risposto che se mi faceva felice dovevo farlo. Sona andata da lui, ma stranamente non sono rimasta incinta, nemmeno con i tentativi successivi. Io e mio marito pensavamo che fosse sterile, poi si è sposata ed avuto un figlio dalla donna che ha sposato. I casi della vita. Uno degli ultimi episodi con lui che mi è rimasto impresso. Ci ha invitato a una festa elegante a casa di un suo amico Principe. Ho chiesto a mio marito di fingersi malato, volevo andarci sola con lui. L’ ho chiamato e gli ho detto che mio marito non stava bene e lui ha risposto che potevamo rinunciare. Io ho replicato che io potevo andare da sola con lui però doveva venirmi a prendere e l’ ha fatto. Io ero vestita con un abito lungo nero sopra terminante con due fascette che coprivano il seno. Sotto solo un perizoma. In macchina, dopo che ci eravamo avviati lui ha detto che si aspettava che mi fossi vestita in maniera più audace. Io gli ho chiesto di fermare la macchina e chiudere gli occhi. Ho sciolto le fascette e le ho riannodate incrociandole e il seno è rimasto nudo. Gli ho detto di riaprire gli occhi, lui ha dato un gridolino di meraviglia e ha cominciato a giocare con i miei capezzoli. Io gli ho fatto presente che mi stavo eccitando e di smettere. Però gli ho dato il mio rossetto chiedendogli di colorarmi un po' i capezzoli perché risaltassero meglio. Lo ha fatto. Arrivati siamo stati accolti dal Principe e da sua moglie. Lei mi portato in giro a conoscere un po' di gente. A seno completamente esposto facevo un figurone. Più tardi lei mi ha detto se volevo rimanere da loro per la notte e scambiarci i partner, dicendomi che lei era già stata con il mio e lo rifaceva volentieri. Ho accettato. Quella notte ho provato un pene “nobile”, esperienza indimenticabile anche questa. Vorrei raccontare alcuni episodi.Il mio primo rapporto donna donna.Avevo 24 anni, sposata da due, una sera durante una cena i giardino ho cominciato a parlare con una donna più grande di me. Passeggiando insieme mi ha fatto arrivare in un angolo buio del giardino. Lì mi ha baciata e poi mi ha spogliata, sdraiata sull’ erba mi ha coperta di baci leccandomela a lungo. Da lì in poi ho scoperto che a leccarla le donne sanno farlo molto meglio. Aveva intuito le mie tendenze. Ci sono stata un altro paio di volte ma lei era come un ape che cambia sempre i fiori e dopo un po' non mi cercata più. Dopo questa prima esperienza sono stata con altre donne. Nel sedere. E’ nato tutto per caso. Un pomeriggio mio marito mi ha telefonato dicendomi che portava un collega a cena. Avevano avuto un grande successo professionale e volevano festeggiare. Io ero abbigliata con un vestito di cotone a fiori, sotto solo il perizoma. Sopra era poco abbottonato. Durante la cena, forse perché avevamo bevuto molto, il discorso è finito sul sesso. Il collega di mio marito ha affermato che alle donne piace molto di più quando il pene è grandissimo. Io gli ho chiesto come facesse a saperlo. Lui mi ha risposto: semplice il mio è molto grande, 25 cm di lunghezza e 6 cm di larghezza accennando con le mani alle dimensioni. Io gli ho detto impossibile. Lui ha replicato misuralo se ho mentito farò la penitenza che vorrai ma altrimenti lo bacerai per ammirazione. Mio marito mi ha incoraggiato ad accettare la sfida. Sono andata a prendere un metro da sarta e, quando sono tornata, lui lo aveva sfoderato, era mostruosamente grande. L’ ho misurato ed era della dimensioni che lui aveva dichiarato. Io ero partita e invece di limitarmi a baciarlo ho iniziato un vero e propri pompino. Dopo un po' lui mi ha detto di spogliarmi che me lo voleva far assaggiare. Io l’ ho fatto e mi sono appoggiata al muro. Lui si è tolto i calzoni e i boxer, mi è entrato dentro e mi ha scopata meravigliosamente. Io ero distrutta e sono andata a dormire.Il giorno dopo lui mi ha chiamata al cellulare chiedendomi di andare a cena con lui e passare al notte insieme. Io ho accettato. Quando mio marito è tornato a casa ho scoperto che il numero del mio cellulare glielo aveva dato. Lui gli aveva detto che le sensazioni che gli avevo trasferito non le aveva mai provate, così intensamente, prima.Mio marito mi ha accompagnata da lui al ristorante. Durante la cena lui mi ha detto che quella sera me lo avrebbe messo anche dietro. Allora non lo avevo ancora fatto. Ho obbiettato che era difficile essendo il suo molto grosso. Lui mi ha fatto notare che non era il primo che apriva. Dopo siamo andati da lui. Mi ha scopata prima davanti. Poi è andato a prendere una crema dicendomi che serviva a lubrificare ma che era un po' analgesica, meno piacere ma anche meno dolore.Ha dimostrato di essere bravissimo. Prima ha messo dentro la punta e poi con un potente colpo di reni me lo ha messo su tutto. Io sono quasi svenuta dal dolore che si è presto trasformato in piacere puro. Comunque la prima volta fa male anche quando viene estratto. Il risultato è stato che il mio buchino ha ceduto completamente. Dopo quella volta sono larga anche dietro non come davanti però. Entrare in me li è facilissimo, anche se i muscoli interni sono rimasti inalterati, così quando lo do lui prova ancora il gusto della penetrazione. L’ indomani mattina è stato molto carino chiedendomi se mi faceva male. In realtà era solo un po' indolenzito. Poi ho chiamato mio marito e gli ho detto di essere ancora nuda ma che mi stavo per fare la doccia e che mi poteva venire a riprendermi. Ci siamo persi di vista lui è andato a lavorare in un'altra città, purtroppo. Mi sarebbe piaciuto essere sua altre volte. Il dopo cena.Un altro episodio bellissimo. Una sera un amico di mio marito, cuoco abilissimo, ci ha invitati a cena a casa sua, sua moglie era all’ estero per lavoro. Tutto buonissimo e tanto prosecco. Io ero già su di giri. Il nostro amico mi ha detto: hai mostrato il seno durante la cena ora facci vedere il resto. Io ho replicato metti la musica giusta e vi faccio uno spogliarello. Quando sono rimasta nuda lui mi ha fatto sdraiare sul tappeto, si è tolto pantaloni e boxer e mi ha penetrata. Mio marito era in visibilio. Sono venuta alla grande. Mi è rimasta voglia di lui. Qualche giorno dopo sono andata da mio marito dicendogli che volevo andare di nuovo con lui. Mio marito mi ha detto: vuoi che ti dia il suo numero di telefonino? Io gli ho detto di no e gli ho chiesto di chiamarlo per dirglielo. Tramite mio marito mi ha invita ad andare a cena e a passare la notte da lui. Tutto molto piacevole. Anche lui ha lodato il mio modo di farlo con la bocca. E’ stato scoperto dalla moglie e si è dovuto moderare e, quindi, per me storia finita. La scommessa del pompino.Eravamo ad una festa elegante. Io indossavo un camicetta di seta e una splendida gonna lunga. Un ospite, che era di passaggio da Roma, si è vantato di poter durare all’ infinito. Io gli ho detto che lavorandolo con la bocca lo facevo venire in meno di 5 minuti. Lui mi ha chiesto di farlo per vedere se ci riuscivo. Incoraggiata da mio marito mi sono tolta la camicette e a seno nudo, appena lui lo ha tirato fuori, ho cominciato a lavorarlo. Dopo poco, meno di 5 minuti, ho sentito le vibrazioni del pene che evidenziavano che lui stava per venire. L’ ho tirato fuori dalla bocca, continuando con la mano, perché tutti quelli presenti vedessero. Mi ha fiottato sul viso e sul seno. La cosa più carina è stata vedere la faccia degli altri ospiti, che non avevano assistito, mentre mi vedevano attraversare, la sala per andare in bagno a lavarmi, coperta di sperma. Lui è stato grande. Il giorno dopo mi è arrivato un grande mazzo di rose accompagnato da un biglietto che diceva “complimenti sei stata bravissima”. Peccato che non era di Roma, avrei potuto fare di più con lui.Nuda sotto.Una cosa che adoro è uscire nuda sotto il soprabito con solo con reggicalze e calze velate autoreggenti, nemmeno il perizoma . Mio marito adora che apra il soprabito in macchina, mostrando tutto. Una volta sorpassando un autocarro l’ autista ha visto tutto, per fortuna si è controllato. Se andiamo in un locale faccio in modo che la mia cosina sia in vista. Mi piace molto mostrarmi.Il privé.Avete mai avuto una esperienza in un privè, locali per il sesso libero. Noi ci siamo andati una volta un club molto esclusivo. Ci ha presentato una coppia amica frequentatori abituali. Molto elegante appena arrivi ti offrono della champagne. Poi ti accompagnano al tavolo. Li c’ è una luce verde che se l’ accendi vuol dire che si è pronti. Accesa la luce si è avvicinato un signore molto distinto e ben vestito che si è seduto vicino a me mi ha sbottonato la giacca palpandomi poi i seni e giocando con i miei capezzoli. Mi ha chiesto di seguirlo. Io mi sono tolta gonna e perizoma e l’ ho seguito. Lui mi ha portato in una altra stanza e mi ha affidato a un giovane nudo dicendo che mi avrebbe introdotta ai piaceri del posto così è stato. Una notte di sesso, infinita. Abbiamo sempre detto di tornarci, poi le disfunzioni erettili di mio marito sono aumentate e abbiamo rinunciato.
La doppia penetrazione.Questa è una cosa che tutte le donne dovrebbero provare. E’ difficile che si realizzi perché gli uomini sono riluttanti perché i loro corpi e il loro peni possono incontrarsi. Voi uomini avete il terrore di un contatto omosessuale. L’ unica volta per me è stata così. Mi vedevo con uno, con cui ho perso i contatti, un pomeriggio a casa sua mi ha detto che un suo amico mi aveva vista e sbavava per me. Mi ha chiesto di poterlo invitare e io molto incuriosita ho detto di si. Lui è arrivato e si è spogliato. La prima cosa che mi ha colpita leccare tutti e due i peni contemporaneamente. Loro dovevano avere molta confidenza perché i loro sessi si toccavano. Poi lui mi ha chiesto di impalarmi con il sedere su di lui porgendogli la schiena. Dopo che era dentro di me mi ha allargato le cosce affinchè lui potesse penetrare nella vagina. La sensazione di essere completamente riempita è grandiosa. Immaginate che si prova quando loro vengono. Un fiume di sperma dietro e davanti. Ho interrotto la storia con lui perché cercava il grande amore, voleva che lasciassi mio marito per lui. Io cercavo solo sesso e l’ ho scaricato. La verifica.Una sera eravamo a cena da due nostri amici. Parlando lei ha esternato la preoccupazione che suo figlio più grande diciassettenne fosse omosessuale perché studiava, studiava e non aveva una ragazza. Io le ho detto di mandarlo, l’ indomani a casa mia, per potere verificare. E’ venuto da me, con la scusa di riconsegnarmi un libro che avevo prestato ai suoi genitori. Dopo un po' che eravamo seduti sul divano ho scoperto i seni o preso le sue mani e ho fatto in modo che li palpeggiasse. Ho notato che qualcosa si muoveva fra le sue gambe. L’ ho fatto alzare e gli ho sciolto i pantaloni e li ho abbassati insieme ai boxer. Mi sono chinata e ho cominciato a lavorare il suo pene con la bocca. E’ diventato subito duro. L’ ho portato in camera in camera da letto e ormai nudi gli sono salita sopra cavalcando fino in fondo. Una volta che mi era venuto dentro gli ho chiesto se gli era piaciuto e lui ha detto di si e io l’ ho invitato a tornare quando voleva per rifarlo. Subito dopo che se ne era andato ho chiamato sua madre e le ho detto che mi aveva scopata e che non doveva preoccuparsi. Lei era felicissima e mia ha ringraziato molto. Dopo un po' il giovane si è messo con una ragazza bellissima. Però far noi si era creato un rapporto molto carino. Lui lo dimostrava palpandomi dappertutto appena eravamo un po' defilati. Una ricaduta particolare. Suo padre come l’ ha saputo, non immaginando quanto fossi sempre pronta per il sesso, mi ha chiesto di andare a cena con lui. Dopo mi ha portata nel suo studio e io ho cominciato a fare il mio dovere con la bocca. Lui forse troppo emozionato non è riuscito a scoparmi. Io gli ho detto di non preoccuparsi che avremmo potuto riprovare. Dopo qualche giorno mi ha portato a pranzo al mare, mi ha regalato un body bianco di pizzo bellissimo e trasparentissimo. Mi ha chiesto di andare in bagno a indossarlo e io l’ ho fatto. Mi ha portato in albergo e li è riuscito a scoparmi con grande piacere per entrambi.
Una sera a Milano.Io faccio l’ Arredatrice. A Milano avevo consegnato un mio progetto di un albergo che aveva riscosso molto successo. La sera sono andata a festeggiare cenando a “L’ Assassino” (ristorante che credo oggi sia chiuso, peccato). Dopo cena sono andata a chiudere i festeggiamenti al bar dell’ albergo prendendo una grappa. Un signore molto distinto, non più giovanissimo me lo voleva offrire e io ha avuto un lampo di genio. Gli ho detto che lo facevo per professione. Lui mi ha chiesto quanto volevo per passare la notte con lui. Gli ho detto 800,00 euro, ha accettato. Mi ha dato il badge della sua camere e mi ha detto di andare li ed aspettarlo mentre andava a prendere i soldi. Io sono andata. In camera mi sono spogliata rimanendo seminuda solo il perizoma addosso. Lui è arrivato ed era in visibilio guardandomi e ha messo i soldi vicino alla mia borsetta. Sono stata bravissima e ho risvegliato tutta la sua virilità. L’ indomani prima di lasciarlo gli ho detto che se passava da Roma poteva chiamarmi perché ero pronta per fare un’ altra marchette con lui e gli ho dato il numero del cellulare che uso solo privatamente. So che lo farà. Pensate che buffo avrei scopata gratis invece l’ ho fatto e ho anche guadagnato bei soldi. Fare la prostituta è intrigante. Ho capito meglio la mia amica che lo fa per professione. Lei mi ha proposto più volte di farmi entrare nel suo giro e forse lo farò.
In Grecia.Siamo andati spesso al mare in Gracia. In questa occasione con due amici, delle nostre parti, che vivevano al sud, siamo andati in un grande isola, il tutto organizzato da un giovane che faceva l’ università dalle loro parti. Prendevamo il sole spesso nudi e nude. Io un po' spudorata lo prendevo a gambe aperte perché mi piaceva essere baciata lì dai raggi del sole. Il giovane, che fra l’ altro parlava molto bene l’ Italiano, doveva essere rimasto attratto da queste mie esibizioni e un giorno a pranzo mi si è seduto vicino e al momento opportuno mi ha messo una mano sulla coscia. Io gli ho sorriso e ho allargate le gambe perché potesse accarezzarmi lì. Lo ha fatto. Nel pomeriggio la mia amica, che sapeva delle mia disponibilità, infatti le avevo raccontato di avere un amante e lei aveva indovinato chi, mi ha detto che il nostro giovane amico voleva scoparmi. Io le ho detto che ero disponibile. Lei ha organizzato tutto. L’ indomani i nostri mariti avrebbero noleggiato una barca per andare a pesca e noi libere di agire. Mi ha accompagnata in una casetta in campagna dove lui mi aspettava. Arrivati lì la mia amica voleva aspettare fuori ma io le ho chiesto di rimanere perché mi piaceva che assistesse. Appena entrata mi sono spogliata e così ha fatto lui mostrando ancora una volta di essere ben dotato. Quel gigantesco pene me lo sono proprio goduto per succhiarlo ho dovuto aprire molto la bocca, quasi a slogarmela per quanto ce l’ aveva grande. Quando è entrato in me mi sono sentita totalmente riempita. Per vincere la sua riluttanza gli ho chiesto di venirmi dentro e lo ha fatto. Splendido essere inondata dai suoi fiotti e anche io ho avuto un orgasmo favoloso. La mia amica che aveva fatto delle foto mentre lo facevamo mi ha chiesto se volevo che le cancellasse e io gli ho detto di si ma prima di mandarle a lui in modo che avesse un ricordo del nostro incontro, da mostrare ai suoi amici. Una foto era particolarmente belle mentre lo avevo in bocca. Purtroppo, non è stato possibile creare una seconda occasione troppi pochi giorni rimasti. Peccato mi sarebbe piaciuto fare il bis. Mi sono detta lo farò se andrò al sud da loro. Ancora non è accaduto.
In mare Eravamo andati al mare in una spiaggia per nudisti e ci siamo messi in un posto un po' appartato. Aspettavamo una coppia di amici ma ho visto arrivare solo lui. Tutta nuda mi sono alzata per fargli vedere dove eravamo. Lui ci ha raggiunto e mentre si spogliava ci ha detto che la sua compagna non era venuta perché quando aveva il ciclo era distrutta e ha aggiunto che io sarei bastata per tutti e due. Io gli ho risposto che bisognava vedere se loro sarebbe bastati per me. Lui dicendo te lo dimostro mi ha infilato, dopo averle inumidite, due dita nella fica, poi mi ha preso per mano e mi ha portato in acqua e mi ha messo dentro il pene andando fino in fondo. Scopare in acqua è meraviglioso credetemi. Nel pomeriggio, dopo esserselo fatto succhiare, ha voluto fare il bis ma sull’ asciugamano, venendomi dentro come piace a me. Mio marito si è limitato a guardare le due scene gradendole molto. Adora vedermi scopare con un altro uomo.
La mia amante Ros…… e gli Arabi.Ros……. È stata a lungo la mia amante che però ho scaricato perché troppo possessiva, voleva che andassi solo con lei. Ricordo ad esempio le scopate nel suo giardino dove prendeva il sole nude incuranti degli affacci. Con lei ho capito definitivamente che le donne la leccano meglio degli uomini, forse perché sanno come una donna piaccia. Un week end, di fuoco a Londra e tanti altri momenti di sesso molto intriganti. Una sera quando mio marito è rientrato dal lavoro mi ha trovata vestita solo di un perizoma. Mi ha detto che era un grande spettacolo. E io gli ho risposto che non era per lui. Di rimando mi detto di saperlo e ha chiesto che intenzioni avessi. Io gli ho risposto che uscivo con Ros…. e con i suoi amici Arabi, Ros…. da uno dei due , più volte, quando insegnava nel suo paese. Lui mi ha augurato una serata di grandi scopate. Io gli ho detto che lo speravo perché avevo la cosina in fiamme. Lei è arrivata e siamo uscite. Con uno dei due avevo avuto già avuto un approccio. Eravamo andate a prenderlo e siamo andati, con la sua macchina, a una festa presso l’Ambasciata del suo paese. Al ritorno ero seduta, davanti vicino a lui. Ros….. da dietro si è sporta e mi ha sbottonato la blusa facendogli notare che bel seno avevo, dopo averlo messo a nudo. Lui mente lo palpava ci ha chiesto di salire. Ma io, anche se ormai pronta gli ho detto che ero troppo stanca ma che gliela volevo dare alla prima occasione. Quella sera è venuta, c’ era anche un suo amico, anche lui molto bella. Dopo una cena in un ristorante Egiziano siamo andati a casa sua. Abbiamo cominciato io e Ros…. spogliandoci a vicenda. Nude abbiamo lesbicato un po' e ci siamo date a loro. Molto bello, gli Arabi adorano metterlo dietro e io non ho avuto problemi a dare loro il sedere, sicuramente si sono accorte che lì sono piuttosto larga e accogliente. Tutte le donne dovrebbero provare il sesso con un Arabo sono bravissimi, sanno come farti impazzire di piacere cambiando spesso il ritmo. Adorano i pompini perché le donne Arabe, a loro detta sono riluttanti a farli. Li abbiamo incontrati altre volte prima che lui tornasse nel suo paese.
In un locale.
Bene ora mi conoscete meglio e potete capire perché voglio scambiare queste mie sensazioni in chat, cerco solo questo, vi prego non chiedetemi il numero di telefono o di venirvi a trovare come hanno fatto alcuni che non capiscono come si conquista una donna. Comunque se trovassi qualcuno che mi intrigasse potrei andare oltre.
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1 day ago
Nadia,
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Last visit: 2 hours ago
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La deriva da novelli sposi (In viaggio di nozze) parte 1
Racconto 1
Viaggio di nozze.
Ed eccoci qui....che bella Minorca. Erano anni che io e mia moglie, da due giorni, Anna volevamo volevamo venirci.
Finalmente ci siamo sposati, dopo 5 anni insieme ho esaudito il suo desiderio. Devo dire che è splendido vederla così raggiante. Lei mi ha sempre amato da pazzi, probabilmente molto di più di quello che la amo io. E questo non per sminuire il forte sentimento che mi lega a lei.
Minorca è stata una mia scelta. Sono un appassionato camminatore e informandomi ho capito che qui ci sono diverse spiaggie che si raggiungono a piedi. Poi sono tutte calette molto appartate per cui andava benissimo per noi che non amiamo la folla in spiaggia.
La prima spiaggia che avevo scelto in realtà non era così lontana da dove si parcheggiava ma, grazie a google maps, avevo visto che alla fine di questa lunga lingua di spiaggia c'è una caletta che per arrivarci dovevi entrare in acqua per passare gli scogli che la dividevano dal resto.
Parcheggiamo e ci incamminiamo.
Che bella mia moglie sorridente e raggiante in quel momento di felicità.
3 km non dono pochi ma in 40 minuti ci siamo arrivati, passiamo con qualche difficoltà gli scogli e ci si apre davanti una splendida spiaggia senza nessuno....fantastica!
Anna è super felice e ci posizioniamo con i nostri asciugamani lungo il bagnasciuga.
Maggio è un mese fantastico per questi posti, e poi durante i giorni infrasettimanali ancora meglio.
Il sole splende. Sono le 9 del mattino. L'orario perfetto per noi.
"Lo sai che faccio amore? Non c'è nessuno e qui si può fare naturismo. Io mi spoglio". Le dissi allegro e come una persona che si sente gasata per la trasgressione che sta per compiere.
Lei si mise a ridere: "sei libero di fare quello che vuoi amore. Qui non c'è nessuno". Facendomi una smorfia simpatica con la lingua.
Detto fatto via tutto e mi metto a prendere il sole a fianco a lei.
Passano nemmeno 10 minuti e la vedo alzarsi e spogliarsi a sua volta...grande amore! Che bella mia moglie. Fisico snello, seno piccolino, una seconda scarsa, ma gli dona anche perché non è molto alta. E poi fantastico...ben depilata per l'occasione. :P
Era il primo giorno ed eravamo decisamente stanchi e vedo che lei si addormenta. Cavoli, quando dorme non la sveglia nessuno. Per fortuna dov'era stesa è arrivata l'ombra altrimenti sai che ustionata.
Mi metto a leggere e nel mentre vedo spuntare da dietro gli scogli un uomo, sulla sessantina, decisamente corpulento e alquanto trasandato direi. Sicuramente non uno che può piacere ad una donna ecco.
Mi fa un cenno di saluto non nascondendo che il suo sguardo cade verso il corpo nudo di mia moglie che, supina, dà spettacolo del suo seno e del suo sesso.
Ignoro la cosa e con un cenno del capo saluto a mia volta.
Tranquillamente si posiziona a circa 10 metri da noi e anche lui si spoglia completamente con una naturalezza che sembrava fosse una cosa normale per lui.
Ad un certo punto mi alzo per andare a fare un giro, ero stanco di rimanere disteso, volevo sgranchirmi le gambe.
Prendo il cellulare e faccio per avviarmi quando, riguardando mia moglie distesa e tutta nuda, non so cosa mi sia scattato dentro ma ho cominciato a farle qualche foto e un video...era talmente eccitante vederla così.
Subito mi è venuto il mente del signore vicino a noi a cui non avevo dato peso.
Mi giro verso di lui e lo vedo compiacente a godersi la scena sorridendo.
"Che figura di merda ho fatto" ho pensato. Ricambio il sorriso un po' imbarazzato e mi avvio verso l'acqua.
Il mare è ancora abbastanza freddo a Maggio ma questo non mi ferma e mi incammino rilassandomi spensierato....
...spensierato sì, non pensando a che situazione avevo lasciato alla mia partenza. Mia moglie sola, nuda, addormentata con uno sconosciuto!
Cazzo ho pensato, che idiota...
Torno indietro ma, anche se avevo camminato solo 15 minuti, alla fine mezz'ora buona per tornare.
Mi avvicino alla spiaggia e vedo una scena che mi ha fatto rabbrividire.
Il vecchio in piedi, sopra mia moglie ancora addormentata, che con una mano si sta masturbando animatamente e con l'altra riprende la scena. Cazzo!
Sì, cazzo! Il mio che mi era diventato duro maledizione! Volevo andare là e fermarlo ma la situazione con il mio membro che sembrava non approvare mi metteva in estremo imbarazzo.
Che dovevo fare? Andare con il cazzo duro là ad allontanarlo? Non mi sembrava credibile la cosa.
Mentre penso questo vedo l'uomo che, sempre riprendendo la scena, si abbassa a prendere la brasiliana di mia moglie e viene copiosamente nella parte interna di queste. Cazzo!
Ma come si fa? E come mai non si sveglia?
Mi viene un'idea! Le telefono.
Io mi allontano un po' senza farmi vedere. Suona il suo telefono e si sveglia di malavoglia. Vedo che si mette seduta a cercare il telefono, guarda verso il mio posto e non mi vede. Ad un certo punto si accorge dell'uomo che, senza pudore, la sta riprendendo dal suo posticino.
Anna ha un sussulto. Senza pensarci e di gran foga cerca di rimettere il bikini cominciando dal pezzo sotto e poi il reggiseno. Cazzo..si era messa il costume riempito con lo sperma di uno sconosciuto.
intanto si era dimenticata del telefono anche perchè, senza accorgersene e nella fretta, aveva premuto il tasto di risposta...io sentivo tutto.
Sento le grasse risate dell'uomo e vedo lei che si tocca il costume come si fosse accorta che qualcosa non va.
Vedo lui che si alza e si avvicina, sempre riprendendola, e le dice "Buongiorno signorina. come va? bello stare nudi immersi nella natura vero?" e scoppia in una sonora risata.
In Italiano? Pure sta sfiga cazzo...
Vedo mia moglie imbarazzata che non sa cosa dire.
"Le posso far vedere un video signorina? Guardi che è molto intrigante ed ha una protagonista superba; lei!"
Mia moglie non spiaccica parola.
Vedo che le si avvicina il cellulare e le fa guardare qualcosa.
"Ecco vede? Diciamo che la ringrazio perchè mi ha fatto divertire e, come vede, eccitare molto. Guardi che bella prospettiva, il suo corpo nudo e il mio cazzo che viene lavorato per un finale come si deve"
Sento mia moglie: "Ma è impazzito? Ma cosa ha fatto? Non si vergogna?"
"Signorina, o signora visto che è sposata da qualche giorno, è colpa sua se è nuda e disponibile in una spiaggia così. Ma guardi che bel finale..guardi. Vede? Questo sono io che vengo, sempre grazie a lei, e ha visto dove? e la quantità?"
Vedo mia moglie presa dal panico..
"Ora questa è lei al suo risveglio e guardi cosa ha indossato come prima cosa quando si è spaventata vedendomi...ahaahah"
"noo..." sento mia moglie disperata. Vedo che con un gesto rapido si toglie e butta via la brasiliana rimanendo solo con il reggiseno.
L'uomo ricomincia a riprendere e vedo che si sofferma nelle parti intime di mia moglie.
"Devo dire che ne ho prodotto di sperma, guardi quanto ne ha cosparso e gocciolante. ahaahahah..."
Mia moglie corre a prendere l'asciugamano e cerca di pulirsi.
"Sono stato veramente fortunato sa, siamo nello stesso albergo e questa mattina, forse non ve ne siete accorti lei e suo marito, ma facevo colazione vicino a voi. Ascoltandovi ho capito che siete italiani come me, oltretutto siamo quasi compaesani. Ero curioso di vederla in costume per cui ho pensato di partire e venire nello stesso vostro posto. Mai avrei immaginato di creare una situazione così"
Mia moglie: "Lei è un pervertito....."
"si, forse, ma cosa ne pensa? Secondo lei, se tolgo l'audio da questo video e lo monto come si deve ci si accorge che sta dormendo o semplicemente sta aspettando il mio piacere? E suo marito cosa ne penserebbe? Sa, siete appena sposati, vi vedo felici e contenti. Vedere la propria moglie concedersi a uno qualsiasi in spiaggia...."
Non potevo crederci. Una situazione assurda. E io continuavo come un coglione ad ascoltare nascosto e sempre con il mio fottuto cazzo in tiro. Maledetto!
Anna: "Bastardo. Non voglio rovinare il mio matrimonio con Marco. L'ho sempre voluto ed ero al settimo cielo fino ad ora...che cosa vuole?"
"Hmmm...cosa voglio. Bhè, vediamo, per prima cosa voglio che tu sappia cosa so di voi. Siete Marco e Anna, sposati da 2 giorni, avete 32 anni lui e 30 la mia musa delle seghe...ahahha. Ben portati comunque."
Anna: "non posso dire la stessa cosa di lei"
"Dici? Vabbè, vedremo se questo è importante. Comunque io mi chiamo Giovanni, ho 62 anni e sono proprietario di una farmacia a 10km da vostro paese. Te fai la maestra alle elementari vero? Lo so perchè ho guardato i tuoi social. Nome e cognome me l'ha dato quello dell'albergo che è mio amico".
Cazzo, sapeva tutto di noi...
Giovanni: "pensa, una bella maestrina con il video di lei nuda e segata su tutti i cellulari dei papà...ahahaahha. Ora vediamo di rispondere alla tua domanda; cosa voglio. In realtà ci devo pensare perchè, come ti ho detto, non mi aspettavo tutto questo. Facciamo così, per ora voglio farti solo una foto."
Anna: "Ma senza volto"
Giovanni: "hmmm.. ok. Ma come dico io. Ti voglio nuda quindi niente reggiseno. Poi visto che sei corsa a pulirti schifata voglio che riprendi in mano a brasiliana. Vedi che sborra ce n'è in abbondanza ancora? Voglio che la passi tutta nella figa; la voglio veder gocciolare. Poi ti metti a quattro zampe, gambe aperte e schiena e testa in giù. Farò la foto a dietro, figa in primo piano che sembra ti sia fatta venire dentro e tette sullo sfondo"
Anna: "no, ti prego, il tuo sperma lì no..."
Giovanni: "non ti ho mica detto di mettertelo dentro, basta che si veda fuori. dai che ce la puoi fare. Poi meglio che ti sbrighi che se arriva tuo marito divorzi subito....ahaahah"
La cosa sta degenerando...cazzo devo intervenire.
Sento Anna quasi piangere e vedo che, quasi un robot, si toglie il reggiseno rimanendo completamente nuda. Si abbassa a prende lo slip e, quasi schifata, fa scorrere lo sperma a coprire prima il monte di venere e poi intorno alle grandi labbra facendo attenzione che non tocchi l'entrata della vagina. Dando le spalle a Giovanni si mette a quattro zampe e abbassando il capo e la schiena e spone in modo indecente il suo sesso all'uomo che è in evidente sovraeccitazione.
Giovanni: "E brava la maestrina novella sposina. Cazzo, se ti vedesse tuo marito ora chissà che direbbe.."
Vedo Giovanni abbassarsi e fare la foto desiderata poi si alza e fa altri scatti di lato e con il viso..
Anna: "noo, niente viso bastardo.."
Giovanni: "Ma dai, non preoccuparti...sei una modella praticamente. ahahaha. Bene, ora rivestiti o fa che cazzo vuoi. Lasciami il tuo numero di cellulare che mi farò risentire".
Anna: "ti prego di lasciami stare ora, penso di averti accontentato."
Giovanni: "Dammi in numero e quello giusto che ti richiamo subito per vedere se è giusto"
A quelle parole ho messo giù la chiamata per evitare che scoprissero che avevo sentito tutto. Ora vedevo la scena, mia moglie che gli da il numero, lui che la richiama. Vedo che le da un bacino sulla guancia e le fa il cenno di andare. Mia moglie prende il telefono e mi chiama.
Anna:" Marco, dove sei finito?"
"Scusa amore sto tornando, dieci minuti e sono lì. Camminando lungo mare non i son accorto del tempo che passa, sono dalla parte opposta da dove siamo arrivati con la macchina"
Anna: "io vado verso la macchina, non ti aspetto, non mi va di rimanere qui, prendo la mia roba e le chiavi e ci vediamo in auto"
"ok amore, a dopo"
Attendo sempre nascosto che lei se ne vada per poter prendere la mia roba e are il tempo al mio sesso di tranquillizzarsi.
Dopo aver visto Anna dileguarsi oltre gli scogli rientro in spiaggia dove si trova la mia roba e l'uomo.
Giovanni: "Ciao Marco!"
Mi saluta così, con un sorriso beffardo che gli riempiva il viso.
Giovanni: "Allora, dimmi, ti è piaciuta la scena ed hai ascoltato bene? Guarda che ti avevo visto e mi sono anche accorto del telefono della tua dolce mogliettina che era attiva la telefonata. Quindi non dirmi che non hai ascoltato!"
"Cazzo, sei un bastardo" dissi irritato.
Giovanni: "Mettiamola così, io sono un bastardo ma tu non meno di me visto che potevi evitare a tua moglie diverse umiliazioni"
Cazzo se aveva ragione.
Giovanni: "Comunque veniamo a noi, questa inaspettata situazione si sta evolvendo in modo inconsueto ma eccitante.. almeno per me. Ho deciso di giocare con voi e tu volente o nolente, sarai mio complice in tutto questo."
"E perchè dovrei assecondarti!!?"
Giovanni: "Vediamo...forse perché se tua moglie scoprisse che non hai fatto niente per evitarle tutto questo non ne sarebbe felice? Forse perché se le foto e i video girassero a qualche parte lavoro e dignità ciao ciao? Pensaci. Non hai molta scelta. comincia con il darmi il tuo numero di telefono"
Come un automa lo assecondai.
Giovanni: "Bene, ho anche il tuo Telegram, ti mando un po' di cose."
bip bip bip...il mio cellulare comincia a ricevere messaggi.
Giovanni: "Ecco un po' di foto della NOSTRA mestrina mentre fa la modella... che impersona una cagnetta a vedere. AHAHAH."
Guardo le foto.....Anna era in una posa oscena e in quelle dove si vedeva il viso purtroppo non si poteva dire che non era lei.
Giovanni: "Bene. Voglio che lei non venga a conoscenza che tu sai la situazione. Devi essere mio complice e basta. Farai quello che ti dico e asseconderai quello che penserò di far fare a lei. Ora puoi andare anche tu e fatti una sega sulle sue foto...ahaahah"
Congedato e umiliato presi le mie cose e mi avviai verso la macchina........
..continua...
Mandateci feedback sul racconto. Se piace continueremo volentieri. Se avete spunti scriveteci.
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4 days ago
AlbyEly80,
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Le menti amano
Le menti amano ad occhi chiusi...Amano ovunque...Amano in letti di parole...In giacigli di emozioni...In talami di graffi…In covi di mugugni...In distese di morsi…Abissi di gesti creano tumulti impulsivi, fluttuano in tormenti di passione...Impetuosi, sollevano le menti quanto i corpi tramutandoli in sintonia primordiale...Due corpi e due menti generano desiderio.Quiete apparente...Putiferio di fremiti...Assillo di brividi...Languore di pelle.Maledettamente impudico...mi inguaini alle spalle...percepisco la tua essenza più intima...l’insospettabile indole che mi rende vulnerabile nel possederti va oltre ogni logica...Mi rendi incapace di oppormi ad ogni possibile resa, sottomessa, esplicitamente protagonista di fervida libidine.Nessun suono...Solo lo strusciare della pelle...Il tocco della tua bocca che dalla nuca, scivola avida e irruenta fino alla spalla, un brivido mi pervade ipnotico fino al centro del seno.Ti spingi nevrotico fino all’orecchio, stringi in un finto morso il lobo...Un goccio solitario di saliva si adagia sulla clavicola...Faccio per toccarla...Ma sussurrando mi dici...”lascia, faccio io!”.Mi giri, il tuo respiro caldo sulle mie labbra è la premessa di una lunga ed estenuante guerra…Chinando la testa raccogli con la lingua la goccia...che tramutata in rigolo si è distesa giù per il seno. Lo stuzzichi...Le mani, calde, le poggi sui seni dolcemente e mi spingi verso il muro…In gola un nodo che non scende, affino il respiro, mi baci...Segui il profilo del mio corpo...Le adagi sui fianchi...T’incolli addosso...Mentre le nostre lingue si rincorrono, sembra quasi una danza...Un miscuglio di sapori...Il cocco del mio burro cacao col tuo di caffè...Trasformano le lingue in fuoco...Ogni tocco...Ogni ansimo...Ogni fremito...Ogni mugugno è passione frenetica…Cerchi i miei polsi...Li porti sulla mia testa...Poi mi accarezzi nuovamente i seni col tuo viso...Pelle contro pelle...Mente contro mente...Corpo contro corpo...Ti sento scendere...Mi lecchi lentamente con fervido desiderio che i sensi brucia…T’inginocchi...la tua bocca mi spiazza sempre...In preda alla brama afferro la tua testa...Indecente ti blocco...E’ un preludio di ansimi...Di brividi...Di gemiti...I tuoi capelli le briglie delle mie voglie...Con calma affondi...Mi tormenti...La mia essenza il tuo sapore...I mie umori la tua esasperazione.Uno sguardo suggella i nostri spasmi che si lasciano saziare...Un impeto mi solleva...Le mie gambe ti avvolgono lussuriose...Sono attimi agognati da frenetica apnea...Il tuo invadermi...I miei primi graffi...Ti sento scalpitare ma il dolore è piacevole...Le spinte si susseguo incuranti del tempo…Il tuo sguardo incollato al mio...Mi brucia...Mi accende...Con ritmica lentezza ti sento nelle viscere più segrete...Ora è la resa...Istintivi rigoli sgorgano...Mordo la tua spalla...I nostri corpi in fiamme...E’ un morboso ritmo di battiti...Complici...All’unisono di un unico palpito...Disordine di fiati...Armonia di brama...Ci siamo persi e ritrovati in un cielo che vediamo solo noi.Silver Rea
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1 week ago
SilverRea,
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Eccessivo tempo trascorso senza sesso
Sono una madre single. Quando nostro figlio aveva due anni, il mio ragazzo mi ha lasciata. Ora mio figlio ha quasi cinque anni. In tutto questo tempo, ho avuto raramente appuntamenti. Per mancanza di tempo o di desiderio. Mi sentivo subito attratta da un bell'uomo. Naturalmente, sono stata più di due anni senza fare sesso regolarmente. Il mio vibratore “Michele” era il mio miglior “amante”. Non so perché lo chiamo “Michele”.
Lavoro come insegnante di scuola elementare. Incontro i genitori una volta ogni due settimane per discutere dei progressi dei bambini.
Una volta... La giornata stava volgendo al termine. Non vedevo l'ora di tornare a casa. All'improvviso bussarono alla porta.
Il giorno in cui ti ho incontrato
Dissi: “Entra”. La porta si aprì lentamente e fui piacevolmente sorpresa. Era lui, il mio eroe immaginario. Aveva un bell'aspetto, ma non avevo idea di chi fosse. Un uomo alto e atletico. Sotto la sua camicia di seta marrone scuro, si potevano vedere le linee dei suoi muscoli ben allenati.
Se l'ho interrotta, mi scuso. Sto cercando di rintracciare la signora Rosso.
Inspirai profondamente cercando di non dargli troppa attenzione. “Sono io”, dissi. Un uomo affascinante si avvicinò e mi strinse la mano.
Salve, sono Roberto. Sono il padre di Filippo.
Aveva una mano così forte e calda. Mi sforzai di ignorarlo. La mia mente cominciò a evocare immagini sconce.
Certo, Roberto. Come posso aiutarla? Devo andare a casa perché si è fatto tardi.
Ci vorranno solo pochi minuti. Avevo solo una domanda.
“Sì, dimmi cos'è”. Presi la borsa e mi diressi verso la porta.
“Mio figlio può prendere una A al prossimo esame?”.
Ero quasi arrivata alla porta quando mi fermai. “Mi scusi? Vuole garantire a suo figlio un brutto voto e mettere a repentaglio la mia reputazione?
Mi stava esaminando con cautela mentre diceva: “Farò tutto il necessario... e anche di più”.
“Non credo che sia una buona idea, signore Roberto. Ero in ansia perché sapevo che non sarei stato in grado di fare nulla di simile. Ero consapevole di ciò che mi stava fornendo, e ne avevo un disperato bisogno. Sentivo movimenti decisi all'interno della mia figa bisognosa e affamata per un solo minuto. Oh, desiderava davvero un cazzo grosso.
“Signora Rosso, ci ripensi. Pensa davvero che non possa aiutarla in alcun modo? Probabilmente il suo sapore è così delizioso. E voglio offrirle un po' di piacere con la mia lingua”.
Quando parlò della sua lingua, tutto il mio corpo si ricoprì di bava. I suoi commenti osceni mi hanno quasi fatto venire un orgasmo, lo giuro.
“Devo andare, signore. Mi scuso. Strinsi la borsa e mi diressi verso la porta.
Le sue braccia potenti mi circondarono improvvisamente la vita. Con un solo movimento mi bloccò contro la parete dell'ingresso. Mi sollevò le braccia sopra la testa e gettò via la borsa.
“Ti prego, lasciami andare, Roberto. Chiunque può entrare. Noi non possiamo.
“Shhh”, disse, coprendomi le labbra con un dito. Lo vuoi, lo so. Lo sento.
“Tuttavia...”
Niente “ma”, divertiti e basta.
Mi strappò le mutande e mi tolse la gonna. Ero fradicia. Si inginocchiò e cominciò a divorarmi. Ero davvero eccitata. Riuscii a venire nella sua bocca in un attimo. Continuò. Allargai le gambe e lui mi leccò profondamente. La sua lingua giocava con la mia figa. Vide il mio clitoride pulsante. Due dita massaggiavano dolcemente il mio punto G dentro di me. Era così incredibile, mio Dio.
“Ti mangerò viva fino alla fine”. Hai un gusto incredibile. Si tolse la camicia. Aveva dei muscoli davvero attraenti. La mia figa continuava a essere tormentata dalla sua lingua. Volevo disperatamente sentire il suo cazzo dentro di me.
“Scopami, ti prego”, dissi, toccandomi i capezzoli.
Il tipo attraente tirò fuori il suo cazzo duro come la roccia dopo aver aperto con cura i jeans. Otto spessi centimetri di estasi che sarebbero durati per tutta la vita. Ora era il mio momento. Mi inginocchiai e usai la lingua per nascondere questa “bellezza”. Lui emise un lungo gemito. Nel tentativo di infilarlo tutto in bocca, cominciai a leccarlo come un gelato. Era così grande, mio amato Signore. La mia lingua giocava con il buco, stuzzicandone la parte superiore, circondandolo e succhiando a poco a poco. Era da tempo che non assaggiavo un cazzo massiccio. Mi fermò e continuò a stuzzicare la mia figa mentre raccoglieva i miei liquidi.
“Ti prego, ne ho davvero bisogno”, dico mentre guido il suo cazzo nella mia figa fradicia e calda.
Una relazione pericolosa e proibita
“Non ancora”, disse, tenendo ancora una volta le mie mani sopra di me. Voleva far uscire tutti i succhi mentre giocava con il suo amichetto. Poi gemetti dopo un movimento rapido e profondo. “Hai una tale profondità. Ti prego, continua”. I movimenti si fecero più profondi e più rapidi. “Se non assecondi la mia richiesta, non ti permetterò di sborrare”. Era così soddisfacente. Al diavolo, venderei l'anima. “Sì, esaudirò la tua richiesta; continua a farlo”. Il mio sedere è tenuto da braccia forti. Ogni volta che si muoveva, andava più a fondo. Un'enorme ondata di orgasmo mi travolse mentre urlavo. Continuò a scopare senza fermarsi. Accelerai i movimenti dei fianchi per raggiungere un altro orgasmo. Era una sensazione così fantastica che stavo per impazzire.
Avevo dei compiti da completare, perché non volevo tornare dal mio “Michele”. Devo trovare un ragazzo da scopare.
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1 week ago
annabohis,
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Il segreto della mia migliore amica
Marietta è la mia migliore amica. Fin da quel momento imbarazzante in prima elementare, quello in cui ho cercato di ammettere il mio amore per Damiano, lei mi è sempre stata vicina. Condividiamo tutto. Le lezioni, i pranzi e anche i segreti, ma non l'ho mai vista innamorarsi. È impossibile, lei è immune, non è mai stata a caccia di un ragazzo o a fissare un figo. A volte mi chiedo se sia umana o meno.
Oggi è il mio compleanno, compio 19 anni, siamo al primo anno di università e Leanne ha deciso di venire a casa mia. È naturale, a volte inaspettato, ma è sempre la benvenuta. Alle 9:00 ho finalmente sistemato la casa, in stile aereo. Da grande voglio fare il pilota e Leanne lo sostiene.
“Ehi, Eloisa!” Mi dice, entrando. “Stai bene!”.
Arrossisco e mi giro a 360 gradi nello specchio. È un miniabito bassissimo con scollo a V, azzurro e super sexy. Mi chiedo perché l'abbia indossato.
“Grazie mille! Entra pure!”
Spalanco la porta e noto che Leanne indossa un crop top super trasparente. Non ha grandi tette, ma posso vederne la parte superiore. Anche la gonna è corta e le sue braccia sono più lunghe di quanto pensassi.
Leanne vede che la sto fissando. “Ti piace?” Sorride ampiamente, i suoi bei riccioli castani rimbalzano. “È nuovo, ho aspettato il tuo compleanno. Ho anche un regalo per te!”. Mi passa un pacchetto decorato con brillantini e scintille, che metto subito in un angolo.
“Lo aprirò quando ti sarai tolta quei tacchi”. Ci sta mettendo un'eternità e quando finalmente lo fa, fa uno spettacolo di chinarsi e metterli di lato. Credo di aver intravisto le sue mutandine.
Leanne entra, stiracchiandosi. “Ok, gira la bottiglia - versione domande! Devi farlo il giorno del tuo compleanno!”. Ha in mano una bottiglia di Sprite, ancora non finita, e la posa sul pavimento.
Regalo di sesso
Dopo qualche giro, finalmente ci annoiamo e decido di aprire il regalo che mi ha fatto. Si scopre che è un vibratore e io strillo di gioia, perché ne desideravo uno da anni. L'unica cosa che in casa mia si avvicina a un vibratore è il mio spazzolino elettrico.
“Provalo!” Leanne me lo mette praticamente in mano a forza. Mi tolgo le mutandine e appoggio il vibratore sul mio clitoride.
Immediatamente sento lo stimolo. Lo premo più forte, desiderando così tanto l'orgasmo. “OMG è così bello!”.
L'orgasmo aumenta e sento che mi sto avvicinando al punto. Ancora pochi secondi, ancora pochi secondi...
“Sto venendo!!!” Grido e l'acqua mi esce velocemente. Leanne è davanti a me, spalanca la bocca e la raccoglie.
“Mmmm.” Geme e inizia a leccarmi il clitoride. “È così gustoso”.
Abbasso lo sguardo sconvolto: “Leanne, sei...”.
Lei annuisce e inizia a leccare sempre più velocemente. Su e giù, su e giù. Muovendosi dentro, muovendosi fuori.
“AHHH!” Un ringhio inizia a sfuggirmi dalla gola e inarco la schiena, volendo sempre di più.
Quando vengo e ci baciamo appassionatamente.
Guardo Leanne negli occhi: “Vuoi andare oltre?”.
Lei fa un sorriso malizioso. “Ci puoi scommettere”.
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1 week ago
annabohis,
27/25
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Assuefatta
Mi sovvieni segretamente in mente.Mi piace immaginarti a leggermi, per sprofondare in ogni sorta di limbo infernale, dove ti ricongiungerai a me con la voglia frenetica di appartenermi.Scaltra mi siedo in braccio. Poggio la mia mano destra sulla tua guancia, il pollice tremolante sulla tua bocca.Riesci a sentirlo?Accarezzandoti senza premere percorro la metà del labbro superiore, ogni singolo millimetro lentamente, salgo su fino allo zigomo, piano piano delicata quasi impercettibile, ti cullo con lo sguardo...torno alle tue labbra, apro la bocca, un cenno per chiederti accesso, la tua lingua si dedica a me, lenta mi abissa, accogliendomi. Semichiusa, vezzeggiando spudorata il mio dito morbido, si lascia dondolare dolcemente.La tua lingua irrora la mia pelle in un rincorrersi di attimi.Il dito umido scende sul mento e risale velocemente sulla tua fronte, con lieve forza ti spingo all’indietro, il collo si mostra lieve, poggio la bocca, lo percorro assuefatta dal tuo sapore, la tua pelle come spugna assorbe la mia saliva e ripasso la lingua segnando la prominenza sporgente del tuo pomo, impaziente risalgo alla bocca che come elisir disseta e preleva ciò che di te ho in bocca.Fulmineo mi afferri le spalle, ti fermi, mi guardi e ti dirigi con la bocca sul mio seno un leggero tepore mi paralizza, timido lo insidi esplorandolo, nel farlo porto indietro la testa ti offro quello che vuoi e il respiro si attorciglia con il tremolio del corpo come se stesse per compiere chissà quale impresa...indescrivibile la mia voglia risale per le braccia fino alle dita, le unghie in contrasto con le tue mani ti lacerano solcandoti le spalle...ti contrai nel dolore piacevolmente violento. Nel tremore mi fai alzare...mi giri, il tuo petto sulla mia schiena, risento la tue mani sul mio pube rilassato.Ti sento scendere fugace...mi irroro, discindi ogni pulsazione facendoti carico di ogni mio mugugno fermo in gola e ogni mio brivido che risveglia e anima la tua dannazione.Un tuo assennato lamento mi scuote, mi spingi in avanti...inginocchiandomi.Si concatenano i sospiri rubando la mia lasciva voglia di alzarmi, mentre le tue carezze ti conducono alla mia schiena, sfiori il mio tatuaggio...scivoli piano...chiudo gli occhi e ascolto i meati dei tuoi respiri inibiti da deboli fremiti e gaudenti brividi.Mi chiami per nome sussurrandomi all’orecchio “ti voglio”.Pochi secondi per baciarmi le spalle...m’inarco...sussurri nuovamente con tono più caldo “quanto sei bagnata?”Ti sento scivolare dentro, ti muovi senza uscire...ti sento sussultare...mi senti fremere. Capisci che sto per morire, trasudiamo tra un apnea e l’altra amandoci fino all’ultimo spudorato attimo.Impetuosi, dediti, arpionati ci doniamo alla più indecente delle nostre voglie...pochi secondi per arrenderci alla notte che baciandoci, sulla fronte, stringe gli ultimi istanti di noi.
Silver Rea
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3 weeks ago
SilverRea,
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La ricerca di Sofia
Sofia, una giovane donna indipendente e appassionata, si sentiva insoddisfatta della sua vita sentimentale. Dopo una serie di relazioni fallite, aveva deciso di concentrarsi su se stessa e sulla sua carriera. Tuttavia, sentiva la mancanza di una connessione intima, senza le complicazioni di una relazione seria.
Un giorno, mentre navigava online, si imbatté in un forum dedicato alle "scopamiche". Incuriosita, iniziò a leggere le storie e i consigli degli altri membri. Alcuni raccontavano di esperienze positive, basate sul rispetto reciproco e sulla comunicazione aperta. Altri, invece, mettevano in guardia sui rischi di fraintendimenti e delusioni.
Sofia decise di provare. Creò un profilo sul forum, descrivendo chiaramente le sue intenzioni e i suoi desideri. In breve tempo, ricevette diverse risposte. Tra queste, una attirò la sua attenzione: un uomo di nome Marco sembrava condividere la sua stessa visione di un'amicizia intima senza vincoli.
Dopo alcune conversazioni online, Sofia e Marco decisero di incontrarsi. La loro intesa fu immediata e la loro prima notte insieme fu intensa e appagante. Nei mesi successivi, si incontrarono regolarmente, costruendo un rapporto basato sulla fiducia e sulla complicità.
Tuttavia, col tempo, Sofia iniziò a provare sentimenti più profondi per Marco. Si rese conto che la linea tra amicizia e amore era più sottile di quanto avesse immaginato. Decise quindi di parlarne con Marco, che però non condivideva i suoi sentimenti.
Sofia si sentì delusa, ma non si pentì della sua esperienza. Aveva imparato molto su se stessa e sui suoi bisogni. Decise quindi di interrompere la relazione con Marco e di concentrarsi nuovamente sulla ricerca di un amore autentico.
Morale della storia:
La ricerca di una "scopamica" può essere un'esperienza gratificante, ma è importante essere consapevoli dei rischi e delle possibili complicazioni. La comunicazione aperta, il rispetto reciproco e la chiarezza delle intenzioni sono fondamentali per evitare fraintendimenti e delusioni.
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1 month ago
FrankMilano,
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L’uomo della stanza accanto
Un mese fa avevo prenotato un piacevole viaggio a Napoli, ed ero da sola come sempre quando. verso le 22 feci il check in un grazioso hotel non lontano dal duomo, ero davvero esausta quella sera..appena entrai in stanza la prima cosa che feci fu spogliarmi.. per comodità decisi di rimanere solamente in mutandine . entrai in bagno per lavarmi i denti e mettermi a letto quando bussò qualcuno la porta ed andai ad aprire . ero nuda ma non mi importava, aprii comunque pensando che fosse la receptionist che voleva chiedermi se era tutto ok con il mio check in . aprii la porta e mi trovai davanti un uomo di mezza età in giacca e cravatta che mi chiedeva se per caso avessi perso una sciarpa. Mi accorsi che aveva in mano proprio la mia sciarpa e ringraziandolo tolsi la mano che mi copriva le tette e per sbaglio rimasi in topless. Gli chiesi scusa ma notai che si era eccitato alla vista delle mie tette . Continuai a guardare in basso e ... mi stavo eccitando anch'io . Tra me e me pensai che era troppo grande per me, aveva sicuramente più di 45 anni e io solamente 19 . per un momento non mi importava la differenza d'età... lo invitai ad entrare... Lo feci sedere sul letto, gli toccai piano piano i pantaloni... lo avevo fatto eccitare davvero tanto Mi disse che doveva ritornare in stanza da sua moglie ma non mi importava. sei mai stato con una ragazza così giovane? Rispose di no ..
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1 month ago
Piccola ebony,
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Non volevo sentire nemmeno una parola
Vi racconto una storia .....Volevo solo scoparla. Non volevo sentire nemmeno una parola. Nemmeno una parola sospirata. Volevo solo che stesse zitta, che godesse per me, in quella notte silenziosa che profumava di rose rosse e vino bianco.Volevo solo scoparla, sentirla godere. Sentire la sua figa pulsare attorno al mio cazzo turgido. Il sesso non ha bisogno di amore.Il sesso ha bisogno di sudore, odore, unghia. Ha bisogno di baci e di schiaffi, di strette di mano e di intrecci di corpi.E quella sera le nostre lingue si scontravano, si abbracciavano. E non c’era bisogno di parole. Non c’era bisogno nemmeno di una parola.Mi bastavano i suoi occhi. Quegli occhi che mi guardavano dal basso e mi imploravano di scoparla. Di scoparla ancora.Per tutta la notte. Una lunghissima notte. Una notte meravigliosa.Nel frattempo le avevo aperto la stretta camicia e le avevo letteralmente strappato il reggiseno, liberando due magnifici globi di alabastro sormontati da grandi capezzoli rosati ben eretti che cominciai subito a stuzzicare.La denudai completamente, mordendole via il perizoma, poi mi girai su di lei per un 69 che lei approvò senza fiatare; così mi ritrovai a gustarmi la sua dolce fichetta e il ciuffo di peli scuri che la sormontava mentre lei, espertissima, si faceva scopare in bocca.“Godi, puttana”, le dicevo. E lei godeva.Godeva ad ogni mio colpo dentro di lei. Con le mani le afferravo i fianchi. Le schiaffeggiavo il culo tondo e sodo.Le afferravo quelle natiche in modo deciso, senza che potesse scostarsi dalla mia presa.“Stai godendo? Urlami che stai godendo”. E lei godeva. Eccome se godeva.Quando mi aveva preso il cazzo mi succhiava senza sosta, spingendosi da sola il mio membro fino in fondo alla gola.La sentivo ansimare e la bava le colava dalle labbra. Le lenzuola si erano inumidite. Ma non importava. Il sesso certe volte non deve essere pulito.Ha bisogno di carezze, quelle sì, ma non deve essere sempre pulito. “Fammelo succhiare”, continuava a dire lei.E cosa le dovevo dire? “Succhia, troia”. E lei succhiava. Mi leccava le palle, si strusciava la cappella sui denti.Lo afferrava di lato con le labbra come una cagna tiene tra le labbra il suo osso. Ed è questo il bello del sesso.Era come una fontana, bella lubrificata per il mio cazzo. La presi, la girai e la misi di lato sul divano.Che corpo, ragazzi, e che culo spettacolare. Comincio a scoparla forte, e più ansima più vado forte.“Mi piace da impazzire il tuo cazzo, mi piace da impazzire” ricordo che mi diceva tra una botta e l’altra."Godi troia, fammi sentire quanto sei puttana".Le mie mani affondavano nei suoi fianchi pieni, formosi, e da lì la tenevo ferma per far entrare quanto più cazzo possibile nel buco della sua vagina.La feci mettere a pecorina. Impugnai saldamente il mio pene e la penetrai con un solo colpo, strappandole un urletto ma dandomi subito da fare.A ritmo forsennato cominciai a pomparla, facendola venire un’altra volta, ma quel succo stavolta non finì nella mia bocca, ma lo raccolsi con la mano e lo usai per lubrificarle l’ano.Senza smettere di pomparla, le dissi: “Sei pronta?”“Me lo metti nel culo?” “Si! Si! Spaccami!”Non me lo feci ripetere due volte e, anche lì, con un solo colpo, un po’ più forte, la inculai.Che quando è vero, puro, completo, può essere anche terribilmente sporco. “Mettimelo dentro dai, voglio godere ancora”. E così avevo fatto, me l’ero preso in mano e glielo avevo ficcato dietro.Lei godeva. Urlava. Gemeva. Allora le avevo messo la mano davanti alla bocca perché stesse zitta.Certe volte nel sesso bisogna stare in silenzio. Ma solo per qualche secondo."Quanto di piace nel culo ... zoccola", "Ti piace quando ti spacco il culo ?????" "Strilla puttana tanto qui non ti sente nessuno"Per poi urlare di nuovo e dirle “Ti vengo nel culo, stronza”.E invece la stronza, la mia stronza, con un sorriso si era voltata e stesa nel letto. Si era stretta le tette con le mani.“Mettiti in piedi e vienimi addosso, ti prego”. Quella sera era nuda, bellissima.Col suo fisico morbido e quella quarta di tette che sembrava sempre straripare.Quella sera ero in piedi sul letto sopra di lei. Volevo solo scoparla. Volevo solo venirle addosso.Lei giocava con i sui capelli, sfregava le gambe, si toccava la figa guardandomi negli occhi.E io tenevo in mano il cazzo. E alla fine ha vinto lei.Mentre le ginocchia mi si piegavano, lo sperma bianco cadeva a fiocchi sul suo seno nudo.Il sesso ha bisogno di un sorriso. Quello che aveva lei, quella notte, in cui non c’era bisogno di parole.
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1 month ago
MaxPallini,
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È ancora buio.
È ancora buio.Leggera a piedi nudi, mi alzo senza fare alcun rumore, non voglio svegliarti.Accendo l’incenso mentre una fioca musica inizia a diffondersi. Riattizzo il camino, piccoli ceppi, non serve un forte fuoco, non la sua luce, ma un timido crepitio e un lento calore che ti penetri nell'anima portandoti pace.Spalanco le ante della finestra, lascio filtrare la flebile luce che annuncia il giorno.E’ piovuto stanotte...e piove ancora.L'odore dell'erba bagnata, il rollio del vento fra le secolari querce si insinua furtivo, mescolandosi al sottilissimo sibilo della pioggia invernale.Una allegra brezza frizzante si spinge verso il letto, quel letto che ci porta dritti in ogni limbo dell’inferno, io e te inabissati.Ti guardo, mentre il bollitore sublima il the all’ibisco e sapientemente si mescola al profumo del caffè che ho preparato per te.Ci siamo disgiunti congedandoci dopo stremanti amplessi, confidandoci con gli sguardi e i respiri che aspetteremo solo di ricongiungerci nella nostra invereconda esigenza di appartenenza, contorta e spregiudicata.Sento freddo, i capezzoli turgidi fanno capolino sotto la t-shirt, la pelle d oca che adorna il mio corpo mi risveglia la fame, eccitazione mista a paura, condanna e suggella la mia e la nostra carnalità.Apri gli occhi.Mi cerchi con lo sguardo, disteso al riparo dal pungente freddo, mi accenni un malizioso sorriso e mi accendi.Scivoli con sguardo morbido lungo la pelle del collo, ti soffermi sulla curva del seno che invoca un lieve tuo tocco.Tu sai come darmi piacere.Con il caffè bollente in mano mi avvicino, delicatamente a cavalcioni scivolo su di te, sento il tuo ventre in subbuglio, le tue mani sui miei fianchi mi spingono verso la tua bocca, come un anfora , ti saldi con le labbra e ti disseti dimenticando ogni spudorato imbarazzo pur di assaggiarmi.Resto ferma e contratta, il caffè ancora tra le mie mani, chino leggermente la testa voglio guardarti, un disperato assetato lamento accoglie le prime mie apnee labiali.Socchiudo gli occhi, boccheggio, cerco una risposta nella mia mente offuscata da un solo pensiero “ho voglia di te”.Cerco di riprendere il controllo, deglutisco, poggio il caffè e subito le tue mani mi afferrano i polsi, apro le labbra e ne esce un verso indistinto, a metà fra il gemito e un respiro strozzato.Le tue dita mi sollevano il mento, dandomi il tempo di rabbrividire e allo stesso tempo di rilassarmi, per poi ritrarmi di scatto, atomi che si vanno a ricomporre dopo una devastazione nucleare.Lo fai con estrema dolcezza mista a fermezza indecente.Immobile.Danzando, attraversano lo spazio, ci inghiotte tra i fiati, il lamentio della pioggia.Qualche parola di troppo, sorrisi accennati, lasciano un velo del nostro profumo nell’aria smossa dai corpi.Il baluginare di una sigaretta tra le nostre labbra sigilla l’attesa della prossima tempesta.Ti sfami, mi sfami divorandomi con passione.Essenza eterea, fatta di carne e sangue che pulsa, dolcezza e lussuria, sublime desiderio dei miei devoti umori. Dolce malinconico dolore, tangibile il tuo desiderio struggente di domarmi.La mia carne ti brama, la tua mente si lascia navigare dalla mia meravigliosa follia. Dolenza e piacere si fondono nei nostri corpi.Ti sento pulsare, un vulcano che trema di energia e potenza, pronto ad esplodere.Non resisto voglio sentirti venire nel caldo delle mie viscere, ancora ancora e ancora, affamati, assetati di un bisogno fisico e mentale. Declivo, quando accendi i tuoi occhi, guardi il mio seno danzare sotto la stoffa sottile della t-shirt, così fottutamente tenero quando, con voce ancora intorpidita, pronunci il mio nome.Scosti il lenzuolo, con ipnotico richiamo alle mie labbra assetate, ti offri ai miei baci via via più profondi.Sensuale, così sensuale quando sollevi il bacino in offerta silente, colgo il tuo primo sospiro.Guardo i tuoi occhi socchiusi, annunciarmi il piacere che ti nasce per poi morire nella mia bocca.Maschio, così Uomo quando dici di amarmi, tremo e mi perdo assuefatta di te.Mi spingi su un lato, fletti le mie gambe delicatamente, ti chini su di me, mi lecchi le labbra, poi un dito mi sfiora il seno, scendi giù sull'addome, stavi per andare oltre quando una scossa scende violentemente lungo il mio corpo, un'onda d’urto potente mi fa gemere, le tue dita, mi straziano in un movimento rotatorio, mi avvolgano, mi toccano. Fiumi di pensieri e immagini scorrono nella mia mente, finalmente libera, serena, in pace con la mia io.Pervasa da ondate di piacere, come un mare in tempesta, mi arrivi potente e liberatorio. Sento greve i muscoli spinti dagli spasmi farsi stretti fra le tue dita.Te ne accorgi e repentino affondi la testa fra le mie cosce.Ti accolgo bramante e straziante.Le mie dita fra i tuoi capelli dettano il ritmo di un lungo e trascinate e non pudico momento, accaldata, appagata chiudo gli occhi quasi a voler rivivere queste emozioni appena provate.Sento il tuo respiro forte, profondo, intenso.Piena di te, ovunque.Il piacere è immenso.Freno i miei movimenti.Voglio godermi questo momento perfetto. Col desiderio negli occhi, in un gioco di dolore e piacere, dentro e fuori di noi ritmicamente, inesorabilmente ci devastiamo l’anima.TI sento scorrermi dentro fra i miei umori disciolti e i tuoi, due fiumi che si incontrano, si abbracciano e si uniscono per poi formarne uno solo e con dirompente potenza si riversano in mare.Silver Rea
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1 month ago
SilverRea,
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L'inferno della beatitudine
Mi sto bagnando, lo sento, lo vedi.
Non conosco il tuo viso ma so che stai sorridendo.
Mi volgi con una tale facilità che è quasi surreale.
Sento il tuo respiro,
con una mano mi aduli dolce,
mentre l’altra mi tiene stretta e ferma sotto di te.
Mi azzanni sul collo,
caldo,
dalla mia bocca trabocca un timido mugugno di piacere.
Scendi mi baci e mordi sulla spalla, sai quanto mi piace.
Ti inabissi dentro di me,
un colpo ben controllato.
Resti saldo,
mi lasci delibare il momento.
Le tue mani fluiscono sulla pelle,
stringono il mio culo,
sento i miei umori discendere e bagnarmi senza pudore le
cosce.
Detono in un prodigioso acme di piacere.
La tua mano mi spinge forte,
il tuo bacino è una barca durante la tempestarisucchiato gemi soffocando gli urli,
per accrescere quel momento.E’ l'inferno della beatitudine,
io ci sono immersa e senza volerlo provo ad alzare la testa,
per prendere respiro,la tua mano mi costringe come mai prima.Il mio corpo si tende e prepara,dimentico che devo respirare aria e respiro la tua pelle bagnata e profumata,
lecco più velocemente e vorticosamente che posso,mi entri dentro e non vuoi più uscire,sussulti collassando nella mia bocca..
I tuoi fiotti in una parabola mi bagnano il viso
e il seno, l’ultima stilla di lucidità, mentre gocce
collose rigolano lungo il mio addome.
Poco alla volta il respiro si calma e sento i muscoli rilassarsi.
L’accendino sottolinea la fine.
Per un attimo, cacciatore e preda,
le nostre esistenze di sono incrociate.
Io ti ho regalato la possibilità di uno sguardo inedito su come sono veramente.
Tu mi ha donato la voglia di riscoprirmi.
- Silver Rea -
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2 months ago
SilverRea,
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La compagna di scuola
Ad inizio aprile ricevetti un messaggio su Facebook di una mio amico delle scuole medie inferiori che mi avvisava della creazione di un gruppo WhatsApp per organizzare una cena con tutti i compagni di classe dell' epoca.Ho subito pensato che rivedere dopo oltre 40 anni i miei ex compagni di classe poteva essere una cosa carina e divertente. Io ho dei ricordi meravigliosi: le prime cotte, i primi approcci con le ragazze e la scoperta della sessualità.Come carattere sono sempre stato molto socievole e anche se ero un secchione, ne approfittavo per essere sempre disponibile ad aiutare tutti, soprattutto le ragazze, sperando ogni volta in un qualche tipo di ricompensa.Però alla fine, le mie compagne mi volevano così bene che per loro ero solo un fratello e purtroppo andavo sempre in bianco.Sono passati 40 anni, le nostre strade si sono divise diverso tempo fa e ci siamo persi di vista, ognuno di noi ha accumulato esperienze diverse e sicuramente siamo cresciuti sia anagraficamente che mentalmente.Arriva il giorno della cena. Mi presento con un certo anticipo, anche perché vengo da fuori città, visto che qualche anno fa mi trasferii a Bologna e la cena era a Roma.Cominciarono ad arrivare i miei ex compagni di scuola, prima i maschietti, ormai grandi e con i segni evidenti dell' età e poi le femminucce che al contrario erano tutte splendide e in forma messe in tiro dall' occasione.Arriva Paola che ora fa l'insegnante di Yoga, biondissima con i capelli ricci, un sedere spettacolare, ma poco seno.Arriva Luisa: corrispondente estera per una testata giornalistica, mora con i capelli a caschetto, un vestitino a fiori quasi trasparente e con una 5 di seno meravigliosa e che lascia poco spazio alla fantasia.Dopo qualche minuto arriva Naomi, l'unica ragazza della classe un po' esotica, ha la mamma coreana e quindi il suo aspetto è quella di una tipica ragazza orientale, però molto bella. Lei fa la traduttrice per una compagnia asiatica, il suo vestitino a righe di seta e i suoi occhioni a mandorla fanno scopa con il rossetto rosso acceso che disegna perfettamente la sua bocca molto carnosa e praticamente perfetta.Infine arriva Carla, forse la più normale del gruppo, capelli neri lunghi fino alle spalle, occhi verdi smeraldo, indossa dei jeans e un maglioncino bianco che nasconde perfettamente il seno, visto che è non è molto grande, porta una seconda.Dopo 30 minuti di attesa ci sedemmo e iniziammo a cenare immersi nei ricordi e nelle cazzate che ogni giorno facevamo. Io ero seduto tra Carla e Naomi, parlammo sia del passato che del presente.Io confessai a Carla che da ragazzo ero follemente innamorato di lei, ogni qualvolta che l'aiutavo nei compiti, anelavo il suo bacio di ringraziamento e speravo sempre in qualcosa in più.Carla arrossì e mi disse: "non lo immaginavo, per me eri solo una persona gentile, quasi un fratello, che mi aiutava nei compiti, me lo potevi dire ! ", io di rimando le dissi che con il senno del poi ero proprio un pirla.Verso metà serata dovetti iniziare a salutare tutti perché dovevo tornare a casa in quanto non avevo trovato un albergo disponibile e mi aspettavano molte ore di viaggio. A quel punto Carla mi disse che se volevo mi poteva ospitare lei, tanto il figlio era a Barcellona per l'Erasmus e l'ex-marito era appunto EX.Finita la cena andai a casa insieme a Carla, continuammo a parlare e a ricordare sul divano in compagnia di due bicchieri di Nebiolo. Riuscimmo a finire la bottiglia tra una chiacchera e l'altra. Mi accorsi che una piccola goccia di vino era finita sul maglione bianco di Carla, glielo feci notare e lei, senza pensarci un secondo se lo tolse rimanendo con un reggiseno nero, ma trasparente.Carla:" Senti Gio, ho pensato che forse è giunto il momento di ricompensarti per tutte le volte che mi hai aiutato a scuola".Ok, da piccolo ero un pirla, ma ora che sono cresciuto, credo di essere diventato più audace e pertanto, senza che me lo ripetesse, ho fatto una cosa che da piccolo era impensabile per me: mi sono avvicinato, e fissandole gli occhi, le ho tolto il reggiseno.Davanti a me c'erano 2 seni piccoli, ma perfetti e poi i capezzoli... erano come due chiodi che aspettavano solo la mia lingua. Ho iniziato a succhiare prima il destro alternando dei piccoli morsi a dei massaggi con la lingua, per poi passare al sinistro e applicare la stessa tecnica. Con le mani e le dita massaggiavo il capezzolo che non aveva l'attenzione della mia lingua e intanto i gemiti di Carla aumentavano. Era bellissimo sentire il suo sapore e stava aumentando anche il mio desiderio di provare anche a sentirne un altro, quello più intimo e gustoso.Visto che Carla gradiva il gioco dei morsi, ogni tanto tiravo il capezzolo tenendolo stretto con i denti allungandole il seno senza esagerare e nel frattempo le sbottonavo i Jeans.Ad opera compiuta l'ho fatta alzare, e le ho calato i pantaloni e le mutandine con un solo gesto, intanto i capezzoli non erano più dei chiodi, ma degli appendi abiti, la mia bocca ha continuato a giocare, mentre le mie mani hanno stretto le sue chiappe ormai nude e in quel preciso momento, Carla inizia a tremare e ad avere il suo primo orgasmo.Senza darle tregua, la faccio stendere, le metto un cuscino sotto la schiena e inizia ad ammirare quella fica perfetta: Delle labbra grandi e succose, completamente depilata tranne un piccolo triangolino poco sopra il monte di venere."Carla lo sai che questo triangolino qui mi eccita tantissimo, sei veramente fica" di risposta:"Se vuoi, puoi dire anche che sono Troia, quel triangolino non l'ho fatto io, ma qualche giorno fa ho giocato con una nostra comune amica che mi ha depilato e me lo ha disegnato lei". Appena sentii quelle parole, la mia lingua iniziò a percorrere tutto il taglio della sua fica, insinuandosi ogni tanto, fra le pieghe delle grandi labbra, assaporando e leccando il dolce nettare che sgorgava copioso, fino ad arrivare al secondo orgasmo che la fece vibrare come una corda di violino."Carla, come stai? dal quel che vedo, forse hai bisogno di un po' di riposo e poi mi devi raccontare chi è la comune amica che ha fatto questa meraviglia"."Gio! va bene che ho 50 anni, ma non sono assolutamente stanca, ti prego mi devi Prendere, voglio che me lo metti dentro, lo voglio sentire, voglio godere ancora! e se sei bravo ti farò un bel regalo".Essere bravo, credevo che fino a quel momento non mi fossi comportato male. Comunque iniziai a scivolare dentro di lei lentamente, in modo da farle assaporare il piacere di essere posseduta. Le alzai le gambe e mordicchiandole i piedi iniziai ad aumentare il ritmo delle spinte. Ormai la sua fica era un lago di umori , dilatata e sensibile ad ogni affondo. Con le dita le prendo il capezzolo destro e inizio a tirarlo e lei urla di piacere, intanto il mio cazzo continua a muoversi dentro e fuori di lei con movimenti veloci, alternati ad affondi lenti. Non voglio ancora venire, quindi ogni tanto esco e le metto 2 dita dentro stimolandole contemporaneamente il clitoride, ogni volta che mi accorgo che sta per avere l'orgasmo, faccio il bastardo e mi fermo. Il gioco però dura solo 2 volte. Appena rimetto il cazzo dentro di lei, lentamente e mi fermo piantandomi dentro di lei profondamente, sento i primi tremori, avverto una strana contrazione e il mio cazzo viene come stritolato, mi sento bagnato, mi si bagna anche la faccia come se qualcuno mi avesse fatto la pipì addosso, era lei che iniziò a squirtare e a tremare contemporaneamente, al termine uscii da lei e l'abbracciai per qualche minuto."Allora sono stato bravo? me lo merito il regalo?"con un po' di fatica ricevetti la risposta: " Si sei stato bravino, quindi una piccola ricompensa te la meriti".Carla si alzò dal letto e andò verso il comodino, lo aprì e tirò fuori un vibratore anale."Questo è sempre un regalo della nostra amica, ma oggi lo voglio usare in modo più artistico, ti va?". Come ho detto prima, non sono più un ragazzino pirla, quindi le dissi l'unica cosa che potevo dire in quel momento: " Carla , fai tutto ciò che vuoi, considerami come il tuo sexy giocattolino, dimmi quello che devo fare e lo farò". I suoi occhi si illuminarono e inizio a fare un pompino al vibratore, poi se lo passò anche sulla fica e lo inumidì ancora di più con i suoi umori."Gio', vieni qui, sdraiati, prendi il cuscino che hai usato prima, ma questa volta mettilo dietro la tua schiena che ora inizio un bel giochino con le altre mia labbra e vedrai che che ti farò avere un orgasmo unico."Feci come mi ordinò, le sue labbra erano meravigliose, mi baciava il cazzo e me lo mordicchiava, un po' come avevo fatto io con i suoi capezzoli. Ad un certo punto alza gli occhi e mi dice guardandomi: " Ora farò entrare il tuo cazzo nella mia bocca fino alle palle, ma non sarà l'unica cosa a entrare". Inizia lentamente ad avvolgere il mio glande con le sue calda labbra, intanto la lingua cerca di entrare nella mia piccola fessura, ma appena inizia a scendere un pochino con la bocca, sento che lei inizia a inserire il vibratore nel mio culo, lentamente.Più scende con la bocca e più il vibratore entra dentro di me. Appena il vibratore si posiziona completamente dentro il mio culo, lo accende e inizia a il pompino più bello della mia vita. Le labbra vanno giù e su lentamente, si aprono e si chiudono sulla mia cappella, ogni movimento della sua bocca e le vibrazioni che profanano il mio culo, rendono quella pratica spettacolare e ricca di sensazioni. La sua sembra una tecnica sperimentata, studiata con metodologia per aumentare il piacere, soprattutto quando decide di sincronizzare i movimenti della sua bocca con il fare entrare e uscire il vibratore da me. Non resisto ed esplode nella sua bocca. Non fa uscire nulla, si stacca dal mio cazzo che continua a rimanere dritto, mi guarda e ingoia. Si passa la lingua sulle labbra, come se avesse gustato la cosa più buona del mondo e mi bacia.Abbiamo continuato a farci un po' di coccole, ma Carla ha voluto che riprendessi a leccarle la fica, buonissima e bagnata.La mattina seguente, mi sveglia con un meraviglioso pompino, ma questa volta senza vibratore. Comunque non si è persa una goccia del mio sperma e come la sera prima abbiamo limonato subito dopo."Gio' ,tra poco devo uscire, perché passa Naomi a prendermi per andare a fare delle commissioni. Se ti va puoi restare e magari pranziamo tutti insieme, anche perché questa mattina le ho mandato un messaggio e mi ha chiesto se poteva giocare anche lei insieme a te."Lo ripeto per l'ultima volta: ora non sono più un pirla ... quindi ho accettato senza nessuna remora, ma questa è un'altra storia.
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2 months ago
giorgal73, 52
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Corna per l’anniversario di matrimonio.
Mi chiamo Silvano, ho 51 anni, sono di media statura, fisico normale, capelli portati volutamente corti, perché sto cercando di rimediare ad un bel principio di calvizie, abbastanza vistosa, occhi scuri e da 25 anni son sposato con Alessia. Lei è una bella donna di 50 anni, dai capelli castani, portati abbastanza lunghi sulle spalle, un bel seno di una prorompente quarta misura che sta su abbastanza bene, i fianchi sono un po' arrotondati, ma non è grassa e, come ultima qualità è munita di un bel culo che è uno spettacolo su cui posare lo sguardo. A suo dire, le cosce non sono molto belle, ma per me sembrano due colonne di alabastro, perfettamente lisce e prive di inestetismi. Sessualmente parlando, siamo sempre stati una coppia molto attiva; a vent'anni, quando ci siamo conosciuti, avevamo entrambi fatto le nostre brave esperienze. Lei non aveva avuto relazioni stabili, ma si era divertita con diversi maschietti, sia facendo pompini, che facendosi aprire in ogni suo buco, in quanto ho potuto verificare che erano stati ben collaudati. Dal canto mio, avevo fatto alcune esperienze sia con donne che con qualche maschietto, scoprendo di avere una tendenza bisex, piacere che, negli anni, di tanto in tanto, ho rinverdito spingendomi a succhiare qualche cazzo duro e, a volte, me lo son fatto anche infilare nel culo, in quanto ho potuto constatare che mi piace sia darlo, che prenderlo. Durante tutti questi anni di matrimonio, ho vissuto diverse esperienze alquanto piacevoli con mia moglie, tipo l'esibizionismo in specie d'estate, su qualche spiaggia, dove lei metteva in mostra il suo bel seno, che non mancava di attirare l'attenzione di vari maschi; quell'esperienza serviva anche a coltivare la fantasia di avere un secondo maschio nel letto, cosa che lei non ha mai rifiutato, anche se, all'atto pratico, non si era mai concretizzato, tranne qualche situazione interessante che, alla fine, non ha avuto alcun seguito. Io, però, fantasticavo di veder la mia adorata mogliettina alle prese con un altro maschio ed era strano che lei, mentre facevamo l’amore, non si negava a certe perversioni, ma, anzi, si diceva disponibile ad esaudire ogni mia fantasia. Quando la scopavo, le dicevo che avrei voluto guardarla mentre si calava sul cazzo duro di un altro maschio e lei, a quelle parole, si eccitava da matti, esortandomi a trovarle un bel ragazzo, magari di colore, con un cazzo grosso e delle palle ben gonfie di saporita crema. Ovviamente io impazzivo al solo pensiero di poter realizzare un simile sogno. Poi, però, nella realtà, ogni volta che ne parlavo per organizzare, lei mi frenava, temeva troppo di essere sputtanata.
Intanto io avevo deciso che dovevo soddisfare ad ogni costo le nostre voglie. Si avvicinava il nostro venticinquesimo anniversario di matrimonio e così decisi che quella sarebbe stata l’occasione per fare avverare ogni nostra fantasia. Prenotai un viaggio a Parigi e le dissi che avremmo trascorso il fine settimana nella città dell’amore. Lei fu entusiasta dell’idea: finalmente un fine settimana da soli per rilassarci e star insieme in completa libertà. Scelsi un bell’albergo e, a sua insaputa, riuscii a contattare ed ingaggiare uno spogliarellista. Si trattava di un bellissimo ragazzo olandese, mulatto, giovane, e dotato di un cazzo davvero notevole. Parlai con lui al telefono e gli spiegai che avrebbe dovuto esibirsi per mia moglie, cui desideravo regalare una situazione davvero particolare e, se le cose si fossero messe in un certo modo, avrebbe dovuto far vivere a mia moglie una notte da sogno. Arrivammo a Parigi e trascorremmo la giornata passeggiando tra le meraviglie di quella città e pranzammo in un ottimo ristorante. Durante il pranzo, presi ad illustrarle il programma.
«Questa sera ho organizzato una cenetta a lume di candela sulla terrazza della nostra camera.»
Lei non ebbe modo di sospettare alcunché, ma, anzi, fu entusiasta all’idea. Rientrammo in albergo e, dopo una doccia ristoratrice, ci vestimmo per la serata. Lei ebbe ad indossare uno splendido abito nero, che le lambiva il ginocchio ed esaltava il suo corpo morbido e sensuale, mettendo in risalto la sua splendida quarta di seno, calze velate autoreggenti color carne e delle decolleté nere, con tacco alto, ma non esagerato. Ebbi a farle i miei complimenti, per quanto era bella e sensuale.
«Amore sei strepitosa! La tua prorompente sensualità viene esaltata dal tuo outfit di questa sera e, per ringraziarti di avermi fatto vivere 25 anni in tua compagnia, questa sera ho preparato un regalo speciale per te.»
Lei mi ha guardato sorridente e mi ha baciato con un trasporto unico, indice di profondo amore. Le chiesi se potevo bendarla, per far sì che la sorpresa fosse davvero tale.
«Amore, vorrei bendarti per render la sorpresa ancor più esaltante!»
Lei, non sospettando alcunché, mi lasciò fare. La bendai e la feci accomodare in mezzo alla suite. Le dissi che andavo a prendere il regalo e di non sbirciare. Aprii silenziosamente la porta e feci entrare il ballerino. Appena lui fu pronto, misi su la musica, mi spostai dietro di lei e le tolsi la benda dagli occhi. Alla vista del ragazzo che cominciava a ballare, scoppiò a ridere e mi abbracciò.
«Amore... che matto che sei! Sei la persona più ardita del mondo!»
Le chiesi se gradiva la sorpresa, in quanto quel ragazzo si sarebbe esibito in esclusiva per lei.
«Amore, questo è il mio regalo! Lui è Alex, un mulatto di nazionalità olandese e, questa sera, danzerà esclusivamente per te! È lui il tuo regalo!»
Alex cominciò a ballare in modo molto sensuale e, contemporaneamente prese a spogliarsi molto lentamente. Vedevo mia moglie che lo seguiva con attenzione ed avvertivo che si stava eccitando, anche se faceva di tutto per non darlo a vedere. Lo strip durò una ventina di minuti e, alla fine, Alex era rimasto con indosso un minuscolo tanga dorato, che, a mala pena, nascondeva il suo splendido affare, ancora barzotto. Cominciò ad avvicinarsi a mia moglie e si pose, con il cazzo ancora coperto, davanti al suo viso, mentre ballava con evidente sensualità. Mia moglie mi guardava e non sapeva cosa fare. Io mi avvicinai al suo orecchio e le diedi un suggerimento.
«Amore, è il tuo regalo: fanne ciò che vuoi. Siamo lontani da casa, non ci conosce nessuno, puoi sbizzarrirti come meglio credi! Dai, lasciati andare, vivi finalmente questa esperienza, tanto a lungo fantasticata!»
Ho letto nei suoi bellissimi occhi, la voglia di accarezzare quel membro ancora non rigido, ma qualcosa la tratteneva. Mi son fatto coraggio, ho preso in mano il cazzo di Alex e l'ho avvicinato alla sua bocca, invitandola implicitamente a succhiarlo.
«Dai, amore, prendilo in bocca, assapora il piacere di un altro cazzo e, soprattutto, goditi questo momento che si è creato.»
Lei avvicinò timidamente la bocca alla cappella e diede un fugace bacio, tuttavia non riusciva ancora a sbloccarsi. Allora le proposi di fare come facevo io.
«Avvicinati, amore, dai, succhiamolo insieme! Coraggio, non esitare: vedrai che piacerà anche a te!»
Ho afferrato l’uccello ancora barzotto, ho cominciato a succhiarlo fino a che non ho sentito che anche la sua lingua stava cominciando a leccare l’asta del ragazzo. Mi son spostato per permetterle di proseguire da sola e così si prodigò in un pompino da favola. Dopo una iniziale incertezza, prese a lavorare quella splendida mazza, che cominciava a lievitare nella sua bocca, oltreché tra le mani. Lo aveva bagnato tutto con la saliva e poi lo ha fatto scivolare lentamente in bocca, fin giù nella gola, mentre con le mani accarezzava le grosse palle, ricolme di nettare prelibato, che già pregustava di poter assaporare. Vedevo finalmente realizzati i miei desideri: mia moglie stava succhiando il cazzo di un altro uomo! Intanto, sotto la sua esperta bocca, il cazzo era diventato splendidamente duro e svettava, mentre lei faceva ne scomparire la cappella, succhiandola con avidità. Mi son di nuovo avvicinato e, mentre la osservavo come finalmente si gustava quello splendido cazzone, io ho preso ad accarezzare le grosse palle di Alex, che ha sollevato le mani e le ha poggiate sulle nostre teste, imprimendo, delicatamente, a mia moglie il ritmo della pompa, mentre accarezzava anche la mia testa che, in segno di dedizione, mi dedicavo alle sue palle, lisce e gonfie. Lui ha apprezzato sia la bravura di mia moglie, che la mia collaborazione.
«Che bocca, meravigliosa! Che gola profonda! Sei una fantastica pompinara e, credimi, detto da me è un vero complimento, dal momento che tante altre donne non riescono nemmeno a prenderne la metà di quello in cui riesci tu: ce l'hai quasi tutto in gola. In più, è davvero piacevole sentire il tuo uomo che collabora in quel che fai, assecondando e giocando con le mie palle!»
Slinguavo con voglia e dedizione quelle palle, assaporandone ogni lembo. Poi ho sollevato lo sguardo e lui ha capito che doveva dare compimento a quello che era il mio più profondo desiderio: veder mia moglie chiavata da quel grosso cazzo. A quel punto, infatti, Alex si è disteso sul letto con il cazzo durissimo in mano e mia moglie gli è salita a cavalcioni. Aspettavo da anni questo istante! Finalmente ho visto l’enorme cazzo di Alex scomparire, pian piano, centimetro dopo centimetro, nella figa bagnatissima di mia moglie. Anche lei ha capito: si è girata verso di me e mi ha sorriso; io le ho lanciato un bacio, esortandola a godere senza limiti.
«Sì, amore, così! Prendilo tutto, fin in fondo! Lascia che dilati e riempia queta tua splendida figa. Dai, amore, goditelo tutto!»
Lei ha cominciato a danzare su quel cazzo, godendoselo senza riserve. Mentre chiavava e godeva, mi ha chiamato accanto a sé: voleva che guardassi da vicino, mentre si lasciava infilare da quel membro durissimo.
«Amore, vienimi vicino. Stammi vicino e guarda quanto sto godendo, grazie a te! Finalmente sento di esser la troia che desiderato che fossi. Guarda, amore, come mi chiava. Guarda, amore, come permetto che questo cazzone enorme mi sbatta!»
L’ho baciata con foga e, mentre lo facevo, ho sentito, con mia grande sorpresa, che Alex mi aveva preso in bocca il cazzo e me lo stava succhiando. Anche lui era bsx?! Sentivo gli orgasmi di mia moglie che si susseguivano senza sosta.
«Amore, vengo! È fantastico come mi fa venire! Vengo ancora!»
Era incredibile la situazione che si era creata. Lei cavalcava Alex, mentre lui mi succhiava il cazzo ed io baciavo e carezzavo il seno di mia moglie. Dopo un ennesimo orgasmo, Alex si è tolto per un attimo il mio cazzo dalla bocca ed ha urlato il suo piacere, riempiendo il ventre di mia moglie con una sborrata colossale.
«Vengo! La tua figa è così calda e stretta, che mi fa sborrare! Sto sborrando!»
Subito dopo ha ripreso il mio cazzo in bocca ed ha preso a succhiarlo come se non ci fosse un domani!
Anch'io son venuto e nella bocca di Alex.
«Alex, vengo anch'io! Ti sto sborrando in bocca!»
Ho cominciato a riversare nella sua bocca tutta la mia crema, che lui ha ingoiato senza nessuna esitazione e poi, mentre baciavo mia moglie, scossa ancora dai brividi di piacere nel sentir la figa riempita. Alex ha ripulito con la lingua il mio cazzo, nettandolo da ogni singola goccia di sborra. Appena mia moglie si è tolta da Alex, mi son precipitato tra le sue gambe, per leccarla. Sentivo il sapore della sborra di Alex, mischiata agli umori di mia moglie.
«mhmm… Che meraviglia! Hai un sapore meraviglioso!»
Ero felice. Ci prendemmo un attimo di riposo, durante il quale mia moglie si complimentò con me, per averle fatto un regalo davvero speciale e, soprattutto, si mostrò contenta per aver finalmente rivelato il mio lato bisex.
«Amore, sei un porcello davvero stupendo. Non pensavo che avessi un lato bisex e questo mi fa immensamente piacere, perché con Sara, la mia amica del cuore, spesso e volentieri, quando siamo sole, ci diamo piacere tra noi e, quindi, sapere che anche mio marito sia un bisex, non fa altro che accrescere ancora più la gioia di vivere insieme a te! Adesso, però, voglio godere con entrambi, quindi, per favore, scopatemi entrambi contemporaneamente.»
Siamo andati avanti per ore, soddisfacendo tutti i desideri di mia moglie, anche quelli più intimi e segreti. Ha preso con gioia il cazzo di Alex nel culo, mentre io le scopavo la figa e poi volle esser scopata in figa, da entrambi.
«Siete meravigliosi! Mi state facendo impazzire di piacere! Vi voglio tutti e due davanti! Voglio sentire che mi spaccate la fica! Fatemi godere!»
Dopo averla fatta godere anche con una doppia in fica, lei mi ha fatto girare e, dopo avermi leccato per bene il buchetto, ha chiesto ad Alex di incularmi, mentre io le penetravo nel culo e, quando anche lei ha raggiunto l'orgasmo, mi son svuotato dentro di lei, mentre Alex mi scaricava nel culo tutto ciò che era rimasto nelle sue palle.
Far il culo a mia moglie, mentre venivo inculato, è stato qualcosa che mi ha fatto veramente delirare dal piacere. Dopo esser venuti, lei ha preso i nostri cazzi in bocca e li ha puliti alla perfezione, raccogliendo ogni singola goccia del nostro piacere e poi, dopo che ci aveva letteralmente spremuti come limoni, è andata soddisfatta a far una doccia ed io ho congedato il ragazzo.
«Grazie, Alex! È stato un vero piacere fare la tua conoscenza e, ancor più aver potuto assaporare il tuo membro, davvero fantastico!»
Lui mi ha stretto la mano e si è complimentato con me.
«Grazie a voi! Siete stati una coppia fantastica e riconosco che, infilarlo nel tuo culetto, mi ha mandato allo sballo.»
Poco dopo, mia moglie è uscita dalla doccia con indosso uno splendido completino intimo nero, che la rendeva quanto mai concupiscente. Si è avvicinata e mi ha baciato con una intensità nuova, mai provata prima. Sentivo ancora tra le sue labbra il sapore del cazzo di Alex. Lei mi ha sorriso contenta.
«Amore, hai fatto di me la donna più felice della terra, stasera! Adesso che abbiamo scoperto che ad entrambi piace giocare sia con maschi che con femmine, vorrei che, in futuro, i nostri orizzonti fossero ancora più ampi. È stato meraviglioso vederti godere sotto quel maschio, mentre mi facevi godere, ma, nello stesso tempo, voglio che anche tu mi veda dar piacere con la lingua alla mia amica, perché il solo pensarlo mi eccita moltissimo. Grazie, amore! Grazie per questo magnifico regalo e, adesso, nonostante io abbia goduto tantissimo, voglio far l'amore con te, perché finora ho solo scopato!»
Subito dopo ha ripreso di nuovo a succhiarmi il cazzo e, da allora, la nostra vita è diventato un vero idillio.
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Adesso siamo una coppia escort.
Il mio nome è Danilo, ho 25 anni, sono di media statura, capelli castani, occhi marroni, e sono sposato da due anni con Michela, mia coetanea, molto bella. Ha lunghi capelli biondi, occhi azzurri, un viso carino, dei seni di una terza piena, belli tondi con capezzoli piccoli e sporgenti. Il ventre è tonico, piatto, la fica ha labbra e clitoride ben pronunciati. A tutte queste qualità vanno aggiunti un culo tondo perfetto, sembra disegnato da Giotto, e delle gambe lunghe e sottili; insomma è una donna che, quando passa per strada, attira inesorabilmente l'attenzione dei maschi che l'incrociano. Ci conosciamo da quando avevamo sedici anni; dopo un periodo di fidanzamento, durante il quale abbiamo praticato sesso, senza però toglierle la verginità, ci siamo sposati e, alla prima notte di nozze, me l'ha donata con tutto l'amore possibile. Durante gli anni di fidanzamento, aveva imparato a succhiare il mio cazzo e ad ingoiarne il frutto che le riversavo in bocca. Per quanto mi riguarda, non sono un super dotato, diciamo nella media, né troppo lungo e neanche troppo spesso, ciò nonostante lei riesce ad ingoiarlo sempre con qualche difficoltà. Ci siamo sposati quando abbiamo compiuto 22 anni. Il primo anno è andato bene e le cose giravano alla grande. Lavoravamo entrambi nella stessa struttura alberghiera, io come cuoco e lei come impiegata in contabilità. Per poter lavorare più comodamente, abbiamo preso in locazione un grazioso appartamento a poca distanza dall’albergo. Era un po’ caro, ma ci consentiva di andare al lavoro senza utilizzare l’auto. Era situato in una bella palazzina di tre piani, più attico. In tutto erano sei appartamenti più l’attico, occupato dal proprietario, mentre gli altri erano in affitto come il nostro. Trovandoci in una zona piena di uffici, banche o studi di professionisti, gli altri appartamenti erano occupati da persone molto facoltose. Solo i due al primo piano erano occupati, singolarmente, da persone di mezza età, mentre al secondo, sul nostro stesso pianerottolo, vi erano due uomini, uno calvo sulla cinquantina e l’altro un moro trentenne, che condivideva l’appartamento. Al terzo piano vi erano, in uno, tre uomini di mezza età e l’altro, due giovani e due anziani; forse, in tutta la palazzina, i più vecchi vicini alla sessantina. Gianpaolo, il proprietario, era sulla quarantina, molto alto e dallo sguardo penetrante, ed abitava nell’attico. Per un anno, tutto è filato liscio. Vedevamo i nostri vicini solo di sfuggita, ma non vi erano particolari problemi, in quanto la serenità regnava sovrana. Poi, d'improvviso, è arrivato il covid, con il relativo blocco dovuto alla pandemia!
Entrambi abbiamo perso il lavoro entro i primi 3 mesi della pandemia. Ben presto i soldi cominciarono a scarseggiare. Abbiamo avuto accesso al sussidio di disoccupazione, ma era appena sufficiente a coprire le spese di base. Ben presto siamo arrivati al punto in cui avevamo difficoltà ad onorare l'affitto. Non è passato molto tempo prima che il padrone di casa è venuto ad esigere quanto gli dovevamo. Era un venerdì mattina, quando si è presentato alla nostra porta, chiedendo che gli pagassimo l'affitto, perché eravamo già in ritardo di due mesi. Gli abbiamo spiegato di trovarci un po’ in difficolta e lui ha riflettuto un momento e poi ci ha detto di esser nel suo appartamento alle 17:00. A quell'ora, abbiamo bussato alla sua porta; appena dentro ci ha fatto accomodare, mentre lui era ancora in piedi davanti a noi, mettendoci soggezione con la sua aria imponente.
«Ho consultato il report dei vostri pagamenti ed ho constatato che siete sempre stati puntuali nel pagamento dell'affitto; quindi, qual è il problema?»
Ho guardato mia moglie e poi ho cercato di spiegare le nostre difficoltà.
«Al momento siamo entrambi senza lavoro. A causa della pandemia, l’hotel ha chiuso per mancanza di clienti e ci ha licenziati entrambi. Adesso, stiamo aspettando un nuovo impiego, ma, al momento, abbiamo qualche difficoltà ad onorare i pagamenti.»
Lui mi ascolta, ci riflette un momento e poi ci dice che ha una idea.
«Credo che potremmo trovare un punto d'incontro. Hai una moglie che fa gola a tanti, perché bella e sexy; io sono un uomo single, con delle necessità, e conosco altri uomini single, che hanno le stesse necessita; hanno bisogno di soddisfarle e, purtroppo, con la pandemia in corso, son diventate ancor più pressanti ed urgenti.»
Pur avendo intuito il senso del suo discorso, gli ho chiesto maggiori dettagli.
«Cosa intendi? Che significa che ho una moglie carina e bella e cosa c’entra con le tue esigenze?»
Lui mi ha guardato con aria piuttosto severa e mi ha detto chiaramente cosa voleva da lei.
«Può farsi scopare ed esser pagata per questo. Con ciò che guadagna, ci può pagare l'affitto e, forse, anche qualcos'altro.»
La durezza delle sue parole, dette con una disinvoltura unica, mi hanno sconvolto. Mi volto e guardo mia moglie, che ha il viso stravolto e la immagino mentre viene scopata da altri uomini. Ripenso alla nostra vita sessuale passata. A causa dei miei orari di lavoro, scopavamo, in media, una volta o due a settimana, oppure addirittura una volta ogni due settimane.
Ero stravolto e lei non lo era da meno. Lui ha avuto un mezzo sorriso ironico e poi ci ha lasciato soli.
«Bene, vado a preparare qualcosa da mangiare; vi lascio soli a confrontarvi sulla decisione da prendere. Parlatene e trovate una soluzione, altrimenti mi vedrò costretto a farvi lasciare l’appartamento entro una settimana.»
Appena soli, ho guardato Michela e ho detto che non potevamo nemmeno pensare a fare una cosa del genere. Lei ha abbandonato il suo mutismo e mi ha esposto quella che era la sua riflessione.
«So che non ti fa piacere ed ho difficoltà anche a pensarci, ma ci troviamo bene nel nostro appartamento. Perciò non è il caso di crearsi troppi problemi: se non aderissi alla proposta del proprietario, perderemo casa e non avremo un posto dove vivere. Del resto il tutto non dovrebbe durare a lungo, perché, prima o poi, dovremo pur trovare lavoro? Non possiamo fare diversamente.»
Ero scioccato. Non volevo che lei propendesse per quella soluzione, ma, in cuor mio, sapevo bene che era l’unica e, poi, era una sua scelta. Ben presto lui è tornato nella stanza, mangiando un panino. Ci guarda e chiede se abbiamo deciso cosa fare.
«Allora, qual è la vostra decisione?»
Michela con voce tesa e nervosa, gli chiede maggiori dettagli.
«Cosa dovrò fare veramente?»
Lui risponde sempre mangiando.
«Io ti chiamerò ogni volta che vorrò far sesso con te, o quando avrò un altro maschio che vorrà pagare, per far sesso con te. Tuo marito ti seguirà attraverso un sistema di video sorveglianza, collegato a quello schermo.»
A quel punto, lei chiede quanto sarà il suo compenso e lui, allora, le tende la mano e la invita ad alzarsi.
«Penso che dovremmo vedere quanto sei brava, prima di parlare di soldi. Dai andiamo in camera, e tu seguici, devi vedere cosa fa, cosi, magari, impari qualcosa.»
Una volta nella stanza, vedo un letto matrimoniale e, in un angolo, un divanetto di velluto rosso, vecchio stile. Nell'altro angolo, vedo un videoregistratore su un supporto e lo guardo stupito, cercando di capire.
Lui intuisce il mio pensiero e mi spiega che serve per creare la pubblicità di lei come puttana, allo scopo di far valutare le sue prestazioni a chi è fuori, prima di accettare i suoi servigi. Si mette dietro la telecamera e le ordina di iniziare a spogliarsi. Michela lo fa procedendo lentamente, un capo dopo l’altro vengono fatti cadere per terra, finché non è nuda. Lui le ha fatto delle riprese, spostandosi sempre più vicino e, poi, appoggia la camera sul cavalletto e prende la macchina fotografica; le ordina di mettersi sul letto in pose sempre più oscene. Mi eccito e, nello stesso tempo, mi sconvolge tutto questo. Lui si complimenta con me per quello che lei sta mostrando.
«La piccola qui ha del potenziale enorme! Un gran bel culetto e delle tette davvero bellissime, per non parlare dalla fighetta ben rasata! Farai furore nella mia scuderia!»
Poi si spoglia, riprende la telecamera e si avvicina a lei. Ha indosso solo i boxer e le ordina di inginocchiarsi davanti a lui. Le fa allungare le mani e tirare giù i boxer. Vedo lo sguardo sconvolto di Michela, quando vede il suo cazzo! Io ho un cazzo nella media, sui 13 centimetri al massimo, ma il suo è davvero enorme: ben sopra i venti di lunghezza ed una circonferenza che spaventa! Grosso come il polso di Michela e con una cappella enorme!
«Adesso apri quella bocca da succhiacazzi e fammi sentire quanto sei brava a succhiarlo e prenderlo in gola!»
Mi chiedo come farà ad infilarlo in gola, dal momento che, a volte, ha difficoltà ad ingoiare il mio. Lei inizia a leccarglielo, facendo scorrere la bocca su e giù, lungo l’asta, che sembra lievitare ancora di più. Lui le dice che vuol sentire meglio la sua lingua e, quando lo fa, si vede che apprezza. Poi le mette una mano sul capo e comincia a spingerglielo sempre di più dentro la bocca, che, ad ogni affondo si dilata sempre di più. Lei si impegna e lui si complimenta, e questo mi stupisce non poco.
«Brava, vedo che lo stai ingoiando bene! Presto sarai ben allenata!»
La guardo attentamente e vedo che davvero si sta impegnando, anche se non riesce ad infilarsi quella trave in gola senza dover fare dei grossi sforzi per contrastare gli emergenti conati di vomito. Lui le ordina di infilarlo un po’ alla volta e lei lo fa con calma, un affondo dopo l’altro, fin quando vedo la sua gola gonfiarsi e il suo naso sbattere sul corpo di lui: lo ha tutto in gola! Io non ci ero mai riuscito!
«Brava puttanella! Lo hai preso tutto in gola! Adesso ti scopo la bocca e ci sborro dentro!»
Inizia a scoparle la gola e lei resta immobile, mentre lui si complimenta per il fatto che ha una gola stretta e che così lo farà venire molto presto.
«Brava cosi! Mi piace questa tua gola stretta! Ti sfondo tutta l’ugola e poi te la inondo! Brava, bocchinara! Avrai modo di succhiarne di cazzi, dopo questo risultato!»
La guardo, la vedo soffrire, ma continua imperterrita a prenderlo in gola.
Ancora qualche spinta dentro e fuori dalla gola e lui comincia a gemere; poi si svuota nella sua bocca.
«Bevi, che sborro! Adesso vengo! Che meraviglia! Mi stai spremendo il cazzo con la laringe!»
Lei ingoia con un po’ di difficoltà, ma non ne perde una goccia. Lo pulisce con estrema bravura e lui annuisce contento, poi glielo sfila e lei riprende fiato. Lui mi guarda e vede che ho il cazzo semiduro, che gonfia i miei pantaloni. Non ho potuto farne a meno. Vederle prendere in gola il suo cazzo, mi ha fatto eccitare. Lui la guarda e mi ordina di avvicinarmi. Giunto davanti a loro, lui ordina a Michela di aprimi i pantaloni.
«Dai, troia! Adesso succhia il cazzo del tuo uomo e mostragli cosa hai imparato, mentre io mi preparo per il secondo round.»
Lei si avvicina a me, mi slaccia i jeans e li abbassa. Mette la bocca sul mio cazzo e inizia a fare su e giù. Dopo averlo fatto scorrere su e giù per alcune volte, inizia a usare anche la lingua ed io mi ritrovo con il cazzo durissimo nella sua bocca. Sono stato colto da un raptus di pura lussuria: le ho afferrato la testa ed ho iniziato a scoparle la gola, ben sapendo che non sarei mai arrivato in fondo, allo stesso punto dove era arrivato lui. Ero così eccitato che lei mi ha guardato un po’ stupita, mentre io, con un gemito, mi son scaricato nella sua bocca. Ho visto le sue guance gonfiarsi e poi ingoiare anche la mia crema. Lui, che mi aveva osservato per tutto il tempo, ha fatto un mezzo sorriso ironico; poi si è avvicinato di nuovo e l’ha fatta stendere supina sul letto a cosce ben aperte. Le solleva le braccia, le lega i polsi alla testiera. Mi stupisce, ma lei non si oppone. Si inginocchia fra le sue cosce e vedo che lecca come un affamato la sua fica: la porta al piacere. La sento gemere, mentre lui le tortura il clitoride, succhiandolo fin quando raggiunge un orgasmo.
«No, porco! Così mi fai godere! Sei…meraviglioso! Dai, ancora!»
Gode, poi lui si solleva, mi guarda e si allunga su di lei; appoggia la grossa cappella far le piccole labbra di mia moglie. Dentro di me, penso che sarà dura per lei ricevere un simile arnese, dalle dimensioni cosi abbondanti.
«Rilassati, piccola, che adesso ti svergino per davvero! Fino ad oggi non sei mai stata scopata da un cazzo vero, ma, da oggi in poi, non avrai più problemi e ne potrai prendere quanti ne vorrai e di tutte le dimensioni. E tu, cornuto, guarda come la fotto e l'apro per bene una volta per tutte! Dopo questo lavoretto, il tuo non avrà più modo di sentirlo.»
Inizia a far scorrere il cazzo, strofinandolo lungo la fessura lucida di umori. La punta del suo cazzo separa le sue labbra rosa. Lei geme mentre lo sente premere contro il suo buco. Lui spinge i fianchi un paio di volte e lei urla, mentre il cazzo enorme si fa strada dentro di lei. Lui la guarda e commenta.
«Accidenti, come sei stretta! Non ho mai avuto una fica così stretta come questa tua! Sembri vergine davvero! Dopo questo passaggio, la tua piccola fica non potrà più far a meno di cazzi enormi come questo!»
Dentro di me, penso che sarà proprio così! Lui affonda lentamente, ma con decisone, un po' per volta, glielo pianta tutto dentro, fino alla radice. La vedo sobbalzare e spalancare la bocca, senza emettere alcun suono. Lui resta immobile e lei si rilassa, poi lui incomincia a pomparla con affondi sempre più lunghi e profondi. Lei, dopo un primo momento da passiva, adesso incomincia a godere e, quindi, lo asseconda, spingendo in alto il corpo per andare incontro a quel mostro che la sfonda. Urla e gode.
«Mi sfondi divinamente! Dai, più forte! Fammi godere ancora! Sei meraviglioso! Mai goduto così tanto! Dai, ancora! Vengo!»
Ora la pompa davvero forte, vedo colare il suo piacere mentre quella che era la mia figa si adatta alle nuove dimensioni. Mia moglie mi guarda, cercando comprensione, che, effettivamente, trova nei miei occhi. È vero la sto ammirando per come si sta facendo sbattere da questo energumeno che le sfonda la fica. Gode senza ritegno e poi, dopo l’ennesimo orgasmo, lui resta immobile ben piantato tutto dentro di lei: sta sborrando dentro mia moglie! Nello stesso istante lei ha di nuovo un orgasmo e vedo la sua fica che si contrae attorno al suo cazzo, mentre lui la riempiva.
«Ti inondo! Ti sto sborrando dentro! Lo senti! Mi stai risucchiando il cazzo da come si contrae la tua fica! Bellissimo! Che troia! Accidenti che gran troia ho trovato!»
Si sfila e vedo una gran quantità di crema sgorgar fuori dalla fica ancora oscenamente dilatata. Lui le scioglie i polsi ed io la guardo mentre lei adesso si sente in imbarazzo per aver goduto con lui davanti a me come una puttana.
«Adesso potete andare. Sei davvero brava; mi piaci molto e sei anche molto carnale! Vedrai quanti soldi ti faccio fare! Ti mando un messaggio per domani.»
Lei si riveste sommariamente e ce ne torniamo nel nostro appartamento. Non ci diciamo nulla e, dopo una rapida doccia, lei se ne va a letto. Io resto a meditare su tante cose che vorrei sapere, ma la vedo dormire: del resto era sfinita e, quindi, lascio perdere.
Per tutto il giorno dopo, la vedo un po’ nevosa, ma non le chiedo nulla. Lui ci manda un messaggio dicendo che ci aspetta alle 20:00 a casa sua. Appena giunti, ci ordina di entrare in camera, ordina a lei di spogliarsi ed a me di avvicinarmi: mi spiega come usare la videocamera.
«Voglio che fai delle riprese mentre la scopo.»
Appena nudo, le ordina di succhiargli il cazzo, finché non sarà diventato duro. Attraverso lo schermo della videocamera, ho visto la sua bocca muoversi su e giù lungo quel cazzo, che è subito lievitato, crescendo, a mio avviso, ancora più della sera prima. Lui, una volta eccitato, l’ha distesa sul letto con il viso in giù; le ha legato ancora i polsi alla testiera, poi le sistema un cuscino sotto il ventre, facendo sollevare il sedere. Intuisco il suo progetto e lo guardo, mentre lui adesso va a spiegarle cosa farà.
«Adesso ti apro anche dietro. Preparati a provare un po’ di dolore, ma vedrai che poi passa e ci proverai gusto.»
Ero sconvolto. Avevo provato in passato a farle il culo, ma lei si era rifiutata provando molto dolore con il mio cazzo, che non era nemmeno la metà di questo! L’avrebbe spaccata di sicuro. Lui invece non ha fatto altro che iniziare a lubrificarlo con del gel e poi, dopo un po', sentiamo suonare alla porta; lui mi dice di andare ad aprire. Resto stupito, ma eseguo. Apro e mi trovo davanti l’inquilino del nostro stesso pianerottolo, quello completamente calvo. Basito, lo vedo entrare deciso, dirigendosi in camera. Saluta il padrone di casa e poi si spoglia. Io lo guardo, mentre lui parla con Gianpaolo.
«Allora è vero che è vergine di culo? Non sai quanto ho desiderato questo momento! Adesso, le faccio un bel servizietto e tu, cornuto, riprendi bene quando le aprirò il culo!»
Sono sconvolto e mi sento mancare: un coinquilino che ci potrà incontrare ogni giorno? Michela sembra sconvolta, ma, essendo a faccia in giù, non vedo il suo volto. Gianpaolo, mentre il pelato si spoglia, mette del lubrificante sul dito medio e continua a lubricare il culetto di mia moglie, che cerca di dimenarsi facendo capire che non gradisce la sodomizzazione.
«Ti prego, no! Non l’ho mai preso nel culo! Mi farete malissimo!»
Andrea si è spogliato e vedo il suo cazzo che è lungo sì, ma di spessore inferiore a quello di Gianpaolo.
«Scherzi? Fermarmi? Ma lo sai da quanto ho voglia di incularti? Non mi è sembrato vero, quando lui me l'ha detto! Adesso ti sfondo!»
Michela ha iniziato a piangere, immaginando il dolore cui andava incontro. Andrea si era già lubrificato il cazzo e lo ha appoggiato al buchino molto stretto. Allora Gianpaolo le ha dato due sonore sculacciate e lei si è rilassata; Andrea mi ha guardato ed invitato a star dietro di lui in modo da riprendere per bene l'inculata di mia moglie. Mi son inginocchiato, ho inquadrato la scena e lui, con un colpo secco, le è entrato dentro. Lei ha gridato forte, mentre lui ha affondato in lei, senza pietà.
«Aaaahhhi!! Mi spacchi! Fa piano, me lo sfondi! Togliti che fa male! Esci, ti prego!»
Ma lui è rimasto insensibile alle sue richieste ed ha preso a pompare il culo di Michela, sempre più forte. Ho visto lei inarcare la schiena e piangere, mentre lui godeva come un pazzo furioso. Ho pensato che sarebbe venuto subito, invece era molto resistente: l’ha pompata a lungo, fin quando lei si è arresa, ha rilassato i suoi muscoli e lui ha goduto dentro il suo martoriato culetto, con un grugnito da vero porco.
«Che meraviglia! Sì, me lo godo tutto! Adesso te lo riempio di crema bollente! Ti sborro in culo, vacca!»
È rimasto piantato dentro di lei e ho visto le contrazioni dei suoi glutei, chiaro indizio delle schizzate che le stava donando: ne ho contate sei. Ad ogni contrazione, le riversava in culo una bella schizzata di sborra. Contento, se ne è uscito ed io ho filmato il culo di mia moglie ben aperto, da cui colava un rivolo di crema bianca e, per fortuna, senza segni di lacerazione. Mentre Andrea se n’è andato in bagno Gianpaolo ha preso, il suo posto. Di colpo le è entrato dentro, senza nessun riguardo. Lei ha sussultato e si è girata con lui che, sadicamente, le chiavava il culo.
«Adesso te lo finisco di rompere io! Lui ha solo aperto la via, ma io te lo apro del tutto!»
Io ero sempre lì a filmare ed ho visto che, mentre lui continuava a spingere il cazzo dentro di lei, Michela ha sbottato ancora una volta per il dolore. Potevo vedere il suo piccolo anello allargarsi per consentire l'ingresso di quel mostro. Lui non le ha dato tregua ed ha continuato a spingere.
«Rilassati, che è meglio, tanto non posso far a meno di sfondare un bel culo come il tuo! Devo sfondarlo completamente!»
Poi di colpo lo sfintere ha ceduto e lui è affondato tutto dentro di lei, che ha emesso un ennesimo grido, per poi quasi svenire. Lui le ha pompato il culo a lungo e poi le è venuto dentro a sua volta. Durante tutta l’inculata, Andrea si è fatto succhiare il cazzo, anzi, per esser precisi si è scopato la bocca di Michela, che doveva reggere Gianpaolo nel culo e l’altro in bocca.
Fortunatamente Andrea, questa volta, è venuto relativamente presto e le ha scaricato in bocca un’altra buona dose di crema.
«Bevi, zoccoletta! Bevi e succhia, che ti voglio anche scopare! Dai, succhialo, deve restar duro!»
Gianpaolo si è sfilato e Andrea ha preso a scoparla da dietro. L’ha fatta sollevare un po' e le ha infilato il cazzo in fica da dietro, pompandola a ritmo sostenuto. È durato una ventina di minuti e, infine, le ha sborrato in faccia. Soddisfatto se n’è andato, dopo aver dato una busta a Gianpaolo, che ha liberato i polsi di Michela e le ha detto che era tutto finito e si poteva rivestire.
Lei, stremata, non riusciva neanche a muoversi. Prima di uscire ci ha detto che, con questo, avevamo già pagato uno dei due mesi di arretrati, e ci ha dato un po’ di soldi in contanti.
«Questi te li ha lasciati Andrea. Vedrai non ti disturberà più; a lui piacciono solo i culi vergini: una volta chiavati, non hanno più alcun interesse. Adesso riposati, che presto ti faccio lavorare di nuovo.»
Siamo scesi nel nostro appartamento; lei ha aperto la busta e ci ha trovato cinque pezzi da cento. I due giorni successivi sono stati davvero duri per mia moglie. Sedersi, camminare, andare in bagno, era tutto un dolore. Pr tutta la settimana non lo abbiamo sentito e lei si è ripresa. Al sabato, ci ha detto di salire da lui verso le 19:00.
«A casa mia e non far tardi, che hai un cliente!»
Quando siamo entrati, mi è stato detto di sedermi sul divano nel soggiorno, così ho fatto ed ho visto Michela che veniva condotta da Gianpaolo in camera da letto. Ben presto è uscito fuori ed ha acceso la TV: c'era la telecamera accesa che mi mostrava ciò che succedeva nella camera. C'era un uomo, lì dentro. Aveva più o meno la stessa taglia di Gianpaolo. Le ha detto di spogliarsi e lo stesso ha fatto anche lui. Il suo cazzo non era grosso come quello di Gianpaolo, ma faceva comunque aver contezza di quanto il mio fosse piccolo. Ho sentito chiederle di iniziare a succhiargli il cazzo, cosa che lei ha fatto inginocchiandoglisi davanti; ha iniziato a lavorarlo di bocca e ben presto gli è diventato grosso e duro. Allora l’ha fatta sdraiare sul letto a cosce aperte, si è messo a leccarle la fica fin quando lei non è venuta. Lui allora si è disteso e l’ha fatta salire su di sé e lei ha iniziato a cavalcarlo, godendo molte volte. Ho visto Michela urlare di piacere, mentre lui, con le gambe inarcate, la sbatteva dal basso. Dopo un po' ha cambiato posizione: l’ha messa di lato ed ha continuato a scoparla molto energicamente.
Ha continuato a chiavarla per circa una trentina di minuti. Non so se dimostrava quella resistenza sebbene fosse venuto o, semplicemente, era il suo modo di ritardare al massimo la sua goduta; sta di fatto che quella sua galoppata l'ha fatta godere tantissimo! Alla fine le è venuto dentro con un grido forte, cosa che ha provocato in lei l'istinto ad abbracciarlo forte: era chiaro che la scopata le era piaciuta molto. Lui si sfila e vedo benissimo la sua fica ben dilatata, da cui esce un rivolo corposo di crema bianca. Una volta che il tizio ha finito, vedo consegnare dei soldi a Gianpaolo e va via. Subito dopo esce anche Michela. Gianpaolo le si avvicina e, sorridendo compiaciuto:
«Tieni, questa è la tua parte. Sono la meta dei soldi che ha appena pagato per averti. Sei stata davvero brava. Il tizio conosce molte persone cui piace divertirsi con puttane come te; vedrai la pubblicità che ti farà e quanti clienti sarà capace di procurarti.»
Le mette in mano due banconote da cento, lei gli sorride e torniamo a casa. Per le due settimane a seguire si ripete la stessa cosa. Lei scopa e io guardo. Poi è stata la volta di tre soli clienti, ma molto dotati, ed anche in quell'occasione lei ha dimostrato di esser in grado di reggere bene l'impatto: non si è negata e li ha presi con disinvoltura: ormai era ben allenata. In tutte le volte succedute nel tempo, ho visto Michela godere molto, mentre il sesso fra di noi era divenuto inesistente. Dopo che lei aveva scopato, in silenzio mi recavo nel bagno e mi segavo facendo scorrere nella mia mente le immagini di lei che godeva fra le braccia di quegli sconosciuti. Poi tornò il suo primo cliente, chiedendole, questa volta, il culo. Inizialmente lei ha mosso qualche resistenza, ma lui è stato irremovibile, allora ha dovuto cedere: se l’è inculata con tanto piacere da parte sua, un po’ meno da parte di mia moglie, ma, in definitiva, ormai era ben aperta in tutto. Anche in questa occasione Gianpaolo si è complimentato con Michela per avergli fatto fare bella figura. Ormai lei era sempre più lanciata verso il piacere di vendersi e, non mostrava più alcun ritegno. Non era più una questione di necessità economica a spingerla, ma il piacere di esser trattata da puttana che le metteva foga addosso e la faceva scopare con entusiasmo, che era poi la caratteristica che piaceva tanto ai clienti, al punto da tornare a cercarla. Poi ci fu un notevole cambiamento anche per me. Un pomeriggio, Gianpaolo mi dice che ha bisogno di un piacere da parte mia. Deve accontentare un cliente molto particolare e non ha nessuno di cui potersi fidare e, se gli presto il mio aiuto, possiamo considerarci liberi da ogni obbligo nei suoi confronti. Ne parlo con Michela, che mi spinge ad accettare. Tutto quello che mi chiede Gianpaolo è di recarmi a casa sua e il resto me lo avrebbe detto lui di persona.
Appena entrato, mi fa fare una doccia e poi, nudo, mi lega le mani al letto, mi benda, quando sento delle voci che mi rigirano prono e mi legano a gambe aperte. E' allora che intuisco che non dovrò esser l’oggetto di un desiderio gay. Una lingua mi si infila fra le chiappe. Provo a ribellarmi, ma sono immobilizzato, cerco di dissuaderlo, ma ottengo l’effetto contrario.
«No, non voglio! Il mio culo non è in vendita! Non sono frocio! Non mi piace farmi inculare!»
La voce ride e poi mi dice che, se mi agito, per lui sarà ancor più piacevole.
«Sì, dai, ribellati! Adoro chi non si sottomette! Ti sfonderò il tuo bel culetto e, se non ci stai, mi ecciti di più! Dai, agitati pure che mi eccita!»
Mi lecca e cerco di serrare le chiappe per evitare la sodomizzazione; però mi sento aprire con forza e dopo poco una bruciante cappella si appoggia al mio sfintere. Serro le natiche, ma vengo sculacciato con forza e, alla fine, sono costretto ad allentare le chiappe; in quel preciso momento un cazzo molto grosso mi sfonda le reni. Mi sento trafiggere e spaccare davvero il culo. Urlo ed imploro, ma non serve ad altro che eccitare il porco che mi pompa per un tempo che a me sembra eterno. Mi sfonda a lungo il culo, poi me lo farcisce con una dose di crema incredibile. Non la finiva più di schizzare nel mio culo. Alla fine resta per un po’ immobile, sempre piantato dentro, poi lo sfila di colpo ed avverto che ho il culo ridotto ad una voragine. Lui me lo mette davanti alla bocca, mi obbliga ad aprirla e me lo infila dentro.
«Adesso me lo lecchi e succhi bene, che voglio mi ritorni duro. Se sarai bravo, ti scopo ancora un po’ il culo e poi ti vengo in bocca, altrimenti ti infilo una mano su per il culo e te lo sfascio per davvero.»
Terrorizzato da questa prospettiva, lo succhio come se non ci fosse un domani, dopo di che mi scopa di nuovo il culo e, alla fine, si scarica nella mia gola. Avverto dei conati di vomito mentre mi sborra in bocca, ma sono costretto a reprimerli, anche perché ho il cazzo in gola e lui mi tiene chiuso il naso: se volessi respirare, devo ingoiare! Alla fine se ne va e Gianpaolo mi libera. Sono a pezzi, ma lui è soddisfatto.
«Bravo! Adesso che anche tu hai il culo rotto, ti troverò dei buoni clienti, cosi sarai anche tu a guadagnare!»
All’inizio non mi piaceva per niente, ma poi mi son adeguato.
Alla fine della pandemia, io e mia moglie abbiamo continuato ad esser una coppia di escort, pronti a soddisfare ogni cliente e, adesso, i soldi non sono più un problema.
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baxi18, 55
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Un incontro bdsm indimenticabile
Stavo leggendo alcune pagine sul sito di incontri che frequento, quando, un annuncio mi ha incuriosito e mi sono soffermato. Ho visionato la pagina e mi hanno catturato in particolare le foto pubblicate. Una bellissima donna, assieme al suo compagno, si mostrava con una espressione voluttuosa e molto sexy, aveva intorno tanti sexy toys molto particolari, sicuramente utilizzati in pratiche BDSM. Infatti, nel messaggio introduttivo della pagina si indicava proprio la preferenza per incontri di sesso con pratiche BDSM.
Il messaggio pubblicato era molto invitante, quindi, scrissi loro dicendo che avevano catturato la mia attenzione e che l’idea di essere in qualche modo oggetto dei loro interessi BDSM mi piaceva. Scrissi, inoltre, che non avevo mai avuto nessuna esperienza BDSM e la cosa stuzzicava la mia fantasia sessuale.
Loro risposero in brevissimo tempo. Dopo alcuni contatti tramite e-mail ci siamo scambiati il numero dei cellulari e ci siamo sentiti diverse volte parlando in modo esplicito dei nostri desideri. Mi ritrovai a condividere quello che dicevano. Chiacchieravamo liberamente e facevamo progetti su cosa fare insieme.
In una delle conversazioni mi chiesero se fossi disponibile a raggiungerli a casa per passare una serata insieme, abitavano in una città vicina alla mia. Ho risposto immediatamente che ne sarei stato felice. Quindi restammo d’accordo che il sabato successivo ci saremmo visti, loro mi indicarono il loro indirizzo e mi fornirono tutte le spiegazioni necessarie per raggiungerli.
Durante quella conversazioni mi hanno mandato un paio di foto di nudo, alcune erano evidentemente fatte in diretta durante la telefonata, erano veramente foto molto esplicite.
Lei era alta circa 1,70, bionda, con grandi tette e una figa liscia e rasata. Lui un moretto alto circa 1,85 dal fisico snello. Era completamente depilato, il suo cazzo sembrava abbastanza grosso e lungo.
Quel sabato in cui stavo guidando verso la loro casa ero molto eccitato per l’incontro che da lì a poco avrei avuto. Le loro indicazioni mi condussero alla loro casa facilmente. Arrivato nel vialetto della loro villetta, molto tranquilla con un bel giardino intorno, ho suonato al campanello come da accordi.
Lei mi ha aperto ed è uscita dalla porta di ingresso indossando solo una vestaglia di seta nera, mi ha, quindi, invitato ad entrare dentro casa. Lui stava aspettando in salotto, era già seminudo e indossava un sospensorio nero di pelle che lasciava tutte le sue chiappe libere, la cosa mi è sembrata strana ma ormai ero in ballo e, quindi, dovevo ballare.
Si presentarono con i loro veri nomi, Giulia e Antonio, non con i nickname utilizzati in chat.
Giulia disse: "Prima di fare qualsiasi cosa vogliamo essere sicuri che tu sei d’accordo con tutto ciò di cui abbiamo discusso."
Risposi: “Si, certamente. Mi va di mettermi in gioco con voi.”
Lei, si tolse la vestaglia e rimase con un corsetto gotico in pelle che lasciava libere tutte le parti erotiche del suo corpo, seno e figa, era una visione bellissima.
Poi, con movimenti rapidi, senza nessuna perdita di tempo, mi aiutò a togliermi i vestiti. Ero quasi nudo in un attimo.
Quindi mi spinse verso Antonio chiedendomi di inginocchiarmi tra di loro. Il mio viso era all’altezza del suo grembo. Antonio, subito dopo, si era inginocchiato davanti a me e mi ha afferrato e massaggiato le palle.
Giulia, accarezzandomi da dietro, disse: "Fattelo venire duro per me, tesoro. Lo voglio assaporare."
Una profonda sensazione di piacere mi invase quando lei mi strinse il pacco, masturbando il mio cazzo. Iniziò ad accarezzarmi in simultanea con il suo lui.
Poi lei si abbassò strofinando il suo viso sul mio cazzo.
"Succhialo, tesoro. Fallo diventare duro. Mi piace vedertelo fare!" disse suo marito che la baciò sulla guancia.
Lei aprii la bocca e lasciò scivolare il mio pene dentro.
Antonio le ordinò: "Non fermarti, succhiaglielo finché non te lo dico io di smettere." Lei obbedì.
Lui gli teneva la testa con entrambe le mani spingendo il mio cazzo in profondità dentro di lei. All’inizio con movimenti lenti e calmi, poi con spinte più lunghe e in profondità. Mi stava facendo scopare la sua bocca fino giù nella gola.
Antonio esclamò: "Brava, ti piace essere scopata in bocca?"
Lei annuì con un gesto del capo continuando a farsi fottere tra le labbra.
Ad un certo punto, Antonio le disse qualcosa all’orecchio, Giulia si è alzata e si è allontanata. Tornò con alcuni oggetti, non li vedevo chiaramente ma immaginavo cosa fossero.
Cercai di girarmi per vedere meglio ma Antonio mi tirò indietro la testa e mi disse: “Non guardare. Ti metteremo un collare e delle manette come uno schiavo. Mi piace averti così. Va bene?"
Riuscii solo a grugnire un sì. Cercai di chiedere qualcos’altro ma non ci riuscii perché prima che me ne rendessi conto mi fecero indossare un collare di pelle e delle manette ai polsi.
Lui le allacciò molto strette. Le mie mani erano ammanettate insieme davanti, io ero ancora in ginocchio sul pavimento.
Giulia continuava a baciarmi la verga e a stringermi le palle tra le mani mentre Antonio proseguiva a dirmi: "Ti imbavaglierò perché devi essere il nostro schiavo, non devi poter protestare. Va bene?"
Non riuscii ad annuire o scuotere la testa.
Lui disse: "Sì, a lui va bene."
Quando disse queste parole, la mia testa fu tirata indietro, mi è stata infilata tra le labbra una palla di silicone, una ball gag costrittiva davvero grande che mi ha riempito la bocca. L'hanno legata stretta sulla nuca. Io tentavo di dimenarmi e cercavo di gridare ma qualsiasi possibilità mi veniva impedita dalla palla che avevo in bocca.
Giulia e Antonio mi hanno detto di rilassarmi che ora sarebbe venuto il bello della serata: "Ora inizia il vero divertimento. Andrà tutto bene, vedrai che ti piacerà." Le loro mani mi accarezzavano le palle e il cazzo e mi pizzicavano i capezzoli.
Mi ritrovai con le mani legate da manette, il collo chiuso in un collare legato alle manette con una catena e la bocca bloccata da una palla. Tremavo al pensiero di cosa potessero farmi da lì a poco. Ma, allo stesso tempo, la situazione mi eccitava da morire.
Mi sono rilassato per quanto potevo vista la situazione e ho cercato di adattarmi alle loro richieste. Ero abbastanza sicuro che avrei preferito andarmene subito. Ma era troppo tardi ormai.
Mi sono calmato anche perché era evidente la mia impotenza in quelle condizioni, non potevo oppormi al loro volere.
Loro mi presero per le braccia, mi fecero alzare e mi condussero nella camera da letto.
Quando entrammo dentro mi accorsi che c'era al centro della bella stanza una strana panca metallica con fibbie per immobilizzare.
Un po’ impaurito e non potendo parlare per la palla infilata in bocca feci una certa resistenza per non avvicinarmi a quell’oggetto.
Giulia mi spiegò con voce ferma: “Tranquillo, non aver paura, continueremo a giocare. Rilassati è una panca con le cinture per tenerti fermo, sono regolabili per adattarsi perfettamente al tuo corpo. Starai benissimo durante i nostri giochi.”
Aggiunse Antonio, con una certa rudezza: “Sarai umiliato e soggiogato al nostro volere, ti sottometteremo e sarai totalmente indifeso mentre farai ciò che ti ordineremo. Devi accettare il tuo destino e trarre il maggiore piacere possibile dalle cose che ti faremo.”
Ero titubante ma non potevo scappare o andare via, quindi fui costretto ad accettare il gioco perverso che mi imponevano.
Mi fecero sdraiare sopra la panca con il petto, ero a faccia in giù. Mi incatenarono le gambe.
Mi ritrovai legato ad una panca a 90 gradi, con le ginocchia appoggiate su due supporti della panca stessa. Faccia in giù guardavo il pavimento, le mie gambe erano divaricate con il mio piccolo buco del culo e le mie palle esposte al loro volere. Il cazzo pendeva liberamente assieme alle palle.
Ho sentito Giulia scivolare sul pavimento e adagiarsi sotto la panca. In quella posizione poteva continuare ha leccarmi la verga.
Antonio mi disse: "Ok, per ora Giulia ti sollazzerà con la sua bocca, però vedi che non è finita qui, ora ti useremo e tu dovrai stare alle nostre voglie. Per prima cosa ti infileremo un plug anale per allargarti il buco del culo, poi passeremo ad un grosso dildo. Ti piacerà vedrai. Ok"
"Mummphh … scherzi!!! Non mi sono mai trovato in una situazione simile, il mio buco è completamente esposto al loro volere, mi faranno male sicuramente!” pensai.
Antonio continuò dicendo: "Lo scopo di questa pratica è di farti abituare al dolore fino a farlo diventare un piacere intenso, vedrai sarà eccitante.”
Non avendo la possibilità di rispondere a queste sue parole per via della palla di silicone in bocca, lui disse: “Non protesti, significa che dici ok! Vero?"
Annuì con la testa.
"Avrai bisogno di molta pratica per raggiungere il piacere estremo delle pratiche BDSM, noi sappiamo come condurti in questo sentiero di lussuria, sappiamo farlo bene. Ti faremo arrivare al confine estremo del piacere passando dal dolore, sentiero tortuoso dove le sensazioni si amplificano." Ha detto.
Era difficile concentrarmi mentre Giulia mi succhiava il cazzo, nel frattempo Antonio allargava e sondava il mio culo.
Ha iniziato infilandomi dentro il culo un piccolo ugello di una bottiglia di lubrificante per renderlo viscido e scivoloso. Poi mi infilò, facendolo scivolare dentro, un plug anale di silicone.
Lo sentì ronzare e vibrare dentro di me, era la mia prima esperienza di penetrazione in una situazione del genere, senza possibilità di scelta. Quindi quel plug mi sembrava enorme!
Io, nel frattempo, costretto dalla posizione e dai movimenti di Antonio, non potevo vedere ma solo sentire che Giulia, oltre a succhiarmi il cazzo, masturbava quello suo finché lui non è quasi venuto.
Antonio, chiedendogli di fermarsi, si è tirato indietro e ha cercato di trattenersi per non venire. Troppo tardi, con un leggero gemito ha iniziato a spruzzare il suo sperma sulla mia schiena, sentivo il calore del suo seme scivolare su di me e le mani di Giulia che lo spargevano sul mio corpo.
"Oh Dio!" Hanno detto entrambi all'unisono.
"Ha … ha … ha,” sorrise Giulia guardandomi, poi disse: “sembri una patetica sgualdrina, ora ti fotto il buco." Con un movimento veloce e brusco mi ha tirato fuori il plug e lo ha reinserito, operazione che ha fatto più volte.
Pensai: "Di nuovo, cazzo, dovrò sopportarlo ancora per tanto tempo."
Antonio si avvicinò, ispezionando il suo lavoro nel buco del culo e disse: "Quando ti reputerò pronto, ricomincerò a fotterti il culo, ma questa volta con il dildo più grosso, sarà infilato tutto dentro, fottuta troia."
Poco dopo, tirò fuori il plug e, senza aggiungere una parola, mi infilò delle dita per cospargermi ancora di lubrificante, poi prese un grosso dildo nero dritto e nerboruto e lo appoggiò nel mio buco stretto, senza nessuna delicatezza lo spinse dentro.
Ero così bagnato e scivoloso che quel grosso cazzo divaricò il mio sfintere senza problema, me lo sentivo dentro e una forte sensazione di pienezza mi avvolse.
Senza pensarci un attimo lui lo spingeva dentro il mio culo fino in fondo più e più volte.
"Mummph! Oh … cazzo!" pensai mentre Antonio stava torcendo e muovendo su e giù il cazzo nero nel mio culo. Lo spingeva il più possibile in profondità.
Mi venne davvero dura la verga, ero eccitatissimo e venni spruzzando il mio seme sulla faccia di Giulia che era di nuovo sdraiata sotto la panca.
Giulia dopo avere leccato ancora il mio cazzo e raccolto tutto lo sperma che avevo eiaculato, mi disse: "Ricordati che sei qui come un regalo per me, vero? Quindi ora devi compiacermi."
Annuì, paura ed eccitazione si mescolavano sul mio viso.
Quando le vidi raccogliere la frusta di pelle, il panico incominciò ad invadere tutto il mio corpo e la mia mente.
Camminando dietro di me Giulia allungò la mano per accarezzarmi il mio culo già profanato da un dildo.
Io mi irrigidì completamente quando sentì il primo tocco della sua mano, un sussulto di paura mi pervase.
Mentre mi toccava e accarezzava il culo, i fianchi, le gambe, la pancia, iniziò a fare scorrere la frusta su e giù su di me.
Sentii un gemito provenire da lei mentre girava le code di cuoio su tutto il mio corpo. Io dalla paura iniziai a dimenarmi.
Lei disse: “Ti farò sentire un altro tipo di eccitante dolore, ma non devi spaventarti.”
Allontanò la frusta dalla mia pelle, la sollevò, poi la abbassò bruscamente, in direzione del mio culo.
Anche se mi attendevo una cosa del genere, sobbalzai sulla panca emettendo un brusco respiro. Avevo sentito le strisce di pelle sulla mia carne e, paradossalmente, il mio cazzo diventava di nuovo completamente rigido.
Lei continuò a picchiare con la frusta le mie chiappe e, poi, anche la schiena. Quelle parti del mio corpo erano indolenzite e sicuramente rigate di rosso per le strisce di pelle che mi colpivano. Sentivo dolore ma allo stesso tempo un fine piacere e desiderio che non si fermasse.
Mi domandavo: “Per quanto tempo sarò in grado di mantenere il controllo prima di dover sfogarmi di nuovo con una eiaculazione?”
La sensazione di piacere cresceva in me. Capivo che non sarei stato in grado di resistere a lungo.
Lei, giocando con il mio fondo schiena, disse: “Ci divertiremo un sacco stasera, voglio assicurarmi che tu sia ben disposto e duri per tutto il tempo necessario," sussurrò bruscamente "se ti libererò la bocca, ti comporterai bene? Non devi dire nulla o sarai punito."
Annuii esitante. Nell'istante in cui mi liberò la bocca dalla palla, istintivamente iniziai a dire: “Ti prego Giulia liberami le mani e le gambe vorrei ….”
Lei mi bloccò la bocca con una mano, raccolse la frusta e mi colpì la schiena lasciando di nuovo delle strisce rosse dove la pelle annodata mi colpiva.
Disse: “Sai che pagherai per questo, vero? Ti avevo detto che non dovevi parlare ma tu non ascolti gli ordini. Ora sarai punito!"
Afferrandomi dai capelli mi tirò la testa bruscamente e mi rinfilò la palla di silicone di nuovo in bocca. Poi prese una benda dal tavolo e me la legò saldamente sugli occhi.
Continuò a frustarmi sulla schiena e sulle natiche. Questa volta mi diede anche alcuni colpi, non so quanto volontari, direttamente sulle palle e in parte sul pene. Un dolore intenso pervase il mio corpo con quei colpi.
Le sensazioni che provavo mi piacevano, essere dominato da una donna era eccitante. La testa costretta in una posizione innaturale, la schiena curva e culo esposto e vulnerabile, il pene e le palle a penzoloni.
Dopo lunghi minuti, lei disse: "Va bene per ora, ti lascerò in pace. Però ...".
Quel “però” mi colse di sorpresa, mi sentivo completamente indifeso, ora ero anche al buio. Ero veramente in preda al panico mentre lei armeggiava intorno a me.
Ero bloccato, indifeso, bendato, in una strana posizione. Il mio unico possibile salvatore poteva essere Antonio che per un lungo periodo ha fatto solo da osservatore.
Nella mia mente giravano tutte le cose che mi avrebbe potuto fare Giulia vista la mia impossibilità a reagire. Speravo che Antonio intervenisse in mio soccorso ... speravo in un suo intervento per liberarmi da tutti quei legacci. Non sapevo se fosse ancora lì vicino a guardarmi, stavo attento ai rumori intorno a me e non mi muovevo dalla posizione in cui ero.
All'improvviso le mie domande trovarono risposta quando sentì una manata colpirmi sul sedere. Rimasi sorpreso, il respiro mi si è bloccato in gola. Si chinò e mi sussurrò bruscamente all'orecchio: "Ti sono mancato tesoro? Sono tornato. Ora è il momento di giocare con me".
Antonio ora era dietro di me, presumibilmente guardava le mie chiappe umide. Allargandole ha fatto scivolare dentro di nuovo il dildo. Dentro e fuori dal mio sfintere. In profondità, più in profondità, fino in fondo.
Togliendo la mano dal dildo, mi disse: “Se lo lasci cadere, se lo fai scivolare fuori te ne pentirai amaramente.”
Mi guardava sicuramente stringere disperatamente le chiappe per tenere dentro il giocattolo. Cominciò ad accarezzarmi con la frusta di cuoio. Non riuscivo a capire esattamente dove si trovasse mentre muoveva le strisce di pelle sulla mia schiena.
Le fibbie alle caviglie stavano iniziando a lasciare il segno nella pelle quando, all'improvviso, senza alcun preavviso, lui mi colpì il ventre, vicino le parti intime.
Mentre mi colpiva di nuovo ho sentito il rumore sordo del dildo scivolato fuori dal mio culo, era caduto sul pavimento sotto la panca per via delle contrazioni che mi provocavano i colpi di frusta.
Borbottando per il disappunto, Antonio si chinò di nuovo vicino al mio orecchio: "Ti avevo avvertito," sussurrò "ti avevo chiesto di fare una cosa semplice e mi hai disobbedito".
Pensai non potendo parlare per via della palla in bocca: "No, per favore … farò di meglio... te lo prometto".
Lui mi disse: “Ora subirai la mia ira e ti punirò, questa volta mi assicurerò che tu non te ne dimentichi."
Posò la frusta e afferrò, quello che poi ho capito essere una lunga cinghia di cuoio.
Disse: "Ti ricordi quando tuo padre ti sculacciava con la cintura quando ti comportavi male?" Tirando indietro il braccio, fece roteare la cinghia, colpendomi forte il culo.
Il bruciore e il dolore che la cinghia provocava sarebbe stato più che sufficiente per rendere la cosa molto particolare ma, il suono della pelle che schioccava quando colpiva il mio fondo schiena non faceva che intensificare l'effetto.
Iniziò a lavorare su tutto il mio corpo con la cinghia. Dal culo, alle cosce, alla schiena. Ogni volta che la cinghia mi colpiva mi dimenavo, ansimavo, sicuramente la mia pelle era rossa per i colpi subiti.
Poi, all’improvviso Antonio passò con il colpire con la cinghia lo stomaco, proprio tra l'ombelico e la gabbia toracica. Parte molto sensibile. In ultimo, con una forza limitata, mi colpì sui testicoli, provocando in me una sensazione strana tra dolore ed eccitazione che mi fece irrigidire ancora di più il pene.
Pensai: “Mi piace essere frustato anche sui testicoli, non ci avrei mai pensato che potesse essere così eccitante.”
Io mi contorcevo, incapace di trattenermi dal cercare di divincolarmi dalle fibbie. Ogni colpo con la cinghia arrossava un po' di più la mia pelle. Sentivo colpirmi più volte, ancora, e ancora, e ancora. Il respiro mi si bloccava in gola.
Si chinò di nuovo vicino al mio orecchio: "Lo tieni dentro per me questa volta?" sibilò.
Annuì rapidamente, disperatamente, con un movimento della testa.
Lui spinse il dildo di nuovo dentro di me, lavorandolo nelle mie viscere umide di lubrificante, fottendomi con esso. Lo spinse dentro riempiendomi. Tirandolo fuori e poi facendolo scivolare di nuovo dentro, cominciò a fottermi in modo rude.
Mentre iniziai a contorcermi, mi sussurrò: "Non ti ho ancora dato il permesso di eiaculare. Se vieni prima che ti dico che puoi, capirai che le prime cinghiate sono state solo uno scherzo".
Sentì il vibratore iniziare di nuovo a ronzare. Facendo scivolare il giocattolo mi ricordò di nuovo di tenerlo dentro.
Io ansimavo, poi lanciai alcuni gemiti, mentre lo spingeva dentro di me.
Ogni volta che seppelliva il dildo in profondità nel mio culo lo sfilava completamente. Ho compreso che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di diverso, ma non sapevo cosa.
Dopo poco ho compreso che sarei stato usato come una troia da Antonio, infatti, eliminato il dildo, ha iniziato a scoparmi con il suo cazzo duro. Lentamente all'inizio, poi bruscamente, spingendolo dentro con forza. Con le mani, mi afferrò dai fianchi, stringendo forte per tenermi fermo, impedendomi di dimenarmi o oscillare. "Vuoi venire per me, baby?" chiese, guardandomi dimenare e contorcermi, "Alla mia piccola sporcacciona piace farsi scopare il culo."
Io dico nella mia mente: "Oh dio! Per favore! Per favore, posso venire? Per favore lasciami venire!"
Antonio, comprendendo il mio stato, disse: "Ancora non devi venire anche se ne hai voglia baby ... non ancora. Voglio che tu venga con Giulia, però prima devi essere la mia schiava."
Si spostò davanti, facendo scivolare la mano intorno al mio corpo mentre Giulia rimetteva il dildo dentro. Tirandomi via la benda con l'altra mano, vidi che si era tolto il kilt ed era completamente nudo, il suo cazzo duro proprio davanti alla mia faccia. Tolse la palla di silicone slacciando la fibbia.
Quindi spinse il suo cazzo nella mia bocca, tenendo la mia testa con una mano mentre Giulia mi fotteva con il dildo guardando il mio buco del culo pulsare a tempo con il vibratore.
Iniziò a scoparmi la bocca, spingendo il suo cazzo in profondità nella mia gola.
Contemporaneamente Giulia, osservando e godendosi la scena, ha iniziato a masturbarsi la figa, prendendo il suo clitoride sensibile e gonfio tra le dita.
Mentre Antonio mi martellava forte in bocca, sentivo Giulia ansimare lavorando sul suo clitoride.
Mi sentivo soffocare mentre mi fotteva la gola. Sentivo il suo cazzo pulsare tra le mie labbra mentre la mia lingua lo sfiorava. Sentivo il vibratore spingersi in profondità nel mio culo serrato. Iniziai a sentire i gemiti di Antonio: "Dio tesoro ... sto per venire ... sto per venire nella tua bocca ... oh cazzo tesoro sì ... succhiami ... voglio che tu venga con me ... vieni per me quando ti sparo in gola il mio sperma ... ohhhhh cazzo sì!"
All’improvviso, con vibrazioni per tutto il corpo iniziò a schizzare nella mia bocca, nella mia gola, fui costretto a deglutire velocemente per tenere il passo con i suoi getti di sperma. Lui continuò ad avere spasmi, a tremare.
Mi teneva stretta la testa, tentavo con movimenti del mio corpo di liberarmi, cercando di contorcermi per togliermi dalla sua presa.
Succhiavo freneticamente, disperatamente, il mio corpo lavorava senza un pensiero cosciente, desideravo ora solo bere fino all'ultima goccia del suo sperma mentre aveva gli spasmi, ancora, ancora e ancora, tutto il suo corpo sconvolto dalle convulsioni mentre cavalcava la cresta di un orgasmo potente. Pensavo così di soddisfare tutte le sue voglie e, quindi, essere liberato da quella costrizione.
Lui teneva la mia testa tra le sue mani mentre il suo respiro rallentava fino alla normalità, le mie caviglie erano ancora strette nelle fibbie, mi accorsi che Antonio guardava il mio corpo. Si allontanò un attimo e ritornò con una macchina fotografica e fece alcune foto del mio corpo striato di rosso dalle frustate, luccicante di sudore, lo vedevo sorridere: "Perfetto!" mi disse, "Amerai queste foto!"
Con la macchina fotografica immortalò tutta la scena, cogliendo ogni mio lato, ogni dettaglio.
Mentre scattava, mi spiegava: "La maggior parte delle persone vuole solo le foto erotiche in posa. Noi vogliamo avere una scena vera. C'è una grande differenza tra le foto di qualcuno che è stato legato e fotografato in posa e qualcuno che ha appena attraversato una sessione intensa, picchiato e scopato duramente".
Poi mi chiese: "Cosa ne pensi? Giulia deve essere messa al centro del gioco? Ho bisogno di aiuto per fare questo?"
Senza aspettare una mia risposta, Antonio disse: “Certamente, anche lei ora dovrà essere assoggettata al mio volere e tu mi aiuterai in questo.”
Con movimenti rapidi mi ha liberato dai vincoli che mi legavano alla panca, ero di nuovo libero di muovermi anche se con difficoltà per via della posizione tenuta per tanto tempo. Quindi ha detto a Giulia: “Adesso è il tuo momento, devi obbedire al tuo padrone. Quindi sdraiati sulla panca.”
Giulia ha ubbidito immediatamente e Antonio l’ha legata con le fibbie sia le mani sia i piedi. Ora era lei sdraiata a pancia in giù con il culo e la sua bella figa per aria.
Con fare autoritario Antonio mi disse: “Lecca e lubrifica il culo e la figa di Giulia, poi ti dirò cosa fare schiavo.”
Non me lo feci ripetere due volte, mi inginocchiai e cominciai a leccare prima il dolce buco del culo di Giulia per poi passare alla sua figa, e in ultimo sul suo clitoride.
Lei si dimenava e gemeva di piacere, per un lungo tempo fu questo il mio compito. Poi Antonio mi ordinò: “Lavora sul culo, leccalo e lubrificalo. Poi siccome sei stato bravo te la puoi scopare, ma sempre e solo nel culo. Questo è il mio volere!”
Dopo queste parole di Antonio mi concentrai sul bel buco del culo di Giulia, prima con la lingua leccandolo e infilandola dentro, poi leccandomi le dita per farle scivolare dentro di lei, prima uno, poi due dentro il suo stretto anello anale di carne. Mi stava implorando di smetterla e tuttavia quel buco affamato delle mie dita pulsava e si allargava per farle entrare più in profondità.
Immedesimandomi nel gioco BDSM, tendo la mano aperta e davanti a lei mentre le ordino: "Sputa nella mia mano, troia." La sento irrigidire quando la chiamo troia, segno sottile della sua ribellione.
Dopo che mi ha sputato nelle mani diverse volte, aggiungo il mio sputo alla mia mano e poi lubrifico il suo buco mentre le chiedo: "Dimmi di cosa ha bisogno il tuo culo da troia?”
Senza esitazione, gemendo dolcemente, Giulia rispose: "Prendi il mio ... buco. Fottimi con vigore. Fammi godere del tuo cazzo."
"Se è quello che vuoi ti fotterò a dovere mia piccola troia." Le risposi mentre schiaffeggiavo il suo culo.
Gli allargavo le chiappe mentre appoggiavo la mia verga sul suo buco.
Lei facilita l’apertura di quella piccola fessura stretta e, anche se ci volle un po' di attenzione e pazienza, infilai il mio cazzo in profondità dentro di lei.
Lei si irrigidì, io la tenevo stretta dai suoi fianchi e le infilai ancora più in profondità il mio membro duro.
Lei urlava, gemeva di piacere. Antonio la prese in contropiede e le ha fatto scivolare rapidamente il suo cazzo nella bocca.
La scopavo con movimenti lunghi, nella stanza risuonavano i colpi del mio ventre sulle sue chiappe, i suoi gemiti e i miei si alzavano nella stanza mentre cercavo di inchiodare il suo culo.
Avvolgendo le mie braccia intorno lei le pizzicavo e massaggiavo i capezzoli. Il suo corpo vibrava tanto quanto le mie gambe.
Disse Antonio: "Siamo un bel trio ... fanculo il mondo, adesso, sei la nostra cagna, senti ... possiede il tuo culo, ed io ti sfondo la bocca, eh... eh?" mentre le schiaffeggia la faccia un po' più forte e la trapana come un selvaggio.
Il mio corpo è coperto di sudore per l’intensità del momento, sento il mio sperma caldo essere pronto ad uscire.
Mi chino su di lei mentre la mia verga penetra dentro le sue viscere: “Sto per esplodere ... sto per far spruzzare tutto il carico di sperma ... dentro ... aarrgghh ... aaahhh ... ah ... ahhhh ... cazzo sì ... ahhhhh!"
Anche Giulia vibra ed è pronta per venire, sento che sta raggiungendo l’apice del piacere e, all’improvviso mugugna: “aarrgghh ... aaahhh ... ahhhh ...... ahhhhh!”
I nostri corpi caldi e sudati tremano mentre il mio sperma schizza dentro il suo caldo, stretto, ano.
Antonio le schiaffeggia la faccia mentre le viene in bocca: " aarrgghh ... ah ... ahhhh ... sì … sì … vengo … vengo."
Giulia grondava di sperma sia dalle chiappe sia dalle labbra, il suo volto era sereno e traspariva la sua soddisfazione per aver goduto e fatto godere i suoi due partner della serata.
La liberammo dalle fibbie e ci rilassammo appoggiati sul letto. Dopo un po’ lei disse: “Voglio una serie di questi incontri. La prossima settimana faremo bondage con nodi giapponesi. Sei disponibile sabato prossimo?"
Risposi: “Non so cosa siano i nodi giapponesi ma ti dico un sì convinto, ci sarò”.
Un sorriso si allarga sul mio viso mentre penso alle settimane a venire.
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Al2016,
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Afflussi complessi
E’ solenne. Imperiosa è carezzevole, delicata, piacevolmente pacifica l’aria marina.La mia immaginazione corre solitaria, spensierata, mille occhi rivolti verso l’alto in quel gioco meraviglioso che accende la mia fervida immaginazione.Il mare, la mia estensione. Ho sempre avuto questo amore smisurato per lui.La sua brezza, mi solleva mi spinge impetuosa, vibra come fosse viva. Mi vira, improvvisamente mi scaraventa nei miei pensieri, si pensieri. Per qualche attimo immobile e subito dopo nuovamente in volo sullo strato del cielo azzurro, un fremito impazzito e rieccomi scendere quasi in picchiata verso un altra riflessione, lassi, poi risalgo audace e maestosa. Sotto di me la striscia bianca della battigia, dall’alto, pare essere la mia strada, strana a volte perfettamente dritta, un attimo dopo maledettamente tortuosa. Mi affido alla brezza, mia unica complice. Adoro questa sensazione mattutina, mi carica, mi accende. I pescatori, sembrano tante piccole formiche laboriose, indaffarati a preparare le barche per la prossima uscita in mare, altri a riparare le reti, le nasse adagiate a riva, strumenti rurali che si tramandano da padre in figlio. Conosco bene, cosa vuol dire per loro, quanto sia vivo dentro di loro il mare. Mio nonno era un pescatore, ho imparato da lui ad amare il mare. Da piccola in piena notte partivamo per andare a pescare, non era il suo lavoro, ma il mare era per lui casa. Lo aspettavo sulla spiaggia, mia nonna mi copriva bene, mi sentivo viva, libera. In quella attesa mi perdevo a guardare il cielo, mi sentivo sospesa tra acqua e aria, era bellissimo.Quando sentivo il motore della barca, mi alzavo velocemente e come una piccola sirenetta mi lanciavo in mare. Nessuna paura, Dio che sensazione, mi sentivo cullata dall’acqua, avvolta da grandi braccia e nelle mie orecchie quel riecheggiare di suoni sembrava quasi una cantilena. Mio nonno spegneva il motore e mi aspettava sulla barca, mi porgeva la mano e mi tirava su. Mi baciava sulla fronte, poi sussurrava “tua nonna ci sgriderà”. Ero felice, aspettavamo l’alba sulla barca. Ero sempre scalpitante, emozionata. Ogni alba mi insegnava un colore nuovo, un lembo da aggiungere, un pezzo nuovo. Quel silenzio rombante è lo stesso di oggi...è sempre la stessa spiaggia...è sempre lo stesso mare...è sempre lo stesso rituale. Si un rituale che ripeto quasi ogni giorno. Arrivo, mi fermo un attimo sul lungomare, mi sporgo leggermente dalla ringhiera.”Sono qui...buongiorno!”“Dove mi porti stamattina?”Dopo aver avuto il suo consenso mi spingo verso la scaletta in legno, mi siedo sul primo scalino, tolgo le scarpe e inizio a scendere. Quando i piedi si combinano alla sabbia, capisco esattamente la direzione da prendere. Un abitudine che mi accompagna da anni, si quando posso corro da lui, mi rigenera.Quella mattina, dopo una notte di pioggia e vento, decido di andare al mare. Di solito quando il tempo è brutto il mare sembra furioso, adoro il mare in burrasca, mi calma. Decido di andare verso ovest.A passi lenti, respiri lunghi e profondi, l’odore della salsedine m’inebriava, la sentivo penetrare il mio naso e arrivava ai miei polmoni con tutta la sua forza, mi alleggeriva, mi pervadeva ogni poro, a momenti mi paralizzava.A quell’ora i gabbiani indisturbati, ripuliscono, dai rimasugli della pesca, le piccole barche, l’odore del pesce fresco è fortissimo. Quei piccoli gusci di noce a volte diventano ostacoli, perché adagiate frettolosamente lungo la battigia, sei costretta a raggirarle. Quella mattina ricordo che mi spostai a filo d acqua, a quella distanza le onde avevano già perso la loro forza, solo uno strato sottile di porosa schiuma bianca, accarezzava i miei piedi e cancellava le impronte che dietro di me lasciavo. L’impatto era davvero straordinario, freddo e caldo allo stesso tempo, il desiderio di sapere cosa mi aspettava più avanti, quali emozioni mi sarebbero esplose nel petto, la mente che sfidava il volo dei gabbiani.E’ sempre uguale, quella immagine, passano gli anni ma lei sembra non sentire lo scorrere del tempo, resta immutata come a voler preservare, la sabbia, la bonaccia notturna, il legno bagnato delle barche dei pescatori, la vegetazione, la tempesta ed il post tempesta, la rugiada salmastra lo sciabordio delle onde. L’ ho intravisto anche quella mattina, anche lui è sempre lì, lo vedo da anni, è uno scorcio di quella immagine eterna, si fonde armonicamente con l’odore del mare, i suoi colori profumano di alghe e conchiglie con una nota finale di sale. E’ una presenza fugace e silenziosa, se ne stava lì, assorto e quieto.Un uomo schivo, solitario e timido. Gli passo sempre alle spalle, rallento per guardare sempre furtivamente la sua tela, i suoi colori sempre decisi, penetranti, anche quella mattina andò così, come sempre, mi abbozza un sorriso, lo guardo, sorrido, i suoi occhi sono il prolungamento del mare. Non voglio proseguire, oggi no e silenziosamente mi lascio cadere alle sue spalle, incrociando le gambe. Quell'uomo, dal volto serio e dallo sguardo impenetrabile, distaccato dal mondo, dipinge i colori della mia anima, viva, appassionata, sensibile a tratti buia, enfatica, incandescente e soprattutto irrazionale, si molto irrazionale, mai avrei pensato che sarei rimasta a guardarlo.E’ un aderenza che mi trattiene, una alchimia, quella tela è la mia pelle. Sento il respiro come fosse fiume in tumulto, che scorre con l'intima necessità di perdermi nella immensità di quel mare, mi sento addosso il bisogno della sua essenza, in uno strano modo si mescola al mio delicato modo di osservarlo.In modo assiduo quella tela diventa un bisogno di raccontarsi, io ascolto la voce dei suoi pennelli, sfiora i miei silenzi e il mio sguardo lambisce i suoi movimenti.Vorrei frenare i pensieri, che nervosamente mi frullano velocissimi in testa e per farlo devo alzarmi e correre, un delirio mentale, una fune che ti stringe fino a non farti respirare.“Non andare, non ho ancora finito”.La sua voce ha uno strano vibrare, sono confusa, non capisco cosa è cambiato, quel uomo, amichevole scorcio di qualcosa a me familiare, è un rombo denso, un rombo confortante, m'infonde calma apparente, è un disastro in mente, non riesco a muovermi, sono travolta da furia cieca e tumulti corporali che non so come gestire. Si avvicina, mi sfiora il viso e delicatamente sposta i miei capelli dietro l’orecchio. Senza parlare, senza dirci nulla ci stiamo desiderando, cercando e incontrando. Questo gesto mi fa razionalizzare tutto, ma faccio finta d’ignorare, in realtà non so esattamente cosa succederà. E’ la prima volta che ci troviamo così vicini ma è come se i nostri corpi si conoscessero. Una goccia bagna le mie labbra e improvvisamente un frastuono irruppe nel nostro silenzio.“Piove”.Rimango in silenzio, la pioggia incalza la sua caduta incessante e non sento il bisogno di premurarmi a correre. Percepisco una sensazione di calore, prima di sentirmi in simbiosi con la sabbia, attraverso quelle gocce che, accarezzano la mia pelle e dolcemente vanno a morire sul suolo. Quelle gocce come un rituale di purificazione sono una carezza che cerca di amplificare il suo profumo, sembra che prevedano ogni sua mossa, dal capo scivolano lungo seni, pancia, cosce, il loro passaggio una scossa che pare provenire dal suo corpo. Gli sguardi non cedono, mi fissa le labbra ed io le sue, il bisogno insopprimibile di bere a quella fonte di dolcezza mi tormenta. Il suo volto lentamente si avvicina inaspettatamente, io lo seguo. Le bocche si fermano a pochi millimetri, i nostri respiri tremano, accelerano la corsa, il sangue fluisce e pulsa come lava di vulcano. Un movimento involontario e le nostre lingue si mescolano vogliosamente. E’ un bacio lunghissimo, insaziabile, solo il temporale, si accorge di noi. Aromi di luoghi lontani il vento impetuoso fa levitare, il cielo ora è plumbeo, lavato, è una grigia lastra di vetro.Noi soli, carnali, eccitati come fosse la prima volta, come ci si accingesse a compiere qualcosa di segretamente proibito.Noi soli, la voglia di spogliarci, di toccarci, di scoprirci. Le mani brancolanti di desiderio, non conoscono luogo, giochi, eccitazione che cresce e tracima. I nostri occhi infuocati, le carezze piene di cura, delicate e sfacciate allo stesso tempo. La pioggia incessante continua, mi afferra i polsi e mi spinge verso il basso. Lentamente si china su di me, mi ritrovo sulla sabbia, sento aprirsi la mia camicia che ormai e letteralmente inzuppata d’acqua, vorrei dirti che non posso, che non voglio, che non è giusto credo, ma la tua pelle bollente contrasta la mia fredda, il tepore del tuo corpo sul mio, l’irregolare ritmo del tuo respiro non mi fanno cedere. Mi stai letteralmente consumando il corpo con le mani, sento le dita scivolare ovunque e la tue mani scaldarsi ad ogni tocco. Mi torturi il seno, ci giochi, lo stringi forte e lo tiri passando poi a delle prese più lente e delicate muovendo ancora con quelle maledette dita sui miei capezzoli ora più turgidi che mai. I sospiri, i piccoli lamenti accompagnano il tutto, la voglia matta di capire cosa stia succedendo, la confusione più totale è accompagnata da un dito e poi due dentro la mia bocca, le decanto facendo scorrere la lingua lentamente, in modo da sentirle, la saliva calda che riempe la mia bocca e sporca la tua mano mentre insisti, il respiro adesso è affanno, quasi nuda e quella saliva calda mentre il cuore crepita forte nel petto. Ricordo perfettamente la sua presa che stringeva forte il mio collo, mi stava letteralmente sconvolgendo i sensi, lo sentivo strusciare forte, movimenti ritmici quasi a tempo di pioggia, la sua bocca si spalancava per poi richiudersi mentre si mordeva chiaramente le labbra. I corpi, ormai, si contorcevano liberi da ogni restrizione, pregni di ogni piacere dovuti non più a quelle mani e braccia possenti ma ai suoi moti oscillanti, lo sentivo insinuarsi, mentre il controllo della mente era ormai perso. L’odore del mare, noi, lo sconvolgimento ed il fiato corto era tutto ciò che rimaneva di quello scorcio che aveva cambiato ogni nostra prospettiva. Ci perdemmo nel senso dei pensieri, mentre la pioggia dissolveva e placava ogni turbamento. L’aria fresca calmava i corpi e ammansiva la pelle invaghita e sedotta. Fissammo quell’immagine lavata e celata da un riverbero gonfio di morsi, piacevole arrendevolezza delle rapidi acque, incagliate negli afflussi complessi di molecole danzanti.Un temporale s’innesca, scatena ogni sua furia è impossibile controllarlo, possiamo solo arrenderci, sussurra i tuoi respiri al silenzio, cattura ogni suo impeto, fatti sentore dei suoi venti, sii maestrale e poi libeccio. - Silver Rea -
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SilverRea,
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un ricordo indelebile.
Mi chiamo Giulia, sono una bella ragazza dagli occhi scuri, capelli neri lunghi, un bel seno prosperoso, bel fisico snello, un bel culetto alto e tondo molto ambito, e cosce davvero belle. Dopo anni di fidanzamento, tra circa sei mesi mi sposo. Oddio, mi sposo! Questa cosa mi sconvolge! Mi sposo? Non sembro molto convinta, cioè voglio sposarmi e Federico è sicuramente un buon marito, ma voglio solo un buon marito? Altre domande si affollano nella mia testa e continuano a crearmi ansia e confusione. Stiamo bene insieme, siamo due persone impegnate nel nostro lavoro ed abbiamo diversi interessi in comune. Ad esempio, entrambi amiamo la vita e le vacanze "plein air", anche se questa cosa fa impazzire più me che lui. Quando sono in vacanza, a me piace muovermi, esplorare e, soprattutto, godere dei profumi e dei sapori del territorio che sto visitando, mentre lui è molto più pantofolaio. In effetti, questo è un po' il suo difetto: non avere troppa fantasia e preferire i soliti cliché. Ancora dubbi, ancora incertezze che mi portano a ripetere sempre la solita domanda: mi sposo? Anche nel sesso il suo comportamento è alquanto ripetitivo, è qualcosa che, se per un verso mi dà tranquillità e sicurezza, dall’altro mi genera anche delle insoddisfazioni. L'ho già cornificato una volta con un maschio maturo, che sono la mia passione, e con quell'uomo ha vissuto momenti indimenticabili, in occasione di una vacanza dove, oltre ad imparare ad andare in immersione, mi son lasciata sommergere dal piacere che lui mi ha dato. È stato un momento particolare della mia vita, una parentesi che, ogni volta che chiudo gli occhi, ricordo con estremo piacere. In quel caso mi son sentita veramente femmina, ma anche puttana. Poi, son tornata alla vita di tutti i giorni, al continuo ripetersi di gesti e cose talmente inutili che, alla fine, non provi nemmeno più il gusto di farle. Però mi sposo. Ormai è assodato ed anche dato così tanto per scontato, che mi fa quasi paura. Eppure non dovrei, perché lui è un bravo ragazzo, una persona su cui puoi contare sempre, un buon lavoratore e, sicuramente, sarà anche un buon padre, ma... è questo che voglio? Sì, lo voglio! Me lo ripeto ogni mattina guardandomi allo specchio e mi rimprovero di queste mie incertezze. Ogni mattina, quando mi lavo la faccia e mi preparo ad affrontare l'ennesima monotona giornata, mi guardo allo specchio e mi rimprovero.
"Giulia, basta! Giulia smettila di avere queste incertezze, queste paure! Giulia è ora che ti sposi o diventerai vecchia, tardona e zitella."
Faccio sempre un profondo respiro, poi mi preparo e, come ogni giorno mi chiudo nel mio ufficio, tra quattro pareti, dove passo otto ore del mio tempo a far cose assolutamente scontate; ma, ogni tanto, la mia fantasia mi fa evadere e, con la mente, ripercorro gli splendidi momenti che ho trascorso all'Isola d'Elba, con il mio istruttore di sub e questo pensiero mi eccita, mi fa bagnare le mutandine e, più di una volta, mi sento costretta ad andare in bagno a masturbarmi, in silenzio, per non fare rumore e poi asciugare i miei umori e, una volta uscita da quell'angolo di mondo in cui mi son proiettata per alcuni istanti, immaginando di esser ancora tra le braccia di quel maschio possente, torno alla mia vita di tutti i giorni. Così, lentamente, passano giorni, settimane e anche mesi e, nel frattempo, si avvicina sempre più la data dell'evento e, con essa, aumenta la mia insoddisfazione, il mio stress, e la mia confusione. Naturalmente cerco di nascondere al meglio questo mio dissidio interiore, sfoderando un sorriso dolce e abbracciando e tenendo stretto il mio uomo, facendogli sentire che sono completamente pronta per questo fatidico passaggio della vita.
In realtà mi sento uno schifo: l'unica che se n'è accorta, è la zia Maria, sorella di mia madre. È un’arzilla vecchietta che mi adora, come se fossi sua figlia. Mi fa molto piacere passar del tempo con lei, perché, fin da piccola, ho avuto un rapporto alquanto speciale con questa donna che, nei primi anni della mia vita, mi ha accudito come una baby-sitter, in quanto mia madre lavorava e era lei che si prendeva cura di me. Negli anni, il nostro rapporto è diventato sempre più intimo e riservato ed è l'unica persona al mondo che ha capito il mio stato, la mia indecisione, di cui, spesso e volentieri, confido anche a lei. Quando siamo a meno di tre mesi dal matrimonio, un pomeriggio che ero passata a trovarla, un giorno di pioggia in cui mi sentivo ancor più depressa e, soprattutto, ansiosa, indecisa e molto stressata, lei si è subito accorta del mio disagio e le sue parole sono state un vero toccasana.
«Gioia mia, hai un aspetto veramente preoccupante. Non è possibile che la mia adorata nipotina, che tra poco diventerà una signora, abbia quest'aria così abbattuta, così depressa. Amore mio, confidati con tua zia e dimmi che cos'è che non va. Non posso vederti ridotta così. Sei uno straccio! Dovresti esser felice nell'ansia di sposarti, mentre, invece, sembri una vittima sacrificale. Se non ti vuoi sposare, non lo fare!»
Sedute sul divano, lei mi tiene stretta tra le sue braccia, come ha sempre fatto, fin da piccola. Abbasso gli occhi, perché non riesco a reggere il suo sguardo e, con una voce malinconica cerco di non farla preoccupare più di tanto, ma lei che mi riconosce bene, mi solleva il mento e mi guarda dritta negli occhi.
«Giulia, hai bisogno di cambiare aria. Prendi questo tuo futuro marito e vattene per un paio di settimane lontano da tutto e da tutti. Avete bisogno di riposarvi tutti e due. Vi ho visto insieme domenica scorsa e mi sembrate due zombi, non due persone che stanno per sposarsi. Siete sfiniti, stressati e, soprattutto, troppo confusi. Il matrimonio è l'unione di due persone che mettono la loro vita sullo stesso piano e condividono il bene e il male, ma, soprattutto, la complicità del rapporto che dovrà convivere tra di loro. Domenica scorsa sembravate due persone che stanno per stipulare un contratto di lavoro, non un matrimonio! Gioia della zia, vattene! Dammi retta, prenditi un momento di pausa!»
Faccio un profondo respiro e cerco di capire come fare per non impensierirla, ma lei che mi conosce bene subito mi spiega cosa devo fare.
«Ho un amico in Toscana, che ha uno splendido agriturismo, a ridosso di un meraviglioso parco naturale, annesso alla sua proprietà, ha anche un piccolo maneggio con alcuni cavalli e, se non ricordo male, alla mia nipotina piace molto cavalcare; quindi, prenditi due settimane di ferie e poi trascina tuo marito in quel posto, a passare quindici giorni senza pensare a nulla.»
Mi guarda fissa negli occhi ed io rifletto sulle sue parole; poi prendo il telefono e parlo con il mio futuro marito. Dieci minuti di dura conversazione, per giungere alla conclusione che per lui è praticamente impossibile prendere le ferie prima delle nozze. Provo ad insistere, ma tutto quello che ottengo da lui è la sua classica risposta.
«Giulia, non posso fare come mi pare! Capisci che nel mio lavoro non mi posso assentare, senza una lunga preparazione e/o programmazione; di conseguenza, se ne hai proprio bisogno, va pure tranquillamente da sola! Tu puoi prendere le ferie come e quando vuoi, quindi, se senti di dover staccare la spina, va pure. Il matrimonio è quasi tutto organizzato, quindi non dobbiamo far altro che attendere la data fisata per le nozze, per cui se senti la necessità di rilassarti, fa pure come vuoi. Io ti amo e non ho riserve mentali a lasciarti andare. Giulia, non insistere, perché non posso venire!»
Guardo mia zia ancora più imbufalita di prima. Lei scuote il capo e mi stringe a sé con forza, consolandomi.
«Capisco tutte le tue preoccupazioni ed anche l'indecisione che ti assale ed è proprio per questo che ancora una volta ti esorto a prenderti una vacanza, da sola, anche così può andar bene se sta bene a lui.»
Annuisco e le dico che sono pronta. Chiamo la mia dirigente e mi faccio assegnare due settimane di ferie a partire dalla settimana successiva. Nello stesso tempo, lei chiama il suo amico Mario e prenota un soggiorno presso di lui. Quando sta per chiudere la comunicazione, lei gli dice che gli manderà una foto di me e, soprattutto, si raccomanda con lui, affinché sia trattata davvero con i guanti bianchi. Mi scatta una foto quasi a sorpresa e poi, prima di inviarla, aggiunge una didascalia.
"Mario, per cortesia prenditi cura della mia nipotina. Sei una persona di cui mi fido ciecamente e sono sicura che saprai come farla rilassare, perché ne ha estremamente bisogno! "
Lui risponde che non ci son problemi, che tratterà sua nipote nello stesso modo in cui si è preso sempre cura di lei, ogni volta che gli ha fatto visita ed è stata ospite nel suo agriturismo. Tre giorni dopo, mi metto in viaggio. Lungo il tragitto, rifletto su tutto quello che mi sta capitando e mi sento ancor più indecisa. Prima di partire, ho fatto sesso con Federico, ma ancora una volta non è stato niente di che. Per lui il sesso è l'equivalente di una ginnastica da letto; nessuna fantasia, nessun momento particolare, solo gesti abitudinari ed estremamente ripetitivi. Mi bacia, mi accarezza, mi masturba quel tanto che basta per farmi bagnare, poi, mi sale sopra e mi penetra; si muove abbastanza velocemente e, quando sente che ho raggiunto un orgasmo, lui si muove ancora un po' più in fretta e, da quando assumo la pillola, mi viene dentro. Dopo di che rimane qualche istante ancora dentro di me, poi mi bacia, si gira e si mette a dormire. A volte penso che, e ne sono convinta, più che far sesso, al lui tutto questo serva solo per svuotarsi le palle. Perciò penso anche che, se qualche volta lo cornifico, è quasi un atto dovuto verso me stessa! Accidenti! Con questi ragionamenti, non arriverò da nessuna parte. Ancora confusione. Ancora momenti di infinita incertezza.
Seguendo le indicazioni, ben presto arrivo all'agriturismo di Mario e, quando scendo dalla vettura, mi viene incontro un bel maschio, alto, con i capelli corti, completamente bianchi, gli occhi marroni e un fisico tipico di chi fa una vita sana, all'aria aperta. Abbastanza alto, con una corporatura massiccia e la pelle abbronzata, non dal sole estivo, ma da una vita all'aria aperta per tutto l'anno. Ha le braccia forti, le mani grandi e mi accoglie con un grande sorriso.
«Buongiorno, signorina Giulia! Benvenuta nel mio agriturismo! Mi fa piacere aver la nipotina di Maria come mia ospite. Questa mattina mi ha telefonato sua zia e mi ha raccomandato di farle passare qualche giorno di puro relax, perché dice che ne ha davvero bisogno. Le comunico, fin da ora, che è molto fortunata, perché, non essendo ancora periodo di ferie, lei è la mia unica ospite e, poiché mia moglie è fuori per tutto il mese, io mi prenderò cura di lei personalmente e spero di soddisfare tutte le sue esigenze.»
Mi fa entrare nella parte centrale dell'edificio, che consiste in uno splendido casale, completamente ristrutturato. Un misto di pietra e legno, bellissimo; mi assegna una camera spaziosa e molto luminosa. Il letto è in ferro battuto, come quelli di una volta e, dalla finestra grande, che dà sul retro della struttura, posso ammirare, fin da subito, la splendida piscina che c'è a poca distanza. Faccio un profondo respiro, sistemo le mie cose e decido che voglio spegnere la mente e cancellare tutti i miei pensieri.
Mi guardo allo specchio e mi impongo di rilassarmi!
"Adesso, Giulia, pensa solo a divertirti: sole, aria pulita e tanto relax, dovrà esser questa la tua vita per i prossimi quindici giorni."
Mi sdraio sul letto e trovo che è comodissimo; è un ulteriore conforto che, fin da subito, mi fa render conto che sicuramente sarà più che benefica, per me, questa vacanza. La sera, a cena, chiedo a Mario se è possibile andare a cavallo e lui mi dice che il mattino dopo mi farà trovare un magnifico baio, che potrò cavalcare tranquillamente, essendo una bestia molto docile, abituata ad esser cavalcata da estranei. Il mattino dopo mi sveglio con il cinguettio degli uccelli e già questo mi mette di buon umore. Mi alzo e mi vesto per andare a cavallo e, quando mi presento in cucina, Mario mi ha preparato una ricca colazione; mi fa accomodare, mentre ride e scherza con me.
«Venga, signorina Giulia, assaggi queste prelibatezze che dalle sue parti sicuramente non arrivano! Una bella ragazza come lei, deve fare una colazione ricca ed abbondante.»
Mi piace la sua spontanea allegria e, mentre assaggio del buon latte fresco e della marmellata squisitissima, lo guardo e sorrido.
«Grazie, Mario, lei è una persona veramente fantastica! Se non è un disturbo per lei, vorrei che evitasse di chiamarmi signorina, ma semplicemente Giulia. Mia zia mi aveva detto che lei è una persona veramente brava e disponibile, e mi rendo conto che non aveva esagerato per niente! Questa colazione, poi, è appetitosa.»
Dopo aver assaporato i sapori di questa terra, insieme andiamo al maneggio e, quando mi fa vedere Duca, il magnifico baio che ha preparato per me, resto a bocca aperta. È un animale stupendo, con il pelo completamente marrone e criniera e coda completamente nere, come i miei capelli; quando mi ci avvicino, l'animale scuote il capo con chiaro apprezzamento di quel che vede, perché quando sollevo la mano per accarezzargli il muso, lui abbassa la testa e si lascia accarezzare tranquillamente.
«Molto bene, Giulia! Duca ha capito che sei una persona tranquilla e che si può fidare di te, per questo ha chinato il capo per farsi accarezzare. Dai, andiamo a fare una bella passeggiata.»
Monto in sella e mi rendo conto che è davvero un animale stupendo. Facciamo una bella cavalcata, passando in mezzo a campi coltivati, a boschi, e saliamo anche un ripido pendio, fino ad arrivare ad una vecchia torre perfettamente restaurata, di cui Mario ha le chiavi e me la fa visitare; insieme saliamo fino alla sommità, da dove si può ammirare quasi l'intera estensione del parco, fino al mare, che dista, in linea d'aria, qualche chilometro. Faccio dei profondi respiri, chiudo gli occhi, mi sento bene. Quando li riapro, vedo che lui mi osserva e mi rendo conto che è proprio un bel maschio; dentro di me prende forma una strana curiosità. Mi chiedo quanto intima possa esser l'amicizia che lo lega a mia zia. Quando me ne ha parlato, ho notato che le brillavano gli occhi ed ora vedo questo splendido esemplare di maschio che mi osserva ed i suoi occhi sono carichi di desiderio. È un bel maschio maturo e, per me, rappresenta una forte tentazione. Mentre torniamo a cavallo verso l'agriturismo, rifletto molto su questa cosa e, dentro di me, prende forma l'idea di lasciarmi andare e godere con lui. Passiamo due giorni a far cavalcate molto belle. Ho visto luoghi e posti veramente incantevoli e il terzo giorno, essendo una bella giornata di sole, nel pomeriggio, mi consiglia di sdraiarmi a riposare a bordo piscina. Dietro suggerimento di mia zia ho portato il costume e, quando mi sdraio al sole, sento forte il desiderio di provocare un po' questo maschio che, in questi due giorni, non ha fatto altro che indugiare con lo sguardo sul mio corpo, mentre, più di una volta, ho notato che aveva il pacco gonfio; la cosa mi ha fatto bagnare, ripetutamente, gli slip. Mi sdraio al sole e, di proposito, slaccio la parte superiore del costume, mettendo in evidenza il mio splendido seno, inviando un chiaro messaggio a lui, per fargli capire che, forse, può anche osare con me. Mentre sono sdraiata al sole, lui mi chiede se voglio qualcosa di fresco da bere e, quando me lo porta, la mia provocazione raggiunge il massimo.
«Mario, saresti così gentile da spalmarmi un po' di crema sulle spalle?»
I suoi occhi brillano nel sentir le mie parole e, dopo aver preso il flacone della crema, io mi sdraio prona e divarico un po' le gambe; ho le mie splendide chiappe in bella mostra, in quanto il costume, formato da una brasiliana molto sottile, dietro si è infilato nel solco, lasciando il mio culetto completamente scoperto. Faccio un profondo respiro, chiudo gli occhi e mi rilasso. Sento le sue mani che iniziano dal basso, a massaggiare prima i miei piedi, con un movimento lento e molto rilassante e poi, lentamente, salir su, lungo le cosce; più che un semplice spalmare di crema, mi rendo conto che mi sta facendo un vero e proprio massaggio rilassante. Sentir le sue mani sul mio corpo, mi fanno illanguidire al punto da farmi emettere umori in quantità. Vorrei sentirlo osare, ma lui, in maniera impeccabile e professionale, mi spalma la crema su ogni parte del mio corpo, senza mai far nulla di sconveniente e, quando raggiunge la base del collo, continua il suo massaggio rilassante ed io mi sento rilassata, serena e, soprattutto, molto eccitata. Poi mi giro, mi sdraio supina e lui ricomincia dai piedi e si muove lentamente, sempre in maniera impeccabile, anche se io, con un fare veramente provocatorio, divarico le gambe, per fargli vedere la macchia di bagnato presente sul mio costume. Sono fradicia. La mia lumachina schiuma in una maniera pazzesca e lui non può non essersene accorto, ma mantiene imperterrito il suo comportamento. Quando arriva ai miei seni, mi spalma la crema in maniera più sensuale, massaggiando bene il mio corpo e, solo con la punta del pollice, sfiora più di una volta i miei capezzoli, ormai duri e grossi, irti come spini. È rimasto per tutto il tempo in silenzio, ha visto il mio corpo sussultare e il mio respiro divenire sempre più accelerato, mentre ho visto il suo pacco talmente gonfio, che mi ha stupito per le dimensioni di ciò che si dovrebbe celare sotto la stoffa. Finita l'operazione, mi fa un bel sorriso e rientra in casa; io resto sdraiata, con una voglia pazzesca di scopare questo maschio, che, in maniera così discreta e, nello stesso tempo, molto sensuale, ha massaggiato il mio corpo dalla testa ai piedi. Ho desiderato ardentemente sentire le sue mani sulla mia patatina, ma lui ne è rimasto sempre a debita distanza, senza mai fare nulla di sconveniente. Ho voglia di lui! Ho voglia di farmi sbattere da questo maschio maturo, che suscita tutto il mio interesse! Quando è calato il sole, sono andata in camera mia, mi son fatta una bella doccia, poi ho indossato una minigonna elasticizzata ed ai piedi dei sandali con il tacco a zeppa, che hanno avuto il merito di inarcare il mio splendido culetto; sopra tenevo solo una camicetta bianca, chiusa da due bottoni, senza indossare alcun tipo di intimo, né sopra né sotto. Mi siedo a tavola e scopro che ha cucinato del cinghiale in una maniera deliziosa. Non ho mai mangiato una pietanza più buona ed è stata anche annaffiata da del Chianti Gallo Nero che ha scaldato molto il mio corpo e sciolto completamente i miei freni inibitori. Abbiamo parlato amabilmente e, finita la cena, lui si è alzato in piedi, mi ha preso per mano e, dopo avermi stretto un attimo a sé, mi ha baciato, infilando la sua lingua nella mia bocca. Ho sentito premere contro il mio ventre il suo grosso membro che, sicuramente, stava soffrendo dentro i pantaloni. Abbiamo limonato molto, mentre le sue mani forti e vigorose hanno stretto il mio culo, schiacciando il mio corpo contro il suo. Quando ci siamo staccati, mi ha guardato dritto negli occhi e la sua voce è stata quanto mai melodiosa.
«Adesso, adorabile puttanella, ti darò una di quelle ripassate, come non ne hai mai avute, in vita tua!»
Non ha detto altro. Mi ha preso per mano e siamo entrati in camera, ci siamo spogliati velocemente e, quando mi son trovata davanti alla faccia il suo membro, son rimasta assolutamente sbalordita. Non troppo lungo, forse sui 18-20 cm, ma di ottimo spessore. Duro, dritto, con delle grosse venature ed una cappella non esageratamente grossa, ma rossa e lucida; subito mi son sdraiata di fianco a lui che ha infilato la sua testa tra le mie cosce, facendomi avvertire l'opera della sua lingua, che mi ha portato in paradiso. Ha preso a leccare la mia ostrica, passando ripetutamente la lingua tra le sue pieghe e indugiando molto sul bottoncino, facendomi tremare di piacere. Poi è sceso giù verso il basso, ha infilato la sua punta anche dentro il mio buchetto posteriore e questo mi ha fatto capire quanto fosse porco questo maschio. L'ho ripagato accogliendo il suo membro in bocca e l'ho succhiato come se non ci fosse un domani. Quasi speravo di sentirlo sborrare nella mia bocca, ma, per quanto mi fossi data da fare, lui ha continuato a scoparmi la bocca, muovendo il bacino avanti e indietro, mentre io già ero venuta due volte. Poi mi ha rigirato, mi ha trascinato sopra di sé, facendomi impalare sopra quella splendida verga dritta e dura, che ora mi penetrava e mi apriva dilatando la mia vagina e facendomi sentire veramente piena.
«Adesso, mia dolce puttanella, cavalcami. Sono il tuo stallone che vuole esser cavalcato da una bella puledra come te! Godi, finché vuoi, perché ti avverto, fin da ora, che sono un maschio più che resistente! Fin quando non ti avrò stremata a suon di orgasmi, continuerò a pomparti senza mai smettere.»
Praticamente son venuta solo nel sentire quelle sue parole. L’ho cavalcato e son venuta non so quante volte. Poi mi ha messo prima di lato, sbattendomi come fossi un tappeto. Sentivo il suo membro pomparmi con un continuo movimento di avanti/indietro e, dopo alcuni orgasmi, ha cambiato di nuovo posizione e, questa volta mi ha preso da dietro. Sentirmi stringere i fianchi, mentre il suo grosso membro sprofondava dentro di me fin in fondo, mi ha fatto urlare di piacere e, dopo esser venuta altre due volte, ho sentito che il suo ritmo è cambiato e, d'un tratto, mi ha detto che avrebbe sborrato.
«Giulia, sto per sborrare! Godi ancora che poi, quando starò per venire, uscirò!»
Ero talmente eccitata che mi son girata e l'ho guardato con espressione imbestialita.
«Esci cosa? Non ti azzardare! Sborrami dentro, perché prendo la pillola, e poi, soprattutto, perché voglio sentire come un maschio come te, mi annaffia le ovaie!»
Non si è fatto certo pregare. Ha preso a sbattermi ancora più forte e, d'un tratto, ho sentito un'ondata di calore che si riversava dentro il mio ventre, mentre lui godeva come un porco.
«Tieni, troia Prendila tutta! Senti come annaffio le tue ovaie? Senti come si sborra una puttanella come te?»
Ho goduto sia nel sentirlo riempirmi Il ventre, che nel sentirmi chiamare puttanella. Il turpiloquio, in certi momenti, mi eccita moltissimo, mentre, al mio futuro marito, è una cosa che non piace per niente. Dopo essersi ben svuotato dentro di me, si è sfilato, si è sdraiato di lato ed ha appoggiato una mano sopra il mio capo, indirizzando la mia bocca immancabilmente sul suo splendido membro ancora intriso del suo e mio piacere. In questo caso sono io che non mi son tirata indietro. Ho preso a leccare e succhiare quella splendida mazza, che, poco dopo, era di nuovo già pronta, per un'altra lunga cavalcata. Mi ha fatto sdraiare di lato, voltata di spalle e, dopo averlo inzuppato di nuovo dentro la mia vagina, ricolma di sperma, lo ha estratto e lo ha puntato al mio culetto.
«Giulia rilassati, perché voglio il tuo culo. Lo hai così bello e provocante, che mi sentirei di fargli una scortesia ad ignorarlo. Rilassati, perché baderò a non farti male, anzi ti assicuro che ti piacerà molto.»
Ho fatto solo un bel respiro ed ho sentito il suo membro scivolare dentro il mio intestino, perfettamente pronto ad accoglierlo. Era da una vita che ero stata scopata dall'altro maturo e non prendevo più un gran bel cazzo nel culo, in specie perché il mio futuro marito, non me lo aveva mai chiesto e, di conseguenza, non solo ho gradito molto le attenzioni che mi stava riservando Mario, ma ho iniziato a godere ancora di più. Anche in questo caso, mi ha scopato bene ed a lungo, facendomi godere tante altre volte, per, infine, inondarmi l'intestino con un'altra bella scarica di sbroda, che mi ha donato tanto di quel piacere da rendermi finalmente soddisfatta. Nei restanti tredici giorni che sono rimasta con lui, mi ha scopato tanto, e in ogni luogo. Una volta, addirittura a cavallo, seduta sulla sella con lui, voltata di spalle. Si è rivelato quello che avevo esattamente immaginato, un magnifico toro, che mi ha fatto godere molto e riempito ogni buco con ingenti sborrate. L'ultimo giorno, mentre preparavo la valigia, nel sistemare le mie cose, la mia attenzione è stata attirata dalla scatola delle pillole anticoncezionali e, per un attimo, mi si è gelato il sangue. Quando avevo preparato la valigia per venir via, avevo preso dal cassetto una scatola intera di pillole anticoncezionali, senza rendermi conto che ho preso quella con la data scaduta. Era una scatola vecchia che mi era rimasta nel cassetto e che, pensavo di smaltire portandola in farmacia, dove c'è l'apposito cassonetto per i medicinali scaduti, ma, nella fretta, l'avevo confusa con quella con il principio attivo e, considerando che in questi quindici giorni, ero in piena ovulazione, sono certa che sono stata ingravidata. Non dico niente a Mario e, durante tutto il viaggio di ritorno, penso che non dirò niente nemmeno al mio futuro marito. Quando mia zia mi vede, mi sorride, mi abbraccia e mi dice che ho un aspetto da favola e che così di sicuro posso affrontare il matrimonio. Passano gli ultimi due mesi e mi accorgo di esser incinta; ne faccio partecipe il futuro marito, mostrandogli la scatola di anticoncezionali scaduta e dicendogli che è stata opera sua prima che andassi in vacanza. Naturalmente lui non ha sospettato nulla e si è detto molto felice di sapere che ero incinta. Il giorno delle nozze, qualcuno nota il fatto che il mio vestito era un po' troppo gonfio davanti ed ho notato che mio marito faceva intendere, a chi gli chiedeva se ero già in attesa di un bimbo, che, modestamente, era stato lui ad aver già colpito. L'unica persona che si è avvicinata a me è stata mia zia Maria e, parlandomi un po' in disparte, sorridendo, mi ha chiesto quanto ne avessi avuto piacere a trascorrere la mia vacanza da Mario.
Ho sorriso a mia zia e le ho detto che era stata qualcosa che non avrei mai più dimenticato. Lei mi ha dato un bacio ed una carezza sul ventre, dicendo ancora con un accentuato sorriso:
"Sì, si vede che di fatto non lo potrai mai dimenticare!"
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2 months ago
baxi18, 55
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Armonico dondolio
I rivoli di un acqua , rami intessiti, scorrono in modo gerarchico nella fontana di Spato d’Islanda, puri come la luce del sole, divampa ogni impura pulsione. Virtù del suo non tacere, corrode e leviga. Uno stato d’impazienza, che non è distanza, voluto e cercato nella moltitudine dei pensieri. In punta di piedi mi lascio alle spalle il profumo dolciastro del glicine, abbraccia morbosamente l’accesso della mia anima, addolcendo la fuga di nuvole nere e ignorando gli intrecci all’interno, staffilate cesellate disordinatamente sui lembi sospesi. E’ la debolezza di un sogno che nasce dall’esterno della notte, che intossica l’attesa di una manovra inversa che ti scaraventa nel solenne giudizio di una notte che ti vizia.
Mi cerchi...ti trovo...mentre la fragranza del buio infuria contro i rivi del lago, la svelta fuga ed ecco la sanguigna vena d’impeto crepuscolare. Una mente che legge tra le righe, un cuore che piano si espande, si sfoga, si ciba. Natanti per mari di sogni, frammenti di specchi, oceani immensi nelle fauci del cielo ebano. Non conoscono debolezze, anche se feriti, confusi e rabbiosi. Sensazioni imprigionate che solo noi riusciamo a strapparci fuori dall’odore salmastro dei giorni tutti uguali.
Un fremito sul collo, là dove si addensa il mio fiato, un atteggiamento superbo e maestoso, resti fermo, istanti muti. Ti guardo furiosa, come a volerti dilaniare e sopprimere. Il più pericoloso dei sentimenti, l’infatuazione d’amore che, con la sua scure affilata incede lentamente nelle insenature dei sentimenti. Un gemito inarticolato percorre la gola, intimorito dal fragore dei tuoni del corpo e dalla veemenza degli fiati, vorrei andarmene.
Rimango sospesa, i pensieri incalzano in modo sconnesso nell’udire due esseri, che si avvicinano e respirano nello stesso momento l’odore pungente della pelle, diluito a quella dell’aria, impregnata di esalazioni lavate dagli scroscii delle mani. Un dissennato e disperato lamento e ogni mio timore svanisce, ti genufletti sul mio viso, risvegliando in me la sete, dannazione inconvertibile, da lasciarti trafiggere. Pennellate lente ma estremamente decise, la saliva che penetra in ogni tuo incavo di pelle, fustigandoti lentamente come la più rigida delle punizioni. Il crepitio delle tue pulsazioni, lapilli litici di tefra, che infuocano il richiamo di ammansirti a docile despota. Le aspirali concentriche labiali con la dedizione ti recidono il respiro, ardirai la mancanza di fiato e subito dopo limerai quell’illogico sudore, che sentirai graffiarti spudoratamente. Attraverso i tuoi occhi ammiro minuscoli fragili filamenti rossi, nascondigli del vento che affusola una tiepida grandine, ammutina seducendo il mio spirito. Una danza che si dispiega consonante fra le aure che sussurrano tra loro, fiere e indomabili, investono ogni cosa prima di sparire oltre la riga dell’orizzonte...i viaggi senza meta portano via il nostro odore. Sei pulsante nelle vene del mio deliro, mi aggrappo alla tua pelle, catturo l’attimo che squarcia dal brivido, più intimo, di un ricordo che assorbe stilla dopo stilla la tortura dei sensi, nella successione armoniosa di una scia d’acqua che scroscia a sorpresa e pulisce tutto.
Tutto è silenzio.
Spogliati ancora, in piena luce e fatti guardare, il respiro ora rapido, poi si arresta. Mi reclami sussurrando roche parole di desiderio, attese e invocate, dolce violenza. I seni invitanti, il pube lucido già di desiderio. Non resisti, ti chini per mordermi strappandomi un grido sorpreso. Scendi lento nella penombra, scivoli leggero come una drappo di seta, mi avvolgi. Le dita percorrono la pelle dei fianchi, la dolce curva della schiena, precede
l’ impeto, mi circonda e ti permea, si infila in tutte le tue pieghe, finemente turbato dalla brezza. Il mento verso il cielo, ogni tuo intimo riflesso è un sottile ticchettio di piacere, mi abbandono a questa pioggia che ti corteggia, ti seduce e ti conquista lenta ,fluisce calda, sulla pelle liscia, in bilico tra i tuoi arpeggi.
Piove dentro le mie ossa, brucia e corrode ogni lascito. Una lacrima bollente, che scava voragini nello spato d'islanda, acqua indomabile che trasforma le viscere e consuma il midollo. Sui vetri della mia anima la condensa di vapore ha nascosto il passaggio della luna.
E mentre il glicine, robusto, veglia i corpi smarriti, l’acqua nel buio più cieco a piedi scalzi si fa tempesta.
Affluisco il pennello nella pietra, l’ inchiostro di china si abbandona alla carta di riso ingiallita, libra nell’affanno lento.
Ondeggia fluente e sottile, come armonico dondolio d’altalena, ricama la fine del racconto.
- Silver Rea -
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2 months ago
SilverRea,
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Il fiume dei vizi
La pioggia cade, fitta, sospinta da una astrusa brezza marina, insolita per un pomeriggio di primavera. Le nuvole grigie, la sabbia bagnata, gli ombrelloni chiusi. Le onde del mare tanto agitato non mi spaventano nè mi angosciano. Intrecci, brevi illusioni, scivolano in questo meriggio di scirocco. Tra i silenzi, implicito respiro fra i fuggivi sguardi solitari, aneliti del passato che forse sceglie il tormento: l’ingenua verità di poche parole, il timore e l’ansia, immagini chiare vissute con consapevolezza. Le ombre bussano alla finestra della mia anima tra il lamento di queste alte palme. Riecheggia nelle orecchie un penetrante Debussy e un sommesso tono di pioggia che decanta forsennato la sua direzione. Lacrime calde lustrano le ferite. E’ freddo fuori, è fredda l’aria, la terra, l’anima, il cuore. Mi imbarco nei miei voli liberi, sezioni di strati sospesi nell’abisso di mare e cielo. L’aria è una carezza di polvere finissima, pervasa da una porosa umidità, si mescita in uno spigliato profumo etereo. Il suono del pianoforte si avvicina languido e soggiogante, fantasioso e inatteso.
Amo ascoltarlo, allucinazione che bacia la bellezza, donandoci un’istante di fuggevole realtà.
Ogni mia, infinitesima, ribollente cellula segreta diventa ossessione...mi piace prestarmi a quel richiamo che turba e destabilizza, mi altera, mi prende, mi ingoia.
Senza respirare, quasi da sembrare una dolce punitiva pena, mi trascino sul divano. Lentamente tolgo le scarpe, una luna livrea mi spia. Uno svariato e sfacciato binomio mi tenta, un’elegia suadente, semplice e delicata, impreziosisce un silenzio fanatico...il fruscio della calza nera, un reticolato ampiamente visibile...del tutto dissacrante con le scarpe da tennis bianche.
Un timido prélude volteggia fra il profumo sovrastante del sandalo e piccoli incerti aliti che sanno di cuoio...il tempo breve di un battito di ciglia...e via l’altra calza.
Ho l’impressione di essere una folata di vento, di quelle che si espandono libere, in modo inciso, da riuscire ad emanare e dilatare ogni piccola molecola di odore e colore. Mi pervade il desiderio vorace di accarezzarmi...l'anulare destro sfiora timidamente i contorni del seno, mentre una vibrante sembianza di fumo, di quella sigaretta stretta fra indice e medio, si contorce in quel mio mondo interiore e libero. Il mio sguardo, perso fra la più smodata lussuria, penetra tra le trame setose della camicia, la carne freme, le gambe si contraggono come in segno di difesa, le dita sono spilli roventi che tramutano la limerenza rossa come il più barbaro dei rubini birmani, convulse disegnano i miei brividi.
Ogni momento è corrotto da una lirica infinita di miraggi accattivanti, labirinti di essenza laboriosa latente, sfrontata fame di demoni che dirigono ancora il mio oscuro senso delle cose. Ribatto sui tasti del delirio...dischiudo le gambe...istante breve...l’incoscienza che si realizza sotto forma di fuoco...impulsi dissoluti...insolente voglia...mi sfioro. Avida come un segreto amante, tesso un’intrisa e votiva trama, pudore contaminato dalla più armonica orchestra di fiati...Mi prendo tutto...fremito dopo fremito...inarco rigidamente la schiena...e ti vedo maliziosamente ammirarmi, nomade in questi miei istinti di perdizione assoluta, mille occhi, mille mani, mille bocche, sembri un incorruttibile vulnerabile. Mi intravedo nei tuoi occhi, docile, perfida megera che tramuta l’aria in proibito, dissolvenza profonda di un momento che t’inghiotte lentamente nel fiume dei miei vizi.
La mia casta lingua lava l’ultimo rigolo di santo sudore, un sofisticato sniffo di zagara avvolge una pura sensazione di appartenerti...il sapore di un attimo che annega ogni deflusso di peccato...Ti guardo dal basso, fai scivolare delicatamente la mano fra le mie gambe, come fossi la più delicata delle lavande orientali, incandescente, percezione del mio ultimo gemito di silenzio, talmente profondo che lo senti strapparti simmetricamente il petto quando il tuo lento flusso, il mio corpo accoglie come un ramo infinito di talee...aleggia prepotente e fluida la Rêverie...noi prigionieri di irruenti attimi...in questo abisso tumultuoso...veementi istinti ci addensano.
- Silver Rea -
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2 months ago
SilverRea,
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Una vacanza a reggio calabria.
Mi chiamo Mario, ho 65 anni e sono di media statura, capelli completamente bianchi, fisico abbastanza snello e ben modellato, anche se dovrei dimagrire di qualche chilo. Ho gli occhi marroni, sono sposato da 43 anni con Anna, una bella donna oggi di 64 anni, dal fisico snello, capelli biondi a caschetto, occhi color grano, un bel seno di una terza misura, che, nonostante l'età, è ancora alto e sodo. Il ventre è abbastanza piatto, nonostante due gravidanze, oltre uno splendido culetto a mandolino, che incornicia delle cosce lunghe e ben tornite, prive di qualsiasi forma di cellulite o difetto. A seguito dell'insistenza di una coppia di amici, che abbiamo conosciuto quest'anno durante una vacanza a Lampedusa, appena passato il Capodanno, ci siamo recati nella loro città: Reggio Calabria. Strategicamente avevo scelto di viaggiare la sera del primo dell'anno e, dopo circa 8 ore e mezza di viaggio, siamo arrivati a destinazione e siamo stati accolti da Angela e suo marito Carlo: una simpaticissima coppia. Lei, una moretta di 50 anni, non troppo alta, con un bel seno leggermente ritoccato ed un bel culetto, labbra carnose perfette per i pompini. Ci siamo conosciuti durante una vacanza ed abbiamo solo giocato relativamente insieme, senza giungere ad uno scambio di coppia in quanto non vi era stata l'occasione, ma ora sembra giunto il momento di divertirci veramente. Carlo è un “simpatico ragazzo”, anche lui sulla cinquantina, follemente innamorato della moglie, cui concede ogni divertimento, anche se, a sua volta, ha delle piccole soddisfazioni. Poiché avevano nella mattina alcuni impegni di lavoro, io e mia moglie ci siamo riposati alcune ore dopo il lungo viaggio. All’ora di pranzo ci siamo ritrovati tutti e quattro assieme e l'atmosfera è diventata subito allegra e frizzante. Durante il pranzo, però, ha squillato il telefono di Angela, che si è alzata da tavola e si è spostata per rispondere e, dopo alcuni minuti, è tornata ha guardato Carlo e ci ha fatto una interessante proposta.
«Considerando che anche voi, come noi, siete una coppia libertina, avevamo organizzato per domani sera un incontro con una coppia di amici che abbiamo qui a Reggio; con essi abbiamo stretto amicizia in questi ultimi cinque mesi. Sono persone nostre coetanee, molto simpatiche, allegre, pulite e molto rispettose, con le quali ogni tanto ci incontriamo per provare il piacere dello scambio di coppia. Renzo e Marina erano desiderosi di fare la vostra conoscenza, ma si era verificato un piccolo inconveniente che aveva impedito l'incontro; allo stato, vorrei sapere se foste disposti a conoscerli questa sera, insieme ad un'altra coppia di loro amici, che abitano dall'altro lato dello stretto a Messina. È una coppia che noi non conosciamo, ma ce ne hanno parlato tante volte senza che si fosse mai creata l'occasione di stare insieme a loro. Questa coppia oggi attraversa lo stretto per venir a prendere l'aereo qui nel nostro aeroporto per recarsi a Torino, dove trascorreranno l'Epifania con la loro nipotina, nata proprio questa notte. Capisco che forse sarete stanchi e che non abbiamo avuto molto tempo per parlarvi di loro, oltreché dei nostri amici qui di Reggio, quindi una eventuale indisponibilità sarebbe più che giustificata.»
Guardo mia moglie, che mi sorride, ed io ricambio; è quanto basta per dirci tutto. Infatti Anna che gli risponde:
«Non penso che ci siano particolari problemi per me, casomai è lui che forse è un po' stanco, avendo guidato per tutta la notte.»
Io ribadisco che non ci sono problemi e allora Angela, contenta, chiama di nuovo la sua amica, prende mia moglie sottobraccio e ci salutano, lasciandoci a tavola.
«Bene…bene… benissimo! Dai, Anna, vieni con me che abbiamo un sacco di cose da fare e poco tempo disponibile.»
Immediatamente se ne vanno e Carlo, ridendo mi dice che le rivedremo, sì e no, a malapena, pochi minuti prima di uscire da casa! Anche noi due usciamo a far due passi e parliamo di tante cose. Mi racconta che hanno conosciuto Renzo e Marina casualmente, alla fine di agosto, un giorno che avevano deciso di passare alcune ore al mare, in una zona dove c'è una bella spiaggia, ma, giunti sul posto, c'era talmente tanta di quella gente, che non vi era nessuna possibilità di stendere nemmeno un telo per terra. Era stato Renzo che, avendo notato la sua disperazione per l'assenza di un buco dove sistemarsi, lo aveva chiamato; in un primo momento non ricordava nemmeno dove lo avesse visto, ma, una volta chiariti i dettagli, erano stati proprio Renzo e Marina ad invitarli a sistemarsi insieme, sotto il loro ombrellone, in quanto avevano dei lettini resi disponibili per l'imprevista assenza degli amici di Messina, che non avevano potuto raggiungerli. Era stata quella l'occasione in cui aveva preso atto che Marina amava l'esibizionismo, in quanto sfoggiava un micro costume, che sembrava inesistente e allora Angela, per non esser da meno, si era adeguata alla situazione, sfoggiando il suo splendido topless. Naturalmente, con due strafighe di quella portata, sulla spiaggia s'era sviluppato un bel via vai di maschi, che venivano ad ammirare più da vicino la loro procacia e, spesso e volentieri, aveva anche notato che Marina, quando vedeva un bel maschio, magari con il pacco gonfio e bene in evidenza, spalancava le cosce e mostrava la sua fighetta, così poco celata dal sottile, quanto esiguo, perizoma. Da lì a finire a letto, il passo era stato breve. Era stata un'esperienza nuova per entrambe le coppie, in quanto Carlo e Angela non avevano mai fatto lo scambio di coppia, mentre Renzo e Marina erano più adusi a selezionare singoli e giocare con loro, in quanto Marina adorava farsi possedere da due maschi contemporaneamente.
«Vedrai, Marina ti piacerà, perché è una gran porca: ama succhiare, mentre viene scopata in uno dei suoi buchi. Se non ti offendi, vorrei consigliarti di prendere un piccolo aiuto chimico, perché, ti assicuro, che è una troia veramente insaziabile!»
Mi porge una pastiglia di Viagra e io gli rispondo dicendogli che, nonostante i miei 65 anni, è la prima volta che assaggio un simile prodotto.
«Non mi sono mai dopato, ma, questa volta, voglio provare anche questa esperienza, per me del tutto nuova!»
Ingoio la pastiglia dietro suo suggerimento, cosa che fa anche lui, dicendo che l'effetto lo avremo esattamente al momento giusto. Sono veramente intrigato da questa novità, ma anche curioso di vedere se è realmente utile. Rientrati in casa, entrambi ci prepariamo con una bella doccia e indossiamo dei semplici pantaloni con camicia, per il molto caldo che fa. Vediamo rientrare le nostre donne con dei pacchetti in mano e subito si chiudono in camera; Carlo, ridendo, mi informa che ne avranno ancora per un'oretta e così è stato: alla fine si son presentate ed erano entrambe, veramente belle. Anna indossa un vestitino leggero che le arriva a metà coscia di colore nero, mentre Angela ne indossa uno di colore azzurro, che mette in risalto ancor più il nero dei suoi capelli. È chiaro che nessuna delle due, sotto, indossa l'intimo, perché i capezzoli premono contro la stoffa sottile e sembra quasi vogliano bucarla. Con la macchina di Carlo ci rechiamo a casa di Renzo e Marina, situata fuori Reggio, in alto sulle colline e, quando giungiamo a casa loro, notiamo che, nel piccolo piazzale della villetta che si affaccia sullo stretto, ci sono due auto e subito ci viene incontro una splendida donna di media statura, che abbraccia Angela e la saluta molto affettuosamente.
«Angela, amore! Benvenuta! Questa splendida bionda dovrebbe esser la tua amica del Nord?»
Io mi metto a ridere e preciso che siamo del centro Italia. La mia battuta suscita molta ilarità e l'atmosfera si fa subito allegra e giuliva. Marina tiene le due donne sotto braccio e le porta dentro casa seguita da noi; una volta dentro, facciamo le presentazioni e scopriamo che la coppia messinese, è costituita da persone davvero belle. Lui, Carmelo, alto più o meno quanto me, capelli brizzolati ed un bel fisico asciutto, mentre lei, Luisa, detiene un bel seno gonfio, anche questo sicuramente oggetto di un piccolo ritocco, ed un culo prominente, che incornicia delle cosce lunghe e ben tornite. Entrambi hanno gli occhi scuri, mentre lei porta i suoi lunghi capelli biondi, raccolti a coda di cavallo. Tutti ci sentiamo subito a nostro agio, facendo sì che l'atmosfera si riscaldi ancor più con piccole battute a doppio senso ed ammiccamenti vari, che ci portano in breve ad esser rilassati quanto basta. Ci sediamo a tavola per cenare, ma ben presto ci rendiamo conto che nessuno ha voglia di mangiare, soprattutto dopo le grandi abbuffate delle festività e, così, Marina mette su un po' di musica ed inizia a ballare insieme ad Angela. Più che ballare le due donne si accarezzano e subito Luisa si avvicina a mia moglie, le prende la mano ed inizia a ballare con lei, ma non passa molto che la sua bocca si avvicina a quella di mia moglie e le due donne prendono a limonare in maniera dolce, ma anche molto intensa. La scena è subito oggetto dei nostri commenti, in specie di quelli di Carmelo, che ben presto scaldano l'atmosfera, rendendola quasi incandescente
«Accidenti, che grinta! Amico mio, tua moglie sembra proprio piacere molto alla mia: guarda come limonano!»
Ben presto le due donne non si limitano solo a limonare, ma le loro mani vanno ad infilarsi sotto i rispettivi abiti e le vediamo gemere di piacere. Senza indugiare oltre, Marina trascina Angela all'interno di una stanza e tutti quanti le seguiamo. Rapidamente le quattro donne sono nude e si danno ad un fantastico cunnilinguo, formando un quadrato erotico veramente sconvolgente. Renzo e Carmelo si spogliano velocemente, mentre io e Carlo lo facciamo un po' più lentamente, presi come eravamo ad osservare le nostre donne avvinghiate in un 69 davvero di fuoco. Luisa è distesa sotto mia moglie e la fa godere leccando con molta intensità la sua ostrica profumata e, mentre mugola di piacere, la bocca di mia moglie diventa l'oggetto del desiderio di Carmelo, che le infila in gola uno splendido membro, di ottimo spessore, anche se non troppo lungo, come, del resto, sono anche quelli degli altri tre presenti. Mia moglie prende a succhiare quello splendido membro e, ben presto, diventa l'oggetto anche del desiderio di Renzo, che si posiziona dietro di lei e inizia a penetrarla lentamente. Io divento l'oggetto delle voglie di Luisa, che viene a succhiare il mio membro ormai completamente duro e, poco dopo, sale su di me e mi cavalca volgendomi le spalle, per continuare a guardare mia moglie, che ora viene scopata da Renzo, mentre succhia il cazzo di Carmelo. Anche Carlo vuole la sua parte e, così, si sdraia e si fa cavalcare da mia moglie, che si impala sul suo membro; a quel punto Anna, si gira ed invita Carmelo ad entrarle lentamente nel culo.
«Mettimelo dentro. A me piace esser presa in doppia!»
Lui non si fa certo pregare e, dopo aver lubrificato un po' il buchetto di mia moglie, le scivola dentro, infilando il suo splendido membro, tutto fino alle palle. Una volta riempita davanti e dietro, Anna riprende a succhiare il terzo membro, suscitando lo stupore delle donne, che la guardano con evidente ammirazione.
«Caspita, che forza: se ne sta godendo tre in contemporanea! Ecco una cosa che non mi è mai riuscita! Guarda come li ha sincronizzati bene! Accidenti, che troia spettacolare!»
Mentre osservano mia moglie che gode presa da tre maschi, io, a mia volta, continuo a farmi cavalcare da Luisa, mentre, con entrambe le mani, masturbo sia Marina che Angela e, ben presto, anche loro iniziano a godere e, dopo ogni orgasmo, si scambiano di posto sopra di me e, alla fine, tutte e tre, vengono scopate da me, che le faccio godere, mentre osservo mia moglie che urla di piacere sotto i colpi di tre maschi, che non le risparmiano nulla. La sbattono duramente e lei gode sempre di più, dimostrando di esser una femmina superba, in grado di soddisfare tre maschi insieme! Dopo ogni orgasmo, li fa ruotare nei suoi buchi e, così, alla fine, ognuno ha potuto godere di ogni anfratto del suo corpo. Alla fine, si inginocchia davanti a tutti e tre, che si masturbano velocemente e le schizzano, tra faccia, bocca, seno e l'intero corpo, tutto il loro piacere, suscitando ancora di più lo stupore delle altre donne, che si avvicinano e la guardano con ammirazione.
«Ma sei fantastica! Ecco un'altra cosa che non mi riesce di fare! Sentire che mi schizzano addosso. Mi piacerebbe molto, ma quando sono lì lì per farlo, mi prende uno strano senso di pudore e non mi riesce di mostrarmi così troia da farmi schizzare ovunque. Ma come fai ad esser così disinvolta?»
Anna le guarda un po' stupita e poi chiede loro da quanto tempo sono entrate nel mondo della trasgressione. Quasi tutte rispondono che è una cosa avvenuta abbastanza di recente, da non più di qualche anno. Luisa allora chiede ad Anna da quanto tempo lei si è data alla trasgressione. Anna sorride e le risponde che con me è stata sempre una trasgressione! La risposta fa sorridere Luisa, che non sembra abbastanza convinta.
«Mi sembra un po' esagerata come risposta. Hai più o meno la nostra età e mi sembra davvero strano che voi due abbiate potuto esser così libertini, pur avendo figli e quant'altro.»
Ora è Anna che diventa curiosa.
«Hai detto che io ho la vostra età? Scusa, ma tu, quanti anni hai?»
Luisa la guarda ridendo e le risponde che ha 51 anni e lo stesso viene confermato anche da Marina, mentre mia moglie sa benissimo che Angela ha 50 anni, così, ridendo, ribadisce il suo concetto.
«Luisa, forse ti stupirà, ma quando tu succhiavi il biberon, io succhiavo già, come minimo, due cazzi per volta!»
Vedo lo stupore negli occhi delle donne e Angela ride e conferma a tutte che Anna è sicuramente più grande di loro. Incredule, pretendono di leggere la carta d'identità di mia moglie e quando scoprono che lei ha 64 anni, Luisa fa un gesto che ci lascia davvero tutti sorpresi. Si inginocchia ai piedi di mia moglie e, dopo averli baciati, sollevano lo sguardo carico di vera ammirazione.
«Ti voglio rendere omaggio, perché lo meriti! Sicuramente sei una magnifica gran troia e voglio sperare che, quando avrò la tua età, riuscirò ad avere la tua stessa disinvoltura nel prendere tre maschi, o forse anche più, contemporaneamente! Tu, per me, sei un esempio da tenere come scopo per la vita.»
Mia moglie si abbassa, fa alzare Luisa e la abbraccia, la bacia in bocca e poi, dopo averla fatta sdraiare sul letto, inizia a leccarla ed a farsi leccare la crema che ricopre ancora il suo corpo. È un gesto così erotico, che ci fa tornare il cazzo duro a tutti quanti e, poiché io ancora non son venuto, dopo aver fatto godere Luisa ancora con la bocca, si gira verso di me e mi invita a sdraiarmi; fa salire la sua amica su di me e la fa impala di nuovo sul mio membro e, dopo averla fatta allungare sul mio corpo, si rivolge a Carlo e lo invita a possederla nel culo. Sento il membro di Carlo farsi strada all'interno del culetto di Luisa e, una volta che lui è ben arrivato fino in fondo, mia moglie si volta verso Renzo e lo invita a farsi succhiare da Luisa. Sotto lo sguardo attento di mia moglie, la donna rimane praticamente passiva, mentre noi tre le pompiamo i nostri cazzi dentro i suoi buchi, ed il piacere inizia a sconvolgere questa femmina, che si sente piena e riempita in ogni suo orifizio. Gode bene ed a lungo e, alla fine, è proprio Carmelo il primo che le schizza addosso una sborrata, dopo che si è fatto succhiare il cazzo a lungo da Marina e Angela insieme. Le sborra in faccia, urlando di piacere.
«Tieni, meravigliosa puttana! Prendi la mia sborra in faccia, che non immagini da quanto tempo desidero fare questa cosa su di te! Finalmente ho una moglie troia anch'io!»
Dopo averle schizzato in faccia la sua sborra, lascia il posto agli altri due che ricoprono il viso di Luisa con le loro copiose sborrate, facendo sì che la donna impazzisca di piacere, per subito dopo esser ripulita dalla lingua delle altre femmine. Anch'io sono al limite; dopo aver inarcato un po' le gambe, prendo a sbatterla dal basso, facendola godere ancora e, poi, cerco di sfilarmi e sborrarle in faccia anch'io, ma lei mi blocca e mi chiede di riempirle il ventre.
«No, resta dentro! Voglio sentire la tua sborrata dentro di me.»
Mi svuoto in lei e, una volta che l’ho farcita per bene, lei si solleva e si sdraia a cosce aperte, poi si gira verso Carmelo e vedo l'uomo inginocchiarsi tra le sue gambe e prendere a leccare la crema che sgorga dalla fica di sua moglie, appena farcita.
«Adesso che mi hai visto fare una cosa che desideri da tanto tempo, fai questa cosa che anch'io desidero da tanto tempo!»
È evidente che tra loro vi era un accordo, che ora viene onorato da ambo le parti.
Trascorriamo il resto della serata a giocare ancora con loro e anche Marina e Angela vengono prese in doppia, suscitando l'estremo piacere dei loro maschi.
È stata una bella esperienza per tutti, ma, soprattutto, è stata una bella soddisfazione per Anna, che si è sentita gratificata dal fatto di esser un punto di riferimento per l'ammirazione che quelle tre giovani puttanelle le tributavano, avendo, a loro volta, bisogno di esser guidate verso una ennesima esperienza trasgressiva.
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2 months ago
baxi18, 55
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Un gioco particolare.
Mi chiamo Paolo, ho 56 anni, sono di media statura, capelli brizzolati, occhi scuri ed un fisico ben curato e tonico. Sessualmente parlando, ho una bella dotazione, sia in lunghezza che in circonferenza. Son da sempre stato bisex. Il sesso mi piace in tutte le sue forme: non disdegno una bella donna, ma mi eccita anche un bel maschietto. Son sposato da 35 anni con Daniela, una bella donna di tipo mediterraneo. Alta, mora, seno abbondante ed un bel culo sodo e sporgente che, ovviamente, ho provveduto a godere da tempo. Lei non conosce il mio lato bisex che, in vero, non è che emerga spesso; solo a volte, quando non me l'aspetto, mi prende il desiderio di un bel cazzo, sia in bocca che in culo e, allora, soddisfo le mie voglie. Abbiamo una figlia, Simona, ormai grande di 32 anni, che è la copia esatta della madre da giovane, con cui ho un bellissimo rapporto di amicizia e complicità. Come professione sono architetto e lavoro per una grande impresa edile, che ha cantieri in tutto il mondo. Qualche tempo fa, di ritorno da Dubai, dopo una settimana trascorsa in quel posto, mentre sbarcavo dall'aereo, erano le 23:00, ho avvertito il bisogno di andare in bagno. Con la mia valigia, mi son recato nel primo wc che ho trovato. Data l’ora, era vuoto. Ho espletato la mia minzione e, quando son uscito, avevo il cazzo in mano perché avrei voluto lavarlo e perciò mi son avvicinato al lavandino. Da uno degli altri bagni, è venuto fuori un bel ragazzo sulla trentina, che mi ha guardato e, fatto un sorrisetto, senza esser infastidito dalla mia condizione non certo passabile. Anche lui aveva il membro in mano con la chiara intenzione di lavarselo. Per un attimo siamo rimasti immobili, a guardarci. Anche lui aveva un bel cazzo. Mi guarda e vede che lo osservo, si avvicina e toccandosi cerca di farselo venir duro. Mi scatta il desiderio di succhiargli il cazzo! È così che mi succede quando si scatena il mio lato bisex. Lo voglio! Lo guardo, la cosa mi eccita e aspetto: sta giocando le sue carte, vuole mettermi alla prova, per vedere se lo desidero. Ci riesce, perché mi avvicino e glielo prendo in mano; è ben duro, grosso e teso. Mi abbasso per prenderlo in bocca e inizio a spompinarlo. È surreale questa cosa. Siamo in un bagno pubblico dell’aeroporto, dove potrebbe entrare chiunque e ci mettiamo a fare i maiali senza tener conto di niente. Davvero sconvolgente. Affondo in gola quella verga così potente e succosa. Gli accarezzo le palle, che sento esser belle piene. Lui geme di piacere.
«Bravo, succhiamelo tutto! Cazzo, sei fantastico! Che bocca! Altro che la mia ragazza: tu sei meglio, vengo!»
Avverto che si tende, per poi sborrare, schizzando un fiume di sperma in parte nella mia bocca ed il resto in gola. Lo pulisco alla perfezione, poi lui mi fa sollevare e mi ricambia il favore. Se lo infila in gola e mi succhia come una idrovora. Nemmeno io reggo molto e gli faccio dono di una copiosa quantità di crema, che lui ingoia tutta, senza perdere nemmeno una goccia. Si alza, mi sorride e se ne va. Passa circa un mese, una sera mia moglie mi dice che avremo il fidanzato di nostra figlia a cena. Mi prega di non far tardi e di passare a ritirare il dolce, che ha ordinato in pasticceria. Giungo a casa e sento Simona che ride, in sala, mentre sembra stia apparecchiando; mi fiondo in cucina con il dolce, saluto mia moglie che mi sollecita, dicendo che, a breve, è pronto in tavola. Vado in sala e, quando il giovane si volta, mi ritrovo il ragazzo del bagno in aeroporto.
«Papà, lui è Mirko, il mio fidanzato!»
Lui mi riconosce subito ed io avverto un certo disagio, ma cerco di non darlo a vedere, nonostante l’imbarazzo fosse alle stelle, per entrambi. Ci sediamo a tavola e tutto sembra svolgersi nell'assoluta normalità. Si dimostra gentile, affabile e molto educato. Parliamo di tante cose e poi, dopo aver consumato il dolce, io e lui ci ritroviamo da soli per un attimo. Lui mi parla con un tono sereno, pacato.
«Voglio sperare che non ci siano problemi fra noi. Amo troppo tua figlia, ma, a volte, mi sento preso da momenti di piacere del tipo bisex. Lei non sa di questa mia inclinazione e vorrei che restasse segreta fra noi.»
Lo guardo e gli faccio presente che è la stessa cosa che capita a me. Il discorso finisce al sopraggiungere delle donne. Il giorno dopo, Simona, a tavola, mi chiede cosa penso di Mirko.
«Allora, papà, ti piace Mirko?»
Le sorrido e rispondo in maniera molto diplomatica.
«Sì, mi sembra un bravo ragazzo. Da quanto tempo è che state insieme?»
«Da un anno e otto mesi.»
Mi diverto un po' a scandagliare il rapporto che hanno fra loro.
«Bene! Molto bene; quindi, ci sei stata a letto?»
Lei ha un attimo di vero imbarazzo.
«Ma, papà, che domande fai?»
La guardo, lei è arrossita, poi mi abbraccia e mi bacia, in modo un po’ troppo voluttuoso, per esser solo il bacio di una figlia.
«Scusa, Simona, ma sai... un padre si preoccupa sempre per la sua bambina, quindi, che mi dici: è bravo a letto?»
Mi sorride ed annuisce, con aria complice. Passano due mesi e, una sera, li abbiamo di nuovo a cena. Vedo che con mia moglie sono molto in sintonia e anche mia figlia sembra più rilassata. Durante la cena ci comunicano che hanno trovato un appartamentino molto grazioso e vorrebbero andarci a convivere. Resto un attimo un po’ sorpreso, ma loro si mostrano così decisi che non mi oppongo. Dopo alcuni giorni Mirko mi chiama in ufficio e mi chiede se ho un po’ di tempo, per raggiungerlo nel loro appartamentino, per prendere atto di piccole modifiche da apportare, onde renderlo più confortevole. Appena dentro, mi rendo conto che tutto è a posto e che, quindi, era solo una scusa per avermi lì con lui. Senza esitare, mi si inginocchia davanti e mi apre i pantaloni per succhiarmi il cazzo, per altro già duro.
«Scusami, ma, da quella sera, mi torna spesso il desiderio di succhiarti il cazzo.»
Lo lascio fare e lui mi regala una pompa sublime. Lo succhia e lo ingoia senza sosta, fin quando gli regalo una buona razione di crema, che ingoia senza nessuna esitazione. Eccitato gli rendo il favore, ma lui mi invita a seguirlo sul letto; ci spogliamo nudi e, eccitati da un veloce 69, lo penetro, facendolo davvero godere.
«Sì, dai, sfondami il culo! Cazzo, che meraviglia! Mi spacchi lo sfintere, ma è bellissimo!»
Me lo godo davvero bene e, alla fine, si prende ancora in gola un’altra buona razione di crema prelibata, che ingoia fino all’ultima stilla. Appagati, ci mettiamo un attimo a parlare. Lui si giustifica con me.
«Non mi fraintendere, adoro tua figlia e, se lo vorrà, un giorno ci sposeremo, ma con te mi sento davvero una troia: il tuo cazzone nel culo, mi ha mandato ai pazzi!»
Gli rispondo che avverto anch'io lo stesso desiderio; che anche a me piace moltissimo scopare con lui. Passano altre tre settimane e, un pomeriggio, mentre siamo intenti a godere fra noi, arriva Dario, suo padre, che ci trova avvinghiati in un 69 da urlo.
«Bene! Lo sospettavo che eri bisex, ma non avrei mai pensato che ti facessi scopare da tuo suocero. Su, fatemi posto, che voglio divertirmi anch’io.»
Si spoglia nudo e si unisce a noi. Dario è un bel maschio. Alto come è, un po’ più grande di corporatura ed età (ha quasi sessant’anni), è dotato di una bella verga, non troppo lunga, ma di notevole spessore, anche più della mia. Ci godiamo Mirko insieme, scopandolo a turno e, alla fine, gli inondiamo la bocca di crema.
Non ancora appagato, Dario ci succhia entrambi e, dopo, siamo io e suo figlio a sfondargli culo e gola, per poi schizzarvi dentro il nostro piacere. Da quel giorno, per due mesi, ci divertiamo noi tre, a godere insieme. Mi faccio inculare da Dario e anche da Mirko. Ricambio il piacere inculando entrambi. Poi, un pomeriggio, mentre Dario e me, siamo intenti a divertirci, in attesa che arrivi Mirko, a sorpresa arriva Simona e ci trova nudi, mentre ci stiamo reciprocamente succhiando, in un bel favoloso 69.
«Ma papà... credevo che tu… insomma, non avrei mai pensato che potessero piacerti i maschietti. E tu, Dario, che ci fai con il cazzo di papà in bocca?»
Siamo molto in imbarazzo, quando, improvvisamente, entra in casa Mirko che, non vede Simona in camera con noi e ci urla che vuole divertirsi anche lui.
«Arrivo! Preparatevi, che oggi son così carico, che vi sfinisco! Vi voglio godere entrambi al massimo!»
Entra in camera, vede noi nudi e Simona che ci guarda. Il suo viso si trasforma in una maschera di stupore. Simona, invece, non fa una grinza, prende e si spoglia nuda, avvicinandosi a me.
«Dai, fammi posto, che il tuo cazzo lo voglio assaggiare anch’io!»
Io, la guardo basito, e obietto.
«Ma, Simona, non puoi! Sono tuo padre: è incesto!»
Lei non si scompone, mi guarda e poi replica.
«Ma come: Mirko può farsi sfondare il culo da suo padre ed io no? Ma che stai dicendo? Se è incesto per me, lo è anche per lui! Non tengo conto di certe cazzate! Adesso ho deciso che voglio godermi il tuo cazzo, dal momento che avrei voluto farlo già da tempo. Fammi posto e datti da fare, che voglio godere con tutti voi! Tu, amore, sei contento vero, se mi scopo loro due? Se non vi sta bene, vi sputtano davanti alle vostre mogli e poi con tutti quelli che vi conoscono.»
Senza aggiungere altro, se lo prende in bocca e mi regala una pompa bellissima. Lo ingoia con molta disinvoltura, mentre Mirko fa la stessa cosa a suo padre. Poi mia figlia mi fa distendere supino e mi sale sopra, impalandosi su di me. Se lo infila tutto dentro ed inizia a godere tantissimo. Ha due orgasmi in rapidissima successione, poi si gira e bacia il suo fidanzato, che viene inculato dal padre.
«Amore, mi fa godere; amore, il cazzo di mio padre, mi sfonda! Godo! È bellissimo! Tu lo sapevi e non me ne hai fatto parola. Porco! Vengo!»
Abbraccia lui e godono insieme. Poi si cambia; lei si impala sul cazzo di Dario che la sfonda in culo, facendola urlare di piacere.
«Amore! Mi sfonda il culo! Cazzo com’è grosso! Vengo! Amore, vengo!»
Ha un ennesimo orgasmo, poi lui la fa distendere su di lui, lei apre le gambe e mi invita a scoparla insieme a lui.
«Dai, papà, prendimi davanti! Voglio sentirlo anche in pancia! Dai, infilzami tutta e tu, mio adorabile frocio e cornuto, dammi il tuo da succhiare!»
Sono sbalordito da quanto si sta rivelando zoccola mia figlia, ma l’assecondo volentieri, perché mi eccita l’idea di prenderla in tre. Gode e le facciamo schizzare anche l’anima. Il primo a schizzare è Mirko, che le inonda la gola.
«Amore, bevi! Dai, zoccola meravigliosa, bevi che sborro!»
Vedo le sue guance che si gonfiano e poi deglutire velocemente. Poi è la volta di Dario, che le inonda il culo. Quando Dario si sfila, afferra Mirko e lo obbliga a leccare la crema che sgorga dal culo sfondato di mia figlia.
«Avvicinati e lecca; guarda come gliel’ho aperto: è una voragine!»
Lui si sdraia dietro di lei, che adesso ho messo di lato, e lecca sia il culetto sfondato, da cui sgorga di tutto, che il mio cazzo che scopa, ancora con vigore, mia figlia.
Poi arrivo anch’io nel suo ventre e lei ci gode ancor di più.
«Sborro, amore di papà! Eccomi!»
Lei mi sente e gode.
«Sì, papà, ti sento: è bellissimo sentirsi inondare dal seme che mi ha generato! Vengo!»
Mi sfilo, ma lei, nonostante sia sfinita, ci succhia tutti e le regaliamo le ultime gocce della nostra crema. Poi abbraccia Mirko e lo bacia intensamente.
«Ti amo! Ti amo! Ti amo! Pazzo, amore mio! Dimmi che da oggi in poi, ci godremo questi due maschioni cosi ancora virili e ben dotati! Dimmelo! Promettimelo!»
Mirko le promette che sarà libera di chiavare a suo piacimento. Poi si gira e mi dice una cosa di cui non ero a conoscenza.
«Non crediate che sia finita così! Io e mamma, quando tu non ci sei, ci divertiamo a leccarci con molto piacere. Adesso che ho scoperto tutto questo, sappi che, presto, lei sarà dei nostri!»
Dario la guarda un po’ sconsolato, ma Mirko si mette a ridere.
«Non credere che mamma non si fosse accorta che sei più gay che etero e, in più di un'occasione, mi ha ospitato nel vostro letto, dicendo che era meglio con me che con uno sconosciuto.»
Non è passato molto tempo, che ci siamo ritrovati tutti e sei in un letto molto ampio e ciascuno di noi, ha colto il piacere che voleva.
È stato un vero piacere scopare Ada, la madre di Mirko. Una bella donna un po’ più magra di mia moglie, ma decisamente TANTO troia. Si è presa il mio cazzo nel culo, quello di Dario davanti ed il figlio in gola, mentre mia moglie e mia figlia le stuzzicavano le tette.
Da giorni mia figlia ci ha comunicato di esser incinta. Le ho chiesto se conosceva chi di noi potesse averla ingravidata e lei mi ha sorriso e baciato in bocca, esordendo:
«Spero, possa esser stato tu, papà!»
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2 months ago
baxi18, 55
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Ombre e luci
Non sapeva come comportarsi... I suoi occhi vagavano attraverso la stanza fermandosi su un dettaglio per poi riprendere la loro esplorazione in disperata cerca di un appiglio o di una porta. Eppure, la porta era aperta, o meglio, chiusa, ma non a chiave. La guardavo divertito mentre mi fumavo una sigaretta. Proprio sopra la mia testa, c'era il cartello "Vietato fumare". Anna lo guardò, sorrise, e finalmente trovò la scorciatoia che cercava. Tese il dito ad indicarmi la scritta mentre sorrideva. Mi girai a guardarla e sorrisi anch'io. Faceva freddo, ed eravamo nudi entrambi. Lei sotto le coperte ed io sul divano di fronte. A lato, un piccolo bagno, a sinistra, una larga porta finestra di vetro che dava sul mare.
Anna era andata in crisi perché non si aspettava una moltitudine di cose. Come tutti, dava per scontato un infinita di cose e cosi facendo si era chiusa parte del cuore e del cervello. Le avevo semplicemente chiesto come stesse. Una domanda non relativa al sesso di una notte memorabile, era una domanda rivolta a lei. Non sapeva che rispondere. Siamo abituati alla sveltina, il tempo é prezioso, anche se lo sprechiamo tutto al lavoro. Anna usciva ogni fine settimana con le amiche per andare in locali. Erano un gruppo di cinque, tutte con vite passate difficili, decise e disposte a non appartenere mai più a nessuno. E dunque, facevano sesso con tutti, ragazzini che potrebbero essere i loro figli, ragazzi ed uomini, mai troppo grandi o vecchi. Come dicevano loro ridendo, "non vogliamo mummie". Con quel fare, si era persa la magia dell'amore. Il sesso porta all'orgasmo certo, esattamente come camminare porta lontano. Ma la direzione che scegli determina ciò che vedi; chi si inoltra nel buio, chi preferisce la luce.
Anna si alzò e venne verso di me. Era media alta, non magra, rossa, carina, ma sopratutto intrigante. Mi si sedette sopra a gambe larghe, e mi baciò. Un bacio lungo e dolce. La sigaretta fini di consumarsi tra like mie dita bruciandomi leggermente. Non mi importò. C'era tanta dolcezza e passione in quel bacio che mi ci perdetti. Era il minuto uno.
Minuto tre. Anna si staccò, e mi si mise accanto. prese la mia mano e se la mise tra le gambe chiaramente facendomi capire cosa voleva. Poi prese il mio membro e lo mise in bocca. Non si mosse più mentre le toccavo il clitoride massaggiandola in diversi modi, di tanto in tanto andando a cercare un po di umido nella fessura che gocciolava. I sussulti del suo clitoride attraversavano il suo corpo e raggiungevano la sua bocca. Benché non si muovesse con la bocca, sembrava di essere in continuo movimento dentro di lei.
Minuto 8. Ho il cazzo cosi duro da sembrare un pezzo di legno. Anna comincia a muovere la bocca, lentamente, su e giu, mentre infilo le dita nella sua figa. I raggi del sole rischiarano i nostri corpi, li riscaldano quando sono gia bollenti.
Minuto 12. Anna si alza, e si infila sopra di me. Ha gli occhi chiusi, é immobile, trema un pò. Le tocco i seni, piano, poi li li pizzico, li abbandono, le sfioro i fianchi, il collo, delicatamente, le orecchie, lei sussulta, e lo sento sul mio cazzo. Che meraviglia.
Minuto 20. Ho la mano sul collo di Anna. Non la soffoco, la tengo, ancorata e legata e ma. Il mio cazzo pulsa, lo sento, ci ,muoviamo ancora piano.
Minuto 23. Anna si alza, lo faccio anch'io. Si sdraia sul divano che sembra un letto. Vado a prendere il telecomando e metto un canale di musica, ed alzo il volume. Poi mi avvicino ad Anna. Lei apre le gambe e se le mantiene con le braccia. Mi guarda maliziosa. Non me lo faccio ripetere, le entro dentro, e spingo. Grida un pò. La scopo ad un ritmo regolare. Lei bagna, e dunque é un piacere infinito. Sento la sua figa che gode, si stringe a me, diventa quasi impossibile penetrarla talmente è stretta. Continuo ad insistere, e lei a godere. Io mi godo il suo orgasmo, un infinta di scariche sul cazzo. È bellissimo.
Minuto 25. Anna si é rilassata dopo l'orgasmo. Non ho smesso di scoparla. Mi piace ul suono che si produce, ed i liquidi che fuorescono dalla sua figa e che ricoprono il mio cazzo. La crema bianca faceva sparire il colore nero del mio cazzo e faceva sembrare la sua figa ancor piu rossa in quanto era contornata dalla stessa sostanza bianca.
Minuto 28. Feci girare Anna. Poi, in mezzo al biancore delle nostre godurie, la presi. In modo deciso questa volta. I suoi capelli tra le mie mani, e con l'altra mano, a schiaffeggiarle il culo. Ero deciso ad andare fino in fondo...
Minuti 31. Lascia i cappelli di Anna, e lei cominciò a muovere il culo attorno al mio cazzo. Era brava. Cercava i suoi punti piu sensibili. C'era tantissimo erotismo in quel suo gesto. Stranamente, si fidava. Di se stessa. Ascoltava il suo corpo e lo affidava. Sentivo le contrazioni della sua figa diventare sempre più riavvicinate. E poi di un tratto si irrigidì e rimase cosi per almeno un paio di minuti attraversata da brividi. Io in lei in quel momento, vivevo il paradiso. L'orgasmo di una donna é il paradiso di un uomo.
Minuto 35. Andammo al letto. Mi sdraiai sopra di lei. Ci baciammo, e facemmo l'amore. Lasciai che mi racontasse di lei, il suo corpo un libro, lasciai che si aprisse e racontasse di se, delle su delusioni, delle sue aspettative. La lasciai essere per poter essere. E fummo. La passione ci travolse e travolgemmo ogni centimetro dei nostri sensi.
Minuto 48. Stavamo sudando. Andammo sotto la doccia. La aprimmo, entrò prima lei, e si mise a pecora. La seguii, e la presi. L'acqua era tiepida, piacevole. Lo scroscio era regolare, quasi una musica. Ne segui il ritmo scopandola. Fu un altro angolo di paradiso, gocce di acqua che svolazzavano ovunque insieme a sensazioni che si originavano da ogni parte del copro.
Minuto 55. Mi accesi un altra sigaretta. Ero ancora duro. Eppure era stata una notte di sesso. Infatti... di sesso. Ora era diversa. La guardai e le chiesi: "Come va?"...
Minuto 55. Prima che possa rispondere, squilla il suo cellulare. Risponde, conversa, e poi mi sorride. Mi dice che era la sorella, e che avrebbero dovuto pranzare assieme. Anch'io guardai l'orologio, avevo un pranzo previsto con la mia ragazza.
Due ore dopo, entrai nel ristorante dove avevo appuntamento con Mary, la mia ragazza. La trovai al primo colpo di occhio; ed era seduta con Anna, sua sorella.
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2 months ago
Blacknoble,
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Notte calda con un amante senza inibizioni
Quando la sera salii al suo appartamento, l'aria era frizzante. Prima mi aveva mandato un'e-mail e per tutto il giorno mi ero soffermata su ogni singola parola ignobile. La adoravo perché era così schietta. Aveva il dono di dire le cose giuste per irritarmi, fantasticare sulle sue labbra sul mio cazzo e di prendersi il tempo necessario per dimenticare tutto di me.Entra nell'appartamento attraverso la porta parzialmente aperta. Le candele tremolavano nella luce bassa della stanza, dipingendo ombre morbide sulle pareti. Il suo amato ritmo blues suonava dolcemente in sottofondo, creando un'atmosfera seducente. Il profumo di cannabis pungente e vaniglia delle candele aleggiava nell'aria. La sua capacità di creare un ambiente perfetto era eccezionale.La vidi subito dopo aver aperto la porta. Si era rilassata sul divano, indosso un abito fluido che le slanciava la figura nei punti perfetti. Ha avuto gli occhi socchiusi e sfocati e i capelli un po' spettinati. Alzò gli occhi per incontrarmi e fece un sorriso malizioso con le labbra leggermente divaricate, come se avesse atteso il mio arrivo per tutta la sera.La sua voce era bassa, quasi un canto di fusa, quando disse: “Sei venuto davvero”. Inarcò la testa di lato, come se avesse capito la soluzione prima di me.Non risparmiai parole quando affrontai l'argomento. “Dopo l'e-mail iniziale?” Anche se ero a pochi metri di distanza, ho respirato il suo calore avvicinandomi. “Come potrei astenermi?”.Mentre il suo sorriso si allargava, si spostò sul divano, scoprendo più carne mentre il vestito le si arrotolava sulle cosce. Aveva la capacità di impazzire. “Pensavi che fosse bello, eh?”, disse, con un tono spensierato ma che lasciava intendere un pizzico di bisogno.Chinandomi, la avvicinai a me facendole scivolare le mani intorno alla vita. Quando le mie labbra sfiorarono leggermente il suo orecchio, dissi qualcosa. È tutto il giorno che ci penso. Riguardo a te. A proposito di quella tua bocca spalancata. Inoltre, la sensazione di stare in ginocchio è piuttosto piacevole.I suoi respiri tremanti mi fecero capire che la tenevo esattamente dove volevo. Quando le parlavo in quel modo, lo adorava. Mentre faceva scorrere le dita sul mio petto, mi strinse il colletto della camicia. “Allora permettimi di dimostrartelo”, mormorò, premendo le labbra contro le mie. “Lo voglio fortemente; te lo mostrerò”.Si inginocchiò davanti a me, i suoi occhi maligni fissi sui miei, e non disse più nulla. Si comportava sempre così, entusiasta ma composta. La gioia che provava per la sua attuale posizione di dominio su di me era palpabile nei suoi occhi.Con mani lisce e ferme, aprì la mia cintura e io la guardai con stupore. Era evidente che era incredibilmente abile in questo. Quando mi tirò giù i jeans, il mio cazzo era immediatamente eretto e premeva contro di essi; il suo sguardo famelico rivelò che si stava leccando le labbra.Quando si chinò verso di me, con la lingua che sfiorava appena la punta, gemetti e affondai le dita nei suoi capelli, stringendoli forte. Stava giocando con me, facendomi aspettare e provocandomi. Mi arresi e le lasciai fare questo gioco, visto che le piaceva.Giochi aperti e regole sempliciCon un colpo secco, mise le dita intorno al mio cazzo e cominciò a succhiarlo teneramente. Quando i miei fianchi si spinsero leggermente in avanti, mi sfuggì un gemito udibile. “Non stuzzicare”, dissi con voce bassa e graffiante. Dissi: “Ti prego, prendilo tutto”.Mentre i suoi occhi sfioravano i miei, vidi un sorriso che le balenava sulle labbra mentre mi guardava. La mia impazienza, e soprattutto i momenti in cui ero sul punto di perdere la testa, erano le sue parti preferite. Mi attirò più vicino, le sue labbra scivolarono lungo la mia lunghezza fino a raggiungere la base del suo collo. Anche se le veniva l'acquolina in bocca e gli occhi le lacrimavano, non si tirò indietro. Non era mai stato il suo obiettivo.“Brava ragazza”, dissi con tono minaccioso, mentre la mia presa sui suoi capelli si faceva ancora più rigida. Tutto, per favore. Fai capire quanto adori il membro di tuo padre.In effetti, ci riuscì manipolandomi con le labbra, prendendomi in profondità, tirandosi indietro, e poi prendendomi ancora di più la volta successiva. Era la sua passione e si sentiva completamente a suo agio nel farlo. La sua mascella serrata sopra di me e la saliva che le scorreva sul mento erano sufficienti a mandarmi in fibrillazione.Aveva il ritmo giusto, incessante e ipnotico. Mentre la sua lingua si contorceva e accarezzava, sentivo la mia presa su di lei aumentare. Lei assorbiva tutto, con lo sguardo fisso sul mio, e quel bisogno era ancora lì e bruciava, mentre i miei fianchi cominciavano a muoversi da soli, spingendo sempre più a fondo nella sua bocca.“Sembri così seducente con il mio membro in bocca”, osservai, la mia voce tinta di desiderio. “Vuoi che tuo padre ti calpesti tutta?”.La cosa finì lì, mentre lei gemeva entusiasta intorno al mio membro. Mentre il familiare calore e la stretta nel mio ventre si intensificavano, spinsi più forte, la mia mano la guidava e la teneva in posizione. Con un basso rantolo, affondai in profondità e ben presto mi feci strada nella sua gola, denso e caldo.Con la sua lingua che mi lavorava continuamente, succhiò fino all'ultima goccia, senza perdere un colpo. Quando mi ritrassi, mi guardò, con le labbra gonfie e scivolose, un sorriso soddisfatto che le si allargò sul viso mentre le leccava.Ripetei: “Brava ragazza”, mentre il mio respiro rimaneva pesante. “Ma c'è ancora molto da fare”.Quando la vidi salire sul letto, si posizionò tra le mie ginocchia e le sue labbra si chiusero ancora una volta su di me. Non volevo ostacolarla mentre adorava il mio cazzo. Mentre mi accarezzava, rendendomi gradualmente ma inesorabilmente duro, mi appoggiai allo schienale, presi il telefono e la guidai con la mano libera, che si infilò di nuovo nei suoi capelli.Non si è mai rilassata. Si compiaceva della mia reazione mentre mi trascinava, guardando come gemevo e stringevo i pugni. Perché era così insistente, ero felice di cedere alla sua intransigenza. Era bravo a soddisfare i miei desideri ed era il mio giocattolo sicuro.Il modo in cui mi tormentava con la lingua e mi succhiava il cazzo era proprio come volevo. Non aveva bisogno di parole: le sue labbra parlavano. Sapevo che quella sarebbe stata la notte più lunga e meravigliosa della mia vita mentre sentivo i miei muscoli tendersi ancora una volta, pronti per la battaglia
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2 months ago
annabohis,
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La più intensa notte della mia esistenza
Una circostanza che ha trasformato tutto
Un incontro non pianificato è stato il catalizzatore che ha messo in moto tutto. La mia amica mi ha presentato a Sofia durante un evento sociale che stava organizzando. Il suo sorriso adorabile e la sua straordinaria capacità di sostenere una conversazione senza sforzo mi hanno catturato. Quando abbiamo iniziato a parlare dei nostri interessi comuni per la letteratura, i viaggi e la musica, abbiamo scoperto rapidamente quanto avevamo in comune. Essere in sua compagnia sembrava così naturale, però, ed è stata la cosa che mi ha sorpreso di più. Non si poteva negare l'irresistibile attrazione della sua energia.
Tutto è iniziato con un incontro inaspettato che nessuno aveva previsto. Sofia mi è stata presentata durante una festa organizzata da un amico. Il suo sorriso accattivante e la sua straordinaria capacità di sostenere una conversazione senza sforzo mi hanno attratto a lei nel momento in cui ci siamo incontrati. I nostri interessi comuni per la letteratura, i viaggi e la musica hanno reso chiaro fin da subito che eravamo molto simili. Essere in sua compagnia è stata la cosa più sorprendente per me, perché sembrava così naturale. La sua energia aveva un'irresistibile attrazione magnetica.
Una connessione che non avevo mai sperimentato
Come inizio, abbiamo parlato di musica, viaggi e letture. Tuttavia, sembrava che le nostre anime si avvicinassero sempre di più ad ogni frase. Un'intelligenza acuta e un interesse genuino per il mondo erano evidenti nelle sue risposte sempre nuove. Non avevo mai avuto questa sensazione di spontaneità e di accordo.
Man mano che passavano le ore, il clima si trasformava sempre di più. Attimi che non richiedevano parole, sguardi prolungati, sorrisi più affettuosi. Poco a poco, la celebrazione, che all'inizio era apparsa così normale, si trasformava in qualcosa di straordinario. Capii che quella sarebbe stata la svolta della serata quando Sofia mi suggerì di fare una passeggiata. .
Un istante al di fuori del tempo
L'intensità era palpabile in ogni movimento e tocco. Siamo stati in grado di apprezzare davvero la reciproca compagnia e di cogliere ogni aspetto poiché non eravamo di fretta. Sembrava che non ci fosse nessun altro sulla Terra a parte noi due mentre attraversavamo il globo. In questo spazio ristretto, non c'era disonestà e amore e desiderio puri al cento per cento.
Ci siamo sdraiati uno accanto all'altro e ci siamo abbracciati a lungo dopo il picco. Respirava regolarmente mentre la sua testa poggiava sulla mia spalla. Anche se siamo rimasti in silenzio, il tempo che abbiamo condiviso è stato profondo. In quei momenti, ho sentito come se il mio legame con lei si fosse approfondito oltre qualsiasi cosa avrei potuto immaginare con qualsiasi altro individuo. Il nostro linguaggio era uno che poteva essere compreso solo da coloro che avevano sperimentato qualcosa di così personale e significativo come ciò che avevamo condiviso.
Quell'esperienza ha lasciato un'impressione profonda sul mio essere. Quando ho fatto il sesso migliore, ho capito che non si trattava solo di piacere fisico. Si trattava di entrare in contatto con un'altra persona, di fidarsi di lei e di essere sinceri con lei. Condividere le proprie preoccupazioni, i propri desideri e i propri sentimenti senza aver paura di essere vulnerabili è la chiave del successo in questa impresa.
Anche se è passato molto tempo da allora, ricordo ancora quel momento con un senso di gratitudine e calore. Non solo mi ha insegnato ad apprezzare il desiderio, ma mi ha anche insegnato a comprendere la profondità emotiva che si cela nel rendere l'intimità genuinamente unica. E forse questa è la chiave per fare il sesso migliore della tua vita; non è solo un atto, ma piuttosto qualcosa di molto più significativo che unisce i cuori e le anime l'uno dell'altro.
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2 months ago
annabohis,
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Corna vecchie e nuove.
Mi chiamo Stefano, ho 34 anni, sono di media statura, occhi scuri, capelli neri, fisico tonico, ben strutturato. Da nove anni, sono sposato con Francesca, mia coetanea, alta più o meno quanto me, bionda, capelli corti a caschetto. Ha una bella bocca ampia e labbra carnose, perfette per far pompini, cosa che le viene benissimo. Il seno, poi, è un vero spettacolo! Una quarta piena a goccia, capezzoli grossi e ben pronunciati. Anche il culo è una meraviglia, alto, tondo, sodo, posto alla sommità di splendide cosce, che lei ama curare moltissimo. Durante questi nove anni, la nostra vita è scorsa sempre tranquilla e serena, con qualche alto e basso come accade a tutte le coppie che lavorano e, sul piano sentimentale, non posso certo lamentarmi, mentre, su quello sessuale, ho da poco scoperto d'esser stato, almeno una volta, cornificato. Di recente stiamo vagliando l'ipotesi di avere un figlio e questo argomento è emerso proprio durante l'ultima vacanza trascorsa al mare. Un giorno, mentre eravamo in spiaggia, lei, ovviamente in bikini molto esigui, in quanto è una cui piace provocare, iniziammo un dialogo sulla famiglia, i bambini, e decidemmo che era giunto il momento di averne uno anche noi. Lei mi ha avanzato una insolita richiesta.
«Andiamo a casa, tu esci per rientrare solo alle 21:00: vedrai cosa mi son inventata per noi due.»
Arrivammo a casa per le 18:00, feci una doccia veloce e raggiunsi i miei amici al bar, per una partita a carte, nell’attesa che scoccassero le 21:00, come voluto da mia moglie. Rientrai in casa e trovai il soggiorno illuminato solo da candele, il tavolo apparecchiato elegantemente e, sopra di esso, una di quelle campanelle che si usano per chiamare la servitù, sotto cui c’era un biglietto con scritto di azionarla, e cosi feci; mi voltai ed apparve lei in intimo sexy e quanto mai sensuale. Il mio cazzo era già duro e lo divenne ancora di più! Ci sedemmo a tavola ed iniziammo la cena, poi, ad un certo punto, mentre stappavo la seconda bottiglia di vino, mi fece una specifica domanda:
"Mettere al mondo un figlio, è una grande responsabilità; dovremo esser consapevoli e soprattutto uniti, perché voglio che cresca in un ambiente tranquillo, sereno, circondato dal nostro amore, dal nostro affetto e, soprattutto, deve riguardare un impegno reciproco. Ti senti davvero pronto? Sei consapevole che questo comporterà delle rinunce, dei sacrifici, delle condizioni a volte anche stressanti, durante le quali io e te dovremmo mantenere la calma e, soprattutto, mantenere sempre unita la famiglia per il bene della nostra progenie?»
Ho guardato Francesca e le ho assicurato che, personalmente, mi sentivo pronto, ma volevo esser sicuro che anche lei fosse convinta come me. Lei ha bevuto un sorso di vino, poi ha ripreso il discorso.
«Ho riflettuto abbastanza sulla questione e sono convinta che, se io e te saremo una coppia forte e decisa, questa esperienza sarà per entrambi bellissima. Direi che, per prima cosa, dobbiamo mettere in chiaro alcuni aspetti del nostro rapporto, che potrebbero apparire come ombre. Sono soprattutto le ombre quelle che voglio far emergere. Sono a conoscenza del fatto che hai scopato quella gran troia di Marina e non riesco a capire, cosa puoi aver trovato in lei di tanto interessante. Voglio che mi racconti per filo e per segno come, quando e quante volte, te la sei portata a letto.»
Colto di sorpresa, ho sorseggiato un po' di vino, per poterle rispondere in maniera soddisfacente.
«Ho scopato con Marina, solo due volte. La prima volta è stata dopo aver scoperto che tu mi avevi fatto le corna; mentre, la seconda, ci son andato, perché ho avuto il sospetto che tu me le avessi fatte di nuovo. In tutti e due i casi, è stata una scopata senza alcuna enfasi particolare, senza nessun coinvolgimento e, devo dire che, sinceramente, i bocchini li fai meglio tu.»
Ho letto, per un attimo, lo stupore nei suoi occhi, quando le ho rivelato che sapevo di avermi cornificato e così l'ho esortata a raccontarmi, ciò che sapevo. Ho deciso di lasciarla parlare e, nel frattempo, riempii di nuovo il mio calice di vino. Iniziò nel confessarmi quello che successe il giorno del tradimento, quando si era lasciata sedurre da un ragazzo, che frequentava la sua stessa palestra. Poi le ho chiesto se era tutto qui quello che aveva da raccontarmi, essendo io convinto che, in realtà, l'avesse fatto, come minimo, un’altra volta.
«Tutto qua? Mi sembra un po’ poco, o no?»
Ho visto Francesca deglutire, poi ha appoggiato il bicchiere che aveva in mano ed ha proseguito nella sua
«No, è vero, c’è dell’altro. Ricordi il primo anno di matrimonio, la prima estate che non lavoravo e andavo spesso al mare con la mia amica Silvia? Entrambe ci mettevamo sempre in topless, a quei tempi. Mentre eravamo sdraiate con le tette all’aria, sentivo lei che parlava al telefono con il suo fidanzato, di nome Sandro che, poco dopo, ci raggiunse in spiaggia, assieme ad un suo amico di nome Luca. All'epoca, Sandro aveva un grosso motoscafo d'altura e, raccolte le nostre cose, ci portò al piccolo porticciolo, dove ci imbarcammo sul potente mezzo; lui lo spinse subito al largo, in direzione dell'isola che c'è davanti alla costa. La giornata era splendida, il sole era caldo ed il mare calmissimo, così ci invitò a metterci nude, cosa che lui e il suo amico fecero immediatamente. Non avevo certo intenzione di tradirti, ma, sia Sandro che Luca sfoggiarono due mazze veramente notevoli. Silvia si mise subito nuda e stava seduta a prua del potente mezzo a cosce aperte, mostrando la fica già iper bagnata. Sandro si è avvicinato a lei e, mentre Luca pilotava, si è inginocchiato e le ha offerto il suo cazzo da succhiare, cosa che lei fece immediatamente. È bastato poco per farlo diventare qualcosa di veramente bestiale: un cazzone lungo ben oltre i 20 cm., di notevole spessore, che lei, un po' a fatica, riusciva a ingoiare solo a metà. Mentre osservavo la scena, mi son sentita bagnare in una maniera pazzesca; ero seduta vicino a Luca, quando lui mi ha chiesto se volevo tenere il timone in mano e, così, si è spostato leggermente indietro e mi ha lasciato il posto, affidandomi la guida del mezzo; lui si è posizionato dietro di me ed ho sentito il suo membro che cresceva, infilato tra le mie natiche. Quando le sue mani son scese in basso ed hanno cominciato a masturbarmi, mentre con la bocca mi baciava da dietro sul collo, non ho capito più niente. Lui ha spento il motore e, subito dopo, si è abbassato ed ha preso a leccarmi tra le cosce, facendomi sbrodolare come una cagna. Ho iniziato a godere sotto i colpi della sua lingua che, sapientemente, martellava il mio clitoride, mentre insisteva a scorrere lungo le pieghe della mia ostrica, scivolando giù, fin in fondo, a lambire la rosetta grinzosa del mio culetto, per poi risalire e ricominciare tutto da capo, raccogliendo tutti gli umori che sgorgavano dalla mia fica. D'un tratto, ho appoggiato le mani sul suo capo e l’ho schiacciato contro il mio corpo, perché ero scossa da un orgasmo devastante.
«Non ti fermare! Non ti fermare, che sto per godere! Oddio, vengo! Vengo! Ancora, più forte! Ora vengo!»
Ha dovuto sorreggermi, perché le gambe davano segno di cedere e lui mi ha preso in braccio e mi ha adagiato sopra il tavolo che c'era dietro di noi; poi si è sollevato in piedi e mi ha presentato davanti alla faccia uno splendido cazzo lungo, anche più del tuo, ma, soprattutto, decisamente più grosso, con una cappella che sembrava una grossa fragola, rossa e matura. Me lo ha appoggiato alla bocca e poi, lentamente, ha cominciato a pomparmi con un movimento di avanti e indietro, scopandomi la gola. Ho leccato e ricoperto di saliva quella splendida verga e, dopo averla ben bagnata con la mia saliva, ho iniziato a farla penetrare giù per la gola, fin quando son riuscita ad averla quasi tutta dentro, facendo sì che lui esultasse di gioia.
«Che bocca! Sandro, avevi ragione! Questa è più brava della tua a far bocchini! Se lo prende in fica come in gola, la farò impazzire.»
Mi ha pompato la bocca per un po', muovendo il bacino avanti e indietro e poi si è spostato; lo ha posizionato fra le pieghe della mia ostrica, completamente fradicia di umori e, con due spinte decise, me lo ha infilato tutto dentro. Ho sentito le pareti della mia vagina aprirsi, dilatarsi, per accogliere quella fantastica intrusione, che mi stava letteralmente spaccando in due. Quando è arrivato in fondo, la dura cappella è andata a sbattere contro la cervice e mi ha provocato un misto di dolore/piacere che, come una scarica elettrica, mi ha scosso il cervello, facendomi urlare per il forte godimento.
«Vengo! Oddio, mi fai venire già! Continua, non ti fermare!»
Non si è certo fermato. Ha preso a sbattermi con colpi fortissimi, facendomi urlare ancora e, mentre stavo godendo come una troia, d'un tratto Sandro si è avvicinato insieme a Silvia e, mentre lei si è messa seduta nella "dinette", lui si è avvicinato e mi ha infilato il suo grosso cazzo in bocca. Aveva appena sborrato dentro la mia amica, così mi son trovata il suo cazzo ancora quasi duro, per cui non feci resistenza a prenderlo in bocca e succhiarlo per bene. Intanto Luca continuava a sbattermi con violenza ed io godevo come una troia in calore. Mi sentivo piena, riempita sia in bocca che in fica, godevo senza ritegno, urlando a bocca piena. Ad un tratto Sandro si è seduto accanto a Silvia e, subito dopo, Luca mi ha sollevato di peso e, mentre mi teneva in braccio, si è abbassato così da far in modo che il mio culo si trovasse proprio sopra la punta del cazzo di Sandro che, aiutato da Silvia, me lo ha spinto tutto nel culo, senza alcuna esitazione. Una doppia in piena regola. Era la prima volta che la facevo ed ho goduto fin quasi a stordirmi. Mi hanno sborrato dentro entrambi e poi Silvia mi ha leccato i buchi ben farciti; per tutto il giorno abbiamo preso cazzi in ogni buco. Abbiamo chiavato con loro per altre tre volte, poi Sandro e Silvia sono andati a vivere in un'altra città e non li ho più visti, mentre con Luca non ci ho più scopato.»
Guardo allibito Francesca. Mi rendo conto che mia moglie ha fatto la troia con due maschi, senza che ne sapessi nulla, convinto che mi avesse fatto cornuto una sola volta. Sorseggio un po' di vino e sento il mio cazzo duro che preme nei pantaloni; lei se ne accorge e così mi prende per mano e mi conduce in camera da letto. In un momento siamo nudi, lei si sdraia accanto a me e mi prende il cazzo in bocca, succhiandomelo come solo lei sa fare. Chiudo per un momento gli occhi ed immagino lei inginocchiata davanti ad un altro, cui sta succhiando il cazzo; senza quasi neanche rendermene conto, le vengo in bocca all'istante. Ingoia la mia crema, poi, dopo averlo ripulito per bene, continua a succhiarlo ancora un po', per poi salirmi sopra ed infilarselo dentro; scopro che la sua figa è completamente fradicia. Si muove su di me e basta poco anche a lei per raggiungere l'orgasmo. Ha ancora il mio membro nella sua mano, quando si allunga su di me, ed unisce la sua bocca alla mia; sento, tra le sue labbra, il sapore della mia crema. La tua lingua si infila con prepotenza nella mia bocca e, insieme alla mia, esegue una danza erotica, che mi eccita ancor più. Quando si stacca, mi guarda fisso negli occhi ed io, senza neanche rendermene conto, le chiedo se c'è ancora altro da sapere. Lei sorride e poi appoggia la testa sul mio petto.
«Sì, c'è ancora qualcos'altro da sapere, ma io ti ho chiesto di esser completamente sincero con me, quindi, raccontami cosa hai fatto insieme a Federica e suo marito!»
Appoggio una mano sul suo capo e la faccio girare verso di me, la guardo negli occhi.
«Amore, io non ho fatto... Cioè, voglio dire, non c'è stato niente tra... Ecco, loro volevano provare l'emozione di un gioco un po' spinto e così mi hanno coinvolto. Volevano provare l'esperienza di un car sex, e così ho accettato di far la parte del guardone, ma son rimasto solo fuori a guardare e mi son segato, mentre loro due, in auto, scopavano. Piuttosto, dimmi, cos'altro c'è da sapere?»
Lei ha continuato a tenere il mio membro in mano, segandolo pian pianino, poi ha di nuovo appoggiato la guancia sul mio petto ed ha proseguito nella sua confessione.
«L'anno scorso anno, quando ho partecipato alla cena aziendale, ricordi, son andata insieme alla mia collega e, al ritorno, abbiamo dato un passaggio al nuovo direttore della nostra filiale della banca dove lavoro. Era Roberto, un bell'uomo sulla cinquantina. Quando siamo arrivati a casa sua, ci ha invitate a salire un attimo da lui, per il bicchiere della staffa e, una volta dentro, ho capito che tra lui e la mia collega c'era qualcosa, così, ho finto di volermene andare, ma loro mi hanno trattenuto. Son rimasta ed ho visto loro due che hanno preso a giocare, poi, la mia collega si è girata verso di me e, dopo avermi abbracciato, mi ha baciato in bocca. Non avevo mai fatto una simile esperienza e la cosa mi ha eccitato molto, soprattutto quando poi ho sentito premere sulle mie chiappe, il duro membro di Roberto, che ha preso a baciarmi sul collo ed a spogliarmi lentamente. Senza rendermene neanche conto, mi son trovata nuda, sdraiata sul tappeto a leccare la figa della mia amica, mentre Roberto, da dietro, leccava la mia. Ho avuto un orgasmo molto intenso e, subito dopo, ho sentito un grosso membro, che si faceva strada nella mia figa e riempiendola tutta, fin in fondo. La mia collega allora si è girata e si è sdraiata sotto di me; ha preso a leccarmi il clitoride, mentre lui, da dietro, mi pompava con forza. Stimolata da sotto e pompata da dietro, ho avuto due orgasmi sconvolgenti e poi, d'un tratto, lui ha preso a sborrare, lo ha tirato fuori e mi ha schizzato sopra la figa, facendo colare il seme sulla bocca della mia amica, che era lì ad attendere quella conclusione. Abbiamo continuato a leccarci a vicenda tutte e due, mentre lui, ben presto ha avuto di nuovo il cazzo duro e così, prima ha scopato un po' la mia amica, poi mi ha messo di nuovo a pecora e mi è entrato deciso nel culo, con una spinta secca, che mi ha anche fatto un po' male. Anche in questo caso, lei da sotto, mi leccava ed io ho goduto come una maiala, soprattutto quando lui, dopo il mio ennesimo orgasmo, si è sfilato, ci ha fatto mettere guancia a guancia, per poi schizzarci la sua sborra in faccia, definendoci troie! Ho scopato con lui altre tre volte, fin quando non ha avuto un infarto è andato in pensione anticipata. Adesso sai per fila e per segno tutte le corna che ti ho messo e questo dovrà esser ben chiaro tra di noi; se mettiamo al mondo un figlio, dobbiamo far in modo che la nostra unione funzioni, quindi io mi son svuotata la coscienza e credo che anche tu abbia fatto lo stesso; ora non ci resta che decidere su due cose: la prima, è come la metteremo se uno di noi due ha voglia di far sesso extraconiugale; la seconda, è: riusciremo ancora ad esser sinceri coì come abbiamo fatto ora? Perché, se tra di noi non c'è lealtà e sincerità, la nostra unione non potrà funzionare e, di conseguenza, la creatura che metteremo al mondo, si troverà in serie difficoltà ed io questo non lo voglio per niente.»
Mentre parlava, sentivo il mio cazzo tornare di nuovo duro e, dopo averla fatta sdraiare sotto di me, mi son messo tra le sue cosce e gliel'ho infilato tutto dentro; ho cominciato a sbatterla come un ossesso. Lei ha iniziato a godere e ad incitarmi ancora di più a scoparla quanto più forte possibile.
«Dai, amore, chiavami più forte! Il tuo cazzo mi fa impazzire! Mi rendo conto di aver fatto la troia, mettendoti più di un paio di corna, ma il mio cuore è sempre stato tuo, anche se il mio corpo, di tanto in tanto, era a disposizione della frenesia di qualcuno. Scopami forte, amore, che vengo!»
L'ho scopata davvero bene, facendola venire più volte; lei ha goduto fino a sentirsi stremata, poi, sono venuto dentro di lei e, sfinito a mia volta, mi son sdraiato di lato. Per qualche istante siamo rimasti in silenzio, poi ho avanzato una proposta a mia moglie.
«Mettiamo al mondo un figlio! Continuiamo ad esser sinceri come lo siamo stati questa notte e, soprattutto, quando uno di noi due ha voglia di una scopata extra, senza crearci dei problemi troviamo la persona giusta e lo facciamolo insieme! Sì, non guardarmi con espressione stupita: facciamolo insieme, significa che, quando tu avrai voglia di un altro cazzo, te lo dovrai chiavare davanti a me e, se io avrò voglia di qualcos'altro, lo farò con te presente.»
Lei mi ha abbracciato, baciato e detto che era perfettamente d'accordo con me. Abbiamo fatto tutte le analisi necessarie e, un anno dopo, lei ha partorito uno splendido maschietto. La nostra unione è diventata ancora più forte, anche per il fatto che, durante la gravidanza, lei ha voluto farsi scopare da un altro maschio, davanti a me e, sempre insieme, abbiamo anche ospitato una coppia con lei incinta, ed abbiamo fatto uno scambio di coppia, provando la forte emozione di vedere il proprio compagno interagire con un'altra persona. Ora sto cambiando il pannolino a mio figlio, mentre mia moglie è sdraiata nel letto coniugale, mentre si fa montare da due maschi molto dotati, perché aveva voglia di una doppia penetrazione in piena regola!
Sono un cornuto? Non m'interessa, né me ne faccio un problema! Tutto quello che so, è che amo mia moglie, lei è sincera con me e nostro figlio crescerà sano e felice tra genitori che si amano alla grande.
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2 months ago
baxi18, 55
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Flamenco
Adoro sentire la lingua scivolare lenta sul mio labbro inferiore, costretta tra i denti, in cerca di quel sapore di te. Un istinto incondizionato per assaporare quell’istante in cui le nostre bocche si cercano. La testa ricorda ciò che il tempo ha cancellato: l’odore, così intenso da farmi chiudere gli occhi e sentirlo vivo, pulsante. Sono passate solo poche ore, sul letto è ancora impresso il disvelarsi della nostra voglia, coperto dall’effimero drappo di un nero tessuto, ho bisogno di un caffè, i piedi scalzi sfidano il freddo del marmo e arrivo in cucina. Fuori piove, è buio, amo la luce arancione dei lampioni, amo questi ciottoli bagnati, lucidi, arrotondati, lenti che deformano i riflessi scomponendoli in onde morbide. Amo questa nebbia densa e gelida che ammorbidisce i contorni degli oggetti. Gli alberi spogli, le panchine tristi e vuote, amo guardare dalla finestra a quest’ora della notte. Al buio il tatto è un alleato formidabile, tra le tante tazzine riesco a scegliere la mia preferita, bombata in vetro. Apro la bustina della capsula del caffè, inalo avida l’essenza e subito dopo la lascio scivolare nella macchinetta. Qualche goccia sulle dita che passo rapida sulle labbra. Ti intravedo dalla cucina, nel letto e la voglia di te mi rapisce. Con la tazzina in mano, faccio partire la musica, una chitarra, che batte il quattro quarti di un flamenco, ritmo sensuale, fluido, battente. La melodia si mescola all’odore del caffè. In accordo con la musica, i piedi battono sul pavimento, le punte scivolano lungo rette linea delle mattonelle. Avanzo decisa, slanciata, sicura, nella mia maglietta, tenue velo contro il gelo che scende inesorabile. I capelli che ondeggiano, corvini, lucidi e lisci. Scivolo sul divano, le gambe sul bracciolo. Mi raggiungi, le tue mani sulle mie ginocchia, con una leggera pressione le apro, sento le dita accarezzarmi e poi dentro di me sino a cercare il piacere, che arriva veloce. Sudata e ansimante, ti faccio spazio, docile ma non remissiva. Un abbraccio mi cinge i fianchi. Mi guardi. Occhi accesi, fissi nei miei. Lo spazio tra i nostri corpi si annulla. Contatto di mondi diversi, attratti come astri celesti, separati e uniti da invisibili forze. Devi aver sentito la musica. Fai scivolare la mia maglietta, le spalle sulla pelle del divano. Attendi, carezzando con lo sguardo le mie forme. Rido, mi guardi con quel misto di stupore e ammirazione. Poi ti fermi, ti volti, so cosa vuoi, conosco quello sguardo che fende l’aria d’attorno. La tua mano si protende, incontra la mia, lentamente mi leghi i polsi, mi tiri a te. Ora è danza. Le nostre gambe intrecciate, la pelle nuda, volteggi, scendi vertiginoso lungo le mie cosce tese, risali seguendo la linea morbida del mio corpo. La musica incalza e noi non ci risparmiamo. M’inarchi all’indietro, mi sostieni scendendo fino a baciare le rotondità del mio seno. L’abbraccio alle spalle, contatto caldo e sensuale. I nostri fiati corti, i nostri corpi sudati e appiccicosi, i nostri cuori che pompano sangue a più non posso, lentamente le tue mani si muovono sul collo, movimenti circolari con le dita che premono sui nervi; l'alito caldo che muove i capelli alla base della nuca. Brividi che percorrono tutta la schiena, il mio corpo reagisce al tocco, si rilassa e si eccita allo stesso tempo, tu lo senti e ti piace. La musica domina la stanza, solo il tuo respiro percepisco, un respiro lento e uno più accelerato con momenti di sospensione quando l'eccitazione si fa più forte, non resisti, la testa si perde nelle sensazioni scaturite da quelle mani che scivolano sulle spalle e tra le scapole. Fa caldo, dentro il corpo brucia, vorrebbe liberarsi e dare sfogo al desiderio che preme dalla pancia verso il basso, le tue mani che mi graffiano la pelle in movimenti frenetici, su e giù come una danza, le dita leggere come farfalle e la pelle d'oca affiora.
Un tremito.
I nostri corpi vicini, che si avvolgono come se fossero fuoco. Ma il fuoco è dentro, indomabile vuole esplodere in tutta la sua forza. Le gambe si schiudono, come un richiamo, i due corpi si avvicinano di più, cedono, le barriere emotive cadono, le tue mani ora salde sui miei seni, la tua bocca appoggiata alla spalla mi morde, lentamente ma deciso, scivoli tra le gambe dischiuse e prendi possesso di tutto, i respiri si fondono in un unico ritmo, il peso dell'uno sull'altro, ancora e ancora, un desiderio che sembra non cessare, una fame, un delirio.
Affondi i colpi sempre più con forza e precisione, danzi contorcendoti.
Mi baci ancora, mi tocchi. Emetti un gemito, chiudi gli occhi. Sento il tuo calore avvolgermi da dentro. Non è più la trasgressione o l’eccitazione del momento a farmi godere, è il tuo corpo come una calamita per me. Non resisto che pochi minuti, in un impeto ti stringo forte fra le gambe.
Mi sento morire. Ti guardo, le nostre lingue si cercano nel buio, continui con forza in un ritmo frenetico, velocemente, sempre più, quando in un incedere incalzante di grida di piacere e dolore, ti ritrai bagnando il mio ombelico ed il seno, finché esausto ti lasci andare su di me.
Il fuoco è domato, restiamo avvinghiati fino al cedere dei sospiri sopiti ma ancora uniti.
Silver Rea
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2 months ago
SilverRea,
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Alizarina e magenta!
Lascio che lei mi guardi.
Spalle al muro,
le piastrelle nere rilucenti orlate di rose rosse,
spinose dal portamento ampolloso,
senza le foglie seghettate,
petali vellutati dai colori brillanti,
un rosso falum che si spinge fra l’alizarina e il magenta
screziato.
La fragilità dei suoi petali,
la finezza delle sue sfumature,
Lei,
vogliosa,
non sposta lo sguardo da quella mia parte nuda,
tra l'ombelico e le ginocchia,
rigidamente composta e
scomposta fra il suo essere regina e l’accentuata aria che sa
di zenzero e pepe, di legno di agar e limbanolo fragranza
che ti avvezza in un'altra dimensione.
Lei, fatale tanto accattivante quanto sfuggente.
Io immerso nell’acqua davanti a lei.
Amo la sua passione per le calze nere...
velate,
un sottile reggicalze,
che segna la sua carne,
con una accentuata balza liscia,
decorata da pendenti a pois.
Ordinatamente vanno a formare sul retro una riga
posteriore tratteggiata,
che scende giù fino al tallone nascosto dalle sue decolté
rosse vernice.
Riemergo dall’acqua,
in piedi davanti a lei.
Lei mi guarda prima i piedi,
poi guarda me negli occhi,
riabbassa lo sguardo,
famelico,
nerboruto e gonfio.
Mi divora tutto meticolosamente.
Si gode la vista eretta, umida e contratta.
Si genuflette, davanti a me,
carezzandomi le caviglie,
lentamente mi lecca i polpacci,
poi poggia le mani sui miei piedi.
Risalendo apre avidamente la bocca e la chiude sopra il
mio ombelico, degustando il mio sapore.
Mi gira le spalle,
allarga le braccia,
le mani completamente aperte si poggiamo su quelle rose,
divarica leggermente le gambe,
la sua inquietudine è spalancata,
bagnata.
Il suo calore sudato e la sua femminilità selvaggia già
ansimano.
Mi chino, sfilo le sue scarpe,
scalza geme avvolta dalla mia lingua,
nudo ancora,
metto le mani nelle sue calze
sfilandole.
Mi attacco alle sue spalle,
mi contraggo nel sentire scorrere il suo piacere,
le mani sui suoi capezzoli turgidi la torturano dolcemente
insidiandola.
Non sa cosa aspettarsi,
la mia bocca sulle sue spalle,
assapora lieve e dolce la pelle che sa di muschio,
morsi decisi.
Si irrigidisce quando sente la mia mano che poggia sulla
testa e la spingo al muro.
Due corpi nudi che si conoscono senza vergogna,
che imparano a donarsi l’un l’altro in un crescendo di
sensazioni.
Mille tremori,
trattenuti,
respiri e rochi sussurri,
con disperata lentezza,
ansano vestiti da luminoso sudore,
visi distesi in un sereno sorriso,
nascosto dalle disordinate cascate delle nostre voglie.
Percepisce il mio essere, estraneo del il suo corpo,
un laccio incombe.
In un respiro profondo si rilassa, cercando di stare il più
morbida possibile con le braccia.
Faccio penzolare ripetutamente sul corpo, il cordino nero
di pelle,
l'accarezza preparandola.
La sovrasto, facendola sentire minuscola e indifesa,
passo il laccio attorno al suo collo,
lo blocco,
la mia attenzione è catturata dal suo respiro a pochi
centimetri dalle mie orecchie e dalla mia pelle,
mi piace ascoltarlo,
mi lascio cullare e trasportare dal suo alito che sa di pesca.
Il sottofondo di musica inizia a diventare ovattato e nel
giro di pochi istanti,
il suo braccio sinistro è immobilizzato dietro la schiena,
ma a differenza del solito,
la corda tende verso l 'alto così da impedirle ogni
movimento, le gambe discostate da muro e quel laccio che
dal collo cattura il polso è altamente intrigante.
Mi sento in bilico e allo stesso tempo stabile.
Lei si spinge piano verso di me e il tutto si assesta,
facendomi gemere.
Nel giro di qualche passaggio anche la gamba destra è
avvolta dal laccio che a spirale scende sulla sua coscia fino
alla caviglia.
Ora non è più libera.
Con una mano sotto al mento,
alzo la sua nuca e ciò che trovo è il Suo sguardo, che
mi scruta,
arrivandomi in profondità,
mi mette a nudo,
spietato e inarrestabile,
reso ancora più intenso da quella dannata bocca che
ritmicamente morde il suo labbro superiore. Sono
completamente impotente, inerme e alla fine crollo,
abbassando il mio.
Mi fa sentire tremendamente sottomesso non riuscire a
tenergli testa,
in questo gioco di sguardi.
La fisso nuovamente.
La mia soddisfazione nel vederla contorcersi e mugolare
sotto queste attenzioni è palese,
su di me,
ha l' effetto della benzina gettata sul fuoco.
Sono perso tra il laccio che la stringe e il bruciore dei
suo artigli sulla mia gamba,
Mi abbandono alle emozioni che mi dona.
Tendo il laccio,
che trattengo con una mano, mi accorgo che nonostante la
sofferenza, lei sta ridendo, sto bene.
Mi sfugge un lamento.
Lei mi guarda.
Mi lascia fare.
Cerco di rilassarmi mentre sento salire l’onda del mio
piacere.
Sento piccoli tremiti lungo la schiena,
i muscoli dell’addome si contraggono.
Non voglio godere,
almeno quello,
non voglio che vinca.
Ma non ci riesco.
La sento viva, la sua pelle soda,
liscia,
quel profumo di donna.
Le sue cosce sempre aperte,
generosamente pronte ad accogliermi,
ma soprattutto i suoi capezzoli,
morbidi e sodi da stuzzicare continuamente.
E’ un’estasi quando si muove sensuale e assatanata.
Bollente dentro di lei mi travolgo.
Gli occhi pieni di piacere, incontrollato e incontrollabile.
Sembra non avere fine!
- Silver Rea -
292
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2 months ago
SilverRea,
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Una coppia speciale.
Marco e Laura vivono insieme da anni. Si erano incontrati per caso, ma sarebbe più giusto dire scontrati in un parcheggio, quando lei urtò la macchina nuova di lui. Dopo un momento di puro furore, lui, uscendo dalla macchina, si vide davanti una splendida femmina, venticinque anni, alta, probabile quarta di seno, con tutte le curve al posto giusto.
«Mi scusi, non l’ho fatto apposta.»
Esordì lei. Lui, da quel momento, si era già dimenticato del danno, era rimasto affascinato da lei. Si scambiarono i rispettivi dati per l’assicurazione e scoprirono che abitavano nella stessa via, ma a qualche km di distanza; lei, che aveva avuto i danni minori, si offrì di accompagnarlo al lavoro nei giorni in cui la sua auto sarebbe stata in riparazione. Da quel momento, cominciarono a frequentarsi e, a finire a letto insieme, il passo fu breve. Va detto che la prima volta fu un po' tesa per entrambi; venivano da esperienze alquanto deludenti e, nello scoprirsi disinibiti, fece loro sciogliere la tensione. Decisamente fu un buon inizio, che diede seguito ad altre occasioni di sesso, cui entrambi partecipavano in maniera un po' limitata. Fu dopo l’ennesima scopata che lui si decise a parlare.
«Sono consapevole delle mie doti e dotazioni, non proprio al massimo. Tu mi piaci, con te mi trovo proprio bene, sei calda, un po' frenata nell’iniziativa, ma poi, quando ti scateni, sei il tipo di donna che ho sempre cercato, quindi, se non ti vada bene, dimmelo e pace.»
Lei lo guardò con occhi lucidi.
«NO! Non è come pensi, tu sei fantastico; è che io... non so come dirtelo. Con te sto bene, mi piace tutto, è che, in passato, ho avuto delle fregature a fidarmi per cui mi è un po' difficile lasciarmi andare, ma tu mi piaci tantissimo.»
Dopo questo chiarimento, le cose migliorarono. Continuarono a frequentarsi e, un giorno, decisero che sposarsi era una cosa da fare per avere la giusta libertà in tutto. Passato il primo anno, il loro rapporto sembrava destinato alla monotonia, quando una sera, a letto, parlando di un collega di lei che le faceva una discreta corte, lui scoprì che, a pensare che lei potesse tradirlo, lo faceva eccitare tantissimo. La prese con impeto, si scatenò, le cominciò a leccar la fica, immaginava che da quelle labbra dolci, che stava succhiando, potesse sgorgare la sborra del suo amante che l’aveva appena posseduta e si mise a succhiarla come un assetato, facendola impazzire di gioia.
«Sì… così … vengo!»
Le sue grida riempirono la stanza e, per non spaventare i vicini, lui si rigirò e le infilò il cazzo in bocca.
«Sì … dai, succhiami!»
Urlò lui, cosa assolutamente superflua, dal momento che lei lo aveva ingoiato tutto. Poi la prese con impeto, le infilò dentro il cazzo in un solo colpo, mentre lei si divertiva ad esortarlo.
«Dai … sì … spingi … dai …spaccami…»
E lui la pompava sempre con nella testa l’immagine di lei fra le braccia di un altro. Fu una scopata sconvolgente, l’orgasmo arrivò nello stesso momento per entrambi, lui le riversò dentro un fiume di sborra. Sfiniti, col fiato corto, si distesero l'una accanto all’altro, lui le chiese se le era piaciuto, ma lei esitò qualche istante nel rispondere.
«Mi hai sconvolto, ma ho avuto l’impressione che stessi scopando come se gareggiassi con un altro. Scusa, mi rendo conto della cazzata, ma ho avuto questa impressione.»
Lui la baciò con tutto l’amore che provava per lei, quindi confessò la sua fantasia.
«Sì, in un certo senso hai ragione, ma non so come spiegarti, perché quello che ti dirò potrebbe offenderti. Per un momento ho immaginato che tu, mentre parlavi del tuo collega, potessi averci scopato.»
Lei ebbe un sussulto, lo guardò con occhi stupiti, lui si sentì gelare.
«Scusa, non volevo offenderti, ma mi sono eccitato, sai … io non…»
Lei lo abbracciò fortissimo, poi anche lei scoprì le sue carte.
«È vero, mi rendo conto che non sono una super fica, ma non credevo che ti potessi eccitare così, ma se ti fa piacere, o se mi scopassi sempre così, allora puoi pensare quello che vuoi.»
Fu l’inizio di una nuova vita per entrambi. Da quella sera, cominciarono a fantasticare su tutto e tutti. La cosa che, per molto tempo, li rese due assatanati di sesso, fu il racconto di come lei aveva scoperto il sesso. Laura, all’inizio era titubante, ma poi, dietro le forti insistenze di lui, si lasciò convincere.
Tutto era iniziato un’estate, lei aveva solo diciassette anni, era in vacanza dai suoi nonni in campagna. Una mattina erano tutti spariti, lei si rese conto di esser sola e, cercando di capire dove potessero essere, arrivò al casale vicino casa, dove il vicino, il vecchio Bruno, aveva un toro da monta. Quella mattina facevano montare la giovane vacca di suo nonno. Lei si ritrovò nascosta dietro il fienile. C’erano il nonno, Bruno e la moglie di questi. Lei si nascose dietro il fieno e si vide tutta la scena del toro che montava la vacca. Lei non aveva mai visto un simile spettacolo: erano tutti eccitati, lei si sentiva bruciare fra le gambe, mentre con lo sguardo fisso sul cazzo del toro, sentiva un languore allo stomaco. Era eccitata, lo vide infilare quel meraviglioso arnese dentro la vacca, lo vide spingere e la femmina muggire, soddisfatta. In lei, in quel momento, prese forma l’idea che quello era un vero cazzo! Tutti assistevano eccitati alla monta. I due maschi si divertivano a stuzzicare la femmina che avevano vicino e, quando l’animale finì e scese dalla vacca, la donna si avvicinò, mentre commentava che la vacca doveva essersi divertita, si mise a sfidare i maschi ad esser all’altezza del toro. Ne seguì che il nonno si mise a strusciarsi alla moglie di Bruno, che, a sua volta, si faceva succhiare il cazzo, poi, tutti e tre si distesero sul fieno vicino a lei e la donna si prese il cazzo del nonno dentro il culo, con un grido misto di dolore e piacere.
«Piano! … Mi fai male! Porco! … sì … dai spingilo tutto dentro!»
Mentre si godeva il nonno, l’altro si mise in modo da infilarle il cazzo in fondo alla gola.
«Dai, succhiami bene, che poi ti scopo!»
Disse il marito. Poco dopo mise in atto quanto previsto. La fece girare, senza sfilarle il cazzo dal culo e, in un solo affondo, le piantò tutto il palo dentro la fica. Lei ebbe un grido da animale ferito, la bocca era spalancata.
«… aaahhhhiiiii…Piano! … Siete due maiali bastardi!»
Poi, cominciò a godere.
«Sì … dai, più forte! …VENGO! … mi fate morire!»
Urlò con tutto il fiato che aveva. Per Laura fu uno spettacolo fantastico. Lei sentì forte il bisogno toccarsi la micetta bollente, regalandosi alcuni orgasmi sconvolgenti. Nei giorni che seguirono, si mise di punta con suo nonno. Lui aveva il cazzo più grosso di tutti, lei lo voleva. Alla fine lui, una mattina, la fece inginocchiare nella stalla e tirata fuori la sua bestia, le impartì i primi rudimenti.
«Dai piccola, vediamo che sai fare; succhialo bene.»
Ma, per quanto la sua bocca fosse ampia e le labbra carnose, a mala pena riuscì a infilarne la metà. Lo succhiava con vero impegno, lui godeva:
«Sì …da brava, succhia così! … sei proprio brava… meglio di tua nonna.»
Lei nell’udire quelle parole, sentiva la fighetta bruciare di desiderio. Quando stava per decidersi a farsi scopare, lui le infilò di più il cazzo in gola e venne.
«…UHUMMM … piccola… sì … bevi e ingoia, che ti crescono le tette.»
Una serie impressionante di schizzi si riversò in bocca, lei cercava di contenere tutto, ma alcuni rivoli le fuoruscirono dalle labbra, era buona, era dolce e subito la trovò piacevole. Lui si calmò, lei raccolse anche le gocce uscite, lui sorrise.
«Mi hai sfinito! Questa mattina mi sono scopato tua nonna, ora sono esausto. Vorrei farti godere, ma sono ammosciato. Però, se vuoi, io…»
E così dicendo la sollevò e la distese su di una balla di fieno. Le tolse le mutandine fradice, si mise a leccarle la fica con la sua rugosa lingua. Faceva su e giù in maniera da introdurre la punta, ogni volta che percorreva lo spacco. Lei cominciò a godere come mai prima.
«Sì … mi … fai …no! … vengo! … sì … Vengo! ... continua!»
Fu scossa da brividi incredibili, che la facevano tremare tutta. Per tutta l’estate, lui continuò a farle succhiare il cazzo, lei divenne bravissima, ma, sebbene volesse di più, non vi fu nessuna possibilità. Durante l’inverno, aveva avuto altri cazzi da succhiare, ma mai nessuno tanto grosso quanto quello di suo nonno o Bruno. Decise che spettasse a loro il dovere di sverginarla. L’anno dopo, preferì passare alcuni giorni in campagna da suo nonno: era decisa a mettere in pratica la sua idea. Passarono alcuni giorni e lei si divertiva a provocare i due maschi, tanto che Bruno, un giorno, chiese a suo nonno.
«Ma la ragazzina è in calore, come una vacca?»
Lui sorrise e annuì.
«Credo che voglia esser montata.»
L’occasione arrivò con la mietitura. Di giorno mietevano e poi, con il fresco della notte, facevano i covoni. Quella sera finirono verso le undici, mangiarono dei panini. Mentre mangiavano, lei notò che suo nonno e l’altro, si divertivano a far bere le donne, ma non lei. Le fu chiaro che volevano ubriacarle, cosa che avvenne poco dopo. Sbronze, le donne si addormentarono. Essi, allora le proposero di andar a fare il bagno al fiume, cosa cui lei aderì con piacere. Raggiunto il posto, si misero nudi. Immersi nell’acqua incominciarono a toccarla dappertutto, lei si eccitava tantissimo, loro avevano già i cazzi durissimi. La portarono a riva e, distesala sull’erba, cominciarono a leccarla tutta. Erano due demoni, le cui mani erano presenti in ogni parte del suo corpo. Lei era in preda ad una frenesia tremenda: li voleva, li succhiava, li prendeva in bocca.
«Sei proprio brava!»
Le dissero insieme. Poi suo nonno si distese supino, lei salì su di lui e si impalò su quel magnifico palo. Sentiva la grossa cappella aprirsi la strada in lei, lo sentiva penetrare nella sua fica, che si dilatava al passaggio di quella enorme nerchia. Lei non provò nessun dolore, ma solo piacere, che divenne orgasmo nel preciso istante in cui lui raggiunse il fondo.
«Oddio che bello! … sì … VENGO!»
Urlò, tremando tutta. Aveva avuto il suo primo orgasmo; era quasi svenuta dal piacere. Mentre scopava con suo nonno, l’altro le aveva piantato il cazzo in gola. Letteralmente dentro la gola. Lo succhiava con determinazione, ma lui aveva un’idea diversa dal venirle in bocca. La fece distendere sul nonno e, lubrificato il culo con della saliva, cominciò ad entrar lì.
«Fa piano, credo che sia vergine anche lì.»
Suggerì suo nonno, mentre agevolava l’amico ad entrare. Lui fu delicato, ma, appena dentro, prese a pomparla con impeto e forza. Lei, in preda ad un delirio erotico, prese ad incitarli.
«Si … forza, spanatemi tutti i buchi! …vengo! … godo! … sì, spaccatemi, tori meravigliosi … come una vacca!»
La scoparono tantissimo, sborrando insieme dentro di lei. Lei si mise d’impegno e riuscì a farli tornare duri. Il seguito fu che i due si scambiarono i posti. Quando suo nonno entrò nel culo, lei ebbe un brivido di paura, ma il piacere che la sommerse, fu tantissimo. Dopo quella notte, solo due altre volte lei ebbe l’occasione di scopare con loro. Poi i suoi genitori si trasferirono in un’altra città per lavoro, lei avvertì subito la mancanza di un grosso cazzo che potesse riempirla. Per due o tre anni non riuscì mai a trovare un vero toro, che la facesse godere tanto. Poi un giorno, per caso, vide un muratore, che stava lavorando alla ristrutturazione di casa sua, pisciare. Aveva un cazzo degno di questo nome, era grosso e molto largo di circonferenza. Decise di averlo. Notò che lui, a differenza degli altri, non andava a pranzo a casa, ma se lo portava e mangiava sul luogo di lavoro. Tornò casualmente a casa durante la pausa pranzo, lo vide solo che mangiava, gli si parò davanti e, sollevata la gonna, gli mostrò la fica nuda.
«Io, anzi lei, avrebbe fame.»
Lui non se lo fece ripetere due volte. Tirò giù i pantaloni, scoprendo quel magnifico cazzo già semiduro. Lei si inginocchiò, lo prese in mano e se lo portò alla bocca. Lui le pompava il palo dentro la gola.
«Da brava ... succhialo, che poi te lo pianto dentro.»
A quelle parole lei si scioglieva. La sua fica era un lago, si sollevò e, giratasi si mise a 90 gradi.
«Che aspetti, dai ti voglio!»
Le infilò dentro il cazzo in un colpo solo. Lei ebbe un orgasmo immediato.
«Aprimi tutta! Sì… dai, fammelo uscire dalla gola!»
La pompava con impeto, quasi con violenza. Godette come non faceva da tempo. Le sborrò dentro, spingendo sempre più in profondità quel magnifico palo.
«Sì … vacca … tieni sborro!»
Da quel giorno, lei divenne la sua amante e, per tre anni, fino a che la sua ditta non lo mandò a lavorare all’estero, passò del tempo, durante il quale, lei non riuscì più a trovare un altro toro degno di quel nome, poi, casualmente il destino le fece incontrare Marco. Lei decise che, per ora, andava bene così. Era dolce, fantasioso a letto, pur essendo normodotato ci sapeva fare, aveva un qualche cosa di porco, che a lei piaceva, anche se non sapeva bene cosa fosse. Durante tutti i suoi racconti, lui la scopava con incredibile libidine, eccitandosi sempre più alle sue parole. Poi fu la sua volta di raccontare le sue esperienze di maschio. Marco sorrise: lui di cose non ne aveva molte, viveva in una famiglia dai principi rigidi. Tutte le sue esperienze giovanili si erano ridotte a tante seghe. Durante il militare, una sera che era in libera uscita, vide una splendida fica e decise di farsi una scopata. Lei lo invitò a casa sua, si spogliò e solo allora lui si rese conto che lei era, in realtà, un travestito con perfette sembianze femminili. Era eccitato, lei gli fece subito un pompino e lui venne immediatamente. Lei sorrise e continuò a succhiarlo, il cazzo rimase duro, lei si girò e lui le infilò il cazzo in culo. Fu sconvolgente, godette come non mai. Dopo essersi calmati, lei chiese se gli era piaciuto e se sarebbe tornato di nuovo, lui disse di sì e, nei mesi successivi, non solo lui l’inculava con forza, ma una sera, mentre lei gli succhiava il cazzo, si girò e lui si trovò davanti alle labbra il cazzo di lei, per cui lo prese in bocca. Fu bellissimo, lo succhiò e ne godette tanto e, quando lei sborrò, Marco ingoiò tutto. Aveva fatto il suo primo pompino. Dopo questa esperienza il travestito, sorridendo, gli fece una nuova proposta.
«La prossima volta, ti inculo io!»
E fu così. Per quanto lui era sempre affascinato dalle donne, dopo quella volta, prese a non disdegnare anche un bel cazzo in gola o in culo. Dopo essersi rivelati il loro passato, Marco e Laura cominciarono a viver il loro rapporto felicemente. Consapevoli dei loro desideri ed esperienze, la loro vita sessuale ha avuto un diverso indirizzo. Prima hanno frequentato alcuni prive', ma, poco dopo, si son resi conto che era troppo scontato. Allora hanno pubblicato un’inserzione su un sito apposito, dove selezionare le persone giuste e i calibri desiderati. Lei si è rivelata inflessibile sulle dotazioni desiderate. Spesso incitava i suoi amanti a sfondare il culo a lui, che impazziva di piacere, sia nel veder la sua donna scopata da tutti liberamente. Oppure si eccitava nel sentire in che modo avevano goduto di lei e, questo lo eccitava tantissimo, come si eccitava quando un bel cazzo lo penetrava e lo pompava divinamente. Tre giorni fa, hanno festeggiato il loro decimo anniversario con una gang, veramente tremenda. Durante l’orgia, cui hanno partecipato dieci selezionatissimi super, ma super per davvero, extra dotati, lui ha potuto vedere quanto sia diventata vacca la sua Laura. Mentre uno le infilava il cazzo in fica e un altro si accingeva alla solita inculata, il primo lo ha esortato a penetrarla anche lui nella fica. Entrambi le sono penetrati dentro, ed è stato qualcosa di incredibile. Due extra insieme e direttamente nella fica! Lui è rimasto basito, mentre lei ha cominciato a godere da paura.
«Sì, ne prendo due: cazzo! …. Piano! … Mi sfondammmummmm…»
Un altro le si era appena infilato in bocca. È quasi svenuta dal tanto godere. Incredibilmente lo hanno fatto anche con il culo: in due dentro, anche dietro. Dopo averle ben lubrificato il buco, ampiamente spanato, le hanno infilato due cazzi insieme, ed anche qui lei ha goduto da urlo.
«PIANO! piano! Mi SGARRATE IL CULO! … porci sfondatemi …sì che … Godo! bellissimo!»
La sborra è schizzata a fiumi. Entrambi li hanno spremuti come limoni e si son fatti riempire tutti i buchi. Stremati, son rimasti distesi sul letto, lui ha abbracciato la sua Laura e, con la bocca ancora piena di sborra, l’ha baciata, e le ha sussurrato:
“Buon anniversario, amore.”
Penso siano una coppia veramente speciale.
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2 months ago
baxi18, 55
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Fumo.
A notte fonda mi piace buttarmi sul tappeto, solo silenzio, accendo l’ultima sigaretta, adoro guardare il fumo dal basso, si eleva lentamente verso l’alto. Una luce soffusa, cangiante fra l’ambra e il quarzo citrino. Si diffonde l’odore di oppio per tutta la stanza. Il fumo sinuoso levita, come una sublime danza di ofidi, un rituale, un combattimento dove ognuno cerca di placare le proprie voglie, attorcigliandosi tra di loro in un groviglio. Piano il fumo delinea chiaramente un corpo di donna morbido, curvilineo, avvolgente, madido. Chissà perché non mi sento sola, il tuo respiro lo sento, mi accorgo di te. Delicatamente mi sfili la sigaretta dalle dita, ora dalle nostre bocche aleggia sopra di noi, la scia del fumo. Secondi, attimi poi scompare, lascia il posto a nuovi deliri.Noi restiamo li, storditi, distesi, scarmigliati, occhi dischiusi, alterniamo il silenzio del fumo alle risate convulse.Sul tappeto i bicchieri, sfilacci di tabacco, i tuoi pantaloni, un paio di libri, la nostra bottiglia di vino ormai vuota, stranamente ancora in piedi come a voler avvertirci che forse dovremmo stare a distanza.Vorrei assaggiarti, sorseggiarti, ma diventerei molesta.No non funziona così...Sono la donna di fumo, ho un corpo morbido, curvilineo, avvolgente, madido. A volte sono anche sfuggente e inaffidabile, ho timore che se ti mostrassi il mio essere, come un sortilegio woodoo mi pianteresti gli aghi sul corpo, facendomi sanguinare fino a dissanguarmi. Mi fermeresti nella tua testa e non mi faresti più vivere ciò che voglio vivere, ho bisogno di qualcuno abbastanza sapiente da ricrearmi ogni giorno, soffiando fiato sul mio corpo, così da modellarlo costantemente e guardarlo fino a consumarlo.Ad uno così potrei mostrarmi davvero , con la pelle bianca, pallida. Con le labbra impastate di succo di ciliege. Con le braccia fatte di rami di fiume. Con gli occhi accesi di furia di mare. Con voce di vento dannato. Vorrei abbracciarti stretto, forte da farti sentire i miei sensi schiacciati sulla tua schiena, strusciare i capezzoli sulla tua pelle, il mio respiro che ti soffoca.Vorrei farti guardare il fumo uscire dalle nostre bocche, languidamente sfiancati su lenzuola sudate, mentre il torpore delle nostre voglie ci avvolge, toccarci fra le cosce, con minuziosa lentezza, esasperata a tocchi, senza bisogno di correre.Mi dissolverei fra le tue mani. Potresti rendermi ferma oppure impetuosa, liquida, come un torrente che non riconosce il suo letto.Le tue mani, umide di me, le guideresti fino alla mia bocca, con devozione leccherei ogni dito, come nella stagione più calda l’ hibiscus syriacus cerca l’ultima goccia di acqua per la sua instancabile fioritura. Come un ofide scivolerei sopra di te al ritmo della tua voce, mi salderei con la stretta della tua presa sui miei fianchi. Il ritmo lento inversamente proporzionale alla nostra fame, le spinte decise che ci rendono preda e predatore disvelando tutto ciò che c’è di nascosto. Rasente raschio la pelle, avidamente ti bagno e mentre ti guardo, il fumo scompare, sono le cinque, dovrei dormire.Penso...sapresti realizzarmi? - Silver Rea -
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2 months ago
SilverRea,
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Ti disegno---
Ti disegno a carboncino, su carta ingiallita ruvida, quella carta che sa di vecchio, impreziosita dal passare del tempo.Tratti scolpiti, leggeri, calcolati e pieni di sfumature. Sei quello schizzo di cui vado fiera, quello che scruti e riguardi percorrendo le linee dei fianchi e con la punta del dito sfumo il carboncino, delineando il tuo profilo, ti accarezzo immaginandoti. Ti rendo vivo, davanti ai miei occhi, gioco con luci e ombre, come farei con te nella realtà, ritrarti nella più indecente delle pose, ma rendendoti etereo. M’infervoro nel vedere la mia mano disegnare ogni particolare del tuo corpo, tutto di te attrae il mio istinto animale, persevero a dare forma al tuo corpo, immaginandoti al centro del mio sguardo, ti divoro e ammaliata dal tuo essere diventi la mia opera migliore. Come stregata non riesco a staccare le mani da quella carta ruvida, come nel più selvaggio dei momenti in cui mi coinvolgi, un sciame di sensazioni che esplodono dentro di me, non metterei mai fine al godere di te, avvinghiata avidamente al tuo corpo bramoso di passione. Neanche il tuo più intenso orgasmo farebbe fermare la mia mano, ti abbozzo fino a renderti perfetto, quello che solo io posso vedere. Mi separerei da te sfinita, distrutta da quella frenesia mentale che solo tu riesci ad accendere. Ritornerei a posare le mie mani su di te, a possederti, a farti mio, a goderti. Come un disegno a carboncino, sei li immobile, a deliziarmi come una viziosa peccatrice. Silver Rea
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2 months ago
SilverRea,
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Fiore screziato.
Sempre di corsa...Devo mettere le scarpe!Per un batter d’occhi, stranamente, non sento più nulla, continuo aciondolare a tempo con il mio corpo di donna, fra le note di un malizioso marcato soul, adesso muto.In momenti come questi mi sento grande, smisurata, sconfinata nel senso di vasta, eccelsa...dominante.Mi piacerebbe avvolgere, annettere tutto con quest’urlo silenzioso, primordiale e secluso.Vorrei riuscire a palesarti questa parte di me, disinibita, solare, avvolgente.Farmi leggere, da fuori in tutta la mia svariatezza, perché è quello che sono, sono caos, sono varietà, mescolanza, ammasso, ingombro, superflua ma necessaria.La pura verità è che la mia essenza più profonda è questa, mutevole, copiosa, inafferrabile.L'unico rumore che più che rumore, è bailamme, lo fai tu nella mia testa affollata e piena.I pochi e ovattati fiati che sento, arrivano da una spiaggia vuota e fosca. Risuona in lontananza, al di là dei miei pensieri indefiniti, la lenta bruma, che sale dal mare, avanza e mi avvolge nelle sue spire e tu incauto viandante incedi.Dolce si leva un malinconico canto, che inconsapevole rapisce l'anima di coloro che se ne lasciano ammaliare. ..Attendi, pacato e silente, persuaso da quel gorgheggio che inesorabile incanta.Danza la nebbia, ovattata e fusa alla risacca del mare; persa nei miei pensieri, quasi non mi accorgo che il mare, dolcemente mi sfiora i nudi piedi.Un fiore arancione screziato di nero, si lascia sciabordare dall’onda, è la mia malinconia, è la mia apparente calma.Lo raccolgo, lo intramo fra i capelli.Sola, svestita di tutto, do voce a pensieri sparsi e spregiudicati.È una libertà a cui non riesco a rinunciare questa, un momento tutto mio di cui non posso fare a meno.È il mio diritto alla confusione, il diritto al tempo che mi serve per assimilare qualcosa che ancora mi toglie il fiato.Cammino, gli occhi si incantano e si inceppano sulla tua figura.Appeso alla salmastra e fitta nebbia che sembra voler proteggerci, non c'è spazio per altro oggi, se non la stessa voglia di sfamarmi ancora di te.Toccarti per la prima volta.Nuda.Desueta a quello stesso fottuto desiderio che, da quando ti ho conosciuto, ha iniziato a consumarmi lentamente.Assillo che è capriccio, capriccio che è smania, smania che è desiderio latente di averti.Mi piombi davanti, sussulto, uno scambio di sguardi, mi parli, io ascolto.Mi tocco i capelli nervosa perché la mia testa, mi porta già altrove.Sulla tua pelle, fra la tua voce e il tuo gusto.Mi immagino fra le tue gambe, già nella mia bocca, la tua pelle che mi sfiora. Nelle mie fantasie, io, già ti blandisco.Risuona il soul, inquieta, mi ritrovo a ciondolare.Ho voglia delle stesse sensazioni ora, ed è un piacere che fa male, fisicamente, come tutte le volte che non lo posso soddisfare.Sfilo via gli slip, madida e gonfia pulsa violentemente, la sfioro, raccolgo i copiosi umori, porto le dita alla bocca, lappo il mio sapore.Ritorno in camera da letto per mettere le mie scarpe rosse col tacco, sempre quelle.Nuda, completamente nuda, non perché ho tolto i vestiti ed ogni cosa.Non perché il mio seno è libero come tutto il resto.Nuda perché scoperta, nuda perché vera, nuda perché senza vergogna mi offro a te sbattendoti in faccia tutta la mia eccitazione.Come ogni prima volta, la stessa frenesia.Con il fuoco negli occhi di chi non desidera altro che schiudersi, farti godere e godere.Con l’irragionevole impeto di chi non pensa ad altro che averti addosso e dentro.Alzo la gamba e poggio il piede sul comodino. Le unghie corte e smaltate, il tacco 12 bene in vista.M’insinuo, il bacino ondeggia sulle dita.Vagheggio!L’impressione di sentire la tua lingua, farsi strada, scavare.I denti accarezzarmi, mordermi, farmi male.Mi spingo leggermente in avanti, i capelli sciolti cadono e mi coprono il viso. Li sposto di lato, li tengo fermi mentre sento i respiri intensi diventare gemiti. Vorrei sentirti dentro, assaggiare il tuo corpo nudo e adorarlo.Sentire il rumore della tua carne che urta sulla mia, perdermi nel suono di ogni parola indecente sussurrata all'orecchio, detta in bocca e soffocata in gola.La conosci la voglia ho.Ti guardo negli occhi, mentre mi abbasso in avanti solo per morderti le labbra e sfiorarti con il mio seno, le mani sulle cosce mentre mi afferri, mi stringi e torturi i capezzoli turgidi.Toccarmi sinuosa e lasciva mentre danzo al ritmo dei tuoi colpi decisi.Il piacere che provo pervade ogni centimetro di questa pelle, le dita affondano più velocemente, sento il tuo fiato sul collo.Mi sento cedevole.La voglia di te mi inchioda a questo assolo, questo orgasmo vecchio e nuovo che, si issa, lievita e mi riporta a quel dannato giorno in cui tutto è cominciato. È tutto sulla mia schiena il caldo di questa estate.Gocce di sudore scivolano dal collo lentamente, fino al ventre e alle cosce leggermente divaricate.Sono stremata, bagnata e sfatta, sto per cedere.La saliva che lascio colare dalla bocca, scende piano sulla pelle già umida. La stendo sul seno, sul viso, poi la riporto alla bocca.Le dita vanno sempre più a fondo. È un rito antico il mio, la canzone che da giorni mi risuona in testa.Mi sembra di sentirla ora, come ornamento al mio godimento.Quelle parole aumentano le mie paranoie, forse dovrei ingoiarle, rimandarle indietro, anche se l'unica cosa di cui ho voglia adesso sei tu.Una morsa insopportabile mi stringe lo stomaco.Le emozioni si confondono, sorrido, gemo, godo.Chiudo gli occhi soddisfatta e appagata.Mi guardo allo specchio, non vedo la donna fine ed elegante di poco prima. Il rossetto sbavato, lacrime annerite dal rimmel mi rigano il viso di piacere, i capelli arruffati sul viso sudato.Amo questa immagine di donna.Sono io, che mantengo contorni incerti, sempre pronta a variare...sono quel fiore arancione screziato di nero che porta con sè la magia dell’attimo.Silver Rea
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2 months ago
SilverRea,
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In trepidante attesa.
Mi chiamo Gianmarco, 42 anni, sono di media statura, capelli leggermente brizzolati, occhi scuri, fisico assolutamente normale, né grasso né magro. Da oltre 12 anni, sono sposato con Letizia, che di anni ne ha 40. Se io sono un maschio nella norma, lei è una strafiga da paura! Alta m. 1.75, capelli rossi e ricci, occhi verdi, una splendida bocca larga e labbra molto sensuali, una meravigliosa quarta di seno, un bel ventre piatto e un meraviglioso culo a mandolino, che sovrasta splendide cosce lunghe e ben tornite. Stiamo insieme da 15 anni e, sia durante il fidanzamento che, in particolare, dopo il matrimonio, ho preso ad apprezzare la condizione di cuckold. Mi è sempre piaciuto veder mia moglie corteggiata, insidiata e desiderata da altri maschi e, questo fatto, ha creato un'intesa tra noi, che va ben oltre i normali canoni del rapporto matrimoniale. La nostra complicità ci porta a vivere situazioni talmente intriganti e belle, da farci godere di situazioni che, a prima vista, potrebbero sembrare strane o sconvenienti. Una di queste situazioni si verificherà domani sera, quando Letizia andrà a cena con i suoi colleghi di lavoro. È impiegata in un gruppo finanziario e, nel suo ambito lavorativo, è abbastanza nota per esser una femmina calda e vogliosa che, quando decide di godere, si lascia scopare anche da più maschi insieme. Ciò che però mi fa impazzire, è come tutta questa cosa viene organizzata. Io e lei, con il tempo, abbiamo realizzato un vero e proprio percorso, che ci consente di godere, in maniera diversa ma, nello stesso tempo, uguale sia per sensazioni che per il piacere che ci dona. Quando lei esce a cena con i colleghi, o altre persone, per prima cosa si mostra ai miei occhi eccitati, mentre si prepara e si abbiglia per l’occasione. Segue sempre un rituale ben preciso. Dopo aver passato una mattina dall'estetista e dalla parrucchiera, una volta a casa, si prepara per la sua uscita serale. La prima cosa che fa è una doccia, poi, nuda, entra in camera da letto e, sull'intero corpo, si spalma una crema idratante, che fa diventare la sua pelle morbida e liscia, come una pesca. Nel frattempo io, dietro sua specifica richiesta, ho preparato sul letto tutto ciò che lei ha deciso di indossare per la serata. Intimo molto fine e bello. In buona sostanza, ciò che indosserà come intimo, sarà un reggiseno nero di pizzo finissimo, come il perizoma e reggicalze coordinato, per sostenere delle calze velatissime che fasciano le sue splendide cosce. Sopra avrà una gonna nera che le arriva a metà coscia e fascia il suo culetto, rendendolo ancor più invitante e sensuale. Infine una camicetta bianca, da cui trasparirà l’intimo, e sarà tenuta molto sbottonata, per mostrare il suo favoloso decolté. Ai piedi calzerà degli stivaletti dall’immancabile tacco alto e sottile. Naturalmente assisto a tutta la preparazione e lei si lascia guardare con estrema malizia. Una volta che lei è uscita, la prima cosa che faccio è quella di andare a controllare sotto il cuscino del letto, dove è posizionato un segnale particolare che serve a rendere il gioco ancor più eccitante. Se lei ha deciso di scopare con la persona con cui esce, posiziona sotto al cuscino, il perizoma che ha indossato per l'intero giorno, altrimenti, se non ha voglia, non vi mette niente. In questo caso, mi ha detto che sarà presente alla cena il suo direttore generale, con cui lei scopa regolarmente, quindi, so già che si farà sbattere da lui e farà la porcella con lui al massimo delle sue possibilità, per completare il tutto con me, quando rientrerà a casa. Ecco, è questo il bello del nostro gioco: sì, perché per noi questo è un gioco! Lei può scopare con chi vuole, ma non lo fa perché non sono in grado di soddisfarla, bensì perché con gli altri crea situazioni che, in realtà, ci sconvolgono da morire. Per noi è estremamente eccitante portare avanti questo gioco, che prevede che io resti in attesa del suo ritorno, affinché mi faccia godere a raccontarmi come si è fatta possedere, montare e riempire in ogni buco. È una cosa che fa con il piacere di entrambi, perché sa quanto saremo eccitati una volta che saremo di nuovo assieme. Può sembrare assurdo, pazzesco, assolutamente incredibile, eppure mia moglie gode dopo, ossia quando torna e gioca con me, raggiungendo un tipo di orgasmo che è assolutamente diverso da quelli che avrà provato con i maschi con cui è stata. È una questione celebrale, oltre che fisica, che rende il nostro rapporto unico, incredibile, e assolutamente pieno Ora, appena uscita, son andato in camera a prendere il suo perizoma ed ho iniziato ad annusarlo, per recepire l'odore della sua fica. Poi, verso mezzanotte, mi spoglio e mi infilo sotto le coperte tutto nudo, aspettando il suo rientro. Mentre aspetto, inizio a toccarmi, riprendendo ad annusare il suo perizoma, strofinandolo sulla cappella, ormai completamente eccitato. È una sensazione incredibile! Unica! Sono preso dall'eccitazione e comincio, mentre mi masturbo, a inveire contro di lei, con frasi sempre più pesanti.
“Ma che troia che sei! Una puttana da bordello! Una zoccola che si fa sbattere da tutti! Dai, torna a casa, lurida puttana! Torna da tuo marito, che non ne può più di aspettarti! Dai, torna dal tuo maritino in calore!"
Io intanto continuo a toccarmi e sono eccitato al punto che devo rallentare, altrimenti vengo prima che arrivi mia moglie. Per qualche istante mi fermo, faccio dei profondi respiri, perché non voglio venire. Poi, però, la mia mente viene di nuovo sconvolta dall'odore della sua fica che promana dal suo perizoma e farmi riprendere lo strofinio della cappella contro le lenzuola. Chiudo gli occhi ed immagino lei stretta tra uno o più maschi, che gode, che urla di piacere, che viene riempita in ogni buco. Tutto questo mi ha eccitato così tanto, che mi sprona a scriverle un sms con cui l'imploro a tornare, perché non ce la faccio più. Lei mi risponde in maniera secca e categorica.
“Non provare a schizzare: resisti, che tra un'ora torno; se non fai come dico, non te la faccio più né vedere, né assaggiare!”
Naturalmente queste sue risposte hanno l'effetto contrario, perché io mi eccito ancora di più. I secondi sembrano minuti ed i minuti sembrano non passare mai. Alla fine, anche se dopo un po' di tempo, mi perviene un suo messaggio, con cui mi informa: "sto arrivando!" Incredibilmente la mia eccitazione si calma, sono pronto: adesso si gioca! Aspettare fino a questo punto, è stato qualcosa di eccitante, sconvolgente, forte e doloroso, ma, da questo momento in poi inizia il piacere vero e proprio. Mi infilo il suo perizoma che ho annusato per tutta la sera, mi sistemo a pecorina sul letto ed aspetto, come una vacca in calore, il suo arrivo. Anche questo fa parte del rituale del nostro gioco. Quando lei entra, deve trovarmi carponi sul letto, con il viso appoggiato al materasso, inginocchiato e con il culo in aria. Appena la sento entrare in soggiorno, ho un sussulto e devo trattenermi dal non sborrare: sono talmente eccitato, che basterebbe veramente poco ed è questo il momento più difficile dell'intera serata. Entra in camera e prima si gusta lo spettacolo di un uomo completamente eccitato e sottomesso ai suoi ordini; poi si avvicina e, da dietro, mi infila la mano tra le gambe, prendendo in mano il cazzo. Comincia a menarmelo da dietro, come se stesse mungendo una vacca e mi racconta quanto è stata porca e provocante, con i colleghi di lavoro, e di quanto si sia fatta sbattere dal suo capo.
«Molto bene! Vedo che hai eseguito alla lettera i miei ordini e questo mi fa molto piacere. Ora, mentre ti mungo come una vacca, ti racconto di come quel magnifico toro del mio capo, mi ha portato nel parcheggio del ristorante e, dopo avermi fatto sdraiare sul cofano della sua Maserati, mi ha strappato il perizoma ed ha preso a masturbarmi a cosce aperte, in mezzo al piazzale, con il rischio di esser visto da chiunque passava. Mi ha fatto godere, masturbandomi, poi mi ha fatto abbassare e mi ha infilato in bocca un cazzo che è il doppio del tuo: quasi mi soffocava, da quanto me lo ha spinto giù per la gola, dicendomi che ero la sua troia. Mi ha scopato un po' in bocca, poi mi ha sollevato e, dopo avermi aperto le gambe, mi ha fatto sdraiare sul cofano e me lo ha spinto tutto dentro; ha preso a sbattermi come una puttana da strada! Ho goduto molto nel sentirmi sfondare da lui e poi, quando ho sentito che era prossimo a sborrare, ha stretto le gambe dietro di lui e mi sono fatta riempire tutta per te!»
Sentire il suo racconto mi sconvolge e lei lo sa benissimo, perché aspetta solo che io sborri. Il mio cazzo esplode facendomi avere dei sussulti di godimento totale! Una sborrata, oserei dire, colossale! E lei sorride, contenta, mentre continua a mungere il mio cazzo.
«Bravo, il mio cornuto! Svuotati tutto! Lasciami spremere fino all'ultima goccia, perché adesso voglio godere anch'io!»
Finito di esser munto e di godere, mi giro verso di lei che si è già messa in posizione sul letto. È rimasta vestita, con stivali e tutto il resto. Apre le gambe in modo osceno e mi accorgo che il perizoma che aveva quando è uscita, ora non c’è più e, in qualche modo, conferma le sue parole. Tutto questo mi sconvolge ancor più e, eccitato, infilo la testa fra le sue gambe, prendendo a leccarle la succosa e bagnata fica, stracolma del nettare del suo amante. Anche lei, come me, resite per poco e, dopo un attimo, ha un orgasmo violento.
«Vengo, porco! Continua a leccarmi! Senti come mi ha sfondato quel maiale! Senti come mi ha riempito di crema prelibata, per te! Amore, vengo, continua! Leccami tutta!»
Gode e si rinnova il piacere del nostro gioco. Poi, mentre lei si gode il suo orgasmo, io mi riprendo in mano il cazzo, ancora eccitato, e lei di colpo mi spinge di lato e mi cavalca. Sento il mio membro scivolare dentro la sua vagina ancora intrisa di sborra e la sento aperta, dilatata; lei mi scopa muovendo il bacino avanti e indietro, fin quando gode di nuovo. L’orgasmo che ha provato è stato devastante per lei.
«Vengo! Finalmente, godo! Amore, mi fai godere solo tu! Quel porco mi ha scopato, son venuta, ma non ho goduto! Amore, è adesso che godo per davvero! Sborrami in faccia, dai, adesso!»
Lei se lo sfila, io lo impugno e mi sego davanti alla sua faccia, come un pazzo furioso, fino a farlo emettere altra sborra, ma, questa volta, sulle sue labbra e viso. Restiamo immobili, sconvolti e senza fiato, poi mi avvicino alle sue labbra e cominciamo a baciarla ed a limonare, gustando e trasmettendoci la sborra ancora calda da una bocca all'altra; mentre facciamo questa porcata, lei mi sega ancora ed io le pianto tre dita nella fica, prendo a masturbarla furiosamente, fin quando non raggiunge l'orgasmo totale, quello finale.
«Amore, vengo! Vengo, non ti fermare! Bellissimo! Amore, vengo!»
Mi abbraccia, mi bacia e si stringe forte a me con le lacrime agli occhi per la gioia. La sua voce e le sue parole sono la più bella melodia che un uomo possa mai sentire.
«Grazie, amor mio! Anche questa sera mi hai fatto vivere delle emozioni davvero sconvolgenti! Sei una persona fantastica, che ha capito che io ho bisogno di queste sensazioni forti, che si possono vivere solo se la coppia è unita e si ama come noi due. Come ti ho detto, ho scopato con lui, ma ho goduto con te. Non è il suo cazzo grosso che mi ha fatto impazzire, ma la sensazione che mi stava riempiendo la figa, perché sapevo che tu avresti voluto leccarla; ciò è servito a farmi tornare al più presto possibile da te. Ti amo. Sei la persona più importante che sia mai apparsa sulla terra ed io sono la donna più fortunata del mondo a poterti stringere fra le mie braccia e godere con te!»
Le do un bacio carico d'amore e poi ci lasciamo avvolgere dalle braccia di Morfeo.
Forse agli occhi di tanti, io sono un cornuto e lei una puttana, ma a noi non interessa niente di tutto questo. Noi siamo convinti che questo nostro modo di far sesso, sia quello più appagante e, nello stesso tempo, più trasgressivo tra quelli mai provati.
Quindi non c'interessa granché del giudizio della gente.
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2 months ago
baxi18, 55
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Quella puttana della sposa.
Mi chiamo Paolo, ho 27 anni, sono un ragazzo normale, di media statura, moro, occhi scuri, fisico snello, non palestrato. Sono anche un tipo simpatico, allegro, con un piccolo problema, che mi ha reso la vita fino a questo momento non troppo felice. Il mio piccolo inconveniente è costituito dal fatto che ho tra le gambe un membro di circa 25 cm e, soprattutto, di notevole spessore. È questo che, fino ad ora ha costituito per me un serio problema. Non è facile trovare delle coetanee, che apprezzano una simile dotazione. Da qualche mese ho risolto il problema grazie ad un'amica di mia madre, la signora Maria. Lei è una cinquantenne, che si dice abbia sempre fatto una vita molto allegra e spensierata, fin da quando era ragazza. In effetti è una bella donna, alta, bionda, con una quarta di seno ed un bel culo tondo, che amo sfondare ripetutamente. Nella sua vita ha avuto due mariti, il primo ha divorziato poco dopo la nascita di sua figlia Pamela, avvenuta circa una ventina di anni fa, perché l'aveva sorpresa a letto con due maschi e il marito se n'è andato portando con sé la figlia. Dopo di lui, ha avuto un altro marito, molto più anziano, dal quale ha avuto un figlio, Marco, un ragazzo che conosco abbastanza bene. Di Pamela non so molto, se non il fatto che ha vissuto per tanti anni con suo padre ed è tornata in città, solo dopo la morte di lui ed è andata a vivere con sua madre. Maria l’ha fatta assumere nello stesso studio dove lavora lei, come impiegata. Poco dopo questa assunzione, Pamela si è legata sentimentalmente al figlio del titolare dello studio, un puttaniere di prima categoria. Vedovo da alcuni anni, son sicuro che, oltre a portarsi a letto Maria, deve aver dato anche una bella ripassata a Pamela. Come dicevo, lei si è fidanzata con il figlio del titolare, un ragazzo dall'aspetto poco eclatante, rispetto alla bellezza di Pamela, che è una bella donna, alta, snella con una quarta di seno ed un culo a mandolino spettacolare, mentre lui è un ragazzo bassino, abbastanza cicciottello e mi son sempre domandato cosa avesse trovato Pamela in lui. In effetti la spiegazione è relativamente semplice: ha un sacco di soldi e le lascia tutta la libertà possibile, inoltre sono anche convinto che è il padre, il vero toro da monta di Pamela. La conferma a questo mio sospetto è venuta a galla proprio oggi, durante la cerimonia del matrimonio tra Pamela e Luigi. L'evento si svolge in una villa seicentesca presa in affitto dal catering per la cerimonia. La villa ha annessa anche una piccola cappella, dove verrà celebrato il matrimonio e tutti gli invitati sono già arrivati e aspettano la sposa. Io mi sto annoiando e, così, decido di far un giro per la villa, perché ho anche voglia di far pipì. Chiedo ad un cameriere dove posso trovare una toilette e lui mi indica lo scalone che porta al piano superiore; salgo e mi trovo davanti ad un corridoio, dove sono presenti diverse porte. Provo ad aprirne alcune e scopro che la maggior parte son chiuse a chiave e, quando arrivo in fondo al corridoio, vedo che questo fa un angolo con un’altra porta. La trovo aperta ed entro dentro; mi trovo nella stanza che, forse, è adibita alla camera riservata alla sposa, perché sul letto c'è il suo abito da sposa da indossare. Mi chiedo dove sia la sposa, in quanto non la vedo presente nella stanza, ma vedo la porta del bagno, entro ed espleto la mia minzione. Quando esco, sono sorpreso da alcune voci, che sento provenire da quello che sembra esser l'esterno della stanza, costituito da un balcone, cui si accede tramite una grossa finestra. Mi affaccio e non vedo nessuno, mentre sento ancora più chiare le voci e capisco che provengono dalla camera adiacente, che avevo trovato chiusa. Stupito mi avvicino al finestrone, che è chiuso solo da una grossa e pesante tenda. Un lembo, non perfettamente chiuso, mi permette di guardare ciò che accade all'interno. Quello che vedo, mi conferma i sospetti che nutrivo. C'è Pamela, circondata da alcune persone. Indossa solo delle autoreggenti bianche e delle scarpe alte, con il tacco. È nuda, in mezzo a quattro uomini che, lentamente, uno dopo l'altro, riesco ad identificare. Fra di loro ho riconosciuto subito Giulio, il padre dello sposo, e Andrea, fratello del suocero di Pamela, oltre altri due individui che mi son rimasti anonimi, non potendo veder bene i loro volti. Riesco a notare, tra uno sguardo e l'altro, il sorriso di Pamela, felice e disinvolta tra quattro cazzi. Ho subito la conferma che, se Maria è una troia, Pamela, sua figlia, non è da meno! Giulio sta in mezzo alle cosce della nuora e la pompa con forza, contento di godere nella vagina stretta e pelosa della nuora.
«Che meraviglia! Hai una fica cosi stretta ed elastica, che mi calza il cazzo come un guanto! Che troia meravigliosa! L’ho capito subito che eri la persona giusta per sposare quel fesso di Luigi. Con una vacca come te in casa, avrò sempre da divertirmi!»
Ai lati di Pamela, c’erano i due individui che all'inizio non ero riuscito a vedere in volto. Quello più grosso, le dà il cazzo da succhiare, mentre l’altro le scopa il seno, strofinando la verga sui capezzoli e tra le grosse zinne. Infine riconosco il fratello del suocero che stava dietro Giulio ad osservare la scena, segandosi il cazzo che teneva appoggiato a uno dei piedi di Pamela. Ho avvertito una tremenda erezione premere nelle mie mutande e subito mi son liberato il cazzo ed ho preso a segarmi, molto lentamente, osservando la scena davvero particolare ed eccitante. Dopo averla sentita godere, Andrea si è rivolto a Giulio, reclamando la sua parte.
«Andiamo, togliti! Te la sei già goduta abbastanza! Adesso me la voglio scopare anch'io! Dai, che poi dovremo far posto agli altri.»
Giulio si è spostato e ha lasciato spazio al fratello, che, con la verga dura in una mano, si è avvicinato alla fica di Pamela.
«Adesso te la sfondo io queta bella fica. Il mio è più grosso del suo e lo sentirai tutto fino in fondo, troia!»
Prima di scoparla, si è divertito ad eccitarla sbattendo con un certo vigore il membro sul clitoride di Pamela. Lei gemeva, vogliosa.
«Dai, mettimelo dentro! Mi fai impazzire così! Sei un porco! Scopami!»
Lui, di colpo, è entrato tutto dentro fino in fondo, con una stoccata davvero secca, energica, che l’ha fatta sussultare. È rimasto, immobile per qualche secondo e poi ha iniziato a pomparla, aumentando man mano la velocità ed il vigore. Giulio si godeva la scena, masturbandosi in disparte ed i due individui erano quasi al culmine del piacere, sotto le sapienti leccate della lingua di Pamela, mentre Andrea non smetteva di compiacersi della fica stretta della sposa.
«Accidenti che fica calda e bagnata! Avevi ragione: è una gran porca!»
L’ha pompata, facendola godere anche lui, per poi sfilarsi e lasciare il posto a uno dei due che, a quel punto, ho potuto veder bene: erano i testimoni dello sposo e, precisamente, i suoi due cugini. Avrei dovuto immaginarlo! Giulio, intanto, ha preso la testa di Pamela fra le mani ed ha iniziato a scoparle la bocca; poi, con un grugnito, le ha riversato in gola tutto il suo piacere. Dopo di lui, a turno, tutti e tre si son scaricati nella bocca di Pamela, che non si è rifiutata di ingoiare tutto, dandone dimostrazione a bocca aperta. Soddisfatti i loro istinti e, scopata per bene la giovane sposa, tutti hanno lasciato Pamela, uscendo dalla stanza attraverso la porta che, in realtà, era solo chiusa dall'interno. Ora, però, mi rendo conto che Pamela dovrà entrare in camera sua per indossare il vestito, quindi faccio un passo indietro ed entro nella camera, nascondendomi dietro la tenda. Lei passa dal terrazzo e torna nella sua camera. È ancora nuda, con addosso solo le autoreggenti.
Appena entra in camera, la guardo e le sorrido, mentre lei rimane per un attimo sorpresa della mia presenza.
«Ho visto con piacere che te li sei goduti tutti, senza perdertene neanche una goccia del loro piacere.»
Lei si volta e mi guarda, mentre io, con il membro in mano, mi sego lentamente. Leggo lo stupore sul suo viso, quando realizza che tipo di mazza esagerata ho in mano.
«Ma, accidenti! Tu… sei così dotato? Non sapevo: come hai visto a me servono più maschi, per soddisfarmi. Ma, con un simile giocattolo, sono certa che mi avresti appagata appieno. Dai fammelo assaggiare solo un po', perché non ho tempo.»
La guardo, mi avvicino con aria spavalda, sempre tenendo in mano la mia grossa mazza, ancora più dura, se possibile. Lei rimane un attimo ad osservarla, poi si inginocchia davanti a me e spalanca la sua bocca; più della metà della mia verga, viene ingoiata dalle sue fauci. È molto brava, la sua lingua si muove velocemente lungo l'asta e, dopo avermelo impugnato con una mano, lo regge saldamente fermo, mentre continua a leccarmelo su e giù, scendendo in basso fino alle grosse palle piene, che accoglie ripetutamente nella sua bocca, succhiandole, per poi risalire lungo l'asta, fino a raggiungere di nuovo la punta ed infilarsi ancora gran parte della mia verga, giù per la gola. È molto brava, ma io ho voglia di fottere questa puttana e, così, la prendo per le spalle, la faccio sollevare e, dopo averla messa piegata a 90, con le mani appoggiate sul letto, appoggio la punta del mio membro fra le labbra della sua vagina, ancora dilatata e, con una spinta lenta, ma decisa, comincio a scivolare dentro di lei. È bagnata fradicia! La vagina si apre e sento il mio membro scivolare giù tutto, fino in fondo. Quando la punta sbatte contro il fondo, lei spalanca la bocca senza emettere alcun suono, mentre, osservando bene, mi accorgo che c'è ancora un pezzo rimato fuori. Allora lo sfilo per buona parte e lo riaffondo con ancor più decisione; ad ogni colpo, la sua vagina si dilata ed il mio membro entra sempre più in profondità, dentro di lei. Solo quando il mio corpo aderisce completamente al suo, la sua bocca
emette un flebile lamento, un mugolio profondo.
«Mi stai sventrando! Mi sembra di aver una mano piantata dentro il mio ventre! Sei enorme! Mi fai impazzire! Muoviti! Sfondami tutta! Perché finalmente ho trovato un maschio vero.»
La guardo e sorrido in maniera alquanto compiaciuta; inizio a pomparla con gusto, muovendomi e spingendo con vigore la mia verga tutta dentro, fin quando vedo che sussulta ad ogni mio affondo, quando cioè la punta sbatte sul fondo. Ha un orgasmo devastante, seguito da un altro, quasi istantaneo. Subito dopo, mi guarda con occhi estasiati dal piacere e mi supplica di venire, perché ormai non c'è più tempo.
«Ti prego, vieni! Dai, per favore, perché adesso devo andarmi a sposare! Però, sia ben chiaro, che uno come te, non me lo lascerò sfuggire! Dai, vienimi dentro, riempi questo mio ventre, con il tuo piacere.»
La guardo un po' stupito, perché non mi era sembrato di sentir dire agli altri di omettere di venirle dentro, onde scongiurare che, durante tutta la cerimonia, potesse colare, così, senza esitazione, riprendo a sbatterla con ancor più forza e le scarico dentro un'ingente quantità di crema, che la manda letteralmente in estasi.
«Ti sento! Sento che mi stai riempiendo la fica! E' meravigliosa questa sensazione di sborra calda dentro di me: non potrò mai ringraziarti abbastanza!»
Mi sfilò da lei e vedo il mio membro ricoperto da un miscuglio di umori, miei e suoi, e lei, senza nessuna esitazione, si gira, me lo prende in bocca e me lo ripulisce fino all'ultima stilla. Poi, mi guarda e mi prega di lasciarla da sola, perché ora deve chiamar sua madre che l'aiuterà ad indossare il vestito. Esco e, mentre percorro il corridoio, vedo salire Maria sullo scalone; allora mi nascondo dietro una colonna ed evito di incrociare il suo sguardo. Scendo e mi dirigo verso la chiesa, dove trovo Luigi in trepidante attesa. Ci sono anche i quattro che se la sono appena scopata; li guardo e penso che il povero, ed ignaro cornuto, avrà sempre corna fresche e ben lucidate, con simili parenti in casa. Poi vedo arrivare Pamela e, quando mi passa di lato, mi regala un sorriso che non passa inosservato al padre dello sposo, che mi fissa, cercando di capire il motivo di quel saluto. Raggiunto l'altare e svolto il normale rito, si arriva al momento del fatidico bacio; sono tutti sorridenti i quattro che le son venuti in bocca, e sono sicuro che la puttanella ha ancora forte il sapore di sperma nella sua bocca.
«Lo sposo può baciare la sposa...»
Con voce solenne, il Prete ha pronunciato la frase, prima che, con fare piuttosto impacciato, Luigi, lo sposo, si voltasse verso Pamela e le ha sollevato il velo. Nel momento in cui le labbra di lui si sono unite a quelle di lei, ho notato come una specie di smorfia, nel constatare che il sapore della bocca di sua moglie aveva qualcosa di molto diverso dal solito.
Naturalmente Pamela non gli ha dato modo di capire e lo ha baciato con passione. Quando si sono staccati, lei gli ha sorriso e poi, con fare complice, si è girata, prima verso i quattro, poi verso di me e, facendo in modo che lui capisse, gli ha sussurrato all’orecchio: "E' suo".
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3 months ago
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È uscita con il suo bull.
Mi chiamo Luciano, ho 49 anni, di media statura, capelli corti tendenti al bianco, un po’ in sovrappeso ed ho un cazzetto davvero corto, appena 12 cm in piena erezione. Sebbene queste mie carenze o qualità poco avvenenti, sono sposato da 25 anni con Valeria, una strafiga alta, bionda, occhi chiari, un seno pieno ed armonioso di una quarta piena, un bel paio di cosce lunghe che culminano in un culo molto prominente, che attira lo sguardo di tanti maschi. È proprio questo il mio problema, anzi, croce e delizia allo stesso tempo. Si, lo ammetto, sono un gran cornuto! Tempo addietro, mi son reso conto che una donna come Valeria, non poteva accontentarsi di un cazzo piccolo come il mio ed anche poco resistente. Ne abbiamo parlato pacatamente e lei non ha fatto altro che confermare l'amore che provava per me.
«Amore, io sto bene con te! Ti amo, sei un uomo meraviglioso, che mi ha sempre reso felice e contenta. Sei gentile, premuroso, dolce, affettuoso, mi copri di regali in continuazione, perché dovrei servirmi di un altro maschio? Il sesso? Pazienza! Anche sotto questo aspetto, mi hai sempre fatto godere, anche se non in maniera sconvolgente, ma va bene lo stesso: ne sono contenta.»
Purtroppo ero io a non esser contento. Avrei voluto che si divertisse e fosse appagata da un vero cazzo, che la riempisse tutta! Solo l’idea di lei tra le braccia di un altro, mi provocava un'erezione tale da farmi male! Era questa la vera ragione per cui la esortavo a tradirmi.
«Amore, non posso non riconoscere quanto mi renda felice il tuo ribadire di amarmi, che ti sta bene il rapporto che hai con me, ma io ti vorrei vedere appagata anche dal punto di vista sessuale. È chiaro che, con la mia scarsa dotazione, non posso soddisfarti come meriterebbe una bella donna dotata di una prorompente sensualità come la tua. Mi accorgo, sai, dei maschi che ti guardano con desiderio, cupidigia. Tu, amore, susciti l'irresistibile desiderio di possederti, di esser scopata per bene ed a lungo, per questo motivo vorrei raggiungere un accordo con te: puoi chiavare con chi vuoi, ma dovrai permettermi di assistere ai tuoi incontri di sesso o, se proprio non dovesse esser possibile, raccontarmi cos'è avvenuto nei minimi dettagli tra te ed il tuo amante. È questo tutto ciò che ti chiedo!»
Alla fine, son riuscito a convincere la mia Valeria. Iniziò a farsi chiavare da alcuni maschi che la intrigavano particolarmente e, per sentirsi sicura, li faceva venire in casa, dove io, nascosto giù nella tavernetta, assistevo alla monta attraverso un sistema di telecamere a circuito chiuso, dotate di audio: quelle immagini mi stimolavano al punto da farmi segare con tutto l'ardore possibile. Era sconvolgente sentir come me la trattavano da troia e lei che ne godeva alla grande.
«Dai, puttana, succhiami il cazzo! Sei una troia! Vacca, mettiti in ginocchio, che ti sfondo il culo!»
E lei godeva. Finalmente vedevo la mia Valeria soddisfatta e riempita di sborra in ogni buco. È stato proprio in occasione di uno di questi incontri, che un bull, dopo averla montata e riempita, le ha impartito un ordine ben preciso.
«Adesso, resta così! Devi rimaner piena, senza pulirti e, quando torna quel cornuto di tuo marito, devi fargli leccare tutta la mia sborra!»
Al solo immaginare ciò che lui le aveva ordinato, mi ha fatto sborrare senza toccarmi. Appena lui se n'è andato, son corso in camera ed ho trovato la mia Valeria esattamente come lui l'aveva lasciata: distesa sul letto abusata e distrutta dal tanto piacere, ma soprattutto riempita, in ogni buco, da quelle sue generose sborrate. Ho leccato tutto, come un pazzo! Mentre mi dedicavo a ripulire i suoi buchi, la mia dolce mogliettina mi teneva il cazzo in mano e mi dichiarava quanto godesse a sentire la mia lingua che rimuoveva tutta la sborra di cui era piena.
«Mio adorato cornuto, sei contento? Ti è piaciuto come questo toro mi ha chiavato? Dai, leccami tutta! Pulisci questa mia fighetta riempita dalla sua crema! Bravo, così Continua, che adesso farò sborrare anche te!»
Mi segava lentamente e, dal mio cazzetto, partivano schizzi in continuazione.
«Che bravo, il mio cornutello! Guarda come schizzi, mentre lecchi la crema di un vero maschio che mi ha montato come una gran vacca!»
Le sensazioni che provavo erano da impazzire. L'eccitazione si prolungava per giorni, spronandomi a segare per almeno due o tre volte al giorno. Ormai non la scopavo più. Aspettavo solo che il toro di turno la riempisse per poi leccarla e segarmi come un pazzo. Poi è apparso Max e con lui le cose sono radicalmente cambiate. Quando è venuto a scoparla, la prima volta a casa, io non ero presente e, al ritorno, quando ho visionato i filmati delle telecamere, ho capito che Valeria aveva trovato un maschio che le provocava sensazioni da sballo. Alto, massiccio, imponente, dominante e con un cazzo fuori dal comune. Lungo ben oltre i venti centimetri, dotato di una grossa cappella dello spessore decisamente notevole. Si potrebbe dire che, come diametro, si avvicinava molto ad una lattina di birra. Quando lo ha sfoderato dai pantaloni e l'ha mostrato agli occhi stupiti di Valeria, ho notato subito di quanto fosse rimasta meravigliata, facendomi capire che questo sarebbe stato quello che l'avrebbe definitivamente soddisfatta sotto tutti i punti di vista. Di sicuro mia moglie lo aveva stimato come suo bull personale. Fin da subito, lui ha preteso che lei glielo prendesse in bocca e, nonostante provasse ripetuti conati di vomito a causa di quelle dimensioni innaturali, alla fine Valeria è riuscita a ingoiare più di tre quarti di quel mostro di carne. Poi lui l'ha messa in ginocchio a pecora e, lentamente, l'ha penetrata, reggendola ben ferma per i fianchi, fin quando non è arrivato a toccare le splendide chiappe di mia moglie. Valeria ha urlato di dolore e piacere nello stesso tempo.
«Piano, Max, che mi spacchi! Sei immenso! Mi stai sverginando di nuovo! È bellissimo! Scopami forte! Che toro meraviglioso!»
La scopava con colpi fortissimi, devastanti, e lei ha preso a godere urlando il suo piacere in continuazione. Le è venuto dentro e, quando glielo ha sfilato, ho visto che la fica di mia moglie era ridotta ad una voragine; ma non si è limitato solo a quello: ha preteso che lo prendesse di nuovo in bocca allo scopo di farlo irrigidire perché voleva farle anche il culo. Vi ha provveduto con estrema perizia,
facendola urlare di dolore prima e di piacere dopo. È stato qualcosa di incredibile vedere con quanto spirito di sopportazione, e totale devozione, Valeria si sia sottomessa a quel maschio che l'ha dilatata al massimo, sebbene lei non fosse nuova a quel tipo di penetrazione. Quando lei me ne ha parlato, al mio rientro a sera, nonostante fosse letteralmente devastata da quella monta sconvolgente, vedevo nei suoi occhi la contentezza di aver finalmente trovato un maschio capace di farla impazzire. Dentro di me, ho provato il terrore di aver perso per sempre mia moglie.
«Amore, è un toro fantastico! Mi ha posseduto e dominato in continuazione! Puoi verificare visivamente come mi ha ridotto ogni buco ed appurare anche quanta crema hai da leccare!»
Ho raccolto e leccato veramente tanta crema, molta di più di quella che gliene avevano lasciata altri maschi, prima di lui.
«Amore, son felice per te che hai trovato, finalmente, un maschio che ti faccia impazzire. Io ne sono infinitamente felice, ma, nello stesso tempo, tempo che potresti innamorarti di lui ed abbandonare me, povero cornuto, da solo e per sempre.»
La sua reazione è stata istantanea e decisa.
«Luciano, non scherzare! Togliti dalla testa che io possa lasciare un meraviglioso cornuto come te! Ma dico: stai scherzando? Con te sono la tua regina, la troia che ti provoca tanto piacere mentre si fa sbattere da altri e poi, una volta piena, si rivolge a te, per farsi ripulire, mentre per lui sarei solo una delle tante, che lui monta e basta! No assolutamente no! E' vero che lo voglio, ma come toro, lo adoro come maschio, mi fai impazzire quando mi sfonda e son felice che mi riempie, nella prospettiva che, dopo, anche tu avrai il tuo piacere nel venire a leccarmi; per tutto questo, non commetterei mai l'errore di abbandonare un uomo come te, che mi ama, mi adora, per diventar come tante altre femmine insignificanti, come potrei diventare per lui.»
Non potete immaginare quanta emozione mi abbia dato sentir quelle sue parole, per cui, tranquillizzato, ho continuato a leccare e pulire i suoi buchi, ripieni allo stremo della crema di Max.
Una settimana dopo, lui ha chiesto a mia moglie di incontrarsi fuori e, per la prima volta, Valeria è uscita con il suo bull.
È stata una sorpresa per me, quando, tornato a casa, ho trovato un suo biglietto con cui mi informava che sarebbe andata a cena con lui e che avrei dovuto aspettare pazientemente il suo ritorno, perché mi avrebbe fatto impazzire a modo suo.
Quando, verso l’una di notte, l'ho sentita rientrare, ero psicologicamente ridotto in uno stato pietoso! Mi ero segato tutta la serata, senza mai venire, fermandomi sempre un attimo prima di sborrare, perché volevo che la mia Valeria mi trovasse così, pieno, pronto ad esplodere, nel sentire il racconto di come avesse trascorso la sera con Max.
«Ciao, amore; sei sveglio?»
«Ciao, sì, certo; ti stavo aspettando. Tutto bene?»
«Sì, sì, vado in bagno, mi spoglio e ti raggiungo.»
«Ok, dai, amore, ti aspetto.»
Sotto le coperte mi son sfiorato l'uccello durissimo. Era dalle 20:00, più o meno, che ero in quello stato. Prima sul divano, con una lettura stuzzicante, e poi a letto, completamente nudo, a fantasticare. Adesso era oltre l’una di notte. Ho sentito la porta del bagno aprirsi e richiudersi.
«Eccomi, amore.»
Si è sfilata le mutandine nell'oscurità della camera, rischiarata dalla sola luce della luna, che filtrava dalla finestra aperta e, completamente nuda, si è infilata sotto le coperte. Mi ha poggiato una mano sul petto, mi ha baciato a stampo sulla bocca; si è fermata per un attimo, guardandomi negli occhi dicendo: “ciao amore” e, questa volta mi ha cacciato la lingua in bocca, prendendo a limonarmi. L’ho ringraziata.
«Umhnmm, cazzo, come baci, amore! Mi fai impazzire!»
Il suo corpo, caldo e morbido, era letteralmente spalmato sul mio. Poi, ha fatto in modo che una gamba mi sfiorasse il cazzo. Ho sentito il suo ventre caldo appoggiarsi sul fianco della mia gamba. Ho cominciato anch'io a slinguarla, mangiandole lingua e labbra. Lei era sulla mia sinistra, china su di me, io sdraiato supino. Ho alzato il braccio destro e le ho poggiato una mano dietro la nuca, per slinguarla meglio. Ho sentito la sua bocca calda sulla mia, la sua saliva che invadeva la mia bocca con un sapore di vino misto a qualcosa di salato, amaro. Un brivido è partito dal cervello ed ha raggiunto il cazzo durissimo, sotto le coperte. Mi sono staccato e l’ho guardata.
«Allora? Com'è andata?»
«Bene, amore! Anzi, benissimo; sei curioso?»
«Non lo vedi? Secondo te, sarò curioso?»
«Non so, tesoro, dimmelo tu. Sei davvero curioso? Ummmhuumm… vediamo un po', fammi sentire… oooh… ma...ummhuunnmm…come ce l'hai duro, amore?»
Ha detto cosi, mentre con la mano, scendendo dal petto lungo l'addome, è andata a tastare l'asta davvero durissima. Poi ha continuato a tenermi sulle spine.
«Sei curioso, ma hai anche voglia, amore mio, ummh, senti qui, sembra voglia esplodere da un momento all’altro!»
«Certo che ho voglia, è da quando sei uscita che ho voglia; non resisto più: il cazzo mi scoppia.»
«Vuoi che ti faccia godere, amore? Vuoi che te lo meni un po’, e…»
Ero impaziente!
«Voglio che mi racconti! Dai, racconta: cosa hai fatto? Voglio sapere tutto!»
Lei si divertiva a torturarmi psicologicamente.
«Cos'ho fatto, io? Un aperitivo e poi a cena.»
Ero ansioso da morire!
«Oh, davvero? E cos'ha fatto lui? Dai, cosa avete fatto, cosa ti ha fatto lui, cosa gli hai fatto tu, dai, non resisto più!»
Lei mi ha fatto letteralmente morire.
«Non sei solo curioso allora, perché sei un porcello, oltre che curioso, e… vuoi sapere se sono una porcella anch'io, vero?»
Giocava a suo piacimento con la mia voglia!
«Sì, brava, voglio sapere se sei una troia, se stasera hai fatto la porcella. Se ti ha trattato da troia!»
«E tu? Cosa vorresti amore? Vorresti che io avessi fatto la troia con Max o preferiresti di no?» Aveva proprio deciso di farmi morire.
«Vorrei che…vorrei che tu avessi fatto…»
Lei indugiava.
«A giudicare dal tuo cazzo, si direbbe quasi che vorresti che la tua mogliettina avesse fatto la troia con Max, stasera…»
«Vorrei…e…uumhuhmuu…»
«Cosa, amore? Non sei geloso? Non hai paura che lui possa esser migliore di te?»
«Sì, sono geloso, certo che lo sono, ed ho paura, ma…»
«Ma cosa? Hai paura, ma il pensiero che io faccia la troia con Max ti manda ai matti?»
«Sì, cazzo, ho paura, ma impazzisco se penso…»
«Cosa? Se pensi cosa, porcellino?»
«Se penso che… sei uscita da sola con lui, io…»
«uhnmmmm… è durissimo amore. Dimmi… se pensi che…?»
Ero devastato dal piacere e lei si prendeva gioco di me.
«Se penso che tu, stasera, abbia...fatto...»
«Abbia fatto... cosa, amore? Dimmelo! Dimmi cosa ti sarebbe piaciuto che facessi.»
«Che tu abbia fatto la porcella con lui... Sìì...impazzisco... sono pazzo di gelosia e questo mi fa impazzire.»
«uuuhmmm…. Bravo, il mio porcello! Ti eccita sapere di aver una moglie porcella. Sei pazzo, ma il tuo cazzo è durissimo. Sei un porco, un grande porco, ed io sono una...sono una "troia", è vero che lo sai? Stasera sono stata proprio una troia con Max!»
Ero al limite.
«Se continui così, mi fai…»
«Se... cosa? Se continuo a menartelo, sborri subito, porco? Non resisti e me la farai tutta in mano? Ma come? Sborri senza nemmeno sapere cosa abbiamo fatto io e Max?»
«Fermati, cazzo, così vengo, cazzo, non ce la faccio...»
A questo punto lei mi ha sconvolto.
«No, non sborrare subito, amore! Adesso mi fermo un po' e ti racconto di come questa sera ho fatto la troia con Max e due suoi amici!»
«Cosa? Cosa? Non ti sei fatta scopare solo da lui, ma anche da due suoi amici? Fermati! Non farmi sborrare subito, ma raccontami tutto quello che è successo!»
Lei si è fermata. Me lo ha serrato forte nella mano, stringendo forte anche le palle. Il dolore ha rallentato l’orgasmo.
«Ecco, sono ferma: questo mio cazzetto, perché è mio, vero? Non resiste? È troppo eccitato, poverino! Adesso ti racconto tutto, ma, se sborri prima che ho finito, riceverai una punizione! Chiaro?»
Ero disposto a tutto pur di sapere.
«Dopo l'aperitivo, siamo andati a cena in un piccolo ristorante e, appena entrati, lui mi ha fatto metter seduta ad un tavolo, dove c'erano già altre due persone. Mi ha presentato ai suoi amici, Mario e Bruno, due maschi veramente molto interessanti. Abbiamo cenato simpaticamente ed abbiamo parlato del più e del meno, senza mai toccare l’argomento sesso e, appena finita la cena, siamo andati a casa di Bruno. Appena dentro, Max mi ha stretto a sé e mi ha baciato, poi mi ha spogliato nuda davanti a quelli.
«Ragazzi, lei è Valeria, la troia di cui vi ho parlato. Ha lasciato suo marito a casa per venir qui a scopare con me, ma, poiché voglio farle provare un'emozione molto forte, ho deciso che anche voi due, questa sera, avrete il piacere di riempire i suoi buchi, perché, una volta tornata a casa, quel cornuto di suo marito dovrà provvedere a
ripulire a fondo.»
Al sentire quelle sue parole e ad immaginarla stretta tra tre maschi, mi ha praticamente sconvolto.
«Cazzo, amore, mi fai impazzire...non ce la faccio, cazzo...non resisto!»
«Vuoi che lo faccia schizzare questo tuo cazzetto? Sei sicuro di volerlo? Non ho finito la storia e, perciò, saresti soggetto alla punizione; quindi, dimmi che vuoi che faccia?»
Ho fatto un lungo respiro e le ho chiesto di proseguire il racconto.
«Continua a raccontarmi di come hai fatto la troia, amore…dimmelo… lo voglio sapere!»
«Lo vuoi davvero sapere? Ebbene sì, sono una troia! Sai perché sono una troia? Perché improvvisamente, quando ho sentito le loro mani addosso, non ho capito più nulla e, l'unica cosa che volevo, era godere, cosa che hanno fatto con solerzia, facendomi letteralmente impazzire! Mi hanno portato in camera da letto ed hanno preso a leccarmi in ogni buco, poi mi hanno offerto i loro cazzi da spompinare Hai già potuto constatare che quello di Max è di per sé una gran bella mazza, ma anche quelle degli amici non erano da meno. Anzi, credo che quella di Mario sia stata anche più lunga, di tutte le altre. Me le hanno infilate in gola, senza nessun riguardo e poi hanno cominciato a riempirmi ogni buco: mi scopavano tutti e tre insieme.
Mi hanno chiavato fica e culo in contemporanea, mentre il terzo me lo infilava sempre in bocca. Ho preso a godere in continuazione, senza soluzione di continuità e loro si alternavano nei miei buchi, scambiandosi di posto ogni qualvolta raggiungevo un orgasmo. Mi hanno scopato per più di tre ore di fila. Son venuti tutti e tre per ben due volte, riempiendo ogni mio buco con la loro crema. Ora son piena, farcita come un bignè e, a questo punto devi solo decidere se vuoi che ti faccia venire con una sega, oppure vuoi che mi sieda sul tuo viso e ti permetta di leccare tutto ciò che sgorga dai miei buchi sfondati, mentre io te lo continuerò a segare fin quando non schizzi.»
Ero al collasso!
«Amore, proprio non lo so!»
«Cosa non sai, cazzetto? Deciditi! Che vuoi che faccia?»
Mi ha devastato. Si divertiva ad infierire su di me con sadismo.
«Così sai che... che mi piace...»
«Lo so, porco, che ti piace così…»
Poi ha ripreso ancora a muovere la mano prima giù, poi su, ma molto lentamente.
«Se continui... così… io…»
«Vuoi che mi fermi?»
«Così, cazzo, non... non resisto così, cazzo…»
«Vuoi che mi fermi?»
«Sì, fermati. Dunque lui sa che sono un cornuto e sa anche che scopi con me?»
«Certo che lo sa! Come sapeva che avresti guardato le registrazioni di quando è venuto a scopare a casa nostra. Stasera ho fatto la troia con Max; sono stata la sua puttana, stasera! E lo sai cosa mi ha detto: la prossima volta, viene a casa nostra con i suoi amici e ti farà metter seduto davanti al letto, con le mani legate dietro la schiena, cosicché potrai guardarmi mentre loro mi chiavano, mi scopano come una troia e mi riempiono di sborra in ogni buco.»
Nel sentire le sue parole, ho sborrato all'istante.
«Cazzo! Amore, … sì, sborro! Amore…, cazzo, sborro!»
Sono esploso nella sua mano.
«Sì, porco, vieni! Accidenti, ma quanta ne avevi? Ce l'avevi pieno il cazzetto? Mi hai riempito la mano. Che porco che sei, amore! Un vero porco. Dai, adesso, pulisci i miei buchi!»
Ero sconvolto, ma infinitamente felice.
«Sì, sono un porco e tu sei una fantastica troia, amore, che mi fa impazzire. Dai, lasciami leccare i tuoi buchi!»
Si è seduta sul mio volto ed io son rimasto basito. Aveva culo e fica slargati a dismisura e da essi colava di tutto.
«Quanta ne hai, amore! Che sborrate ti hanno lasciato dentro!»
Ho preso a leccare e pulire assaporando bene quel mix di farciture. Era un sapore molto inebriante e, mentre facevo godere la mia Valeria con la lingua ed assaporavo bene quel cocktail di piaceri, senza rendermene conto, son venuto di nuovo, senza toccarmi, perché, per un attimo, un pensiero ha folgorato la mia mente.
Sarà di sicuro più che bello vedere quei tre maschi sfondare mia moglie e, al solo pensarlo, son venuto di nuovo-
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3 months ago
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Femboy
Sono una femboy e mi racconto.
Molti anni fa, in una tiepida giornata primaverile, accaddero i fatti che sto per raccontare. Premetto che amo gli animali e ne ho sempre denunciato i maltrattamenti, quindi questa esperienza vissuta in prima persona, non intende invogliare a seviziare gli animali, imponendo un comportamento vizioso, ma, invece, descrivere il mio tentativo di assecondare il desiderio sessuale dell’animale, come vado a mostrare.
Si sa che i così detti “pet” sono di ottima compagnia per le persone sole, e, alcune volte, possono diventare di compagnia eccezionalmente “intima”. Dobbiamo partire, quindi, dal padrone.
Attraverso amicizie comuni, conobbi Ken (un nome e una garanzia che fa pensare subito al cane, neanche a farlo apposta): sui cinquantacinque anni; italiano, ma di padre inglese. Frequentavo, allora, parecchi uomini maturi con cui mi intrattenevo anche rapporti intimi. Ken, lo vidi per la prima volta in casa di una di queste “frequentazioni”. Fui presentata a lui e fu un colpo di fulmine al primo sguardo. Io partii di testa perché, a parte che era un bel uomo, si mostrò subito entusiasticamente incantato dal mio visetto da fanciulla, montato sul corpo di cerbiatta. Era scapolo, di mezza età, molto piacente, brizzolato, ben “conservato”, leggermente abbronzato, niente barba né baffi, un fisico glabro, come il mio e, poi, approfondendo approfondendo, nell’occasione, scoprii che aveva un bel cazzo lungo e grosso che, all’occorrenza, dopo qualche manipolazione, assumeva una “ testata” ben gonfia e turgida; insomma, una cappella a fungo rosa. Ma qui siamo arrivati … molto più “addentro”.
Non solo era bello e galante, ma sapeva essere trasgressivo, se non “maiale”, con molto savoire-faire, conservando un’eleganza mai al di là delle righe. Quello che mi lasciava perplesso era come mai, con le tutte le sue doti, potesse restare così a lungo singolo, senza che le donne se lo accaparrassero, riconoscendo in lui l’uomo perfetto da incastrare. Il mistero della sua libertà sentimentale lo scoprii al momento in cui, da semplice conoscenza, il nostro rapporto si consolidò in amore. Fu allora che si dichiarò apertamente gay. Anche così restava incomprensibile come mai nessuno, uomo, trans o altro, se lo fosse rubato perché mi sembrava perfetto per “tutte le stagioni”.
Ken era il proprietario di un bel cane che lui adorava e che aveva ben addestrato sin da piccolo: un pastore tedesco di nome Holly; strano nome da dare ad un cane, ma del resto anche molti degli umani, oggi, hanno nomi strani. All’epoca non feci molto caso al nome, invece fui ben impressionato dal fatto che avesse un animale domestico perché significava che era una persona sensibile. Piacevo al suo padrone quanto ad Holly. Stranamente, perché i cani, affezionandosi al padrone, diventano esclusivi nella fedeltà al padrone e non condividono quel sentimento con gli altri. Difficilmente sono disposti ad accettare altri nei propri affetti, che sia uomo o animale.
Ken mi riempiva di attenzioni, di complimenti, di baci e di carezze ad ogni incontro ed anche Holly, a suo modo, mi faceva capire che mi apprezzava molto. Non smetteva di leccarmi le mani, le orecchie e la faccia, anche se a quel punto mi tiravo indietro, ed ad odorarmi davanti, ma, in particolare, di dietro; finché non cominciò ad aggrapparsi alle mie gambe, mimando verosimilmente la monta. Era nel periodo del calore, mi disse Ken.
Non trovai nulla di strano, anzi apprezzai i suoi gusti, ma, contemporaneamente, mi accorsi di provare dei brividi in tutto il corpo quando Holly si aggrappava alla mia gamba e mimava l’atto sessuale; cercava di scoparmi ripetutamente. Ken si divertiva a vedere l’espressione perplessa del mio visetto rabbuiato; se la rideva di gusto e mi punzecchiava spesso con battutine ironiche, constatando che persino i cani volevano montarmi. Irritata una volta controbattei che doveva stare attento, perché avrei potuto preferire Holly a lui. Rise, ma in seguito si astenne dal prendermi in giro. Un pomeriggio Ken venne a trovarmi a casa e mi chiese il favore di lasciare da me il cane per qualche giorno perché doveva sbrigare degli affari fuori città, sostenendo che non poteva portarlo con sé per i suoi giri di lavoro. Da solo nell’appartamento era escluso che lo lasciasse e, non conoscendo altri di cui potesse fidarsi, si rivolse a me, che lo conoscevo bene e a cui il cane era affezionato, perché lo accudissi fino al suo ritorno.
Sapendo che amavo gli animali come lui, non si sarebbe fatto problemi ad affidarmelo. Fui ben contenta di assecondarlo e, quindi, mi dette accurate istruzioni, indicandomi quando e come dovevo portarlo fuori per i servizietti o cosa, quando e quanto dargli da mangiare agli orari prestabiliti e che mi avrebbe fornito gli alimenti per il suo bimbo. Mi disse soltanto di badare a che il cane non entrasse in contatto con altri simili, di qualsiasi sesso, onde evitare fastidiosi inconvenienti con i loro padroni, in quanto Holly era in calore. Ma Holly, tutto sommato, lo conoscevo come un cane tranquillo e cordiale: abbaiava di rado e non senza motivo ed era un coccolone.
Passai quindi l’intera prima giornata insieme al buon cagnone, che non mi mollava un secondo: se mi alzavo mi seguiva, anche quando andavo al bagno per i miei bisogni; se mi truccavo, assisteva con interesse ai miei movimenti; se andavo a bere dell’acqua al rubinetto della fontana, mi seguiva con la lingua penzoloni e voleva bere anche lui nella sua ciotola. Era di una simpatia unica; lo accarezzavo spesso e lui, quasi per ringraziarmi, cercava di montarmi la gamba. Ogni volta notavo, però, che in me si manifestava la stessa inquietudine che ho descritto prima; provavo brividi di piacere che mi facevano fremere fino nelle visceri.
Iniziava ad essere una fissa per me. La mattina successiva mi alzai dal letto combattuta dall’uzzolo di tentare la nuova avventura. La strana idea mi martellava in testa, ma avevo delle titubanze nel realizzarla. Dovevo farmi montare o no? Non avevo avuto ancora in vita mia dei rapporti intimi con animali. Non ci avevo mai pensato e lo ritenevo inopportuno, anzi, contro natura, però quell’idea malsana mi tormentava parecchio e dovetti lottare contro la mia troiaggine per non cedere al desiderio di istigare alla monta quel bravo cagnone. Più tempo passavo col Holly e più mi angustiava quell’insana fissazione. Alla fine cedetti di schianto. All’ennesima monta della gamba da parte di Holly, azzardai. “L’hai voluto tu! Mi hai provocato e ora dimostra quello che sai fare!” – gli dissi a muso duro. Lui mi guardò con aria interrogativa e guaì, sfiatando. Anche lui non ne poteva più.
Mi denudai rapidamente per non pensarci più, accarezzandolo sulla testa, mentre lui uggiolava, lasciandosi accarezzare il muso e dietro le orecchie. In fretta, lo condussi in camera da letto; mi sedetti sul lettone matrimoniale dal lato in cui dormivo e lo invitai a salire, battendo ripetutamente la mano sul lenzuolo per richiamare la sua attenzione. “Qui, Holly!” – gli ripetevo. Una volta che fu salito su letto, mi sdraiai, girandomi di schiena e offrendogli il lato B che Holly si affrettò ad odorare, infilandomi il naso umido fra le natiche e soffiando ripetutamente. Ciò provocò la reazione del mio “uccello” che si rizzò in una erezione mai prima tanto esibita. Raccolsi i capelli lunghissimi da un lato e affondai il viso sul guanciale, pronta a subirne le conseguenze, desiderate. Ciack, ciack, colpii con la mano le mie chiappe che mostravo a Holly, lo esortai a infilarci qualcos’altro che non fosse il suo muso: “Monta, su, da bravo!”. Allargai le gambe per permettergli di accostarsi il più possibile al mio “portaombrelli”, invitandolo alla monta. Non sapevo come l’avrebbe presa, se lo avesse fatto, ma solo la sua vicinanza mi aveva procurato una erezione ancora più dura della precedente che, sotto il peso del mio corpo, sentii violenta contro il lenzuolo.
Come un cane da tartufi mi annusava dappertutto, da tutti i lati e il contatto con il suo naso bagnato sulla pelle mi provocava più che mai brividi di desiderio. Vista la sua irresoluta dabbenaggine, alla fine mi decisi a guidarlo. Dato che non sapeva come fare, lo tirai bruscamente e comandai di montarmi con fare perentorio, chiamandolo per nome. Battevo la mano sul mio culetto che non vedeva l’ora di . Alzai il bacino e mi avvicinai al suo muso con il sedere, facendogli sentire l’odore della mia sessualità, allargando le gambe per agevolare la monta. Il mio cazzo, intanto, mi stava scoppiando; era gonfio e filava, ma non venni perché indaffarata a convincere quella bestia di un animale.
Holly, dietro le mie insistenze, ma ancor più per istinto, finalmente capì come doveva salirmi in groppa. Cercai di agevolarlo ancora una volta con una mano, tirandolo contro di me, ma non riusciva a montarmi. Il suo cazzone umido scivolava sul mio pur consistente culo. Mi armai di tutta la pazienza che mi rimaneva e mi sdraiai di nuovo con il viso affondato sul cuscino, lasciai che il cane si avvicinasse a gambe divaricate e mi posasse il pene sul culo e, pronta, l’afferrai con una mano, curando di non infastidirlo. Come s’inserisce il filo di cotone nella cruna dell’ago, cercai di guidarglielo con la mano, introducendolo io stessa dentro di me.
Temevo di irritarlo e che potesse, di conseguenza, mordermi. Ma non lo fece, quasi avesse capito che tentavo di aiutarlo, e uggiolava in continuazione. Dopo ripetuti, penosi tentativi, visto che non si approdava a nulla, ebbi paura che l’animale si stancasse e rinunciasse. Tenevo saldamente nella mano il suo sesso che sentivo anche bello lungo e duro, d’altronde era un colosso di cane e non un barboncino.
Snervata, stavo pensando di rinunciare, alzarmi e rivestirmi, quando Holly si decise a prendere l’iniziativa. Mi salì, deciso, sulla schiena aprendo le cosce e mi coprì d’un fiato. Gioia immensa. Mi acquattai, guidando il pene dell’animale con la mano in modo che non avesse retromarce e, lentamente, evitando gesti bruschi, gli offrii le chiappe, rialzandole fra le sue cosce. Feci così scivolare il lungo attrezzo poco alla volta dentro il mio fodero. Sentire il verro dell’animale introdursi nel mio intestino fu un momento davvero estasiante.
Non era molto grosso e quindi non mi forzava l’ano, ma scivolava all’interno, strofinandosi contro le pareti dell’intestino. Lo sentivo avanzare e strisciare come un verme, procurandomi una sensazione accentuata di vellicazione in tutto il corpo che mi arrivava sino in gola. Insomma me la godevo. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare ad un gemito di piacere, mentre il cane uggiolava e spingeva ripetutamente, completando l’ingresso per tutta la lunghezza del suo bel cazzo nel mio prensile corpo. Percepii che l’attrezzo di Holly aumentava notevolmente di dimensioni, occludendomi l’intestino. Preso dall’ebbrezza del momento presi ad agitare il bacino in piccoli movimenti in avanti e indietro, aumentandone la frequenza man mano che cresceva la mia libidine, favorendo così l’accoppiamento. Senza freni, mi lasciai andare al piacere che mi avvolse in un delirio dei sensi. Non saprei ancora oggi descrivere la scala completa di emozioni che assaporai in quegli istanti meravigliosi.
Mai provato prima una sensazione simile, eppure di cazzi di uomini ne avevo già collezionati molti dentro di me. Era la prima volta che assaggiavo quello di un cane! Era tutto un’altra cosa, a dir poco esaltante. Capivo per la prima volta e “profondamente” perché molte donne gradiscono i rapporti con gli animali. Sarà contro natura, ma dà un piacere diverso e unico nel suo genere. Mi scostai dal viso i lunghissimi capelli che il cane ogni tanto mi tirava, spostandosi da una parte all’altra, tartassandomi la schiena con le zampe. Cercavo di non farmeli strappare, allontanandoli da lui. Ansimavo, incitando il cane a soddisfarsi, ma, più che altro, a soddisfarmi. Le mie parole, sussurrate tra sospiri e gemiti di piacere, sembrava fossero eccitanti per il cane che dimostrava di capire e, poveretto, cercava di mettercela tutta nella ricerca della piena soddisfazione.
A un certo punto squillò il cellulare. Esitai a rispondere, avevo il fiato corto per il coito animale che stavo subendo e vibravo ancora tutta dal desiderio di conservare a lungo quella posizione che tanto mi faceva godere. Fare una conversazione al telefono in quelle condizioni era proibitivo, ma fu proprio il gusto del proibito a spingermi a rispondere, nonostante tutto.
Era Ken che voleva notizie del suo cagnone. Mi chiese, premuroso, se mi avesse procurato problemi. Quella fu l’occasione buona per confermargli con entusiasmo che si trattava di un cane eccezionale e che me ne stavo prendendo cura “completamente”. Ken si accorse di una intonazione eccessivamente entusiasta e, forse, che avevo il fiato corto e la voce tremolante. Perplesso, chiese se mi sentissi bene. Inventai lì per lì la scusa che avevo fatto le scale di corsa perché stavo scendendo un attimo in portineria quando avevo sentito il suono del telefonino; ero corsa in casa e di conseguenza il mio fiatone. Sembrò abboccare, perché si scusò per il disturbo, mi ringraziò nuovamente e chiuse la conversazione con mia somma gratitudine.
Pochi minuti di conversazione non mi avevano affatto distratto dalla mia occupazione e continuai più vigorosamente a godere della monta del cane, accentuando il movimento della schiena. Sentii Holly guaire, uggiolare e mugolare quasi contemporaneamente, mentre si dannava, rovistando e trapanandomi il buco, con il pene ancorato saldamente alle pareti del mio intestino dall’ingrossamento in erezione che lo teneva incatenato a me senza possibilità di uscire dal mio sedere, con reciproco godimento.
Le unghione della grossa bestia ogni tanto mi graffiavano la schiena dove cercava di aggrapparsi per meglio operare, ma resistetti senza respingerlo, anzi, ogni graffio era per me una frustata di piacere. Mi colpiva al cuore, dove mi pareva arrivasse ogni scalfittura delle sue zampate, facendomi piegare la schiena verso di lui. Era come una frustata violentemente assestata, mentre il mio sesso vomitava tra le mie gambe sulle lenzuola fiotti del mio seme.
Ero decisa a subire la monta fino alla fine; la fine mia intendevo, ormai che c’ero. Scostai nuovamente i lunghi capelli da un lato con il viso affondato nel cuscino, sospirando e gemendo di piacere, dolore ed estasi, quando squillò nuovamente il cellulare. Cazzo! Mi domandai se proprio quel giorno il mondo intero avesse deciso di rompermi i coglioni, proprio mentre stavo subendo l’inculata più fantastica della mia vita, più interminabilmente lunga e più devastante che il mio amico Holly mi aveva riservato e che mi stava scodellando calda, calda.
Mi dovevano cercare tutti in quel momento? Chi poteva essere? Pensai a mia madre e manco a farlo apposta era proprio mia madre; di male in peggio, pensai. Come avevo fatto con il primo disturbatore, anche con mia madre tentai di essere laconica, simulando una certa fermezza, sia per non allarmarla che per stringare la conversazione al minimo possibile. Per quanto abile a dissimulare, evidentemente mi tradii; d’altra parte parlare al telefono mentre un grosso cane ti sta inculando non è mica semplice!
Mia madre conosceva molto bene le mie consuetudini puttanesche e mi sgamò al volo. Mi gridò nel cellulare: “Con quale ti stai rotolando nella melma?”. Cercai di dissuaderla alla meno peggio. Imbarazzata e irritata, affermai che non ero in una porcilaia; con me non c’era nessun “uomo” (e mi sentii sollevata perché dicevo il vero). Se solo avesse percepito che mi stavo facendo montare da un cane, non so quanto altro me ne avrebbe tirato in faccia, povera donna. Meglio sorvolare e tentare di negare l’evidente piacere che il bravo Holly continuava ad elargirmi con tanta ostinata generosità.
Non so come, ma riuscii a convincerla che ero sola o almeno fece finta di crederci. So solo che chiudemmo la telefonata abbastanza in fretta, in quanto temevo che il cane, infastidito dalle voci, potesse abbaiare o interrompere la monta. Non l’avrei sopportata quella interruzione. Una delusione non era nei programmi. Per quanto tempo mi montò non lo so esattamente. La durata della monta fra gli animali è molto più lunga ed estenuante della umana.
Quando fanno sesso gli animali possono continuare per ore intere nelle condizioni ideali. Holly continuò, continuò e continuò a montarmi per un tempo infinito ed io cominciavo a cedere al dolore non tanto dell’ano, ma più che altro dalla permanenza sotto il suo peso, anchilosata nella stessa posizione. Cominciavo a non sopportarne il peso considerevole, data la sua stazza. Cercai di sottrarmi a quel carico eccessivo e tentai di allontanarlo senza usare maniere forti per paura di irritarlo e farlo diventare aggressivo. Ovviamente il cane non se la dette ad intendere. Ormai stava godendo troppo.
Provai ripetutamente a rialzarmi, cambiare posizione, ma con esiti fallimentari. Il cane mi schiacciava giù con tutta la sua forza e non aveva voglia di staccare l’attrezzo che continuava a pompare dentro il serbatoio. Ormai il povero mio intestino tracimava. Forse Holly aveva intenzione di punirmi, come per dirmi: “Hai voluto che ti montassi? Adesso stai li finché non ho finito!” Le gambe e le braccia non le sentivo più, addormentate dalla posizione supina, mentre il busto e la schiena dolevano per lo sforzo di sopportare quel peso massimo; solo il mio culetto sembrava ancora voglioso di cazzo e se la godeva, bellamente aprendosi, il traditore, ad Holly.
Il tempo sembrava non passare più. Solo nel tardo pomeriggio, mentre esausto mi facevo sbattere, inerte, come carne da macello, tra le zampe del cane, finalmente, Holly si decise di smettere di versare nella mia brocca sbrecciata. Gli spruzzi, che fiottavano nella mia pancia e che mi auguro fossero tutti di sperma, smisero. Così, piena come un otre, con l’ano allargato e arrossato come quello di un babbuino, ero ormai ridotta ad uno straccio. Ingravidata dal cagnolone, gemendo e godendo, subendo e soffrendo tutti gli istanti della monta, giacevo inerte. Lui sì, una volta svuotato, soddisfatto, si sdraiò sulla mia schiena leccandomi contento, impedendomi di respirare. Si era calmato, tornando il giocattolone di sempre. Dopo un po’ si staccò da me. Respirai, finalmente; aveva ritirato il suo tirabusciò dal collo della mia bottiglia. Scese a terra con un salto, scrollando e sgrullando il pelo, sbadigliando soddisfatto. Potevo cercare di sollevarmi dal letto con le poche forze rimaste, mentre fitte di dolore e di indolenzimenti allucinanti tempestavano la mia schiena.
Fu necessario attendere un po’ di tempo distesa, ansimando, prima che potessi mettermi a sedere, allungando le gambe fuori del letto. Gli arti anchilosati dalla troppa immobilità non risposero subito. Dovetti aspettare che la circolazione tornasse regolare, massaggiandomi alternativamente braccia e gambe, prima di potermi rimettere in piedi, mentre Holly, felice e incosciente, scodinzolava avanti e indietro dal corridoio alla camera da letto.
Appena fu possibile, mi diressi in bagno per ripulirmi, barcollando e sostenendomi alle sedie, alle pareti e a tutto ciò di stabile che trovai lungo il percorso. Respirai profondamente e mi accostai allo specchio, dopo aver chiuso la porta. Non volevo che Holly entrasse. Ne avevo fin troppo di lui dentro di me. Mi affacciai dinanzi alla specchiera; il viso era tirato, esausto, pallido e i capelli, lisci lunghissimi erano disordinati, arruffati, sembrava che mi fosse passato sopra un treno. Mi girai di tre quarti per guardarmi la schiena che mi bruciava. Vistosi graffi rossi mi solcavano il dorso dal collo alla vita; dolevano, ma, per fortuna, non sanguinavano.
Mi ero tolta uno sfizio, ma, a quel punto, non sapevo se il prezzo ne era valsa la candela e, infatti, ne stavo pagando lo scotto. Comunque, i giorni successivi permisi al cane altre libertà e abusi della mia sessualità. Prima che Ken tornasse a riprendersi il cane, mi concessi ancora a Holly che completò tre o quattro monte su di me ogni volta che lo chiamavo in camera da letto. Ormai era esperto e subito si metteva nella posizione migliore per infilarmelo dentro con maestria. Non si perdeva più in preamboli e uggiolava, mentre il suo pene gonfio per l’inturgidimento mi fotteva il culo per un’ora intera.
Occorreva ogni volta una pazienza infinita perché potessi staccarmi da lui. Ma io comprendevo e assecondavo la sua esigenza e mi imponevo di sopportare abbastanza bene quel comportamento pur di provare e riprovare l’ebbrezza di quei coiti ripetuti che mi provocavano eiaculazioni continue. Nel giro di un’ora riuscivo a svuotarmi completamente le palle, anche se dovevo sbrodolare a vuoto col mio bastone gonfio anche senza bisogno dell’aiuto della mia mano. Tuttavia, per i giorni seguenti avevo preso delle precauzioni e mi coprivo la schiena con una coperta che tenevo legata sulle spalle e in vita, mentre mi montava. Inoltre, per alleggerire il peso non mi distendevo più completamente, come avevo fatto il primo giorno, perdendo il controllo di me e del cane, ma mi appoggiavo ad un sedia posta di traverso sul letto, in modo da sostenermi ed alleggerire il peso quando l’animale mi copriva completamente.
Riuscii a limitare di subire ogni volta la tortura della prima monta per effetto delle sue unghie e dei dolori di schiena e degli arti a seguito del suo peso. Potetti così godermi, con più serenità e completezza, più volte quel suo bel cazzo lungo e sottile, senza problemi.
Al suo padrone non dissi mai nulla. Conoscendolo, so che non mi avrebbe cazziata, anzi, si sarebbe pure eccitato all’idea di sapermi montata dal suo cane. Ho preferito che scoprisse da solo la novità, perché, come si era abituato Holly, gli avrà sicuramente avanzato la stessa “richiesta” sessuale, dato che tanto lo amava. Sono sicuro che il bravo Holly ha saputo soddisfare anche il suo padrone così come ha saputo incontrare i miei “gusti”. Au revoir…
(Rivisitazione: per gentile concessione rielaborato e arricchito da un racconto di una cara
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3 months ago
Nina69,
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Una domenica iniziata come tante altre ….
Voglio raccontarvi un viaggio in treno di inizio d'estate di qualche anno fa perché non è stato ordinario come tanti altri ma estremamente divertente.
Dovevo andare per lavoro ad un meeting nella sede centrale dell’azienda per cui lavoravo. Non avevo proprio voglia, ma se devi, non hai scelta. Quindi ho preso il treno nel pomeriggio per essere in hotel la sera e, quindi, puntuale all’indomani mattina per l’incontro.
Sono salito sul treno, ho cercato uno scompartimento libero, mi sono seduto e ho preso qualcosa da leggere dallo zaino. Con alcune ore di viaggio davanti a me, era l’unica cosa da fare. Il treno partì perfettamente in orario e io cominciai a leggere.
Ero seduto e totalmente rilassato ma le cose sarebbero cambiate velocemente.
Dopo pochi minuti dalla partenza, una ragazza bruna sui vent'anni, magra, grandi tette e incredibilmente carina, aprì la porta dello scompartimento e chiese: “Sono liberi i posti?”.
Ho risposto con un “Sì, è tutto libero. Puoi sederti dove vuoi!”
Lei sorrise, prese la sua borsa, la posò su un posto vuoto e si sedette.
Era davvero carina, indossava una gonna corta e una maglietta attillata da dove trasparivano in modo chiaro le sue forme.
La ragazza aprì la borsa, prese anche lei un libro e cominciò a leggere.
Avrei voluto continuare a leggere anche io, ma ora era più difficile con una presenza così carina nello scompartimento, semplicemente non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
Mentre stavo sognando ad occhi aperti, sono stato svegliato bruscamente dal controllore che voleva vedere i biglietti.
Gliel'ho dato, lui l'ha timbrato e poi me lo ha restituito.
La ragazza frugò freneticamente nella borsa alla ricerca del biglietto, ma non riuscì a trovarlo. Non trovò nemmeno il suo porta documenti e i suoi soldi.
Il controllore le disse che, se non fosse riuscita a trovare il suo biglietto, avrebbe dovuto pagarne uno nuovo.
Ma la ragazza non aveva i soldi necessari, quindi il controllore le disse che avrebbe dovuto farle una multa e farla scendere dal treno alla successiva fermata.
Ascoltando la discussione, ho chiesto quanto sarebbe costato il biglietto e mi è stato risposto che il costo era di 17€: “OK, nessun problema” risposi “pagherò io il biglietto alla ragazza!”.
Il controllore ha preso i miei soldi ed ha emesso un nuovo biglietto, ha salutato ed è andato via.
La ragazza ringraziandomi si presentò: “Sono Anna, grazie per avermi salvata. Non so proprio dove siano finiti biglietto e soldi. Li avrò dimenticati alla biglietteria o qualcuno mi ha derubato.”
Risposi: “Oh, sono stato felice di averti aiutato, comunque mi chiamo Bruno.” Poi con una battuta ironica tanto per sdrammatizzare la vicenda appena conclusa continuai dicendo con un sorrisino: “Poi puoi restituirmi i soldi, ti lascio i dettagli del mio conto."
Lei aggiungendo ironia alla mia ironia e mi rispose: “Posso inventarmi qualcosa di diverso e più divertente per rimborsarti il costo del biglietto.”
Rimasi interdetto, non sapevo cosa volesse dire quindi spontaneamente mi venne di chiederle: “Cosa vuoi dire? La mia era una battuta, non è necessario ridarmi i soldi.”
“Non ti darò indietro i soldi, penso ad altro. Te lo faccio vedere!”, sorrise in modo malizioso. Andò alla porta dello scompartimento, la chiuse e tirò le tende.
Mi sentivo molto eccitato, avevo capito davvero quello che pensavo avrebbe fatto?!
Lei venne di nuovo da me, si sedette proprio accanto e mise la mano proprio sul cazzo.
Il mio piccolo amico se ne è accorto subito e premeva contro l'interno dei miei pantaloni.
Sembrava che le piacesse che il mio cazzo le rispondesse direttamente.
"Pensi che io sia carina?" chiese.
"Sì, da quando sei entrata non riesco più a concentrarmi. Non riesco più a toglierti gli occhi da dosso."
A queste parole, lei mi ha aperto i pantaloni tirando giù la cerniera e ha messo la mano dentro sul mio cazzo e me lo ha accarezzato attraverso i boxer.
È stata una bellissima emozione, questo viaggio stava diventando sempre più eccitante.
Gli ho fermato la mano e le ho chiesto: ”Pensi sia sicuro farlo qui, in uno scompartimento di un treno?”
Lei rispose: "Oh, il treno si fermerà di nuovo tra molto tempo, non entra più nessuno dopo la precedente fermata e la tenda è chiusa, il controllore è già passato quindi non ripasserà, nessuno può vedere attraverso la porta!" probabilmente era proprio così, saremmo stati tranquilli per un po’, in ogni caso non mi importava.
Lasciando libera la sua mano sono andato a fare un'escursione sotto la sua maglietta.
Lì ho preso in mano una delle sue tette calde e l'ho massaggiata delicatamente, sembrava che le piacesse.
"Oh, la maglietta è proprio fastidiosa, aspetta ..." con queste parole se la tolse, poco dopo il reggiseno era anch’esso sul sedile.
I suoi seni erano davanti a me in tutta la loro bellezza, per me erano irresistibili, li presi con entrambe le mani e li massaggiai ben bene e poi vi seppellì il viso.
Cavolo, è stato fantastico! Il profumo della sua pelle era inebriante.
Lei, nel frattempo, ha infilato la mano sotto i miei boxer, continuando a masturbarmi, poi, molto velocemente ha abbassato un po' i miei pantaloni e i boxer in modo da avere libero accesso alla mia verga.
Si avvicinò lentamente con il volto, leccò la cappella, poi giù per tutta l'asta, di nuovo su e... poi lo infilò completamente nella sua bocca.
La sensazione calda e umida mi fecero fare dei gridolini di piacere e dissi: “Oh mio Dio, è così calda la tua bocca, semplicemente meravigliosa.”
Succhiava e leccava in modo perfetto. Dentro, fuori, su, giù, sinistra, destra, veloce, lenta. Nel frattempo, ho provato a slacciarle la gonna, ci sono riuscito dopo qualche tentativo e la tolsi.
Indossava un minuscolo tanga, uno spettacolo. Facendomi aiutare da lei, gli sfilai anche quello e rimase totalmente nuda davanti a me. Uno spettacolo bellissimo ed eccitantissimo.
Lei lasciò andare il mio cazzo duro e si sdraiò sulla panca.
Mi sono adagiato su di lei, prima l'ho baciata, poi ho spostato la lingua verso i suoi seni, le ho leccato i capezzoli, ... le è sfuggito un gemito: “Si … sì … mi fai morire … continua a scendere c’è la mia figa e il mio clitoride che ti attendono.”
Continuai sul suo ventre piatto e sexy, sul pube, quindi direttamente tra le gambe.
Cominciai leccandole la fessura con la lingua, ogni tocco la attraversava come un fulmine, vibrava di piacere.
L’apoteosi fu quando presi con la lingua il suo clitoride e lo leccai intensamente.
Con un gridolino di goduria mi disse: “Si … sì … mi piace … continua ti prego!”
La sentivo vibrare poi, all’improvviso, mi disse: "Fanculo, fottimi, qui e ora, ora! Lo voglio tutto dentro."
Non avevo bisogno di sentire altro, mi sono posizionato in modo da poter mettere il cazzo dentro, e l'ho spinto lentamente ma in profondità.
Lei aiutò il mio movimento muovendo il suo ventre verso di me e mi ritrovai completamente dentro di lei.
“Dai, vai, vai, scopami … scopami!”
Ho iniziato con spinte lunghe e lente, poi più veloci e in profondità. Dentro, fuori, dentro, fuori, a volte completamente fuori e poi completamente dentro.
Cavolo, è stato fantastico, quando oggi sono entrato nel treno non avrei mai immaginato di potermi scopare una bella e giovane ragazza arrapata.
Ho tirato fuori il mio cazzo, mi sono seduto e gli ho chiesto: "Dai, siediti su di me e cavalcami!"
Immaginavo che fosse ancora più eccitante farsi scopare da lei.
Lei venne da me di spalle, si sedette sul mio palo e se lo infilò di nuovo dentro muovendosi su e giù con molta intensità.
Con la mano si massaggiava il clitoride accentuando il suoi gemiti di piacere.
Oh, mio Dio, pensavo che il mio cuore si sarebbe fermato a causa di tutta l'eccitazione, ero in estasi, faceva così caldo.
Non avrei potuto resistere ancora a lungo, quindi l’avvisai: "Sto per venire!”
Lei, subito dopo, mi disse: “Sto venendo anche io … trattieniti un attimo voglio godere!” poi quasi immediatamente dopo: Vengo … vengo … vengo!!!”
Un fremito violento le percorse tutto il corpo, sentì la sua figa contrarsi e scorrere lungo il mio cazzo un getto di liquido caldo, in parte raggiunse il pavimento.
Capì che quel rilascio di liquido fosse da mettere in relazione al suo godere, una sorta di eiaculazione femminile, era una cosa che non mi era mai successa prima. Direi molto bella come sensazione ed eccitante come situazione.
Anna si è liberata velocemente, poi si è inginocchiata e mi ha succhiato il cazzo fino a farmi godere.
Le ho sparato il mio seme direttamente in gola e lei l'ha ingoiata diligentemente tutto e mi ha leccato il cazzo fino ripulirlo completamente.
Era stata una situazione davvero contorta, ma era quello che sognavo accadesse ogni qual volta viaggiavo in treno.
Lei si è rivestita lentamente, io mi sono alzato i pantaloni e ci siamo seduti di nuovo.
"Carissima, è stato fantastico!" era tutto ciò che potevo dire.
“Anche per me, non l'ho mai fatto al primo incontro e soprattutto su un treno, non so cosa mi sia successo oggi, però è stato davvero fantastico. Sarebbe potuto entrare qualcuno da un momento all'altro e questo mi ha fatto eccitare in un modo indescrivibile."
Non potevo che essere d'accordo con Anna, non avevo mai provato niente di più caldo.
Poi arrivò l'annuncio della prossima fermana dove lei doveva scendere.
Avevo recuperato tutte le mie forze dopo l’amplesso, avevo ancora del viaggio davanti a me per raggiungere la mia meta finale.
Anna uscendo dalla scompartimento mi ha detto semplicemente: “Ciao, magari ci rivedremo sul treno, ne sarei felice!”, poi se n’è andata.
Istintivamente ma irrefrenabilmente, ho preso velocemente il mio zaino e sono corso fuori dal treno per provare a parlarle ma, sfortunatamente, lei era già in compagnia di un uomo.
Il treno nel frattempo è ripartito. Ho pensato: “Bene, allora prenderò il prossimo per continuare il mio viaggio.”
C’era ancora del tempo di attesa, quindi, sono andata in un negozio a comprare qualcosa da bere e poi sono tornata ai binari.
Anna e il suo amico erano ancora lì, mi sono seduto su una panchina per attendere il treno.
Ho tirato fuori il libro per leggere nell’attesa.
Ho visto che il ragazzo che era con Anna mi stava osservando, probabilmente tra di loro avevano parlato di me.
Ho cercato di concentrarmi sul mio libro, ma ovviamente era difficile perché non riuscivo a togliermi Anna dalla testa. Il solo pensiero di lei mi faceva drizzare il pene.
Il giovane si accorse che ero distratto e pensieroso e, quindi, si avvinò e si presentò: “Ciao, mi chiamo Domenico. Stai leggendo qualcosa di interessante?"
Lo guardai e risposi: "Piacere, io mi chiamo Bruno. Beh, in realtà non è particolarmente interessante, speravo di distrarmi un po’ nell’attesa del treno!"
"E’ dove stai andando?”
Ho pensato per un momento: “Cosa vuole questo qui? Magari è geloso della sua ragazza, speriamo bene.”
Quindi gli ho risposto: “Sto andando ad un seminario di lavoro programmato per domani mattina!”
“Oh sì, io invece oggi torno finalmente a casa dopo tanto tempo.”
Pensai: “Interessante … ma perché me lo dice?”
Sfortunatamente non riuscivo ancora a togliermi dalla testa Anna che nel frattempo era andata via. Era evidente la mia eccitazione dal gonfiore dei miei pantaloni. Ho provato a nasconderlo, ma senza successo.
Domenico l'ha notato e ha iniziato a sorridere: "Vedo che sei eccitato, come mai?"
Ero imbarazzato, ho cercato di trovare una scusa, ma non ha funzionato; quindi, gli ho risposto in modo provocatorio immaginando che lui sapesse già tutto: "Ho avuto un vero e proprio incontro di sesso una ragazza molto sexy prima sul treno, e beh, è stato davvero carino fare sesso con lei!” Ho iniziato a sorridere.
Domenico non ha manifestato nessuna reazione, quasi si immaginasse le mie parole, quindi disse: “Non avevi paura che qualcuno vi vedesse?”,
“Sì, sì, ma ad un certo punto questa paura è svanita, ero troppo eccitato! Purtroppo, sarà difficile che ci possa essere un seguito con quella bella ragazza.”
Lui rispose: “Non è detto, c’è sempre la possibilità di un ulteriore round. Io credo che ad Anna possa interessare. E anche a me.”
Rimasi interdetto a quella risposta, mi sono guardato intorno e non vedendo Anna che evidentemente era andata via, mi feci coraggio e gli dissi: “Dove e quando, in un altro viaggio in treno? Improbabile.”
Domenico rispose:” No, a casa mia. Io ora ci vado e se vuoi puoi venire con me. È proprio qui di fronte alla stazione. Può darsi che Anna sia già lì o verrà più tardi. Che ne dici andiamo?”
Senza rispondere, in trance, mi alzai e lo seguì.
In effetti la sua casa era a pochi metri dalla stazione, siamo entrati in un ampio portone e poi abbiamo raggiunto il suo appartamento al primo piano, era un ambiente accogliente e ben arredato.
Domenico, appena entrato, nell’appoggiare le chiavi sul tavolo, fece scivolare il cellulare a terra.
Istintivamente si è piegato per raggiungere dove era caduto, abbassandosi mi ha mostrato le sue chiappe sode.
Wow, ho pensato: “Che bel culo che ha!!!” e il mio cazzo ha ripreso a drizzarsi.
Poi mi è passato per la mente: “Ma qual è il modo migliore per dirglielo?!”
Ho raccolto tutto il mio coraggio e gli ho semplicemente toccato il culo con la mano.
Ora c'erano due opzioni: o mi cacciava da casa, oppure accettava la mia provocazione.
Lui saltò in piedi perché non si aspettava una cosa del genere e si voltò verso di me.
Mi sorrise e mi desse: "Vedo che ti piace il mio fondo schiena … speravo che succedesse. Ci pensavo da quando ti ho visto in stazione!"
Si è avvicinato, mi ha fatto sedere nel divano e si è seduto accanto a me e ha iniziato ad accarezzarmi tra le gambe.
Fece scivolare lentamente la mano sotto la mia maglietta e mi accarezzò dolcemente il ventre.
Ho lasciato che lui prendesse l’iniziativa. Immaginavo cosa potesse accadere di bello da lì a poco. Prendendo il treno quel pomeriggio non me lo sarei aspettato nemmeno nei più rosei sogni.
Ad un certo punto si è inginocchiato davanti a me, poi mi ha tolto la maglietta e ha iniziato a baciarmi e accarezzarmi il collo e il petto.
Nel frattempo, io gli ho accarezzato con le mie mani la testa.
Poco dopo mi ha aperto la cerniera dei pantaloni, li ha semplicemente abbassati assieme al boxer e ha cominciato a farmi un pompino.
Era tutto così assurdo ed eccitante, prima una ragazza davvero sexy aveva avuto il mio cazzo in bocca e poi nella sua figa e ora lui, semplicemente indescrivibile.
Ho rantolato la mia goduria, gli ho fatto segno di fermarsi e gli ho tolto la maglietta, per massaggiargli il petto e i suoi capezzoli fino alla pancia tonica.
Mi sono sfilato i pantaloni e gli slip e poi gli ho aperto la cerniera dei suoi pantaloni.
Per prima cosa gli ho infilato la mano e gli ho massaggiato il cazzo, era già piuttosto grosso.
Ho iniziato a masturbarlo lentamente. Poi gli abbassai i pantaloni insieme agli slip, lui se li è sfilati in un attimo. Rialzandosi ha quasi sbattuto il suo cazzo sulla mia faccia.
Giocavo anche con le mani con il suo sacco e sul suo perineo, cosa che lo faceva impazzire.
Gemette e mi disse: “Ora devi fottermi, voglio il tuo cazzo dentro di me. Ti prego scopami il culo.”
Si girò inginocchiandosi sul divano e appoggiandosi con le braccia sullo schienale dello stesso. Davanti a me si presentò il suo culo sodo e senza peli. Uno spettacolo davvero piccante.
Ho capito le sue intenzioni e ho iniziato a baciargli prima le natiche, e la mia lingua è andata lentamente alla sua destinazione finale, il suo buco del culo.
Era già un sogno e quando ho toccato il suo buco del culo con la lingua per la prima volta, ero completamente estasiato.
Un brivido piacevole lo percorse e mi disse: "Adesso inizia a fottermi, sono così eccitato!"
Così ho cominciato a leccarlo, tra le natiche, fino al perineo e ritorno.
Volevo scoparlo, quindi gli ho appoggiato la mia verga tra le sue natiche; quindi, ho fatto pressione sul suo sfintere per penetrarlo. Era poco lubrificato e trovai difficoltà a farlo entrare dentro; quindi, lo massaggiai con il glande cercando di lubrificarlo, cosa che sembrava piacergli particolarmente.
Lui chiedendomi di nuovo di scoparlo, mi ha dato del lubrificante che prima aveva appoggiato vicino noi.
Ho aperto il tubetto di gel lubrificante, ne ho messo tanto sul mio cazzo duro, l'ho cosparso lungo l'asta. Poi ho distribuito il lubrificante sulla sua calda entrata.
Prima l'ho scopato con il dito lubrificando anche l’interno dello sfintere; quindi, ho iniziato a infilare lentamente il cazzo.
Domenico però non aveva molta voglia di andare piano, quindi ha insistito e mi ha gridato: "Dai, fottimi, scopami il culo con forza, io sono completamente arrapato!"
Ho sentito il calore del suo sfintere quando, all'improvviso, spingendo un po’, la porta si è aperta.
Ho cominciato a muovermi dentro di lui con una certa intensità.
Sono rimasto scioccato quando ho sentito e poi visto Anna entrare nell’appartamento.
Domenico non sembrava essere particolarmente infastidito dalla sua presenza e mi disse: "Dai, continua a scoparmi!!! Non preoccuparti di lei."
Anna è entrata, ha chiuso la porta e mi ha detto: "Adesso fai quello che ti chiede. Fottiti il culo di Domenico, non a tutti è permesso scoparselo!"
L'intera faccenda mi sembrava un mistero, ma in qualche modo non mi importava, ero troppo eccitato. Quindi ho continuato.
Anna, per nulla scossa, si tolse lentamente i vestiti, strisciò sotto me e Domenico e cominciò a succhiargli il cazzo.
Mi sarei aspettato tutto, ma non questo.
La situazione mi ha spronato ancora di più e ho continuato a fargli il culo con una intensità tale da farlo urlare.
“Si … siiiii … continua a fottermi così … mi stai facendo morire.”
All'improvviso ho sentito una lingua sul mio buco del culo. Anna aveva smesso di fare un pompino a Domenico e ora mi leccava le chiappe.
Non riuscivo quasi più a concentrarmi, faceva così caldo, ero frastornato dalla situazione.
Ho tirato fuori il mio cazzo dal culo di Domenico. Loro, insieme, hanno iniziato a giocare con la mia verga.
Situazione semplicemente arrapante, due persone armeggiavano sul mio pene.
Beh, volevo divertirmi di nuovo con Anna, quindi le ho detto di girarsi e darmi le sue chiappe cosa che ha fatto. Poi l'ho impalata con il mio cazzo direttamente nella sua figa da dietro.
Stavo scopando con lei e avevo perso di vista Domenico. Ero al settimo cielo quando all'improvviso ho percepito una sensazione di calore sul culo.
Ho capito di cosa si trattasse, Domenico mi stava baciando e leccando il culo, lo stava massaggiando con la sua lingua assieme alle mie palle.
Senza dire nulla, ha spinto dentro il mio sfintere un dito ed ha iniziato a scoparmi lentamente mentre io scopavo Anna.
Dove dire che la sensazione era molto eccitante, non avrei mai pensato che potesse piacermi. Anche se era una dei miei sogni erotici più ricorrenti: scopare una ragazza mentre un ragazzo mi leccava da dietro.
Dopo non molto Anna continuando a masturbarsi il clitoride, con un urlo liberatorio, si irrigidì e poi inizio a vibrare per via del suo orgasmo: “Si … sì … vengo …. vengo .. non fermarti fottimi … fottimi!!!”
La situazione era troppo eccitante e non ho resistito a lungo, ho gridato: "Sto arrivando! Vengo … vengo!!!" poi ho scaricato la mia crema calda direttamente nella faccia di Anna che nel frattempo aveva sfilato il mio cazzo dalla sua figa e si era girata a succhiarmelo.
Mentre il mio orgasmo si scatenava inondando di sperma il volto, collo e seno di Anna, tutto il mio tratto intestinale si stringeva e si contraeva, sentivo ogni spinta delle dita di Domenico ancora più intensa e all'improvviso lui scaricava il suo seme tra le mani di Anna che nel frattempo lo stava masturbando.
Cadiamo tutti a terra esausti, poi ci sediamo sul divano con Anna in centro e noi due ai suoi lati.
Ci abbracciamo soddisfatti per il sesso. Dopo qualche chiacchiera ci rivestiamo.
Dovetti andare via velocemente per poter proseguire il mio viaggio. Il treno che dovevo prendere sarebbe passato da lì a poco.
Quindi li salutai e raggiunsi la stazione.
Ero ancora tanto eccitato e sentivo su di me gli odori degli umori di Domenico e di Anna.
Avevo trascorso un pomeriggio meraviglioso con due partner eccezionali che mi hanno donato del sesso molto coinvolgente.
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Al2016,
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Cagna da monta
Prima parte
Siamo una coppia sposata da 20 anni Lei 47 e Lui 50 e nel corso della nostra vita assieme abbiamo avuto varie esperienze nel mondo bsdm. Da 2 anni a questa parte con molti alti e bassi abbiamo intrapreso un percorso di educazione per farmi diventare una schiava. Negli ultimi mesi il mio percorso sta evolvendo, lentamente ma con costanza e ultimamente il Mio Padrone gironzolando in internet ha visto questi video di donne che vengono scopate da cani. Me li ha fatti vedere durante le mie sessioni, ha scoperto che mi eccitano ed ha deciso che anch'io devo provare questa esperienza. Devo dire che in effetti sono eccitanti e sono curiosa ma ho anche paura che sia molto doloroso. Per me è importante fare questa esperienza perchè fa parte del mio percorso da schiava, diventare una vera cagna e soddisfare il mio Padrone. Ed eccoci qui, è arrivato il momento tanto atteso, da questa mattina alle 10 fino a domani sera alle 18 sarò una vera cagna e passerò la giornata assieme al mio amico Zag ed ai suoi padroni Carlo e Luca, 2 grandi amici che condividono il cane e la passione per il BSDM. Arriviamo a casa di Zag puntuali alle 10, il Padrone suona il campanello e i proprietari di casa ci fanno entrare. Appena dentro casa senza nemmeno salutare il Padrone mi fa spogliare nuda, mi mette il collare e mi fa mettere a 4 zampe.
Da questo momento fino a domani non sarò più Puttana ma cagna. Mi fanno andare in salotto a conoscere il mio amico Zag, che appena mi vede mi viene incontro, mi lecca la faccia e si strofina come per farsi coccolare. Mi siedo e gli faccio un po di coccole, in un attimo siamo già amici e i nostri Padroni soddisfatti ci accarezzano sulla testa per darci sicurezza. Zag non aspetta nemmeno un secondo, mi gira dietro la schiena e comincia a leccarmi figa e culo. Io comincio subito a bagnarmi, la sua lingua calda mi piace tanto. Comincio a sudare perchè capisco che Zag è gia pronto alla monta, il cuore mi batte forte ma non vedo l’ora di avere la mia “prima volta”. Mi metto in posizione mentre Zag continua a leccarmi, mi sale sulla schiena e aiutato daCarlo comincia a cercare la mia figa. La trova subito e con 2 colpi secchi mi inserisce il suo cazzo grosso nella figa. Io gemo, è stato doloroso all’inizio, un colpo secco ma ora che continua a pompare è bellissimo, sento tutta la sua grandezza che mi riempie e tanto liquido caldo che cola dentro e fuori dalla figa. Dopo nemmeno 20 colpi si ferma, si è formato il nodo e non può più muoversi. Luca lo tiene fermo dentro di me mentre lo accarezza e gli dice bravo, anch’io ricevo le carezze e dolci parole dal mio Padrone mentre aspettiamo che il nodo si sgonfi. Sono stanca ma molto contenta della prima esperienza con Zag.
Quando finalmente esce dalla mia figa lo sperma comincia a colare dappertutto e Zag da bravo cane lo lecca per pulirmi. E’ ora dei bisogni, ci aprono la porta del giardino e da bravi cagnolini usciamo per fare pipì. In giardino c’è anche la ciotola dell’acqua e ne approfitto per berne un goccino. E’ difficile bere a quattro zampe, ma con un pò di pazienza riesco a bere a sufficienza per rinfrescarmi. Dopo qualche corsa in giardino rientriamo perchè Zag ha ancora voglia di montarmi e si è già ripreso totalmente. Ricomincia a gironzolare dietro di me e lecccarmi culo e figa. Questa volta il mio Padrone mi fa mettere un pochino più bassa con il culo e capisco che l’intento è quello di farmelo sfondare da Zag. Mi sale sulla schiena e comincia a spingere. E’ più difficoltoso entrare nel buco del culo e perciò lo fanno scendere dalla mia schiena, mi mettono un pò di lubrificante, il mio padrone allarga un pochino il buco con 3 dita, dopo averlo allargato Zag mi risale sulla schiena. Questa volta anche se con più difficoltà entra. Sento un forte bruciore e lancio un urletto di dolore e piacere assieme, è grosso ma entra tutto senza problemi, comincia a pompare e sento di essere riempita forte, questa volta i colpi sono di più, e lo sento ansimare sulla mia schiena. Il nodo si forma all’esterno del buco del culo e quando si ferma, stanco e soddisfatto esce velocemente dal mio culo e comincia a leccarmi.
A quel punto me lo portano davanti alla bocca e il mio Padrone mi obbliga a fare un pompino a Zag che ha ancora il cazzo duro. Comincio leccandogli l’asta, ha un sapore strano ed è molto grosso. Lo prendo in bocca, è veramente molto grande e lungo, finisco il pompino pulendo tutto il cazzo del cane. Ora mi sento proprio umiliata e sporca, una vera cagna e Puttana che gode con un cane, spero però che nelle prossime ore possa anch’io venire durante la monta di Zag. Finito il pompino è il momento di tornare in giardino. Facciamo tutti e 2 la cacca nel prato questa volta, un sorso d’acqua e poi via a correre e giocare con la pallina che trovo in giardino. Ormai sono quasi le 14 e comincio a sentire fame, è ora di pranzo e anche Zag ha fame. Arriva una ciotola di pasta riscaldata con dentro riso soffiato e carne a pezzetti. Capisco che la ciotola è unica e che devo dividerla con Zag. Lui comincia a mangiare, io mi avvicino e comincio a mangiare anch’io. Finito
il pastone che ho condiviso con Zag sono stremata. Il Padrone mi porta a dormire. Il mio
giaciglio è un vecchio materasso che devo condividere con Zag. Poco dopo che mi sono rannicchiata per dormire Zag mi si sdraia accanto e in poco tempo ci addormentiamo.
Secondo parte
Ad un certo punto vengo svegliata bruscamente, non so che ore sono e non capisco cosa sta succedendo. I Carlo e Luca mi portano in giardino dove faccio i miei bisogni, poi mi fanno un bel clistere e senza preavviso un getto d’acqua che proviene dalla gomma del giardino mi inonda. E’ il momento del bagno, mi insaponano e poi sempre con la gomma mi risciacquano. A questo punto vengo bendata e mi vengono messe polsiere, cavigliere e un anello in bocca per tenerla bene aperta. Mani legate dietro alla schiena vengo accompagnata in casa e fatta inginocchiare al centro dell’ampio soggiorno. Sono inerme e vulnerabile, rimango li per un tempo che sembra interminabile anche se scopro poi essere solamente 10 minuti. La saliva mi gocciola sulle tette, non riesco a deglutire e sono spaventata. Il cuore comincia a battere forte e dentro di me una vocina dice: “stai tranquilla, non succede niente”. Ascolto e percepisco tutti i rumori e gli odori che mi circondano, comincio a bagnarmi perchè l’ignoto tanto fa paura quanto mi eccita molto, Spero dentro di me che ci sia l’incontro con diversi uomini che non posso vedere.
Suonano alla porta. Il mio desiderio si avvera…. entrano dei ragazzi ma non so quanti sono, comincio a sentire i passi, sento i loro profumi, mi vedono e cominciano a parlare:”guarda questa puttana, è proprio una cagna, mi sa che possiamo fare ciò che vogliamo, non può muoversi ne toccarci, oggi ci divertiamo.” Provo a distinguere le voci e contare dentro di me quanti potrebbero essere ma sono troppi per capirlo con certezza. A metà dei miei pensieri mi arriva una forte sculacciata sul sedere, caccio un urlo di dolore e piacere insieme, non me la aspettavo, poi una frusta comincia a vischiarmi la schiena e il culo. Non riesco a deglutire e la mia sbava comincia ad essere molta. Mi mettono le pinze alle tette e alle grandi labbra attaccate ad una cordicella. Ogni tanto qualcuno tira la cordicella e io gemo. Le sculacciate continuano fino a farmi dei bei segni sul culo e con il culo bello rosso mi sdraiano per terra e cominciano a far colare la cera. Brucia perchè molto sensibile ed io comincio a piangere. Mi sento umiliata ed usata, so che non posso parlare e l’unica cosa che posso fare è piangere dal dolore. Logicamente questo non li ferma. Mi tolgono l’anello, mi rimettono in ginocchio ed uno alla volta cominciano a scoparmi in bocca. Pompano vigorosamente e mi fanno venire gli sforzi di vomito, sputo e ricomincio fino a quando tutti non provano il piacere della mia bocca. Poi mi mettono sdraiata con il culo per aria, mi sputano su figa e culo e cominciano prima a scoparmi la figa, poi il culo e poi tutti e due assieme. Sono inerme e cerco di godermi ogni singolo momento, è difficile, mi stanno usando come una troia e non posso fare assolutamente nulla, solo subire. Li sento ansimare e venire, sento caldo sul mio corpo, dentro e fuori, ogni tanto una sculacciata mi fa sussultare, mi fa male dappertutto ma io sono una schiava e devo resistere per far godere il mio Padrone che mi sta guardando. Quando tutti sono venuti mi sento prendere dal mio Padrone per le braccia, mi libera le mani e mi mette a 4 zampe, finalmente mi toglie la benda. I ragazzi sono tutti in cerchio. Mentre conto il numero di 8 presenti e posso finalmente vederli in faccia mi rendo conto che sono uno schifo, sono coperta di sborra che mi esce da tutti i buchi, mi sento sporca e umiliata, mi hanno usata a loro piacimento e sporcata dappertutto, sono esausta e mi fa male dappertutto. Sono però soddisfatta del fatto che loro hanno goduto tutti e questo grazie a me.
A quel punto arriva Zag che vedendomi lì pronta a 4 zampe non ci pensa neanche un secondo, mi sale sulla schiena e mi monta davanti a tutti. Appena salito sulla schiena cerca la mia figa, comincia a pompare ma non la trova, scende dalla schiena e comincia a leccarmi la figa, è molto eccitato e lo sento che ansima, ci riprova e questa volta aiutato da Carlo riesce a trovare il buco. Entra subito e comincia a pompare vigorosamente. Tutti mi guardano. alcuni mi incitano, alcuni incitano Zag, altri mi insultano dicendomi che sono una vera cagna schifosa. Qualcuno scatta delle foto, mi sento forte, sto dando spettacolo, cosa che probabilmente nessuno di loro aveva mai visto dal vivo, mi sto eccitando sempre di più e sono consapevole che è vero, sono una cagna e mi piace far godere le persone che mi stanno guardando. Sono fiera di essere la schiava di Padrone Michele e sento attorno a me l’invidia di tutti quegli uomini che vorrebbero una donna così al loro fianco. Mentre sto pensando a tutto ciò vengo davanti a tutti con un orgasmo potente e prolungato mentre Zag ancora sta’ pompando.
I ragazzi se ne vanno e vengo accompagnata alla mia cuccia dal mio Padrone che mi lega con le mani dietro le ginocchia in modo da garantire a Zag accesso a culo e figa. Le luci si spengono e anche i nostri padroni se ne vanno lasciandoci soli. Zag mi monta altre 2 volte, una in figa ed una in culo, poi anche lui esausto si addormenta. I nostri padroni tornano dopo le 22 e ci trovano addormentati. La mia figa e il mio culo sono oscenamente aperti ma la mia espressione è di felicità, è stata una giornata intensa e difficile, ma positiva.
Terzo racconto
Dopo una lunga dormita assieme a Zag i padroni vengono a svegliarci, Appena alzati veniamo accompagnati a fare i bisogni in giardino, mi scappa proprio forte la pipì e farla in giardino comincia a piacermi. Per colazione mi servono delle crocchette e un po’ d’acqua come a Zag, nella ciotola. Le ciotole sono 2, una per me ed una per Zag, all’inizio resto riluttante, non sono mangiabili le crocchette per cani. Poi mi avvicino alla ciotola e sento dal profumo che la mia ciotola non contiene crocchette per cani ma biscottini a forma di crocchette. Lì ho capito perchè le ciotole erano divise. Comincio a mangiare, si fa fatica a deglutire ma con calma e pazienza e bevendo un pochino d’acqua ogni tanto riesco a finire la mia colazione.
Io e Zag poi cominciamo a giocare in giardino, corriamo dietro alla palla e faccio un po di capriole nel prato. Mentre mi preparo per una capriola sento la lingua di Zag che mi lecca la figa, è pronto di nuovo alla monta, lì in giardino all’aperto. Non faccio nemmeno in tempo ad accorgermi che me lo ritrovo sulla schiena e con un colpo secco mi entra nella figa. Ormai il cazzo entra senza problemi e comincia a pompare. Non ha nemmeno più bisogno di aiuto e spinge talmente in fondo che il nodo si fa dentro. Carlo accorre per tenerlo fermo mentre aspettiamo che si abbassi l’eccitazione di Zag e mi possa liberare dal nodo. Una volta staccato come il giorno prima vengo lavata e risciacquata con la gomma da giardino e riaccompagnata in casa.
Arrivata in soggiorno i 3 padroni mi fanno inginocchiare per terra su un materasso e cominciano a spogliarsi. Capisco che oggi tocca a loro, mi mettono a turno il cazzo in bocca per eccitarlo e farlo diventare duro. Poi Carlo comincia a leccarmi la figa ed il culo, Luca mi palpa le tette e Michele continua a farsi fare un pompino. Ad un certo punto il primo comincia a scoparmi e quello che mi palpava le tette mi mette il cazzo in bocca. Il terzo comincia ad allargarmi il culo con le dita, quando è abbastanza largo si sdraia sul materasso, mi fanno sdraiare sopra di lui e mi infilano il cazzo nel culo. Mi piace e comincia a pompare per farlo entrare bene. Quando è tutto dentro Carlo comincia a pompare per scoparmi la figa in una doppia meravigliosa. Io urlo dal piacere e in quel momento il Michele mi infila il cazzo in bocca per non farmi urlare e comincio a spompinarlo. Sono eccitatissima ed anche loro, si muovono in sintonia in modo da riempirmi e da non uscire dai buchi.Dopo alcuni momenti quasi come se si fossero messi d’accordo vengono tutti e tre assieme dentro tutti i miei buchi, Mi riempiono di sborra e sgocciolo da paura.
Appena finiscono arriva Zag e sentendo tutta quella sborra si eccita di nuovo. Comincia a leccare la sborra dai miei buchi e una volta pulito tutto mi sale sulla schiena e mi monta per l’ennesima volta. Senza problemi trova la mia figa ormai enorme e pronta a prendere qualsiasi cazzo e mi riempie di sborra anche lui. Finito di pompare scende dalla mia schiena e veniamo riaccompagnati in giardino per fare i bisogni e giocare un pochino.
Ormai siamo tanto amici e gli piace rotolarsi in giardino con me e correre a più non posso. Tra un gioco e l’altro si è fatta l’ora di pranzo e non vedo l’ora di mangiare. Mi portano in cucina e vedo che la tavola è preparata per 3, ancora una volta mi tocca il pavimento. Ma questa volta scopro che il mio pranzo è particolare, mi fanno andare sotto la tavola, i 3 padroni si siedono e tirano fuori il cazzo. Cominciano a mangiare e capisco che il mio dovere è fare un pompino per ciascuno. Comincio con il primo, su e giù per l’asta, sempre più veloce e sempre più in gola. Lo sento gemere fino a quando aumento la velocità e mi viene in bocca. Lo ingoio tutto senza perderne neanche una goccia, è il mio pranzo e non va sprecato. Dopo un attimo di ripresa d’aria passo al secondo ed al terzo, Stessa scena, li spompino partendo piano piano e poi sempre più veloce e profondo in modo da eccitarli e farli venire nella mia bocca. Finito il mio lauto pranzo vengo riportata in soggiorno dove Zag sta facendo un riposino dopo il suo pranzo.
Appena mi vede comincia a scodinzolare, so che cosa vuol dire questa sua felicità, è di nuovo pronto a montarmi. Mi metto a 4 zampe sul materasso ed essendo stanca morta mi cedono un pò le gambe. Zag non perde l’occasione di salirmi sulla schiena ed essendo io più accasciata questa volta nel pompare trova il buco del culo. Dopo la doppia di questa mattina è ormai largo anche quello e lui entra senza fatica anche nel buco del culo. Comincia a pompare e lo sento che ansima, mi viene nel culo molto velocemente, non so nemmeno come fa ad avere tutte queste energie, finito di pompare e riempita fino all’orlo scende dalla mia schiena e torna in giardino a fare pipì. Il mio Padrone mi mette in ginocchio per farmi svuotare dallo sperma di Zag e quando smette di colare la sborra mi riporta in cuccia e chiude la porta. Mi sono meritata un bel riposino e mi addormento stremata. Tutto sommato sembra una giornata tranquilla.
Ormai sono una cagna, non parlo da 2 giorni e posso solo guaire e ricercare attenzioni avvicinandomi ai padroni per farmi accarezzare. Mi sto davvero immedesimando nella parte, fare la cagna è divertente ma molto umiliante, sta cominciando a diventare difficile non potermi rapportare alle persone che mi circondano se non abbaiando o guaendo. Anche lo stare a 4 zampe non è facile, mi fanno male i polsi e le ginocchia, mangio a fatica e bevo troppo poco, sto facendo fatica a recuperare e sono molto stanca. Psicologicamente mi sento annullata, sto pensando a come mi devo comportare essendo una cagna da 1 giorno intero e mi sto concentrando per non parlare e non alzarmi in piedi. Non sto pensando a nient’altro che a questo e mi sto godendo ogni momento e godimento del mio Padrone, nella speranza che sia fiero di me.
Quarto parte
Alle 16 vengo svegliata dal suono del campanello. Il padrone di casa va ad aprire e entra una coppia sui 40. L’uomo è distinto e porta un bel vestito nero, la donna una mini mozzafiato ed un top da cui si intravedono due grossi piercing ai capezzoli di forma circolare. Ad un secondo sguardo vedo che la donna porta un collare da schiava e dalla gonna scende una specie di coda, anche lei è una schiava come me.
Ad un cenno dell’uomo la donna si mette a 4 zampe e corre verso di me. mi gironzola attorno e mi annusa il culo ed io ricambio il saluto facendo lo stesso e mi rendo conto che ha un plug anale. Il mio buco del culo è ancora pregno della sborra di Zag e lei lo pulisce accuratamente leccandolo con molto piacere. Veniamo portate in giardino dove facciamo la pipì e ci puliamo a vicenda come due brave cagne, leccandoci dappertutto. Poi si unisce a noi anche Zag e cominciamo a giocare tutti e 3 assieme, facciamo capriole e corriamo per il prato. Si vede che Zag la conosce.
Ad un certo punto i nostri Padroni si accordano per una competizione, si gareggia a chi riporta prima la pallina. Passiamo diversi minuti nel prato a correre e riportare il gioco ai nostri Padroni fino a quando il Padrone della mia nuova amica le toglie il plug che è veramente enorme e le lascia il buco del culo aperto. Io vengo fatta sdraiare nel prato ed aspetto che lei mi salga sulla pancia e mi mette la sua figa in faccia. Io comincio a leccarla e sento tutti i suoi umori in bocca. Mentre la lecco sento che lei fa lo stesso con la mia figa e comincio ad eccitarmi come non mai. Prima che lei possa raggiungere un orgasmo si avvicinano i nostri Padroni ed uno alla volta cominciano a scoparla in figa ed in culo. Io nel mentre continuo a leccarle il clitoride e quando i Padroni vengono uno per volta il loro sperma mi inonda la faccia e sentendomi tutta bagnata ingoio quello che mi arriva in bocca e cerco di pulirmi il più possibile con la lingua. Mentre io continuo a leccare arriva anche Zag che non resiste a questa posizione pronta della mia amica, le sale sulla schiena e comincia a cercare il culo. Mi sposto leggermente per lasciarlo entrare con più facilità ed appena trova il buco e comincia a pompare io ritorno a leccarle la figa e le palle di Zag assieme. Mentre Zag pompa ed io lecco anche lei continua a leccare la mia figa e all’improvviso all’unisono veniamo tutti e 3 assieme in un orgasmo molto intenso. Quando Zag esce dal buco del culo tutto il suo sperma mi arriva in faccia e mi inonda la bocca. Esauste e contente ci aiutano a staccarci, Zag viene preso da Carlo e portato in cuccia, io e la mia amica schiava invece rimaniamo in giardino a pulirci a vicenda, io lecco il suo buco del culo inondato dai Padroni e da Zag, poi lei pulisce la mia faccia inondata dalla sborra di tutti.
Si sono fatte ormai le 18 e per noi e’ ora di tornare a casa. Tutte e due veniamo fatte alzare e mandate a fare la doccia, finalmente in piedi dopo 1 giorno intero a 4 zampe. Non mi sembra vero che posso ancora camminare, le gambe sono incriccate e mi ci vuole un pò prima di riuscire a stare dritta. Nella doccia l’acqua è calda e noi entriamo assieme e ci laviamo a vicenda. E’ bello sentire le mani delicate sul corpo che mi lavano come se volesse prendersi cura di me dopo alcune ore intense condivise assieme.
Quando torniamo in salotto pulite e rigenerate tutti compresa la nuova schiava mi fanno un lungo applauso di gradimento e tutta la fatica e le emozioni di queste ore prendono il sopravvento. Comincio a piangere, un pianto liberatorio e di gioia, ce l’ho fatta. Sono riuscita a mantenere il ruolo assegnatomi ed accettare tutte le scelte dei Padroni senza ribellarmi. Ho liberato la mente e non ho pensato a nulla se non al fatto di far godere tutti del mio comportamento e della mia devozione al Padrone, facendo invidia a chi non possiede una schiava, facendo godere tutti quelli che mi hanno incontrata in questa esperienza. Mi sento sicura di poter essere guidata a fare tutto senza essere giudicata e senza sentirmi sporca perchè ho trovato altre persone che come me hanno delle esperienze che non fanno male a nessuno e che godono nel condividere la stessa esperienza. Mi rendo conto poi che posso finalmente parlare e ringraziare tutti, Carlo, Luca, la coppia e il mio Padrone per la magnifica esperienza passata mentre tutti assieme beviamo un gin-tonic. Dopo esserci fatti la promessa per un prossimo appuntamento salutiamo e guidiamo verso casa.
Nota a margine
Il mio Padrone mi ha commissionato la scrittura di un racconto per provare a lasciare andare la fantasia, non pensare a cosa mi piace e cosa no ma a quello che vorrei succedesse in determinate situazioni. All’inizio l’ho cominciato pensando proprio a quello che in questo momento sarei disposta ad accettare con tutti i miei limiti. Poi piano piano, mano a mano che scrivevo ho cominciato a sciogliermi un pò e a non pensare alle mie restrizioni mentali ma a scrivere tutto ciò che mi passava per la mente immedesimandomi nelle varie situazioni senza avere paura di trovarmi realmente in quelle situazioni. Mi è piaciuto molto scrivere questa storia, è stata dura solo all’inizio ma poi mi sono divertita molto a cercare dentro di me cose sempre più trasgressive e lo rifarei sicuramente anche se non ho molta fantasia. Questo modo di pensare alle situazioni e cioè scrivendo liberamente mi ha fatto crescere come schiava per quanto riguarda il fatto di cercare di abbattere i paletti mentali che ho e che credo tutti abbiano, poi non è detto che si vivranno realmente queste situazioni, ma se dovesse succedere ho un pensiero costruito in merito che penso possa aiutarmi ad affrontare la situazione nel migliore dei modi, non è una cosa sconosciuta. Questo è un racconto di fantasia ma molte cose descritte potrebbero diventare realtà e il fatto di averle già affrontate scrivendole mi fa pensare che avrò meno paura ad affrontarle realmente.
A tutti quelli che leggeranno questo racconto chiedo di farmi sapere cosa ne pensate e se avete voglia potete condividere i vostri pensieri con me.
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L'intrus* (parte 2)
Tornato a casa trovai la mia ex a letto che dormiva, e decisi di raccontarle tutto la mattina seguente. Andai in bagno e mi segai, ancora al pensiero di quella strana notte in spiaggia.
Il giorno dopo le raccontai tutto, e lei prima fece un po' la gelosa, poi eccitati dal racconto scopammo da dio, e alla fine mandò un messaggio alla nostra amica "Ah bravi porcelloni, senza di me eh?!". Lei rispose prima preoccupata di aver tradito la nostra amicizia, e poi capì che era ironica e con un messaggio ci disse "Rimedieremo".
Da quel momento in poi, ritornando sull'argomento la mia ex ripeteva che "Quindi ora tocca a me farlo da sola...". Ed era giusto, a me l'idea eccitava da morire. L'occasione arrivò non molto più tardi. Mi raccontò che c'era un collega a lavoro che le sembrava ambiguo, pareva ci provasse con lei, ma sapeva che era fidanzata. Un bel ragazzo, più giovane di noi di 4 o 5 anni, alto, muscoloso. Insomma ben messo. Me lo fece vedere sui social, un bel ragazzo davvero. La mia reazione fu un secco "Te lo faresti?". Lei sorridendo maliziosa rispose con un altrettanto secco "E certo!". Avevamo raggiunto un accordo, ora bisognava creare l'occasione. Io le dissi di fare un po’ la gatta morta con lui a lavoro, senza dare nell’occhio, in modo che poi sarebbe stato lui a fare una eventuale prima mossa. Non ci volle molto.
L’occasione fu un turno di lavoro in cui erano da soli loro due, in attesa poi del cambio turno con altri 2 colleghi. Alla reception di un hotel lo spazio è stretto e passando uno davanti all’altro si rischia di strusciarsi un po’ “involontariamente”. Lei mi raccontò… che lo fece apposta, inarcando la schiena e permettendo a lui di apprezzare le rotondità del suo culetto. E lui non perse tempo, ripassando dietro di lei, nel cingerla leggermente con una mano, fingendo di non volerla sfiorare, mentre con la patta dei pantaloni le accarezzava i glutei raccolti dalla divisa attillata. Si guardarono sorridendo e maliziosi, e capirono che potevano spingersi oltre.
Arrivò il primo collega per il cambio turno, e lui si diresse verso gli ambienti privati dei loro camerini, guardando lei, come a volerle dire di seguirla. Lei, da brava e dolce zoccola qual era, con lo scusa di dover andare in bagno detta al collega, lo seguì dopo poco. Entrando nei camerini, lui si stava cambiando, era senza camicia, solo con i pantaloni. E lei gli disse “Ah, ti stai cambiando?! Scusami…”, e lui per tutta risposta le disse “Se vuoi mi fermo, o puoi aiutarmi tu”. Lei a quelle parole (mi ha detto) sentì la sua figa bagnarsi all’istante, e sorridendo da troia gli si avvicinò, si alzò appena sulle punte e non perse attimo per infilargli la lingua in bocca, e una mano nei pantaloni. Il suo cazzo diventò pian piano duro, e glielo tirò fuori iniziando una dolce e lenta sega. Volevano proseguire ma si ricordarono che erano ancora a lavoro, e lui le disse “Ci vediamo fuori appena finisci? Ti aspetto con la macchina e mi segui, ok?”, e lei le fece cenno di sì, lasciandolo lì a cazzo duro, e leccandosi la mano dei suoi liquidi. Tornò in postazione, e da lì a poco lui andò via salutando tutti, e lei aspettando il suo cambio turno, con una voglia e calore tra le gambe che ormai stentava a trattenere.
Mi mandò un whatsapp “Ci siamo baciati nei camerini, e mi ha chiesto di seguirlo dopo lavoro”. Io la chiamai eccitato “Dici sul serio? E che è successo?”, e lei mi raccontò del bacio, della piccola sega, del suo bel cazzo duro, e che credeva volesse proseguire dopo lavoro, in qualche posto appartato in macchina. Le chiesi se le andasse e mi rispose “Sì, voglio scoparmelo!”, e io ancora più eccitato le chiesi di chiamarmi e lasciare il cell nascosto in modo che io potessi sentirli. Ma poi decidemmo di no, magari eravamo a rischio di esser sgamati. Quindi era deciso, ci sarebbe stata e poi mi avrebbe raccontato tutto. E così fu…
Dopo un paio d’ore, ormai era tarda notte, mi chiamò: “Sto tornando a casa”. Aveva il fiatone, e io ero già a cazzo duro pronto ad assaporare quella storia… Andò più o meno così: arrivato anche il suo cambio turno, si cambiò al volo e uscendo dal parcheggio lo vide un po' più in là che la aspettava. Gli fece cenno di seguirlo, e si diressero verso uno di quei posti da coppiette per il carsex vicino al mare. Lei scese dalla sua auto e andò da lui, entrò, si posizionò sul sedile passeggero e si salutarono, imbarazzati ed eccitati. Lui le si avvicinò, con una mano sulla sua gamba, e con il viso sempre più pronto alla sua lingua, che in un attimo furono nuovamente intrecciate ed insalivate, mentre le mani già si muovevano senza controllo tra le reciproche gambe. I pantaloni si slacciarono così facilmente, lei rimase in perizoma, ormai fradicio, lui tolse anche gli slip, e fece svettare il suo cazzo, duro e pronto a ricevere lussuria. Lo guardò e pian piano si abbassò verso il suo cazzo, iniziando a leccarlo dolcemente, fino a soffocarsene in un pompino da vera troia. Lui ansimava, lei lo insalivava e succhiava, lui la spingeva sulla testa con la mano, lei rispettava i tempi e ingoiava.
“Voglio sborrarti in gola amore, sei una troia!” le gridai io al telefono mentre me lo raccontava, e la sua risposta fu “Ah, porco, anche tu?!”. Quella risposta mi fece eccitare ancora di più, e riprese a raccontare… Lui le chiedeva di andarci piano perché voleva anche scopare, e nel mentre aveva due dita nella sua figa grondante di umori. Lei voleva assaggiare la sua sborra, era determinata a farlo venire e poi dopo a concedergli la figa per un bis. “Vai piano, così vengo” le diceva, e lei invece avvolgeva la sua asta con la lingua e ne aveva la bocca piena, fino a quando non lo fece sborrare! Tutto in gola, ingoiando tutto. Che puttanella, lo ripulì tutto e si staccarono un attimo. Non sembravano stanchi, e lei gli fece “Quindi vuoi anche la mia figa?”. Lui a quelle parole iniziò a toccarsi, come a volerlo rimettere in forze per scoparsela. Ci mise qualche minuto in più, mentre lei si mise a pecora verso di lui, masturbandosi la figa e toccandosi il culo. Lui iniziò a leccare, figa e culetto, inumidendo la rosetta e bevendo umori dalla sua figa. E il suo cazzo tornò duro. Prese un preservativo, lo indossò dicendole “Questa volta non mi sfuggi”, e le avvicinò il cazzo alla figa, massaggiandogliela. Fu lei a dirgli “Sono la tua troia stasera!”, e in quel momento iniziò a cavalcarla a pecora.
Fu allora che mi chiese “Ti stai segando, vero?”, e al mio sì aggiunse “Fermati e aspettami, sto parcheggiando, ho voglia di te!”. Mi fermai e la attesi, a cazzo duro, pronto a darle un’altra dose di sborra, scopandola come più voleva.
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Alessio3Bt, 41
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Il matrimonio svedese.
Mi chiamo Fausto, ho 47 anni, sono alto m. 1,88, capelli neri ma dalle tempie bianche, occhi marroni, fisico possente, ma non grasso. Sono sposato con Milena, una bella donna, mia coetanea ed abbiamo un figlio, Luca, che, oggi, ha 32 anni ed è sposato anche lui. Abito in una villetta bifamigliare, la cui rimanente parte è occupata da mio fratello, che ha tre anni più di me. Lui ha una figlia di nome Anna, di 29 anni. C'è sempre stato un buon rapporto, tra me e mia nipote. Si è sempre confidata con me, perché io per lei son sempre stato lo zio simpatico e disponibile. Tutto questo nasce dal fatto che lei e mio figlio, fin da ragazzi, sono stati molto insieme a me e, anche crescendo, il nostro modo di divertirci e di andare in giro è sempre stato costante e divertente. Fin quando Luca non si è sposato, entrambi stavano sempre con me, sia che si andava a pesca, attività in cui Anna è bravissima, oppure alla partita, essendo tifosi della stessa squadra; oltre questo si andava in giro nei boschi a cercar funghi. Siamo stati molto tempo insieme ed è per questo che, crescendo, per lei sono rimasto come un punto di riferimento. Inoltre essendo io un imprenditore edile e mio figlio geometra, lavora nella nostra ditta anche Anna come contabile e questo ha rafforzato di più la nostra familiarità. A 22 anni si è innamorata di un ragazzo e, dopo quattro anni di fidanzamento, si è sposata con lui. Sembrava una coppia abbastanza felice, invece, nel giro di un anno, si son separati per incompatibilità di carattere. All'inizio non mi era chiaro in cosa consistesse questa incompatibilità e, dal momento che tra noi due, c'era molta confidenza, ebbe a spiegarmi che tutto era derivato dal fatto che, sia da fidanzati, che da sposati, avevano fatto sesso non più di una ventina di volte, dovendo riconoscere che, in 5 anni, quelle venti volte, erano davvero poco. Come imprenditore edile, conosco tante persone e ce n'è una in particolare, con cui ero legato da tanto tempo sia per amicizia che come compagno di lavoro. Antonio era una persona schietta, allegra, solare, capace di sorridere anche nei momenti più duri. Titolare a sua volta di una ditta per lavori idraulici, collaborava quasi sempre con me nella realizzazione dei miei progetti edili, cui affidavo sempre tutto ciò che riguardava l'idraulica. Era sposato con Giulia, una bella donna molto amica di mia moglie. Un giorno lui è caduto da un tetto, mentre montava una grondaia ed è morto. Per tutti noi è stato un dolore immenso e allora ho creato una piccola società con sua moglie, inglobando nella mia anche la sua azienda, continuando a collaborare, garantendo, così, a lei una costante risorsa economica in grado di farle mantenere sua figlia Alessandra. Quest'ultima ha la stessa età di Anna, sono andate a scuola insieme e sono amiche in quanto si conoscono da sempre, essendo le nostre famiglie molto unite. Immaginavo già un bel matrimonio tra mio figlio e Alessandra, ma lei si è fatta conquistare dagli occhi azzurri di uno splendido svedese a nome Sven, che ha incontrato durante gli anni di università e, dopo la laurea in economia aziendale, lei lo ha seguito nel suo paese natale, la Svezia. Per la madre è stato un ennesimo colpo, ma, nello stesso tempo, era felice, perché la figlia, in questi 6 anni di convivenza, le aveva regalato due splendide nipotine. Quest'anno, a giugno, hanno deciso di convolare a nozze e, così, la nonna è volata a Stoccolma ed ha invitato tutti noi a raggiungerla per partecipare al matrimonio. Anna, addirittura, è stata invitata come testimone di nozze della sposa e Giulia mi ha chiesto se, in qualità di quasi zio e in considerazione che ero stato padrino di Alessandra al battesimo, ero fossi disposto ad accompagnare la sposa all'altare. Quando eravamo prossimi alla partenza, mia moglie ha dovuto declinare l'invito perché impegnata in quanto primaria in una clinica privata, che si occupa di procreazione assistita, così come ha dovuto rinunciarvi mio figlio, essendo incorso nel più stupido degli incidenti con la moto: una caduta da fermo. Cadendogli la moto sulla gamba, in prossimità di uno scalino, gli aveva procurato una bella frattura, perciò, alla fine, da quattro persone invitate, ci siamo ridotti solo in due, io e mia nipote Anna. Un mercoledì di giugno, nel primo pomeriggio ci siamo imbarcati su un volo diretto a Stoccolma. L'aereo era mezzo vuoto, su una capienza di circa 200 persone, eravamo circa una settantina di passeggeri e così, io e lei, ci siam trovati seduti ai nostri posti, senza aver altre persone intorno, se non viaggiatori nelle poltrone più avanti o più indietro. Questo esser da soli, ci ha permesso una confidenza tale da dialogare tra noi in maniera anche piuttosto discreta ed intima. Nel parlare, Anna mi ha riferito delle sue nuove conoscenze maschili, che le riempivano il periodo post divorzio; io l’ho messa in guardia, allertandola sui malintenzionati e di valutar bene ogni situazione che le si presentava. Poi le ho chiesto il vero motivo del divorzio e lei mi ha aperto il libro.
«Aveva scoperto d'esser gay. Prima di conoscermi, lui aveva avuto delle relazioni omosessuali e, poiché i suoi genitori non ne erano a conoscenza, si era fidanzato con me, nella speranza di poter tenere nascosta questa sua inclinazione, coprendo il tutto con una normale vita matrimoniale, mentre, in realtà, continuava ad incontrare i suoi amichetti segretamente. Negli anni di fidanzamento, non mi ero mai accorta di questa sua distorta sessualità, altrimenti non lo avrei sposato, ma, quando mi ha messo quasi davanti al fatto compiuto, non me la son sentita di accettare di dividerlo con un altro maschio. Capisci, Fausto (nei nostri dialoghi Anna mi chiama sempre per nome, senza usare il termine zio), come potevo fare a competere con i suoi amanti gay? Son sicura che anche tu ti sentiresti in difficoltà se dovessi competere con una donna che insidia tua moglie!»
A me è venuto da sorridere e lei mi ha guardato un po' incuriosita.
«Perché ridi? Ho detto qualcosa di tanto strano da farti divertire?»
Ho visto che nessuno ci ascoltava e così le ho spiegato una cosa, che lei non sapeva.
«Ho sorriso perché, tra me e tua zia Milena, c'è un accordo che ci fa superare queste situazioni.»
Anna mi guarda sbigottita.
«Cosa? Che tipo di accordo hai fatto con Milena?»
Ora sono io a sorridere.
«Con lei ho fatto un accordo molto semplice: se ti accompagni ad un altro, sia maschio che femmina, me ne devi mettere a parte.»
Anna mi guarda incredula, poi cerca di capire se sto scherzando o meno.
«Ma dai, non ci credo! Ti stai prendendo gioco di me! Com'è possibile che un bell'uomo come te, possa accettare che sua moglie, che ammetto esser una bella donna, possa andare con un altro per poi venirtelo a raccontare? Ma sei serio a dire queste cose?»
Osservo attentamente la sua faccia e mi rendo conto che sta per davvero aspettando una mia spiegazione.
«Tutto è cominciato quando è nato tuo cugino. Come sai, a tua zia hanno dovuto praticare il taglio cesareo, perché il feto non era posizionato bene per il parto. L'estate successiva, siamo andati al mare e lei era molto intristita per non sentirsi più al meglio della sua procacia, affermando che il suo corpo, dopo il parto, era diventato poco attraente ed il seno sembrava quello di una vacca da latte. Eravamo in Sardegna e, allora, l'ho portata su una spiaggia non tanto affollata e l'ho invitata a mettersi in topless, per verificare se davvero passasse inosservata o, piuttosto, avrebbe attratto l'attenzione di più di un maschio. Ti assicuro che gli ronzavano intorno come mosche sul miele. Più di uno, le ha mostrato il pacco duro e, solo perché c'ero io, con un bambino piccolo accanto, non è successo che qualcuno osasse farsi avanti e provare ad insidiarla. In quell'occasione, le ho anche chiesto se desiderasse scopare con qualcuno di loro, ma lei, estremamente soddisfatta e perfettamente appagata nella sua completa autostima, ha declinato l'offerta, affermando che era sufficiente sapere che ancora riusciva a suscitare interesse in altri maschi. Così, in quel momento, abbiamo concluso il nostro patto: io le ho chiesto di esser sempre onesta e sincera con me, se le fosse capitato di andare a scopare con qualcuno ed io mi sarei comportato allo stesso modo, se mi fosse capitato di farlo con altre donne.»
Anna mi guarda affascinata.
«Cavolo: è incredibile una cosa del genere! E ... ha funzionato?»
«Certo che ha funzionato. Lei, da allora ad oggi, ha scopato con altri tre maschi ed io ho fatto altrettanto con altre tre donne e poi, insieme, abbiamo fatto anche uno scambio di coppia.»
È rimasta affascinata da quelle mie parole.
«Cavolo: questa me la devi raccontare! Mi stai dicendo che tu e la zia avete fatto sesso insieme ad un'altra coppia?»
Annuisco e lei insiste per avere tutti i dettagli di quella esperienza.
«È successo casualmente qualche anno fa, mentre eravamo in vacanza in Portogallo. Siamo andati sull'isola di Tavira e, una volta lì, abbiamo scoperto che si trattava di una spiaggia nudista. Dopo qualche attimo di incertezza, ho invitato tua zia a mettersi nuda e lei, senza nessuna esitazione, si è spogliata completamente e, scherzando, ha detto che avrebbe voluto verificare chi, di noi due, avrebbe avuto più successo. Ammetto che lei partiva molto avvantaggiata, avendo uno splendido corpo, ma, ben presto, mi son reso conto che anch'io suscitavo un certo interesse e, non tanto per il mio aspetto fisico di certo abbastanza gradevole, quanto per quella specie di particolare dono, che mi ritrovo tra le gambe. A detta di tua zia, il mio è un bel gioiello, che soddisfa appieno le esigenze di una donna, sia per lunghezza che per spessore, perché, ad averlo dentro, ti dà la perfetta contezza di esser di fatto riempita.»
Vedo gli occhi di Anna brillare e poi sorridere, maliziosa.
«Dopo un po' che eravamo sdraiati al sole, una folata di vento ha fatto volar via l'ombrellone che era accanto a noi e che è finito addosso a me. Subito gli interessati son corsi verso di me, scusandosi, e così abbiamo scoperto che erano anche essi due italiani. Una coppia del Trentino che, quando ha capito che eravamo italiani anche noi, ci hanno invitato a trascorrere il resto della giornata sotto il loro ombrellone e scambiare facezie in allegria. Essendo camperisti, a sera ci hanno invitati a cena nel loro camper e ti assicuro che, per noi, è stata una vera sorpresa scoprire la bontà di quel tipo di vacanza, mai preso in considerazione. La cosa bella fu che, durante la cena, si son verificate tante situazioni, abbiamo fatto ricorso a tanti doppi sensi, insomma tutte cose che ci hanno fatto capire che desideravano giocare con noi e, così, dopo cena, ci siamo trasferiti sul retro del camper, sopra un comodo letto matrimoniale, dove abbiamo fatto sesso per tutta la notte. In tutto il resto della vacanza, siamo stati insieme ed abbiamo scopato le nostre donne insieme, con assiduità. A volte l'abbiamo fatto in doppia penetrazione oppure ci siamo goduti le performances femminili nel leccarsi tra di loro, mentre noi maschi le esortavamo a fare di più. Ne è nata una bella amicizia e, se ricordi bene, lo scorso anno, io e tua zia siamo andati a trascorrere il capodanno in montagna, a casa di questi nostri amici, che avevano organizzato un cenone insieme ad altre cinque coppie, con le quali, la notte di capodanno, abbiamo fatto un’orgia di quelle spettacolari!»
Vedo lo stupore e la contentezza negli occhi di Anna.
«Mamma mia, Fausto, questo sì che è godersi la vita! Ho sempre pensato che tu e zia siate due persone solari e schiette, ma ora ne ho la assoluta certezza. A volte, osservo mio padre e mia madre che si cornificano a vicenda, e non dire che non te ne sei accorto, con il rischio di rovinare il rapporto familiare, mentre, invece, basterebbe semplicemente esser due persone intelligenti, come te e zia, così da non perdersi niente di quanto può offrire la vita. Perciò, se un giorno decido di avere un altro compagno, vorrò che sia un uomo intelligente come te!»
Arrivati a Stoccolma, ci vengono incontro Giulia e Sven. Il neo sposo è il classico vichingo: alto, biondo, occhi azzurri, spalle larghe; noto che Anna ne rimane piacevolmente affascinata. Raggiungiamo il loro paesino, che si trova dall'altro lato di un lungo fiordo, che termina davanti alla città di Stoccolma. Essi, invece, abitano in una piccola insenatura di questo fiordo, dove ci sono una ventina di case e l'attività della famiglia di Sven: una immensa segheria. Veniamo accolti in maniera molto cordiale e le due ragazze si baciano ed abbracciano, felici di rivedersi. Ci accompagnano in un punto, dove ci hanno riservato una camera, spiegando che, purtroppo, non esistono strutture alberghiere nel loro piccolo paese e, il sopraggiungere improvviso e imprevisto di altri parenti dello sposo, li aveva costretti a riservare a noi due un'unica stanza, situata sopra la rimessa delle barche di un amico di Sven. Salita una piccola scala, entriamo in quella che è una cameretta non troppo grande, ma ben riscaldata. Oltre l'ingresso, in un angolo c'è un letto matrimoniale, tutto rigorosamente fatto in legno. Adiacente all'ingresso, sul lato destro, c'è un bagno abbastanza grande, con una doccia molto capiente. Lasciamo i nostri bagagli e subito Alessandra trascina me e Anna, a cena dai suoi futuri suoceri. La cena di benvenuto è stata apprestata all'interno di una sala, dove è riunita un po' tutta la scarsa popolazione di quel paese: una trentina di persone tra uomini, donne, bambini e ragazze di età diversa. Durante la cena, prendo atto di esser oggetto delle attenzioni di tante belle signore, ma, anche e soprattutto, di ragazze giovani. In quel momento, non comprendo il motivo di tanto interesse, ma è Anna che, una volta finita la cena e trovandoci da soli in camera nostra, mi spiega questo dettaglio.
«Accidenti, Fausto, tutte ti mangiavano con gli occhi. Secondo me, la metà di esse avrebbero voluto esser qui con te, in questo momento!»
Le chiedo una spiegazione a tanto interesse e lei mi guarda un po' stupita.
«Che cosa non hai capito? È un po' come è successo ad Alessandra! Da noi, i maschi son tutti mori, con gli occhi scuri, di conseguenza, quando capita uno biondo, con gli occhi chiari, suscita molto interesse e, forse non l'hai notato, ma stasera tu eri il maschio più desiderato presente in quella sala, perché sei un bel moro, alto dall'aspetto imponente, come i loro maschi, ma, soprattutto, hai dei meravigliosi occhi marroni. Se poi avessero modo di scoprire che sei anche munito di un ottimo arnese tra le gambe, allora dovrei preoccuparmi che, per ricondurti a casa, dovrei prendere un'ambulanza, perché ti prosciugherebbero di sicuro anche il midollo spinale!»
Ci mettiamo a ridere e poi giunge il momento di andare a letto. Anna subito si spoglia per farsi una doccia.
«La doccia la faccio io per prima!»
Immediatamente ha cominciato a spogliarsi, sino a rimanere in slip e reggiseno, prima di scappare in bagno. Era la primissima volta che vedevo mia nipote quasi nuda: aveva un corpo bellissimo. Alta, mora, con i capelli lunghi alle spalle, il seno alto e tondo con areole ben marcate, che si notavano al di sotto del reggiseno sottilissimo, e capezzoli grossi. Il ventre piatto e la fighetta, coperta da un sottile perizoma quasi completamente sparito tra le natiche, lasciavano scoperte due chiappe davvero invitanti. Le cosce poi, lunghe e snelle, sembravano due colonne stupende. Ammetto che, per la prima volta, ho visto in lei la donna, non la nipote, ed ho ricacciato indietro certi pensieri impuri che mi erano venuti, cercando di non alimentarli. Mi son spogliato e preparato per la doccia e poco dopo è arrivata lei, avvolta nel suo telo doccia, con un asciugamano attorcigliato sulla testa.
«È il tuo turno. L’acqua è caldissima, da favola.»
Appena entrato in bagno, mi son accorto che, nonostante tutti gli sforzi, avevo il cazzo duro. Finita la doccia, son tornato velocemente in camera, avvolto nel mio telo; avevo già indossato gli slip, mentre ho visto che, sulla sedia, accanto al letto, erano visibili reggiseno e pantaloncini del pigiama di lei.
Si è girata e mi ha suggerito di restare leggero.
«Fausto, con il caldo che c'è, non ti consiglio di indossare il pigiama. Inoltre, non c’è lenzuolo, ma una bella coperta imbottita di piuma d’oca, che di sicuro mette addosso un caldo pazzesco!»
In effetti dentro la camera, la temperatura era gradevolissima e, così, ho voluto aderire al suo consiglio, mettendomi a letto con indosso i soli slip e maglietta. Nell'atto di alzare la coperta, ho visto che anche Anna indossava la parte di sopra del pigiama e gli slip, ma ho fatto finta di niente e, solo per cercare di stemperare la tensione, ho preso un cuscino e l’ho piazzato in mezzo, tra lei e me. Ne scaturì una risata incontrollabile, ma fu lei stessa a smorzarla, ironizzando.
«Fausto, dai: non ti comportare da coglione. Metti via questo cuscino: credi sia la prima volta che dormo con un uomo?»
La stanza era avvolta in una leggera penombra. Ero rimasto girato verso di lei e la mia mente era in completo turbinio. Non riuscivo a prender sonno, nonostante il viaggio e la stanchezza, per la prima volta mi sentivo in difficoltà con lei. Le ero girato di spalle e, d'improvviso l’ho sentita avvicinarsi a me, sino a sfregare le sue cosce sulle mie ed i suoi seni che premevano sulla mia schiena. Mi ha accarezzato la schiena, forse convinta che stessi già dormendo. Son rimasto immobile e lei, dopo un attimo, si è girata dall'altra parte, appoggiando le sue natiche sulle mie. Non ne potevo più, mi sentivo il cazzo durissimo e, così, mi sono girato anch'io e, non essendoci tanto spazio, giocoforza gliel’ho appoggiato sul culo; un paio di minuti o, forse solo pochi secondi, e subito dopo lei si è mossa, ha sfilato gli slip ed anche la parte di sopra del pigiama. Poi ha di nuovo appoggiato il culetto contro il mio cazzo durissimo ed ha preso a sfregarcisi sopra. Per un po', l'ho lasciata fare, poi mi sono scostato e messo supino. Lei si è girata e mi è salita addosso. In un attimo di lucidità, mi sono bloccato.
«Anna, cosa stiamo facendo?»
Lei si è mossa rapidamente. Ha acceso la lampada del suo comodino, girandosi poi verso di me.
«Fausto, stiamo per scopare: cosa c’è non ti va?»
Ero eccitatissimo, ma anche in imbarazzo.
«Anna, ma ti rendi conto che siamo zio e nipote? Portiamo lo stesso cognome!»
Lei aveva uno sguardo determinato e serio.
«Ma, Fausto, un uomo come te, che mi ha confidato segreti intimi, dicendomi di avere scopato con una coppia insieme alla zia, che ha avuto le sue storie e le sue corna, adesso si fa degli scrupoli con me? Forse ti è sfuggito un dettaglio: io ho sempre desiderato di scopare con te; non te ne sei mai accorto, eppure è così. Lo so, è una specie di incesto, ma a me piace da morire e non m'importa nulla di quello che pensa la gente, il mondo! L’unico di cui m'importa il giudizio, è il tuo: quindi, mi scopi o no?»
Ho tentato una inutile ultima scusante.
«Adesso dormiamo: ci penserò su e ti farò sapere. Dai, ne parliamo domani sera.»
Ha capito che non ero in grado di reggere il suo attacco frontale e non ha esitato ad affondare il colpo.
«Va bene, però, almeno fammi toccare il tuo cazzo, ti prego...ti prego...ti prego! Dai, solo un po'.»
Impossibile resisterle quando mi fa la vocina cosi dolce. Ho accettato e lei subito lo ha afferrato con una mano, iniziando a menarmelo.
«Accidenti! È davvero un bel cazzone! Ora mi è chiaro quando mi hai detto che hai retto il confronto nella spiaggia nudista! Un cazzo così, non si trova tutti i giorni! Fausto, posso prenderlo in bocca? Ti prego...ti prego...ti prego!»
Mi son arreso ed ho sentito affondare la sua bocca su quel pezzo di carne rovente, iniziando un pompino travolgente. Era bravissima! Lo leccava tutto e lo bagnava di saliva, per poi affondarselo tutto giù per la gola, fino a che il suo naso sbatté sul mio corpo! Cazzo! Nemmeno mia moglie era capace di tanto! Dopo averlo bagnato a dovere, di colpo è salita su di me e, immediatamente, se lo è fatto entrare tutto dentro la fica, restando immobile. L'ho guardata e lei, per un attimo, mi ha sorriso, poi ha preso fiato ed ha iniziato a muoversi con una dolcezza infinita.
«Bellissimo! Non sai da quanto desideravo sentire questo tuo splendido membro, tutto dentro di me! Mi son sentita veramente riempire! Ho voluto solo assaporare un momento il piacere di averlo tutto dentro. Ora però scopami! Voglio godere con te, fino a sfinirmi!»
Ha iniziato a cavalcarmi in maniera davvero magnifica. Ho allungato le mani ed ho afferrate i suoi capezzoli, facendola gemere di piacere, mentre lei si abbassava e mi offriva quei succosi frutti da succhiare, leccare e mordere.
«Mordi i miei capezzoli. Mi fa impazzire sentir dolore sui seni! Oddio, Fausto, son pronta a godere.»
Ha goduto tanto. Poi, sfinita si è sdraiata su di me ed allora l'ho messa sotto di me ed ho preso a fotterla con lei che sollevava le gambe e le attorcigliava intorno ai miei fianchi. Anche in questa posizione ha goduto per due volte, poi si è resa conto che io ero prossimo all'orgasmo e allora ha stretto ancor più le gambe dietro di me, impedendomi di uscire.
«Non te ne andare! Non provare ad uscire! Mi devi sborrare dentro! Vengo! Dai, Fausto, vieni anche tu! Sborrami dentro, ora! Vengo!»
Ho sentito il mio piacere scorrere lungo il mio membro e riversarsi dentro il suo corpo, con lei che mi teneva abbracciato e stretto forte. Ci siamo baciati a lungo, facendoci ancora delle coccole, restando uno dentro l'altra. Ci siamo addormentati così e lei mi ha svegliato all'alba, succhiando il mio cazzo, che è subito diventato duro; allora mi ha tirato su di sé e mi ha chiesto di montarla ancora.
«Montami! Fammi sentire d'esser la tua vacca! Non ho mai provato il piacere come quello che ho provato con te questa notte! Sei un toro meraviglioso ed io voglio esser la tua vacca!»
L'ho pompata con calma, facendola godere altre due o tre volte, poi, quando era il momento di venire, le ho chiesto dove preferiva; lei mi ha fatto sfilare e si è avventata sul mio membro, accogliendo nella sua bocca una fantastica sborrata.
Abbiamo trascorso il resto della giornata insieme agli sposi e, a sera, siamo andati a cena ancora tutti insieme; qualcuno aveva messo della musica ed ho sentito qualche bella signora venire a strofinare il proprio corpo contro il mio, ma ho visto gli occhi di Anna che continuavano a scrutare ogni mio movimento. Anche Giulia si è stretta a me e mi ha ringraziato per aver partecipato a questo evento.
«Grazie, Fausto! Sei veramente una persona speciale, anche per me!»
Per un attimo non ho compreso il senso di quelle sue parole, ma mi è stato molto chiaro quando, due giorni dopo, ho accompagnato la sposa all'altare e, mentre tornavo al mio posto in chiesa, lei si è avvicinata a me e, sorridendo, con un cenno del capo mi ha indicato Anna, che ci stava guardando.
«Quella ragazza è follemente innamorata di te. Ti prego solo di non farla soffrire!»
Ho guardato Giulia, incredulo.
«Ma che mi stai dicendo? È mia nipote!»
Lei si è stretta al mio braccio, ha avvicinato la sua bocca al mio orecchio e mi ha risposto.
«Anna è innamorata di te da sempre. Ha scommesso con mia figlia che, prima che si fosse sposata, si sarebbe fatta ingravidare da te! Guardala: è raggiante di felicità e questo fa pensare che ci sia riuscita!»
Ho sentito tremarmi un po' il cuore e, dopo tutta la festa, la cerimonia e tutto quanto, quando siamo andati a dormire, ho avanzato una precisa domanda a mia nipote.
«Chi ha vinto la scommessa: tu o Alessandra?»
Lei mi ha guardato ridendo ed ha detto che dovevo darle un'altra bella innaffiata, alle ovaie: era già al terzo giorno fertile e io le ero sempre venuto abbondantemente dentro, quindi era quasi sicura di esser incinta! L'ho guardata stupito e le ho risposto che era pura follia, ma lei si è stretta a me e mi ha detto che non le importava niente di nessuno, solo del mio giudizio.
«Fausto, io ti ho sempre amato, dal primo istante di cui ne ho memoria. Quando mi son resa conto di aver sposato un coglione, mi sono ricordata di una cosa che mi avevi detto prima del matrimonio. Ti ricordi quando siamo andati a prendere il mio vestito da sposa e sei stato tu ad accompagnarmi? In quell'occasione, mi hai detto che potevo sempre contare su di te, in ogni occasione. Dopo il divorzio ho capito che eri l'unica persona al mondo che poteva aiutarmi a realizzare questo progetto: voglio un figlio e lo voglio tuo. L'ho sempre desiderato da te e ora lo avrò. Se la cosa dovesse darti fastidio, prenderò e me ne andrò lontano, così da non fartelo mai vedere; mentre, se invece la cosa dovesse farti piacere, io ne sarò contenta se fossi tu a farlo crescere tranquillo e sereno, come hai fatto crescere me in tutti questi anni!»
Anna è rimasta incinta e ha dato alla luce un bellissimo bambino, cui ha imposto il nome di Angelo, il mio secondo nome! Dopo circa un mese che lei era già incinta, un giorno, mentre ero nell'ufficio con Giulia, lei si è avvicinata a me e mi ha fatto una precisa richiesta.
«Non fraintendermi, non ti sto ricattando, ma vorrei un piccolo premio per il mio silenzio!»
Ho capito a cosa si stava riferendo e me la sono scopata per un pomeriggio intero. Le ho anche aperto il culo, in maniera delicata e fatta per bene, che si è rammaricata per non aver provato prima questo tipo di piacere. L'estate successiva è tornata a trovarci Alessandra, insieme al marito e, in quell'occasione, ho visto Anna parlare a lungo con lei e, prima di partire, grazie alla complicità di Anna e sua madre, me la son trovata nel letto e l'ho scopata come se non ci fosse un domani. Con gli auguri di Natale, ci ha mandato un biglietto dicendo che avrà un bambino che chiamerà Antonio. Giulia mi ha dato un bacio e mi ha detto: grazie.
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Quella magica serata di sesso tra amici
Questo inizio di estate, dopo essermi trasferito temporaneamente per lavoro in una città della mia stessa regione, ho iniziato a frequentare due amici conosciuti casualmente una sera in un Pub del centro della città. Marco e Paolo, quasi miei coetanei.
Come detto, ero da poco in città e ci sarei rimasto non per tanto tempo; quindi, la nostra conoscenza era molto superficiale. Tuttavia, era nata una discreta amicizia e complicità tra di noi.
Spinti dalla intraprendenza soprattutto di Marco, trascorrevamo delle serate molto spensierate e interessanti, ci sentivamo molto a nostro agio l'uno con l'altro.
Abbiamo passato dei bei momenti ma, come accade con le nuove conoscenze, non avevo compreso appieno che loro avessero un segreto.
Segreto che hanno condiviso con me in circostanze particolari che vi racconterò di seguito.
Come accade a tutti i maschietti quando sono insieme, i nostri discorsi spesso arrivavano a toccare il sesso. Si parlava delle scopate con le nostre (e i nostri) precedenti partner in modo vivido e in totale libertà.
Loro all’inizio non hanno accennato alla loro tendenza sessuale più intima e, in effetti, nemmeno io mi ero confidato completamente con loro due.
In uno dei tanti momenti trascorsi insieme, un lungo e caldo pomeriggio di sabato, abbiamo organizzato per la sera una cena a casa di Marco, sembrava una buona idea per trascorrere insieme dell’altro tempo.
Quella serata finì in un modo per me inaspettato e, in conclusione, compresi pienamente il piano dei due miei nuovi amici.
Dopo aver consumato una buona cena preparata da Marco e bevuto abbondante vino e altri alcolici, ci siamo seduti in salotto per concludere la serata.
Le nostre chiacchere saltavano dallo sport, a breve sarebbero iniziate le gare olimpiche, ai viaggi e, non ultimo, al sesso.
Nella stanza vi era una grande tv. Marco, tra il serio e il faceto, disse: “Vi va di vedere un film porno, ne ho uno molto intrigante.”
Paolo, con sospetta velocità, rispose: “Si, certamente. Se è quello che ti ho dato io è perfetto per chiudere alla grande la serata.”
Marco fece partire il film che evidentemente era stato preparato da prima.
Già dalle prime immagini avrei dovuto avere qualche sospetto su quello che potenzialmente sarebbe successo in seguito.
Il film scelto da Paolo trattava il racconto di una donna molto sensuale che amava il sesso di gruppo con tanti uomini. In particolare, quando veniva montata da più uomini, gli piaceva vedere scopare i suoi partner tra di loro. Quindi nel film vi erano molte scene anche di sesso orale e anale tra uomini.
Alla visione del film, annebbiati dall’alcol bevuto, eravamo tutti molto eccitati. Erano evidenti i bozzi dei pantaloni.
Avevo avuto in precedenza esperienze simili con altri amici. In alcune occasioni, con un ragazzo con cui ero in rapporti molto intimi e complici, siamo andati oltre la visione del solo film.
Compresi successivamente che i piani dei miei nuovi amici prevedevano qualcosa di simile quando Paolo mi chiese: “Se ti va … mi piacerebbe succhiarti il cazzo?” Continuando disse: “Credo che sarei in grado di farti godere molto, con Marco lo facciamo spesso a vicenda.”
Ero molto eccitato, il mio cazzo era già duro da un po’. Non ho avuto difficoltà a rispondere: “Ok. Non vedo il perché non accettare di farmi succhiare il cazzo da te. In fondo non è la prima volta che un partner uomo mi pompa. Mi piacciono le donne ma, come sapete, ho avuto diversi incontri sessuali con uomini. Sono un bisex convinto. Quindi, perché no!!!”
Pochi secondi dopo aver accettato, Paolo era in ginocchio davanti a me, aveva sbottonato il pantalone e uscito il cazzo dal boxer. Tenendolo tra le mani si complimentava per quanto fosse duro.
Il mio cazzo non è enorme, leggermente sopra la media. Abbiamo scoperto in questa occasione che le nostre verghe erano tutte più o meno della stessa lunghezza e grossezza, con caratteristiche diverse. Marco aveva un glande enorme, dalla forma perfetta. Paolo aveva il cazzo più lungo ma meno grosso di diametro. Il mio si posizionava in una media ideale tra i loro due.
Dopo essersi complimentato con il mio cazzo duro e palpitante che stava accarezzando, ha iniziato a leccarlo, dalla cappella fino alle palle. Poi se lo è infilato in bocca quanto più poteva, soffocandosi leggermente.
Il solo pensiero della situazione in cui mi trovavo mi portava una eccitazione tale che quasi non potevo trattenermi dal venire, quindi dissi a Paolo: “Se ci dai dentro con questa intensità vengo quasi subito e ti sparo il mio sperma dentro la bocca.”
Paolo non ascoltando minimamente la mia richiesta di rallentare, muoveva la bocca su e giù succhiando come un ossesso, stava andando più forte che poteva spompinandomi alla grande, era evidente che voleva che gli venissi in bocca e non ho deluso le sue aspettative.
Con un urlo liberatorio seguito da un fremito irresistibile e un indurimento ancora più rilevate del mio cazzo, ho pompato a flotte il mio sperma nella sua bocca vogliosa e lui ha iniziato a grugnire dal piacere e deglutire il mio seme.
Gemendo dissi: “Si … Si ….. Vengo, vengo. Mi stai facendo godere in modo meraviglioso. La tua bocca è un velluto.”
Gli spruzzi erano così abbondanti e violenti che gli fuoriusciva dalla bocca e gli colava da un lato della stessa.
A quel punto è stato raggiunto da Marco che ha iniziato a leccargli il volto e succhiarmi il cazzo che nel frattempo avevo tirato fuori dalla bocca di Paolo.
Sembrava contrariato dal fatto che ero già venuto e che non avesse avuto l’opportunità di partecipare. Quindi mi ha detto: “Caro Alberto avrei voluto prendere parte anche io e gustare il tuo seme, un po’ ci sono riuscito ma resti in debito con me!”.
Gli risposi: “Non avere timore, se ci dai dentro, posso accontentarti molto volentieri, posso venire di nuovo facilmente se mi lecchi con molta passione.”
A quel punto Marco ci ha suggerito di spostarci nella camera da letto, li saremmo stati più comodi del salotto.
Noi tre lasciammo i nostri vestiti e ci avviammo per la stanza da letto.
Raggiunti la stessa, Marco e Paolo, insieme, cominciarono a giocare con il mio cazzo, uno mi leccava e succhiava il glande, l’altro andava giù per la canna fino alle palle e, ancora più in giù verso il buco del culo.
Nel giro di poco tempo divenne di nuovo turgido e pronto.
Stavo ricevendo il mio secondo pompino della giornata, questa volta da entrambi.
Paolo a un certo punto si è allontanato da me ed ha riversato le sue attenzioni su Marco, aveva iniziato a succhiare il suo cazzo.
Quello che vedevo era molto eccitante, gemevo e godevo sia per la pompa che mi veniva fatta sia per la situazione che si era venuta a creare tra di noi.
Marco ci dava dentro con forza e vigore, succhiava il mio cazzo e poi leccava dalle palle alla cappella per tutta la verga; quindi, lo infilava in bocca e andava su e giù, prima lentamente e poi con velocità crescente.
Io gemevo ogni qual volta lui lo ficcava dentro per tutta la sua lunghezza: “Wow … sei bravo a pompare. La tua bocca calda mi fa venire i brividi lungo la schiena. Continua e soddisferò il tuo desiderio di sperma.”
Dopo un lungo ed intenso suo lavoro con la bocca, l’orgasmo stava arrivando quindi gli chiesi: “Se vuoi che duri ancora rallenta il ritmo, altrimenti ti spruzzo in gola tutto il mio seme.”
Proprio come Paolo, Marco ha fatto il contrario, non ha rallentato la sua azione. Anzi ha accelerato il suo movimento con la bocca aiutandosi anche con le mani, una sulla verga e l’altra a palpeggiare le palle e il buco del culo. Sentivo un dito approfittarsi della mia apertura posteriore e la cosa mi eccitava molto.
Con un fremito di piacere ho svuotato il mio secondo carico nella sua bocca accogliente: “Si … si … vengo … vengo!!!”
Marco, ha continuato a leccare e menare la mia verga fino che l’ultima goccia del mio seme non fosse uscito dalle viscere.
Ancora eccitato e con in bocca buona parte del mio sperma, disse: “Visto che ormai il guado è stato attraversato e che ci conosciamo bene anche carnalmente, cosa ne pensate se ci scopiamo a vicenda il culo e ci inondiamo con il nostro seme in profondità l'uno nell'altro?”
Con un rapido sguardo tra di noi si capiva che tutti eravamo d’accordo. Non c’era la necessità di dire nulla.
Paolo, guardandomi mentre venivo succhiato da Marco, aveva il cazzo duro e pronto. Anche lui si era dato da fare, aveva succhiato Marco che gli è venuto in bocca quasi nello stesso momento in cui stavo venendo io.
Marco, prendendo l’iniziativa, ha tirato fuori da un cassetto del comodino un tubetto di gel lubrificante per rapporti anali e, facendomi distendere di schiena sul letto con le gambe alzate, ne ha cosparso un po' attorno al mio buco del culo. Poi prima con un dito e poi con due lo ha fatto scivolare dentro le mie viscere massaggiandomi il buco. Si preparava per essere il primo a prendermi!
Con quel magnifico massaggio, il mio cazzo era rimasto duro come se non fossi appena venuto.
Paolo, dopo essersi posizionato a cavalcioni sul mio petto, mi trapanava la bocca con la sua verga in tiro. Tra un gemito di piacere e l’altro mi avvisava che sarebbe venuto prestissimo, tanto era eccitato.
Nel frattempo, Marco, alzandomi le gambe e appoggiandole sulle sue spalle per allineare il mio buco con il suo un cazzo, ha cominciato a farsi strada dentro di me.
Immaginavo il dolore che avrei dovuto sopportare, era tanto tempo che non venivo scopato nel culo e, inoltre, il glande di Marco era veramente grosso.
Lui, però, ci sapeva fare. Prima pian piano ha allargato il buco con le mani poi lo ha lubrificato abbondantemente. Dopo aver messo una dose copioso di gel sulla sua cappella, la ha appoggiata sul buco ed ha dato una spinta con il ventre per farla scivolare dentro.
Senza forzare ha lasciato adattare il mio buco alle dimensioni del suo pene. Quindi ha iniziato a fottermi gradualmente e con movimenti lenti e lunghi.
Ero così impegnato a cercare di ingoiare prima il cazzo e poi lo sperma di Paolo che mi accorsi a malapena del dolore provocato dalla verga di Marco. Lui, dopo aver allargato le mie chiappe e dopo i primi movimenti lenti, andava disinvolto dentro e fuori dal mio culo.
La sensazione di pienezza, il piacere intenso che provavo, sia nell’ano che nella bocca, oltre all’eccitazione della situazione di trovarmi tra due partner, mi hanno fatto scatenare un altro orgasmo violentissimo e sono venuto per la terza volta.
Ero sdraiato sulla schiena con le gambe spalancate e alte fino quasi le spalle di Marco, lui mi stava scopando con intensità mentre il mio cazzo lasciava che il mio terzo carico mi schizzasse addosso e sulla schiena di Paolo.
Marco aveva quasi raggiunto l’orgasmo, pompava con forza il suo pene dentro e fuori di me. Sentivo il calore della sua verga che si propagava dentro le mie viscere, sentivo le sue palle sbattere con violenza contro di me con quel caratteristico rumore che tanto mi faceva eccitare.
La sensazione di piacere che provavo è diventata ancora più intensa quando, senza nessun avvertimento, ha iniziato a sparare il suo sperma caldo dentro le mie viscere, stava pompando profondamente dentro di me proprio come lo era stato il mio cazzo caldo e pulsante nella sua bocca.
Non avevo mai sperimentato così tanto sesso in una notte, ma non era ancora finita.
Avevo ricevuto un pompino da un ragazzo e sono venuto nella sua bocca, un altro mi aveva fatto gustare il suo cazzo e il suo sperma in bocca, mi hanno scopato il culo come si deve fino a venirmi dentro.
Tutto questo, quella notte, è stato replicato più volte, mescolando i partner; quindi, uno dopo l'altro abbiamo fatto e avuto sesso anale e orale.
Per quanto mi riguarda, mi sono fatto scopare il culo lentamente e mi sono venuti dentro tutti e due.
Quindi sì, dopo una pausa abbiamo continuato, Paolo mi ha scopato il culo e ha aggiunto il suo carico a quello di Marco.
Ancora una volta sono venuto mentre mi stavano scopando il culo, ma era nella bocca di Marco.
Quindi, quella notte, c'è stato così tanto sesso che lo ricorderò sicuramente per tanto tanto tempo. Sono state ore piene ed intense.
Quando ci siamo fermati per riposare, sentivo colare lo sperma dal mio buco del culo. Avevo pompato i loro cazzi e ingoiato entrambi il loro sperma, entrambi mi avevano trapanato il culo. Gli orgasmi che avevo sperimentato erano stati così intensi e numerosi che mi tremavano le gambe quando stavo in piedi o camminavo.
Quella è stata una notte di sesso selvaggio tra tre uomini. Se avessi l'opportunità di ripeterlo, probabilmente direi: “Cazzo …. sì, subito.”
Verosimilmente quello era stato il migliore sesso tra uomini che avessi mai provato.
Certo, avere l'opportunità di scambiare le nostre attenzioni anche con delle ragazze non sarebbe stato per nulla malvagio … anzi.
Anche se il pensiero di farmi scopare il culo fino a venire è qualcosa su cui mi eccito sempre. Gli orgasmi di quel tipo, con un cazzo veramente duro e prestante dentro, sono intensi.
Non ho nemmeno bisogno che venga manipolato o baciato, una verga dentro di me mi porta a godere e venire con violenza. La mia natura bisex sta proprio in questo.
Con Marco e Paolo abbiamo fatto altre volte sesso a tre, anche dopo essere rientrato nella mia città.
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3 months ago
Al2016,
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