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Una moglie innamorata. Sesto capitolo
Intimamente ce la ridevamo, ma, in realtà, ero già bagnata a sentirmi cosi desiderata: era una cosa che mi dava alla testa e mi piaceva da pazzi. Avvertii la necessità di andare in bagno; mi scappava la pipi; chiedo ad Ale se sa dove sia la toilette; mi dice: "Devi scendere le scale; sono giù!" e, così, si offre di accompagnarmi, dal momento che avvertiva il mio stesso bisogno. Mi sentivo piuttosto accaldata; una volta giunti, ognuno entra nel proprio bagno; mi siedo sul water: avevo una pipì abbondante; tocco il perizoma e lo trovo zuppo dei miei umori; è proprio così: sono molto eccitata stasera ....Mi do una ritoccata al trucco ed esco; Ale è lì che mi aspetta ed a me viene da penare: 'questo non mi molla un attimo' ....Torniamo al tavolo e mi dice: "Tra poco apriranno la sala da ballo; si inizia con il latino" ed io: "Molto bene, mi piace molto".Intanto mi perviene un messaggio da mio marito, che mi chiede come sta andando; gli rispondo che va tutto bene e che sono molto eccitata, al che lui: "Mamma mia, che troia che sei! Provocalo ancora, fagli scoppiare il cervello, a quel porco".
Finiamo la cena ed Ale mi invita a spostarci di là, ci sediamo su un divanetto; tra poco inizieranno i balli. Allorché seduta, offro alla vista di tutti, le mie cosce nude; il vestitino, di per sé già corto, da seduta è risalito di molto; arrivano subito due drink. ce li offre il padrone del locale.Ale è seduto al mio fianco; sento che mi si avvicina sempre più; io assumo un'aria da sciocchina, faccio finta di nulla; ce la ridiamo; sento che mi mette una mano sulla gamba e lo lascio fare; da quanto siamo vicini, se mi voltassi, le nostre labbra sarebbero vicinissime. Il porco è infoiato; io mi sento in uno stato d'estasi, d'euforia; ora Ale potrebbe fare qualsiasi cosa: sarei pronta a cedere; ormai mi sento su di giri, molto leggerina, sono più che allegra; quando mi trovo in questo stato, abbandono qualsiasi inibizione e non è da sottovalutare che a me questo uomo piace; mi è piaciuto sin dalla prima volta che l'ho visto ....La sua mano mi accarezza con voluttà; lascio fare, sono eccitata; in pista c'è già un po' di gente; lui mi dice:"Dai, andiamo a ballare". Ci alziamo e, tenendomi per mano, lo seguo; al sentir la sua mano poggiata poco sopra il culo, mi sto eccitando ulteriormente; quando siamo di fronte, non posso non avvertire la vigoria del suo cazzo; avverto il rigonfiamento sulla mia gamba; mentre siamo abbracciati, lui mi dice:"Hai sentito che effetto mi fai?" ed io faccio ancora l'ingenua, dicendogli: "Di cosa parli?" seguito da un occhiolino."Dalla prima volta che ti ho vista, mi hai fatto impazzire, Daniela". Al che gli rispondo: "Sta buono, sai bene che ho un marito, che amo". Ora hanno cambiato musica e stiamo ballando un lento; sono appoggiata alla sua spalla, sento il suo respiro: è eccitato al massimo, mentre continua a parlarmi. A stretto contatto, come siamo, non è per niente facile resistere e non fare nulla; così, per toglierci da quella situazione, gli dico: "Andiamo a bere qualcosa?".Ci sediamo sul divanetto, ma credo di aver fatto un errore; son già abbastanza brilla ed ora quest'altro drink, mi darà il colpo di grazia: perderò ogni ritegno; intanto lui continua a strofinarmi la gamba con la mano, mi tocca, e quel movimento mi fa vibrare. Intanto il cameriere è arrivato con i drinks; ad un certo punto vengo tirata verso di lui; con la mano mi sposta i capelli e cerca il mio collo, l'orecchio, dio che brividi, tento una blanda resistenza, ma lui mi tira a sé, ormai è partito, mi dice:"Dai che piace anche a te: lasciati andare!"Mi bacia sul collo, cerca le mie labbra, ma io mi ritraggo, dicendogli:"Smettila che ci vedono; sanno che sono sposata e non farei una bella figura"."E' chiaro che ti piace; vorresti un posto più riservato?"Non rispondo: cerco di far la preziosa; intanto la sua mano è quasi arrivata al perizoma; dio, sono un lago; gli sposto la mano e gli dico: "Vado alla toilette". Subito lui mi dice: "Ti accompagno, andiamo" Ci alziamo e lo seguo, mi tiene per mano, perché c'è parecchia gente e poi non mi sento molto sicura a far le scale; mi gira un po' la testa; arrivati giù, mi chiudo dentro; lui mi aspetta fuori; sono sul water a far la pipi e intanto aggiorno mio marito con un messaggio; gli dico di come Ale sia partito. Mio marito era a casa con il telefono in mano ad aspettare mie notizie e mi dice:"Lascialo fare, sono certo che anche tu lo desideri con tutta te stessa; troia, fatti toccare la fica, così sente come sei calda e pronta; poi, venite a casa, così ti scopa come meriti, zoccola".Esco dal bagno, lui è lì che mi aspetta, si avvicina e mi stringe a sé; vuole la mia bocca, io indietreggio, sono spalle al muro, non ho più scampo; le sue mani sono sul mio culo, mi bacia il collo, cerca di proseguire tra la scollatura del seno; sono davvero in delirio, in questa situazione; cerca le mie labbra e stavolta lo voglio anche io: mi ha messo la lingua in bocca, dio come stiamo limonando.Siamo qui in questo corridoio, potrebbe vederci qualcuno, sono costretta a fermarlo: è proprio infoiato.Ale mi dice: "Ora chiedo al mio amico se ha qualche posto più riservato qui per noi" al che gli rispondo: "No, assolutamente no, non chieder nulla; che penserà di me? No, andiamo via; è meglio che mi porti a casa; mio marito non c'è, è fuori".Passiamo a salutare l'amico e quello mi guarda come un allupato; avrà capito che andavamo via per scopare; sono molto amici loro due; sono eccitatissima, ormai sono pronta a godermi questa avventura. Recuperiamo le giacche e via a prender l'auto; siamo abbracciati come due innamorati; una volta in auto, ma ancora nel parcheggio, lui mi tira a sé per baciarmi; giochiamo un po' con le lingue; mi abbandono, lui mi ha sbottonato la giacca, vuole le mie tette; mi sta abbassando il vestito, ho le tette di fuori, dio mio, mi sta ciucciando i capezzoli: è fantastico!Con una mano, cerco di aprirgli la cerniera; voglio afferrare il suo cazzo: ormai ho perso la ragione.Lui sente che sto cercando di aprirgli la cerniera e mi viene in aiuto. Con voce roca mi dice: "Brava, prendilo in mano; senti come è duro? E' così per te: ti desidero alla follia". Tenevo il suo cazzo in mano, mentre mi leccava le tette; era durissimo e più grosso di quello di mio marito.... Ormai sono in uno stato di eccitazione sconvolgente; mi ha messo la mano dentro il perizoma, mi sta toccando la figa; sto per venire; stringo le cosce, ma lui accelera, mi sgrilletta, vuole che gli venga sulle dita.Allora lo sollecito: "Ti prego, andiamo a casa mia, metti in moto, ti prego". Ormai volevo ciucciare quel cazzo, oltre che desiderarlo ardentemente dentro la figa; tutto questo, a maggior ragione, perché sapevo che mio marito ci avrebbe spiati;riesco a farlo smettere, mette in moto e partiamo. Ho il suo cazzo in mano mentre sta guidando e con la mente penso a mio marito quando ci vedrà: hhumm, che goduria!Dopo circa quindici minuti, arriviamo a casa, una villetta a schiera, sono le due e sembra non esserci nessuno che possa vederci entrare; ho l'adrenalina a 1000; è la prima volta che mi trovo in questa situazione, mi batte forte il cuore; scendiamo e, con fare veloce, apro il cancelletto ed entriamo; lui mi segue come un cagnolino........Una volta dentro, non mi dà il tempo di togliermi la giacca e mi ritrovo contro la parete; mi mette la lingua in bocca e con la mano mi tocca la figa: io inizio a gemere, ormai son pronta ad esser sua; è proprio indiavolato, mi abbassa il perizoma e lì, in piedi, mi lecca la figa; la sua lingua mi fa impazzire, mi tremano le gambe, mi trascina vicino al tavolo della cucina e in un secondo mi toglie la giacca, mi sfila il vestitino; mi fa mettere con la schiena sul tavolo, a gambe aperte per leccarmela; lecca e mi sditalina, oddio quanto sto godendo; una sensazione strana, mai provata prima; sto venendo come una fontana: è la prima volta che un uomo mi fa squirtare; mi dà piccoli schiaffetti sulla fica: è bellissimo; mi fa mettere in ginocchio, si slaccia i pantaloni e me lo mette in bocca; lo sto leccando e succhiando come un'ossessa; lui è al settimo cielo e mi incita dicendo che sono davvero molto brava a succhiare il cazzo.Do il meglio di me, voglio farlo impazzire, ma non solo lui: c'è anche mio marito che di sicuro mi starà spiando, non so di preciso dove sia, ma di sicuro mi starà guardando. Ale si stacca, va verso la giacca e prende un preservativo; mi fa mettere a pecora sul divano, lo struscia un pochino sul clitoride: dio, sto impazzendo, lo esorto a mettermelo in figa, lo voglio, lo voglio dentro, non resisto più. Voglio farmi chiavare alla grande. La mia figa è ridotta ad un lago per quanto è bagnata; appena me lo appoggia, mi scivola subito tutto dentro; se ne esce e fa lo stesso per un paio di volte; poi me lo rimette ed inizia a scoparmi piano; mi spinge con il viso sul cuscino del divano e mi tiene le braccia sulla schiena con un braccio, mentre con l'altra mano mi dà qualche sculacciata: capisco che ha un'indole dominante. Accelera il ritmo man mano, fino a stantuffarmi quasi con violenza; io sono in preda ad un nuovo orgasmo e lo esorto: "Dai, chiavami ancora, così: CHIAVAMI!" e lui mi risponde: "Ti piace, mia bella porcellona? E' dalla prima volta che ti ho vista, che sogno di fotterti così; le donne sposate mi fanno andare il sangue al cervello, girati che, mentre ti scopo, voglio guardarti negli occhi".Mi prende a cosce aperte; mentre mi scopa ho le gambe appoggiate al suo petto: "Dimmelo quanto ti piace il mio cazzo, dai: è così che ti scopa tuo marito? Pensa se ti vedesse ora, con il mio cazzo dentro, qui in casa sua, mentre ti fai scopare da me". Le sue parole sono come benzina sul fuoco: ero devastata, mi ha fatto perdere la ragione ed intanto non smette con quel suo fraseggio: "Cosa direbbe della sua mogliettina? Penserà che ha una troietta per moglie, perché alla sua prima uscita da sola, apre le cosce e non finisce più a farsi chiavare?"Ero veramente allo stremo, lo sento grugnire ed accelerare il ritmo; quando se ne è uscito, il preservativo era pieno di sborra. Io sono scappata in bagno e, con la coda dell'occhio, intravedo mio marito dietro il tendone del salone; da lì deve aver proprio visto tutto; in bagno mi do una sistemata e torno di là. Ale è bello spaparanzato sul divano che mi aspetta; io voglio fare ancora un po' la preziosa e dico: "Dio santo, che cazzo ho fatto? Ora mi sento una merda, come farò, da domani in poi, a guardare mio marito negli occhi?" Faccio finta di piagnucolare: "Che cosa mi è preso? Io amo tantissimo mio marito....Non dovevo". Lui mi fa sedere accanto a sé: "E' stato un momento di debolezza, credimi, può capitare, dopo tanti anni di vita insieme. Adesso ti sembra una cosa sporca, brutta, ma credo che devi ripensarci con calma; devi riflettere un po' a come siamo stati bene insieme". Io volevo che se ne andasse, volevo correre tra le braccia di mio marito e far l'amore con lui; così gli dico: "Scusami, ma vorrei restar sola" al che lui mi dice: "Capisco" e, mal volentieri, inizia a rivestirsi .....
Gli do un bacio sulla guancia e gli dico: "Scusami" e lo accompagno alla porta....Nel sentire che Ale è andato via, mio marito viene fuori da quello che aveva utilizzato come suo nascondiglio, il tendone del salone; mi viene incontro e mi bacia in bocca con una passione mai provata prima. Poi mi dice:"Ti amo, amor mio, hai recitato in maniera da far impallidire d'invidia le migliori attrici porno. Sei stata davvero fantastica" e mi mette la mano tra le cosce, vuole toccarmi la figa, ed aggiunge: "Con questo, è già il secondo cazzo che ti scopa in pochi giorni, dopo oltre venti anni che viviamo insieme. Voglio che ci divertiamo sempre così; questo tipo di trasgressione mi manda in orbita" dice mio marito, trasmettendomi un'eccitazione pazzesca; non mi rimane che mettermi in ginocchio e succhiare il suo cazzo: ora ho voglia di far la troia per mio marito.Gli succhio il cazzo, facendomelo arrivare in gola; poi, sputo sulla cappella, rinnovando, nella mia psiche, i momenti della scopata appena fatta con Ale. Mio marito insiste a rivolgersi a me con un linguaggio osceno, me ne dice di tutti i colori; è un toro inferocito; mi fa alzare e mi mette a pecora; sono certa che intende chiavarmi la figa, ma mi sbaglio. Mi sento sputare sul buco del culo, punta il cazzo sebbene non fossi ancora pronta; a lui non importa: me lo spinge dentro fin in fondo, gli dico che mi fa male, ma lui dice mi rimbrotta: "Sta zitta, puttana, cerca di abituarti a ricevere cazzi sempre più grossi in questo tuo culo; vedrai...! Mario, quanto prima, ci inviterà ad una sua festa e lì, mi ha già detto, che ci saranno molti ragazzi giovani, cui vuole donarti". Vengo urlando, ho schizzato tutto il divano; intanto anche lui sborra, gridando che sono una troia.Non ho più forze, sono stremata; mi tolgo i tacchi e mi lascio cadere sul divano con il culo pieno di sborra. Mio marito è andato in bagno e la mattina successiva mi dirà che, nel tornare dal bagno, russavo....Il giorno seguente è venerdì e, dopo tutti gli eccessi del giorno prima, ritorniamo ai nostri impegni quotidiani sebbene a fatica: mio marito al lavoro ed io in studio; avevo molto lavoro arretrato; ora sono in pausa pranzo, quando mi perviene un messaggio da un numero a me sconosciuto; visualizzo e resto basita: non ci potevo credere, era Mario, rimango un attimo così !!!! e mi dico 'noooo'; quello stupido di mio marito gli aveva dato il mio numero di recapito?Lui si accorge che ho visualizzato e mi scrive: "Che fai?" Gli rispondo: "Sono a pranzo". "Posso chiamarti per un saluto?" ed io: "Meglio più tardi, ora sono con delle persone a tavola" Ho addotto una scusa, preferivo mi chiamasse quando sarei stata da sola in ufficio.Un pochino infastidita, chiamo mio marito; lui, nel rispondere, aveva già capito il motivo della mia chiamata.Mi informa che Mario, già da diversi giorni, gli stava chiedendo un mio contatto, che lui non lo faceva, prendendo tempo, ma, stamattina, non se l'è più sentita di negarglielo; anche perché mio marito si sente un po' in soggezione nei confronti di Mario, perché oltre ad esser più grande di età, il suo modo di proporsi proprio non riesce a dirgli di no. E' un uomo molto sicuro di sé, dominante e, quindi, mio marito, alla presenza di Mario, non riesce più ad avere il pieno controllo su di me: Mario vince sempre. "Vabbè, dai ti perdono per stavolta, amore" e chiudiamo la comunicazione.Arrivo in studio combattuta tra sentimenti discordanti: eccitazione e arrabbiatura, però, con il risultato, non sottovalutabile di trovarmi bagnata; avverto l'istinto di chiamare Mario per salutarlo.....Mi batte forte il cuore, sono in chiamata, mi risponde, soliti convenevoli; sono molto tesa, mi riesce strano parlare con lui così come sto facendo; mi dice: "Ho dovuto insistere un po' con il cornuto di tuo marito, per avere il tuo numero, ma, alla fine, si è deciso; volevo invitarvi per sabato ad una festicciola, dove ci sarà tanta bella gente; si terrà in una villa molto bella di uno dei miei amici". Io rimango un po' tentennante, così gli chiedo: "Ma che gente c'è?" e lui: "Coppie, ragazzi singoli, vedrai, sarà una bella esperienza; si ballerà, c'è un apericena, insomma ci si divertirà; fidati di me".Al che gli chiedo: "L'hai detto a mio marito?" e lui: "No, volevo prima parlarne con te; sarai tu a dirglielo stasera, quando sarete a casa, così domani mi chiami e mi riferisci cosa avete deciso. Sappi che mi hai stregato, Daniela; sei una donna fantastica! Ora però ti lascio, ti chiamo domani, mia gran bella Gnocca".Sono seduta alla mia scrivania in attesa della chiamata di Mario; non nascondo di esser parecchio eccitata alla proposta di questa nuova avventura; eccolo, mi sta chiamando, ho il telefono in mano, ma lascio squillare un pò; rispondo, ci salutiamo e mi dice che era in un cantiere a far dei rilievi con il suo amico e collaboratore, colui che non è altri che il padrone della villa dove si terrà la festa. Io gli dico: "Quindi è proprio una persona molto vicina a te, dal momento che ci lavori assieme?" e lui: "Sì, ci conosciamo da trent'anni, ormai, e puoi immaginare quante belle avventure abbiamo vissuto assieme; ma ti racconterò con calma queste cose; piuttosto, dimmi, hai parlato con il cornuto?"Nel sentire come ha definito mio marito, ho avuto un brivido che mi ha scosso tutta e così gli rispondo:"Sì, ieri sera, gli ho riferito del tuo invito e posso anche dirti che ci saremo". "Brava, mia bella gnoccolona"! Io, ridendo, gli chiedo: "E' questo il nomignolo che mi hai appioppato ora?" e lui: "Pensa, è così che ti ho memorizzata sul telefono "Bella gnoccolona mia". "Sei tremendo!" Non mi sfugge che sta assumendo un'aria da serio e mi chiede: "Dove sei?" ed io: "In studio, al lavoro" "Ah, sì, e sei sola?" "Sì, son sola" "Bene bene, allora adesso vai in bagno oppure resta pure lì e ti fai dei selfy in intimo: voglio vedere come ti sei preparata, oggi, troia"....Ed io: "No, dai, ho molto da fare" "Non mi interessa, trova il tempo e fatti vedere; questo sarà un segreto tra noi, non diremo nulla a quel cornuto di tuo marito; per la festa mancano tanti giorni ancora, ed io, nel frattempo, voglio almeno vederti".Mi saluta, dicendo: "Attendo buone nuove, bella gnoccolona".Cavoli questo è proprio matto; dovrei mandargli delle foto in intimo?Ma, in fin dei conti, questa cosa mi eccita non poco: mostrarmi a lui? Non l'ho mai fatto per nessuno prima d ora; vado a dare due giri di chiave alla porta dello studio per star tranquilla e rilassata; decido che non volevo deluderlo; quindi inizio a togliermi la camicia, via la gonna, resto in autoreggenti, perizoma e reggiseno; tacchi decolleté neri, tacco 10, niente di eccessivo e mi siedo sul divano. Mi sento in un misto di eccitazione ed ansia; sono qui a mostrami a Mario, che, in fin dei conti, ancora non sapevamo quanto riuscisse a gestire una certa discrezione; scatto varie foto, nascondendo parte del viso: almeno quello andava tutelato......Ne invio un paio da sdraiata sul divano; lui è già online, visualizza e mi dice: "Ottimo, brava, troia; fa vedere di più: via reggiseno e perizoma, fatti vedere in tutta la tua femminilità"....Ero molto eccitata, avevo la mano dentro le mutandine e mi toccavo; decido di lasciarmi andare, così mi tolgo il reggiseno e poi via anche le mutandine; ora sono nuda, mi tocco ancora ed inizio a fare alcune foto; le invio, stavo perdendo ogni inibizione: mi sentivo una perfetta troia agli ordini di Mario.Mi chiama e mi dice: "Brava, troia, scommetto che sei bagnata: peccato che siamo un po' lontani, altrimenti sarei venuto a leccartela tutta quella figa, per poi scoparti li in studio; così, stasera, a casa, avresti potuto raccontare a tuo marito della mia incursione".Mi esorta a toccarmi ancora, dicendomi tante porcate, tipo ciò che vorrebbe fare con me, che ci penserà lui a svezzarmi come si deve, perché intuisce in me una donna molto libidinosa e calda, che deve farle scoprire ancora un mondo nascosto.Mi sto facendo un ditalino, mi sento in balia di questo uomo; ho perso la ragione, ci vediamo in video, lui mi sta guardando ed io eseguo tutte le sue richieste; vengo, ho un orgasmo potentissimo, che schizzo sul divano; lui mi dice:"Brava, questo giochino lo faremo tutti i giorni, troia, perché una troia come te va stimolata di continuo. Ora ti lascio, a domani, gnoccolona".Rimango lì sul divano nuda, riguardo il video che avevo fatto prima della videochiamata e le foto; riconosco d'esser molto sexy e troia; mi piaccio proprio tanto; mando qualche foto anche a mio marito; mi sentivo ancora parecchio su di giri.Avevo pensato: appena le vede, mi raggiungerà qui in studio: avevo proprio voglia di scopare.Invece, nulla; rimango sul divano ad aspettare, ma lui non visualizza; lo chiamo e ancora nulla; mi dico: sarà impegnato; possibile che quando serve, non c'è mai? Un pochino adirata, mi rivesto e ritorno a lavorare, almeno frappongo qualcosa a questa dannata voglia di cazzo che ho.Finita la giornata, rientro a casa; ho voglia di una doccia, cosi mi spoglio e mi infilo in doccia; avevo bisogno di rilassarmi, mi sentivo troppo eccitata dal gioco fatto con Mario; in relazione a questo nostro segreto, avvertivo un po' di colpa nei confronti di mio marito, però questa cosa mi intrigava davvero molto, così decido di non dirgli nulla e, anzi, non gli manderò più nessuna foto. Questo gioco lo praticherò solo con Mario. Mio marito rientra mentre sto preparando la cena; mi viene vicino e mi bacia in bocca con traporto; poi mi dice:"Scusa, ma oggi è stata una giornataccia; ho visto la tua foto e la chiamata di poco fa". Io gli rispondo con aria un po' infastidita: "Ok, ora va a farti la doccia, che dopo dovrai farti perdonare".Se ne va in bagno, dandomi una pacca sul culo; mi sentivo un po' stronza; mi ero offesa per non aver visto subito la mia foto, mentre Mario è stato capace, a distanza, a fami eccitare e farmi fare cose che non avevo mai fatto. Mi convinco sempre di più che Mario è proprio la persona di cui ho bisogno; dopo anni di letargo, ora sto scoprendo la lussuria che alberga in me: voglio divertirmi.Finiamo di cenare, mi alzo e dico a mio marito: "Pensa tu a sparecchiare: io vado un attimo in bagno"....Vado a prepararmi provocante: avrei voluto che mi prendesse lì sul tavolo, come un animale; ritorno con indosso le autoreggenti ed un micro perizoma, tacchi, quelli che mi aveva comprato lui da lap-dance.Sono eccitatissima, ho le tette di fuori ed i capezzoli sembrano due chiodi; appena mi vede, mi tira a sé e mi bacia in bocca; ha le mani sul mio culo ed io sono talmente eccitata che gli dico:"Non riesco a non pensare alla festa"; "Brava, amor mio, fai bene a pensarci; di sicuro Mario, il tuo amante, ti offrirà ai suoi amici e ono certo che è per quello che sei cosi vogliosa. Anche, oggi, mentre eri allo studio, pensavi a come ti avrebbero trattata, dimmi la verità, troia; hai di nuovo parlato con Mario: quell'uomo ti fa sballare dall'eccitazione, vero, puttana?"Gli rispondo: "Si, mi fa bagnare molto, quando gli parlo al telefono"."Troia, lo immaginavo; quell'uomo ormai ti è entrato nel cervello, oltre che nella fica". Ed io:"Sììì, mi fa diventar pazza, quell'uomo".Intanto mio marito mi mette a pecora, mi vuole, prende a leccarmi la fica ed arriva fino al buco del culo."Dai, continua così: mi fai impazzire, continua ti prego".Quella lingua, che parte dalla fica fino a raggiungere il buco del culo, si sofferma e lecca divinamente i miei buchetti.Allora gli dico: "Ti piace il mio culo, cornuto?"Era la prima volta che lo definivo così.....Lui, a sentirsi dare del "cornuto", va fuori di testa; mi ha detto:"Ebbene, ora vedrai come il cornuto te lo sfonda questo culo, zoccola che non sei altro. Eccolo, lo senti? "Ed io: "Sìììì, ma fa piano" Per vero non mi fregava nulla del dolore che poteva procurarmi; mi ha affondato tutto il cazzo nel culo, con un colpo secco. Io urlavo, ma lui: "Troia, magari avresti voluto quello di Mario; il mio è piccolo per il tuo culo da vacca".Mi pompava come un forsennato, sembrava un toro infuriato ed io urlavo che stavo godendo tantissimo; avrei voluto non si fermasse più, ma ormai il cornuto era arrivato al culmine e dice: "Eccomi, troia; ti sborro nel culo e te lo riempio, zoccola".Quando ritorno dal bagno, mio marito mi sta aspettando seduto sul divano; mi sistemo con la schiena contro il suo petto: è la nostra posizione per abbandonarci alle coccole e parlare.....Lui mi dice: "Amore, sei diventata un vulcano; hai sempre la figa bagnata, sei calda e vogliosa, e per queto ti amo sempre di più". Al che gli rispondo: "Mi hai voluto iniziare a questo gioco e puoi constatare quanto ci manda in orbita; ma, ricordati, io sarò sempre tua" e lui: "sì, lo so, amore".Poi aggiungo: "Sai, sono molto eccitata alla prospettiva di questa festa che si avvicina sempre più... non dovrai mai allontanarti troppo da me".....I giorni trascorrono con dialoghi sempre più spinti tra me e Mario; io mi esibisco in cam per lui, perché mi eccita tantissimo questo nostro gioco segreto; ma ora si fa sul serio: è arrivato il sabato tanto atteso.....E' sabato mattina ed io mi devo preparare: devo andare dall'estetista e dalla parrucchiera; voglio apparire "super gnocca" stasera, alla festa! Esco per andare a farmi bella; mi fermo in un bar a far colazione; sono molto agitata, penso a stasera, alla serata che mi aspetta, a come sarà; Mario si è già fatto sentire con il suo buongiorno; questa settimana abbiamo chattato e videochiamato a lungo; ormai ci sentiamo quasi tutti i giorni ed ogni giorno riesce a farmi godere.
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6 days ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Una moglie innamorata. Quinto capitolo
Io eseguo: voglio ancora il suo cazzo dentro; me lo infila tutto, sono un lago, inizia a sbattermi, sento le sue palle che sbattono sulla figa; mio marito ci guarda, è troppo eccitato; Mario mi sta scopando divinamente, mi tiene per la coda dei capelli; ha il cazzo durissimo, è un uomo deciso e, pian piano, noto che sta emergendo il suo caratterino da dominante; mi dà degli schiaffetti sulle chiappe, mi piace, sii; ad un certo punto mi dice: "Troia dove vuoi la sborra?" Io non rispondo, perché assurdamente presa dal godere; lui esce da me, si toglie il preservativo, mi prende ancora per i capelli e me lo mette in bocca; lo succhio, ma sento una quantità pazzesca di sborra che mi riempie la bocca; era proprio pieno il porco...Nonostante abbia sborrato, ha ancora il cazzo durissimo; mio marito si avvicina, mi allarga le cosce e me lo sbatte nella figa; ora tocca a lui godere, sembra un toro inferocito. Mi sbatte fortissimo e sborra dentro la mia figa. Rimane dentro e mi bacia in bocca con molta passione; mi dice: "Ti amo, sei stupenda"!Intanto Mario va in bagno e mio marito mi chiede:"Ti è piaciuto Mario? Ci sa fare, eh? Ti ho visto e sentito godere tanto". Ed io: "Sì, è stata un'esperienza davvero più che eccitante".Frattanto Mario ritorna e, stavolta, sono io a correre in bagno per darmi una rinfrescata. Al mio rientro, li trovo seduti sul divano; hanno lasciato lo spazio libero per me al centro ed hanno riempito tre calici di bollicine.Mario dice: "Eccola, la nostra porcellina, vieni qui: sentivamo già la tua mancanza".Per come sono seduti, vedo il cazzo di Mario già duro, mentre quello di mio marito non lo è ancora; mi danno il bicchiere e beviamo.Mario mi tira a sé; è di nuovo infoiato; mi bacia sul collo, guardo mio marito quasi a dire: "Questo mi vuole ancora... che faccio?" Mio marito mi mette le mani sulla coscia, mi tocca. Mario, eccitato come un toro, mi dice:"Senti come questo mio cazzo è già duro per te? Voglio scoparti ancora, troietta; è vero che ti piace il mio cazzo? Su, dillo a tuo marito"!"Sì, mi piace tanto il tuo cazzo; sì, è vero, amore, ha un bel cazzo ed io sono una brava troietta a godermelo".Intanto lo sto segando, è proprio duro; sono sul divano, mi giro con il culo verso mio marito ed inizio a ciucciare il cazzo a Mario, che sta diventando sempre più dominante: ora mi impone ordini.Mi tiene la testa bloccata sul cazzo, fino a farmi insorgere conati di vomito; mio marito mi sta leccando la figa e, risalendo con la lingua, mi lecca il buco del culo; ad un certo punto Mario mi intima: "Dai, siediti sul mio cazzo e cavalcalo!"Mio marito mi passa un preservativo, che infilo subito su quel cazzone così rigido.Gli salgo sopra, me lo punto in figa e mi ci impalo; è grosso, mi sta allargando tutta la figa e lui: "Sì, brava troia, cavalca il mio cazzo, dai, brava, così"Mi palpava le natiche, mi allargava le chiappe, mi eccitava tutta con quelle mani cosi rudi; mio marito, di fianco a noi, mi carezzava le tette; credevo che Mario fosse soddisfatto per come gli stavo dando la figa, ma, ad un certo punto, mi dice:"Lo sai che tuo marito mi ha riferito che ti piace anche il cazzo nel culo? Che ne godi alla grande?"Ero fuori di me, stavo godendo troppo, quel suo modo di parlarmi, mi eccitava alla follia; intanto mio marito era in piedi, sul divano, che mi dava il suo cazzo in bocca; mi sentivo per davvero una troia.Mario ormai era il regista indiscusso di come dovevo farmi chiavare e noi seguivamo i suoi ordini; mio marito non aveva più il controllo della situazione; era passato un po' in secondo piano. Mario ormai freme vuole mettermelo nel culo.Mi fa alzare e mettere a pecora sul tappeto; con un dito raccoglie umori dalla figa e li cosparge sul buco del culo, infilandoci un dito dentro. Mio marito si sta posizionando davanti alla mia bocca; d'un tratto Mario mi sputa sul buco del culo ed inizia a puntare il cazzo: "ohohoo, è grosso, mi fa male"!"Zitta, troia, farò piano; modestamente sono un esperto a rompere culi di troie come te; stai tranquilla, ciuccia il cazzo a tuo marito, è a lui che devi pensare ora!"Sentivo il cazzo di Mario farsi strada pian piano nel mio culo, avvertendolo davvero grosso, mentre mio marito non faceva altro che incitarmi:"Brava, troia, fatti rompere il culo da Mario! È quasi tutto dentro ormai, vedrai come ti farà godere";"Sì, glielo sto allargando per bene il culo a tua moglie; vieni a vedere, è tutto dentro ormai; perché non ti sistemi sotto di lei e glielo metti in figa? Cosi le facciamo provare la doppia".Mio marito subito esegue. Mario inizia a scoparmi piano, mi sembra di impazzire; inizia a piacermi come si sta muovendo: mi eccita tanto. Ora mio marito è pronto a mettermelo nella fica: "Sì, cazzo, sto impazzendo; non mi son mai sentita così piena!" Riesco a dire ancora: "Sì, così...." e Mario accelera, inizia a pomparmi forte, lo fa quasi uscire tutto e rientra, schiaffeggiandomi le chiappe; ormai è partito, mi dà della troia ed aggiunge che, quando andremo ad una sua festa, mi farà chiavare da tutti i suoi amici; dice: "Sì, che troia è questa tua moglie".Intanto mi sta pompando nel culo sempre più forte; ora sento solo piacere, vorrei non smettesse più; mio marito ormai non resiste e mi sborra dentro, urlando che sono una zoccola e Mario, invece, continua: ha capito che ormai la strada è fatta e questo mi fa godere di brutto....Mio marito si ritira e va in bagno, mentre Mario mi incula sempre più forte; non dà segni di cedimento; io godo, ho perso il controllo, sono in completa balia di quel cazzo che mi fa impazzire.Lo sento grugnire, non ce la fa più, sta sborrando il porco, mi si accascia sulla schiena e me la bacia dicendo:"Sei fantastica, che donna!" Mio marito è seduto sulla poltroncina che ci guarda, felice!Mario va in bagno ed io resto lì, sul divano; mio marito si avvicina e mi guarda il buco del culo, che è rimasto ben aperto e mi dice:"Cazzo, Mario te l'ha proprio rotto questo bel culo". Io sono ancora eccitata e gli dico: "Sì, mi ha inculato di brutto ed era quello che volevo; dimmi. non lo volevi anche tu? Mario è proprio un bel toro, ci sa fare, avevi ragione, amore, a dire di provarci; poi mi racconterai cosa vi siete detti durante la settimana, quando vi siete sentiti tutti i giorni; prima hai sentito che diceva di quelle sue feste private, dei suoi amici?" Intanto Mario ritorna e chiudiamo il discorso.A mia volta vado in bagno, sono quasi le tre del mattino; voglio fare una doccia, sono veramente stanca e li lascio lì a parlare, annunciando: "Ciao e buona notte, maialini". Me ne vado in camera.A letto non riesco a non pensare, anche solo per un attimo, a come sono stata posseduta da Mario; continuo a toccarmi il culetto e noto che è così aperto che mi entrano tranquillamente due dita; mio marito è ancora di là con Mario, mentre io mi sento estremamente felice, anche se molto stanca.Mario si sarebbe fermato a dormire nell'altra camera e, al mattino presto, mio marito lo avrebbe accompagnato alla sua auto... Non nascondo che mi sarei aspettata che mi raggiungesse mio marito, per scambiarci delle coccole, del resto ero nel letto nuda, pensavo sarebbe arrivato subito, ma, niente, quindi mi son abbandonata tra le braccia di Morfeo.Dalla luce che filtrava dalla finestra, mi son accorta che era spuntata l'alba; ero ancora troppo stanca; mi sentivo stordita, ero girata di fianco nel letto, quando mi sento premere il corpo da dietro. Credendo fosse mio marito, ricambiavo quelle spinte; puntavo il culo sulle sue gambe, mi contorcevo; lui mi baciava la schiena ed era una sensazione piacevolissima; gli dicevo: "Mi piace così, amore, continua" Con le mani mi toccava il culo, fino ad arrivare alla fica; mi infila un dito dentro ed io ero già bagnata, quindi gli dico: "Così, ancora, mi piace..."Mi contorcevo come una gatta in calore, avevo gli occhi chiusi, volevo godermi mio marito; fino a che sento che strofina la cappella tra figa e culo: vuole mettermelo dentro, allora allungo la mano per guidarlo e sento dire:"Ora ti do il buongiorno, troia...." Mi son staccata di soprassalto e:"Cazzo, tu che ci fai qui nel mio letto? Credevo fosse mio marito!""Invece tuo marito ha mandato me per darti il buongiorno; non sei contenta? Fino a poco fa eri eccitata; stai tranquilla, tuo marito ci spia dalla porta". La cosa mi ha subito mandato in tilt e gli rispondo:"Siete entrambi due porci da manuale"; intanto lui mi prende, mi tira a sé, mi bacia il collo e non mi fa capir più nulla.Gli dico: "Mettiti il preservativo, dai..., lo voglio dentro il tuo cazzone". Avevo perso la ragione, ormai parlavo come una delle più esperte "zoccole" e lui: "Sì, ti accontento subito, troietta; ti piace il mio cazzo vero, maiala? Fa vedere a tuo marito come ti faccio godere"!Mi mette a pecora, girata verso la porta; volevo vedere mio marito che stava lì a guardare; Mario intanto si posiziona, punta il cazzo. La mia figa è un lago; lo sento entrare tutto: ' mi piace proprio sto cazzone '."mhmm, sì, bravo, così, tutto, fammelo sentire tutto"."Sì, brava troia, è così che voglio sentirti godere; dì a tuo marito che il mio cazzo ti fa impazzire, che non ne puoi più far a meno; dai".Mario era proprio fuori di sé e mi scopava come un toro; aveva capito che ormai ero sua...E vedere mio marito che ci guardava da dietro la porta, con il cazzo duro in mano a toccarselo, mi ha fatto venire in modo osceno, non avevo mai goduto ed urlato così tanto; Mario mi dice: "Troia, ti piace che tuo marito ti guarda mentre ti sbatto?" Ero veramente al limite, mi stava scopando da mezz'ora ed io non facevo altro che dirgli ancora, ancora, scopami più forte; lui, ormai al limite, esce dalla mia figa e me lo mette subito in bocca, per darmi tutta la sua sborra appena prodotta. E' stato il buongiorno più eccitante che avessi mai provato nella mia vita.Mi metto la vestaglia e vado di là da mio marito ad abbracciarlo; con la bocca ancora sporca di sborra, lo bacio in bocca e gli dico: "Ti amo, amor mio: è stato tutto fantastico.."Intanto Mario era in bagno; allora dico a mio marito: "Ora faccio il caffè; dopo di che lo accompagni alla sua macchina; ho voglia di far l'amore con te e dirti che son solo tua..."..Dopo questa nostra prima avventura con Mario, noi, come coppia, siamo diventati come fuoco e benzina: scopiamo di brutto, rivivendo l'incontro con Mario. Ma io voglio capire qualcosa in più, perché, durante la serata con Mario, ho visto mio marito prendere sempre ordini da Mario; cosi provo a fargli un po' di domande, mentre siamo rilassati sul divano, dopo aver cenato.Mio marito dice che, durante la settimana, prima dell'incontro, hanno avuto diverse conversazioni telefoniche e, siccome Mario ha capito che siamo una coppia che si è appena affacciata in questo mondo, ha voluto puntualizzare il suo ruolo all'interno della coppia. E' da tanti anni che Mario gioca con coppie; mi dice che, all'interno nella coppia, si ritiene il Bull di turno e vuole che i rispettivi mariti stiano al suo gioco, assecondando ogni sua azione tesa a concupire le loro mogli. Ha voluto precisare che ci sono diversi mariti, di indole Cuckold, che non scopano più le mogli e, perciò le accompagnano dai loro Bull, restando solo a guardare; a volte succede anche che lui li umilia, perché quelli si fanno le seghe, mentre lui chiava alla grande le loro mogli.Io rimango parecchio basita da queste rivelazioni, ma, nello stesso tempo, provo molta eccitazione su quanto mi sta raccontando, e, intanto prosegue:"A Mario piaci davvero tanto; lo si vede da quanta passione ci mette nel baciarti, da come ti scopa e poi, ammettilo, ci sa fare veramente con le donne"."Sì, anche a me è piaciuto tanto come mi ha preso: a te farebbe piacere se lo rivedessimo?""Beh, sì, credo che, con lui, avremmo molto da scoprire sul libertinaggio...."E' un pomeriggio, sono al lavoro, quando mi arriva una chiamata da mio marito; mi dice:"Poco fa ho visto Ale e mi ha chiesto se giovedì sera andiamo a cena al locale nuovo del suo amico; lo aveva già chiesto anche a te"."Ah sì, certo, ok; ma tu? Intendi ancora mettere in atto la farsa di cui mi avevi parlato, porco?""Sì, certo, mi intriga un sacco questo gioco". Allora aggiungo: "Ok, ti farò spiare ed avrai modo di gustarti scene porno degne di una esperta attrice, porco; puoi dirgli che va bene per giovedì sera..."Chiusa la telefonata con mio marito, ero smisuratamente eccitata; ero ancora seduta alla scrivania e non riuscivo a non pensare alla nuova avventura che mi sarei goduta con Ale; mi tiro su la gonna e mi tocco la figa; sono bagnata, mi sto sgrillettando, ho proprio voglia di cazzo.Mentre lo faccio, mi salta in mente di inviare un messaggio vocale ad Ale, solo un saluto... tanto sapevo che, appena visto il mio vocale, mi avrebbe chiamato e io avrei continuato a toccarmi, mentre sentivo la sua voce provocante al telefono; sono eccitatissima.In effetti, come immaginato, non passano due minuti ed Ale, il porco, mi sta già chiamando; io ho la mano sul clitoride e mi devo fermare; son troppo eccitata, quando lui mi dice che, se non disturba, tra circa un'oretta, sarebbe passato in ufficio per un caffe; gli rispondo che per me va bene, lo aspetto; cavoli, sarà qui a momenti?Son troppo eccitata, vado in bagno, mi sgrilletto come una pazza e raggiungo un orgasmo potentissimo; mi abbandono per un attimo sul water, per riprendermi e, intanto considero come sto modificando il mio carattere. Mi do una sistemata al trucco, ripasso il rossetto rosso e torno di là, a lavoro, in attesa che arrivi Ale...Sono molto intrigata dalla complicità venutasi a creare con mio marito; oggi mi va di osare; avevo la gonna quasi al ginocchio e decido di tirarla un po' più su, poi, oso ancora; elimino il reggiseno: avevo una camicia azzurra non trasparente, però avrei lasciato slacciato un bottone in più, così da potermi far ammirare nel profondo della scollatura, nei movimenti che avrei fatto nel servire il caffè.Eccolo, è arrivato, sono molto eccitata, vado ad aprire la porta, lo saluto offrendo la guancia da baciare; lo faccio accomodare e, intanto, faccio la civettuola, mentre mi do da fare attorno alla macchinetta del caffè ..Glielo porto e, intanto, mi parla della cena di giovedì sera ...; mi siedo di fronte a lui, il tavolo è in vetro ed io accavallo le gambe: attraverso il ripiano, avrà modo di osservare le mie cosce, oscenamente scoperte, per quanto è salita su la gonna...Volevo provocarlo, mi sentivo porca; pensavo a mio marito, cui, poi, avrei raccontato tutto....Lui continuava a parlare della serata che avremmo trascorso insieme a cena, con successivo momento di divertimento con il ballo; io gli ho risposto:"Meno male che mio marito non è geloso e mi permette di ballare con altri uomini; a me piace troppo ballare e non me ne sarei privata, non avrei potuto farne a meno"."Tuo marito non sa quanto è fortunato ad avere una moglie come te: sei bellissima e poi hai una classe di assoluto rilievo; sempre impeccabile: magari ti avessi incontrata prima di lui!"Ed io: "Ma dai... non trovi che, in questo momento, stai proprio esagerando con i complimenti?"...Mi alzo per salutarlo e, al sentire la sua mano sul braccio, provo un profondo brivido ; lui aggiunge: "Allora vi aspetto per giovedì sera".La sera, a casa, racconto a mio marito tutte le moine da me fatte per stuzzicare Ale, a partire dal saluto e del fatto che è venuto a trovarmi con la scusa del caffe; mio marito si mostra divertito da quello che gli racconto ed esordisce:"Brava, la mia mogliettina troia! Pensa a giovedì, quando, finalmente, quel maiale ti scoperà e sarà il secondo cazzo, troia, che violerà i tuoi buchi. Spero solo sia ben dotato, cosi ti farà divertire alla grande; per quanto mi riguarda, vi spierò".Sono talmente eccitata che gli slaccio i pantaloni e glielo prendo in bocca; lo succhio, immaginando la scena mentre mi lascio prendere da Ale; mio marito non fa altro che incitarmi a far di più:"Brava, zoccola, sì, continua così e vedrai quanti nuovi cazzi avrai modo di trastullare, d'ora in avanti; ti voglio così: PUTTANA!"Continuo a succhiarlo con un'avidità unica; mentre gli lecco le palle, gli rispondo che sono una troia, proprio come vuole lui. Vado avanti finché non mi sborra in bocca; ormai so di poter osare sempre di più; così gli annuncio:"Vedrai, giovedì sera, ti farò assistere ad un vero film porno ed anche Ale potrà constatare quanto sono troia. Spero solo che sei certo, caro maritino, sulla discrezione di Ale, perché temo che quello, di sicuro, se avrà occasione, si vanterà di averti scopato la moglie: pensaci !!!""Tu sta tranquilla: non preoccuparti di possibili conseguenze; devi solo pensare a godertelo alla grande, senza alcun ritegno; per quanto mi riguarda, sarei infinitamente fiero se dovesse girare qualche pettegolezzo, ma non lo credo così stupido".....Finisco di sistemare la cucina e andiamo a letto; ci ho messo davvero tanto a prender sonno: non riuscivo a non pensare a giovedì sera, in compagnia di Ale.I giorni passano in fretta, siamo a giovedì mattina, decido di andare dalla parrucchiera a fami bella per la sera; sono molto eccitata su come si prospetta l'avventura.Chiamo mio marito e gli dico che faccio un giro in centro, in cerca di un abitino: ne vorrei uno nuovo, piuttosto provocante per la serata e lui mi dice: "Sì, brava, prendi qualcosa di corto, così da metter bene in mostra le tue magnifiche cosce; ormai sei entrata nel ruolo della troia senza scrupoli". Ho avuto fortuna: ho trovato un abitino veramente molto sexy: schiena nuda, un po' corto, molto elegante. Son tornata a casa e vado subito a far la doccia; tra poco arriverà anche mio marito ....Esco dalla doccia e trovo mio marito in accappatoio: si è servito del secondo servizio; mi prospetta un po' la scenetta su cui aveva a lungo elucubrato:"Direi di prepararti tutta figa, provocante al maimo; io chiamerò Ale e gli dirò che son dovuto andare a Milano da un cliente importante, che ha insistito affinché mi fermi da lui a tutti costi, in quanto vuole parlarmi di nuovi progetti e, quindi, ora sono in difficoltà con mia moglie, nel doverla informare che stasera non potrò esser con lei. Io non tornerò prima di domani, in mattinata, così gli proporrò: perché non vai a casa a prenderla ed andate da soli a cena ed a ballare? Dai, non puoi dirmi di no, ormai ci conosciamo; sai quanto mia moglie ci tiene ad un invito di questo tipo; quindi, ora la chiamo, le spiego tutto e l'avverto che tu passerai da casa a prenderla per trascorrere una bella serata insieme. Che ne pensi, troia; sei contenta per come ti ho ho organizzato il programma? Sei contenta di poter uscire da sola con lui?" La mia riposta è ovvia, quanto sincera: "Sei diabolico, oltreché maiale!"Lui riprende: "Un'unica cosa ti chiedo: cerca di star composta nel locale, poi, quando ti accompagnerà a casa ed una volta entrati, lui di sicuro ci proverà; allora tu, almeno all'inizio, non gli cederai, così, dopo aver fatto sesso, gli potrai sempre snocciolare la scusante che non eri molto lucida, a causa di qualche bicchiere in più e, per questo, ha avuto ragione della tua sacralità di moglie...; dai, ora lo chiamo: tu, intanto, finisci di prepararti...."Mi preparo accuratamente e, quando arrivo in salotto, mio marito resta sbalordito per quanto appaio provocante; mi dice:"Stasera non penso proprio che Ale resisterà ad aspettare di arrivare a casa; secondo me, a fine serata, alla prima occasione, ti salterà addosso; lo farai impazzire, uscirà di testa prima di quanto si possa pensare".Mi dà una pacca sul culo, ed aggiunge:"Tra mezz'ora sarà qui a prenderti; tutto ok, come da programma! Io vi aspetterò qui, così potrò guardare e sentire come ti assalirà, quel porco".Io sono già bagnata come una cagna; sono eccitata al massimo; questa situazione mi sta sconvolgendo più di quanto si potesse pensare: è eccitante vedere che mio marito mi manda a cena da sola con un altro uomo; sono in bagno, davanti allo specchio a ricontrollare il trucco, in attesa che Ale giunga a prendermi; sono in uno stato di agitazione misto ad eccitazione per questa situazione; mi guardo, mi sento infinitamente porca e più ci penso, più mi bagno....Mio marito mi sollecita: "Dai: il tuo amico è arrivato, scendi". Vado di là, indosso una giacca lunga sopra il ginocchio, prendo la borsa e do un bacio a mio marito, che mi dice:"Tieni d'occhio il telefono; cerca di tenermi aggiornato su come si evolve la serata". Scendo giu....Ale è davanti al portone, ci salutiamo e lo informo che mio marito, come già sa, ha avuto un contrattempo, ma ha talmente insistito affinché mi divertissi, per cui...: "eccomi qui".Saliamo in auto e mi dice: "Sei sempre piu bella", sebbene non abbia ancora visto il vestito sotto la giacca, che mi fa pensare di aver forse esagerato; intanto parliamo del più e del meno; siamo quasi arrivati al locale. Una volta lì giunti, un cameriere ci fa strada al nostro tavolo. C'è molta gente, Ale si comporta da perfetto gentiluomo, mi aiuta a togliere la giacca, mi sposta ed offre la sedia; nel vedere il mio outfit, rimane folgorato; si profonde in una serie di complimenti; mi sentivo particolarmente fragile da sola, senza mio marito, ma, allo stesso tempo, ero eccitata come non mai per questa situazione creata ad arte, proprio da mio marito.....Subito mi viene versato da bere: è prosecco ed io ne sono ghiotta; facciamo il primo cin cin e poi il dialogo si sposta sul locale, di come il suo amico ha saputo restaurarlo, aggiungendo:"Ti va di andare a salutarlo? So che è in cerca di uno studio di consulenza che possa seguirlo nell'amministrazione di questo locale"."Chissà che non potrebbe diventare un tuo buon cliente?" Io: "Ok, dai, andiamo a salutarlo".Ci alziamo non so come; mi prende la mano e camminiamo verso la cassa; vi è un ufficio e dentro c'è il suo amico; arrivati mi presenta a Cristian e gli dice: "Purtroppo suo marito ha avuto un imprevisto di lavoro; ora è fuori e perciò mi ha affidato la sua signora per stasera". Cristian, ridendo, esordisce: "Tu, Ale, hai tutte le fortune del mondo: avere al fianco, stasera, una bella donna come lei, sarai invidiato da tutti gli uomini presenti".Io sono sempre più eccitata, sono stata anche fatta oggetto di baciamano, poi mi guarda con occhi da toro infoiato.Comunque, al momento, lo salutiamo e torniamo al tavolo; noto che il mio bicchiere è sempre pieno ed io bevo, bevo...Ale mi informa: "Dopo gli parlo del tuo lavoro: sicuramente diventerai il suo consulente". Io lo ringrazio, e lui, ridendo, aggiunge: "Di sicuro non farà a meno di provarci con te: ti avverto, perché ho notato come ti ha sbranato con gli occhi, ma, tranquilla, non lo riferirò a tuo marito".
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baxi18, 55
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Una moglie innamorata. Quarto capitolo
Mi son seduta sul suo cazzo e, a differenza delle altre volte che faticavo un po' a farlo entrare, stavolta ero talmente eccitata che ho avvertito un piacere pazzesco nel sentire quel cazzo durissimo che, man mano, entrava dentro di me; e lui, appena ha avvertito che era tutto dentro, ha iniziato a spingermelo quanto più possibile.Sfregavo la fica sul suo inguine, mhmm, come godevo, e lui era come impazzito, fino a sborrarmi dentro il culo; ma il suo cazzo, stavolta, non si ammorbidiva, continuava a starmi dentro ed io lo avvertivo ancora duro.Poi mi ha detto: "Tesoro, che bello! Proprio una bella seratina: quanto sei bollente, stasera! Cosa te ne pare?" ed io: "Sì, davvero, non credevo potesse crearsi una situazione come questa che abbiamo vissuto stasera; sì, mi è proprio piaciuta".Siamo ancora su quel lettone a coccolarci, quando mi chiede che ne penso di Mario. "Sì, niente da dire: è un bell'uomo e, tra le gambe, ha un'ottima dotazione"; mi stavo eccitando a parlar di lui, come pure mio marito; sentivo il suo cazzo di nuovo duro, quando mi chiede:"Perché non vuoi conoscerlo un po' più da vicino? Ciò che intendo è provarci; andiamo di là, magari viene al tavolo; se ti imbarazza, io mi posso allontanare un po', con il pretesto della toilette; immagino, al mio ritorno, di trovarti a limonare con lui"Intanto mi puntava il cazzo, era dietro di me, mentre eravamo sdraiati sul lettone; ed io ho risposto:"Non lo so, forse mi piacerebbe, ma... boh?" e lui, insistendo:"Dai, godi, tesoro, non pensare a nulla". Intanto, senza rendermene conto, me lo aveva messo nella fica e mi scopava molto lentamente, parlando di Mario. Stavo perdendo la ragione, ero eccitatissima e gli dico:"Guarda che l'hai voluto tu...; se lo troviamo di là, ci provo, sì, ma, ti prego, continua a scoparmi così...vengo!”Ennesimo orgasmo e sborra anche lui; ci baciamo e poi ci ricomponiamo. Prima di uscire dalla stanza, bacio in bocca mio marito e gli chiedo: "Sei sicuro?" e lui: "Non desidero altro!"Nell'aprire la porta, vediamo che l'andito era pieno di uomini; nell'uscire, azzardano dei complimenti per quello che hanno visto; mi eccita tutto questo e, arrivati nella zona bar, dico a mio marito:"Andiamo al bancone, non vedo Mario, sediamoci sui sgabelli a bere qualcosa".Seduti, ordiniamo una coppetta e poi mi guardo in giro; lo cercavo, ma non mi riusciva di vederlo; dico a mio marito: "Magari si è offeso ad averlo escluso prima". Al che lui mi risponde: "Non credo: penso abbia capito che ancora non siamo pronti al gioco; del resto, non stiamo scoprendo ora, pian piano, questo mondo? - ed aggiunge - Son sicuro che a lui questo fatto lo intrighi ancor più e non lo farà demordere, perché, guardati intorno, vedi quante donne si concedono con tanta disinvoltura? Tipo quella che era a letto accerchiata da tutti quegli uomini e li succhiava, senza alcun ritegno? Lui, fidati, vorrà te, che, per lui, sei un frutto acerbo, ancora da assaporare".Intanto, ciò detto, Mario ancora non si vede; quasi sconsolata, decido di andare alla toilette; mio marito: "Ti accompagno?" "No, resta qui: potresti vederlo in giro; poi, anche se per andare solo alla toilette, voglio provare a muovermi da sola; in ogni caso, ci sono uomini della sicurezza in giro, per cui mi sento tranquilla".Scendo dallo sgabello e mi avvio, entro nel bagno, faccio la pipì e mi do una sistemata; poiché quel bagno era munito di bidet, mi rinfresco un attimo ed esco; mi sistemo un po' il trucco davanti allo specchio; tutt'intorno era un via vai di donne seminude; le guardavo, colpita dalla loro scioltezza, di come si atteggiavano pur nella loro audacia.Ripongo tutto in borsetta ed esco fuori dal bagno; Mario, non me lo aspettavo, mi chiede: "Come va?" Io: "Bene""Dai, vieni a bere qualcosa al tavolo". Dico "ok" e lo seguo. Mio marito è al bancone, mi vede che sto seguendo Mario al tavolo di prima.Ci sediamo, mi versa un bicchiere e mi ripete: "Sei bellissima!" Mio marito, da dove si trovava, poteva tenermi d'occhio. Mi prende la mano e si avvicina sempre più; ero agitatissima, ma, allo stesso tempo, ero tanto intrigata da questo gioco; sentir la sua mano sulla gamba, mi ha dato come una scossa; ora lo stavo lasciando fare, mentre mi parla, siamo vicini con il viso...Le sue mani son sempre più audaci, le sue parole mi fanno elettrizzare; mi dice:"Scusa, ma vai in giro sempre senza mutandine?" Ed io: "No, solo a volte".Avevo una voce da porca in calore: "Le ho tolte prima, quando ero a cena al ristorante; poi, mio marito ha voluto regalarle al cameriere". "Ah sì, come mancia? E bravo il maritino; un gran bel gesto per il cameriere; permettergli di annusare gli umori della tua bella figa; sei eccitata? Sai cosa ti farei adesso? Ti allargherei le cosce e te la leccherei, dolce porcellina; oppure vorresti esser chiamata "troia"? Cosa ti piace di più? Dimmi: cosa ritieni di essere?"Sono davvero in estasi e intanto lui insiste: "Dai, su, dimmi" Ed io, con voce tremante, gli rispondo: "Sono una troia, sì"; e lui: "Esatto; ti ho vista prima, di là; stasera ho seguito solo te, qua dentro; non ho fatto nulla con nessun altra donna; mi son dedicato solo a starti dietro, sporcacciona; ho visto come lecchi bene il cazzo - mi prende la mano e mi dice - senti come sono eccitato per te? E poi, quando te lo sei infilato nel culo; che grandissima troia sei! Vuoi leccare il mio cazzo? Dai, assaggiarlo, andiamo di là, soli, dai, io e te, almeno un po'; son sicuro che tuo marito non avrà nulla in contrario; ho capito che gli piace vederti divertire con un altro maschio; e tu? Tu non muori dalla voglia di farti leccarti quelle tette?"Le sue parole erano benzina sul fuoco per me; non capivo più nulla, ero eccitata e decisa a fare questo gran salto. Mi giro, lancio uno sguardo a mio marito, ancora là seduto; lui dice:"Tranquilla, gli fa piacere questo gioco". Non so come abbia fatto, ma, in un attimo, mi ha messo la mano dietro al collo, mi ha tirato a sé e mi ha baciato; all'inizio ho cercato di sottrarmi, ma poi ho ceduto; ci siamo baciati; le nostre lingue si attorcigliavano in un gioco particolarmente libidinoso; ho chiuso gli occhi e mi son abbandonata a lui; le sue mani mi toccavano ovunque, mentre pensavo a mio marito che mi stava guardando.....Lui cercava di farmi alzare per andar di là ed io non ci ho più capito nulla: mi son alzata e l'ho seguito tenuta per mano da lui. Arrivati davanti ad una stanza, mi son ritratta; dentro di me mi son detta: ' no, che cazzo sto facendo, da sola, no '. Lui mi ha spinto contro la parete e mi ha limonato; premeva il suo cazzo durissimo contro di me e mi strattonava per farmi entrare; ed io... no! Mi toccava le tette, mi aveva abbassato il top e mi baciava e leccava i capezzoli, lì, in quel corridoio; intorno a noi si stava creando un nugolo di uomini che ci guardavano....Ad un certo punto, ho fermato tutto e gli ho detto:"Torniamo di là, da mio marito".All'inizio era troppo preso, faceva finta di non capire, ma poi si è reso conto ed a risposto con tono deluso:"Ok, se non sei pronta a questo passo, torniamo di là"Ci rechiamo al bancone dove era seduto mio marito; l'ho abbracciato e lui mi ha detto:"Tranquilla, va tutto bene!" Ed io gli ho risposto: "Vorrei tornare a casa, andiamo!"Abbiamo salutato Mario e ci siamo diretti verso l'uscita. Nei giorni a seguire, rifletto su come e quanto mi son spinta con Mario nel locale. Pian piano mi sto lasciando andare, la prima esperienza al locale non è stata per niente male; questo ha acceso ancor più il nostro rapporto di coppia. Ormai ci abbandoniamo alle più oscene divagazioni io e mio marito, quando la sera lui chiede di più; poi mi racconta di quando ero in entrata in bagno; ha incontrato Mario ed è stato lui a mandarlo da me e farmelo trovare davanti alla toilette. In effetti non poteva esser diversamente, poi mi confida che ha il suo numero di telefono.Lui mi chiede: "Dimmi, amore, come uomo ti è piaciuto?" ed io: "Sì, è sicuramente un bell'uomo; è stata una bella esperienza al locale" ed aggiungo: "Perché me lo chiedi: che intenzioni avresti? Ormai ti conosco bene, porco mio!" e lui mi suggerisce di trascorrere una serata insieme: "Non puoi immaginare cosa provo a vederti amoreggiare con quell'uomo"; intanto eravamo sul divano, mi toccava la fica, ed il suo cazzo era di ferro; ed io: "E' questo l'effetto che ti fa a sapermi tra le braccia di quel Mario?""Sì, non puoi capire quanto mi abbia eccitato vedere come vi baciavate, come ti toccava quell'uomo"!"E cosa avresti pensato, sentiamo?" "Potrei invitarlo da noi alla seconda casa al lago, una cenetta e poi divertirci alla grande" "Ah sì, vorresti che mi facessi scopare da quell'uomo? Ne sei sicuro?" Mentre si parlava, avevamo ormai perso la ragione; eravamo eccitati a 1000 ed io mi inginocchio e glielo prendo in bocca; inizio un pompino con leccata di coglioni da infarto, mentre, in realtà immaginavo di farla a Mario...Mio marito mi blocca la testa e quasi mi soffoca; era fuori controllo; andiamo avanti così per un po' e gli chiedevo: "Ora scopami!" ma lui niente, voleva la mia bocca fino a sborrarvi dentro; era troppo infoiato al pensiero che potessi far sesso con Mario. Impazziva a quel pensiero. Eravamo ancora sul divano e lui mi dice:"Organizzo per sabato sera, domani mattina lo chiamo e gli do una dritta sulla natura dell'invito; io sono eccitata, mi titillavo il clitoride; questa situazione mi eccitava al massimo; rivedere Mario e, a maggior ragione, rivederlo nella tranquillità della nostra casa, mi faceva avvertire che non avrei avuto difficoltà a concedermi a lui.Durante la mattina, mio marito mi avvisa di aver fatto una bella chiacchierata con Mario; che questi gli aveva dato conferma per sabato sera ed io avverto improvviso un brivido percorrere tutto il mio corpo; mio marito conclude: "Ne riparliamo stasera, a casa".Sono elettrizzata e già da oggi, mercoledì; vado a pranzo, per poi prepararmi per andare allo studio, a lavoro; mi sento eccitata, avevo voglia di cazzo, mi sono trastullata un po' sul lettone con un toy, ma poi son dovuta andare, altrimenti avrei fatto tardi.Arrivata in ufficio, mi metto subito al lavoro davanti al pc; sono ormai immersa nel lavoro, quando mi perviene un messaggio di Alessandro.Mi chiede se può passare, che c'è una certa urgenza per dei documenti. Gli rispondo che può passare, mentre glieli preparo; dopo cica mezz'ora, arriva; ci salutiamo con un bacio sulla guancia; gli offro un caffe, avverto il suo sguardo su di me, mi divora, mentre mi sposto per il locale; la cosa mi eccita, scambiamo due chiacchiere e poi mi dice:"Sai, voglio chiederti una cosa?" Ed io: "Dimmi""Un mio amico ha aperto un locale da ballo; mi chiedevo se, per caso, ti andava di venirci una di queste sere con me".Al che gli rispondo: "Lo sai, vero, che sono sposata?""Sì, certo: il mio era un invito a cena e poi ballare in questo locale; prova a parlarne con tuo marito; non ti sto chiedendo di venir da sola con me, ci mancherebbe!""Ok, ne parlo con mio marito e poi ti farò sapere". Lo saluto, va via; quest'uomo mi ha intrigato dalla prima volta che l'ho visto; mi dico: ' quasi quasi la passerei per davvero una seratina con lui da sola, a cena, ballo e poi...? Chi lo sa? 'Mi rimetto al lavoro, sarà bene non pensarci.Finisco di lavorare ed avverto un certo pizzicore tra le cosce; tra il discorso di mio marito, che mi parla di Mario, e la vista di Ale; decido di far una sorpresa a mio marito, andando in azienda da lui. Arrivo, parcheggio ed entro; lui è impegnato con dei suoi collaboratori fidati; mi dice che farà presto; decido di aspettarlo nel suo ufficio, ho troppa voglia ed inizio a spogliarmi; mi voglio far trovare con indosso perizoma, autoreggenti e tacchi, a cosce aperte, seduta sulla scrivania; tremavo per l'eccitazione e mi chiedevo: se fosse arrivato con qualcuno? Ero talmente eccitata che ero disposta a rischiare.Ero li che mi toccavo la figa mentre aspettavo e, dopo poco sento i suoi passi salir la scala; nell'aprir la porta è rimasto a bocca aperta; ha dato un giro di chiave alla porta ed ha detto: "Eccola, la mia adorata troia".Mi ha messo la lingua in bocca e con la mano ha tastato la mia figa: "Cazzo, stai sbrodolando, porca!" Aveva il cazzo durissimo, avrei voluto succhiarlo, ma lui era talmente infoiato che mi ha messo a pecora, con la faccia sulla scrivania, e mi è entrato dentro, come un ossesso.Cercavo di trattenermi nell'emettere suoni osceni, e lui mi incitava: "Troia, godi pure, tanto non ti sentirà nessuno; ormai non c'è più nessuno negli uffici".Mentre mi stava scopando, gli dico: "Oggi è venuto a trovami in ufficio Ale; pensa, che maiale! Non ha perso tempo e ci ha invitati a cena, una di queste sere, e poi a ballare in un locale nuovo". "Quello vuole scoparti, troia, ed è quanto vuoi anche tu, vero? Vuole metterti il cazzo nel culo, quello è un donnaiolo e va in cerca di mogli zoccole come te".Ormai allo stremo, viene con una sborrata pazzesca...Ci ricomponiamo, mi vesto e torniamo a casa. Arrivati a casa, faccio una doccia e preparo la cena. Dopo cena siamo sul divano, quando mio marito salta fuori con:"Ma perché non stuzzichi Alessandro? Magari ci vai a cena una sera della settimana prossima".Ed io: "Da sola?" "Sì, gli dici che io son fuori per qualche giorno per lavoro!""Ma sei pazzo?" "Sì, sono pazzo, non vedo l'ora di saperti con lui che ci prova, che ti tocca, e, a fine serata, quando ti accompagnerà a casa, lo farai salire con la scusa di bere qualcosa. Io me ne starei nascosto qui e potrò spiarvi"."Ma tu sei diabolico: non eravamo d'accordo che con lui non era il caso, stante la vostra collaborazione nel lavoro?" "Sì, ma lui non dovrà sapere che noi siamo d'accordo; lui dovrà pensare che sei una come una delle tante mogli che cede alle sue avances; una cosa clandestina tra voi due; questa è un’idea. Ora, però, pensiamo a sabato: con Mario, come va?" Ed io: "Guarda che ora son decisa, sai? Stavolta ti cornifico, puoi esserne certo".Intanto il fatto di poter stuzzicare Ale con la complicità di mio marito, mi eccita parecchio; sarà molto eccitante per me provocarlo, farlo andare fuori di testa. È mattina, sto per uscire a far delle commissioni e già mi sento un po' su di giri. Mentre son seduta al tavolino in un bar a fare colazione, mando un messaggio ad Ale, è solo un saluto. Avevo capito che era un donnaiolo ed ora ero decisa a chiavarmelo, magari ad averlo come amante. Non tarda ad arrivare il messaggio di risposta; gli anticipo che, per la cena, ci saremmo aggiornati la settimana prossima e lo lascio così, in sospeso.Mi sento eccitata per queste vicende che stiamo vivendo; mio marito è decisamente cambiato: chi lo avrebbe mai detto che fosse disponibile a situazioni di questo genere; impazzisce a sapere che sarei capace di accompagnarmi ad altri maschi.La sera, a casa, mio marito mi dice: "Per sabato sera ho ordinato del sushi, ce lo portano direttamente loro, cosi possiamo goderci la serata tranquilli. Son passato oggi alla casa al lago ed ho acceso il riscaldamento, cosi, in questi due giorni che mancano all'incontro, la troveremo ben calda; ho anche messo due bottiglie di champagne in frigo".Ed io gli rispondo: "Bravo, amore!" dandogli un bacio con molta passione. Lui, però, aggiunge: "Domani, comprati qualcosa di infinitamente sexy per intimo; ti voglio da infarto, troia; vai pure dall'estetista e fatti le unghie rosse, anche quelle dei piedi".mhmm, che porco!"Ma come, anche quelle dei piedi...???" "Sorpresa....tu fallo e vedrai..."Siamo al sabato mattina; sono agitatissima, vado dall'estetista per esser perfetta, impeccabile; mi faccio togliere la peluria anche in mezzo alle chiappe; la mia estetista mi conosce da tempo, e la cosa la induce ad esternare una battutina:"Qui c'è aria di qualche conquista, mia cara!!!!" Io cerco di negare, ma lei mi fa l'occhiolino: ci siam capite senza aggiungere altro. Tra me e me, dico: "E' davvero difficile nascondere qualcosa".Intanto rientro a casa, è pomeriggio; mio marito è ancora al lavoro; apro l'armadio e do una scorsa ai vestiti per scegliere quale sarebbe più adatto per stasera; dopo diverse prove, ho trovato quello che mi piace di più.Mi sto preparando in camera, voglio che neanche mio marito veda cosa ho indossato sotto il vestitino; lo scoprirà insieme a Mario; lui è già pronto sul divano che mi aspetta; mi passo il rossetto, un po' del mio "chanel" e via, mi dichiaro pronta. Siamo parecchio tesi; in auto mi dice: "Per una maggiore discrezione, porterò prima te a casa e poi vado al casello a prendere Mario; così, se dovessimo impattare con qualche nostro vicino, non vedrebbe auto sconosciute; nel frattempo avrai tempo per preparare la tavola, anche perché dovrebbero arrivare quelli del sushi".Sono in casa da sola, metto una musica di sottofondo, abbasso un po' le luci ed accendo delle candele profumate; mi dico: "Sìììì, atmosfera perfetta". Vado in bagno a specchiarmi, sono molto eccitata per ciò che mi passa per la testa; intanto sento arrivare la macchina; cavoli: sono già qui? Ho il cuore a 1000, stanno salendo le scale e parlano come due vecchi amici; mio marito apre la porta, gli vado incontro, do un bacio a mio marito e intanto Mario dice: "Accidenti, quanto sei bella, mia cara!" Gli vado incontro per salutarlo e faccio per dargli la guancia; lui, invece, mi afferra e mi mette la lingua in bocca; al che io:"Aahhh, non perdi tempo tu, birbante?". E lui: "Ti ho sognata per tutta la settimana".Mio marito ci tiene a precisare: "Amore, hai stregato il nostro amico". Intanto ci sediamo sul divano; mio marito va a prendere bottiglia e bicchieri; lui continua ad esternare complimenti e mio marito gli dice: "Dai, Mario, non farle montare di testa con tutti questi complimenti". Facciamo il primo brindisi; intanto suonano il campanello e gli dico:"Amore, fa tu, saranno quelli del sushi"; sento Mario che brama, mi bacia ancora, ma anche io lo voglio stavolta; stiamo flirtando mentre mio marito è giù, poi sale e ci trova a limonare come due fidanzatini e dice: "Guarda, guarda, la mia mogliettina come se lo limona".Intanto dico a Mario: "Dai, do una mano a preparare la tavola; per il resto c'è tutta la sera!"Tavola pronta e mio marito chiama Mario: "Su, prendi posto" ci sediamo a tavola, sono in mezzo a loro due;iniziamo a mangiare qualcosa e subito sento la mano di Mario che mi tocca la gamba e tasta la balza delle autoreggenti; mio marito intanto dialoga e gli chiede di raccontarci qualcosa riguardo a degli amici che organizzano festicciole; ne avevano già parlato qualche giorno prima al telefono; si erano sentiti per tutta la settimana e Mario gli raccontava di tutte le sue conoscenze in ambito libertino.Intanto il porco mi tocca la fica, ha spostato il perizoma e mi sta toccando tutta; mio marito mi riempie il bicchiere e mi tira a sé, per baciarmi; ha capito che Mario mi sta già stuzzicando; mio marito mi prende la mano e mi fa sentire quanto è eccitato; ero in balia di quei due porci.Dall'altra parte, Mario mi sta baciando il collo e le sue mani cercano di aprire la cerniera del vestitino; sono tutta un brivido.Ora anche mio marito ha le mani sulla mia figa; insieme a Mario, mi sta sgrillettando: "Cazzo... godo".Sono in estasi, mio marito mi abbassa la spallina del vestito, mi limona come un pazzo e mi dice che ha il cazzo duro, che gli sta scoppiando, ormai limonavo a destra e a sinistra, appena mi mollava uno, mi prendeva l'altro. Ormai avevo perso la ragione; cercavo di aprire la cerniera dei pantaloni di Mario, volevo toccare il suo cazzo; mi ero accorta che ce l'aveva un po' più grosso di quello di mio marito; sento la sua cappellona... mhmm...Mario mi dice: "Toccalo, brava, tra poco te lo faccio leccare per bene, maialina che non sei altro; mio marito lo ha tirato fuori pure lui ed io li masturbavo insieme, seduti lì a tavola; ad un certo punto Mario mi fa alzare, vuole togliermi il vestito....Ed ecco sono lì in mezzo a loro; sono un corpo in mezzo a due maschi porci.Ho i loro cazzi in mano, li sto segando, ma Mario prende in mano la situazione e dice: "Dai, bella, inginocchiati: è ora che lo prendi in bocca; adesso basta far la santarellina, sei una troia; fa vedere a tuo marito quanto ti piace ciucciarmi il cazzo, dai".Intanto mi fa abbassare: Oddio ho i loro cazzi quasi davanti alla bocca, li ho tra le mani; mio marito mi incita: "Dai, fammi vedere come glielo succhi" Io ero ancora intimidita, e Mario, con decisione, me lo pone tra le labbra: "Dai che lo vuoi".apro la bocca e lo accolgo; che sensazione adrenalinica, mi riempie la bocca, lo faccio entrare tutto, glielo sto leccando e Mario dice a mio marito:"Hai visto la tua mogliettina troia, come è partita? Guardala come lo succhia bene, è bravissima; cazzo che bocca, sembra nata per succhiare cazzi!" Intanto mio marito me lo appoggia sulla guancia: desidera che glielo succhi anche a lui.
Mario non mi dà tregua: mi sta scopando la bocca in maniera molto decisa. Dice a mio marito:"Andiamo sul divano, così gliela lecco a 'sta troia, mentre lo succhia a te; guardala come se lo gusta per bene con la bocca...."Ci avviciniamo al divano, mi fa sedere, mi sdraia e mi sfila il perizoma; inizia prima a toccarmela, mentre mi ritrovo il cazzo di mio marito davanti alle labbra; è infoiato a 1000; me lo mette tutto in bocca.Intanto Mario mi sta sgrillettando; mentre mi titilla il clitoride (dio mio) sto impazzendo; questo è proprio un maiale e mi ha già fatto venire; non capisco più nulla: mio marito che non mi dà tregua alla bocca, me la sta scopando, ed il porco di Mario mi sta anche tastando il buco del culo; vedo che sta indossando il preservativo; ecco che me lo sta mettendo in figa: sììì, è grosso, sììì, godo; ce l'ho tutto dentro; sono qui, sul divano, a cosce spalancate, con il cazzo di Mario tutto dentro; mi stacco dal cazzo di mio marito e lo esorto a far piano; mio marito, come una furia, me lo rimette in bocca, perché è troppo eccitato a vedermi chiavata in quel modo; gli è andato il sangue al cervello; Mario mi sta scopando lentamente ed avverto che mi sta aprendo... mi piace, sì; ha capito che sto godendo ed inizia ad accelerare il ritmo; è bellissimo, godo.Dice a mio marito: "Che figa che ha tua moglie! Sentila come le piace il mio cazzo; la senti come sta godendo?" Accelera ancora, ormai ero sua, non capivo più nulla; diceva un sacco di porcate.Intanto mio marito quasi mi sborra in bocca; si è trattenuto, ma è troppo eccitato; mi guarda da assatanato nel vedermi come mi sta scopando; poi Mario esce e mi dice: "Mettiti a pecora, troia!"(continua)
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Una moglie innamorata. Terzo capitolo
Arriva mio marito, mi trova seduta sul letto e gli chiedo:"Ma cos'è sta roba? Sarai mica impazzito?" In accappatoio, mi si avvicina, mi dà un bacio sulla bocca; è eccitato, il porco, a vedermi in mezzo ai suoi acquisti; mi dice: "Sì, sono un porco pazzo di te". Mi spinge con la schiena giù, mi apre l'accappatoio, sotto sono nuda, ha il cazzo durissimo e me lo mette in figa: "Senti, troia, quanto mi arrapi?"Mi scopava lentamente e mi diceva: "Voglio che stasera indossi queste cose; ti voglio conciata da troia, per andare al locale; voglio che tutti i maschi lì presenti, impazziscano per te...."Quelle parole mi hanno provocato un orgasmo devastante; lui continua ad eccitarmi: "Vedi, vedi come godi, puttana? Ti piace che altri uomini ti giudichino puttana? Ti eccita, eh? Guarda cosa ti permetto, io, tuo marito: voglio esibirti e far vedere a tutti che moglie troia che ho"!Concludiamo la scopata e ci accasciamo sul letto; sto ancora vibrando sotto l'effetto dell'orgasmo appena raggiunto. Inizia a colarmi sborra dalla fica e gli dico: "Ma quanta me ne hai scaricata, maialino?".Mi passa un fazzoletto ed io gli suggerisco: "Puliscimela tu"; lui tampona nel pulirmi e dice:"Dai, sbrigati a vestirti, si sta facendo tardi" Ed io: "Ma vuoi davvero che indossi quella roba?""Sì, tranne i tacchi; quelli magari li metterai prima di entrare al locale; per ora va bene il tuo tacco""Ok, ma dove mi porti a mangiare così conciata?""Tu vestiti, preparati; ho un'idea molto eccitante, su un ristorantino piuttosto riservato".Boh! Non sono molto convinta, ma inizio a prepararmi: perizoma, autoreggenti e sopra un top in pizzo, molto trasparente: mi si vedono le tette. Cavoli, infilo la gonnellina, è cortissima, mi copre appena il culo: come posso uscire, così? Sono davanti allo specchio, sembro una di quelle puttane che si mettono ai distributori la sera, in una zona qui vicino; vabbè, al limite non tolgo il cappotto, sia a cena che al locale.Vado di là e mio marito resta imbambolato nel vedermi: "Eccomi, guarda come sto: ti rendi conto che sei matto?"Mi risponde: "Sei perfetta, andiamo". In una busta avevo messo i tacchi vertiginosi, ma solo a pensarci, mi convinco che non riuscirò mai a camminare con quei cosi. Usciamo e, saliti in auto, sbottono il capotto; volevo farlo stare a cazzo duro; vedo che, dopo poco, imbocca verso l'autostrada; noi siamo di Brescia e così gli chiedo:"Ma dove andiamo?" "Nella zona di Verona: è lì che c'è il locale e questo sarà anche da garanzia per un minimo di privacy".Comincio a fantasticare ed inizio a eccitarmi; ma tu guarda mio marito: ha proprio pensato a tutto, il porco.....Arrivati in zona Verona, esce dall'autostrada e, in circa 10 minuti, arriviamo in un grande piazzale; ci sono dei camion, è buio, in fondo si vede l'insegna del locale, una trattoria; allora dico:"Ma che razza di posto è questo?" "Tranquilla, vedrai: dentro è un bel posto, con varie salette, con tavoli riservati". Sono sempre più agitata; mi tiene proprio sulle molle, mio marito: è una continua scoperta.Parcheggia e scendiamo; mi prende sottobraccio ed arriviamo all'entrata; sono molto agitata; entriamo e vedo dentro; è tutt'altra cosa rispetto a fuori; non l'avrei mai detto. Ci accoglie un signore e mio marito gli dice della reservation a suo nome; quello ci fa strada e lo seguiamo in un corridoio. Mentre camminiamo, vediamo una saletta con diversi tavoli; cerco di capire se quegli uomini fossero dei camionisti; arriviamo in una saletta con luci soffuse e solo 4 tavoli, dove vi era già una coppia; noi prendiamo posto al nostro tavolo; mio marito si toglie la giacca ed il cameriere aspetta che gli dia pure il mio soprabito, ma mi rifiuto; avevo troppa vergogna in quel momento, e così dico che avevo un po' freddo, dovevo ambientarmi un po' .....Ci versa subito del prosecco ed io dico: "Ah, hai proprio deciso di stendermi, stasera?" e mio marito: "Dai, amore, rilassati e goditi la serata; tanto qui non ci conosce nessuno" "Ma ti rendi conto che son vestita da puttana?" "Ora sei seduta, chi vuoi che ti veda, qui?" Prendo coraggio, slaccio il cappotto e lo lascio poggiare dietro, sulla spalliera della mia sedia, in modo che, se mi serve, lo prendo al volo: mi sento nuda; intanto torna il cameriere con il menu.Lui non immagina, non riesce a vedere la trasparenza del mio top a causa delle luci soffuse.Ci spiega un po' i loro piatti, trattandosi di un locale rinomato per la selvaggina; io, intanto, sorseggio il mio prosecco; sono eccitata e sento, in mezzo alle gambe, il piedino di mio marito, che si fa strada verso la mia fica, mentre il cameriere è li che parla? Il cameriere va via ed io gli dico: "Smettila, perché mi sto eccitando; a proposito, come saranno i bagni, qui...?"E lui: "Perché non vai a vedere, zoccola? Hai già la fica bagnata" ed io: "Sìì" gli lancio uno sguardo da porca....e lui:"Vai a vedere, dai, e vediamo se hai il coraggio di andare senza cappotto".Ed io: "No, è troppo: sono nuda; darei troppo scandalo" "Ok, ma lascialo slacciato almeno; dai, va a vedere i bagni, che dopo me lo succhi un po', nel bagno, troia".Mi metto il capotto, mi alzo e, mentre cammino, incrocio il cameriere di prima; gli chiedo dove fosse la toilette; me la indica con un sorriso a 32 denti, ed io, mi dico: ' Ma tu guarda questo, che tipo '. Arrivo, mi chiudo dentro, faccio la pipì e mentre son lì, mi rendo conto che il bagno non è niente male per una sveltina; si può fare, sono molto eccitata...Mi sfilo il perizoma e lo metto nella tasca; esco e mi avvio verso il tavolo; il mio ticchettio di tacchi, fa girare diversi uomini. Arrivo al tavolo, mi siedo e dico: "Bello il bagno: si può fare una pazzia, dopo...""Bene, troia...". Intanto arrivano i piatti ordinati; mi son già scolata tre bicchieri di prosecco; stasera mio marito ha proprio deciso di farmi sballare...Intanto il mio capotto è arrotolato sullo schienale della sedia, sto abbassando le difese, forse ha ragione mio marito: stasera dobbiamo pensare solo a noi, stuzzicarci ed osare, goderci la serata, la coppia vicina di tavolo se ne sta andando. Mio marito mi dice:"Ora siamo soli, dai, lasciati andare; fai un po' la civettuola con il cameriere, provocalo, fammi vedere quanto sei brava.Ed io: "Sta attento!" e gli lancio in faccia il mio perizoma tolto poco prima in bagno. Lui lo afferra e lo annusa, poi mi dice:"Così, brava, troia". Con il piede mi sta toccando la fica; intanto ritorna il cameriere a controllare se abbiamo bisogno di qualcosa. Faccio una mossa inaspettata: faccio cadere la forchetta e indietreggio con la sedia, affinché possa vedere come ero abbigliata.Mi sentivo strana, questa situazione mi piaceva, mi eccitava farmi vedere così conciata da quello sconosciuto. Mio marito è infoiato, mi propone di far un giro in bagno, prima di andar via. Mi alzo, mi appoggio il capotto sulla schiena e vado verso il bagno. Dopo qualche minuto, sarebbe arrivato mio marito; il locale si è un po' svuotato; entro nei bagni e cerco quello dove vi è il fasciatoio per i bimbi, perché è un po' più grande; tolgo il capotto e lo appendo agli appositi sostegni; aspetto l'arrivo di mio marito. Nel frattempo, mentre sono dietro la porta, arrivano due donne, con mio notevole disappunto.Ciascuna si chiude nella propria toilette ed io spero che arrivi subito mio marito; ora, finalmente, arriva ed entra subito. Chiudo la porta e lui mi salta addosso; mi bacia in bocca, mi tocca ovunque ed io mi ritraggo, dicendogli:"Tira fuori il cazzo, porco, che sono qui per succhiartelo, muoviti..." Intanto mi toccavo la fica, mi son inginocchiata e l'ho preso tutto in bocca; mi sentivo una pornostar per come lo ciucciavo, lo ingoiavo, mentre guardavo negli occhi mio marito, che era in estasi per il pompino che gli stavo propinando.Poi mi dice: "Ora basta"; mi ha fatto appoggiare una gamba sul water e mi ha penetrata; è stato bellissimo, sentirlo tutto dentro, in quel contesto. Si sentivano le voci delle donne, fuori dal bagno, e quindi, mio marito si era dovuto adeguare e non far troppo rumore, perché aveva una foga addosso che avremmo corso il rischio di farci sentire fino in sala. Intanto mi sussurrava porcate all'orecchio, dicendo che sono una troia, sempre bagnata, che ho bisogno di un amante. Ormai mi è chiaro: mio marito vuole le "corna", vuole una moglie zoccola, che si faccia chiavare da altri uomini. Oddio, questo è impazzito. Finalmente non sentiamo più voci e così si scatena, mi scopa fino a riempirmela.Esce da me, si pulisce e mi dice: "Vado al tavolo" mentre mi chiedo: ' Ma questo è proprio matto? Vuole che lo faccia "cornuto"? 'Arrivati al tavolo, prendiamo il caffè e mio marito mi strizza l'occhio: lascia il mio perizoma al cameriere, vicino al tovagliolo ed io: "Sei un porco" andiamo verso la cassa a pagare, sono un po' agitata, perché ora si fa sul serio, si va a questo benedetto locale!!!!Saliti in auto, mi dice: "In dieci minuti, saremo al locale; sono le 23:00 passate, penso sia l'ora giusta" al che gli rispondo: "Ok, proviamo".Non nascondo che sono agitatissima; lungo tutto il tragitto, non ci siamo detti una parola; mi guardavo in giro, mi sentivo eccitata ed ero pure senza slip; arrivati, troviamo il locale in una zona che sembrava di quelle industriali, ma con una grande insegna luminosa. "Eccolo il locale" dice mio marito. Una fila di auto lunghissima, ci ha costretto a parcheggiare piuttosto lontano.... Nello scendere dall'auto, gli dico: "Ma come ci arrivo fino all'entrata, con questi trampoli dai tacchi alti?" erano quelli che aveva comprato mio marito. Intanto lui ha subito trovato la soluzione:"Tu indossali, io ti porto dinanzi all'entrata e poi mi allontano per parcheggiare"; al che io: "No, dai, devo rimanere da sola?" "Ma si tratterà solo per qualche minuto; farò prestissimo; ti prego, mettili, fammi felice!" Non volevo rovinare il momento e, quindi, acconsento... Mi accompagna davanti all'entrata e lì ho avuto qualche incertezza a scendere dall'auto; avevo timore, ma mio marito mi dice:"Dai, faccio subito, poi hai il capotto, nessuno può vedere come sei vestita". Mi tremavano le gambe, apro la portiera e scendo; lui va a parcheggiare, intanto mi passano davanti sia coppie che ragazzi; mi sentivo molto osservata, fortuna che arriva subito mio marito.Mi prende sottobraccio e dice: "Dai, mia bella troia; andiamo a vedere un po' com'è la situazione".Porta rossa, suoniamo: il cuore mi andava a 1000.Entrati, vi troviamo la receptionist, una ragazza giovane e bella ci accoglie; dobbiamo registrarci; io avevo timore a lasciare i nostri dati, ma mio marito mi rasserena, dicendo che non c'è niente di male, che è tutto normale; mi lascio convincere e, fatta la registrazione, ci viene spiegato un po' come funziona il tutto. Ci indica un tendone da oltrepassare e lì c'è il locale con bar e pista da ballo; poi le varie zone destinate ai giochi; lei spiegava, ma io non ho capito nulla, per la tanta agitazione.Oltrepassiamo la tenda e, cavoli! Che bello! Un bel bancone bar, tavolini, divanetti e…. tantissima gente. Io avevo ancora indosso il capotto e, a pensarci, ora mi sentivo ridicola. Le donne che vedevo lì in giro erano quasi nude, con i seni di fuori e autoreggenti in mostra. Mi sentivo davvero imbarazzata; mio marito mi invita a sedere su un divanetto e, cosi, diamo una guardata panoramica. Ci guardavano tutti...Una volta seduti, mio marito mi chiede: "Allora, che te ne pare?" Sembrava una discoteca, se non fosse per quelle signore pressocché nude, ma tranquille; di sicuro erano frequentatrici abituali di quei locali; mio marito:"Dai, troia; togli quel capotto: fa vedere che pure tu sei alla loro altezza, che sei Femmina".Quelle parole mi hanno come dato una scossa, perché era come se lì tutto fosse concesso. Mi tolgo il capotto restando seduta e lo appoggio di fianco a me; avevo le cosce scoperte, si vedevano le autoreggenti; ma, per fortuna, le luci soffuse, non evidenziavano molto il mio abbigliamento. Intanto un cameriere ci porta due coppette, informandoci: "Ve le offre quel signore"; era seduto su uno sgabello ed era chiaro che ci aveva seguiti, notando che eravamo parecchio disorientati, impacciati, e vuole provarcisi ....Ringraziamo con un gesto di brindisi e dico a mio marito:"Qui non perdono tempo, eh: ci provano subito". Lui, con tutta naturalezza, dice: "Embè, questo è un locale dove si viene per divertirsi" ed io gli dico: "Sei il solito porco"...Mi dice: "Dai, facciamo un giro e vediamo cos'altro c'è" "Sì, ma a patto che mi dai la mano e non me la molli mai"........."Sì, tranquilla" ci alziamo e iniziamo il tour. Entriamo in un corridoio buio e, già da lì, ci giungono alle orecchie gemiti di donne che godono. Allora io: "Ma cavoli: qui scopano davanti a tutti? Ma tu guarda...?" Ero sbalordita per quello che vedevo; alcune erano dentro stanze con le porticine chiuse, altre no: porta aperta e lei su un lettone con attorno diversi maschi, oltre gli spettatori dinanzi alla porta. Ci siamo fermati pure noi a curiosare; ero molto eccitata, mi sentivo toccare il culo; all'inizio credevo fosse mio marito, ma, quando ha iniziato ad infilare un dito nella figa, gli ho detto: "smettila", ma lui dice: "Cosa c'è?" Lì ho realizzato che era uno di fianco a noi, che mi stava masturbando la fica; mi son ritratta e riferito a mio marito che ero stata toccata da un uomo". Lui, sempre tranquillo, mi dice: "Ti è piaciuto?" ed io: "Ma sei proprio un porco?!"....Però, nel mio intimo, ' altroché se mi era piaciuto '. "Dai, tocca, controlla tu, porco" e lui: "Troia, sei tutta bagnata".Iniziamo a gironzolare nel buio e ci accorgiamo di esser seguiti da diversi uomini, che quasi ci stavano addosso; sembrava un corteo: ci fermavamo noi e lo facevano pure loro; che stana sensazione, esser seguiti cosi.... Dopo un nuovo corridoio buio, arriviamo in uno dove c'erano donne inginocchiate, con al fianco, una parete piena di buchi, dai quali spuntavano cazzi e quelle li succhiavano. A vederle era molto eccitante: accoglievano in bocca cazzi di sconosciuti? proseguo nella visita del posto e sono sempre più estasiata; pian piano torniamo nella zona bar; avrei voluto ballare, mi sentivo eccitata, volevo esibirmi un po'. Prendiamo posto su un divanetto, proprio a bordo pista, e mio marito dice: "Io mi siedo, tu lasciati andare, balla, divertiti". Inizio a muovermi un pochino, restando vicino a mio marito; lui mi fa segno di entrare in pista: "Vai, divertiti". Sentivo le mie tette sballottare, dal momento che erano libere nel top, per niente trattenute da reggiseno; mi si avvicina un uomo, balliamo molto vicini, tra noi s'instaura come una lotta di sguardi; mi sentivo troia e, quindi, provocavo. Mio marito era lì a guardare i miei atteggiamenti nel ballare, anche se, più che ballare, la mia era una continua provocazione per quell'uomo, che, ormai, mi stava appiccicato addosso. Mio marito, al vedere questa situazione, si è eccitato come un toro; è venuto verso di me, mentre ero in mezzo a due uomini; mi mette la lingua in bocca, eravamo eccitati al massimo.Mi dice: "Andiamo da qualche parte, voglio scoparti!"Mi prende per mano ed io lo seguo, ma, dietro di noi, c'era quell'uomo con cui ballavo; ci stava seguendo nel corridoio buio; abbiamo trovato una stanza libera con al centro un puff munito di un fallo attaccato alla seduta. Mio marito ha chiuso la porta, dopo aver sentito che diceva al tizio: "tu, no". Chiusa la porta, mi sbatte contro la parete, mi strappa il top e prende a leccarmi le tette; io tasto il suo cazzo, trovandolo durissimo; mi dice: "Sei una troia, ho notato che il locale ti piace, ti piace far la zoccola e provocare altri uomini? Allora, inginocchiati e succhiami il cazzo". Nel mettermi in ginocchio, noto dei fori sulla parete, era buio, non si vedeva granché, ma da uno di quei buchi, vedo svettare un cazzo. Lo indico a mio marito e lui mi dice: "Sarà il cazzo di quello che hai provocato, puttana; per ora pensa a succhiare il mio".Mentre mi scopava la bocca, non potevo far a meno di tener d'occhio quel cazzo che spuntava dal buco; ero troppo eccitata, mi sentivo troia, in quella situazione. Mio marito mi tira su e mi ordina:"Mettiti a pecora con la gamba sul quel puff, voglio scoparti, troia"Non lo avessi mai fatto; adesso mi trovo proprio difronte a quel cazzo, è grosso; ma è anche molto eccitante farmi scopare così, mi dava dei colpi fortissimi, mentre io, ogni tanto, mi giravo per guardarlo in faccia.Ma era buio e, presa da un raptus, allungo la mano e tocco quel cazzo; devo dire che era una sensazione adrenalinica ai massimi livelli: lì, con mio marito che mi scopava, mentre io stavo segando un altro uomo.Mio marito segue la scena e mi dice:"Brava, troia, lo sapevo che eri una troia; ti piacerebbe provarlo in bocca? Dai, che aspetti?"Mi strattona con il suo cazzo ficcato dentro per farmi avvicinare di più alla parete, ma io, più che segarlo, non me la sento di andare oltre, temevo una eventuale reprimenda di mio marito: anche se lo sapevo d'accordo, ma non mi sentivo di farlo. Lui ormai era all'apice, non resiste più, lo sento: "Sborro, puttana" Mi son sentita scaricare dentro il fuoco; intanto proseguivo a segare l'altro cazzo; era il primo cazzo che toccavo da quando avevo conosciuto mio marito, quindi, per me, quella situazione era più che forte. Inoltre, se si considera che erano circa 3/4 mesi che ci eravamo svegliati dal letargo sessuale e ritrovati dopo anni di indifferenza, ora, finalmente, ci siamo scoperti ed aperti a giochi senz'altro trasgressivi.Dopo aver goduto, lui esce da me e cerca qualcosa per pulirsi; io, nel frattempo, ho mollato quel cazzo e lui mi dice:"Perché non ci hai giocato ancora un po'? Perché non lo hai preso in bocca?"Boh? Non me la son sentita di andare oltre". Per me questo deviare dal nostro rapporto, già significava tanto e non è per niente facile".In effetti, sentivo dentro di me il desiderio di esplorare questo mondo libertino che, se non altro, è servito a farmi ritrovare con mio marito. Ora, infatti, fra noi s'era creata un'intesa che, in tutti questi anni, non c'era mai stata. Mio marito si sta rivestendo e pure io cerco di darmi una sistemata; ritorniamo nella zona bar e ci sediamo su un divanetto; vediamo subito avvicinarsi l'uomo che prima ci aveva offerto da bere e poi seguito; chiede se può sedersi e mio marito gli risponde di sì...Si presenta, facendomi il baciamano; si trattiene dal liberarmela e dice:"Grazie, è stato fantastico sentire il calore della sua mano prima; mi ha dato forti sensazioni".Ecco era lui l'uomo misterioso del buco; io arrossisco e lui dice:"Ho notato che siete nuovi dell'ambiente; io ci vengo spesso, praticamente sono di casa".La mia considerazione su di lui è che è un bell'uomo sui 50, per cui si crea un certo feeling: iniziamo a parlare del locale, lui mi fa molte domande, cercando di capire fin dove siam pronti ad arrivare.Intanto che mi guarda, avverto che sarebbe capace di sbranarmi se solo potesse; comincio un po' a partecipare al discorso; sono appoggiata al petto di mio marito e lui, marpione, mi fa molti complimenti. Devo dire che la cosa mi lusinga non poco e mi comporta un certo languore; fa portare una bottiglia, vuole apparire brillante; mio marito se ne esce: "Vado un attimo alla toilette: torno subito", mentre io proseguo il dialogo con Mario che, ad un certo punto, mi spiazza un po', chiedendomi se può sedersi accanto a me, sul divanetto; ha notato il mio lieve disagio ed aggiunge: "Tranquilla, non voglio per niente metterti in imbarazzo; ti starò affianco finché non ritorna tuo marito: qui c'è una musica dal volume troppo alto".Al che gli rispondo "ok", cercando di non apparire una che se la tira; si siede, ora siamo vicini, mi prende la mano e ricomincia con i complimenti. In effetti ero quasi nuda: il top trasparente, la gonnellina ormai non esisteva più perché risalita su, mettendo in bella vista le autoreggenti oltre che ero senza slip; ovvio che lui era come sui carboni ardenti...Intanto arriva mio marito, cui lui dice:"Mi devi scusare: non ho resistito a star lontano da questa tua bella donna". Mio marito risponde:"Hai fatto bene, bisogna star sempre vicino alle belle donne" si siede e mi dà un bacio in bocca. Ora mi ritrovo in mezzo a due uomini, marito compreso. Il porco è molto eccitato per la situazione che si sta creando, mi tiene appoggiata a sé e, intanto, beviamo; poi, con fare da maiale, chiede a Mario: "Cosa ti piace di mia moglie?"Al che lui risponde: "Come non constatare che è una bella Femmina? Credimi, qua dentro ce ne sono tante, ma tua moglie ha quel qualcosa in più che la rende infinitamente desiderabile". Ridendo, mio marito, con una mano, solleva quel poco che ancora mi copriva, vuole mostrargli che sono senza slip, perché è nella sua natura esibirmi; vuole che quest'uomo sbavi per me. Avverto un forte senso di vergogna e metto una mano sulla mia intimità, per coprirmi; al che lui dice:"Dai, lasciati andare..." e mi lecca orecchio e collo. Accidenti ho i brividi, mi perdo, non mi rendo più conto di nulla; intanto la mano di Mario mi tocca la gamba e, pian piano, mi tocca l'interno coscia; praticamente sta approfittando della situazione, perché sono in brodo di giuggiole per quello che mi sta facendo mio marito. Ad un certo punto, mio marito si ferma, guarda Mario che mi sta toccando ed è quasi arrivato alla fica.Sono eccitatissima nel sentire quelle mani, mentre siamo lì sul divanetto, con tutta quella gente intorno, situazione davvero eccitante. Mio marito non smette di provocarmi:"Prima ti sei divertita a toccargli il cazzo, ora tocca a te farti toccare: dai, troia". Quelle parole, dette in presenza dell'altro, hanno avuto su di me l'effetto di un orgasmo.Mi son abbandonata, ho lasciato che quella mano andasse dove voleva; era una sensazione troppo eccitante: lui che mi toccava la fica ormai fradicia e mio marito che continuava a leccarmi e baciarmi il collo, mentre con le mani, mi toccava le tette; voleva scoprirmele, ma l'ho fermato; stavamo davvero andando troppo oltre. Così, lì, su quel divanetto, era troppo sconcio quello che stavamo facendo; mi son ritratta ed ho fermato tutto. Mario mi ha detto: "Hai la figa bagnatissima, sei eccitata, bella signora". Al che mio marito gli risponde:"Hai visto quanto a mia moglie piaccia far la porcellina?".E lui: "Si vede e si sente" diceva mentre annusava quelle sue dita con cui mi aveva penetrato. Poi aggiunge:"Perché non andiamo a metterci un po' più tranquilli, di là, e proseguiamo a dar piacere a tua moglie?"Io, ' boh ', non mi sentivo pronta a questo passo, anche se, dentro di me, lo volevo con tutte le mie forze.Ho detto a mio marito: "No, andiamo noi due soli, anche scopare, se vuoi; ma lui lasciamolo fuori".Mio marito ha provato ad insistere, ma io ho detto no... Allora ci siamo alzati e siamo andati di là; abbiamo trovato una stanzetta con un letto, ci siamo chiusi dentro, ma vi erano delle fessure ed erano visibili sagome di uomini che guardavano. Questa situazione a me ha eccitato molto, al punto che ho spinto mio marito sul lettone e gli son salita sopra; mi son tolta il top, strofinando le tette in faccia a mio marito e dicendo che era un porco. Ero ormai fuori di testa: mi sentivo una troia con tutti quegli spettatori e desideravo far veder loro, quanto ero capace di esser troia. Indietreggio, gli tiro fuori il cazzo dai pantaloni; ero tutta un fuoco; inizio a leccargli le palle e poi risalgo fino ad ingoiarlo tutto; avevo gli occhi chiusi e mi stavo godendo il momento; stavolta volevo condurre io il gioco; mi impalo sul cazzo durissimo di mio marito ed inizio una folle cavalcata; lui mi tocca le chiappe, me le allarga, ho avuto un orgasmo potente; ero troppo eccitata e gli ho detto: "Ora me lo infilo nel culo, il tuo cazzo, così tutti potranno vedere quanto sia troia, come piace a te...."(continua)
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Una moglie innamorata. Secondo capitolo
Lui apprezza molto questa mia carineria di portargli il caffe a letto, ma poi non resisto e gli chiedo:"Ma, ieri sera, cosa ti è preso? Non si era mai verificata una situazione di te cosi voglioso; mi hai veramente stupito e, ti confesso che, esser presa così... mhmm, mi è piaciuto molto".Ero seduta sul letto mentre parlavo, lui mi si avvicina, mi slaccia la vestaglia e mi tocca le tette:"Vedi, amore mio, ieri sera sprizzavi sensualità da tutti i pori; i miei amici hanno convenuto tutti che sei ancora un gran pezzo di Topa".Mentre mi parla, mi sta baciando il collo, io mi sto bagnando e così, di getto, gli dico:"Allora mi vuoi sempre sexy, come una porcellina?" e lui, ormai eccitato, mi risponde:"Sì, ti voglio Zoccola" e, intanto, si posiziona davanti, in piedi, e mi mette il cazzo in bocca.Non mi aveva mai definito "Zoccola", ma, adesso, questo suo nuovo modo di porsi mi manda ai matti ; lo lecco e lui me lo infila il più possibile in bocca, mi regge la testa ed io, a questo trattamento, sono sempre più eccitata. Mi lascio usare come vuole lui; quando si è sentito sazio della mia bocca, mi ha fatto mettere a pecora e me l'ha messo tutto dentro con un colpo secco. Avevo i gomiti poggiati sul letto, ma lui me li ha tirati a sé, come per immobilizzarmi, mentre diceva:"Guarda che zoccola che sei: ti piace come ti sto fottendo? Dimmelo, stai godendo?""Sìììì, finalmente, è la seconda volta che godo, dopo tanto tempo. Ora sì che sei un vero maschio" e lui accelerava, fino a sborrare nella mia figa.Questo suo cambiamento, mi piaceva davvero molto: da quel momento in poi, quasi tutte le sere erano fuochi d'artificio. Giunge il periodo delle feste natalizie e, come ogni anno, vi è la cena aziendale; erano tanti anni che non ci andavo, ma, quest'anno, mio marito mi chiese di accompagnarlo e ne fui davvero felice. Nell'ultimo periodo, c'era molto più dialogo tra noi; ci sentivamo di più anche durante il giorno, al telefono Nel giorno della cena, mi recai dal parrucchiere e poi dall'estetista; insomma mi concessi una nuova immagine di me e, a sera, mi preparai indossando una guepière piuttosto audace, immaginando un possibile dopo serata; gonna in pelle sopra al ginocchio, una bella camicia zebrata e tacco 12 per decolleté in vernice di colore nero; il tutto arricchito da accessori, quali collane, orecchini, ed ero pronta.Al che, mio marito, vedendomi, afferma:"Stasera ci vorrà un bodyguard per tener a bada quanti si ecciteranno nel vedere quanto sei fica!"Ed io: "Ah, sì, sarei "fica"? Sì, è vero, sono soddisfatta e mi piaccio, grazie!"Partiamo e, strada facendo, gli chiedo chi ci sarà, e lui:"Tutti i dipendenti e lo studio dei consulenti: ormai li invito ogni anno."A posteriori, prendo atto che questa serata sarà proprio quella che cambierà la mia vita.Arriviamo al ristorante e mi trovo tra tanta gente bella e simpatica; si inizia con i vari brindisi, poi, a tavola, tra una portata e l'altra, si ride e scherza, come tra goliardi: siamo un gruppetto di donne alternate agli uomini. La moglie del nostro consulente, mi chiede:"Cara, come trascorri le giornate, ora che hai i figli grandi? Cavolo, sei giovane ed anche laureata; perché non ci dai una mano nel nostro studio? Potresti venire 3/4 ore al giorno, lo decidi tu, in base a come organizzarti mattina e pomeriggio; dai, siamo veramente in difficoltà ultimamente, non si trova in giro gente valida. Rimettiti in gioco, ti farà bene esser impegnata in qualcosa."Le rispondo che ci penserò! Intanto ci godiamoci la serata, sperando che dopo ci sia da ballare. Mi alzo per andare alla toilette, mi sento un pochino accaldata, stiamo bevendo troppo, stasera. Mentre cammino, avverto d'esser guardata dagli uomini ai vari tavoli; la cosa mi piace; mi sento bella, arrivo in bagno e mi siedo sul water; faccio la pipì e, mentre mi asciugo, me la tocco; non ci posso credere: mi sto eccitando al toccarmi nel bagno del ristorante? Ma cosa mi prende? Questa cosa mi piace e vorrei che venisse mio marito e mi trovasse così; mentre ripenso a quanto successo solo non molto tempo fa, mi ritrovo a farmi un ditalino: sono bagnatissima. Decido di togliere il perizoma e comincio ad elaborare un pretesto per farlo sapere a mio marito; purtroppo era circondato da tante persone...Ecco, ora ci starebbe bene una sveltina, qui! Decido di fare una foto al mio perizoma, mentre ce l'ho tra le mani e gliela invio; mi ricompongo e torno al tavolo. Tengo d'occhio il telefono, ma lui non visualizza; ho perso ogni speranza e continuo a parlare con le donne presenti al tavolo. Intanto bevo, poi, arrivati ai dolci, ci alziamo e si va in una sala, dove c'è un po' di musica, ma, che noia, non balla nessuno. Sono vicina a mio marito, ma egli pensa solo a parlare; ad un certo punto, mi accosto di più a lui e mi dice:"Tesoro, ti presento Alessandro; è il Direttore di una nuova azienda che ho acquisito da poco", mi premuro di stringergli la mano:"Piacere" dico "ma...: non ci siamo già visti tempo fa? Abbiamo ballato alla cena di circa un paio di mesi fa?" E lui risponde:"Ma certo, sì!" e a mio marito sfugge di dire:"Ma tu guarda le coincidenze!"Scambiamo qualche parola, mentre lui non mi toglie gli occhi di dosso; li lascio a parlare tra loro, ma, ad un certo punto, mio marito viene chiamato da altre persone e rimango da sola a discorrere con lui.E' proprio un bell'uomo, avrà circa cinquant'anni, mi piace parlare con lui, siamo li in piedi, quando mi invita a sedere ad un tavolino per bere qualcosa, mentre resto in religioso silenzio, in attesa del ritorno di mio marito. Siamo seduti e, intanto, Ale ha ordinato due coppette di champagne, mentre, dentro di me, mi rimprovero per quanto sto bevendo. Riprendiamo a parlare di ballo, unico nostro argomento…A questo proposito, lui dice: "Peccato che qui non si balli; avevo in mente, dopo, di far un giro in un noto locale della zona, per ballare un po'" ed io gli rispondo: "Anche a me, sarebbe piaciuto, ma a mio marito no!!! Non credo sarebbe d'accordo ad andar per locali".Al che lui: "Tranquilla, provo io a chiederglielo, appena si avvicina".E' proprio furbetto costui, oltre ad esser molto simpatico; star li seduta al tavolo e conversare con quest'uomo mi eccita e, per giunta, sono anche priva di slip; avevo in mente un gioco con mio marito, ma quello è attorniato da tanta gente e non si è ancora accorto di nulla.Mi alzo per salutare delle persone che cominciano ad andar via, vedo mio marito e gli dico:"Guarda che ritorno al tavolo, ti aspetto, vieni; non lasciarmi lì da sola, con quello".Ma, al contrario, dentro di me, ero eccitata da questa cosa; ritorno e mi siedo, chiedendomi se arriverà mio marito; si parla del più e del meno, di cosa è in programma per le feste natalizie; ho la camicia un po' aperta e lui, spesso, vi allunga lo sguardo; faccio finta di nulla, intanto arriva mio marito; è un po' su di giri anche lui, per aver fatto troppi brindisi; si siede accanto a me e mi dà un bacio:"Eccomi, son qui; grazie per aver tenuto compagnia ad Alessandro".Al che lui: "Tua moglie è stupenda, oltre che molto brava nel ballo; pensavo di far un giro in un locale qui in zona; non credo vogliate tornare già a casa? Sono appena le 23:30, che ne dici?"Io mi giro e gli dico: "Sì, dai, andiamo" tenendo un'espressione implorante, cui non si può dire di no.Allora lui dice: "Ok, ma balli con Alessandro? Lo sai che io non ballo".Ma io: "Dai, andiamo, ci prendiamo un tavolo e poi si vedrà".Dentro di me, ero super felice; ci alziamo, prendiamo le giacche e iniziamo ad uscire; saliamo in auto, Ale prende la sua e noi lo seguiamo; mio marito dice:"Sai, tesoro, è proprio una bella persona questo Alessandro, molto responsabile e seria, credo che saprà farsi valere in azienda". Ed io, di rimando: "Sì, amore, dai, basta parlare di lavoro; godiamoci la serata, sono euforica."Gli prendo la mano e me la tiro sulla coscia: "Prima ti avevo mandato un messaggio su whatsapp, ma, preso dagli altri, non l'hai letto"."Infatti, non ho ancora avuto modo di guardare il telefono: ce l'ho dietro, nel cappotto". Allora rispondo:"Fa niente, appena ci fermiamo al locale, lo guardi".Giunti al locale, parcheggiamo; c'è da camminare un po' e, con questi tacchi, è una sofferenza; non avevo certo previsto questa cosa. Ho i piedini che mi fanno male, quindi mi metto a braccetto di mio marito, almeno mi regge un po'. Finalmente entriamo e devo dire che è molto affollato; alla fine, troviamo un tavolo e ci mettiamo seduti; vedo che mio marito ha il telefono in mano e ciò mi provoca un certo rossore sulle guance; di certo non era il momento giusto, gli lancio un sorrisino e mi avvicino; gli dico:"Ti è piaciuta la mia foto? Avevo in mente una cosa, ma andava bene prima, ora niente".Sono tremendamente eccitata e dico: "Dai, andiamo in pista!"Volevo ballare con Alessandro, come l'altra volta, ma, stavolta, è diverso; non è più uno sconosciuto, bensì una persona che è a contatto con mio marito, perché vi lavora assieme......Siamo li in piedi, a bordo pista; intanto guardo verso mio marito ed avverto che è eccitato, dopo quello che ha visto. Allora gli chiedo:"Posso ballare con Ale o ti dispiace?"Mi dà un bacio in bocca e mi dice: "Sì, andate pure". Vado alla toilette, poi, di ritorno, dico ad Ale: "Mi fai ballare?" e lui: "Prego, bella signora, non aspettavo altro; stasera hai un fascino tutto particolare".Ed io: "Dai, non esagerare, guardati in giro: vedi quante belle donne ci sono?" Ridiamo, poi aggiunge: "Di là, c'è la sala del "latino", come te la cavi?" "Non sono particolarmente brava, però andiamo; il cavaliere sei tu".C'è una folla incredibile e lui mi dà la mano per non perdermi; cavolo, un brivido mi percorre l'intera spina vertebrale. Iniziamo a ballare, il suo contatto è sempre più stretto, le sue mani sui fianchi; mhmm, sono molto accaldata; balliamo, balliamo, mentre osservo mio marito che ci guarda; questa situazione mi eccita e, dentro di me, mi chiedo:"Sarà un po' geloso di me oppure non gliene frega nulla?" Dopo un po', lo raggiungiamo, lo abbraccio e gli dico:"Alessandro è bravissimo: hai visto come mi conduce bene mentre balliamo?"Cercavo di capire cosa provava a vedermi tra le braccia di un altro uomo; lui mi dice:"Sei bellissima, son contento che ti diverti". Siamo rimasti ancora un po' al tavolo a chiacchierare e poi, salutato Alessandro, abbiamo lasciato il locale.Era tardi, una volta in auto, prendo dalla borsa il mio perizoma e glielo lancio sul volante; son seduta con la gonna tirata su, sono eccitata e gli dico:"Ho voglia di scopare; cerchiamo un posto come facevamo da fidanzati, quando lo facevamo in macchina".Allungo la mano e gli tocco il cazzo, ce l'ha durissimo; mette in moto e, intanto, cerco di aprirgli la cerniera dei pantaloni; ero talmente eccitata che avevo voglia di succhiarlo all'istante, sussurrandogli parole sconce; gli dicevo che mi sentivo "Zoccola"! "Sì, sono una zoccola". Troviamo un posto in una zona poco illuminata, spegne il motore ed io mi sistemo con il culo verso il finestrino, gli prendo il cazzo in bocca e lui mi tocca la figa: la trova bollente e bagnata, mi son ritrovata senza camicia e reggiseno, con le tette al vento; che situazione: noi due, in quel parcheggio, in auto a far porcate.Ormai ero partita, lo succhiavo come una porcella, mentre mi toccava il clitoride; ad un certo punto dice:"Andiamo dietro, che mi scopo sta figa!"Aveva il cazzo durissimo e, scavalcati i sedili, si siede; io mi ci impalo sopra, sentendolo bello duro, mi penetra tutta, wow, lo cavalco, lui mi regge le chiappe, me le palpa, me le allarga. A quella situazione, non reggo più e mi scappa di dire: "Vengo..." ma lui mi gira, finisco con il viso contro il finestrino e mi prende a pecora; sembriamo due ragazzini; è molto eccitato, mi dà dei colpi e mi dice:"Peccato che è inverno, altrimenti ti avrei scopata fuori dalla macchina, zoccola; ti sfondo la figa! Cosa t'è venuto in mente, stasera, al ristorante? Sei quindi stata tutta la sera senza mutande? Vergognati, sei proprio una zoccola!"Ed io, all'apice dell'orgasmo, gli rispondo:"Ero andata in bagno a far la pipì e mi son eccitata; mi son fatto un ditalino, pensando a te che sei un porco; avrei voluto che mi raggiungessi in bagno e mi scopassi in piedi, lì, nel bagno".Intanto mi toccava il buco del culo, mentre mi scopava; lo avevamo fatto poche volte, in passato, perché era una pratica che mi faceva provar dolore; lui insisteva con il dito ed io gli ho chiesto:"Che idea ti sta venendo? Lo sai che lì provo dolore!" Intanto sentivo il cazzo nella figa che mi faceva impazzire; e lui:"Se davvero desideri esser una zoccola, devi prenderlo anche nel culo, altrimenti non hai titolo a ritenerti tale; ed io:"Ah, sì, e tu? Come sai di queste porcate? Dimmelo! Per caso è la tua amante ad insegnarti 'ste cose? dimmelo, cazzo! Vuoi una moglie puttana, che ti dia tutto? Sono disposta a tutto, per te, porco!"Ha accelerato ed è venuto dentro di me, urlandomi: "Sì, puttana!"Una volta finito, ci rivestiamo alla bene e meglio e, senza dire una parola, torniamo a casa.Devo ammettere che stavamo perdendo la ragione...Tornati a casa, andiamo a letto che era notte fonda...! Devo dire che le nostre serate erano diventate molto calde e, di conseguenza, mi facevo trovare a casa a preparar la cena con tacchi alti e vestiti piuttosto provocanti; visto che eravamo in casa da soli, ogni sera osavo di più, indossando minigonne cortissime; scopavamo tanto ed il linguaggio era diventato sempre più scurrile. Nel frattempo, stavo andando per qualche ora al pomeriggio a dare una mano in studio, ai nostri amici consulenti e, proprio qui, un pomeriggio mi si presenta Alessandro. Ammetto che mi ha fatto molto piacere vederlo; abbiamo bevuto un caffe e scambiato qualche chiacchiera; a me questo uomo intriga ogni volta di più quando lo vedo; mhmm... me lo farei con la furia di un animale; in questa occasione, lui mi chiede il mio numero con la scusa di qualche informazione sulle sue pratiche, visto che ero io a seguirlo.La sera, a casa, informo mio marito che oggi era passato in studio Alessandro. "Mi ha detto di salutarti" e lui, subito, mi risponde: "Dovremmo invitarlo qui a cena, qualche sera, che dici?" "Sì, va bene, ma avvisami per tempo, cosi preparo qualcosa di speciale".Intanto mio marito è dietro di me e mi parla, baciandomi il collo; sono davanti ai fornelli e sento il suo cazzo che preme sul mio culo; mi chiede:"Che cenetta vorresti preparare ad Alessandro? Ah, dimmi, puttanella: ti farai trovare come ora, così sexy, anche quando verrà lui?" Sono eccitata e, di rimando, gli rispondo:"A te cosa piacerebbe? Ti piacerebbe che mi presentassi a lui così sexy non solo per te?"Adesso mi sta toccando la fica e dice: "Sì, se solo al pensiero ti sei bagnata così, vuol dire che ne avresti piacere; è così? Lo vuoi? Sì, zoccola, vuoi che ti veda provocante? Ti piace, quell'uomo? Dimmi: te lo faresti?" e intanto mi mette un dito in bocca, intriso dei miei umori di fica......Io non ne posso più, mi inginocchio, gli tiro giù la zip dei pantaloni e tiro fuori il suo cazzo durissimo. Lo succhio, lo succhio come una porca, leccando pure i coglioni e guardandolo negli occhi, e lui:"Sì, puttana, così, brava, succhialo!"Mio marito, invece, insiste: "Sì, dovrai metterti sexy; mi eccita che quello sbavi per te. So che gli piaci, non è raro che mi faccia complimenti su di te, dice che sono un marito fortunato ad avere una bella moglie come te".La situazione qui va oltre ogni mia aspettativa: mio marito si eccita, vuole che io faccia la spudorata; è proprio cambiato, non avrei mai pensato ad una situazione di questo tipo tra noi; però, non volevo esser io a prender iniziative; cosi arriviamo al tanto atteso venerdì, sono circa le 18:00, sto uscendo dalla doccia, sono in accappatoio e mio marito è in camera; si sta cambiando. Gli chiedo:"Dai, scegli tu cosa vuoi che indossi, scegli tu il vestito, mentre vado in cucina a dar un'occhiata al forno.Ritornata in camera, trovo sul letto un abitino nero elasticizzato, che, in pratica, una volta indossato, mi si sarebbe incollato addosso come una seconda pelle, mettendo in assolta evidenza le mie forme. Mi dice:"Indossa questo, amore, mi piace".Prendo a prepararmi, mi trucco, intimo sexy con reggicalze, vestitino scelto da lui, ed accessori tipo collana di perle, tacchi; arrivo in cucina, mio marito è sul divano, quando esordisce:"Sei stupenda", intanto mi metto un grembiule, onde evitare che potesse schizzarmi qualcosa addosso, ma anche perché non mi va di apparire troppo sfacciata. Cercavo, in qualche modo, di nascondere le mie fattezze: ero molto agitata.Sono cica le 20:00, quando sentiamo suonare alla porta; sono agitatissima, mio marito va ad aprire ed io sono intenta alla cucina. Sento entrare Alessandro, che ha portato delle bottiglie ed un'orchidea; gli vado incontro per salutarlo, ci scambiamo due baci sulla guancia e non posso far a meno di inebriarmi del suo profumo. Mi fa i complimenti dicendo che mi trova bellissima; io gli rispondo: "Grazie, sei troppo buono".Intanto mio marito ha aperto una bottiglia di prosecco e parte il primo brindisi.Li faccio accomodare ed inizio a servire; mi sento gli occhi di Ale addosso, non mi perde di vista un attimo; io sciorino tutta la mia malizia, faccio un po' la civettuola, mi eccita la situazione che si sta creando; mi tolgo il grembiule, cosi gli posso mostrare il mio generoso décolleté; non porto reggiseno, quindi devo star attenta: i capezzoli sono visibili, questo benedetto vestito non nasconde nulla.Voglio provocarli tutti e due: mio marito scommetto che avrà già il cazzo duro; prendono a frullarmi per la testa le porcate che mi ha detto l'altra sera su Alessandro. Il mio bicchiere, non si sa perché, è sempre pieno. Ale mi chiede se può andare alla toilette ed io lo accompagno fino al corridoio, per poi far ritorno al tavolo, dove mio marito mi fa l'occhiolino. Mi chiede:"Sei eccitata?" ed io gli rispondo: "Sì" La testa mi si sta riempiendo di strane voglie. Allora mi viene di dirgli:"Sta attento, amore, che stasera potrei metterti le corna se tutto procede ancora così".E lui, di rimando: "Zoccola! Apri un po' quella scollatura".Intanto torna Ale.Decido di alzarmi e metter su un po' di musica latina; volevo ballare, mi sentivo un po' troppo su di giri; questa situazione mi ha eccitato non poco.Nel sentir la musica, Ale dice a mio marito:"Mi consenti di far ballare un po' la tua signora?" e lui:"Vai, vai pure, io me ne sto qui a guardare. Il ballo non mi piace, non fa per me".sentire il suo contatto, mi fa eccitare; sentivo le sue mani sui fianchi e questo mi fa veramente impazzire; in più, veder mio marito che ci guarda, è una condizione di profondo erotismo. Mentre mio marito si assenta un attimo, Ale mi dice:"Quanto sei gnocca, stasera!!!!" Eravamo un po' su di giri ed io gli rispondo:"Smettila, sono sempre la solita, a meno che non sarà l'effetto del vino" e ridiamo, ma il fatto è che quest'uomo mi piace per davvero; ormai fatico a nasconderlo anche a me stessa, ma, comunque, la serata non poteva aver dei risvolti diversi. Quello che avevamo fantasticato con mio marito, richiede tempo, il momento giusto, non era il caso di concedermi cosi.Concludiamo la serata tra frizzi e lazzi, poi Ale va via, ormai è tardi... Eravamo terribilmente eccitati: mio marito mi sfila il vestitino, mi fa mettere con la faccia sul tavolo e si mette a leccarmi la fica; poi inizia a stuzzicami il buco del culo, porta gli umori della fica al buco del culo ed inizia a penetrarmi con le dita; prima uno, poi, man mano, due; ' cazzo quanto mi piace '. Lui mi dice: "Sta buona, zoccola, voglio sfondarti il culo stasera; te lo meriti proprio; ho visto come facevi la civetta con Ale; quello, se ti becca da sola, ti fa la festa; lo hai fatto troppo sballare, stasera, non ti toglieva gli occhi di dosso".Intanto mi punta il cazzo sul buco del culo; mi sento una troia, lo voglio, lo voglio nel culo, stavolta sono io a dirglielo:"Dai, porco, che aspetti a mettermelo nel culo?"Mentre lui cerca di infilamelo delicatamente, sono io a far in modo di andargli incontro e farmelo entrare tutto dentro....Lo volevo tutto dentro, quel cazzo era durissimo e lui, a sentire che ero così calda e vogliosa, ha iniziato a stantuffarmi, prima piano e poi sempre più forte; mi scopava divinamente, mentre gli dicevo:"Devi mettermelo più spesso nel culo, cazzo, quanto mi piace! Godo, godo, sì, pensa se c'era anche Ale, magari con il suo cazzo nella figa".Lui ormai era all'apice e lo sento urlare: "Sborro, puttana, prendi tutta la mia sborra che te lo riempito questo culo ..."Dopo quel magnifico amplesso, ne discutiamo concludendo che non è il caso di coinvolgere Ale nelle nostre porcate, tanto più che abbiamo in comune un rapporto di lavoro. Decidiamo che il gioco vada cambiato...Una sera, durante la settimana, mio marito rientra dal lavoro; io sono intenta a preparar la cena e lui apre un discorso un po' strano, prendendolo alla larga, per infine concludere:"Che ne pensi, se sabato sera uscissimo a cena e poi fare un giro in qualche locale?" Gli rispondo subito:"Ok, sììì, ma di che locale si tratta?" Lui, dopo averci girato un po' intorno, dice:"Si tratta di un club prive'" Ed, io: "Cosa, cosa?"Non ci potevo credere: mio marito aveva voglia di portarmi in uno di quei locali, boh?""Non lo so, devo pensarci; non so se me la sento". E lui subito aggiunge:"Amore, sarà una prova: entriamo e, se non ti piace, ne usciamo; è solo curiosità la mia". "Ci penserò ..."Riflettei e poi iniziai a far un po' di ricerche su Google; volevo rendermi conto di come fossero organizzati questi locali e cosa si facesse al loro interno. Mi sembrava un po' eccessivo per noi, però mi son detta: ' Boh, proviamo, vi entriamo e poi si vedrà '. Era una cosa di cui non potevo far parola con nessuno, per riceverne qualche consiglio, né, tantomeno, parlarne con le mie amiche.Sabato mattina, mi sento in fibrillazione: sono molto confusa sul da farsi; mio marito è fuori ed io sono in casa; decido di uscire a far compere, altrimenti sarei impazzita...Rientrata nel tardo pomeriggio, ho avuto appena il tempo di riflettere sulla serata e mi dico: ' Sì, proviamoci: al massimo si ritorna a casa, senza impelagarci in cose strane '. Da ciò che leggevo su Internet, non era tanto facile capire come si evolvevano queste serate: succedeva veramente di tutto in questi locali.Sono quasi le 19:00, sono in doccia e sento arrivare mio marito. "Amore, sei arrivato?" "Sì - mi dice - vado nell'altro bagno a prepararmi" ed aggiunge "Ti ho lasciato delle cose sul letto, per stasera"Ne resto incuriosita, ma rispondo in maniera informale: "Ok, fra poco andrò in camera; ho quasi finito". Son davvero molto curiosa: cosa avrà preparato? In accappatoio, vado in camera e sul lettone trovo una borsa, con, all'interno, un paio di scarpe dai tacchi altissimi e dell'intimo, tipo autoreggenti e perizomi. Una gonnellina in pelle cortissima, un top; mi dico: ' ma a questo ha dato di volta il cervello? Sì, è impazzito; non penserà mica che esca conciata così? Questi tacchi, poi, non riuscirò neanche a camminare; ma che si è messo in testa?
(continua)
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Una moglie innamorata. Primo capitolo.
Ho ricevuto, la bozza di questo racconto, il cui autore, utente di un altro sito, ha voluto mantenere l'anonimato, e mi ha chiesto di rimodulare i suoi appunti e, per suo espresso volere la pubblico a beneficio tutti. Spero sia di vostro gradimento. ***********************************************Ho conosciuto questa coppia in un locale, un paio di mesi fa; in seguito la lei è diventata mia amica e, all'oggi, mi confida tutto di sé. Pensa, oggi ha 43 anni, ma si è sposata che ne aveva diciannove ed il marito venticinque; era il secondo maschio con cui era stata fino a quel momento ...Rimasta subito incinta, si era data al ruolo di mamma e casalinga, intrattenendo con il marito solo sesso nella maniera più classica, senza un minimo di fantasia. Lui era preso dal suo lavoro, perché aveva una azienda cui necessitavano cure ed attenzioni, e lei era sempre in casa; aveva avuto tre figli, uno dopo l'altro; in questo modo, la sua femminilità era andata a farsi benedire, indossava qualcosa di più importante, tipo tacchi o bei vestiti, solo quando vi erano occasioni tipo matrimoni, battesimi, o altro.Insomma, si era annullata per la famiglia, ed anche il fisico aveva perso di tonicità, mettendo su un po' di chili; questo fino a che, con il tempo, il marito non la cercava più, se non di rado. Lei era talmente presa da casa e famiglia, che si era adattata a questa condizione, quasi fosse la normalità per ogni donna, fino a che arrivò il momento della sua presa di coscienza. Cinque anni fa, i figli ormai grandi, e lei si sente un po' più libera. Tira le somme su quella che era diventata la sua vita e, soprattutto, sta più attenta a quella che conduce il marito, che si fa sempre di più i cavoli suoi, non la cerca, esce spesso a cena, lasciando lei da sola a casa, a passar le serate sul divano. Lui rientra a notte fonda e, in lei, si insinua il sospetto che lui potesse sfogarsi con qualche altra donna. Arrivata a questo punto, non tollera più la situazione: lei, la sua donna di casa, la madre dei suoi figli e lui, il dongiovanni che se la spassa con qualche puttana?Purtroppo è un classico: la maggior parte dei mariti desiderano che le mogli siano considerate signore per bene, che se ne stiano a casa con serietà e compostezza, mentre essi se ne vanno in giro a cercar puttane, cui chiedere ed ottenere, le cose più audaci ed osé, mentre le mogli, guai, devono esser solo dei soprammobili e non osar niente. Questo stato di cose, comincia a starle stretto e, cosi, pian piano, cerca di darsi una mossa: si veste in maniera un po' più ricercata, si trucca, si fa le unghie qualche volta in più, prende a calzare scarpe dal tacco vertiginoso; vuole farsi notare dal marito, fargli vedere che è ancora una bella donna. A letto, spesso si fa trovare con indosso qualche indumento intimo alquanto sexy, ma lui, come suo solito, fatti i suoi comodi, esauriva la propria fantasia, per poi addormentarsi.......A questo punto era normale che lei si rivolgesse alle amiche, cui confidava quel suo malessere e anch'esse, più o meno, narravano di trovarsi a vivere le stesse umiliazioni, tanto che qualcuna era ricorsa alla separazione. Lei, ormai, era sempre più convinta che il marito avesse un'altra donna, per cui cominciava a star molto attenta a certe occasioni che avrebbero potuto confermare il sospetto che si era insinuato in lei. La notte, mentre lui dormiva, gli controllava il cellulare, senza trovare nulla; la cosa va avanti per qualche mese e....sempre nulla. Quando era ormai vicina a convincersi che le sue non erano altro che delle paranoie, accade che una mattina, lei vada in azienda dal marito, adducendo che si trovava in zona per delle commissioni. Lui è in reparto e l'addetta alla reception, la fa entrare nel suo studio, assicurandola che provvederà ad avvertire il marito della sua presenza.In realtà lei non era adusa a fermarsi in azienda, quindi il marito non si aspettava quella sorpresa.Lei si accomoda nell'ufficio del marito ed aspetta; mentre è seduta sul divanetto, sente un telefono squillare insistentemente. Incuriosita, va dietro la scrivania e sente che l'apparecchio si trova in uno dei cassetti. Lo apre e trova un i-phone mai visto prima; lo prende tra le mani e, sullo schermo, mentre vibra, compare un nome: Ludovica. Lo ripone immediatamente al suo posto, come se scottasse e, intanto, nella sua mente, iniziano a rincorrersi tanti pensieri: è questo il telefono segreto che usa con la sua amante? Allora è vero: ha un'altra? Che stronzo! Nel frattempo giunge il marito, seguito da un suo collaboratore. Lei fa finta di nulla ed il marito, come suo solito, fa il piacione: la invita in saletta a bere un caffè e poi chiede: "Come mai, qui?" davanti al collaboratore. Prendono il caffè, parlano per un attimo, ma poi il marito la liquida, dicendo che ha degli appuntamenti. Lei saluta e se ne torna a casa molto amareggiata, sia per la scoperta fatta che per come si era comportato il marito: assolutamente scostante, dando importanza, come sempre, al solo lavoro...Ora le era chiaro: aveva un'altra donna! Non c'erano dubbi...Che stupida che era stata: lei a casa, a sgobbare, crescere tre figli e far la schiava, mentre lui si divertiva con altre donne; era stata ridotta al ruolo di serva... così, la ripagava per tutta la fedeltà e devozione profusa per la famiglia?Quella sera, a casa, lei fa un po' la sostenuta per non esser stata invitata a pranzo e non averle dedicato più tempo. È stato molto gelido con lei, ormai è sempre così: giusto il necessario, non si parla più, si guarda solo il telefono, come in questo momento; è sul divano e si fa i cavoli suoi, mentre lei rimette in ordine la cucina; tutto questo non va per niente bene. Finisce, va in bagno e poi a letto; lui rimane là, di sicuro a chattare con la sua amante…La mattina si trova a colazione con delle amiche; si accorgono che è giù di morale e, dopo tanti inviti a confidarsi, esplode in lacrime. Racconta loro la sua situazione e Vanessa la consola dicendo:"Guarda che gli uomini sono degli idioti; mandano all'aria una storia con la moglie, per qualche sciacquetta troia. Sono proprio strani; un'altra amica, si fa avanti con altri suggerimenti:"Prova a stuzzicarlo con una cenetta sexy; sbattigli la figa sulla faccia e fagli capire che sei tu la sua donna, che, se ti ci metti, puoi esser cento volte meglio di qualsiasi altra; guardati allo specchio: sei giovane e bella, valorizzati!"Dopo la lunga chiacchierata, si era un attimo rincuorata, e si era detta: "Sì, devo far di tutto, per riprendermi mio marito"... Così, fatto qualche acquisto di intimo nuovo, arriva il sabato sera, in cui avevamo una cena fuori con degli amici; in quell'occasione, mi son fatta più carina del solito, con trucco, capelli e, sotto, intimo nuovo, mentre sopra avevo indossato una gonna sopra il ginocchio, camicia semi trasparente e tacco 12, décolleté nere, rossetto; mi guardo allo specchio e mi trovo più che bella. Pure lui, appena mi vede arrivare nel salone, mi dice:"Ah, ecco, tutto questo tempo è servito almeno a renderti irriconoscibile: stai davvero bene, brava!"Ed io, nella mia mente: - dai, finalmente si è accorto che ci sono? - Prendo giacca, borsa e partiamo...Strada facendo, non spiccica una parola; comunque arriviamo a questo ristorante, dove ci sono già gli amici; entriamo e noi donne subito a chiacchierare; gli uomini si raggruppano tra loro; la serata scorre molto piacevolmente; arriva il momento di alzarci. In questo locale, al piano inferiore, vi è una pista da ballo; noi donne ci avviamo, seguite dai mariti, che già dichiarano di non aver voglia di ballare...Come al solito, loro si prendono il tavolo, la bottiglia e si dimenticano che con essi ci sono anche le mogli. Mi sento un po' accaldata, sono un pochino su di giri, allegrotta, perché mi piace il vino bianco, quindi, in queste occasioni, alzo un po' il gomito; mi slaccio un bottone della camicetta, perché mi sento quanto mai figa, questa sera ....Qualcuna delle mogli aveva già trovato un cavaliere con cui ballare, io mi sto guardando in giro ed ecco che si avvicina un uomo, molto elegante, un po' più grande di me e mi porge la mano: non potevo ricevere un invito a ballare più chiaro di quello. Accetto, sciorinando un bel sorriso e lo seguo in pista, che si presenta affollatissima. Le altre donne non le vedo più ed inizio ballare; devo dire che mi sta conducendo molto bene, si mostra bravo nel ballo, in più sembra davvero simpatico, così ci scambiamo qualche battuta ...Mi invita a bere qualcosa e, trovandolo molto simpatico, oltreché un bel tipo, allegro, sentendomi quanto mai accaldata, lo seguo al bancone del locale e prendiamo due drink; ci spostiamo su dei divanetti e scambiamo due parole; lo informo che sono sposata e mio marito è al tavolo in fondo alla sala, perché non gli va di ballare."Peccato - dice lui - una bella donna come te? Si rende conto che è pericoloso, lasciarti in pista da sola? Dovrebbe star più attento..."Ridiamo della grossa a quella battuta, mi piace come mi guarda, cavolo... queste attenzioni mi mancavano da una vita. Mi sento molto bella e ci voleva proprio una buona dose di autostima, ne avevo proprio bisogno in questo periodo. Lui mi dice: "Io vengo spesso qui, se vuoi un compagno con cui ballare, sono a tua completa disposizione".Ringrazio e gli rispondo che, chissà se ci sarà mai una nuova occasione; magari ci rivedremo; ormai si era fatto tardi e ci salutiamo; ritorno al tavolo da mio marito ed i nostri amici: è ora di tornare a casa....Sono ormai convinta che a mio marito non interesso per niente; non mi ha chiesto neanche se mi son divertita, invece è stata la mia amica ad affermare che di certo devo essermela spassata con quello:"Hai ballato tutto il tempo con quel tipo; hai capito tua moglie?" lo riferiva a Giancarlo, mio marito, giusto per una battuta.La sua risposta è stata:"E meno male che ha trovato quello lì; almeno ha ballato e si è divertita, altrimenti avrebbe stressato me".Ed io, dentro di me, consideravo: - ma tu guarda che stronzo, non gli importa proprio nulla di me? Certo, ha la sua amante Ludovica, lui; guardalo, il bastardo: non gli importa nulla di me: ormai ha la sua puttana...-.Ero davvero arrabbiata con lui, forse anche perché ero un po' alticcia. Partiamo, avremmo dovuto viaggiare per circa mezz'ora prima di arrivare a casa; io, in auto, sono un po' scosciata, lascio la giacca aperta, proprio per vedere se suscitavo qualche sua reazione, dal momento che, prima di uscire di casa, aveva affermato:"Che bella che sei, stasera".Con una certa acrimonia, gli chiedo:"Dimmi la verità: non mi ami più? Se è così, abbi almeno il coraggio di dirlo: non ti piaccio più?"E lui: "Ma che vai a pensare? Su, dai, non siamo più dei ragazzini, ti amo, lo sai".Ed io: "Sìììì, è così, dal momento che non mi consideri più; di certo devi avere qualche altra donna; dai, ammettilo almeno".Lui, arrampicandosi sugli specchi, cerca di sviare il discorso, ma ormai son sicura di quel che penso.Arriviamo a casa ed entriamo in garage con l'auto: abitavamo in una villetta.Scendiamo dall'auto e vado nel bagno della lavanderia; mi scappava la pipì; sono sul water, la gonna tirata su ed il perizoma abbassato; lui riesce a vedermi in quella posizione e vede anche che indossavo le autoreggenti; deve essergli salito il sangue alla testa, perché ha fatto una cosa alquanto strana, una cosa che non avevamo mai fatto; mi ha spinto indietro, con la schiena contro il muro, lasciandomi seduta sul water; poi si è inginocchiato ed ha preso a leccarmi la figa, con una smania davvero esagerata. Non lo avevo mai visto con tanta frenesia addosso, sembrava un'altra persona, e la cosa mi eccitava veramente tanto; mi ha ridotto la figa ad un fiume. Dopo un po' di quel trattamento, si alza, si abbassa i pantaloni e me lo mette in bocca; lo succhio, sono tremendamente eccitata, mi eccita assai questa sua foga, mi regge la testa per imprimere il suo ritmo, quasi mi soffoca, sono veramente sbalordita. Mi tira su, mi fa appoggiare alla lavatrice e me lo mette dentro, fatica un po' per via dei tacchi, tento di toglierli, ma lui mi dice: "Non ti azzardare" e mi tiene la testa appoggiata alla lavatrice: è proprio impazzito! Che cazzo gli è preso? Dopo un po' che mi sta scopando, sento che urla: "Sto sborrandoooo..."Allora mi viene da pensare che, a vedermi cosi, con tacchi ed autoreggenti, abbia immaginato fossi la sua amichetta Ludovica; saliamo su, mi spoglio e vado in bagno a darmi una rinfrescata: ne avevo proprio bisogno. In doccia ripenso a come mi ha presa poco fa; mi sto toccando la fica perché mi eccita particolarmente questa cosa; finisco la doccia e mi asciugo, indosso l'accappatoio e vado in camera, ma lui dorme; mi distendo a letto nuda, credendo fosse sveglio, mi giro e rigiro, non riesco a dormire e la mano mi ritorna sulla figa; mi sto toccando al pensiero di quanto accaduto con lui .... Allungo una mano e cerco il suo cazzo; ho ancora voglia, sono talmente eccitata che mi infilo sotto la coperta e glielo prendo in bocca; lo sento crescere tra le labbra, ma lui è in dormiveglia; allora mi tiro su e mi metto a cavalcarlo; ha il cazzo durissimo, è buio, quindi non vedo la sua faccia, le mie mani sono sul suo petto, non voglio più fermarmi, godo e lo fa pure lui: mi sborra in figa...Era ancora in dormiveglia, quando mi ha detto: "Ora dormi, sono stanco". Io son ritornata al mio posto e, dopo poco, mi son addormentata. La mattina mi sveglio e gli porto il caffe a letto, in vestaglia; mi sentivo finalmente felice, dopo così tanto tempo; ormai non ricordavo più da quanto non passavo una serata così. Devo dire che, dopo tanto tempo, questa botta di energia ci voleva proprio; dentro di me, mi dico che d'ora in poi, mi presenterò a lui sempre più sexy, perché voglio riconquistare mio marito.Lui apprezza molto questa mia carineria di portargli il caffe a letto, ma poi non resisto e gli chiedo:"Ma, ieri sera, cosa ti è preso? Non si era mai verificata una situazione di te cosi voglioso; mi hai veramente stupito e, ti confesso che, esser presa così... mhmm, mi è piaciuto molto".Ero seduta sul letto mentre parlavo, lui mi si avvicina, mi slaccia la vestaglia e mi tocca le tette:"Vedi, amore mio, ieri sera sprizzavi sensualità da tutti i pori; i miei amici hanno convenuto tutti che sei ancora un gran pezzo di Topa".Mentre mi parla, mi sta baciando il collo, io mi sto bagnando e così, di getto, gli dico:"Allora mi vuoi sempre sexy, come una porcellina?" e lui, ormai eccitato, mi risponde:"Sì, ti voglio Zoccola" e, intanto, si posiziona davanti, in piedi, e mi mette il cazzo in bocca.Non mi aveva mai definito "Zoccola", ma, adesso, questo suo nuovo modo di porsi mi manda ai matti ; lo lecco e lui me lo infila il più possibile in bocca, mi regge la testa ed io, a questo trattamento, sono sempre più eccitata. Mi lascio usare come vuole lui; quando si è sentito sazio della mia bocca, mi ha fatto mettere a pecora e me l'ha messo tutto dentro con un colpo secco. Avevo i gomiti poggiati sul letto, ma lui me li ha tirati a sé, come per immobilizzarmi, mentre diceva:"Guarda che zoccola che sei: ti piace come ti sto fottendo? Dimmelo, stai godendo?""Sì, finalmente, è la seconda volta che godo, dopo tanto tempo. Ora sì che sei un vero maschio" e lui accelerava, fino a sborrare nella mia figa.Questo suo cambiamento, mi piaceva davvero molto: da quel momento in poi, quasi tutte le sere erano fuochi d'artificio. Giunge il periodo delle feste natalizie e, come ogni anno, vi è la cena aziendale; erano tanti anni che non ci andavo, ma, quest'anno, mio marito mi chiese di accompagnarlo e ne fui davvero felice. Nell'ultimo periodo, c'era molto più dialogo tra noi; ci sentivamo di più anche durante il giorno, al telefono.Nel giorno della cena, mi recai dal parrucchiere e poi dall'estetista; insomma mi concessi una nuova immagine di me e, a sera, mi preparai indossando una guepière piuttosto audace, immaginando un possibile dopo serata; gonna in pelle sopra al ginocchio, una bella camicia zebrata e tacco 12 per décolleté in vernice di colore nero; il tutto arricchito da accessori, quali collane, orecchini, ed ero pronta.Al che, mio marito, vedendomi, afferma:"Stasera ci vorrà un bodyguard per tener a bada quanti si ecciteranno nel vedere quanto sei fica!"Ed io: "Ah, sì, sarei "fica"? Sì, è vero, sono soddisfatta e mi piaccio, grazie!"Partiamo e, strada facendo, gli chiedo chi ci sarà, e lui:"Tutti i dipendenti e lo studio dei consulenti: ormai li invito ogni anno."A posteriori, prendo atto che questa serata sarà proprio quella che cambierà la mia vita.Arriviamo al ristorante e mi trovo tra tanta gente bella e simpatica; si inizia con i vari brindisi, poi, a tavola, tra una portata e l'altra, si ride e scherza, come tra goliardi: siamo un gruppetto di donne alternate agli uomini. La moglie del nostro consulente, mi chiede:"Cara, come trascorri le giornate, ora che hai i figli grandi? Cavolo, sei giovane ed anche laureata; perché non ci dai una mano nel nostro studio? Potresti venire 3/4 ore al giorno, lo decidi tu, in base a come organizzarti mattina e pomeriggio; dai, siamo veramente in difficoltà ultimamente, non si trova in giro gente valida. Rimettiti in gioco, ti farà bene esser impegnata in qualcosa."Le rispondo che ci penserò! Intanto ci godiamoci la serata, sperando che dopo ci sia da ballare. Mi alzo per andare alla toilette, mi sento un pochino accaldata, stiamo bevendo troppo, stasera. Mentre cammino, avverto d'esser guardata dagli uomini ai vari tavoli; la cosa mi piace; mi sento bella, arrivo in bagno e mi siedo sul water; faccio la pipì e, mentre mi asciugo, me la tocco; non ci posso credere: mi sto eccitando al toccarmi nel bagno del ristorante? Ma cosa mi prende? Questa cosa mi piace e vorrei che venisse mio marito e mi trovasse così; mentre ripenso a quanto successo solo non molto tempo fa, mi ritrovo a farmi un ditalino: sono bagnatissima. Decido di togliere il perizoma e comincio ad elaborare un pretesto per farlo sapere a mio marito; purtroppo era circondato da tante persone...Ecco, ora ci starebbe bene una sveltina, qui. Decido di fare una foto al mio perizoma, mentre ce l'ho tra le mani e gliela invio; mi ricompongo e torno al tavolo. Tengo d'occhio il telefono, ma lui non visualizza; ho perso ogni speranza e continuo a parlare con le donne presenti al tavolo. Intanto bevo, poi, arrivati ai dolci, ci alziamo e si va in una sala, dove c'è un po' di musica, ma, che noia, non balla nessuno. Sono vicina a mio marito, ma egli pensa solo a parlare; ad un certo punto, mi accosto di più a lui e mi dice:"Tesoro, ti presento Alessandro; è il Direttore di una nuova azienda che ho acquisito da poco", mi premuro di stringergli la mano:"Piacere" dico "ma...: non ci siamo già visti tempo fa? Abbiamo ballato alla cena di circa un paio di mesi fa?" E lui risponde:"Ma certo, sì!" e a mio marito sfugge di dire:"Ma tu guarda le coincidenze!"Scambiamo qualche parola, mentre lui non mi toglie gli occhi di dosso; li lascio a parlare tra loro, ma, ad un certo punto, mio marito viene chiamato da altre persone e rimango da sola a discorrere con lui.E' proprio un bell'uomo, avrà circa cinquant'anni, mi piace parlare con lui, siamo li in piedi, quando mi invita a sedere ad un tavolino per bere qualcosa, mentre resto in religioso silenzio, in attesa del ritorno di mio marito. Siamo seduti e, intanto, Ale ha ordinato due coppette di champagne, mentre, dentro di me, mi rimprovero per quanto sto bevendo. Riprendiamo a parlare di ballo, unico nostro argomento...A questo proposito, lui dice: "Peccato che qui non si balli; avevo in mente, dopo, di far un giro in un noto locale della zona, per ballare un po'" ed io gli rispondo: "Anche a me, sarebbe piaciuto, ma a mio marito no!!! Non credo sarebbe d'accordo ad andar per locali".Al che lui: "Tranquilla, provo io a chiederglielo, appena si avvicina".E' proprio furbetto costui, oltre ad esser molto simpatico; star li seduta al tavolo e conversare con quest'uomo mi eccita e, per giunta, sono anche priva di slip; avevo in mente un gioco con mio marito, ma quello è attorniato da tanta gente e non si è ancora accorto di nulla.Mi alzo per salutare delle persone che cominciano ad andar via, vedo mio marito e gli dico:"Guarda che ritorno al tavolo, ti aspetto, vieni; non lasciarmi lì da sola, con quello".Ma, al contrario, dentro di me, ero eccitata da questa cosa; ritorno e mi siedo, chiedendomi se arriverà mio marito; si parla del più e del meno, di cosa è in programma per le feste natalizie; ho la camicia un po' aperta e lui, spesso, vi allunga lo sguardo; faccio finta di nulla, intanto arriva mio marito; è un po' su di giri anche lui, per aver fatto troppi brindisi; si siede accanto a me e mi dà un bacio:"Eccomi, son qui; grazie per aver tenuto compagnia ad Alessandro".Al che lui: "Tua moglie è stupenda, oltre che molto brava nel ballo; pensavo di far un giro in un locale qui in zona; non credo vogliate tornare già a casa? Sono appena le 23:30, che ne dici?"Io mi giro e gli dico: "Sì, dai, andiamo" tenendo un'espressione implorante, cui non si può dire di no.Allora lui dice: "Ok, ma balli con Alessandro? Lo sai che io non ballo".Ma io: "Dai, andiamo, ci prendiamo un tavolo e poi si vedrà".Dentro di me, ero super felice; ci alziamo, prendiamo le giacche e iniziamo ad uscire; saliamo in auto, Ale prende la sua e noi lo seguiamo; mio marito dice:"Sai, tesoro, è proprio una bella persona questo Alessandro, molto responsabile e seria, credo che saprà farsi valere in azienda". Ed io, di rimando: "Sì, amore, dai, basta parlare di lavoro; godiamoci la serata, sono euforica."Gli prendo la mano e me la tiro sulla coscia: "Prima ti avevo mandato un messaggio su whatsapp, ma, preso dagli altri, non l'hai letto"."Infatti, non ho ancora avuto modo di guardare il telefono: ce l'ho dietro, nel cappotto". Allora rispondo:"Fa niente, appena ci fermiamo al locale, lo guardi".Giunti al locale, parcheggiamo; c'è da camminare un po' e, con questi tacchi, è una sofferenza; non avevo certo previsto questa cosa. Ho i piedini che mi fanno male, quindi mi metto a braccetto di mio marito, almeno mi regge un po'. Finalmente entriamo e devo dire che è molto affollato; alla fine, troviamo un tavolo e ci mettiamo seduti; vedo che mio marito ha il telefono in mano e ciò mi provoca un certo rossore sulle guance; di certo non era il momento giusto, gli lancio un sorrisino e mi avvicino; gli dico:"Ti è piaciuta la mia foto? Avevo in mente una cosa, ma andava bene prima, ora niente".Sono tremendamente eccitata e dico: "Dai, andiamo in pista!"Volevo ballare con Alessandro, come l'altra volta, ma, stavolta, è diverso; non è più uno sconosciuto, bensì una persona che è a contatto con mio marito, perché vi lavora assieme...Siamo li in piedi, a bordo pista; intanto guardo verso mio marito ed avverto che è eccitato, dopo quello che ha visto. Allora gli chiedo:"Posso ballare con Ale o ti dispiace?"Mi dà un bacio in bocca e mi dice: "Sì, andate pure". Vado alla toilette, poi, di ritorno, dico ad Ale: "Mi fai ballare?" e lui: "Prego, bella signora, non aspettavo altro; stasera hai un fascino tutto particolare".Ed io: "Dai, non esagerare, guardati in giro: vedi quante belle donne ci sono?" Ridiamo, poi aggiunge: "Di là, c'è la sala del "latino", come te la cavi?" "Non sono particolarmente brava, però andiamo; il cavaliere sei tu".C'è una folla incredibile e lui mi dà la mano per non perdermi; cavolo, un brivido mi percorre l'intera spina vertebrale.
( Continua)
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Corna amiche.
Mi chiamo Adriano, ho 52 anni, capelli tendenti al bianco, occhi marroni, di fisico abbastanza normale, forse leggermente in sovrappeso, ma, in ogni caso, non grasso. Da quasi trent'anni, sono sposato con Carla, che ha due anni meno di me. È una bella donna, con le curve al punto giusto, un bel seno ancora alto e tonico, un bel culetto tondo e le cosce, non troppo lunghe, ma comunque belle da vedere. Siamo una coppia assolutamente normale con figli ormai grandi e realizzati, in giro per il mondo; così amiamo ritagliarci dei momenti tutti per noi. Sessualmente parlando, siamo cresciuti insieme, perché ci conosciamo da quando avevamo 17 anni e ci siamo messi insieme io a vent'anni e lei a diciotto. Entrambi totalmente inesperti, abbiamo scoperto il sesso gradualmente; col passare degli anni, siamo diventati due ottimi porcellini. Carla è diventata molto brava a prenderlo in bocca, ma non nel culetto, anche se non disdegna tenermelo tra le sue splendide mammelle, regalandomi delle spagnole che mi mandano ai pazzi. È porcella e spregiudicata a letto, ma, una volta concluso l'amplesso, torna ad esser la solita donna tranquilla e morigerata, che non ama apparire, anche se potrebbe permettersi di far girare la testa a tanti maschi. Quando usciamo, o va al lavoro, veste sempre in maniera molto sobria, raramente provocante, mentre, quando siamo nella nostra intimità, le piace molto provocarmi con completini sexy, tacchi alti e atteggiamenti da vera puttana. È in questa sua indole, così a due facce, che trovo in lei ciò che provoca una forte eccitazione, che mi induce a scoparla in modo sempre più intenso ed appagante per entrambi. Anche la fantasia gioca un ruolo importante nei nostri momenti intimi e, spesso e volentieri, abbiamo fantasticato di inserire un elemento estraneo nel nostro letto, ma, come già detto, una volta sfogate le nostre pulsioni erotiche, Carla torna ad esser la donna di sempre: moglie tranquilla e fedele, madre impeccabile ed attenta ai figli. Naturalmente questo fatto ha acceso spesso tante discussioni tra di noi, con me che avrei voluto vederla interagire con un altro maschio e lei che mi dava del pazzo. Fondamentalmente credo di non esser mai stato in grado di creare l'occasione giusta, perché, come in seguito ho potuto constatare, quando lei si è lasciata andare, mi ha regalato e, per la prima volta, delle meravigliose corna. La svolta si è verificata, come spesso accade, per puro caso. Si era quasi a metà agosto ed io e mia moglie, eravamo in vacanza nella nostra casa in montagna. Carla aveva ereditato una piccola proprietà da una sua zia, situata in una delle zone più belle del Trentino. Era una casa in legno, non troppo grande, appena una cucina, un salone, due camere da letto ed un bagno grande, con un bel terrazzo che si affaccia sulle montagne circostanti; in pratica, era una casa adagiata a metà collina, non lontano da un paesino da cartolina. Adiacente alla nostra proprietà, c'è un'altra abitazione, dove abita Giuseppe, un bell'uomo, di origine montanara e, quindi, dal fisico massiccio, non troppo alto, ma molto simpatico e grande amico della sua defunta zia. È una persona molto cordiale e rispettosa e, poiché abita la casa per l'intero anno, gli ho lasciato le chiavi, perché si prenda cura anche della nostra proprietà, quando non ci siamo. Ci lega una profonda amicizia e anche Carla lo tiene in grande considerazione. È un uomo simpatico, dalla battuta facile e, qualche volta, ci siamo scambiati, io e lui, qualche confidenza, scoprendo che, di certo, doveva aver avuto un rapporto molto speciale con la zia. Durante la nostra permanenza, c'erano stati tanti dei bei giorni di sole, quel pomeriggio però non prometteva nulla di buono. Durante il pranzo, grosse nuvole nere attraversavano il cielo, qualche tuono rompeva la quiete assolta dei boschi circostanti e, ogni tanto, delle gocce di pioggia scendevano, comportando anche l'abbassamento della temperatura. Guardo mia moglie e cerco di intercettare quali potessero esser le sue intenzioni su come trascorrere il resto della giornata.«Amore, che facciamo oggi? Sembra che presto arriverà un diluvio!»Lei è rimasta un attimo a pensare, poi mi ha guardato con occhi maliziosi prima di rispondere, mentre fuori iniziava a piovere forte.«Visto che piove e non possiamo andar a prendere il sole, possiamo passare il tempo diversamente.»L’ho guardata curioso.«Cioè, che proponi di fare?»
Lei sempre con il suo sorrisetto malizioso si è alzata, ha accostato le imposte delle finestre mettendo il salone in penombra; poi è sparita per andare in bagno. Son rimasto in attesa per niente lunga. Si era liberata dei vestiti, lavata e profumata, e indossava un copri costume molto velato, corto, che, in pratica, non copriva nulla. Nella penombra, il suo corpo appariva seducente ed eccitante, si sdraia sul divano e mi invita accanto a lei dicendo:«Potremmo fingere di essere due amanti: tu mi ha condotto qui, per passare il pomeriggio a giocare tra noi.»«Bellissima idea! Fantastico! Mi piace! Facciamolo questo gioco, che mi eccita tanto!»Il cazzo mi si è subito drizzato da paura. In un attimo, aveva creato la giusta atmosfera per un pomeriggio di sesso. Aveva ragione: con un tempo così brutto, cosa ci può esser di meglio che lasciarsi andare ad un gioco erotico? Mi siedo vicino a lei e l'abbraccio. Ci accarezziamo, ci baciamo, le nostre mani cercano ed esplorano i nostri corpi, sempre più bollenti e carichi di desiderio. Carla è subito nuda, mentre cerca di spogliarmi. All'improvviso una voce interrompe il gioco.«Permesso? C'è nessuno in casa? Adriano, Carla, ci siete?»Mi son bloccato all’istante, cercando di capire chi potesse venir a rompere in un momento ormai così caldo. Giro lo sguardo e mi trovo davanti Giuseppe, il vicino di casa, che, vedendoci in atteggiamenti intimi, si profuse in scuse.«Perdonatemi! Ho visto la porta aperta e son entrato; poiché questo pomeriggio è così piovoso, avevo pensato di invitarvi a bere qualcosa assieme.»Cazzo! Siamo così abituati alla quiete di quel posto, che avevo dimenticato addirittura la porta aperta. Accidenti! Che idiota! Scusandosi, Giuseppe fa per andar via.«Scusate nuovamente, sono stato invadente e maleducato a non bussare prima di entrare, ma non immaginavo… Ci vediamo un'altra volta. Scusatemi ancora.»Era visibilmente mortificato e molto imbarazzato dall’imprevisto, mentre invece a me la situazione aveva eccitato non poco. In un attimo avevo: mia moglie nuda ed un potenziale “compagno di merende”. Carla cercava qualcosa per coprirsi, senza trovare nulla. Se si fosse alzata per scappare in camera, si sarebbe mostrata in tutta la sua nudità, quindi cercava di nascondersi dietro di me. Giuseppe fa per uscire, ma io lo blocco sulla porta.«No, aspetta, non c'è nessun problema; resta con noi. Rimani, ci fa piacere.»Carla mi guarda sconvolta.«Cosa? Ma sei pazzo? Non vedi che sono nuda? Dico: ma sei impazzito a farlo restare?»Io la stringo tra le braccia e le sorrido, cercando di rasserenarla.«Amore, Giuseppe è venuto a trovarci. Non è gentile lasciarlo andar via. È un ospite e come tale va trattato!»Lui, sempre molto imbarazzato, fa per andarsene, ma io lo prendo per un braccio e lo invito a sedersi sul divano, di fianco a lei.«Siediti qui, accanto a lei! Dimmi ti piace? La trovi bella? Dai, accarezzala un poco.»Carla, sbigottita, cerca di protestare.«Adriano: che dici? Ti sei bevuto il cervello? Ma cosa ti salta in mente?»Ho visto che ha riflettuto e la sua voce è cambiata: da risoluta, è diventata incerta. Stava per cedere, anche lei eccitata dall’insolita piega presa da quella situazione alquanto imprevista. Ha tentato un’ultima quanto inutile protesta.«Non farti venire delle strane idee; non sono per niente disposta a…»Non le ho fatto finire la frase, che la mia bocca era incollata alla sua e la mia lingua già si intrecciava con la sua, mentre, dopo aver preso una mano di Giuseppe ed averla appoggiata sulle sue cosce, ho lasciato che lui non si ritirasse, ma, seppur continuando anche lui a scusarsi, proseguiva ad accarezzare Carla, che, man mano, si stava arrendendo.«Scusate... io volevo solo invitarvi a bere qualcosa… non son venuto qui per altro. Ecco, ora io… accidenti però: quant'è bella!»Indugia, senza muovere la mano più di tanto, mentre io ero sempre più eccitato: volevo realizzare il mio vecchio sogno. L'occasione si era creata e non potevo lasciarmela sfuggire. Limoniamo e sento che Carla si lascia andare. Giuseppe prende coraggio e la sua mano s'intrufola tra le sue cosce. Adesso sembra deciso a partecipare in maniera molto più attiva. Risale lungo la gamba ed arriva alla fica, trovandola già fradicia, per cui prende a masturbarla.«Bella, calda e fradicia! Adesso ti faccio godere!»La masturba con vigore, mentre io continuo a baciarla e, dopo qualche minuto di questa manovra combinata, lei esplode in un devastante orgasmo. Era fatta. Mia moglie si era lasciata andare, concedendosi a Giuseppe. Li trascino in camera da letto e, in un attimo, siamo entrambi nudi. Lui comincia a leccarle la fica. È bravo e lei parte per la tangente.«Sì, cazzo: come lecca bene! Continua, che … dai, che vengo!»Vedo che lui lecca soddisfatto, poi la mette sotto a sessantanove.«Vieni qui, puttanella, che adesso ti faccio sentire come si gode. Era proprio da tanto che lo volevo, fin da quando venivi a trovare tua zia. Adesso vedremo se sei più troia di lei!»Le mette davanti alla faccia un gran bel cazzo. Non troppo lungo, appena sopra la media, ma di notevole spessore, tanto che Carla ha qualche difficoltà ad impugnarlo e infilarselo in gola. Mi godo la scena. È uno spettacolo vedere quei corpi darsi piacere con le loro bocche. Io, ormai spettatore, mi segavo in un angolo. Dopo il sessantanove la fa impalare sul suo cazzo, facendosi cavalcare.«Dai, bella, sali sul mio cazzo: adesso ti mando in orbita!»In quel momento, Carla aveva perso ogni pudore ed assecondava ogni sua richiesta, sembrava impazzita. Dopo un po', cambia posizione, la mette di lato e la scopa con forza. Lei godeva come una forsennata.«Vengo! Mi … oddio, vengo! Peppe, sei fantastico! Che toro!»L’ha scopata per quasi mezz’ora, ininterrottamente, cambiando diverse posizioni. Ero stupito dalla sua notevole resistenza. Quando ero convinto che fosse giunto al culmine, a sorpresa Carla si mette a novanta gradi e invita Giuseppe a penetrarla nel culo!«Fammi il culo, è ancora vergine! Mio marito non è mai riuscito a farmelo. Adesso che ho scoperto quanto sei bravo, voglio godermelo anche in questo buco!»Son rimasto stupefatto! Ho provato tante volte a farle il culo, ma, ogni volta, lei si sottraeva, asserendo di provar dolore ed io ho un cazzo nella norma; ora, quindi, cosa sarebbe successo con quel cazzo molto più grosso? Ero curioso di scoprirlo. Giuseppe le si è messo dietro. Ha iniziato a leccare il suo orifizio immacolato. Lo ha ammorbidito con calma e poi vi ha introdotto prima un dito, permettendo a lei di rilassarsi; poi le dita son diventate due e, quando lei è stata pronta, ha appoggiato la cappella sul grinzoso forellino, non prima di aver fatto colare molta saliva e avergliela spinta nel buco. Lentamente è entrato e poi uscito; poi è entrato di nuovo, ripetendo con calma quel rituale, fin quando lei lo ha esortato a non uscirsene.«Resta dentro! Avverto solo un po’ di fastidio, ma non sento dolore. Sei bravissimo! Niente a che vedere con il sistema usato da Paolo. Con lui percepivo subito dolore. Dai, spingilo dentro e restaci!»Poi si gira verso di me e mi fa sborrare.«Cornuto, guarda come si fa ad aprire un culo!»Vengo all’istante! Sentirmi dare del cornuto, mi ha sconvolto in ogni senso! Giuseppe l’ha inculata, prima delicatamente, poi con sempre maggior vigore, facendola urlare dal piacere. Alla fine le è venuto dentro; lei si è lasciata cadere sul letto, questa volta davvero sfinita e mi guarda sorridendo.«Sei contento, adesso? Ora sei munito di un bellissimo paio di corna. Queste sono le prime, ma, da oggi in poi, preparati ad averne altre, grandi e lucide, ogni giorno e, in questo, naturalmente, tu, Giuseppe, mi aiuterai, vero?»Io ero al settimo cielo.«Grazie, cara! Sei stata stupenda ed io me le son meritate. Peppe ci aiuti, vero?»Subito dopo ho baciato in bocca mia moglie.Lui ha fatto un sorriso, mi ha dato una pacca sulla spalla e nel mentre guardava lei.«Non ero venuto per questo, ma, comunque, grazie. Carla mi è sempre piaciuta; quando veniva da queste parti, a volte, giocando con sua zia, osavo a dirle che mi sarebbe piaciuto, un giorno, poter chiavare sua nipote. Oggi, con estremo piacere, ho realizzato questo sogno e, ti assicuro, caro amico, che tua moglie è come sua zia: una gran puttana! Naturalmente lei ancora non lo sa, ma oggi ha scoperto il piacere di farsi sbattere davanti a te e, quindi, preparati ad aver esattamente quello che ti ha promesso: corna fresche tutti i giorni!»
E così è stato. Nelle due settimane a seguire, Giuseppe ha chiavato Carla in continuazione. Sembrava inesauribile e, soprattutto, estremamente resistente. L'ha trasformata in una perfetta puttana e, da quel momento in poi, non si è più fermata; da allora, mi regala sempre bellissime emozioni, provocate dai suoi racconti di come si sarebbe fatta sbattere da qualche maschio di suo gradimento; inoltre, di recente, si è prodigata ad aumentare il mio piacere, chiedendomi di leccare i suoi buchi assolutamente stracolmi della crema dei suoi amanti, così da dimostrarle di non aver smesso di adorarla.Da allora sono cornuto, felice e contento.
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1 week ago
baxi18, 55
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Mi ha offerto sua moglie.
Mi chiamo Luca, ho 28 anni, sono alto oltre la media, biondo, occhi azzurri, un bel fisico scolpito da intensi allenamenti di judo e, tra le gambe ho anche una buona dotazione, che è al di sopra della media sia in lunghezza, ma anche, e soprattutto, in circonferenza. Una delle mie passioni preferite è la pesca subacquea, che pratico ogni qualvolta ne ho la possibilità. Circa un mese fa, mi son recato in un posto di mare, dove c'è una spiaggetta ai piedi di un'enorme scogliera e, dopo aver indossato l'equipaggiamento, mi sono immerso a caccia di polipi o altro. Son rimasto immerso fino a che non ho riempito il mio carniere, poi sono riemerso e sulla spiaggia ho trovato una coppietta che stava prendendo il sole integrale. Per un attimo loro due si son scambiati un'occhiata e, quando mi sono avvicinato al mio zaino, dove c'erano tutte le mie cose, entrambi si sono alzati in piedi e si sono avvicinati a me, incuriositi. Abbiamo iniziato a parlare, mentre io mi stavo togliendo la muta e, poiché loro erano nudi, sono rimasto nudo anch'io, suscitando stupore negli occhi della ragazza, quando ha visto il mio membro che, seppur in posizione di riposo, era notevolmente superiore a quello del suo compagno. Lisa, la ragazza, si è girata verso Stefano, suo marito, ed ha esordito con un’esclamazione che mi ha sorpreso.«Amore, ecco un bel cazzo grosso come quello che ti piacerebbe vedermi succhiare!»L’ho guardata un attimo senza capire e lui mi ha spiegato:«E' da tempo che ho una fantasia: quella di veder mia moglie rimorchiata da uno con un bel cazzo e poterla ammirare mentre glielo succhia ed io filmo. Però dev'esser uno sconosciuto, uno mai visto.»L’ho guardata bene. Lisa era piccola ed il suo seno, sebbene piccolo, era molto sodo ed appariva alquanto sexy. Era alta circa 1,65, aveva capelli neri, lunghi alle spalle, e un culetto piccolo, ma decisamente provocante. Come ho scoperto dopo, aveva 28 anni e suo marito Stefano ne aveva 30. L’ho guardata e, sorridendo, le ho risposto.«Come puoi vedere ho un cazzo grosso e sono uno sconosciuto!»
Lisa ha sorriso ed ha convenuto con me che ero uno sconosciuto, poi si è chinata, ha afferrato il mio cazzo e, quando ha sentito che si stava indurendo, ha alzato le sopracciglia e mi ha guardato con lussuria, dicendo:«Questo è esattamente il tipo di cazzo che voglio, perché mi piace sentirlo diventar grosso e duro! Come vedi le dimensioni del suo sono meno della metà del tuo e, se devo proprio accontentarlo in questa sua fantasia, mi sembra ovvio preferire qualcosa di grosso e speciale. Abbiamo un camper parcheggiato poco distante, se vuoi possiamo trasferirci lì, per stare più comodi e tranquilli.»Abbiamo raccolto le nostre cose e ci siamo avviati verso il parcheggio, con lui che mi dava ulteriori spiegazioni.«Abbiamo deciso di ravvivare un po' la nostra vita sessuale e, dopo una infinità di tentennamenti, finalmente l'ho convinta a scegliersi uno sconosciuto e succhiargli il cazzo nel nostro camper, mentre io la guardo: sembra che tu sia proprio quello giusto.»Allora mi è stato chiaro che questa, per entrambi, era la prima volta per cui era opportuno che la lasciassi prendere l'iniziativa e non forzarla per niente. Avevo già avuto un'esperienza con una coppia la scorsa estate e, quindi, mi son adeguato ai loro tempi, ma, soprattutto, senza provocare ansia o inutili forzature. Appena entrati nel camper, ci siamo seduti ed ho potuto sentire la sua mano che mi carezzava il cazzo; ho infilato la mano sotto il tavolo ed ho toccato la sua fica. Era bagnata fradicia ed era molto stretta; ho guardato Stefano per assicurarmi che non fosse infastidito nel toccarle la fica e lui mi ha solo sorriso: era chiaro che ne era più che contento. Lisa era pronta, eccitata e disponibile, infatti ha guardato Stefano e gli ha rivolto un sorriso, non proprio scevro da un certo nervosismo.
«Sono pronta, tesoro, e tu? Sei sicuro che è questo ciò che vuoi? Potrei anche lasciar perdere se non te la senti di vedermi far la troia con lui!»Stefano ha annuito e Lisa mi ha guardato e dettato le sue regole.«Ora dovrai attenerti ad alcune regole. Io ti succhierò solo il cazzo, tu non potrai scoparmi, ma puoi masturbarmi a tuo piacere mentre ti succhio il cazzo; intanto Stefano filmerà tutto, giusto per conservare il ricordo di questo momento unico, quanto intrigante, per noi.»Le ho sorriso e l’ho tranquillizzata.«Va bene, sono qui solo per farti fare quel che desideri: sarai tu che a dirigere il gioco!»Era chiaro che, essendo la prima volta, fossero alquanto tesi ed ansiosi, quindi ho cercato di metterli a loro agio, affinché tutto potesse procedere nella direzione giusta. Lisa mi ha fatto alzare e ci siamo distesi sul letto; avvertivo a pelle la tensione che la dominava: intendeva far felice il marito e si approssimava a fare certe cose, sebbene non del tutto convinta sulla bontà dell'esperienza.«In vita mia ho succhiato solo il cazzo di Stefano, ma ora non mi sembra vero di succhiare anche il tuo, sotto gli occhi di Stefano!»Si è messa comoda ed ha potuto notare che mi stavo eccitando.«Oh mio Dio: quanto è grosso, vero, Stefano? Guarda come sta lievitando!»Stefano mi ha guardato e sorriso, mentre, con il telefono in mano, registrava il mio cazzo, che si stava irrigidendo davanti alla faccia di sua moglie. Lisa si è di nuovo rivolta a Stefano, chiedendogli per l’ennesima volta se era questo il suo volere.«Ne sei sicuro, tesoro?»Lui, quasi impaziente, le ha risposto con un po’ di insofferenza.«Sì, dai, succhia il suo cazzo grosso, troia! Dai, bocchinara, fai quello che ti viene benissimo: succhiare il cazzo!»Lisa mi ha guardato, poi ha abbassato lo sguardo sul mio cazzo. Ha preso un profondo respiro ed ha iniziato a baciare e leccare tutta l'asta, senza omettere di scherzarci un po’, giusto per allontanare la tensione accumulata.
«Voglio sperare d'esser capace ad accoglierlo tutto in bocca!»Lisa ha afferrato il mio membro, se lo è dapprima strofinato sulla faccia e poi ha iniziato a succhiare delicatamente la cappella. Si è girata verso di lui.«Amore, riesci a filmarlo? Fa sì che si veda che è enorme!»Lui era emozionato ed eccitatissimo!«Sì baby, ce l'ho tutto in video, continua a succhiarglielo. Fa sentire al nostro amico che gran bocchinara ho per moglie. Sai, amico, a lei succhiare il cazzo piace quasi quanto scopare: ci gode da matti!»Mi son davvero reso conto che lui si stava eccitando, mentre guardava la sua graziosa mogliettina cercare di ingoiare il mio cazzo. Mi son messo più comodo ed ho assaporato il piacere di quella bocca, davvero calda e smaniosa, che me lo succhiava davvero bene, emettendo rumori di risucchio fantastici.«Posso venire nella tua bocca, quando sono pronto?»Lei se lo è sfilato un attimo e mi ha guardato negli occhi.«Forse; è una cosa che decido io, ma sempre all’ultimo momento!»Stefano era totalmente concentrato sul fatto che sua moglie stava facendo la troia con uno sconosciuto e si stava divertendo un mondo a vederla succhiare, per cui non ha proferito parola. Ho allungato una mano e l’ho messa tra le sue cosce, alla ricerca della fica. Ho iniziato a carezzarle la fica e mi sono accorto che era ridotta come se un fiume le scorresse lungo le cosce, per quanto era intrisa dei suoi stessi umori. La sua fica era bagnata all’inverosimile, ma ancora stretta al punto che il mio dito trovava resistenza alla penetrazione completa. Ha avvertito il mio movimento e ha preso a gemere, sempre a bocca piena, mentre io, con le mie dita, le titillavo fica e clitoride. Si dondolava avanti e indietro, ma non lasciava che il mio cazzo uscisse dalla sua bocca calda e bagnata! Stefano aveva ragione: lei sapeva davvero come succhiare un cazzo! Poi, di colpo, ha accelerato il ritmo, mentre insistevo a scoparle la fica con il dito. La sua fica era ormai un lago! Le ho strofinato il clitoride e poi le ho messo un dito all'ingresso del suo culo. Ho spinto il dito nel suo culo stretto e lei ha iniziato immediatamente a venire senza sosta.«mhmm… venguhuummm…vengo! mhmm..!»
Godeva con il mio cazzo in gola e Stefano non era in grado di vedere cosa le stavo facendo per farla venire, ma si stava masturbando a guardare la sua bella moglie divorare il mio cazzo! Avevo un dito nella sua figa ed un altro nel suo culo; stava impazzendo e lo mostrava nel modo in cui mi succhiava il cazzo! Me lo ha succhiato con tutta la sua bravura, poi ha alzato lo sguardo verso Stefano e lui le ha fatto un cenno di assenso; allora lei ha guardato me:«Vieni nella mia bocca, voglio assaggiare il tuo sperma!»Le ho sorriso e poi mi sono voltato verso di lui e ho chiesto conferma.«Siete entrambi sicuri? Ve lo chiedo, perché vengo in abbondanza!»Lui mi ha dato un'occhiata ed ha annuito.«Sì, io lo sono: se è lei che lo vuole, per me va bene.»Lisa si è messa a gemere, mentre mi succhiava il cazzo, poi se lo è sfilato un attimo e mi ha ribadito il suo desiderio.«Vieni nella mia bocca. Sono una puttana e così mi sentirò più lercia! Dai, sborrami in bocca!»Lisa ha ripreso a succhiarmi, mentre con una mano segava Stefano ed io ho iniziato a sentire il formicolio nelle palle.«Sto per venire Lisa, sei pronta?»Lei mi ha succhiato più forte.«Sì, dai… sì, vieni, sborrami tutto in gola!»Anche Stefano desiderava che ciò avvenisse.«Sì, riempile la bocca di sperma! Fa bere questa bocchinara avida di sperma. Lisa, filmerò tutto!»Ho afferrato la testa di Lisa ed il mio cazzo ha iniziato a pulsare nella sua bocca. Lei ha avuto un conato di vomito, perché la razione di crema era notevole. Stefano ha continuato a filmare, mentre la sua bella moglie stava ingoiando, probabilmente, la sborrata più abbondante che avesse mai provato. Lisa ha fatto fatica a deglutire, mentre il mio cazzo continuava a pomparle sperma in gola; io le avevo rimesso le dita in fica e culo, mentre lei fremeva di piacere. il fatto di farmi sborrare nella sua bocca l'ha eccitata così tanto che ha avuto un orgasmo quando ho iniziato a venire.
Lisa ha succhiato fino a che non ha cominciato a deglutire, ma l'abbondanza della crema ricevuta, non riuscendo ad esser ingoiata, ha iniziato a colare dalla sua bocca e giù lungo il mio membro! Lisa si è sollevata appoggiata allo schienale, con il mio sperma che le colava sul mento e Stefano era estasiato.«È stato infinitamente sexy tesoro, non avrei mai pensato che avresti succhiato il cazzo di un altro uomo. È tutto così bello, mia dolce e tanto troia mogliettina!»Lei lo ha guardato quasi intimidita.«Sono solo una sporca puttana! Ecco come mi hai trasformato!.»Ho tirato fuori le mie dita bagnate dai buchi di Lisa ed ho offerto il mio dito bagnato di fica a Stefano per annusarlo! Lui ha sorriso e, con ironia:«Ti è piaciuto il suo dito nella fica, tesoro?»Lei ha fatto un sorriso da maliarda.«mhmm, sì, ma non quanto quello che avevo nel culo! Forse è quello che mi ha fatto sbrodolare di più!»Ho visto lo stupore sul viso di Stefano.«Accidenti, non sapevo che gli avessi permesso di esplorare il tuo culo! Mi sarebbe piaciuto filmarlo per noi!» Lei ha sorriso:«Lo ha fatto e mi è piaciuto, quindi? Dov’è il problema? Se vuoi lo rifacciamo, così puoi filmare anche questo, no?»Lui ha annuito felicissimo. Allora ho fatto sdraiare Lisa con la sua fica esposta ed ho iniziato a esplorare entrambi i suoi buchi, mentre Stefano filmava. Poi ho azzardato una proposta, mentre le scopavo entrambi i buchi.«Sono sicuro che ti piacerebbe sentire il mio cazzo in fica, vero, Lisa?»Lei ha esitato un attimo.«Sì, mi piacerebbe ma non sono sicura di voler arrivare a tanto! Per questa volta, volevo solo succhiare un cazzo.»Ho guardato Stefano e lui ha dato il suo assenso.«Se è quello che vuole, per me può farlo: a me sta bene.»Ho guardato Lisa e ho potuto leggere nei suoi occhi che era nervosa, spaventata, ma anche eccitata al massimo. Era uno spettacolo vederla combattuta con sé stessa, tra il desiderio ed il timore di apparire troppo sfrontata, davanti a lui. Allora ho osato.
«Lisa, voglio che tu dica a Stefano, cosa si prova ad avere uno cazzo come il mio che invade la tua fica, che te la dilato e sfondo! Voglio che tu glielo dica e gli faccia sapere tutto quello che provi, mentre ti scopo.!»«OK, va bene, lo farò! E tu, cornuto, preparati a filmare questa troia di tua moglie che si fa scopare da questo cazzone!»Le parole di Lisa, mentre si metteva nervosamente in posizione, hanno fatto sorridere anche lui, che ha ricevuto un bacio appassionato da sua moglie, mentre strofinavo il mio cazzo su e giù per la sua piccola fessura bagnata. Potevo sentire che stava tremando e l’ho rassicurata che non le avrei fatto male, perché l'avrei penetrata molto delicatamente.«Sii rilassata, che te lo pianto dentro lentamente, così da permetterti di adattare le tue mucose interne alle sue dimensioni. Sta tranquilla, che non sentirai male.»Ho cominciato a infilare il mio cazzo nella sua fica e Lisa ha preso subito a gemere.«Amore, la punta del suo cazzo sta entrando nella mia fica; è così grosso tesoro, ma è così bello! Amore, mi sta aprendo tutta! Sento che mi dilata, come se fossi vergine! Oddio, che bello!»Son rimasto immobile e lei mi ha sorriso; allora ho spinto più dentro e lei ha commentato per informare lui.«Tesoro, il suo cazzo sta entrando più in profondità; sei contento, cornuto?»Lui era estasiato e la guardava con amore.«Sì, Lisa, la tua fica, ora, è anche sua; ti sta scopando e te la sfonda tutta, non è vero?»L’ho confermato per lui.«Sì, Stefano, mi sto scopando la fica stretta di tua moglie e te la sfondo tutta! La voglio dilatare così tanto, che deve divenire una voragine! È così bello sentire che si apre al mio passaggio!»Ho spinto con decisione il mio cazzo fino in fondo e Lisa ha sussultato, quando il mio cazzo le è arrivato fin in fondo. L'ho tenuto immobile tutto dentro, affinché la sua figa si adattasse. Lei ha voluto informare il suo lui.«Stefano... mi sta scopando; mi sto facendo scopare la fica per te! Ti sta facendo cornuto; dimmi, amore, ti piace?»Lui era sconvolto da ciò che vedeva e filmava estasiato.
«Sì Lisa, mi piace vederti sfondata dal suo cazzo! Sì, piccola, fatti sfondare tutta!»L’ho scopata e Lisa riferiva a Stefano come si sentiva ad ogni spinta nella sua fica. Mentre la scopavo, ho inserito un dito nel suo culo e Lisa ha iniziato immediatamente a venire sul mio cazzo.«Che porco! Mi ha messo un dito nel culo e mi fa impazzire! Vengo! Amore, vengo con lui! Mi fa godere più di te! CAZZO, VENGO!»Potevo sentire la sua fica stringersi attorno al mio cazzo e l'ho scopata più forte. Lisa non riusciva più a parlare, perché il mio cazzo la faceva urlare. Alla fine, ero all’apice pure io.«Sto per venire! Lisa sto per sborrare!»Lei mi ha guardato seria.«Non nella mia fica! Per favore non nella mia fica!»Ho guardato Stefano e lui ha annuito, dandomi l'OK.«No, le devi sborrare dentro! La devi farcire tutta! Devi riempire la bella fica di mia moglie con il tuo sperma caldo e cremoso! La devi marchiare con il tuo seme!»Ho afferrato Lisa per i fianchi ed ho spinto il cazzo più in profondità nella sua fica, quanto più forte potevo ed ho iniziato a scaricarmi dentro di lei. Lisa poteva sentire il mio cazzo pulsare nella sua fica, mentre continuava ad implorarmi di non venirle dentro, ma era troppo tardi!«No, ti prego! Non umiliarmi così! Stefano, no! Ti ho accontentato in tutto, ma questo NO! Ti prego!»Ho riempito questa giovane donna del mio sperma e lei ha sentito ogni goccia che le ho riversato dentro. Ho detto a Stefano di filmare, quando ho tirato fuori il mio cazzo dalla sua fica e lui avrebbe potuto filmare il mio sperma che fuorusciva dalla sua figa, così, in seguito, avrebbe potuto vederlo anche lei! Mentre tiravo fuori il cazzo, Stefano filmava e notammo che Lisa stava piangendo.«Che succede piccola?»Lei lo ha guardato adirata.«Succede che lo hai fatto venire dentro la mia fica e ti confesso che mi è piaciuto ogni schizzo del suo sperma; adesso, però, mi sento che una vera sgualdrina! Ecco cosa son diventata per te! Una troia! Sei contento?»Io l’ho consolata.
«No, non lo sei affatto; piuttosto sei una donna che ha goduto e sa cosa vuole. Non devi sentirti offesa, eri eccitata; la tua fica è una delle più strette che abbia mai scopato.»Lui le ha dato un bacio e poi è intervenuto anche lui.«Ma, amore, lo abbiamo visto in tantissimi film porno, che il bull farcisce la troia del cornuto! È sempre piaciuto anche a te: te lo ricordi, quanto ne abbiamo parlato? È bellissimo vederti chiavata e goduta.»Vedo lei che, d'un tratto, cambia espressione, ha come un’illuminazione. Di colpo ho capito perché Stefano ha acconsentito a farmi venire nella fica di sua moglie: voleva assaporare il mix di umori che sgorgavano dalla sua fica, riempita di sperma!«Hai ragione! Lo abbiamo visto e ne abbiamo parlato tante volte e tu mi hai sempre detto che ti sarebbe piaciuto vedermi piena e, poi… sì, adesso devi farlo! Dai, cornuto, leccami la fica! Dai, non esitare, o questa sarà l’unica volta che mi avrai visto scopare con un altro maschio, perché se non mi lecchi subito, lo farò sempre di nascosto!»Gli parla con occhi carichi di lussuria e lui, dopo un attimo di incertezza, si è tuffato tra le sue cosce ed ha preso a leccarla, facendola godere di nuovo.Lisa e Stefano sono rimasti molto soddisfatti del nostro gioco ed abbiamo in programma di andare in vacanza insieme, quest'estate, per divertirci ancora.Lisa e Stefano non avevano mai fatto niente del genere prima, ma, da quella volta, lui vuole che la scopi ogni volta che se ne presenti l'occasione.Ha detto che con me lei si diverte e lui ne gode alla grande.
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1 week ago
baxi18, 55
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Amici di famiglia
Provo a scrivere il mio primo racconto storia vera vissuta...
Frequentavo questa coppia di amici da 12 anni,poco più grandi di me lei 10 anni di differenza lui 6, ci vedevamo per cene di famiglia e ritrovi per caffè aperitivi ecc ecc. A me e lui legava la passione per motori e informatica.ormai ero abituale in casa loro, ci vedevamo ogni settimana dalle 2 alle 3 volte mai sospettato o visto niente che mi potesse far pensare o insospettire di qualcosa. Una sera mi chiama lui mi dice ci guardiamo la nazionale insieme? Gli dico ok, ci troviamo prendiamo un caffè parliamo del più e del meno.inizia la partita , guardiamo il primo tempo, scambiamo opinioni fin qui tutto normale lei intanto saluta dicendo che è stanca e va a letto perché aveva la sveglia presto. Inizia il secondo tempo, la cosa di prolunga per via dei supplementari e mentre parliamo, giro la testa e vedo arrivare le, in perizoma e canottiera bianca senza reggiseno, dice di aver sete e non sapeva fossi in casa, si scusa e torna di là. Io imbarazzatissimo da ciò che avevo appena visto, finisce la partita tutto e tranquillo, quando lui mi dice :non hai capito vero?, gli rispondo:cosa?
Lui a quel punto mi dice dobbiamo andare di là in camera da letto, a quella richiesta avevo il cazzo durissimo non sapevo come reagire balbettare quasi le mani tremavano e il cuore era a mille.gli rispondo ma no dai lascia stare, siamo amici va a finire che roviniamo tutto. Lui insiste lo seguo ma mi fermo davanti alla porta della stanza lui intanto si mette in mutande e mi dice mi metto giù se vuoi c'è posto. Ero allibito non sapevo come reagire, lei mi guarda e mi dice dai vieni qua non ti mangio mica, mi siedo sul letto, iniziamo ad accarezzarci, la fermo ma non riesco mi esce il cazzo e lo accompagna alla sua bocca, lecca un po me un poco lui, poi mi dice scopiamo e domani sarà come non fosse successo niente divertiamoci e basta, le sposto la brasiliana inizio a leccarle la sua figa era già bagnatissima,mi spoglia e si adagia sul mio cazzo delicatamente iniziamo a fare sesso la voglia era troppa, nel frattempo che la sbatto lui va dietro e inizia a leccare la figa a lei , il mio cazzo era dentro lei ma sentivo ogni tanto la lingua di lui sull'asta, non mi importava mi sussurra di venirle dentro, arrivo ad un orgasmo pazzesco, andiamo avanti però, continuiamo a farlo intanto i suoi gemiti riempiono la stanza tanto che le dico di far piano avevo più paura di loro che si svegliasse la bambina di 3 anni, mi dice non preoccuparti , lei viene e vengo ancora io mentre vengo la giro le vado da dietro e inizio a sbatterla forte tante che vengo di nuovo inaspettatamente, a quel punto la mia erezione inizia a scendere , allora mi scanso si fa avanti lui che inizia a scoparla forte piena del mio seme , gli viene dentro, lei era soddisfatttissima, tanto e che la cosa è andata avanti per 3 anni finché i piani della vita ci separano vanno a vivere lontano ma ci sentiamo tutt'ora.
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1 week ago
Amante87PD,
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La professoressa e la studentessa di francese
Ricevo un messaggio su A69 inaspettato e particolare. Appena leggo il mittente (SoloXStudentessePorche), penso subito che a scrivermi sia un uomo e non una donna bsx come scritto nel suo annuncio. Prima di rispondere al messaggio; studio con attenzione l’annuncio di SxSp per carpire qualche informazione in più e fugare il sospetto che rimane latente in me.L’annuncio cita testuali parole: “Professoressa autoritaria di 45 anni cerca studentesse indisciplinate max 25 anni per impartire lezioni private.La studentessa deve essere magra, con seno abbondante, lato b disponibile e formoso; esclusivamente bsx come me per non porre limiti all’istruzione.Le lezioni potranno essere solo tra noi e in alcuni casi ci potrebbe essere la presenza anche di un professore maschio per punire eventuali marachelle in modo esemplare.Le studentesse verranno subito interrogate tramite una video chiamata per essere valutate immediatamente e capire se degne delle mie lezioni.Scrivetemi per candidarvi e con l’occasione ci scambieremo i contatti per l’esame propedeutico.Non rispondo a persone che non soddisfano la mia ricerca, inoltre assolutamente no a singoli e coppie.”Sull’ annuncio ci sono anche una decina di foto molto eccitanti. Le foto mostrano sempre due donne in situazioni tipicamente scolastiche, poco vestite e assolutamente porche.La foto principale, quella del profilo, forse, è la più casta. Sullo sfondo della fotografia c’è una lavagna con delle formule matematiche. Davanti alla lavagna c’è una ragazza posizionata a pecora su un tavolo. La ragazza indossa solo una gonnellina scozzese rossa che le fa vedere completamente il sedere. La parte superiore è completamente senza vestiti e si vedono due tette perfette che non temono la forza di gravità, i capelli lunghi neri le oscurano il viso.Accanto alla ragazza, in piedi, c’è una donna visibilmente più adulta, la Professoressa. Indossa una piccola camicia bianca annodata sul davanti molto scollata che fa intravedere un reggiseno nero, una gonna anche essa nera che le arriva sopra le ginocchia con uno spacco vertiginoso che non nasconde nulla. Dallo spacco esce una lunghissima gamba avvolta da una calza retta da un super sexy reggicalze in pizzo, sembra non portare l’intimo.La professoressa è biondissima con i capelli lisci e lunghi, il viso è sfocato, ma si vedono chiaramente degli occhiali con montatura bianca che ti fanno pensare a una parola: Troia.La professoressa ha un frustino da cavallerizza in mano, l’intento è quello di frustare quel bel culo che le è davanti.Le altre foto sono simili, sempre con le stesse 2 donne. In una la studentessa ha un libro in mano e il frustino è appoggiato sopra le sue tette.In un'altra, i capezzoli sono prigionieri di due pendagli e la professoressa l’abbraccia da dietro sorreggendole il seno.Poi ci sono foto ancora più intime: una mostra la brava studentessa con un plug anale e 2 dita della professoressa nella fica.Un’altra vede la studentessa sdraiata di schiena sul tavolo con le gambe in alto posizionate a V e un bel vibratore fallico che la trapana, mentre la professoressa le fa cadere delle gocce di cera sul monte di venere e anche più in basso.Sul profilo ci sono più di 30 foto, tutte con scene lesbo e BDSM soft. Le guardo tutte e decido che, anche se fosse un uomo a scrivermi, è giusto che rischi e risponda al messaggio.Il messaggio non è lunghissimo ed è molto chiaro:” Buongiorno Giorgal73, mi chiamo Anna. Sono una donna di 45 anni che non nasconde la forte propensione al sesso, soprattutto quello saffico. Non disdegno giocare anche con gli uomini, ma sempre in compagnia della mia giovane compagna. Da ragazza ebbi un’esperienza con la mia professoressa di diritto economico all’ università che mi segnò profondamente. Da allora mi piace essere io la prof e fare tanti giochi perversi.Vanessa, la mia compagna attuale, è quella che realmente è attiva con gli uomini in un rapporto a tre, io gioco solo con lei.Ho letto alcuni tuoi racconti, mi è piaciuto soprattutto quello nel quale ci sono 2 donne e dove evidentemente c’è una forte presenza di dominazione. Ti scrivo perché vorrei proporti un incontro.Durante l’incontro io dominerò Vanessa e tu guarderai, poi ad un certo punto, se le cose si scaldano, forse te la farò provare.Infine, ti chiedo di creare un racconto di questa esperienza, perché mi piacerebbe vantarmi che sono così brava che le mie gesta vengono addirittura scritte.”La mia sensazione che sia un uomo a scrivermi diventa quasi una certezza. Ma è mai possibile che una donna lesbica bellissima mi possa proporre un incontro con una ragazza giovane e fica? E’ praticamente la trama di un film porno, ma io non sono Rocco, sono un cinquantenne con la pancia e una cazzo normalissimo.Certo dello scherzo le rispondo: “Ciao Anna, ti ringrazio di avervi contattato e fatto una proposta alla quale non posso assolutamente rifiutare. Però, prima ti chiedo di fare una videochiamata per discutere dei dettagli e vorrei farlo faccia a faccia, così da non avere fraintendimenti o dubbi, un po' come gli esami che fai tu per le tue studentesse, quando vuoi mi puoi videochiamare su Telegram”.Sono sicuro che il mio cellulare rimarrà muto, la fantomatica professoressa è sicuramente una fregatura, o al massimo sarà un uomo con la parrucca bionda che vorrebbe divertirsi alle mie spalle e anche più sotto.Il telefono dopo una ventina di minuti inizia a vibrare. Ricevo una videochiamata, l’accetto. Cazzo la professoressa non è un uomo, anzi sembra quella della foto. Prima o poi dovrò svegliarmi, perché sicuramente sono nel bel mezzo di un sogno.Anna: “Piacere Giorgio, felice di conoscerti e vederti, spero anche di farlo dal vivo.”Io: “Piacere mio Anna, scusami, ma devo farti i complimenti perché sei bellissima. Ti avevo già visto nelle foto del tuo profilo, ma ora posso associare un volto a quelle immagini, un magnifico volto a quello che vedo. Non ti nascondo che fino a questo momento ho pensato che fosse tutto uno scherzo.”Anna: “Ora capisco la richiesta della videochiamata, infatti è la stessa mia tecnica per capire chi realmente interagisce con me. Comunque ti voglio rassicurare, non è uno scherzo. Come ti ho scritto, ho letto i tuoi racconti e mi è venuta voglia di esserne protagonista.Sono esibizionista, fino a questo momento ho soddisfatto la mia voglia tramite foto e video, ma farlo in un racconto è un altro livello.Le parole sono più forti e incisive delle immagini. La persona che legge usa la sua fantasia, ti vede nella sua testa, ti immagina come desidera, a me questa cosa fa godere solo a pensarla. Se per realizzarla devo avere un uomo a letto con me, allora è un sacrificio che posso fare. Allora cosa mi dici?”La risposta che comunico ad Anna è ovviamente positiva, lei contenta ed eccitata mi comunica l’indirizzo del suo studio (così lo chiama) dove riceve le studentesse. Si trova a Ferrara, precisamente in un piccolo comune dal nome Portomaggiore, a circa un’ora da casa mia.Arrivo da Anna che mi accoglie e mi dà alcune istruzioni relative all’ incontro.Anna: ”Ciao Giorgio, tra 30 minuti arriverà Vanessa. Lei è una ragazza con la quale mi vedo con una certa regolarità. Ho una grande complicità con lei, l’ho scelta per questa avventura perché le piace anche il pene e poi è una vera maialina. È la stessa ragazza delle foto presenti sul mio profilo.Queste sono le regole:- Non puoi interagire direttamente con noi, se non sono io ad invitarti.- Vanessa sarà bendata tutto il tempo.- Non devi parlare, a meno che non sia io a chiederlo.- Se ci avviciniamo a te, non devi toccarci e puoi fare esclusivamente quello che ti chiedo io.- Non ti devi toccare o masturbare, ti voglio sempre pronto.Tutto chiaro? Domande? Ancora convinto di proseguire?”Io: “Tutto chiaro Anna, nessun problema, sono abituato a prendere ordini. Poi già solo guardarvi sarà un qualcosa di unico per me e le regole mi sembrano semplici e facilmente rispettabili.”Dopo i vari preparativi, mi metto sul letto completamente nudo come da richiesta di Anna che fa entrare la sua studentessa preferita.Vanessa è vestita esattamente come nelle foto, la differenza è che questa volta non è nuda, indossa una canottiera viola ed è bendata. Anna invece ha un tailleur celeste con gonna cortissima e tacchi 15 a infiniti centimetri.Vanessa: ”Prof. Non vedo assolutamente nulla, mi avevi promesso che oggi mi insegnavi il francese, ma come faccio così?”Anna:” Tranquilla, fidati di me, oggi ti insegnerò a usare la lingua, a prescindere dal francese”Mentre Anna le dice queste parole, comincia a toccarle il seno e Vanessa fa finta di protestare tirandosi indietro e chiedendo perché la stesse toccando, che era li solo per imparare. Anna l’azzittisce mettendole due dita in bocca che subito vengono leccate e succhiate.La lingua di Vanessa gioca con le dita, come se in quel momento ci fosse un cazzo al loro posto. Quindi le lecca dalla base fino alla punta, che inizia a succhiare quando arriva alla sua prossimità e va avanti così, fino a quando Anna, non le alza la gonnellina e inserisce le umide dita dentro alla fica della studentessa, entra ed esce lentamente.A volte aumenta il ritmo, a volte si ferma, le tira fuori e si mette a massaggiare il clitoride.Vanessa: “Ma Prof. Che fa? Cosa succede? No, la prego non così. Ho la fichetta delicata. Ma io voglio studiare, voglio imparare”Anna toglie le dita e ora con entrambi le mani libere rimuove la canottiera di Vanessa con un movimento veloce e fluido, inizia a baciarle i seni. Io sento chiaramente il rumore del risucchio, sembra che Anna stia mungendo i capezzoli, ma invece di uscire il latte, escono dei mugolii profondi. Le proteste della studentessa diventano delle parole sussurrate intervallate ad mmm, sii e altre eccitanti versi.Le mani di Anna aiutano la sua lingua che schiocca e risucchia. Le dita pizzicano e tirano i capezzoli. Schiaffetti leggeri si abbattono ripetutamente su quel seno che diventa sempre più rosso.Vanessa a fatica e con tono ansimante dice: “Prof. Cosa mi sta facendo? A me non piacciono le donne, io amo solo i bei cazzi, lei è cattiva con me, le mie tette non le hanno fatto nulla, perché le picchia?”Anna si ferma, prende il viso di Vanessa tra le mani e inizia a baciarla con energia e impeto. La lecca le labbra, le succhia la lingua.Schiaccia la bocca su quella di Vanessa come se le dovesse succhiare l’anima. Il bacio non termina, va avanti per molto tempo.Vedo le labbra morse, la saliva che cola dai visi, le mani di Vanessa che tolgono la giacca di Anna e che iniziano ad accarezzare i capezzoli ora esposti e che diventano duri con la saliva che cadendo li bagna.Passano 10 minuti, loro sembrano non stancarsi mai. Io sono sul letto a cazzo dritto che mi godo in perfetto silenzio la scena.Ho un’immensa difficoltà nel tenere le mani a posto e non toccarmi. lo scroto si ispessisce e la sacca scrotale si appiattisce e si indurisce mentre i testicoli incominciano ad ascendere a causa dell’eccitamento che mi sta torturando. Devo essere bravo e resistere.Anna:” Bene, ora che abbiamo iniziato a riscaldare la lingua, dobbiamo fare in modo che si rafforzi, perché vedi Vanessa, il francese è complicato, ha bisogno di molto esercizio. La lingua deve poter andare giù e su per ore senza stancarsi, deve poter fare movimenti circolari e schioccare per avere un accento perfetto”Mentre Anna dice queste parole mette una mano sulla testa di Vanessa e la fa inginocchiare. Di contro Vanessa le tira giù la gonna che libera il Paradiso Perduto, non quello di Milton, ma la perfetta fica di Anna. Non è glabra, ci sono radi peli biondi che circondano delle labbra evidenti e con uno spacco chilometrico.La lingua di Vanessa inizia un lavoro, anzi un’arte, una maestria che difficilmente non porta ad un devastante orgasmo.Si vede che la studentessa ci mette impegno: non inizia subito a leccare la zona intima. Prima gioca con l’ombelico, la lingua rotea e si inserisce, le sue mani stringono i glutei, li accarezzano, li pizzicano. Poi intraprende un viaggio lungo e umido verso il monte di venere, piccoli morsi vengono dati e le dita iniziano ad esplorare l’intimità di Anna.Baci vengono dati ovunque, le grandi labbra vengono succhiate e tirate dalla bocca di Vanessa.Il gioco è così semplice, quanto efficace: Vanessa si avvicina con la testa, con la lingua muove verso l’esterno le grandi labbra. Poi con la bocca le aspira e inizia a tirarle per qualche secondo. Subito dopo apre la bocca e le libera.Come un elastico che torna a riposo si sente un umido sciocco e un roco godimento viene emesso da Anna. Le dita entrano ed escono nello stesso modo che Anna le ha insegnato poco prima.Ci siamo, dopo 15 minuti di una minuziosa e godereccia attività orale, arriva l’orgasmo. Un orgasmo rumoroso e bagnato. Immensamente bagnato. Anna schizza ripetutamente i suoi umori su Vanessa. Le sta facendo la doccia e lei a bocca aperta sta bevendo tutto. Noto che, mentre beve ha iniziato a masturbarsi con foga e anche lei viene quasi subito. Il viso di entrambe è in estasi.Vanessa ancora tremante schiaccia la bocca sulla vulva umida davanti a lei, apre la bocca tantissimo, quasi a voler mangiare la fonte del suo godimento.Non la sta mangiando, ma la sta masturbando. Apre e chiude le labbra come se stesse masticando, ma in realtà sono dei profondi massaggi che terminano sul clitoride risucchiandolo.Anna raggiunge il secondo orgasmo, direttamente nella bocca di Vanessa.Dopo qualche minuto e con la fica perfettamente pulita, Anna fa alzare Vanessa e riprende a baciarla. Questa volta è lei che gioca con la lingua, ma quello che riesco a vedere io, sono i morsi alle labbra di vanessa e i capezzoli che vengono torturati. Vedo le mani di Anna che si allungano verso una mensola posta alla sua destra. Prende due pendagli lunghi circa 5 centimetri, da una parte c’è una molletta e dall’ altra una pallina di ferro che sembra essere molto pesante.Mentre i baci e le torture alle labbra continuano, Anna fissa saldamente i pendagli ai capezzoli della brava studentessa: con due dita prende un capezzolo, lo tira, apre la molletta e la richiude, un forte gemito si fa strada e si manifesta. La pallina si trova all’ altezza del capezzolo, appena la molla si chiude, le mani si aprono e grazie alla forza di gravità la pallina cade tirando fortemente il seno, altro gemito e l’operazione si ripete, così come il gemito.Anna:” Brava la mia studentessa, mi hai fatto venire 2 volte di seguito e stai imparando bene la lingua. Però l’allenamento deve continuare. Ora ti farò usare la lingua nel modo a te più congeniale. Il Francese è una lingua emozionale cosa c’è di più emozionante di prenderlo in culo e in fica contemporaneamente? Ti ricordi il giocattolino che ho usato la settimana scorsa? Che dici lo vuoi di nuovo provare?”Vanessa:” Si prof., speravo proprio che me lo proponessi. E’ uno strumento didattico molto efficace e lo vorrei dentro di me sempre per imparare meglio.”Anna sorride e mi guarda, mi fa il segno del silenzio e con la mano destra imita il gesto della masturbazione. Capisco che vuole il mio cazzo duro e che quindi ora posso iniziare a giocare anche io.Nel frattempo, da una cassettiera, tira fuori una mutanda che io definirei quadri-cazzuta. Non l’ho mail vista, più tardi verrò a sapere che è stata fatta su misura. Quello che vedo è uno strapon formato da una cintura spessa 3 centimetri. Sulla parte frontale ci sono due peni di diversa dimensione e forma: uno per l’ano e uno per la vagina.Dalla parte opposta un altro pene lungo circa 10 cm, ma molto largo, infine dietro, all’ altezza dell’ano dell’indossatore, un plug anale anch’esso molto largo, quasi delle stesse dimensioni di quello frontale ancorato da un’altra cinghia che si congiunge con il frontale.Anna comincia ad indossarlo con l’aiuto di Vanessa sempre bendata, ma consapevole dei movimenti. L’operazione è veramente sensuale e mi eccita tantissimo, neanche fossi io a penetrarla.Vanessa si posiziona dietro Anna inginocchiandosi; la sua testa è perfettamente allineata con il sedere di Anna. Prende lo strapon e lentamente inserisce la parte frontale dentro la vagina della professoressa. Afferra con le mani i due cazzi frontali mettendo le mani a cono e tiene premuta la mutanda. Anna chiude gli occhi, noto un profondo godimento sul suo viso.Vanessa prima di inserirle il plug nel bellissimo culo di Anna inizia a inumidirlo con la sua lunghissima lingua, praticamente la sta scopando. Le allarga il buco più volte con le dita e le sputa anche dentro. Finito il lavoro preparatorio, le inserisce il plug anale e stringe le cinghie laterali per saldare il tutto e non far uscire i nuovi ospiti che hanno trovato le loro nuove e umide case. L’espressione di Anna è pura estasi, la vedo che anche da ferma sta godendo come una matta.Anna:” Grazie dell’aiuto Vanessa. Ora ti insegnerò una nuova posizione che ti aiuterà sicuramente a parlare in modo fluido il francese, avviciniamoci al letto. Inginocchiati a terra e appoggia il busto sul letto tenendo il sedere ben alto in modo che io possa entrare dentro di te facilmente.Prima apri bene la bocca e tira fuori la lingua, perché ti metterò un pene finto davanti alla bocca così da poter esercitare la lingua.”Anna mi fa segno di aprire le gambe e di scendere un po' verso Vanessa. Poi appena sono in posizione, le mette una mano dietro la testa e la spinge verso il mio amichetto felice di ricevere ora le giuste attenzioni.Appena Vanessa si abbassa, capisce che il pene non è finto e inizia a succhiarlo e a leccarlo in tutti i modi che le vengono in mente. Fa anche diverse esclamazioni:” Com’è buono, non sembra finto. Che bello è fatto veramente bene, sembra che si muova veramente”. Lecca e succhia anche i testicoli.Anna si posiziona dietro di lei e inizia a penetrarla con il doppio fallo, la riempie completamente. Io, tramite la sua bocca, sento la sua goduria e eccitazione. Anche la professoressa gode, i cazzi interni ad ogni movimento lavorando acne su di lei.Neanche fossi un ragazzino alla prima esperienza, vengo immediatamente. Sono troppo eccitato; la scena davanti ai miei occhi e i gemiti di entrambe le ragazze sono un afrodisiaco potentissimo. Vanessa non si stacca dal mio cazzo e non si perde neanche una goccia.Vanessa: “Professoressa, ho capito che c’è un professore, posso fargli una domanda?”Anna:” Certo, se non hai capito qualcosa è giusto che tu faccia le tue domande?”Vanessa: “Professore, senta, vorrei continuare a esercitare la lingua perché credo che il mio accento non sia ancora perfetto, lei se la sente, possiamo ripetere la lezione?”Io: “Vanessa, dammi solo 5 minuti, in modo da ricaricare la lezione”Vedo Vanessa sorridere e godere, perché Anna non si è fermata un secondo. Le sta riempiendo entrambi i buchi con lo strapon , i movimenti rimangono lenti e accompagnati dal tipico rumore di qualcosa che entra dentro un ambiente bagnato: ciaf ciaf.Io:” Vanessa, se vuoi possiamo riprendere l’interrogazione, mi raccomando ti devi impegnare perché ora non sono molto carico e potrei essere molto lungo.”Vanessa:” Non si preoccupi professore, ci penso io, vedrà che alla fine mi darà un voto molto alto!”In 5 minuti il mio cazzo riprende vigore, neanche avessi preso un’intera scatola di Viagra, anzi forse il viagra c’è l’ho davanti, visto che prima indossava una canottiere viola.Davanti io, dietro Anna, facciamo una lezione spettacolare. Sono passati circa 10 minuti dall’ inizio del secondo pompino e sento Anna godere, qualche secondo dopo arriva anche Vanessa, quasi contemporaneamente.Entrambe gridano la loro estasi, Vanessa aggiunge “Cazzo, Cazzo Cazzo” infinite volte e come se fosse una formula magica mi fanno raggiungere l'orgasmo anche a me.Vanessa ripulisce bene il banco di studio, Anna si stacca da lei e quando ha terminato la pulizia, le prende nuovamente con le mani il viso e la bacia profondamente. Non è un bacio erotico e basta, c’è qualcosa in più.Anna:” Vanessa, ora vai a farti una doccia, dammi qualche minuto e ti raggiungo anche io, il tempo di salutare il professore e arrivo”Ragazzi, è stata un ‘esperienza favolosa. Vanessa è stata sempre bendata, Anna si è dimostrata una donna unica e enormemente sensuale.Mi dispiace non non aver giocato con lei, ma gli accordi sono accordi e poi anche se c’è stato solo sesso orale, sono profondamente soffi sfatto.Cazzo una studentessa mi ha fatto due pompini favolosi e non sa neanche che aspetto io abbia, merita sicuramento 10 e lode come voto.Grazie Anna, grazie Vanessa. Se un giorno vi servisse nuovamente un menestrello per cantare le vostra epiche gesta, fatemi sapere, la mia penna per voi sarà sempre disponibile e pronta.
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2 months ago
giorgal73, 52
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Corna per l’anniversario di matrimonio.
Mi chiamo Silvano, ho 51 anni, sono di media statura, fisico normale, capelli portati volutamente corti, perché sto cercando di rimediare ad un bel principio di calvizie, abbastanza vistosa, occhi scuri e da 25 anni son sposato con Alessia. Lei è una bella donna di 50 anni, dai capelli castani, portati abbastanza lunghi sulle spalle, un bel seno di una prorompente quarta misura che sta su abbastanza bene, i fianchi sono un po' arrotondati, ma non è grassa e, come ultima qualità è munita di un bel culo che è uno spettacolo su cui posare lo sguardo. A suo dire, le cosce non sono molto belle, ma per me sembrano due colonne di alabastro, perfettamente lisce e prive di inestetismi. Sessualmente parlando, siamo sempre stati una coppia molto attiva; a vent'anni, quando ci siamo conosciuti, avevamo entrambi fatto le nostre brave esperienze. Lei non aveva avuto relazioni stabili, ma si era divertita con diversi maschietti, sia facendo pompini, che facendosi aprire in ogni suo buco, in quanto ho potuto verificare che erano stati ben collaudati. Dal canto mio, avevo fatto alcune esperienze sia con donne che con qualche maschietto, scoprendo di avere una tendenza bisex, piacere che, negli anni, di tanto in tanto, ho rinverdito spingendomi a succhiare qualche cazzo duro e, a volte, me lo son fatto anche infilare nel culo, in quanto ho potuto constatare che mi piace sia darlo, che prenderlo. Durante tutti questi anni di matrimonio, ho vissuto diverse esperienze alquanto piacevoli con mia moglie, tipo l'esibizionismo in specie d'estate, su qualche spiaggia, dove lei metteva in mostra il suo bel seno, che non mancava di attirare l'attenzione di vari maschi; quell'esperienza serviva anche a coltivare la fantasia di avere un secondo maschio nel letto, cosa che lei non ha mai rifiutato, anche se, all'atto pratico, non si era mai concretizzato, tranne qualche situazione interessante che, alla fine, non ha avuto alcun seguito. Io, però, fantasticavo di veder la mia adorata mogliettina alle prese con un altro maschio ed era strano che lei, mentre facevamo l’amore, non si negava a certe perversioni, ma, anzi, si diceva disponibile ad esaudire ogni mia fantasia. Quando la scopavo, le dicevo che avrei voluto guardarla mentre si calava sul cazzo duro di un altro maschio e lei, a quelle parole, si eccitava da matti, esortandomi a trovarle un bel ragazzo, magari di colore, con un cazzo grosso e delle palle ben gonfie di saporita crema. Ovviamente io impazzivo al solo pensiero di poter realizzare un simile sogno. Poi, però, nella realtà, ogni volta che ne parlavo per organizzare, lei mi frenava, temeva troppo di essere sputtanata.
Intanto io avevo deciso che dovevo soddisfare ad ogni costo le nostre voglie. Si avvicinava il nostro venticinquesimo anniversario di matrimonio e così decisi che quella sarebbe stata l’occasione per fare avverare ogni nostra fantasia. Prenotai un viaggio a Parigi e le dissi che avremmo trascorso il fine settimana nella città dell’amore. Lei fu entusiasta dell’idea: finalmente un fine settimana da soli per rilassarci e star insieme in completa libertà. Scelsi un bell’albergo e, a sua insaputa, riuscii a contattare ed ingaggiare uno spogliarellista. Si trattava di un bellissimo ragazzo olandese, mulatto, giovane, e dotato di un cazzo davvero notevole. Parlai con lui al telefono e gli spiegai che avrebbe dovuto esibirsi per mia moglie, cui desideravo regalare una situazione davvero particolare e, se le cose si fossero messe in un certo modo, avrebbe dovuto far vivere a mia moglie una notte da sogno. Arrivammo a Parigi e trascorremmo la giornata passeggiando tra le meraviglie di quella città e pranzammo in un ottimo ristorante. Durante il pranzo, presi ad illustrarle il programma.
«Questa sera ho organizzato una cenetta a lume di candela sulla terrazza della nostra camera.»
Lei non ebbe modo di sospettare alcunché, ma, anzi, fu entusiasta all’idea. Rientrammo in albergo e, dopo una doccia ristoratrice, ci vestimmo per la serata. Lei ebbe ad indossare uno splendido abito nero, che le lambiva il ginocchio ed esaltava il suo corpo morbido e sensuale, mettendo in risalto la sua splendida quarta di seno, calze velate autoreggenti color carne e delle decolleté nere, con tacco alto, ma non esagerato. Ebbi a farle i miei complimenti, per quanto era bella e sensuale.
«Amore sei strepitosa! La tua prorompente sensualità viene esaltata dal tuo outfit di questa sera e, per ringraziarti di avermi fatto vivere 25 anni in tua compagnia, questa sera ho preparato un regalo speciale per te.»
Lei mi ha guardato sorridente e mi ha baciato con un trasporto unico, indice di profondo amore. Le chiesi se potevo bendarla, per far sì che la sorpresa fosse davvero tale.
«Amore, vorrei bendarti per render la sorpresa ancor più esaltante!»
Lei, non sospettando alcunché, mi lasciò fare. La bendai e la feci accomodare in mezzo alla suite. Le dissi che andavo a prendere il regalo e di non sbirciare. Aprii silenziosamente la porta e feci entrare il ballerino. Appena lui fu pronto, misi su la musica, mi spostai dietro di lei e le tolsi la benda dagli occhi. Alla vista del ragazzo che cominciava a ballare, scoppiò a ridere e mi abbracciò.
«Amore... che matto che sei! Sei la persona più ardita del mondo!»
Le chiesi se gradiva la sorpresa, in quanto quel ragazzo si sarebbe esibito in esclusiva per lei.
«Amore, questo è il mio regalo! Lui è Alex, un mulatto di nazionalità olandese e, questa sera, danzerà esclusivamente per te! È lui il tuo regalo!»
Alex cominciò a ballare in modo molto sensuale e, contemporaneamente prese a spogliarsi molto lentamente. Vedevo mia moglie che lo seguiva con attenzione ed avvertivo che si stava eccitando, anche se faceva di tutto per non darlo a vedere. Lo strip durò una ventina di minuti e, alla fine, Alex era rimasto con indosso un minuscolo tanga dorato, che, a mala pena, nascondeva il suo splendido affare, ancora barzotto. Cominciò ad avvicinarsi a mia moglie e si pose, con il cazzo ancora coperto, davanti al suo viso, mentre ballava con evidente sensualità. Mia moglie mi guardava e non sapeva cosa fare. Io mi avvicinai al suo orecchio e le diedi un suggerimento.
«Amore, è il tuo regalo: fanne ciò che vuoi. Siamo lontani da casa, non ci conosce nessuno, puoi sbizzarrirti come meglio credi! Dai, lasciati andare, vivi finalmente questa esperienza, tanto a lungo fantasticata!»
Ho letto nei suoi bellissimi occhi, la voglia di accarezzare quel membro ancora non rigido, ma qualcosa la tratteneva. Mi son fatto coraggio, ho preso in mano il cazzo di Alex e l'ho avvicinato alla sua bocca, invitandola implicitamente a succhiarlo.
«Dai, amore, prendilo in bocca, assapora il piacere di un altro cazzo e, soprattutto, goditi questo momento che si è creato.»
Lei avvicinò timidamente la bocca alla cappella e diede un fugace bacio, tuttavia non riusciva ancora a sbloccarsi. Allora le proposi di fare come facevo io.
«Avvicinati, amore, dai, succhiamolo insieme! Coraggio, non esitare: vedrai che piacerà anche a te!»
Ho afferrato l’uccello ancora barzotto, ho cominciato a succhiarlo fino a che non ho sentito che anche la sua lingua stava cominciando a leccare l’asta del ragazzo. Mi son spostato per permetterle di proseguire da sola e così si prodigò in un pompino da favola. Dopo una iniziale incertezza, prese a lavorare quella splendida mazza, che cominciava a lievitare nella sua bocca, oltreché tra le mani. Lo aveva bagnato tutto con la saliva e poi lo ha fatto scivolare lentamente in bocca, fin giù nella gola, mentre con le mani accarezzava le grosse palle, ricolme di nettare prelibato, che già pregustava di poter assaporare. Vedevo finalmente realizzati i miei desideri: mia moglie stava succhiando il cazzo di un altro uomo! Intanto, sotto la sua esperta bocca, il cazzo era diventato splendidamente duro e svettava, mentre lei faceva ne scomparire la cappella, succhiandola con avidità. Mi son di nuovo avvicinato e, mentre la osservavo come finalmente si gustava quello splendido cazzone, io ho preso ad accarezzare le grosse palle di Alex, che ha sollevato le mani e le ha poggiate sulle nostre teste, imprimendo, delicatamente, a mia moglie il ritmo della pompa, mentre accarezzava anche la mia testa che, in segno di dedizione, mi dedicavo alle sue palle, lisce e gonfie. Lui ha apprezzato sia la bravura di mia moglie, che la mia collaborazione.
«Che bocca, meravigliosa! Che gola profonda! Sei una fantastica pompinara e, credimi, detto da me è un vero complimento, dal momento che tante altre donne non riescono nemmeno a prenderne la metà di quello in cui riesci tu: ce l'hai quasi tutto in gola. In più, è davvero piacevole sentire il tuo uomo che collabora in quel che fai, assecondando e giocando con le mie palle!»
Slinguavo con voglia e dedizione quelle palle, assaporandone ogni lembo. Poi ho sollevato lo sguardo e lui ha capito che doveva dare compimento a quello che era il mio più profondo desiderio: veder mia moglie chiavata da quel grosso cazzo. A quel punto, infatti, Alex si è disteso sul letto con il cazzo durissimo in mano e mia moglie gli è salita a cavalcioni. Aspettavo da anni questo istante! Finalmente ho visto l’enorme cazzo di Alex scomparire, pian piano, centimetro dopo centimetro, nella figa bagnatissima di mia moglie. Anche lei ha capito: si è girata verso di me e mi ha sorriso; io le ho lanciato un bacio, esortandola a godere senza limiti.
«Sì, amore, così! Prendilo tutto, fin in fondo! Lascia che dilati e riempia queta tua splendida figa. Dai, amore, goditelo tutto!»
Lei ha cominciato a danzare su quel cazzo, godendoselo senza riserve. Mentre chiavava e godeva, mi ha chiamato accanto a sé: voleva che guardassi da vicino, mentre si lasciava infilare da quel membro durissimo.
«Amore, vienimi vicino. Stammi vicino e guarda quanto sto godendo, grazie a te! Finalmente sento di esser la troia che desiderato che fossi. Guarda, amore, come mi chiava. Guarda, amore, come permetto che questo cazzone enorme mi sbatta!»
L’ho baciata con foga e, mentre lo facevo, ho sentito, con mia grande sorpresa, che Alex mi aveva preso in bocca il cazzo e me lo stava succhiando. Anche lui era bsx?! Sentivo gli orgasmi di mia moglie che si susseguivano senza sosta.
«Amore, vengo! È fantastico come mi fa venire! Vengo ancora!»
Era incredibile la situazione che si era creata. Lei cavalcava Alex, mentre lui mi succhiava il cazzo ed io baciavo e carezzavo il seno di mia moglie. Dopo un ennesimo orgasmo, Alex si è tolto per un attimo il mio cazzo dalla bocca ed ha urlato il suo piacere, riempiendo il ventre di mia moglie con una sborrata colossale.
«Vengo! La tua figa è così calda e stretta, che mi fa sborrare! Sto sborrando!»
Subito dopo ha ripreso il mio cazzo in bocca ed ha preso a succhiarlo come se non ci fosse un domani!
Anch'io son venuto e nella bocca di Alex.
«Alex, vengo anch'io! Ti sto sborrando in bocca!»
Ho cominciato a riversare nella sua bocca tutta la mia crema, che lui ha ingoiato senza nessuna esitazione e poi, mentre baciavo mia moglie, scossa ancora dai brividi di piacere nel sentir la figa riempita. Alex ha ripulito con la lingua il mio cazzo, nettandolo da ogni singola goccia di sborra. Appena mia moglie si è tolta da Alex, mi son precipitato tra le sue gambe, per leccarla. Sentivo il sapore della sborra di Alex, mischiata agli umori di mia moglie.
«mhmm… Che meraviglia! Hai un sapore meraviglioso!»
Ero felice. Ci prendemmo un attimo di riposo, durante il quale mia moglie si complimentò con me, per averle fatto un regalo davvero speciale e, soprattutto, si mostrò contenta per aver finalmente rivelato il mio lato bisex.
«Amore, sei un porcello davvero stupendo. Non pensavo che avessi un lato bisex e questo mi fa immensamente piacere, perché con Sara, la mia amica del cuore, spesso e volentieri, quando siamo sole, ci diamo piacere tra noi e, quindi, sapere che anche mio marito sia un bisex, non fa altro che accrescere ancora più la gioia di vivere insieme a te! Adesso, però, voglio godere con entrambi, quindi, per favore, scopatemi entrambi contemporaneamente.»
Siamo andati avanti per ore, soddisfacendo tutti i desideri di mia moglie, anche quelli più intimi e segreti. Ha preso con gioia il cazzo di Alex nel culo, mentre io le scopavo la figa e poi volle esser scopata in figa, da entrambi.
«Siete meravigliosi! Mi state facendo impazzire di piacere! Vi voglio tutti e due davanti! Voglio sentire che mi spaccate la fica! Fatemi godere!»
Dopo averla fatta godere anche con una doppia in fica, lei mi ha fatto girare e, dopo avermi leccato per bene il buchetto, ha chiesto ad Alex di incularmi, mentre io le penetravo nel culo e, quando anche lei ha raggiunto l'orgasmo, mi son svuotato dentro di lei, mentre Alex mi scaricava nel culo tutto ciò che era rimasto nelle sue palle.
Far il culo a mia moglie, mentre venivo inculato, è stato qualcosa che mi ha fatto veramente delirare dal piacere. Dopo esser venuti, lei ha preso i nostri cazzi in bocca e li ha puliti alla perfezione, raccogliendo ogni singola goccia del nostro piacere e poi, dopo che ci aveva letteralmente spremuti come limoni, è andata soddisfatta a far una doccia ed io ho congedato il ragazzo.
«Grazie, Alex! È stato un vero piacere fare la tua conoscenza e, ancor più aver potuto assaporare il tuo membro, davvero fantastico!»
Lui mi ha stretto la mano e si è complimentato con me.
«Grazie a voi! Siete stati una coppia fantastica e riconosco che, infilarlo nel tuo culetto, mi ha mandato allo sballo.»
Poco dopo, mia moglie è uscita dalla doccia con indosso uno splendido completino intimo nero, che la rendeva quanto mai concupiscente. Si è avvicinata e mi ha baciato con una intensità nuova, mai provata prima. Sentivo ancora tra le sue labbra il sapore del cazzo di Alex. Lei mi ha sorriso contenta.
«Amore, hai fatto di me la donna più felice della terra, stasera! Adesso che abbiamo scoperto che ad entrambi piace giocare sia con maschi che con femmine, vorrei che, in futuro, i nostri orizzonti fossero ancora più ampi. È stato meraviglioso vederti godere sotto quel maschio, mentre mi facevi godere, ma, nello stesso tempo, voglio che anche tu mi veda dar piacere con la lingua alla mia amica, perché il solo pensarlo mi eccita moltissimo. Grazie, amore! Grazie per questo magnifico regalo e, adesso, nonostante io abbia goduto tantissimo, voglio far l'amore con te, perché finora ho solo scopato!»
Subito dopo ha ripreso di nuovo a succhiarmi il cazzo e, da allora, la nostra vita è diventato un vero idillio.
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2 months ago
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Adesso siamo una coppia escort.
Il mio nome è Danilo, ho 25 anni, sono di media statura, capelli castani, occhi marroni, e sono sposato da due anni con Michela, mia coetanea, molto bella. Ha lunghi capelli biondi, occhi azzurri, un viso carino, dei seni di una terza piena, belli tondi con capezzoli piccoli e sporgenti. Il ventre è tonico, piatto, la fica ha labbra e clitoride ben pronunciati. A tutte queste qualità vanno aggiunti un culo tondo perfetto, sembra disegnato da Giotto, e delle gambe lunghe e sottili; insomma è una donna che, quando passa per strada, attira inesorabilmente l'attenzione dei maschi che l'incrociano. Ci conosciamo da quando avevamo sedici anni; dopo un periodo di fidanzamento, durante il quale abbiamo praticato sesso, senza però toglierle la verginità, ci siamo sposati e, alla prima notte di nozze, me l'ha donata con tutto l'amore possibile. Durante gli anni di fidanzamento, aveva imparato a succhiare il mio cazzo e ad ingoiarne il frutto che le riversavo in bocca. Per quanto mi riguarda, non sono un super dotato, diciamo nella media, né troppo lungo e neanche troppo spesso, ciò nonostante lei riesce ad ingoiarlo sempre con qualche difficoltà. Ci siamo sposati quando abbiamo compiuto 22 anni. Il primo anno è andato bene e le cose giravano alla grande. Lavoravamo entrambi nella stessa struttura alberghiera, io come cuoco e lei come impiegata in contabilità. Per poter lavorare più comodamente, abbiamo preso in locazione un grazioso appartamento a poca distanza dall’albergo. Era un po’ caro, ma ci consentiva di andare al lavoro senza utilizzare l’auto. Era situato in una bella palazzina di tre piani, più attico. In tutto erano sei appartamenti più l’attico, occupato dal proprietario, mentre gli altri erano in affitto come il nostro. Trovandoci in una zona piena di uffici, banche o studi di professionisti, gli altri appartamenti erano occupati da persone molto facoltose. Solo i due al primo piano erano occupati, singolarmente, da persone di mezza età, mentre al secondo, sul nostro stesso pianerottolo, vi erano due uomini, uno calvo sulla cinquantina e l’altro un moro trentenne, che condivideva l’appartamento. Al terzo piano vi erano, in uno, tre uomini di mezza età e l’altro, due giovani e due anziani; forse, in tutta la palazzina, i più vecchi vicini alla sessantina. Gianpaolo, il proprietario, era sulla quarantina, molto alto e dallo sguardo penetrante, ed abitava nell’attico. Per un anno, tutto è filato liscio. Vedevamo i nostri vicini solo di sfuggita, ma non vi erano particolari problemi, in quanto la serenità regnava sovrana. Poi, d'improvviso, è arrivato il covid, con il relativo blocco dovuto alla pandemia!
Entrambi abbiamo perso il lavoro entro i primi 3 mesi della pandemia. Ben presto i soldi cominciarono a scarseggiare. Abbiamo avuto accesso al sussidio di disoccupazione, ma era appena sufficiente a coprire le spese di base. Ben presto siamo arrivati al punto in cui avevamo difficoltà ad onorare l'affitto. Non è passato molto tempo prima che il padrone di casa è venuto ad esigere quanto gli dovevamo. Era un venerdì mattina, quando si è presentato alla nostra porta, chiedendo che gli pagassimo l'affitto, perché eravamo già in ritardo di due mesi. Gli abbiamo spiegato di trovarci un po’ in difficolta e lui ha riflettuto un momento e poi ci ha detto di esser nel suo appartamento alle 17:00. A quell'ora, abbiamo bussato alla sua porta; appena dentro ci ha fatto accomodare, mentre lui era ancora in piedi davanti a noi, mettendoci soggezione con la sua aria imponente.
«Ho consultato il report dei vostri pagamenti ed ho constatato che siete sempre stati puntuali nel pagamento dell'affitto; quindi, qual è il problema?»
Ho guardato mia moglie e poi ho cercato di spiegare le nostre difficoltà.
«Al momento siamo entrambi senza lavoro. A causa della pandemia, l’hotel ha chiuso per mancanza di clienti e ci ha licenziati entrambi. Adesso, stiamo aspettando un nuovo impiego, ma, al momento, abbiamo qualche difficoltà ad onorare i pagamenti.»
Lui mi ascolta, ci riflette un momento e poi ci dice che ha una idea.
«Credo che potremmo trovare un punto d'incontro. Hai una moglie che fa gola a tanti, perché bella e sexy; io sono un uomo single, con delle necessità, e conosco altri uomini single, che hanno le stesse necessita; hanno bisogno di soddisfarle e, purtroppo, con la pandemia in corso, son diventate ancor più pressanti ed urgenti.»
Pur avendo intuito il senso del suo discorso, gli ho chiesto maggiori dettagli.
«Cosa intendi? Che significa che ho una moglie carina e bella e cosa c’entra con le tue esigenze?»
Lui mi ha guardato con aria piuttosto severa e mi ha detto chiaramente cosa voleva da lei.
«Può farsi scopare ed esser pagata per questo. Con ciò che guadagna, ci può pagare l'affitto e, forse, anche qualcos'altro.»
La durezza delle sue parole, dette con una disinvoltura unica, mi hanno sconvolto. Mi volto e guardo mia moglie, che ha il viso stravolto e la immagino mentre viene scopata da altri uomini. Ripenso alla nostra vita sessuale passata. A causa dei miei orari di lavoro, scopavamo, in media, una volta o due a settimana, oppure addirittura una volta ogni due settimane.
Ero stravolto e lei non lo era da meno. Lui ha avuto un mezzo sorriso ironico e poi ci ha lasciato soli.
«Bene, vado a preparare qualcosa da mangiare; vi lascio soli a confrontarvi sulla decisione da prendere. Parlatene e trovate una soluzione, altrimenti mi vedrò costretto a farvi lasciare l’appartamento entro una settimana.»
Appena soli, ho guardato Michela e ho detto che non potevamo nemmeno pensare a fare una cosa del genere. Lei ha abbandonato il suo mutismo e mi ha esposto quella che era la sua riflessione.
«So che non ti fa piacere ed ho difficoltà anche a pensarci, ma ci troviamo bene nel nostro appartamento. Perciò non è il caso di crearsi troppi problemi: se non aderissi alla proposta del proprietario, perderemo casa e non avremo un posto dove vivere. Del resto il tutto non dovrebbe durare a lungo, perché, prima o poi, dovremo pur trovare lavoro? Non possiamo fare diversamente.»
Ero scioccato. Non volevo che lei propendesse per quella soluzione, ma, in cuor mio, sapevo bene che era l’unica e, poi, era una sua scelta. Ben presto lui è tornato nella stanza, mangiando un panino. Ci guarda e chiede se abbiamo deciso cosa fare.
«Allora, qual è la vostra decisione?»
Michela con voce tesa e nervosa, gli chiede maggiori dettagli.
«Cosa dovrò fare veramente?»
Lui risponde sempre mangiando.
«Io ti chiamerò ogni volta che vorrò far sesso con te, o quando avrò un altro maschio che vorrà pagare, per far sesso con te. Tuo marito ti seguirà attraverso un sistema di video sorveglianza, collegato a quello schermo.»
A quel punto, lei chiede quanto sarà il suo compenso e lui, allora, le tende la mano e la invita ad alzarsi.
«Penso che dovremmo vedere quanto sei brava, prima di parlare di soldi. Dai andiamo in camera, e tu seguici, devi vedere cosa fa, cosi, magari, impari qualcosa.»
Una volta nella stanza, vedo un letto matrimoniale e, in un angolo, un divanetto di velluto rosso, vecchio stile. Nell'altro angolo, vedo un videoregistratore su un supporto e lo guardo stupito, cercando di capire.
Lui intuisce il mio pensiero e mi spiega che serve per creare la pubblicità di lei come puttana, allo scopo di far valutare le sue prestazioni a chi è fuori, prima di accettare i suoi servigi. Si mette dietro la telecamera e le ordina di iniziare a spogliarsi. Michela lo fa procedendo lentamente, un capo dopo l’altro vengono fatti cadere per terra, finché non è nuda. Lui le ha fatto delle riprese, spostandosi sempre più vicino e, poi, appoggia la camera sul cavalletto e prende la macchina fotografica; le ordina di mettersi sul letto in pose sempre più oscene. Mi eccito e, nello stesso tempo, mi sconvolge tutto questo. Lui si complimenta con me per quello che lei sta mostrando.
«La piccola qui ha del potenziale enorme! Un gran bel culetto e delle tette davvero bellissime, per non parlare dalla fighetta ben rasata! Farai furore nella mia scuderia!»
Poi si spoglia, riprende la telecamera e si avvicina a lei. Ha indosso solo i boxer e le ordina di inginocchiarsi davanti a lui. Le fa allungare le mani e tirare giù i boxer. Vedo lo sguardo sconvolto di Michela, quando vede il suo cazzo! Io ho un cazzo nella media, sui 13 centimetri al massimo, ma il suo è davvero enorme: ben sopra i venti di lunghezza ed una circonferenza che spaventa! Grosso come il polso di Michela e con una cappella enorme!
«Adesso apri quella bocca da succhiacazzi e fammi sentire quanto sei brava a succhiarlo e prenderlo in gola!»
Mi chiedo come farà ad infilarlo in gola, dal momento che, a volte, ha difficoltà ad ingoiare il mio. Lei inizia a leccarglielo, facendo scorrere la bocca su e giù, lungo l’asta, che sembra lievitare ancora di più. Lui le dice che vuol sentire meglio la sua lingua e, quando lo fa, si vede che apprezza. Poi le mette una mano sul capo e comincia a spingerglielo sempre di più dentro la bocca, che, ad ogni affondo si dilata sempre di più. Lei si impegna e lui si complimenta, e questo mi stupisce non poco.
«Brava, vedo che lo stai ingoiando bene! Presto sarai ben allenata!»
La guardo attentamente e vedo che davvero si sta impegnando, anche se non riesce ad infilarsi quella trave in gola senza dover fare dei grossi sforzi per contrastare gli emergenti conati di vomito. Lui le ordina di infilarlo un po’ alla volta e lei lo fa con calma, un affondo dopo l’altro, fin quando vedo la sua gola gonfiarsi e il suo naso sbattere sul corpo di lui: lo ha tutto in gola! Io non ci ero mai riuscito!
«Brava puttanella! Lo hai preso tutto in gola! Adesso ti scopo la bocca e ci sborro dentro!»
Inizia a scoparle la gola e lei resta immobile, mentre lui si complimenta per il fatto che ha una gola stretta e che così lo farà venire molto presto.
«Brava cosi! Mi piace questa tua gola stretta! Ti sfondo tutta l’ugola e poi te la inondo! Brava, bocchinara! Avrai modo di succhiarne di cazzi, dopo questo risultato!»
La guardo, la vedo soffrire, ma continua imperterrita a prenderlo in gola.
Ancora qualche spinta dentro e fuori dalla gola e lui comincia a gemere; poi si svuota nella sua bocca.
«Bevi, che sborro! Adesso vengo! Che meraviglia! Mi stai spremendo il cazzo con la laringe!»
Lei ingoia con un po’ di difficoltà, ma non ne perde una goccia. Lo pulisce con estrema bravura e lui annuisce contento, poi glielo sfila e lei riprende fiato. Lui mi guarda e vede che ho il cazzo semiduro, che gonfia i miei pantaloni. Non ho potuto farne a meno. Vederle prendere in gola il suo cazzo, mi ha fatto eccitare. Lui la guarda e mi ordina di avvicinarmi. Giunto davanti a loro, lui ordina a Michela di aprimi i pantaloni.
«Dai, troia! Adesso succhia il cazzo del tuo uomo e mostragli cosa hai imparato, mentre io mi preparo per il secondo round.»
Lei si avvicina a me, mi slaccia i jeans e li abbassa. Mette la bocca sul mio cazzo e inizia a fare su e giù. Dopo averlo fatto scorrere su e giù per alcune volte, inizia a usare anche la lingua ed io mi ritrovo con il cazzo durissimo nella sua bocca. Sono stato colto da un raptus di pura lussuria: le ho afferrato la testa ed ho iniziato a scoparle la gola, ben sapendo che non sarei mai arrivato in fondo, allo stesso punto dove era arrivato lui. Ero così eccitato che lei mi ha guardato un po’ stupita, mentre io, con un gemito, mi son scaricato nella sua bocca. Ho visto le sue guance gonfiarsi e poi ingoiare anche la mia crema. Lui, che mi aveva osservato per tutto il tempo, ha fatto un mezzo sorriso ironico; poi si è avvicinato di nuovo e l’ha fatta stendere supina sul letto a cosce ben aperte. Le solleva le braccia, le lega i polsi alla testiera. Mi stupisce, ma lei non si oppone. Si inginocchia fra le sue cosce e vedo che lecca come un affamato la sua fica: la porta al piacere. La sento gemere, mentre lui le tortura il clitoride, succhiandolo fin quando raggiunge un orgasmo.
«No, porco! Così mi fai godere! Sei…meraviglioso! Dai, ancora!»
Gode, poi lui si solleva, mi guarda e si allunga su di lei; appoggia la grossa cappella far le piccole labbra di mia moglie. Dentro di me, penso che sarà dura per lei ricevere un simile arnese, dalle dimensioni cosi abbondanti.
«Rilassati, piccola, che adesso ti svergino per davvero! Fino ad oggi non sei mai stata scopata da un cazzo vero, ma, da oggi in poi, non avrai più problemi e ne potrai prendere quanti ne vorrai e di tutte le dimensioni. E tu, cornuto, guarda come la fotto e l'apro per bene una volta per tutte! Dopo questo lavoretto, il tuo non avrà più modo di sentirlo.»
Inizia a far scorrere il cazzo, strofinandolo lungo la fessura lucida di umori. La punta del suo cazzo separa le sue labbra rosa. Lei geme mentre lo sente premere contro il suo buco. Lui spinge i fianchi un paio di volte e lei urla, mentre il cazzo enorme si fa strada dentro di lei. Lui la guarda e commenta.
«Accidenti, come sei stretta! Non ho mai avuto una fica così stretta come questa tua! Sembri vergine davvero! Dopo questo passaggio, la tua piccola fica non potrà più far a meno di cazzi enormi come questo!»
Dentro di me, penso che sarà proprio così! Lui affonda lentamente, ma con decisone, un po' per volta, glielo pianta tutto dentro, fino alla radice. La vedo sobbalzare e spalancare la bocca, senza emettere alcun suono. Lui resta immobile e lei si rilassa, poi lui incomincia a pomparla con affondi sempre più lunghi e profondi. Lei, dopo un primo momento da passiva, adesso incomincia a godere e, quindi, lo asseconda, spingendo in alto il corpo per andare incontro a quel mostro che la sfonda. Urla e gode.
«Mi sfondi divinamente! Dai, più forte! Fammi godere ancora! Sei meraviglioso! Mai goduto così tanto! Dai, ancora! Vengo!»
Ora la pompa davvero forte, vedo colare il suo piacere mentre quella che era la mia figa si adatta alle nuove dimensioni. Mia moglie mi guarda, cercando comprensione, che, effettivamente, trova nei miei occhi. È vero la sto ammirando per come si sta facendo sbattere da questo energumeno che le sfonda la fica. Gode senza ritegno e poi, dopo l’ennesimo orgasmo, lui resta immobile ben piantato tutto dentro di lei: sta sborrando dentro mia moglie! Nello stesso istante lei ha di nuovo un orgasmo e vedo la sua fica che si contrae attorno al suo cazzo, mentre lui la riempiva.
«Ti inondo! Ti sto sborrando dentro! Lo senti! Mi stai risucchiando il cazzo da come si contrae la tua fica! Bellissimo! Che troia! Accidenti che gran troia ho trovato!»
Si sfila e vedo una gran quantità di crema sgorgar fuori dalla fica ancora oscenamente dilatata. Lui le scioglie i polsi ed io la guardo mentre lei adesso si sente in imbarazzo per aver goduto con lui davanti a me come una puttana.
«Adesso potete andare. Sei davvero brava; mi piaci molto e sei anche molto carnale! Vedrai quanti soldi ti faccio fare! Ti mando un messaggio per domani.»
Lei si riveste sommariamente e ce ne torniamo nel nostro appartamento. Non ci diciamo nulla e, dopo una rapida doccia, lei se ne va a letto. Io resto a meditare su tante cose che vorrei sapere, ma la vedo dormire: del resto era sfinita e, quindi, lascio perdere.
Per tutto il giorno dopo, la vedo un po’ nevosa, ma non le chiedo nulla. Lui ci manda un messaggio dicendo che ci aspetta alle 20:00 a casa sua. Appena giunti, ci ordina di entrare in camera, ordina a lei di spogliarsi ed a me di avvicinarmi: mi spiega come usare la videocamera.
«Voglio che fai delle riprese mentre la scopo.»
Appena nudo, le ordina di succhiargli il cazzo, finché non sarà diventato duro. Attraverso lo schermo della videocamera, ho visto la sua bocca muoversi su e giù lungo quel cazzo, che è subito lievitato, crescendo, a mio avviso, ancora più della sera prima. Lui, una volta eccitato, l’ha distesa sul letto con il viso in giù; le ha legato ancora i polsi alla testiera, poi le sistema un cuscino sotto il ventre, facendo sollevare il sedere. Intuisco il suo progetto e lo guardo, mentre lui adesso va a spiegarle cosa farà.
«Adesso ti apro anche dietro. Preparati a provare un po’ di dolore, ma vedrai che poi passa e ci proverai gusto.»
Ero sconvolto. Avevo provato in passato a farle il culo, ma lei si era rifiutata provando molto dolore con il mio cazzo, che non era nemmeno la metà di questo! L’avrebbe spaccata di sicuro. Lui invece non ha fatto altro che iniziare a lubrificarlo con del gel e poi, dopo un po', sentiamo suonare alla porta; lui mi dice di andare ad aprire. Resto stupito, ma eseguo. Apro e mi trovo davanti l’inquilino del nostro stesso pianerottolo, quello completamente calvo. Basito, lo vedo entrare deciso, dirigendosi in camera. Saluta il padrone di casa e poi si spoglia. Io lo guardo, mentre lui parla con Gianpaolo.
«Allora è vero che è vergine di culo? Non sai quanto ho desiderato questo momento! Adesso, le faccio un bel servizietto e tu, cornuto, riprendi bene quando le aprirò il culo!»
Sono sconvolto e mi sento mancare: un coinquilino che ci potrà incontrare ogni giorno? Michela sembra sconvolta, ma, essendo a faccia in giù, non vedo il suo volto. Gianpaolo, mentre il pelato si spoglia, mette del lubrificante sul dito medio e continua a lubricare il culetto di mia moglie, che cerca di dimenarsi facendo capire che non gradisce la sodomizzazione.
«Ti prego, no! Non l’ho mai preso nel culo! Mi farete malissimo!»
Andrea si è spogliato e vedo il suo cazzo che è lungo sì, ma di spessore inferiore a quello di Gianpaolo.
«Scherzi? Fermarmi? Ma lo sai da quanto ho voglia di incularti? Non mi è sembrato vero, quando lui me l'ha detto! Adesso ti sfondo!»
Michela ha iniziato a piangere, immaginando il dolore cui andava incontro. Andrea si era già lubrificato il cazzo e lo ha appoggiato al buchino molto stretto. Allora Gianpaolo le ha dato due sonore sculacciate e lei si è rilassata; Andrea mi ha guardato ed invitato a star dietro di lui in modo da riprendere per bene l'inculata di mia moglie. Mi son inginocchiato, ho inquadrato la scena e lui, con un colpo secco, le è entrato dentro. Lei ha gridato forte, mentre lui ha affondato in lei, senza pietà.
«Aaaahhhi!! Mi spacchi! Fa piano, me lo sfondi! Togliti che fa male! Esci, ti prego!»
Ma lui è rimasto insensibile alle sue richieste ed ha preso a pompare il culo di Michela, sempre più forte. Ho visto lei inarcare la schiena e piangere, mentre lui godeva come un pazzo furioso. Ho pensato che sarebbe venuto subito, invece era molto resistente: l’ha pompata a lungo, fin quando lei si è arresa, ha rilassato i suoi muscoli e lui ha goduto dentro il suo martoriato culetto, con un grugnito da vero porco.
«Che meraviglia! Sì, me lo godo tutto! Adesso te lo riempio di crema bollente! Ti sborro in culo, vacca!»
È rimasto piantato dentro di lei e ho visto le contrazioni dei suoi glutei, chiaro indizio delle schizzate che le stava donando: ne ho contate sei. Ad ogni contrazione, le riversava in culo una bella schizzata di sborra. Contento, se ne è uscito ed io ho filmato il culo di mia moglie ben aperto, da cui colava un rivolo di crema bianca e, per fortuna, senza segni di lacerazione. Mentre Andrea se n’è andato in bagno Gianpaolo ha preso, il suo posto. Di colpo le è entrato dentro, senza nessun riguardo. Lei ha sussultato e si è girata con lui che, sadicamente, le chiavava il culo.
«Adesso te lo finisco di rompere io! Lui ha solo aperto la via, ma io te lo apro del tutto!»
Io ero sempre lì a filmare ed ho visto che, mentre lui continuava a spingere il cazzo dentro di lei, Michela ha sbottato ancora una volta per il dolore. Potevo vedere il suo piccolo anello allargarsi per consentire l'ingresso di quel mostro. Lui non le ha dato tregua ed ha continuato a spingere.
«Rilassati, che è meglio, tanto non posso far a meno di sfondare un bel culo come il tuo! Devo sfondarlo completamente!»
Poi di colpo lo sfintere ha ceduto e lui è affondato tutto dentro di lei, che ha emesso un ennesimo grido, per poi quasi svenire. Lui le ha pompato il culo a lungo e poi le è venuto dentro a sua volta. Durante tutta l’inculata, Andrea si è fatto succhiare il cazzo, anzi, per esser precisi si è scopato la bocca di Michela, che doveva reggere Gianpaolo nel culo e l’altro in bocca.
Fortunatamente Andrea, questa volta, è venuto relativamente presto e le ha scaricato in bocca un’altra buona dose di crema.
«Bevi, zoccoletta! Bevi e succhia, che ti voglio anche scopare! Dai, succhialo, deve restar duro!»
Gianpaolo si è sfilato e Andrea ha preso a scoparla da dietro. L’ha fatta sollevare un po' e le ha infilato il cazzo in fica da dietro, pompandola a ritmo sostenuto. È durato una ventina di minuti e, infine, le ha sborrato in faccia. Soddisfatto se n’è andato, dopo aver dato una busta a Gianpaolo, che ha liberato i polsi di Michela e le ha detto che era tutto finito e si poteva rivestire.
Lei, stremata, non riusciva neanche a muoversi. Prima di uscire ci ha detto che, con questo, avevamo già pagato uno dei due mesi di arretrati, e ci ha dato un po’ di soldi in contanti.
«Questi te li ha lasciati Andrea. Vedrai non ti disturberà più; a lui piacciono solo i culi vergini: una volta chiavati, non hanno più alcun interesse. Adesso riposati, che presto ti faccio lavorare di nuovo.»
Siamo scesi nel nostro appartamento; lei ha aperto la busta e ci ha trovato cinque pezzi da cento. I due giorni successivi sono stati davvero duri per mia moglie. Sedersi, camminare, andare in bagno, era tutto un dolore. Pr tutta la settimana non lo abbiamo sentito e lei si è ripresa. Al sabato, ci ha detto di salire da lui verso le 19:00.
«A casa mia e non far tardi, che hai un cliente!»
Quando siamo entrati, mi è stato detto di sedermi sul divano nel soggiorno, così ho fatto ed ho visto Michela che veniva condotta da Gianpaolo in camera da letto. Ben presto è uscito fuori ed ha acceso la TV: c'era la telecamera accesa che mi mostrava ciò che succedeva nella camera. C'era un uomo, lì dentro. Aveva più o meno la stessa taglia di Gianpaolo. Le ha detto di spogliarsi e lo stesso ha fatto anche lui. Il suo cazzo non era grosso come quello di Gianpaolo, ma faceva comunque aver contezza di quanto il mio fosse piccolo. Ho sentito chiederle di iniziare a succhiargli il cazzo, cosa che lei ha fatto inginocchiandoglisi davanti; ha iniziato a lavorarlo di bocca e ben presto gli è diventato grosso e duro. Allora l’ha fatta sdraiare sul letto a cosce aperte, si è messo a leccarle la fica fin quando lei non è venuta. Lui allora si è disteso e l’ha fatta salire su di sé e lei ha iniziato a cavalcarlo, godendo molte volte. Ho visto Michela urlare di piacere, mentre lui, con le gambe inarcate, la sbatteva dal basso. Dopo un po' ha cambiato posizione: l’ha messa di lato ed ha continuato a scoparla molto energicamente.
Ha continuato a chiavarla per circa una trentina di minuti. Non so se dimostrava quella resistenza sebbene fosse venuto o, semplicemente, era il suo modo di ritardare al massimo la sua goduta; sta di fatto che quella sua galoppata l'ha fatta godere tantissimo! Alla fine le è venuto dentro con un grido forte, cosa che ha provocato in lei l'istinto ad abbracciarlo forte: era chiaro che la scopata le era piaciuta molto. Lui si sfila e vedo benissimo la sua fica ben dilatata, da cui esce un rivolo corposo di crema bianca. Una volta che il tizio ha finito, vedo consegnare dei soldi a Gianpaolo e va via. Subito dopo esce anche Michela. Gianpaolo le si avvicina e, sorridendo compiaciuto:
«Tieni, questa è la tua parte. Sono la meta dei soldi che ha appena pagato per averti. Sei stata davvero brava. Il tizio conosce molte persone cui piace divertirsi con puttane come te; vedrai la pubblicità che ti farà e quanti clienti sarà capace di procurarti.»
Le mette in mano due banconote da cento, lei gli sorride e torniamo a casa. Per le due settimane a seguire si ripete la stessa cosa. Lei scopa e io guardo. Poi è stata la volta di tre soli clienti, ma molto dotati, ed anche in quell'occasione lei ha dimostrato di esser in grado di reggere bene l'impatto: non si è negata e li ha presi con disinvoltura: ormai era ben allenata. In tutte le volte succedute nel tempo, ho visto Michela godere molto, mentre il sesso fra di noi era divenuto inesistente. Dopo che lei aveva scopato, in silenzio mi recavo nel bagno e mi segavo facendo scorrere nella mia mente le immagini di lei che godeva fra le braccia di quegli sconosciuti. Poi tornò il suo primo cliente, chiedendole, questa volta, il culo. Inizialmente lei ha mosso qualche resistenza, ma lui è stato irremovibile, allora ha dovuto cedere: se l’è inculata con tanto piacere da parte sua, un po’ meno da parte di mia moglie, ma, in definitiva, ormai era ben aperta in tutto. Anche in questa occasione Gianpaolo si è complimentato con Michela per avergli fatto fare bella figura. Ormai lei era sempre più lanciata verso il piacere di vendersi e, non mostrava più alcun ritegno. Non era più una questione di necessità economica a spingerla, ma il piacere di esser trattata da puttana che le metteva foga addosso e la faceva scopare con entusiasmo, che era poi la caratteristica che piaceva tanto ai clienti, al punto da tornare a cercarla. Poi ci fu un notevole cambiamento anche per me. Un pomeriggio, Gianpaolo mi dice che ha bisogno di un piacere da parte mia. Deve accontentare un cliente molto particolare e non ha nessuno di cui potersi fidare e, se gli presto il mio aiuto, possiamo considerarci liberi da ogni obbligo nei suoi confronti. Ne parlo con Michela, che mi spinge ad accettare. Tutto quello che mi chiede Gianpaolo è di recarmi a casa sua e il resto me lo avrebbe detto lui di persona.
Appena entrato, mi fa fare una doccia e poi, nudo, mi lega le mani al letto, mi benda, quando sento delle voci che mi rigirano prono e mi legano a gambe aperte. E' allora che intuisco che non dovrò esser l’oggetto di un desiderio gay. Una lingua mi si infila fra le chiappe. Provo a ribellarmi, ma sono immobilizzato, cerco di dissuaderlo, ma ottengo l’effetto contrario.
«No, non voglio! Il mio culo non è in vendita! Non sono frocio! Non mi piace farmi inculare!»
La voce ride e poi mi dice che, se mi agito, per lui sarà ancor più piacevole.
«Sì, dai, ribellati! Adoro chi non si sottomette! Ti sfonderò il tuo bel culetto e, se non ci stai, mi ecciti di più! Dai, agitati pure che mi eccita!»
Mi lecca e cerco di serrare le chiappe per evitare la sodomizzazione; però mi sento aprire con forza e dopo poco una bruciante cappella si appoggia al mio sfintere. Serro le natiche, ma vengo sculacciato con forza e, alla fine, sono costretto ad allentare le chiappe; in quel preciso momento un cazzo molto grosso mi sfonda le reni. Mi sento trafiggere e spaccare davvero il culo. Urlo ed imploro, ma non serve ad altro che eccitare il porco che mi pompa per un tempo che a me sembra eterno. Mi sfonda a lungo il culo, poi me lo farcisce con una dose di crema incredibile. Non la finiva più di schizzare nel mio culo. Alla fine resta per un po’ immobile, sempre piantato dentro, poi lo sfila di colpo ed avverto che ho il culo ridotto ad una voragine. Lui me lo mette davanti alla bocca, mi obbliga ad aprirla e me lo infila dentro.
«Adesso me lo lecchi e succhi bene, che voglio mi ritorni duro. Se sarai bravo, ti scopo ancora un po’ il culo e poi ti vengo in bocca, altrimenti ti infilo una mano su per il culo e te lo sfascio per davvero.»
Terrorizzato da questa prospettiva, lo succhio come se non ci fosse un domani, dopo di che mi scopa di nuovo il culo e, alla fine, si scarica nella mia gola. Avverto dei conati di vomito mentre mi sborra in bocca, ma sono costretto a reprimerli, anche perché ho il cazzo in gola e lui mi tiene chiuso il naso: se volessi respirare, devo ingoiare! Alla fine se ne va e Gianpaolo mi libera. Sono a pezzi, ma lui è soddisfatto.
«Bravo! Adesso che anche tu hai il culo rotto, ti troverò dei buoni clienti, cosi sarai anche tu a guadagnare!»
All’inizio non mi piaceva per niente, ma poi mi son adeguato.
Alla fine della pandemia, io e mia moglie abbiamo continuato ad esser una coppia di escort, pronti a soddisfare ogni cliente e, adesso, i soldi non sono più un problema.
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Un incontro bdsm indimenticabile
Stavo leggendo alcune pagine sul sito di incontri che frequento, quando, un annuncio mi ha incuriosito e mi sono soffermato. Ho visionato la pagina e mi hanno catturato in particolare le foto pubblicate. Una bellissima donna, assieme al suo compagno, si mostrava con una espressione voluttuosa e molto sexy, aveva intorno tanti sexy toys molto particolari, sicuramente utilizzati in pratiche BDSM. Infatti, nel messaggio introduttivo della pagina si indicava proprio la preferenza per incontri di sesso con pratiche BDSM.
Il messaggio pubblicato era molto invitante, quindi, scrissi loro dicendo che avevano catturato la mia attenzione e che l’idea di essere in qualche modo oggetto dei loro interessi BDSM mi piaceva. Scrissi, inoltre, che non avevo mai avuto nessuna esperienza BDSM e la cosa stuzzicava la mia fantasia sessuale.
Loro risposero in brevissimo tempo. Dopo alcuni contatti tramite e-mail ci siamo scambiati il numero dei cellulari e ci siamo sentiti diverse volte parlando in modo esplicito dei nostri desideri. Mi ritrovai a condividere quello che dicevano. Chiacchieravamo liberamente e facevamo progetti su cosa fare insieme.
In una delle conversazioni mi chiesero se fossi disponibile a raggiungerli a casa per passare una serata insieme, abitavano in una città vicina alla mia. Ho risposto immediatamente che ne sarei stato felice. Quindi restammo d’accordo che il sabato successivo ci saremmo visti, loro mi indicarono il loro indirizzo e mi fornirono tutte le spiegazioni necessarie per raggiungerli.
Durante quella conversazioni mi hanno mandato un paio di foto di nudo, alcune erano evidentemente fatte in diretta durante la telefonata, erano veramente foto molto esplicite.
Lei era alta circa 1,70, bionda, con grandi tette e una figa liscia e rasata. Lui un moretto alto circa 1,85 dal fisico snello. Era completamente depilato, il suo cazzo sembrava abbastanza grosso e lungo.
Quel sabato in cui stavo guidando verso la loro casa ero molto eccitato per l’incontro che da lì a poco avrei avuto. Le loro indicazioni mi condussero alla loro casa facilmente. Arrivato nel vialetto della loro villetta, molto tranquilla con un bel giardino intorno, ho suonato al campanello come da accordi.
Lei mi ha aperto ed è uscita dalla porta di ingresso indossando solo una vestaglia di seta nera, mi ha, quindi, invitato ad entrare dentro casa. Lui stava aspettando in salotto, era già seminudo e indossava un sospensorio nero di pelle che lasciava tutte le sue chiappe libere, la cosa mi è sembrata strana ma ormai ero in ballo e, quindi, dovevo ballare.
Si presentarono con i loro veri nomi, Giulia e Antonio, non con i nickname utilizzati in chat.
Giulia disse: "Prima di fare qualsiasi cosa vogliamo essere sicuri che tu sei d’accordo con tutto ciò di cui abbiamo discusso."
Risposi: “Si, certamente. Mi va di mettermi in gioco con voi.”
Lei, si tolse la vestaglia e rimase con un corsetto gotico in pelle che lasciava libere tutte le parti erotiche del suo corpo, seno e figa, era una visione bellissima.
Poi, con movimenti rapidi, senza nessuna perdita di tempo, mi aiutò a togliermi i vestiti. Ero quasi nudo in un attimo.
Quindi mi spinse verso Antonio chiedendomi di inginocchiarmi tra di loro. Il mio viso era all’altezza del suo grembo. Antonio, subito dopo, si era inginocchiato davanti a me e mi ha afferrato e massaggiato le palle.
Giulia, accarezzandomi da dietro, disse: "Fattelo venire duro per me, tesoro. Lo voglio assaporare."
Una profonda sensazione di piacere mi invase quando lei mi strinse il pacco, masturbando il mio cazzo. Iniziò ad accarezzarmi in simultanea con il suo lui.
Poi lei si abbassò strofinando il suo viso sul mio cazzo.
"Succhialo, tesoro. Fallo diventare duro. Mi piace vedertelo fare!" disse suo marito che la baciò sulla guancia.
Lei aprii la bocca e lasciò scivolare il mio pene dentro.
Antonio le ordinò: "Non fermarti, succhiaglielo finché non te lo dico io di smettere." Lei obbedì.
Lui gli teneva la testa con entrambe le mani spingendo il mio cazzo in profondità dentro di lei. All’inizio con movimenti lenti e calmi, poi con spinte più lunghe e in profondità. Mi stava facendo scopare la sua bocca fino giù nella gola.
Antonio esclamò: "Brava, ti piace essere scopata in bocca?"
Lei annuì con un gesto del capo continuando a farsi fottere tra le labbra.
Ad un certo punto, Antonio le disse qualcosa all’orecchio, Giulia si è alzata e si è allontanata. Tornò con alcuni oggetti, non li vedevo chiaramente ma immaginavo cosa fossero.
Cercai di girarmi per vedere meglio ma Antonio mi tirò indietro la testa e mi disse: “Non guardare. Ti metteremo un collare e delle manette come uno schiavo. Mi piace averti così. Va bene?"
Riuscii solo a grugnire un sì. Cercai di chiedere qualcos’altro ma non ci riuscii perché prima che me ne rendessi conto mi fecero indossare un collare di pelle e delle manette ai polsi.
Lui le allacciò molto strette. Le mie mani erano ammanettate insieme davanti, io ero ancora in ginocchio sul pavimento.
Giulia continuava a baciarmi la verga e a stringermi le palle tra le mani mentre Antonio proseguiva a dirmi: "Ti imbavaglierò perché devi essere il nostro schiavo, non devi poter protestare. Va bene?"
Non riuscii ad annuire o scuotere la testa.
Lui disse: "Sì, a lui va bene."
Quando disse queste parole, la mia testa fu tirata indietro, mi è stata infilata tra le labbra una palla di silicone, una ball gag costrittiva davvero grande che mi ha riempito la bocca. L'hanno legata stretta sulla nuca. Io tentavo di dimenarmi e cercavo di gridare ma qualsiasi possibilità mi veniva impedita dalla palla che avevo in bocca.
Giulia e Antonio mi hanno detto di rilassarmi che ora sarebbe venuto il bello della serata: "Ora inizia il vero divertimento. Andrà tutto bene, vedrai che ti piacerà." Le loro mani mi accarezzavano le palle e il cazzo e mi pizzicavano i capezzoli.
Mi ritrovai con le mani legate da manette, il collo chiuso in un collare legato alle manette con una catena e la bocca bloccata da una palla. Tremavo al pensiero di cosa potessero farmi da lì a poco. Ma, allo stesso tempo, la situazione mi eccitava da morire.
Mi sono rilassato per quanto potevo vista la situazione e ho cercato di adattarmi alle loro richieste. Ero abbastanza sicuro che avrei preferito andarmene subito. Ma era troppo tardi ormai.
Mi sono calmato anche perché era evidente la mia impotenza in quelle condizioni, non potevo oppormi al loro volere.
Loro mi presero per le braccia, mi fecero alzare e mi condussero nella camera da letto.
Quando entrammo dentro mi accorsi che c'era al centro della bella stanza una strana panca metallica con fibbie per immobilizzare.
Un po’ impaurito e non potendo parlare per la palla infilata in bocca feci una certa resistenza per non avvicinarmi a quell’oggetto.
Giulia mi spiegò con voce ferma: “Tranquillo, non aver paura, continueremo a giocare. Rilassati è una panca con le cinture per tenerti fermo, sono regolabili per adattarsi perfettamente al tuo corpo. Starai benissimo durante i nostri giochi.”
Aggiunse Antonio, con una certa rudezza: “Sarai umiliato e soggiogato al nostro volere, ti sottometteremo e sarai totalmente indifeso mentre farai ciò che ti ordineremo. Devi accettare il tuo destino e trarre il maggiore piacere possibile dalle cose che ti faremo.”
Ero titubante ma non potevo scappare o andare via, quindi fui costretto ad accettare il gioco perverso che mi imponevano.
Mi fecero sdraiare sopra la panca con il petto, ero a faccia in giù. Mi incatenarono le gambe.
Mi ritrovai legato ad una panca a 90 gradi, con le ginocchia appoggiate su due supporti della panca stessa. Faccia in giù guardavo il pavimento, le mie gambe erano divaricate con il mio piccolo buco del culo e le mie palle esposte al loro volere. Il cazzo pendeva liberamente assieme alle palle.
Ho sentito Giulia scivolare sul pavimento e adagiarsi sotto la panca. In quella posizione poteva continuare ha leccarmi la verga.
Antonio mi disse: "Ok, per ora Giulia ti sollazzerà con la sua bocca, però vedi che non è finita qui, ora ti useremo e tu dovrai stare alle nostre voglie. Per prima cosa ti infileremo un plug anale per allargarti il buco del culo, poi passeremo ad un grosso dildo. Ti piacerà vedrai. Ok"
"Mummphh … scherzi!!! Non mi sono mai trovato in una situazione simile, il mio buco è completamente esposto al loro volere, mi faranno male sicuramente!” pensai.
Antonio continuò dicendo: "Lo scopo di questa pratica è di farti abituare al dolore fino a farlo diventare un piacere intenso, vedrai sarà eccitante.”
Non avendo la possibilità di rispondere a queste sue parole per via della palla di silicone in bocca, lui disse: “Non protesti, significa che dici ok! Vero?"
Annuì con la testa.
"Avrai bisogno di molta pratica per raggiungere il piacere estremo delle pratiche BDSM, noi sappiamo come condurti in questo sentiero di lussuria, sappiamo farlo bene. Ti faremo arrivare al confine estremo del piacere passando dal dolore, sentiero tortuoso dove le sensazioni si amplificano." Ha detto.
Era difficile concentrarmi mentre Giulia mi succhiava il cazzo, nel frattempo Antonio allargava e sondava il mio culo.
Ha iniziato infilandomi dentro il culo un piccolo ugello di una bottiglia di lubrificante per renderlo viscido e scivoloso. Poi mi infilò, facendolo scivolare dentro, un plug anale di silicone.
Lo sentì ronzare e vibrare dentro di me, era la mia prima esperienza di penetrazione in una situazione del genere, senza possibilità di scelta. Quindi quel plug mi sembrava enorme!
Io, nel frattempo, costretto dalla posizione e dai movimenti di Antonio, non potevo vedere ma solo sentire che Giulia, oltre a succhiarmi il cazzo, masturbava quello suo finché lui non è quasi venuto.
Antonio, chiedendogli di fermarsi, si è tirato indietro e ha cercato di trattenersi per non venire. Troppo tardi, con un leggero gemito ha iniziato a spruzzare il suo sperma sulla mia schiena, sentivo il calore del suo seme scivolare su di me e le mani di Giulia che lo spargevano sul mio corpo.
"Oh Dio!" Hanno detto entrambi all'unisono.
"Ha … ha … ha,” sorrise Giulia guardandomi, poi disse: “sembri una patetica sgualdrina, ora ti fotto il buco." Con un movimento veloce e brusco mi ha tirato fuori il plug e lo ha reinserito, operazione che ha fatto più volte.
Pensai: "Di nuovo, cazzo, dovrò sopportarlo ancora per tanto tempo."
Antonio si avvicinò, ispezionando il suo lavoro nel buco del culo e disse: "Quando ti reputerò pronto, ricomincerò a fotterti il culo, ma questa volta con il dildo più grosso, sarà infilato tutto dentro, fottuta troia."
Poco dopo, tirò fuori il plug e, senza aggiungere una parola, mi infilò delle dita per cospargermi ancora di lubrificante, poi prese un grosso dildo nero dritto e nerboruto e lo appoggiò nel mio buco stretto, senza nessuna delicatezza lo spinse dentro.
Ero così bagnato e scivoloso che quel grosso cazzo divaricò il mio sfintere senza problema, me lo sentivo dentro e una forte sensazione di pienezza mi avvolse.
Senza pensarci un attimo lui lo spingeva dentro il mio culo fino in fondo più e più volte.
"Mummph! Oh … cazzo!" pensai mentre Antonio stava torcendo e muovendo su e giù il cazzo nero nel mio culo. Lo spingeva il più possibile in profondità.
Mi venne davvero dura la verga, ero eccitatissimo e venni spruzzando il mio seme sulla faccia di Giulia che era di nuovo sdraiata sotto la panca.
Giulia dopo avere leccato ancora il mio cazzo e raccolto tutto lo sperma che avevo eiaculato, mi disse: "Ricordati che sei qui come un regalo per me, vero? Quindi ora devi compiacermi."
Annuì, paura ed eccitazione si mescolavano sul mio viso.
Quando le vidi raccogliere la frusta di pelle, il panico incominciò ad invadere tutto il mio corpo e la mia mente.
Camminando dietro di me Giulia allungò la mano per accarezzarmi il mio culo già profanato da un dildo.
Io mi irrigidì completamente quando sentì il primo tocco della sua mano, un sussulto di paura mi pervase.
Mentre mi toccava e accarezzava il culo, i fianchi, le gambe, la pancia, iniziò a fare scorrere la frusta su e giù su di me.
Sentii un gemito provenire da lei mentre girava le code di cuoio su tutto il mio corpo. Io dalla paura iniziai a dimenarmi.
Lei disse: “Ti farò sentire un altro tipo di eccitante dolore, ma non devi spaventarti.”
Allontanò la frusta dalla mia pelle, la sollevò, poi la abbassò bruscamente, in direzione del mio culo.
Anche se mi attendevo una cosa del genere, sobbalzai sulla panca emettendo un brusco respiro. Avevo sentito le strisce di pelle sulla mia carne e, paradossalmente, il mio cazzo diventava di nuovo completamente rigido.
Lei continuò a picchiare con la frusta le mie chiappe e, poi, anche la schiena. Quelle parti del mio corpo erano indolenzite e sicuramente rigate di rosso per le strisce di pelle che mi colpivano. Sentivo dolore ma allo stesso tempo un fine piacere e desiderio che non si fermasse.
Mi domandavo: “Per quanto tempo sarò in grado di mantenere il controllo prima di dover sfogarmi di nuovo con una eiaculazione?”
La sensazione di piacere cresceva in me. Capivo che non sarei stato in grado di resistere a lungo.
Lei, giocando con il mio fondo schiena, disse: “Ci divertiremo un sacco stasera, voglio assicurarmi che tu sia ben disposto e duri per tutto il tempo necessario," sussurrò bruscamente "se ti libererò la bocca, ti comporterai bene? Non devi dire nulla o sarai punito."
Annuii esitante. Nell'istante in cui mi liberò la bocca dalla palla, istintivamente iniziai a dire: “Ti prego Giulia liberami le mani e le gambe vorrei ….”
Lei mi bloccò la bocca con una mano, raccolse la frusta e mi colpì la schiena lasciando di nuovo delle strisce rosse dove la pelle annodata mi colpiva.
Disse: “Sai che pagherai per questo, vero? Ti avevo detto che non dovevi parlare ma tu non ascolti gli ordini. Ora sarai punito!"
Afferrandomi dai capelli mi tirò la testa bruscamente e mi rinfilò la palla di silicone di nuovo in bocca. Poi prese una benda dal tavolo e me la legò saldamente sugli occhi.
Continuò a frustarmi sulla schiena e sulle natiche. Questa volta mi diede anche alcuni colpi, non so quanto volontari, direttamente sulle palle e in parte sul pene. Un dolore intenso pervase il mio corpo con quei colpi.
Le sensazioni che provavo mi piacevano, essere dominato da una donna era eccitante. La testa costretta in una posizione innaturale, la schiena curva e culo esposto e vulnerabile, il pene e le palle a penzoloni.
Dopo lunghi minuti, lei disse: "Va bene per ora, ti lascerò in pace. Però ...".
Quel “però” mi colse di sorpresa, mi sentivo completamente indifeso, ora ero anche al buio. Ero veramente in preda al panico mentre lei armeggiava intorno a me.
Ero bloccato, indifeso, bendato, in una strana posizione. Il mio unico possibile salvatore poteva essere Antonio che per un lungo periodo ha fatto solo da osservatore.
Nella mia mente giravano tutte le cose che mi avrebbe potuto fare Giulia vista la mia impossibilità a reagire. Speravo che Antonio intervenisse in mio soccorso ... speravo in un suo intervento per liberarmi da tutti quei legacci. Non sapevo se fosse ancora lì vicino a guardarmi, stavo attento ai rumori intorno a me e non mi muovevo dalla posizione in cui ero.
All'improvviso le mie domande trovarono risposta quando sentì una manata colpirmi sul sedere. Rimasi sorpreso, il respiro mi si è bloccato in gola. Si chinò e mi sussurrò bruscamente all'orecchio: "Ti sono mancato tesoro? Sono tornato. Ora è il momento di giocare con me".
Antonio ora era dietro di me, presumibilmente guardava le mie chiappe umide. Allargandole ha fatto scivolare dentro di nuovo il dildo. Dentro e fuori dal mio sfintere. In profondità, più in profondità, fino in fondo.
Togliendo la mano dal dildo, mi disse: “Se lo lasci cadere, se lo fai scivolare fuori te ne pentirai amaramente.”
Mi guardava sicuramente stringere disperatamente le chiappe per tenere dentro il giocattolo. Cominciò ad accarezzarmi con la frusta di cuoio. Non riuscivo a capire esattamente dove si trovasse mentre muoveva le strisce di pelle sulla mia schiena.
Le fibbie alle caviglie stavano iniziando a lasciare il segno nella pelle quando, all'improvviso, senza alcun preavviso, lui mi colpì il ventre, vicino le parti intime.
Mentre mi colpiva di nuovo ho sentito il rumore sordo del dildo scivolato fuori dal mio culo, era caduto sul pavimento sotto la panca per via delle contrazioni che mi provocavano i colpi di frusta.
Borbottando per il disappunto, Antonio si chinò di nuovo vicino al mio orecchio: "Ti avevo avvertito," sussurrò "ti avevo chiesto di fare una cosa semplice e mi hai disobbedito".
Pensai non potendo parlare per via della palla in bocca: "No, per favore … farò di meglio... te lo prometto".
Lui mi disse: “Ora subirai la mia ira e ti punirò, questa volta mi assicurerò che tu non te ne dimentichi."
Posò la frusta e afferrò, quello che poi ho capito essere una lunga cinghia di cuoio.
Disse: "Ti ricordi quando tuo padre ti sculacciava con la cintura quando ti comportavi male?" Tirando indietro il braccio, fece roteare la cinghia, colpendomi forte il culo.
Il bruciore e il dolore che la cinghia provocava sarebbe stato più che sufficiente per rendere la cosa molto particolare ma, il suono della pelle che schioccava quando colpiva il mio fondo schiena non faceva che intensificare l'effetto.
Iniziò a lavorare su tutto il mio corpo con la cinghia. Dal culo, alle cosce, alla schiena. Ogni volta che la cinghia mi colpiva mi dimenavo, ansimavo, sicuramente la mia pelle era rossa per i colpi subiti.
Poi, all’improvviso Antonio passò con il colpire con la cinghia lo stomaco, proprio tra l'ombelico e la gabbia toracica. Parte molto sensibile. In ultimo, con una forza limitata, mi colpì sui testicoli, provocando in me una sensazione strana tra dolore ed eccitazione che mi fece irrigidire ancora di più il pene.
Pensai: “Mi piace essere frustato anche sui testicoli, non ci avrei mai pensato che potesse essere così eccitante.”
Io mi contorcevo, incapace di trattenermi dal cercare di divincolarmi dalle fibbie. Ogni colpo con la cinghia arrossava un po' di più la mia pelle. Sentivo colpirmi più volte, ancora, e ancora, e ancora. Il respiro mi si bloccava in gola.
Si chinò di nuovo vicino al mio orecchio: "Lo tieni dentro per me questa volta?" sibilò.
Annuì rapidamente, disperatamente, con un movimento della testa.
Lui spinse il dildo di nuovo dentro di me, lavorandolo nelle mie viscere umide di lubrificante, fottendomi con esso. Lo spinse dentro riempiendomi. Tirandolo fuori e poi facendolo scivolare di nuovo dentro, cominciò a fottermi in modo rude.
Mentre iniziai a contorcermi, mi sussurrò: "Non ti ho ancora dato il permesso di eiaculare. Se vieni prima che ti dico che puoi, capirai che le prime cinghiate sono state solo uno scherzo".
Sentì il vibratore iniziare di nuovo a ronzare. Facendo scivolare il giocattolo mi ricordò di nuovo di tenerlo dentro.
Io ansimavo, poi lanciai alcuni gemiti, mentre lo spingeva dentro di me.
Ogni volta che seppelliva il dildo in profondità nel mio culo lo sfilava completamente. Ho compreso che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di diverso, ma non sapevo cosa.
Dopo poco ho compreso che sarei stato usato come una troia da Antonio, infatti, eliminato il dildo, ha iniziato a scoparmi con il suo cazzo duro. Lentamente all'inizio, poi bruscamente, spingendolo dentro con forza. Con le mani, mi afferrò dai fianchi, stringendo forte per tenermi fermo, impedendomi di dimenarmi o oscillare. "Vuoi venire per me, baby?" chiese, guardandomi dimenare e contorcermi, "Alla mia piccola sporcacciona piace farsi scopare il culo."
Io dico nella mia mente: "Oh dio! Per favore! Per favore, posso venire? Per favore lasciami venire!"
Antonio, comprendendo il mio stato, disse: "Ancora non devi venire anche se ne hai voglia baby ... non ancora. Voglio che tu venga con Giulia, però prima devi essere la mia schiava."
Si spostò davanti, facendo scivolare la mano intorno al mio corpo mentre Giulia rimetteva il dildo dentro. Tirandomi via la benda con l'altra mano, vidi che si era tolto il kilt ed era completamente nudo, il suo cazzo duro proprio davanti alla mia faccia. Tolse la palla di silicone slacciando la fibbia.
Quindi spinse il suo cazzo nella mia bocca, tenendo la mia testa con una mano mentre Giulia mi fotteva con il dildo guardando il mio buco del culo pulsare a tempo con il vibratore.
Iniziò a scoparmi la bocca, spingendo il suo cazzo in profondità nella mia gola.
Contemporaneamente Giulia, osservando e godendosi la scena, ha iniziato a masturbarsi la figa, prendendo il suo clitoride sensibile e gonfio tra le dita.
Mentre Antonio mi martellava forte in bocca, sentivo Giulia ansimare lavorando sul suo clitoride.
Mi sentivo soffocare mentre mi fotteva la gola. Sentivo il suo cazzo pulsare tra le mie labbra mentre la mia lingua lo sfiorava. Sentivo il vibratore spingersi in profondità nel mio culo serrato. Iniziai a sentire i gemiti di Antonio: "Dio tesoro ... sto per venire ... sto per venire nella tua bocca ... oh cazzo tesoro sì ... succhiami ... voglio che tu venga con me ... vieni per me quando ti sparo in gola il mio sperma ... ohhhhh cazzo sì!"
All’improvviso, con vibrazioni per tutto il corpo iniziò a schizzare nella mia bocca, nella mia gola, fui costretto a deglutire velocemente per tenere il passo con i suoi getti di sperma. Lui continuò ad avere spasmi, a tremare.
Mi teneva stretta la testa, tentavo con movimenti del mio corpo di liberarmi, cercando di contorcermi per togliermi dalla sua presa.
Succhiavo freneticamente, disperatamente, il mio corpo lavorava senza un pensiero cosciente, desideravo ora solo bere fino all'ultima goccia del suo sperma mentre aveva gli spasmi, ancora, ancora e ancora, tutto il suo corpo sconvolto dalle convulsioni mentre cavalcava la cresta di un orgasmo potente. Pensavo così di soddisfare tutte le sue voglie e, quindi, essere liberato da quella costrizione.
Lui teneva la mia testa tra le sue mani mentre il suo respiro rallentava fino alla normalità, le mie caviglie erano ancora strette nelle fibbie, mi accorsi che Antonio guardava il mio corpo. Si allontanò un attimo e ritornò con una macchina fotografica e fece alcune foto del mio corpo striato di rosso dalle frustate, luccicante di sudore, lo vedevo sorridere: "Perfetto!" mi disse, "Amerai queste foto!"
Con la macchina fotografica immortalò tutta la scena, cogliendo ogni mio lato, ogni dettaglio.
Mentre scattava, mi spiegava: "La maggior parte delle persone vuole solo le foto erotiche in posa. Noi vogliamo avere una scena vera. C'è una grande differenza tra le foto di qualcuno che è stato legato e fotografato in posa e qualcuno che ha appena attraversato una sessione intensa, picchiato e scopato duramente".
Poi mi chiese: "Cosa ne pensi? Giulia deve essere messa al centro del gioco? Ho bisogno di aiuto per fare questo?"
Senza aspettare una mia risposta, Antonio disse: “Certamente, anche lei ora dovrà essere assoggettata al mio volere e tu mi aiuterai in questo.”
Con movimenti rapidi mi ha liberato dai vincoli che mi legavano alla panca, ero di nuovo libero di muovermi anche se con difficoltà per via della posizione tenuta per tanto tempo. Quindi ha detto a Giulia: “Adesso è il tuo momento, devi obbedire al tuo padrone. Quindi sdraiati sulla panca.”
Giulia ha ubbidito immediatamente e Antonio l’ha legata con le fibbie sia le mani sia i piedi. Ora era lei sdraiata a pancia in giù con il culo e la sua bella figa per aria.
Con fare autoritario Antonio mi disse: “Lecca e lubrifica il culo e la figa di Giulia, poi ti dirò cosa fare schiavo.”
Non me lo feci ripetere due volte, mi inginocchiai e cominciai a leccare prima il dolce buco del culo di Giulia per poi passare alla sua figa, e in ultimo sul suo clitoride.
Lei si dimenava e gemeva di piacere, per un lungo tempo fu questo il mio compito. Poi Antonio mi ordinò: “Lavora sul culo, leccalo e lubrificalo. Poi siccome sei stato bravo te la puoi scopare, ma sempre e solo nel culo. Questo è il mio volere!”
Dopo queste parole di Antonio mi concentrai sul bel buco del culo di Giulia, prima con la lingua leccandolo e infilandola dentro, poi leccandomi le dita per farle scivolare dentro di lei, prima uno, poi due dentro il suo stretto anello anale di carne. Mi stava implorando di smetterla e tuttavia quel buco affamato delle mie dita pulsava e si allargava per farle entrare più in profondità.
Immedesimandomi nel gioco BDSM, tendo la mano aperta e davanti a lei mentre le ordino: "Sputa nella mia mano, troia." La sento irrigidire quando la chiamo troia, segno sottile della sua ribellione.
Dopo che mi ha sputato nelle mani diverse volte, aggiungo il mio sputo alla mia mano e poi lubrifico il suo buco mentre le chiedo: "Dimmi di cosa ha bisogno il tuo culo da troia?”
Senza esitazione, gemendo dolcemente, Giulia rispose: "Prendi il mio ... buco. Fottimi con vigore. Fammi godere del tuo cazzo."
"Se è quello che vuoi ti fotterò a dovere mia piccola troia." Le risposi mentre schiaffeggiavo il suo culo.
Gli allargavo le chiappe mentre appoggiavo la mia verga sul suo buco.
Lei facilita l’apertura di quella piccola fessura stretta e, anche se ci volle un po' di attenzione e pazienza, infilai il mio cazzo in profondità dentro di lei.
Lei si irrigidì, io la tenevo stretta dai suoi fianchi e le infilai ancora più in profondità il mio membro duro.
Lei urlava, gemeva di piacere. Antonio la prese in contropiede e le ha fatto scivolare rapidamente il suo cazzo nella bocca.
La scopavo con movimenti lunghi, nella stanza risuonavano i colpi del mio ventre sulle sue chiappe, i suoi gemiti e i miei si alzavano nella stanza mentre cercavo di inchiodare il suo culo.
Avvolgendo le mie braccia intorno lei le pizzicavo e massaggiavo i capezzoli. Il suo corpo vibrava tanto quanto le mie gambe.
Disse Antonio: "Siamo un bel trio ... fanculo il mondo, adesso, sei la nostra cagna, senti ... possiede il tuo culo, ed io ti sfondo la bocca, eh... eh?" mentre le schiaffeggia la faccia un po' più forte e la trapana come un selvaggio.
Il mio corpo è coperto di sudore per l’intensità del momento, sento il mio sperma caldo essere pronto ad uscire.
Mi chino su di lei mentre la mia verga penetra dentro le sue viscere: “Sto per esplodere ... sto per far spruzzare tutto il carico di sperma ... dentro ... aarrgghh ... aaahhh ... ah ... ahhhh ... cazzo sì ... ahhhhh!"
Anche Giulia vibra ed è pronta per venire, sento che sta raggiungendo l’apice del piacere e, all’improvviso mugugna: “aarrgghh ... aaahhh ... ahhhh ...... ahhhhh!”
I nostri corpi caldi e sudati tremano mentre il mio sperma schizza dentro il suo caldo, stretto, ano.
Antonio le schiaffeggia la faccia mentre le viene in bocca: " aarrgghh ... ah ... ahhhh ... sì … sì … vengo … vengo."
Giulia grondava di sperma sia dalle chiappe sia dalle labbra, il suo volto era sereno e traspariva la sua soddisfazione per aver goduto e fatto godere i suoi due partner della serata.
La liberammo dalle fibbie e ci rilassammo appoggiati sul letto. Dopo un po’ lei disse: “Voglio una serie di questi incontri. La prossima settimana faremo bondage con nodi giapponesi. Sei disponibile sabato prossimo?"
Risposi: “Non so cosa siano i nodi giapponesi ma ti dico un sì convinto, ci sarò”.
Un sorriso si allarga sul mio viso mentre penso alle settimane a venire.
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un ricordo indelebile.
Mi chiamo Giulia, sono una bella ragazza dagli occhi scuri, capelli neri lunghi, un bel seno prosperoso, bel fisico snello, un bel culetto alto e tondo molto ambito, e cosce davvero belle. Dopo anni di fidanzamento, tra circa sei mesi mi sposo. Oddio, mi sposo! Questa cosa mi sconvolge! Mi sposo? Non sembro molto convinta, cioè voglio sposarmi e Federico è sicuramente un buon marito, ma voglio solo un buon marito? Altre domande si affollano nella mia testa e continuano a crearmi ansia e confusione. Stiamo bene insieme, siamo due persone impegnate nel nostro lavoro ed abbiamo diversi interessi in comune. Ad esempio, entrambi amiamo la vita e le vacanze "plein air", anche se questa cosa fa impazzire più me che lui. Quando sono in vacanza, a me piace muovermi, esplorare e, soprattutto, godere dei profumi e dei sapori del territorio che sto visitando, mentre lui è molto più pantofolaio. In effetti, questo è un po' il suo difetto: non avere troppa fantasia e preferire i soliti cliché. Ancora dubbi, ancora incertezze che mi portano a ripetere sempre la solita domanda: mi sposo? Anche nel sesso il suo comportamento è alquanto ripetitivo, è qualcosa che, se per un verso mi dà tranquillità e sicurezza, dall’altro mi genera anche delle insoddisfazioni. L'ho già cornificato una volta con un maschio maturo, che sono la mia passione, e con quell'uomo ha vissuto momenti indimenticabili, in occasione di una vacanza dove, oltre ad imparare ad andare in immersione, mi son lasciata sommergere dal piacere che lui mi ha dato. È stato un momento particolare della mia vita, una parentesi che, ogni volta che chiudo gli occhi, ricordo con estremo piacere. In quel caso mi son sentita veramente femmina, ma anche puttana. Poi, son tornata alla vita di tutti i giorni, al continuo ripetersi di gesti e cose talmente inutili che, alla fine, non provi nemmeno più il gusto di farle. Però mi sposo. Ormai è assodato ed anche dato così tanto per scontato, che mi fa quasi paura. Eppure non dovrei, perché lui è un bravo ragazzo, una persona su cui puoi contare sempre, un buon lavoratore e, sicuramente, sarà anche un buon padre, ma... è questo che voglio? Sì, lo voglio! Me lo ripeto ogni mattina guardandomi allo specchio e mi rimprovero di queste mie incertezze. Ogni mattina, quando mi lavo la faccia e mi preparo ad affrontare l'ennesima monotona giornata, mi guardo allo specchio e mi rimprovero.
"Giulia, basta! Giulia smettila di avere queste incertezze, queste paure! Giulia è ora che ti sposi o diventerai vecchia, tardona e zitella."
Faccio sempre un profondo respiro, poi mi preparo e, come ogni giorno mi chiudo nel mio ufficio, tra quattro pareti, dove passo otto ore del mio tempo a far cose assolutamente scontate; ma, ogni tanto, la mia fantasia mi fa evadere e, con la mente, ripercorro gli splendidi momenti che ho trascorso all'Isola d'Elba, con il mio istruttore di sub e questo pensiero mi eccita, mi fa bagnare le mutandine e, più di una volta, mi sento costretta ad andare in bagno a masturbarmi, in silenzio, per non fare rumore e poi asciugare i miei umori e, una volta uscita da quell'angolo di mondo in cui mi son proiettata per alcuni istanti, immaginando di esser ancora tra le braccia di quel maschio possente, torno alla mia vita di tutti i giorni. Così, lentamente, passano giorni, settimane e anche mesi e, nel frattempo, si avvicina sempre più la data dell'evento e, con essa, aumenta la mia insoddisfazione, il mio stress, e la mia confusione. Naturalmente cerco di nascondere al meglio questo mio dissidio interiore, sfoderando un sorriso dolce e abbracciando e tenendo stretto il mio uomo, facendogli sentire che sono completamente pronta per questo fatidico passaggio della vita.
In realtà mi sento uno schifo: l'unica che se n'è accorta, è la zia Maria, sorella di mia madre. È un’arzilla vecchietta che mi adora, come se fossi sua figlia. Mi fa molto piacere passar del tempo con lei, perché, fin da piccola, ho avuto un rapporto alquanto speciale con questa donna che, nei primi anni della mia vita, mi ha accudito come una baby-sitter, in quanto mia madre lavorava e era lei che si prendeva cura di me. Negli anni, il nostro rapporto è diventato sempre più intimo e riservato ed è l'unica persona al mondo che ha capito il mio stato, la mia indecisione, di cui, spesso e volentieri, confido anche a lei. Quando siamo a meno di tre mesi dal matrimonio, un pomeriggio che ero passata a trovarla, un giorno di pioggia in cui mi sentivo ancor più depressa e, soprattutto, ansiosa, indecisa e molto stressata, lei si è subito accorta del mio disagio e le sue parole sono state un vero toccasana.
«Gioia mia, hai un aspetto veramente preoccupante. Non è possibile che la mia adorata nipotina, che tra poco diventerà una signora, abbia quest'aria così abbattuta, così depressa. Amore mio, confidati con tua zia e dimmi che cos'è che non va. Non posso vederti ridotta così. Sei uno straccio! Dovresti esser felice nell'ansia di sposarti, mentre, invece, sembri una vittima sacrificale. Se non ti vuoi sposare, non lo fare!»
Sedute sul divano, lei mi tiene stretta tra le sue braccia, come ha sempre fatto, fin da piccola. Abbasso gli occhi, perché non riesco a reggere il suo sguardo e, con una voce malinconica cerco di non farla preoccupare più di tanto, ma lei che mi riconosce bene, mi solleva il mento e mi guarda dritta negli occhi.
«Giulia, hai bisogno di cambiare aria. Prendi questo tuo futuro marito e vattene per un paio di settimane lontano da tutto e da tutti. Avete bisogno di riposarvi tutti e due. Vi ho visto insieme domenica scorsa e mi sembrate due zombi, non due persone che stanno per sposarsi. Siete sfiniti, stressati e, soprattutto, troppo confusi. Il matrimonio è l'unione di due persone che mettono la loro vita sullo stesso piano e condividono il bene e il male, ma, soprattutto, la complicità del rapporto che dovrà convivere tra di loro. Domenica scorsa sembravate due persone che stanno per stipulare un contratto di lavoro, non un matrimonio! Gioia della zia, vattene! Dammi retta, prenditi un momento di pausa!»
Faccio un profondo respiro e cerco di capire come fare per non impensierirla, ma lei che mi conosce bene subito mi spiega cosa devo fare.
«Ho un amico in Toscana, che ha uno splendido agriturismo, a ridosso di un meraviglioso parco naturale, annesso alla sua proprietà, ha anche un piccolo maneggio con alcuni cavalli e, se non ricordo male, alla mia nipotina piace molto cavalcare; quindi, prenditi due settimane di ferie e poi trascina tuo marito in quel posto, a passare quindici giorni senza pensare a nulla.»
Mi guarda fissa negli occhi ed io rifletto sulle sue parole; poi prendo il telefono e parlo con il mio futuro marito. Dieci minuti di dura conversazione, per giungere alla conclusione che per lui è praticamente impossibile prendere le ferie prima delle nozze. Provo ad insistere, ma tutto quello che ottengo da lui è la sua classica risposta.
«Giulia, non posso fare come mi pare! Capisci che nel mio lavoro non mi posso assentare, senza una lunga preparazione e/o programmazione; di conseguenza, se ne hai proprio bisogno, va pure tranquillamente da sola! Tu puoi prendere le ferie come e quando vuoi, quindi, se senti di dover staccare la spina, va pure. Il matrimonio è quasi tutto organizzato, quindi non dobbiamo far altro che attendere la data fisata per le nozze, per cui se senti la necessità di rilassarti, fa pure come vuoi. Io ti amo e non ho riserve mentali a lasciarti andare. Giulia, non insistere, perché non posso venire!»
Guardo mia zia ancora più imbufalita di prima. Lei scuote il capo e mi stringe a sé con forza, consolandomi.
«Capisco tutte le tue preoccupazioni ed anche l'indecisione che ti assale ed è proprio per questo che ancora una volta ti esorto a prenderti una vacanza, da sola, anche così può andar bene se sta bene a lui.»
Annuisco e le dico che sono pronta. Chiamo la mia dirigente e mi faccio assegnare due settimane di ferie a partire dalla settimana successiva. Nello stesso tempo, lei chiama il suo amico Mario e prenota un soggiorno presso di lui. Quando sta per chiudere la comunicazione, lei gli dice che gli manderà una foto di me e, soprattutto, si raccomanda con lui, affinché sia trattata davvero con i guanti bianchi. Mi scatta una foto quasi a sorpresa e poi, prima di inviarla, aggiunge una didascalia.
"Mario, per cortesia prenditi cura della mia nipotina. Sei una persona di cui mi fido ciecamente e sono sicura che saprai come farla rilassare, perché ne ha estremamente bisogno! "
Lui risponde che non ci son problemi, che tratterà sua nipote nello stesso modo in cui si è preso sempre cura di lei, ogni volta che gli ha fatto visita ed è stata ospite nel suo agriturismo. Tre giorni dopo, mi metto in viaggio. Lungo il tragitto, rifletto su tutto quello che mi sta capitando e mi sento ancor più indecisa. Prima di partire, ho fatto sesso con Federico, ma ancora una volta non è stato niente di che. Per lui il sesso è l'equivalente di una ginnastica da letto; nessuna fantasia, nessun momento particolare, solo gesti abitudinari ed estremamente ripetitivi. Mi bacia, mi accarezza, mi masturba quel tanto che basta per farmi bagnare, poi, mi sale sopra e mi penetra; si muove abbastanza velocemente e, quando sente che ho raggiunto un orgasmo, lui si muove ancora un po' più in fretta e, da quando assumo la pillola, mi viene dentro. Dopo di che rimane qualche istante ancora dentro di me, poi mi bacia, si gira e si mette a dormire. A volte penso che, e ne sono convinta, più che far sesso, al lui tutto questo serva solo per svuotarsi le palle. Perciò penso anche che, se qualche volta lo cornifico, è quasi un atto dovuto verso me stessa! Accidenti! Con questi ragionamenti, non arriverò da nessuna parte. Ancora confusione. Ancora momenti di infinita incertezza.
Seguendo le indicazioni, ben presto arrivo all'agriturismo di Mario e, quando scendo dalla vettura, mi viene incontro un bel maschio, alto, con i capelli corti, completamente bianchi, gli occhi marroni e un fisico tipico di chi fa una vita sana, all'aria aperta. Abbastanza alto, con una corporatura massiccia e la pelle abbronzata, non dal sole estivo, ma da una vita all'aria aperta per tutto l'anno. Ha le braccia forti, le mani grandi e mi accoglie con un grande sorriso.
«Buongiorno, signorina Giulia! Benvenuta nel mio agriturismo! Mi fa piacere aver la nipotina di Maria come mia ospite. Questa mattina mi ha telefonato sua zia e mi ha raccomandato di farle passare qualche giorno di puro relax, perché dice che ne ha davvero bisogno. Le comunico, fin da ora, che è molto fortunata, perché, non essendo ancora periodo di ferie, lei è la mia unica ospite e, poiché mia moglie è fuori per tutto il mese, io mi prenderò cura di lei personalmente e spero di soddisfare tutte le sue esigenze.»
Mi fa entrare nella parte centrale dell'edificio, che consiste in uno splendido casale, completamente ristrutturato. Un misto di pietra e legno, bellissimo; mi assegna una camera spaziosa e molto luminosa. Il letto è in ferro battuto, come quelli di una volta e, dalla finestra grande, che dà sul retro della struttura, posso ammirare, fin da subito, la splendida piscina che c'è a poca distanza. Faccio un profondo respiro, sistemo le mie cose e decido che voglio spegnere la mente e cancellare tutti i miei pensieri.
Mi guardo allo specchio e mi impongo di rilassarmi!
"Adesso, Giulia, pensa solo a divertirti: sole, aria pulita e tanto relax, dovrà esser questa la tua vita per i prossimi quindici giorni."
Mi sdraio sul letto e trovo che è comodissimo; è un ulteriore conforto che, fin da subito, mi fa render conto che sicuramente sarà più che benefica, per me, questa vacanza. La sera, a cena, chiedo a Mario se è possibile andare a cavallo e lui mi dice che il mattino dopo mi farà trovare un magnifico baio, che potrò cavalcare tranquillamente, essendo una bestia molto docile, abituata ad esser cavalcata da estranei. Il mattino dopo mi sveglio con il cinguettio degli uccelli e già questo mi mette di buon umore. Mi alzo e mi vesto per andare a cavallo e, quando mi presento in cucina, Mario mi ha preparato una ricca colazione; mi fa accomodare, mentre ride e scherza con me.
«Venga, signorina Giulia, assaggi queste prelibatezze che dalle sue parti sicuramente non arrivano! Una bella ragazza come lei, deve fare una colazione ricca ed abbondante.»
Mi piace la sua spontanea allegria e, mentre assaggio del buon latte fresco e della marmellata squisitissima, lo guardo e sorrido.
«Grazie, Mario, lei è una persona veramente fantastica! Se non è un disturbo per lei, vorrei che evitasse di chiamarmi signorina, ma semplicemente Giulia. Mia zia mi aveva detto che lei è una persona veramente brava e disponibile, e mi rendo conto che non aveva esagerato per niente! Questa colazione, poi, è appetitosa.»
Dopo aver assaporato i sapori di questa terra, insieme andiamo al maneggio e, quando mi fa vedere Duca, il magnifico baio che ha preparato per me, resto a bocca aperta. È un animale stupendo, con il pelo completamente marrone e criniera e coda completamente nere, come i miei capelli; quando mi ci avvicino, l'animale scuote il capo con chiaro apprezzamento di quel che vede, perché quando sollevo la mano per accarezzargli il muso, lui abbassa la testa e si lascia accarezzare tranquillamente.
«Molto bene, Giulia! Duca ha capito che sei una persona tranquilla e che si può fidare di te, per questo ha chinato il capo per farsi accarezzare. Dai, andiamo a fare una bella passeggiata.»
Monto in sella e mi rendo conto che è davvero un animale stupendo. Facciamo una bella cavalcata, passando in mezzo a campi coltivati, a boschi, e saliamo anche un ripido pendio, fino ad arrivare ad una vecchia torre perfettamente restaurata, di cui Mario ha le chiavi e me la fa visitare; insieme saliamo fino alla sommità, da dove si può ammirare quasi l'intera estensione del parco, fino al mare, che dista, in linea d'aria, qualche chilometro. Faccio dei profondi respiri, chiudo gli occhi, mi sento bene. Quando li riapro, vedo che lui mi osserva e mi rendo conto che è proprio un bel maschio; dentro di me prende forma una strana curiosità. Mi chiedo quanto intima possa esser l'amicizia che lo lega a mia zia. Quando me ne ha parlato, ho notato che le brillavano gli occhi ed ora vedo questo splendido esemplare di maschio che mi osserva ed i suoi occhi sono carichi di desiderio. È un bel maschio maturo e, per me, rappresenta una forte tentazione. Mentre torniamo a cavallo verso l'agriturismo, rifletto molto su questa cosa e, dentro di me, prende forma l'idea di lasciarmi andare e godere con lui. Passiamo due giorni a far cavalcate molto belle. Ho visto luoghi e posti veramente incantevoli e il terzo giorno, essendo una bella giornata di sole, nel pomeriggio, mi consiglia di sdraiarmi a riposare a bordo piscina. Dietro suggerimento di mia zia ho portato il costume e, quando mi sdraio al sole, sento forte il desiderio di provocare un po' questo maschio che, in questi due giorni, non ha fatto altro che indugiare con lo sguardo sul mio corpo, mentre, più di una volta, ho notato che aveva il pacco gonfio; la cosa mi ha fatto bagnare, ripetutamente, gli slip. Mi sdraio al sole e, di proposito, slaccio la parte superiore del costume, mettendo in evidenza il mio splendido seno, inviando un chiaro messaggio a lui, per fargli capire che, forse, può anche osare con me. Mentre sono sdraiata al sole, lui mi chiede se voglio qualcosa di fresco da bere e, quando me lo porta, la mia provocazione raggiunge il massimo.
«Mario, saresti così gentile da spalmarmi un po' di crema sulle spalle?»
I suoi occhi brillano nel sentir le mie parole e, dopo aver preso il flacone della crema, io mi sdraio prona e divarico un po' le gambe; ho le mie splendide chiappe in bella mostra, in quanto il costume, formato da una brasiliana molto sottile, dietro si è infilato nel solco, lasciando il mio culetto completamente scoperto. Faccio un profondo respiro, chiudo gli occhi e mi rilasso. Sento le sue mani che iniziano dal basso, a massaggiare prima i miei piedi, con un movimento lento e molto rilassante e poi, lentamente, salir su, lungo le cosce; più che un semplice spalmare di crema, mi rendo conto che mi sta facendo un vero e proprio massaggio rilassante. Sentir le sue mani sul mio corpo, mi fanno illanguidire al punto da farmi emettere umori in quantità. Vorrei sentirlo osare, ma lui, in maniera impeccabile e professionale, mi spalma la crema su ogni parte del mio corpo, senza mai far nulla di sconveniente e, quando raggiunge la base del collo, continua il suo massaggio rilassante ed io mi sento rilassata, serena e, soprattutto, molto eccitata. Poi mi giro, mi sdraio supina e lui ricomincia dai piedi e si muove lentamente, sempre in maniera impeccabile, anche se io, con un fare veramente provocatorio, divarico le gambe, per fargli vedere la macchia di bagnato presente sul mio costume. Sono fradicia. La mia lumachina schiuma in una maniera pazzesca e lui non può non essersene accorto, ma mantiene imperterrito il suo comportamento. Quando arriva ai miei seni, mi spalma la crema in maniera più sensuale, massaggiando bene il mio corpo e, solo con la punta del pollice, sfiora più di una volta i miei capezzoli, ormai duri e grossi, irti come spini. È rimasto per tutto il tempo in silenzio, ha visto il mio corpo sussultare e il mio respiro divenire sempre più accelerato, mentre ho visto il suo pacco talmente gonfio, che mi ha stupito per le dimensioni di ciò che si dovrebbe celare sotto la stoffa. Finita l'operazione, mi fa un bel sorriso e rientra in casa; io resto sdraiata, con una voglia pazzesca di scopare questo maschio, che, in maniera così discreta e, nello stesso tempo, molto sensuale, ha massaggiato il mio corpo dalla testa ai piedi. Ho desiderato ardentemente sentire le sue mani sulla mia patatina, ma lui ne è rimasto sempre a debita distanza, senza mai fare nulla di sconveniente. Ho voglia di lui! Ho voglia di farmi sbattere da questo maschio maturo, che suscita tutto il mio interesse! Quando è calato il sole, sono andata in camera mia, mi son fatta una bella doccia, poi ho indossato una minigonna elasticizzata ed ai piedi dei sandali con il tacco a zeppa, che hanno avuto il merito di inarcare il mio splendido culetto; sopra tenevo solo una camicetta bianca, chiusa da due bottoni, senza indossare alcun tipo di intimo, né sopra né sotto. Mi siedo a tavola e scopro che ha cucinato del cinghiale in una maniera deliziosa. Non ho mai mangiato una pietanza più buona ed è stata anche annaffiata da del Chianti Gallo Nero che ha scaldato molto il mio corpo e sciolto completamente i miei freni inibitori. Abbiamo parlato amabilmente e, finita la cena, lui si è alzato in piedi, mi ha preso per mano e, dopo avermi stretto un attimo a sé, mi ha baciato, infilando la sua lingua nella mia bocca. Ho sentito premere contro il mio ventre il suo grosso membro che, sicuramente, stava soffrendo dentro i pantaloni. Abbiamo limonato molto, mentre le sue mani forti e vigorose hanno stretto il mio culo, schiacciando il mio corpo contro il suo. Quando ci siamo staccati, mi ha guardato dritto negli occhi e la sua voce è stata quanto mai melodiosa.
«Adesso, adorabile puttanella, ti darò una di quelle ripassate, come non ne hai mai avute, in vita tua!»
Non ha detto altro. Mi ha preso per mano e siamo entrati in camera, ci siamo spogliati velocemente e, quando mi son trovata davanti alla faccia il suo membro, son rimasta assolutamente sbalordita. Non troppo lungo, forse sui 18-20 cm, ma di ottimo spessore. Duro, dritto, con delle grosse venature ed una cappella non esageratamente grossa, ma rossa e lucida; subito mi son sdraiata di fianco a lui che ha infilato la sua testa tra le mie cosce, facendomi avvertire l'opera della sua lingua, che mi ha portato in paradiso. Ha preso a leccare la mia ostrica, passando ripetutamente la lingua tra le sue pieghe e indugiando molto sul bottoncino, facendomi tremare di piacere. Poi è sceso giù verso il basso, ha infilato la sua punta anche dentro il mio buchetto posteriore e questo mi ha fatto capire quanto fosse porco questo maschio. L'ho ripagato accogliendo il suo membro in bocca e l'ho succhiato come se non ci fosse un domani. Quasi speravo di sentirlo sborrare nella mia bocca, ma, per quanto mi fossi data da fare, lui ha continuato a scoparmi la bocca, muovendo il bacino avanti e indietro, mentre io già ero venuta due volte. Poi mi ha rigirato, mi ha trascinato sopra di sé, facendomi impalare sopra quella splendida verga dritta e dura, che ora mi penetrava e mi apriva dilatando la mia vagina e facendomi sentire veramente piena.
«Adesso, mia dolce puttanella, cavalcami. Sono il tuo stallone che vuole esser cavalcato da una bella puledra come te! Godi, finché vuoi, perché ti avverto, fin da ora, che sono un maschio più che resistente! Fin quando non ti avrò stremata a suon di orgasmi, continuerò a pomparti senza mai smettere.»
Praticamente son venuta solo nel sentire quelle sue parole. L’ho cavalcato e son venuta non so quante volte. Poi mi ha messo prima di lato, sbattendomi come fossi un tappeto. Sentivo il suo membro pomparmi con un continuo movimento di avanti/indietro e, dopo alcuni orgasmi, ha cambiato di nuovo posizione e, questa volta mi ha preso da dietro. Sentirmi stringere i fianchi, mentre il suo grosso membro sprofondava dentro di me fin in fondo, mi ha fatto urlare di piacere e, dopo esser venuta altre due volte, ho sentito che il suo ritmo è cambiato e, d'un tratto, mi ha detto che avrebbe sborrato.
«Giulia, sto per sborrare! Godi ancora che poi, quando starò per venire, uscirò!»
Ero talmente eccitata che mi son girata e l'ho guardato con espressione imbestialita.
«Esci cosa? Non ti azzardare! Sborrami dentro, perché prendo la pillola, e poi, soprattutto, perché voglio sentire come un maschio come te, mi annaffia le ovaie!»
Non si è fatto certo pregare. Ha preso a sbattermi ancora più forte e, d'un tratto, ho sentito un'ondata di calore che si riversava dentro il mio ventre, mentre lui godeva come un porco.
«Tieni, troia Prendila tutta! Senti come annaffio le tue ovaie? Senti come si sborra una puttanella come te?»
Ho goduto sia nel sentirlo riempirmi Il ventre, che nel sentirmi chiamare puttanella. Il turpiloquio, in certi momenti, mi eccita moltissimo, mentre, al mio futuro marito, è una cosa che non piace per niente. Dopo essersi ben svuotato dentro di me, si è sfilato, si è sdraiato di lato ed ha appoggiato una mano sopra il mio capo, indirizzando la mia bocca immancabilmente sul suo splendido membro ancora intriso del suo e mio piacere. In questo caso sono io che non mi son tirata indietro. Ho preso a leccare e succhiare quella splendida mazza, che, poco dopo, era di nuovo già pronta, per un'altra lunga cavalcata. Mi ha fatto sdraiare di lato, voltata di spalle e, dopo averlo inzuppato di nuovo dentro la mia vagina, ricolma di sperma, lo ha estratto e lo ha puntato al mio culetto.
«Giulia rilassati, perché voglio il tuo culo. Lo hai così bello e provocante, che mi sentirei di fargli una scortesia ad ignorarlo. Rilassati, perché baderò a non farti male, anzi ti assicuro che ti piacerà molto.»
Ho fatto solo un bel respiro ed ho sentito il suo membro scivolare dentro il mio intestino, perfettamente pronto ad accoglierlo. Era da una vita che ero stata scopata dall'altro maturo e non prendevo più un gran bel cazzo nel culo, in specie perché il mio futuro marito, non me lo aveva mai chiesto e, di conseguenza, non solo ho gradito molto le attenzioni che mi stava riservando Mario, ma ho iniziato a godere ancora di più. Anche in questo caso, mi ha scopato bene ed a lungo, facendomi godere tante altre volte, per, infine, inondarmi l'intestino con un'altra bella scarica di sbroda, che mi ha donato tanto di quel piacere da rendermi finalmente soddisfatta. Nei restanti tredici giorni che sono rimasta con lui, mi ha scopato tanto, e in ogni luogo. Una volta, addirittura a cavallo, seduta sulla sella con lui, voltata di spalle. Si è rivelato quello che avevo esattamente immaginato, un magnifico toro, che mi ha fatto godere molto e riempito ogni buco con ingenti sborrate. L'ultimo giorno, mentre preparavo la valigia, nel sistemare le mie cose, la mia attenzione è stata attirata dalla scatola delle pillole anticoncezionali e, per un attimo, mi si è gelato il sangue. Quando avevo preparato la valigia per venir via, avevo preso dal cassetto una scatola intera di pillole anticoncezionali, senza rendermi conto che ho preso quella con la data scaduta. Era una scatola vecchia che mi era rimasta nel cassetto e che, pensavo di smaltire portandola in farmacia, dove c'è l'apposito cassonetto per i medicinali scaduti, ma, nella fretta, l'avevo confusa con quella con il principio attivo e, considerando che in questi quindici giorni, ero in piena ovulazione, sono certa che sono stata ingravidata. Non dico niente a Mario e, durante tutto il viaggio di ritorno, penso che non dirò niente nemmeno al mio futuro marito. Quando mia zia mi vede, mi sorride, mi abbraccia e mi dice che ho un aspetto da favola e che così di sicuro posso affrontare il matrimonio. Passano gli ultimi due mesi e mi accorgo di esser incinta; ne faccio partecipe il futuro marito, mostrandogli la scatola di anticoncezionali scaduta e dicendogli che è stata opera sua prima che andassi in vacanza. Naturalmente lui non ha sospettato nulla e si è detto molto felice di sapere che ero incinta. Il giorno delle nozze, qualcuno nota il fatto che il mio vestito era un po' troppo gonfio davanti ed ho notato che mio marito faceva intendere, a chi gli chiedeva se ero già in attesa di un bimbo, che, modestamente, era stato lui ad aver già colpito. L'unica persona che si è avvicinata a me è stata mia zia Maria e, parlandomi un po' in disparte, sorridendo, mi ha chiesto quanto ne avessi avuto piacere a trascorrere la mia vacanza da Mario.
Ho sorriso a mia zia e le ho detto che era stata qualcosa che non avrei mai più dimenticato. Lei mi ha dato un bacio ed una carezza sul ventre, dicendo ancora con un accentuato sorriso:
"Sì, si vede che di fatto non lo potrai mai dimenticare!"
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2 months ago
baxi18, 55
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Una vacanza a reggio calabria.
Mi chiamo Mario, ho 65 anni e sono di media statura, capelli completamente bianchi, fisico abbastanza snello e ben modellato, anche se dovrei dimagrire di qualche chilo. Ho gli occhi marroni, sono sposato da 43 anni con Anna, una bella donna oggi di 64 anni, dal fisico snello, capelli biondi a caschetto, occhi color grano, un bel seno di una terza misura, che, nonostante l'età, è ancora alto e sodo. Il ventre è abbastanza piatto, nonostante due gravidanze, oltre uno splendido culetto a mandolino, che incornicia delle cosce lunghe e ben tornite, prive di qualsiasi forma di cellulite o difetto. A seguito dell'insistenza di una coppia di amici, che abbiamo conosciuto quest'anno durante una vacanza a Lampedusa, appena passato il Capodanno, ci siamo recati nella loro città: Reggio Calabria. Strategicamente avevo scelto di viaggiare la sera del primo dell'anno e, dopo circa 8 ore e mezza di viaggio, siamo arrivati a destinazione e siamo stati accolti da Angela e suo marito Carlo: una simpaticissima coppia. Lei, una moretta di 50 anni, non troppo alta, con un bel seno leggermente ritoccato ed un bel culetto, labbra carnose perfette per i pompini. Ci siamo conosciuti durante una vacanza ed abbiamo solo giocato relativamente insieme, senza giungere ad uno scambio di coppia in quanto non vi era stata l'occasione, ma ora sembra giunto il momento di divertirci veramente. Carlo è un “simpatico ragazzo”, anche lui sulla cinquantina, follemente innamorato della moglie, cui concede ogni divertimento, anche se, a sua volta, ha delle piccole soddisfazioni. Poiché avevano nella mattina alcuni impegni di lavoro, io e mia moglie ci siamo riposati alcune ore dopo il lungo viaggio. All’ora di pranzo ci siamo ritrovati tutti e quattro assieme e l'atmosfera è diventata subito allegra e frizzante. Durante il pranzo, però, ha squillato il telefono di Angela, che si è alzata da tavola e si è spostata per rispondere e, dopo alcuni minuti, è tornata ha guardato Carlo e ci ha fatto una interessante proposta.
«Considerando che anche voi, come noi, siete una coppia libertina, avevamo organizzato per domani sera un incontro con una coppia di amici che abbiamo qui a Reggio; con essi abbiamo stretto amicizia in questi ultimi cinque mesi. Sono persone nostre coetanee, molto simpatiche, allegre, pulite e molto rispettose, con le quali ogni tanto ci incontriamo per provare il piacere dello scambio di coppia. Renzo e Marina erano desiderosi di fare la vostra conoscenza, ma si era verificato un piccolo inconveniente che aveva impedito l'incontro; allo stato, vorrei sapere se foste disposti a conoscerli questa sera, insieme ad un'altra coppia di loro amici, che abitano dall'altro lato dello stretto a Messina. È una coppia che noi non conosciamo, ma ce ne hanno parlato tante volte senza che si fosse mai creata l'occasione di stare insieme a loro. Questa coppia oggi attraversa lo stretto per venir a prendere l'aereo qui nel nostro aeroporto per recarsi a Torino, dove trascorreranno l'Epifania con la loro nipotina, nata proprio questa notte. Capisco che forse sarete stanchi e che non abbiamo avuto molto tempo per parlarvi di loro, oltreché dei nostri amici qui di Reggio, quindi una eventuale indisponibilità sarebbe più che giustificata.»
Guardo mia moglie, che mi sorride, ed io ricambio; è quanto basta per dirci tutto. Infatti Anna che gli risponde:
«Non penso che ci siano particolari problemi per me, casomai è lui che forse è un po' stanco, avendo guidato per tutta la notte.»
Io ribadisco che non ci sono problemi e allora Angela, contenta, chiama di nuovo la sua amica, prende mia moglie sottobraccio e ci salutano, lasciandoci a tavola.
«Bene…bene… benissimo! Dai, Anna, vieni con me che abbiamo un sacco di cose da fare e poco tempo disponibile.»
Immediatamente se ne vanno e Carlo, ridendo mi dice che le rivedremo, sì e no, a malapena, pochi minuti prima di uscire da casa! Anche noi due usciamo a far due passi e parliamo di tante cose. Mi racconta che hanno conosciuto Renzo e Marina casualmente, alla fine di agosto, un giorno che avevano deciso di passare alcune ore al mare, in una zona dove c'è una bella spiaggia, ma, giunti sul posto, c'era talmente tanta di quella gente, che non vi era nessuna possibilità di stendere nemmeno un telo per terra. Era stato Renzo che, avendo notato la sua disperazione per l'assenza di un buco dove sistemarsi, lo aveva chiamato; in un primo momento non ricordava nemmeno dove lo avesse visto, ma, una volta chiariti i dettagli, erano stati proprio Renzo e Marina ad invitarli a sistemarsi insieme, sotto il loro ombrellone, in quanto avevano dei lettini resi disponibili per l'imprevista assenza degli amici di Messina, che non avevano potuto raggiungerli. Era stata quella l'occasione in cui aveva preso atto che Marina amava l'esibizionismo, in quanto sfoggiava un micro costume, che sembrava inesistente e allora Angela, per non esser da meno, si era adeguata alla situazione, sfoggiando il suo splendido topless. Naturalmente, con due strafighe di quella portata, sulla spiaggia s'era sviluppato un bel via vai di maschi, che venivano ad ammirare più da vicino la loro procacia e, spesso e volentieri, aveva anche notato che Marina, quando vedeva un bel maschio, magari con il pacco gonfio e bene in evidenza, spalancava le cosce e mostrava la sua fighetta, così poco celata dal sottile, quanto esiguo, perizoma. Da lì a finire a letto, il passo era stato breve. Era stata un'esperienza nuova per entrambe le coppie, in quanto Carlo e Angela non avevano mai fatto lo scambio di coppia, mentre Renzo e Marina erano più adusi a selezionare singoli e giocare con loro, in quanto Marina adorava farsi possedere da due maschi contemporaneamente.
«Vedrai, Marina ti piacerà, perché è una gran porca: ama succhiare, mentre viene scopata in uno dei suoi buchi. Se non ti offendi, vorrei consigliarti di prendere un piccolo aiuto chimico, perché, ti assicuro, che è una troia veramente insaziabile!»
Mi porge una pastiglia di Viagra e io gli rispondo dicendogli che, nonostante i miei 65 anni, è la prima volta che assaggio un simile prodotto.
«Non mi sono mai dopato, ma, questa volta, voglio provare anche questa esperienza, per me del tutto nuova!»
Ingoio la pastiglia dietro suo suggerimento, cosa che fa anche lui, dicendo che l'effetto lo avremo esattamente al momento giusto. Sono veramente intrigato da questa novità, ma anche curioso di vedere se è realmente utile. Rientrati in casa, entrambi ci prepariamo con una bella doccia e indossiamo dei semplici pantaloni con camicia, per il molto caldo che fa. Vediamo rientrare le nostre donne con dei pacchetti in mano e subito si chiudono in camera; Carlo, ridendo, mi informa che ne avranno ancora per un'oretta e così è stato: alla fine si son presentate ed erano entrambe, veramente belle. Anna indossa un vestitino leggero che le arriva a metà coscia di colore nero, mentre Angela ne indossa uno di colore azzurro, che mette in risalto ancor più il nero dei suoi capelli. È chiaro che nessuna delle due, sotto, indossa l'intimo, perché i capezzoli premono contro la stoffa sottile e sembra quasi vogliano bucarla. Con la macchina di Carlo ci rechiamo a casa di Renzo e Marina, situata fuori Reggio, in alto sulle colline e, quando giungiamo a casa loro, notiamo che, nel piccolo piazzale della villetta che si affaccia sullo stretto, ci sono due auto e subito ci viene incontro una splendida donna di media statura, che abbraccia Angela e la saluta molto affettuosamente.
«Angela, amore! Benvenuta! Questa splendida bionda dovrebbe esser la tua amica del Nord?»
Io mi metto a ridere e preciso che siamo del centro Italia. La mia battuta suscita molta ilarità e l'atmosfera si fa subito allegra e giuliva. Marina tiene le due donne sotto braccio e le porta dentro casa seguita da noi; una volta dentro, facciamo le presentazioni e scopriamo che la coppia messinese, è costituita da persone davvero belle. Lui, Carmelo, alto più o meno quanto me, capelli brizzolati ed un bel fisico asciutto, mentre lei, Luisa, detiene un bel seno gonfio, anche questo sicuramente oggetto di un piccolo ritocco, ed un culo prominente, che incornicia delle cosce lunghe e ben tornite. Entrambi hanno gli occhi scuri, mentre lei porta i suoi lunghi capelli biondi, raccolti a coda di cavallo. Tutti ci sentiamo subito a nostro agio, facendo sì che l'atmosfera si riscaldi ancor più con piccole battute a doppio senso ed ammiccamenti vari, che ci portano in breve ad esser rilassati quanto basta. Ci sediamo a tavola per cenare, ma ben presto ci rendiamo conto che nessuno ha voglia di mangiare, soprattutto dopo le grandi abbuffate delle festività e, così, Marina mette su un po' di musica ed inizia a ballare insieme ad Angela. Più che ballare le due donne si accarezzano e subito Luisa si avvicina a mia moglie, le prende la mano ed inizia a ballare con lei, ma non passa molto che la sua bocca si avvicina a quella di mia moglie e le due donne prendono a limonare in maniera dolce, ma anche molto intensa. La scena è subito oggetto dei nostri commenti, in specie di quelli di Carmelo, che ben presto scaldano l'atmosfera, rendendola quasi incandescente
«Accidenti, che grinta! Amico mio, tua moglie sembra proprio piacere molto alla mia: guarda come limonano!»
Ben presto le due donne non si limitano solo a limonare, ma le loro mani vanno ad infilarsi sotto i rispettivi abiti e le vediamo gemere di piacere. Senza indugiare oltre, Marina trascina Angela all'interno di una stanza e tutti quanti le seguiamo. Rapidamente le quattro donne sono nude e si danno ad un fantastico cunnilinguo, formando un quadrato erotico veramente sconvolgente. Renzo e Carmelo si spogliano velocemente, mentre io e Carlo lo facciamo un po' più lentamente, presi come eravamo ad osservare le nostre donne avvinghiate in un 69 davvero di fuoco. Luisa è distesa sotto mia moglie e la fa godere leccando con molta intensità la sua ostrica profumata e, mentre mugola di piacere, la bocca di mia moglie diventa l'oggetto del desiderio di Carmelo, che le infila in gola uno splendido membro, di ottimo spessore, anche se non troppo lungo, come, del resto, sono anche quelli degli altri tre presenti. Mia moglie prende a succhiare quello splendido membro e, ben presto, diventa l'oggetto anche del desiderio di Renzo, che si posiziona dietro di lei e inizia a penetrarla lentamente. Io divento l'oggetto delle voglie di Luisa, che viene a succhiare il mio membro ormai completamente duro e, poco dopo, sale su di me e mi cavalca volgendomi le spalle, per continuare a guardare mia moglie, che ora viene scopata da Renzo, mentre succhia il cazzo di Carmelo. Anche Carlo vuole la sua parte e, così, si sdraia e si fa cavalcare da mia moglie, che si impala sul suo membro; a quel punto Anna, si gira ed invita Carmelo ad entrarle lentamente nel culo.
«Mettimelo dentro. A me piace esser presa in doppia!»
Lui non si fa certo pregare e, dopo aver lubrificato un po' il buchetto di mia moglie, le scivola dentro, infilando il suo splendido membro, tutto fino alle palle. Una volta riempita davanti e dietro, Anna riprende a succhiare il terzo membro, suscitando lo stupore delle donne, che la guardano con evidente ammirazione.
«Caspita, che forza: se ne sta godendo tre in contemporanea! Ecco una cosa che non mi è mai riuscita! Guarda come li ha sincronizzati bene! Accidenti, che troia spettacolare!»
Mentre osservano mia moglie che gode presa da tre maschi, io, a mia volta, continuo a farmi cavalcare da Luisa, mentre, con entrambe le mani, masturbo sia Marina che Angela e, ben presto, anche loro iniziano a godere e, dopo ogni orgasmo, si scambiano di posto sopra di me e, alla fine, tutte e tre, vengono scopate da me, che le faccio godere, mentre osservo mia moglie che urla di piacere sotto i colpi di tre maschi, che non le risparmiano nulla. La sbattono duramente e lei gode sempre di più, dimostrando di esser una femmina superba, in grado di soddisfare tre maschi insieme! Dopo ogni orgasmo, li fa ruotare nei suoi buchi e, così, alla fine, ognuno ha potuto godere di ogni anfratto del suo corpo. Alla fine, si inginocchia davanti a tutti e tre, che si masturbano velocemente e le schizzano, tra faccia, bocca, seno e l'intero corpo, tutto il loro piacere, suscitando ancora di più lo stupore delle altre donne, che si avvicinano e la guardano con ammirazione.
«Ma sei fantastica! Ecco un'altra cosa che non mi riesce di fare! Sentire che mi schizzano addosso. Mi piacerebbe molto, ma quando sono lì lì per farlo, mi prende uno strano senso di pudore e non mi riesce di mostrarmi così troia da farmi schizzare ovunque. Ma come fai ad esser così disinvolta?»
Anna le guarda un po' stupita e poi chiede loro da quanto tempo sono entrate nel mondo della trasgressione. Quasi tutte rispondono che è una cosa avvenuta abbastanza di recente, da non più di qualche anno. Luisa allora chiede ad Anna da quanto tempo lei si è data alla trasgressione. Anna sorride e le risponde che con me è stata sempre una trasgressione! La risposta fa sorridere Luisa, che non sembra abbastanza convinta.
«Mi sembra un po' esagerata come risposta. Hai più o meno la nostra età e mi sembra davvero strano che voi due abbiate potuto esser così libertini, pur avendo figli e quant'altro.»
Ora è Anna che diventa curiosa.
«Hai detto che io ho la vostra età? Scusa, ma tu, quanti anni hai?»
Luisa la guarda ridendo e le risponde che ha 51 anni e lo stesso viene confermato anche da Marina, mentre mia moglie sa benissimo che Angela ha 50 anni, così, ridendo, ribadisce il suo concetto.
«Luisa, forse ti stupirà, ma quando tu succhiavi il biberon, io succhiavo già, come minimo, due cazzi per volta!»
Vedo lo stupore negli occhi delle donne e Angela ride e conferma a tutte che Anna è sicuramente più grande di loro. Incredule, pretendono di leggere la carta d'identità di mia moglie e quando scoprono che lei ha 64 anni, Luisa fa un gesto che ci lascia davvero tutti sorpresi. Si inginocchia ai piedi di mia moglie e, dopo averli baciati, sollevano lo sguardo carico di vera ammirazione.
«Ti voglio rendere omaggio, perché lo meriti! Sicuramente sei una magnifica gran troia e voglio sperare che, quando avrò la tua età, riuscirò ad avere la tua stessa disinvoltura nel prendere tre maschi, o forse anche più, contemporaneamente! Tu, per me, sei un esempio da tenere come scopo per la vita.»
Mia moglie si abbassa, fa alzare Luisa e la abbraccia, la bacia in bocca e poi, dopo averla fatta sdraiare sul letto, inizia a leccarla ed a farsi leccare la crema che ricopre ancora il suo corpo. È un gesto così erotico, che ci fa tornare il cazzo duro a tutti quanti e, poiché io ancora non son venuto, dopo aver fatto godere Luisa ancora con la bocca, si gira verso di me e mi invita a sdraiarmi; fa salire la sua amica su di me e la fa impala di nuovo sul mio membro e, dopo averla fatta allungare sul mio corpo, si rivolge a Carlo e lo invita a possederla nel culo. Sento il membro di Carlo farsi strada all'interno del culetto di Luisa e, una volta che lui è ben arrivato fino in fondo, mia moglie si volta verso Renzo e lo invita a farsi succhiare da Luisa. Sotto lo sguardo attento di mia moglie, la donna rimane praticamente passiva, mentre noi tre le pompiamo i nostri cazzi dentro i suoi buchi, ed il piacere inizia a sconvolgere questa femmina, che si sente piena e riempita in ogni suo orifizio. Gode bene ed a lungo e, alla fine, è proprio Carmelo il primo che le schizza addosso una sborrata, dopo che si è fatto succhiare il cazzo a lungo da Marina e Angela insieme. Le sborra in faccia, urlando di piacere.
«Tieni, meravigliosa puttana! Prendi la mia sborra in faccia, che non immagini da quanto tempo desidero fare questa cosa su di te! Finalmente ho una moglie troia anch'io!»
Dopo averle schizzato in faccia la sua sborra, lascia il posto agli altri due che ricoprono il viso di Luisa con le loro copiose sborrate, facendo sì che la donna impazzisca di piacere, per subito dopo esser ripulita dalla lingua delle altre femmine. Anch'io sono al limite; dopo aver inarcato un po' le gambe, prendo a sbatterla dal basso, facendola godere ancora e, poi, cerco di sfilarmi e sborrarle in faccia anch'io, ma lei mi blocca e mi chiede di riempirle il ventre.
«No, resta dentro! Voglio sentire la tua sborrata dentro di me.»
Mi svuoto in lei e, una volta che l’ho farcita per bene, lei si solleva e si sdraia a cosce aperte, poi si gira verso Carmelo e vedo l'uomo inginocchiarsi tra le sue gambe e prendere a leccare la crema che sgorga dalla fica di sua moglie, appena farcita.
«Adesso che mi hai visto fare una cosa che desideri da tanto tempo, fai questa cosa che anch'io desidero da tanto tempo!»
È evidente che tra loro vi era un accordo, che ora viene onorato da ambo le parti.
Trascorriamo il resto della serata a giocare ancora con loro e anche Marina e Angela vengono prese in doppia, suscitando l'estremo piacere dei loro maschi.
È stata una bella esperienza per tutti, ma, soprattutto, è stata una bella soddisfazione per Anna, che si è sentita gratificata dal fatto di esser un punto di riferimento per l'ammirazione che quelle tre giovani puttanelle le tributavano, avendo, a loro volta, bisogno di esser guidate verso una ennesima esperienza trasgressiva.
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2 months ago
baxi18, 55
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Un gioco particolare.
Mi chiamo Paolo, ho 56 anni, sono di media statura, capelli brizzolati, occhi scuri ed un fisico ben curato e tonico. Sessualmente parlando, ho una bella dotazione, sia in lunghezza che in circonferenza. Son da sempre stato bisex. Il sesso mi piace in tutte le sue forme: non disdegno una bella donna, ma mi eccita anche un bel maschietto. Son sposato da 35 anni con Daniela, una bella donna di tipo mediterraneo. Alta, mora, seno abbondante ed un bel culo sodo e sporgente che, ovviamente, ho provveduto a godere da tempo. Lei non conosce il mio lato bisex che, in vero, non è che emerga spesso; solo a volte, quando non me l'aspetto, mi prende il desiderio di un bel cazzo, sia in bocca che in culo e, allora, soddisfo le mie voglie. Abbiamo una figlia, Simona, ormai grande di 32 anni, che è la copia esatta della madre da giovane, con cui ho un bellissimo rapporto di amicizia e complicità. Come professione sono architetto e lavoro per una grande impresa edile, che ha cantieri in tutto il mondo. Qualche tempo fa, di ritorno da Dubai, dopo una settimana trascorsa in quel posto, mentre sbarcavo dall'aereo, erano le 23:00, ho avvertito il bisogno di andare in bagno. Con la mia valigia, mi son recato nel primo wc che ho trovato. Data l’ora, era vuoto. Ho espletato la mia minzione e, quando son uscito, avevo il cazzo in mano perché avrei voluto lavarlo e perciò mi son avvicinato al lavandino. Da uno degli altri bagni, è venuto fuori un bel ragazzo sulla trentina, che mi ha guardato e, fatto un sorrisetto, senza esser infastidito dalla mia condizione non certo passabile. Anche lui aveva il membro in mano con la chiara intenzione di lavarselo. Per un attimo siamo rimasti immobili, a guardarci. Anche lui aveva un bel cazzo. Mi guarda e vede che lo osservo, si avvicina e toccandosi cerca di farselo venir duro. Mi scatta il desiderio di succhiargli il cazzo! È così che mi succede quando si scatena il mio lato bisex. Lo voglio! Lo guardo, la cosa mi eccita e aspetto: sta giocando le sue carte, vuole mettermi alla prova, per vedere se lo desidero. Ci riesce, perché mi avvicino e glielo prendo in mano; è ben duro, grosso e teso. Mi abbasso per prenderlo in bocca e inizio a spompinarlo. È surreale questa cosa. Siamo in un bagno pubblico dell’aeroporto, dove potrebbe entrare chiunque e ci mettiamo a fare i maiali senza tener conto di niente. Davvero sconvolgente. Affondo in gola quella verga così potente e succosa. Gli accarezzo le palle, che sento esser belle piene. Lui geme di piacere.
«Bravo, succhiamelo tutto! Cazzo, sei fantastico! Che bocca! Altro che la mia ragazza: tu sei meglio, vengo!»
Avverto che si tende, per poi sborrare, schizzando un fiume di sperma in parte nella mia bocca ed il resto in gola. Lo pulisco alla perfezione, poi lui mi fa sollevare e mi ricambia il favore. Se lo infila in gola e mi succhia come una idrovora. Nemmeno io reggo molto e gli faccio dono di una copiosa quantità di crema, che lui ingoia tutta, senza perdere nemmeno una goccia. Si alza, mi sorride e se ne va. Passa circa un mese, una sera mia moglie mi dice che avremo il fidanzato di nostra figlia a cena. Mi prega di non far tardi e di passare a ritirare il dolce, che ha ordinato in pasticceria. Giungo a casa e sento Simona che ride, in sala, mentre sembra stia apparecchiando; mi fiondo in cucina con il dolce, saluto mia moglie che mi sollecita, dicendo che, a breve, è pronto in tavola. Vado in sala e, quando il giovane si volta, mi ritrovo il ragazzo del bagno in aeroporto.
«Papà, lui è Mirko, il mio fidanzato!»
Lui mi riconosce subito ed io avverto un certo disagio, ma cerco di non darlo a vedere, nonostante l’imbarazzo fosse alle stelle, per entrambi. Ci sediamo a tavola e tutto sembra svolgersi nell'assoluta normalità. Si dimostra gentile, affabile e molto educato. Parliamo di tante cose e poi, dopo aver consumato il dolce, io e lui ci ritroviamo da soli per un attimo. Lui mi parla con un tono sereno, pacato.
«Voglio sperare che non ci siano problemi fra noi. Amo troppo tua figlia, ma, a volte, mi sento preso da momenti di piacere del tipo bisex. Lei non sa di questa mia inclinazione e vorrei che restasse segreta fra noi.»
Lo guardo e gli faccio presente che è la stessa cosa che capita a me. Il discorso finisce al sopraggiungere delle donne. Il giorno dopo, Simona, a tavola, mi chiede cosa penso di Mirko.
«Allora, papà, ti piace Mirko?»
Le sorrido e rispondo in maniera molto diplomatica.
«Sì, mi sembra un bravo ragazzo. Da quanto tempo è che state insieme?»
«Da un anno e otto mesi.»
Mi diverto un po' a scandagliare il rapporto che hanno fra loro.
«Bene! Molto bene; quindi, ci sei stata a letto?»
Lei ha un attimo di vero imbarazzo.
«Ma, papà, che domande fai?»
La guardo, lei è arrossita, poi mi abbraccia e mi bacia, in modo un po’ troppo voluttuoso, per esser solo il bacio di una figlia.
«Scusa, Simona, ma sai... un padre si preoccupa sempre per la sua bambina, quindi, che mi dici: è bravo a letto?»
Mi sorride ed annuisce, con aria complice. Passano due mesi e, una sera, li abbiamo di nuovo a cena. Vedo che con mia moglie sono molto in sintonia e anche mia figlia sembra più rilassata. Durante la cena ci comunicano che hanno trovato un appartamentino molto grazioso e vorrebbero andarci a convivere. Resto un attimo un po’ sorpreso, ma loro si mostrano così decisi che non mi oppongo. Dopo alcuni giorni Mirko mi chiama in ufficio e mi chiede se ho un po’ di tempo, per raggiungerlo nel loro appartamentino, per prendere atto di piccole modifiche da apportare, onde renderlo più confortevole. Appena dentro, mi rendo conto che tutto è a posto e che, quindi, era solo una scusa per avermi lì con lui. Senza esitare, mi si inginocchia davanti e mi apre i pantaloni per succhiarmi il cazzo, per altro già duro.
«Scusami, ma, da quella sera, mi torna spesso il desiderio di succhiarti il cazzo.»
Lo lascio fare e lui mi regala una pompa sublime. Lo succhia e lo ingoia senza sosta, fin quando gli regalo una buona razione di crema, che ingoia senza nessuna esitazione. Eccitato gli rendo il favore, ma lui mi invita a seguirlo sul letto; ci spogliamo nudi e, eccitati da un veloce 69, lo penetro, facendolo davvero godere.
«Sì, dai, sfondami il culo! Cazzo, che meraviglia! Mi spacchi lo sfintere, ma è bellissimo!»
Me lo godo davvero bene e, alla fine, si prende ancora in gola un’altra buona razione di crema prelibata, che ingoia fino all’ultima stilla. Appagati, ci mettiamo un attimo a parlare. Lui si giustifica con me.
«Non mi fraintendere, adoro tua figlia e, se lo vorrà, un giorno ci sposeremo, ma con te mi sento davvero una troia: il tuo cazzone nel culo, mi ha mandato ai pazzi!»
Gli rispondo che avverto anch'io lo stesso desiderio; che anche a me piace moltissimo scopare con lui. Passano altre tre settimane e, un pomeriggio, mentre siamo intenti a godere fra noi, arriva Dario, suo padre, che ci trova avvinghiati in un 69 da urlo.
«Bene! Lo sospettavo che eri bisex, ma non avrei mai pensato che ti facessi scopare da tuo suocero. Su, fatemi posto, che voglio divertirmi anch’io.»
Si spoglia nudo e si unisce a noi. Dario è un bel maschio. Alto come è, un po’ più grande di corporatura ed età (ha quasi sessant’anni), è dotato di una bella verga, non troppo lunga, ma di notevole spessore, anche più della mia. Ci godiamo Mirko insieme, scopandolo a turno e, alla fine, gli inondiamo la bocca di crema.
Non ancora appagato, Dario ci succhia entrambi e, dopo, siamo io e suo figlio a sfondargli culo e gola, per poi schizzarvi dentro il nostro piacere. Da quel giorno, per due mesi, ci divertiamo noi tre, a godere insieme. Mi faccio inculare da Dario e anche da Mirko. Ricambio il piacere inculando entrambi. Poi, un pomeriggio, mentre Dario e me, siamo intenti a divertirci, in attesa che arrivi Mirko, a sorpresa arriva Simona e ci trova nudi, mentre ci stiamo reciprocamente succhiando, in un bel favoloso 69.
«Ma papà... credevo che tu… insomma, non avrei mai pensato che potessero piacerti i maschietti. E tu, Dario, che ci fai con il cazzo di papà in bocca?»
Siamo molto in imbarazzo, quando, improvvisamente, entra in casa Mirko che, non vede Simona in camera con noi e ci urla che vuole divertirsi anche lui.
«Arrivo! Preparatevi, che oggi son così carico, che vi sfinisco! Vi voglio godere entrambi al massimo!»
Entra in camera, vede noi nudi e Simona che ci guarda. Il suo viso si trasforma in una maschera di stupore. Simona, invece, non fa una grinza, prende e si spoglia nuda, avvicinandosi a me.
«Dai, fammi posto, che il tuo cazzo lo voglio assaggiare anch’io!»
Io, la guardo basito, e obietto.
«Ma, Simona, non puoi! Sono tuo padre: è incesto!»
Lei non si scompone, mi guarda e poi replica.
«Ma come: Mirko può farsi sfondare il culo da suo padre ed io no? Ma che stai dicendo? Se è incesto per me, lo è anche per lui! Non tengo conto di certe cazzate! Adesso ho deciso che voglio godermi il tuo cazzo, dal momento che avrei voluto farlo già da tempo. Fammi posto e datti da fare, che voglio godere con tutti voi! Tu, amore, sei contento vero, se mi scopo loro due? Se non vi sta bene, vi sputtano davanti alle vostre mogli e poi con tutti quelli che vi conoscono.»
Senza aggiungere altro, se lo prende in bocca e mi regala una pompa bellissima. Lo ingoia con molta disinvoltura, mentre Mirko fa la stessa cosa a suo padre. Poi mia figlia mi fa distendere supino e mi sale sopra, impalandosi su di me. Se lo infila tutto dentro ed inizia a godere tantissimo. Ha due orgasmi in rapidissima successione, poi si gira e bacia il suo fidanzato, che viene inculato dal padre.
«Amore, mi fa godere; amore, il cazzo di mio padre, mi sfonda! Godo! È bellissimo! Tu lo sapevi e non me ne hai fatto parola. Porco! Vengo!»
Abbraccia lui e godono insieme. Poi si cambia; lei si impala sul cazzo di Dario che la sfonda in culo, facendola urlare di piacere.
«Amore! Mi sfonda il culo! Cazzo com’è grosso! Vengo! Amore, vengo!»
Ha un ennesimo orgasmo, poi lui la fa distendere su di lui, lei apre le gambe e mi invita a scoparla insieme a lui.
«Dai, papà, prendimi davanti! Voglio sentirlo anche in pancia! Dai, infilzami tutta e tu, mio adorabile frocio e cornuto, dammi il tuo da succhiare!»
Sono sbalordito da quanto si sta rivelando zoccola mia figlia, ma l’assecondo volentieri, perché mi eccita l’idea di prenderla in tre. Gode e le facciamo schizzare anche l’anima. Il primo a schizzare è Mirko, che le inonda la gola.
«Amore, bevi! Dai, zoccola meravigliosa, bevi che sborro!»
Vedo le sue guance che si gonfiano e poi deglutire velocemente. Poi è la volta di Dario, che le inonda il culo. Quando Dario si sfila, afferra Mirko e lo obbliga a leccare la crema che sgorga dal culo sfondato di mia figlia.
«Avvicinati e lecca; guarda come gliel’ho aperto: è una voragine!»
Lui si sdraia dietro di lei, che adesso ho messo di lato, e lecca sia il culetto sfondato, da cui sgorga di tutto, che il mio cazzo che scopa, ancora con vigore, mia figlia.
Poi arrivo anch’io nel suo ventre e lei ci gode ancor di più.
«Sborro, amore di papà! Eccomi!»
Lei mi sente e gode.
«Sì, papà, ti sento: è bellissimo sentirsi inondare dal seme che mi ha generato! Vengo!»
Mi sfilo, ma lei, nonostante sia sfinita, ci succhia tutti e le regaliamo le ultime gocce della nostra crema. Poi abbraccia Mirko e lo bacia intensamente.
«Ti amo! Ti amo! Ti amo! Pazzo, amore mio! Dimmi che da oggi in poi, ci godremo questi due maschioni cosi ancora virili e ben dotati! Dimmelo! Promettimelo!»
Mirko le promette che sarà libera di chiavare a suo piacimento. Poi si gira e mi dice una cosa di cui non ero a conoscenza.
«Non crediate che sia finita così! Io e mamma, quando tu non ci sei, ci divertiamo a leccarci con molto piacere. Adesso che ho scoperto tutto questo, sappi che, presto, lei sarà dei nostri!»
Dario la guarda un po’ sconsolato, ma Mirko si mette a ridere.
«Non credere che mamma non si fosse accorta che sei più gay che etero e, in più di un'occasione, mi ha ospitato nel vostro letto, dicendo che era meglio con me che con uno sconosciuto.»
Non è passato molto tempo, che ci siamo ritrovati tutti e sei in un letto molto ampio e ciascuno di noi, ha colto il piacere che voleva.
È stato un vero piacere scopare Ada, la madre di Mirko. Una bella donna un po’ più magra di mia moglie, ma decisamente TANTO troia. Si è presa il mio cazzo nel culo, quello di Dario davanti ed il figlio in gola, mentre mia moglie e mia figlia le stuzzicavano le tette.
Da giorni mia figlia ci ha comunicato di esser incinta. Le ho chiesto se conosceva chi di noi potesse averla ingravidata e lei mi ha sorriso e baciato in bocca, esordendo:
«Spero, possa esser stato tu, papà!»
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2 months ago
baxi18, 55
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Ombre e luci
Non sapeva come comportarsi... I suoi occhi vagavano attraverso la stanza fermandosi su un dettaglio per poi riprendere la loro esplorazione in disperata cerca di un appiglio o di una porta. Eppure, la porta era aperta, o meglio, chiusa, ma non a chiave. La guardavo divertito mentre mi fumavo una sigaretta. Proprio sopra la mia testa, c'era il cartello "Vietato fumare". Anna lo guardò, sorrise, e finalmente trovò la scorciatoia che cercava. Tese il dito ad indicarmi la scritta mentre sorrideva. Mi girai a guardarla e sorrisi anch'io. Faceva freddo, ed eravamo nudi entrambi. Lei sotto le coperte ed io sul divano di fronte. A lato, un piccolo bagno, a sinistra, una larga porta finestra di vetro che dava sul mare.
Anna era andata in crisi perché non si aspettava una moltitudine di cose. Come tutti, dava per scontato un infinita di cose e cosi facendo si era chiusa parte del cuore e del cervello. Le avevo semplicemente chiesto come stesse. Una domanda non relativa al sesso di una notte memorabile, era una domanda rivolta a lei. Non sapeva che rispondere. Siamo abituati alla sveltina, il tempo é prezioso, anche se lo sprechiamo tutto al lavoro. Anna usciva ogni fine settimana con le amiche per andare in locali. Erano un gruppo di cinque, tutte con vite passate difficili, decise e disposte a non appartenere mai più a nessuno. E dunque, facevano sesso con tutti, ragazzini che potrebbero essere i loro figli, ragazzi ed uomini, mai troppo grandi o vecchi. Come dicevano loro ridendo, "non vogliamo mummie". Con quel fare, si era persa la magia dell'amore. Il sesso porta all'orgasmo certo, esattamente come camminare porta lontano. Ma la direzione che scegli determina ciò che vedi; chi si inoltra nel buio, chi preferisce la luce.
Anna si alzò e venne verso di me. Era media alta, non magra, rossa, carina, ma sopratutto intrigante. Mi si sedette sopra a gambe larghe, e mi baciò. Un bacio lungo e dolce. La sigaretta fini di consumarsi tra like mie dita bruciandomi leggermente. Non mi importò. C'era tanta dolcezza e passione in quel bacio che mi ci perdetti. Era il minuto uno.
Minuto tre. Anna si staccò, e mi si mise accanto. prese la mia mano e se la mise tra le gambe chiaramente facendomi capire cosa voleva. Poi prese il mio membro e lo mise in bocca. Non si mosse più mentre le toccavo il clitoride massaggiandola in diversi modi, di tanto in tanto andando a cercare un po di umido nella fessura che gocciolava. I sussulti del suo clitoride attraversavano il suo corpo e raggiungevano la sua bocca. Benché non si muovesse con la bocca, sembrava di essere in continuo movimento dentro di lei.
Minuto 8. Ho il cazzo cosi duro da sembrare un pezzo di legno. Anna comincia a muovere la bocca, lentamente, su e giu, mentre infilo le dita nella sua figa. I raggi del sole rischiarano i nostri corpi, li riscaldano quando sono gia bollenti.
Minuto 12. Anna si alza, e si infila sopra di me. Ha gli occhi chiusi, é immobile, trema un pò. Le tocco i seni, piano, poi li li pizzico, li abbandono, le sfioro i fianchi, il collo, delicatamente, le orecchie, lei sussulta, e lo sento sul mio cazzo. Che meraviglia.
Minuto 20. Ho la mano sul collo di Anna. Non la soffoco, la tengo, ancorata e legata e ma. Il mio cazzo pulsa, lo sento, ci ,muoviamo ancora piano.
Minuto 23. Anna si alza, lo faccio anch'io. Si sdraia sul divano che sembra un letto. Vado a prendere il telecomando e metto un canale di musica, ed alzo il volume. Poi mi avvicino ad Anna. Lei apre le gambe e se le mantiene con le braccia. Mi guarda maliziosa. Non me lo faccio ripetere, le entro dentro, e spingo. Grida un pò. La scopo ad un ritmo regolare. Lei bagna, e dunque é un piacere infinito. Sento la sua figa che gode, si stringe a me, diventa quasi impossibile penetrarla talmente è stretta. Continuo ad insistere, e lei a godere. Io mi godo il suo orgasmo, un infinta di scariche sul cazzo. È bellissimo.
Minuto 25. Anna si é rilassata dopo l'orgasmo. Non ho smesso di scoparla. Mi piace ul suono che si produce, ed i liquidi che fuorescono dalla sua figa e che ricoprono il mio cazzo. La crema bianca faceva sparire il colore nero del mio cazzo e faceva sembrare la sua figa ancor piu rossa in quanto era contornata dalla stessa sostanza bianca.
Minuto 28. Feci girare Anna. Poi, in mezzo al biancore delle nostre godurie, la presi. In modo deciso questa volta. I suoi capelli tra le mie mani, e con l'altra mano, a schiaffeggiarle il culo. Ero deciso ad andare fino in fondo...
Minuti 31. Lascia i cappelli di Anna, e lei cominciò a muovere il culo attorno al mio cazzo. Era brava. Cercava i suoi punti piu sensibili. C'era tantissimo erotismo in quel suo gesto. Stranamente, si fidava. Di se stessa. Ascoltava il suo corpo e lo affidava. Sentivo le contrazioni della sua figa diventare sempre più riavvicinate. E poi di un tratto si irrigidì e rimase cosi per almeno un paio di minuti attraversata da brividi. Io in lei in quel momento, vivevo il paradiso. L'orgasmo di una donna é il paradiso di un uomo.
Minuto 35. Andammo al letto. Mi sdraiai sopra di lei. Ci baciammo, e facemmo l'amore. Lasciai che mi racontasse di lei, il suo corpo un libro, lasciai che si aprisse e racontasse di se, delle su delusioni, delle sue aspettative. La lasciai essere per poter essere. E fummo. La passione ci travolse e travolgemmo ogni centimetro dei nostri sensi.
Minuto 48. Stavamo sudando. Andammo sotto la doccia. La aprimmo, entrò prima lei, e si mise a pecora. La seguii, e la presi. L'acqua era tiepida, piacevole. Lo scroscio era regolare, quasi una musica. Ne segui il ritmo scopandola. Fu un altro angolo di paradiso, gocce di acqua che svolazzavano ovunque insieme a sensazioni che si originavano da ogni parte del copro.
Minuto 55. Mi accesi un altra sigaretta. Ero ancora duro. Eppure era stata una notte di sesso. Infatti... di sesso. Ora era diversa. La guardai e le chiesi: "Come va?"...
Minuto 55. Prima che possa rispondere, squilla il suo cellulare. Risponde, conversa, e poi mi sorride. Mi dice che era la sorella, e che avrebbero dovuto pranzare assieme. Anch'io guardai l'orologio, avevo un pranzo previsto con la mia ragazza.
Due ore dopo, entrai nel ristorante dove avevo appuntamento con Mary, la mia ragazza. La trovai al primo colpo di occhio; ed era seduta con Anna, sua sorella.
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2 months ago
Blacknoble,
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Corna vecchie e nuove.
Mi chiamo Stefano, ho 34 anni, sono di media statura, occhi scuri, capelli neri, fisico tonico, ben strutturato. Da nove anni, sono sposato con Francesca, mia coetanea, alta più o meno quanto me, bionda, capelli corti a caschetto. Ha una bella bocca ampia e labbra carnose, perfette per far pompini, cosa che le viene benissimo. Il seno, poi, è un vero spettacolo! Una quarta piena a goccia, capezzoli grossi e ben pronunciati. Anche il culo è una meraviglia, alto, tondo, sodo, posto alla sommità di splendide cosce, che lei ama curare moltissimo. Durante questi nove anni, la nostra vita è scorsa sempre tranquilla e serena, con qualche alto e basso come accade a tutte le coppie che lavorano e, sul piano sentimentale, non posso certo lamentarmi, mentre, su quello sessuale, ho da poco scoperto d'esser stato, almeno una volta, cornificato. Di recente stiamo vagliando l'ipotesi di avere un figlio e questo argomento è emerso proprio durante l'ultima vacanza trascorsa al mare. Un giorno, mentre eravamo in spiaggia, lei, ovviamente in bikini molto esigui, in quanto è una cui piace provocare, iniziammo un dialogo sulla famiglia, i bambini, e decidemmo che era giunto il momento di averne uno anche noi. Lei mi ha avanzato una insolita richiesta.
«Andiamo a casa, tu esci per rientrare solo alle 21:00: vedrai cosa mi son inventata per noi due.»
Arrivammo a casa per le 18:00, feci una doccia veloce e raggiunsi i miei amici al bar, per una partita a carte, nell’attesa che scoccassero le 21:00, come voluto da mia moglie. Rientrai in casa e trovai il soggiorno illuminato solo da candele, il tavolo apparecchiato elegantemente e, sopra di esso, una di quelle campanelle che si usano per chiamare la servitù, sotto cui c’era un biglietto con scritto di azionarla, e cosi feci; mi voltai ed apparve lei in intimo sexy e quanto mai sensuale. Il mio cazzo era già duro e lo divenne ancora di più! Ci sedemmo a tavola ed iniziammo la cena, poi, ad un certo punto, mentre stappavo la seconda bottiglia di vino, mi fece una specifica domanda:
"Mettere al mondo un figlio, è una grande responsabilità; dovremo esser consapevoli e soprattutto uniti, perché voglio che cresca in un ambiente tranquillo, sereno, circondato dal nostro amore, dal nostro affetto e, soprattutto, deve riguardare un impegno reciproco. Ti senti davvero pronto? Sei consapevole che questo comporterà delle rinunce, dei sacrifici, delle condizioni a volte anche stressanti, durante le quali io e te dovremmo mantenere la calma e, soprattutto, mantenere sempre unita la famiglia per il bene della nostra progenie?»
Ho guardato Francesca e le ho assicurato che, personalmente, mi sentivo pronto, ma volevo esser sicuro che anche lei fosse convinta come me. Lei ha bevuto un sorso di vino, poi ha ripreso il discorso.
«Ho riflettuto abbastanza sulla questione e sono convinta che, se io e te saremo una coppia forte e decisa, questa esperienza sarà per entrambi bellissima. Direi che, per prima cosa, dobbiamo mettere in chiaro alcuni aspetti del nostro rapporto, che potrebbero apparire come ombre. Sono soprattutto le ombre quelle che voglio far emergere. Sono a conoscenza del fatto che hai scopato quella gran troia di Marina e non riesco a capire, cosa puoi aver trovato in lei di tanto interessante. Voglio che mi racconti per filo e per segno come, quando e quante volte, te la sei portata a letto.»
Colto di sorpresa, ho sorseggiato un po' di vino, per poterle rispondere in maniera soddisfacente.
«Ho scopato con Marina, solo due volte. La prima volta è stata dopo aver scoperto che tu mi avevi fatto le corna; mentre, la seconda, ci son andato, perché ho avuto il sospetto che tu me le avessi fatte di nuovo. In tutti e due i casi, è stata una scopata senza alcuna enfasi particolare, senza nessun coinvolgimento e, devo dire che, sinceramente, i bocchini li fai meglio tu.»
Ho letto, per un attimo, lo stupore nei suoi occhi, quando le ho rivelato che sapevo di avermi cornificato e così l'ho esortata a raccontarmi, ciò che sapevo. Ho deciso di lasciarla parlare e, nel frattempo, riempii di nuovo il mio calice di vino. Iniziò nel confessarmi quello che successe il giorno del tradimento, quando si era lasciata sedurre da un ragazzo, che frequentava la sua stessa palestra. Poi le ho chiesto se era tutto qui quello che aveva da raccontarmi, essendo io convinto che, in realtà, l'avesse fatto, come minimo, un’altra volta.
«Tutto qua? Mi sembra un po’ poco, o no?»
Ho visto Francesca deglutire, poi ha appoggiato il bicchiere che aveva in mano ed ha proseguito nella sua
«No, è vero, c’è dell’altro. Ricordi il primo anno di matrimonio, la prima estate che non lavoravo e andavo spesso al mare con la mia amica Silvia? Entrambe ci mettevamo sempre in topless, a quei tempi. Mentre eravamo sdraiate con le tette all’aria, sentivo lei che parlava al telefono con il suo fidanzato, di nome Sandro che, poco dopo, ci raggiunse in spiaggia, assieme ad un suo amico di nome Luca. All'epoca, Sandro aveva un grosso motoscafo d'altura e, raccolte le nostre cose, ci portò al piccolo porticciolo, dove ci imbarcammo sul potente mezzo; lui lo spinse subito al largo, in direzione dell'isola che c'è davanti alla costa. La giornata era splendida, il sole era caldo ed il mare calmissimo, così ci invitò a metterci nude, cosa che lui e il suo amico fecero immediatamente. Non avevo certo intenzione di tradirti, ma, sia Sandro che Luca sfoggiarono due mazze veramente notevoli. Silvia si mise subito nuda e stava seduta a prua del potente mezzo a cosce aperte, mostrando la fica già iper bagnata. Sandro si è avvicinato a lei e, mentre Luca pilotava, si è inginocchiato e le ha offerto il suo cazzo da succhiare, cosa che lei fece immediatamente. È bastato poco per farlo diventare qualcosa di veramente bestiale: un cazzone lungo ben oltre i 20 cm., di notevole spessore, che lei, un po' a fatica, riusciva a ingoiare solo a metà. Mentre osservavo la scena, mi son sentita bagnare in una maniera pazzesca; ero seduta vicino a Luca, quando lui mi ha chiesto se volevo tenere il timone in mano e, così, si è spostato leggermente indietro e mi ha lasciato il posto, affidandomi la guida del mezzo; lui si è posizionato dietro di me ed ho sentito il suo membro che cresceva, infilato tra le mie natiche. Quando le sue mani son scese in basso ed hanno cominciato a masturbarmi, mentre con la bocca mi baciava da dietro sul collo, non ho capito più niente. Lui ha spento il motore e, subito dopo, si è abbassato ed ha preso a leccarmi tra le cosce, facendomi sbrodolare come una cagna. Ho iniziato a godere sotto i colpi della sua lingua che, sapientemente, martellava il mio clitoride, mentre insisteva a scorrere lungo le pieghe della mia ostrica, scivolando giù, fin in fondo, a lambire la rosetta grinzosa del mio culetto, per poi risalire e ricominciare tutto da capo, raccogliendo tutti gli umori che sgorgavano dalla mia fica. D'un tratto, ho appoggiato le mani sul suo capo e l’ho schiacciato contro il mio corpo, perché ero scossa da un orgasmo devastante.
«Non ti fermare! Non ti fermare, che sto per godere! Oddio, vengo! Vengo! Ancora, più forte! Ora vengo!»
Ha dovuto sorreggermi, perché le gambe davano segno di cedere e lui mi ha preso in braccio e mi ha adagiato sopra il tavolo che c'era dietro di noi; poi si è sollevato in piedi e mi ha presentato davanti alla faccia uno splendido cazzo lungo, anche più del tuo, ma, soprattutto, decisamente più grosso, con una cappella che sembrava una grossa fragola, rossa e matura. Me lo ha appoggiato alla bocca e poi, lentamente, ha cominciato a pomparmi con un movimento di avanti e indietro, scopandomi la gola. Ho leccato e ricoperto di saliva quella splendida verga e, dopo averla ben bagnata con la mia saliva, ho iniziato a farla penetrare giù per la gola, fin quando son riuscita ad averla quasi tutta dentro, facendo sì che lui esultasse di gioia.
«Che bocca! Sandro, avevi ragione! Questa è più brava della tua a far bocchini! Se lo prende in fica come in gola, la farò impazzire.»
Mi ha pompato la bocca per un po', muovendo il bacino avanti e indietro e poi si è spostato; lo ha posizionato fra le pieghe della mia ostrica, completamente fradicia di umori e, con due spinte decise, me lo ha infilato tutto dentro. Ho sentito le pareti della mia vagina aprirsi, dilatarsi, per accogliere quella fantastica intrusione, che mi stava letteralmente spaccando in due. Quando è arrivato in fondo, la dura cappella è andata a sbattere contro la cervice e mi ha provocato un misto di dolore/piacere che, come una scarica elettrica, mi ha scosso il cervello, facendomi urlare per il forte godimento.
«Vengo! Oddio, mi fai venire già! Continua, non ti fermare!»
Non si è certo fermato. Ha preso a sbattermi con colpi fortissimi, facendomi urlare ancora e, mentre stavo godendo come una troia, d'un tratto Sandro si è avvicinato insieme a Silvia e, mentre lei si è messa seduta nella "dinette", lui si è avvicinato e mi ha infilato il suo grosso cazzo in bocca. Aveva appena sborrato dentro la mia amica, così mi son trovata il suo cazzo ancora quasi duro, per cui non feci resistenza a prenderlo in bocca e succhiarlo per bene. Intanto Luca continuava a sbattermi con violenza ed io godevo come una troia in calore. Mi sentivo piena, riempita sia in bocca che in fica, godevo senza ritegno, urlando a bocca piena. Ad un tratto Sandro si è seduto accanto a Silvia e, subito dopo, Luca mi ha sollevato di peso e, mentre mi teneva in braccio, si è abbassato così da far in modo che il mio culo si trovasse proprio sopra la punta del cazzo di Sandro che, aiutato da Silvia, me lo ha spinto tutto nel culo, senza alcuna esitazione. Una doppia in piena regola. Era la prima volta che la facevo ed ho goduto fin quasi a stordirmi. Mi hanno sborrato dentro entrambi e poi Silvia mi ha leccato i buchi ben farciti; per tutto il giorno abbiamo preso cazzi in ogni buco. Abbiamo chiavato con loro per altre tre volte, poi Sandro e Silvia sono andati a vivere in un'altra città e non li ho più visti, mentre con Luca non ci ho più scopato.»
Guardo allibito Francesca. Mi rendo conto che mia moglie ha fatto la troia con due maschi, senza che ne sapessi nulla, convinto che mi avesse fatto cornuto una sola volta. Sorseggio un po' di vino e sento il mio cazzo duro che preme nei pantaloni; lei se ne accorge e così mi prende per mano e mi conduce in camera da letto. In un momento siamo nudi, lei si sdraia accanto a me e mi prende il cazzo in bocca, succhiandomelo come solo lei sa fare. Chiudo per un momento gli occhi ed immagino lei inginocchiata davanti ad un altro, cui sta succhiando il cazzo; senza quasi neanche rendermene conto, le vengo in bocca all'istante. Ingoia la mia crema, poi, dopo averlo ripulito per bene, continua a succhiarlo ancora un po', per poi salirmi sopra ed infilarselo dentro; scopro che la sua figa è completamente fradicia. Si muove su di me e basta poco anche a lei per raggiungere l'orgasmo. Ha ancora il mio membro nella sua mano, quando si allunga su di me, ed unisce la sua bocca alla mia; sento, tra le sue labbra, il sapore della mia crema. La tua lingua si infila con prepotenza nella mia bocca e, insieme alla mia, esegue una danza erotica, che mi eccita ancor più. Quando si stacca, mi guarda fisso negli occhi ed io, senza neanche rendermene conto, le chiedo se c'è ancora altro da sapere. Lei sorride e poi appoggia la testa sul mio petto.
«Sì, c'è ancora qualcos'altro da sapere, ma io ti ho chiesto di esser completamente sincero con me, quindi, raccontami cosa hai fatto insieme a Federica e suo marito!»
Appoggio una mano sul suo capo e la faccio girare verso di me, la guardo negli occhi.
«Amore, io non ho fatto... Cioè, voglio dire, non c'è stato niente tra... Ecco, loro volevano provare l'emozione di un gioco un po' spinto e così mi hanno coinvolto. Volevano provare l'esperienza di un car sex, e così ho accettato di far la parte del guardone, ma son rimasto solo fuori a guardare e mi son segato, mentre loro due, in auto, scopavano. Piuttosto, dimmi, cos'altro c'è da sapere?»
Lei ha continuato a tenere il mio membro in mano, segandolo pian pianino, poi ha di nuovo appoggiato la guancia sul mio petto ed ha proseguito nella sua confessione.
«L'anno scorso anno, quando ho partecipato alla cena aziendale, ricordi, son andata insieme alla mia collega e, al ritorno, abbiamo dato un passaggio al nuovo direttore della nostra filiale della banca dove lavoro. Era Roberto, un bell'uomo sulla cinquantina. Quando siamo arrivati a casa sua, ci ha invitate a salire un attimo da lui, per il bicchiere della staffa e, una volta dentro, ho capito che tra lui e la mia collega c'era qualcosa, così, ho finto di volermene andare, ma loro mi hanno trattenuto. Son rimasta ed ho visto loro due che hanno preso a giocare, poi, la mia collega si è girata verso di me e, dopo avermi abbracciato, mi ha baciato in bocca. Non avevo mai fatto una simile esperienza e la cosa mi ha eccitato molto, soprattutto quando poi ho sentito premere sulle mie chiappe, il duro membro di Roberto, che ha preso a baciarmi sul collo ed a spogliarmi lentamente. Senza rendermene neanche conto, mi son trovata nuda, sdraiata sul tappeto a leccare la figa della mia amica, mentre Roberto, da dietro, leccava la mia. Ho avuto un orgasmo molto intenso e, subito dopo, ho sentito un grosso membro, che si faceva strada nella mia figa e riempiendola tutta, fin in fondo. La mia collega allora si è girata e si è sdraiata sotto di me; ha preso a leccarmi il clitoride, mentre lui, da dietro, mi pompava con forza. Stimolata da sotto e pompata da dietro, ho avuto due orgasmi sconvolgenti e poi, d'un tratto, lui ha preso a sborrare, lo ha tirato fuori e mi ha schizzato sopra la figa, facendo colare il seme sulla bocca della mia amica, che era lì ad attendere quella conclusione. Abbiamo continuato a leccarci a vicenda tutte e due, mentre lui, ben presto ha avuto di nuovo il cazzo duro e così, prima ha scopato un po' la mia amica, poi mi ha messo di nuovo a pecora e mi è entrato deciso nel culo, con una spinta secca, che mi ha anche fatto un po' male. Anche in questo caso, lei da sotto, mi leccava ed io ho goduto come una maiala, soprattutto quando lui, dopo il mio ennesimo orgasmo, si è sfilato, ci ha fatto mettere guancia a guancia, per poi schizzarci la sua sborra in faccia, definendoci troie! Ho scopato con lui altre tre volte, fin quando non ha avuto un infarto è andato in pensione anticipata. Adesso sai per fila e per segno tutte le corna che ti ho messo e questo dovrà esser ben chiaro tra di noi; se mettiamo al mondo un figlio, dobbiamo far in modo che la nostra unione funzioni, quindi io mi son svuotata la coscienza e credo che anche tu abbia fatto lo stesso; ora non ci resta che decidere su due cose: la prima, è come la metteremo se uno di noi due ha voglia di far sesso extraconiugale; la seconda, è: riusciremo ancora ad esser sinceri coì come abbiamo fatto ora? Perché, se tra di noi non c'è lealtà e sincerità, la nostra unione non potrà funzionare e, di conseguenza, la creatura che metteremo al mondo, si troverà in serie difficoltà ed io questo non lo voglio per niente.»
Mentre parlava, sentivo il mio cazzo tornare di nuovo duro e, dopo averla fatta sdraiare sotto di me, mi son messo tra le sue cosce e gliel'ho infilato tutto dentro; ho cominciato a sbatterla come un ossesso. Lei ha iniziato a godere e ad incitarmi ancora di più a scoparla quanto più forte possibile.
«Dai, amore, chiavami più forte! Il tuo cazzo mi fa impazzire! Mi rendo conto di aver fatto la troia, mettendoti più di un paio di corna, ma il mio cuore è sempre stato tuo, anche se il mio corpo, di tanto in tanto, era a disposizione della frenesia di qualcuno. Scopami forte, amore, che vengo!»
L'ho scopata davvero bene, facendola venire più volte; lei ha goduto fino a sentirsi stremata, poi, sono venuto dentro di lei e, sfinito a mia volta, mi son sdraiato di lato. Per qualche istante siamo rimasti in silenzio, poi ho avanzato una proposta a mia moglie.
«Mettiamo al mondo un figlio! Continuiamo ad esser sinceri come lo siamo stati questa notte e, soprattutto, quando uno di noi due ha voglia di una scopata extra, senza crearci dei problemi troviamo la persona giusta e lo facciamolo insieme! Sì, non guardarmi con espressione stupita: facciamolo insieme, significa che, quando tu avrai voglia di un altro cazzo, te lo dovrai chiavare davanti a me e, se io avrò voglia di qualcos'altro, lo farò con te presente.»
Lei mi ha abbracciato, baciato e detto che era perfettamente d'accordo con me. Abbiamo fatto tutte le analisi necessarie e, un anno dopo, lei ha partorito uno splendido maschietto. La nostra unione è diventata ancora più forte, anche per il fatto che, durante la gravidanza, lei ha voluto farsi scopare da un altro maschio, davanti a me e, sempre insieme, abbiamo anche ospitato una coppia con lei incinta, ed abbiamo fatto uno scambio di coppia, provando la forte emozione di vedere il proprio compagno interagire con un'altra persona. Ora sto cambiando il pannolino a mio figlio, mentre mia moglie è sdraiata nel letto coniugale, mentre si fa montare da due maschi molto dotati, perché aveva voglia di una doppia penetrazione in piena regola!
Sono un cornuto? Non m'interessa, né me ne faccio un problema! Tutto quello che so, è che amo mia moglie, lei è sincera con me e nostro figlio crescerà sano e felice tra genitori che si amano alla grande.
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2 months ago
baxi18, 55
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Una coppia speciale.
Marco e Laura vivono insieme da anni. Si erano incontrati per caso, ma sarebbe più giusto dire scontrati in un parcheggio, quando lei urtò la macchina nuova di lui. Dopo un momento di puro furore, lui, uscendo dalla macchina, si vide davanti una splendida femmina, venticinque anni, alta, probabile quarta di seno, con tutte le curve al posto giusto.
«Mi scusi, non l’ho fatto apposta.»
Esordì lei. Lui, da quel momento, si era già dimenticato del danno, era rimasto affascinato da lei. Si scambiarono i rispettivi dati per l’assicurazione e scoprirono che abitavano nella stessa via, ma a qualche km di distanza; lei, che aveva avuto i danni minori, si offrì di accompagnarlo al lavoro nei giorni in cui la sua auto sarebbe stata in riparazione. Da quel momento, cominciarono a frequentarsi e, a finire a letto insieme, il passo fu breve. Va detto che la prima volta fu un po' tesa per entrambi; venivano da esperienze alquanto deludenti e, nello scoprirsi disinibiti, fece loro sciogliere la tensione. Decisamente fu un buon inizio, che diede seguito ad altre occasioni di sesso, cui entrambi partecipavano in maniera un po' limitata. Fu dopo l’ennesima scopata che lui si decise a parlare.
«Sono consapevole delle mie doti e dotazioni, non proprio al massimo. Tu mi piaci, con te mi trovo proprio bene, sei calda, un po' frenata nell’iniziativa, ma poi, quando ti scateni, sei il tipo di donna che ho sempre cercato, quindi, se non ti vada bene, dimmelo e pace.»
Lei lo guardò con occhi lucidi.
«NO! Non è come pensi, tu sei fantastico; è che io... non so come dirtelo. Con te sto bene, mi piace tutto, è che, in passato, ho avuto delle fregature a fidarmi per cui mi è un po' difficile lasciarmi andare, ma tu mi piaci tantissimo.»
Dopo questo chiarimento, le cose migliorarono. Continuarono a frequentarsi e, un giorno, decisero che sposarsi era una cosa da fare per avere la giusta libertà in tutto. Passato il primo anno, il loro rapporto sembrava destinato alla monotonia, quando una sera, a letto, parlando di un collega di lei che le faceva una discreta corte, lui scoprì che, a pensare che lei potesse tradirlo, lo faceva eccitare tantissimo. La prese con impeto, si scatenò, le cominciò a leccar la fica, immaginava che da quelle labbra dolci, che stava succhiando, potesse sgorgare la sborra del suo amante che l’aveva appena posseduta e si mise a succhiarla come un assetato, facendola impazzire di gioia.
«Sì… così … vengo!»
Le sue grida riempirono la stanza e, per non spaventare i vicini, lui si rigirò e le infilò il cazzo in bocca.
«Sì … dai, succhiami!»
Urlò lui, cosa assolutamente superflua, dal momento che lei lo aveva ingoiato tutto. Poi la prese con impeto, le infilò dentro il cazzo in un solo colpo, mentre lei si divertiva ad esortarlo.
«Dai … sì … spingi … dai …spaccami…»
E lui la pompava sempre con nella testa l’immagine di lei fra le braccia di un altro. Fu una scopata sconvolgente, l’orgasmo arrivò nello stesso momento per entrambi, lui le riversò dentro un fiume di sborra. Sfiniti, col fiato corto, si distesero l'una accanto all’altro, lui le chiese se le era piaciuto, ma lei esitò qualche istante nel rispondere.
«Mi hai sconvolto, ma ho avuto l’impressione che stessi scopando come se gareggiassi con un altro. Scusa, mi rendo conto della cazzata, ma ho avuto questa impressione.»
Lui la baciò con tutto l’amore che provava per lei, quindi confessò la sua fantasia.
«Sì, in un certo senso hai ragione, ma non so come spiegarti, perché quello che ti dirò potrebbe offenderti. Per un momento ho immaginato che tu, mentre parlavi del tuo collega, potessi averci scopato.»
Lei ebbe un sussulto, lo guardò con occhi stupiti, lui si sentì gelare.
«Scusa, non volevo offenderti, ma mi sono eccitato, sai … io non…»
Lei lo abbracciò fortissimo, poi anche lei scoprì le sue carte.
«È vero, mi rendo conto che non sono una super fica, ma non credevo che ti potessi eccitare così, ma se ti fa piacere, o se mi scopassi sempre così, allora puoi pensare quello che vuoi.»
Fu l’inizio di una nuova vita per entrambi. Da quella sera, cominciarono a fantasticare su tutto e tutti. La cosa che, per molto tempo, li rese due assatanati di sesso, fu il racconto di come lei aveva scoperto il sesso. Laura, all’inizio era titubante, ma poi, dietro le forti insistenze di lui, si lasciò convincere.
Tutto era iniziato un’estate, lei aveva solo diciassette anni, era in vacanza dai suoi nonni in campagna. Una mattina erano tutti spariti, lei si rese conto di esser sola e, cercando di capire dove potessero essere, arrivò al casale vicino casa, dove il vicino, il vecchio Bruno, aveva un toro da monta. Quella mattina facevano montare la giovane vacca di suo nonno. Lei si ritrovò nascosta dietro il fienile. C’erano il nonno, Bruno e la moglie di questi. Lei si nascose dietro il fieno e si vide tutta la scena del toro che montava la vacca. Lei non aveva mai visto un simile spettacolo: erano tutti eccitati, lei si sentiva bruciare fra le gambe, mentre con lo sguardo fisso sul cazzo del toro, sentiva un languore allo stomaco. Era eccitata, lo vide infilare quel meraviglioso arnese dentro la vacca, lo vide spingere e la femmina muggire, soddisfatta. In lei, in quel momento, prese forma l’idea che quello era un vero cazzo! Tutti assistevano eccitati alla monta. I due maschi si divertivano a stuzzicare la femmina che avevano vicino e, quando l’animale finì e scese dalla vacca, la donna si avvicinò, mentre commentava che la vacca doveva essersi divertita, si mise a sfidare i maschi ad esser all’altezza del toro. Ne seguì che il nonno si mise a strusciarsi alla moglie di Bruno, che, a sua volta, si faceva succhiare il cazzo, poi, tutti e tre si distesero sul fieno vicino a lei e la donna si prese il cazzo del nonno dentro il culo, con un grido misto di dolore e piacere.
«Piano! … Mi fai male! Porco! … sì … dai spingilo tutto dentro!»
Mentre si godeva il nonno, l’altro si mise in modo da infilarle il cazzo in fondo alla gola.
«Dai, succhiami bene, che poi ti scopo!»
Disse il marito. Poco dopo mise in atto quanto previsto. La fece girare, senza sfilarle il cazzo dal culo e, in un solo affondo, le piantò tutto il palo dentro la fica. Lei ebbe un grido da animale ferito, la bocca era spalancata.
«… aaahhhhiiiii…Piano! … Siete due maiali bastardi!»
Poi, cominciò a godere.
«Sì … dai, più forte! …VENGO! … mi fate morire!»
Urlò con tutto il fiato che aveva. Per Laura fu uno spettacolo fantastico. Lei sentì forte il bisogno toccarsi la micetta bollente, regalandosi alcuni orgasmi sconvolgenti. Nei giorni che seguirono, si mise di punta con suo nonno. Lui aveva il cazzo più grosso di tutti, lei lo voleva. Alla fine lui, una mattina, la fece inginocchiare nella stalla e tirata fuori la sua bestia, le impartì i primi rudimenti.
«Dai piccola, vediamo che sai fare; succhialo bene.»
Ma, per quanto la sua bocca fosse ampia e le labbra carnose, a mala pena riuscì a infilarne la metà. Lo succhiava con vero impegno, lui godeva:
«Sì …da brava, succhia così! … sei proprio brava… meglio di tua nonna.»
Lei nell’udire quelle parole, sentiva la fighetta bruciare di desiderio. Quando stava per decidersi a farsi scopare, lui le infilò di più il cazzo in gola e venne.
«…UHUMMM … piccola… sì … bevi e ingoia, che ti crescono le tette.»
Una serie impressionante di schizzi si riversò in bocca, lei cercava di contenere tutto, ma alcuni rivoli le fuoruscirono dalle labbra, era buona, era dolce e subito la trovò piacevole. Lui si calmò, lei raccolse anche le gocce uscite, lui sorrise.
«Mi hai sfinito! Questa mattina mi sono scopato tua nonna, ora sono esausto. Vorrei farti godere, ma sono ammosciato. Però, se vuoi, io…»
E così dicendo la sollevò e la distese su di una balla di fieno. Le tolse le mutandine fradice, si mise a leccarle la fica con la sua rugosa lingua. Faceva su e giù in maniera da introdurre la punta, ogni volta che percorreva lo spacco. Lei cominciò a godere come mai prima.
«Sì … mi … fai …no! … vengo! … sì … Vengo! ... continua!»
Fu scossa da brividi incredibili, che la facevano tremare tutta. Per tutta l’estate, lui continuò a farle succhiare il cazzo, lei divenne bravissima, ma, sebbene volesse di più, non vi fu nessuna possibilità. Durante l’inverno, aveva avuto altri cazzi da succhiare, ma mai nessuno tanto grosso quanto quello di suo nonno o Bruno. Decise che spettasse a loro il dovere di sverginarla. L’anno dopo, preferì passare alcuni giorni in campagna da suo nonno: era decisa a mettere in pratica la sua idea. Passarono alcuni giorni e lei si divertiva a provocare i due maschi, tanto che Bruno, un giorno, chiese a suo nonno.
«Ma la ragazzina è in calore, come una vacca?»
Lui sorrise e annuì.
«Credo che voglia esser montata.»
L’occasione arrivò con la mietitura. Di giorno mietevano e poi, con il fresco della notte, facevano i covoni. Quella sera finirono verso le undici, mangiarono dei panini. Mentre mangiavano, lei notò che suo nonno e l’altro, si divertivano a far bere le donne, ma non lei. Le fu chiaro che volevano ubriacarle, cosa che avvenne poco dopo. Sbronze, le donne si addormentarono. Essi, allora le proposero di andar a fare il bagno al fiume, cosa cui lei aderì con piacere. Raggiunto il posto, si misero nudi. Immersi nell’acqua incominciarono a toccarla dappertutto, lei si eccitava tantissimo, loro avevano già i cazzi durissimi. La portarono a riva e, distesala sull’erba, cominciarono a leccarla tutta. Erano due demoni, le cui mani erano presenti in ogni parte del suo corpo. Lei era in preda ad una frenesia tremenda: li voleva, li succhiava, li prendeva in bocca.
«Sei proprio brava!»
Le dissero insieme. Poi suo nonno si distese supino, lei salì su di lui e si impalò su quel magnifico palo. Sentiva la grossa cappella aprirsi la strada in lei, lo sentiva penetrare nella sua fica, che si dilatava al passaggio di quella enorme nerchia. Lei non provò nessun dolore, ma solo piacere, che divenne orgasmo nel preciso istante in cui lui raggiunse il fondo.
«Oddio che bello! … sì … VENGO!»
Urlò, tremando tutta. Aveva avuto il suo primo orgasmo; era quasi svenuta dal piacere. Mentre scopava con suo nonno, l’altro le aveva piantato il cazzo in gola. Letteralmente dentro la gola. Lo succhiava con determinazione, ma lui aveva un’idea diversa dal venirle in bocca. La fece distendere sul nonno e, lubrificato il culo con della saliva, cominciò ad entrar lì.
«Fa piano, credo che sia vergine anche lì.»
Suggerì suo nonno, mentre agevolava l’amico ad entrare. Lui fu delicato, ma, appena dentro, prese a pomparla con impeto e forza. Lei, in preda ad un delirio erotico, prese ad incitarli.
«Si … forza, spanatemi tutti i buchi! …vengo! … godo! … sì, spaccatemi, tori meravigliosi … come una vacca!»
La scoparono tantissimo, sborrando insieme dentro di lei. Lei si mise d’impegno e riuscì a farli tornare duri. Il seguito fu che i due si scambiarono i posti. Quando suo nonno entrò nel culo, lei ebbe un brivido di paura, ma il piacere che la sommerse, fu tantissimo. Dopo quella notte, solo due altre volte lei ebbe l’occasione di scopare con loro. Poi i suoi genitori si trasferirono in un’altra città per lavoro, lei avvertì subito la mancanza di un grosso cazzo che potesse riempirla. Per due o tre anni non riuscì mai a trovare un vero toro, che la facesse godere tanto. Poi un giorno, per caso, vide un muratore, che stava lavorando alla ristrutturazione di casa sua, pisciare. Aveva un cazzo degno di questo nome, era grosso e molto largo di circonferenza. Decise di averlo. Notò che lui, a differenza degli altri, non andava a pranzo a casa, ma se lo portava e mangiava sul luogo di lavoro. Tornò casualmente a casa durante la pausa pranzo, lo vide solo che mangiava, gli si parò davanti e, sollevata la gonna, gli mostrò la fica nuda.
«Io, anzi lei, avrebbe fame.»
Lui non se lo fece ripetere due volte. Tirò giù i pantaloni, scoprendo quel magnifico cazzo già semiduro. Lei si inginocchiò, lo prese in mano e se lo portò alla bocca. Lui le pompava il palo dentro la gola.
«Da brava ... succhialo, che poi te lo pianto dentro.»
A quelle parole lei si scioglieva. La sua fica era un lago, si sollevò e, giratasi si mise a 90 gradi.
«Che aspetti, dai ti voglio!»
Le infilò dentro il cazzo in un colpo solo. Lei ebbe un orgasmo immediato.
«Aprimi tutta! Sì… dai, fammelo uscire dalla gola!»
La pompava con impeto, quasi con violenza. Godette come non faceva da tempo. Le sborrò dentro, spingendo sempre più in profondità quel magnifico palo.
«Sì … vacca … tieni sborro!»
Da quel giorno, lei divenne la sua amante e, per tre anni, fino a che la sua ditta non lo mandò a lavorare all’estero, passò del tempo, durante il quale, lei non riuscì più a trovare un altro toro degno di quel nome, poi, casualmente il destino le fece incontrare Marco. Lei decise che, per ora, andava bene così. Era dolce, fantasioso a letto, pur essendo normodotato ci sapeva fare, aveva un qualche cosa di porco, che a lei piaceva, anche se non sapeva bene cosa fosse. Durante tutti i suoi racconti, lui la scopava con incredibile libidine, eccitandosi sempre più alle sue parole. Poi fu la sua volta di raccontare le sue esperienze di maschio. Marco sorrise: lui di cose non ne aveva molte, viveva in una famiglia dai principi rigidi. Tutte le sue esperienze giovanili si erano ridotte a tante seghe. Durante il militare, una sera che era in libera uscita, vide una splendida fica e decise di farsi una scopata. Lei lo invitò a casa sua, si spogliò e solo allora lui si rese conto che lei era, in realtà, un travestito con perfette sembianze femminili. Era eccitato, lei gli fece subito un pompino e lui venne immediatamente. Lei sorrise e continuò a succhiarlo, il cazzo rimase duro, lei si girò e lui le infilò il cazzo in culo. Fu sconvolgente, godette come non mai. Dopo essersi calmati, lei chiese se gli era piaciuto e se sarebbe tornato di nuovo, lui disse di sì e, nei mesi successivi, non solo lui l’inculava con forza, ma una sera, mentre lei gli succhiava il cazzo, si girò e lui si trovò davanti alle labbra il cazzo di lei, per cui lo prese in bocca. Fu bellissimo, lo succhiò e ne godette tanto e, quando lei sborrò, Marco ingoiò tutto. Aveva fatto il suo primo pompino. Dopo questa esperienza il travestito, sorridendo, gli fece una nuova proposta.
«La prossima volta, ti inculo io!»
E fu così. Per quanto lui era sempre affascinato dalle donne, dopo quella volta, prese a non disdegnare anche un bel cazzo in gola o in culo. Dopo essersi rivelati il loro passato, Marco e Laura cominciarono a viver il loro rapporto felicemente. Consapevoli dei loro desideri ed esperienze, la loro vita sessuale ha avuto un diverso indirizzo. Prima hanno frequentato alcuni prive', ma, poco dopo, si son resi conto che era troppo scontato. Allora hanno pubblicato un’inserzione su un sito apposito, dove selezionare le persone giuste e i calibri desiderati. Lei si è rivelata inflessibile sulle dotazioni desiderate. Spesso incitava i suoi amanti a sfondare il culo a lui, che impazziva di piacere, sia nel veder la sua donna scopata da tutti liberamente. Oppure si eccitava nel sentire in che modo avevano goduto di lei e, questo lo eccitava tantissimo, come si eccitava quando un bel cazzo lo penetrava e lo pompava divinamente. Tre giorni fa, hanno festeggiato il loro decimo anniversario con una gang, veramente tremenda. Durante l’orgia, cui hanno partecipato dieci selezionatissimi super, ma super per davvero, extra dotati, lui ha potuto vedere quanto sia diventata vacca la sua Laura. Mentre uno le infilava il cazzo in fica e un altro si accingeva alla solita inculata, il primo lo ha esortato a penetrarla anche lui nella fica. Entrambi le sono penetrati dentro, ed è stato qualcosa di incredibile. Due extra insieme e direttamente nella fica! Lui è rimasto basito, mentre lei ha cominciato a godere da paura.
«Sì, ne prendo due: cazzo! …. Piano! … Mi sfondammmummmm…»
Un altro le si era appena infilato in bocca. È quasi svenuta dal tanto godere. Incredibilmente lo hanno fatto anche con il culo: in due dentro, anche dietro. Dopo averle ben lubrificato il buco, ampiamente spanato, le hanno infilato due cazzi insieme, ed anche qui lei ha goduto da urlo.
«PIANO! piano! Mi SGARRATE IL CULO! … porci sfondatemi …sì che … Godo! bellissimo!»
La sborra è schizzata a fiumi. Entrambi li hanno spremuti come limoni e si son fatti riempire tutti i buchi. Stremati, son rimasti distesi sul letto, lui ha abbracciato la sua Laura e, con la bocca ancora piena di sborra, l’ha baciata, e le ha sussurrato:
“Buon anniversario, amore.”
Penso siano una coppia veramente speciale.
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2 months ago
baxi18, 55
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In trepidante attesa.
Mi chiamo Gianmarco, 42 anni, sono di media statura, capelli leggermente brizzolati, occhi scuri, fisico assolutamente normale, né grasso né magro. Da oltre 12 anni, sono sposato con Letizia, che di anni ne ha 40. Se io sono un maschio nella norma, lei è una strafiga da paura! Alta m. 1.75, capelli rossi e ricci, occhi verdi, una splendida bocca larga e labbra molto sensuali, una meravigliosa quarta di seno, un bel ventre piatto e un meraviglioso culo a mandolino, che sovrasta splendide cosce lunghe e ben tornite. Stiamo insieme da 15 anni e, sia durante il fidanzamento che, in particolare, dopo il matrimonio, ho preso ad apprezzare la condizione di cuckold. Mi è sempre piaciuto veder mia moglie corteggiata, insidiata e desiderata da altri maschi e, questo fatto, ha creato un'intesa tra noi, che va ben oltre i normali canoni del rapporto matrimoniale. La nostra complicità ci porta a vivere situazioni talmente intriganti e belle, da farci godere di situazioni che, a prima vista, potrebbero sembrare strane o sconvenienti. Una di queste situazioni si verificherà domani sera, quando Letizia andrà a cena con i suoi colleghi di lavoro. È impiegata in un gruppo finanziario e, nel suo ambito lavorativo, è abbastanza nota per esser una femmina calda e vogliosa che, quando decide di godere, si lascia scopare anche da più maschi insieme. Ciò che però mi fa impazzire, è come tutta questa cosa viene organizzata. Io e lei, con il tempo, abbiamo realizzato un vero e proprio percorso, che ci consente di godere, in maniera diversa ma, nello stesso tempo, uguale sia per sensazioni che per il piacere che ci dona. Quando lei esce a cena con i colleghi, o altre persone, per prima cosa si mostra ai miei occhi eccitati, mentre si prepara e si abbiglia per l’occasione. Segue sempre un rituale ben preciso. Dopo aver passato una mattina dall'estetista e dalla parrucchiera, una volta a casa, si prepara per la sua uscita serale. La prima cosa che fa è una doccia, poi, nuda, entra in camera da letto e, sull'intero corpo, si spalma una crema idratante, che fa diventare la sua pelle morbida e liscia, come una pesca. Nel frattempo io, dietro sua specifica richiesta, ho preparato sul letto tutto ciò che lei ha deciso di indossare per la serata. Intimo molto fine e bello. In buona sostanza, ciò che indosserà come intimo, sarà un reggiseno nero di pizzo finissimo, come il perizoma e reggicalze coordinato, per sostenere delle calze velatissime che fasciano le sue splendide cosce. Sopra avrà una gonna nera che le arriva a metà coscia e fascia il suo culetto, rendendolo ancor più invitante e sensuale. Infine una camicetta bianca, da cui trasparirà l’intimo, e sarà tenuta molto sbottonata, per mostrare il suo favoloso decolté. Ai piedi calzerà degli stivaletti dall’immancabile tacco alto e sottile. Naturalmente assisto a tutta la preparazione e lei si lascia guardare con estrema malizia. Una volta che lei è uscita, la prima cosa che faccio è quella di andare a controllare sotto il cuscino del letto, dove è posizionato un segnale particolare che serve a rendere il gioco ancor più eccitante. Se lei ha deciso di scopare con la persona con cui esce, posiziona sotto al cuscino, il perizoma che ha indossato per l'intero giorno, altrimenti, se non ha voglia, non vi mette niente. In questo caso, mi ha detto che sarà presente alla cena il suo direttore generale, con cui lei scopa regolarmente, quindi, so già che si farà sbattere da lui e farà la porcella con lui al massimo delle sue possibilità, per completare il tutto con me, quando rientrerà a casa. Ecco, è questo il bello del nostro gioco: sì, perché per noi questo è un gioco! Lei può scopare con chi vuole, ma non lo fa perché non sono in grado di soddisfarla, bensì perché con gli altri crea situazioni che, in realtà, ci sconvolgono da morire. Per noi è estremamente eccitante portare avanti questo gioco, che prevede che io resti in attesa del suo ritorno, affinché mi faccia godere a raccontarmi come si è fatta possedere, montare e riempire in ogni buco. È una cosa che fa con il piacere di entrambi, perché sa quanto saremo eccitati una volta che saremo di nuovo assieme. Può sembrare assurdo, pazzesco, assolutamente incredibile, eppure mia moglie gode dopo, ossia quando torna e gioca con me, raggiungendo un tipo di orgasmo che è assolutamente diverso da quelli che avrà provato con i maschi con cui è stata. È una questione celebrale, oltre che fisica, che rende il nostro rapporto unico, incredibile, e assolutamente pieno Ora, appena uscita, son andato in camera a prendere il suo perizoma ed ho iniziato ad annusarlo, per recepire l'odore della sua fica. Poi, verso mezzanotte, mi spoglio e mi infilo sotto le coperte tutto nudo, aspettando il suo rientro. Mentre aspetto, inizio a toccarmi, riprendendo ad annusare il suo perizoma, strofinandolo sulla cappella, ormai completamente eccitato. È una sensazione incredibile! Unica! Sono preso dall'eccitazione e comincio, mentre mi masturbo, a inveire contro di lei, con frasi sempre più pesanti.
“Ma che troia che sei! Una puttana da bordello! Una zoccola che si fa sbattere da tutti! Dai, torna a casa, lurida puttana! Torna da tuo marito, che non ne può più di aspettarti! Dai, torna dal tuo maritino in calore!"
Io intanto continuo a toccarmi e sono eccitato al punto che devo rallentare, altrimenti vengo prima che arrivi mia moglie. Per qualche istante mi fermo, faccio dei profondi respiri, perché non voglio venire. Poi, però, la mia mente viene di nuovo sconvolta dall'odore della sua fica che promana dal suo perizoma e farmi riprendere lo strofinio della cappella contro le lenzuola. Chiudo gli occhi ed immagino lei stretta tra uno o più maschi, che gode, che urla di piacere, che viene riempita in ogni buco. Tutto questo mi ha eccitato così tanto, che mi sprona a scriverle un sms con cui l'imploro a tornare, perché non ce la faccio più. Lei mi risponde in maniera secca e categorica.
“Non provare a schizzare: resisti, che tra un'ora torno; se non fai come dico, non te la faccio più né vedere, né assaggiare!”
Naturalmente queste sue risposte hanno l'effetto contrario, perché io mi eccito ancora di più. I secondi sembrano minuti ed i minuti sembrano non passare mai. Alla fine, anche se dopo un po' di tempo, mi perviene un suo messaggio, con cui mi informa: "sto arrivando!" Incredibilmente la mia eccitazione si calma, sono pronto: adesso si gioca! Aspettare fino a questo punto, è stato qualcosa di eccitante, sconvolgente, forte e doloroso, ma, da questo momento in poi inizia il piacere vero e proprio. Mi infilo il suo perizoma che ho annusato per tutta la sera, mi sistemo a pecorina sul letto ed aspetto, come una vacca in calore, il suo arrivo. Anche questo fa parte del rituale del nostro gioco. Quando lei entra, deve trovarmi carponi sul letto, con il viso appoggiato al materasso, inginocchiato e con il culo in aria. Appena la sento entrare in soggiorno, ho un sussulto e devo trattenermi dal non sborrare: sono talmente eccitato, che basterebbe veramente poco ed è questo il momento più difficile dell'intera serata. Entra in camera e prima si gusta lo spettacolo di un uomo completamente eccitato e sottomesso ai suoi ordini; poi si avvicina e, da dietro, mi infila la mano tra le gambe, prendendo in mano il cazzo. Comincia a menarmelo da dietro, come se stesse mungendo una vacca e mi racconta quanto è stata porca e provocante, con i colleghi di lavoro, e di quanto si sia fatta sbattere dal suo capo.
«Molto bene! Vedo che hai eseguito alla lettera i miei ordini e questo mi fa molto piacere. Ora, mentre ti mungo come una vacca, ti racconto di come quel magnifico toro del mio capo, mi ha portato nel parcheggio del ristorante e, dopo avermi fatto sdraiare sul cofano della sua Maserati, mi ha strappato il perizoma ed ha preso a masturbarmi a cosce aperte, in mezzo al piazzale, con il rischio di esser visto da chiunque passava. Mi ha fatto godere, masturbandomi, poi mi ha fatto abbassare e mi ha infilato in bocca un cazzo che è il doppio del tuo: quasi mi soffocava, da quanto me lo ha spinto giù per la gola, dicendomi che ero la sua troia. Mi ha scopato un po' in bocca, poi mi ha sollevato e, dopo avermi aperto le gambe, mi ha fatto sdraiare sul cofano e me lo ha spinto tutto dentro; ha preso a sbattermi come una puttana da strada! Ho goduto molto nel sentirmi sfondare da lui e poi, quando ho sentito che era prossimo a sborrare, ha stretto le gambe dietro di lui e mi sono fatta riempire tutta per te!»
Sentire il suo racconto mi sconvolge e lei lo sa benissimo, perché aspetta solo che io sborri. Il mio cazzo esplode facendomi avere dei sussulti di godimento totale! Una sborrata, oserei dire, colossale! E lei sorride, contenta, mentre continua a mungere il mio cazzo.
«Bravo, il mio cornuto! Svuotati tutto! Lasciami spremere fino all'ultima goccia, perché adesso voglio godere anch'io!»
Finito di esser munto e di godere, mi giro verso di lei che si è già messa in posizione sul letto. È rimasta vestita, con stivali e tutto il resto. Apre le gambe in modo osceno e mi accorgo che il perizoma che aveva quando è uscita, ora non c’è più e, in qualche modo, conferma le sue parole. Tutto questo mi sconvolge ancor più e, eccitato, infilo la testa fra le sue gambe, prendendo a leccarle la succosa e bagnata fica, stracolma del nettare del suo amante. Anche lei, come me, resite per poco e, dopo un attimo, ha un orgasmo violento.
«Vengo, porco! Continua a leccarmi! Senti come mi ha sfondato quel maiale! Senti come mi ha riempito di crema prelibata, per te! Amore, vengo, continua! Leccami tutta!»
Gode e si rinnova il piacere del nostro gioco. Poi, mentre lei si gode il suo orgasmo, io mi riprendo in mano il cazzo, ancora eccitato, e lei di colpo mi spinge di lato e mi cavalca. Sento il mio membro scivolare dentro la sua vagina ancora intrisa di sborra e la sento aperta, dilatata; lei mi scopa muovendo il bacino avanti e indietro, fin quando gode di nuovo. L’orgasmo che ha provato è stato devastante per lei.
«Vengo! Finalmente, godo! Amore, mi fai godere solo tu! Quel porco mi ha scopato, son venuta, ma non ho goduto! Amore, è adesso che godo per davvero! Sborrami in faccia, dai, adesso!»
Lei se lo sfila, io lo impugno e mi sego davanti alla sua faccia, come un pazzo furioso, fino a farlo emettere altra sborra, ma, questa volta, sulle sue labbra e viso. Restiamo immobili, sconvolti e senza fiato, poi mi avvicino alle sue labbra e cominciamo a baciarla ed a limonare, gustando e trasmettendoci la sborra ancora calda da una bocca all'altra; mentre facciamo questa porcata, lei mi sega ancora ed io le pianto tre dita nella fica, prendo a masturbarla furiosamente, fin quando non raggiunge l'orgasmo totale, quello finale.
«Amore, vengo! Vengo, non ti fermare! Bellissimo! Amore, vengo!»
Mi abbraccia, mi bacia e si stringe forte a me con le lacrime agli occhi per la gioia. La sua voce e le sue parole sono la più bella melodia che un uomo possa mai sentire.
«Grazie, amor mio! Anche questa sera mi hai fatto vivere delle emozioni davvero sconvolgenti! Sei una persona fantastica, che ha capito che io ho bisogno di queste sensazioni forti, che si possono vivere solo se la coppia è unita e si ama come noi due. Come ti ho detto, ho scopato con lui, ma ho goduto con te. Non è il suo cazzo grosso che mi ha fatto impazzire, ma la sensazione che mi stava riempiendo la figa, perché sapevo che tu avresti voluto leccarla; ciò è servito a farmi tornare al più presto possibile da te. Ti amo. Sei la persona più importante che sia mai apparsa sulla terra ed io sono la donna più fortunata del mondo a poterti stringere fra le mie braccia e godere con te!»
Le do un bacio carico d'amore e poi ci lasciamo avvolgere dalle braccia di Morfeo.
Forse agli occhi di tanti, io sono un cornuto e lei una puttana, ma a noi non interessa niente di tutto questo. Noi siamo convinti che questo nostro modo di far sesso, sia quello più appagante e, nello stesso tempo, più trasgressivo tra quelli mai provati.
Quindi non c'interessa granché del giudizio della gente.
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3 months ago
baxi18, 55
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Quella puttana della sposa.
Mi chiamo Paolo, ho 27 anni, sono un ragazzo normale, di media statura, moro, occhi scuri, fisico snello, non palestrato. Sono anche un tipo simpatico, allegro, con un piccolo problema, che mi ha reso la vita fino a questo momento non troppo felice. Il mio piccolo inconveniente è costituito dal fatto che ho tra le gambe un membro di circa 25 cm e, soprattutto, di notevole spessore. È questo che, fino ad ora ha costituito per me un serio problema. Non è facile trovare delle coetanee, che apprezzano una simile dotazione. Da qualche mese ho risolto il problema grazie ad un'amica di mia madre, la signora Maria. Lei è una cinquantenne, che si dice abbia sempre fatto una vita molto allegra e spensierata, fin da quando era ragazza. In effetti è una bella donna, alta, bionda, con una quarta di seno ed un bel culo tondo, che amo sfondare ripetutamente. Nella sua vita ha avuto due mariti, il primo ha divorziato poco dopo la nascita di sua figlia Pamela, avvenuta circa una ventina di anni fa, perché l'aveva sorpresa a letto con due maschi e il marito se n'è andato portando con sé la figlia. Dopo di lui, ha avuto un altro marito, molto più anziano, dal quale ha avuto un figlio, Marco, un ragazzo che conosco abbastanza bene. Di Pamela non so molto, se non il fatto che ha vissuto per tanti anni con suo padre ed è tornata in città, solo dopo la morte di lui ed è andata a vivere con sua madre. Maria l’ha fatta assumere nello stesso studio dove lavora lei, come impiegata. Poco dopo questa assunzione, Pamela si è legata sentimentalmente al figlio del titolare dello studio, un puttaniere di prima categoria. Vedovo da alcuni anni, son sicuro che, oltre a portarsi a letto Maria, deve aver dato anche una bella ripassata a Pamela. Come dicevo, lei si è fidanzata con il figlio del titolare, un ragazzo dall'aspetto poco eclatante, rispetto alla bellezza di Pamela, che è una bella donna, alta, snella con una quarta di seno ed un culo a mandolino spettacolare, mentre lui è un ragazzo bassino, abbastanza cicciottello e mi son sempre domandato cosa avesse trovato Pamela in lui. In effetti la spiegazione è relativamente semplice: ha un sacco di soldi e le lascia tutta la libertà possibile, inoltre sono anche convinto che è il padre, il vero toro da monta di Pamela. La conferma a questo mio sospetto è venuta a galla proprio oggi, durante la cerimonia del matrimonio tra Pamela e Luigi. L'evento si svolge in una villa seicentesca presa in affitto dal catering per la cerimonia. La villa ha annessa anche una piccola cappella, dove verrà celebrato il matrimonio e tutti gli invitati sono già arrivati e aspettano la sposa. Io mi sto annoiando e, così, decido di far un giro per la villa, perché ho anche voglia di far pipì. Chiedo ad un cameriere dove posso trovare una toilette e lui mi indica lo scalone che porta al piano superiore; salgo e mi trovo davanti ad un corridoio, dove sono presenti diverse porte. Provo ad aprirne alcune e scopro che la maggior parte son chiuse a chiave e, quando arrivo in fondo al corridoio, vedo che questo fa un angolo con un’altra porta. La trovo aperta ed entro dentro; mi trovo nella stanza che, forse, è adibita alla camera riservata alla sposa, perché sul letto c'è il suo abito da sposa da indossare. Mi chiedo dove sia la sposa, in quanto non la vedo presente nella stanza, ma vedo la porta del bagno, entro ed espleto la mia minzione. Quando esco, sono sorpreso da alcune voci, che sento provenire da quello che sembra esser l'esterno della stanza, costituito da un balcone, cui si accede tramite una grossa finestra. Mi affaccio e non vedo nessuno, mentre sento ancora più chiare le voci e capisco che provengono dalla camera adiacente, che avevo trovato chiusa. Stupito mi avvicino al finestrone, che è chiuso solo da una grossa e pesante tenda. Un lembo, non perfettamente chiuso, mi permette di guardare ciò che accade all'interno. Quello che vedo, mi conferma i sospetti che nutrivo. C'è Pamela, circondata da alcune persone. Indossa solo delle autoreggenti bianche e delle scarpe alte, con il tacco. È nuda, in mezzo a quattro uomini che, lentamente, uno dopo l'altro, riesco ad identificare. Fra di loro ho riconosciuto subito Giulio, il padre dello sposo, e Andrea, fratello del suocero di Pamela, oltre altri due individui che mi son rimasti anonimi, non potendo veder bene i loro volti. Riesco a notare, tra uno sguardo e l'altro, il sorriso di Pamela, felice e disinvolta tra quattro cazzi. Ho subito la conferma che, se Maria è una troia, Pamela, sua figlia, non è da meno! Giulio sta in mezzo alle cosce della nuora e la pompa con forza, contento di godere nella vagina stretta e pelosa della nuora.
«Che meraviglia! Hai una fica cosi stretta ed elastica, che mi calza il cazzo come un guanto! Che troia meravigliosa! L’ho capito subito che eri la persona giusta per sposare quel fesso di Luigi. Con una vacca come te in casa, avrò sempre da divertirmi!»
Ai lati di Pamela, c’erano i due individui che all'inizio non ero riuscito a vedere in volto. Quello più grosso, le dà il cazzo da succhiare, mentre l’altro le scopa il seno, strofinando la verga sui capezzoli e tra le grosse zinne. Infine riconosco il fratello del suocero che stava dietro Giulio ad osservare la scena, segandosi il cazzo che teneva appoggiato a uno dei piedi di Pamela. Ho avvertito una tremenda erezione premere nelle mie mutande e subito mi son liberato il cazzo ed ho preso a segarmi, molto lentamente, osservando la scena davvero particolare ed eccitante. Dopo averla sentita godere, Andrea si è rivolto a Giulio, reclamando la sua parte.
«Andiamo, togliti! Te la sei già goduta abbastanza! Adesso me la voglio scopare anch'io! Dai, che poi dovremo far posto agli altri.»
Giulio si è spostato e ha lasciato spazio al fratello, che, con la verga dura in una mano, si è avvicinato alla fica di Pamela.
«Adesso te la sfondo io queta bella fica. Il mio è più grosso del suo e lo sentirai tutto fino in fondo, troia!»
Prima di scoparla, si è divertito ad eccitarla sbattendo con un certo vigore il membro sul clitoride di Pamela. Lei gemeva, vogliosa.
«Dai, mettimelo dentro! Mi fai impazzire così! Sei un porco! Scopami!»
Lui, di colpo, è entrato tutto dentro fino in fondo, con una stoccata davvero secca, energica, che l’ha fatta sussultare. È rimasto, immobile per qualche secondo e poi ha iniziato a pomparla, aumentando man mano la velocità ed il vigore. Giulio si godeva la scena, masturbandosi in disparte ed i due individui erano quasi al culmine del piacere, sotto le sapienti leccate della lingua di Pamela, mentre Andrea non smetteva di compiacersi della fica stretta della sposa.
«Accidenti che fica calda e bagnata! Avevi ragione: è una gran porca!»
L’ha pompata, facendola godere anche lui, per poi sfilarsi e lasciare il posto a uno dei due che, a quel punto, ho potuto veder bene: erano i testimoni dello sposo e, precisamente, i suoi due cugini. Avrei dovuto immaginarlo! Giulio, intanto, ha preso la testa di Pamela fra le mani ed ha iniziato a scoparle la bocca; poi, con un grugnito, le ha riversato in gola tutto il suo piacere. Dopo di lui, a turno, tutti e tre si son scaricati nella bocca di Pamela, che non si è rifiutata di ingoiare tutto, dandone dimostrazione a bocca aperta. Soddisfatti i loro istinti e, scopata per bene la giovane sposa, tutti hanno lasciato Pamela, uscendo dalla stanza attraverso la porta che, in realtà, era solo chiusa dall'interno. Ora, però, mi rendo conto che Pamela dovrà entrare in camera sua per indossare il vestito, quindi faccio un passo indietro ed entro nella camera, nascondendomi dietro la tenda. Lei passa dal terrazzo e torna nella sua camera. È ancora nuda, con addosso solo le autoreggenti.
Appena entra in camera, la guardo e le sorrido, mentre lei rimane per un attimo sorpresa della mia presenza.
«Ho visto con piacere che te li sei goduti tutti, senza perdertene neanche una goccia del loro piacere.»
Lei si volta e mi guarda, mentre io, con il membro in mano, mi sego lentamente. Leggo lo stupore sul suo viso, quando realizza che tipo di mazza esagerata ho in mano.
«Ma, accidenti! Tu… sei così dotato? Non sapevo: come hai visto a me servono più maschi, per soddisfarmi. Ma, con un simile giocattolo, sono certa che mi avresti appagata appieno. Dai fammelo assaggiare solo un po', perché non ho tempo.»
La guardo, mi avvicino con aria spavalda, sempre tenendo in mano la mia grossa mazza, ancora più dura, se possibile. Lei rimane un attimo ad osservarla, poi si inginocchia davanti a me e spalanca la sua bocca; più della metà della mia verga, viene ingoiata dalle sue fauci. È molto brava, la sua lingua si muove velocemente lungo l'asta e, dopo avermelo impugnato con una mano, lo regge saldamente fermo, mentre continua a leccarmelo su e giù, scendendo in basso fino alle grosse palle piene, che accoglie ripetutamente nella sua bocca, succhiandole, per poi risalire lungo l'asta, fino a raggiungere di nuovo la punta ed infilarsi ancora gran parte della mia verga, giù per la gola. È molto brava, ma io ho voglia di fottere questa puttana e, così, la prendo per le spalle, la faccio sollevare e, dopo averla messa piegata a 90, con le mani appoggiate sul letto, appoggio la punta del mio membro fra le labbra della sua vagina, ancora dilatata e, con una spinta lenta, ma decisa, comincio a scivolare dentro di lei. È bagnata fradicia! La vagina si apre e sento il mio membro scivolare giù tutto, fino in fondo. Quando la punta sbatte contro il fondo, lei spalanca la bocca senza emettere alcun suono, mentre, osservando bene, mi accorgo che c'è ancora un pezzo rimato fuori. Allora lo sfilo per buona parte e lo riaffondo con ancor più decisione; ad ogni colpo, la sua vagina si dilata ed il mio membro entra sempre più in profondità, dentro di lei. Solo quando il mio corpo aderisce completamente al suo, la sua bocca
emette un flebile lamento, un mugolio profondo.
«Mi stai sventrando! Mi sembra di aver una mano piantata dentro il mio ventre! Sei enorme! Mi fai impazzire! Muoviti! Sfondami tutta! Perché finalmente ho trovato un maschio vero.»
La guardo e sorrido in maniera alquanto compiaciuta; inizio a pomparla con gusto, muovendomi e spingendo con vigore la mia verga tutta dentro, fin quando vedo che sussulta ad ogni mio affondo, quando cioè la punta sbatte sul fondo. Ha un orgasmo devastante, seguito da un altro, quasi istantaneo. Subito dopo, mi guarda con occhi estasiati dal piacere e mi supplica di venire, perché ormai non c'è più tempo.
«Ti prego, vieni! Dai, per favore, perché adesso devo andarmi a sposare! Però, sia ben chiaro, che uno come te, non me lo lascerò sfuggire! Dai, vienimi dentro, riempi questo mio ventre, con il tuo piacere.»
La guardo un po' stupito, perché non mi era sembrato di sentir dire agli altri di omettere di venirle dentro, onde scongiurare che, durante tutta la cerimonia, potesse colare, così, senza esitazione, riprendo a sbatterla con ancor più forza e le scarico dentro un'ingente quantità di crema, che la manda letteralmente in estasi.
«Ti sento! Sento che mi stai riempiendo la fica! E' meravigliosa questa sensazione di sborra calda dentro di me: non potrò mai ringraziarti abbastanza!»
Mi sfilò da lei e vedo il mio membro ricoperto da un miscuglio di umori, miei e suoi, e lei, senza nessuna esitazione, si gira, me lo prende in bocca e me lo ripulisce fino all'ultima stilla. Poi, mi guarda e mi prega di lasciarla da sola, perché ora deve chiamar sua madre che l'aiuterà ad indossare il vestito. Esco e, mentre percorro il corridoio, vedo salire Maria sullo scalone; allora mi nascondo dietro una colonna ed evito di incrociare il suo sguardo. Scendo e mi dirigo verso la chiesa, dove trovo Luigi in trepidante attesa. Ci sono anche i quattro che se la sono appena scopata; li guardo e penso che il povero, ed ignaro cornuto, avrà sempre corna fresche e ben lucidate, con simili parenti in casa. Poi vedo arrivare Pamela e, quando mi passa di lato, mi regala un sorriso che non passa inosservato al padre dello sposo, che mi fissa, cercando di capire il motivo di quel saluto. Raggiunto l'altare e svolto il normale rito, si arriva al momento del fatidico bacio; sono tutti sorridenti i quattro che le son venuti in bocca, e sono sicuro che la puttanella ha ancora forte il sapore di sperma nella sua bocca.
«Lo sposo può baciare la sposa...»
Con voce solenne, il Prete ha pronunciato la frase, prima che, con fare piuttosto impacciato, Luigi, lo sposo, si voltasse verso Pamela e le ha sollevato il velo. Nel momento in cui le labbra di lui si sono unite a quelle di lei, ho notato come una specie di smorfia, nel constatare che il sapore della bocca di sua moglie aveva qualcosa di molto diverso dal solito.
Naturalmente Pamela non gli ha dato modo di capire e lo ha baciato con passione. Quando si sono staccati, lei gli ha sorriso e poi, con fare complice, si è girata, prima verso i quattro, poi verso di me e, facendo in modo che lui capisse, gli ha sussurrato all’orecchio: "E' suo".
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È uscita con il suo bull.
Mi chiamo Luciano, ho 49 anni, di media statura, capelli corti tendenti al bianco, un po’ in sovrappeso ed ho un cazzetto davvero corto, appena 12 cm in piena erezione. Sebbene queste mie carenze o qualità poco avvenenti, sono sposato da 25 anni con Valeria, una strafiga alta, bionda, occhi chiari, un seno pieno ed armonioso di una quarta piena, un bel paio di cosce lunghe che culminano in un culo molto prominente, che attira lo sguardo di tanti maschi. È proprio questo il mio problema, anzi, croce e delizia allo stesso tempo. Si, lo ammetto, sono un gran cornuto! Tempo addietro, mi son reso conto che una donna come Valeria, non poteva accontentarsi di un cazzo piccolo come il mio ed anche poco resistente. Ne abbiamo parlato pacatamente e lei non ha fatto altro che confermare l'amore che provava per me.
«Amore, io sto bene con te! Ti amo, sei un uomo meraviglioso, che mi ha sempre reso felice e contenta. Sei gentile, premuroso, dolce, affettuoso, mi copri di regali in continuazione, perché dovrei servirmi di un altro maschio? Il sesso? Pazienza! Anche sotto questo aspetto, mi hai sempre fatto godere, anche se non in maniera sconvolgente, ma va bene lo stesso: ne sono contenta.»
Purtroppo ero io a non esser contento. Avrei voluto che si divertisse e fosse appagata da un vero cazzo, che la riempisse tutta! Solo l’idea di lei tra le braccia di un altro, mi provocava un'erezione tale da farmi male! Era questa la vera ragione per cui la esortavo a tradirmi.
«Amore, non posso non riconoscere quanto mi renda felice il tuo ribadire di amarmi, che ti sta bene il rapporto che hai con me, ma io ti vorrei vedere appagata anche dal punto di vista sessuale. È chiaro che, con la mia scarsa dotazione, non posso soddisfarti come meriterebbe una bella donna dotata di una prorompente sensualità come la tua. Mi accorgo, sai, dei maschi che ti guardano con desiderio, cupidigia. Tu, amore, susciti l'irresistibile desiderio di possederti, di esser scopata per bene ed a lungo, per questo motivo vorrei raggiungere un accordo con te: puoi chiavare con chi vuoi, ma dovrai permettermi di assistere ai tuoi incontri di sesso o, se proprio non dovesse esser possibile, raccontarmi cos'è avvenuto nei minimi dettagli tra te ed il tuo amante. È questo tutto ciò che ti chiedo!»
Alla fine, son riuscito a convincere la mia Valeria. Iniziò a farsi chiavare da alcuni maschi che la intrigavano particolarmente e, per sentirsi sicura, li faceva venire in casa, dove io, nascosto giù nella tavernetta, assistevo alla monta attraverso un sistema di telecamere a circuito chiuso, dotate di audio: quelle immagini mi stimolavano al punto da farmi segare con tutto l'ardore possibile. Era sconvolgente sentir come me la trattavano da troia e lei che ne godeva alla grande.
«Dai, puttana, succhiami il cazzo! Sei una troia! Vacca, mettiti in ginocchio, che ti sfondo il culo!»
E lei godeva. Finalmente vedevo la mia Valeria soddisfatta e riempita di sborra in ogni buco. È stato proprio in occasione di uno di questi incontri, che un bull, dopo averla montata e riempita, le ha impartito un ordine ben preciso.
«Adesso, resta così! Devi rimaner piena, senza pulirti e, quando torna quel cornuto di tuo marito, devi fargli leccare tutta la mia sborra!»
Al solo immaginare ciò che lui le aveva ordinato, mi ha fatto sborrare senza toccarmi. Appena lui se n'è andato, son corso in camera ed ho trovato la mia Valeria esattamente come lui l'aveva lasciata: distesa sul letto abusata e distrutta dal tanto piacere, ma soprattutto riempita, in ogni buco, da quelle sue generose sborrate. Ho leccato tutto, come un pazzo! Mentre mi dedicavo a ripulire i suoi buchi, la mia dolce mogliettina mi teneva il cazzo in mano e mi dichiarava quanto godesse a sentire la mia lingua che rimuoveva tutta la sborra di cui era piena.
«Mio adorato cornuto, sei contento? Ti è piaciuto come questo toro mi ha chiavato? Dai, leccami tutta! Pulisci questa mia fighetta riempita dalla sua crema! Bravo, così Continua, che adesso farò sborrare anche te!»
Mi segava lentamente e, dal mio cazzetto, partivano schizzi in continuazione.
«Che bravo, il mio cornutello! Guarda come schizzi, mentre lecchi la crema di un vero maschio che mi ha montato come una gran vacca!»
Le sensazioni che provavo erano da impazzire. L'eccitazione si prolungava per giorni, spronandomi a segare per almeno due o tre volte al giorno. Ormai non la scopavo più. Aspettavo solo che il toro di turno la riempisse per poi leccarla e segarmi come un pazzo. Poi è apparso Max e con lui le cose sono radicalmente cambiate. Quando è venuto a scoparla, la prima volta a casa, io non ero presente e, al ritorno, quando ho visionato i filmati delle telecamere, ho capito che Valeria aveva trovato un maschio che le provocava sensazioni da sballo. Alto, massiccio, imponente, dominante e con un cazzo fuori dal comune. Lungo ben oltre i venti centimetri, dotato di una grossa cappella dello spessore decisamente notevole. Si potrebbe dire che, come diametro, si avvicinava molto ad una lattina di birra. Quando lo ha sfoderato dai pantaloni e l'ha mostrato agli occhi stupiti di Valeria, ho notato subito di quanto fosse rimasta meravigliata, facendomi capire che questo sarebbe stato quello che l'avrebbe definitivamente soddisfatta sotto tutti i punti di vista. Di sicuro mia moglie lo aveva stimato come suo bull personale. Fin da subito, lui ha preteso che lei glielo prendesse in bocca e, nonostante provasse ripetuti conati di vomito a causa di quelle dimensioni innaturali, alla fine Valeria è riuscita a ingoiare più di tre quarti di quel mostro di carne. Poi lui l'ha messa in ginocchio a pecora e, lentamente, l'ha penetrata, reggendola ben ferma per i fianchi, fin quando non è arrivato a toccare le splendide chiappe di mia moglie. Valeria ha urlato di dolore e piacere nello stesso tempo.
«Piano, Max, che mi spacchi! Sei immenso! Mi stai sverginando di nuovo! È bellissimo! Scopami forte! Che toro meraviglioso!»
La scopava con colpi fortissimi, devastanti, e lei ha preso a godere urlando il suo piacere in continuazione. Le è venuto dentro e, quando glielo ha sfilato, ho visto che la fica di mia moglie era ridotta ad una voragine; ma non si è limitato solo a quello: ha preteso che lo prendesse di nuovo in bocca allo scopo di farlo irrigidire perché voleva farle anche il culo. Vi ha provveduto con estrema perizia,
facendola urlare di dolore prima e di piacere dopo. È stato qualcosa di incredibile vedere con quanto spirito di sopportazione, e totale devozione, Valeria si sia sottomessa a quel maschio che l'ha dilatata al massimo, sebbene lei non fosse nuova a quel tipo di penetrazione. Quando lei me ne ha parlato, al mio rientro a sera, nonostante fosse letteralmente devastata da quella monta sconvolgente, vedevo nei suoi occhi la contentezza di aver finalmente trovato un maschio capace di farla impazzire. Dentro di me, ho provato il terrore di aver perso per sempre mia moglie.
«Amore, è un toro fantastico! Mi ha posseduto e dominato in continuazione! Puoi verificare visivamente come mi ha ridotto ogni buco ed appurare anche quanta crema hai da leccare!»
Ho raccolto e leccato veramente tanta crema, molta di più di quella che gliene avevano lasciata altri maschi, prima di lui.
«Amore, son felice per te che hai trovato, finalmente, un maschio che ti faccia impazzire. Io ne sono infinitamente felice, ma, nello stesso tempo, tempo che potresti innamorarti di lui ed abbandonare me, povero cornuto, da solo e per sempre.»
La sua reazione è stata istantanea e decisa.
«Luciano, non scherzare! Togliti dalla testa che io possa lasciare un meraviglioso cornuto come te! Ma dico: stai scherzando? Con te sono la tua regina, la troia che ti provoca tanto piacere mentre si fa sbattere da altri e poi, una volta piena, si rivolge a te, per farsi ripulire, mentre per lui sarei solo una delle tante, che lui monta e basta! No assolutamente no! E' vero che lo voglio, ma come toro, lo adoro come maschio, mi fai impazzire quando mi sfonda e son felice che mi riempie, nella prospettiva che, dopo, anche tu avrai il tuo piacere nel venire a leccarmi; per tutto questo, non commetterei mai l'errore di abbandonare un uomo come te, che mi ama, mi adora, per diventar come tante altre femmine insignificanti, come potrei diventare per lui.»
Non potete immaginare quanta emozione mi abbia dato sentir quelle sue parole, per cui, tranquillizzato, ho continuato a leccare e pulire i suoi buchi, ripieni allo stremo della crema di Max.
Una settimana dopo, lui ha chiesto a mia moglie di incontrarsi fuori e, per la prima volta, Valeria è uscita con il suo bull.
È stata una sorpresa per me, quando, tornato a casa, ho trovato un suo biglietto con cui mi informava che sarebbe andata a cena con lui e che avrei dovuto aspettare pazientemente il suo ritorno, perché mi avrebbe fatto impazzire a modo suo.
Quando, verso l’una di notte, l'ho sentita rientrare, ero psicologicamente ridotto in uno stato pietoso! Mi ero segato tutta la serata, senza mai venire, fermandomi sempre un attimo prima di sborrare, perché volevo che la mia Valeria mi trovasse così, pieno, pronto ad esplodere, nel sentire il racconto di come avesse trascorso la sera con Max.
«Ciao, amore; sei sveglio?»
«Ciao, sì, certo; ti stavo aspettando. Tutto bene?»
«Sì, sì, vado in bagno, mi spoglio e ti raggiungo.»
«Ok, dai, amore, ti aspetto.»
Sotto le coperte mi son sfiorato l'uccello durissimo. Era dalle 20:00, più o meno, che ero in quello stato. Prima sul divano, con una lettura stuzzicante, e poi a letto, completamente nudo, a fantasticare. Adesso era oltre l’una di notte. Ho sentito la porta del bagno aprirsi e richiudersi.
«Eccomi, amore.»
Si è sfilata le mutandine nell'oscurità della camera, rischiarata dalla sola luce della luna, che filtrava dalla finestra aperta e, completamente nuda, si è infilata sotto le coperte. Mi ha poggiato una mano sul petto, mi ha baciato a stampo sulla bocca; si è fermata per un attimo, guardandomi negli occhi dicendo: “ciao amore” e, questa volta mi ha cacciato la lingua in bocca, prendendo a limonarmi. L’ho ringraziata.
«Umhnmm, cazzo, come baci, amore! Mi fai impazzire!»
Il suo corpo, caldo e morbido, era letteralmente spalmato sul mio. Poi, ha fatto in modo che una gamba mi sfiorasse il cazzo. Ho sentito il suo ventre caldo appoggiarsi sul fianco della mia gamba. Ho cominciato anch'io a slinguarla, mangiandole lingua e labbra. Lei era sulla mia sinistra, china su di me, io sdraiato supino. Ho alzato il braccio destro e le ho poggiato una mano dietro la nuca, per slinguarla meglio. Ho sentito la sua bocca calda sulla mia, la sua saliva che invadeva la mia bocca con un sapore di vino misto a qualcosa di salato, amaro. Un brivido è partito dal cervello ed ha raggiunto il cazzo durissimo, sotto le coperte. Mi sono staccato e l’ho guardata.
«Allora? Com'è andata?»
«Bene, amore! Anzi, benissimo; sei curioso?»
«Non lo vedi? Secondo te, sarò curioso?»
«Non so, tesoro, dimmelo tu. Sei davvero curioso? Ummmhuumm… vediamo un po', fammi sentire… oooh… ma...ummhuunnmm…come ce l'hai duro, amore?»
Ha detto cosi, mentre con la mano, scendendo dal petto lungo l'addome, è andata a tastare l'asta davvero durissima. Poi ha continuato a tenermi sulle spine.
«Sei curioso, ma hai anche voglia, amore mio, ummh, senti qui, sembra voglia esplodere da un momento all’altro!»
«Certo che ho voglia, è da quando sei uscita che ho voglia; non resisto più: il cazzo mi scoppia.»
«Vuoi che ti faccia godere, amore? Vuoi che te lo meni un po’, e…»
Ero impaziente!
«Voglio che mi racconti! Dai, racconta: cosa hai fatto? Voglio sapere tutto!»
Lei si divertiva a torturarmi psicologicamente.
«Cos'ho fatto, io? Un aperitivo e poi a cena.»
Ero ansioso da morire!
«Oh, davvero? E cos'ha fatto lui? Dai, cosa avete fatto, cosa ti ha fatto lui, cosa gli hai fatto tu, dai, non resisto più!»
Lei mi ha fatto letteralmente morire.
«Non sei solo curioso allora, perché sei un porcello, oltre che curioso, e… vuoi sapere se sono una porcella anch'io, vero?»
Giocava a suo piacimento con la mia voglia!
«Sì, brava, voglio sapere se sei una troia, se stasera hai fatto la porcella. Se ti ha trattato da troia!»
«E tu? Cosa vorresti amore? Vorresti che io avessi fatto la troia con Max o preferiresti di no?» Aveva proprio deciso di farmi morire.
«Vorrei che…vorrei che tu avessi fatto…»
Lei indugiava.
«A giudicare dal tuo cazzo, si direbbe quasi che vorresti che la tua mogliettina avesse fatto la troia con Max, stasera…»
«Vorrei…e…uumhuhmuu…»
«Cosa, amore? Non sei geloso? Non hai paura che lui possa esser migliore di te?»
«Sì, sono geloso, certo che lo sono, ed ho paura, ma…»
«Ma cosa? Hai paura, ma il pensiero che io faccia la troia con Max ti manda ai matti?»
«Sì, cazzo, ho paura, ma impazzisco se penso…»
«Cosa? Se pensi cosa, porcellino?»
«Se penso che… sei uscita da sola con lui, io…»
«uhnmmmm… è durissimo amore. Dimmi… se pensi che…?»
Ero devastato dal piacere e lei si prendeva gioco di me.
«Se penso che tu, stasera, abbia...fatto...»
«Abbia fatto... cosa, amore? Dimmelo! Dimmi cosa ti sarebbe piaciuto che facessi.»
«Che tu abbia fatto la porcella con lui... Sìì...impazzisco... sono pazzo di gelosia e questo mi fa impazzire.»
«uuuhmmm…. Bravo, il mio porcello! Ti eccita sapere di aver una moglie porcella. Sei pazzo, ma il tuo cazzo è durissimo. Sei un porco, un grande porco, ed io sono una...sono una "troia", è vero che lo sai? Stasera sono stata proprio una troia con Max!»
Ero al limite.
«Se continui così, mi fai…»
«Se... cosa? Se continuo a menartelo, sborri subito, porco? Non resisti e me la farai tutta in mano? Ma come? Sborri senza nemmeno sapere cosa abbiamo fatto io e Max?»
«Fermati, cazzo, così vengo, cazzo, non ce la faccio...»
A questo punto lei mi ha sconvolto.
«No, non sborrare subito, amore! Adesso mi fermo un po' e ti racconto di come questa sera ho fatto la troia con Max e due suoi amici!»
«Cosa? Cosa? Non ti sei fatta scopare solo da lui, ma anche da due suoi amici? Fermati! Non farmi sborrare subito, ma raccontami tutto quello che è successo!»
Lei si è fermata. Me lo ha serrato forte nella mano, stringendo forte anche le palle. Il dolore ha rallentato l’orgasmo.
«Ecco, sono ferma: questo mio cazzetto, perché è mio, vero? Non resiste? È troppo eccitato, poverino! Adesso ti racconto tutto, ma, se sborri prima che ho finito, riceverai una punizione! Chiaro?»
Ero disposto a tutto pur di sapere.
«Dopo l'aperitivo, siamo andati a cena in un piccolo ristorante e, appena entrati, lui mi ha fatto metter seduta ad un tavolo, dove c'erano già altre due persone. Mi ha presentato ai suoi amici, Mario e Bruno, due maschi veramente molto interessanti. Abbiamo cenato simpaticamente ed abbiamo parlato del più e del meno, senza mai toccare l’argomento sesso e, appena finita la cena, siamo andati a casa di Bruno. Appena dentro, Max mi ha stretto a sé e mi ha baciato, poi mi ha spogliato nuda davanti a quelli.
«Ragazzi, lei è Valeria, la troia di cui vi ho parlato. Ha lasciato suo marito a casa per venir qui a scopare con me, ma, poiché voglio farle provare un'emozione molto forte, ho deciso che anche voi due, questa sera, avrete il piacere di riempire i suoi buchi, perché, una volta tornata a casa, quel cornuto di suo marito dovrà provvedere a
ripulire a fondo.»
Al sentire quelle sue parole e ad immaginarla stretta tra tre maschi, mi ha praticamente sconvolto.
«Cazzo, amore, mi fai impazzire...non ce la faccio, cazzo...non resisto!»
«Vuoi che lo faccia schizzare questo tuo cazzetto? Sei sicuro di volerlo? Non ho finito la storia e, perciò, saresti soggetto alla punizione; quindi, dimmi che vuoi che faccia?»
Ho fatto un lungo respiro e le ho chiesto di proseguire il racconto.
«Continua a raccontarmi di come hai fatto la troia, amore…dimmelo… lo voglio sapere!»
«Lo vuoi davvero sapere? Ebbene sì, sono una troia! Sai perché sono una troia? Perché improvvisamente, quando ho sentito le loro mani addosso, non ho capito più nulla e, l'unica cosa che volevo, era godere, cosa che hanno fatto con solerzia, facendomi letteralmente impazzire! Mi hanno portato in camera da letto ed hanno preso a leccarmi in ogni buco, poi mi hanno offerto i loro cazzi da spompinare Hai già potuto constatare che quello di Max è di per sé una gran bella mazza, ma anche quelle degli amici non erano da meno. Anzi, credo che quella di Mario sia stata anche più lunga, di tutte le altre. Me le hanno infilate in gola, senza nessun riguardo e poi hanno cominciato a riempirmi ogni buco: mi scopavano tutti e tre insieme.
Mi hanno chiavato fica e culo in contemporanea, mentre il terzo me lo infilava sempre in bocca. Ho preso a godere in continuazione, senza soluzione di continuità e loro si alternavano nei miei buchi, scambiandosi di posto ogni qualvolta raggiungevo un orgasmo. Mi hanno scopato per più di tre ore di fila. Son venuti tutti e tre per ben due volte, riempiendo ogni mio buco con la loro crema. Ora son piena, farcita come un bignè e, a questo punto devi solo decidere se vuoi che ti faccia venire con una sega, oppure vuoi che mi sieda sul tuo viso e ti permetta di leccare tutto ciò che sgorga dai miei buchi sfondati, mentre io te lo continuerò a segare fin quando non schizzi.»
Ero al collasso!
«Amore, proprio non lo so!»
«Cosa non sai, cazzetto? Deciditi! Che vuoi che faccia?»
Mi ha devastato. Si divertiva ad infierire su di me con sadismo.
«Così sai che... che mi piace...»
«Lo so, porco, che ti piace così…»
Poi ha ripreso ancora a muovere la mano prima giù, poi su, ma molto lentamente.
«Se continui... così… io…»
«Vuoi che mi fermi?»
«Così, cazzo, non... non resisto così, cazzo…»
«Vuoi che mi fermi?»
«Sì, fermati. Dunque lui sa che sono un cornuto e sa anche che scopi con me?»
«Certo che lo sa! Come sapeva che avresti guardato le registrazioni di quando è venuto a scopare a casa nostra. Stasera ho fatto la troia con Max; sono stata la sua puttana, stasera! E lo sai cosa mi ha detto: la prossima volta, viene a casa nostra con i suoi amici e ti farà metter seduto davanti al letto, con le mani legate dietro la schiena, cosicché potrai guardarmi mentre loro mi chiavano, mi scopano come una troia e mi riempiono di sborra in ogni buco.»
Nel sentire le sue parole, ho sborrato all'istante.
«Cazzo! Amore, … sì, sborro! Amore…, cazzo, sborro!»
Sono esploso nella sua mano.
«Sì, porco, vieni! Accidenti, ma quanta ne avevi? Ce l'avevi pieno il cazzetto? Mi hai riempito la mano. Che porco che sei, amore! Un vero porco. Dai, adesso, pulisci i miei buchi!»
Ero sconvolto, ma infinitamente felice.
«Sì, sono un porco e tu sei una fantastica troia, amore, che mi fa impazzire. Dai, lasciami leccare i tuoi buchi!»
Si è seduta sul mio volto ed io son rimasto basito. Aveva culo e fica slargati a dismisura e da essi colava di tutto.
«Quanta ne hai, amore! Che sborrate ti hanno lasciato dentro!»
Ho preso a leccare e pulire assaporando bene quel mix di farciture. Era un sapore molto inebriante e, mentre facevo godere la mia Valeria con la lingua ed assaporavo bene quel cocktail di piaceri, senza rendermene conto, son venuto di nuovo, senza toccarmi, perché, per un attimo, un pensiero ha folgorato la mia mente.
Sarà di sicuro più che bello vedere quei tre maschi sfondare mia moglie e, al solo pensarlo, son venuto di nuovo-
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3 months ago
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Femboy
Sono una femboy e mi racconto.
Molti anni fa, in una tiepida giornata primaverile, accaddero i fatti che sto per raccontare. Premetto che amo gli animali e ne ho sempre denunciato i maltrattamenti, quindi questa esperienza vissuta in prima persona, non intende invogliare a seviziare gli animali, imponendo un comportamento vizioso, ma, invece, descrivere il mio tentativo di assecondare il desiderio sessuale dell’animale, come vado a mostrare.
Si sa che i così detti “pet” sono di ottima compagnia per le persone sole, e, alcune volte, possono diventare di compagnia eccezionalmente “intima”. Dobbiamo partire, quindi, dal padrone.
Attraverso amicizie comuni, conobbi Ken (un nome e una garanzia che fa pensare subito al cane, neanche a farlo apposta): sui cinquantacinque anni; italiano, ma di padre inglese. Frequentavo, allora, parecchi uomini maturi con cui mi intrattenevo anche rapporti intimi. Ken, lo vidi per la prima volta in casa di una di queste “frequentazioni”. Fui presentata a lui e fu un colpo di fulmine al primo sguardo. Io partii di testa perché, a parte che era un bel uomo, si mostrò subito entusiasticamente incantato dal mio visetto da fanciulla, montato sul corpo di cerbiatta. Era scapolo, di mezza età, molto piacente, brizzolato, ben “conservato”, leggermente abbronzato, niente barba né baffi, un fisico glabro, come il mio e, poi, approfondendo approfondendo, nell’occasione, scoprii che aveva un bel cazzo lungo e grosso che, all’occorrenza, dopo qualche manipolazione, assumeva una “ testata” ben gonfia e turgida; insomma, una cappella a fungo rosa. Ma qui siamo arrivati … molto più “addentro”.
Non solo era bello e galante, ma sapeva essere trasgressivo, se non “maiale”, con molto savoire-faire, conservando un’eleganza mai al di là delle righe. Quello che mi lasciava perplesso era come mai, con le tutte le sue doti, potesse restare così a lungo singolo, senza che le donne se lo accaparrassero, riconoscendo in lui l’uomo perfetto da incastrare. Il mistero della sua libertà sentimentale lo scoprii al momento in cui, da semplice conoscenza, il nostro rapporto si consolidò in amore. Fu allora che si dichiarò apertamente gay. Anche così restava incomprensibile come mai nessuno, uomo, trans o altro, se lo fosse rubato perché mi sembrava perfetto per “tutte le stagioni”.
Ken era il proprietario di un bel cane che lui adorava e che aveva ben addestrato sin da piccolo: un pastore tedesco di nome Holly; strano nome da dare ad un cane, ma del resto anche molti degli umani, oggi, hanno nomi strani. All’epoca non feci molto caso al nome, invece fui ben impressionato dal fatto che avesse un animale domestico perché significava che era una persona sensibile. Piacevo al suo padrone quanto ad Holly. Stranamente, perché i cani, affezionandosi al padrone, diventano esclusivi nella fedeltà al padrone e non condividono quel sentimento con gli altri. Difficilmente sono disposti ad accettare altri nei propri affetti, che sia uomo o animale.
Ken mi riempiva di attenzioni, di complimenti, di baci e di carezze ad ogni incontro ed anche Holly, a suo modo, mi faceva capire che mi apprezzava molto. Non smetteva di leccarmi le mani, le orecchie e la faccia, anche se a quel punto mi tiravo indietro, ed ad odorarmi davanti, ma, in particolare, di dietro; finché non cominciò ad aggrapparsi alle mie gambe, mimando verosimilmente la monta. Era nel periodo del calore, mi disse Ken.
Non trovai nulla di strano, anzi apprezzai i suoi gusti, ma, contemporaneamente, mi accorsi di provare dei brividi in tutto il corpo quando Holly si aggrappava alla mia gamba e mimava l’atto sessuale; cercava di scoparmi ripetutamente. Ken si divertiva a vedere l’espressione perplessa del mio visetto rabbuiato; se la rideva di gusto e mi punzecchiava spesso con battutine ironiche, constatando che persino i cani volevano montarmi. Irritata una volta controbattei che doveva stare attento, perché avrei potuto preferire Holly a lui. Rise, ma in seguito si astenne dal prendermi in giro. Un pomeriggio Ken venne a trovarmi a casa e mi chiese il favore di lasciare da me il cane per qualche giorno perché doveva sbrigare degli affari fuori città, sostenendo che non poteva portarlo con sé per i suoi giri di lavoro. Da solo nell’appartamento era escluso che lo lasciasse e, non conoscendo altri di cui potesse fidarsi, si rivolse a me, che lo conoscevo bene e a cui il cane era affezionato, perché lo accudissi fino al suo ritorno.
Sapendo che amavo gli animali come lui, non si sarebbe fatto problemi ad affidarmelo. Fui ben contenta di assecondarlo e, quindi, mi dette accurate istruzioni, indicandomi quando e come dovevo portarlo fuori per i servizietti o cosa, quando e quanto dargli da mangiare agli orari prestabiliti e che mi avrebbe fornito gli alimenti per il suo bimbo. Mi disse soltanto di badare a che il cane non entrasse in contatto con altri simili, di qualsiasi sesso, onde evitare fastidiosi inconvenienti con i loro padroni, in quanto Holly era in calore. Ma Holly, tutto sommato, lo conoscevo come un cane tranquillo e cordiale: abbaiava di rado e non senza motivo ed era un coccolone.
Passai quindi l’intera prima giornata insieme al buon cagnone, che non mi mollava un secondo: se mi alzavo mi seguiva, anche quando andavo al bagno per i miei bisogni; se mi truccavo, assisteva con interesse ai miei movimenti; se andavo a bere dell’acqua al rubinetto della fontana, mi seguiva con la lingua penzoloni e voleva bere anche lui nella sua ciotola. Era di una simpatia unica; lo accarezzavo spesso e lui, quasi per ringraziarmi, cercava di montarmi la gamba. Ogni volta notavo, però, che in me si manifestava la stessa inquietudine che ho descritto prima; provavo brividi di piacere che mi facevano fremere fino nelle visceri.
Iniziava ad essere una fissa per me. La mattina successiva mi alzai dal letto combattuta dall’uzzolo di tentare la nuova avventura. La strana idea mi martellava in testa, ma avevo delle titubanze nel realizzarla. Dovevo farmi montare o no? Non avevo avuto ancora in vita mia dei rapporti intimi con animali. Non ci avevo mai pensato e lo ritenevo inopportuno, anzi, contro natura, però quell’idea malsana mi tormentava parecchio e dovetti lottare contro la mia troiaggine per non cedere al desiderio di istigare alla monta quel bravo cagnone. Più tempo passavo col Holly e più mi angustiava quell’insana fissazione. Alla fine cedetti di schianto. All’ennesima monta della gamba da parte di Holly, azzardai. “L’hai voluto tu! Mi hai provocato e ora dimostra quello che sai fare!” – gli dissi a muso duro. Lui mi guardò con aria interrogativa e guaì, sfiatando. Anche lui non ne poteva più.
Mi denudai rapidamente per non pensarci più, accarezzandolo sulla testa, mentre lui uggiolava, lasciandosi accarezzare il muso e dietro le orecchie. In fretta, lo condussi in camera da letto; mi sedetti sul lettone matrimoniale dal lato in cui dormivo e lo invitai a salire, battendo ripetutamente la mano sul lenzuolo per richiamare la sua attenzione. “Qui, Holly!” – gli ripetevo. Una volta che fu salito su letto, mi sdraiai, girandomi di schiena e offrendogli il lato B che Holly si affrettò ad odorare, infilandomi il naso umido fra le natiche e soffiando ripetutamente. Ciò provocò la reazione del mio “uccello” che si rizzò in una erezione mai prima tanto esibita. Raccolsi i capelli lunghissimi da un lato e affondai il viso sul guanciale, pronta a subirne le conseguenze, desiderate. Ciack, ciack, colpii con la mano le mie chiappe che mostravo a Holly, lo esortai a infilarci qualcos’altro che non fosse il suo muso: “Monta, su, da bravo!”. Allargai le gambe per permettergli di accostarsi il più possibile al mio “portaombrelli”, invitandolo alla monta. Non sapevo come l’avrebbe presa, se lo avesse fatto, ma solo la sua vicinanza mi aveva procurato una erezione ancora più dura della precedente che, sotto il peso del mio corpo, sentii violenta contro il lenzuolo.
Come un cane da tartufi mi annusava dappertutto, da tutti i lati e il contatto con il suo naso bagnato sulla pelle mi provocava più che mai brividi di desiderio. Vista la sua irresoluta dabbenaggine, alla fine mi decisi a guidarlo. Dato che non sapeva come fare, lo tirai bruscamente e comandai di montarmi con fare perentorio, chiamandolo per nome. Battevo la mano sul mio culetto che non vedeva l’ora di . Alzai il bacino e mi avvicinai al suo muso con il sedere, facendogli sentire l’odore della mia sessualità, allargando le gambe per agevolare la monta. Il mio cazzo, intanto, mi stava scoppiando; era gonfio e filava, ma non venni perché indaffarata a convincere quella bestia di un animale.
Holly, dietro le mie insistenze, ma ancor più per istinto, finalmente capì come doveva salirmi in groppa. Cercai di agevolarlo ancora una volta con una mano, tirandolo contro di me, ma non riusciva a montarmi. Il suo cazzone umido scivolava sul mio pur consistente culo. Mi armai di tutta la pazienza che mi rimaneva e mi sdraiai di nuovo con il viso affondato sul cuscino, lasciai che il cane si avvicinasse a gambe divaricate e mi posasse il pene sul culo e, pronta, l’afferrai con una mano, curando di non infastidirlo. Come s’inserisce il filo di cotone nella cruna dell’ago, cercai di guidarglielo con la mano, introducendolo io stessa dentro di me.
Temevo di irritarlo e che potesse, di conseguenza, mordermi. Ma non lo fece, quasi avesse capito che tentavo di aiutarlo, e uggiolava in continuazione. Dopo ripetuti, penosi tentativi, visto che non si approdava a nulla, ebbi paura che l’animale si stancasse e rinunciasse. Tenevo saldamente nella mano il suo sesso che sentivo anche bello lungo e duro, d’altronde era un colosso di cane e non un barboncino.
Snervata, stavo pensando di rinunciare, alzarmi e rivestirmi, quando Holly si decise a prendere l’iniziativa. Mi salì, deciso, sulla schiena aprendo le cosce e mi coprì d’un fiato. Gioia immensa. Mi acquattai, guidando il pene dell’animale con la mano in modo che non avesse retromarce e, lentamente, evitando gesti bruschi, gli offrii le chiappe, rialzandole fra le sue cosce. Feci così scivolare il lungo attrezzo poco alla volta dentro il mio fodero. Sentire il verro dell’animale introdursi nel mio intestino fu un momento davvero estasiante.
Non era molto grosso e quindi non mi forzava l’ano, ma scivolava all’interno, strofinandosi contro le pareti dell’intestino. Lo sentivo avanzare e strisciare come un verme, procurandomi una sensazione accentuata di vellicazione in tutto il corpo che mi arrivava sino in gola. Insomma me la godevo. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare ad un gemito di piacere, mentre il cane uggiolava e spingeva ripetutamente, completando l’ingresso per tutta la lunghezza del suo bel cazzo nel mio prensile corpo. Percepii che l’attrezzo di Holly aumentava notevolmente di dimensioni, occludendomi l’intestino. Preso dall’ebbrezza del momento presi ad agitare il bacino in piccoli movimenti in avanti e indietro, aumentandone la frequenza man mano che cresceva la mia libidine, favorendo così l’accoppiamento. Senza freni, mi lasciai andare al piacere che mi avvolse in un delirio dei sensi. Non saprei ancora oggi descrivere la scala completa di emozioni che assaporai in quegli istanti meravigliosi.
Mai provato prima una sensazione simile, eppure di cazzi di uomini ne avevo già collezionati molti dentro di me. Era la prima volta che assaggiavo quello di un cane! Era tutto un’altra cosa, a dir poco esaltante. Capivo per la prima volta e “profondamente” perché molte donne gradiscono i rapporti con gli animali. Sarà contro natura, ma dà un piacere diverso e unico nel suo genere. Mi scostai dal viso i lunghissimi capelli che il cane ogni tanto mi tirava, spostandosi da una parte all’altra, tartassandomi la schiena con le zampe. Cercavo di non farmeli strappare, allontanandoli da lui. Ansimavo, incitando il cane a soddisfarsi, ma, più che altro, a soddisfarmi. Le mie parole, sussurrate tra sospiri e gemiti di piacere, sembrava fossero eccitanti per il cane che dimostrava di capire e, poveretto, cercava di mettercela tutta nella ricerca della piena soddisfazione.
A un certo punto squillò il cellulare. Esitai a rispondere, avevo il fiato corto per il coito animale che stavo subendo e vibravo ancora tutta dal desiderio di conservare a lungo quella posizione che tanto mi faceva godere. Fare una conversazione al telefono in quelle condizioni era proibitivo, ma fu proprio il gusto del proibito a spingermi a rispondere, nonostante tutto.
Era Ken che voleva notizie del suo cagnone. Mi chiese, premuroso, se mi avesse procurato problemi. Quella fu l’occasione buona per confermargli con entusiasmo che si trattava di un cane eccezionale e che me ne stavo prendendo cura “completamente”. Ken si accorse di una intonazione eccessivamente entusiasta e, forse, che avevo il fiato corto e la voce tremolante. Perplesso, chiese se mi sentissi bene. Inventai lì per lì la scusa che avevo fatto le scale di corsa perché stavo scendendo un attimo in portineria quando avevo sentito il suono del telefonino; ero corsa in casa e di conseguenza il mio fiatone. Sembrò abboccare, perché si scusò per il disturbo, mi ringraziò nuovamente e chiuse la conversazione con mia somma gratitudine.
Pochi minuti di conversazione non mi avevano affatto distratto dalla mia occupazione e continuai più vigorosamente a godere della monta del cane, accentuando il movimento della schiena. Sentii Holly guaire, uggiolare e mugolare quasi contemporaneamente, mentre si dannava, rovistando e trapanandomi il buco, con il pene ancorato saldamente alle pareti del mio intestino dall’ingrossamento in erezione che lo teneva incatenato a me senza possibilità di uscire dal mio sedere, con reciproco godimento.
Le unghione della grossa bestia ogni tanto mi graffiavano la schiena dove cercava di aggrapparsi per meglio operare, ma resistetti senza respingerlo, anzi, ogni graffio era per me una frustata di piacere. Mi colpiva al cuore, dove mi pareva arrivasse ogni scalfittura delle sue zampate, facendomi piegare la schiena verso di lui. Era come una frustata violentemente assestata, mentre il mio sesso vomitava tra le mie gambe sulle lenzuola fiotti del mio seme.
Ero decisa a subire la monta fino alla fine; la fine mia intendevo, ormai che c’ero. Scostai nuovamente i lunghi capelli da un lato con il viso affondato nel cuscino, sospirando e gemendo di piacere, dolore ed estasi, quando squillò nuovamente il cellulare. Cazzo! Mi domandai se proprio quel giorno il mondo intero avesse deciso di rompermi i coglioni, proprio mentre stavo subendo l’inculata più fantastica della mia vita, più interminabilmente lunga e più devastante che il mio amico Holly mi aveva riservato e che mi stava scodellando calda, calda.
Mi dovevano cercare tutti in quel momento? Chi poteva essere? Pensai a mia madre e manco a farlo apposta era proprio mia madre; di male in peggio, pensai. Come avevo fatto con il primo disturbatore, anche con mia madre tentai di essere laconica, simulando una certa fermezza, sia per non allarmarla che per stringare la conversazione al minimo possibile. Per quanto abile a dissimulare, evidentemente mi tradii; d’altra parte parlare al telefono mentre un grosso cane ti sta inculando non è mica semplice!
Mia madre conosceva molto bene le mie consuetudini puttanesche e mi sgamò al volo. Mi gridò nel cellulare: “Con quale ti stai rotolando nella melma?”. Cercai di dissuaderla alla meno peggio. Imbarazzata e irritata, affermai che non ero in una porcilaia; con me non c’era nessun “uomo” (e mi sentii sollevata perché dicevo il vero). Se solo avesse percepito che mi stavo facendo montare da un cane, non so quanto altro me ne avrebbe tirato in faccia, povera donna. Meglio sorvolare e tentare di negare l’evidente piacere che il bravo Holly continuava ad elargirmi con tanta ostinata generosità.
Non so come, ma riuscii a convincerla che ero sola o almeno fece finta di crederci. So solo che chiudemmo la telefonata abbastanza in fretta, in quanto temevo che il cane, infastidito dalle voci, potesse abbaiare o interrompere la monta. Non l’avrei sopportata quella interruzione. Una delusione non era nei programmi. Per quanto tempo mi montò non lo so esattamente. La durata della monta fra gli animali è molto più lunga ed estenuante della umana.
Quando fanno sesso gli animali possono continuare per ore intere nelle condizioni ideali. Holly continuò, continuò e continuò a montarmi per un tempo infinito ed io cominciavo a cedere al dolore non tanto dell’ano, ma più che altro dalla permanenza sotto il suo peso, anchilosata nella stessa posizione. Cominciavo a non sopportarne il peso considerevole, data la sua stazza. Cercai di sottrarmi a quel carico eccessivo e tentai di allontanarlo senza usare maniere forti per paura di irritarlo e farlo diventare aggressivo. Ovviamente il cane non se la dette ad intendere. Ormai stava godendo troppo.
Provai ripetutamente a rialzarmi, cambiare posizione, ma con esiti fallimentari. Il cane mi schiacciava giù con tutta la sua forza e non aveva voglia di staccare l’attrezzo che continuava a pompare dentro il serbatoio. Ormai il povero mio intestino tracimava. Forse Holly aveva intenzione di punirmi, come per dirmi: “Hai voluto che ti montassi? Adesso stai li finché non ho finito!” Le gambe e le braccia non le sentivo più, addormentate dalla posizione supina, mentre il busto e la schiena dolevano per lo sforzo di sopportare quel peso massimo; solo il mio culetto sembrava ancora voglioso di cazzo e se la godeva, bellamente aprendosi, il traditore, ad Holly.
Il tempo sembrava non passare più. Solo nel tardo pomeriggio, mentre esausto mi facevo sbattere, inerte, come carne da macello, tra le zampe del cane, finalmente, Holly si decise di smettere di versare nella mia brocca sbrecciata. Gli spruzzi, che fiottavano nella mia pancia e che mi auguro fossero tutti di sperma, smisero. Così, piena come un otre, con l’ano allargato e arrossato come quello di un babbuino, ero ormai ridotta ad uno straccio. Ingravidata dal cagnolone, gemendo e godendo, subendo e soffrendo tutti gli istanti della monta, giacevo inerte. Lui sì, una volta svuotato, soddisfatto, si sdraiò sulla mia schiena leccandomi contento, impedendomi di respirare. Si era calmato, tornando il giocattolone di sempre. Dopo un po’ si staccò da me. Respirai, finalmente; aveva ritirato il suo tirabusciò dal collo della mia bottiglia. Scese a terra con un salto, scrollando e sgrullando il pelo, sbadigliando soddisfatto. Potevo cercare di sollevarmi dal letto con le poche forze rimaste, mentre fitte di dolore e di indolenzimenti allucinanti tempestavano la mia schiena.
Fu necessario attendere un po’ di tempo distesa, ansimando, prima che potessi mettermi a sedere, allungando le gambe fuori del letto. Gli arti anchilosati dalla troppa immobilità non risposero subito. Dovetti aspettare che la circolazione tornasse regolare, massaggiandomi alternativamente braccia e gambe, prima di potermi rimettere in piedi, mentre Holly, felice e incosciente, scodinzolava avanti e indietro dal corridoio alla camera da letto.
Appena fu possibile, mi diressi in bagno per ripulirmi, barcollando e sostenendomi alle sedie, alle pareti e a tutto ciò di stabile che trovai lungo il percorso. Respirai profondamente e mi accostai allo specchio, dopo aver chiuso la porta. Non volevo che Holly entrasse. Ne avevo fin troppo di lui dentro di me. Mi affacciai dinanzi alla specchiera; il viso era tirato, esausto, pallido e i capelli, lisci lunghissimi erano disordinati, arruffati, sembrava che mi fosse passato sopra un treno. Mi girai di tre quarti per guardarmi la schiena che mi bruciava. Vistosi graffi rossi mi solcavano il dorso dal collo alla vita; dolevano, ma, per fortuna, non sanguinavano.
Mi ero tolta uno sfizio, ma, a quel punto, non sapevo se il prezzo ne era valsa la candela e, infatti, ne stavo pagando lo scotto. Comunque, i giorni successivi permisi al cane altre libertà e abusi della mia sessualità. Prima che Ken tornasse a riprendersi il cane, mi concessi ancora a Holly che completò tre o quattro monte su di me ogni volta che lo chiamavo in camera da letto. Ormai era esperto e subito si metteva nella posizione migliore per infilarmelo dentro con maestria. Non si perdeva più in preamboli e uggiolava, mentre il suo pene gonfio per l’inturgidimento mi fotteva il culo per un’ora intera.
Occorreva ogni volta una pazienza infinita perché potessi staccarmi da lui. Ma io comprendevo e assecondavo la sua esigenza e mi imponevo di sopportare abbastanza bene quel comportamento pur di provare e riprovare l’ebbrezza di quei coiti ripetuti che mi provocavano eiaculazioni continue. Nel giro di un’ora riuscivo a svuotarmi completamente le palle, anche se dovevo sbrodolare a vuoto col mio bastone gonfio anche senza bisogno dell’aiuto della mia mano. Tuttavia, per i giorni seguenti avevo preso delle precauzioni e mi coprivo la schiena con una coperta che tenevo legata sulle spalle e in vita, mentre mi montava. Inoltre, per alleggerire il peso non mi distendevo più completamente, come avevo fatto il primo giorno, perdendo il controllo di me e del cane, ma mi appoggiavo ad un sedia posta di traverso sul letto, in modo da sostenermi ed alleggerire il peso quando l’animale mi copriva completamente.
Riuscii a limitare di subire ogni volta la tortura della prima monta per effetto delle sue unghie e dei dolori di schiena e degli arti a seguito del suo peso. Potetti così godermi, con più serenità e completezza, più volte quel suo bel cazzo lungo e sottile, senza problemi.
Al suo padrone non dissi mai nulla. Conoscendolo, so che non mi avrebbe cazziata, anzi, si sarebbe pure eccitato all’idea di sapermi montata dal suo cane. Ho preferito che scoprisse da solo la novità, perché, come si era abituato Holly, gli avrà sicuramente avanzato la stessa “richiesta” sessuale, dato che tanto lo amava. Sono sicuro che il bravo Holly ha saputo soddisfare anche il suo padrone così come ha saputo incontrare i miei “gusti”. Au revoir…
(Rivisitazione: per gentile concessione rielaborato e arricchito da un racconto di una cara
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3 months ago
Nina69,
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Una domenica iniziata come tante altre ….
Voglio raccontarvi un viaggio in treno di inizio d'estate di qualche anno fa perché non è stato ordinario come tanti altri ma estremamente divertente.
Dovevo andare per lavoro ad un meeting nella sede centrale dell’azienda per cui lavoravo. Non avevo proprio voglia, ma se devi, non hai scelta. Quindi ho preso il treno nel pomeriggio per essere in hotel la sera e, quindi, puntuale all’indomani mattina per l’incontro.
Sono salito sul treno, ho cercato uno scompartimento libero, mi sono seduto e ho preso qualcosa da leggere dallo zaino. Con alcune ore di viaggio davanti a me, era l’unica cosa da fare. Il treno partì perfettamente in orario e io cominciai a leggere.
Ero seduto e totalmente rilassato ma le cose sarebbero cambiate velocemente.
Dopo pochi minuti dalla partenza, una ragazza bruna sui vent'anni, magra, grandi tette e incredibilmente carina, aprì la porta dello scompartimento e chiese: “Sono liberi i posti?”.
Ho risposto con un “Sì, è tutto libero. Puoi sederti dove vuoi!”
Lei sorrise, prese la sua borsa, la posò su un posto vuoto e si sedette.
Era davvero carina, indossava una gonna corta e una maglietta attillata da dove trasparivano in modo chiaro le sue forme.
La ragazza aprì la borsa, prese anche lei un libro e cominciò a leggere.
Avrei voluto continuare a leggere anche io, ma ora era più difficile con una presenza così carina nello scompartimento, semplicemente non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
Mentre stavo sognando ad occhi aperti, sono stato svegliato bruscamente dal controllore che voleva vedere i biglietti.
Gliel'ho dato, lui l'ha timbrato e poi me lo ha restituito.
La ragazza frugò freneticamente nella borsa alla ricerca del biglietto, ma non riuscì a trovarlo. Non trovò nemmeno il suo porta documenti e i suoi soldi.
Il controllore le disse che, se non fosse riuscita a trovare il suo biglietto, avrebbe dovuto pagarne uno nuovo.
Ma la ragazza non aveva i soldi necessari, quindi il controllore le disse che avrebbe dovuto farle una multa e farla scendere dal treno alla successiva fermata.
Ascoltando la discussione, ho chiesto quanto sarebbe costato il biglietto e mi è stato risposto che il costo era di 17€: “OK, nessun problema” risposi “pagherò io il biglietto alla ragazza!”.
Il controllore ha preso i miei soldi ed ha emesso un nuovo biglietto, ha salutato ed è andato via.
La ragazza ringraziandomi si presentò: “Sono Anna, grazie per avermi salvata. Non so proprio dove siano finiti biglietto e soldi. Li avrò dimenticati alla biglietteria o qualcuno mi ha derubato.”
Risposi: “Oh, sono stato felice di averti aiutato, comunque mi chiamo Bruno.” Poi con una battuta ironica tanto per sdrammatizzare la vicenda appena conclusa continuai dicendo con un sorrisino: “Poi puoi restituirmi i soldi, ti lascio i dettagli del mio conto."
Lei aggiungendo ironia alla mia ironia e mi rispose: “Posso inventarmi qualcosa di diverso e più divertente per rimborsarti il costo del biglietto.”
Rimasi interdetto, non sapevo cosa volesse dire quindi spontaneamente mi venne di chiederle: “Cosa vuoi dire? La mia era una battuta, non è necessario ridarmi i soldi.”
“Non ti darò indietro i soldi, penso ad altro. Te lo faccio vedere!”, sorrise in modo malizioso. Andò alla porta dello scompartimento, la chiuse e tirò le tende.
Mi sentivo molto eccitato, avevo capito davvero quello che pensavo avrebbe fatto?!
Lei venne di nuovo da me, si sedette proprio accanto e mise la mano proprio sul cazzo.
Il mio piccolo amico se ne è accorto subito e premeva contro l'interno dei miei pantaloni.
Sembrava che le piacesse che il mio cazzo le rispondesse direttamente.
"Pensi che io sia carina?" chiese.
"Sì, da quando sei entrata non riesco più a concentrarmi. Non riesco più a toglierti gli occhi da dosso."
A queste parole, lei mi ha aperto i pantaloni tirando giù la cerniera e ha messo la mano dentro sul mio cazzo e me lo ha accarezzato attraverso i boxer.
È stata una bellissima emozione, questo viaggio stava diventando sempre più eccitante.
Gli ho fermato la mano e le ho chiesto: ”Pensi sia sicuro farlo qui, in uno scompartimento di un treno?”
Lei rispose: "Oh, il treno si fermerà di nuovo tra molto tempo, non entra più nessuno dopo la precedente fermata e la tenda è chiusa, il controllore è già passato quindi non ripasserà, nessuno può vedere attraverso la porta!" probabilmente era proprio così, saremmo stati tranquilli per un po’, in ogni caso non mi importava.
Lasciando libera la sua mano sono andato a fare un'escursione sotto la sua maglietta.
Lì ho preso in mano una delle sue tette calde e l'ho massaggiata delicatamente, sembrava che le piacesse.
"Oh, la maglietta è proprio fastidiosa, aspetta ..." con queste parole se la tolse, poco dopo il reggiseno era anch’esso sul sedile.
I suoi seni erano davanti a me in tutta la loro bellezza, per me erano irresistibili, li presi con entrambe le mani e li massaggiai ben bene e poi vi seppellì il viso.
Cavolo, è stato fantastico! Il profumo della sua pelle era inebriante.
Lei, nel frattempo, ha infilato la mano sotto i miei boxer, continuando a masturbarmi, poi, molto velocemente ha abbassato un po' i miei pantaloni e i boxer in modo da avere libero accesso alla mia verga.
Si avvicinò lentamente con il volto, leccò la cappella, poi giù per tutta l'asta, di nuovo su e... poi lo infilò completamente nella sua bocca.
La sensazione calda e umida mi fecero fare dei gridolini di piacere e dissi: “Oh mio Dio, è così calda la tua bocca, semplicemente meravigliosa.”
Succhiava e leccava in modo perfetto. Dentro, fuori, su, giù, sinistra, destra, veloce, lenta. Nel frattempo, ho provato a slacciarle la gonna, ci sono riuscito dopo qualche tentativo e la tolsi.
Indossava un minuscolo tanga, uno spettacolo. Facendomi aiutare da lei, gli sfilai anche quello e rimase totalmente nuda davanti a me. Uno spettacolo bellissimo ed eccitantissimo.
Lei lasciò andare il mio cazzo duro e si sdraiò sulla panca.
Mi sono adagiato su di lei, prima l'ho baciata, poi ho spostato la lingua verso i suoi seni, le ho leccato i capezzoli, ... le è sfuggito un gemito: “Si … sì … mi fai morire … continua a scendere c’è la mia figa e il mio clitoride che ti attendono.”
Continuai sul suo ventre piatto e sexy, sul pube, quindi direttamente tra le gambe.
Cominciai leccandole la fessura con la lingua, ogni tocco la attraversava come un fulmine, vibrava di piacere.
L’apoteosi fu quando presi con la lingua il suo clitoride e lo leccai intensamente.
Con un gridolino di goduria mi disse: “Si … sì … mi piace … continua ti prego!”
La sentivo vibrare poi, all’improvviso, mi disse: "Fanculo, fottimi, qui e ora, ora! Lo voglio tutto dentro."
Non avevo bisogno di sentire altro, mi sono posizionato in modo da poter mettere il cazzo dentro, e l'ho spinto lentamente ma in profondità.
Lei aiutò il mio movimento muovendo il suo ventre verso di me e mi ritrovai completamente dentro di lei.
“Dai, vai, vai, scopami … scopami!”
Ho iniziato con spinte lunghe e lente, poi più veloci e in profondità. Dentro, fuori, dentro, fuori, a volte completamente fuori e poi completamente dentro.
Cavolo, è stato fantastico, quando oggi sono entrato nel treno non avrei mai immaginato di potermi scopare una bella e giovane ragazza arrapata.
Ho tirato fuori il mio cazzo, mi sono seduto e gli ho chiesto: "Dai, siediti su di me e cavalcami!"
Immaginavo che fosse ancora più eccitante farsi scopare da lei.
Lei venne da me di spalle, si sedette sul mio palo e se lo infilò di nuovo dentro muovendosi su e giù con molta intensità.
Con la mano si massaggiava il clitoride accentuando il suoi gemiti di piacere.
Oh, mio Dio, pensavo che il mio cuore si sarebbe fermato a causa di tutta l'eccitazione, ero in estasi, faceva così caldo.
Non avrei potuto resistere ancora a lungo, quindi l’avvisai: "Sto per venire!”
Lei, subito dopo, mi disse: “Sto venendo anche io … trattieniti un attimo voglio godere!” poi quasi immediatamente dopo: Vengo … vengo … vengo!!!”
Un fremito violento le percorse tutto il corpo, sentì la sua figa contrarsi e scorrere lungo il mio cazzo un getto di liquido caldo, in parte raggiunse il pavimento.
Capì che quel rilascio di liquido fosse da mettere in relazione al suo godere, una sorta di eiaculazione femminile, era una cosa che non mi era mai successa prima. Direi molto bella come sensazione ed eccitante come situazione.
Anna si è liberata velocemente, poi si è inginocchiata e mi ha succhiato il cazzo fino a farmi godere.
Le ho sparato il mio seme direttamente in gola e lei l'ha ingoiata diligentemente tutto e mi ha leccato il cazzo fino ripulirlo completamente.
Era stata una situazione davvero contorta, ma era quello che sognavo accadesse ogni qual volta viaggiavo in treno.
Lei si è rivestita lentamente, io mi sono alzato i pantaloni e ci siamo seduti di nuovo.
"Carissima, è stato fantastico!" era tutto ciò che potevo dire.
“Anche per me, non l'ho mai fatto al primo incontro e soprattutto su un treno, non so cosa mi sia successo oggi, però è stato davvero fantastico. Sarebbe potuto entrare qualcuno da un momento all'altro e questo mi ha fatto eccitare in un modo indescrivibile."
Non potevo che essere d'accordo con Anna, non avevo mai provato niente di più caldo.
Poi arrivò l'annuncio della prossima fermana dove lei doveva scendere.
Avevo recuperato tutte le mie forze dopo l’amplesso, avevo ancora del viaggio davanti a me per raggiungere la mia meta finale.
Anna uscendo dalla scompartimento mi ha detto semplicemente: “Ciao, magari ci rivedremo sul treno, ne sarei felice!”, poi se n’è andata.
Istintivamente ma irrefrenabilmente, ho preso velocemente il mio zaino e sono corso fuori dal treno per provare a parlarle ma, sfortunatamente, lei era già in compagnia di un uomo.
Il treno nel frattempo è ripartito. Ho pensato: “Bene, allora prenderò il prossimo per continuare il mio viaggio.”
C’era ancora del tempo di attesa, quindi, sono andata in un negozio a comprare qualcosa da bere e poi sono tornata ai binari.
Anna e il suo amico erano ancora lì, mi sono seduto su una panchina per attendere il treno.
Ho tirato fuori il libro per leggere nell’attesa.
Ho visto che il ragazzo che era con Anna mi stava osservando, probabilmente tra di loro avevano parlato di me.
Ho cercato di concentrarmi sul mio libro, ma ovviamente era difficile perché non riuscivo a togliermi Anna dalla testa. Il solo pensiero di lei mi faceva drizzare il pene.
Il giovane si accorse che ero distratto e pensieroso e, quindi, si avvinò e si presentò: “Ciao, mi chiamo Domenico. Stai leggendo qualcosa di interessante?"
Lo guardai e risposi: "Piacere, io mi chiamo Bruno. Beh, in realtà non è particolarmente interessante, speravo di distrarmi un po’ nell’attesa del treno!"
"E’ dove stai andando?”
Ho pensato per un momento: “Cosa vuole questo qui? Magari è geloso della sua ragazza, speriamo bene.”
Quindi gli ho risposto: “Sto andando ad un seminario di lavoro programmato per domani mattina!”
“Oh sì, io invece oggi torno finalmente a casa dopo tanto tempo.”
Pensai: “Interessante … ma perché me lo dice?”
Sfortunatamente non riuscivo ancora a togliermi dalla testa Anna che nel frattempo era andata via. Era evidente la mia eccitazione dal gonfiore dei miei pantaloni. Ho provato a nasconderlo, ma senza successo.
Domenico l'ha notato e ha iniziato a sorridere: "Vedo che sei eccitato, come mai?"
Ero imbarazzato, ho cercato di trovare una scusa, ma non ha funzionato; quindi, gli ho risposto in modo provocatorio immaginando che lui sapesse già tutto: "Ho avuto un vero e proprio incontro di sesso una ragazza molto sexy prima sul treno, e beh, è stato davvero carino fare sesso con lei!” Ho iniziato a sorridere.
Domenico non ha manifestato nessuna reazione, quasi si immaginasse le mie parole, quindi disse: “Non avevi paura che qualcuno vi vedesse?”,
“Sì, sì, ma ad un certo punto questa paura è svanita, ero troppo eccitato! Purtroppo, sarà difficile che ci possa essere un seguito con quella bella ragazza.”
Lui rispose: “Non è detto, c’è sempre la possibilità di un ulteriore round. Io credo che ad Anna possa interessare. E anche a me.”
Rimasi interdetto a quella risposta, mi sono guardato intorno e non vedendo Anna che evidentemente era andata via, mi feci coraggio e gli dissi: “Dove e quando, in un altro viaggio in treno? Improbabile.”
Domenico rispose:” No, a casa mia. Io ora ci vado e se vuoi puoi venire con me. È proprio qui di fronte alla stazione. Può darsi che Anna sia già lì o verrà più tardi. Che ne dici andiamo?”
Senza rispondere, in trance, mi alzai e lo seguì.
In effetti la sua casa era a pochi metri dalla stazione, siamo entrati in un ampio portone e poi abbiamo raggiunto il suo appartamento al primo piano, era un ambiente accogliente e ben arredato.
Domenico, appena entrato, nell’appoggiare le chiavi sul tavolo, fece scivolare il cellulare a terra.
Istintivamente si è piegato per raggiungere dove era caduto, abbassandosi mi ha mostrato le sue chiappe sode.
Wow, ho pensato: “Che bel culo che ha!!!” e il mio cazzo ha ripreso a drizzarsi.
Poi mi è passato per la mente: “Ma qual è il modo migliore per dirglielo?!”
Ho raccolto tutto il mio coraggio e gli ho semplicemente toccato il culo con la mano.
Ora c'erano due opzioni: o mi cacciava da casa, oppure accettava la mia provocazione.
Lui saltò in piedi perché non si aspettava una cosa del genere e si voltò verso di me.
Mi sorrise e mi desse: "Vedo che ti piace il mio fondo schiena … speravo che succedesse. Ci pensavo da quando ti ho visto in stazione!"
Si è avvicinato, mi ha fatto sedere nel divano e si è seduto accanto a me e ha iniziato ad accarezzarmi tra le gambe.
Fece scivolare lentamente la mano sotto la mia maglietta e mi accarezzò dolcemente il ventre.
Ho lasciato che lui prendesse l’iniziativa. Immaginavo cosa potesse accadere di bello da lì a poco. Prendendo il treno quel pomeriggio non me lo sarei aspettato nemmeno nei più rosei sogni.
Ad un certo punto si è inginocchiato davanti a me, poi mi ha tolto la maglietta e ha iniziato a baciarmi e accarezzarmi il collo e il petto.
Nel frattempo, io gli ho accarezzato con le mie mani la testa.
Poco dopo mi ha aperto la cerniera dei pantaloni, li ha semplicemente abbassati assieme al boxer e ha cominciato a farmi un pompino.
Era tutto così assurdo ed eccitante, prima una ragazza davvero sexy aveva avuto il mio cazzo in bocca e poi nella sua figa e ora lui, semplicemente indescrivibile.
Ho rantolato la mia goduria, gli ho fatto segno di fermarsi e gli ho tolto la maglietta, per massaggiargli il petto e i suoi capezzoli fino alla pancia tonica.
Mi sono sfilato i pantaloni e gli slip e poi gli ho aperto la cerniera dei suoi pantaloni.
Per prima cosa gli ho infilato la mano e gli ho massaggiato il cazzo, era già piuttosto grosso.
Ho iniziato a masturbarlo lentamente. Poi gli abbassai i pantaloni insieme agli slip, lui se li è sfilati in un attimo. Rialzandosi ha quasi sbattuto il suo cazzo sulla mia faccia.
Giocavo anche con le mani con il suo sacco e sul suo perineo, cosa che lo faceva impazzire.
Gemette e mi disse: “Ora devi fottermi, voglio il tuo cazzo dentro di me. Ti prego scopami il culo.”
Si girò inginocchiandosi sul divano e appoggiandosi con le braccia sullo schienale dello stesso. Davanti a me si presentò il suo culo sodo e senza peli. Uno spettacolo davvero piccante.
Ho capito le sue intenzioni e ho iniziato a baciargli prima le natiche, e la mia lingua è andata lentamente alla sua destinazione finale, il suo buco del culo.
Era già un sogno e quando ho toccato il suo buco del culo con la lingua per la prima volta, ero completamente estasiato.
Un brivido piacevole lo percorse e mi disse: "Adesso inizia a fottermi, sono così eccitato!"
Così ho cominciato a leccarlo, tra le natiche, fino al perineo e ritorno.
Volevo scoparlo, quindi gli ho appoggiato la mia verga tra le sue natiche; quindi, ho fatto pressione sul suo sfintere per penetrarlo. Era poco lubrificato e trovai difficoltà a farlo entrare dentro; quindi, lo massaggiai con il glande cercando di lubrificarlo, cosa che sembrava piacergli particolarmente.
Lui chiedendomi di nuovo di scoparlo, mi ha dato del lubrificante che prima aveva appoggiato vicino noi.
Ho aperto il tubetto di gel lubrificante, ne ho messo tanto sul mio cazzo duro, l'ho cosparso lungo l'asta. Poi ho distribuito il lubrificante sulla sua calda entrata.
Prima l'ho scopato con il dito lubrificando anche l’interno dello sfintere; quindi, ho iniziato a infilare lentamente il cazzo.
Domenico però non aveva molta voglia di andare piano, quindi ha insistito e mi ha gridato: "Dai, fottimi, scopami il culo con forza, io sono completamente arrapato!"
Ho sentito il calore del suo sfintere quando, all'improvviso, spingendo un po’, la porta si è aperta.
Ho cominciato a muovermi dentro di lui con una certa intensità.
Sono rimasto scioccato quando ho sentito e poi visto Anna entrare nell’appartamento.
Domenico non sembrava essere particolarmente infastidito dalla sua presenza e mi disse: "Dai, continua a scoparmi!!! Non preoccuparti di lei."
Anna è entrata, ha chiuso la porta e mi ha detto: "Adesso fai quello che ti chiede. Fottiti il culo di Domenico, non a tutti è permesso scoparselo!"
L'intera faccenda mi sembrava un mistero, ma in qualche modo non mi importava, ero troppo eccitato. Quindi ho continuato.
Anna, per nulla scossa, si tolse lentamente i vestiti, strisciò sotto me e Domenico e cominciò a succhiargli il cazzo.
Mi sarei aspettato tutto, ma non questo.
La situazione mi ha spronato ancora di più e ho continuato a fargli il culo con una intensità tale da farlo urlare.
“Si … siiiii … continua a fottermi così … mi stai facendo morire.”
All'improvviso ho sentito una lingua sul mio buco del culo. Anna aveva smesso di fare un pompino a Domenico e ora mi leccava le chiappe.
Non riuscivo quasi più a concentrarmi, faceva così caldo, ero frastornato dalla situazione.
Ho tirato fuori il mio cazzo dal culo di Domenico. Loro, insieme, hanno iniziato a giocare con la mia verga.
Situazione semplicemente arrapante, due persone armeggiavano sul mio pene.
Beh, volevo divertirmi di nuovo con Anna, quindi le ho detto di girarsi e darmi le sue chiappe cosa che ha fatto. Poi l'ho impalata con il mio cazzo direttamente nella sua figa da dietro.
Stavo scopando con lei e avevo perso di vista Domenico. Ero al settimo cielo quando all'improvviso ho percepito una sensazione di calore sul culo.
Ho capito di cosa si trattasse, Domenico mi stava baciando e leccando il culo, lo stava massaggiando con la sua lingua assieme alle mie palle.
Senza dire nulla, ha spinto dentro il mio sfintere un dito ed ha iniziato a scoparmi lentamente mentre io scopavo Anna.
Dove dire che la sensazione era molto eccitante, non avrei mai pensato che potesse piacermi. Anche se era una dei miei sogni erotici più ricorrenti: scopare una ragazza mentre un ragazzo mi leccava da dietro.
Dopo non molto Anna continuando a masturbarsi il clitoride, con un urlo liberatorio, si irrigidì e poi inizio a vibrare per via del suo orgasmo: “Si … sì … vengo …. vengo .. non fermarti fottimi … fottimi!!!”
La situazione era troppo eccitante e non ho resistito a lungo, ho gridato: "Sto arrivando! Vengo … vengo!!!" poi ho scaricato la mia crema calda direttamente nella faccia di Anna che nel frattempo aveva sfilato il mio cazzo dalla sua figa e si era girata a succhiarmelo.
Mentre il mio orgasmo si scatenava inondando di sperma il volto, collo e seno di Anna, tutto il mio tratto intestinale si stringeva e si contraeva, sentivo ogni spinta delle dita di Domenico ancora più intensa e all'improvviso lui scaricava il suo seme tra le mani di Anna che nel frattempo lo stava masturbando.
Cadiamo tutti a terra esausti, poi ci sediamo sul divano con Anna in centro e noi due ai suoi lati.
Ci abbracciamo soddisfatti per il sesso. Dopo qualche chiacchiera ci rivestiamo.
Dovetti andare via velocemente per poter proseguire il mio viaggio. Il treno che dovevo prendere sarebbe passato da lì a poco.
Quindi li salutai e raggiunsi la stazione.
Ero ancora tanto eccitato e sentivo su di me gli odori degli umori di Domenico e di Anna.
Avevo trascorso un pomeriggio meraviglioso con due partner eccezionali che mi hanno donato del sesso molto coinvolgente.
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Al2016,
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Cagna da monta
Prima parte
Siamo una coppia sposata da 20 anni Lei 47 e Lui 50 e nel corso della nostra vita assieme abbiamo avuto varie esperienze nel mondo bsdm. Da 2 anni a questa parte con molti alti e bassi abbiamo intrapreso un percorso di educazione per farmi diventare una schiava. Negli ultimi mesi il mio percorso sta evolvendo, lentamente ma con costanza e ultimamente il Mio Padrone gironzolando in internet ha visto questi video di donne che vengono scopate da cani. Me li ha fatti vedere durante le mie sessioni, ha scoperto che mi eccitano ed ha deciso che anch'io devo provare questa esperienza. Devo dire che in effetti sono eccitanti e sono curiosa ma ho anche paura che sia molto doloroso. Per me è importante fare questa esperienza perchè fa parte del mio percorso da schiava, diventare una vera cagna e soddisfare il mio Padrone. Ed eccoci qui, è arrivato il momento tanto atteso, da questa mattina alle 10 fino a domani sera alle 18 sarò una vera cagna e passerò la giornata assieme al mio amico Zag ed ai suoi padroni Carlo e Luca, 2 grandi amici che condividono il cane e la passione per il BSDM. Arriviamo a casa di Zag puntuali alle 10, il Padrone suona il campanello e i proprietari di casa ci fanno entrare. Appena dentro casa senza nemmeno salutare il Padrone mi fa spogliare nuda, mi mette il collare e mi fa mettere a 4 zampe.
Da questo momento fino a domani non sarò più Puttana ma cagna. Mi fanno andare in salotto a conoscere il mio amico Zag, che appena mi vede mi viene incontro, mi lecca la faccia e si strofina come per farsi coccolare. Mi siedo e gli faccio un po di coccole, in un attimo siamo già amici e i nostri Padroni soddisfatti ci accarezzano sulla testa per darci sicurezza. Zag non aspetta nemmeno un secondo, mi gira dietro la schiena e comincia a leccarmi figa e culo. Io comincio subito a bagnarmi, la sua lingua calda mi piace tanto. Comincio a sudare perchè capisco che Zag è gia pronto alla monta, il cuore mi batte forte ma non vedo l’ora di avere la mia “prima volta”. Mi metto in posizione mentre Zag continua a leccarmi, mi sale sulla schiena e aiutato daCarlo comincia a cercare la mia figa. La trova subito e con 2 colpi secchi mi inserisce il suo cazzo grosso nella figa. Io gemo, è stato doloroso all’inizio, un colpo secco ma ora che continua a pompare è bellissimo, sento tutta la sua grandezza che mi riempie e tanto liquido caldo che cola dentro e fuori dalla figa. Dopo nemmeno 20 colpi si ferma, si è formato il nodo e non può più muoversi. Luca lo tiene fermo dentro di me mentre lo accarezza e gli dice bravo, anch’io ricevo le carezze e dolci parole dal mio Padrone mentre aspettiamo che il nodo si sgonfi. Sono stanca ma molto contenta della prima esperienza con Zag.
Quando finalmente esce dalla mia figa lo sperma comincia a colare dappertutto e Zag da bravo cane lo lecca per pulirmi. E’ ora dei bisogni, ci aprono la porta del giardino e da bravi cagnolini usciamo per fare pipì. In giardino c’è anche la ciotola dell’acqua e ne approfitto per berne un goccino. E’ difficile bere a quattro zampe, ma con un pò di pazienza riesco a bere a sufficienza per rinfrescarmi. Dopo qualche corsa in giardino rientriamo perchè Zag ha ancora voglia di montarmi e si è già ripreso totalmente. Ricomincia a gironzolare dietro di me e lecccarmi culo e figa. Questa volta il mio Padrone mi fa mettere un pochino più bassa con il culo e capisco che l’intento è quello di farmelo sfondare da Zag. Mi sale sulla schiena e comincia a spingere. E’ più difficoltoso entrare nel buco del culo e perciò lo fanno scendere dalla mia schiena, mi mettono un pò di lubrificante, il mio padrone allarga un pochino il buco con 3 dita, dopo averlo allargato Zag mi risale sulla schiena. Questa volta anche se con più difficoltà entra. Sento un forte bruciore e lancio un urletto di dolore e piacere assieme, è grosso ma entra tutto senza problemi, comincia a pompare e sento di essere riempita forte, questa volta i colpi sono di più, e lo sento ansimare sulla mia schiena. Il nodo si forma all’esterno del buco del culo e quando si ferma, stanco e soddisfatto esce velocemente dal mio culo e comincia a leccarmi.
A quel punto me lo portano davanti alla bocca e il mio Padrone mi obbliga a fare un pompino a Zag che ha ancora il cazzo duro. Comincio leccandogli l’asta, ha un sapore strano ed è molto grosso. Lo prendo in bocca, è veramente molto grande e lungo, finisco il pompino pulendo tutto il cazzo del cane. Ora mi sento proprio umiliata e sporca, una vera cagna e Puttana che gode con un cane, spero però che nelle prossime ore possa anch’io venire durante la monta di Zag. Finito il pompino è il momento di tornare in giardino. Facciamo tutti e 2 la cacca nel prato questa volta, un sorso d’acqua e poi via a correre e giocare con la pallina che trovo in giardino. Ormai sono quasi le 14 e comincio a sentire fame, è ora di pranzo e anche Zag ha fame. Arriva una ciotola di pasta riscaldata con dentro riso soffiato e carne a pezzetti. Capisco che la ciotola è unica e che devo dividerla con Zag. Lui comincia a mangiare, io mi avvicino e comincio a mangiare anch’io. Finito
il pastone che ho condiviso con Zag sono stremata. Il Padrone mi porta a dormire. Il mio
giaciglio è un vecchio materasso che devo condividere con Zag. Poco dopo che mi sono rannicchiata per dormire Zag mi si sdraia accanto e in poco tempo ci addormentiamo.
Secondo parte
Ad un certo punto vengo svegliata bruscamente, non so che ore sono e non capisco cosa sta succedendo. I Carlo e Luca mi portano in giardino dove faccio i miei bisogni, poi mi fanno un bel clistere e senza preavviso un getto d’acqua che proviene dalla gomma del giardino mi inonda. E’ il momento del bagno, mi insaponano e poi sempre con la gomma mi risciacquano. A questo punto vengo bendata e mi vengono messe polsiere, cavigliere e un anello in bocca per tenerla bene aperta. Mani legate dietro alla schiena vengo accompagnata in casa e fatta inginocchiare al centro dell’ampio soggiorno. Sono inerme e vulnerabile, rimango li per un tempo che sembra interminabile anche se scopro poi essere solamente 10 minuti. La saliva mi gocciola sulle tette, non riesco a deglutire e sono spaventata. Il cuore comincia a battere forte e dentro di me una vocina dice: “stai tranquilla, non succede niente”. Ascolto e percepisco tutti i rumori e gli odori che mi circondano, comincio a bagnarmi perchè l’ignoto tanto fa paura quanto mi eccita molto, Spero dentro di me che ci sia l’incontro con diversi uomini che non posso vedere.
Suonano alla porta. Il mio desiderio si avvera…. entrano dei ragazzi ma non so quanti sono, comincio a sentire i passi, sento i loro profumi, mi vedono e cominciano a parlare:”guarda questa puttana, è proprio una cagna, mi sa che possiamo fare ciò che vogliamo, non può muoversi ne toccarci, oggi ci divertiamo.” Provo a distinguere le voci e contare dentro di me quanti potrebbero essere ma sono troppi per capirlo con certezza. A metà dei miei pensieri mi arriva una forte sculacciata sul sedere, caccio un urlo di dolore e piacere insieme, non me la aspettavo, poi una frusta comincia a vischiarmi la schiena e il culo. Non riesco a deglutire e la mia sbava comincia ad essere molta. Mi mettono le pinze alle tette e alle grandi labbra attaccate ad una cordicella. Ogni tanto qualcuno tira la cordicella e io gemo. Le sculacciate continuano fino a farmi dei bei segni sul culo e con il culo bello rosso mi sdraiano per terra e cominciano a far colare la cera. Brucia perchè molto sensibile ed io comincio a piangere. Mi sento umiliata ed usata, so che non posso parlare e l’unica cosa che posso fare è piangere dal dolore. Logicamente questo non li ferma. Mi tolgono l’anello, mi rimettono in ginocchio ed uno alla volta cominciano a scoparmi in bocca. Pompano vigorosamente e mi fanno venire gli sforzi di vomito, sputo e ricomincio fino a quando tutti non provano il piacere della mia bocca. Poi mi mettono sdraiata con il culo per aria, mi sputano su figa e culo e cominciano prima a scoparmi la figa, poi il culo e poi tutti e due assieme. Sono inerme e cerco di godermi ogni singolo momento, è difficile, mi stanno usando come una troia e non posso fare assolutamente nulla, solo subire. Li sento ansimare e venire, sento caldo sul mio corpo, dentro e fuori, ogni tanto una sculacciata mi fa sussultare, mi fa male dappertutto ma io sono una schiava e devo resistere per far godere il mio Padrone che mi sta guardando. Quando tutti sono venuti mi sento prendere dal mio Padrone per le braccia, mi libera le mani e mi mette a 4 zampe, finalmente mi toglie la benda. I ragazzi sono tutti in cerchio. Mentre conto il numero di 8 presenti e posso finalmente vederli in faccia mi rendo conto che sono uno schifo, sono coperta di sborra che mi esce da tutti i buchi, mi sento sporca e umiliata, mi hanno usata a loro piacimento e sporcata dappertutto, sono esausta e mi fa male dappertutto. Sono però soddisfatta del fatto che loro hanno goduto tutti e questo grazie a me.
A quel punto arriva Zag che vedendomi lì pronta a 4 zampe non ci pensa neanche un secondo, mi sale sulla schiena e mi monta davanti a tutti. Appena salito sulla schiena cerca la mia figa, comincia a pompare ma non la trova, scende dalla schiena e comincia a leccarmi la figa, è molto eccitato e lo sento che ansima, ci riprova e questa volta aiutato da Carlo riesce a trovare il buco. Entra subito e comincia a pompare vigorosamente. Tutti mi guardano. alcuni mi incitano, alcuni incitano Zag, altri mi insultano dicendomi che sono una vera cagna schifosa. Qualcuno scatta delle foto, mi sento forte, sto dando spettacolo, cosa che probabilmente nessuno di loro aveva mai visto dal vivo, mi sto eccitando sempre di più e sono consapevole che è vero, sono una cagna e mi piace far godere le persone che mi stanno guardando. Sono fiera di essere la schiava di Padrone Michele e sento attorno a me l’invidia di tutti quegli uomini che vorrebbero una donna così al loro fianco. Mentre sto pensando a tutto ciò vengo davanti a tutti con un orgasmo potente e prolungato mentre Zag ancora sta’ pompando.
I ragazzi se ne vanno e vengo accompagnata alla mia cuccia dal mio Padrone che mi lega con le mani dietro le ginocchia in modo da garantire a Zag accesso a culo e figa. Le luci si spengono e anche i nostri padroni se ne vanno lasciandoci soli. Zag mi monta altre 2 volte, una in figa ed una in culo, poi anche lui esausto si addormenta. I nostri padroni tornano dopo le 22 e ci trovano addormentati. La mia figa e il mio culo sono oscenamente aperti ma la mia espressione è di felicità, è stata una giornata intensa e difficile, ma positiva.
Terzo racconto
Dopo una lunga dormita assieme a Zag i padroni vengono a svegliarci, Appena alzati veniamo accompagnati a fare i bisogni in giardino, mi scappa proprio forte la pipì e farla in giardino comincia a piacermi. Per colazione mi servono delle crocchette e un po’ d’acqua come a Zag, nella ciotola. Le ciotole sono 2, una per me ed una per Zag, all’inizio resto riluttante, non sono mangiabili le crocchette per cani. Poi mi avvicino alla ciotola e sento dal profumo che la mia ciotola non contiene crocchette per cani ma biscottini a forma di crocchette. Lì ho capito perchè le ciotole erano divise. Comincio a mangiare, si fa fatica a deglutire ma con calma e pazienza e bevendo un pochino d’acqua ogni tanto riesco a finire la mia colazione.
Io e Zag poi cominciamo a giocare in giardino, corriamo dietro alla palla e faccio un po di capriole nel prato. Mentre mi preparo per una capriola sento la lingua di Zag che mi lecca la figa, è pronto di nuovo alla monta, lì in giardino all’aperto. Non faccio nemmeno in tempo ad accorgermi che me lo ritrovo sulla schiena e con un colpo secco mi entra nella figa. Ormai il cazzo entra senza problemi e comincia a pompare. Non ha nemmeno più bisogno di aiuto e spinge talmente in fondo che il nodo si fa dentro. Carlo accorre per tenerlo fermo mentre aspettiamo che si abbassi l’eccitazione di Zag e mi possa liberare dal nodo. Una volta staccato come il giorno prima vengo lavata e risciacquata con la gomma da giardino e riaccompagnata in casa.
Arrivata in soggiorno i 3 padroni mi fanno inginocchiare per terra su un materasso e cominciano a spogliarsi. Capisco che oggi tocca a loro, mi mettono a turno il cazzo in bocca per eccitarlo e farlo diventare duro. Poi Carlo comincia a leccarmi la figa ed il culo, Luca mi palpa le tette e Michele continua a farsi fare un pompino. Ad un certo punto il primo comincia a scoparmi e quello che mi palpava le tette mi mette il cazzo in bocca. Il terzo comincia ad allargarmi il culo con le dita, quando è abbastanza largo si sdraia sul materasso, mi fanno sdraiare sopra di lui e mi infilano il cazzo nel culo. Mi piace e comincia a pompare per farlo entrare bene. Quando è tutto dentro Carlo comincia a pompare per scoparmi la figa in una doppia meravigliosa. Io urlo dal piacere e in quel momento il Michele mi infila il cazzo in bocca per non farmi urlare e comincio a spompinarlo. Sono eccitatissima ed anche loro, si muovono in sintonia in modo da riempirmi e da non uscire dai buchi.Dopo alcuni momenti quasi come se si fossero messi d’accordo vengono tutti e tre assieme dentro tutti i miei buchi, Mi riempiono di sborra e sgocciolo da paura.
Appena finiscono arriva Zag e sentendo tutta quella sborra si eccita di nuovo. Comincia a leccare la sborra dai miei buchi e una volta pulito tutto mi sale sulla schiena e mi monta per l’ennesima volta. Senza problemi trova la mia figa ormai enorme e pronta a prendere qualsiasi cazzo e mi riempie di sborra anche lui. Finito di pompare scende dalla mia schiena e veniamo riaccompagnati in giardino per fare i bisogni e giocare un pochino.
Ormai siamo tanto amici e gli piace rotolarsi in giardino con me e correre a più non posso. Tra un gioco e l’altro si è fatta l’ora di pranzo e non vedo l’ora di mangiare. Mi portano in cucina e vedo che la tavola è preparata per 3, ancora una volta mi tocca il pavimento. Ma questa volta scopro che il mio pranzo è particolare, mi fanno andare sotto la tavola, i 3 padroni si siedono e tirano fuori il cazzo. Cominciano a mangiare e capisco che il mio dovere è fare un pompino per ciascuno. Comincio con il primo, su e giù per l’asta, sempre più veloce e sempre più in gola. Lo sento gemere fino a quando aumento la velocità e mi viene in bocca. Lo ingoio tutto senza perderne neanche una goccia, è il mio pranzo e non va sprecato. Dopo un attimo di ripresa d’aria passo al secondo ed al terzo, Stessa scena, li spompino partendo piano piano e poi sempre più veloce e profondo in modo da eccitarli e farli venire nella mia bocca. Finito il mio lauto pranzo vengo riportata in soggiorno dove Zag sta facendo un riposino dopo il suo pranzo.
Appena mi vede comincia a scodinzolare, so che cosa vuol dire questa sua felicità, è di nuovo pronto a montarmi. Mi metto a 4 zampe sul materasso ed essendo stanca morta mi cedono un pò le gambe. Zag non perde l’occasione di salirmi sulla schiena ed essendo io più accasciata questa volta nel pompare trova il buco del culo. Dopo la doppia di questa mattina è ormai largo anche quello e lui entra senza fatica anche nel buco del culo. Comincia a pompare e lo sento che ansima, mi viene nel culo molto velocemente, non so nemmeno come fa ad avere tutte queste energie, finito di pompare e riempita fino all’orlo scende dalla mia schiena e torna in giardino a fare pipì. Il mio Padrone mi mette in ginocchio per farmi svuotare dallo sperma di Zag e quando smette di colare la sborra mi riporta in cuccia e chiude la porta. Mi sono meritata un bel riposino e mi addormento stremata. Tutto sommato sembra una giornata tranquilla.
Ormai sono una cagna, non parlo da 2 giorni e posso solo guaire e ricercare attenzioni avvicinandomi ai padroni per farmi accarezzare. Mi sto davvero immedesimando nella parte, fare la cagna è divertente ma molto umiliante, sta cominciando a diventare difficile non potermi rapportare alle persone che mi circondano se non abbaiando o guaendo. Anche lo stare a 4 zampe non è facile, mi fanno male i polsi e le ginocchia, mangio a fatica e bevo troppo poco, sto facendo fatica a recuperare e sono molto stanca. Psicologicamente mi sento annullata, sto pensando a come mi devo comportare essendo una cagna da 1 giorno intero e mi sto concentrando per non parlare e non alzarmi in piedi. Non sto pensando a nient’altro che a questo e mi sto godendo ogni momento e godimento del mio Padrone, nella speranza che sia fiero di me.
Quarto parte
Alle 16 vengo svegliata dal suono del campanello. Il padrone di casa va ad aprire e entra una coppia sui 40. L’uomo è distinto e porta un bel vestito nero, la donna una mini mozzafiato ed un top da cui si intravedono due grossi piercing ai capezzoli di forma circolare. Ad un secondo sguardo vedo che la donna porta un collare da schiava e dalla gonna scende una specie di coda, anche lei è una schiava come me.
Ad un cenno dell’uomo la donna si mette a 4 zampe e corre verso di me. mi gironzola attorno e mi annusa il culo ed io ricambio il saluto facendo lo stesso e mi rendo conto che ha un plug anale. Il mio buco del culo è ancora pregno della sborra di Zag e lei lo pulisce accuratamente leccandolo con molto piacere. Veniamo portate in giardino dove facciamo la pipì e ci puliamo a vicenda come due brave cagne, leccandoci dappertutto. Poi si unisce a noi anche Zag e cominciamo a giocare tutti e 3 assieme, facciamo capriole e corriamo per il prato. Si vede che Zag la conosce.
Ad un certo punto i nostri Padroni si accordano per una competizione, si gareggia a chi riporta prima la pallina. Passiamo diversi minuti nel prato a correre e riportare il gioco ai nostri Padroni fino a quando il Padrone della mia nuova amica le toglie il plug che è veramente enorme e le lascia il buco del culo aperto. Io vengo fatta sdraiare nel prato ed aspetto che lei mi salga sulla pancia e mi mette la sua figa in faccia. Io comincio a leccarla e sento tutti i suoi umori in bocca. Mentre la lecco sento che lei fa lo stesso con la mia figa e comincio ad eccitarmi come non mai. Prima che lei possa raggiungere un orgasmo si avvicinano i nostri Padroni ed uno alla volta cominciano a scoparla in figa ed in culo. Io nel mentre continuo a leccarle il clitoride e quando i Padroni vengono uno per volta il loro sperma mi inonda la faccia e sentendomi tutta bagnata ingoio quello che mi arriva in bocca e cerco di pulirmi il più possibile con la lingua. Mentre io continuo a leccare arriva anche Zag che non resiste a questa posizione pronta della mia amica, le sale sulla schiena e comincia a cercare il culo. Mi sposto leggermente per lasciarlo entrare con più facilità ed appena trova il buco e comincia a pompare io ritorno a leccarle la figa e le palle di Zag assieme. Mentre Zag pompa ed io lecco anche lei continua a leccare la mia figa e all’improvviso all’unisono veniamo tutti e 3 assieme in un orgasmo molto intenso. Quando Zag esce dal buco del culo tutto il suo sperma mi arriva in faccia e mi inonda la bocca. Esauste e contente ci aiutano a staccarci, Zag viene preso da Carlo e portato in cuccia, io e la mia amica schiava invece rimaniamo in giardino a pulirci a vicenda, io lecco il suo buco del culo inondato dai Padroni e da Zag, poi lei pulisce la mia faccia inondata dalla sborra di tutti.
Si sono fatte ormai le 18 e per noi e’ ora di tornare a casa. Tutte e due veniamo fatte alzare e mandate a fare la doccia, finalmente in piedi dopo 1 giorno intero a 4 zampe. Non mi sembra vero che posso ancora camminare, le gambe sono incriccate e mi ci vuole un pò prima di riuscire a stare dritta. Nella doccia l’acqua è calda e noi entriamo assieme e ci laviamo a vicenda. E’ bello sentire le mani delicate sul corpo che mi lavano come se volesse prendersi cura di me dopo alcune ore intense condivise assieme.
Quando torniamo in salotto pulite e rigenerate tutti compresa la nuova schiava mi fanno un lungo applauso di gradimento e tutta la fatica e le emozioni di queste ore prendono il sopravvento. Comincio a piangere, un pianto liberatorio e di gioia, ce l’ho fatta. Sono riuscita a mantenere il ruolo assegnatomi ed accettare tutte le scelte dei Padroni senza ribellarmi. Ho liberato la mente e non ho pensato a nulla se non al fatto di far godere tutti del mio comportamento e della mia devozione al Padrone, facendo invidia a chi non possiede una schiava, facendo godere tutti quelli che mi hanno incontrata in questa esperienza. Mi sento sicura di poter essere guidata a fare tutto senza essere giudicata e senza sentirmi sporca perchè ho trovato altre persone che come me hanno delle esperienze che non fanno male a nessuno e che godono nel condividere la stessa esperienza. Mi rendo conto poi che posso finalmente parlare e ringraziare tutti, Carlo, Luca, la coppia e il mio Padrone per la magnifica esperienza passata mentre tutti assieme beviamo un gin-tonic. Dopo esserci fatti la promessa per un prossimo appuntamento salutiamo e guidiamo verso casa.
Nota a margine
Il mio Padrone mi ha commissionato la scrittura di un racconto per provare a lasciare andare la fantasia, non pensare a cosa mi piace e cosa no ma a quello che vorrei succedesse in determinate situazioni. All’inizio l’ho cominciato pensando proprio a quello che in questo momento sarei disposta ad accettare con tutti i miei limiti. Poi piano piano, mano a mano che scrivevo ho cominciato a sciogliermi un pò e a non pensare alle mie restrizioni mentali ma a scrivere tutto ciò che mi passava per la mente immedesimandomi nelle varie situazioni senza avere paura di trovarmi realmente in quelle situazioni. Mi è piaciuto molto scrivere questa storia, è stata dura solo all’inizio ma poi mi sono divertita molto a cercare dentro di me cose sempre più trasgressive e lo rifarei sicuramente anche se non ho molta fantasia. Questo modo di pensare alle situazioni e cioè scrivendo liberamente mi ha fatto crescere come schiava per quanto riguarda il fatto di cercare di abbattere i paletti mentali che ho e che credo tutti abbiano, poi non è detto che si vivranno realmente queste situazioni, ma se dovesse succedere ho un pensiero costruito in merito che penso possa aiutarmi ad affrontare la situazione nel migliore dei modi, non è una cosa sconosciuta. Questo è un racconto di fantasia ma molte cose descritte potrebbero diventare realtà e il fatto di averle già affrontate scrivendole mi fa pensare che avrò meno paura ad affrontarle realmente.
A tutti quelli che leggeranno questo racconto chiedo di farmi sapere cosa ne pensate e se avete voglia potete condividere i vostri pensieri con me.
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mogliesubtn,
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L'intrus* (parte 2)
Tornato a casa trovai la mia ex a letto che dormiva, e decisi di raccontarle tutto la mattina seguente. Andai in bagno e mi segai, ancora al pensiero di quella strana notte in spiaggia.
Il giorno dopo le raccontai tutto, e lei prima fece un po' la gelosa, poi eccitati dal racconto scopammo da dio, e alla fine mandò un messaggio alla nostra amica "Ah bravi porcelloni, senza di me eh?!". Lei rispose prima preoccupata di aver tradito la nostra amicizia, e poi capì che era ironica e con un messaggio ci disse "Rimedieremo".
Da quel momento in poi, ritornando sull'argomento la mia ex ripeteva che "Quindi ora tocca a me farlo da sola...". Ed era giusto, a me l'idea eccitava da morire. L'occasione arrivò non molto più tardi. Mi raccontò che c'era un collega a lavoro che le sembrava ambiguo, pareva ci provasse con lei, ma sapeva che era fidanzata. Un bel ragazzo, più giovane di noi di 4 o 5 anni, alto, muscoloso. Insomma ben messo. Me lo fece vedere sui social, un bel ragazzo davvero. La mia reazione fu un secco "Te lo faresti?". Lei sorridendo maliziosa rispose con un altrettanto secco "E certo!". Avevamo raggiunto un accordo, ora bisognava creare l'occasione. Io le dissi di fare un po’ la gatta morta con lui a lavoro, senza dare nell’occhio, in modo che poi sarebbe stato lui a fare una eventuale prima mossa. Non ci volle molto.
L’occasione fu un turno di lavoro in cui erano da soli loro due, in attesa poi del cambio turno con altri 2 colleghi. Alla reception di un hotel lo spazio è stretto e passando uno davanti all’altro si rischia di strusciarsi un po’ “involontariamente”. Lei mi raccontò… che lo fece apposta, inarcando la schiena e permettendo a lui di apprezzare le rotondità del suo culetto. E lui non perse tempo, ripassando dietro di lei, nel cingerla leggermente con una mano, fingendo di non volerla sfiorare, mentre con la patta dei pantaloni le accarezzava i glutei raccolti dalla divisa attillata. Si guardarono sorridendo e maliziosi, e capirono che potevano spingersi oltre.
Arrivò il primo collega per il cambio turno, e lui si diresse verso gli ambienti privati dei loro camerini, guardando lei, come a volerle dire di seguirla. Lei, da brava e dolce zoccola qual era, con lo scusa di dover andare in bagno detta al collega, lo seguì dopo poco. Entrando nei camerini, lui si stava cambiando, era senza camicia, solo con i pantaloni. E lei gli disse “Ah, ti stai cambiando?! Scusami…”, e lui per tutta risposta le disse “Se vuoi mi fermo, o puoi aiutarmi tu”. Lei a quelle parole (mi ha detto) sentì la sua figa bagnarsi all’istante, e sorridendo da troia gli si avvicinò, si alzò appena sulle punte e non perse attimo per infilargli la lingua in bocca, e una mano nei pantaloni. Il suo cazzo diventò pian piano duro, e glielo tirò fuori iniziando una dolce e lenta sega. Volevano proseguire ma si ricordarono che erano ancora a lavoro, e lui le disse “Ci vediamo fuori appena finisci? Ti aspetto con la macchina e mi segui, ok?”, e lei le fece cenno di sì, lasciandolo lì a cazzo duro, e leccandosi la mano dei suoi liquidi. Tornò in postazione, e da lì a poco lui andò via salutando tutti, e lei aspettando il suo cambio turno, con una voglia e calore tra le gambe che ormai stentava a trattenere.
Mi mandò un whatsapp “Ci siamo baciati nei camerini, e mi ha chiesto di seguirlo dopo lavoro”. Io la chiamai eccitato “Dici sul serio? E che è successo?”, e lei mi raccontò del bacio, della piccola sega, del suo bel cazzo duro, e che credeva volesse proseguire dopo lavoro, in qualche posto appartato in macchina. Le chiesi se le andasse e mi rispose “Sì, voglio scoparmelo!”, e io ancora più eccitato le chiesi di chiamarmi e lasciare il cell nascosto in modo che io potessi sentirli. Ma poi decidemmo di no, magari eravamo a rischio di esser sgamati. Quindi era deciso, ci sarebbe stata e poi mi avrebbe raccontato tutto. E così fu…
Dopo un paio d’ore, ormai era tarda notte, mi chiamò: “Sto tornando a casa”. Aveva il fiatone, e io ero già a cazzo duro pronto ad assaporare quella storia… Andò più o meno così: arrivato anche il suo cambio turno, si cambiò al volo e uscendo dal parcheggio lo vide un po' più in là che la aspettava. Gli fece cenno di seguirlo, e si diressero verso uno di quei posti da coppiette per il carsex vicino al mare. Lei scese dalla sua auto e andò da lui, entrò, si posizionò sul sedile passeggero e si salutarono, imbarazzati ed eccitati. Lui le si avvicinò, con una mano sulla sua gamba, e con il viso sempre più pronto alla sua lingua, che in un attimo furono nuovamente intrecciate ed insalivate, mentre le mani già si muovevano senza controllo tra le reciproche gambe. I pantaloni si slacciarono così facilmente, lei rimase in perizoma, ormai fradicio, lui tolse anche gli slip, e fece svettare il suo cazzo, duro e pronto a ricevere lussuria. Lo guardò e pian piano si abbassò verso il suo cazzo, iniziando a leccarlo dolcemente, fino a soffocarsene in un pompino da vera troia. Lui ansimava, lei lo insalivava e succhiava, lui la spingeva sulla testa con la mano, lei rispettava i tempi e ingoiava.
“Voglio sborrarti in gola amore, sei una troia!” le gridai io al telefono mentre me lo raccontava, e la sua risposta fu “Ah, porco, anche tu?!”. Quella risposta mi fece eccitare ancora di più, e riprese a raccontare… Lui le chiedeva di andarci piano perché voleva anche scopare, e nel mentre aveva due dita nella sua figa grondante di umori. Lei voleva assaggiare la sua sborra, era determinata a farlo venire e poi dopo a concedergli la figa per un bis. “Vai piano, così vengo” le diceva, e lei invece avvolgeva la sua asta con la lingua e ne aveva la bocca piena, fino a quando non lo fece sborrare! Tutto in gola, ingoiando tutto. Che puttanella, lo ripulì tutto e si staccarono un attimo. Non sembravano stanchi, e lei gli fece “Quindi vuoi anche la mia figa?”. Lui a quelle parole iniziò a toccarsi, come a volerlo rimettere in forze per scoparsela. Ci mise qualche minuto in più, mentre lei si mise a pecora verso di lui, masturbandosi la figa e toccandosi il culo. Lui iniziò a leccare, figa e culetto, inumidendo la rosetta e bevendo umori dalla sua figa. E il suo cazzo tornò duro. Prese un preservativo, lo indossò dicendole “Questa volta non mi sfuggi”, e le avvicinò il cazzo alla figa, massaggiandogliela. Fu lei a dirgli “Sono la tua troia stasera!”, e in quel momento iniziò a cavalcarla a pecora.
Fu allora che mi chiese “Ti stai segando, vero?”, e al mio sì aggiunse “Fermati e aspettami, sto parcheggiando, ho voglia di te!”. Mi fermai e la attesi, a cazzo duro, pronto a darle un’altra dose di sborra, scopandola come più voleva.
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Alessio3Bt, 41
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Il matrimonio svedese.
Mi chiamo Fausto, ho 47 anni, sono alto m. 1,88, capelli neri ma dalle tempie bianche, occhi marroni, fisico possente, ma non grasso. Sono sposato con Milena, una bella donna, mia coetanea ed abbiamo un figlio, Luca, che, oggi, ha 32 anni ed è sposato anche lui. Abito in una villetta bifamigliare, la cui rimanente parte è occupata da mio fratello, che ha tre anni più di me. Lui ha una figlia di nome Anna, di 29 anni. C'è sempre stato un buon rapporto, tra me e mia nipote. Si è sempre confidata con me, perché io per lei son sempre stato lo zio simpatico e disponibile. Tutto questo nasce dal fatto che lei e mio figlio, fin da ragazzi, sono stati molto insieme a me e, anche crescendo, il nostro modo di divertirci e di andare in giro è sempre stato costante e divertente. Fin quando Luca non si è sposato, entrambi stavano sempre con me, sia che si andava a pesca, attività in cui Anna è bravissima, oppure alla partita, essendo tifosi della stessa squadra; oltre questo si andava in giro nei boschi a cercar funghi. Siamo stati molto tempo insieme ed è per questo che, crescendo, per lei sono rimasto come un punto di riferimento. Inoltre essendo io un imprenditore edile e mio figlio geometra, lavora nella nostra ditta anche Anna come contabile e questo ha rafforzato di più la nostra familiarità. A 22 anni si è innamorata di un ragazzo e, dopo quattro anni di fidanzamento, si è sposata con lui. Sembrava una coppia abbastanza felice, invece, nel giro di un anno, si son separati per incompatibilità di carattere. All'inizio non mi era chiaro in cosa consistesse questa incompatibilità e, dal momento che tra noi due, c'era molta confidenza, ebbe a spiegarmi che tutto era derivato dal fatto che, sia da fidanzati, che da sposati, avevano fatto sesso non più di una ventina di volte, dovendo riconoscere che, in 5 anni, quelle venti volte, erano davvero poco. Come imprenditore edile, conosco tante persone e ce n'è una in particolare, con cui ero legato da tanto tempo sia per amicizia che come compagno di lavoro. Antonio era una persona schietta, allegra, solare, capace di sorridere anche nei momenti più duri. Titolare a sua volta di una ditta per lavori idraulici, collaborava quasi sempre con me nella realizzazione dei miei progetti edili, cui affidavo sempre tutto ciò che riguardava l'idraulica. Era sposato con Giulia, una bella donna molto amica di mia moglie. Un giorno lui è caduto da un tetto, mentre montava una grondaia ed è morto. Per tutti noi è stato un dolore immenso e allora ho creato una piccola società con sua moglie, inglobando nella mia anche la sua azienda, continuando a collaborare, garantendo, così, a lei una costante risorsa economica in grado di farle mantenere sua figlia Alessandra. Quest'ultima ha la stessa età di Anna, sono andate a scuola insieme e sono amiche in quanto si conoscono da sempre, essendo le nostre famiglie molto unite. Immaginavo già un bel matrimonio tra mio figlio e Alessandra, ma lei si è fatta conquistare dagli occhi azzurri di uno splendido svedese a nome Sven, che ha incontrato durante gli anni di università e, dopo la laurea in economia aziendale, lei lo ha seguito nel suo paese natale, la Svezia. Per la madre è stato un ennesimo colpo, ma, nello stesso tempo, era felice, perché la figlia, in questi 6 anni di convivenza, le aveva regalato due splendide nipotine. Quest'anno, a giugno, hanno deciso di convolare a nozze e, così, la nonna è volata a Stoccolma ed ha invitato tutti noi a raggiungerla per partecipare al matrimonio. Anna, addirittura, è stata invitata come testimone di nozze della sposa e Giulia mi ha chiesto se, in qualità di quasi zio e in considerazione che ero stato padrino di Alessandra al battesimo, ero fossi disposto ad accompagnare la sposa all'altare. Quando eravamo prossimi alla partenza, mia moglie ha dovuto declinare l'invito perché impegnata in quanto primaria in una clinica privata, che si occupa di procreazione assistita, così come ha dovuto rinunciarvi mio figlio, essendo incorso nel più stupido degli incidenti con la moto: una caduta da fermo. Cadendogli la moto sulla gamba, in prossimità di uno scalino, gli aveva procurato una bella frattura, perciò, alla fine, da quattro persone invitate, ci siamo ridotti solo in due, io e mia nipote Anna. Un mercoledì di giugno, nel primo pomeriggio ci siamo imbarcati su un volo diretto a Stoccolma. L'aereo era mezzo vuoto, su una capienza di circa 200 persone, eravamo circa una settantina di passeggeri e così, io e lei, ci siam trovati seduti ai nostri posti, senza aver altre persone intorno, se non viaggiatori nelle poltrone più avanti o più indietro. Questo esser da soli, ci ha permesso una confidenza tale da dialogare tra noi in maniera anche piuttosto discreta ed intima. Nel parlare, Anna mi ha riferito delle sue nuove conoscenze maschili, che le riempivano il periodo post divorzio; io l’ho messa in guardia, allertandola sui malintenzionati e di valutar bene ogni situazione che le si presentava. Poi le ho chiesto il vero motivo del divorzio e lei mi ha aperto il libro.
«Aveva scoperto d'esser gay. Prima di conoscermi, lui aveva avuto delle relazioni omosessuali e, poiché i suoi genitori non ne erano a conoscenza, si era fidanzato con me, nella speranza di poter tenere nascosta questa sua inclinazione, coprendo il tutto con una normale vita matrimoniale, mentre, in realtà, continuava ad incontrare i suoi amichetti segretamente. Negli anni di fidanzamento, non mi ero mai accorta di questa sua distorta sessualità, altrimenti non lo avrei sposato, ma, quando mi ha messo quasi davanti al fatto compiuto, non me la son sentita di accettare di dividerlo con un altro maschio. Capisci, Fausto (nei nostri dialoghi Anna mi chiama sempre per nome, senza usare il termine zio), come potevo fare a competere con i suoi amanti gay? Son sicura che anche tu ti sentiresti in difficoltà se dovessi competere con una donna che insidia tua moglie!»
A me è venuto da sorridere e lei mi ha guardato un po' incuriosita.
«Perché ridi? Ho detto qualcosa di tanto strano da farti divertire?»
Ho visto che nessuno ci ascoltava e così le ho spiegato una cosa, che lei non sapeva.
«Ho sorriso perché, tra me e tua zia Milena, c'è un accordo che ci fa superare queste situazioni.»
Anna mi guarda sbigottita.
«Cosa? Che tipo di accordo hai fatto con Milena?»
Ora sono io a sorridere.
«Con lei ho fatto un accordo molto semplice: se ti accompagni ad un altro, sia maschio che femmina, me ne devi mettere a parte.»
Anna mi guarda incredula, poi cerca di capire se sto scherzando o meno.
«Ma dai, non ci credo! Ti stai prendendo gioco di me! Com'è possibile che un bell'uomo come te, possa accettare che sua moglie, che ammetto esser una bella donna, possa andare con un altro per poi venirtelo a raccontare? Ma sei serio a dire queste cose?»
Osservo attentamente la sua faccia e mi rendo conto che sta per davvero aspettando una mia spiegazione.
«Tutto è cominciato quando è nato tuo cugino. Come sai, a tua zia hanno dovuto praticare il taglio cesareo, perché il feto non era posizionato bene per il parto. L'estate successiva, siamo andati al mare e lei era molto intristita per non sentirsi più al meglio della sua procacia, affermando che il suo corpo, dopo il parto, era diventato poco attraente ed il seno sembrava quello di una vacca da latte. Eravamo in Sardegna e, allora, l'ho portata su una spiaggia non tanto affollata e l'ho invitata a mettersi in topless, per verificare se davvero passasse inosservata o, piuttosto, avrebbe attratto l'attenzione di più di un maschio. Ti assicuro che gli ronzavano intorno come mosche sul miele. Più di uno, le ha mostrato il pacco duro e, solo perché c'ero io, con un bambino piccolo accanto, non è successo che qualcuno osasse farsi avanti e provare ad insidiarla. In quell'occasione, le ho anche chiesto se desiderasse scopare con qualcuno di loro, ma lei, estremamente soddisfatta e perfettamente appagata nella sua completa autostima, ha declinato l'offerta, affermando che era sufficiente sapere che ancora riusciva a suscitare interesse in altri maschi. Così, in quel momento, abbiamo concluso il nostro patto: io le ho chiesto di esser sempre onesta e sincera con me, se le fosse capitato di andare a scopare con qualcuno ed io mi sarei comportato allo stesso modo, se mi fosse capitato di farlo con altre donne.»
Anna mi guarda affascinata.
«Cavolo: è incredibile una cosa del genere! E ... ha funzionato?»
«Certo che ha funzionato. Lei, da allora ad oggi, ha scopato con altri tre maschi ed io ho fatto altrettanto con altre tre donne e poi, insieme, abbiamo fatto anche uno scambio di coppia.»
È rimasta affascinata da quelle mie parole.
«Cavolo: questa me la devi raccontare! Mi stai dicendo che tu e la zia avete fatto sesso insieme ad un'altra coppia?»
Annuisco e lei insiste per avere tutti i dettagli di quella esperienza.
«È successo casualmente qualche anno fa, mentre eravamo in vacanza in Portogallo. Siamo andati sull'isola di Tavira e, una volta lì, abbiamo scoperto che si trattava di una spiaggia nudista. Dopo qualche attimo di incertezza, ho invitato tua zia a mettersi nuda e lei, senza nessuna esitazione, si è spogliata completamente e, scherzando, ha detto che avrebbe voluto verificare chi, di noi due, avrebbe avuto più successo. Ammetto che lei partiva molto avvantaggiata, avendo uno splendido corpo, ma, ben presto, mi son reso conto che anch'io suscitavo un certo interesse e, non tanto per il mio aspetto fisico di certo abbastanza gradevole, quanto per quella specie di particolare dono, che mi ritrovo tra le gambe. A detta di tua zia, il mio è un bel gioiello, che soddisfa appieno le esigenze di una donna, sia per lunghezza che per spessore, perché, ad averlo dentro, ti dà la perfetta contezza di esser di fatto riempita.»
Vedo gli occhi di Anna brillare e poi sorridere, maliziosa.
«Dopo un po' che eravamo sdraiati al sole, una folata di vento ha fatto volar via l'ombrellone che era accanto a noi e che è finito addosso a me. Subito gli interessati son corsi verso di me, scusandosi, e così abbiamo scoperto che erano anche essi due italiani. Una coppia del Trentino che, quando ha capito che eravamo italiani anche noi, ci hanno invitato a trascorrere il resto della giornata sotto il loro ombrellone e scambiare facezie in allegria. Essendo camperisti, a sera ci hanno invitati a cena nel loro camper e ti assicuro che, per noi, è stata una vera sorpresa scoprire la bontà di quel tipo di vacanza, mai preso in considerazione. La cosa bella fu che, durante la cena, si son verificate tante situazioni, abbiamo fatto ricorso a tanti doppi sensi, insomma tutte cose che ci hanno fatto capire che desideravano giocare con noi e, così, dopo cena, ci siamo trasferiti sul retro del camper, sopra un comodo letto matrimoniale, dove abbiamo fatto sesso per tutta la notte. In tutto il resto della vacanza, siamo stati insieme ed abbiamo scopato le nostre donne insieme, con assiduità. A volte l'abbiamo fatto in doppia penetrazione oppure ci siamo goduti le performances femminili nel leccarsi tra di loro, mentre noi maschi le esortavamo a fare di più. Ne è nata una bella amicizia e, se ricordi bene, lo scorso anno, io e tua zia siamo andati a trascorrere il capodanno in montagna, a casa di questi nostri amici, che avevano organizzato un cenone insieme ad altre cinque coppie, con le quali, la notte di capodanno, abbiamo fatto un’orgia di quelle spettacolari!»
Vedo lo stupore e la contentezza negli occhi di Anna.
«Mamma mia, Fausto, questo sì che è godersi la vita! Ho sempre pensato che tu e zia siate due persone solari e schiette, ma ora ne ho la assoluta certezza. A volte, osservo mio padre e mia madre che si cornificano a vicenda, e non dire che non te ne sei accorto, con il rischio di rovinare il rapporto familiare, mentre, invece, basterebbe semplicemente esser due persone intelligenti, come te e zia, così da non perdersi niente di quanto può offrire la vita. Perciò, se un giorno decido di avere un altro compagno, vorrò che sia un uomo intelligente come te!»
Arrivati a Stoccolma, ci vengono incontro Giulia e Sven. Il neo sposo è il classico vichingo: alto, biondo, occhi azzurri, spalle larghe; noto che Anna ne rimane piacevolmente affascinata. Raggiungiamo il loro paesino, che si trova dall'altro lato di un lungo fiordo, che termina davanti alla città di Stoccolma. Essi, invece, abitano in una piccola insenatura di questo fiordo, dove ci sono una ventina di case e l'attività della famiglia di Sven: una immensa segheria. Veniamo accolti in maniera molto cordiale e le due ragazze si baciano ed abbracciano, felici di rivedersi. Ci accompagnano in un punto, dove ci hanno riservato una camera, spiegando che, purtroppo, non esistono strutture alberghiere nel loro piccolo paese e, il sopraggiungere improvviso e imprevisto di altri parenti dello sposo, li aveva costretti a riservare a noi due un'unica stanza, situata sopra la rimessa delle barche di un amico di Sven. Salita una piccola scala, entriamo in quella che è una cameretta non troppo grande, ma ben riscaldata. Oltre l'ingresso, in un angolo c'è un letto matrimoniale, tutto rigorosamente fatto in legno. Adiacente all'ingresso, sul lato destro, c'è un bagno abbastanza grande, con una doccia molto capiente. Lasciamo i nostri bagagli e subito Alessandra trascina me e Anna, a cena dai suoi futuri suoceri. La cena di benvenuto è stata apprestata all'interno di una sala, dove è riunita un po' tutta la scarsa popolazione di quel paese: una trentina di persone tra uomini, donne, bambini e ragazze di età diversa. Durante la cena, prendo atto di esser oggetto delle attenzioni di tante belle signore, ma, anche e soprattutto, di ragazze giovani. In quel momento, non comprendo il motivo di tanto interesse, ma è Anna che, una volta finita la cena e trovandoci da soli in camera nostra, mi spiega questo dettaglio.
«Accidenti, Fausto, tutte ti mangiavano con gli occhi. Secondo me, la metà di esse avrebbero voluto esser qui con te, in questo momento!»
Le chiedo una spiegazione a tanto interesse e lei mi guarda un po' stupita.
«Che cosa non hai capito? È un po' come è successo ad Alessandra! Da noi, i maschi son tutti mori, con gli occhi scuri, di conseguenza, quando capita uno biondo, con gli occhi chiari, suscita molto interesse e, forse non l'hai notato, ma stasera tu eri il maschio più desiderato presente in quella sala, perché sei un bel moro, alto dall'aspetto imponente, come i loro maschi, ma, soprattutto, hai dei meravigliosi occhi marroni. Se poi avessero modo di scoprire che sei anche munito di un ottimo arnese tra le gambe, allora dovrei preoccuparmi che, per ricondurti a casa, dovrei prendere un'ambulanza, perché ti prosciugherebbero di sicuro anche il midollo spinale!»
Ci mettiamo a ridere e poi giunge il momento di andare a letto. Anna subito si spoglia per farsi una doccia.
«La doccia la faccio io per prima!»
Immediatamente ha cominciato a spogliarsi, sino a rimanere in slip e reggiseno, prima di scappare in bagno. Era la primissima volta che vedevo mia nipote quasi nuda: aveva un corpo bellissimo. Alta, mora, con i capelli lunghi alle spalle, il seno alto e tondo con areole ben marcate, che si notavano al di sotto del reggiseno sottilissimo, e capezzoli grossi. Il ventre piatto e la fighetta, coperta da un sottile perizoma quasi completamente sparito tra le natiche, lasciavano scoperte due chiappe davvero invitanti. Le cosce poi, lunghe e snelle, sembravano due colonne stupende. Ammetto che, per la prima volta, ho visto in lei la donna, non la nipote, ed ho ricacciato indietro certi pensieri impuri che mi erano venuti, cercando di non alimentarli. Mi son spogliato e preparato per la doccia e poco dopo è arrivata lei, avvolta nel suo telo doccia, con un asciugamano attorcigliato sulla testa.
«È il tuo turno. L’acqua è caldissima, da favola.»
Appena entrato in bagno, mi son accorto che, nonostante tutti gli sforzi, avevo il cazzo duro. Finita la doccia, son tornato velocemente in camera, avvolto nel mio telo; avevo già indossato gli slip, mentre ho visto che, sulla sedia, accanto al letto, erano visibili reggiseno e pantaloncini del pigiama di lei.
Si è girata e mi ha suggerito di restare leggero.
«Fausto, con il caldo che c'è, non ti consiglio di indossare il pigiama. Inoltre, non c’è lenzuolo, ma una bella coperta imbottita di piuma d’oca, che di sicuro mette addosso un caldo pazzesco!»
In effetti dentro la camera, la temperatura era gradevolissima e, così, ho voluto aderire al suo consiglio, mettendomi a letto con indosso i soli slip e maglietta. Nell'atto di alzare la coperta, ho visto che anche Anna indossava la parte di sopra del pigiama e gli slip, ma ho fatto finta di niente e, solo per cercare di stemperare la tensione, ho preso un cuscino e l’ho piazzato in mezzo, tra lei e me. Ne scaturì una risata incontrollabile, ma fu lei stessa a smorzarla, ironizzando.
«Fausto, dai: non ti comportare da coglione. Metti via questo cuscino: credi sia la prima volta che dormo con un uomo?»
La stanza era avvolta in una leggera penombra. Ero rimasto girato verso di lei e la mia mente era in completo turbinio. Non riuscivo a prender sonno, nonostante il viaggio e la stanchezza, per la prima volta mi sentivo in difficoltà con lei. Le ero girato di spalle e, d'improvviso l’ho sentita avvicinarsi a me, sino a sfregare le sue cosce sulle mie ed i suoi seni che premevano sulla mia schiena. Mi ha accarezzato la schiena, forse convinta che stessi già dormendo. Son rimasto immobile e lei, dopo un attimo, si è girata dall'altra parte, appoggiando le sue natiche sulle mie. Non ne potevo più, mi sentivo il cazzo durissimo e, così, mi sono girato anch'io e, non essendoci tanto spazio, giocoforza gliel’ho appoggiato sul culo; un paio di minuti o, forse solo pochi secondi, e subito dopo lei si è mossa, ha sfilato gli slip ed anche la parte di sopra del pigiama. Poi ha di nuovo appoggiato il culetto contro il mio cazzo durissimo ed ha preso a sfregarcisi sopra. Per un po', l'ho lasciata fare, poi mi sono scostato e messo supino. Lei si è girata e mi è salita addosso. In un attimo di lucidità, mi sono bloccato.
«Anna, cosa stiamo facendo?»
Lei si è mossa rapidamente. Ha acceso la lampada del suo comodino, girandosi poi verso di me.
«Fausto, stiamo per scopare: cosa c’è non ti va?»
Ero eccitatissimo, ma anche in imbarazzo.
«Anna, ma ti rendi conto che siamo zio e nipote? Portiamo lo stesso cognome!»
Lei aveva uno sguardo determinato e serio.
«Ma, Fausto, un uomo come te, che mi ha confidato segreti intimi, dicendomi di avere scopato con una coppia insieme alla zia, che ha avuto le sue storie e le sue corna, adesso si fa degli scrupoli con me? Forse ti è sfuggito un dettaglio: io ho sempre desiderato di scopare con te; non te ne sei mai accorto, eppure è così. Lo so, è una specie di incesto, ma a me piace da morire e non m'importa nulla di quello che pensa la gente, il mondo! L’unico di cui m'importa il giudizio, è il tuo: quindi, mi scopi o no?»
Ho tentato una inutile ultima scusante.
«Adesso dormiamo: ci penserò su e ti farò sapere. Dai, ne parliamo domani sera.»
Ha capito che non ero in grado di reggere il suo attacco frontale e non ha esitato ad affondare il colpo.
«Va bene, però, almeno fammi toccare il tuo cazzo, ti prego...ti prego...ti prego! Dai, solo un po'.»
Impossibile resisterle quando mi fa la vocina cosi dolce. Ho accettato e lei subito lo ha afferrato con una mano, iniziando a menarmelo.
«Accidenti! È davvero un bel cazzone! Ora mi è chiaro quando mi hai detto che hai retto il confronto nella spiaggia nudista! Un cazzo così, non si trova tutti i giorni! Fausto, posso prenderlo in bocca? Ti prego...ti prego...ti prego!»
Mi son arreso ed ho sentito affondare la sua bocca su quel pezzo di carne rovente, iniziando un pompino travolgente. Era bravissima! Lo leccava tutto e lo bagnava di saliva, per poi affondarselo tutto giù per la gola, fino a che il suo naso sbatté sul mio corpo! Cazzo! Nemmeno mia moglie era capace di tanto! Dopo averlo bagnato a dovere, di colpo è salita su di me e, immediatamente, se lo è fatto entrare tutto dentro la fica, restando immobile. L'ho guardata e lei, per un attimo, mi ha sorriso, poi ha preso fiato ed ha iniziato a muoversi con una dolcezza infinita.
«Bellissimo! Non sai da quanto desideravo sentire questo tuo splendido membro, tutto dentro di me! Mi son sentita veramente riempire! Ho voluto solo assaporare un momento il piacere di averlo tutto dentro. Ora però scopami! Voglio godere con te, fino a sfinirmi!»
Ha iniziato a cavalcarmi in maniera davvero magnifica. Ho allungato le mani ed ho afferrate i suoi capezzoli, facendola gemere di piacere, mentre lei si abbassava e mi offriva quei succosi frutti da succhiare, leccare e mordere.
«Mordi i miei capezzoli. Mi fa impazzire sentir dolore sui seni! Oddio, Fausto, son pronta a godere.»
Ha goduto tanto. Poi, sfinita si è sdraiata su di me ed allora l'ho messa sotto di me ed ho preso a fotterla con lei che sollevava le gambe e le attorcigliava intorno ai miei fianchi. Anche in questa posizione ha goduto per due volte, poi si è resa conto che io ero prossimo all'orgasmo e allora ha stretto ancor più le gambe dietro di me, impedendomi di uscire.
«Non te ne andare! Non provare ad uscire! Mi devi sborrare dentro! Vengo! Dai, Fausto, vieni anche tu! Sborrami dentro, ora! Vengo!»
Ho sentito il mio piacere scorrere lungo il mio membro e riversarsi dentro il suo corpo, con lei che mi teneva abbracciato e stretto forte. Ci siamo baciati a lungo, facendoci ancora delle coccole, restando uno dentro l'altra. Ci siamo addormentati così e lei mi ha svegliato all'alba, succhiando il mio cazzo, che è subito diventato duro; allora mi ha tirato su di sé e mi ha chiesto di montarla ancora.
«Montami! Fammi sentire d'esser la tua vacca! Non ho mai provato il piacere come quello che ho provato con te questa notte! Sei un toro meraviglioso ed io voglio esser la tua vacca!»
L'ho pompata con calma, facendola godere altre due o tre volte, poi, quando era il momento di venire, le ho chiesto dove preferiva; lei mi ha fatto sfilare e si è avventata sul mio membro, accogliendo nella sua bocca una fantastica sborrata.
Abbiamo trascorso il resto della giornata insieme agli sposi e, a sera, siamo andati a cena ancora tutti insieme; qualcuno aveva messo della musica ed ho sentito qualche bella signora venire a strofinare il proprio corpo contro il mio, ma ho visto gli occhi di Anna che continuavano a scrutare ogni mio movimento. Anche Giulia si è stretta a me e mi ha ringraziato per aver partecipato a questo evento.
«Grazie, Fausto! Sei veramente una persona speciale, anche per me!»
Per un attimo non ho compreso il senso di quelle sue parole, ma mi è stato molto chiaro quando, due giorni dopo, ho accompagnato la sposa all'altare e, mentre tornavo al mio posto in chiesa, lei si è avvicinata a me e, sorridendo, con un cenno del capo mi ha indicato Anna, che ci stava guardando.
«Quella ragazza è follemente innamorata di te. Ti prego solo di non farla soffrire!»
Ho guardato Giulia, incredulo.
«Ma che mi stai dicendo? È mia nipote!»
Lei si è stretta al mio braccio, ha avvicinato la sua bocca al mio orecchio e mi ha risposto.
«Anna è innamorata di te da sempre. Ha scommesso con mia figlia che, prima che si fosse sposata, si sarebbe fatta ingravidare da te! Guardala: è raggiante di felicità e questo fa pensare che ci sia riuscita!»
Ho sentito tremarmi un po' il cuore e, dopo tutta la festa, la cerimonia e tutto quanto, quando siamo andati a dormire, ho avanzato una precisa domanda a mia nipote.
«Chi ha vinto la scommessa: tu o Alessandra?»
Lei mi ha guardato ridendo ed ha detto che dovevo darle un'altra bella innaffiata, alle ovaie: era già al terzo giorno fertile e io le ero sempre venuto abbondantemente dentro, quindi era quasi sicura di esser incinta! L'ho guardata stupito e le ho risposto che era pura follia, ma lei si è stretta a me e mi ha detto che non le importava niente di nessuno, solo del mio giudizio.
«Fausto, io ti ho sempre amato, dal primo istante di cui ne ho memoria. Quando mi son resa conto di aver sposato un coglione, mi sono ricordata di una cosa che mi avevi detto prima del matrimonio. Ti ricordi quando siamo andati a prendere il mio vestito da sposa e sei stato tu ad accompagnarmi? In quell'occasione, mi hai detto che potevo sempre contare su di te, in ogni occasione. Dopo il divorzio ho capito che eri l'unica persona al mondo che poteva aiutarmi a realizzare questo progetto: voglio un figlio e lo voglio tuo. L'ho sempre desiderato da te e ora lo avrò. Se la cosa dovesse darti fastidio, prenderò e me ne andrò lontano, così da non fartelo mai vedere; mentre, se invece la cosa dovesse farti piacere, io ne sarò contenta se fossi tu a farlo crescere tranquillo e sereno, come hai fatto crescere me in tutti questi anni!»
Anna è rimasta incinta e ha dato alla luce un bellissimo bambino, cui ha imposto il nome di Angelo, il mio secondo nome! Dopo circa un mese che lei era già incinta, un giorno, mentre ero nell'ufficio con Giulia, lei si è avvicinata a me e mi ha fatto una precisa richiesta.
«Non fraintendermi, non ti sto ricattando, ma vorrei un piccolo premio per il mio silenzio!»
Ho capito a cosa si stava riferendo e me la sono scopata per un pomeriggio intero. Le ho anche aperto il culo, in maniera delicata e fatta per bene, che si è rammaricata per non aver provato prima questo tipo di piacere. L'estate successiva è tornata a trovarci Alessandra, insieme al marito e, in quell'occasione, ho visto Anna parlare a lungo con lei e, prima di partire, grazie alla complicità di Anna e sua madre, me la son trovata nel letto e l'ho scopata come se non ci fosse un domani. Con gli auguri di Natale, ci ha mandato un biglietto dicendo che avrà un bambino che chiamerà Antonio. Giulia mi ha dato un bacio e mi ha detto: grazie.
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3 months ago
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Quella magica serata di sesso tra amici
Questo inizio di estate, dopo essermi trasferito temporaneamente per lavoro in una città della mia stessa regione, ho iniziato a frequentare due amici conosciuti casualmente una sera in un Pub del centro della città. Marco e Paolo, quasi miei coetanei.
Come detto, ero da poco in città e ci sarei rimasto non per tanto tempo; quindi, la nostra conoscenza era molto superficiale. Tuttavia, era nata una discreta amicizia e complicità tra di noi.
Spinti dalla intraprendenza soprattutto di Marco, trascorrevamo delle serate molto spensierate e interessanti, ci sentivamo molto a nostro agio l'uno con l'altro.
Abbiamo passato dei bei momenti ma, come accade con le nuove conoscenze, non avevo compreso appieno che loro avessero un segreto.
Segreto che hanno condiviso con me in circostanze particolari che vi racconterò di seguito.
Come accade a tutti i maschietti quando sono insieme, i nostri discorsi spesso arrivavano a toccare il sesso. Si parlava delle scopate con le nostre (e i nostri) precedenti partner in modo vivido e in totale libertà.
Loro all’inizio non hanno accennato alla loro tendenza sessuale più intima e, in effetti, nemmeno io mi ero confidato completamente con loro due.
In uno dei tanti momenti trascorsi insieme, un lungo e caldo pomeriggio di sabato, abbiamo organizzato per la sera una cena a casa di Marco, sembrava una buona idea per trascorrere insieme dell’altro tempo.
Quella serata finì in un modo per me inaspettato e, in conclusione, compresi pienamente il piano dei due miei nuovi amici.
Dopo aver consumato una buona cena preparata da Marco e bevuto abbondante vino e altri alcolici, ci siamo seduti in salotto per concludere la serata.
Le nostre chiacchere saltavano dallo sport, a breve sarebbero iniziate le gare olimpiche, ai viaggi e, non ultimo, al sesso.
Nella stanza vi era una grande tv. Marco, tra il serio e il faceto, disse: “Vi va di vedere un film porno, ne ho uno molto intrigante.”
Paolo, con sospetta velocità, rispose: “Si, certamente. Se è quello che ti ho dato io è perfetto per chiudere alla grande la serata.”
Marco fece partire il film che evidentemente era stato preparato da prima.
Già dalle prime immagini avrei dovuto avere qualche sospetto su quello che potenzialmente sarebbe successo in seguito.
Il film scelto da Paolo trattava il racconto di una donna molto sensuale che amava il sesso di gruppo con tanti uomini. In particolare, quando veniva montata da più uomini, gli piaceva vedere scopare i suoi partner tra di loro. Quindi nel film vi erano molte scene anche di sesso orale e anale tra uomini.
Alla visione del film, annebbiati dall’alcol bevuto, eravamo tutti molto eccitati. Erano evidenti i bozzi dei pantaloni.
Avevo avuto in precedenza esperienze simili con altri amici. In alcune occasioni, con un ragazzo con cui ero in rapporti molto intimi e complici, siamo andati oltre la visione del solo film.
Compresi successivamente che i piani dei miei nuovi amici prevedevano qualcosa di simile quando Paolo mi chiese: “Se ti va … mi piacerebbe succhiarti il cazzo?” Continuando disse: “Credo che sarei in grado di farti godere molto, con Marco lo facciamo spesso a vicenda.”
Ero molto eccitato, il mio cazzo era già duro da un po’. Non ho avuto difficoltà a rispondere: “Ok. Non vedo il perché non accettare di farmi succhiare il cazzo da te. In fondo non è la prima volta che un partner uomo mi pompa. Mi piacciono le donne ma, come sapete, ho avuto diversi incontri sessuali con uomini. Sono un bisex convinto. Quindi, perché no!!!”
Pochi secondi dopo aver accettato, Paolo era in ginocchio davanti a me, aveva sbottonato il pantalone e uscito il cazzo dal boxer. Tenendolo tra le mani si complimentava per quanto fosse duro.
Il mio cazzo non è enorme, leggermente sopra la media. Abbiamo scoperto in questa occasione che le nostre verghe erano tutte più o meno della stessa lunghezza e grossezza, con caratteristiche diverse. Marco aveva un glande enorme, dalla forma perfetta. Paolo aveva il cazzo più lungo ma meno grosso di diametro. Il mio si posizionava in una media ideale tra i loro due.
Dopo essersi complimentato con il mio cazzo duro e palpitante che stava accarezzando, ha iniziato a leccarlo, dalla cappella fino alle palle. Poi se lo è infilato in bocca quanto più poteva, soffocandosi leggermente.
Il solo pensiero della situazione in cui mi trovavo mi portava una eccitazione tale che quasi non potevo trattenermi dal venire, quindi dissi a Paolo: “Se ci dai dentro con questa intensità vengo quasi subito e ti sparo il mio sperma dentro la bocca.”
Paolo non ascoltando minimamente la mia richiesta di rallentare, muoveva la bocca su e giù succhiando come un ossesso, stava andando più forte che poteva spompinandomi alla grande, era evidente che voleva che gli venissi in bocca e non ho deluso le sue aspettative.
Con un urlo liberatorio seguito da un fremito irresistibile e un indurimento ancora più rilevate del mio cazzo, ho pompato a flotte il mio sperma nella sua bocca vogliosa e lui ha iniziato a grugnire dal piacere e deglutire il mio seme.
Gemendo dissi: “Si … Si ….. Vengo, vengo. Mi stai facendo godere in modo meraviglioso. La tua bocca è un velluto.”
Gli spruzzi erano così abbondanti e violenti che gli fuoriusciva dalla bocca e gli colava da un lato della stessa.
A quel punto è stato raggiunto da Marco che ha iniziato a leccargli il volto e succhiarmi il cazzo che nel frattempo avevo tirato fuori dalla bocca di Paolo.
Sembrava contrariato dal fatto che ero già venuto e che non avesse avuto l’opportunità di partecipare. Quindi mi ha detto: “Caro Alberto avrei voluto prendere parte anche io e gustare il tuo seme, un po’ ci sono riuscito ma resti in debito con me!”.
Gli risposi: “Non avere timore, se ci dai dentro, posso accontentarti molto volentieri, posso venire di nuovo facilmente se mi lecchi con molta passione.”
A quel punto Marco ci ha suggerito di spostarci nella camera da letto, li saremmo stati più comodi del salotto.
Noi tre lasciammo i nostri vestiti e ci avviammo per la stanza da letto.
Raggiunti la stessa, Marco e Paolo, insieme, cominciarono a giocare con il mio cazzo, uno mi leccava e succhiava il glande, l’altro andava giù per la canna fino alle palle e, ancora più in giù verso il buco del culo.
Nel giro di poco tempo divenne di nuovo turgido e pronto.
Stavo ricevendo il mio secondo pompino della giornata, questa volta da entrambi.
Paolo a un certo punto si è allontanato da me ed ha riversato le sue attenzioni su Marco, aveva iniziato a succhiare il suo cazzo.
Quello che vedevo era molto eccitante, gemevo e godevo sia per la pompa che mi veniva fatta sia per la situazione che si era venuta a creare tra di noi.
Marco ci dava dentro con forza e vigore, succhiava il mio cazzo e poi leccava dalle palle alla cappella per tutta la verga; quindi, lo infilava in bocca e andava su e giù, prima lentamente e poi con velocità crescente.
Io gemevo ogni qual volta lui lo ficcava dentro per tutta la sua lunghezza: “Wow … sei bravo a pompare. La tua bocca calda mi fa venire i brividi lungo la schiena. Continua e soddisferò il tuo desiderio di sperma.”
Dopo un lungo ed intenso suo lavoro con la bocca, l’orgasmo stava arrivando quindi gli chiesi: “Se vuoi che duri ancora rallenta il ritmo, altrimenti ti spruzzo in gola tutto il mio seme.”
Proprio come Paolo, Marco ha fatto il contrario, non ha rallentato la sua azione. Anzi ha accelerato il suo movimento con la bocca aiutandosi anche con le mani, una sulla verga e l’altra a palpeggiare le palle e il buco del culo. Sentivo un dito approfittarsi della mia apertura posteriore e la cosa mi eccitava molto.
Con un fremito di piacere ho svuotato il mio secondo carico nella sua bocca accogliente: “Si … si … vengo … vengo!!!”
Marco, ha continuato a leccare e menare la mia verga fino che l’ultima goccia del mio seme non fosse uscito dalle viscere.
Ancora eccitato e con in bocca buona parte del mio sperma, disse: “Visto che ormai il guado è stato attraversato e che ci conosciamo bene anche carnalmente, cosa ne pensate se ci scopiamo a vicenda il culo e ci inondiamo con il nostro seme in profondità l'uno nell'altro?”
Con un rapido sguardo tra di noi si capiva che tutti eravamo d’accordo. Non c’era la necessità di dire nulla.
Paolo, guardandomi mentre venivo succhiato da Marco, aveva il cazzo duro e pronto. Anche lui si era dato da fare, aveva succhiato Marco che gli è venuto in bocca quasi nello stesso momento in cui stavo venendo io.
Marco, prendendo l’iniziativa, ha tirato fuori da un cassetto del comodino un tubetto di gel lubrificante per rapporti anali e, facendomi distendere di schiena sul letto con le gambe alzate, ne ha cosparso un po' attorno al mio buco del culo. Poi prima con un dito e poi con due lo ha fatto scivolare dentro le mie viscere massaggiandomi il buco. Si preparava per essere il primo a prendermi!
Con quel magnifico massaggio, il mio cazzo era rimasto duro come se non fossi appena venuto.
Paolo, dopo essersi posizionato a cavalcioni sul mio petto, mi trapanava la bocca con la sua verga in tiro. Tra un gemito di piacere e l’altro mi avvisava che sarebbe venuto prestissimo, tanto era eccitato.
Nel frattempo, Marco, alzandomi le gambe e appoggiandole sulle sue spalle per allineare il mio buco con il suo un cazzo, ha cominciato a farsi strada dentro di me.
Immaginavo il dolore che avrei dovuto sopportare, era tanto tempo che non venivo scopato nel culo e, inoltre, il glande di Marco era veramente grosso.
Lui, però, ci sapeva fare. Prima pian piano ha allargato il buco con le mani poi lo ha lubrificato abbondantemente. Dopo aver messo una dose copioso di gel sulla sua cappella, la ha appoggiata sul buco ed ha dato una spinta con il ventre per farla scivolare dentro.
Senza forzare ha lasciato adattare il mio buco alle dimensioni del suo pene. Quindi ha iniziato a fottermi gradualmente e con movimenti lenti e lunghi.
Ero così impegnato a cercare di ingoiare prima il cazzo e poi lo sperma di Paolo che mi accorsi a malapena del dolore provocato dalla verga di Marco. Lui, dopo aver allargato le mie chiappe e dopo i primi movimenti lenti, andava disinvolto dentro e fuori dal mio culo.
La sensazione di pienezza, il piacere intenso che provavo, sia nell’ano che nella bocca, oltre all’eccitazione della situazione di trovarmi tra due partner, mi hanno fatto scatenare un altro orgasmo violentissimo e sono venuto per la terza volta.
Ero sdraiato sulla schiena con le gambe spalancate e alte fino quasi le spalle di Marco, lui mi stava scopando con intensità mentre il mio cazzo lasciava che il mio terzo carico mi schizzasse addosso e sulla schiena di Paolo.
Marco aveva quasi raggiunto l’orgasmo, pompava con forza il suo pene dentro e fuori di me. Sentivo il calore della sua verga che si propagava dentro le mie viscere, sentivo le sue palle sbattere con violenza contro di me con quel caratteristico rumore che tanto mi faceva eccitare.
La sensazione di piacere che provavo è diventata ancora più intensa quando, senza nessun avvertimento, ha iniziato a sparare il suo sperma caldo dentro le mie viscere, stava pompando profondamente dentro di me proprio come lo era stato il mio cazzo caldo e pulsante nella sua bocca.
Non avevo mai sperimentato così tanto sesso in una notte, ma non era ancora finita.
Avevo ricevuto un pompino da un ragazzo e sono venuto nella sua bocca, un altro mi aveva fatto gustare il suo cazzo e il suo sperma in bocca, mi hanno scopato il culo come si deve fino a venirmi dentro.
Tutto questo, quella notte, è stato replicato più volte, mescolando i partner; quindi, uno dopo l'altro abbiamo fatto e avuto sesso anale e orale.
Per quanto mi riguarda, mi sono fatto scopare il culo lentamente e mi sono venuti dentro tutti e due.
Quindi sì, dopo una pausa abbiamo continuato, Paolo mi ha scopato il culo e ha aggiunto il suo carico a quello di Marco.
Ancora una volta sono venuto mentre mi stavano scopando il culo, ma era nella bocca di Marco.
Quindi, quella notte, c'è stato così tanto sesso che lo ricorderò sicuramente per tanto tanto tempo. Sono state ore piene ed intense.
Quando ci siamo fermati per riposare, sentivo colare lo sperma dal mio buco del culo. Avevo pompato i loro cazzi e ingoiato entrambi il loro sperma, entrambi mi avevano trapanato il culo. Gli orgasmi che avevo sperimentato erano stati così intensi e numerosi che mi tremavano le gambe quando stavo in piedi o camminavo.
Quella è stata una notte di sesso selvaggio tra tre uomini. Se avessi l'opportunità di ripeterlo, probabilmente direi: “Cazzo …. sì, subito.”
Verosimilmente quello era stato il migliore sesso tra uomini che avessi mai provato.
Certo, avere l'opportunità di scambiare le nostre attenzioni anche con delle ragazze non sarebbe stato per nulla malvagio … anzi.
Anche se il pensiero di farmi scopare il culo fino a venire è qualcosa su cui mi eccito sempre. Gli orgasmi di quel tipo, con un cazzo veramente duro e prestante dentro, sono intensi.
Non ho nemmeno bisogno che venga manipolato o baciato, una verga dentro di me mi porta a godere e venire con violenza. La mia natura bisex sta proprio in questo.
Con Marco e Paolo abbiamo fatto altre volte sesso a tre, anche dopo essere rientrato nella mia città.
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3 months ago
Al2016,
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Secondo round
Ovviamente fuori da casa, in pubblico, questa cosa non doveva mai trasparire, seppur, in qualche occasione in cui eravamo a qualche serata insieme, ci guardavamo e ridevamo. Si era creata una sorta di complicità segreta. Non molto tempo dopo, capitò ancora che stessimo soli in casa, era l'unico momento in cui potevamo eventualmente far venire fuori questo lato di noi. Ricordo che era primavera/estate, io ero in camera a studiare per l'università e lei al pc in camera sua. Porta aperta, era in shorts e magliettina. Passo davanti camera sua, solito invito al caffè, lo beviamo, parlottiamo, ci sfottiamo un po’. Guardo i suoi seni turgidi (era senza reggiseno stando in casa) e le dico "Hai freddo eh?!". Lei prima non capisce, poi abbassa lo sguardo capendo dove stavo guardando io. Istintivamente si copre con le mani dicendo "Ooooh smettilaaa" e ridendo però poi mi dice "E tu invece, caldo?!".
Mi alzo, mi avvicino a lei e le porgo la mano dicendole "Vuoi giocare?", e con un sorriso malizioso mi dice di sì con la testa, mi prende la mano e le faccio cenno con la testa tipo "andiamo di là". Ci alziamo da tavola e andiamo in camera mia, e ci sediamo al letto, ridiamo dall'imbarazzo ovviamente. Le dico, "ok, senza obblighi per nessuno, se ci va una cosa ok, sennò basta dire di no", e lei mi da l'ok. Le dico "chiudi gli occhi", lei li chiude, e mi sono avvicinato per baciarle il collo. Lei vibrava, e iniziava a toccarsi i seni. Io le misi una mano sulle gambe, e mi avvicinavo alla sua patatina, e poi ci sdraiammo uno vicino all'altro. Lei si girò di spalle, viso nel cuscino. Mi misi a cavalcioni su di lei e mi avvicinai col mio cazzo duro a sul culo, per farle sentire come ce l'avessi. Ansimò un po’, e inarcò la schiena permettendomi di averla a pecora, con quegli shorts praticamente inesistenti.
Avevo il cazzo duro nei miei pantaloncini, mi avvicinai a lei fino a toccarci reciprocamente, e lì iniziò ad ansimare, e io a godere. Ci strusciavamo, era petting. Era porco. Nonostante ci separassero i nostri pantaloncini, potevo sentire la morbidezza, il calore e i piccoli rumori della sua fighetta, e lei poteva sentire quanto ce l'avessi duro. Mentre ci strusciavamo, le spostai quel tanto che bastava i pantaloncini, in modo che potessi toccarle direttamente le mutandine. Lei mi guardò e mi disse "però anche tu, sennò non vale", e così mi abbassai i pantaloncini restando in slip, e lo stesso fece lei. Ci stavamo strusciando e godendo, mutandina contro mutandina, con le sue ormai che rivelavano gli umori. Fu lì che iniziai a sentirne gli odori, dolci, li ricordo ancora.
Mentre ci strusciavamo, ormai preso bene, le chiesi "ti va per vero?". Lei si stava masturbando praticamente sul mio cazzo, attraverso le mutandine. Mi disse "no, se vuoi fallo tu". E io non vedevo l’ora di tirarlo fuori, e dissi "ok" senza pensarci due volte. Mi alzai un attimo, e tolsi gli slip. lei mi guardò e ovviamente mi guardò credo per la prima volta col cazzo duro davanti a lei. Ci fissammo negli occhi per qualche secondo, rise e si rigirò sempre a pecora dicendo "mehhhh daiiii". Io mi abbassai verso le sue mutandine, annusai forte, aveva un buonissimo odore, e d'istinto, tirai fuori la lingua e gliele leccai, spingendo sul clitoride. Lei spiazzata riuscì solo a dire "che fai..." mentre ansimava.
Fu bellissimo, le stavo leccando figa e culetto da sopra le mutandine. Poi, mi rimisi dietro di lei, e mi avvicinai a cazzo duro lì dove avevo leccato iniziando un lento strusciamento, tra figa e culetto, e quel contatto me lo ricordo ancora: fu davvero eccitante! Continuammo ancora un po’, finché le dissi che stavo per venire, e lei mi disse "stai attento!". Mi feci più insistente e le appoggiai i testicoli e lo scroto sul culo, e a quel contatto non mi riuscii a trattenere, sborrando a fontana sulla sua schiena. Ci pulimmo un po’, sorridendo e compiaciuti, imbarazzati, ma in un certo senso contenti. Io dissi “vabbè, torno a studiare”, e lei disse "ok, magari un'altra volta provo io per vero", lasciandomi a bocca aperta, e nuovamente eccitato.
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3 months ago
Alessio3Bt, 41
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Sharon la schiava. seconda parte.
La suocera complice.
Mi ripulisco la fica con un po’ di carta igienica e, mentre cerco di darmi una sistemata, scopro che anche il reggiseno è inzuppato della sborra di Giulio. Ne sento l’odore e questo mi preoccupa molto, perché ora devono andare a casa di mia suocera a riprendere i miei figli e lei non è una stupida: certe cose non le sfuggono e potrebbe capire. Mi guardo attentamente allo specchio, nella speranza che il mio vestito non si sia macchiato, mentre cerco, con un po’ di carta igienica messa nelle mutandine, di contenere l'ingente quantità di sborra che continua a colarmi. Se, ogni giorno, Rosa faceva un bocchino ad entrambi, è chiaro che, essendo in astinenza da molti giorni, mi hanno irrorato ventre e bocca con un ingente quantità del loro seme. Un po’ malferma sulle gambe prendo il mio giaccone e me ne vado.
Appena fuori, l’aria fresca della sera desta, in qualche modo, i miei sensi e comincio a riflettere su tutta la faccenda. Mentre scendo le scale della metro, sento ancora che mi cola sborra e, dentro di me, si affacciano i primi dubbi. Come faccio? Non posso accettare! Mi trasformeranno in una puttana! Per cosa poi? Per soldi? Ne vale la pena? Cazzo, sì. Ho goduto come una troia nel farmi sbattere da loro due come non mi era mai capitato, nemmeno con mio marito. Già, mio marito! Chissà cosa penserà, quando si renderà conto che, ora, guadagnerei più di lui; questo sicuramente sarà morivo di forte irritazione per lui, che si chiederà il perché e potrebbe anche giungere alla conclusione più reale, immaginando compiutamente ciò che possa aver fatto per ottenere un simile riconoscimento. Salgo nella metro e mi appoggio all'apposito sostegno e, al primo scossone, sento qualcuno, dietro di me, che appoggia il suo cazzo sul mio corpo. Per il passato ho lasciato correre e, qualche volta, ne ho anche goduto un po’, ma oggi no! Oggi, di cazzo, ne ha preso abbastanza! Mi sposto e, poche fermate più avanti, scendo e, prima di raggiungere la casa di mia suocera, mi fermo in un bar, ordino un caffè e vado in bagno. Sono un disastro fra le gambe. Riesco a far la pipì e questo in qualche modo lava un po’ la mia vagina e, sempre utilizzando della carta igienica, riesco ancora a contenere la fuoruscita di sperma. Le calze sono da buttare e le mutandine sono così inzuppate da farmi temere di sedere, perché certamente imbratterebbero il vestito. Mentre mi lavo un po’ la faccia per darmi una sistemata, sento l’odore della sborra provenire dal reggiseno: questo mi terrorizza ancor di più, così, dalla borsa, prendo un piccolo campioncino di profumo e, utilizzandone qualche goccia, cerco di coprire l’odore di maschio, di cui sono ancora ricoperta. Ne utilizzo giusto qualche goccia, perché non è mia abitudine impiegarne molto, cosa che potrebbe a maggior ragione insospettire mia suocera, che è una donna sveglia ed accorta. Poi, con passo deciso, vado a riprendere i miei figli. Entro in casa e subito corro ad abbracciarli: stavano giocando con mio suocero. È magnifico vedere quell'uomo così innamorato di queste due creature. Anna mi viene incontro e cerco di evitare un contatto fisico, perché sento sempre l'odore dello sperma affiorare dal mio reggiseno. Lei mi dice che devo restare a pranzo con loro, poiché Paolo è impegnato tutto il giorno. Accetto, ma prima devo recarmi in bagno. Quando abbasso le mutandine scopro che sono inzuppate da schifo e cerco, in qualche modo, di mascherare tutto quel bagnato che ancora mi cola dalla fica. Temo sempre che, nel sedermi, possa imbrattare il vestito. Rimedio in qualche modo e mi guardo allo specchio; non smetto di rimproverarmi per il mio comportamento: "Sharon, sei una puttana! Hai ceduto al desiderio di farti scopare, ma così non va bene. Non puoi accettare quello che ti hanno proposto. Come giustificherai il tuo comportamento, la flessibilità dell’orario, e, non ultimo, il tuo abbigliamento che a tuo marito sembrerà da zoccola? È troppo geloso per accettare una condizione simile e poi? Con i tuoi suoceri, come la metti? Che gli racconti? No, lascia perdere tutto! Come posso permettermi di chiedere a queste persone ulteriori sacrifici, mentre io andrei in giro per cazzi miei? No, non è possibile! Non posso diventar una puttana. La serenità dei miei figli è troppo preziosa e, soprattutto, rischierei di esser scoperta da mio marito che, geloso com'è, potrebbe metter in discussione la nastra unione. No, non posso rischiare tutto questo! Non voglio che accada tutto questo! Non devo accettare! Esco dal bagno e mi reco in cucina, dove Anna sta finendo di apparecchiare. Mi guarda e nota il mio viso preoccupato: si avvicina e mi guarda dritto negli occhi:
«Sharon, hai l’aria stanca; cosa ti preoccupa?»
La guardo e mi rendo conto che devo misurar bene le parole, altrimenti potrei complicarmi ulteriormente la vita. Abbasso lo sguardo e rispondo dicendo semplicemente che il lavoro mi sta impegnando un po' troppo. Lei naturalmente non ci crede, mi abbraccia, si avvicina a me, ho paura che avverta l'odore di maschio che porto ancora addosso e noto le sue narici che sicuramente hanno percepito questo dettaglio. Abbasso gli occhi e resto in silenzio, mentre la sua voce è calma e decisa:
«Sharon, sono molto fiera di te, del fatto che ti stai realizzando; il lavoro che stai facendo è qualcosa di importante per cui, se posso esserti utile, in qualche modo, vorrei che tu condividessi con me le tue preoccupazioni.»
Alzo gli occhi, la guardo e mi rendo conto che non posso cavarmela senza una esauriente spiegazione.
«Come ti ho già detto, il mio ufficio è diretto da due maschi, che lo hanno fondato, e da una donna, Rosa, moglie di uno dei soci. Purtroppo lei deve assolutamente smetter di lavorare e per questo mi hanno offerto il suo posto e, se riuscirò a dimostrare, da qui alla fine dell'anno, di esserne all'altezza, mi hanno proposto che, dal primo gennaio, diventerei socia al 10% e questo sarebbe di sicuro un cambiamento assai importante dal punto di vista economico, oltre che di natura satisfattiva.»
Lei mi guarda, sorride e mi abbraccia, mentre io tremo nel sentirmi stretta a lei. La sua voce è veramente compiaciuta.
«Ragazza mia, ma tutto questo è magnifico! Finalmente un passo in avanti molto importante che consentirà un miglior tenore di vita per le maggiori entrate, ma anche un vivere in maniera più serena. Proprio non capisco cosa ti preoccupa! C’è forse un rovescio della medaglia che ancora non mi hai
detto?»
La guardo e mi rendo conto che, come ho sempre pensato, Anna è una donna veramente speciale, intelligente, molto pragmatica, capace di intuire lo stato d'animo delle persone e, soprattutto, leggere dentro di loro.
«Sì, Anna, hai ragione: c'è un rovescio della medaglia. Il fatto di aver maggiori responsabilità ed una quota nella società, comporta cambiamenti di orario, soprattutto la mattina: dovrai esser lì una mezz'ora prima, alle 7:30, per preparare l'ufficio per quando arriva la clientela. Poi, a sera, qualche volta dovrei trattenermi un po' oltre l'orario e, soprattutto il venerdì, quando i soci si riuniscono a cena per fare il punto della situazione sul lavoro svolto, durante la settimana e programmare interventi futuri. Capisci che tutto questo comporta qualcosa di troppo oneroso che temo di non saper gestire. Non me la sento di chiedere a voi un ulteriore impegno e, soprattutto, son sicura che Paolo non accetterebbe che io, la sera, uscissi a cena con altre persone.»
Lei mi guarda, i suoi occhi brillano, sono un misto fra orgoglio e fierezza.
«Ragazza mia, non ti devi far nessuno scrupolo con noi, perché, come ti abbiamo già detto, aver con noi i nipoti non è un lavoro, ma una gioia immensa. Guarda tuo suocero: da quando ci sono queste due creature, la sua vita è come ricominciata, è ancor più bella di prima ed io sono orgogliosa dei miei nipoti e del fatto che ho una nuora in gamba, capace di farsi valere nel mondo del lavoro. Ora, se questo dovesse comportare un maggior impegno a dover badare ai tuoi figli, per noi non ci sono problemi: la camera dove dormiva tuo marito è libera e il letto è sufficientemente grande per farli dormire qui, se qualche volta se ne presentasse la necessità.
A volte la vita ti sbatte in faccia scelte difficili da rinunciare e tu, in questo momento, devi imbarcarti su questo treno, non puoi perderlo. I tuoi figli cresceranno e andranno per il mondo, ma tu non potrai nutrire il rimpianto di non aver colto questa grande opportunità. Non far lo stesso errore che feci io a suo tempo, per poi pentirmene amaramente. No, tu devi accettare questa offerta e, se dovesse comportare un maggior aggravio sotto ogni punto di vista, non importa, perché devi riuscire in quello cui aspiri, anche se, qualche volta, ti troverai a dover aprire le cosce per aver qualcosa di più da qualche maschio; non esitare, perché, dopo, ti basterà far una semplice doccia e tutto ritornerà come prima.»
La guardo sbigottita, non eravamo mai entrati in questi argomenti così intimi e sono davvero stupita dalle sue parole. Mentre lei mi guarda, mi rendo conto che questa donna è veramente speciale: continua a parlare con calma e molta determinazione.
«Sarà un cambiamento notevole, cui dovrai adeguarti e ci adegueremo anche noi, sta' tranquilla! Inoltre, non puoi più andare in giro con la metro, soprattutto se la sera ti devi recare ad una cena e sei vestita in maniera elegante o, magari, anche un po’ conturbante. Nel garage, ci son due auto: la mia e quella di tuo suocero. Io, della mia, posso benissimo far a meno, perché lui vuole sempre che guidi la sua, quindi, da oggi, puoi usare tu l'altra e, non guardarmi così sorpresa: ti è assolutamente indispensabile, tanto più che non la uso! Inoltre, se dovrai presentarti ad una cena e dovrai vestirti in maniera un po' più osé, son sicura che anche il tuo guardaroba andrebbe rinnovato. Pertanto oggi, appena finito di pranzare, andremo assieme a far spese, passeremo dalla città mercato, dove sicuramente troveremo qualcosa di carino da acquistare. Sharon, devi affrontare una scelta importante e, di conseguenza, devi fare un cambiamento importante; voglio che tu abbia tutte le carte in regola, perché ti possa realizzare al meglio.»
La guardo con espressione alquanto basita; il suo è un ragionamento così semplice, pratico e deciso. Son sempre stata convinta che in questa casa fosse lei a portare i pantaloni ed ora ne sono assolutamente certa. Consumiamo velocemente il pranzo, poi lei si cambia per uscire, mentre io le chiedo di passare un attimo da casa per far la stessa cosa. Quando è pronta la guardo e noto con quanta raffinatezza si è vestita. Indossa una gonna elegante con uno spacco laterale che le arriva al ginocchio, una camicetta bianca, da cui traspare un reggiseno di pizzo bianco che le modella lo splendido seno che si ritrova.
Le gambe sono fasciate da calze velate, ma, soprattutto, calza delle scarpe con tacco 12, che la fanno sembrare molto più elegante e seducente e, nello stesso tempo, come dice lei, mi fanno crescere quel tanto che basta per non sentirmi troppo bassa! Passiamo da casa mia; io mi spoglio e faccio una doccia rapida e, quando esco dal bagno, lei è seduta sul mio letto e tiene fra le mani il mio reggiseno e le mutandine ancora inzuppate. Mentre guarda i collant strappati, si alza e viene verso di me; mi guarda con un sorriso un po' sornione:
«Chi dei due, ti ha dato una promozione?»
Mi chiede mostrandomi gli indumenti inzuppati di sperma. La guardo ed abbasso gli occhi senza rispondere. lei mi abbraccia, mi solleva il mento e mi guarda dritto negli occhi. Il mio non rispondere è stata la conferma che si aspettava.
«Sharon, te li sei fatti tutti e due? Accidenti, hai proprio fatto bene. Dai, dimmi, almeno è stata una bella esperienza? Ne è valsa veramente la pena?»
La guardo dritta negli occhi e non posso far a meno di annuire, aggiungendo che è stato davvero qualcosa di molto bello, ma ora provo sensi di colpa nei confronti di mio marito. Lei sorride e scuote il capo, mentre la sua voce risuona nel silenzio della stanza.
«Lascia perdere, non ti angustiare per questo. Tuo marito sicuramente capirebbe, se mai lo dovesse scoprire. Per ora taci e va' avanti. Alla fine si troverà a camminare con le stesse scarpe di suo padre! Stai tranquilla e non farti scrupoli di esserti fatta una bella scopata. Vedrai che, con il tempo, anche lui, come tuo suocero, accetterà l'idea che un altro maschio ti possa far godere e, ti assicuro, sto parlando per esperienza vissuta.»
Lei mi guarda, mentre cerco di capire che cosa mi sta dicendo, poi si gira verso la finestra e, con voce malinconica, mi racconta una cosa del suo passato di cui non ero a conoscenza.
«Come ti ho detto, certe opportunità nella vita capitano una volta sola ed io, in passato, non ho avuto il coraggio di andar fino in fondo. È per questo che voglio che tu ti realizzi e che viva la tua vita da donna libera, con la consapevolezza che sei una madre, ma, nello stesso tempo, hai diritto di esser te stessa. Tu sai che ero la direttrice dell’ufficio postale situato molto vicino alla sede centrale. Era un incarico di prestigio che ricoprivo con molta attenzione e bravura. L'anno dopo, ebbero a cambiare il direttore del personale e, al suo posto, arrivò Augusto, un dirigente molto carismatico, bello, alto, spalle larghe, insomma un vero maschio Alfa. Fin da subito, decise di creare un gruppo ristretto per poter ottimizzare le risorse umane, così che, ogni ufficio postale, avesse l'adeguato numero di personale a disposizione. Di quel piccolo gruppo, molto esclusivo, facevamo parte io, due uomini e un'altra donna, che fungeva da segretaria. Ero affascinata da Augusto: anche gli altri due erano due bei maschi, ma lui era in qualche modo l'elemento dominante. Fin da subito, a trovarmi davanti a lui mi faceva bagnare le mutandine e, dopo una settimana, son diventata la sua amante. Era sconvolgente quando mi scopava. Aveva la più bella dotazione che avessi mai visto in vita mia. Era lungo, duro, grosso e molto resistente. Quando mi entrava dentro, mi sentivo letteralmente sfondare, ma era una sensazione bellissima. Angelo, tuo suocero, si è accorto quasi subito che mi facevo scopare da lui. Mi sarei aspettata tuoni e fulmini, invece lui, con fare pacato, ha accettato di buon grado che io mi facessi sbattere da un altro. Addirittura, dopo le prime volte, poiché prendevo già la pillola, gli ho chiesto di non usare più il preservativo e di scoparmi a pelle, inondando il mio ventre con tutto il suo seme. Era qualcosa di sconvolgente sentirsi riempire da quel maschio così forte e possente e, vedendo come sono ridotte le tue mutandine, posso solo immaginare quanto piacere devi aver provato nel sentirti irrorare la vagina da tutto quel seme. Dopo qualche mese che ero la sua amante, una sera, una volta tornata casa, dopo aver goduto con lui che mi era venuto dentro due volte, Angelo si è accorto che ero completamente inzuppata del suo piacere e, dopo un attimo di stupore, mi ha fatto notare quanto la cosa lo eccitava. Non so cosa mi abbia preso in quel momento, ma quando lui mi ha accarezzato ed ha infilato le dita nella mia vagina, completamente piena del piacere dell’altro maschio, ho avvertito uno strano brivido di piacere e, soprattutto, son rimasta stupita dal fatto che, dopo tanto tempo, a mio marito era venuta voglia di scoparmi. Mi è salito sopra ed il suo cazzo era durissimo; mi ha penetrato facendomi godere ancora una volta, per infine riversare, dentro di me, anche il suo piacere. Da quel momento, lui ha accettato le "corna" come un fatto assolutamente normale e, una sera, Augusto è venuto a cena da noi e, dopo cena, noi due ci siamo messi a scopare tranquillamente sotto gli occhi di Angelo, che ci guardava con un'espressione di gelosia mista a piacere. Quando è venuto dentro di me, Angelo si è avvicinato e mi ha chiesto di potermi scopare a sua volta, ma il mio amante lo ha guardato e gli ha detto che doveva prima ripulire la sua sborra. Ero lì sdraiata sul letto a cosce aperte, con la fica gonfia e tumefatta, per esser stata scopata per un tempo lunghissimo e sentivo colar fuori la sborra di quel maschio così autorevole da trattare, dominandolo, anche mio marito, che era incerto sul da farsi. Angelo si è avvicinato, aveva il cazzo in mano durissimo, ma Augusto lo ha fatto inginocchiare fra le mie cosce e con una mano poggiata sul suo capo, lo ha spinto contro la mia fica, affinché la leccasse così com'era intrisa dei suoi umori. Fu una sensazione incredibilmente bella e ben presto ebbi modo di raggiungere un nuovo orgasmo e, solo allora, Augusto diede il permesso a mio marito di potermi scopare. Per due anni, sono stata la sua amante e, quando lui fu trasferito in un’altra regione per un nuovo incarico, ancora più prestigioso, mi chiese di andare con lui. Era un cambiamento notevole. Avrebbe comportato due cose: un importante avanzamento nella mia carriera, e un cambiamento totale della mia vita. Avevamo Paolo piccolo e questo poteva significare che, dal lunedì al venerdì, sarei stata lontana, per tornare a casa solo nel weekend. Non me la son sentita di accettare. Augusto non ha battuto ciglio, lasciandomi libera di scegliere e, da quel momento, la mia vita si è concentrata solo sulla mia famiglia. Purtroppo però, più in là mi son accorta che mio figlio era cresciuto e se n’era andato, ed io ero rimasta quella che ero: una semplice direttrice di un qualunque ufficio postale. Per questo voglio che tu accetti, che ti realizzi a qualunque costo. Se quel fesso di mio figlio, dovesse metterti i bastoni fra le ruote, dovrà fare i conti con me: tieni bene a mente che, io e tuo suocero, saremo sempre dalla tua parte. Se poi dovessi litigare con lui, potrai sempre venir a vivere in casa nostra, dove tu ed i ragazzi sarete sempre ben accetti. Ricordati: in qualunque situazione io e mio marito saremo sempre dalla tua parte. Adesso andiamo, perché voglio andare a fare un po’ di shopping, insieme a te.»
Usciamo e ci rechiamo alla città mercato e, mentre camminiamo per i negozi, mi rendo conto che anche lei suscita interesse in diversi maschi e noto anche che di questo ne è molto compiaciuta. Dietro suo consiglio, acquisto dei completini sexy, delle gonne molto eleganti e alcune paia di scarpe dal tacco alto, che slanciano il mio corpo e mi fanno inarcare il mio splendido culetto.
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3 months ago
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Sharon la schiava.
Mi chiamo Sharon, ho 34 anni, sono alta, anzi bassa, 1,60, capelli lunghi, castano scuro, occhi marroni, terza abbondante di seno ed un bel culetto che attira l'attenzione dei maschi. Non sono magra, ma nemmeno grassa; credo di aver le curve al posto giusto. Sono sposata da otto anni con Paolo, dopo esser stati fidanzati per nove, ed abbiamo due figli piccoli. Lavoro da quattro anni, in uno studio associato di consulenza fiscale. Da poco son diventata una socia al posto della moglie di un altro socio che si è ritirata dal lavoro. Ho diversi clienti che seguo personalmente, perché hanno situazioni finanziare molto complesse che richiedono spesso la mia presenza. Fra essi c’è Bruno, un ricco industriale, che ha interessi in diversi settori ed un ingente patrimonio. Spesso mi trovo a discutere con lui di migliaia di euro, quasi fossero caramelle. Ha un aspetto imponente, molto alto, spalle larghe, fisico asciutto e muscoloso, mani grandi con dita lunghe e molto belle. Curatissimo, sempre molto pulito, capelli bianchi portati corti, occhi scuri e profondi che quando ti guarda ti entrano dentro e ti senti messa a nudo. Si, è un soggetto abbastanza carismatico, autoritario e dominante. La prima volta che mi ha visto, mi ha fissato per un tempo che a me è sembrato lunghissimo e poi, dopo un saluto, si è presentato e da allora ho come l’impressione che mi stia studiando. Ho subito avvertito uno strano brivido lungo la schiena e ogni volta che lo vedo provo sempre questa insolita sensazione. Alcune volte ho anche fantasticato di farmi scopare da lui, ma ho come la sensazione che non è questo che lui vorrebbe da me. Non mi ha mai mancato di rispetto, mai un accenno a situazioni sconvenienti o provocazioni di alcun tipo, eppure mi sembra che mi desidera, ma non riesco a capire in che modo mi voglia. Poi la svolta, se così si può dire, è avvenuta casualmente. Ero nel suo ufficio, in fabbrica e stavo controllando alcune fatture che a lui sembravano eccessive, non in linea con quanto concordato, quando è entrata una bella signora che mi ha guardato e, con una certa malinconia, mi ha chiesto di lui.
«Mi scusi signorina, sa dove posso trovare il signor Bruno?»
Per un attimo l’ho guardata, restando in silenzio, cosa che di sicuro deve aver interpretato a modo suo.
«Capisco! Non le è concesso parlare di lui, vero? Il suo padrone le ha forse imposto il silenzio assoluto! Capisco e mi scusi se ho cercato di metterla in difficoltà. Spero che lui non la punisca per questo mio errore.»
L’ho guardata incredula, non capivo e, nello stesso tempo, cercavo di risponderle che non ero la sua segretaria, ma non ho fatto in tempo. Lui è arrivato dietro di lei e l’ha guardata con occhi di fuoco. La sua voce ha rotto il silenzio ed ha tuonato, durissima.
«Come ti sei permessa di venir qui? Come hai osato farle certe domande, senza il mio permesso? Vattene! Sparisci! Lo sai che non ti voglio più vedere! Hai fatto la tua scelta e, quindi, sii coerente con te stessa! Non sei più nulla per me! Vattene subito e torna alla tua misera vita!»
Lei aveva le lacrime agli occhi, si è inginocchiata ai suoi piedi e lo ha supplicato, ma inutilmente.
«Ti supplico, mio signore! Riprendimi con te! Ho sbagliato! Hai ragione, ho sbagliato a lasciarti e non mi va di tornare alla mia vita insignificante! Ho capito che non sono nulla, senza te! Ti supplico! Farò qualunque cosa per te! Ogni tuo desiderio sarà un ordine, che io esaudirò senza fiatare! Ti supplico, non mandarmi via!»
Lui, impassibile! Una pietra! Le ha dato uno sguardo durissimo, indicando la porta. Lei si è girata, mi ha guardato quasi disperata, poi ha solo sussurrato alcune
parole.
«Se sei la sua nuova schiava, non lo lasciare! La vita senza di lui non vale nulla, dopo che ti ha portato in paradiso!»
Poi se n'è andata. Io ero in silenzio, lui mi ha guardato e poi, con un tono un po’ teso, ha cercato di darmi una qualche spiegazione.
«Scusala, ma è una malata: si è infatuata di me. Non riesco a togliermela di torno.»
Lo guardo e mi rendo conto che non può esser quella la verità. Più tardi, a pranzo, mentre siamo seduti al tavolo, gli chiedo se lui ha davvero sottomesso quella donna. Lui mi rivolge uno sguardo un po’ perplesso, indeciso se affrontare o meno l’argomento, poi mi fa una domanda specifica:
«Cosa ne sai tu di sottomissione?»
Gli rispondo non senza un certo disagio.
«Io, cioè ecco, non è che ne sappia tanto. Le parole di quella donna mi hanno portato a credere che lei possa esser uno capace di sottomettere una donna e questo mi ha, in un certo qual modo, incuriosito.»
Lui fissa i suoi occhi su di me e li avverto fin dentro l’anima. Abbasso lo sguardo intimidita, pensando di essermi permessa di chieder troppo.
«Sharon, ti piacerebbe esser la mia sottomessa?»
Incrocio il suo sguardo e non riesco a reggerlo. Quella sua domanda mi ha colto alla sprovvista ed ho quasi timore a rispondere.
«Come le ho detto, non saprei cosa dire. Mi è difficile capire come si possa esser sottomesse, senza considerare che sono sposata ed ho un marito molto geloso: si accorgerebbe subito, se mi dessi ad un altro uomo. Chissà, forse si, oppure no! Mi scusi, ma sono in completa confusione!»
Lui mi solleva il mento, mi guarda e rinnova la sua domanda:
«Ti piacerebbe esser la mia schiava? Ti farei provare cose mai provate prima. Sensazioni uniche! Hai sentito cosa ha detto l’altra donna: "la vita, dopo che lui ti ha portato in paradiso, non è più la stessa". Vorresti entrare in paradiso, Sharon?»
Tremo al solo pensiero. Mi sento inumidire fra le cosce. Lui mi scruta e cerca di capire quali emozioni possano alternarsi in me. Tremo, il mio corpo vibra ed ha deciso autonomamente.
«Sì, lo voglio. Voglio che mi trasformi nella tua schiava.»
Lui mi fissa ancora e, con un sorriso da esperto sornione, precisa:
«Farò di te la mia puttanella personale: una schiavetta del sesso.»
Tremo al pensiero di quello che ha appena detto e, dentro di me, avverto le conseguenze di quanto appena accettato. Poi si avvicina a me e, a bassa voce, mi impartisce un ordine.
«Ora va in bagno e togli ogni indumento intimo.»
Lo guardo alquanto sorpresa, lui annuisce serio e mi indica, con un gesto del capo, la porta del bagno. Mi alzo come un automa, raggiungo il bagno e, dopo essermi chiusa dentro, faccio un profondo respiro e mi sfilo mutandine e reggiseno. In quel momento, mi accorgo di aver lasciato la borsa sul tavolo e proprio non so come nascondere i miei indumenti. Li raggomitolo quanto più possibile e li tengo stretti tra le mani, ma, in ogni caso, mentre torno al tavolo, qualcuno nota ciò che nascondo nei pugni. Un senso di vergogna mi fa avvampare le guance, perché, di certo, in molti avranno notato che ciò che tenevo fra le mani non erano altro che i miei indumenti intimi. Noto che Bruno sorride compiaciuto.
«Brava, la mia puttanella! Hai subito capito le regole del gioco ed hai appena sperimentato il piacere che si prova ad obbedire ad un ordine, anche quando esso possa apparire sconvolgente! Continua così e vedrai che ti farò impazzire di piacere!»
Effettivamente sento addosso gli sguardi di molte persone e questo si traduce in una specie di scarica di adrenalina, che mi fa bagnare continuamente. Finito di pranzare ce ne andiamo, ma appena raggiunto il parcheggio, un immenso piazzale con tante macchine, lui mi appoggia alla vettura, solleva la gonna e mi scopa tenendomi appoggiata alla macchina. Siamo in un immenso piazzale, dove chiunque potrebbe passare e vederci; la cosa mi terrorizza, ma, nello stesso tempo, mi eccita. Godo, vengo improvvisamente, sconvolta da tutta questa insolita eccitazione che sto provando. Lui, dopo avermi sentito godere si sfila, mi fa inginocchiare e mi spinge il suo cazzo in bocca. Si sega velocemente e, improvvisamente la mia bocca viene riempita dalla sua crema densa e calda. È un ingente quantità di sborra che cerco di ingoiare velocemente, mentre lui mi guarda soddisfatto.
«Brava puttanella!»
Continuare il pranzo con quelle alternative, mi ha eccitato moltissimo e, una volta usciti, siamo andati in alcuni posti dove era necessaria la mia presenza assieme a lui. Esser nuda sotto, mi provocava una particolare eccitazione, soprattutto in considerazione del fatto che quel giorno indossavo dei collant ed il nylon che strusciava sulle labbra della fica, mi procurava una continua stimolazione e massima eccitazione. In particolare veniva stimolato il clitoride, che, già reso sensibile dalla forte eccitazione, al contatto con il nylon della calza mi procurava una emozione fortissima, che si traduceva in un orgasmo continuo. A sera, prima di tornare, lui ha fermato la macchina e, guardandomi dritto negli occhi, mi ha dato un ordine ben preciso, da perfetto "padrone".
«Puttana! Sicuramente sei bagnata fradicia. Adesso prendimi il cazzo in bocca e succhialo!»
Eravamo in un posto non esattamente appartato ed ho preso a succhiare di nuovo quella verga, che mi aveva già fatto godere, facendolo diventare ancor più duro. Lui, ad un tratto, è sceso dall'auto, è venuto dalla mia parte e, dopo aver aperto lo sportello, mi ha girato con le cosce in fuori verso di lui, ha strappato i collant all'altezza della fica e, con un colpo secco, mi ha infilato il suo cazzo tutto dentro, fino in fondo. Ho avuto un orgasmo istantaneo nel sentirmi possedere in maniera così potente e vigorosa, poi lui, senza nessuna esitazione, ha preso a sbattermi con forza, urlandomi che ero una puttana! È venuto poco dopo, riversando dentro di me tutto il suo piacere. Poi si è sfilato e, dopo avermi afferrato per i capelli, mi ha ordinato di leccare e pulire il suo cazzo, ancora gocciolante. Ero travolta da quel modo d'esser chiavata, ma mi sentivo anche incredibilmente eccitata. Avevo goduto nel sentirmi usata e maltrattata da lui, in maniera così rude e, nello stesso tempo, imperiosa. È stato un orgasmo istantaneo, mentre lui mi spingeva con forza ancora la sua verga in bocca. Poi siam tornati alla mia auto e mi ha detto: ora puoi tornare a casa. Nei giorni successivi non l'ho sentito; sembrava quasi scomparso dalla circolazione. Un pomeriggio mi chiama e mi dice che ha bisogno di me, perché deve fare alcune cose che necessitano della mia presenza. Lo raggiungo, saliamo in auto e lui, senza dir nulla, parte in direzione della periferia. Dopo averla attraversata tutta, si inoltra in campagna, in una zona dedita alla coltivazione e, ad un tratto, si ferma in prossimità di alcune baracche, adibite a dormitorio degli operai stagionali che vengono impiegati in agricoltura. Mi fa scendere, apre il bagagliaio dove sono contenute molte scatole e mi ordina di aiutarlo a portare quei viveri all'interno delle baracche. Entriamo in una baracca, quella un po' più grande, l'unica in muratura e, all'interno, ci sono sei persone di colore. Sono tutti extracomunitari, che hanno svolto un'intera giornata di lavoro ed ora, stanchi, si riposano seduti attorno ad un tavolo. Quando ci vedono arrivare, subito salutano Bruno cordialmente e mi aiutano con i pacchi dei viveri che gli abbiamo portato. Dopo averli posati, lui guarda verso uno di loro, quello più alto e più imponente, che lo saluta con rispetto. Bruno mi indica e gli dice:
"Questo è il mio regalo".
Senza dir nulla, tutti e sei mi si mettono intorno e le loro mani prendono a spogliarmi, mentre io guardo Bruno con espressione interrogativa; lui mi fa cenno di restare in silenzio.
«Schiava! Adesso soddisfa questi miei amici: lasciati usare come una puttana!»
Sento una scarica di adrenalina percorrere il mio intero corpo e, immediatamente, mi bagno fra le cosce. Subito mani vigorose mi prendono e mi toccano in ogni dove; rapidamente mi sollevano e mi portano nell'altro lato della stanza, dove c'è un letto con materasso; è un attimo e mi ritrovo sei grosse verghe intorno alla faccia, che desiderano esser succhiate o fatte diventare ancor più dure. Vengo sollevata e fatta impalare di spalle su un grosso cazzo, che mi entra dentro e mi slarga la fica nel massimo della sua capacità. Altri si alternano nella mia bocca e qualcuno mi schizza il suo piacere direttamente in gola. È un continuo scambiarsi di maschi, che usano e abusano liberamente del mio corpo. Vengo presa ripetutamente, sia davanti che dietro, e finanche in doppia, anzi, in tripla, perché, mentre ne ho due ben piantati dentro di me, un terzo si serve della bocca: inutile dire che vengo riempita di sborra dalla testa ai piedi, senza alcun riguardo nei miei confronti. Mi sento superlativamente eccitata da questo gioco che mi umilia, che mi fa sentir trattata proprio da puttana. Loro non si risparmiano. Mi scopano e mi spingono le loro verghe dentro ogni buco, fin quando, alla fine, stremata dal tanto piacere provato, quasi svengo. Solo allora, Bruno mi si avvicina e mi scruta con occhi carichi di lussuria. Solleva il mio viso, mi infila il suo cazzo in bocca e mi ordina di succhiarlo.
«Adesso, troia, succhia anche il mio. Come dai nostri patti, l'ultima sborrata che devi ricevere, dev'esser sempre la mia!»
Stravolta e sfinita, sento che mi scopa la bocca velocemente e poi, ad un tratto, mi scarica in gola una copiosa bordata di crema densa, che si rivela esser molto diversa da quella che, fino a quel momento, ho ingoiato: quella di quei ragazzi di colore era molto più speziata e salata. Ingoio anche la sua, poi, uno di quei ragazzi mi offre un asciugamano abbastanza pulito con cui riesco a darmi una sistemata. Cerco in qualche modo di ricompormi e poi mi rivesto sommariamente. Quando mi lascia davanti casa, Bruno mi guarda e mi dice che, con questo, ho superato tutte le prove di sottomissione che lui aveva in mente per me.
«Da oggi, sarai la mia puttana schiava che userò a mio piacimento. In effetti, dopo quella volta, è iniziato un periodo particolarmente piacevole e, nello stesso tempo, molto eccitante. Sono stata usata da lui e dai suoi amici in diverse occasioni. Ho passato serate con lui inginocchiata sotto un tavolo, a succhiare i cazzi di chi era invitato a consumar la cena. Altre volte mi ha prestato a qualche suo amico, che aveva bisogno di una escort, per far bella figura in qualche suo affare. È vero: mi ha trattato e mi tratta sempre da puttana, mi umilia e mi fa sempre sentir in colpa nei confronti di mio marito, che amo e che non si merita tutto questo; ma le sensazioni che provo con lui, questo sentirmi usata ed umiliata, mi genera un piacere carnale profondo, intenso e, molte volte, ho ricordato le parole di quella donna che, quel giorno, in ufficio, mi disse:
"La vita, senza di lui, non aveva nessun sapore".
Devo riconoscere che aveva più che ragione.
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4 months ago
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100 volte cornuto
La vendetta è un piatto che va servito freddo. Più volte ho sentito una collega recitare questo vecchio adagio, ne ho anche sorriso, ma mai avrei immaginato che un giorno lo avrei messo in pratica. Mi chiamo Liliana, ho trent'anni, sono definita una bella donna, sposata con Fabio, mio coetaneo, sono la lei di una coppia assolutamente normale e, fino a poco tempo fa, anche felice. La nostra vita coniugale va avanti da sette anni, insieme da dieci; mi son innamorata di lui e, dopo poco, ci siamo sposati. Tutto liscio? No! Il mio più grande cruccio è mia suocera. Flavia, questo è il suo nome, è una donna estremamente antipatica, invadente, despota. Fino a due anni fa, c’era mio suocero che, con una semplice occhiata, riusciva a frenare la sua tagliente lingua, ma, da quando lui è morto, lei non ha più limiti, ed il peggio è che mio marito le dà sempre ragione. Dopo la morte del suocero, ha preteso la domestica, ma poi quella non le è bastata più, ha voluto anche la badante. Ovviamente l'ha scelta lei, giovane bionda dell’est, con un visetto da troia, ma molto simpatica. Io, per mia suocera, sono sempre quella che le ha portato, no, rubato il suo prezioso figliolo; chiaro che non sono, per lei, la scelta giusta; avrebbe preferito una più ricca e bella. Nonostante questo, pretende che noi si vada d’accordo e, appena lei si sente pronta a diventare nonna, le dovremo sfornare anche un nipotino. Io, dopo un po', mi sono rassegnata, convinta anche dalle continue attenzioni di mio marito che, con baci e coccole, mi ha sempre chiesto di lasciar perdere.
«In fondo che ti costa? E' una persona anziana, senza compagno, si sente sola, e poi, a modo suo, ti vuol bene.»
Figuriamoci: non credo proprio mi voglia bene! Se mi odiava, allora sì che avrebbero stati dolori. Ho pazientato, mi son sempre presa cura di lei, anche sapendo che nulla le sarebbe mai andato bene. Ingenuamente, non ho mai fatto caso alle occhiate della badante a mio marito; non ho mai dubitato della sua fedeltà. Un po’ di tempo fa, un pomeriggio, dovevo seguire un corso di quattro ore di aggiornamento, una roba estremamente pallosa, ne avrei avuto fino alle sette e mezzo di sera.
Poco dopo l’inizio del corso, suona il cellulare dell’istruttore, un nostro dirigente, lo vediamo sbiancare, poi termina la conversazione e ci dice che la moglie ed il figlio di sei mesi hanno avuto un brutto incidente; si scusa con noi e ci chiede di interrompere per poter correre in ospedale.
Conoscendo la grande difficoltà che sua moglie aveva avuto per partorire questo bimbo, nessuno di noi ha avuto nulla da obiettare. Tutti ci ritroviamo con il pomeriggio libero. Le mie colleghe mi propongono di andare in giro per negozi, ma io mi sento stanca, piove e fa freddo, sogno un bel bagno caldo nella mia vasca idromassaggio, saluto e torno a casa. Durante il tragitto, sono costretta da dei lavori stradali ad una deviazione, mi ritrovo a passare davanti ad un motel e vedo la vettura di Fabio sfrecciarmi davanti. Resto stupita e incuriosita, mi avvicino giusto quel tanto che basta per vederlo scendere dalla vettura e, mano nella mano, avviarsi verso una piccola costruzione, insieme alla badante di mia suocera. Ero rimasta di ghiaccio! Il sangue non mi scorreva più nelle vene. Stropiccio gli occhi, convinta di sognare, ma è tutto maledettamente vero. Rimango immobile, come pietrificata, non so cosa fare, mi sento come inebetita. Immediatamente una rabbia mi assale, vorrei entrare e urlare con tutto il fiato che ho in gola, ma non ci riesco, resto impietrita lì, sotto la pioggia che mi bagna, incapace di reagire. Dopo un po’, mi avvicino con prudenza alla struttura, silenziosamente, mi accosto al posto dove sono entrati loro e mi rendo conto che, da una finestra, è possibile vedere ciò che succede all'interno, ma, soprattutto, si sente chiaramente quello che dicono; ascolto e resto ancor più amareggiata dalle parole di Fabio.
«Non ti devi preoccupare, lei è così ingenua che non va a pensare che tu mi stai scopando. A volte la sua ingenuità è talmente prevedibile, che mi fa quasi tenerezza. Dai scopiamo, non pensare a lei, tanto non saprà mai di noi due.
La vedo salire su di lui e impalarsi. Mi sento una stupida; non avevo mai pensato che questa troietta potesse portarmi via il marito, che avrà più di me? Va a capirli gli uomini! Inoltre la considerazione che Fabio ha di me, mi ferisce ancora di più. Me ne vado delusa e confusa, mi sento uno schifo. La sera, lui torna felice come sempre, mi bacia e devo subire le sue false attenzioni; mi danno quasi fastidio. Invento che ho dei dolori premestruali e me ne vado a letto, mentre lui, dopo cena, dice che fa un salto da mammina, tanto per vedere come sta. Ipocrita, bugiardo, bastardo! So benissimo che va a dare un saluto a quella puttanella. Passo una notte da schifo, non riesco a dormire nemmeno un po'. Al mattino, lui se ne va e io esco presto; non mi va di passare nel solito bar dove vado sempre; la mia aria distratta e pensierosa susciterebbe tante domande, cui non voglio dare seguito. Mi fermo nel bar della tangenziale, poca gente, e tutta intenta a farsi i fatti sui. Prendo un cornetto ed un cappuccino, mentre sto lì a pensare come fargliela pagare a quel bastardo di Fabio. Sono talmente distratta che non mi accorgo di essermi spostata ed inzuppo il cornetto nel cappuccino del mio vicino. Lui resta stupito, mi guarda e si gira convinto che stiamo girando una scena di Candid Camera; io lo guardo mentre intingo il cornetto e mi rendo conto dell’errore.
«Accidenti, mi scusi, sono così distratta che non mi son resa conto di ciò che facevo; mi scusi, la prego.»
Gli dico, guardandolo in faccia. Mi rendo conto che ho davanti un bell’uomo, alto, capelli bianchi, occhi scuri, un sorriso che mi disarma subito, mettendomi di buon umore.
«Nessun problema, evidentemente il mio cappuccino è più invitante del suo: mi chiamo Mario e lei?»
Mi chiede, continuando a guardarmi sorridendo e porgendomi la mano.
«Liliana... credo che la colazione, questa mattina, spetti a me pagarla.»
Gli rispondo dandogli la mano e sorridendo. Per un momento, sono svaniti i pensieri tristi che avevo.
«Liliana, lasciatelo dire, dovresti sorridere sempre; sei bellissima quando lo fai e, se non sono troppo indiscreto, ti sei distratta per problemi di lavoro o di cuore?»
Mi chiede con un modo estremamente gentile e spiritoso.
«Cuore, purtroppo, e non so come trovare una soluzione.»
È quanto gli rispondo, prima di ripiombare di nuovo nella mia amarezza.
«Ragazza mia, io non son di qui, non sono un tuo conoscente, quindi sono la persona giusta che può ascoltarti e consigliati. Non conosco nessuno tranne te, quindi sono l’elemento più adatto, con cui puoi sfogarti»
Mi dice sottovoce, con un tono serio, ma cordiale. Lo guardo, sono così afflitta, ci rifletto, trovo che la sua è una buona idea; in fondo, con chi ne potrei parlare? Le colleghe? Assolutamente no; le amiche? E chi ne ha di così intime da poter ricevere un buon consiglio? No, ha ragione lui: un estraneo, mai visto e conosciuto, sì, lui è perfetto. Ci spostiamo su un tavolino in disparte, e gli racconto tutto. Lui mi ascolta con grande attenzione, non fa domande, ascolta e basta, poi, quando gli dico che non so che pesci prendere, mi chiede qualche dettaglio.
«Hai detto che tuo marito è molto premuroso, che ti copre di attenzioni, ma che poi si scopa la badante di sua madre: è giusto?»
Gli confermo tutto, lui ci riflette un momento e poi esordisce con un bel piano, almeno come lo definisce lui.
«Per prima cosa devi aver la prova inconfutabile dell’adulterio, magari qualche foto o altro. Poi devi recitare una parte con lui fino a raggiungere un certo scopo; non ti dovrebbe esser difficile, ti dirò nel dettaglio cosa fare e,
infine, puoi prenderti la giusta vendetta, ma al momento opportuno.»
Mi espone la sua idea, tutta d’un fiato. Lo ascolto e mi rendo conto che ha centrato l’obbiettivo; una cosa talmente semplice, impensabile, che potrebbe funzionare proprio perché gioca sulla mia ingenuità e la semplicità dell’idea: semplice ma efficace ed è quello che voglio. Ci scambiamo il numero di cellulare, lui resterà in città tutto il giorno, ci accordiamo per la pausa pranzo. Passo il resto della mattina a pensare a lui e alla sua idea; la trovo veramente ardita, giusta e mi convinco che devo aver la mia vendetta. Ci incontriamo per il pranzo, lo vedo e mi rendo conto che davanti ho un bell’uomo, mi piace, sorride e mi tratta come una dea.
«Se tu fossi mia moglie, non ti metterei da parte per un’altra, ma farei l'amore con te tutti i giorni. Sei molto bella e devi valorizzarti di più. Ti sei accorta del meraviglio lato B che possiedi? E che dire dei tuoi occhi? Bellissimi! Inoltre dovresti indossare capi che esaltano il tuo fisico.
Son sicuro che, sotto i pantaloni, hai un bellissimo paio di gambe, inopportunamente tenute nascoste. Sì, decisamente sei molto bella, un diamante grezzo da tagliare e rendere lucente.»
Parla con un tono di voce che mi fa sciogliere tutta. Durante il pranzo definiamo i dettagli del piano e mi assicuro la sua piena collaborazione. Nei tre giorni seguenti, dietro mie precise informazioni, lui riesce a beccare Fabio con la puttana, gli scatta delle foto e riesce pure a farne due di loro a letto; non potevamo sperare di meglio. Poi scatta la seconda fase. Mi son studiata la parte alla perfezione, devo esser convincente fino in fondo, altrimenti tutto sarà inutile; seguendo i consigli di Mario, mi sento determinata. Mi piace, è meravigliosamente presente: pur lasciandomi campo libero, mi sono trovata spesso a pensarlo.
Per due giorni mi faccio vedere da Fabio sempre triste, depressa. Lui lo nota subito e mi chiede a cosa sia dovuto quel mio stato d’animo, ma io non rispondo, anzi, mi faccio trovare quasi in lacrime: lo vedo preoccupato.
«Amore, dimmi: che ti succede? Ti prego, parla! Dimmi che cosa c’è che non va? Ti prego, non farmi stare in ansia, ti prego.»
Lo vedo teso, cerca di sembrare tranquillo, ma non lo è. Temporeggio un po', tanto per tenerlo sulle spine, poi, in lacrime, eseguo la mia recita.
«Scusami, amore, ma mi è difficile spiegarti quello che non va; mi sento male per te, ti ho offeso e non so come rimediare: mi spiace.»
E giù a lacrimare. Lo vedo molto preoccupato, teso, allora, dietro l’ennesima insistenza, parlo lentamente, dispiaciuta.
«Amore, sono una stupida! Mi potrai perdonare? È che, da alcune notti, sogno di tradirti con un altro uomo. Non ne vedo il viso, ma il sogno è ricorrente e questo mi fa star male; sono dispiaciuta per te.»
Parlo a testa bassa, con le lacrime agli occhi. Lui rimane un momento in silenzio, si rende conto di quello che dico e realizza che la mia ingenuità è grande: si rilassa.
«Amore, basta, non piangere più, non è successo nulla. Ti prego, smetti di preoccuparti. Io ti amo e tu non devi farti perdonare nulla. È un sogno, non vale. Io ti amo, dai, smetti di piangere.»
Parla, respirando piano. Mi rendo conto che si sta rilassando, evidentemente era teso per il timore che potessi aver scoperto la sua tresca con l’altra, ma è qui che scatta la trappola.
«Sì, fai presto tu; oggi mi perdoni e magari domani ti arrabbi e mi lasci; io non potrei vivere senza di te. Le parole si dimenticano facilmente e, per questo, se lo sogno ancora mi sento male.»
Parlo e lo abbraccio forte. Lui esita e poi reagisce come previsto. Prende un foglio di carta e scrive di suo pugno.
«Io Fabio *****, con la presente, autorizzo mia moglie Liliana a tradirmi tutte le volte che vuole, di giorno o di notte, anche 100 volte; non le creerò alcun problema per il suo adulterio nei miei confronti. Sarà libera di tradirmi dove e con chi vuole. In fede Fabio***** .»
Mi porge il foglio, fingo di ignorarlo, lo abbraccio e bacio con passione, porto le mani sul suo membro, che accarezzo da sopra la stoffa. Lui si eccita, mi spinge di lato e, sollevata la camicia da notte e tirato fuori l’uccello, me lo infila dentro, senza nessun preliminare. Mi fa male, ma lui non se ne importa più di tanto, stringo i denti e resisto; lui si muove in fretta e, poco dopo, scarica dentro di me una abbondante gemendo sborrata, di solo suo piacere.
«Vedi, amore, ti amo e non ti devi preoccupare; sei più tranquilla ora, vero?»
Mi dà un ultimo bacio e si gira per dormire. Esco, vado in bagno, mi lavo e mi tocco; chiudo gli occhi e penso a Mario. Mi infilo due dita dentro, gemo di piacere, ma in silenzio. Quando torno in camera, lui dorme, prendo il prezioso documento e lo metto nella mia borsa; ora scatta la fase finale o, meglio, l’inizio della mia vendetta. L’indomani mi sento con Mario, gli racconto il buon esito del piano, lui mi dice che non aveva dubbi, mi chiede quando voglio attuare la mia vendetta, ci penso e lo invito a raggiungermi.
«Ti andrebbe di vederci?»
Gli chiedo con un tono languido di voce.
Due giorni dopo, stiamo insieme. Mi porta nella villa di un suo amico in riva al lago. Una volta dentro, lo abbraccio, sento il suo prepotente desiderio.
«Ti voglio, prendimi, ma sii dolce, ti prego.»
Gli sussurro, distendendomi nuda sul letto.
Si spoglia lentamente, ha un fisico da far invidia a tanti ventenni, lentamente si distende al mio fianco. Comincia a toccarmi e leccarmi dappertutto; è un demonio di bravura unica o, forse, sono io che ho un dannato desiderio di lui. Mi strappa un orgasmo che nemmeno mi aspettavo. Godo, urlo e godo di nuovo. La sua lingua è tremenda, esplora ogni singola piega della mia patatina, facendomi morire di piacere. Ho avuto tre orgasmi e ancora non l’ho nemmeno toccato, sto impazzendo dalla voglia di averlo dentro, ma lui dosa magistralmente piacere e lentezza, in una sapiente miscela di sensazioni che mi mandano via di testa. Poi mi permette di prendere il suo palo in bocca. Mi ritrovo un bel cazzo di ottime dimensioni fra le mie labbra, lo succhio, lui non dice nulla, mi osserva e lascia fare. Mi rendo conto della mia poca esperienza; lo guardo quasi ad implorare di prendermi, lui sorride, mi trascina su di sé. Sento la mia pancia a contatto con il suo membro, lo voglio dentro, lui lo capisce, io mi sollevo e me lo infilo dentro tutto, fino in fondo. In verticale su di lui, resto a bocca aperta quando lo sento sbattere in fondo all’utero; vorrei urlare, ma le parole non mi escono; resto solo a bocca aperta e godo! Mi lascia divertire per un po’. Poi, giusto il tempo di avere altri due orgasmi, mi distende di fianco e comincia a pomparmi con un ritmo sconvolgente, rapido e lento, a fondo o con la sola punta dentro, impazzisco, vengo e godo a raffica. Sconvolta lo bacio, piango di piacere, non avevo mai goduto tanto.
«Godi che, quando sarai sazia, con te godrò anch'io.»
Mi dice sussurrandomi le parole all’orecchio. Perdo il conto degli orgasmi, del tempo, non so più dove sono. Stravolta lo bacio con passione e lo imploro di venire. Si muove più veloce, mi strappa l’ennesimo orgasmo, poi esplode dentro di me. Sento i getti caldi inondarmi l’utero; si tiene ben piantato dentro, ho l’ennesimo orgasmo e resto abbracciata a lui. Dopo un po’ di tempo, lui continua a passare la sua mano sul mio corpo, accarezzandolo piano, mi sto eccitando di nuovo, poi lui esplora anche il mio fiorellino poteriore. Fremo, lui mi guarda.
«Lo prendi anche qui?»
Chiede sempre continuando a toccarmi dolcemente.
«No, sono vergine, mai provato, ma, se mi prometti di esser delicato, vorrei farlo con te, ora.»
Senza aggiungere altro, mi giro di schiena. Mi fa mettere in ginocchio, lui si mette di lato e, con la mano sinistra, mi stuzzica il bottoncino davanti, mentre, con la destra, mi accarezza dietro. Lo fa in modo delicato, ma deciso, sento che raccoglie lo sperma che mi cola davanti e lo spalma dietro, insinua un dito dentro, lentamente. Mi piace, avverto che sto provando un piacere nuovo, lo voglio, lui, con pazienza, continua lubrificare il buco e, senza accorgermi, mi mette dentro due dita, mi tortura davanti meravigliosamente, poi fa colare della saliva e continua a ruotare le dita dentro, fin quando si rende conto che son pronta.
«Prendilo in bocca, leccalo, bagnalo, sputaci sopra della saliva.»
Mi dice, offrendomi il cazzo, di nuovo duro. Lo bagno, lo succhio e lo sento ben sodo, lui si mette dietro di me e, pian piano, mi infila la punta. Lo sento entrare, mi apre, spinge piano, io mi masturbo davanti, cerco di infilarmi due dita dentro, ma non ci riesco. Allora mi scateno sul mio clito, lo torturo e, intanto, sento lui che sprofonda nel mio intestino. Lo agevolo nel compito, spingendo il corpo indietro, così da farmi penetrare fin in fondo. Avverto un lieve bruciore, lui resta un momento fermo, poi si scatena. Mi afferra per i fianchi e mi pompa, mi sfonda, godo e godo ancora, urlo e lo incito a darmelo tutto. Lui mi chiava fin quando lo imploro di sborrare. Affonda un ultimo colpo e mi riversa un'enorma quantità di calda sborra nell’intestino. Mi distendo sfinita, lui mi bacia e continua ad accarezzarmi piano.
Tre giorni dopo, è il mio anniversario di nozze, ritengo sia la data giusta per la mia vendetta. Fabio, per far contenta mammina che non vuole che noi festeggiamo, lo trattiene a cena da lei ed io, che ho altri programmi, non partecipo, anzi, quando lui torna gli faccio trovare la sorpresa che ho organizzato insieme a Mario. Completamente nuda e distesa sul letto, mi sto facendo sbattere da tre maschi molto dotati, amici di Mario. Lui controlla il rientro di Fabio e, quando irrompe in camera da letto, va su tutte le furie.
«Brutta puttana: che fai? Ma sei impazzita? Mi tradisci con quattro uomini? Io ti rovino, ti sbatto fuori casa e ti lascio senza un soldo! Troia che non sei altro.»
Mi urla mentre i miei maschi, tutti nudi, ma molto più dotati in tutto rispetto a lui, si sistemano intorno a me, pronti a difendermi.
«Ma che urli: sono solo quattro!»
Rispondo io per farlo infuriare di più.
«Poi, non sono tue le parole quando dicevi che ero troppo stupida ed ingenua da far pena? Non credevi che questa passera potesse pareggiare il conto che tu hai aperto con quella troia della badante che ti scopi? Mio caro, non hai nulla da strillare, perché ho le prove delle corna che mi hai messo scopando con quella vacca.»
E' quanto dico ora che son in piedi davanti a lui. Ha il viso rosso, l’ho beccato sul vivo, quando affondo l’ultimo colpo.
«Inoltre, cari amici, leggete questo.»
Tiro fuori dalla borsa il foglio che lui mi ha firmato e lo consegno a Mario, che lo legge ad alta voce. Fabio mi guarda stupito, incredulo, paonazzo dalla rabbia.
«Ma che dici? Quello non vale. Ti sei presa gioco di me!»
Balbetta, con poca convinzione. Mario lo guarda ed affonda il colpo.
«Invece direi che ha tutto il valore necessario: da quello che sta scritto qui, lei ha diritto a scoparsi altri 96 maschi, perciò ti conviene tacere.»
Lo guardo con disprezzo e lo distruggo psicologicamente.
«Allora, caro il mio maritino, siediti e guarda come dei veri UOMINI mi fanno godere. Se poi vuoi renderti utile, va in cucina e prepara del caffè: la notte sarà lunga!»
Senza aggiungere altro, mi distendendo di nuovo sul letto. Guardo Mario gli sorrido e gli prendo il cazzo in bocca.
La mia vendetta è appena cominciata.
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4 months ago
baxi18, 55
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Un triangolo tanto sognato
Era il lontano 2011, lavoravo come commesso in un negozio del centro storico di Ferrara e la clientela era quasi tutta over 40, specialmente di sesso femminile.
Io ero il tuttofare e mi prestavo anche per portare la spesa in auto alle signore.
Un pomeriggio, dopo aver allestito gli scaffali del negozio, mi stiro, con le mani appoggiate ai fianchi e sussurrando: aahhh, che dolore alla schiena, mi ci vorrebbe un massaggio rigenerante.
Non mi accorgo che una signora mi stava osservando e con il sorriso sulle labbra mi si avvicina.
Capisco che tu sia stanco, è un lavoro pesante e con tante ore in piedi.
Piacere mi chiamo Letizia, porgendomi la mano.
Piacere mio, Franco per servirla.
Ho sentito che hai detto sottovoce che ti servirebbe un massaggio, mi chiede, eh si rispondo io, mi ci vorrebbe proprio, mi lascerei andare completamente al piacere rilassante.
La signora infila una mano nella borsetta ed estrae un biglietto da visita, ecco, se posso esserti utile chiamami per un appuntamento mi dice.
Leggo velocemente e c'è scritto Letizia fisioterapista ecc ecc.
Grazie esclamo, sembra che sia arrivata al momento giusto, rivolgendomi e dando del "Lei"
La signora avrà avuto circa 55/58 anni molto curata e gentilissima.
Io all'epoca ne avevo circa 48 e avevo sempre la curiosità di esplorare qualsiasi cosa nuova mi si presentasse.
Congedandosi , mi rinnova l'invito a chiamarla al più presto, ha posto nei prossimi tre giorni dopodiché sarebbe partita per una crociera
Ok rispondo io, non mancherò, grazie infinite.
L'indomani con un pò di titubanza chiamo, sperando quasi non rispondesse, invece dopo il terzo trillo, pronto?
Una voce sensuale, calda e calma mi risponde.
Buongiorno, sono Franco il commesso del negozio, parlo con la signora Letizia?
Si sono io in persona, aspettavo la tua chiamata, se vuoi venire oggi pomeriggio, non ho appuntamenti fino sera.
Va bene, vengo sicuramente tra un'ora all'indirizzo che leggo sul biglietto da visita.
Ok Franco ti aspetto, a più tardi, click e chiude la chiamata.
Erano le 15 di un pomeriggio di giugno, l'aria era già molto calda qui a Ferrara, clima estivo, e io con un pantaloncino corto e una polo fresca di bucato arrivo all'indirizzo, una villetta a schiera in zona residenziale circondata da tanto verde e giardini attrezzati per bambini.
La zona la conosco bene, è una delle zone signorili di Ferrara.
Suono, sento il tiro del cancelletto che apre, entro, salgo qualche gradito e noto la porta d'ingresso socchiusa, busso spingendola per aprirla, vieni Franco accomodati.
Vedo Letizia, una donna stupenda, capelli neri raccolti da un mollettone lucicante, camice bianco leggermente sbottonato sul davanti che fa intravedere un body nero e il taglio coscia calzando sandali bianchi con tacco.
Che caldo, esclama lei, ho dovuto accendere l'aria condizionata altrimenti non ci si dura.
Eh si, confermo io, oggi è veramente molto caldo, frasi di circostanza così tanto per rompere il ghiaccio.
Vieni Franco, mi dice, accomodati in salotto, una sala con due divani grandi, fresca e ordinata.
Gradisci un bicchiere di acqua fresca? Um prosecco? Una bevanda alla frutta?
Un prosecco ci starebbe bene rispondo io.
Mi sembra giusto aggiunge lei e prende fuori la bottiglia dal frigobar, ti va di aprirla?
Mi chiede.
Con piacere rispondo io, stappo la bottiglia trattenendo il tappo per non farlo partire a proiettile, poi verso nei flut
Propongo questo brindisi a noi due dice Letizia, cin cin a noi due dico io facendo toccare i due bicchieri.
Eccellente, freddo come piace a me, esclamo, ci sta a meraviglia.
Il ghiaccio si stava sciogliendo, lei sembrava non avere nessuna fretta di arrivare al motivo per cui ero andato lì, si chiacchiera di tante cose nel mentre si beveva anche il secondo bicchiere di quel buon vino frizzante.
Allora Franco mi dice, dimmi dove senti dolore, se hai fatto movimenti bruschi e se è tanto tempo che ne soffri.
Io spiego accuratamente toccandomi le zone interessate.
Ok, vieni mi dice Letizia, accomodati in questa stanza.
Vedo un lettino professionale, un letto ad una piazza e mezza , due comodini e una vetrinetta con diversi oggetti all'interno ma non distinguo cosa per via dei vetri satinati.
Spogliati e stenditi pancia sotto mi dice Letizia, io eseguo, via la maglietta, via i pantaloncini e rimango con il boxer, mi accomodo sul lettino dove c'era un telo di carta di quelli che si srotolano, usa e getta.
Qualche istante ed entra pure lei.
Eccoci qui, se senti dolore dimmelo, si raccomanda.
Sento che fa cadere sulle spalle e un po sulla schiena olio tiepido versato da un'ampolla, si sfrega le mani e inizia un massaggio energico, prima sulle spalle, poi sulle scapole e via fino alla parte indolenzita dove sento un leggero fastidio che poco dopo scompare.
Si sofferma sulla zona lombare per poi fermarsi, prendere ancora l'ampolla e versare olio sulle gambe.
Parte dai piedi, un massaggio dove sento un piacevole benessere che si trasmette fino al collo.
Lei continua nel massaggio percorrendo le gambe, prima una poi l'altra.
Sei magro mi dice, sei un peso forma, non dovresti avere questi disturbi alla schiena, vedrai che con pochi massaggi tutto passa mi rassicura.
Continuando a massaggiare, sento e anzi, dentro di me lo spero anche, che con le mani si avvicina sempre più alla parte interna delle cosce fino all'inguine, è troppo piacevole, eccitante, perché io fantastico molto facilmente.
Cavolo!! Esclamo io, non lo avevo messo in conto dico sottovoce.
Letizia mi chiede cosa succede,
io rispondo, niente niente cercando di sistemare il mio pisello che si era un pò svegliato, quasi con imbarazzo.
Lei, che non è sicuramente un'ingenua, mi dice sorridendo: tranquillo non mi scandalizzo.
Ormai sentivo dentro di me quella voglia di essere toccato, massaggiato proprio la, tra le gambe e invece lei continua con il massaggio arrivando alle chiappe, le sue mani le sentivo in zona anale quasi a sfiorarmi l'ano, era così piacevole che speravo continuasse.
Cosa ne dici se ti sfilo il boxer?
Mi chiede con voce calma e pacata.
Mi vergogno un pò ma va bene rispondo io.
Con fare delicato mi sfila il boxer e rimango completamente nudo.
Ok adesso continuo il massaggio dice, versando olio sulle chiappe dove sento che gocciola anche nel solco anale fino ai testicoli.
Il massaggio si concentra proprio sul mio sedere, ci sa fare, mi piace veramente tanto.
Premetto che già in passato vedendo qualche video hard avevo visto e mi ero pure eccitato quando una donna ha fatto un massaggio prostatico ad un uomo ma non l'avevo mai provato di persona.
Dopo qualche minuto di massaggio sulle gambe e nautiche, Letizia si ferma, apre il cassetto del comodino e prende dei guantini in lattice bianchi e li infila alle mani.
Adesso Franco ti porto in paradiso mi dice, o se preferisci all'inferno dove tutto è concesso lasciandosi andare in una dolce risata.
Con voce bassa le dico che mi sta piacendo molto quel massaggio, continui le dico.
Cavolo!!! Si stava avverando quello che tanto desideravo, sento che poco alla volta mi allarga le chiappe, e con l'olio mi unge bene l'orifizio anale, sarò molto delicata mi rassicura e vedrai quanto ti piace mi dice.
Io lascio fare fiducioso, sento che un dito mi penetra, è piacevolissimo, lei è veramente delicata, e nel mentre mi dice che ora va a stimolare la prostata per farmi provare un piacere intenso.
Io ero immobile ma mi accorgo che il mio pisello era sempre più duro, lo sistemo bene sotto la pancia in posizione verticale al corpo.
Lei, vedendo che ho alzato il sedere per sistemarmi mi chiede: vedo che ti piace, non avevo dubbi, a voi uomini piace veramente tanto.
La stimolazione anale continua con un secondo dito inserito, sento un poco di resistenza ma era troppo bello anche perché Letizia ha le mani belle affusolate, non grandi e con unghie smaltate ma corte.
Ti piace Franco? Mi chiede
Si mi piace tantissimo rispondo.
Ok non voglio proseguire oltre perché non voglio rovinare la sorpresa che ho per te ma ti chiedo di non opporre resistenza se vuoi provare un grande piacere sia fisico che mentale.
Io le dico che sono completamente nelle sue mani, mi fido ciecamente.
Bravo mi dice dandomi una dolce pacca sonora su una chiappa, adesso inizia un bel gioco.
Si avvicina alla vetrinetta, apre la prima anta e prende un aggeggio che è semi nascosto da lei, si gira e vedo che alza una gamba come per mettersi delle mutandine ma non vedo ancora bene perché il camice copre tutto, noto che tira dai lati una cinghia nera e poi si gira verso di me.
Cavolo!! Esclamo io, no no, quello no le dico alzandomi seduto sul lettino.
Franco, vuoi provare e vivere un grande piacere che non dimenticherai mai? Mi chiede
No, non voglio quel coso ribatto io
Si chiama Strapon mi dice Letizia con il sorriso, ti farà provare un piacere assoluto, devi credermi, avvicinandosi a me e facendo cadere il camice rimanendo con il body nero e quel "cazzo" finto nero che le penzolava tra le gambe.
In un attimo percorro con lo sguardo tutto il suo corpo, una visione stupenda, era bella, un corpo da favola nonostante i quasi 60 anni che le davo, gambe bellissime e devo dire la verità, quel dildo che aveva indossato le stava a meraviglia.
Va bene dico io però non voglio sen dolore e poi voglio anche dirle che non sono gay, non ho mai provato una cosa cosi.
Ma tesoro, mi dice Letizia, questo lo adorano praticamente tutti gli uomini, soprattutto quelli etero, non ti devi preoccupare, lasciati andare senza pensarci e viviti questo momento.
Complice i due bicchieri di prosecco che mi stavano dando una mano, acconsento.
Vieni prendendomi per mano, scendi dal lettino e accomodati qui sul letto che stiamo meglio.
Io eseguo senza proferir parola, mi stendo sul letto ma lei mi dice: eh no così, vieni, mettiti in posizione pecorina così posso darti il massimo piacere.
Dentro di me tremavo un pò ma mi rendevo conto che ero trasportato da quella situazione, mi stava prendendo soprattutto la mente, Letizia era padrona di tutto quello che stava succedendo, era dolce e delicata.
Bene, adesso cerca di rilassarti più che puoi, stai vivendo una cosa stupenda mi dice prendendo in mano un altro gingillo color viola, era un piccolo cono.
Franco, adesso ti inserisco questo plug che serve per dilatare lo sfintere e la corona anale, ti piacerà tanto.
Sento una leggera pressione, mmmm dico io con un sospiro.
Ecco che è entrato mi dice Letizia iniziando a massaggiarmi le palle delicatamente.
Non c'è la faccio a trattenere quello che pensavo, mi piace tantissimo le dico, non credevo fosse così eccitante.
Lo so tesoro che ti piace, vedrai tra poco cosa proverai, continuando a stringermi delicatamente le palle che avevano procurato una buona erezione da parte mia.
Guarda guarda dice Letizia, vedo che ti sei eccitato, percorrendo l'asta del mio uccello cona la mano.
Adesso vedrai cosa ti faccio provare, sfilando quel plug dal mio ano.
Lei si alza in piedi, si posiziona dietro di me, prende un tubetto di gel lubrificante, lo spalma sul dildo che ha legato in cintura e poi ne mette ancora sul mio buco voglioso inserendo prima uno poi due dita.
Sei pronto tesoro mi dice
Sento quel cazzo che avrà avuto una misura di 18 cm non troppo grosso, circa come il mio uccello che si appoggia al buco del culo, sento un pò di pressione e...
aahhh, esclamo io.
Shhhhh, sento che Letizia mi dice di stare zitto, dai che lo so quanto ti piace, che lo avrai sempre desiderato, mi dice con voce più autoritaria, goditi questo bel cazzo tesoro.
Una spinta ed era dentro, lo sentivo tutto, mi stava riempiendo, era lungo e grosso per me, sentivo un po di bruciore ma dopo alcune pompate stava arrivando il piacere, mi piaceva tantissimo, soprattutto sapere che era Letizia a farmi quella cosa, una donna molto bella e matura.
Ti piace vero Franco? Lo vedo quanto ti piace il cazzo, scopandomi sempre più con vigore andando a sfregare qualcosa di eccitante dentro di me.
Masturbati se lo desideri mi diceva, lo so quanto ti piace dai tesoro che ti sto inculando come hai sempre desiderato.
Le sue parole mi eccitavano sempre di più la mente, mi piaceva da morire quel turpiloquio e soprattutto quel cazzo che mi stava scopando così bene il culo.
5 minuti di pompate a ritmo regolare, mi stavano portando in estasi, mi stavo masturbando mentre Letizia mi inculava e mi dava anche qualche sculacciata dicendomi: ti piace il cazzo nel culo vero troia... siete tutti uguali voi maschietti, vi piace il cazzo più della figa è vero Franco?
Sciaff, con una bella pacca sonora sul culo, dillo che ti piace dilloooo
Si mi piace tantissimo, siiii siiii lasciandomi andare ad un piacere immenso e una eiaculazione a getto che non avevo mai provato prima.
Dopo qualche pompata, Letizia sfila quel cazzo nero dal mio culo, ho sentito come una liberazione ma nello stesso tempo ho sentito il piacere che mi ha lasciato e mi sono steso sul letto quasi sfinito.
Letizia si era venuta a sedere di fianco a me a bordo letto e accarezzandomi il viso mi chiede:
Ti è piaciuto davvero così tanto?
Si le rispondo, mi è piaciuto veramente tanto, non avrei mai pensato di provare questo piacere unico.
Lei sorridendo mi dice che lo aveva immaginato, che non dovevo sentirmi diverso anzi, che era um nuovo modo di provare piacere.
Dopo dieci minuti di chiacchiere, mi sono alzato dal letto e mi ha invitato di andare al bagno per rinfrescarmi.
Nel bagno c'erano asciugamani puliti di un buon cotone morbido, saponi e detergenti vari per una buona pulizia e rinfrescata.
Nel frattempo Letizia aveva indossato nuovamente il camice bianco, aveva sfilato lo Strapon e si era seduta in sala sul divano.
Vieni Franco accomodati qui vicino a me, versando un altro bicchiere di prosecco.
Cin cin, al nostro incontro, brinda Letizia.
Al nostro incontro ribatto io che è stato una grande sorpresa per me e che mi è piaciuto tantissimo
Continuiamo a parlare altri dieci minuti finché le chiedo il costo del massaggio.
Allora Franco, dice Letizia, questa prima seduta è offerta poi se vorrai venire a farne altri ti dirò anche il costo.
Per quanto riguarda la sessione Pegging, anche questa prima volta te la offro io e se lo vorrai, tutte le volte che lo vorrai, mi chiami per fissare un appuntamento e ti dirò il costo della prestazione.
Diciamo che lo faccio per arrotondare, che è un extra lavoro mettiamola così.
Ok, rispondo io, la ringrazio per quel bellissimo pomeriggio di puro piacere, che l'avrei chiamata sicuramente altre volte per la sessione Strapon.
Con un sorriso e una stretta di mano ci siamo salutati.
Non ho saputo resistere, ci sono tornato altre due volte ma ahimè, il costo era abbastanza elevato per le mie tasche, lei una donna stupenda e molto professionale che ci sapeva fare veramente tanto.
Da allora, se mi capita una donna che indossa lo Strapon non me la faccio scappare.
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4 months ago
ritter,
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Tale padre, tale figlio
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Mi chiamo Lucio, ho 52 anni, sono alto, spalle larghe ed un bel fisico asciutto, che mantengo in perfetta forma grazie ad allenamenti giornalieri, essendo un sommozzatore dei vigili del fuoco. Sono sposato da trent’anni con Maria, una bella donna, mia coetanea, capelli castani, occhi chiari ed un bel seno, ancora alto e sodo ed un bel culo, abbastanza prominente, posto al culmine di cosce snelle. In tutti questi anni di matrimonio, casualmente, ho scoperto che uno dei miei figli, Luigi, che è il più grande, non è mio figlio. Mentre per Stefano, il secondo genito, non ho dubbi, con lui ho avuto la certezza per puro caso. Avevo qualche dubbio, perché quando mia moglie è rimasta incinta, ero già un vigile del fuoco e, per un lungo periodo, oltre una quarantina di giorni, sono stato impegnato in un devastante terremoto in alta Italia e, al mio ritorno, mia moglie mi disse di esser incinta. La notizia di diventar padre mi aveva, in un primo momento, reso più che felice, ma poi, col tempo, mi son accorto che qualcosa non quadrava. Durante tutto il periodo in cui io ero stato impegnato nei soccorsi per il terremoto, mia moglie, per non dormire da sola all'epoca avevamo comprato una casa in periferia a ridosso di un bosco, si era trasferita a casa dei miei genitori. Mia madre lavorava ancora come infermiera, mentre mio padre era andato in pensione l'anno precedente, anch'egli vigile del fuoco. Questo dettaglio mi è venuto in mente molto tempo dopo, quando mi son reso conto che mio padre era particolarmente affezionato, sia a mia moglie che a mio figlio. Qualche anno dopo, durante un’esercitazione, cui avevano partecipato anche i miei figli, casualmente, ci fu offerto di fare il test del DNA, come esperimento per l'identificazione di persone perite a seguito di crolli ed impossibili da identificare. Ricordo che i risultati mi furono consegnati in busta sigillata, perché, in ogni caso, costituivano elemento della privacy. Quando andai a leggere i risultati, mi colpì il fatto che, mentre Stefano aveva la metà del mio patrimonio genetico, per Luigi, quel patrimonio era ridotto ad un quarto. Mi son informato in maniera molto discreta e, alla fine, son giunto alla conclusione che se Luigi aveva un quarto del patrimonio genetico, l'unico che poteva averglielo trasmesso doveva esser stato mio padre. Con mia moglie non avevo mai parlato di quella mia scoperta, fino a che, un giorno che mio padre era molto malato, mi confessò che, prima di morire, doveva togliersi un peso dalla coscienza. Non gli ho permesso di dire nulla, perché gli ho detto che sapevo già tutto e, quindi, la questione poteva esser considerata caduta in prescrizione. Ho solo voluto che morisse sereno, mentre io, dopo il funesto evento, ho preso mia moglie in disparte e, una sera che eravamo da soli, le ho chiesto di dirmi tutta la verità. All'inizio ha provato a negare e allora le ho mostrato il test del DNA e le ho detto anche che mio padre, in punto di morte, mi aveva confessato tutto. Lei è rimasta molto stupita, ma poi alla fine ha ammesso che una sera in cui si sentiva particolarmente eccitata, si era messa a parlare con mio padre e, alla fine, erano finiti a letto insieme; lui l'aveva scopata e riempita, incurante del fatto che lei non prendeva alcun tipo di precauzione. Era successo una sola volta e, quando aveva scoperto di esser incinta, era stato proprio lui a pregarla di non dir niente. Era stata la debolezza di un momento e adesso che i ragazzi erano cresciuti, lei era pronta ad assumersi ogni responsabilità. Avevo riflettuto molto su questa faccenda ed ero giunto alla conclusione che ormai la questione, come avevo detto a mio padre, poteva considerarsi più che superata. Però il destino aveva deciso per me una specie di rivincita, che sarebbe maturata da lì a qualche anno. Dei miei due figli, solo Stefano aveva deciso di intraprendere il mio stesso lavoro, mentre Luigi si era diplomato in ingegneria petrolifera e dopo un mese che si era sposato con Federica, era stato assunto da una grande compagnia petrolifera che, dopo qualche tempo, lo ha spedito su una piattaforma nel mare del Nord. Ammetto che ero rimasto molto colpito dalla bellezza di mia nuora. Alta oltre la media, mora, con i capelli ricci, occhi neri, un bel seno, non troppo grosso ma di una terza piena, un bel ventre piatto ed un culo a mandolino da far impazzire finanche un santo. La consideravo una brava ragazza e non mi sarei mai aspettato di trovarmi nella condizione in cui, casualmente, mi son trovato qualche tempo dopo il loro matrimonio. Durante il primo mese, mia nuora non avvertì alcun problema circa l'assenza di suo marito. Essi abitavano in un appartamento distante dal nostro e lei, per mangiare qualcosa, avendo il lavoro a due passi da casa nostra, veniva tutti i giorni a pranzo da noi.
Al secondo mese, Federica era molto nervosa; a causa dei miei turni al lavoro, capitava spesso che pranzassimo assieme e lei non si faceva scrupolo di sfogarsi con me.
«Accidenti al mondo! Luigi non viene a casa nemmeno questo mese. Lucio son due mesi che non lo vedo ed io… io ho voglia di divertirmi un po’. Quando c'era lui, andavamo in giro per locali con tutta la banda di amici, ma ora son qui, reclusa in casa. Non ce la faccio più»
Allora, una sera, decisi di accontentarla.
«Senti, che ne dici se domani sera usciamo assieme? Maria ha il doppio turno in ospedale e non torna prima delle due del pomeriggio di domenica e anch'io ho voglia di distrarmi un po'. Mi è sempre piaciuto ballare il latino/americano e, se svuoi, andremo a divertirci. Che ne pensi? Ti va?»
Lei ha fatto salti di gioia e mi ha dato un bacio, dopo avermi abbracciato forte.
«Mi va? Sì, che mi va! Eccome se mi va! Lucio sei il mio angelo salvatore!»
Mi son messo in ghingheri e siamo andati a ballare. Ci siamo trasferiti in una nota località balneare, famosa per i suoi locali da ballo; siamo entrati in uno di questi, dove abbiamo deciso di trascorrervi l'intera notte. Sembrava impazzita! Io adoro ballare soprattutto samba, rumba, bachata, salsa e merengue. Non si è persa un ballo! È rimasta tutta la serata attaccata a me come un francobollo e, in più di un'occasione, ho sentito che è venuta a strofinarsi contro il mio pacco, non completamente duro, ma abbastanza turgido. Quando siamo usciti dal locale, era quasi l'alba, eravamo stanchi, così, per non correre rischi, al primo motel lungo la strada ho chiesto se avevano due camere. Il proprietario mi ha detto che aveva disponibile solo una matrimoniale e Federica mi ha guardato dicendo che per lei andava bene lo stesso. Così siamo entrati nella camera, lei è subito corsa in bagno e, quando è uscita, indossava una camicia da notte cortissima, nera, trasparentissima e molto sexy. Era così trasparente che si poteva vedere tutto. Era praticamente nuda! Sono rimasto un attimo sorpreso.
«Federica io … dormirò sul divano, tu va pure a letto.»
L’ho fissata era stravolta. Aveva una fighetta piccola e depilata ed erano visibili le due grandi labbra, che fuoruscivano dal triangolino dell’esiguo perizoma nero, mentre il filo che lo reggeva era dentro il solco delle sue natiche tonde ed alte. Non ho avuto il tempo di andarmi a rifugiare in bagno, che il mio cazzo è diventato duro all’istante. Lei se ne è accorta subito che mi era diventato duro e, guardandomi negli occhi, si è messa ridere e ci ha scherzato un po'.
«Vedo che sei uno che si accende subito! Davvero ti ho eccitato? Accidenti, mi sembra proprio di sì!»
Ammetto che ero in imbarazzo. Non immaginavo che saremmo finiti in una simile situazione. Pensavo che saremmo andati a dormire, perché molto stanchi e basta, invece qui la situazione stava prendendo una piega davvero imprevista. Ho cercato di guadagnare il bagno.
«No.… no... va tutto bene... ora vado a cambiarmi per la notte, tu, intanto, mettiti a letto.»
Ho cercato di andare in bagno, per togliermi dall’imbarazzante situazione che ero certo non avrei saputo controllare. Lei mi ha preso per il braccio e mi ha tirato verso di sé.
«Dove scappi? Dai vieni qua! Lo vedo che ti sei eccitato ed io ho tanto bisogno di un cazzo che mi penetri la fica. Mi hai fatto eccitare tutta la notte, quindi, o me lo dai adesso tu, o me ne vado fuori così abbigliata e vediamo chi mi scopa! Ho una voglia incontenibile! Dai, scopami tu! Ti prego, non resisto più!»
Un attimo dopo si è inginocchiata davanti a me, mi ha aperto la patta dei pantaloni e mi ha tirato fuori il cazzo, quasi completamente duro. Grande è stato il suo stupore quando si è trovata davanti la mia bestia: un cazzone lungo oltre i venti e molto grosso di spessore!
«Oh, mio Dio! Ma tu ce l’hai molto più grosso e lungo di tuo figlio! Cazzo avrei dovuto sposare te, non lui!»
Mi è venuto da ridere. Dentro di me sapevo per quale motivo lo aveva più piccolo. Così ho deciso che adesso mi sarei preso una piccola rivincita.
«Dammi un attimo che mi spoglio e poi ci divertiamo!»
Un attimo dopo, ero nudo, ci siamo sdraiati sul letto ed abbiamo iniziato un meraviglioso 69. Ha preso a succhiarmi il cazzo in una maniera bellissima: lo leccava e ricopriva di saliva, poi, se lo infilava giù tutto nella gola, fin in fondo. Mi son reso conto di avere una nuora che era un'esperta bocchinara! Naturalmente le ho ricambiato il piacere, facendo scorrere ripetutamente la mia lingua tra le pieghe della sua vagina e martellando e succhiando con vigore il suo clitoride, alquanto pronunciato, che sporgeva come un piccolo cazzetto da quelle sue labbra: era simile ad una pesca succosa. Ha avuto un orgasmo sconvolgente, che mi ha urlato a bocca piena, mentre riempiva la mia di nettare dolcissimo, che ho raccolto ed ingoiato fino all'ultima stilla. L'ho lasciata godere ancora un po', poi mi son rigirato e mi son posizionato tra le sue cosce ben aperte e, dopo aver appoggiato la punta della verga sul suo spacco, completamente fradicio, con un solo affondo gliel'ho affondata tutta dentro. Lei ha avuto un sussulto e mi ha guardato a bocca aperta.
«Accidenti, che mazza che hai! Mi sfondi! Sì, la voglio, ma… dai, fa piano... mi stai aprendo tutta. Mi spacchi la fica. Cazzo mi sembra di perdere adesso la verginità! Dai, fottimi... fottimi, toro meraviglioso! Dai, che hai trovato la tua puttanella; da oggi in poi, solo il tuo cazzo mi farà godere! Scopami fortissimo! Dai che …oddio: già vengo! Pazzesco! Mi fai già godere?»
Ho preso a pomparla con un ritmo molto sostenuto e lei ha iniziato a godere di continuo. Poi l’ho mesa di lato, le ho infilato la bestia da dietro e, mentre la chiavavo, con una mano, le massaggiavo il clitoride e con l’altra le torturavo i capezzoli. Ha avuto altri due orgasmi sconvolgenti.
«Vengo! Sei un meraviglioso stallone! Mi fai godere! Vengo! Ancora, non ti fermare che… oddio, già vengo?»
Ero anch’io molto contento. Da tempo non scopavo con una puttanella giovane; avevo della carne fresca e tenera, che si squagliava sotto i miei colpi, sempre più profondi e scomposti. La stavo devastando senza nessun riguardo. L’ho pompata ancora per diversi minuti e lei ha goduto di nuovo, poi, mi son scaricato dentro di lei, schizzando tutto il mio sperma in quella fica goduriosa.
«Piccola troietta, sto sborrando! Lo senti come te la farcisco? Senti il mio seme che ti inonda?»
Ha serrato le gambe dietro di me, mentre godeva ancora.
«Sì, ti sento! Oddio, che bello! Sei bollente! Dai, ancora, riempimi tutta! Schizzami dentro tutto il tuo seme. Vengo! Pazzesco! Non ho mai goduto così tanto in vita mia!»
Mi son svuotato, rimanendo abbracciati; poi il sonno ci ha sorpresi. Stranamente non abbiamo dormito molto. Poche ore dopo, mi son svegliato perché provavo un piacere immenso nel sentire la sua bocca succhiare il mio cazzo, che stava già diventando di nuovo duro. Ho aperto gli occhi e le ho sorriso.
«Buongiorno, adorabile puttanella! Sembri molto affamata, questa mattina!»
Lei si è sfilata il mio cazzo dalla bocca e mi ha sorriso.
«Buongiorno, magnifico stallone! Certo che sono affamata: ho a disposizione un bel cazzone come il tuo? Su, dammelo ancora. Scopami ancora forte. Lo vorrei anche nel culo, ma temo sia un po' troppo grosso per il mio buchetto.»
Subito dopo è salita su di me e si è impalata sulla mia verga. Ha preso ad oscillare su e giù, iniziando ben presto a godere, ancora molto intensamente. Ha avuto due orgasmi in rapida successione, mentre io le impastavo i seni e le torturavo i capezzoli. Dopo il secondo orgasmo, l'ho messa di nuovo sotto di me. L'ho girata di lato e, sollevato una gamba, ho iniziato un po' a scoparla da dietro, poi, quando il mio membro era ben lubrificato dai suoi stessi umori, mi son sfilato ed ho appoggiato la punta al suo culetto. Si è girata e.… mi ha pregato di far piano.
«Va bene, proviamoci! Però ti prego, fa piano!»
Ho iniziato a spingere lentamente, lasciando che i suoi muscoli anali si allentassero lentamente e, con un po' di pazienza, le sono entrato per metà nel culo. Contemporaneamente la masturbavo davanti e questo ha, in qualche modo, alleviato il fastidio della mia intrusione.
«Piano, che mi spacchi! Sei enorme! Quando mi incula tuo figlio, non sento questa sensazione di pienezza! Però mi piace, spingi! Spingilo dentro! Tutto, fin in fondo! Oddio, mi squarti!»
Le sono arrivato tutto dentro. Poi ho cominciato a limare il tuo buchetto, facendo molta attenzione a non farle male e, ben presto, lei si è rilassata ed ha preso a godere anche con il culo.
«Fantastico, bellissimo, sconvolgente! Non ho mai goduto così tanto nel culo.»
Ho continuato a pomparla per parecchio tempo, facendo sì che lei venisse altre due volte, poi mi ha pregato di uscire, perché cominciava ad avvertire un certo dolore.
«Mi brucia un po'! Per favore, esci; mettimelo di nuovo davanti, che mi piaceva tantissimo. Non nascondo che mi è piaciuto tanto anche nel culo, ma sei troppo grosso!»
Ho ripreso a scoparla davanti e lei ha iniziato a godere ancora in continuazione. Poi l'ho fatta inginocchiare a pecora davanti a me e, mentre la tenevo per i fianchi, ho preso a chiavarla da dietro: lei ha urlato ancora di piacere.
«Mi stai sfondando. Sei un toro meraviglioso: mi hai trasformato in una vacca; sì, Lucio, sono la tua vacca, VENGO!»
Ero al limite anch'io, così le ho lasciato il tempo di godere ancora e poi mi son svuotato dentro di lei, schizzando in profondità tutta la mia crema. È stata una bella sborrata lunga e completa, che mi ha svuotato completamente. Dopo di che, abbiamo fatto una doccia veloce e siam tornati a casa; nessuno si era accorto della nostra assenza. Circa due settimane dopo, per le feste di Natale, è rientrato mio figlio. Li ho visti molto felici e contenti, e tra noi due nulla ha fatto immaginare quello che era successo. C'era stato come un tacito accordo, che entrambi abbiamo rispettato. Né una parola, né un gesto, hanno tradito il nostro comportamento, certamente riprovevole. Dopo un mese, a fine gennaio, mia nuora ci comunicò di esser incinta e che saremmo diventati nonni.
In un momento, eravamo soli e lei mi ha sorriso e ringraziato.
«Grazie, Lucio! Quella notte mi hai farcito a dovere! Ero nei giorni fecondi ed ero certa che mi avresti ingravidato, ma non mi son creata problemi, anzi ne sono stata più che contenta. Adesso, però, voglio ancora scopare con te in tutte le occasioni che ci capiteranno: d’accordo?»
Certo che ero d’accordo. Adesso capivo l’interesse di mio padre per Luigi e mia moglie. Bene eravamo pari e ne ero contentissimo.
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Il circuito chiuso
Il circuito chiuso.
Premesso che siamo una coppia affiatata, innamorata con una vita sessuale eccellente, siamo fantasiosi e spesso utilizziamo anche sexy toys, un certo dì siamo incappati in una esperienza inaspettata.
In casa, come molte altre persone, abbiamo le telecamere di controllo collegate con i nostri smartphone, devo dire che mentre si è in casa ci si dimentica che ci sono, questo non costituirebbe un problema se, quando si è soli, non si facesse qualcosa che non vorresti venisse visto dagli altri componenti della famiglia.
Un giorno ero al lavoro, in un attimo di pausa, così per cazzeggiare mi collegai e quando visualizzai la telecamera della camera da letto ebbi una piacevole sorpresa: mia moglie a cosce aperte sul letto con vari “giocattolini” intorno e ne stava utilizzando uno che a lei piace molto con una lingua in lattice vibrante. Era in evidente stato di eccitazione, era uno spettacolo arrapante e quindi continuai a “spiarla”. Ad un certo punto, senza mollare la “lingua” vibrante con la quale continuava a stimolarsi il clitoride con una mano, con l’altra prese un bel cazzo di lattice e cominciò ad infilarselo nella figa. Mi arrapai di brutto, abilitai anche il microfono e potevo sentire bene i suoi gemiti, fin chè cambiò posizione, si mise a pecora col viso poggiato al materasso e il culo all’aria, prese il tubetto di vasellina e cominciò a lubrificarsi il buco del culo, stavo per venire nelle mutande, ma non era finita lì, prese il fallo di lattice che poco prima si era infilato nella figa e iniziò a farsi largo nel culo, pian piano se lo infilava sempre più dentro fino a quando quella bestia di 20 centimetri non le fu interamente nel culo. M;entre con la destra continuava pomparsi da sola il culo col grosso fallo, con la sinistra riprese a farsi leccare la fessa con l’altro giocattolo, a questo punto dovetti correre nel cesso e appena me lo segai un paio di volte venni copiosamente sul pavimento. Io e mia moglie abbiamo abitualmente rapporti anali, ma vedere quella scena come uno spettatore e vedere lei così arrapata fu un cosa veramente eccitante che però diede luogo ad altre fantasie nelle mia mente.
Pensai, e se la vedessi a sua insaputa scopata da un altro uomo? Questo desiderio cominciò ad arrovellarmi il cervello, come realizzare questa fantasia? Da qui iniziai a studiarle tutte per mettere in atto questa fantasia, senza coinvolgerla direttamente, in sicurezza, con la persona adatta in tutti i sensi e che avrebbe riscosso il consenso di lei, era complicato! Poi mi venne in mente una coppia che abita nel nostro parco, lui è un bell’uomo, mia moglie lo ha definito tale più volte, hanno figli, quindi sono persone sane e lui è una persona molto emancipata e colta così misi in atto un “piano” di reclutamento dell’uomo. Innanzitutto strinsi maggiormente l’amicizia, iniziai a condividere con lui un hobby, ci scambiammo varie visite con le rispettive famiglie, fin che un giorno ci trovammo da soli a parlare di sesso, decisi che era il momento e gli raccontai per filo e per segno dello spettacolo che avevo ammirato dalle telecamere e che vedeva mia moglie come protagonista. Apparve molto interessato, avevo capito da molto che a lui piaceva mia moglie, d’altra parte è una bella figa e non c’era da meravigliarsi dell’interessamento e così sottolineando che mi fidavo della sua discrezione gli feci vedere anche la registrazione della performance. Beh, se non gli gocciolò la bava quando la vide con quel cazzo di gomma in culo, poco ci mancò, era esterrefatto e palesemente eccitato, commentò: E’ fantastica!
Un primo passo era fatto, ora avrei dovuto indurlo a provarci con mia moglie, così in fasi successive gli dissi che a mia moglie piaceva come uomo, invece a mia moglie dicevo degli apprezzamenti che faceva lui di lei e così via fin quando ritenni che era il momento adatto per essere più esplicito. Avevo registrato una scopata tra me e mia moglie e gliela feci vedere, potè apprezzare quanto fosse una donna bella, caliente ed eccitante, alla fine della visione introdussi l’argomento che nella vita bisogna sperimentare e lasciarsi andare a varie esperienze
senza troppi tabù e quindi gli chiesi chiaramente se avesse voluto tentare un approccio con mia moglie senza preannunciare nulla a lei. Lui tentennò qualche istante, il tempo di rassicurarlo che non mi avrebbe fatto nessun torto, ma poi lui si preoccupò anche della reazione di lei che, se non avesse condiviso la sua iniziativa, quanto meno avrebbe compromesso il rapporto di amicizia che c’era tra noi famiglie. Lo rassicurai anche su questo e gli dissi che gli avrei organizzato la cosa nel momento più propizio, lavorando lui in smartworking era abbastanza facile, stava quasi sempre in casa, gli dissi che al momento opportuno lo avrei chiamato, in quello stesso momento avrebbe dovuto bussare a casa mia con una scusa e poi con i suoi modi garbati sondare il terreno.
Passarono alcuni giorni e finalmente mi imbattei in un’altra performance di mia moglie, questa volta era sul divano nel salone, le cosce aperte, i piedi l’uno appoggiato al tavolino e l’altro alla poltrona, alcuni sexy toys e la vasellina accanto a lei. Quando la vidi eccitata al punto giusto telefonai al mio amico e gli dissi: questo è il momento, vai! Non perse tempo, era una giornata calda di luglio, si tolse la shirt, Marco aveva un fisico notevole e solo in pantaloncini si recò a bussare alla porta di casa mia, intanto io osservavo mia moglie la quale quando squillò il campanello la prima volta lo ignorò, era troppo presa a masturbarsi, poi Marco furbamente da fuori squillò di nuovo e a ad alta voce si fece riconoscere: Sono io Debora, aprimi, ho un problema. Al che mia moglie si chiuse la vestaglia che occultò il suo corpo sinuoso nudo ed aprì la porta, era rossa in viso e la voce tremolante:
Lei: Ciao, dimmi
Lui: Scusami ero in giardino a fare un lavoretto, ma sotto il Sole ho avuto un leggero malore e mi sono accorto di essere rimasto chiuso fuori, si è chiusa la porta e ho lasciato le chiavi dentro, mi daresti un bicchiere d’acqua e zucchero?
Lei: certo entra
Si era dimenticata completamente che sul divano aveva lasciato tutti i “giocattolini” per i suoi sfizi e quando furono alla portata dello sguardo di lui fu troppo tardi
Lei: (imbarazzatissima con un rapido gesto li nascose sotto un cuscino) Scusa mi stavo riposando un po'. Lui: (con un sorriso) Non preoccuparti, mi dispiace averti disturbata
Lei: nessun fastidio. Ti preparo acqua e zucchero, sdraiati, avrai avuto un calo di pressione Nel frattempo io vedevo e sentivo tutto dalla telecamera
Lei: (col bicchiere in mano gli si avvicina e glielo porge)
Lui: (Si solleva un po' col busto, sorseggia) Non devi imbarazzarti per quello che ho visto, non ci vedo nulla di male e sarò discreto.
Lei: Sai, con mio marito c’è un’ottima intesa, non mi manca nulla, ma questi momenti solo per me mi fanno rilassare Lui: Beh, ti capisco, ti ripeto, nulla da vergognarsi, sei una bellissima donna ed è evidente che non ti manca nulla
sessualmente, sei attraente sono sicuro che con tuo marito vi divertite.
Lei era seduta accanto e lui disteso sul divano che essendo di basso di seduta non le permetteva di tener ben chiusa la vestaglia e quindi metteva in mostra le sue belle gambe fin quasi alla figa, così Marco aveva una bella visuale.
Io, tremolante ed ansioso, osservavo e udivo tutto dal tablet collegato alla telecamera di sorveglianza
Lui: Non voglio essere maleducato, ma devo dirtelo, sei proprio bella, (e sbirciando tra le gambe) che gambe che hai Lei: Grazie, sei gentile, anche tu sei un bell’uomo
Nel mentre diceva questo lo sguardo di lei cadde sul pantaloncino di Marco smoderatamente rigonfio che lasciava capire lo stato di eccitazione cui era giunto per la situazione che gli si presentava.
Lei: (ironicamente) Vedo che già stai meglio
Lui: Ora sei tu che devi scusarmi, sono imbarazzatissimo… Forse… sai… ho visto i tuoi “giocattoli” ho immaginato la situazione…
Lei: Non preoccuparti, capisco!
Lui: Giusto per sdrammatizzare, qual è il giocattolo che preferisci? Se ti va di parlarne Lei: Si, certo. Sono due
Lui: Posso vederli?
Lei: (imbarazzata) Beh, non so se è il caso… vabbè, dai, ridiamoci sopra, sono questi due.
Debora prese i due sexy toys, un fallo in lattice di discrete dimensioni del tutto verosimile e questa sorta di bocca dalla quale sbucava una lingua che poteva vibrare a varie velocità.
Nel frattempo, la mano di Marco, ancora steso sul divano, si era posata con disinvoltura sulla coscia di mia moglie seduta accanto a lui. Per la posizione in cui si trovavano, la mano era situata sull’interno coscia e cominciava a muoverla accarezzandola lievemente e puntando sempre di più in alto, verso l’inguine.
Lui: (riferendosi al fallo) Questo ne capisco l’uso… (con una risatina maliziosa) ma quest’altro? Come funziona?
Lei: Beh… sai… (imbarazzata) è come una lingua… (e con un lieve gesto del braccio accennò a dove andava collocato il sexy toys)
Lui: Non capisco… dai, non vergognarti dammi un esempio
Intanto dal pantaloncino di Marco era evidente una imponente erezione che mia moglie non esitava a sbirciare continuamente.
Lei: Ok… dai…
Debora, sempre seduta sul divano divaricò lievemente le cosce, attivò la linguetta meccanica e si portò l’aggeggio tra le gambe, alla figa. Subito emise un lieve mugolio e socchiuse gli occhi, Marco si sollevò un po' e andò a sbirciare tra le cosce spostandole la vestaglia. Io dal tablet guardavo la scena ed avevo il cuore in gola, lui non era il solo ad avere un cazzo durissimo, Marco, spostò il pantaloncino, sotto non aveva gli slip e lasciò schizzare fuori la sua mazza turgida di notevoli dimensioni, Debora, con l’altra mano, non esitò ad aggrapparvisi e commentare “quant’è grosso” mentre con l’altra continuava a farsi “leccare” la figa dal “giocattolino”, era eccitatissima, si appoggiò su un fianco e prese dolcemente in bocca l’enorme capocchia di Marco, il quale si lasciò andare ad un lungo sospiro di godimento. Debora glielo succhiava con maestria, non le sembrava vero avere un cazzo di quelle dimensioni a disposizione, poi Marco le disse devi lubrificare un po', fai fare a me, scese dal divano, si inginocchiò davanti a lei, le allargò ulteriormente le cosce le spostò la mano col “giocattolo” e affondò la sua bocca nella figa di mia moglie, la quale non oppose alcuna resistenza. Dai movimenti della testa di lui intuivo che le stava facendo una leccata di fessa memorabile e lei aveva cominciato a mugolare e sospirare in stato evidente di profondo piacere, in tanti anni non c’era stato nessun tradimento, almeno da parte mia e credo, spero anche da parte sua, ma lo sappiamo, la sessualità femminile e molto più complessa della nostra e la sua eccitazione era in gran parte dovuta alla circostanza molto trasgressiva che le aveva sbloccato i freni inibitori. La situazione era estremamente erotica anche per me che non resistevo e mi stavo masturbando, ma dovevo trattenermi per non venire all’orgasmo, volevo godermi il seguito di quella scena. Dopo qualche minuto Marco le rimise il sexy toys leccatore” in mano e gliela condusse nuovamente alla figa per farla continuare a stimolarsi, intanto lui, sempre in ginocchio tra le sue cosce, ma col busto eretto, prese il suo cazzo e col grosso
capocchione fece su e giù tra le labbra della figa di mia moglie per poi lentamente affondarglielo dentro. Mia moglie, all’introduzione di quel cazzone rimase senza fiato, avevo stretto l’inquadratura e mi godevo a pieno quella scena, vedere mia moglie scopata da un altro, come dicevo, era eccitante anche se un pò rosicavo di gelosia. Intanto sentivo Debora che ansimava ritmicamente all’unisono col movimento di Marco che le faceva sentire dolcemente tutti i suoi , credo almeno, 20 centimetri di cazzo nel frattempo si trastullava anche con la linguetta meccanica sul clitoride. Era bellissima, stava godendo alla grande, ad un certo punto Marco, mentre continuava a chiavarsela, prese il cazzo di lattice, prese il tubetto di vasellina che era lì sul divano già da prima che lui entrasse e ne cosparse il fallo, non capivo che intenzioni avesse, poi vidi che si fermò, si spostò e col fallo di gomma passandolo tra le pacche di mia moglie cercò il buco del culo.
Lei: Che fai?
Lui: Fai fare a me…
Dopo un attimo un sospiro profondo misto ad un gridolino di Debora mi fece capire che le aveva infilato nel culo il cazzo di gomma, vidi la sua mano muoversi delicatamente avanti e dietro con l’attrezzo, Debora ansimava: Siiii, andò avanti qualche minuto, poi quando la ritenne pronta, senza toglierle il fallo dal culo ripuntò il suo grosso pesce alla figa e molto lentamente le infilò anche il suo pesce dentro accompagnato da un urlo soffocato di piacere di quella troia di mia moglie che per la prima volta stava provando un cazzo in culo e uno in figa. Andò avanti così in quella posizione per una decina di minuti, Debora aveva il trucco ormai tutto sciolto ed incredula guardava tra le sue cosce cosa stava accadendo, quel grosso membro che l’uomo muoveva con maestria, era in estasi, la situazione, le dimensioni e non dimentichiamo che prima che arrivasse Marco lei era già bella che arrapata fin quando Marco esclamò: Adesso facciamo cambio !
Sfilò i due cazzi dagli orifizi di mia moglie, la pose a pecora sul divano, lei si faceva governare abbandonata al piacere, ebbe cura di farle volgere il culo verso la telecamera per farmi ammirare la scena, si mise dietro di lei e le piantò il suo pesce nel culo ormai già bello che aperto e lubrificato senza tanti complimenti. La tratteneva per i fianchi torniti e la pompava forte, bastarono pochi colpi e senti le urla di piacere di mia moglie che inculata in modo selvaggio venne ad un orgasmo impetuoso. Ancora tra le urla di lei si lasciò andare anche lui ad una sborrata evidentemente copiosa nel culo di mia moglie, l’eccitazione di essere sborrata nel culo prolungò l’orgasmo di lei che ad ogni colpo di lui emetteva un urlo. Esausti si abbatterono stesi sul divano, lei a pancia sotto e lui sopra di lei evidentemente ancora col membro dentro di lei. Rimasero così per riprendersi un minuto o due, poi marco si spostò, Debora si alzò in ginocchio sul divano e le vidi fare un rapido gesto per fermare tutto il seme di lui che le colava dal culo sulla coscia per evitare di imbrattare il divano. Insieme a loro mi ero lasciato andare anche io ad una sborrata memorabile, ma poco dopo avevo di nuovo il cazzo durissimo e non desideravo altro che andare a scoparmi mia moglie. Dalla telecamera vidi che si scambiarono qualche effusione e qualche commento su quanto era accaduto, poi Marco si rimise i pantaloncini, Debora si rimise la vestaglia e lo accompagnò alla porta. A questo punto mi precipitai a casa, in pochi minuti fui lì, entrai dalla porta,Debora era ancora sul divano seminuda che si stava prendendo una pausa, non si era neanche ancora lavata, era meravigliata di vedermi già a casa ed anche imbarazzata probabilmente al pensiero che io potessi intuire qualcosa dall’evidente stato di disordine in cui si trovava. Ti desideravo, le dissi ed essendo lei già nuda cominciai subito a baciarla e toccarla, mi tolsi i pantaloni ed avevo già il cazzo durissimo, lei presa così ed evidentemente ancora eccitata per quanto aveva vissuto poco prima si lasciò andare subito. Mi prese il cazzo in bocca voracemente, ma tempo un minuto
si poggiò con le spalle allo schienale del divano e divaricò le cosce, aveva la fessa bagnatissima, senza esitare lo introdussi e sentii un calore insolito che mi avvolgeva il pesce, le scivolava dentro una bellezza, lei subito cominciò a godere, penso che nella sua mente il fatto di essere posseduta da due uomini a così poca distanza fosse estremamente eccitante, si sentiva una troia. Io ero andato lì con un unico biettivo, stavo scoppiando, le chiesi di mettersi a pecora, non se lo fece ripetere, il culo all’aria e il volto sul divano, i glutei erano aperti al massimo e svettava il buco del culo ancora rosso per lo stress subito poco prima, mi chinai e glielo leccai un po', si sentiva ancora il sapore acido della sborra di Marco, spinsi con la lingua, entrava facilmente, era ancora apertissimo, mi alzai, le puntai la mazza al culo e cominciai a scoparla dapprima con dolcezza e fuori fuori, poi con forza e fino all’ultimo millimetro del mio paletto. Godeva e ne voleva di più, ad ogni mia spinta spingeva anche lei contro di me, quando avverti dal suo ansimare e dalle contrazioni del suo ano che stava per giungere all’orgasmo mi lasciai andare ad una sborrata interminabile in contemporanea col suo orgasmo, fu fantastico! Le sfilai il cazzo dal culo e ammirai quel buchetto meravigioso ancora dilatato, molto arrossato che cominciava a far fuoriuscire tutto il mio seme forse ancora mischiato con chi mi aveva preceduto e glielo leccai, quasi veniva di nuovo per questa mia porcata. Ci stendemmo sfiniti ma soddisfatti e rimanemmo abbracciati baciandoci appassionatamente.
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coppiacarinasempre,
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Io dina e l, avvocato 1:parte
Io e Dina eravamo sposati da pochi anni,la nostra vita era soddisfacente,anche l,intesa sessuale era buona ,io sono stato sempre fantasioso ed anche un po' perverso,non mi piace il rapporto monotono ,quello che poi costringe ognuno dei due partner a tradirsi reciprocamente oppure a vivere nell, ipocrisia, volevo un rapporto aperto dove l,idea di tradirsi al limite lo avremmo fatto insieme appagando la nostra reciproca libidine ma la parte difficile era fare capire a mia moglie che doveva essere un gioco da fare ogni tanto e non un atto sessuale troppo chiuso dai tabù dell, educazione di genitori con scarsa cultura in epoche diverse , Lavoravamo nel piccolo albergo di un paese dove eri sotto esame dall' alba al tramonto, ognuno vedeva le cose che facevano gli altri ,poi però nei piccoli alberghi ne vedevi di tutti i colori,gente che si tradiva ,amanti a gogò ad ogni ora del giorno,una coppia ci colpiva più di tutti,un avvocato e la sua amante,puntuali tutte le settimane,lei gridava come un,ossessa durante i rapporti sessuali,ed io e mia moglie spesso origliavamo e poi giu a scopare magari nella camera a fianco alla loro in modo che i loro gemiti accrescevano la nostra libidine e soprattutto Dina era bagnatissima, quando sentiva la donna direi a voce alta,mamma come è grosso il tuo cazzone,fai piano mi rompi la fica ,sono convinto che immaginava di essere lei al possibile dell,amante dell'avvocato,poi a letto la sera parlavamo spesso di questa cosa ed io puntualmente,Dina gli dicevo ,vorrei poterti guardare mentre fai sesso con l,avvocato ,la risposta : porco so che ti eccita ma ho paura che poi ci lasciamo ed io a farla stare tranquilla: vedrai che se succede deve essere un gioco e poi voglio che sia l,inizio di una vita sessuale che in futuro ci porti allo scambio di coppia completo ,dai promettimi che ci pensi e che capisci che voglio fare queste esperienze insieme a te,una sera avevamo bevuto a cena ,dai gli dico domani con una scusa prendiamo un appuntamento con l,avvocato andiamo al suo studio tanto sono 50 km abbiamo il suo nome dai documenti e vediamo prima di tutto se lui vuole avere un rapporto con te che hai 24 anni almeno 50 ,poi soprattutto se e d,accordo che io sia presente ma per parlare di queste cose dobbiamo invitarlo a casa nostra oppure optare per un albergo fuori regione
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4 months ago
admin, 75
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La regina del car sex.
Mia moglie si chiama Mara, ha 36 anni, alta, occhi marroni, sguardo intrigante, mora, capelli mossi, fisico longilineo, un bel culo alto e sodo: insomma una bella donna da godere appieno. Io sono Adriano, 37 anni, alto, moro, occhi scuri, fisico longilineo e robusto, ma non palestrato. Sessualmente parlando, Mara oggi è una donna molto calda ed anche alquanto porcella, anche se con ancora qualche limitazione. Stiamo insieme da oltre una dozzina d'anni e, da sette, siamo sposati. Quando l'ho conosciuta, veniva da una storia lunga, iniziata in giovane età, che poi si era appiattita al punto che con quel fidanzato la noia era diventata tale che, alla fine, si erano lasciati, perché sembrava non avessero più nulla da dirsi. A letto Mara non era molto esperta. Lo prendeva in bocca senza troppa enfasi ed anche scopare era alquanto monotono per lei, infatti con lui non aveva mai provato il piacere del rapporto anale. Invece tra noi è stato subito sesso molto fantasioso e, soprattutto, molto intenso, vissuto anche in condizioni, a volte, particolarmente eccitanti. Dopo il matrimonio, il nostro rapporto si è stabilizzato in un crescendo di emozioni e sensazioni, che ci tenevano sempre in eccitazione. Avevo accarezzato una fantasia divenuta ricorrente, che mi intrigava molto: consisteva nel fatto che potessimo far sesso mentre qualcuno ci guardava o, addirittura, vederla giocare con il cazzo di un estraneo. Già, bello, ma come fare a dirglielo!? Con lei queste cose non le avevamo mai prese in considerazione. Certo, in casa, avevamo fatto sesso in tanti modi, in piedi, sulla lavatrice mentre vibrava, oppure in cucina, o in qualunque altro posto della casa, ma non era mai capitato che avessimo potuto coinvolgere un'altra persona. Mi sarebbe piaciuto molto far questo gioco con lei, ma temevo un netto rifiuto, così mi son lambiccato il cervello a cercare la soluzione adatta. L'idea era quella di prendere un porno, attraverso il quale poterla introdurre in argomento. Più d'una volta avevamo guardato un porno assieme, perché ci dava lo spunto per giochetti nuovi, e così, una sera, noleggiai un dvd la cui trama riguardava una coppia cui piaceva farsi guardare e che, alla fine, si lasciava coinvolgere in un'orgia con guardoni o con altre coppie. Mentre stavamo guardando il film, Mara aveva cominciato a succhiarmi il cazzo (lei oggi è molto brava a far pompini). Così decisi di sondare un po’ il terreno.
«Amore, ti piacerebbe se, in questo momento, ci fosse qualcuno a vedere mentre me lo lecchi? Sei così eccitante che son certo lo faresti impazzire.»
Lei ha sollevato lo sguardo, ha sorriso e, con la bocca piena del mio cazzo, rispose: "si".
È mancato poco che non le sborrassi in bocca. A letto, poi, abbiamo scopato come pazzi! Era calda, sembrava che questa fantasia l’avesse eccitata tantissimo, ma non le ho chiesto altro, per non tirare troppo la corda. Il sabato sera successivo, stavamo tornando a casa in auto, ed era circa l'una di notte. Avevo già pianificato tutto: volevo scopare con lei in un posto dove c'erano dei guardoni; per l’occasione avevo coinvolto un mio amico, cui avevo fatto un identico favore, spiando lui e sua moglie, e che sapevo che a lei era gradito, perché lo trovava simpatico, ma, ovviamente, senza dirle niente. Quindi lasciai la strada principale e mi diressi verso un parcheggio un po’ defilato, ma illuminato da qualche lampione.
«Ma… amore: dove vai?» Le rispondo in tono di scherzo.
«Tesoro, ho voglia di far l'amore con te, subito. Sento che non resisto!»
Mi ha sorriso, scuotendo il capo.
«Ma, amore, forse saremmo stati più comodi a casa, nel nostro lettone?!» Le ho sorriso.
«Ma dai, facciamo una cosa diversa!»
Sembra convinta e, dopo aver parcheggiato, cominciammo a baciarci. Ben presto ci togliemmo i vestiti, rimanendo nudi. Ci baciavamo e toccavamo, portando alle stelle la nostra eccitazione. Lei cominciava a bagnarsi ed io, a quel punto, cominciai a leccarle la fighetta, parzialmente depilata e gonfia per l'eccitazione. Sapevo che presto si sarebbe fatto vivo il mio amico e, quindi, indugiavo il più possibile. Dopo qualche minuto che la leccavo, ho sentito che lei si tirò su con il bacino e lo vide, spaventandosi.
«Amore, fermati! Amore, c'è un uomo che ci guarda!»
Ho sollevato il capo ed ho riconosciuto il mio complice.
«Amore, sta tranquilla! È tutto a posto! E poi: non era quello che ti sarebbe piaciuto provare l'altra sera? Sta tranquilla, vedrai che sarà solo una cosa molto piacevole.»
Lei allora si tirò su, guardò quell'uomo sui 45 anni, senza riconoscerlo a causa dell’oscurità, (mentre io ero certo che fosse lui per il fatto che, avvicinandosi, teneva entrambe le mani in tasca), poi, sorridendo, ha finto d'esser adirata.
«Sei un porco! Mi hai portato qua, apposta!»
Si è avventata sul mio cazzo ed ha preso a leccarlo. L'uomo si era avvicinato, fino ad arrivare ad un metro dall'auto. Lei leccava il mio cazzo con una foga diversa dal solito, lo leccava da sotto fino alla cappella, poi lo faceva sparire per metà nella sua bocca, facendo più rumore del solito. Nel frattempo avevo esposto il suo culetto allo sguardo del guardone, che non aveva esitato a tirarsi fuori l'uccello. Lei non se ne accorse subito, ma quando si tirò su e si girò, si trovò il cazzo dell'uomo a dieci cm. dal viso; premetto che avevo di proposito lasciati aperti i finestrini. Lei restò per un attimo interdetta a guardarlo. Sapevo che l'amico era ben messo e, quindi, ho osato.
«Amore, perché non glielo tocchi?»
Lei, dopo un attimo di esitazione, lo prese in mano e cominciò a fargli una sega: mamma mia, che eccitazione! Mi posizionai sul suo sedile e la feci salire sul mio cazzo. Il mio complice si nascondeva il viso con una mascherina, di quelle bianche usate al tempo del covid, e lei non lo ha guardato più di tanto, era troppo interessata al suo cazzo. Così, mentre la scopavo, lei teneva il cazzo dell'uomo in mano. Lui ha iniziato a toccarla dappertutto ed a strizzarle le tette, come avrebbe fatto con una troia. Speravo che, eccitatasi, si sarebbe determinata a prenderglielo in bocca, ma ciò non avvenne. Lei prese a segarlo sempre più velocemente, fino a che lui non venne. Al solo vederle lo sperma di un estraneo nella mano, mi riempì di eccitazione e, comunque, mi ritenni soddisfatto. Il complice, come da accordi, si allontanò e noi continuammo a scopare. L’ho vista contenta e mi ha chiesto, se mi fosse piaciuto.
«Amore, ti è piaciuto? Sei contento?»
Ero molto contento, ma, eccitato, ho alzato un po’ la posta.
«Sì, sono molto contento, però, son sicuro che puoi far di meglio, perché tu sei la MIA troietta!»
Tenni a sottolineare quel "mia": non volevo pensasse che il mio cederla a qualcun altro, potesse farla sentire umiliata. Stavo quasi per venire via, quando mi accorsi che una persona si stava avvicinando; era un ragazzo sui 30 anni, carino e, forse, era già da un po’ che ci guardava, perché teneva aveva il cazzo in mano. Lo feci notare anche a lei.
«Abbiamo un altro spettatore! Dai, giochiamo ancora un po’! Dai, che ci divertiamo!»
Lei guardò il ragazzo e mi sembrò le piacesse al punto da sconvolgermi.
«Ok, giochiamo, se va bene a te? Ma adesso sarò io a metterti alla prova: vediamo se sei sempre contento della tua troietta!»
Mi fece sedere sull'altro sedile e sorrise al ragazzo che non si lasciò scappare l'occasione. Si avvicinò e lei gli disse: "sali dietro". Lui salì subito e lei saltò dietro. Glielo prese in mano, trovandolo bello grosso e mi ha esortò a guardarlo.
«Accidenti! Sono stata proprio fortunata: guarda che bel cazzo!»
In effetti era un bel cazzo lungo e, soprattutto, grosso, con una cappella bella pronunciata. Lei lo prese e cominciò a leccarlo. Il ragazzo era in estasi ed io pure.
«Che troia! Come succhia bene! Ancora, continua!»
Non l'avevo mai vista così avida di cazzo.
«Brava, amore, succhialo bene!»
Il pompino durò cinque minuti, in cui, più volte, mi rivolse il suo sguardo, mentre con le labbra avvolgeva quella grossa cappella. Poi salì sul cazzo del ragazzo: che spettacolo! Impalata su quel cazzo, che era più grande del mio. Ho sentito i suoi gemiti di piacere:
«Ooooohh, sì! Sapessi come mi sfonda!»
Dopo averla scopata così, lei si è messa a pecora e lo ha esortato a prenderla da dietro, ma lui le propose di uscire dall'auto e lei acconsentì. Si appoggiò sul cofano dell'auto e lui cominciò a scoparla come un toro. Avreste dovuto vedere quanto godeva lei.
«Bello! Mi sfonda tutta! Sì, ancora! Vengo!»
L'ho vista venire un paio di volte durante quella chiavata, mentre il ragazzo la rivoltava in tutte le posizioni possibili. Intanto io guardavo eccitatissimo e mi segavo. Poi, mi ha fatto quasi sborrare all’istante!
«Adesso dai scopami il culo!»
Cazzo! Non l'avevo mai sentita chiedere questo; a me l'aveva dato solo qualche volta, ma, a quel punto chiamò anche me.
«Avvicinati, che ti voglio. Mettiti sul cofano.»
Mi fece appoggiare sul cofano, si mise sopra di me, prese il mio cazzo e se lo infilò nella sua fighetta ed aspettò che l'altro la penetrasse nel culo, così da farsi prendere in doppia. Che troia: non avrei mai pensato potesse diventare così sfacciata! Potevo guardarla in viso, ma lei si girò verso di lui.
«Dai, rompimi il culo! Mettimelo tutto dentro!»
Vidi il ragazzo avvicinarsi e iniziare a premere quella grossa cappella contro il buchetto della mia donna. Ad un certo punto, lei ebbe uno spasmo, aprì gli occhi e mi guardò. Poi cacciò un urlo di piacere: l’aveva aperta.
«Oddiooo! Mi spacca il culo!»
Lei aveva un'espressione di dolore e di piacere. Avevo il cazzo che scoppiava. Che spettacolo! Stavo scopando mia moglie nella fica, mentre un estraneo le scopava il culo, e lei godeva come una troia.
«Vengo! Mi squartate, ma sto godendo! Vengo!»
Nel frattempo, altri due uomini si erano avvicinati e si stavano segando. Lei li guardava e godeva; a quel punto, io venni e lei mi sorrise.
«Amore, sento che me la riempi tutta, sì, che bello!»
Mi son sfilato ed ho visto lei che, dopo aver chiavato ancora un po’ con quel ragazzo, gli ha chiesto di sborrare.
«Adesso voglio sentire che vieni anche tu!»
Subito dopo ha preso a segarlo velocemente, mentre glielo leccava. Lo masturbava che era un piacere a vederla giocare con la lingua su quella cappella ed assaporarla con ingordigia. In un paio di minuti il ragazzo venne. Ma, mentre stava per venire e lei stava per ritirare la testa, lui gliela bloccò e le venne in bocca.
«No, troia, devi berla tutta: su, ingoiala!»
Che eccitazione! Ero sconvolto! Mara non aveva mai osato ingoiare la mia crema, ma adesso non si faceva scrupoli ad ingoiare quella di un estraneo. Ha fatto la faccia un po’ schifata, ma è stata costretta a berne buona parte, mentre un po’ le colò sul corpo nudo, esondando da un angolo della bocca. Doveva esser tanto lo sperma che le era stato inoculato, perché la vidi ingoiare più volte, mentre il ragazzo aveva spasmi di piacere e, ad ogni spruzzo, spingeva il suo cazzo nella gola di mia moglie. Lei però lo ha pulito tutto e, subito dopo, lo ha guardato in faccia.
«Sei un porco bastardo! Ma ti ringrazio per avermi fatto godere! Hai un gran bel cazzo!»
Ho avuto come l’impressione che non fosse contenta per averla costretta ad ingoiare. Con la lingua, si leccò lo sperma che era sulle sue labbra e si avvicinò agli altri due uomini, sulla quarantina e li finì con due seghe, alternate a qualche leccata. Questa volta i due le vennero sul corpo, sulle tette e qualche schizzo le finì anche sul suo bel viso. Dalle tette, lo sperma le colò giù lungo il corpo.
Che serata! Mara si ripulì un po’ dello sperma e venne verso di me, che ero rimasto esterrefatto da tutto quel gioco fuori programma: non mi sarei mai aspettato un simile comportamento da parte sua.
Mi rivolse un sorriso particolarmente malizioso.
«Allora? Sei contento? Ti è piaciuto? Sono abbastanza troietta?»
L’ho abbracciata e baciata. Sapeva di sborra, ma ero contento.
«Sì, sono molto contento! Sei stata magnifica, ma resti MIA!»
Lei ebbe a confermare.
«Certo, sono e resterò sempre tua, ma con la voglia di far ancora la troietta: va bene?»
Mentre tornavamo a casa, le sentivo indosso l'odore di sperma e, a casa, abbiamo ancora scopato.
Da allora è diventata la regina del car sex.
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4 months ago
baxi18, 55
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Giulia e l’amico sconosciuto
Quando ho conosciuta Giulia, casualmente in un bar che frequentavamo tutti e due, sembrava una ragazza così tranquilla, non lasciava per nulla intravedere la sua forte personalità.
Era una dominatrice nata. Ho scoperto su di me che, per quanto riguardava il sesso, quello che voleva se lo prendeva senza nessun tentennamento.
Giulia è una donna alta circa un metro e sessantacinque, molto magra ma dalla silhouette invidiabile per via di un bel seno sodo e dei fianchi pronunciati. I capelli lunghi castano scuro racchiudevano un volto bellissimo dove sovrastavano degli occhi verde scuro.
Convivevamo ormai da diversi mesi. Era sempre lei nel fare sesso a prendere l’iniziativa, gestendo il rapporto in modo quasi dittatoriale.
Non avevo mai avuto una donna con tale personalità e la cosa mi piaceva molto, ero gestito da lei ma ne tiravo fuori una grande soddisfazione, soprattutto sessuale.
Lei dominava ma si concedeva sempre con molta soddisfazione da parte mia.
Molte volte, dopo aver fatto sesso, parlavamo di noi e di cosa ci sarebbe piaciuto fare per incrementare la nostra storia.
Lei dichiarava sempre che le sarebbe piaciuto molto avere un altro uomo a letto insieme a noi. Il sesso in tre l’eccitava.
Io non le avevo mai dato l’impressione di essere contrario alla cosa, anche se non mi pronunciavo esplicitamente.
Mi sono reso conte in seguito che dovevo invece esprimermi sulla questione, negando qualsiasi mio eventuale interesse.
Una sera, dopo essere rientrato da un viaggio di lavoro, molto stanco, sono andato in bagno a fare una salutare doccia.
Quando sono uscito dopo la doccia, lei mi sorprese con una novità a dir poco sconvolgente.
Nudo com'ero, dopo essermi asciugato, entrai nella camera da letto. Stranamente era quasi completamente buia, vi era solo una fioca luce che proveniva dal bagno.
Giulia era al centro della stanza ed indossava una vestaglia nera di seta molto corta e sexy.
Una presenza strana apparve davanti a me, ho notato nei pressi della tenda della finestra una sagoma scura, vi era qualcuno all’interno della stanza oltre Giulia.
Pensai “C'è qualcuno nella nostra camera da letto? Forse ho le traveggole, chi sa cosa ho visto? Impossibile sono le ombre della tenda che hanno creato quell’immagine!!!”
Invece era proprio così.
Mentre stavo ancora guardando con una certa ansia la sagoma, ho sentito Giulia prendermi le braccia e posizionarle dietro la schiena e, repentinamente, mettermi qualcosa di freddo attorno ai polsi. Erano delle manette di cui non conoscevo l’esistenza.
Gli chiesi: ”Cosa stai facendo? Cosa sta succedendo qui? Chi è quella persona?”
Lei mi disse solo: “Stai sereno, è tutto sotto controllo.” mi superò e scomparve nella semioscurità finché non accese la luce tenue di una lampada.
A quel punto, la sagoma davanti alla finestra ha preso forma.
Sono rimasto stupito quando ho visto un uomo molto alto, ben fatto e nudo in piedi davanti a me.
Giulia mi sorrise ed esclamò: "Sorpresa!!!" dando le spalle allo sconosciuto.
Un uomo nudo era in piedi dietro la mia donna poco vestita.
Era una situazione che non mi sarei mai aspettato di vivere quella sera.
Lei aggiunse con un tono calmo ma fermo: “Lui è Raffaele. Lo conosco da diverso tempo, siamo stati insieme per un po’. Ci siamo incontrati casualmente l’altro giorno e gli ho parlato del mio desiderio di farmi scopare da un altro uomo davanti a te. E lui ha accettato di farlo. Sei contento della bella sorpresa?"
Rimasi interdetto e la fissai incredulo dicendo: “Fino ad ora questo desiderio era esistito solo nelle nostre fantasie. Non immaginavo che sarebbe successo così, all’improvviso. Soprattutto senza conoscere il lui e senza nemmeno averne parlato prima.”
“Lo sai come sono in fatto di sesso,” lei rispose “se voglio una cosa faccio di tutto per realizzarla. Questo è quello che voglio e, rivisto Raffaele, ho pensato che fosse la persona giusta e il momento per farlo.”
Lei sciolse la cintura della vestaglia, la aprì leggermente e la nudità di Giulia era quasi completa.
Ho visto parte del suo seno, l'ombelico e la zona pubica.
Dietro di lei c'era un altro uomo alto e ben messo.
Quella vista mi fece irrigidire il cazzo velocemente.
Raffaele, senza dire nulla, si era avvicinato a Giulia, le sue mani stavano già armeggiando per tirare via la vestaglia dalle sue spalle. Subito dopo la fece cadere a terra.
Lei era lì nuda, con lo sconosciuto, anche lui nudo, dietro di lei.
Sembrava impossibile, ma il mio cazzo era diventato ancora più duro.
Le grandi mani di Raffaele si posarono sul suo corpo nudo, lei chiaramente stava godendo di quel tocco.
Alzò gli occhi al cielo e ruotò il bacino strofinando le chiappe sul cazzo del nostro nuovo amico.
Raffaele con le mani le accarezzava i fianchi, si spostava sullo stomaco e infine si fermava sotto i seni.
Poi le sue mani afferrarono le tette di Giulia, massaggiandole. Lei, con trasporto, ha appoggiato la testa all'indietro, gemendo.
Posò la nuca sull'ampio petto dell'uomo mentre lui lavorava sui suoi seni.
Giulia allungò una mano e gli afferrò il cazzo, che era già enorme anche da flaccido, e iniziò a segarlo.
Con una mano l'uomo si è infilato tra le sue gambe, lei le ha subito allargate e si è lasciata palpare.
Io ero lì come spettatore non potendo fare null’altro visto le manette che mi legavano i polsi dietro la schiena. Il pre-sperma luccicava sul mio glande a causa della mia eccitazione.
“Ti piace … vero? Vedo che ti ecciti! Il tuo cazzo è su!”, disse Giulia e all’improvviso si liberò dalla presa di Raffaele.
Si avvicinò al letto e vi strisciò su.
Accovacciandosi a quattro zampe, ha sporto il culo verso Raffaele e mi ha sorriso.
Rimase lì con il sedere alzato finché l'uomo non si avvicinò a lei, si inginocchiò davanti al letto e cominciò a leccarla.
Le pupille di Giulia ruotavano in tutte le direzioni e lei gemeva come non l'avevo mai sentita prima: “Oh … sì … così mi piace … continua non ti fermare, infilami la tua lingua in tutti i miei buchi, leccami anche il clitoride.”
Io mi sono spostato per avvicinarmi a loro, vedevo un altro uomo che leccava il culo e la figa della mia donna e non potevo far altro che guardare.
Dopo un poco Giulia si gettò di spalle sul letto.
Si allungò gemendo e presentò il suo corpo nudo a Raffaele.
Lui non si è fatto pregare, è salito sul letto, ha allargato le gambe di Giulia e le ha leccato la figa.
Estremamente arrapata, Giulia abbassò la testa, che ora penzolava oltre il bordo del letto.
"Vieni qui Luca" gemette piano. Io mi inginocchiai davanti a lei, guardandola in faccia.
Lei disse: «Voglio che tu lo guardi mentre entra in me.“
Raffaele era completamente su di lei. Le sue mani le afferrarono i fianchi, risalirono dallo stomaco fino ai seni, massaggiandoli.
Il suo enorme pene sfiorò il clitoride di Giulia e lei gemé di lussuria.
Allora Raffaele prese in mano il suo grosso cazzo venato e lo strofinò sulla vulva bagnata di Giulia.
Su e giù. Su e giù di nuovo. Ogni volta il glande brillava un po' di più.
Giulia sembrava essere completamente prese dal godimento.
Poi il mega cazzo è scivolato tra le labbra della sua figa e ha trovato subito l'apertura bagnata.
La cappella scomparve dentro di lei e Giulia urlò dall’eccitazione.
Senza preavviso, il grosso cazzo è scomparso completamente nella sua figa.
Così è successo che un altro uomo stava scopando la mia Giulia, ed era ancora più eccitante di quanto immaginassi.
Avrei voluto masturbarmi, ma avevo le mani legate dietro la schiena.
I due hanno scopato davanti a me. L'ho sentita gemere e i suoi lamenti di piacere riempivano la stanza. Vedevo il suo volto eccitato e la sua bocca che sbavava dalla lussuria.
Dopo un po’ Giulia mi tirò a sé e mi sussurrò all’orecchio: “Leccagli il culo. “
“Cosa?” risposi
“Devi leccargli il culo!!!” lei mi intimò.
“Ma …”
Stavo per chiedere spiegazioni ma lei mi ordinò in modo perentorio: “Niente ma, devi farlo. Io voglio così!!!”
Continuando disse: “Ti prometto che esaudirò un tuo desiderio, ora tu esaudirai il mio. Leccagli il culo mentre mi scopa!”
Sorpreso, cercai di alzarmi in piedi, cosa che non era così facile con le mani legate.
Poi ho fatto il giro del letto e mi sono inginocchiato dietro l'uomo nudo.
Lo vedevo scopare, andare su e giù sulla mia donna con forza ed energia.
Vedevo il modo in cui le sue palle schiaffeggiavano il suo culo e il modo in cui il suo cazzo le riempiva completamente la figa.
Giulia aveva allargato le gambe più che poteva, accogliendo l’enorme membro che la stava scopando.
Le piaceva tanto quel movimento dentro di lei e lo faceva sentire con i suoi gridolini di compiacimento.
Poi ho guardato il sedere dell'uomo, che faceva continui movimenti di spinta.
Si contraeva ad ogni movimento.
Erano troppo strette le chiappe per poter vedere il suo ano.
"Lo stai già leccando?" volle sapere Giulia.
Guardai pensieroso il culo, per fortuna senza peli, poi tirai fuori la lingua e leccai la fessura tra le due chiappe.
Lui ha aiutato il mio compito e, rallentando i movimenti, ha aperto un po’ le chiappe mostrando il buco del culo.
Ho cercato di raggiungere l'ano con la punta della lingua e, quindi, ci ho infilato dentro la lingua mentre lui si dimenava.
Aveva un sapore pulito, aveva appena fatto la doccia.
Così ho potuto godermi la mia indesiderata escursione nel territorio omosessuale.
Ho infilato la lingua più che potevo. Lasciandola girare, leccando il suo buco.
Ho notato quanto lui fosse eccitato a questa mia azione.
Avrei voluto prendere in mano il mio cazzo grondante di piacere, ma le manette me lo impedivano.
Mentre la mia lingua ruotava nel buco del culo dell'uomo, il suo sedere si muoveva continuamente avanti e indietro.
L'ho sentito scopare Giulia, diventando tutt'uno con loro.
Non potermi toccare il cazzo è stata una benedizione: sarei venuto immediatamente se l'avessi toccato.
Ma Giulia all'improvviso ha sentenziato: "Dai, ora dopo averlo lubrificato, fottilo nel culo!"
"Cosa?" ho esclamato con orrore.
"Devi fottergli il culo!"
In cosa mi ero cacciato? Vedere la mia donna scopare con uno sconosciuto poteva anche andare bene, era un suo desiderio. Ma, ora avrei dovuto scopare un uomo? Avere un rapporto sessuale con un ragazzo?
“Cosa stai aspettando? Mettigli il tuo cazzo nel culo!" mi impose lei.
"Giulia, io non ho mai scopato un uomino e poi sborrerei in un batter d'occhio, sono troppo eccitato. "
"Ottimo. Spruzza il tuo seme nel suo culo. Vai avanti, o vuoi il suo di cazzo nel tuo di culo? Tanto per lui è uguale, lo conosco da tempo ed è pronto a tutto … è un bisex versatile."
Quella cosa enorme che aveva Raffaele non sarebbe mai potuta entrare nel mio culo vergine senza fare danni irreparabili.
Quindi mi sono alzato. Posizionato dietro di lui ed allungai il mio membro eretto verso il culo.
Non appena il mio glande ha toccato la pelle nuda dell'uomo, sono quasi venuto, ma sono riuscito a trattenermi.
Respiravo pesantemente. Ho sentito la mia donna gemere a quella visione, l'ho vista mentre veniva scopata.
Mi sentivo stordito dalla lussuria. Tutto girava e sembrava surreale.
Ho osato quindi provare a scopare il culo di un altro.
Mi sono inginocchiato e ho spinto il cazzo giù per le natiche di Raffaele.
Ho visto un fiotto di pre-eiaculatorio uscire dal mio glande, scorrere lungo il mio cazzo e gocciolargli sul culo.
Ho immaginato che questo avrebbe favorito la penetrazione.
I suoi movimenti selvaggi ora sono più lenti per consentirmi l’approccio.
Ha immediatamente distribuito il precum sul mio cazzo e ha massaggiato delicatamente anche il suo buco del culo.
Mi sono appoggiato su di lui in modo da allineare il mio cazzo al suo buco.
Allora la mia Giulia è uscita da sotto Raffaele, che rimase accovacciato a quattro zampe.
Giulia si inginocchiò accanto a me e mi disse: “Perché non te lo scopi … dai ficcalo dentro, lui lo sta aspettando.”
“Tesoro, è un uomo. Non è facile per me … è la prima volta, non so se riuscirò a sborrare dentro di lui.”
"A sì? Non me ne ero accorta … è un uomo … ma dai!!! Certo che è un uomo ma ha anche un bel buco del culo!!!" Ha dato uno schiaffo al sedere di Raffaele, poi gli ha allargato le natiche.
Giulia ha afferrato il mio cazzo e lo ha posizionato contro il buco di Raffaele.
L'uomo ha spinto indietro il sedere e Giulia ha spinto il mio addome in avanti.
Allora il mio cazzo e scivolato facilmente nel buco del culo, immagino che avesse già preso tanti cazzi prima del mio.
Mentre lo penetravo, lei mi incitava: “Dai fottilo … mettigli tutto il tuo cazzo nel culo … sbattilo come una troia.”
Con questo incitamento e per il piacere che provavo ho preso a fottere il culo di Raffaele con movimenti ampi e veloci.
Lui che fino a quel momento era rimasto quasi completamente in silenzio a iniziato ad ansimare e ad incitarmi: “Si … si … fammi godere … sbattimi come una troia … scopami il culo e tu Giulia succhiami il cazzo.”
Ho continuato con una intensità che non immaginavo potessi fare.
Nel frattempo, Giulia si era accovacciata sotto Raffaele ed aveva preso in bocca il suo grosso cazzo pompandolo alla grande. Con una mano teneva le mie palle ed accompagnava i miei movimenti.
Dopo una lunga cavalcata, ho sparato il mio sperma direttamente nel culo con un forte gemito. Il mio corpo vibrava per l’orgasmo avuto: Si … siiii … godo … godo!!!”
Giulia sorrise. "Vedo che sei venuto, quindi ti è piaciuto il culo di Raffaele?" volle sapere.
Annuii esausto.
“Bene, ora tocca a Raffaele e a me.” Giulia mi allontanò mentre ancora gocciolava il mio sperma dal suo culo e si adagiò con la schiena sul letto per farsi scopare da Raffaele.
Avevo pensato che il gigante stesse finendo di trapanare la mia Giulia nella figa invece, si è inginocchiato davanti a lei, sorridendo, ha spinto indietro le gambe di giulia alzandola in modo da poterla penetrare nel culo.
Ho spalancato gli occhi e ho mugolato: "No, no, no! Non se ne parla nemmeno. Ha un cazzo troppo grosso, ti sfonderà. Ti farà male.”
Loro due si sono limitati a sorridere senza dire nulla.
Giulia si è accarezzata il culo e, poi, prendendolo in mano, ha massaggiato il suo buco con il cazzo di Raffaele.
Ho urlato. "Giulia, per favore, non farlo!" Ma lei si limitò a sorridere.
Poi ha afferrato il cazzo di Raffaele e lo ha spinto dentro il suo buco del culo.
Ho supplicato ancora, ma invano.
Raffaele ha infilato il suo bastone nerboruto nel culo.
Questa volta lei ho urlato dal dolore mentre quella grossa verga la penetrava: “AAARGH … cazzo fa veramente male. AAAAH! … AI! … Spingi ma fai attenzione, non andare lateralmente ma dritto per dritto, sento che mi sta spaccando tutto.”
Le ha deflorato il culo. Seguendo il suggerimento di Giulia, ha iniziato lentamente a fotterla, poi, dopo un po’, ha velocizzato i suoi movimenti aumentando la profondità della penetrazione con forza.
Sorridendo, Giulia mi passò una gamba sopra le spalle per costringermi ad avvicinarmi e vedere tutto da vicino.
Adesso si stava facendo scopare e vedevo da vicino come quel grosso cazzo le stava violando il culo. Si vedeva la fessura del suo ano, dai margini increspati, entrare e uscire attaccata alla verga di Raffaele.
Un immagine che non avrei mai immaginato di vedere così da vicino.
La vidi madida di sudore, vidi lei e Raffaele scambiarsi baci durante la sua monta.
Dopo una intensa cavalcata lui è venuto, sparando la sua crema dentro lo sfintere di Giulia.
Ha continuato a cavalcarla finché non è arrivata anche lei.
Per tutta la stanza risuonavano i gemiti dei due.
Urla di goduria che impressionavano per la loro forza.
A quel punto Raffaele ha tirato fuori il cazzo ancora di una dimensione ragguardevole.
Giulia ha afferrato il cazzo di Raffaele e spingendomi dalle spalle lo tenne davanti al viso dicendo: “Raffaele fai assaggiare il tuo sperma a Luca, è da tanto che ho questo desiderio.”
L'uomo ubbidì e mi ha sparso il suo sperma sul viso fin dentro la bocca.
Non lo volevo ingoiare e ho fatto in modo da accumularlo sull’esterno del viso, sulle mie guance.
Qualche goccia arrivò anche dentro e mi colò lungo gli angoli della bocca.
Giulia le ha leccate e mi ha dato un bacio.
Ci siamo baciati con lo sperma dell'altro sulle nostre lingue, e soprattutto, nella mia bocca.
"È stato bello", ha detto Giulia “mi ha fatto male al culo ma ne è valsa la pena, era quello che volevo.”
Poi aggiunse: “La prossima volta, con Raffaele o con qualche altro, sarai tu a farti fottere il culo, e non è un suggerimento ma un ordine a cui tu obbedirai, vero?”
Io lasciai cadere la cosa facendo l’indifferente. Anche se dentro di me pensavo: “Questa donna è impossibile da fermare, quello che vuole, prima o dopo, lo otterrà.”
Dopo un po’ Raffaele andò via e noi ritornammo alla nostra routine di tutti i giorni.
295
1
4 months ago
Al2016,
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Adesso sono sua.
Mi chiamo Angela, ho 25 anni, sono alta m. 1,70, occhi chiari, capelli castani lunghi fino alle spalle. Ho dei seni di una terza misura che somigliano a due splendidi pompelmi, tondi e sodi, con capezzoli piccoli. Il fisico è snello, perché mi piace molto correre e mantenermi in perfetta forma. Il sedere è alto, tondo e abbastanza prominente, posto alla sommità di due cosce lunghe e ben tornire, di cui vado molto fiera. Sono studentessa della Facoltà di Architettura e, da 15 anni, sono orfana madre. Ho sempre vissuto con Gianni, mio padre, che, oggi, ha 45 anni, è uno splendido maschio, alto, dal fisico asciutto, con delle braccia muscolose e forti, tra le quali mi sento molto protetta quando mi stringe a sé. Ha capelli neri, anche se le tempie iniziano ad imbiancarsi quel tanto che basta per conferirgli un fascino che non sfugge alle donne. Tra noi due c’è sempre stata una gran sintonia, mi ha cresciuta da solo, senza l’aiuto di nessuno, sono la sua regina. Avevo dieci anni quando è morta mamma e lui mi ha visto diventare ragazza, adolescente e ora donna, una bella donna. È stato un padre, un amico, un confidente, che ha sempre avuto molta attenzione nei miei riguardi. Ha sempre tenuto a bada lo sguardo degli uomini che mi desiderano, ne intuisce la voglia e i suoi stessi amici, scherzando, glielo dicono.
«Gianni, tua figlia è veramente bella! Se non stai attento, un giorno arriverà qualcuno a cogliere questo splendido fiore!»
Lui, quando sente queste parole, fa la faccia brutta, quasi adirata, anche se, dentro di sé, è perfettamente consapevole che, ormai, non sono più una bambina. Capisco che lui vorrebbe proteggermi, vorrebbe non vedermi mai soffrire, mi vorrebbe sempre felice e sorridente e sono consapevole di questo. Vedo in lui il mio modello di maschio perfetto, il mio uomo ideale lo immagino come lui. È capace di corteggiare le donne e lo sa fare bene, ama farle sentire al centro dei suoi pensieri, al centro del suo mondo, è un adulatore e ne ha piacere; ha avuto donne molto belle al suo fianco, ma, fino ad oggi, nessuna è durata molto a lungo. Ho sempre pensato e sperato che potesse avere di nuovo una donna cui accompagnarsi, fin quando, da alcuni mesi, ha preso a frequentarne una. Si chiama Stefania, è più piccola di lui di due anni ed è alta, bionda, bella, occhi chiari ed un bel seno, che è sicuramente una quarta abbondante. Ha un bel fisico tonico, con un bel culo prominente, posto al culmine di cosce lunghe, che lei valorizza indossando sempre calze velate e tacchi alti. A lui piace molto al punto da mandarle sempre dei fiori, la porta a cena fuori, a ballare, al cinema. Vedo che si divertono molto insieme. Quando entriamo in argomento, lui me ne parla da innamorato, da uomo perso per lei, solo lei, nessun’altra che lei. Non vivono assieme, non ancora, però lei spesso si ferma a dormire a casa nostra. Poi una sera è avvenuto un fatto che ha, in qualche modo, cambiato tutto. Erano giorni che lui lavorava più da casa che dallo studio, uno degli studi di architettura più rinomati della città e questo, in qualche modo, ci rendeva felici perché ci permetteva di passare molto tempo assieme. Facevamo colazione assieme e ci viziavamo a vicenda. Ormai sono cresciuta e con lui ho una confidenza più simile a quella di un amico, piuttosto che di un padre. Non ho nessuna vergogna di girare per casa in vestaglietta o slip e maglietta, e lo stesso vale per lui. Poi, un venerdì sera, è arrivata Stefania. Si cena tutti assieme, prepariamo da mangiare e si instaura quasi una gara. Tra noi c’è sempre stato molto rispetto, lei non mi ha mai dato l’impressione di volermi allontanare da mio padre e, anche se non so perché, inconsciamente avverto una lieve gelosia nei suoi confronti. Non ho mai provato un simile sentimento per nessun’altra conquista di mio padre. Ora, però, quei baci, quelle carezze, li vorrei per me. Mi sorprende questo pensiero e mi sconvolge oltremodo. È una cosa che mi scuote, mi provoca una sensazione ed un'emozione molto forte e contrastante, che provo improvvisamente, mentre mi preparo per uscire. Devo andarmene, perché mi sento a disagio. Volutamente evito entrambi. Lui se ne accorge, ma io non gli do il tempo di approfondire.
«Ciao, esco con gli amici. Tornerò tardi. Buona serata.»
Scappo di corsa da casa. Fuggo per non vederla tra le sue braccia che lo bacia e si stringe a lui. Sono gelosa: è pazzesco, ne sono convinta, ma è la verità. Passo la serata a distrarmi, anche se non ci riesco molto. Quando parcheggio la macchina in garage, sono le tre passate e salgo le scale in punta di piedi. Quasi inconsciamente, evito di farmi sentire, convinta che adesso dormono, invece, appena entro silenziosamente in casa, sento dei gemiti di piacere, sento lei godere, sento mio padre godere. Mi fermo ad ascoltarli. Mi sfilo le scarpe col tacco, appoggio la giacca sul divano e mi siedo sulle scale, che portano alla zona notte di casa. È incredibile però mi eccita sentirli. Sento i loro discorsi, sento i continui orgasmi di Stefania e lui che la prende e la fa urlare di piacere. Ad un tratto mi rendo conto che non so nulla di lui come maschio, come uomo da letto. Lei lo incita.
«Dai, toro, scopami più forte! Sei magnifico! Che toro! Che cazzone grosso che hai e come mi sfonda! Ancora… ancora… PIÙ FORTE!»
Lui, le chiede di cambiare posizione. Prima la scopa tenendola sopra, poi la fa mettere sul bordo del letto e poi, ancora, le chiede il culo. Quando mi accorgo che lei, a sentirlo nel culo, gode come una maiala, improvvisamente avverto una vampata di calore addosso, sento di bagnarmi. Mi sto eccitando, sento il piacere scorrere dentro di me, fino ad inzuppare il mio perizoma. Ascoltarli mi ha fatto quasi godere, senza toccarmi. Allargo le gambe, sposto il perizoma e mi tocco tra le cosce. Ho la testa appoggiata al muro, le gambe allargate e con la mano mi sto ravanando la fica, con gusto. Assecondo il movimento delle mie dita al rumore del letto, che mi fa impazzire. Mugolo di piacere, ma non mi sentono, sono troppo presi dal loro piacere. Socchiudo gli occhi e lavoro di fantasia. Immagino mio padre nudo, immagino il suo cazzo, lo vedo affondare in lei. Immagino i suoi baci, le sue mani strizzarle i capezzoli e poi, insieme, raggiungere l’orgasmo. Allora subito mi alzo, mi sfilo il perizoma fradicio e, a piedi nudi, tenendo le mutandine in mano, vado in assoluto silenzio verso il bagno, a luce spenta. Nello stesso istante si accende la luce; è mio padre, che, completamente nudo, con il cazzo ancora duro, ancora eretto, sta uscendo dalla camera e va anche lui verso il bagno. Restiamo per un lungo istante immobili a guardarci, senza proferir parola. Io glielo guardo, quasi con insistenza. È bellissimo! Un super cazzo! Lungo e grosso, reso lucido dagli umori di Stefania. Poi mi riprendo dallo stupore e, dandogli un bacio sulla guancia, gli auguro buonanotte. Vado direttamente in camera e, sfinita, mi stendo sul letto, addormentandomi. L’indomani è sabato, non devo andare all'università. Ho sonno e decido di restare a casa. Nel dormiveglia, ripenso alla notte. Ripenso a loro due che avevano scopato e goduto; rivedo mio padre nudo e mi eccito. Sento subito la mia lumachina che prende a schiumare. Per un momento mi pento di questo insano pensiero, ma il piacere è più forte. Adesso lo vorrei qui con me, nel mio letto. Vorrei godere con lui. Vorrei sentire il suo cazzo che mi apre, mi riempie e mi scopa forte, come ha fatto con lei. Vorrei sentire i gemiti di piacere che prova nello scopare me. Improvvisamente lui bussa alla porta. Entra e si siede sul letto. Io sono di spalle, vorrei evitare il suo sguardo, siamo sempre stati sinceri l’uno verso l’altro, gli ho sempre confidato tutto, ma questa nuova situazione mi spiazza. Il fatto di continuare a desiderarlo mi sconvolge e non riesco a levarmi dalla mente questi pensieri. Appoggia una mano sulle lenzuola, sulla gamba, mi chiede se sono sveglia. Faccio cenno di sì e lui, accarezzandomi, accarezzando la sua bambina, mi dice che sta per uscire.
«Amore mio, ti ho lasciato la colazione pronta. Come mai sei rimasta vestita?»
Mi giro, sedendomi sul letto.
«Ero stanca e avevo troppo sonno, che mi son addormentata all'istante.»
Ci fissiamo per un lattimo. C’è davvero molto imbarazzo tra di noi, in questo momento. Sta per dirmi qualcosa, ma io lo precedo, con un bacio sulla guancia, ringraziandolo per la colazione e poi scappo via, rifugiandomi in bagno. Ho paura di non riuscire a controllarmi. La mattina passa con me che, pigramente, giro per casa, restando in slip e maglietta. Accendo il pc e, senza volerlo, mi ritrovo in siti porno, con video a tema incesto. Li guardo senza pudore. Mi eccitano, mi fanno perdere il controllo di me stessa. Sprizzo adrenalina da tutti i pori. Mi masturbo furiosamente e vengo, godo, una, due, tre, cinque volte. Perdo il controllo di me stessa. Guardo e vedo madri con figli, soprattutto padri e figlie e su questi ultimi mi soffermo, per guardarli con maggior interesse. Non provo nessuna vergogna, vedo loro e immagino me con mio padre; ora avverto questo desiderio irrefrenabile: voglio averlo! Lo voglio! Lo desidero con tutta me stessa. Mi sconvolge e mi eccita da morire questo pensiero Decido di cucinare per lui, così, quando torna per pranzo, gli faccio trovare tutto pronto.
Canticchio allegra e civettuola, faccio la micetta, strofinandomi casualmente, facendogli notare quanto sia donna. Voglio che non mi veda più come la sua bambina, ma come una donna pronta per lui. Faccio in modo che la camicetta che indosso gli lasci intravedere il seno, bello, tondo, sodo. Mi piego in avanti, così che possa vedere il mio culetto, perché indosso un esile perizoma, infilato volutamente tra le natiche nude. Mi sento in calore. Ora voglio solo che mi scopi, non penso ad altro. Lui lo nota. È chiaro che nota tutto, ma fa finta di nulla. Non può, non vuole far nulla. Mi ignora: è mio padre! Non dice nulla, ma nei suoi occhi leggo il suo turbamento, ma stavolta lui ragiona per entrambi. Di colpo esce di nuovo e mi dice che rientrerà dopo cena; ha appuntamento con Stefania. E io? Sento i miei ormoni impazziti che reclamano piacere, ho bisogno di godere, ma non da sola. Chiamo Marco, un amico di università, che ogni tanto mi aiuta nello studio e, a volte, ci siamo anche abbandonati a scopare, solo per il gusto di godere; non c’è assolutamente nulla di più tra di noi. È un bel ragazzo, coetaneo, abbastanza porco e, quando gli dico che ho bisogno di lui, che son giù di morale, mi invita a casa sua, che dista pochi minuti dalla mia. Lo raggiungo e appena entro, mi strappa i vestiti di dosso. Mi butta sul letto e mi scopa, mi dà piacere per tutto il pomeriggio. Godo, ma, nella mia mente, non è con lui che sto scopando. Penso che sia mio padre e non lui, che mi sfonda; immagino che le sue mani siano quelle paterne. La sua voce, il suo corpo, e anche il cazzo, come si somigliano nella mia mente. Poi, me ne vado. Ho scopato, ma non sono soddisfatta. Mi sento inquieta. Mi cambio, esco a fare jogging e quando torno mi faccio una doccia calda, per poi addormentarmi sfinita, sul divano. È notte fonda, quando lui torna. Si appoggia sul divano e mi accarezza il viso, cerca di svegliarmi con la sua solita dolcezza.
«Ehi, piccola! Dai, che ti porto a letto, come facevo quando eri bambina. Ti prendo in braccio, vuoi?» Allungo le braccia e le aggrappo al suo collo, le sue mani sul mio corpo mi danno piacere, tanto piacere. Sento le sue dita sul mio culetto, appoggio la testa al suo petto e la bocca al suo collo, lo bacio piano. Lui è un uomo intelligente, conosce le donne, le sa ascoltare e certamente ha capito qualcosa. Sul letto, mi si siede di fianco, la vestaglietta lascia le gambe scoperte, il seno in bella vista. Mi guarda contento.
«Piccola mia, ormai sei una donna e...devo dire, una bella donna!»
Gli sorrido ed appoggio le mani sulle sue. Anche lui sorride, ma si vede che è un po’ in ansia.
«Amore mio, tu non devi esser gelosa di Stefania. Tu sarai sempre al primo posto, per me! Ti assicuro che nessuna donna sarà mai più importante di te!»
Giro lo sguardo e lo abbasso. Lui prende il mio viso tra le sue mani e mi fissa in silenzio. Lo guardo con un’aria di sfida.
«Allora, dimostramelo! Dai, dimostrami che ci sono solo io: coraggio, che aspetti?»
Mi guarda, ho come l’impressione che ora sia debole, indifeso, in forte imbarazzo, perché non ha il coraggio di ammettere di aver intuito quello che voglio da lui.
«Ma… cosa mi chiedi? Come te lo devo dimostrare?»
Per un istante, un solo rapido istante nel quale non riesco a pensare, non voglio pensare, ma agire. Mi metto a cavalcioni sulle sue gambe e lo bacio.
«Gianni, amami, amami. Fammi tua!»
Lui mi evita e si sposta di lato. Io insisto e lui, con un gesto repentino, mi butta sul letto, mi rialzo, e lui, con uno schiaffo, mi dice di smetterla.
«Smettila! Come fai a non capire che non si può?»
Mi brucia la guancia; è la prima volta che mi dà uno schiaffo, ma non demordo. Sono inginocchiata sul letto, la vestaglietta è ora completamente aperta e, sotto, non indosso nulla. Lo guardo ancora, cerco il suo sguardo. Lui, adesso, mi guarda, ma ora non cerca i miei occhi. Vedo che mi esamina tutta, i suoi occhi si stanno riempiendo di me e la sua bocca, appena dischiusa, mi sta già assaporando. Esita, tentenna, è combattuto con sé stesso, mentre io mi levo la vestaglietta. È sconvolto mentre mi ammira, perché mi son alzata e sono di fronte a lui, nuda, calda, indifesa, completamente offerta a lui. La mia voce lo sconvolge.
«Sei mio padre; che male può esserci nell’amarci? Perché tu mi ami, vero?»
Non risponde, mi prende tra le braccia e le sue mani scendono giù dietro, mi afferrano il sedere ed inizia a baciarmi. Mi divora la bocca, la lingua, le sue mani sono tra le mie cosce e il mio umido tra le gambe lo
«Siamo due pazzi, lo sai vero? Lo sai, bambina mia, che siamo pazzi? Dopo questo, nulla sarà più come prima e non si potrà più tornare indietro. Ne sei consapevole anche tu, vero?»
Lo spoglio, gli strappo via la camicia, slaccio i pantaloni che cascano a terra. Sono in preda ad una frenesia incontrollabile.
«Ti voglio: adesso ti voglio, papà! Voglio amarti tutto. Voglio esser tua, fin in fondo. Solo tua.»
Mi stende sul letto e nudo si sdraia sopra di me. Mi bacia ancora, mi stringe a lui, prende le mie mani e le intreccia forte tra le sue. La sua bocca passa sulle orecchie, sui lobi, sulla nuca a leccarmi. Adesso anche lui è sconvolto dal desiderio. Mi desidera quanto io desidero lui. Si stacca dal mio corpo, si abbassa e mi bacia il seno. Le sue mani li afferrano, li strizza, li lecca e succhia.
«Amore, sei bellissima! Sei sempre stata il mio sogno proibito! Ho cercato di resisterti, ma non ce l’ho fatta! Adesso ti voglio anch'io!»
Scivola sempre più in basso. Si mette tra le mie cosce, che io spalanco. Mi guarda per un istante e appena sento la sua bocca posarsi sulla mia micetta, godo all’istante!
«Oddio mi fai venire subito! Ora! Vengo!»
Gli ricopro il viso del mio miele, che la sua lingua raccoglie e ci si disseta. Mi muovo, stringo le gambe e mi strofino contro il suo viso, contro la sua barba di qualche giorno. Non parliamo, le parole non servono; ora sono i nostri corpi che lo fanno per noi. Lui si stende di fianco a me e mi accarezza, mentre la mia mano cerca e trova il suo cazzo. Com’è duro, com’è bello, lo guardo e lo meno, tiro indietro la pelle, guardo la sua cappella, tocco con le dita le palle gonfie, piene. Mi abbasso con la testa, arrivo a trovarmi il suo splendido cazzone davanti alla bocca, poi, con la lingua, lo assaporo, lo lecco tutto. Si rigira e di nuovo si insinua tra le mie cosce. Se io godo, lui mi restituisce il piacere. È un godimento continuo. Sento che si gonfia di più nella mia bocca, ora me lo spinge più dentro. Anche lui non resta inattivo, mi fa godere di nuovo. Sono brava, sono porca, lo faccio impazzire. Me lo sfila diverse volte dalla mia bocca, non vuole venire, non ancora. Lo supplico di scoparmi.
«Prendimi! Ti voglio! Dai, non fermiamoci, papà! Adesso fammi tua! Fai godere la tua bambina, dai… fa godere la tua donna…ti prego… ti voglio dentro!»
Mi viene sopra tra le gambe e, preso il suo cazzo in mano, lo strofina lungo lo spacco.
«Come sei bella! Sei bellissima, accidenti! Mi fai fare una pazzia! Non ragiono più! Non mi fai capire più niente! Il mio cervello è spento! Ti voglio! Mi stai sconvolgendo!»
Spingo il bacino verso l’alto e mi spingo incontro a lui. Lo sento entrare tutto, fin in fondo! Mi sfonda! Mi apre tutta e poi godo subito, all’istante.
«Mi fai… sì! Dai, che vengo! Vengo! Era ora, ti sento tutto dentro!»
Lui mi monta, è un toro, uno stallone, come lo avevo sentito e immaginato quando chiavava Stefania. Lo sento dentro completamente. Il suo corpo sbatte contro il mio, i suoi coglioni sbattono contro le mie chiappe. Geme di piacere, anche lui. Ora sta scopando una donna, la sua donna. Sono la sua carne. Troviamo il giusto ritmo. È un orgasmo, senza soluzione di continuità, che ci regala adrenalina, eccitazione, sempre più forte. Siamo consapevoli di aver superato ogni limite ed ora vogliamo godere sempre di più. Cerca la mia bocca, mi bacia, mentre continua a scoparmi senza sosta. Urlo di piacere nella sua bocca. Gli mordo le labbra, ci divoriamo a vicenda. Mi fa godere all’infinito e poi lo sento pronto a venire. Mi sente godere e, per l’ennesima volta, cerca di sfilarsi, ma lo blocco dentro di me.
«Resta lì, dentro di me! Vienimi dentro! Sono protetta!»
Mi sborra dentro. Lo sento scaricarsi con degli spasmi di piacere. Ad ogni spasmo, un getto. Ne conto quattro, cinque schizzi di sborra calda, che mi riempiono la vagina.
Siamo esausti, senza fiato, lui si distende di fianco a me e, mano nella mano, ci addormentiamo. L’indomani, quando mi sveglio, lui è già andato in studio, al lavoro. Sono appagata, corpo e anima, mi sento beata, felice.
Quando vado in cucina, trovo un biglietto sul tavolo.
“Alla mia bambina, alla mia donna, al mio amore più grande, con tanto amore!” Un cioccolatino e una rosellina bianca.
Inizia così la mia vita dedicata a lui.
Da oggi in poi, non ci saranno altre donne nella sua vita: gli basto io! Chiudo per un attimo gli occhi e penso: adesso voglio un figlio!
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4 months ago
baxi18, 55
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Io e dina la nostra prima volta
Io e Dina siamo sposati da trent'anni ma all' epoca dei fatti eravamo appena sposati da due anni,io sono stato sempre vivace nel rapporto mentre Dina era all' apparenza più tranquilla ma forse per questo più troia di quanto non sembrasse, comunque durante i nostri rapporti sessuali più volte coinvolto dal momento intenso gli avevo proposto di fare l, amore con un altro uomo e se io potevo assistere,l, occasione venne a metà ,nel senso che un giorno mentre lavoravamo nello stesso albergo venne un cliente che solitamente era accompagnato da belle donne ,ma questa volta era solo ,Dina diceva sempre che Renato: il nome dell' ingegnere era proprio un bell,uomo e che se non era sposata ci avrebbe scopato molto volentieri,hai visto è solo gli ho detto io in preda all' eccitazione,vai a bussargli dicendo se ha bisogno di qualcosa,io mi nascondo nella camera a fianco e voglio ascoltare cosa fate ,dai amore è la nostra occasione,Dina era titubante non voleva rovinare il nostro matrimonio ma io la persuasi ,deve essere solo sesso le dissi ,una scopata e basta fai finta che lo stai sognando,Mia moglie si lascia convincere e va a farsi un bide e mettere delle mutandine piu sexy,rimani qui tu però mi raccomando per qualsiasi motivo ti faccio un cenno battendo sul muro,che ne so come reagisce e poi se vuole cose strane , Tranquilla amore vedrai che è un uomo così a modo e poi ha 50 anni tu appena 24 si comporterà bene vedrai ,Dina un po' impacciata gli bussa , ingegnere sono Dina le fa in modo gentile,mi chiedevo se aveva bisogno di qualcosa sa l,ho vista da solo questa volta , Renato gli risponde con garbo avendo intuito cosa potesse volere,si signora avevo bisogno di un altro cuscino ,glie lo vado a prendere,e cosi dicendo dopo due minuti si ripresenta con il cuscino , Renato le apre e Dina varca la porta chiudendola e dicendo ,gli sistemo un po' il letto ingegnere e facendo la gatta si mette a 90 gradi in modo che Renato potesse guardare il suo culo e le cosce ,mia moglie indossava dei pantaloncini corti che facevano intravedere le sue cosce sinuose ,fu in quel momento che Renato gli tocco il culo ,Dina che bel culo che hai mi viene voglia di mangiarlo ,oh Renato non faccia cosi ,ma lui ormai arrapato gli era addosso e la strinse fra le braccia,ho voglia di fare l, amore con te ,mi piacerebbe ma mio marito torna fra poco e se ci scopre ,Dai guarda come sono messo e si tira fuori il cazzone duro che svettava prepotente in tutta la sua virilità Renato mamma mia che cazzo che hai ,non ho mai visto dal vivo un arnese cosi ,Dina glie lo ha preso in mano mentre lui le sfilava i pantaloncini e le mutandine la bloccava vicino al muro ,la sua fica pelosa e bagnata era in vista e Renato la prese di colpo vicino al muro alzandole una gamba e poggiandola sul letto,lì in piedi la prese in fica con dolcezza prima e poi gli sbatteva dentro il cazzone ,mia moglie gemeva come una puttana in calore ,siii Renato sbattimi dammelo tutto e lui eccitato ,ohhh sii piccolina senti quanto cazzo ti do ,godo Renato godo come sei bravo a fare l, amore ,e lui dopo averla chiavata la mette a pecorina,ti voglio prendere da dietro e gli mise il cazzone in pancia in quella posizione,io ascoltavo tutto nella camera a fianco e mi ero masturbato ed ero venuto non appena Renato glie lo aveva messo dentro,Renato grido di gioia sborrroooooo e venne sulla schiena di Dina poi prese le sue mutandine neree gli ripuli la sborra ,amore gli fece tienile in ricordo di questo giorno ,voglio che le fai vedere a tuo marito,da uimo esperto aveva capito che io li stavo ascoltando
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4 months ago
admin, 75
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