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La deriva da novelli sposi (In viaggio di nozze) parte 1
Racconto 1
Viaggio di nozze.
Ed eccoci qui....che bella Minorca. Erano anni che io e mia moglie, da due giorni, Anna volevamo volevamo venirci.
Finalmente ci siamo sposati, dopo 5 anni insieme ho esaudito il suo desiderio. Devo dire che è splendido vederla così raggiante. Lei mi ha sempre amato da pazzi, probabilmente molto di più di quello che la amo io. E questo non per sminuire il forte sentimento che mi lega a lei.
Minorca è stata una mia scelta. Sono un appassionato camminatore e informandomi ho capito che qui ci sono diverse spiaggie che si raggiungono a piedi. Poi sono tutte calette molto appartate per cui andava benissimo per noi che non amiamo la folla in spiaggia.
La prima spiaggia che avevo scelto in realtà non era così lontana da dove si parcheggiava ma, grazie a google maps, avevo visto che alla fine di questa lunga lingua di spiaggia c'è una caletta che per arrivarci dovevi entrare in acqua per passare gli scogli che la dividevano dal resto.
Parcheggiamo e ci incamminiamo.
Che bella mia moglie sorridente e raggiante in quel momento di felicità.
3 km non dono pochi ma in 40 minuti ci siamo arrivati, passiamo con qualche difficoltà gli scogli e ci si apre davanti una splendida spiaggia senza nessuno....fantastica!
Anna è super felice e ci posizioniamo con i nostri asciugamani lungo il bagnasciuga.
Maggio è un mese fantastico per questi posti, e poi durante i giorni infrasettimanali ancora meglio.
Il sole splende. Sono le 9 del mattino. L'orario perfetto per noi.
"Lo sai che faccio amore? Non c'è nessuno e qui si può fare naturismo. Io mi spoglio". Le dissi allegro e come una persona che si sente gasata per la trasgressione che sta per compiere.
Lei si mise a ridere: "sei libero di fare quello che vuoi amore. Qui non c'è nessuno". Facendomi una smorfia simpatica con la lingua.
Detto fatto via tutto e mi metto a prendere il sole a fianco a lei.
Passano nemmeno 10 minuti e la vedo alzarsi e spogliarsi a sua volta...grande amore! Che bella mia moglie. Fisico snello, seno piccolino, una seconda scarsa, ma gli dona anche perché non è molto alta. E poi fantastico...ben depilata per l'occasione. :P
Era il primo giorno ed eravamo decisamente stanchi e vedo che lei si addormenta. Cavoli, quando dorme non la sveglia nessuno. Per fortuna dov'era stesa è arrivata l'ombra altrimenti sai che ustionata.
Mi metto a leggere e nel mentre vedo spuntare da dietro gli scogli un uomo, sulla sessantina, decisamente corpulento e alquanto trasandato direi. Sicuramente non uno che può piacere ad una donna ecco.
Mi fa un cenno di saluto non nascondendo che il suo sguardo cade verso il corpo nudo di mia moglie che, supina, dà spettacolo del suo seno e del suo sesso.
Ignoro la cosa e con un cenno del capo saluto a mia volta.
Tranquillamente si posiziona a circa 10 metri da noi e anche lui si spoglia completamente con una naturalezza che sembrava fosse una cosa normale per lui.
Ad un certo punto mi alzo per andare a fare un giro, ero stanco di rimanere disteso, volevo sgranchirmi le gambe.
Prendo il cellulare e faccio per avviarmi quando, riguardando mia moglie distesa e tutta nuda, non so cosa mi sia scattato dentro ma ho cominciato a farle qualche foto e un video...era talmente eccitante vederla così.
Subito mi è venuto il mente del signore vicino a noi a cui non avevo dato peso.
Mi giro verso di lui e lo vedo compiacente a godersi la scena sorridendo.
"Che figura di merda ho fatto" ho pensato. Ricambio il sorriso un po' imbarazzato e mi avvio verso l'acqua.
Il mare è ancora abbastanza freddo a Maggio ma questo non mi ferma e mi incammino rilassandomi spensierato....
...spensierato sì, non pensando a che situazione avevo lasciato alla mia partenza. Mia moglie sola, nuda, addormentata con uno sconosciuto!
Cazzo ho pensato, che idiota...
Torno indietro ma, anche se avevo camminato solo 15 minuti, alla fine mezz'ora buona per tornare.
Mi avvicino alla spiaggia e vedo una scena che mi ha fatto rabbrividire.
Il vecchio in piedi, sopra mia moglie ancora addormentata, che con una mano si sta masturbando animatamente e con l'altra riprende la scena. Cazzo!
Sì, cazzo! Il mio che mi era diventato duro maledizione! Volevo andare là e fermarlo ma la situazione con il mio membro che sembrava non approvare mi metteva in estremo imbarazzo.
Che dovevo fare? Andare con il cazzo duro là ad allontanarlo? Non mi sembrava credibile la cosa.
Mentre penso questo vedo l'uomo che, sempre riprendendo la scena, si abbassa a prendere la brasiliana di mia moglie e viene copiosamente nella parte interna di queste. Cazzo!
Ma come si fa? E come mai non si sveglia?
Mi viene un'idea! Le telefono.
Io mi allontano un po' senza farmi vedere. Suona il suo telefono e si sveglia di malavoglia. Vedo che si mette seduta a cercare il telefono, guarda verso il mio posto e non mi vede. Ad un certo punto si accorge dell'uomo che, senza pudore, la sta riprendendo dal suo posticino.
Anna ha un sussulto. Senza pensarci e di gran foga cerca di rimettere il bikini cominciando dal pezzo sotto e poi il reggiseno. Cazzo..si era messa il costume riempito con lo sperma di uno sconosciuto.
intanto si era dimenticata del telefono anche perchè, senza accorgersene e nella fretta, aveva premuto il tasto di risposta...io sentivo tutto.
Sento le grasse risate dell'uomo e vedo lei che si tocca il costume come si fosse accorta che qualcosa non va.
Vedo lui che si alza e si avvicina, sempre riprendendola, e le dice "Buongiorno signorina. come va? bello stare nudi immersi nella natura vero?" e scoppia in una sonora risata.
In Italiano? Pure sta sfiga cazzo...
Vedo mia moglie imbarazzata che non sa cosa dire.
"Le posso far vedere un video signorina? Guardi che è molto intrigante ed ha una protagonista superba; lei!"
Mia moglie non spiaccica parola.
Vedo che le si avvicina il cellulare e le fa guardare qualcosa.
"Ecco vede? Diciamo che la ringrazio perchè mi ha fatto divertire e, come vede, eccitare molto. Guardi che bella prospettiva, il suo corpo nudo e il mio cazzo che viene lavorato per un finale come si deve"
Sento mia moglie: "Ma è impazzito? Ma cosa ha fatto? Non si vergogna?"
"Signorina, o signora visto che è sposata da qualche giorno, è colpa sua se è nuda e disponibile in una spiaggia così. Ma guardi che bel finale..guardi. Vede? Questo sono io che vengo, sempre grazie a lei, e ha visto dove? e la quantità?"
Vedo mia moglie presa dal panico..
"Ora questa è lei al suo risveglio e guardi cosa ha indossato come prima cosa quando si è spaventata vedendomi...ahaahah"
"noo..." sento mia moglie disperata. Vedo che con un gesto rapido si toglie e butta via la brasiliana rimanendo solo con il reggiseno.
L'uomo ricomincia a riprendere e vedo che si sofferma nelle parti intime di mia moglie.
"Devo dire che ne ho prodotto di sperma, guardi quanto ne ha cosparso e gocciolante. ahaahahah..."
Mia moglie corre a prendere l'asciugamano e cerca di pulirsi.
"Sono stato veramente fortunato sa, siamo nello stesso albergo e questa mattina, forse non ve ne siete accorti lei e suo marito, ma facevo colazione vicino a voi. Ascoltandovi ho capito che siete italiani come me, oltretutto siamo quasi compaesani. Ero curioso di vederla in costume per cui ho pensato di partire e venire nello stesso vostro posto. Mai avrei immaginato di creare una situazione così"
Mia moglie: "Lei è un pervertito....."
"si, forse, ma cosa ne pensa? Secondo lei, se tolgo l'audio da questo video e lo monto come si deve ci si accorge che sta dormendo o semplicemente sta aspettando il mio piacere? E suo marito cosa ne penserebbe? Sa, siete appena sposati, vi vedo felici e contenti. Vedere la propria moglie concedersi a uno qualsiasi in spiaggia...."
Non potevo crederci. Una situazione assurda. E io continuavo come un coglione ad ascoltare nascosto e sempre con il mio fottuto cazzo in tiro. Maledetto!
Anna: "Bastardo. Non voglio rovinare il mio matrimonio con Marco. L'ho sempre voluto ed ero al settimo cielo fino ad ora...che cosa vuole?"
"Hmmm...cosa voglio. Bhè, vediamo, per prima cosa voglio che tu sappia cosa so di voi. Siete Marco e Anna, sposati da 2 giorni, avete 32 anni lui e 30 la mia musa delle seghe...ahahha. Ben portati comunque."
Anna: "non posso dire la stessa cosa di lei"
"Dici? Vabbè, vedremo se questo è importante. Comunque io mi chiamo Giovanni, ho 62 anni e sono proprietario di una farmacia a 10km da vostro paese. Te fai la maestra alle elementari vero? Lo so perchè ho guardato i tuoi social. Nome e cognome me l'ha dato quello dell'albergo che è mio amico".
Cazzo, sapeva tutto di noi...
Giovanni: "pensa, una bella maestrina con il video di lei nuda e segata su tutti i cellulari dei papà...ahahaahha. Ora vediamo di rispondere alla tua domanda; cosa voglio. In realtà ci devo pensare perchè, come ti ho detto, non mi aspettavo tutto questo. Facciamo così, per ora voglio farti solo una foto."
Anna: "Ma senza volto"
Giovanni: "hmmm.. ok. Ma come dico io. Ti voglio nuda quindi niente reggiseno. Poi visto che sei corsa a pulirti schifata voglio che riprendi in mano a brasiliana. Vedi che sborra ce n'è in abbondanza ancora? Voglio che la passi tutta nella figa; la voglio veder gocciolare. Poi ti metti a quattro zampe, gambe aperte e schiena e testa in giù. Farò la foto a dietro, figa in primo piano che sembra ti sia fatta venire dentro e tette sullo sfondo"
Anna: "no, ti prego, il tuo sperma lì no..."
Giovanni: "non ti ho mica detto di mettertelo dentro, basta che si veda fuori. dai che ce la puoi fare. Poi meglio che ti sbrighi che se arriva tuo marito divorzi subito....ahaahah"
La cosa sta degenerando...cazzo devo intervenire.
Sento Anna quasi piangere e vedo che, quasi un robot, si toglie il reggiseno rimanendo completamente nuda. Si abbassa a prende lo slip e, quasi schifata, fa scorrere lo sperma a coprire prima il monte di venere e poi intorno alle grandi labbra facendo attenzione che non tocchi l'entrata della vagina. Dando le spalle a Giovanni si mette a quattro zampe e abbassando il capo e la schiena e spone in modo indecente il suo sesso all'uomo che è in evidente sovraeccitazione.
Giovanni: "E brava la maestrina novella sposina. Cazzo, se ti vedesse tuo marito ora chissà che direbbe.."
Vedo Giovanni abbassarsi e fare la foto desiderata poi si alza e fa altri scatti di lato e con il viso..
Anna: "noo, niente viso bastardo.."
Giovanni: "Ma dai, non preoccuparti...sei una modella praticamente. ahahaha. Bene, ora rivestiti o fa che cazzo vuoi. Lasciami il tuo numero di cellulare che mi farò risentire".
Anna: "ti prego di lasciami stare ora, penso di averti accontentato."
Giovanni: "Dammi in numero e quello giusto che ti richiamo subito per vedere se è giusto"
A quelle parole ho messo giù la chiamata per evitare che scoprissero che avevo sentito tutto. Ora vedevo la scena, mia moglie che gli da il numero, lui che la richiama. Vedo che le da un bacino sulla guancia e le fa il cenno di andare. Mia moglie prende il telefono e mi chiama.
Anna:" Marco, dove sei finito?"
"Scusa amore sto tornando, dieci minuti e sono lì. Camminando lungo mare non i son accorto del tempo che passa, sono dalla parte opposta da dove siamo arrivati con la macchina"
Anna: "io vado verso la macchina, non ti aspetto, non mi va di rimanere qui, prendo la mia roba e le chiavi e ci vediamo in auto"
"ok amore, a dopo"
Attendo sempre nascosto che lei se ne vada per poter prendere la mia roba e are il tempo al mio sesso di tranquillizzarsi.
Dopo aver visto Anna dileguarsi oltre gli scogli rientro in spiaggia dove si trova la mia roba e l'uomo.
Giovanni: "Ciao Marco!"
Mi saluta così, con un sorriso beffardo che gli riempiva il viso.
Giovanni: "Allora, dimmi, ti è piaciuta la scena ed hai ascoltato bene? Guarda che ti avevo visto e mi sono anche accorto del telefono della tua dolce mogliettina che era attiva la telefonata. Quindi non dirmi che non hai ascoltato!"
"Cazzo, sei un bastardo" dissi irritato.
Giovanni: "Mettiamola così, io sono un bastardo ma tu non meno di me visto che potevi evitare a tua moglie diverse umiliazioni"
Cazzo se aveva ragione.
Giovanni: "Comunque veniamo a noi, questa inaspettata situazione si sta evolvendo in modo inconsueto ma eccitante.. almeno per me. Ho deciso di giocare con voi e tu volente o nolente, sarai mio complice in tutto questo."
"E perchè dovrei assecondarti!!?"
Giovanni: "Vediamo...forse perché se tua moglie scoprisse che non hai fatto niente per evitarle tutto questo non ne sarebbe felice? Forse perché se le foto e i video girassero a qualche parte lavoro e dignità ciao ciao? Pensaci. Non hai molta scelta. comincia con il darmi il tuo numero di telefono"
Come un automa lo assecondai.
Giovanni: "Bene, ho anche il tuo Telegram, ti mando un po' di cose."
bip bip bip...il mio cellulare comincia a ricevere messaggi.
Giovanni: "Ecco un po' di foto della NOSTRA mestrina mentre fa la modella... che impersona una cagnetta a vedere. AHAHAH."
Guardo le foto.....Anna era in una posa oscena e in quelle dove si vedeva il viso purtroppo non si poteva dire che non era lei.
Giovanni: "Bene. Voglio che lei non venga a conoscenza che tu sai la situazione. Devi essere mio complice e basta. Farai quello che ti dico e asseconderai quello che penserò di far fare a lei. Ora puoi andare anche tu e fatti una sega sulle sue foto...ahaahah"
Congedato e umiliato presi le mie cose e mi avviai verso la macchina........
..continua...
Mandateci feedback sul racconto. Se piace continueremo volentieri. Se avete spunti scriveteci.
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5 days ago
AlbyEly80,
47/44
Last visit: 21 hours ago
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Incontri casuali
L'altra sera il pub era affollato, il brusio della gente si mescolava alla musica soffusa, e io sorseggiavo la mia birra, rilassato dopo una lunga giornata. Non avevo programmi particolari, solo l’idea di passare la serata senza troppi pensieri.Poi l’ho vista.Seduta al bancone, una donna sui 45, forse 50 anni, l'età che mi manda letteralmente fuori di testa. Era lì, con lunghi capelli castani e uno sguardo che sapeva di esperienza. Indossava una camicetta bianca, leggermente sbottonata e jeans aderenti che esaltavano il suo corpo incredibilmente attraente. Mi ha lanciato un’occhiata, poi un sorriso. Ho ricambiato, alzando il bicchiere in un brindisi silenzioso.Dopo pochi minuti eravamo uno accanto all’altra, le parole scorrevano fluide, accompagnate da sorsi di vino per lei e birra per me. Parlava con una voce bassa e sensuale, ogni sua risata mi arrivava dritta allo stomaco. Non c'era bisogno di giochi di parole o allusioni, c'era già tutto nei suoi occhi e nei miei.Poi è arrivato il momento giusto. Un silenzio carico di tensione, uno sguardo più lungo del solito. Ha sfiorato la mia mano con la sua, e il calore del contatto mi ha acceso qualcosa dentro."Vieni con me," ha detto, senza aggiungere altro.Siamo usciti dal pub senza fretta, ma con un’urgenza silenziosa nei nostri movimenti. Nel parcheggio, le auto erano poche e le luci dei lampioni creavano ombre lunghe sulle siepi che circondavano l’area. Lei mi ha afferrato per il colletto della camicia e mi ha tirato verso di sé, le sue labbra si sono schiuse sulle mie in un bacio profondo, caldo, insaziabile.Le sue mani si muovevano sicure, esplorando, stuzzicando, accendendo ogni nervo del mio corpo. Io ho fatto lo stesso, scivolando lungo le curve del suo corpo, sentendo il tessuto sottile della sua camicia tendersi sotto il tocco delle mie dita.Ci siamo spinti oltre, tra le siepi, nascosti dagli sguardi indiscreti. L’aria della notte era fresca, ma tra di noi c’era solo calore. Le sue mani esperte sapevano esattamente cosa fare, come muoversi, come perdere il controllo. I vestiti sono diventati un ostacolo superfluo, sfilati con gesti impazienti, fino a che non eravamo lì, seminudi ma caldissimi.Il resto è stato un’esplosione di passione. I nostri corpi si cercavano, si trovavano, si univano in un ritmo naturale e travolgente. Lei era intensa, dominante, ma sapeva anche lasciarsi andare, lasciarmi spazio per guidare il gioco. Il fruscio delle foglie, i nostri respiri affannati, il battito accelerato dei cuori: tutto contribuiva a rendere il momento ancora più elettrico.Quando finalmente il desiderio si è placato, siamo rimasti lì per qualche minuto, ancora avvolti l’uno nell’altro, il respiro corto, i sorrisi soddisfatti. Poi, con una risata bassa, si è sistemata i capelli e mi ha lanciato uno sguardo complice."Non male per un incontro casuale, vero?" ha sussurrato.Ho annuito, mentre lei si allontanava piano, lasciandomi con il sapore delle sue labbra e il ricordo di una notte inaspettatamente stupenda.
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1 month ago
FieryBoy91, 33
Last visit: 19 hours ago -
L’uomo della stanza accanto
Un mese fa avevo prenotato un piacevole viaggio a Napoli, ed ero da sola come sempre quando. verso le 22 feci il check in un grazioso hotel non lontano dal duomo, ero davvero esausta quella sera..appena entrai in stanza la prima cosa che feci fu spogliarmi.. per comodità decisi di rimanere solamente in mutandine . entrai in bagno per lavarmi i denti e mettermi a letto quando bussò qualcuno la porta ed andai ad aprire . ero nuda ma non mi importava, aprii comunque pensando che fosse la receptionist che voleva chiedermi se era tutto ok con il mio check in . aprii la porta e mi trovai davanti un uomo di mezza età in giacca e cravatta che mi chiedeva se per caso avessi perso una sciarpa. Mi accorsi che aveva in mano proprio la mia sciarpa e ringraziandolo tolsi la mano che mi copriva le tette e per sbaglio rimasi in topless. Gli chiesi scusa ma notai che si era eccitato alla vista delle mie tette . Continuai a guardare in basso e ... mi stavo eccitando anch'io . Tra me e me pensai che era troppo grande per me, aveva sicuramente più di 45 anni e io solamente 19 . per un momento non mi importava la differenza d'età... lo invitai ad entrare... Lo feci sedere sul letto, gli toccai piano piano i pantaloni... lo avevo fatto eccitare davvero tanto Mi disse che doveva ritornare in stanza da sua moglie ma non mi importava. sei mai stato con una ragazza così giovane? Rispose di no ..
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1 month ago
Piccola ebony,
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Last visit: 1 month ago
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Fumo.
A notte fonda mi piace buttarmi sul tappeto, solo silenzio, accendo l’ultima sigaretta, adoro guardare il fumo dal basso, si eleva lentamente verso l’alto. Una luce soffusa, cangiante fra l’ambra e il quarzo citrino. Si diffonde l’odore di oppio per tutta la stanza. Il fumo sinuoso levita, come una sublime danza di ofidi, un rituale, un combattimento dove ognuno cerca di placare le proprie voglie, attorcigliandosi tra di loro in un groviglio. Piano il fumo delinea chiaramente un corpo di donna morbido, curvilineo, avvolgente, madido. Chissà perché non mi sento sola, il tuo respiro lo sento, mi accorgo di te. Delicatamente mi sfili la sigaretta dalle dita, ora dalle nostre bocche aleggia sopra di noi, la scia del fumo. Secondi, attimi poi scompare, lascia il posto a nuovi deliri.Noi restiamo li, storditi, distesi, scarmigliati, occhi dischiusi, alterniamo il silenzio del fumo alle risate convulse.Sul tappeto i bicchieri, sfilacci di tabacco, i tuoi pantaloni, un paio di libri, la nostra bottiglia di vino ormai vuota, stranamente ancora in piedi come a voler avvertirci che forse dovremmo stare a distanza.Vorrei assaggiarti, sorseggiarti, ma diventerei molesta.No non funziona così...Sono la donna di fumo, ho un corpo morbido, curvilineo, avvolgente, madido. A volte sono anche sfuggente e inaffidabile, ho timore che se ti mostrassi il mio essere, come un sortilegio woodoo mi pianteresti gli aghi sul corpo, facendomi sanguinare fino a dissanguarmi. Mi fermeresti nella tua testa e non mi faresti più vivere ciò che voglio vivere, ho bisogno di qualcuno abbastanza sapiente da ricrearmi ogni giorno, soffiando fiato sul mio corpo, così da modellarlo costantemente e guardarlo fino a consumarlo.Ad uno così potrei mostrarmi davvero , con la pelle bianca, pallida. Con le labbra impastate di succo di ciliege. Con le braccia fatte di rami di fiume. Con gli occhi accesi di furia di mare. Con voce di vento dannato. Vorrei abbracciarti stretto, forte da farti sentire i miei sensi schiacciati sulla tua schiena, strusciare i capezzoli sulla tua pelle, il mio respiro che ti soffoca.Vorrei farti guardare il fumo uscire dalle nostre bocche, languidamente sfiancati su lenzuola sudate, mentre il torpore delle nostre voglie ci avvolge, toccarci fra le cosce, con minuziosa lentezza, esasperata a tocchi, senza bisogno di correre.Mi dissolverei fra le tue mani. Potresti rendermi ferma oppure impetuosa, liquida, come un torrente che non riconosce il suo letto.Le tue mani, umide di me, le guideresti fino alla mia bocca, con devozione leccherei ogni dito, come nella stagione più calda l’ hibiscus syriacus cerca l’ultima goccia di acqua per la sua instancabile fioritura. Come un ofide scivolerei sopra di te al ritmo della tua voce, mi salderei con la stretta della tua presa sui miei fianchi. Il ritmo lento inversamente proporzionale alla nostra fame, le spinte decise che ci rendono preda e predatore disvelando tutto ciò che c’è di nascosto. Rasente raschio la pelle, avidamente ti bagno e mentre ti guardo, il fumo scompare, sono le cinque, dovrei dormire.Penso...sapresti realizzarmi? - Silver Rea -
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2 months ago
SilverRea,
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Last visit: 3 hours ago
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Sono Troia
Sono troia e mi eccita tantissimo. Ho scoperto di avere una naturale predilizione per il cazzo molto giovane e sono stata fortunata a trovare quelli giusti. Alle prime esperienze è seguita la scoperta del porno. Attraverso i social ho cominciato a chattare esibendomi a sconosciuti. Il passaggio agli incontri è stato rapidissimo, per lo più uomini sposati e maturi, gruppi con i quali ho sperimentato molte delle cose che immaginavo: bukkake, gangbang, fisting, dogging, pissing, scat. Sentirmi usata, intimamente ed esplicitamente troia, condivisa, mi ha portato alle prime sperimentazioni come escort, aprendomi ad un mondo che mi ha regalato tanto godimento. Con i social ho avuto la possibilità di entrare a contatto con attori e creator porno, produttori, gestori di privè e anche in questo caso brevemente, il passaggio a frequentare privè, produttori e attori è stato piuttosto rapido. Anche se l'idea di fare porno mi eccita tantissimo, ho resistito alle decine di proposte, limitandomi a partecipare a serate e incontri hard, senza però cedere alle lusinghe delle produzioni hard. Ad oggi resto una ragazza normalissima che vive di una seconda anima perversa, adoro lasciare che questa seconda me, prenda il sopravvento, eccitata all'idea di essere usata, comprata, sborrata, esibita, mostrata, condivisa per quella che sono: Sono Troia!
385
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9 months ago
AdamDTS,
32
Last visit: 3 hours ago
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LA PRIMA VOLTA DI MIA MOGLIE - 2^ Parte
LA PRIMA VOLTA di MIA MOGLIE
2^ PARTE
Riprendo il racconto che, come già indicato nella 1^ parte, rappresenta una esperienza reale vissuta nel marzo 2022 e che, per come si è realizzata, ha avuto un’importanza significativa nella mia vita di coppia.
PREMESSA
Sono conscio che il lettore medio di questo racconto sia principalmente interessato alla cronologica descrizione degli eventi più lussureggianti della storia (in fondo siamo in un sito erotico), tuttavia ho ritenuto necessario proporre un preambolo alla narrazione in modo che tutti siano i grado di comprendere a pieno, non solo la situazione in cui si è creata “la prima volta”, ma anche lo stato d’animo e le sensazioni psicologiche degli attori stessi ed, in ultima analisi, il percorso cerebrale che ha portato a maturare questo passaggio.
***
È frequente nelle coppie vivere, prima o poi, un periodo di crisi coniugale. Le cause possono essere molteplici: la routine matrimoniale, il fatto di darsi per scontati, lo stress lavorativo, le abitudini, la stanchezza, etc. .
In ogni caso sono periodi estremamente logoranti dove rischia di perdersi ogni reciproco stimolo emotivo.
Ebbene, durante i primi mesi post emergenza covid, noi eravamo in una di queste fasi.
Il nostro sentimento era sempre molto forte ma era meno palese, quasi scontato. Era come se ci fosse un’ombra cupa tra di noi…….qualcosa di non ben definito, che comunque rischiava di allontanarci fino quasi a farci sentire più due individui che una coppia.
Sono situazioni difficile da spiegare che, tuttavia, portano (erroneamente) a pensare che il proprio malessere psicologico dipenda in qualche modo dal comportamento del proprio partner.
Io, in particolare, sentivo mancare l’empatia di coppia…. non vedevo più nella mia compagna la volontà (e soprattutto il piacere) di comprendere le mie esigenze. Non percepivo più in Lei il desiderio di rendere felice e realizzato il proprio uomo.
Intendiamoci, di fatto non avevo nulla di trascendentale da rimproverarle, era una mera sensazione….un’atmosfera negativa che alleggiava tra noi e che, personalmente, mi intristiva molto perché contrastava con il mio assoluto bisogno di unione e complicità di coppia.
Più passava il tempo e più la tensione aumentava. Sembrava un progressivo e inesorabile precipitare.
A un certo punto, anche futili decisioni, come la scelta del programma tv, sembravano diventare oggetto di beneplacito o quanto meno di compromesso.
Tutto stava diventando tremendamente snervante. Dormire con la finestra aperta o chiusa, materasso morbido o rigido, uscire o stare a casa, cosa cucinare alla sera, la mia uscita della domenica mattina per il rituale allenamento in bicicletta……ogni mia scelta sembrava essere motivo di discussione e/o di contrattazione.
Lo stesso normale dialogo coniugale cominciava a risentirne; ormai ogni banale conversazione rischiava di trasformarsi in un’accesa discussione polemica……non c’era più nulla di pacato tra noi……tutto sembrava poter sfociare improvvisamente in un conflitto tra opinioni inconciliabili.
Anche nell’intimità stavamo vivendo una sorte di triste declino. Facevamo ancora l’amore ma in modo spento, convenzionale……da vecchia coppia stanca. Ormai si faceva sesso sempre nello stesso luogo (nel letto matrimoniale), Patrizia non indossava più la sua sensuale lingerie ed anche nella scelta delle posizioni sessuali spesso si finiva per previlegiare esclusivamente la comodità o la praticità a discapito del piacere.
Come se non bastasse (causa lockdown sanitario) da oltre due anni non giocavamo più con coppie o singoli ed i club privé rappresentavano ormai per noi solo uno sbiadito ricordo per noi.
In tale contesto, credo che il mio principale errore sia stato quello di non parlare apertamente (e soprattutto tempestivamente) del mio malessere interiore. Ritenevo infatti (oggi posso dire ERRONEAMENTE) che la mia compagna di vita non potesse non percepire la mia palese insofferenza. Pertanto l’unica spiegazione che riuscivo a darmi della sua inerzia ed indifferenza, era che non fosse interessata al mio stato d’animo e ciò, ai miei occhi, equivaleva a mettere in serio dubbio il suo affetto nei miei confronti.
Fortunatamente la realtà era diversa e Patrizia me ne diede prova durante il nostro momento peggiore.
Infatti, dopo un sofferto e lungo periodo di silenzi, una sera il confronto è improvvisamente arrivato.
A dir la verità, più che un confronto sembrava uno “scontro”, fatto di reciproche accuse e lamentele …..poi però, a un certo punto, Lei ha preso l’iniziativa e dopo aver confermato i suoi sentimenti nei miei confronti, ha avviato un costruttivo processo dialettico che, per maggior chiarezza, ripropongo a seguire in maniera pressoché testualmente :
P. – Perdonami Amore, ma io ti amo come e più di prima. Non voglio perderti e voglio dimostrarti che possiamo tornare quelli di un tempo. Forse ho dato per scontato il nostro rapporto ma anche a me non piace come stiamo vivendo la nostra relazione. Non mi riconosco più, voglio tornare la donna che hai conosciuto. In fondo ci amiamo e questa è l’unica cosa che veramente conta. Non possiamo buttare via tutto quello che c’è tra noi.
IO – Non voglio che Tu cambi solo per paura di perdermi, io vorrei che Tu avessi piacere di stare con me, di condividere cose con me. Io ti ho sempre considerata, non solo mia moglie, ma anche la mia compagna, la mia amica, la mia confidente nonché la mia complice. È questa la Patrizia che ho sempre desiderato.
P. – Ma anch’io voglio essere quella donna e voglio dimostratelo. Noi abbiamo bisogno di una svolta, di complicità, di qualcosa che ci unisca nuovamente….di un nostro segreto da condividere…..di trasgressione. Senti…perché non invitiamo un singolo a casa nostra?
IO – Per far cosa? I soliti giochi soft per poi tornare alla solita routine?
P. – No. Questa volta voglio andare oltre ai nostri vecchi limiti. Questa volta lo voglio scopare.
IO – Lascia perdere. Non ci sarebbe alcuna soddisfazione sapendo che lo faresti solo per me. Non è quello che desidero e Tu lo sai? Io ho sempre adorato la nostra complicità di coppia, non mi interessa il tuo sacrificio alla Giovanna D’Arco.
P. – E chi ti dice che lo faccio per Te?
IO – Vorresti farmi credere che improvvisamente è diventato un tuo desiderio? Scusa ma faccio veramente fatica a crederci?
Ricordo ancora benissimo il sorriso malizioso sul bel viso di Patrizia, mentre, con tono quasi di sfida, replicava al mio scetticismo con queste semplici tre parole:
P. – Mettimi alla prova.
Al termine di questa frase, confesso che ho sentito un brivido corrermi su per la schiena. Ero completamente pervaso e stordito da una moltitudine di sentimenti, confusi e coesi tra loro, che andavano dall’amore, all’ eccitazione, alla sorpresa, alla paura, alla gelosia e molti altri ancora che nemmeno riuscivo a riconoscere.
Quel giorno stesso ci mettemmo alla ricerca di un single e già per la sera stessa avevamo fissato un appuntamento a casa nostra con Tommaso.
Nel colloquio telefonico preliminare, dopo aver adeguatamente chiarito le regole del gioco (“Patrizia scoperà ma non si concederà a rapporti orali e anali”), avevo raccomandato al nostro amico massima delicatezza e sensibilità considerando che si trattava di una “prima volta” per Patrizia.
Appuntamento alle 21, ma già alle 20,30 Patrizia è già tutta “apparecchiata”: stivali neri con tacco a spillo, autoreggenti nere, un abito lungo di pizzo con ampio spacco di coscia e generosa scollatura. La trama del pizzo nero lasciava veramente poco all’immaginazione. Inoltre il vestito era molto leggero e pertanto i suoi capezzoli reagirono rapidamente alla fredda attesa inturgidendosi e sollevandosi nelle trasparenze.
Ricordo che le dissi: “Sei bellissima, se ritarda 5 minuti ad arrivare ti scopo io”.
Arrivò puntuale. Patrizia prese subito l’iniziativa. Andò incontro al nostro ospite salutandolo e avvinghiandolo subito con uno stretto e prolungato abbraccio che non avrebbe lasciato indifferente neanche un eunuco. Il nostro amico non poteva non aver sentito i suoi seni premergli sul petto. La conferma di ciò, la ebbi subito. Infatti il suo imbarazzo nell’essere accolto in modo così diretto era evidente. Non proferiva parola.
Anche questa volta ci pensò Patrizia a “rompere il ghiaccio”. Infatti lo fece accomodare sul divano del salotto e comincio a rivolgergli apprezzamenti con voce volutamente suadente.
Senza neanche volerlo, mi trovai ai margini della scena, ne approfittai allora per attivare la videocamera del mio cellulare……non volevo perdere nulla di ciò che si stava prospettando davanti ai miei occhi.
Intanto sul divano, le mani di entrambi già cominciavano a dispensarsi carezze e sfioramenti reciprochi, dapprima incerti e superficiali poi sempre più diretti e passionali. Ormai i primi timidi approcci del nostro amico si erano trasformati in voraci palpate…..le sue mani che inizialmente si soffermavano con movimenti lenti e controllati sull’elastico dell’autoreggente quasi a voler definire la zona di confine tra la calza e la pelle liscia della gamba, ora passavano, freneticamente e senza pudore, dall’interno coscia al petto ………quasi a non saper decidere dove stare.
Un attimo dopo, vedo il seno sinistro nudo di Patrizia stretto tra le dita di Tommaso mentre la sua bocca ingorda succhia il capezzolo più che mai inturgidito dalle precedenti attenzioni. Patrizia geme prima di piacere e poi di dolore quando l’azione del nostro esuberante amico eccede.
Io sono completamente stravolto dall’eccitazione…….le tette di mia moglie succhiate senza ritegno da uno sconosciuto e sta anche gemendo di piacere.
Improvvisamente Tommaso si inginocchia davanti a Patrizia la quale, percependone le maliziose intenzioni, anticipa la sua azione aprendo, senza alcun ritegno, le gambe.
La visione che offre è irresistibile. Infatti a seguito dei profusi strofinamenti prestati, il perizoma si è insinuato tra le grandi labbra della vulva lasciando trapelare una curata quanto sensuale peluria pubica.
Un attimo dopo il suo perizoma è accostato a lato delle grandi labbra scoprendo il clitoride gonfio di eccitazione. La lingua di Tommaso non perde tempo e inizia un lento ma inesorabile lavoro sul “grilletto” di Patrizia. I gemiti aumentano a dismisura e i movimenti ritmici delle mani di Patrizia sulla testa di Tommaso sembrano confermare le manifestazioni di piacere appena udite.
Adesso entrambi i seni di Patrizia sono scoperti mentre le dita di Tommaso agiscono sui capezzoli pizzicandoli quasi a voler sintonizzare una stazione radio. Nel frattempo la testa di Tommaso è sempre tra le cosce di mia moglie che, continua a esprimere parole di approvazione per l’insaziabile lavoro di succhiamento che viene riservato al suo clitoride, ora più che mai gonfio e bagnato.
Dopo qualche minuto Patrizia riprende il comando delle azioni. Fa sedere Tommaso sul divano e le si siede sopra rivolta verso di Lui. La scena che mi si presenta è favolosa: Tommaso ha la testa tra le tette di Patrizia mentre le sue mani palpeggiano lussuriose il sinuoso culo del mio Amore.
P.S. – Per la cronaca, il culo di Patrizia è uno dei suoi punti di forza…..fianchi rotondi e natiche a forma di cuore ne fanno un vero capolavoro apprezzato da tutti coloro che hanno avuto occasione di giocare con noi.
Decidiamo di spostarci rapidamente in camera da letto per proseguire più comodamente il gioco.
Pochi secondi e Patrizia è sdraiata sul letto con addosso solo stivali ed autoreggenti. Anche Tommaso non perde tempo ed in un attimo è completamente a nudo…….la sua eccitazione è già ben evidente.
Ricomincia il cunnilingus che Patrizia dimostra subito di apprezzare. Ben presto, l’azione della lingua viene sostituita dal movimento ritmico di un dito. Patrizia apprezza a tal punto da chiedere:
P. - “SIII,…dai! Mettimi anche un dito nel culo” .
Non so se sia possibile esprimere a parole l’eccitazione che una frase del genere può generare in un uomo. Io non ci riesco!
Il movimento delle due dita all’interno di mia moglie era già di per sé estremamente provocante, ma la reazione verbale di Patrizia alle stimolazioni ricevute mi fece letteralmente sbandare:
P. – SI… SI…un dito in figa ed un dito in culo…..mi stai riempiendo tutta.
Poi alza la testa cercando il mio sguardo e aggiunge:
P. – Amore, mi manca solo un cazzo in bocca.
Ben presto le dita in figa passano da due a tre e infine addirittura a quattro. Il nostro amico però si fa prendere troppo dal momento e comincia a stantuffare esageratamente finché un gemito di dolore di Patrizia e un mio immediato rimprovero non lo fanno desistere.
Patrizia riprende in mano il pallino del gioco ed estrae da sotto il suo cuscino il suo migliore amico, il suo vibratore “succhiaclitoride”. L’immagine di Lei sdraiata a gambe aperte mentre si masturba provoca in me inquietudini profonde e contrastanti. L’eccitazione si accresce ancor di più quando Tommaso decide di contribuire al piacere di Patrizia infilandole un dito in figa. Questa volta la sua azione è più delicata e controllata e, di conseguenza, più gradita.
Pochi minuti ed ecco Patrizia esplodere in un orgasmo fatto di forti gemiti liberatori.
Vederla godere, mentre è penetrata da un dito non mio, ha risvegliato in me istinti difficilmente confessabili.
Si invertono nuovamente i ruoli. Ora è Patrizia che, riprendendo l’iniziativa, fa sdraiare sulla schiena Tommaso e le regala un sensuale quanto gradito body massage.
Sgrano gli occhi, non voglio perdermi alcun particolare. Osservo con attenzione il mio Amore mentre con le sue morbide tette sfiora dolcemente il petto del nostro ospite. Vedo i suoi capezzoli…sono talmente turgidi da sembrare due chiodi e sono altresì evidenti i brividi provocati al fortunato ricevente.
Per mettere a contatto le tette di Lei al petto di Tommaso, inevitabilmente il suo culo di Patrizia è rimasto sollevato. Da dietro l’immagine di Patrizia è strabiliante: osservo il suo culo rotondo in primo piano e le grandi labbra ancora aperte dopo il recente orgasmo. Quando poi Tommaso comincia a picchiettare le dita sulla figa ancora leggermente slabbrata di Patrizia, si sente il rumore dei suoi umori……E’ BAGNATISSIMA !!!
Non ancora soddisfatta del trattamento ricevuto, Patrizia, con voce lieve ma decisa, le sussurra:
P. – Mettimi un dito dentro.
Tommaso ovviamente non se lo fa ripetere e inizia a penetrarla intimamente.
Patrizia riprende il movimento lento ma costante del suo corpo sinuoso; porta così il suo seno a scendere fino all’ombelico mentre contemporaneamente il suo pube struscia sugli attributi maschili del nostro ospite. Il cazzo di Tommaso ora sembra scoppiare.
A questo punto non è più possibile attendere oltre, l’eccitazione di tutti è al limite.
Tommaso si infila il preservativo, aiutato da una Patrizia un po’ impacciata in un compito a cui non è più abituata.
Il nostro impaziente amico si infila tra le gambe di Patrizia e comincia ad armeggiare con il suo cazzo nel tentativo di penetrarla. Quando ormai aveva appena cominciato a far pressione sulla “soglia”, Patrizia lo spinge via, facendoci sospettare in un ripensamento tardivo.
L’imbarazzo però scompare subito, quando la sento rivolgere a Lui con le seguenti parole:
P.- Voglio stare sopra. Ti voglio scopare io.
In un attimo Patrizia è sopra di Lui nella classica posizione “dell’amazzone”.
Da dietro ho una visione perfetta della scena: vedo la mano di Patrizia cercare e trovare sotto di Lei l’asta di Tommaso, la vedo puntare il membro eretto all’ingresso della vulva, la vedo spingere progressivamente il glande dentro le grandi labbra, e infine….la vedo sedersi dolcemente sul cazzo fino a totale inserimento.
L’immagine della virilità maschile che lentamente scompare interamente dentro la figa della mia donna è una scena quasi irresistibile per me.
Il lento movimento ascendente e discendente del culo di Patrizia sul suo cazzo prosegue ritmico. Vedo il cazzo entrare ed uscire a un cadenza regolare fino a quando, l’impazienza di Tommaso non lo porta ad unirsi a Lei nel movimento….accentuando i tempi delle spinte.
Adesso si muovono entrambi in simultanea; quando lei scende con il culo, Lui sale col bacino. In questo modo la penetrazione è più profonda. Tommaso aumenta ancora il ritmo e Patrizia è costretta a interrompere il suo. Ora è solo Lui che spinge…..in modo sempre più profondo e concitato.
La mia eccitazione sale ulteriormente quando sento Patrizia gridare:
P. – SI…SI…SCOPAMI . Lo voglio dentro, lo voglio sentire tutto…fino in fondo….fino alle palle.
Comincio a temere che tutto finisca troppo presto e allora chiedo di cambiare la posizione.
Patrizia si mette a 90 gradi (posizione a pecorina” per intenderci). Lui è un po’ basso, fa fatica a penetrarla in quella posizione. Le chiede di abbassarsi davanti fino ad appoggiare petto e viso al letto. Adesso è riuscito ad entrare. Tramite le mani la tiene per i suoi sinuosi fianchi in modo da poter gestire meglio il ritmo delle spinte. Ad ogni affondo, si sente il rumore dei due corpi che si scontrano.
Cambiano ancora la posizione, ora tocca alla “missionaria”. Lei si sdraia supina allarga e solleva le gambe velate dalle calze nere. Già solo vederla in questa posizione è uno spettacolo. Lui traffica un po’, sembra non riuscire a trovare la “strada”….Lei per aiutarlo, le dice:
P. – più su, più su…..più su, più su!
Allora Lui le risponde;
T – Lo vuoi nel culo ?
E Lei, preso coscienza delle sue reali intenzioni, categoricamente:
P. – NO !! Il culo e la bocca li do solo a mio marito.
Non credo mi sia possibile esprimere l’orgoglio e la soddisfazione che una tale frase mi ha dato.
Alla scorrettezza del nostro ospite che, ben conscio delle regole della casa, ha provato a esigere più di quanto (ed era molto) le era stato concesso, si è sovrapposta la ferma reazione della mia compagna di vita che ha messo in chiaro che Lei era lì per un gioco e solo per quello.
Lei è e resterà mia, come io sono e resterò suo. Il fatto che i nostri corpi vengano occasionalmente “condivisi” per i nostri capricciosi giochi trasgressivi non cambia la realtà dei fatti.
Dopo questo breve momento di imbarazzo, finalmente il nostro “furbone” trova la strada giusta e comincia il suo movimento “stantufforio” incitato dai gemiti e dalle frasi provocanti di Patrizia.
Sposto il mio punto di osservazione…mi posiziono dietro di loro. Durante il frenetico movimento penetrativo, vedo palle di Lui scontrarsi rumorosamente con le natiche di Patrizia.
Vista e udito……una combinazione eccitante e sensuale. Il sesso vissuto con tutti i sensi…..
Lui le alza le gambe in modo da poter esercitare spinte più ampie e profonde, Dai suoi gemiti animaleschi si intende che è quasi all’apice del piacere.
Lei sembra capirlo e grida:
P. – SI…SI,,,,,sborrami tutta,,,,,,voglio sentirti godere.
E’ troppo per Lui……non resiste…..esplode in una serie di mugugni di piacere seguiti dai rumori degli ultimi due profondi colpi d’anca contro le natiche di Patrizia.
Tommaso è stremato, si lascia scivolare a lato del letto.
Non perdo tempo. Sposto le gambe di Patrizia verso la mia posizione e la posseggo con energia.
Tutti i miei colpi sono seguiti dal rumore dei nostri corpi che si scontrano.
La bacio con passione, mentre le dico che l’amo e che sono orgoglioso e felice di avere una donna come Lei.
Immediatamente dopo esplodo dentro di Lei, riempiendola con tutto il mio seme.
CONCLUSIONE
Sono stato un uomo che si “nutriva” di grandi emozioni e, per quanto mi è stato possibile, ho cercato costantemente di vivere la mia esistenza in modo libero e anticonformista. Di conseguenza ho sempre detestato i luoghi comuni, i conformismi e le ipocrisie della nostra società cosiddetta “evoluta” dove le apparenze contano più della sostanza.
Pertanto, considerato il mio essere, non avrei potuto trovare donna migliore di Patrizia che per me non è solo mia moglie ma anche la mia donna, la mia compagna, la mia amica. La mia complice, la mia porca…..il mio tutto.
Nonostante le inevitabili difficoltà incontrate nella quotidianità della convivenza, mai nessuna persona mi ha fatto sentire tanto realizzato quanto Lei.
L’esperienza raccontata, al di là dei suoi piacevoli lati trasgressivi, è stata fondamentale per me perché ha rappresentato un’evidente conferma dell’unione e della complicità della nostra coppia.
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11 months ago
lucrezia13,
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Un amore diverso.
Angela riuscì a chiudere la porta dietro di sé. Le imprecazioni di sua madre rimasero fuori: anche questa volta era quasi andata bene. Con la lingua sentì, sul labbro inferiore, il sapore del sangue che le confermò che il ceffone di sua madre le aveva procurato un lieve taglio. Doveva andarsene. Sì, doveva andar via da quella casa. Si avvicinò alla finestra, fuori il cielo era grigio, la sua vita era grigia, tutto era grigio in quel posto: grandi palazzoni di edilizia popolare, in un quartiere che col tempo era degradato, abitato da ladri, puttane, spacciatori e balordi di ogni specie. Sua madre abitava lì, in un appartamento in affitto, suo padre mai conosciuto, forse era uno dei tanti fidanzati di sua madre. Una bella donna che, con il tempo, si era ridotta a fare la prostituta, a vivere sempre semi ubriaca, a girare per casa mezza nuda, convivendo sempre con un balordo di turno, che regolarmente la sfruttava e poi le dava un calcio e via. Dove andarsene! L’ultimo amico di sua madre era un tipo poco raccomandabile, peggiore degli altri che si erano avvicendati prima: un bulletto che si credeva furbo, l’aveva guardata con occhi cattivi.
«Tua figlia sta diventando bella, uno di questi giorni le insegno il mestiere, così vi metto a battere in strada tutte due e guadagno il doppio.»
Quelle parole ad Angela avevano fatto venir la pelle d’oca; ora doveva scappare, se non voleva far quella fine. Era riuscita a sfuggire, due o tre volte, allo stupro, e non voleva che fosse lui a prendere la sua verginità. Andava a scuola dall’altra parte della città, vicino a casa di sua zia Ada.
Lei sì che era una vera donna. Aveva studiato, si era sposata con un ferroviere, possedeva una bella casa, amava stare con lei, specie da quando, un anno fa, era morto suo zio, stroncato da un infarto. Sua zia era sempre felice di averla in casa. Angela sapeva farsi voler bene. Era una ragazza sveglia, sapeva far tutte le faccende domestiche e lo faceva volentieri per sua zia, che non aveva figli, quindi la considerava e le voleva bene, come ad una figlia.
«Questa casa è sempre aperta per te.» Le diceva sempre.
A volte Angela passava da lei per non tornare a casa. Si sentiva bene con lei, ora doveva scappare: a quasi diciotto anni, doveva decidersi. Mise dentro lo zaino i libri, in una sacca i pochi vestiti che aveva. Vestiva sempre in modo da non attirare l’attenzione, in classe passava quasi inosservata, mentre vedeva le sue compagne vestirsi sempre in modo da attirare lo sguardo dei maschi; lei, invece, riusciva a scomparire anche in mezzo alla folla. Uscì piano dalla camera, sua madre era in bagno; chiuse piano la porta, mentre stava per scender le scale, vide il balordo che saliva. In silenzio, salì al piano di sopra, lui entrò in casa: aveva le chiavi. Scese, corse fuori, prese al volo il bus che l’avrebbe portata dall’altra parte della città. Non si girò: forse sua madre si sarebbe accorta della sua scomparsa, solo fra qualche giorno. Ada la vide davanti al portone, le sembrò un uccellino piccolo e indifeso. Le raccontò gli ultimi avvenimenti.
«Vieni, togliti questi abiti bagnati, fatti una doccia che ti riscalda; io intanto ti preparo qualche cosa di caldo.»
La sera Ada disse che, se voleva, poteva decidere se dormire sul divano letto della cameretta o nel letto con lei. Quando si trovò distesa al suo fianco, le sembrò che, finalmente, si poteva rilassare, le mani della donna le massaggiavano le spalle.
«Rilassati, non pensare a nulla: qui sei al sicuro.»
Lei sentiva uno strano languore crescere dentro di sé; era dolce il modo in cui la zia l’accarezzava, lei si lasciò andare. Lentamente si sentiva dentro una sensazione di benessere, la bocca della zia a poca distanza dalla sua, le parole appena sussurrate, le carezze erano dolcissime.
«Che bel seno che hai zia, il mio è molto piccolo: posso toccarlo?» Lei sorrise.
«Non disperare, presto diventerà grande anche il tuo: sì, puoi toccarlo.»
Angela portò lentamente la mano sulla mammella, era soda, il capezzolo grande, duro, Ada ebbe un gemito.
Il contatto la faceva impazzire. Allungò la sua mano sul seno della ragazza, lei si mise a tremare come una foglia. Era uno strano languore quello che provò quando Ada appoggiò le sue labbra alla sua bocca; lei non oppose nessuna resistenza. Lasciò che Ada insinuasse la lingua dentro la sua bocca, rispose con ardore a quel bacio, lunghissimo, che la fece vibrare come una corda di violino, mentre fra le sue cosce sentiva come un fuoco. La mano, dal seno scese giù, fra le cosce, le divaricò istintivamente, le dita della donna le procurarono subito un piacere sconosciuto. Sentiva scorrer dentro un misto di dolore e piacere, inarrestabile. Lei non sapeva reagire, rimase immobile. La zia, temendo di esagerare, non andò oltre, si tenne il suo corpo stretto a sé e si addormentarono così. Durante il resto della settimana, la sera continuarono a toccarsi sempre, senza andare molto più in là. La sera del suo diciottesimo compleanno, mentre stavano cenando, sentirono il telegiornale in tv. Il cronista si mise a leggere una notizia che gelò il sangue a entrambe. In una sparatoria dentro un bar, il fidanzato di sua madre era stato ucciso e quello, nel tentativo di ripararsi, si era fatto scudo con il corpo di sua madre, con il risultato di morire entrambi. I dieci giorni successivi furono tremendi. La Polizia voleva sapere dei legami fra sua madre ed il balordo morto. Il funerale, tutte le altre cose, misero Angela al centro dell’attenzione; era una cosa che lei odiava da morire. Tornò con Ada, nell’appartamento di sua madre; prese le sue ultime cose, vendette tutto il resto, poi si rese conto che non sapeva cosa farsene dei soldi ricavati.
«Ci prendi la patente di guida: io mi devo operare al menisco, aspetterò fino a che tu non abbia conseguito la patente, poi mi opero.»
Angela pensò che fosse una bella idea. Cinquanta giorni dopo, sventolava la patente davanti alla faccia di sua zia che, dalla contentezza l’abbracciò forte e le diede un lungo bacio in bocca. Una settimana dopo, si recarono in uno studio ortopedico di un caro amico di sua zia. Mentre erano in sala d’aspetto, videro entrare una signora con entrambe le gambe ingessate su di una sedia a rotelle, spinta da una badante straniera.
«Ada, che ci fai qui?»
«Flavia, sei proprio tu?»
Le donne si abbracciarono calorosamente, mentre la badante si mise in un angolo a parlare nella sua lingua al cellulare. Si raccontarono le rispettive vicissitudini. Flavia non la vedeva dal funerale di suo zio. Era stata vittima di un incidente in montagna, mentre era a sciare: una deficiente l’aveva investita fratturandole entrambe le caviglie ed ora doveva togliere il gesso: era lì per quello. Poi, girando lo sguardo, chiese ad Ada.
«Chi è questa bellissima cerbiatta, che ti porti dietro?»
Angela arrossi fino alla cima dei capelli. Effettivamente, con quel suo fisico minuto, il viso tondo, gli occhi grandi e scuri, sembrava davvero una cerbiatta.
«E' mia nipote, una ragazza molto in gamba, ma un po' sfortunata.»
Flavia la scrutò intensamente. Sentiva i suoi occhi entrare dentro la sua anima, poi le chiese quale fosse il suo lavoro. Angela riuscì a recuperare un po’ di voce e disse di esser al quinto anno di ragioneria. Ada aggiunse che era anche bravissima.
«Ha la media del nove!»
Flavia sorrise, poi aggiunse.
«Se sei veramente brava, io potrei aver bisogno di te. La mia commercialista, fra poco, andrà in maternità e devo sostituirla. Quando ti sarai diplomata, cercami, anzi, dammi il tuo cellulare!»
Tornando a casa, Ada le raccontò di loro, che erano state amiche di scuola, si erano frequentate moltissimo, poi la vita le aveva divise: si erano riviste al funerale di suo marito.
«È una donna molto potente. Metà della città gli deve dei favori, mentre l’altra metà, sta ai suoi ordini. Potresti fare la tua fortuna: ha una lavanderia industriale, creata da suo padre, lei la dirige e ne ha fatto una vera miniera d’oro.”
Due giorni dopo, Flavia chiamò le due donne.
«La mia badante mi ha lasciato per problemi con il marito; io ho appena tolto il gesso e non riesco quasi a muovermi: avrei bisogno di una mano.»
Andarono a casa sua. Una villa splendida, appena sulla collina davanti alla città. Angela, entrando, si rese conto che quella casa era bellissima: arredata con gusto totalmente femminile, era perfetta in ogni suo dettaglio. Flavia era davvero immobilizzata, si muoveva a mala pena con due stampelle. Mentre Ada metteva in ordine la casa, Angela la portò davanti alla scrivania dello studio. Flavia fece alcune telefonate, poi le chiese:
«Hai la patente, potresti portarmi in azienda?»
Andarono con la vettura di Flavia, una sportiva degna di lei. Angela sentiva tremar i polsi alla potenza di quel veicolo, ma riuscì a dominarlo in maniera perfetta, tanto che, al ritorno, lei le fece i complimenti ed una proposta.
«Comprendo che devi studiare, ma resteresti ancora con me? Sono completamente sola, non riesco quasi a muovermi, devo far la ginnastica riabilitativa, ma ancora mi muovo malissimo ed ho paura di cadere.»
Ad Angela sembrava un sogno, quella splendida donna aveva bisogno di lei. Andò a casa, prese i libri e alcuni indumenti, poi tornò da lei. La sera, dopo aver cenato, aveva cucinato Angela, si misero sedute a parlare. Lentamente riuscì ad aprirsi con lei. Era tranquilla fra donne, questo la faceva sentir bene. Flavia aveva un modo dolcissimo di parlare, quasi sommesso, mai aggressivo. Angela era affascinata dalla grazia, classe e delicatezza di quella donna e glielo disse. Al momento di andare a dormire, l’accompagnò fino in camera, l’aiutò a spogliarsi. Lei aveva trentasei anni, ma sembrava averne venticinque al massimo. Pelle liscia, nessuna ruga, smagliatura o un filo di cellulite, un corpo quasi perfetto, terza di seno abbondante, capelli rossi naturali, gambe lunghe, toniche, anche se ora il tono muscolare era un po' compromesso, apparivano pur sempre belle, mani con dita lunghe, occhi chiari, labbra e bocca non troppo grandi. Angela la aiutò a distendersi nel letto, poi fece per andarsene.
«Dove vai? Non potresti restar qui? È tanto grande questo letto, che può ospitare entrambe; ma, se hai paura di dormire con me, va pure.»
Angela arrossì ancora, era timida; solo con sua zia riusciva a spogliarsi, ma, vincendo ogni remora, disse che non vi erano problemi. Si spogliò, mise il suo pigiama, si distese accanto a lei. Il mattino lei si levò, le preparò la colazione, poi la aiutò ad andare in bagno, doveva far una doccia: si spogliò nuda davanti a lei. Angela si sentiva strana, era eccitata dal corpo di quella donna, il triangolino di peli rossi sul pube era perfetto. La fece entrare dentro la doccia, lei si appoggiò alla parete, cercando di lavarsi, ma, con scarsi risultati. Angela prese il guanto di spugna e, da fuori, si mise a lavarla: incredibile, si stava eccitando a passare le mani su quel corpo e, anche lei non era indifferente alle sue carezze. Quando ebbe finito, le preparò un telo di spugna per avvolgerla, lei si lasciò abbracciare, si appoggiò alla giovane che a fatica riuscì a portarla di nuovo in camera, per distenderla sul letto. Lentamente le passava l’asciugamano sul corpo. Flavia stava in silenzio, era eccitata dalla carezza della ragazza, aveva timore a muoversi, lei avrebbe potuto fraintendere le sue intenzioni, mentre lei era rapita da quel visetto e dalla fragilità di quel corpicino che desiderava tantissimo. Per un momento, Angela smise di passare il panno sul corpo nudo davanti a lei. Sentiva dentro un profondo desiderio di baciarla. Sua zia le aveva detto che Flavia non aveva mai frequentato maschi, che, alle superiori, quando andava a casa sua, spesso si distendevano sul letto a baciarsi. Angela portò la sua bocca vicinissima alla sua, lei attese che la giovane le fosse vicina ed allungò la mano, gliela mise dietro la nuca e le bocche si unirono in un bacio interminabile, passionale, le lingue s’inseguivano, si toccavano, si univano incessantemente. Flavia distesa, Angela di lato a lei, le labbra percorsero ogni centimetro di quel giovane corpo acerbo. La fece vibrare e, quando si mise in bocca il seno ancora acerbo di Angela, quest'ultima ebbe un profondo gemito.
«… hmmmmuuhhmmmm … Sei bravissima!»
Angela si rese conto che lei era veramente esperta nell’arte di amare una donna. Le passò la lingua in ogni angolo del suo corpo. La fece vibrare come la corda di un violino, le fece emettere una melodiosa serie di suoni di puro piacere.
«Sì, dai, ti supplico non ti fermare!»
Desiderava godere, ma lei indugiava, alla fine Angela le prese la testa, la schiacciò sul suo bottoncino ed ebbe subito un forte orgasmo, che la scosse tutta.
«Vengo! Finalmente!»
A quel punto, si girò verso di lei, insinuò la sua testa fra le gambe di Flavia, si scatenò a leccare, succhiare con impeto la fica di lei che, alla fine, dovette staccarsi ed urlare il proprio piacere.
«ooooohhh, amore dolcissimo, dai che godo. Vengo!»
Si rigirò incollando la sua bocca a quella di Angela, si strinse con passione a quel giovane corpo.
«Ti ho amato dal primo istante che ti ho vista. Ti amo, ma, se hai paura di questa cosa, allora vattene, io non potrei sopportare che tu non mi amassi.»
Angela aveva le lacrime agli occhi. La guardò con tutto l’amore, che non aveva mai provato per nessuno.
«Anch’io ti amo, ti ho desiderato sin da subito, mi sei entrata dentro al primo sguardo, spero di esser degna di te.»
Fu subito amore. Amore grande, completo, senza riserve, un corpo e un’anima nel vero senso della parola. Nei quattro anni che seguirono, divennero inseparabili. Flavia le insegnò tutto. In fabbrica le affidò sempre maggiori responsabilità. Angela era una dirigente perfetta. Giusta con il personale, ma determinata con i clienti. I suoi sottoposti, per l’ottanta per cento, erano donne, l’adoravano, sia per il modo di dirigere, sia per il coraggio di dichiarare il suo amore per Flavia: la chiamavano “la signorina”. Nella vita quotidiana, Flavia fu una maestra perfetta. Niente più vestiti anonimi, ma eleganza, classe e buon gusto, divennero la sua abitudine, ma era a letto che la discepola superò la maestra. Angela era diventata insuperabile nel far morir di piacere Flavia. La sua gioventù, la sua fame di sesso, la stordiva e, alla fine, Flavia ne usciva ogni volta sfinita, ma sempre desiderosa di ricominciare, non era mai sazia del piacere che Angela le dava.
Era quasi Natale, erano nel loro ufficio.
«Da un primo bilancio, credo che anche questo semestre sarà molto positivo; direi che avremo raddoppiato gli utili anche per quest’anno.»
Flavia alzò lo sguardo verso il suo amore, sorrise.
«È tutto merito tuo: da quando sei entrata in quest’azienda, abbiamo migliorato ogni giorno di più. Che ne dici di andare a festeggiare in quel locale nuovo di Marina?»
«Certo, così quella troia ti rimette gli occhi addosso; credo che si sia creato un pensierino su di te.»
A Flavia faceva piacere quella finta gelosia. Le faceva capire che la piccola non abbassava mai la guardia, poi, dentro di sé, mai e poi mai, avrebbe permesso a nessuno di inserirsi nel loro amore.
Quella sera si prepararono da sballo. Angela aveva una gonna al ginocchio, con tacchi non troppo lati: non voleva apparire più alta di lei. Flavia sfoggiò un classico del suo repertorio: giacca e cravatta da uomo, con in testa un Borsalino che, vista da dietro, poteva benissimo esser scambiata per maschio. Erano stupende e, quando entrarono nel locale, la padrona andò loro incontro.
«Siete meravigliose!»
Poi, da vicino, aggiunse a bassa voce.
«Saprei io cosa vi farei se solo potessi infilare la mia lingua in un certo posticino del vostro corpo!»
Risero soddisfatte. Passarono fra i tavoli tenendosi per mano, suscitarono il classico brusio, cui erano ormai abituate, ma un gruppetto di balordi le arringò pesantemente.
«Ci penserei io a farle tornare ad adorare il cazzo.»
Loro non se ne curarono, erano abituate a tutto, poi non davano alcuna importanza a quello che la gente pensava. Durante la cena, si scambiarono effusioni e bacetti, poi decisero di tornare.
La strada costeggiava per un tratto un bosco, era notte, faceva molto freddo. All’uscita da una curva, videro una vettura che sembrava uscita di strada: era notte, una persona era distesa in terra, subito uscirono dalla loro macchina e andarono a soccorrere il tipo. Fu il loro più grande errore. Improvvisamente Angela si sentì afferrare da due persone robuste, un tampone sulla bocca imbevuto di una sostanza che le fece subito perdere i sensi. Quando rinvenne, era seminuda, quasi congelata, sentiva un fortissimo dolore sia sotto che dietro: era stata stuprata!
«Flavia! Flavia, dove sei? Dove sei? Rispondi!»
La vide riversa poco distante da lei. Strisciò fino al suo corpo, non riusciva a reggersi in piedi.
«Flavia, amore, rispondi! No!... NO!»
Il suo grido squarciò il silenzio della notte, lei la stringeva a sé, ma la donna era morta; forse aveva reagito alla violenza ed aveva pagato con la vita la sua determinazione. Si trascinò fino alla strada. Una vettura con una coppia di fidanzati la soccorse e chiamarono aiuto. Fu di nuovo un incubo.
Il vuoto. La sua vita si era fermata, sconvolta, distrutta, sfinita. Trovarono subito i cinque balordi artefici di tanto dolore. Avevano rubato loro borse e cellulari, si erano divertiti a riprenderle durante la violenza. Furono puniti in maniera esemplare, ma a lei non importava molto. Flavia non c’era più e lei si sentiva sola, distrutta, stanca di vivere. Dopo un mese circa, fu convocata, assieme ad Ada, da un notaio. Flavia, per testamento, le aveva lasciato tutto, tranne una baita in montagna, che aveva regalato ad Ada, ma la cosa importante era una lettera per Angela.
Le diceva, in breve, che lei era stata tutta la sua vita, che lei l’aveva amata come nessun altro al mondo. Le aveva lasciato la sua attività, sperando che lei la facesse crescere quasi fosse una loro creatura, la esortava: "Falla diventare il monumento al nostro amore".
Angela si riprese e, da quel giorno, era presa dal solo lavoro: lei viveva per la lavanderia. Passarono due anni, fatti solo di lavoro, passeggiate al cimitero, per lei non c’era spazio per altro. Una sera, in prossimità delle feste natalizie, periodo che lei odiava di più, una sua segretaria le disse:
«Signorina, sono le venti ed è ora di chiudere.»
Lei le sorrise, si scusò ed uscì. Si mise alla guida per andare verso casa, ma era distratta dai suoi pensieri. Le mancava tantissimo Flavia, non si rese conto che, al bivio, non aveva svoltato a destra, ma aveva proseguito dritto e si ritrovò in aperta campagna. Era buio, stava soffiando il vento che portava fiocchi di neve, lei sbagliò una curva e la macchina scivolò su di una lastra di ghiaccio, fini in un fossato, al lato della strada, sbatte con forza la testa sul parabrezza: aveva anche dimenticato di allacciare la cintura di sicurezza.
Si risvegliò dopo un po', i fari della macchina si erano spenti, lei avvertiva un forte dolore alla fronte, le colava del sangue, era sola, nel freddo come quella maledetta sera, desiderò di morire. Dei fari squarciarono la notte, un grosso SUV passò e si fermò, tornò indietro e ne discese un uomo, venne verso lei.
«EHI, sta bene?»
Aprì lo sportello, lei gli svenne fra le braccia. Si risvegliò tre ore dopo in un letto d’ospedale; l’uomo era seduto vicino a lei. Ebbe un momento di paura, lei subito non riuscì a rendersi conto di dove si trovava. Lui era un tipo non troppo robusto, fisico normale, mani belle, dita lunghe affusolate, ben curate, i capelli rossi corti, aveva un viso dolce, non esprimeva la classica durezza del maschio, i suoi lineamenti erano dolci. Lui le parlava e lei girò lo sguardo verso di lui.
«Meno male che si è ripresa, credevo di averla soccorsa troppo tardi. Mi chiamo Andrea, sono nato in Germania, da padre tedesco e madre italiana che è ginecologa in questo ospedale.»
Angela lo ringraziò, era la prima volta che doveva qualcosa ad un uomo, al di fuori del lavoro. Sembrava un ragazzo dolce, lei non riusciva a sentir disagio con lui. Passarono due giorni, fu dimessa e lui si offrì di accompagnarla. Venne a trovarla anche sua madre e, quando entrò, le due donne si riconobbero. Lei era la dottoressa che l’aveva visitata dopo lo stupro, ma, professionalmente corretta, non ne fece parola davanti a lui. Lentamente Andrea s’inserì nella sua vita. Era dolce, premuroso, la faceva spesso sorridere, lo trovava simpatico, si rendeva conto che il giovane si stava affezionando sempre più: era diverso da tutti quelli che conosceva, sapeva intuire ogni suo desiderio e lo faceva con estrema dolcezza, cosa che spiazzava Angela sempre più. Una sera, lui l’aveva invitata a cena, era tutto perfetto, Angela aveva fatto un vero sforzo ad accettare l’invito. Lo aveva fatto per non ferire l’amico, ma era a disagio: si rendeva conto di esser al centro dell’attenzione del giovane. Appena seduti a tavola, lui le prese la mano, la guardò negli occhi:
«Angela credo di essermi innamorato di te.»
Lei ebbe una reazione eccessiva.
«NO! Questo no!»
Si alzò da tavola e se ne andò via. Passarono alcuni giorni, lei era dispiaciuta. Si rendeva conto dell’eccessiva reazione avuta, ma aveva paura: non voleva che qualcuno potesse innamorarsi di lei. Cercò Andrea, ma questi non rispondeva, poi decise di passare all’ospedale e vi trovò la madre.
«Andrea è una persona diversa, da quello che credi. Capisco la tua reazione, perché conosco la tua storia, ma lui no.»
Angela si rese conto di aver sbagliato: gli doveva almeno delle spiegazioni. La madre le suggerì benevolmente:
«Se vuoi spiegarti con lui, vieni questa sera a casa; lui torna dopo le venti.»
Angela si presentò a casa di Andrea, suonò alla porta, si vide aprire da una donna che assomigliava a lui.
«Cerco Andrea, è in casa?»
«Accomodati.»
Le rispose la donna. Angela era confusa, le sembrava la copia esatta dell’amico, non sapeva che lui avesse una sorella. Appena dentro, ripeté la richiesta di vedere Andrea.
«Sono io Andrea.»
Lei lo guardò senza capire, la donna si avvicinò.
«In Germania, Andrea è un nome che si può utilizzare sia al maschile che al femminile. Io lo uso perché io sono sia donna che uomo: sono una trans.»
Angela rimase muta. Per un momento non riuscì a focalizzare la cosa: lei era lì vicino, le sue mani tenevano le sue, i loro occhi s’incrociarono in un lunghissimo sguardo. Ora capiva la dolcezza: era ovvio, la parte donna che era in lui sapeva benissimo come comportarsi con lei.
«Amavo una donna che si chiamava Flavia, era tutto per me. Una sera ci hanno violentate, stuprate, lei ha resistito ed un balordo le ha stretto le mani al collo fino ad ucciderla: comprendi la mia diffidenza?»
«In Germania, Andrea era una donna: mi sono innamorata due volte. La prima volta lui è fuggito, la seconda, quando ha visto la mia diversità, mi ha definito mostro. Sono venuta in Italia ed ho deciso di esser un maschio e, cosa vado a fare? M’innamoro di una donna che ama le donne: decisamente non ne imbrocco una.»
Angela sentì che di lui si poteva fidare, lo guardò dritto negli occhi e le sue labbra si avvicinarono alle sue, scambiando un timido bacio. Dentro di sé aveva un grandissimo conflitto; l’amore per Flavia era chiuso per sempre nel suo cuore, ma era ora di voltar pagina e lui/lei erano la perfetta soluzione: poteva amarla come donna, ma accettare di avere il maschio, senza doversi difendere. Andrea rimase un momento stupito e poi le sorrise.
«Portami con te» gli disse Angela.
Lei lo accompagnò in camera da letto. Si mise a spogliarla, le sue mani si muovevano delicatamente sul suo corpo. Angela sentiva il desiderio crescere e, quando furono nudi, lei si rese conto che lei aveva un bellissimo corpo, non le importava se aveva anche un pene: si distese a 69 e cominciò a baciarlo, leccare e, lentamente, la sua mano si strinse intorno a quel sesso, fino ad allora ripudiato. Lo portò alla bocca, leccandolo in maniera assolutamente inesperta, poi se lo spinse un po' in gola. Era dolce, lui non le imponeva nulla, le leccava la fighetta molto bene, lei ebbe un lunghissimo orgasmo.
Poi, con decisione, Angela si rigirò. Salì su di lui e, con tantissimo coraggio, appoggiò il glande all’apertura della sua fica; lo guardò negli occhi:
«Prendimi, fammi sentire come una donna riesca a farmi godere come presa da un maschio.»
Spinse dentro di sé quel fallo. Le scorreva lungo le pareti, sentì un piacere diverso, poi, una lunga scarica elettrica sconvolse il suo cervello. Lei aveva avuto il suo primo orgasmo.
«Vengo!»
Riuscì solo a dire questo. Si strinse a lui.
Un diverso amore stava nascendo dentro di lei.
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1 year ago
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Un amore diverso
Angela riuscì a chiudere la porta dietro di se, le imprecazioni di sua madre rimasero fuori, anche questa volta era quasi andata bene. Con la lingua sentì il labbro inferiore, un sapore di sangue le confermò che il ceffone di sua madre, le aveva procurato un piccolo taglietto. Doveva andarsene. Si, doveva andare via da quella casa. Si avvicinò alla finestra, fuori il cielo era grigio, la sua vita era grigia, tutto era grigio in quel posto, grandi palazzoni di edilizia popolare, in un quartiere che col tempo era degenerato, abitato da ladri, puttane, spacciatori e balordi di ogni specie. Sua madre abitava lì, in un appartamento in affitto, suo padre mai conosciuto, forse era uno dei tanti fidanzati di sua madre. Una bella donna, che col tempo si era degradata fare la prostituta, o a vivere sempre semi ubriaca, a girare per casa mezza nuda, convivendo sempre col balordo di turno, che regolarmente la sfruttava, e poi le dava un calcio e via. Dove andarsene, l’ultimo amico di sua madre era un tipo poco raccomandabile, peggiore degli altri, che si erano avvicendati prima, un bulletto che si credeva furbo, l’aveva guardata con occhi cattivi.
«Tua figlia sta diventando bella, uno di questi giorni le insegno il mestiere, così vi metto a battere in strada tutte due, e guadagno il doppio.»
Quelle parole ad Angela le avevano fatto venire la pelle d’oca, ora doveva scappare se non voleva fare quella fine, era riuscita a sfuggire due, o tre volte, a uno stupro, non voleva che fosse lui a prendere la sua verginità. Andava scuola dall’altra parte della città, vicino a casa di sua zia Ada. Lei si che era una vera donna. Aveva studiato, si era sposata con un ferroviere, possedeva una bella casa, amava stare con lei, specie da quando un anno fa, era morto suo zio stroncato da un infarto. Sua zia era sempre felice di averla in casa. Angela sapeva farsi volere bene. Era una ragazza sveglia, sapeva, fare tutte le faccende domestiche e lo faceva volentieri per sua zia, che non aveva figli, quindi la considerava, e le voleva bene come una figlia.
«Questa casa è sempre aperta per te.»
Le diceva sempre. A volte, Angela passava da lei per non tornare a casa, si sentiva bene con lei, ora doveva scappare, a quasi diciotto anni doveva, decidersi. Mise dentro lo zaino i libri, in una sacca i pochi vestiti che aveva. Vestiva sempre in modo da non attirare l’attenzione, in classe passava quasi inosservata, mentre vedeva le sue compagne, vestirsi sempre in modo da attirare lo sguardo dei maschi, lei riusciva a scomparire anche in mezzo alla folla. Uscì piano dalla camera, sua madre era in bagno, chiuse piano il portone, quando stava per scendere le scale, vide il balordo che saliva. In silenzio salì al piano di sopra, lui entrò in casa, aveva le chiavi. Scese, corse fuori, prese al volo il bus che l’avrebbe portata dall’altra parte della città. Non si girò, forse sua madre non se ne sarebbe accorta della sua scomparsa che fra qualche giorno. Ada la vide davanti al portone, le sembrò un piccolo e indifeso uccellino. Le raccontò gli ultimi avvenimenti.
«Vieni, togliti questi abiti bagnati, fatti una doccia che ti riscalda, io intanto ti preparo qualche cosa di caldo.»
La sera Ada disse, che se voleva poteva decidere, se dormire sul divano letto della cameretta, o nel letto con lei. Quando si trovò distesa al suo fianco, le sembrò che finalmente si poteva rilassare, le mani della donna le massaggiavano le spalle.
«Rilassati, non pensare a nulla, qui sei al sicuro.»
Lei sentiva uno strano languore crescere dentro di se, era dolce il modo in cui la zia l’accarezzava, lei si lasciò andare. Lentamente si sentiva dentro una sensazione di benessere, la bocca della zia a poca distanza dalla sua, le parole appena sussurrate, le carezze erano dolcissime.
«Che bel seno che hai zia, il mio è molto piccolo, posso toccarlo?»
Lei sorrise.
«Non disperare, presto diventerà grande anche il tuo, e lo puoi toccare.»
Angela portò lentamente la mano sulla mammella, era soda, il capezzolo grande, duro, Ada ebbe un gemito.
… muumummmmhhmmm…
Il contatto la faceva impazzire. Allungò la sua mano sul seno della ragazza, lei si mise a tremare come una foglia. Era uno strano languore quello che provava, quando Ada appoggiò le sue labbra alla sua bocca, lei non oppose nessuna resistenza. Lasciò insinuare la lingua dentro la bocca, rispose con ardore a quel bacio, lunghissimo, che la fece vibrare come una corda di violino, mentre fra le sue cosce, sentiva dentro un fuoco. La mano dal seno scese giù in mezzo alle cosce, le divaricò istintivamente, le dita della donna le procurarono subito un piacere sconosciuto.
… humummmm …
Sentiva scorrere dentro un misto di dolore, e piacere, inarrestabile. Lei non sapeva reagire, rimase immobile. La zia temendo di esagerare, non andò oltre, si tenne il suo corpo stretto a se, e si addormentarono così. Durante il resto della settimana, la sera continuarono a toccarsi sempre, senza andare molto più in là. La sera del suo diciottesimo compleanno, mentre stavano cenando, la tv trasmetteva il telegiornale. Il cronista si mise a leggere una notizia che gelò il sangue a entrambe. In una sparatoria dentro un bar, il fidanzato di sua madre era stato ucciso, nel tentativo di ripararsi, si era fatto scudo con sua madre, con il risultato di morire entrambi. I dieci giorni successivi, furono tremendi. La Polizia che voleva sapere dei legami fra sua madre, e il balordo morto. Il funerale, tutte le altre cose, misero Angela al centro dell’attenzione, era una cosa che lei odiava da morire. Tornò con Ada nell’appartamento di sua madre, prese le ultime cose sue, vendette tutto il resto, poi si rese conto che non sapeva cosa fare dei soldi ricavati.
«Ci prendi la patente di guida, io mi devo operare al menisco, aspetterò fino a che tu non hai la patente, poi mi opero.»
Angela pensò che fosse una bella idea. Cinquanta giorni dopo, sventolava la patente davanti alla faccia di sua zia, che dalla contentezza l’abbracciò forte, le dette un lungo bacio in bocca. Una settimana dopo si recarono in uno studio ortopedico, di un caro amico di sua zia. Mentre erano in sala d’aspetto, videro entrare una signora con entrambe le gambe ingessate, su di una sedia a rotelle spinta da una badante straniera.
«Ada, che ci fai qui?»
«Flavia, sei proprio tu?!»
Le donne si abbracciarono calorosamente, mentre la badante, si mise in un angolo a discutere parlando straniero al cellulare. Si raccontarono le rispettive vicissitudini, Flavia non la vedeva dal funerale di suo zio. Era stata vittima di un incidente in montagna, mentre era a sciare, una deficiente l’aveva investita fratturandole entrambe le caviglie, doveva togliere il gesso, era lì per quello. Girando lo sguardo, chiese, ad Ada.
«Chi è questa bellissima cerbiatta che ti porti dietro?»
Angela arrossi, fino alla punta dei capelli. Effettivamente col suo fisico minuto, il viso tondo, gli occhi grandi e scuri, sembrava veramente una cerbiatta.
«E' mia nipote, una ragazza molto in gamba, ma, un poco sfortunata.»
Flavia la scrutò intensamente. Sentiva i suoi occhi entrare dentro la sua anima, poi le chiese quale fosse il suo lavoro. Angela riuscì a recuperare un po’ di voce, disse di essere al quinto anno di ragioneria. Ada aggiunse che era anche bravissima.
«Ha la media del nove!»
Flavia sorrise, poi aggiunse.
«Se sei veramente brava, io potrei avere bisogno di te. La mia commercialista fra poco andrà in maternità, e devo sostituirla. Quando ti sei diplomata, cercami, anzi, dammi il tuo cellulare.»
Tornando a casa, Ada le raccontò di loro, che erano amiche di scuola, si erano frequentate moltissimo, poi la vita le aveva divise, si erano riviste al funerale di suo marito.
«È una donna molto potente. Metà della città gli deve dei favori, mentre l’altra metà sta alle sue spettanze. Può fare la tua fortuna, ha una lavanderia industriale creata da suo padre, lei la dirige, ne ha fatto una vera miniera d’oro.”
Due giorni dopo Flavia chiamò le due donne.
«La mia badante mi ha lasciato per problemi con il marito, io ho appena tolto il gesso, e non riesco quasi a muovermi, averi bisogno di una mano.»
Andarono a casa sua. Una villa splendida appena sulla collina davanti alla città. Angela entrando si rese conto che quella casa era bellissima, arreda con gusto totalmente femminile, era perfetta in ogni suo dettaglio. Flavia era davvero immobilizzata, si muoveva a mala pena con due stampelle. Mentre Ada metteva in ordine la casa, Angela la portò davanti alla sua scrivania dello studio. Flavia fece alcune telefonate, poi le chiese:
«Hai la patente, mi porteresti in azienda.»
Andarono con la vettura di Flavia, una sportiva degna di lei. Angela sentiva tremare i polsi dalla potenza di quel veicolo, ma riuscì a dominarlo in maniera perfetta, tanto che al ritorno, lei le fece i complimenti, e una proposta.
«Comprendo che devi studiare, ma resteresti ancora con me, sono completamente sola, non riesco quasi a muovermi, devo fare la ginnastica rieducativa, ma ancora mi muovo malissimo e ho paura di cadere?»
Ad Angela sembrava un sogno, quella splendida donna aveva bisogno di lei. Andò a casa, prese i libri necessari e alcuni indumenti, poi tornò da lei. La sera dopo aver cenato, aveva cucinato Angela, si misero sedute a parlare. Lentamente riuscì ad aprirsi con lei. Era tranquilla, fra donne, questo la faceva sentire bene. Flavia aveva un modo dolcissimo di parlare, quasi sommesso, dolce, mai aggressivo. Angela era affascinata dalla grazia, classe, e delicatezza che quella donna aveva, e glie lo disse. Al momento di andare a dormire, l’accompagnò fina alla camera, l’aiutò a spogliarsi. Lei aveva trentasei anni, ma sembrava averne venticinque al massimo. Pelle liscia, nessuna ruga, smagliatura, o un filo di cellulite, un corpo quasi perfetto, terza di seno abbondante, capelli rossi naturali, gambe lunghe toniche, anche se ora il tono muscolare era basso, sembravano sempre belle, mani con dita lunghe, occhi chiari, labbra e bocca non troppo grandi. Angela la aiutò a distendersi nel letto, poi fece per andarsene.
«Dove vai? Non potresti restare qui. È tanto grande questo letto, che può ospitare entrambe, ma se hai paura di dormire con me vai pure.»
Angela arrossì ancora, era timida, solo con sua zia riusciva di spogliarsi, ma vincendo ogni paura disse che non vi erano problemi. Si spogliò, mise il suo pigiama, si distese accanto a lei. Il mattino lei si levò, le preparò la colazione, poi la aiutò ad andare in bagno, doveva fare una doccia, si spogliò nuda davanti a lei. Angela si sentiva strana, era eccitata dal suo corpo, il triangolino di peli rossi del pube era perfetto. La fece entrare dentro la doccia, lei si appoggiò alla parete, cercando di lavarsi, ma con scarsi risultati. Angela prese il guanto di spugna, da fuori si mise a lavarla, era incredibile, si stava eccitando a passare le mani sul suo corpo, anche lei non era indifferente alle sue carezze. Quando lei uscì, le preparò un telo di spugna per avvolgerla, lei si lasciò abbracciare, si appoggiò alla giovane, a fatica riuscì a portarla di nuovo in camera per distenderla sul letto. Lentamente le passava l’asciugamano sul corpo. Flavia stava in silenzio, era eccitata dalla carezza della ragazza, aveva timore a muoversi, lei avrebbe potuto fraintendere le sue intenzioni, mentre lei era rapita da quel visetto, e dalla fragilità di quel corpicino, che desiderava moltissimo. Per un momento Angela smise di passare il panno sul corpo nudo davanti a lei. Sentiva dentro un profondo desiderio di baciarla. Sua zia le aveva detto che Flavia, non aveva mai frequentato dei maschi, che alle superiori, quando andava a casa sua, spesso si distendevano sul letto a baciarsi. Angela portò, la sua bocca vicinissima alla sua, lei attese che la giovane le fu vicina, poi allungò la mano, la mise dietro il suo collo, le bocche si unirono in un bacio interminabile, passionale, le lingue s’inseguivano, si toccavano, si univano incessantemente. Flavia distesa, Angela di lato a lei, le labbra percorsero ogni centimetro di quel giovane corpo acerbo. La fece vibrare, quando si mise in bocca il piccolo seno, lei ebbe un lunghissimo gemito.
… hmmmmuuhhmmmm … Sei bravissima! ...
Angela si rese conto, che lei era veramente esperta, nell’arte di amare una donna. Le passò la lingua in ogni angolo del suo corpo. La fece vibrare come la corda di un violino, le fece emettere una melodiosa serie di suoni, di gemiti di vero piacere
«Si dai ti supplico non ti fermare!»
Desiderava godere, ma lei indugiava, alla fine Angela le prese la testa, la schiacciò sul suo bottoncino, ebbe subito un tremendo orgasmo che la scosse tutta.
«Vengo! Finalmente!»
A quel punto si girò verso di lei, insinuò la sua testa fra le gambe di Flavia, si scatenò a leccare, succhiare, con impeto la fica di lei, che alla fine dovette staccarsi e urlare di piacere.
« ooooohhh dolcissimo amore dai che godo Vengo!»
Si rigirò incollando la sua bocca all’altra, si strinse con passione quel giovane corpo.
«Ti amo, dal primo istante che ti ho visto. Ti amo, ma se hai paura di questa cosa, allora vattene, io non lo sopporterei che tu non mi amassi.»
Angela aveva le lacrime agli occhi. La guardò con tutto l’amore, che non aveva mai provato per nessuno.
«Anch’io ti amo, ti ho desiderato da subito, mi sei entrata dentro al primo sguardo, spero di essere degna di te.»
Fu subito amore. Amore grande, completo, senza riserve, un corpo e un’anima, nel vero senso della parola. Nei quattro anni che seguirono, divennero inseparabili. Flavia le insegnò tutto, in fabbrica, le affidò sempre maggiori responsabilità. Angela era una dirigente perfetta. Giusta con il personale, ma determinata con i clienti. Le sue operaie, l’ottanta per cento erano donne, l’adoravano, sia per il modo di dirigere, sia per il coraggio di dichiarare il sua amore per Flavia, la chiamavano “la signorina”. Nella vita quotidiana, Flavia fu una maestra perfetta. Niente più vestiti anonimi, ma eleganza, classe e buon gusto, divennero la sua abitudine, ma era a letto che la discepola superò la maestra. Angela era diventata fantastica nel far morire Flavia di piacere. La sua gioventù, la sua fame di sesso la stordiva, alla fine Flavia ne usciva ogni volta sfinita, ma sempre desiderosa di ricominciare, non era mai sazia del piacere che Angela le dava. Era quasi Natale, erano nel loro ufficio.
«Da un primo bilancio, credo che anche questo semestre sarà molto positivo, direi che alla fine avremo raddoppiato gli utili anche per quest’anno.»
Flavia alzò lo sguardo verso il suo amore, sorrise.
«È merito tuo, da quando sei entrata in quest’azienda, abbiamo migliorato sempre, che ne dici di andare a festeggiare in quel locale nuovo di Marina.»
«Certo, così quella troia ti rimette gli occhi addosso, credo che si sia fatto un pensierino su di te.»
A Flavia faceva piacere quella finta gelosia. Le faceva capire che la piccola non abbassava mai la guardia, poi dentro di se mai, e poi mai, avrebbe permesso a nessuno di inserirsi nel loro amore. Quella sera si misero veramente belle. Angela una gonna al ginocchio, con tacchi non troppo lati, non voleva sembrare più alta di lei. Flavia sfoggiò un classico del suo repertorio, giacca e cravatta da uomo, con, in testa, un Borsalino che vista da dietro poteva benissimo essere scambiata per tale. Erano stupende, quando entrarono nel locale, la padrona le andò incontro.
«Siete meravigliose!»
Poi da vicino, aggiunse a bassa voce.
«Saprei io cosa vi farei, se potessi infilare la mia lingua in un certo posticino del vostro corpo!»
Risero soddisfatte. Passarono fra i tavoli tenendosi per mano, suscitarono il classico brusio cui erano ormai abituate, ma un gruppetto di balordi commentò, pesantemente.
«Ci penserei io, a farle tornare ad adorare il cazzo.»
Loro non se ne curarono, erano abituate a tutto, poi non gli importava nulla di quello che la gente pensava. Durante la cena si scambiarono effusioni e bacetti, poi decisero di tornare. La strada costeggiava per un tratto un bosco, era notte, faceva molto freddo. All’uscita di una curva videro una vettura che sembrava uscita di strada, era notte, una persona era distesa in terra, subito uscirono dalla loro macchina, andarono a soccorrere il tipo. Fu il loro più grande errore. Improvvisamente Angela si sentì afferrare da due persone robuste, un tampone sulla bocca imbevuto di una sostanza che le fece subito perdere i sensi. Quando rinvenne, era seminuda, quasi congelata, sentiva un fortissimo dolore sia sotto che dietro, era stata stuprata!
«Flavia! Flavia dove sei? Dove sei? Rispondi.»
La vide riversa poco distante da lei. Strisciò fino al suo corpo, non riusciva a reggersi in piedi.
«Flavia, amore rispondi. no!... NO!»
Il suo grido squarciò il silenzio della notte, lei la stringeva a se, ma la donna era morta, forse era più forte, si era ribellata alla violenza, aveva pagato con la vita la sua determinazione. Si trascinò fino alla strada. Una vettura con una coppia di fidanzati la soccorse, chiamarono aiuto. Fu di nuovo un incubo. Il vuoto, la sua vita si era fermata, era sconvolta, distrutta sfinita. Trovarono subito i cinque balordi che avevano fatto tutto. Le avevano rubato borse e cellulari, si erano divertiti a riprenderle durante la violenza. Furono puniti in maniera esemplare, ma a lei non importava molto. Flavia non c’era più, e lei si sentiva sola, distrutta, stanca di vivere. Dopo un mese circa fu convocata assieme a Ada da un notaio. Flavia di nascosto le aveva lasciato tutto, tranne una baita in montagna che aveva regalato ad Ada, ma la cosa importante era una lettera per Angela. Le diceva, in breve, che lei era stata tutta la sua vita, che lei l’aveva amata, come nessun altro al mondo. Le aveva lasciato la sua attività, sperando che lei la facesse crescere come se fosse una loro creatura, falla diventare il monumento al nostro amore. Angela si riprese, da quel giorno solo il lavoro le interessava, solo lavoro, lei viveva per la lavanderia. Passarono due anni, fatti solo di lavoro, passeggiate al cimitero, per lei non c’era spazio per altro. Una sera, era vicino alle feste natalizie, periodo che lei odiava di più, una sua segretaria le disse:
«Signorina, sono le venti è ora di chiudere.»
Lei le sorrise, si scusò e uscì, si mise alla guida per andare verso casa, ma era distratta dai suoi pensieri. Le mancava tantissimo Flavia, non si rese conto che al bivio non era svoltata a destra, ma aveva proseguito diritto e si ritrovò in aperta campagna. Era buio, stava soffiando il vento che portava fiocchi di neve, lei sbagliò una curva, la macchina scivolò su di una lastra di gelo, fini in un fossato al lato della strada, sbatte con forza la testa sul vetro davanti, si era dimenticata di allacciare anche la cintura di sicurezza. Si risvegliò dopo un poco, i fari della macchina si erano spenti, lei si sentiva un forte dolore alla fronte, le colava del sangue, era sola, nel freddo come quella maledetta sera, desiderò morire. Dei fari squarciarono la notte, un grosso SUV passò, e si fermò, tornò indietro, e ne discese un uomo, venne verso lei.
«Hei, stai bene?»
Aprì lo sportello, lei gli svenne fra le braccia. Si risvegliò tre ore dopo in un letto d’ospedale, l’uomo era seduto vicino a lei. Ebbe un momento di paura, lei subito non riuscì a rendersi conto di dove si trovava. Lui era un tipo non troppo robusto, fisico normale, mani belle, dita lunghe affusolate, ben curate, i capelli rossi corti, aveva un viso dolce, non esprimeva la classica durezza di un uomo, i lineamenti erano dolci. Lui le parlava, lei girò lo sguardo verso di lui.
«Meno male che si è ripresa, credevo di averla soccorsa troppo tardi. Mi chiamo Andrea, sono nato in Germania, da padre tedesco e madre italiana, lei è ginecologa in questo ospedale.»
Angela lo ringraziò, era la prima volta che doveva qualche cosa a un uomo, al di fuori del lavoro. Sembrava un ragazzo dolce, lei non riusciva a sentire disagio con lui. Passarono due giorni, lei fu dimessa, lui si offrì di accompagnarla, venne a trovarla anche sua madre. Quando entrò le due donne, si riconobbero. Lei era la dottoressa che l’aveva visitata dopo lo stupro, ma professionalmente corretta, non ne fece parola a davanti a lui. Lentamente Andrea s’inserì nella sua vita Era dolce, premuroso, la faceva spesso sorridere, lo trovava simpatico, si rendeva conto che il giovane si stava affezionando sempre più, era diverso da tutti quelli che conosceva, sapeva intuire ogni suo desiderio e lo faceva con estrema dolcezza, cosa che spiazzava sempre Angela. Una sera, lui l’aveva invitata a cena, era tutto perfetto, Angela aveva fatto un vero sforzo ad accettare l’invito. Lo aveva fatto per non ferire l’amico, ma era a disagio, si rendeva conto di essere al centro dell’attenzione del giovane. Appena seduti a tavola, lui le prese la mano, la guardò negli occhi.
«Angela credo di essermi innamorato di te.»
Lei ebbe una reazione eccessiva.
«NO! Questo no!»
Si alzò da tavola e se ne andò via. Passarono alcuni giorni, lei era dispiaciuta. Si rendeva conto dell’eccessiva reazione avuta, ma aveva paura, non voleva più che nessuno s’innamorasse di lei. Cercò Andrea, ma questi non rispondeva, poi decise di passare all’ospedale, vi trovò la madre.
«Andrea è una persona diversa, da quello che credi. Capisco la tua reazione perché conosco la tua storia, ma lui no.»
Angela si rese conto di aver sbagliato, almeno gli doveva delle spiegazioni. La madre le diede un buon consiglio.
«Se vuoi spiegarti con lui, vieni questa sera a casa, lui torna dopo le venti.»
Angela si presentò a casa di Andrea, suonò alla porta, si vide aprire da una donna che assomigliava a lui.
«Cerco Andrea, è in casa?»
«Accomodati.»
Le rispose la donna. Angela era confusa, le sembrava la copia esatta dell’amico, non sapeva che lui avesse una sorella. Appena dentro ripete la richiesta di vedere Andrea.
«Sono io Andrea.»
Lei lo guardò senza capire, la donna si avvicinò.
«In Germania Andrea è un nome che si può utilizzare, sia al maschile, che al femminile. Io lo uso per il semplice motivo che io sono sia donna, che uomo, sono una trans.»
Angela rimase muta. Per un momento non riuscì a focalizzare la cosa, lei era lì vicino, le sue mani le tenevano le sue, i loro occhi s’incrociarono in un lunghissimo sguardo. Ora capiva la dolcezza, era chiaro, la parte donna di lei, sapeva benissimo come comportarsi con lei.
«Io amavo una donna che si chiamava Flavia, era tutto per me, una sera ci hanno violentate stuprate, lei ha resistito, e un balordo le ha stretto le mani sul collo fino ad ucciderla, capisci la mia diffidenza.»
«In Germania Andrea era una donna, mi sono innamorata due volte. La prima volta lui è fuggito, la seconda quando ha visto la mia diversità mi ha definito mostro. Sono venuta in Italia, ho deciso di essere un maschio, e cosa vado a fare? M’innamoro di una donna che ama le donne, decisamente, non ne prendo una.»
Angela sentì che lui si poteva fidare, la guardò dritta negli occhi, le sue labbra si avvicinarono alle sue, le diede un timido bacio. Dentro di se aveva un grandissimo conflitto, l’amore per Flavia era chiuso per sempre nel suo cuore, ma era ora di voltare pagina, e lui/lei erano la perfetta soluzione, poteva amarla come donna accettare di avere il maschio senza doversi difendere. Andrea rimase un momento stupito, le sorrise.
«Portami con te»
Le disse Angela. Lei lo accompagnò in camera da letto. Si mise a spogliarla, le sue mani si muovevano delicatamente sul suo corpo, Angela sentiva il desiderio crescere, quando furono nudi, lei si rese conto che lei aveva un bellissimo corpo, non le importava se aveva anche un pene, si distese a 69, lo cominciò a baciare, leccare e lentamente la sua mano si strinse intorno a quel sesso sempre ripudiato. Lo portò alla bocca leccandolo in maniera assolutamente inesperta, poi lo spinse un poco in gola. Era dolce, lui non le imponeva nulla, le leccava la fichetta molto bene lei ebbe un lunghissimo orgasmo.
…. Unmmunmum …
Poi con decisione Angela si rigirò. Salì su di lui, con tantissimo coraggio, appoggiò il glande all’apertura della sua fica, lo guardò negli occhi.
«Prendimi, fammi sentire come una donna mi fa godere da uomo.»
Spinse dentro di se quel fallo. Le scorreva lungo le pareti, sentì un piacere diverso, poi una scarica elettrica sconvolse il suo cervello. Lei aveva avuto il suo primo orgasmo.
«Vengo!»
Riuscì solo a dire questo. Si strinse a lui. Un diverso amore stava nascendo dentro di lei.
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1 year ago
baxi18, 55
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Nettare sulle mie labbra.
La mia storia di cornuto è piuttosto banale ed accade in vacanza sul mare, in un villaggio turistico di Vulcano nelle isole Eolie. Molti dei frequentatori, come me e mia moglie, tornano lì ogni anno, il mare è bello, la vita è tranquilla e non costa molto . Quella serata verso le 20:00 mia moglie Sissi mi dice : troppo caldo, amore mio, sono tutta sudata io scendo in spiaggia per fare un bagno, tu che fai? Scendi con me? In quell'istante stavo giocando a carte sul cellulare, gli dico appena finisco la partita scendo. Fu così che mia moglie Sissi va proprio dritta dritta in spiaggia. Dopo venti minuti circa vado in spiaggia anche io, ma Sissi non c’è. Dove è finita? La cerco con lo sguardo, poi mi avvicino ad un gruppo di scogli. Sento dei rumori. Con il passo del giaguaro, mi avvicino ancora e vedo Sissi, china, nella classica posizione di chi sta facendo un succosissimo pompino,guardo in viso lui e per poco non viene un infarto .... Oddio é Pino il suo ex amante di tanti anni fá . Rimango stordito, ma la scena è fantastica. Lei è una vera artista del pompino e, dai mugolii del suo amante, capisco che anche lui è d’accordo con la mia sensazione. Chi l’avrebbe mai detto, la cara mogliettina che si è ritrovata con il suo ex a Vulcano. Guardo l'orologio che fa le 21:15, Sissi é Illuminata dalla luna, ed io posso vederla in tutto il suo splendore e non riesco a staccarmi dalla scena. Nemmeno quando lei, veloce come la luce, se lo sfila dalla bocca e ci si siede sopra risucchiandolo tutto dentro la sua figa. Quel magnifico culo che si stringeva mentre cavalcava con passione il cazzo di Pino, con una furia ammirevole. Metto le mani nei pantaloni e trovo il mio più duro dell'acciaio. Stavo per andare da loro come una furia per mettere a nudo la tresca e fare una strage, ma decido di farmi na sega prima di intervenire. Sono ancora più stupito. E incuriosito. Da un po’ di tempo, noi solo posizione del missionario, niente orale. Voglio veder dove vogliono arrivare. Poi lui, la fa alzare, la prende tra le sue braccia e la deposita sul telo sopra la spiaggia. Lei si lascia depositare e poi gli dice: “Dai Pino non ho troppo tempo,mio marito mi starà cercando,entra dentro di me, presto….. prendimi…prendimi…..”. Lui non si fa pregare. Le alza le gambe, la piega come un panino, si appoggia su di lei e le infila l’uccello nella figa.Ho l’uccello di nuovo un fuici di pressione, mentre osservo mia moglie che mi sta incoronando nuovamente cornuto. Distratto per un attimo e…….. penso che sia inutile, ormai, interrompere proprio ora la scopata. È uno spettacolo straordinario. E poi, come sa bene ogni cornuto per avver vissuto questa stessa situazione, è eccitante da morire vedere in diretta la moglie che fotte con l'amante!Ansimano entrambi, e mia moglie ha ancora fiato per magnificare le doti del suo amante. “Hai il bel cazzo cazzo durissimo. Prendimi, dai Pinuccioooo prendimi … sfondami …… dammelo tutto ….. riempimi di sborra calda e profumata!!!”. Pino ansima come una locomotiva e spinge come un toro ma non cede, resiste. Meno male, almeno lo spettacolo continua. Mi accarezzo il mio uccello. Era il mio orgoglio, ma ora …… .è lì, barzotto, un po’ intimidito. Sissi denuncia almeno tre orgasmi con gridolini inequivocabili e poi anche con affermazioni chiare di godimento. Sono sopraffatto dallo stupore. E, forse, per continuare a stupirmi, al terzo orgasmo, Sissi si sfila il cazzo dalla figa e si mette a quattro zampe e gli ordina: “Sfondami il culo Pinuccio! Te lo meriti! È da tanto che Pino aspettava di sverginare profondamente nel culo Sissi!!!!”.Infatti tanti anni fá quando mi confessò la sua relazione con Pino, mi disse che lui ci aveva provato, ma lei non aveva ceduto alla tentazione di farselo prendere.Basta, questo non doveva farlo. A me non ha permesso nemmeno di mettere un dito … nel suo culo!!! Ora vado e faccio un macello! Ma lo spettacolo è troppo eccitante per metter fine. Pino si avvicina da dietro, ha il cazzo in fiamme peggio di me, gli allarga le chiappette che io amo tanto, appoggia l’uccello sul punto giusto e, con un colpo di reni, entra.Sisdi lancia un urlo di dolore, poi un'altro e un'altro ancora, una volta tutto dentro urla di continuare così, di sfondarle il culo, di sfondare tutto. E lui non si fa pregare. Su e giù, su e giù. Lei gode come una indemoniata, anzi, come una vera zoccola. Lui sembra uno stantuffo rotto ed io sono eccitatissimo ed ho dimenticato di irrompere sulla scena. E poi perché rovinare a me lo spettacolo e a loro la festa? Tanto ormai sono cornuto.Ho aspettato che Pino le sborrasse nel culo e uscisse il suo cazzo e sono andato in un bar a bere un whisky. Dopo oltre mezz'ora sono rientrato nel nostro villino. Sissi, senza forze, faceva finta di dormire. Mi spoglio nudo e mi stendo al suo fianco. Sissi era ancora senza mutande. Le passo la mano tra le cosce. In altri tempi avrebbe reagito immediatamente aprendo le gambe. Continua a fingere di dormire. E’ stanca, non ha voglia di scopare anche con me. È ancora calda dell’amplesso. Sulla sua pelle sento l’odore di Pino è capisco che non'e arrivata in tempo a farsi la doccia perché sono rientrato io. Ha preferito far finta di dormire. Ora, nel culo, ha lo sperma di Pino. Come un cornuto penso cose strane, mi piacerebbe leccarle il suo nobile buchino e sentire il sapore della sborra, ma non mi lascia avvicinare. Tiene le gambe strette, non vuole farsi scoprire che mi ha tradito. Poi mi prende la testa tra le braccia.Un suo capezzolo mi finisce vicino alla bocca. Mi dice: “sono stanca morta, amore, …… sta buono …….. ti prego, dormi”. Ma io insisto. Voglio scoparla anch'io. Allora lei mi prende il cazzo in un mano e dolcemente, mi masturba lentamente. Non mi lascia avvicinare alla sua figa nemmeno con la mano. Mi piace da morire. Le succhio il capezzolo. Voglio scoparla ed allora prendi coraggio e le dico: ti ho visto scopare con Pino. Si blocca per qualche interminabile secondo. Poi riprende e sussurra: “ma cosa dici, amore mio?”“Ti ho vista, un attimo fa, eravate nessi appartati di nascosto dopo la fine della spiaggia di vulcanello, avete scopato di brutto”Senza smettere di masturbarmi lentissima “Mi hai vista? Allora avrai visto che non ero affatto contenta. E’ un animale Pino, un vero bruto. Ho dovuto cedere mi avrebbe picchiato”“Non mi sembravi così dispiaciuta. Sei venuta tre volte…..”“Ma no, amore, ho finto tre volte, per farlo finire in fretta”“Te lo sei fatto mettere nel culo…..”“È vero, non volevo, …… era come un animale ….. praticamente mi ha violentato….. ho resistito a un dolore tremendo” e intanto continuava a masturbarmi“A me è piaciuto molto vederti scopare con Pino” dissi e sparsi il mio sperma sulle sue gambe.“Ti è piaciuto? Davvero? A me no! Mi ha fatto tanto male. È stato doloroso fisicamente e moralmente. Ha fatto a pezzi la mia dignità. Mi sono sentita una puttana! Ma, per farti contento, amor mio, lo scoperò ancora”“Si – le dissi – fallo ancora per amor mio”“Va bene, come vuoi tu. Sappi, però, che se scopo con lui voglio che tu sia sempre presente, ovvio che sarò sempre presente, ma adesso prima di farmi un pompino farmi leccare la tua figa piena del vostro nettare ancora tiepido...... Sissi si mise nella posizione del 69 e dopo pochi minuti gli sborrai in bocca come un cornuto, mentre con la lingua mi leccavo le labbra gustandomi l’ultima goccia del loro nettare.
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1 year ago
sissi,
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Dopo tanto
Era parecchio tempo che il mio profilo era fermo e dormiente. Poi per vicissitudini della vita mi trovo in questo bel loft dove vivo, e dopo un paio di sere dal suo completamento, con questo stile moderno ma caldo e avvolgente, davanti al camino, il suo calore ha acceso anche qualche cosa dentro di me, sono andato in cabina armadio, ho preso un paio di collant da quella borsa che non toccavo da molto, li ho indossati, e mi sono fatto una sega godendo come non mi succedeva da tempo.Appena finito ho aggiornato il profilo su SC.Sono passati mesi, ma un giorno ecco la coppia che cercavo, una conoscenza non troppo lunga via mail, poi l’invito a casa mia.Lui ha sempre espresso la sua vena cuck a tre, per gustarsi con orgoglio la moglie dopo con calma a casa, ricordando di cosa lei fosse capace. Già questa cosa mi eccita solo a pensarla, ma lui era comunque attirato dalle me foto con intimo, anche sse un po titubante.Lo ho rassicurato facendogli capire che non era un vincolo ma una cosa in più.A lei la cosa incuriosiva, infatti per loro richiesta sotto i jeans quando sono arrivati indossavo collant senza intimo, color carne, che mi hanno fatto avere il Cazzo duro tutto il tempo per il solo contatto con il naylon.Arrivano, in salotto 2 chiacchere, un po di vino, poi invito lei a vedere la camera.Anche lei sotto i vestiti aveva un reggicalze da urlo, e un corpetto trasparente da favola, iniziamo dimenticando di essere in 3, lei quando mi abbassa i jens, e inizia a leccarmi la cappella e le palle da sopra le calze, era più eccitata di me, me le bagna tutte di saliva, quando erano zuppe, avendoci strofinato sopra anche la sua figa che io avevo per bene fatto bagnare, le ho tolte e abbiamo scopato di brutto.Lei voleva prendermi con lo strapon, ma purtroppo per la foga non abbiamo fatto anche quello, ma quando pensavamo di aver finito e sia io che lui andiamo in bagno... lui si era nel frattempo semi spogliato e segato di gusto venendosi tra le mani.In bagno chiudo la porta, mi rimetto i collant, lui si siede sul WC, mi impugna il pacco umido, me li strappa e mi fa una sega purtroppo senza venire perchè ero venuto da poco.È stato molto bello, un legame a tre che mi è piaciuto. Ci ha fatto vivere un legame facendo sentire parte di loro.A.
2069
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2 years ago
AmandaTRV,
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Amare una donna.
Mi chiamo Silvia e oggi è il mio 37º compleanno, che festeggio insieme alla persona che più amo al mondo: Cinzia. Sono una ragazza abbastanza normale, con una corporatura che nulla ha da invidiare a tante altre donne: media statura, seconda di seno, bionda capelli corti, occhi chiari, insomma una donna come tante. In tutta la mia vita, non ho mai provato nessun’attrazione per i maschi, mentre invece, fin dai tempi del liceo, ero affascinata dalla bellezza delle mie compagne. A diciotto anni, ho vissuto quella che poi sarebbe stata l’esperienza che, in maniera definitiva, mi ha portato a vivere il sesso solo ed esclusivamente con le donne. Eravamo all’inizio dell’ultimo anno scolastico e, dopo aver finito la lezione di ginnastica, mi stavo cambiando nello spogliatoio della scuola con, accanto a me, Carla, la mia nuova compagna di banco. Avevamo appena fatto la doccia ed eravamo sole, io e lei. Entrambe indossavamo i nostri soli indumenti intimi, per poi rivestirci. Senza motivo ci siamo guardate dritte negli occhi e, senza dire una parola, i nostri corpi si sono avvicinati, una davanti all’altra, per guardarci in silenzio. Aveva un bel corpo ed era molto concupiscente; ho sentito un leggero brivido quando i nostri corpi si sono toccati, i nostri volti si sono sfiorati, ed ho sentito forte il desiderio di baciare le sue labbra, ma il rumore della porta che si apriva ci ha fatto desistere dal continuare quel breve, ma intenso contatto. Da quel momento, fra noi due le cose sono cambiate completamente. In breve siamo diventate inseparabili, anche se nessuna delle due, a causa della timidezza, riusciva a dire all’altra quello che stavamo provando. Un sabato mattina, che non avevamo scuola, abbiamo preso i nostri motorini e siamo andate in una piccola baita di proprietà dei suoi genitori, situata in cima ad un monte non troppo distante da casa nostra. Appena giunte, siamo entrate e ci siamo sedute sul letto di quella che era la sua camera quando, assieme ai suoi, veniva lì per trascorrere i weekend. Nessuno di noi due, riusciva a parlare, forse per timidezza o, forse, per desiderio, oppure per paura di rovinare quel momento così dolce, ma entrambe ci guardavamo negli occhi; poi, in maniera molto delicata, le nostre labbra si sono sfiorate in un primo timido bacio. Ho sentito la sua lingua cercare la mia e la cosa ha sortito l'effetto di eccitarmi tantissimo: consideravo quella cosa un momento bello e dolce, che mi regalava sensazioni bellissime. Dentro di me, sentivo forte il desiderio di far capire a quella ragazza quanto fosse forte il mio desiderio nei suoi confronti e, soprattutto, quanto desideravo quel contatto con lei. Senza dir nulla, abbiamo cominciato a spogliarci e, senza pudore o imbarazzo, ma in maniera naturale, ognuna di noi ha mostrato il proprio corpo all’altra. Ci guardavamo in faccia e ci regalavamo tanti sorrisi, quasi a volerci infondere reciprocamente coraggio. Poi, rimanendo sempre in silenzio, le nostre mani hanno iniziato ad esplorare ciascuna il corpo dell’altra, all’inizio in maniera un po’ timida, quasi impacciata. Avvertivo una sensazione di felicità e vedevo che lo stesso stava provando anche lei, e così abbiamo preso a baciarci, dapprima con una certa timidezza, ma bacio dopo bacio, si è trasformato in qualcosa di intenso, come anche il piacere che stavamo provando. Pian piano le nostre mani sono diventate più audaci ed hanno iniziato ad esplorare le nostre intimità, a sfiorare i nostri seni, le nostre labbra, ad indugiare sui capezzoli tesi e duri, facendoci gemere di piacere. Nella totale inesperienza, ognuna di noi, si è lasciata guidare dal desiderio, dalla voglia di esplorare il corpo dell’altra. Le mani della mia amica, scivolavano lentamente sul mio corpo, cominciando dalle gambe poi il ventre e, infine, avvicinandosi timidamente verso la mia intimità. Provavo molto piacere nel sentire le sue mani muoversi in maniera così dolce e, quando è giunta all’attaccatura della coscia, ho aperto le gambe e le ho offerto la mia micetta già bagnata fradicia. Lei ha preso ad esplorarla con le labbra, andando alla ricerca del mio bottoncino magico, che ha fatto vibrare, procurandomi subito un orgasmo molto intenso. Dopo aver provato quell’attimo di forte piacere, senza neanche rendercene conto, ci siam ritrovate avvinghiate in un 69, anche se nessuna di noi due lo avesse mai fatto e il piacere che ne abbiamo ricevuto è stato subito fortissimo ed intenso. Ho accarezzato anch’io il suo corpo e mi son ritrovata davanti alla bocca la sua fica profumata, che desiderava esser baciata. Ho incollato le mie labbra su quel fiore, suggendo il dolce nettare che da esso sgorgava. Lei faceva la stessa cosa con me ed ho sentito il mio corpo tremare al sopraggiungere di un nuovo orgasmo, così, con rinnovato vigore, ho fatto in modo che anche lei potesse godere quanto me. Ho preso a leccare e succhiare la sua intimità e, subito, anche lei ha cominciato a godere, stringendo le sue cosce intorno alla mia testa, quasi a volerla imprigionare, per non permettermi di smettere dal farle provare l'intenso piacere che le stavo regalando. Ci siamo accarezzate a lungo, lasciando che le nostre voglie, le nostre manovre ci regalassero momenti stupendi. Lei emetteva gemiti che mi incitavano ad accarezzarla con più passione, così, ogni tanto, mi succhiavo quelle stesse dita intrise del liquore d’amore che sgorgava dalla sua fica fradicia. Poi, con rinnovato ardore, ho ripreso a leccare la sua figa, aspirandola letteralmente con la mia bocca e subito emulata da lei, che ha inserito due dita dentro di me, provocandomi un nuovo orgasmo. Allora anch'io ho fatto lo stesso: le ho inserito due dita nella sua fica e subito ho cominciato a sentire le contrazioni del suo corpo, che stava vibrando per il piacere che le stavo donando. Ho accentuato il ritmo delle carezze, continuando a masturbarla sempre più forte, finché anche lei ha cominciato a godere in maniera intensa, proprio come era riuscita a fare con me. Era meraviglioso sentirla godere. Non riusciva più a controllarsi e, nello stesso tempo, fremeva tutta per il piacere che stava provando. È stato un momento bello, intenso, reciproco, che ci ha fatto vibrare entrambe, trasmettendoci sensazioni veramente uniche, che nessuna di noi due aveva mai provato. Siamo rimaste abbracciate, a scambiarci le coccole per molto tempo, poi, lentamente ci siamo rivestite e siamo tornate alle nostre case. Da quel giorno per noi è stato amore puro, anche se, col tempo, mi son resa conto che a lei piacevano anche i maschi e, quindi, siamo andate ciascuna incontro ad altre realtà.
«Amore mio, mi rendo conto che il rapporto fra noi due non può darti quell’appagamento che sicuramente troverai in un maschio e, soprattutto, capisco il tuo desiderio di creare una famiglia, di avere dei figli e di vivere la vita accanto ad un uomo. Questo nostro è stato un momento significativo della nostra storia, ma, per i motivi appena accennati, è giusto che finisca qui.»
Lei, dopo una lunga e attenta riflessione, mi ha fatto giurare che fra di noi non sarebbe mai cambiato niente; è vero, fra di noi il rapporto è rimasto sempre bello ed intenso, e, anche se oggi lei si è sposata ed ha messo al mondo due meravigliosi bambini, ha sempre trovato occasioni per stare intimamente con me, regalarmi altre sensazioni bellissime, fin quando, anch’io, non ho trovato la mia compagna ed ho deciso di vivere con lei la mia vita. Naturalmente la mia nuova compagna non ha avuto niente da ridire nel ricevere nel nostro letto anche quell'amica, Carla e, spesso e volentieri, passiamo dei pomeriggi meravigliosi a giocare con i nostri corpi, regalandoci piaceri che solo le donne sanno far provare ad altre donne. Con lei, ho scoperto la mia vera natura e con lei ho vissuto il mio primo, vero, intenso momento di piacere.
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2 years ago
baxi18, 55
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GHOST
Il viaggio era stato lunghissimo e molto faticoso ma Claudia e Roberto erano molto soddisfatti anche se stanchissimi, il b&b che avevano prenotato era proprio sul mare, fuori dalla porta dell’appartamento c’era degli scogli levigati ed a 5 metri distanza arrivava l’acqua. Avevano svuotato valigie e sistemato vestiti e dopo cena avevano fatto passeggiata lungo il borgo sul mare molto caratteristico, era una calda sera di settembre, Roberto durante la passeggiata aveva più volte invitato Claudia a fermarsi per baciarla ma quando le sue carezze diventavano più spinte fino a raggiungere il suo sesso lei lo bloccava, era troppo stanca, anche lui lo era e dopo un paio di volte aveva desistito ed erano rientrati a casa ed appena a letto si erano subito addormentati. Il mattino dopo Claudia si era svegliata quando aveva sentito qualcosa di duro appoggiato alle sue chiappe, sicuramente Roberto, appena sveglio, aveva voglia di far l’amore, lei ancora nel dormiveglia aveva assunto la posizione fetale in modo di facilitare Roberto a penetrarla. Sentiva il sesso spingere ed aveva iniziato a bagnarsi, poi lo aveva sentito entrare tutto dentro di lei, l’eccitazione era aumentata ed aveva avuto desiderio di baciarlo si era girata verso di lui ed a momenti stava per avere un infarto. Accanto a lei non c’era nessuno, il posto di Roberto era vuoto. Come era possibile? Aveva sognato tutto? Era certa di aver sentito un sesso penetrarla, si era toccata per sincerarsi ed in effetti era bagnata dall’eccitazione. Aveva dovuto ammettere che era stato davvero un sogno, si era alzata e dopo un po' era rientrato Roberto che essendosi svegliato prima era andato a comprare delle brioche per la colazione. Stava per raccontare il sogno ad Alberto ma poi aveva deciso di lasciare perdere e dopo un po' lo aveva dimenticato, avevano fatto colazione poi erano andati al mare sulla spiaggia di sabbia che si estendeva sul lungomare. A pranzo erano tornati a casa e dopo aver mangiato e sistemato la cucina, aveva raggiunto Roberto che l’aspettava in camera, l’eccitazione repressa al mattino era ricomparsa, avevano fatto l’amore a lungo ed in modo molto dolce poi avevano tirato le tende lasciando la camera in penombra e si erano addormentati. Claudia si era svegliata con la stessa sensazione del mattino, la sensazione di un sesso che spingesse per penetrarla era molto nitida, ma quando aveva aperto gli occhi ed aveva visto il corpo di Roberto disteso supino davanti a lei, certa che non fosse lui aveva lanciato un urlo ed allungato la mano dietro di sè dove aveva trovato il vuoto. Roberto si era svegliato e l’aveva trovata spaventata, era in preda ad un’agitazione esagerata e non aveva potuto fare a meno di raccontargli tutta la strana sensazione, Roberto aveva cercato a lungo di rassicurarla che era stato solo un sogno ed alla fine non essendoci altra spiegazione si era fatta convincere, anche se lei era certa che non era stato un sogno. La giornata era trascorsa tranquilla, la sera e la notte nessun altro strano evento era successo e nemmeno il giorno dopo, Claudia aveva dimenticato i suoi “sogni”, la vacanza trascorreva in modo fantastico con alternarsi di mattinate al mare, pomeriggi in giro a vedere nuovi posti ed ottime cene serali a base di cibi locali. Il pomeriggio del 3 giorno Roberto andava al suo paese di origine a sbrigare alcune pratiche, sarebbe ritornato dopo un paio di ore, Claudia ne aveva approfittato per fare riposino pomeridiano, aveva accostato le tende aveva chiuso a chiave e si era addormentata. Era stata svegliata dalla stessa sensazione, si era toccata, voleva avere la certezza di essere sveglia e quando ne era stata certa, paura e terrore si era impossessati di lei. La paura era così forte che temeva di fare qualunque movimento, era rimasta immobile con la sensazione che se avesse urlato qualcosa di peggio poteva succedere. La sensazione ormai era certezza, un sesso l’aveva penetrata, lo sentiva dentro di lei, lo sentiva gonfiarsi fino a che aveva avuto la sensazione che la sua vagina fosse completamente piena, poi lo aveva sentito iniziare a pulsare, come un cuore che batte, pulsazioni lente e costanti. Dopo un po' anche se era attanagliata dal terrore, quelle pulsazioni l’avevano fatta eccitare, adesso ad ogni pulsazioni fitte di piacere partivano dal suo basso ventre fino ad arrivare al cervello, provava un fortissimo piacere ed era bastato poco adA avere un primo orgasmo a cui ne erano seguiti altri per concludersi con un ultimo orgasmo intensissimo che l’aveva lasciato senza fiato quando aveva avuto la sensazione di sentire gli schizzi di godimento di quel sesso fantasma. Aveva avuto la sensazione che il sesso si sgonfiasse dentro di lei, un attimo prima che si sfilasse aveva allungato una mano dietro la sua schiena alla ricerca di qualcuno ma aveva accarezzato solo il vuoto, poi lo aveva sentito sfilarsi ed era rimasta immobile e terrorizzata a letto. Non era stato un sogno ma nessuno era dietro di lei, credeva di impazzire ed aveva cercato di convincersi che era stata solo una sua fantasia o allucinazione, ma quando aveva portato la sua mano al sesso e l’aveva ritratta sporca si sperma aveva urlato con tutto il fiato che aveva in gola. Era indecisa se andare a lavarsi oppure aspettare Roberto per fargli vedere le prove che quello che diceva era vero, pensandoci aveva capito che sarebbe stato difficile convincere Roberto che un “fantasma” l’aveva scopata, far vedere lo sperma avrebbe potuto insinuare nella mente di Roberto che lei l’avessi tradito con qualcuno di reale, aveva deciso di non dirgli nulla. Mentre aspettava l’arrivo di Roberto non aveva potuto fare a meno di pensare a tutta la situazione davvero assurda ed irreale, ma una cosa era certa, aveva provato un piacere mai provato prima, ancora adesso aveva la sensazione di sentire quel sesso pulsare dentro di lei, solo il pensiero l’aveva fatta eccitare di nuovo, per fortuna l’arrivo di Roberto l’aveva portata alla realtà, ed anche se Roberto aveva asserito di trovarla strana lei ormai aveva deciso di non dirgli nulla. Tutto era proseguito nella normalità, per il resto della giornata, la sera a letto Roberto era stato molto tenero e lei era ancora eccitata dal pomeriggio, era stato bello ed appagante far l’amore con lui ma quando pensava al sesso fantasma che riempiva totalmente il suo sesso ed alle pulsazioni che trasmetteva la sua eccitazione andava alle stelle. Quando Roberto l’aveva pregata di andargli sopra, dopo che si era calata sul suo sesso accogliendolo tutto, aveva avuto la ormai consueta sensazione, un altro sesso spingeva dietro di lei, l’eccitazione era andata alle stelle e quando lo aveva sentito entrare nel suo ano ed aveva iniziato a percepire le ormai note pulsazioni aveva goduto in modo straordinario fino ad urlare di piacere quando aveva sentito i due sessi svuotarsi dentro di lei. Aveva preso in considerazione il fatto di fargli vedere le prove concrete a Roberto di quello che gli aveva confessato ma poi aveva deciso di non dire nulla, si era alzata ed andata in bagno e dopo aver fatto una doccia era ritornata a dormire. Il pomeriggio seguente, con una banale scusa, aveva detto a Roberto che lo avrebbe raggiunto in spiaggia dopo e quando era rimasta sola aveva accostato le tende chiuso a chiave e si era messa a letto, non dormiva, non desiderava dormire, desiderava essere di nuovo visitata. Era passato parecchio tempo, era quasi in procinto di alzarsi e raggiungere Roberto quando lo aveva sentito, era già eccitatissima ed era stato un piacere enorme riceverlo dentro, aveva goduto a lungo e aveva provato a cambiare posizioni, appena assumeva la nuova posizione lo sentiva dentro ma non vedeva nulla era come se fosse posseduta da un sesso invisibile, aveva goduto tantissimo ed infine aveva sentito venirsi dentro, quando lo aveva sentito scivolare lentamente fuori da lei, aveva avuto la sensazione che se avesse parlato sarebbe stata sentita-A A A A A A Ti aspetto anche staseraAveva raggiunto Roberto con un’aria molto euforica ed ancora molto eccitata, Roberto se ne era accorto e ne era stato contento. Lungo il tragitto per raggiungerlo dentro di sè aveva elaborato la sua tesi, fare l’amore con un sesso fantasma non era tradimento, anche perché lo faceva insieme a Roberto, aveva deciso di non dirgli nulla. La sera con grande piacere di Roberto, lo aveva fatto eccitare molto e portato a letto, il sesso fantasma non aveva ritardato molto e lei aveva goduto in modo pazzesco. Nei due giorni che seguirono sia il pomeriggio che la sera arrivava sempre facendola godere in modo pazzesco, Roberto non si era accorto di nulla anche perché lui si credeva l’unico artefice di quegli orgasmi stupendi e non aveva nulla di cui sospettare, Il giorno della partenza un velo di tristezza era calato negli occhi di Claudia, ma quando Roberto gli aveva detto che l’aria del posto la rendeva più eccitante e focosa e che aveva in programma di tornarci periodicamente la sua espressione era cambiata illuminandogli il viso. Erano passato ormai parecchi mesi da quella vacanza, era un pomeriggio invernale, molto freddo, Roberto era al lavoro, Claudia a letto sotto le coperte cercava di fare un riposino, la sua mente andava indietro con i ricordi e come era successo altre volte non aveva potuto fare a meno di portare la sua mano al sesso ed iniziare a toccarsi. La mano accarezzava lentamente il clitoride e quando era sul punto di godere la ormai nota sensazione l’aveva fatta esplodere, lo sentiva spingere era felicissima aveva scoperto il suo corpo e velocemente si era tolta i vestiti rimanendo nuda poi si era sdraiata con le gambe leggermente divaricate e con il suo sesso in bella vista e quando lo aveva sentito scivolare dentro di lei aveva detto-A A A A A A Ti aspettavo, speravo tanto che arrivassi. Ora ti prego scopami…..
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irene_alberto,
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plage naturiste
Girovagando qua e là nelle località marine abbiamo trovato quest’estate un bel paesello francese sul mare, molto accogliente e non caotico, ma ben frequentato.Proprio confinante con la grande spiaggia del paese c’è quella naturista: uno spiaggione molto lungo con dune retrostanti, con un maggiore affollamento in prossimità del parcheggio e campeggio e via via meno frequentato man mano ci si sposta verso ovest. Noi camminiamo in quella direzione sistemandoci laddove gli ombrelloni sono molto radi. La giornata trascorreva pacificamente e dopo le 14 qualche coppia si sistemava nei paraggi. Era il nostro primo giorno di vacanza e la voglia di stare nudi e il desiderio l’uno dell’altra ci invadeva. Ogni tanto qualche carezza, crema da spalmare, sabbia da levare, bacetto qua e là… una giovane coppia vicina a noi faceva altrettanto e la lei molto bella provocava appositamente il ragazzo con posizioni equivoche. Anche Irene spesso lo faceva, mostrando il suo bel fisico, aprendo le gambe mettendo in bella mostra la passerina ben depilata e molto umida. Verso sera molti se ne andavano e noi e altre coppie stavamo a goderci il mare e i rumori della natura; qualche uomo solitario spesso passeggiava sul bagnasciuga gustandosi le bellezze delle ragazze ignude che si godevano gli ultimi raggi di sole.Poco lontano, verso le dune, una donna mora molto carina intratteneva qualche single facendosi masturbare dal suo compagno, ora davanti ora dietro, aprendosi e mostrandosi in tutte le sue goduriose azioni. La coppia vicino a noi si scaldò non poco armeggiando a loro volta con i rispettivi sessi. Anche noi fummo travolti dalla passione. Irene mi provocò divaricandosi più possibile tralasciando ogni timore e pudore. Dopo averla leccata ben benino l’eccitazione fu al culmine e facemmo l’amore; lei divaricò le gambe al limite del possibile per migliorare la penetrazione. La coppia vicina si avvicinò ulteriormente e sembravano attori in un film porno. Alcuni single si godettero le rispettive passioni a debita distanza. Proposi a Irene di cavalcarmi a smorza candela e lei come una pantera scatenata non esitò; durante il rapporto le preparai il culetto divaricato per il gran finale e lei sembrava godere sempre più gemendo e agitandosi. Le scene per i voujeur erano sempre più esplicite e piccanti. Per completare l’opera, invitai la mia compagna ad inginocchiarsi per una penetrazione anale: senza nessuna opposizione lei scattò a 90 gradi e con delicatezza e adeguata insalivazione realizzammo anche questa posizione. Dopo i primi attimi, Ire dai gemiti era passata alle incitazioni… l’orgasmo fu simultaneo per entrambi durante il quale lei urlava dal piacere. In spiaggia ovviamente eravamo solamente in pochi eletti: noi, la coppia vicina che scopava con molta foga, la coppia esibizionista, che era passata ad azioni più hard e qualche singolo soddisfatto dalle visioni, che si complimentò con applausi. Ritornammo stanchi e molto soddisfatti e dopo una cena abbondantemente innaffiata da un buon vino facemmo nuovamente l’amore su una panchina nascosta e buia sulla passeggiata, proprio fronte mare con la luna che illuminava fiocamente i nostri corpi avvinghiati.
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aries,
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Luisa e Paolo: l'inizio
Questa sera ho intenzione di farmi scopare. Da un maschio.Mentre faccio la doccia rifletto sulla strategia migliore: potrei telefonare a diversi soggetti che, so per certo, si precipiterebbero qui da me senza esitazioni.Escludendo i maiali e gli sposati – perché stasera non mi va una sveltina con uno che poi deve correre a casa – faccio mente locale e ripenso a chi si è comportato bene.È necessario, ma pericoloso indugiare in questi ricordi mentre sono nuda e mi tocco per lavarmi, perché non posso impedire all’eccitazione di salire e rendere turgidi i miei capezzoli, tumido e sensibile il clitoride. Già altre volte è andata a finire che con due dita nella fica mi sono masturbata come una furia… facendo poi tardi.Basta. Decido, voglio dare un’opportunità a Paolo, magari scopa bene, chissà.Lui è un progettista software in una delle aziende nella quale vado regolarmente. È passabile, fisicamente, anche se ha l’aria di essere un classico nerd. Abbiamo mangiato assieme, qualche volta, mi ha parlato solo del suo lavoro.Però ha un bel cazzo. Di ritorno da un meeting aziendale, una sera, un po’ esasperata dalle sue avance, ma sotto sotto anche lusingata, gli ho fatto una sega. Una specie di premio di consolazione.Così gli ho detto di fermarsi da qualche parte e di tirare giù lo schienale del sedile. Gli dev’essere venuto quasi un colpo, perché ha frenato e si è infilato in un viottolo per fermarsi poco più avanti. Dio santo, ho pensato, speriamo che la mia irruenza non l’abbia fatto sborrare nelle mutande!Ha fatto quel che gli avevo detto, inoltre si è abbassato i pantaloni a tempo di record.Forse sperava gli facessi un pompino, ma anche se mi piace molto farli, preferisco arrivarci per gradi. Glielo prendo in mano. Sorpresa! Non me lo aspettavo così grosso. Duro come marmo, caldo e morbido. L’ho scappellato con delicatezza, poi ho passato il polpastrello del pollice sulla punta. Appena umida. Molto bene. Mentre lo faccio lo sento contrarsi ed emettere un singulto soffocato.Procedo. Per un po’ ci gioco, stringo il cazzo poi allento la presa e passo delicatamente le unghie sul tronco. Poi ricomincio.Attenta Luisa, ti si sta bagnando la figa! Mi impongo di attenermi al piano, non voglio dargliela… vinta subito!Sento il ritmo del suo ansimare, mi sincronizzo nella sega e ci aggiungo anche una lieve torsione. Su e giù. Su e giù.“Luisa, tesoro, me lo prendi in bocca?” balbetta. Sono già diversi minuti che lo sto masturbando, quel cazzo, se possibile, è diventato ancor più duro ma non accenna a sborrare.“Per chi mi hai presa? Per una succhiacazzi qualsiasi?” gli rispondo fingendo di essere scandalizzata, ma sorridendo.La luce è poca, forse non ha visto la mia espressione, perché si rialza di scatto, profondendosi in scuse. Ahi, il ragazzo è timido, chissà quanto coraggio gli ci è voluto. Che tenero.Gli sfioro le labbra con le mie e lo riabbasso delicatamente. Il cazzo gli si è lievemente afflosciato, così lo rimetto in marcia sfiorando con la punta dell’unghia il suo capezzolo sinistro, scendendo poi sull’addome con le unghia di tutta la mano fino all’inguine. Ha un bel corpo atletico, non l’avrei mai detto col mestiere che fa. Gli piace. Bene. Per fortuna non gli piace come a Linda, l’ultima volta che le ho disegnato il corpo così si è infoiata di brutto e mi ha spinto il viso su quella sua passera di fuoco e mi ha tenuto prigioniera la testa con le mani mentre me la strusciava sulla bocca.Porca puttana, se continuo a lasciarmi andare così ai ricordi finisce che glielo prendo in bocca davvero! Mi dedico di nuovo al palo di carne che ho qui di fianco, finisco il giro delle unghie sulla cappella e sono gratificata nel sentirlo tornare vigoroso e duro come prima.Ancora un po’ di sega su e giù. Bisogna che lo faccia sborrare, così passo al livello successivo: mi sfilo il maglioncino a girocollo, slaccio il reggiseno, mi metto in ginocchio sul sedile e gli faccio vedere che belle tette sode ho. Strabuzza gli occhi, evidentemente c’è abbastanza luce per vederle.Io ho ricominciato la sega, lui ansima come un mantice. Ha il collo piegato per guardarmi il seno, in una posizione sicuramente scomoda, ma evidentemente non gli importa.Va bene Luisa, mi dico, aggiungiamo il jolly così lo facciamo venire, la buona azione è compiuta e tu non corri il rischio di cedere e di dargli la figa qui.Mi infilo l’indice in bocca e lo insalivo per bene. A lui stanno uscendo gli occhi dalle orbite. Scendo con l’indice e arrivo al suo ano. Attendo una contrazione e al successivo rilassarsi gli infilo il dito nel culo. Emette un lungo muggito a bocca spalancata, inarca la schiena e sborra.Gli stringo il cazzo, continuo a menarlo mentre spingo il dito a fondo. Lo sego ancora. Sento uno schizzo arrivare sulle tette e anche su un orecchio. Urca, sta sborrando come una fontana! Non so dove stia andando a finire tutta quella roba, spero non sui vestiti. Però non smetto, non sarebbe gentile mollare durante l’orgasmo.Terminano le contrazioni, lo sento rilassarsi. Sfilo delicatamente il dito, lascio quel bel cazzo e mi rimetto seduta. Mi è piaciuto, tutto sommato. E sono certa che è piaciuto anche a lui.“È stato fantastico… veramente… non ho mai goduto così tanto con una… una…”. Il ragazzo sembra imbarazzato.“Con una sega?” dico io. Annuisce. Che tenero, mi allungo per dargli un’altro lieve bacetto. Così facendo sfioro con la mia pancia la sua, mi ritrovo impiastricciata di sperma anche lì. Vabbè.Il resto è storia: un intero pacchetto di fazzoletti di carta per ripulirsi, ci si riveste, si rialzano i sedili, si riparte salutando i guardoni, che non vediamo ma che sicuramente ci sono, gli dico. Sto proprio giocando con lui, ma non per imbarazzarlo, anzi, per metterlo a suo agio. Vabbè.Mi porta fin davanti a casa mia. Spegne la macchina. No, tesoro, la serata è finita, non metterti delle strane idee in testa.Vorrebbe dire qualcosa, ma non gli riesce, allora ne approfitto, gli do un bacio sulla guancia e gli dico “magari un’altra volta, d’accordo?”. Fa sì con la testa. Io scendo, lo saluto con la mano e entro di corsa nel portone. In camera c’è il vibratore che mi aspetta, stasera userò anche il succhia-clitordide.A proposito, di sperma ne era finito anche sul maglioncino e sui capelli. Vabbè. “Magari un’altra volta, d’accordo”, gli avevo detto. Sì, chiamerò Paolo. Stasera è la volta in cui gli permetterò di penetrarmi la figa e di farmi godere con quel bel cazzo che mi ricordo.Ho finito la doccia. Mi avvolgo nell’accappatoio, prendo il cellulare e gli scrivo su Whatsapp.“Paolo, ti andrebbe di salire da me stasera? Ho una promessa da mantenere”. Spunta grigia. Spunta blu. Doppia spunta blu.Non faccio in tempo a posare il telefono che arriva la risposta. Ovviamente, è “Arrivo!”Bene, bene, bene, il ragazzo ha intùito. Vediamo di non deluderlo.Nuda, davanti alla toeletta, un trucco lieve ma adatto a sottolineare occhi e labbra. Pochissimo fard, non va bene quando sai che suderai. Allungo le ciglia. Perfetto. Un’occhiata alle unghie di mani e piedi, le ho fatte fare due giorni fa e sono ancora perfette, lo smalto rosso non ha perso lucentezza.Lo Chanel è quasi terminato ma ce n’è ancora abbastanza: due gocce sul collo, alla base delle orecchie, due sui capezzoli, due attorno alle grandi labbra della figa.Il ragazzo si merita una lingerie di classe. Autoreggenti, perizoma, reggiseno coordinato. Mi infilo il tubino nero di Givenchy, l’acquisto folle di un weekend parigino. Aggiungo un filo di perle.Décolleté nere, tacco 8. Che sul mio piede del 34 fanno come un 12. Sono proprio un gran bel pezzo di figa, bisogna essere onesti. Se potessi mi scoperei.Faccio appena in tempo a dare un calcio alle pantofole e chiudere la porta della cabina-armadio che suona il citofono. È lui, dev’essere andato a velocità da ritiro patente.“Settimo piano, poi l’ultima rampa fino all’attico. Prendi l’ascensore, mi raccomando!” lo ammonisco. Non voglio che arrivi spompato.Bussa alla porta. Gli apro. Si va in scena.Noto subito alcuni particolari: non ha gli occhiali, sorride e sembra già a suo agio. Ci scambiamo i convenevoli, il non-detto è facile da immaginare:“Ciao Paolo, grazie di essere venuto con così poco preavviso.” (“Hai capito benissimo, voglio essere chiavata come se non ci fosse un domani.”)“Ciao Luisa, è sempre un piacere rivederti!” (“Sei alta un metro e un barattolo ma sei una gran topa, non vedo l’ora di aprirti le gambe e infilartelo nella figa.”)Il bacetto sfiorato sulle labbra mi permette di sentire che odora di buono. Perfetto, non c’è bisogno che gli faccia fare la doccia prima.Lo faccio accomodare sul divano, io mi siedo in ginocchio sulle mie gambe vicino a lui. Vicino, ma non troppo.“Sai, volevo farti vedere una cosa.” Tira fuori il cellulare, apre la galleria delle immagini, cerca un po’. Poi si gira verso di me e me lo porge. “Guarda.” mi dice.Sfoglio la galleria. Sono tutte foto mie, cioè fatte a me.Mentre sto parlando durante una presentazione. Chinata (si fa per dire, con un metro e quaranta d’altezza, al massimo posso chinarmi sul tavolino da tè) su una scrivania mentre consulto chissà cosa, mentre rido appoggiata con la spalla alla macchinetta del caffè e le gambe incrociate.Tutte foto prese a mia insaputa, in tutte sono bellissima, il culo bello e armonico, le tette alte, le gambe dritte senza un pelo visibile. In una, grazie al gioco delle luci che sta dietro di me, sembro nuda. Cioè sono vestita, ma sembro nuda. Cazzo, mi sto eccitando con me stessa!Arrivo a un primo piano del viso, nel quale ho lo sguardo imbronciato ma gli occhi sembrano brillare. Una monella.“Chissà quanto hai dovuto penare coi filtri…” gli dico, poi passo alla successiva e ho quasi uno chock: è la stessa foto di prima, stampata in grande formato. C’è il suo cazzo in bella vista che ancora gocciola, ampie chiazze biancastre sul mio viso. Striature sulla bocca mi fanno capire che l’ha strusciato lì in particolare.Ci vuole un gran coraggio, glielo devo riconoscere. Potrei anche incazzarmi e cacciarlo fuori, per quel che ne sa. Ma in qualche modo deve aver percepito che non lo avrei fatto.Lo guardo. Mi guarda. Mi guarda e avvicina una mano al mio viso, mi accarezza la guancia con tocco leggero, sento un lieve accenno di pelle d’oca.Quello che fino a poco fa credevo fosse un nerd timidone avvicina le sue labbra alle mie, che si schiudono. La sua lingua entra nella mia bocca, la mia nella sua. Le nostre bocche sono fameliche, le sue mani sulle mie spalle, scendono sulla schiena e sui fianchi. Le fa scivolare sul culo, fino all’attaccatura delle gambe, mi solleva così.Mi rendo conto che anche io avevo le mani sul suo culo, perché la manovra che fa me le stacca da lì. Allora mi appendo al suo collo, mentre i nostri corpi sono adesi, poche molecole di stoffa ci separano. Incrocio le gambe dietro la sua schiena.Sento il bozzo tra le sue gambe, grosso, potrei sedermici sopra. Il tubino nero è salito all’inguine, le balze delle autoreggenti sono in bella vista.L’ex-timido stacca la sua bocca, l’avvicina al mio orecchio e mi chiede con voce roca dov’è la camera da letto. Poi mi mordicchia il lobo. Con voce altrettanto roca gli dico “su”, accennando con la testa la rampa di scale interne che collegano il soppalco.Rimango avvinghiata come un koala, mentre lui mi porta sino alle scale, che poi inizia a salire lentamente e senza sforzo apparente… d’altra parte peso solo 40 chili, vorrei vederlo alle prese con Linda…Trova il letto facilmente, al centro del soppalco. Mi stacca lievemente da sé, io capisco le sue intenzioni e allento la presa. Così riesce a gettarmi sul letto, dove atterro di schiena, lunga distesa.Con questa manovra ho perso una décolleté. Lui la raccoglie, poi prende il mio piedino nudo, si infila in bocca l’alluce e succhia. Si sta rivelando un sacco fantasioso, non me lo aspettavo, quindi me la godo ancor di più.“Sei bravo.” gli dico. L’eccitazione ha reso la mia voce bassa e pastosa. Lui annuisce, poi stacca la sua bocca e mi infila la scarpa. “Tienila, mi piacciono le donne nude con i tacchi alti.”Lo so bene, piacciono anche a me. Ma non sono ancora nuda.Così mi rialzo, lascio scivolare le gambe giù da letto, mi metto in piedi davanti a lui, che si è lievemente allontanato per lasciarmi lo spazio.Sono di fronte a lui, che si toglie la giacca e la butta dietro di sé. Cazzo, porta le bretelle. Io vado pazza per gli uomini che usano le bretelle. Gli slaccio il bottone alla cinta, abbasso la zip e sposto le strisce elastiche dalle spalle e gliele faccio cadere sui fianchi. I pantaloni gli cadono a terra.Si libera di scarpe, calze nere al polpaccio (sia ringraziato Dio, non portava i calzini corti) e pantaloni. Calcia via tutto in un attimo.Io ho abbassato la zip del tubino, allontano le spalline, mi stringo nelle spalle e lo lascio cadere. È un effetto molto coreografico, so che piace.Si riattacca al mio corpo, mi infila di nuovo la lingua in bocca. Non so chi dei due sta mugolando, forse sono io, forse siamo entrambi. Le sue mani sulle mie chiappe sono sempre più decise. Il ragazzo comincia a non poterne più. E nemmeno io. Gli sfilo la cravatta, slaccio il primo bottone del colletto poi non ce la faccio più, afferro i lembi della camicia e gliela apro facendo saltare i bottoni. Sento anche che si strappa, ma chissenefrega. Tirandola giù gli sfilo a forza le maniche, coi polsini ancora abbottonati.Lui armeggia qualche istante col gancio del reggiseno, poi gli compare un ghigno sulla faccia, afferra le fettucce e fa saltare il gancio. Io ho un singulto, ho trovato pane per i miei denti.Tiro i suoi boxer, ma sono troppo robusti, così mi rassegno a calaglieli di colpo. Il suo grosso cazzo, finalmente libero, scatta come una molla e svetta spavaldo. Calcia via pure i boxer, ora lui è nudo, di fronte a me, con l’uccello dritto.Sto per calarmi il perizoma, ma mi precede. Mi getta nuovamente sul letto, mi spinge più al centro, mi guarda beffardo mentre afferra il perizoma e lo strappa.Sono nuda. Cioè la mia figa è nuda. Le mie poppe sono nude. Ho soltanto le autoreggenti, le scarpe e il filo di perle. Se strappasse via anche questo non mi importerebbe, adesso, ma per fortuna non lo fa.Linda mi direbbe che sono in calore. La figa tumida, i capezzoli duri come chiodi. Credo di avere anche il buco del culo che palpita.Mi afferra le caviglie e mi allarga le gambe. Poi sale su di me, ma non mi penetra, struscia il cazzo sulla figa, lentamente, mentre inizia a succhiarmi i capezzoli, uno e poi l’altro. È costretto a rimanere un po’ inarcato, ma non tanto. Per fortuna nemmeno lui è un gigante.Mi fa impazzire, non posso e non voglio trattenere i sospiri e i gemiti quando mi lecca i capezzoli e si infila in bocca più tetta che può. Succhia e lecca.La voglia di essere chiavata da quel cazzo d’acciaio mi monta sempre più prepotente. Glielo dico, gli dico “Bastardo, infilamelo dentro!”Il falso timido fa lo gnorri, preme il suo pitone sulla mia fessura madida, poi avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi fa “Non lo so… che cosa dovrei infilare? E dov’è che dovrei infilarlo?”Premo il pube sul suo e mi struscio. Ma non basta. Gioca, mi ripete la domanda fino a che non rispondo, quasi urlando “Nella figa! Mettimelo dentro e scopami, maiale!”“Tesoro, se te lo infilo così ti faccio male, non sei ancora bagnata abbastanza…”Che stronzo, ho la fica che cola e lui dice che non è bagnata. Non solo è bagnata, ma la sento dilatarsi, come se volesse risucchiare il cazzo dentro di sé.Paolo si lascia scivolare indietro, sino a trovarsi col viso all’altezza della principessa delle fighe in carenza di cazzo. Con la lingua a spatola me la spennella una, due, tre volte. Poi letteralmente se la mette in bocca, sento che succhia a tutta forza. Poi lascia andare, altre due pennellate di lingua e, senza preavviso, sento che mi infila due o tre dita dentro.È come una scossa quella che sento e vedo anche dei lampi bianchi, velocissimi. Non so cosa grido, ma è qualcosa che riguarda lui, i maiali e quella puttana di sua madre.Ho l’interno delle cosce sbrodolato, sento inzupparsi persino le balze delle autoreggenti.Le sue dita abbandonano la mia caverna, lo sento risalire e coricarsi di fianco a me. Infila le sue gambe sotto la mia divaricata. Allungo la mano e afferro il suo cazzo. È durissimo.Sento il suo alito caldo nell’orecchio, la sua voce che mi chiede in un sussurro “Vuoi farmi una sega? Sei capace?”Te la do io. Mi rigiro e in un attimo sono sopra di lui. Ci penso io a infilarmi il cazzo nella figa, mi lascio cadere e in un lampo sono piena di lui.Lo guardo, sta ridacchiando. Non mi sta prendendo in giro, gioca.Mentre passo le unghie della mano sinistra sul fianco, con quella dell’indice della mano destra scrivo sul suo ventre la parola “stronzo”. Ma sorridendo, anche io sto giocando.Mi fermo, impalata sul suo cazzo meraviglioso, glielo mungo con le contrazioni pelviche. Ho fatto sborrare più di uno con questo trucchetto.“Sei fantastica, tesoro, ma quanti cazzi hai preso per imparare così bene?” Sento una nota di ammirazione nella sua voce. Comincio anche a roteare il bacino. Per fortuna ho una fica profonda, me la riempie tutta senza toccare l’utero, che mi farebbe male.“Mai abbastanza, amore. Ma nessuno come il tuo” gli rispondo con voce roca.È quasi vero, ma non è il caso di sottilizzare in un momento come questo, dove è meglio godersi l’erezione piena di qualcuno che puoi gratificare anche con una quasi verità. Ma a pensarci bene, forse è proprio il cazzo più grosso e più utile che mi abbia mai visitato la figa.“È un vero piacere chiavare una puttanella come te”. L’insulto non fa altro che aumentare, se possibile, la mia eccitazione.“Grazie, ti sei guadagnato un voucher per un pompino”. Glielo succhierò, sicuro, al cento per cento. Mi inginocchierò davanti a lui e lo prosciugherò di tutta la sborra che ha. Dovranno venire a riprenderselo in barella. Sarà la madre di tutti i pompini, dopo il mio non ce ne saranno altri degni di essere ricordati, perché io sono la Dea, la più grande troia ciucciacazzi dell’Universo. E sono brava perché mi piace, perché io non faccio pompini, la mia è la comunione pagana col cazzo e godo veramente nel far godere, amo la sborra e con questa mi elevo.Non me ne rendevo conto, ma queste cose gliele dicevo, non le pensavo e basta.Letteralmente mi solleva dal suo cazzo, mi depone sul letto bocconi. Mi prende per i fianchi e mi alza il culo. Un attimo, sento il siluro entrarmi nella figa. Stavolta mi martella a colpi di cazzo, pronunciando frasi sconnesse.“Puttana… ti amo… ah… che figa che sei… ti farcisco di sborra… lo senti il mio cazzo?”Lo sento, eccome. Sto per godere. Sento la marea montante, stavolta sembra partire dalle gambe e risalire. “Sto godendo. Sto godendo! STO GODENDO!!”, urlo con tutta la mia voce.E nell’attimo stesso del picco, del climax, lo sento uscire con un suono di risucchio. Ma io sto godendo. Nessuno può fermare questo orgasmo.Nemmeno il fatto che, con balzo felino, ha spostato di pochi centimetri la mira e me lo infila dritto nel buco del culo.Non lo avrei creduto possibile, l’orgasmo si amplifica. Sento scosse in tutte le articolazioni, cadrei come una bambola di pezza se non mi tenesse su per i fianchi.La lama mi penetra nel cervello. Vedo rosso, poi nero. Poi globi di luce davanti agli occhi e l’orgasmo raggiunge l’apice più profondo, quello che non conoscevo, quello a cui mi ha portato con quella mossa bastarda, inculandomi senza chiedermi il permesso.Me lo chiede adesso. Lo sento, come se la sua voce provenisse da lontano, dirmi “mi piacerebbe incularti, vorrei tanto scoparti nel buco del culo…”Eh no, un’altra scossa, ma è la marea del godimento che mi lambisce per ritirarsi pian piano.Mi lascia, cado a braccia e gambe aperte sul letto, come previsto. Cadendo, il cazzo si sfila dal mio culo, sento il suono come di un tappo che salta.È bravo, mi rannicchia e mi abbraccia in modo protettivo. Io sto ancora assaporando le ultime eco dell’orgasmo, lui mi accarezza e mi bacia teneramente. Mi sussurra cose che non capisco, ne sento solo la musica.A poco a poco il mio respiro si fa regolare, senza rendermene conto mi addormento tra le sue braccia.…Mi sveglio di soprassalto. Sono sola, sotto le lenzuola. Ancora nuda e sudata.Lui non c’è.Come uno zombie mi alzo, quasi inciampo nelle mie scarpine, che sono ai piedi del letto. Scendo la scala del soppalco tenendomi forte sul corrimano perché ho le gambe molli.Guardo in giro, in bagno, nello studio. Non c’è.Sul tavolino del divano c’è il mio smartphone. Vari messaggi, tra cui il suo:“Dormivi così bene che era un peccato svegliarti.Ripasso alle 8 con i cornetti.E per il pompino”.
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5 years ago
LuisellaC, 26
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INCONTRO IN PALESTRA
L’acqua della doccia scivola sul mio corpo donandomi un piacevole refrigerio, dopo 2 ore di esercizi in palestra ci voleva proprio. Sono Irene ho 45enne 1.65 per 51 chili e cerco in tutti i modi di tenermi in forma, Alberto il mio uomo dice che ho un corpo stupendo da far invidia a tante 30enni, lui vorrebbe che mettessi 2 o 3 chili in più dicendo che sarei perfetta, io al contrario preferirei avere 2 chili in meno, la cosa che mi piacerebbe molto, invece, sarebbe un seno un pò più abbondante, ho una 3^ scarsa e vista l’età un po’ cascante. Alberto insiste a dire che sono bellissima, ma forse mi guarda con occhi da innamorato, anche se devo ammettere che quelle volte in cui riusciamo a frequentare un centro benessere naturista, molti sguardi “vogliosi” sia di uomini che di donne mi fanno capire che in effetti sono desiderata. Siamo una coppia abbastanza trasgressiva, ci capita di praticare lo scambio senza remore e pur se non prenderei mai iniziativa mi è capitato di “giocare” con una donna, non disdegno le carezze ed i baci di una donna e se la situazione si fa elettrizzante ricambio, anche se onestamente devo ammettere che preferisco un bell’uomo giovane e prestante, in questo assecondata da Alberto che pensa soprattutto al mio piacere. Mentre sono assorta nei miei pensieri e mi godo il refrigerio dell’acqua che scorre sul mio corpo, nelle docce entra una ragazza, avrà sui 30/35 anni mi scappa subito un sorrisino perché a malincuore devo ammettere che Alberto ha ragione, la ragazza in questione in effetti è in sovrappeso, non dico che sia grassa, ma è alta più o meno quanto me ed a prima vista penso che abbia almeno una decina di chili in più, in compenso ha un seno da far invidia avrà una 4^ ma è turgido e sodo, noto che anche lei mi guarda, non è prima volta che una donna mi guarda, Alberto mi dice sempre di fare attenzione a come mi guardano perché secondo lui sono sguardi di desiderio e di velato invito, io sono sempre stata molto scettica su questa sua teoria ma stavolta voglio seguire il suo consiglio. La ragazza continua ad osservarmi mentre si lava, ci scambiamo un sorriso, lei non mi toglie gli occhi di dosso e mi accorgo che indugia a lungo con la mano fra le gambe, cerco d’osservarla di nascosto ma lei sicuramente si è accorta dei miei sguardi, certa che la osservo allarga di più le gambe ed insinua un dito dentro il suo sesso. La consapevolezza che lo ha fatto certa che la osservavo mi mette un po’ a disagio, ma nello stesso tempo sento che inizio ad eccitarmi, mi giro verso di lei che mi fissa con uno sguardo molto eloquente, faccio finta di non capire. Sarei tentata di uscire e correre a casa ma non so perché continuo a restare sotto la doccia, verso ancora del bagnoschiuma sulla spugna ed inizio di nuovo a lavarmi sempre con il suo sguardo addosso, siamo a nemmeno 1 metro distanza, lei fa un passo verso di me, e sempre guardandomi negli occhi mi chiede se voglio che mi aiuti a lavare la schiena, per un attimo resto senza parole, poi senza dire nulla gli passo la spugna. Non mi giro, e lei non si sposta dietro di me, allunga la mano e passa la spugna sul mio seno, chiudo leggermente gli occhi ed al secondo passaggio sento chiaramente la sua mano sul mio seno, ha lasciato cadere la spugna ed adesso accarezza il mio seno, sento dei brividi lungo la schiena, il mio sesso si bagna ma non è l’acqua della doccia, resto immobile ed a occhi leggermente chiusi, l’altra sua mano inizia a percorrere il mio corpo fino a che raggiunge il mio sesso, si accorgerà sicuramente che ormai sono bagnata fradicia, accarezza il mio clitoride e poi lentamente infila il medio dentro, il mio corpo vibra, mi poggia una mano dietro la nuca attirandomi a se, le sue labbra sulle mie sento la sua lingua che si fa strada ricambio il bacio e lentamente la mia mano si poggia sul suo seno, come avevo immaginato è sodo e turgido, lei mi stringe a sè sempre attaccate in un bacio che sembra non voglia mai finire, si stacca e si inginocchia davanti a me, sò cosa vuole fare e lo desidero anche io, allargo le gambe e sento la sua lingua sul mio sesso, prende fra le labbra il mio clitoride ed inizia a succhiarlo, sento che basterà poco per farmi godere. Il rumore della porta dello spogliatoio e delle voci ci fanno ricomporre velocemente, mi rendo conto della pazzia che stavo per fare, sono molto a disagio ed ho il terrore di essere stata scoperta, invece per fortuna ci siamo ricomposte in tempo. Schizzo fuori dalla doccia mi asciugo ed inizio a vestirmi, la ragazza fa lo stesso, il suo armadietto è abbastanza lontano, mi fa cenno di andare da lei ma non accolgo continuo a vestirmi, è lei ad avvicinarsi a me, ogni passo che fa verso di me il mio sesso si bagna sempre di più, mi dice se ho voglia di continuare, sono in totale subbuglio, senza nemmeno sapere cosa sto dicendo la invito a prepararsi ed a seguirmi in macchina fino a casa mia. Nel parcheggio attendo che esca, sembra non mi abbia visto, un leggero colpo di clacson, si gira verso me e fa cenno che è pronta a seguirmi, sono sconvolta agitata ed eccitata da tutta la situazione, senza indugiare chiamo Alberto, lo metto al corrente di tutta situazione, lui è entusiasta, e mi chiede se la sera gli racconterò in modo dettagliato, io invece gli dico di venire subito a casa perché desidero che lui sia con me, abbiamo trasgredito sempre insieme ed anche stavolta voglio che sia cosi.Arriviamo a casa, appena chiusa la porta si avventa su di me e mi da un lungo bacio, ricambio, poi la prendo per mano e la porto verso la camera da letto senza parlare, le parole non servono, ci spogliamo velocemente e ci sdraiamo sul letto, a questo punto la avverto che potrebbe arrivare il mio uomo, lei mi risponde che non ci sono problemi. Siamo sdraiate una accanto all’altra iniziamo a baciarci, le mie mani continuano ad accarezzare il suo seno mentre le sue martellano il mio sesso, mi sposto e la mia bocca adesso succhia i suoi capezzoli mentre lei continua a infilarmi 1 o 2 dita dentro, spinge la mia testa facendomi capire che gradirebbe essere leccata, faccio resistenza, e resto sul suo seno, allora è lei a spostarsi mi fa allargare le gambe e la sua lingua inizia a leccare il mio sesso, cerca di infilarla dentro come un piccolo cazzo, la cosa mi fa impazzire, lecca succhia e non mi da pace, sento le viscere contorcersi e poi con un urlo godo, vengo in continuazione 1 – 2 -3 orgasmi che mi sconquassano tutta, sono un lago di umori che lei continua a leccare, poi si sposta e mi bacia in bocca mi sa sentire il sapore del mio godimento, mi eccito ancora di più la faccio sdraiare delicatamente e vado sopra di lei a 69, inizio anche io a leccarla, ha un buon sapore, il suo clitoride è molto pronunciato lo prendo in bocca ed inizio a succhiarlo lo sento ingrossarsi dentro la mia bocca come un cazzo. Mentre siamo a fare il 69 sento un'altra lingua che lecca il mio buco del culo, capisco subito che è arrivato Alberto, smanio sono super eccitata, Alberto sa quanto io gradisca il sesso anale, ma prenderlo dietro mentre una donna ti succhia il clitoride è una cosa meravigliosa. Sento il cazzo di Alberto che entra dentro la mia figa, è una sensazione meravigliosa, inizio a leccare e succhiare la ragazza sempre con più vigore fino a che la sento godere, succhio tutto non smetto di leccarla lei si contorce ma io insisto, gode ancora ed ogni volta il suo corpo si contorce cose se volesse liberarsi. Intanto Alberto continua a pomparmi a pecorina, la ragazza esce da sotto di me, si mette in posizione sotto di noi ed inizia a leccare il mio sesso e le palle ed il sesso di Alberto, godo di nuovo urlando, Alberto si stacca da me e da il cazzo in bocca alla ragazza che inizia a succhiare con foga, io riprendo a leccarla, è lei che chiede ad Alberto di prenderla, è sdraiata al bordo del letto, alza le gambe in modo che Alberto possa entrare tutto dentro di lei, io mi inginocchio e gli metto il mio sesso sulla faccia, lei alterna leccate a gridolini di piacere, fino a che urlando ancora non ho un altro orgasmo, Alberto mi guarda ed io capisco, prendo la posizione che aveva lui ed inizio a leccare ancora la ragazza, lui inizia di nuovo a leccarmi il culo, poi sento la sua cappella che si fa strada fino a che non lo sento tutto dentro di me, succhio il clitoride della ragazza con più intensità sento che sta per godere di nuovo anche io ci sono vicina, e godo quando i caldi schizzi di Alberto riempiono il mio sfintere godiamo tutte e 3 insieme poi ci lasciamo andare esausti sul letto, la ragazza inizia a succhiare le ultime gocce di godimento di Alberto mentre lui continua a baciarmi ed a ripetermi GRAZIE AMORE GRAZIE AMORE. Rilassati ci presentiamo ed a questo punto la ragazza ci propone altro incontro insieme al suo uomo, accettiamo con gioia e facciamo invito a cena per sabato sera. CONTINUA.
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5 years ago
irene_alberto,
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Last visit: 3 years ago
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INCONTRO DI BOCCHE
Arrivammo al club verso le 11,00 , la ragazza in reception mi informò che c’era la possibilità di prenotare un massaggio ,io accettai con molto entusiasmo ;Fabio invece declinò la proposta. La ragazza mi avvisò che con me avrebbe messo un singolo, io acconsentii tanto con me ci sarebbe stato anche Fabio .Salutammo ed entrammo nel club.Una volta svestiti ci indirizzammo verso la zona estiva e li mi immersi nella vasca sentivo la sensazione calda dell’acqua sulla pelle mi abbandonai tra le braccia di Fabio completamente appagata. Ad un certo punto sentii una voce femminile che mi chiese “posso entrare , vi disturbo?” Aprii gli occhi e vidi due sagome , mi girai verso le donna e notai quanto fosse bella , pelle ambrata , gambe lunghe e toniche , una cascata di ricci castani e due seni “pieni d’oro” ,rotondi, caldi, morbidi, vogliosi. Fabio parlò per me perché io rimasi stupefatta .Entrarono in vasca lei si sedette dalla mia parte e notai i suoi occhi verdi e profondi come una foresta misteriosa e fitta.Iniziammo a parlare e notai presto una certa sintonia con quella Venere ammaliante e capì presto che lei era molto esperta nell’antica arte della seduzione e che erano assidui praticanti dello scambio di coppia.Ad un certo punto la Venere mi sfiorò la coscia con la mano e sentii il mio corpo pervaso da brividi non mi capacitavo non avevo mai provato attrazione per una donna e presa dal panico sorrisi alla Venere e chiesi a Fabio di andare sui lettini per prendere un po’ di sole li salutai e ci alzammo.Mi pentii subito , non volevo lasciarla eppure la paura mi fece fare quel gesto , la Venere e il suo compagno ci salutarono e sparino all’interno della spa che in quel momento mi sembrò un grosso buco nero e vidi il suo dolce corpo sinuoso perdersi al di la della porta..Decisi di non pensarci e cercai di rilassarmi , arrivò l’ora del pranzo e io e Fabio ci avviammo alla zona buffet e mi sorpresi quando mi accorsi che la stavo cercando e non vedendola sentii un morso di rabbia nello stomaco e pensai tra me” ecco ..sicuramente saranno andati via adesso non la rivedrai più ..”Dopo aver pranzato entrai con Fabio nel bagno turco ed assaporai il vapore e l’assenza fresca di menta..Arrivò l’ora del massaggio e Fabio mi accompagnò davanti alla porta entrai nella stanza e notai la Venere li davanti a me di schiena che stava parlando col massaggiatore .Il mio corpo prese a pulsare , il cuore a battere e senza pensarci due volte mi girai verso Fabio e gli dissi “amore se vuoi prendere un po’ di sole mentre io sto qui vai pure tanto c’è una donna che fa il massaggio con me” lui mi baciò sulla bocca e mi disse che mi avrebbe aspettato fuori.Mi girai e vidi lei che mi guardava con occhi famelici , la massaggiatrice ci fece sdraiare sui lettini e il massaggio iniziò.Chiusi gli occhi per rilassarmi e calmare il mio inguine , sentivo il sangue bollire , non capivo , quella donna mi aveva stregato.MI concentrai sulla mano della massaggiatrice ma ad un certo punto sentii un piccolo gridolino apri gli occhi e la vidi .. mi guardava con occhi irreverenti e mentre aveva fissi gli occhi su di me iniziò a leccarsi le labbra della bocca ,io rimasi li ad osservare la maestrie e l’ingordigia della sua lingua e sentii il mio inguine bagnarsi come non mi era mai capitato.. ero eccitata..Il massaggio finì e io potei alzarmi , la massaggiatrice ci avvisò di fare una doccia così da poter togliere l’olio .Io pensai sinceramente che più per l’olio mi serviva una doccia fredda per calmare i miei bollori e schiarirmi le idee..La Venere si mise a parlare col massaggiatore , io cercai di rimanere li il più possibile ma poi mi resi conto che lei era impegnata nella conversazione quindi mio malgrado salutai e mi avviai verso lo spogliatoio più confusa che mai..Aprii la doccia e optai per l’acqua tiepida mi ci ficcai dentro e chiusi gli occhi ..Mi sentii afferrare le mani e mi sentii spingere contro il muro , aprii gli occhi presa dal panico e mi sentii sussurrare all’orecchio “TI voglio adesso ” riconobbi subito la voce della Venere mi si avventò da dietro e inizio dapprima a stuzzicarmi con le dita il mio capezzolo poi a giocare con il mio seno con un movimento rotondo , accelerando sempre di più ..poi scese e con frenesia iniziò a giocare col mio clitoride , io ero completamente nelle sue mani e più eccitata che mai…con l’altra mano giocava col mio seno sinistro.. “mi disse apri bene le gambe e appoggia le mani al muro” sentii la sua lingua scorrere sulla mia schiena fino alla mie chiappe .. le aprì e inizio a leccarle con la maestria di un’artista .. girava , infilava la lingua e risucchiava il mio buchino.. ad un certo punto si fermò, mi girò e mi disse” io ti voglio fare impazzire .. vieni con me .. la guardai e lei capì subito.. ho mandato mio marito dal tuonon si accorgerà di nulla.. “ nel mio intimo morivo dalla voglia di possederla ma non riuscivo ad ammetterlo .Lei non mi diede la possibilità di declinare l’offerta perché mi sbatté di nuovo contro al muro e iniziò a stuzzicarmi di nuovo il clitoride guardandomi con quei suoi occhi felini .. si alzò mi baciò e per la prima volta ebbi il contatto con la sua lingua che sapeva di me.. il tocco fece esplodere le ultime resistenze . Lei si staccò e mi disse “seguimi”..La seguii , mi portò nel privè e ci avviammo nella stanza con la porta , una volta dentro mi fece sdraiare sul letto e iniziò ad assaporare tutto il mio corpo con la lingua , iniziò dalla bocca e scese fino a miei seni dove iniziò a succhiare prima con delicatezza poi con estrema voracità .Il mio miele colava come non mai ,non ero mai stata così bagnata come con lei e senza dirmi niente infilò la mano all’interno di me .. sempre più dentro e li venni per la prima volta..Lei a quel punto si buttò sopra di me apri le gambe all’altezza della mia faccia e mi disse “prendimi , leccami” mentre con la mano non mi dava tregua e continua a stuzzicarmi il mio sesso .. io mi avvicinai ero in certa sul da farsi per me era una situazione completamente nuova allora lei presa dalla frenesia mi spinse il suo clitoride forte sulla bocca continuando a gemere . Aprii la bocca e iniziai a leccare sentii il suo profumo di donna , dolce ed etereo che mi riempiva la bocca .. presi il suo sesso e iniziai a mordicchiarlo e più sentivo i gridolini della Venere più io mi eccitavo.. finché sentii il suo sesso gonfio di piacere e pronto ad esplodere .La Venere a quel punto completamente presa dal piacere si staccò , mi mise seduta mi apri le gambe, lei fece la stessa cosa e con avidità si avvicinò e con ingordigia inizio a strofinare il suo sesso col mio sempre più forte finché entrambe esplodemmo in un piacere sconvolgente..Tutte grondanti ci accasciammo sul letto , lei a quel punto mi si avvicinò e cerco la mia lingua con la sua , ci baciammo dapprima con dolcezze poi sempre più passionali finché lei si avvicinò al mio orecchio e in un sussurro mi disse “ non è ancora finita , girati ,mettiti a carponi vicino alla ringhiera “ io la guardai stupita mi girai e vidi il mio compagno dalla ringhiera con uno sguardo pieno di desiderio .. lei mi guidò alla ringhiera ,mi misi a carponi e lei si sdraiò proprio sotto di me , chiamò il mio compagno e lui tutto preso dal desiderio si abbassò per penetrarmi . Lei iniziò a leccarmi da sotto .. morsicchiando e inghiottendo completamente il mio sesso e i miei umori.Chiamò a lei suo marito che entrò nella stanza e iniziò a sua volta a leccarla .. a quel punto Fabio non resistette più mi alzò le chiappe , le allargò un pochino ed entrò con una voglia mai sentita .Iniziò ad entrare con forza , sentii tutto il suo membro duro e pulsante tutto dentro di me e le sue palle sbattere su di me e sulla Venere.Mi sentii in visibilio , e li che provai il piacere più alto vedere la Venere sotto di me che mi assaporava tutto il sesso e con le mani mi schiacciava e massaggiava il seno mentre Fabio mi penetrava.Mi fece esplodere ed emisi un urlo di piacere .Fabio sentendomi urlare non resistette più ed arrivò all’ appagamento .Sentii il suo liquido scorrere fuori da me e la Venere leccò il mio umore con il sapore di Fabio.Lei arrivò all’orgasmo poco dopo di me … Ci alzammo lei si avvicinò mi bacio il seno .. stringeva ,morsicchiava e leccava il capezzolo . .. mi prese la faccia e la avvicinò al suo e io assaporai i suoi seni sodi ,tondi, gonfi e sentii il suo capezzolo turgido in bocca nel frattempo il marito la prese da dietro e inizio a spingere sempre più dentro e sempre più forte a quel punto fu lei a mettersi a carponi e mi fece capire con i suoi occhi famelici cosa avrei dovuto fare.. mi sdraiai io a pancia in su e iniziai a leccarla , baciarla , il suo sapore mi mandava in estasi le morsicchiavo le grandi labbra le leccavo le piccole labbra e risucchiavo il clitoride e mi resi conto di essere ancora bagnata perché sentivo il mio liquido scorrere tra le chiappe.. finché vidi lei che si abbassò coi gomiti e iniziò di nuovo a succhiarmi , mi penetrò prima con un dito poi con tutta la mano sempre più veloce ed è li che venni un’altra volta.. sentii che anche la Venere stava per esplodere è così fu.. e sentii il suo sapore in bocca fino a quando non assaporai un sapore nuovo e li capii che anche suo marito raggiunse il massimo piacere.Lei a quel punto mi sorrise .. si avvicinò alla mia bocca mi baciò portandosi via il suo umore e quello del suo compagno .. e mi disse “ti ho voluto e ti voglio ancora “ poi mi salutò con un bacio , salutò Fabio e com’era comparsa si allontanò insieme al suo compagno con il suo sorriso beffardo…
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6 years ago
laure, 30/27
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Una sera sola in sauna
Premetto che il gioco della sauna mi eccita moltissimo e mi piace andarci anche sola, per poi raccontare a mio marito quello che è accaduto. Tramite un amico singolo ho individuato una sauna di un Hotel poco fuori Bolzano, dove dopo una certa ora si poteva trovare poca gente e qualche singolo valido. Così una sera mentre lui era al lavoro, ho pensato di andare a farmi in sauna.Arrivata al Hotel verso le ore 20:30 circa non c’era più tanta gente nella zona sauna.Già durante la prima sauna avevo adocchiato un bel ragazzo sui 25 anni con fisico atletico. Il ragazzo si fece sempre più intraprendente già dalla prima seduta di sauna.Così dopo che mi ero messa a riposare e ho visto il ragazzo entrare in sauna, ho pensato di seguirlo.Facendo finta di nulla mi sono sistemata di fronte a lui. Dopo un po’ ho iniziato ad accarezzare le mie cosce e ad allargare lentamente le gambe, mostrando per bene la passerina. L’eccitante era che tutto sembrava fatto per caso con indifferenza, come se lui non vi fosse. Niente sorrisi, niente parole. Lui iniziò a toccarsi in maniera molto discreta e con grande indifferenza, il cazzo che divenne durissimo.La situazione era diventata eccitante!Lui con indifferenza aveva mosso un suo piede e aveva sfiorato il mio polpaccio. Io non mi sono mossa, e questo aveva chiaramente dato l’ok a lui, che con il piede era risalito alla mia coscia. Ma ecco che un uomo un po’ bruttino entra in sauna e cosi aprendo la porta interruppe il gioco. Presi l’asciugamano e uscì a fare la doccia, strizzando l’occhiolino al ragazzo. Dopo la doccia mi rilassai un su un lettino e mi accorsi che il ragazzo di prima era entrato in una grande vasca idromassaggio che era nella sala di fronte al mio lettino, dove vi era immersa un’altra coppia di turisti anziani. Lui entrò in acqua nudo e si immerse sino al torace. Mi avviai in acqua prendendo posto vicino a lui. Sempre con grande indifferenza lui mise le braccia in acqua e il braccio destro era palesemente protratto verso di me che però mostravo estrema indifferenza anche perché da fuori non si poteva vedere nulla visto l’enorme massa di bolle che produceva l’idromassaggio. Poco dopo altri due ragazzi circa 30enni entrarono in acqua e si misero quasi di fronte a noi, mentre la coppia anziana uscì dalla vasca. Chiaramente le cose si erano un po’ rallentate. Lui aveva ritirato la mano da sotto l’acqua e così, visto il suo imbarazzo ripresi in mano il gioco e fu io ad allungare una mano sotto l’acqua e ad accarezzargli il cazzo che mi tornò durissimo. I due di fronte avevano capito il gioco ma vedendo che in quel momento non erano graditi uno dopo l’altro uscirono dalla vasca. Il secondo aveva un gran bel cazzo duro e mi passò vicino, sorridendomi, cosi senza nascondere la sua erezione e uscì. Così il giovane ritornò a toccarmi sotto l’acqua e io a masturbarlo lentamente.Ad un tratto dopo essermi guardata attorno, mi spostai e salì a cavalcioni su di lui guardandolo di fronte e iniziai a ondeggiare sul suo cazzo in acqua mentre lui mi toccava le tette e mi baciava. Il gioco andò avanti un altro po’ ma si interruppe per il passaggio della coppia di prima. Io uscì dall’acqua eccitatissima. Andai a fare la doccia e così anche il ragazzo mi raggiunse sotto la doccia ancora un po’ eccitato. Mentre facevo la doccia lui mi propose di andare nelle stanze relax e massaggio dove si poteva giocare un po’ visto che lui era bravo a fare i massaggi e aveva l’olio da massaggi. Andai in spogliatoio dove avevo il cellulare e via sms informai mio marito di cosa stava succedendo. Con l’occasioni ho potuto accertare che in sauna era rimasta ancora la coppia di anziani e i due ragazzi di prima. Scrissi a mio marito se potevo andare con lui in stanza relax a farmi massaggiare. Mio marito eccitatissimo mi rispose di sì e mi chiese di portarmi il cellulare per mandargli sms e qualche foto. Cosi andiamo nella zona relax, che nel frattempo si era svuotata. Lui si mise subito a massaggiarmi mentre io ero sdraiata a pancia in giù. Lasciavo qualche piccolo sospiro.Ad un certo punto lui mi sussurra qualcosa nell’orecchio e subito prendo il cellulare e per informare con un sms mio marito “Questo mi vuole scopare che faccio?” mentre il ragazzo continuava a massaggiarmi. Sento la vibrazione dell’arrivo del sms di mio marito “vaiiiiiiiii!”Pensai di rilassarmi prima in sauna a vapore, anche per capire se siamo rimasti soli. Notai che la coppia era già andata e rimasero soltanto il mio amichetto e gli altri 2 singoli. Entrai in sauna a vapore e mi misi sull’ultimo scalino, dove eccitata dalla situazione, potevo starmene oscenamente a gambe aperte a far prendere aria alla mia fica calda.Pochi secondi dopo intravedo l’ombra di lui che si avvicina verso di me e vedendomi sola in sauna e lui ancora vistosamente eccitato si avvicina toccandomi subito tra le gambe. Poi lui mi girò a pecorina e inizio a baciarmi e leccarmi i buchini. Mi stacco da quella posizione e inizio a spompinarlo, mentre lui è semi seduto e io inginocchiata e piegata a sbocchianarlo come una vera porca. Lui mi prende i capelli dalla nuca e mi scopa in bocca come se fosse la fica mentre io emetto rumori gutturali di sforzo e lui mi incita a succhiare sempre più a fondo.A quel punto entrano dentro anche i due ragazzi di prima. Senza scomporci per il loro arrivo e senza presentazioni riprendo a spompinare a turno facendoli tornare i cazzi duri.Visto che ormai siamo rimasti soli, gli proposi di andare nella stanza relax, dove saremmo stati più comodi. Ad un certo punto il mio amichetto di turno prese un condom lo aprì e lo mise sul cazzo durissimo mentre io lo feci sdraiare, poi girandogli le spalle mi sedetti su di lui e gli dissi di stare fermo che mi sarei messa il suo cazzo nel culo per la doppia. Qualche minuto dopo il suo cazzo era totalmente infilato nel mio culo e lo cavalcavo con grande passione, mentre lui mi sditalinava con furia.Guardando gli altri due il mio amichetto disse: ”dai cazzo, che aspettate a sfondarla!!!!” La cosa mi eccitò moltissimo. Senza tante storie uno dei due si infila un condom mi entrò in fica pompandomi lentamente.Mi trovai a sentire i due cazzi che mi pompavano con violenza come piace a me. La situazione era troppo eccitante. Il terzo ragazzo invece era a fianco in piedi che si toccava e guardava un cazzo veramente notevole che avevo voglia di gustare. Poco dopo quello che mi scopava in fica mi sborrò sul pancino, riempiendomi tutta. L’altro invece continuava a incularmi ancora, mi fece girare mettendomi a pecora con la faccia affondata nel cuscino, mentre mi dava colpi di cazzo nel culo da farmi saltare, mentre mi insultava dicendomi che mi avrebbe rotto tutto il culo. Ma anche lui preso dall’eccitazione durò poco e si tolse velocemente il condom. Mi fece girare e mi spruzzò tutto sul collo e sulle tette, ordinandomi di spalmarmela tutta. Rimasi esterrefatta della quantità di sperma che aveva spruzzato e me la spalmai su tutto il seno e mi leccai la mano per sentire il suo succo.Andammo tutti e tre a fare una doccia e mentre io mi dovevo fare lo shampoo e il balsamo e la cosa richiedeva un po’ i due ragazzi andarono verso gli spogliatoi. Mentre facevo la doccia il terzo ragazzo che assisteva a tutto nella zona relax toccandosi quel bel cazzo enorme, mi aveva avvicinata sotto la doccia, apre la porta del box e mi chiede se poteva finire quel giochetto, mostrandomi il cazzo durissimo. Eccitata per quel cazzo lunghissimo prendo una manata di gel da doccia e gli insapono il cazzo iniziando una lenta sega. Mi inginocchio subito ed inizio a sbocchinarlo. Lui inizia a godermi in bocca senza neanche un preavviso, tenendomi la testa spinta dalla nuca, contro il suo cazzo, impedendomi di farlo uscire dalla bocca. Un po’ sorpresa lascio che lui si scarichi tutto in bocca e aspetto che lui molli la presa, ingoiando quell’enorme quantità di seme caldo e densissimo, lasciando defluire un pó fuori dalla bocca .
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6 years ago
coppiaintimissima, 30/36
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Il sapiente massaggiatore che mi convinse a diventare una troia
Non sono mai stata una ragazza monotona ed ho sempre vissuto le mie relazioni in modo semplice, passionale e da vera donna quale son sempre stata. La famiglia felice del mulino bianco sempre stato il mio simbolo. Quattro anni fa, io ed il mio attuale ragazzo, ci trovavamo in Lituania per il matrimonio di mia sorella. Ci siam recati in una sala dove trasmettevano un film del quale nemmeno ho capito il titolo. Dopo esser usciti dal cinema, siam andati a mangiare un panino nel locale ristorante. Mi sono incantata a guardare delle coppie che mangiavano e nemmeno si guardavano in faccia perche erano assorti nei loro telefonini. Io non volevo che la mia relazione finisse cosi. Durante il tragitto a casa, appena dopo il piccolo ristorantino di Algrid, c era un centro massaggi dal quale venuta fuori una bellissima ragazza. Una volta a casa e messi a letto, il mio lui inizia a chiedermi come mai io avessi guardato quella ragazza con insistenza, quasi per saltarle addosso. Gli risposi che era la sua impressione ma lui mi disse invece che secondo me un massaggio mi avrebbe fatto sicuramente bene. Lui sempre stato piu aperto di me e giocava spesso con le parole. Mentre facevamo sesso mi diceva che sarebbe stato bello vedermi sotto le mani di un abile massaggiatore. Durante la notte ho continuato a pensare a quello che mi aveva detto, alle mani di un perfetto sconosciuto che mi accarezavano ma non per toccarmi ma per massaggiarmi. Due settimane dopo, al nostro rientro in Italia, lui rientra a casa con una specie di volantino e mi dice che aveva vinto un massaggio. Un nuovo centro estetico aveva messo in palio un massaggio ma lui non voleva farlo perche voleva che lo facessi io. Il centro estetico offriva trttamento a domicilio. Alle ore 21.00 mentre sto tornando a casa ( c era anche mia madre) lui mi manda un messaggio dicendomi, amore fa presto ad arrivare a casa. Visto che hai passato una giornata pesante ti ho prenotato il massaggio. Io ero infastiditissima perchp non avevo alcuna intenzione di farmelo. Comunque arrivo a casa, saluto la mamma e con aria scocciatissima vado a fari velocemente la doccia per aspettare il massaggiatore. Dopo circa 20 minuti ariva questa persona palesemente gay ( ovviamente era solo una scenetta per tranquillizzarmi e per far star tranquilla anche mia madre) e si mette in ufficio dove prepara il fouton e gli oli. Io arrivo da lui in accappatoio ed in lingeire. Ero imbarazzatissima. Mi fa togliere l accappatoio e mentre me lo tolgo lui nemmeno mi guarda e la cosa mi piaciuta perche non mi son sentita osservata. Mi son sdraiata e dapprima ha iniziato a massaggiarmi delicatamente le spalle ma senza olio e dopo un po ha iniziato a toccarmi dappetutto: sulla schiena, sulle gambe, glutei e piedi. Mi piaceva, ero decisamente rilassata e a mio agio. Riparte dal collo e delicatamente va verso l allacciatura del reggiseno per slacciarlo, ma ho lasciao fare, ero a mio agio. Quando ha iniziato a massaggiarmi con l olio ho sentito i brividi che mi percorrevano lungo tutta la schiena, le sue mani sapienti mi massaggiavano e accarezzavano lentmente. L olio scivolava decisamene bene. Quando si avvicinato al sedere ed ha iniziato a massaggiarlo, il calor ha iniziato ad invadere il mio corpo. Sentivo un caldo insopportabile, il battito cardiaco aumentava e…non so davvero cosa davvero volevo ma pensavo vhe se fosse sceso un altro po con la mano, non mi avrebbe dato fastidio, anzi…..Dopo tutto quel massaggiare, quel non fastidio era diventata una voglia, ogni volta che si avvicinava al sedere speravo andasse un po piu giu per fargli vedere che non mi dava fastidio, anzi, ero anche disposta ad aprire un po di piu le gambe. La schiena era davvero il collegamento che lo collegava al mio sedere, ero tutt uo. Quando andava verso il collo, si fermava sotto le ascelle facendo finta di non volermi toccare ma un po alla volta arrivato finoa prendermi i capezzoli in mano. Li la mia figa pulsava, avevo voglia che togliesse le mani dal seno soltanto perche poi avrebbe dovuto mettermele di prepotenza in figa. Le sue mani scivolavano e andavano su e giu e quando arrivate finalmente al sedere, alzai il bacino per fargli capire che volevo tirar via gli slip. Pian piano, un po alla volta arriva ancora una volta tra le mie gambe, ma senza togliermi quei cazzo di slip. La mia figa era un lago, avevo voglia che mi mettesse qualsiasi cosa dentro. Se mi avesse scopata, sbattuta o violentata, non avrei detto nulla, anzi, avrei anche sperato ci fosse un suo amico. Mentre mi accarezzava l interno coscia, facevo finta di aggiustarmi sul lettino facendogli vedere tutta la mia disponibilita a farmi toccare. Continuava a sfiorarmela, toccarmela pian piano facendo finta di nulla fino spostarmi totalmente gli slip ma….senza toccarla. Sapevo che la stava guardando. Prendo forza e tiro su il braccio per metterlo sotto la testa e mentre lo tiro su mi scontro con la mano sul suo cazzo durissimo e mi ci son fermata un secondo. Mi ha fatto girar pian piano e io in modo assolutamente naturale mi son girata e gli ho guardato e fissato il cazzo per circa un minuto. Il mio slip era messo malissimo, la figa depilata da poco era tutta bella li esposta e mentre mi metteva l olio sul seno aprii le braccia per posizionarmi meglio e si fermarono sul suo cazzo, ma da li non le spostai, anzi, glie lo presi in mano e mentre lui mi muoveva gli feci una quasi sega, glie lo toccavo in modo naturale, spontaneo, ma avrei voluto staccarmi dal massaggio e prenderglielo in bocca. Mi sarei fatta scopare, sbattere, mi sarei fatta chiamare puttana, troia, gli avrei succhiato la sborra da quel suo bel cazzo in tiro. La sua mano era andata ancora una volta tra le mie cosce e io ancora una volta spalancai le gambe per fargleila toccare. Mi massaggio per bene la figa, avevo finalmente le sue mani li nella mia figa, la calda figavogliosa di cazzi, anti cazzi tutti per me.Mentre era li a menarmela per bene, io presi coraggio e gli tirai fuori il cazzo e gli feci una sega pazzesca. Gli guardavo il cazzo e speravo che me lo pompasse dentro, ma lui era li intento a guardarmi la figa. Ad un certo punto i miei battiti cardiaci accellerano, iventano molto piu intensi, veloci, avevo voglia, stavo per esplodereeeeeee e mentre ero li che godevo come una troia, la sua sborra mi schizzo sulla figa e sulle tette. Mi leccai le mani, mi infilai un dito in culo e gli dissi che il massaggio mi era piaciuto un sacco, ma la prossima volta anche lui sarebbe dovuto eser nudo. A distanza di questo tempo, abbiam scopato soltanto tre volte ma rimasta una bella amicizia. Io d allora ho iniziato a provare cose nuove, abbiam frequentato prive, scambisti, bsx, anche un singolo. Insomma, le abbiam fatte tutte. A distanza di due anni, ho scoperto che questo massaggiatore lo chiamano soprattutto per sbloccare le mogli eheheheh incredibile.Grazie caro amico
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6 years ago
bipbopvr,
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L'insegnante
Neanche mi guardava durante le lezioni, mi trattava con indifferenza, sembrava non esistessi proprio.
Eppure da tre mesi passava con me 2 pomeriggi a settimana per darmi ripetizioni di cui non avevo bisogno, ma i voti che mi dava erano talmente bassi quanto finti.
Inizialmente ero furiosa con quella stronza, mi impegnavo e mi dava sempre 4. Poi il 7 dicembre, dopo aver parlato con mia madre, l'ha convinse ad affidarmi a lei per ripetizioni.
Prendeva anche dei soldi...per violentarmi tre o quattro ore.
La prima volta era anche stata gentile, mi aveva offerto da mangiare e da bere nel suo salotto. Una mezz'ora buona l'abbiamo passata sui libri.
E mi chiedeva.. e io rispondevo...e mi diceva che ero brava, ma avrei potuto esserlo di piu'. Le mani ogni tanto si appoggiavano sulla mia coscia coperta dal jeans.
Quando si avvicinava sentivo un senso di disagio, la vedevo vecchia, cattiva e gelosa. In realta' portava bene i 42 anni, ma per i miei 17 era comunque di un altro pianeta.
Parlava anche di lei, dei suoi sogni, del suo passato, del suo amore finito male, ogni tanto mi chiedeva qualcosa di me, ma non ci facevo caso più di tanto. Passata la prima ora mi sentii piu' a mio agio, come si suol dire, avevamo rotto il ghiaccio.
Iniziavo a pensare che avrei potuto sfruttare quel fatto, lei era un'avara che estorceva denaro a mia madre..ma almeno avrei avuto bei voti.
Hai dei bei capelli mi disse...secondo lei pero' erano un po' secchi. Quindi mi convinse a farmi mettere un prodotto apposta. Mi ricordo che mi fece sedere sul divano e da dietro mi spalmo' qualcosa sui capelli..mi sembrava strano..''ma non sporchiamo tutto?'' le dissi.
Nessuna risposta, tranne la sensazione di pietrificarmi, mi stava leccando l'orecchio. In quel momento mi sentii tesa come non mai..non mi potevo muovere e respiravo a fatica. Infilo' la lingua sempre piu' dentro e mi appoggio' delicatamente ma in maniera decisa una mano sulla bocca.
Tutto fini li..tutte le chiacchere, i sorrisi piu' o meno veri. Si mise di fronte a me e si spoglio' rimanendo con un corpetto e le autoreggenti. Mi ordino' di spogliarmi ma ormai non capivo nulla.. lo fece lei per me.
Aveva di fronte una cosa inanimata invece di una persona. Mi prese per mano e in maniera decisa mi porto' in camera da letto.
Qui mi lego' i due polsi all'estremita' del letto e ricomincio' a leccarmi il viso, il collo, i seni.
Fino ad arrivare sempre piu' giu'. La mia vagina era sorprendentemente umida; me la lecco' ferocemente, quasi volesse sbranarla. Infilo' tutta la lingua dentro, mi sembrava di sentirla in gola.
Poi si sposto' sopra di me, la sua figa rasata era sulla mia bocca, si lascio cadere di peso e mi sentii soffocare dalla sua voglia infinita. Si fece leccare per 5 minuti, gridava e gemeva quella stronza, io ero felice perché era in mio possesso, comandavo io finalmente, sapevo il suo punto debole.
Mi sentii anche sporca, una troia per la precisione, ma la cosa mi eccito' di piu'. Questo pensiero' svani quasi immediatamente, esattamente nel momento in cui mi prese a schiaffi. Poi ricomincio' a leccarmi la vagina, le gambe, poi ancora schiaffi. Mi ordinava e io obbedivo. Alla fine arrivarono la frusta e tre vibratori. Me ne mise uno in bocca, uno nella vagina e mi svergino' il culo come se niente fosse. Piansi dal dolore, ma piu' piangevo e piu' godeva.
Intanto la frusta risuonava velocemente contro il mio corpo. Mi tolse il vibratore dalla bocca e se lo infilo' nel culo, per poi sbattermi la sua vagina eccitata sulla mia lingua. Quanto urlava di piacere, mi inondava la bocca. Io dovevo leccare ed inghiottire. Dopo quasi tre ore mi sentivo esausta, ma innamorata di quella sensazione di essere posseduta e schiava. Lei era la mia padrona a scuola ma anche fuori. Faceva di me cio che voleva..se mi ribellavo la eccitavo sempre di più..ed in fondo mi eccitavo anche io.
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8 years ago
admin, 75
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Il primo sapore di donna
Non mi sentivo ancora esperta ma il piacere che avevo provato su quell´ autobus alla vista di quelle cosce divaricate sotto di me che nascondevano appena quelle mutandine in pizzo, ed il ricordo di quel pomeriggio trascorso in camera con la mia amica masturbandoci da sole ma senza avere il coraggio o forse il desiderio di farlo reciprocamente all´ altra era sempre cosi´ vivo nella mia mente ed ai miei occhi che ogni volta sentivo bagnarmi copiosamente solo al pensiero e non posso negare che tante e poi tante volte ho raggiunto orgasmi esplosivi e multipli lasciando scorrere le mie dita istintivamente ricordando quelle immagini e quelle sensazioni. Un giorno ne parlai anche con Paola, la mia carissima amica con la quale avevamo condiviso un orgasmo seppur solo osservandoci e le raccontai l´episodio che mi era avvenuto sull´ autobus ed allo stesso tempo chiedendole se anche a lei era successo di eccitarsi nel guardare una donna, se le era capitato di toccarsi guardando lo slip di una donna o semplicemente se le era tornato alla mente alcune volte l´ episodio che avevamo vissuto in maniera molto naturale insieme. Credo che avessi paura del fatto che stessi diventando bisessuale ma la cosa che piu´ temevo era che sentivo molta piu´ attrazione verso il mio stesso sesso che verso quello opposto. Piu´ di una volta avevo concluso questi miei pensieri dicendomi che sarebbe stata questione di tempo, che magari avevo solo voglia di provare, che la mia era curiosita´, ma con il passare dei giorni e dei mesi sentivo io stessa quanto erano forti I miei orgasmi ogni volta che mi masturbavo pensando ad una donna piuttosto che quelli che riuscivo ad avere con il mio ragazzo. La risposta della mia amica Paola comunque mi lascio´ stupefatta ed accese ancora di piu´ il mio desiderio e la mia fantasia: mi disse che lei aveva avuto un rapporto con una sua amica e che la cosa le era piaciuta in maniera esaltante. Allo stesso tempo mi disse che anche lei pensava molte volte a quella nostra volta quando i nostri occhi guardavano le dita dell´altra infilarsi dappertutto e seguivano il piacere dato dai respiri e dalle grida dell´altra, e che lei stessa si toccava ricordando le mie contrazioni di piacere ed I movimenti dei miei fianchi nel momento in cui esplosi con lei. Il sentire queste parole mi fecero eccitare ancora piu´ di quanto gia´ lo fossi ed avrei voluto spingermi oltre con I miei interrogativi ma c´era sempre un qualcosa che mi bloccava o la paura forse di perdere Paola e cosi´mi limitavo a guardarla parlare sentendomi bagnare completamente lo slip ed immaginavo come sarebbe stato poter sentire la sua lingua sul mio corpo e poter muovere la mia lingua su quel seno e su quei capezzoli. Dovevo essere veramente in trance in quel momento perche´ Paola mi ridesto´ dai miei pensieri domandandomi cosa avessi per guardarla in quel modo li´ e lentamente e con molta cautela provai ad esprimerle i miei pensieri dicendole che stavo immaginando il rapporto di lei con la sua amica e che stavo cercando di mettere a fuoco nella mia mente come sarebbe potuto essere stare tra le gambe di un´ altra donna o avere la sua testa fra le proprie gambe. Credo che Paola avesse capito I miei pensieri ma cercava forse la conferma alle sue intuizioni, specialmente dopo la nostra discussione, e fu cosi´ che mi chiese di cambiare discorso e di andare a fare due passi per la citta´prima magari di accompagnarla a casa a bere qualcosa. Ero eccitatissima ma seguii I suoi consigli pensando che forse avevo esagerato nel mio atteggiamento ma sperando che magari la scusa di casa sua sarebbe servita a darci l´ opportunita´ per qualcosa di piacevole che volevo con tutta me stessa. Sentivo la sua voce adesso, le sue parole ed I suoi sospiri mentre passeggiavamo una accanto all´altra, ma dentro di me sentivo ardere un fuoco di passione che avrei voluto spegnere nella sua bocca. Avrei voluto chiederle se anche lei provava le stesse sensazioni ma avevo tremendamente paura di rovinare tutto. Stavo bruciando e ad ogni passo sentivo lo slip inzupparsi sempre piu´ dei miei umori tanto da bagnarmi anche le cosce. Come avrei voluto far sentire anche a lei quanto la desiderassi e farle capire che tutto quel nettare stava fuoriuscendo per lei…Arrivammo a casa sua piano piano e mi chiese di accomodarmi sul divano del salotto che lei sarebbe andata a prendere qualcosa da bere. Mi accomodai e la osservai allontanarsi mentre ondeggiava quei fianchi ricoperti da un paio di jeans attillati che le facevano il piu´ bel sedere che avessi mai visto in una donna. Anche io indossavo un paio di jeans ma tra le cosce ormai li sentivo talmente fradici che mi sembrava quasi di essere nuda ed accavallavo le gambe, e piu´ le accavallavo piu´ mi sentivo bagnare lo slip…avrei avuto veramente voglia di masturbarmi in quel momento, e lo avrei fatto se fossi stata sola li´ su quel divano ma non ero a casa mia. Pensai per un attimo che sarei potuta andare in bagno e considerato il fatto che ero troppo eccitata pensai che forse era la cosa migliore da fare e lo avrei fatto appena fosse arrivata lei con le bevande. La vidi rientrare con I suoi movimenti sinuosi che mi facevano eccitare sempre di piu´e quei seni che vedevo oscillare ad ogni passo ma non feci in tempo a chiederle di poter andare in bagno che si sedette vicino a me con l´ intento di parlare. La lasciai fare ascoltando le sue parole: „Claudia, e´tutto il pomeriggio che ti osservo, e sono convinta che non hai sentito niente di tutto quello che ti ho raccontato. Ti conosco abbastanza bene per capire quando stai pensando e quando sei tranquilla. Ho notato che il tuo sguardo e´ cambiato nel momento in cui ti ho raccontato della mia esperienza con la mia amica, ed ho notato che nei tuoi occhi brilla viva la luce del desiderio, della passione. Sono quasi sicura che da un paio di ore a questa parte non stai pensando altro che al momento in cui potrai dare libero sfogo alla tua voglia masturbandoti come una matta per godere pensando ai nostri discorsi e sono convinta del fatto che il tuo slip a quest´ ora sara´ talmente pieno dei tuoi umori che si potrebbe strizzare. Dimmi solo se e´ vero o se tutto cio´ riguarda solo la mia immaginazione!“. Mi sentii crollare a queste parole e timidamente abbassai lo sguardo sicuramente arrossendo in viso ma lei non si fermo´, e continuando a parlare poggio´ la sua mano sulla mia coscia cercando di divaricarmi le gambe per sentire con le sue stesse dita se quanto aveva affermato rispondesse a verita´ o meno. E diceva: „ Fammi sentire quanto sei eccitata, non penserai mica che io sono fatta di legno, anche io e´ da oggi pomeriggio che guardando I tuoi occhi sento crescere tra le mie gambe il desiderio della tua lingua…ed ho voglia di succhiare ogni goccia del tuo piacere“. Queste parole mi sciolsero letteralmente tanto che non solo allargai le gambe ma le facilitai il compito di slacciarmi il jeans. La sua mano si intrufolo´in un attimo sotto al jeans ed appena sentii quelle dita sfiorarmi lo slip premetti il ventre contro la sua mano iniziando a muovermi e rantolare. Stavo per godere, lo sentivo ed anche lei se ne accorse immediatamente dai miei movimenti e dalle mie contrazioni oltre che dal mio respiro che iniziava a diventare un lamento di piacere. Le sue dita scivolavano sullo slip alla ricerca delle mie labbra gonfie e vogliose ma non fecero in tempo a trovarle che per la troppa eccitazione accumulata e per I miei movimenti sapienti, esplosi in un orgasmo incredibilmente potente. Paola ebbe paura per un attimo di avermi fatto male ma appena sentii il mio respiro placarsi e vide le mie labbra sorridere in una smorfia di piacere continuo´ ad accarezzarmi sotto il jeans fin quando l´orgasmo non completo´ la sua evoluzione lasciandomi distrutta ma felice ed appagata. Tiro´ fuori la mano dai miei jeans e la vidi succhiarsi le dita piene dei miei umori e del mio sapore e la cosa mi fece ancora rabbrividire dal piacere, e notai nei suoi occhi tanta voglia di continuare quel gioco. Ero io che la guardavo adesso ma lei non sembrava intimidita dal mio sguardo e con le dita ancora bagnate dei miei umori e della sua saliva si sbottono´ I jeans sfilandoseli piano lungo le gambe. Aveva un paio di slip neri, e la vista di una macchia umida proprio in mezzo alle sue mutandine mi fece ancora una volta eccitare. Mi feci forza e la spinsi sul divano accasciandomi sopra di lei. Cominciai a baciarle il collo mentre con la mano le carezzavo le gambe e risalivo lungo le sue cosce fino al punto di incontro di esse. Le mie dita premevano il suo slip adesso e riuscivo a sentirlo anch´ esso bagnato tanto quanto lo era il mio. In un attimo le scostai lo slip dall´ inguine e con due dita iniziai a carezzarle quelle labbra gonfie e quel clitoride che sentivo pulsare sotto I miei polpastrelli. Ero ancora eccitatissima e piu´ lasciavo scivolare le mie dita sotto il suo slip piu´ sentivo la voglia di avere le sue dita dentro di me a masturbarmi ancora. Mi alzai dal divano cercando una posizione piu´ comoda accucciata sotto di lei e ripresi a carezzarle lo slip sentendo il suo clitoride gonfiarsi ancora di piu´. Voltai la mia schiena verso la sua testa quasi per invitarla ad accarezzarmi nello stesso momento che io accarezzavo lei ma sembrava non capire le mie intenzioni ed a quel punto io stessa mi sfilai I jeans rimanendo con il mio slip bianco ormai attaccato alla mia fichetta e mi avvicinai ancora di piu´ alla sua faccia quasi a strusciarmi contro il suo viso. Iniziai a baciarle le gambe, a muovere la mia lingua sulle sue cosce interne aspettando di vedere le sue gambe divaricarsi completamente come da li´ a poco fece poggiando un polpaccio sullo schienale del divano e l´ altro piede in terra davanti a me. La mia lingua sembrava pazza di lei adesso ma sentivo che anche lei stava impazzendo sotto I miei colpi saettanti. Le scostai ancora lo slip lasciando stavolta che fosse la lingua a scivolare sui suoi peli pubici e sulle sue labbra ormai dilatate. Sentivo il suo respiro sempre piu´ pesante, vedevo I suoi muscoli contrarsi sempre piu´ forte e la ritenevo prossima all´orgasmo nel momento in cui finalmente sentii le sue dita sollevarmi lo slip da dietro e due di esse iniziare a perlustrarmi tra le gambe. Dovetti sollevarmi appena tanto fu sorprendente il piacere che iniziai a sentire scendermi tra le cosce e mentre la mia lingua stuzzicava senza freni il suo clitoride e le mie labbra lo succhiavano senza limiti, adagiavo il mio bacino sulle sue dita che si facevano strada dentro di me masturbandomi piano e profondamente tanto da farmi impazzire. Sentivo le sue grida di piacere ad ogni colpo della mia lingua e sentendo le sue dita riempirmi tutta e ruotare dentro di me non potevo fare a meno di ansimare io stessa e soffiare il mio alito caldo su quella fichetta che meravigliosamente aperta mi stava dissentando con il suo nettare. Era meraviglioso poter succhiare ogni goccia e lasciar scorrere la lingua avanti e indietro su quel ventre piatto e su quel clitoride prorompente che sentivo quasi scoppiare ad ogni colpo di lingua ed era altrettanto meraviglioso sentire un altro orgasmo montarmi lentamente per farmi andare in estasi e farmi fremere dalla voglia di goderle sulle dita. Continuammo cosi´ per minuti interminabili durante I quali sentivo sciogliermi sulle sue dita e sentivo il suo nettare riempirmi sempre piu´ la bocca. Ero in balia di un qualcosa di sconvolgente che mi stava facendo impazzire dal piacere…le sue dita che ruotavano ed entravano ed uscivano e le sue gambe spalancate che mi stavano ubriacando I pensieri e la mente. Stavo vivendo un qualcosa di meraviglioso e la voglia di esplodere e godere ancora la sentivo crescere dentro di me in maniera impetuosa e sconvolgente. Ed allo stesso tempo vedevo il suo ventre contrarsi ed il suo pube alzarsi ed abbassarsi cercando la mia lingua che mai paga e sazia continuava a circuire il suo clitotoride e ad entrare ed uscire dentro di lei. Ero al limite della sopportazione e vederla e sentirla gemere di piacere era uno spettacolo entusiasmante e talmente forte dal punto di vista erotico che spingendomi piu´ veloce sopra le sue dita lasciai arrivarmi l´ orgasmo emettendo un grido talmente forte che scosse pure Paola che nel sentirsi riempire le dita ancora del mio piacere non tardo´ ad urlare il suo orgasmo ed a venirmi in bocca riempiendo la mia lingua del suo sapore. Rimanemmo in questa posizione ancora qualche minuto, il tempo necessario per recuperare un po´ di ossigeno e stringerci in un abbraccio ed in un bacio sulle labbra quasi per ringraziarci di cio´ che ci eravamo regalate. E nel rivestirci lentamente prima di salutarci ci confessammo che ci sarebbe piaciuto provare ancora, magari con qualche oggetto a farci compagnia ma che ne avremmo riparlato ed avremmo cercato il modo di ripetere ed amplificare questa esperienza. Cio´ che ricordo di quel giorno e´che fu una esperienza talmente eccitante e piacevole che la sera non riuscii a prendere sonno se non dopo essermi masturbata ancora per almeno un´ altra ora avendo viva la speranza di ripetere al piu´ presto le stesse sensazioni.
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9 years ago
alex1404,
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Il primo orgasmo con un'amica
Avevo 18 anni allora e mai mi era passato per la testa ne´ mai avevo pensato, o fantasticato, ad un rapporto con un´ altra ragazza. Avevo avuto le mie storie con i ragazzi della mia eta´, i primi bacetti al parco, le prime pomiciate al cinema, i primi turbamenti amorosi che per la maggior parte delle volte poi si concludevano nel letto sotto le mie lenzuola aiutata dalle mie dita diventate in breve tempo molto esperte nel riconoscere i miei punti erogeni preferiti. In quel tempo andavo al Liceo ed avevo una carissima compagna oltre che amica con la quale avevamo suddiviso persino le scuole medie e con la quale non credo avevamo avuto mai segreti da confidarci tanto eravamo aperte e spontanee l´ una con l´altra. Ci parlavamo di tutto, compresi i nostri pensieri piu´ nascosti ed i nostri desideri in campo sessuale anche se ancora eravamo giovani e di esperienza non ne avevamo moltissima. Lei si chiamava Paola, un po´ piu´ alta di me, capelli scuri rispetto ai miei castano chiari, era piu´ formosa di me ed a volte scherzando tra di noi me lo faceva notare ma la prendevamo a ridere e mai ci facevamo caso (lei aveva una terza abbondante contro la mia seconda giusta giusta). In una parola sola si puo´ dire che a quell´ eta´ lei sembrava molto piu´ grande e matura di me fisicamente e di questo credo che anche i ragazzi se ne accorgessero tanto da proporle, per come mi raccontava lei nelle sue confessioni, anche particolari prestazioni che solitamente non si chiedono a ragazze di 15-16 anni.
Quel giorno eravamo, come ci capitava spessissimo al termine dell´ anno scolastico, in casa mia nella mia camera a studiare, ma vuoi per i primi caldi che si facevano sentire, vuoi per la poca voglia di studiare che avevamo, iniziammo a parlare come succedeva spesso di noi, delle nostre sensazioni, dele nostre emozioni. Lei all´ epoca usciva con un ragazzo di 20 anni e con lui era arrivata fino in fondo nel rapporto sessuale, io invece frequentavo un coetaneo ed ancora vergine mi limitavo a qualche carezza anche nelle parti piu´ intime continuando la mia pratica preferita nelle ore serali e notturne che ancora riusciva a soddisfarmi abbastanza. Ricordo perfettamente che lei quel pomeriggio indossava una maglietta smanicata bianca ed una gonna sopra il ginocchio leggera a scacchi bianchi e blu con un reggiseno in pizzo che traspariva dalla maglietta di colore bianco ed io indossavo una camicia a maniche corte azzurra ed una minigonna di jeans con un reggiseno giallino di cotone. Eravamo nella mia camera, lei seduta sulla sedia accanto al tavolo pieno di libri rivolta verso di me che sul bordo del letto tenevo le gambe piegate l´ una sull´ altra per mantenere una posizione eretta. Parlando e parlando giungemmo a raccontarci dell´ ultimo sabato trascorso con i rispettivi ragazzi ed iniziai io raccontandole che eravamo stati a bere qualcosa prima di appartarci un po´ sulle colline per sbaciucchiarci e farci delle tenerezze come quasi sempre succedeva, ma appena inizio´ lei a raccontare cio´ che aveva fatto notai subito dagli occhi che qualcosa le brillava ancora. Raccontava delle sue mani che l´ avevano esplorata da cima a fondo, della sua lingua che iniziando dal suo collo era scesa sotto la sua camicetta per mordicchiarle e stuzzicarle i capezzoli fino a farglieli scoppiare quasi,e quando arrivo´ a raccontare della lingua che inizio´ a scivolarle lungo la pancia fino ad arrivarle al bordo dello slip sentivo che stava quasi ansimando nel parlare. In breve mi disse che il ragazzo le aveva fatto qualcosa che non aveva ancora mai fatto in precedenza, le aveva infilato la lingua dentro la fichetta e l´aveva fatta venire cosi´ semplicemente leccandola e penetrandola appena con la lingua. Notavo da come lo raccontava e da come si muoveva sulla sedia che sentiva ancora la sua lingua quasi tra le gambe e la cosa stava facendo una certa impressione anche su di me. Le guardavo gli occhi che mi fissavano mentre nei piu´ piccoli dettagli cercava di farmi capire le sensazioni meravigliose che aveva provato, le scosse elettriche che aveva sentito pervaderle il corpo, i flussi abbondanti di umori che aveva notato rigarle le cosce mentre lui la masturbava con la lingua. Sentivo che questo racconto stava oltrepassando la curiosita´ del dirci tutto, e mentre ci guardavamo e vedevo i suoi movimenti sempre piu´ frequenti sulla sedia, notai anche che mentre parlava forse inconsciamente la sua mano era andata a poggiarsi sulle gambe che teneva leggermente divaricate. Fu allora che per la prima volta in vita mia pensai alla possibilita´ che stavo parlando e mi stavo eccitando anche sentendo una ragazza come me raccontarmi di lei e vederla che si eccitava. Le sue parole erano cosi´ precise e puntuali ed il suo sguardo cosi´ assorto nel racconto che forse non si accorse neanche che stavo guardando le sue dita che risalivano lungo le sue cosce per appoggiarsi allo slip che potevo vedere chiaramente esposto tra le sue gambe. La fissavo adesso, e guardavo soprattutto la sua mano che vedevo premere lo slip in maniera quasi impercettibile ma molto chiara. Lei noto´ che avevo abbassato lo sguardo e si scuso´ con me ma era cosi´ eccitata pensando a quella lingua che l´ aveva scavata completamente e svuotata di ogni goccia di umore che non poteva non sentirsi bagnata e mi chiese se sentivo la stessa sensazione ascoltando le sue parole. Fui sincera dicendole che pur non avendo mai provato ad essere leccata sulla fica il sentire il suo racconto ed il vederla eccitata a toccarsi mi aveva eccitata tantissimo e che anche a me sarebbe piaciuto toccarmi. Fu un attimo e mi disse : “Fallo allora, fallo con me! Sento che sto gia´ per godere…“. Poggia I piedi sul pavimento mettendomi proprio di fronte a lei che continuava ancora piu´ profondamente a toccarsi, vedevo i suoi occhi socchiudersi e mi immaginavo il suo clitoride gonfio come lo era il mio in quel momento forse anche di piu´. Divaricai le gambe sollevando appena la minigonna fino ai fianchi ed un attimo dopo le mie dita stavano premendo il mio slip di cotone gia´ intriso dei miei umori. Le sue gambe davanti ai miei occhi erano adesso spalancate e mi offrivano uno spettacolo meraviglioso che mai avrei immaginato…con una mano si stava scostando lo slip e con l´ altra si stava masturbando facendo ruotare le dita sul clitoride prima di infilarsi l´ indice dentro di se´ e di muoverlo avanti e indietro. Sentivo i suoi sospiri diventare pesanti, vedevo il suo bacino saltare sulla sedia ad ogni spinta profonda del dito dentro di lei e sentendola quasi sul punto di godere feci come lei scostando lo slip con una mano per masturbarmi come ero abituata a fare con la mano destra con un dito direttamente dentro appena la mia fessuretta fradicia ed il palmo della mano che mi premeva e sollecitava il clitoride che sentivo duro e gonfio. Furono attimi meravigliosamente intensi nei quali potevo sentire il profumo dei nostri umori riempire l´ aria della camera…vedevo le sue dita scorrere e scivolare sempre piu´ velocemente e quasi per seguire il suo ritmo anche la mia mano accelerava i tempi e la pressione. I gridolini si trasformarono presto in urla, le sue gambe si spalancarono sopra i braccioli della sedia come del resto feci io sul bordo del letto, ci guardavamo le dita entrare ed uscire e poi negli occhi pieni di desiderio di godere, di esplodere, di seguire l´ orgasmo della nostra amica piu´ cara ed ora anche piu´ intima. La vidi mentre si spingeva dentro un altro dito e lo muoveva ancora piu´ forte nella sua fica quando un grido irruppe nella stanza e potei vedere la sua testa reclinarsi all´ indietro, i suoi occhi chiudersi ed il ventre cominciare a comprimersi per l´ orgasmo ancora pulsante…ed a questa vista basto´ una leggerissima pressione con il mio palmo sul clitoride per esplodere in un orgasmo che mi sembro´ incredibilmente possente e liberatorio tanto lo avevo desiderato. Rimanemmo a guardarci un po´ mentre con le dita ancora afferravamo le ultime gocce che scivolavano fuori dal nostro corpo, e ci guardammo tra lo stupito e l´ incredulo l´ un l´ altra contente per aver scoperto un nuovo gioco che ci era piaciuto e consapevoli che non sarebbe finita li´…..
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9 years ago
alex1404,
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La mia datrice di lavoro
All'epoca avevo 18 anni,ero alla ricerca di una occupazione anche saltuaria x incrementare un po'la cosidetta paghetta di papa'piuttosto scarna.Avevo terminato la scuola dell'obbligo ed ero molto fiduciosa di trovarmi un lavoro anche part time di ogni genere senza avere preferenze di settore o altro.Ero temprata nelle faccende domestiche aiutando mia madre spesso ammalata ed essendo figlia unica toccava a me sola aiutarla in casa.Mio padre lavorava 16 ore al giorno e quando tornava a casa solo la sera e dopo una spesso frugale cena esausto andava a riposare.Le nostre condizioni economiche non erano delle piu'floride ed io volevo aiutare anche i genitori a sbarcare il lunario oltre a togliermi come tutti i giovani qualche sfizio in piu'.Essendo ferrata nei lavori domestici cercavo da tempo una occupazione nel tal settore senza x ora risultati positivi.Dopo varie ricerche e sinceramente sfiduciata,ricevo sul mio cellulare una telefonata di una signora alla ricerca di una colf a part time.Mi presento al colloquio la mattina seguente sperando vivamente in positivo.Alessia vive a circa tre chilometri da casa nostra in una bella villa con marito e senza figli.Piscina,grande giardino e circa 250 mq di abitabile.Un bell'impegno x me cmq accetto dopo un breve colloqui l'incarico affidatomi.Stirare,pulire la casa,accudire i loro 7 cani,cucinare ecc.Inizio a lavorare x loro dopo una settimana molto spaesata e nuova sia del lavoro e della grande casa con non poche difficolta'.Alessia si rende conto subito del mio stato d'animo e dei miei iniziali problemi riguardo alla mole di lavoro che mi spetta e mi sta'spesso vicina aiutandomi il piu'possibile.Il marito è un industriale che viaggia ed è quasi sempre fuori x lavoro,rientra a casa molto di rado fermandosi x pochi giorni. Dopo circa una settimana da lei inizio a districarmi un po'di piu e Alessia vedo che è felice che io mi sia ambientata bene e imparato molte cose sia nel lavoro che nella precisione con cui lo eseguo e che lei e il consorte esigono.Alessia è una bella donna,capelli lunghi neri,viso molto curato,magrissima,allampanata e veste sempre in modo molto elegante soprattutto durante i ricevimenti dei loro ospiti a cui intervengono spesso personalita'importanti.Dopo circa un mese Alessia mi chiama,mi trovo nel salone a sistemare i libri della loro grande biblioteca.Mony scusami ma hai pulito i bagni?certo signora.Vieni con me un attimo.mi prende x mano e mi accompagna nel grande bagno al piano terra.vedi mi dice guarda sotto al termosifone,cosa vedi? dal tono di voce intuisco che ho fatto una cosa che non va'.scorgo sotto il termosifone un piccolo rotolino vuoto della carta igienica.mi scusi signora l'ho dimenticato.Alessia senza parola pronunciare mi alza la gonna,mi tiene ferma e mi fa'sedere sulle sue ginocchia.vedi cara io amo la precisionelo sai e queste piccole disattenzioni mi danno fastidio.Rossa in viso e quasi senza fiato mi scuso ancora con lei ma........taci mi dice.andresti sculacciata a dovere sai?signora la prego le sussurro con un filo di voce.non mi licenzi.Per l'emozione,agitatissima e x la voglia inappagata di fare pipi'mi sento bagnare le mutandine.Mony ma che fai? Rossa in viso non riesco a proferire sillaba,ho il cuore che va'a mille.Ma mi fai pipi'sulla gamba?Alessia mi fa'alzare senza parlare mi abbassa le mutandine mi siede sullla tazza del wc e mi dice ma scusami neppure sai quando devi fare la pipi'?La sua gonna è umida di me e se la toglie restando in perizoma e autoreggenti.Non oso alzare gli occhi e guardarla in viso.All'improvviso si abbassa,Mony mi sussurra scusami sono stata troppo brusca ed anche villana nei tuoi confronti.Chiamami Ale tesoro.I mio viso se prima era rosso ora è violaceo,mi sento agitata,imbarazzata e ho anche tanta vergogna.Sai ieri sera mi dice ho litigato con Claudio al telefono poi me la sono presa con te tesoro e x una stupidaggine.Alessia si lascia andare ora.Mi confessa che Claudio,il marito ha un'amante,la trascura sempre non solo sessualmente ma il loro amore ormai non c'è piu'.Mi abbraccia e scorgo le lacrime nei suoi occhi neri e dolcissimi. Mony perdonami ma non ho nessuno x confidarmi.Ale le sussurro non preoccuparti fai pure.Mi alzo dopo aver fatto pipi'e Ale mi guarda asciugandosi le lacrime.Dai suoi occhi capisco lo sguardo di una donna vogliosa,triste inappagata in ogni senso.Mony mi dice ma che fai non ti asciughi dopo la pipi'? cosi'ti sporchi tutta poi non va'bene puoi contrarre infezioni e problemi intimi. Ale prende la carta igienica si abbassa e mi asciuga.Ma che fa'signora mi scusi.Non sento proferire sillaba da lei imperterrita.Mi prende x mano e mi fa'sedere sul bide'prepara l'acqua col detergente intimo e mi lava intimamente.Sento mio viso arrossarsi sempre di piu'mi vergogno tantissimo ma Ale neppure mi guarda.Ecco ora sei bella fresca tesoro'.Dopo la pipi'bide'intimo e come faccio sempre io sei sicura ed anche di te.Prende il salviettino e mi asciuga strofinadolo delicatamente sul clitoride sino a farlo inturgidire.Non so'se urlare fuggire o che altro fare.Inizia a baciare il mio intimo lecca e succhia il mio clitoride ormai turgido e pulsante.Chiudo gli occhi e mi lascio andare,ormai sono nelle sue mani.Fremo e mi bagno tantissimo,mi tiene ferma prendendomi x i glutei,urlo di piacere e dopo poco le dono tutto il mio caldo nettare che copioso le scende dalla bocca.Senza parlare Ale mi prende ora x la testa spingendomi con le mani contro il suo intimo obbligandomi a darle il piacere sublime che la porta nell'estasi Grazie Adei sensi e dell'anima.La mia prima esperienza lesbo mi ha forgiata e soprattutto aiutata a perdere i tabu'.grazie Ale..
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9 years ago
admin, 75
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Patrizia....
Sento in lontananza, una musica che si fa strada nella mia mente, non riesco a comprendere da dove essa arrivi, sono ancora immersa nei mie sogni.
Ascolto meglio, arriva dalla mia inquilina del piano di sopra, che come al solito tiene lo stereo a tutto volume.
Patrizia, questo è il suo nome l’ incontro ,quasi tutti i giorni, mentre entra nell’atrio e sale per arrivare al portone del suo appartamento, al secondo piano , una bella donna non più giovanissima, mora dai capelli lisci che le scendono sulle spalle, bellissimi occhi verdi che ti sciolgono solo a fissarli ma la cosa più bella è il suo seno
Prosperoso.
Non posso fare a meno di sbirciare dentro la sua maglietta scolata o la camicetta sbottonata, ogni volta che mi saluta con quel suo sguardo dolce.
Si è ttrasferita da alcuni mesi, nel mio stesso condominio, non abbiamo mai avuto occasione di fermarci a parlare, se non per un semplice… “Ciao.”
Avrei voluto rimanere ancora li, tra le mie lenzuola, ancorata al ricordo della serata appena trascorsa, alla mia esperienza così spericolata ma allo stesso tempo eccitante, al solo ricordo mi sento già bagnata, lascio scivolare la mia mano, accarezzo il seno, il capezzolo sotto la pressione delle mie dita si inturgidisce, lo stuzzico.
Mi passo le dita tra le labbra e le inumidisco, ritorno a giocherellare con il mio seno , con entrambe le mani mi strizzo i capezzoli, una dolce fitta di dolore mi attanaglia la mente ed è come se quel brivido caldo arrivasse alla mia dea interiore.
La mano, lascia un capezzolo e si posa sul monte di venere, la voglia cresce dentro la mente, mi tocco, allargo dolcemente le gambe, sfiorando la pelle del interno cosce, senza mai toccare la mia corolla, sento il mio respiro farsi affannoso.
Le dita sfiorano il clitoride, pronto per essere accarezzato, le dita trovano il giusto movimento, sento il piacere aumentare , affondo le dita dentro la corolla, con movimento ritmico il mio corpo sussulta, ritorno sul clitoride, sul capezzolo turgido.
Sembra una danza senza fine, mi porto le dita alla bocca assaporo tutto il mio nettare, mi piace sentire il mio sapore sulle labbra e come se mi leccassi la corolla da sola.
Con la mente ritorno alla sera prima, mi sembra ancora di avere quel grosso seno in bocca , di sentire il suo capezzolo che diventa turgido dentro le labbra, il suo nettare che mi riempie la gola e con la visione di quel favoloso 69 , arrivo ad un orgasmo senza fine.
Mi rigiro fra le lenzuola, stropicciate ed inumidite dai mie umori ma il suono dello stereo mi riporta alla realtà.
Lascio scivolare dalla mia mente , il ricordo della sera prima, mi alzo, mi infilo sotto la doccia, la sensazione dell’ acqua calda sul corpo mi rigenera, mi infilo l’accappatoio ed esco, ancora bagnata.
Mi vado a preparare la colazione, aspetto che il caffé salga e nel frattempo apro la porta che da sul mio piccolo giardino, un raggio di sole mi colpisce in pieno volto, l’aria fresca del mattino scivola sulla mia pelle umida ma ancora smaniosa di baci, carezze.
Nella stanza si sprigiona aroma di caffé, una goccia mi bagna il viso, alzo gli occhi e scorgo, Patrizia, sta dando da bere ai fiori sul terrazzo.
“Scusa tanto non mi ero accorta che l’acqua scendesse fino a te.” Con un sorriso smagliante.
Nonostante il sole che mi abbaglia la vedo in tutta la sua bellezza, i seni prorompenti che a fatica stanno dentro quella piccola canotta bianca che indossa.
Osservo meglio, la canotta è bagnata su un seno e posso vedere un capezzolo , che duro preme su essa.
Un fremito mi travolge la mente.
“Non importa Patrizia ,sono cose che possono accadere, anche tu a casa dal lavoro?”
“Si ancora per qualche giorno e tu?” Sembra impossibile ma per la prima volta ci scambiamo due parole.
“Che ne dici di un caffé con me, se hai voglia, è appena salito.”
“Si in effetti si sente il profumo fin quassù, scendo subito.”
Preparo due tazzine ,sul tavolo in giardino, sotto il glicine, alcuni biscotti e del latte.
Si apre il cancello e Patrizia entra, con quella sua canotta bagnata davanti ed un paio di pantaloni di tela a righe.
Ci diamo la mano e finalmente le presentazioni ufficiali.
L’accompagno al tavolino e prendiamo il caffè, parlando del più e del meno e vengo a sapere, che si è separata e che ora vive sola, non ha figli ma nemmeno un compagno, metre io le racconto un po’ della mia vita, i mie occhi non possono che cadere sul suo seno, avrei una voglia di toccarlo ,poterlo leccare,stuzzicare fra i denti quel capezzolo grande che buca la canotta bagnata.
Patrizia mi osserva , sembra intuire quello che sto pensando, si passa una mano sul seno e si sfiora il capezzolo, quasi fosse una mossa impercettibile.
Non so se sia una casualità, una vampata di lussuria mi assale.
“Patrizia ti andrebbe di vedere il mio appartamento.” Dico in un attimo.
“Certo con piacere.” risponde lei.
Le faccio strada, nel mio piccolo ma accogliente appartamentino, il soggiorno con l’angolo cottura, il bagno con una doccia enorme ed infine la mia camera da letto.
Lei si sofferma sulle farfalle attaccate alla parete dietro il letto.
“Raffaela anche a te piacciono le farfalle, anche io le adoro.”
È giù a ridere come fossimo ancora due ragazzine , poi nota alcuni libri sopra il comò, oddio penso dentro di me, è narrativa erotica.
Patrizia, gli prende in mano gli sfoglia e la vedo sorridere.
“Anche a me piacciono questi libri, più che altro mi incuriosiscono, mi piace pensare che ci sono donne che scrivono di sesso.”
“Ti devo confessare, Patrizia ,che anche io mi diletto a scrivere qualche racconto erotico.”
“Ma dai non ci credo, spero mi farai leggere qualche cosa di tuo.”
“Anche subito se vuoi.”
Prendo dal cassetto del comodino, un piccolo fascicolo rilegato, di un mio racconto erotico e glielo porgo.
Ci sediamo sul letto, la vedo, aprire la prima pagina , si sofferma sul titolo e mi sorride.
“LA MIA PRIMA VOLTA CON UNA DONNA…
“Bello come titolo è vita vissuta o solo romanzo di pura fantasia.
“NO”… rispondo io… “Questa è vita vissuta.”
Patrizia si immerge nella lettura, un quarto d’ora di silenzio, alza gli occhi mi guarda .
“Debbo dire, sei nata per scrivere, ho letto ora tutto d'un fiato il tuo splendido racconto, quella tua descrizione calma serena placida per lasciare il posto a un momento in cui sopraggiunge una enorme voglia di essere posseduta, il tuo racconto si alterna tra momenti di erotismo puro a sensazioni di piacere, il tuo racconto che io come lettrice avrei continuato a leggere in un godimento senza fine suggerisce e stimola sensazioni e fiotti di piacere che neppure tu puoi immaginare eccitante, creativo, sei bravissima .”
Rimango un attimo senza parole.
Senza nemmeno accorgermi le passo una mano fra i capelli, mi perdo nei suoi occhi verdi e non resito , le do un timido bacio sulla guancia, non si ritrae, allora capisco che il racconto saffico che ha appena letto le ha eccitato la mente e forse anche il corpo.
Patrizia ricambia il bacio, non sulla guancia, si sofferma sulle mie labbra da prima timidamente e poi con più vigore , insinua la sua lingua, facendola roteare dentro la mia bocca.
Ci baciamo con passione, travolte da una sottile filo di piacere, finalmente le passo una mano sul seno, la sento fremere.
Intrufolo le mani, sotto la canotta, sento i suoi seni morbidi, caldi, due capezzoli duri.
Le tolgo la canotta e i suoi seni prosperosi , con un capezzolo grande ed invitante, mi si parano davanti.
Non posso che prenderli fra le mani, li accarezzo, scendo con la lingua, li succhio prima uno e poi l’altro, poi con entrambe le mani li mordo alternandoli, ad ogni passaggio della mia lingua, la sento fremere, gemere.
Le metto una mano sotto i pantaloni, mi faccio strada fra le sue mutandine, è bagnata, le insinuo un dito, lei allarga un po’ le gambe ed io entro piano, le sfioro delicatamente le grandi labbra.
La voglio penso e senza pensarci due volte , le sfilo i pantaloni, le mutandine, Patrizia rimane nuda danti a me.
Lo spettacolo e tale da lasciarmi senza fiato, il suo corpo boteriano le sue curve al posto giusto, la sua pelle liscia e morbida.
La faccio cadere sul letto, inizio a leccare e baciare quel corpo meraviglioso di donna, le labbra che sembrano dipinte di un rosso scarlato , i capezzoli marrone scuro e giù fino a roteare con la lingua ,disegnando i contorni del suo ombelico, sempre più giù.
Le apro delicatamente le gambe, la mia lingua disegna il contorno delle grandi labbra, poi sull’ interno cosce.
Lei freme, forse vorrebbe sentire la mia lingua entrarle dentro ma io la faccio soffrire, la lecco sempre esternamente, finche Patrizia mi prende con forza la testa, la spinge sulla sua dolce corolla, solo ora inizio a leccarle petalo dopo petalo, la sento ansimare, cerco il clitoride, lo aspiro lo stimolo di vibrazioni, l'addolcisco con la saliva, lo faccio andare e venire tra le mie labbra come un minuscolo fallo delicato ma nello stesso tempo veloce ed instancabile.
Non volevo che arrivasse troppo presto al piacere ed allora le lecco il petalo della corolla tralasciando il pistillo.
Patrizia inarca la schiena e mugola dal piacere, le infilo due dita dentro , sono tutte bagnate, me le porto alla bocca, assaporo i suoi umori , inserisco ancora le dita, avanti ed indietro, lei freme.
Le porto le dita impregnate dei suoi umori alla bocca, la sento leccare con avidità, quelle vista mi eccita la mente, ho voglia di essere leccata anche io , da quella donna fantastica.
Mi sento come in trance, mi allontano un attimo, mi spoglio velocemente e mi getto sul letto accanto al suo corpo, in una posizione tale da poterci leccare entrambe.
Sento la lingua di Patrizia che mi stuzzica, mi lecca , mi stringe, insinua sempre più in profondità, sento che l’orgasmo, il mio orgasmo ormai è alle porte.
Lascio andare il mio corpo e il mio piacere scivola sulla sua lingua, la sento leccare con più forza , mentre con uno spasimo del suo bacino, mi viene in bocca.
Ci rilasciamo un po’ sul letto, mentre le sue mani continuano ad accarezzare il mio corpo, mi cerca ,mi esplora, mi bacia, sento le nostre bocche, le nostre lingue intrise dei nostri umori mescolati insieme,la mia mente si eccita, la voglia mi travolge nuovamente i sensi.
Le salgo sopra le porta la mia corolla, sulla bocca, voglio essere leccata ancora, ancora …sento la sua lingua intrufolarsi fra le pieghe del mio stesso essere, mi sembra che quella lingua,mi arrivi dentro la mente,lei sfiora delicatamente le pareti della mia stessa esistenza in un vortice senza fine.
Quel suo andare e venire dentro di me, le sue maniche accarezzano i mie fianchi, il piacere che mi travolge,inebria la mia mente.
Assetata di sesso mi stringo forte i seni, mi stuzzico i capezzoli, fino a farmi male, sento un altro orgasmo arrivare ma questa volta le impregno tutto la faccia, la bocca, la lingua con il mio nettare, rimango ferma per un attimo il mio corpo è ancora scosso da fremiti incontrollabili.
Lei mi guarda con quei suo occhioni verdi, non posso fare altro che baciarla per ringraziarla di quel meraviglioso orgasmo.
Sento il mio corpo finalmente stremato.
La lascio andare un attimo in bagno, si rinfresca, io la seguo mi metto dietro di lei, la guardo attraverso lo specchio del bagno, le cingo il seno con le mani, le stuzzico i capezzoli, si volta e ci scambiamo un bacio.
Patrizia mi saluta ,esce , la sento salire le scale di corsa, so che ho appena trovato una amica con cui giocare e ci saranno sicuramente altri caffè.
La mia mente però è sempre concentrata sulla sconosciuta di ieri sera al cinema.
Prendo in mano il cellulare, guardo il numero, non so che fare.
Ci penserò con calma.
La mia giornata scorre veloce, prendo un po’ di sole in giardino, con il mio libro, del quale non riesco a leggere neppure un capitolo, la mia mente è sempre su quel numero di telefono.
Alle venti , ceno e mi sdraio sul divano, Ombra mi sale sulla pancia e lo accarezzo come è morbido il suo pelo nero e lucido, fa le fusa.
Accendo la tv, ma nulla riesce a distogliere la mia mente.
Prendo in mani il cellulare , invio un SMS.
“Ciao bella Sconosciuta” ed invio, attendo risposta ma nulla, pazienza , dentro di me già pensavo a come avrei stropicciato volentieri le lenzuola con la sconosciuta del cinema, magari lei ama solo quei giochi.
Arriva ora di andare a letto una altra giornata è trascorsa , piena e travolgente, penso non mi sono fatta dare nemmeno il numero di cellulare di Patrizia , avrei potuto mandarle la buonanotte.
Monell54
P.S.....chi passa di qui e legge, potrebbe lasciare un commento.....Grazie
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10 years ago
Monella54,
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Last visit: 8 years ago
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La mia prima volta...con una donna...
Ormai separata da tanti anni,sentivo lentamente la mia vita scorrere fra le dita veloce.
Ogni notte facevo sogni erotici molto intensi ma così reali da lasciarmi al mattino,senza fiato e tutta bagnata..
Non sognavo il principe azzurro al quale ormai non credevo più da molti anni..
Nella mia mente ,vedevo e partecipavo a scene di sesso,con più partecipanti..
Cosi mi iscrissi ad un sito di incontri perché la mia voglia di trasgressione era sempre più forte.
Conobbi un amico,che mi aiutò ad esaudire alcuni mie desideri..
Una sera mi chiamò e mi disse “preparati che ti passo a prendere”
Ero curiosa e nello stesso tempo eccitata,volevo sapere dove mi avrebbe portata ma fu muto tutta la sera..
Dopo circa tre ore mi fece cenno che eravamo arrivati,percoremmo un lungo viale alberato.
Si fermò davanti ad una villa antica,molte macchine nel parcheggio…
Scendo dall’auto ,le gambe tremano…
La mia eccitazione divampa rossa sulle mie guance,riprendo la mia padronanza,tolgo dalla piccola borsa che porto sotto il braccio,una mascherina,la infilo,porgo la mano al mio amico,percorriamo
i pochi passi che ci separano da quattro gradini di marmo,alzo gli occhi il portone imponente di legno scuro con dei battenti a forma di testa di leone…
Ne faccio tintinnare uno e di li a poco qualcuno ci apre la porta,veniamo introdotti in un grande salone,luci soffuse provenivano da grandi candelabri ,posti alle pareti,candele rosse,un odore intenso di incenso,inebria la mia mente.
Nella semi oscurità della stanza ,faccio fatica ad adattare gli occhi a quella tenue luce...
Scorgo diverse porte,persone che sostano davanti ad esse.
La mia curiosità cresce ,allungo il passo e guardo anche io ,facendomi strada fra diverse persone che sostano davanti ad una tenda scura e semi aperta.
Arrivata più vicina mi accorgo che gli uomini ,hanno il loro pene in mano e si stanno masturbando,una donna ha una mano infilata sotto la maglietta e si tocca un seno,una altra ha la mano sotto il vestito e dal movimento della mano intuisco che si sta masturbando.
Sempre più curiosa,mi avvicino alla tenda,un uomo si scosta per farmi guardare.
La scena mi lascia senza fiato,dentro la grande stanza,c’è solo un letto al centro,coperto da splendide lenzuola di raso rosso,un tavololino sul quale sono messi in bella mostra,diversi vibratori ,delle palline,una piuma,delle manette ed una benda.
La mia mente però è colpita dalla visione del letto,sopra ci sono una donna bionda,capelli lunghi,corpo boteriano,seni prorompenti e due uomini con grandi cazzi,duri ed eccitati.
Uno gli sta infilando il cazzo in bocca e lei lo succhia con avidità,partendo dalla base fino ad arrivare alla cappella che poi infila in bocca tutto fino in fondo e questo continua in un crescendo sempre più forte,sento i gemiti di quello sconosciuto e sento la mia vulva che pulsa,mi sento le mutandine bagnate…
L’altro le sta leccando la figa,vedo e non vedo la sua lingua che si muove con abilità fra le sue grandi labbra,lei vorrebbe gemere ma ha la bocca piena,si odono solo dei piccoli mugolii…
D’un tratto lei alza la testa e guarda verso la tenda e mi guarda,vede il mio volto rosso,i miei occhi colmi di libidine,alza una mano e mi cenno di entrare.
Il primo impulso sarebbe quello di scappare ma io sono li per giocare e voglio arrivare fino in fondo,lascio la mano del mio amico ed entro nella stanza,mi avvicino al letto,solo ora posso vedere il suo grande seno,due capezzoli duri come il marmo,le sue forme boteriane che a me piacciono molto,forse perché anche io sono così.
Mi avvicino a lei le sorrido,senza dire una parola,lei si alza mi fa scendere le spalline del vestito che scivola lentamente sul pavimento,rimango nuda con indosso solo il mio tanga nero.
Le sue mani cominciano a scorrere lentamente sul mio corpo,un fremito…
Si sofferma sui mie capezzoli divenuti duri ,gli stringe fra le dita ,provocando in me una fitta di dolore,dalle mie labbra esce un gemito ma lei sembra non accorgersene e continua stuzzicarmi i capezzoli,sempre più forte,il dolore aumenta ma nello stesso tempo mi sento sempre più eccitata..
Solo allora lei scende e comincia a leccarmeli,provocando in me un piccolo sollievo.
Mi stringe forte a lei sento la sua lingua risalire mi bacia il collo,sento la sua lingua che si insinua fra le mie labbra è la prima voltai che una donna mi bacia.
Apro le labbra e lascio che la sua lingua entri in me,mi bacia con una tale passione che mi tremano le gambe,ricambio il bacio ed è come se tutte quelle persone che sono li ,che guardano dalla tenda scomparissero e rimaniamo solo io e lei.
Mi fa stendere sul letto e sento il suo corpo sopra il mio,il mio seno che tocca il suo ,le sue labbra sulle mie,la mano scende lunghi i mie fianchi ,fa scendere il mio tanga e sento le sue dita che entrano in me,un piccolo fremito le fa capire che la cosa mi piace,penetra più profondamente stuzzica il mio clitoride,sono tutta bagnata..mi scopa con le dita,poi d’un tratto si ferma di colpo.
Sento le sue labbra,la sua lingua sulla mia figa bagnata ed è un esplosine di piacere che mi fa inarcare la schiena.
Il piacere assoluto che quella lingua mi sta donando non ha paragoni a nulla provato fino a quel momento,le sue mani mi accarezzano mi penetrano la sua lingua calda infuocata,mi portano ben presto ad un orgasmo senza fine ,come un onda di piena che non si può fermare,sento il mio piacere esplodere nella sua bocca e lei mi succhia tutta fino in fondo,si alza mi bacia,sento il sapore della mia figa fra le sue labbra e la bacio con avidità,non avevo mai sentito il mio sapore ,sa di buono..
Il mio essere si fa più audace,voglio ricambiare quello che ho appena provato .
Le mie mani scivolano sul suo corpo,come fosse una tastiera di un pianoforte e da essa salgono note melodiose,la mia lingua cerca ogni anfratto del suo corpo,mi soffermo sul suo seno ,le stuzzico i capezzoli li mordo,le bacio il collo,scendo lungo l’interno della pancia,faccio roteare la mia lingua sul suo ombelico e poi timidamente raggiungo la sua figa.
E’ la prima volta che vado il sesso di una donna,la apro con le mani la esploro, le infilo un dito, me lo porto alla bocca lo lecco con avidità….mi piace…
Allora senza più alcuna riluttanza le infilo la lingua e d incomincio una danza senza fine,sembra che lo abbia sempre fatto che sapessi già dove mettere la mia lingua come muoverla. sento il suo respiro farsi più affannoso,so che sono sulla strada giusta.
Vedo le sue dita stuzzicarsi i capezzoli,si torce i seni, allora le infilo due dita dentro e la scopo con le mani mentre con la lingua continuo a solleticare il suo clitoride,sento il suo piacere salire attraverso il suo corpo che freme,si inarca…..d’un tratto la sento gemere più forte finché non sento le mie dita tutte bagnate solo allora ho capito che la bella sconosciuta ha raggiunto l’orgasmo,le infilo la lingua tutta dentro succhio con avidità tutto quello che esce da quella splendida figa bagnata..
Si alza mi bacia con passione e fa un cenno con la mano al mio amico di entrare..
Ma questo è un altro racconto…
Monella54
90
2
10 years ago
Monella54,
54
Last visit: 8 years ago
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La rosellina
Avevo 16 anni ed ero ancora in calabria la mia terra di origine.All'epoca frequentavo le scuole del mio paese ,un piccolo paesino medioevale ai piedi della Sila.Gli studi andavano abbastanza bene ma a volte in alcune materie un po'ostiche x me avevo bisogno di aiuto e spesso con due care amiche di scuola ci vedevamo x aiutarci a vicenda negli studi. Le mie lacune in materia di lingua italiana a volte parevano insormontabili ed Elisa una cara amica di studi mi aiutava a superarle con non poche difficolta'ed a volte si perdeva addirittura d'animo.Era un pomeriggio freddo in cui la voglia di uscire e fare una passeggiata non attira affatto.Ci eravamo trovate a casa mia con Elisa e Clara un'altra amica di scuola per studiare un po'come facevamo spesso da qualche tempo.Dopo un'oretta di studi eravamo stanche ed annoiate,suona il campanello,vado ad aprire,è il fiorista che mi consegna un mazzo di roselline.Sono per mia madre che oggi compie gli anni.Le scarto e ripongo in sala in un bel vaso antico,li'fanno bella figura.Elisa che ama molto i fiori come me le ammira estasiata,si avvicina ed annusa il soave profumo.Da tempo mi sono accorta che lei ha una forte attrazzione x me,è una bella ragazza mora alta formosetta e credo anche bsx.Clara è bionda un bel viso radioso occhi azzurri che paiono penetrarti dentro.Elisa annusa le rose e dopo poco ne estrae una dal mazzo la accosta al mio viso e nell'orecchio mi sussurra:Mony sei bella come una rosa.Resto impeitrita,rossa in viso e imbarazzata nel contempo.Clara è li'vicina ci osserva con occhi lucidi e sorriso malizioso.Elisa mi passa sul viso la rosellina dolcemente che pare di seta.Inizia ad accarezzarmi a baciarmi sulle guance,io mi dimeno,voglio che smetta,la guardo seria negli occhi ma lei non demorde.Clara nel contempo si avvicina mi prende da dietro x le spalle,cerco di divincolarmi,rossa in viso e intuisco le loro intenzioni.All'improvviso Elisa e Clara mi prendono x gambe e braccia,mi adagiano sul letto in cameretta mia bloccandomi gambe e braccia col lungo nastro che avvolgeva il mazzo di rose.Elisa inizia a spogliarmi lasciandomi completamente nuda,Clara prende la rosellina e piano piano solletica il collo dietro le orecchie le mie labbra scendendo lentamente sui piedi e poi su sino alle coscie e nell'intimo.Vorrei urlare strepitare e liberarmi ma loro mi hanno legata stretta e di me non si curano.Continuano il loro gioco libidinoso e x me è come un tormento.Sento salire l'eccitazione i miei cappezzoli turgidi paiono scoppiare le grandi labbra sono gonfie ed il clito turgido.Il loro gioco continua x 'oretta circa sino a quando entrambe si spogliano nude e davanti a me iniziano a baciarsi toccarsi dappertutto e poi si leccano e succhiano nell'intimo.Sono proprio messe davanti a me e le posso osservare molto bene.Chiudo gli occhi,sono tutta un fuoco,vorrei toccarmi e godere ma sono immmobilizzata ed eccitatissima.Sento tra le coscie colare piano piano dal mio intimo il mio nettare caldo.All'improvviso si avvicinano,Clara mi apre le gambe ed Elisa mi mi passa la rosellina sul clito turgido e sporgente.Inizio a gemere eccitatissima pare che la mia passerinascoppie la sento gonfia vogliosa e fradicia.Voglio godere ma loro continuano nel loro gioco stuzzicandomi ma impedendomi l'orgasmo.Sono tutta un fuoco pare che dentro di me ci sia un grosso braciere che arde.Gemo sempre di piu'urlo strepito ma loro restano imperterrite.Stuzzicano ancora i miei capezzoli,la mia passerina fradicia soolvandomi e ponendo sotto di me un cuscino x tenermi ben sollevata. Clara mi bacia dappertutto ora,Elisa mi lecca i piedini e tra le dita.Ho un fuoco dentro di me,le imploro,le prego di darmi il piacere ed all'improvviso mi aprono tutte le coscie,Clara affonda la lingua calda nel mio intimo,sussulto gemo ed urlo ormai non ne posso piu',dal mio intimo schizzo a fiotti pare una fontanella che inonda il suo viso.Elisa è ora sopra al mio viso,sento pulsare il suo clito turgido,lo succhio mordicchio e lecco,paio invasata,ormai ho perso ogni controllo ed inibizione.Apro con le labbra e la lingua la sua passerina odorosa calda e gonfia e la lecco sin a quando copiosamente mi viene inviso.Clara davanti a noi si masturba,geme urla e sussulta schizzando su entrambe il suo caldo e copioso nettare..
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10 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Anita
Non potevo crederci.
Dopo 10 minuti di chat mi avevi aperto la webcam e potevo vederti.
Mesi di chat interminabili con "donne" che non conoscevano l'esistenza dei cellulari, dopo decine di "si però prima mandami qualche tua foto nuda", erano bastati pochi minuti per avere conferma che non c'era il solito furbo dall'altro capo del filo.
Appuntamento per conoscerci in un bar a Treviso.
L'abito lascia immaginare un corpo ben fatto, sexy senza essere volgare.
Bacetto di saluto e si comincia a chiacchierare.
La serata vola in un attimo.
Mi accompagnate a casa? E come dirti di no.
Mi piaci, ci piaci, davvero. Simpatica e spigliata, bella e provocante.
Ci fai vedere la tua casetta, dove hai traslocato da poco.
Le foto di tua sorella, piccoli scorci della tua vita.
Si è fatto tardi, ci inviti a restare a dormire da te.
Uno sguardo tra noi basta ad intenderci : restiamo.
L'atmosfera si rilassa ulteriormente.
Ancora due chiacchiere sul divano, ci scambiamo carezze affettuose e confidenze che non avrei mai pensato di fare ad una persona conosciuta da poco.
Ok è tardi e si va a letto.
Doccia per rinfrescarsi e poi, non senza qualche imbarazzo, ci ritroviamo a letto tutti e tre.
Anita a destra, lui a sinistra ed io in mezzo.
Qualche timida effusione tra noi lascia presto il passo a carezze più profonde. Baci intensi che mi lasciano in bocca il tuo sapore fruttato.
Lui rimane leggermente in disparte, per non turbare i nostri approcci.
Ma con delicatezza, piano, piano, è fra noi.
Dispensa baci e carezze senza fare distinzioni.
La cosa non mi disturba per niente, anzi mi eccita da morire.
Quello che avevo immaginato tante volte si sta avverando ed è proprio come avrei voluto che fosse.
Attimi di dolcissima,inebriante eccitazione.
Una eccitazione che diventa sempre più forte, che ci coinvolge pienamente man mano che i tocchi leggeri si trasformano in una calda e forte pressione.
Le mani e la lingua pretendono sempre di più.
Vogliono entrare, arrivare dove ancora non sono state, esplorare i tuoi luoghi più segreti.
E tu fai altrettanto : ti sento dovunque, contemporaneamente.
La voglia di abbandonarmi completamente mi prende sempre più forte, ma resisto.
Voglio farti sentire lo stesso piacere che provo io perchè il mio piacere aumenti nutrendosi del tuo.
Lui si insinua tra di noi, con garbo ma con vigore.
Il timore che potesse guastare tutto si scioglie sotto le sue mosse attente.
Lo vedo baciarti,partendo dal collo lungo la schiena.
Appena mi lascia libero il campo la mia bocca è sulla tua, poi corre giù sulla pancia e ancora verso quel tormentato angolo tra le tue gambe.
Sento il suo sesso che mi entra dentro, con forza.
Mi sento come ubriaca, la testa mi gira ma è bellissimo.
Mentre lui mi penetra tu mi baci con ancora più trasporto.
Non riesco a pensare ad altro che a vederlo su di te.
Si voglio che ti prenda come prende me, voglio leccarti e baciarti.
Non ho detto niente ma come se avessi espresso un desiderio ecco che ad un tratto sembra vi siate accorti solo ora uno dell'altra.
Un istante è lui è dentro di te.
Si muove in un modo che, lo vedo, ti eccita e ti fa emettere gridolini di piacere.
Il movimento è lento in maniera estenuante, vi trascina in un vortice caldo e umido.
Non sono gelosa. E' incredibile ma non lo sono. Non avrei mai detto che potesse piacermi in questo modo vedere il mio uomo che fa l'amore con un'altra.
Ma non è lui che penetra, siamo noi e quindi come posso esserlo?!
Sono anche io dentro di te e vengo insieme a lui.
E' passato solo un attimo ma sono le quattro del mattino.
Pieni di una inebriante stanchezza ci addormentiamo, vicini ancora col piacere di sentire i nostri corpi toccarsi..
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10 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Milord - quando la realtà inganna
Appena entrata nella sala vengo avvolta dal frastuono della musica. Vorrei uccidere il mio capo, nonché migliore amico per il guaio nel quale mi ha fatto cacciare.
È vero, sono una giornalista che scrive su giornali scandalistici a metà tra Novella 2000 e Playboy ma non mi piace agghindarmi da Doll. È vero che è da tempo che girano strane voci sulle feste che si fanno in questa casa ed è altresì vero che l’unica abbastanza spavalda e sicura di sé da poterlo fare sono io, ma : farmi vestire da fatina sexy? Questo è troppo.
Halloween. Festa in maschera dalla “regina delle feste” della società medio-borghese di Milano. La regina mi accoglie al varco della grande porta finestra in vetro vestita da Grimilde, la strega di Biancaneve. Non solo indossa l’abito del celeberrimo personaggio della Disney, ma porta anche una maschera a coprirle metà del volto. Tutti nella sala sono vestiti e mascherati. Un brivido mi corre lungo la schiena, mi sento un po’ a disagio, mi sembra di essere dentro Eyes Wide Shut e una puntata di CSI nella quale, alla fine, il più figo della festa in maschera muore.
Facendo un sorriso forzato varco la soglia e mi trovo un ambiente enorme, pieno di divani e banconi del bar. La gente è mascherata e rilassata, ma soprattutto, sono tutti vestiti. Che fosse una bufala?
Il mio ingresso in sala non passa inosservato, certo sono vestita da battona!
Il mio vestito da fatina è costituito da una gonnellina di veli, alcuni più lungi, altri più corti, sopra slip blu elettrico (non body né parte del costume, sono proprio i miei slip!), un corpetto stretto, blu come gli slip che fa uscire tutte le tette lasciando all’immaginazione ben poco spazio.
I lunghi capelli ricci, coperti di lacca blu mi ricadono sulle spalle e una maschera argentata mi copre gli occhi. Non porto collant ma stivali bianchi al ginocchio col tacco a spillo. Non sono esattamente una Winx.
Più di tutti mi colpisce lo sguardo di un ragazzo seduto al bancone di fronte all’entrata. È vestito da Milord, il personaggio di Sailor Moon con tanto di maschera bianca e cilindro nero. È di fisico asciutto e sembra molto giovane. Il suo volto sembra non aver ancora conosciuto la barba. Eppure quando si alza è altro quasi quanto me e mi fissa con i suoi occhi azzurro mare. È bello e sexy.
Per tutta la serata vedo gente mascherata che va e viene, che si sposta verso il retro della casa e ne esce dopo una mezz’ora con il volto rilassato e appagato. Sorridendo. Qualcuno si allontana più spesso. Alcune donne con più di un uomo.
Cerco di fare delle domande su come si svolgono queste feste ma molti glissano chiedendomi se sono nuova e come ho fatto ad ottenere l’invito. Solo così si può entrare.
Me lo chiedo anche io come diamine abbia fatto Lucas ad avere il pass per l’alcova della prostituzione della città.
Continuo a fissare il retro perchè forse è lì che si svolge l’attività vera della festa. Mentre bevo il mio sex on the beach seduta al bancone noto con la coda dell’occhio che il tipo con gli occhi azzurri mi fissa ancora.
È tutta la sera che mi guarda e che io guardo lui. I suoi occhi sono fuoco freddo sulla mia pelle, mi fanno rabbrividire e infiammare, mi fanno sentire eccitata e su di giri. O è il sex on the beach??
Decido che è il caso di assecondare il brivido che mi provoca lungo la schiena e avvicinarlo, sperando che mi porti nel retro. Per appartarci in teoria per riprendere tutto, in pratica. Su consiglio di Lucas ho con me dei profilattici e, sebbene non voglia spingermi così oltre, possono sempre tornare utili. Qualche bacio è ok, qualche palpatina anche, ma sesso con un estraneo no. Non conciata così. Le maschere vanno bene se vado in un privè con un amico o un compagno, o per fare uno spogliarello sexy al proprio amante, così mi sento un po’ a disagio, ma anche piacevolmente eccitata.
Allora capisco perché Lucas ha mandato me. Perché so godere di ogni situazione e calarmi facilmente anche nelle parti più spinte perché non ho falsi pudori o strani disagi. Sono io che faccio le foto nei locali di strip, io ce faccio foto scabrose a gente che scopa tradendo il compagni VIP o NIP che sia.
Mi muovo verso la mia preda, sempre nella sana speranza di non finir stuprata.
Quando mi avvicino a lui ancheggiando, lo vedo sorridere. Ha i tratti dolci, quasi femminili. Ma non per questo è meno bello. Gli sfioro il braccio attraverso la manica della giacca, ammiccando verso le stanze dall’altra parte. Fa un piccolo cenno d’assenso e senza parlare mi conduce nel retro.
Già attraversando il corridoio vedo tre coppie che appiccicate al muro, scopano ansimando pesantemente. Non mi imbarazza per nulla e anzi, accendo la piccola cam che ho nel corpetto per filmare tutto.
Entriamo in una camera da letto col letto tondo, materasso ad acqua. Non appena la porta si chiude alle nostre spalle, il mio accompagnatore mi ci spinge contro, baciandomi con passione e senza mezzi termini. La sua lingua fruga nella mia bocca e lambisce la mia con movimenti profondi. Ha le labbra morbide, da donna. Ma non so pensare ad altro che a baciarlo, stringendolo a me con le mani sulle natiche.
Non fa complimenti!! Ma la sensazione che mi riscalda la bocca dello stomaco non la so ignorare. Cosa sarà mai un po’ di sesso? È un estraneo, e allora? Non è la prima volta che vado a letto con una persona che non conosco. Attendo comunque di vedere l’evoluzione della cosa perché in ogni caso non sento erezione quando i nostri bacini si toccano. La cosa non mi insospettisce : non sempre basta un bacio.
Lui inizia a toccarmi i seni e a baciarmi il collo, leccando lentamente e facendo mi riempire di brividi ovunque. Quando finalmente mi decido a toccarlo dentro i pantaloni, i miei seni sono già alla sua mercé, i capezzoli in bocca sono succhiati e leccati con dovizia, senza smettere di palparmi.
Metto la mano dentro il nero tessuto che ricopre la sua vita e rimango immobile. È una donna.
“Sei una donna” sussurro. La mia voce però, è più eccitata che sorpresa.
Annuisce. “Credevo l’avessi capito”
Scuoto il capo ma non so fermarmi.
“Scusa.” Mi dice scostandosi da me.
È allora che realizzo che non voglio che se ne vada. Sorrido e inizio ad accarezzarle il pube sopra il tessuto degli slip. Da uomo.
La sento ansimare e mentre mi fissa si avvicina a baciarmi. Con timore quasi.
La scintilla che scocca quando le nostre lingue si toccano, mi spinge ad oltrepassare il tessuto di cotone per tastare le sue labbra glabre e il clitoride caldo e madido. A quel contatto il mio freme e si gonfia. Turgido e pronto ad essere colto.
La spingo contro il letto, spogliandola. Le tocco il seno piccolo e la libero dalla fascia contenitiva. Succhiandole i capezzoli eretti le slaccio i pantaloni mentre lei mi libera dal corpetto facendo schizzare totalmente i seni senza reggiseno.
Con un ultimo bacio la butto sul letto e, sbattendole la figa in faccia, inizio ad assaggiarla mentre lei assaggia me. Non sono mai stata con una donna. Mai.
Sentire il suo dolce sapore sulla lingua mi fa tremare di piacere, mi inebria. Lei mi accarezza la schiena e geme mentre col piercing che ho sulla lingua le titillo il clitoride. Con decisione, mentre le mie dita la scopano senza pietà.
È la prima a venire e mentre accolgo in bocca il suo piacere e sento che grida agitandosi frenetica sotto di me, sento un calore bruciante partire dallo stomaco per finire direttamente nel mio fiore bagnato. Mentre lei lo morde e lo succhia, ancora preda degli spasmi, vengo urlando.
Le bacio un po’ le cosce e poi mi sposto, portandomi accanto a lei.
Faccio per togliermi la maschera ma mi ferma.
“No, è un gioco.”
“Non l’avevo mai fatto…mi… mi è piaciuto”
“Anche a me.” Bisbiglia. “Se vuoi, abbiamo tutta la notte”
Per tutta risposta la bacio.
Quando apro gli occhi mi trovo con le mani negli slip bagnati e un po’ scossa. Non capisco cosa sia successo. Poi mi giro e vedo il mio uomo sdraiato accanto a me, a pancia in giù. Sorrido.
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10 years ago
MerryandDoyle,
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Caro diario...
Caro diario è qualche giorno che mi sento strana quando sono in compagnia della mia amica Serena, la guardo con occhi diversi e spesso mi ritrovo a fare fantasie erotiche su di lei anche se tu ben sai che a me sono sempre piaciuti gli uomini. L’altro giorno eravamo in un centro commerciale a fare delle spese e mentre lei si provava dei vestiti nel camerino insieme a me, ho iniziato a pensarla in modo strano, pensavo alla sua pelle calda che sfiorava la mia in quel camerino così stretto, le mie mani che cercavano i suoi seni la mia bocca affamata di lei e del suo sapore ed i suoi occhi…non ti dico come mi guardavano, con che ardente desiderio ma allo stesso tempo scoppiavano di una dirompente provocazione…solo il rumore di qualcuno che ha bussato al camerino mi ha distratta e purtroppo riportata alla realtà. Per fortuna Serena non si è accorta di questa eterna pausa che mi sono presa fra un commento sul vestito nero e quello rosso.
La stessa cosa mi è successa questa notte passata, l’ho sognata, era così bella e così provocante, giocava con me con gli sguardi, mi stuzzicava e mi ignorava nello stesso tempo, è stato bellissimo! Ora ti racconto il sogno…eravamo in discoteca, più belle ed arrapate che mai, volevamo fare follie quella notte, ma alla fine le follie le abbiamo fatte insieme…abbiamo iniziato a ballare, a sudare e come al solito a ballare molto vicine per godere nel vedere la reazione dei ragazzi che ci circondano, sento le sue mani sfiorarmi delicatamente la pelle ma cerco di non dare molta importanza alla cosa in quanto mentre si balla è solito toccare chi ti è vicino, ma non è così, lei mi ritocca e la mia pelle sotto e sue mani brucia di desiderio, la voglio toccare, ma ho paura della sua reazione…e se mi stessi sbagliando? Ok io tento, al massimo darò la colpa al cocktail in più che mi sono bevuta! Inizio a sfiorarla, lei ricambia, sento la pelle delle sue braccia così liscia sotto le mie mani, ma voglio di più, inizio a sfiorarle il viso, poi il collo delicatamente, e giù lungo i seni dimenticandomi di tutto ciò che mi circonda, la voglio, la desidero come non mai, mi sento accaldata, ho voglia di spogliarmi, di farle sentire il mio corpo sul suo…lei mi tocca, mi guarda con quegli occhi che mi fanno impazzire e mi dice: ”Andiamo in bagno”, “non mi piace in bagno” le rispondo io e la conduco in macchina. Iniziamo a baciarci, le sue labbra sono dolcissime e morbide ma avide di passione non meno delle mie; le mani ormai viaggiano in modo autonomo, lei mi tocca ed io rispondo, sento che le sue mani scendono giù lungo le mie cosce, le apro per facilitarle la strada, mi sento eccitatissima e non vedo che se ne accorga anche lei. Sento le sue dita lunghe e calde insinuarsi nelle mie mutandine, ormai la mia fighetta è impazzita, ha voglia solo di godere e la accontentiamo subito facendole provare un orgasmo molto intenso che mi lascia senza forze per un attimo, ma che mi da allo stesso tempo la forza di ricominciare a giocare con Serena. “Ora tocca a te” le dico sorridendo e nella penombra vedo i suoi occhi illuminarsi di gioia e di desiderio…ma io non voglio farti godere subito, ti voglio fare impazzire di desiderio penso fra me ed infatti mi abbasso ed inizio a leccarle le cosce risalendo poi verso la sua bellissima e depilatissima fighetta…è calda, bagnata e mi piace da morire il suo sapore, è dolce e salata allo stesso tempo, la lecco fino a quando non la sento venire nella mia bocca…è bellissimo ed è soltanto l’inizio di una fantastica nottata a base di sesso che dopo la discoteca trascorreremo a casa mia.
Ora riflettendo mentre ti scrivo, caro diario, mi sa tanto che andrò a fare una visita a sorpresa a casa di Serena, chissà che il sogno non riuscirà a diventare realtà!
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11 years ago
admin, 75
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Scherzi della vita
E' proprio vero,la vita ti riserva sempre delle sorprese,ma mai e poi mai mi sarei aspettata una storia cosi.2 anni fa' a letto con mio marito si giocava e come tante coppie dopo anni di matrimonio,si comincia a pensare di creare nuovi stimoli per rendere piu' vivace e intrigante i rapporti sessuali,cosi' tra una risata e l'altra mi chiede: di un po' ti andrebbe di fartela leccare da un'altra donna?Io risposi PORCO,ti vorresti scopare un'altra insieme a me e cerchi di farlo sembrare come fosse un mio desiderio?Piccolo passo indietro quello che sono oggi non lo ero 2 anni fa'.Cosi chiusi il discorso e mi alzai.A distanza di un mese partii per andare a trovare mio cugino a Londra,una volta giunta sul posto mio cugino mi presento' la sua nuova ragazza,era di orgine asiatica ,carina,simpatica e molto ....seducente nei suoi modi.La stessa sera organizziamo una cenetta in casa sua io lei e mio cugino ,premetto che lui e' sempre stato un gran scopatore( mia zia ne ha viste di tutti i colori) e da sempre mi raccontava tutti i dettagli,e cosi dopo un bel po' di bicchieri mi raccontano come si erano conosciuti..che bastardi ,si erano conosciuti in club prive',lei era da sola mentre lui si era presentato al locale con un'altra donna,per farla breve andarono a letto tutti insieme,e fu' cosi che scopri' la capacita' saffica di lei.Ora non pensate male a quei discorsi mi venne in mente la proposta di mio marito e contemporaneamente sentii un calore tra le cosce che non avevo sentito allora.Mio cugino mi disse: non venirmi a dire che non hai mai provato la lingua di un'altra donna? Io un po' arrossendo naturalmente risposi NO...mai.Lui fece un cenno molto velato alla sua compagna che senza esitare si avvicino ai miei occhi ,,e dopo avermi fatto sentire il calore del suo alito sul mio viso prese e mi bacio,sara' stata l'ebbrezza ,sara' stato quel calore che da sotto comincio a prendere tutto il mio corpo,sara' stata la libido che ormai mi aveva preso mi abbandonai al suo bacio,e lui sempre piu' bastardo con una mano si toccava e con l'atra ci aiutava a spogliarci.Sublime,sconvolgente,eccitante,mi prese in maniera incredibile',a quel punto lei chiese a lui di andar via,per lasciarci un po da sole ,lei capii che con lui li davanti non sarei mai andata oltre.e lui ando a farsi un giro con il suo cane. Credo di non aver mai raggiunto orgasmi cosi', fu dolce,attiva ,lasciandomi abbandonare mentre la sua lngua e le sue mani sembravano cento. Fu cosi bello che dopo quella sera i lasciai coinvolgere anche con mio cugino e con un suo amico.Povero mio marito sarebbe stato giusto farlo con lui questo passo,ma la vita gioca scherzi incredibili, dopo di allora non smetto di pensare alle labbra di una donna che mi baciano e leccano tutta la mia passerina.
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12 years ago
donatella1,
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Last visit: 11 years ago
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Un momento atteso anni...
Eravamo appena entrate dalla porta di casa e subito mi sentii afferrare per le mani e con una mossa professionale mi aveva girata baciandomi appassionatamente sulle labbra. Eravamo entrambe eccitate e ci desideravamo a tal punto che lasciammo cadere le nostre borsette a terra e ci abbracciammo appassionatamente baciandoci più volte. Faceva caldo, ma a noi interessava poco, i nostri sudori si univano aumentando l'eccitazione. Sentii piano piano la sua mano farsi spazio sotto la mia minigonna e giungere all'elastico delle mie mutandine allargandolo per entrarvi con le dita e scoprire la mia intimità. Lei era esperta, si vedeva e lo potevo sentire dalla sua capacità di tenermi lì, contro il muro facendomi sua senza rendermene conto. Mi baciava appassionatamente ed io rispondevo volentieri ai suoi approcci lasciandomi andare...la sua mano ormai accarezzava la mia vagina ed io avevo inconsapevolmente aperto le mie gambe per agevolare il suo e specialmente il mio piacere. Le sue dita mi penetravano su e giù come tanti piccoli membri impazziti e mi donavano un grande piacere...la sentivo ansimare eccitatissima, ma voleva dirigere lei il gioco, non mi lasciava prendere la ben che minima iniziativa. Le sue pupille erano dilatate...capii che voleva guardarmi negli occhi mentre raggiungevo l'orgasmo...voleva farmi vedere quanto era brava e quanto non potevo resisterLe...mi voleva avere tutta sua. E così feci....dopo pochissimo non resistetti più e dopo aver mugolato piano per una decina di volte scoppiai in un urletto di piacere che segnava il momento in cui l'orgasmo era giunto e lei capiva di aver fatto un ottimo lavoro...Le mie gambe cedettero e mi trovai a terra seduta con lei in piedi davanti a me che dopo aver annusato la sua mano l'aveva portata alla bocca per leccarne le dita bagnate del mio umore...ero esausta. Anna mi guardò e baciandomi mi sussurrò all'orecchio..."ora posso dire che ti ho avuto...ho aspettato tanto!"
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13 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Sala d'incisione
Nel lungo abito da sera color champagne, tempestato di perline lucenti, sfogo la mia inquietudine stracciando nelle mani i guanti di seta. Il passo è rallentato dai tacchi sottili che mi sorreggono e dal calice di vino bianco che ho appena sorseggiato. Percorro il salone in ogni direzione, prendo confidenza con il marmo a grandi lastroni sotto i miei piedi e memorizzo ogni sua lieve imperfezione. Gli attimi scorrono con una calma sfinente e nel frattempo un capello mi cade sulla spalla nuda. E’ corto, anche se non è di moda, biondo e liscio. Un’altra parte di me mi abbandona. Sono da poco trascorse le ventidue, avrebbe già dovuto essere qui, invece attendo ancora osservando la mia immagine riflessa nell’alta specchiera dorata poggiata sul camino. E’ un’immagine seriosa e rassegnata ma ugualmente ammirevole. L’abito pare quasi nuovo pur avendolo portato già due volte e la mia pelle ancora rosea e fresca, mi regala qualche anno di meno. Stiro gli angoli delle labbra verso l’alto, forzando una felicità che non mi appartiene e tolgo le perle che mi impreziosiscono i lobi. Lancio i guanti sul sofà di velluto broccato e sfilo le meravigliose scarpine acquistate da poco. Tenendo gli occhi fissi nei miei, scendo la cerniera dell’abito e resto in calze e bustino. Eccomi, io, Livia, quasi nuda, nella sala fredda, giungere all’appuntamento con me stessa. Sono quasi le ventidue e trenta, il giradischi è in fondo alla stanza, troppo lontano da me; non voglio lasciare la mia immagine sola nello specchio, preferisco canticchiare, come so, la solita nenia piagniucolante. Sciolgo i lacci del candido corsetto che cade a terra senza rumore, ora Livia resta con calze e reggicalze davanti a sé. - Sono arrivata. - Finalmente, sono anni che ti aspetto. - Avevo paura. - Di cosa? - Di te. - Di me? Ma io sono te stessa. Hai forse paura di te stessa? - Sì. - Perché? - Perché sono sola. - Non sei sola, ci sono io. - Ma tu sei me, io sono te. Siamo la stessa persona, quindi sono sola. - No, se tu parli con me. Parlami Livia, ti capirò e non ti sentirai più sola. - Ho paura. - Di cosa? - Di invecchiare. - Invecchierai Livia e la tua pelle scolorirà, il tuo bel seno sfiorirà e le gambe non ti reggeranno più ma imparerai ad amarti meglio di come fai adesso. Ti ami Livia? - Certo che mi amo! - Ami il tuo corpo? Toccalo Livia, conoscilo! - Lo conosco già, lo vedo nello specchio. - Ma quella non sei tu, Livia, quello è solo un pallido riflesso. - Io sono quella che vedo. - No Livia, tu sei quella che senti. Sfiora la tua pelle ad occhi chiusi e raccontami ciò che provi. Abbasso le palpebre, l’altra Livia fa lo stesso e rabbrividendo ancora di più mi accarezzo il collo. - Brava Livia, dimmi ora, cosa senti? - Il mio cuore, il suo battito. E’ frenetico e convulso. Sento il collo tendersi sotto le mie mani e la pelle accapponarsi. Sento il mio seno rotondo e caldo e i capezzoli rigidi… - E poi? - Ho vergogna. - Di chi? - Di te. - Ma io sono te, hai vergogna di te stessa? - Sì. - Perché? - Perché non l’ho mai fatto prima, non conosco queste sensazioni. - Allora ho ragione, Livia, tu non ti conosci e non conoscendoti non puoi amarti. - Sì. - Vai avanti allora e mi ringrazierai. - …il ventre è piatto e sotto la mia mano si ritira, sembra voglia farmi strada. La peluria del pube è riccia e folta… e umida… e odorosa di me. Sto tremando, freno a stento la convulsione delle mie dita che paiono impazzite. Cercano ma non so cosa. - Cercano il piacere, Livia. - E dove si trova? - Lo scoprirai da sola. - Mi pare di sentirlo avvicinarsi, fatico a reggermi in piedi. Ecco, mi sdraio qui vicino, sul tappeto e continuo. Mi carezzo le cosce e le divarico bene per raggiungere ciò che ho appena intuito… - Vai avanti Livia, ora non parlare più, io ti guardo. Sento la vagina pulsare e gonfiarsi ed una piccola pallina si erge e si porge al mio tocco, ora abbandono ogni pudore e mi dedico liberamente a me stessa. La gioia che provo è calda ed insaziabile, il sangue scorre veloce nelle mie vene e ribolle di piacere. Trastullo quell’insignificante protuberanza fino quasi a non poterne più e proseguo ancora il percorso della conoscenza esplorando altre zone un tempo proibite. Un liquido biancastro sgorga dalle mie intimità e mi sporca le dita che si sentono autorizzate a penetrare nello strettissimo ano. Violenta ed incontenibile esplode la mia fantasia e ciò che non avevo mai desiderato prima ora voglio più di me stessa. Sogno un uomo ed il suo membro che mi incida anima e carne e sciolga le catene che mi imprigionano e lo sostituisco con le mie mani che solleticano, entrano e premono forte le mie cavità. Ansimo, gemo, sudo, stringo e rilasso, contraggo e urlo e piango e mi amo. Attendo di calmarmi, mi avvicino allo specchio e scorgo una giovane donna scarmigliata e rossa in viso, dalla magnifica bocca rosea e piena e sorridente. Che bella sono! Mi rivesto e portando addosso la scia del mio piacere, salgo in auto da sola e mi faccio accompagnare al ballo di mezzanotte.
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13 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Io lei e lui, sacrificio d'amore
E’ un bell’uomo, mi dice Lei. E Lei è la mia migliore amica, quella del Cuore, quella a cui racconti tutto, quella che non ti giudica, che conosce i difetti del tuo corpo e della tua anima. Ma io non ho difetti, anche quando li ho, perché così sono perfetta, dice Lei. Ed io penso che anche Lei è perfetta, di quella perfezione che le si legge dentro, nella Luce degli occhi, nel bagliore di un pensiero libero da limiti e da banali costrizioni. E’ un bell’uomo, mi dice Lei ed io, nemmeno volendo, riesco ad essere gelosa del suo piacere che è anche mio e già ci immagino ad amarlo insieme, il mio Lui. Insieme. E’ un’idea azzardata quasi per chiunque, è una malizia che il mondo giudicherebbe diversa, come se la Giustiza si nascondesse in una uguaglianza che ci uniforma al livello di automi, di macchine. Ma la Giustizia non è forse un insieme omogeneo di diversità integranti? Ieri l’ho baciata, mentre se ne andava, ma non ho spento il desiderio della mia anima perché avrei voluto baciarla ancora, in modo più profondo, fino a toccarle le corde della Vita, fino a respirarla dentro come il giorno che l’ho sentita al telefono per la prima volta. E ancora non mi basta perché qualcosa mi esplode dentro, una Energia, una Spirale, un gorgo risucchia i miei pensieri in questa Voglia che non si placa: le nostre bocche su quella di Lui, le nostre lingue, i nostri occhi dentro i suoi. E ancora non mi basta perché fondersi in un unico corpo significa penetrarsi a vicenda anche nella Psiche, anche nello Spirito sino a divenire un solo Essere, una unica Essenza. Fai ciò che Sei. Sii ciò che Fai. Fare l’Amore, Essere Amore. Lui è un bell’uomo di quella bellezza che non sempre si nota ma che parla dentro me: mi sussurra parole dolci e forti al contempo che, talvolta, assumono un aspetto oscuro e terribile. E qui mi smarrisco, totalmente abbandonata al fascino che emanano i suoi occhi, al calore che mi trasmette quel suo corpo virile, quelle sue mani vigorose. Mi smarrisco nell’Idea Madre di tutte le Idee: Amare un Uomo come si Ama Dio, con la stessa dedizione, con la medesima prostrazione, inginocchiata ai suoi piedi implorando attenzione e promettendo assoluta fedeltà, immolando la mia Vita ed ogni mio avere. Anche Lei. Ma chi immola e chi viene immolato, quando si Ama? Esiste il Sacrificio d’Amore o è il Piacere stesso a fondersi, sull’Altare della Passione, con l’Offerta? La Madre di tutte le Idee mi suggerisce che non esiste il Dolore quando Perfettamente si Ama, perché esso viene scalzato da ciò che il mondo, ancora Giudica: il Piacere. Ed il mio Piacere si confonde tra Lei e Lui, in Loro, come se più niente avesse confini definiti, come se la mia Mente si espandesse oltre il conosciuto, all’Infinito. E così vorrei morire, in questo meraviglioso abbraccio di corpi e anime, di bocche e carne, in questo Piacere Estatico che mi riporta indietro nel Tempo e nello Spazio, nel grembo di mia Madre, di Madre Terra. Di lì siamo venuti e lì torneremo. A casa. Casa mia. Casa Nostra. Dove Io, Lui e Lei siamo una Cosa Sola. Vi Amo.
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13 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Film con sorpresa 3
Fu così che varcato il primo muro d'imbarazzo, abbiamo iniziato a scambiarci reciprocamente delle informazioni, le solite cose, età , lavoro, impegni sentimentali ecc.. Mi colpì soprattutto il fatto che parlare con lei era cosi piacevole e tutto avveniva spontaneamente, sembrava conoscerci da una vita, il suo tono di voce era così ammaliante, l'avrei ascoltata per ore! Nel frattempo tornarono i miei amici, presentai loro Laura, e tutti essendo persone molto socievoli l'accolsero con entusiasmo, finite le presentazioni, lei si rivolse a me dicendomi " Eh si, le belle persone, e intendo non solo per il lato estetico, sono sempre circondate da loro simili, complimenti hai proprio degli amici in gamba, ma per me il pezzo forte sei e rimani tu!" Terminò la frase con il solito sorriso e facendomi un occhiolino. A quel punto si spensero le luci e riprese la proiezione del film, io ero tremendamente euforica ed estasiata da quella presenza, ebbi un sussulto quando lei si avvicnò a me per commentare a bassa voce una scena del film, appena sentii nuovamente il suo profumo avvolgermi, il suo respiro caldo nell'orecchio e sul collo, ebbi dei brividi su tutto il corpo, lei si accorse di quella reazione, mi tranquillizzò subito dicendomi " Sai anche a me fà lo stesso effetto! Ma solo dalle persone che mi piaciono!" Disse questa frase prendendomi la mano, fece questo gesto approfittando che non poteva essere visto dagli altri considerato che il braccio e quasi tutti il fianco di entrambe era coperto dalle giacche appoggiate sui lati del seggiolino, questa situazione rassicurò anche me e quando lei non lasciò la presa io lasciai fare con molta più tranquillità. Le sue dita iniziarono ad esplorare le mie mani, mi accarezzava dolcemente sfiorandomi il dorso della mano, le sue dita incrociavano le mie, il suo medio si infilava al centro dell'incavo della mia mano imitando il classico movimento che si compie attorno al clitoride, sembra banale ma quel tocco mi stava facendo eccitare, tanto che ad un tratto stimolata dal quel magico contatto, come in preda ad una scossa elettrica di piacere, la mia mano quasi istintivamente di scatto si chiuse, attorno al suo dito ma senza bloccarlo, lei approfittò di questa posizione mimando adesso il gesto del coito, procandomi l'ennesimo sussulto che mi fece persino chiudere forte le mie gambe. Ormai ero nelle sue mani, la situazione era diventata tremendamente coinvolgente, lei consapevole di questo, prosegui, curandosi di disporre ancora meglio le giacche affinchè io mi sentissi più sicura e lei più libera d'agire. Iniziò pian piano ad esplorare il mio ventre, prima nella zona alta, attorno all'ombelico, poi andando molto lentamente più giù, sentivo il suoi polpastrelli sfiorare la mia pelle, il mio ventre iniziò quasi a pulsare. Quando sentii le sue dita tirare su la mia gonna, mi preocupai di controllare che nulla potesse essere visto dagli altri, dopo aver posto ancora meglio le giacche a copertura, mi girai verso di lei, fu uno sguardo d'intesa, entrambe abbiamo sorriso consapevoli di voler andare fino in fondo perchè entrambe volevamo la stessa cosa. Appena la gonna lasciò libere le gambe, la sua mano potè agire iniziando ad accarezzare il mio interno coscia, esplorava la mia pelle senza fretta e con maestria gestiva quei tocchi leggeri che mi facevano tremare le gambe, consapevolmente Lei non salì subito sù, mi fece ardere bene e far desiderare intensamente quel momento, certa che quando l'avrebbe fatto sarei stata ormai pronta. Quando si avvicinò finalmente al centro delle mie gambe, la mia vagina era ormai un vulcano pronto ad esplodere, sentivo i miei umori invadere la stoffa delle mie mutande, lei inizio ad accarezzarmi senza entrare dentro, i suoi polpastrelli strofinavano dall'esterno delle mutande dandomi quasi la sensazione di averle dentro di me. Sentii le sue dita farsi aspazio sul lato delle mutande ed avanzare stavolta molto decise, quando iniziò a sfiorarmi il clitoride ero ormai un bagno di umori, le sue dita esperte mi toccavano come l'avvessero sempre fatto, producendomi un intenso piacere, non infilava le dita all'interno della vagina, ma le faceva scorrere come piaceva a me appena sotto le grandi labbra fino a tornare sul clitoride che ormai sentivo turgido al massimo. Solo quando ormai ero pronta ad esplodere infilò due dita all'interno della vagina, muovendole in maniera circolare e andando subito a stimolare il mio punto G, quel tocco mi aveva quasi fatto mugolare, tanto che ho dovuto trattenermi davvero per non farlo. Quando raggiunsi l'orgasmo fù un fiume di piacere, mi sentivo tremare, chiusi le gambe fortissimo stringendo la sua mano dentro di me quasi a non volerla più fare uscire. Chiusi gli occhi e mi ripresi solo dopo alcuni istanti, mi girai verso di lei, guardandola con passione, lei sorridendo accennò un bacio senza farsi notare, pensai che ormai il film stava per finire e non vi era spazio per altro, come potevo ricambiare quei sublimi momenti. Lei quasi a captare il mio pensiero si avvicinò a me e disse sussurando all'orecchio "Stai tranquilla, non finirà stasera." Subito dopo senti la sua mano che mi porgeva un biglietto che più tardi rivelò contenere il suo numero. Quando si riaccesero le luci, avevo in me sentimenti contrastanti, era la prima volta che mia accadeva una simile cosa ma non ne ero spaventata anzi mi sentivo stranamente tranquilla e forte. Ci siamo rimessi le giacche e ci siamo avviati tutti insieme verso le uscite, lei stava sempre dietro di me, di nascosto mi teneva la mano, mi toccava i fianchi, mi sfiorava il sedere, addirittura nel punto dove ci sono le doppie tende, approfittando di un attimo in cui non ci vedeva nessuno si avvicino dandomi un bacio leggero sulle labbra. Come avrei voluto essere sola con lei ed abbandonarmi completamente, ma realtà del momento consentiva esclusivamente solo quello che stava accadendo. Appena fuori dissi a Laura che noi proseguivamo la serata fuori con gli amici e che se voleva poteva stare con noi, Lei rispose che purtroppo non poteva ma che avrebbe avuto piacere di passare qualche serata con noi. Io capii e gli feci cenno di si, sapevo che l'attesa avrebbe sicuramente aumentato il piacere e la magia del prossimo incontro. La salutai, guardandola andar via, e quella notte il suo profumo, il pensiero delle le sue mani su di me mi fecero compagnia regalandomi un'altro momento di piacere che condussi personalmente su di me addormetandomi cullata dalla felicità della passione.
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13 years ago
chia21, 35
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Film con sorpresa 2
Raggiunti i miei amici era ormai arrivata l'ora di entrare in sala. Mi accodai a loro che scelsero i posti a sedere in una zona molto arretrata rispetto allo schermo. Prendemmo posto senza preocuparci molto della disposizione, il caso volle che capitai nell'ultimo posto della fila. Iniziò la proiezione del film, quando in lontanza mi accorsi che aveva fatto ingresso in sala una donna, che nella penombra sembrava essere colei che avevo poco prima incontrato. In quel momento mi assalirono vari contrastanti pensieri, da un lato la voglia di sentirla ancora vicina a me, da un lato la paura per ciò che tale circostanza poteva provocarmi. I miei pensieri e le mie paure furono subito stroncati quando mi accorsi, che la donna aveva preso posto in un altra zona della sala molto più avanti di noi. Durante tutto il primo tempo il mio sguardo si dirigeva spesso a cercare di scorgere quella figura, cercavo di osservarla non potendo fare a meno di fantasticare con i pensieri, considerato che la sala cinema era per me un luogo che associavo a fantasie erotiche. Al termine del primo tempo i miei amici si alzarono per andare a prendere un caffè, io non avevo proprio voglia e perciò dissi agli altri di andare tranquilli che li avrei aspettati in sala dando un occhiata a ciò che avrebbero lasciato sui posti. Appena si allontanarono, notai che la donna li davanti si era voltata guardandosi intorno, appena incrociò il mio sguardo mi sorrise e fece un cenno con il capo in segno di saluto, io ricambiai quel gesto. Fù a quel punto che la vidi alzarsi, pensai che anche lei volesse andare fuori dala sala, quando invece mi accorsi che si dirigeva proprio verso di me. Fui assalita da una forte emozione e sinceramente anche da un grande imbarazzo, lei mi piaceva e avevo paura di fare la figura della bambina. Quando in maniera molto decisa arrivò vicino, si rivolse a me chiedendomi "Mi scusi, avrebbe per caso uno specchietto, io l'ho dimenticato e ho qualcosa nell'occhio che mi sta facendo diventare matta.!" Probabilmente era solo una scusa, ma il suo modo di fare era così affascinante che rendeva tutto così spontaneo e naturale. Feci cenno di sì, presi uno specchietto dalla mia borsetta e glielo porsi, mi chiese se poteva sedersi li vicino un attimo, dissi che non c'era alcun problema. Quando si mise a sedere così vicina, venni avvolta dal suo profumo, quella presenza mi inebriava, ero tremendamente attratta! Appena fatto, mi restitui lo specchietto e guardandomi fissa negli occhi mi ringraziò con un gran sorriso dicendomi "Mi hai proprio salvata.!" Risposi "Di niente, per così poco!" "Lei sorrise ancora e prendendomi la mano disse "A volte sono i piccoli gesti che caratterizzano le grandi persone." Poi mi disse "Io mi chiamo Laura, piacere" " risposi "piacere Chiara"
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13 years ago
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Un amore diverso
Premessa: Questo è decisamente un racconto diverso, forse meno erotico, ma che non vuole dimostrare nulla se non raccontare una storia di pura fantasia, senza offendere i gusti di nessuno. Angela riuscì a chiudere la porta dietro di se, le imprecazioni di sua madre rimasero fuori, anche questa volta era quasi andata bene. Con la lingua sentì il labbro inferiore, un sapore di sangue le confermò che il ceffone di sua madre le aveva procurato un piccolo taglietto. Doveva andarsene. Si doveva andare via da quella casa. Si avvicinò alla finestra fuori il cielo era grigio, la sua vita era grigia, tutto era grigio in quel posto, grandi palazzoni di edilizia popolare in un quartiere che col tempo era degenerato, abitato da ladri puttane spacciatori e balordi di ogni specie. Sua madre abitava lì, in un appartamento in affitto, suo padre mai conosciuto forse era uno dei tanti fidanzati di sua madre, una bella donna che col tempo si era degradata fare la prostituta o a viverre sempre semi ubriaca, a girare per casa mezza nuda convivendo sempre col balordo di turno che regolarmente la sfruttava e poi le dava un calcio e via. Dove andarsene, l’ultimo amico di sua madre era un tipo poco raccomandabile peggiore degli altri che si erano avvicendati prima, un bulletto che si credeva furbo, l’aveva guardata con occhi cattivi. “ tua figlia sta diventando bella, uno di questi giorni le insegno il mestiere così vi metto a battere in strada tutte due e guadagno il doppio.” Quelle parole ad Angela le avevano fatto venire la pelle d’oca, e ora doveva scappare se non voleva fare quella fine, era riuscita a sfuggire due o tre volte ad uno stupro e non voleva che fosse lui a prendere la sua verginità. Andava scuola dall’altra parte della città, vicino a casa di sua zia Ada, lei si che era una vera donna, aveva studiato, si era sposata con un ferroviere aveva una bella casa, amava stare con lei, specie da quando un anno fa era morto suo zio stroncato da un infarto. Sua zia era sempre felice di averla in casa, Angela sapeva farsi volere bene, era sveglia, sapeva fare tutte le faccende domestiche e lo faceva volentieri per sua zia che non aveva figli quindi la considerava e le voleva bene come una figlia. “ Questa casa è sempre aperta per te”, le diceva sempre. Spesso, Angela passava da lei per non tornare a casa, si sentiva bene con lei, ora doveva scappare, a quasi diciotto anni doveva decidersi. Mise dentro lo zaino i libri e in una sacca i pochi vestiti che aveva. Vestiva sempre in modo da non attirare l’attenzione, in classe passava quasi inosservata mentre vedeva le sue compagne vestirsi sempre in modo da attirare lo sguardo dei maschi, lei riusciva a scomparire anche in mezzo alla folla. Uscì piano dalla camera, sua madre era in bagno, chiuse piano il portone, quando stava per scendere le scale vide il balordo che saliva , in silenzio salì al piano dio sopra, lui entrò in casa, aveva le chiavi, scese, corse fuori e prese al volo il bus che l’avrebbe portata dall’altra parte della città, non si girò, forse sua madre non se ne sarebbe accorta della sua scomparsa che fra qualche giorno. Ada la vide davanti al portone, le sembrò un piccolo e indifeso uccellino, lei le raccontò gli ultimi avvenimenti, “ vieni , togliti questi abiti bagnati, fatti una doccia che ti riscalda io intanto ti preparo qualche cosa di caldo”. La sera Ada le disse che se voleva poteva decidere se dormire sul divano letto della cameretta o nel letto con lei. Quando si trovò distesa al suo fianco, le sembrò che finalmente si poteva rilassare, le mani della donna le massaggiavano le spalle, “ rilassati e non pensare a nulla, qui sei al sicuro”, lei sentiva uno strano languore crescere dentro di se, era dolce il modo in cui la zia l’accarezzava, e lei si lasciò andare. Lentamente si sentiva dentro una sensazione di benessere, la bocca della zia a poca distanza dalla sua, le parole appena sussurrate, le carezze erano dolcissime, “ che bel seno che hai zia, il mio è molto piccolo, posso toccarlo”, lei sorrise, “non disperare, presto diventerà grande anche il tuo, e lo puoi toccare”. Angela portò lentamente la mano sulla mammella, era soda, il capezzolo grande e duro, Ada ebbe un gemito ,….. muumummmmhhmmm, il contatto la faceva impazzire, allungò la sua mano sul seno della ragazza , lei si mise a tremare come una foglia, era uno strano languore quello che provava, quando Ada appoggiò le sue labbra alla sua bocca lei non oppose nessuna resistenza, si lasciò insinuare la lingua dentro la bocca e rispose con ardore a quel bacio, lunghissimo, che la fece vibrare come una corda di violino, mentre fra le sue cosce sentiva dentro un fuoco. La mano dal seno scese giù in mezzo alle cosce, lei le divaricò istintivamente le dita della donna le procurarono subito un piacere sconosciuto, …… humummmm … si sentiva scorrere dentro un misto di dolore e piacere inarrestabile, lei non sapeva reagire, rimase immobile, la zia temendo di esagerare non andò oltre, si tenne il suo corpo stretto a se e si addormentarono così. Durante il resto della settimana la sera continuarono a toccarsi sempre senza andare molto più in là, poi la sera del suo diciottesimo compleanno mentre stavano cenando la tv trasmetteva il telegiornale, il cronista si mise a leggere una notizia che gelò il sangue ad entrambe. In una sparatoria dentro un bar, il fidanzato di sua madre era stato ucciso, nel tentativo di ripararsi si era fatto scudo con sua madre, con il risultato di morire entrambi. I dieci giorni successivi furono tremendi, la Polizia che voleva sapere dei legami fra sua madre e il balordo morto, il funerale, tutte le altre cose misero Angela al centro dell’attenzione, e questo era una cosa che lei odiava da morire. Tornò con Ada nell’appartamento di sua madre, prese le ultime cose sue e vendette tutto il resto, poi si rese conto che non sapeva cosa fare dei soldi ricavati. “ Ci prendi la patente di guida, io mi devo operare al menisco, aspetterò fino a che tu non hai la patente poi mi opero”. Angela trovò che era una bella idea, cinquanta giorni dopo sventolava la patente davanti alla faccia di sua zia, che dalla contentezza l’abbracciò forte, le dette un lungo bacio in bocca. Una settimana dopo si recarono in uno studio ortopedico, di un caro amico di sua zia, mentre erano in sala d’aspetto videro entrare una signora con entrambe le gambe ingessate, su di una sedia a rotelle spinta da una badante straniera. “Ada, che ci fai qui?”,” Flavia, sei proprio tu?! “ Le donne si abbracciarono calorosamente mentre la badante si mise in un angolo a discutere in straniero con qualche d’uno al cellulare. Si raccontarono le rispettive vicissitudini, Flavia non la vedeva dal funerale di suo zio, era stata vittima di un incidente in montagna mentre era a sciare, una deficiente l’aveva investita fratturandole entrambe le caviglie, doveva togliere il gesso, era lì per quello. Girando lo sguardo chiese, ad Ada“ chi è questa bellissima cerbiatta che ti porti dietro? ”. Angela arrosì fino alla punta dei capelli, effettivamente col suo fisico minuto il viso tondo e gli occhi grandi e scuri sembrava veramente una cerbiatta. “ è mia nipote, una ragazza molto in gamba, ma un poco sfortunata.” Flavia la scrutò intensamente, lei si sentiva i suoi occhi entrare dentro la sua anima, poi le chiese cosa faceva, Angela riuscì a recuperare un po’ di voce e disse di essere al quinto anno di ragioneria. Ada aggiunse che era anche bravissima, “ ha la media del nove”. Flavia sorrise, “ se sei veramente brava io potrei avere bisogno di te, la mia commercialista fra poco andrà in maternità, e devo sostituirla quando ti sei diplomata cercami, anzi, dammi il tuo cellulare.” Tornando a casa Ada le raccontò di loro, che erano amiche di scuola, si erano frequentate moltissimo, poi la vita le aveva divise, si erano riviste al funerale di suo marito. “ E’ una donna molto potente, metà della città gli deve dei favori, mentre l’altra metà stà alle sue spettanze, può fare la tua fortuna, ha una lavanderia industriale creata da suo padre, lei la dirige e ne ha fatto una vera miniera d’oro. ” Due giorni dopo Flavia chiamò le due donne, “ la mia badante mi ha lasciato per problemi con il marito, io ho appena tolto il gesso e non riesco quasi a muovermi, averi bisogno di una mano.” Andarono a casa sua, una splendida villetta appena sulla collina davanti alla città, Angela entrando si rese conto che quella casa era bellissima, arreda con gusto totalmente femminile, era perfetta in ogni suo dettaglio. Flavia era davvero immobilizzata, si muoveva a mala pena con due stampelle. Mentre Ada metteva in ordine la casa , Angela la portò davanti alla sua scrivania dello studio, lei fece alcune telefonate, poi le disse “ hai la patente, mi porteresti in azienda”. Andarono con la vettura di Flavia, una sportiva degna di lei, Angela si sentiva tremare i polsi dalla potenza di quel veicolo, ma riuscì a dominarlo in maniera perfetta tanto che al ritorno lei le fece i complimenti. “ Comprendo che devi studiare, ma resteresti ancora con me, sono completamente sola, e non riesco quasi a muovermi, devo fare la ginnastica per rieducare i muscoli, ma ancora mi muovo malissimo e ho paura di cadere ?” le chiese Flavia. Ad Angela sembrava un sogno, quella splendida donna aveva bisogno di lei. Andò a casa prese i libri necessari e alcuni indumenti, poi tornò da lei. La sera dopo aver cenato, aveva cucinato Angela si misero sedute a parlare, lentamente riuscì ad aprirsi con lei, era tranquilla, fra donne, questo la faceva sentire bene, poi Flavia aveva un modo dolcissimo di parlare, quasi sommesso, dolce, mai aggressivo, Angela era affascinata dalla grazie, classe, e delicatezza che quella donna aveva, e glie lo disse. Al momento di andare a dormire l’accompagnò fina alla camera, l’aiutò a spogliarsi, lei aveva trentasei anni, ma sembrava averne venticinque al massimo. Pelle liscia, nessuna ruga, smagliatura, o un filo di cellulite, un corpo quasi perfetto, terza di seno abbondante, capelli rossi naturali, gambe lunghe toniche anche se ora il tono muscolare era basso sembravano sempre belle, mani con dita lunghe, occhi chiari, labbra e bocca non troppo grandi. Angela l’aiutò a distendersi nel letto, poi fece per andarsene, “ dove vai?, non potresti restare qui, è tanto grande questo letto che può ospitare entrambe, ma se hai paura di dormire con me……” Angela arrossì ancora, era timida, solo con sua zia si sentiva di spogliarsi, ma vincendo ogni paura disse che non vi erano problemi, si spogliò, mise il suo pigiama, si distese accanto a lei. Il mattino lei si levò, le preparò la colazione poi l’aiutò ad andare in bagno doveva fare una doccia, si spogliò nuda davanti a lei, Angela si sentiva strana, era eccitata dal suo corpo, il triangolino di peli rossi del pube era perfetto, la mise dentro alla doccia lei si appoggiò alla parete, cercando di lavarsi ma con scarsi risultati. Angela prese il guanto di spugna, da fuori si mise a lavarla, era incredibile, si stava eccitando a passare le mani sul suo corpo, anche lei non era indifferente alle sue carezze. Quando lei uscì, le preparò un telo di spugna per avvolgerla, lei si lasciò abbracciare, si appoggiò alla giovane, a fatica riuscì a portarla di nuovo in camera e a distenderla sul letto. Lentamente le passava l’asciugamano sul corpo, Flavia stava in silenzio, era eccitata dalla carezza della ragazza, aveva timore a muoversi, lei avrebbe potuto fraintendere le sue intenzioni, mentre lei era rapita da quel visetto e dalla fragilità di quel corpicino che desiderava moltissimo. Per un momento Angela smise di passare il panno sul suo corpo ora nudo davanti a lei, si sentiva dentro un profondo desiderio di baciarla, sua zia le aveva detto che Flavia non aveva mai frequentato dei maschi, che alle superiori quando andava a casa sua spesso si distendevano sul letto a baciarsi. Angela portò, la sua bocca vicinissima alla sua, lei attese che la giovane le fu vicina poi allungò la mano, la mise dietro il collo di lei, le bocche si unirono in un bacio interminabile, passionale, le lingue si inseguivano, si toccavano e si univano incessantemente. Flavia distesa Angela di lato a lei, le labbra percorsero ogni centimetro di quel giovane e acerbo corpo, la fece vibrare quando si mise in bocca il piccolo seno, lei ebbe un lunghissimo gemito ……. hmmmmuuhhmmmm …. Era bravissima!!!!!! .. Angela si rese conto subito che lei era veramente esperta nell’arte di amare una donna, le passò la lingua in ogni angolo del suo corpo, la fece vibrare come la corda di un violino, le fece emettere una melodiosa serie di suoni, di gemiti di vero piacere …. Siiiiiiii …. Daiiiiiiiii ….siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …..hmmhmhhummumhm …… desiderava godere, ma lei indugiava alla fine Angela le prese la testa e la schiacciò sul suo bottoncino, ebbe subito un tremendo orgasmo che la scosse tutta ……. Siiiiiiiiiiiiiiiiiii ….. vengogooooooo!!!!!!! …….. siiiiiiiiiiiii ….. a quel punto si girò verso di lei, insinuò la sua testa fra le gambe di Flavia si scatenò a leccare, succhiare con impeto la fica di lei che alla fine dovette staccarsi e urlare di piacere ….. siiiiiiiiiiii … dolcissimoooo …amore … daiiii … siiiiii …. Godoooooo …. Vengoooooooooo!!!!! … si rigirò incollando la sua bocca all’altra, si strinse con passione quel giovane corpo. “ Ti amo, dal primo istante che ti ho vista, ti amo, ma se hai paura di questa cosa allora vattene, io non lo sopporterei che tu non mi amassi.” Angela aveva le lacrime agli occhi, la guardò con tutto l’amore che non aveva mai provato per nessuno, “ anch’io ti amo, ti ho desiderata da subito, mi sei entrata dentro al primo sguardo, spero di essere degna di te.” Fu subito amore. Amore grande completo senza riserve, un corpo e un’anima nel vero senso della parola. Nei quattro anni che seguirono divennero inseparabili. Flavia le insegnò tutto, in fabbrica le affidò sempre maggiori responsabilità. Angela era una dirigente perfetta, giusta con il personale, ma determinata con i clienti, le sue operaie l’ottanta per cento erano donne, l’adoravano sia per il modo di dirigere sia per li coraggio di dichiarare il sua amore per Flavia, la chiamavano “la signorina”. Nella vita quotidiana, Flavia fu una maestra perfetta, niente più vestiti anonimi, ma eleganza, classe e buon gusto divennero la sua abitudine, ma era a letto che la discepola superò la maestra. Angela era diventata fantastica nel far morire Flavia di piacere, la sua gioventù, la sua fame di sesso la stordivano, alla fine Flavia ne usciva ogni volta sfinita, ma sempre desiderosa di ricominciare, non era mai sazia del piacere che Angela le dava. Era quasi Natale, erano nel loro ufficio, “ sai da un primo bilancio credo che anche questo semestre sarà molto positivo, direi che alla fine avremo raddoppiato gli utili anche per quest’anno.” Flavia alzò lo sguardo verso il suo amore, sorrise, “ è merito tuo, da quando sei entrata in questa azienda abbiamo migliorato sempre, che ne dici di andare a festeggiare in quel locale nuovo di Marina”. “ Certo, così quella troia ti rimette gli occhi addosso, credo che si sia fatta un pensierino su di te.” A Flavia faceva piacere quella finta gelosia, le faceva capire che la piccola non abbassava mai la guardia, poi dentro di se mai e poi mai avrebbe permesso a nessuno di inserirsi nel loro amore. Quella sera si misero veramente belle, Angela una gonna al ginocchio con tacchi non troppo lati, non voleva sembrare più alta di lei, mentre Flavia sfoggiò un classico del suo repertorio, un completo giacca e cravatta da uomo, con in testa un Borsalino che vista da dietro poteva benissimo essere scambiata per tale, erano stupende, quando entrarono nel locale padrona le andò incontro, “ siete meravigliose, ” poi da vicino le disse a bassa voce, “saprei io cosa vi farei se potessi infilare la mia lingua in un certo posticino del vostro corpo”. Risero soddisfatte, passarono fra i tavoli tenendosi per mano, suscitarono il classico brusio a cui erano ormai abituate, ma un gruppetto di balordi commentò, pesantemente” ci penserei io a farle tornare ad adorare il cazzo.” Loro non se ne curarono erano abituate a tutto, poi non glie ne fregava nulla di quello che la gente pensava, cenarono scambiandosi effusioni e bacetti, poi decisero di tornare. La strada costeggiava per un tratto un bosco, era notte, faceva molto freddo, all’ uscita di una curva videro una vettura che sembrava uscita di strada, era notte, una persona era distesa in terra, subito uscirono dalla loro macchina, andarono a soccorrere il tipo. Fu il loro più grande errore. Improvvisamente Angela si sentì afferrare da due persone robuste, un tampone sulla bocca imbevuto di una sostanza che le fece subito perdere i sensi. Quando rinvenne era seminuda, quasi congelata, sentiva un fortissimo dolore sia sotto che dietro, era stata stuprata! “ Flavia, Flavia dove sei?, dove sei?? Rispondi. “ la vide riversa poco distante da lei, strisciò fino al suo corpo, non riusciva a reggersi in piedi, “ Flavia, amore rispondi , no!.... NOOOO!!!!! “…. Il suo grido squarciò il silenzio della notte lei la stringeva a se, ma la donna era morta, forse era più forte, si era ribellata alla violenza e aveva pagato con la vita la sua determinazione. Si trascinò fino alla strada una vettura con una coppia di fidanzati la soccorse, chiamarono aiuto. Fu di nuovo un incubo, il vuoto, la sua vita si era fermata, era sconvolta distrutta sfinita. Trovarono subito i cinque balordi che avevano fatto tutto, le avevano rubato borse e cellulari, si erano divertiti a riprenderle durante la violenza. Furono puniti in maniera esemplare, ma a lei non importava molto, Flavia non c’era più e lei si sentiva sola, distrutta, stanca di vivere. Dopo un mese circa fu convocata insieme a Ada da un notaio, Flavia di nascosto le aveva lasciato tutto tranne una baita in montagna che aveva regalato a Ada, ma la cosa importante era una lettera per Angela. Le diceva, in breve, che lei era stata tutta la sua vita, che lei l’aveva amata come nessun altro al mondo, che le aveva lasciato la sua attività affinche lei la facesse crescere come se fosse una loro creatura, falla diventare il monumento al nostro amore. Angela si riprese, da quel giorno solo il lavoro le interessava, solo lavoro, lei viveva per la lavanderia. Passarono due anni fatti solo di lavoro e passeggiate al cimitero, per lei non c’era spazio per altro, poi una sera, era vicino alle feste natalizie, periodo che lei odiava di più, una sua segretaria le disse: “ signorina, sono le venti è ora di chiudere.” Lei gli sorrise, si scusò e uscì, si mise alla guida per andare verso casa, ma era distratta dai suoi pensieri, le mancava tantissimo Flavia, non si rese conto che al bivio non era svoltata a destra ma aveva proseguito diritto e si ritrovò in aperta campagna, era buio, stava soffiando il vento che portava fiocchi di neve, lei sbagliò una curva, la macchina scivolò su di una lastra di gelo, fini in un fossato al lato della strada e sbatte con forza la testa sul vetro davanti, si era dimenticata di allacciare anche la cintura di sicurezza. Si risvegliò dopo un poco, i fari della macchina si erano spenti, lei si sentiva un forte dolore alla fronte, le colava del sangue, era sola, nel freddo come quella maledetta sera, desiderò morire. Dei grossi fari squarciarono la notte, un grosso SUV passò e si fermò, tornò indietro e ne discese un uomo, venne verso di lei, “ ei, stai bene?” aprì lo sportello lei gli svenne fra le braccia. Si risvegliò tre ore dopo in un letto d’ospedale, l’uomo era seduto vicino a lei. Ebbe un momento di paura, lei subito non riuscì a rendersi conto di dove si trovava. Lui era un tipo non troppo robusto, fisico normale, mani belle dita lunghe affusolate, ben curate, i capelli rossi corti, aveva un viso dolce, non esprimeva la classica durezza di un uomo, e i lineamenti erano dolci. Lui le parlava, lei girò lo sguardo verso di lui. “ meno male che si è ripresa, credevo di averla soccorsa troppo tardi, mi chiamo Andrea, sono nato in Germania, da un padre tedesco e madre italiana, lei è ginecologa in questo ospedale.” Angela lo ringraziò, era la prima volta che doveva qualche cosa a un uomo al difuori del lavoro, sembrava un ragazzo dolce, lei non riusciva a sentire disagio con lui. Passarono due giorni lei venne dimessa, lui si offrì di accompagnarla, venne a trovarla anche sua madre, quando entrò le due donne si riconobbero lei era la dottoressa che l’aveva visitata dopo lo stupro, ma professionalmente corretta non ne fece parola a davanti a lui. Lentamente Andrea si inserì nella sua vita, era dolce, premuroso, la faceva spesso sorridere, lo trovava simpatico, si rendeva conto che il giovane si stava affezionando sempre più, era diverso da tutti quelli che conosceva, sapeva intuire ogni suo desiderio e lo faceva con estrema dolcezza, cosa che spiazzava sempre Angela. Una sera lui l’aveva invitata a cena, era tutto perfetto, Angela aveva fatto un vero sforzo ad accettare l’invito, lo aveva fatto per non ferire l’amico, ma era a disagio, si rendeva conto di essere al centro dell’attenzione del giovane. Appena seduti a tavola lui le prese la mano, la guardò negli occhi , “ Angela credo di essermi innamorato di te.” lei ebbe una reazione eccessiva, “ no, questo no!!” si alzò da tavola e se ne andò via. Passarono alcuni giorni, lei era dispiaciuta, si rendeva conto dell’eccessiva reazione avuta, ma aveva paura, non voleva più che nessuno si innamorasse di lei. Cercò Andrea, ma questi non rispondeva, poi decise di passare all’ospedale, vi trovò la madre, “Andrea è una persona diversa da quello che credi, io capisco la tua reazione perche conosco la tua storia, ma lui no”. Angela si rese conto di aver sbagliato, almeno gli doveva delle spiegazioni. Se vuoi spiegarti con lui vieni questa sera a casa, lui torna dopo le venti. Angela si presentò a casa di Andrea, suonò alla porta, si vide aprire da una donna che assomigliava a lui, “ cerco Andrea, è in casa?,” accomodati, le rispose la donna , Angela era confusa, le sembrava la copia esatta dell’amico, non sapeva che lui avesse una sorella. Appena dentro ripete la richiesta di vedere Andrea, “ sono io Andrea.” Lei lo guardò senza capire, la donna si avvicinò” in Germania Andrea è un nome che si può utilizzare sia al maschile che al femminile, i miei genitori me lo hanno messo per il semplice motivo che io sono sia donna che uomo, sono un ermafrodite.” Angela rimase muta, per un momento non riuscì a focalizzare la cosa, lei era lì, vicino le sue mani le tenevano le sue, i loro occhi si incrociarono in un lunghissimo sguardo, ora capiva la dolcezza, era chiaro , la parte donna di lei sapeva benissimo come comportarsi con lei. “ io amavo una donna che si chiamava Flavia, era tutto per me, una sera ci hanno violentate stuprate, lei ha resistito e un balordo le ha stretto le mani sul collo fino ad ucciderla, capisci la mia diffidenza.” “ In Germania Andrea era una donna, mi sono innamorata due volte, la prima lui è fuggito, la seconda quando ha visto la mia diversità mi ha definito mostro, sono venuta in Italia, ho deciso di essere un maschio, e cosa vado a fare, mi innamoro di una donna che ama le donne, decisamente non ne prendo una.” Angela sentì che lui si poteva fidare, la guardò dritta negli occhi, le sue labbra si avvicinarono alle sue, le dette un timido bacio. Dentro di se aveva un grandissimo conflitto, l’amore per Flavia era chiuso per sempre nel suo cuore, ma era ora di voltare pagina, e lui/lei erano la perfetta soluzione, poteva amarla come donna accettare di avere il maschio senza doversi difendere. Andrea rimase un momento stupito, gli sorrise, “portami con te” le disse Angela, lei lo accompagnò in camera da letto, si mise a spogliarla , le sue mani si muovevano delicatamente sul suo corpo, Angela sentiva il desiderio crescere , quando furono nudi lei si rese conto che lei aveva un bellissimo corpo, non le importava se aveva anche un pene, si distese a 69, lo cominciò a baciare, leccare e lentamente la sua mano si strinse intorno a quel sesso sempre ripudiato, lo portò alla bocca leccandolo in maniera assolutamente inesperta, poi lo spinse un poco in gola, era dolce, lui non le imponeva nulla, le leccava la fichetta molto bene lei ebbe un lunghissimo orgasmo …. Unmmunmum … poi con decisione Angela si rigirò, salì su di lui, e con tantissimo coraggio appoggiò il glande all’apertura della sua fica, lo guardò negli occhi, “ prendimi, fammi sentire come una donna mi fa godere da uomo.” Spinse dentro di se quel fallo, le scorreva lungo le pareti, sentì un piacere diverso, poi una scarica elettrica sconvolse il suo cervello, lei aveva avuto il suo primo orgasmo ….. vengoooooo .. disse e si strinse a lui, un diverso amore stava nascendo dentro di lei.
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13 years ago
admin, 75
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Film con sorpresa 1
Quella sera con gli amici si decise di andare a vedere un film, la nostra scelta fù un film di un comico italiano che in questo periodo va per la maggiore, Checco Zalone! Prima di entrare in sala, nell'attesa decidemmo di bere qualcosa al bar del cinema, tra un discorso, una risata e l'altra, la mia attenzione cadde su una signora che se ne stava poco distante da sola a bere, era particolarmente bella, molto curata ma non appariscente. Tutti i suoi particolari mi avevano particolarmente attratta, perchè rispecchiavano ciò che a me piace di una donna! I suoi cappelli lisci e neri, gli occhi verdi e il suo intenso sguardo, la bocca ben delineata e carnosa, il decoltè che evidenziava un seno perfettamente sodo, la sua pelle ambrata, le mani perfettamente curate con delle unghie impeccabili. Le sue gambe slanciate poste in evidenza da uno spacco sulla gonna, e la forma del sedere che imbarazzava per perfezione. Insomma mi stavo un pò perdendo nello scrutarla tanto che non mi ero accorta di aver attrato la sua attenzione, infatti appena rialzai lo sguardo mi accorsi che lei mi stava fissando e io a questo punto un pò imbarazzata, feci come per far finta di niente, lei quasi divertita mi rassicurò con un sorriso facendomi l'occhiolino quasi a dirmi "stai tranquilla nessun problema". Mi levai dall'empasse chiedendo a una mia amica di accompagnarmi alla toilette. Giunta in bagno mi sentii quasi turbata ripensando a quella donna, mi accorsi però che quella figura mi aveva provocato una certa reazione fisica, comunque finii i miei bisogni, uscita dal vano wc, passai nell'altro vano per lavarmi le mani. Fu a quel punto che la vidi entrare, ebbi quasi un sussulto, cercai di nascondere la mia reazione, ma sono sicura che lei si accorse del mio imbarazzo, speravo che in quel momento entrasse qualcun altra persona cosi da non dovermi ritrovare li da sola, già che la mia amica aspettava fuori. Ma non fu cosi, la signora però colse l'attimo del mio disagio e seppe pormi a mio agio, saluto con molta educazione e con un sorriso e si reco al vano wc, solo che nel passarmi accanto, vista la strettezza del passaggio, posta di spalle si strusciò molto leggermente con il suo sedere sul mio. Quel contatto seppur lieve mi fece invadere il corpo di calore, sentii le sue forme perfette quasi le avessi tra le mani, il suo profumo mi stava inebriando, chiusi gli occhi per un attimo, ed in preda al solito imbarazzo mi recai verso l'uscita voltandomi poco prima di uscire e vedendo lei che con il solito sguardo intenso mi sorrise con complicità. Uscii fuori andando dai miei amici che mi aspettavano al bar, ero tremendamente e piacevolemente turbata da quel contatto, seppur banale ma cosi fortemente coinvolegnete e questo era solo il preludio di ciò che poco più tardi sarebbe accaduto in sala. Continua....................
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13 years ago
chia21, 35
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Per cosa lei tremerebbe...
Come in "Histoire d'O".. Le faccio un cenno col capo. Lei si imbelletta, si terge il corpo, se lo sparge di crema profumata. Mi segue senza dire una parola e usciamo di casa. Le tremano le cosce mentre mi segue silenziosa e obbediente, verso un posto che non sa.. verso mani che non conosce.. Entriamo. E' tutto penombra, illuminato appena da qualche candela.. Lei ha appena qualche secondo per rendersi conto del posto in cui si trova, ma ancora non vi ha visto e ancora non sa. Poi non vedrà più; un foulard la priverà della vista. Le infilo collare, polsiere e cavigliere.. i segni della sua sottomissione. Lei si bagna - schiava muta e fedele - e attende. Entrate voi, le girate intorno, la toccate, mi parlate. Le sussurrate appena qualcosa in un orecchio.. minacce, promesse, o semplicemente il vostro fiato nuovo e arrogante.. Lei è già in preda al delirio, tra paura e rassegnazione.. tra vergogna e voglia sfrenata di sentirsi mia e ceduta, sfruttata da mani che non sa e non conosce. Perchè sa che la sto guardando. Perchè sa che glielo ricorderò, domani, quanto è stata troia e obbediente adesso. Mia. E vostra. Musica classica nella stanza, musica rilassante, a fare da contrasto ai nostri gesti bollenti e al suo sesso fradicio e pronto a ricevere, a subire. Giù, a quattro zampe, a farci da posacenere e da tavolino, mentre beviamo e chiacchieriamo, sosrseggiando un caffè e ignorando le sue ginocchia livide sul pavimento freddo. Ecco, ora è vostra, fatene quello che volete. Le terrò il viso tra le mani mentre tu, splendida creatura, esplori il suo corpo vergine ed estraneo alle carezze di una donna.. E le terrò il viso mentre tu, straniero e sconosciuto, la possiedi con forza e decisione.. "Ho bisogno di una donna, lo capisci? Non ce la faccio più.." Questo mi ha detto due giorni fa, bagnandosi al pensiero di un'amica. Un cenno, soltanto un cenno, e farà ciò che le dico. Volete che vi baci? Lo farà. Volette che deterga i vostri umori con la lingua? Lo farà. Perchè ci sarò io a dirglielo, a ordinarglielo, a sussurrarglielo. Il segreto di tutto questo? Lentezza.. Profondità.. Armonia.. Spietatezza.. Vibrazioni.. Raffinatezza.. Se c'è questo, sarà vostra come nessuna creatura lo sarà mai.
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14 years ago
Luce30Ombra, 34/34
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La maschera rossa
LA MASCHERA ROSSA
Non potevo pensare di stare seduta ancora in camera a cercare di dimenticarlo, non ci riuscivo... in realtà non mi era mai passata...infatti nelle notti più calde andavo a farmi il bagno nuda e pensavo a Chiarly mentre mi masturbavo e godevo come non mai...
Allora presi il telefono e cominciai a chiamarlo...
tu tu tu tu squillava!
:''Pronto?'' disse
:''Ciao uomo del mio piacere sessuale... come stai?
:''Lady! come hai avuto il mio numero?''
:''Lo sai tesoro non mi devi sottovalutare!
:'' Hai raggione bellezza... mi sei mancata...
:''Anche tu! che ne dici di vederci oggi tra un'ora magari? io ho viglia di fottere e tu?
:''Non aspettavo altro bella volevo sentirmi dire proprio queste parole...
:''Sai dove si trova il castello abbandonato...?
:''Si!''
:''Allora vadiamoci li!ho molte sorprese x te Chiarly!
:''ok maialina! c vediamo li!!!!
Non mi senbrava vero, FINALMENTE POTEVO STARE CON CHI DESIDERAVO E LUI ERA TUTTO CIò CHE MI FACEVA USCIRE DI TESTA!!!
Arrivai al castello con un mantello nero e la mia maschera rossa sul viso... tutte le ragazze erano pronte e lui arrivò di li a poco...
:''Non mi sembra vero...ma lady dove sei!... LADY!
:''ECCOMI''
Chiarly stava al centro della stanza diroccata a tutte noi in cerchio andavamo verso lui..,
:''Oggi sei in Mio potere! spogliatelo e cominciate a farlo godere... ma guai a voi chi lo farà venire verrà punita severamente dalla contessa LADY B!!!!
QUESTE FURONO LE MIE PAROLE!
:''ordino che voi donne iniziate a leccarlo, voi altre a succhiare le sue parti più virili, e voi ancora a scullacciarlo... che si cominci!!!
Chiarly era pieno di donne che lo adulavano... mentre io dal mio trono lo guardavo e mi facevo leccare l'anima da due belle brunette...
Chiarly mi chiamava a gran voce e diceva di essere il mio servo...
A quel punto con un solo gesto le ragazze ,dai mantelli neri e le maschere bianche,si fermarono... scesi dalle scale e andai verso il mio uomo... feci scivolare il mio mantello, ma tenni la mia MASCHERA ROSSA ed ero completamente nuda... mi sdraiai su di lui e cominciai a leccarlo... poi con un'altro gesto arrivò, con una delle mie donne, l'oggetto del nostro piacere...
:''ecco mia signora... disse mi leccò le labbra e si allontanò...
il nostro doppio pene era formidabile e cavalcai il mio Chiarly, godeva e io urlavo di piacere , i nostri corpi erano uno a volevo di più e di più ancora... venivo coppiosamente...
e lui un attimo dopo di me... mentre prendevo il suo pene ... lo leccavo e feci la sua schiava... mi ordinò di farlo arrivare fino in fondo... e mi feci venire in faccia...le nostre bambine si masturbavano guardandoci...
La notte fu lunga e piena di orgasmi multipli...
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14 years ago
admin, 75
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Quell\'incontro per caso
Quel giorno mi trovavo alla solita piazza per il solito caffè, mi fermai alla panchina per fumare la solita sigaretta quando ad un tratto si avvicinò una ragazza chiedendomi "hai da accendere?..." io immediatamente risposi come vuoi ke ti accenda e col sorriso sul volto presi dalla tasca l'accendino e soddisfai il suo bisogno, di sigaretta. Cominciammo a parlare di se e di me senza nascondere piaceri e desideri che spesso devono esser celati per la paura di andar contro un paradossale ma pur comune senso del pudore. Lei era molto attraente coi suoi lunghi capelli scuri, un bel seno procace in un corpo snello e formoso, e quegli occhiali che nascondevano uno sguardo profondo e accattivante. Lei era visibilmente attratta dalle mie braccia morbide e formose e da un corpo snello e sinuoso E quella voglia di toccarmi si mostrava come luce nel suo sguardo intenso e determinato, così in un attimo di silenzio forse dettato dall'emozione i nostri sguardi si avvicinarono e con loro le nostre labbra che si ritrovarono morbide in un lungo bacio. L'emozione saliva come la voglia di assaporare con più gusto quel meraviglioso piacere del bacio mentre le nostre mani cercavano di ritrovare il piacere del contatto da una carezza nei capeli sino ad accarezzare il corvo scendendo poi tra le curve suadenti di un corpo dolce e morbido. Il profumo della nostra pelle ci inebriava come l'essenza di bacco per i greci di un tempo e le pulsioni aumentavano in un vortice di piacere dato da quelle meravigliose effusioni. La voglia di stare insieme era ormai troppo forte così pensammo di spostarci in un luogo più tranquillo dove poterci lasciar liberamente andare in quel turbine di emozioni. Le tolsi la maglietta mentre lei toglieva la mia e mentre lei mi baciava il collo per sentire il mio respiro io le sganciavo il reggisen massaggiangole con l'altra mano i seni morbidi e avvolgenti che aveva e scendendo con le mani insieme per conoscere nuove zone di piacere accarezzandole i fianchi le sgancia il bottone del mantalone cominciai ad accarezzare il linguine mentre le i faceva lo stesso come se la voglia fosse identica e comune. Il desiderio aumentò fino a culminare nell'ennesimo bacio mentre le mani dai fianchi si spostavano sui nostri sederi per togliere i nostri pantaloni e ritrovarci finalmente nudi a godere del contatto dei nostri corpi...fino al culmine del piacere. Ci lasciamo con l'ultimo bacio e col ricordo di un piacere desiderato, magari celato, ma finalmente avverato.
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Erotismo e........
Io e Lucia eravamo amiche d'infanzia.Ci legava un'amicizia rofonda da anni,una frequentazione assidua ma di recente piuttosto di rado causa i reciproci impegni e probemi della vita attuale spesso frenetica.Lucia si era trasferita da poco a Parma,nel suo paese non si trovava lavoro e purtroppo la vita era dura x tutti sia dal lato occupazione ed economico.Io e mio marito l'avevamo aiutata spesso nei momenti di crisi e Lucia era molto legata a noi.Le avevamo trovato un piccolo monolocale a Parma in affitto e un lavoro x ora cmq saltuario.Ci era grata di tutto cio' e spesso ci veniva a rovare x stare in ns compagnia soprattutto nei week end in cui eravamo piu'liberi dalla ns attivita'.Era Giugno,alle 9 di sera squilla il tel.vado a rispondere ed è Lucia,Fra'mi dice come va?sai sono un po' giu'di corda,mi sento sola,triste,stanca.Ogni tanto Lucia andava in depressione e solo noi legati da profonda amicizia riuscivamo un po' a risollevarla.Si scxherzava assieme,si rideva,si mangiava a volte in compagnia.Lucia le dico al tel.se vuoi sabato e domenica vieni da noi poi facciamo una capatina al mare dai.Sabato alle 11 suona il campanello,mio marito va'ad aprire,è Lucia,lui resta allibito,è stanca,trascurata,veste i modo molto disordinato,la fa'entrare e accomodare in salotto.Io sono in bagno,quando esco la vedo,l'abbraccio e le chiedo come stai tata.Non bene fra'mi dice,mi sento stanca,depressa,sola.Ci prendiamo cura di lei aiutandola spesso nei suoi tristi momenti di depressione.Cerchiamo di distrarla,chicco e maya i ns cagnolini con cui Lucia è molto in sintonia le fanno sempre tanta festa.Lei ama molto come noi gli animali e gia'un po' si risolleva moralmente giocando con loro.Lcy le dico,se vuoi vai in camera ns cambiati e scgli il vestito che vuoi e un costume d bagno.Fra'mi dice portami tu dai,non sono in vena oggi.La prendo x mano e andiamo in camera.Le faccio scegliere un abito che poi le lasciero'cmq che a me come taglia non va'piu'.Scegliamo un costume da bagno poi verso le 12 partiremo x il mare.Lucy mi abbraccia,Fra'mi dice senza di te e mauro che farei? oltre ad essere veri amici fate sempre tanto x me.La stringo forte al mio petto,le accarezzo i neri capelli lucenti ed una lacrima le scende lungo il viso.Lucy le sussurro,l'amicizia vera è fatta di questo,a noi fa'tanto piacere aiutarti e starti vicino.La lascio in camera e le dico di cambiarsi.Dopo circa 15 minuti,Lucy appare in salotto,io sto'per preparare i necessario x il mare mentre mauro è impegnato coi ns cani.Sono girata di spalle e sento la sua mano sulla spalla,mi giro e allibita la vedo.E' bellissima,i neri capelli raccolti il trucco sottile non volgare e gli occhi lucidi fanno di lei un angelo.Lucy le sussurro sei bellissima,Fra'dai mi dice non mi far diventare rossa eh.Anche tu sei bella Fra',sei dimagrita,sei piu'fresca e radiosa sai. beato lui che ha accanto te,una brava ragazza e anche caina.Lucy non è mai stata cosi',i suoi complimenti mi lusingano ma mi appaiono insoliti anche.Partiamo e dopo un'ara circa siamo in liguria ove abbiamo na piccola casetta x le vacanze ed i week end compaibilmente coi ns impegni di lavoro che spesso ci impediscono di evadere un po' dalla solita routine.Lucy ci aiuta coi bagagli e coi cagnolini.Ci accomdiamo in casa nel piccolo salottino,io preparo gli aperiti e Lucy mi aiuta come sempre.Fra'mi dice,ti da'noia se mi metto un po' in liberta'?Lucy me lo chiedi?dai siamo al mare non ti fare problemi,ora anche noi ci mettiamo in liberta'.Lucy va'in camera,esce dopo poco,maglietta bianca attillata,pantalocini corti e capelli legati dietro.Come sei bella Lucy le sussurro.Arrossisce un po' e intravedo dai suoi occhi una lucentezza stupenda,piono perle sul viso dolcissimo di lei.Ci cambiamo pure noi,poi ci prepariamo un frugale pranzo lggero.Parliamo di lavoro,ma anche del mare che oggi è bellissimo,calma piatta e un azzurro stupendo.Fra' poi ti aiuto io sai a rassettare la cucina poi nel pom andiamo in spiaggia?Certo Lucy le dico,ho voglia di fare un bel bagno e prendermi un po' di sole.Mauro ci osserva a volte in modo strano,pare che ci mangi con gli occhi.Verso le 15 tutti e tre andiamo nella piccola spiaggetta vicino a casa ns.Lucy si spoglia,indossa un bikini nero piuttosto succinto ma col suo fisico puo'davvero permetterselo.Fra' mi dice,mi metti tu la crema dietro?Poi lo faccio a te,ho dimenticato lo spray altrimenti facevo sola.La faccio mettere pancia sotto sulla sabbia e le spargo la crema abbronzante.Ha una pelle morbidissima,vellutata soffice come una nube nel cielo.Fra'sei delicatissima mi sussurra.Scorgo dai suoi occhi un lampo di luce e dalle labbra un sorrisino appena accennato.Ora te la metto io dai la crema.Mi giro e lei delicatamente mi mette l'abbronzante,le sue manine sono velluto,con api cerchi mi sparge la crema,si sofferma a volte vicino ai glutei,vicino al pube.Dai mi dice te la metto anche davanti se vuoi.Vabbe' ok le dico.Faccio finta di nulla ma ad ogni suo tocco mi sento vibrare.Verso le 19 torniamo a casa.Pizza stasera Fra'?^La volete?ve la preparo io mi dice Lucy.Dopo la cena ci vediamo un po' di tv.Lucy mi siede accanto,mi tiene spesso fra le sue braccia,poi nella penombra del soggiorno mi accarezza il viso,i capelli e allibita a volte la guardo.Fra' mi sussurra,sai ti debbo fare una confidenza,da tanto tempo no faccio piu'nulla sai.L'osservo i suoi occhi paiono penetrami,lucenti,neri e bellissimi paiono volermi dire tante cose che immediatamente intuisco.Non vorrei mai e pi mai rovinare un'amicizia ma anch'io ho desiderio di lei.Il profmo della sua pelle mi entra dentro,mi sento eccitata,desiderosa di lei.Lucy si fa'semre piu'ardita,ora mi accarezza i seni,entra dentro la scollatura della maglietta,mi titilla capezzoli. Lucy le sussurro,se continui poi non riesco a trattenermi sai.Scherzosamente le dico,poi peggio x te eh.Un dolce sorriso trapela dalle sue labbra.Mio marito ci osserva,incredulo ed allibito vedo.Notiamo entrambe ossevandolo meglio una eccitazione intensa da parte sua.Lucy ora ha perso ogni inibizione,Piano piano mi toglie la maglietta,mi accarezza,mi bacia dietro le orecchie accarezza i miei seni e mi sento pervadere da un desiderio intenso e indescrivibile.Ho le mutandine umide,i capezzoli paiono di marmo sotto le sue mani ed ora le sue labbra che mi succhiano e mordicchiano dolcemente i seni.Lucy le sussurro,mi fai impazzire.Lucy non proferisce sillaba,mi spoglia nuda,mi fa'sdraiare sul sofa'poi inizia ad accarezzarmi il pube,le sue dita morbidissime antrano nell'intmo,mugolo e ansimo di piacere.Lui ora lo intravedo,è nudo,il suo pene pare un dardo e il suo seme esce spontaneamente.Lucy lo osserva a volte,poi mi apre le gambe e sento la sua lingua calda,morbida e voluttosa.Succhia il mio clito,lo lambisce dolcemente poi ....non resito piu' ora,la spoglio tutta nuda e la baciop in ogni anfratto piu'recondito del suo bellssimo corpo.Ansima,geme urla di desiderio.Sento i suoi umori uscire dolcemente dal suo sesso,ne assaporo la dolcezza e in un bellissimo 69 proviamo un intenso e bellissimo orgamo.Lucy pare assatanata,ora si gira,succhia e lecca voluttosamente il membro di lui,la sua lingua rotea sul glande,a volte si insnua nel bochetto del pene poi lungo l'asta sino ai testicoli. io mi unisco a lei e le ns bocche lo fammo ansimare,urlare e ........dopo poco ci inonda entrambe di caldo e copioso sperma.
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14 years ago
iltulipanorossocp1,
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