{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/en\/stories-add","title":"Add story","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Add story","checkDeactivatedProfile":true}
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Eccessivo tempo trascorso senza sesso
Sono una madre single. Quando nostro figlio aveva due anni, il mio ragazzo mi ha lasciata. Ora mio figlio ha quasi cinque anni. In tutto questo tempo, ho avuto raramente appuntamenti. Per mancanza di tempo o di desiderio. Mi sentivo subito attratta da un bell'uomo. Naturalmente, sono stata più di due anni senza fare sesso regolarmente. Il mio vibratore “Michele” era il mio miglior “amante”. Non so perché lo chiamo “Michele”.
Lavoro come insegnante di scuola elementare. Incontro i genitori una volta ogni due settimane per discutere dei progressi dei bambini.
Una volta... La giornata stava volgendo al termine. Non vedevo l'ora di tornare a casa. All'improvviso bussarono alla porta.
Il giorno in cui ti ho incontrato
Dissi: “Entra”. La porta si aprì lentamente e fui piacevolmente sorpresa. Era lui, il mio eroe immaginario. Aveva un bell'aspetto, ma non avevo idea di chi fosse. Un uomo alto e atletico. Sotto la sua camicia di seta marrone scuro, si potevano vedere le linee dei suoi muscoli ben allenati.
Se l'ho interrotta, mi scuso. Sto cercando di rintracciare la signora Rosso.
Inspirai profondamente cercando di non dargli troppa attenzione. “Sono io”, dissi. Un uomo affascinante si avvicinò e mi strinse la mano.
Salve, sono Roberto. Sono il padre di Filippo.
Aveva una mano così forte e calda. Mi sforzai di ignorarlo. La mia mente cominciò a evocare immagini sconce.
Certo, Roberto. Come posso aiutarla? Devo andare a casa perché si è fatto tardi.
Ci vorranno solo pochi minuti. Avevo solo una domanda.
“Sì, dimmi cos'è”. Presi la borsa e mi diressi verso la porta.
“Mio figlio può prendere una A al prossimo esame?”.
Ero quasi arrivata alla porta quando mi fermai. “Mi scusi? Vuole garantire a suo figlio un brutto voto e mettere a repentaglio la mia reputazione?
Mi stava esaminando con cautela mentre diceva: “Farò tutto il necessario... e anche di più”.
“Non credo che sia una buona idea, signore Roberto. Ero in ansia perché sapevo che non sarei stato in grado di fare nulla di simile. Ero consapevole di ciò che mi stava fornendo, e ne avevo un disperato bisogno. Sentivo movimenti decisi all'interno della mia figa bisognosa e affamata per un solo minuto. Oh, desiderava davvero un cazzo grosso.
“Signora Rosso, ci ripensi. Pensa davvero che non possa aiutarla in alcun modo? Probabilmente il suo sapore è così delizioso. E voglio offrirle un po' di piacere con la mia lingua”.
Quando parlò della sua lingua, tutto il mio corpo si ricoprì di bava. I suoi commenti osceni mi hanno quasi fatto venire un orgasmo, lo giuro.
“Devo andare, signore. Mi scuso. Strinsi la borsa e mi diressi verso la porta.
Le sue braccia potenti mi circondarono improvvisamente la vita. Con un solo movimento mi bloccò contro la parete dell'ingresso. Mi sollevò le braccia sopra la testa e gettò via la borsa.
“Ti prego, lasciami andare, Roberto. Chiunque può entrare. Noi non possiamo.
“Shhh”, disse, coprendomi le labbra con un dito. Lo vuoi, lo so. Lo sento.
“Tuttavia...”
Niente “ma”, divertiti e basta.
Mi strappò le mutande e mi tolse la gonna. Ero fradicia. Si inginocchiò e cominciò a divorarmi. Ero davvero eccitata. Riuscii a venire nella sua bocca in un attimo. Continuò. Allargai le gambe e lui mi leccò profondamente. La sua lingua giocava con la mia figa. Vide il mio clitoride pulsante. Due dita massaggiavano dolcemente il mio punto G dentro di me. Era così incredibile, mio Dio.
“Ti mangerò viva fino alla fine”. Hai un gusto incredibile. Si tolse la camicia. Aveva dei muscoli davvero attraenti. La mia figa continuava a essere tormentata dalla sua lingua. Volevo disperatamente sentire il suo cazzo dentro di me.
“Scopami, ti prego”, dissi, toccandomi i capezzoli.
Il tipo attraente tirò fuori il suo cazzo duro come la roccia dopo aver aperto con cura i jeans. Otto spessi centimetri di estasi che sarebbero durati per tutta la vita. Ora era il mio momento. Mi inginocchiai e usai la lingua per nascondere questa “bellezza”. Lui emise un lungo gemito. Nel tentativo di infilarlo tutto in bocca, cominciai a leccarlo come un gelato. Era così grande, mio amato Signore. La mia lingua giocava con il buco, stuzzicandone la parte superiore, circondandolo e succhiando a poco a poco. Era da tempo che non assaggiavo un cazzo massiccio. Mi fermò e continuò a stuzzicare la mia figa mentre raccoglieva i miei liquidi.
“Ti prego, ne ho davvero bisogno”, dico mentre guido il suo cazzo nella mia figa fradicia e calda.
Una relazione pericolosa e proibita
“Non ancora”, disse, tenendo ancora una volta le mie mani sopra di me. Voleva far uscire tutti i succhi mentre giocava con il suo amichetto. Poi gemetti dopo un movimento rapido e profondo. “Hai una tale profondità. Ti prego, continua”. I movimenti si fecero più profondi e più rapidi. “Se non assecondi la mia richiesta, non ti permetterò di sborrare”. Era così soddisfacente. Al diavolo, venderei l'anima. “Sì, esaudirò la tua richiesta; continua a farlo”. Il mio sedere è tenuto da braccia forti. Ogni volta che si muoveva, andava più a fondo. Un'enorme ondata di orgasmo mi travolse mentre urlavo. Continuò a scopare senza fermarsi. Accelerai i movimenti dei fianchi per raggiungere un altro orgasmo. Era una sensazione così fantastica che stavo per impazzire.
Avevo dei compiti da completare, perché non volevo tornare dal mio “Michele”. Devo trovare un ragazzo da scopare.
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2 weeks ago
annabohis,
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Il segreto della mia migliore amica
Marietta è la mia migliore amica. Fin da quel momento imbarazzante in prima elementare, quello in cui ho cercato di ammettere il mio amore per Damiano, lei mi è sempre stata vicina. Condividiamo tutto. Le lezioni, i pranzi e anche i segreti, ma non l'ho mai vista innamorarsi. È impossibile, lei è immune, non è mai stata a caccia di un ragazzo o a fissare un figo. A volte mi chiedo se sia umana o meno.
Oggi è il mio compleanno, compio 19 anni, siamo al primo anno di università e Leanne ha deciso di venire a casa mia. È naturale, a volte inaspettato, ma è sempre la benvenuta. Alle 9:00 ho finalmente sistemato la casa, in stile aereo. Da grande voglio fare il pilota e Leanne lo sostiene.
“Ehi, Eloisa!” Mi dice, entrando. “Stai bene!”.
Arrossisco e mi giro a 360 gradi nello specchio. È un miniabito bassissimo con scollo a V, azzurro e super sexy. Mi chiedo perché l'abbia indossato.
“Grazie mille! Entra pure!”
Spalanco la porta e noto che Leanne indossa un crop top super trasparente. Non ha grandi tette, ma posso vederne la parte superiore. Anche la gonna è corta e le sue braccia sono più lunghe di quanto pensassi.
Leanne vede che la sto fissando. “Ti piace?” Sorride ampiamente, i suoi bei riccioli castani rimbalzano. “È nuovo, ho aspettato il tuo compleanno. Ho anche un regalo per te!”. Mi passa un pacchetto decorato con brillantini e scintille, che metto subito in un angolo.
“Lo aprirò quando ti sarai tolta quei tacchi”. Ci sta mettendo un'eternità e quando finalmente lo fa, fa uno spettacolo di chinarsi e metterli di lato. Credo di aver intravisto le sue mutandine.
Leanne entra, stiracchiandosi. “Ok, gira la bottiglia - versione domande! Devi farlo il giorno del tuo compleanno!”. Ha in mano una bottiglia di Sprite, ancora non finita, e la posa sul pavimento.
Regalo di sesso
Dopo qualche giro, finalmente ci annoiamo e decido di aprire il regalo che mi ha fatto. Si scopre che è un vibratore e io strillo di gioia, perché ne desideravo uno da anni. L'unica cosa che in casa mia si avvicina a un vibratore è il mio spazzolino elettrico.
“Provalo!” Leanne me lo mette praticamente in mano a forza. Mi tolgo le mutandine e appoggio il vibratore sul mio clitoride.
Immediatamente sento lo stimolo. Lo premo più forte, desiderando così tanto l'orgasmo. “OMG è così bello!”.
L'orgasmo aumenta e sento che mi sto avvicinando al punto. Ancora pochi secondi, ancora pochi secondi...
“Sto venendo!!!” Grido e l'acqua mi esce velocemente. Leanne è davanti a me, spalanca la bocca e la raccoglie.
“Mmmm.” Geme e inizia a leccarmi il clitoride. “È così gustoso”.
Abbasso lo sguardo sconvolto: “Leanne, sei...”.
Lei annuisce e inizia a leccare sempre più velocemente. Su e giù, su e giù. Muovendosi dentro, muovendosi fuori.
“AHHH!” Un ringhio inizia a sfuggirmi dalla gola e inarco la schiena, volendo sempre di più.
Quando vengo e ci baciamo appassionatamente.
Guardo Leanne negli occhi: “Vuoi andare oltre?”.
Lei fa un sorriso malizioso. “Ci puoi scommettere”.
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2 weeks ago
annabohis,
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Non volevo sentire nemmeno una parola
Vi racconto una storia .....Volevo solo scoparla. Non volevo sentire nemmeno una parola. Nemmeno una parola sospirata. Volevo solo che stesse zitta, che godesse per me, in quella notte silenziosa che profumava di rose rosse e vino bianco.Volevo solo scoparla, sentirla godere. Sentire la sua figa pulsare attorno al mio cazzo turgido. Il sesso non ha bisogno di amore.Il sesso ha bisogno di sudore, odore, unghia. Ha bisogno di baci e di schiaffi, di strette di mano e di intrecci di corpi.E quella sera le nostre lingue si scontravano, si abbracciavano. E non c’era bisogno di parole. Non c’era bisogno nemmeno di una parola.Mi bastavano i suoi occhi. Quegli occhi che mi guardavano dal basso e mi imploravano di scoparla. Di scoparla ancora.Per tutta la notte. Una lunghissima notte. Una notte meravigliosa.Nel frattempo le avevo aperto la stretta camicia e le avevo letteralmente strappato il reggiseno, liberando due magnifici globi di alabastro sormontati da grandi capezzoli rosati ben eretti che cominciai subito a stuzzicare.La denudai completamente, mordendole via il perizoma, poi mi girai su di lei per un 69 che lei approvò senza fiatare; così mi ritrovai a gustarmi la sua dolce fichetta e il ciuffo di peli scuri che la sormontava mentre lei, espertissima, si faceva scopare in bocca.“Godi, puttana”, le dicevo. E lei godeva.Godeva ad ogni mio colpo dentro di lei. Con le mani le afferravo i fianchi. Le schiaffeggiavo il culo tondo e sodo.Le afferravo quelle natiche in modo deciso, senza che potesse scostarsi dalla mia presa.“Stai godendo? Urlami che stai godendo”. E lei godeva. Eccome se godeva.Quando mi aveva preso il cazzo mi succhiava senza sosta, spingendosi da sola il mio membro fino in fondo alla gola.La sentivo ansimare e la bava le colava dalle labbra. Le lenzuola si erano inumidite. Ma non importava. Il sesso certe volte non deve essere pulito.Ha bisogno di carezze, quelle sì, ma non deve essere sempre pulito. “Fammelo succhiare”, continuava a dire lei.E cosa le dovevo dire? “Succhia, troia”. E lei succhiava. Mi leccava le palle, si strusciava la cappella sui denti.Lo afferrava di lato con le labbra come una cagna tiene tra le labbra il suo osso. Ed è questo il bello del sesso.Era come una fontana, bella lubrificata per il mio cazzo. La presi, la girai e la misi di lato sul divano.Che corpo, ragazzi, e che culo spettacolare. Comincio a scoparla forte, e più ansima più vado forte.“Mi piace da impazzire il tuo cazzo, mi piace da impazzire” ricordo che mi diceva tra una botta e l’altra."Godi troia, fammi sentire quanto sei puttana".Le mie mani affondavano nei suoi fianchi pieni, formosi, e da lì la tenevo ferma per far entrare quanto più cazzo possibile nel buco della sua vagina.La feci mettere a pecorina. Impugnai saldamente il mio pene e la penetrai con un solo colpo, strappandole un urletto ma dandomi subito da fare.A ritmo forsennato cominciai a pomparla, facendola venire un’altra volta, ma quel succo stavolta non finì nella mia bocca, ma lo raccolsi con la mano e lo usai per lubrificarle l’ano.Senza smettere di pomparla, le dissi: “Sei pronta?”“Me lo metti nel culo?” “Si! Si! Spaccami!”Non me lo feci ripetere due volte e, anche lì, con un solo colpo, un po’ più forte, la inculai.Che quando è vero, puro, completo, può essere anche terribilmente sporco. “Mettimelo dentro dai, voglio godere ancora”. E così avevo fatto, me l’ero preso in mano e glielo avevo ficcato dietro.Lei godeva. Urlava. Gemeva. Allora le avevo messo la mano davanti alla bocca perché stesse zitta.Certe volte nel sesso bisogna stare in silenzio. Ma solo per qualche secondo."Quanto di piace nel culo ... zoccola", "Ti piace quando ti spacco il culo ?????" "Strilla puttana tanto qui non ti sente nessuno"Per poi urlare di nuovo e dirle “Ti vengo nel culo, stronza”.E invece la stronza, la mia stronza, con un sorriso si era voltata e stesa nel letto. Si era stretta le tette con le mani.“Mettiti in piedi e vienimi addosso, ti prego”. Quella sera era nuda, bellissima.Col suo fisico morbido e quella quarta di tette che sembrava sempre straripare.Quella sera ero in piedi sul letto sopra di lei. Volevo solo scoparla. Volevo solo venirle addosso.Lei giocava con i sui capelli, sfregava le gambe, si toccava la figa guardandomi negli occhi.E io tenevo in mano il cazzo. E alla fine ha vinto lei.Mentre le ginocchia mi si piegavano, lo sperma bianco cadeva a fiocchi sul suo seno nudo.Il sesso ha bisogno di un sorriso. Quello che aveva lei, quella notte, in cui non c’era bisogno di parole.
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1 month ago
MaxPallini,
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Gli amici portano Obbligo o verità al livello successivo
In una calda notte di luglio, cinque amici, ubriachi e curiosi, hanno deciso di giocare a Obbligo o Verità a casa di Eloisa. La zona giorno era illuminata delicatamente dalle luci delle fate, creando un'atmosfera intima piena di risate e bicchieri che tintinnavano. Seduti in cerchio sul morbido tappeto, la padrona di casa Eloisa ha sfidato. Ogni round di condivisione di segreti e sfide divertenti ha intensificato la loro intensità elettrica. Dopo aver indugiato con gli sguardi, le risate sono diventate flirt. “Dobbiamo dare un po' di pepe”, ha detto Alex, raggiante. “Rendiamo le sfide un po' più... interessanti”. La cerchia annuì e il tono cambiò quando cominciarono a sfidarsi in una maggiore intimità. Eloisa scelse subito una vittima innocente. “Elio”, sorrise maliziosa. “Obbligo o verità?”. Lui rispose: “Obbligo”, con uno sguardo diabolico. “Ti sfido a toglierti un capo d'abbigliamento”, rispose lei con umorismo. Elio rise e si tolse la maglietta, mostrando il suo petto tonico per la gioia del gruppo. Si sdraiò, godendosi l'attenzione. Dopo numerosi giri di sfide benevole e di verità spensierate, venne il turno di Adele. Ride mentre osserva la stanza. Sfido Mark a baciare la sua persona preferita. Tutti fissarono Mark, che guardò Eloisa. Si sporse dall'altra parte del cerchio e la baciò senza esitazione. Il bacio iniziò dolcemente, ma si intensificò con l'aumentare della passione. Gli altri amici risero e applaudirono, alimentando le fiamme. Ok, tocca a me! Gridò Mark, imbarazzato ma entusiasta dell'attenzione. Guardò Eloisa. “Obbligo o verità?”. “Obbligo”, disse lei, rinfrancata dal bacio. “Ti sfido a toglierti il top”, disse lui, eccitando l'assemblea. Eloisa sorrise e si tolse il top senza esitare, mostrando un reggiseno di pizzo nero che la rendeva più eccitata ed esposta. Tutti applaudirono ancora una volta, entusiasti. Le passioni sono alle stelleL'aria era elettrica. A ogni giro, le sfide diventano più difficili e il gioco diventa più divertente. Il gioco divenne una miscela esplosiva di desiderio e competizione mentre i bicchieri si versavano.Alex afferrò la bottiglia con un sorriso malvagio. "Sfido Adele a limonare per un minuto intero con la persona più sexy della stanza". Adele agì rapidamente. Guardò maliziosamente Elio, che deglutì forte e annuì con un sorriso. Cedettero alla sfida e si avvicinarono, le loro labbra si incontrarono affamate, elettrizzando la stanza. Il loro bacio si approfondì, le mani vagavano, i respiri erano pesanti. I due tornarono nel cerchio, incuranti degli altri. Anche in disparte, Eloisa sentì il calore. Mark era altrettanto affascinato, notò. Gli afferrò la mano senza pensarci. “Dovremmo unirci a loro”. Mark rise e la tirò vicino a sé finché non si toccarono. Quando si avvicinarono, le loro labbra si incontrarono in un bacio intenso, pieno dello spirito audace del loro gioco. Mentre il loro bacio si intensificava, le loro mani si muovevano l'una sull'altra, accendendo l'eccitazione. "Wow, le cose si stanno scaldando qui dentro", esclamò Alex, gli occhi illuminati. Il gioco era finito; L'entusiasmo era alto e i confini erano sfumati. Eloisa si accasciò all'indietro e trascinò Mark con sé finché non rimasero avvinghiati sul tappeto, eccitati. Mentre Elio e Adele si baciavano, l'atmosfera era entusiasmante. "Che ne dite di avanzare tutti?" Alex alzò il sopracciglio. Eloisa rimase immobile e guardò Mark con un'aria interrogativa. Il suo cenno rifletteva la sua determinazione e passione. Anche i loro amici si sono avvicinati.Dopo averli baciati ancora una volta, Mark si avvicinò a Eloisa e le intrecciava le dita nei capelli. Mentre i loro movimenti erano sincronizzati dal desiderio, lei si appoggiò a lui, percependo il suo calore. Mentre Adele ed Elio riprendevano la loro intensa conversazione, l'aria si riempiva di gemiti. Per non perdere l'occasione, Alex baciò la spalla di Adele mentre lei tastava con le mani Elio.Con i corpi che danzavano nell'eccitazione e nel bisogno, obbligo o verità si trasformò rapidamente in un'avventura di piacere condiviso. Mentre le mani di Marco si muovevano lungo il suo corpo e i loro respiri si mescolavano, i sensi di Eloisa si acuirono.A causa della loro eccitazione spontanea, ignorarono il gioco e si abbandonarono al desiderio, confondendo il loro ambiente. Il mondo si dissolse quando Eloisa e Mark si baciarono sul comodo tappeto. Mentre Mark intensificava il bacio, le sue mani scivolavano sulla vita e sui fianchi di Eloisa, le loro lingue si muovevano all'unisono nell'intensità del momento. Elio guardò Adele, che lo aveva trascinato a terra con le labbra impegnate in un abbraccio furioso, e mormorò: “Oh wow, sembra che non siamo gli unici ad essere eccitati”. Elio sentì la carne delicata di Adele sotto la camicia mentre si scioglieva in lui, rispondendo con entusiasmo al suo tocco. Sesso bollenteI polpastrelli di Marco scivolarono sulla gamba di Eloisa, sollevandosi mentre respiravano pesantemente. Lei sussultò quando lui la baciò, mandandole brividi lungo la schiena. Sentiva il fuoco tra loro, ogni carezza scatenava il desiderio. Dovremmo spingerci oltre? Alex suggerì con un sorriso diabolico, avvicinandosi alle coppie intrecciate con occhi maliziosi. “È giusto!” Adele parlò, fermandosi da Elio per guardare intorno al cerchio, con le guance arrossate dall'entusiasmo. “Tutti adulti qui...” Marco spinse il reggiseno di Eloisa fino a liberarle i seni, facendola tremare per l'eccitazione. “Oh Dio, Eloisa...” disse, fissandola con pura passione. Ammirò la risposta del corpo di lei al suo tocco prima di abbassarsi a baciare uno dei capezzoli. Eloisa sussultò e inarcò la schiena, afferrandogli i capelli. Sì, proprio così...”. Il calore di Adele avvolse Elio per tutto il cerchio. Le palpò il seno, sentì il battito del suo cuore aumentare mentre ne esplorava i contorni, perdendosi nella sua morbidezza. “Sei incredibile”, disse, baciandola di nuovo e alimentando il loro legame. Mentre ogni coppia indagava, Alex si avvicinava, attratto dal calore. Eloisa lo fulminò con lo sguardo e sorrise stuzzicandolo, invitandolo ad avvicinarsi. “Perché non ti unisci a noi?”, disse, seducente e promettente. “Sei sicura?” Disse Alex, con il battito accelerato. “Assolutamente”, sussurrò Eloisa, fissando gli altri due come se gli chiedesse di accettare. Alex si inginocchiò accanto al gruppo, aiutando Mark a togliere gli indumenti di Eloisa, con l'eccitazione alle stelle. Si comportarono in modo impeccabile, facendo scintillare ogni terminazione nervosa con i loro polpastrelli sulla sua carne. Mentre molte mani la esploravano, Eloisa si sentiva completamente desiderata. “È una sensazione incredibile...” mormorò, chiudendo gli occhi e sentendola. Elio e Adele si esplorarono ancora di più, incoraggiati dall'ambiente teso. Elio spinse dolcemente Adele all'indietro, baciandole il collo e la clavicola e assaporando i suoi mormorii sommessi mentre i loro baci si scaldavano. Le mise una mano sotto la gonna, stuzzicandole la coscia, poi si spostò più in alto, anticipando il calore. Adele gemeva, esortandolo, mentre si allungava verso di lui, desiderando di più. Mentre si occupavano di Eloisa, Mark e Alex la baciavano e la accarezzavano appassionatamente. Mark si assicurò che Eloisa fosse al centro dell'attenzione. Alex le disse: “Sei bellissima”, facendo arrossire Eloisa. Quando i due ragazzi la abbracciarono, Eloisa sentì un'ondata di desiderio. Fu travolta da un turbine di piacere, mentre le dita stuzzicavano e le lingue accarezzavano il calore del suo corpo. Ogni sospiro che emetteva la spingeva sempre più verso la felicità. Incoraggiata, ne implorava di più, mentre il suo corpo soffriva per liberarsi dal calore opprimente. “Tutti voi, voglio sentire ....”. Spogliandosi rapidamente all'unisono, i tre mostrarono con un rapido sguardo il loro bisogno intrinseco. Dietro Eloisa, Elio guardò Alex che le dava un bacio sul cuore. Le disse: “Hai un sapore incredibile” e fece roteare magistralmente la lingua, facendola sussultare un po'. Un'ondata di conforto investì Eloisa ogni volta che la sua lingua accarezzava la sua pelle sensibile.Un sorriso rassicurante si allargò sul volto di Elio mentre si avvicinava al suo ingresso. “Sei pronta?”, chiese. Il suo corpo bramava di essere toccato e lei annuì con entusiasmo. L'inebriante pienezza si infiammava nelle sue vene quando la spinta di lui accendeva il fuoco. Lo attirò con le sue grida di piacere. Mentre Elio prendeva gradualmente ritmo, i baci appassionati di Mark la incoraggiavano. In un bacio appassionato, Alex sondò la bocca e il corpo di Eloisa per assicurarsi che ogni centimetro si sentisse amato, stringendo il cerchio del piacere. Adele avvertì un calore crescente in mezzo al turbine. Il suo fervore si accese quando si rivolse a Elio in risposta alla scomparsa di Eloisa. “Mi faresti venire con te?”, implorò con voce pesante di desiderio. Mentre Adele prendeva il posto di Eloisa, Elio mormorò: “Assolutamente”. Affondò nel calore di Adele e la strinse a sé mentre si muovevano in perfetta sincronia, permettendo ad Adele di prendere il posto di Eloisa. Mentre un'ondata di desiderio reciproco attraversava la stanza, gemiti e risate travolgevano tutti, rafforzando il legame e abbattendo le barriere. Assecondando i loro desideri più profondi, ogni partecipante lasciò fluire i propri corpi in perfetta armonia. Gli amici non stavano più scherzando, ma stavano eseguendo una danza appassionata che rivelava il loro legame genuino attraverso l'unione di fiducia e piacere.
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1 month ago
annabohis,
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Notte calda con un amante senza inibizioni
Quando la sera salii al suo appartamento, l'aria era frizzante. Prima mi aveva mandato un'e-mail e per tutto il giorno mi ero soffermata su ogni singola parola ignobile. La adoravo perché era così schietta. Aveva il dono di dire le cose giuste per irritarmi, fantasticare sulle sue labbra sul mio cazzo e di prendersi il tempo necessario per dimenticare tutto di me.Entra nell'appartamento attraverso la porta parzialmente aperta. Le candele tremolavano nella luce bassa della stanza, dipingendo ombre morbide sulle pareti. Il suo amato ritmo blues suonava dolcemente in sottofondo, creando un'atmosfera seducente. Il profumo di cannabis pungente e vaniglia delle candele aleggiava nell'aria. La sua capacità di creare un ambiente perfetto era eccezionale.La vidi subito dopo aver aperto la porta. Si era rilassata sul divano, indosso un abito fluido che le slanciava la figura nei punti perfetti. Ha avuto gli occhi socchiusi e sfocati e i capelli un po' spettinati. Alzò gli occhi per incontrarmi e fece un sorriso malizioso con le labbra leggermente divaricate, come se avesse atteso il mio arrivo per tutta la sera.La sua voce era bassa, quasi un canto di fusa, quando disse: “Sei venuto davvero”. Inarcò la testa di lato, come se avesse capito la soluzione prima di me.Non risparmiai parole quando affrontai l'argomento. “Dopo l'e-mail iniziale?” Anche se ero a pochi metri di distanza, ho respirato il suo calore avvicinandomi. “Come potrei astenermi?”.Mentre il suo sorriso si allargava, si spostò sul divano, scoprendo più carne mentre il vestito le si arrotolava sulle cosce. Aveva la capacità di impazzire. “Pensavi che fosse bello, eh?”, disse, con un tono spensierato ma che lasciava intendere un pizzico di bisogno.Chinandomi, la avvicinai a me facendole scivolare le mani intorno alla vita. Quando le mie labbra sfiorarono leggermente il suo orecchio, dissi qualcosa. È tutto il giorno che ci penso. Riguardo a te. A proposito di quella tua bocca spalancata. Inoltre, la sensazione di stare in ginocchio è piuttosto piacevole.I suoi respiri tremanti mi fecero capire che la tenevo esattamente dove volevo. Quando le parlavo in quel modo, lo adorava. Mentre faceva scorrere le dita sul mio petto, mi strinse il colletto della camicia. “Allora permettimi di dimostrartelo”, mormorò, premendo le labbra contro le mie. “Lo voglio fortemente; te lo mostrerò”.Si inginocchiò davanti a me, i suoi occhi maligni fissi sui miei, e non disse più nulla. Si comportava sempre così, entusiasta ma composta. La gioia che provava per la sua attuale posizione di dominio su di me era palpabile nei suoi occhi.Con mani lisce e ferme, aprì la mia cintura e io la guardai con stupore. Era evidente che era incredibilmente abile in questo. Quando mi tirò giù i jeans, il mio cazzo era immediatamente eretto e premeva contro di essi; il suo sguardo famelico rivelò che si stava leccando le labbra.Quando si chinò verso di me, con la lingua che sfiorava appena la punta, gemetti e affondai le dita nei suoi capelli, stringendoli forte. Stava giocando con me, facendomi aspettare e provocandomi. Mi arresi e le lasciai fare questo gioco, visto che le piaceva.Giochi aperti e regole sempliciCon un colpo secco, mise le dita intorno al mio cazzo e cominciò a succhiarlo teneramente. Quando i miei fianchi si spinsero leggermente in avanti, mi sfuggì un gemito udibile. “Non stuzzicare”, dissi con voce bassa e graffiante. Dissi: “Ti prego, prendilo tutto”.Mentre i suoi occhi sfioravano i miei, vidi un sorriso che le balenava sulle labbra mentre mi guardava. La mia impazienza, e soprattutto i momenti in cui ero sul punto di perdere la testa, erano le sue parti preferite. Mi attirò più vicino, le sue labbra scivolarono lungo la mia lunghezza fino a raggiungere la base del suo collo. Anche se le veniva l'acquolina in bocca e gli occhi le lacrimavano, non si tirò indietro. Non era mai stato il suo obiettivo.“Brava ragazza”, dissi con tono minaccioso, mentre la mia presa sui suoi capelli si faceva ancora più rigida. Tutto, per favore. Fai capire quanto adori il membro di tuo padre.In effetti, ci riuscì manipolandomi con le labbra, prendendomi in profondità, tirandosi indietro, e poi prendendomi ancora di più la volta successiva. Era la sua passione e si sentiva completamente a suo agio nel farlo. La sua mascella serrata sopra di me e la saliva che le scorreva sul mento erano sufficienti a mandarmi in fibrillazione.Aveva il ritmo giusto, incessante e ipnotico. Mentre la sua lingua si contorceva e accarezzava, sentivo la mia presa su di lei aumentare. Lei assorbiva tutto, con lo sguardo fisso sul mio, e quel bisogno era ancora lì e bruciava, mentre i miei fianchi cominciavano a muoversi da soli, spingendo sempre più a fondo nella sua bocca.“Sembri così seducente con il mio membro in bocca”, osservai, la mia voce tinta di desiderio. “Vuoi che tuo padre ti calpesti tutta?”.La cosa finì lì, mentre lei gemeva entusiasta intorno al mio membro. Mentre il familiare calore e la stretta nel mio ventre si intensificavano, spinsi più forte, la mia mano la guidava e la teneva in posizione. Con un basso rantolo, affondai in profondità e ben presto mi feci strada nella sua gola, denso e caldo.Con la sua lingua che mi lavorava continuamente, succhiò fino all'ultima goccia, senza perdere un colpo. Quando mi ritrassi, mi guardò, con le labbra gonfie e scivolose, un sorriso soddisfatto che le si allargò sul viso mentre le leccava.Ripetei: “Brava ragazza”, mentre il mio respiro rimaneva pesante. “Ma c'è ancora molto da fare”.Quando la vidi salire sul letto, si posizionò tra le mie ginocchia e le sue labbra si chiusero ancora una volta su di me. Non volevo ostacolarla mentre adorava il mio cazzo. Mentre mi accarezzava, rendendomi gradualmente ma inesorabilmente duro, mi appoggiai allo schienale, presi il telefono e la guidai con la mano libera, che si infilò di nuovo nei suoi capelli.Non si è mai rilassata. Si compiaceva della mia reazione mentre mi trascinava, guardando come gemevo e stringevo i pugni. Perché era così insistente, ero felice di cedere alla sua intransigenza. Era bravo a soddisfare i miei desideri ed era il mio giocattolo sicuro.Il modo in cui mi tormentava con la lingua e mi succhiava il cazzo era proprio come volevo. Non aveva bisogno di parole: le sue labbra parlavano. Sapevo che quella sarebbe stata la notte più lunga e meravigliosa della mia vita mentre sentivo i miei muscoli tendersi ancora una volta, pronti per la battaglia
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2 months ago
annabohis,
27/25
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La più intensa notte della mia esistenza
Una circostanza che ha trasformato tutto
Un incontro non pianificato è stato il catalizzatore che ha messo in moto tutto. La mia amica mi ha presentato a Sofia durante un evento sociale che stava organizzando. Il suo sorriso adorabile e la sua straordinaria capacità di sostenere una conversazione senza sforzo mi hanno catturato. Quando abbiamo iniziato a parlare dei nostri interessi comuni per la letteratura, i viaggi e la musica, abbiamo scoperto rapidamente quanto avevamo in comune. Essere in sua compagnia sembrava così naturale, però, ed è stata la cosa che mi ha sorpreso di più. Non si poteva negare l'irresistibile attrazione della sua energia.
Tutto è iniziato con un incontro inaspettato che nessuno aveva previsto. Sofia mi è stata presentata durante una festa organizzata da un amico. Il suo sorriso accattivante e la sua straordinaria capacità di sostenere una conversazione senza sforzo mi hanno attratto a lei nel momento in cui ci siamo incontrati. I nostri interessi comuni per la letteratura, i viaggi e la musica hanno reso chiaro fin da subito che eravamo molto simili. Essere in sua compagnia è stata la cosa più sorprendente per me, perché sembrava così naturale. La sua energia aveva un'irresistibile attrazione magnetica.
Una connessione che non avevo mai sperimentato
Come inizio, abbiamo parlato di musica, viaggi e letture. Tuttavia, sembrava che le nostre anime si avvicinassero sempre di più ad ogni frase. Un'intelligenza acuta e un interesse genuino per il mondo erano evidenti nelle sue risposte sempre nuove. Non avevo mai avuto questa sensazione di spontaneità e di accordo.
Man mano che passavano le ore, il clima si trasformava sempre di più. Attimi che non richiedevano parole, sguardi prolungati, sorrisi più affettuosi. Poco a poco, la celebrazione, che all'inizio era apparsa così normale, si trasformava in qualcosa di straordinario. Capii che quella sarebbe stata la svolta della serata quando Sofia mi suggerì di fare una passeggiata. .
Un istante al di fuori del tempo
L'intensità era palpabile in ogni movimento e tocco. Siamo stati in grado di apprezzare davvero la reciproca compagnia e di cogliere ogni aspetto poiché non eravamo di fretta. Sembrava che non ci fosse nessun altro sulla Terra a parte noi due mentre attraversavamo il globo. In questo spazio ristretto, non c'era disonestà e amore e desiderio puri al cento per cento.
Ci siamo sdraiati uno accanto all'altro e ci siamo abbracciati a lungo dopo il picco. Respirava regolarmente mentre la sua testa poggiava sulla mia spalla. Anche se siamo rimasti in silenzio, il tempo che abbiamo condiviso è stato profondo. In quei momenti, ho sentito come se il mio legame con lei si fosse approfondito oltre qualsiasi cosa avrei potuto immaginare con qualsiasi altro individuo. Il nostro linguaggio era uno che poteva essere compreso solo da coloro che avevano sperimentato qualcosa di così personale e significativo come ciò che avevamo condiviso.
Quell'esperienza ha lasciato un'impressione profonda sul mio essere. Quando ho fatto il sesso migliore, ho capito che non si trattava solo di piacere fisico. Si trattava di entrare in contatto con un'altra persona, di fidarsi di lei e di essere sinceri con lei. Condividere le proprie preoccupazioni, i propri desideri e i propri sentimenti senza aver paura di essere vulnerabili è la chiave del successo in questa impresa.
Anche se è passato molto tempo da allora, ricordo ancora quel momento con un senso di gratitudine e calore. Non solo mi ha insegnato ad apprezzare il desiderio, ma mi ha anche insegnato a comprendere la profondità emotiva che si cela nel rendere l'intimità genuinamente unica. E forse questa è la chiave per fare il sesso migliore della tua vita; non è solo un atto, ma piuttosto qualcosa di molto più significativo che unisce i cuori e le anime l'uno dell'altro.
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2 months ago
annabohis,
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Sesso con un ex fidanzato
Fantasie divertenti
Dopo una lunga giornata di lavoro, sono al molo, pronta a prendere la mia barca per tornare a casa. Vado al bagno come al solito, mi tolgo il reggiseno per rilassarmi e sentire l'aria sul mio grande seno, e poi vado al bar per un bicchiere di vino. Finalmente trovo il posto più stabile, che si trova da qualche parte sopra la linea centrale. Con il telefono in mano e un bicchiere al mio fianco, mi sto rilassando sul traghetto di ritorno a casa mentre leggo il giornale. Posso vedere i miei capezzoli premere contro il tessuto del mio vestito a scollo, e le mie grandi tette che pendono.
Metto il telefono in grembo per noia e apro Messenger. Mi ha mandato una foto del suo enorme cazzo con la sua bellissima testa, e il pensiero di vederlo fare magie lì, nella mia bocca, o nel mio culo, fa sciogliere di nuovo la mia fica.
Faccio le fusa, diventando sempre più debole e bagnata. Rispondo inviandogli via email una foto salvata della mia vagina umida e dicendo: "Mi piacerebbe metterci le labbra intorno."
"Così bagnato," risponde.
"Serve questo?" chiede, inviando un altro dei suoi enormi cazzi, questa volta carico di palle.
Il suo enorme cazzo nella mia figa esposta è nella mia mente. Rispondo, "E baciarlo," immaginandolo nella mia bocca così come i miei capezzoli induriti. Sobbalzo quando la barca colpisce un'onda, facendomi gemere, ma non a causa della sua splendida foto del cazzo.
Mentre lo shock continua a travolgere la mia vagina, rispondo: "Bacialo, leccalo, succhialo."
Finale inaspettato
Sento qualcuno dire, "Così cattiva in pubblico," dietro di me, e gemendo perché riconosco la voce, i miei capezzoli si induriscono e la mia vagina si apre e inizia a fluire. Procedi verso il bagno e solleva la gonna. Mi solleva e mormora, "ORA," nel mio orecchio mentre guarda giù verso le mie grandi tette.
Rimbalziamo al ritmo del movimento della barca, e quando usciamo a poppa e vediamo una testa con dischi verdi, lui guarda con desiderio i miei capezzoli esposti che rimbalzano nel mio vestito.
Sbatté la porta dietro di lui dopo averla aperta e spingendomi dentro. Urlo, "Scopami come se fossimo su una barca," mentre la sua mano scivola sotto il mio vestito, trova il mio buco umido e toglie le mie mutandine bagnate.
Gli palpo il suo enorme e desideroso cazzo dopo averlo sbottonato. Sentirmi una puttana è quello che voglio. Esigo, "Fammelo senza protezione," e metto la mia gamba sulla sua vita.
Le sue mani sollevano il mio vestito, rivelando le mie tette, che lui palpeggia mentre spinge il suo cazzo su e lascia che il viaggio accidentato della barca mi faccia scendere sul suo cazzo duro. Mi dondolo su e giù sul suo cazzo e mi irrigidisco mentre il suo cazzo in espansione scopa la mia figa umida e stretta, facendo oscillare la barca e colpire un'onda molte volte. Gemito e divento più rigida su di lui mentre lui afferra i miei capezzoli sodi.
Sento la barca che mi spinge più forte verso di lui mentre raggiunge il mio punto più alto, e lo scopo giù sul suo grande, succoso cazzo nudo mentre la barca si gonfia. Entrambi gemiamo mentre lo sentiamo espandersi dentro di me, e urlo mentre la mia vagina bagnata viene colpita rapidamente e con forza mentre lui stringe i miei seni più forte.
Alzo la gamba più vicino e la avvolgo attorno a lui, così che sia profondo dentro di me e le sue palle colpiscano il mio ingresso umido. Mentre la barca sobbalza di nuovo, le sue mani iniziano a inviare meravigliosi scossoni di dolore attraverso i miei seni, spingendo il suo grosso cazzo nel mio fianco.
Le sue mani stanno iniziando a farmi lividi i seni mentre scopiamo così forte che sento che sto per venire. Mi scopa più forte mentre rispondo, stringendo il suo cazzo indurito e venendo giù sui suoi alti, mentre gli passo le mani tra i capelli e lo bacio.
Mentre sento i miei fluidi scivolare sul suo cazzo nudo, sentiamo i motori rallentare. Gemendo mentre lui scopa più a fondo, sento i miei fluidi stringere e scorrere sul suo cazzo. Mormoro, "Più veloce, o ci incagliamo," e lui mi lecca e mi penetra più rapidamente. Mentre lo abbraccio e inizio a gemere, sento il suo cazzo tremare dentro di me.
Mentre la barca mi tira giù, le sue palle si stringono e mi scopa, mandando su il suo sperma. Quando lo sento riempirmi con il suo sperma caldo e scopiamo più forte, squirto e urlo forte. Poi mi riempie con il resto del suo sperma caldo, e io spruzzo sul suo cazzo."Caspita, è così dannatamente caldo!"
Lui tira giù il mio vestito e mi dice: "Ora dobbiamo uscire di soppiatto dal bagno." Condividiamo un bacio. Prima che lui si sblocchi
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annabohis,
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Ghiaccio...
Lei mi inebriava, l’amavo a tal punto da non riuscire nemmeno a sfiorarla, mi annientava la sua voglia, ed io avevo imparato a placare la sua smania. A volte i suoi giochi cervellotici mi portavano ad essere condottiero delle sue complicate trame. MI ritrovavo come sempre a dover domare la sua fame e dover stare al suo artificio che più la rendeva inquieta. Gli sguardi, smarriti l’uno nell’altro, la situazione ci infiammava ancor prima di essere nudi. Lei era quella che faceva sempre la prima mossa e come consuetudine mi regalava la nudità del suo corpo, provocava in me un folle turbamento. Ogni cosa tolta, lei prima di buttarla a terra, mi guardava intensamente, la sua lingua meccanicamente girava intorno e bagnava le sue labbra, prendendo delle pause, questo fare era un misto tra tortura ed impulso a toccarla. Silenziosamente la raggiunsi alle spalle, per respirare il suo profumo e riempire di lei miei polmoni, col naso sfioravo avidamente il suo collo, mentre lei, quasi come se non ci fossi, continuava senza interruzioni.Il tappeto era ormai invaso di ciò che lei aveva tolto, la luce pervasa della stanza, metteva a fuoco il suo corpo, dai capelli alle labbra al suo seno, dai fianchi fino ai suoi piedi, distratto da quella visione, iniziavo a sentire i primi tremiti e perdevo ogni comando del mio corpo. La seguivo col il mio sguardo, ora sdraiata sul sul letto, lo sfizio di levarmi i vestiti e seguirla era immenso, ma rinunciai e continuai a giocare pur sapendo di prolungare la mia tortura.Fremevo dal voler addossare le mie mani su di lei nuda, il mio sguardo si pose su un bicchiere, non so cosa fosse il contenuto ma mi avvicinai e presi il ghiaccio contenuto in esso. La mia testa iniziò a fantasticare e a guidarmi, usai il ghiaccio come fosse un pennello, e lei la mia tela da dipingere. Con un tocco leggero e delicato percorrevo con il ghiaccio il suo corpo e la sua pelle fremeva ad ogni mio tocco lento, i suoi occhi chiusi e le sue labbra semi aperte, erano induzioni al mio voler continuare. Il suo respiro iniziava ad accelerare.Sentivo la sua eccitazione, i capezzoli turgidi erano l’unica resistenza che incontrava il mio tocco, che continuava senza darle tregua nel suo lento percorso.I miei occhi la seguivano mentre le sfioravo le labbra, poi delicatamente mi dirigevo lungo il collo, passavo tra suoi seni fino ad arrivare lentamente al suo ombelico. Lasciai il cubetto di ghiaccio, mi spostai per prenderne un altro lo misi in bocca e poi lo fermai tra le labbra. Iniziai da dove ero rimasto, dal suo ventre.Il suo bacino s’inarcava voglioso, le sue mani stringevano le lenzuola, sentivo il mio pulsare nei pantaloni, guidato dal ritmo del suo respiro veloce, passavo sul suo pube, poi sui fianchi, inumidivo ogni centimetro del suo corpo. Le sue gambe aperte erano esplicitamente l’invito che ogni uomo aspetta, col ghiaccio ero sceso fino ai piedi, ora percorrevo risalendo la gamba, fino a posarmi al centro del suo essere, calda, vogliosa, era essenza stessa del desiderio. Continuava la sua dolce tortura, lentamente e come avrei voluto fare con la mia lingua, passavo e ripassavo su di lei, il suo corpo fremeva, la sua mano mi afferrò decisa la spalla attraverso la mia camicia, sentivo le sue unghie affondare nella mia carne, qualche gemito iniziai ad alternarmi con il mio respiro al suo.Non volevo perdere la magia di quel momento affannoso, portai due dita sulla sua bocca, mentre il ghiaccio le regalava pennellate di piacere, prima con la lingua e poi succhiandole avidamente fece sue le mie, mentre cercavo per quanto possibile di accelerare i movimenti del ghiaccio. Le sue unghie misuravano il suo piacere, impaziente di appagarla, con le mie dita bagnate dalla sua saliva, andai a stringerle delicatamente un capezzolo, un sibilo di piacere ruppe il silenzio anticipando il suo impeto, gli spasmi del suo corpo mi regalarono il suo orgasmo, restò immobile, io aspettai che il suo respiro tornasse pian piano alla normalità, mi persi dentro il suo sguardo mentre lei mi guardava negli occhi e con un dito disegnava le mie labbra. Silver Rea
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SilverRea,
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Ti disegno---
Ti disegno a carboncino, su carta ingiallita ruvida, quella carta che sa di vecchio, impreziosita dal passare del tempo.Tratti scolpiti, leggeri, calcolati e pieni di sfumature. Sei quello schizzo di cui vado fiera, quello che scruti e riguardi percorrendo le linee dei fianchi e con la punta del dito sfumo il carboncino, delineando il tuo profilo, ti accarezzo immaginandoti. Ti rendo vivo, davanti ai miei occhi, gioco con luci e ombre, come farei con te nella realtà, ritrarti nella più indecente delle pose, ma rendendoti etereo. M’infervoro nel vedere la mia mano disegnare ogni particolare del tuo corpo, tutto di te attrae il mio istinto animale, persevero a dare forma al tuo corpo, immaginandoti al centro del mio sguardo, ti divoro e ammaliata dal tuo essere diventi la mia opera migliore. Come stregata non riesco a staccare le mani da quella carta ruvida, come nel più selvaggio dei momenti in cui mi coinvolgi, un sciame di sensazioni che esplodono dentro di me, non metterei mai fine al godere di te, avvinghiata avidamente al tuo corpo bramoso di passione. Neanche il tuo più intenso orgasmo farebbe fermare la mia mano, ti abbozzo fino a renderti perfetto, quello che solo io posso vedere. Mi separerei da te sfinita, distrutta da quella frenesia mentale che solo tu riesci ad accendere. Ritornerei a posare le mie mani su di te, a possederti, a farti mio, a goderti. Come un disegno a carboncino, sei li immobile, a deliziarmi come una viziosa peccatrice. Silver Rea
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SilverRea,
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Fiore screziato.
Sempre di corsa...Devo mettere le scarpe!Per un batter d’occhi, stranamente, non sento più nulla, continuo aciondolare a tempo con il mio corpo di donna, fra le note di un malizioso marcato soul, adesso muto.In momenti come questi mi sento grande, smisurata, sconfinata nel senso di vasta, eccelsa...dominante.Mi piacerebbe avvolgere, annettere tutto con quest’urlo silenzioso, primordiale e secluso.Vorrei riuscire a palesarti questa parte di me, disinibita, solare, avvolgente.Farmi leggere, da fuori in tutta la mia svariatezza, perché è quello che sono, sono caos, sono varietà, mescolanza, ammasso, ingombro, superflua ma necessaria.La pura verità è che la mia essenza più profonda è questa, mutevole, copiosa, inafferrabile.L'unico rumore che più che rumore, è bailamme, lo fai tu nella mia testa affollata e piena.I pochi e ovattati fiati che sento, arrivano da una spiaggia vuota e fosca. Risuona in lontananza, al di là dei miei pensieri indefiniti, la lenta bruma, che sale dal mare, avanza e mi avvolge nelle sue spire e tu incauto viandante incedi.Dolce si leva un malinconico canto, che inconsapevole rapisce l'anima di coloro che se ne lasciano ammaliare. ..Attendi, pacato e silente, persuaso da quel gorgheggio che inesorabile incanta.Danza la nebbia, ovattata e fusa alla risacca del mare; persa nei miei pensieri, quasi non mi accorgo che il mare, dolcemente mi sfiora i nudi piedi.Un fiore arancione screziato di nero, si lascia sciabordare dall’onda, è la mia malinconia, è la mia apparente calma.Lo raccolgo, lo intramo fra i capelli.Sola, svestita di tutto, do voce a pensieri sparsi e spregiudicati.È una libertà a cui non riesco a rinunciare questa, un momento tutto mio di cui non posso fare a meno.È il mio diritto alla confusione, il diritto al tempo che mi serve per assimilare qualcosa che ancora mi toglie il fiato.Cammino, gli occhi si incantano e si inceppano sulla tua figura.Appeso alla salmastra e fitta nebbia che sembra voler proteggerci, non c'è spazio per altro oggi, se non la stessa voglia di sfamarmi ancora di te.Toccarti per la prima volta.Nuda.Desueta a quello stesso fottuto desiderio che, da quando ti ho conosciuto, ha iniziato a consumarmi lentamente.Assillo che è capriccio, capriccio che è smania, smania che è desiderio latente di averti.Mi piombi davanti, sussulto, uno scambio di sguardi, mi parli, io ascolto.Mi tocco i capelli nervosa perché la mia testa, mi porta già altrove.Sulla tua pelle, fra la tua voce e il tuo gusto.Mi immagino fra le tue gambe, già nella mia bocca, la tua pelle che mi sfiora. Nelle mie fantasie, io, già ti blandisco.Risuona il soul, inquieta, mi ritrovo a ciondolare.Ho voglia delle stesse sensazioni ora, ed è un piacere che fa male, fisicamente, come tutte le volte che non lo posso soddisfare.Sfilo via gli slip, madida e gonfia pulsa violentemente, la sfioro, raccolgo i copiosi umori, porto le dita alla bocca, lappo il mio sapore.Ritorno in camera da letto per mettere le mie scarpe rosse col tacco, sempre quelle.Nuda, completamente nuda, non perché ho tolto i vestiti ed ogni cosa.Non perché il mio seno è libero come tutto il resto.Nuda perché scoperta, nuda perché vera, nuda perché senza vergogna mi offro a te sbattendoti in faccia tutta la mia eccitazione.Come ogni prima volta, la stessa frenesia.Con il fuoco negli occhi di chi non desidera altro che schiudersi, farti godere e godere.Con l’irragionevole impeto di chi non pensa ad altro che averti addosso e dentro.Alzo la gamba e poggio il piede sul comodino. Le unghie corte e smaltate, il tacco 12 bene in vista.M’insinuo, il bacino ondeggia sulle dita.Vagheggio!L’impressione di sentire la tua lingua, farsi strada, scavare.I denti accarezzarmi, mordermi, farmi male.Mi spingo leggermente in avanti, i capelli sciolti cadono e mi coprono il viso. Li sposto di lato, li tengo fermi mentre sento i respiri intensi diventare gemiti. Vorrei sentirti dentro, assaggiare il tuo corpo nudo e adorarlo.Sentire il rumore della tua carne che urta sulla mia, perdermi nel suono di ogni parola indecente sussurrata all'orecchio, detta in bocca e soffocata in gola.La conosci la voglia ho.Ti guardo negli occhi, mentre mi abbasso in avanti solo per morderti le labbra e sfiorarti con il mio seno, le mani sulle cosce mentre mi afferri, mi stringi e torturi i capezzoli turgidi.Toccarmi sinuosa e lasciva mentre danzo al ritmo dei tuoi colpi decisi.Il piacere che provo pervade ogni centimetro di questa pelle, le dita affondano più velocemente, sento il tuo fiato sul collo.Mi sento cedevole.La voglia di te mi inchioda a questo assolo, questo orgasmo vecchio e nuovo che, si issa, lievita e mi riporta a quel dannato giorno in cui tutto è cominciato. È tutto sulla mia schiena il caldo di questa estate.Gocce di sudore scivolano dal collo lentamente, fino al ventre e alle cosce leggermente divaricate.Sono stremata, bagnata e sfatta, sto per cedere.La saliva che lascio colare dalla bocca, scende piano sulla pelle già umida. La stendo sul seno, sul viso, poi la riporto alla bocca.Le dita vanno sempre più a fondo. È un rito antico il mio, la canzone che da giorni mi risuona in testa.Mi sembra di sentirla ora, come ornamento al mio godimento.Quelle parole aumentano le mie paranoie, forse dovrei ingoiarle, rimandarle indietro, anche se l'unica cosa di cui ho voglia adesso sei tu.Una morsa insopportabile mi stringe lo stomaco.Le emozioni si confondono, sorrido, gemo, godo.Chiudo gli occhi soddisfatta e appagata.Mi guardo allo specchio, non vedo la donna fine ed elegante di poco prima. Il rossetto sbavato, lacrime annerite dal rimmel mi rigano il viso di piacere, i capelli arruffati sul viso sudato.Amo questa immagine di donna.Sono io, che mantengo contorni incerti, sempre pronta a variare...sono quel fiore arancione screziato di nero che porta con sè la magia dell’attimo.Silver Rea
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SilverRea,
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Sexy Befana Al Bolero -2- Il Dungeon
L'acqua della piscina non era molto calda, ma era comunque piacevole. L'eccessivo affollamento, tuttavia, era un po' sgradevole, anche se aumentava le possibilità di incontrare persone che la pensavano allo stesso modo e con desideri simili.Riuscimmo a trovare un posto centrale, quello con le bollicine vivaci e invadenti. Accanto a noi c'erano molte altre coppie di età diverse, impegnate in una conversazione o in altre attività più creative e piacevoli.I capezzoli di Marica fuoriuscivano dall’ acqua e imploravano attenzione.Lei seduta con le spalle sui getti, io davanti a lei, tra le sue gambe divaricate. Riuscii a resistere alla tentazione, tuttavia desideravo il suo corpo.Volevo sentire ogni centimetro della sua pelle tra le mie dita, perciò iniziai un massaggio sensuale. Mi allontanai leggermente da lei per riuscire a prendere con facilità i suoi piedi.I miei pollici sulle piante e tutte le altre dita sul dorso. Feci muovere i pollici dall’ alto verso il basso e viceversa imprimendo una pressione moderata.Gli occhi chiusi di Marica esternavano godimento e rilassamento. Mi soffermai un paio di minuti sui piedi. Poi le mie mani salirono lentamente fino ad appropriarsi dei polpacci. I palmi delle mie mani coprivano quasi completamente la zona e il movimento palpeggiatorio sempre più intenso, lentamente scioglieva il muscolo.Salii sempre lentamente e con le dita pressate sulla carne seguivo le linee linfatiche.Gli occhi sempre chiusi e il volto in estasi, mi resero più intraprendente. Lentamente mi inginocchiai e feci arrivare le mani sotto alle natiche. Le avvolsi e le strinsi, contemporaneamente la mia lingua, vicina al suo volto, si avventurò sulle labbra rosse. Gli occhi si aprirono un secondo, mi fissarono, si richiusero e la sua lingua si unì alla mia. Fu un bacio lento, non eccessivamente erotico se non per la situazione e il luogo.Le mie mani si spostarono dal sedere al seno, cercando i capezzoli. Li trovarono pronti e marmorei mentre si guastavano il caldo dell’acqua. Tuttavia, preferirono il mio tocco.Interruppi il bacio per riprendere il massaggio, questa volta concentrato sul corposo e sodo seno.«Andiamo a vedere là dietro? Vedo il soffitto che sembra un celo, magari c’è un po' più di intimità».Marica mi indicò la pseudo grotta alle nostre spalle. Ci alzammo per andare a studiare il nuovo luogo, purtroppo anche quello era molto affollato e l’unico posto disponibile era quello vicino all’ entrata, praticamente neanche ad un metro rispetto a dove eravamo posizionati prima.Alla nostra destra, una donna era seduta sopra un uomo e dai loro movimenti era chiaro che era in atto una penetrazione. Per evitare di suscitare l'invidia di Marica, infilai delicatamente due dita nella sua amichetta, desiderosa e sempre pronta. Lei ricambiò con affettuose carezze al mio gongolante amichetto.Dopo qualche minuto, la coppia alla nostra destra si separò. Lui si alzò in piedi, rivelando un pene completamente eretto che puntava verso l'alto. Le dimensioni erano sufficienti per definirlo un membro ben dotato. Si avvicinò a noi per uscire dal corridoio stellato e dirigersi verso l'esterno.Sia io che Marica eravamo seduti, quindi il pene viaggiante era all'altezza dei nostri volti quando ci passò accanto. Immediatamente Marica esclamò:«Oh, bene! Vedo un bel giocattolo pronto all'uso qui. Posso?»Vidi la mano di Marica afferrare il membro eretto davanti ai suoi occhi e portarlo alla bocca. Purtroppo, dopo solo due pompate, un frequentatore della piscina la rimproverò, affermando che non poteva praticare sesso orale in acqua.Per tutta risposta, la mia compagna spiegò che lo stava solo assaggiando per verificarne la consistenza. Tuttavia, il proprietario del palo assaggiato decise di prendere le distanze, forse per calmare la situazione ed è uscì dall’acqua.Marica non ebbe molto tempo per piangere la perdita di un succulento pompino, perché subito dopo il rimprovero, un membro dello staff venne ad avvisarci che dovevamo uscire dalla Spa e cambiarci, in quanto la festa sarebbe iniziata poco dopo, intorno alle 21:30 con una cena a buffet.Ci mettemmo in fila per una doccia veloce e poi ci dirigemmo verso lo spogliatoio. Purtroppo, non riuscimmo nel nostro intento. C'era troppa gente a cambiarsi e a prepararsi per la serata.Non volendo stressarmi feci una proposta semplice, ma efficace:«Che ne dici se andiamo a bere qualcosa? Così facciamo passare un poco di tempo e poi torniamo?».Marica mi guardò con i suoi occhioni profondi e titubanti: «Mi sembra un ottimo piano. Possiamo andare in giro con i nostri asciugamani?».«Sì, non preoccuparti! Non avremo problemi fino alla cena. Comunque, torniamo nel salone, almeno possiamo respirare meglio e posso farti fare un piccolo tour del club».Risalimmo le scale e ci dirigemmo verso il bar. Come al solito, Marica ordinò un prosecco, mentre io presi un cocktail a base di Amaretto di Saronno e arancia. Ci sedemmo e ci godemmo i nostri drink, insieme alle altre persone che stavano aspettando che si liberassero gli spogliatoi.Come promesso, una volta terminati i nostri drink, portai Marica a fare un rapido giro del locale. Subito volle visitare la sala fumatori per soddisfare le sue tendenze tossiche. Poi le mostrai la piccola sala cinema, dove stavano proiettando il solito filmetto hard, con tanto sesso, ma con poca eccitazione. Infine, la portai a esplorare la sala BDSM Dungeon.Le luci rosse soffuse e l'arredamento proiettarono nella nostra fantasia una prigione sotterranea dedicata ad ogni tipo di perversione e causarono un immediato senso di eccitamento nella la mia partner.Procedemmo con cautela ed esaminammo attentamente ogni elemento della stanza. Marica mi bombardava con innumerevoli domande e io facevo del mio meglio per rispondere sulla base delle mie limitate conoscenze.Grazie alle avventure passate con la mia ex, Ely, avevo una base di pratiche bondage e BDSM. Tuttavia, oltre a spiegare, non potevo fare molto altro.Ho imparato che in certi campi, soprattutto quelli legati al piacere, l'improvvisazione non è lo strumento migliore e che in contesti estremi bisogna essere molto preparati per rendere l'esperienza piacevole oltre ogni limite. Quindi, al massimo, potrei essere l'assistente e il servitore a tutto tondo, ma mai il padrone.A parte i mobili, la stanza era vuota, nessun essere umano era intento a distrarsi e a giocare con la strumentazione disponibile. Di conseguenza decidemmo di tornare indietro. Mentre percorremmo la strada dell’uscita, Marica si fermò davanti all'altalena dell'amore. Non sono certo che il nome corretto fosse proprio quello, ma, in un paio di occasioni in una villa di amici sentii chiamarla così.L’altalena, in pratica, era una specie di sella appesa al soffitto tramite catene, con maniglie e cinghie. L’utilizzo non è complicato. Permette di fare una serie di giochini con il partner sospeso.Marica fece scivolare a terra l'asciugamano dai fianchi, poi con grazia si sistemò sulla sella. Posizionò le gambe ai lati delle catene dentro le cinghie, allargandole a tal punto da aprire anche le sue belle labbra intime.La sua mano destra, lentamente, si appoggiò sul monte di venere e scivolò verso il clitoride che venne catturato dall’ indice e medio, trovando la posizione ideale per essere strizzato e stimolato.Mi inginocchiai, le allontanai la mano e la sostituii con le mie labbra che iniziarono a succhiare e a far crescere quel piccolo organo genitale.Divenne duro e reattivo.Lo stimolai anche con i denti, con delicatezza, solo il risucchio era rude e rumoroso.La posizione era magnifica, completamente aperta e disponibile per ogni mia perversione. Ero comodissimo e il movimento ondulatorio aiutava notevolmente ogni mia iniziativa.La sentii bagnarsi sempre di più. Un sapore inebriante avviluppò la mia lingua. I gemiti erano sempre più intensi. Inserii un dito all’ interno e lo roteai sugli umidi pareti. Ne inserii un secondo e mi ritrovai la mano completamente bagnata e viscida. Giocai dentro e fuori per un paio di minuti, poi, le dita, come impossessate da un diavoletto tentatore, cambiarono destinazione. Si posarono sul buchetto, anch’esso aperto, proprio sotto alla vulva. Entrarono senza tanta difficoltà, grazie anche all’immensa lubrificazione. Le dita vennero accolte fino in fondo e una contrazione anale le salutò e le ringraziò per la visita.«Prendi il preservativo e mettimelo tutto in culo, cazzo, sto godendo come una maiala! Mi piace un casino questa posizione, sento tutto e sto pure comoda!»La voce rauca e seducente con cui le sfuggirono le parole mi eccitò ulteriormente. Mi alzai in piedi. Presi un preservativo dalla tasca dell'accappatoio, ma a causa delle mie mani appiccicose non riuscii ad aprire facilmente la confezione; quindi, dovetti usare i denti e così ebbi l'opportunità di assaggiare ancora una volta la perversione. C'erano così tante secrezioni che non ebbi bisogno di lubrificare ulteriormente il mio pene.Appoggiai la punta del glande sulla rosellina semiaperta e in attesa di essere violata per la prima volta nella serata. L’altalena fu lo strumento perfetto che con le sue oscillazioni naturali favorì la penetrazione. Prima un centimetro, poi due e ad un certo punto tutta la cappella fu catturata dall’ anello anale che la imprigionò.Le pareti intorno al glande si plasmarono tutt’intorno e la sensazione di lieve costrizione mi fece spingere.Spinsi fino in fondo. La cosa meravigliosa è che la mia pancia non fu di impiccio, perché la posizione creata grazie all’ altalena mi permetteva di essere dentro completamente, senza ostacoli.Iniziai a spingere con un ritmo così impeccabile che nemmeno un metronomo avrebbe potuto rendere più perfetto. Le mie mani erano libere di muoversi e desiderose di provare le sensazioni che il corpo di Marica mi regalava con fervore ed entusiasmo.Spinsi e torturi i grandi e turgidi capezzoli, lunghi e sensibili alle mie attenzioni.Spinsi e il pollice della mano destra si divertì a circumnavigare il clitoride ormai elettrico e pronto ad esplodere.Spinsi e le mie dita vennero catturate dalla bocca calda e ansimante.Spinsi e un terremoto spasmodico fece eruttare una calda fonte che mi bagnò completamente.Spinsi ancora, con maggiore forza e velocità. Entrai e uscii con rude malvagità. La necessità di raggiungere il miogodimento si trasformò in un urlo di liberazione quando il mio sperma invase il preservativo.Ebbi timore che si fosse rotto, ma fortunatamente rimase integro. Il mio pene, ospite ancora per qualche secondo, perse la sensazione di contenimento e avvolgimento che purtroppo l’allargamento del culetto causò, ormai diventato il traforo del San Bernardo.Rimanendo dentro, riuscii a chinarmi e a stampare un veloce bacio sulla bocca di Marica e per non mancare nulla, le morsi lievemente entrambi i capezzoli.I nostri corpi, bagnati sia dal sudore che dai nostri umori necessitavano di una ripulita, fortunatamente dentro il Dungeon c’era un bagno con la doccia che ci aiutò notevolmente a tornare decenti.Quando uscimmo dalla doccia, trovammo il nostro amico dal pene svettante. Di nuovo concentrato sulla sua compagna. Lo trovammo scoparla, prigioniera della gogna.Marica mi chiese se mi sarebbe piaciuto avvicinarmi e farle assaggiare il mio pene, vista la posizione favorevole. Dovetti però rifiutare per non fare brutta figura, visto che per il momento ero una pistola a salve, scarica e molliccia.Uscimmo dalla sala e fortunatamente trovammo lo spogliatoio abbastanza libero per darci una sistemata e un nuovo contegno per il proseguo della serata.
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10 months ago
Giorgio, 52
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Un amore diverso.
Angela riuscì a chiudere la porta dietro di sé. Le imprecazioni di sua madre rimasero fuori: anche questa volta era quasi andata bene. Con la lingua sentì, sul labbro inferiore, il sapore del sangue che le confermò che il ceffone di sua madre le aveva procurato un lieve taglio. Doveva andarsene. Sì, doveva andar via da quella casa. Si avvicinò alla finestra, fuori il cielo era grigio, la sua vita era grigia, tutto era grigio in quel posto: grandi palazzoni di edilizia popolare, in un quartiere che col tempo era degradato, abitato da ladri, puttane, spacciatori e balordi di ogni specie. Sua madre abitava lì, in un appartamento in affitto, suo padre mai conosciuto, forse era uno dei tanti fidanzati di sua madre. Una bella donna che, con il tempo, si era ridotta a fare la prostituta, a vivere sempre semi ubriaca, a girare per casa mezza nuda, convivendo sempre con un balordo di turno, che regolarmente la sfruttava e poi le dava un calcio e via. Dove andarsene! L’ultimo amico di sua madre era un tipo poco raccomandabile, peggiore degli altri che si erano avvicendati prima: un bulletto che si credeva furbo, l’aveva guardata con occhi cattivi.
«Tua figlia sta diventando bella, uno di questi giorni le insegno il mestiere, così vi metto a battere in strada tutte due e guadagno il doppio.»
Quelle parole ad Angela avevano fatto venir la pelle d’oca; ora doveva scappare, se non voleva far quella fine. Era riuscita a sfuggire, due o tre volte, allo stupro, e non voleva che fosse lui a prendere la sua verginità. Andava a scuola dall’altra parte della città, vicino a casa di sua zia Ada.
Lei sì che era una vera donna. Aveva studiato, si era sposata con un ferroviere, possedeva una bella casa, amava stare con lei, specie da quando, un anno fa, era morto suo zio, stroncato da un infarto. Sua zia era sempre felice di averla in casa. Angela sapeva farsi voler bene. Era una ragazza sveglia, sapeva far tutte le faccende domestiche e lo faceva volentieri per sua zia, che non aveva figli, quindi la considerava e le voleva bene, come ad una figlia.
«Questa casa è sempre aperta per te.» Le diceva sempre.
A volte Angela passava da lei per non tornare a casa. Si sentiva bene con lei, ora doveva scappare: a quasi diciotto anni, doveva decidersi. Mise dentro lo zaino i libri, in una sacca i pochi vestiti che aveva. Vestiva sempre in modo da non attirare l’attenzione, in classe passava quasi inosservata, mentre vedeva le sue compagne vestirsi sempre in modo da attirare lo sguardo dei maschi; lei, invece, riusciva a scomparire anche in mezzo alla folla. Uscì piano dalla camera, sua madre era in bagno; chiuse piano la porta, mentre stava per scender le scale, vide il balordo che saliva. In silenzio, salì al piano di sopra, lui entrò in casa: aveva le chiavi. Scese, corse fuori, prese al volo il bus che l’avrebbe portata dall’altra parte della città. Non si girò: forse sua madre si sarebbe accorta della sua scomparsa, solo fra qualche giorno. Ada la vide davanti al portone, le sembrò un uccellino piccolo e indifeso. Le raccontò gli ultimi avvenimenti.
«Vieni, togliti questi abiti bagnati, fatti una doccia che ti riscalda; io intanto ti preparo qualche cosa di caldo.»
La sera Ada disse che, se voleva, poteva decidere se dormire sul divano letto della cameretta o nel letto con lei. Quando si trovò distesa al suo fianco, le sembrò che, finalmente, si poteva rilassare, le mani della donna le massaggiavano le spalle.
«Rilassati, non pensare a nulla: qui sei al sicuro.»
Lei sentiva uno strano languore crescere dentro di sé; era dolce il modo in cui la zia l’accarezzava, lei si lasciò andare. Lentamente si sentiva dentro una sensazione di benessere, la bocca della zia a poca distanza dalla sua, le parole appena sussurrate, le carezze erano dolcissime.
«Che bel seno che hai zia, il mio è molto piccolo: posso toccarlo?» Lei sorrise.
«Non disperare, presto diventerà grande anche il tuo: sì, puoi toccarlo.»
Angela portò lentamente la mano sulla mammella, era soda, il capezzolo grande, duro, Ada ebbe un gemito.
Il contatto la faceva impazzire. Allungò la sua mano sul seno della ragazza, lei si mise a tremare come una foglia. Era uno strano languore quello che provò quando Ada appoggiò le sue labbra alla sua bocca; lei non oppose nessuna resistenza. Lasciò che Ada insinuasse la lingua dentro la sua bocca, rispose con ardore a quel bacio, lunghissimo, che la fece vibrare come una corda di violino, mentre fra le sue cosce sentiva come un fuoco. La mano, dal seno scese giù, fra le cosce, le divaricò istintivamente, le dita della donna le procurarono subito un piacere sconosciuto. Sentiva scorrer dentro un misto di dolore e piacere, inarrestabile. Lei non sapeva reagire, rimase immobile. La zia, temendo di esagerare, non andò oltre, si tenne il suo corpo stretto a sé e si addormentarono così. Durante il resto della settimana, la sera continuarono a toccarsi sempre, senza andare molto più in là. La sera del suo diciottesimo compleanno, mentre stavano cenando, sentirono il telegiornale in tv. Il cronista si mise a leggere una notizia che gelò il sangue a entrambe. In una sparatoria dentro un bar, il fidanzato di sua madre era stato ucciso e quello, nel tentativo di ripararsi, si era fatto scudo con il corpo di sua madre, con il risultato di morire entrambi. I dieci giorni successivi furono tremendi. La Polizia voleva sapere dei legami fra sua madre ed il balordo morto. Il funerale, tutte le altre cose, misero Angela al centro dell’attenzione; era una cosa che lei odiava da morire. Tornò con Ada, nell’appartamento di sua madre; prese le sue ultime cose, vendette tutto il resto, poi si rese conto che non sapeva cosa farsene dei soldi ricavati.
«Ci prendi la patente di guida: io mi devo operare al menisco, aspetterò fino a che tu non abbia conseguito la patente, poi mi opero.»
Angela pensò che fosse una bella idea. Cinquanta giorni dopo, sventolava la patente davanti alla faccia di sua zia che, dalla contentezza l’abbracciò forte e le diede un lungo bacio in bocca. Una settimana dopo, si recarono in uno studio ortopedico di un caro amico di sua zia. Mentre erano in sala d’aspetto, videro entrare una signora con entrambe le gambe ingessate su di una sedia a rotelle, spinta da una badante straniera.
«Ada, che ci fai qui?»
«Flavia, sei proprio tu?»
Le donne si abbracciarono calorosamente, mentre la badante si mise in un angolo a parlare nella sua lingua al cellulare. Si raccontarono le rispettive vicissitudini. Flavia non la vedeva dal funerale di suo zio. Era stata vittima di un incidente in montagna, mentre era a sciare: una deficiente l’aveva investita fratturandole entrambe le caviglie ed ora doveva togliere il gesso: era lì per quello. Poi, girando lo sguardo, chiese ad Ada.
«Chi è questa bellissima cerbiatta, che ti porti dietro?»
Angela arrossi fino alla cima dei capelli. Effettivamente, con quel suo fisico minuto, il viso tondo, gli occhi grandi e scuri, sembrava davvero una cerbiatta.
«E' mia nipote, una ragazza molto in gamba, ma un po' sfortunata.»
Flavia la scrutò intensamente. Sentiva i suoi occhi entrare dentro la sua anima, poi le chiese quale fosse il suo lavoro. Angela riuscì a recuperare un po’ di voce e disse di esser al quinto anno di ragioneria. Ada aggiunse che era anche bravissima.
«Ha la media del nove!»
Flavia sorrise, poi aggiunse.
«Se sei veramente brava, io potrei aver bisogno di te. La mia commercialista, fra poco, andrà in maternità e devo sostituirla. Quando ti sarai diplomata, cercami, anzi, dammi il tuo cellulare!»
Tornando a casa, Ada le raccontò di loro, che erano state amiche di scuola, si erano frequentate moltissimo, poi la vita le aveva divise: si erano riviste al funerale di suo marito.
«È una donna molto potente. Metà della città gli deve dei favori, mentre l’altra metà, sta ai suoi ordini. Potresti fare la tua fortuna: ha una lavanderia industriale, creata da suo padre, lei la dirige e ne ha fatto una vera miniera d’oro.”
Due giorni dopo, Flavia chiamò le due donne.
«La mia badante mi ha lasciato per problemi con il marito; io ho appena tolto il gesso e non riesco quasi a muovermi: avrei bisogno di una mano.»
Andarono a casa sua. Una villa splendida, appena sulla collina davanti alla città. Angela, entrando, si rese conto che quella casa era bellissima: arredata con gusto totalmente femminile, era perfetta in ogni suo dettaglio. Flavia era davvero immobilizzata, si muoveva a mala pena con due stampelle. Mentre Ada metteva in ordine la casa, Angela la portò davanti alla scrivania dello studio. Flavia fece alcune telefonate, poi le chiese:
«Hai la patente, potresti portarmi in azienda?»
Andarono con la vettura di Flavia, una sportiva degna di lei. Angela sentiva tremar i polsi alla potenza di quel veicolo, ma riuscì a dominarlo in maniera perfetta, tanto che, al ritorno, lei le fece i complimenti ed una proposta.
«Comprendo che devi studiare, ma resteresti ancora con me? Sono completamente sola, non riesco quasi a muovermi, devo far la ginnastica riabilitativa, ma ancora mi muovo malissimo ed ho paura di cadere.»
Ad Angela sembrava un sogno, quella splendida donna aveva bisogno di lei. Andò a casa, prese i libri e alcuni indumenti, poi tornò da lei. La sera, dopo aver cenato, aveva cucinato Angela, si misero sedute a parlare. Lentamente riuscì ad aprirsi con lei. Era tranquilla fra donne, questo la faceva sentir bene. Flavia aveva un modo dolcissimo di parlare, quasi sommesso, mai aggressivo. Angela era affascinata dalla grazia, classe e delicatezza di quella donna e glielo disse. Al momento di andare a dormire, l’accompagnò fino in camera, l’aiutò a spogliarsi. Lei aveva trentasei anni, ma sembrava averne venticinque al massimo. Pelle liscia, nessuna ruga, smagliatura o un filo di cellulite, un corpo quasi perfetto, terza di seno abbondante, capelli rossi naturali, gambe lunghe, toniche, anche se ora il tono muscolare era un po' compromesso, apparivano pur sempre belle, mani con dita lunghe, occhi chiari, labbra e bocca non troppo grandi. Angela la aiutò a distendersi nel letto, poi fece per andarsene.
«Dove vai? Non potresti restar qui? È tanto grande questo letto, che può ospitare entrambe; ma, se hai paura di dormire con me, va pure.»
Angela arrossì ancora, era timida; solo con sua zia riusciva a spogliarsi, ma, vincendo ogni remora, disse che non vi erano problemi. Si spogliò, mise il suo pigiama, si distese accanto a lei. Il mattino lei si levò, le preparò la colazione, poi la aiutò ad andare in bagno, doveva far una doccia: si spogliò nuda davanti a lei. Angela si sentiva strana, era eccitata dal corpo di quella donna, il triangolino di peli rossi sul pube era perfetto. La fece entrare dentro la doccia, lei si appoggiò alla parete, cercando di lavarsi, ma, con scarsi risultati. Angela prese il guanto di spugna e, da fuori, si mise a lavarla: incredibile, si stava eccitando a passare le mani su quel corpo e, anche lei non era indifferente alle sue carezze. Quando ebbe finito, le preparò un telo di spugna per avvolgerla, lei si lasciò abbracciare, si appoggiò alla giovane che a fatica riuscì a portarla di nuovo in camera, per distenderla sul letto. Lentamente le passava l’asciugamano sul corpo. Flavia stava in silenzio, era eccitata dalla carezza della ragazza, aveva timore a muoversi, lei avrebbe potuto fraintendere le sue intenzioni, mentre lei era rapita da quel visetto e dalla fragilità di quel corpicino che desiderava tantissimo. Per un momento, Angela smise di passare il panno sul corpo nudo davanti a lei. Sentiva dentro un profondo desiderio di baciarla. Sua zia le aveva detto che Flavia non aveva mai frequentato maschi, che, alle superiori, quando andava a casa sua, spesso si distendevano sul letto a baciarsi. Angela portò la sua bocca vicinissima alla sua, lei attese che la giovane le fosse vicina ed allungò la mano, gliela mise dietro la nuca e le bocche si unirono in un bacio interminabile, passionale, le lingue s’inseguivano, si toccavano, si univano incessantemente. Flavia distesa, Angela di lato a lei, le labbra percorsero ogni centimetro di quel giovane corpo acerbo. La fece vibrare e, quando si mise in bocca il seno ancora acerbo di Angela, quest'ultima ebbe un profondo gemito.
«… hmmmmuuhhmmmm … Sei bravissima!»
Angela si rese conto che lei era veramente esperta nell’arte di amare una donna. Le passò la lingua in ogni angolo del suo corpo. La fece vibrare come la corda di un violino, le fece emettere una melodiosa serie di suoni di puro piacere.
«Sì, dai, ti supplico non ti fermare!»
Desiderava godere, ma lei indugiava, alla fine Angela le prese la testa, la schiacciò sul suo bottoncino ed ebbe subito un forte orgasmo, che la scosse tutta.
«Vengo! Finalmente!»
A quel punto, si girò verso di lei, insinuò la sua testa fra le gambe di Flavia, si scatenò a leccare, succhiare con impeto la fica di lei che, alla fine, dovette staccarsi ed urlare il proprio piacere.
«ooooohhh, amore dolcissimo, dai che godo. Vengo!»
Si rigirò incollando la sua bocca a quella di Angela, si strinse con passione a quel giovane corpo.
«Ti ho amato dal primo istante che ti ho vista. Ti amo, ma, se hai paura di questa cosa, allora vattene, io non potrei sopportare che tu non mi amassi.»
Angela aveva le lacrime agli occhi. La guardò con tutto l’amore, che non aveva mai provato per nessuno.
«Anch’io ti amo, ti ho desiderato sin da subito, mi sei entrata dentro al primo sguardo, spero di esser degna di te.»
Fu subito amore. Amore grande, completo, senza riserve, un corpo e un’anima nel vero senso della parola. Nei quattro anni che seguirono, divennero inseparabili. Flavia le insegnò tutto. In fabbrica le affidò sempre maggiori responsabilità. Angela era una dirigente perfetta. Giusta con il personale, ma determinata con i clienti. I suoi sottoposti, per l’ottanta per cento, erano donne, l’adoravano, sia per il modo di dirigere, sia per il coraggio di dichiarare il suo amore per Flavia: la chiamavano “la signorina”. Nella vita quotidiana, Flavia fu una maestra perfetta. Niente più vestiti anonimi, ma eleganza, classe e buon gusto, divennero la sua abitudine, ma era a letto che la discepola superò la maestra. Angela era diventata insuperabile nel far morir di piacere Flavia. La sua gioventù, la sua fame di sesso, la stordiva e, alla fine, Flavia ne usciva ogni volta sfinita, ma sempre desiderosa di ricominciare, non era mai sazia del piacere che Angela le dava.
Era quasi Natale, erano nel loro ufficio.
«Da un primo bilancio, credo che anche questo semestre sarà molto positivo; direi che avremo raddoppiato gli utili anche per quest’anno.»
Flavia alzò lo sguardo verso il suo amore, sorrise.
«È tutto merito tuo: da quando sei entrata in quest’azienda, abbiamo migliorato ogni giorno di più. Che ne dici di andare a festeggiare in quel locale nuovo di Marina?»
«Certo, così quella troia ti rimette gli occhi addosso; credo che si sia creato un pensierino su di te.»
A Flavia faceva piacere quella finta gelosia. Le faceva capire che la piccola non abbassava mai la guardia, poi, dentro di sé, mai e poi mai, avrebbe permesso a nessuno di inserirsi nel loro amore.
Quella sera si prepararono da sballo. Angela aveva una gonna al ginocchio, con tacchi non troppo lati: non voleva apparire più alta di lei. Flavia sfoggiò un classico del suo repertorio: giacca e cravatta da uomo, con in testa un Borsalino che, vista da dietro, poteva benissimo esser scambiata per maschio. Erano stupende e, quando entrarono nel locale, la padrona andò loro incontro.
«Siete meravigliose!»
Poi, da vicino, aggiunse a bassa voce.
«Saprei io cosa vi farei se solo potessi infilare la mia lingua in un certo posticino del vostro corpo!»
Risero soddisfatte. Passarono fra i tavoli tenendosi per mano, suscitarono il classico brusio, cui erano ormai abituate, ma un gruppetto di balordi le arringò pesantemente.
«Ci penserei io a farle tornare ad adorare il cazzo.»
Loro non se ne curarono, erano abituate a tutto, poi non davano alcuna importanza a quello che la gente pensava. Durante la cena, si scambiarono effusioni e bacetti, poi decisero di tornare.
La strada costeggiava per un tratto un bosco, era notte, faceva molto freddo. All’uscita da una curva, videro una vettura che sembrava uscita di strada: era notte, una persona era distesa in terra, subito uscirono dalla loro macchina e andarono a soccorrere il tipo. Fu il loro più grande errore. Improvvisamente Angela si sentì afferrare da due persone robuste, un tampone sulla bocca imbevuto di una sostanza che le fece subito perdere i sensi. Quando rinvenne, era seminuda, quasi congelata, sentiva un fortissimo dolore sia sotto che dietro: era stata stuprata!
«Flavia! Flavia, dove sei? Dove sei? Rispondi!»
La vide riversa poco distante da lei. Strisciò fino al suo corpo, non riusciva a reggersi in piedi.
«Flavia, amore, rispondi! No!... NO!»
Il suo grido squarciò il silenzio della notte, lei la stringeva a sé, ma la donna era morta; forse aveva reagito alla violenza ed aveva pagato con la vita la sua determinazione. Si trascinò fino alla strada. Una vettura con una coppia di fidanzati la soccorse e chiamarono aiuto. Fu di nuovo un incubo.
Il vuoto. La sua vita si era fermata, sconvolta, distrutta, sfinita. Trovarono subito i cinque balordi artefici di tanto dolore. Avevano rubato loro borse e cellulari, si erano divertiti a riprenderle durante la violenza. Furono puniti in maniera esemplare, ma a lei non importava molto. Flavia non c’era più e lei si sentiva sola, distrutta, stanca di vivere. Dopo un mese circa, fu convocata, assieme ad Ada, da un notaio. Flavia, per testamento, le aveva lasciato tutto, tranne una baita in montagna, che aveva regalato ad Ada, ma la cosa importante era una lettera per Angela.
Le diceva, in breve, che lei era stata tutta la sua vita, che lei l’aveva amata come nessun altro al mondo. Le aveva lasciato la sua attività, sperando che lei la facesse crescere quasi fosse una loro creatura, la esortava: "Falla diventare il monumento al nostro amore".
Angela si riprese e, da quel giorno, era presa dal solo lavoro: lei viveva per la lavanderia. Passarono due anni, fatti solo di lavoro, passeggiate al cimitero, per lei non c’era spazio per altro. Una sera, in prossimità delle feste natalizie, periodo che lei odiava di più, una sua segretaria le disse:
«Signorina, sono le venti ed è ora di chiudere.»
Lei le sorrise, si scusò ed uscì. Si mise alla guida per andare verso casa, ma era distratta dai suoi pensieri. Le mancava tantissimo Flavia, non si rese conto che, al bivio, non aveva svoltato a destra, ma aveva proseguito dritto e si ritrovò in aperta campagna. Era buio, stava soffiando il vento che portava fiocchi di neve, lei sbagliò una curva e la macchina scivolò su di una lastra di ghiaccio, fini in un fossato, al lato della strada, sbatte con forza la testa sul parabrezza: aveva anche dimenticato di allacciare la cintura di sicurezza.
Si risvegliò dopo un po', i fari della macchina si erano spenti, lei avvertiva un forte dolore alla fronte, le colava del sangue, era sola, nel freddo come quella maledetta sera, desiderò di morire. Dei fari squarciarono la notte, un grosso SUV passò e si fermò, tornò indietro e ne discese un uomo, venne verso lei.
«EHI, sta bene?»
Aprì lo sportello, lei gli svenne fra le braccia. Si risvegliò tre ore dopo in un letto d’ospedale; l’uomo era seduto vicino a lei. Ebbe un momento di paura, lei subito non riuscì a rendersi conto di dove si trovava. Lui era un tipo non troppo robusto, fisico normale, mani belle, dita lunghe affusolate, ben curate, i capelli rossi corti, aveva un viso dolce, non esprimeva la classica durezza del maschio, i suoi lineamenti erano dolci. Lui le parlava e lei girò lo sguardo verso di lui.
«Meno male che si è ripresa, credevo di averla soccorsa troppo tardi. Mi chiamo Andrea, sono nato in Germania, da padre tedesco e madre italiana che è ginecologa in questo ospedale.»
Angela lo ringraziò, era la prima volta che doveva qualcosa ad un uomo, al di fuori del lavoro. Sembrava un ragazzo dolce, lei non riusciva a sentir disagio con lui. Passarono due giorni, fu dimessa e lui si offrì di accompagnarla. Venne a trovarla anche sua madre e, quando entrò, le due donne si riconobbero. Lei era la dottoressa che l’aveva visitata dopo lo stupro, ma, professionalmente corretta, non ne fece parola davanti a lui. Lentamente Andrea s’inserì nella sua vita. Era dolce, premuroso, la faceva spesso sorridere, lo trovava simpatico, si rendeva conto che il giovane si stava affezionando sempre più: era diverso da tutti quelli che conosceva, sapeva intuire ogni suo desiderio e lo faceva con estrema dolcezza, cosa che spiazzava Angela sempre più. Una sera, lui l’aveva invitata a cena, era tutto perfetto, Angela aveva fatto un vero sforzo ad accettare l’invito. Lo aveva fatto per non ferire l’amico, ma era a disagio: si rendeva conto di esser al centro dell’attenzione del giovane. Appena seduti a tavola, lui le prese la mano, la guardò negli occhi:
«Angela credo di essermi innamorato di te.»
Lei ebbe una reazione eccessiva.
«NO! Questo no!»
Si alzò da tavola e se ne andò via. Passarono alcuni giorni, lei era dispiaciuta. Si rendeva conto dell’eccessiva reazione avuta, ma aveva paura: non voleva che qualcuno potesse innamorarsi di lei. Cercò Andrea, ma questi non rispondeva, poi decise di passare all’ospedale e vi trovò la madre.
«Andrea è una persona diversa, da quello che credi. Capisco la tua reazione, perché conosco la tua storia, ma lui no.»
Angela si rese conto di aver sbagliato: gli doveva almeno delle spiegazioni. La madre le suggerì benevolmente:
«Se vuoi spiegarti con lui, vieni questa sera a casa; lui torna dopo le venti.»
Angela si presentò a casa di Andrea, suonò alla porta, si vide aprire da una donna che assomigliava a lui.
«Cerco Andrea, è in casa?»
«Accomodati.»
Le rispose la donna. Angela era confusa, le sembrava la copia esatta dell’amico, non sapeva che lui avesse una sorella. Appena dentro, ripeté la richiesta di vedere Andrea.
«Sono io Andrea.»
Lei lo guardò senza capire, la donna si avvicinò.
«In Germania, Andrea è un nome che si può utilizzare sia al maschile che al femminile. Io lo uso perché io sono sia donna che uomo: sono una trans.»
Angela rimase muta. Per un momento non riuscì a focalizzare la cosa: lei era lì vicino, le sue mani tenevano le sue, i loro occhi s’incrociarono in un lunghissimo sguardo. Ora capiva la dolcezza: era ovvio, la parte donna che era in lui sapeva benissimo come comportarsi con lei.
«Amavo una donna che si chiamava Flavia, era tutto per me. Una sera ci hanno violentate, stuprate, lei ha resistito ed un balordo le ha stretto le mani al collo fino ad ucciderla: comprendi la mia diffidenza?»
«In Germania, Andrea era una donna: mi sono innamorata due volte. La prima volta lui è fuggito, la seconda, quando ha visto la mia diversità, mi ha definito mostro. Sono venuta in Italia ed ho deciso di esser un maschio e, cosa vado a fare? M’innamoro di una donna che ama le donne: decisamente non ne imbrocco una.»
Angela sentì che di lui si poteva fidare, lo guardò dritto negli occhi e le sue labbra si avvicinarono alle sue, scambiando un timido bacio. Dentro di sé aveva un grandissimo conflitto; l’amore per Flavia era chiuso per sempre nel suo cuore, ma era ora di voltar pagina e lui/lei erano la perfetta soluzione: poteva amarla come donna, ma accettare di avere il maschio, senza doversi difendere. Andrea rimase un momento stupito e poi le sorrise.
«Portami con te» gli disse Angela.
Lei lo accompagnò in camera da letto. Si mise a spogliarla, le sue mani si muovevano delicatamente sul suo corpo. Angela sentiva il desiderio crescere e, quando furono nudi, lei si rese conto che lei aveva un bellissimo corpo, non le importava se aveva anche un pene: si distese a 69 e cominciò a baciarlo, leccare e, lentamente, la sua mano si strinse intorno a quel sesso, fino ad allora ripudiato. Lo portò alla bocca, leccandolo in maniera assolutamente inesperta, poi se lo spinse un po' in gola. Era dolce, lui non le imponeva nulla, le leccava la fighetta molto bene, lei ebbe un lunghissimo orgasmo.
Poi, con decisione, Angela si rigirò. Salì su di lui e, con tantissimo coraggio, appoggiò il glande all’apertura della sua fica; lo guardò negli occhi:
«Prendimi, fammi sentire come una donna riesca a farmi godere come presa da un maschio.»
Spinse dentro di sé quel fallo. Le scorreva lungo le pareti, sentì un piacere diverso, poi, una lunga scarica elettrica sconvolse il suo cervello. Lei aveva avuto il suo primo orgasmo.
«Vengo!»
Riuscì solo a dire questo. Si strinse a lui.
Un diverso amore stava nascendo dentro di lei.
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1 year ago
baxi18, 55
Last visit: 9 hours ago -
Un amore diverso
Angela riuscì a chiudere la porta dietro di se, le imprecazioni di sua madre rimasero fuori, anche questa volta era quasi andata bene. Con la lingua sentì il labbro inferiore, un sapore di sangue le confermò che il ceffone di sua madre, le aveva procurato un piccolo taglietto. Doveva andarsene. Si, doveva andare via da quella casa. Si avvicinò alla finestra, fuori il cielo era grigio, la sua vita era grigia, tutto era grigio in quel posto, grandi palazzoni di edilizia popolare, in un quartiere che col tempo era degenerato, abitato da ladri, puttane, spacciatori e balordi di ogni specie. Sua madre abitava lì, in un appartamento in affitto, suo padre mai conosciuto, forse era uno dei tanti fidanzati di sua madre. Una bella donna, che col tempo si era degradata fare la prostituta, o a vivere sempre semi ubriaca, a girare per casa mezza nuda, convivendo sempre col balordo di turno, che regolarmente la sfruttava, e poi le dava un calcio e via. Dove andarsene, l’ultimo amico di sua madre era un tipo poco raccomandabile, peggiore degli altri, che si erano avvicendati prima, un bulletto che si credeva furbo, l’aveva guardata con occhi cattivi.
«Tua figlia sta diventando bella, uno di questi giorni le insegno il mestiere, così vi metto a battere in strada tutte due, e guadagno il doppio.»
Quelle parole ad Angela le avevano fatto venire la pelle d’oca, ora doveva scappare se non voleva fare quella fine, era riuscita a sfuggire due, o tre volte, a uno stupro, non voleva che fosse lui a prendere la sua verginità. Andava scuola dall’altra parte della città, vicino a casa di sua zia Ada. Lei si che era una vera donna. Aveva studiato, si era sposata con un ferroviere, possedeva una bella casa, amava stare con lei, specie da quando un anno fa, era morto suo zio stroncato da un infarto. Sua zia era sempre felice di averla in casa. Angela sapeva farsi volere bene. Era una ragazza sveglia, sapeva, fare tutte le faccende domestiche e lo faceva volentieri per sua zia, che non aveva figli, quindi la considerava, e le voleva bene come una figlia.
«Questa casa è sempre aperta per te.»
Le diceva sempre. A volte, Angela passava da lei per non tornare a casa, si sentiva bene con lei, ora doveva scappare, a quasi diciotto anni doveva, decidersi. Mise dentro lo zaino i libri, in una sacca i pochi vestiti che aveva. Vestiva sempre in modo da non attirare l’attenzione, in classe passava quasi inosservata, mentre vedeva le sue compagne, vestirsi sempre in modo da attirare lo sguardo dei maschi, lei riusciva a scomparire anche in mezzo alla folla. Uscì piano dalla camera, sua madre era in bagno, chiuse piano il portone, quando stava per scendere le scale, vide il balordo che saliva. In silenzio salì al piano di sopra, lui entrò in casa, aveva le chiavi. Scese, corse fuori, prese al volo il bus che l’avrebbe portata dall’altra parte della città. Non si girò, forse sua madre non se ne sarebbe accorta della sua scomparsa che fra qualche giorno. Ada la vide davanti al portone, le sembrò un piccolo e indifeso uccellino. Le raccontò gli ultimi avvenimenti.
«Vieni, togliti questi abiti bagnati, fatti una doccia che ti riscalda, io intanto ti preparo qualche cosa di caldo.»
La sera Ada disse, che se voleva poteva decidere, se dormire sul divano letto della cameretta, o nel letto con lei. Quando si trovò distesa al suo fianco, le sembrò che finalmente si poteva rilassare, le mani della donna le massaggiavano le spalle.
«Rilassati, non pensare a nulla, qui sei al sicuro.»
Lei sentiva uno strano languore crescere dentro di se, era dolce il modo in cui la zia l’accarezzava, lei si lasciò andare. Lentamente si sentiva dentro una sensazione di benessere, la bocca della zia a poca distanza dalla sua, le parole appena sussurrate, le carezze erano dolcissime.
«Che bel seno che hai zia, il mio è molto piccolo, posso toccarlo?»
Lei sorrise.
«Non disperare, presto diventerà grande anche il tuo, e lo puoi toccare.»
Angela portò lentamente la mano sulla mammella, era soda, il capezzolo grande, duro, Ada ebbe un gemito.
… muumummmmhhmmm…
Il contatto la faceva impazzire. Allungò la sua mano sul seno della ragazza, lei si mise a tremare come una foglia. Era uno strano languore quello che provava, quando Ada appoggiò le sue labbra alla sua bocca, lei non oppose nessuna resistenza. Lasciò insinuare la lingua dentro la bocca, rispose con ardore a quel bacio, lunghissimo, che la fece vibrare come una corda di violino, mentre fra le sue cosce, sentiva dentro un fuoco. La mano dal seno scese giù in mezzo alle cosce, le divaricò istintivamente, le dita della donna le procurarono subito un piacere sconosciuto.
… humummmm …
Sentiva scorrere dentro un misto di dolore, e piacere, inarrestabile. Lei non sapeva reagire, rimase immobile. La zia temendo di esagerare, non andò oltre, si tenne il suo corpo stretto a se, e si addormentarono così. Durante il resto della settimana, la sera continuarono a toccarsi sempre, senza andare molto più in là. La sera del suo diciottesimo compleanno, mentre stavano cenando, la tv trasmetteva il telegiornale. Il cronista si mise a leggere una notizia che gelò il sangue a entrambe. In una sparatoria dentro un bar, il fidanzato di sua madre era stato ucciso, nel tentativo di ripararsi, si era fatto scudo con sua madre, con il risultato di morire entrambi. I dieci giorni successivi, furono tremendi. La Polizia che voleva sapere dei legami fra sua madre, e il balordo morto. Il funerale, tutte le altre cose, misero Angela al centro dell’attenzione, era una cosa che lei odiava da morire. Tornò con Ada nell’appartamento di sua madre, prese le ultime cose sue, vendette tutto il resto, poi si rese conto che non sapeva cosa fare dei soldi ricavati.
«Ci prendi la patente di guida, io mi devo operare al menisco, aspetterò fino a che tu non hai la patente, poi mi opero.»
Angela pensò che fosse una bella idea. Cinquanta giorni dopo, sventolava la patente davanti alla faccia di sua zia, che dalla contentezza l’abbracciò forte, le dette un lungo bacio in bocca. Una settimana dopo si recarono in uno studio ortopedico, di un caro amico di sua zia. Mentre erano in sala d’aspetto, videro entrare una signora con entrambe le gambe ingessate, su di una sedia a rotelle spinta da una badante straniera.
«Ada, che ci fai qui?»
«Flavia, sei proprio tu?!»
Le donne si abbracciarono calorosamente, mentre la badante, si mise in un angolo a discutere parlando straniero al cellulare. Si raccontarono le rispettive vicissitudini, Flavia non la vedeva dal funerale di suo zio. Era stata vittima di un incidente in montagna, mentre era a sciare, una deficiente l’aveva investita fratturandole entrambe le caviglie, doveva togliere il gesso, era lì per quello. Girando lo sguardo, chiese, ad Ada.
«Chi è questa bellissima cerbiatta che ti porti dietro?»
Angela arrossi, fino alla punta dei capelli. Effettivamente col suo fisico minuto, il viso tondo, gli occhi grandi e scuri, sembrava veramente una cerbiatta.
«E' mia nipote, una ragazza molto in gamba, ma, un poco sfortunata.»
Flavia la scrutò intensamente. Sentiva i suoi occhi entrare dentro la sua anima, poi le chiese quale fosse il suo lavoro. Angela riuscì a recuperare un po’ di voce, disse di essere al quinto anno di ragioneria. Ada aggiunse che era anche bravissima.
«Ha la media del nove!»
Flavia sorrise, poi aggiunse.
«Se sei veramente brava, io potrei avere bisogno di te. La mia commercialista fra poco andrà in maternità, e devo sostituirla. Quando ti sei diplomata, cercami, anzi, dammi il tuo cellulare.»
Tornando a casa, Ada le raccontò di loro, che erano amiche di scuola, si erano frequentate moltissimo, poi la vita le aveva divise, si erano riviste al funerale di suo marito.
«È una donna molto potente. Metà della città gli deve dei favori, mentre l’altra metà sta alle sue spettanze. Può fare la tua fortuna, ha una lavanderia industriale creata da suo padre, lei la dirige, ne ha fatto una vera miniera d’oro.”
Due giorni dopo Flavia chiamò le due donne.
«La mia badante mi ha lasciato per problemi con il marito, io ho appena tolto il gesso, e non riesco quasi a muovermi, averi bisogno di una mano.»
Andarono a casa sua. Una villa splendida appena sulla collina davanti alla città. Angela entrando si rese conto che quella casa era bellissima, arreda con gusto totalmente femminile, era perfetta in ogni suo dettaglio. Flavia era davvero immobilizzata, si muoveva a mala pena con due stampelle. Mentre Ada metteva in ordine la casa, Angela la portò davanti alla sua scrivania dello studio. Flavia fece alcune telefonate, poi le chiese:
«Hai la patente, mi porteresti in azienda.»
Andarono con la vettura di Flavia, una sportiva degna di lei. Angela sentiva tremare i polsi dalla potenza di quel veicolo, ma riuscì a dominarlo in maniera perfetta, tanto che al ritorno, lei le fece i complimenti, e una proposta.
«Comprendo che devi studiare, ma resteresti ancora con me, sono completamente sola, non riesco quasi a muovermi, devo fare la ginnastica rieducativa, ma ancora mi muovo malissimo e ho paura di cadere?»
Ad Angela sembrava un sogno, quella splendida donna aveva bisogno di lei. Andò a casa, prese i libri necessari e alcuni indumenti, poi tornò da lei. La sera dopo aver cenato, aveva cucinato Angela, si misero sedute a parlare. Lentamente riuscì ad aprirsi con lei. Era tranquilla, fra donne, questo la faceva sentire bene. Flavia aveva un modo dolcissimo di parlare, quasi sommesso, dolce, mai aggressivo. Angela era affascinata dalla grazia, classe, e delicatezza che quella donna aveva, e glie lo disse. Al momento di andare a dormire, l’accompagnò fina alla camera, l’aiutò a spogliarsi. Lei aveva trentasei anni, ma sembrava averne venticinque al massimo. Pelle liscia, nessuna ruga, smagliatura, o un filo di cellulite, un corpo quasi perfetto, terza di seno abbondante, capelli rossi naturali, gambe lunghe toniche, anche se ora il tono muscolare era basso, sembravano sempre belle, mani con dita lunghe, occhi chiari, labbra e bocca non troppo grandi. Angela la aiutò a distendersi nel letto, poi fece per andarsene.
«Dove vai? Non potresti restare qui. È tanto grande questo letto, che può ospitare entrambe, ma se hai paura di dormire con me vai pure.»
Angela arrossì ancora, era timida, solo con sua zia riusciva di spogliarsi, ma vincendo ogni paura disse che non vi erano problemi. Si spogliò, mise il suo pigiama, si distese accanto a lei. Il mattino lei si levò, le preparò la colazione, poi la aiutò ad andare in bagno, doveva fare una doccia, si spogliò nuda davanti a lei. Angela si sentiva strana, era eccitata dal suo corpo, il triangolino di peli rossi del pube era perfetto. La fece entrare dentro la doccia, lei si appoggiò alla parete, cercando di lavarsi, ma con scarsi risultati. Angela prese il guanto di spugna, da fuori si mise a lavarla, era incredibile, si stava eccitando a passare le mani sul suo corpo, anche lei non era indifferente alle sue carezze. Quando lei uscì, le preparò un telo di spugna per avvolgerla, lei si lasciò abbracciare, si appoggiò alla giovane, a fatica riuscì a portarla di nuovo in camera per distenderla sul letto. Lentamente le passava l’asciugamano sul corpo. Flavia stava in silenzio, era eccitata dalla carezza della ragazza, aveva timore a muoversi, lei avrebbe potuto fraintendere le sue intenzioni, mentre lei era rapita da quel visetto, e dalla fragilità di quel corpicino, che desiderava moltissimo. Per un momento Angela smise di passare il panno sul corpo nudo davanti a lei. Sentiva dentro un profondo desiderio di baciarla. Sua zia le aveva detto che Flavia, non aveva mai frequentato dei maschi, che alle superiori, quando andava a casa sua, spesso si distendevano sul letto a baciarsi. Angela portò, la sua bocca vicinissima alla sua, lei attese che la giovane le fu vicina, poi allungò la mano, la mise dietro il suo collo, le bocche si unirono in un bacio interminabile, passionale, le lingue s’inseguivano, si toccavano, si univano incessantemente. Flavia distesa, Angela di lato a lei, le labbra percorsero ogni centimetro di quel giovane corpo acerbo. La fece vibrare, quando si mise in bocca il piccolo seno, lei ebbe un lunghissimo gemito.
… hmmmmuuhhmmmm … Sei bravissima! ...
Angela si rese conto, che lei era veramente esperta, nell’arte di amare una donna. Le passò la lingua in ogni angolo del suo corpo. La fece vibrare come la corda di un violino, le fece emettere una melodiosa serie di suoni, di gemiti di vero piacere
«Si dai ti supplico non ti fermare!»
Desiderava godere, ma lei indugiava, alla fine Angela le prese la testa, la schiacciò sul suo bottoncino, ebbe subito un tremendo orgasmo che la scosse tutta.
«Vengo! Finalmente!»
A quel punto si girò verso di lei, insinuò la sua testa fra le gambe di Flavia, si scatenò a leccare, succhiare, con impeto la fica di lei, che alla fine dovette staccarsi e urlare di piacere.
« ooooohhh dolcissimo amore dai che godo Vengo!»
Si rigirò incollando la sua bocca all’altra, si strinse con passione quel giovane corpo.
«Ti amo, dal primo istante che ti ho visto. Ti amo, ma se hai paura di questa cosa, allora vattene, io non lo sopporterei che tu non mi amassi.»
Angela aveva le lacrime agli occhi. La guardò con tutto l’amore, che non aveva mai provato per nessuno.
«Anch’io ti amo, ti ho desiderato da subito, mi sei entrata dentro al primo sguardo, spero di essere degna di te.»
Fu subito amore. Amore grande, completo, senza riserve, un corpo e un’anima, nel vero senso della parola. Nei quattro anni che seguirono, divennero inseparabili. Flavia le insegnò tutto, in fabbrica, le affidò sempre maggiori responsabilità. Angela era una dirigente perfetta. Giusta con il personale, ma determinata con i clienti. Le sue operaie, l’ottanta per cento erano donne, l’adoravano, sia per il modo di dirigere, sia per il coraggio di dichiarare il sua amore per Flavia, la chiamavano “la signorina”. Nella vita quotidiana, Flavia fu una maestra perfetta. Niente più vestiti anonimi, ma eleganza, classe e buon gusto, divennero la sua abitudine, ma era a letto che la discepola superò la maestra. Angela era diventata fantastica nel far morire Flavia di piacere. La sua gioventù, la sua fame di sesso la stordiva, alla fine Flavia ne usciva ogni volta sfinita, ma sempre desiderosa di ricominciare, non era mai sazia del piacere che Angela le dava. Era quasi Natale, erano nel loro ufficio.
«Da un primo bilancio, credo che anche questo semestre sarà molto positivo, direi che alla fine avremo raddoppiato gli utili anche per quest’anno.»
Flavia alzò lo sguardo verso il suo amore, sorrise.
«È merito tuo, da quando sei entrata in quest’azienda, abbiamo migliorato sempre, che ne dici di andare a festeggiare in quel locale nuovo di Marina.»
«Certo, così quella troia ti rimette gli occhi addosso, credo che si sia fatto un pensierino su di te.»
A Flavia faceva piacere quella finta gelosia. Le faceva capire che la piccola non abbassava mai la guardia, poi dentro di se mai, e poi mai, avrebbe permesso a nessuno di inserirsi nel loro amore. Quella sera si misero veramente belle. Angela una gonna al ginocchio, con tacchi non troppo lati, non voleva sembrare più alta di lei. Flavia sfoggiò un classico del suo repertorio, giacca e cravatta da uomo, con, in testa, un Borsalino che vista da dietro poteva benissimo essere scambiata per tale. Erano stupende, quando entrarono nel locale, la padrona le andò incontro.
«Siete meravigliose!»
Poi da vicino, aggiunse a bassa voce.
«Saprei io cosa vi farei, se potessi infilare la mia lingua in un certo posticino del vostro corpo!»
Risero soddisfatte. Passarono fra i tavoli tenendosi per mano, suscitarono il classico brusio cui erano ormai abituate, ma un gruppetto di balordi commentò, pesantemente.
«Ci penserei io, a farle tornare ad adorare il cazzo.»
Loro non se ne curarono, erano abituate a tutto, poi non gli importava nulla di quello che la gente pensava. Durante la cena si scambiarono effusioni e bacetti, poi decisero di tornare. La strada costeggiava per un tratto un bosco, era notte, faceva molto freddo. All’uscita di una curva videro una vettura che sembrava uscita di strada, era notte, una persona era distesa in terra, subito uscirono dalla loro macchina, andarono a soccorrere il tipo. Fu il loro più grande errore. Improvvisamente Angela si sentì afferrare da due persone robuste, un tampone sulla bocca imbevuto di una sostanza che le fece subito perdere i sensi. Quando rinvenne, era seminuda, quasi congelata, sentiva un fortissimo dolore sia sotto che dietro, era stata stuprata!
«Flavia! Flavia dove sei? Dove sei? Rispondi.»
La vide riversa poco distante da lei. Strisciò fino al suo corpo, non riusciva a reggersi in piedi.
«Flavia, amore rispondi. no!... NO!»
Il suo grido squarciò il silenzio della notte, lei la stringeva a se, ma la donna era morta, forse era più forte, si era ribellata alla violenza, aveva pagato con la vita la sua determinazione. Si trascinò fino alla strada. Una vettura con una coppia di fidanzati la soccorse, chiamarono aiuto. Fu di nuovo un incubo. Il vuoto, la sua vita si era fermata, era sconvolta, distrutta sfinita. Trovarono subito i cinque balordi che avevano fatto tutto. Le avevano rubato borse e cellulari, si erano divertiti a riprenderle durante la violenza. Furono puniti in maniera esemplare, ma a lei non importava molto. Flavia non c’era più, e lei si sentiva sola, distrutta, stanca di vivere. Dopo un mese circa fu convocata assieme a Ada da un notaio. Flavia di nascosto le aveva lasciato tutto, tranne una baita in montagna che aveva regalato ad Ada, ma la cosa importante era una lettera per Angela. Le diceva, in breve, che lei era stata tutta la sua vita, che lei l’aveva amata, come nessun altro al mondo. Le aveva lasciato la sua attività, sperando che lei la facesse crescere come se fosse una loro creatura, falla diventare il monumento al nostro amore. Angela si riprese, da quel giorno solo il lavoro le interessava, solo lavoro, lei viveva per la lavanderia. Passarono due anni, fatti solo di lavoro, passeggiate al cimitero, per lei non c’era spazio per altro. Una sera, era vicino alle feste natalizie, periodo che lei odiava di più, una sua segretaria le disse:
«Signorina, sono le venti è ora di chiudere.»
Lei le sorrise, si scusò e uscì, si mise alla guida per andare verso casa, ma era distratta dai suoi pensieri. Le mancava tantissimo Flavia, non si rese conto che al bivio non era svoltata a destra, ma aveva proseguito diritto e si ritrovò in aperta campagna. Era buio, stava soffiando il vento che portava fiocchi di neve, lei sbagliò una curva, la macchina scivolò su di una lastra di gelo, fini in un fossato al lato della strada, sbatte con forza la testa sul vetro davanti, si era dimenticata di allacciare anche la cintura di sicurezza. Si risvegliò dopo un poco, i fari della macchina si erano spenti, lei si sentiva un forte dolore alla fronte, le colava del sangue, era sola, nel freddo come quella maledetta sera, desiderò morire. Dei fari squarciarono la notte, un grosso SUV passò, e si fermò, tornò indietro, e ne discese un uomo, venne verso lei.
«Hei, stai bene?»
Aprì lo sportello, lei gli svenne fra le braccia. Si risvegliò tre ore dopo in un letto d’ospedale, l’uomo era seduto vicino a lei. Ebbe un momento di paura, lei subito non riuscì a rendersi conto di dove si trovava. Lui era un tipo non troppo robusto, fisico normale, mani belle, dita lunghe affusolate, ben curate, i capelli rossi corti, aveva un viso dolce, non esprimeva la classica durezza di un uomo, i lineamenti erano dolci. Lui le parlava, lei girò lo sguardo verso di lui.
«Meno male che si è ripresa, credevo di averla soccorsa troppo tardi. Mi chiamo Andrea, sono nato in Germania, da padre tedesco e madre italiana, lei è ginecologa in questo ospedale.»
Angela lo ringraziò, era la prima volta che doveva qualche cosa a un uomo, al di fuori del lavoro. Sembrava un ragazzo dolce, lei non riusciva a sentire disagio con lui. Passarono due giorni, lei fu dimessa, lui si offrì di accompagnarla, venne a trovarla anche sua madre. Quando entrò le due donne, si riconobbero. Lei era la dottoressa che l’aveva visitata dopo lo stupro, ma professionalmente corretta, non ne fece parola a davanti a lui. Lentamente Andrea s’inserì nella sua vita Era dolce, premuroso, la faceva spesso sorridere, lo trovava simpatico, si rendeva conto che il giovane si stava affezionando sempre più, era diverso da tutti quelli che conosceva, sapeva intuire ogni suo desiderio e lo faceva con estrema dolcezza, cosa che spiazzava sempre Angela. Una sera, lui l’aveva invitata a cena, era tutto perfetto, Angela aveva fatto un vero sforzo ad accettare l’invito. Lo aveva fatto per non ferire l’amico, ma era a disagio, si rendeva conto di essere al centro dell’attenzione del giovane. Appena seduti a tavola, lui le prese la mano, la guardò negli occhi.
«Angela credo di essermi innamorato di te.»
Lei ebbe una reazione eccessiva.
«NO! Questo no!»
Si alzò da tavola e se ne andò via. Passarono alcuni giorni, lei era dispiaciuta. Si rendeva conto dell’eccessiva reazione avuta, ma aveva paura, non voleva più che nessuno s’innamorasse di lei. Cercò Andrea, ma questi non rispondeva, poi decise di passare all’ospedale, vi trovò la madre.
«Andrea è una persona diversa, da quello che credi. Capisco la tua reazione perché conosco la tua storia, ma lui no.»
Angela si rese conto di aver sbagliato, almeno gli doveva delle spiegazioni. La madre le diede un buon consiglio.
«Se vuoi spiegarti con lui, vieni questa sera a casa, lui torna dopo le venti.»
Angela si presentò a casa di Andrea, suonò alla porta, si vide aprire da una donna che assomigliava a lui.
«Cerco Andrea, è in casa?»
«Accomodati.»
Le rispose la donna. Angela era confusa, le sembrava la copia esatta dell’amico, non sapeva che lui avesse una sorella. Appena dentro ripete la richiesta di vedere Andrea.
«Sono io Andrea.»
Lei lo guardò senza capire, la donna si avvicinò.
«In Germania Andrea è un nome che si può utilizzare, sia al maschile, che al femminile. Io lo uso per il semplice motivo che io sono sia donna, che uomo, sono una trans.»
Angela rimase muta. Per un momento non riuscì a focalizzare la cosa, lei era lì vicino, le sue mani le tenevano le sue, i loro occhi s’incrociarono in un lunghissimo sguardo. Ora capiva la dolcezza, era chiaro, la parte donna di lei, sapeva benissimo come comportarsi con lei.
«Io amavo una donna che si chiamava Flavia, era tutto per me, una sera ci hanno violentate stuprate, lei ha resistito, e un balordo le ha stretto le mani sul collo fino ad ucciderla, capisci la mia diffidenza.»
«In Germania Andrea era una donna, mi sono innamorata due volte. La prima volta lui è fuggito, la seconda quando ha visto la mia diversità mi ha definito mostro. Sono venuta in Italia, ho deciso di essere un maschio, e cosa vado a fare? M’innamoro di una donna che ama le donne, decisamente, non ne prendo una.»
Angela sentì che lui si poteva fidare, la guardò dritta negli occhi, le sue labbra si avvicinarono alle sue, le diede un timido bacio. Dentro di se aveva un grandissimo conflitto, l’amore per Flavia era chiuso per sempre nel suo cuore, ma era ora di voltare pagina, e lui/lei erano la perfetta soluzione, poteva amarla come donna accettare di avere il maschio senza doversi difendere. Andrea rimase un momento stupito, le sorrise.
«Portami con te»
Le disse Angela. Lei lo accompagnò in camera da letto. Si mise a spogliarla, le sue mani si muovevano delicatamente sul suo corpo, Angela sentiva il desiderio crescere, quando furono nudi, lei si rese conto che lei aveva un bellissimo corpo, non le importava se aveva anche un pene, si distese a 69, lo cominciò a baciare, leccare e lentamente la sua mano si strinse intorno a quel sesso sempre ripudiato. Lo portò alla bocca leccandolo in maniera assolutamente inesperta, poi lo spinse un poco in gola. Era dolce, lui non le imponeva nulla, le leccava la fichetta molto bene lei ebbe un lunghissimo orgasmo.
…. Unmmunmum …
Poi con decisione Angela si rigirò. Salì su di lui, con tantissimo coraggio, appoggiò il glande all’apertura della sua fica, lo guardò negli occhi.
«Prendimi, fammi sentire come una donna mi fa godere da uomo.»
Spinse dentro di se quel fallo. Le scorreva lungo le pareti, sentì un piacere diverso, poi una scarica elettrica sconvolse il suo cervello. Lei aveva avuto il suo primo orgasmo.
«Vengo!»
Riuscì solo a dire questo. Si strinse a lui. Un diverso amore stava nascendo dentro di lei.
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1 year ago
baxi18, 55
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Amare una donna.
Mi chiamo Silvia e oggi è il mio 37º compleanno, che festeggio insieme alla persona che più amo al mondo: Cinzia. Sono una ragazza abbastanza normale, con una corporatura che nulla ha da invidiare a tante altre donne: media statura, seconda di seno, bionda capelli corti, occhi chiari, insomma una donna come tante. In tutta la mia vita, non ho mai provato nessun’attrazione per i maschi, mentre invece, fin dai tempi del liceo, ero affascinata dalla bellezza delle mie compagne. A diciotto anni, ho vissuto quella che poi sarebbe stata l’esperienza che, in maniera definitiva, mi ha portato a vivere il sesso solo ed esclusivamente con le donne. Eravamo all’inizio dell’ultimo anno scolastico e, dopo aver finito la lezione di ginnastica, mi stavo cambiando nello spogliatoio della scuola con, accanto a me, Carla, la mia nuova compagna di banco. Avevamo appena fatto la doccia ed eravamo sole, io e lei. Entrambe indossavamo i nostri soli indumenti intimi, per poi rivestirci. Senza motivo ci siamo guardate dritte negli occhi e, senza dire una parola, i nostri corpi si sono avvicinati, una davanti all’altra, per guardarci in silenzio. Aveva un bel corpo ed era molto concupiscente; ho sentito un leggero brivido quando i nostri corpi si sono toccati, i nostri volti si sono sfiorati, ed ho sentito forte il desiderio di baciare le sue labbra, ma il rumore della porta che si apriva ci ha fatto desistere dal continuare quel breve, ma intenso contatto. Da quel momento, fra noi due le cose sono cambiate completamente. In breve siamo diventate inseparabili, anche se nessuna delle due, a causa della timidezza, riusciva a dire all’altra quello che stavamo provando. Un sabato mattina, che non avevamo scuola, abbiamo preso i nostri motorini e siamo andate in una piccola baita di proprietà dei suoi genitori, situata in cima ad un monte non troppo distante da casa nostra. Appena giunte, siamo entrate e ci siamo sedute sul letto di quella che era la sua camera quando, assieme ai suoi, veniva lì per trascorrere i weekend. Nessuno di noi due, riusciva a parlare, forse per timidezza o, forse, per desiderio, oppure per paura di rovinare quel momento così dolce, ma entrambe ci guardavamo negli occhi; poi, in maniera molto delicata, le nostre labbra si sono sfiorate in un primo timido bacio. Ho sentito la sua lingua cercare la mia e la cosa ha sortito l'effetto di eccitarmi tantissimo: consideravo quella cosa un momento bello e dolce, che mi regalava sensazioni bellissime. Dentro di me, sentivo forte il desiderio di far capire a quella ragazza quanto fosse forte il mio desiderio nei suoi confronti e, soprattutto, quanto desideravo quel contatto con lei. Senza dir nulla, abbiamo cominciato a spogliarci e, senza pudore o imbarazzo, ma in maniera naturale, ognuna di noi ha mostrato il proprio corpo all’altra. Ci guardavamo in faccia e ci regalavamo tanti sorrisi, quasi a volerci infondere reciprocamente coraggio. Poi, rimanendo sempre in silenzio, le nostre mani hanno iniziato ad esplorare ciascuna il corpo dell’altra, all’inizio in maniera un po’ timida, quasi impacciata. Avvertivo una sensazione di felicità e vedevo che lo stesso stava provando anche lei, e così abbiamo preso a baciarci, dapprima con una certa timidezza, ma bacio dopo bacio, si è trasformato in qualcosa di intenso, come anche il piacere che stavamo provando. Pian piano le nostre mani sono diventate più audaci ed hanno iniziato ad esplorare le nostre intimità, a sfiorare i nostri seni, le nostre labbra, ad indugiare sui capezzoli tesi e duri, facendoci gemere di piacere. Nella totale inesperienza, ognuna di noi, si è lasciata guidare dal desiderio, dalla voglia di esplorare il corpo dell’altra. Le mani della mia amica, scivolavano lentamente sul mio corpo, cominciando dalle gambe poi il ventre e, infine, avvicinandosi timidamente verso la mia intimità. Provavo molto piacere nel sentire le sue mani muoversi in maniera così dolce e, quando è giunta all’attaccatura della coscia, ho aperto le gambe e le ho offerto la mia micetta già bagnata fradicia. Lei ha preso ad esplorarla con le labbra, andando alla ricerca del mio bottoncino magico, che ha fatto vibrare, procurandomi subito un orgasmo molto intenso. Dopo aver provato quell’attimo di forte piacere, senza neanche rendercene conto, ci siam ritrovate avvinghiate in un 69, anche se nessuna di noi due lo avesse mai fatto e il piacere che ne abbiamo ricevuto è stato subito fortissimo ed intenso. Ho accarezzato anch’io il suo corpo e mi son ritrovata davanti alla bocca la sua fica profumata, che desiderava esser baciata. Ho incollato le mie labbra su quel fiore, suggendo il dolce nettare che da esso sgorgava. Lei faceva la stessa cosa con me ed ho sentito il mio corpo tremare al sopraggiungere di un nuovo orgasmo, così, con rinnovato vigore, ho fatto in modo che anche lei potesse godere quanto me. Ho preso a leccare e succhiare la sua intimità e, subito, anche lei ha cominciato a godere, stringendo le sue cosce intorno alla mia testa, quasi a volerla imprigionare, per non permettermi di smettere dal farle provare l'intenso piacere che le stavo regalando. Ci siamo accarezzate a lungo, lasciando che le nostre voglie, le nostre manovre ci regalassero momenti stupendi. Lei emetteva gemiti che mi incitavano ad accarezzarla con più passione, così, ogni tanto, mi succhiavo quelle stesse dita intrise del liquore d’amore che sgorgava dalla sua fica fradicia. Poi, con rinnovato ardore, ho ripreso a leccare la sua figa, aspirandola letteralmente con la mia bocca e subito emulata da lei, che ha inserito due dita dentro di me, provocandomi un nuovo orgasmo. Allora anch'io ho fatto lo stesso: le ho inserito due dita nella sua fica e subito ho cominciato a sentire le contrazioni del suo corpo, che stava vibrando per il piacere che le stavo donando. Ho accentuato il ritmo delle carezze, continuando a masturbarla sempre più forte, finché anche lei ha cominciato a godere in maniera intensa, proprio come era riuscita a fare con me. Era meraviglioso sentirla godere. Non riusciva più a controllarsi e, nello stesso tempo, fremeva tutta per il piacere che stava provando. È stato un momento bello, intenso, reciproco, che ci ha fatto vibrare entrambe, trasmettendoci sensazioni veramente uniche, che nessuna di noi due aveva mai provato. Siamo rimaste abbracciate, a scambiarci le coccole per molto tempo, poi, lentamente ci siamo rivestite e siamo tornate alle nostre case. Da quel giorno per noi è stato amore puro, anche se, col tempo, mi son resa conto che a lei piacevano anche i maschi e, quindi, siamo andate ciascuna incontro ad altre realtà.
«Amore mio, mi rendo conto che il rapporto fra noi due non può darti quell’appagamento che sicuramente troverai in un maschio e, soprattutto, capisco il tuo desiderio di creare una famiglia, di avere dei figli e di vivere la vita accanto ad un uomo. Questo nostro è stato un momento significativo della nostra storia, ma, per i motivi appena accennati, è giusto che finisca qui.»
Lei, dopo una lunga e attenta riflessione, mi ha fatto giurare che fra di noi non sarebbe mai cambiato niente; è vero, fra di noi il rapporto è rimasto sempre bello ed intenso, e, anche se oggi lei si è sposata ed ha messo al mondo due meravigliosi bambini, ha sempre trovato occasioni per stare intimamente con me, regalarmi altre sensazioni bellissime, fin quando, anch’io, non ho trovato la mia compagna ed ho deciso di vivere con lei la mia vita. Naturalmente la mia nuova compagna non ha avuto niente da ridire nel ricevere nel nostro letto anche quell'amica, Carla e, spesso e volentieri, passiamo dei pomeriggi meravigliosi a giocare con i nostri corpi, regalandoci piaceri che solo le donne sanno far provare ad altre donne. Con lei, ho scoperto la mia vera natura e con lei ho vissuto il mio primo, vero, intenso momento di piacere.
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2 years ago
baxi18, 55
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Uno stupendo incontro a due
Da nuovo iscritto ad un sito di incontri mi metto a cercare qualche nuova esperienza erotica e ricevo una risposta incoraggiante via messaggio da una bellissima ragazza, giovanissima ed abbastanza vicino a me; nella sua pagina sul sito aveva messo foto e video in cui si vedeva un corpo stupendo da giovane di colore, pelle non solo scura... nera, ed un video in cui twerkava e mostrava un culo perfetto, sodo, tondo.Nella chat del sito dice che cerca un trio con due uomini e specifica che vuole solo cazzi grandi; io le dico in tutta sincerità che la mia dotazione non è da considerare "grande", quindi rimaniamo che almeno uno dei due uomini deve essere parecchio dotato; ieri mi contatta per unirmi a lei e ad un altro per le 19.00 visto che aveva già concordato l'appuntamento con il tipo.Parto in macchina verso una cittadina a 40 minuti da Reggio e quando sono in zona ricontrollo la chat perchè mi doveva mandare numero e posizione del B&B che avevano scelto lei ed il tipo: vedo che mi aveva scritto "mi sa che saremo solo noi due"... e le lampadine di allarme fregatura (che sia fake…una escort che cerca clienti sui siti di incontri…) continuano ad accendersi, ma se non si rischia in certe situazioni non si vince mai. mi faccio mandare la posizione su WA e la raggiungo.Mentre accosto con la macchina la vedo... una ragazzina con un corpicino da favola in un vestito nero, gonnellina corta e All Star ai piedi, capelli cortissimi crespi, viso serio forse per l'attesa ma bellissimo.Sale in macchina ed il primo approccio è imbarazzato da parte di entrambi... sappiamo che siamo lì per scopare ma non siamo robot e quel sottile imbarazzo dell'approccio fra uomo e donna c'è comunque. Ci muoviamo in macchina e mi dice che con il terzo non sono riusciti ad accordarsi, quindi mentre andiamo lei cerca sul cellulare un B&B vicino... poi mi chiede di fermarmi in un parcheggio per guardare meglio.Ne approfitto per gustarmi la sua pelle nera scoperta, prima solo con lo sguardo, mentre lei sul sedile a fianco guarda attenta le disponibilità di camere in zona, poi comincio ad accarezzarle le gambe, baciarle il collo e con la mano mi insinuo sotto la gonna... risalgo lentamente lungo l'interno coscia a cercare l'intimo... ma non c'è. Arrivo a sentire l’inizio della sua figa e sento il cazzo nei jeans esplodere, con un dito gliela accarezzo entrando nel suo fiore ed aspetto un attimo per capire se sto correndo troppo, ma sento il suo respiro farsi più intenso, con il dito accarezzo il clitoride e poi lo bagno con i suoi umori continuando a toccarla. Sento lei che legge la pagina di un B&B con un tono che chiarisce che quello che sente di sotto le sta piacendo... torno con il dito a cercare i suoi umori e trovo un lago... la sditalino infilandole ogni tanto il dito dentro una figa calda e fradicia e ci baciamo. Una cosa da teenagers in macchina, un ditalino sul sedile del passeggero mentre limoniamo di gusto, con quelle labbra carnose, morbide e calde e la sua lingua ad intrecciarsi dolcemente con la mia...Con voce contenta e calda si stacca e mi dice che ha trovato... tolgo il dito e me lo succhio di gusto: mi piace, sarà sicuramente un piacere leccargliela in un letto.Arriviamo al B&B poco distante e il tipo ci accompagna in una camera mansardata, molto bella... ci diamo il cambio nell'andare in bagno a darci una sistemata, e quando torno la trovo sdraiata sul letto forse con l'imbarazzo a vincere sull'eccitazione del momento. Mi avvicino e comincio a baciarla. le sollevo la gonnellina sapendo cosa troverò sotto: una figa nera completamente fradicia, tanto da essere lucida. E' bellissima, non ho mai visto la figa di una di colore se non nei film porno... voglio gustarla e le metto la faccia fra le gambe, e da qui il nostro incontro decolla.Ci spogliamo mentre ci gustiamo senza un ordine, lei tiene la gonnellina che rende il tutto ancora più selvaggio, ci baciamo, gliela lecco dedicandomi a lei o mi gusto un pompino gustosissimo, profondo, in cui lo prende tutto fino alla base tenendomi per le palle dolcemente o stringendo il cazzo come per dire "è mio". Andiamo avanti a sentire ed assaporare i nostri sessi poi mi infilo un preservativo. Entro in lei senza nessuna fatica, capisco perchè cerca cazzi grossi... ha una figa aperta, che anche per il lago che ha lo accoglie divorandolo voracemente. Parto piano per paura di concludere troppo presto e cominciamo un ballo meraviglioso fatto di baci intensi, ritmi alternati passionali e dolci, strizzate delle sue tette perfette che sobbalzano ad ogni colpo, con due capezzoli ancora più scuri della pelle...le tengo le mani dietro la testa mentre la sbatto forte, poi rallento e la bacio gustandomi il suo essere presa da me... da un cazzo di un uomo di almeno 20 anni in più di lei... mi sento un porco che possiede una ragazza e la cosa mi eccita da morire, quindi torno presto a scoparla per bene, con lei che solleva le gambe per farlo entrare il più possibile con le mie anche che sbattono rumorosamente contro il suo bacino, ma ancora più rumorosi sono i suoi mugolii di piacere.Sudiamo e ci avvinghiamo, alterniamo il fare l'amore allo scopare decisamente, poi mi sdraia e mi sale sopra, sollevando la gonnellina per farmi vedere la sua figa che accoglie il mio cazzo... lo fa con un sorriso disarmante, sa di essere bella, sa di scopare da dio e le piace farlo... si muove sopra di me alternando baci dolci ad espressioni da troia che non vuole altro che un cazzo dentro di lei...Poi nella lotta del sesso la ribalto e la metto sdraiata a pancia in giù e vedo quel culo nero stupendo, glielo apro e lecco quel fiore scuro, bagnato dagli umori colati dalla figa, che per tutto il tempo non ha mai smesso di grondare... le torno dentro e la scopo tenendole la gola, la voglio possedere e la sbatto sentendo e vedendo le sue chiappe muoversi sotto i miei colpi o schiaffeggiate dalla mie mani. La cosa mi fa impazzire, la prendo e la porto in piedi ad appoggiarsi al divanetto e la scopo da dietro, in piedi, con lei che si piega in avanti fino ad appoggiare le mani a terra, prendendolo tutto così. La scopo con forza, sento il sudore lungo la schiena e vedo la sua pelle nera liscia, bellissima mentre lei ansima e mi incita.Torniamo sul letto e lei mi riprende dentro di lei sditalinandosi mentre la scopo e mi dice "fammi gridare".... e viene così, senza trattenere la voce, masturbando la sua figa mentre viene infilata con forza da uno sconosciuto... vengo anche io assieme a lei mentre vedo nel suo viso le smorfie del piacere godendo in un modo davvero intenso.Ci riprendiamo scambiandoci baci dolci, fumando una sigaretta e lasciandoci andare a chiacchiere e confessioni in libertà.. nudi, io con il cazzo a riposo e non mi vergogno di farmi vedere così, lei seduta mentre fuma, altrettanto nuda ... una bellissima ragazza appena conosciuta che mi ha regalato emozioni incredibili. E' perfino strano pensare a come il buon sesso trasformi gli incontri e renda il tempo un concetto relativo: fino a poco prima eravamo due sconosciuti imbarazzati, impegnati a cercare di riempire maldestramente i silenzi in macchina, adesso ci scambiamo sorrisi e confidenze senza vestiti, con addosso io i suoi umori ed il suo odore e lei il mio.Lei finito di fumare si infila sotto le lenzuola: mi piace vederla in questa nuova ottica, fino a poco prima era una femmina vogliosa di godere, ansimavamo insieme per un piacere animale, adesso è una ragazza appagata, il cui sorriso è il miglior premio per l’uomo che l’ha scopata; ma il vederla così dolce e sexy mi riaccende, la invito prima baciandola poi offrendole il mio cazzo non ancora duro... nella sua bocca calda e vogliosa torna subito pronto e faccio per spostarmi a prendere un altro preservativo ma lei inizialmente non lo molla, come se volesse continuare a succhiare ed a leccarlo. Indosso un altro preservativo e torno dentro di lei. Stavolta partiamo subito decisi, ci piacciamo e lo sentiamo, il "fare l'amore" è solo una scusa per riprendere fiato fra una galoppata e l'altra, ma tanto mi piace scoparla con forza tanto mi piace da morire gustarmi le sue labbra, i sui sguardi e la sua pelle mentre facciamo l’amore; è solo sesso, ma quando due persone si trovano bene in un letto è impossibile distinguere il fare l’amore dallo scopare. Lei viene ancora una volta e dopo un po' godo anche io mentre la scopo da dietro, con lei che si mette a pecora con il culo basso, gambe larghe ed il viso schiacciato sul cuscino... stupenda visione per un orgasmo davvero intenso.Ci facciamo la doccia e scherziamo sulle piccole cose, sui rubinetti incomprensibili e sulle rispettive situazioni sentimentali... fra poco torneremo ad essere sconosciuti lontani kilometri, ma in questo momento siamo un uomo ed una donna che si sono piaciuti e che si sono presi dei bellissimi momenti di piacere.Forse non ci rivedremo, ognuno a vivere vite diverse come età e come situazioni, ma quest’incontro rimarrà come una delle sorprese più belle che ho mai vissuto, in cui conoscere una ragazza con del sesso estremamente piacevole è più vero e pieno di qualsiasi altra cosa.
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emiliano18, 44
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Al Mantide
… La vedo arrivare al parcheggio e già da lontano capisco che è al telefono. Lo so che è stupido, ma per me quando è al telefono è tremendamente attraente; ha quell’aria di chi si sdoppia a fare diverse cose contemporaneamente ma che riesce a fare tutto con grazia; ricordo una volta che mi fumavo una sigaretta mentre lei era al telefono con una amica, davanti a me.. avevo passato quei pochi minuti a percorrere il suo corpo con lo sguardo… a godermi il suo essere dolcemente assente nel suo essere li con me. Bellissima, era decisamente bellissima. Questa volta dal suo gesto capisco che non è un’amica dall’altra parte, il dito sulle labbra mi fa capire che è al telefono con il suo ragazzo. “Il suo ragazzo”, “il suo uomo”…. Ormai mi sono rimbombate in testa tante volte nel corso di questi mesi, le ho somatizzate, ma non ancora pienamente accettate; ha iniziato una storia con un uomo a cui vuole bene, forse qualcosa di più, e lui è decisamente perso di lei, e non vedo come potrebbe essere diversamente. Il fatto che continuiamo a vederci è una cosa che abbiamo rinunciato a razionalizzare o a giustificare, ma un uomo ed una donna si uniscono in tanti modi ed alcuni rimangono difficili da spiegare e noi due siamo tutto meno che spiegabili. Quando chiude la telefonata e scende dalla macchina è come se quel gesto semplice e veloce fosse al rallentatore, i lampioni del parcheggio fanno brillare le sue gambe mentre scende, e non è certo lei che assume atteggiamenti forzatamente sexy, ma quando si muove lo fa con una classe che mi lascia sempre senza fiato… ha gli occhiali da supplente ed un taglio nuovo, asimmetrico che incornicia un viso che non mi stancherei mai di guardare… lo farei per ore ma non riesco a trattenermi oltre dal baciarla, ancora prima che riusciamo a dirci un ciao; ma per quelli ci sono le telefonate in cui alla fine ripetiamo i saluti almeno tre volte come per confermarci che è un rimandarci alla prossima volta e non un addio. Mentre stringo il suo corpo fasciato da un vestitino estivo, cambio tutte le mie idee sui vestiti rossi: li ho sempre ritenuti troppo appariscenti… su di lei è solo un dolce evidenziare delle curve perfette, un incartare un regalo stupendo, quel regalo che non avrei mai pensato di ricevere in tutta la vita e che non avrei neanche mai saputo come chiedere…vorrei la donna più sensuale? Voglio una donna capace di farmi provare le vette dell’amore? Di scaldarmi dentro come nessuna? Nessuna di queste definizioni la dipinge abbastanza, lei è Chiara, e stasera è mia. Il suo baciarmi cercando di salvare il rossetto non toglie niente a quello che è un suo bacio, sono sicuro che se non ci fossero le luci ad illuminare noi due potremmo vedere una scintilla ogni volta che le nostre labbra si avvicinano, io di certo questa scintilla la sento… e non è solo un leggero brivido, è una scossa che azzera tutti i miei pensieri. Mi metto alla guida ed andiamo verso il locale dove abbiamo in mente di passare la prima parte della serata, il Laguna, una piscina a luci soffuse in cui le sale immerse nell’acqua sono petali di un fiore disordinato, dove è possibile stare immersi appartati in un bagno profumato e caldo sorseggiando un cocktail o un aperitivo senza nessuno che disturbi; il tutto in un’atmosfera di classe e mai volgare. Ci siamo già stati altre volte e l’ultima volta non ci siamo fermati all’aperitivo: stando attenti di non essere visti abbiamo fatto l’amore in acqua, ci siamo mangiati con gli occhi per un po’ e non siamo più riusciti a trattenerci… Stasera ci siamo promessi di fare i bravi, e lei ha detto che si è presa con se un costume intero, per rendermi la vita difficile nel caso volessi trasgredire alla promessa… come se avesse davvero dimenticato che era stata lei a trasgredire la volta prima… Mentre andiamo ci scherziamo sopra alternando questi ricordi ai frammenti di vita quotidiana che ci raccontiamo a radio spenta, perché per me sentirla parlare è come musica, sia che mi dica “ti voglio” o che mi parli del suo lavoro … Ad un semaforo approfitto del rosso (o forse il rosso mi ha ricordato quanto di meraviglioso ho a fianco) e la bacio, e non è più un saluto, si sente che ci siamo già spogliati di tutto quello che lasciamo a casa ogni volta che ci vediamo e siamo già pienamente noi due. Arriviamo al parcheggio del locale e scendiamo ridendo dell’ultima stupidata che io o lei abbiamo detto, il tempo di prenderla per mano e stamparle un bacio euforico che ci accorgiamo che le luci sono spente. E’ chiuso. Non che questo significhi che ci aspetta una serata noiosa , ma vederla in costume è uno spettacolo che mi rompe perdere. Risaliamo in macchina e ci guardiamo interrogativi, per me è un’occasione per sentire la pelle delle sue gambe; è almeno un mese che non la sentivo e il solo toccarla è come riempire un vuoto nello stomaco, è fresca in questo luglio torrido è un invito costante ad essere percorsa… il fatto è che se non decidiamo dove andare finiamo per rimanere avvinghiati tutta sera in uno stupido parcheggio; quindi ripartiamo con io che le dico per la millesima volta che non ho mai visto una ragazza così bella, così cazzo perfetta. Mentre parliamo passiamo davanti ad un teatro di provincia, che non so cosa voglia dire, ma volendo indicare un teatro con un’entrata dimessa e sicuramente poco snob credo sia la definizione migliore… lei mi provoca dicendo, “vediamo che spettacolo c’è stasera”… come dire “tu dai troppe cose per scontate, ora ti sistemo io”. Il cartello all’entrata del “Mantide” è però diverso da quello che mi aspettavo: non danno una prosa noiosa o un balletto inutile; la serata “hot july” con l’immagine di una ballerina di lap dance lascia intendere che con il titolo Luglio caldo non si intende certo l’afa opprimente… Ironizziamo che sicuramente almeno il titolo della serata è azzeccato, luglio o non luglio, e ci decidiamo ad entrare, passando per una seconda porta con la scritta “vietato ai minori di anni18” che lascia un’espressione un po’ amara e indecisa sul viso di Chiara. Con una rapida occhiata cerco di capire se è meglio tornare indietro, e quando alla cassa ci dicono che come coppia entriamo gratis mi viene il dubbio che si tratti di un locale di scambisti, l’ultimo posto dove vorrei portarla. Veniamo rassicurati che è semplicemente un sexy pub (il vero teatro Mantide non esiste più da anni) dove ci sono spettacoli erotici, molto soft e senza contorni osceni o di cattivo gusto, dove le ballerine sono tutto meno che prostitute; entriamo con io che cingo Chiara in vita per farla sentire meno a disagio e poi, siamo sinceri, per entrare in mezzo a quello che credo essere un mare di maschi infoiati con una splendida ragazza al fianco. Invece è un locale carino e la gente è seduta ai tavoli come in un normale pub; certo la passerella in mezzo con i tubi a spezzarne la catwalk lascia intendere che non ci sfileranno le modelle della collezione autunno inverno, ma questo dona un tocco di ambiguità per niente fastidioso. Chiara appare rassicurata dal primo impatto e ci sediamo ad un tavolo, non potendo fare a meno di notare gli sguardi di estrema approvazione degli uomini presenti e qualche sguardo “da donna” delle lei presenti nella sala. Mentre si siede mi godo il suo essere stupendo e rimango per un attimo bloccato a vedere quel vestitino rosso salire lungo le cosce mentre si siede, con le spalline che si rilassano lasciando il seno libero sotto il cotone rosso; sono congelato nel guardarla e lei mi sorride come per dire “riprenditi”. Mentre aspettiamo parliamo di tutto e di niente, ma sempre così coinvolti dalle parole dell’altro che sembra sempre che stiamo raccontando noi e non solo di semplici cose di cui sono piene le vite di tutti. Adoro quando usa il plurale e dice quel “noi”, mi fa impazzire quando per interrompermi appoggia la mano sulla mia o lo fa per il gusto di sentirmi… ha un che di sessuale leggere le sue labbra per capire meglio quello che dice se la musica lo copre un po’. Stiamo finendo i cocktail quando il cameriere ci chiede se possiamo seguirlo. Con un punto interrogativo stampato in viso lo seguiamo fuori dalla sala fino ad una porta con la scritta “camerino”, bussa e ci fa segno di entrare. Nel camerino troviamo una ragazza davvero notevole, mora, minuta, con vestita casual jeans e camicetta… ci sorride e cogliendo il nostro imbarazzo si presenta e ci spiega il motivo per cui ci ha fatto chiamare. Francesca, questo il nome della ragazza, è la ballerina della serata dice di aver dimenticato a casa la borsa dei vestiti “di scena” e ha notato Chiara perché simile a lei come corporatura e con un vestito molto bello. In pratica le chiede se potrebbe prestarglielo giusto il tempo dello spettacolo e poi glielo renderebbe dopo. Intanto Chiara avrebbe messo i suoi, per poi ricambiarsi dopo; che situazione divertente e assurda, e ancora più assurdo è sentire Chiara dire ok… facendomi sentire di colpo di troppo in un camerino da donne; mi levo dall’impiccio dicendole “ti aspetto fuori”. Dopo 10 interminabili minuti Chiara esce con i jeans e la camicetta che poco prima erano indosso alla ballerina; da supersexy nel vestito rosso a casual quasi professionale mantenendo quell’essere stupendamente attraente come solo lei sa essere. E’ a suo agio, come se non pensasse che di la tutti l’hanno vista venire con un abitino rosso e tornare in sala con altri vestiti, ma al suo essere imprevedibile sono ormai … no, non mi ci abituerò mai, mi stupisce ogni volta. Torniamo al tavolo e lei mi fa notare il buon profumo sulla camicetta di Francesca, o forse è solo una scusa per farmi avvicinare e darmi un bacio malizioso, dicendomi un “carina, eh” che subito faccio fatica ad inquadrare. Passano pochi minuti e le luci si abbassano, e mentre noi sorseggiamo altri due cocktail offerti dal locale, sentiamo la musica che si fa più soft. Quando Francesca entra in sala, annunciata dal DJ, io e Chiara ci guardiamo sorridendo e ci spostiamo bicchieri in mano sui divanetti a bordo passerella. Complici le luci o il trucco è davvero una bellissima ragazza, capelli lunghi e un viso candido ma con uno sguardo languido sicuramente studiato, ma che fa maledettamente il suo lavoro. Non ho visto molti spettacoli del genere, ma sicuramente questo è davvero coinvolgente, e quando nel suo muoversi da gatta arriva al termine della passerella vicino a noi sorride sempre a Chiara indicandola… o le ammicca con l’occhio. Perfino quando si lascia scivolare avvitandosi sul palo riesce ad essere disinvolta e rivolgerle uno sguardo d’intesa. Poi scende dal palco passando davanti ai divanetti per provocare, dando una leggere pacca sulla mano a chi cerca di allungarla troppo; davanti a Chiara si ferma, la guarda, prende fra le dita le spalline del vestito e le lascia cadere ai fianchi scoprendo il seno, sempre fissandola come per dedicarle il gesto. Si gira con il vestito che è rimasto una mini, offrendo la vista di un culetto davvero notevole ben accarezzato dal tessuto rosso. Il tempo di un altro giro a seno nudo ed il DJ chiama l’applauso di fine spettacolo. Francesca scende dal palco passandoci vicino, sorride in modo gentile a me e con le dita sfiora quelle di Chiara sussurrandole un innocente ma potente “a dopo”. Ad essere sincero sono più eccitato nel vedere l’effetto che fa Chiara anche ad una donna che non per il bel paio di tette che mi ballavano davanti fino a poco prima. Le guardo gli occhi felini che seguono Francesca verso il camerino, uno sguardo che conosco, ma che ogni volta mi lascia senza parole; è un mare di sensazioni, dal riservato all’esplosivo e che con gli occhiali le da un’aria di falso distacco che è incredibile. Mentre sono ancora li a godermi il suo profilo ed il suo collo (ogni volta che le guardo il collo qualche gene da vampiro comincia a premere dentro di me) lei mi prende per mano e mi dice “andiamo a riprendere il vestito”. Non sono io che guido: come succede sempre con lei io posso anche pretendere di guidare in macchina, ma quello che succede dopo con lei è sempre grazie al suo sguardo o al suo essere imprevedibile. Bussa al camerino e io le dico “ti aspetto fuori”. Francesca le apre la porta e vedendo che non entro mi dice di farlo altrimenti il buttafuori potrebbe avere da dire. Entro imbarazzato mentre vedo Chiara che le fa i complimenti come fossero vecchie amiche. Francesca è avvolta in un accappatoio di raso bianco con un disegno giapponese, capelli raccolti con una matita e trucco ancora perfetto, accetta i complimenti della mia ragazza con una modestia apparentemente sincera e ricambia dicendole che la camicetta sta meglio indosso a Chiara. E’ una ragazza semplice, diversa da quella che eccitava in modo stereotipato sul palco poco prima, ma con una sensualità più naturale, spontanea. Con me, l’intruso, o almeno così mi sento, è gentile e quando offre da bere lo fa con una gentilezza di chi vuole davvero farmi sentire a mio agio. Certo il suo sguardo verso Chiara è diverso, è carico di qualcosa, di una complicità fra la spogliarellista in kimono e la segretaria in camicia ed occhiali; due bellezze diversissime ma simili nei loro corpi minuti e nei visi dagli zigomi alti; la musica nella sala rimbomba leggera nel camerino lasciando passare solo i suoni più bassi, con un ritmo che sembra un cuore, o forse è davvero il mio quello che sento, caricato dalla scena delle due ragazze che parlano e ridono trovando ogni tanto qualche scusa per sfiorarsi i capelli o i vestiti… “il tuo vestito…”, dice ad un certo punto Francesca, alzandosi per andarlo a prendere. Chiara si alza a sua volta, e mentre lei è di la, mi manda un’occhiata provocante. Io rimango seduto sul divanetto con il mio terzo bicchiere della serata che comincia a farsi sentire, e vedo Francesca ritornare con quel’abito che non ricordavo così piccolo; lo tiene con le due mani appoggiato sul corpo e rivolgendosi verso di me mi chiede “allora, come mi stava?”…. ed alla mia risposta scontata, lei lo appoggia sul corpo di Chiara e dice “appena ti ho vista entrate mi sono innamorata di questo vestito”, e lo dice piantandole gli occhi chiari dritti nei suoi… con un silenzio interrotto subito da un “… era una balla la storia della borsa dimenticata…” e una risata maliziosa a cui Chiara risponde con un divertito “tu sei fuori…”; Francesca intanto appoggia il vestito su una spalliera del divanetto e comincia a slacciarle la camicia con un “lascia, faccio io” che neanche ad un uomo sarebbe venuto così convincente… Chiara si lascia fare, forse non ricorda che sotto non ha il reggiseno, o forse lo ricorda benissimo. Francesca sfila la camicia dai jeans tirandola dolcemente e finisce di slacciare gli ultimi bottoni, poi infila le mani ad altezza della vita e si ferma per un attimo quando sente la sua pelle. Anche gli occhi di Chiara si chiudono per qualche istante per poi tornare a guardare il viso di lei. Intanto le mani di Francesca salgono sotto la camicetta aperta fino ad arrivare al seno, me ne accorgo dal fatto che anche Chiara allunga le mani verso il laccio del kimono, come per voler sfogare in qualche modo l’eccitazione che cresce. Il nodo si scioglie facile e Chiara le apre i due lembi ed a sua volta a appoggia le mani le mani sulla pelle chiara, alzando lo sguardo cercando gli occhi di Francesca che invece le sta guardando il seno ormai in balla vista e stretto da entrambe le sue mani. Sono stupende, sono di una dolcezza incredibile racchiusa in una sensualità esplosiva: il bacio è un bacio dipinto con i capelli dell’una che sono accarezzati dalla mano dell’altra…. Fino a quando Francesca si stacca e le domanda un malizioso “ti bacia così lui?”, a cui Chiara risponde con un sorriso languido, come dire continua a baciarmi…. Invece lei la mette a sedere a fianco a me e mi dice un “fammi vedere come la bacia un uomo”, ma forse non ho neanche sentito quest’invito, la voglia di sentirla era troppa e decisamente impossibile da reprimere oltre. Le sento le labbra e la lingua che poco prima erano dedicate ad un’altra lei, un bacio ancora più languido del solito perché più abbandonato, più perso nel suo essere pieno di piacere; intanto Francesca le slaccia i jeans e le sfila le scarpe. La mano di Chiara tenta di fermarla, ma è più un gesto automatico che forse vorrebbe non aver fatto…. Anche se comunque serve a poco visto che i jeans sono ora aperti a mostrare un intimo stupendo da cui gi à si intravede il nero in rilievo sul monte dei miei desideri più caldi. La bacio con ancora più foga con lei che mi prende la testa fra le mani; allungo una mano prima sul seno scoperto poi le percorro la vita fino a cercare di infilarla sotto gli slip ma vengo bruscamente stoppato da Francesca; senza vederla sento un “è mia” che mi rimette al mio posto. Chiudo gli occhi e sento Chiara alzare il bacino per consentire ai jeans di fare la fine che meritano, sento le sue labbra tremare e le sue mani premermi più forte a lei. Un bacio che è una scopata tanto è pieno, forte, caldo. Mi stordisce il sentirla così piena di eros e quando inarca indietro il collo come a sfuggire le mie labbra vedo Francesca che le percorre l’interno coscia con le labbra. Sento il respiro di Chiara aumentare fino a riprendere violentemente e baciarmi quando lei le sposta le mutandine ed appoggia le labbra al suo sesso. Vorrei vedere la scena, ma quello che sento dal suo bacio è una descrizione ancora più piena del piacere che sta ricevendo, sento la sua lingua tremare, baciarmi come se ripetesse quello che le sta facendo Francesca. Sento il suo seno inturgidirsi e la pancia contrarsi ritmicamente, poi lascia una mano su di me mentre con l’altra tiene la testa di lei. E’ una regina con due servi a darle piacere, un piacere che arriva con un’esplosione che la solleva dallo schienale del divano, che dura abbastanza da tornare a baciarmi e tornare a staccarsi di nuovo, fino a terminare l’orgasmo con i capelli di Francesca fra le mani mentre i loro occhi si incrociano in uno sguardo indescrivibile. Francesca la percorre salendo il suo corpo sfregando il suo seno sul sesso di Chiara bagnato dal bacio fino ad arrivare a portata di labbra; un bacio intenso, che è la parola fine più bella ad un gesto di sesso puro e pulito fra due donne che si sono godute le loro bellezze ed il loro calore. Il rivestirsi di Chiara nel suo abitino è fra chiacchiere leggere ed ammiccanti, per niente imbarazzate da questo atto non programmato, naturale, vero, con io che ancora non ho realizzato bene il dove ed il cosa. E’ stato talmente bello che era come se l’avessi subito direttamente io tutto questo. Usciamo dal locale per mano, con Chiara totalmente senza rossetto, ma con un’impronta di un altro colore sul collo, leggera, che le tolgo a mia volta con un bacio prima di salire in macchina; quando saliamo in macchina per continuare la nostra serata la suoneria del suo telefono annuncia un messaggio… lei lo guarda con aria distratta e poi con la consapevolezza del suo essere incredibilmente donna dice: “Francesca”. “Le hai dato il tuo numero?”; “Perché no, è simpatica, magari uscirò con lei a bere qualcosa…. Due chiacchiere fra amiche”.
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GHOST
Il viaggio era stato lunghissimo e molto faticoso ma Claudia e Roberto erano molto soddisfatti anche se stanchissimi, il b&b che avevano prenotato era proprio sul mare, fuori dalla porta dell’appartamento c’era degli scogli levigati ed a 5 metri distanza arrivava l’acqua. Avevano svuotato valigie e sistemato vestiti e dopo cena avevano fatto passeggiata lungo il borgo sul mare molto caratteristico, era una calda sera di settembre, Roberto durante la passeggiata aveva più volte invitato Claudia a fermarsi per baciarla ma quando le sue carezze diventavano più spinte fino a raggiungere il suo sesso lei lo bloccava, era troppo stanca, anche lui lo era e dopo un paio di volte aveva desistito ed erano rientrati a casa ed appena a letto si erano subito addormentati. Il mattino dopo Claudia si era svegliata quando aveva sentito qualcosa di duro appoggiato alle sue chiappe, sicuramente Roberto, appena sveglio, aveva voglia di far l’amore, lei ancora nel dormiveglia aveva assunto la posizione fetale in modo di facilitare Roberto a penetrarla. Sentiva il sesso spingere ed aveva iniziato a bagnarsi, poi lo aveva sentito entrare tutto dentro di lei, l’eccitazione era aumentata ed aveva avuto desiderio di baciarlo si era girata verso di lui ed a momenti stava per avere un infarto. Accanto a lei non c’era nessuno, il posto di Roberto era vuoto. Come era possibile? Aveva sognato tutto? Era certa di aver sentito un sesso penetrarla, si era toccata per sincerarsi ed in effetti era bagnata dall’eccitazione. Aveva dovuto ammettere che era stato davvero un sogno, si era alzata e dopo un po' era rientrato Roberto che essendosi svegliato prima era andato a comprare delle brioche per la colazione. Stava per raccontare il sogno ad Alberto ma poi aveva deciso di lasciare perdere e dopo un po' lo aveva dimenticato, avevano fatto colazione poi erano andati al mare sulla spiaggia di sabbia che si estendeva sul lungomare. A pranzo erano tornati a casa e dopo aver mangiato e sistemato la cucina, aveva raggiunto Roberto che l’aspettava in camera, l’eccitazione repressa al mattino era ricomparsa, avevano fatto l’amore a lungo ed in modo molto dolce poi avevano tirato le tende lasciando la camera in penombra e si erano addormentati. Claudia si era svegliata con la stessa sensazione del mattino, la sensazione di un sesso che spingesse per penetrarla era molto nitida, ma quando aveva aperto gli occhi ed aveva visto il corpo di Roberto disteso supino davanti a lei, certa che non fosse lui aveva lanciato un urlo ed allungato la mano dietro di sè dove aveva trovato il vuoto. Roberto si era svegliato e l’aveva trovata spaventata, era in preda ad un’agitazione esagerata e non aveva potuto fare a meno di raccontargli tutta la strana sensazione, Roberto aveva cercato a lungo di rassicurarla che era stato solo un sogno ed alla fine non essendoci altra spiegazione si era fatta convincere, anche se lei era certa che non era stato un sogno. La giornata era trascorsa tranquilla, la sera e la notte nessun altro strano evento era successo e nemmeno il giorno dopo, Claudia aveva dimenticato i suoi “sogni”, la vacanza trascorreva in modo fantastico con alternarsi di mattinate al mare, pomeriggi in giro a vedere nuovi posti ed ottime cene serali a base di cibi locali. Il pomeriggio del 3 giorno Roberto andava al suo paese di origine a sbrigare alcune pratiche, sarebbe ritornato dopo un paio di ore, Claudia ne aveva approfittato per fare riposino pomeridiano, aveva accostato le tende aveva chiuso a chiave e si era addormentata. Era stata svegliata dalla stessa sensazione, si era toccata, voleva avere la certezza di essere sveglia e quando ne era stata certa, paura e terrore si era impossessati di lei. La paura era così forte che temeva di fare qualunque movimento, era rimasta immobile con la sensazione che se avesse urlato qualcosa di peggio poteva succedere. La sensazione ormai era certezza, un sesso l’aveva penetrata, lo sentiva dentro di lei, lo sentiva gonfiarsi fino a che aveva avuto la sensazione che la sua vagina fosse completamente piena, poi lo aveva sentito iniziare a pulsare, come un cuore che batte, pulsazioni lente e costanti. Dopo un po' anche se era attanagliata dal terrore, quelle pulsazioni l’avevano fatta eccitare, adesso ad ogni pulsazioni fitte di piacere partivano dal suo basso ventre fino ad arrivare al cervello, provava un fortissimo piacere ed era bastato poco adA avere un primo orgasmo a cui ne erano seguiti altri per concludersi con un ultimo orgasmo intensissimo che l’aveva lasciato senza fiato quando aveva avuto la sensazione di sentire gli schizzi di godimento di quel sesso fantasma. Aveva avuto la sensazione che il sesso si sgonfiasse dentro di lei, un attimo prima che si sfilasse aveva allungato una mano dietro la sua schiena alla ricerca di qualcuno ma aveva accarezzato solo il vuoto, poi lo aveva sentito sfilarsi ed era rimasta immobile e terrorizzata a letto. Non era stato un sogno ma nessuno era dietro di lei, credeva di impazzire ed aveva cercato di convincersi che era stata solo una sua fantasia o allucinazione, ma quando aveva portato la sua mano al sesso e l’aveva ritratta sporca si sperma aveva urlato con tutto il fiato che aveva in gola. Era indecisa se andare a lavarsi oppure aspettare Roberto per fargli vedere le prove che quello che diceva era vero, pensandoci aveva capito che sarebbe stato difficile convincere Roberto che un “fantasma” l’aveva scopata, far vedere lo sperma avrebbe potuto insinuare nella mente di Roberto che lei l’avessi tradito con qualcuno di reale, aveva deciso di non dirgli nulla. Mentre aspettava l’arrivo di Roberto non aveva potuto fare a meno di pensare a tutta la situazione davvero assurda ed irreale, ma una cosa era certa, aveva provato un piacere mai provato prima, ancora adesso aveva la sensazione di sentire quel sesso pulsare dentro di lei, solo il pensiero l’aveva fatta eccitare di nuovo, per fortuna l’arrivo di Roberto l’aveva portata alla realtà, ed anche se Roberto aveva asserito di trovarla strana lei ormai aveva deciso di non dirgli nulla. Tutto era proseguito nella normalità, per il resto della giornata, la sera a letto Roberto era stato molto tenero e lei era ancora eccitata dal pomeriggio, era stato bello ed appagante far l’amore con lui ma quando pensava al sesso fantasma che riempiva totalmente il suo sesso ed alle pulsazioni che trasmetteva la sua eccitazione andava alle stelle. Quando Roberto l’aveva pregata di andargli sopra, dopo che si era calata sul suo sesso accogliendolo tutto, aveva avuto la ormai consueta sensazione, un altro sesso spingeva dietro di lei, l’eccitazione era andata alle stelle e quando lo aveva sentito entrare nel suo ano ed aveva iniziato a percepire le ormai note pulsazioni aveva goduto in modo straordinario fino ad urlare di piacere quando aveva sentito i due sessi svuotarsi dentro di lei. Aveva preso in considerazione il fatto di fargli vedere le prove concrete a Roberto di quello che gli aveva confessato ma poi aveva deciso di non dire nulla, si era alzata ed andata in bagno e dopo aver fatto una doccia era ritornata a dormire. Il pomeriggio seguente, con una banale scusa, aveva detto a Roberto che lo avrebbe raggiunto in spiaggia dopo e quando era rimasta sola aveva accostato le tende chiuso a chiave e si era messa a letto, non dormiva, non desiderava dormire, desiderava essere di nuovo visitata. Era passato parecchio tempo, era quasi in procinto di alzarsi e raggiungere Roberto quando lo aveva sentito, era già eccitatissima ed era stato un piacere enorme riceverlo dentro, aveva goduto a lungo e aveva provato a cambiare posizioni, appena assumeva la nuova posizione lo sentiva dentro ma non vedeva nulla era come se fosse posseduta da un sesso invisibile, aveva goduto tantissimo ed infine aveva sentito venirsi dentro, quando lo aveva sentito scivolare lentamente fuori da lei, aveva avuto la sensazione che se avesse parlato sarebbe stata sentita-A A A A A A Ti aspetto anche staseraAveva raggiunto Roberto con un’aria molto euforica ed ancora molto eccitata, Roberto se ne era accorto e ne era stato contento. Lungo il tragitto per raggiungerlo dentro di sè aveva elaborato la sua tesi, fare l’amore con un sesso fantasma non era tradimento, anche perché lo faceva insieme a Roberto, aveva deciso di non dirgli nulla. La sera con grande piacere di Roberto, lo aveva fatto eccitare molto e portato a letto, il sesso fantasma non aveva ritardato molto e lei aveva goduto in modo pazzesco. Nei due giorni che seguirono sia il pomeriggio che la sera arrivava sempre facendola godere in modo pazzesco, Roberto non si era accorto di nulla anche perché lui si credeva l’unico artefice di quegli orgasmi stupendi e non aveva nulla di cui sospettare, Il giorno della partenza un velo di tristezza era calato negli occhi di Claudia, ma quando Roberto gli aveva detto che l’aria del posto la rendeva più eccitante e focosa e che aveva in programma di tornarci periodicamente la sua espressione era cambiata illuminandogli il viso. Erano passato ormai parecchi mesi da quella vacanza, era un pomeriggio invernale, molto freddo, Roberto era al lavoro, Claudia a letto sotto le coperte cercava di fare un riposino, la sua mente andava indietro con i ricordi e come era successo altre volte non aveva potuto fare a meno di portare la sua mano al sesso ed iniziare a toccarsi. La mano accarezzava lentamente il clitoride e quando era sul punto di godere la ormai nota sensazione l’aveva fatta esplodere, lo sentiva spingere era felicissima aveva scoperto il suo corpo e velocemente si era tolta i vestiti rimanendo nuda poi si era sdraiata con le gambe leggermente divaricate e con il suo sesso in bella vista e quando lo aveva sentito scivolare dentro di lei aveva detto-A A A A A A Ti aspettavo, speravo tanto che arrivassi. Ora ti prego scopami…..
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4 years ago
irene_alberto,
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MARETTIMO
Avevamo Scoperto Marettimo, molti anni prima, in occasione di un tour delle isole durante una nostra vacanza a Favignana, ne eravamo rimasti affascinati, tutta l’estate eravamo stati in giro, ma ad un mesetto del nostro ritorno in città avevamo ancora desiderio di tornare al mare, e visto che ormai eravamo a fine settembre avevamo deciso per Marettimo sperando di non trovare la calca del periodo luglio ed agosto. Dopo varie ricerche avevamo trovato la sistemazione a noi gradita, alloggiare direttamente sul mare ma allo stesso tempo vicinissimi a negozi e ristoranti, per ottenere questo avevamo dovuto prendere, anche se eravamo solo in due, una villa con 3 camere da letto, ma questo non importava la cosa gradita era che avevamo trovato quello che cercavamo, oltre ai vari accessori la proprietà metteva a disposizione delle biciclette ed un quad per eventuali escursioni. La villa era dislocata al limite del paese penultima di una strada a fondo chiuso, nell’ultima, praticamente attaccata e divisa solo da un muretto alto non più di 50cm ci abitava il proprietario, la loro era una villa quasi simile ma con un grande giardino curatissimo ed un’ampia piscina a ridosso del mare. Al nostro arrivo, il proprietario Don Tano e la moglie Rosa ci avevano dati il benvenuto offrendoci una eccezionale granita al limone come solo in Sicilia puoi gustarla, Don Tano era sui 60 anni, uomo affabile, dall’eloquio con marcato accento siciliano ma con conoscenza anche delle lingue straniere frutto, come confermato da lui, dei moltissimi viaggi all’estero fatti in gioventù, la moglie Rosa era la, classica signora siciliana alta borghesia, verremo a sapere dopo di origini nobiliari avendo il titolo di contessa, come donna era carina, anche lei più vicina ai 60 che ai 50, un bel viso un corpo florido anche se appesantito, ma la particolarità erano i suoi occhi, il modo in cui ti guardava, era dolce ed enigmatico sembrava ti volesse dire tutto anche se non diceva nulla, l’avevo trovata da subito molto sensuale ed affascinante, d’altro canto da quando eravamo arrivati Don Tano non faceva altro che mangiarsi con gli occhi Irene, e la ricopriva di attenzioni e complimenti sapendo toccare i punti giusti con frasi gentili, per ringraziarli dell’accoglienza e della disponibilità ed anche per farci indicare i posti che ci sarebbero tornati utili li avevamo invitati a cena, Rosa in un primo tempo era sembrata restia ma era bastato uno sguardo di Don Tano per fargli cambiare idea, era il prologo per capire l’autorità che Don Tano aveva con tutti. Quando ci avviamo al ristorante Irene, in modo spontaneo, prende a braccetto Don Tano, mentre io e Rosa camminiamo dietro a loro chiacchierando del più e del meno, quando arriviamo nella piazzetta centrale iniziamo a capire lo spessore della figura di Don Tano, tutti salutano con molta deferenza quasi in modo timoroso ed all’ingresso del ristorante il proprietario ci viene subito incontro per salutarci per poi condurci ad un tavolo leggermente isolato al limite della veranda con vista del mare sottostante, durante la cena Don Tano ci parla tantissimo dei loro viaggi e della decisione ad una certa età di ritirarsi in questo paradiso che è Marettimo. Quando rientriamo a casa con Irene tiriamo le conclusioni che praticamente Don Tano sull’isola è un’istituzione, benestante, proprietario di decine di immobili, autorità riconosciuta da tutti e sotto sotto concludiamo fra noi, non ci meraviglierebbe affatto che fosse lui il “boss” dell’isola, mentre andiamo a letto scherzo con irene e gli faccio una battuta-A A A A A A Dai amore, forse questa è l’occasione per scoparti un “mafioso” ahahahhah-A A A A A A Perché? i mafiosi lo fanno forse in modo diverso?-A A A A A A Beh non saprei dovresti sperimentarlo tu-A A A A A A Sai amore, a me fa un po’ pena Rosa, hai notato che ogni volta che deve parlare prima lo guarda come per ottenere l’autorizzazione?-A A A A A A Hai ragione, ma questo in parte fa parte della loro cultura maschilista e le donne ne sono succube, ma sembra che la cosa non gli dispiaccia, forse gode a essere sottomessa, succede.Prima di addormentarci ci scambiamo un po’ di coccole e quando mentre bacio ed accarezzo Irene torno sul discorso della possibilità di fare esperienza con un “mafioso” stranamente la sento bagnarsi di più, più fantastico e più Irene si eccita al punto che appena la penetro arriva subito all’orgasmo seguita subito da me, ci addormentiamo abbracciati stanchi del viaggio e della lunga giornata. Al mattino quando mi sveglio, Irene non è accanto a me, mi alzo e mi avvio in cucina credendo di trovarla lì a preparare la colazione ma non la trovo nemmeno lì, inizio a chiamarla girando tutta la casa ma di lei non c’è traccia, ma appena esco sul patio mi sento chiamare, Irene è seduta insieme a Don Tano a bordo piscina e stanno facendo colazione, li raggiungono, il tavolo è imbandito con ogni ben di Dio e mentre mi accomodo, arriva Rosa con una moka fumante e con un meraviglioso profumo di caffè, facciamo colazione tutte e 4 insieme godendoci il sole il mare un paesaggio pazzesco e tutte quelle prelibatezze-A A A A A A Oggi andiamo a fare il bagno nella mia caletta riservata, ci restiamo anche a pranzoDon Tano aveva esordito in questo modo, per un attimo ho avuto un senso di fastidio, lo aveva detto in un tono che non ammetteva repliche, non era un invito, ma a modo suo una decisione non discutibile, stavo per ribattere per fargli capire che con noi non funzionava in quel modo, ma l’euforia di Irene nell’accettare il programma mi fa soprassedere. Quando andiamo a prepararci mi sfogo con Irene, ma lei mi rassicura dicendomi che secondo lei non era altro che una cortesia facendomi notare quanto erano stati gentili disponibili ed ospitali, convengo con lei che forse il modo poco ortodosso dell’invito era solo una loro abitudine, dopo aver messo i costumi e preso l’occorrente li raggiungiamo,A una scaletta scavata nella roccia ci porta a un piccolo approdo dove ad attenderci c’è un ragazzo sui 25 anni a bordo di una piccola barca, è in costume abbronzatissimo un fisico molto prestante e come tutti molto deferente con Don Tano, quando arriviamo fissa con molto interesse Irene che con indosso un costumino ed un pareo trasparente ha una aria molto sex, anche Irene squadra bene il ragazzo e quando i nostri sguardi si incrociano ci scambiamo un sorriso, bastano 5 minuti di navigazione ed arriviamo in una piccola caletta incastrata fra gli scogli, è una spiaggetta larga un 10 metri e profonda non più di 15, la sabbia è finissima e pulitissima e l’acqua ha una trasparenza assoluta, restiamo meravigliati da tanta bellezza, Rosario il ragazzo che ci ha accompagnato, che scopriamo essere un cugino di Don Tano scarica le borse e poi aiuta prima Rosa e poi Irene a scendere dalla barca, e visto che il fisico di Irene non è affatto abbondante quanto quello di Rosa la prende in braccio e la trasporta a riva senza farla bagnare, furbescamente le sue mani sono a contatto una con il culo e l’altra sotto la schiena ma non le dita che sfiorano il seno, Irene mi guarda e mi sorride facendomi cenno di guardare Rosario ed anche io noto che ha avuto una erezione, poi ci saluta e si allontana a bordo della barca, quando mi avvicino a Irene lei sorridendo mi bisbiglia che Rosario glielo aveva strusciato sul culo. Rosa intanto ha aperto 4 sedie da spiaggia, ma io ed Irene optiamo per sdraiarci sul telo da mare direttamente sulla sabbia, Don Tano è con un costume a pantaloncini, io ho un piccolo slip con bottone laterale che basterebbe tirarlo per restare nudo, Rosa toglie il vestito, sotto indossa un bikini, e nonostante l’età e qualche chilo di troppo è ancora una donna molto appetibile, restiamo a prendere il sole ed a chiacchierare del più e del meno per quasi una oretta, il sole inizia a picchiare e chiedo a Irene di passarmi la crema protettiva che non avevo voluto spalmare all’arrivo quando lo aveva fatto lei, quando ho la crema in mano e sto per spalmarmela Don Tano, sempre con il suo tono perentorio dice:-A A A A A A Rosa spalma la crema ad Alberto, lascia Irene tranquilla a prendere il soleIo ed Irene sorridiamo, anche se non protestiamo, ci sembra molto ridicolo il fatto che avesse sottinteso che sarebbe stata Irene a spalmarmela e non farlo io da solo, da parte mia mi riprometto di non dare più peso ai modi di Don Tano, guardo con sguardo complice Irene che sorride e che si avvicina per baciarmi, Rosa inizia a spalmarmi la crema sulle spalle, lo fa in modo molto delicato, sembra quasi mi stia facendo un massaggio, un senso di benessere pervade tutto il mio corpo, allungo la mano e stringo quella di Irene lei mi guarda con un sorriso complice, quando Rosa mi chiede di girarmi Irene si avvicina di più a me e stringe con più forza la mia mano, quando mi giro, il piccolo costume non può celare la mia iniziale erezione, volgo lo sguardo verso Don Tano, devo ammettere con un po’ di timore, ma da parte sua ricevo un sorriso, Rosa inizia a spalmarmi la crema sul petto le sue mani sfiorano quasi la mia pelle, è molto eccitante e lo è ancor di più quando inizia con le cosce avvicinandosi spesso al mio inguine, adesso la mia erezione è molto palese, abbiamo tutti smesso di parlare, e i nostri sguardi sono tutti rivolti ai movimenti delle mani di Rosa, che scambia uno sguardo con Don Tano, Irene allo stesso tempo inizia a darmi piccoli baci senza affondare la lingua, mi sento coccolato al massimo, ad un certo punto Irene avvicina la mano al bottone a strappo del mio costume poi volge lo sguardo versoA Don Tano lui gli sorride e gli fa un cenno affermativo con la testa, allora lei con una leggera pressione slaccia il mio costume ed il mio cazzo duro svetta dritto davanti alle mani di Rosa, che continua con il suo massaggio all’inguine, Irene si stringe al mio lato ed inizia a baciarmi con più foga, poi è lei che prende la mano di Rosa e la porta sul mio cazzo, inizia a menarmelo lentamente mentre con l’altra mano mi accarezza le palle, mentre lo mena con il pollice struscia la mia cappella, tutte e 3 guardiamo Rosa che gioca con il mio cazzo, poi lentamente sento le sue labbra sfiorare la mia pancia, la sua lingua percorre il mio corpo, scende in giù segue i contorni del mio cazzo ma senza prenderlo in bocca, percorre il mio inguine da ambo i lati, sono eccitatissimo, inarco la schiena ad offrirgli, il cazzo in bocca e finalmente la sua bocca lo ingoiaA tutto, succhia per poi tornare a percorrerlo con la lingua in tutta la sua lunghezza ed ogni volta che lo ingoia mi fa provare sensazioni indescrivibili, avrei voglia di godere, ma resisto è troppo bello perché finisca subito, nel frattempo le mie mani hanno iniziato ad accarezzare il corpo di Irene, prima il seno ed adesso la sua figa, anche lei è molto bagnata ed eccitata, Don Tano imperturbabile resta immobile e ci osserva con occhi vogliosi e divertiti. Quando Rosa prende un braccio di Irene e l’attira facendogli cenno di venirmi sopra, lei con uno sguardo chiede il consenso a Don Tano ed invita Rosa a venirmi sopra, lentamente toglie il reggiseno mettendo un mostra un seno abbondante ma ancora sodo e turgido, poi toglie lo slip ed una figa contornata da un fitto pelo si presenta ai miei occhi, allungo la mano per accarezzarla e la sento un lago di umori, poi si inginocchia sopra di me Irene prende in mano il mio cazzo lo indirizza alla sua figa e la invita a scendere piano, mi sento risucchiare dentro di lei in un attimo il mio cazzo e tutto il mio inguine sono inondati di umori, è come un fiume in piena, inizia a dondolarsi sopra di me lentamente, sento le contrazioni della sua figa che sembra vogliano fagocitare il mio cazzo, a questo punto Irene dopo avermi dato un lungo bacio si alza fa due passi e si posiziona davanti a Don Tano, lui resta immobile ad osservarla, lei prima toglie il reggiseno poi lentamente ed in modo molto sensuale, come se facesse uno strip, sfila lo slip mettendo in mostra la sua figa parzialmente depilata e con un ciuffettino di peli sul monte di venere, Don Tano la guarda estasiato, lei prima si accarezza il seno guardandolo fisso, poi lentamente una mano scende ad accarezzare la sua figa, è lei ad accarezzarsi poi si avvicina di più afferra la mano di Don Tano e la porta alla sua figa, lui sapientemente inizia ad accarezzarla dolcemente, poi la invita ad allargare le gambe ed avvicinarsi di più in modo da potergli leccare la figa e mentre gli succhia il clitoride gli infila un dito nella figa ed uno dietro nel culetto, basta poco ed il corpo di Irene si contrae raggiungendo un intenso orgasmo, a sentire le grida di godimento anche io e Rosa ci lasciamo trasportare dall’orgasmo e godo dentro di lei con una lunghissima sborrata mentre lei quasi mi allaga con il suo orgasmo. Restiamo nudi a crogiolarsi al sole mentre Don Tano ci mette al corrente che non sono nuovi a trasgressioni, raccontandoci delle loro vacanze trasgressive in costa azzurra, con frequentazioni di amici di diverse nazionalità e disinibiti, poi si rammarica del fatto che un tumore alla prostata lo abbia reso impotente, e quando Irene gli da un bacio sulla guancia dicendogli che era stato ugualmente bravissimo e l’aveva fatta godere tanto lui la guarda con grande riconoscenza. Siamo ancora nudi quando arriva Rosario, non ci rivestiamo, Rosario dalla barca scarica un tavolino da pin nic e dei contenitori con del cibo ed un frigo portatile con le bevande, Irene si avvicina all’acqua ed esordisce dicendo:-A A A A A A Farei volentieri un bel bagno prima di pranzo per rinfrescarmi un po’Don Tano, sempre con tono perentorio e con un sorriso rivolgendosi a Rosario gli dice:-A A A A A A Rosario porta la signora Irene a fare il bagno e stai attento che non vada in acqua profondaRosario segue Irene che entra in acqua, si nota subito che è un provetto nuotatore ed Irene con lui vicino si sente sicura, mentre Rosa apparecchia noi osserviamo Rosario ed Irene che fanno il bagno, Irene inizia a scherzare schizzando acqua su Rosario, fino a che ad un certo punto si avvicina a lui gli si avvinghia al suo collo e dalla posizione sembra aver intrecciato le gambe alla schiena, Rosario sembra un po’ a disagio e volge lo sguardo verso di noi, un sorriso benevolo di Don Tano ed il mio cenno con pollice per dirgli che è tutto ok lo tranquillizzano,A Irene inizialmente scoppia a ridere divertita della situazione, poi si fa seria attira a se Rosario e gli da un lungo bacio, riusciamo a vedere vista la poca distanza e la limpidezza dell’acqua, che Irene ha infilato le mani dentro il costume di Rosario e si è impossessata del suo cazzo continuando a baciarlo poi lo invita a togliere il costume e restare nudo, viene alla luce un cazzo di notevoli dimensione che Irene osserva con molto gradimento, si aggrappa di nuovo a lui e se lo fa scivolare dentro, in piedi in acqua Rosario ha un precario equilibrio e cade, allora Irene lo prende per mano e viene a riva, si sdraia sulla sabbia bagnata, quando arrivano le onde la bagnano fin quasi al seno, Rosario gli va sopra e lentamente gli infila il cazzo in figa, Irene intreccia le gambe sulla sua schiena e lo tiene stretto dentro di lei, anche a restare immobili al sopraggiungere di ogni onda sente la spinta dentro di lei, continua a baciare Rosario fino a che tutte e due non godono urlando. Rosario con grosso dispiacere di Irene si prepara ad andare via, ma Don Tano gli ordina di liberarsi presto degli impegni e di ritornare entro 2 ore. Mangiamo in clima di euforia ed allegria, e Don Tano ci confida che da quando lui è rimasto impotente Rosario è diventato il loro amante preferito, un ragazzo serio ubbidiente e soprattutto “muto” e ce lo consiglia se per il nostro soggiorno nell’isola avessimo voglia di trasgredire. Il pranzo era ottimo, tutto a base di pesce, e senza accorgercene avevamo quasi scolato 3 bottiglie di vino, Irene è leggermente euforica e perde i suoi freni inibitori e mentre Rosa sparecchia e sistema prende per mano Don Tano lo fa alzare dalla sedia, dove stava seduto da quando eravamo arrivati, lo fa sdraiare sul telo e poi sdraiandosi al suo fianco gli dice:-A A A A A A Con le mani sei stato bravissimo, adesso fammi vedere se lo sei con la boccaDon Tano, sorride e guarda Irene con tanta dolcezza, il fatto che lo abbia cercato gli ha fatto molto piacere, lui e molto esperto ed inizia ad accarezzarla in modo molto dolce, mentre con le mani esplora il suo corpo con la lingua lo percorre tutto in lungo ed in largo, Irene inizia a emettere mugugni di piacere e si bagna sempre di più e quando lui inizia a lavorargli la figa con la lingua basta poco perché abbia il primo orgasmo, l’eccitazione ed il vino hanno uno strano effetto su Irene, rare volte l’avevo vista cosi eccitata, nella foga si mette a 69 ed inizia a succhiare il cazzo di Don Tano nell’impossibile speranza di farglielo diventare duro, io li osservo sempre più eccitato seduto a fumare una sigaretta mentre con una mano me lo meno fino a farlo diventare duro, Rosa vedendomi eccitato smette di sistemare si inginocchia davanti a me ed inizia a farmi un pompino mentre io accarezzo il suo seno, sento Irene che continua a godere ed a un certo punto si alza e si avvicina a me, insieme a Rosa inizia a leccare il mio cazzo, per poi appena Rosa si sposta di un po’ approfittarne e venirmi sopra e poi iniziare a cavalcarmi chiedendomi diA farla godere, e quando un orgasmo fortissimo scuote tutto il suo corpo sento le sue unghie graffiare la mia schiena. Si lascia andare spossata, meravigliata anche lei della sua voglia e sensualità, ma non si stacca mi dice che è troppo bello sentirmi dentro, mentre siamo stretti Rosa continua ad accarezzarmi ed inizia anche a baciarmi infilandomi la lingua in bocca, Don Tano ci osserva divertito, siamo ancora in quella posizione quando arriva Rosario, Irene senza staccarsi da me lo invita ad avvicinarsi e quando lui è accanto gli prende il cazzo in bocca ed inizia a fargli un pompino, sento di nuovo la sua figa contrarsi e poi sento gli umori del suo nuovo orgasmo bagnarmi fino alle palle, stavolta però si stacca subito e si stende sul telo chiamando a se Rosario che senza aspettare la penetra subito, Io e Rosa ci stendiamo accanto a loro ed anche io inizio a scopare Rosa anche lei basta poco e gode urlando, poi la faccio mettere a pecorina, inizio a leccarla anche dietro, lei capisce ed allarga di più le gambe,A bagno il suo culo con parte dei suoi umori e con la saliva leccandola fino a che non è lei a dirmi di incularla che non resiste più, quando appoggio il cazzo al suo culo non trovo resistenza scivolo dentro di lei fino alle palle ed inizio a dare colpi regolari, lei contrae i muscoli dello sfintere facendomi provare sensazioni bellissime e quando con una mano inizio a toccargli l clitoride inizia a godere urlando, le contrazione del suo ano non mi fanno resistere ed anche io sborro dentro di lei, mi sdraio accanto a Irene ed inizio a baciarla mentre Rosario continua a martellargli la figa con colpi cadenzati, i suoi orgasmi si susseguono, poi consiglio Rosario di metterlo dietro anche a lei, invito Irene a restare in quella posizione ma ad alzare le gambe il più possibile, Rosario dopo alcuni tentativi riesce ad entrare nel suo culo con la cappella, Irene urla di piacere e quando lui sprofonda dentro di lei fino alle palle inizia a godere, urla e si dimena fino a che anche Rosario non sborra dentro di lei. Irene impiega una decina di minuti per rimettersi in sesto, poi mi abbraccia forte inizia a baciarmi e mi dice:-A A A A A A Ti amo amore mio, ti amo per tutto quello che mi dai e mi fai provare-A A A A A A Ti amo anche io tantissimo, ed è per questo motivo che voglio accontentarti in tutto.Rientriamo stravolti, abbiamo il bisogno urgente di una bella doccia rinfrescante e una dormitina per riprenderci, rientriamo contenti e soddisfatti consci che se vogliamo sarà una vacanza indimenticabile
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5 years ago
irene_alberto,
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GITA IN MONTAGNA
La passeggiata in montagna era al suo epilogo e mentre ci avviavamo al punto in cui avevamo la macchina, visto che eravamo già al tramonto, ci era venuta la malsana idea di prendere una scorciatoia che costeggiava la diga, il risultato era stato che Irene era scivolata ed ea caduta in acqua ed in più sembrava si fosse slogata una caviglia, imprecare ormai no serviva a nulla e ci siamo avviati alla casa al bordo della diga, dove sicuramente c’era il guardiano, sperando ci potesse dare aiuto, quando arriviamo e gli spieghiamo la situazione ci guarda con un sorrisetto ironico, come la gente di montagna guarda la gente di città e ci mette a conoscenza che fino al giorno dopo tranne che farla a piedi non c’era soluzione, ma visto le nostre condizioni se ci saremmo adattati ci avrebbe ospitato. Tony il guardiano era un signore sui 50/60 abbronzato con un fisico temprato dalle fatiche e dai muscoli notevoli per la sua età, ci fa accomodare in casa e per prima cosa consegna un accappatoio a Irene e la invita a togliere i vestiti bagnati ed a fare una doccia, dicendogli che dopo gli avrebbe guardato la caviglia visto che ormai con tutti i gitanti sprovveduti si era fatto una grande esperienza in slogature, la casa non era altro che un bilocale una camera con un letto matrimoniale ed un armadio, un bagno con doccia ed un locale che faceva da cucina e zona giorno, appena Irene esce dalla doccia lui la invita ad andare a sdraiarsi sul letto e prende i suoi vestiti per appenderle fuori ad asciugare, tiene tutti i vestiti in una mano mentre nell’altra tiene il minuscolo perizoma in pizzo poi guarda Irene negli occhi e gli fa un sorriso. Dopo aver steso i vestiti dalla credenza prende una boccetta dicendo essere unguento e si avvicina ad Irene, gli prende la caviglia in mano e la manipola da intenditore la rassicura che è solo una cosa da niente e che grazie al suo unguento il giorno dopo avrebbe potuto camminare regolarmente, io sono seduto sul letto accanto a Irene, lui versa l’unguento e poi delicatamente inizia a massaggiare la caviglia, quando gli solleva la gamba per massaggiarla meglio, è normale che l’accappatoio tenuto chiuso solo dalla cintura, gli lascia la visione della figa di Irene che lui pur facendo finta di non guardare di sicuro non disdegna lo spettacolo, Irene per un paio di volte cerca di coprirsi ma i continui movimenti non lasciano niente di nascosto agli occhi di Tony. Si dilunga molto nel massaggio e dalla caviglia sale anche lungo il polpaccio e fino al ginocchio, Irene resta rilassata e dopo avermi stretto la mano come cenno di intesa chiude gli occhi e si rilassa non preoccupandosi degli sguardi vogliosi di Tony, dopo una buona mezzoretta di massaggio si alza, e sia io che Irene possiamo notare la consistenza del suo pacco e sicuramente della sua eccitazione, ci invita a sederci a tavola e divide con no la sua cena a base di polenta coniglio arrosto formaggio e salame, durante la cena chiacchieriamo del più e del meno, Tony ci racconta un sacco di aneddoti sulla sua vita di guardiano della diga e si rivela una persona anche molto simpatica, ad una certa ora, ormai e quasi buio, ci dice che deve fare il suo giro di controllo della diga e che sarebbe ritornato dopo una oretta- Amore visto come ti guardava? Se eri da sola ti sarebbe saltato subito addosso- Ahahah ci credo, vivere qui da soli non è il massimo, ma non credo ci resti anche inverno- Comunque è un bell’uomo ed anche simpatico piacevole parlare con lui- Ed è anche bravo a massaggiare non sento quasi più dolore alla caviglia ed era anche rilassante- Solo rilassante? Ho avuto netta sensazione che fosse anche eccitante- Ahahah si è vero amore era anche eccitante, sarebbe stato piacevole se le sue mani fossero salite- Ahahha vedo che ti intriga, ok amore la notte è lunga e se non sarà lui a prendere iniziativa faremo noi in modo che sia coinvolto. Che ne dici?- Per me va bene amore è un bell’uomo e poi dopo stanotte non ci vedrà più togliamoci capriccio.Tony arriva prima di una ora, noi siamo sul piccolo patio ad attenderlo, Irene, stavolta credo di proposito è seduta con accappatoio leggermente aperto, Tony ci offre una grappa da sorseggiare e poi mentre fumiamo una sigaretta ci dice che possiamo dormire nel suo letto e che lui dormirà per terra in cucina- Tony non mi sembra giusto, il letto è grande ci stiamo n 3, starò in mezzo io se mi dici che posso fidarmi ahahaha che non ti vengano strane idee ahahah- Le idee ci sono sempre, ahahah e mica sono strane sono naturali mica sono di legno, ma fidatiAnche se abbastanza presto, per orari città, andiamo a letto, Tony va in bagno a fare una doccia, intanto io mi spoglio e resto solo in boxer, ma quando Irene prendendomi in giro dice che ho paura di Tony e tengo boxer io che di solito dormo sempre nudo, tolgo anche quelli, lui invece quando esce dal bagno ha un paio di pantaloncini ed è a dorso nudo, Irene lo guarda ammirata, è veramente in ottima forma abbronzato e con fisico che sembra un 30enne palestrato, una volta a letto spegne la luce, e mi gira le spalle tentando di dormire io sono rivolto verso Irene stretto quasi a lei che si avvicina ed inizia a baciarmi, lentamente i baci si fanno più profondi, e quando allungo una mano e gli tocco la figa la trovo un lago di umori lei inizia a baciarmi con più frenesia e la sua voglia cresce ad ogni istante così le chiedo:- Hai tanta voglia amore?- Si tesoro, ti prego prendimi ho voglia di godere- Amore sai bene che se iniziamo anche se dorme Tony si sveglierà e non cedo affatto che si accontenterà solo di ascoltare i nostri mugolii, vorrà partecipare, ti va?Irene come risposta mi da un lungo bacio mentre con la mano va al mio cazzo, è chiaro che ha voglia anche di Tony, io la assecondo ed i miei baci e carezze si fanno più intensi fino a quando Irene si piega prende il mio cazzo in bocca ed inizia a farmi un pompino, era più che logico che Tony non dormiva ed anche se avesse dormito lo avremmo svegliato, si gira a faccia in su e nella penombra rischiarata dalla luna dopo aver abituato gli occhi, vedo chiaramente che si sfila i pantaloncini e resta anche lui nudo, ormai siamo scoperti totalmente e quando dopo avermelo succhiato un po' Irene mi viene sopra per impalarsi sul mio cazzo e normale che tocchi Tony con la gamba, lui si scosta per fargli spazio ed Irene lentamente si fa entrate tutto il mio cazzo in figa, io allungo le mani a toccargli il seno ed adesso il suo sguardo è focalizzato sul cazzo di Tony che svetta eretto, Irene è come rapita non riesce a distogliere lo sguardo da quel cazzo a pochi centimetri da lei, Tony non prende nessuna iniziativa ci osserva e se lo mena, io non faccio nulla aspetto che sia Irene a prendere l’iniziativa, lei è sempre più eccitata mi sento inondare dai suoi umori, poi cambia posizione, non più eretta, si piega verso di me e contemporaneamente allunga una mano, adesso che riesce a raggiungerlo, e afferra il cazzo di Tony ed inizialo ad accarezzarlo, il contatto con il cazzo la fa eccitare di più e le contrazioni della sua figa mi fanno capire che sta per godere, e quando si piega e glielo prende in bocca mi sento inondare dai suoi umori e lei inizia a urlare, resto dentro di lei ma mi sposto in modo che lei gli possa succhiare bene il cazzo, ma dopo un minuto sono io a invitarla ad andare sopra a Tony, mi sposto in modo che si possano spostare al centro e quando dopo averlo preso in mano ed averlo puntato alla sua figa si lascia scendere fino a riceverlo tutto dentro il suo corpo ha come degli spasmi causate da un altro orgasmo molto intenso, Tony non resta fermo muove il bacino facendola ballonzolare ed ad ogni colpo Irene emette un gemito di piacere, io mi posizioni dietro di lei e la invito a piegarsi, il suo culetto adesso è a portata della mia bocca, inizio a leccarla spingo la lingua dentro e quando la sento bella dilatata lentamente spingo e scivolo dentro di lei, sembra quasi che il mio cazzo e quello di Tony siano a contatto, il leggero diaframma sembra non esistere quando inizio a dare colpi Irene inizia di nuovo a urlare tutto il suo godimento, vari orgasmi fanno vibrare il suo corpo e quando quasi contemporaneamente io e Tony godiamo riempiendola del nostro orgasmo lei si accascia sul letto quai distrutta, resta immobile per quasi 10 minuti poi va in bagno a fare una doccia veloce ed al ritorno si lascia andare a letto distrutta Tony mi ringrazia, ma io gli dico che ea stato un desiderio di entrambi, poi esce dicendomi che deve ripetere il controllo mi sdraio accanto a Irene e lei si è già addormentata mi rilasso e mi addormento anche io. Mi sveglio sentendo i baci di Irene su tutto il volto e le sue mani che mi accarezzano poi lei si avvicina e mi dice:- Amore Tony me lo ha messo dentro mentre dormivo- Stanotte?- No no amore adesso quando ti ho svegliato- Ti piace sei eccitata?- Quando lo ha infilato dormivo mi sono svegliata perché ero asciutta ed ho sentito male- Ed adesso? senti male? Ti piace? Vuoi farlo ancora?- Adesso sono bagnata, si ho voglia, anche di te però, come ieri seraresto un attimo fermo e continuo a baciare Irene mentre Tony da dietro continua a spingere sempre con pù veemenza fino a che Irene mi stringe forte facendo mi capire del sopraggiungere dell’orgasmo, continua a godere anche quando io abbassandomi inizio a leccargli la figa e succhiare il clitoride dopo una serie di orgasmi consecutivi, si stacca da Tony e mi viene sopra, è un lago di umori e scivolo subito dentro di lei, poi si piega e fa cenno a Tony di andare dietro, lui non se lo fa ripetere gli punta il cazzo nel culetto e con un colpo secco è dentro di lei inizi a urlare e muoversi quasi come una forsennata e dopo poco godiamo contemporaneamente tutte e 3. Dopo in po' di riposo una doccia rivestiti e fatto colazione ci prepariamo a partire, dobbiamo camminare 1 oretta per arrivare alla nostra auto, Tony ci aveva invitato di restare ancora, ci sperava, poi ci ha invitato per tutte le volte che volessimo andare e per ultimo visto che eravamo irremovibile segna su un numero di carta il suo numero di telefono e lo da a Irene dicendo che lui era sempre a disposizione bastava chiamarlo. Ci avviamo e quando arriviamo ai bordi della diga mi fa fermare fa una pallottola di carta con numero di toni lo lancia nel lago e mi dice:- Noi siamo come Paganini vero amore? “Paganini non ripete”
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5 years ago
irene_alberto,
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lupo di mare
Chi avrebbe mai potuto immaginare che quel vecchio pescatore, da astuto lupo di mare quale si dimostrò di essere, sarebbe riuscito la dove molti altri avevano dovuto arrendersi.Così, approfittando del fatto che eravamo rimasti noi due soli, a bordo dell’imbarcazione ormeggiata nella baia antistante la località in cui gli altri naviganti, compreso il mio compagno, si erano recati con il tender a riva per fare alcuni acquisti, egli non perse tempo nell’intraprendere una azione persuasiva volta a fare di me la sua ambita preda.Già in altre occasioni non aveva celato interesse nei mie confronti, sicuramente in ciò motivato anche dal fatto che sovente mi ero esposta ai raggi del sole in maniera che ben poco poteva lasciare all’immaginazione, e per nulla inibita dalla presenza di lui, non potendo certo immaginare che quella mia nudità potesse turbarlo più di tanto, già avvezzo, come ritenevo che fosse, a situazioni analoghe.Tuttavia, confessandomi esplicitamente che alla sola vista del mio corpo aveva difficoltà a trattenere le proprie pulsioni più lubriche, ed aggiungendo, senza alcun ritegno, di essere giunto a masturbarsi nella propria cabina immaginandosi di me, cogliendomi alla sprovvista si liberò dei pantaloni, incurante del tutto della propria senile nudità esposta con arrogante spudoratezza.Quell’azione così repentina sortì l’inusuale effetto di ipnotizzare le mie difese impedendomi di reagire con prontezza di fronte ad un simile atteggiamento.Quella mia titubanza venne interpretata come un segnale di assenso che gli permise allora di proseguire nell’azione intrapresa intimandomi di lasciar scivolare il pareo, che parzialmente ancora fungeva da esile riparo alla mia nuda epidermide, in modo che potesse accarezzare quel corpo che così tanto lo aveva fatto impazzire.Senza neppure comprendere meglio cosa mi sospinse ad assecondarne la presuntuosa richiesta, e non certo il timore di qualche gesto inconsulto se mai avessi deciso di contraddirlo, ma forse più per una sconsiderata volontà di trasgressiva follia, generata dalla calura estrema che aveva offuscato le mie normali facoltà intellettive, il baluardo a protezione della mia intimità volò via nello sferzante fruscio della brezza marina.Elargendo l’ambita esposizione ne avvertii la ruvidità delle mani callose che percorrendomi subito le forme epidermiche del corpo, e facendomi trasalire di inusuale quanto inaudita passione, mi resero ancora più duttile a quelle carezze che andavano facendosi sempre più efficacemente molto intime.Con altrettanta repentinità mi prese, trapassandomi senza alcun ulteriore ritegno con veemente energia, sfogando in me tutta la voglia accumulata e repressa durante quelle estenuanti giornate di navigazione, riempiendomi le viscere del suo orgasmo senile accompagnato dalla frenesia di una cosi facile quanto inimmaginabile conquista.Soltanto con il trascorre di ulteriori giornate passate nell’ozio più assoluto, ed in un momento in cui il mio compagno ed io ci ritrovammo a bordo assieme a colui che era stato il mio segreto amante, trovai il coraggio per confessare dell’accaduto, già ben consapevole delle morbose quanto perverse passioni che da sempre animavano le fantasie del mio stesso compagno.Incitata allora da lui stesso a ripetere quanto già era avvenuto, ed immortalata in quella ulteriore profanazione ad opera dell’anziano marinaio, mi abbandonai totalmente all’amplesso ormai coinvolta sempre di più in quel turbinoso confronto fattosi insospettabilmente molto appagante a dispetto di quanto avrebbero potuto mai sospettare tutti gli altri nostri ignari compagni di viaggio.
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6 years ago
gloria1951,
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Serata tra "AMICHE"
Quella sera Bettina era stata invitata ad una festa da amici, allora decise di tornare dal lavoro un po’ prima per prepararsi.Appena arrivata si spoglio’ e si butto’ sotto la doccia.Quando usci’ si asciugo’ e si accorse di avere i capezzoli rigidi, cosi’ inizio’ a stuzzicarseli.Si palpava e accarezzava le tette, poi se li portava alla bocca per leccarle; non riusciva a morderle perché non erano abbastanza grosse, ma in compenso erano belle sode, e stavano, proprio come si dice, in una coppa di champagne.Aveva i capelli biondi, ma non un biondo acceso, tanto che qualche volta sembrava castana, era alta, con un fisico asciutto e due gambe slanciate. Avrebbe potuto fare la modella se avesse voluto, ma continuava a studiare a Firenze, tanto la mantenevano i suoi.La parte del suo corpo che preferiva erano i piedi; di tanto in tanto, quando si masturbava, amava portarseli alla bocca e per leccarli e ciucciarli, e succhiare il pollicione; lei li definiva i suoi piedini morbidi.!Vide che era tardi e andò di corsa a prepararsi.Mise un reggiseno scuro molto attillato, quasi trasparente, di quelli che non si vedono, e le mutandine abbinate.Poi cerco’ nel cassetto i collant, e quando prese in mano quelli giusti si senti’ tutta bagnata.Erano collant marron piuttosto scuri ed inizio’ a passarseli sulla bocca, stava portando una mano alla fica quando senti’ il citofono.Era Giulio, che era passato a prenderla.Allora lei decise di infilarsi le calze senza mutandine andò poi all’armadio e prese la sua serafina blu a maniche lunghe e il suo vestito lungo marrone attillato e senza maniche.Si mise le scarpe, e mentre se le infiliva e vedeva i suoi piedini scorrere all’interno della calzatura si rieccitò, in quel momento inizio’ a sperare di farsi una bella scopata nella serata.Giulio era in macchina che l ‘ aspettava:-Ormai venivo su a portarti via di peso!-Uffa quanto rompi!!! Sei stato tu a insistere che volevi accompagnarmi:-SI! SI! Va bene!Giulio era il miglior amico di Elisabetta; era un bel ragazzo, ma tra loro due non era mai successo niente.Lei aveva anche sentito che una volta che si era ubriacato di brutto aveva fatto un pompino ad un suo amico, e da quella volta si dice che se lo sia fatto mettere anche nel culo, ma a Bettina questo non importava.Erano le nove e mezza quando i due arrivarono; suonarono al cancello della grande villa.Furono subito accolti da Piera, la padrona di casa; una ragazza non molto alta ma con due tette enormi, e, a detta di molti, una gran bonazza.C’erano due o tre ragazzi carini che Betta non conosceva ancora, e da una parte c’era Anna.Elisabetta non la conosceva bene, ma qualche volta l’aveva vista all’università.Era una ragazza molto attraente, su questo non c’era dubbio con due grandi occhi neri da pantera, capelli corvini a caschetto, labbra carnose messe in risalto da un rossetto rosso fuoco.Probabilmente era più bassa di Betta, ma aveva due gambe molto lunghe; quella sera indossava una giacchetta nera corta slacciata, sotto una maglietta scollata che metteva in risalto le tette, un poco più grosse di quelle di Bettina, inoltre quella sera indossava un paio di pantaloni a sigaretta che arrivavano fino alla caviglia e un paio di scarpe che permettevano di vedere il dorso del piede, fasciato da morbidi collant neri.Le due furono presentate e, Elisabetta, sempre cosi’ spigliata, si sentiva un po’ in imbarazzo; ma ben presto legarono e si trovarono a parlare del più e del meno.Era l ‘ ora di cena e Betta si ritrovo’ vicina a Stefano, uno dei ragazzi carini che lei non conosceva, davanti pero’ aveva Anna, e preferì passare la serata a chiacchiere con lei piuttosto che conoscere lui.Era tardi ormai, ed Elisabetta sentiva il bisogno di riposare; andò a cercare Giulio.Lo trovo’ che chiacchierava animatamente con Stefano, quando la vide avvicinarsi le andò in contro:– Senti, siccome Stefano abita lontano… pensavo di dargli un passaggio…Era molto imbarazzato– Ma come!?! Prima dici che pensi a tutto tu, poi te ne esci con questa storia!– Scusa non so cosa dirti…Intervenne Anna, che era stata ad ascoltare tutto il tempo– Elisabetta, se vuoi ti do io un passaggio, tanto sono di strada, e comunque avevo deciso di andare a casa.– Grazie, sei molto gentile.– Allora e’ deciso – disse StefanoLe due erano cosi’ in macchina insieme, ed iniziarono a parlare e sparlare, in questo modo Betta venne a sapere che Stefano era una checca, e che quindi le storie su Giulio erano probabilmente vere.Il profumo di Anna era per tutta la macchina, e questo eccito’ molto Bettina, che inizio’ anche a bagnarsi; in questo modo i collant aderirono ancora di più alla figa, e questo non faceva che aumentare la sua eccitazione.Aveva voglia di spogliarsi e spararsi un lungo ditalino, magari facendosi aiutare da Anna, ma riuscì a resistere.Erano arrivate. Elisabetta scese– Vuoi venire su da me che ti offro qualcosaNon sapeva neanche lei dove aveva trovato il coraggio per quelle parole– Si – Rispose Anna; Bettina rimase a bocca aperta.SI trovarono in casa sua, Anna si accomodo’ sul divano– Allora cosa ti porto?– Un martini, secco– OkMentre si trovava in cucina a cercare l’alcolico le venne in mente la sua prima esperienza omosessuale.Era un periodo in cui i suoi rientravano sempre tardi per lavoro, lei aveva quindici anni, ed era già una bella ragazza.Una sera era sola in casa con sua sorella, Cristina che aveva da poco compiuto i diciotto, stavano guardando un film alla tv, e in quel momento c’era il bacio finale– Hai mai baciato qualcuno? – disse Cristina.– NoIn effetti, fino ad allora, non era mai stata con nessuno. Nel frattempo Cristina aveva già appoggiato una mano sulla gamba della sorella, che aveva indosso il pigiama,– Vuoi che ti insegni?Non sapeva cosa rispondere, ma non ce ne fu bisogno, in men che non si dica la più grande cinse a se l’altra, e con una mano sulla schiena e l’altra dietro la nuca inizio’ a baciarla.Poi con la lingua inizio’ a leccarle le labbra, fino a che Bettina non le dischiuse un poco; a quel punto la lingua di Cristina si fece strade nella bocca dell’altra, e inizio’ a farla roteare.Elisa non rimase ferma per molto, anche lei abbraccio’ la sorella accarezzandole i capelli, e la sua lingua “slumacava” con l’altra, andava a stuzzicarle il palato e l’incavo della guance.Rimanerono cosi’ per molto tempo, e Cristina si masturbo’ anche.L’episodio non si ripete’ più, o quasi; una volta al cinema, ma non se ne accorse nessuno, e una volta che le due fecero il bagno assieme.Nel frattempo Elisabetta aveva finito di preparare i bicchieri, e li stava portando in sala.Anna era seduta sul divano e cosi’ si sedette accanto a lei.Le porse il bicchiere e le loro mani si sfiorarono, si guardarono profondamente negli occhi, per alcuni attimi ci fu assoluto silenzio, poi Anna iniziò a parlare con estrema naturalezza.Ad un certo punto si alzò, chiese dove fosse il bagno e vi si avviò. Bettina si sentiva stranamente attratta da quella ragazza, ma non trovava assolutamente niente di male in quel sentimento, nonostante la sua educazione rigorosamente cattolica.Anzi, iniziò a sedersi nella maniera più sensuale possibile e a slacciarsi qualche bottone della serafina per mettere in evidenza il suo bel seno.Ripensandoci considerava stupido quel gesto, ma quando stava per riallacciarsi Anna stava ritornando, allora lascio’ tutto cosi’ come stava. Quando rientro’ si risedettero vicine e riiniziarono a parlare.Ad un certo punto Anna inizio’ a lamentarsi del dolore di piedi dovuto al tacco, e chiese se si potesse togliere le scarpe.Elisabetta non pensava ad altro che ai piedi nudi di Anna avvolti dai neri collant, e annui’ timidamente con il capo.Anna allora si chinò lentamente ed iniziò a sfilarsi delicatamente le scarpe, tutto con un ‘ aria molto sensuale ed un malizioso sorriso sulle labbra. Infine, con un gesto grazioso, portò entrambi i piedi sul divano.Elisa era sorpresa ed eccitata allo stesso tempo; guardava prima il volto di lei e poi i suoi piedi.Non sapeva cosa fare, ma fu il suo istinto che fece tutto.Portò inconsciamente una mano su un piede, ed iniziò a massaggiarlo, quasi ad accarezzarlo.Anna la guardava sorridendo, cosi’ Bettina fece lo stesso con l’altro.Poi si tolse anche lei le scarpe, si mise appoggiata al guanciale, con una ginocchio sul divano, in modo da poter portare i piedi di lei sul suo grembo, in questo maniera poté massaggiarli meglio, in quel momento cercò di ricordare come i suoi fidanzati le massaggiavano i piedini, e provò anche lei a fare lo stesso.Anna sembrava! Soddisfatta, ed era accaldata cosi’ si tolse la giacca e la lasciò cadere a terra; una manica della magliettina che portava sotto scivolò, mostrando una parte del suo capezzolo, ormai durissimo.Betta iniziò a dedicarsi ad un solo piede, e cosi’ l’amica portò l ‘altro verso il viso di lei, lo passò sulle sue guance, le stuzzicò l ‘orecchio, le accarezzò le labbra; a quel punto Elisabetta lasciò il piede e apri’ la bocca per ciucciare l ‘ altro come se fosse un cazzo.Lo lecco’ prima sopra e poi sotto, baciò il tallone e le caviglie, ed inizio’ a ciucciare l ‘alluce.Quasi limonava con quel piede, e presa dall ‘eccitazione si slaccio’ le bretelle del vestito, si portò la serafina fino al collo, e si abbassò il reggiseno, in questo modo poté palparsi le tette e tirarsi i capezzoli turgidissimi.Anna, che aveva guardato la scena, tolse il piede ormai zuppo dalla bocca, ed iniziò a passarlo sulle tette dell’ amica.Anche Bettina si sdraiò sul divano, e così Anna poté mettere la gamba libera sotto la gonna di lei per farle piedino, mentre pure lei aveva iniziato a massaggiarle i piedi.Ad un certo punto Anna si fermò, si levò completamente la maglietta mettendo in mostra il bel seno, poi si avvicinò a gattoni ad Elisabetta, le tolse la serafina, poi mettendole una mano dietro al collo, ed una su una tetta, iniziò a baciarla, lentamente; dischiuse un poco la bocca e diede piccoli colpettini con la lingua alle labbra della compagna, facendoli seguire da un lungo bacio profondo e bagnato.Bettina, presa dall’eccitazione mise le mani sul culo dell’amica, ed iniziò a palparlo rudemente.Non sapevano dire per quanto continuarono, ma ad un certo punto si fermarono.Anna si mise in ginocchio, col sedere sul ventre dell’altra, che nel frattempo aveva iniziato a palparle le tette a piene mani; da questa posizione iniziò a slacciarsi i pantaloni, e alzandosi un poco, riuscì anche a sfilarseli.Betta poté così vedere le belle gambe dell’amica, non molto lunghe, ma ben tornite.Notò anche che sul cavallo dei collant c’era un alone, dovuto probabilmente all’eccitazione, che rendeva le calze particolarmente attillate in modo da osservare che pure lei era senza mutandine.La bruna slacciò poi il vestito della bionda, glielo tolse completamente, così come le sfilò completamente il reggiseno.Poi si sdraiò completamente su di lei, mettendo a contatto i loro seni, e strusciando le gambe facendo quel rumore che fanno i collant quando si sfregano, e in questa posizione riiniziarono a baciarsi, durante lo scambio di effusioni amorose le due si rigirarono e questa volta fu Elisabetta a smettere per prima.Si alzò in piediVieni con me… – e così dicendo prese la compagna tra le braccia (anche se con un po’ di fatica), e in questo modo, come due sposini, si avviarono verso la stanza da letto.Bettina la appoggiò docilmente, e accese la luce soffusa di una lampada.Anna osservò la stanza, e notò che sembrava quella di una bambina, piena di peluche e con i muri colorati di rosa e rosso, ma la cosa non faceva che eccitarla.Elisa si mise in ginocchio su di lei, la guardò un poco negli occhi, poi si sdraiò ed iniziò a baciarla sul collo.Ogni tanto dava un bacio leggero, ogni tanto le si attaccava con le labbra come per farle un succhiotto, e poi la leccava tutta.Piano piano arrivò al mento e poi alle labbra , a quel punto tirò fuori la lingua, e così fece l’altra, e le due iniziarono a “limonare fuori dalla bocca”.Elisabetta poi avvicino le sue tette alle altre, e prese i cappezzoli di entrambe tra il pollice e l ‘indice, e stropicciandoli a più non posso. In questo modo Anna, che si stava masturbando di sotto i collant, fu presa da un forte orgasmo e iniziò a emettere dei fortissimi urletti, tanto che l ‘altra fu costretta a tapparle la bocca per non far svegliare tutto il vicinato.Grazie ! – disse alla fine– Ora voglio che mi fai godere tu,- disse Elisa- voglio che me la lecchi.-– Si.Elisabetta si sdraiò aprendo le gambe, e stava per sfilarsi i collant, quando l’altra disse– No, non così.Si avvicinò a lei e, nonostante le unghie fossero perfettamente curate e tagliate, riuscì a praticare un piccolo foro nelle calze, che allargò poi per tutta la lunghezza dello spacco della fica.Finito di fare questo si mise il medio in bocca, e tirandolo fuori tutto bagnato lo avvicinò alla figa bollente della morosa; e, con un rapido gesto lo infilò completamente.Bettina, che le aveva messo le cosce intorno al viso, premeva sempre di più con i talloni, e a questo punto Anna iniziò a fare avanti e indietro con la mano, e tirando fuori il clitoride con l’ altra, iniziò a leccarlo come solo una donna sa fare.Quando ormai Elsabetta stava per venire si fermò– Ma cosa fai? Perché hai smesso?!?Anna la guardò per un attimo, poi si sedette davanti a lei, le prese i piedi e se li mise sulle spalle, baciando e leccando prima uno e poi l ‘altro; e, con un suo piede ancora avvolto dai collant, iniziò a masturbarla, accarezzandole le labbra e il clito, e facendolo entrare un poco come un piccolo cazzo.A quel punto Betta provò uno dei migliori orgasmi della sua vita, e tra dolci mugolii si accasciò sul letto.Anna invece incrociò le gambe, e incurvando la schiena a più non posso iniziò a leccare gli umori che l’amica le aveva lasciato sul piede.Poi si sdraiò accanto a Bettina, le prese una mano e vide che stava per addormentarsi, allora si misero sotto le coperte, si abbracciarono teneramente incrociando le loro gambe e si addormentarono dandosi un ultimo bacio sulle labbra.Erano quasi le dieci di mattina, quando Anna si svegliò ridendo a causa di uno strano solletico alla fica; aprendo gli occhi vide che Elisabetta stava lacerando i suoi collant come aveva fatto a lei la sera prima.Betta si alzò poi di scatto e si mise a cercare in un cassetto, quando se ne uscì con in mano un vibratore.Era nero, senza marce, abbastanza flessibile, ma la cosa più interessante era che poteva essere introdotto da entrambe le estremità.– Ti piace? – Disse Bettina– Dove l’hai preso?– E’ un regalo di un mio ex, per l’8 marzo. Pensa te che tipo…Le due iniziarono a ridere, poi la bionda salendo sul letto si avvicinò alla compagna, leccandola e strusciandole le tette dappertutto, ma con particolare attenzione verso quei piedi che la sera prima le avevano dato tanto piacere.L ‘altra, mugolando si eccitava sempre di più.– Finalmente ti stai bagnando!E così dicendo Elisa iniziò a leccarle la figa. Poi prendendo il vibratore che aveva lasciato in fondo al letto disse:– Ora voglio provare una cosaPrima lo leccò per tutta la sua lunghezza, poi iniziò a pomparlo e infine, quando era ormai zuppo lo avvicinò al clitoride dell’amica, che si stava bagnando sempre più, ma quando ormai stava per raggiungere l ‘orgasmo smise.– Ora mettiti così.Disse Elisabetta, e prendendole le caviglie le sollevò le gambe, come se dovesse farle fare una capriola, portandole le ginocchia fin sopra il seno.Dopo prese il dildo, ancora lubrificato dalla saliva, e avvicinandolo alle grandi labbra lo fece scendere lentamente per quasi la metà della sua lunghezza.Grazie a questa posizione poté sedersi sul suo culo, prendendo dentro l’altra metà. In questo modo potevano anche palparsi le tette a vicenda; ma mentre Elisa lo faceva con le mani ed un po’ di saliva, Anna, che era molto slegata nei movimenti, riusciva a farlo con i suoi piedini, prendendole i duri capezzoli con le dita e i morbidi collant.In questa posizione, comunque, il piacere fisico era minimo, in quanto il vibratore era uno di quelli che “non vibrava”, ma il piacere emotivo era molto alto, in quanto le due ragazze si sentivano ognuna la parte attiva che prendeva l ‘altra, e i mugolii delle due non facevano altro che aumentare l ‘eccitazione in ognuna.E così , tra gridolini e strilletti le due, muovendo in cerchio i propri bacini e strusciando tra di loro le fiche e il clitoride vennero in un fantastico orgasmo.Tolto il vibratore le due si misero nella posizione del 69 per leccare i propri umori.Dopodiché si sdraiarono un po’ sul letto, limonando, palpandosi le tette e il culo.Decisero poi, per riprendere le forze, di fare colazione.Si recarono in cucina con l ‘abbigliamento di quando avevano scopato, cioè nude se non fosse per un paio di collant, neri per Anna, marron per Elisabetta, con uno spacco all ‘altezza della figa; dopo aver preparato la tavola, si sedettero una di fronte all ‘altra a mangiare, ridere e scherzare.Ad un certo punto però Anna decise di fare il piedino all’altra, prima accarezzandole il piede, poi la caviglia e poi, salendo, massaggiandole l’esterno del polpaccio.E così fece Elisabetta.Le due, salendo sempre più in su arrivarono ben presto alla figa, e qui non riuscirono più a fermarsi.Guardandosi negli occhi si masturbavano sempre più velocemente, ognuna con la mano sul piede dell’altra per poterlo guidare, e, alla fine, le due vennero quasi in contemporanea.Era ormai mezzogiorno, e Anna doveva tornare a casa per dare sue notizie; avrebbe detto la verità, cioè che aveva dormito da un ‘amica.Poi una volta raccolti i vestiti sparsi per la casa iniziò a rimetterseli, ma quando stava per infilarsi i pantaloni si fermò, guardò Elisabetta e le disse:– Non è che hai un paio di collant da prestarmi?-
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6 years ago
Katia_sexy,
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INCONTRO DI BOCCHE
Arrivammo al club verso le 11,00 , la ragazza in reception mi informò che c’era la possibilità di prenotare un massaggio ,io accettai con molto entusiasmo ;Fabio invece declinò la proposta. La ragazza mi avvisò che con me avrebbe messo un singolo, io acconsentii tanto con me ci sarebbe stato anche Fabio .Salutammo ed entrammo nel club.Una volta svestiti ci indirizzammo verso la zona estiva e li mi immersi nella vasca sentivo la sensazione calda dell’acqua sulla pelle mi abbandonai tra le braccia di Fabio completamente appagata. Ad un certo punto sentii una voce femminile che mi chiese “posso entrare , vi disturbo?” Aprii gli occhi e vidi due sagome , mi girai verso le donna e notai quanto fosse bella , pelle ambrata , gambe lunghe e toniche , una cascata di ricci castani e due seni “pieni d’oro” ,rotondi, caldi, morbidi, vogliosi. Fabio parlò per me perché io rimasi stupefatta .Entrarono in vasca lei si sedette dalla mia parte e notai i suoi occhi verdi e profondi come una foresta misteriosa e fitta.Iniziammo a parlare e notai presto una certa sintonia con quella Venere ammaliante e capì presto che lei era molto esperta nell’antica arte della seduzione e che erano assidui praticanti dello scambio di coppia.Ad un certo punto la Venere mi sfiorò la coscia con la mano e sentii il mio corpo pervaso da brividi non mi capacitavo non avevo mai provato attrazione per una donna e presa dal panico sorrisi alla Venere e chiesi a Fabio di andare sui lettini per prendere un po’ di sole li salutai e ci alzammo.Mi pentii subito , non volevo lasciarla eppure la paura mi fece fare quel gesto , la Venere e il suo compagno ci salutarono e sparino all’interno della spa che in quel momento mi sembrò un grosso buco nero e vidi il suo dolce corpo sinuoso perdersi al di la della porta..Decisi di non pensarci e cercai di rilassarmi , arrivò l’ora del pranzo e io e Fabio ci avviammo alla zona buffet e mi sorpresi quando mi accorsi che la stavo cercando e non vedendola sentii un morso di rabbia nello stomaco e pensai tra me” ecco ..sicuramente saranno andati via adesso non la rivedrai più ..”Dopo aver pranzato entrai con Fabio nel bagno turco ed assaporai il vapore e l’assenza fresca di menta..Arrivò l’ora del massaggio e Fabio mi accompagnò davanti alla porta entrai nella stanza e notai la Venere li davanti a me di schiena che stava parlando col massaggiatore .Il mio corpo prese a pulsare , il cuore a battere e senza pensarci due volte mi girai verso Fabio e gli dissi “amore se vuoi prendere un po’ di sole mentre io sto qui vai pure tanto c’è una donna che fa il massaggio con me” lui mi baciò sulla bocca e mi disse che mi avrebbe aspettato fuori.Mi girai e vidi lei che mi guardava con occhi famelici , la massaggiatrice ci fece sdraiare sui lettini e il massaggio iniziò.Chiusi gli occhi per rilassarmi e calmare il mio inguine , sentivo il sangue bollire , non capivo , quella donna mi aveva stregato.MI concentrai sulla mano della massaggiatrice ma ad un certo punto sentii un piccolo gridolino apri gli occhi e la vidi .. mi guardava con occhi irreverenti e mentre aveva fissi gli occhi su di me iniziò a leccarsi le labbra della bocca ,io rimasi li ad osservare la maestrie e l’ingordigia della sua lingua e sentii il mio inguine bagnarsi come non mi era mai capitato.. ero eccitata..Il massaggio finì e io potei alzarmi , la massaggiatrice ci avvisò di fare una doccia così da poter togliere l’olio .Io pensai sinceramente che più per l’olio mi serviva una doccia fredda per calmare i miei bollori e schiarirmi le idee..La Venere si mise a parlare col massaggiatore , io cercai di rimanere li il più possibile ma poi mi resi conto che lei era impegnata nella conversazione quindi mio malgrado salutai e mi avviai verso lo spogliatoio più confusa che mai..Aprii la doccia e optai per l’acqua tiepida mi ci ficcai dentro e chiusi gli occhi ..Mi sentii afferrare le mani e mi sentii spingere contro il muro , aprii gli occhi presa dal panico e mi sentii sussurrare all’orecchio “TI voglio adesso ” riconobbi subito la voce della Venere mi si avventò da dietro e inizio dapprima a stuzzicarmi con le dita il mio capezzolo poi a giocare con il mio seno con un movimento rotondo , accelerando sempre di più ..poi scese e con frenesia iniziò a giocare col mio clitoride , io ero completamente nelle sue mani e più eccitata che mai…con l’altra mano giocava col mio seno sinistro.. “mi disse apri bene le gambe e appoggia le mani al muro” sentii la sua lingua scorrere sulla mia schiena fino alla mie chiappe .. le aprì e inizio a leccarle con la maestria di un’artista .. girava , infilava la lingua e risucchiava il mio buchino.. ad un certo punto si fermò, mi girò e mi disse” io ti voglio fare impazzire .. vieni con me .. la guardai e lei capì subito.. ho mandato mio marito dal tuonon si accorgerà di nulla.. “ nel mio intimo morivo dalla voglia di possederla ma non riuscivo ad ammetterlo .Lei non mi diede la possibilità di declinare l’offerta perché mi sbatté di nuovo contro al muro e iniziò a stuzzicarmi di nuovo il clitoride guardandomi con quei suoi occhi felini .. si alzò mi baciò e per la prima volta ebbi il contatto con la sua lingua che sapeva di me.. il tocco fece esplodere le ultime resistenze . Lei si staccò e mi disse “seguimi”..La seguii , mi portò nel privè e ci avviammo nella stanza con la porta , una volta dentro mi fece sdraiare sul letto e iniziò ad assaporare tutto il mio corpo con la lingua , iniziò dalla bocca e scese fino a miei seni dove iniziò a succhiare prima con delicatezza poi con estrema voracità .Il mio miele colava come non mai ,non ero mai stata così bagnata come con lei e senza dirmi niente infilò la mano all’interno di me .. sempre più dentro e li venni per la prima volta..Lei a quel punto si buttò sopra di me apri le gambe all’altezza della mia faccia e mi disse “prendimi , leccami” mentre con la mano non mi dava tregua e continua a stuzzicarmi il mio sesso .. io mi avvicinai ero in certa sul da farsi per me era una situazione completamente nuova allora lei presa dalla frenesia mi spinse il suo clitoride forte sulla bocca continuando a gemere . Aprii la bocca e iniziai a leccare sentii il suo profumo di donna , dolce ed etereo che mi riempiva la bocca .. presi il suo sesso e iniziai a mordicchiarlo e più sentivo i gridolini della Venere più io mi eccitavo.. finché sentii il suo sesso gonfio di piacere e pronto ad esplodere .La Venere a quel punto completamente presa dal piacere si staccò , mi mise seduta mi apri le gambe, lei fece la stessa cosa e con avidità si avvicinò e con ingordigia inizio a strofinare il suo sesso col mio sempre più forte finché entrambe esplodemmo in un piacere sconvolgente..Tutte grondanti ci accasciammo sul letto , lei a quel punto mi si avvicinò e cerco la mia lingua con la sua , ci baciammo dapprima con dolcezze poi sempre più passionali finché lei si avvicinò al mio orecchio e in un sussurro mi disse “ non è ancora finita , girati ,mettiti a carponi vicino alla ringhiera “ io la guardai stupita mi girai e vidi il mio compagno dalla ringhiera con uno sguardo pieno di desiderio .. lei mi guidò alla ringhiera ,mi misi a carponi e lei si sdraiò proprio sotto di me , chiamò il mio compagno e lui tutto preso dal desiderio si abbassò per penetrarmi . Lei iniziò a leccarmi da sotto .. morsicchiando e inghiottendo completamente il mio sesso e i miei umori.Chiamò a lei suo marito che entrò nella stanza e iniziò a sua volta a leccarla .. a quel punto Fabio non resistette più mi alzò le chiappe , le allargò un pochino ed entrò con una voglia mai sentita .Iniziò ad entrare con forza , sentii tutto il suo membro duro e pulsante tutto dentro di me e le sue palle sbattere su di me e sulla Venere.Mi sentii in visibilio , e li che provai il piacere più alto vedere la Venere sotto di me che mi assaporava tutto il sesso e con le mani mi schiacciava e massaggiava il seno mentre Fabio mi penetrava.Mi fece esplodere ed emisi un urlo di piacere .Fabio sentendomi urlare non resistette più ed arrivò all’ appagamento .Sentii il suo liquido scorrere fuori da me e la Venere leccò il mio umore con il sapore di Fabio.Lei arrivò all’orgasmo poco dopo di me … Ci alzammo lei si avvicinò mi bacio il seno .. stringeva ,morsicchiava e leccava il capezzolo . .. mi prese la faccia e la avvicinò al suo e io assaporai i suoi seni sodi ,tondi, gonfi e sentii il suo capezzolo turgido in bocca nel frattempo il marito la prese da dietro e inizio a spingere sempre più dentro e sempre più forte a quel punto fu lei a mettersi a carponi e mi fece capire con i suoi occhi famelici cosa avrei dovuto fare.. mi sdraiai io a pancia in su e iniziai a leccarla , baciarla , il suo sapore mi mandava in estasi le morsicchiavo le grandi labbra le leccavo le piccole labbra e risucchiavo il clitoride e mi resi conto di essere ancora bagnata perché sentivo il mio liquido scorrere tra le chiappe.. finché vidi lei che si abbassò coi gomiti e iniziò di nuovo a succhiarmi , mi penetrò prima con un dito poi con tutta la mano sempre più veloce ed è li che venni un’altra volta.. sentii che anche la Venere stava per esplodere è così fu.. e sentii il suo sapore in bocca fino a quando non assaporai un sapore nuovo e li capii che anche suo marito raggiunse il massimo piacere.Lei a quel punto mi sorrise .. si avvicinò alla mia bocca mi baciò portandosi via il suo umore e quello del suo compagno .. e mi disse “ti ho voluto e ti voglio ancora “ poi mi salutò con un bacio , salutò Fabio e com’era comparsa si allontanò insieme al suo compagno con il suo sorriso beffardo…
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6 years ago
laure, 30/27
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al crepuscolo
Non era certo quella la prima volta che osservavo un tramonto dalla scogliera del villaggio naturista dove altre volte mi ero già recata in vacanza assieme al mio compagno.Tuttavia quel magico tepore, unito alla brezza del vento, mi faceva apprezzare più del solito, quel senso di assoluta libertà generata dalla totale esposizione del corpo ai raggi solari che, declinando lentamente verso l’orizzonte, scandivano il finale di una giornata ulteriormente trascorsa nell’ozio più assoluto.Piegato sui remi solo un uomo apparentemente molto anziano occupava quella superficie increspata lievemente dalla onde quando, volgendo la prua verso riva, ancora del tutto incurante della mia nuda presenza su quella scogliera, all’improvviso parve accorgersene iniziando ad osservarmi quasi che gli fosse apparsa una di quelle sirene che dagli abissi marini risalgono le correnti come vogliono quelle leggende tramandate sin dai tempi più arcaici.In quel preciso frangente avvertii l’inusuale vibrazione epidermica che prese a percorrermi per tutto il corpo sebbene fossi ormai avvezza al fatto che mi si potesse guardare nella più integrale nudità, abituata come già ero a che ciò avveniva durante l’arco dell’intera giornata.L’imbarcazione, avvicinandosi sempre più, e dando forma ulteriore all’anonima presenza su di essa, ed ormai prossima al piccolo molo sottostante al punto in cui mi trovavo, rendeva concretamante più tangibili le fattezze senili dell’individuo che la governava.Una volta attraccata, ed ancorata saldamente all’ormeggio di una boa, l’uomo iniziò a scaricare, assieme alle reti da pesca, alcune casse di pesce sicuramente frutto della sua intensa giornata che lo aveva visto di certo intento a procacciare quanto in esse abbondantemente contenuto.La mani callose, ed il volto solcato da rughe che il sole e la salsedine dovevano avergli scolpito col tempo, lo rendevano particolarmente interessante, molto più di tanti altri giovani palestrati che sovente non mancavano di tentare, anche in maniera a volte assai maldestra, di avvicinarmi con l’intento non certo sottointeso di ottenere da me qualche riscontro ulteriore.L’uomo non parve curarsi più di tanto del fatto che fossi completamente nuda, di certo abituato a vedere soggetti femminili che in quei medesimi luoghi di vacanza si esponenavo a loro volta in modo analogo al mio.Eppure in quello sguardo così penetrante che volgeva nella mia direzione, incurante che ciò potesse in qualche maniera infastidire, era come se volesse lanciare dei messaggi subliminali che la mia mente andava raccogliendo in maniera fantasiosamente perversa, portandomi ad immaginare di situazioni ai limiti dell’estremo.Se soltanto il mio compagno fosse stato in quel frangente al mio fianco non avrebbe mancato di esternare delle morbose fantasie che sovente animavano i nostri momenti di intimità.Ora l’uomo risaliva per il sentiero lungo la scogliera reggendo alcune di quelle casse di pescato, giungendo all’altezza del punto in cui ero rimasta immobile ad osservarlo palesemente interessata per quelle movenze e per quel modo di porsi che mi avevano fatto restare ancor più statuariamente esposta e forse anche un po inebetita a guardare.Incrociando il mio sguardo sorrise esibendo una dentatura perfetta che risaltava ancor più candida su quella abbronzatura che ora lo rendevano insospettabilmente attraente a dispetto della sua età.Come ipnotizzata non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel suo andare e venire dal piccolo molo per tornare poi in su oltre la scogliera passandomi di fianco per recarsi a caricare quelle casse su un piccolo furgoncino parcheggiato sulla stradiciola che si trovava alle mie spalle.Quando anche l’ultimo viaggio stava per essere concluso mi rivolse la parola domadarmi se mai,considerata l'ora ormai tarda, avessi per caso necessità di un passaggio alla volta del paese.Ricoprendomi alla meglio con un pareo, che ben poco in realtà occultava della mia nudità, ma incurante di ciò, e senza un preciso motivo non preoccupandomi neppure di indossare prima il costume, accettai prendendo posto su quel vecchissimo automezzo.Durante il breve tragitto egli ebbe comunque modo di chidermi se mi avesse fatto oltremodo piacere visitare anche il posto in cui dimorava, dimostrandosi molto sicuro che ne avrei apprezzata l’ubicazione.Non so cosa mi spinse ad accettare quell’invito che mi trovò obbligata ad ammettere quanto davvero avesse avuto ragione sul luogo dove lo avevo seguito e che affacciava direttamente sul mare con una vista realmente incantevole.Del tutto rapita dalla bellezza che mi circondava, quasi dimentica di avere un compagno che forse si stava già domandando che fine avessi mai fatto, mandai un sintetico messaggio telefonico in cui gli annunciavo di non preoccupasi e che avrei fatto ritorno appena conclusa quella visita.Nel frattempo il mio ospite aveva versato in un bicchiere un liquore a base di sidro che contribuì a rendermi ancor più disinibita di quanto già non gli avessi dimostrato di essere, e che, complice quella inusuale situazione, in cui la loquacità permise di appurare alcuni aspetti anche molto intimi, mi ritrovai euforicamente immersa in una vasca nella quale, completamente nuda, ebbi modo di apprezzare ancor meglio l’ospitalità di colui che così repentinamente si rivelò capace di saper essere un insospettabile amante.Avvertendo quella mani così callose che percorrevano la mia umida epidermide, accarezzandola sino nei punti più nevralgici in cui l’intimità si collega al cervello, facendomela vibrare in maniera ossessiva, mi abbandonai tra le sue braccia lasciandomi galleggiare sulla superficie dell’acqua sino a che, sollevatami ancora grondante mi depose su un giaciglio di crine, assai ruvido come il suo corpo, prendendomi con la foga di chi, avendo avuto forse anche una fame da molto arretrata, non vedeva che l’ora di cibarsi avidamente di un pasto rovente servitogli con tale abbondanza.
1914
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6 years ago
gloria1951,
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Il sapiente massaggiatore che mi convinse a diventare una troia
Non sono mai stata una ragazza monotona ed ho sempre vissuto le mie relazioni in modo semplice, passionale e da vera donna quale son sempre stata. La famiglia felice del mulino bianco sempre stato il mio simbolo. Quattro anni fa, io ed il mio attuale ragazzo, ci trovavamo in Lituania per il matrimonio di mia sorella. Ci siam recati in una sala dove trasmettevano un film del quale nemmeno ho capito il titolo. Dopo esser usciti dal cinema, siam andati a mangiare un panino nel locale ristorante. Mi sono incantata a guardare delle coppie che mangiavano e nemmeno si guardavano in faccia perche erano assorti nei loro telefonini. Io non volevo che la mia relazione finisse cosi. Durante il tragitto a casa, appena dopo il piccolo ristorantino di Algrid, c era un centro massaggi dal quale venuta fuori una bellissima ragazza. Una volta a casa e messi a letto, il mio lui inizia a chiedermi come mai io avessi guardato quella ragazza con insistenza, quasi per saltarle addosso. Gli risposi che era la sua impressione ma lui mi disse invece che secondo me un massaggio mi avrebbe fatto sicuramente bene. Lui sempre stato piu aperto di me e giocava spesso con le parole. Mentre facevamo sesso mi diceva che sarebbe stato bello vedermi sotto le mani di un abile massaggiatore. Durante la notte ho continuato a pensare a quello che mi aveva detto, alle mani di un perfetto sconosciuto che mi accarezavano ma non per toccarmi ma per massaggiarmi. Due settimane dopo, al nostro rientro in Italia, lui rientra a casa con una specie di volantino e mi dice che aveva vinto un massaggio. Un nuovo centro estetico aveva messo in palio un massaggio ma lui non voleva farlo perche voleva che lo facessi io. Il centro estetico offriva trttamento a domicilio. Alle ore 21.00 mentre sto tornando a casa ( c era anche mia madre) lui mi manda un messaggio dicendomi, amore fa presto ad arrivare a casa. Visto che hai passato una giornata pesante ti ho prenotato il massaggio. Io ero infastiditissima perchp non avevo alcuna intenzione di farmelo. Comunque arrivo a casa, saluto la mamma e con aria scocciatissima vado a fari velocemente la doccia per aspettare il massaggiatore. Dopo circa 20 minuti ariva questa persona palesemente gay ( ovviamente era solo una scenetta per tranquillizzarmi e per far star tranquilla anche mia madre) e si mette in ufficio dove prepara il fouton e gli oli. Io arrivo da lui in accappatoio ed in lingeire. Ero imbarazzatissima. Mi fa togliere l accappatoio e mentre me lo tolgo lui nemmeno mi guarda e la cosa mi piaciuta perche non mi son sentita osservata. Mi son sdraiata e dapprima ha iniziato a massaggiarmi delicatamente le spalle ma senza olio e dopo un po ha iniziato a toccarmi dappetutto: sulla schiena, sulle gambe, glutei e piedi. Mi piaceva, ero decisamente rilassata e a mio agio. Riparte dal collo e delicatamente va verso l allacciatura del reggiseno per slacciarlo, ma ho lasciao fare, ero a mio agio. Quando ha iniziato a massaggiarmi con l olio ho sentito i brividi che mi percorrevano lungo tutta la schiena, le sue mani sapienti mi massaggiavano e accarezzavano lentmente. L olio scivolava decisamene bene. Quando si avvicinato al sedere ed ha iniziato a massaggiarlo, il calor ha iniziato ad invadere il mio corpo. Sentivo un caldo insopportabile, il battito cardiaco aumentava e…non so davvero cosa davvero volevo ma pensavo vhe se fosse sceso un altro po con la mano, non mi avrebbe dato fastidio, anzi…..Dopo tutto quel massaggiare, quel non fastidio era diventata una voglia, ogni volta che si avvicinava al sedere speravo andasse un po piu giu per fargli vedere che non mi dava fastidio, anzi, ero anche disposta ad aprire un po di piu le gambe. La schiena era davvero il collegamento che lo collegava al mio sedere, ero tutt uo. Quando andava verso il collo, si fermava sotto le ascelle facendo finta di non volermi toccare ma un po alla volta arrivato finoa prendermi i capezzoli in mano. Li la mia figa pulsava, avevo voglia che togliesse le mani dal seno soltanto perche poi avrebbe dovuto mettermele di prepotenza in figa. Le sue mani scivolavano e andavano su e giu e quando arrivate finalmente al sedere, alzai il bacino per fargli capire che volevo tirar via gli slip. Pian piano, un po alla volta arriva ancora una volta tra le mie gambe, ma senza togliermi quei cazzo di slip. La mia figa era un lago, avevo voglia che mi mettesse qualsiasi cosa dentro. Se mi avesse scopata, sbattuta o violentata, non avrei detto nulla, anzi, avrei anche sperato ci fosse un suo amico. Mentre mi accarezzava l interno coscia, facevo finta di aggiustarmi sul lettino facendogli vedere tutta la mia disponibilita a farmi toccare. Continuava a sfiorarmela, toccarmela pian piano facendo finta di nulla fino spostarmi totalmente gli slip ma….senza toccarla. Sapevo che la stava guardando. Prendo forza e tiro su il braccio per metterlo sotto la testa e mentre lo tiro su mi scontro con la mano sul suo cazzo durissimo e mi ci son fermata un secondo. Mi ha fatto girar pian piano e io in modo assolutamente naturale mi son girata e gli ho guardato e fissato il cazzo per circa un minuto. Il mio slip era messo malissimo, la figa depilata da poco era tutta bella li esposta e mentre mi metteva l olio sul seno aprii le braccia per posizionarmi meglio e si fermarono sul suo cazzo, ma da li non le spostai, anzi, glie lo presi in mano e mentre lui mi muoveva gli feci una quasi sega, glie lo toccavo in modo naturale, spontaneo, ma avrei voluto staccarmi dal massaggio e prenderglielo in bocca. Mi sarei fatta scopare, sbattere, mi sarei fatta chiamare puttana, troia, gli avrei succhiato la sborra da quel suo bel cazzo in tiro. La sua mano era andata ancora una volta tra le mie cosce e io ancora una volta spalancai le gambe per fargleila toccare. Mi massaggio per bene la figa, avevo finalmente le sue mani li nella mia figa, la calda figavogliosa di cazzi, anti cazzi tutti per me.Mentre era li a menarmela per bene, io presi coraggio e gli tirai fuori il cazzo e gli feci una sega pazzesca. Gli guardavo il cazzo e speravo che me lo pompasse dentro, ma lui era li intento a guardarmi la figa. Ad un certo punto i miei battiti cardiaci accellerano, iventano molto piu intensi, veloci, avevo voglia, stavo per esplodereeeeeee e mentre ero li che godevo come una troia, la sua sborra mi schizzo sulla figa e sulle tette. Mi leccai le mani, mi infilai un dito in culo e gli dissi che il massaggio mi era piaciuto un sacco, ma la prossima volta anche lui sarebbe dovuto eser nudo. A distanza di questo tempo, abbiam scopato soltanto tre volte ma rimasta una bella amicizia. Io d allora ho iniziato a provare cose nuove, abbiam frequentato prive, scambisti, bsx, anche un singolo. Insomma, le abbiam fatte tutte. A distanza di due anni, ho scoperto che questo massaggiatore lo chiamano soprattutto per sbloccare le mogli eheheheh incredibile.Grazie caro amico
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6 years ago
bipbopvr,
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in posa
Il collant calato sino alle ginocchia, protendendo le nude terga verso colui che ne immortala la trasgressiva esposizione, quasi a voler trasmettere un incentivo ulteriore ad abusarne nella maniera più assoluta, penso sempre, come avviene in ognuna di tali occasioni, a quanto in seguito si ecciterà il mio compagno sapendo in che modo ho elargito il mio corpo lasciandolo divenire oggetto per le ulteriori interpretazioni che sa dare quel mio senile estimatore al quale integralmente l’ho affidato per dare seguito a simili giochi.Non ho mai fatto eccessivo mistero che se un giorno avesse mai desiderato di volermi possedere realmente, ed in maniera ben più tangibile di quanto avvenuto sino ad ora con modalità cerebrali, varcando finalmente quella soglia che limita un'intesa fattasi così tanto assoluta, non ci sarebbero stati motivi di opposizione affinchè ciò potesse verificarsi, ormai certa da lungo tempo di come sarebbe capace di farmi raggiungere quell'oblio che già sa come ottenere con il semplice sfioramento epidermico quando mi impone le pose che dovrò assumere, ed obbligandomi a manterle a lungo immobile mentre mi ritrae.Relegata in quelle forme così strutturate, alle quali poi saprà in seguito far assumere forma definitiva, sia che si tratti di immagine, oppure un dipinto o anche di una scultura, il mio corpo assumerà l'aspetto statuario che ogni osservatore vorrebbe animare magari immaginando di entrarvi dentro con tutto il proprio essere per goderne appieno.Presa in un modo così atipicamente onirico, da chi non potrò mai davvero conoscere, stimola la mente, accrescendo la voglia di sperimentare ancora altre sensazioni mai provate, estendendo la ricerca spasmodica verso tutto ciò che di più inusuale saprà catalizzare segreti interessi.Questo sa e bene anche il mio compagno, già consapevole che non esistono pregiudizi di sorta verso chiunque sappia trovare la formula per vincere ogni mia reticenza, mentre mi penetrerà conducendomi sino all'orgasmo indipendentemente dall’involucro che fa da contorno all'aspetto del mio estimatore.
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6 years ago
gloria1951,
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Last visit: 3 years ago
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L'insegnante
Neanche mi guardava durante le lezioni, mi trattava con indifferenza, sembrava non esistessi proprio.
Eppure da tre mesi passava con me 2 pomeriggi a settimana per darmi ripetizioni di cui non avevo bisogno, ma i voti che mi dava erano talmente bassi quanto finti.
Inizialmente ero furiosa con quella stronza, mi impegnavo e mi dava sempre 4. Poi il 7 dicembre, dopo aver parlato con mia madre, l'ha convinse ad affidarmi a lei per ripetizioni.
Prendeva anche dei soldi...per violentarmi tre o quattro ore.
La prima volta era anche stata gentile, mi aveva offerto da mangiare e da bere nel suo salotto. Una mezz'ora buona l'abbiamo passata sui libri.
E mi chiedeva.. e io rispondevo...e mi diceva che ero brava, ma avrei potuto esserlo di piu'. Le mani ogni tanto si appoggiavano sulla mia coscia coperta dal jeans.
Quando si avvicinava sentivo un senso di disagio, la vedevo vecchia, cattiva e gelosa. In realta' portava bene i 42 anni, ma per i miei 17 era comunque di un altro pianeta.
Parlava anche di lei, dei suoi sogni, del suo passato, del suo amore finito male, ogni tanto mi chiedeva qualcosa di me, ma non ci facevo caso più di tanto. Passata la prima ora mi sentii piu' a mio agio, come si suol dire, avevamo rotto il ghiaccio.
Iniziavo a pensare che avrei potuto sfruttare quel fatto, lei era un'avara che estorceva denaro a mia madre..ma almeno avrei avuto bei voti.
Hai dei bei capelli mi disse...secondo lei pero' erano un po' secchi. Quindi mi convinse a farmi mettere un prodotto apposta. Mi ricordo che mi fece sedere sul divano e da dietro mi spalmo' qualcosa sui capelli..mi sembrava strano..''ma non sporchiamo tutto?'' le dissi.
Nessuna risposta, tranne la sensazione di pietrificarmi, mi stava leccando l'orecchio. In quel momento mi sentii tesa come non mai..non mi potevo muovere e respiravo a fatica. Infilo' la lingua sempre piu' dentro e mi appoggio' delicatamente ma in maniera decisa una mano sulla bocca.
Tutto fini li..tutte le chiacchere, i sorrisi piu' o meno veri. Si mise di fronte a me e si spoglio' rimanendo con un corpetto e le autoreggenti. Mi ordino' di spogliarmi ma ormai non capivo nulla.. lo fece lei per me.
Aveva di fronte una cosa inanimata invece di una persona. Mi prese per mano e in maniera decisa mi porto' in camera da letto.
Qui mi lego' i due polsi all'estremita' del letto e ricomincio' a leccarmi il viso, il collo, i seni.
Fino ad arrivare sempre piu' giu'. La mia vagina era sorprendentemente umida; me la lecco' ferocemente, quasi volesse sbranarla. Infilo' tutta la lingua dentro, mi sembrava di sentirla in gola.
Poi si sposto' sopra di me, la sua figa rasata era sulla mia bocca, si lascio cadere di peso e mi sentii soffocare dalla sua voglia infinita. Si fece leccare per 5 minuti, gridava e gemeva quella stronza, io ero felice perché era in mio possesso, comandavo io finalmente, sapevo il suo punto debole.
Mi sentii anche sporca, una troia per la precisione, ma la cosa mi eccito' di piu'. Questo pensiero' svani quasi immediatamente, esattamente nel momento in cui mi prese a schiaffi. Poi ricomincio' a leccarmi la vagina, le gambe, poi ancora schiaffi. Mi ordinava e io obbedivo. Alla fine arrivarono la frusta e tre vibratori. Me ne mise uno in bocca, uno nella vagina e mi svergino' il culo come se niente fosse. Piansi dal dolore, ma piu' piangevo e piu' godeva.
Intanto la frusta risuonava velocemente contro il mio corpo. Mi tolse il vibratore dalla bocca e se lo infilo' nel culo, per poi sbattermi la sua vagina eccitata sulla mia lingua. Quanto urlava di piacere, mi inondava la bocca. Io dovevo leccare ed inghiottire. Dopo quasi tre ore mi sentivo esausta, ma innamorata di quella sensazione di essere posseduta e schiava. Lei era la mia padrona a scuola ma anche fuori. Faceva di me cio che voleva..se mi ribellavo la eccitavo sempre di più..ed in fondo mi eccitavo anche io.
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8 years ago
admin, 75
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Il primo sapore di donna
Non mi sentivo ancora esperta ma il piacere che avevo provato su quell´ autobus alla vista di quelle cosce divaricate sotto di me che nascondevano appena quelle mutandine in pizzo, ed il ricordo di quel pomeriggio trascorso in camera con la mia amica masturbandoci da sole ma senza avere il coraggio o forse il desiderio di farlo reciprocamente all´ altra era sempre cosi´ vivo nella mia mente ed ai miei occhi che ogni volta sentivo bagnarmi copiosamente solo al pensiero e non posso negare che tante e poi tante volte ho raggiunto orgasmi esplosivi e multipli lasciando scorrere le mie dita istintivamente ricordando quelle immagini e quelle sensazioni. Un giorno ne parlai anche con Paola, la mia carissima amica con la quale avevamo condiviso un orgasmo seppur solo osservandoci e le raccontai l´episodio che mi era avvenuto sull´ autobus ed allo stesso tempo chiedendole se anche a lei era successo di eccitarsi nel guardare una donna, se le era capitato di toccarsi guardando lo slip di una donna o semplicemente se le era tornato alla mente alcune volte l´ episodio che avevamo vissuto in maniera molto naturale insieme. Credo che avessi paura del fatto che stessi diventando bisessuale ma la cosa che piu´ temevo era che sentivo molta piu´ attrazione verso il mio stesso sesso che verso quello opposto. Piu´ di una volta avevo concluso questi miei pensieri dicendomi che sarebbe stata questione di tempo, che magari avevo solo voglia di provare, che la mia era curiosita´, ma con il passare dei giorni e dei mesi sentivo io stessa quanto erano forti I miei orgasmi ogni volta che mi masturbavo pensando ad una donna piuttosto che quelli che riuscivo ad avere con il mio ragazzo. La risposta della mia amica Paola comunque mi lascio´ stupefatta ed accese ancora di piu´ il mio desiderio e la mia fantasia: mi disse che lei aveva avuto un rapporto con una sua amica e che la cosa le era piaciuta in maniera esaltante. Allo stesso tempo mi disse che anche lei pensava molte volte a quella nostra volta quando i nostri occhi guardavano le dita dell´altra infilarsi dappertutto e seguivano il piacere dato dai respiri e dalle grida dell´altra, e che lei stessa si toccava ricordando le mie contrazioni di piacere ed I movimenti dei miei fianchi nel momento in cui esplosi con lei. Il sentire queste parole mi fecero eccitare ancora piu´ di quanto gia´ lo fossi ed avrei voluto spingermi oltre con I miei interrogativi ma c´era sempre un qualcosa che mi bloccava o la paura forse di perdere Paola e cosi´mi limitavo a guardarla parlare sentendomi bagnare completamente lo slip ed immaginavo come sarebbe stato poter sentire la sua lingua sul mio corpo e poter muovere la mia lingua su quel seno e su quei capezzoli. Dovevo essere veramente in trance in quel momento perche´ Paola mi ridesto´ dai miei pensieri domandandomi cosa avessi per guardarla in quel modo li´ e lentamente e con molta cautela provai ad esprimerle i miei pensieri dicendole che stavo immaginando il rapporto di lei con la sua amica e che stavo cercando di mettere a fuoco nella mia mente come sarebbe potuto essere stare tra le gambe di un´ altra donna o avere la sua testa fra le proprie gambe. Credo che Paola avesse capito I miei pensieri ma cercava forse la conferma alle sue intuizioni, specialmente dopo la nostra discussione, e fu cosi´ che mi chiese di cambiare discorso e di andare a fare due passi per la citta´prima magari di accompagnarla a casa a bere qualcosa. Ero eccitatissima ma seguii I suoi consigli pensando che forse avevo esagerato nel mio atteggiamento ma sperando che magari la scusa di casa sua sarebbe servita a darci l´ opportunita´ per qualcosa di piacevole che volevo con tutta me stessa. Sentivo la sua voce adesso, le sue parole ed I suoi sospiri mentre passeggiavamo una accanto all´altra, ma dentro di me sentivo ardere un fuoco di passione che avrei voluto spegnere nella sua bocca. Avrei voluto chiederle se anche lei provava le stesse sensazioni ma avevo tremendamente paura di rovinare tutto. Stavo bruciando e ad ogni passo sentivo lo slip inzupparsi sempre piu´ dei miei umori tanto da bagnarmi anche le cosce. Come avrei voluto far sentire anche a lei quanto la desiderassi e farle capire che tutto quel nettare stava fuoriuscendo per lei…Arrivammo a casa sua piano piano e mi chiese di accomodarmi sul divano del salotto che lei sarebbe andata a prendere qualcosa da bere. Mi accomodai e la osservai allontanarsi mentre ondeggiava quei fianchi ricoperti da un paio di jeans attillati che le facevano il piu´ bel sedere che avessi mai visto in una donna. Anche io indossavo un paio di jeans ma tra le cosce ormai li sentivo talmente fradici che mi sembrava quasi di essere nuda ed accavallavo le gambe, e piu´ le accavallavo piu´ mi sentivo bagnare lo slip…avrei avuto veramente voglia di masturbarmi in quel momento, e lo avrei fatto se fossi stata sola li´ su quel divano ma non ero a casa mia. Pensai per un attimo che sarei potuta andare in bagno e considerato il fatto che ero troppo eccitata pensai che forse era la cosa migliore da fare e lo avrei fatto appena fosse arrivata lei con le bevande. La vidi rientrare con I suoi movimenti sinuosi che mi facevano eccitare sempre di piu´e quei seni che vedevo oscillare ad ogni passo ma non feci in tempo a chiederle di poter andare in bagno che si sedette vicino a me con l´ intento di parlare. La lasciai fare ascoltando le sue parole: „Claudia, e´tutto il pomeriggio che ti osservo, e sono convinta che non hai sentito niente di tutto quello che ti ho raccontato. Ti conosco abbastanza bene per capire quando stai pensando e quando sei tranquilla. Ho notato che il tuo sguardo e´ cambiato nel momento in cui ti ho raccontato della mia esperienza con la mia amica, ed ho notato che nei tuoi occhi brilla viva la luce del desiderio, della passione. Sono quasi sicura che da un paio di ore a questa parte non stai pensando altro che al momento in cui potrai dare libero sfogo alla tua voglia masturbandoti come una matta per godere pensando ai nostri discorsi e sono convinta del fatto che il tuo slip a quest´ ora sara´ talmente pieno dei tuoi umori che si potrebbe strizzare. Dimmi solo se e´ vero o se tutto cio´ riguarda solo la mia immaginazione!“. Mi sentii crollare a queste parole e timidamente abbassai lo sguardo sicuramente arrossendo in viso ma lei non si fermo´, e continuando a parlare poggio´ la sua mano sulla mia coscia cercando di divaricarmi le gambe per sentire con le sue stesse dita se quanto aveva affermato rispondesse a verita´ o meno. E diceva: „ Fammi sentire quanto sei eccitata, non penserai mica che io sono fatta di legno, anche io e´ da oggi pomeriggio che guardando I tuoi occhi sento crescere tra le mie gambe il desiderio della tua lingua…ed ho voglia di succhiare ogni goccia del tuo piacere“. Queste parole mi sciolsero letteralmente tanto che non solo allargai le gambe ma le facilitai il compito di slacciarmi il jeans. La sua mano si intrufolo´in un attimo sotto al jeans ed appena sentii quelle dita sfiorarmi lo slip premetti il ventre contro la sua mano iniziando a muovermi e rantolare. Stavo per godere, lo sentivo ed anche lei se ne accorse immediatamente dai miei movimenti e dalle mie contrazioni oltre che dal mio respiro che iniziava a diventare un lamento di piacere. Le sue dita scivolavano sullo slip alla ricerca delle mie labbra gonfie e vogliose ma non fecero in tempo a trovarle che per la troppa eccitazione accumulata e per I miei movimenti sapienti, esplosi in un orgasmo incredibilmente potente. Paola ebbe paura per un attimo di avermi fatto male ma appena sentii il mio respiro placarsi e vide le mie labbra sorridere in una smorfia di piacere continuo´ ad accarezzarmi sotto il jeans fin quando l´orgasmo non completo´ la sua evoluzione lasciandomi distrutta ma felice ed appagata. Tiro´ fuori la mano dai miei jeans e la vidi succhiarsi le dita piene dei miei umori e del mio sapore e la cosa mi fece ancora rabbrividire dal piacere, e notai nei suoi occhi tanta voglia di continuare quel gioco. Ero io che la guardavo adesso ma lei non sembrava intimidita dal mio sguardo e con le dita ancora bagnate dei miei umori e della sua saliva si sbottono´ I jeans sfilandoseli piano lungo le gambe. Aveva un paio di slip neri, e la vista di una macchia umida proprio in mezzo alle sue mutandine mi fece ancora una volta eccitare. Mi feci forza e la spinsi sul divano accasciandomi sopra di lei. Cominciai a baciarle il collo mentre con la mano le carezzavo le gambe e risalivo lungo le sue cosce fino al punto di incontro di esse. Le mie dita premevano il suo slip adesso e riuscivo a sentirlo anch´ esso bagnato tanto quanto lo era il mio. In un attimo le scostai lo slip dall´ inguine e con due dita iniziai a carezzarle quelle labbra gonfie e quel clitoride che sentivo pulsare sotto I miei polpastrelli. Ero ancora eccitatissima e piu´ lasciavo scivolare le mie dita sotto il suo slip piu´ sentivo la voglia di avere le sue dita dentro di me a masturbarmi ancora. Mi alzai dal divano cercando una posizione piu´ comoda accucciata sotto di lei e ripresi a carezzarle lo slip sentendo il suo clitoride gonfiarsi ancora di piu´. Voltai la mia schiena verso la sua testa quasi per invitarla ad accarezzarmi nello stesso momento che io accarezzavo lei ma sembrava non capire le mie intenzioni ed a quel punto io stessa mi sfilai I jeans rimanendo con il mio slip bianco ormai attaccato alla mia fichetta e mi avvicinai ancora di piu´ alla sua faccia quasi a strusciarmi contro il suo viso. Iniziai a baciarle le gambe, a muovere la mia lingua sulle sue cosce interne aspettando di vedere le sue gambe divaricarsi completamente come da li´ a poco fece poggiando un polpaccio sullo schienale del divano e l´ altro piede in terra davanti a me. La mia lingua sembrava pazza di lei adesso ma sentivo che anche lei stava impazzendo sotto I miei colpi saettanti. Le scostai ancora lo slip lasciando stavolta che fosse la lingua a scivolare sui suoi peli pubici e sulle sue labbra ormai dilatate. Sentivo il suo respiro sempre piu´ pesante, vedevo I suoi muscoli contrarsi sempre piu´ forte e la ritenevo prossima all´orgasmo nel momento in cui finalmente sentii le sue dita sollevarmi lo slip da dietro e due di esse iniziare a perlustrarmi tra le gambe. Dovetti sollevarmi appena tanto fu sorprendente il piacere che iniziai a sentire scendermi tra le cosce e mentre la mia lingua stuzzicava senza freni il suo clitoride e le mie labbra lo succhiavano senza limiti, adagiavo il mio bacino sulle sue dita che si facevano strada dentro di me masturbandomi piano e profondamente tanto da farmi impazzire. Sentivo le sue grida di piacere ad ogni colpo della mia lingua e sentendo le sue dita riempirmi tutta e ruotare dentro di me non potevo fare a meno di ansimare io stessa e soffiare il mio alito caldo su quella fichetta che meravigliosamente aperta mi stava dissentando con il suo nettare. Era meraviglioso poter succhiare ogni goccia e lasciar scorrere la lingua avanti e indietro su quel ventre piatto e su quel clitoride prorompente che sentivo quasi scoppiare ad ogni colpo di lingua ed era altrettanto meraviglioso sentire un altro orgasmo montarmi lentamente per farmi andare in estasi e farmi fremere dalla voglia di goderle sulle dita. Continuammo cosi´ per minuti interminabili durante I quali sentivo sciogliermi sulle sue dita e sentivo il suo nettare riempirmi sempre piu´ la bocca. Ero in balia di un qualcosa di sconvolgente che mi stava facendo impazzire dal piacere…le sue dita che ruotavano ed entravano ed uscivano e le sue gambe spalancate che mi stavano ubriacando I pensieri e la mente. Stavo vivendo un qualcosa di meraviglioso e la voglia di esplodere e godere ancora la sentivo crescere dentro di me in maniera impetuosa e sconvolgente. Ed allo stesso tempo vedevo il suo ventre contrarsi ed il suo pube alzarsi ed abbassarsi cercando la mia lingua che mai paga e sazia continuava a circuire il suo clitotoride e ad entrare ed uscire dentro di lei. Ero al limite della sopportazione e vederla e sentirla gemere di piacere era uno spettacolo entusiasmante e talmente forte dal punto di vista erotico che spingendomi piu´ veloce sopra le sue dita lasciai arrivarmi l´ orgasmo emettendo un grido talmente forte che scosse pure Paola che nel sentirsi riempire le dita ancora del mio piacere non tardo´ ad urlare il suo orgasmo ed a venirmi in bocca riempiendo la mia lingua del suo sapore. Rimanemmo in questa posizione ancora qualche minuto, il tempo necessario per recuperare un po´ di ossigeno e stringerci in un abbraccio ed in un bacio sulle labbra quasi per ringraziarci di cio´ che ci eravamo regalate. E nel rivestirci lentamente prima di salutarci ci confessammo che ci sarebbe piaciuto provare ancora, magari con qualche oggetto a farci compagnia ma che ne avremmo riparlato ed avremmo cercato il modo di ripetere ed amplificare questa esperienza. Cio´ che ricordo di quel giorno e´che fu una esperienza talmente eccitante e piacevole che la sera non riuscii a prendere sonno se non dopo essermi masturbata ancora per almeno un´ altra ora avendo viva la speranza di ripetere al piu´ presto le stesse sensazioni.
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9 years ago
alex1404,
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Il primo orgasmo con un'amica
Avevo 18 anni allora e mai mi era passato per la testa ne´ mai avevo pensato, o fantasticato, ad un rapporto con un´ altra ragazza. Avevo avuto le mie storie con i ragazzi della mia eta´, i primi bacetti al parco, le prime pomiciate al cinema, i primi turbamenti amorosi che per la maggior parte delle volte poi si concludevano nel letto sotto le mie lenzuola aiutata dalle mie dita diventate in breve tempo molto esperte nel riconoscere i miei punti erogeni preferiti. In quel tempo andavo al Liceo ed avevo una carissima compagna oltre che amica con la quale avevamo suddiviso persino le scuole medie e con la quale non credo avevamo avuto mai segreti da confidarci tanto eravamo aperte e spontanee l´ una con l´altra. Ci parlavamo di tutto, compresi i nostri pensieri piu´ nascosti ed i nostri desideri in campo sessuale anche se ancora eravamo giovani e di esperienza non ne avevamo moltissima. Lei si chiamava Paola, un po´ piu´ alta di me, capelli scuri rispetto ai miei castano chiari, era piu´ formosa di me ed a volte scherzando tra di noi me lo faceva notare ma la prendevamo a ridere e mai ci facevamo caso (lei aveva una terza abbondante contro la mia seconda giusta giusta). In una parola sola si puo´ dire che a quell´ eta´ lei sembrava molto piu´ grande e matura di me fisicamente e di questo credo che anche i ragazzi se ne accorgessero tanto da proporle, per come mi raccontava lei nelle sue confessioni, anche particolari prestazioni che solitamente non si chiedono a ragazze di 15-16 anni.
Quel giorno eravamo, come ci capitava spessissimo al termine dell´ anno scolastico, in casa mia nella mia camera a studiare, ma vuoi per i primi caldi che si facevano sentire, vuoi per la poca voglia di studiare che avevamo, iniziammo a parlare come succedeva spesso di noi, delle nostre sensazioni, dele nostre emozioni. Lei all´ epoca usciva con un ragazzo di 20 anni e con lui era arrivata fino in fondo nel rapporto sessuale, io invece frequentavo un coetaneo ed ancora vergine mi limitavo a qualche carezza anche nelle parti piu´ intime continuando la mia pratica preferita nelle ore serali e notturne che ancora riusciva a soddisfarmi abbastanza. Ricordo perfettamente che lei quel pomeriggio indossava una maglietta smanicata bianca ed una gonna sopra il ginocchio leggera a scacchi bianchi e blu con un reggiseno in pizzo che traspariva dalla maglietta di colore bianco ed io indossavo una camicia a maniche corte azzurra ed una minigonna di jeans con un reggiseno giallino di cotone. Eravamo nella mia camera, lei seduta sulla sedia accanto al tavolo pieno di libri rivolta verso di me che sul bordo del letto tenevo le gambe piegate l´ una sull´ altra per mantenere una posizione eretta. Parlando e parlando giungemmo a raccontarci dell´ ultimo sabato trascorso con i rispettivi ragazzi ed iniziai io raccontandole che eravamo stati a bere qualcosa prima di appartarci un po´ sulle colline per sbaciucchiarci e farci delle tenerezze come quasi sempre succedeva, ma appena inizio´ lei a raccontare cio´ che aveva fatto notai subito dagli occhi che qualcosa le brillava ancora. Raccontava delle sue mani che l´ avevano esplorata da cima a fondo, della sua lingua che iniziando dal suo collo era scesa sotto la sua camicetta per mordicchiarle e stuzzicarle i capezzoli fino a farglieli scoppiare quasi,e quando arrivo´ a raccontare della lingua che inizio´ a scivolarle lungo la pancia fino ad arrivarle al bordo dello slip sentivo che stava quasi ansimando nel parlare. In breve mi disse che il ragazzo le aveva fatto qualcosa che non aveva ancora mai fatto in precedenza, le aveva infilato la lingua dentro la fichetta e l´aveva fatta venire cosi´ semplicemente leccandola e penetrandola appena con la lingua. Notavo da come lo raccontava e da come si muoveva sulla sedia che sentiva ancora la sua lingua quasi tra le gambe e la cosa stava facendo una certa impressione anche su di me. Le guardavo gli occhi che mi fissavano mentre nei piu´ piccoli dettagli cercava di farmi capire le sensazioni meravigliose che aveva provato, le scosse elettriche che aveva sentito pervaderle il corpo, i flussi abbondanti di umori che aveva notato rigarle le cosce mentre lui la masturbava con la lingua. Sentivo che questo racconto stava oltrepassando la curiosita´ del dirci tutto, e mentre ci guardavamo e vedevo i suoi movimenti sempre piu´ frequenti sulla sedia, notai anche che mentre parlava forse inconsciamente la sua mano era andata a poggiarsi sulle gambe che teneva leggermente divaricate. Fu allora che per la prima volta in vita mia pensai alla possibilita´ che stavo parlando e mi stavo eccitando anche sentendo una ragazza come me raccontarmi di lei e vederla che si eccitava. Le sue parole erano cosi´ precise e puntuali ed il suo sguardo cosi´ assorto nel racconto che forse non si accorse neanche che stavo guardando le sue dita che risalivano lungo le sue cosce per appoggiarsi allo slip che potevo vedere chiaramente esposto tra le sue gambe. La fissavo adesso, e guardavo soprattutto la sua mano che vedevo premere lo slip in maniera quasi impercettibile ma molto chiara. Lei noto´ che avevo abbassato lo sguardo e si scuso´ con me ma era cosi´ eccitata pensando a quella lingua che l´ aveva scavata completamente e svuotata di ogni goccia di umore che non poteva non sentirsi bagnata e mi chiese se sentivo la stessa sensazione ascoltando le sue parole. Fui sincera dicendole che pur non avendo mai provato ad essere leccata sulla fica il sentire il suo racconto ed il vederla eccitata a toccarsi mi aveva eccitata tantissimo e che anche a me sarebbe piaciuto toccarmi. Fu un attimo e mi disse : “Fallo allora, fallo con me! Sento che sto gia´ per godere…“. Poggia I piedi sul pavimento mettendomi proprio di fronte a lei che continuava ancora piu´ profondamente a toccarsi, vedevo i suoi occhi socchiudersi e mi immaginavo il suo clitoride gonfio come lo era il mio in quel momento forse anche di piu´. Divaricai le gambe sollevando appena la minigonna fino ai fianchi ed un attimo dopo le mie dita stavano premendo il mio slip di cotone gia´ intriso dei miei umori. Le sue gambe davanti ai miei occhi erano adesso spalancate e mi offrivano uno spettacolo meraviglioso che mai avrei immaginato…con una mano si stava scostando lo slip e con l´ altra si stava masturbando facendo ruotare le dita sul clitoride prima di infilarsi l´ indice dentro di se´ e di muoverlo avanti e indietro. Sentivo i suoi sospiri diventare pesanti, vedevo il suo bacino saltare sulla sedia ad ogni spinta profonda del dito dentro di lei e sentendola quasi sul punto di godere feci come lei scostando lo slip con una mano per masturbarmi come ero abituata a fare con la mano destra con un dito direttamente dentro appena la mia fessuretta fradicia ed il palmo della mano che mi premeva e sollecitava il clitoride che sentivo duro e gonfio. Furono attimi meravigliosamente intensi nei quali potevo sentire il profumo dei nostri umori riempire l´ aria della camera…vedevo le sue dita scorrere e scivolare sempre piu´ velocemente e quasi per seguire il suo ritmo anche la mia mano accelerava i tempi e la pressione. I gridolini si trasformarono presto in urla, le sue gambe si spalancarono sopra i braccioli della sedia come del resto feci io sul bordo del letto, ci guardavamo le dita entrare ed uscire e poi negli occhi pieni di desiderio di godere, di esplodere, di seguire l´ orgasmo della nostra amica piu´ cara ed ora anche piu´ intima. La vidi mentre si spingeva dentro un altro dito e lo muoveva ancora piu´ forte nella sua fica quando un grido irruppe nella stanza e potei vedere la sua testa reclinarsi all´ indietro, i suoi occhi chiudersi ed il ventre cominciare a comprimersi per l´ orgasmo ancora pulsante…ed a questa vista basto´ una leggerissima pressione con il mio palmo sul clitoride per esplodere in un orgasmo che mi sembro´ incredibilmente possente e liberatorio tanto lo avevo desiderato. Rimanemmo a guardarci un po´ mentre con le dita ancora afferravamo le ultime gocce che scivolavano fuori dal nostro corpo, e ci guardammo tra lo stupito e l´ incredulo l´ un l´ altra contente per aver scoperto un nuovo gioco che ci era piaciuto e consapevoli che non sarebbe finita li´…..
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9 years ago
alex1404,
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La mia datrice di lavoro
All'epoca avevo 18 anni,ero alla ricerca di una occupazione anche saltuaria x incrementare un po'la cosidetta paghetta di papa'piuttosto scarna.Avevo terminato la scuola dell'obbligo ed ero molto fiduciosa di trovarmi un lavoro anche part time di ogni genere senza avere preferenze di settore o altro.Ero temprata nelle faccende domestiche aiutando mia madre spesso ammalata ed essendo figlia unica toccava a me sola aiutarla in casa.Mio padre lavorava 16 ore al giorno e quando tornava a casa solo la sera e dopo una spesso frugale cena esausto andava a riposare.Le nostre condizioni economiche non erano delle piu'floride ed io volevo aiutare anche i genitori a sbarcare il lunario oltre a togliermi come tutti i giovani qualche sfizio in piu'.Essendo ferrata nei lavori domestici cercavo da tempo una occupazione nel tal settore senza x ora risultati positivi.Dopo varie ricerche e sinceramente sfiduciata,ricevo sul mio cellulare una telefonata di una signora alla ricerca di una colf a part time.Mi presento al colloquio la mattina seguente sperando vivamente in positivo.Alessia vive a circa tre chilometri da casa nostra in una bella villa con marito e senza figli.Piscina,grande giardino e circa 250 mq di abitabile.Un bell'impegno x me cmq accetto dopo un breve colloqui l'incarico affidatomi.Stirare,pulire la casa,accudire i loro 7 cani,cucinare ecc.Inizio a lavorare x loro dopo una settimana molto spaesata e nuova sia del lavoro e della grande casa con non poche difficolta'.Alessia si rende conto subito del mio stato d'animo e dei miei iniziali problemi riguardo alla mole di lavoro che mi spetta e mi sta'spesso vicina aiutandomi il piu'possibile.Il marito è un industriale che viaggia ed è quasi sempre fuori x lavoro,rientra a casa molto di rado fermandosi x pochi giorni. Dopo circa una settimana da lei inizio a districarmi un po'di piu e Alessia vedo che è felice che io mi sia ambientata bene e imparato molte cose sia nel lavoro che nella precisione con cui lo eseguo e che lei e il consorte esigono.Alessia è una bella donna,capelli lunghi neri,viso molto curato,magrissima,allampanata e veste sempre in modo molto elegante soprattutto durante i ricevimenti dei loro ospiti a cui intervengono spesso personalita'importanti.Dopo circa un mese Alessia mi chiama,mi trovo nel salone a sistemare i libri della loro grande biblioteca.Mony scusami ma hai pulito i bagni?certo signora.Vieni con me un attimo.mi prende x mano e mi accompagna nel grande bagno al piano terra.vedi mi dice guarda sotto al termosifone,cosa vedi? dal tono di voce intuisco che ho fatto una cosa che non va'.scorgo sotto il termosifone un piccolo rotolino vuoto della carta igienica.mi scusi signora l'ho dimenticato.Alessia senza parola pronunciare mi alza la gonna,mi tiene ferma e mi fa'sedere sulle sue ginocchia.vedi cara io amo la precisionelo sai e queste piccole disattenzioni mi danno fastidio.Rossa in viso e quasi senza fiato mi scuso ancora con lei ma........taci mi dice.andresti sculacciata a dovere sai?signora la prego le sussurro con un filo di voce.non mi licenzi.Per l'emozione,agitatissima e x la voglia inappagata di fare pipi'mi sento bagnare le mutandine.Mony ma che fai? Rossa in viso non riesco a proferire sillaba,ho il cuore che va'a mille.Ma mi fai pipi'sulla gamba?Alessia mi fa'alzare senza parlare mi abbassa le mutandine mi siede sullla tazza del wc e mi dice ma scusami neppure sai quando devi fare la pipi'?La sua gonna è umida di me e se la toglie restando in perizoma e autoreggenti.Non oso alzare gli occhi e guardarla in viso.All'improvviso si abbassa,Mony mi sussurra scusami sono stata troppo brusca ed anche villana nei tuoi confronti.Chiamami Ale tesoro.I mio viso se prima era rosso ora è violaceo,mi sento agitata,imbarazzata e ho anche tanta vergogna.Sai ieri sera mi dice ho litigato con Claudio al telefono poi me la sono presa con te tesoro e x una stupidaggine.Alessia si lascia andare ora.Mi confessa che Claudio,il marito ha un'amante,la trascura sempre non solo sessualmente ma il loro amore ormai non c'è piu'.Mi abbraccia e scorgo le lacrime nei suoi occhi neri e dolcissimi. Mony perdonami ma non ho nessuno x confidarmi.Ale le sussurro non preoccuparti fai pure.Mi alzo dopo aver fatto pipi'e Ale mi guarda asciugandosi le lacrime.Dai suoi occhi capisco lo sguardo di una donna vogliosa,triste inappagata in ogni senso.Mony mi dice ma che fai non ti asciughi dopo la pipi'? cosi'ti sporchi tutta poi non va'bene puoi contrarre infezioni e problemi intimi. Ale prende la carta igienica si abbassa e mi asciuga.Ma che fa'signora mi scusi.Non sento proferire sillaba da lei imperterrita.Mi prende x mano e mi fa'sedere sul bide'prepara l'acqua col detergente intimo e mi lava intimamente.Sento mio viso arrossarsi sempre di piu'mi vergogno tantissimo ma Ale neppure mi guarda.Ecco ora sei bella fresca tesoro'.Dopo la pipi'bide'intimo e come faccio sempre io sei sicura ed anche di te.Prende il salviettino e mi asciuga strofinadolo delicatamente sul clitoride sino a farlo inturgidire.Non so'se urlare fuggire o che altro fare.Inizia a baciare il mio intimo lecca e succhia il mio clitoride ormai turgido e pulsante.Chiudo gli occhi e mi lascio andare,ormai sono nelle sue mani.Fremo e mi bagno tantissimo,mi tiene ferma prendendomi x i glutei,urlo di piacere e dopo poco le dono tutto il mio caldo nettare che copioso le scende dalla bocca.Senza parlare Ale mi prende ora x la testa spingendomi con le mani contro il suo intimo obbligandomi a darle il piacere sublime che la porta nell'estasi Grazie Adei sensi e dell'anima.La mia prima esperienza lesbo mi ha forgiata e soprattutto aiutata a perdere i tabu'.grazie Ale..
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9 years ago
admin, 75
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Patrizia....
Sento in lontananza, una musica che si fa strada nella mia mente, non riesco a comprendere da dove essa arrivi, sono ancora immersa nei mie sogni.
Ascolto meglio, arriva dalla mia inquilina del piano di sopra, che come al solito tiene lo stereo a tutto volume.
Patrizia, questo è il suo nome l’ incontro ,quasi tutti i giorni, mentre entra nell’atrio e sale per arrivare al portone del suo appartamento, al secondo piano , una bella donna non più giovanissima, mora dai capelli lisci che le scendono sulle spalle, bellissimi occhi verdi che ti sciolgono solo a fissarli ma la cosa più bella è il suo seno
Prosperoso.
Non posso fare a meno di sbirciare dentro la sua maglietta scolata o la camicetta sbottonata, ogni volta che mi saluta con quel suo sguardo dolce.
Si è ttrasferita da alcuni mesi, nel mio stesso condominio, non abbiamo mai avuto occasione di fermarci a parlare, se non per un semplice… “Ciao.”
Avrei voluto rimanere ancora li, tra le mie lenzuola, ancorata al ricordo della serata appena trascorsa, alla mia esperienza così spericolata ma allo stesso tempo eccitante, al solo ricordo mi sento già bagnata, lascio scivolare la mia mano, accarezzo il seno, il capezzolo sotto la pressione delle mie dita si inturgidisce, lo stuzzico.
Mi passo le dita tra le labbra e le inumidisco, ritorno a giocherellare con il mio seno , con entrambe le mani mi strizzo i capezzoli, una dolce fitta di dolore mi attanaglia la mente ed è come se quel brivido caldo arrivasse alla mia dea interiore.
La mano, lascia un capezzolo e si posa sul monte di venere, la voglia cresce dentro la mente, mi tocco, allargo dolcemente le gambe, sfiorando la pelle del interno cosce, senza mai toccare la mia corolla, sento il mio respiro farsi affannoso.
Le dita sfiorano il clitoride, pronto per essere accarezzato, le dita trovano il giusto movimento, sento il piacere aumentare , affondo le dita dentro la corolla, con movimento ritmico il mio corpo sussulta, ritorno sul clitoride, sul capezzolo turgido.
Sembra una danza senza fine, mi porto le dita alla bocca assaporo tutto il mio nettare, mi piace sentire il mio sapore sulle labbra e come se mi leccassi la corolla da sola.
Con la mente ritorno alla sera prima, mi sembra ancora di avere quel grosso seno in bocca , di sentire il suo capezzolo che diventa turgido dentro le labbra, il suo nettare che mi riempie la gola e con la visione di quel favoloso 69 , arrivo ad un orgasmo senza fine.
Mi rigiro fra le lenzuola, stropicciate ed inumidite dai mie umori ma il suono dello stereo mi riporta alla realtà.
Lascio scivolare dalla mia mente , il ricordo della sera prima, mi alzo, mi infilo sotto la doccia, la sensazione dell’ acqua calda sul corpo mi rigenera, mi infilo l’accappatoio ed esco, ancora bagnata.
Mi vado a preparare la colazione, aspetto che il caffé salga e nel frattempo apro la porta che da sul mio piccolo giardino, un raggio di sole mi colpisce in pieno volto, l’aria fresca del mattino scivola sulla mia pelle umida ma ancora smaniosa di baci, carezze.
Nella stanza si sprigiona aroma di caffé, una goccia mi bagna il viso, alzo gli occhi e scorgo, Patrizia, sta dando da bere ai fiori sul terrazzo.
“Scusa tanto non mi ero accorta che l’acqua scendesse fino a te.” Con un sorriso smagliante.
Nonostante il sole che mi abbaglia la vedo in tutta la sua bellezza, i seni prorompenti che a fatica stanno dentro quella piccola canotta bianca che indossa.
Osservo meglio, la canotta è bagnata su un seno e posso vedere un capezzolo , che duro preme su essa.
Un fremito mi travolge la mente.
“Non importa Patrizia ,sono cose che possono accadere, anche tu a casa dal lavoro?”
“Si ancora per qualche giorno e tu?” Sembra impossibile ma per la prima volta ci scambiamo due parole.
“Che ne dici di un caffé con me, se hai voglia, è appena salito.”
“Si in effetti si sente il profumo fin quassù, scendo subito.”
Preparo due tazzine ,sul tavolo in giardino, sotto il glicine, alcuni biscotti e del latte.
Si apre il cancello e Patrizia entra, con quella sua canotta bagnata davanti ed un paio di pantaloni di tela a righe.
Ci diamo la mano e finalmente le presentazioni ufficiali.
L’accompagno al tavolino e prendiamo il caffè, parlando del più e del meno e vengo a sapere, che si è separata e che ora vive sola, non ha figli ma nemmeno un compagno, metre io le racconto un po’ della mia vita, i mie occhi non possono che cadere sul suo seno, avrei una voglia di toccarlo ,poterlo leccare,stuzzicare fra i denti quel capezzolo grande che buca la canotta bagnata.
Patrizia mi osserva , sembra intuire quello che sto pensando, si passa una mano sul seno e si sfiora il capezzolo, quasi fosse una mossa impercettibile.
Non so se sia una casualità, una vampata di lussuria mi assale.
“Patrizia ti andrebbe di vedere il mio appartamento.” Dico in un attimo.
“Certo con piacere.” risponde lei.
Le faccio strada, nel mio piccolo ma accogliente appartamentino, il soggiorno con l’angolo cottura, il bagno con una doccia enorme ed infine la mia camera da letto.
Lei si sofferma sulle farfalle attaccate alla parete dietro il letto.
“Raffaela anche a te piacciono le farfalle, anche io le adoro.”
È giù a ridere come fossimo ancora due ragazzine , poi nota alcuni libri sopra il comò, oddio penso dentro di me, è narrativa erotica.
Patrizia, gli prende in mano gli sfoglia e la vedo sorridere.
“Anche a me piacciono questi libri, più che altro mi incuriosiscono, mi piace pensare che ci sono donne che scrivono di sesso.”
“Ti devo confessare, Patrizia ,che anche io mi diletto a scrivere qualche racconto erotico.”
“Ma dai non ci credo, spero mi farai leggere qualche cosa di tuo.”
“Anche subito se vuoi.”
Prendo dal cassetto del comodino, un piccolo fascicolo rilegato, di un mio racconto erotico e glielo porgo.
Ci sediamo sul letto, la vedo, aprire la prima pagina , si sofferma sul titolo e mi sorride.
“LA MIA PRIMA VOLTA CON UNA DONNA…
“Bello come titolo è vita vissuta o solo romanzo di pura fantasia.
“NO”… rispondo io… “Questa è vita vissuta.”
Patrizia si immerge nella lettura, un quarto d’ora di silenzio, alza gli occhi mi guarda .
“Debbo dire, sei nata per scrivere, ho letto ora tutto d'un fiato il tuo splendido racconto, quella tua descrizione calma serena placida per lasciare il posto a un momento in cui sopraggiunge una enorme voglia di essere posseduta, il tuo racconto si alterna tra momenti di erotismo puro a sensazioni di piacere, il tuo racconto che io come lettrice avrei continuato a leggere in un godimento senza fine suggerisce e stimola sensazioni e fiotti di piacere che neppure tu puoi immaginare eccitante, creativo, sei bravissima .”
Rimango un attimo senza parole.
Senza nemmeno accorgermi le passo una mano fra i capelli, mi perdo nei suoi occhi verdi e non resito , le do un timido bacio sulla guancia, non si ritrae, allora capisco che il racconto saffico che ha appena letto le ha eccitato la mente e forse anche il corpo.
Patrizia ricambia il bacio, non sulla guancia, si sofferma sulle mie labbra da prima timidamente e poi con più vigore , insinua la sua lingua, facendola roteare dentro la mia bocca.
Ci baciamo con passione, travolte da una sottile filo di piacere, finalmente le passo una mano sul seno, la sento fremere.
Intrufolo le mani, sotto la canotta, sento i suoi seni morbidi, caldi, due capezzoli duri.
Le tolgo la canotta e i suoi seni prosperosi , con un capezzolo grande ed invitante, mi si parano davanti.
Non posso che prenderli fra le mani, li accarezzo, scendo con la lingua, li succhio prima uno e poi l’altro, poi con entrambe le mani li mordo alternandoli, ad ogni passaggio della mia lingua, la sento fremere, gemere.
Le metto una mano sotto i pantaloni, mi faccio strada fra le sue mutandine, è bagnata, le insinuo un dito, lei allarga un po’ le gambe ed io entro piano, le sfioro delicatamente le grandi labbra.
La voglio penso e senza pensarci due volte , le sfilo i pantaloni, le mutandine, Patrizia rimane nuda danti a me.
Lo spettacolo e tale da lasciarmi senza fiato, il suo corpo boteriano le sue curve al posto giusto, la sua pelle liscia e morbida.
La faccio cadere sul letto, inizio a leccare e baciare quel corpo meraviglioso di donna, le labbra che sembrano dipinte di un rosso scarlato , i capezzoli marrone scuro e giù fino a roteare con la lingua ,disegnando i contorni del suo ombelico, sempre più giù.
Le apro delicatamente le gambe, la mia lingua disegna il contorno delle grandi labbra, poi sull’ interno cosce.
Lei freme, forse vorrebbe sentire la mia lingua entrarle dentro ma io la faccio soffrire, la lecco sempre esternamente, finche Patrizia mi prende con forza la testa, la spinge sulla sua dolce corolla, solo ora inizio a leccarle petalo dopo petalo, la sento ansimare, cerco il clitoride, lo aspiro lo stimolo di vibrazioni, l'addolcisco con la saliva, lo faccio andare e venire tra le mie labbra come un minuscolo fallo delicato ma nello stesso tempo veloce ed instancabile.
Non volevo che arrivasse troppo presto al piacere ed allora le lecco il petalo della corolla tralasciando il pistillo.
Patrizia inarca la schiena e mugola dal piacere, le infilo due dita dentro , sono tutte bagnate, me le porto alla bocca, assaporo i suoi umori , inserisco ancora le dita, avanti ed indietro, lei freme.
Le porto le dita impregnate dei suoi umori alla bocca, la sento leccare con avidità, quelle vista mi eccita la mente, ho voglia di essere leccata anche io , da quella donna fantastica.
Mi sento come in trance, mi allontano un attimo, mi spoglio velocemente e mi getto sul letto accanto al suo corpo, in una posizione tale da poterci leccare entrambe.
Sento la lingua di Patrizia che mi stuzzica, mi lecca , mi stringe, insinua sempre più in profondità, sento che l’orgasmo, il mio orgasmo ormai è alle porte.
Lascio andare il mio corpo e il mio piacere scivola sulla sua lingua, la sento leccare con più forza , mentre con uno spasimo del suo bacino, mi viene in bocca.
Ci rilasciamo un po’ sul letto, mentre le sue mani continuano ad accarezzare il mio corpo, mi cerca ,mi esplora, mi bacia, sento le nostre bocche, le nostre lingue intrise dei nostri umori mescolati insieme,la mia mente si eccita, la voglia mi travolge nuovamente i sensi.
Le salgo sopra le porta la mia corolla, sulla bocca, voglio essere leccata ancora, ancora …sento la sua lingua intrufolarsi fra le pieghe del mio stesso essere, mi sembra che quella lingua,mi arrivi dentro la mente,lei sfiora delicatamente le pareti della mia stessa esistenza in un vortice senza fine.
Quel suo andare e venire dentro di me, le sue maniche accarezzano i mie fianchi, il piacere che mi travolge,inebria la mia mente.
Assetata di sesso mi stringo forte i seni, mi stuzzico i capezzoli, fino a farmi male, sento un altro orgasmo arrivare ma questa volta le impregno tutto la faccia, la bocca, la lingua con il mio nettare, rimango ferma per un attimo il mio corpo è ancora scosso da fremiti incontrollabili.
Lei mi guarda con quei suo occhioni verdi, non posso fare altro che baciarla per ringraziarla di quel meraviglioso orgasmo.
Sento il mio corpo finalmente stremato.
La lascio andare un attimo in bagno, si rinfresca, io la seguo mi metto dietro di lei, la guardo attraverso lo specchio del bagno, le cingo il seno con le mani, le stuzzico i capezzoli, si volta e ci scambiamo un bacio.
Patrizia mi saluta ,esce , la sento salire le scale di corsa, so che ho appena trovato una amica con cui giocare e ci saranno sicuramente altri caffè.
La mia mente però è sempre concentrata sulla sconosciuta di ieri sera al cinema.
Prendo in mano il cellulare, guardo il numero, non so che fare.
Ci penserò con calma.
La mia giornata scorre veloce, prendo un po’ di sole in giardino, con il mio libro, del quale non riesco a leggere neppure un capitolo, la mia mente è sempre su quel numero di telefono.
Alle venti , ceno e mi sdraio sul divano, Ombra mi sale sulla pancia e lo accarezzo come è morbido il suo pelo nero e lucido, fa le fusa.
Accendo la tv, ma nulla riesce a distogliere la mia mente.
Prendo in mani il cellulare , invio un SMS.
“Ciao bella Sconosciuta” ed invio, attendo risposta ma nulla, pazienza , dentro di me già pensavo a come avrei stropicciato volentieri le lenzuola con la sconosciuta del cinema, magari lei ama solo quei giochi.
Arriva ora di andare a letto una altra giornata è trascorsa , piena e travolgente, penso non mi sono fatta dare nemmeno il numero di cellulare di Patrizia , avrei potuto mandarle la buonanotte.
Monell54
P.S.....chi passa di qui e legge, potrebbe lasciare un commento.....Grazie
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10 years ago
Monella54,
54
Last visit: 8 years ago
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La mia prima volta...con una donna...
Ormai separata da tanti anni,sentivo lentamente la mia vita scorrere fra le dita veloce.
Ogni notte facevo sogni erotici molto intensi ma così reali da lasciarmi al mattino,senza fiato e tutta bagnata..
Non sognavo il principe azzurro al quale ormai non credevo più da molti anni..
Nella mia mente ,vedevo e partecipavo a scene di sesso,con più partecipanti..
Cosi mi iscrissi ad un sito di incontri perché la mia voglia di trasgressione era sempre più forte.
Conobbi un amico,che mi aiutò ad esaudire alcuni mie desideri..
Una sera mi chiamò e mi disse “preparati che ti passo a prendere”
Ero curiosa e nello stesso tempo eccitata,volevo sapere dove mi avrebbe portata ma fu muto tutta la sera..
Dopo circa tre ore mi fece cenno che eravamo arrivati,percoremmo un lungo viale alberato.
Si fermò davanti ad una villa antica,molte macchine nel parcheggio…
Scendo dall’auto ,le gambe tremano…
La mia eccitazione divampa rossa sulle mie guance,riprendo la mia padronanza,tolgo dalla piccola borsa che porto sotto il braccio,una mascherina,la infilo,porgo la mano al mio amico,percorriamo
i pochi passi che ci separano da quattro gradini di marmo,alzo gli occhi il portone imponente di legno scuro con dei battenti a forma di testa di leone…
Ne faccio tintinnare uno e di li a poco qualcuno ci apre la porta,veniamo introdotti in un grande salone,luci soffuse provenivano da grandi candelabri ,posti alle pareti,candele rosse,un odore intenso di incenso,inebria la mia mente.
Nella semi oscurità della stanza ,faccio fatica ad adattare gli occhi a quella tenue luce...
Scorgo diverse porte,persone che sostano davanti ad esse.
La mia curiosità cresce ,allungo il passo e guardo anche io ,facendomi strada fra diverse persone che sostano davanti ad una tenda scura e semi aperta.
Arrivata più vicina mi accorgo che gli uomini ,hanno il loro pene in mano e si stanno masturbando,una donna ha una mano infilata sotto la maglietta e si tocca un seno,una altra ha la mano sotto il vestito e dal movimento della mano intuisco che si sta masturbando.
Sempre più curiosa,mi avvicino alla tenda,un uomo si scosta per farmi guardare.
La scena mi lascia senza fiato,dentro la grande stanza,c’è solo un letto al centro,coperto da splendide lenzuola di raso rosso,un tavololino sul quale sono messi in bella mostra,diversi vibratori ,delle palline,una piuma,delle manette ed una benda.
La mia mente però è colpita dalla visione del letto,sopra ci sono una donna bionda,capelli lunghi,corpo boteriano,seni prorompenti e due uomini con grandi cazzi,duri ed eccitati.
Uno gli sta infilando il cazzo in bocca e lei lo succhia con avidità,partendo dalla base fino ad arrivare alla cappella che poi infila in bocca tutto fino in fondo e questo continua in un crescendo sempre più forte,sento i gemiti di quello sconosciuto e sento la mia vulva che pulsa,mi sento le mutandine bagnate…
L’altro le sta leccando la figa,vedo e non vedo la sua lingua che si muove con abilità fra le sue grandi labbra,lei vorrebbe gemere ma ha la bocca piena,si odono solo dei piccoli mugolii…
D’un tratto lei alza la testa e guarda verso la tenda e mi guarda,vede il mio volto rosso,i miei occhi colmi di libidine,alza una mano e mi cenno di entrare.
Il primo impulso sarebbe quello di scappare ma io sono li per giocare e voglio arrivare fino in fondo,lascio la mano del mio amico ed entro nella stanza,mi avvicino al letto,solo ora posso vedere il suo grande seno,due capezzoli duri come il marmo,le sue forme boteriane che a me piacciono molto,forse perché anche io sono così.
Mi avvicino a lei le sorrido,senza dire una parola,lei si alza mi fa scendere le spalline del vestito che scivola lentamente sul pavimento,rimango nuda con indosso solo il mio tanga nero.
Le sue mani cominciano a scorrere lentamente sul mio corpo,un fremito…
Si sofferma sui mie capezzoli divenuti duri ,gli stringe fra le dita ,provocando in me una fitta di dolore,dalle mie labbra esce un gemito ma lei sembra non accorgersene e continua stuzzicarmi i capezzoli,sempre più forte,il dolore aumenta ma nello stesso tempo mi sento sempre più eccitata..
Solo allora lei scende e comincia a leccarmeli,provocando in me un piccolo sollievo.
Mi stringe forte a lei sento la sua lingua risalire mi bacia il collo,sento la sua lingua che si insinua fra le mie labbra è la prima voltai che una donna mi bacia.
Apro le labbra e lascio che la sua lingua entri in me,mi bacia con una tale passione che mi tremano le gambe,ricambio il bacio ed è come se tutte quelle persone che sono li ,che guardano dalla tenda scomparissero e rimaniamo solo io e lei.
Mi fa stendere sul letto e sento il suo corpo sopra il mio,il mio seno che tocca il suo ,le sue labbra sulle mie,la mano scende lunghi i mie fianchi ,fa scendere il mio tanga e sento le sue dita che entrano in me,un piccolo fremito le fa capire che la cosa mi piace,penetra più profondamente stuzzica il mio clitoride,sono tutta bagnata..mi scopa con le dita,poi d’un tratto si ferma di colpo.
Sento le sue labbra,la sua lingua sulla mia figa bagnata ed è un esplosine di piacere che mi fa inarcare la schiena.
Il piacere assoluto che quella lingua mi sta donando non ha paragoni a nulla provato fino a quel momento,le sue mani mi accarezzano mi penetrano la sua lingua calda infuocata,mi portano ben presto ad un orgasmo senza fine ,come un onda di piena che non si può fermare,sento il mio piacere esplodere nella sua bocca e lei mi succhia tutta fino in fondo,si alza mi bacia,sento il sapore della mia figa fra le sue labbra e la bacio con avidità,non avevo mai sentito il mio sapore ,sa di buono..
Il mio essere si fa più audace,voglio ricambiare quello che ho appena provato .
Le mie mani scivolano sul suo corpo,come fosse una tastiera di un pianoforte e da essa salgono note melodiose,la mia lingua cerca ogni anfratto del suo corpo,mi soffermo sul suo seno ,le stuzzico i capezzoli li mordo,le bacio il collo,scendo lungo l’interno della pancia,faccio roteare la mia lingua sul suo ombelico e poi timidamente raggiungo la sua figa.
E’ la prima volta che vado il sesso di una donna,la apro con le mani la esploro, le infilo un dito, me lo porto alla bocca lo lecco con avidità….mi piace…
Allora senza più alcuna riluttanza le infilo la lingua e d incomincio una danza senza fine,sembra che lo abbia sempre fatto che sapessi già dove mettere la mia lingua come muoverla. sento il suo respiro farsi più affannoso,so che sono sulla strada giusta.
Vedo le sue dita stuzzicarsi i capezzoli,si torce i seni, allora le infilo due dita dentro e la scopo con le mani mentre con la lingua continuo a solleticare il suo clitoride,sento il suo piacere salire attraverso il suo corpo che freme,si inarca…..d’un tratto la sento gemere più forte finché non sento le mie dita tutte bagnate solo allora ho capito che la bella sconosciuta ha raggiunto l’orgasmo,le infilo la lingua tutta dentro succhio con avidità tutto quello che esce da quella splendida figa bagnata..
Si alza mi bacia con passione e fa un cenno con la mano al mio amico di entrare..
Ma questo è un altro racconto…
Monella54
98
2
10 years ago
Monella54,
54
Last visit: 8 years ago
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La rosellina
Avevo 16 anni ed ero ancora in calabria la mia terra di origine.All'epoca frequentavo le scuole del mio paese ,un piccolo paesino medioevale ai piedi della Sila.Gli studi andavano abbastanza bene ma a volte in alcune materie un po'ostiche x me avevo bisogno di aiuto e spesso con due care amiche di scuola ci vedevamo x aiutarci a vicenda negli studi. Le mie lacune in materia di lingua italiana a volte parevano insormontabili ed Elisa una cara amica di studi mi aiutava a superarle con non poche difficolta'ed a volte si perdeva addirittura d'animo.Era un pomeriggio freddo in cui la voglia di uscire e fare una passeggiata non attira affatto.Ci eravamo trovate a casa mia con Elisa e Clara un'altra amica di scuola per studiare un po'come facevamo spesso da qualche tempo.Dopo un'oretta di studi eravamo stanche ed annoiate,suona il campanello,vado ad aprire,è il fiorista che mi consegna un mazzo di roselline.Sono per mia madre che oggi compie gli anni.Le scarto e ripongo in sala in un bel vaso antico,li'fanno bella figura.Elisa che ama molto i fiori come me le ammira estasiata,si avvicina ed annusa il soave profumo.Da tempo mi sono accorta che lei ha una forte attrazzione x me,è una bella ragazza mora alta formosetta e credo anche bsx.Clara è bionda un bel viso radioso occhi azzurri che paiono penetrarti dentro.Elisa annusa le rose e dopo poco ne estrae una dal mazzo la accosta al mio viso e nell'orecchio mi sussurra:Mony sei bella come una rosa.Resto impeitrita,rossa in viso e imbarazzata nel contempo.Clara è li'vicina ci osserva con occhi lucidi e sorriso malizioso.Elisa mi passa sul viso la rosellina dolcemente che pare di seta.Inizia ad accarezzarmi a baciarmi sulle guance,io mi dimeno,voglio che smetta,la guardo seria negli occhi ma lei non demorde.Clara nel contempo si avvicina mi prende da dietro x le spalle,cerco di divincolarmi,rossa in viso e intuisco le loro intenzioni.All'improvviso Elisa e Clara mi prendono x gambe e braccia,mi adagiano sul letto in cameretta mia bloccandomi gambe e braccia col lungo nastro che avvolgeva il mazzo di rose.Elisa inizia a spogliarmi lasciandomi completamente nuda,Clara prende la rosellina e piano piano solletica il collo dietro le orecchie le mie labbra scendendo lentamente sui piedi e poi su sino alle coscie e nell'intimo.Vorrei urlare strepitare e liberarmi ma loro mi hanno legata stretta e di me non si curano.Continuano il loro gioco libidinoso e x me è come un tormento.Sento salire l'eccitazione i miei cappezzoli turgidi paiono scoppiare le grandi labbra sono gonfie ed il clito turgido.Il loro gioco continua x 'oretta circa sino a quando entrambe si spogliano nude e davanti a me iniziano a baciarsi toccarsi dappertutto e poi si leccano e succhiano nell'intimo.Sono proprio messe davanti a me e le posso osservare molto bene.Chiudo gli occhi,sono tutta un fuoco,vorrei toccarmi e godere ma sono immmobilizzata ed eccitatissima.Sento tra le coscie colare piano piano dal mio intimo il mio nettare caldo.All'improvviso si avvicinano,Clara mi apre le gambe ed Elisa mi mi passa la rosellina sul clito turgido e sporgente.Inizio a gemere eccitatissima pare che la mia passerinascoppie la sento gonfia vogliosa e fradicia.Voglio godere ma loro continuano nel loro gioco stuzzicandomi ma impedendomi l'orgasmo.Sono tutta un fuoco pare che dentro di me ci sia un grosso braciere che arde.Gemo sempre di piu'urlo strepito ma loro restano imperterrite.Stuzzicano ancora i miei capezzoli,la mia passerina fradicia soolvandomi e ponendo sotto di me un cuscino x tenermi ben sollevata. Clara mi bacia dappertutto ora,Elisa mi lecca i piedini e tra le dita.Ho un fuoco dentro di me,le imploro,le prego di darmi il piacere ed all'improvviso mi aprono tutte le coscie,Clara affonda la lingua calda nel mio intimo,sussulto gemo ed urlo ormai non ne posso piu',dal mio intimo schizzo a fiotti pare una fontanella che inonda il suo viso.Elisa è ora sopra al mio viso,sento pulsare il suo clito turgido,lo succhio mordicchio e lecco,paio invasata,ormai ho perso ogni controllo ed inibizione.Apro con le labbra e la lingua la sua passerina odorosa calda e gonfia e la lecco sin a quando copiosamente mi viene inviso.Clara davanti a noi si masturba,geme urla e sussulta schizzando su entrambe il suo caldo e copioso nettare..
88
1
10 years ago
admin, 75
Last visit: 6 hours ago -
Anita
Non potevo crederci.
Dopo 10 minuti di chat mi avevi aperto la webcam e potevo vederti.
Mesi di chat interminabili con "donne" che non conoscevano l'esistenza dei cellulari, dopo decine di "si però prima mandami qualche tua foto nuda", erano bastati pochi minuti per avere conferma che non c'era il solito furbo dall'altro capo del filo.
Appuntamento per conoscerci in un bar a Treviso.
L'abito lascia immaginare un corpo ben fatto, sexy senza essere volgare.
Bacetto di saluto e si comincia a chiacchierare.
La serata vola in un attimo.
Mi accompagnate a casa? E come dirti di no.
Mi piaci, ci piaci, davvero. Simpatica e spigliata, bella e provocante.
Ci fai vedere la tua casetta, dove hai traslocato da poco.
Le foto di tua sorella, piccoli scorci della tua vita.
Si è fatto tardi, ci inviti a restare a dormire da te.
Uno sguardo tra noi basta ad intenderci : restiamo.
L'atmosfera si rilassa ulteriormente.
Ancora due chiacchiere sul divano, ci scambiamo carezze affettuose e confidenze che non avrei mai pensato di fare ad una persona conosciuta da poco.
Ok è tardi e si va a letto.
Doccia per rinfrescarsi e poi, non senza qualche imbarazzo, ci ritroviamo a letto tutti e tre.
Anita a destra, lui a sinistra ed io in mezzo.
Qualche timida effusione tra noi lascia presto il passo a carezze più profonde. Baci intensi che mi lasciano in bocca il tuo sapore fruttato.
Lui rimane leggermente in disparte, per non turbare i nostri approcci.
Ma con delicatezza, piano, piano, è fra noi.
Dispensa baci e carezze senza fare distinzioni.
La cosa non mi disturba per niente, anzi mi eccita da morire.
Quello che avevo immaginato tante volte si sta avverando ed è proprio come avrei voluto che fosse.
Attimi di dolcissima,inebriante eccitazione.
Una eccitazione che diventa sempre più forte, che ci coinvolge pienamente man mano che i tocchi leggeri si trasformano in una calda e forte pressione.
Le mani e la lingua pretendono sempre di più.
Vogliono entrare, arrivare dove ancora non sono state, esplorare i tuoi luoghi più segreti.
E tu fai altrettanto : ti sento dovunque, contemporaneamente.
La voglia di abbandonarmi completamente mi prende sempre più forte, ma resisto.
Voglio farti sentire lo stesso piacere che provo io perchè il mio piacere aumenti nutrendosi del tuo.
Lui si insinua tra di noi, con garbo ma con vigore.
Il timore che potesse guastare tutto si scioglie sotto le sue mosse attente.
Lo vedo baciarti,partendo dal collo lungo la schiena.
Appena mi lascia libero il campo la mia bocca è sulla tua, poi corre giù sulla pancia e ancora verso quel tormentato angolo tra le tue gambe.
Sento il suo sesso che mi entra dentro, con forza.
Mi sento come ubriaca, la testa mi gira ma è bellissimo.
Mentre lui mi penetra tu mi baci con ancora più trasporto.
Non riesco a pensare ad altro che a vederlo su di te.
Si voglio che ti prenda come prende me, voglio leccarti e baciarti.
Non ho detto niente ma come se avessi espresso un desiderio ecco che ad un tratto sembra vi siate accorti solo ora uno dell'altra.
Un istante è lui è dentro di te.
Si muove in un modo che, lo vedo, ti eccita e ti fa emettere gridolini di piacere.
Il movimento è lento in maniera estenuante, vi trascina in un vortice caldo e umido.
Non sono gelosa. E' incredibile ma non lo sono. Non avrei mai detto che potesse piacermi in questo modo vedere il mio uomo che fa l'amore con un'altra.
Ma non è lui che penetra, siamo noi e quindi come posso esserlo?!
Sono anche io dentro di te e vengo insieme a lui.
E' passato solo un attimo ma sono le quattro del mattino.
Pieni di una inebriante stanchezza ci addormentiamo, vicini ancora col piacere di sentire i nostri corpi toccarsi..
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10 years ago
admin, 75
Last visit: 6 hours ago -
Milord - quando la realtà inganna
Appena entrata nella sala vengo avvolta dal frastuono della musica. Vorrei uccidere il mio capo, nonché migliore amico per il guaio nel quale mi ha fatto cacciare.
È vero, sono una giornalista che scrive su giornali scandalistici a metà tra Novella 2000 e Playboy ma non mi piace agghindarmi da Doll. È vero che è da tempo che girano strane voci sulle feste che si fanno in questa casa ed è altresì vero che l’unica abbastanza spavalda e sicura di sé da poterlo fare sono io, ma : farmi vestire da fatina sexy? Questo è troppo.
Halloween. Festa in maschera dalla “regina delle feste” della società medio-borghese di Milano. La regina mi accoglie al varco della grande porta finestra in vetro vestita da Grimilde, la strega di Biancaneve. Non solo indossa l’abito del celeberrimo personaggio della Disney, ma porta anche una maschera a coprirle metà del volto. Tutti nella sala sono vestiti e mascherati. Un brivido mi corre lungo la schiena, mi sento un po’ a disagio, mi sembra di essere dentro Eyes Wide Shut e una puntata di CSI nella quale, alla fine, il più figo della festa in maschera muore.
Facendo un sorriso forzato varco la soglia e mi trovo un ambiente enorme, pieno di divani e banconi del bar. La gente è mascherata e rilassata, ma soprattutto, sono tutti vestiti. Che fosse una bufala?
Il mio ingresso in sala non passa inosservato, certo sono vestita da battona!
Il mio vestito da fatina è costituito da una gonnellina di veli, alcuni più lungi, altri più corti, sopra slip blu elettrico (non body né parte del costume, sono proprio i miei slip!), un corpetto stretto, blu come gli slip che fa uscire tutte le tette lasciando all’immaginazione ben poco spazio.
I lunghi capelli ricci, coperti di lacca blu mi ricadono sulle spalle e una maschera argentata mi copre gli occhi. Non porto collant ma stivali bianchi al ginocchio col tacco a spillo. Non sono esattamente una Winx.
Più di tutti mi colpisce lo sguardo di un ragazzo seduto al bancone di fronte all’entrata. È vestito da Milord, il personaggio di Sailor Moon con tanto di maschera bianca e cilindro nero. È di fisico asciutto e sembra molto giovane. Il suo volto sembra non aver ancora conosciuto la barba. Eppure quando si alza è altro quasi quanto me e mi fissa con i suoi occhi azzurro mare. È bello e sexy.
Per tutta la serata vedo gente mascherata che va e viene, che si sposta verso il retro della casa e ne esce dopo una mezz’ora con il volto rilassato e appagato. Sorridendo. Qualcuno si allontana più spesso. Alcune donne con più di un uomo.
Cerco di fare delle domande su come si svolgono queste feste ma molti glissano chiedendomi se sono nuova e come ho fatto ad ottenere l’invito. Solo così si può entrare.
Me lo chiedo anche io come diamine abbia fatto Lucas ad avere il pass per l’alcova della prostituzione della città.
Continuo a fissare il retro perchè forse è lì che si svolge l’attività vera della festa. Mentre bevo il mio sex on the beach seduta al bancone noto con la coda dell’occhio che il tipo con gli occhi azzurri mi fissa ancora.
È tutta la sera che mi guarda e che io guardo lui. I suoi occhi sono fuoco freddo sulla mia pelle, mi fanno rabbrividire e infiammare, mi fanno sentire eccitata e su di giri. O è il sex on the beach??
Decido che è il caso di assecondare il brivido che mi provoca lungo la schiena e avvicinarlo, sperando che mi porti nel retro. Per appartarci in teoria per riprendere tutto, in pratica. Su consiglio di Lucas ho con me dei profilattici e, sebbene non voglia spingermi così oltre, possono sempre tornare utili. Qualche bacio è ok, qualche palpatina anche, ma sesso con un estraneo no. Non conciata così. Le maschere vanno bene se vado in un privè con un amico o un compagno, o per fare uno spogliarello sexy al proprio amante, così mi sento un po’ a disagio, ma anche piacevolmente eccitata.
Allora capisco perché Lucas ha mandato me. Perché so godere di ogni situazione e calarmi facilmente anche nelle parti più spinte perché non ho falsi pudori o strani disagi. Sono io che faccio le foto nei locali di strip, io ce faccio foto scabrose a gente che scopa tradendo il compagni VIP o NIP che sia.
Mi muovo verso la mia preda, sempre nella sana speranza di non finir stuprata.
Quando mi avvicino a lui ancheggiando, lo vedo sorridere. Ha i tratti dolci, quasi femminili. Ma non per questo è meno bello. Gli sfioro il braccio attraverso la manica della giacca, ammiccando verso le stanze dall’altra parte. Fa un piccolo cenno d’assenso e senza parlare mi conduce nel retro.
Già attraversando il corridoio vedo tre coppie che appiccicate al muro, scopano ansimando pesantemente. Non mi imbarazza per nulla e anzi, accendo la piccola cam che ho nel corpetto per filmare tutto.
Entriamo in una camera da letto col letto tondo, materasso ad acqua. Non appena la porta si chiude alle nostre spalle, il mio accompagnatore mi ci spinge contro, baciandomi con passione e senza mezzi termini. La sua lingua fruga nella mia bocca e lambisce la mia con movimenti profondi. Ha le labbra morbide, da donna. Ma non so pensare ad altro che a baciarlo, stringendolo a me con le mani sulle natiche.
Non fa complimenti!! Ma la sensazione che mi riscalda la bocca dello stomaco non la so ignorare. Cosa sarà mai un po’ di sesso? È un estraneo, e allora? Non è la prima volta che vado a letto con una persona che non conosco. Attendo comunque di vedere l’evoluzione della cosa perché in ogni caso non sento erezione quando i nostri bacini si toccano. La cosa non mi insospettisce : non sempre basta un bacio.
Lui inizia a toccarmi i seni e a baciarmi il collo, leccando lentamente e facendo mi riempire di brividi ovunque. Quando finalmente mi decido a toccarlo dentro i pantaloni, i miei seni sono già alla sua mercé, i capezzoli in bocca sono succhiati e leccati con dovizia, senza smettere di palparmi.
Metto la mano dentro il nero tessuto che ricopre la sua vita e rimango immobile. È una donna.
“Sei una donna” sussurro. La mia voce però, è più eccitata che sorpresa.
Annuisce. “Credevo l’avessi capito”
Scuoto il capo ma non so fermarmi.
“Scusa.” Mi dice scostandosi da me.
È allora che realizzo che non voglio che se ne vada. Sorrido e inizio ad accarezzarle il pube sopra il tessuto degli slip. Da uomo.
La sento ansimare e mentre mi fissa si avvicina a baciarmi. Con timore quasi.
La scintilla che scocca quando le nostre lingue si toccano, mi spinge ad oltrepassare il tessuto di cotone per tastare le sue labbra glabre e il clitoride caldo e madido. A quel contatto il mio freme e si gonfia. Turgido e pronto ad essere colto.
La spingo contro il letto, spogliandola. Le tocco il seno piccolo e la libero dalla fascia contenitiva. Succhiandole i capezzoli eretti le slaccio i pantaloni mentre lei mi libera dal corpetto facendo schizzare totalmente i seni senza reggiseno.
Con un ultimo bacio la butto sul letto e, sbattendole la figa in faccia, inizio ad assaggiarla mentre lei assaggia me. Non sono mai stata con una donna. Mai.
Sentire il suo dolce sapore sulla lingua mi fa tremare di piacere, mi inebria. Lei mi accarezza la schiena e geme mentre col piercing che ho sulla lingua le titillo il clitoride. Con decisione, mentre le mie dita la scopano senza pietà.
È la prima a venire e mentre accolgo in bocca il suo piacere e sento che grida agitandosi frenetica sotto di me, sento un calore bruciante partire dallo stomaco per finire direttamente nel mio fiore bagnato. Mentre lei lo morde e lo succhia, ancora preda degli spasmi, vengo urlando.
Le bacio un po’ le cosce e poi mi sposto, portandomi accanto a lei.
Faccio per togliermi la maschera ma mi ferma.
“No, è un gioco.”
“Non l’avevo mai fatto…mi… mi è piaciuto”
“Anche a me.” Bisbiglia. “Se vuoi, abbiamo tutta la notte”
Per tutta risposta la bacio.
Quando apro gli occhi mi trovo con le mani negli slip bagnati e un po’ scossa. Non capisco cosa sia successo. Poi mi giro e vedo il mio uomo sdraiato accanto a me, a pancia in giù. Sorrido.
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10 years ago
MerryandDoyle,
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Finalmente di nuovo insieme, cap 2
...La mattina quando mi alzai la prima cosa che feci, dopo il caffè, fu provare i costumi nuovi. Andai in bagno dove c'era un grande specchio in modo da vedermi tutta. Essendo sempre in topless quelli che più mi incuriosivano erano gli slip. Indossai prima quello verde e ne regolai i laccetti sui fianchi. Quando mi guardai allo specchio fui stupita da quanto mi stesse bene: a vita bassissima, davanti era un triangolo decisamente ridotto coprendo tutto il necessario senza essere volgare e sul retro il perizoma si apriva in un altro triangolo che accentuava la rotondità dei miei glutei. Era perfetto! Provai anche il bianco, era uguale ma con la pelle poco abbronzata non stava benissimo, lo avrei usato in seguito.Mi infilai un vestitino da spiaggia corto e largo e misi il costume, solo parte sotto, in borsa.Quel giorno eravamo soli, gli amici avevano programmato una gita con ritorno in tarda serata. Decidemmo di andare a Es Trenc, una spiaggia bellissima, lunga qualche km e con un acqua talmente azzurra da sembrare le Maldive. Una particolarità di questa spiaggia è l'essere molto libertina in fatto di nudismo, cosa a cui ormai non facevo più caso,anzi.Dopo una discreta camminata trovammo un'area non affollata dove stendere il nostro grande pareo. Mi infilai il mio costumino verde nuovo e mi tolsi il vestito.Attorno a noi alcuni in costume e altri, per lo più uomini e probabilmente gay, nudi.Dopo una mezz'ora il caldo cominciò a farsi sentire così ci tuffammo in acqua. Rinfrescata dalla nuotata, quando feci per uscire ebbi una bella sorpresa: il piccolo costumino era di una lycra leggera e da bagnato aderiva alla pelle diventando trasparente; non lo era sfacciatamente, ma quanto bastava per far notare l'assenza di peli e la forma del mio intimo alla perfezione.Appena lo notai lo dissi a Marco e imbarazzata mi riabbassai in acqua istintivamente. Lui non se lo era immaginato al momento dell'acquisto, ma alla fine mi disse anche di fregarmene visto il luogo dove eravamo. In effetti aveva ragione, eravamo in una spiaggia nudista, chi avrebbe fatto caso a me? Mi feci coraggio, mi alzai e celando l'imbarazzo che mi pervadeva, mi diressi al nostro telo, e mi sdraiai. Marco mi raggiunse qualche minuto dopo.Mi sentivo strana e lentamente l'imbarazzo mutó in piacere; Il sapere che il mio sesso era in mostra a tutti attraverso un costume trasparente mi eccitava. Ed eccitava anche lui abbastanza evidentemente. Il tempo stava passando in totale relax. Prendavamo il sole, facevamo bagni finchè giocando a racchettoni a qualche metro dal bagnasciuga, con l'acqua alle ginocchia, ed il costume ovviamente bagnato, Marco mi si avvicinò, mi buttò in acqua abbracciandomi e mi sussurrò " non resisto più, mi fai impazzire con quel costume.... Vedere poi i passanti che ti guardano mi eccita da matti". Infatti, pur essendo in un area prevalentemente nudista, il passaggio sul bagnasciuga era alto e spesso notavi occhi curiosi scrutare in giro. Con quelle parole immaginai la scena di me seminuda, coperta da un piccolo costumino trasparente guardata da occhi curiosi e sconosciuti. Un nuovo, sconosciuto e forte eccitamento mi travolse."Vieni, andiamo a fare un giro" mi disse prendendomi per mano.Non me lo feci ripetere, avevo voglia di lui. Lasciammo le racchette sul telo e ci dirigemmo dietro la spiaggia. Delle dune di sabbia, immense ed animate da vegetazione creavano un ambiente completamente differente da quello da cui provenivamo. Sentieri sabbiosi, a volte larghi altre strettissimi, si diramavano tra le dune, dentro la vegetazione. Il sole faceva sentire la sua forza sulla pelle e la leggera brezza non era sufficiente a rinfrescarla. Un silenzio quasi irreale rendeva quel luogo speciale. Mi sentivo eccitata, per il costume che mi rendeva praticamente nuda, ma soprattutto al pensiero di quello che sarebbe accaduto di li a breve.Girammo dietro un folto e alto cespuglio, dove un grosso tronco, probabilmente portato da qualche mareggiata bloccava il passaggio ad un metro di altezza.Marco subito mi prese e mi baciò; non ci volle molto perchè quel bacio esprimesse tutto il desiderio che avevamo l'uno dell'altro. Sentivo il mio sesso Umido di umori bagnare ulteriormente quel costumino mentre le sue mani carezzavano e palpavano il mio corpo. Le sentivo abili sui seni, poi esperte sui glutei, vogliose superare il costume e violarmi la vagina.Un brivido mi percorse, rapido e immediato; il desiderio in continuo aumento cancellava l' imbarazzo che fino a qualche secondo prima mi aveva tenuta all'erta su eventuali passanti. Mi abbandonai completamente in gli attimi pieni di desiderio.Scesi in ginocchio di fronte a lui, gli tolsi il costume e, con la sabbia calda sotto di me e quel sole che ci immergeva in un caldo fermo e statico, cominciai una stupenda fellatio. Lo volevo, mi piaceva il suo sapore, salato dal mare, la sua consistenza; lo leccavo fin giù ai testicoli lisci e reattivi sotto i miei tocchi, per poi accoglierlo in bocca succhiandolo con decisione. Tenendolo per i fianchi lo spingevo dentro di me, lo volevo sentire ancora in profondità come la sera prima, ma non scendeva picchiando con forza e fastidiosamente in fondo al palato. Senza lasciare quel membro, allora mi alzai rimanendo piegata a 90gradi, le gambe divaricate, e, sempre tenendomi ai suoi fianchi, lo affondavo spingendolo in fondo ma senza risultato. Ecco che però ad un certo punto, con la lingua leggermente fuori, forzai un po' di più l'affondo, i muscoli si distesero e sentii il pene proseguire la sua strada in gola: delicatamente appoggiò le mani sulla mia testa e cominciarono dei delicati e lenti affondi. La fastidiosa sensazione che all'inizio ti blocca presto scomparve. Le mie labbra raggiungevano il suo corpo mentre i suoi testicoli carezzavano il mio mento ad ogni affondo. Era lui che si muoveva dentro di me, tenendomi per la testa, fino a spingere il suo ventre contro il mio viso, per poi sfilarsi quasi completamente e riaffondare. Sentivo quel pene scivolarmi agevolmente dentro, mi riempiva, mi piaceva, mi appagava.Ad un certo punto si sfilò, mi tolse il costume ormai più bagnato di umori che di acqua salata, mi fece sedere sul tronco dietro di me e, divaricatemi le gambe, in un sol affondo s'infilò deciso nel mio sesso. Mi tenevo a lui, avvinghiata con le braccia e le gambe,mentre mi penetrava con decisione. Una sensazione meravigliosa, un groviglio di corpi accaldati sotto il sole che si godevano ogni istante di quell'amplesso. Avrebbe potuto vederci qualcuno ma non mi importava, in quel momento i miei pensieri erano occupati solo da quello che stavo vivendo, dall' orgasmo che stava arrivando.In un attimo ci trovammo a terra sulla sabbia bollente, io sopra di lui che, baciandolo nervosamente, lo cavalcavo. Il mio clitoride strusciava sul suo pube liscio trasmettendomi brividi e scariche sempre più forti. Quando due dita umide di saliva s'infilarono con decisione nel mio ano non resistetti che qualche istante prima di esplodere in un orgasmo pazzesco. Gemiti a fatica soffocati, il respiro affannoso e poi con il cuore che batteva quasi fuori dal petto mi lasciai andare sopra di lui che con un movimento di bacino, continuava ad affondare nel mio corpo tremolante.Marco era ancora carico ed eccitato; mi fece mettere a carponi, mi bagnò di saliva l'ano e subito sentii appoggiarsi il glande. Senza sforzo sentii il suo pene scivolare nel mio retto fino in fondo e subito cominciare affondi decisi. Subii quella sodomizzazione con gusto, il mio unico pensiero era farlo godere, donargli ciò che lui mi aveva appena regalato. Qualche minuto e sentii il suo caldo piacere riempirmi il retto, seguito da alcuni affondi decisi. Poi il silenzio, l'immobilità di quei due corpi incastrati, il calore del sole ed il vento tra le fitte foglie. Un bacio alla base del collo, un brivido, e quel pene che lentamente si sfilava dal mio corpo esausto e appagato. Restammo sdraiati, nudi e abbracciati li, sotto il sole, sfiniti dalla nostra passione reciproca, prima di rinfilarci i costumi, raggiungere la spiaggia e tuffarci in un bagno rinfrescante. Sguazzavo nell'acqua cristallina, ne sentivo la freschezza superare quel leggero perizoma tanto peccaminoso e carezzarmi lì dove prima ero stata penetrata, usata e violata. Tutto questo davanti quella moltitudine di persone che, ignare della nostra avventura, continuavano la loro routine da spiaggia.Una giornata indimenticabile.
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11 years ago
elisa85ely,
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Finalmente di nuovo insieme cap1
Il nuovo lavoro del mio compagno ci tiene lontani spesso per parecchi giorni.Lui ora vive in Spagna, in un posto bellissimo e sul mare.Il mio lavoro mi aveva costretto a Milano fino ai primi di luglio ed era ormai un mese che non ci vedevamo; un tempo lunghissimo per come ci eravamo abituati negli ultimi due anni.Finalmente era arrivato quel fatidico venerdì, avevo chiamato un taxi direttamente dall'ufficio per correre in aeroporto e salire su quel volo easyjet che in un'ora e mezza mi avrebbe portato da lui.Volevo essere perfetta per l'incontro, così avevo indossato quel vestitino bianco tanto corto da superare i glutei di solo qualche centimetro che a lui piaceva tanto ed un paio di sandali bronzo taccatissimi, il solito 12, che fasciavano i piedi con dei lacci incrociati fino ad allacciarsi un poco sopra la caviglia; una giacchina di jeans stretta mi copriva la lieve trasparenza del vestito che quasi impercettibilmente disegnava i miei capezzoli sul tessuto con un tono più scuro. Infine un perizoma di pizzo bianco avrebbe nascosto il mio intimo durante il viaggio.Eccomi sull'aereo, lato finestrino e uscita di sicurezza come da prenotazione, in modo da stare più comoda; a fianco a me si era seduto un ragazzo sui 35, dall'abbigliamento in viaggio di lavoro, alto, bel fisico, capello scuro corto; un bel ragazzo insomma.Ormai in volo, cominciai a leggere il mio libro; il ragazzo accanto a me controllava sull'ipad una tabella di lavoro ma sentivo i suoi occhi scrutare di sfuggita ogni centimetro del mio corpo. Una leggera tensione salendo dentro di me. L' essere guardata, apprezzata, carezzata con gli occhi, mi stava piacendo ed eccitando. Tutto questo rendeva la comprensione del romanzo un poco difficoltosa. "Bello quel libro, a che punto sei arrivata?" il ragazzo aveva chiuso l'ipad e si era fatto avanti con la scusa più ovvia in quel momento. Alzai lo sguardo e nel rispondergli capii che le ultime due pagine erano passate senza fermarsi nella mia mente. Chiusi il libro, lo guardai negli occhi e gli dissi " quando lui sta per partire direzione New York".Cominciò una conversazione che durò per tutta l'ora successiva; si chiamava Michele e stava viaggiando per l'azienda per cui lavorava e, fortuna sua, aveva letto da poco lo stesso mio libro. Parlammo di tutto mentre i suoi occhi mi continuavano a scrutare furtivamente. La situazione mi piaceva, e mi godevo il momento; anche se sapevo che non l'avrei più rivisto avevo omesso di dirgli che stavo raggiungendo il mio fidanzato, pensando che quella notizia avrebbe potuto interrompere quel flirt elegante ed educato.Ormai mancava poco all'arrivo e come da programma andai in bagno per dare l'ultimo tocco alla mia mise per il tanto atteso incontro con Marco, il mio fidanzato. Dentro quel piccolo loculo mi tolsi il perizoma per riporlo nella borsa; era umido, segno che quel flirt aveva mosso qualcosa anche a livello fisico e non solo mentale. Guardandomi nel piccolo specchio decisi di fare un piccolo regalino all'elegante e discreto osservatore che sedeva accanto a me; slacciai la giacchina di jeans e scostandola leggermente guardai i miei piccoli capezzoli che molto timidamente mostravano il loro colore scuro attraverso il tessuto del vestito. Un sorriso di compiacimento e lasciai la giacchina tornare in posizione senza però richiuderla.Tornai alla mia fila e dando le spalle al mio vicino mi rinfilai nel mio posto; Michele scostò leggermente le gambe per renderemi più agevole il passaggio; il mio sedere era all'altezza del suo viso e quasi sentii il suo respiro soffiarmi sotto il corto vestito, sul mio intimo ora nudo. Non aveva visto nulla ne ero certa, se non le mie gambe passargli a pochi centimetri o il disegno delle mie natiche dare forma al morbido cotone del vestito.Seduta con le gambe accavallate avevamo rincomiciato e a parlare. Non ci volle molto perché il suo sguardo, dopo aver esaminato dal piede curato ed ornato da un sottilissimo french alla coscia in bella vista, cadesse sul mio seno sinistro che, sfuggendo dallo spesso jeans, dolcemente modellava il vestito e faceva intravedere lo scuro della piccola aureola. Facendo finta di niente continuai nella conversazione, la cosa mi piaceva e mi eccitava. Con dei movimenti apparentemente casuali ero riuscita a scoprire entrambe i seni dalla giacchina ed ora oltre alla trasparenza i capezzoli avevano deciso di farsi notare spingendo sul tessuto. L'idea di essere guardata ma non toccata, da un estraneo mi piaceva da matti; un estraneo bello, educato e non volgare, era una situazione stupenda probabilmente in altre circostanze avrei approfondito.Stavo talmente bene e concentrata sulle sensazioni che non mi accorsi nemmeno dell'atterraggio.Michele si offrì di darmi un passaggio col suo taxi ma con un po' di rammarico da una parte ma immensa felicità dall'altra, dovetti rifiutare l'invito. Ci salutammo al ritiro bagagli dove lo lasciai in attesa della sua valigia, con uno scambio di baci sulla guancia che sarebbe voluto essere certamente qualcosa di più.Appena fuori dalle porte automatiche c'era Marco ad aspettarmi. Un abbraccio accompagnato da un bacio seguito da un'altro più passionale dichiaravano la voglia di entrambe di riunirci in un amplesso che ormai da troppo aspettava.Velocemente giungemmo a casa e quando aprì la porta delle candele illuminavano la sala che con una grande vetrata dava su tutta la baia e la città illuminata.Subito mi prese e mi baciò; un brivido mi percorse tutto il corpo, la borsa cadde a terra, le mie mani sul suo corpo, le sue sul mio che subito raggiunsero i glutei; il mio seno era schiacciato sul suo petto, sentivo i capezzoli duri spingere e stuzzicarsi con i movimenti. Una delle sue mani vogliose già aveva raggiunto il mio sesso. Me lo stava accarezzando scivolando umidamente tra le mie labbra fino a violarne la vagina con due dita. Dopo tanto tempo quel solo contatto così esperto, mi avrebbe portato in fretta all'orgasmo. Cominciai a slacciargli la camicia per accarezzare quel suo petto liscio e ben definito, poi i pantaloncini lasciandoli cadere a terra mettendo a nudo quella erezione perfettamente liscia e depilata.Mi prese il vestito e me lo sfilò dall'alto lasciandomi solo con i sandali, lo gettò sulla poltrona seguito dalla sua camicia. Nudi ancora in piedi davanti alla porta d'ingresso ci baciavamo e palpavamo ovunque. La voglia aumentava nel sentire le sue mani ovunque e il suo pene che nella mia, turgido e generoso, godeva delle mie carezze. Scesi fino a sedermi sui talloni, le gambe divaricate ed il mio sesso spalancato, con una mano portai il pene alla bocca che lentamente lo accolse baciandolo e succhiandolo. Avrei voluto fargli la sorpresa che avevo preparato in tutti quei giorni di solitudine documentandomi su internet e facendo esercizi, ma da quella posizione non ci riuscivo. Mi limitai a succhiarlo e leccarlo, accarezzandogli i testicoli con una mano. Il suo sapore mi riempiva meravigliosamente la bocca e vedere la sua espressione di goduria alla luce debole delle candele era stupendo.Ad un certo punto mi fece alzare, mi appoggiò di schiena al muro, mi sollevò una gamba e puntando il pene in un sol colpo s'infilò in vagina. Un mio gemito risuonò nella stanza, portai le braccia intorno al suo collo e cominciò a stantuffarmi. Dopo quel mese di astinenza sentirlo di nuovo dentro di me era stupendo.Ancora contro il muro mentre lui mi sorreggeva dalle natiche incrociai le gambe dietro la sua schiena e così uniti ci spostammo sul divano dove si sdraiò su di me e rincominciò a stantuffarmi. Io impazzivo, mi tenevo stretta con le gambe e le braccia a lui in attesa di quell'orgasmo che iniziava a far sentire il suo arrivo. Il clitoride strusciava vibrando meravigliosamente sulla sua pelle liscia mentre la vagina era sconquassata da quelle penetrazioni sempre più decise. Ecco che repentino e violento giunse quel brivido seguito da un'esplosione di piacere immensa. Gemevo ancora in preda all'orgasmo quando sentii un getto caldo colpirmi la cervice ed invadermi il corpo. Eravamo venuti praticamente insieme esplodendo in un piacere comune. Abbracciati e ancora uniti ci baciammo per minuti prima di separarci e rivestirci per la cena.Marco aveva preparato una buonissima cena a base di pesce, dopodiché decidemmo di uscire per bere un drink. Era mezzanotte passata ma lì la movida comincia tardi; ci sediamo ad un tavolino appena dentro il locale e ordiniamo. Il locale piano piano si riempie di gente che comincia anche a ballare; presto anche noi veniamo tirati dentro dalla musica e ci ritroviamo schiacciati in mezzo agli altri. Mi sentivo toccata ovunque da quella moltitudine quasi pressata, il vestito ormai svolazzava donando a qualche probabile curioso degli scorci interessanti. Ma davanti a me c'era il mio ragazzo che mi fissava mi accarezzava e mi baciava in quella luce così debole. Presto le sue mani birichine furono sui miei glutei, e nascosto dalla gente non si fece problemi ad osare anche di più; sentivo la sua mano tra le natiche raggiungere il mio sesso di nuovo umido e voglioso mentre la sua erezione pressava sul mio ventre. Presto mi prese per una mano e mi portò fuori dicendo"andiamo a casa".Velocemente percorremmo la piccola darsena che ci separava dal portone di casa. In ascensore mi prese e mi baciò mentre le sue mani non davano tregua al mio sesso ormai impazzito. Ero di nuovo eccitata e lo volevo di nuovo dentro di me. I tacchi risuonavano nel lungo corridoio di marmo che portava alla porta di casa. Appena dentro mi prese il vestito e nuovamente me lo tolse; ero di nuovo solo in sandali, eccitatissima e impaziente. Lo feci cadere indietro sdraiato sul divano, lo spogliai completamente e, chinandomi a 90 dal suo fianco mi avvicinai al pene e lo presi subito in bocca. Ecco di nuovo quel suo sapore stupendo riempirmi la bocca, e incrementare il mio desiderio. Salii sul divano portando il mio sesso sulla sua bocca; un brivido si scatenò per tutto il corpo al contatto della sua lingua che sapientemente mi coccolava dal clitoride fino all'ano. Non tardi due dita umide di saliva si fecero strada nel mio posteriore scivolandovi dentro facilmente fin da subito; ero talmente eccitata che il mio corpo desiderava di essere penetrato ovunque. Il suo pene in bocca, le sue dita nel mio ano e la sua abile lingua sul mio sesso mi davano brividi continui di piacere.Mi sentivo pronta per la mia sorpresa ed ero curiosa di quello che avrebbe provato. Indietreggiai allontanando il mio sesso dalla sua bocca e sdraiando così il pene sul suo ventre tenendo solo il glande in bocca; tirai indietro la testa di modo che il mio mento e il mio collo si appoggiassero sul suo ventre, tirai leggermente fuori la lingua sotto il glande e cominciai ad avanzare strusciando su di lui. Sentivo il pene farsi strada nella mia bocca, fino a toccare in fondo sul palato molle. Ero tesa, eccitata, e vogliosa di stupirlo. Ne vedevo ancora circa metà fuori di me; mi feci coraggio, avanzai un poco ancora, feci come per deglutire ed ecco che il glande si stava facendo strada dove mai era stato. Una sensazione molto spiacevole data dalla contrazione dei muscoli mi fermò e mi fece indietreggiare; presi fiato e rincominciai a reinserirlo. Sempre la stessa sensazione ma mi feci coraggio ed avanzai. Era fantastico, superato quel punto critico sentivo il pene infilarsi in gola riempiendomi la cavità. Incredibilmente il mio labbro inferiore arrivò alla base; lui era immobile, le dita nel mio ano immobili ed io piacevolmente stupita. Indietreggiai fino a meta, presi fiato e poi mi rinfilai ancora, e poi ancora; dopo un po' di volte il fastidio non c'era più ed il pene scivolava liberamente fino in gola.Con tutto il pene infilato riportai la mia vulva sulla sua bocca e cominciai a salire e scendere fino ad appoggiare le labbra alla base. Era incredibile, tutti quegli esercizi con il fallo fatti le due settimane precedenti avevano dato frutti; sentivo quel pene farsi strada nella mia gola senza alcun fastidio sempre più velocemente mentre lui nervosamente mi leccava la vulva mugolando ad ogni mio affondo.Ad un certo punto mi fece alzare, mi portò alla finestra, mi baciò e mi fece girare verso il panorama. "sei stupenda, mi hai fatto una bellissima sorpresa amore" mi disse sussurrando mentre sentii il glande puntare al mio ano. Ecco che un altro brivido mi percorse, lo volevo lo desideravo; cominciai a spingere indietro mentre sentivo lo sfintere dilatarsi ed il glande entrare. Un suo affondo deciso, un mio gemito lanciato dalla finestra alla città. Ero in estasi, le gambe divaricate e tese sui tacchi, lui che tenendomi per i fianchi mi penetrava fino in fondo, le luci della città che si specchiavano nel mare di fronte a me, tutto era meraviglioso. Mi tenevo con le mani al bordo inferiore della finestra e spingevo indietro le natiche per contrastare quegli affondi che diventavano sempre più decisi.Le macchine e i pedoni passavano nella strada sotto di me e il poterli guardare mentre venivo sodomizzata dal mio compagno era una sensazione strana e piacevolmente unica.Lo feci fermare mi staccai e mi misi in ginocchio sulla poltrona che stava accanto a me; mi appoggiai con i gomiti sullo schienale ed inarcai la schiena puntando verso l'alto il sedere. Sentii il fresco dell'aria solleticarmi lo sfintere dilatato, ma ecco di nuovo quel pene che da dietro si rinsinuava nel mio corpo. In quella posizione lo sentivo veramente tutto, scivolare dentro e fuori dal mio retto mentre le sue mani mi tenevano saldamente dai fianchi. Mi sentivo riempire piacevolmente e accompagnavo i suoi affondi spingendo verso di lui.Mi stava sodomizzando ormai da un po' quando portò una mano a carezzare il mio sesso fradicio di umori; subito un brivido, seguito da un altro e poi un altro. Sentivo il piacere salire, il ritmo degli affondi aumentava, sempre più forte, sempre più deciso, quasi violento, proprio come piaceva a me. Ecco un altro brivido, poi i muscoli irrigidirsi ed un orgasmo esplose violento e forte. Dei gemiti rimbombarono nella stanza accompagnando quel meraviglioso orgasmo.Il mio corpo tremolante continuò a subire quelle penetrazioni violente ancora per alcuni minuti prima che Marco mi scaricò tutto il suo caldo piacere in corpo. Si chinò su di me, mi baciò sulla schiena e sussurrando mi disse " mi hai fatto un bellissimo regalo e anch'io ne ho uno per te" e si sfilò allontanandosi.Io mi alzai e mi misi in piedi alla finestra guardando la luna che si rispecchiava in mare. Sentivo lo sperma scivolare fuori dal mio corpo e colare su di una gamba. Ero in estasi, appagata e soddisfatta.Tornò con un pacchettino e me lo porse. Era un bikini bianco con una mutandina a perizoma molto ridotta che si allacciava sui fianchi ed un'altra mutandina uguale verde acqua. Era bellissimo e gli dissi che l'avrei provato al mattino visto che in quel momento ero un colapasta e lo avrei sicuramente sporcato. Lo baciai e dopo un po' ci coricammo a letto nudi e abbracciati.
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11 years ago
elisa85ely,
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La spiaggia
....Ciò che sto per raccontare, è accaduto solo qualche giorno fa; Sempre stata molto "liberale" nelle mie precedenti storie, in questa attuale invece, forse perché presa molto più seriamente, sono sempre stata molto fedele tenendomi solo il rapporto segreto con Francesca, la mia amica di sempre e qualcosa di più da solo qualche anno, come unico svago extra; ma quello che è accaduto qualche giorno fa mi ha dato da pensare e tuttora non so come interpretarlo, se dargli importanza oppure considerarlo un momento di debolezza da tenere nascosto.Comunque sia ve lo racconto, al limite sarete voi, lettori e lettrici a darmi qualche consiglio.Mi trovo in Spagna ormai da un mese, a Maiorca per l'esattezza; il mio fidanzato si è trasferito per lavoro, ed io ne ho approfittato per farmi delle belle vacanze prima di un inizio stagione durissimo che ci terrà lontani per un pochino; ovviamente dedico qualche ora al lavoro che posso comunque svolgere anche da qui, ma principalmente sole e mare. Come molti di voi sapranno la Spagna e le Baleari in particolare, hanno delle abitudini molto più libertine di noi in fatto di costume si e costume no; però anche io, che comunque appena posso lo tolgo, ci ho messo un po' di tempo ad abituarmi a questo nudismo spesso presente in spiaggia, senza però mai praticarlo; il classico topless sempre, e qualche volta ho azzardato qualche costumino un po' ridotto, senza però mai eccedere. Ai primi di agosto è arrivata anche Francesca con il suo fidanzato a farci compagnia e passare qualche giorno di vacanza. Con lei, già da anni, si è instaurato un rapporto saffico molto intimo e segreto anche se in presenza dei rispettivi fidanzati siamo semplici amiche d'infanzia, ed in questi giorni non abbiamo avuto occasione di rimanere sole in casa; qualche giorno fa però, Marco, il mio fidanzato, é dovuto tornare inaspettatamente a Milano per lavoro dove si fermerà fino a fine mese; Francesca con la scusa di rimanere a farmi compagnia si è fermata ancora una settimana lasciando che Daniel, il suo compagno, tornasse a Milano da solo; una cosa normalissima già accaduta un sacco di altre volte.Amiche di giorno ma amanti di notte,quello che ci unisce non è altro che un desiderio di qualcosa di diverso, di più dolce e delicato, ma nessun sentimento che vada oltre alla profonda amicizia che ci lega fin da piccine; questo ci permette di vivere le nostre vite normalmente incontrandoci quando lo desideriamo.Ormai sole da qualche giorno eravamo libere di andare dove volevamo, senza orari; spinte dalla curiosità eravamo andate in una spiaggia con nudismo consentito per provare a metterci al sole senza costume in mezzo ad altra gente; anche se nessuno ci avrebbe fatto caso non avevamo avuto il coraggio di togliere lo slip; l'idea mi eccitava parecchio e la mattina successiva decidemmo di riprovarci: bastava che una delle due prendesse il coraggio di farlo e molto probabilmente l'altra l'avrebbe seguita, così io decisi di forzare un pochino la cosa e di costringermi a prendere il sole nuda sotto gli sguardi degli altri. Al momento di vestirmi indossai un vestito di cotone elasticizzato a righe beige e marrone che partiva da sopra il seno e scendeva aderente fino a metà coscia e un paio di converse alte crema. Non presi il costume lasciandolo sul letto e, presa la borsa da spiaggia, senza dire nulla alla mia amica, ci dirigemmo alla spiaggia che distava un'oretta da casa.Durante il tragitto continuavo a pensare al fatto che una volta in spiaggia non avrei avuto alternative e la cosa mi eccitava parecchio. Solo mentre camminavamo sul bagnasciuga per raggiungere l'area libera dissi " sai che non ho il costume? L'ho lasciato sul letto". Francesca sorrise e mi disse " allora oggi sei obbligata!!"Trovammo un posto adatto, i più vicini erano ad una ventina di metri, stesi l'enorme pareo, mi tolsi le scarpe e dando le spalle ai "vicini" mi tolsi il vestito restando completamente nuda. Emozionata ed eccitata subito mi sdraiai a pancia in giù, come per nascondermi. Francesca in topless si sdraiò accanto a me. Mi sentivo gli occhi di tutti addosso anche se in realtà solo qualche passante si girava a guardarmi. Il tempo passava, il gioco mi piaceva, e piano piano le gambe prima serrate ora si stavano allargando come per mostrare il mio frutto a tutti i passanti. Ero ormai rilassata, mi girai a pancia in su; il sole picchiava, ne sentivo il calore si tutto il corpo, mi eccitava il mostrarmi, solo che Francesca non cedeva; gli presi un laccetto del costume e tirandolo glielo slegai; lei non fece nulla se non guardarmi con occhi interrogativi ma finendo per sorridere. Passai la mano sul suo ventre e preso l'altro laccetto feci lo stesso; la guardai, lei mi guardò, presi i costume con la mano e dicendole " fidati si sta benissimo" lo tirai mentre lei alzava leggermente il bacino, e glielo tolsi. Sguardi silenziosi durarono qualche istante per poi perdersi nel cielo; inconsciamente ci prendemmo per mano, come a cercare una certezza, una maggiore sicurezza. Il tempo passava, e ormai anche alzarsi e camminare nude quei metri che ci separavano dal mare in vista di tutti era una cosa fattibile. Nuotare nuda è una cosa che io amo e faccio spesso, farlo li però, in una spiaggia piena di gente, mi eccitava maggiormente. In più potevo ammirare Francesca in tutto il suo splendore, immersa nella natura; bionda, il seno tondo un pochino più grosso del mio ma comunque sodo, le gambe lunghe e dritte che si univano in quel frutto del piacere adornato da una sola e sottilissima striscia di peluria quasi impercettibile per dimensioni e colore chiaro. Camminavamo vicine nell'acqua puntando il mare aperto in cerca di una profondità maggiore; i nostri corpi si toccarono, si sfiorarono, si stuzzicarono; scappò un bacio, poi delle carezze; qualche istante ed eccoci, immerse nell'acqua cristallina fin quasi al collo, avvinghiate passionalmente. Ci baciavamo, ci carezzavamo, i corpi a contatto, i seni si massaggiavano, i miei contro i suoi, la morbidezza femminile tutto ci dava quei piaceri che un corpo maschile non può regalarti. Con la mano percepivo il viscido degli umori femminili vincere il freddo secco dell'acqua salata ad ogni carezza sulla sua liscia e morbida vulva, come sentivo scivolare la sua mano sulla mia; il contrasto del caldo degli umori che anche io emanavo ed il freddo dell'acqua che seguiva ogni sua carezza, mi produceva dei brividi di piacere immenso. Fu qualche breve minuto di piacere enorme ma poi con la frase " siamo in pubblico, non possiamo" Francesca si staccò per tornare a prendere il sole.Avrei voluto molto di più ma in effetti li, sotto gli occhi di tutti non si poteva, così tornammo verso la nostra postazione; camminando, man mano che l'acqua si abbassava sentivo la voglia persistere in me, ma ormai con il sesso all'aria non potevo nemmeno carezzarmi un poco per placarla; cercando con lo sguardo i nostri teli sulla spiaggia notammo che due uomini stavano prendendo posto non molto distanti da noi. Ci prese subito un senso di imbarazzo , ma non potevamo farci nulla e soprattutto non potevamo nemmeno stare in acqua tutto il giorno, così con disinvoltura tornammo al nostro posto proprio passando accanto a loro. Erano due ragazzi dal fisico statuario, tonici, depilati, biondi e abbronzati, ma che per fortuna ancora intenti ad organizzarsi, non ci degnarono nemmeno di uno sguardo parlando tra loro in tedesco; per movenze e aspetto troppo curato, molto probabilmente erano gay e la cosa ci rassicurò parecchio.Il tempo continuava a passare ero ormai tranquilla e rassicurata, ma quel celato desiderio non se ne andava; eravamo sdraiate tenendoci per mano, quando mi alzai e le dissi di venire con me; non ce la facevo più, avevo voglia di lei, delle sue carezze, del suo corpo, e averla accanto a me nuda in pubblico non faceva altro che accrescere questo desiderio; la presi per mano e nude prendemmo un sentiero che portava dietro le dune e la vegetazione che stava dietro la spiaggia. Il luogo era appartato e riparato da sguardi indiscreti, ci baciammo e subito ci stringemmo una all'altra; la sabbia calda sotto i piedi, il sole sulla nostra pelle nuda ed il morbido contatto dei nostri corpi palpati e carezzati dalle nostre mani era tutto un 'insieme di sensazioni meravigliose. Non ci volle molto per trovarci sdraiate direttamente sulla sabbia tra quei cespugli; in un attimo mi trovai con la testa tra le sue gambe aperte; leccavo e baciavo quel caldo frutto umido e viscido, godendone sapore e morbidezza per poi ritrovarmi infine in un meraviglioso 69; io stavo sopra e continuavo a leccarla mentre lei mi leccava e baciava; il sapore di Francesca, la sabbia calda, i corpi a contatto e le sue attenzioni al mio sesso mi portarono in una nuova e meravigliosa realtà. I nostri bacini cominciarono ad accompagnare muovendosi le attenzioni dell'altra; era un momento magico, quando d'un tratto sentii una mano appoggiarsi sulla mia schiena; di colpo mi fermai, mi voltai e alla vista dei due tedeschi che avevano preso posizione vicino a noi in spiaggia, nudi, scattai allontanandomi di qualche metro spaventata; "no non spaventatevi, pensavamo voleste compagnia" disse in inglese uno di loro, aggiungendo poi "abbiamo evidentemente interpretato male i vostri sguardi, scusate" e fecero per allontanarsi. "no non andate" li fermai; non so che mi prese, stavo facendo una pazzia, ma erano due corpi perfetti, modellati meravigliosamente e completamente depilati. Sedute una accanto all'altra col respiro affannato, Francesca mi guardò con guardo spaventato e interrogativo; "goditi il momento, nessuno lo saprà" le dissi. I due si avvicinarono, uno di fronte ad ognuna, con i membri eretti esattamente di fronte alle nostre facce; lo presi in bocca, era salato dal mare, cominciai a succhiarlo e leccarlo mentre guardavo Francesca che invece lo accarezzava timidamente. Continuai nella mia opera e quando mi rigirai verso di lei finalmente lo stava succhiando con un vigore incredibile e con una mano si carezzava la vulva; era entrata nella parte.Il mio partner mi fece alzare, mi girò e mi fece piegare a novanta appoggiandomi con le mani ad un tronco, portò il suo pene in contatto con la mia vagina e cominciò a spingere penetrando nel mio corpo; il suo pene scivolò meravigliosamente nel mio corpo fino a sbattere sui miei glutei con il ventre; Francesca intanto continuava la sua fellatio.Qualche minuto e lo feci sdraiare sdraiare in terra per salirci a cavalcioni infilandomi di nuovo su quel pene e cavalcarlo; il clitoride strusciava su quel ventre liscio mentre il pene scivolava dentro e fuori. Le sue mani mi palpavano i glutei e sentii un dito forzare il mio ano; subito portai con una mano della saliva su di esso, facilitandone l'ingresso; presto le dita divennero 2 che unite a quello che succedeva davanti mi regalavano brividi e scariche di piacere. Vidi Francesca rifiutarsi di continuare e lo sconosciuto dopo aver ricevuto il secondo rifiuto si avvicinò a noi; guardandolo, bagnai due dita di saliva e le portai al mio ano, allontanai le dita che già mi penetravano per sostituirle con le mie bagnandolo per bene; lo sconosciuto si avvicinò si mise in posizione e non appena tolsi le dita sentii il suo pene appoggiarsi per poi lentamente sprofondare nel mio retto; un gemito inconsapevolmente si disperse nell'aria, di nuovo avevo due uomini che mi penetravano; il ritmo presto divenne perfetto, Francesca in piedi mi guardava stupita mentre si toccava tra le gambe. Presto dei brividi intensissimi anticiparono una tensione di tutti i muscoli ed un orgasmo fortissimo m'invase.Di colpo spalancai gli occhi, ero distesa nel letto, la mia mano destra era sul mio intimo fradicio, il respiro affannato, ed il cuore sembrava uscire dal petto; Francesca, nuda, ancora dormiva accanto a me. È stato il sogno più intenso che abbia mai fatto, esprimendo forse il desiderio più nascosto.....Quando ci alzammo e preparammo, io indossai il vestito a righe e lasciai il costume a casa.La sensazione di imbarazzo e tensione ad essere nuda in mezzo a sconosciuti fu fortissima, come nel sogno, solo che Francesca non mi seguì e tenne lo slip.
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11 years ago
elisa85ely,
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Caro diario...
Caro diario è qualche giorno che mi sento strana quando sono in compagnia della mia amica Serena, la guardo con occhi diversi e spesso mi ritrovo a fare fantasie erotiche su di lei anche se tu ben sai che a me sono sempre piaciuti gli uomini. L’altro giorno eravamo in un centro commerciale a fare delle spese e mentre lei si provava dei vestiti nel camerino insieme a me, ho iniziato a pensarla in modo strano, pensavo alla sua pelle calda che sfiorava la mia in quel camerino così stretto, le mie mani che cercavano i suoi seni la mia bocca affamata di lei e del suo sapore ed i suoi occhi…non ti dico come mi guardavano, con che ardente desiderio ma allo stesso tempo scoppiavano di una dirompente provocazione…solo il rumore di qualcuno che ha bussato al camerino mi ha distratta e purtroppo riportata alla realtà. Per fortuna Serena non si è accorta di questa eterna pausa che mi sono presa fra un commento sul vestito nero e quello rosso.
La stessa cosa mi è successa questa notte passata, l’ho sognata, era così bella e così provocante, giocava con me con gli sguardi, mi stuzzicava e mi ignorava nello stesso tempo, è stato bellissimo! Ora ti racconto il sogno…eravamo in discoteca, più belle ed arrapate che mai, volevamo fare follie quella notte, ma alla fine le follie le abbiamo fatte insieme…abbiamo iniziato a ballare, a sudare e come al solito a ballare molto vicine per godere nel vedere la reazione dei ragazzi che ci circondano, sento le sue mani sfiorarmi delicatamente la pelle ma cerco di non dare molta importanza alla cosa in quanto mentre si balla è solito toccare chi ti è vicino, ma non è così, lei mi ritocca e la mia pelle sotto e sue mani brucia di desiderio, la voglio toccare, ma ho paura della sua reazione…e se mi stessi sbagliando? Ok io tento, al massimo darò la colpa al cocktail in più che mi sono bevuta! Inizio a sfiorarla, lei ricambia, sento la pelle delle sue braccia così liscia sotto le mie mani, ma voglio di più, inizio a sfiorarle il viso, poi il collo delicatamente, e giù lungo i seni dimenticandomi di tutto ciò che mi circonda, la voglio, la desidero come non mai, mi sento accaldata, ho voglia di spogliarmi, di farle sentire il mio corpo sul suo…lei mi tocca, mi guarda con quegli occhi che mi fanno impazzire e mi dice: ”Andiamo in bagno”, “non mi piace in bagno” le rispondo io e la conduco in macchina. Iniziamo a baciarci, le sue labbra sono dolcissime e morbide ma avide di passione non meno delle mie; le mani ormai viaggiano in modo autonomo, lei mi tocca ed io rispondo, sento che le sue mani scendono giù lungo le mie cosce, le apro per facilitarle la strada, mi sento eccitatissima e non vedo che se ne accorga anche lei. Sento le sue dita lunghe e calde insinuarsi nelle mie mutandine, ormai la mia fighetta è impazzita, ha voglia solo di godere e la accontentiamo subito facendole provare un orgasmo molto intenso che mi lascia senza forze per un attimo, ma che mi da allo stesso tempo la forza di ricominciare a giocare con Serena. “Ora tocca a te” le dico sorridendo e nella penombra vedo i suoi occhi illuminarsi di gioia e di desiderio…ma io non voglio farti godere subito, ti voglio fare impazzire di desiderio penso fra me ed infatti mi abbasso ed inizio a leccarle le cosce risalendo poi verso la sua bellissima e depilatissima fighetta…è calda, bagnata e mi piace da morire il suo sapore, è dolce e salata allo stesso tempo, la lecco fino a quando non la sento venire nella mia bocca…è bellissimo ed è soltanto l’inizio di una fantastica nottata a base di sesso che dopo la discoteca trascorreremo a casa mia.
Ora riflettendo mentre ti scrivo, caro diario, mi sa tanto che andrò a fare una visita a sorpresa a casa di Serena, chissà che il sogno non riuscirà a diventare realtà!
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1
11 years ago
admin, 75
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Io lui e.........lei
Roberto era uno di quelli che si definiscono trombamici, ci conoscevamo da molto ma ci vedevamo poco e solo quando entrambi liberi da legami; quello che sto per raccontare accadde in un periodo proprio così: quel pomeriggio ricevetti il suo messaggio e non poté che farmi piacere. Mi chiedeva se volessi uscire a cena con lui quella sera stessa; un sorriso spontaneo mi si disegnò sul volto sapendo benissimo che la cena era solo un pretesto per poi stare insieme; risposi di si e che lo avrei raggiunto a casa sua visto che ero in ufficio con la macchina. Mi rispose che stava tornado da un viaggio di lavoro e sarebbe arrivato a milano alle 17.45, quindi mi avrebbe raggiunto in ufficio e di aspettarlo lì.Le ore passarono velocemente avvicinandosi il momento dell'incontro; era molto che non lo vedevo, e l'idea di rincontrarlo mi eccitava parecchio.Ci vedevamo si per un motivo ben preciso, ma era anche un ottimo compagno di cene e mi divertivo un sacco con lui, sapeva metterti a tuo agio ed era proprio simpatico.Cominciai a prepararmi, per quello che si poteva fare in ufficio; comunque ero più che presentabile, un vestitino bianco sportivo aderente nella parte sopra ma largo nella gonna, non più lunga di metà coscia, e un paio di stivali scamosciati marroni con un tacco non a spillo ma comunque il solito12 il tutto coperto da una giacchettina di jeans molto ridotta; la mise era perfetta.Quella mattina avevo indossato le palline cinesi che per tutto il giorno, con le loro sottili vibrazioni, mi avevano regalato brividi di piacere che però in quel momento erano del tutto soffocati dall' idea della serata con Roberto; stavo per estrarle e riporle in borsa quando mi balenò l'idea di tenerle facendo una sorpresa al mio caro amico, curiosa anche di come si sarebbe comportato.Poco dopo le 18 ricevetti un suo messaggio annunciando il suo arrivo e di scendere; tutta di fretta, mi infilai la giacchina, raccolsi le mie cose, chiusi l'ufficio e scesi; era lì, proprio di fronte al portone, ancora i giacca e cravatta, sorridente che mi guardava arrivare; ci abbracciammo subito, due baci sulle guance e sorridenti ci dirigemmo a prendere un aperitivo.Erano quasi 6 mesi che non ci vedevamo e avevamo un sacco di cose da raccontarci; parlammo davanti ai nostri 2 drink ed il tempo passò in un baleno.Roberto era molto loquace ed il tempo volò in modo piacevolissimo; un ottimo sushi fu la nostra cena durante la quale i discorso lentamente si spostò sulle nostre avventure e cominciarono dei punzecchiamenti un pochino piccanti.La serata stava volgendo al termine ed entrambi sapevamo cosa sarebbe successo dopo; con lui sentivo sempre quella tensione della prima volta, anche se non lo era, ed ecco che anche quella sera, con l'avvicinarsi del momento, il nervoso nelle gambe ne fu il primo sintomo.Ci alzammo e decidemmo di fare una passeggiata sui navigli visto che ci trovavamo li dietro; c'era un sacco di gente e passeggiare tra la folla risultava quasi difficile, ma questo non fermò Roberto dal posarmi una mano per nulla innocente sulle natiche.Quando lo sentii palparmi ebbi un brivido, ero già carica da prima, in più camminando sentivo le vibrazioni che le palline mi trasmettevano delicate dall' interno del mio intimo; quando mi sussurò nell'orecchio " che ne dici di andare a casa mia" non ebbi certamente dubbi sulla risposta.Mentre guidavo la sua mano era ormai fissa sulla mia coscia, accarezzandomi li dove la gamba é più sensibile, al suo interno; ormai ero pronta, sentivo l'umido e il calore ricoprire il mio intimo, e lui, da quello che si poteva notare attraverso i pantaloni, era decisamente eccitato.I miei tacchi rompevano dolcemente il silenzio di quel cortile componendo una melodia dal ritmo deciso che segnava l'inizio della nostra avventura; appena entrati in casa Roberto mi prese all'improvviso e mi appiccicò letteralmente al muro e cominciò a baciarmi; io lasciai cadere a terra la borsa, gli misi le braccia al collo ed ecco che i giochi cominciarono; desideravamo quel momento ormai da troppe ore e la foga di entrambi ne era un chiarissimo segnale; le nostre lingue s' intrecciarono fulminee in un bacio profondo, lunghissimo, mentre sentivo il suo sesso, gonfio e voglioso, premermi sul ventre attraverso i vestiti.Frettolosamente cominciai a spogliarlo; gli tolsi la giacca, la cravatta, nervosamente gli slacciai la camicia e i pantaloni che subito caddero a terra; le mie mani correvano sul suo corpo, mentre sentivo le sue sul mio. Ecco che una sua mano cominciò a salirmi da un fianco sotto la gonna e non incontrando intimo interruppe il bacio ed esclamò " vedo che le buone abitudini non si perdono mai". Sorrisi. La mano dal fianco subito si spostò sul mio basso ventre per poi giungere lì, sul mio già umido sesso. Io d'altro canto avevo già raggiunto il pene nei boxer e lo stavo accarezzando; ne apprezzavo la generosità e la morbidezza di quella pelle accuratamente depilata ne faceva uno splendido contorno.Sentivo le sue dita delicate sul mio clitoride che dolcemente mi faceva vibrare; poi si spostarono più in giù fino ad incontrare l'anello in silicone delle palline che spuntava dalla vagina;" e questo cos'è?" mi chiese Roberto. " è un giochino che mi tiene compagnia da stamattina ma che puoi togliere quando vuoi" risposi; subito si inginocchiò di fronte a me, mi sollevò la gonna, e le sue labbra si poggiarono sul mio intimo; un brivido mi percorse quando la lingua mi sfiorò il clitoride per poi continuare verso la vagina. Divaricai le gambe e, appoggiata di schiena al muro mi gustai quel fantastico connilingus; mi passava dappertutto dal clitoride fino all' ano, ancora stretto tra le natiche, in un modo stupendo; le mie mani erano ad accarezzargli la testa mentre lui era impegnato col mio sesso; sentivo dei brividi delicati percorrermi tutto il corpo mentre lui continuava inesorabile a leccarmi e baciarmi.Ad un certo punto si alzò, mi baciò mentre con la mano sulla vulva mi prese con con un dito l'anello e tirandolo leggermente in fuori mi disse " visto che qui è occupato...." e subito mi girò faccia al muro; capii subito cosa intendeva e la cosa non mi dispiacque affatto; inarcai leggermente la schiena e divaricai le gambe mentre lui mi sollevò la gonna scoprendo le mie natiche. Qualche istante e sentii puntare il glande sul mio buchino posteriore già abbondantemente inumidito. Mi rilassai ed ecco che lentamente lo sentii farsi strada attraverso il mio sfintere; un mio gemito accompagnò il suo affondo, e subito aumentando il ritmo cominciò ad infilarsi dentro di me fino a sbattere rumorosamente con il corpo sui miei glutei.Era bellissimo, sentivo la sua presa decisa sui fianchi ed i suoi affondi vigorosi nel mio retto cancellavano le vibrazioni delle palline che però strette nella mia vagina e mosse dagli affondi stimolavano meravigliosamente la parete pelvica; appoggiata al muro con le mani aperte e ben salda sui tacchi mi godevo quella penetrazione stupenda. Cercavo di soffocare i gemiti mordendomi le labbra, mi sentivo meravigliosamente piena ovunque, dei brividi percorrevano il mio corpo ed ogni affondo inarcavo la schiena per sentirne di più, lo volevo in fondo; quando sentii una sua mano prendermi dolcemente i capelli in una coda tenendomi con delicata decisione, e l'altra raggiungermi il clitoride, i gemiti si fecero incontenibili; lui affondava imperterrito procurandomi in breve un orgasmo violento sconquassato dalle sue spinte che non accennavano a fermarsi. Le sue mani interposte tra me ed il muro ora stringevano il mio seno, mentre i suoi colpi quasi violenti mi schiacciavano al muro; cercavo di contrastarli spingendo il sedere indietro ma questo non faceva altro che accrescere l'eccitazione di quel maschio che mi stava sodomizzando con decisione; quei colpi, quella sensazione quasi di impotenza, quel pene dentro di me, e non da meno quelle palline che vibravano ogni affondo, mi riportarono alto il livello di libido. Il tempo che ormai sembrava essersi fermato da tempo riprese il suo corso quando mi sentii strizzare con forza il seno, ed un getto bollente m'invase le viscere; ancora qualche affondo e si fermò, infilato dentro di me, mi baciò il collo delicatamente e mi sussurrò " sei sempre uno spettacolo..... Ti fermi qui stanotte vero?" " mi dispiace, è stato stupendo e sai che con te continuerei a lungo ma è già tardi devo andare" risposi girandomi facendolo così uscire dal mio corpo". Lo baciai, lentamente raccolsi la borsa e un po' controvoglia andai via.Non so ancora cosa mi prese, non era tardi, era stato bellissimo e avrei sicuramente continuato, ma un qualcosa di misterioso mi aveva portato fuori da quell'appartamento; la stessa cosa che mi portò a scrivere a Francesca.Lei sapeva del mio incontro galante di quella sera e subito mi rispose " ma come, già verso casa? Fermati qui a fare 2 chiacchiere tanto sei sulla strada e non è nemmeno mezzanotte"Quando Francesca mi aprì la porta indossava solo una camicina da notte sul rosa decisamente trasparente che non nascondeva per nulla i suoi seni stupendi e quel suo intimo fresco e privo di peluria; " ciao tutto bene?" mi chiese con fare interrogativo. Con un sorriso stampato in faccia le risposi " certo, sai che con Roberto va sempre bene...... Ma avevo voglia di te!!!" e subito la baciai; qualche istante di sua esitazione e subito le lingue s'intrecciarono, la porta si chiuse dietro di noi e appiccicate ci gettammo sul divano li vicino.Subito cominciammo a spogliarci reciprocamente ed in breve mi ritrovai con indosso solo gli stivali, troppo complicati da togliere in quella foga che ci accompagnava; ci baciavamo, i nostri seni strusciavano lisci tra di loro, sentivo le sue mani scivolare decise sulla mia schiena fino ai glutei per palparli e carezzarli passando anche sull'ano, ancora dilatato e imbrattato di sperma; " beh vedo che ti sei proprio divertita stasera" mi disse violando con un dito il mio sfintere.Ci trovammo presto in uno splendido 69 in cui lei vedendo l'anellino fuoriuscire dal mio corpo non esitò a giocare con le palline estraendo la prima per poi rispingerla dentro mentre mi leccava e succhiava divinamente il clitoride; io intanto la leccavo e succhiavo con gusto, quella sua pelle liscia, quel suo sapore delicato tutto era magnifico.La sentivo leccarmi abbondantemente, fino anche al sedere dove il solletichino delicato della sua lingua lá dove prima c'era stata decisione, il tutto aggiunto a quell'entrare e uscire delle palline mi stava portando al settimo cielo; i nostri corpi cominciarono a muoversi assecondando i baci dell'altra, accompagnati da timidi gemiti, il ritmo aumentava e nel momento in cui mi sfilò del tutto le palline venni travolta da frotte di brividi prodotti da quell'orgasmo in esplosione; rimasi immobile qualche istante mentre Francesca strusciava freneticamente il suo sesso sulla mia bocca semiaperta; non appena rincominciai a leccarla, quasi istantaneamente, ecco che giunse anche il suo momento, accompagnato da un gemito fortissimo.Mi alzai, mi tolsi gli stivali e mi coricai abbracciata teneramente a lei; mi confessò che sentire il sapore di un uomo e del suo sperma su di me la eccitò moltissimo; ci coccolammo a lungo prima di coricarci e addormentarci nel letto.
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11 years ago
elisa85ely,
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IL MASSAGGIATORE di vane23
Era da un po’ che avevo adocchiato questo nuovo massaggiatore. Tra noi solo uno scambio reciproco di sguardi ma nulla di più, nemmeno una parola. Era già la quinta volta che andavo in questo centro, ma non avevo avuto modo di essere stata ancora sotto le sue mani.L'occasione si presentò un autunnale pomeriggio di ottobre quando lo vidi seduto alla reception. Andai verso di lui con un sorriso smagliante. Sicura di me, del mio passo nonostante indossassi delle ballerine, avevo i capelli sciolti e lucenti, un paio di short di jeans che nascondevano il mio bel sedere e le gambe sode avvolte da un paio di collant neri, una camicetta bianca che attirò il suo sguardo sulla mia scollatura una volta davanti al bancone."Ciao, sono venuta per il solito massaggio, avevo un appuntamento con Andrea." - gli disse sorridente e solare."Ciao, purtroppo Andrea oggi è malato, ci sono solo io, se per te non è un problema...""No, assolutamente! Come ti chiami?" - mi tese la mano per presentarsi."Marco piacere, te?" - mi disse sicuro."Vane!" – risposi subito."Bene Vane, andiamo di là..."Percorso il corridoio, mi accompagnò nella stanza, dove c’era il lettino. M’indicò il separé, dove potermi cambiare e mi disse di avvolgermi con un asciugamano e sdraiarmi mentre lui preparava il necessario per il massaggio.Mi accorsi subito che da parte sua c’era la tentazione di sbirciare, sentivo il suo sguardo su di me, lo percepivo, si avvicinò di nascosto per dare un'occhiata... riuscì a intravedere poco, mentre mi calavo i pantaloncini, quel poco che bastava per intravedere che non indossavo nulla d’intimo.Mentre preparava l'olio, io mi sdraiai sul lettino pancia in giù pronta per beneficiare delle sue abili mani, mah anche con la speranza che alcuni dei pensieri maliziosi che avevo fatto su di lui potessero prendere vita.Si avvicinò e sussurrò con voce calda “ Vane, possiamo iniziare".A differenza degli altri massaggiatori, che spostano l’asciugamano in base alla zona da massaggiare, lui invece mi tolse completamente l'asciugamano lasciandomi nuda ai suoi occhi, la cosa mi turbò da un lato mah tutto passò in secondo piano nel momento in cui iniziò a fare cadere delle gocce d'olio sulla schiena. L’effetto dell’olio freddo sul corpo che scivolava e a contatto sulla pelle mi fece venire qualche piccolo brivido. Iniziò a massaggiarmi le spalle e poi salì e si avvicinò pian piano al collo.Le sue mani esperte prendevano i miei muscoli e ci giocavano per sciogliere la tensione.Con le mani scese verso il mio fondoschiena continuando a massaggiare... evitò di toccarmi il sedere ma sentivo che stava osservando il mio culetto sodo e che intravedeva una piccola fessurina rasata...Sentii la sua forza e il suo vigore quando mi massaggiò le cosce. Prese ancora dell’olio e fece cadere un paio di gocce su i miei piedi e iniziò a massaggiarli con molta concentrazione, tanto da non rendersi conto di essere molto vicino al lettino, perché inavvertitamente il mio piede destro sfiorò il suo pacco.Resosi conto, cercò di allontanarsi. Mah, la tensione che si avvertiva nella stanza era qualcosa di mai provato e decisi di non farmi scappare un’occasione così ghiotta e quindi presi coraggio e a quel punto gli dissi c’è una zona che hai trascurato di massaggiare.Lui: quale scusa?Io risposi … il sedere. Lui esclamò: “ Ah bene te ne sei accorta “, l’ho fatto volutamente per vedere se fossi attenta al massaggio.Dopo un primo momento di silenzio lui calò due gocce d'olio sulle natiche e una in mezzo ad esse... mi agguantò il sedere con le mani piene.Le sue mani avevano la capacità di trasmettere la sua voglia, la sua potenza …. E lo ammetto volevo che si spingesse oltre … che mi scopasse.Non riusciva più a tenere le mani a freno … Si muovevano in modo circolare sul mio culo sodo e suoi pollici andavano sempre di più al centro.Mi sfiorò volontariamente l'ano e scese sotto per sfiorarmi con delicatezza la patatina. Ebbi un sussulto, mah non lo fermai.Iniziò a massaggiarmi il culo con più vigore e ora le sue dita passavano in mezzo ad esso.Massaggiò le natiche con un dito bagnato bene nell’olio.Con la mano sinistra mi schiacciò leggermente la schiena sul lettino per fermarmi, fu lì che il suo dito medio mi penetrò il buchetto.Urlai … e poi infilò anche un secondo dito, spinse forte e riversò un colpo secco nel culo … Il mio gemito di piacere gli fece capire che stavo al gioco e continuò con le sue dita a giocare con il mio culetto.A quel punto mi disse di girarmi, senza fiatare mi girai. Mi tirò verso di lui in modo da farmi scendere la testa dal lettino, si mise davanti a me e iniziò a massaggiarmi il seno. Le sue dita abili giocavano con i miei capezzoli diventati turgidi al contatto con esse … Era una situazione analoga, ma non volevo rinunciarci il suo tocco era qualcosa di mai provato prima.Mi ritrovai con la testa chinata esattamente di fronte al suo pacco che volontariamente mi spingeva sulla faccia...Lo guardai e con voce suadente mi disse "prendimelo in bocca". Si slacciò il camice, sbottonò la zip del pantalone lo tirò fuori vidi il suo grosso uccello con la cappella larga, duro e rasato. Mi prese con forza le guance, le sue dita scorrevano dietro la nuca, fece pressione per stimolare l’apertura della mia bocca e puntare la sua cappella sulle mie labbra.Dischiusi le labbra e accennai una piccola leccatina sulla sua asta. Il suo cazzo durissimo mi penetrò la bocca e iniziai a mugolare.Iniziò con dei colpi leggeri per poi accelerare piano. Più le sue mani stringevano forte la mia faccia più i colpi del suo cazzo si facevano secchi e profondi, sentivo la cappella che arrivava in gola quasi a volermi soffocare.Il ritmo dei suoi colpi aumentava e diminuiva, dettava lui il tempo, la cosa mi piaceva era avvincente sentivo chiaramente le sue palle sbattermi in faccia. A quel punto provai a sfiorarmi il clitoride con la mano destra, ma lui mi bloccò le braccia e preso dall’impeto mi disse “ eh, no?! Il massaggiatore sono io, ora piccola troietta devi solo succhiare e basta, perché sei davvero brava ” … ecco si succhialo così …Un ultimo colpo secco e avvertii il suo cazzo pulsare ed ecco che i suoi schizzi caldi e copiosi iniziarono a inondarmi la bocca e avidamente cercai di ingoiare tutto.Tirò fuori il suo uccello stremato e mentre mi alzavo dal lettino per ricompormi, lui si rivestì, io davanti a lui in punta di piedi e ancora nuda gli diedi un bacio sulla guancia quasi a ringraziarlo … Lui mi afferrò mi mise una mano sul culo e tirandomi a se mi disse, se vuoi, denunciami pure alla direzione … Mah spero che la prossima volta tornerai a farti massaggiare da me.Se ne andò velocemente ed io rimasi lì a finire di vestirmi col suo sapore in bocca.
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16
11 years ago
vane23, 26
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