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Le avventure di francesca - capitolo 1
LE AVVENTURE DI FRANCESCA
di GATTO LAP LAP
Capitolo 1
Siamo in inverno, nevica da giorni a Parigi, e Francesca ha trovato lavoro in un albergo come cameriera per alcuni mesi di vacanza alla pari. La Direzione dell’Albergo le fornisce alloggio in una soffitta calda e confortevole, dove è stata ricavata la sua stanza.
Francesca è contenta del suo lavoro, e si diverte particolarmente durante il servizio in cucina: il cuoco Carlo è un omaccione, grasso come il suo mestiere impone, molto scherzoso con lei e le due cuoche, Luisa e Marta che lo aiutano nel lavoro. Francesca, i primi giorni, non ha amato molto i suoi scherzi, ma col passare del tempo ha imparato ad apprezzare il suo ottimismo e il suo amore per le donne, che lo portano spesso a fare scherzi e battute grossolane sul sesso, provocando le risate delle due cuoche. Con Lei l'uomo non è mai andato oltre alle battute, ma probabilmente col passare del tempo avrebbe potuto anche cominciare ad allungare le mani, e questo pensiero mette in moto una strana sensazione nel cuore della ragazza: un misto di paura e curiosità. Pur avendo 21 anni ed avendo avuto già esperienze sessuali con diversi ragazzi in Italia, Francesca prova un poco di timore di fronte ai modi aperti e un po’ volgari di Carlo, un uomo maturo e non sposato sulla quarantina, certamente più esperto e smaliziato di lei. Al timore però si aggiunge anche un pizzico di curiosità: chissà quante esperienze ha avuto un tipo così aperto e pieno di vita, chissà quante storie d’amore e quanti ricordi……
La curiosità di Francesca riguardo i suoi nuovi colleghi di cucina non avrebbe dovuto aspettare molto: la sua attività lavorativa le avrebbe presto riservato esperienze molto “particolari”. La prima di queste esperienze ha luogo nel primo pomeriggio di un normale giorno lavorativo, al termine delle attività legate al pranzo dei clienti dell’albergo, quando oramai le sale sono vuote ed il ristorante silenzioso.
Durante il pranzo dei cuochi in cucina, Marta inizia a prendere in giro Francesca a causa di una sua dimenticanza, dicendo che l’amore le ha fatto perdere la testa per un ragazzo francese molto carino, conosciuto alcuni giorni prima, con cui fra l’altro Francesca era uscita già un paio di volte. Anche Carlo e Luisa iniziano a provocare la ragazza, con aria di rimprovero ma nascondendo in realtà sorrisi e sguardi divertiti. Francesca, come spesso succedeva in compagnia dei tre cuochi, si rilassava, si confidava, e rispondeva con fare risentito alle provocazioni, divertendosi a fare il muso o fingendo un imbarazzo a cui nessuno credeva. Oggi, quasi per scherzo, le due cuoche, d'intesa, decidono di prenderla per le braccia e di bloccarla contro il tavolaccio della cucina, mentre il cuoco inizia a farle il solletico dappertutto …
… poi, per gioco, le mani rudi dell’uomo le slacciano i pantaloni e li tirano fino a terra, lasciandola in mutandine piegata sul tavolo con il sederino esposto agli sguardi divertiti dei tre cuochi.
Ridono tutti della situazione, come se Francesca dovesse pagare simbolicamente per la dimenticanza, ma lentamente le risate lasciano il posto al silenzio e la cosa diventa più seria, come se lo spettacolo offerto dalle mutandine di Francesca diventasse interessante per altri versi, al punto che nonostante le proteste di Francesca le cuoche continuano a tenerla ferma.
Francesca si dimena, ma il gioco ha un po’ preso la mano al cuoco, che inizia a palpeggiarla sul sedere sodo ridendo con le cuoche, raggiungendo il bordo delle mutandine fino a stringere fra le dita e pizzicare, oltre la stoffa leggera, le labbra turgide della sua passerina.
Le due cuoche si sono accorte dell’eccitazione del capo cucina,resa evidente dalla protuberanza sotto il grembiule, ma hanno anche visto che la ragazza non sembra così disperata delle carezze che sta ricevendo il suo sederino, quindi facendosi l’occhiolino, continuano a tenere ben ferma Francesca nella stessa posizione, e decidono di stare al gioco, per contenere l’irruenza del cuoco e per vedere come va a finire.
La cuoca Marta, nascondendo un sorriso, osserva severa:
“La nostra Francesca oggi ha dimenticato di lavare e pelare le carote, Luisa, come la mettiamo ?! Penso che abbia i pensieri troppo occupati dal suo nuovo amico del cuore … penso che debba imparare che prima viene il dovere e poi il piacere, non trovi?”
Luisa, la più anziana, incalza con dolce fermezza:
“Hai ragione Marta! Qui ci vuole proprio una lezioncina da ricordare! Carlo perché non prendi le carote che sono su quel tavolo? Faremo un giochino con Francesca, in modo che non abbia a dimenticare in futuro i suoi impegni di lavoro!”
Il cuoco Carlo non crede alle proprie orecchie, non si fa pregare due volte e corre a prendere un cesto pieno di grosse carote appena arrivata dalla campagna, nodose e piene di peluria arancione, con tanto di folta chioma verde lunga almeno 60 cm e lo posa sul tavolo di fronte a Francesca, che incredula è ancora è distesa in avanti, trattenuta da Marta e Luisa …… “Cosa volete farmi? Siete diventati matti?”
“No di certo ragazzina” risponde Carlo in tono ufficiale”stiamo pensando alla tua educazione professionale…non è vero Marta?”
Marta prende il mattarello, lo avvolge in un panno, lo posa appena sopra il sederino di Francesca e, legandolo con un po’ di spago ai cassetti del tavolo, blocca i movimenti della ragazza. In questa posizione Francesca è obbligata a mostrare il suo sederino alle due cuoche ed a Carlo, che riprende a “massaggiare” la sua pesca rotonda e soda con le grosse mani.
“Certo Carlo, tu tieni ferma Francesca e continua a massaggiarla con cura. Tu Francesca dovrai solo stare ferma e cercare di imparare la lezione. Se ti lascerai andare scoprirai che imparare cose nuove può diventare interessante!”
Francesca non può credere a quello che succede, è indignata, eppure forse grazie alla stima che si era creata in quelle settimane di lavoro fra lei, Carlo, Marta e Luisa, non è spaventata al contrario si sente protetta da quelle persone quasi come una nipote che viene sgridata in modo bonario dagli zii … in quella posizione, appoggiata con il busto sul tavolaccio della cucina, con le gambe leggermente divaricate e le sole mutandine a coprire le sue intimità sotto gli sguardi di Carlo e le risate di Marta e Luisa, Francesca sente crescere sempre di più il calore tra le sue gambe, non riesce a tenere fermo il sederino sotto il mattarello e non può nascondere i segni dell’eccitazione: ormai le sue mutandine sono tutte bagnate.
Luisa, intanto, sceglie tra le carote più grosse dal cesto tre esemplari di tutto rispetto, spesse almeno 4 centimetri, piene di peluria e nodi grossi come noccioline e complete di folti ciuffi di foglie, e le mette davanti a Francesca. “Adesso signorina faremo un gioco per tre volte. Tu dovrai indovinare quanto è lunga la carota che sceglierà uno di noi dal cesto e che appoggerà sulla tua fessura attraverso le tue mutandine. Se indovinerai potrai rimediare alla tua dimenticanza e “lavare” simbolicamente una ad una queste tre carote con la tua fontanella più segreta; se sbaglierai dovrai pagare pegno con una penitenza a sorpresa. Andremo avanti fino a che non avremo lavato tutte queste tre carote.
“Vi prego! Vi scongiuro! Mi vergogno tanto, prometto che non mi dimenticherò più dei miei impegni di lavoro! Carlo ti prego!” Francesca si rivolge a Carlo con aria di innocenza, cercando di far leva sul suo ascendente femminile, ma inutilmente. Il buon Carlo è fin troppo preso dal sederino sodo di Francesca che continua a palpeggiare ansimando con foga sempre maggiore, fino ad arrivare a slacciarsi la cerniera dei pantaloni ed a dar sfoggio del suo manico in erezione, grosso almeno quanto la carota più grossa del cesto. Marta e Luisa, sono colte per un attimo di sorpresa a causa delle dimensioni del pene di Carlo, ma si riprendono subito …”Carlo, caro puoi sospendere il massaggio di Francesca e riposarti adesso! Potrai esprimere più tardi il tuo entusiasmo!“ interviene Marta “E’ giunta l’ora del primo indovinello!”
Luisa preleva una bella carotona e la posiziona sulla calda fessura bagnata di Francesca, la muove lentamente su e giù sfregando le mutandine dal buchetto posteriore fino alla clitoride eretta e sensibile … Francesca inizia a muovere ritmicamnete il sederino, aprendo le gambe sempre più… “ahhh” ansima Francesca senza riuscire trattenersi “ahhhh!” mugola cercando di aprirsi sempre più alla carotona che le solletica la passerina ed il buchetto posteriore che comincia a rilassarsi ad aprirsi come il bocciolo di un fiore … La cuoca domanda “Dimmi dimmi marachella, quando è lunga questa bella carotella?”.
Francesca ci pensa un po’, poi risponde decisa ”Trenta centimetri”
“Mi spiace signorina” risponde Luisa con il metro da sarta in mano “Risposta sbagliata! Ora la prima penitenza a sorpresa!”, e da un barattolo di lardo sulla mensola prende un po’ di grasso con le dita, sfila le mutandine a Francesca e inizia a lubrificare il buchetto del suo sederino, che si apre e si rilassa completamente; Marta infila poi gradualmente e con ritmo una delle tre carote, piena di nodi e peluria ruvida … “ahhhi mi fa male!” Francesca stringe istintivamente le chiappe, ma la carota è ormai entrata ed il dolore iniziale scompare per lasciare posto prima al piacevole pizzicore della peluria ruvida della carota che Marta fa scorrere dentro e fuori, poi al piacere della penetrazione anale che cresce sempre più. Francesca ansima e si sente riempire tutta piano piano “ahhh Carlo… ahhh Marta… la sento tutta fino in fondo!!!”. Luisa intanto massaggia sapientemente la patatina di Francesca che viene improvvisamente ed a lungo, bagnandole la mano di umori caldi … che le colano lungo le cosce.
Il godimento per Francesca è arrivato all’improvviso come un’onda travolgente, lasciandola appagata e piena di meraviglia: non aveva mai goduto così tanto prima d’ora. E’ forse la posizione provocante in cui si trova, esposta a culetto nudo e sottomessa alla volontà di Marta Luisa e Carlo, o forse il fatto di essere sottoposta ad una punizione da parte di persone adulte, con le quali Francesca ha sempre avuto un rapporto di reciproca stima, ma la sua eccitazione non scende, al contrario. Il primo orgasmo provocato dalla sapiente masturbazione di Luisa è stato come una liberazione, e la sua passerina ancora inviolata continua ad essere turgida, bagnata e pulsante sotto gli sguardi dei tre cuochi.
“Francesca la risposta ha sbagliato e la prima carota ha ben lavato!” esclama Luisa mentre la ragazza ansima e riprende fiato dopo l’orgasmo “passiamo ora alla seconda, Marta tocca a te!”. Marta sceglie con cura la sua carota dal cesto e la posa sulla passerina della ragazza che dopo qualche istante esclama “Stavolta sono sicura: quaranta centimetri!”.
“Anche stavolta ti sbagli Francesca!” le risponde Marta “La tua penitenza sarà ora data dalle foglie di questa turgida carota” e prendendo una delle due carote rimaste davanti a Francesca inizia a fustigarla con dolcezza sul culetto sodo “ ahhii, ahhii…” esclama Francesca mentre Marta continua a frustarla sulle chiappe, senza risparmiare il buchetto posteriore e lo spazio che lo separa dalla passerina tutta bagnata. Francesca muove il culetto agitandosi per sfuggire ai colpi, ma una strana sensazione di calore inizia a farsi sentire … piano piano il movimento del culetto rallenta e inizia a seguire il ritmo dei colpi leggeri di Marta … che sono tutt’altro che dolorosi, e solleticano la fantasia di Francesca, sempre più eccitata… A questo punto, ormai eccitate dal godimento della ragazza, le cuoca Luisa slaccia la patta di Carlo per succhiare la verga dura e nodosa come fosse un cono gelato e, dopo essersi raccomandata di far piano, la indirizza verso la fessura bagnata di Francesca, massaggiandogli le palle a dovere. L’enorme pene di Carlo entra lentamente nella patatina di Francesca che ansima e lo incoraggia mentre viene riempita completamente” Ahhh Mi piace Carlo, spingilo in fondo, ahhh Fino in fondo così! Ancora… tutto … così … hhh …!”. Carlo inizia pompare, incoraggiato da Francesca che ormai ha perso ogni inibizione ed è prossima al secondo orgasmo, fino a farla venire fra i sospiri e le urla di piacere sul tavolaccio della cucina, sotto gli sguardi di Luisa e Marta che si masturbano eccitate. Carlo estrae la verga ancora palpitante per schizzare abbondantemente nella fessura tra le chiappe della ragazza.
Dopo alcuni minuti Francesca si rialza e Luisa le si avvicina massaggiandola e carezzando il sederino, ancora nudo e palpitante, e con tono scherzoso le dice “Allora, la nostra piccola Francesca ha capito la lezione di oggi?”, Francesca risponde “… non so come ringraziarvi delle cose che mi avete insegnato oggi, a presto!” e ritorna verso la sua camera, sperando in cuor suo che la lezione non sia finita così…
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18 years ago
admin, 75
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10 anni per averla
10 anni per averla
Dedica:
Alle signore Giuli (Tonis nel racconto) e Quandomai (Giovanna nel racconto) per la loro gentilezza, semplicità e per la bellezza raffinata ed altamente conturbante allo stesso tempo del loro corpo e viso oltre che all’ ululante uomo delle notti meneghine…Don Lupox da Milano ; Anche a mia moglie che mi sopporta da tanti anni.
Non me ne vogliano gli/le altri/altre ma tutti non ci stavate …….Un saluto particolare a chi sa di riceverlo.
Premessa: Alcuni anni fa mi venne lo “schiribizzo” di andare a pescare nei laghi del centro italia e li’ conobbi un altro pescatore di mezza età con cui feci amicizia e che mi racconto una storia alquanto difficile da credere ma che si rivelò vera per motivi che lascio a Voi capire. I particolari ovviamente non me li ricordo ma la trama benissimo.
Quindi l’ambienterò in luoghi a me cari, con nomi fittizi come se fossi stato io a viverla. E’ ovvio che è tutta fantasia .
Personaggi:
Io cioè Gualtiero detto Pesca e Gianni detto Lupox per la sua mania di ululare quando passavano ragazze particolarmente belle e mio amico dalla più tenera infanzia abitanti a Cameri comune di manco 10.000 anime a pochi km da Novara. Pescatori accaniti e donnaioli….anzi ex donnaioli ma sempre e comunque amanti delle donne interessanti. Attualmente 20 anni dopo la fine di questi fatti siamo abituali frequentatori di farmacie…anzi di una sola che ci ha fatto l’abbonamento: 13 scatole di Viagra al prezzo di 10!!! Dicono che vi sia in circolazione qualcosa di più potente ma a Noi basta quello….
Di origini operaie/contadine attualmente abbiamo attualmente tanta tanta tanta“grana” e pensiamo solo a trombare e pescare & solazzi vari. Gianni è un uomo dall’intelligenza straordinaria con una umanità e genialità straordinaria che unita all’improvvisazione ed a un pizzico di pazzia che lo portava a fare dei “numeri” incredibili per conquistare la “bella” di turno. Licenza media e attestato regionale “venditore edile” conquistato per meriti ciulatori ….Fisico asciutto da atleta. Un po’ sognatore… Io sono normale ma più pratico; “ragiunat” diplomato, fisico normale tendente al robusto, conquistatore di figa, anzi ex conquistadores, colla mente e l’astuzia (almeno cosi’ dicono…boh) invece che col fisico…
Un po’ irascibili entrambi con qualche rissa giovanile all’ attivo. Date tante, prese idem almeno inizialmente…
Le donne? Scoprirete Voi i personaggi….I nomi sono Tonis (Giuli) e Giovanna (quandomai)
Antefatti erotici
A 13 anni riesco a toccare e leccare le tettine per qualche tempo a una mia compagna di banco. Anche un ditalino li feci ma lei masturbarmi non volle…
Lupox qualche mese dopo ci prova colla stessa e questa gli fa pure una pompa….Bah! Gasato si presenta nudo alla matura ma avvenente vicina di casa interpretando male delle carezze amorevoli della tipa sulla sua testa. Ne ricaverà un calcio nei “gioielli” e una manica di botte dal padre.
Dopo qualche storiellina con paesane ecco che piomba in paese LA SVEDESE!!! Anzi Italo-Svedese in ferie dallo zio. Potete immaginare altissima, bionda, con poco seno (una terza appena appena) , aria da dura che in bicicletta scorazzava per le
vie del paese che effetto potè avere sui giovani ormoni cameresi…Altezzosa pareva ignorar tutti ma una sera la vedemmo arrivar in una stretta viuzza… Ululando il suo amor Lupox a terra si distese…escoriazioni varie prese ma qualche giorno dopo anche il “pelo” della SVEDESE!!! Lo tirò bello spompato nel giro di una settimana e cosi lo dovetti sostituire…E’ dura, ogni tanto, esser veri amici
L’appetito vien mangiando e cosi difficilmente erano senza ragazze. Mai ci innamorammo però....a dir il vero una mezza “scuffiotta” Lupox se la prese per una prof. 40enne della classe vicina, tal Noemi, nonché moglie del direttore Perandù dell’ Istituto Formazione Operatori Edilizia che non insegnava a fare case ma a venderle o quantomeno ad agire nell’ambito edilizio nel settore vendite. Il Perandù era anche titolare con fratelli di un grosso magazzino edile in Trecate e trattava case e terreni. Lupox impazziva per le nere di capelli!!! Io per le bionde!!! Forse per gelosia nei confronti di una sua allieva piacente che si credeva più bella di Lei e a cui Lupox prestava attenzione si fece trombare dal giovin virgulto in piedi nel bagno mugolando di piacere facendo attenzione che l’ inesperta concorrente ben sentisse. GRAN TROIA la Prof!!! Stranamente non si preoccupò che anche il Perandù potesse sentire la stessa cosa….Godette veramente e a Lupox offri un posto nella ditta a scuola finita. Sebben preso dalla nera di origine calabrese più del normale passò dal vender piastrelle a vender case in un battibaleno. Ogni tanto “tappava qualche spiffero” di qualche cliente femmina e in breve tempo e colle provvigioni un bel gruzzoletto si stava facendo.. Poi intervenne il Perandù drasticamente e si scoprò l’arcano….ad una festa a Lupox un bel palo gli mise in mano…Di rimando il prode Gianni un destro sul naso gli pianto. Lo soccorsi io ed in bagno un bel “bollito” anche io gli diedi…mai avesse parlato senò sapeva cosa gli sarebbe aspettato!!! Ci mettemmo in società ; Lui a comprare e vendere ed io ad amministrare. Sia la prima che la seconda segretaria brutte le scegliemmo; sul lavoro niente distrazioni!!!! A 25 anni eravamo già ben ricchi ma qua accadde il FATTO!!!
IL FATTO
Quella sera di primavera verso le 18 eravamo a Novara e stavamo andando a prender l’aperitivo al Bar Borsa dopo aver fatto un affare. Davanti a Noi si scaglio una figura femminile che ci fece trasalire; Altezza media , capelli nerissimi medio lunghi, e seno prosperoso anche se il giubbottino non lo faceva trasparire bene. Dir che era bellissima era poco ma aveva lo sguardo triste, estremamente triste…Non ci vide manco tutta intenta nei suoi pensieri. Lupox parti di corsa come un treno lanciando un ululato a me mai sentito. Qualche secondo dopo senti un grido di dolore alle mie spalle….il BASTARDONE aveva fatto di corsa il giro dell’ isolato e aveva cominciato a salire le scale che portano al porticato ed aveva fatto finta di inciampare proprio dinnanzi a Lei che naturalmente lo aveva soccorso. Lo lasciai fare e da lontano li guardavo. Riusci’ a portar la ragazza al Bar; Lui parlava parlava . La tristezza della ragazza dopo un po’ spari, qualche sorriso compare assieme anche ad una fragorosa risata. Eran diventate le 20 oramai e mi stavo un po’ stufando; Avevo già bevuto 3 aperitivi, mangiato 2 pacchetti di noccioline e raccontato al barista 3 volte la storia vera del luccio di 6 kg che prendemmo in inverno e quella inventata dell’altro da minimo 15 che ci era sfuggito. Nel bar irruppe un signore di mezza età con un giovinotto similar ad HULK….
La ragazza si gettò fra le sue braccia e poi fra quelle del ragazzone : “Pensavamo che eri sparita…adessi vieni con Noi”. La ragazza andò verso Gianni e gli diede un bacio in fronte “ Grazie degli attimi di felicità che mi hai dato ma purtroppo devo andare”. Lupox la prese per un braccio ma HULK lo spinse via…Mentre se ne andavano la ragazza mando un saluto a Lupox e gridò “ Tonis mi chiamo Tonis…sei un autentico tesoro..peccato che non ne possa usufruire”.
Gianni era sgomento, io pure . Venne verso di me e dopo un grappino mi disse “ Abita a Firenze ed era dagli zii, domani riparte!!! E’ la mia dea Maya della città di Uxmal. Setaccerò Firenze da capo a piedi ma la ritroverò!!! Gualtiero adesso so cosa è l’amore fatale ed ancestrale-“.
Apri una agenzia a Firenze anche se gli affari glieli curavo ancora io.
Passavano i mesi e anche un anno ma le ricerche erano vane. Pescava poco e trombava ancor meno. Si concedeva una puttana di lusso ogni tanto ma nulla più. Quando lo andavo a trovare lo vedevo sempre più col morale basso. Io non capivo…non ero mai stato innamorato forse!
Due anni dopo …e tocca a me!!!
Passai l’estate a carpe e l’ inverno senza andare a pesca dedicandomi al trombaggio di un paio di donzelle che conobbi in quel periodo…una non era più tanto giovane e manco tanto bella ma aveva 2 tette giunoniche e MON DIEU che pompe che faceva!!! Andar a lucci da solo non mi ispirava un gran che …Feci solo un giro nel Po a Casale dedicandomi alla pesca solo un paio d’ore e girovagando per il Monferrato; Trovai una vecchia cascina in disuso e pensai che sarebbe stato un buon affare comprarla, ristrutturarla, metterci un fattore e dedicarla a luogo di trombaggio per me e Gianni quando sarebbe rinsavito. Stavo ragionando come un capitalista…io uomo delle campagne stavo tradendo la mia ideologia social comunista e me ne vergognai un po’. Mi dissi che l’utopia era utopia e la realtà era realtà; presi i dati necessari per riuscire ad identificare la proprietà e li consegnai ad una delle segretarie col compito di contattare poi la proprietà.
A primavera inoltrata però ricominciai la pesca ed individuai sull’ Agogna a Caltignaga una splendida vecchia trota fario di sicuro oltre i 3 kg. La insidiai col verme, col pesciolino morto manovrato ma nulla. Decisi cosi di provare colla bilancia; Tecnica efficace ma noiosa che prevede anche ore di attesa collo sguardo puntato sull’acqua ad aspettare che il pesce prescelto passasse sulla rete. Quel giorno era già dall’alba che stavo là; ne avevo i testicoli pieni ma la “regina” era in caccia…vedevo poco distante i movimenti delle sue cacciate in acqua bassa sui vaironi e piccole lasche. Erano oramai le 10 e sentii un vociare femminile fra le fra le piante e le frasche della sponda opposta; senz’altro qualche donzella che cominciava a venire a prendere i primi soli…Tutto ad un tratto un corpo femminile sbucò seminudo e si lancio in acqua fino alle ginocchia ridendo!!!
-“NOOOOOOOOO” fù il mio grido subito ritratto in gola dalla vista di un qualcosa che mai mi ero immaginato che esistesse!!! Alta, bionda, con due gambe perfette ed il viso di un angelo dell’inferno indossa solo le mutandine da bagno ed ostentava un seno da sballo che manco tentò di coprire colle braccia quando si accorse della mia presenza-
“Scusa Pescatore ma non mi ero accorto della tua presenza. Quandomai imparerò ad essere meno sbadata?”.
Impietrito davanti a cotal bellezza non proferii parola e Lei guardandomi con aria maliziosa disse “Quandomai prendesse qualche pesce me lo potrebbe regalare; I miei genitori e il mio fratellone ne vanno pazzi; Quandomai fosse una trota sarebbe apprezzata anche da me…sa io ho dei gusti raffinati in ogni campo…”.
Ripresomi dallo sgomento gli dissi “ Senta signorina Quandomai Lei passi di qua ogni tanto che non si sa mai…Il pesce c’è l’ho anche adesso ma solo per Lei…”. Rise di gusto. “Quandomai l’università mi lasciasse altri giorni da dedicare al relax lo farò…”.
Smontando l’oramai inutile attrezzo da pesca proferei “Signorina Quandomai può anche studiare prendendo il sole se vuole”. Capendo che un po’ la sfottevo per il suo dire sempre quandomai mi rispose “Le ho detto che amo le cose raffinate e sarei distratta ed anche Lei lo sarebbe se non è gay quindi pensi a prendere il pesce prima. Quandomai le capitasse una bella trota però passi pure a prendere un aperitivo al bar della piazza del paese che a quell’ ora mi trova sempre. Ma solo se ha la trota…***Mi saluto, si girò e quasi svenni davanti al suo culetto…Sentii l’altra voce femminile al di là delle frasche che gli diceva “Giovanna sei sempre la solita….devi far impazzire tutti eh…” e Lei di rimando “ Quandomai prendesse veramente la trota magari magari magari poi gli faccio assaggiare la mia di trota…il tipo è di mio gusto e sembra pure sveglio” e grido a squarciagola “Mi chiamo comunque GIOVANNA, hai capito pescatore, GIOVANNA”. Feci la Caltignaga –Cameri in stato comatoso…realizzai subito che mi ero innamorato veramente per la prima volta. Ma “quandomai” era una donna pericolosa..capace di far fare ad un uomo quello che voleva. Presi la canna da Mort Manieè alla Svizzera ed andai a prendere 3 trote di taglia normale sul Sesia a Romagnano. Mica aveva detto che dovevano essere trote dell’ Agogna!!! Alle 18 ero già al bar di Caltignaga e Lei era là attorniata da 3 maschi. Uno lo conoscevo ed all’ingresso mi salutò subito “Olà Gualtiero che buon vento”. Lo chiamai a me e gli dissi “Smamma subito tu e i tuoi 2 compari…”. Memore di una manica di botte che rifilammo a quella compagnia anni fa io e Lupo il tipo saluto Quandomai e si tiro appresso gli altri 2. Uno era un po’ restio ma visto il mio sguardo filò via anche lui.
Giovanna aveva una camicetta sbottonata ove il suo fantastico seno strabordava quasi fuori…Una classica esibizionista!
Gli diedi il cestino di vimini colle trote avvolte in fresche frasche e gli dissi:
”Le trote per te sono qua; la trota per me dove è?” . Ero sempre stato intimidito dalle troppe belle ma Giovanna era più che bella…era un dea e con gli dei bisogna dimostrare coraggio.
“Quandomai fossero anche buone magari la vedrai almeno…assaggiare non sò; Continua a pescare nel solito posto che potrei decidere di ascoltare il tuo consiglio e studiare al sole…la trota mia è sempre al suo posto cmq ”.
Il mio sguardo fini di pare ping pong fra le sue gambe e le tette e si diresse fiero verso i suoi occhi; “Signorina Quandomai io torno a pescare, pianterò anche una tenda sul posto ma non faccia andare a prendere il burro da sua madre in montagna per cucinare le trote….Non sono un tipo dalla troppa pazienza anche per una “marmorata” (trota di pregio rara) come Lei” copiando una frase che disse Lupo qualche anno prima .
Mi saluto con la manina e uno sguardo da vero angelo dell’ inferno e se ne andò col cestino. Anche il cestino si era presa oltre al mio cuore!!! Il cestino di vimini del nonno ammapatè si era preso e io non gli avevo detto nulla””. Ero diventato proprio rincoglionito!!! Cmq piazzai l’indomani una tendina nella postazione di pesca; Non c’è ne sarebbe stata neanche bisogno…Alle 15 Giovanna avanza fiera sulla piccola spiaggietta vicina col cestino di vimini in mano indossando un paio di calzoni corti e una camicetta bianca; Si getto a nuoto nel torrente ed usci dall’acqua come fosse Venere. La camicetta bagnata faceva vedere benissimo il suo seno!!! Una donna intrigante come mai!! “Le trote erano ottime; eccoti il cestino, ti aspetto per l’aperitivo stasera, adesso vado a studiare.”. Si giro per tuffarsi ma gli presi un braccio, la girai e gli infilai la lingua in bocca stringendola a me. Il pene era gia duro e glielo premevo appena sopra il suo boschetto. Un lungo travolgente bacio ci impegno per qualche minuto fino a quando le mie mani scivolarono sul seno. Lo stampo della sua mano destra mi rimase sulla guancia sinistra per qualche minuto…
“Quandomai volessi altro da Lei caro signor pescatore glielo comunicherò durante qualche aperitivo serale al solito bar” mi disse tuffandosi con aria fiera e Maliziosa. Mentre se ne andava urlai “Gualtiero, son Gualtiero”!!!
Furono 2 mesi di aperitivi, poi anche di amari assieme a una sacco di discussioni di ogni tipo. Ci raccontammo le nostre esperienze passate; Non era più vergine da un bel po’; usciva da una lunga esperienza risultata poi negativa con un medico dell’ospedale e quindi capii. Mi disse anche che però solo io l’avevo attratta immediatamente e che era ben contenta di aver scoperto un bel cervello in me anche. Non gli raccontai della storia di Lupo e Tonis. A pensare al mio grande amico mi veniva un groppo in gola. Ci scappava qualche appassionato bacio ed un altro paio di fotografie della sua mano sulla mia guancia. Una sera gli dissi anche “Ohhh Quandomai la prossima volta cambia mano…vorrai mica che resti celebroleso solo da una parte?” Mi rispose : “prendi altre trote piuttosto che il mio fratellone le altre le ha gustate bene e ne vorrebbe ancora …”.
-“Di alla mamma di preparare la padella, il burro e una sedia in più per domani sera; voglio provare anche io la cucina di tua madre. Il vino bianco lo porto io.”
Il suo volto si illuminò, mi bacio sulla fronte e disse “Era quello che aspettavo; Non avevi capito che sono pazza di te anche io?” Fece 2 passi verso l’uscita del bar si girò “La penultima villetta fuori paese sulla strada che và a Sologno; verso le 18 riesci ad averle pescate?
Alle 9 del mattino 5 splendide fario del Terdoppio erano già nel mio frigo!!! Alle 17.30 ero davanti alla villetta; suonai il campanello e venne ad aprire una figura a me non nuova. Era l’incredibile Hulk di quella sera al Bar Borsa di Novara!!! Rimasi sbigottito tanto che l’enorme ragazzo disse “ Va beh che mia sorella è una figa incredibile ma restare cosi’ davanti al fratello…”. Mi ripresi un attimo. Di certo non mi aveva riconosciuto. Arrivo anche Giovanna che mi presentò alla mamma e al babbo. Dopo qualche chiacchera restammo soli mentre la madre spadellava e i 2 maschi finivano dei lavoretti nell’orto. Gli raccontai la storia di Lupo e Tonis che ancora gli era oscura.
“Tonis è mia cugina, la figlia del fratello di mia madre; ogni tanto viene a passare qualche gg da noi. Abitano vicino a Prato ma studia o meglio studiava a Firenze. E’ da qualche anno che è sempre triste, depressa ma non so il perché. Ti faccio parlare dopo cena con mia madre. Ma velocemente che dopo voglio a prendere l’amaro al bar e anche…” Il mio volto si illumino d’immenso e Lei ancora “beh le tue mani e tua bocca sul mio seno…speravi di più?”. MON DIEU se mi faceva friggere come quelle trote in padella!!!
Dopo cena la signora Barbara spedi il marito e il figlio a Novara a prendere il gelato proprio in una gelateria dall’altra parte della città….”Ecco da chi ha preso Giovanna…” pensai.
“Tonis a 15 anni è stata aggredita in giardino da 3 balordi mentre era sola; l’hanno picchiata e stavano cercando di violentarla. Uno di loro aveva il pene già appoggiato sul suo sedere per sodomizzarla quando, per fortuna, tornarono i 2 cani pastori ed azzannando i malviventi li fecero fuggire. Da allora rifiuta qualsiasi contatto con qualsiasi maschio che tenti di corteggiarla. “
Si fermo un attimo, bevve un sorso di grappa e riprese:
”Solo io e i suoi genitori lo sappiamo; Mio fratello non ha voluto dare in pasto alla stampa nulla e fece denuncia ad un suo amico magistrato in tutta segretezza. Neanche mio marito e i miei 2 figli lo sanno…beh adesso Giovanna o come la chiami tu quandomai (e qua gli scappò un sorriso)lo sa!!. Cmq se il tuo amico è riuscita a farla sorridere forse è l’uomo giusto. Tu telefonagli e io vedo se riesco a farla venire qua ed a farli incontrare…Altre trote le puoi procurare?”
Gli risposi “Suocera… Ops signora mi dica quandomai le vuole… Ops quando le vuole e le trote saranno belle che nel cestino. Quandomai ha trovato miglior pescivendolo e pure gratis in vita sua?”
Giovanna mi guardo seria: “quandomai ti ho detto che ti sposo? E poi smettila di prendermi in giro con stà storia”. Si accorse di aver detto ancora una volta la magica parola e scoppiamo tutti a ridere.
La cosa si organizzò in qualche giorno non senza fatica. Io Non dissi nulla a Lupo che fino a poche ore prima ed anche la zia fece lo stesso con Tonis. Nel giardino attistante la villa i 2 si videro e si gettarono fra le braccia e scoppiarono a piangere; Piangevano loro, la zia, Giovanna e pure anche Hulk che nel frattempo era stato erudito assieme al padre dei fatti. Quel giardino per qualche giorno non dovete essere innaffiato!!! Furono 15 gg spensierati quelli di fine settembre. Tutti e 4 assieme passavamo le belle giornate sulle rive di qualche acqua a ridere, scherzare, pescare ed anche a pomiciare . Tonis lasciava mezzo suo corpo in balia di Lupo ma quando la mano del mio amico scendeva verso le mutandine si irrigidiva e si toglieva spaventata. Cmq era già qualcosa. Giovanna ebbe orgasmi multipli con la mia mano e io con la sua. Un pomeriggio i 2 decisero per una gita sul lago d’Orta. Siccome era quasi la chiusura della trota che avrebbe iniziato il periodo degli amori proposi a Giovanna una pescata-pomiciata sul luogo del nostro incontro allo scopo di insidiare per l’ultima volta quell’ anno la “vecchia” trota che avrebbe dovuto essere ancora in quel posto. Pomiciammo un po’ nel boschetto adiacente ma non troppo. Lei cmq si bagno le mutandine. Io era stranamente teso e non riuscii a farmi venire. Decidemmo quindi di passare alla pesca. Arrivando più vicino all’acqua vidi le sue cacciate in acqua bassa!!
Pensai “E’ mia!”; innescai un bel verme e tenendomi lontano dalla riva lo feci posare nel luogo delle cacciate . Una tremenda botta fece flettere il cimino. Aveva abboccato!!! Era Lei di sicuro!! La lasciai sfogare tenendo ben in tiro la lenza; qualche salto fuori d’acqua tipico della specie fece fare gridolini di meraviglia a Giovanna che mai aveva assistito a scene di quel tipo. Finalmente dopo 15 minuti sfinita si lascio trasportare fino in acqua bassa dove il mio guadino la accolse. Era una stupenda fario dai puntini rossi di oltre 3 kg ; quasi certamente una femmina. Giovanna mi diede una bacino “quandomai c’è ne fosse bisogno la cena per un po’ è assicurata”. Gli risposi “ Inizia per lei la stagione degli amori, facciamogliene fare un’altra almeno..”. Riposi il guadino in acqua, lo girai sottosopra, e la trota filo via verso la sua tana.
“ Un simil atto d’amore ne merita un altro” mi disse Giovanna. Mi spoglio completamente e mi fece distendere. “Chiudi gli occhi amore mio adesso. La tua quandomai ti farà un regalino…”. Idealizza i una bella pompa finalmente ma furono le labbra della sua ciccina ad avvolgere il mio pene. Apri gli occhi e lei era su di me e tenendosi per le braccia si muoveva ritmicamente sul mio corpo. Era bella come venere ed anche di più. Vidi i segnali del suo orgasmo ma non riuscii o non volli togliermi e le inondai le viscere di sperma. Mi bacio la fronte e disse “Ti amo immensamente e quandomai fosse che sono rimasta incinta ci sposiamo subito; adesso fumati una delle tue belle sigarette che poi riprendiamo. Non vorrai che la prima volta ne facciamo solo una?”””
Ne avevo solo una di sigaretta e decisi di utilizzarla nel probabile intervallo fra la seconda e la terza……
Il buio stava calando e andai a prendere la pila in auto. Al ritorno la scopai nella posizione classica e ancora una volta gli venni dentro….questa volta scientificamente direi. La sigaretta fù consumata come appena dopo la terza scopata. La quarta venne da sé anche se io proprio non riuscii a finirla….
Fini’ l’estate
I 2 andarono a convivere vicino a Firenze e presero pura una psichiatra ma Tonis era sempre molto reminiscenze. Si lasciava leccare anche la “ciccina”, si bagnava tutta , ma quando Lupox propendeva verso di essa il suo affare si ritraeva e non diciamo cosa faceva anche se solo le sue mani un po’ di più si avvicinavano all’ano…Andavamo a trovarli ed eravamo talmente in confidenza che non si faceva pudor a girar nudaper casa con me li’. Un giorno dissi a Giovanna: “ Fossi io Lupox la violenterei…magari diventa un contro schoc”. Era un po’ che avevo un similar stampo della mano sulla mia guancia!!!!
Passò un anno: Io e Giovanna ci lasciammo. Ci amavamo da morire ma litigavamo sempre. Avevamo 2 caratteri ribelli ed ancor troppo selvatici. L’ultima volta gli gridai “ TI MANGERO’ IL CERVELLO prima o poiiiiiiii”. La tensione a casa Lupox/Tonis saliva ed anche loro litigavano. Quandomai si rimise col dottore. HULK accompagnato dai suoi mi pregarono di salvarla da quelle grinfie .
Passò un altro anno di stavi ed avvenimenti vari di seconda importanza. Lupox dietro consiglio della 40esima “strizzacervelli” (mai un uomo volle Tonis come psichiatra) la sposò. Non potevamo mancare io e Giovanna.!Ero parecchio nervoso; era mesi che non la vedevo e cominciavo a dimenticarla…ma non per più di una ora. Giunsi a Prato per via del traffico solo al pranzo già iniziato. Salutai gli sposi e vidi HULK, seduto vicino al dottore, Giovanna come una dea al suo fianco e una sedia libera al di là. Il giovanotto che conviveva con una tipa in carne che io gli presentai mi adorava. MI si avvicinò e mi disse in un orecchio “La sedia vicino a Lei è per te! Salvaci !!! Credo vogliano sposarsi.” Mi sedetti , salutai tutti. Giovanna mi rivolse un sorriso a 34 denti e il dottore un “piacere di conoscerla; Giovanna mi ha molto parlato di Lei sa. Purtroppo per Lei Ragioner Gualtiero ha scelto me” con un sorrisino ironico. QUESTO ERA TROPPO!!! Andai in bagno e mi lavai un po’ per togliermi il sudore del viaggio ma soprattutto per chiarirmi le idee. Tornai al tavolo e mi sedetti; Mentre il dottore illuminava del suo sapere i conviviali una posata di quandomai cadde. Tre decimi di secondo e avevo la testa infilata fra le sue cosce allargate. Non ci stetti molto e andai nell’ampio giardino del ristorante dietro una alta siepe; dopo qualche minuto anche Giovanna era li’. Senza proferir parola si alzò la gonna e si girò.
Gli dissi “L’ultima preferisco non farla. Starei male tutta la vita!!””
Torno in sala e io dietro di Lei. Sali su un tavolo fra i commensali stupiti. Era un po’ pazza anche Lei!
“Signori devo annunciare anche il mio matrimonio!!”” Il sorriso del dottore si illumino d’immenso “ Io e Gualtiero il tempo di fare le carte e ci sposiamo!”:
Fù il putiferio!! Il dottore fece per scattare ma HULK lo fece volare…Un paio di parenti del dottore fecero per intervenire ma il nostro direttor della sede fiorentina, tal Sparty , con 2 belle bottigliate in crapa li fermo. Una rissa ad un matrimonio…che goduria!!!!!. Pagai di tasca mia i danni al ristoratore pure. Poi Giovanna fiera mi rivolse ancora la parola “Quandomai ne indovini una? Ah l’ultima doveva essere? Fino al matrimonio l’ultima sarà…..ma fai le carte in fretta!!!”.
Passò un anno ancor , quasi due ma le cose fra Gianni non funzionavano e cosi’ si separarono. Lui parti per il centro america dove viveva allo sbando come un poveraccio. Pure armato girava con una piccolo revolver tascabile. Ogni tanto telefonava ai genitori e a me. Tonis era sparita!!! La rivedemmo un paio d’anni dopo. Voleva assolutamente parlare con Gianni ma Noi gli spiegammo che non sapevamo dove era e nessun recapito manco telefonico ci aveva lasciato. Al successiva telefonata Lupox al nome di Tonis interruppe la conversazione. La pover donna si ripresento e sapendo in lacrime se ne andò.
Lupox dopo qualche tempo aveva la voce più serena. Viveva con una povera tribù cilena e una donna gli alienava il dolore.
Ed accadde il fattaccio….10 ANNI DOPO!!!!
Lupox cuore d’oro volle vendere tutti i beni fiorentini per regalarli alla tribù. Sparty si occupò delle trattative e dopo qualche mese rividi il mio amico. Smagrito quasi smunto, un barbone a lui inconsueto, era però di cipiglio fiero. Sapeva di dover tornare a Firenze per le firme del contratto ed era abbastanza teso. Il gran direttore e puttaniere Sparty per lenire la tensione ci propose di andar la prima sera in una villa di puttane dove ogni tanto si presentava una donna misteriosa e bellissima che col volto coperto sempre si dava in pasto al miglior offerente a prezzo base d’asta stratosferico. PUTTANA si’ ma di classe la donna. Solo il culo non dava. A Lupox la cosa parve non interessare molto e ci accompagno solo per non restare in stanza da solo. Alle 23 l’atmosfera alla villa era alle stelle. Tutti i maschi erano eccitati e pure le puttane non eran da meno. La “signora in nero” era sempre un evento. Il cachet arriva a parecchi milioni che pare la donna desse in beneficenza.
La misteriosa donna lascio cadere la tunica nera e immediamente sbiancai in volto e quasi senza ragionare mi girai verso Lupox e gli mollai un tremendo cazzotto sul volto intuendo cosa stava facendo; Cadde svenuto ma non ero riuscito ad impedirgli di esplodere un colpo del revolver che teneva sempre nel taschino della giacca. Guardai verso Giuli, perché di Giuli si trattava!!!!!!!!!! Lo avevo capito subito dal piccolo neo sulla coscia oltre al fatto che il suo corpo ben lo conoscevo, ed essa era distesa per terra con un rivolo di sangue che gli scendeva dal fianco sinistro. Accorsi verso di Lei e vidi che era solo ferita di striscio. Probabilmente ero comunque riuscito a deviargli la mano a Gianni visto che la sua mira era quasi perfetta e da quella distanza l’avrebbe presa in pieno di sicuro. Nel frattempo era successo il fuggi fuggi generale e solo Sparty era rimasto e stava soccorrendo Luigi. Gli intimai di legargli le mani, imbavagliarlo e portarlo in una altra stanza. Sparty intuendo qualcosa di grave ubbidi’ senza fiatare. Svegliai Giuli e mentre gli lavavo e medicavo in qualche modo la ferita e l’aiutavo a rivestirsi mi racconto della storia piangendo come una fontana. Io aprii la porta in modo che Lupox legato ed imbavagliato sentisse. Avrei valutato dopo cosa fare.
Laureatasi aveva fatto pratica in uno studio con una anziano avvocato e il figlio. Ad un fine festa approfittando del fatto che era mezza ubriaca il figlio gli strappo i vestiti e alla pecorina la violentò mentre il padre in bocca glielo infilava. Lei dopo urla di terrore provò un immenso piacere. IL SUO DESTINO SI ERA COMPIUTO!!! Io glielo avevo detto a “quando” ed una sberla mi ero preso…. Finita la triste o forse benefica serata riflettè a lungo sulla cosa. Decise di riprovare con uno sconosciuto e cosi seppe anche Lei che il c…. sapeva apprezzare. Venne da me ma non oso dirmi tutto. Lavorava, lavorava ma ogni tanto i brividi del piacere doveva cercare sempre pensando che LUpox fosse l’amante di turno e cosi’ con l’aiuto di una amica organizzava ogni tanto la messa in scena. Piansi, quella volta piansi anche io mentre dissi a Sparty di liberare Gianni.
Lupox si avvicinò a Tonis e la guardo intensamente. Il silenzio regno per qualche minuto. Presi Tonis da parte e gli sussurai una cosa nell’ orecchio. Ella sbianco!!! Poi andò da Lupox e disse “ qualcosa per te è rimasta se ancora mi vuoi?”.
Io accompagnato da Sparty andammo nell’altra stanza. Un urlo disumano giunse…Sparty fece per precipitarsi ma lo trattenni e gli dissi “L’ano gli ha riservato!!”. Le grida diventarono mugolii di piacere e poco dopo Lupox e Tonis entrarono e a momenti mi ammazzavano dalla felicità per la soluzione trovata.
Lasciammo Sparty per i lidi novaresi. Gli lasciammo pure la direzione di tutti gli averi. Noi 4 adesso potevamo solo godere!
IL FINALE
Viviamo felici e contenti. Le donne rimasero incinte in breve tempo. Dopo un po’ lo scambio di coppia divenne naturale . Adesso stiam pensando io e Lupox di farci qualche amante….Le due donne stan per diventar nonne e ai poveri mariti non ci pensano più.
Eh si’ perché Amos il figliol loro a 17 anni ben ha pensato di metter incinta Maya la nostra figliola…
Quante mazzate in capo gli ho dato!! A chi? A Lupox ovviamente!!!
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18 years ago
admin, 75
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Aaron
Mi chiamo Elena ho 28 anni, sono ragioniera in una ditta ed ho grandi soddisfazioni professionali essendo entrata come primo lavoro ed essendo oggi responsabile di tutta la parte amministrativa.
Grazie al mio capo, alla mia testardaggine, a due master fatti in estate a Londra.
Sono quindi indipendente, vivo da sola pratico molto sport nuoto tennis palla a volo.
Sono 168 peso 58 kg capelli castani occhi azzurri ho la quinta di seno.
Ho avuto qualche relazione in passato durata sei mesi, ma oggi preferisco avventure o week end, storie senza coinvolgimenti sentimentali, per me è molto importante fare sesso con un uomo molto muscoloso.
In genere cerco fuori dell’ambiente in quanto non voglio maschi appiccicosi e che “per caso” m’incontrano al solito ristorante o pizzeria.
Ho molti amici, amiche con cui ho solo un rapporto amichevole sportivo ma non sessuale.
Ultimamente chatto per cercare qualcuno d’interessante, ma fin’ora non mi è capitato nessuno: sono tutti come tu li vuoi solo nelle foto poi quando fai un incontro realizzi che sono totalmente diversi. Il mondo maschile della Chat da molta importanza alla dimensione del cazzo e poco al fisico.
Ho conosciuto Aaron in aereo, eravamo seduti accanto e vi confesso che ero stupita da quest’uomo alto, enorme e nero,con un viso piacevole ed un look distinto.
Mi ha colpita con la sua gentilezza mai invasiva, ed uno spirito tipicamente anglosassone ma mediterraneo. Il volo di rientro dall’america ci ha dato modo di conoscerci e scherzare, lui è un caraibico studi in America funzionario di una multinazionale e viene in Italia per lavoro.
Mentre aspettiamo i bagagli a Malpensa, mi chiede se ceniamo insieme a Milano, non
ho voglia di andare fino a Milano, ed Aaron mi piace quindi gli dico”andiamo a colazione qui nei dintorni ” lui accetta con entusiasmo.
Sono le 11,30 di sabato, quando ritiriamo bagagli e macchina, ci avviamo verso il Ticino, c’è un posto tranquillo dove si mangia bene.
Durante la colazione continuiamo a parlare del mondo, del clima, di sport.
Insiste per pagare lui il conto.
Apro la macchina ed appena entriamo mi abbraccia mi bacia, io rispondo convinta e con entusiasmo, è la prima volta che bacio un uomo di colore labbra grandi e morbide, abbracciandolo mi rendo conto che Aaron è un fascio di muscoli e mi eccita molto.
Decidiamo di andare da me, appena a casa dentro mi bacia e comincia a spogliarmi, io spoglio lui.
Nudi, mi rendo conto che Aaron, non ha un grammo di grasso è un fascio di muscoli, i pettorali sporgono enormi da spalle larghe e fasciatissime, gli addominali formano una tartaruga perfetta,le gambe muscolosissime ed un cazzo grosso, enorme.
Lui comincia a leccarmi tutta dai capezzoli, le tette, l’ombelico, mi prende per le ascelle mi alza mi mette a cavalcioni sulle sue spalle ed affoga la sua bocca nella mia figa mi bacia e lecca intensamente, sono fradicia ed eccitatissima mi riprende per le ascelle ed abbassandomi mi trovo la sua grossa cappella puntata sulle mie labbra sgocciolanti di saliva e umori.
Mi sento slargare le labbra, mi penetra deciso e forte, lo sento duro dentro la mia figa.
Le sue braccia imponenti mi sollevano e mi abbassano su quell’enorme cazzo. Comincio a sentirlo fortissimo, mi succhia i capezzoli , mi mangia le tette….vengo forte sul suo cazzo che s’indurisce di più.
Mi porta in camera da letto sempre dentro di me come fossi un giocattolo, ha un fisico da bodybuilder ed è fortissimo, ci sdraiamo mi è completamente dentro, sento le sue mani dappertutto, sento tra le mani muscoli esagerati forti duri mi scopa fortissimo…godo ancora.
Mi sta pompando fortissimo ogni colpo fino in fondo, vado in estasi sto venendo a ripetizione come una fontana.
Mentre mi pompa gli succhio i capezzoli lecco i pettorali stringo le sue natiche contro la mia figa lo voglio tutto dentro. Si alza a squadra mi attacco con le gambe ai suoi fianchi le braccia al collo e lo scopo dentro la figa, determino il ritmo, lo sento enorme e duro si abbassa mi appoggia al letto e mi pompa furiosamente lo sento durissimo e grosso mentre continuo a venire lo sento inondarmi la figa, riempirmi con getti caldi e forti, mi rigira mi ritrovo sopra di lui mentre continua a venire e rimane durissimo continua a pomparmi forte.
La mia figa cola sperma ed umori ma lui continua pomparmi duro, usa il cazzo delicatamente tiene tra le mia grandi labbra la grossa cappella, mi struscia il clitoride con il filetto poi tutto dentro fino alle palle……è fantastico continuo a venire.
Lo sfila e me lo ritrovo in mezzo alle mie tette la cappella mi sfiora la bocca la lecco e la succhio forte.
E’ un cazzo pieno di vene con una cappella grossa rosata infilo la lingua nel suo buchino
Gli piace scoparmi tra le tette con un pompino ….viene nella mia bocca , ingoio la sua sbora e mi ritrovo la sua lingua in bocca a baciarmi leccarmi succhiarmi..
Mi lecca tuttala figa il culo le tette mi succhia i capezzoli e li strizza gentilmente tra i denti, mi lecca il collo mi succhia le orecchie sento che il suo cazzo di nuovo duro, lo struscio sul clitoride, mi piace tantissimo sentire il suo filetto contrastare il mio clitoride, Aaron fa strusciare tutto il suo cazzo contro il mio clitoride dal filetto fino in fondo, vedo il suo cazzo duro arrivare fino al mio ombelico.
E’ veramente enorme, lo voglio subito tutto dentro mi penetra forte deciso fino in fondo godo appena mi tocca la radice. Sento le sue palle battere contro, lui mi rovescia sopra e mi scopa forte ma delicatamente, resta avvinghiato alla mia bocca, mi stringe le tette con delicatezza,è tutto dentro restiamo fermi lui dentro di me , la mia figa lo succhia avida.
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18 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
... la direzione ...
E’.
Immaginalo.
Lui e’.
Concentrati e immaginalo, per ora, solo per quello che e’.
Un polpastrello; appartiene ad un dito indice. Indica una direzione nei cartelli e nelle convenzioni. Ma riceve e provoca sensazioni tattili.
Ora immaginalo. Piu’ concentrata. Di piu’. Socchiudi gli occhi.
Ti si sta avvicinando; ma non riesci piu’ a metterlo a fuoco tanto e vicino al tuo occhio destro, tanto che istintivamente lo chiudi. Lui ti carezza la palpebra, poi la guancia, con un leggero movimento a spirale. Arriva alle tue labbra, gioca, indugia, poi gioca con la tua lingua, poi basta.
Fugge rapido giu’, fra i tuoi seni. La camicia cede, i tuoi capezzoli cedono al fascino di un gioco misterioso sotto e fra i tuoi seni, l’ombelico, il pancino, il collo, gli incavi delle tue braccia e delle tue spalle, quindi interessante perche’ probabilmente diverso dal conosciuto.
Non piu’.
Ora e’ passato alla tua nuca, alle tue orecchie.
A lungo, a lungo … ehi, purtroppo si e’ spostato. Sta tracciando lentamente ma decisamente una superlativa retta lungo la tua schiena, sembra abbia una direzione in mente (forse ha anche una mente).
E’ arrivato dove voleva. Sembra ci siano molte cose da apprezzare nei dintorni. Ma pur indagando a fondo per lunghissimi minuti, senza pace e sosta, ritmicamente, mostra nuovi interessi. Il tuo reggicalze e’ di pizzo cosi’ elaborato e fine da sembrare un gioiello. Altri gioielli ai quali e’ interessato sono le tue calze di seta. Bordi e superfici vengono saggiati con curiosita’ mista ad una evidente conoscenza, anche se lui e’ caldamente percettibile. E presente, anzi multipresente (e’ strana come sensazione). Ora sale e tu sei sdraiata sul letto ormai da parecchio tempo. Ti aspetti, anzi ti auspichi che avvenga qualcosa … Lui indugia con le tue cosce, le tue anche, i tuoi fianchi, torna a giocare con le tue labbra, il tuo collo, la tua lingua e …
Questa volta succede qualcosa di irreparabile, mai accaduto oggi con tanta gravita’: cade dentro le tue piccole labbra, ma non da solo. E’ accompagnato da altri 3 polpastrelli, che allargano la tua intimita’ ed approfittano anche di altre disponibili, vicine proprieta’ prive’ … continuamente freme, allarga, carezza, penetra, sfiora, suggerisce, accenna, forza e poi … vorresti sapere a chi appartiene il polpastrello?
A qualcuno che conosci. Bene a fondo.
All’individuo con il passamontagna che e’ entrato nella tua stanza quella notte in cui lo hai desiderato, quando hai lasciato volutamente la porta aperta … e che successivamente, per caso ha ascoltato le tue impressioni da cronista di quella speciale esperienza.
Ha mani decise, curate, regolari quindi belle in un uomo.
Ed anche una voce già sentita.
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18 years ago
claudio3rz,
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L’appuntamento di carla.
Un banale parcheggio e’ il luogo stabilito, l’ora va bene per pranzare. Lei sale sull’auto di Marco, che e’ uguale a tante, cioe’ invisibile nella moltitudine. Lei ha un tailleur piu’ provocante, questa volta. La gonna corta non consente reggicalze, pensa lui.
Scelgono un posto frequentato da gente che lavora in ufficio, anche se ha l’aspetto di una trattoria di campagna. Si raccontano cose di scarsa importanza, solo per ascoltare il tono di voce dell’altro. Qualsiasi argomento avrebbe scarsa importanza in quel frangente. Non sanno dire cose banali, in realta’ non sono concentrati sulla comunicazione verbale, perche’ sanno che cosa e’ importante fra loro.
Non sazi ma di ottimo umore, decidono che e’ meglio andare.
Carla e’ un po’tesa, lui potrebbe essere un pazzo, una persona pericolosa. Ma e’ troppo curiosa di sapere che cosa sta per succedere.
Infatti c’e’ un motel di ottimo livello nelle vicinanze. Lei lo conosce, ma fa finta di esserne sorpresa e un po’ a disagio. Una volta in camera continuano a parlare di argomenti insensati, seduti sul letto sino a quando gli sguardi non si incontrano veramente.
E’ a quel punto che avviene qualcosa. Le labbra si incontrano, anzi si incollano. Si spogliano reciprocamente con strani rallentamenti seguiti da accelerazioni. Ci impiegano piu’ del previsto a ritrovarsi seminudi, perche’ lui e’ evidentemente compiaciuto delle autoreggenti lunghe, una sorpresa nonostante la minigonna (questa volta e’ un’attenzione di Marco perche’ il segno sospetto della presenza di calze lo aveva notato mentre pagava il conto poco prima).
Carla pensa che qualcosa di strano stia per accadere, ma nello stesso tempo non si fa eccessive illusioni, si e’ trovata altre volte in simili situazioni. Solo che Marco ha qualcosa di diverso; non riesce a mettere a fuoco “quale”, quindi una certa tensione esiste.
Ed e’ a quel punto che Marco comincia a parlarle, anzi ad annunciare probabili azioni; ma sussurrando dentro le orecchie, circondandola di carezze ed abbracci forti. Lasciandola e guardandola da diverse angolazioni, per poi ricominciare a dirle delle frasi, anche incomprensibili, sempre dentro le orecchie, come se non parlasse con lei ma a qualcosa che e’ dentro di lei.
Lei e’ seduta, indossa ancora perizoma e reggiseno, calze e scarpe. Lui le chiede di abbracciare il cuscino, faccia in giu’, perche’ deve massaggiarla. E’ a quel punto che simula di avere a disposizione olio di mandorle ed una sua segreta miscela di olii essenziali, usando saliva e carezze in sostituzione. E’ l’introduzione al loro prossimo incontro, le dice.
La schiena, il collo, le radici dei capelli, molti angoli impensabili, le palme delle mani, le dita dei piedi, l’interno delle cosce e delle grandi labbra cominciano a fare conoscenza con Marco. Il perizoma e’ stato strappato in una frazione di secondo, fatto inavvertibile. Il reggiseno e’ sparito tempo prima, in un vago ricordo. Non insieme alle scarpe, che lei ha mantenuto per vezzo. Mentre si sta rilassando, a tradimento riceve con un colpo deciso il membro del maschio. Dopo un breve ambientamento, il rito che sembrava avere tempi rispettosi e programmati riceve un’accelerazione crescente. Carla si ritrova sopra di lui, ora; conduce il gioco con i colpi del suo bacino, mentre lui l’aiuta a mantenere un ritmo incalzante, a tratti parossistico. I capezzoli e i seni vengono carezzati con foga, con violenza perche’ i capezzoli si induriscono inizialmente per un po’ di dolore e anche troppo coinvolgimento. Mentre il buchino “dietro” di lei viene approcciato da un dito curioso; lei mostra una complice indifferenza all’intima provocazione, foriera di evoluzioni tematiche. Ora le bocche si cercano nuovamente, avide di passione sensuale. Lui continua a sussurrare frasi incomprensibili. Ma facendo piu’ attenzione Carla scopre che lui fantastica un dominio schiavizzante su di lei, le dice cose “porche” secondo i piu’, assolutamente complimenti e coccole scaturite da una passionalita’ realmente in atto secondo Marco.
Carla decide di accettare quello strano lessico perche’ ne comprende la natura esclusiva, privata, ose’. Anzi l’aiuta a godersi le penetrazioni e la festa di liquidi che si sente fluire fuori, fra le cosce.
Ora lei sente la voglia di venire, e prima di riuscire ad organizzarsi in un ragionamento di inibizione, scoppia in un orgasmo violento, liberatorio. A quel punto Carla capisce che sta accadendo qualcosa in Marco: lui le chiede fermezza, intensita’, concentrazione. E di restare immobile, con il membro fra le cosce. Specialmente fra qualche minuto, quando riprendera’ a muoversi dentro di lei. Lei dovra’ sopportare la tortura nei primi minuti, perche’ il movimento sessuale presto le procurera’ una nuova eccitazione, piu’ intensa, inconsapevole, interiore.
Carla comincia finalmente a capire che ha incontrato un raro maschio tantrico, seriamente orientato alla ricerca del piacere e del miglioramento continuo del loro rapporto. Un ricercatore purissimo di energia vitale e di felicita’ nel rapporto tra uomo e donna. Cioe’ di Amore.
La piacevole tortura continua per ore. Bevono e si nutrono di cio’ che trovano nel frigobar. La notte e’ ormai fonda, ma non riescono a staccarsi se non per brevi momenti di sfinimento, nei quali si conoscono meglio, parlano di aspirazioni, delusioni, successi. E ridono del mondo, perche’ finalmente vivono un momento in cui e’ possibile farlo. Ovviamente entrambi erano ufficialmente fuori casa quella notte. Il mattino li trovera’ avvinghiati e con meno di 1 ora di sonno in corpo. Ma molti lividi invisibili, per l’intensita’ delle penetrazioni e dei baci hardcore.
Marco l’ha accompagnata alla sua auto, coperta di umidita’ della notte. La colazione insieme li ha fatti sentire coppia. Ma anche amanti segreti. Bellissimo. Eccitante.
“Chiamami quando vuoi, tesoro!” esclama uno dei due per soddisfazione e voglia di complicità.
Si, perche’ sta arrivando la voglia di rivedersi, di ri-collegarsi intimamente, già mentre si stanno salutando.
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18 years ago
claudio3rz,
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Il sogno di carla
Carla vive a Milano, lavora a Milano, sogna a Milano.
Sogna specialmente quando non dorme. La sua eccessiva sensibilita’ – deve essere per forza vero perche’ tutti le dicono la stessa cosa, specie chi dice di volerle bene, maggiormente chi le dice Ti Amo – le ha causato con evidenza dei danni. Non ha impacchettato nel senso convenzionale la sua vita. Ossia marito, figli, suoceri, vacanze organizzate, “convenscion” fra coppie sposate a causa di figli con ogni sorta di ricorrenze da festeggiare non appartengono al panorama di Carla.
Colpa sua, e’ chiaro. Con tutte le storie che ha avuto. Con tutte le cicatrici che ha creato e si porta dentro. Poverina, peccato, non ha ancora trovato forse quello giusto, anche se ultimamente la storia con Giorgio sembra durare. Si sara’ stancata finalmente di fare la matta?
“Ma Carla - lo dicono e se lo dicono tutti quelli che l’hanno conosciuta intimamente – quella si che era l’amante piu’ speciale, intensa, straordinaria che abbia mai avuto. Solo che era pazza, aveva reazioni strane, si rabbuiava o piangeva per niente. Si litigava per delle sciocchezze, e pensare le ho fatto un sacco di regali, la portavo in posti importanti, sai una grande fica attratta forse anche dal mio stile di vita, fra l’altro siamo stati spesso dove c’erano anche i Vip … no, non poteva funzionare. Ho ricordi speciali di lei, anzi mi piacerebbe sapere cosa fa adesso. Ma e’ stato meglio cosi’, anche se sul momento e’ stato terribile. Non sapevo piu’ come dirlo a me stesso e ad agli amici che mi ha lasciato cosi’, senza un motivo chiaro, di punto in bianco. Forse non sa neanche lei cio’ che vuole. Anzi e’ sicuramente cosi’. Infatti ormai credo stia per compiere 40 anni; ma non ricordo la data, beh era del Sagittario, quindi … no, non ricordo proprio.”
Carla desidera, non sogna. Solo che lo fa a livelli incomprensibilmente alti per la media mondiale convenzionalmente censita dall’inizio della vita sociale in ambiente scuola, lavoro, amicizie varie, circolo sportivo, quotidiani, web, etc.
Che cazzo desidera, tanto che nessuno riesce a capire cio’ che vuole, visti i risultati accumulati nei suoi primi 40 anni?
Carla desidera cio’ che ha sentito dire esistere dai genitori, dai ragazzi che la toccavano, dai media, anche dai Baci Perugina, la piu’ planetariamente nominata delle parole: AMORE.
Il problema e’ che Carla e’ una ragazza sveglia, che ha avuto problemi, anche economici e quindi un po’ per conquistare indipendenza reale (= sicurezza) un po’ perche’ come tutti e’ obbligata, lavora in una grande compagnia nel settore informatico. Ormai, in 9 anni ha fatto una certa carriera, tanto che le succede di avere rapporti di lavoro con alcuni Grandi Clienti, come Responsabile di supporto post-vendita. Orari allucinanti, spesso per problemi da risolvere con colleghi di oltreoceano per fortuna non le lasciano troppo tempo per pensare.
Ma quando lo fa – perche’ le piace soffrire per rinforzarsi, dice lei – scopre di soffermarsi sempre di piu’ sulle vere ragioni del perdurare di infinite situazioni di insoddisfazione.
Carla vuole vivere l’Amore nel senso piu’ intimo e completo di cui e’ capace. Solo che gli stereotipi diffusi, specie quelli occidentali, rifuggono e demonizzano il mettere in aperta discussione ricerche interiori che considerino la sfera sessuale come Punto di Partenza e non di arrivo per darsi energia e felicita’ (bagliori di luce, ovviamente, variazioni; la luce fissa non esiste in questo campo, gli occhi si abituerebbero e non vedrebbero piu’ le variazioni, che sono l’Energia reale).
Secondo lei l’Amore parte dal DNA, poi da sensazioni chimiche sconosciute, poi ci si inventa ragioni razionali ed emotive, poi ci si accorge che i linguaggi parlati non funzionano piu’ perche’ qualcuno non ha interesse a Comunicare con l’altro e la Storia finisce. Ma Carla, tutte le volte che ha provato ad affrontare questi temi ha avuto sguardi increduli o piu’ spesso inespressivi.
Per fortuna la rassegnazione non e’ un termine a lei conosciuto. Secondo gli altri per sfortuna.
Giorgio, il suo partner, e’ un riferimento. Inamovibile ma gioviale, buono ed allegro, generoso e compatibile con ogni sua sfuriata, con un bel fisico per la sua eta’. Ma quel che piu’ conta un porto sicuro, una stabilita’ granitica negli orientamenti generali e nel suo modo di concepire la vita.
Quel che piu’ conta? Carla vorrebbe … un sacco di situazioni “strane” … ma Giorgio lavora su altre frequenze, piu’ basse, piu’ lente. Il suo difetto principale e’ una differente velocita’ di pensiero e di azione. E poi e’ molto buono. Ecco cio’ che non va. Pero’ gli altri … le piace provocare gli uomini per gioco, ma crudelmente perche’ e’ troppo facile metterli in difficolta’, farli entrare in contraddizione appena aprono bocca. Ed anche se decide (ormai rarissimamente, troppe delusioni) di andare oltre, le situazioni scontate non si menzionano piu’. Banalita’, superficialita’, sesso rapido riciclabile da gettare nel contenitore rosso che tanto il camion “degli operatori ecologici” lo ritira domattina. Sei venuta? Sono venuto. Bene, la nostra storia funziona da Dio. Ti amo, mi ami, e’ chiaro.
Stronzate, Carla ne ha la nausea, ma la forza interiore per cercare Amore e’ indomabile quanto il suo attaccamento alla vita, anzi meglio: e’ l’essenza della sua vitalita’ a prevalere. Cosi’ va avanti, con un po’ di malinconia e qualche risata, il superimpegno lavorativo, sociale, ma anche interiore.
Vuole il Riscatto della sua vita, vuole almeno dire a se stessa che ci ha provato, se non dovesse riuscirci. La vita e’ breve, e puo’ esserlo piu’ di quanto convenzionalmente lo si creda.
Capire che Esiste cio’ che si desidera e’ una grande cosa, forse piu’ importante del possesso di cio’ che si desidera.
Di queste cose e’ convinta Carla. Per queste cose soffre ed ha sofferto.
Ma la vita, quella lavorativa, oggi le riserva una delle cose piu’ sgradevoli: ultimo tentativo per recuperare un cliente con un potenziale molto interessante perche’ in costante crescita, specie di recente. Le ultime tre forniture di volume per quei computer di fascia SOHO hanno dato problemi di affidabilita’ enormi: difettosita’ nei dischi, compatibilita’ software, modem integrati troppo delicati, con guasti manifestati dopo poche ore di funzionamento. Il cliente ha chiesto un appuntamento “chiarificatore e per comunicare importanti decisioni”.
Non era mai stata nella sede della Xxxxxx Sistemi SpA. A dispetto del notevole fatturato e’ di piccole dimensioni, un edificio moderno ma sobrio, difficolta’ di parcheggio, caldo. I collant probabilmente nel pomeriggio dimostreranno i loro limiti, ma ad un appuntamento dato a mezzogiorno con questo ordine del giorno Carla non poteva andare con aria informale. Tailleur quello serio, gonna piu’ lunga del solito e trucco operativo, leggero. Nulla di straordinario e fuorviante (indicherebbe scarsa concretezza a fronte di problemi reali), bensi’ massima concentrazione su di una partita forse gia’ persa.
Non c’e’ l’Ing. Mazzucotelli come stabilito a riceverla, Amministratore e fondatore della Societa’, bensi’ il Dr.Marco Bezzi, strettissimo collaboratore in qualità di Direttore Commerciale ed autore delle ultime performance di crescita.
Appena Carla comincia ad affrontare la situazione, si rende conto che i suoi punti di riferimento interiore hanno ricevuto un attacco da forze impari. Questo Dr. Marco la guarda negli occhi ma, anziche’ aggredirla come era scontato (situazione alla quale era pronta), comincia ad esplorare le cause possibili di tale scadente performance in un’azienda tanto importante quanto la multinazionale di Carla. Pur gia’ conoscendo di fama l’interlocutore come uomo di ghiaccio, protagonista di una recente ristrutturazione costata parecchi posti di lavoro (ha buttato fuori anche la sua amica Francesca, poverina!), Carla si aspetta qualche trucco, qualche frase dura. Niente, Marco parla con cordiale calma di problemi gravi, ma ricercando elementi positivi e costruttivi.
Carla ascolta ma non sente … annuisce mentre affiora il Sogno quando meno doveva accadere … comincia a fantasticare perche’ quegli occhi le stanno parlando di altri argomenti. Il cattivo ragazzo Marco (deve esserlo davvero) la penetra subdolamente, chiedendole di parlarle di segreti inviolabili anche da se stessa. Lei si stacca da quello sguardo avvinghiante, lo sente troppo pericoloso, le fa paura.
Ora tocca a lei confermare verbalmente le aperture di credito professionale elencate dalla controparte.
Non riesce a guardarlo negli occhi, l’induzione alla deconcentrazione e’ troppo alta. Lui se ne accorge e la toglie di imbarazzo, distogliendo allora lo sguardo. Strano, lui accogliendola non le ha neppure offerto un caffe’. A quel punto Carla ha finito di confermare che tutti i problemi sono stati risolti nelle linee di produzione e che gli effetti dell’accaduto verranno bilanciati da una riduzione dei prezzi e da un bonus speciale costituito da … si ritrovano in piedi, l’incontro e’ ormai terminato.
Positivamente, stranamente, paradossalmente.
E come dopo un Sogno, Carla si ritrova a dare la mano ad una persona stra-ordinaria, diversa, magnetica. E sente un fremito giu’, si sente “strana” proprio li’ sotto. Se lo domanda, mentre lui interrompe di colpo i convenevoli, tace mentre la stretta della mano cresce, si fa piu’ decisa, quasi prepotente. Carla prova a sorridere, prova a fissare i suoi occhi, ma scopre di avvicinarsi nella sua direzione di qualche millimetro.
Marco la sta penetrando con gli occhi. Le sorride mentre avvicina il suo viso, in una mossa certamente rischiosissima per lui. Ma sembra determinato a giocarsi la reputazione ed avvicina le sue labbra a quelle molto sensuali di Carla. In lei arrivano dubbi prepotenti in pochi decimi di secondo, spazzati immediatamente dalla sua vitalita’ cosi’ intensa da sembrare irrazionale, illogica anche a se stessa.
A quel punto l’esplosione delle sensualita’ superiori dei due. Mentre il bacio ha una forza ed una grazia da gladiatori, le mani di entrambi si cercano, trovano bottoni e cerniere, abbracci e carezze erotici, percorsi indugianti di reciproca conoscenza dei punti piu’ eccitanti. Carla trova il membro di lui, lo accarezza senza estrarlo dai pantaloni. Lui compie cio’ che e’ necessario a questo punto: le dita che stavano facendo conoscenza superficiale con il suo clito cominciano a forare, strappare i collant. La gonna va su, la scrivania e’ vicina, lui la solleva e la pone su di essa. Il clito fa ora conoscenza della lingua di Marco, ma e’ un’apparizione che giudica troppo breve (dal suo punto di vista). L’azione e’ stata strumentale alla subitanea penetrazione dell’uccello di Marco, che prende a sprofondare la yoni di Carla con un ritmo variabile, facendola gemere e poi desiderare qualcosa a cui teme di dover rinunciare da un momento all’altro. Non c’era chiave nella porta, possono essere sorpresi, lui potrebbe venire subito e lei sentirsi usata per caso, anche se piacevolmente.
Invece lui si ferma, la solleva e si sdraia sul parquet, mentre lei si gode il palo che l’ha infilzata e chiede di farsi strizzare i bei capezzoli durissimi. A quel punto e’ proprio Carla a condurre il gioco, con lui strumento di piacevole tortura, ed il gioco prosegue, prosegue e … ahhh, Carla non riesce piu’ a trattenersi e gode con un fremito ripetuto, stranamente piu’ lungo del solito. “Strano”, pensa “non lo conosco neppure, ora succedera’ qualcosa di negativo, vedrai”. Mentre si aspetta che lui cominci a godere.
Ma non avviene. Invece comincia a stringerla, ad accarezzarla, a cercare una pinzatrice per aggiustare la gonna scucita vistosamente. Le chiede anzi se si sente bene, se e’ a suo agio nella situazione ed in quel preciso istante. Carla riflette: ovviamente no, abbiamo fatto una pazzia, forse evitabile, meglio aggiustarsi i vestiti al piu’ presto.
A quel punto lui comincia a corteggiarla. Nel senso che definisce ne’ strano ne’ pazzo l’accaduto, ma semplicemente inevitabile. E le dichiara il suo interesse sincero, autentico, per una donna che ha risposto correttamente e naturalmente ad un discorso non scritto comunicato da Marco.
La cosa DEVE avere un seguito, e’ chiaro ad entrambi, anche se entrambi sono gia’ impegnati, convivono, hanno menage e nuclei sociali costituiti, ufficialmente stabili.
Stabiliscono di conoscersi meglio, che dovranno rivedersi, che e’ bene stabilire il giorno esatto quando sara’ possibile ad entrambi.
Carla ha anche capito che non e’ stato un incidente casuale. Quel tipo avrebbe potuto incontrarlo in Metro, in Banca, in coda al Cinema, ma sarebbe successo qualcosa per forza. Ed ha capito che Marco riserba molte sorprese perche’ ha molti contenuti, e’ stranamente calmo, deciso, ha un fine determinato ma non riesce a focalizzarlo. C’e’ una strana Forza in lui. Della quale ha paura e quindi se ne sente attratta, come quando era bambina.
L’unica cosa seria che puo’ fare e’ scoprirlo continuando il Gioco.
Passano due giorni. Carla ha momenti di pausa nel lavoro che le consentono riflessioni sull’episodio perlomeno singolare.
In un momento di simili fantasie squilla un SMS, da lui, che propone luogo e ora.
Carla risponde solo OK, non ha il coraggio di aggiungere altro.
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18 years ago
claudio3rz,
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T come treno, t come troia
Mia moglie Barbara ¨¦ rossa in viso, e non solo per via del riscaldamento molto alto. In effetti abbiamo ancora i giubbotti addosso, e lo scompartimento ¨¦ ben riscaldato. Un po¡¯ sar§Ñ la tensione, un po¡¯ magari anche l¡¯imbarazzo¡ insomma, ¨¦ una discreta vacca ma non deve essere stato facile dire quello che ha appena detto.
Neanche per lo sconosciuto seduto di fronte a lei deve essere facile credere alle proprie orecchie: ha una faccia tra l¡¯incredulo e il divertito, continua a guardare alternativamente Barbara e me.
Barbara, con le guance rosse, sembra una Heidi versione porno, ha gli occhietti furbi e un po¡¯ di lucidalabbra e l¡¯uomo davanti a lei probabilmente non riesce a convincersi di averla appena sentita pronunciare la frase: ¡°Le andrebbe di farsi fare un pompino?¡±.
Io, quando ho sentito la frase, ho saputo che avevo perso la scommessa.
La serata che abbiamo organizzato io e mia moglie Barbara fa parte delle nostre recenti corv¨¦es di sesso fuori dagli schemi: da un anno a questa parte ci stiamo concedendo trasgressioni che hanno sempre occupato le nostre fantasie, ma che prima non avevamo mai avuto il coraggio di mettere in pratica¡ e anche alcune a cui non avevamo mai pensato, come questa del treno, che per¨° ci piace molto e che ogni tanto rifacciamo.
I giochi sul treno li abbiamo provati altre tre volte¡ il concetto, grossomodo, ¨¦ di parcheggiare l¡¯auto vicino alla stazione di Torino, in settimana, nel tardo pomeriggio; salire su un treno che ci porti in qualche localit§Ñ a 70 - 100 km dove cenare in pizzeria o trattoria, e poi tornare indietro con un treno regionale, solitamente poco frequentato, possibilmente l¡¯ultimo della sera¡ cercare uno scompartimento dove ci sia un uomo da solo (¡°anche due, se vuoi¡± le ho detto tra il serio e lo scherzo), che Barbara deve stuzzicare fino a combinarci qualcosa, possibilmente davanti a me, nello scompartimento, mentre io controllo che non arrivi nessuno e, se la situazione lo permette, mi sego beatamente...
Sembra facile, ma in realt§Ñ lo ¨¦ un po¡¯ meno: c¡¯¨¦ molta gente che ha paura, istintivamente, di essere tirata in mezzo a qualcosa di pericoloso, soprattutto su un treno semideserto che fila tra le campagne piemontesi. Insomma, c'¨¨ un po' di diffidenza...
La prima volta ¨¦ stata in primavera dell¡¯anno scorso¡ naturalmente Barbara ha girato mezzo treno, finch¨¦ ha trovato uno che fosse di suo gradimento, e finalmente l¡¯ha trovato. Un ragazzo sui 25 anni fisicamente abbastanza prestante, che ha raccolto con una certa sfacciataggine gli sguardi della mia lei¡ quando io mi sono allontanato di proposito, fingendo di andare alla toilette (questo mia moglie me l¡¯ha raccontato al ritorno dalla serata, mentre me la scopavo in preda a un¡¯eccitazione notevole), il tipo ha cominciato a toccarsi il pacco con ostentazione, reggendo con aria spavalda gli sguardi da zoccola di mia moglie.
Quella sera ¨¦ andata bene, dicevo, soprattutto per essere stata la prima¡ il tipo era di gradimento di Barbara, aveva un uccello pi¨´ che discreto e sembrava molto fiero di guardarmi mentre lo metteva in bocca alla mia troietta, e particolare che interessa a quella porca di mia moglie, il sapore del suo sperma era molto piacevole.
Quando ero tornato dalla toilette (dove ero rimasto alcuni minuti per dare il tempo alla mia troietta di provocare a dovere) Barbara aveva ormai avviato le cose nella direzione giusta, si era seduta vicino a lui, che ha avuto mezzo secondo di stupore quando io sono tornato, ma poi si ¨¦ subito messo a suo agio. Lei ha cominciato a tastargli il pacco, lui mi ha guardato un po¡¯ incerto, ma io gli avevo fatto una faccia come dire ¡°vai tranquillo¡±, e lui non si ¨¦ fatto pregare.
In quel momento il treno si ¨¦ fermato a una stazione dove sono scese due persone e non ¨¦ salito nessuno.
Neanche un minuto, il treno ¨¦ ripartito, Barbara ha palpato ancora un po¡¯ il pacco al tipo, poi ha stuzzicato maliziosamente la zip dei pantaloni, e credo che il tipo stesse gi§Ñ morendo dalla voglia¡
Io mi sono alzato e mi sono messo praticamente sulla soglia dello scompartimento, con le spalle al corridoio, in modo da potere controllare la situazione, ma anche da potere vedere le prodezze di mia moglie. Ho visto che lo scompartimento a sinistra del nostro e i due a destra erano vuoti¡
- Tranquilla, non c¡¯¨¦ nessuno¡ - ho detto piano
Barbara ha abbassato la zip slacciato la cintura, sbottonato i jeans attillati; ha estratto il cazzo gi¨¤ duro del giovane e si ¨¦ messa a spompinarlo.
Lui aveva un bel cazzo, abbastanza lungo e robusto, dalla pelle chiara, e aveva due coglioni gonfi e poco pelosi che la mia vacca ha leccato guardandomi ostentatamente. Poi, dopo avere lungamente spompinato con passione il cazzo del fortunato sconosciuto, si ¨¦ fatta una bella bevuta di sborra e ha continuato a succhiare, senza dare l¡¯impressione di volere smettere: le piaceva proprio quel cazzo¡ comunque il tipo non si ¨¦ lamentato troppo, l¡¯ha lasciata fare e poco prima di arrivare alla stazione successiva le ha sborrato in bocca una seconda volta, gemendo e sbuffando di piacere. Barbara si ¨¦ tirata su e ha dato al tipo un giornale per coprirsi (di pulirsi non aveva bisogno, lei ha bevuto anche l¡¯ultima goccia), ha aspettato che il treno ripartisse, e poi, mentre il tipo ancora si stava ricomponendo, si ¨¦ accosciata davanti a me e mi ha fatto un pompino dei suoi praticamente davanti al naso del tipo ancora ansimante; ha succhiato con foga selvaggia, portandomi rapidamente all¡¯orgasmo, e quando ha capito che c¡¯ero, ha aperto la bocca e tolto la mano¡ fa cos¨¬ quando vuole che io mi seghi schizzandole in faccia, e io naturalmente l'jo accontentata: me lo sono menato tenendo la troietta per i capelli, e le ho sborrato in faccia davanti allo stupefatto compagno di viaggio, uno schizzo dopo l¡¯altro, per poi chiudere la porta dello stabilimento dietro di me e potermi risistemare¡
Quella notte siamo tornati a casa infoiati come animali, Barbara ha voluto essere scopata in figa e nel culo, e secondo entrambi ¨¦ stata una delle nostre serate migliori¡
Ma questa sera il gioco ¨¦ diverso, scusate se ho divagato. Questa sera abbiamo fatto una scommessa: ci saremmo seduti in un scompartimento vuoto, e attendendo che qualcuno venisse a sedersi. Il primo uomo che si siede nello scompartimento Barbara dovr¨¤ abbordarlo esplicitamente. Non importa se ¨¦ giovane o vecchio, magro o grasso, e Barbara dovr§Ñ abbordarlo offredogli un pompino. Usando proprio questa parola: pompino. E il tipo dovr§Ñ farselo fare l¨¬ davanti a me... abbiamo messo questa clausola perch¨¦ la seconda volta che abbiamo tentato il gioco non ¨¦ riuscito, Barbara ha provocato diversi uomini che forse erano in soggezione davanti a me, e abbiamo passato la serata in treno senza combinare un tubo (poi quando siamo tornati alla macchina siamo andati a scopare in una zona di guardoni e Barbara ha smanettato uno sconosciuto in piedi fuori dall'auto, meglio di niente!).
La terza volta, invece, l¡¯unico che ha abboccato era un uomo sulla quarantina, abbastanza distinto e curato nell¡¯aspetto, che per¨° si ¨¨ diretto verso il bagno strizzando l¡¯occhio alla mia troietta, pensando che io non me ne accorgessi, non capendo che tipo di gioco facevamo. Lei mi ha guardato con aria interrogativa, non sapeva se io avrei accettato¡ Io sapevo che quello ¨¦ il tipo di uomo un po¡¯ piacione che manda in visibilio le troiette come la mia, mi dispiaceva un po¡¯ non assistere, ma mi dispiaceva anche limitare nel gioco quella deliziosa succhiacazzi che ¨¦ la mia lei.
- Vai e divertiti¡ - le ho detto strizzando l¡¯occhio.
- Posso farmi rompere il culo? ¨C mi fa lei con un sorriso da sborrarle in faccia.
- Mmmhh¡ se non te lo rompe troppo, che dopo voglio giocarci anche un po¡¯ io¡
Insomma, lei ¨¦ andata di l¨¤, si sono chiusi nel bagno, gli ha tirato fuori l¡¯uccello e lo ha succhiato fino a farlo diventare duro, poi gli ha dato un preservativo e si ¨¨ girata di spalle chinandosi in avanti, nei limiti del poco spazio.
- Ha detto mio marito che puoi mettermelo dietro ma senza sciuparmelo troppo, che poi vuole farci un giro anche lui¡ - ha detto Barbara girandosi di spalle e abbassandosi la tuta sportiva (¨¦ una scelta di comodit¨¤, si abbassa e si rialza in fretta, e ci entra comodamente una mano).
- Siete una bella coppia di porci, eh?
- D§Ñi, mettiti il preservativo e fammelo sentire tutto¡
Lui ha frugato nel portafogli, le ha fatto vedere la tessera di donatore Avis¡
- Non preferisci senza quel pezzo di gomma? ¨C le fa, insalivandosi la cappella
Lei si ¨¦ sfilata il pantalone della tuta da un piede e ha messo il ginocchio sul lavandino, gesto che valeva quanto un s¨¬. Lui le ha strappato le mutande, si ¨¨ abbassato e le ha messo la facci in mezzo alle chiappe, annusando e leccando il buco scuro e invitante; poi si ¨¨ rialzato, ha puntato e gliel¡¯ha messo nel culo spingendo con forza fino alle palle, iniziando subito a scoparla con foga animale, e venendole dentro in poco tempo (alla mia lei piace molto ricevere lo sperma nel culo) mentre lei gemeva e ansimava contro lo specchio, appannandolo¡ poi l¡¯ha fatta girare, si ¨¦ abbassato davanti a lei, le ha messo due dita in figa e l¡¯ha leccata con come un assetato a una fontana, facendola venire molto in fretta a sua volta.
A lei quella terza serata ¨¦ piaciuta molto, dice che le piaceva l¡¯ambiente che la faceva sentire una puttana, e anche quel gesto delle mutande strappate, dice che quel sesso a perdere ci vuole, di tanto in tanto¡ come darle torto, anche io poco tempo fa mi sono lasciato fare un pompino con ingoio da un altro uomo, davanti all¡¯auto, mentre mia moglie, seduta sul sedile del guidatore, si faceva un ditalino guardando la scena...
L¡¯unica cosa ¨¦ che a tutti e due quella terza sera in treno ha lasciato il rimpianto di non avere potuto giocare insieme¡ insomma, vedere un altro uomo che si incula la mia Barbara, che la monta con colpi decisi, mi arrapa moltissimo, forse anche di pi¨´ che vederla fare pompini (piccolo segreto: per reciproco accordo la figa ¨¨ solo mia), per¨°¡ insomma, mi piace guardare, e magari metterglielo in bocca mentre l¡¯altro le allarga le chiappe e glielo fa sentire tutto nel culo¡
Ecco perch¨¦, dicevo prima di divagare nuovamente, abbiamo fatto la scommessa: sarebbe stato il primo che capitava, sarebbe successo tutto nello scompartimento, e lei avrebbe dovuto trovare il coraggio di proporlo senza mezzi termini, usando la parola pompino, o espressioni analogamente esplicite.
Quando ci si ¨¦ seduto davanti il primo passeggero, ho avuto sentimenti contrastanti. E' vestito in modo classico, un tipico impiegato sulla cinquantina leggermente soprappeso e con la faccia da brava persona, tendente un po¡¯ al fessacchiotto.
Da una parte ero sicuro di vincere la scommessa, e questo mi faceva allettava non poco, ma dall¡¯altra pensavo che Barbara non avrebbe avuto il coraggio di abbordare un simile pesce lesso, che oltre a non piacerle magari era pure il tipo che ci denunciava. E se anche barbara avesse avuto il coraggio di abbordarlo questo si sarebbe scandalizzato oppure spaventato, e non si sarebbe concluso un tubo¡
La serata, tra l¡¯altro, non ¨¦ cominciata benissimo: nel primo scompartimento vuoto che abbiamo provato, dopo un po¡¯ ¨¦ arrivata una signora piuttosto matura che io mi sarei fatto (Barbara, che sa di queste mie fantasie, mi ha guardato con giocosa aria di sfida, come dire: vuoi provare tu?); siamo usciti e abbiamo cambiato scompartimento.
Nel secondo, dopo un po¡¯ si ¨¦ seduta una filippina con due bimbe e un bimbo¡ altro cambio!
Nel terzo arriva questo pesce lesso, Barbara ed io abbiamo ancora i giubbotti addosso, ci guardiamo come dire: ¡°lasciamo perdere?¡±.
Io e lei siamo seduti uno di fronte all¡¯altra nei posti di mezzo, in un modo o nell¡¯altro il tipo si deve sedere di fianco a uno di noi. Si siede davanti a me e di fianco a lei.
Poi lei si sbottona un po¡¯ il giubbotto, ¨¦ rossa per il caldo e per la vergogna (anche le zoccole come la mia, ogni tanto¡).
Si sporge verso la rivista che lui sta leggendo, fingendo di sbirciare un articolo, lui si gira la vede a pochi centimetri dal proprio volto, forse ne sente il profumo, sicuramente ¨¦ in imbarazzo.
Lei prende fiato, non credevo che lo facesse, ma in un attimo gli ha sussurrato: ¡°Le andrebbe di farsi fare un pompino?¡±.
Lui mi guarda per un attimo, guarda lei, si sta chiedendo se ha capito male, ma quando risponde ci rendiamo conto che l¡¯apparenza spesso inganna. Io pensavo gli venisse un collasso, ma decisamente lo abbiamo sottovalutato¡ ha esitato solo il tempo di assicurarsi di non fare figure di merda, poi ha detto, con tono tranquillo:
- Dipende¡ gratis o a pagamento?
Prima che io possa rispondere, ¨¦ Barbara a farlo: ¨¦ sempre stata porcellina molto pronta di figa e di bocca, ma anche di cervello, se ¨¦ per questo¡
- 50 euro ti seguo in bagno, se invece ti piace il rischio te lo faccio gratis qui, a mio marito piace guardare¡
- Ma se arriva qualcuno?
- Mio marito controlla e ci avvisa, nel caso ti copri con la giacca¡
- Beh, scusa, a me piace farmi guardare ¨C dice a sorpresa il tipo tastandosi il pacco ¨C e lui piace guardare, mi pare che convenga a tutti stare qui¡
Guarda Barbara con aria lasciva e continua a tastarsi il pacco, decisamente l¡¯avevamo sottovalutato. Come ti fregano le facce tranquille¡
Io comincio ad essere arrapato, il tipo evidentemente pure¡ Barbara dice:
- D§Ñi, tiralo fuori¡
- Lo vuoi vedere?
- S¨¬, fammelo vedere¡
- Vuoi che te lo metta in bocca?
- Non vedo l¡¯ora¡
Lui si sbottona, lo tira fuori e comincia a segarsi lentamente, ansima piano... ha un cazzo niente male, non molto lungo ma tozzo, con un¡¯asta bella solida e leggermente curvata verso l¡¯alto, con la pelle pi¨´ scura di come si sarebbe detto guardandolo in viso. La cappella ¨¦ carnosa, molto scura, piacevole da vedere mentre sta per sparire nella boccuccia famelica di lei¡ Sempre segandosi con la sinistra, il tipo passa la mano destra dietro la nuca della mia puttanella e le tira la testa verso il suo uccello, che ora ¨¦ duro e dritto¡ La vacca apre la bocca, il cazzo le scivola fra le labbra, lui tira ancora la testa verso il basso, finch¨¦ il naso di mia moglie ¨¦ contro i suoi peli, immagino che la cappella di lui sia ormai contro le tonsille.
Barbara tossisce.
Lui la lascia andare un po¡¯, poi tira di nuovo e d¨¤ un colpo con bacino, gemendo per il piacere.
Barbara tossisce ancora, poi dice: s¨¬, mi piace, fallo ancora¡
Io guardo intorno, non c¡¯¨¦ nessuno, mi tasto il cazzo duro attraverso i pantaloni, sono arrapato come una bestia¡ il tipo tiene ancora per un po¡¯ il collo di Barbara, spingendolo verso il basso e dando colpi di anche come se la stesse scopando. Lei ansima, io la conosco e so quanto le piace quel trattamento¡
Poi il tipo le lascia il collo e allunga la mano a toccarle il culo, insinua facilmente una mano sotto la tuta ma non riesce a fare granch¨¦. La mia vacca allora si inginocchia sul sedile, ora ¨¦ culo all¡¯aria, cos¨¬ riesce a spompinare meglio e allo stesso tempo riesce a farsi frugare meglio sotto le mutande¡
Lei ora pompa con brio, lui sente il buchetto ruvido del culo, lo stuzzica col dito, tira fuori la mano dal pantalone di lei si insaliva il dito¡ vedo che ha le mani tozze, le dita grosse, d¨¤i, penso, mettile un dito in culo¡.
- Succhia bene la tua signora¡ - mi dice lui guardandomi, con la voce rauca per il piacere
- E¡¯ una brava troietta, vero?
Lei ansima per un attimo, pi¨´ forte, dice, e capisco che lui le sta infilando il dito nel culo.
- D§Ñi, s¨¬¡
- Lo vuoi tutto? ¨C fa il tipo
- S¨¬iii¡ vorresti incularmi?
- S¨¬, ma adesso continua, che ti do il dessert¡
A queste parole lei pompa come una dannata, io sono talmente arrapato che do un¡¯occhiata in giro, vedo che non c¡¯¨¦ nessuno, rientro e chiudo lo scompartimento.
Tiro le tendine, poi passo dietro a mia moglie, le abbasso il pantalone della tuta, tiro fuori il cazzo e sto per cominciare a scoparmela, quando sento annunciare una stazione, e dico agli altri che dobbiamo ricomporci.
- No, ¨¦ la mia¡ - fa il tipo con voce lamentosa per il piacere che la bocca di Barbara gli sta dando¡ - che facciamo?
Lui ¨¦ confuso, ma Barbara continua a spompinare come se non avesse sentito una parola. Fuori, in corridoio sentiamo i passi di qualcuno che si prepara a scendere.
Il treno sta rallentando, Barbara invece accelera¡ lui le sfila il dito dal culo e la prende di nuovo per la testa, lei succhia come sa fare, pochi secondi, il treno rallenta ancora, lui ansima, ha un sussulto, e poi capisco che sta tirando una sborrata notevole in bocca a quell¡¯ingorda di mia moglie.
Sento il rumore di lei che deglutisce, lui geme, lei d¨¤ le ultime smanettate e ciuccia ancora, si vedono le prime luci, il bacino di lui si decontrae, Barbara si sposta, fa schioccare la lingua in modo provocante e dice:
- Niente male, eh? Una bocca pi¨´ puntuale di un treno!
Il tipo si ricaccia l¡¯uccello lucido e ancora pulsante nei pantaloni, si sistema alla meno peggio e si lancia fuori dallo scompartimento. Si volta indietro solo un attimo, come se si ricordasse per un attimo qualcosa, ma non sa cosa dire¡
- Grazie, scusate se devo scappare cos¨¬, speriamo che ci si incontri di nuovo¡
-S¨¬ ¨C fa lei ¨C ma la prossima volta tocca a lui¡
Il tipo ¨¦ gi§Ñ andato, forse non ha sentito, e comunque non credo che avrebbe capito senza un minimo di spiegazioni¡ Il fatto ¨¦ che ¨C non ve l¡¯ho detto? ¨C i termini della scommessa erano i seguenti: se vinceva lei, come ha vinto, anche io avrei dovuto fare un pompino, eventualmente offrendo il bis tipo che lei aveva spompinato, che in questo caso per¨° ¨¦ scappato al volo¡
Se invece vincevo io¡ vabb¨¦, ma tanto la scommessa l¡¯ho persa, no?
Barbara mi guarda e dice:
- Allora? Che si fa? Manca ancora un po¡¯ a Torino¡
- Dobbiamo andare a cercare qualcuno che voglia farsi fare un pompino da me? ¨C le dico
Lei ci pensa un po¡¯, poi mi risponde:
- Ma, no, a pagare c¡¯¨¦ sempre tempo, e io i debiti di gioco non li dimentico¡ perch¨¦ invece non mi porti in bagno e mi fai sentire ancora un po¡¯ troia?
- Muoio di metterti la lingua nel culo¡
- Solo la lingua?
E si incammina verso il bagno, sculettando le fantastiche chiappe sode in mezzo alle quali, fra pochi attimi di impazienza, le pianter¨° l¡¯uccello.
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Trav scopato da gruppo
è strana la vita....mesi a ricevere e-mail e niente incontri....è proprio vero che quando meno te lo aspetti.....ero al mare a Tropea e un pomeriggio nn sapendo che fare metto uno dei miei tanga e mi metto sulla sdraio sul terrazzo...il terrazzo mi sembrava al riparo da qualunque sguardo curioso perchè in posizione strategica....mi sbagliavo e lo capii il giorni dopo...uscendo il pomeriggio x una camminata mi fermai in un bar...avevo un pantaloncio e sotto un bel perizoma..mi sedetti facendo attenzione a nn far uscire il perizoma...di fronte a me erano seduti due ragazzi che incominciarono a fissarmi...ero a disagio mi controllai il perizoma ma nn si vedeva niente..appena bevuto il caffè pagai e andai via e voltandomi vidi i ragazzi ridere.ero stranito..la sera andai sul corso e avevo un pantalone che rendeva onore al mio culone...aspettavo degli amici ed ero in un bar..all'improvviso il cameriere mi portò un mojto..io dissi di nn aver ordinato nulla e il cameriere mi disse che era stato pagato da un ragazzo.chiesi chi era e mi indico un ragazzo...era uno dei due del bar..appena andato via il cameriere il ragazzo si avvicinò e si presentò,era russo e fece subito una battuta sul fatto che mi piaceva prendere il sole con un tanga...sprofondai dalla vergogna ma lui capendo mi disse che stavo molto bene e incomiciò a fare domande e quando io dissi che mi travestivo completamente lui sembrò impazzire..e mi disse che stavano facendo una festa e se volevo andare però da travestito.ero disorientato ma la voglia di fare l'amore era troppo forte...andai a casa e presi le mie cose e andai con lui...arrivammo in un piccolo appartamento dove nn c'era ancora nessuno..mi disse di spogliarmi e cambiarmi...andai in bagno e misi calze guipiere tanga neri e un vestitino molto succinto..misi tacchi a pillo ed ero quasi 2 metri..appena uscita da bagno sorpresa...c'erano 5 ragazzi e uno di colore...ebbi paura volevo scappare ma dall'altro lato avevo una voglia....si avvicinarono tutti e mi incominciarono a palpare..stavo impazzendo era un misto di paura ed eccitazione..in un batti baleno mi tolsero il vestitino e mi fecero inginocchiare....ero circondata!si tolsero i pantaloni...mamma mia che cazzi...incominciarono a chiamarmi puttana e senza accorgemene avevo il primo cazzo in bocca in rapida successione incominciai a succhiarli tutti e in particolare quello nero...aveva un sapore diverso...uno mi infilo le sue dita nel culetto x lubbrificarlo...il più anziano allora mi fece sedere su di lui e senza mezze parole mi infilò il suo palo di carne...che male gridai dal dolore ma questo eccitò gli altri che mi scoparono a turno...il ragazzo di colore fu l'ultimo....aveva un cazzo enorme..il mio culo era già dilatato ma quando mi penetrò lui gridai come una pazza....nn veniva più mi scopò per 20 minuti di fila...quando finì ero stremata e andai in bagno x farmi una doccia credendo che fosse finita..mi sbaglia perchè dopo la doccia mi ripresero..io volevo andar via ma nn fu possibile mi legarono le mai e ricominciarono ero terrorizzata...l'ano era completamente aperto cosi fecero una cosa che io nn avevo mai fatto...io ero legato e cosi mi infilarono prima 1 e poi 2 cazzi nel culo....gridai ma più pompavano e più mi piaceva....proseguirono x altre 2 ore alla fine mi sborrarono tutti in faccia...senza neanche la doccia mi portarono in macchina e mi lasciarono mezza nuda in spiaggia...a malappena ritornai a casa via mare...feci più docce nn potevo nemmeno camminare...sentivo ancora i loro cazzi...nn usci di casa x 4 giorni....ero distrutta e umiliata
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18 years ago
cosenzabsx,
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Quattro ragazzi per un travestito
Premetto di essere un travestito in privato, mi dicono bello, sensuale e da monta.
Scrivo questa storia perché vorrei che una infinità di uomini si masturbassero eccitati per quello che hanno letto.
Sono un ragazzo 25enne, ormai laureato, ma all’epoca dei fatti, che fra poco racconterò, ero uno studente universitario di scienze politiche, alla facoltà di Napoli, di anni 21.
Però prima devo accenarvi a qualcosa che riguarda la mia adolescenza, premessa irrrinunciabile per una completa comprensione della mia storia.
Sono stato e sono un ragazzo normale, fisicamente intento. Normale nel senso di non effeminato e insospettabile in questa mia natura celata.
Normale quindi, ma pure carino, alto, prestante, fisico longilineo, però con un grande difetto in questa mia mascolinità, il culo. Ho un culo da donna, me lo dicono tutti, rotondo, sodo, che forma una perfetta attaccatura con le cosce, un culo insomma da prendere, da violentare.
E’ stato il mio “ingombrante” culo da femmina ad aprire pian piano, già all’età di sedici anni, una voragine nella mia personalità sessuale apparentemente univoca. Passavo ore a fissarlo e mi eccitavo con ciò e finivo per masturbarmi. Vestivo il mio culo con perizoma, lo ingabbiavo in un reggicalze, lo valorizzavo con una sottoveste o baby-doll (cose che all’inizio sottraevo a qualche zia avvenente), tutto ciò al solo fine ripeto di masturbarmi. Non cercavo su riviste porno l’ispirazione per una sega, mi bastava guardare il mio culo.
Ad un certo punto però ho sentito altro, un prurito sessuale nuovo, sconvolgente, assolutamente innato. La colpa o il merito (lascio giudicare a voi) è da attribuire ad un mio amico coetaneo.
Allora avevamo diciott’anni ed eravamo in un negozio di profumi nei giorni precedenti a San Valentino, infatti lui doveva acquistare un regalo per la sua fidanzata.
Senza accorgermene mi ero messo chino sul bancone della cassa, poggiato sui gomiti, la schiena inarcata e il culo inevitabilmente all’aria. Non era la prima volta che mi sorprendevo in queste posizioni, ma non destavano in me molta preoccupazione inconsapevole allora di quello che sarei diventato.
Ad un certo punto sentii una forte pressione contro di me da dietro e allo stesso tempo sentii una punta più dura che premeva tra le mie natiche.
Il mio amico in maniera molto disinvolta e intelligentemente equivoca me lo aveva poggiato sul culo.
La sensazione fu sconvolgente, sembrava che il buco del mio culo si stesse bagnando, lubrificando per permettere al cazzo di entrare, ero a pecorina e sentivo che avrei potuto godere se fossi stato impalato come una troia.
L’immaginazione non ebbe seguito reale, il mio amico non fu chiaro nel suo gesto ed io ero troppo influenzabile per fidarmi delle mie sensazioni, tant’è che tra Claudio e me non c’è stato mai niente.
Al di là di questo per me fu la scintilla, gli albori di una nuova mia dimensione che solo ora, a distanza di tanti anni, vivo a pieno.
Il passaggio mentale dal sognare di essere scopata tra le natiche e l’immaginare un cazzo tra le mani o in bocca fu brevissimo.
Cominciai sempre più a sviluppare queste fantasie nella maniera in cui la mia indole mi dettava.
Se fossi stato con un uomo volevo non solo riempirmi la bocca del suo cazzo ma anche bere la sua sborra. Speravo di essere scopata di fronte ad uno specchio, speravo in un cazzo enorme che a fatica entrava nel mio culo, tanto da farmi male…..ero estasiato dall’immaginare il cazzo che mi riempiva, dall’immaginare che il mio orefizio era allo stremo della sua dilatazione. Sognavo spesso un cinema dove fare un pompino durante la proiezione del film, in mezzo a tutti e sotto gli occhi di tutto.
Immaginavo il mio uomo che mi prendeva ai fornelli oppure mentre facevo le pulizie.
Mi piaceva l’idea di una troia, di una puttana, quelle vere che non si fanno pagare il cui solo interesse è sentirsi donna, nata per soddisfare gli uomini.
A queste fantasie poi più in là aggiunsi alcune idee di sadomaso molto soft, mi sarebbe piaciuto essere tirata per i capelli quando fossi stata scopata a pecorina, o essere tenuta immobile con la testa per evitare che la mia bocca sfuggisse ad un caldo spruzzo di sborra. Ancora immaginavo di avere i polsi legati, o meglio ancora di essere stretta in uno di quei nodi che fanno del corpo un angolo retto e così essere distesa di fianco sul letto e prenderlo dietro.
Con tutte queste fantasie la prima e più diretta conseguenza fu quella di curare il mio corpo, acquistavo creme, trucchi, lingerie, tacchi a spillo e parucche, mi depilavo. Volevo essere una troia insaziabile. Come per magia, questa sfrenata attività cerebrale si trasferiva sul mio culo rassodandolo ancora di più, quasi come che pensare di essere sfondata da nerchie violacee mi modellava il sederino da vera puttana in calore.
Avevo una doppia vita insomma, ma non nel senso di vite separata, svesti una e indossi l’altra, ma nel senso che queste due vite mi accompagnavano ( e mi accompagnano) contemporaneamente senza soluzione di continuità.
A scuola prima e all’università poi, indossavo (e indosso; ora al lavoro) reggicalze, perizoma, calze velatissime, sottovesti, tutto celato sotto panni maschili.
Ancora un altro dato è interessante della mia adolescenza, fino ai 21 anni, data della storia che ancora non vi ho raccontato, un po’ di pazienza.
Premetto che la scuola l’ho frequentata in un paesino di provincia, ecco perché la mia attività sessuale era nulla, lavoravo solo di immaginazione. Fino al momento in cui ho pensato di potermi divertire con pratiche masturbatorie un po’ sofisticate. Acquistavo chili di melanzane (nere e grosse; per la penetrazione è la cosa migliore dopo il cazzo e prima dei falli finti).
Le fissavo in modo tale che inevitabilmente una mi finiva nel culo e l’altra nella bocca, in modo da avere le mani libere e potere assumere così ogni posizione. Ero la troia di due grossi cazzi che mi scopavano in reggicalze e tacchi a spillo. A volte mi masturbavo e mettevo la sborra sulle due melanzane, era eccitante, quei fiotti caldi su quella superficie nera, sembrava che stessi realizzando le mie più perverse fantasie, bere sborra e il culo rosso dalle dimensioni della melanzana. Continuavo così per ore, cambiando posizioni, alla fine ero sfinita e sentivo delle voci che mi dicevano, - quanto è puttana, scommetto che avrebbe preso due cazzi contemporaneamente nel culo-.
Arrivo così ai 21 anni, baldracca, sfondata e mai sazia.
Era una mattina universitaria come tutte le altre, corsi, amici e qualche caffè tra lo spacco di una lezione e l’altra. Indossavo sotto i jeans un reggicalze di pizzo nero e delle calze velate color carne con la riga verticale sul dorso delle gambe, la culotte era di colore nero doverosamente portata sopra al reggicalze (infatti pensavo che una troia non può essere scopata senza reggicalze, quindi in quelle occasioni doveva essere agevole sfilare lo slip), sopra avevo un corpetto anch’esso nero a tono col reggicalze. Aggiungo che era una giornata di inverno, e che i maglioni di lana e il freddo aiutano a indossare gli indumenti intimi.
Nonostante la mia voglia di vivere una esperienza vera con cazzi di carne grossi e turgidi, stavo molto attento a non piegarmi troppo per paura che il perizoma saltasse fuori dai pantaloni.
Ad un certo punto della mattinata andai in bagno, il bisogno era di quelli impellenti, di quelli che richiesero un accurato svestimento e susseguente rivestimento ( i bagni erano molto sporchi, avevo premura a che i miei vestiti toccassero da qualche parte). Sfilai la culotte e sbottonai il reggicalze per sfilare le calze sotto al ginocchio.
Quando ebbi finito dovetti ripetere il rito all’incontrario.
Avevo appena tirato su la culotte che un ragazzo entrò nel bagno senza bussare (le serrature erano rotte ed io mi ero distratto).
La visione che gli si presentò fu quella del mio culo addobbato da cagna, infatti nel rivestirmi avevo dato le spalle alla porta.
Fu un attimo, lui richiuse la porta in un istante ed io non riuscii a vederlo in faccia.
Ero in preda alla disperazione, mi vergognavo, avevo paura delle conseguenze, il mio timore era di passare per il travestito della facoltà di scienze politiche. Era il primo contatto tra Federica (il nome che in seguito sceglierò per la mia parte femminile) e la realtà esterna.
Rimasi in bagno per alcune decine di minuti, la cosa che più mi innervosiva era il non averlo visto in faccia, di non poterlo riconoscere per parlargli e di pregarlo di non dire niente.
Quando uscii il bagno era deserto, anzi l’università era deserta, raccolsi le mie cose e andai a casa (un appartamento in affitto).
Quelle successive sono state le ore più brutte della mia vita, non sapevo che fare, tant’è che per tre giorni successivi saltai tutte le lezioni.
Il giorno che mi decisi di ritornare in facoltà ero convinto a metterci una pietra sopra, sarebbe stata la mia parola contro la sua, del resto a scienze politiche avevo avuto contatti con ragazze e non sarebbe stato difficile sostenere la mia tesi di ragazzo eterosessuale.
Passarono due giorni senza che mi accorgessi di qualcosa di strano, i miei amici erano normali ( del resto poteva essere anche uno di loro) fino al punto in cui ho pensato di essermi potuto sbagliare, magari quel ragazzo che credevo mi avesse visto aveva solo percepito la presenza di una persona nel bagno e si era subito ritirato senza vedere alcunchè. Invece no, non mi sbagliavo.
Una mattina di ritorno in aula studio e riaprendo il testo di diritto pubblico c’era un biglietto che diceva:
– ciao, hai un sedere da favola, ti ho vista nel bagno l’altro giorno e ti ho tenuto d’occhio in quelli succesivi… mi intrighi fino al punto da farti una proposta. Abito in un appartamento che dà su via Duomo, insieme ad altri tre compagni, tutti desiderosi di conoscerti. Non siamo bellissimi ma credo che a te interessino le dimensioni, uno con un culo e con vestiti così non può non sognare di essere rotto in culo. Riflettici ora stesso e lascia la tua risposta nel testo e recati di nuovo al bar. Se accetti, allora potremmo divertirci, se no stai sicuro, il tuo credo sia un segreto e con me puoi stare tranquillo-
Immaginate voi le mie sensazioni, la troia aveva fatto centro, ero eccitato desideroso di dire si, perché no, il solo pensiero che quel bastardo mi aveva pedinato tutti quei giorni mi faceva inumidire il culo e sbavare dalla voglia.
Poi sarebbero stati quattro, mamma mia quattro cazzi tutti per me, in un appartamento in cui sicuramente vogliono che sia vestita da puttana, mai avevo osato immaginare tanto. Al pensiero di cosa avrei potuto fare in quell’appartamento la vista mi si offuscò. Al di là del sesso, c’era l’aspetto di vestirmi, truccarmi, camminare in mezzo a persone vere in tacchi a spillo ( cosa che oramai mi veniva naturale). Avrei potuto liberare ogni fantasia, dalla cameriera sexy ad uno stupro di gruppo.
Correvo troppo con la fantasia, bisognava riflettere fare la cosa giusta. E avevo poco tempo, mi era stato detto di decidere subito e dovevo farlo.
Bisognava ponderare i pro e i contro (se fosse stato uno scherzo per farmi uscire alla luce?), ma non riuscivo ad essere lucido, come potevo.
Scrissi di pugno un biglietto:
- spero di potermi fidare di te, la tua, la vostra proposta è il meglio che potessi immaginare, a te la prossima mossa-
Uscii dall’aula e andai verso il bar, ero rigido, avrei voluto guardarmi intorno, ma temevo che avrei fatto un passo falso e rovinato tutto.
Per non dilungarmi, quando tornai c’era un indirizzo e un appuntamento e un –non mancare puttana-
L’appuntamento era per la sera seguente, sabato sera, trascorsi le ore facendo acquisti, rosetto, phard, smalto, una parrucca bionda per il resto possedevo già tutto.
Mi rimaneva solo una cosa da fare, un bel clistere per pulirmi l’ano per evitare brutte sorprese.
Mancava mezz’ora, uscii di casa e cinque minuti prima delle 9 suonavo al portone dei quattro.
Il bello fu che non ci fu nessuna sorpresa, erano davvero tre ragazzi in un appartamento non bellissimi ma carini, vestiti bene e profumati. Mi si presentò il mio osservatore sconosciuto, era il più grande di età, aveva 25 anni e fu lui a mettermi a mio agio.
I toni e le parole erano dure (sembrava ci fosse uno accordo tra di loro, e io fui felice che lo rispettassero, significava che gli ero piaciuto): - vuoi cambiarti puttana?- -come dobbiamo chiamarti, troia?- -ti basta troia?- feci cenno loro di si, tremavo dal piacere, dalla situazione, ero una cagna in calore che non riusciva manco a parlare.
Andai in bagno e mi vestii in modo eccitante, non troppo volgare, ma da signora di classe, da mantenuta, da signora il cui marito le organizza sesso di gruppo a sua insaputa.
Quando mi videro rimasero letteralmente di stucco.
Cominciammo col parlare del pìù e del meno, come in un comune gioco di ruolo dove ognuno faceva la propria parte alla perfezione.
Ad un certo punto mi presero e mi portarono in una stanza dove per terra c’era un grande materazzo, mi ordinarono di inginocchiarmi senza svestirmi.
Loro intanto si erano posizionati attorno a me in piedi, mi trovavo circondata e la mia bocca era a misura di quattro cazzi.
-sbottonaci i pantaloni e ti raccomando, troia, fai in modo che che la tua bocca no rimanga mai senza cazzo-
Cosi feci, quando li tirai fuori uno ad uno erano profumati e già in parte rigonfi, due sembrarono mastodontici e con una cappella che io avevo solo immaginato, gli altri due erano normali, ma no li disdegnai nemmeno per un momento.
-come sei brava, allora sei esperta, sei un puttanone di quelli che ti succhiano pure l’anima- ear sempre il più grande a parlare.
Davo il meglio di me, due in bocca e due che me li tiravo con le mani, estasiata da quello che mi capitava e che mi sarebbe capitato. Non mi fermavo mai, i cazzi diventavano sempre più grossi ed io non trattenevo quei geminti strozzati perché la bocca era piena di cazzo.
Continuammo molto, il tempo per far drizzare quattro cazzi senza farli sborrare.
Mi ordinarono di alzarmi e di togliermi la gonna e la camicetta, poi quando lo videro mi dissero di levarmi il perizoma.
Rimasi in corpetto che era un tutt’uno col reggicalze, tacchi a spillo, e faccia da troia con la bocca insaporita da alcuni segnali di eiaculazione.
Uno si sdraiò per terra col cazzo all’aria, si mise un preservativo e mi disse di salirgli a cavalcioni sopra, in altre parole ero inginocchiata sul suo cazzo e tutti e due formavamo due linne perpendicolari. Lo guardavo in faccia mentre si apprestava ad affondare il suo fendente, gli altri erano un po’ in disparte, quasi come avessero ricevuto l’ordine di stare lontano fino a che non mi avrebbe inculato pensando che sarebbe stato lungo e problematico.
Il mio culo però fece poca resistenza, era come lubrificato, e la sensazione di quel mio primo cazzo in culo fu paradisiaca, mi sentivo piena come un dolce alla crema, andavo su e giù in un ansimare chiaro e forte.
-ragazzi datevi da fare, questa è più aperta di puttana cinquantenne-
Uno mi si mise davanti in piedi (l’altro col cazzo enorme, uno era già nel mio culo) e disse – fai un bel pompino altrimenti ti sbatto fino a domattina- non avete idea che forza ha il ricatto nella mia condizione di troia e schiava. Altri due me li ritrovai in mano, a menarli con le mani. E’ la condizione più bella che avessi mai provato. Anche a loro piaceva infatti iniziarono un turpiloquio senza precedenti.
-prendile la testa- uno suggeriva all’altro
-fargli entrare pure le palle- e ancora – vacca meriteresti già una doccia di sborra-
continuammo così finchè ognuno non avesse ricoperto tutte e quattro i ruoli di quella stupenda posizione.
Passammo i cucina.
-ti piace alla pecorina, eh?-
Ero come drogata (per modo di dire), in completa balia di quei quattro, oramai mi trascinavano per le braccia, mi afferravano i capelli, mi strattonavano come un oggetto.
Uno di loro mi premette forte sulla schiena tando da farmi cedere sul tavolo, ero alla pecorina il mio primo desiderio, mi resi subito conto che le mie pratiche solitarie erano lontane anni luce dalla realtà, quando sentii penetrarmi dietro era la sensazione delle sensazioni, era la posizione mia naturale, lo prendevo tutto, sembrava che pure i coglioni stessero entrando. Poi quel cazzo in bocca che mi arrivò di schianto fu l’apoteosi, gli altri due guardavano il mio profilo di puttana sottomessa, i tacchi a spillo mi slanciavano in modo perfetto, il reggicalze era la ciliegina sulla torta.
Dopo tre o quattro colpi bene assestati e la bocca piena di cazzo, mi sentii svenire, stavo eiaculando, ma come, senza stimolazione? Pensai. Stavo arivando come fanno le donne, fu il coronamento di un sogno.
-guardate la puttana ha sborrato, è ora-
E’ ora? Ora per cosa? Non feci in tempo a pensarlo che mi ritrovai seduta sulla sedia e quei quattro che si sparavano una sega a 10 cm dalla mia faccia.
-ti va così? Eh, ti va?-
Non risposi, aprii la bocca e cacciai la lingua.
Prima dell’onda di sborra sentii solo –mamma, questa è proprio troia-
Dopo di questo ci calmammo, mi fecero i complimenti e mi dissero che potevo lavarmi.
Mi fecero una ultima proposta: -ti va di dormire con noi? Uniamo due materazzi per terra-
Dissi di si però al solo patto che fossi tornata a casa per un momento per prendere nuovi indumenti intimi, per la notte, dissi: -se devo dormire con voi da donna, non posso rinunciare ai miei vestiti-
Uno di loro si offrì di accompagnarmi.
Durante la notte, a turno mi svegliavano chi per un pompino, chi per chiacchierare.
Trascorsi là l’intera domenica e molti altri giorni.
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10
18 years ago
admin, 75
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Il giovedì universitario
Ho già scritto una storia nella rubrica orgie, quindi questa ne costituisce il seguito.
Il racconto precedente è intitolato “Quattro ragazzi per un travestito”.
Sono meravigliato ( ma forse è la specialità di internet) del numero di persone che in un solo giorno hanno letto il mio primo racconto, meravigliato e eccitato all’idea di quello che ho potuto suscitare…. Ecco dunque la continuazione.
Vi dicevo del mio primo week-end da vera donna, due giorni e una notte di autentica passione e troiaggine da parte di mia.
Quando domenica sera uscì da quell’appartamento ero come rotta, non riuscivo a camminare, mi bruciava il culo, dovevo leggermente allargare le gambe per poter dare i passi… per fortuna avevo fatto una doccia poco prima che aveva calmato in parte i mie bruciori. Anche in quel momento non avevo rinunciato al mio abbigliamento femminile, calze autoreggenti bianche, slip bianco trasparente e una sottoveste dello stesso colore che aderiva alla schiena e si inarcava sulle natiche ( un po’ come quella di colore celeste che indosso in una delle mie foto su A69). Il sabato sera quando ero uscita accompagnata da uno dei miei “violentatori” mi ero preoccupata di prendere non solo l’occorente sexy per la notte ma anche quello per il giorno successivo, quando ti sborrano adosso in quattro ci vuole un intero guardaroba!
Ero quindi per strada, una troia ambulante, sembrava che tutti mi guardassero, sembrava che si vedesse solo la mia femminilità, solo il mio culo sotto quello slip trasparente.
Ma un segno realmente visibile di quei giorni passati da puttana c’era e forse nel mio intimo decisi inconsciamente di non rimuoverlo (tant’è che sotto la doccia me ne dimenticai). Parlo del rimmel agli occhi… insomma camminavo per strada con un filo di mascara che solo dopo a casa mi resi conto di avere, forse per questo mi sentivo tutti gli occhi addosso. Altri giorni sarebbe stato un motivo di assoluto imbarazzo e di forte preoccupazione, ora pensavo che quel rimmel poteva essere un segnale non verbale capace di comunicare il mio fine settimana da femmina. Volevo che, chi mi guardava, sapesse dei due giorni trascorsi in quell’appartamento, volevo per questo che si sentisse legittimato a inveirmi contro chiamandomi puttana o a farmi qualche gradito apprezzamento.
Una volta a casa ripensavo agli ultimi momenti passati in quella dei quattro. All’uscio della porta mi venne ad accompagnare solo il più grande , quello che per intenderci aveva organizzato tutto, quello che poi aveva convinto gli altri tre. Mi disse – hai una bocca stupenda, posso darti un bacio per salutarti?- fino a quel momento non avevo mai pensato al bacio, quello bocca a bocca. Non era nelle mie fantasie da donna, o meglio da troia, una come me bacia il cazzo , ma la bocca? Fu uno stordimento che durò poco, perché lui disse – allora Federica, posso baciarti?- Federica era il nome che loro avevano scelto per me quello stesso giorno, ed io a quelle parole portai la bocca in avanti, pronunciando le labbra e baciai Giuseppe ( questo il suo nome). Lui in maniera più audace passò la sua lingua sul mio labbro inferiore, dopodichè mi disse – adesso puoi andare, sai ancora di sesso-.
Non ci dicemmo più niente, non un appuntamento, non un cenno al fatto che ci saremmo potuti rivedere, quando pensavo ciò ero già per strada a camminare con fatica.
A casa poi, quella sera, mi dedicai interamente a me, feci di nuovo una doccia calda e mi misi delle creme e degli olii per calmare i bruciori e rassodare la pelle….. avevo comunque sempre la sensazione di avere un cazzo piantato nell’ano. Ora più di prima, ero legittimata a sentirmi donna, di guardare il mio culo allo specchio, di guardare gli uomini sapendo di poterli fare impazzire.
Dovetti aspettare martedì, se non ricordo male, per rivedere Giuseppe alla facoltà.
Mi chiamò subito in disparte e mi disse – senti, ho una idea, e tu non puoi dire di no-
-dimmi- dissi io.
-sai che qui ogni giovedi fanno festa gli universitari, lo sai, vero?-
-certo- risposi
-allora ci andiamo insieme, io, Emanuele (era l’altro suo coinquilino col cazzo grande) e (questo lo disse ridacchiando) Federica-
Non capii subito cosa volesse intendere, o meglio speravo che non si trattasse di quello, cioè di uscire per strada e andare in discoteca vestita da donna. Speravo di no perché non avrei saputo come dire di no.
Lui continuò come se io avessi già capito e accettato tutto.
-allora, io sono della provincia di Avellino e torno a casa giovedì mattina dopo che ho fatto un esame, ritorno a Napoli in serata con la macchina e ti passo a prendere, tu intanto ti prepari come una vera donna, e ti raccomando devi superare te stessa, e insieme noi tre andiamo in discoteca-
Non si fermò a questo.
- gli unici tuoi due problemi secondo me, mi riferisco a se riesci a passare per donna, sono i capelli, non puoi andare in giro con una parrucca finta, e il seno che non hai poi per il resto credo non ci siano problemi-
E cominciò un elenco che faceva notare un acuto spirito di osservazione, io ero nel fattempo come in un paradiso di sicurezza e eccitazione, il mio uomo si preoccupava di tutto, io dovevo solo eseguire.
-depilati anche sulle braccia; smaltati le unghie con un colore non troppo appariscente, preferibilmete lucido; cerca di sfoltirti un po’ le sopracciglia, ma non troppo altrimenti poi il giorno dopo si nota; indossa una gonna più lunga del normale di colore nero, con sotto calze nere; scarpe chiuse, il tacco a spillo va bene, visto che ci sai camminare; giovedi poi ti porto un bel cappotto da donna, lo prendo da mia madre, e una sciarpa così la tieni stretta sul collo; il trucco deve ssere più naturale possibile ed elegante; sotto poi metti quello che vuoi….ah, indossa una maglietta nera a mezzemaniche con il collo alto;-
-non ce la posso mai fare- dissi io – è da pazzi!- ero però eccitata come una cagna.
Lui non si scompose, come se si aspettasse un mio iniziale rifiuto e mi disse due cose – non preocuparti, innanzitutto vengo con la macchina quindi sono esclusi bus e camminate a piedi, poi ricorda che una discoteca è l’ideale le figure non si distinguono chiaramente, lì potrai dimenarti come vuoi. Aggiunse, non preoccuparti penso a tutto io.
Mi convinse. E lui si preoccupò veramente di tutto.
La cosa più importante, anche economicamente (da quanto traspariva era un figlio di papà) che fece, fu acquistare una parrucca vera, la prese usata però su un giornale che a napoli mette in contatto persone che vogliono acquistare cose di seconda mano. Era stupenda, capelli lunghi castano scuro, un po’ mossi…
Un’altra cosa che ricordo fu che eravamo sotto carnevale, approfittando della festa acquistò un seno finto di silicone, a questo punto avevo veramente tutto.
C’era solo un ultimo problema, dovevo vestirmi a casa loro e così facemmo.
Quella sera, verso le otto, Giuseppe era sulla autostrada che porta a napoli, io facevo la doccia in un clima di totale eccitazione, da uomo posso dirvi, che una puttana quando sa che quella sera sarà sicuramente scopata ( per forza doveva capitarmi) si fa la doccia con una sensualità straripante, il contatto col sapone provoca stordimento, l’acqua calda sembra essere del nettare di sborra che ti scende sulla schiena e scompare fra le natiche.
Sentii bussare, -dimmi Emanuele- era l’unico inquilino in casa.
-apri la porta, Giuseppe sta per arrivare, e ha detto che devo darti una ripassata-
Ripassata? Voleva scoparmi nel bagno, il pensiero della mia pella liscia e profumata, ancora bagnata e i vapori della doccia mi fecero dire – cosa? Vuoi scoparmi?-
- voglio solo un pompino veloce -.
Uscii dalla doccia, presi una asciugamano e la avvolsi attorno a me coprendo pure i capezzoli, con un’altra ci fasciai la testa come se avessi dovuto raccogliere lunghi capelli bagnati, solo a quel punto aprii la porta.
Quando Emanuele mi vide, disse che l’asciugamano messa sul corpo in quel modo era stupenda, lasciava intravvedere solo un po’ di culo, mentre era stretta sulla vita.
-inginocchiati, e vedi di farlo bene-
Era il mio primo pompino fine a se stesso, nel senso che non avrebbe avuto un seguito.
Il pompino fine a se stesso era una delle mie più grandi fantasie, perché ci ritrovo molto della mia personalità da troia, è veloce, praticabile in luoghi insoliti, sei inginocchiata davanti a lui, sei impegnata solo nel dare soddisfazione, lui può fare quello che vuole mentre tu glielo fai ( se ci riesce) come ad esempio farsi la barba, leggere un giornale. Tu sei una troia piegata alla sua volontà e alla sua mazza.
Con Emanuele non ero inginocchiata, il dorso delle mie cosce poggiava sul dorso dei polpacci.
Mentre lo spompinavo, mi toccavo l’orefizio del culo, mi penetravo col medio della mano sinistra.
L’altra mia mano seguiva i movimenti della mia bocca. Quando succhiavo, la destra era ferma sulla base del suo pene, quando lo baciavo o gli leccavo le palle allora gli sparavo contemporaneamente una sega. Lo volevo tutto, nel senso tutto in bocca, fino a quei coglioni gonfi e grossi ( mi piaciono i coglioni grossi), così acchiappavo con le mani le sue natiche e spingevo in un senso e con la testa nell’altro. Sentivo l’istinto involontario del rigurgito ma non mi ritaevo indietro, buttavo gemiti strozzati già in gola. Lui fece il resto, mi afferrò i capelli e non mi permise di muovermi da quella posizione, avevo un cazzo fino in gola. –fermati puttana, stai ferma stai ferma….- lo ripeteva sempre più anzimando.
Stava sborrando, e lo stava facendo direttamente nel mio esofago.
Ingoiai per la prima volta lo sperma, con loro quattro mi ero limitata a farmi sborrare in faccia.
Ad Emanuele per la prima volta fecero un pompino con ingoio, aveva poco meno di 20 anni.
Lui disse poi – muoviti troia, mica vuoi far aspettare l’altro tuo uomo?-
Io, da brava schiava, mi andai a preparare.
Appena ebbi finito( smaltai anche le unghie dei piedi nonostante non si vedessero) sentii entrare nell’appartamento Giuseppe. Dopo poco andai in cucina dove loro mi spettavano. Mi dissero che ero quasi perfetta, c’era un solo problema, si vedeva il mio cazzo da sotto la gonna attilata.
-cosa porti sotto?- mi chiese Giuseppe
-Un perizoma, l’ho comprato per stasera- risposi
-Mi dispiace, ma devi metterti qualcosa di pìù avvolgente davanti, ce l’hai?-
Pensai ad una culotte, e così feci.
Il cappotto che mi portò, era bellissimo, si stringeva in vita con una cintura, insomma non nascondeva il mio culo.
Indossai la sciarpa e dei guanti, le uniche cose scoperte che si vedevano di me erano le caviglie e i polpacci e naturalmente la faccia leggermente nascosta dalla sciarpa.
-ecco così sei perfetta- mi dissero quasi in coro.
Poi Giuseppe aggiunse – ora togliti il cappotto e la sciarpa, ancora è presto per uscire, fammi vedere come sembri e come ti muovi una volta in discoteca-
Così feci, camminai su e giù per il corridoio per mostrare che coi tacchi a spillo me la cavavo, mi feci trasportare da una musica immaginaria alzando le braccia all’aria e incrociandole sopra la testa,
loro mi osservavano e facevano commenti reciproci. La gonna che indossavo era aderente da togliere il fiato, ma non era corta, non si vedevano le ginocchia, arrivava appena sotto di essi.
Ad un certo punto, Giuseppe si mise dietro di me e seguiva il movimento del mio bacino. Sentivo quel pacco enorme che cresceva sul mio culo, non posso dire che mi fece eccitare perché erano più di due giorni che ero all’apice della eccitazione..
-muoviti troia- mi diceva, io chinavo la testa sulla sua spalla in modo da porgergli il collo. Era avvinghiato a me, non mi faceva respirare.
-Emanuele, vieni qui, mettiti davanti a questa puttana, così balliamo in tre-
in un attimo mi ritrovai tra due uomini, sentivo i cazzi sia dietro sia davanti.
-ringrazia che non voglio rovinarti il trucco, altrimenti ti passavo il mio bastone sulla tua faccia-
disse Emanuele.
-senti Emanuele- aggiunse Giuseppe- il culo questa troia non l’ha truccato, diamole un assaggio di quello che le spetta-
Fui presa con violenza, mi trascinarono sul davanzale della finestra che dava sulla via principale.
Mi ordinarono di mettermi a pecorina, anzi mi ci misero loro, della finestra erano chiusi solo i vetri, non le persiane. Chiunque difronte avrebbe potuto vedere la scena, ma nemeno il tempo di preoccuparmene che sentii tirarmi giù la culotte e lacerarmi il culo. Emanuele mi stava scopando tra le natiche impegnandosi pure a tenere su la gonna.
Ansimavo come una femmina, dicevo porcate tanto era l‘eccitazione.
Avevo i palmi delle mani poggiate sul davanzale con le unghie appena smaltate, le braccia erano rigide e mi slanciavano il corpo non in un perfetto angolo retto. Il resto dello slancio, con il culo a misura del cazzo di Emanuele, me lo davano i tacchi a spillo.
Non so se avete mai avuto modo di vedere un cazzo che entra ed esce dal culo (io a volte mi sono filmato), beh, quando esce, la carne elastica dell’orefizio si vede, è lucida, vivida per lo sfrecamento del cazzo, attillata fino allo spasmo, quasi come se tentasse di non lasciare andare il pene che entra.
Mi scopò in quella posizione molto a lungo, io emettevo dei gemiti di piacere.
-non ho mai sentito una donna fregnare così, brutta sgualdrina, ora lasciala a me- disse Giuseppe che intanto si era fatto crescere il cazzo fra le mani.
Si sedette su una sedia e mi ordinò di accomodarmi sopra al suo uccelo dandogli le spalle.
Loro stavano attenti a non toccarmi il trucco, penso sia questa la ragione per cui l’altro non mi mise il cazzo in bocca.
Mentre giuseppe mi scopava, dissi ad Emanuele di avvicinarsi. –voglio almeno tirarti una sega-
Feci in tempo solo a dare un paio di smanacciate, perché Guseppe oltre a smettere di incularmi ordinò di smetterla perché avremo avuto modo di continuare.
Quando mi ricomposi erano le 10, ed ero più eccitata di prima.
Alle 10 e qualcosa per la prima volta uscii di casa completamente travestita, entrammo subito in auto direzione discoteca.
Giuseppe mi disse solo una cosa prima di scendere, di essere disinvolta, e di non proferire parole, e mi assicurò che sarebbe andato tutto bene.
Quando scesi dall’auto mi accorsi che c’era una folla esagerata, sollevai la sciarpa fino a coprire il naso, e presi Giuseppe sotto braccio, Emanuele ci seguiva subito dietro.
Con mio grande stupore mi rendevo conto di incrociare sguardi maschili, poi dopo Emanuele mi dirà che addirittura alcuni ragazzi si giravano per guardarmi il culo.
Una volta entrati stavamo come sardine in scatola, almeno nel corridoio che portave alla pista.
-togliti il cappotto, e resta con il foulard- ordinò Giuseppe.
Da quel momento in poi, fu l’eperienza più eccitante che ebbi mai fatto… sentivo sfiorarmi da mani sul culo, sentirmi dire - bona , dove vai- , persone che mi ballavano vicino….soprattutto quando Giuseppe mi disse di andare in pista da sola.
Ringrazierò Giuseppe tutta la vita per quello che ho provato quella sera.
La cosa più bella è che potevo muovermi come una donna in mezzo a tutta quella gente, per esempio quando andai con Emanuele a prendere qualcosa al banco delle consumazioni, non esitai un attimo ad accennare la pecorina poggiando i gomiti sul bancone.
Era tardi quando decidemmo di andare. Fui io ad insistere, avevo voglia dei loro cazzi.
Quando entrammo in macchina, Giuseppe che si accingeva alla guida, mi disse di sedermi dietro con Emanuele. Così feci, appena partiti, Giuseppe imparti un altro ordine – spompinalo fino a che non senti fermare la macchina.
Finalmente era giunto il momento di comincaire a sfogare l’eccittazione che tutte le palpate della serata mi avevano dato.
Mi coricai sul sedile posteriore su un fianco, poggiato sul gomito sinistro. Sbottonai i pantaloni di Emanuele e infilai la mano per far uscire quell’uccello. Fu un pompino lento e lungo, cadenzato. Rimanevo per minuti con la bocca piena di cazzo senza muovermi e senza che lui si muovesse.
Mi tolsi la gonna, finalmente ero in reggicalze di pizzo nero ( un regalo di Giuseppe), continuavo a prendere in bocca il cazzo del suo amico, a baciargli il pube e le palle, anzi quella sera mi accorsi che mi piaceva prendere le palle in bocca e succhiarle, di passarci e ripassarci la lingua sopra.
Qualche volta che poi mi sono filmata, mi sono accorta di eccitarmi quando vedevo la protuberanza sulla guancia, segnale inconfondibile che scopavo un cazzo con la bocca.
Fu eccitante pure quando Emanuele con le mani mi afferrò la testa tenendola ferma, e facendo lui i movimenti su e giù. Fu travolgente, la mia bocca come una fica con due grosse e carnose labbra vaginali.
La macchina si fermò in un posto scuro e deserto, era già tutto organizzato da Giuseppe, in pratica non saremmo andati a casa, mi avrebbero scopata in macchina in un posto dove amoreggiano le coppiette.
Quella notte, la posizione che mi sconvolse di più, fu quando mi dissero di poggiare le ginocchia sui sedili anteriori, uno per ogni sedile, con la faccia però rivolta verso il lunotto posteriore.
-ecco brava, ora inarca verso il basso la schiena tra i due sedili fin quando puoi-
Cercate di immaginare, ero cul culo all’aria, poggiato sulle ginocchia e con la testa ad un piano molto inferiore a quello del culo, in pratica la mia bocca era a misura del cazzzo di chi si sarebbe seduto dietro, mentre il mio culo era di chi si sarebbe inginocchiato come me sui sedili anteriori.
La cosa più eccitante era poi la morsa che i due sedili esercitavano sui miei fianchi.
Mi sentivo costretta, imprigionata, in balia di loro due.
Ma fu una mossa di Emanuele a lasciarmi senza fiato, mi passò una fune, uno spago, non ricordo bene, sui fianchi, lo fece scivolare sotto la leva del cambio e diede uno strattone potente facendo un primo nodo sulla schiena e poi un altro ancora.
Quel bastardo mi aveva legata, immobbilizzata alla pecorina, riuscivo a muovere solo la testa, le braccia mi servivano per alleviare il dolore della corda.
Ero insomma legata alla leva del freno a mano, nella oscurità della notte si vedeva solo il chiarore del mio culo rotondo, sodo e voglioso.
Con mia grande sorpresa e approvazione, cominciarono col sedersi entrambi sul sedile posteriore.
-prendili nella tua calda bocca, marchia i nostri cazzi col tuo rossetto da troia-
Non potevo fare granchè, non riuscivo a muovermi, ma questo era quello che loro volevano. Nel momento in cui un cazzo mi finiva in bocca, difficilmente, senza il loro volere, riuscivo a ricacciarlo fuori.
-per quanto sei puttana, dovresti stare così tutta la notte- mi dicevano
Non so se ho mai sognato e voluto tanta forza, tanta violenza…….ma ormai ero appunto violentata, nel momento in cui le manifestazioni della tua volontà sono inibite, allora ti stanno facendo una violenza, ti stanno prendendo con la forza.
In quel momento sentivo piacere misto a paura, a dolore, a vergogna perché provavo pure eccitazione.
Poco dopo Emanuele venne dietro, e diede un colpo violento per deflorarmi l’ano.
Io cadevo sotto ogni colpo, non riuscivo a proferire parola, né ansimavo in maniera chiara, i miei erano mugolii, quei pochi che riuscivano a filtrare dalla mia bocca piena di cazzo e di liquido preeiaculatorio.
Emanuele sembrava posseduto, dava dei colpi talmente forti che mi sentivo svenire.
-puttana, ti scopo il culo, prova a liberarti se ci riesci, guarda è tutto dentro…..-
Mi stava facendo male, ed io non riuscivo a dire niente, come se non bastasse, Giuseppe mi teneva per i capelli in modo che avessi sempre il suo cazzo dentro la bocca.
Ad ogni colpo nel culo emettevo un mugolio, sentivo le natiche squarciate come da una grossa spada…. Sentivo dolore si, ma tanto piacere tant’è che arrivai…
Il mio cazzo sborro tanto che sembrava una fontana.
- troia fottuta, mi hai sporcato la macchina, puttana, adesso meriti di essere sbattuta ancora più forte, dai Emanuele, facciamole vedere chi comanda-
da quel momento cominciò la cosa più bella che fino ad allora avessi mai provato: da un lato c’era Emanuele che mi rompeva il culo, e dall’altro all’unisono e con una cadenza costante, Giuseppe mi scopava la bocca, teneva la mia faccia stretta nelle sue mani e premeva giù quando Emanuele affondava il colpo, e tirava su quando Emanuele si ritirava.
Nell’arco di un minuto, venivo riempita e svuotata di cazzo per circa 30 volte.
Il risultato finale lo si ha solo se si considera che i minuti furono dieci o poco più.
Mi riempirono la bocca e il culo di sperma e mi lasciarono così, con i cazzi che si sgonfiavano tra le mie membra, per almeno mezz’ora.
Tornammo a casa loro, feci la doccia e ci adormentammo sfiniti, erano quasi le sei.
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18 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
La telefonata
Luca era felice di possedere il numero di telefono di Laura. L’incontro nel parcheggio di Linate l’aveva lasciato molto piacevolmente impressionato. La classe ed il temperamento di quella donna non potevano lasciare indifferente nessun uomo al mondo. Decise di chiamarla alle 10 del mattino, in piena attivita’ lavorativa. “Luca, ciao, tesoro …”- inizio’ -“Prima di tutto devo farti una domanda: sei sola nel tuo ufficio?”.
“Si, Luca. E’ bello sentirti cosi’ presto. Perche’ me lo chiedi? Se ci fosse qualcuno che poteva sentire la nostra conversazione te l’avrei fatto capire comunque.”
“No, non e’ per questo. E’ invece per fare un gioco, subito. Anzi, abbiamo pochissimo tempo. Ti chiedero’ di fare qualcosa, se non sei d’accordo dimmelo immediatamente.
Perche’ comincia da adesso. Slaccia solo 2 bottoni della camicetta e scopri la tua spalla destra. … Ok. … Ora devi baciarla dove ti e’ possibile, ma con trasporto, con le labbra, usando molto la lingua ………la spalla la vorrei tutta bagnata… …………………………………………………………… ………………………………………………………………… ……………………………………………………………………. Bene. Mano sinistra, dito medio. Il polpastrello sfiora la tua spalla bagnata, si intinge di umido, si sposta verso il basso, sul capezzolo. Li’ indugia, poi sfiora tutto il tuo seno attraverso movimenti casuali, semicircolari, sensuali. ……………………………………………………………………………………………………….. Quando ritrova il capezzolo, si fa aiutare dalle altre dita che hai inumidito e lo bentratta un po’…………………... sino a bagnarti dentro per cio’ che stai ascoltando del tuo corpo ……… con l’altra mano sfila la camicetta e continua a toccarti il capezzolo ….. adesso immagina di vederti allo specchio e guardati quanto sai essere bella ………. Per oggi solo un bacio telefonico, Laura, ti chiamero’ presto”. Clic.
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18 years ago
claudio3rz,
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Sorpresa in aeroporto.
SORPRESA IN AEROPORTO.
Linate, 9 di sera con il solito catino di nebbia.
Da Fiumicino Luca e' partito con il solito ritardo, ma dopo mezz'ora di attesa nel cielo di Linate il dirottamento su Malpensa viene accolto con delusione tragica.
Le auto nel parcheggio di Linate sono la prima meta da raggiungere, per questo i taxi scarseggiano per i troppi passeggeri esasperati dal ritardo imprevisto. Luca si lascia convincere a dividere il taxi con una certa Laura (capelli rossi, aria riservata, seriosa, ma elegante).
Gia' in autostrada, a Castellanza, nota che lei distrattamente avvicina le snelle e flessuose gambe nella sua direzione. Sul momento pensa di essere pieno di stupide fantasie, ma quando lei distratta sottopone la presenza di un bordo in pizzo sulle calze cosi' elegantemente messe in mostra e' chiaro che Luca comincia ad avere pensieri e problemi.
Le preoccupazioni positive arrivano realmente quando lei chiede se sarebbe cosi' gentile da accompagnarla alla sua macchina, una volta in parcheggio, data la tarda ora.
Lui acconsente, ma quando lei lo bacia con una passione da amplesso, il problema sul tavolo e' ormai chiaro.
Prima si avvicinano all'auto di lui, e' la piu' vicina. Entrano e scoprono di avere fretta di mordersi e lei di ricevere con molta decisione e calore, anche prima del previsto. Lui sembra durare, ma poi si ritrae improvvisamente perche' la situazione e' anche troppo stimolante e coinvolgente (non vuole arrivare subito come un ragazzino).
Laura non si scompone, anzi gli prende in mano la situazione e ingoia avidamente e ripetutamente lo scettro dubbioso. Questa volta sorpreso davvero Luca perde drammaticamente il controllo, e la festa si svolge in 20 secondi solo per lui. Blatz!!! Vergogna.
Laura a quel punto compie un gesto ancor piu' grandioso, nonostante il dramma (malignamente provocato, l’abbiamo capito, pero’ …). Gli mette in mano il suo biglietto da visita, sussurrandogli nell'orecchio queste parole: adesso che hai sbagliato devi sdebitarti, chiamami presto solo sul cellulare perche' voglio da te esattamente tutto quello che mi merito!
Laura dimostra cosi’ di sapersi pappare il cervello di Luca. E Luca capisce di essersi imbattuto in un grossissimo problema, di quelli che la notte non e’ piu’ un’amica se Laura non c’e’.
Cedere ad un dominio di questo genere puo’ essere da paradiso, a patto di saper ricambiare pan per focaccia. Una donna cosi’ simpatica e’ imperdibile, quindi Luca dovra’ dimostrare chi e’.
Guai ad annoiarla o a lasciarle per troppo tempo l’iniziativa. Si sentirebbe sola quando fa l’amore con Luca, proprio mentre deve sentirsi portata per mano nel Paese delle Meraviglie.
E Luca sa come. Ormai da oltre un anno, la prende e lei lo riceve a fondo quando meno se l’aspetta, per lunghe ore senza che il marito di Laura sospetti alcunchè ...
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18 years ago
claudio3rz,
47/47
Last visit: 17 years ago
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Luogo insolito
ciao,
racconto volentieri la mia avventura.....la scorsa settimana a peschiera borroemo...la zona vicino alla pista di linate(di cui non ricordo il nome) ..zona cimitero.
Era un giovedi notte ...circa le 24.....quando ..tornando da milano..decido di farmi un giretto in qst parcheggio.....
Arrivando...noto solo qualche macchina....ma nientedi interessante...cosi parcheggio , psengo le luci e attendo qualche minuto....
Dopo circa 10 minuti.....mentre ammiravo gli aerei in pista..vedo avanzare una stangona verso la rete davanti a me.
Si appoggia alla recinzione...facednomi ammirare le lunghe gambe avovlte da collant neri....una mini gonna molto mini.......
Accendo i fari per ammirarla meglio......e noto una gran faccia da zoccola......era un bellissimo trav.... .
Accortasi delle mia gioia...inizia a sfilare davanti a me....alzando la gonna....e facendomi ammirare il suo gran bel culone avvolto in un misero perizoma......
Giuro....non ci capivo piu nulla......ero eccitatissimo........cosi sono scesa dall'auto....e ho iniziato a giocare con lei......Dopo qualche preliminare....lo caricata in auto come una vera zoccola... e poi vi alscio immaginare che cavalcata...
Finalmente la zona si è popolata come i vecchi tempi
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18 years ago
hellas,
39
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Il bagno
Osservo il mio corpo riflesso nello specchio della cabina armadio. Stivali neri, alti qualche cm sotto il ginocchio con un tacco a spillo di acciaio, le magie di Cesare Paciotti, per un congruo corrispettivo riesce trasformare una calzatura da puttana, in una squisito capolavoro trendy. E, poi, risalendo con lo sguardo, calze di seta lievi come un soffio sostenute da un reggicalze sottile di pizzo nero. E poi…niente altro ovviamente, il mio cornetto portafortuna di brillanti pende nel solco tra i seni, liberi.
Afferro la pelliccia di visone che ho buttato su una sedia della cabina armadio e la stringo in vita con la cintura rialzando il bavero intorno al collo.
Scendo le due rampe di scale che mi separano dal taxi di corsa nonostante i 10 cm di tacco a spillo degli stivali che non semplificano certo l’andatura…Ma l’adrenalina e l’eccitazione scorrono come una droga inebriante nella mie vene, da quando ho preso al decisione di abbandonarmi all’istinto e di farti una sorpresa.
Salgo sul taxi di volata. Un lembo della pelliccia si solleva scoprendomi la coscia fino a quasi il gancio della giarrettiera. Il sorriso sul volto del taxista nel salutarmi si allarga istintivamente. Sorrido di rimando pensando al tuo di sorriso.
Mi accomodo e accavallo le gambe. Perché non sperimentare con il taxista l’effetto del dubbio? Del resto il taxi è buio all’interno e l’autista potrà aver il sospetto, ma non la certezza della mia nudità. Accavallo e riaccavallo le gambe un paio di volte. Gli occhi dell’autista sono incollati allo specchietto retrovisore. Mentre gli do l’indirizzo del tuo ufficio sento che l’eccitazione si fa fuoco liquido tra le mie cosce e un calore diffuso soffonde di rossore la mia pelle. Abbasso il bavero della pelliccia e l’autista ha un sussulto mentre i suoi occhi salgono dalle gambe al solco tra i miei seni. Giocherello con il cornetto di brillanti mentre il suo sguardo si fa avido e il sospetto diventa quasi certezza nella sua mente. Sorrido.
Il taxì è già arrivato. Mentre il mio sguardo osserva l’ingresso del palazzo tutto vetri del tuo ufficio. Mi chino in avanti per porgere i soldi della corsa al taxista e gli regalo la visione del mio seno con il capezzolo turgido che si staglia deciso sotto la pelliccia.
Scendo avvertendo lo sguardo dell’autista che mi segue avido. Entro nel palazzo. Sorrido al portiere che mi si avvicina sollecito e gli do il tuo nome. Mi indica un ascensore cromato tutto vetri anche lui. Mi avvio sorridendo nel pregustare lo stupore dei tuoi occhi. Quinto. Sesto. Settimo piano. L’ascensore corre mentre il desiderio cresce dentro di me. I capezzoli sono ormai così turgidi da provare fastidio anche per la morbida pressione della pellicia che li copre appena. La mia fica cola voglia liquida da quando sono scesa dal taxi. Il sangue ribolle. E la mente..la mente sorride soddisfatta. Ottavo piano. Scendo. Percorro il corridoio coi pavimenti di marmo lucido, cullata dal suono ticchettante dei mie tacchi. Ti vedo al di là della porta a vetri, che separa l’open-space dal corridoio. Gesticoli animato parlando al telefono poi sollevi lo sguardo e distrattamente ti volti verso il corridoio. Ti sorrido. Mentre vedo il tuo corpo irrigidirsi e, il tuo sguardo diventare incandescente. Apro il bavero della pelliccia in modo che tu possa vedere il solco dei seni e iniziare a capire.
Un tuo collega mi osserva incuriosito. Sento il suo sguardo avvolgermi di domande inespresse. A fatica sposto lo sguardo da te a lui e gli sorrido. Entro nell’open space e sempre sorridendo mi dirigo verso di lui. La sua scrivania è la prima dopo l’ingresso. Mi appoggio coi palmi della mani sulla scrivania mi chino leggermente in modo che il suo sguardo contempli i miei seni turgidi e assolutamente liberi sotto la pelliccia. E….”Mi scusi credo di essermi persa, cercavo la toilette delle signore di questo piano, mi può aiutare ?” sorrido ammiccante al tuo collega mentre con la coda dell’occhio non ti perdo di vista. Sei agitato, confuso e soprattutto eccitato. Fremi nell’attesa della mia prossima mossa. “Certo signora in fondo al corridoio prima porta destra, vuole l’accompagni?” Il tuo collega ci prova. Ovvio. E’ anche un bell’uomo. Ma io sono qui per te. Voglio il tuo cazzo. Ora. Subito. Violentemente a fondo dentro di me. “Grazie credo di poterla trovare da sola adesso”. Rispondo lentamente e sorridendo al tuo collega. Mi raddrizzo. Ti guardo intensamente. Mi volto e esco senza dirti una parola. Conto mentre mi avvio lungo il corridoio stretto e illuminato al neon.
- Uno – hai posato la cornetta del telefono che ancora avevi in mano.
- Due – hai spento il cellulare sulla scrivania –
- Tre - ti sei avviato sorridendo verso la porta dell’open space
- Quattro - sei uscito e con passo rapido stai percorrendo il corridoio verso la toilette
- Cinque - sei entrato nella toilette delle signore con un sorriso ambiguo sul volto.
- Sei – la porta del bagno che ho scelto si spalanca con forza
Ti afferro per la cravatta e ti spingo contro il mio corpo nudo, la pelliccia giace in un mucchietto insignificante ignorata ai miei piedi, le mie mani scorrono avide sul tuo culo, mentre il tuo cazzo si modella perfettamente contro il calore bollente della mia fica. Silenzio. Solo il nostro respiro rotto e i gemiti soffocati. Abbasso la zip. Il tuo cazzo scatta fuori libero. Non c’è traccia di biancheria sul tuo corpo. Sorrido mentre affondo i denti nella tua spalla. Mi aspettavi dunque....le tue dita affondano nel calore umido della mia fica, affondo le unghie nel tuo culo mentre inizi a muoverle. Spingendoti contro di me con lo stesso ritmo che tu stai usando per farmi impazzire.
Esplodo rapidamente sulla tua mano. Sorridi. Maledetto bastardo, mentre lecchi le dita bagnate dal mio piacere guardandomi dritto negli occhi.
Mi giro appoggiandomi con le mani alla parete e strusciando lentamente il mio culo morbido e la fica colante contro il tuo cazzo duro. Mi afferri per i fianchi. Ecco ora sei esattamente dove volevo tu fossi. Sorrido io ora. Mentre con un colpo di reni, fluido, mi riempi il culo . Mi mordo le labbra per non lasciarmi sfuggire un gemito e spingo indietro il culo per assecondare le tue spinte.
Mi tieni solidamente per i fianchi e mi scopi il culo con rabbia, voglia e feroce possesso. Mi lascio prendere godendo ogni istante di quella furia. Alimentandola anzi: ruotando il culo, assecondando le tue spinte stringendo i muscoli per sentirti affondare meglio nelle mie viscere. Esplodiamo insieme. La mia sborra mescolata alla tua mi cola per le cosce e riga le calze....
Ti stacchi. Senza una parola. Il cazzo ha la capella ancora umida di sborra. Lo reiserisci nei pantaloni. Ci guardiamo. Raccogli la pelliccia da terra e mi aiuti a reindossarla. Sono avvolta dall’odore del nostro piacere mescolato. Le tracce segnano il mio corpo e il tuo nello stesso modo. Ancora silenzio. Sorridi sfiorandomi la labbra con un bacio. Esci dal bagno. Riprendo a contare mentre mi rifaccio il trucco davanti allo specchio del bagno…
- 1 - Esci dal bagno con un sorriso soddisfatto stampato in volto
- 2 - Percorri il corridoio con passo elastico godendo dell’odore del mio corpo che ancora ti avvolge
- 3 - Entri nell’open space strizzando l’occhio al tuo collega della prima scrivania a destra
- 4 - Ti siedi alla tua scrivania e non puoi fare a meno di inspirare dalle tue mani l’odore della mia fica che vi è rimasto incollato
- 5 - Guardi l’ora sul display del cellulare che hai appena riacceso 14.40
- 6 - Sono passati solo 10 minuti ma la tua giornata ha cambiato colore e… sapore
- Esco dal bagno, percorro lentamente il corridoio, passo davanti alla porta a vetri dell’open space sorridendo e strizzando a mia volta l’occhio al tuo collega della prima scrivania destra. Entro in ascensore e sorrido. Anche la mia giornata ha cambiato sapore. Ora ha il tuo, penso, mentre lecco lentamente le mie dita che portano ancora tracce del nostro piacere mescolato.
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18 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
La crociera
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QUESTO RACCONTO E' FRUTTO DELLA FANTASIA DI RICCARDO E DI JESSYCA
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TITOLO: La crociera
“ Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Era uno di quei periodi neri per la mia vita, sai quando non riesci a capire molte cose e ti senti un po’ depresso, avevo bisogno di stare un po’ da solo per riflettere su di me, insomma volevo rendermi conto se la mia vita era quella che volevo, oppure era solo una conseguenza di scelte fatte da giovane con incoscienza e soprattutto senza il senno di poi.
Decido allora di fare un bel viaggio, vado in agenzia da un amico e chiedo proprio a lui cosa mi consiglia, Riccardo se ti vuoi rilassare ti consiglio una bella crociera nel mediterraneo e poi guarda mi è arrivato proprio adesso il fax che stanno facendo delle offerte, ok allora prenota, voi siete due adulti ed una bimba, no Francesco vado da solo, quindi un solo adulto, mi stai prendendo per il culo? No!
Vado da solo hai capito bene.
Chiedo quanto viene, pago e me ne vado.
Dopo qualche giorno mi chiama per avvisarmi che è arrivato la conferma di prenotazione con il biglietto, passo a ritirare il tutto il pomeriggio dello stesso giorno.
Arriva finalmente il giorno della partenza, vado al porto mi avvicino alla banchina dove è attraccata la nave, consegno il biglietto, salgo a bordo e cortesemente mi indicano dov’è la mia cabina.
Arrivo nella cabina aggiusto le mie cose ed esco a prendere un po’ d’aria, fa molto è normale siamo alla metà di Luglio, la giornata è bella il mare calmo insomma ci sono tutti i presupposti per iniziare bene questa crociera, sono molto tranquillo e rilassato, guardo il mare ed intanto penso al motivo perché mi trovo lì.
Finalmente salpiamo, vedo il porto allontanarsi sempre più, non ci credo ancora dopo dieci anni di matrimonio con una moglie possessiva finalmente un po’ di libertà, è solo mezza giornata che sono solo e mi sento già meglio, finalmente avevo ritrovato la grinta e l’energia di qualche anno fa, mi sentivo un altro avevo una gran voglia di divertirmi.
Vado a cambiarmi e con gran fretta torno sul ponte dove cerano due belle piscine con molta gente che già stava facendo il bagno, non ci pensai due volte ed immediatamente appoggio il salviettine su una sdraio e mi tuffo, rimango una mezzora buona in acqua poi esco per prendere un po’ di sole.
Sono sdraiato con gli occhi chiusi quando ad un certo punto sento: E’ occupato? Apro gli occhi e vedo una ragazza pressappoco della mia età, molto carina, bionda e con un bel fisico.
Io rimango li fermo come un cretino, incredulo di quello che mi sta succedendo, allora lei mi ripete la domanda: E’ occupato oppure no ? Io mi riprendo subito, no è libero.
Lei con la sua vocina molto sensuale mi dice un grazie che mi fa incuriosire non poco, rimango in silenzio ed ogni tanto la guardo è davvero una bella gnocca, noto che porta la fede al dito, e devo dire che la cosa un po’ mi dispiace, avrei voluto provarci vista la sua bellezza.
Non parlo, intanto il tempo passa ed arriva l’ora di pranzo, raccolgo le mie cose vado a farmi una bella doccia mi vesto in maniera sportiva e vado al ristorante.
Sono seduto da circa dieci minuti, quando vedo entrare proprio lei, si avvicina ad un cameriere chiede qualcosa e vedo che indica proprio il tavolo dove sono seduto io.
Indossa un abito molto aderente e tra l’altro anche molto corto, cammina verso di me guardandomi e sorridendo, si avvicina e mi dice: penso proprio che questo sia il mio posto.
Io da gentil uomo mi alzo e faccio accomodare prima lei poi mi risiedo, la cosa strana è che il tavolo è per due, infatti come vi avevo accennato prima lei porta la fede, a quel punto mi viene spontaneo domandargli : scusa porti la fede ma tuo marito non c’è ?
Lei risponde con aria misteriosa : No, questo viaggio l’ho vinto con una ditta che mi fornisce i prodotti, ed era solo per una persona così sono venuta da sola.
Ricky : Comunque piacere io mi chiamo Riccardo per gli amici Ricky, e tu come ti chiami ?
Jessy : Io mi chiamo Jessyca per gli amici Jessy.
Ricky : Che lavoro fai?
Jessy : La parrucchiera, ho notato che anche tu porti la fede ?
Ricky : Si ma mia moglie non c’è.
Jessy : Bene, così non rischiamo con scenate di gelosia.
Jessy: Io e mio marito non andiamo molto d'accordo in questo periodo...sà le solite crisi del 7° anno...siamo sposati dal 98...
Jessy: senti già che siamo casomai ordiniamo...io prendo un roast beef e del vino rosso....tu?
Ricky: Abbiamo gli stessi gusti anche per me del roast beef e del vino rosso “novello”
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Iniziamo a mangiare ed il vino rosso scalda le anime...sono piuttosto eccitata...ho davanti a me un uomo che mi piace...lo scemo di mio marito fuori dai piedi.. insomma una situazione decisamente hot......Finito il pranzo mi inviti ad una passeggiata sul ponte. Ti seguo curiosa....Di lì a poco finiamo nell'area dietro le hall del 4° piano....il + alto della nave....proprio un bell'angolino nascosto che sicuramente conoscevi....non mi ci hai certo portata per caso...
Mi fissi con intensità...ti avvicini a me che sono appoggiata alla balaustra. Pochi attimi e mi sei addosso....ti appoggi a me e il mio abito attillato fa si che io senta come sei eccitato...mentre tu puoi sentire il mio sesso così vicino....tremendamente vicino.. separato solo da un sottile strato di cotone e dal mio perizoma così tanto mini...al tuo!
Mentre mi baci il collo inizio a sentire quella voglia terribile che si scatena in me in situazioni come questa....
Inizi a strusciarti a me mentre mi baci...sento il tuo sesso appoggiato deliziosamente alla mia micina...ti strusci apposta per farmelo sentire...mentre le tue labbra e la tua lingua sono incollate alle mie...frulli la lingua nella mia bocca stupendamente...sono partita...inizio a scendere con la mano sui tuoi pantaloni...cercando la zip che schiude il tuo cazzone...ormai lo chiamo così...quando mi parte la voglia divento anche piuttosto porca!
Scendo lentamente la zip...tu continui a limonarmi stupendamente...mentre con una mano ti sei fatto strada nel mio scollo...hai una mano sulle mie tette e stai strizzandomi con decisione un capezzolo...la cosa mi fà godere come una pazza....
Infilo la mano nel tuo pantalone..la zip calata non mi ostacola...pochi secondi e sono al tuo slip....una piacevole sorpresa mi attende....mi ritrovo...abbassando lo slip...un superbo cazzone duro...sei decisamente e stupendamente ben messo!
Inizio a farti una sega...mentre tu hai abbandonato le mie tette per puntare decisamente alla mia fica...intrufolandoti sotto il mio abito eccoti al mio peri...lo scosti con due dita e inizi a toccarmi con dolcezza la fica..che scopri già bagnata dei tipici umori prodotti dalla voglia che una femmina in calore così dimostra....
mentre mi limoni inizi a titillarmi il cli...facendomi ansimare e godere come una pazza...io ti stò segando magnificamente...sento che anche tu inizi a gemere....mentre l'asta pulsa nella mia mano...
Mi guardo intorno furtiva..non c'è nessuno...ho una voglia da impazzire....pochi secondi e mi inizio ad abbassare....mi inginocchio lentamente fino a ritrovarmi il tuo fantastico cazzone duro davanti al nasino...dio che favola 6....ho una voglia di leccarlo che mi fà diventare scema!
Tu mi guardi dall'alto...i nostri sguardi si incrociano...mentre tu mi domandi:"jessy...che fai...?"
Mi vedi avvicinare la mia bocca al tuo cazzo....ho le spalline dell'abito che tu mi hai abbassato...le tette sono fuori...l'immagine ti crea ancora maggiore eccitazione...mentre inizio a leccarti la punta...dandoti un brivido di piacere...ma la cosa è reciproca...un violento brivido di godimento lo sento anche io...mentre inizio a leccarti il glande...a tette nude..sul ponte della nave...con mio marito chissà dove....la cosa mi eccita da morire!
Insalivo l'asta....tu godi come un porco...la mia lingua lecca le tue palle sode....sei piuttosto in astinenza...dalla durezza e dalla pienezza delle tue palle deve essere molto che non vieni...la cosa mi dà ancora + godimento...adoro sentirmi sborrare per bene sul viso ed in gola...dopo aver fatto uno stupendo pompino....
Inizio ad andare con le labbra delicatamente chiuse sull'asta...su e giù...il cazzone mi scivola per bene tra le labbra....salgo e scendo dolcemente...la saliva lubrifica l'asta....inizio a gemere e mugolare per il godimento che provo....ho un cazzone stupendo in bocca...stò facendo un pompino che mi fà godere come una pazza....la fica mi freme dal piacere che provo...tu mi guardi in estasi...stai godendo molto....lo vedo....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Godo come non mai mi sta facendo un pompino da favola, ho le palle piene di sborra che voglio scaricare nella sua bocca, ma voglio resistere il più possibile, non mi avevano mai succhiato il cazzo così divinamente e poi anche lei meritava di godere.
Mentre continuava a spompinarmi vedo arrivare della gente, immediatamente arretro di un passo sfilando il cazzo dalla sua bocca e mi ricompongo, e lo stesso fa lei, si aggiusta al meglio e ci spostiamo.
Gli sussurro nell’orecchio che ho voglia di lei, ma da vera troia mi dice anch’io ho voglia di te ma voglio farmi desiderare quindi rimandiamo tutto a stasera.
Passiamo una buona parte della giornata insieme, ridendo e scherzando ma il mio pensiero è sempre occupato da un chiodo fisso, riprendere da dove c’eravamo fermati.
Arriva quasi l’ora di cena, ci diamo appuntamento al ristorante, vado a farmi una doccia, mentre sono sotto l’acqua penso al pompino che mi stava facendo sul ponte della nave ed immediatamente la nerchia diventa dura, le palle mi fanno male, l’eccitazione e tale da farmi venire il desiderio di farmi una bella sega.Prendo in mano il mio randello e comincio e segarmi molto lentamente per poi aumentare il ritmo, mi fermo di colpo e penso, è da tanto che non mi faccio una sega, se sborro adesso ne avrò meno per lei così interrompo la masturbazione e a fatica esco dalla doccia e mi rivesto in maniera elegante ma sportiva allo stesso tempo.
Esco dalla mia cabina e mi dirigo al ristorante, entro e mi vado a sedere al mio tavolo, lei non è ancora arrivata, è normale le donne si fanno sempre attendere.
Dopo quasi mezzora che la sto aspettando arriva, indossa una mogliettina molto corta ed aderente, si nota che non porta il reggiseno, si intravedono i capezzoli duri che lasciano l’impronta sulla maglietta, la gonna molto corta aderente segue la forma dei suoi fianchi e un paio di sandali allacciati con delle stringhe di cuoio sul polpaccio.
Nel vederla così vestita mi torna immediatamente nella testa il ricordo di quel pompino interrotto, l’eccitazione sale, l’asta diventa dura e immediatamente sento un brivido che corre lungo la schiena.
Cerco di restare calmo, ordiniamo mangiamo e dopo cena ci dirigiamo sul ponte a guardare il mare, la serata è bella e c’è la luna piena, un venticello scompiglia Jessyca tra i capelli, rendendola ancora più attraente, mi avvicino alle sue labbra con le mie e inizio a baciarla, lei non si oppone e si lascia andare,
ci baciamo per una decina di minuti poi le chiedo di andare nella mia cabina.
Lei sorride, ehi non correre prima ci divertiamo un po’ poi se te lo meriti………….
Ok, cosa facciamo?
Andiamo un po’ in disco e poi vediamo.
Va bene, vai avanti tu, fammi strada.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Arriviamo in disco...la pista è piena...tutti scatenati in un ballo sfrenato...mi butto in pista e tu mi segui subito...
La musica è latino americana...mi piace molto..inizio a ballare sculettando e muovendo dolcemente i fianchi...in breve ho 4 o 5 maschiotti che mi ronzano intorno...ricky ha un bel da fare a tenerli a bada...hihihi!
Il trucco giusto..i sandali che mi slanciano ancora meglio il sedere...le cosce nude abbronzate....i capelli sciolti e mossi mi fanno sembrare ancora + fica di quello che sono....e poi mamma mia...anche il resto diciamo fà la sua figura....la mini...e la maglietta aderente esaltano le mie forme....ballo con dolcezza ed il mio sederino splendidamente fatto a mandolino la fà da padrone...ho gli occhi di molti appiccati al mio culetto...che splendidamente muovo sculettando con piccoli scatti a dx e sx....
Le tette sode mi ballano su e giù...i capezzoli ogni tanto spuntano dalla maglietta...me ne accorgo e rialzo le spalline...tu hai gli occhi fuori dalle orbite....per come sono tremendamente fica in questa situazione.....
Mi metti le mani sui fianchi da dietro...ed inizi a ballare con me....tirandomi a te....io ti lascio fare...pochi attimi e sento chiaramente il tuo pube appoggiarsi al mio sedere...mi tieni stretta stretta....ballandomi dietro....Mi giro e ti schiocco un bacio in bocca....mmh....la mia lingua inzia a limonarti....qualche secondo e sento chiaramente il tuo cazzone che preme sul mio culetto.....dio che voglia hai!
ti lascio fare...tu ballando mimi come se mi stessi inculando....inizio a sentire caldo..la situazione è terribilmente erotica...hai un cazzo duro da far paura e me lo stai facendo sentire molto bene sul sedere....spingi come se volessi bucare la mia mini!sento che cerchi il mio buchetto....se fossimo in cabina non avrei avuto scampo...me lo sarei ritrovato duro tutto nel culetto...e ti confesso che la cosa mi andrebbe da morire!!
finisce il pezzo...ti prendo per mano e mi dirigo verso l'uscita....voglio rinfrescarmi le idee e sbollirti la voglia..ma sarà dura....
Usciamo...una piccola passeggiata e siamo di nuovo sul ponte...grosso modo dove eravamo oggi.....Mi appoggio alla balaustra....un attimo e mi sei addosso...mi baci con passione....appiciandoti a me....di nuovo sento il tuo splendido cazzone duro..questa volta mi premi decisamente sulla fica...mamma mia...6 terribile!
Inizi a limonarmi con voglia....la tua lingua si incolla alla mia....le tue mani mi frugano sotto la mini...trovi il perizoma...lo scosti...lasciandomi la mini leggermente alzata davanti.....ti lascio fare..sono troppo presa da te....e poi stò godendo della situazione...e parecchio....
Velocemente ti abbassi la zip...mentre continui a limonarmi magnificamente...metti la mano dentro...una frazione di secondo e lo tiri fuori...nemmeno il tempo di capire che fai e sento la tua cappella appoggiarsi alla mia fica....dio mio...mi vuoi scopare lì...sul ponte!Con una mano prima mi avevi scostato il peri.....ora invece appoggi con decisione la cappella alla mia fica...strusci un pò...trovi le grandi labbra...sono già fradicia...non ci metti molto a capirlo....ti assesti con le gambe e lentamente inzi con colpettini dolcissimi a penetrarmi....Dio che favola 6....mi stai scopando sul ponte....ma lo fai con una dolcezza meravigliosa...mentre con la lingua continui a limonarmi!
Colpetto dopo colpetto ti prendo....l'asta entra lentamente nella mia fica....cm dopo cm prendo il tuo splendido cazzone tutto nella fica....mentre ti bacio con passione.....Dopo meno di un minuto....sento le tue palle sode che si appoggiano alla mia fica...dio...me l'hai messo tutto dentro....stupendoooo....mi sento pienissima...mentre tu continui a limonarmi....
Mi stacco dalle tue labbra....ti guardo dritto negli occhi....e ti dico:"dio ricky...6 stupendooo...mi hai presa tutta senza nemmeno farmene quasi accorgere.....ho un cazzone da sballo piantato nella fica...lo sai?"
mi sorridi e lentamente inizi ad andare su e giù..facendomi uscire un gemito....mentre ti rimetto la lingua in bocca....lasciandomi scopare stupendamente in piedi lì sul ponte.....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Sarà la situazione, sarà la brezza del mare che ti accarezza le gote e ti scompiglia i capelli che ti rendono ancora più bella ed eccitante al mio sguardo, rendono la scopata ancora più intensa, il movimento altalenante della nave accompagna il mio movimento ormai o preso il ritmo e ti pompo con foga e passione.
Ad un certo punto ti accorgi che non siamo soli c’è un'altra coppia sul ponte,mi fai notare la situazione, io mi blocco un attimo, tu ti avvicini con le tue labbra al mio orecchio e mi sussurri “ dai facciamogli vedere quanto siamo porci” e mi inciti a riprendere a scoparti.
Cominci di nuovo a mugolare di piacere, ma stavolta con voce più alta in modo che la coppia ormai vicino a noi senta quanto stai godendo, mi volto verso la coppia che ormai è a pochi metri da noi, i nostri sguardi si incrociano, lui ha uno sguardo soddisfatto ma nello stesso tempo invidioso lei invece sembra schifata dalla situazione, io continuo a scoparti, la presenza di quei due mi fa eccitare ancora di più, sento la sborra ribollire nelle mie palle e ti annuncio il mio orgasmo, tu mi supplichi di resistere ancora qualche attimo, rallento il ritmo e la forza delle pompate in modo da allontanare l’orgasmo, gemi come una puttanella, stai godendo come una vacca, sbrodoli, hai la figa che gronda di piaceri.
La lei della coppia che ci sta guardando prende il marito per un braccio lo tira per portarlo via da lì, ma il marito non si muove e come pietrificato, ha lo sguardo fisso continua ad osservarci, tu te ne accorgi ed alzando un po’ la voce dici: Scommetto che piacerebbe anche a te farti una scopata simile.
Lui non risponde ma con la testa fa un cenno che lascia capire benissimo la sua risposta, lei si arrabbia con il marito che rimane lì immobile a fissarci.
Tu capisci la situazione e rivolgendoti a lei dici: Non ti incazzare con lui è normale che ci guarda, molto probabilmente non lo soddisfi abbastanza e quindi cerca il piacere guardando altre coppie che scopano, in maniera diversa dal solito.
Lei ora è su tutte le furie, e senza pensarci due volte ti risponde: Senti puttanelle, troia e succhia cazzo, non sono fatti che ti riguardano di come scopiamo noi e poi mi fate solamente schifo.
Tu replichi dicendo: ci scommetto che non ti sei mai fatta inculare, e tanto meno ti sei mai fatta sborrare in bocca.
Lei: certo che no! Certe schifosate io non le faccio!
Jessy: Scusi la signora certe schifosate non le fa, bhè sai che ti dico, penso che tuo marito certe schifosate le farebbe eccome se le farebbe.
Il marito non parla, io continuo a scoparmi Jessyca e lei mi annuncia il suo orgasmo, è un orgasmo molto intenso tanto da farla urlare.
La signora dice al marito dai andiamo lasciali fare questi due depravati, il marito non sembra intenzionato ad andarsene, ma lei con insistenza lo allontana.
Tu da gran puttana che sei la chiami: Aspetta santarellina c’è una cosa che voglio farti vedere così impari a far godere tuo marito, ti abbassi apri lentamente la bocca e avvolgi lentamente l’ asta con le tue labbra, pompini come non avevi mai fatto prima con dolcezza e sensualità, forse per far vedere alla signora come ti piace succhiare un cazzo, ti fermi un attimo mi guardi in faccia e dici: dai Ricky fagli vedere come mi sborri in bocca.
Nel sentirmi dire così non resisto più ed inizio a schizzare, ti spruzzo in bocca quattro o cinque fiotti di sborra calda, poi continuo a sbrodolare, che sborrata fantastica, tu ti alzi e ti avvicini a lei aprndo la bocca e mostrandogli come hai raccolto tutto il mio seme in bocca.
Lei ti guarda con aria schifata, tu lo ingoi e le dici: non sai cosa ti perdi, poi con aria soddisfatta ti volti e ritorni vicino a me.
Ci ricomponiamo, rimaniamo lì sul ponte abbracciati a guardare il mare poi mi guardi e cominciamo a limonare ancora.
Dopo quasi un quarto dora ci stacchiamo, tu sei molto bella e mi fai eccitare di nuovo, ma ho tutto il cazzo ancora indolenzito, ti propongo di andare in disco a fare ancora un po’ di pazzie.
Tu accetti ma prima di rientrare mi guardi dritta negli occhi e mi baci dicendo: Sei fantastico hai assecondato i miei desideri avrei voluto trovarti prima sicuramente mi sarei sposata con te, e non con quel pesce lesso di mio marito, ma tu credi che sono una puttana?
No Jessyca, non sei puttana sei troia è ben diverso, penso che una donna o un uomo in certi momenti non deve mettere freno alle sue fantasie, solo perché ha vergogna, ma deve lasciarsi andare hai suoi desideri più nascosti, solo così può trovare quello che cerca nel sesso.
Passiamo tutta la notte in disco, ormai è l’alba dopo una notte così ci vuole un po’ di riposo decidiamo di andare a dormire qualche ora ci diamo appuntamento per il pranzo, prima di salutarci tu con un sorriso malizioso mi dici:Stavo pensando, perché oggi non ci sediamo al tavolo con la coppietta che ci ha visto scopare sul ponte, secondo me la lei ha una gran voglia di farsi scopare da te?
Ricky: E cosa te lo fa pensare?
Jessy: Da come ti guardava, si vedeva lontano un chilometro che ti desiderava, fidati sono una donna, e certe cose le donne le capiscono.
Ricky: Mi stai proponendo di fare una cosa a quattro?
Jessy: Perché non ti andrebbe?
Ricky: Certo che mi andrebbe.
Jessy: Ok allora oggi ci sediamo con loro, fai fare a me e vedrai che non te ne pentirai.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
andiamo a mangiare nella sala da pranzo della nave....molti tavoli pieni...ad un certo punto adocchi la coppietta del ponte..lui ti sorride molto caldamente...lei abbassa la vista al tuo passaggio...Ti fermi e chiedi se c'è posto al loro tavolo.Lui immediatamente dice di si...mentre lei sbuffando replica:" ma con tutti i tavoli che ci sono...proprio qui si deve mettere??"
Tu sorridi e ti siedi...dicendomi:"Ricky mettiamoci con i nostri amici...scambiamo 2 chiacchiere....no?"
Ci sediamo e ci presentiamo....Io mi presento per primo:piacere sono ricky...lui mi dice di chiamarsi Claudio...Jessyca si presenta a sua volta alla lei che scocciata dice di chiamarsi Antonia.
Dopo poco rompiamo il ghiaccio con un brindisi...finalmente Antonia sorride...e Claudio non smette di mangiarsi con gli occhi Jessyca.
Il vino...lo spumante...i liquori alla fine del pasto rendono l'atmosfera molto + delicata e intima...e permettono alle due donne che prima erano nemiche di fare quell'amicizia che è ovvia per potersi conoscere intimamente....Ecco che infatti Jessyca chiede ad Antonia il perché di quel suo atteggiamento puritano...Le domanda:
"Anto...mi dici perché prima eri così schifata dal mio pompino?E' una cosa che fà godere lui e fà godere molto anche te...se non lo sai..."
Ed ancora...:"e guarda che anche essere inculate dal proprio uomo provi un godimento stupendo....ti senti completamente sua...e lui gode forse di più che a farlo normalmente con la fica...se non lo sai.. chiediglielo..."
Antonia sorride e dice che ha ricevuto un educazione religiosa molto rigida...e questo l'ha resa un pò moralista e molto retrograda....
Jessyca le sorride e le dice che ci pensa lei a farle passare certe strane educazioni....
Poco dopo ci alziamo dal tavolo...Jessyca ed Antonia spettegolano sulle attrici sexy...io e Claudio parliamo della vacanza e delle nostre rispettive donne....
Riandiamo sul ponte...e da lì parte l'invito per l'ultimo bicchiere nella cabina di Claudio ed Antonia.
Entriamo...io mi siedo vicino a Ricky e Claudio vicino ad Antonia.
Sarà stato il bourbon… sarà stato il limoncello..mi riviene voglia...inizio a baciare con dolcezza il collo di Ricky...mentre la fica mi si bagna dalla voglia....
Claudio mi guarda come ipnotizzato....morirà dalla voglia di provare una vera troia come me...non quella suora rivestita di Antonia....Antonia osserva la cosa stupita ma a questo punto anche divertita...credo stia cominciando a capire cosa si è persa in questi anni di castità...
Inizio a limonare Ricky che sembra ancora + voglioso di prima...eppure ha sborrato da poche ore...ma la voglia che gli metto lo ricarica come non mai....allungo una mano alla sua patta....ha già il cazzo duro come marmo...mmhh....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
La cosa mi eccita molto, tiro fuori il mio cazzo e lo porto immediatamente alla bocca di Jessyca, Antonia rimane immobile, me non mi sembra poi così schifata come lo era stata in precedenza, anzi sembra guardare con interesse come Jessyca mi succhia l’asta.
A quel punto Jessyca si allontana da me, prende Antonia per mano e la fa avvicinare a me, dicendogli: ti piace il cazzo del mio uomo?
Antonia: Si, è anche più lungo e più grosso di quello di mio marito.
Jessyca: A si! E allora perché non lo succhi per bene come stavo facendo io.
Antonia si avvicina con la bocca al mio pene ormai duro come un palo di ferro, apre leggermente le labbra e comincia a darmi dei col pettini alla cappella la cosa mi piace molto, poi pian piano se lo infila in bocca e comincia a pomparmi, Jessyca la guarda e le dice:Non sei proprio come me a fare i pompini ma con un po’ di esperienza vedrai che impari.
Antonia risponde: bhè per essere la prima volta mi sembra che non vado molto male?
Ricky: No di sicuro mi stai facendo un bel pompino.
Claudio non parla forse è scioccato nel vedere la moglie che succhia il cazzo di un altro uomo, resta immobile steso sul letto a segarsi, io mi accorgo che lui si sta masturbando ed invito Jessyca a fargli un pompino dei suoi, lei non se lo fa ripetere due volte e immediatamente si avvicina a Claudio e comincia a spompinarlo.
Antonia guarda la scena e sembra apprezzare molto, infatti aumenta l’intensità del pompino che mi sta facendo, godo come un pazzo, sono ormai vicino all’orgasmo, vorrei scaricarle in bocca tutto il mio sperma, ma voglio scoparmela quella santarella, gli sfilo la nerchia dalla bocca e la faccio stendere sul letto a gambe aperte.
Mi stendo sopra di lei e comincio a limonare, appoggio il mio cazzo contro la sua figa ormai bagnata, faccio una leggera pressione giusto per farglielo sentire che c’è ma non la penetro.
Inizio a baciarla sul collo, lei ansima e si muove con il bacino per farmi entrare dentro di lei, ma io sto molto attento a non farlo scivolare dentro, voglio farglielo desiderare il più possibile in modo che lo desideri più di ogni altra cosa al mondo.
Continuo a baciarla e scendo fino al seno, inizio a titillargli i capezzoli con la lingua, sono duri e grossi, ne prendo uno in bocca ed inizio a mordicchiarlo,lei inizia a godere di più, e mi supplica di scoparla, io continuo a non dar peso alle sue suppliche.
Scendo ancora continuando a leccarla mi soffermo un attimo vicino all’ombellico poi ricomincio a scendere, inizio a leccargli l’interno coscia, lei si muove e ansima, sta godendo, tra poco perderà ogni freno inibitore e diventerà la più peggiore delle troie, la cosa mi eccita da morire, mi volto per vedere cosa stanno facendo Jessyca e Claudio, vedo che stanno già scopando, Jessy è a pecorina e Claudio le sta dietro, la sta pompando lei gode e ansima e lo incita a spaccargli la figa.
Antonia mi chiama dicendomi: Dai Ricky non pensare a quello che fanno loro pensa a farmi godere voglio essere la tua troia.
Nel sentire quelle parole mi eccito ancora di più, le porto la mia cappella davanti all’apertura della micina e dopo avergliela strusciata un po contro le grandi labbra la infilo in quella fessura vogliosa, lei emette un sussulto di piacere, apre ancora di più le cosce per agevolare la mia penetrazione, la sua figa è talmente bagnata che mi ritrovo con tutta l’asta dentro di lei, ha gli occhi socchiusi e dice delle parole a bassa voce io non riesco a capire il significato, allora le chiedo: Cosa stai dicendo?
Lei mi risponde dicendomi: Ho detto che questo è un vero cazzo non quel cosino che si ritrova mio marito.
Ricky: Stai godendo come una vacca, allora ti piace il cazzo e io che pensavo fossi una santarellina.
Antonia: Si, sto godendo come una troia in calore, ho tutta la fica piena di cazzo, voglio che mi scopi a più non posso, dai sfondami con il tuo cazzone, fammi sentire donna dai ti prego voglio farmi spaccare tutta.
Ricky: Se vuoi sentirlo tutto allora girati a pecora che ti scopo da dietro.
Antonia: Io mi giro ma mi devi promettere che non mi inculi.
Ricky: Ti prometto che per adesso non ti inculo poi vediamo.
Antonia: Non solo per adesso, sempre non mi devi inculare ok?
Ricky: Comincia a girarti, poi vedrai che ti faccio anche il culo e tu non ti rifiuterai.
Antonia: Va bene però se mi inculi fallo piano sono vergine.
Si posiziona a pecora io mi metto dietro di lei e molto lentamente entro nella sua figa ormai dilatata,comincio a pomparla e lei asseconda il mio movimento andando avanti e indietro, aumento il ritmo delle pompate e la forza con cui spingo, mugola e dice cosa da vera troia.
Mentre la sto martellando guardo Jessyca che ora è sopra a Claudio, lo sta cavalcando, gode molto anche lei, continuo la mia scopata con Antonia e continuo a guardare cosa fanno gli altri, vedo che Jessyca prende la borsetta e tira fuori un tubetto di vaselina, lo apre e si unge per bene il buchetto, poi si alza fa uscire il cazzo dalla figa lo appoggia al culo e si impala lentamente, sta ferma un attimo in modo che il suo buchino si dilati per bene poi comincia a fare su e giù, Claudio gode tantissimo, la prende per i fianchi per accompagnare il movimento di Jessyca, anche lei gode e ogni tanto le scappa un gridolino di piacere.
Io continuo a guardare la scena, e faccio notare anche ad Antonia che il marito si sta inculando Jessyca, ma lei niente sembra proprio che non voglia farsi sverginare il culo.
Senza che Antonia mi veda faccio segno a Jessyca di passarmi la vaselina, apro il tubetto lo avvicino allo sfintere di Antonia e ne verso un po’, lei sente un liquido che gli cola sul buchetto e mi chiede: Ricky cosa stai facendo?
Niente non preoccuparti ti ho solo messo un po’ di vaselina, così se ti viene voglia di prenderlo in culo sei già lubrificata.
Antonia: Non se ne parla nemmeno di farmi scopare il culo, sono vergine ed ho paura che mi fa male.
Ricky: Non preoccuparti che farò molto delicatamente, ti sverginerò il culo con delicatezza e vedrai che poi sarai tu a supplicarmi di spingere più forte.
Non risponde segno che ha una mezza idea di prenderlo in culo, continuo a scoparla tenendola per i fianchi, poi comincio a stuzzicargli il buchino ( preda da me tanto ambita) con il dito, lei subito contrae i muscoli stringendolo, allento un po’ la pressione per farla rilassare, in modo che il buco si dilati nuovamente,come mi accorgo che si è rilassata comincio di nuovo a spingere con il dito, stavolta però lei non contrae i muscoli ed il mio dito entra nel suo culo.
Continuo a scoparla in figa e a sditalinargli il culo spingendo sempre più in fondo il dito, ora è tutto dentro e comincio a muoverlo in avanti ed indietro, lei apprezza molto questo movimento e comincia a godere come una cagna.
Mugola e ansima, muove il bacino per agevolare la penetrazione sia del mio cazzo nella sua fica e sia del mio dito nel suo culo.
Dopo qualche minuto che stiamo scopando così si avvicinano Jessyca e Claudio.
Jessyca: Dai togliti che adesso se la scopa un po’ il marito, ormai e bella calda l’hai preparata bene.
Io mi tolgo da dietro ad Antonia e Jessyca fa stendere sul letto Claudio gli prende in mano il cazzo e fa salire sopra la moglie facendola piegare in avanti.
Comincia a spiegarle come cavalcare il marito per sentirlo di più, quando ad un certo punto mi fa segno di posizionarmi dietro ad Antonia, io capisco subito vuole che gli infili la nerchia in culo mentre il marito la scopa in figa.
Sono dietro Jessyca impugna il mio cazzo e lo dirige dritto verso il culo di Antonia, io gli apro le natiche per godermi tutta la scena, Jessyca mi fa segno di cominciare a penetrarla, appoggio la mia cappella gonfia, di colore violaceo allo sfintere e comincio a spingere.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Antonia sente la cappella sul buchetto...ma resta in godimento...non dice nulla...di lì a breve la scena è favolosa...Ricky inizia a penetrarla mentre il marito la fotte divinamente nella fica...Mi godo la scena da spettatrice...magnifica Antonia...faceva la santarellina ed invece ha 2 cazzi uno in fica ed uno nel culetto...e gode come una pazza!!
Ricky entra lentamente...Antonia si piega in avanti...bacia con passione il marito...mentre Ricky con colpetti decisi le stà spaccando il sederino...mhh...
Le mani sui fianchi di Antonia...il lento movimento di bacino di Ricky che la penetra con dolcezza...ed ecco che finalmente l'ha preso tutto in culo....la signora....!!Dopo poco se ne accorge ed inizia a sbuffare e mugolare come una pazza....piena di cazzo com'è!
Si alza con la testa ed inizia a muoversi con i fianchi...agevolandoli entrambi nello scoparla....hai capito la signora...e dava a me della puttana!!I capezzoli sono gonfi e dritti...segno che stà godendo moltissimo...e dal viso la cosa è ben visibile...ogni tanto si passa la lingua sulle labbra per come gode....è davvero una donna molto calda...e pensare che voleva negarsi tutto questo piacere!!
Il marito è vicino a venire...diminuisce i colpi nella fica della moglie...mentre Ricky la stà inculando magnificamente...colpi secchi..decisi...ogni tanto Antonia si lascia andare a degli urletti tra il dolore ed il piacere in fondo era vergine ed ha preso un bel cazzo nel culetto....è sverginata di brutto ora la signora!!
Poco dopo ecco che il marito con una serie di mugolii le sborra nella fica....lei resta su di lui qualche istante....la sborra le cola dalla fica sul pube del marito...mhh....la voglia si rifà strada in me...ma sono curiosa di vedere Ricky quando verrà.
La martella ancora....lei stupendamente a pecorina si gode la monta...mentre il marito scivola in avanti lei appoggia le ginocchia al letto....restando magnificamente a culo in fuori...senza parlare fà vedere a Ricky come lo vuole tutto...mette ancora di + il sedere proteso verso di lui per far si che la scopi ancora meglio...mentre abbassa la testa sul cuscino mostrando i magnifici capelli sciolti.
Ricky non si fà attendere troppo....il sederino di Antonia è ben stretto e lo fà godere molto...pochi colpi e finalmente sborra...A quel punto io lo invito ad uscire dal culetto di Antonia....mi metto in ginocchio davanti a lui ed apro le labbra....pochi istanti e ricevo la cappella gonfia e vogliosa di Ricky che in un attimo inizia a sborrarmi sulle labbra e sulla lingua...delicatamente appoggio la lingua al glande e mi godo una sborrata stupenda....rapidi schizzi densi e caldi mi scivolano in gola...mugolo come una puttana sentendolo sborrarmi così...Lui gode moltissimo...me ne accorgo dai versi e dai rantoli che fà.Poco dopo lecco le ultime gocce dal suo magnifico cazzone...mentre si appoggia al letto sfinito.
Deglutisco con un sommesso "MMMMHHHH" i densi schizzi....il pancino è pieno del suo seme....ne aveva tanta il porco ed io adoro finire un pompino con l'ingogio...fà parte del mio essere tremendamente puttana se mi ci metto!
Antonia resta sdraiata sul letto....sfinita da quella monta deliziosa....il sedere all'aria..il buchetto dilatato...placata e decisamente soddisfatta....ora anche lei come me è una rottainculo...ma devo dire che da come godeva la cosa le è piaciuta un casino!Il marito anche lui ha goduto come un porco..io credo che vedere la moglie inculata nella sua cabina lo abbia eccitato non poco...ecco perchè quando è venuto godeva così tanto...
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Sono steso sul letto, mi sento sfinito ho goduto come un porco, era da tempo che non mi facevo una scopata simile, guardo Jessyca, che è stesa al mio fianco, poi mi volto e vedo che Antonia non c’è mentre Claudio si sta rivestendo.
Poi noto antonia che esce dal bagno con aria molto soddisfatta.
Jessyca: Anto, mi sembra che ti è piaciuto farti rompere il culo, o sbaglio?
Antonia: Mi è piaciuto eccome, d’ora in poi ogni volta che farò sesso mi farò inculare di brutto.
Jessyca: E facevi la santarellina, anche se dalla faccia si vedeva che si nascondeva una troia da far paura.
Le due andarono avanti la conversazione mentre io e Claudio ci eravamo già rivestiti, usciamo dalla cabina e diamo appuntamento al bar alle signore.
Dopo quasi un’oretta arrivano tutte e due noto che Antonia indossa un abbigliamento molto sexy,
si avvicinano e Jessyca dice: Le ho prestato qualcosa io ormai si deve vestire da troia, ha dimostrato di esserlo e quindi……
Scoppiamo in una risata e brindiamo.
Nei giorni seguenti abbiamo fatto sesso ancora tutti insieme, ma purtroppo come tutte le cose belle c’è un inizio e c’è una fine e questa è la fine della crociera.
FINE
Questo racconto è stato scritto da due amici virtuali una donna e un uomo, ci siamo conosciuti quasi per caso nel web ed è nata questa splendida amicizia, tutt’ora ci scambiamo e-mail con i nostri desideri più nascosti, le fantasie più strane e le nostre esperienze di vita di coppia.
Un grazie a tutti coloro che anno letto il nostro racconto.
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18 years ago
admin, 75
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Lo strizzacervelli - parte prima
durante il servizio di leva cominciai a fare uso di droga, una sera esagerai e mi ritrovai ricoverato all'ospedale militare. mi disintossicarono e, grazie a conoscenze di famiglia, anzichè congedarmi mi mandarono in convalescenza fino alla fine del periodo di leva. mandarmi in comunità sarebbe stata un'onta per la famiglia, ma il rischio che ricominciassi convinse i miei a mandarmi da un terapeuta. cominciai così a fare due sedute settimanali da questo giovane psicologo che mi sembrava mi avesse preso molto in simpatia. quando gli raccontavo delle mie esperienze giovanili, o delle avventure omosessuali, di quello che avevo fatto con il mio prof di latino e sua moglie, dei trans, del fatto che durante la leva mi ero prostituito per pagarmi la droga, insomma di tutto quello che riguardava il mio rapporto con il sesso lui sembrava glissare e mi diceva sempre che non era importante, che mi serviva solo per sentirmi in colpa e che tutte quelle cose se le avessi fatte solo per il piacere di farle e non per potermi poi colpevolizzare non starei così male a pensarci. a furia di parlare in questi termini delle mie esperienze arrivò a propormi un esperimento, ci saremmo masturbati ed avremmo poi verificato come mi sarei sentito. ci togliemmo pantaloni e slip e ci sedemmo accanto sul materasino su cui a volte mi faceva stendere durante le sedute. "come stai?" mi chiese "sono un po' imbarazzato" "guarda il mio cazzo e dimmi cosa pensi". abbassai lo sguardo e guardai il suo cazzo. non aveva un cazzo molto grosso, era moscio ma mentre lo guardavo e gli dicevo cosa pensavo lo vidi animarsi ed in breve diventò duro. era abbastanza lungo, completamente scappellato ma sottile e curvo da un lato, ma la cosa che mi colpiva era la sua consistenza: da come veniva su dalla sua pancia doveva essere durissimo. "mi sembra molto duro a giudicare da come sta su" "prova a toccarlo, non ti preoccupare". allungai la mano e verificai che effettivamente era molto duro. per toccarlo mi ero abbassato verso il suo cazzo anche con il corpo e lui me lo fece notare "come mai ti sei chinato per toccarlo quando sarebbe bastato allungare di più il braccio? così hai avvicinato la tua bocca, te ne sei reso conto?" "non lo so perchè l'ho fatto, mi è venuto così" "prova ad immaginarlo" "forse ho voglia di prenderlo in bocca" "perchè?" "mi piace la sensazione di avere un cazzo duro in bocca" . a quel punto lui mi disse di sentirmi libero di fare quello che volevo, che lui non avrebbe interferito. allora mi abbassai ancora di più e gli presi il cazzo in bocca. ero curvo di lato e quando cominciai a succhiarglielo mi muovevo a fatica, ma poi lui si stese ed io mi aggiustai fra le sue gambe. il pompino gli piaceva, sentivo che vibrava quando gli facevo i giochi di lingua che sapevo fare, "se continui così mi farai venire....." io smisi di pomparlo e continuando a smanettarlo gli dissi che non c'era problema, "guarda che io sborro tanto, proprio tanto" "non ci sono problemi, a me la sborra piace". così lui si rilassò e dopo un altro paio di pompate cominciò a venirmi in bocca. mi fece almeno 10, 15 schizzi di sborra molto liquida in bocca, io per abitudine ingoio la sborra mentre me la schizzano dentro, senza aspettare che finiscano, e quello mi salvò, perchè non sarei mai riuscito a tenere tutta la sua sborra in bocca fino alla fine. finito il pompino si tirò su e mi chiese come stessi. "sono eccitato, vorrei venire" "scaricati tranquillamente, non farti problemi. posso fare qualcosa per aiutarti?". "mi piacerebbe venire con il suo cazzo in bocca e vorreiche lei mi tenesse la testa fra le mani come se mi stesse scopando in bocca". lui si alzò e presa la mia testa fra le mani si mise a scoparmi in bocca con il cazzo ancora grande ma smollato che mi continuava a colare sborra in bocca. dopo essere venuto anche io ci rivestimmo e ci raccontammo come avevamo vissuto l'esperienza. quello che venne fuori era che non mi sentivo in colpa per quello che avevamo fatto e che non avevo l'impressione di aver fatto una cosa sporca come mi capitava di solito. fu la prima volta di una serie in cui facemmo sesso durante la seduta, all'inizio gli facevo un pompino con l'ingoio mentre mi smanettavo, ma la cosa, sempre con la motivazione del tentativo di rivivere in un contesto "pulito" esperienze passate che ricordavo con disprezzo, andò oltre. dopo i pompini cominciammo con il culo. gli avevo raccontato di come mi avessero inculato fin da quando ero piccolo e di come presto avessi cominciato ad incularmi da solo con vari oggetti, e da qui lui mi propose di rivivere l'esperienza. la volta successiva portai in seduta un paio dei miei giochini, all'epoca abitavo ancora con i miei e non potevo certo tenere in casa plug o falli, erano un dentrificio in dispenser, una confezione di bagnoschiuma e una bottiglietta di profumo. lui mi chiese di mostrargli come li usavo, di immaginare di essere da solo nella mia stanza e di fare come se lui non ci fosse, lui mi avrebbe osservato e avrebbe preso appunti per parlare dopo dell'esperienza. cominciai con lo spogliarmi, poi mi accovacciai e mi bagnai per bene il buco del culo con la saliva spingendo in fuori come per cagare. dopo essermi bagnato per bene dentro e fuori cominciai a sditalinermi il culo per farlo allargare un po' alla volta, prima con un dito poi con due, tre e quattro. a quel punto passai al dispenser. lo ciucciai prima e poi cominciai ad incularmi con quello. passavo spesso dal culo alla bocca per lubrificarlo e dopo un po' passai al bagnochiuma. stessa trafila bocca-culo per un po' per arrivare al pezzo forte che era la bottiglietta di profumo. dopo essermi inculato per qualche minuto con quella con dei lunghi affondi dentro-fuori cominciai a smanettarmi il cazzo che nel frattempo era diventato duro come il marmo. con una mano mi smanettavo, con l'altra ni inculavo e mi ero infilato in bocca il dispenser. venni quasi subito raccogliendo la sborra in una mano. a quel punto lo guardai, ero peraticamente seduto sulla bottiglietta di profumo, avevo sputato il dispenser e ansimavo guardandolo. "continua. voglio che tu faccia tutto come se stessi solo a casa tua" lo fissai negli occhi "di solito mi lecco la sborra dalla mano", lui anuì ed io lo feci, dopo avere imgoiato la mia sborra mi tolsi la bottiglietta dal culo e cominciai a sistemarmi, poi presi i miei giocattoli e andai a lavarli in bagno. tornato nello studio mi sedetti in silenzio e gli chiesi come era andata, ero molto imbarazzato, non sopportavo il silenzio "cosa pensi mentre fai queste cose? quali sono le fantasie che fai?" "dipende. oggi ho immaginato un gruppo di trans superdotati che mi inculavano e si facevano spompinare fino a farmi bere la loro sborra". "ma cosa provi a bere la tua sborra?" "mi piace. mi piace il gesto perchè immagino che ci sia qualcuno che mi costringa a farlo, immagino che la sborra sia la sua, ma anche il sapore mi piace molto".
la conclusione fu che evidentemente avevo il buco del culo particolarmente sensibile e che quindi mi piaceva che fosse stimolato e che le fantasie riguardo i trans servivano a rendere equivoca una cosa che era invece semplicemente una questione di gusto, così anche l'ingoiare la sborra era collegato semplicemente al fatto che mi piaceva, e se per berla facevo un pompino non c'era nulla di male, sarebbe stato lo stesso se fossi andato in un particolare bar per il fatto che li il caffe era più buono. mi fece lasciare li nello studio i miei giochi e ci salutammo. la volta successiva mi propose di giocare insieme, sarebbe stato lui ad incularmi con i miei giochi. mi spogliai e mi misi a quattro zampe, mi allargai il culo con le mani e sentii le sue dita che prima mi lubrificavanoe poi cominciavano ad entrarmi dentro. poi fu la volta del dispenser, ma dopo un paio di inculate più profonde lui si fermò. "cosa fai se il dispenser si sporca?" "niente dottore, lo ciuccio un po di più per bagnarlo meglio perchè se si sporca scivola male e continuo" "fammi vedere come fai" e il dispenser mi viene porto verso il volto. sulla punta e lungo il fusto c'erano dei segni marroni, senza smettere di allargarmi il culo ciuccio il dispenser dalle sue mani "che sapore ha?" "è amara dottore, ma non si sente molto" "continua allora, fallo tornare pulito coma quando sei da solo" e il dispenser cominciò a muoversi con più decisione nella mia bocca fino a quando gli parve pulito, poi me lo riinfilò dentro e ricominciò ad incularmi con quello. quando si risporcò me lo diede da ciucciare mettendolo a terra davanti a me e cominciò ad incularmi con il bagnoschiuma. il bagnoschiuma aveva un rilievo intorno al tappo che quando non ero perfettamente pulito si riempiva di merda, cosa che puntualmente capitò dopo poche pompate. il bagnoschima prese il posto del dispenser nella mia bocca e nel mio culo entrò il profumo. per spingere meglio mi schiacciò giù con una mano sulla schiene e mi infilò la bottiglia dentro facendomi lamentare "ti ho fatto male?" "solo un po dottore, ma non si fermi, posso venire?" "certo che puoi, cosa vuoi che faccia?" "mi afferri le palle mentre mi spinge la bottiglia dentro, così fa più forza" io mollai le chiappe e cominciai a smanettarmi, ma mi venni in mano praticamente subito. rimasi per un attimo con la faccia appoggiata a terra, la bottiglia infilata nel culo e la mano piena di sborra. "avanti" disse lui "pulisciti e rimetti a posto" mi leccai la mano e sempre con la bottiglia nel culo mi tirai su. mi rivestii, andai in bagno a lavare tutto e quando tornai lo trovai dietro la scrivania. "questa è la cosa più grande che ti infili dentro?" "no dottore, ho anche delle cose più grandi" "e come scegli cosa infilarti?" "di solito comincio dal dispenser che è il più piccolo e poi vado avanti fino all'ultimo, non li ho portati tutti perchè sono tanti" "vorrei vedere il più grande" "va bene dottore, la prossiam volta lo porto" "e poi dovremmo parlare un po' di quello che fai quando i tuoi giocattoli si sporcano" "si dottore".
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18 years ago
sottomesso38,
39
Last visit: 16 years ago
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Capodanno in discoteca
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PREMESSA:
QUESTI RACCONTI SONO SOLO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA E QUINDI NON SONO REALI.
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CAPODANNO IN DISCOTECA.
Era la sera del 31/12/2005 ed io e mio marito eravamo ancora piuttosto indecisi.Ci avevano invitati ad una cena
in un ristorante degli amici....altri ci avevano dato appuntamento alla disco LA BAIA DEI PIRATI...ed altri ci
avevano invitati a casa loro per un brindisi della mezzanotte....
Io ero piuttosto eccitata...avevo comperato un abitino scollato molto sexy...lasciava quasi completamente la
schiena nuda...fin quasi al sedere...e davanti un ampio scollo decisamente sexy faceva da contralto al vertiginoso
stacco che mostrava la schiena nuda....Un paio di scarpine con tacco a spillo,un perizomino rosso di buon augurio
sarebbero stati il tocco finale...decisamente ero una gran fica e la serata mi sarebbe piaciuta di sicuro...Messa
così in tiro dovunque sarei andata avrei fatto faville....hihihi!
Un buon bagno caldo...poi una crema per il corpo...infine trucco...capelli ben in piega...rossetto...dopo 1 ora di
preparativi ero pronta.Mio marito vedendomi uscire sgranò gli occhi...dicendomi:"Cazzo jessyca...che strafica sei...
mamma mia....stasera ti dovrò stare appresso se non voglio che qualcuno ti violenti!"
Ridacchiando risposi che mi ero messa solo un pò in tiro per capodanno....e nulla +...
Riguardandomi un'ultima volta allo specchio notai che senza reggiseno l'abitino faceva con gran facilità uscire una
buona parte del seno...addirittura se saltellavo facevano capolini i capezzoli...la cosa mi eccitò ancora di +...
la mia troiaiggine prendeva il sopravvento in certe situazioni...ed il pensare che ballando avrei mostrato il seno avrebbe
eccitato sicuramente diversi ragazzi presenti nella disco...mettendomi così al centro dell'attenzione....cosa che
mi piaceva e parecchio....La troia che era in me e che avevo a lungo controllato...sentivo bene che quella sera
aveva voglia di scatenarsi.....e la cosa non mi dispiaceva affatto..anzi....Tutto sarebbe stato possibile ma solo una volta
messo da parte l'ingombro di mio marito....
Decidemmo di andare alla BAIA DEI PIRATI...una disco distante una 50ina di km da casa nostra...l'estate è la meta preferita dei
vacanzieri e l'inverno aperta solo per le grande occasioni...tipo capodanno appunto.Lì ci attendevano gli amici che
avevano prenotato un tavolo per la serata.In macchina mi guardai allo specchietto...ero perfetta...trucco giusto...abitino
perfettamente aderente...capelli lisci...insomma stavo veramente bene.Mio marito guidò con calma ed alle 11 eravamo lì.
Salutammo gli amici...ci accomodammo al tavolino..eravamo in 6...3 coppie...e dopo i soliti convenevoli aspettammo la
mezzanotte.Allo scoccare ecco il rito del brindisi...gli auguri...i cin cin..baci abbracci...le solite cose....Io
aspettavo invece che si scatenasse la frenesia della disco per lanciarmi in pista....con quell'abitino avrei creato lo scompiglio
ed in breve sarei stata messa in un cerchio di uomini eccitati nel vedermi ballare così sexy...
Dopo poco il DJ lancia i primi dischi...l'atmosfera si inizia a scaldare...la gente si butta in pista alla grande...mio
marito è al tavolo che discute di calcio...politica...le solite rotture di palle....Io lancio un occhiata alla moglie di
Piero...uno dei 3 mariti delle 3 coppie presenti al tavolo e gli dico:"si và a ballare??"
Lei annuisce...ci alziamo e dopo poco siamo in pista!Il ritmo è elevato...eccoci impegnate in un latino americano...inzio
a sentire la musica entrarmi nel sangue...e con quella anche altre voglie si fanno lentamente strada in me.Dopo poco ne ho
addosso un paio...che si strusciano via via mentre il ritmo avanza...il mio abitino mostra generosamente il seno e il
profondo scollo posteriore mostra quasi lo spacchettino iniziale del mio sedere...e la cosa manda in estasi queli che mi
ballano intorno!
Dopo qualche altro ballo di Dance ecco che la mia amica molla...non è allenata a stare molto in piedi...io che sono parrucchiera
invece in piedi ci stò dalla mattina alla sera e quindi reggo a meraviglia.Mi lascia sola....non chiedevo di meglio...
ecco che il primo dei miei fans si fà sotto...guardandomi si avvicina e mi dice:"sei strepitosa...lo sai?Hai un abitino
che è uno schianto...6 la + bella fica della disco..lo sai?"
Lo guardo...non è brutto...anzi...piuttosto carino...con un bell'abito...e poi quella faccia da schiaffi che in genere
mi eccita...quello sguardo quasi a dire:"dai puttana....lo sò ti piaccio...non tirartela e lasciami fare...."...ed
in genere in questi casi la puttana che è dentro di me...nel mio lato oscuro...inizia a uscire allo scoperto.
Gli sorrido....e gli rispondo:"grazie...diciamo che per una serata speciale mi sono messa un pò in tiro...tutto qui"
Lui mi sorride e con una mano mi cinge il fianco per iniziare una salsa scatenata...Lo guardo dritto negli occhi....il mio pensiero
è di quelli che non lasciano scampo...ho voglia di cazzo e questo è il mio tipo....Lui sembra leggermi nell'anima...di lì a
poco inizia a stringersi a me...in un modo lento ma costante...Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro:"guarda che al tavolino c'è mio marito...non strafare....almeno non ancora....."
La lampadina gli si accende negli occhi...molla la presa e inizia a ballare + lentamente e meno da assatanato..io gli sorrido
facendogli capire che la cosa mi andrebbe e non poco.
Lo lascio un attimo in pista...dicendogli..."Aspettami..vado a vedere che fà mio marito"
Arrivo al tavolino e lo trovo un pò alticcio...diversi giri di grappe...spumante e mirto lo hanno messo un pò sull'intontito...
hihihi...non chiedevo di meglio...gli amici parlano scherzano...ed io mi rituffo in pista...dove c'è chi mi aspetta e non
solo per ballare.
Rieccolo...sorridendo mi riabbraccia e avvicinando le labbra al mio orecchio mi dice:"approposito..mi chiamo Davide...e tu?"
Io jessyca gli rispondo...Altro sorrisetto malizioso..e poi mi fà:"vieni al bar...ti offro il cin cin di capodanno...se ti và"
Gli rispondo di si...mando però avanti lui per non dare nell'occhio....faccio il giro largo sgusciando via senza farmi vedere
dal tavolino dove sono gli amici.Pochi attimi e sono al bar...lui mi aspetta già.Mi offre un gin lemon...beviamo con calma
parlando del + e del meno...Lo guardo negli occhi....voglio fargli capire che ho voglia di sesso...che sono lì non certo per il gin lemon o per sentire che lui fà il meccanico in un officina e che è fidanzato con una di MILANO.....
Mi fissa..pochi attimi...e capisce che cosa il mio sguardo gli dice.....Jessyca ti và di vedere la terrazza?Vieni...è uno spettacolo il mare questa sera......Mi prende la mano...lo seguo in silenzio....Apre una porta in ferro e poco dopo siamo su una veranda chiusa da vetri...divani che credo d'estate facciano parte di un sala privè...e dalle vetrate ora chiuse si vede benissimo il mare...
Resto lì affascinata dallo spettacolo....quando sento che con dolcezza mi abbraccia da dietro...poi le sue labbra sul mio collo...mi stringe con passione e inizia a leccarmi il collo lentamente...Mi giro ed in un attimo incontro le sue labbra....un lungo bacio appassionato...mentre sento che inizia a prendere confidenza con il mio corpo....
Mentre limoniamo con passione lui si accorge che il mio vestitino mi lascia ben poco coperta...allungando una mano mi esce un seno...intrufolandosi nello scollo posteriore in un attimo ho l'altra sua mano sul mio sedere!!
Mi abbassa le spalline....il seno è scoperto..inizia a leccarmi i capezzoli mentre mi fà appogiare alla spalliera del divano...io stò perdendo ogni inibizione....Davide mi piace e sono parecchio su di giri!
allungo una mano verso i suoi pantaloni....cerco la zip.....eccola scendere in un attimo....intrufolo la mano cercando il suo cazzo....scosto la camicia...mi infilo nel suo boxer...eccolo....duro e magnificamente eretto....Lo tiro fuori dai pantaloni....e resto sorpresa...ha un gran bel cazzo....splendidamente eretto e piuttosto lungo...sicuramente oltre 20cm...ho l'acquolina in bocca!!
Lo faccio appoggiare al divano...spostandomi...lo guardo dritto negli occhi mentre lentamente piego le gambe...inginocchiandomi davanti a lui....Gli slaccio la cintura...facendo cadere i panta ai suoi piedi...poi gli calo i boxer....mugolando dalla voglia.....Pochi istanti e mi ritrovo un cazzone da sogno in erezione davanti al nasino...non chiedevo di meglio...un bel ragazzo e con un gran bel cazzo...mmhh....decisamente il capodanno comincia bene.....
Lo guardo dritto negli occhi ancora una volta....lui a sua volta mi guarda...incrociamo gli sguardi...un attimo di silenzio...poi mi dice:"dai...lo sò che lo vuoi...è da quando eri in pista che l'avevo capito...hai voglia di cazzo stanotte...vero jessyca??"
Si gli rispondo...è vero...e tu mi sei piaciuto subito....così scanzonato e così porco.....sai?
E lui mi risponde a tono:"dai puttana....guarda che cazzo ti faccio leccare....fammi vedere se sai fare un pompino...dal viso e dal vestito giurerei che sei una gran troia....ma la prova del nove è da come mi farai il pompino...."
Io sempre in ginocchio lo guardo e con un sorrisino beffardo gli rispo...."beh...te ne accorgerai....secondo me resisterai ben poco....sappilo....."
Dopodichè inizio a leccargli lentamente l'asta....leccatine leggere..colpettini di lingua...ha un cazzo superbo...duro...piuttosto largo e con una cappella da sballo....Lecco piano piano tutta l'asta...un filo di saliva la ricopre...lo sento respirare e dei piccoli gemiti gli escono quando lecco...segno che è sensibile.Infine mi insalivo le labbra...l'asta è già bagnata...ora la farò scivolare in bocca....Socchiudo le labbra...appoggio la cappella alla lingua e lo guardo ancora negli occhi...lui è come stregato da quell'immagine...io...una bella fica....gli stà a tette di fuori.....in ginocchio e con il suo cazzone davanti alle labbra...decisamente gli sembrerò una magnifica puttana in quel momento.....Lentamente mi infilo il cazzone in bocca....mentre un MMMMHHHH di piacere mi esce dalle labbra....stò godendo come una troia nel sentirmi quel cazzone da sballo in gola!
Cm dopo cm me lo mando in gola....la cappella quasi mi soffoca...ma lo voglio prendere tutto....voglio arrivare a posare la punta del nasino tra i peli del suo inguine....Ancora pochi cm e ci sono...OOOOHHH.....MMMHHHH....ecco...l'ho preso tutto in bocca....che cazzo...mi soffoca quasi...è strepitoso!
Arretro la bocca e ne faccio usicre qualche cm...e poi comincio ad andare su e giù con le labbra....lentamente salgo fino alla cappella e poi riscendo fino a oltre metà asta...mmhh.....che favola di cazzo ha questo ragazzo!!Inzia a sbuffare....sento che stà godendo molto.... se lui mi potesse toccare sentirebbe che ho la fica fradicia dal godimento...tirare un pompino così mi fà godere come una vera puttana da strada!
Lecco le palle...sode e dure...piene di sborra....rilecco l'asta arrivando fino alla cappella....poi mi fermo....Guardandolo gli chiedo:"beh...che ne dici?sono brava?"
Lui mi guarda dall'alto...e mi risponde....."dio jessyca....che straordinaria pompinara che sei...mamma mia....sei favolosa!"
Lo guardo e ridacchiando riprendo il mio pompino....lecco il glande....socchiudendo le labbra mi spingo in gola il cazzone....lentamente riprendo il mio su e giù...Sento che gode...ma non immagina quanto stia godendo io...ho la fica un lago e se uno adesso me lo mettesse dentro avrei un orgasmo magico dopo 2 o 3 colpi!!!
Mi ferma....mi fà alzare....mi abbraccia con dolcezza e mi inizia a limonare con passione....poi mi gira...mi appoggia alla spalliera del divano...mi alza il vestitino sulla schiena facendomi restare a pecorina appoggiata al divano.Uno specchio davanti al divano riflette la nostra immagine...Pochi attimi e mi scosta il perizoma...per un attimo mi guarda la fica....poi me lo cala ai piedi....io lo vedo dallo specchio....eccolo che impugna il cazzo avvicinandosi a me...sento la cappella che si ferma un secondo sulle labbra della mia fica....un attimo dopo con un paio di colpi decisi mi penetra...facendomi sfuggire un deciso:"AHHHHH.......SIIIIIIIIIII!!!"
Entra in me....altri 2 o 3 colpi per spingermi il cazzo fino in fondo....ora mi sento la fica piena....mmmhh....mi ha penetrata con decisione e senza tanti preamboli....si ferma un attimo per assestarsi con le gambe...mi poggia le mani sui fianchi...Poi mi guarda nello specchio....il solito sorrisetto scanzonato...mentre mi dice..."che troia...sei....hai la fica fradicia di voglia per avermi tirato il pompino....vero??"
Lo guardo mentre inizia a scoparmi...mi dà dei colpi dolci ora....dopo avermi penetrata con forza...lo sento tutto dentro di me mentre gli rispondo:"si...ero fradicia di voglia...e tu me la stai levando...sei stupendo...scopami davide...scopami tutta...."
Inizia a scoparmi con dolcezza....le mani sui fianchi non stringono + di tanto...lentamente spinge fino in fondo....sento le sue palle appoggiarsi alla mia fica....poi lo ritrae un pò...e poi ricomcia a spingermelo dentro....un movimento molto dolce...mentre mi guarda nello specchio con passione.
Sono appoggiata alla spalliera del divano....mi stò godendo una monta deliziosa...quando sento bussare alla porta....Davide immediatamente esce da me...si rialza i panta...io mi rimetto giù il vestitino....mentre lui chiede:"CHI E??"
Davide siamo io e Giulio....si sente rispondere da dietro la porta.....Stavamo chiedendo dove fossi finito...e sapendo che spesso vieni qui a fumare una sigaretta volevamo sapere se eri qui....almeno ci allunghi 2 MARLBORO che siamo rimasti senza...
Davide apre la porta per rassicurarli....entrano un secondo,,,gli dà le sigarette....Giulio lo guarda e gli chiede:"ma sei con una signora....perbacco...scusaci per l'intrusione!"Mario...l'altro dei due mi guarda con gli occhi sgranati....deve aver pensato:"guarda che fica ha preso davide....cazzo!!"
No...non è nulla...stavamo chiaccherando....risponde Davide.
Giulio guarda ai miei piedi e vede il perizomino rosso mio....un attimo e capisce che cosa stavamo facendo.....Io arrossisco e faccio finta di nulla....mentre anche Mario si accorge del mio perizoma alla caviglia.
Giulio prende Davide da una parte....e parlottano un pò...pochi istanti e chiamano anche Mario....io non riesco a capire che cosa stà succedendo....Infine si avvicinano tutti e tre....Davide mi stringe la vita baciandomi con passione....poi si avvicina al mio orecchio e mi dice:"jessyca...si sono accorti che stavamo scopando...hanno visto il tuo perizoma...mi chiedevano se potevi far vedere anche a loro che razza di puttana sei....."
mentre parla mi spinge verso il basso....pochi istanti e risono in ginocchio...mentre davide si slaccia i panta e mi schiaffa nuovamente il cazzone splendidamente eretto di nuovo davanti al nasino....Ma questa volta non è il solo....Mario senza proferir parola si è abbassato anche lui i pantaloni...un secondo cazzone....leggermente + piccolo del precedente svetta vicino alla mia guancia!
Li guardo un istante....la voglia che ho è tantissima.....ormai la puttana che ho a lungo tenuta a bada è fuori...prima era solo un assaggio....ora di cazzo ne ho quanto ne voglio....
Senza dir nulla inizio a spompinarli...prima uno e poi l'altro....lecco le cappelle con voglia...la troia che è in me ormai non la fermo +...si è scatenata e la fine è segnata...finirò a scopare di brutto con tutti e 3!!
Spompino quei 2 cazzi con godimento...mugolando e godendo come una puttana....quando ecco che anche giulio si avvicina...si cala gli slip....e mi sbatte davanti agli occhi il suo cazzo....una cosa da sogno...+ grosso e lungo di quello di davide....spalanco gli occhi per il godimento....sarà almeno 3 o 4 cm + lungo di quello di davide...mio dio...è strepitosamente dotato!!
Mi mettono in cerchio....ho 3 cazzi da sballo da spompinare....lecco la cappella a giulio che da solo mi riempie la bocca...che cazzo da sogno.....Poco dopo davide mi ripiazza a pecorina sul divano....questa volta mi leva il vestitino..resto in tacchi a spillo nuda....perfettamente in tenuta da troia quale sono!!
Davide mi risbatte il cazzone nella fica....un mugolio sommesso mi sfugge....mentre giulio dal davanti del divano mi sventola il suo magnifico cazzone davanti al nasino....poi si avvicina e me lo sbatte in bocca....stò prendendo 2 cazzi magnifici...non male per la serata di capodanno!
Mario si sega....guardandomi così presa....ma sò che non gli basterà di certo....
Poco dopo la situazione cambia....Davide si sdraia sul divano...mi prende e mi fà calare sul suo cazzone....mi impalo lentamente guardandolo negli occhi...voglio che veda che razza di puttana sono.......Impugno il cazzone di davide....e mentre lo guardo dritto negli occhi appoggio la cappella alla mia fica...lentamente scendo su quel cazzone...socchiudo gli occhi e mi lascio sfuggire un ben deciso:"AHHHH....SIIII....TUTTOOOOO....."
Sento le aplle di davide sulla mia fica....me lo sono preso tutto fino alla radice....mmhh....inizio a godere sul serio ora....Davide inizia lentamente a scoparmi di nuovo...prendendomi per i fianchi mi muove su e giù...ad ogni colpo lo prendo fino alle palle nella fica....non immagina come godo quando lo sento fino in fondo dentro....
Poco dopo giulio si avvicina....inizia a leccarmi la schiena....poi scende....mi abbassa lentamente in avanti il busto ed inizia a leccarmi il buchetto del sedere....dio che bello...sento la sua lingua rasposa che lentamente mi schiude il buchetto.....la saliva entra nelle pieghe del buchetto....mi sento bagnare dentro per com'è bravo a leccarmelo......
Dopo qualche minuto si inizia a bagnare la cappella....mi prende per un fianco con la mano...appoggia la cappella al mio culetto....Mi volto di scatto e gli dico:"ma che fai?Sei pazzo?Hai un cazzone troppo grosso!!"
Stai tranquillla mi risponde lui.....una puttana come te vedrai come gode....lasciami fare.....E poi senti...hai un culo da sogno...spettacolare..a mandolino.....perfetto....sporgente....bello sodo...non mettertelo in culo sarebbe un delitto.....credimi....un culo come il tuo è difficile da vedere....
Mi rigiro....mentre davide per distrarmi aumenta il ritmo della scopata....mi poggia una mano sulla spalla e spinge in giù...infilandomi tutto il cazzo nella fica...fin quasi alle palle!!Godo molto da quella penetrazione...ormai ho deciso di lasciarli fare quello che vogliono....mi stanno trattando da perfetta puttana...e la cosa mi eccita terribilmente!
Poco dopo sento ben distintamente la cappella di Giulio sul mio buchetto del culetto.....Piccoli colpi...decisi..continui....sento il buchetto schiudersi....un senso di piacere misto al dolore si fà strada in me....mentre lui và avanti piano piano....un colpo dopo l'altro....colpi lievi...delicati...ma continui.......
Sento la cappella entrarmi dentro....un ben deciso:"OOOOOOHHHHHHH........" mi sfugge dalle labbra....mentre Giulio mi dice."che brava puttana sei....dai...piano piano te lo dò tutto...."
E così è...piano piano...rispinge ancora...dolcemente....sento il suo cazzone scivolarmi dentro....il buchetto si dilata...si allarga sotto i suoi colpi....mi sono appoggiata a davide che mi stà limonando con passione....le noste lingue si intrecciano mentre giulio continua ad incularmi lentamente.....
Mugolo...gemo....davide se ne accorge...ma continua a limonarmi...ormai sono in mano loro....e se devo essere sincera mi stanno facendo godere come una pazza!!
Giulio và avanti...ormai l'ho preso tutto nel culetto...sento chiaramente le sue palle sulle labbra della mia fica...ed infatti un "AHHHHHHH.......siiiiiiii....l'hai preso tutto...troia!!!" gli esce dalle labbra mentre si assesta nel mio sederino ormai pieno di un cazzone da urlo.....
Inizia a muoversi...bagna il buchetto del mio sedere dilatato da morire con altra saliva e poi inizia ad andare su e giù....mi incula con dolcezza....mentre davide ha ripreso a scoparmi dopo essersi fermato un pò per permettere a giulio di penetrarmi per bene.....
Mi alzo appena appena con il busto.....mentre giulio mi stà inculando con maggior forza ora...colpi secchi...decisi....sento il buchetto dilatarsi....ho nel sedere un cazzone da sballo....sarà largo almeno 15cm e lungo + di quello di davide...mamma mia...che vacca mi stanno facendo diventare questi ragazzi!!!
Ad occhi chiusi mi godo la scopata di Davide...che con forza riprende a fottermi....giulio mi stà inculando con passione....stò godendo come una pazza.....quando ecco che sento davanti alle labbra una cosa che conosco molto bene....
Apro gli occhi e mi ritrovo il cazzo di Mario....che in un attimo mi sbatte in bocca il suo cazzo duro.....
Mi guardo per un attimo nello specchio.....sono piena di cazzo....mamma mia!!!che capodanno coi fiocchi.....scopata...inculata...e spompino un terzo cazzo....sono una gran puttana...lo ammetto!
Davide và avanti ancora un pò...è molto che regge...alla fine inziia a fremere...e di lì a poco gemendo mi sborra nella fica....godendo come un pazzo mi schizza in fica diversi copiosi getti di sborra....mentre viene mi limona con la lingua....godo molto nel sentirmelo sborrare dentro.....
resta così quanlche secondo poi lentamente esce da sotto...lasciandomi a pecorina con giulio....Mi stà facendo morire....giulio...mi incula con una forza stupenda..colpi continui..martellanti...mi stringe i fianchi con forza...ora poi che non ha + l'impedimento di davide è libero di muoversi....mi tiene sotto a pecorina e mi stà montando nel sedere come un vero toro!
Godo molto...un pirmo accenno di orgasmo si fà strada in me....sento che stò per venire!!Giulio và avanti ancora....ancora colpi...mi schianta il sederino con quel suo cazzo da primato....ancora colpi...infine inizio a vibrare....sento un formicolio alla fica...infine vengoooooo!!Un "OOOOOOOOHHHHHHH......SIIIIIIIII......AAAAAAAHHHHHH" mi esce di getto dalle labbra.....mentre la fica mi si bagna terribilmente!!!
giulio se ne accorge...e fermandosi un attimo mi dice:"che troia sei...+ uno ti incula e + godi!!sei proprio una puttana di razza...lo sai??"
ahhh...siiiiiiii...è vero.....rispondo io.....mi stai facendo impazzire....lo sai?Mi stai sfondando letteralmente il culetto...ma stò godendo come una vacca alla monta...lo sai???
Lo specchio riflette la mia immagine.....mi guardo e mi vedo con i capelli smossi dai colpi di giulio...ho uno sguardo dove si legge il mio stupendo godimento.....sono sbattuta a pecorina....le braccia appoggiate alla spalliera lasciano libere le tette che sbattono sotto i colpi di giulio.....ho un cazzo da sogno ben piantato fino alle palle nel culetto....ed un altro..massimo...che ogni tanto mi mette il cazzo in bocca per farsi tirare un pompino.....
Mi guardo pensando a che razza di puttana sono....inculata...scopata e a fare pompini a tre ragazzi appena conosciuti in discoteca la notte di capodanno....e mio marito è di là brillo che sonnecchia....solo una puttana sarebbe capace di tanto!!
I pensieri lasciano il posto al godimento...sento il culetto in fiamme sotto i colpi di Giulio....imperterrito mi incula con passione... và vanti ancora un pò....poi lo sento vicino....Si pianta per bene con i piedi....mi stringe per bene i fianchi ed inizia a darmi colpi a ripetizione...violenti...mi scuote tutta cacciandomi quel suo paletto di carne sempre + dentro nel sederino....una serie di colpi fortissimi preannunciano l'orgasmo....Inizio a gemere con lui....il dolore di quei colpi...il culetto che mi si stà sfondando per bene...il godimento di sentirmi un cazzone del genere tutto nel sederino fanno si che nel momento in cui giulio mi sborra nel culetto anche io ho un secondo meraviglioso orgasmo!!
Sento gli schizzi di sborra di giulio arrivarmi profondi nel pancino...mentre di nuovo la fica mi cola dal piacere che ho provato....un orgasmo magnifico...e questa volta quasi anale.....Inizio a gemere....."SSIIIIIII.....OOOHHHHHHH.....SIIIII.....VENGOOOOOOO!!!"....ed i miei gemiti si mescolano a quelli di Giulio che mi stà sborrando nel culetto tutto il suo piacere....Mi giro e lo guardo...è stupendo...il viso stravolto dal piacere... mi guarda con passione....mentre con gli ultimi colpi mi fà sentire quel suo strepitoso cazzone fino in fondo nel sederino...in quegli attimi mi sento profondamente sua...mentre gli ultimi fiotti di sborra mi inondano il pancino...
"Che magnifica zoccola sei jessyca.....hai goduto e sei venuta mentre ti stavo venendo nel culo...sei proprio una gran troia...godi e vieni anche quando ti inculano!!" mi dice giulio in un ultimo sussulto di piacere.
Si rilassa un attimo appoggiandosi a me...mi bacia il collo....mi giro e gli offro le labbra....ci baciamo con passione per qualche istante....Poi Giulio lentamente mi sfila quel suo grosso cazzone dal sedere....mi sento come svuotare il pancino mentre lui esce.....
Massimo si fà sotto....non mi lascia nemmeno il tempo di riprendermi che già mi mette il cazzo in bocca....vuole godere anche lui.....
Sono stanca....mi hanno scopata...inculata....ma ho ancora la forza di far morire questo ragazzo....in fondo ha saputo aspettarmi e poi lui non mi ha nemmeno scopata!
Lo spompino con dolcezza...lentamente lecco l'asta....lecco le palle e la cappella...affondo le labbra dolcemente...mi guarda mentre lo spompino...mi tocca le tette che dolcemente ballano al ritmto del mio su e giù con la testa....lo sento che gode nel vedermele ballare.....Ancora pochi affondi...in breve lo porto all'orgasmo.....con pochi gemiti mi sborra in gola....piegando le gambe per come l'ho fatto godere.....Un "MMMMHHH" soffocato di godimento mi sfugge.....ogni volta che mi sento sborrare in gola godo...ed anche con lui è stato così....Rapidi fiotti di sborra mi arrivano sul palato..sulla lingua...calda...densa...godo molto nel sentirmela scivolare in gola....lecco la cappella mentre il cazzo gli si affloscia tra le mie labbra....Alla fine tutti e tre si rivestono....sono esausti...ed io con loro....Mi passano dei fazzolettini di carta....mi ripulisco la fica...il culetto...mamma mia com'è sfondato!!!Giulio mi sorride dicendomi che ho davvero un gran bel culo....a mandolino..sporgente....e che ha goduto molto a rompermi il culetto.....Conclude dicendo che sono una puttana di razza....ho preso in culo un gran bel cazzone ed ho goduto come una troia....difficile trovare puttane come me....La cosa mi eccita ancora di +....adoro essere considerata una puttana....specie da sconosciuti....
Ridono tutti e 3 mentre io sorridendo mi rivesto......che troia sono stata....puttana in un modo pazzesco!!
Mi rimetto in sesto i capelli....rimetto su il vestitino..il peri....mi sistemo per bene...come se non avessi fatto nulla...I 3 ragazzi piano piano escono dalla terrazza....uno alla volta si rimescolano alla folla della disco...resto sola con davide..che mi bacia ancora.
Mi lascia il suo numero del telefono cellulare...dicendomi che mi vuole rivedere...che gli piaccio troppo...che prova qualcosa x me....
Lo bacio con dolcezza....gli rispondo che lo chiamerò.....mi è piaciuto molto...sia lui che gli altri....
Riappaio in pista....mi ributto nel ballo......come se nulla fosse.....
Qualche minuto dopo ecco Piero..uno dei 3 amici del nostro tavolo....Mi dice che mio marito si sente poco bene...ha vomitato al bagno perchè ha bevuto troppo.....
Lo portiamo alla macchina...io Piero e la moglie di Piero....salgo e mi dirigo verso casa...Mio marito dorme tra i fumi dell'alcool....tra 20 minuti lo metto a letto....
Che capodanno...mamma mia....il dolore che sento al culetto mi ricorda la splendida serata passata in quella terrazza....e le gocce di sborra che mi colano dalla fica sono il segno che non è stato un sogno ma la splendida realtà della troia che posso essere se ci mi metto e se ne ho la voglia!!
JESSYCA
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Beatrice sotto la doccia ...rilassatrice
Questo è il seguito del racconto «Beatrice stuzzicatrice».
Riepilogo della puntata precedente:
Vengo invitato a casa della mia amica Beatrice per risolverle un problema con il computer. Mentre sto lavorando le mi stuzzica strusciandomi sulla faccia un paio di mutandine. Poco dopo mi mette la gonna in capo e gode delle mie attenzioni. Sfinita dall'orgasmo si ricompone e va in bagno a farsi la doccia. Mentre mi rimetto a lavorare sul suo computer la sedia si incaglia sulle sue mutandine lasciate sul pavimento. Le raccolgo e mi accingo a portargliele in bagno.
Se non lo avete fatto, vi consiglio di leggere prima l'episodio precedente. Vi piacerà ;-)
Tanti auguri per un felice 2006 e buona lettura!
---- BEATRICE SOTTO LA DOCCIA ...RILASSATRICE ----
Aprii lentamente la porta ed entrai. L’aria calda e umida mi invase, il bagno era spazioso, pulito e c’era tanta luce che entrava da una grande finestra, velata e diffusa da una tenda gialla piuttosto fine. La stanza era del colore giallo dei girasoli, un rivestimento di piastrelle bianche si alzavano per un metro e mezzo di altezza e quelle più alte erano decorate con motivi orientali di colore verde e azzurro, in tono con il pavimento. L’atmosfera era calda e misteriosa per quel velo di nebbia che il vapore caldo della doccia aveva creato. A sinistra un armadietto, poi il lavandino con sopra una grande specchiera incorniciata da tante minuscole lampadine accese, più distante il bidet e il water. Nell’angolo a destra, l’acqua scrosciava e tra i vetri opachi del box doccia la sagoma confusa di Beatrice traspariva in una macchia di colore scuro e rosato. Mi chiedevo se quei vetri fossero opachi per il vapore dell’acqua calda o perché erano fatti in quel modo. Il pensiero che in quella macchia di colore vaga e indefinita ci fosse il corpo nudo della mia amica, bagnato, abbronzato e sensuale mi fece muovere qualcosa dentro i pantaloni, allora cercai di distogliere lo sguardo e non pensarci.
Senza muovermi dalla soglia della stanza le dissi, a voce piuttosto alta per sovrastare il rumore della doccia: «Hai dimenticato un pezzo: dove te le metto?»
«Ma che hai lasciato la porta aperta? Mi sembra di sentire freddo» Non era la risposta alla mia domanda, comunque feci un passo avanti e mi chiusi la porta alle spalle. Mi venne da pensare: “come ha fatto a sentire freddo chiusa nel box doccia con l’acqua calda che le cade addosso?” Mi avvicinai alla doccia e le ripetei la domanda: «Dove te le metto le mutandine?»
«Lì, sul panchetto dove ci sono anche gli altri panni, vicino al lavandino… l’hai visto?»
Detti una rapida occhiata intorno nella stanza e sotto il lavandino vidi un groviglio informe di panni sopra qualcosa che sembrava, a vedere dalle gambe che uscivano, il panchetto che mi aveva detto.
«Ah, si!» risposi incamminandomi in quella direzione. Tenevo l’indumento appallottolato nella mano e prima di lasciarlo cadere sopra gli altri panni lo stesi, ammirandolo un’ultima volta. Tra la biancheria disordinata sopra il panchetto riconobbi la gonna di lino e il reggiseno di pizzo nero e rimasi a contemplarlo fino a quando mi sentii chiamare da Beatrice: «Miki!» - silenzio - «MIKI!!» ancora più forte.
«Ohi, che c’è?» risposi avvicinandomi verso il box doccia.
«Ah ci sei sempre! Pensavo fossi andato via…»
«No, ma ora vado, c’ho il computer che sta facendo la scansione l’antivirus…»
«Me lo fai un favore fra che sei qui? …mi insaponi la schiena?»
«Eh?» risposi perplesso.
«Sì dai… fra che ci sei ti sfrutto!»
«Poi ti rimetto tutto in conto… eh!» reclamai fingendomi sacrificato.
«Mammamia come sei sfaticato!»
Mi avvicinai. Solo una lastra di vetro mi separava da lei, una lastra opaca di minuscole goccioline d’acqua che velavano l’immagine del suo corpo e io tornai ad immaginarne le forme, suggerite dai colori rosati della carne e da quello più scuro dei peli pubici che confusi trasparivano attraverso il vetro. Qualche goccia più grossa si distaccava pesante dalle altre e scendeva giù lasciandosi dietro una scia limpida dalla quale la forma confusa di quel corpo acquistava dettaglio e nitidezza.
Mi avvicinai ancora un po’ e bussai con il dorso della mano sul box doccia.
Beatrice fece scorrere un vetro sovrapponendolo a un altro e rimase voltata di spalle. Con il braccio sinistro si copriva il seno e con la mano destra, quella con la quale aveva aperto, prese la spugna insaponata e me la pose.
«Aspetta – le dissi – sennò faccio il bagno!» indietreggiai di qualche passo e mi abbassai per togliermi le scarpe e i calzini, mi arrotolai un po’ i pantaloni bene sopra le caviglie e tornai a posizionarmi dietro a lei appoggiandomi con la mano sinistra al vetro della doccia.
Presi la spugna, lei si scoprì la schiena portandosi i lunghi capelli in avanti, poi si mise la mano davanti a coprirsi il pube.
Iniziai a insaponarle le spalle, la spugna scorreva liscia sulla sua pelle morbida e bagnata. La insaponavo come faccio quando lavo la mia automobile: “scarabocchiandole” la schiena con la scia di sapone che la spugna si lasciava dietro ogni volta che la strizzavo un po’ di più. Scarabocchiavo e cancellavo, scarabocchiavo e cancellavo di nuovo, andavo in alto intorno al collo e le spalle, poi scendevo fino alla vita e ai fianchi. Lì i miei occhi si posavano sempre sulla forma biancastra lasciata dal costume dopo l’abbronzatura. Impressa sul suo culetto ne metteva in evidenza le forme tonde e sode delle natiche. Non potevo più guardarlo perché avevo già i pantaloni gonfi e le guance rosse di lieve imbarazzo, sentivo addosso un calore che non era dovuto solo all’acqua, che calda scrosciava sul petto di Beatrice, ne percorreva il corpo e le cadeva ai piedi, rimbalzando in tante piccole gocce che arrivavano a bagnarmi i piedi.
«Gratta! Più forte!» mi ordinò risoluta.
«Diobòno! – esclamai – ora ti gratto io per bene!» replicai malizioso e le premetti la spugna dietro le spalle, con decisione e forza tanto che lei si sbilanciò in avanti, senza spostare i piedi distese le braccia e si appoggiò alla parete della doccia, finendo con la testa sotto il getto dell’acqua. «Ah… bene!...» sospirò con l’acqua che le cadeva sui capelli scuri, le scendeva sulle spalle e delicatamente le accarezzava tutta la schiena fino a insinuarsi tra i glutei e correre lungo le gambe fino ai piedi.
Io rimasi fermo, ad aspettare che tornasse nella posizione di prima.
«Dai, continua, perché ti sei fermato?»
«Mi schizzo tutta la maglietta così!»
«Levatela, te la rimetti dopo. Che hai freddo?»
«Allora aspetta…» mi abbassai un po’, allungai il braccio e appoggiai la spugna ai suoi piedi, nel piatto della doccia; mi allontanai, tolsi la maglietta e la lanciai in direzione dello sgabello, mandandola a finire sopra le sue mutandine, feci per tornare alla mia opera e rimasi senza fiato nel vedere che Beatrice si era appoggiata con entrambi i gomiti al portaoggetti di fronte a lei, attaccato alla parete della doccia, ma nel fare questo si era piegata con il busto ancora di più in avanti e aveva sporto il sedere verso di me, si faceva cadere l’acqua dritta sulla colonna vertebrale subito dietro il collo. Teneva le gambe strette e diritte e suo culetto ritto invitava ad essere preso a morsi. Mi avvicinai fingendomi indifferente, ma il mio corpo non lo era affatto e lo sentivo stretto dentro i miei slip, con il sangue che mi martellava dentro le tempie e scandiva un misterioso conto alla rovescia.
Mi abbassai a raccogliere la spugna, percorrendole con la faccia, a pochi centimetri di quota, la coscia destra, dalla natica fino alla caviglia. Avvertivo il calore e il profumo della sua pelle. Raccolsi la spugna e alzai lo sguardo. Lei era voltata a sinistra, con la tempia appoggiata alla parete della doccia. Le vidi i seni liberi penzolare dal suo petto, e la punta scura di un capezzolo far capolino dalla rotondità del seno destro. Risalii perlustrando le sue cosce e tra le natiche intravidi timida la carnosità della vulva, strinta e scura come il baule di un pirata che conserva il suo tesoro adagiata sul fondo buio di un abisso. L’acqua che le scorreva addosso accentuava le forme perfette del suo corpo e le rendeva la pelle lucida come la porcellana.
Ripresi a strusciare la spugna con forza sul suo corpo; aggrappato con una mano fuori dal vetro, mi allungavo sopra di lei per arrivare alle spalle e poi scendevo giù, ai fianchi, alla vita, a sfiorarle il sedere e di nuovo su, scarabocchiandole il corpo di schiuma biancastra.
Beatrice aveva la testa appoggiata e gli occhi chiusi, era rilassatissima.
«mmh… Bello!...» sospirava ogni tanto.
Fare forza sulla spugna con il braccio teso era faticoso.
«Ohiohi che fatica! Aspetta un attimo…» dissi con il fiato corto, più per l’eccitazione che per lo sforzo fisico.
«No, dai, continua…» mi implorò Beatrice senza scomporsi, con la testa oltre lo scrosciare dell’acqua e gli occhi sempre chiusi.
Cambiai braccio e ripresi a lavorare.
Ogni volta che scendevo non potevo fare a meno di contemplarle il fondo schiena, ed ero incantato dalle due fossette ai lati della colonna vertebrale che risaltavano sul suo fisico asciutto. Provai a farmi un po’ più audace e passai una rapida spugnata sulla zona superiore del sedere, dove finiva l’abbronzatura e la pelle iniziava ad essere bianca. Nessuna reazione.
Al giro successivo di nuovo un’altra spugnata, un po’ più ampia quasi da disegnarle la rotondità delle natiche. Di nuovo niente. Beatrice era completamente assopita e rilassata. Ogni tanto sospirava e ondeggiava un poco i fianchi, da lì capivo che era ancora viva (e che le piaceva)!
Dopo altre tre o quattro passate complete, dalle spalle allo stacco delle natiche e ritorno, volli rischiare e, una volta vicino, decisi di compiere un giro completo della natica sinistra.
Questa scivolò tonda, liscia e soda sotto la mia spugna e Beatrice non si scompose. Salii un po’ e ridiscesi subito, prima che fossi arrivato alle spalle. Le detti di nuovo una spugnata sulla natica e ci misi un po’ di forza, per essere sicuro che se ne accorgesse. Di tutta risposta Beatrice sospirò con un leggero mugolino di piacere. Spostai la spugna sull’altra natica e iniziai a massaggiare anche quella. Accarezzare con la spugna quel culetto così perfetto, esposto e bagnato mi aveva provocato un’imponente erezione che premeva contro la stoffa dei miei calzoni e quasi ne soffrivo.
«Ti piace così?» chiesi a Beatrice.
«…sì...» rispose lei con un filo di voce sommesso dallo scrosciare dell’acqua.
Le percorrevo la schiena premendole con la spugna lungo la colonna vertebrale, su fino alle spalle, poi scendevo disegnando delle ampie S fino al sedere, un massaggio fugace alle natiche e poi di nuovo su, contandole tute le vertebre del corpo. Serpeggiavo con la spugna mentre salivo, a volte anche mentre scendevo e lei assecondava i miei movimenti ondeggiando con il sedere e con i fianchi.
A un certo punto la vidi liberare un braccio e scendere con una mano lungo il corpo, accarezzandosi languidamente; divaricò un po’ le gambe mentre ondeggiava e le vidi le dita della mano far capolino tra le cosce.
Presi ad accarezzarle il sedere con entrambe le mani, con una tenevo la spugna, con l’altra le massaggiavo la natica a mano nuda. Beatrice mugolava e ansimava per il piacere che provava mentre il suo braccio si muoveva e scomposto sotto il suo corpo.
Continuando ad accarezzarle le natiche mi accovacciai piegandomi sulle ginocchia. L’acqua le scorreva intorno ai fianchi e le scivolava sul sesso. La sua mano agile e esperta lo perlustrava giocherellando con le grandi labbra, le apriva e le stringeva, l’una all’altra, intrufolava qualche dito e ne percorreva il canale fino al clitoride. Con una mano insaponata e la spugna stretta nell’altra, scesi con le carezze dalle natiche alle cosce. Beatrice ondeggiava e piegandosi sulle ginocchia mi sbatteva il sedere in faccia, mentre continuava a darsi piacere con la sua stessa mano. Le massaggiai un po’ le cosce, poi lasciai cadere la spugna e risalii di nuovo sulle natiche con entrambe le mani nude. Le guardai tra le gambe il frutto proibito, gonfio di piacere e rimasi a contemplarlo per qualche istante. Dalla posizione della sua mano e dal movimento delle dita intuivo che si stesse titillando il clitoride. Afferrai con dolcezza le natiche e gliele scostai verso l’esterno, mettendole in mostra il buchetto e l’ingresso della vagina completamente bagnato e parzialmente aperto dalla pelle tirata. Ogni tanto un rigagnolo d’acqua partiva dalla schiena e si insinuava nella stretta valle, accarezzava con dolcezza l’ano e le bagnava il fiore, gocciolando a terra dalle grandi labbra ricoperte da una leggera peluria nera che il rigagnolo d’acqua metteva in risalto arricciando i peli in piccoli ciuffi scuri e bagnati.
Mi avvicinai ancora di più alla sua intimità e mosso dall’istinto e dal piacere allungai la lingua tastandone con la punta il sapore. Beatrice sembrava non essersi nemmeno accorta di quella soffice carezza, tanto era assorta dal suo dolce accarezzarsi. Lo feci di nuovo, intrufolando il naso tra le natiche divaricate e affondando un po’ di più la lingua nella sua candida ferita. Stavolta avvertì il mio gesto e mugolando spinse il sedere verso di me. Io accolsi l’invito e con la faccia ormai bagnata dall’acqua e forse non solo da quella iniziai a lapparla avidamente tra le labbra del sesso, come un leone assetato davanti una pozza d’acqua fresca. Con le mani le tenevo i glutei ben divaricati e intanto lei si stuzzicava il clitoride con movimenti veloci e esasperati delle sue dita. Le sue urla di piacere si confondevano con lo scrosciare dell’acqua e la sua vagina colava umori caldi e appiccicosi sulla mia lingua ruvida che si faceva strada dentro di lei, tra le grandi labbra gonfie e carnose e quelle più piccole, indifese, rosse e congestionate dal piacere. I suoi movimenti divennero poi scomposti, faticavo a mantenere il contatto con il suo sedere e quasi mi si sedeva sulla faccia quando affondavo la lingua. Iniziò a gridare più folte, a ripetizione, a tremare. Sentii le dita della sua mano toccarmi il mento come a cercare la mia bocca, poi due si fecero strada seguendo la mia lingua e entrarono dentro. Entravano e uscivano velocemente mentre io le leccavo e ogni volta che uscivano le sentivo umide e fradice d’umori. Sentivo il delicato profumo del suo piacere diffondersi intorno a me tra il profumo del bagnoschiuma, poi affondai nuovamente la lingua, le sue dita la seguirono e venne, urlando e tremando.
Rimase immobile. Il silenzio era rotto solo dallo scrosciare dell’acqua e dal nostro respiro affannato. Mi distaccai dalle sue natiche, lasciandole per qualche secondo l’impronta rossa delle mie mani. Mi tirai indietro e rimasi seduto sul pavimento ad ammirarla. Lei stette immobile, con le dita dentro al suo sesso, poi piano piano le sfilò tirandosi dietro un luccicante filo di umori, accostò le gambe e si ricompose. Chiuse l’acqua e il silenzio divenne quasi imbarazzante. Io avevo i pantaloni fradici per gli schizzi d’acqua e il sesso gonfio. Lei si voltò coprendosi con un braccio il seno e con la mano il pube.
«Sei bellissima» riuscii a dirle con un filo di voce.
Lei era rossa in viso «mi prendi l’accappatoio attaccato alla porta?» chiese molto seria.
Mi alzai, con un po’ di difficoltà. I muscoli delle gambe mi facevano ancora male per la scomoda posizione di prima e i jeans bagnati mi allegavano alle cosce impedendomi un po’ nei movimenti. Presi l’accappatoio, bianco, molto ampio, e glielo portai. Lo aprii, lei si voltò e la aiutai ad indossarlo.
Se lo chiuse, fece un nodo al cordoncino in vita e si voltò verso di me, scrutandomi dal capo ai piedi per poi fermarsi a guardarmi i pantaloni.
«Guarda come ti sei bagnato…» mi disse, con la faccia triste e lo sguardo basso, l’aria dispiaciuta come se si sentisse in colpa.
«No, fa niente… fuori è ancora caldo. Asciugheranno.»
«Togliteli che te li asciugo con il fon, si fa prima» replicò tenendo sempre lo sguardo basso sopra i miei jeans. Avevo la sensazione che guardasse proprio lì in mezzo, sul bozzo che premeva dentro la stoffa e mi sentii in imbarazzo.
«no.. non importa, davvero. Piuttosto… te, tutto bene?...»
«e te? …tutto bene te?» mi chiese fissandomi negli occhi sorridendo sotto i baffi.
La sua domanda mi trovò impreparato e balbettai una specie di risposta: «io? Io… sì, non so cosa dire… non mi aspettavo questa cosa…»
«sicuro che stai bene? Mmmh…» Insistette mordendosi maliziosamente un labbro mentre si avvicinava lenta verso di me.
Io non capivo, o non volevo capire.
Beatrice si fermò vicinissima in piedi davanti a me, sentivo il suo fiato sulla mia faccia. Mi guardò dritto negli occhi e appoggiò le dita della mano sul mio petto. Pensai che volesse spingermi più lontano, invece fece scivolare la sua mano giù lungo il mio corpo, sotto le costole, sugli addominali, mi sfiorò l’ombellico e si fermò alla cintura dei pantaloni.
Mi guardò di nuovo negli occhi e mi ripeté la domanda: «non credi che questi pantaloni vadano un po’ asciugati?» Il suo sorriso malizioso cancellava ogni dubbio circa le sue intenzioni.
Senza distogliere lo sguardo dai miei occhi iniziò a slacciarmi la cintura aiutandosi anche con l’altra mano, poi la sfilò dai pantaloni e me la mise intorno al collo. Sentii la fibbia fredda sul mio petto accaldato e ebbi l’istinto di muovermi. «sta’ fermo!...» mi sorrise lei con aria da furbetta.
Ritornò a occuparsi dei bottoni sganciandoli lentamente uno ad uno senza abbassare lo sguardo.
Io le accarezzavo dolcemente le braccia.
Intrufolò una mano sopra la stoffa dei miei boxer, tastando a mano piena il mio attributo. Io imbarazzatissimo ero diventato rosso e stavo immobile, cercando di controllare la mia eccitazione.
Lei esclamò con aria sorpresa: «mmh…! Hai anche gli slip umidi…» e con aria da mamma che rimprovera il bambino capriccioso aggiunse: «Dovremmo asciugare anche quelli!»
«non sono slip – riuscii a malapena a dire – sono boxer» e fu la cosa più intelligente che mi venne in mente di dire per nascondere il mio imbarazzo.
«Ah, si? Fammi un po’ vedere…» e scese ad inginocchiarsi davanti al mio sesso.
«pessima risposta!» pensai tra me e me. E nel vedere lei così vicina al mio sesso e sentire le sue mani che mi abbassavano piano piano i pantaloni mi fece diventare il pene duro come non mai, e premeva nella stoffa tanto che si poteva vederne la forma come fosse stato nudo.
Quando mi ebbe portato i pantaloni alle caviglie, risalì con le mani, accarezzandomi dolcemente le gambe fino alla vita, poi mi accarezzò con il naso il pene da sopra la stoffa.
Ridiscese abbassandomi di qualche centimetro l’elastico dei boxer, fino a farmi uscire un po’ di pelo nero, poi mollò la presa e iniziò ad accarezzarmi avidamente i glutei, a stringerli, ad affondarci le unghie mentre mi guardava con la faccia all’insù e un ghigno aggressivo ed eccitato.
Si tirò su di scatto e mi comandò: «Sfilati per bene i pantaloni.»
Io obbedii senza replicare, alzai la gamba sinistra e liberai la caviglia e il piede dalla stoffa dei jeans; lo stesso feci con la gamba destra. Lei dette un calcio ai pantaloni e li fece volare fin sotto al lavandino.
Allungò le mani a prendere gli estremi della cintura che avevo intorno al collo e mi tirò violentemente vicino a lei. Eravamo così vicini che sembravamo in procinto di baciarci, invece si rimise in ginocchio, fece nuovamente scivolare le sue mani lungo il mio corpo fino all’elastico dei boxer. Li afferrò e con un movimento deciso me li calò fin sotto le ginocchia liberando il mio membro che la colpì in faccia.
«Accidenti! – esclamò – e questo non sarebbe un problema? Non posso mandarti a casa in questo stato: che figuraccia ci faccio se i tuoi ti scoprono in bagno a masturbarti? Penseranno che ho fatto la porca, che te l’ho fatto diventare duro… No! Non devono pensare questo di me… Dobbiamo prendere provvedimenti!» Parlava da sola, contemplando la mia erezione.
Io ero imbarazzatissimo, fermo, immobile, respiravo calcolando ogni millimetro cubo di aria che tiravo nei polmoni.
Alzò lo sguardo verso di me, mi puntò il dito contro e mi disse con tono autoritario: «Non ti preoccupare: vedrai che la tua amichetta sa come far fronte a certe emergenze e ti salverà!» Detto questo avvolse il mio pene turgido con la sua morbida mano e iniziò a masturbarmi. Faceva scorrere indietro la pelle scoprendomi in buona parte il glande, lo contemplava eccitata, poi lo rivestiva e lo scopriva di nuovo. Era violaceo e lucido per alcune gocce di sperma che avevo sentito uscire dopo le precedenti erezioni. Con l’altra mano mi accarezzava la natica e la coscia. Io le accarezzavo i capelli ancora bagnati e il mio sguardo si insinuava nell’ampia scollatura dell’accappatoio e ogni tanto riuscivo a intravederle i seni. «Ti piace?» mi chiese improvvisamente alzando lo sguardo.
«Si.» Risposi secco, sorridendogli e accarezzandole più amorevolmente la testa.
Dopo la mia risposta aumentò il ritmo e mise più forza nel movimento della sua mano, che mi tirava la pelle fino alla base dell’asta, il glande si scopriva interamente e il frenulo tirava quasi a farmi male, sempre più violenta e sempre più veloce.
Mentre godevo di quella sua attenzione, scesi con le mani lungo il collo e le aprii la scollatura dell’accappatoio, facendoglielo scivolare dalle spalle. Beatrice si ritrovò con i seni esposti che ballonzolavano con i movimenti cadenzati del suo braccio. Alla vista di quelle forme e dei suoi capezzoli scuri e turgidi sentii un colpo al basso ventre e un calore crescermi dentro. L’orgasmo stava per esplodermi dentro come un serbatoio di benzina nel quale è appena stato gettato un fiammifero acceso. Volevo avvertirla che stavo per venire e darle il tempo di spostarsi.
«Bea…» bisbigliai con aria sofferente cercando di trattenerlo il più possibile. Lei si interruppe un attimo lasciandomi scoperto il glande, tirò fuori la lingua colandoci sopra un po’ di saliva e lo fece sparire dentro la sua bocca. Tenendo le guance strette iniziò a pomparmi sincronizzando il movimento della testa con quello della mano che lavorava sulla parte dell’asta rimasta fuori dalla sua bocca. A sentire il calore della sua bocca avvolgermi il glande ormai troppo sensibile, non riuscii a resistere e dopo pochi secondi l’orgasmo si liberò in me con una serie di sussulti incontrollabili e pompando fiotti di seme caldo dentro la sua bocca. Tremai sulle gambe emettendo un rantolo liberatorio e con gli occhi chiusi le accarezzai dolcemente la testa. Finito tutto. Aprii gli occhi e la guardai. Lei aveva ancora il mio sesso nella sua bocca e mi guardava con gli occhi all’insù, poi se lo sfilò piano piano tenendo le labbra strette e lo lasciò adagiarsi nella sua posizione naturale. Si alzò guardandomi e andò a sputare il mio seme nel lavandino. «Ma quanto ce ne avevi?!» disse dopo essersi sciacquata la bocca, guardandomi dal riflesso dello specchio. «E’ colpa tua!...» risposi sorridendo soddisfatto.
Beatrice era quasi dispiaciuta: «Scusa ma non mi andava di ingoiare, non l’ho mai fatto…»
«No, ci mancherebbe… mi sarebbe bastato anche venire in un fazzolettino…»
«Le cose o si fanno per bene o niente!» replicò orgogliosa della sua prestazione voltandosi verso di me. L’accappatoio le era scivolato ai gomiti e si era aperto. Io la guardai con ammirazione.
«Sei niente male!» le dissi. Non capì subito, ma quando si guardò addosso e realizzò di essere nuda si coprì voltandosi in fretta.
Scoppiai in una sonora risata. «Dopo quello che abbiamo fatto ti vergogni a farti vedere nuda?»
«Che c’entra?! Un po’… sì!» e si ricompose l’accappatoio addosso.
Io mi tirai su i boxer e mi avvicinai verso di lei. La presi delicatamente per le spalle e la feci voltare. «Ti voglio bene» le dissi guardandola negli occhi, e ci abbracciammo teneramente.
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1
18 years ago
mentapeperita,
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Luana e fabio
LUANA E FABIO(1)
Fabio, un ragazzo algerino, trentEnne alto 190 cm per circa 80 kg.
Un armadio di ragazzo proporzionale è il suo cazzo,
la sua forza fisica e la sua voglia di sesso.
Precoce ma ripetitivo, sempre in tiro e abbondante.
Lui dice basta quando tu non ce la fai più… quando sei stremata ed esamine.
Ti assicuro che da sotto di lui puoi uscire anche con una costola rotta.
E successo!
L'ho sconosciuto tramite un annuncio scritto dietro ad una porta
di un cesso pubblico sull'autostrada Napoli Roma.
Allora abitavo ai Castelli e lui ad Ardea quindi non molto lontano.
Ti confesso che al primo incontro
vado sempre un po' insicura (sarà cosi anche per l'altro).
Ci sarà… gli piaccio… mi piacerà… sarà un bell'incontro,
sarà un delinquente… etc.
Gli fisso un appuntamento in un posto non eccessivamente isolato
e abbastanza illuminato sulla via Nettunense
all'altezza di Valmontone, non lontano da casa mia
e non molto lontano da casa sua.
Aspetto che scende prima lui dalla macchina… cerco di inquadrarlo
e farmene un'idea prima che fisica
(quella me la sono fatta subito, era bello e possente)
del tipo di persona… è un bravo ragazzo… posso fidarmi…
Abbasso il finestrino… "Ciao bella (mi squaglio),
posso darti un bacio? (mi liquefo)
S'infila con la testa nel finestrino, mi lascio fare…
Intanto per valutare non tanto le sue dimensioni
(oddio se ci sono anche quelle non è male)
ma il suo interesse, gli metto la mano sulla patta…
indossa una tuta abbastanza ampia
il suo cazzo non è durissimo ma è a metà strada
e ti garantisco… anche la mia dolce e soave mano
ha faticato ad afferrarlo.
E' fatta! Penso.
Con modo da femmina troia apro la portiera della macchina,
mi faccio precedere dalle mie bellissime gambe
velate da collant neri autoreggenti,
un vestitino cortissimo nero… lui mi osserva con molto interesse
e intanto con la mano si posiziona qualcosa in continuo crescendo
perché nella vecchia posizione stava scomodo.
Quando il suo sguardo arriva al mio viso, con tratto da troia,
faccio scorrere lentamente la mia lingua sul mio labbro superiore…
i suoi occhi brillano e le sue mani fremono
e suppongo il suo cazzo scoppia.
Chiudo la portiera dietro le mie spalle e mi appoggio alla macchina,
mostrandomi molto femminile, remissiva e docile.
Noto che quest 'atteggiamento lo eccita.
Attimi di sguardi incrociati, scrutamento reciproco, imbarazzo,
ma convinta che in entrambi il pensiero era
(da parte mia "prendimi " e da parte sua "sarai mia ").
Rompe il ghiaccio lui… "Posso abbracciarti", con voce flebile e smielata:
Fabio Sisia abbracciami!
Mi abbraccia con forza, passione, mi spinge contro la macchina,
sento il suo enorme cazzo sotto il mio seno (finto),
mi faccio avvolgere immergendomi tra le sue forti e robuste braccia
(lui cm 190 io cm 174),
sento una sua poderosa gamba immersa in mezzo alle mie cosce…
riesco a mala pena a dargli un bacio sul collo…
al mio smack mi stringe ancora più forte.
Penso è fatta gli piaccio e mi strapiace.
E ' ancora lui a riprendere la parola, deciso e sicuro di se,
aveva capito che tremavo e fremevo per lui:
"Luana ti voglio subito, sarai mia!".
Dolcemente e con qualche battuta di ciglia gli dico:
"Si', Fabio… anche io ti voglio! Ma non qui".
Riprende: Non oso chiederti di andare a casa tua
e io non ti posso ospitare, seguimi,
conosco un posto appartato e tranquillo…
ci vado ogni volta che devo scopare,
non è molto lontano da qui… sull'Ardeatina". "Ok ti seguo!".
Lo seguo!
Ci fermiamo in una strada dietro ad un casetta dell'Enel
da dove si vedono scorrere le macchine sull'Ardeatina.
Erano circa le 22.00, piena estate, caldo d'aperta campagna…
ideale per una buona e sana scopata.
Ferma la macchina, fermo la macchina. Gli vado incontro
e ci fermiamo tra la sua e la mia macch
ina.
Mi dice: "Tranquilla, qui non viene mai nessuno e poi stai con me!"
Mi piace il suo fare… sicuro di se di quello che vuole
e di quello che mi può offrire.
Mi prende di peso e mi fa sedere
sulla parte anteriore della mia macchina,
metto i miei tacchi a spillo sul paraurti,
si curva su di me… sento il suo cazzo proprio tra i miei glutei…
duro, poderoso e prepotente.
Mi bacia su collo sul viso, in bocca,
la sue mani tirano su il mio vestito, rimango in tanga.
Le mia mani tentano arrivare al suo cazzo
che è incollato al mio sedere… non ci riesco,
si rende conto si raddrizza e si scosta,
tento di tirare giù la tuta, il cazzone e fuori dagli slip
per più della metà e qui permettimi una pausa
per una sommaria descrizione.
Dico sommaria perché in fondo i cazzi sono tutti uguali,
può variare la grandezza,la robustezza,
ma ti assicuro quello che varia e chi lo porta
e noti la differenza solo quando lo senti
in mano, in bocca, in faccia, dentro.
Comunque sarà stato un 22x18 (non esagero) dritto,
con una cappella proporzionata ma bella grande.
Faccio fatica a prenderlo in mano, si accorge:
con la mano sinistra mi afferra ad un fianco
e mi tiene incollata alla macchina,
con la mano destra si abbassa la tuta e tira giù gli slip.
Svestito il fratellone, sposta il filo del mio tanga,
lo riposiziona tra i miei glutei e va su e giù,
mi bacia mi accarezza, mi avvolge.
Ad un tratto si ferma (quasi mi spaventa) e mi dice:
"Mettimi il preservativo, voglio scoparti…
voglio farti sentire femmina… ".
Si allontana di qualche passo scendo da quella posizione,
tento di abbassarmi perché voglio sentire in bocca quella mazza enorme,
mi dice: "No adesso no, se cominci di bocca me ne vengo subito…
bagnami solo con la lingua la cappella " cosa che faccio
(e come potevo non farlo) mentre con una mano gli accarezzo
una gamba mentre con l'altra cerco di prendere le palle…
enorme, sode in una mano non c 'entravano.
(Perché abbiamo solo due mani, in certi momenti ce ne vorrebbero,
forse, dieci per toccaretutto quello che c 'è da toccare).
Prendo la mia borsettina con tutto l 'occorrente…
preservativo, fazzolettini umidificati e l'immancabile lubrificante.
Quasi inginocchiata, davanti a quella statua,
gli metto il preservativo a fatica
mentre le mani afferrate, le mie spalle mi stringe a sé.
Cerco di lubrificare bene il cazzo,
mentre sento il mio culetto stringersi ma con il desiderio
profondo di accogliere quella prepotente creatura,
mi blocca: "Fermati, altrimenti mi fai venire…
la prima vengo subito…" Dal tono della voce, maestosa e maschile,
e dalle parole capisco che ci sarà un seguito
e quindi devo fare di tutto di non eccitarmi troppo
e soprattutto di non venire.
Apro il mio tubetto di lubrificante
mi faccio cascare un po' di gocce sulle dita e lo spalmo sul buchetto.
Mi rendo conto che non è abbastanza, provo a prendere altro lubrificante…
Mi ferma con una mano e con l'altra mi tira giù il tanga.
Mi dice: Non mettere troppo lubrificante, altrimenti diventi troppo larga…
"Che scopata è se non ti spacco il culo,
ti faccio male e poi ti faccio godere ".
Gli dissi: "Guarda sono una donna, non una vacca da scannare"
quasi ribellandomi e pensando al dolore…
Mi disse ancora, con tono maestoso, convincente,
ma nello stesso tempo persuasivo,
mentre la sua mano mi accarezzava il viso:
"Guarda che una scopata è un inizio di dolore con un finale di piacere!
Credimi ti piacerà… ne vorrai ancora e mi cercherai ancora!".
Quasi sconcertata e confusa dissi: "Speriamo… "
"Girati, ti voglio prendere alla pecorina ".
Docilmente come una pecora che non sa se va al macello
o in un prato d 'erba fresca.
Mi aiuta a posizionarmi con le ginocchia sul paraurti,
l 'addome sul bordo del cofano
e la braccia distese.
A dir poco tremavo, ma ero rilassata e serena,
cosciente di stare sotto un esperto,
consapevole e sicuro di volermi fare male
ma di darmi tanto piacere e dolcezza.
Si pianta dietro di me, con la mano sinistra afferra la mia mano,
la stringe e la tiene ferma sul cofano;
con la mano destra accarezza i miei glutei
(massaggiandoli), piano piano con l 'indice scende fino al mio buchetto,
gli gira intorno con il polpastrello, lo massaggia, piano lo fa entrare,
mi scopa per qualche attimo con l 'indice
(forse per scrutare la posizione e l 'elasticità).
Sento togliere il dito e avvicinarsi qualcosa di veramente enorme,
l 'appoggia dolcemente, (non c 'è rudezza)
nel suo fare intanto con l 'altra mano, posizionato il cazzo
davanti al buco, si libera e mi afferra l 'altra mano.
Continua dolcemente, sento il suo respiro sul mio collo e al mio orecchio
(una cosa che m 'inebria e mi fa uscire fuori di testa)
Spinge dolcemente fino al punto di allargare il buco ma non entra,
aspetta che mi rilasso,
mi sussurra parole dolci all'orecchio
e mi chiede se lo voglio.
Gli dico: "Si… si, si, lo voglio (gli potevo dire di no!)
non ce la faccio più lo voglio…"
Mi muovo, cerco di alzarmi con il busto, con il suo torace,
mi spinge sul cofano.
Mi chiede: "Sei pronta?, dimmi che mi vuoi… dimmi che vuoi godere…"
Il mio respiro e le mie parole diventano affannose, gementi.
Con la sua bocca mi morde il lobo dell'orecchio,
mi sento penetrare anche dal suo respiro…
sono in estasi con la cappella piantata davanti al mio buco del culo…
Mi sento i polsi stringere… sento…il ventre rilassarsi…
in un colpo solo, fermo, deciso e forte
mi apre ed entra con tutta la sua potenza.
D'istinto mi stringo, mi dimeno, mi tiene ferma,
urlo, mi pesa sul corpo, sento urlare anche lui
insieme a colpo sferrato da una macchina potente e sicura.
L'urlo reciproco è unisono.
Il dolore mi fa perdere i sensi…
ma non fino al punto di non sentire niente…
Sento una enorme mazza dentro di me,
tutto il peso del suo corpo sopra di me,
il respiro, di un leone fiero con la sua preda tra i denti,
nel mio orecchio, i polsi stringermi da due mani
che sembrano tenaglie, una voce fiera che mi dice:
"Come stai Luana…?" ed io con una voce
pregna di dolore e di piacere rispondo:
"N o n p o t r e i s t a r m e g l i o…!"
In effetti non è stata una frase di circostanza:
cosa c'è di meglio che essere posseduta da un maschio
bello, dotato… ma soprattutto posseduta
da una persona che ti desidera…
che desidera darti il massimo del suo piacere
e averne altrettanto da te.
In più la giusta dose di rudezza e dolcezza maschile.
Da lui e da questa penetrazione ho imparato
che in fondo un atto sessuale e soprattutto
infierire e ferire: in fondo un coltello (cazzo)
che s'infila in una ferita (bocca, figa, culo),
la bellezza dell'infierire e ferire dipende da come lo si fa.
Un violentatore infierisce e ferisce soltanto;
un amante infierisce e ferisce con passione e dolcezza.
Dopo la mia affermazione d'enorme benessere,
continua a muovere il suo bacino,
con dolcezza e determinazione, mentre sento, con enorme piacere,
la mia cavità anale svuotarsi e riempirsi.
Il ritmo si fa sempre più frenetico e deciso,
i colpi sono sempre più forti e profondi,
il mio dolore si fa sempre più misto a piacere
fino a diventare solo piacere.
Mi auguro che hai provato questo piacere
o che hai fatto provare questo piacere…
non puoi chiedere di più…
Intanto il suo respiro diventa sempre più intenso,
il suo peso diventa sempre più pieno,
il mio corpo attutisce in pieno i colpi,
il povero cofano nella macchina non so…
Il suo respiro diventa un lamento di piacere
ed io lo accompagno con parole dolci e d'incitazione,
il mio corpo vorrebbe seguire il suo ma non ne ho il tempo…
appena fuoriesce me lo risento di nuovo dentro e sopra.
I suo lamento comincia ad essere urla
che coincide con la fine del colpo sferrato e in quel preciso
istante non posso che attutire il colpo (non ho via di scampo)
la mia bocca emettere un lamento di piacere,
il mio cervello e il mio corpo liberare scariche d'energia.
Le sue urla sono sempre più frequenti i suoi colpi sempre più profondi…
Sono stremata…
Mi stringe più forte, bloccata come sono (mani e bacino sul cofano)
non posso che godere e predispormi nel miglior modo possibile
ad accogliere il frutto del suo piacere dentro di me.
La sua stretta è sempre più forte sento sopra di me
un animale che scarica tutta la sua forza
e la sua energia dentro di me…
Il suo corpo ormai freme e mi avvolge, il suo respiro e affannoso,
le sue parole sconnesse, il suo cazzo e più duro,
i colpi sono forti e decisi, ad un tratto
"Luana vengo… vengo… Luana sei mia… Luana… prendimi tutto… "
sento lo sperma che attraversa la sua uretra, lo sento scorrere
sulle pareti del mio ano prima frequente e poi a fiotti
e lui che cade sopra di me, mi morde
sul collo, (stramazzo di piacere, urlo) è doloroso
è il massimo della goduria.
In un attimo mi allenta la mano riesco a sfuggirgli
mi aggrappo al tergiacqua che spezzo… (ma che me frega…).
Ha scaricato dentro di me non solo il suo cazzo,
il suo succo, il suo desiderio, la sua passionalità,
la sua forza, la sua potenza, la sua mascolinità,
ma soprattutto il suo amore…
I suo colpi rallentano ma non si fermano,
le sue mani mi accarezzano la testa, il collo, la schiena,
il bacino, mi prende il bacino lo attira a se…
I suoi movimenti diventano più lenti, più sinuosi,
soavi…è soddisfatto!
Il leone ha ferito la sua preda con l 'arma della sua regalità…
e felice perché ha dato tutta
la sua energica potenza alla sua femmina.
La sua vittima è ferita e felice di aver accolta l 'arma del suo feritore,
consapevole di aver dato
tutta se stessa al suo maschio.
Il suo corpo è adagiato sulla sua vittima,
con il cazzo ancora duro dentro la sua femmina,
con le mani accarezza i capelli (parrucca)
gira la testa e si perde in un lungo bacio di tenerezza.
Qui i pensieri e le parole si perdono nella spossatezza dei corpi
e nella pace dei sensi.
La sua cavalcata è stata breve, intensa e devastante,
si ritira e dentro il mio ano fa in tempo
ad entrare una brezza leggera e rinfrescante.
Mi gira, mi abbraccia e si perde, ancora, in un bacio,
intenso, profondo e ristoratore…
Non so quanto è durato…
Di classico in questo primo round c 'è stato soltanto la sigaretta
che dopo aver acceso la sua, accende anche la mia,
e dopo averla accesa con le sue mani stringe la mia
(non è stato il solo a farlo
anche altri ragazzi arabi me lo hanno fatto
- sarà un gesto affettuoso della loro cultura).
Abbiamo parlato per circa mezzora, a me piace sempre chiedere della provenienza,
cultura, usi e costumi, storia, è un modo di capire, condividere, acculturarsi,
è una forma di viaggiare, studiare…
--------------------------------------
Vuoi conoscermi, vuoi comunicare con me: [email protected]
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1
18 years ago
admin, 75
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Lo scrigno della dea
Accidenti a me… e al momento in cui avevo deciso di scegliere un nick dalle suggestioni classiche per entrare in una chat erotica…se non lo avessi fatto…ora non mi sarei trovata in quelle strane circostanze…BEH veramente forse non mi sarei trovata proprio in quelle..ma in altre circostanze “strane” sicuramente si…E’ INEVITABILE….
Ma …Afrodite Dea mitologica del Piacere non può incontrare per la prima volta il suo AMANTE in uno scenario meno che perfetto…la Divinità ha i suoi prezzi!!!!!!
Così ho trovato un posto perfetto discreto ma elegante…con tutti i confort necessari ma…non poteva bastare ..dovevo incarnare perfettamente la dea dei tuoi sogni…e per farlo mi ci voleva…UN ‘IDEA…e una più PERFETTA E IMPROBABILE INSIEME di quella che mi accingevo a mettere in pratica non avrei potuto trovarla…
Si …ormai conoscevo i tuoi gusti e le tue fantasie e quelle che ancora non conoscevo…le avrei conosciute presto…così avevo preparato accuratamente lo scrigno della dea…un piccolo bauletto che avevo scovato in un negozietto di cristalli a Praga…e lo avevo riempito di piccoli lembi di seta rosso rubino e su ciascuno di essi avevo scritto un luogo o il nome di un oggetto…ti avrei fatto scegliere un petalo e poi ti avrei chiesto cosa volevi che ti facessi in quel luogo o con quell’oggetto…
Naturalmente mi ero preparata con cura per l’occasione….indossavo un tubino nero di seta aderente e lungo al ginocchio con una scollatura rotonda davanti e sostenuto da sottili bretelline che s’incrociavano sulla schiena nuda fino quasi alla base…era chiaramente un vestito che non prevedeva altro…oltre ad un paio di sandali dorati col tacco a spillo e il cinturino alla caviglia…
Avevo deciso di aspettarti in camera… e avevo messo al centro del basso tavolino di mogano del salottino lo scrigno della dea…io invece mi ero seduta sulla comoda poltrona di pelle rosso scuro,lo stesso colore delle mie labbra e delle mie unghie..
La stanza era in penombra…e la luce rendeva dorata la pelle nuda delle mie gambe…la prima cosa che avresti visto entrando….le noti struggenti del mio blues preferito permeavano l’aria… e anche se tu non eri ancora lì un caldo languore aveva già iniziato a diffondersi in tutto il mio corpo…
Clack…il rumore inatteso della chiave che girava nella toppa mi aveva mandato un fiotto di adrenalina su per il corpo rendendomi improvvisamente consapevole dei capezzoli inturgiditi che premevano contro la seta sottile del vestito e dell’umido calore tra le mie cosce accavallate…Finalmente....la mia mente non sembra capace di concentrarsi su altro che su questa parola mentre tu entravi nel mio campo visivo e lo chock della conoscenza reale lasciava per un momento paralizzati entrambi…
I tuoi occhi percorrevano avidamente il mio corpo…scrutandolo per vedere se la tua immaginazione gli aveva reso giustizia e a giudicare dal bagliore intrigante che li accendeva…mi sembrava fossi soddisfatto della realtà, come del resto lo ero io…
“Ciao…tesoro… - .sussurrai scavallando lentamente le gambe in modo che dalla tua prospettiva lo spettacolo fosse….inequivocabile – ero qui tutta sola ad aspettarti e ho avuto un’idea, perché non prendi il mio posto in questa comoda poltrona che ti spiego…” Mentre parlavo mi ero alzata lentamente e ti avevo raggiunto sfilandoti la giacca e prendendoti per mano ti avevo sospinto leggermente verso la poltrona e mi ero poi girata e chinata per sollevare lo scrigno della dea dal tavolino…il movimento aveva fatto aderire alle mie natiche la seta leggera del vestito fugando ogni dubbio residuo sulla nudità del mio corpo al di sotto di esso.
“Sono appena arrivato e…mi stai già facendo impazzire….” - le parole ti erano uscite quasi contro voglia dalla labbra in un sussurro roco che mi aveva acceso al pelle nuda della schiena di brividi di desiderio…
“E siamo solo all’inizio tesoro – ti avevo risposto mentre mi raddrizzavo e aprivo il coperchio dello scrigno della dea offrendotelo – ora scegli uno dei petali nello scrigno e dimmi cosa c’è scritto sopra…non te ne pentirai..è una promessa”
“Idromassaggio…ma cosa?????” avevi domandato intrigato tuo malgrado da questo modo di condurre il gioco tra di noi…
“Ora ti spiego tesoro- avevo sussurrato sedendomi sul tuo grembo e riposando lo scrigno della dea sul tavolo…lo scrigno è pieno di petali con nomi di oggetti o luoghi che si trovano in questa stanza… ora tu mi devi dire che cosa vuoi che faccia esattamente da sola o con te o anche solo a te nel luogo che hai scelto… e poi lasciarti andare al piacere”.
La stretta delle tue mani sulla mia vita si era improvvisamente rafforzata e, tu mi avevi baciato appassionatamente frugandomi la bocca con la lingua quasi cercando di capire dove fossi disposta ad arrivare e poi rialzando la testa mi avevi detto: “Voglio due cose…mentre mi rilasso nella vasca prima voglio vedere come ti dai piacere.. e poi quando sarai arrivata al limite dell’orgasmo voglio che tu venga da me a scoparmi come entrambi desideriamo da molto…”
Un calore incandescente e liquido mi si era diffuso tra le cosce mentre parlavi…mi ero alzata e prendendoti per mano ti avevo condotto in bagno…le mie mani prudevano dalla voglia di spogliarti, ma…”No..faccio da solo…sono ansioso di godermi lo spettacolo – mi avevi detto –in un minuto eri rimasto nudo e senza darmi il tempo di contemplarti come avrei voluto eri entrato nella vasca mettendoti comodo.
Mi ero allontanata di qualche passo, voltando le spalle alla vasca, e avvicinandomi ad una comoda poltrona rivestita di seta dorata collocata li vicino…avevo afferrato le spalline dell’abito e le avevo fatte scorrere dolcemente lungo le braccia,.scoprendo lentamente la schiena e la base delle natiche e poi le avevo fatte scivolare più giù finchè il vestito era caduto ai miei piedi e tu avevi potuto godere della vista del mio corpo ormai totalmente esposto al tuo sguardo. Mentre sentivo che il tuo respiro si era fatto improvvisamente più accelerato mi ero avvicinata alla poltrona e girandomi mi ero seduta sul bordo a gambe larghe, guardandoti negli occhi con intensità avevo sussurrato: e ora goditi lo spettacolo…”. Quindi appoggiandomi comodamente allo schienale avevo iniziato a passare le unghie scarlate di una mano lungo l’interno della coscia…mentre con l’altra mano tormentavo uno dei capezzoli appuntiti…pizzicandolo e graffiando l’areola con la punta dell’unghia. Sentivo i tuoi occhi seguire con avidità i miei gesti e il rumore del mio sangue mi riempiva le orecchie…mentre la temperatura nella stanza saliva, avevo fatto scivolare un po’ più su la mano che giocava sulla coscia, alla ricerca del mio clitoride gonfio e spingendo in avanti il bacino le mie dita avide avevano finalmente incontrato il morbido calore, iniziando subito a premere su di esso con lievi movimenti rotatori che mi mandavano brividi di piacere lungo la schiena.
“Penetrati con le dita..voglio vederle sparire nella tua figa bellissima – l’ordine pronunciato bruscamente…mi aveva scosso nel profondo…e senza fermarmi a riflettere avevo obbedito penetrandomi con tre dita e muovendole avanti e indietro velocemente mentre dalle mia gola uscivano ansiti di piacere…”Sono vicinissima all’esplosione” - ero riuscita a sussurrare mentre…interrompevo il torrido massaggio a cui mi ero dedicata per riportare al mia attenzione totalmente su di te…
“Vieni qui e scopami ma prima dammi le tue dita voglio gustare il sapore del tuo piacere – reagendo al comando sussurrato con voce resa roca dalla passione…mi ero sfilata rapidamente i sandali e mentre ti offrivo le mie dita mandide del mio piacere mi ero seduta a cavalcioni su di te nella vasca accogliendo dentro la mia figa bollente la tua asta turgida: “OHHHHHH” – un sospiro di puro piacere mi era sfuggito dalla labbra alla sensazione di pienezza che avevo provato sentendoti a fondo dietro di me – ma non potevo indugiarvi dovevo muovermi e cosi’ sostenendomi con le mani al bordo della vasca e con le punte erette dei seni che sfregavano contro il tuo petto avevo iniziato a muovermi scivolando su e giù sulla tua asta sempre più turgida e dura, dapprima lentamente poi man mano che il piacere aumentava sempre più velocemente alla ricerca dell’appagamento finale.
Ormai eravamo sempre più vicini al punto di rottura e, tu assecondavi i miei movimenti inarcando il bacino per venirmi incontro e spingerti ancora più a fondo nel mio calore. Mi fermai bruscamente con solo la cappella trattenuta all’interno dalle contrazioni del mio utero e m’impalai di nuovo e mentre l’orgasmo esplodeva in me senti il tuo cazzo riempirmi di sborra mentre le nostre labbra si cercavano e le nostre lingue s’intrecciavano freneticamente….
Non so come trovai la forza di staccare per un momento le labbra dalle tue e di sussurrarti all’orecchio.” …E questo è solo l’inizio”.
18
3
18 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
L odore del sesso
ciao, sono lucretia.
vi consiglio di vedere la mia fotogallery prima di leggere il racconto... é
importante visualizzare i personaggi durante la lettura... ho aggiunto
una foto alla gallery che é un fotomontaggio, ma rende bene l idea.
ah, questo racconto leggetelo solo se amate il genere, o se siete veramente
dei maiali...
devo afreuna premessa: a me la coca mi rende veramente famelica... mi da una
eccitazione starordinaria, mi annienta i freni inbitori e, per avere del PIACERE
posso fare di tutto...
quella sera un mio amico, era passato per casa mia, aveva un po di coca,
non sapeva dove andare per tirarla ed é venuto da me... dopo un paio d ore
non resisto piu , sono eccitatissima, guardavamo film porno e tiravamo. verso
le 11 il tizio se ne va, e mi lascia li da sola. apro l armadio, scelgo un completo
di merletti neri, perizoma e reggiseno... reggicalze rosso fiamma, calze nere velatissime
con la riga dietro e indosso un paio di tacchi a spillo altissimi rosso fuoco, bellissime scarpe! l eccitazione sale guardandomi allo specchio; ancheggio
e cerco di soddisfarmi con un vibratore che ho, ma anche se di svariati centimetri,
non mi da il gusto che voglio... la sostanza mi gira dentro, mi toglie la razionalita
e i pensieri diventano uno unico: voglio mettere almeno le labbra su un vero pisello!
ma a quell ora dove trovarne? era tardi per i benzinai e troppo presto per i camionisti... che fare?
mi viene un idea, scendo col cappotto e sotto niente vestiti,
resto cosi come sono e vedo di rimorchiare qualcuno che passa, anche uno
di quelli che portano fuoti il cane... gia il cane: ho sempre avuto la curiosita
di farmi fare da un bel cane grosso... in alcune occasioni ho anche un po mastrurbato lo schnautzer
della vicina, ma sempre cosi di fretta e con la paura...
vabbe scendo, passo il portone e cammino lentamente sotto i balconi del palazzo,
allo scuro. c era solo il rumore dei tacchi sul marciapiede e io spandevo una scia
di profumo dietro di me.
dopo qualche tentativo di approccio con vari tizi di passaggio, finalmente
arriva il mio uomo! lo vedo da lontano; cammina lento e al guinzaglio
porta un bellissimo pastore tedesco, molto grande e di razza.
camminano soli, nella penombra, il tipo e il cane al fianco. appena mi stanno accanto il cane scarta
un poco e mi si avvicina, col naso puntato,
scodinzola e magari gi piace il profumo. con la scusa attacco bottone, dico
che non sto battendo e ridiamo un po. lui sembra starci...
il cane si ferma e infila il muso sotto al cappotto, alza un poco la testa
e si intravedono le calze nere, fino all elastico che le tiene dietro, rosso
come le scarpe! il tizio le nota e nota anche che non ho vestito,
e la convesazione vaga che avevamo avuto fin li cambia decisamente
direzione...
lui racconta che adora il suo cane, lo sente come un segno di grande
virilita e dice che pure lui non e da meno, fornito e sempre voglioso.
lo invito a casa mia e accetta subito. parlano ho capito che prova una strana ecitazione parlando del cane,
come se fosse una sua estenzione di potenza,
gli brillavano gli occhi mentre mi raccontava delle sue monte da riproduzione
e io, ormai eccitata al massimo mi facevo vedere interessatissima alla cosa,
ai dettagli, a tutto...
saliamo, io davanti, il tizio dietro con gli occhi piantati sul mio culo che sporge
dal cappotto allacciato, col cane che ci seguiva. a casa mi tolgo il cappotto,
di spalle al tipo e scompaio in camera mia. indosso un abito lungo di
garza nera trasparente.
in salotto ci sediamo, offro della vodka russa gelata. io mi siedo su una
sedia di fronte a lui che sta sul divano. musica classica, gireg. inizia a provarci decisamente, ma io ero distratta dal cane.
ludwig, annusa in giro. a questo punto devo dire che i ricordi si confondono,
ma sono sicura di aver iniziato a carezzare il cane, prima sul petto,
poi sempre più' giu, lentaamente fino alla pancia.
in quella zona tra la coscia e la pancia, che li, ai cani, gli piace molto! il padrone
si eccita, l 'idea che il suo animale possegga una donna lo fa morire. dice che
non ci aveva mai pensato prima, ma che la cosa lo faceva impazzire. si slaccia
la patta e io ci ifilo la mano. lo sento crescere e noto che lui ha lo sguardo
incollato alla mia mano sinistra che é ormai arrivata al traguardo. io indosso dei guanti rossi fino al gomito.
lascio il pisello umano e mi dedico solo a quello
bestiale! il ripo se lo tira fuori e comincia a masturbarsi, mi dice cosa devo fare e come farlo...
sento il pisello animalesco tra le dita, sotto i guanti. faccio scorrere la
mano sulla lunghezza di quel cazzo, tra i peli. mi muovo un po stringendo
la mano sul pisello, il cane si blocca a zampre divaricate, abbassa un po i
l muso e si lascia fare.
continuo a muovere la mano e vedo apparire, finalmente il vero affare
di ludwig, un pisello grande come quello di un marocchino, ma a punta
e rossissimo.
percepisco l odore della bestia che cambia, e vedo che il suo cazzone,
tra le mie dita, e divetato veramente bello grosso! il tipo mi ordina di
prendere in bocca l affare del lupo... l odore é troppo forte, ma sono
arrapata a morte e desidero tanto fare almeno un pompino a quell animale! avvicino la testa all addome
del cane, e me lo trovo di fronte a pochi centimetri
dalla bocca, un pisello di cane lupo arrapato proprio li, a due centimetri...
socchiudo gli occhi, mi avvicino ancora e lo prendo tra le labbra! e liscio
e caldo, a punta, con la cappela che si gonfia... lo lecco, prima intorno
alla cappella, poi me lo faccio scorrere tra le labbra, fino a meta...
poi lo faccio uscire piano, tirando indietro la testa ma tenendo le labbra
strette intorno a quel paletto rosso... mi pare che si stia ingrossando ancora.
il cane ansima ma resta immobile cosi com é... contunuo il lavoro di bocca,
avanti e indietro, dentro e fuori, dentro e fuori, lo massaggio con la lingua
e lo succhio quando mi resta solo la punta tra le labbra... dentro e fuori...
intanto vedo che il tizio si é alzato, é nudo e ha tra le mani la cinta dei pantaloni...
io adoro essere frustata e insultata e vederlo cosi con la cinghia che
mi sussurra: dai brutta porca succhiaglielo, leccaglielo! puttana, troia...
mi eccita ancora di piu ... stacco la bocca e gli imploro di frustarmi, di punirmi
se il suo cane non gode abbastanza... riprendo il pompino e subito arrivano
tre o quattro cinghiate, forti, sulle spalle e sul culo... i nervi mi si incendiano e sono pronta a farmi sbattere.
il tipo mi fa alzare in piedi, mi fa appoggiare allo
stipite della porta, crocefissa, e mi colpisce ancora altre volte. segni r
osso scuro mi segnano le spalle e le chiappe.
poi, dopo il trattamento con la cinghia, sempre insultandimi mi fa mettere
a pecorella sul tappeto, lui sbracato sul divano, io con le braccia appoggiate
al divano in modo di poterglielo succhiare, il culo proteso.
capisco l antifona e ho appena il tempo di ungermi il bucoo del culo che
la bestia, fino a quel momento calma mi arriva dietro e mi annusa tra
le chiappe. forse l odore della margarina che uso per unguento gli piace
e mi da due o tre linguate tra le chiappe. quella lingua rasposa mi fa
morire e mi rilassa il buco, che ora é pronto a ricevere il suo bel
premio canino! il tipo da due o tre ordini al cane, che non capisco..
sono impegnata a ciucciare il bastone umano, con molto piacere e
passione glielo sto leccando, intorno la cappella, e lungo l asta che é
dritta e gonfia, sembra sull orlo di esplodere! adesso lo prendo tutto
tra le labbra, fino alla gola e lo faccio uscire piano, e coi denti,
delicatamente lo gratto, dalla base alla punta... lui geme. glielo tengo
in mano, e gurado che sta facendo il cane che adesso non vedo...
sta dietro di me, e ad un certo comando si avvicina, si alza sulle zampe
posteriori, si appoggia con quelle anteriori a me e ansimando, con la
spada completamente estratta e gonfia cerca di prendermi, cosi, a pecorella.
osservo la scena da uno specchio che mi da la nostra immagine di profilo...
con la destra aiuto il lupo a trovare la strada giusta, con la sinistra masturbo
il padrone... é una questione di attimi: il cane s avventa su di me, io
mi abbasso un po divaricando le cosce, e mi appoggio quella punta rossa e gonfia,
GRANDE E ANIMALE, AL BUCO DEL CULO. cazzo, lo sento appoggiarsi
e spingere. il mio culo (che é gia rotto da tempo) non offre troppa
resistenza; ce l ho dentro... lo vedo dallo specchio, la bestia che inizia
a spingere, e senza troppi complimenti me lo mette tutto! oddio
come godo: sento un gran cazzone di cane che mi sfonda il culo, e ho tra
le labbra un pisello dritto e bollente! la bestia di dietro mena dei gran colpi,
violenti animaleschi e rapidi... dentro fuori dentro fuori dentro fuori e mi
tiene dai fianchi con le zampe... mi sta veramente inculando alla grande!
sento gocce di bava che mi colano sulla schiena... dentro furi dentro fuori...
inizio a gemere da piacere... sento ondate di piacere che s irradiano dal buco
del culo fino alle spalle, alle gambre all inguine. l animale aumenta il ritmo,
e a me aumenta il piacere che va ad ondate successive... c é' da dire che i cani anche se hanno un cazzo grosso
e lungo e duro, ce l hanno sempre
comunque liscissimo e quando ti entra, non fa male; lo senti che scorre
bene, che ti allarga, che ti apre e ti fa godere. mi guardo allo specchio
e mi vedo sormontata dal lupo che ormai sembra pazzo, mena colpi furiosi
col bacino. lo spinge tutto dentro fino alla base e poi lo tira fuori tutto,
fino alla punta, poi te lo risbatte dentro tutto e cosi via... io sto quasi
venendo!
mi ricordo dell umano perche gli vedo il cazzone dritto nello specchio,
lo sto tenendo alla base col pollice e l indice e lo stringo forte... gli si é
gonfiato a dismisura, la cappela e rossa scura e le vene sul bastone sono
tutte uscite e si vedono pompare sangue a tutta forza... basta solo che
avvicini le labbra ancora alla cappella umana, quasi non mi entra piu
in bocca! e sento il tipo che mugola un siiii, sto venendo, brutta troiaaa ...
gli struscio veloce la punta della lingua sul buco della cappellona e..
ecco il primo spruzzo! mi centra sul viso, e sento la sborra bollente... muovo
la mano, e lui schizza ancora piu forte, uno spruzzo bestiale che supera la
mia testa e mi va a bagnare la spalla destra... ne sento il rumore: splach!
e altri spruzzi mi colpiscono e mi colano dal viso...
anche il lupo à arrivato! si sente da come mugola, e si sente dalla grandezza
del suo cazzo e si sente da come me lo sbatte dentro... infatti all mprovviso
si blocca con la mazza infilzata tutta tra le mie chiappe, si irrigidisce
e lo sento tremare... sta sborrando anche lui.. lo guardo allo specchio: eccezionale lo vedo venirmi dentro
allo specchio. l immagine riflessa mi fa talmente eccitare
che non resisto piu neanche io, il bastone animale mi provoca un orgasmo formidabile!
fremo a anche io e muovo i circolo le chiappe, per sentire quel
cazone che mi devasta il culo, per sentire la sbarra rossa che mi posside! il
cane mi schizza una o due volte dentro, tanto che allo specchio vedo un filo
liquido biancastro che inizia a colarmi tra le chiappe, sulle cosce, sulle calze... ma un riflesso di piacere
mi fa fare uno scatto improvviso e la sbarra del cane
scivola fuori.. lui non gradisce tanto e s avventa cercando di infilarla
di anuovo, ma riesce solo a farmela scorrere tra le chiappe! gli va bene anche c
osi e continua a pompare sborra! ooooh benedetto specchio! la scena che
vedo é cos: io sto a pecorella, in lingerie nera e rossa, cosce larghe,
ho un pisello tra le mani che scola sborra sui guanti, uno schizzo bianco
sulla spalla destra che sta colando, le gocce fin sul braccio, altri schizzi
scolano dai capelli e dal mento, ho un pastore tedesco gigante che mi tiene
da dietro per i fianchi e mi fa scorrere tra le chiappe il suo cazzo lunghissimo
e grosso e rosso... vedo la sua sborra che schizza fuori e mi imbratta la schiena,
le chiappe e scola sulle cosce... si muove sempre piu lentamente, e alla fine
si stacca, si allontana e si sbraca crollando al pavimento.
sono libera, e cerco di alzarmi... ho le ossa rotte, mi fa male dappertutto,
sono distrutta! devo anche dire, pero, che nessuno mai, nemmeni i
miei migliori partner neri, senegalesi i nigeriani, sono mai riusciti a farmi
godere cosi tanto come un bellissimo pastore tedesco, ludwig, e il suo
padrone..
ah, alla fine, non ho piu rivisto nessuno dei due! come al solito...
ciao, sono lucretia.
61
27
18 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
Gli inizi - parte terza
quando arrivai alle scuole medie finì il periodo di affidamento alla mia vicina e i miei mi diedero le chiavi di
casa. finite le lezioni tornavo a casa, scaldavo il pranzo che mia madre aveva preparato, facevo i compiti e poi
andare in cortile a giocare con gli altri bambini. noi maschietti eravamo divisi in gruppi, le bande, e i gruppi
erano assolutamente gerarchici, c'erano i capi che erano quelli più grandi e decidevano a cosa si giocava e poi
gli altri, e quando i capi non c'erano venivano fuori i secondi, poi i terzi, i quarti, non era una gerarchia
esplicita, consapevole, si procedeva automaticamente in ordine di "carisma" e di forza fisica e le dispute
gerarchiche si risolvevano con zuffe alle quali il gruppo assisteva come testimone per sancire la superiorità del
vincitore. inutile dire che io, un po' perchè ultimo arrivato, un po' perchè effettivamente poco carismatico, un
po' per scarsa prestanza fisica ero nelle ultime posizioni della gerarchia, avevo sotto di me solo i più piccoli
di età o di fisico. ciascuna banda aveva il proprio covo, la "base" che era il luogo dove ci si ritirava per
regolare i conti o per partire verso spedizioni punitive contro le altre bande. c'erano chiaramente i giochi
soliti, noi maschietti giocavamo con le biglie, a nascondino, figurine, le biciclette, naturalmente c'era il
pallone, a volte si giocava con le bimbe alla campana o a rincorrersi, le bambine invece erano un unico gruppo, e
ciascuna di loro aveva un flirt con un maschietto, di una o banda piuttosto che di un'altra, e questo flirt
poteva durare un pomeriggio o diversi mesi. poi c'era la "cantina buia" per dirla alla baglioni, che nel nostro
caso era una zona di campi e prati incolti con alcune cascine abbandonate. di notte lungo le strade che
costeggiavano questi campi si potevano vedere le prostitute che si appartavano con i loro clienti, ma di
pomeriggio erano praticamente i nostro regno. i giochi più divertenti si facevano li, quando si riusciva a
convincere una bambina a venire alla base della propria banda. le basi delle bande più forti erano nelle cascine
abbandonate, quelle più piccole si dovevano accontentare di costruire di solito sotto un albero nelle parti
incolte, una capanna con i materiali che si trovavano abbandonati in giro o che venivano rubati ai contadini
della zona. lungo i cigli della strade capitava spesso di trovare riviste pornografiche, e quando capitava queste
venivano raccolte e portate nella base della banda di chi le aveva trovate e costituiva il bottino di ciascuna
banda, bottino che era spesso causa di battaglie fra le bande. così nacque la mia passione per la pornografia, io
con un altro bambino andavamo spesso nella nostra base (una capanna) a sfogliare quelle riviste e a masturbarci.
vedendo quelle scene con pompini, inculate, sborrate, mi venivano in mente i giochi che facevo con massimo solo
qualche mese prima e presto convinsi il mi amico a fare gli stessi giochi, così cominciammo a spompinarci a
vicenda, a infilarci le dita nel culo finchè non cominciammo ad incularci. all'inizion erano i pompini la cosa
che ci piaceva di più, godevamo come matti e ingoiare non era mai un problema visto che entrambi sborravamo
pochissimo, ma anche incularci presto cominciò a piacerci molto, i nostri cazzetti ci scivolavano dentro anche se
avevamo i culi molto stretti, e dopo pochi colpi ci sborravamo dentro con piccoli rantoli di piacere, finchè non
successe che ci sorpresero due dei capi della nostra banda. erano i due più grandi, avranno avuto 15-16 anni (io
ne avevo una decina) e quando ci sorpresero io stavo inculando il mio amichetto (mi pare che si chiamasse ale).
chiaramente si misero subito a prenderci in giro pesantemente ma poi cominciarono a realizzare che potevano
approfittare della situazione, e così mi trovai coinvolto nella prima orgia della mia vita. ci incularono
entrambi dopo aver preteso due pompini. i loro cazzi erano molto più grossi dei nostri, niente a che vedere con
quelli dei giornali, ma erano di dimensioni adulte per così dire, con i peli e tutto il resto, rispetto ai nostri
che erano coperti da un cespuglietto di peletti biondi sembravano enormi, ma avendo entrambi il buco del culo ben
lubrificato dalle nostre reciproche sborrate, non avemmo problemi a prendere dentro i loro arnesi. l'inculata si
estese un po' a tutti i componenti del gruppo che, essendosi sparsa la voce, cominciarono a pretenderla come atto
di sottomissione da parte di chi era inferiore a loro per rango. in realtà non era una novità assoluta, noi
sapevamo che già altri ragazzi di altre bande si inculavano a vicenda o inculavano i "sottoposti", ma nel nostro
gruppo divenne quasi un rito di iniziazione per tutti i nuovi. diventò anche un modo per coinvolgere le bambine
nei nostri giochi, a volte la usavamo come regola per le bimbe che flirtavano con noi e addirittura qualcuna fu
sottoposta anche ad una serie di inculate/scopate in successione da tutto il gruppo, tanto che una di loro prese
nel culo tanta di quella sborra che alla fine si accovacciò e la cagò fuori mischiata alla merda. ma non fu la
sola, capitava anche che qualcuno venisse punito per sgarbi all'interno della banda con una inculata multipla e
ricordo che una volta toccò anche a me. la situazione si stabilizzò presto, i capi inculavano chi volevano, e
ciascuno degli altri si inculava uno dei suoi inferiori fino a un ragazzino (salvatore) che invece lo prendeva
nel culo da tutti. con questo io andai anche oltre. era uno dei pochi inferiore a me per rango e io mi vendicavo
su di lui tutte le volte che inculavano me. in realtà a me non dispiaceva essere inculato, anzi, e anche se ero
uno dei pochi che durante l'inculata si masturbava e godeva, sono sicuro che anche a molti altri sentirsi aprire
il culo piacesse, ma il tacito accordo era questo: essere inculati era umiliante e faceva male, bisognava
rifiutarsi, opporre resistenza ed accettarlo alla fine solo sotto minaccia di pestaggio, quindi tutti subivamo
con rabbia, vera o supposta (bel gioco di parole vero?) sfogandoci poi quasi immediatamente con il primo che
avevamo a tiro, e in questo gioco io che invece godevo a farmi inculare non potevo permettermi di darlo a vedere,
e siccome lui spesso mi sfotteva facendo notare a tutti che io mi segavo mentre lo prendevo nel culo, per non
passare per frocio o addirittura sotto di lui come gerarchia lo punivo duramente e gli facevo fare cose che
andavano ben oltre quello che il gruppo accettava come punizione. un giorno il capo in persona mi stava
inculando, io ero a terra e mi gustavo il suo cazzo che mi apriva il culo menandomi furiosamente con gli occhi
chiusi, finchè, sentendo lui che mi lanciava il cazzo nel culo mugolando per gli ultimi colpi dell'orgasmo, non
venni rumorosamente anche io, ma quando ansimante riaprii gli occhi vidi lui che mi guardava ridendo. il capo lo
mandò a cagare e se ne andò pulendosi il cazzo, io invece mi tirai su e senza nemmeno sistemermi i pantaloni lo
aggredii costringendolo a terra. lui rideva e diceva che avrebbe detto a tutti che mi piaceva prenderlo nel culo
e che mi menavo per non fare capire che era l'inculata che mi faceva godere. ero veramente spaventato che questa
cosa diventasse di dominio pubblico, avevo terrore di diventare il frocetto del gruppo, lui si divincolava e
cercava di liberarsi, cercò anche di mordermi ma io ero più grosso e più forte di lui e riuscii a colpirlo. lui
si arrese, si mise a piangere e mi giurò che non lo avrebbe mai detto a nessuno, ma io ero troppo terrorizzato da
questa eventualità per credergli, dovevo avere uno strumento di ricatto. gli ordinai di stare giu, gli misi il
culo in faccia e gli ordinai di leccarmelo. lui piangeva chiedeva pietà continuando a giurare che non avrebbe
detto niente a nessuno ma io lo colpii di nuovo, e lui cedette, cominciai a sentire la sua lingua che mi lambiva
il culo, si manteneva sulle chiappe ma io gli ordinai di leccarmi il buco stortandogli i polsi, così lui non ebbe
scampo e cominciò a leccarmi il buco. mi piacque molto, ci presi gusto e cominciai a spingere ordinandogli di
continuare, così mi resi conto che gli stavo cagando in faccia la sborra del capo, lui piangeva, io continuavo a
stortargli i polsi e a tenerlo giù finchè non sentii la merda premere per uscire dal culo, la paura si era
trasformata in rabbia e tanto era stata la paura tanto era adesso la rabbia, gli cagai in faccia con cattiveria,
volevo umiliarlo come mi ero sentito umiliato io vedendolo ridere di me mentre godevo. scaricargli la mia merda
in faccia mi fece lo stesso effetto di un orgasmo, passai da una rabbia cieca e cattiva ad una sensazione di
calma spossata, lo lasciai e mi alzai. lui piangeva, aveva conati di vomito, si sollevo e la merda gli scivolò
via dal volto lasciandolo con grosse chiazze. io mi rimisi a posto e gli intimai di non dire niente a nessuno di
quello che aveva visto altrimenti avrei detto a tutti che gli avevo fatto mangiare la merda. lui piangeva e
sputava, si puliva il volto con le mani e poi se le guardava piene di merda. gli tirai lo straccio con cui mi ero
pulito il culo e me ne andai dicendogli che avrebbe dovuto pulire tutto prima di andare via. ma n
21
0
18 years ago
sottomesso38,
39
Last visit: 16 years ago
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Il professore di latino e greco parte prima
al liceo avevo dei problemi con il latino ed il greco, così i miei mi mandarono da un ragazzo figlio di loro
amici per prendere ripetizioni, ma la confidenza che avevamo mi metteva in condizione di non prendre sul serio
lui e le sue lezioni, così non avendo visto miglioramenti mi mandarono da un lontano zio che dava ripetizioni
professionalmente, e visto l'estperienza precedente si raccomandarono con lui per ottenere un trattamento molto
rigido. lui non se lo fece ripetere, era conosciuto a scuola per essere estremamente severo, e approfittando del
lontano legame di parentela non esitò a schiffeggiarmi quando lo ritenne opportuno. lo zio in questione era sui
quaranta e aveva una moglie più o meno coetanea, lui era meridionale come noi, ma sua moglie era del nord, della
provincia di milano, ed era una bella donna con atteggiamenti molto provocanti. le lezioni erano pressocchè
giornaliere e ciascuno degli allievi veniva posto in una stanza diversa dove svolgeva i sui compiti mentre lui
passava da una stanza all'altra per controllare, correggere o spiegare. noi studenti eravamo una decina e,
distribuiti su vari turni, ci davamo il cambio con regolarità nelle varie stanze della casa, lo studio, il
salotto, la cucina, la camera da letto, in ogni stanza era stato approntato un angolo con una scrivania e due
sedie per ospitare la lezione e la vita della casa continuava come se gli studenti non esistessero, tanto che mi
poteva capitare di studiare in cucina mentre la mamma del professore rigovernava o di avere nella stanza con me
la moglie che stirava il bucato. in quel periodo mi ero trasformato in un appassionato consumatore di riviste
porno che scambiavo assiduamente con altri compagni di scuola, e siccome ciascuno di noi aveva la sua particolare
preferenza, ci dividemmo in gruppetti che avevano la stessa passione, la mia erano i trans. vedere quelle
creature più donne delle donne ma con enormi cazzi fra le gambe mi faceva delirare, e quando poi vedevo scene in
cui dei ragazzi dall'aspetto adolescenziale come me succhiavano questi enormi cazzoni o venivano inculati a fondo
non riuscivo a trattenere l'orgasmo. così un giorno prima di andare a lezione mi incontrai strada facendo con un
compagno con cui condividevo l'amore per i trans, c'eravamo dati appuntamento per uno scambio. dandomi il suo
materiale mi indicò una delle riviste in cui avrei trovato proprio una scena del genere che preferivo. sono
passati 25 anni ma la ricordo ancora. lei era una trans di colore, era molto scura di pelle, lucida di olio, il
culo largo e sporgente sotto un vitino stretto da un corsetto chiuso da una serie di laccetti rossi da cui
uscivano due tette perfette con due enormi capezzoli neri, e fra le gambe aveva il più grande cazzo che io avessi
mai visto in anni di cultura pornografica. nella foto grande all'inizio del servizio lei era in posa in piedi,
sorrideva con i denti bianchissimi verso quello che sembrava un ragazzino accucciato a terra che la fissava
terrorizzato guardando il suo membro con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. il cazzone era molle e scendeva
fra le cosce completamente scappellato, sembrava una probiscide per dimensione e forma, ma nelle foto successive
quella proboscide prendeva vita e diventava un palo di carne turgido e leggermente curvato verso l'alto, appena
lo vidi mi sentii avvampare le guance, chiusi il giornalino e salutai il mio amico correndo via per la vergogna e
l'eccitazione. arrivato dal prof non riuscivo a togliermi dalla mente quel cazzone nero, avevo il giornalino
nella borsa dei libri, aperto alla pagina in cui c'erano due foto, nella prima il ragazzo cercava di fare un
pompino a quel cazzone di cui a stento riusciva a prendere in bocca la cappella, ricordo che lo teneva a due mani
e questo dava l'idea precisa della sua dimensione, era più grosso del suo polso e lungo quasi come il suo
avambraccio, nell'altra il ragazzo era girato e con le mani sulla pancia della trans cercava di impedirgli di
spingergli ulterormente dentro il cazzone che gli era già entrato quasi completamente nel culo. la borsa era sul
tavolo e durante le pause della lezione, quando ero solo sbirciavo dentro toccandomi il cazzo attraverso i
pantaloni. quando il prof veniva da me e parlava lo seguivo a stento, lui fu costretto a richiamare più volte la
mia attenzione, all'inizio si arrabbiava, mi assestò anche un paio di schiaffi, ma poi arrivò addirittura a
preoccuparsi pensando ad un malore, forse anche perchè le guance costantemente avvampate facevamo pensare alla
febbre. dopo un paio di queste pause non ressi, ero solo nel salotto, la scrivania era in un angolo, io davo le
spalle alla porta chiusa, mi aprii la patta, tirai fuori il cazzo e dopo averlo coperto con il maglione
cominciai a menarmelo. avevo completamente perso il controllo, dovevo scaricare almeno parte della tensione, e
così per un po' me lo menai con l'orecchio teso a sentire i rumori nel corridoio. ma il sangue mi pulsava così
forte nella testa che non mi accorsi che mio zio era entrato. la sua voce che mi chiedeva cosa stessi facendo con
tono duro fu una doccia fredda. cercai di rimettermi a posto ma in due passi fu dietro di me e con uno strattone
girò la sedia. mi trovò ansimante mentre cercavo di infilare il cazzo ancora duro nella patta e mentre lo
guardavo con lo sguardo terrorizzato mi allungò uno schiaffo che mi fece fischiare le orecchie. non capivo più
nulla, mi vergognavo come mai, volevo morire, e mentre lui pronunciava parole che non riuscivo neanche a sentire
l'unica cosa che riuscivo a fare era ripetere "ti prego non dirlo a mamma. ti prego non dirlo a mamma". quando
riusci a riprendere il controllo lui mi stava ancora chiedendo cosa fosse successo ma io non riuscivo a dire
nulla, ero rimasto con il cazzo duro fuori dalla patta, non riuscivo a farlo rientrare e con la bocca aperta
continuavo a guardare alternativamente lui e la borsa sul tavolo, finchè lui non prese la borsa e tirò fuori il
giornale. quando vide di che si trattava cominciò ad insultarmi e a picchiarmi, mi chiamava frocetto,
ricchioncello e diceva che sarei stato la vergogna della famiglia. sfogliava la rivista e michiedeva se mi
piacevano le figure che c'erano, era una rivista di trans ed era piena di uomini che faccevano pompini e venivano
inculati, e io continuavo a dire che era vero che mi piacevano ma lo pregavo di non dire niente, che avrei fatto
sempre i compiti, che avrei fatto tutto quello che mi avrebbe detto. lui continuava a chiamarmi frocetto,
ricchione e mi offendeva pesantemente dicendomi che ero una merda che a quelli come me dovevano tagliargli le
palle finchè ad un certo punto mi disse di guardare il giornale sbattendolo davanti a me sulla scrivania, era la
pagina a cui lo avevo aperto io, avevo davanti agli occhi lo sguardo terrorizzato del ragazzo a cui il trans
stava aprendo il culo, mi chiese se era quello che mi piaceva e io che senza accorgermene avevo ripreso a menarmi
gli dissi di si, che mi piaceva pensare di essere io il ragazzo. sentii la mano di mio zio prendermi per i
capelli e tirarmi verso di lui, e a quel punto mi accorsi che aveva il cazzo fuori e che me lo stava premendo in
bocca, io mi attaccai al suo cazzo e cominciai a succhiare come se da quello fosse dipesa la mia vita, lui
continuava ad incitarmi chiamandomi frocetto e ricchione e mi scopava in bocca tirandomi per i capelli con tutte
e due le mani, io succhiavo e mi menavo, venni quasi subito nelle mie mani ma continuavo a menarmi perchè mi era
praticamente rimasto duro, finchè lui non mi venne in bocca ordinadomi di ingoiare tutto. io ubbidii e mentre lo
facevo venni di nuovo. a quel punto mi ordinò di rimettermi a studiare e usci dalla stanza prendendosi tutte le
riviste porno che avevo in borsa. quando tornò mi disse che da quel momento le cose sarebbero cambiate e che se
non avessi studiato o avessi fatto qualcosa per farmi mandare a ripetizione da qualche altra parte avrebbe
raccontato tutto a mia madre e gli avrebbe mostrato le riviste. da quel giorno lui in privato mi chiamò sempre in
modi diversi, frocetto, rotto in culo, succhia cazzi, ricchione e cominciò a schiaffeggiarmi molto più spesso di
prima, quando poi secondo lui avevo fatto qualche errore particolarmente grave si alzava, tirava fuori il cazzo e
mi ordinava di fargli un pompino, e la cosa succedeva sempre più spesso. un giorno mi capitò di fare i compiti
nella camera da letto e mentre mio zio mi stava pesantemente sgridando entrò sua moglie per prendere delle cose
in un armadio. lui senza scomporsi mi diede una sberla e disse rivolto alla moglie: "hai visto che belle letture
fa questo frocetto nora? le riviste che ti ho fatto vedere erano le sue, e se le deve studiare proprio bene,
perchè succhia il cazzo come una professionista, anche meglio di te" io rimasi con gli occhi sbarrati, non potevo
credere a quello che avevo sentito, lei mi guardò mi sorrise continuò a fare ordine nell'armadio. mi girai
terrorizzato verso mio zio guardandolo quasi in lacrime e lui per tutta risposta si alzò e mi intimò di fargli un
pompino. io non avevo il coraggio di muovermi e lui fu costretto a darmi un altro paio di ceffoni prima che io mi
decidessi ad aprire la bocca. mentre mi pompava come al solito davanti alla moglie mi faceva i complimeni per
come lo spompinavo e diceva alla moglie di guardare. io con la coda dell'occhio vedevo che mentre sistemava
l'armadio guardava con un'aria un po' divertita e un po imbarazzata, poi quando chiuse l'armadio si avvicinò e
continuò a guardarmi mentre il marito mi scopava in bocca fino a qando non mi sborrò tutto in gola, a quel punto
lui mi tolse il cazzo dalla bocca e disse:"dovresti imparare da lui perchè lui la sborra la inghiotte mentre glie
la spruzzo, non come fai tu che prima ti fai riempire la bocca e poi alla fine la ingoi tutta insieme". mi
sentivo in trance, non poteva essere vero, sentivo il tempo scorrere lentissimo, mi sembrava che quella scena
fosse durata una eternità. lei disse che magari qualche volta si sarebbe fatta dare qualche lezione, mi salutò
strizzando l'occhio e ci lasciò soli. da quel giorno non riuscii più a guardarla in faccia, e quando la
incontravo entrando o uscendo cercavo di sprofondare nel pavimento dalla vergogna.
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18 years ago
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Gli inizi - parte seconda
massimo era da sua nonna perchè la madre e il padre si stavano separando, la cosa andò avanti
per un paio di mesi ma poi finì e mi ritrovai di nuovo da solo e con la voglia di fare giochi
che da solo non potevo proprio fare. cominciai a masturbarmi diverse volte al giorno e il mio
cazzo cominciava a somigliare sempre di più a quello di massimo, finchè si scappellò completamente,
ed io ne ero molto fiero anche perchè nel frattempo stava anche crescendo e si stava coprendo
di peletti chiari che mi facevano essere ancora più orgoglioso. non c'era il cazzo di massimo
da succhiare, e non c'era neanche la sua mano che mi stringeva le palle, ma questo potevo
farmelo anche da solo e così giorno dopo giorno, esplorando sempre di più le mie zone erogene
mi accorsi che se mi toccavo il buchetto del culo avevo delle erezioni sconvolgenti.
cominciai a toccarmi in modo sempre più mirato, fino a cominciare ad infilarmi un dito dentro.
poi cominciai a bagnarmi il buchetto per lubrificarmi prima di sditalinarmi e quando si asciugava
mi ciucciavo il dito per bagnarlo di nuovo, e fu così che sul mio dito cominciai a sentire
il sapore del mio culo.
quando me ne accorsi la sola idea mi sconvolse, mi faceva sentire un essere sporco, impuro, un
animale come i cani che avevo più volte visto leccarsi il culo. ma la cosa mi faceva raggiungere
stati di eccitazione incredibili e continuai a farlo, anzi cominciai ad usare la penna, la mia
bic che usavo a scuola, la ciucciavo e la usavo per sditalinarmi il culo per un po per poi
cicucciarla di nuovo per sentirne il sapore. la mia penna presto prese ad odorare del mio culo
costantemente, ed io anche in classe la annusavo, la ciucciavo e mi eccitavo e spesso andavo in
bagno per ravvivarne l'odore.
un giorno capitò che giocando come al solito mentre studiavo, la penna toccasse qualcosa nel mio
culo, non capii subito cosa, sentii che muoveva qualcosa in profondità nella mia pancia, era una
sensazione molto forte perchè la penna da sola non mi dava molte sensazioni essendo molto sottile,
ma quello che toccò era molto grosso, era uno stronzo e quello di cui venne fuori sporca la penna
era indubbiamente merda. aveva un pezzettino di merda attaccato al tappino di plastica sul fondo
e una serie di rigature marroni che la percorrevano per i 4/5 cm che mi ero infilato dentro. non
rimasi molto impressionato per la cosa, più che altro ero incuriosito, in fondo giocavo con il mio
culo e c'era da aspettarsi che prima o poi potesse capitare qualcosa del genere, pulii la penna con
la carta igienica e tornai alla scrivania. l'odore della mia penna era cambiato, adesso si sentiva
chiaramente odore di merda e mentre un brivdo mi prendeva la infilai in bocca per sentirne il sapore.
era amara, non somigliava a nulla che avessi mai assaggiato, e non mi sembrava così tremenda. ormai
ero partito per la tangente, mi infilai ancora la penna dentro, andai a cercare lo stronzo e ci
giocai godendomi i movimenti che sentivo nella pancia. quando la tirai fuori era un po' più sporca di
prima, la merda sul tappino era una spece di cappuccio che ricopriva anche i primi 2 cm dello stelo
e le strisce marroni erano più spesse e più lunghe. osservavo la penna e notavo le differenze fra gli
odori che sentivo prima con la penna pulita e quello che sentivo adesso con la penna sporca di merda.
l'odore di merda era forte, ma sotto sentivo ancora l'odore del mio culo che mi piaceva e mi faceva
eccitare e in un istante mi misi la penna in bocca. la merda era solida, asciutta, non sentivo nessun
sapore e per quanto cercassi di bagnarla assorbiva tutta la mia saliva, l'unica sensazione notevole
era l'odore, un odore di merda netto che però sembrava a basso volume. ne staccai un po' con i denti
per sentire meglio il sapore e sentivo questo piccolo grumo solido, quasi spugnoso che diventava
sempre più morbido, poi la merda si cominciò a sciogliere, aveva assorbito un sacco di saliva e adesso
me la rendeva piena del suo sapore. era molto più amara di quanto non fosse stata la penna prima, un
amaro che invadeva tutta la bocca e che mi affrettai a sputare. avevo assaggiato la mia merda, e ne
avevo anche sicuramente inghiottita un po'. la cosa non mi sconvolse più di tanto e fu il preludio di
tanti altri miei giochi solitari.
19
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18 years ago
sottomesso38,
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Gli inizi - parte prima
quando ero piccolo i miei non mi permettevano di andare a giocare con gli altri bambini.
la mia vita si svolgeva fra la scuola a tempo pieno e la casa e rare volte accompagnavo
mia madre in giro per le sue commissioni.
poi cambiai scuola.
fino a quel momento le prime 2 classi le avevo frequentate in una scuola privata, ma poi
la retta diventò troppo alta per i miei e cominciai ad andare in una scuola pubblica dove
le lezioni finivano a mezzo giorno. i miei furono costretti a lasciarmi tutto il pomeriggio
solo a casa. per tenermi sotto controllo mia madre diede le chiavi di casa ad una anziana
vicina che ogni tanto veniva a controllare se tutto era tranquillo. Un giorno la vicina
disse a mia madre che se voleva poteva tenermi a casa sua visto che in quel periodo c'era
anche un suo nipote più o meno mio coetaneo e mia madre accettò. io ero contento, perchè
la mia casa era piena dei giocattoli che i miei mi regalavano, ma senza un compagno di giochi
io mi annoiavo a morte, invece adesso avrei potuto giocare con qualcuno. piano piano io e
massimo entrammo in confidenza, lui era un bambino più grande di me, giocava a calcio,
andava al cinema con i compagni di scuola, insomma una vita che a me che vivevo in clausura
sembrava un sogno. i pomeriggi andavano avanti più o meno sempre allo stesso modo, dopo mangiato
facevo i compiti poi bussavo alla mia vicina ed andavo a giocare con massimo. di solito
rimanevamo un po' da sua nonna ma poi pensando ai giocattoli che avevo a casa andavamo a giocare
a casa mia, e li dopo un po' cominciarono i giochi "strani".
i giochi li guidava sempre massimo e dopo un po' cominciammo a lasciare da parte le macchinine
ed i soldatini per esplorare i nostri corpi. lui era più grosso di me, ed aveva un cazzo già ben
formato, ricordo che il suo si scappellava mentre io avevo un principio di fimosi, e vedendo la
mia curiosità per il suo glande massimo mi incorraggiava a toccarlo e a giocarci ed io a mia
insaputa gli facevo delle lunghe seghe. poi mi insegnò a farglele veramente, accompagnando la
mia mano fino all'orgasmo che gli faceva fare un paio di schizzi di uno sperma trasparente e
molto liquido, ma per me che non sapevo veramente nulla del sesso era uno spettacolo impressionante.
queste cose capitavano anche tre o quattro volte al pomeriggio, a massimo bastava un quarto
d'ora per avere di nuovo il cazzo pronto per le mie attenzioni. mi cominciò a prendere una
eccitazione sempre maggiore quando gli facevo le seghe e il mio sguardo era sempre fisso al suo
cazzo mentre lo smanettavo, finchè un giorno non sentii la sua mano che spingeva la mia faccia
verso il suo cazzo. non so perchè, ma il fascino di quella pelle che copriva e scopriva la
sua cappella mi ipnotizava e non opposi resistenza fino a che le mie labbra non arrivarono
al sfiorarlo, a quel punto lui schizzò e i suoi getti mi colpirono sul volto e sulle labbra,
e mentre lui si lasciava andare io mi chiesi che sapore avesse quella sostanza e per la prima
volta assaggiai lo sperma. mentre mi portavo alle labbra le dita sporche di sperma massimo
mi guardò ridendo ed io abbassai lo sguardo vergognandomi, ma poi lui mi diede una pacca e
anche io mi misi a sorridere. inutile dire che le seghe successive si trasformarono
velocemente in pompini con l'ingoio. quando gli succhiavo il cazzo lui non mi toccava molto,
poi io cominciai a masturbarmi durante i pompini e allora lui cominciò a toccarmi soprattutto
le palle. me le afferrava e le tirava alla base, mi piaceva quando lo faceva, anche se a volte
capitava che un sussulto gli facesse stringere o tirare un po' più forte ed allora io gemevo
senza togliermi il suo cazzo di bocca e lui mollava la presa per qualche attimo, ma non posso
negare che anche quando esagerava la sensazione di essere tenuto per le palle mi piaceva da morire.
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18 years ago
sottomesso38,
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Variazioni
Pensavo alle variazioni. Una degli aspetti migliori della musica e della vita.
Ci pensavo mentre sotto lo scroscio rinvigorente della doccia mi raggiungevano ovattate le note di uno degli ultimi blues composti da Gizzie Gillespie.
Musica struggente, che penetra dentro e si riverbera facendosi sangue e desiderio nello stomaco prima che tra le cosce. Musica che provoca la mente e, lascia l’anima sempre un po’ inappagata. Perché continui desiderare.
E il blues è la poesia delle variazioni musicali, il trionfo dell’improvvisazione seducente e sensualmente anarchica. Perfetta per il mio stato d’animo.
Guido, infatti, era tornato all’attacco. E io come al solito mi ero sentita divisa tra la rabbia e la voglia. Quell’uomo mi teneva sulla corda come nessun era riuscito prima di lui.
E stavolta, subdolamente, era arrivato persino a fare leva sul mio perfezionismo, che mi impediva di impiegare personale non totalmente all’altezza nella realizzazione dei sogni della nostra esclusiva clientela.
La Dream Agency era ormai diventata una delle punte di diamante del settore in Italia e pensavamo già di allargarci con alcune filiali in città strategiche in Europa.
Questa volta Guido….tamponavo le cosce con la spugna morbida dell’accappatoio mentre pensavo al mio uomo e al calore incandescente dei suoi occhi quando gli avrei posto le mie condizioni per dirgli di si. Avremmo fatto quella “speciale” verifica del talento del candidato. Ma…gli sarebbe costato caro. E già l’idea della riscossione del prezzo mi mandava brividi di eccitazione lungo il corpo
Variazione numero 1: Guido e il bel trans
Sorridevo accarezzando le gambe tornite e abbronzate di quel sorprendente e sensuale transessuale che qualche giorno prima aveva fatto irruzione nella sede della mia Agenzia e affascinato Guido, il mio uomo. Lola era diventata un’ossessione. O meglio il vedermi scopare con Lola era diventata un’ossessione per Guido. Gran bella donna Lola. Proprio il genere che piace a me. Curve ben distribuite e armoniche, un culo scultoreo (ah l’irrisistibile fascino dei Caraibi) e quel colore ambrato della pelle che contrastava divinamente con due occhi verdi come le foreste pluviali del suo paese di origine. Lola era il mio tipo di donna, con in più quell’inaspettato optional che, veramente, rivelato lasciava senza fiato. Proprio come ero io in quel momento mentre intrecciavo la mia lingua con quella di Lola sul cazzo svettante di Guido, incapace di staccare gli occhi da un altro cazzo svettante. Quello di Lola. Ci staccammo da Guido ansimanti e con i visi coperti di schizzi di sborra. Ci ripulimmo voracemente a vicenda e poi …
Variazione numero 2: Le frustra…azioni di Guido
Esitavo. Lo ammetto. La frusta era legata a brutti ricordi adolescenziali. Era sempre stata il mio punto debole. Non riuscivo a concepire di usarla se non occasionalmente, nonostante l’incredibile piacere che mi dava farlo. Per questo la proposta di Guido..mi aveva lasciato in preda ad una bruciante indecisione. Io non volevo una slave. Non amavo le ragazzine 20enni con un’aria da efebo denutrito. Ma Guido si….erano la sua passione. Una fanciulla da educare a colpi di frusta perché imparasse a darmi piacere. Ma…francamente avrei preferito un fanciullo. Non sapevo ancora quanto rapidamente avrei cambiato idea.
Entrai nella suite rosa del Carlton eccitata mio malgrado, anche se in se l’affermazione può sembrare assurda. Me ne rendo conto.
Lo spettacolo mi paralizzò. Una fanciulla splendida con il volto di un angelo e un corpo fatto per indurre in tentazione, stava implorando Guido di frustarla mentre gli leccava con sapienti colpi di lingua la capella e solleticava il suo culo infilandogli dentro le punte malandrine delle sue dita. Lo sguardo di Guido mi trapassò con la forza di una coltellata e m’inchiodò alla parete. Ansimai mentre mi strappavo i vestiti di dosso e…
Variazione numero 1: il crescendo
Spinsi la bocca di Lola verso la mia fica gocciolante mentre mi chinavo per meglio raggiungere quel cazzo svettante tra due cosce lisce e morbide quasi più delle mie. Il movimento portò il mio culo giusto all’altezza della bocca di Guido che inserì la lingua nel buchetto e la fece vibrare… Mugugnai inghiottendo fino alle palle il cazzone di Lola che mi premeva con la capella in gola mentre quelle lingue sapienti si muovevano con perfetta e istintiva sincronia dentro il mio corpo, rendendomi impossibile resistere oltre alla marea del piacere che montava impetuosa dalle mie viscere, su per la schiena fino ad esplodermi devastante nella mente. Staccai la bocca dal cazzo di Lola e urlai in preda all’orgasmo. Il corpo vibrava mentre quelle lingue insistevano a non darmi tregua e la forza che mi aveva travolto stava lentamente ritirandosi quando…Spam. Due colpi potenti, sincroni e fluidi. E mi ritrovai colma. Boccheggiai in un misto di passione e desiderio e iniziai ad ondeggiare il bacino, per assecondare ora i colpi di Guido nel culo ora quelli di Lola nella fica. Lanciai un’occhiata allo specchio…ma l’immagine riflessa non rendeva ragione del piacere assoluto che mi stava attraversando il corpo in quel momento. Voltai la testa verso Guido, i suoi occhi ardevano mentre fissava Lola che
Variazione numero 2: andamento lento
Ricambiai lo sguardo di Guido. Lentamente mi avvicinai e sollevai la testa della ragazza con una mano afferrandola per i capelli. Strattonai con forza e le infilai la lingua in bocca cercando il sapore di quel dannato bastardo del mio uomo. Lo trovai ma mescolato a qualcosa di dolce. Mi addolcii quasi di riflesso, istintivamente anche io mentre la ragazza reagiva al bacio e intrecciava la mia lingua alla sua. Le sue mani scorrevano sulla mia schiena e cercavano la solidità delle mie natiche mentre io le tormentavo i capezzoli con le mani. Volevo succhiare il latte da quei capezzoli come Guido lo succhiava dai miei. Switc. Improvviso bruciante il colpo della frusta sferzò i nostri corpi intrecciati. Sussulttammo l’una nella bocca dell’altra senza accennare però a staccarci. Spinsi Chiara, questo era il nome della creatura efebica che si abbandonava con voluttà tra le mie braccia, sul letto e le misi la fica in faccia mentre affondavo avidamente la mia lingua nelle sua. Eravamo di traverso sul letto con i culi offerti alle frustra…azioni di Guido. Switc. Ancora la frusta colpì mentre il piacere mi attraversava il corpo e bevevo avidamente quello di Chiara.
“Cazzo - urlò la mia mente - come diavolo fa a sapere quando stiamo godendo e a colpire proprio in quel momento”. Il dolore si mescolava al piacere dell’orgasmo nella bocca di Chiara e colavamo ambedue abbondante sborra che scorreva lungo le cosce.
Incrociai lo sguardo avido e bruciante come la frusta di Guido. Una frazione di secondo e ci ritrovvamo sferzate dalla sua lingua che leccava avidamente dalle mie cosce e da quelle di Chiara la sborra colante, mescolata al sangue che gocciolava dai segni delle frustate. Cercai la bocca di Chiara e…
Variazione numero 1: all that jazz
Lo afferrò per i capelli e gli insinuò la lingua in bocca. Si baciarono avidamente mentre esplodevano nel mio corpo trascinandomi in un orgasmo devastante. Forse il più intenso che mi fosse mai capitato di provare. Crollammo sul letto in un groviglio di corpi e di umori che credo fosse l’essenza stessa dell’erotismo. Guardai Guido. I miei occhi gli dissero tutto senza bisogno di parlare. Comprese…non avevo cercato quella variazione, il capovolgimento totale…l’improvvisazione anarchica del sax su un tema jazz perché lui non la voleva con la stessa intensità con cui io al desideravo. Avrei aspettato. Non molto. Ma lo avrei fatto. Ma la prossima variazione sarebbe stata All that jazz, sarei entrata nel suo culo sodo e rotondo mentre la sua bocca s’impadroniva del cazzo di Lola e lo accoglieva nelle sue calde umidità come il suo culo morbido accoglieva me. Scopato. Totalmente posseduto da due donne. Usato come una troia da due troie. Il sublime incarnato. La prossima volta. Tra poco..Guido, tesoro mio.
Variazione numero 2: andante con brio
La bacio con avida dolcezza a cui lei risponde intensamente. La lingua di Guido diventa sempre più insistente man mano che si avvicina al centro della nostra voglia. Ci giriamo in modo da offrirgli le fiche avide e ancora grondanti del precedente orgasmo. Gioca con le mani e con la lingua sui nostri corpi. Spinge violentemente le dita dentro le nostre fiche offerte, spalancate alle sue voglie. Ci guarda inarcarci contro quelle dita e le muove con sapienza e cattiveria autentica. Tenendoci sul filo, provocandoci. Lo destesto e lo adoro come solitamente mia accade in questi momenti. Guardo Chiara che si abbandona totalmente al piacere che la mano di Guido le sta procurando… sorrido di me stessa e mi lascio andare anche io. L’orgasmo ci coglie contemporaneamente. Violento. Apro a fatica gli occhi per guardare Guido che sorride sornione leccandosi le dita, bagnate dal nostro piacere.
Ci raggiunge a letto abbracciando entrambe. Mi rannicchio nell’incavo della sua spalla cercando al mano di Chiara con cui intreccio le dita, scivoliamo nel sonno. Appagati finalmente.
Variazione finale: paso doble
“Sono perfette Guido - sorrido mentre lo guardo fare irruzione nel mio ufficio con la consunta energia – e lo accolgo con questa frase che so lo spiazzerà. Mi diverte non rendergli facile l’esistenza – “Entrambe credo possano sicuramente entrare a far parte in pianta stabile del nostro staff” - mentre continuo a parlare decantando le virtù di Lola e Chiara mi alzo e girando intorno alla scrivania do il modo a Guido di notare come lo chemisiere di seta che indosso, accarezzi perfettamente le mie curve e soprattutto come sia facile sfilarmelo: basta sciogliere il fiocco che lo chiude su un fianco.
“Hai ragione – mi sorride ironicamente di rimando – e intanto con una mano chiude la porta dell’ufficio e con l’altra scioglie il fiocco del mio vestitino - ma credo sia opportuno che pianifichiamo il loro impiego con cura e dunque urge una riunione ai vertici. Privatissima “.
Lascio cadere lo chemisiere e rimango vestita solo di un minuscolo perizoma di pizzo nero, le autoreggenti e gli stivali di Dior che hanno un tacco a stiletto vertiginoso. Spingo Guido su una sedia. Slaccio lentamente i bottoni dei suoi pantaloni di velluto blu e m’impalo con esasperante lentezza sul suo cazzo svettante. Mi afferra per i fianchi e mi tira giù impaziente. Boccheggio per il piacere di sentirmi riempita totalmente. Guido mugola mordendomi il collo.
“Allora dicevamo – riprendo cercando di dare alla mia voce un tono professionale – intanto mi muovo ritmicamente sul suo cazzo. Su e giù, con un ritmo costante e un’intensità crescente – come intendi utilizzarle al fine di mettere al massimo in luce le loro notevoli capacità?”
“Stronza – la voce di Guido è un sibilo – mentre per assecondare le mie spinte solleva i fianchi affondando fino alle palle nella mia fica calda – scegli tu come impiegarle..non m’interessa e ora…in un secondo mi ritrovo schiacciata con la schiena contro la porta a vetri del mio ufficio con le gambe sollevate e il corpo di Guido che mi martella di spinte. Urlo quando l’orgasmo mi attraversa facendomi tremare come una foglia e affondo le unghie nelle spalle di Guido che si lascia andare e mi riempie di sborra calda la fica, avida del suo sapore. Ci stacchiamo scossi ma appagati e maliziosamente Guido mi chiede, raccogliendo il mio perizoma da terra: “Tesoro ma è proprio necessario che tu lo indossi?”.
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18 years ago
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L\'aereo per granada
Pensavo al patto. Mentre sull'aereo che mi portava a Granada il chiacchiericcio dei soliti colleghi si mescolava alle raccomandazioni delle hostess ripetute in tre lingue a scanso di equivoci.
BC i privilegi della professione. L'unico vantaggio della Business sono le poltrone più comode e il fatto che è spesso semi vuota e dunque puoi abbandonarti alle tue personali divagazioni senza poi troppi testimoni.
Pensavo al patto si. All'uomo con cui l'avevo stretto. Alle sue mani che forzavano la mia fica e il mio culo ad aprirsi per accoglierlo, firmando così nel piacere e nel dolore - intensamente mescolati - la nostra alleanza o forse la nostra sfida.
Pensavo al patto e a quello sguardo a quella voce dura vibrante che mi richiamava all'ordine in macchina, quando qualche sguardo femminile marchiava con il termine sbagliato l'esibizione di desiderio e bellezza a cui lui mi aveva sospinto. Sospinto si. Perché, in realtà, io volevo quell'esibizione. E ne avevo goduto ogni secondo. Non vi ero stata costretta. L'avevo voluta dal primo momento quando il mio corpo aveva tremato all'incontro con il suo…di anticipazione e voglia.
Quando la malizia dei miei occhi e della mia voce aveva fatto eco alla sua.
Pensavo alla follia mentre l'aereo si allontanava dal freddo autunno settentrionale per volare verso il caldo quasi africano di Granada.
Caldo si. E sole e luce. Un flash. La mente attraversata improvvisamente da un'immagine. Il corpo di rimando attraversato da un brivido quasi simultaneo. I capezzoli improvvisamente doloranti. Nuovamente. Come quel giorno. In quella camera. Stretti da quelle dita. Fino a far sgorgare il latte. Le gocce bianche sul suo petto e, la meraviglia di quell'evento. Le labbra avide che succhiano. I seni avidi che si protendono verso le labbra.
“Desidera qualcosa da bere signora “ La voce squillante della hostess mi riporta su quell'aereo bruscamente. Tra il chiacchiericcio dei colleghi e il solito frullatore di impegni che questi viaggi comportano. Sorrido vaga ad un collega seduto un paio di file più in là dal lato opposto dell'aereo. Sposto la mia attenzione sulla hostess… e dico” si grazie un bicchiere di vino”.
Ho bisogno di qualcosa di forte. Frizzante e preferibilmente bianco. Penso in tanto che l'hostess con solerzia mi serve.
Sorseggio il mio prosecco cercando di recuperare un minimo di compostezza professionale. O meglio quel minimo di compostezza che ci si aspetta da me.
La follia è sempre stata un mio segno distintivo e nel mondo di uomini che frequento per la mia professione è diventata anche una delle ragioni del mio successo.
Sento la forza dello sguardo del collega della fila opposta sulla porzione di seno che la mia camicia bianca sbottonata lascia intravedere. I capezzoli sotto il tessuto leggero del pizzo bianco del reggiseno si inturgidiscono.
“Ah Ah Ah Ah” la risata echeggia con forza nella mia mente. Potente e ironica. Sorrido o meglio rido di me e della natura così visceralmente sensuale del mio ego.
E' un bell'uomo il collega indubbiamente. E ho sempre pensato che prima poi lo avrei scopato. O meglio ci saremmo scopati. Ma ora… dovrei avere un minimo di decenza. Ma il mio corpo sicuramente non ce l'ha. La mia mente forse si o forse un residuo di moralità cattolica mi spinge a pensare di doverla avere. Mah con un'alzata di spalle affogo istintivamente gli ironici dubbi nel prosecco.
Le due ore di volo sono passate in un attimo. Infilo la giacca di pelle nera sopra la camicia e raddrizzo la piega dei miei pantaloni. Mi alzo cercando di ricordare in quale cappelliera la hostess abbia riposto il mio bagaglio a mano.
“E' qui” - la voce del collega voyeur mi raggiunge penetrando nel mio isolamento mentale - “Grazie” - rispondo con un sorriso e mi avvio verso di lui che con galanteria imprevista ha già tolto la mia valigia dalla cappelliera e guardando i miei stivali con il tacco a spillo se n'è impadronito intenzionato a restituirmela solo nella hall dell'aeroporto di Malaga.
Lo raggiungo facendo ticchettare i tacchi degli stivali che non sono stati proprio studiati per donne che camminano come faccio io… con falcate lunghe e ravvicinate.
“Daniele aspetta - esclamo mentre nel tunnel che ci porta in aeroporto lui tiene la sua sacca a tracolla e spinge il mio trolley con l'altra mano - lo afferro per il braccio e lo induco a fermarsi.
“Aspetta - ripeto leggermente ansimante - sei stato veramente carino ma posso farcela da sola”. Mentre dico questo mi abbasso cercando di afferrare la maniglia del trolley e lui fa lo stesso tirando verso di se. L'impatto è inevitabile. Ci urtiamo e ci solleviamo ridendo e con il fiato corto.
I suoi occhi mentre mi guardano sorridenti parlano di lenzuola aggrovigliate e di corpi nudi intrecciati. I nostri. Sostengo il suo sguardo mentre un mezzo sorriso mi attraversa il volto. Afferro la valigia mi volto e..”Andiamo dai che Brambs e Cicero se la staranno già raccontando alle nostre spalle…ahahhahah… e anche senza motivo. Per il momento.” Daniele sorride o meglio sogghigna di rimando “ Beh mia cara se lo dici tu mi fido. In ogni senso e in ogni circostanza…”.
Dopo veniamo travolti dal tour de force degli impegni previsti dal nostro programma e mi ritrovo senza un momento per me fino al tardo pomeriggio in albergo mentre mi preparo per la cena di gala che seguirà alla conferenza
Drinnnnnnnnnn…lo squillo del telefono rompe inaspettato il silenzio ovattato della mia suite. Esco gocciolante di schiuma dalla vasca idromassaggio mi avvolgo in uno dei morbidi accappatoi di ciniglia dell'albergo e mi avvio a rispondere
“Scommetto che sei nuda e coperta di schiuma - la voce di Daniele suona seducentemente ironica attraverso la cornetta. Getto un'occhiata veloce all'orologio mancano ancora un paio di ore alla conferenza…”Beh perché non vieni a verificarlo di persona?” - gli sussurro e riappendo.
Lascio cadere l'accappatoio. Vado a togliere la sicura dalla porta della suite. Porto in bagno una bottiglia di vino, con due bicchieri e mi riimergo nella vasca.
Passano forse 5 minuti e un rumore di passi risuona sul parquet della stanza. Il clic della serratura che scatta e poi frusci di vestiti tolti in fretta.
Sorrido e riempio i bicchieri di vino portandomene uno alle labbra.
“Magnifica visione” - sorride Daniele entrando in bagno e recuperando uno dei bicchieri prima di raggiungermi nella vasca -. “Anche tu ne offri una niente male” - dico sollevando il bicchiere in un brindisi ideale.
Beviamo quasi indugiando nel pregustare quanto avverrà di lì a poco. Posato il bicchiere sul bordo della vasca Daniele insinua le mani sotto la schiuma e trova quasi subito quello che cercava…il centro umido caldo e scivoloso della mia voglia. M'inarco contro quelle dita che mi frugano ansimando mentre con il piede accarezzo il suo cazzo giù duro e pronto alla battaglia.
Ci avvinghiamo. Lingue intrecciate. I miei seni schiacciati contro il suo petto. Le mie gambe che lo avvolgono. La punta della sua cappella turgida che preme sulla mia fica morbida. Pochi cm ci separano. Ondeggio incontro alla sua spinta e mugolo di piacere per l'invasione nella sua bocca. Iniziamo ad ondeggiare e uno incontro all'altro. Rispondo alle sue spinte assecondandole e sostenendole. Spingendo a mia volta. Si stacca dalla mia bocca per scendere a mordermi il collo. Affondo le unghie nelle sue spalle e m'inarco all'indietro per sentirlo affondare riempiendomi la fica. Aprendomi. Squarciandomi per il suo desiderio. Ansima. “Dio sei stupenda. Una piccola meravigliosa e perfetta troia” . Sorrido. “ Si…- cerco di articolare mentre stringo il suo cazzo duro come il marmo con i muscoli interni della fica quasi facendogli un pompino - una troia che adora i bastardi del tuo genere”.
Ho appena finito di articolare le parole che le contrazioni sempre più intense dell'orgasmo mi travolgono. Mi rendo vagamente conto che Daniele mi sta seguendo nell'estasi. Avverto la sua voce che un minuto prima di affondarmi i denti a sangue nel collo urla ”SIIIIIIIIIIIII…..”. L'orgasmo si abbatte violento su di noi. Quando la sua forza scema… ci ritroviamo nella vasca di quell'albergo di Granada abbracciati e sorridenti. Con solo 20 minuti prima dell'inizio della conferenza.
Daniele mi lancia uno sguardo malizioso e scoppiandola ridere dice: ” Beh arriveremo in ritardo...almeno stavolta avranno qualcosa di concreto di cui ..sparlare”.
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19 years ago
admin, 75
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Schiava del tuo harem
Ieri mentre riposavo e ti desideravo ho immaginato tutto questo...
Tu sei il mio sultano che invita a cena 6 o 7 trafficanti di schiave
intorno a un bel cus cus e mentre bevete vino io e le altre ancelle danziamo per voi la danza del ventre e dei sette veli...
io avanti a tutti, la più bella, la rossa e bianca creatura perfetta e sensuale...tua preferita...
tu sai che io danzo per te perché voglio essere desiderata da te,
per rimanere la tua preferita,
perché so che il tuo pene diventa turgido per me come per nessun’altra, perché sai che a me piace davvero...
ti diverte vedere sbavare i tuoi ospiti...
farli morire di desiderio e sapere che sarai solo tu a godermi
Ed io da buona schiava accondiscendente al suo padrone ad un tuo cenno mi sdraierò in mezzo ai cuscini sui tappeti...
L’aria è spessa di incensi, di afrori, di spezie...mentre la musica continua ipnotica e lamentosa a tormentare i tuoi ospiti e i loro cazzi sotto le tuniche sgargianti per farti impazzire,
comincio a rotolare ondeggiando in una danza che mette in mostra
le mie curve i fianchi, le cosce, giocando con i veli, lasciando intravedere....carezzandomi lieve dappertutto.....
Finchè gli occhi di tutti sono rossi di sangue e il tuo cazzo è gonfio di vanità e di potere: loro vorrebbero affondare nella mia carne come bestie ma sei tu il predestinato che sfogherà i suoi lombi fra le mie cosce, nel mio ventre, nella mia bocca, nel mio culo....
tu lo sai che ti desidero..che voglio te...che voglio compiacerti gratificarti, giocando con te....
Ad un altro tuo gesto mi sporgo più avanti con il pube e scopro il mio sesso spalancando le cosce...carezzandomi piano con un dito il clitoride, nella vagina, il buchetto del culo...
il mio volto è in delirio mi piace far impazzire tutti quei cazzi
mi piace sentire che quei maschi sono ridotti a pezzi di burro sciolto guardando sbavando per la mia fica rossa...
Li guardi.... le bocche aperte, ansimanti, sudati per il contenimento dato dal rispetto verso la tua casa, la tua donna e godi sapendo che sono tua che tutto questo è per eccitare te, non loro che diventano strumenti del piacere solo per noi due.
Finalmente prenderò il tuo cazzo tra le labbra per inumidirlo bene e metterlo nel mio buco più stretto e godere insieme come animali...
So che nessuno può farmi niente se tu non vuoi, e protetta mi lancio
in gesti languidi, femminili...quando tu inviti i tuoi ospiti a leccarmi la fica offrendogli il sapore della tua favorita come gesto di ospitalità...
Con mille inchini verso di te, tutti si alzano rapiti, circondandomi...
io continuo la mia danza erotica... so che tra poco molte bocche inumidiranno la mia fica..la prepareranno per te...
e spalanco bene le gambe accogliendo la prima testa che affonda
sul mio sesso...
Sei eccitatissimo...
Sai che se uscissi dalla stanza, tutti si scaglierebbero su di me sfondandomi da tutte le parti..sai che io tremo all’idea che mi lasci
da sola in balia di tutti quei cazzi ormai gonfi fino al parossismo...
Sai che temo se ti allontani per andare con un’altra ancella se non sarò perfetta, eccitante e gentile con i tuoi ospiti...
Sarebbe la tua punizione...
Farmi scopare da tutti quei cazzi che non amo, privandomi del tuo
di cui vado pazza e di cui sono ingorda...
Così per soddisfare ogni tuo desiderio mi lascio andare cercando di eccitarmi con quelle lingue che affondano rudi e maschie nella mia vagina, lasciando che ti ecciti a vedermi eccitata dalle loro mani che accarezzano il mio ventre, il mio seno, il mio culo...
Sto impazzendo di voglia e anche loro sono sempre più presi da me, ma mi è vietato toccare il loro cazzo, è vietato succhiare, scopare,
se non il tuo cazzo...
Ormai sono gemente...
Le lingue si avvicendano con ritmi diversi, tocchi diversi, delicatezza, poi forza, poi guizzi rapidi, altre che ti stuzzicano lente e languide lingue nella vagina lunghe come piccoli peni...
Altre delicate come piume che si alternano l’una all’altra fino a non farmi capire più nulla...
Intanto gli ospiti hanno tirato fuori dalle tuniche i loro cazzi e li maneggiano sperando che tu, impietosito e complice con la loro voglia, mi dia il permesso di soddisfarli...
Mi senti gemere
Sai che è il segnale che non ne posso più, che ti voglio, che sono pronta, bagnata di umore e di saliva, che voglio godere, urlare
e mi trattengo per te solo per te...
La musica continua a cullare il desiderio di tutti,
quando ti alzi e con un semplice gesto del braccio,
scansi tutti da me piantandoti davanti ai miei occhi...
Quando ti vedo finalmente mi lancio contro il tuo pube con la bocca cingendoti i fianchi...
Strofino il viso, la bocca sulla tua tunica e sul tuo turgore...
Ansimo e inginocchiata davanti a te, apro le tue vesti e lo prendo tra le mani, lo percorro con la lingua guizzante, afferro la punta fra i denti e lo succhio avida..
Tu mi tocchi le natiche, mi infili un dito nel culo sentendomi fremere e affondare tutto il tuo pene nella gola per reazione...
Lo voglio..
Lo voglio ...Dentro.. dentro
Lo sai, lo senti da come mugolo supplicante...
I tuoi ospiti continuano a masturbarsi i cazzi adagiati sui cuscini
Ci guardano e soprattutto guardano me, la tua voglia di me..
Invidiano la mia dedizione, la mia smania per te
Fai un gesto e due ancelle vengono a spogliarti delle tuniche,
del turbante mentre continuo a darti piccoli baci sul cazzo
Quando sei finalmente nudo, afferri i miei capelli e mi volti di schiena, in ginocchio e piano piano mi fai assaggiare la punta nella vagina...
Stai fermo, sono io che spingo all’indietro, che lo voglio ingoiare dentro, e tu ti ritrai e poi ti riappoggi....
Mi tocchi i capezzoli, mordi le spalle, lecchi le natiche, poi vedi che mi sto toccando il clitoride e solo allora affondi agganciandomi verso l’alto, prima fermo nel fondo mentre urlo
e solo quando l’hai infilato tutto cominci a muoverti piano...
Gli ospiti stanno impazzendo e tu impazzisci sapendo che tutti quegli occhi mi guardano, che vedono quanto sono porca, che farebbero qualsiasi cosa per essere piantati dentro
Dove solo tu ti trovi...
Sono brava a compiacerti
So che deve piacermi quello che piace a te, che devo godere nel darti piacere, anche quello di fare la troia davanti a tutti
affinchè tu possa godere oltre che di me anche del potere, dell’invidia degli ospiti, del privilegio ostentato di avere tutta per te quella fica stretta e rossa...
Senti che godo dentro, che mi dilato mentre acceleri i colpi di reni e affondi sempre più..
Mi dimeni sotto di te, mi tocco la fica, i capelli schizzano da un lato all’altro delle mie spalle, tu mi cavalchi senza pietà e a lungo
e una serie di orgasmi mi percorrono la schiena, il ventre mi escono dalla bocca urlanti.
Intanto gli ospiti cominciano a gemere, a sborrare e tu li vedi tutti quei cazzi che schizzano per me tutta sborra che il mio padrone ha avuto pietà di non farmi ingoiare.
Sentendomi pronta, con il pene bagnato del mio liquido di femmina, esci dalla fica e in un colpo solo entri nel culo fino alle palle..
Urlo tra il dolore e la gioia, finalmente piena proprio lì dove sono più porca, più troia, dove è peccato, è sporco, è vietato e mentre ti muovi piano, toccandomi il clitoride comincio un lunghissimo orgasmo che il tuo ritmo guida e spinge accelerando fino al parossismo fino a farmi tremare tutta, fino a sentire lo sfintere che pulsando ti stringe il cazzo con piccoli colpi come baci di piacere, e solo allora scarichi i reni in una furia dentro me inondandomi il culo di sborra calda...
Ci accasciamo goduti.
Tu ansimi e io tremo in tutto il corpo.
Gli ospiti sono inebetiti dalla tua furia e dall’inatteso spettacolo offerto.
Le ancelle si affrettano affaccendandosi con tuniche fresche,
brocche di acqua di fonte, detergendo la tua fronte e il sesso.
Ti guardo fiero,
sono tua,
ancora tremo...
47
2
19 years ago
giustina, 40/40
Last visit: 16 years ago -
L\'autostoppista
Erano le 2 del pomeriggio del 7 agosto, una giornata caldissima afosa, quasi da far mancare il respiro, ed io ero rimasto in panne con la mia auto in una strada quasi completamente deserta e con la batteria del cellulare andata a puttane. Così decido di prendere la roba dalla macchina, chiuderla e di incamminarmi sperando di raggiungere al piu presto un abitazione. Non ce la feci piu, mi fermai sotto un albero vicino al ciglio della strada e mi misi a fare l'autostop, che cosa ridicola! Non passava quasi nessuno e quelle poche macchine che passavano non si fermavano...ma quando mai qualcuno da aiuto ad un autostoppista!! Si erano ormai fatte le 4 e qualcosa quando ad un certo punto vedo una macchina mettere la freccia ed accostare...aprì il finestrino, dentro c'era una coppia, non li guardai nemmeno in faccia sentii solo le loro parole e gli chiesi se potevano darmi un passaggio...nell'attesa della loro risposta e nel dire grazie, la prima cosa che mi cadde all'occhio era il misero vestitino che portava lei, sapete...uno di quei vestitini corti, estivi, leggeri che volano al vento, poi i suoi sandali uno qua e uno la, e i suoi piedini nudi, di cui uno appoggiato sul sedile, con lo smalto rosso...mi sorridevano...erano delle persone molto accoglienti. Salii dietro, mi sedetti dietro al sedile di lei e iniziammo a parlare...i nostri nomi, provenienza, lavoro, vita, ecc ecc, insomma iniziammo a fare conoscenza...mentre parlavamo lei abbasso quel coso per proteggersi dal sole dove c'è lo specchietto (scusate ma non so come si chiama!)...quello che inizialmente riuscii a vedere dallo specchietto che rifletteva era la sua bocca, con il rossetto rosso...due labbra infuocate...poi lo alzo un po e vedevo i suoi occhi che mi guardavano mentre parlavamo...notai anche che non aveva le spalline del reggiseno, quindi non lo aveva e cosi mi chiesi anche se aveva gli slip, poi tra me e me pensai...bahhh basta! e continuammo a parlare...lei sembrava molto giovane...una bambina..aveva solo trent'anni ma la cosa mi sconvolse, mi piacciono le donne grandi, mi piace possederle e fargli provare qualcosa di nuovo e giovane, ma ero stanco e pensavo a tornare a casa...vedevo loro che si guardavano negli occhi e si sorridevano...io mi ero accasciato sul sedile e mi ero messo ad ascoltare la musica...vedevo lei che si muoveva sul suo sedile ma non riuscivo a capire cosa stesse facendo, poi vidi lui che le disse qualcosa..abbassai subito il volume per ascoltare quello che dicevano ma feci in tempo solo a sentire lei che diceva "Prendi la strada che facciamo di solito"...iniziai ad avere un pò di timore ed iniziavo a non fidarmi piu...presero una strada sterrata che attraversava i campi...lui accelerava sempre di piu allontanandosi velocemente dalla strada principale e perdendosi nei campi...a quel punto tolsi subito le cuffie e gli chiesi dove stavamo andando, lei mi risponde "Non preoccuparti, è una strada privata che facciamo di solito per tagliare"...lui sorrise...eravamo in aperta campagna...lei disse a lui di fermare la macchia...poi disse "Finalmente"...non riuscivo a capire...abbasso il suo corpo verso le gambe del marito e vidi il marito che poggiò le sue mani sulla testa di lei...capii subito quello che stava succedendo...mi ero seduto in mezzo...tra i due sedili, ma non riuscivo a vedere nulla...vedevo solo la testa di lei fare su e giu...mi stavo eccitando, sentivo il mio cazzo crescere dentro i pantaloni...quel pompino sembrava interminabile...lo faceva lentamente, facendo uscire forti rumori dalla bocca e dall'espressione di lui credo che glielo abbia succhiato davvero forte...quando fini si rialzò...mi guardava mentre con la lingua si leccava le labbra ed allungò una mano tra le mie gambe...ce l'avevo duro...abbassò la cerniera e con la mano entrò dentro i pantaloni...mi fece sedere un pò sdraiato in modo da poter arrivare con la bocca sul mio cazzo e anche per me iniziò un interminabile momento di piacere...me lo succhiava lentamente...mi richiudeva la cappella, poi teneva le sue labbra strette e andava giu...mentre andava giu mi apriva la cappella e sentivo tutte le sue labbra fare pressione e poi quando la cappella finiva di aprirsi lei continuava ad andare giu per prenderlo tutto in bocca...il marito la accarezzava sulle gambe, sulle cosce..le leccava i piedini, andava sotto il vestitino mentre lei instancabilmente me lo succhiava...gemevo e respiravo forte...ero morbida argilla tra le sue mani, ma non tutto rimane morbido tra le sue mani...mi sentivo ed ero completamente suo, mi convincevo sempre di piu che il mio cazzo le piacesse, lo leccava con voglia, con foga...la sua saliva colava...il marito la fece fermare per evitare che io venissi...scendemmo dalla macchina e si spogliarono completamente nudi..lei non aveva gli slip...evidentemente doveva esserseli tolti in macchina quando la vedevo muoversi...aveva un paradiso tra le gambe...pelosa al punto giusto...il marito la stese sul cofano della macchina, le allargò le gambe e glielo mise dentro scivolando senza fatica dentro di lei...doveva essere bagnata fradicia...lei mi invitò a segarmi e così iniziai a segarmi vedendo quei due che scopavano...lei avvinghiata a lui e lui che se la faceva con passione succhiandole le dita dei piedi...stavo scoppiando, mi avvicinai a lei e le misi il cazzo vicino alla bocca...non arrivava molto bene a succhiarmelo, mi prese solo la cappella...in questo modo provavo un piacere immenso..vedevo il marito penetrarla sempre piu velocemente e poco dopo venì sul suo seno...lei si alzò dal cofano e si stese sul prato invitandomi a prenderla...il marito era fermo li, appoggiato alla macchina a segarsi...lei chiuse gli occhi, allargò le gambe e mi disse "Fammi tua"...stava aspettando che la penetrassi...ma non lo feci...andai con la testa tra le sue gambe...iniziai a leccarla sull'interno coscia per farla soffrire...la leccavo intorno alle labbra ed intorno al clitoride senza sfiorarle la fica...il suo liquido colava dalle sue labbra...sentiva la mia lingua accanto alle labbra e intorno al clitoride...non ce la fece piu e mi disse "Succhiamela"...le allargai piu che potevo le labbra...misi la mia bocca contro la sua fica ed iniziai a succhiargliela forte, tanto che gridava, ma non poteva sentirla nessuno...il marito ci guardava, ma per me non esisteva...stavo facendo quella donna mia...gliela succhiavo forte...la mia lingua la penetrava e la leccava dentro...mi accarezzava tra i capelli e con la lingua spingevo sempre piu in fondo..ricordo il suo sapore squisito, le sue labbra mordibe...la sua fica calda...mi disse "Vieni su di me"...mi misi su di lei...la prima cosa che fece fu quella di stringere fortissimo le sue gambe a me...la vidi con le lacrime agli occhi...mi disse "Mi ha fatto male, voglio essere tua, fammi tua, coccolami"...strinse ancora di piu le gambe dietro di me, io me la abbracciai forte quasi fosse mia moglie ed iniziai a penetrarla lentamente ma in fondo...sentivo la sua fica che mi accoglieva e mi stringeva...come se mi stesse aspettando..."Cosi mi piace, fammi tua, prendimi, sono tua!" ripeteva...il mio cazzo diventava ancora piu duro dentro di lei...sentivo quella donna completamente mia...per me era come se stessimo facendo l'amore e non semplicemente sesso...me la baciavo, stringevo e coccolavo...iniziavo ad aumentare il ritmo, lei si bagnava sempre di piu...sentivo il mio cazzo tutto bagnato...la penetravo con forza fino in fondo, ma non le facevo male...il mio cazzo le accarezzava il clitoride ogni volta che entrava...continuammo a fare l'amore finche lei non gridò forte...venimmo tutti e due nello stesso istante...le venni dentro...era felice, contenta, mi sorrideva e rimanemmo abbracciati per qualche minuto...poi ci rivestimmo, il marito non disse una parola, lei in macchina si sedette dietro con me e ci abbracciammo...mi lasciarono a casa e poi...mi svegliai da quel sogno bellissimo!...peccato era solo un sogno stupendo...mi alzai, mi feci una doccia e quando aprii la cartella per prepararla trovai una cosa...gli slip della donna del sogno con un biglietto con su scritto...Grazie Angelo Mio, un Bacio da Venere...
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19
3
19 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
I nuovi condomini
I nuovi condomini
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Erano arrivati da poco nel mio palazzo, una coppia molto elegante, fine, diciamo per bene, lui posato, lei una bella donna, elegante, femmile e con qualcosa che mi smuoveva tutto dentro, si vedeva che era piu grande di me di molto, a me questo eccitava, sentirmi completamente suo a sua disposizione. Ogni notte li sentivo sotto la mia camera mentre lo facevano, sentivo i suoi gemiti, anche se molto piano, sentivo anche quando il letto sbatteva contro il muro, ed ogni mattina quando andavo a scuola facevo di tutto per scendere nello stesso orario nel quale scendeva lei e la guardavo dalla punta delle dita dei suoi piedi che avrei leccato per ore, fino al viso soddisfatto dalla notte, e facevo pensieri strani, pensieri sulle posizioni in cui l'aveva fatto, mi immaginavo lei con le gambe allargate, mi immaginavo la sua fica bagnata, il cazzo del marito che le entrava, oppure lei inginocchiata a succhiarlo...e tutto ciò mi eccitava, poi dopo tutti questi pensieri tutto finiva con un sorriso e poi un ciao. Spesso capitava di tornare allo stesso orario, un giorno prendemmo l'ascensore insieme, io e lei soli, aveva la scollatura che quasi le uscivano le tette di fuori, mi fa "Ce l'hai la ragazza?" io le risposi no e lei "Come mai?" ed io le risposi che volevo solo vivere la mia giovinezza divertendomi...lei "Bravo fai bene, mi piacciono i ragazzini che vogliono divertirsi!"...quando disse quest'ultima frase pensai "Si, sono il tuo ragazzino...fammi tuo schiavo" poi si abbasso e si tolse le scarpe perchè diceva che con i tacchi tutta la mattina le facevano male i piedi, io pensai "Poveri piedi, mettimeli vicino alla bocca che ci penso io" poi l'ascensore si apri e ando nel suo appartamento, io salii ancora un piano e poi andai a casa. Mi aveva eccitato da morire, tanto che andai subito in bagno per segarmi al pensiero dei suoi piedi. Una domenica mattina mi viene a suonare a casa e mi fa "Tu sei giovane, ne capisci di computer?" io le risposi di si e così mi portò di sotto a casa sua, mi fece vedere il problema e mi misi al lavoro...mi sentivo a disagio, avevo paura, la sentivo parlare con il marito, poi ridere, poi da uno scorcio di una porta li vidi avvinghiati contro l'armadio, si toccavano solamente...io finii, lei dopo di un pò tornò e mi chiese quanto era, io logicamente le dissi nulla, ma lei voleva ricompensarmi per il disturbo, così andò in camera a prendere il portafogli...torno dopo qualche minuto...completamente priva dei suoi vestiti con addosso i soli slip...mi fa "Ho qualcos'altro di meglio per ricompensarti"...si mise davanti al marito, si inginocchiò, gli sbottonò i pantaloni, glielo prese in mano e poi in bocca...nulla mi eccita piu di una donna inginocchiata a succhiarlo...lei mi stava eccitando, il marito la prendeva per la testa e la spingeva contro di lui...dalla bocca di lei uscivano dei rumori, io ce l'avevo duro, mentre lo succhiava al marito mi guardava e poi mi sorrideva...poi fece andar via il marito, si mise contro il muro e mi disse..."Mi piacciono i ragazzini come te...scopami"...mi avvicinai a lei mettendole con forza una mano tra le gambe sulla fica e prendendole con i denti un capezzolo, avevo paura di farle troppo male ma lei mi diceva "Di piu"...con la mano sulla fica spingevo forte tanto che un mio dito era entrato a meta insieme agli slip...il suo capezzolo lo sentivo durissimo sotto i miei denti, il marito non lo so dove fosse, sapevo che ci guardava, forse ci avrebbe ripresi con una videocamera per rivedere la moglie, ma non mi importava, ero troppo eccitato e lei mi faceva impazzire, si giro di schiena e si sposto gli slip, mi disse "Ti piace il mio culetto?" mi abbassai i pantaloni e glielo misi davanti al buco del culo, per me era la prima volta dietro e non sapevo come sarebbe stato e come bisognava spingere quanto forte..insomma dietro non sapevo farlo...si mise a pecora, con le mani si allargo il culo...e...il suo buco era gia aperto...iniziai a penetrarla dietro...poi lei tolse le mani e sentii tutto il suo culo sul mio cazzo, era stretto, lei si mise in bocca uno straccio o qualcosa per non urlare, stavo gia per venire cosi glielo tolsi ma lei si inginocchiò subito e me lo prese in bocca...con il mio bacino spingevo contro la sua testa e con le mie mani spingevo la sua testa contro il mio bacino...sapevo che non lo era ma in quel momento l'eccitazione portò a dirglielo.."Succhialo troia"...quando le dissi così era come se mi stesse risucchiando tutto, mi sembrava un pò violenta ma era la sua voglia, mi prese e mi spinse sul letto, venne su di me, me lo prese in mano e se lo mise nella fica...mi cavalcava come fossi il suo stallone, sentivo la sua fica fino alla fine, entrava tutto...lei godeva, ansimava...capii cosa voleva...la presi di forza, la stesi sul letto, poi le allargai le gambe fino a farle male, mi stesi su di lei mettendo le mie braccia sotto le sue ginocchia in modo da impedirle di chiuderle le gambe...poi glielo misi di forza tutto dentro...si stringeva alle mie braccia, ansimava e godeva forte...io andavo sempre piu veloce..la sua fica era morbidissima e bagnata, scivolavo dentro di lei...ero completamente suo o lei completamente mia...non lo so, ma quella donna mi eccitava troppo...le venni dentro prima che lei venisse...mi guardò mi sorrise e disse "è normale, tu sei giovanissimo, io piu vecchiotta di te, è normale che ci metto piu tempo ma mi hai soddisfatta ugualmente, mi sono sentita la tua troietta" mi tolsi da sopra di lei, andai in bagno a pulirmi e a rivestirmi...quando tornai in sala vidi il marito in un altra stanza...era come dicevo...si stava gia rivedendo il cassetta, ma non me ne importava, io volevo lei ma mi sentivo deluso di non averla fatta venire...mi accompagno alla porta tutta nuda...mi prese la mano, la mise sulla sua fica, me la fece toccare e ansimò poi mi disse "quando vuoi lei è qui per te"...io le risposi "certo va bene" e me ne andai...sentendola chiamare il marito e dire "Tesoro vieni a letto?" e con il cazzo nei pantaloni di nuovo duro...Racconto tratto da un'idea di Marte&Venere
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21
1
19 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
Anniversario con regalo
Anniversario con regalo
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Era il giorno del nostro anniversario e lavorammo tutti e due quel giorno; per la sera avevamo in programma una cena in un ristorante. Io ero già a casa, lei tornò verso le 5, bella come sempre, alta 170 occhi blu oceano, capelli bellissimi lunghi castano chiaro, magra, una quarta di seno, sedere piccolo e sodo, cosce sode, mani e piedi curatissimi, con la sua solita gonna, maglietta e tacchi a spillo. Appena chiuse la porta di casa la misi con una spinta contro la il portoncino, le accarezzai le cosce alzandole un pò la gonna ed iniziai a baciarla sulle labbra e sul collo, sentivo che le piaceva perchè con una gamba si avvinghiava a me e mentre mi baciava il suo respiro cresceva; spinsi un pò il mio bacino contro il suo e dalla sua bellissima e sensuale bocca usci un dolce gemito di piacere: "Ah!". Mi fermai lì, mi raccontò un pò la giornata e poi andò a farsi una doccia. Finalmente uscita dalla doccia (dopo tre ore come tutte le donne!) andò con l'accappatoio in camera a prepararsi ed io entrai in doccia, mi asciugai, mi vestii con l'abito elegante che avevo preparato in sala e la attesi mettendomi sul divano a guardare la tv. Dopo non so quanto tempo uscì dalla camera, sentivo il rumore dei tacchi avvicinarsi...si fermò davanti la porta della sala e vi si appoggiò...la mia descrizione ora sarà sicuramente inutile perchè per capire bisognava solo esserci..capelli pettinati di classe, contorno degli occhi nero con sfondo blu come gli occhi, rossetto blu, vestito da sera a mezza coscia, schiava blu, gioielli in oro bianco e pelle lucida...mentre era ferma sulla porta non disse nulla, volle farsi ammirare, sapeva che l'avrei ammirata molto, così le feci un sorrisino e andammo al ristorante. Arrivati ci sedemmo in un tavolo con la tovaglia lunga fino a terra, un pò buio ed isolato, parlavamo del piu e del meno quando ad un certo punto sentii un suo piede salirmi lungo la gamba e saliva sempre di piu, il primo pensiero che mi venne fu "Ma come avrà fatto a togliere lo stivale senza farmene accorgere?!" Tralasciai questo particolare e mentre mi sorrideva mi parlava sempre del piu e del meno; arrivò il cameriere per prendere l'ordinazione e lei si divertiva ancora di piu ad accarezzarmi con il suo piedino che mi piace da morire e si divertiva a provocarmi e a farmi sentire in imbarazzo davanti al cameriere. Ordinammo gli antipasti, subito dopo il cameriere torno e ci portò il cestino del pane con i grissini, ne aprì un pacco e ne prese uno, lo mise in bocca e...in quel momento era come se me lo stesse leccando, lo faceva entrare tra le labbra strette e poi lo leccava con la lingua; ad un certo punto lo mise sotto il tavolo, dopo un pò mi diede il grissino a me e mi dice "Mangialo". Appena lo morsicai lo sentii bagnato dalla sua saliva lasciata prima, ma quando iniziai a gustare sentii un altro sapore...non potevo crederci, aveva messo il grissino dentro di lei per farlo bagnare, poi mi disse "Abbassati un attimo sotto il tavolo"...lo feci, lei accavallò le gambe e vidi una cosa che lei prima di quella sera odiava...era senza perizoma e per di piu senza peli, si era depilata, due cose che lei mi diceva che non avrebbe fatto mai, quella sera fu la prima volta che lo fece. Cenammo, io cenai con il suo piede che continuamente mi accarezzava, ma stranamente non parlammo mai di quella situazione che c'era, parlammo sempre di altre cose, come se fossimo in quattro, due fidanzati a cena e due fidanzati vogliosi, passionali, eccitati. Dopo cena tornammo a casa...appena chiusi la porta mi prese per mano, mi porto in camera, mi spoglio completamente lasciandomi in boxer, sembrava impazzita, nessuno dei due parlava, mi stese sul letto e mi legò con delle sue calze che prese da un cassetto, lei prese dei vestiti dall'armadio e ando in bagno...usci con un vestito da notte trasparente nero molto corto e un intimo trasparente nero, qeusta volta si era messa anche il perizoma...subito dopo accese lo stereo con la canzone You Can Leave Your Hat On, salì su un tavolinetto della camera ed inizio a ballare, ad accarezzarsi dappertutto e mentre si accarezzava le piaceva...finita la canzone si mise in piedi sul letto sopra di me...iniziò lentamente a far scendere le bretelline del vestitino, poi lo lasciò scivolare tu, mentre era su di me con il suo piedino si divertiva a mettermi le dita in bocca e poi scendeva fin sopra i boxer, mentre faceva questo si slacciava il reggiseno e lo lasciò cadere sulla mia facca, dopo di chè scese dal letto, si mise contro il muro davanti a me, si girò con le spalle verso di me ed iniziò ad accarezzarsi e si girava avanti e indietro sempre con le sue mani sul seno o dentro il perizoma, poi andò un attimo via, torno in camera...aveva qualcosa tra le mani, non so cosa perchè aveva la mano chiusa...si sedette su una poltrona accanto al letto, le gambe le appoggiò sui poggiabraccia della poltrona...le aveva allargate tantissimo, così tanto che il perizoma le era andato tra le sue carnose labbra, lo spostò del tutto...potevo ammirarle la fica in tutta la sua bellezza...era depilata, allargata tantissimo e bagnatissima, così tanto che il liquido brillava con la luce...aprì la mano con la quale aveva preso qualcosa...aveva qualcosa incastrato tra le dita ma non riuscivo a capire cosa, sembrava piccolo...si mise il palmo sulla fica ed inizio un gemito incredibile da capogiro e lei non riusciva a stare ferma, lasciò quel qualcosa dentro di lei e tolse la mano...era un cubetto di ghiaccio...che era dentro di lei e molto rapidamente si scioglieva e l'acqua gelida correva lungo il suo interno coscia, una volta sciolto si diede un paio di schiaffetti sulla fica e poi ne prese un altro...tornò di corsa, mi mise il cubetto in bocca e di scatto si sedette con la fica sulla mia bocca, spingeva così tanto contro la mia bocca che quasi soffocavo, io le muovevo il cubetto dentro di lei e lei mi teneva per la testa...una volta sciolto continuai un pò a leccargliela e a morderle il clitoride poi si tolse, si mise apposto il perizoma che prima aveva spostato e poi mi chiese di chiudere gli occhi, io lo feci...iniziai a sentire sulle labbra qualcosa di morbido...aprii la bocca e tirai fuori la lingua...era il suo capezzolo, ormai durissimo, glielo leccai e succhiai con le labbra...quando sentii che stava per spostarsi glielo presi con i denti e glielo tirai e lei: "Ah!"...poi glielo lasciai e si tolse...sentii un'altra cosa sulle labbra, stavolta un pochino piu dura...gliela leccai..era il suo gomito, e così continuo per le sue dita, per quelle dei piedi e per le sue labbra...poi lentamente inizio a scendere con la lingua, leccandomi dal petto...scese sempre di piu, molto lentamente, mi accarezzò sui boxer e poi mise una mano dentro, mi accarezzava lentissimo e mi faceva soffrire, poi mi tolse i boxer, con la sua mano faceva su e giu sempre molto lentamente e quando la sua mano era giu faceva un giro completo con la lingua intorno alla mia cappella e poi si fermava, e continuò così per un pò...non ce la feci piu, mi liberai delle calze con le quali mi aveva legato e la stesi sul letto, ora comandavo io...mi misi su di lei...tra le sue gambe sentiva il mio cazzo durissimo che la accarezzava tra le labbra, lei respirava forte, gemeva, ma io la baciavo sulle labbra, gliele leccavo e poi gliele baciavo, poi lentamente scendevo sul collo con la lingua e andavo dietro l'orecchio, poi sulla spalla e giu lungo il braccio...sulla sua mano, succhiai tutte le sue dita, poi risalii lungo il braccio...mi fermai sulla sua ascella gliela leccai e poi continuai a scendere, iniziavo a salire sul seno...mi avvicinai al capezzolo...le strusciai con le labbra sul capezzolo, poi con le mani le strinsi il seno e con la lingua le leccavo intorno ad un capezzolo, lentamente, poi glielo leccavo sulla punta, e poi intorno, all'improvviso glielo presi in bocca e glielo succhiai forte e mentre glielo succhiavo glielo leccavo con la lingua e prima di lasciarlo lo presi con i denti e glielo tirai...urlo forte e mi diceva "Ti voglio"...scesi lentamente con la lingua lungo il pancino, passai sopra l'ombelico e poi continuai a scendere, piu scendevo e piu respirava forte e piegava la testa...scesi e arrivai al bordo del perizoma, mi spostai con la lingua e continuai a leccarla tra le gambe accanto al perizoma, vicino alle labbra, poi mi spostavo sull'altro lato passando sul perizoma e sulla fica e la leccavo ancora accanto al perizoma...allargò le gambe tantissimo, voleva che la leccassi...vidi il suo perizoma andare tra la fica e le labbra uscire fuori dal perizoma.......scesi con la lingua piu giu lungo l'interno coscia, poi la gamba e poi sul piedino...le leccai tutto il piede, tutte le dita...poi lentamente tornai su con la lingua lungo la gamba...all'altezza dell'interno coscia gemeva...arrivai vicino la sua fica e mi fermai, gliela guardavo...gonfia, con le labbra al di fuori del perizoma, carnosa...lei sentiva il mio respiro che l'accarezzava, il suo perizoma era completamente bagnato...la presi per le cosce...presi il suo perizoma con i denti e glielo tirai giu...mentre lo facevo scendere sentiva tra le labbra i miei movimenti e il mio respiro, mi bagno tutta la bocca...aveva le gambe allargate al piu non posso...la fica era gonfissima con le labbra aperte...misi le mie dita accanto alle labbra...poi spinsi le mani una contro l'altra, in modo da far avvicinare e chiudere le labbra e...........all'improvviso gliela presi tutta in bocca...tutta, gliela presi e succhiai forte in modo da fare da ventosa con la mia bocca...e mentre stavo così la mia lingua passava in mezzo alla fessura dal basso verso l'alto fino al clitoride...tirava forte le lenzuola, gemeva, ansimava, si muoveva tutta...poi mi fermai e feci il contrario...con le dita gliela allargai tutta, era così bagnata che il liquido le colava, stava bagnando tutte le lenzuola..mentre gliela tenevo larga e gliela guardavo la vidi storcere la bocca, stringere i denti, aggrapparsi forte al cuscino e trattenere un grido, allorchè mi spaventai, dopo qualche attimo un forte schizzo usci dalla sua fica...non potevamo crederci, è una donna che fa parte di quella piccola percentuale di donne che eiaculano!...finito lo schizzo continuava ancora a muoversi e a tremare, quando si calmò un pochino mi disse di aver raggiunto l'estasi totale e di provare una sensazione fisica di piacere e star bene...gliela tenevo allargata, e mentre era allargata rimisi di nuovo la mia bocca come da ventosa...gliela succhiai con tutta la mia forza...così forte che il suo liquido veniva nella mia bocca...non venne in questo caso...ci alzammo dal letto...mi misi dietro di lei, la portai contro lo spigolo di un tavolo e le feci entrare lo spigolo dentro di lei, la misi contro il muro e le dissi "Inginocchiati e succhiamelo"...lei lo fece subito, me lo prese con mano forte, una dura impugnatura, inizio a baciarmelo e a leccarmelo, io volevo che me lo succhiasse e cosi la presi per la testa e la spinsi contro di me...ora gridai io...la spinsi troppo veloce contro di me e non fece in tempo ad aprire le labbra e cosi sentii tutte le sue labbra accarezzarmi con pressione che mi aprivano la cappella...io le tenevo la testa, lei continuava a succhiarmelo, a succhiare solo la cappella..lo prendeva tutto...dalla sua bocca uscivano mugolii, rumori della saliva, della lingua, quelli del mio sperma che usciva...quando si fermo mi inginocchiai io, le presi una gamba e gliela feci appoggiare sulla mia spalla, poi anche l'altra gamba, non toccava a terra, era in braccio sulle mie spalle...spinsi subito la mia testa tra le gambe e la mia lingua come un fulmine dentro la fica, tutta dentro a leccargliela, muovevo la mia lingua dentro di lei...poi le prendevo il clitoride e glielo succhiavo, poi mordicchiavo...mi disse "Sto per venire"...mi alzai...me la presi in braccio, lei avvinghio le sue gambe dietro di me...stavo per entrare quando mi dive..."Voglio che mi fai male amore"...la penetrai di colpo, piu in fondo che potevo...lei grido, poi disse "Oh si", la penetravo con velocita, forza, voglia, passione, amore...sentivo il suo liquido che mi bagnava e mi permetteva scivolare dentro di lei...il suo respiro ormai era affannosio...non gemeva piu, ma urlava, io facevo lo stesso, sentivo i suoi capezzoli duri sul mio petto, le sue unghie dietro la mia schiena, stringeva i denti per trattenere un urlo...poi non resistette piu...grido forte...dalla sua fica usci una grande quantita di liquido...la stavo ancora penetrando e così usci con velocita e schizzo dappertutto...sentii la sua fica restringersi, stringersi intorno alla mia cappella...vuoi che sia la velocità del liquido che passava ai lati della mia cappella, vuoi che sia la sua fica che si restringeva, venii insieme a lei...rimasi dentro di lei per molto...ci stendemmo sul letto...per la prima volta il nostro orgasmo era durato piu del normale, il mio circa cinque minuti, il suo circa quindici...quel dolce e soddisfacente tremolio dell'orgasmo e quella sua uscita continua di liquido la accompagno per ben quindici minuti...per quindici minuti la sentivo gemere e tremare, me la stringevo forte, lei piangeva dalla gioia, stava benissimo, voleva essere stretta forte e coccolata, sorrideva...insomma tanti sarebbero le sensazioni da dire...ERAVAMO IN PARADISO...ci addormentammo abbracciati...da quella sera a 8 mesi nacque Gianluca e due anni dopo Lorelay...sono la nostra vita e viviamo solo per loro...
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19 years ago
admin, 75
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40 anni il finale
Le Tre di notte. Guardo il led della sveglia, proiettato sulla parete della camera da letto della suite. Mi districo dal groviglio di gambe, corpi e bocche che occupa l'enorme letto e mi avvio verso il salotto. Ho bisogno di un bicchiere d'acqua e di un minuto di solitudine. Certo anche una sigaretta potrebbe non essere una cattiva idea.
Il ronzio delle telecamere ad infrarossi mi segue tutto sommato confortante. Raggiungo il salotto e accendo una piccola lampada su un tavolino. Prendo una bottiglia d'acqua dal carrello e ne bevo a canna la metà. AH. Bene ora una sigaretta, il visone e una bella passeggiata sul terrazzo. Detto fatto esco sul terrazzo. La brace rossa di un altro fumatore illumina il buio dello spazio affacciato sui tetti della città. Strano mi sembrava dormissero tutti. Beh mi siedo avvolta nella pelliccia su una delle sdraio allineate lungo al parete di fondo del terrazzo e accendo al sigaretta. Voglio solo starmene in pace a fare un bilancio del mio regalo di compleanno. E di come ha rovesciato la mia anima e, rivoltato la mia immagine di me. Accuratamente costruita in anni di sapiente mascheramento. Ora sono nuda, invece. Nuda nell'anima come nel corpo. Di fronte a me stessa. E sono libera di essere quello che ho sempre desiderato e saputo di essere. Libera di seguire la mia vocazione esistenziale. Libera di essere Troia. Ma ho bisogno di quiete per metabolizzare la mia rinnovata vocazione e la mia ritrovata libertà. E non sembra che l'avrò ancora per un po' almeno. Dalle ombre emerge Manari.Tra tutti proprio l'ultima persona che avevo desiderio di vedere.
L'uomo getta la cicca della sigaretta per terra e si ferma a pochi centimetri dalla mia sedia….:”Fatica prendere sonno..strano dopo tanto esercizio appagante? Mi chiede ironico ma forse con una nota di struggente malinconia che non gli avevo mai sentito.
“Riflettevo - rispondo con sarcasmo - sono capace di farlo anche se forse ti stupirà questo…” Gli do del Tu tanto da domani sarà fuori dalla mia vita e io libera di godermi la mia vocazione. “Davvero? Beh non ho mai dubitato di questo - risponde - forse soltanto degli esiti poco ortodossi e spesso pericolosi delle tue riflessioni” Si è seduto sulla sdraio accanto a me le sue mani mi massaggiano i piedi freddi. “Pericolosi per chi? - chiedo guardandolo negli occhi. Vorrei riuscire a capire almeno una volta dove vuole andare a parare con chiarezza. Ma poi cosa m'importa? Carpe Diem….è sempre stata la mia filosofia di vita. “Per me le tue riflessioni, le tue decisioni, il tuo culo, la tua fica, le tue tette divine sono pericolose PER ME. - riprende dopo qualche minuto di silenzio teso, mentre le sue mani scivolano sotto la pelliccia alla ricerca di una delle sue bollenti ossessioni - E solo per me. Perché io adoro il tuo essere TROIA ma non riesco a non desiderare di essere tuo complice…”
Mi blocco all'istante. Cazzo - penso possibile che quest'uomo riesce sempre a dire la cosa più giusta e quella più sbagliata nella stessa frase? E quelle mani poi come faccio ad essere lucida con quelle mani che mi accarezzano con maestria la pelle delicata all'interno delle cosce. “Senti - ansimo con la voce rotta dal desiderio - non capisco dove sia il problema? Vuoi essere mio complice? Mi pare che tu non sia stato altro in queste 24 ore… e credimi io ti ho trovato un complice intrigante e stimolante. Molto stimolante”.
“ Non mi basta e non credo basti nemmeno a te - la voce di Manari diventa un sussurro mente infila un dito, uno solo nella mia fica che si contrae come se avesse ricevuto un ordine non appena il dito la invade. Io voglio tutto il tuo corpo, la tua mente e la tua anima e soprattutto voglio godere del tuo essere Troia con te… “
L'infinita saggezza del corpo - sorrido mentalmente di me - la mia fica ha già capito e ammesso quello che ancora io faccio fatica ad accettare. Voglio questo dannato adorabile bastardo nella mia vita e nella mia fica. Meglio a partire da subito. M'inarco verso le dita che intanto sono diventate tre e poi quattro e poi sento la mia fica allargarsi ad accogliere anche il quinto dito. “Vedi la tua fica mi vuole, e tu?” sorride il bastardo mentre affonda la mano tra la mie cosce e la chiude a pugno dentro di me. Sussulto, inarcandomi travolta dall'orgasmo e ansimo con voce rotta:” Anche io ti voglio…nella mia fica e nel mio culo, nella mia testa e nella mia vita”.
Due mesi dopo
Gran bello culo - penso - mentre seduta dietro alla mia scrivania nuova di zecca osservo la giovane fanciulla in piedi di fronte a me. Nuovo ufficio, nuovo lavoro, responsabile creativa della Dream Agency, nuovo amante o meglio complice di avventure. I miei primi 40 anni mi hanno regalato una svolta niente male è…. E ora anche questo piacevole impegno di selezionare la mia nuova assistente. Ho giusto in mente un paio di requisiti……”Senta mia cara - inizio a dire quando la porta si apre ed entra Guido ( Manari proprio lui si !!!!!) “Valentina, tesoro veramente vorrei ricordarti che avevi un impegno per pranzo con me…dobbiamo provare quella nuova pasticceria in centro..ricordi..per quel cliente. Mi lascio afferrare la mano e trascinare fuori…da quel pazzo scatenato del mio nuovo…. CAPO.
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2
19 years ago
admin, 75
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Scoparsi la madre con uno stratagemma
In queste poche pagine racconto la fantasia che un mio amico mi ha raccontato e che abbiamo deciso di pubblicare. Se dovesse nn piacere perchè un genere troppo perverso sarò disponibile a toglierlo tranquillamente quindi fatemi sapere lasciandomi tanti messaggi!
Eravamo soli in casa quella sera, io e mia madre, dato che mio padre era, come capitava spesso in trasferta per lavoro. Come al solito andammo a letto, solo che quella notte non riuscivo a prendere sonno.
Verso le due del mattino avvertii dei rumori strani provenire dalla stanza dei miei, ma non ci feci caso. Dopo una mezzora mi alzai per sgranchirmi un poco, non sopporto restare a letto sveglio. Cercai di non fare rumore per non svegliare mia madre che si sarebbe di certo preoccupata per la mia insonnia. Ma passando davanti la sua porta sentii dei lamenti strani e pensai che forse stava facendo un sogno brutto. Solo che dalla serratura si vedeva un fascio di luce che indicava che non dormiva, era probabilmente sveglia, non era solita dormire con la luce accesa. Stavo per bussare alla porta quando qualcosa mi gelò il sangue.
Senti mia madre dire sottovoce " Fai piano senno' Alberto potrebbe sentire ".
Alberto sono io, ma a chi lo diceva, visto che eravamo soli in casa, mio padre si trovava a seicento chilometri da casa, ci aveva telefonato proprio qualche ora prima di andare a letto.
Qualcosa mi spinse ad abbassarmi e sbirciare dentro la stanza dal buco della serratura. Non l'avessi mai fatto, vidi mia madre nuda sul letto mentre si faceva fottere da un ragazzo che aveva la mia età, lo conoscevo di vista, era del quartiere.
Che cosa stavo vedendo, in quei momenti mi passarono per la mente una miriade di pensieri, senza fermarsi, sino a quando la mia mente ne focalizzò uno, assurdo.
Pensavo a quanto fosse bella mia madre, una donna che chiunque avrebbe voluto a letto accanto a se, bella, alta, piena nelle sua curve, con la sua chioma bionda. Ero inorridito da quei pensieri, dal fatto che non riuscivo a provare schifo verso quella donna, mia madre, che stava tradendo suo marito proprio nel letto matrimoniale, mentre ero in casa.
La mia attenzione fu di nuovo attratta da ciò che vedevo, una donna in calore che si stava mangiando un ragazzo che non sapeva bene che cosa farci, farle, ad una donna così.
A questo punto mi salirono due nuove emozioni, rabbia e invidia. Rabbia perché quel pivello era nella classica situazione in cui ti viene in mente quel vecchio detto "avere il pane ma non i denti". Invidia perché io non avrei mai potuto avere quella donna, era mia madre!
Restai accucciato a spiarli sino a quando non finirono con mia madre che si fece venire in bocca dallo smidollato. Però prima di andarmene riuscii a sentire mia madre che diceva :
"allora siamo d'accordo, se domani notte vedi di nuovo steso il paio di mutandine nere con il reggiseno bianco, puoi entrare, ti lascio la finestra aperta, solo che terremo la luce chiusa, non voglio rischiare troppo".
Quando mi ritirai a letto ero distrutto, non ero di certo in grado di mettermi a dormire. Avevo un pacco fra le gambe, incredibile. Capii che se non volevo scoppiare mi dovevo sparare una sega. Iniziai e automaticamente mi vennero in mente tutte le immagini di poco prima, solo che, senza rendermene conto, sostituii la figura di quel tipo con la mia. Cercai di scacciare queste immagini ma non ci riuscii, era più forte di me, sapevo che si trattava di una cosa contro natura, ma quella donna, mia madreeee...
Presi sonno senza accorgermene. Solo che neanche il sonno mi fece dimenticare ciò che avevo in testa, mi sognai che mi stavo scopando mia madre, in tutti modi possibili, facendola impazzire dal piacere.
Inutile dire che mi alzai distrutto. Decisi di non andare a scuola quando mia madre venne a svegliarmi, mi alzai alle dieci passate.
Per tutto il giorno non feci altro che girare intorno a mia madre, cercando continuamente un contato con il suo corpo. Credo che lei neanche si rese conto di quello che stavo facendo. Ogni suo movimento mi faceva salire la pressione, ogni centimetro di corpo che mi riusciva di sbirciare era un tormento.
Venne finalmente sera e la vidi andare sul balcone a sistemare il segnale, che porca, se lo voleva fare di nuovo.
Ogni sera, doveva essere proprio in calore, dato che non poteva essere che lui l'aveva conquistata con le sue arti amatorie, era una frana da quello che avevo visto la notte precedente.
Rientrata mi disse che aveva sonno e che se ne sarebbe andata a letto. Io gli risposi che mi sarei fermato a vedere la fine del film, circa mezzora, e sarei andato a letto anch'io. Quando si chiuse in camera mi alzai e mi diressi sul balcone a fissare quegli indumenti, pensai a che cosa avrei dato per essere al posto di quel fortunato coglione.
Di colpo mi tornarono in mente le ultime parole che sentii la sera precedente, avrebbe tenuto la luce spenta, sarebbe stata al buio, buio, senza la possibilità di vedersi in volto. Con uno scatto fulmineo raccolsi quegli indumenti e li nascosi.
Corsi in camera a buttarmi sul letto a pensare a quello che avevo intenzione di fare, era troppo, non potevo farlo, era troppo!
Rimasi a tormentarmi sino a quando mi accorsi che erano le due, l'ora in cui la sera precedente sentii i rumori in camera di mia madre, presumibilmente l'ora dell'appuntamento prefissata.
Come in trance mi alzai e, senza fare rumore, mi diressi alla porta del balcone che c'era in cucina. Uscii senza fare rumore e mi diressi alla finestra della camera di mia madre. Fuori era tutto buio, arrivato toccai i vetri che si mossero, quindi aprii ed entrai, con il cuore in gola. Lei mi disse di fare in silenzio, perché suo figlio era andato a letto da poco. Mi venne da ridere. Ma l'eccitazione che avevo in corpo mi fece tornare concentrato su quello che dovevo fare.
Mi spogliai e mi infilai sotto le lenzuola e feci per avvicinarmi a lei. Non ci fu bisogno, mi saltò letteralmente a dosso. Era tutto un fuoco. Iniziò a baciarmi ed accarezzarmi. Sentire quella lingua in bocca mi faceva venire i brividi. Stringendosi a me aderì con tutto il corpo al mio e mi resi conto che era tutta nuda, sentire il suo seno con i capezzoli già duri che mi premeva contro, avvertire la sua peluria che mi punzecchiava il cazzo, era come andare in estasi.
Iniziai a baciarla e leccarla tutta, le orecchie, il collo, i seni e infine sono arrivato a quell'antro che mi aveva dato la luce. Lo adoravo, era tremendamente eccitante leccare la fica della propria madre. Mi impegnai come un ossesso sino a quando non la feci venire. Si dimenava e tratteneva i lamenti in modo fantastico.
Ripresasi si accovacciò fra le mie gambe e iniziò a dare dei colpi di lingua al mio povero glande che era in fiamme. Era il miglior pompino della mia vita, mi fece un lavoro con i fiocchi, infatti non resistei molto, stavo per venire e lei se ne accorse, si fermò con i movimenti di bocca ed iniziò a fare roteare la lingua. Venni in modo mostruoso, stentai a non gridare dalla goduria. Ingoiò tutto, fino all'ultima goccia, ripulendomi tutto e, senza rendermi conto, ritornai in tiro.
La feci mettere alla pecorina ed entrai piano piano in lei facendola fremere nella lentezza della penetrazione. Quando entrai tutto mi fermai per un paio di secondi e dopo iniziai a pompare, variando di continuo ritmo. La tenevo per i fianchi ed ogni tanto mi allungavo per afferrarla dai capezzoli, torturandoglieli. Mentre mi muovevo dentro di lei fui attratto dal suo buchino che raggiunsi subito con un dito ed iniziai a giocarci intorno, tentando di tanto in tanto un timido affondo.
Dal suo dimenarsi durante questo trattamento capii che non gli dispiaceva. Decisi di infilarglielo anche lì, iniziai a lubrificarglielo con i suoi stessi umori che prendevo con le dita. Quando pensai che era abbastanza gli puntai il glande all'ingresso del buchino ed iniziai a spingere. Non oppose un granché di resistenza, chi sa quante altre volte lo aveva preso anche lì?
La cavalcai per un bel pezzo, grazie al fatto che ero già venuto. Quando ormai, dopo un bel po', iniziai a velocizzare gli affondi per venirle dentro, lei mi fermò e si stese sul letto a gambe aperte facendomi entrare di nuovo nella sua fica, non capivo bene il perché sino a quando non mi avvinghiò con le gambe proprio nel momento che stavo per uscire, dato che ero sul punto di venire. Mi bloccò dentro di lei ed io dopo aver cercato di trattenermi esplosi facendomi portare dalla goduria di venirle dentro. Quando mi fermai esausto, mi disse in un'orecchia solo una parola, "spirale". L'unica parola che mi avesse detto per tutta la notte.
Dopo aver ripreso fiato mi rivestii ed andai via, ritornando silenziosamente in camera mia. Dormii stupendamente quella notte.
La mattina dopo ci alzammo quando ci chiamò mio padre, era stupenda vederla in vestaglia al telefono. Dopo aver fatto colazione si vesti e la vidi andare sul balcone a raccogliere il "segnale", mi ricordai proprio in quel momento che la notte scorsa mi dimenticai di rimetterlo apposto. La vidi rientrare con il viso pensieroso, al ché gli chiesi che c'era e lei mi rispose nulla. Me la stavo ridendo da matti, decisi anche di tenermi quegli indumenti come ricordo.
Quando fu ora uscimmo per andare a messa, come ogni domenica. Tornati a casa lei andò in camera sua per cambiarsi e quando uscì la vidi turbata e si infilò in bagno.
Per il resto della giornata la vidi pensierosa e strana, ma non ci feci caso. Arrivata la notte, come di copione, prima di andare a letto, uscì sul balcone a sistemare il segnale, nuovo. Mi diede la buonanotte e scomparì in camera sua.
La voglia di quel corpo fu più forte di me, sapevo che era rischioso ripetere lo stesso stratagemma per la seconda notte di seguito, ma non resistetti. Alle due in punto mi infilai in camera di mia madre seguendo il percorso della notte precedente.
Tutto si stava ripetendo quasi come la notte precedente, sino a quando si stese sul letto e gli entrai nuovamente dentro. Mentre stantuffavo mi avvinghiò con le gambe e di colpo vidi accendersi la luce. Restammo entrambi di sasso. Io per la vergogna e lei per la sorpresa.
Restammo fermi in quella posizione e fui sorpreso dal fatto che la situazione sortì in me l'effetto contrario a quello che mi aspettavo, sentivo il cazzo che mi si ingrossava ancora di più, se era possibile.
Ma anche mia madre rispose in modo analogo, sentii i suoi muscoli interni che mi risucchiavano in modo straordinario.
Fu lei a rompere il silenzio, disse " Brutto porco, scoparti tua madre! ".
A quelle parole mi sbloccai e gli risposi " Porco io? Tu sei una gran vacca, scoparti uno sbarbatello proprio in casa, mentre io sono di là a dormire e poi ci sapesse almeno fare. "
Mia madre sgranò gli occhi e disse " Ci hai anche spiati? "
Ed io " E' stato per caso, l'altra notte non riuscivo a dormire e mi sono alzato. Passando davanti alla tua porta ho sentito dei rumori ed ho visto la luce accesa e ho dato un'occhiata dalla serratura. ".
Mentre dicevamo tutto questo la nostra posizione non cambiò, restammo avvinghiati. Dopo un attimo di silenzio le chiesi se dovevo andarmene e lei, con una faccia maliziosa, mi rispose " E vuoi andartene così, senza nemmeno finire? Lasciandomi in questa situazione, dopo avermi fatto tutto quello ieri notte ? ".
Mi abbassai e la baciai, riprendendo a muovermi dentro di lei. Scopammo per tutta la notte, a più riprese, sino alle sei del mattino.
Prima di addormentarci le chiesi se aveva intenzione di continuare a vedersi con quel ragazzo e lei mi rispose che non ne sentiva più il bisogno, dato che aveva trovato qualcuno che era in grado di appagarla molto meglio quando restava sola a casa.
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19
19 years ago
admin, 75
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La nostra prima volta che abbiamo fatto una esperi
Eravamo a Palermo per le solite compere ma la sera avevamo deciso di stare lì per andare a mangiare qualcosa e poi ritornare a casa,oggi mi avevi stupito perché volevi fare l’amore da qualche parte a Palermo,di solito tu non hai queste fantasie ma a me andava più che bene. Cmq dopo il grande hamburger al mc’donalds decidesti di farmi un regalo e cercammo un posto appartato ed eccitante,non lo avevi mai fatto e mi hai stupito che volevi scegliere un posto all’aperto per fare l’amore,girammo un po’ zona Mondello a mare entrammo in una strada abbastanza buia che dopo il casino che c’èra a mondello,non si poteva immaginare che era zona lidi pure lì ma intanto c’era un cartello su scritto, ai lidi,credevo di andare a finire di nuovo in un solito lido libero dove c’era un sacco di gente a fare falò ma per nostra sorpresa siamo arrivati in un posto buio ed isolato attorniato solo da pochi alberi,era un parcheggio non asfaltato proprio in riva al mare,mi sembrava di nuovo le solite scemenze siciliane,che centrava un parcheggio lì proprio davanti al mare e tutto attorno il nulla ,però era suggestivo quel posto è molto romantico(era fatto apposto per chi volesse fare l’amore,vedi vedi i Mafiosi politici Siciliani . decidesti di fermarti lì perché ti sembrava tranquillo,più felice di mè non c’èra nessuno. Però nessuno nessuno non si può dire che c’èra perché a poche centinaia di metri c’erano due macchine una accanto all’altra con la luce Troiette inculate
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» anal sex accesa e una punto verde proprio vicino l’acqua che bagnava addirittura le ruote di quanto era vicino, ma sempre con la luce accesa,noi spegnemmo la macchina e restammo proprio al buio,fino lo schermo della macchina era spento e solo un filo di musica si sentiva a malapena,per primo restammo lìi immobili,ti sentivi insicura di restare lì ma infondo ognuno si faceva i fatti propri e a noi non ci vedeva proprio nessuno perché restammo posteggiati vicino all’entrata di quella specie di parcheggio vino ad un salice piangete,le sue foglie ci cullavano e noi dentro la macchina,la curiosità ci assale di scoprire che stessero facendo quelli nelle altre macchine,certe volte vedevamo qualche coscia alzarsi,o qualche testa,capimmo subito che erano lì per il nostro stesso scopo,ci stupimmo poi di una cosa strana arrivarono una coppia con un grande motore di quelli potenti,si fermarono pure l’oro davanti la spiaggia già bagnata dall’acqua proprio accanto quella punto verde, uscì un tipo che saluta il lui della coppia con un bacio sulla guancia e la lei con uno in bocca, fino a qui tutto normale ma quando vidimo che i due lui iniziarono a toccare la lei in modo molto provocatorio ci rendemmo conto che normale non era affatto, erano lì al chiaro di l’una tutti e trè illuminati soltanto dalla luce dell’interno della macchina,ad un tratto uscì un altro tipo da quella punto poi,vidimo che i due uomini della macchina si appoggiarono al motore posteggiato e l’altro lui della coppia invita la sua ragazza a inginocchiarsi davanti ai due uomini mentre lui iniziò a toccarsi il coso dietro la sua lei che iniziò a toccare i due e a prendergli i cosi in bocca, per prima restammo in silenzio tutti e due a vedere quella scena perversa (secondo te :-) , ma troppo bellissima per me,dato che a me piace lo scambiamo,o meglio ho fantasticato di farlo, comunque iniziai ad eccitarmi un pochetto,per prima tu mi dicesti di non essere sicura di voler fare l’amore sapendo che c’erano altre persone all’infuori di noi che scopavano in un modo particolare, ma decidesti di stare lì a guardare a quelli,
girammo la testa e guardammo un po’ quello che stava succedendo sulle due macchine posteggiate vicino, non si vedeva quasi niente, si capiva solo che c’èrano due coppie ognuno sulla propria macchina, credevo che stessero facendo l’amore uno accanto all’altra per eccitarsi a vicenda. Cmq l’eccitazione mi stava salendo sempre di più nel cervello,vedevo che anche tu stavi sentendo un po’ di caldo in più come infatti ti togliesti quella giacchettina ce avevi sopra le spalle,anche sé c’era davvero caldo quella sera, iniziai a baciarti prima sulla guancia e poi sul collo fino a quando ti girasti a baciarmi in bocca,le nostre lingue roteavano dentro le nostre bocche,i baci diventavano sempre più caldi e appassionati,inizio ad accarezzarti un po’ prima sulla guancia e man mano scendo prima sul petto mettendoti la mano dentro il reggiseno,poi scendo sulla pancia per andare a finire rigorosamente lì, sugli slip,mi accorsi che erano già bagnati,ti sorrisi e ti dissi nell’orecchio” è porcellina che sei ti sei già eccitata hee” tu ammiccasti con un cenno della testa e scambiasti il mio sorriso ma subito continuasti con quelle linguate intense.
Avevo una voglia matta di guastare quella fighetta così bagnata,volevo quel liquido sulla mia lingua per gustarne più possibile e sentire quel buon odore che emanava, ti chiesi se potevo scendere un po’ lì, subito acconsentisti, ogni tanto vedevamo passare qualche persona piedi che non si capiva dove andassero perché lì oltre il niente non potevano trovare,
cmq ormai non ci interessava più niente perché eravamo travolti di passione intensa,
uscii subito dalla macchina vidi a quelli che ormai si erano lasciati andare sulle cose più porche,mi eccitavo sempre di più e mi infilai subito dalla tua parte della macchina,tu tirasti tutto indietro il seggiolino e lo chinasti un po’ all’ingiù per restare bella comoda mezza sdraiata con le coscie aperte davanti al mio viso,ti avevi già alzato la gonna bianca e tolto le mutande ormai fradice,bella e pronta,io mi infilo davanti a te,un po’ strettino ma vicino vicino alla tua fighetta,inizio così a gustarmi quel ben di dio,e tu a godere da matti,ma senza chiudere gli occhi perché volevi guardare cosa stavano combinando quelli della moto che ormai erano diventati dei contorsionisti,tra le svariate e strane posizioni,tutti i tre maschi che si fottevano quella bella troia in calore,era piena di quei stalloni,dietro davanti e bocca,godevi come una matta, io ormai stavo esplodendo ma continuai a leccare avidamente la tua fighetta buonissima,ad una tratto accendesti la luce della macchina,restai scioccato della tua mossa,non potevo mai immaginare quella reazione da parte tua,mi guardasti ma non dicesti niente,io invece ti dissi”brava la porca esibizionista” e continuai a leccare sempre più freneticamente la tua figa bagnata tu invece guardavi diritto in un modo molto molto porco agli altri che avevo girato la testa verso di noi, guardavi e ti toccavi il seno,ogni tanto chiudevi gli occhi per godere al meglio e lasciarti andare,non c’è la facevo più mi alzai scesi dalla macchina e mi sedetti di nuovo sul mio posto,era arrivato il tuo turno,dovevi succhiarmelo come mai avevi fatto,come infatti restai pure lì stupito,sempre con la luce accesa iniziasti a farmi un pompino mai visto prima con una foga incredibile,ci avevi preso poi il gusto e continuavi,sentivo di venire ma volevo resistere.
Un toc toc sul tetto della macchina all’improvviso ci fece restare scioccare, guardammo dal finestrino,lei ci guardava come se non stavamo facendo niente, era una donna sulle 3540,molto ben vestita abbastanza intrigante ,si presentò,si chiamava Carmen,sembrava ispirare fiducia,ci disse “non volevo disturbarvi nella vostra opera d’amore ma è da un po’ che io e mio marito vi osserviamo da là dietro e dato che c’èra la luce accesa, abbiamo pensato di partecipare se vorrete e se vi và?”
Restammo muti tutti e due,tu ancora con la mano sul mio cazzo ma mi guardavi imbarazzatissa, senza smuovere un muscolo,lei vide che restammo di stucco come infatti ci disse” scusate l’imbarazzo che vi ho procurato ma siete stati anche voi a invitarci dato che avete la luce accesa in un parcheggio di scambisti è così”, io subito le dissi che la luce accesa l’abbiamo fatto solo per farci vedere un po’ come esibizionisti dato che come vedi qui c’è un casino di persone che fanno cose perverse,era solo per eccitarci un po’ ma nient’altro,non potevamo pensare che la luce accesa della macchina significava invitare a fare gruppo, cmq dopo un po’ venne anche il marito vicino a sua moglie davanti la macchina,era un uomo sulle 40 ma molto giovanile,un fisico possente e sembrava molto curato e simpatico, mi guardò a me mi disse ” allora niente?” toccò una tetta a sua moglie e si misero a ridere,sembravano davvero simpatici,ma dopo un po’ si scusarono e andarono dicendoci che andavano a fare la stessa cosa pensando a noi,per un po’ restammo muti a guardarci,ma dopo pochi secondi come simultaneamente dissimo “proviamo?” tanto chi ci vede qui.
“vacci tu” mi dicesti,non me lo feci dire due volte,anche sé quella donna mi sembrava un gran bella porca e andai vicino la loro macchina e vidi che già lei era all’opera con il coso di suo marito mentre lui le accarezzava la fighetta, mi eccitai subito vedere quella scena,loro mi guardarono e si misero a ridere e dissero “ vi siete convinti vero? Metti la macchina accanto la nostra”,così feci,
posteggiai a un metro e mezzo della loro macchina e aprimmo i sportelli sia dietro che avanti,,il centro tra le due macchine con quelle portiere aperte era proprio come una stanza semichiusa, la donna prese da dietro una coperta grande e la distese a terra nel centro,si vedeva che erano esperti in queste cose,io non ci sarei mai arrivato di aprire le portiere di tutte e due le macchine per creare uno spazio tutto chiuso,loro addirittura avevano un monovolume quindi le portiere erano ancora più grandi e non si vedeva proprio niente, ci dissero”vi sentite al sicuro adesso?” con un sorrisino imbarazzato ammiccasti per dire sì,lei guardò tè mentre si sedette nel centro della coperta già con le la gonna levata e solo le mutante messe,ti chiese “dai ragazzina siediti accanto a me dai facciamo eccitare i nostri uomini per un po”,Oddio eri come se imbalsamata,ma restai sorpreso perché uscisti dalla macchina ancora con la gonna all’insù e la fighetta al vento perché senza mutande.ti sedesti pian piano accanto la donna,un po’ intimorita perché capisti quello che Carmen voleva fare con tè, la guardasti con occhi dolcissimi con un po’ di paura e imbarazzo e dicesti poche parole “ma io non l’ho mai fatto con una donna”. ,dai piccola non preoccuparti sarà bellissimo.
Iniziò con l’accarezzare il tuo bel viso,aveva una mano vellutata,chiudesti gli occhi mentre scese a poco a poco con la mano sul tuo collo,ti fece sdraiare sulla coperta,eri per prima impietrita ma vedevo che con gli occhi chiusi facevi fare e ti stavi rilassando sotto quelle carezze di una mano esperta e candida come quella,slaccio la camicetta,restando soltanto con il reggiseno e la camicetta tutta aperta e nient’altro addosso,vedevo nei miei occhi quella scena,ero stupito e entusiasto e sempre più eccitato dal vederti nelle mani di quella bella ragazza o signora, dopo un po’ iniziò a darti piccolissimi baci prima sul collo,pensavo che voleva baciarti in bocca per slinguazzarti ma lei fu molto delicata e non lo fece,continuava a darti piccoli bacetti su tutto il corpo, dopo pochi minuti di vedere che iniziavi a contorcerti un poco dal piacere,facesti una smorfia bellissima,era arrivata sul punto più bello,piano ti fece allargare le gambe per baciarti l’interno cosce per poi uscire la sua calda e umida lingua,vedevo che iniziavi sempre più a scaldarti, la lingua di Carmen sfiorò il clitoride che era già bagnata come un lago,iniziasti a smuoverti,si vedeva che godevi come una pazza ormai,non avrei mai creduto di assistere quella scena fantastica nella mia vita, e specialmente che eri tu nel centro di quella coperta con un’altra donna mi eccitavo e stavo esplodendo ,volevo partecipare al più presto, ma feci fare tutto a lei, continuava a leccarti e leccarti ancora le prendesti la testa tra le tue mani per stringerla alla tua fighetta per arrivare fino in fondo con la lingua ma ad un tratto lei si tolse il resto che aveva addosso e si mise su di tè con tutto il corpo ma al contrario, che spettacolo a vedervi in un 69 fantastico, secondo me neanche tu avresti creduto che stavi facendo l’amore con una donna,ma vedevo che ti piaceva, alzasti poco poco la testa per assaggiarle la sua figa che era rasatissima e abbastanza chiusa,leccavi sempre più intensamente,ad un tratto,il marito che si chiamava Giorgio, iniziò a menarsi il cazzo per farlo diventare duro subito,così mi guardò e mi fece cenno che toccava a noi,feci la stessa cosa,così lui si alzò e si mise sulla moglie e la penetrò da dietro mentre tu eri ancora all’imprese a leccarle la figa, mi misi io ginocchio invece vicino la tua faccia,ti presi la testa e te l’avvicinai sul mio cazzo, iniziasti un pompino fantastico, eravamo un gruppo tutto unito,era incredibile vedere quella scena inusuale per noi, il mischiarsi di corpi diversi era fantastico,non avrei mai creduto di vedere te nel centro di altre persone,ero entusiasta di te,ti lasciavi sempre più andare, così la donna si tolse dalla sua posizione per mettersi a pecorina e farsi montare meglio il culetto da suo marito, io invece ti penetrai davanti,la tua figa era così bagnata che neanche mi sentisti bene bene ma eri ugualmente eccitata e volevi che ti montassi con forze,restammo a fare l’amore per diversi minuti, Giorgio mi disse dai Marco vieni che voglio fare un regalo a mia moglie,per primo guardai te ma tu acconsentisti perché il tuo orgasmo lo avevi già avuto la prima volta, mi misi sdraiato sotto Carmen e lei si impalò sul mio cazzo,mentre suo marito la continuava a montare come una cavalla da dietro,pochi secondi ti sedesti sul mio petto con le spalle a Giorgio e Carmen con la fighetta all’aria per farti leccare la figa da me,cambiammo di nuovo posizione, ti sedesti su di me e facemmo l’amore senza nessun’altro e lo stesso fecero loro due,era anche bello sentirti anche solo mia,ma l’esperienza che stavamo facendo era trasgressiva e molto eccitante quindi dopo un po’ capisti che era toccato anche il tuo turno di prenderne due uomini dentro te,come infatti Giorgio lasciò perdere sua moglie e si alzò con il coso erettissimo,tu continuavi a cavalcare su di mè ma sapevi che tra poco ti entrava dentro con il suo coso grande da dietro,avevi paura ma anche lì carmen era esperta come infatti bagnò un po’ il tuo buchetto del culo e infilò per prima un dito per allargarlo un po’,man mano allargava arrivò a mettercene anche tre in una volta, iniziava a piacerti finalmente godere un po’ da dietro, è poi arrivò quel arnese grosso che pian piano ti entrava dentro,era grosso e ritto, per prima chiudesti gli occhi per il dolore fitto ma poi entrò e iniziasti ritmicamente a godere ,avevi due bei pezzi di carne dentro di tè,e tutti per te e tu eri trasformata in una troia in calore per l’occasione,ti sentivi una lurida porca che godeva,godeva e godeva ancora e ancora,avevi goduto così tanto che una cosa del genere non ti era mai capitata e neanche a me,oltre sognarmela non avevo fatto,e vedere te così mi rendeva soddisfatto ed emozionato. Arrivammo alla fine dopo 2 ore di scopare come i pazzi,e come un film porno preciso,Carmen ti chiese a te di metterti in ginocchio accanto a lei per segarci un po’ davanti a noi due ognuno il pene del partner in bocca,ma bastarono pochi colpi di bocca che vennimo quasi in contemporanea con Giorgio, ognuno sul viso della propria partner,Carmen fece l’esperta anche quella volta continuando a leccargli la cappella fino a l’ultima goccia mentre lo sperma le colava dalle labbra di quanto cen’era molta, ti guardava come da sfida come infatti non ti d’asti sotto e iniziasti pure tu a leccarmelo avidamente tutto per asciugarmelo per bene, bevesti per la prima volta il mio seme,ero soddisfatto e sempre più innamorato di te.
Ci alzammo,Carmen tolse la coperta da terra mentre noi ci rivestimmo tutti, in quella occasione scoprimmo dei nuovi amici, e io….io ero talmente contento sulla tua prestazione,ero felicissimo e stupito da quelle tue potenzialità da vera troia che hai avuto,sei stata magnifica.
Da quel giorno ci siamo aperti sempre di più e le scopate che potemmo fare con Giorgio e Carmen furono immense,peccato però che dopo che loro si trasferirono a Roma per lavoro,non ci siamo più azzardati ad avere altre esperienze trasgressive,anche con l’annuncio messo su questo bel sito,ma ancora quelli giusti non l’abbiamo trovati,è si ragazzi e ragazze questa fù la nostra prima esperienza, non sappiamo di preciso ancora cosa cerchiamo,anche sé siamo molto selettivi e diffidenti delle persone (purtroppo) ma leggete il nostro annuncio su questo sito così ve ne rendete conto, o scriveteci su [email protected] Cerchiamo coppie non over 45 oppure singole bsx e chissà forse forse (ma non ne sono ancora tanto sicuro) singoli per mettere la mia piccola Fede al centro dell’attenzioni per farla sentire porca come le volte con Giorgio e Carmen,Ciao belli se leggete questo nostro racconto scriveteci tanti baci da Marco e Federica (Siciliani siamo;-)
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19 years ago
admin, 75
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40 anni parte quarta
Ore 21.30 La personale lezione di obbedienza di Manari
Immersa nella vasca idromassaggio con un flutè di champagne in mano. Sorseggio il liquido rosato mentre mi rilasso. Muscoli. Testa e Sesso a riposo. La stanza è in penombra e colmata dalle note del mio blues preferito. Appagata? Forse. Non del tutto in ogni caso. Ma Soddisfatta si. Almeno, per quello che riguarda la gang bang. Tutt'altra storia è Manari. Quell'uomo è una vera e propria spina nel fianco. Un tormento. Intrigante e incessante. Quasi evocato dalla forza dei miei pensieri. Lo sento entrare nella stanza ancor prima di vederlo. La forza della sua Voglia di me è tale che la percepisco anche nel silenzio. Violenta e potente. Non apro gli occhi. Vigile. In attesa della sua prossima mossa. Io so già quale sarà la mia, comunque. Quell'uomo ha bisogno di una piccola lezione. Una piccola e deliziosa, per entrambi, lezione di obbedienza. E' la fica che fa girare il mondo. Ed è meglio che lui inizi a ricordarselo. Almeno in mia presenza.
Avverto il suo tocco. E' lieve. Mi ha solo sfiorato un capezzolo. Ma è come se una scossa elettrica mi avesse attraversato il corpo. La fica mi si contrae. E i capezzoli svettano turgidi entrambi a pelo dell'acqua. Si china alle mie spalle e mi morde il collo scivolando con la lingua verso l'orecchio.
Cerco le manette che ho nascosto nell'acqua e lo attiro verso di me per baciarlo e soprattutto indurlo a mettermi le mani sui seni.
Mentre succhio la sua lingua avidamente, mi sposta le mani sui capezzoli. “Bingo - penso sorridendo intimamente - e faccio scattare le manette sui suoi polsi.
Mentre è ancora stordito esco dalla vasca e lo spingo verso una poltrona di pelle nell'angolo della zona bagno con una corda di seta cremisi fisso le sue braccia ammanettate ai braccioli della sedia.
Mi allontano e mi asciugo rapidamente con un telo. Lo guardo è chiaramente furioso. Almeno apparentemente. In realtà nel fondo dei suoi occhi si legge qualcosa di altro. Una sorta di compiaciuta soddisfazione per gli sviluppi della situazione.
“Bene - sorrido ironica guardandolo - direi che siamo nelle condizioni ideali per la nostra piccola lezione di obbedienza”. Mi avvicino a lui. La mia fica è a 30 centimetri dal suo viso. Ne avverte il profumo. Ne sente il calore. Infilo due dita nelle sue calde profondità
e gli sfioro le labbra con la mia voglia liquida. Mi allontano di nuovo. “Ah Ah Ah - rido maliziosa guardando Manari il cui cazzo già svetta attirando il mio sguardo come una calamita - Ti piacerebbe è…. Niente da fare. Ora io chiamerò qui Christopher. E lo userò come un gigantesco dildo di carne. Mi prenderò il mio piacere da lui e lo farò a pochi centimetri da te e dalla tua voglia. Voglio vederti imprecare, supplicare, insultare dalla voglia di fottermi, per la voglia assoluta di essere al posto di Chris. Di essere il mio giocattolo vivente. Ma potrai farlo solo nella tua mente. Non un fiato dovrà uscire dalle tue labbra. Altrimenti… assaggerai la frusta”.
In quel momento entrò Christopher che mi abbracciò da dietro iniziando a stringere i miei capezzoli con forza mentre io mi strusciavo contro il suo cazzo con il culo in tensione per la voglia di essere aperto. I miei occhi non lasciavano un secondo Manari mentre Chris mi faceva piegare a 90 gradi con le braccia appoggiate sui braccioli della poltrona dove l'uomo era seduto. La mia bocca era pochi millimetri dalla sua. Quando Chris con un unico movimento fluido e potente mi riempi il culo. Affondai la lingua nella bocca di Manari scopandogli la bocca con lo stesso ritmo con cui il giovane nero stava fottendomi il culo. I miei seni con i capezzoli duri come il marmo strusciavano sulle spalle di Manari. Assecondavo i colpi di Chris spingendo il culo all'indietro con sempre maggiore frenesia: l'orgasmo stava per travolgermi. La mia fica colava sborra sulle ginocchia e i piedi di Manari. Al vertice del godimento morsi, cercando il sapore del sangue, la lingua di quel dannato bastardo e lui di rimando con rabbia mista ad una voglia travolgente morse la mia. Il sangue invase le nostre bocche. Mi staccai lanciandogli sguardi omicidi e deglutendo il sangue. Liquidai Chris con un cenno della mano e misi il culo in faccia a Manari, ordinando secca: ”Ora ripuliscimi per bene con la lingua se no giuro maledetto figlio di puttana che una decina di frustate non te le toglie nessuno”. Un lampo nei suoi occhi feci appena in tempo a coglierlo mentre mi voltavo. E poi la sua lingua che mi accarezzava lenta e potente il culo. Percorrendo con la punta il solco tra le natiche indugiando sul buco. Raccogliendo le tracce della sborra sparse anche lungo le mie cosce. “Dannato stronzo mi stava eccitando di nuovo. Ero già pronta per un altro giro di giostra. Dio lo odiavo e lo adoravo contemporaneamente. Non era possibile spezzarlo” I pensieri sempre più confusi e tumultosi mi invadevano la testa mentre non potevo fare a meno di abbandonarmi alle cure di quella lingua. Venni ancora su quella lingua, in quella bocca che mi accarezzava selvaggia la pelle tenera tra la fica e il buco del culo. Venni maledicendomi ogni secondo. Ad ogni contrazione un po' di più. Sorrideva il bastardo dopo. Un sorrisetto compiaciuto.
“Ecco mia cara. 2-1 per me direi o se preferisci poker d'assi” sogghigno con voce roca. “Ah. Non cantare vittoria. Mio caro c'è ancora la piccola questione della tua punizione - sorridevo compiaciuta mentre accarezzavo il manico del frustino con una mano. Una punizione secondo la legge del contrappasso. Ti è piaciuto farmi godere mio malgrado bene…. Ora è il tuo turno”. Mi allontanai di un paio di passi e appoggiandomi al bordo della vasca m'infilai il manico del frustino nella fica e iniziai a muoverlo selvaggiamente. Intanto mi leccavo le labbra e fissavo il suo cazzo. Che suo malgrado oscillava verso di me, con la cappella gonfia e lucida. Potevo vedere le vene pulsare mentre affondavo il manico del frustino sempre più nella fica. Ma stavolta eri lui a dover sborrare. Sfilai il frustino dalla mai fica e gli girai intorno con un unico movimento glielo infilai nel culo. Sussultò urlando e sborrò all'istante. Senza riuscire a fermarsi. Mi concessi una risata soddisfatta e…: “Colore mio caro o se preferisci 2 a 2 palla al centro”.
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19 years ago
admin, 75
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Risposta ad un\'amica
Ciao amore mio,
lo sai cosa mi è venuto in mente se fossi stata lì con te assieme a Venus ? Ora te lo racconto: anche tu avevi fatto la doccia e ti sei fatta trovare in accappatoio. Io mi ero vestita con un vestitino nero aderente molto corto e senza biancheria intima sotto. Mi sono avvicinata e ti ho baciata sulla bocca, ti ho aperto l'accappatoio ed ho cominciato a strusciarmi sul tuo corpo continuando a baciarti con voluttà. Le tue mani sono scese giù, mi hai sollevato il vestitino aderente ed hai cominciato ad accarezzare la prugnetta, come al solito già abbondantemente bagnata. Anche la tua sentivo che si stava sciogliendo.
Non c'era tempo per andare in camera eravamo già in trans erotica; per cui giù sul tappeto del salotto ! Abbiamo cominciato con un bel 69 che è servito per bagnare ben bene le nostre due ostrichette e per "dissetarci" reciprocamente. Il tuo miele è molto inebriante, così asprigno e denso! In una pausa del 69 mi sono sdraiata sul tappeto mi sono mesa un cuscino del divano sotto la testa ed un altro sotto il sedere ed ho divaricato le cosce finché potevo. Mi trovavo in una posizione veramente lasciva. Con un filo di voce ti ho detto:
"Dai sfondami ben bene". Tu ti sei inginocchiata al mio fianco all'altezza del mio ventre. Con la mano sinistra hai cominciato ad allargare le grandi labbra della prugnetta mentre con la destra hai cominciato a masturbarmi lentamente e dolcemente con il medio e l'indice entrando ed uscendo rapidamente. Poi ha raccolto le dita a cappuccio ed hai cominciato l'operazione di penetrazione totale.
Il cuneo delle tue dita che entravano dentro di me mi hanno provocato un primo orgasmo che ha contribuito a lubrificare l'area. Sentivo che stavi entrando sempre più inesorabile dentro di me. Ad un certo punto ti sei fermata, le 4 dita principali erano già entrate fin quasi all'altezza del palmo; tu eri visibilmente eccitata per quello che mi stavi facendo. Io stavo solo godendo a più non posso, sentivo delle fitte, ma il piacere era notevolmente maggiore. Non volevo che smettessi, così in pieno orgasmo ti ho detto "Siii...entrami tutta" , e tu hai cominciato a roteare le dita dentro la mia intimità esplorando ogni anfratto e procurandomi una serie ininterrotta di fitte e di piacere. Non so quanto liquido ho scaricato; quando la mano è uscita ho provato una strana sensazione nel sentire la passerina che cercava di recuperare la sua forma di riposo; una dolce sensazione di rilassamento mi ha invasa. Tu avevi la mano malandrina completamente inzuppata dei miei umori come se fosse uscita da un barattolo di grasso. Con fare osceno hai cominciato a leccarti le dita grondanti mentre con l'altra mano hai continuato a masturbarti. Poi hai voluto che anch'io leccassi i miei umori impiastricciati sulle tue dita. E' stato bellissimo. Io ero esausta; ti ho detto che non ce la facevo a renderti il servizio;
"Non ti preoccupare", mi hai detto "basta che mi asciughi la fica con la tua lingua" Così ti sei messa con la gambe divaricate e la tua fichetta grondante schiacciata sul mio viso. Ho bevuto tutto il tuo miele.
Abbiamo finito sdraiate una accanto all'altra esauste e con la convinzione di essere sempre più porche e sempre più lesbiche e tutte bagnate fradice siamo andate nel bagno a lavarci un po'... Oh che pensieri mi fai venire in mente ogni volta che ti sento !!!!
Ciao amore mio .
Ti abbiamo lasciata addormentata sul letto e siamo andate a giocare di la... Poi dopo un po' Venus ha sentito la tua mancanza. E' tornata da te e si è stesa accanto a te, alle tue spalle, tutta nuda, del suo colore ambra. Si è avvinta a te ed ha cominciato ad accarezzarti, a farti sentire le punte dei suoi seni sulla schiena. La sua mano sul tuo culetto, si apre un varco e cerca la tua fica. Insinua un dito e comincia a muoverlo. Ti bacia sul collo, ancora assonnata ti muovi appena, si ode un leggero mugolio uscire dalla tua bocca. Venus sentendo che ti stai bagnando si fa più audace e sfiora il tuo fiorellino posteriore. Ti penetra dentro, lo sente stretto. Allora viene davanti e tu apri gli occhi. La vedi finalmente così bella, così atletica, un animale da piacere, il tuo piacere.
La sua bocca cerca la tua e tu non esiti. Il suo bacio è lungo, delicato, profondo. Il suo corpo aderente il tuo. Ti sente fremere e corre ai tuoi seni. La sua bocca, i denti, tutto adopera per farli indurire e succhiarne i capezzoli. Aumenta il tuo affanno. Scende furtiva fra le tue gambe, mentre le sue mani ti accarezzano il corpo. Ora comincia leccarti. La sua bocca prende tutta la tua fica, ti aspira... Sente che ti piace, insiste con la lingua sul clito, lo tormenta fino a farlo ergere tutto, quasi un piccolo fallo. Poi si dedica al tuo buchino... Lo lecca e lo avvolge con la sua lingua. Ti penetra con la lingua, vuol sentire le tue contrazioni. Ti piace, si sente che ne hai voglia... Venus prende il vibratore e piano lo appoggia alla tua fica, lo spinge all'interno e lo
accende. Senti le scosse, ti muovi all'unisono. Poi ti penetra col dito nel culetto. Lo tira fuori e lo lecca tutto... Ti penetra con due dita, poi con tre, infine con tutta la mano. Sei piena di lei che ti fa sentire porca. Gemi e ti muovi senza controllo. Venus ti sta inculando con la mano e riempiendo la fica col vibro... E' brava, veloce, ti piace... La vuoi tutta fino in fondo, lei non se lo fa ripetere e ti scopa, ti possiede, ti riempie fino a farti venire. Un lungo,
lento, ma inesorabile orgasmo ti scuote, ti sfinisce.
SSSSSSSSSIIIIII, AAAAAHHHH, sono le uniche cose che riesci a dire..... La lingua di Venus si disseta alla tua fonte del piacere... Ti lecca tutto il succo senza farne perdere neanche un po'... Poi vuole il suo piacere. Si colloca fra le tue gambe, fica contro fica. Tu stordita, senti ora la sua fica contro la tua. Lei si sfrega, geme e mugola, in pochi attimi viene. Sei felice, anche lei lo è... Hai fatto una conquista.... Ti bacia e ti lascia nel letto ormai esausta e beata.
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19 years ago
admin, 75
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40 anni parte terza
Ore 19 Lezione di obbedienza
E ora - pensavo mentre tranquillamente distesa sul divano mi accarezzavo pigramente la fica ancora vogliosa - Ora ci vuole qualcosa che ho sempre desiderato. Un giochino particolare. Così pensai ad una cosa che avevo visto appesa nell'armadio. Si era stata sicuramente opera di Manari, un fulgido esempio di bastardo assoluto quell'uomo, ma dovevo ammettere almeno con me stessa di adorarlo per questo.
Così mi alzai e ondeggiando completamente nuda sui miei tacchi a spillo mi diressi verso la camera da letto. Nell'armadio. Avvolto in metri di carta velina, coronata da un fiocco sfavillante di raso rosso. Eccolo li. Il completo da domina con tanto di strapon e frustino. Il lattice lucido di zip e legacci ammiccava dalla velina seducente e accesso di mille riflessi, quasi chiamandomi. Quell'uomo era deciso a mettermi K.O con la dimostrazione della sua capacità di leggermi dentro in modo perfetto.
E va bene gli avrei dato il suo spettacolino e poi una piccola privata personalissima lezione di obbedienza tutta per lui.
Strappai quasi con violenza la carta velina e il fiocco di raso afferrando avidamente il corsetto di lattice e accarezzando con lo sguardo il dildo svettante dello strapon.
Il corsetto era perfetto mi fasciava come un guanto seguendo la curva dei seni. Dietro era chiuso da una rete di stringhe che finivano in un laccio che pendeva tra le natiche. Davanti dei gancini di metallo cromato tenevano accostati i lembi creando una profonda scollatura a v. Le bretelle finivano in un collare che serrava il collo. Sostitui rapidamente le mie giarrettiere di pizzo con quelle in lattice e agganciai le mie calze di seta. Sfilai le mie scarpe e indossai quelle con il tacco di acciaio e il cinturino di cuoio alto che avvolgeva le caviglie procuratemi da Manari.
L'immagine che rifletteva lo specchio era splendida. Mi sentivo potente, seducente e assolutamente troia. Afferrai il frustino e lo strapon e con delle ampie falcate andai in salotto. I ragazzi sedevano nudi e silenziosi sul divano. Mentre una poltrona di cuoio rosso era stata spostata di fronte a loro e, mi aspettava. Manari semi nascosto nuovamente dalle telecamere mi fissava con uno sguardo ironico e un sorrisetto compiaciuto sul volto.
Mi fermai di fianco alla poltrona. Sollevando un piede, posandolo sul bracciolo mentre sfioravo con le mani il frustino, quasi accarezzandolo. Guardavo i ragazzi negli occhi lentamente senza l'ombra di un sorriso. Le note del blues riempivano di atmosfera la stanza che era illuminata in modo da lasciare quasi in ombra me e sotto una luce potente i ragazzi.
“Bene - iniziai a dire con una voce fredda e dura - quella di stasera sarà una lezione che non dimenticherete. Una lezione preziosa ma anche…dolorosa. Si dolorosa. Ma il confine tra il dolore e il piacere è sottile molto sottile. Ora verrete legati, ammanettati ai polsi e alle caviglie e poi io mi prenderò cura di voi. Ampiamente cura”.
Mentre i ragazzi venivano ammanettati mi sedetti sulla poltrona e spalancando le cosce infilai il manico del frustino nella fica iniziando a masturbarmi violentemente davanti ai loto occhi. La reazione fu immediata. I corpi dei ragazzi si tesero nell'eccitazione. I cazzi svettarono imponenti, ondeggiano verso di me. Affondai il manico in tutta la sua lunghezza nella fica e mi abbandonai all'orgasmo ricoprendo di sborra il frustino.
Dopo qualche minuto sfilai il frustino della fica. E con passo deciso mi diressi verso i ragazzi: Bene - scandii - prima regola IO SONO IL VOSTRO CIBO E LA VOSTRA ACQUA…. Stasera vi nutrirete della mia sborra e vi disseterete con la mia pipi. Ad iniziare da ora. Così dicendo mi avvicinai a Marco che era il primo della fila e gli apri la bocca a forza infilando il manico nella sua bocca e obbligandolo a leccare la prima parte del frustino. Affondai un po' di più il frustino nella bocca di Christopher che l'aveva già spalancata, pronto a leccare. E Lo affondai tutto nella bocca di Jem che fini di ripulirlo restituendomelo lucido. Mi voltai facendo schioccare il frustino contro il pavimento e cogliendo con la coda dell'occhio in un angolo Manari che si menava furiosamente il cazzo eccitato oltre il limite dalla scena.
Era solo l'inizio. Mi sedetti sulla poltrona spalancando nuovamente le cosce e :”La mia fica ha bisogno di attenzioni, in modo particolare voglio che mi succhiate il clito tre minuti ciascuno, non un secondo di più o di meno. Chi sgarra verrà punito. Jam partiamo da te”. Il giovane giapponese riusci con precisione tutta orientale a succhiami sapientemente per esattamente tre minuti. Lo seguirono Marco e Christopher che preso dall'entusiasmo avvertendo tra le labbra le contrazioni del mio orgasmo, non si fermò in tempo. E venne punito. Severamente. Lo frustai 5 volte obbligandolo a chiamare ogni volta la frustata successiva con voce più tremante. Colai sborra sui segni rossi delle frustate. Dopo. E vidi il ragazzo sorridere.
“Seconda regola - ripresi dopo che Christopher ebbe ripreso il suo posto - DOVRETE AVERE SEMPRE IL CAZZO IN EREZIONE IN MIA PRESENZA.
Chi non rispetterà questa regola verrà ancor più severamente punito rispetto alla regola precedente. E ora signori - conclusi allacciandomi lo strapon e accarezzando il dildo lucido come se fosse un cazzo vero…. Siete pregati di voltarvi. Intendo farvi il CULO”. Contemplai quella distesa di magnifici culi offerti alla mia voglia e dopo aver provveduto a sciogliere i ragazzi dalle manette. Spiegai loro cosa volevo. Ci saremmo disposti in circolo ognuno di noi avrebbe inculato e sarebbe stato inculato contemporaneamente da un altro. Li lasciavo liberi di scegliere la disposizione del cerchio. In ogni caso io avrei tenuto lo sguardo incollato a quello di Manari perché non ci fossero dubbi su chi stessi prendendo in quel momento e perché.
Ci disponemmo e mi trovai tra Christopher e Jem. Avrei preso il culo di Jem e il cazzo di Christopher. Affondai nel piccolo culo del giovane giapponese con forza sentendomi immediatamente avvolta dal calore della sua carne. E dalla morbidezza. Ad ogni colpo il dildo affondato nella mai fica rispondeva con una scarica di vibrazioni, mentre il mio culo veniva riempito totalmente dal cazzo di Christopher snello e potente perfetto in quell'occasione. Presto le note del blues nella stanza furono coperte dai gemiti e le parole inarticolate che uscivano dalle nostre labbra. Fissai Manari a lungo. Vibrava, si tendeva, leccandosi le labbra con la lingua, accarezzandosi il cazzo come se fosse lui dentro il mio culo o io dentro il suo. Mentre vibravo nel doppio orgasmo del culo preso e del culo dato lo vidi sborrare. Mi leccai le labbra avidamente. Capì al volo e si portò le dita sporche di sborra alle labbra leccandole con voluttà come avrei fatto io. Sorrisi. Veramente appagata solo in quel momento.
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19 years ago
admin, 75
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Un favoloso fine settimana
Sono appena rientrato, fuori è quasi buio, ma non accendo nessuna luce, mi dirigo verso la veranda, le sue finestre danno sulla città, della quale ho una vista perfetta. Da qui la via che porta alla stazione sembra un albero di natale, ci sono molte macchine parcheggiate in seconda fila con le quattro frecce accese. Guardando il mondo da qui mi sento un piccolo dio, una giornata cosi non capita tante volte nella vita e la mia soddisfazione è giustificata. Appoggio la testa al vetro della finestra, è freddo, ripenso a quali sono le tappe fondamentali che mi hanno portato a questo successo, rapidamente, la scuola, le amicizie, le persone che mi hanno reso quello che sono.
Già, Simona, devo subito chiamarla, sarà contentissima anche lei. Sollevo il vecchio telefono a disco, l'ho recuperato in casa di mia nonna, stava per essere buttato, ma a me piace, adoro stare al telefono passeggiando per casa trascinandomi dietro la prolunga, e faccio il numero.
"Pronto"
"Ciao Caterina, sono Giacomo come va?"
"Bene, Simona è sotto la doccia, ti faccio richiamare a casa?"
"Si grazie, dille che sarò a casa ancora per un'oretta, ciao."
"Va bene, ci vediamo, a presto."
Vado in camera e mi levo il vestito, scarico la posta elettronica e confermo a Carlo l'ora dell'uscita serale. Appena mi scollego arriva la chiamata di Simona.
"Ciao amore, come va?"
"Tieniti forte ho un notizione: oggi, dopo pranzo, Riccardo mi ha chiamato nel suo ufficio, e mi ha fatto un lungo discorso sul futuro del progetto al quale sto lavorando anche io, mi ha detto che l'azienda crede molto in questo nuovo processo produttivo e che per renderlo esecutivo secondo loro ci vuole una persona con delle capacità notevoli. Io mi aspettavo che mi chiedesse un parere da collaboratore esterno quale sono, un'indicazione, e invece mi ha chiesto se voglio essere assunto per passare alla guida del progetto."
"Ma come, ti fanno passare da collaboratore esterno a capo progetto? È fantastico! Sei contento?"
"Si molto, so che non si sente, ma ti giuro che mi sento benissimo, si sta avverando tutto quello che avevo sperato, i miei sforzi e le mie fatiche stanno dando i loro frutti. Mi sento fortissimo, e un po' lo devo anche a te."
"Allora se sai cosi bene di essere in debito con me perché non vieni a trovarmi questa sera?"
"Mi spiace, ma ho già preso un impegno con Carlo e poi sono un po' stanco per farmi tre ore di macchina tra andata e ritorno, domani vorrei essere in forma per il mio primo giorno da capo progetto."
"OK, ci sentiamo domani sera cosi ti dico le mie intenzioni per il week-end?"
"Si, perfetto ti chiamo verso le dieci?"
"Ah, no, mi stavo dimenticando che domani sera esco con le mie amiche, ti chiamo io prima di uscire cosi vediamo di organizzare qualcosa, bisognerà festeggiare!"
Sono le otto quando Simona mi chiama:
"Ciao, allora com'è andato il primo giorno da dominatore?"
"Benone, ho dovuto leggere un po' di scartoffie, ma sono tutti felici della mia assunzione. Hai pensato al fine settimana?"
"Si, avevo una proposta da farti, perché non vieni a B. per il week-end? Caterina torna a casa, e noi potremmo stare qua in santa pace. E poi avevo voglia di fare un giro allo spaccio aziendale, mi hanno detto che sono arrivati i nuovi prodotti."
"Io non so bene a che ora finirò domani sera, ma vedo di liberarmi e appena posso monto in macchina e vengo a B."
"Ti aspetto per cena, ciao."
"Passa una bella serata."
Sono stanco morto e il pensiero di dovermi fare da cena mi fa ribrezzo, mi sdraio sul divano e accendo la TV, in fondo non ho tanta fame. Dopo un po' mi sento perseguitato, è una di quelle sere dove ogni donna che appare sullo schermo ha una carica sessuale incredibile, per fortuna dopo un po' mi addormento e mi risveglio solo a mezzanotte. Faccio un giro sui canali del satellite, ma non trovo niente di interessante, allora tento la carta Telegiulia, un canale sul quale ultimamente trasmettono film porno soft per bene. Trovo quello che pensavo, nel film una segretaria viene per cosi dire ammaliata dal dirigente di turno. È divertente, ma la stanchezza si fa sentire anche se sento qualcosa di rigido nei boxer, e decido di andare a letto.
La mattina mi alzo e preparo la borsa per andare da Simona, non voglio tornare a casa, perderei un sacco di tempo.
Alle sette esco dall'ufficio, faccio uno squillo a Simona e mi metto in macchina, c'è traffico sulla tangenziale, la solita coda, ma un bel CD e il pensiero di passare due giorni solo con Simona mi fanno restare sereno.
Finalmente alle otto e venti sono sotto casa sua a B., parcheggio poco distante dal portone, anche se l'appartamento è in centro, a quest'ora non ci sono problemi di solito.
Percorro veloce i duecento metri che mi separano dalla cena, suono e salgo le scale dove trovo Caterina.
"Ciao Giacomo, buon fine settimana io torno a casa dai miei, se vieni a trovarci una delle prossime settimane possiamo vederci con più calma."
"Veramente non so se potrò venire, ma vedrò di fare il possibile."
"Ecco! Vedi di farlo."
Appoggio la borsa nell'ingresso e bacio Simona che mi sta aspettando.
"Ciao Giacomo, la cena è pronta."
Mangiamo parlando del più e del meno, ci raccontiamo le cose che abbiamo fatto durante la settimana e cosi il tempo passa in fretta, arrivano le undici e siamo ancora seduti a tavola.
"Simona, andrei a farmi una doccia."
"Vai pure, io intanto metto a posto in cucina e dopo possiamo fare qualcosa, vuoi uscire?"
"Sinceramente non ne avrei tanta voglia, guarderei un po' di TV e poi andrei a letto, usciamo domani, va bene?"
"Certo!"
Mi alzo da tavola e vado in bagno a farmi la doccia, come al solito passo un sacco di tempo a far scorrere l'acqua sulla schiena, anche perché la doccia della casa di B. di Simona ha una pressione tale che sembra proprio di essere massaggiati. Quando esco dalla doccia il bagno è pieno do vapore e apro leggermente la porta per farlo uscire, accendo l'asciugacapelli e lo uso per asciugarmi dappertutto. Mentre mi guardo allo specchio nudo, mi accorgo che Simona sta sbirciando dalla porta, faccio finta di non essermene accorto, passo una mano sul mio pene e mi accarezzo, Simona sta sempre guardando e dallo specchio riesco a vedere che si è fatta ancora più attenta, mi accarezzo facendo attenzione alla mia posizione, tento di farmi vedere il più possibile, la mia eccitazione si fa presto evidente, gioco con il mio membro, gli faccio raggiungere la lunghezza massima massaggiandomi dolcemente, mi passo la mano in mezzo alle gambe, mi piace pensare a Simona che mi guarda, mi eccita e credo che anche lei si stia toccando, mentre mi guarda.
Ormai sono asciutto, spengo l'asciugacapelli ed esco dal bagno, fuori dalla porta trovo Simona, che si è cambiata, si è messa una camicia da notte che ha la sola funzione di velare la sua nudità, è bianca e le arriva fino a metà coscia.
"Guardiamo un po' di televisione, Giacomo?"
Anche se la voglia di fare l'amore è tanta lascio che Simona mi porti in soggiorno, ci sediamo sul divano uno affianco all'altro, io nel frattempo mi sono infilato i boxer e dei pantaloni che uso per stare a casa di solito e chiedo a lei di spalmarmi della crema sulla schiena. Mi fa girare con la schiena verso lo schermo, non mi oppongo, tanto non c'era niente di interessante e Simona stava girovagando per i canali. Le sue mani incominciano a passare con ampi movimenti dalle spalle al centro della schiena, mi rilasso e sto quasi assopendomi quando il volume della TV che era bassissimo si alza improvvisamente. Voltandomi verso lo schermo vedo che Simona è rossa in faccia, accenna un sorriso ma evita che i nostri sguardi si incrocino, due donne sullo schermo stanno facendo l'amore con l'ausilio di un fallo doppio.
"Sembra che si divertano molto, non ti pare Simona?"
"In effetti, sembra che stiano avendo un bell'orgasmo."
Ora sono rivolto verso lo schermo e do le spalle a Simona che mi massaggia rimanendo seduta alla mia sinistra, aggiunge altra crema sulla schiena, passa alla zona lombare e scende sempre più vicina al bordo dei pantaloni, infila un mano sotto i pantaloni e anche sotto i boxer, prende il mio sedere tra le mani e lo accarezza, prima lentamente e poi con più forze ed energia, facendo scorrere le unghie lunghe sulla pelle. Mi sollevo dal divano e Simona fa scendere i miei vestiti lungo le gambe, mi lascia nudo. Con una leggera pressione della mano mi invita a rimanere sollevato ed ad allargare le gambe, non mi oppongo e sposto i piedi per fare quello che mi ha indicato, la sua mano raggiunge il pene che pur non essendo in erezione è diventato ben più grande del normale. Le mani di Simona sono ancora piene di crema, le passa sul mio buco e lo unge esercitando una leggera pressione, la guardo, e capisce dalla mia espressione che può continuare se lo desidera. Con un gesto deciso infila due dita della sua mano destra dentro me, provo un po' di dolore, ma la sensazione di riempimento mi fa eccitare e cosi prendo in mano la mia erezione. Mi masturbo lentamente mostrandole il mio membro in tutta la sua grandezza. Continuiamo a dedicare attenzioni al mio corpo per qualche minuto, nel quale mi sembra di essere sul punto di provare un orgasmo più di una volta.
"Adesso voglio massaggiarti io."
Simona esce da me, si alza e io mi siedo, prendo la crema e la distribuisco sulle sue gambe, parto a massaggiarla dai piedi, e risalgo un po' alla volta fino ad arrivare sotto la camicia da notte, ridiscendo mentre lei esprime tutto il dispiacere per il contatto mancato, si sta eccitando e quando la mia mano ritorna vicino alla vagina sento che è talmente bagnata che i suoi umori stanno scendendo lungo le gambe. Massaggio il suo sesso con entrambe le mani e vi introduco due dita, con la mano bagnata inumidisco anche l'ano, Simona si piega porta le mani sulle natiche e le allarga, l'invito è chiaro e la penetro anche dietro. La mia erezione è ancora viva, anzi visto lo spettacolo che stiamo facendo io e Simona la voglia di averla completamente diventa sempre più forte.
Infilo la mia testa fra le sue gambe fino a trovarmi con la bocca davanti alla vagina, la lecco e ne gusto il sapore, il mio pene è grossissimo, duro e ha la punta violacea, faccio uscire le mie dita da Simona, e mi metto dietro lei, bagno il membro passandolo in mezzo alle sue gambe, lo appoggio all'ano, lei ripete il gesto di prima e io con un colpo deciso la penetro. Sento i muscoli che si ribellano e vogliono farmi uscire, ma non riesco a scivolare e l'unico effetto che ottengono è quello di eccitarmi maggiormente. Simona si deve appoggiare al tavolino che ha davanti perché le mie spinte la fanno barcollare, con una mano sfioro il capezzolo del suo seno destro, con l'altra massaggio il clitoride. Dopo poco Simona smette di essere passiva e fa il possibile per essere penetrata completamente, spingendosi contro il mio bacino, arrivo ad essere totalmente in lei e mentre vengo dentro lei, giunge anche il suo orgasmo che la fa urlare come mai aveva fatto. Per uscire da lei devo aspettare che il mio pene torni alla grandezza normale, intanto Simona scherza sulla nostra posizione.
"Non pensavo che mi sarebbe piaciuto cosi tanto avere il tuo membro dentro me, là dietro, è diverso dalle altre volte in cui mi penetravi con le dita. Mi è piaciuto molto, e per essere stata la prima volta che lo facevamo seriamente non ho neanche sentito malissimo."
"Probabilmente l'averti penetrata qualche volta con le dita ti ha permesso di raggiungere una certa elasticità."
Quando apro gli occhi, vedo Simona che mi sta fissando:
"Hai dormito bene, Giacomo?" Si avvicina e mi bacia sulle labbra.
La abbraccio, la stringo forte a me e ci riaddormentiamo per qualche minuto.
"Cosa facciamo oggi amore?"
"Dobbiamo andare a festeggiare questa sera, e prima mi piacerebbe fare un giro in centro, guardare qualche negozio, magari possiamo andare a cercare quei jeans che avevi visto sul giornale. Io non ho bisogno di comprare niente, ma se troviamo qualcosa di bello…"
"Bene, usciamo verso le quattro!"
Passiamo il resto della mattinata tra il letto e le faccende di casa, aiuto Simona a fare le pulizie ed a mettere in ordine. Verso ora di pranzo Simona riceve una telefonata e mi dice:
"Era Elisa che mi chiedeva se posso accompagnarla nel primo pomeriggio in un negozio dove ha visto una cosa che vorrebbe comprare, ma le serve un mio parere. Ti dispiace se ci vado da sola? Ci si potrebbe incontrare verso le quattro e mezza in centro."
"Per me va bene, ma si può sapere cosa andate a comprare?"
"No, Elisa mi ha detto di tenermelo per me. E poi lo sai che non mi piace che ti intrometti nei miei affari, quando lo riterrò opportuno ti dirò tutto."
Pranziamo velocemente e mentre Simona si prepara per uscire mi sdraio sul divano a sonnecchiare invogliato dalla stanchezza residua e dal caldo che per fortuna non manca mai in questo appartamento.
"Amore, Giacomo…. Io esco, ti chiamo quando mi libero così mi raggiungi."
Con gli occhi ancora chiusi, ricevo il bacio di Simona, e annuisco continuando imperterrito il mio dormiveglia.
Sono le cinque quando esco dalla casa, è buio ma non freddissimo. Mi avvio verso il luogo dell'appuntamento con Simona, che in realtà dista circa quindici minuti a piedi. Per strada è pieno di gente, sono tutti intenti nello shopping prefestivo, che mi ha sempre infastidito, ma dopo pochi passi sono già perso nei miei pensieri: la cena di questa sera. In lontananza vedo due ragazze molto appariscenti davanti a me, noto che molti ragazzi si girano a guardarle e rimango stupito quando avvicinatomi, scopro che sono Simona ed Elisa. La mia ragazza è vestita con colori vivaci, ma è Elisa, che non avevo mai visto prima ad attrarre l'attenzione di tutti. Il suo viso è splendido, molto curato, sembra quasi una divinità; indossa un piumino lungo che tiene slacciato, cosicché si nota tranquillamente la cortissima gonna che lasciar intravedere ad ogni passo il pizzo delle calze autoreggenti.
Elisa risulta anche simpatica e non se la tira per niente, anche se rimane con noi non più di cinque minuti. Quando ci lascia Simona sembra molto contenta, evidentemente si sono divertite; entriamo in un negozio di abbigliamento per uomo. Ci separiamo quasi immediatamente, ma quando sto per entrare nel camerino per provarmi un paio di pantaloni Simona arriva con le braccia piene di vestiti da farmi provare. I pantaloni scelti da me le piacciono e dopo comincio una specie di sfilata, prima una camicia blu cangiante, molto bella, poi provo una maglietta a maniche lunghe aderente, quando la faccio vedere a Simona lei comincia a ridere.
"Cosa c'è che non va? L'ho messa storta, mi sta così male?"
Lei mi risponde sottovoce: "No, te lo dico dopo."
Continuo a provare altri vestiti e alla fine compro due paia di pantaloni, un paio di jeans e la camicia che mi aveva proposto Simona. Una volta usciti finalmente scopro la ragione della risata:
"Quando ti propongo qualche vestito mi immagine che ti possa stare bene, ma alle volte il risultato è nettamente superiore alle aspettative, stavi benissimo con quella maglietta sembravi un'altra persona e mi faceva ridere vederti così cambiato. La cosa assurda è che non te ne accorgi, ma cambia anche lo sguardo che hai negli occhi, si vede quando indossi qualcosa che ti fa sentire bene."
Ormai è tardi, e ci dirigiamo verso casa, dove ci facciamo la doccia e ci prepariamo per uscire. I miei abiti sono nella camera di Caterina, mi metto un paio di jeans con la camicia blu appena acquistata e vado in camera da Simona:
"Vado bene così?"
Quando ho finito la domanda mi accorgo della sua inutilità, lo sguardo di Simona è eloquente, e i vestiti appoggiati sul letto lasciano presumere che sarà una serata formale. Torno in camera di Caterina, e mi metto un completo grigio scuro. Sono piegato per allacciare le scarpe quando entra in camera Simona, che si ferma davanti a me: ha un nuovo paio di stivali, neri di pelle; il tacco è molto alto, circa dieci centimetri, squadrato e stretto e arrivano fin sotto il ginocchio. Indossa una gonna al ginocchio, di raso che le cade benissimo, e dei gemelli neri molto scollati, ha messo attorno alla vita una catena dorata che la rende ancora più sensuale. Il trucco non è per niente pesante, ma valorizza molto i suoi lineamenti, dando luce al suo viso incorniciato dai capelli scuri.
"Devo essere COSÌ bello stasera?"
"Non preoccuparti, tu sei sempre bellissimo, e con questo vestito mi piaci da matti."
Usciamo di casa e per fare le scale Simona si appoggia a me per non cadere, quando entriamo in macchina mi guarda negli occhi e con uno sguardo riesce a farmi capire che mi ama e che sono la persona per la quale vive.
"Mi fai felice, Giacomo. Tutti i giorni."
Ci baciamo e partiamo alla volta del ristorante che si trova fuori B. di qualche chilometro. Il posto che Simona ha scelto è molto bello, glielo ha consigliato Caterina che ci va spesso col suo ragazzo che anche la scorsa settimana è passato da B. a trovarla. Mi ingelosisco pensando che magari ci possa essere stato qualcosa tra Simona e Pietro, ma mi passa subito. Durante la cena parliamo di Caterina e in generale delle amiche che Simona frequenta a B., finendo a parlare di Elisa.
"Oggi pomeriggio mi ha chiamato perché voleva andare a comprare dell'intimo un po' strano, ma si vergognava da sola. Ha una nuova conquista sotto mano e aveva in progetto una serata speciale in casa, così voleva lasciarlo a bocca aperta."
"Mi sembra già molto bella, cosa voleva comprare per valorizzarsi? Perché si vergognava tanto?"
"Ecco, voleva prendere un reggicalze e delle calze con la riga, ma pensava di fare la figura della puttana ad andare in un normale negozio di intimo, così io l'ho accompagnata e la signora è stata molto gentile. Ha subito capito qual era il problema e ci ha rassicurate, dicendoci che lei vende molti articoli come reggicalze guêpiere e calze, e che le persone che le acquistano non sono così strane, anzi, spesso sono donne insospettabili che a loro volta si vergognano. Insomma ha fatto apparire la cosa come se fosse normalissima, pensa che ci ha fatto vedere che anche lei indossava delle calze col reggicalze, ma né io né Elisa ci eravamo accorte di nulla. C'è stata molta complicità, ci siamo divertite e non ci lasciava andare più via."
Il racconto stava divertendo anche me, forse Simona sta creando intorno a se un gruppo di amiche che l'aiuta a vivere meglio la nostra lontananza durante la settimana. In più le sue amiche sono belle e frequentano bella gente, che non mi dispiace affatto.
Dopo alcune grappe, saldiamo il conto ed usciamo dal ristorante che è nella piazza di un borgo, per arrivare alla macchina dobbiamo passare in un vicolo quasi buio, non c'è nessuno per le strade e noi siamo stati gli ultimi clienti del ristorante ad uscire. Appoggio la mia mano sul sedere di Simona che emette un suono di piacere.
"Per aiutarmi a camminare meglio con questi stivali dovresti appoggiarla un po' più in basso quella mano."
Porto la mia mano sotto il sedere e la massaggio tra le gambe, Simona appoggia la schiena contro il corrimano, apre il giaccone e allarga leggermente le gambe.
"Forse dovrei darti qualche lezione in casa su come vanno usati questi stivali, non pensi?"
"Quello lo puoi fare domani, adesso continua a fare quello che stavi facendo mentre camminavo. Toccami ti prego."
Le mie mani fanno salire la gonna per liberare le gambe che Simona allarga il più possibile. Risalgo all'interno delle cosce e scopro che non sono fasciate dalle autoreggenti, ma da u paio di calze molto lisce che non avevo notato perché nascoste dagli stivali e dalla gonna. Mi avvicino piano alle labbra gonfie, è chiaro che la mia lentezza la sta esasperando, ma so anche che è una fonte di piacere. Scosto il perizoma e bagno due dita del succo di Simona, la sfioro prima e poi spingo con più decisione, sposto le dita verso il buchetto, inumidisco anche quello e intanto la penetro davanti col pollice. L'indice è puntato sull'ano, ma non sapendo se Simona ha voglia di essere penetrata anche dietro, aspetto che sia lei a dirmi qualcosa, e non spingo. Improvvisamente sento che lo sfintere si allarga e Simona si lascia cadere sull'indice. Mi muovo lentamente dentro lei, sia davanti che dietro, i piacere che sta provando la fa mugolare e mi da una gioia immensa.
"Giacomo, nessuno mi sa far godere come fai tu!!! Sto venendo."
Le contrazioni dei muscoli sono fortissime, tanto da provocarmi dolore; devo aiutare Simona a stare in piedi perché l'orgasmo sembra privarla di tutte le forze. Esco da lei, mi abbraccia e ci dirigiamo verso la macchina.
Allungandomi una salvietta mi dice: "Tieni, pulisciti la mano, non puoi sapere già di donna nel locale dove andiamo ora" e mi fa seguire le indicazioni per un paese vicino.
Quando parcheggiamo nel piazzale non ho ancora le idee chiare, Simona non mi ha voluto dire niente e durante il viaggio si è sistemata il trucco e le calze, provocandomi un'evidente erezione, che persiste fino a quando arriviamo alla porta del locale. Ci impiego tre secondi a realizzare che si tratta di un night, i manifesti appesi alle pareti sono eloquenti e la ragazza alla cassa in topless, non lascia molto spazio a diverse interpretazioni. Lasciamo le giacche al guardaroba ed entriamo nella sala dove, su una passerella si svolgono gli spettacoli, un signore in giacca e cravatta ci porta ad un tavolino in seconda fila. Simona deve averlo prenotato visto che intorno è tutto occupato. Mi sento a disagio, sono già stato in posti come questo, ma mai con la mia ragazza, e la sua presenza mi imbarazza, so che desiderava assistere a uno di questi spettacoli, ma mi preoccupo per quello che possono pensare le persone che ci sono attorno nel locale, non vorrei che la scambiassero per una che lavora li.
Le ragazze che stanno ballando e spogliandosi sulla passerella scendono tra i tavoli per l'american tour, passano tra i tavoli e quando un cliente le chiama si fanno infilare i soldi nel perizoma e gli concedono il loro corpo per qualche istante.
"Allora cosa ne pensi? È come pensavi che fosse?"
"No, è meglio. Pensavo che l'ambiente fosse molto squallido e fosse pieno di affamatoni che sbavano appena vedono una tipa. Hai visto quella ragazza alta coi capelli neri a caschetto?"
"No, ero intento a guardare le facce dei clienti, mi fanno ridere quelli che sventolano i soldi in aria per chiamare le ragazze, c'è chi lo fa con classe e chi non ne ha per niente."
"Ecco la ragazza che dicevo io è quella che fa lo spogliarello integrale ora. Ti piace?"
In effetti, sulla passerella sta passando una ragazza bellissima, il suo modo di spogliarsi è molto sensuale e mi eccita, ogni tanto mi giro a guardare le reazioni di Simona che pare interessata quanto me.
"Se devo essere sincero non trovo nulla fuori posto in lei."
"Vorresti toccarla?"
"No, io ho te, non ho bisogno di toccare nessun'altra."
"Se non fossimo assieme e se non fossi davanti a tutte queste persone faresti del sesso con lei?"
"Credo proprio di si!"
Lo spettacolo continua, fino a quando la ragazza si spoglia completamente e simula un amplesso con un fallo di plastica enorme. Ordiniamo un paio di drink a testa, che surriscaldano l'atmosfera, sarei pronto ad andare a casa a fare l'amore con Simona per tutta la notte. Il deejay annuncia l'inizio di un nuovo american tour, le ragazze scendono tra i tavoli e si avvicina a noi proprio quella che avevamo notato poco prima, Simona senza che me ne accorgessi ha estratto dalla borsetta bordeaux alcune banconote, e le sta sventolando, fa cenno alla ragazza di chinarsi perché vuole parlarle, le infila una banconota nella calza; io non sento niente, ma quando la ragazza si rialza annuisce e mi guarda. Gira intorno al tavolo, mi appoggia le mani sulle spalle e mette la mia testa tra i suoi seni, sono enormi, probabilmente artificiali, ma bellissimi. Mi volto verso Simona e tento di chiederle scusa con uno sguardo, ma non sembra arrabbiata. Le mani della ragazza passano sulle mie gambe fino ad arrivare a cingere il mio membro che ormai è duro. Purtroppo finisce tutto nell'arco di trenta secondi, guardo la ragazza farsi toccare da altri uomini nella sala, ma prima della fine Simona la richiama e infilandole altri soldi nelle calze le dà ulteriori istruzioni. Dandomi la schiena si siede sopra le mia gambe, io poso le mani sulle sue ginocchia e risalgo fino al sesso allargando le sue gambe, si appoggia con la schiena a me, abbandona la testa sulla mia spalla e mi morde un orecchio. Si rialza, si gira e questa volta si siede guardandomi in faccia, mi obbliga a leccarle il seno, mentre mi cavalca strofinando il perizoma contro i miei pantaloni gonfiati dal mio membro. Quando finisce la musica e si alzano leggermente le luci lei è ancora li, rimane su di me, fino a quando non arriva l'uomo che ci aveva portati fino al tavolo, che le intima di andarsene.
Sono sconvolto, la ragazza è bellissima, ma non so bene cosa passi per la mente a Simona.
"Mi sembra di poter affermare che ti sei divertito negli ultimi 10 minuti?!?!?"
"Eh, si…" rispondo imbarazzatissimo.
"Anche lei ha gradito molto, te ne sei accorto?"
"Sinceramente non credo che cambi molto per lei tra un uomo e l'altro, l'importante è che la paghino."
"Giacomo, l'hai fatta godere. Te lo assicuro, quando si è alzata aveva il perizoma bagnato e poi hai visto anche tu che si è fermata più delle altre, non credo che lo abbia fatto per farmi un piacere."
"Non so, sicuramente sa come prendermi."
"Io vado un attimo al bagno, ti ritrovo quando torno o ti fai rapire da una di queste belle?"
"Faccio il possibile per restare qua fermo, ma non posso giurarti che ci sarò quando torni."
Simona si alza, non riesco a toglierle gli occhi di dosso, è molto elegante, sensuale ma per niente volgare, ha classe. La vedo tornare dopo qualche minuto, si avvicina a me e mi chiede di seguirla. Usciti dalla sala principale, ci fermiamo davanti a una porta gialla, che si apre dopo pochi secondi. Saliamo una rampa di scale ed entriamo in una stanza nella quale ci sono due sedie e un divano sul quale ci sediamo.
Ci abbracciamo e ci baciamo, non so bene cosa facciamo li, ma sono un po' brillo e neanche me lo chiedo. Sono immerso nella sua scollatura quando si apre la porta ed entra la ragazza di prima, ci saluta e ci presentiamo, lei si chiama Alexa. Simona si sposta, deve aver organizzato uno strip privato per noi due, infatti, mi trovo in breve con i seni di Alexa tra le mani, le tolgo la sottoveste e rimane con il perizoma, gli stivali e le calze, si siede sopra di me, allargando le gambe, mi fa succhiare il suo seno e poi avvicinando la sua vagina alle mie labbra scivola con le mani tra le mie gambe, in un secondo apre la cerniera dei pantaloni e ne estrae il mio membro in erezione. Passa la punta sul suo perizoma e godo al contatto con il tessuto liscio, mi giro verso Simona, ha sollevato la gonna, ci sta guardando e masturbandosi con le mani e con la catena che portava in vita, anche Alexa si gira e la nota. Si alza, le si avvicina, inizia a leccarla tra le gambe e con mio stupore Simona si eccita ancora di più. Mi avvicino anche io a Simona che appena può prende tra le labbra il mio pene e comincia a succhiarlo avidamente, mentre Alexa le tocca i seni. La sua lingua si muove sempre più velocemente, la penetra e si ritira, Simona allarga le gambe e si sposta in modo da farsi penetrare il più possibile, mentre continua a succhiarlo. Il suo respiro si fa affannoso smette di leccare il mio sesso per riuscire a godersi l'orgasmo che le sta procurando Alexa, io mi godo la scena osservando la mia splendida ragazza fare sesso con un'altra donna, una fantasia che mi ha sempre eccitato molto. I capezzoli di Simona sono turgidi, sono una tentazione troppo forte, non resisto e li accarezzo con la lingua, Simona viene, stringe la testa di Alexa tra le gambe e lascia uscire dalla bocca dei gemiti che mi eccitano.
Una volta liberatasi della presa delle gambe di Simona, Alexa si sdraia sul pavimento e mi invita a raggiungerla, mi sdraio su lei, facendo in modo che il mio membro vada ad occupare lo spazio tra i suoi seni, colma le sue mani coi seni e inizia a massaggiarmi, mentre con la lingua stuzzica la punta. Simona ci guarda seduta a fianco di Alexa, dopo un po' si avvicina timidamente al mio membro, si intromette nel rapporto che stiamo avendo io e Alexa, lo prende in bocca, lo succhia, poi lo offre ad Alexa che con le labbra circonda la punta che ormai è violacea, la sua lingua ci gira attorno. Sto impazzendo dal piacere, fremiti continui percorrono la mia schiena e raggiungono il mio cervello, vengo dentro la bocca di Alexa, quando la apre per lasciarmi uscire, del liquido cade sui suoi seni e Simona si affretta a leccarlo, le loro bocche si avvicinano si guardano negli occhi, Simona si gira per cercare il mio assenso e si baciano; l'ultimo brivido percorre la mia schiena quando Simona pulisce con la lingua tutto il mio sesso.
"Mi sono divertita molto con voi, solitamente non facciamo sesso in questo locale, ma mi avete fatto eccitare appena vi ho visti e non ho resistito. Siete bellissimi insieme."
Io e Simona ci guardiamo negli occhi, sorridiamo, nonostante la situazione non sia normale, nessuno dei due ha dubbi sui sentimenti che ci legano.
"Grazie Alexa, credo che Giacomo non ti dimenticherà tanto facilmente, ma guai a te se me lo rubi."
"Ciao Alexa, sono contento che tu ti sia divertita."
Usciamo dalla stanza, scendiamo le scale e rientriamo nel locale che ormai si sta svuotando, ci avviamo verso l'uscita, prendiamo le giacche e saldiamo il conto, Alexa non ci ha fatto mettere in conto lo strip privato. Usciamo dal locale e raggiungiamo la macchina ci sediamo, ci baciamo e incominciamo a ridere, ci siamo regalati delle sensazioni bellissime in questo week-end.
"Sono felice che ti sia piaciuto il mio modo di festeggiare."
"Mi piace da matti quando mi stupisci, ti voglio bene."
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2
19 years ago
admin, 75
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40 anni (parte seconda)
Lunedì 19 gennaio ore 10 di mattina
Gli accordi sono chiari. Per quanto, presi in circostanze meno chiare per un rapporto di lavoro. Tipo il sedile posteriore della sua Corvette del 65. Ma Manari mi era sembrato un uomo di parola oltre a scopare da Dio. Particolare questo che mi aveva convinto ad affidargli la regia della mia gang bang. Per quanto, non ricordassi precisamente quando mi aveva estorto questa promessa. Forse, mentre mi succhiava il clitoride avidamente o forse mentre la mia fica succhiava il suo cazzo avidamente. Ma l'avidità in ogni caso centrava. Ne ero ragionevolmente sicura.
Dunque, eccomi qui Five Season suite rouge. Dietro quella porta mia aspettava la mia personale celebrazione del traguardo dei 40 anni. Non avevo perso tempo a vestirmi, sotto la mia pelliccia di visone indossavo solo un paio di giarrettiere di pizzo nero e delle velatissime calze di seta. I tacchi a spillo delle mia scarpe preferite di pitone nero terminavano la mise, che mi era sembrata la più adatta allo spettacolo che mi preparavo ad interpretare da protagonista assoluta.
Oltre quella porta tutta stucchi e dorature mia aspettavano Manari, una serie di sofisticate apparecchiature di ripresa, il mio champagne preferito e tre giovani uomini arrapati, che speravo mi avrebbero definitivamente restituito a me stessa. Troia nell'anima. Come ero sempre stata. Come desideravo ardentemente tornare ad essere.
Sorrisi e spinsi la porta. Entrando nel primo giorno dei miei nuovi 40 anni.
Ore 12.30 - L'aperitivo
Sole a gennaio. In questa città di grattacieli e smog. Strano. Ma adatto. Molto adatto
alla situazione. Mi allungo meglio sul divano divaricando per bene le cosce e lasciando scorrere lo champagne rosè lungo il mio corpo. Le gocce percorrono gli omeri scivolano sui seni, trattenute dai capezzoli eretti, da cui rotolano sul ventre verso il monte di venere che per l'occasione sfoggia una nudità totale nuova di zecca. Tra paia di giovani bellissimi occhi seguono il percorso della gocce come ipnotizzati.
Il ronzio delle telecamere ormai è un sottofondo quasi accettabile. Sorrido.
“Bene ragazzi - ammicco - direi che il momento giusto per un aperitivo. Venite a servirvi”. Non passano 30 secondi che tre lingue avide iniziano a seguire il percorso
delle gocce sul mio corpo. Mi rilasso lanciando uno sguardo malizioso a Manari che
semi nascosto dietro una delle telecamere osserva la scena con quello credo voglia sembrare un'aria professionale.
Le lingue dei ragazzi sono calde, umide, alcune ruvide, alcune morbide. Tutte mandano brividi lungo la mia spina dorsale e spandono calore liquido nella mia fica. M'inarco per sentirle meglio. Marco, il biondino che assomiglia a Jud Low, ha una lingua lunga e ruvida che accarezza i miei capezzoli turgidi raccogliendo le gocce con accuratezza. Christopher, il nero sbarcato in città per sfondare nella moda, ne ha invece una morbida e corta ma maliziosa che esplora anche i recessi più nascosti tra la mia fica e
il mio culo dove le gocce birichine possano essere andate a giocare a nascondino. Jem, infine, il piccolo giapponese genio dell'informatica e creatore di videogiochi, ha una lingua calda e sottile, guizza in bocca intrecciandosi alla mia con notevole ardore.
Mentre il sapiente lavoro di lingua dei ragazzi mi porta sempre più vicina allorgasmo lancio uno sguardo allo specchio che occupa la parete di fronte al divano. La donna sensuale che si abbandona totalmente al piacere sono io. Finalmente di nuovo io. L'ultimo pensiero razionale prima che le onde dell'orgasmo mi travolgano e il sapore della mia sborra si mescoli allo champagne nelle bocche dei ragazzi che ora si abbeverano tutti alla stessa fonte.
Riaprendo gli occhi mi trovo di fronte Manari impeccabilmente vestito con un completo grigio sotto cui però spicca la sua imponente erezione. Si accarezza leggermente la cappella sopra i pantaloni guardandomi. “Perfido bastardo - penso - sa benissimo che non posso fare a meno di volere anche il suo di cazzo. Ma non gli darò questa soddisfazione”.
Ore 14.00 - il pranzo a base di frutta e cioccolato
Banane, fragole, e poi cioccolato in molte forme e declinazioni. Osservo i vassoi posati sul tavolo del living della suite mentre Marco pompa con vigore nel mio culo e io succhio con altrettanto vigore lo splendido uccello di Christopher del cui culo si sta caldamente prendendo cura Jem. L'intreccio può apparire solo ad una prima impressione casuale.
In realtà è perfetto e frutto di qualche ora di studio reciproco, delle reciproche preferenze in sostanza. Il cazzo di Marco ad esempio è perfetto per il mio culo, lo riempie come se questo vi fosse stato disegnato intorno. Sento la capella nelle viscere, e ondeggio incontro alle sue spinte ruotando i fianchi contraendo lo sfintere per sentirlo affondare con maggiore forza. La mia bocca è invece tagliata su misura per pompare
il cazzo di Christopher alla perfezione. Lo accolgo con un solo movimento tutto fino in gola. La capella preme sulle tonsille quasi soffocandomi. Succhio lentamente cercando
di adeguare il mio ritmo a quello con cui Marco mi sfonda il culo. Intanto Jem con notevole agilità e insospettato vigore pompa il culo di Christopher, che mio speculare alter ego gode doppiamente, come sto facendo io.
Il fastidioso ronzio di sottofondo si fa improvvisamente più intenso. La voce di Manari irrompe sulla scena. L'uomo accarezza il mio corpo inarcato e offerto con lo sguardo e intanto: “Marco la signora è particolarmente sensibile in questo punto - spiega con un tono a metà tra il professore di liceo e il regista creativo di porno sperimentali, mentre con un dito mi sfiora la pelle delicata tra il buco del culo e la fica grondante - quindi
visto che vogliamo zoomare sul suo orgasmo tu accarezzala lì e la ripresa sarà perfetta”. “Figlio di puttana, lurido bastardo penso mentre con un sorrisetto ironico si allontana e la pelle dove mi ha sfiorato mi brucia ancora come se mi avesse marchiata”. Fortunatamente è il pensiero di un secondo poi il vigore di Marco che segue alla lettera le istruzioni mi manda in orbita. Succhio con maggior intensità il cazzo di Christopher che è ormai pronto ad esplodere nella mia bocca…. E mi lascio andare stringendo il culo per prolungare l'orgasmo. La sborra mi cola in gola e nel culo. Mi ritrovo farcita di quel caldo vischioso e adorabile liquido. Meravigliosamente e potentemente farcita.
Mentre i ragazzi usano le loro lingue per ripulirmi mi rilasso e lancio uno sguardo ironico a Manari, che credendo di non essere visto da nessuno si sta menando il cazzo con entrambe le mani con gli occhi incollati sulle lingue che scorrono sul mio corpo.
“Ecco - penso - giustizia è fatta. Ah Ah Ah”.
Ore 16.15 - il bagno
Immersi nella vasca circolare colma di bollicine. I muscoli rilassati. Gli occhi chiusi. I corpi che si sfiorano sotto la schiuma. Lascio che il desiderio e la voglia fluiscono fuori
da me, colmando con al loro sottile seduzione la stanza. Il desiderio si. Il desiderio di sentirmi ancora autenticamente troia. E la voglia si. La voglia di essere scopata,
colmata di calda sborra in tutti i buchi, contemporaneamente.
Blues… non poteva che esserci un blues come colonna sonora. Le note trasportano la mia voglia e il mio desiderio nell'aria. E poi. Una frazione di secondo dopo. Solo mani
che cercano, bocche che succhiano. Denti che mordono. E cazzi che penetrano.
E buchi che accolgono avidi. Sono impalata sul cazzo di Christopher i petti incollati
con le ginocchia posate sul gradino della vasca e il culo che sporge offerto alla voglia e all'obbedienza di Jem che m'incula. Intanto Marco è uscito dalla vasca si è messo in ginocchio sul bordo e mi ha infilato l'uccello in bocca per farselo pompare.
La mente invasa dal piacere di quella triplice e totale penetrazione che tanto avevo cullato di poter realizzare. Mi perdo nella totale perfezione del momento.
E dimentico di essere mente, anima e cuore. E mi abbandono all'estasi di essere solo corpo. Puro sentire. Colmata. Completamente posseduta. Piena di potente e vigoroso piacere, che aumenta vertiginosamente con il passare dei minuti. Scopata. Nella bocca, nel culo, nella fica. Immobile nel godimento. Che aumenta ancora. Mentre i colpi si fanno più forti e, il cazzo di Marco mi affonda in gola soffocandomi. Liberata nel profondo della mia anima. Troia. Finalmente. Di nuovo.
La mente vacilla mentre il corpo travolto dalle contrazioni esplode in un orgasmo devastante. E la sborra cola dalla mia fica, dal mio culo, dalla mia bocca. Riga le cosce, segna il ventre, marchia i seni. Travolta dalla potenza di quella gang bang.
Di quella prima gang bang. Mi abbandono nella vasca mentre l'acqua scorre dove prima scorreva la sborra. Appagata. Veramente. Per la prima volta da tempo.
La telecamera ronza vicino ai miei occhi chiusi. I ragazzi sono andati a farsi una doccia
e io ho bisogno di un momento di quiete. Esco dalla vasca e mi avvolgo in un telo per asciugarmi rapidamente. Infilo le scarpe e cerco la mia pelliccia. Ho bisogno di fumare una sigaretta e andrò a farlo sul terrazzo della suite, contemplando le luci della città dall'alto.
Aspiro il fumo con voluttà mentre il freddo non passa attraverso la barriera del mio visone e del mio sangue ancora bollente per il piacere appena provato. Passi. E una voce. Quella voce. “Allora tesoro - sorride ironico Manari mentre mi prende la sigaretta dalla bocca e fa un tiro - può dirti soddisfatta no? Dei miei servizi professionali intendo?”. Non resisto. So che sta cercando solo quello. Ma non resisto.
Lo afferro per il bavero della giacca, lo spingo contro il muro, gli apro i pantaloni. Il cazzo svetta duro e rigido come un'asta. Lo afferro con la mano e inizio a pomparlo per bene mentre con lo stesso ritmo gli metto la lingua in bocca. Reagisce. Ovviamente. In un secondo inverte le nostre posizioni. Apre la pelliccia mi solleva una coscia mettendosela intorno alla vita e scivola fluido nella mia fica. E poi. Uno. Due. Tre colpi. Sempre più intensi, sempre più ravvicinati e frequenti. Ansimo mentre morde con ferocia un capezzolo. Affondo i denti nel suo collo e contraggo i muscoli della fica per succhiargli il cazzo dall'interno. Urla. “Troia. Lurida meravigliosa troia…”e sborra lava calda e gustosa dentro di me.
Sorrido. “1 a 1. Palla al centro , bastardo”. Penso. Mi stacco. Chiudo la pelliccia e rientro nella suite. Il mio passo è ancora più leggero.
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19 years ago
admin, 75
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40 anni (parte prima)
40 anni. Oddio. Come potevo compiere 40 anni. Era la realtà. Dovevo prenderne atto, per la prima volta nella mia vita non ero in pace con la mia età e con la fase vitale che stavo attraversando.
Eppure ero sicuramente più bella, seducente, affascinante e padrona di me della ragazzina di 20 anni, tutta minigonne e trucco pesante, che era entrata in redazione con molta spavalderia e un pizzico di incoscienza.
Ma ora quella data cerchiata di rosso sulla mia agenda non so perché ma invece di farmi pensare a feste e regali. Mi immalinconiva.
Basta, ci voleva qualcosa di speciale. Dovevo regalarmi qualcosa che avevo sempre sognato ma per un motivo o per l'altro mai realizzato.
Mentre, riflettevo su che tipo di regalo farmi…l'occhio mi cadde casualmente su un vecchio biglietto da visita che riportava solo un numero di telefono e la dicitura Dream Agency. Chissà. Magari rispondevano ancora e se così fosse stato. Forse sarei riuscita a ricordare i miei primi 40 anni come un traguardo del desiderio e non della memoria.
Composi il numero con le mani leggermente tremanti. Dirn Drin Drin Drin gli squilli si inseguivano l'uno con l'altro senza che niente accadesse. Stavo per riattaccare quando….
“Si - Dream Agency - Ha una voglia da realizzare?” La voce al telefono sembrava quella di un uomo maturo e anche abbastanza affannato.
“Salve sono Valentina Goia - la mia voce suonava incerta e venata di imbarazzo anche alla mie orecchie. Raddrizzai le spalle e mi ricordai che ero una donna libera con un legittimo desiderio. E abbastanza soldi e coraggio per realizzarlo.- e ho una voglia da realizzare. Una voglia particolare”.
“Sono la nostra specialità signora non si preoccupi - rispose l' uomo al di là del filo- quando può passare da noi per i dettagli? Le potrebbe andare bene Lunedì alle 13? Siamo in via Arconati 12. Bene a lunedì”.
Riappesi la cornetta stordita, segnando automaticamente l'appuntamento sulla mia agenda per il lunedì successivo. Lo avevo fatto veramente. O meglio avevo iniziato a farlo veramente. Non sapevo ancora se avrei avuto il coraggio di andare fino in fondo.
Del resto negli ultimi anni avevo quasi smesso di coltivare il mio lato oscuro, completamente assorbita dalla carriera e dal mio ruolo di moglie e madre perfetta.
Ma, quei maledetti 40 anni mi avevano riportato a galla ricordi e sensazioni che da tempo non provavo. E che, in passato, erano stati la linfa vitale del mio modo di essere. Mi ero accorta che non scopavo con un uomo che non fosse mio marito o il mio amante (lo stesso da anni ormai) da mesi. Per non parlare del tempo trascorso dall'ultimo menage saffico. Non ricordavo nemmeno più che sapore avesse una figa.
No. Decisamente non ero più io. Era ora di dare una svolta e recuperare la vecchia Valentina. Lo dovevo a me stessa.
Lo avrei fatto…avrei trascorso il giorno dopo il mio 40esimo compleanno. Il mio primo giorno da “splendida 40enne” per dirla alla Nanni Moretti nella suite Rouge del Five Season. In compagnia di una cassa di champagne cristal rosè e di 3 giovani uomini. Nessuno dei quali con più di 25 primavere. Si, mi sarei regalata una gang bang. Per la precisione 24 ore di ininterrotta gang bang. Meglio di qualsiasi filler al botulino o microlifting che dir si voglia. Ne sarei uscita rinata. Pronta per i prossimi 40 anni.
Lunedì ore 13. Uffici della DreamAgency.
Osservo la mia immagine riflessa nel vetro smerigliato della porta dell'agenzia. Mi sento come in quella canzone di Jovanotti in preda a vertigini che “non sono paura di cadere ma voglia di volare”. In realtà non vedo l'ora di spiccare il volo.
Spingo la porta con mano ferma ed entro annunciata dal ticchettio dei tacchi a spillo dei miei stivali. Mi dirigo al banco della reception dove siede una splendida giovane donna che avrà al massimo 20 anni. Sento il mio corpo reagire a quella vista. Non mi accadeva da anni. I capezzoli mi si inturgidiscono sotto la stoffa sottile della mia camicia di seta e un calore liquido mi cola tra le cosce. Sorrido alla ragazza e soprattutto a me stessa. Quasi riconoscendomi nella mia pelle. Di nuovo io.
“Ho un appuntamento con il signor Manari. Per le 13.” Dico alla giovane soffermandomi con lo sguardo, forse una frazione di secondo più del consentito, sulle sue labbra turgide mentre parla.
“Prego signora, si accomodi il dottor Manari la sta aspettando. Da questa parte mi segua” - la giovane con un sorriso mi invita a seguirla lungo un corridoio. Osservo compiaciuta il dondolio dei suoi fianchi davanti a me. Gran bel culo - penso - ma il mio le da ancora dei punti. “Ecco si sieda pure. Il dottor Manari al raggiungerà subito”. “Grazie “ sorrido alla giovane leggermente imbarazzata dal mio sguardo ammiccante. E mi siedo accavallando le gambe mentre sento il filo del mio perizoma che mi scivola tra le chiappe solleticandomi il culo.
Non faccio in tempo a cercare una sigaretta nella borsa che entra un uomo, molto piacevole ad un primo sguardo. Sulla cinquantina. Alto e snello. Un bel portamento e un gran bel culo, ancora sodo nonostante gli anni. Si siede rivelando due occhi azzurri intensi e indagatori. Mi fissa incuriosito e anche leggermente arrapato. Se non ho perso completamente il mio intuito. Dati gli anni di inattività pressoché totale.
“Bene signora Goia - mi sorride con arguzia dietro le lenti chiare dei suoi occhialetti cromati - mi vuole raccontare qualcosa di più di questa voglia che vorrebbe l'aiutassimo a realizzare?”
“Qualcosa di più? Beh non per sembrarle troppo diretta ma intendo regalarmi per il mio 40esimo compleanno una gang bang con tre bei giovanotti. Voglio 24 ore di sesso sfrenato con giovani uomini sempre pronti a soddisfarmi in ogni modo desideri. Naturalmente le voglio nella cornice adatta. E la suite Rouge del Five Season mi sembra perfetta”.
“Benissimo - capisco e siamo senz'altro in grado di aiutarla mi sorride malizioso Manari - ma ho bisogno di qualche particolare in più circa i giovani uomini in questione a parte il numero”.
“Certo - rispondo facendo scorrere il mio sguardo dai suoi occhi alle sue labbra fino alle petto e più giù sotto la scrivania - al massimo 25 anni, meglio se più giovani. Ben dotati, abili e disinibiti. Rigorosamente bisex. Intendo godermi lo spettacolo di due splendidi giovani uomini che si fanno il culo a vicenda. Ah disposti a farsi riprendere. Perché è ovvio che voglio che riprendiate l'intera durata dell'incontro, con delle telecamere montante in tutta la suite e, poi ne ricaviate un film di almeno un paio d'ore. Adeguatamente montato. Deve sembrare un filmato professionale. Un porno d'autore. Mi spiego?”
“Assolutamente - la malizia negli occhi di Manari traboccava letteralmente - è stata chiarissima direi che manca solo un particolare: quando vorrebbe realizzare il tutto. “Il giorno dopo il mio compleanno - rispondo in tono ridente - dunque martedì 19 gennaio”.
“Benissimo abbiamo tempo più che sufficiente per realizzare il tutto - conclude Manari alzandosi e venendo verso di me - naturalmente le verrà a costare parecchio. Ma non credo sia un problema vero?”. “No - rispondo alzandomi a mia volta e offrendogli il panorama completo dei miei seni gonfi con i capezzoli duri che premono contro il pizzo del reggiseno - non lo è affatto. Ma in ogni caso vorrei da lei alcune precisazioni e garanzie circa la discrezione e la tutela della privacy nell'erogazione dei vostri servizi”.
“Che ne dice se ne discutiamo a pranzo? - mi sorride prendendomi sottobraccio e sfiorandomi in modo fintamente casuale un capezzolo mentre lo fa”. La troia cacciatrice che è in me esulta nel vedere che nonostante gli anni di inattività non ho ancora perso il mio tocco. “Molto volentieri - rispondo mentre la mia mente immagina quella bella testa china tra le mie cosce e la lingua ad accarezzare con prepotente violenza il clitoride - dove suggerisci di andare?” Nel chiederlo mi volto leggermente verso di lui in modo che i miei capezzoli turgidi sfiorino il suo braccio e alzo il viso verso il suo quasi ad offrire il collo i suoi denti e alle sue labbra.
Sono scivolata nel tu quasi inconsciamente. Mi preparo ad azzannare la preda. Sorrido mentalmente di me stessa, mentre sento Manari spingermi contro la parete di fondo del suo ufficio e scivolare con le labbra e la lingua lungo l'arco del mio collo.
M'inarco per assecondarlo e faccio scivolare le mie mani sul suo culo giusto per verificare se la prima impressione era stata quella giusta. Sodo. Muscoloso. Una meraviglia. Stringo e mi struscio contro il suo cazzo in erezione mentre lui m'infila la lingua in bocca e mi schiaccia con il suo corpo contro la parete.
“Bene - ansima sulle mia labbra - sei veramente la troia spettacolare che sembri è?”
“ Si - rispondo mordendogli il collo e aprendogli la lampo dei pantaloni per afferrare il cazzo e avvolgerlo nella mia mano come fosse già nella mia bocca - resta da vedere adorabile bastardo se tu sei in grado di scoparmi per bene come sembri promettere”.
“Provvediamo subito, signora - sussurra ironicamente nel mio orecchio un minuto prima di farmi girare e schiacciarmi contro il muro con la parte superiore del corpo. Mi solleva la gonna. Strappa il filo del tanga. Ora il mio culo rotondo si offre impudico al suo sguardo. Mi afferra per i fianchi e sbam. Un solo colpo. Secco. Violento. La cappella che lacera il buco. Il cazzo, che mi affonda nelle viscere. La fica che si contrae e cola in risposta all'invasione del culo. Gemo…”Gran figlio di puttana lo sai usare bene il cazzo è… sfondami il culo dai”. Non parla. Sorride lo sento contro la pelle della nuca il riverbero di quel sorriso e aumenta la pressione degli affondi e la frequenza dei colpi. Contraggo il culo e lo sporgo infuori ruotandolo per sentirlo completamente immergersi in me. La fica gronda desiderio liquido e bollente, che mi riga le cosce. Lo sento farsi sempre più turgido e pulsante nel mio culo.
Allora ruoto un'altra volta i fianchi e contraggo gli sfinteri come se volessi fargli un pompino a quel cazzo magnifico che mi colma totalmente.
“AHHHHHHHH grandissima troia sborro. Te lo gonfio di sborra questo culo favoloso che ti ritrovi” - ansima nel mio orecchio. Spingo un'ultima volta indietro e mi abbandono all'orgasmo anche io, che mi attraversa tutta dal culo alla fica, al cervello. Restituendomi a me stessa. Troia nell'anima. Come sono sempre stata. Come sarò sempre.
Crolliamo abbracciati a terra. Con qualche fatica ancora ansimanti ci districhiamo. Sorridendoci allegramente , mentre cerchiamo di ricomporci.
“Beh come minimo -ridacchio guardandolo maliziosa riallacciarsi i pantaloni - visto che stavolta il servizietto te l'ho fatto io. Mi aspetto un generoso sconto sulle tue di prestazioni, o meglio su quelle della tua agenzia nella realizzazione della mia VOGLIA”. “Ah ah aha ah - mi sorride divertito di rimando - indubbiamente ti sei guadagnata lo sconto riservato ai clienti VIP, il tuo è stato un servizietto di qualità elevatissima. Complimenti”.
Ricomposti, sorridenti e direi soddisfatti lasciammo l'ufficio diretti al ristorante. Peccato che siano già le tre del pomeriggio.
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