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I miei mariti
Anche stanotte,come mi capita da un po' di tempo,dopo aver dormito per due ore eccomi alla tastiera ,invece di stare a rigirarmi nel letto dando fastidio a chi mi dorme accanto,tastiera alla quale confido i miei segreti,le mie ansie,le mie paure,i miei desideri,le mie voglie,i miei sogni.Sì,i miei sogni perchè anche se sono una donna realizzata e con una vita piena di gioie e soddisfazioni ci sono dei momenti che vorresti che le cose andassero diversamente solo per il gusto di cambiare l'ordine di quelle cose che tu hai stabilito che fossero in quel modo.La mia vita l'ho programmata io stessa e devo dire che si è realizzata più o meno secondo i miei piani.
La parte più complicata e problematica era di pianificare la mia vita sessuale,ma devo dire che in ultima analisi si è sviluppata come meglio non avrei potuto desiderare anche se si sono verificati dei casi che mi hanno segnata nel mio intimo.Tempo fa sono andata in depressione perchè è venuto meno il mio primo marito,Ettore,di cui ero perdutamente innamorata ( più o meno di come sono innamorata perdutamente del mio Vanni,l'attuale compagno ).Quando hai vicino una persona che si fa amare con tutta l'anima,ti fa vivere una vita invidiabile e da sogno,soddisfa ed appaga ogni tuo desiderio innocente o peccaminoso che fosse,ti sembra di volare una spanna aldisopra degli altri,e quando questa persona viene meno per qualsiasi motivo ti lascia un che di amaro in bocca che ti fa rifiutare di continuare a vivere.Ettore era un agricoltore che con l'aiuto di qualche suo amico intimo,sottolineo intimo perchè ha la sua importanza,aveva ampliato la sua piccola fattoria creando un allevamento di bestiame con relativa monta sia di vacche che di cavalli.Quando abbiamo stabilito di metterci insieme era già abbastanza avviata,e col mio aiuto,credo,si è ampliata ancora di più,anche perchè le mie origini sono contadine.
Ettore lo conoscevo da quando eravamo studenti e di lui sapevo che prediligeva di più i maschietti piuttosto che le femminucce.Avevo provato a fare con lui dei giochi da bambini ma mai parlato di sesso . Tra l'altro in Paese era noto il suo legame col figlio di uno dei più ricchi della zona ed infatti erano come culo e camicia,nel senso che erano sempre insieme.Poi era andato a militare ,poi aveva creato ed ampliato questa sua fattoria , quindi ci eravamo un po' persi di vista fino a che un giorno non ci siamo rivisti sulla spiaggia del lago sito nelle vicinanze delle terre nostre natie,ognuno di noi era colla sua combriccola di amici,e dopo esserci salutati siamo rimasti a raccontarci un po' le nostre peripezie.Abbiamo trascurato un po' i nostri amici,che tra l'altro ci hanno canzonato,e siccome ci è piaciuto il pomeriggio che abbiamo trascorso insieme ci siamo dati appuntamento per l'indomani;e così per i giorni successivi fino a che non mi ha proposto di diventare la sua donna,anzi,la padrona dei suoi possedimenti dove il mio compito,oltre che essere gerente del letto avrei dovuto essere gerente della fattoria.Non ho potuto dire di no alla sua proposta anche perchè in tal modo mi ha dimostrato di avere piena fiducia sia nella mia onestà che nelle mie capacità direzionali.Ma la cosa che mi ha indotto ad accettare è che lui mi ha confidato ciò che grosso modo sapevo di già:lui era la fidanzata di Alfredo,il suo coetaneo figlio del ricco del paese,col quale era spesso a letto e questo non gli impediva di avere rapporti con una donna.
Infatti prima di metterci insieme abiamo fatto molto spesso sesso con mio completo appagamento.Anche io sono stata leale con lui e gli ho confessato di essere ninfomane,pluriorgasmica,alla continua ricerca di sesso;gli ho confessato,come se già non si sapesse,che mi piacevano gli uomini ma di più le donne.Lui ha detto che non sarebbe stato geloso se avessi avuto degli amanti ,l'importante che lui ne fosse sempre al corrente,che non mi sarei comportata da vacca,che non avrei partorito un bastardo e che avrei fatto in modo che i più non ne fossero al corrente.Ci siamo parlati,frequentati e fottuti per un po' di mesi fino a quando non mi ha proposto di prendere le mie cose e trasferirmi a casa sua che era vuota del calore femminile.
Sì,era vuota del calore femminile ma era piena di tanti cazzi che volevano entrarmi nel corpo.La prima sera sono stata a cena con lui a casa sua con dei cibi cucinati da lui ma la sorpresa,non so piacevole fin dove,l'ho avuta quando siamo andati a letto e questo era già occupato.Sì,Alfredo,il suo eterno fidanzato era sotto le coperte con una vistosa erezione.Sono rimasta sconcertata e per prima cosa sono corsa in bagno per riflettere.Sarò rimasta un buon quarto d'ora prima di prendere la decisione di accettare questo modo di essere e di fare, cosa che mi avrebbe poi dato piena libertà di movimento come si è poi avverato in futuro.Mi hanno preso tutti e due contemporaneamente e devo dire che Alfredo si è fatto onore per più di una volta quella notte riempiendomi del suo liquido caldo il culo.Da quella volta moltissime altre Alfredo è stato ospite nel nostro letto dove ha infilato sia me che mio marito,prediligendo le parti posteriori.In casa,anzi in una casupola adiacente la stalla,abitavano quattro aiutanti extracomunitari e ce n'era uno egiziano,Izmir,che era molto piacevole sia fisicamente che intelletualmente.Si vedeva che aveva fatto le scuole superiori ed aveva una certa cultura.Sinceramente questo lato della sua persona m'interessava poco o niente mentre mi attirava il gonfiore che vedevo nei pantaloni e che faceva presumere di nascondere un affare di dimensioni notevoli.Cominciai col farmelo amico e non fargli pesare il fatto che io ero la padrona e lui lo schiavo,cosa che aborro,cominciai a sfidarlo sul fatto che i neri sono dotati di cazzo ma non di testa,che usano il sesso per istinto e non per calcolo.Lui punto sul vivo ci tenne a dimostrarmi che gli africani sanno fare sesso più e meglio dei bianchi.Con lui mi incontravo per lavoro tutte le mattine alle tre circa per mungere le vacche e per cambiare lo strame dei cavalli.Una mattina io ero particolarmente eccitata,forse avevo sognato uccelli,sono andata a svegliarlo un po' più presto del solito e con lui siamo andati,come al solito,in stalla.Mentre lui mungeva io buttavo giù dal soppalco alcune balle di paglia che servivano per rifare il letto dei cavalli e degli asini che avevamo.Ad un certo punto sono saltata giù,sulle balle che avevo gettato in precedenza,facendo finta di essermi fatta male alla gamba e lamentandomi.Lui è arrivato trafelato e spaventato perchè pensava che mi fossi fatta male e mi ha trovata con una tetta di fuori ,la gonna che si era ritirata sulla pancia e metteva in bella vista i peli neri ed abbondanti che straripavano fuori delle piccole mutandine.Gli dissi di mettere in trazione la gamba dolente mentre appoggiavo il piede al suo inguine per fare più forza.Lo avevo appoggiato proprio sul cazzo e mentre all'inizio spingevo forte dopo un po' cominciai ad appoggiargli il piede con dolcezza e quando sentii che si gonfiava cominciai a carezzarglielo con le dita.Lui abbandonò l'altra gamba e si masturbò strusciandosi contro il mio piede mentre non toglieva lo sguardo dalla mia fica che colava umori come una fontana.Si era incantato e prima che venisse mi sono seduta e gli ho tirato fuori il manganello che appena è stato toccato dalle mie labbra umide mi ha inondato di sborra bollente.C'erano le mucche che muggivano,quelle che avevano le mammelle piene di latte,ma insieme ad esse muggivo anch'io quando mi ha presa alla pecorina e mi ha spento i bollori con il suo liquido infiammato.Sono rimasta sdraiata con le cosce aperte mentre lui è andato a finire il suo lavoro di mungitura ed infine è venuto a godere ancora del mio corpo facendomi bere il succo che continuava ad espellere.Quella fu la prima di innumerevoli mattine in cui presi l'abitudine di bere il suo sperma come se bevessi latte e caffè.Una volta gli ho fatto indossare un preservativo dentro cui è venuto tre volte nello spazio di pochi minuti riempiendolo per oltre metà.Ho bevuto la sua sborra ancora calda e mentre la bevevo godevo come non mai.Se io vedo un cazzo duro che mi desidera mi bagno ma se lo vedo mentre eiacula vengo come una fontana ed ancora di più se ne bevo il seme.Quella mattina ho riferito tutto ad Ettore e lui mi ha confessato di avere rapporti con un altro aiutante,Mohamhed il turco,che secondo una tradizione del suo Paese,pare che prediliga la sodomia ai normali rapporti sessuali,e anche le donne preferisce incularle piuttosto che chiavarle davanti.Mio marito si occupava della monta del toro mentre io mi occupavo di quella dei cavalli.Ogni tanto veniva da noi qualcuno a portare la sua cavalla per farla montare da uno dei nostri due stalloni.Il mio compito era di fare in modo che uno degli asini che avevamo a questo scopo facesse la corte alla cavalla per farla andare in calore e permettesse allo stallone di montarla.Io mi avvicinavo all'asino,gli accarezzavo la groppa ed intanto cominciavo a toccargli i coglioni.Le prime volte,ricordo,lui scalciava fino a che piano piano imparò a riconoscere le mie carezze e si lasciava fare.Poi gli toccavo la cappella che era tutta nascosta nella pancia,gliela titillavo,ricordi di quello che facevo quando ero bambina coll'asino che avevamo in campagna e col quale giocavo coi figli del fittavolo,e piano piano la vedevi che si srotolava in tutta la sua lunghezza.Intanto aveva le narici molto vicino alla fessura della cavalla che,sentendo il profumo del sesso maschile,si apriva e chiudeva ed emetteva umori che venivano prima aspirati e poi leccati dall'asino.Questo la leccava un po' dappertutto ed intanto nella mia mano il suo cazzo aveva preso consistenza e cominciava a dondolarsi perchè voleva entare nella vagina adesso vogliosa della cavalla.Questo era il momento peggiore perchè si rischiava che mordesse quando gli si impediva di chiavare l'oggetto dei suoi desideri ed anzi vedeva il cavallo che infilava il suo tremendo cazzo enorme e godeva di quella femmina eccitata.Io dovevo menarlo fino a farlo godere e la cosa non è che la gradisse più di tanto mentre la gradivo io , sentire in mano tutto il suo turgore e poi avere la mano bagnata dal suo seme e spesso,quando veniva Silvio,un nostro cliente abitudinario,mentre i cavalli facevano sesso lui mi spegneva il fuoco che avevo dentro col suo succo fresco ed abbondante.Non l'ho mai fatto ma spesso ho avuto voglia di essere penetrata dal cazzo di un asino,che tra l'altro son sicura di riuscire a fare entrare vista la mia larghezza fuori del normale.Ettore mi ha spesso posseduta infilandomi la mano con parte del braccio senza per questo soffrirne.Questa mia particolarità si chiama elefantiasi,cioè si ha la vagina larga e profonda come quella di una elefantessa.E questa mia conformazione è stata la causa di aver fatto decidere Vanni,il mio attuale marito,ad eleggermi dea del suo focolare.A parte il fatto che io ho bisogno di cazzi grossi per sentirmi posseduta ma il fatto che tali cazzi grossi piacciono molto a lui,e il suo incarico è di farmi sapere chi ne è provvisto segnalarlo alla mia attenzione e poi io passo all'attacco.Tempo fa mi ha parlato di Romolo,il nostro portinaio,bel giovane ed aitante,al quale per caso aveva visto la proboscide una volta che sono andati a pisciare insieme nel cesso del bar che frequentano tutti e due.Sinceramente Romolo è interessante come maschio ma di più lo è sua moglie Veronica,una brunetta tutta pepe che deve avere una foresta di pelo nero che le contorna la fica e che mi provoca degli incubi tanto la sogno spesso la notte.Ed in vista di una sua futura conoscenza biblica che mi sono decisa ad accontentare mio marito e farmi sbattere da Romolo.Una volta che ebbe il mio accordo,Vanni cominciò a frequentare un po' di più Romolo e spesso lo ha invitato a casa nostra prima per dei motivi di condominio poi come semplice amico.Dietro mio desiderio ha spesso portato sua moglie con la quale sto diventando amica intima e con la quale ho cominciato a confidarmi e a parlare di sesso.Pare che lei sia una buona allieva visto che recepisce molto bene ed è curiosa di provare cose che finora non ha neanche preso in considerazione.Appena avrò raggiunto il mio scopo lo racconterò in questo mio diario.Dunque Romolo veniva spesso a casa ed era presente a quando Vanni cucinava vestito di un paio di pantaloncini e a torso nudo indossava un grembiule da cucina che sembrava che indossasse una minigonna.Ed infatti Romolo gli ha fatto notare questa cosa dicendogli che forse vestito da donna sarebbe stato uno spettacolo bello da vedere.Vanni mi chiese di portargli una gonna che si apre completamente e che si chiude col velcro e permette di essere indossata da qualsiasi corpo magro o grasso che fosse.Per indossarla si è cavato i pantaloncini in nostra presenza,anzi più che altro in presenza di Romolo,facendo vedere l'erezione che il suo tanga a stento nascondeva.
Romolo si deve essere eccitato perchè quando parlava farfugliava e benchè seduto sul divano si notava il gonfiore.Io ero seduta difronte a lui inguainata in una vestaglia lunga fino alle caviglie e una serie di bottoni strategici che lasciavano,quando mi muovevo,intravvedere i capezzoli dei seni o il pelo della fica perchè,come d'accordo con Vanni,non indossavo mutande.Mio marito facendo finta di lesbicarmi mi è venuto addosso obbligandomi ad alzare le gambe per scoprirle fino all'inguine e ha fatto vedere a Romolo che non avevo le mutande,poi dimenando il culo si è andato a sedere sulle ginocchia del portinaio il quale lo ha abbracciato e lo ha tirato verso di sè per fargli sentire che gli era venuto il cazzo duro.Sono stati lì a mimare l'atto sessuale fino a che Vanni è andato a cambiarsi in camera mentre io ,seduta sulla poltrona,ho appoggiato i piedi al cuscino abbracciandomi le ginocchia e benchè avessi le gambe coperte dalla vestaglia da sotto gli mettevo ben in vista la fica luccicante di umori.Romolo non ce l'ha fatta a trattenersi ed ha allungato una mano e mi ha infilato un dito nella fessura portandoselo in bocca per sentire il mio aroma.Come se nulla fosse si è ricomposto perchè Vanni stava entrando in sala.In condominio ognuno di noi ha una giornata per sciorinare in solaio e a me tocca il martedì.Allora,essendo quel giorno un giovedì,gli dissi se poteva tenermi a disposizione il solaio sabato pomeriggio perchè avevo molto da lavare e quindi avevo bisogno per sciorinare.Mi disse che dalle cinque del pomeriggio in poi potevo disporne.E credetti di capire che oltre al solaio avrei potuto disporre anche di altre cose quel sabato.Quando fu andato via abbiamo commentato con Vanni il fatto ed eravamo sicuri che il sabato successivo in solaio ci sarebbe stata guerra,guerra di sessi.Sia quella sera che quella dopo mio marito mi ha riempita del suo succo perchè era ansioso di sapere come io fossi stata presa.Anche io ero vogliosa e sempre bagnata.Quel sabato ho indossato la solita vestaglia ed un semplice slip bianco;ho sbottonato un altro bottone per fare in modo che quasi per intero le tette fossero a nudo e la parte di sotto tutta aperta , abbottonata solo all'altezza della fica.Ho messo un paio di scarpe coi mezzi tacchi perchè così mi si alza un po' di più il culo che è già a mandolino di suo e così,tutta eccitata,sono andata in solaio.Avevo quasi finito di sciorinare e temevo di aver capito male e che avrei atteso inutilmente quando sento che qualcuno entra chiudendosi la porta alle spalle.Romolo,con un viso paonazzo mi viene vicino e si offre di aiutarmi,io dico di no ed indietreggio . Lui indossava una avaiana blu che indossa per lavorare ma sotto non aveva nulla infatti quando mi è venuto vicino si è tolta l'avaiana ed ha messo in mostra un cazzo di misure eccezionali.Lungo non tanto ma grosso,ma grosso con una capocchia che sembrava quella dell'asino della fattoria.Con una mano mi teneva la mia mano e con l'altra mi ha spinto in giù la testa fino a portare la mia bocca all'altezza del suo membro.Troppo grosso per prenderglielo in bocca allora l'ho leccato seguendo l'asta,gli ho ciucciato i coglioni e più gli dicevo che non volevo più lo leccavo con le labbra umide.Mi ha tolto la vestaglia e l'ha stesa per terra coricandomici sopra per fare un bel 69 che mi ha permesso di bere la prima ondata del suo succo denso.Ha notato la larghezza della mia fica e di quando umore producevo ed ha detto che il suo attrezzo era fatto su misura per me e che io ero la donna della sua vita visto che con sua moglie non riuciva a fare sesso perchè ogni volta che la penetrava le faceva male.Si è sdraiato lui per terra e mi ha invogliata a prendere il suo membro a smorzacandela.Il vantaggio di questa posizione è che sono io a decidere di come e di quanto farne entrare.Ah che bello!Ah che goduria! finalmente un cazzo che mi riempisse totalmente la vagina:quando è entrata la capocchia ho avuto la stessa sensazione di quando ho partorito mia figlia,quel senso di riempimento totale,ho ancora goduto permettendo che tutto il suo cazzo mi entrasse nelle viscere senza fatica.Il cazzo di Romolo è il cazzo delle mie misure,sembra fatto apposta per me come io ho la vagina fatta apposta per le sue misure.Mi ha sborrato dentro facendomi ancora godere ed ho trattenuto il suo sperma chiudendo la fica con le mani e pulendomi con gli slip quello che ne colava fuori.Sarò venuta almeno 7-8 volte,mi è sembrato di venire come se pisciassi tanto era abbondante la secrezione del mio liquido.Mentre mi fotteva mi aveva infilato nel culo un dito ed aveva notato che non era molto largo,allora mi ha proposto di fargli visita qualche prossima volta.Io gli ho detto di no,che il culo era luogo privato di Vanni e che come a lui piaceva incularmi così mi piaceva a me d'inculare lui.Allora ha detto che non è giusto adoperare cazzi finti quando ci sono in giro dei cazzi veri e vogliosi.Allora io gli ho confessato che il mio desiderio segreto è di vedere qualcuno che prende mio marito,e lui giustamente si è offerto,ed insieme abbiamo concertato un modo di esaudire questo mio desiderio.Io ho detto di non rivelare la nostra relazione a Vanni e di venire a casa mia e fare la corte a lui senza badare a me,altrimenti Vanni si potrebbe arrabbiare: naturalmente era una menzogna visto che Vanni era al corrente di tutto,ma bisognava salvare le apparenze.Mi sono quasi slogata la mascella quando l'ho salutato perchè ho voluto prenderglielo in bocca senza riuscirci.Sono tornata in casa dove Vanni ha leccato la sborra che ero riuscita a conservare in fica e ha fatto sesso usando come lubrificante lo sperma di Romolo.Un paio di sere dopo abbiamo invitato Romolo a bere qualcosa con noi prima di cena.Lui aveva gente in casa e ci ha detto che sarebbe venuto sul tardi.Lo abbiamo atteso facendo mille congetture e mille piani per fare in modo che fottesse Vanni.Inutile dire quanto fosse eccitato mio marito ed io pure.Gli ho fatto indossare un perizoma dei miei che didietro era un filo interdentale in modo che mostrasse le chiappe ed il buco del culo e davanti era piccolo da lasciare fuori i coglioni e trasparente in modo che mettesse a nudo l'asta. Sopra ha messo il solito grembiule mentre io con la solita vestaglia quasi tutta aperta e senza intimo.Romolo è arrivato verso le undici di sera dopo aver messo a letto Veronica,sua moglie.Abbiamo parlato del più e del meno sapendo che i nostri pensieri erano diretti ad un solo argomento:Vanni voleva prendere quello strumento Romolo voleva fotterlo ed io volevo assistere.Abbiamo bevuto qualche bicchiere di Moscato di Samo che fresco è andato giù una bellezza ed ha allentato i freni inibitori.Dopo un po' Romolo ha fatto l'elogio alle gambe di Vanni che venivano scoperte come da una minigonna e lo facevano apprezzare in tutta la sua femminiltà,come diceva lui.
Allora Vanni cavandosi il grembiule ha detto che più apprezzabile era l'intimo che indossava e così facendo ha messo ii bella vista i coglioni che uscivano fuori dagli slip ed il cazzo che era teso al massimo e ben visibile.Romolo non sapeva dove sbattere la testa perchè da una parte c'era il cazzo turgido di Vanni che ammiccava e non domandava altro se non di esere preso in bocca e dall'altra aveva difronte la mia fica pelosa che spesso,distrattamente diciamo,mettevo ben in vista con dei miei movimenti avventati.Io ho allungato la mano sul cazzo di mio marito e facendogli come una sega ho detto che è un'esagerazione visto che ce l'ha sempre duro.E quasi offesa ho detto che sarei andata a dormire e mentre mi sono avviata verso la camera da letto mi son tolto la vestaglia facendo in modo che Romolo apprezzasse il mio culo ed il corpo statuario.In camera da letto mi sono messa a spiare attraverso la porta che avevo lasciato socchiusa e non son passati che pochi istanti quando mio marito si è allungato sul divano per prendere della frutta alle sue spalle e così facendo ha girato il culo verso Romolo che non ha fatto altro che saltargli su ed abbracciarlo e baciarlo.
Vanni si è messo in ginocchio sul divano per permettere a Romolo di leccargli il buco del culo ed intanto ansimava incitandolo di andare più in fondo.Romolo gli ha infilato il collo della bottiglia del vino che era rimasta lì vicino e visto che era entrato facilmente gli ha prima infilato due dita ed infine tre e le ruotava in modo da allargare lo sfintere.Vanni non è vergine,anzi ha provato insieme a me a Parigi a prendere un uccello mostruoso,quindi non gli è stato impossibile ospitare il cazzo enorme di Romolo.Quando lo ha sentito tutto dentro ha lasciato andare dei gemiti che erano il nostro segnale convenuto perchè intervenissi anche io,facendo finta di essere sorpresa.Sono uscita infatti nuda e mentre con una mano mi coprivo la bernarda mi sono avvicinata come per sincerarmi di ciò che vedevo.Vanni mi ha chiesto scusa ma che non ha potuto rifiutare la educata richiesta di Romolo di possederlo visto che si erano piaciuti.Mi sono intromessa anch'io facendomi fottere da Vanni mentre veniva inculato dal portinaio facendo così come un trenino che sborrava da tutti i lati.Romolo mi ha preso alla pecorina ed ha detto che era la prima volta che sia una donna che un uomo riuscivano a farsi penetrare dal suo cazzo senza soffrire.Adesso è già qualche mese che c'incontriamo spesso a casa mia e ci prende indistintamente me o mio marito.Ma il mio sogno è sua moglie.Vanni gli ha detto che gli piacerebbe fottere Veronica ma Romolo , forse geloso,ha detto che senz'altro lei rifiuterà.Allora io gli ho proposto che proverò io stessa e se ci si riesce faremo un bel gruppo di lavoro che pari non ce n'è.Adesso sono stanca e vorrei stendermi vicino a mio marito per tocarlo,per farlo eccitare e farmi prendere perchè ho una voglia che mi divora.Se non lo fa peggio per lui;qua vicino c'è il commesso di un superette che pare faccia dei servizi a domicilio che finora ha lasciato parecchie casalinghe soddisfatte.Vedremo.Ciao
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20 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
l\'annuncio
Con al mia ex moglie l'intesa sessuale era sempre stata ottima e ci divertivamo a fantasticare dentro al letto come molti fanno.
Una sera torno a casa dal lavoro molto tardi e trovo mia moglie con la televisione accesa mentre assiste ad una pubblicità di un club priveè nei dintorni di Roma. Mi confessa subito che le piacerebbe moltissimo andarci anche solo per guardare gli altri; io gli rispondo a mezza bocca stanco morto da una giornata infernale. Intanto le fantasie dentro il letto continuavano ed una volta le dissi chiaramente che mi sarebbe piaciuto vederla alle prese con due cazzi insieme; a lei era piaciuta l'idea e me ne accorsi subito perchè la sua figa d'improvviso si allagò ancora di più.
Il giorno dopo a sua insaputa misi un annuncio su internet dove cercavo un bel ragazzo dotato; già nel pomeriggio la mia posta era piena di risposte con foto. Le stampai e la sera le feci vedere a mia moglie. Lei rimase sorpresa ma eccitata e forse per sfida mi disse di contattarne uno che aveva scelto. Il contatto fu rapido che due giorni dopo avevamo un appuntamento al fungo dell'Eur(chi è di Roma mi ha capito). Lei era molto nervosa nell'attesa. Si presenta un bel ragazzo, bella macchina, ben vestito insomma uno di quei fighetti che ce l'hanno solo loro.
Dopo un'ora eravamo in un motel della zona. Lui incomincia ad accarezzarla andando subito sul suo seno già eccitato per poi scendere sino alle cosce e tirarle su il vestito. Io partecipavo ma ero più attento alle reazioni di mia moglie visibilmente impacciata. Alla rischiesta di spogliarlo lei comincia a sbottonargli la camicia: gran bel fisico palestrato. Lei era sul letto e lui in piedi di fronte; arriva ai pantaloni e non appena aperti gli tira fuori il cazzo: più corto del mio ma molto più largo. Lo prende in mano ed una volta scappellato se lo infila in bocca fino ai coglioni inìziando a mugolare. Io intanto da dietro le passo il mio cazzo duro come non mai tra il culo e la figa già bagnata all' inverosimile. Anche io voglio essere spompinato ed una volta a tiro comincia a leccarci le cappelle e spompinarci a turno com una foga che non avevo mai visto. Voglio vederla scopata come una troia e suggerisco di farci una doppia subito. Lei monta sul quel palo con una cappella enorme ed io da dietro le lecco il buchino sperando in un'entrata facile. Ma appena infilo la cappella un urlo soffocato mi blocca: le fa troppo male e mi prega di non farlo. Allora infilo anch'io il cazzo nella sua figa già piena ma la restistenza è poca. La scopiamo come una vacca ed è la prima volta che la sento urlare dal piacere. In quel momento le chiedo se avrebbe gradito un terzo cazzo in bocca per farla stare zitta e lei mi risponde che si sarebba fatta scopare da tutta Roma. Lui ha veramente un gran cazzo e la sbatte con molta violenza mentre io da dietro le allargo lel chiappe dicendole le cose più oscene. Lei è sconvolta, ne vuole sempre di più, è sudata, la sua figa emana un odore inconfondibile. Ci riposiamo un attimo; ne approfitto per leccargliela e lei di tutta risposta sfila il preservativo al nostro ospite e ricomincia a spompinarlo. Allora la riprendo da dietro e le vengo sul culo non riuscendo più a trattenere la sborrata. Lei si gira e mi dice: "guarda che abbiamo appena incominciato!" Dopo due minuti ero di nuovo in tiro eccitato guardando quella troia scopare con un altro. Anche lei è esausta e si sdraia a pancia in giù sul letto chiedendo di essere massaggiata. Questo tipo sa fare anche i massaggi e si era portato pure l'olio apposta!!! Lui è seduto sulle sue gambe e le massaggia sapientemente la schiena con il suo cazzo mezzo moscio che le dondola sul culo.
Prendo le sue splendide chiappe e le allargo dicendo all'altro "scopatela così senza preservativo" lei cerca di opporsi ma non appena sentita quella cappella enorme nella fica inarca il bacino per farsi scopare fino alle ovaie. Farsi fare un bocchino da una donna scopata a pecorina è fantastico. Quel bastardo non viene mai! ha una restistenza ed un controllo mai visti. Si era fatto tardi ormai e per colpa di una baby sitter stronza, abbiamo dovuto accelerare i tempi.
Lei con uno sguardo da puttana lo fa sdraiare supino e prendedogli il cazzo in mano mi guarda dicendomi:"vediamo quanta ne esce" comincia a fargli una sega alternando spompinate sino alle tonsille per tenere bagnata la cappella. Finalmente la sborrata; un fiume di sborra che la inonda sulla faccia e sulle tette. Io speravo di vederla inghiottire tutto invece... Adesso tocca a me le dico, e con gran tranquillità mi prende il cazzo in bocca dicendomi: "tu sei mio marito, la tua la voglio in bocca" Sbocchina me e continua a toccare il cazzo dell'altro che non sembrava ammosciarsi mai. Una sborra bianchissima le riempie la bocca. Non inghiottendo me la fa colare sulla cappella sporcando dappertutto. Che casino!
Ci puliamo e ci rivestiamo come se niente fosse successo salutandoci come vecchi amici.
Tornando a casa e parlando dell'accaduto eravamo di nuovo eccitati e ci siamo fatti una sveltina nel garage di casa.
Che bei ricordi! adesso la mia attuale compagna di certi argomenti non ne vuole neanche sentirne parlare!
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20 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
LA MIA PRIMA VOLTA....
Avevo 19 anni e facevo l'amore col mio ragazzo....un ragazzo carino,normalissimo,dotato nella media...ma molto dolce e sensibile..amavo fare l'amore con lui...
Mi ero messa in testa di voler provare a farlo con il sederino..sai quelle fisse che prendono ad una ragazza giovane e discreta come ero io...quelle curiosità e quei desideri che la gioventù rendono ancora + forti.
Detto fatto alla fine mi decido...una sera...a casa sua,mentre i genitori erano in vacanza in montagna...Dopo averlo eccitato per bene con un dolce pompino mi metto nel letto a pancia sotto e lo invito a prendermi così...mi allargo il sederino e glielo porgo,rialzandomi leggermente per favorirlo nella penetrazione.Lui mi insaliva a lungo..mi lecca per bene dentro...con la punta della lingua mi apre delicatamente un pò..e mi ci mette della saliva...ero pronta...ed una voglia incredibile mi aveva preso...
Mi iniziò a montare...lo fece per bene...ma non fù quel delirio che credevo...Il suo coso mi fece appena appena male...ma non sentii quella possessione che ti fà girare la testa...quel godimento che ti scuote da capo a piedi...fù una cosa banale...piuttosto normale..per essere la mia prima volta nel sederino....
Da allora seguirono altre volte...ma la voglia...quella voglia intima...quella voglia di sentirmi davvero sfondare...di sentirmi dentro un bel cosone duro,largo e grosso non l'avevo ancora provata.
Arrivai così ad avere 22 anni.Un estate al mare conobbi un ragazzo di Ferrara.Era in vacanza con gli amici in campeggio.Bellino,simpatico,carino e divertente.Gli amici lo chiavano tregambe...ed in breve parlando e scherzando con una delle ragazze della loro comitiva venni a sapere il perchè di quel soprannome...
Dicevano che aveva un cosone davvero grosso...e da qui...da una partita di pallone e relativa doccia negli spogliatoi avevano scoperto il motivo di tale nomignolo.
Beh..da vera troia..e sopratutto per levarmi la voglia che mi portavo dietro da 3 anni e dalla 1a volta col mio ragazzo decisi che era giunto il momento di verificare se era davvero come lo descrivevano.
Una sera in disco ci feci conoscenza per bene.Si parlo,si bevve e ci si diede appuntamento per la sera dopo.
Mi misi un vestitino da sballo....mini nera,tacchi alti,peri nero,toppettino e reggiseno a balconcino...insomma ero davvero sexy.L'abbronzatura poi fece il resto...Entrai in disco e parecchi furono quelli che mi notarono...
Ci salutammo...una bevuta,due chiacchiere e poi con disinvoltura lo portai nella parte all'aperto.Lì dopo poco ce l'avevo addosso...baci,carezze...palpatine..era infoiato e voglioso.
Mi premeva con la pancia sulle cosce....sentii subito che era eccitato...aveva come un grosso rigonfiamento in mezzo alle gambe...me ne accorsi immediatamente...
Eccitatissimo mi disse di accompagnarlo in macchina...voleva prendere il cellulare per chiamare gli amici e sentire dove erano.Capii subito che era solo una scusa...ma feci finta di crederci...volevo vedere che idea aveva...io la mia già me l'ero fatta....si trattava solo di aspettare poco..era troppo eccitato per non volermi.
Arrivammo in macchina.Fece finta di cercare qualcosa nel cruscotto....mi chiese se potevo aiutarlo.Entrai anch'io.Appena messo piede in macchina chiuse lo sportello e mi saltò addosso....Baci,carezze...era impazzito di voglia...In un attimo mi slacciò il toppettino e mi fece uscire il seno...un secondo dopo avevo una mano sotto la mini,un altro secondo ed avevo le sue dita che mi frugavano la micina...
Non me lo feci ripetere due volte....mi diedi subito da fare....Mentre lo baciavo lingua a lingua con una mano gli cerco la cintura dei calzoni....un attimo e gliela allento...poi giù la lampo...i pantaloni sono alla caviglia...E poi una mano entra nello slip...Lo trovo subito....stupendo e gonfio da far paura....Aveva un cosone da brivido...un esemplare superbo...un cosone davvero enorme..duro,largo e gonfio da non credere....
Mi prende per i capelli ed in un attimo me lo ritrovo in bocca....inizio a spompinarlo...mi sembra di sognare,stavo facendo un pompino ad un ragazzo con un cosone meraviglioso...da fotografia per come era enorme!!
Scorrevo con le labbra su quel cosone meraviglioso...duro..grosso...mi dovevo allargare le labbra per farlo entrare nella mia bocca...Se avesse spinto la mia testa sarei soffocata per come ce l'aveva grosso...e lungo da morire!!Le palle erano dure...gonfie..proporzionate al suo cosone...Lo spompino con voglia...su e giù...lecco...succhio..la cappella mi riempie la bocca...mi sembrava impossibile di avere un affare del genere in bocca...Un cazzone da sogno...gli stavo facendo un lento.....dolcissimo pomp...mentre godevo come una pazza a sentirmi quel meraviglioso cosone in bocca...e lui godeva del mio modo di fargli il pompino...Eravamo eccitati tutti e due come dei pazzi...Andavo su e giù con le labbra...insalivandolo bene...in modo che mi scorresse tra le labbra delicatamente...me lo volevo godere quel cazzone stupendo..perciò lo facevo lento..lentissimo..il pomp..in modo che me lo godevo in bocca il + a lungo possibile....dio che sogno di cazzo che ha...ero fradicia nella fica e tr
emendamente troia nel fargli il pompino!!
Di lì a poco lo sento eccitato e sul punto di venire.Assolutamente no!!!...non era così che doveva andare.
Lo fermo,gli dico di rivestirsi...lì era troppo pericoloso,in mezzo alla strada non era il caso.Prendiamo la macchina e ci spostiamo.Mentre lui guida la mia mente da gran troia progettava il piano che mi avrebbe definitivamente fatto perdere la verginità del mio culetto.
Gli dico di fermarsi in un altro posto,un posto che io conoscevo bene...con cui andavo con il mio ultimo ragazzo.
Lì continuiamo ancora a far sesso....glielo ritiro fuori...un attimo e mi alzo la mini...mi sdraio tra i sedili...spalanco le cosce....il suo cosone punta dritto alla mia micina....sposto il perizoma...me lo appoggia...mi spalanco...e dopo pochi istanti inizia a entrarmi..duro..dentro la mia fica fradicia....Inizia a scoparmi...era stupendo..mi infila prima un pezzo...poi un altro..mio dio...ma quanto è lungo il suo cazzo??Non finisce mai di entrarmi nella fica!!Aveva un cosone da urlo...mi sentivo la micina piena...godevo da morire...Avevo un paletto nella micia...godevo da impazzire...ero fradicia....
Inizia a scoparmi con forza...colpi decisi...sento la mia micia che geme...godo forte...
va avanti...mi scopa davvero bene...colpi martellanti...entra ed esce...me la stà spaccando di brutto...sono un lago..bagnatissima...l'orgasmo è vicino.Ancora colpi...eccomi....vengooooo!!Inizio a baciarlo sulle labbra...con passione....dio come godo!!Lui si accorge che stò venendo..aumenta i colpi....ecco che dopo poco mi accorgo che stà per venire...lo fermo...lo faccio alzare,me lo porto vicino alle labbra ed inizio a fargli un pompino stupendo...ha le palle dure e gonfie...grosse..piene di sperma da scoppiare....vado su e giù a fatica..è talmente duro e grosso che non riesco a spompinarlo come vorrei....è talmente largo che mi riempie le labbra..e lungo da far paura...non riuscirei mai ad arrivare alla base facendogli un pomp...mi soffocherebbe per come ce l'ha lungo..mmhh..come godo a sentirmelo in bocca!!!!Comunque lo stò facendo morire...Ancora pochi colpi delle mie labbra..pochi affondi e viene...grossi spruzzi di sperma mi arrivano in gola...ingoio tutto e vado avanti...sent
o che stà svuotandomi le palle in gola....gode...geme...continuo il pompino per farlo godere per bene...godo anch'io nel sentirmi quegli schizzi caldi...salati...stupendi..che mi scivolano nel pancino.E poi dio...che cazzo che ha!!una cosa incredibile...è un vero cavallo...pregusto il godimento che avrò quando me lo sbatterà tutto nel mio culetto...mamma mia!!
Mi bacia.Ci rivestiamo...torniamo a casa...Nel tragitto mi immagino cosa farò con lui quando finalmente mi farò inculare...come godrò e come sarà quando mi metterà quel suo cosone meraviglioso nel culetto.....volevo che la cosa non fosse fatta così...in velocità e con poco spazio.Lo mando a letto sfinito.
Appuntamento il giorno dopo al mare.E così per altri 3 o 4 giorni...da vera troia lo faccio ricaricare per bene...voglio che si ritrovi le palle gonfie..che muoia dalla voglia di fottermi..e sopratutto voglio che sia davvero al max della sua voglia.....
Alla fine quando deciso che si è ben bene caricato...quando baciandolo dentro una cabina me lo sento addosso e gli tocco per bene le palle così che mi accorgo che le ha dure e grosse...gonfie di sperma...decido che è pronto per il gran giorno....è il momento che attendevo...mi sarei fatta inculare da quel cavallo come volevo io!!
Ci ritroviamo al mare...stiamo insieme tutto il giorno.Per la sera avevamo fissato in pizzeria e ci diamo appuntamento lì.
Io intanto mi ero comperata un tubetto di vaselina in farmacia...per quello che avevo in mente era la cosa giusta....
poi mi ero fatta prestare le chiavi di un monolocale da un amica che aveva l'agenzia immobiliare.L'avrebbe affittato la settimana dopo..e per una sera me lo prestava volentieri.
Insomma pizza..due chiacchere e poi gli dico:"amore vieni a prendere il caffè da me?Ho una casina tutta mia stasera...e sorridendo come una perfetta troia gli lascio capire cosa ho in mente...."
Lui annuisce...salutiamo tutti ed andiamo nel mono dove io avevo intenzione di finire la serata e la verginità vera del mio culetto....
Entriamo...lo appoggio al muro..gli slaccio i calzoni...mi inginocchio e comincio a fargli un gran pompino...pochi colpi delle mie labbra e ce l'ha duro e gonfio come un manico di una vanga...stupendo...venoso e duro...una meraviglia...le palle sono grosse...dure...gonfie...gliele lecco per sentire come stanno...sono perfette...piene da morire del suo sperma caldo...l'astinenza forzata che gli ho dato è servita eccome...è magnificamente eretto...duro...un vero portento...un cazzo da favola tutto per me...pregusto già la serata ed il godimento.....
Altri due colpi delle mie labbra ed è pronto....ha un cosone da brivido...tenendomene una parte in una mano lo prendo e lo conduco al letto...li mi spoglio...lui fà altrettanto.
poi prendo il tubetto di vaselina,e guardandolo negli occhi da vera troia inizio ad ungermi il buchetto...lui mi guarda come inebetito...la voglia gli ha preso il cervello...non vede l'ora di fare quello che io ho in mente di proporgli.Io avevo una voglia incredibile...il sangue mi batteva alle tempie...morivo letteralmente dalla voglia di essere montata da lui....non vedevo l'ora di essere inculata per bene...
Detto fatto ungo anche il suo cosone...mentre lo invaselino lo guardo...ha un cazzone da brivido...enorme..duro..lungo e largo come un manico di un ombrellone da mare..mio dio...credo che mi sfonderà per bene...ma è quello che voglio...non vedo l'ora di prenderlo duro..largo e dritto tutto nel culetto!!!
In pochi attimi mi sistemo... mi metto a pancia sotto...mi appoggio 2 cuscini sotto la pancia e sono pronta...Il culetto mi stava perfettamente in fuori..sporgeva molto bene...era l'invito che non avrebbe rifiutato...infatti in un attimo sento la sua cappella che mi si appoggia al buchetto.
Allora infilo una mano sotto,passandomela di fianco alle gambe e gli prendo il suo cosone..dio come duro e grosso..è largo cone un pugno chiuso quasi....dio che voglia che ho di mettermelo nel sederino....
Voglio essere io a guidarlo nell'incularmi....ecco perchè lo prendo con le dita...dicendogli:
"amore aspetta...faccio io...ti guido io...così facendo sentirò meno male..."
Lui mi risponde di sì...e si ferma.Prendo la cappella e me la appoggio...poi gli dico con voce rotta dalla voglia...:"dai amore...dammi colpettini leggeri..entra..spingi piano amore mio...fai piano piano..sii dolce..."
e lui con dolcezza inizia a dare piccoli colpi di bacino...mentre la sua cappella comincia ad infilarsi nel mio buchetto del sederino...sento il mio buchetto che si apre lentamente...la vaselina lo aiuta ad entrare senza forzare troppo...io intanto comincio a sentire un godimento stupendo che inizia a prendermi il cervello....mentre il buchetto del mio culetto si allarga...si allarga....si allarga sotto i colpetti....ed io inizio a sentre quello che si prova a essere sfondate nel culetto da un cazzone così....
lui và avanti...la sua grossa cappella è entrata...lo scalino della cappella mi fà richiudere un pò il buchetto....una serie di brividi mi mandano in estasi...Ha un cazzone largo...talmente largo che mi sento spaccare il buchetto....ma la voglia è troppo forte... comincio a godere da morire...lui anche...Presa dal piacere inizio a sculettare lentamente...invitandolo a continuare ad entrare...lui non se lo fà ripetere 2 volte...lentamente dà altri colpetti di reni...ed il suo stupendo cosone entra ancora un altro pò nel mio culetto...ne ho preso quasì la metà...mi sento il pancino piuttosto pieno...il culetto me lo sento piuttosto "aperto..."...ma godo...dio se godo!!!
lui và avanti..io ho levato la mano da dietro...sono sdraiata a braccia aperte sul letto...i 2 cuscini sotto la mia pancia mi hanno messo ben sporgente il sederino....lui mi è dietro e si stà dando da fare,continui colpetti mi stanno spaccando...la testa mi gira...godo da svenire....Muovo e roteo il bacino...uno sculettare lento...che lo eccita ancora di +...continua ad entrare...mi sento impazzire....mi sento la micina è zuppa...sono fradicia di piacere....godo...
inizia a baciarmi una guancia,si ferma un pò...smette di entrare in me....io mi giro con il collo e lo bacio...la mia lingua incontra la sua...inizia a baciarmi con amore...io faccio lo stesso...poi mi guarda...io gli sorrido e gli dico..."dai amore..continua...ti prego...entra ancora...godo da morire...inculami amore...inculami tutta..."
lui riprende....colpetti su colpetti..sento che mi dilata da morire...è un dolore sottile...forte...continuo...ma il godimento è talmente forte che il dolore svanisce...lasciando spazio ad un piacere infinito...mi sento piena...è quasi tutto in me....me lo sento fino in gola...ha un cosone fantastico...è tremendamente grosso e lungo...sono in estasi...godo da morire!!
continua con i colpetti...alla fine sento le sue grosse palle che mi si appoggiano al culetto...è tutto dentro....dio che sensazione....mi sembra di non avere + il culetto.....di essere tutt'uno con lui...sento dentro di me una cosa enorme che mi stà piantata nel pancino...mi sento piena da soffocare...l'ho preso tutto...è tutto dentro di me....ho preso nel culetto il suo grosso cazzone...è come avere un braccio nel culetto....è meraviglioso....dio come godooooo!!!!!
Estasiata continuo a sculettare piano..in modo dolce...mentre godo penso:"ahh...l'ho preso tutto...tutto...quel suo cosone enorme...sono piena di lui...ahhh..sììììì"...."
Lui si ferma...la vaselina ha permesso la penetrazione completa...ora può cominciare a fottermi...ad andare su e giù...non vedo l'ora di sentirmelo scorrere nel sederino...
Gli dico:"amore ora mi hai presa...si amore..me lo hai messo tutto sai??lo sento fino in gola...amore..."
E poi..."dai amore..ora fottimi...ti prego..ora inculami amore...muoviti dentro di me...spingi...spaccami tutta...fammi sentire come sei bravo...fammi sentire quel tuo meraviglioso cazzo da sogno...daiii....."
Inizia a muoversi...si inarca e riscende...colpi di reni..sento quel magnifico grosso cazzone che esce un pezzo e poi rientra....un urletto di dolore e piacere mi sfugge...:"ahhhh......sìììììììììì....godooooooo"....
La mia lingua esce dalle labbra...inizio a farla uscire e rientrare..poi me la metto all'insù...poi la muovo...il godimento mi fà fare di tutto...muovo la testa a destra e sinistra..ansimo..godo...dio se godooo!
continua...mi fotte con forza....colpi su colpi...il mio culetto si spacca sempre di +...inizio a godere in modo continuo....gemo..mugolo...mi sento piena da morire del suo cosone...il culetto mi si è rotto...ora fà come vuole...va su e giù senza sosta...sono sfondata...ormai mi ha allargata per bene ed entra ed esce con facilità dal mio sederino...sono rilassata...il muscolo del mio buchetto si è spaccato per bene...ora può fare come vuole...lentamente giro la testa...con uno sguardo tremendamente da troia gli dico:
"spaccarmi..sfondarmi..ormai sono tua...fammi sentire quel tuo cazzone meraviglioso dentro fino alle palle..forza!!"
e lui da vero padrone inizia a rompermi il culetto in modo divino!!
Le mie parole lo hanno eccitato come un toro...sente il mio culetto che si è sfondato bene.....sente che mi ha spaccata per bene...capisce che ora può andare come vuole....allora appoggia le mani al materasso..si tira su col busto,inizia così a darmi colpi tremendi...continui..martellanti....Il suo cosone entra ed esce fino alla cappella...poi riaffonda nel mio culetto...poi riesce quasi tutto...ogni volta molti cm del suo cosone scivolano dentro e fuori del mio culetto....mi sento spaccare in un modo meraviglioso...mi stà sverginando il culetto come volevo io...godo,gemo,non capisco + nulla....sono in un delirio di piacere...Avrò nel culetto almeno 25cm di cazzo...una cosa da delirio...mi sento quasi la sua cappella nello stomaco...mi sento piena.....piena di cazzo fin nella pancia...un senso di estrema troiaggine si fà strada in me...mi stò facendo inculare da un vero cavallo....Una serie di brividi mi danno un inizio di orgasmo...mentre penso che sono proprio una grandissima vacca
..una troia perfetta....
Poi lo incito...gli dico cose oscene...mi dò della troia...della puttana..della rotta in culo...gemo ancora..rantolo...mordo le lenzuola...allungo le mani e metto ancora di + il culetto in fuori...quasi per farlo entrare di +....godo...mi sembra di impazzire...
Poi inizio a parlargli..in un delirio erotico gli dico di tutto..... :
"ahh..amore..si....dai...fottimi...siiii..inculami...ahhh...dai amore....rompimi..."...ed ancora..."lo sai amore che mi stai rompendo il sederino??Lo sai vero??lo senti che mi hai sfondato con quel tuo maledetto cazzone...lo senti il mio culetto che si è sfondato....lo sai che ora ho il culo rotto...verooo??Amore lo sai che mi hai rotto il culo...lo sai..verooo???ahh....si....dai...ancora...+ forte...+ forte...amore.....dammi dei bei colpi...colpi forti..spaccamelo del tutto..voglio che mi rompi il culo di +.... amore...cosììì..sìììì...."
E lui eccitatissmo da queste parole continua...continua...colpi fortissimi...và avanti...poi spossato da quella serie di colpi si risdraia sopra di me...si ferma un attimo...io con lui...ho il culetto in fiamme...sono sfiancata...i suoi colpi di reni mi hanno aperta come una vacca...mi riposo prima del gran finale..quando mi schizzerà nel sederino sfondato il suo sperma...svuoterà le sue palle dure e gonfie nel mio pancino...non vedo l'ora...Sento il suo cazzone nel mio culetto...mi sento infilzata ma godo...Sono letteralmente impalata da quel grosso manico che mi stà duro tutto nel culetto...dio come mi sento piena...faccio fatica a sculettare...talmente è duro....largo e lungo nel mio sederino!!Sono ferma...pancia sotto...con 2 cuscini sotto la pancia ed il culetto sporgente....Ho un cazzone da sogno piantato nel sederino,mi sento aperta da morire....ho il mio ragazzo che mi stà inculando in modo stupendo...godo da svenire!
Ci baciamo con dolcezza...mi lecca il collo...la nuca...mi bacia una guancia.Io lentamente mi giro con la testa,lo bacio sulle labbra...poi con la lingua gli lecco il mento...gli sorrido...gli sussurro un "ti amo sai??" dolcissimo...
Lui mi risponde.."anch'io amore..."..poi mi lecca ancora le labbra...Lo faccio riposare ancora un pò...così mi fotterà + forte e con colpi + decisi....mi preparo al gran finale...con il suo cazzone piantato tutto dentro nel mio sederino mi sento come una vera troia...
Dopo qualche minuto gli dico..."dai amore...ti prego...vai avanti...vienimi dentro...fottimi ancora...dammi colpi fortissimi ora....e poi vieni...inondami il culetto del tuo seme..."ed ancora..."amore rompimi il culetto per bene...voglio che dopo che sei venuto mi lasci con il sederino sfondatissimo..da vera vacca.....capito??spaccami senza pietà....rompimelo tutto...ti prego amore...ti prego...sfondamelo!!!..."
Lui con lo sgurado eccitatissimo mi risponde..."si troia...ti rompo il culo come vuoi...sei proprio una vacca...e ti voglio sfondata nel culo come una vacca!!"....Poi riprende ad incularmi forte....altri colpi,con le mani aperte a braccia tese sul letto spinge con le reni a + non posso...lo sento tutto dentro...mi fotte senza fietà...godo da svenirci.......Preso dalal foga dell'orgasmo che gli monta dalle palle al cervello mi dà una serie pazzesca di colpi fortissimi...a schiantarmi il culetto...1,2,10 colpi di fila...è un delirio di colpi che mi lasciano senza fiato...è il preludio al suo orgasmo...Infatti lui continua ancora un pò..poi viene...con altri colpi forti e ripetuti mi spacca il culetto definitivamente....poi schizza...una serie di getti caldi e copiosi mi scivolano nel culetto..una sensazione di caldo mi entra nel pancino...godo da morire...Inizio a gemere...le spinte che mi dà mentre sborra sono pazzesche...sento le sue palle che sbattono sulla mia fica...colpo su colpo
mi sento sfondare...mentre lui sborra come un cavallo nel mio culetto....
Mi sfuggono una serie di gridolini...."ahhh...sii....ooohh....godooo...mmhh...siiii..." che lo mandano in estasi...mentre l'orgasmo mi assale lasciandomi senza fiato.
Stiamo così qualche minuto...lui riprende fiato...io sono distrutta...ho il culetto a pezzi e la testa che mi gira.Si stacca da me..esce dal mio sederino...sento una cosa lunga e scivolosa che mi esce dal buchetto che resta spalancato per un pò...poi lentamente sento che mi si richiude un pò...mentre lui và in bagno a lavarsi.
Esce...mi alzo...vado al bidet...sento il culetto molle...il buchetto è tremendamente molle,semiaperto....come se fossi andata al bagno ed avessi fatto una montagna di cacca...Qualche goccia mi scivola tra le cosce...sono talmente sfondata che non trattengo il suo sperma....Mi siedo sul bidet,passo le dita sul buchetto...è largo come un bicchiere ..mamma mia che culo mi ha fatto....ma come ho goduto!!!Il buchetto sfondato mi brucia...l'acqua fredda mi dà sollievo.Qualche goccia di sangue mi esce...ho perso la verginità...ora sono proprio una gran rotta nel culo...
Ritorno a letto...lui dormicchia a gambe aperte...vedo quel suo magnifico cosone...dio come grosso anche da moscio...penso a come doveva essere nel mio culetto quando era duro...penso a come mi sono fatta inculare da troia...penso a come mi ha rotto il sederino....penso sopratutto a come ho goduto... da vera troia...in un modo meraviglioso.Ora sono una rotta nel culo nel vero senso della parola...sorrido felice..era quello che volevo e non potevo trovare un esemplare migliore di cazzone che quello del mio ragazzo...un vero toro di nome e di fatto...Mi sdraio a letto...lo bacio...mi addormento pensando a come mi sono fatta rompere il sederino da vera troia....ed alle molte altre volte che mi farò inculare da lui...meravigliosamente.....
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20 years ago
admin, 75
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io 22 lei 45
Quello che vi racconto è successo circa due anni fa. Io ragazzo 22enne attratto tantissimo dalle donne più grandi, frequento un circolo sportivo dove la segretaria è una donna non bella di faccio sui 45 anni ma con due tette da favola (settima), sposata con due figli di cui uno più o meno della mia età. Era una donna che ho sempre desiderato, e solo io so quante volte mi sono masturbato pensandola. Un giorno mi trovavo nella palestra e lei essendo sola mi viene a trovare. Si parla del più e del meno e dopo qualche battuta incomincio a fare degli apprezzamenti, vedo che lei mi sorride e non sembra infastidita da quelle che ormai sono vere e proprie dichiarazioni, ed ecco che dopo poco mi avvicino e cerco di baciarla. In un primo momento lei lascia fare ma come io cerco di inserire una mano nella camicetta per toccare quello splendore lei scappa. La cosa è andata avanti per alcune settimane, puntualmente quando andavo al centro cercavamo un bagno o una stanza libera e
lei si faceva baciare e leccare le tette per qualche minuto. La sentivo ansimare con grande piacere quando tenevo nella mia bocca prima la sua lingua e poi i suoi capezzoli. Un giorno passo sotto casa sua e mi autoinvito a prendere un caffè,erano le 10.30 di mattina circa e lei era sola, sarebbero rientrati tutti verso le 12.30. Io non apsettai il caffè e incominciai a toccargli le tette da dietro e baciarla sul collo. Dopo un breve momento di esitazione mi lascio fare fino a quando ci trovammo nudi sul letto, io incominciai a penetrarla, la sentivo ansimare pesantemente, la vedevo stringere i pugni e mordere le lenzuola, poi mi disse che potevo comodamente venirgli dentro, questa frase mi eccitò tantissimo, incomincia a tenere un ritmo frenetico, fino a quando lei esausta cadde a terra dicendomi che non aveva più ven'anni e non riusciva a starmi dietro, allora me lo prese in bocca e mi fece venire con una gran sborrata. Questa scena si è ripetuta ancora un paio di volte, adesso non sò nemmeno il perchè è un pò che non la vedo.....che peccato!!
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3
20 years ago
admin, 75
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PadronVale e la schiava a prestito
Dopo l'esperienza avuta al cinema Vale si rese conto che la sua schiava poteva diventare una fonte di quattrini, se ben utilizzata. E non vi sarebbe stato bisogno neppure di faticare, per la bella Padrona.
Così, in un giorno di fine settembre Vale organizzò una festa con alcune amiche selezionate, tutte cultrici o simpatizzanti della dominazione e tutte splendide giovani. Era stata invitata anche Silvia, naturalmente, la quale arrivò per prima e, nell'attesa di cominciare la festa, si trastullò un poco con la lingua di Alex.
Alle otto in punto arrivarono le altre tre inviate: erano Patrizia, capelli corvini e abbronzatura molto marcata, vestiva in minigonna e camicetta scollata, poi Erica, dai lunghi capelli lisci e mori e gli occhi azzurri, ed infine Marta, altissima, biondissima e dalla carnagione di neve.
Erica calzava mocassini a tacco basso, Marta delle infradito e solo Patrizia portava scarpe col tacco alto.
-"Benvenute!"- Vale le accolse e le fece accomodare sul divano.
-"Ciao, Vale .il tuo invito ci ha incuriosite. Insomma, 50 euro per trascorrere una serata da principesse. Come sarebbe? Cos'è questa storia della serva?"- chiese Erica.
Silvia era sdraiata sul divano, le gambe distese sul bracciolo ed i piedini in bella mostra. Alex era in ginocchio di fronte a lei e le stava leccando le piante con vigore ed ardore.
-"Ma.Silvia!"- esclamarono le tre ragazze -"E' lei la.."- s'interruppero.
-"Schiava, stavi per dire?"- chiese Vale -"Si, è proprio quella la serva che vi avevo promesso. E' la vostra leccapiedi, la vostra cavallina, nonché un comodo orinatoio. Fa tutto ciò che volete"-
Patrizia, ripresasi dalla sorpresa per prima, si fece avanti. Osservò bene la traccia leggermente bagnata che la lingua di Alex lasciava man mano che si spostava sulla delicata pelle del collo del piede di Silvia.
-"E' reale! Questa qui sta leccando effettivamente i piedi di Silvia! Non fa solo finta!"- esclamò la ragazza rivolgendosi alle compagne.
Vale e Silvia scoppiarono a ridere.
-"Schiava, la mia amica Patrizia ha le scarpe polverose, puliscigliele!"- ordinò la Padrona. Alex si allontanò dalle estremità di Silvia e si inginocchiò davanti alla ragazza dai bellissimi capelli neri come la notte. Patrizia la guardava eccitata ed incuriosita dall'alto. Alex si chinò sulla sua scarpa destra e cominciò a baciarne la punta; rapita dall'eleganza di questa nuova, bellissima dominatrice, leccò con passione il piede inguainato nella bellissima calzatura. Lucidò ben bene la scollatura ed il margine della suola, poi risalì lungo il dorso del piede, che era senza calze, fino ad arrivare alla sottile caviglia color dell'ambra. La pelle di Patrizia era liscia quasi come quella di PadronVale e senz'altro più morbida di quella di Silvia. Alex non avrebbe mai pensato che potesse esservi qualcuno a questo mondo dotata di tale magnificenza da poter quasi rivaleggiare con la Padrona. Quasi, ovviamente, perché in sostanza anche Patrizia non poteva che rappresentare un riflesso di q
uello che era la Dea.
Pian piano la nuova dominatrice cominciò a superare l'iniziale imbarazzo e perplessità. Notò un poco di polvere sul tallone e mosse la caviglia in modo da metterla sotto al naso della schiava. Alex si precipitò a togliere il pulviscolo con la lingua. Pulì poi tutta la scarpa, alzandola leggermente con le dita delle mani quel tanto che bastava per poter leccare anche il tacco ma da non scomodare la bella signorina.
Patrizia gradì il gesto, avere una schiava era stato un suo desiderio fin dalle medie e quella che la stava ora servendo era proprio devota e capace. Era un piacere averla ai propri piedi.
Dal suo canto Alex non provava alcun disgusto ad essere trattata in modo tanto meschino.
-"Come sei fortunata, Vale!"- esclamò Patrizia.
-"Mmmsì, insomma! Oggi è in vena!"- rispose Vale -"ma tante volte mi ha fatta proprio dannare! E ogni volta che sgarra sono costretta a punirla! Sapete, non lo faccio volentieri, ma le cagne devono essere addestrate!"-
Intanto Alex aveva terminato di pulire la scarpa di Patrizia che, ancora in piedi al centro della stanza, guardava dall'alto la schiava dominandola in altezza e magnificenza.
-"Cagna, lecca immediatamente anche l'altra scarpa"- disse con prepotenza la dominatrice dai capelli neri. Alex chinò nuovamente il capo e Vale le posò il piede sulla nuca e le schiacciò il viso sull'altra scarpa di Patrizia.
-"Da oggi in poi sarai anche l'umile schiava delle mie amiche! Il tuo unico scopo sarà quello di servirci ed onorarci! Ti useremo come animale domestico e bestia da fatica, non avrai alcun diritto, dovrai chiamarci Padrone e non disobbedirci o contrariarci mai, mi sono spiegata?"- disse PadronVale.
-"Si Padrona"-
-"Lecca i piedi e le scarpe di tutte le mie amiche, ora!"-
Erica, Marta e Patrizia si sedettero sul divano. Alex ovviamente a quattro zampe le seguì e si inginocchiò al loro cospetto. Ricominciò a baciare le nobili estremità di Patrizia, che fra le tre era quella con i piedi più belli, ma Vale le ordinò di passare a Marta.
La schiava tolse le infradito alla ragazza e pose le proprie mani sotto ai suoi piedi. Prese a leccare con amore. Le gambe di Marta erano lisce come seta e profumate ma per via del fatto che i sandali lasciavano scoperto quasi tutto il piede vi era molta polvere sulla punta, la pianta ed il tallone.
Comunque Alex rimosse tutto e pulì con cura, come se si trattasse dei piedini della Padrona.
Poi toccò ad Erica, che risultò, fra le tre, la dominatrice più difficile da accontentare, perché durante tutta l'operazione di leccaggio dei suoi preziosi mocassini continuò a ridere e a muovere i piedi, a volte sottraendo le calzature alla bocca di Alex, altre volte colpendola sulle labbra con la punta.
Mentre la schiava terminava di tergere la suola delle scarpe della nuova padrona le altre cominciarono a chiedere spiegazioni a PadronVale sulla sottomessa.
-"Dove diavolo l'hai trovata?"- chiese Patrizia, che fra tutte era la più entusiasta, dopo Silvia.
-"Su Internet! Aveva messo lei l'inserzione. Voleva una dominatrice che la sapesse prendere, che la sapesse sottomettere"-
-"Quindi lei ha cercato te!"-
-"Esatto, ma non credo osasse sperare di trovare una Padrona come me!"-
-"Sei cattiva, eh?"-
-"Cattiva io?"-
-"Direi!"- esclamò Marta -"La usi come leccapiedi, leccascarpe, la calpesti.addirittura hai detto di averla adoperata come cesso, anche se a questo francamente credo poco, ed in più le fai fare tutti i lavori di fatica che spetterebbero a te!"-
-"Aggiungi pure che la fa prostituire per soldi, che la concede alle sue amiche per cinquanta euro a sera!"- intervenne Silvia, sfregando le piante dei piedi sulla testa della schiava, molto presa dal dover leccare le scarpe di Erica.
-"Ma come fai a farti obbedire da questa tizia?"- chiese proprio Erica, indicando in basso, ai suoi piedi. Alex le aveva appena tolto i mocassini ed ora stava iniziando a succhiarle gli alluci.
-"Te l'ho detto. E' lei che mi ha cercata!"- rispose Vale.
-"Si, va bene. Forse all'inizio. Forse cercava un'altra ragazza con i suoi stessi interessi, con la quale divertirsi un poco. Ma sono sicura che se le avessero detto che la sua futura Padrona le avrebbe pisciato in bocca lei si sarebbe tirata indietro. Come la costringi ad obbedirti?"- chiese Patrizia.
-"La ricatti?"- chiese Marta.
Vale rise. Si alzò in piedi, andò in cucina e prese una bottiglia di vetro dal frigo. Ne versò il contenuto nel lavabo del lavandino e tornata in sala lasciò cadere la bottiglia sul pavimento. Cocci di vetro si sparsero un po' dappertutto sotto gli occhi perplessi delle quattro invitate.
Con il piede Vale raccolse qualche frammento dei più grandi e ne fece un cumulo ad un metro di distanza davanti al divano, di fianco alla schiava ancora a quattro zampe.
-"Come la controllo, avete chiesto? Ora vi faccio vedere! Sguattera, a me!"- ordinò la Padrona. Alex si voltò verso di lei e senza attendere si chinò ai piedi della Dea iniziando a baciare le sue estremità. Vale calzava dei sandali neri col tacco. Tirò un sonoro calcione nel viso di Alex e la allontanò.
-"In ginocchio ti ho detto e busto eretto!"- tuonò.
La schiava obbedì.
Non appena fu in posizione Vale guardò le amiche con un occhiata furba e poi lanciò un violento calcio nella gola della serva. La punta del sandalo si conficcò nella pelle di Alex al di sotto del mento, lasciandola senza fiato. La sguattera cadde sul pavimento dolorante e soffocata, contorcendosi dalle fitte di dolore.
I suoi movimenti la fecero strisciare verso il cumulo dei cocci e senza accorgersene vi posò sopra un braccio, all'altezza del gomito ed i vetri la punsero. Fece per tirarsi indietro ma prima che potesse farlo la Padrona le calò sull'arto il suo divino piede sinistro, facendo in modo che il gomito rimanesse sopra i cocci, poi con un saltello Vale salì con tutto il suo peso sul braccio. Alex urlò, sentì le zanne di vetro che le penetravano nella carne, mordendogli ogni terminazione nervosa ed infine percepì il proprio sangue che stillava pigramente dalle piccole ma dolorose ferite.
Le quattro invitate erano rimaste senza parole; allora la Padrona iniziò a roteare i piedini sul braccio di Alex in modo da accentuare la propria pressione.
-"Così le fai male!"- disse Marta.
-"Basta! Scendi!"- intervenne Erica. Ma la Padrona non scese.
-"Mi avevate chiesto perché la schiava mi obbedisce e ve lo voglio mostrare!"- disse e continuò a torturare Alex. Lentamente anche le ragazze, da contrarie che erano, si fecero ammaliare dall'assurda ma coinvolgente situazione. Il solo carisma della Padrona le aveva ipnotizzate, rendendo impossibile per loro distogliere gli occhi dalla grazia dei suoi piedi, dall'armonia delle sue splendide gambe.
-"Dai, bravissima Vale!"- disse Silvia.
-"Sei fantastica"- ammise Marta.
Vale attese che la sofferenza di Alex raggiungesse il culmine, poi si mise in equilibrio su un piede solo esattamente sul gomito della serva e spinse l'altro proprio di fronte alla faccia della schiava.
Le labbra di Alex dal dolore erano contratte in un ghigno terribile, che scopriva i denti serrati in un morso strettissimo. Ogni volta che un movimento di Vale le causava una fitta più feroce delle altre Alex spalancava la bocca urlando, per poi richiuderla di scatto stringendo i denti. Vale pose il piedino davanti ai denti della schiava e per farle aprire la bocca si appoggiò su di un solo tacco sopra al gomito della sottomessa. Alex sentì un fulmine di agonia attraversarle il braccio raggiungendole il cervello. Urlò e Vale ne approfittò per infilare il piedino fra e fauci della serva.
-"Sei pazza?!"- strillò Erica
-"Togli subito quel piede o la schiava te lo morderà!" disse Patrizia.
Ma Vale non diede ascolto alla amiche. Quando la bocca di Alex tornò a chiudersi i denti non si serrarono. Il tocco delle labbra della schiava fu lieve e dolce. Un bacio sull'alluce del piedino della Padrona, una leccata fra le dita.
-"Visto?"- chiese Vale sorridente. Scese dal braccio della serva e tornò a sedersi con le amiche, sul divano -"Non vi è ricatto, né costrizione. Una sola ragione può giustificare la devozione che la serva nutre per me!"-
Una parola mormorata sfuggì ad Erica -"Amore."-
-"Esatto. E' proprio così. La leccapiedi mi ama. Ed ora, Silvia, Patrizia.sollevatela e portatemela davanti"- disse la Dea.
Vale si appoggiò col fondoschiena al bordo del tavolo di legno al centro della sala, le due compagne presero Alex per le ascelle e la trascinarono davanti alla Padrona. La schiava era distrutta dal dolore e dalla fatica. Il suo braccio destro era intorpidito e la sua vista annebbiata. Silvia le legò un panno attorno alla ferita ma di sangue ne sgorgava poco.
-"Marta, Erica, venitemi accanto"- disse la Padrona -"Tu alla mia destra e tu alla mia sinistra"-
Le amiche le si fecero vicine. Erica sulla sinistra e Marta sulla destra. Vale mise le braccia sopra le spalle delle due per tare più comoda ed avere un equilibrio migliore.
-"Ora, stronza, abbassami i pantaloncini e gli slip!"-
Alex, ancora con gli occhi lacrimanti per il dolore, addentò l'elastico dei pantaloncini e lo abbassò fino alle ginocchia della Sovrana, fece lo stesso con gli slip e rimase infine in attesa di altri ordini da parte della Dea.
Il sesso della Padrona era proprio davanti al suo viso.
Vale piegò le gambe, lo stesso fecero le amiche ai suoi lati.
-"Sdraiate questa merda"- ordinò a Patrizia e Silvia -"Con la faccia rivolta verso l'alto"-
-"Vuoi usarla per godere?"- chiese Silvia mentre eseguiva la richiesta della Padrona.
-"No. Avete detto che non credete che sia possibile usare questa larva come un cesso. Voglio dimostrarvi il contrario!"-
La testa di Alex era proprio sotto al sedere di Vale, la Padrona avvertiva il contatto del naso della schiava sulla sua rosa sacra.
Rilassò la vescica ed un fiotto caldo d'urina centrò in pieno la bocca di Alex. La serva lasciò che la Signora le facesse scorrere tutta la sua divina pipì fin in gola, sentì il prezioso liquido scendere lungo l'esofago e l'ultimo sorso cercò di trattenerlo il più possibile sul palato, al fine di mantenerne il sapore intatto sulla lingua.
-"Ora lecca, fammi il bidè!"- ordinò con cattiveria la Padrona.
Alex deglutì anche l'ultimo sorso di pipì, poi tirò fuori la lingua e leccò a fondo il sesso della Dea finché esso non fu di nuovo pulito e profumato.
Vale si alzò, si rimise slip e pantaloncini. La serata era giunta alla conclusione ed i genitori della Padrona erano prossimi a tornare.
-"Sei incredibile!"- disse Silvia.
-"Straordinario!"- esclamò Marta.
-"Possiamo tornare uno di questi giorni?"- chiese Erica.
Vale annuì.
-"E la prossima volta potremo usarla anche noi come cesso?"- chiese ancora Erica.
-"Certo!"- rispose sorridente la Padrona, guardando la schiava riversa ai suoi piedi, dolorante e disfatta -"Come vi ho detto lei è anche la vostra schiava!"-
-"Benissimo!"- esclamò Patrizia.
-"Certo, per voi è una serva a pagamento e pisciarle in bocca.bè, vi costerà un po' di più!"-
-"Non importa. Per usarla come gabinetto nel modo in cui l'hai fatto tu sono disposta a darti anche il doppio!"-
Le altre annuirono.
-"Allora a presto, care ragazze!"- disse Vale -"La prossima volta ci divertiremo ancor di più, ora che sapete com'è e cosa può fare la mia schiava.!"-
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20 years ago
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PadronVale ed il marchio
La Padrona era stanca e restò a casa a guardare la televisione. Quella sera veniva trasmesso un interessante programma su una rete locale, ma ad un ora piuttosto tarda.
Vale si accomodò sul divano, accavallò le belle gambe e si mise comoda, telecomando a portata di mano. Era inverno ma in casa era abbastanza caldo e la Padrona indossava una maglietta a mezze maniche di cotone ed un paio di pantaloncini corti. Si tolse le scarpe da ginnastica e si fece sfilare i calzini dalla bocca della schiava, poi legò gli stessi attorno alla faccia della serva per farglieli odorare durante la visione del programma. Alex ringraziò la Dea per il trattamento e per l'onore concessole nel leccarle i piedini sudati. Quando le estremità della Padrona furono ben lustre Vale si accese una sigaretta e fece alzare la serva in modo che la testa di Alex fosse all'altezza del suo petto, di fianco alla poltrona. Le soffiò una boccata di fumo in faccia, facendoglielo respirare ed ingoiare, poi accomodò le gambe su di uno sgabello imbottito.
-"Stasera non sari tu a farmi da sgabello, scema"- disse Vale -"Vedi? Ho questo che mi fa da poggiapiedi. Stasera mi servirai da posacenere"-
-"Si, Padrona"-
-"Dunque apri la bocca"-
Alex obbedì.
-"Guarda verso l'alto"- ordinò la Dea.
La serva si pose con gli occhi rivolti al soffitto. La sua bocca era spalancata. Sospesa sopra di se vide la mano che stringeva la sigaretta fra le dita. All'estremità accesa della cicca un cilindretto di cenere e tabacco bruciato pendeva pericolosamente verso il basso, minacciando di staccarsi da un momento all'altro.
-"Ingoia"- disse Vale. Diede un colpetto con l'unghia dell'indice sul dorso della sigaretta e la cenere cadde nella bocca di Alex, andando ad impastarsi sulla lingua.
Alex indietreggiò di qualche centimetro, disgustata.
-"Che fai, cagna?"- sbottò la Padrona.
-"Perdono, Padrona"-
-"Ti fa schifo?"-
-"Un po' si, Padrona"-
-"Troia! Tu sei il mio posacenere! Ingoia e zitta! Ora torna qui e rimettiti come stavi prima"-
Alex si rimise in posizione.
-"Guai a te se ti muovi ancora"-
-"Si.si, Padrona, mi scusi Padrona"-
Vale si rimise a guardare la televisione. Il programma ebbe inizio e per altre due volte la cenere cadde sulla lingua della schiava.
L'ultima volta precipitò proprio sulla sua lingua bruciandola anche un po'. Ma la cenere non era tutto sommato calda, era soprattutto il sapore del tabacco bruciato a disgustarla. Esso aveva coperto del tutto il delicato sapore della pelle dei piedi della Padrona che la serva aveva avuto l'onore di leccare fino a pochi minuti prima.
-"Povera schiava"- disse sarcasticamente Vale, osservando le smorfie di disgusto di Alex -"Ti fa schifo?"-
-"Bè.no, Padrona"-
-"Sii sincera"-
-"Un pochino, Padrona"-
-"Ah, bene. Allora ti aiuto a deglutire. Apri bocca e guarda in alto"-
Alex obbedì. Vale fece cadere altra cenere fra le sue labbra ma prima che la serva potesse chiudere la bocca si chinò su di essa e le sputò sulla lingua.
Era un fiotto di saliva abbastanza corposo.
-"Così la cenere scorrerà meglio"-
-"Si, grazie Padrona"-
Non è che quest'ultimo gesto non la umiliasse, ma il sapore della saliva della Dea era senz'altro più gradevole di quello della cenere.
-"Ora però zitta e fammi vedere 'sto programma"- ordinò Vale.
Durante i successivi dieci minuti terminò di fumare la sua sigaretta. Gettò la cenere nella bocca di Alex altre tre volte, non dimenticandosi di sputarle in gola ogni volta.
Da ultimo, quando la sigaretta fu quasi completamente consumata, la Padrona spense il mozzicone sulla guancia di Alex e lo gettò nella sua bocca.
-"Ingoia"- ordinò.
La schiava gemette di dolore, la bruciatura sulla guancia le provocò fitte di dolore intenso ed il mozzicone era grosso da ingollare. Lo masticò un poco, rompendo l'involucro di carta e frammentando il filtro in bocconi più facilmente deglutibili.
-"Allora, hai fatto?"-
-"Si.gulp.Padrona"-
-"Ed era buono?"-
-"Si Padrona"-
-"Ringraziami, allora"-
-"Grazie Padrona"-
-"Apri la bocca"-
Alex obbedì e Vale le sputò in gola.
-"Ingoia"-
-"Fatto Padrona"-
-"Ora stenditi davanti a me. Se non mi servi più come posacenere mi sarai utile come poggiapiedi. Ti piace farmi da poggiapiedi, eh? Non ti biasimo. Ho dei piedini perfetti"-
Allungò le sue lunghe gambe mentre Alex si metteva a quattro zampe di fronte alla poltrona, dopo aver spostato lo sgabello imbottito.
Vale rimase così comodamente seduta con la schiava ai suoi piedi fino all'intervallo pubblicitario. Quando vi fu l'interruzione Vale tolse le gambe dalla nuca della serva.
-"Vammi a prendere un'aranciata"-
-"Si, Padrona"-
Alex tornò di volata con la bibita in mano. Vale stappò la bottiglietta, poi prese i suoi calzini (la serva li aveva ancora legati attorno al viso) ne fece un bolo e glieli piazzò in bocca.
-"Così ti pulisci la lingua"- disse.
La schiava si rimise a quattro zampe come sgabello ed il programma riprese. Quando la Padrona spense finalmente la televisione si alzò, andò in camera, prese un anello di metallo e lo appoggiò sulla brace del caminetto in cucina. Lì lo lasciò mentre tornava in sala dalla schiava, ancora accucciata accanto alla poltrona.
-"Ora portami un poco in giro"- ordinò Vale.
Si sedette sulla testa della serva, la fece alzare in piedi e la fece correre un po' per la casa. Le sue belle cosce stritolarono il collo della sguattera ed i suoi bellissimi talloni spronarono Alex a procedere più velocemente colpendone ripetutamente il ventre ed i fianchi. La prese per i capelli ed usò questi ultimi come redini di cavallo per farle cambiare direzione di marcia e velocità.
-"Trotta, trotta cavallina"- rise la Padrona.
-"Ora in ginocchio, voglio essere trasportata a quattro zampe"- disse, dopo qualche minuto.
Alex si abbassò. Vale si sedette sulla sua schiena e la schiaffeggiò per farla muovere tirandole contemporaneamente i capelli.
-"Andiamo in cucina"- disse -"Voglio controllare che sia pronta una cosa"-
La schiava gattonò con la Padrona sulle spalle fin in cucina. La Dea la fece procedere fino al caminetto. L'anello era ancora immerso nella brace e la superficie a contatto con la legna rovente luccicava di rosso opaco.
La Padrona lo prese per un lato con le tenaglie e lo sollevò. Alex nel frattempo non si era resa conto di ciò che la sua Dominatrice stesse combinando. All'improvviso avvertì un dolore lancinante dietro al collo, sulla nuca. Fu come se mille aghi le venissero inseriti nella carne tutti assieme. Le sue braccia e le sue gambe tremarono. Gemette.
-"Stai ferma, stronza!"- urlò Vale -"Vuoi farmi cadere?"-
Ma il dolore provato faceva pulsare il sangue nelle tempie della serva così forte che le parole della Padrona caddero nel vuoto. Vale premette ancora più forte la superficie dell'anello sulla pelle della miserabile e quella urlò, barcollò e cadde.
La Padrona si alzò un attimo prima di cadere, scendendo con i piedi sul pavimento. Vide la schiava inerme e quasi incosciente stesa sotto di se, fra le sue gambe e le saltò sulla schiena con tutt'e due i piedi. Alex non gemette neppure. Alla base del collo figurava un rombo rosso scarlatto di pelle viva grande quanto un'unghia.
-"Ecco fatto. Marchiata come la vacca che sei!"- disse Vale entusiasta -"Ora mi appartieni proprio. L'idea mi è venuta quando ti ho spento la sigaretta in faccia, poco fa. Ma quel mozzicone non era sufficiente a lasciarti un segno permanente. Quello che ti ho fatto ora è meglio di un tatuaggio, peccato non averne avuto uno con le mie iniziali. Forse me lo procurerò e ti marchierò un'altra volta"-
La serva era prossima a perdere conoscenza e non rispose. Vale scese dalla sua schiena e raffreddò l'anello sotto il flusso d'acqua del lavandino e lo ripose in tasca. Posò le tenaglie sul caminetto ed oltrepassò il corpo ancora sdraiato e fermo della serva camminandoci sopra, prima sulla testa, poi sulla schiena e sulle gambe.
-"Vado a letto, baldracca. Quando i sarai ripresa un po' raggiungimi. Dormirai come sempre ai piedi del mio letto e domani mi sveglierai succhiandomi gli alluci"-
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20 years ago
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PadronVale e la schiava ammalata
Quando Vale si svegliò, quella mattina, il Sole era già alto e la sua stanza silenziosa. Ancora assopita la ragazza guardò il quadrante della sveglia. Le lancette indicavano le 9:30.
Vale balzò a sedere sul letto.
-"Le nove e mezza?!"- urlò -"Sarei dovuta essere già al colloquio a quest'ora!"-
Le sue grida furenti svegliarono Alex, che era sdraiata sullo scendiletto proprio a fianco del tiepido giaciglio della Dominatrice. La schiava aprì gli occhi e si trascinò sulle quattro zampe, ciondolando.
-"Cagna! Avevi l'ordine di svegliarmi! Non ti ricordi che stamani avevo un appuntamento importante?"-
-"Mi.. mi dispiace, Padrona.davvero, è che stamattina non mi sono svegliata in tempo, mi sento poco bene.credo di avere la febbre."-
Padrona Vale tirò via le lenzuola con uno strattone. Aveva indosso solo gli slip ed una canottiera di cotone. Discese il letto solo con le gambe e, sempre restando seduta sul materasso, fece piombare i suoi piedi sulla schiena della schiava incapace, schiacciandola sul tappeto come un verme.
-"Non ti senti bene? Non ti senti bene?!"- urlò furente -"Che cosa vuoi che mi importi di come ti senti? Tu hai il sacro dovere di preparare il mio risveglio tutte le mattine leccandomi i piedi all'ora in cui io voglio essere svegliata! E' chiaro?"-
-"Si, Padrona"-
Vale calcò ancor più forte i piedi sulla testa della schiava.
-"Stronza! Inutile cagna!"- S'alzò in piedi sempre con la serva sotto di sé, le diede un altro paio di calci e solo allora sembro ritrovare un poco di tranquillità.
-"Ora datti da fare e aiutami a vestirmi"-
-"Si Padrona"- uggiolò la serva ancora dolorante. Vale si vestì elegantemente, come una principessa e si preparò ad uscire.
Prima però prese la serva per i capelli e le disse -"Tu invece spogliati"-
Alex obbedì. In casa faceva abbastanza caldo, perché il riscaldamento era attivato ed i termosifoni funzionavano a regime. La serva rimase solo con le mutandine ed una maglietta fine di cotone. Tremava per il freddo e per la febbre che stava inesorabilmente salendo. Un sapore orribile le pervadeva la gola, la testa le girava vorticosamente.
-"Mentre io sono via, e starò fuori per tutto il giorno"- disse a Padrona -"tu resterai per punizione sulla terrazza, seminuda come sei"-
-"Ma, Signora.fuori sono solo dieci gradi! Si gela!"- supplicò la schiava -"Temo di avere l'influenza."-
-"Ah ah"- rise Vale -"Vedrai che una giornata all'aria aperta avrà un effetto taumaturgico sulla tua salute. E magari ti aiuterà a temprare lo spirito, così imparerai ad essere obbediente!"-
Afferrò la chioma già scarmigliata di Alex e la trascinò sul terrazzo. Fuori faceva effettivamente freddo. La schiava, non appena si trovò oltre la porta a vetri del balcone si sentì mordere dal gelo e s'irrigidì. Si gettò ai piedi della Padroncina, abbracciandole le caviglie e baciandole la punta delle lucide scarpe nere col tacco alto. Intanto supplicava la giovane Dea di non lasciarla fuori. Vale stette qualche secondo a godersi la disperazione della sua cagna poi si annoiò e la allontanò assestandole un calcio in pieno volto.
-"Ci vediamo, vacchetta"- disse con disprezzo e se ne andò chiudendo a chiave Alex fuori sul balcone.
La schiava rimase in effetti al freddo fino a sera, quando la Padrona tornò a prenderla. Tremava accoccolata in un angolo del terrazzo, riparandosi alla meglio fra le mura ed alcuni vasi di fiori. Durante il giorno la sua influenza era peggiorata molto ed ora la febbre aveva superato i trentanove gradi.
Incurante di ciò Padrona Vale le ordinò di recarsi alla scarpiera e di lucidarle per bene le scarpe indossate durante la giornata ed altre paia che aveva tirato fuori appena tornata a casa e fra le quali avrebbe scelto quelle da indossare il giorno dopo.
-"Prima però c'è un'altra cosa che devi fare per me"- disse Vale, che a stento riusciva a trattenere il riso -"Il prelavaggio ai miei calzini!"-
Si tolse le calze sudate, le arrotolò facendone un bolo e le infilò nella bocca della schiava. Alex passivamente accolse i calzini succhiandone il sudore, ingoiando le particelle di sporco che dal tessuto si liberavano sulla sua lingua e nel suo palato. Non dimostrò schifo, però, nel subire questa ennesima mortificazione, al contrario. Il risolino di derisione che vedeva sulle labbra della Padrona era la migliore dimostrazione del fatto che gran parte della rabbia per la mancata sveglia quella mattina era sbollita.
Alex si muoveva come uno zombie, procedendo nella sua umile posizione canina e subendo le frasi di scherno della Padrona, quella sera più pungenti che mai. Mentre Vale cenava in sala da pranzo, la schiava si dedicò alla lucidatura delle scarpe. La eseguì come la sua Dominatrice le aveva insegnato, prima una pulizia sommaria con la lingua (per farlo si dovette prima togliere i calzini di bocca) compresa suola e tacco, poi un passaggio con uno straccio pulito per rimuovere le tracce di saliva ed infine il lucido.
Quella sera PadronVale era stanca. Aveva camminato molto durante il pomeriggio, come testimoniavano i piedini sudati, così dopo aver cenato si distese sul divano per rilassarsi un poco guardando la TV. La serva le leccò le estremità a lungo, tenendo le piante sopra il dorso delle proprie mani, in modo da non farle toccare il freddo pavimento. Quando la Padrona si fu scocciata dei soliti programmi televisivi banali e monotoni decise d'andare a coricarsi.
-"Seguimi, troia"- disse e salì con tutto il suo peso sulle mani di Alex. Si infilò le ciabattine e si diresse verso la camera, seguita dalla schiava che a causa della malattia procedeva più lentamente del solito.
-"Stamani non mi hai svegliata"- disse Vale -"certo io ti ho lasciata tutto il giorno fuori al freddo e questo forse ti sembrerà una punizione sufficiente per fare ammenda della tua grave mancanza, tuttavia non mi ritengo ancora del tutto soddisfatta"-
Vale era seduta sul letto e la serva le stava davanti in ginocchio. La fronte le toccava quasi terra a pochi centimetri dai piedini della Dominatrice.
-"Devi capire che io sono tutto e tu sei nulla. Cento anni della tua sofferenza non potranno mai ripagare una colpa come quella di cui ti sei macchiata"-
Alex non rispose. Vale alzò una gamba e pigiò il tacco della ciabatta contro il collo della serva. Ruotò il piede per farle più male.
-"Lo capisci questo?"- chiese -"Rispondi"-
-"Si Padrona"-
-"Allora capirai che quanto ho fatto quest'oggi non è per farti del male o punirti, ma solo per insegnarti, affinché tu possa diventare al più presto una schiava devota e capace quale quella che la mia persona merita. Non sei d'accordo?"-
-"Si Padrona"-
-"Ebbene?"-
Alex esitò -"Grazie Padrona, per avere cercato di insegnare come diventare una buona schiava ad una incapace quale io sono"-
Vale sorrise divertita. I ruoli si erano invertiti, quanto più lei si mostrasse un'aguzzina, tanto più passava da benefattrice. Tolse il piede dal collo di Alex.
-"Stai male?"-
-"S.si Padrona"-
-"Ah, poverina. Ma Padrona Vale ha una cura per te"- disse e prese per i capelli la sua schiava sbattendola ad un'estremità del letto, quella dove poggiava i piedi. Prese un nastro di stoffa e legò i polsi di Alex al bordo della rete, sotto al materasso, poi si sdraiò sul letto. La schiava era costretta in ginocchio, con il busto eretto ma le braccia legate sotto al letto. La testa di Alex sporgeva al di sopra del bordo del materasso di qualche centimetro, giusto quanto le sarebbe bastato per poggiare il mento sulle lenzuola.
-"Stai comoda?"- chiese Vale con tono sarcastico -"Domani mattina voglio che tu mi svegli alle otto in punto. Non vorrei si ripetesse la storia di stamani, che non sei in grado di sollevarti in piedi. Così ho pensato che da quella posizione ti sarà più facile svolgere la tua mansione di sveglia. Vedi? Il tuo viso è proprio davanti ai miei piedini"- rise e strofinò i piedi sul viso di Alex, prima l'uno poi l'altro -"Così domani non avrai nemmeno da compiere lo sforzo d'alzarti, basterà che tu tiri fuori la lingua e mi lecchi le dita. Non sono una Padroncina caritatevole con la sua schiava?"-
-"Si Padrona. Grazie Padrona"- rispose Alex affranta.
Vale rise, si sdraiò sul letto e spense la luce. I suoi piedi cercarono il viso di Alex, si intrufolarono nella bocca della schiava, la schiaffeggiarono con le piante sulle guance, le strizzarono il naso fra le dita, le sfregiarono la chioma col tallone. Poi Vale cedette al sonno e si addormentò.
Trascorse qualche ora. Sebbene la prima ad addormentarsi fosse stata la Padrona anche Alex, a dispetto della scomodissima posizione, riuscì a prendere sonno. Dormì col viso a pochi centimetri dalle estremità di Vale, col mento appoggiato al bordo del materasso.
Fu verso le tre di notte che il piedino destro della Dea, muovendosi nel sonno, andò a sfiorare la bocca secca della schiava. Il contatto dell'alluce con le labbra bollenti di febbre della sottomessa svegliò Vale.
La Principessa aprì gli occhi, che nell'oscurità brillavano come stelle. La Padrona ritirò le gambe, indispettita da quella cosa rovente che ne aveva causato il risveglio e della quale, lì per lì, non riuscì a capire la natura.
Si mise a sedere sul materasso.
-"Ah"- disse -"Sei stata tu"-
La schiava s'era svegliata quando l'unghia dell'alluce di Vale le aveva sfiorato le labbra. Sollevò un poco il capo ma la testa le girava vorticosamente e la fronte sembrava pesantissima. Inoltre tutte le ossa del corpo e facevano un gran male e gli occhi le lacrimavano.
Vale distese le gambe toccando nuovamente con le dita la bocca di Alex. Poi spostò la pianta del piede sulla fronte della schiava.
-"Scotti proprio, lo sai?"-
Alex non rispose.
Vale sorrise e si alzò. Si infilò le ciabatte, girò lungo il perimetro del letto fino ad arrivare di fianco alla serva, la sciolse dai nastri che la tenevano ancorata alla rete e la sottomessa piombò per terra come un sasso, rantolando ai piedi di Vale.
-"In ginocchio!"- esclamò la Padrona.
Alex tentò di obbedire ma le sue membra sembravano di legno. Vale si chinò, la prese per i capelli e la obbligò in ginocchio. Ora la testa di Alex era al livello del bacino della giovane Dominatrice. Vale si tolse gli slip e schiacciò a bocca della serva sul suo sesso.
Alex, intuendo qualcosa, tirò fuori la lingua e cercò di leccare quel fiore meraviglioso, ma la sua lingua era secca e arida come il resto della bocca. La malattia la stava disidratando.
-"Chi ti ha detto di leccare, merdosa?"- la rimproverò Vale -"Tieni la bocca aperta e basta. E non fiatare"-
Alex, sfinita, non obbiettò. Se la Padrona voleva usarla come cesso facesse pure. Ormai il suo corpo era diventato insensibile a freddo, dolore e disgusto. La sua mente invece era insensibile alle umiliazioni già da molto tempo prima. Il fiotto dell'urina arrivò centrando in pieno la gola della serva. Alex deglutì, poi il flusso divenne più abbondante, Vale non si tratteneva, la schiava cercò di bere tutto e, quando la sua bocca fu completamente piena di pipì finalmente Vale si fermò, soddisfatta. Questo diede ad Alex il tempo di ingoiare tutto il liquido.
Non ne perse neppure una goccia.
-"Adesso puoi leccare, serva"- disse Vale -"ma non per farmi godere. Ci saranno altre occasioni ed ora devo riposare. Puliscimi solamente, sii la mia carta igienica e poi rimettimi gli slip"-
Alex obbedì. Leccò e ripulì il sesso di Vale da ogni traccia d'orina. Quando la pelle della giovane Dominatrice fu di nuovo pulita e profumata così come la serva l'aveva sempre conosciuta, Vale mollò i capelli di Alex e questa stramazzò per terra ai piedi della Dea, con la faccia schiacciata sugli slip.
Rimase in quella posizione qualche secondo, sempre con la Padrona immobile sopra di lei che le teneva i piedi ai lati della testa.
-"Avevi le labbra secche e la gola riarsa, no? Non vedi com'è gentile la tua Padroncina, che quando hai sete ti disseta col suo nettare? Ora sbrigati a rimettermi le mutandine, non vedi che sto prendendo freddo, cagna?"- disse Vale. Alex si alzò a fatica, con i denti prese gli slip e nel sollevarsi a quattro zampe li portò fino all'altezza delle ginocchia della Padrona. Poi, aiutandosi con le mani rimise l'indumento al suo posto.
Vale si voltò di scatto e tornò a letto, rituffandosi fra le morbide lenzuola e beandosi del tepore del suo giaciglio.
-"Vattene nella camera degli ospiti, troia malaticcia"- disse -"Mi fai schifo solo a vederti, ridotta così; e non mi sei neanche utile come sveglia, tanto! Mi ricorderò da sola di svegliarmi ad una certa ora, finché non ti sarà passata la peste. Ora sparisci dalla mia vista, ti do due giorni per guarire. Massimo tre. Fino ad allora non ripresentarti al mio cospetto o sono botte per te. E ricorda che quando starai meglio dovrai recuperare il tempo perduto...a presto, vacca!"- Poi le appoggiò la pianta del piede destro sul viso e la spinse bruscamente verso la porta.
Per tre giorni PadronVale rimase senza serva ma, al ritorno di quest'ultima.
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PadronSilvia e la schiava di PadronVale
poco a poco Silvia era divenuta una presenza costante nella vita da schiava di Alex. Sempre più spesso la giovane padrona si presentava a casa della Dea, costringendo la serva di quest'ultima a sottomettersi ai suoi desideri ed ai suoi capricci. Alex obbediva ma leccare i piedi di Silvia non era certo come leccare quelli della Padrona.
All'inizio inoltre l'amica di Vale si presentava a casa della Dea solo in presenza della Padrona stessa e tutto ciò che faceva alla serva avveniva sotto gli occhi e l'approvazione della Dominatrice. Ma non passò molto tempo che Silvia potesse andare e venire a suo piacimento anche in assenza dell'amica. Alex era tenuta ad obbedirle comunque e la Padrona si era esplicitamente detta favorevole a condividere la sua serva con Silvia, sinché quest'ultima avesse continuato a pagare regolarmente l'uso della miserabile dopo ogni sessione.
Il passatempo preferito della padroncina Silvia era quello della frusta. Legava Alex per i polsi ad un termosifone o alla maniglia della porta, costringendola in ginocchio e poi prendeva a frustarla con uno scudiscio che aveva comperato appositamente in un sex- shop (e talvolta anche con il frustino da equitazione di Vale).
Non smetteva finché la schiena della schiava non diveniva completamente rossa e violacea ed era indifferente alle urla ed ai lamenti di Alex. Una volta la schiava si gettò ai suoi piedi baciandoglieli e supplicandola di smettere di frustarla perché quel giorno la punizione stava andando veramente troppo per le lunghe e Silvia per tutta risposta prese a calpestarla con violenza badando bene di calcare i punti in cui la pelle era stata lacerata dalla frusta con i tacchi aguzzi delle sue eleganti scarpette.
In particolare Silvia odiava Alex per la sua statura. La schiava era qualche centimetro più bassa di Vale ma in ogni caso era più alta di Silvia di un buon palmo. Quest'ultima era cattivissima con la serva quando essa gli si presentava di fronte ritta in piedi. Silvia la costringeva a procedere sempre a quattro zampe in modo da dominarla anche in altezza e sebbene già la Padrona avesse abituata Alex a camminare come una cagna, con la nuova padroncina questo atteggiamento aveva raggiunto l'apice.
Una volta Silvia aveva calpestato Alex con un paio di scarpe che aveva acquistato giusto per quell'occasione: erano delle stupende décolleté nere con i tacchi altissimi e molto sottili, dalla punta d'acciaio. Anche in punta le scarpe erano molto robuste ed appuntite quasi come stiletti.
La schiava aveva sofferto molto sotto le scarpe ed in un paio di occasioni Silvia era quasi giunta a conficcarle un tacco in un occhio, con il rischio di accecarla per tutta la vita. Quando Vale, annoiata, aveva interrotto la punizione dicendo che in quel momento aveva voglia di cavalcare la schiava, Silvia, indispettita s'era voltata verso Alex e le aveva assestato un calcio fortissimo alla gola con la punta della scarpa, lasciandola boccheggiante per qualche minuto sul pavimento.
Verso la fine dell'inverno poi, la schiava s'ammalò. Vale le diede tre giorni di riposo per curarsi e rimettersi in sesto, così per tre giorni la schiava rimase confinata nella stanza degli ospiti.
Durante il primo giorno Silvia andò a trovare la Padrona. Ovviamente alla giovane dittatrice non interessava assolutamente d'incontrare Vale. Voleva solo punire la schiava.
-"La vacca è ammalata"- disse Vale, mentre Silvia già si apprestava ad entrare in casa.
-"Cosa?"-
-"La schiava è ammalata. Gli ho dato tre giorni per guarire, siamo solo al primo"-
-"Ma io sono venuta apposta per lei!"-
-"Ed allora vai da lei. La tregua vale per me, non per te. Ma, mi raccomando, già è ridotta come uno straccio, poi se me la maltratti ancora come fai di solito tu va a finire che si rompe del tutto e non si può più far ripartire. Vacci piano, non è che tenga a lei in particolar modo, ma in questi giorni mi serve proprio e non ho né tempo né voglia di cercarmi un'altra sguattera"-
-"Stai tranquilla"-
Silvia entrò nella stanza degli ospiti senza bussare. Alex era sotto le coperte ed aveva la febbre. Sul comodino erano disposte una fila di medicinali. Silvia riconobbe alcuni antibiotici.
-"La stronza prende medicine toste. Vuol guarire in fretta così tornerà a leccare i piedi di Vale"- pensò Silvia -"Ma io non ho stipulato alcun accordo con questa baldracca. Ne faccio quel che voglio!"-
Si avvicinò al letto e le tirò un calcio al fianco, dopo averle tolto di dosso le lenzuola.
Alex gemette e crollò sullo scendiletto come un mucchio di stracci inerti.
-"Cagna! La tua padrona è arrivata, salutala!"- disse Silvia.
-"B.buon .giorno padrona Silvia"-
Silvia le schiacciò il palmo di una mano sotto ad uno dei suoi tacchi alti. Indossava dei sabot grigi che lasciavano scoperto quasi tutto il piede.
-"E così sei malata, eh?"-
Salì con l'altro piede sul collo della schiava e si equilibrò con una mano sulla parete per far poggiare tutto il suo peso esclusivamente sui talloni. Ad essere sinceri Alex provava ammirazione per Silvia. Non quanta ne aveva per la Padrona, certo, ma assai più di quello che avrebbe potuto nutrire per una persona normale. Silvia era speciale. Brillava di luce riflessa, forse, ed il suo sole era la Padrona, ma in ogni caso la schiava aveva una grande considerazione di lei.
-"Hai la febbre?"-
-"Si padrona"-
-"Immagino che non potrò cavalcarti, oggi"-
-"Temo che non resisterei, signora"-
-"Padrona, per te, vacca asmatica!"-
-"Mi perdoni padrona"-
-"Dunque che vogliamo fare? Non ti posso cavalcare, non ti posso frustare, potrei calpestarti un poco ma alla lunga sai che noia!"-
Alex si sporse con la faccia sui piedi di Silvia e ne baciò le magnifiche calzature. Ne insalivò per bene il tacco che le stava crudelmente penetrando nella pelle e asportò ogni briciola di polvere dalla suola. Silvia mosse il piedino in modo da esporlo completamente alla lingua di Alex e quando il primo sabot fu pulito tolse il piede dalla sua mano e la andò a posare sul collo accanto all'altro, poi sollevò il secondo e lo pose sulle mani della schiava.
Alex pulì anche il secondo sabot.
-"Brava la mia leccapiedi"-
-"Grazie padrona"-
-"Ma il dilemma resta, che cosa ne faccio io di te?"-
-"Non so, padrona. Sfortunatamente come sa non sono nella mia migliore forma fisica, oggi"-
Silvia scese dal corpo della schiava.
-"Ma tu faresti ugualmente ciò che ti chiedo, no?"-
-"Si padrona"-
Silvia posò un piede sulla testa di Alex.
-"Brava cagnetta"-
-"L'ordine di PadronVale è accontentare ogni suo desiderio"-
-"Ah, ma allora mi obbedisci solo perché Vale ti ha detto di farlo?"-
-"E' così, padrona"-
Silvia s'imbestialì. Calciò in viso la schiava, poi le schiacciò la testa sotto ai suoi piedi, conficcando dolorosamente i tacchi sotto l'orecchio della disgraziata.
-"Cagna! Lo devi fare per me! Io sono la tua padrona! Come lei! Sono né più né meno come lei!"-
La schiava non replicò ma anche se la Padrona non era presente non avrebbe mai potuto ammettere che Silvia fosse al suo livello. Semplicemente non era vero e per la schiava sarebbe stato come pronunciare una terribile bestemmia.
Silvia continuò a calpestare e a prendere a calci la schiava per un po'. Avrebbe voluto continuare molto più a lungo ma si ricordò che la Padrona le aveva chiesto di non ridurla troppo male. A Silvia non interessavano le pretese di Vale ma se questa si fosse arrabbiata? Poi magari le avrebbe impedito di giocare ancora con Alex, di usarla come giocattolo masochista.
Fermò i suoi piedi. Alex non opponeva resistenza, tanto era la debolezza causata dalla malattia.
-"Vai sotto le coperte"- disse Silvia.
-"Come?"-
-"Hai sentito. Non sono più arrabbiata. Anzi, voglio farti un regalo. Vai sotto le coperte"- ripeté ed uscì.
Quando tornò in camera aveva un imbuto di plastica in mano, l'imbuto che tante volte la Padrona aveva adoperato per orinare in gola alla serva. Alex era già nel letto.
Silvia si avvicinò al comodino.
-"Quale medicina dovresti prendere?"-
-"Per stasera solo gli antibiotici. Questa pasticca e quest'altra"-
-"Capisco"- Silvia prese le pillole sul piano del comodino, salì con le scarpe in piedi sul letto e si accovacciò sopra la testa della malata.
-"Apri bocca"-
Alex obbedì e Silvia le infilò l'imbuto in bocca. Poi fece scendere le mutandine e le lasciò in faccia alla serva. Andò a posizionarsi sopra l'apertura dell'imbuto. I suoi piedi erano sul cuscino ai lati della testa della schiava.
-"Mentre mi annusi gli slip ascoltami. Adesso ti do le tue medicine e siccome per ingoiarle serve un sorso d'acqua ho deciso che ti darò anche quella"-
Fece scendere le pillole lungo l'imbuto e poi si rilassò e liberò la vescica piena.
Il flusso dorato fece scivolare le pasticche nella gola di Alex che le ingoiò assieme all'orina tiepida della padroncina. Silvia fece attenzione a centrare l'apertura dell'imbuto e a cominciare con un fiotto lento, per poi aumentare gradatamente una volta che la schiava ebbe ingoiato le pasticche.
Forse, pensò Alex, la Padrona non avrebbe badato a darle il tempo di ingoiare gli antibiotici e le dispiacque sinceramente di non aver potuto soddisfare adeguatamente i desideri della gentile padroncina Silvia quel giorno.
Quando la giovane sovrana si fu completamente liberata si alzò in piedi e sempre restando con le gambe ai lati della testa della serva tolse l'imbuto dalla sua bocca.
Tornò ad accucciarsi.
-"Puliscimi"-
-"Volentieri, padrona"-
Alex eseguì un bidè come si deve. L'orina di Silvia l'aveva come svegliata. Probabilmente aveva avuto un effetto terapeutico più veloce degli antibiotici.
Quando si sentì pulita Silvia si rimise gli slip, scese dal letto e se ne andò. In un'altra occasione la schiava sarebbe corsa in bagno a sciacquarsi la bocca impastata del sapore dell'urina della padroncina ma quel giorno non ne sentì il bisogno, e non perché fosse troppo stanca.
Aveva solo voglia di assaggiare il più a lungo possibile il nettare dell'amica della Padrona così come tante volte aveva fatto con la pipì della Dea stessa.
Si voltò col viso affondato nel cuscino e si addormentò.
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PadronL. e la schiava
Dal diario della schiava Flavia.
Caro Diario, oggi 21 dicembre 2003 ho conosciuto la mia prima padrona. Mi trovavo in treno, questa mattina, e stavo raggiungendo l'Università. Dovevo seguire alcune lezioni ed incontrarmi con alcuni miei amici ed amiche. La carrozza era praticamente vuota. Nel mio scompartimento c'erano solo due persone, io ed un vecchio, quando Lei entrò. L'uomo era seduto ad un capo dello scompartimento, io all'altro. La Dea salì e si sedette vicino a me, sul sedile al di là dello stretto corridoio centrale. Notai subito che c'era qualcosa di speciale in lei. Non lo so, forse era il modo di camminare, elegante e maestoso, oppure i capelli, lunghissimi e splendidi. Tutto in lei richiamava un'aura di maestà assoluta. Indossava una gonna nera che le arrivava al polpaccio ed una maglia anch'essa nera. Ai piedi calzava dei sandali dal tacco altissimo che le lasciavano quasi del tutto scoperti i piedi. Poi il mio sguardo cadde sulle unghie delle sue mani.
Erano lunghe come non ne avevo mai vedute fin ad oggi e curate fin nei minimi dettagli, dal profilo al colore dello smalto. Gliele osservai per un poco, tranquilla perché nella carrozza non vi era praticamente nessuno che mi potesse vedere. Lei era voltata verso il finestrino e sembrò non degnarmi della minima attenzione, lì per lì.
Trascorsero alcuni minuti, durante i quali i miei occhi non si staccarono mai dall'immagine delle sue mani eleganti e dei suoi capelli lunghissimi. Poi, all'improvviso, lei si voltò ed io distolsi in fretta lo sguardo.
-"Ti piacciono?"- chiese.
Reagii un po' stupefatta. Sapevo perfettamente che mi stava chiedendo il perché del mio insistente sguardo sulle sue mani, ma in quel momento ritenni più prudente far finta di non capire.
-"Cosa dici, scusa?"- domandai.
-"Dai, non far finta di non capire, ho visto benissimo che mi stai guardando le unghie da dieci minuti buoni"-
Rimasi a bocca aperta.
-"Ma se stava guardando in direzione della finestra?!"- pensai.
Come se avesse letto il mio pensiero la ragazza indicò con l'indice della mano destra il vetro del finestrino. Poi batté leggermente la punta ben limata dell'unghia sul cristallo.
-"Si, l'ho visto dal riflesso sul vetro"-
Ero stata meno accorta di quel che avevo previsto.
-"In effetti non capita tutti i giorni di vedere delle unghie come le sue"- mormorai un po' intimidita
-"Vorresti vederle meglio?"-
-"Ecco, veramente."-
-"Vieni qui, davanti a me"- mi invitò.
Mi alzai e la raggiunsi. Ma già in quel momento mi resi conto di non aver seguito il suo consiglio ma bensì di aver obbedito ad un suo ordine.
Che ordine non era, beninteso. La Dea non aveva alcuna intenzione di costringermi a far qualcosa, fui io a decidere che quella sarebbe divenuta la mia Padrona. Desideravo inginocchiarmi ai suoi piedi, supplicarla di adottarmi come sua schiava, farmi impartire gli ordini più umilianti, fossero anche i più assurdi e crudeli.
Mi sedetti di fronte a lei e la Dea sorrise. Sollevò una mano e me la mise davanti al viso distendendo ed aprendo a ventaglio le dita. Non mi ero sbagliata, le sue unghie erano veramente curate, smaltate di un rosso acceso parevano brillanti lingue di fuoco che mandavano riflessi dorati. Le presi la mano fra le mie e le avvicinai il viso alle unghie, restando per un tempo che a me parve lunghissimo a fissare queste ultime come una perfetta ebete.
-"Sono molto belle"- dissi.
Lei rise. Aveva una bella voce limpida e cristallina ed una risata vivace come quella di una bambina. Lasciò che me ne restassi ad adorare la sua mano come una regina onora i suoi sudditi lasciandoli ammirare la propria regale bellezza. Confesso che avrei voluto avvicinarmi un po' di più e baciarle il dorso della mano e tutte le sue lucide, splendenti unghie. Ma la paura mi fermò. Chissà cosa avrebbe pensato di me se avessi fatto una cosa simile.
-"Ti piacciono?"-
-"Si, molto. Io le devo tenere molto corte. Si spezzerebbero, altrimenti"- dissi.
-"Vanno sapute curare"- rispose lei -"Giorno per giorno, le unghie sono la mia passione, da che io ricordi mi è sempre piaciuto tenerle molto lunghe"-
Ritirò la mano e la poggiò sul bracciolo del sedile. Io mi chinai per continuare ad osservarla, estasiata, e lei mi lasciò fare. Anzi, si accomodò meglio sulla poltroncina dello scompartimento ed accavallò le sue belle gambe, snelle e lisce.
Fu in quel momento che i miei occhi caddero sui suoi sandali. Avevano un tacco veramente molto alto ed ai suoi piedi risaltavano ancor di più in bellezza. Notai che anche le unghie dei suoi piedi erano molto lunghe e curate. Erano smaltate con la stessa tonalità di rosso ciliegia delle unghie delle mani.
-"Ma."- balbettai come un'idiota. -"Anche le unghie dei piedi sono niente male, riguardo a lunghezza!"-
La ragazza (non mi aveva ancora detto il suo nome né io mi ero presentata a lei) si portò una mano alla bocca coprendo un sorrisetto furbo e malizioso, poi con eleganza sollevò una gamba e la portò all'altezza del mio petto. La punta delle sue unghie era a non più di dieci centimetri da me e lei aveva piegato la caviglia in modo da "puntarmi" contro la punta del piede.
Rimase per qualche secondo senza parole. La mia prima preoccupazione fu quella di vedere che nessuno ci stesse osservando. Non conoscendo ancora molto a fondo la mia Dea mi venne da pensare che potesse essere solo una delle tante esibizioniste che si vedono ogni tanto in giro.
Cosa avrebbe pensato qualcuno che ci stesse guardando in quel momento? Lei aveva un piede sospeso in aria alla distanza di un palmo dal mio mento e io me ne restavo ferma come un bastone di legno.
Mi voltai e guardai alla mia sinistra, dalla parte del corridoio. Non c'era nessuno. Cercai allora di voltarmi ancora di più per vedere che non vi fosse nessuno nei sedili dietro di noi che potesse vedere. Ma scoprii di non potermi muovere più di tanto senza andare a sbattere contro la punta del piede della ragazza.
Ancora una volta, come se avessi avuto la capacità di ascoltare i miei pensieri la ragazza sorrise e mi tranquillizzò.
-"E' inutile che ti guardi intorno. Chiaramente non l'avrei fatto se vi fosse stato qualcuno oltre a noi, ma ora siamo sole"- disse.
Poi con un'occhiata furbetta aggiunse -"Per tua fortuna. Così potrai guardarmele meglio"-
Annuii. Ero stata veramente molto fortunata.
Quella era una Dea e sarebbe divenuta la mia Signora e Padrona.
Presi il suo piede fra le mani, sostenendolo da sotto la suola con le dita della mano sinistra e per il tallone con l'altra mano. La sua pelle era liscia e vellutata. Lei rilassò completamente la gamba lasciando che fossi io soltanto a reggerle quel piede bellissimo e sfrontato.
-"Toglimi pure il sandaletto, se vuoi vedermi meglio le unghie"- disse la ragazza.
Un sogno che si stava avverando -"Si, grazie"-
Sfilai il sandalo e lo posai sul sedile di fianco al mio, mentre poggiavo il piede della ragazza sulle mie gambe.
-"Ha dei bellissimi piedi"- dissi con timidezza.
-"Ha?"- pensai. Mi era venuto spontaneo dargli del lei. La ragazza se ne era accorta e sorrise della mia goffaggine.
-"Curo molto anche le unghie dei piedi, vedi?"-
-"Si, lo vedo"-
Tornai con le mani sulla pianta e sul dorso della sua estremità, mentre lei iniziò a giocare con l'alluce e le altre dita, piegandole e dondolandole. Mi venne istintivo massaggiarlo, sotto le dita, sul tallone e sulla caviglia. Le mie mani procedettero con lentezza sulla sua pelle. Passai all'incavo della pianta e poi al dorso.
La ragazza sembrò gradire. Lasciò che le mostrassi tutta la mia devozione trastullandosi a guardare il panorama fuori dal finestrino ed accarezzandosi i capelli. Non mi guardò neppure.
-"Senti"- disse dopo un po' -"Mi massaggeresti anche l'altro?"-
Si era già tolta il sandalo e stava sollevando la gamba. Non c'era bisogno che aggiungessi nulla.
Quando dissi -"Si, volentieri" l'altro suo piede era già comodamente appoggiato accanto all'altro, sulle mie cosce.
-"Hai un tocco molto dolce"- si complimentò la Dea.
-"Grazie. E lei ha dei piedi molto belli"- risposi, mentre riprendevo il massaggio. Con una mano il piede destro e con l'altra il sinistro.
-"Anche le mie unghie?"-
-"Bellissime"-
Lei rise. -"Ah, vorrei un trattamento come questo più spesso"-
-"Tutte le volte che vuole!"- esclami, prendendo la palla al balzo. Era l'occasione che attendevo per rivederla ancora -"Solo, non so dove potremo incontrarci di nuovo"-
-"Sei molto gentile, ma non vorrei darti troppo disturbo"-
Si era accorta benissimo che anelavo a divenire la sua serva ma voleva che fossi io a supplicarla.
-"Nessun disturbo. Anzi, ha dei piedi così belli che per me sarebbe un onore poter diventare la sua."-
Mi mancò la parola. Mi ero lanciata troppo in fretta, senza aver formulato prima la frase nella mente. Non potevo certo dirle che avrei voluto essere la sua serva. Ma lei mi venne in aiuto.
-"La mia cosa? La mia massaggiatrice? La mia schiavetta?"- sorrise.
Arrossii come un pomodoro ma annuii.
-"Che brava!"- disse lei, divertendosi del leggero solletico che le procuravo alle piante dei piedi -"Va bene, per me non c'è alcun problema. Possiamo trovarci a casa mia, quando sarò sola!"-
Mi disse dove stava e la fortuna fu dalla mia parte anche questa volta. Non abitava molto lontano da me.
-"Io mi chiamo L."- disse, sollevando una gamba e sfiorandomi per scherzo il mento con la punta del piede destro.
-"Flavia"- risposi e sorrisi del simpatico buffetto.
-"Bene, hai un buon tocco, credo proprio che userò spesso le tue mani. Sai, la sera dopo aver camminato tutto il giorno con questi tacchi spesso mi fanno un po' male i piedi."
-"Capisco. In questo caso sarò sempre a sua disposizione"- m'affrettai a rispondere.
-"Che cara! Ah, e tu sai anche come si curano le unghie, per caso? Come dare lo smalto, come pareggiale in punta, tagliarle e tutto il resto?"
-"Bè, non sono un'esperta, ma."
-"Imparerai, è essenziale. Sarai la mia manicure, pedicure e massaggiatrice"-
-"E' un onore"-
In quel momento il treno iniziò a decelerare.
-"E' la mia fermata"- disse L.
-"Ah"- dissi con dispiacere. Mi seccava davvero dover lasciar andare via quei piedini.
-"Rimettimi i sandali"- ordinò dolcemente ma con fermezza, come se ciò gli fosse dovuto.
Mi chinai, raccolsi i sandali e glieli misi. Le calzai prima il destro e poi il sinistro.
Quando ebbi messo anche il secondo sandaletto, avevo ancora il suo piede nelle mani, mi accucciai in ginocchio e baciai la punta delle dita, sperando che lei non si offendesse. Ma quando sollevai la testa per vedere la sua reazione la vidi sorridente e soddisfatta.
Mi accarezzò la testa (avevo ancora il busto chinato ed il suo piede fra le mani) come si fa con un cane.
-"Poverina, devono proprio piacerti, vero?"- chiese avvicinando ulteriormente il piede alla mia bocca.
-"E' così"-
-"Fa pure allora, avanti. Il treno non si è ancora fermato"-
Non potevo credere a ciò che avevo udito.
-"Grazie"- dissi. Poi, non sapendo come chiamarla (L. mi sembrò troppo confidenziale) aggiunsi -"Padrona"-
Lei rise. Mi sfiorò le labbra con le unghie dei piedi ed io gliele baciai. Poi feci lo stesso col dorso delle dita, col piede e col sandalo. Mi feci coraggio, dischiusi le labbra e m'avvicinai per leccarle ma a quel punto la Dea ritirò la gamba.
-"E' tardi. Devo andare"- disse, alzandosi velocemente e lasciandomi lì, in ginocchio.
Sulla porta del vagone mi lanciò un'ultima occhiata.
-"Fatti trovare domani sera davanti a casa mia. Alle sei, puntuale"-
-"Si, Signora"-
L. sorrise.
-"A domani, schiavetta!"-
Scese. Io restai ancora qualche secondo in ginocchio fra le poltrone della carrozza, incerta se credere o meno a ciò che avevo sentito.
Mi aveva chiamata schiavetta. Si, ero la sua schiava. Lo sono. E mi aspetta domani a casa sua alle sei. Ci sarò.
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PadronVale e la falsa padrona
Era stata una giornata tranquilla a casa della Padrona. Vale aveva lavorato al computer tutto il pomeriggio e, verso sera, si era decisa finalmente a leggere la posta ed i messaggi del guestbook giunti negli ultimi giorni. La serva si trovava sotto la scrivania, rannicchiata a quattro zampe, con le mani distese sul pavimento ed i piedi della Padrona su di esse affinché non prendessero freddo. Vale le aveva tenuto un piede premuto sulla nuca e uno sulle mani per la gran parte della serata. Non indossava calze né ciabatte.
D'improvviso la serva avvertì che la pressione dei piedi della Padrona aumentava, sia sulla nuca che sulle mani e contemporaneamente udì Vale che esclamava -"Ancora questa stronza!"-
-"Come Padrona?"-
-"Bah! C'è qualcuno che si spaccia per me! Una falsa padrona che si fa chiamare col mio nome!"-
-"Lei non ha idea di chi sia, Padrona?"-
Vale premette ancora più forte il piede destro sulla testa della serva.
-"E come faccio a saperlo secondo te?"-
-"Quindi, scusi Padrona, potrebbe trattarsi di chiunque, anche di un uomo!"-
-"No, non credo. Penso proprio che si tratti di una donna. Non so perché. Intuito, diciamo. E comunque non è questo il punto. Vorrei proprio vederla in faccia questa falsa Padrona per darle quello che si merita. Le darei tanti di quei calci in bocca da farle sputare tutti i denti. Ma come potrei stanarla?"-
-"Le mandi.scusi, Padrona.le mandi un messaggio spacciandosi per un ammiratore devoto. Lei non ha mai voluto avere contatti con la gente che guarda il suo sito, si è sempre limitata a raccogliere e leggere solo le loro mail. Però non è detto che la falsa padrona rimanga indifferente ad una proposta d'incontro, se ben formulata"-
La pressione del piede sul collo della serva si allentò.
-"Hai detto bene, potresti aver visto giusto. Ti affido l'incarico. Manda un bel messaggio di sottomissione a questa scema e prendi contatto con lei. Fai in modo che fissi un appuntamento e fatti dare il suo indirizzo"-
La serva indagò. Inviò alla falsa padrona un paio di messaggi spacciandosi per un'adoratrice di Vale, giurò e spergiurò di essere una serva devota e fedele. Da principio le sue suppliche sembrarono non avere presa poi, dopo una decina di giorni, la ragazza si decise a rispondere. Al messaggio allegò il suo numero di cellulare.
Alex contattò allora la falsa padrona per telefono, si fece dare l'indirizzo al quale sarebbe avvenuto il loro primo incontro ed assieme fissarono un appuntamento. La Dea era soddisfatta.
-"Brava schiava. Sei talmente abituata al ruolo di serva che sembri autenticamente sottomessa anche quando fingi. Così la stronza in questione vuole che la raggiunga direttamente a casa sua. Non potevo chiedere di meglio. Allora andiamo a trovarla, schiavetta?"-
-"Si Padrona"-
Il giorno successivo Alex e la Padrona (quella vera!) si fecero trovare di fronte al cancello della casa della falsa Vale. La schiava si era appostata davanti all'abitazione fin dalle prime luce dell'alba.
-"E' solo una villetta, che povertà!"- esclamò Vale quando vide la casa.
-"Sono qui da stamani mattina presto. Ho visto prima uscire e poi rientrare una sola persona. Una ragazza"-
-"Deve essere lei"- annuì Vale -"E dimmi, leccapiedi, com'è?"-
-"E' carina, ma c'è un abisso fra lei e Lei"-
-"E lo credo bene, scema! Forza, andiamo a fare le presentazioni"-
Alex suonò al citofono.
-"Si, chi è?"- chiese una voce
-"Sono io, la sua serva, padrona. Ci siamo sentite al cellulare"-
-"Ah, si, ricordo. Vieni schiava, entra"-
Alex entrò, il cancello era aperto. Si diresse avanti alla Padrona in direzione della porta della piccola casa ad un piano e quando la raggiunse Vale la fermò.
-"Ora fermati ed inginocchiati qui"-
Alex eseguì. Vale le pose un piede sul collo. Indossava stivaletti col tacco alto e la pressione del tacco sul collo fece molto male alla serva che però rimase zitta.
-"Tu non entrare. Ti chiamerò io, quando lo vorrò"-
-"Ne è sicura, Padrona?"- le chiese premurosamente la schiava.
Vale le premette con più forza il piede sulla nuca -"Zitta, sta arrivando"-
La porta si aprì in quel momento e dall'altra parte dell'uscio apparve una ragazzina scialba ma non brutta, vestita volgarmente e priva di gusto, con scarpe dai tacchi alti alle quali era visibilmente non abituata ed una penosa gonna corta che metteva in evidenza un paio di gambe appariscenti solo per le numerose smagliature.
-"Ma cosa.?!"- esclamò la ragazza non appena ebbe aperto la porta.
-"Bentrovata, cara la mia padrona Vale. Sai io chi sono?"- chiese la Padrona.
-"No! Vai via!"- esclamò la ragazza, comprendendo improvvisamente di essere stata presa nel sacco.
-"A no, mia cara! Adesso io e te parliamo un po'"- rise la Dea. Sollevò la gamba con la quale stava schiacciando la testa della serva e colpì la mano dell'impostora che stava stringendo la maniglia della porta. Quest'ultima indietreggiò e Vale le fu addosso. Entrò in casa della falsa padrona, la schiaffeggiò violentemente scarmigliandole tutti i capelli e gettandola per terra, poi chiuse la porta dietro di se.
-"Così ti sei spacciata per me, sul mio stesso sito! Sai per questo come ti dovrò punire?"-
-"No, sei pazza!"-
Vale le calò il tacco dello stivale su una mano e le sollevò la testa per i capelli.
-"Ripetilo un'altra volta e ti strappo tutti i capelli"-
-"No, ti prego"-
-"Baciami gli stivali. Devi chiedermi scusa"-
-"Questo mai!"-
-"A no?"-
La Padrona lasciò andare la testa della nemica ed indietreggiò di un passo. L'altra cercò di mettersi in piedi ma la Dea le tirò un calcio in pieno viso e la mandò gambe all'aria.
-"Mai indossare scarpe col tacco alto se non si è in grado di camminare con esse"- la beffeggiò la Padrona -"Si rischia d'inciampare"-
Si avvicinò alla ragazza e le premette un piede sul braccio.
-"Basta, così mi fai male!"-
-"E non è ancora nulla, te lo assicuro"-
Prese la falsa padrona e la trascinò gemente e singhiozzante fin in salotto. Era una stanza piccola ma accogliente.
Vale si sedette su una poltrona e lasciò la ragazza, abbandonandola in lacrime ed in ginocchio ai propri piedi.
-"Come ti chiami?"-
-"S."-
Un calcio in faccia. La ragazza urlò.
-"Come ti chiami ho detto!"-
-"Sandra"-
Un calcio in un fianco.
-"Padrona, schiava di merda. Ti devi rivolgere a me chiamandomi col nome che merito"-
-"S.si, Padrona"-
-"Ora su la testa"-
Sandra sollevò un poco il capo.
-"Toglimi gli stivali"-
-"Si, Padrona"-
Li tolse. Vale mise un piede sotto al naso della falsa padrona.
-"Allora, come ci si sente ad essere rimessi al proprio posto?"-
Rise e colpì con il tallone il viso della ragazza. Quella urlò e si lasciò cadere seduta sul pavimento.
-"Vieni subito qui!"- tuonò la Padrona.
Sandra si sollevò e si avvicinò ancora ai piedi della Dea. Vederla muoversi era penoso. Vale la colpì ancora.
-"B.basta"- supplicò l'inferiore.
Un altro calcio. Poi un altro. Un altro ancora. Sandra pianse. La sua faccia, da rossa, era diventata livida. All'ennesimo colpo di tallone in volto sembrò non essere più in grado di sollevarsi in piedi.
Allora Vale si alzò, la pestò un poco e la superò, andando a raggiungere la finestra del salotto. La aprì e si affacciò.
-"Schiava!"- chiamò.
-"Si Padrona"- rispose Alex.
-"Vieni dentro e raggiungimi in salotto. La nostra amica ha bisogno di te"-
Alex corse in casa.
-"Padrona! E' forse successo qualcosa a Lei? La ragazza ha reagito?"-
Vale rise
-"Guarda con i tuoi occhi, stupida!"-
Alex vide Sandra distesa per terra e ciò la tranquillizzò. La Padrona stava bene.
-"Sollevala"- ordinò Vale.
Alex prese Sandra da sotto le ascelle e la mantenne in ginocchio con la faccia rivolta verso il divano.
Vale le andò davanti, si sedette comodamente sulla poltrona ed accavallò le belle gambe snelle. Cominciò a schiaffeggiare la ragazza con il piede, a tempestarla di calci nello stomaco ed in faccia. Sandra riprese a piangere, le sanguinava il labbro inferiore ed un occhio era pesto.
-"Ora verrai con me"- disse la Padrona -"Cambiati, sciacquati la faccia e renditi presentabile. Voglio portarti da una mia amica di nome Silvia"-
Le sollevò il mento con un piedino e la costrinse a guardarla negli occhi.
-"Credo che la lezione che ti ho dato oggi ti avrà fatto perdere ogni voglia di spacciarti per me e prenderti gioco del mio sito e dei miei numerosi ammiratori, tuttavia non posso rischiare che tu riprenda le tue cattive abitudini, magari anche per vendicarti di quel che ti ho fatto oggi. Così sono costretta ad affidarti ad una mia compagna di giochi. E' una provetta dominatrice e si è fatta una certa esperienza con la mia Alex. Penso che le farà piacere questo regalo"-
-"R.regalo?"- balbettò Sandra.
-"Si. Tu sei il regalo. Sarai la sua schiava personale. E quando lo vorrò, anche la mia"-
Sandra fece per aprire bocca e dire di no. Poi, vedendosi costretta ad obbedire chinò il capo e annuì.
-"Bene"- disse Vale -"Ora alzati e sbrigati. Prima però voglio che tu mi baci i piedi"- fece un cenno ad Alex e lei di scatto mollò la presa sulla falsa padrona. Sandra precipitò in avanti, sbatté con la faccia per terra.
-"Avanti, baciami i piedi"-
La ragazza, gemendo di dolore, si trascinò avanti e fece per posare le labbra sulle nobili estremità di Vale ma all'ultimo momento la Dea tolse il piede, lo sollevò e con esso schiacciò la nuca della nuova schiava.
-"Non ti ritengo degna di un tale onore. Non ancora. Baciare i miei piedi deve essere un merito da conquistare, puttana. E non ti preoccupare. La mia amica Silvia ti farà passare la voglia di avere piedi in bocca, te lo posso assicurare"-
Pochi minuti più tardi Vale ed Alex, quest'ultima trascinava una piagnucolante Sandra, uscirono dalla piccola villa, entrarono nella macchina della Padrona e, chiusa la falsa dominatrice nella bauliera, si allontanarono.
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PadronL. e la pedicure
Flavia giunse a casa di L. che erano appena le cinque del pomeriggio. La Padrona andò ad aprire e la fece entrare. In casa non c'era nessuno a parte lei.
-"Ti aspettavo più tardi"- disse L.
-"Non potevo resistere. Ho girato per tutto il giorno senza una meta, aspettando sera per poterla venire a trovare. Spero di non essere arrivata troppo presto, non vorrei recarle disturbo"-
-"No, no. Nessun disturbo"- rispose L.
Indossava i pantaloni della tuta ed una maglietta a mezze maniche bianca. Calzava delle ciabatte infradito azzurre.
Flavia notò immediatamente che le unghie non avevano smalto, né quelle dei piedi né quelle delle mani.
-"Sai perché ti ho fatta venire oggi a quest'ora?"- chiese la padrona di casa.
-"No"
-"Stasera devo andare ad una festa"-
-"Ah, capisco"-
-"E naturalmente devo prepararmi adeguatamente, mi segui?"-
-"Vuole che l'aiuti a vestirsi, padrona?"-
L. rise. -"Aiutarmi a vestirmi? No, sciocca, per quello occorre un minuto. Prima di partire devo passarmi lo smalto sulle unghie e truccarmi il viso"-
-"Si"-
-"E tu mi aiuterai a far l'uno e l'altro. Seguimi in bagno"- ordinò.
L. andò dritta in bagno, si fermò davanti alla specchiera sopra al lavandino e disse -"Per prima cosa mi farai da sgabello"-
-"Come?"-
-"Hai capito bene. Io mi devo truccare. Tu ti metterai a quattro zampe e mi farai da sedile finché non avrò terminato di mettermi ombretto e compagnia bella"-
-"Ma."-
-"Niente ma, è un grande onore per te, questo"-
Flavia preoccupata e perplessa si chinò di fronte a L. La padrona era più alta di lei e probabilmente anche più pesante.
-"Più giù. Devi metterti a quattro zampe, come gli animali"- ordinò la padrona.
Flavia si mise come la ragazza aveva detto, ad un metro di distanza dalla specchiera del bagno L., senza attendere neppure un secondo, scavalcò la servetta e si sedette tranquillamente sulla sua schiena.
Flavia vacillò.
-"Non tremare!"- esclamò la padrona -"Altrimenti sbaglio"-
-"Ma non cela faccio!"-
-"Non mi interessa. Resisti!"-
Si truccò con calma ed attenzione. Sentiva la fatica, gli sforzi che la serva compiva sotto al suo sedere per sostenerla e rimanere il più immobile possibile e ciò la compiaceva molto. Senza essere vista dalla schiava si sorrise allo specchio ed alzò un pochino le piante dei piedi dal pavimento, gravando interamente sulla schiena della ragazza.
-"Sono pesante?"- chiese L. ad un certo punto.
-"No"-
-"No?"-
-"No, padrona"-
-"Così va meglio. Resisti, ne ho ancora per cinque minuti"-
Il suo trucco fu interminabile. Flavia aveva le braccia intorpidite e le ginocchia doloranti. Anche la nuca le doleva e tutte le vertebre del collo erano sotto tensione, benché la padroncina dalle belle e lunghissime unghie si fosse seduta sulla schiena della serva e non sulle spalle.
Un attimo prima di finire di truccarsi L. sollevò tutt'e due i piedi dal pavimento come prima e gravò per qualche secondo con tutto il suo peso sulla schiena di Flavia. La serva resistette un poco, ma già affaticata e dolorante per la scomoda posizione, si piegò improvvisamente in avanti, rischiando di far cadere la padrona. A quel punto L., che si aspettava una reazione del genere da Flavia, si alzò di scatto in piedi.
-"Che fai, cadi?"-
-"Mi spiace ma.ho le braccia intorpidite"-
-"Male. Le tue mani debbono essere ben ferme per quello che dovrai fare ora!"-
Flavia cercò di sollevarsi e mettersi in ginocchio di fronte alla padrona.
-"Di che cosa si tratta?"-
-"Non noti nulla di mancante sulle mie mani e sui miei piedi?"- chiese L. e sollevò un piede fino a portarlo sotto al naso della serva. Le unghie del piede sfiorarono le sue narici -"Sto andando ad una festa e non ho lo smalto alle unghie. Né alle mani né ai piedi"-
In ginocchio di fronte alla padrona Flavia trovò l'impulso istintivo di prendere il piedino di L. fra le mani e di baciarglielo, ma prima che potesse farlo la ragazza abbassò la gamba.
-"Adesso mi metterai lo smalto. Un bel colore rosso fiammante è quello che ci vuole. Seguimi in salotto"- ordinò -"ed a quattro zampe"-
Flavia obbedì. Arrivata in salotto L. si accomodò comodamente sul divano e la serva le si inginocchiò davanti, guardando verso il basso ai suoi piedi.
La boccetta dello smalto era già sul tavolino a fianco del sedile.
-"Ti piacciono proprio i miei piedi, non è cosi?"- chiese L.
-"E' così, padrona. Sono i più belli che abbia mai visto"-
-"Se sarai brava ti permetterò di baciarmi le scarpe e non è detto che un giorno non ti permetta anche di leccarmi i piedi"-
Flavia annuì con vigore.
-"Non perdere tempo, però. Passami lo smalto sulle unghie. E visto che le mie estremità ti piacciono così tanto puoi cominciare proprio da quelle. Ma vedi di fare un buon lavoro"-
-"Si, obbedisco"-
Flavia prese il pennellino ed iniziò a dare lo smalto sull'unghia dell'alluce del piede destro della sua Dea. L., per stare maggiormente a suo agio aveva messo un cuscino a terra e vi aveva deposto sopra il piedino. Mentre la serva si dava da fare meglio che poteva per non sbagliare a dare il colore e perché la patina di smalto fosse il più possibile uniforme sull'unghia, la padrona accese la TV e fece un po' di zapping fra i vari canali.
Per un lungo tempo non degnò della minima attenzione la serva genuflessa sul pavimento. Per lei Flavia era nulla, per Flavia lei era il cielo.
Con soddisfazione avvertì il pennellino che terminava di scivolare dolcemente sull'alluce per raggiungere la seconda e poi la terza unghia e così via, fino a terminare le dita del piede destro e ricominciare a contare dall'alluce del sinistro.
Flavia si stava dimostrando una schiavetta in gamba. Lavorava bene e con cura. Quando anche l'ultima unghia fu coperta dallo smalto rosso fuoco la ragazza fece un passo indietro.
-"Ecco, padrona"- disse -"Ho finito"-
L. abbassò lo sguardo ai propri piedi. Sollevò le nobili estremità per dare un'occhiata al lavoro svolto dalla schiavetta e notò con piacere che Flavia aveva lavorato con sufficiente precisione.
-"Bene. Credevo peggio, sai?"- disse L.
-"Grazie mille. Ce l'ho messa tutta"-
-"Ora ci sono le unghie delle mani"-
-"Si"-
-"Prendi il cuscino lì per terra e mettilo.anzi no, quello lascialo lì ai miei piedi, vanne a prendere un altro paio di là, poi portali qui e mettili di fianco a me, così io ci tengo le mani mentre tu smalti le unghie"-
Flavia obbedì.
Dipingere le unghie delle mani di L. fu un'operazione lunga ma gratificante. Con le braccia rilassate appoggiate sui braccioli della poltrona, le gambe elegantemente stese sul cuscino sul pavimento, il busto eretto ed il viso rivolto alla sua misera persona, a Flavia sembrò di star lavorando sulle unghie di una regina di cavalleresca memoria, di quelle per le quali i paladini sfidavano orchi e draghi.
Anche questa volta, durante tutta l'operazione di smaltatura, L. non gettò mai uno sguardo sulla serva.
-"Ho finito, padrona"-
L. sollevò prima l'una poi l'alta mano e valutò l'operato della ragazza, ancora in ginocchio ai suoi piedi.
-"Allora è vero, preferisci le unghie dei piedi a quelle delle mani. Le altre le hai fatte molto meglio"-
-"Mi.mi spiace"-
-"Bè, per questa volta passi. Comunque prima di vestirmi è necessario che il colore si asciughi ben bene"-
-"Si"-
-"Allora mettiti lì davanti a me, a quattro zampe come quando mi sono truccata"-
Flavia obbedì.
-"Sarai il mio poggiapiedi finché lo smalto non sarà ben asciutto. Dovrebbe farti piacere, in fondo tu adori le mie estremità, non è così?"-
-"Si, è vero. E la ringrazio per avermi considerata degna di essere il suo poggiapiedi"-
L. rise. Distese le gambe appoggiando i talloni sulla nuca della schiava e per una mezz'ora buona proseguì nella visione di un programma in TV. Rimase così fino alle sette. Allora la padrona si alzò ed andò in camera sua a vestirsi seguita dalla schiava, ovviamente, a quattro zampe.
-"Schiavetta, mentre indosso gli abiti per la festa, ti spiacerebbe dare una lucidatina alle mie scarpe? No, vero? Sono quelle lì, le ho lasciate nell'angolo per pulirle io stessa ma tu sei arrivata prima del tempo. Adesso tocca a te lucidarle, perché mi hai fatto perdere un sacco di tempo al trucco"-
-"Si, obbedisco"-
-"E non provarti a baciarle!"- esclamò L. -"E' un onore che dovrai meritare, quello. Lucidale e basta. Lì c'è il lucido e la spazzola. Fa alla svelta"-
-"Si, certo"-
-"Si certo, cosa?"-
-"Si, certo, padrona"-
-"Non ti scordare mai qual è il mio ed il tuo ruolo!"-
Flavia annuì. Si inginocchiò accanto alle scarpe della Dea dalle lunghe unghie e iniziò a spazzolarle, poi passò il lucido.
Erano delle belle décolleté aperte in punta che lasciavano scoperto quasi del tutto il piede ed avevano due laccetti che da calzate passavano attorno alla caviglia e si avvolgevano lungo il polpaccio. Flavia le ripulì con cura dalla polvere e spazzolò anche i lunghi tacchi a spillo e le suole. Provò il desiderio di baciarle ma la padrona la osservò per quasi tutto il tempo, mentre si vestiva. Ed anche senza la presenza di L. alle sue spalle, Flavia non si sarebbe mai azzardata a disobbedire ad un preciso ordine della sua Signora.
-"Hai finito di lucidare le mie scarpe?"- chiese ad un certo punto la padrona di casa.
-"Eccole qua, padrona"- disse Flavia -"Spero di aver fatto un buon lavoro"-
L. si avvicinò.
-"Fammi vedere"- prese le décolleté fra le mani -"Si, vanno abbastanza bene"-
Queste parole fecero molto piacere a Flavia.
-"Bene, voglio ricompensarti dell'aiuto che mi hai dato stasera. In fondo, per essere la prima volta non te la sei cavata affatto male"-
-"Grazie, pad"-
Non la lasciò terminare -"Ma ricorda che già dalla prossima volta ti chiederò di fare cose molto più complicate. Tu per esempio, sai come decorare le unghie?"-
-"No. Non l'ho mai fatto"-
-"Lo supponevo. Devi imparare. Prova da te, nei prossimi giorni. Quando ti chiamerò la prossima volta è probabile che ti ordinerò di farlo per me, e per allora dovrai essere una maestra nell'arte"-
-"Si, padrona"-
-"Comunque, quale premio ti piacerebbe ricevere dalla tua padrona?"-
Flavia arrossì e abbassò lo sguardo ai piedi della Dea dalle unghie lunghe.
-"Vorresti baciarmi i piedi?"- chiese maliziosamente L.
-"Si, Signora"-
-"Mmmm..è un regalo troppo generoso per quello che hai fatto. Tutt'al più posso permetterti di calzarmi le scarpe"-
-"Si, va bene"-
L. restituì le scarpe a Flavia e la serva le mise ai piedi della padrona.
-"Bene, io vado alla festa. Ci vediamo presto.ti chiamerò io"-
Flavia annuì. Era un po' sconsolata perché la serata dalla padrona era già giunta al termine e L. se ne accorse. Così, giunte alla soglia della porta di casa la Dea fermò la schiava e, facendo attenzione che non vi fosse anima viva in giro le disse -"Per questa volta voglio essere buona. Su, inginocchiati e baciami i piedi"-
Gli occhi di Flavia brillarono.
-"Davvero posso?"-
-"Si, ma fai presto. E' tardi"-
Flavia si gettò a terra, strisciò ai piedi della padrona ed iniziò a baciarle i piedi come se si trattasse davvero di una divinità. L. accettò il gesto per un po', poi sollevò una gamba e posò il piede sulla testa di Flavia che, passivamente, si fece calpestare senza fare una piega. Spinse il piede fino a schiacciare la faccia della schiava sul pavimento.
-"Basta!"- esclamò L. -"Non esagerare!"-
-"Scu.si."-
-"Ora devo andare. Tu torna a casa ed impara a fare quello che ti ho detto. Non hai molti giorni per imparare!"-
-"Allora."-
-"Si, ti chiamerò presto. Molto presto"-
Chiuse la porta alle sue spalle, sollevò il piede dalla testa della serva, ne scavalcò il corpo riverso al suolo e si avviò verso la festa. Non si voltò mai indietro a guardare la schiava. Flavia restò qualche altro secondo a terra, poi si alzò e se ne andò via a sua volta.
-"Grazie, padron L."- mormorò.
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20 years ago
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la vita è sesso
Continuo a raccontare i miei ricordi,i miei pensieri,i miei desideri e sopratutto le vicende sessuali che hanno caratterizzato la mia vita finora e mi hanno fatto crescere in tutti i sensi.Ricordare vuol dire analizzare,vuol dire spiegare alcuni comportamenti ed il perchè di alcune voglie sia represse che manifeste.Non ho il coraggio,o forse l'occasione ,di parlarne con qualcuno quindi approfitto del molto tempo che ho di notte per confidarmi ad un'anonima tastiera di computer.Ciò facendo mi sono spiegato,per esempio,perchè mi piace tanto fare sesso:per spirito di emulazione per aver visto sempre,quasi tutti i giorni,mia madre farlo ed essere radiosa e felice..Quando vedo o sento un membro grosso e duro indirizzato verso di me e che mi desidera non capisco più nulla,vado fuori di testa e non vedo l'ora di prenderlo in bocca innanzitutto e poi negli altri buchi preposti a questo così come ho visto sempre fare a mia madre quando si trovava in presenza di cazzi eretti v
ogliosi di prenderla.Tra l'altro essendo io piccola tutti i cazzi che mi passavano davanti agli occhi mi sembravano enormi ed è per questo che sbrodolo se mi girano intorno cazzi fuori misura.Mi piace da morire fare sesso con donne more e dalla fica coperta di fitto pelo nero:mi ricorda quello di mia madre che era una fitta foresta di pelo nero liscio e lungo che mi piaceva vedere quando usciva gocciolante dalla tinozza del bagno.Io non ricordo nessuna fisionomia di chi mi ha penetrato ma ricordo di tutti la forma del cazzo ed il modo in cui mi ha fatto godere.Mio zio Ercole aveva il cazzo grosso e bitorzoluto con una vena che quando si eccitava e stava per sborrare si gonfiava e s'ingrossava come un grosso nervo scuro;mio cugino Leonardo aveva il cazzo a mezzaluna e più s'induriva più si curvava verso la pancia e quando mi prendeva mi faceva un male boia con la capocchia che spingeva contro l'interno della vagina verso la pancia,me la chiudeva come in un anello e m'impediva di goder
e;mio cugino Raffaele aveva un cazzo sottile e lungo con un coglione solo ma molto grosso e più che penetrarmi gli piaceva farmelo ciucciare;Annamaria mia cugina le piaceva introdurmi di tutto in fica e si faceva introdurre ogni cosa avesse una forma fallica;Nunzio e Pietro,i figli dei nostri fittavoli,mi prendevano quasi sempre in coppia e prima di fottermi mi schiaffeggiavano sulle natiche,la cosa mi dava fastidio,perchè gli piaceva vedere le mie chiappe rosso fuoco e mi penetravano ogni volta con rabbia e quasi mi violentavano;Nargi,un mio compagno delle superiori,ogni volta che godeva tremava tutto e diceva;-Sto morendo! Sto morendo!Ah!Ah!Ah! e mi riempiva la bocca del suo succo aspro;Giulia,una mia compagna,godeva quando sentiva il mio clitoride contro il suo;Virginia,un'altra compagna,aveva un clitoride di 3/4 cm. e godeva quando glielo succhiava come fosse un cazzettino;infine Nino,mio fratello più piccolo di due anni,ha un cazzo normale ma molto buono al gusto e caldo ed è be
n disegnato.Lui è tra i pochi coi quali continuo a fare sesso:siamo innamorati e ci complementiamo.Non abbiamo bisogno di parlare:c'intendiamo benissimo solo cogli sguardi.fare sesso con lui è come masturbarmi:non mi sembra di fottere con un'altra persona bensì con una parte distaccata del mio stesso corpo.Fare sesso per noi è la cosa più naturale e normale,è come bere o mangiare insieme nello stesso momento.Quando mi lecca è come se mi carezzassi con una piuma.Quando mi penetra ho lo stesso effetto di quando mi metto un dito nell'orecchio.Ho conosciuto altre ragazze che nell'intimità mi hanno confessato di aver fatto sesso coi fratelli o cugini e persino essere state deflorate dai propri padri solo che a differenza mia non hanno continuato negli anni.Tuttora m'incontro con mio fratello perchè fare sesso con lui è appagante,è completo.è fuori del comune.Quando mi fotte mio marito sento le campane ma quando mi fotte mio fratello sento addirittura un concerto di campane e gli angeli c
he cantano.Oltretutto è molto comodo avere come amante un fratello perchè t'incontri dove e quando vuoi senza destare sospetti.Spero di essere riuscita a spiegarmi,ma con questo non voglio giustificare il mio incesto.Di solito a scuola ho avuto esperienze solo coi miei compagni,ma un anno alle superiori,sono stata l'amante del mio professore di disegno.Il prof. Roca era un uomo distinto,piacente,di mezza età,aveva barba e baffi che sembrava Giuseppe Verdi.Coi suoi modi affabili e protettivi si era fatta metà scolaresca ed è stato per 4 anni il fidanzato di Marano,il primo finocchio che io abbia conosciuto.La sua tattica era,come poi mi è stato confidato anche da alcune altre compagne,appoggiarsi al nostro braccio mentre disegnavamo col cazzo che diventava sempre più duro ogni volta che passava tra i banchi;io ero in terza file ed ogni volta lo sentivo contro il gomito.Sinceramente le prime volte non ci avevo fatto caso anche perchè non lo vedevo come amante,poi la curiosità non mi fe
ce ritrarre più il braccio,anzi a spingerlo di più in fuori in modo da permettergli di appoggiare anche i coglioni.Dopo qualche settimana di questo gioco lui mi ha proposto di darmi in privato lezioni di prospettiva ed infatti dopo qualche giorno mi permise di vedere e prendere il suo cazzo sotto ogni prospettiva possibile.Mi faceva morire quando m'infilava in fica il suo mento barbuto e mi leccava il buco del culo vergine.Il suo cazzo era normale,niente di eccezionale,se non oggetto di gara a chi fosse la preferita tra le compagne.Quando godeva diventava poeta:diceva:-Oh che bello!Che bello!che bello! oh come succhi bene l'uccello! Ecco questo era tutto il suo parto poetico.Quell'anno fui rimandata in filosofia e matematica ma ebbi degli ottimi voti in disegno.Mia madre rimase vedova quando aveva solo 30 anni quindi è stata lasciata quando aveva le sue voglie nel pieno vigore e proprio quando la donna è più matura e più femmina.Perciò io la capisco e non la condanno per aver a
pprofittato della sua libertà.Quando aveva il marito era una donna normale e veniva da lui appagata,ma una volta che papà è venuto a mancare lei,forse per rabbia,si è data alla bella vita ed ha approfittato di ogni momento per godere.E so per certo che ha goduto di ogni cazzo e di ogni fica che le sono passati nelle vicinanze.Io ho imparato,credo,da lei ad essere sfacciata,ad essere libera e libertina,a considerare il cazzo dell'uomo come un semplice giocattolo e a non farmelo mancare mai.Se ho voglia di giocarci non m'interessa di dove sono,nè chi mi possa vedere.Da quando sono sposata cerco di nascondere,ma non più di tanto,le mie relazioni a mio marito solo per rispetto e perchè gli voglio bene.Lui sa che io sono difficile da accontentare e mi permette qualche distrazione,qualche svago basta che non si sappia in giro,e poi a volte anche a lui piace giocare con un bel cazzo che sia grosso e resistente e dopo averci giocato infilarmelo lui stesso.Abbiamo avuto diverse conoscenze in
tal senso con soddisfazione di entrambi ed infatti adesso mi sto lavorando Romolo,il nostro portinaio,su istigazione di mio marito e se la cosa andrà in porto non manherò di raccontarlo al mio diario.Spesso ho visto mia madre in campagna fare sesso usando gli ortaggi,melanzane peperoni cetrioli,con Amalia,la moglie di Giovanni il fittavolo.Si rotolavano sulla paglia o sul fieno dall'odore pungente e si fottevano colle zucchine ed infine godevano stringendosi in un forte abbraccio ed un bacio che toglieva loro il respiro.Spesso Giovanni veniva a casa di sera per parlare di problemi della campagna ed intanto che discutevano si toccavano ed una volta eccitati mi mandavano a letto per ritirarsi anche loro nella camera da letto di mamma.Giovanni era basso,tarchiato e con le gambe storte,portava sempre i soliti pantaloni pieni di toppe e di buchi attraverso i quali spesso faceva capolino la capocchia del cazzo eccitato con una pelle lucida perchè tesa e scura.Quando mia madre si allontana
va o era distratta lui faceva in modo di esibirlo alla mia vista;facendo finta di sistemarlo lo tirava fuori del tutto e dopo averlo soppesato ed ostentato verso di me lo riponeva come se nulla fosse.Questa esibizione è generale per gli uomini perchè si può dire che quasi tutti i cazzi che sono passati per casa nostra hanno fatto defilè davanti al mio musetto come per passare ad un esame.Molti di essi si sono strusciati contro le varie parti del mio corpo e più io crescevo più si strusciavano; si vede che avevano bisogno di caricarsi ulteriormente.Specialmente zio Ercole,il fratello di papà,prima che mi abbia reso donna mi si avvicinava e con la scusa di baciarmi per dimostrare quanto mi volesse bene mi dimostrava quanto mi desiderava strusciandomi contro il suo membro turgido destinato alla felicità di mia madre e spesso spingeva il mio musetto contro il suo inguine come per mettermelo in bocca.Le prime volte mi dava fastidio ma più crescevo e più mi faceva piacere,più mi sgrilletta
vo desiderando giocare con quel bastone o cogli altri enormi e duri che mi desideravano ma erano destinati al solo piacere di mia madre.Quando in campagna mamma giocava con Amalia anch'io mi davo da fare con Nunzio e Pietro,i suoi figli,e gli ciucciavo i pistolini.Non è che ci provavo molto gusto visto che erano salati di piscio ed erano ancora piccolini,ma lo vedevo fare a mia madre e quindi la emulavo.Nunzio e Pietro li ho ciucciati un'infinità di volte anche quando ormai ero signorina e provavo gusto a bere le loro prime sborrate.Andavamo spesso in stalla a fare seghe all'asino che alle prime era ritroso e scalciava ma poi pian piano ha cominciato a prenderci gusto e ci lasciava fare fino a sborrarmi in mano una quantità enorme di sperma.Non glielo ho mai preso in bocca pur avendone tanta voglia.Con loro ho fatto sesso fino a qualche mese prima di sposarmi con Vanni,e se mi capita l'occasione di tornare al paesello senz'altro mi fotteranno volentieri ed io non mi negherò di certo.
Mi hanno penetrata anche loro cogli ortaggi e visto che non ero mai paga una volta mi hanno legata ad una balla di paglia col culo all'aria e le cosce spalancate e volevano,anzi volevamo,che mi fottesse l'asino.Ci ha disturbato purtroppo l'arrivo del loro padre ed abbiamo dovuto rinunciare.Devo parlarne con Vanni perchè mi è rimasta la voglia di provare.Io soffro di elefantiasi:cioè ho la vagina sia larga che profonda tanto ciò vero che quando mio zio Ercole,provvisto di un membro di tutto rispetto ,mi rese donna non fece nessun sforzo per entrare nelle mie viscere e la perdita di sangue fu minima anche se all'inizio sentii un gran bruciore fastidioso ma che non m'impedì di godere.Il suo uccello era di dimensioni notevoli ed infatti mi accusò di non essere vergine e mentiva perchè io sapevo che lo ero.Nella mia micina ho accolto il pistolino di mio fratello che muoveva i primi passi dopo essere stato sverginato da Giulio,l'amante di nostra madre:un bel ragazzo pieno di muscoli ben di
stribuiti intorno ad un bellissimo cazzo.Nino veniva a raccontarmi le sue avventure omosessuali ed intanto veniva a godere dentro di me.Con mio fratello c'è un'intesa mai raggiunta con altri.Noi ci amiamo di un amore diverso:è come se amando l'altro amassimo noi stessi,infatti quando faccio sesso con lui è come se fossi ermafrodita,come se fossi dotata di vulva e pene e fossi in grado di penetrarmi da sola e quindi godere.Fare sesso con lui è come masturbarmi,con lui abbiamo in comune i desideri,i pensieri,le voglie,i problemi e quindi ognuno di noi è come se fosse l'altro.Con mio fratello fare sesso è un gioco sublime,surreale,mentre ti sta penetrando senti come un fantasma che ti viola:ho le stesse vibrazioni,sensazioni,tremolii di quando mi soddisfo da sola.Ciò che più mi piace è la preparazione.Tutti e due aborriamo qualsiasi forma di violenza,ci prendiamo con dolcezza,con lievi toccamenti,l'unica violenza la sento all'interno della vagina con la sua sborra sotto pressione.Se il
suo cazzo è libero fa raggiungere allo sperma la distanza di 3-4 metri:dal letto ha provato ad imbrattare lo specchio dell'armadio o il soffitto o i capelli e comunque sbrodolo come una fontana quando sento i suoi schizzi violenti contro l'utero o contro le pareti interne della fica.L'altra particolarità è il turpiloquio che adopero solo con lui e forse per questo più eccitante.In società siamo molto educati e non sopportiamo le parolacce ma quando siamo insieme ci lasciamo andare alle espressioni più volgari,tanto che un carrettiere rispetto a noi sembra un educando.E mentre mi apostrofa con epiteti che mi rifiuto di scrivere mi spalanca le cosce e si tuffa col viso come per penetrarmi con la faccia e qui inizia a leccarmi con tanta foga da strapparmi quasi i peli e con l'intento di leccarmi l'ombelico ma dall'interno.Noi facciamo sesso da sempre e lo faremo sempre.Adesso poi che abitiamo sullo stesso pianerottolo lo facciamo appena i nostri partners ce ne danno l'occasione.Mio mari
to mi permette tutte le libertà che voglio e non è geloso a patto che io gli dica con chi vado a lettoe possibilmente vuole partecipare anche lui perchè gli piace da matti vedere quando vengo penetrata,però la relazione continua che ho con mio fratello e quella che saltuariamente ho con Lucio,suo fratello,non posso confessargliela perchè potrebbe aversene a male.Io non posso avere figli,e forse questa mancanza di affetto filiale,il fatto che non possa essere riempita di baci e carezze innocenti mi fa desiderare di essere riempita di sborra bollente che mi abbraccia dall'interno.La prendo in fica,nel culo e sopratutto mi piace ingoiarla quando mi vengono in bocca.dove peraltro preferisco essere chiavata.E' per me un segno di vittoria far indurire un bel cazzo e trascinarmelo dietro come un cagnolino che sbava fino a che non lo riduco uno straccetto :mi dà un senso di potere fare e disfare a mio piacimento.Per me l'uomo è un ammasso di muscoli ed ossa intorno ad un cazzo nella cui ca
pocchia è riposto il cervello,l'intelletto dell'uomo.Per carità,io non lo disprezzo,anzi,però son sicura che è più forte un pelo della mia fica che tutto il suo raziocinio.Basta fargli vedere un po' di pelle nuda o un pelo che fuoriesce dal tanga che l'uomo si riduce come un verme che sbava dalla voglia di svuotare i coglioni e per farlo non bada a spese nè a modi.A me piace molto far vedere le mie forme,a mettermi in mostra dove c'è della gente che non conosco e che mai più vedrò.Vanni sa di queste mie manie di esibizione e molte volte le asseconda.Tengo a precisare che io non mi depilo l'inguine ed indosso quasi sempre dei tanga sottili e trasparenti e la mia libidine raggiunge il massimo quando vado a comprare le scarpe e me le provo davanti ad un bel giovane compunto fino a che non vede i peli della mia bernarda che straripano dalle mutande per nulla nascosta da una misera mini.O quando nei magazzini c'è gente che aspetta fuori degli spogliatoi ed io inavvertitamente apro la ten
da mentre sono nuda e magari colla bernarda ben in vista.Poi mi piace da morire legarmi in vita un cazzo finto che mi serve per inculare sia Vanni che mio fratello.Forse è la sindrome del cazzo,forse è per penetrare quelli che penetrano il mio corpo per prenderne piacere o per vendicare mia madre che veniva continuamente penetrata dai cazzi che vedevo girare per casa.beh,tante cose non riesco a spiegarmele.Mi ci vuole un psichiatra,ma poi che farne?visto che con le mie manie ci sono cresciuta e convivo bene?Anzi,qualcuno mi spieghi perchè mi piace fare sesso nei posti più impensati e dove è più alto il rischio di esere scoperti:l'ho fatto sul vaporetto che da Jesolo ci portava a Venezia;l'ho fatto dietro una guglia sul Duomo di Milano mentre c'erano tanti turisti;l'ho fatto sulla corriera con tre uomini mentre c'era una ressa che impediva ogni movimento;l'ho fatto in piedi al cinema mentre proiettavano un film storico che di eccitante non aveva nulla;l'ho fatto in una sala buia degli
Uffizi di Firenze mentre una coppia di anziani giapponesi ci guardava e sorrideva;l'ho fatto con 18 compagni di scuola negli scavi di Pompei dove eravamo andati in gita ed in pieno giorno;l'ho fatto con almeno una trentina di uomini che facevano parte con me di una compagnia teatrale dilettante ed andavamo tutte le sere in un vecchio cinema a fare le prove mentre io le prove le facevo con uno dopo l'altro nello sgabuzzino delle scope;una volta l'ho fatto su un ciliegio con Nunzio col rischio di romperci l'osso del collo.Ho provato a fare dei pompini a 150 all'ora a dei ragazzi che me lo proponevano mentre guidavano.Sono innumerevoli le situazioni di pericolo e più sono pericolose più intensa è la goduta.E' Vanni,mio marito,che ha scatenato ancora di più se possibile la voglia di godere della troia che è in me.Lui mi aveva confessato di essere bisex:gli è sempre piaciuto giocare coi maschi e con le femmine allo stesso modo,gli è indifferente se penetra o viene penetrato,un bastone dr
itto od una fica aperta per lui sono sexy allo stesso modo.Ma ciò che lo eccita al massimo è quando con la bocca fa indurire un bel cazzo e lo introduce lui stesso nelle viscere della sua donna fino a farlo sborrare e berne lo sperma che cola dalla fessura.A lui non interessa se io adopero altri cazzi per godere basta che non ne sia innamorata,perchè,dice,il sentimento è una cosa il giocare è un'altra,basta che ne sia informato.Io gli ho sempre detto con che faccio o vorrei fare sesso,beh,eccetto qualche caso.All'inizio della nostra relazione abbiamo visionato una cassetta porno ed abbiamo espresso il desiderio di far partecipare qualcun altro e siccome ci siamo arrapati da morire abbiamo arguito che ci sarebbe piaciuto senza problemi se non quello di scegliere il cazzo che ci avrebbe frugato le viscere.Noi andavamo spesso in riva al Ticino a fare nudismo e facevamo sesso mentre tra le piante c'erano dei guardoni che sapevamo si masturbavano.Allora una volta ci siamo andati col preci
so scopo di conoscere qualcuno che avrebbe poi partecipato ai nostri giochi.Siamo andati una domenica presto ed abbiamo scelto un posto dove eravamo tranquilli e nello stesso tempo tenevamo d'occhio un pezzo di spiaggia.Ci siamo messi nudi secondo il solito ed abbiamo atteso che qualcuno arrivasse.Avevamo visto in precedenza che ci andavano altre coppie per giocare con altri ma a noi nessuno mai aveva proposto alcunchè.Dopo una mezzoretta è venuto a sedersi a tre metri dai nostri piedi un giovinastro che si è seduto dando le spalle al fiume e spiando continuamente le nostre nudità.Era a torso nudo e continuava a massaggiare la patta dei blue-jeans che evidenziava un gonfiore che faceva presumere di possedere un cazzo più grosso del normale.Io cominciai a muovermi allargando le cosce in modo da fargli vedere i petali aperti della mia rosellina già madida di umori luccicanti,mi mettevo a pancia sotto per mettere in mostra il mio bel culo accogliente a mandolino che chiunque pagherebbe
per infilarlo e lui niente,continuava a massaggiarsi guardandomi.Vanni si è eccitato ed ha cominciato a toccarmi mentre lo guardava fisso,mi ha preso a smorzacandela aprendomi le chiappe mentre io gemevo che volevo che qualcuno mi prendesse in una doppia penetrazione e l'altro neanche per il cazzo:continuava a massaggiare il turgore della patta sempre guardandoci.Sono venuta due volte per la voglia che avevo di tirarglielo fuori e spompinarlo,macchè,lui nulla,ammirava le nostre effusioni e non accusava nessun segno di vita.Vanni ha pensato che fosse gay,allora si è alzato e col cazzo ritto verso di lui ha indietreggiato fin dietro delle piante e da lì gli ha fatto segno di seguirlo:lui guardava ma non dava segni di vita,almeno avesse rifiutato sarebbe già stato qualcosa.Dopo un po' Vanni ha avuto da fare ed è rimasto assente per un po'.Io avevo una voglia spasmodica di fotterlo,avevo voglia di prenderglielo in bocca,ero tutta bagnata e vogliosa allora mi sono decisa a strusciare col
culo per terra e coprire la poca distanza che ci separava.Gli ho chiesto se gli faceva piacere prendere una donna sotto gli occhi del marito e lui ha detto che gli piacerebbe sommamente però la timidezza lo paralizzava.Allora l'ho steso per terra e gli ho cavato i pantaloni e gli slip mentre gli mettevo la fica a due centimetri dal naso.Oh miracolo,che dolce visione:aveva un cazzo che era un monumento di quelli che piacciono a Vanni.O celestiale visione.Appena ho avvicinato la bocca per prenderlo e non avevo dato ancora che un paio di passaggi con la lingua che quasi mi soffoca di sperma cremoso ed abbondante.Glielo ho ripulito mentre gli stringevo le palle e lui per ringraziarmi ha mantenuto la sua erezione in mio onore e così ho potuto giocare un po'.Che bel cazzo che aveva,ben modellato e di una grossezza piavevole e soddisfacente.Ci siamo leccati per un bel po' fino a che non mi son messa in ginocchio per prenderlo alla pecorina,posizione che preferisco perchè lo prendo tutto fi
no alla radice e poi mi eccita il rumore dei coglioni che sbattono sulle chiappe.Mentre così chiavavamo chi ti vedo difronte a me ?Vanni che veniva inculato da un uomo che mi ha raccontato poi aveva incontrato per caso.Cos'era successo?Quando Vanni era andato dietro le piante per trascinarsi Efisio,il ragazzo timido che credevamo gay,aveva visto il luccichio di quella che credeva una macchina fotografica,allora ha allargato il giro e non visto è arrivato alle spalle del tizio che,guardando con un binocolo le nostre effusioni si masturbava.Pian piano si è steso a terra ed ha cominciato a masturbarsi anche lui gemendo cogli occhi chiusi sempre più forte per farsi sentire,ed infatti era sato notato.Il tizio si è avvicinato e sempre menandosi il cazzo si è fatto notare offrendogli l'arnese in tiro.Vanni ha fatto finta di notarlo solo allora e gli ha preso in bocca il cazzo che dopo un paio di succhiate è venuto.Sono rimasti a parlare un po' e Vanni gli ha proposto di venire a chiavarmi s
e voleva e naturalmente lui ha accettato anche perchè aveva visto i nostri giochi e quanto ero eccitata.Vanni invece di prenderlo per mano lo ha preso per il cazzo ed in quel modo procedevano fino a che non più protetti dalle piante non hanno visto che io stavo ciucciando il cazzo del giovanotto.Si sono fermati ad osservare ciò che succedeva e visti i nostri giochi si sono eccitati.Allora anche loro si sono messi a giocare ed infine Vanni in ginocchio prendeva nel culo il cazzo di Emilio,così ci ha detto di chiamarsi il guardone,mentre io venivo fottuta da Efisio e quando ci siamo visti siamo venuti quasi contemporaneamete tutti e quattro.Dopo si sono avvicinati ed abbiamo formato un bel gruppetto che per tutto il giorno abbiamo fatto tanti di quei fuochi d'artificio sopratutto per merito di Efisio che era di una resistenza fuori dal comune.E' stata quella la prima volta di una lunga serie in cui abbiamo fatto sesso con terze persone che poi non abbiamo incontrato per una seconda .Ab
biamo fatto anche lo scambio di coppia che racconterò in un'altra occasione perchè adesso sono stanca ed ho voglia di stare un po' vicino a Vanni che ora dorme e magari sogna dei bei cazzi che lo fanno godere.Ultimamente mi sta parlando spesso di Romolo,il nostro portinaio che pare abbia un cazzo fuori serie.Solo che in questo caso dovrei prenderlo come amante e praticamente incontrarmi spesso con lui,almeno a quanto mi sta suggerendo Vanni,perchè,dice,è bello non avere legami ma non si può sempre essere alla ricerca di nuovi cazzi quando si ha la possibilità di conoscere qualcuno che ci possa soddisfare entrambi.Veramente io sono attratta molto di più da Veronica,sua moglie, che è una brunetta tutto pepe e presumo,dalla capigliatura,che dovrebbe avere una foresta di pelo nero che le contorna la fica che deve essere uno spettacolo.Ogni tanto,quando ho avuto occasione di parlarle,mi sono ritrovata ad immaginarla nuda e leccarle il pelo che mi entra tra i denti.Se saranno rose fioriran
no e non mancherò di parteciparne il mio diario.Adesso saluto la compagnia e vado a dormire,ciao.
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20 years ago
admin, 75
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I camerieri
Avevo 28 anni quando per una serie di coincidenze andai a fare il cameriere in un hotel di Cesenatico. Avevo allora già avuto tre o quattro storie con ragazze che mi avevano lasciato, una in particolare mi aveva sbattuto in faccia il fatto che l'avevo piccolo e mi tirava poco.
Nell'Hotel lavoravano 8 persone 4 uomini e 4 donne. Si dormiva in un fabbricato adiacente con camere per due. Prima di iniziare il lavoro serale, si tiravano quattro calci in un campetto attiguo, poi si faceva la doccia in un locale unico con getti che venivano da un tubo in alto. Dopo qualche tempo un cameriere di circa 35 anni, dotatissimo e un suo collega di almeno 50, si erano messi a fare gli stupidi sul mio cazzo piccolo. Il più giovane si masturbava sotto la doccia facendoselo venire grossissimo e il suo collega vecchio non era da meno. Il gioco si faceva sempre più pesante, mi venivano vicino con il cazzo duro e me lo sbattevano contro ghignando. Alla sera si andava in giro a vedere le fighe, poi si rientrava in camera. Una volta finii in camera con loro a vedere dei giornali porno, il giovane come sempre si masturbava e il vecchio mi incitava a succhiarglielo. Così finii che glielo presi in bocca e iniziai a spompinarlo, l'altro mi mise le mani dentro ai pantaloni, sul culo.
In un attimo mi trovai nudo e il gioco cominciò duramente, il collega giovane mi inculò freneticamente poi mi finì il più vecchio. E' una grossa balla la storia che ti fa male, se ti sei masturbato nel culo con degli zucchini fin da giovane, c'è l'hai gia rotto e godi come un maiale. I fallimenti con le fighe trovarono la loro logica conclusione, mi feci inculare da quei due per tutto il periodo di quel lavoro estivo. Una sera andammo in un boschetto vicino alla spiaggia frequentato da gay. I miei due amici mi fecero avere un rapporto con un marocchino, credo che mi scopò per almeno un ora con un eccitazione a noi impossibile, anche dopo avere sborrato più di una volta.
Un'altra sera mentre ci facevamo, fecero entrare una cameriera di 40 anni che lavorava li, si eccitò subito moltissimo aprendosi il vestito e masturbandosi freneticamente, poi il cameriere dotato la prese e la scopò facendola venire in continuazione. Misero lei e me alla pecorina di fronte e mentre l'altro cameriere mi inculava lei iniziò a darmi la lingua in bocca dandomi del frocio, poi mi prese in bocca il cazzo moscio facendomi fare la più guduruiosa sborrata della mia vita.. Adesso sono sposato, mia moglie tre volte alla settimana dice di uscire con le sue amiche e non rientra mai prima delle tre.....nessuno sa dei miei vizi.
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20 years ago
admin, 75
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scommessa
Diciamo che mi chiamo Anna e che mio marito si chiami Vanni.Siamo sposati da diversi anni,non sto qui a contarli,anche perchè non è importante.Sessualmente siamo sempre stati liberi di avere le nostre frequentazioni basta che non ci fossero state conseguenze,come figli indesiderati o coltellate dagli altri partners.
Tutto era cominciato con una scommessa.Lui sosteneva che se la donna fosse stata sempre sotto controllo non avrebbe avuto modo di essere infedele,mentre io ho sempre sostenuto che anche se l'uomo resta avvinghiato perennemente alla donna questa trova sempre il modo di farlo fesso.A quell'epoca facevamo campeggio e giravamo l'Italia con la tenda nel mese di agosto.Io lo sfidai a controllarmi continuamente perchè quell'estate avevo deciso di farlo cornuto sotto i suoi stessi occhi.Piantammo la tenda sotto alcune piante ai margini di un campeggio sul lago di Garda dove eravamo stati altre volte gli anni precedenti e dove l'anno prima avevo notato un inserviente che mi faceva gli occhi dolci e lo ricordavo sopratutto perchè aveva la patta dei pantaloni ben rigonfia e faceva sempre in modo che io lo notassi.L'anno prima mi ero avvicinata un po' di più a questo ragazzo forse perchè con l'avanzare dell'età si è un po' più sensibili verso chi ci desidera.Avevo notato che si faceva trovare
spesso nel locale delle docce ogni volta che io mi ci recavo dopo essermi bagnata e m'incontrava spesso mentre entravo od uscivo nel locale ed eravamo obbligati a strusciarci perchè la porta era abbastanza stretta.Le prime volte non ci feci caso ma quando notai che succedeva quasi tutti i giorni stetti più attenta e se non lo vedevo in giro non andavo a fare la doccia finchè non lo vedessi.Più di una volta avevo toccato con una mano indifferente e ciondolona il gonfiore dei pantaloni e qualche altra mi ero girata ed avevo sentito sulle natiche quanto fosse duro il desiderio nei miei confronti. Più di una volta ci siamo guardati negli occhi e ci siamo scambiato un mezzo sorriso timido fino a quando l'ultimo giorno ci siamo baciati mentre io gli palpavo il cazzo che mi sembrava grosso mica male e lui è riuscito ad infilarmi un dito in fica.Ed è finita lì perchè quel giorno sono partita per andare al mare.Dunque è da lì che pensavo di riprendere il discorso interrotto,anzi forse mai nea
nche iniziato.Ed è proprio pensando a lui che accettai la scommessa con Vanni,convinta che il ragazzo,Ettore il suo nome,sarebbe stato abbastanza all'altezza della situazione ed avrebbe capito le mie intenzioni anche senza che le esprimessi.Mio marito mi stava letteralmente addosso e con me faceva all'amore a più non posso convinto com'era che una donna appagata può essere soddisfatta e raggiungere la serenità solo dopo aver fatto sesso,mentre non si rende conto,come molti uomini tuttavia,che più la donna fa sesso più ne vuol fare,almeno nel mio caso è così.Una volta,al Liceo,durante una gita agli scavi di Pompei ho avuto 18 orgasmi uno dopo l'altro perchè sono stata presa dai miei 18 compagni maschi ed alla fine ero io ad implorarli di continuare perchè non ero ancora soddisfatta e mentre li pregavo mi sditalinavo raggiungendo un ulteriore orgasmo.Mio marito è un orfano di guerra ed in questa qualità una volta,il 4 novembre,venne invitato a mangiare e visitare la caserma dei milita
ri della sua città.Mi portò con lui.La sera mentre eravamo a letto mi chiese che regalo avrei voluto per il prossimo anniversario di matrimonio io gli dissi tra il faceto ed il serio che avrei voluto essere presa da un reggimento di soldati.Ne abbiamo riso ma lui non lo sa che io parlavo sul serio e se me lo avesse permesso io sarei entrata di notte in caserma per passarli tutti in rivista.Lui ancora adesso non sa quali sono i miei sogni,i miei fantasmi,conosce poco il mio passato.Lui non sa che da ragazza facevo parte di una compagnia teatrale composta da 42 elementi di cui ,mi pare,30 erano maschi e che io ho conosciuto in senso biblico tutti uno dopo l'altro,lui non sa che il figlio del nostro fittavolo una volta mi ha legata ad una balla di paglia e stava per farmi fottere da un asino che lui aveva eccitato e che io non vedevo l'ora di sentire in corpo,e per colpa di suo padre che giunse nel momento sbagliato io sono rimasta con la voglia di provare tale sensazione.Lui crede di e
ssere stato uno dei primi per il solo fatto che mi ha trovata vergine di culo.E' vero,ma solo perchè nessuno me lo aveva chiesto in modo insistente.E sbagliavo,perchè da quando ho provato godo più ad essere sodomizzata che chiavata.Vanni è sempre con me,in acqua ,fuori,per negozi in città,mi accompagna davanti alla porta del cesso o della doccia e dopo aver allungato il collo per accertarsi che non c'è nessuno si pone da parte,risponde sempre lui al telefono e non riceve nessuno nella tenda.Io faccio finta che ho dimenticato la scommessa mentre è in cima ai miei pensieri e mi comporto come una donna che non vuole frequentare nessuno mentre mi animo,logicamente a sua insaputa,quando nei miei dintorni gironzola Ettore.Sopratutto quando Ettore è alle mie spalle e difronte a me c'è Vanni io faccio finta di aggiustarmi il costume e tiro da parte la sottile stoffa che dovrebbe difendere la nostra onorabilità e metto in mostra il buco del culo come per dirgli che non aspetto altro che lui
vi entri.Ho provato anche a fare col dito il gesto di fottere in modo che il messaggio sia più che chiaro e non lasci dubbi circa le mie intenzioni.Un giorno Vanni era sull'uscio della tenda e leggeva qualcosa quando ho visto Ettore armeggiare nella zona,allora io ho alzato l'orlo inferiore della tenda come per fare entrare più aria tutto intorno e l'ho chiamato ad alta voce così che anche Vanni sentisse ciò che dicevo:- Scusi,lei,mi farebbe un favore? Vede quel lampione sotto quella pianta non potrebbe spegnerlo di sera perchè siccome con mio marito andiamo a letto presto e siccome io dormo da questo lato della tenda ho il suo chiarore proprio negli occhi e m'impedisce di prender sonno. Intanto che gli parlavo facevo un sorrisetto come di sottinteso e gli ho schiacciato un paio di volte l'occhio.Lui ha accondisceso anche se mio marito si è offerto di cambiare posto col mio ma io,logicamente,ho detto di no perchè ormai ero abituata a dormire da quel lato.Siamo stati un po' a chiacc
hierare sullo stato del lago,sui campeggiatori,sugli strimpellatori che non mancano mai nei campeggi giusto per rompere i coglioni a chi cerca pace,sul caldo che a volte ci faceva boccheggiare,sul fatto che anche a sollevare il lembo inferiore della tenda era molto afoso lo stesso.Praticamente ho dato tutte le indicazioni utili per sapere come comportarsi.Quella sera non è successo nulla ed ho atteso invano ed ho avuto una notte insonne perchè ero molto eccitata.Ora la scommessa con Vanni recitava che io avrei dovuto farlo cornuto sotto i suoi stessi occhi e non approfittare di quando dormisse e nè coll'aiuto di bigliettini.Sarebbe stato fin troppo facile altrimenti.Il giorno dopo Ettore mi ha fatto capire che quella sera sarebbe venuto a farmi visita.Ho trascorso un pomeriggio sempre eccitata e neanche dei lunghi bagni sono riusciti a spegnere l'ardore della mia patatina.La sera ho stuzzicato Vanni che ha fatto sesso con me pur non spegnendo i miei ardori.Dopo che ha goduto,come al
solito si è messo disteso a pancia all'aria ed è stato allora che ho intuito che fuori ci fosse qualcuno;allora ho preso in bocca il membro di mio marito e benchè molle ho cominciato a ciucciarlo facendo rumore di risucchio in modo che coprisse eventuali altri rumori estranei ed intanto che ciucciavo ho messo fuori la tenda,facendole passare sotto l'orlo del telo,le gambe seguite dal culo ed infine anche la schiena ,lasciando nell'interno solo la testa con la bocca che armeggiava col cazzo molle di Vanni.Tutto il mio corpo era nudo perchè due minuti prima avevo fatto sesso ed avevo la vagina ancora umida dello sperma di mio marito in modo che quando ho sentito entrare nelle mie viscere un arnese che è almeno il doppio sia in lunghezza che in grossezza di quello di Vanni per poco non mi è sfuggito un rantolo di piacere che ho nascosto col rumore della bocca che pompava il cazzo di famiglia sempre moscio .Ettore me lo ha fatto sentire fino alle ovaie e mi ha fatto godere come una font
ana,poi mi ha stretto il seno con le due mani ed intanto mi ha sodomizzata con mio grande piacere.Ed è quì che mi ha inondato col suo liquido denso e cremoso il culo ed è qui che ho goduto un'altra volta ed è qui che ho dato un paio di pompate più forte del solito e Vanni ha reclamato.Ettore , sentito che mio marito era sveglio, si è allontanato mentre io ho continuato a pompare senza più titegno fino a farlo venire ancora,a fatica ma è venuto tanto sono diventata brava in quel momento.Vanni mi ha chiesto come mai ero così eccitata allora io gli ho detto che ero appena stata posseduta da Ettore sia davanti che dietro,lui ne ha riso dicendo che era impossibile ,allora io gli ho mostrato il corpo oltre la tenda e gli ho fatto toccare con mano lo sperma che mi usciva dal culo.Ha dovuto ammettere che ero stata brava e la mia vittoria non l'ha considerata una sconfitta,anzi mi ha regalato il braccialetto che porto al polso.Abbiamo fatto in seguito altre scommesse e le ho sempre vinte e mo
lte volte mi viene il dubbio che lui faccia di tutto per farmele vincere visto il modo da sempliciotto che ha sempre adottato e specie nel caso che vi racconterò prossimamente.Baci.
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20 years ago
admin, 75
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Giorgia e Paolo
Avevo conosciuto Giorgia e Paolo rispondendo, così, tanto per fare, a un annuncio su una bacheca nella quale ero casualmente incappato nel corso di un vano e notturno peregrinare in internet. Non che andassi cercando qualcosa; anzi, sono piuttosto scettico e diffidente su quello che possiamo trovare in quelle inserzioni: secondo me generalmente nascondono delle/dei professionisti del sesso, oppure gente con qualche problema di relazione sociale. Ma non escludo che si tratti solo di un pigro e infondato pregiudizio. In ogni caso fin dalla prima lettura quell'annuncio saltò a pié pari qualsiasi mia possibile prevenzione e mi colpì per la sua semplicità: mi suggerì subito che dietro ci fossero due persone decisamente interessanti. Non si discostava particolarmente dal consueto cliché tipico dell'annuncio di una coppia, uguale a mille altri; si limitavano a qualificarsi come coniugi 48-44 anni che cercavano un singolo come "spettatore e partecipe solo se richiesto". Seguiva l'immancabile
corollario di aggettivi: educato, pulito, discreto, ecc. Eppure c'era qualcosa di diverso che lo distingueva dalla massa delle mille promesse e proposte di sfrenata lussuria: nella scelta delle parole, nel modo di proporsi, nella richiesta. Si capiva, non saprei adesso dire in quale modo, che stavolta non si trattava, come quasi sempre accade, di un uomo che stava trascinando la sua donna recalcitrante nella realizzazione di una propria fantasia erotica. Piuttosto sembrava lei il motore della coppia: era lei, che nell'annuncio parlava anche a nome del marito. Risposi d'impulso per propormi con un'onesta dichiarazione descrittiva; spensi il computer, me ne andai a dormire come se quell'operazione avesse inferto il colpo finale alla mia insonnia.
Non mi aspettavo affatto di ricevere una risposta, in fondo non avevo nemmeno inviato una foto (non ne avevo, altrimenti non avrei avuto problemi) come loro chiedevano (elemento preferenziale). Soprattutto non mi aspettavo di ricevere una risposta così immediata, dopo meno di ventiquattro ore. Mi domandai perché avessero optato proprio per me, come prima scelta, tra le chissà quante risposte pervenute, corredate di foto con grossi cazzi frementi e masturbanti in loro onore. Forse perché si sentivano più a loro agio con la mia maturità di 50enne, forse perché la mia città distava soltanto 100 km. dalla loro, oppure (mi piaceva pensare) perché le parole che avevo usato erano più in sintonia con il tono del loro annuncio. Chissà. Fatto sta che mi sorpresero facendomi trovare una loro e-mail nella mia casella di posta elettronica, con tanto di numero cellulare, e l'indicazione di una fascia oraria durante la quale chiamare (tra le dieci e mezza e le undici), anche quella sera stessa.
Non aspettai la sera seguente: alle 22.30 in punto composi il numero indicato, con un'emozione che non provavo da secoli: finalmente intravedevo la prospettiva di realizzare un'esperienza che era sempre stata una delle mie fantasie. Era autentico batticuore quello che provavo mentre sentivo squillare il loro telefono.
- Pronto? -
La sorpresa mi lasciò un attimo senza parole. Aspettavo una voce maschile, invece mi giungeva alle orecchie una voce femminile esile ma decisa:
- Pronto! -
- Ciao. Sono Vanni. Hai una voce bellissima. -
Del seguito della telefonata non ricordo molto. Soltanto che non fu banale, che mi chiese di descrivermi anche sommariamente, che parlava un italiano colto senza inflessioni di alcun tipo. A differenza di me non sembrava affatto impacciata; non fece mai cenno a suo marito, se non come uno dei membri della coppia. Confermò che a loro piaceva soprattutto esibirsi in presenza di qualcuno che si eccitasse allo spettacolo che offrivano; solo in caso di eccezionale sintonia avrebbero potuto richiedere una mia eventuale partecipazione. Ero disposto a stare entro questi limiti? Ero disposto. Aveva già previsto il passo successivo: ci saremmo incontrati in un'enoteca di una cittadina che si trovava esattamente a metà strada tra le nostre.
Impaziente com'ero arrivai all'appuntamento quasi venti minuti prima. Il locale, piuttosto ampio ed elegante, non era molto affollato; in fondo era solo la sera di un qualsiasi giorno infasettimanale. Mi sedetti ad un tavolo e ordinai un caffé che mi aiutasse a ingannare l'attesa. Tenevo d'occhio la porta, spalancata sulla notte tiepida, e intanto attraverso la vetrata osservavo i passanti, cercando di indovinare la coppia che si sarebbe infilata dentro per me. Mi sentivo divorato dalla curiosità: ero stato così distratto da non avere fatto nessuna domanda sul loro aspetto fisico. Fui assalito dal timore che risultassero di una bruttezza desolante; cominciai a cercare affannosamente quali parole avrebbero potuto risultare adeguate a consentirmi uno sganciamento che non risultasse offensivo. Nemmeno per un momento sospettai che il tutto potesse rivelarsi una burla. Nonostante tutte le mie attenzioni, il loro ingresso, con qualche legittimo minuto di ritardo, mi colse di sorpresa. Li n
otai che erano già entrati e si stavano guardando intorno. Mi avevano individuato, aspettavano un gesto di conferma da parte mia. Mi alzai, lanciai un sorriso verso di loro che, altrettanto sorridenti si diressero con passo deciso verso il mio tavolo.
Giorgia si rivelò una piccola brunetta veramente deliziosa: capelli a caschetto, occhi verdi e maliziosi, sorriso seducente. Paolo era sul metro e settantacinque, fisico atletico, biondo un po' stempiato, più giovanile dei suoi quarantaquattro anni, aveva l'aria impacciata di un ragazzone timido. Giorgia si sedette vicino a me, accavallò le gambe facendo uscire dalla gonna azzurra delle cosce tornite e abbronzate. Fu subito brava, con l'aiuto di alcuni bicchieri di vino bianco, a sciogliere ogni imbarazzo tra noi: cominciò a parlare come se il nostro fosse un normale incontro senza alcun altro scopo sottinteso. Davanti a Paolo, seduto vicino a lei e di fronte a me, quasi sempre silenzioso, parlò di loro e del loro rapporto di coppia sposata da venti anni e con un figlio di quindici. Esaltava la loro perfetta armonia, che li portava a condividere tutto senza segreti e ipocrisie. Da parte mia, mi sentii in obbligo di rivelare qualcosa di me: del mio matrimonio naufragato e della mia nu
ova compagna, che adesso ignorava che fossi lì e soprattutto perché. Mi congratulai per la saldezza del loro legame, confessai di invidiarli un po': io non sono mai riuscito, e tuttora non riesco, nonostante la maturità (almeno anagrafica) a guarire da un'insopprimibile tendenza all'infedeltà. Ammisi di avere sempre sentito una passione (del tutto innocua e non patologica, per carità) verso il voyerismo e l'autoerotismo, che praticavo da sempre con piacere. Anche durante quei brevi e felici periodi della mia gioventù in cui ero pieno di donne.
Insomma, ci piacemmo. Le vere motivazioni per le quali c'eravamo incontrati restavano sullo sfondo e rendevano eccitante la serata che, di per sé sarebbe stata comunque piacevole, specialmente dopo che anche Paolo dimostrò di avere completamente superato l'iniziale imbarazzo. Giorgia (era chiaramente lei che conduceva la danza con noi) propose di lasciare, per quella sera, le cose a quel punto. Suggerì che avremmo potuto rivederci il sabato successivo per passare una giornata al mare insieme. Paolo mi rivelò che loro conoscevano un luogo selvaggio e ignoto ai più, raggiungibile solo camminando per una mezz'ora per un sentiero nella macchia. Là avremmo trovato pace, silenzio, solitudine, macchia mediterranea, rumore di onde. Loro ci andavano sempre quando potevano, perché lì era possibile praticare il nudismo senza essere disturbati da guardoni e carabinieri. Quando ci salutammo, sul marciapiede di fronte al bar, con un confidenziale bacio sulle guance, c'era tra noi una palpabile atm
osfera di eccitante complicità. Sentivo che un'ulteriore più accentuato contatto fisico avrebbe potuto procurarmi un'erezione; indovinavo che anche per Paolo sarebbe stato la stessa cosa, mentre i verdi occhi di Giorgia, oltremodo luccicanti, mi facevano sospettare una fighetta bagnata. Era logico immaginare che una volta a casa si sarebbero gettati sul letto e avrebbero fatto l'amore fantasticando sul seguito dell'avventura che si accingevano a principiare.
E io? Boh! Non mi è mai piaciuto andare a puttane.
La mattinata del sabato si presentò subito, al primo sguardo dalla mia persiana appena aperta, come una mattinata limpida e serena. L'aria era fresca, ma era facile indovinare che si sarebbe scaldata con l'avanzare delle ore.
Parcheggiai nel piazzale sterrato indicatomi da Paolo con molta precisione; fu invece molto più difficile trovare l'imboccatura del sentiero che dal piazzale si dipartiva dentro la macchia. Per vederlo bisognava spostare una grossa fronda di oleandro: ci si poteva arrivare solo conoscendone l'esistenza, oppure per un caso del tutto fortuito.
Quando arrivai sulla spiaggia, dopo quella che mi sembrò un'interminabile camminata in mezzo alla macchia ombrosa, Giorgia e Paolo erano già arrivati, probabilmente da tempo. In riva al mare il sole era più caldo, ma era temperato da una lieve brezza che infondeva benessere: era decisamente una splendida mattinata di inizio giugno. Li scorsi da lontano, sdraiati su degli ampi teli di spugna colorati, completamente nudi a prendere il sole. Avvicinandomi fui subito colpito dal candore della pelle di Giorgia, sul quale spiccava un vello nerissimo e foltissimo che si arrampicava in alto sul ventre piatto. Il corpo minuto, con i seni piccoli e appuntiti, sembrava quello di una ragazzina, solo un po' addolcito da qualche appropriata curva che testimoniava una splendida maturità. Paolo aveva un fisico asciutto, poco peloso. Il suo membro risultava più piccolo di quello che ci si poteva aspettare, data la corporatura. Quando mi videro arrivare si alzarono per salutarmi, ci stringemmo la mano
Rimasi un po' stupito nel constatare che, quando strinsi la mano a Paolo, il suo membro ebbe alcune pulsazioni, quasi come se stesse per avere un'erezione. Stesi il mio telo vicino a quello di Giorgia, loro tornarono a sdraiarsi. Mi spogliai completamente per scaldarmi anch'io a quel magnifico sole di prima estate. L'atmosfera era così tranquilla ed amichevole che non induceva ad alcuna forma di morbosità o eccitazione. Rimasi un certo tempo in piedi di fronte a loro, sdraiati, per sottomettermi alla loro legittima curiosità, quindi mi sedetti. Per un bel po' continuammo a parlare del più e del meno, come vecchi amici; ma intanto il mio sguardo cercava di frugare tra i folti e riccioluti peli corvini in mezzo ai quali si affacciavano graziosi (e umidi?) petali rosa, sfiorava incuriosito il piccolo membro (forse un po' barsotto?) di Paolo. Una certa eccitazione adesso cominciava a scorrere nelle mie vene, dovevo fare un certo sforzo per resistere alla tentazione di toccarmi: più volt
e il mio membro pulsava per un inizio di erezione, che però rimaneva solo un inizio. Adesso tra noi era sceso il silenzio, l'unico rumore era dato dallo sciacquìo delle onde. Giorgia e Paolo stavano pigramente e languidamente stesi ad occhi chiusi, consapevoli che li stavo osservando sempre sul limite di una prorompente eccitazione. Fu Giorgia (era chiaramente lei che dirigeva il gioco) a fare la prima mossa: allungò la sua mano e cominciò ad accarezzare il ventre del marito sdraiato vicino a lei, giocando con i suoi peli pubici. Come ad un segnale atteso il membro di Paolo s' irrigidì, io sentii un calore intenso scendere dal mio petto verso il basso, il mio cazzo cominciò a pulsare e si erse. La mia mano scese ad accarezzarlo con lieve dolcezza. Giorgia si sollevò per chinarsi sul ventre del marito, fece sparire in bocca il suo piccolo membro eretto che indovinavo durissimo; intanto lasciava scivolare la mano tra le gambe, a farsi largo nel folto vello, a muoversi con lenta e sensu
ale regolarità. Io cambiai posizione per avere una migliore visuale dello spettacolo, continuavo a sfiorarmi il sesso con leggerezza, attento a tenermi lontano da un inopportuno orgasmo. Ma nonostante l'eccitazione non riuscivo ad essere del tutto tranquillo in un luogo così aperto, di tanto in tanto alzavo lo sguardo per dare un'occhiata intorno. Un ronzìo di motore dal mare piatto distolse ancora di più la mia attenzione. Un gommone, con sopra una coppia, si stava avvicinando alla riva. Sicuramente due nudisti, pensai. Erano troppo lontani per riuscire a vedere quello che stavamo facendo, troppo vicini per non sospettarlo. Avvertii Giorgia e Paolo, ormai completamente presi nel loro gioco per potersene accorgere; senza troppa fretta, si ricomposero.
- Andiamo nella macchia - suggerì Giorgia con una voce bassa che non le avevo ancora sentito - là dentro nessuno verrà a disturbarci.
Raccogliemmo i nostri teli, li seguii nella fitta macchia che orlava la spiaggia. Prendemmo un sentiero seminascosto, che evidentemente loro conoscevano bene; l'attesa per quello che stava per accadere aveva mantenuto intatta la nostra eccitazione. Camminavamo nudi in mezzo alla natura, l'aria leggera e dolce ci accarezzava la pelle, Paolo ed io avevamo il cazzo ancora potentemente eretto; la folta peluria di Giorgia era umida e brillante di goccioline. Dopo qualche decina di interminabili metri ci infilammo per uno stretto varco quasi invisibile tra le piante, entrammo in una radura chiusa tra gli alberi e le siepi. Era una bellissima camera naturale e completamente ombreggiata, con il terreno reso soffice da sabbia ed erba. Stendemmo i nostri teli di spugna: i loro accostati, il mio trasversale per poterli osservare nella posizione più voyeuristicamente diretta e favorevole. Li guardai con desiderio mentre si accarezzavano reciprocamente, li osservai masturbarsi con dolcezza, li ho
ammirati con eccitazione crescente mentre si attorcigliavano in un fremente sessantanove. E quando Giorgia, con le gambe oscenamente spalancate, mostrandomi la fica bagnata e gocciolante, ordinava con voce roca e spezzata a Paolo di entrare dentro di lei. Da dietro potevo vedere il culo del marito che andava su e giù, immaginavo, più che intravedere, il suo piccolo cazzo duro che entrava e usciva da quella foresta nera e umida. Il mio sguardo era pieno di quello spettacolo: mi sono sollevato in piedi per dominare la scena dall'alto, mi masturbavo furiosamente, attento a non venire prima di essermi goduto la visione di un loro orgasmo. Giorgia, ha alzato lo sguardo sul mio cazzo percosso dalla mia mano, sulle mie palle che ondeggiavano sopra di lei; l'ho vista vibrare in un intenso orgasmo, per un attimo le sue pupille sono scomparse: nei suoi occhi solo il bianco e palpebre che battevano veloci. Per me l'immagine del suo godimento fu una frustata di eccitazione che mi costrinse a fe
rmarmi per non concludere subito con una copiosa eiaculazione.
Come un'armonia dolce e inattesa alle mie orecchie risuonò la voce rotta e ansimante di Giorgia: mi chiedeva di avvicinarmi, di darle il mio cazzo da succhiare. Ho obbedito con le gambe che tremavano per l'eccitazione, mi sono messo in ginocchio, ho appoggiato il mio membro sulle sue labbra; lei ha passato la lingua lungo l'asta, poi ne ha fatto sparire la punta nella bocca succhiando con dolcezza. La mia eccitazione per poco non è esplosa in quel momento, quando ho sentito un'altra lingua, inattesa, che lambiva i miei testicoli. Ho dovuto ritrarmi bruscamente per non prorompere in un orgasmo irrefrenabile. Giorgia ha allontanato da sé il marito e rimanendo di fronte a noi con le gambe spalancate mi ha chiesto di leccarla. Ho affondato il viso tra le sue cosce, la sua fica era un fiore completamente sbocciato in mezzo ai folti peli neri e bagnati che si appiccicavano alla candida pelle dell'inguine. Ho cominciato con studiata lentezza a passare la lingua sulle labbra gonfie, sul clit
oride piccolo e appuntito che si ergeva dalle rosee pieghe; assaporavo la forte fragranza della sua eccitazione. Avevo dimenticato Paolo, che si era fermato un attimo a osservarci, poi ho notato il suo movimento per portare il suo membro all'altezza della bocca di Giorgia, che iniziava a succhiarlo dolcemente. Non mi sono sorpreso, questa volta, quando una bocca grande, forte, decisa, si è impadronita avidamente del mio cazzo duro ed eccitato.
Componevamo un'estatica congiunzione triangolare.
Ho sentito Giorgia sussultare in un lungo, intenso, vibrante orgasmo. La mia lingua, tutta la mia bocca, erano impregnate dell'acuto, delizioso umore della sua fica. Ho sollevato la testa e con un lungo bacio in bocca ho trasmesso a Paolo la conoscenza dei suoi umori. Mentre ci baciavamo Giorgia ha preso in mano i nostri due cazzi, li ha uniti, accarezzati, strofinati tra loro; quindi si è chinata ed ha cominciato a leccarli e succhiarli alternativamente.
A questo punto la tensione era veramente insopportabile, non avrei potuto resistere ancora per molto senza giungere ad un orgasmo. Ero sicuro che lo stesso fosse anche per Paolo. Ma Giorgia lo aveva capito benissimo, da brava regista sapeva come e in quali tempi muovere i suoi attori: ha ordinato al marito di andarle sopra e di prenderla. Io, che ancora non avevo compreso quello che lei aveva in mente, mi accingevo a procurarmi un orgasmo che mettesse fine a quella che stava diventando una sofferenza. Giorgia, con una voce rotta e appena percepibile: - Aspetta, aspetta, non venire ancora. - sussurrò. Portò le mani sulle natiche del marito che la stava montando e che adesso stava immobile con il cazzo piantato dentro di lei, gliele allargò con tutta la sua forza, mostrandomi il buco teso e aperto di Paolo.
- Inculalo!- quasi gridò con la voce arrochita dal desiderio.
- Sì, inculami! - sussurrò Paolo, quasi implorando.
Mai prima di allora avevo inculato un uomo, ebbi un attimo di smarrita esitazione. Ancora la voce di Giorgia arrivò a incalzarmi:
- Cosa aspetti? Prendilo! -
L'eccitazione era tale che se anche avessi avuto una residua inibizione da superare sarebbe svanita all'istante. Mi portai alle spalle di Paolo, appoggiai il mio cazzo sul buco aperto e cominciai a spingere con forza. Il glande entrò con una certa fatica (e suppongo con un po' di dolore) nonostante lui cercasse in ogni modo di facilitarmi, mentre le piccole mani di Giorgia continuavano a tenere le natiche allargate. Infine con un colpo di bacino violento e improvviso affondai completamente fino a quando sentii miei peli pubici che sfioravano i glutei. Paolo fu scosso da un sussulto e da una contrazione di dolore che si ripercossero su Giorgia, provocandole un orgasmo fortissimo, che la fece gridare e vibrare di piacere. Paolo rimase folgorato tra il dolore della mia penetrazione violenta e il piacere che gli trasmise l'orgasmo della moglie sotto di lui; con un rantolo e mille spasmi rovesciò il suo sperma nella vagina di Giorgia. Sentii il suo corpo forte e robusto contrarsi nel piac
ere, scuotere il mio cazzo affondato nel suo corpo, mentre lo sfintere me lo stringeva convulsamente e ritmicamente. Troppo, troppo era adesso il mio piacere: con un lunghissimo, intenso orgasmo inondai di sperma il suo intestino.
Ci accasciammo l'uno sull'altro, esausti e appagati.
Restammo ancora per un po' in quella piccola porzione di paradiso, stesi in silenzio a riposare, ad aspettare che i nostri sudori e i nostri umori si asciugassero. Poi, come a un tacito segnale ci rialzammo e ci incamminammo verso la spiaggia. Mentre camminavamo completamente nudi sul sentiero nella macchia vedevo il mio sperma che scendeva dall'ano di Paolo lungo l'interno della coscia. Anche Giorgia aveva l'interno delle cosce bagnate da un liquido che doveva contenere i suoi umori vaginali, la mia saliva, lo sperma del marito.
Passammo ancora qualche ora in spiaggia conversando e ridendo. Pranzammo con i panini che ci eravamo portati; mescolammo le birre che avevo portato io con il robusto vino rosso che avevano portato loro, e questo ci regalò una sonnolenta ed estatica allegria. Il primo bagno della stagione nell'acqua ancora fredda del mare di giugno servì a lavare i nostri corpi ancora imbrattati e a riportarci a un livello di coscienza più vigile. Ci stendemmo al caldo sole pomeridiano per asciugarci e recuperare energie.
Mentre mi stavo chiedendo se era il caso di proporre di tornare ancora nella macchia (mi era sorta la curiosità di invertire il ruolo con Paolo), oppure di fissare un nuovo appuntamento, senza dire una parola si alzarono e cominciarono a vestirsi.
- Adesso dobbiamo andare via. -
La voce di Giorgia era dolce e neutra, ma decisa. Ero un po' sconcertato, mi domandavo adesso se involontariamente non avessi detto una qualche parola inopportuna.
- Mi piacerebbe incontrarvi di nuovo. -
- No, non è possibile, non ci sarà un seguito. Paolo ed io abbiamo bisogno di questi momenti per mantenere saldo il nostro rapporto di coppia. E' un equilibrio delicato, queste evasioni che ci concediamo debbono avvenire raramente e con persone sempre diverse. -
Paolo era una presenza muta, a testa bassa. Ci salutammo con un bacio, mi sedetti sul mio telo e li osservai mentre si allontanavano lungo la spiaggia.
Hanno mantenuto la parola: non li ho più sentiti e la cosa non ha avuto un seguito. Ho rispettato la loro volontà, non li ho più cercati. Tuttavia non dispero che un bel giorno il mio cellulare mi riporti la voce allegra di Giorgia o quella profonda di Paolo.
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20 years ago
admin, 75
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Godere in spiaggia
Finalmente dopo mesi di lavoro intenso siamo partiti per trascorrere 5 giorni al mare in uno dei posti più belli della nostra Italia: il Salento.
Mare limpidissimo, sole che ti riscalda e voglie che ti frullano.
la mia Katia era da tempo che me lo diceva: " non vedo l'ora di sdraiarmi su una spiaggia bianca a prendere il sole!.."e così è stato.
Arrivati nei pressi dei laghi Alimini (Le) abbiamo subito trovato l'ambiente giusto per noi: mare limpido, verde pineta e spiaggia deserta o quasi..
Katia ha voluto subito esibire le sue magnifiche forme e col passare delle ore il colore della sua pelle è diventato dorato e i suoi capezzoli scuri. Non vedevo l'ora di sfiorarla. A 30 metri c'era un ragazzo che steso sul suo telo mare sembrava disinteressarsi a quello "spettacolo", quando ho cominciato a sussurarle che mi faceva eccitare l'idea di attirare l'attenzione di quel ragazzo. Ci siamo stesi e ho cominciato ad accarezzarle le cosce ogni millimetro molto lentamente fino a quando le ho sentite che lo stesso lentamente si aprivano e si chiudevano. Quel suo movimento ha già emanato uno strano richiamo a quel ragazzo che subito si è voltato e per non dare subito all'occhio facendo finta di niente si è messo degli occhiali da sole e ha cominciato a guardare ad intervalli sempre più stretti nella nostra direzione. Katia sentendosi sussurare da me che quel ragazzo la stava guardando ha cominciato a toccarsi il seno nudo e sfiorarsi il suoi capezzoli fino a farli diventare turgidi
mentre la mia mano si avvicinava al suo slip. "Aprimi lo slip e fagli vedere come mi tocchi la fica" mi disse...e io sempre con moviimenti m olto lenti con un dito ho allargato lo slip e con l'altro ho toccato il clitoride...Sembrava che fosse uscita in quel momento dal mare...era bagnatissima!! Il ragazzo cominciava a toccarsi il costume all'altezza del cazzo e Katia stando stesa voleva sapere da me cosa il ragazzo stesse facendo. "Si sta menando una sega" le dicevo e lei usciva la lingua ansimando e godendo. Io avevo il cazzo durissimo e lei l'ha voluto sentire con la sua mano cominciando a maneggiarlo con forza. In quel momento si è sollevata e ha visto lo spettacolo del ragazzo che ormai aveva il cazzo in mano a masturbarsi. Katia ha sorriso e ha voluto prendersi il mio cazzo in bocca davanti a lui senza il minimo imbarazzo: lo guardava mentre mi leccava e succhiava. Ha voluto fargli vedere come adora spompinare fino a farmi sborrare ... sulle sue meravigliose tette calda e cop
iosa. mentre si spalmava la mia sborra ha chiamato quel ragazzo sotto il nostro ombrellone e lo ha invitato a darle la sua sborra ...ancora sulle tette. Desiderio esaudito e vacanza ben iniziata!! Domani saremo sempre su quel posto bellissimo ma in un'altra spiaggia a godere e far godere
Mike e Katia
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2
20 years ago
admin, 75
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Un Pomeriggio di Fuoco (Cap.4 - fine)
Li guardo mentre si divertono tra loro. Stanno facendo un 69. Si succhiano a vicenda.
Lei e' veramente fenomenale per me. Io sono bello grassoccio e sento la necessita' di una vaccona grossa sotto di me. Quelle troppo magre o sottili mi fanno pensare che possano spezzarsi sotto i miei colpi.
Ovviamente non e' cosi'. Una donna, anche minuta, se vuole, e' in grado di sostenere un cazzo da cavallo.
Pero' che dire, io prediligo le vaccone grosse con le tette grosse.
Sergio e Daniela continuano a leccarsi. Io mi riposo un po' per dare la botta finale.
"Voglio vedervi chiavare" - dico.
Loro, da bravi schiavetti, si spostano e si mettono in posizione. Lei sotto a fica aperta e lui di sopra, le appoggia la punta del cazzo sulla fica e poi spinge, ficcandolo tutto dentro.
La classica posizione da scopata insomma. Vedo i loro culi dalla mia posizione.
E ovviamente subito approfitto della situazione. Mi alzo e prendo il doppio cazzo finto. Mi metto anche io sul letto dietro di loro. Appoggio una punta al culo di Daniela e comincio a spingere. Ormai e' sfondata e lubrificata benissimo, quindi il cazzo finto le entra facilmente. La sento che geme moltissimo ora con la doppia penetrazione. Lubrifico con il succo della fica di lei, il culo di lui. Poi appoggio l'altra punta del cazzo al culo di Sergio. E comincio a spingere. QUi non e' facile come per la vacca. Il culo di Sergio e' stretto e il cazzo finto non entra facilmente.
Lui geme, un po' dal dolore, un po' per l'eccitazione, ma si sente che e' stretto e penso che gli faccia male.
Ma non me ne frega nulla. Quel cazzo dovra' entrare. Continuo a spingere e piano piano gli entra un bel pezzo dentro al culo.
Sono bellissimi ora da vedere. Sono uno dentro l'altra e contemporaneamente hanno questo cazzo finto che unisce i loro culi. Si vede che stanno godendo un casino.
Mi metto di lato, vicino alle loro teste e metto il mio cazzo in mezzo alle loro bocche.
Comnciano a leccarlo insieme. Mentre scopano mi passano le loro lingue sul cazzo. Poi a turno se lo ingoiano. Sono faccia a faccia e quindi ognuno vede l'altro che lo succhia. Daniela va ancora piu' su di giri quando vede Sergio a pochi centimetri dal suo viso che succhia il mio cazzo. Vede la mia asta che gli entra ed esce dalla bocca. Poi ogni tanto mi fermo e le do' le mie palle da succhiare.
Sono eccitato ma so che ci mettero' molto a venire cosi'. Allora faccio spostare Sergio.
"Togliti di qua, cornuto, mettiti sdraiato sotto di lei, culo contro culo, cosi' non ti devi togliere il cazzo finto." - gli dico.
Lui si sposta piano, per non fare uscire il cazzone, e si sdraia a pancia all'aria e a cosce aperte, formando una X con le cosce della moglie.
Io cerco un posto per le mie gambe, le infilo tra le loro e poi punto la punta del mio cazzo sulla fica e spingo dentro di colpo. Sembriamo una strana specie di animale a 6 zampe. Non si capisce piu' dove finisce uno e cominciano gli altri. Siamo uniti in un groviglio.
Ovviamente ora Daniela e' slargata e bagnata dalle scopate e quindi entro senza problemi e senza farle male. Stare nella sua fica e' bellissimo. Mi sento caldo e godo moltissimo. La pompo su e giu' con forza perche' ormai sono alla fine e non riuscirei a tenerlo duro a lungo.
Pompando veloce e con violenza sono quasi prossimo a venire e mi tolgo perche' voglio fare bere ad entrambi la mia sborra.
"Cornuto, rimettiti a chiavare questa troia che ora vi faccio un bel regalino".
Sergio le rimonta sopra e comincia a trombarla.
Io rimetto il mio cazzo teso tra le loro bocche. Lo spingo in fondo alla gola della troia. Do' un po' di pompate e poi lo tiro fuori, me lo smano un po' e cosi' me ne vengo per l'ultima sborrata.
Gli schizzi vengono fuori di getto e le vanno a finire in faccia, io metto una mano dietro la testa di Sergio e lo costringo a leccarle la faccia. Qualche altra schizzata di sborra ancora vien fuori e io passo la punta del cazzo tra le labbra del cornuto e le labbra della vacca. Me lo faccio pulire per bene.
"Baciatevi passandovi bene la lingua nella bocca, dovete bere tutto" - dico ai due maiali.
E loro eccoli che si passano la lingua sulle labbra, sulla faccia e poi se la spingono fino in gola come a rubarsi le ultime gocce dal profondo della bocca.
Io sono stremato. Loro anche sono esauriti. Mentre io sborravo tra le loro bocche, anche Sergio stava sborrando nella fica di Daniela. La stavamo riempendo sopra e sotto a quella gran vacca.
Ci sdraiamo sul letto sfiniti. Io in mezzo ai loro corpi. Mi appoggio su Daniela che e' bella morbida.
E cosi' restiamo per un po', quasi senza parlare, a riposarci da questo lungo ed estenuante pomeriggio di fuoco.
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20 years ago
admin, 75
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Realtà o sogno?
Il buio intorno a me è rotto dai bagliori provenienti dallo schermo, sul quale si volge un'improbabile quanto fragorosa vicenda, che non riesce a catturare la mia attenzione, che è invece concentrata sull'uomo che mi si è seduto accanto, da poco. Con la coda dell'occhio lo vedo sovrastarmi di tutta la testa, ha un volto duro ma giovanile, sui trent'anni. Mi chiedo perché i miei sensi siano tesi, come nell'attesa di qualcosa. Chiudo gli occhi, abbandonando completamente la vicenda, cercando di controllare il mio respiro che si è fatto più affrettato.
Un brivido mi percorre quando mi sembra di sentire la sua mano posarsi sul mio fianco. Faccio scorrere la mia dove credo di essere stata sfiorata, controllo la maglietta che scende sui jeans. Ho un'impulso irrefrenabile, sollevo la maglietta scoprendomi il fianco, ritraggo la mano e aspetto. Non molto: quella mano è di nuovo sul mio fianco e, incontrando adesso la pelle scoperta, si sofferma. Adesso avanza verso il mio stomaco, si ferma dove la stretta della cintura gli impedisce l'accesso al ventre, tenta d'insinuare le dita e rimane ferma, come una richiesta di permesso ma anche come un'ordine imperioso, a cui non so opporre rifiuto. Slaccio la cintura e faccio scendere la lampo dei jeans.
L'invito è subito accolto, la mano scende lungo il ventre, ho di nuovo un brivido ancora più violento. La mano si è fermata all'orlo del perizoma, trattengo il respiro appiattendo il ventre per quanto posso, agevolandogli l'ingresso, la mano s'insinua sotto al leggero tessuto, come in una carezza, si sofferma sulla peluria del pube: fra poco incontrerà il mio sesso bagnato.
Divarico le gambe, le dita aprono le labbra, massaggiano sapientemente il clitoride, finché un grosso dito penetra profondamente nella vagina lubrificata. Spingo il ventre in avanti, liberandomi completamente dalla pressione del sedile, il piacere s'impadronisce rapidamente di tutto il mio cervello. Sono completamente concentrata in quei pochi centimetri del mio corpo da cui quello sconosciuto sa trarre meravigliose sensazioni che mi stordiscono. Sento che non manca molto al mio orgasmo, l'uomo continua a penetrarmi con un ritmo lento e regolare, continuando a massaggiarmi il clitoride col pollice, si ferma un attimo per introdurre un secondo dito insieme al primo, ora sono piena di lui, sento le prime contrazioni della vagina ed il mio orgasmo esplode. Il frastuono proveniente dallo schermo copre il mio gemito soffocato in un rantolo ansimante. L'uomo si è reso conto di avermi fatta godere ma non estrae le dita dal mio ventre. La sua presenza continua ad eccitare la mia mente.
Lascio che conduca la mia mano sotto al giubbotto che gli copre il ventre ed afferro il membro duro e pulsante, senza essere disturbata dal sentirlo umidiccio, forse sudato,fra le dita. Lo masturbo facendo del mio meglio, lo vedo socchiudere gli occhi dal piacere e questo mi da soddisfazione. Mi sto chiedendo come penserà di raccogliere il proprio seme, che ormai mi sembra prossimo a sgorgare e la risposta mi arriva chiara e perentoria. La sua mano si appoggia pesantemente sul mio capo, afferrandomi per i capelli e portando la mia bocca a riempirsi del suo cazzo, giusto in tempo per sentire zampillare i fiotti caldi del suo orgasmo. Ha un buon sapore, lo ingoio, attardandomi a ripulirlo con la lingua. Mi sollevo guardandolo. La sua espressione è ancora dura, per niente addolcita dal piacere che gli ho dato.
Si accosta al mio orecchio, afferrando con forza il mio braccio. "Vieni!" Lo seguo come in "trance" verso la luce rossa che indica "toilettes". Più che accompagnarlo, mi lascio trascinare, priva di una mia autonoma volontà o forse seguendo il mio desiderio inconscio. Mi spinge nella toilette degli uomini, contro al muro, mi sfila la maglietta, slaccia il reggiseno e si appende con le labbra ai miei capezzoli succhiandoli e leccandoli.
Sono nuovamente fuori di me, il freddo delle piastrelle contro la schiena mi da brividi violenti, slaccio la cintura e apro la lampo, facendo scendere a terra i jeans, con i movimenti del bacino, abbasso il perizoma fino alle cosce, mi concede solo il tempo di far uscire una gamba, poi mi fa appoggiare le mani al lavabo e mi penetra da dietro, sprofondando in un solo colpo dentro la vagina. Le sue penetrazioni sono potenti, profonde e mi portano di nuovo all'orgasmo. Sento la sua voce, dietro di me pronunciare parole in una lingua che non comprendo, probabilmente del ceppo serbo, sollevo il viso e vedo, oltre al mio volto sconvolto nello specchio, che sta parlando al cellulare. Mi chiedo a chi, ma ormai comincio ad immaginare quale sarà la risposta. Lui continua a scoparmi, tenendomi per i seni che mi stringe con violenza. Mi meraviglio di non provare dolore ma di sentirmi ancor più eccitata da questa durezza.
Ormai lo sento ansimare completamente riverso sulla mia schiena, i suoi colpi si fanno più affrettati e violenti, tanto da costringermi a puntellarmi con le braccia al lavabo per non essere sbattuta contro. Sto andando velocemente incontro ad un nuovo orgasmo, lo desidero, spingo il sedere contro il suo pube andando incontro alle sue penetrazioni, attendo il suo orgasmo, augurandomi che sia contemporaneo al mio, come in effetti avviene.
Mentre il suo seme si mescola ai miei umori, iniziando a colarmi sulle cosce, vedo aprirsi la porta del bagno e due uomini che scambiano con lui poche parole, si avvicinano a me, estraendo velocemente i cazzi dai pantaloni, e mentre uno di loro mi prende per le braccia togliendomi dall'appoggio del lavabo e facendomi appoggiare ai suoi fianchi, per potermelo infilare in bocca, l'altro, prende il posto del precedente. Sto di nuovo partendo verso un piacere ancora più intenso del precedente. Sento le dita di qualcuno che mi allargano l'ano, poi il cazzo che mi stantuffava si posiziona all'imboccatura e mi penetra nello sfintere, lentamente ma senza soste. Con il cazzo nell'ano e le dita nella vagina mi dimeno come un'ossessa , mugolando per quanto mi consente il grosso cazzo che ho in bocca.
Ormai sono in preda ad un unico interminabile orgasmo indistinto che mi strema. Accolgo ingordamente i fiotti di sperma che mi riempiono la bocca, li ingoio leccando il membro da cui sono usciti e finalmente anche il mio sfintere è riempito dai caldi spruzzi, che fuoriescono colandomi lungo le natiche e le cosce, appena l'uomo esce da me. Resto sola nel bagno, mi asciugo con carta igienica le cosce, le inguini e le natiche. Asciugo con un fazzolettino un rivolo che mi scende all'angolo della bocca. Mi rivesto. A casa, dopo il lungo bagno caldo, mi stendo sul letto, al buio, mentre il fragore di una improbabile vicenda, che non seguo, fuoriesce dal televisore. Mi perdo nel ricordo, o in un sogno, chi sa? Al risveglio mi tocco, mi sento ancora bagnata.
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1
20 years ago
admin, 75
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La sensuale dama rossa
In un primo momento ero intenzionato a descrivere solo la singola vicenda iniziale che mi aveva portato a cambiare completamente vita a livello erotico sessuale (vedi il racconto "La mia prima avventura con una donna matura"). Tuttavia graditi e particolarissimi messaggi di alcune lettrici mi hanno convinto e invogliato a continuare la descrizione di questa splendida e per me importantissima vicenda. Con la descrizione di quegli attimi spero di riuscire a stimolare la vostra capacità d'immedesimazione, a trasmettere quelle stesse emozioni e sensazioni da me provate e a coinvolgere i vostri sensi fino a regalarvi intensi, anche se virtuali, attimi di piacere. Sono consapevole che l'eccezionalità della vicenda può far sospettare che la stessa sia opera della mia fantasia, tuttavia non posso far di meglio che confermarvi la veridicità dei fatti. A voi poi il giudizio finale. Vi ringrazierò, come ho fatto finora, per i vostri piacevolissimi messaggi e auguro a tutte una
nuova piacevole bagnata lettura.
Avevamo da poco fatto l'amore. Lei era andata in bagno a farsi una doccia, mentre io rimasi per alcuni minuti seduto sul divano ancora umido dei nostri orgasmi. Pensavo e ripensavo nella mia mente a quel corpo straordinariamente sensuale anche se non più di verde età: quella sua soffice pelle, quelle sue morbide sode tette con quei turgidi scuri capezzoli, quelle sue chiare lunghe gambe terminanti in affusolati piccoli piedi, ma soprattutto pensavo e ripensavo a quel suo rotondo culo e alla sua bellissima fica, dalla riccia rossa e curata peluria e dalle chiare rosee e succose carni. Nella mia mente rivivevo quei recenti intensi attimi di piacere: la sentivo ancora fremere e gemere sotto le mie carezze, i miei baci e le mie leccate, come mi sembrava di sentire ancora sul mio pene le sue piccole calde mani e la sua umida lingua mentre mi spompinava, ma soprattutto sentivo ancora le forti emozioni e sensazioni del mio primo rapporto anale. Con la memoria andavo a ricercare e a memorizz
are quella nuova piacevole sensazione provata nel momento in cui le poggiai la cappella del mio pene sul suo culo, glielo infilai dentro, e ne sentii le pareti di quel profondo buchetto avvolgersi al mio cazzo. Rivedevo spesso d'avanti ai miei occhi il suo buchetto che, sotto le mie ritmiche penetrazioni, le si andava via via allargando. Infine ripensavo a quell'esplosione di emozioni e sensazioni, a quello scorrere di liquidi: il mio che dal pene le era schizzato nel suo largo e profondo buco; il suo che dalla sua rosea fica era schizzato sulle mie palle e le aveva inondato le cosce. Davanti agli occhi la vedevo ancora lì, su quel divano, piegata con la testa su quel bracciolo, ancora mugolante e scossa dalle frenetiche contrazioni del piacere, mentre una goccia del mio sperma le iniziava a scendere dal largo buco del culo fondendosi con il suo orgasmico liquido. Tuttora mi eccito al solo ricordo di come lei si accarezzo con la mano le umide cosce, la fica e il culo intingendosi del
l'afrodisiaco liquido per poi, con esso, ungersi il seno e la bocca.
Di seguito si alzò di scatto e, senza guardarmi, uscì dalla stanza. Poco dopo sentii l'inconfondibile rumore dell'acqua che, precipitando dall'alto, tintennava su una superficie smaltata e immaginai che fosse andata a farsi una doccia.
Stavo ancora lì seduto, quando decisi di andarmene. Mi alzai e mi diressi verso l'uscita. Mi apprestavo ad attraversare velocemente il corridoio, quando intravidi da una porta le piastrelle di un bagno, e sentii il suono dell'acqua che si avvicinava via via. Vi guardai dentro e la vidi in tutto il suo splendore, mentre si detergeva e si rinfrescava inarcando e contorcendo il suo sensuale corpo.
«Dove vai?» mi chiese immediatamente vedendomi vestito e sul punto di uscire.
«Me ne torno al mio villaggio vacanze»
«Cosa!?» esclamò chiudendo l'acqua e allungandosi per prendere l'accappatoio. «E mi lasci così, su due piedi, ora?»
«Beh. non so cosa fare e allora.»
«Resta ancora con me! Fammi compagnia ancora un po'! Mio marito non torna che domenica. Non lasciarmi sola» e, fissandomi amorevolmente negli occhi, mi si avvicinò velocemente accarezzandomi il viso e strofinando leggermente le sue morbide forme sul mio corpo. Come dirle di no!
«Grazie, mio piccolo amante» mi disse e ci scambiammo ripetuti baci esplorandoci a vicenda la bocca con la lingua, mentre io le infilavo una mano nell'accappatoio e le accarezzavo il seno.
Poi mi invitò a seguirla in salotto dove sedemmo sul solito divano, mentre lei accendeva la tv.
«Perché non mi aiuti ad asciugarmi» mi chiese cogliendomi alla sprovvista, ma ripresomi rapidamente da quel piccolo momento di esitazione, accettai volentieri.
Incominciai ad asciugarle prima i rossi ondulati capelli, poi la schiena, le braccia e quindi il morbido seno. La situazione iniziava a diventare via via sempre più eccitante e piacevole. Continuai asciugandole prima una gamba e poi l'altra facendo scorrere lentamente l'accappatoio sulla sua pelle in una morbida e prolungata carezza. Poi passai alla sua fichetta asciugandole i suoi rossi peli e accarezzandole le rosee labbra e la clitoride. Che goduria! Nonostante avessimo scopato da poco mi sentivo il cazzo che mi montava nelle mutande.
«Va bene così!» esclamò scostandomi delicatamente e chiudendo le gambe. «Ho la micetta ancora tutta bagnata, ma penso che non si asciugherà in questo modo» disse sorridendo. Il suo viso era ancora più bello e luminoso senza trucco anche se ora le si vedevano un po' di più le poche rughe.
Mi invitò a sedermi accanto e a coccolarla mentre vedevamo un bel film. Sì, ma quale? Non so cosa guardava, sapevo solo che mi stava salendo sempre più l'eccitazione e il desiderio di scoparla di nuovo. La baciavo e la accarezzavo continuamente un po' dappertutto, anche se lei si mostrava estranea alle mie moine fingendo di essere distratta dal film. Di tanto in tanto le infilavo una mano sotto l'accappatoio tra le gambe o tra le tette, ma lei subito la toglieva, guardandomi e dandomi piccoli brevi baci con la lingua. La cosa non faceva che rendermi sempre più carico di desiderio. Ogni tanto sorrideva e sembrava che si divertisse a giocare con me in questo modo.
Erano da poco passate le undici della sera quando finalmente il film finì e lei si alzò. Subito la seguii e mi ritrovai in cucina. Mi fece sedere vicino al piccolo tavolo e mi chiese se volessi il caffè. Le dissi che non ne bevevo, ma lei lo preparò lo stesso. Poi si accomodò di fronte a me.
«Allora che mi dici?»
«E cosa ti devo dire?»
«Come cosa?! Ti è piaciuto, non ti è piaciuto, cosa ti è piaciuto, cosa non ti è piaciuto. su racconta, sono curiosa»
«Certo che mi è piaciuto! È stato fantastico!»
«E cosa ti è piaciuto in particolare?»
«Tutto! Mi è piaciuto mentre ti accarezzavo, ti baciavo e ti leccavo»
«E dove ti piaceva farlo di più»
«Sulla tua "micetta" ovviamente»
Lei sorrise facendomi capire che si aspettava già quella risposta.
«E come è stato scoparmi nel culo?»
Mi eccitava da matti sentire la sua ferma e innocente voce mentre pronunciava quelle parole. Raramente usava termini così scurrili, ma quando lo faceva non era affatto sboccata, ma molto sensuale, e la cosa mi metteva sempre un po' a disagio.
«È stato bellissimo! Confesso che mentre te lo infilavo ho provato un piacere immenso!»
Intanto lei si era alzata ed era andata a versarsi il caffé caldo per poi risedersi di fronte a me accostando ancor di più la sedia al piccolo tavolo.
«E a te cosa t'è piaciuto?»
Prima di rispondermi finì di sorseggiare il caffè e si accese una sigaretta.
«A me, invece, non è piaciuto proprio tutto. Di sicuro questa situazione mi eccita moltissimo. Devo dire che sei stato fantastico nei preliminari. Quando mi hai accarezzata, baciata e leccata mentre ero in piedi appoggiata alla parete ho goduto come una pazza, quasi venivo subito. In quel momento ho desiderato tantissimo che me lo mettessi nel culo o nella fica. Non ce la facevo proprio più! Ho tentato in tutti i modi di farmelo infilare in qualche buco, ma non ci sono riuscita. La cosa bella era che più non ci riuscivo e più mi eccitavo. Poi mi hai messa sul divano e continuavi a toccarmi, baciarmi e leccarmi, ma non ti decidevi ancora a mettermelo dentro e ormai mi chiedevo quando lo avresti fatto. Ho quasi perso le speranze quando mi sei arrivato in bocca, ma poi ti sei rifatto. Penso che non ho mai provato un orgasmo così! Nessuno mi aveva fatto venire così violentemente solo masturbandomi!»
Mentre mi parlava aveva accavallato le gambe in modo da sfiorarmi il piede con il suo, e ora mi guardava con uno sguardo carico di desiderio.
«Sei stato dolce a coccolarmi subito dopo, ma non mi sentivo soddisfatta. Volevo sentirti dentro a tutti i costi e fortunatamente lo volevi anche tu!»
Così dicendo iniziò a sfiorarmi il piede con il suo muovendolo lentamente in su e in giù ed iniziai ad eccitarmi.
«Peccato solo che eri alla tua prima esperienza anale e non sapevi muoverti»
«Perché? Cos'è che non andava?»
«Per tutto il tempo mi hai fatto male. In un'altra circostanza ti avrei fermato subito, ma capivo che era la prima volta e non volevo spezzare l'atmosfera, ma, soprattutto, ero troppo eccitata per farti smettere. Tanto è vero che sono arrivata per la seconda volta. Il sesso è piacere reciproco. Preferisco masturbarmi da sola se devo essere penetrata con dolore»
«E come dovrei fare?» le chiesi preoccupato per quei commenti.
«Semplice!» esclamò sorridendo, facendomi capire che era stata contenta di quella domanda. «Quando vuoi scoparmi nel culo non cercare subito di infilarmelo. Mettici prima il dito e gioca un po' col mio buchetto»
Intanto continuava ad accarezzarmi il piede col suo salendo lentamente sempre più su fino al ginocchio, per affondare poi sempre lentamente verso l'interno coscia. In quel momento il mio cazzo premeva forte sulle mutande e sul pantaloncino in jeans e sembrava dovesse esplodermi da un momento all'altro.
«Poi infilane un secondo.» proseguiva «. e continua a giocare. Quindi, se necessario, infilane un terzo fino a quando ti accorgi che il mio buchetto è sufficientemente largo da far passare il tuo coso. È allora che me lo devi mettere fino a farmi godere tutta»
«Siii!» sibilai spontaneamente dal piacere.
Ormai il suo nudo piede stava sopra il mio cazzo e me lo massaggiava su e giù con le sue minute dita. A mia volta le accarezzavo la caviglia e più su, fino a dove riuscivo ad arrivare.
«Capisci adesso perché ti ho detto che fare sesso non vuol dire solo infilarlo e prenderlo? Per godere bisogna anche parlarsi, comunicare le proprie sensazioni, le proprie emozioni. Sai a parlare di tutte queste cose la micetta mi si è tutta bagnata. Perché non me la asciughi di nuovo?»
«Siii!»
Subito mi chinai sotto il tavolo tenendole il piede. Iniziai a prenderle in bocca l'alluce leccandolo tutto per bene, soffermandomi più volte appena sotto l'unghia e verso la base. Poi passai alle altre dita leccandole allo stesso modo, e salii più su verso la caviglia e il polpaccio. Iniziavo a sentirla ansimare e respirare forte. Di tanto in tanto lanciava piccoli gemiti di piacere. Più salivo e più dischiudeva le gambe fino a quando non arrivai a leccarle le cosce. Allora lei con un veloce gesto sciolse l'accappatoio e si scoprì le gambe tenendole ben allargate e mostrandomi così la già bagnata fichetta desiderosa di essere leccata e accarezzata. Con una mano si accarezzava il seno trastullandosi e stimolandosi di tanto in tanto i turgidi capezzoli. Con l'altra, invece, si accarezzava il basso ventre e i rossi peletti della sua "micetta". Lentamente posai le mie labbra su quelle della sua calda e umida fichetta e cominciai a leccargliela. Un brivido di piacere la scosse. Alzò dal
pavimento le gambe flesse tenendo i piedi rivolti verso il basso contratti fortemente dal piacere. Mentre la leccavo la aiutavo a sostenere le gambe evitando che si contraessero per il piacere. Lei intanto mi posò una mano sul capo accarezzandolo e spingendolo verso la sua fica. Sembrava che si stesse completamente abbandonando al piacere quando con entrambe le mani mi scosto di scatto la testa dalle sue gambe e si mise rapidamente in piedi.
«Andiamo!» esclamò visibilmente elettrizzata. Mi allungò una mano aiutandomi ad alzarmi e mi condusse fuori la cucina dove abbandonò l'accappatoio. Camminava veloce sulle punte visibilmente impaziente di arrivare a destinazione. Io intanto la seguivo continuandole a fissare i fianchi e il culo desideroso di penetrarla al più presto. Giunti in camera da letto si voltò di scatto e mi abbraccio stringendosi forte a me. Mi baciò lungamente facendomi assaporare la sua lingua, mentre premeva con forza il basso ventre contro la mia rigida verga. A quel punto feci scivolare le mie mani sul suo culo e la accarezzai tra le natiche e attorno all'ano. Rapidamente mi sfilò la maglietta e mi abbassò i pantaloncini assieme alle mutande. Quindi, messasi in ginocchio, mi prese il cazzo tra le mani e con lenti movimenti della mano mi scoprì la cappella che fece scomparire subito dentro la sua bocca. Non mi ingoiò tutto il cazzo, ma teneva le sue labbra appena alla base del glande, muovendo rapidamente
la lingua che sentivo infilarsi dovunque. Con una mano mi teneva il resto della verga facendone scivolare avanti e indietro la pelle con lenti e piacevoli movimenti. Con l'altra mi massaggiava le palle. Di seguito schiuse leggermente le labbra e prese a farle scivolare avanti e indietro ingoiando e succhiandomi il pene, accompagnando i movimenti con la mano ben stretta sul cazzo. Il piacere era immenso e sentivo che le stavo venendo nuovamente in bocca, quando, accortasene, smise di spompinarmi, si alzò e si mise in ginocchio sul letto col viso appoggiato sul materasso
«Dai, gioca col mi buchetto! Fammi vedere quanto sei bravo» mi disse accarezzandosi l'ano. Immediatamente mi avvicinai a lei e iniziai a sfiorarle il buchetto con una mano, mentre con l'altra le accarezzavo la schiena e il seno. Quindi le infilai dentro un dito muovendolo avanti e indietro e avvitandolo a destra e a sinistra, iniziando a giocare con quel profondo buchetto, così come mi aveva detto.
«Ora prendi il lubrificante» mi comandò indicando il cassetto di un comodino «e continua a giocare col mio buchetto»
Così feci. Presi il lubrificante, me lo spalmai ben bene sulle dita e poi glielo spalmai attorno all'ano spingendolo anche all'interno col dito. Lubrificata in quel modo sentivo e vedevo il mio dito entrarle molto più facilmente e velocemente, quindi provai a infilarle un secondo dito riprendendo a muovermi come prima. Pian piano sentivo che, sotto la pressione delle mie dita, il buchetto le si allargava sempre più.
«Siii. bravo. continua così. ancora. Ora sì che mi piace!» ripeteva eccitata dalle mie lente e intense pressioni.
«Oh sii, dai. mettimelo dentro. mettimelo tutto. lo voglio!» gridava in preda al piacere.
Afferrai quindi il lubrificante e lo spalmai sul mio durissimo cazzo. Le infilai di nuovo due dita dentro e, quando pensai che ormai il buco era largo al punto giusto, mi piegai sopra di lei e glielo infilai. Il mio cazzo le scivolò dentro molto più facilmente della prima volta, anche se sentivo il buco ancora un po' stretto. Le poggia le mani sui fianchi e iniziai a muovermi su e giù, su e giù. Via via che la penetravo sentivo il mio cazzo che le scivolava sempre più all'interno fino a che le mie palle non le toccarono la fichetta. Di tanto in tanto si accarezzava la micetta cercando il massimo piacere. Le raccolsi i capelli e tirai pian piano verso di me facendole inarcare la testa e la schiena verso l'indietro mentre lentamente andavo aumentando la frequenza e la profondità delle mie penetrazioni.
«Siii, così. continua. ancora. più forte, più forte» gridava tra un gemito e l'altro scossa dai miei intensi colpi.
Poi la girai a pancia in giù, le alzai le gambe sistemandole i piedi sulle mie spalle, e la continuai a penetrare. Portai le mani sul suo seno e iniziai a palpeggiarlo.
In quella posizione le potevo vedere il volto contrarsi dal piacere. Ad ogni fremito tirava in dietro il capo e apriva sempre più la bocca mugolando. Dopo un po' la stesi di lato senza toglierle il cazzo dal suo largo buchetto e, tenendola alternativamente con una gamba alzata a cosce aperte e ripiegata a cosce più strette, la scopavo con rapidissimi movimenti di bacino entrandole a fondo, finché potevo. Quindi la rigirai a pancia in giù tenendola rasente al materasso con il culo leggermente alzato in modo da poterla penetrare. Quella era una posizione fantastica. Il mio cazzo le entrava premendo verso la parete del culo verso la fica provocandomi intense vibrazioni di piacere. Ma anche per lei non doveva essere molto diverso. Infatti, nonostante la posizione non le permetteva molti movimenti la sentivo dimenarsi e fremere di continuo. Il suo corpo vibrava dentro ad ogni mia penetrazione. Teneva la bocca aperta sulle lenzuola che spesso mordicchiava per l'incontenibile piacere, ment
re con le mani le stringeva e le torceva fortemente. Gemeva, mugolava e urlava sempre più dal piacere incitandomi a non fermarmi ad andare sempre più forte a farla venire. Eccitatissimo aumentavo fin che potevo il ritmo delle mie penetrazioni desideroso di venirle dentro, ma, mentre ero sul punto di arrivare, lei alzò di scatto il bacino sollevandomi.
«Sì. sì. sì.siiii!» esclamò sibilando sempre più forte mentre il mio cazzo veniva sospinto fuori da forti e rapidi vibrazioni vaginali e un dorato liquido le schizzò dalla fica bagnandomi le parti basse. Fu un orgasmo spettacolare, tant'è che non potei fare a meno di toccarmi e di venire su di lei subito dopo.
Stavolta era sfinita! Se ne stava stesa a pancia in giù con la bocca aperta e irrorata di saliva respirando ad ampi sospiri. Il culo le era diventato di un rosa acceso e al centro era in bella evidenza il suo buco ancora largo. Non riusciva più a muoversi.
Guardandola così bella e sensuale stesa su quelle lenzuola provata da quell'intenso rapporto, mi venne il desiderio di accarezzarla e coccolarla. Da prima le asciugai lo sperma che le avevo schizzato sul culo e sulla schiena nel momento di massimo godimento, quindi le accarezzai la mano e il braccio, e le baciai il collo. Dov'è gradire molto quei gesti visto che, dopo un po', si girò verso di me sorridendomi e rivolgendomi dolci languidi sguardi. A quel punto la cinsi leggermente tra le braccia e la coccolai fino a quando non ci addormentammo. Allora non potevo ancora immaginare cosa ancora mi sarebbe capitato il giorno dopo.
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20 years ago
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Un Pomeriggio di Fuoco (cap. 3)
Daniela ha sempre i due cazzi di gomma infilati dentro di lei. Io mi sdraio sul letto, col cazzo svettante.
"Ora, fammi un massaggio sul corpo con le tue tettone e con la tua lingua. Devi strofinarmi le tette addosso e anche leccarmi e succhiare. Vediamo cosa sei capace di fare."
Lei mi si avvicina a quattro zampe, i capezzoli sfiorano il lenzuolo. Mi passa le braccia di lato e comincia a strofinarmi le mammellone sul petto. Man mano sale sempre piu' finche' non me le struscia sul viso.
Si sposta con le gambe, in modo che ora scende con le tette verso il mio cazzo e contemporaneamente si avvicina con la fica alla mia faccia.
Continua a scendere finche ora non ha il mio cazzo in mezzo alle tette e la sua ficona e' proprio sul mio viso. Vorrei leccarla ma ha il giocattolo di gomma che occupa fica e culo e non posso fare molto.
Li prendo e glieli tolgo dai suoi buchi. Lei urla ancora mentre glieli strappo via quasi di colpo.
Comincio a leccarla ovunque riesco a far arrivare la mia bocca e la mia lingua.
Lei si piega e cerca di prendermelo in bocca, anche se le tette pero' ingombrano e non riesce a scendere bene a fondo con la bocca. Pero' in parte ci riesce e quindi continuiamo con questa specie di sessantanove. Sergio e' li' seduto che ci guarda. Vede sua moglie col mio cazzo in bocca su cui sbava e succhia e con la mia lingua nella sua fica. Questo era una delle cose che voleva provare, me lo ha descritto spesso nelle sue mail ed eccolo servito. Legato e impotente mentre sua moglie viene fottuta e chiavata per bene dal mio cazzo, dalla mia lingua e da un grosso giocattolo.
Daniela mi sta sbocchinando con grande maestria, ma io non voglio venire ora.
"Bene, ora cambiamo un po' la scena.. facciamo partecipare anche il cornuto.." - dico ad un certo punto.
"Troietta, scendi dal letto e va a slegare il cornutone."
Daniela obbedisce, scende dal letto. Anche io mi alzo e scendo dal letto e sciolgo anch'io i nodi che trattenevano Sergio.
"Alzati e sciogliti un po'.." - gli dico - "perche' per cio' che ho in mente fra poco sarai di nuovo legato e non ti potrai muovere per un bel po'.." .
Lui cerca di sciogliere il piu' possibile i muscoli che sono stati fermi finora. E' in piedi, con i collant rotti sul davanti da dove gli esce il cazzo dritto. Daniela lo guarda stranita, ha uno sguardo indefinibile ma si capisce che e' eccitata dalla visione di suo marito con i collant. Sono due maiali ma non hanno mai usato la fantasia per costruire delle atmosfere o delle situazioni particolari. Loro sono piu' per subirle che per crearle. Ed e' per questo che ci siamo trovati bene subito nelle mail. E pare anche altrettanto bene di persona, da quanto stiamo godendo tutti.
"Daniela, siediti sulla sedia e osserva." - le dico.
Daniela va a sedersi sulla sedia. Le do' il giocattolo in mano.
"Apri le gambe e infilati la cappella di gomma nella fica, voglio vedere che ti masturbi. E tu Sergio, inginocchiati."
Lui si inginocchia davanti a me, gli metto una mano sulla testa e spingo verso il mio cazzo.
Siamo ad un metro da Daniela, lei vede chiaramente la bocca di suo marito che prima mi bacia la cappella e poi lentamente scivola sulla mia mazza, ingoiando il mio cazzo fino in fondo. Daniela ha gli occhi spalancati ed e' straeccitata.
"Vacca troia, spingiti quel coso di gomma nella fica e fammi vedere come ti chiavi da sola!"
Lei si riprende e comincia ad armeggiare col cazzone di gomma, se lo infila dentro e poi comincia a farlo andare dentro e fuori e si vede che sta godendo. Ha gli occhi di fuori dall'eccitazione di vedere suo marito col cazzo in bocca, mentre si sta sollazzando con un giocattolone e mentre lui cerca di girare lo sguardo verso di lei per guardarla.
Penso che se sborrassi ora anche lei se ne verrebbe a vedere suo marito riempito di sborra. Ma la mia idea e' un'altra.
"Leccami le palle, come hai fatto prima, con calma e delicatezza."
Lui mi alza l'asta, mettendo bene in evidenza il mio sacchetto e comincia a leccarlo. Sua moglie ci osserva. Lui continua le leccate con lentezza. Ogni tanto il suo sguardo si dirige verso sua moglie. Si guardano a vicenda mentre obbediscono agli ordini che io ho dato.
"Fermati" - gli dico interrompendo le sue leccate.
Mi volto e gli metto di nuovo il culo in faccia come prima.
"Sai cosa fare ora.. leccalo e succhialo come prima." - gli ordino.
E lui si avvicina di nuovo e comincia a dare lunghe leccate ed a succhiarmi il buco del culo, infilandomi la lingua dentro e facendomi godere. Lo faccio andare avanti per qualche minuto.
Con tutta questa eccitazione anche io son quasi al limite. Ho il cazzo che mi scoppia e sento che non potro' resistere a lungo e dovro' sborrare a breve e so gia' dove sborrero' per prima.
"Vacca, mettiti a pecora sul letto e tu mettiti di nuovo a sedere e non muoverti."
Daniela si alza dalla sedia e si mette subito in posizione. Sergio va a posizionarsi di nuovo sulla sedia.
Io mi piazzo dietro di lei e le appoggio la punta sul buco del culo e comincio a spingere. Entro facilmente perche' il buco e' stato gia' allargato dal giocattolo prima.
Scivolo dentro e fuori di lei facilmente e sto godendo tantissimo.
Decido che e' il momento e' giunto. Guardo suo marito seduto sulla sedia.
"Ora sborro nel culo di questa troia. Va bene cornuto?" - chiedo al marito.
"Si, si, si, sfondala il culo, non ti fermare." - risponde lui tutto su di giri. Sembra un drogato, con gli occhi di fuori.
Io afferro la vacca per i fianchi larghi che ha e comincio a dare colpi violenti nel culo. Con forza. Quasi a volerle entrare tutto dentro. Lei urla e geme sotto i colpi.
Affondo ancora un paio di volte e poi sento tutta la sborra che mi viene su e che esce a fiotti dalla punta del cazzo per riversarsi dentro il suo culo fin dentro lo stomaco. Lei urla, sta godendo anche lei insieme a me. Sta avendo un orgasmo. Io sto sborrando a schizzi senza fermarmi. Sento le palle che mi si vuotano. Quando sto per finire, lo tiro fuori e scarico gli ultimi schizzi sul fondoschiena e sulle sue natiche.
Mi sento svuotato. Mi butto sul letto, sdraiandomi a cazzo in su. Ho il cazzo sporco di sborra.
"Pulitemi il cazzo con la bocca." - ordino ai due maiali.
Lei non se lo fa ripetere, e subito si avventa a succhiarmelo. Lui ci mette qualche secondo ma poi fa il suo dovere e si divide il mio cazzo con la moglie. Mentre me lo leccano si guardano negli occhi. Si vede che piace ad entrambi succhiare lo stesso cazzo. E fanno un ottimo lavoro pulendomi bene il cazzo ormai moscio.
"Ora pulisci il culo di tua moglie." - ordino a Sergio.
Lui mi guarda, guarda sua moglie che agita la testa come a dirgli di si', allora lui le gira dietro e comincia a leccare il mio sperma dalla sua schiena e dalle chiappe. Dopo che ha pulito bene queste, vede che ce n'e' ancora che le esce dal buco del culo e quindi ci mette la lingua e continua a succhiare. Finche' non esce piu' nulla.
Io ho bisogno di qualche minuto per riprendermi. Mi tiro su e mi metto con le spalle poggiate alla spalliera del letto. I due maiali mi guardano in attesa di ordini.
"Avvicinatevi" - dico ad entrambi - " e succhiatemi i capezzoli. Con calma e delicatamente."
I due si avvicinano, le tette di Daniela mi strusciano addosso, prima sulle gambe e poi sul cazzo, mentre la sua bocca si avvicina al mio capezzolo sinistro. Sergio fa lo stesso con l'altro capezzolo. Sento il suo cazzo che mi struscia addosso. Mi piace sentire i cazzi sulla mia pelle.
La sensazione di avere questi due maiali a mia disposizione, che fanno cio' che ordino, e' sublime.
I miei capezzoli sono molto sensibili, ed il modo migliore per farmelo drizzare velocemente e' proprio stimolandoli bene con la lingua.
Afferro Daniela per i capelli dietro la testa e la avvicino alla mia bocca. Tiro fuori la lingua e l'avvicino alla sua bocca. Lei capisce e comincia a succhiarmi la lingua come se fosse un cazzo. Sergio mentre mi lecca guarda sua moglie che mi succhia la lingua. Ha uno sguardo stravolto. Come se non credesse che tutto cio' lo stiamo facendo davvero.
Ho il cazzo che sta di nuovo dritto ora. Stacco la troia dalla mia lingua.
"Cornutone.. scendi lentamente con la lingua fino al mio cazzo e succhiamelo bene" - dico a Sergio.
Lui obbedisce prontamente. La usa lingua passa sulla mia pancia, arriva al pube e poi al mio cazzo e comincia a succhiarlo e leccarlo. Nel mentre ho rimesso la lingua in bocca alla troia che continua a succhiarmela. Dopo qualche minuto ho di nuovo il cazzo bello duro.
"Mia cara troiona.. " - sussurro a Daniela - "scendi anche tu e succhiamelo insieme a tuo marito."
Lei si gira, voltando il culone verso di me, e si divide il mio cazzo con il cornuto. Da bravi coniugi maiali.
Comincio a giocare col buco del culo. Ci infilo le dita. Prima una, poi due, poi tre. Al terzo comincia a gemere e a sculettare. Allora ci infilo anche il quarto. E a questo punto lei comincia ad ansimare pesantemente. Ed e' bellissimo sentirla cosi', le sto sfondando il culo con la mano e lei spinge per averne ancora di piu'. Ora mi viene voglia di vederli insieme cosa fanno.
"Basta" - dico - "ora voglio che voi due facciate come se io non ci fossi. Voglio vedere cosa fate quando siete da soli. Io ora non esisto. Non mi toccate e non mi guardate. Potete parlare tra di voi."
Mi alzo da letto e vado a sedermi sulla poltrona per godermi lo spettacolo. Loro cominciano a baciarsi, a strusciarsi. Poi lei glielo prende in bocca e comincia a spompinarlo. Lui resta sdraiato senza fare nulla. La cosa va avanti per un po', poi lei si alza e si mette con la fica sulla faccia di Sergio e lui gliela lecca e la succhia. Lei gli chiede di chiavarla a pecorina. Si mette in posizione e Sergio da dietro glielo infila in fica, cominciando a pompare.
"Mettiglielo nel culo" - dico io all'improvviso.
Sergio glielo toglie dalla fica e glielo mette nel culo. Io mi alzo e vado a mettermi davanti alla sua bocca. Mi chino e la bacio. Mi piace il sapore della sua bocca e poi trovo che il bacio sia la cosa piu' intima che si possa fare e baciarla davanti al marito mi fa eccitare molto di piu' che se me la stessi inculando o fottendo. Poi mi alzo di nuovo in piedi e le metto il cazzo tra le labbra e lei subito me lo inghiotte.
Ho voglia di annegarla di sborra. Comincio a pomparla in bocca, smenandomelo un po' , mentre Sergio da dietro pompa a tutto spiano nel culo della vacca.
"Sborrale dentro, voglio che ora tu le vieni nel culo."
Sergio non se lo fa dire due volte. Comincia a darle delle botte piu' forti e cosi' faccio io davanti.
Vedo che lui si irrigidisce e che comincia a fare dei versi e dei rantoli, sta godendo nel culo della vacca.
Io glielo tolgo dalla bocca e me lo meno finche' non sento che sto per sborrare anche io, glielo infilo di nuovo in gola e me ne vengo innondandole la bocca di sborra. Lo tiro fuori e le schizzo un po' in faccia.
Non e' abbondante quanto la prima, ma comunque e' un bel po' di sborra.
Anche lei e' venuta mentre suo marito le pompava nel culo.
"Zoccola, puliscilo bene e poi pulisce il cazzo di questo cornuto" - le ordino.
Lei me lo lecca e mi pulisce tutta la sborra. Suo marito si mette al mio fianco e lei pulisce anche l'altro cazzo.
"Cornuto.. pulisci il culo della vacca e lecca anche la mia sborra dal suo corpo."
Il cornuto ormai non ha piu' inibizioni. Comincia a leccare sua moglie ovunque, togliendole tutta la sborra e poi ripulendole il culo.
Io sono completamente svuotato. Vado a sedermi sulla sedia e mi guardo loro che si leccano e che si succhiano. E nel mentre sto gia' pensando a cosa li aspettera' fra poco.
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20 years ago
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Un massaggio \"diverso\"
Questa estate sono stato con amici in viaggio in Austria. Prima di rientrare in Italia decidiamo di passare gli ultimi 4 giorni a disposizione in una beauty farm in Carinzia. Visto lo stress accumulato in un anno di lavoro decido di sfruttare al massimo i servizi che la struttura offre per rimettersi in forma.
Opto per una serie di saune e bagni turchi ma soprattutto voglio godermi ogni giorno un massaggio.
Il primo giorno di permanenza nella beauty farm, dopo un paio di saune e tanto relax, arriva l'ora del massaggio. Mi dirigo nella parte dell'albergo dedicata ai massaggi, una bella ragazza in tuta bianca, mi fa accomodare in una stanza semibuia, illluminata solo da candele con al centro un lettino già preparato per il mio massaggio. Mi invita a togliermi l'accappatoio e a sdraiarmi, pancia sotto, sul lettino. Le dico, mezzo imbarazzato, ma anche mezzo eccitato, che sotto non ho niente, lei con un sorrisetto malizioso dice che non importa, anzi, è bene che chi si sottopone ai massaggio sia completamente libero da ogni vestito.
Mi tolgo dunque l'accappatoio e, accompagnato dal suo sguardo furtivo proprio lì, mi distendo sul lettino. Il massaggio della ragazza è veramente ottimo, le sue mani si muovono decise sulla mia schiena e sulle gambe regalandomi un vero e proprio stato di rilassamento. passata la prima mezz'ora mi invita a voltarmi sulla schiena. inizia così a massaggiarmi i piedi, poi sale su (premetto che il mio "arnese" era stato coperto con un piccolo asciugamano) alle cosce, per poi sfiorare (volutamente o meno) il mio cazzo (ho dovuto pensare alle cose più truci perchè non avessi un'erezione completa!) e poi ancora più su fino alla testa fino a che l'ora a me dedicata non, ahimè, è finita.
Il giorno seguente attendo con ansia l'ora del massaggio. Tutta la notte mi sono scervellato a capire se la mia biondina ci sarebbe stata visti i velati ammiccamenti. Decido di cogliere, questa volta, tutti i possibili segnali.
Arrivo dunque alla zona massaggi dove la responsabile del centro mi indica la stanza a me dedicata dove sarebbe arrivata a momenti la "masseuse".
Entro nella stanza e, per rompere subito il ghiaccio, decido di farmi "cogliere" nudo dalla mia biondina. D'improvviso si apre la porta ed entra, invece che la biondina, un ragazzo sulla trentina, moro, non molto atletico, dichiaratamente gay!
Il mio sbigottimento è tale che rimango, per un attimo, davanti a lui completamente nudo con il mio cazzo vistosamente barzotto per i pensieri che mi stavo facendo sulla massaggiatrice.
Il ragazzo rimane colpito anche lui, soprattutto dal mio cazzo. Dopo un momento di reciproco imbarazzo, ci riprendiamo entrambi, io cerco di coprirmi alla meno peggio e lui mi invita a sdraiarmi, pancia sotto sul lettino.
Cominciamo dunque il trattamento. Il massaggio è comunque piacevole e rilassante, anche lui, come la sua collega ha un "tocco" morbido e allo stesso tempo deciso. Passato l'imbarazzo mi distendo e non ci penso più...fino a che...il nostro amico dal massaggiare le spalle scende giu verso i glutei e avvicinandosi sempre di più sento che le sue mani iniziano a passare nel mio solco e con le dita, tutte le volte che ci passa, fa sempre più pressione sul mio ano.
La cosa mi sconvolge abbastanza (io, premetto, sono etero) ma stranamente, allo stesso tempo, vuoi perchè "imbambolato" dal massaggio vuoi perchè comunque il suo tocco non è poi così male, la cosa inizia a farmi una strana e piacevole impressione.
Anche questa volta, passata la prima mezz'ora, vengo invitato a girarmi, ma questa volta, chissà perchè, non mi viene messo nessun asciugamano sulle mie parti intime. Non faccio obiezioni, oramai, sono preso da questo nuovo gioco del tutto inaspettato.
Il ragazzo comincia così a massaggiarmi prima la testa, poi il collo e via via le spalle, il petto e la pancia. Intanto il mio cazzo si era indurito non poco.
Quando le sue mani si sono avvicinate lì i suoi movimenti sono diventati sempre più intensi, le sue mani sempre più vicine alla mia asta oramai del tutto dritta.
Ad un certo punto ho sentito le sue mani calde e piene di olio prendere il mio cazzo e massaggiarlo in tutta la sua lunghezza. a quel punto la mia eccitazione era alle stelle! Chi l'avrebbe mai detto che sarei finito per fare sesso con un uomo!!
Stavo ansimando così forte che avevo paura che qualcuno ci sentisse. Quel ragazzo ci sapeva davvero fare. Ad un certo punto iniziò a spompinarmelo e fu veramente una cosa mai provata prima (care le mie ex, vi ha battute tutte!) stavo impazzendo dal piacere, avevo letteralmente perso la testa tanto che a quel punto decisi di perdere ogni freno inibitore! Mi alzai sul lettino in ginocchio, gli tolsi la maglietta e iniziai a sbottonargli i pantaloni, gli abbassai i boxer e, per la prima volta nella mia vita, presi in mano il cazzo di un altro uomo. Non sapevo più cosa stavo facendo ma sapevo dove volevo arrivare! Mi piegai sui gomiti e glielo presi in bocca! Era veramente una sensazione nuova, avere un cazzo duro in bocca! Iniziai a leccarglielo e a mandarlo su e giù facendo attenzione a passargli la lingua sopra il frenulo, la nostra zona più sensibile. Lui intanto stava godendo come un matto e mi prese la testa tra le mani accompagnando le mie spinte. ad un certo punto mi sentii inondare la gola del suo sperma caldo e vischioso, stava sborrando una quantità di liquido pazzesca! Continuai a spompinarlo e a ingoiare il suo sperma fino a che non sentii che stava sgonfiandosi. a quel punto sputai quello che mi era rimasto in bocca. Lo guardai, era stremato, ansimante e tutto sudato. Mentre stava riprendendo le forze mi drizzai in ginocchio sul lettino e guardandolo dritto negli occhi mi feci una sega davanti a lui.
Dopodichè, passata l'ora del massaggio, mi rimisi il mio accappatoio e me ne andai.
Non lo rividi più. i rimanenti due giorni evitai di fare nuovi massaggi.
Fu la prima e, per ora, ultima volta che ho fatto sesso con un uomo.
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20 years ago
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Un Pomeriggio di Fuoco (cap.2)
Entriamo in camera da letto. Sergio e' dietro di me, anche lui si sorprende, vedendo sua moglie legata sul letto, fica e culo aperti e pronti all'uso e tutta la serie di giocattoli che ho preparato per loro che sono in bella vista sul como'. Daniela ci sente entrare e cerca di capire cosa succedera'.
"Ecco, come vedi la troia e' pronta per la monta, ma non subito" - dico - "prima ci giochero' un po' .. e tu guarda e impara."
Sopra' il como' ho messo un paio di collant, li prendo e li do' a Sergio.
"Togliti gli slip e indossa questi" - gli dico sottovoce.
Lui si sfila gli slip e indossa goffamente i collant. Si vede che non li ha mai messi prima. Comunque li mette e vedo che fa un bel effetto vederlo cosi'.
Anche io tolgo il perizoma, prendo un paio di collant e li indosso, ma i miei sono quelli che sono aperti sotto, cosi' da lasciare libero il cazzo ed il culo. Mi piace sentire l'effetto di quella stoffa sintetica sulla pelle, e' quasi rinfrescante. Lungo l'armadio ho uno specchio che ricopre le ante quasi per intero , tutta la camera vi e' specchiata dentro e mi eccita vedermi cosi'.
Nella camera ho una sedia da regista, tutta in legno, con i braccioli.
"Siediti li' " - dico a Sergio indicando la sedia.
Lui si siede, io passo dietro di lui e gli lego le braccia, le gambe ed il busto alla sedia. Ora non puo' alzarsi ne' muoversi. Puo' solo osservare cosa combinero' con sua moglie.
Ritorno al como' e prendo un piccolo frustino che termina con una piccola manina di cuoio.
Mi avvicino a Daniela e le passo la manina di cuoi fra le cosce, sulla fica, sul buco del culo, dando dei piccoli colpetti non troppo forti. Lei ogni tanto geme un po', le piace sentire quei tocchi. La accarezzo anche con le mie mani. Le tocco i seni, il culone. La sua fica e' umida. Sergio osserva tutto dalla sua sedia, ha il cazzo che preme nei collant. Si vede che e' eccitatissimo. Vado al como' poso il frustino e prendo le forbici. Mi avvicino, gli accarezzo il cazzo, poi prendo un pizzico dei collant proprio dalla punta del cazzo di Sergio, li tiro e taglio un pezzetto con la forbice per farglielo fuoriuscire. Riprendo il frustino e gli do' dei tocchetti sul cazzo con la manina di cuoio. Anche lui geme, ma sta zitto e non dice nulla. Mi volto, mi piego e gli appoggio il culo sul cazzo e mi struscio sulla sua punta. Mi piace sentire la cappella che mi tocca il buchetto del culo.
Mi alzo di scatto e ritorno da Daniela. L'accarezzo ancora un po' con la manina. Poi la metto via e mi metto dietro di lei. E comincio a leccarle il culo. Le passo la lingua dalla fica fin sopra la schiena. Una lunga continua leccata ripetuta piu' volte. Poi punto al buchetto e spingo la lingua piu' a fondo che posso. E' buonissimo il suo culo. Scendo piu' giu' e comincio a leccarle la fica. A morderle dolcemente le labbra della fica. A succhiarle la carne dentro. Lei si dimena. Cerca di allargarla piu' che puo' e di spingere quando sente il contatto, come se volesse farmi entrare di testa dentro i suoi buchi. Sergio e' sempre li' seduto che guarda, impotente senza potersi muovere. Penso proprio che stia soffrendo un casino a non poter partecipare. Ma ora me la voglio godere io questa vacca. E quindi per un po' lui restera' li'.
Quando sono soddisfatto della succhiata mi alzo e vado al como'. Prendo un tubetto in cui c'e' del gel lubrificante. Ne prendo un po' e lo spalmo sul buco del culo di Daniela. Le infilo anche un dito lubrificato dentro e lei approva moltissimo. Cosi' ne infilo due di dita. Glielo spalmo dentro e fuori il buco del culo. Sulla fica non ne ha bisogno perche' e' gia' strabagnata.
Lei geme e si agita tutta.
"Se hai voglia di urlare, mugolare, gemere, fallo pure" - le dico - "mi piace sentire una vacca che gode, mi eccita."
Poi vado a prendere un lunghissimo cazzo di gomma con la cappella ad ambedue le estremita' e le lubrifico. Appoggio una punta sulla fica di Daniela e comincio a spingere. Lei sembra volersi spaccare in due pur di farla entrare dentro la sua fica bagnatissima. Glielo spingo dentro e comincio a pomparla su e giu' col giocattolo. Ad ogni entrata vado sempre piu' dentro. Finche' non glielo spingo quanto piu' dentro e' possibile. Lei lancia degli urletti ad ogni affondo. Ed e' una goduria sentirla.
A questo punto e' pronta per l'uso dell'altra estremita' del giocattolo. Lo piego e le appoggio l' altra cappella di gomma al buco del culo. Sergio ha gli occhi di fuori a guardare sua moglie con quel cazzo di gomma che le esce dalla fica e l'altro pezzo che le sta anche per entrare nel culo.
Daniela capisce cosa sta per succedere e sporge quanto piu' e' possibile il culo. E' enorme. Un grande e rotondo ammasso di morbida carne. Con questa spaccatura centrale allargata ed un bellissimo buco che non chiede altro che essere sfondato.
Comincio a spingerle la punta dentro. Lei mi aiuta moltissimo spingendo al contrario nella mia direzione. Si vede che e' una gran maiala e che adora le doppie penetrazioni.
Continuo a spingere ed ecco che la punta e' entrata. Continuo ed entra anche un pezzo dell'asta di gomma. Faccio un po' di avanti e indietro e lei mostra di apprezzare tantissimo con i suoi urletti e mugoli. Vedo che e' ben slargata ora e quindi cerco di affondarlo quanto piu' e' possibile. Lei urla ma gode come una vacca. Ora ha le due estremita' infilate dentro. Una in fondo alla fica e l'altra fino in fondo al culo. E tra i due buchi si vede uscire questo tubo di gomma che li collega, quasi fosse un' opera d'arte idraulica. E' bellissimo vederla cosi'.
Ho un cazzo duro come il marmo. E' il momento di godere un po'.
Sergio mi guarda mentre, in piedi sul letto, passo sopra il corpo di sua moglie e mi metto davanti al suo viso. Lei sente che mi sto spostando ma essendo bendata non capisce bene come mi sto mettendo. Mi siedo davanti alla sua faccia. Le alzo un po' la testa e scivolo un po' in avanti cosi' da metterle il mio cazzo giusto sotto la sua bocca. Le riabbasso la testa e lei sente il contatto della mia cappella sulle sue labbra. Capisce immediatamente cosa ha davanti alle labbra e senza un attimo di incertezza se lo infila in bocca. Quasi le sborro di colpo in gola.
Si e' avventata sul mio cazzo. Ora lo tiene in bocca e lo ciuccia a tutto spiano senza manco respirare. Ma quanto e' troia questa donna. E quanto mi fa godere. Non va nemmeno su e' giu'. Lo tiene quanto piu' possibile in bocca e ci gioca con la lingua intorno. E' bravissima.
Si vede che ha esperienza lunghissima come bocchinara.
Ma io voglio anche altro. Le alzo la testa tirandola delicatamente per i capelli.
"Resta ferma un attimo" - le dico.
Scivolo ancora piu' giu e mi fermo quando sono col cazzo messo in mezzo alle sue tettone abbontanti. Sono uno spettacolo. La guardo nello specchio e sembra di vedere davvero una mucca con le tette penzoloni. Ma le mammelle di questa vacca pero' sono eccitantissime.
Mi sistemo meglio, con le mie mani le stringo le tette attorno al mio cazzo e comincio a usare i suoi seni come se fossero un buco e ce lo strofino in mezzo.
Le sue tette sono morbide e calde mi stanno facendo godere tantissimo. E' troppo bello e dopo devo farglielo rifare quando avra' le mani ed il corpo libero e non piu' legato. Me la godro' di piu' sicuramente. Sergio ha gli occhi che stanno schizzando di fuori, penso che fra pochi minuti se ne verra' senza manco toccarsi.
"Allora.. cornutone.. ti piace tua moglie?" - gli dico.
Nelle sue mail mi avevano chiesto di andarci giu' di brutto con le parole e con la sottomissione e l'umiliazione. Mi avevano chiesto solo di non usare violenza estrema. Non volevano sentire il dolore. Questo mi e' piaciuto perche' significa che sono persone che godono la sottomissione piu' con la testa che fisicamente.
"Si.. e' bellissima vederla cosi'.. e' una dea.." - mi risponde Sergio.
"E' una vaccona e troia" - dico io - "altro che dea e dea.. e' una troia puttana succhiacazzi e sfondata in culo e in fica.. non vedi? oltre al cazzo di gomma potrei infilarci un melone e questa puttana ancora non sarebbe sazia.. "
Certo che ci sto andando giu' duro, penso tra me e me. Speriamo che non si incazzino.
Mi tiro un po' in su sul letto e rimetto di nuovo il cazzo in bocca a Daniela. A lei non sembra per nulla dispiacere il cambio tette-bocca.
Mentre me lo sta leccando le sciolgo il nodo e le tolgo la benda. Lei sembra entusiasmarsi ancora di piu' e mi succhia con piu' vigore. Mi guarda negli occhi mentre me lo succhia e mi sembra di leggere uno sguardo di complicita', di conferma che le sta piacendo tutto il trattamento. Fa scorrere la sua lingua sul cazzo, dalla base alla punta, con un bacio finale sulla cappella. Mi viene voglia di infilarle la lingua in gola. La fermo e mi sposto. E le bacio le labbra. Gliele mordo con le mie labbra. E poi ci gioco con la lingua.
Mi scosto un attimo e alzo la testa.
"Cornutone.. tu permetti che me la bacio vero?" - domando con tono ironico a Sergio.
"Si.. certo.." - risponde un po' tentennando.
"Posso infilarle la lingua in gola no? Le ho infilato tutto il cazzo.. non sara' un problema la lingua, vero cornuto?" - insisto io per umiliarlo ancora di piu'.
"No.. nessun problema.. fa pure tutto cio' che vuoi.." - dice Sergio.
"Cornuto.. guarda che non ho bisogno mica del tuo permesso per fare cio' che voglio con questa vaccona.. hai capito bene?"
"Si.. si.. certo." - dice ancora lui.
"Ora sta zitto che hai gia' rotto troppo i coglioni. Frocione" - gli dico io.
Mi riabbasso e le infilo la lingua in bocca. Sembra che stia cercando di arrivarle alle ovaie attraverso la bocca. Non voglio darle un bacio romantico. Voglio proprio fotterla con la lingua nella bocca. E quindi ci vado giu''pesante, spingendo e roteandola. Ma a lei sembra proprio che dia un bel gusto e che apprezzi sempre di piu' il trattamento.
Ora voglio sentire le sue mani che mi accarezzano e che giochino col mio cazzo. Decido quindi di scioglierla. Mi alzo in piedi sul letto e comincio a fare il giro delle corde per sciogliere i vari nodi con cui l'ho legata al letto.
"Che ne dici vacchetta mia? preferisci restare sciolta cosi' puoi farmi godere di piu'?" - le chiedo.
"Si.. molto meglio.. ho tanta voglia di partecipare di piu' e legata non posso."
"Bene. Ora puoi. Fammi vedere di cosa sei capace."
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20 years ago
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La mia prima avventura con una donna matura
Non scorderò mai la mia prima avventura con una donna matura. In un certo senso ha cambiato il mio modo di concepire il sesso. Era un maggio caldo quello e avevo deciso di prendermi qualche giorno per distrarmi dallo stress quotidiano. Affittai quindi una casa al mare per pochi soldi e, fatti i bagagli, partii. Si trattava di quindici giorni, ma mi sarebbero bastati. Trascorsi i primi giorni in completa armonia con me stesso e con tutto quello che mi circondava. Avevo spento il cell. a causa delle continue telefonate della mia ex che non si dava ancora pace per esserci lasciati. Il nostro rapporto era stato molto duraturo, ma ultimamente vi erano state diverse incompatibilità e quando facevamo l'amore, nonostante raggiungessi l'orgasmo, non mi sentivo completamente appagato, anche se non riuscivo a capire il perché. Così isolato dal modo mi apprestavo finalmente a passare tranquille e riposanti giornate.
Sfruttando quelle stupende giornate, la mattina mi recavo spesso sulla spiaggia a prendere il sole e a fare il bagno. L'acqua era ancora fredda e solo verso sera si riscaldava un po'. La spiaggia invece era pressoché deserta. Il villaggio in cui mi trovavo era molto distante dal centro e, tranne un piccolo bar, non funzionava nient'altro. Spesso ero costretto a prendere l'auto per rifornirmi del poco che mi occorreva, ma non mi lamentavo per niente essendo stato già informato di tutto dall'agenzia.
Una settimana era già passata e quel giorno il sole scottava più del solito. Il caldo e l'afa erano insopportabili e decisi di fare un salto al bar a prendere qualcosa. Mi siedo attorno ad un tavolino riparato da un largo ombrellone e ordino una bella birra fredda al cameriere. Sorseggio un po' la birra quando arriva una bellissima signora con un vestitino niente male. Aveva un'ampia scollatura sul davanti e terminava con una gonna fornita di spacco che le arrivava sulle ginocchia a lasciare scoperte le rosee lisce gambe allungate da un notevole tacco a spillo. L'ampia chioma ondulata di un rosso naturale le incorniciava il viso non più giovane, ma che lasciava immaginare l'originaria bellezza. Di profilo il vestito lasciava intravedere una lieve piacevole rotondità del ventre. I fianchi, invece, mantenevano una elegante silhouette.
Le rosse mi hanno sempre intrigato molto, ma quella era veramente una grande femmina. Non più bellissima, ma restava comunque un bel pezzo di donna. Mentre si avvicinava avevo sempre più l'impressione di averla già vista da qualche parte, ma non riuscivo a ricordare dove. "Ah ecco" pensai, era la stessa signora che ogni tanto se ne stava sul parapetto del piccolo spiazzale appena davanti alla spiaggia, a guardare il mare. Sì era proprio lei.
Mentre la osservavo seguendola con la coda dell'occhio, mi accorgo che si sta sedendo proprio al tavolino di fianco. Anche lei ordina qualcosa e rimane in attesa. Di tanto in tanto cerca di darsi sollievo dal caldo soffocante agitando le mani. Noto che mi guarda a più riprese e la cosa mi incuriosisce molto.
«Che caldo che fa» esordisco cercando di attaccare bottone.
«È vero» fa lei. "Mi ha risposto, è fatta" penso e pian piano cerco di intavolare una conversazione, che prende via via piede, fino a quando lei si alza e si siede accanto a me. Nel sedersi accavalla leggermente le gambe e le si apre lo spacco della gonna portando fuori tutta la gamba sinistra. I miei occhi non possono che finire su quella meravigliosa visione e lei penso che se ne sia accorta perché accenna subito ad un sorrisino. Parlando vien fuori che aveva una quarantina d'anni (anche se ovviamente si era tenuta sul vago), che era sposata da una ventina d'anni con un piccolo imprenditore del luogo e che anche lei mi aveva già notato. Le chiesi come mai se ne stava spesso a guardare il mare e lei inizialmente aveva cercato di evadere la domanda, incuriosendomi ancora di più. Poi mi disse che ultimamente le cose non andavano bene e che sospettava fortemente che il marito la tradisse continuamente.
Mentre parlava accavallava più volte le gambe molto lentamente finendo quasi a sfiorare le mie. Ogni volta finivo col spiarne i movimenti con la coda dell'occhio. Sembrava farlo proprio a posta visto che poi i suoi occhi celesti chiaro le si illuminavano. Intanto sentivo che mi si stava alzando la pressione e iniziavo a sudare freddo. Prese un'altra birra e mi confesso che era stanca di questa situazione e che avrebbe preso provvedimenti.
A questo punto con un piccolo movimento stacca leggermente il tallone della scarpa sostenute solo dalle dita dell'esile piccolo piede. Ricordo che ero rimasto ipnotizzato per alcuni minuti dal movimento a pendolo che imprimeva alla scarpa. In quel momento non riuscivo più a fermare le mie fantasie. Mi assalì il perverso desiderio di toglierle la scarpa, di accarezzarle i piedi, di salire dolcemente sempre più fin sopra le cosce e .
D'un tratto mi desto. Aveva detto che cominciava ad avere troppo caldo e che avrebbe voluto ritornarsene a casa per accendere il condizionatore.
«Se non hai niente da fare, perché non mi fai compagnia?»
«Certo» risposi subito e la segui. Le stavo leggermente dietro tanto da poterle osservare quel culo da favola. Adoro i culi e quello era rotondo al punto giusto. Mi trattenni dall'irrefrenabile desiderio di palparlo dolcemente. Raggiunta l'auto entriamo e ci allacciamo le cinture. Per tutto il viaggio scambiammo poche parole, mentre il mio sguardo non si staccava da quelle carnose rosee gambe che, sedendosi, erano state ulteriormente scoperte. Di tanto in tanto lei mi osservava e poi le apriva e le chiudeva ritmicamente. Senza esagerare cercavo di allungare il collo per vederle le mutandine senza riuscirvi. E se non le portava. Il solo pensiero mi facceva impazzire. Inserendo la quinta con la mano mi sfiorava più volte la gamba e la mia eccitazione diveniva sempre più forte. In quel momento l'avevo duro che più duro non si poteva. Le sarei saltato addosso se solo avessi avuto la certezza che anche le lo volesse.
Fermò l'auto davanti ad una grande casa con giardino. Si slacciò la cintura e si accomodò sul sedile voltandosi verso di me.
«Secondo te sono proprio così brutta e vecchia?»
«Ma quando mai, anzi.»
«Se è così allora perché mio marito mi tradisce? A te piaccio?»
«Beh. vedi.»
«Da come mi hai guardato tutto il giorno penso proprio di sì»
La sua osservazione mi mise talmente in imbarazzo che iniziai a balbettare, ma soprattutto iniziavo a cedere alle tentazioni e aspettavo solo il momento giusto per agire.
«Andiamo!» e scendendo dall'auto mi invitò a seguirla.
Dalla piccola borsetta tiro fuori un mazzo di chiavi e, superato il cancelletto, ci portammo verso l'uscio di casa. Scelta la chiave si accingeva ad aprire la porta
«Seguimi» mentre mi diceva ciò senza quasi rendermene conto mi trovavo dentro casa. Mi aveva preso leggermente la mano, mi aveva condotto dentro e ora stavamo attraversando il corridoio.
Attorno a me non sapevo cosa c'era, ricordo solo che non riuscivo a distogliere lo sguardo da quell'eccitante figura che con passi felpati e sicuri, ondeggiando leggermente il suo meraviglioso sedere, mi conduceva chi sa dove.
Attraversiamo il salotto fino ad un ampio divano dove, togliendosi le scarpe, si siede e mi invita a fare altrettanto. Liberi da quelle alte calzature, potevo ora osservarle quei stupendi esili piedini molto ben curati. Mi chiede se volessi qualcosa, avrei voluto chiederle di scoparla, ma risposi che non mi serviva nulla.
«Quante eccitanti notti ho passato su questo divano» mi dice accarezzandone la superficie.
«Quanti giochi maliziosi, quante eccitanti perversioni.»
«Signora cosa sta dicendo.» il suo atteggiamento non mi aiutava certo a rilassarmi. anzi.
«Perché? Cosa ho detto di male? Ti scandalizzi per così poco? Non mi sembri uno allo scuro di certe cose! Chissà quante storia hai da raccantare?»
«Ma che domande mi fa!»
«Che c'è, ti vergogni?»
« No!»
«E allora?! Su raccontami. Come ti piace farlo?»
«Penso come lo fanno tutti»
«Come "come lo fanno tutti". Non mi dire che non hai mai fatto qualche gioco erotico, o qualcosa di più trasgressivo di una semplice scopata?»
«Beh l'ho fatto più volte in macchina con la mia ragazza e qualche volta in casa»
«E allora, racconta»
«E cosa devo raccontarle, è stato bello»
«E nient'altro»
«Sì. Perché c'è dell'altro»
«E come! Il sesso non è una scopata e via, ma molto di più!»
«Si ma cosa?»
«Dimmi, quando hai fatto l'amore con la tua ragazza le hai mai parlato, le hai mai confidato i tuoi desideri, le cose che ti eccitano di più, quello che ti piacerebbe farle o che ti piacerebbe che lei ti facesse?»
«No!»
«Ecco perché! Il sesso non è solo scambio di liquidi, ma di emozioni e sensazioni, e se non ne parli con chi lo fai non riuscirai mai godere fino in fondo»
«E come devo fare?»
«Cos'è che ti fa eccitare di più mentre lo fai?, che ti fa ribollire il sangue nelle vene?»
«Uhm. mi eccita tantissimo quando accarezzando, baciando, leccando o facendolo con una ragazza questa freme e si eccita tutta»
«E cosa fai per farla eccitare»
«Come cosa faccio, la lecco, la tocco, la.»
«Non ci siamo»
«E cosa dovrei fare?»
«Hai mai chiesto ad una di loro cosa la eccita di più?»
«E perché mai?»
Lei sorride e poi si avvicina a me.
«Ogni ragazza si eccita in modo diverso ed ha zone erogene diverse. Spesso la stessa ragazza si eccita in punti e in situazioni differenti a seconda delle circostanze. Se non le parli non saprai mai quale sono i punti che vorrebbe che le stimolassi o i desideri erotici che vorrebbe che tu esaudissi, per farla eccitare al massimo.»
Più parlava e più mi eccitavo a fantasticare su quelle parole.
«.Vedi anch'io, come tutte, ho le mie fantasie nascoste.» e mentre parlava mi mise una mano sulla coscia e pian piano me la accarezzava. Come stavo godendo.
«. Adoro farlo bendata. Sentire il mio lui che mi accarezza, mi bacia e mi lecca dappertutto.» ascoltandola continuo a guardale la mano che, accarezzandomi la gamba saliva pian piano verso il mio pene durissimo. Poi le osservo le gambe che si muovono lentamente, strofinadosi in su e in giù come stimolati da un irresistibile impulso erotico. Quindi gli osservo il seno attraverso la scollatura per poi accorgermi che dal vestito iniziavano ad intravedersi i lineamenti dei suoi capezzoli, mentre si andavano via via irrigidendosi.
«. Mi eccito quando mi accorgo che qualcuno viene attratto da me e mi osserva intensamente con sguardi carichi di desiderio e passione come hai fatto tu.» ora con i polpastrelli mi sfiorava leggermente il glande e nonostante indossassi i jeans, ci mancò poco che non arrivavo nelle mutande.
«. Ti sento eccitato e anch'io lo sono. Perché non mi bendi e non giochiamo un po' insieme. Ho tanta voglia di venire con te»
A quel punto non ce la facevo più. Le allungai una mano sul seno e iniziai a baciarla sul collo.
«Non così! Prima bendami!» Bendarla! Una parola! E dove trovavo qualcosa per bendarla. Mentre mi guardavo in giro, lei allungò la mano in un cassetto e ne trasse un fazzoletto.
«Ecco! Prendi questo!» e la bendai.
«Ora prendimi, sono tua. Lasciati andare e fammi tutto quello che desideri. Fammi godere»
Per prima cosa le presi le mani e la feci alzare. Il pavimento doveva essere molto freddo dal momento che tendeva a reggersi sulle punte, ma questo la rendeva ancora più sensuale e mi eccitava da morire. La portai verso la parete e la girai con il viso verso il muro dove teneva appoggate le mani. Il suo respiro era forte e inteso. Si lasciava fare tutto quello che volevo e ci stavo prendendo gusto. Mi chinai a terra per accarezzarle i piedi che continuava a tenere sollevati. Iniziai dalle dita salendo verso l'esterno fino alla caviglia e poi sempre più su verso il polpaccio e l'interno del ginocchio. Quindi salii ancora verso l'esterno sulla gonna ad accarezzarle i fianchi e sempre più su lungo la schiena. In quel momento ebbe un piccolo sussulto di piacere. Con le dita scivolai verso le spalle e, da dietro, verso le tette. Nonostante l'età erano ancora abbastanza sode. Ora potevo sentire sotto i miei polpastrelli i sui turgidi capezzoli, mentre lei muoveva il suo morbido culo massag
giandomi il pene.
«Sììì! Così! Mi piace!» sussurrava mentre la toccavo.
Per alcuni secondi le massaggiai le tette, poi mi chinai di nuovo e iniziai a baciarle, ad accarezzarle e a leccarle la caviglia salendo a ritroso fino al ginocchio. Ora le sollevo pian piano la gonna in modo che l'indumento stesso contribuisca ad accarezzarla mentre le bacio e le lecco le parti che via via inizio a scoprire. Infine le denudo anche il pallido roseo culo scoprendo con mio immenso piacere che si mostrava privo di mutande (mi eccitano molto le donne senza mutande). Iniziai a sfiorarle lievemente l'ano e al primo minimo tocco si impennò sulle punte.
«Oh sì, lì!» urlò.
Le infilai più volte adagio il dito. Quindi le sfiorai la fica. Anche se in quella posizione non riuscivo a vederla bene mi sembrava che fosse parzialmente rasata e ben curata. Lei cerca più volte di piegarsi all'indietro per farsi accarezzare baciare e leccare meglio, ma altrettante volte la risistemo verso il muro vedendo che questo non fa altro che aumentarle il desiderio e l'eccitamento. I suoi fremiti e il suo respiro aumentano. Improvvisamente mi stacco. Decido di cacciarlo fuori e con il mio pene, duro come uno stoccafisso, le accarezzo le cosce e risalgo lentamente fino a tenerglielo dritto tra le gambe, mentre con le mani le accarezzo e le massaggio le tette. Accortasi di cosa aveva tra le gambe inizia a dimenarsi, mentre io col busto la fermo verso la parete. Tuttavia stringe leggermente le gambe e con un gioco di anche e con piccole contrazioni delle natiche riesce comunque a massaggiarmi il pene. Che goduria. A questo punto le prendo la mano e guidandola verso il mio pene
le sussurro nell'orecchio.
«Stringilo in mano» e le mordo e lecco dietro l'orecchio.
Presolo in mano, inizia ad accarezzarne il glande portandoselo verso la fica, cercando più volte di infialrselo, ma la posizione in cui la costringevo non glielo permetteva. Tuttavia riusciva a masturbarsi e a bagnarmelo tutto del suo inebriante liquido.
A quel punto mi scostai, le tirai giù la lampo del vestito posta dietro la schiena, e la spogliai completamente (non portava nemmeno il reggiseno). Poi la presi per mano e la portai velocemente verso il divano. Ve la stesi a pancia in giù e iniziai ad accarezzarle nuovamente la schiena sfiorandola con i polpastrelli. Ne seguo il meraviglioso incavo provocandole intensi brividi di piacere fino a culo. Quindi faccio passare le mie dita attraverso le natiche sfiorandole l'ano, mentre lei inizia a masturbarsi la fica. Mi stendo sopra di lei e gli rinfilo il pene tra le chiappe, mentre le lecco e le bacio il collo. Poi lei si gira manifestandomi chiaramente che era ormai pronta per essere penetrata. Si accomoda velocemente a pancia in su e dischiude lentamente le gambe, aprendomi la visione della sua stupenda fica.
Rimango alcuni minuti ad osservarla mentre si masturba eccitatissima emettendo erotici mugolii. Le sue rosse naturali labbra erano ormai sporgenti e venivano continuamente bagnate dalla lingua. Di tanto in tanto si infilava un dito in bocca succhiandoselo lentamente. I suoi seni ora erano leggermente appiattiti, ma sempre ben rotondi. Dalla pallida rosea pelle emergevano i più scuri piccoli turgidi capezzoli.
Con un dito le accarezzo le labbra bagnate scendendo verso il mento, il collo e il seno, soffermandomi sui capezzoli. Quindi scendo verso la pancia leggermente pronunciata, ma che non sfigurava nel complesso. Infatti, accarezzato l'ombellico le mie dita scivolano veloci verso il basso ventre aiutati da quella piccola rotondità. Il suo corpo non aveva smagliature evidenti, mentre i suoi fianchi erano magri e sodi.
Un vero spettacolo era la sua fica, ancora fresca nonostante l'età. I peli rosso-arancio erano rasati ai lati a creare una banda regolare ben centrata, e tutto intorno alla fica in modo da metterne in risalto le labbra e il piccolo clitoride. La fica era già dilatata e molto bagnata e sembrava che chiedesse disperatamente che fosse penetrata al più presto. Con le dita le accarezzo prima le grandi labbra, poi le piccole osservandone il bellissimo colore rosa chiaro che brillava grazie all'afrodisiaco liquido. Mi chino con le labbra a baciarle e leccarle l'interno cosce fino a soffermarmi per un po' vicino alla fica. Desiderando di essere masturbata e vedendo il mio voluto esitare, decide di accarezzarsela da sola. Rimango per un attimo a guardale le dita che ritmicamente infila nella rosea fessura, mentre io scivolo con la lingua a leccarle l'ano. Alla prima leccata inizia a contorcersi dal piacere, il fiato diventa più affannoso ed emette ripetuti "sì! Così!" da rizzare i capelli. No
n resistendo mi inizio a toccare. Decido allora di farla mettere in ginocchio e, ponendomi con la testa tra le sue gambe, le inizio a leccare la fica, accarezzandole il sedere con le dita. Messo in questa posizione, implicitamente la invito a leccarmi il mio duro pene e lei spontaneamente accoglie l'invito. Come me lo leccò lei, non me lo ha leccato più nessuno! Soffiava, succhiava, leccava a fondo il glande nei punti più sensibili. Era eccezionale, e godetti così tanto che non riuscii ad evitare di arrivarle in bocca. Tuttavia lei, con mia meraviglia, non si scompose più di tanto e lo ingoiò tutto succhiandoselo per bene.
Io ero ormai arrivato, ma lei continuava a masturbarsi e mi supplicava di non fermarmi. I suoi sensuali movimenti spezzati dai piccoli spasimi di piacere mi invogliarono a continuarla a leccarle la fica e a toccarla. Alzai la testa e le leccai i capezzoli, mentre le infilavo due dita nella fica cercando un punto ben preciso, quel piccolo rigonfiamento interno che ho imparto essere il punto più sensibile di una donna. Trovatolo iniziai a stuzzicarlo e lei comincio a dimenarsi dal piacere come non aveva fatto prima. I suoi mugolii divenivano sempre più forti e non riusciva più a stare ferma fino a quando non iniziò a lanciare forti urli di piacere e non avvertii violente contrazioni nella fica che ricacciarono fuori le mie dita. Una pioggia brillante ne uscì fuori e bagnò leggermente il divano. Anche lei aveva avuto un orgasmo. Intanto a quelle grida e a quei spasimi di piacere mi ero nuovamente eccitato e il mio pene era tornato ad essere duro. La coccolai un po' sperando che anche le
i tornasse ad eccitarsi e mi misi a baciarla in bocca. Le nostre lingue si cercavano freneticamente contorcendosi. Lei meccanicamente mi mise la mano sul pene e si accorse della mia eccitazione.
«Perché non mi penetri» mi chiese all'orecchio.
«Adesso?» le domandai meravigliato.
«Sì, adesso!» e mi accarezzava il pene.
Io a mia volta le accarezzai la fica e l'ano mettendole un dito alternativamente nell'una e nell'altra. Sembrava insaziabile!
«Su, penetrami!» mi invitò mettendosi alla pecorina.
«Dove me lo metti?» mi chiese infilandosi un dito alternativamente nella fica e nell'ano.
«Veramente io non l'ho mai messo in culo a nessuna»
«Allora è deciso» quindi si alza, si toglie la benda e corre fuori alla stanza.
Ne torna poco dopo con della vaselina. Se la spalma sulla mano e me la stende sul pene.
«Questa serve a farlo scivolare meglio» poi osserva «Però nudo non sei proprio male. Ma vacci piano con quello lì!» quindi mi invita a spalmare il prodotto attorno e dentro l'ano. Si rimette a pecorina e glielo infilo. All'inizio trovo un po' di difficoltà a inserirlo tutto e mi accorgo che lei ha tenue smorfie di dolore sul viso, poi inizio a danzare. Lei è fantastica! Mi segue ad ogni mio movimento e spesso contrae le natiche aiutandomi nell'introduzione e eccitandomi da morire. Ora la giro a pancia all'aria, le alzo le gambe e la penetro nuovamente. In questa posizione riesco a vederne le smorfie di piacere e di dolore del viso. Di tanto in tanto si accarezza la fica e anch'io cerco di farlo. Quindi la passo di lato senza estrarre il pene. Alterno momenti lenti a momenti veloci. Infine torniamo di nuovo alla pecorina con lei che si china fortemente in avanti.
L'eccitazione è al massimo! Sento lei che si massaggia sempre più velocemente la fica mugolando via via in crescendo. Poi il culmine! Un forte eccitamento mi pervade e sento lo sperma che velocemente e piacevolmente viene iniettato fuori in quel rotondo culo. Vi lascio il mio pene dentro fino a quando non lo svuoto tutto. "Ah, che bella sensazione!" Di colpo sento le mie palle bagnate e, estraendo il pene dall'ano, vedo un piccolo brillante rivolo che le scende dalla coscia, annunciato da forti e ripetuti "sì". Era arrivata nuovamente anche lei! Mi sentivo sfinito, ma soddisfatto. Soprattutto mi sentivo diverso. Non avevo mai provato un eccitamento così grande e adesso capivo perché. Da allora la mia vita sessuale non sarebbe stata più la stessa.
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20 years ago
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Privè
Non te lo aspettavi. Ne avevate parlato piu’ volte ma sempre tutto si era concluso in un nulla di fatto, in un misto di progetti assolutamente intriganti e di obiezioni altrettanto logiche del tipo “Non so se ne saro’ capace” oppure “Pensa se c’e’ qualcuno che ci conosce” . Però dopo, al termine della conversazione , ti rimaneva sempre un po’ di voglia di esplorare varianti ancora sconosciute..
E quando lui ti ha stasera ti ha chiesto di vestirti sexy per uscire hai avuto un tuffo al cuore e un senso di rimescolamento. Ti sei accorta di esser eccitata mente ti infilavi le calze e sentivi che più su la tua fica era già calda, umida. Non hai avuto bisogno di depilarla, c’e’ appena una sottile striscia di pelo biondo come i tuoi capelli; termina giusto dove iniziano le tue labbra, quelle si’ accuratamente depilate. A tuo marito piace che siano così, gli piace leccarti a lungo, fino a farti venire nella sua bocca. E a te piace farti leccare, ti eccita aprire le cosce davanti a lui.
Hai indossato un reggiseno di pizzo nero ed uno di quei fantastici perizomi che coprono a malapena il tuo sesso, un sottile cordoncino nero traccia la meta’ del tuo culo, lo puoi vedere specchiandoti. Le calze autoreggenti, a maglie larghe, nere, sono ben tese sulle tue lunghe cosce; una gonna nera non troppo corta, sopra il ginocchio e con un ampio spacco laterale. Se non stai attenta quando ti siedi si vede subito il bordo di pizzo dell’autoreggente.
Camicetta bianca trasparente, il contrasto con il reggiseno nero e’ indubbiamente eccitante. Stivali o scarpe…stivali, alti fin sopra il ginocchio, neri, lucidi tacco altissimo; cappotto bianco.
Quando esci dalla camera e lui ti vede non puo’ trattenere un sommesso fischio di ammirazione. Sei assolutamente sexy, gli occhi ti brillano di una luce strana. In realtà lui non ti ha ancora detto dove ti vuole portare e quando tu, in auto, glielo chiedi lui si limita a risponderti “non preoccuparti, sarà una bella sorpresa”
E’ buio, lui guida velocemente verso la vicina città, raggiunge le vie di periferia e poi si dirige in una zona più centrale ma ancora deserta. Durante il tragitto parlate poco. Tu stai ripensando a tutte le fantasie che avevate architettato insieme, dal club privè all’incontro con uno sconosciuto scelto da lui all’esibizione in un parcheggio. Sei agitata, è comprensibile, per la prima volta dopo anni lui ha deciso di farti fare qualche cosa di proibito, di forte, di erotico…Già ma che cosa?
Lui rallenta, la strada e’ deserta e sul lato appena illuminata dall’insegna di un locale: un club privè. Sei un po’stupita, forse non pensavi che lui osasse tanto. Eppure l’idea ti stuzzica, entrare in un mondo nuovo, vedere altre coppie e soprattutto farti vedere, toccare altri corpi e farti toccare da altri….tuttavia c’è un lieve disagio in te nell’affrontare un mondo ancora inesplorato.
E’ il momento, lui ha parcheggiato l’auto, ti apre lo sportello e, sottobraccio, vi dirigete verso l’ingresso. Nell’atrio vi accoglie una bella donna, una mora alta dal fisico slanciato,vestita con un elegante abito da sera con un’ampia scollatura che fa risaltare due seni sodi. Ti togli il cappotto e senti su di te lo sguardo carico di approvazione di lei.
La sensazione di disagio che provavi fino ad un attimo fa sta scomparendo per lasciare il posto ad una eccitazione che ti fa battere piu’ forte il cuore, che ti scalda l’addome. E’ lei che vi accompagna fino alla porta della sala, separata dall’ingresso da una spessa tenda di velluto. Sulla porta, quasi avesse obbedito ad una chiamata silenziosa, si materializza un valletto. E’ un bel ragazzo, un negro dal fisico scultoreo, praticamente nudo. Il suo corpo e’ coperto, per cosi’ dire, da un piccolo perizoma di pelle, poco più di un sacchetto che contiene il grappolo del suo sesso indubbiamente di notevoli dimensioni.. Sei sorpresa nel vederlo e per un attimo ti fermi sulla porta mentre lui tiene aperta la tenda. Ma e’ la voce di tuo marito ad incitarti “Avanti, varchiamo insieme la soglia del piacere proibito” ti dice “non vorrai tirati indietro sul più bello?”
Entri seguendo il valletto. I tuoi occhi fissano adesso il suo culo tornito: non pensavi che il culo di un uomo potesse essere cosi attraente..E’ sodo, muscoloso, la pelle tirata e lucida.
Il locale oltre la tenda e’ immerso nella semioscurità rischiara solo dalla luce di alcune lampade molto fioche. La sala e’ abbastanza grande, arredata con divani molto bassi e piccoli tavolini; in un angolo una pista da ballo dove un paio di coppie stanno ballando avvinghiate al suono di una musica diffusa. Sui divani ci sono altre coppie, in un angolo, un uomo con due donne sorseggiano vino mentre chiacchierano. Ti aspettavi qualche cosa di piu’ forte, pensavi di vedere subito corpi accoppiati nel piacere. Però sei colpita dal vedere che le due donne sono sedute in modo da mostrare completamente le cosce, anzi le tengono divaricate qual tanto che basta per fare capire la loro disponibilià. Vi sedete anche tu e tuo marito, hai bisogno di ambientarti, un drink ti aiuterà. Ricompare il valletto; il suo corpo, ti rendi conto, e’ tutto muscoloso, lucido come se fosse spalmato d’olio, profumato. Mentre cammina verso di voi con il vassoio in mano non puoi fare a meno di fissare il sacchetto di pelle che contiene il suo cazzo, che ondeggia lievemente. E mentre e’ vicino e vi sta porgendo i bicchieri, accavalli con studiata lentezza le cosce, voi fargli vedere le tue bellissime gambe, vuoi che capisca la tua provocazione. La gonna risale, più su ancora , le tue cosce sono del tutto scoperte, l’orlo delle tue calze e’ bene in evidenza, così come la parte di coscia nuda. Il ragazzo ti guarda, lascia scorrere i suoi occhi lungo il tuo corpo ma sembra quasi disinteressato. Però i suoi occhi hanno incontrato i tuoi e tu vi hai letto dentro un desiderio torbido. Anche tuo marito ha visto e ti ha sorriso complice. Sorseggiate tranquillamente il vostro drink, l’alcool che scende dentro il tuo stomaco ti provoca un aumento di quella sensazione di calore che già sentivi da prima. Ti rilassi sul divano, osservi le altre coppie ma soprattutto sei attratta dal gioco tra l’uomo e le due donne. L’uomo sta baciando una delle due, una bionda formosa, dalle lunghe gambe, mentre l’altra, anche lei bionda ma con i capelli più corti, sta frugando dentro i pantaloni dell’uomo che le mani e ne ha estratto un cazzo indurito che adesso massaggia con mano sapiente. Non pensavi che vedere una sconosciuta che manipola il sesso di un uomo fosse cosi’ eccitante e questa sensazione, unita all’effetto dell’alcool, ti rende un po’ euforica. Hai voglia di vedere di più di esplorare di persona, di provare nuove esperienze. Hai voglia di soddisfare la tua curiosità; ti avvicini a tuo marito e con la mano gli abbassi la cerniera dei pantaloni, estrai il suo cazzo e cominci ad accarezzarlo, ad indurirlo con movimenti studiati della mano. Ti piace farlo per la prima volta in pubblico, hai notato che le due bionde si sono accorte dei tuoi movimenti e, assieme all’uomo con cui stavano giocando si avvicinano. La scena e’ curiosa ed erotica ad un tempo. Tu stai masturbando il cazzo di tuo marito, con due mani, una che accarezza l’asta oramai ingrosssata e l’altra che sostiene, che stringe un pò i suoi coglioni. La bionda con i capelli più lunghi si e’ chinata verso di voi e, senza chiederti nulla, ha scostato le tue mani, tu l’hai lasciata fare, ha afferrato con le sue il cazzo di tuo marito, piacevolmente sorpreso, e infine se lo e’ infilata dentro la bocca. Pensavi di essere un po’ gelosa quando ti immaginavi una scena come questa; invece sei solamente eccitata, ti stupisci della tua eccitazione cosi’ intensa da farti bagnare come se avessi un orgasmo. La bionda e’ brava, sta spompinando tuo marito che ha gli occhi socchiusi, il capo appoggiato sul divano, le mani appoggiate sulla nuca della donna e la sta guidando nel movimento. Non resisti piu’, con un movimento rapido ti sfili il perizoma, oramai intriso del tuo umore, allarghi le cosce di fronte all’altra donna ed all’uomo vicino a lei ed incominci a toccarti, a stimolarti con le dita, consapevole che e’ solo un assaggio di quanto potrai ottenere stasera. L’uomo si avvicina a te, ha ancora il cazzo fuori dei pantaloni e l’altra ragazza lo sta masturbando lentamente. Vorresti toccarlo, leccarlo, vorresti toccare e leccare anche lei ma all’improvviso si materializza il valletto e vi invita a seguirlo. La bionda stacca le labbra dal cazzo di tuo marito, duro, lucido, bagnato della sua saliva. Ti alzi dal divano e decidi di sfilarti la gonna. Adesso sei la ragazza piu’ nuda della sala. Senti gli sguardi di tutti i presenti, nel frattempo, sono aumentati di numero, che fissano il tuo corpo e decidi di accontentare il loro muto desiderio di vederti nuda. Ti dirigi in mezzo alla sala e fissando negli occhi gli uomini presenti, ti sfili la camicetta ed il reggiseno.
Il tuo corpo e’ splendidamente nudo, coperto solo delle autoreggenti a rete e dagli stivali. Sei terribilmente sexy, erotica e lo sai. Ti incammini seguendo il piccolo gruppo formato da tuo marito, l’altro uomo, le due bionde ed il valletto. Percorrete tutta la sala e attraverso una piccola porta sul fondo, entrate in una stanza un po’ più piccola; al centro un grande letto rotondo, alla pareti una tappezzeria dalle sfumature vermiglie, luci soffuse che consentono comunque di vedere. Solo adesso ti rendi conto che i valletti sono due, un nero ed un bianco, alto, biondo, muscoloso. Uno dei due ti si avvicina, poi osserva tuo marito, che la ragazza bionda ha ripreso a masturbare, e, acquisitone il tacito consenso, ti applica al collo un collarino dorato e lo lega, con una catena, ad un gancio della parete. Nel far ciò sei obbligata a salire sul letto e, poichè il tacco altissimo degli stivali ti impedisce l’equilibrio, ti disponi a quattro zampe. La bionda nel frattempo ha fatto sedere tuo marito su una poltroncina posta davanti al letto e si sta spogliando davanti a lui. Il suo corpo sta svelandosi al cadere dei vestiti. Ha seni grandi, dai capezzoli a punta, la fica appena accennata da una sottile striscia di peli scuri sul pube, lunghe gambe con piedi calzati da scarpe a punta dal tacco altissimo. Nuda di fronte a tuo marito ha appoggiato un piede sul bracciolo della poltroncina cosicche’ lui, seduto, ha davanti agli occhi la visione della sua fica mente lei si sta toccando.
Sei bagnatissima nel vedere tutto ciò, vorresti partecipare anche tu al suo piacere ma sei legata, i tuoi movimenti sono resi difficili dalla catena. E’ difficile per te anche solo toccarti la fica, ciò che vorresti fare per darti un piacere che senti necessario. Vorresti chiedere che ti slegassero ma nessuno parla. L’altro uomo e l’altra ragazza si stanno leccando a vicenda il sesso accovacciati in un angolo del letto. Hai sempre piu’ voglia, la visone dei loro corpi cosi’ come la visone di tuo marito che adesso sta leccando la fica della bionda ti eccita da morire. Sei cosi’ presa dalla contemplazione degli altrui corpi che quasi non ti sei accorta che mani abili stanno accarezzando il
culo, l’interno delle tue cosce, le gambe, la schiena , le tue tette, la fica. Ti stanno spalmando su tutto il corpo un olio profumato: ti volgi e scopri che sono i due valletti dai corpi muscolosi, che adesso sono completamente nudi, con il grappolo dl sesso finalmente libero. Il loro cazzo e’ depilato, eretto, con le vene turgide, il glande teso e il sacchetto dei coglioni pende oscenamente
alla base. Non pensavi che il corpo di un uomo potesse eccitati tanto, corpi perfetti nella loro fisicita’ quasi statuaria. Uno dei due, il negro, ti sta divaricando le cosce, adesso e l’altro ti sta leccando la fica ed il tratto che va tra la fica ed il culo e poi il buchetto del tuo culo e poi ancora la fica, ti mordicchia le labbra e poi ti succhia, ti aspira il clitoride, per poi abbandonarlo e tornare a leccare la fica e poi di nuovo il culo. Hai gli occhi socchiusi e quando li apri scopri che tuo marito sta guardando eccitato mentre la bionda sta spompinandolo; ha un cazzo enorme grande come non e’ mai stato. E anche tu sei bagnata come non mai. E’ l’altro adesso, il negro che ti lecca che ti stimola e tu ti senti terribilmente eccitata al pensiero di farti leccare da due sconosciuti. Hai voglia di toccare i loro cazzi, di assaporarli dentro la tua bocca. E’ come se ti avessero letto nel pensiero. Mentre le altre due coppie continuano indisturbate a toccarsi, a succhiarsi, i due negri ti fanno girare e ti sdraiano sul letto. Punti i tacchi degli stivali e divarichi le cosce. Solo adesso ti accorgi che attorno al letto si è avvicinato un gruppo di persone, uomini e donne, che ti guardano. Senti gli occhi di tanti sconosciuti e sai benissimo che tutti, sia i maschi che le femmine, stanno fissando solamente il tuo sesso, aperto, deliziosamente spalancato, nudo, vergognosamente lucido di un piacere che gia’ senti montare. Con la sguardo cerchi tuo marito, anch’esso in piedi vicino al letto, la bionda e’ vicina a lui e sta continuando a succhiargli il cazzo. E’ il momento:sdraiata sulla schiena, afferri con le mani i due cazzi dei valletti e li avvicini alla tua bocca . Uno dopo l’altro li ingoi li lecchi, li succhi, la tua lingua scorre sull’asta turgida del negro e del bianco, poco ti importa il colore, ti piace sentire la carne che pulsa nella tua bocca, ti piace sentire le tue dita, le tue mani che stringono due cazzi enormi, turgidi, lucidi. Con un grido rauco tuo marito e’ venuto nella bocca della bionda, che e’ sporca delle grosse gocce del suo sperma sulle labbra e sulla lingua. Sei riuscita a vedere la scena a malapena tanto sei presa dal gioco di spompinare i due uomini. Pero’ ti manca qualche cosa, vorresti che la tua bella fica venisse stimolata ancora di piu’ per farti sprofondare nel piacere piu’ intenso. E sei felice quando senti una lingua che comincia a leccarti le grandi labbra; la bionda, ancora sporca dello sperma di tuo marito, si e’ accovacciata tra le tue cosce ed ha incominciato a leccarti, dolcemente come una donna sa fare. Ti muovi mugolando per il piacere e aumenti gli stimoli che con le mani e la bocca stai dando ai cazzi dei due valletti.
Ma proprio mentre pensi che stiano per godere, mentre senti la tensione dei loro cazzi aumentare, li allontanano dalla tua bocca...
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20 years ago
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Un Pomeriggio di Fuoco (Cap.1)
Capitolo 1
E finalmente il momento e' arrivato. La loro auto si ferma dietro la mia. Scendo. Sono eccitatissimo. Loro aprono gli sportelli, scendono e vengono verso di me. Si chiamano Daniela e Sergio. Lui ha un fisico normale, altezza media, tipo mediterraneo. Lei e' piccoletta e formosa. Mora di capelli, bel seno grosso e cicciosa. Un bel culone grosso ma sembra molto sodo. Ci salutiamo, un po' imbarazzati visto che e' la prima volta che ci incontriamo. Ci siamo visti in foto, nelle mail scambiate, con tutte le descrizioni dei nostri corpi e con tutte le fantasie ed i desideri che volevamo soddisfare. Da cio' che mi hanno scritto dovrebbero essere dei gran maiali, al mio livello, e si' che ce ne vuole per uguagliarmi.
Io non ho limiti. Non ho inibizioni. Non ho freni. Ho praticamente fatto tutto cio' che si puo' fare fra essere umani. E non mi basta mai. E come prova ecco che sono ancora alla ricerca del piacere sessuale e della trasgressione.
"Bene.. allora che si fa? siamo sempre tutti della stessa opinione? proseguiamo l'incontro?" - dico - "se preferite lasciar stare non vi fate problemi eh.. ditelo e ci salutiamo da buoni amici."
"No, no.. per noi va benissimo. Io vorrei proseguire senz'altro. E tu?" - dice Sergio.
"Si anche io voglio proseguire." - dice Daniela - "come ci organiziamo? ti seguiamo in auto?"
"Allora.. ora Daniela viene in auto con me" - dico - "mentre tu ci segui con l'auto."
"Ok" - mi rispondono in coro.
Daniela sale nella mia auto, ha una minigonna scura, calze autoreggenti, una magliettina scollata e scarpe col tacco. Io salgo in auto e la osservo.
"Sei veramente bella" - le dico - "Sergio e' proprio fortunato. Spero che un giorno anche la mia ragazza diventi come te. Al momento e' una gran maiala ma le porcate le vuole fare solo con me, non vuole altre persone in mezzo..".
"Non sa cosa si perde allora" - dice lei - ".. comunque se decide a provare mi sa che poi non si ferma piu', cosi' come e' successo a me..".
"Racconta.. come e' successo a te?" - le chiedo curioso.
E lei mi racconta di come sono diventati una coppia scambista e poi sempre piu' trasgressivi, fino a voler provare un po' di esperienze piu' particolari, ma senza arrivare alle violenze o al sadomaso pesante, cosa che invece io ho provato come Master.
Mentre parlo comincio a toccarle le cosce. Sto guidando verso casa e le passo la mano libera sulle cosce, sulle tette, sui capelli e sul collo. Lei sorride e si lascia fare tutto.
Finalmente arriviamo. Parcheggiamo nel vialetto e scendiamo dalle auto.
"Venite, venite" - dico, mentre estraggo dalla tasca le chiavi di casa.
Apro la porta ed entriamo. Chiudo la porta e subito comincio ad agire, cosi' come avevamo programmato. Nelle loro mail mi avevano chiesto di iniziare a calarci nei nostri ruoli di gioco appena entrati in casa.
"Ora" - dico - "dimenticate chi siete. Cio' che conta per voi e' che siete qui per fare cio' che vi ordinero'. Senza pensare. Voi siete i miei schiavi e siete qui per esaudire tutti i miei desideri."
Loro subito si adeguano al loro ruolo e li vedo modificare il loro comportamento.
"Mettetevi davanti al divano, al centro della stanza, in piedi, braccia tese lungo i fianchi e sguardo rivolto verso terra. Non voglio sentirvi parlare. Potrete solo rispondere se vi faro' delle domande. Altrimenti state zitti. Ora muovetevi."
Loro si mettono in posizione mentre io mi vado a sedere sul divano.
"Ora, Daniela spoglia Sergio, completamente tranne che per gli slip."
Daniela comincia a spogliare Sergio, a toglierli tutti gli indumenti. Resta solo con gli slip.
Si vede che e' gia' eccitato. Ha il cazzo duro che preme sulla stoffa degli slip.
"Sergio, fa la stessa cosa con Daniela, ma lasciale tutto l'intimo addosso e anche le scarpe."
Sergio esegue e lascia Daniela con su le calze, un perizoma minuscolo ed il reggiseno.
Mi alzo dal divano e vado a prendere una benda di seta nera. La do' a Daniela.
"Benda Sergio con questa, non deve vedere cosa succede." . Lei esegue.
"Ora, mia bella schiavetta, spogliami completamente." - le dico.
Lei viene verso di me e comincia a spogliarmi. Mi toglie le scarpe, i calzini, pantaloni e maglietta. Lei e' sorpresa perche' vede che ho messo un piccolo perizoma da donna. Il piccolo triangolo davanti mi copre giusto un po' dell'asta e della cappella. A lei piace, glielo leggo in faccia. Sergio e' sempre in piedi, non vede nulla e puo' solo ascoltare cio' che diciamo.
Mi risiedo sul divano.
"Vieni qui, davanti a me, siediti a terra in mezzo alle mie gambe e poggia la testa qui" - le dico indicandole il cazzo.
Lei fa cio' che le ho ordinato. Si siede e poggia la testa sul mio cazzo, le metto una mano dietro la testa, tra i capelli, e le strofino il cazzo sulla faccia, sempre attraverso il minusolo perizoma che indosso.
"Mettiti a quattro zampe e fammi vedere il tuo culo, voglio che lo dimeni come se tu fossi una cagnolina, una vacca che vuole essere montata".
Lei si gira e si mette a quattro zampe cominciando a sculettare e a muoversi. Ha un bel culo. grande e sodo come piacciono a me. Pregusto gia' il momento in cui glielo infilero' dentro, dopo averlo allargato per bene con un po' di giocattoli.
"Non sei male vista da dietro. Hai un bel culo da vacca. Ora alzati e vieni con me. Sergio tu non muoverti da qui."
Daniela si alza e la conduco in camera da letto dove avevo gia' preparato l'attrezzatura.
Lei vede cio' che c'e' in giro e vedo che resta sorpresa. Era cio' che volevo.
"Mettiti a quattro zampe sul letto."
Lei obbedisce subito. Le lego gambe e braccia alle corde che erano attaccate al letto, in modo che sia pronta per essere fottuta a pecorina. Ha il culo e la fica all'aria, pronta per essere infilata. Ma non e' cio' che voglio fare ora. Voglio che assaggi un po' l'attesa.
Ho perso un po' di tempo per legarla, poi ritorno di la' da Sergio. Sono sicuro che sta morendo dalla voglia di sapere cosa sta succedendo.
"Togliti la benda"
Lui scioglie il nodo dietro la testa e si leva la benda. Mi guarda, vede il perizoma da donna che indosso.
"Daniela e' di la'?" - mi chiede. Io lo guardo severo.
"Non mi sembra di averti autorizzato a parlare. Quindi sta zitto. Comunque si, e' di la'. Non preoccuparti che a breve la raggiungerai."
"Ora inginocchiati." - gli ordino.
Lui si mette in ginocchio davanti a me. Anche a lui metto una mano dietro la testa e gli spingo il viso verso il mio cazzo. Lui segue il movimento e si avvicina. Glielo strofino sul viso. Nelle mail ha scritto che ha avuto pochissime esperienze bisex e che vuole provare, e vuole anche essere dominato, sottomesso. Niente violenze, solo sadomaso soft, tipo corde e bende. Io devo capire se davvero e' deciso ad andare in fondo. E quindi dovro' subito metterlo alla prova, cosi' dopo per lui sara' piu' facile lasciarsi andare anche davanti a sua moglie.
Cosi' strofinandogli il cazzo in faccia, la cappella fuoriesce dal perizoma. Gliela appoggio sulle labbra e vedo che non si ritrae. La accarezza con la lingua. Io sposto il perizoma in modo da lasciare tutto il cazzo libero e gli appoggio la punta sulle labbra. Lui ci passa la lingua e poi lo fa scivolare in bocca con calma. Lo fa in modo molto naturale. Non so se davvero sono le prime volte. Non credo. Ma non importa. Comunque stiamo recitando in un gioco, e quindi va bene anche credere che tutto sia vero.
Pompo il mio cazzo su e giu' nella sua bocca. Lui ha gli occhi chiusi e pare che gli piaccia sentirlo in gola. Glielo tiro fuori dalla bocca.
"Ora leccami le palle, piano, dolcemente, non succhiarle. Solo leccatine dolci."
Sergio obbedisce subito. Sento la sua lingua che mi accarezza le palle. Dolcemente. Come una lumachina che striscia nell'erba. E' una goduria. Vediamo se e' pronto anche per l'altro lato.
"Fermati " - gli dico.
Lui si ferma. Io mi volto e mi piego a 90 gradi, mettendogli il culo in faccia.
"Ora dovrai leccami il culo. Devi dare delle lunghe leccate che partono dal basso e vanno verso l'alto. Muoviti."
Lui avvicina la faccia al mio culo e sento la sua lingua che mi tocca lo scroto e che poi scivola in alto, mi passa in mezzo alle chiappe, passa sul buco e poi va piu' in su, finche' non si stacca.
Glielo faccio fare un po' di volte. Vedo che Sergio comunque ci sa fare. Altro che poche esperienze. Mi sa che questo e' piu' troia di sua moglie.
"Ora infilami la lingua nel buco. Voglio sentire quanto e' lunga."
E lui prontamente mi mette la punta della lingua sul buchetto e comincia a far su e giu' con la llingua. Che piacere che provo. E' bellissimo farsi stimolare il buco del culo. Me lo fa drizzare in una maniera spaventosa. Ho una sbarra di ferro al posto del cazzo.
Sono soddisfatto di Sergio. A questo punto posso riunire la coppia.
"Basta cosi'." - gli dico - "ora alzati, prendimi la benda da terra e aspettami."
Raccoglie la benda, me la porge e pensa che io voglio bendarlo. Invece non e' per lui.
Lo lascio li' impalato e vado da Daniela. Entro in camera, lei mi guarda, e' voltata col viso verso la porta. Ho la tentazione forte di incularla subito, ma devo mantenermi. Mi avvicino e la bendo. Cosi' ora e' lei a non vedere cosa succedera'. Ritorno di la' .
"Ora mi seguirai nell'altra stanza" - gli dico sottovoce - "non fare rumore e non parlare. Tua moglie non dovra' capire cosa sta succedendo e soprattutto chi e' che glielo sta facendo. Mi hai capito bene?".
"Si ho capito" - mi risponde.
"Bravo. vedrai che ci divertiremo un mondo."
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La calda Notte di Jessica
Eravamo in casa,una sera qualsiasi di venerdì,si stava per preparare la cena.Jessi era in cucina,ai fornelli,io giocavo con il pc. Squillò il telefono,era claudio,un amico nostro.Passava vicino a casa nostra con il furgone e ci chiedeva se poteva restare a cena da noi,era solo e noi gli rispondemmo di sì,certo ci faceva piacere un pò di compagnia.
Di lì a poco era a casa nostra con 2 fresche bottiglie di vino,per allietarci la serata.Si bevvero tutte due le bottiglie,si scherzò e ci si mise in salone,sul divano per chiaccherare un pò. Jessi era su di giri,non regge il vino,rideva e ci guardava con un'aria sorniona. Aveva una camicetta leggera,senza reggipetto,ed un paio di jeans molto attillati che mostravano con chiarezza il suo splendido culetto,dolce ed invitante.
Ma claudio era un amico,e non si sarebbe mai mosso per primo.Jessi mise un pò di musica e si mise a ballare in piedi.Sculettava e si rigirava come una pazza,ridendo ed invitandoci a ballare. Cadde a terra, la rialzai e mentre la tiravo su mi schioccò un bacio in bocca roteando la lingua con gran voglia.
Rimasi sorpreso,ma non mi fermai neppure io.Claudio ci guardava fermo,e jessi mi chiese sussurando se lui poteva unirsi a noi,il gioco era eccitante e l'atmosfera giusta.Era un pò che mi diceva che voleva provare uno scambio,io credevo che voleva solo prendermi in giro,invece...Tentennai,non sapevo che fare,lei mi precedette e lo abbracciò,tirandolo sul divano. Non capivo più nulla,il vino,quel bacio,il suo odore di donna in calore,finii sul divano anch'io,mentre jessi si dava un gran da fare con noi due.In breve eravamo mezzi nudi,jessi mi spompinava mentre claudio gli leccava la fica,era un gran casino.Ma mi piaceva,e faceva impazzire lei.
Fu la volta di claudio,jessi gli levò i calzoni e gli aprì i boxer che stavano per esplodere. Con un gridolino di piacere gli fece uscire un affare di oltre 20 cm,venoso e largo da far paura!!
Lo spompinò con voglia,godendosi in bocca quel cazzone,da come andava lentamente su e giù con la testa doveva veramente piacerle da morire.Se lo faceva scorrere tra le labbra dolcemente,facendone scomparire una parte solamente,talmente era lungo, poi guardandomi con un viso a troia si mise sdraiata sul divano a pancia sotto, s'infilò 2 cuscini sotto la pancia e disse a claudio di leccargli ben bene il culetto, mentre a me chiese di prendere un pò di crema lubrificante che aveva nel mobiletto vicino al divano.Capii subito cosa voleva fare,ed acconsentii.Con me lo aveva fatto spesso e sapevo che le piaceva prenderlo da dietro ma non immaginavo quello che sarebbe successo. Dopo qualche minuto il buchetto era morbido,insalivato al punto giusto e pronto per essere penetrato.Con due dita prese un pò di crema e se la mise sul buchetto,poi dentro,aiutandosi con un dito.
Ci fissò in silenzio,la faccia era trasformata dal desiderio. Si rimise a spompinare ancora un pò quel grosso cazzo gonfio di voglia, lo stava preparando con cura,con attenzione,anche se faceva fatica a metterselo quasi tutto in bocca,lo insalivava e leccava con voglia,passando lentamente la lingua dalla base alla punta,gli occhi le luccicavano mentre si slinguava quel grosso affare,assaporava il membro sapendo che di lì a poco sarebbe arrivato il momento che lo avrebbe fatto suo.
Quando lo vide pronto,eretto e turgido,duro da far paura con fare da vera troia si rimise a pancia sotto,assestò i cuscini in modo da avere il culetto molto sporgente,in modo da far si che la penetrazione sarebbe stata assai agevolata,ed invitò claudio a penetrarla e per eccitarlo ancora di più si mise a sculettare ritmicamente.
E così fu'. Claudio non se lo fece ripetere,impugnò quel suo grosso cazzone con una mano,mentre con le dita jessy si apriva il culetto per facilitare la sua entrata.Lo appoggiò al buchetto ben lubrificato e pronto.Poi iniziò delicatamente a dare tutta una serie di piccoli colpetti che schiusero il buchetto dolcemente.Il grosso cazzone iniziò lentamente ad entrarle dentro. Jessy mugolava,ansimava,emetteva piccoli lamenti,mentre il buchetto iniziava ad allargarsi sempre più.Io da vicino mi godevo la scena,eccitatissimo.
Entrò lentamente,un pezzo alla volta,con l'aiuto della crema scivolava bene ed in breve arrivò fino alle palle.Jessi con il viso estasiato dal piacere,completamente impalata,gli diceva che lo aveva preso fino in fondo,mugolando diceva che se lo sentiva tutto dentro,gli chiese di cominciare a muoversi dentro, di iniziare lentamente a montarla,ma lo pregava di farlo lentamente per abituare il buchetto a quel grosso affare. Lui le leccava la schiena per rassicurarla,poi lentamente iniziò a pomparla con dolcezza e continuità.Infine le mise le mani sui fianchi e la sollevò dai cuscini.Senza uscire dal suo culetto la mise a pecorina,con il sederino che sporgeva al massimo in fuori,a quel punto la vide nella giusta posizione per essere penetrata davvero fino in fondo,ed iniziò a stantuffarla con più foga. Lei si accorse di essere pronta a prenderlo tutto,gli disse di essersi dilatata e rilassata e iniziò ad incitarlo a montarla con forza,gli diceva che voleva che lui le desse dei colpi forti,violenti,voleva sentirsi sfondare,gli chiedeva con la voce rotta dal piacere di spaccarla,di darglielo fino in fondo,lo implorava di fargli sentire quanto e come sapeva essere maschio.
Mugolando gli diceva che voleva sentire le sue palle che sbattevano sul suo sedere...voleva sentirsi spaccata come una troia da strada...era su di giri da morire!! Lui cominciò a dargli dei bei colpi,forti,secchi e decisi,molto violenti e ripetuti. Ad ogni colpo lei gemeva,rantolava e si lamentava per il sicuro dolore che quei colpi le provocano, quel grosso cazzo le stava davvero sfondando il culetto...ma nello stesso tempo le stava dando un piacere estremo.Io non l'avevo mai vista godere così in vita mia. Lo stallone si muoveva bene,con forza,la spaccava ritmicamente e con decisione,gli dava botte di reni continue.Jessi era come immobile,il dolore-piacere di quell'inculata la mandavano in estasi. Gemeva,ansimava,mi diceva che aveva il culo in fiamme,che se lo sentiva fino in gola,ma lo pregava di continuare,di non fermarsi,di darglielo di più,più forte,più a lungo.
Ad un certo punto lei gli appoggiò addirittura una mano sulla coscia destra,e spingeva verso il suo sederino, quasi per aiutarlo a metterglielo di più,quasi per agevolarlo nella monta e per sfondarla meglio. La guardavo e mi facevo una megasega,preso dal vortice di quella pazzesca trasgressione. Glielo stava dando davvero bene,la inculava come un toro fotte una vacca in calore!! Io messo così vicino a loro potevo vedere nitidamente il grosso cazzone che scorreva avanti ed indietro nel buchetto dilatato del sederino di jessy.Lui glielo spingeva dentro fino in fondo,fino a far sbattere le sue palle sul culetto di jessy,poi lo estraeva quasi tutto fino alla cappella... infine lo ricacciava con forza dentro il buchetto con un ritmo frenetico e continuo...In quel modo il buchetto si dilatava e restringeva ad ogni colpo e finiva per allargarsi sempre di più....Lei rantolava....mugolava...gemeva senza sosta....in preda ad un godimento fortissimo ogni tanto abbassava la testa,appoggiava il viso al lenzuolo e lo mordeva...
Claudio gli stava sopra,lei sentiva il respiro dello stallone sempre più intenso.Jessyca ogni tanto faceva uscire la lingua dalle labbra per come godeva....in quei casi gemendo faceva..."ahhhh...siiiiiii.....cosìììì...spaccami il culo...amore...." Si accorse che era vicino all'orgasmo e gli strillò di non venire,non ancora. Gli urlò con la voce rotta dal piacere che voleva farlo godere di più e voleva godere quel suo stupendo cazzone ancora a lungo,gli mugolava che la doveva inculare ancora,estasiata da quella monta selvaggia aveva perso ogni inibizione. Mi disse che sentiva quel pilone impazzito che gli rompeva il buchetto,e questo la mandava in un delirio di godimento.
E i colpi continuarono,lui con le mani sui fianchi la martellava senza sosta,inarcava la schiena per entrare di più,dava colpi estremi affondando il più possibile nel sederino di jessy,nel suo culetto ormai sfondato da quel cazzone che le stava procurando un orgasmo pauroso.Lei sotto i colpi violenti si inarcava,allungava le mani,quasi per fuggire da quella monta devastante,a momenti stringeva le lenzuola per il dolore,la stava sfondando di brutto.
Godeva come una pazza.Ogni tanto girava la testa per guardarlo,per vedere come lo faceva godere,quasi per sfidarlo a fare meglio gli diceva:"e tutto qui?dai spaccami più forte,fottimi,inculami senza pietà!!! Poi per quanto godeva faceva uscire la lingua dalle labbra,per poi passarsela sul labbro superiore lentamente,da vera troia,gli occhi semichiusi dal piacere,spesso gli chiedeva di stringerle le tette,di baciarla e leccarle il collo mentre lui la montava superbamente. Le mani di lei correvano ora veloci verso la fica fradicia e sempre più vicina all'orgasmo.Infatti dopo poco venne con un orgasmo che la scosse dalla testa ai piedi,facendola gemere ed urlare di piacere.
Di lì a poco venne anche lui,con colpi forsennati la squassò,lei urlò per il dolore,il suo cazzone al massimo della grossezza e quei colpi più forti trascinati dall'orgasmo le dovevano aver veramente lacerato il buchetto.Poi lui sfinito si sdraiò su di lei leccandole il collo,spossato da quell'inculata selvaggia.
Finalmente uscì dal suo culetto. La lasciò nel letto a pancia sotto con il buchetto letteramente dilatato,si vedeva dal buco spanato un fiotto di sborra che le colava dal culetto sulla fica fradicia.Lei rimase per un pò nel letto quasi assopita dopo quella mezz'ora di fuoco.Poi si alzò,lentamente,per andare a lavarsi.
Fù lì che vidi che dal buchetto del sederino dilatato da morire un rivolo di sperma gli colava dalle cosce verso il pavimento,era talmente dilatata che il culetto non teneva più lo sperma,l'aveva sfondata proprio per bene. Si lavò a lungo il buchetto,lamentandosi perchè le faceva male,mi disse che era tutta aperta e che l'acqua fredda le scorreva dentro portandole un pò di sollievo,poi mi confessò che lui l'aveva proprio completamente sfondata,mi disse che si sentiva il buchetto completamente aperto,dilatato, ma che aveva goduto come una pazza.
Mettendosi alla pecorina me lo fece vedere...era sfondata per davvero.... il buchetto era ancora aperto e scuro...aveva il culetto largo da far paura...gleil'aveva proprio sfondato per bene!! Gli confessai che avevo sborrato anch'io mentre venivano loro, e che avevo goduto come un pazzo e non mi vergogno a dirlo,fu' una cosa veramente eccitante ed incredibile.
Tutto finì dov'era iniziato,il mattino ci trovò abbracciati,claudio se ne era andato in un silenzio complice.Ma da quella sera qualcosa era cambiato,la nostra vita si era movimentata con quella novità,lo scoprire jessica una donna così tanto anale ha dato nuovo vigore ed impulso al nostro rapporto.
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20 years ago
admin, 75
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La prima volta con R.
Le gocce d'acqua bagnavano i vetri, un leggero vento soffiava muovendo languidamente le foglie sui rami seminudi. Il mio sguardo si perdeva oltre le fessure delle tapparelle abbassate, i pensieri vorticavano a ritmo incalzante e l'attesa..
Sapevo bene quanto stava per avvenire, mi piaceva immaginare e sognare pensando a R., i suoi lunghi capelli, il viso da bimbo imbronciato, la pelle bianca come neve ed i lineamenti greci, la sua bellezza era travolgente e scaldava ogni mia sensazione.
Dovevo muovermi, mancava un'ora al suo arrivo e la vasca da bagno colma d'acqua profumata al sandalo attendeva impaziente che immergessi il mio corpo ansioso. Uno scossone, un passo dopo l'altro ed eccomi innanzi allo specchio del bagno, il mio corpo fremeva al suo pensiero, le mani, i suoi occhi cosi dolci e le sue corde.
Lo specchio rimandava l'immagine di una donna emozionata, occhi lucidi e le mani tremanti. Sfioravo il viso, lentamente accarezzavo la mia pelle mentre le palpebre si abbassavano e la mente riprendeva il suo incalzante sogno.
L'acqua era tiepida, accogliente. Il profumo d'oriente inebriava la fantasia che correva come impazzita sulle ali dell'istinto acceso, ardente per dall'immagine di R. che disegnava emozioni nel mio animo.
I minuti correvano, i secondi si dileguavano mentre l'acqua lambiva il mio corpo.
Sul letto attendeva un lungo abito nero. (Adoro quel vestito, una seconda pelle, attillato, aderente così sensuale da eccitare al solo sguardo). Il perizoma nero, le autoreggenti come lui aveva chiesto.
Guardavo impaziente l'orologio, mancava poco. Uno squillo del cellulare.
"Pronto?"
"Sono io, sono arrivato..come stai?"
"Bene, un po' agitata ed emozionata ma, non perdere tempo, sali"
Velocemente infilai il perizoma e le calze, il vestito aderiva al mio seno che svettava dietro la leggera stoffa.
Il campanello.
In quel momento sentii le gambe tremare, mi mancava il respiro dall'emozione.
"Vieni, dai!"
Ai miei occhi apparve un uomo di 39 anni, alto, ben scolpito, non troppo muscoloso ma perfetto per i miei gusti. I capelli raccolti in una coda dietro le spalle, gli occhiali da sole sul viso e quel sorriso ammaliante e sornione.
L'agitazione mi travolse, non riuscivo a muovere un dito e lui aveva compreso.
Lo vedevo, lo osservavo..lì..sulla porta, altissimo nel suo metro e novanta.
Per rompere il ghiaccio e la tensione che si erano creati tra noi lo invitai a seguirmi in sala, ci sedemmo sul divano e lentamente ciò che prima era agitazione si trasformò in serena conversazione, non potevo crederci, stavamo parlando di tutto fuorché di quanto stava per avvenire. Eppure, ambedue sapevamo bene come sarebbe andata quel pomeriggio.
Un secondo di silenzio e la sua voce cadenzata "Vieni, siediti tra le mie gambe". Senza farmi invitare nuovamente alzai le gambe dal divano ed andai ad infilarmi tra le sue, mi sentivo così piccola, quell'uomo mi affascinava, distruggeva ogni mia barriera, ogni dubbio con il suo sorriso.
Sentivo il suo petto appoggiato alla mia schiena. Le mani, le sue mani lentamente presero le mie accarezzandole, giocando con le dita.
Le sue carezze da prima leggere si facevano sempre più insinuanti, dalle mani saliva alle spalle con movimenti precisi quasi fossero programmati.
Il suo viso appoggiato alla mia spalla, la bocca sfiorava il mio collo disegnando brividi.
Parlava sussurrando al mio orecchio, quella voce mi dava sicurezza, era così bello sentire il dolce suono che usciva dalle sue labbra, una melodia come quelle di tempi passati che vagano negli oscuri anfratti della memoria e tornano a destar ricordi.
Persa nei miei pensieri e coccolata dal tocco deciso ed al contempo dolce delle sue mani mi stavo abbandonando completamente a lui. Non desideravo altro che le sue mani, le sue corde e la sua voce.
"Chiudi gli occhi" La stoffa vellutata del foulard cingeva i miei occhi, il nodo stringeva dietro la nuca mentre R. mi parlava dolcemente sussurrando ogni movimento che stava per compiere, ogni sua fantasia che ambedue sapevamo bene sarebbe divenuta realtà.
Mi appoggiai sempre più al suo petto, sentivo il suo cuore battere.
Le sue dita sotto le spalline del vestito, lente, cadenzate dal suo ritmo interiore, scendevano e l'abito con loro. Ora il mio seno era completamente scoperto, la schiena leggermente inarcata quasi ad invitarlo a prendere tra le mani quelle colline.
Percepivo il suo desiderio. Improvvisamente mi afferrò, stringeva massaggiando con movimenti circolari, alternava lunghe strette a dolcissime carezze. Ormai, il mio abito era scivolato ai piedi.
"Dammi le braccia"
Sentivo la corda annodarsi ai polsi, stringeva. I suoi movimenti erano precisi mentre mi parlava.
Mi trascinò all'indietro sul divano facendomi sdraiare. Sentivo scivolare via le calze, le mie gambe ora erano nude, distese sul divano.
Un altro movimento deciso e mi trovai con il viso appoggiato al cuscino, le sue mani lavoravano con le corde, le caviglie immobilizzate e legate saldamente alle cosce, le corde stuzzicavano la mia pelle. Distesa percepivo tutto senza vedere.
Lui parlava, descriveva ogni gesto.
Sentivo un umido calore tra le gambe, non parlavo, non dicevo nulla.lasciavo che fosse lui a stabilire ogni cosa, ogni suo desiderio era il mio.
D'improvviso le sue dita s'insinuarono tra il perizoma e le labbra, lo stringeva facendolo sempre più penetrare, sentivo quel tessuto tirare. Mi stavo eccitando tantissimo e lui aveva capito. Scostando leggermente il tessuto bagnato, le sue dita andarono a penetrare ogni mio pensiero. Dio, impazzivo. Legata, immobilizzata mentre R. mi penetrava con le dita.
Sapevo che non avrei resistito a lungo, il perizoma ormai fradicio stringeva mentre le dita, incessanti, continuavano a donarmi piacere.
R. sapeva che di lì a poco sarei venuta così si fermò. Mi slegò completamente ed andò a sedersi dietro di me.
"Alzati, vieni qua..siediti tra le mie gambe. Sai. è incredibile, reagisci in modo spettacolare"
Non riuscivo a fiatare, semplicemente volevo esaudire ogni suo desiderio.
Il foulard era ancora sugli occhi.
Lo sentii cercare la corda..
"Appoggiati a me"
I suoi movimenti erano sempre veloci, sapienti.
Ora quella bianca corda cingeva il mio seno mentre le sue dita strizzavano i capezzoli.
Appoggiata a lui avevo completamente perso il senso del tutto, trascinata in un vortice di sensazioni ero ciò che lui voleva.
Il perizoma scivolò a terra.
"Inginocchiati, dammi la schiena e appoggiati allo schienale del divano"
Da dietro le sue dite di nuovo dentro di me. Le corde attorno alle braccia stringevano il seno. Di nuovo impazzivo mentre lui continuava a parlarmi dolcemente. Le gambe divaricate, la testa appoggiata allo schienale del divano.
Un sussulto. e la prima frustata con la corda. La mia schiena s'irrigidì nell'istante in cui fu colpita ma non ebbi tempo di realizzare il colpo che ne giunse un secondo sulla natica destra, poi un altro.e ancora.
Non resistevo più, avevo le gambe libere dalle corde ma non riuscivo a muovermi, forse..non volevo.
Ogni colpo mi riempiva di desiderio, volevo andare oltre. Come immersa in uno stato d'estasi non riuscivo a pensare ad altro che non fossero le sue dita dentro di me ed i colpi della corda sulla schiena, sul sedere.
Le ore passavano, i nodi seguivano i colpi, lasciavano spazio ad un attimo di tregua per poi ricominciare. Le corde stringevano le gambe, le braccia, la schiena..Ma impazzii completamente quando la sentii insinuarsi tra le calde labbra.
Mi chiedeva di parlare ma ero ammutolita, nulla usciva dalle mie labbra.
"parli ora?"
"No"
"A no? Bene."
E giù colpi.
Di nuovo mi trovai libera dalle corde e dalla benda. La luce tenue che filtrava dalle finestre andava ad illuminare il suo viso. Quanto era bello.
Rimasi seduta innanzi a lui.
Sorrideva contento.
"Vieni qua"
Mi afferrò per le cosce trascinandomi a sé, sistemò le mie gambe sulle sue. Il mio viso sulla sua spalla, le labbra sfioravano il suo collo mentre le mani accarezzavano i lunghi capelli ormai sciolti.
Sentivo le lacrime salire.
Per un istante rimanemmo a guardarci negli occhi senza proferir parola. Lentamente si avvicinarono le labbra e quel bacio che avevo sognato divenne reale. La sua bocca scese sul collo e da lì al seno.
In ginocchio tra le sue gambe afferrai la nuca, lo sentivo succhiare alternando il seno destro al sinistro.
Risaliva cercando le mie labbra. La passione ci aveva travolti.
Non dimenticherò mai questa prima volta..come mai dimenticherò R.
D.
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20 years ago
admin, 75
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La mia prima volta
Suoni alla porta...ti apro con una sottoveste di seta nera...sotto solo reggi e perizoma nero....Sei stupendo..completo scuro,profumato e irresistibile...
Ci sediamo sul divano...io non resisto....ti bacio appassionatamente...ma ho troppa voglia di te...e dopo pochi istanti mentre continuo a baciarti con passione con una mano ti apro la cerniera dei pantaloni...
Sei già pronto....con la mano trovo subito il tuo cosone duro e gonfio...che ti scoppia nelle mutandine...Te lo tiro subito fuori...muoio dalla voglia di farti un pompino strepitoso...Inizio leccandoti il pube...mi godo la tua pelle liscia e profumata con la lingua...Poi scendo,tra i peli,ti lecco con dolcezza le palle...prima una..poi l'altra...Passo la mia lingua delicatamente...poi risalgo lentamente lungo il tuo cazzone duro e gonfio...mi godo ogni cm della tua pelle.Arrivo alla cappella...gonfia...dura...Inizio a leccartela...passo la lingua intorno...godi da morire...Poi passo a slinguettarti sotto...sul glande...colpi teneri..dolci...continui...frullo la lingua sul tuo glande..sò che godi da morire così...poi quando vedo che sei in un godimento profondo comincio a spompinarti...sei eccitato da morire....Inizio ad andare su e giù con le labbra..le ho insalivate per bene,così scivolo veloce lungo il tuo cazzo meraviglioso...Il tuo cazzone stupendo scorre...ogni tanto mi dai colp
i con il bacino..quasi a volermi scopare in bocca....Dopo qualche minuto del mio pompino sei già al limite...ancora due affondi delle mie labbra e sei lì lì....Infatti non mi lasci nemmeno il tempo di godermi il tuo cosone tra le labbra...vieni dopo pochi istanti...schizzandomi nella gola tutta la tua voglia di me...Caldi schizzi mi arrivano in gola...mmmh...il tuo sperma è denso,caldo,delizioso...Ingioio e continuo il pompino...così godi di +...Il tuo sperma mi scivola in gola mentre ti passo la lingua sulla cappella...per raccogliere le tue ultime gocce di piacere.Ti ho fatto già venire una volta...bne...così la prossima durerai molto di +....
Ti prendo per mano...ti porto nella doccia....ci laviamo insieme...nudi...sorridendo e baciandoci di continuo...
Poi usciamo...ci asciughiamo...Hai fame...mangiamo qualcosa...per riprenderci un pò...E' stato bello...ho goduto ma sono ancora lontana dall'essere sazia...Ho voglia di te...del tuo cosone duro...del tuo seme caldo...ho voglia di te....amore...!
Finiamo di mangiare qualcosa...ritorniamo a letto.Tu accendi la tele...io riposo un pò...Poi inizio a stuzzzicarti..ti prendo una mano e me la passo tra i peli della mia micina....poi mi avvicino e te la faccio leccare per bene.....Ti ecciti subito...ed io godo sentendo la tua lingua sul mio clitoride....Poi ti rimetto sdraiato nel letto...ora è il mio turno....ti passo una mano sul petto..scendo verso di lui.Mi sposto e con la testa comincio ad avvicinarmi...Sono sopra di lui...ma non lo tocco...Inizio invece a leccarti le palline...prima una...poi l'altra...poi in mezzo...Leccate dolci...delicate...come un massaggio...poi inizio a soppesartele con la lingua...mentre lui inizia a svegliarsi davvero.Le leccate alla mia micina l'avevano svegliato...ma ora è davvero..in forma!...
Delicatamente con la lingua mi passo le tue palline in bocca...una...poi tutte e 2....inifine le poso...e comincio a spompinarti...Poi mi fermo...ti metto 2 cuscini dietro la testa...sei in alto ora...poi mi metto tra le tue gambe...in modo che da quella posizione mi vedi....e vedi come ti faccio godere...vedi quanto posso essere troia per te...
Mi rimetto a spompinarti...dolcemente...vado su e giù...mi raccolgo per bene i capelli per farti vedere come ti spompino bene...riprendo il mio su e giù......un filo di saliva lubrifica il tuo cosone duro....che scivola delicamente nella mia bocca...la lingua passa sulla tua cappella...ogni tanto ti lecco il glande...mi guardi...godi...ed io godo da morire a farti godere così!!
Ti guardo mentre vado su e giù col tuo cosone duro tra le labbra....poi mi fermo...e ti domando... :
"sono brava amore a spompinanrti??Sono una brava pompinara??te lo faccio bene vero...il pompino??...godi vero??"
Tu mi guardi alzando la testa..e mi dici...:
"sii..sei stupenda..sei una perfetta pompinara...si..mi fai godere...vai avanti...troia..."
Sei vicino....me ne accorgo perchè una goccia di piacere ti esce dalla cappella...Mi fermo subito...voglio goderti e farti godere molto di +...inizio di nuovo a leccarti le palline con la lingua...smorzo il tuo orgasmo e ti godo tra le mie labbra di +...
Riprendo...lentamente vado su e giù...ogni tanto me lo mando tutto in gola...arrivo ad appoggiare il mio nasino tra i tuoi peli...segno che ti ho ingoiato tutto...poi provo ad ingoiarti anche le palline...ci riesco dopo un paio di tentativi...e tu ti lasci sfuggire un "AHHHH...quanto sei troia...."
GODO QUANDO MI TRATTI COSI'.......delicatamente mi faccio uscire prima le palline e poi il tuo meraviglioso cosone dalla bocca...quindi ricomincio...dolcemente a spompinarti...
Sei di nuovo vicino....OK ora è arrivato veramente il momento di farmi fottere...hai un cosone duro e gonfio da morire....Sorridendoti ti dico : " amore hai un cosone stupendo...lo sai...vero??Ora poi e' proprio grosso e duro come piace a me...mmmh....sei stupendo..."
E poi guardandoti con un'aria da troia da morire continuo e ti dico.... :
"Questa volta voglio superarmi...voglio essere troia come non lo sono mai stata....questa volta voglio davvero che tu mi rompa il sederino in modo completo...voglio ritrovarmi ad essere la tua troia alla quale hai rotto il culetto di brutto!!!...capito amore....???"
Tu mi dici di si...sei eccitatissimo...hai un cosone enorme....un paletto di carne meraviglioso....ed io non vedo l'ora di prendermelo tutto...dalla cappella alla radice nel mio sederino voglioso....
Allungo una mano...prendo il tubetto della NIVEA...la crema...ne prendo un pò e me la metto sulle dita...Poi inizio a lubrificarmi il buchetto...Per quello che ho intenzione di fare stavolta la saliva non basta...ci vuole qualcosa che lubrifichi davvero!!
Mi ungo il buchetto....e poi ne passo un pò sul tuo cosone duro...Abbiamo perso qualche istante...ma è meglio così...smorzo il tuo orgasmo...durerai di +...ed è proprio quello che voglio!!
Ora sono pronta...tu sei sdraiato...io mi metto sopra di te dandoti le spalle...lentamente mi calo su di te...con una mano prendo il cosone..e lo punto dritto dritto al buchetto del mio sederino...unto e voglioso...Ho una voglia di te che tu non immagini...il mio culetto ha una voglia infinita del tuo cosone stupendo....
La cappella si appoggia...mmmmhh....non stò + nella pelle dalla voglia che ho...inizio a farti entrare dentro di me....sento il buchetto che si apre...e tu scivoli....la crema funziona....faccio entrare la tua cappella mentre tiro fuori la punta della lingua mandandola all'insù tra le labbra per quanto e come godo......poi mi sfugge un...:"mmmhh...".di piacere...intimo e delizioso...
G - O - D - O......ahhhh...sìììììììììììì...GODO come una matta...mentre tu entri...cm...dopo cm...ti fai strada nel mio culetto...spaccandomelo....mi stò impalando lentamente sul tuo cosone duro e lungo...dio come ce l'hai largo e lungo.....sei talmente dotato che mi apri il sederino letteralmente...è una sensazione stupenda...hai un cosone meraviglioso!!
Sculetto...così facilito la tua entrata......Ahh....finalmente sei quasi in fondo....lo sento...sento che sei quasi tutto dentro...mi avrai messo del pancino almeno 20 cm del tuo stupendo cosone.....è ora di prendere anche l'ultimo pezzetto del tuo cosone....lo voglio tutto...tutto dentro di me....
Allora mi risollevo delicatamente....ti faccio quasi uscire tutto...tengo dentro solo la cappella,che così farà da apristrada e poi....mi lascio andare di colpo verso di te....il peso del mio corpo fa si che tu entri tutto...in un colpo solo mi arriva dentro il tuo cosone quasi fino alle palline.....AHHHHHHH...godo...un urletto di piacere mi sfugge...: "Sìììììììììì...." e poi continuo e ti dico... : "amore...tutto...tutto...l'ho preso tutto.....amore....sai...ce l'ho tutto nel culetto....lo sai vero amore...lo senti che me l'hai messo proprio tutto???"
E poi ancora...gemendo ti dico.... : "Mi hai rotto...sei entrato tutto...amore...sei stupendo...siiii....Ora fottimi...fottimi amore...voglio che tu mi fotta fino a farti scoppiare le palle....!!!"
Ora mi ritrovo impalata e godo...dio se godoooo!!!!....
Ecco a cosa serviva la crema NIVEA...a permettere al tuo cosone duro e lungo di scivolare tutto....proprio tutto dentro il mio sederino....
La saliva non avrebbe permesso di farti scivolare tutto dentro il mio culetto...un pò ne sarebbe restato fuori perchè non sarebbe scivolato bene...invece così mi sei entrato tutto...ma proprio tutto...fino alla radice...fino alle palline....sei tutto dentro di me....e godi...godi come un pazzo....ed io godo nel farti godere e nel sentire quel tuo paletto duro e largo che mi sfonda il culetto!!
Inizio a muovermi...facendo leva con le cosce inizio ad andare su e giù...sento il tuo cosone duro che scivola...il mio culetto si è allargato per bene...ora posso impalarmi davvero...inizio a salire e scendere lungo il tuo cosone che si infila sempre fino alle palline nel mio culetto...rompendomelo ed allargandomelo....Stò godendo da svenire....(immagina la scena del video che ti mando.....per capirsi...)
Vado su e giù...ritmicamente...ogni volta che scendo lo faccio a corpo morto..in modo da sfondarmi per bene col mio peso sul tuo cosone...è un pilone impazzito che mi spacca...il sederino si stà dilatando davvero,il mio peso fà si che tu entri tutto...tutto nel mio culetto!!Ogni volta che scendo tu sussulti.....godi da morire....
Vado su e giù...di tanto in tanto mi fermo...sculetto...il tuo cosone duro mi si assesta nel pancino...mi giro...ti guardo...godi come un porco...ed io di +....sapendo che mi stai rompendo il culetto...sapendo che mi stai sfondando ed il sapere che mi ritroverò ad essere la tua troia rotta in culo mi fà godere quasi da svenire....Mi giro,faccio passare le mie gambe tra le tue...restando con il cazzone duro ben piantato nel mio culetto...ora tivedo...appogio le mani al tuo petto....poi ti faccio alzare la testa...ti bacio dolcemente...con amore...in questo modo mi fermo e ti smorzo il piacere...e poi godo a baciarti così mentre mi fotti.....
Riprendo ad andare su e giù...il sederino mi si stà sfondando sempre di +...colpo dopo colpo.....lo sento..la crema fà scivolare il tuo cosone che ad ogni colpo mi allarga sempre di +....Stai godendo...sei vicino...Allora ti guardo e ti dico...:
"Ahhh amore...godi??Vero??Godi amore a rompermi il sederino..vero???"
E tu mi rispondi con la voce rotta di piacere....e mi dici:
"ahh..si troia..si...mi fai godere...lo senti che ti sfondo verooo??"
Io ti dico di si...sorridendoti....e guardandoti con amore.....
Vado avanti...mi fermo..riprendo ancora...la cremina fà il suo dovere...sono lubrificata e il tuo cosone mi scorre nel buchetto spaccato davvero bene...il tuo cosone scivola..arriva in fondo..risale...riscivola...in un su e giù che mi fà girare la testa e godere come una pazza.
Poi alla fine mi preghi di venire...
NOOO...ti urlo io...e poi come in preghiera ti dico.... : "amore fottimi ancora...voglio sentirti ancora..dai ti prego..amore ti prego...ancora..dammelo ancora...ti prego..amore..."....poi godendo come una pazza mi fermo...per farti sbollire l'orgasmo....e mi lascio andare un gemito di piacere...."ahhhh...."
Ti richiamo verso di me...mi inclino all'indietro e mentre tu ti alzi sulle braccia io ti bacio con amore...e ti sussurro :
"amore ti prego fottimi ancora...voglio che tu mi rompi il culetto...amore....e per farlo devi fottermi per bene...ed a lungo...resisti amore...e goditi il mio sederino che si rompe sempre di + per te...."
Ti bacio ancora....tu ti rimetti sdraiato e riprendi a incularmi con rabbia...godi e vorresti venire....io riprendo il mio su e giù...mugolando e godendo come una pazza mi rimetto a salire e scendere sul tuo cosone...
Vado avanti ancora un pò....mi stai inculando da dio...poi tu mi preghi dicendo... :
"Amore non ce la faccio +...devo venire...mi scoppiano le palle..."
A questo punto ho voglia di godere con te....è tanto che mi fotti...ora veniamo insieme...
Io allora ti faccio mettere le mani sui miei fianchi..e così presa nella morsa delle tue mani ti supplico di tirarmi,prendendomi per il bacino,verso di te e di mandarmi su e giù...mentre anch'io continuo a salire e scendere sul tuo cosone...
Iniziano una serie di colpi a raffica....tu che mi inculi come un pazzo...il tuo cosone che mi arriva fino al pancino...il mio buchetto che si spacca fino all'estremo...ed io che godo!!
Con le mani appoggiate alle tue cosce inizio a muovere la testa a destra e sinistra....gemo...travolta da un piacere pazzesco mugolo piano....metto la lingua tra le labbra all'insù dal godimento,poi inizio a mugolare più forte....+ forte ad ogni tuo colpo...è tutto un susseguirsi di : "mmhh....ahh....siiii....dai amore....godo ....amore mi fai godere tanto....."
Su e giù...sempre + forte...un urlo di piacere e di dolore mi sfugge...
Come una pazza urlo.... :
"AHHHHHH...si amore...mi rompi il culetto...siiiiiiii....sfondamelo...spaccami...fottimi...forte...+ forte...ancora + forte..."
Poi l'orgasmo mi travolge mentre il mio culetto si sfonda del tutto lasciandoti entrare fino ormai alle palline....mi hai sfondata del tutto ed inizi a venire anche tu...Il 1° orgasmo ha fatto si che tu possa resistere molto di +...ma ormai sei vicino...molto vicino....
Mi appoggio sulle braccia....ancora una serie di colpi fortissimi...il mio buchetto che si sfonda definitivamente e tu che schizzi...caldo...copioso..il tuo sperma mi schizza nel pancino mente tu godi fino quasi a svenire....ed io con te....La testa mi gira....l'orgasmo è stato meraviglioso....ho goduto da morire!!!
Finalmente sei venuto e finalmente ti sei fermato...io gemendo resto immobile sopra di te...un rivolo di sperma ed un pò di sangue mi scendono dal culetto...mi hai proprio sfondata davvero...ora me ne rendo conto!!!
Il buchetto è talmente largo che lascia colare il tuo seme ed un pò di sangue...è il segno che attendevo...ora ho il culetto rotto!!!
Lentamente inizio ad alzarmi...a levarmi da sopra di te....il tuo cosone,sazio dell'orgasmo mi scivola fuori facilmente,sono talmente larga che esci in un attimo...mi piego di lato mentre il tuo sperma mi fuoriesce copioso dal buchetto sfondato....inizio a macchiare le lenzuola di sperma e di sangue...sono talmente sfondata che il buchetto non regge +....Allora con una mano mi metto un fazzolettino sul buchetto,per non macchiare +,poi mi alzo e vado in bagno.
Mentre corro verso il bagno continua a colarmi il tuo seme misto a sangue....mi rendo conto che stavolta abbiamo esagerato...ho il sederino davvero rotto...questa volta mi hai davvero rotto il culetto...non c'è dubbio....ho il culetto rotto..sfondato,me lo hai spaccato amore....e questa volta davvero di brutto....
Mi appoggio sul bidet per lavarmi....il culetto mi fà un gran male,ma è un dolore delizioso...perchè significa che stavolta me lo sono fatto rompere davvero come volevo,era quello che cercavo...mi accorgo che il buchetto è talmente largo che l'acqua ci scivola dentro con facilità....Mi lavo con l'acqua fredda e l'acqua mi dà un sollievo delizioso....Con un dito mi tocco il buchetto...è largo al punto che il dito entra addirittura senza toccare le pareti del buchetto!!!....scivola dentro come nel vuoto....come sono sfondata!! ora sono proprio una vera troia rotta in culo...ho il buchetto rotto...sfondato e questa volta me lo sono fatto spaccare davvero per bene...ma era quello che cercavo...volevo ritrovarmi con il sedere sfondato dal tuo cosone e devo dire che ci sono riuscita...Ed a spaccarmelo così sei stato tu...amore mio....
Sei stato maledettamente bravo a spaccarmi....mi hai inculata come volevo....senza pietà...con forza...mi hai fottuta come un toro fotte una vacca...a lungo...per bene....nel modo giusto per sfondarmi del tutto....ed alla fine ci sei riuscito....mi hai rotto il culetto davvero in modo stupendo...ora sono la tua vera zoccola rotta in culo...e ne sono deliziosamente consapevole....
Mi guardo allo specchio...mi dico...: "quanto sei troia..come sei puttana!!".....poi per sincerarmi e constatare di avere davvero il sederino sfondato come desideravo mi metto alla pecorina davanti allo specchio e mi guardo il culetto girando la testa....mi apro il sederino e noto il buco...è allargato da morire....si vede il buchetto,ormai non si può nemmeno + chiamare buchetto...è come un cerchio rosso con il fondo nero...è molto largo e profondo.....sembra quello di una vacca montata da un toro per come è largo e nero.....ma è la conferma che volevo...ora sono proprio una rotta nel culo....mi sono davvero superata come troia...nemmeno le puttane da marciapiede si ritrovano,quando tornano a casa,dopo aver preso molti cosoni.... un sedere rotto come il mio...sembra quello di una vacca....felice e intimamente contenta di essermi fatta sfondare così.....torno a letto.
Ti bacio dolcemente e ti dico:"
Amore lo sai che ho il sederino rotto come quello di una vacca??Lo sai vero??"
poi ti prendo le dita e me le appoggio al buco per farti sentire come sono sfondata...2 delle tue dita mi entrano come nulla fosse...non incontrano nessuna resistenza....
Tu sorridendo ti accorgi che sono aperta davvero di brutto e mi dici...:
"Amore era quello che volevo...volevo sfondartelo proprio così...volevo che tu avessi il culo rotto come quello di una troia da strada...."
Ed io baciandoti ancora..tra un bacio e l'altro ti sussurro dolcemente...:
"anch'io sai lo volevo....volevo che a spaccarmelo così fossi proprio tu col tuo meraviglioso cosone...ora sono la tua troia rotta in culo..ed il culo me lo hai rotto del tutto proprio tu....."
A quel punto baciandomi con dolcezza mi abbracci ed inizi a coccolarmi...a dirmi cose dolci...io ti bacio ancora con dolcezza...la sera ci ritrova abbracciati a dormire con amore.
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20 years ago
admin, 75
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La Dama (un amore dannato)
Il porto questa notte è illuminato da luci soffuse, la nebbia, dolcemente, lambisce i colli alle mie spalle ed inumidisce i leggeri abiti che a malapena coprono il mio corpo. Da quella finestra, il profumo di salsedine sale inebriante ed inonda le narici, il cuore e la mente.
I ricordi si susseguivano a ritmo incalzante, la luce del faro, da lontano, scandisce il passaggio delle immagini che come un film muto vorticano negli occhi dell'anima.
Come giunsi in questo luogo, non mi è dato confessare. Come divenni ciò che sono, non mi è dato spiegare...
Attorno a me nessuno a parte quel piccolo topolino che rapido corre da un angolo all'altro della fetida stanza. Un angusto locale in affitto, una misera casa. Chi è come me non ha neppure il diritto d'avere dimora.
Era l'anno di grazia 1795. Sulle rive del Danubio una fanciulla vestita di velluto scarlatto passeggiava portando una rosa rossa tra le dita della mano destra.
Nascosta in piccolo viottolo, osservavo il lento incedere dei suoi passi leggeri.
Un viso familiare, ricordi che innescavano sensazioni che da anni inseguivo come il bimbo insegue l'aquilone. Tremavo avvolta nelle vesti leggere ma non era il freddo scuotere il mio esile corpo, quella figura pareva uscita da un libro mai scritto, il testo che nella mia memoria si componeva di versi maledetti e imploranti supplice. Lentamente quell'apparizione giunse vicino al mio nascondiglio, il volto appariva nitido e chiaro in tutta la sua fierezza e beltà.
Gli occhi profondi di un grigio intenso, le labbra carnose, il collo ben levigato e le guance paffute. Ogni viandante che incrociava i suoi passi, quasi fosse stregato, voltava il capo in contemplazione di si grande bellezza. L'incanto di quell'occhio triste e mesto soggiogava la volontà di chiunque cercasse di carpire il pensiero che solingo nascondeva la sua essenza dietro palpebre di mandorla. Fiocchi di neve leggera cadevano lenti sul viso e la brezza pungente feriva le mani.
Vedevo quella figura farsi strada tra la piccola folla che animava il viale adornato di ghirlande natalizie, detestavo quel periodo dell'anno, troppi ricordi solleticavano la mia mente, dolori mai passati, ferite mai rimarginate continuavano a sanguinare nell'anima mia dannata. Un camino, un albero addobbato e i giochi di bimba. Troppo arduo questo pensiero, troppo mesto il vagare per lande ormai lontane. Avvolta nel mio mantello blu notte, rimiravo quella figura, il cappuccio copriva i neri e folti capelli che in morbide onde cadevano sulle spalle. La candida veste non s'addiceva al mio spirito demoniaco ma questo mi era dato indossare, poveri stracci che il tempo, suo malgrado, ha logorato. Le pieghe ed i fronzoli che adornavano il mio abito non esistevano più, solo qualche fiocco resisteva alle intemperie della sorte. La figura avanzava lenta ed inesorabile, sapevo che sotto quelle vesti scarlatte si celava il segreto che per anni avevo cercato. Un passo ed uscii da quel rifugi
o, il viso abbassato per non incontrare lo sguardo inquisitore di sconosciuti che al mio passaggio si fermavano ad osservare. Sono strana, cosi, un'esile figura avvolta in un vecchio mantello passato di moda.
Quante volte mi sono chiesta quale pensiero prendesse forma nella mente umana al mio passaggio, sfiorare quei fianchi, percepire l'essenza dell'umana natura, per me, era come essere inondata di vita, guardare dritto negli occhi il creatore. Repentine domande, subitanei dubbi prendevano il posto delle spavalde certezze, sicurezze non umane, tramutate in vaghe apparenze. In fondo, anche il mio essere era pura apparenza, null'altro che il riflesso di una solitudine cercata, anelata ed in fine, amata. Domande senza pretesa, da tempo non rivolgo parola a sconosciuto, il mio cercare si è tradotto in sublime osservazione. Se solo l'uomo potesse immaginare ciò che i miei occhi hanno visto, io vedo l'anima, vedo ciò che non è dato sapere. L'alba era vicina, una campana emetteva il suo urlo straziante ed io, impavida creatura stavo ferma, immobile appoggiando la scarna mano al muro che separa questa via dal nero fiume che ha nome Danubio.
In quell'istante, mentre mille pensieri inondavano la mente, la ragazza con rosa rossa mi passò accanto. Il mio cuore subì una lacerazione improvvisa, sentivo gocce di rosso liquido colare tra le carni ormai defunte. Tremavo, il gelo invernale aveva intorpidito le membra. Per quanto inumana, percepivo il variare della temperatura, lo percepivo come mai nella mia esistenza mortale avevo sperimentato. Udivo il fruscio delle sue vesti, il tulle che reggeva l'ampia gonna strofinava le sue fibre emettendo un sordo rumore. Impietrita, immobile come statua di marmo, la mia pelle pallida e trasparente lasciava intravedere le vene che un tempo recavano linfa vitale a questo corpo. Pulsavano le tempie, fremevano le mani e senza accorgermi del dolore, strinsi il pugno infilzando con le lunghe unghie il palmo. Gocce rosse colavano tra le dita, scendevano lente fino al balzo ed a terra la neve copriva i ciottoli ed il mio sangue si mescolava a quel candore.
La fanciulla era a pochi passi da me. Assorta nei mie languidi pensieri non riuscivo a smuovere le gambe da quella posizione ma, improvvisamente, qualcosa scosse il torpore, dalle rosse labbra di quella magnifica creatura, un sussurro spezzò l'incantesimo. "Vera...sei tu, dimmi che sei tu"
Il mio cuore sobbalzò, quella voce cosi familiare, una melodia che da bambina aveva accompagnato le mie notti insonni, svegliò improvvisamente la mia anima dal suo sonno eterno.
Mi voltai ed il suo viso s'illuminò, era lei, mia sorella, compagna di sogni proibiti. Non riuscivo a proferir parola, un nodo alla gola impediva alla favella di prendere forma. Potevo solo pensare. "Quanto tempo ti ho cercata, quante città ho girato esplorando ogni anfratto alla ricerca del mio cuore spezzato. Avevo già perso ogni speranza quando eccoti, sorridente, reale, vestita di velluto scarlatto. Sei bella sorella mia, sei sempre stata un fiore di campo".
Trovai in me la forza di muovere un passo in sua direzione, cercai di donare al mio volto marmoreo un sorriso al quale non ero abituata. Avanzavo come sospesa nell'aria, una leggerezza che avevo scordato s'impossessò del mio essere. La bimba che mi stava innanzi era ciò che per anni avevo cercato, qualcosa che nel profondo del cuore avevo dato per perso.
La mia mano si posò sul tuo viso ed accarezzando le morbide guance avvicinai le labbra a quella pelle di pesca. Un bacio, dopo tanto tormento ed anni di solitudine, tornavo a percepire il calore di un corpo, l'umana natura cosi avvolgente ed affascinante.
Il palmo sfiorava quella figura, dal volto scendeva sulle spalle fino a giungere al suo fianco. Afferrai con decisione quella piccola anca, non servivano parole per esprimere la gioia di quell'incontro. I suoi occhi nei miei, come rapiti, ammaliati da un potere che la creatura non poteva conoscere.
Indietreggiai qualche passo ed ella seguì le mie orme, era inebriata dal fascino che la mia figura per quanto tetra, emanava.
Una rabbia improvvisa invase la mia coscienza, come potevo agire in quel modo con lei, mia sorella, la fanciulla che per anni ho cercato disperatamente e che nei sogni donava quel poco di serenità che rendeva il mio esistere meno oscuro. Pensieri, troppi, quanti pensieri. Lotte interiori nello spazio di un attimo, l'umana natura che ancora albergava nel mio corpo dannato cercava una via per prendere forma mentre la demoniaca mia essenza cacciava ed imprecava affinché quel poco d'amore che sussisteva nonostante il fato, soccombesse sotto pesanti colpi di spada. Trascinai quella fragile figura nell'anfratto che mi aveva tenuta lontano dal passaggio di anime, un vicolo chiuso ove luce non filtrava, il buio era la mia casa, la notte mia signora e le tenebre il solo conforto. Tra i bagliori lontani della città, voci allegre scandivano il ritmo del mio respiro. La mia mano cingeva il suo fianco "mia dolce fanciulla tu non parli, non dici nulla, mi osservi impietrita" pensavo.
Un bustino di raso stringeva il suo corpo evidenziando le tue morbide curve, "sei cresciuta eppure sei sempre la stessa. Dovrei raccontare mille avventure, mille aneddoti ma non un filo di voce esce dalla gola, in quest'istante il mio unico pensiero sei tu candida vestale. Mi osservi, la mia pelle è candida come la neve, i miei occhi cerchiati di un rivolo rosso..." "Sangue!" Un urlo straziante spezzo l'incantesimo. Prontamente portai la mano sulle sue labbra e finalmente, dalla mia bocca uscirono suoni che il tempo aveva calcificato nell'anima.
"Non fuggire, non scappare, ascolta sorella mia, non mi riconosci, ne sono consapevole, non sono più io, ma non temere, non voglio farti del male"
Dai suoi occhi scendevano lacrime, mi guardava con il volto annebbiato dal dubbio e dal terrore, sapevo quali pensieri vagassero nella sua mente come immaginavo la paura che la mia visione poteva suscitare. Da lontano apparivo quasi umana, il mio corpo, il mio volto avevano sembianze di donna, ma il pallore che adornava il mio viso, la trasparenza della pelle ed il rosso dell'iride non potevano mentire a chi un dì conobbe il mio aspetto di fanciulla.
"Mia adorata, comprendo il tuo stupore e sgomento, non posso negare ciò che i tuoi occhi vedono, sono io, sono Vera ma non sono più la ragazza di un tempo, i miei sogni sono stati rubati da un demone che appropriatosi della mia anima altro non mi ha lasciato che questo corpo dannato. Capisco il tuo timore" Presi tra le gelide mani la sua, la portai al petto "Senti il mio cuore...non ha battito, io sono morta...ma vivo mia cara sorella, un giorno lontano, un giovane dai lunghi capelli e dagli occhi di ghiaccio mi ha resa sua sposa, mi ha donato il suo sangue e mi ha resa prigioniera. In quel campo ho perso la mia verginità e la mia anima ed ora, vago di città in città assaporando il frutto proibito. Ogni notte mi sveglio e come una belva dono gioia e piacere infinito, ma in cambio mi prendo la vita. Mi ha sedotta con dolci parole, mi ha posseduta più volte per poi abbandonarmi sulla riva di questo fiume.sola, senza capire, senza un indizio e solo con il tempo ho accettato la mia nuov
a esistenza"
Osservo quella giovane dama, i ricordi del passato zampillavano nella mente.
Non esitai a lungo, avvolsi con le braccia il suo corpo e provai un desiderio irrefrenabile di farla mia, possederla come quel demone s'impossessò del mio corpo e della mia anima. Spasmi infiniti tormentavano il mio esile corpo. Nei suoi occhi ormai privi di volontà e resi succubi del mio desiderio intravedevo l'anima candida. La volevo, la desideravo come da anni non desideravo qualcosa, ero una belva, in me si stava facendo spazio l'essenza di quel demonio. Parlavo alla sua mente, i miei pensieri, le parole che non osavano prendere aspetto di suono, giungevano a lei come un flusso continuo, sapevo di possedere quel dono, potevo rendere schiavo l'uomo con un solo desio e lei, mia sorella, mio unico amore terreno, era una donna in carne ed ossa, una misera creatura come e mille altre che aveva avuto la sventura d'incontrare il mio passo. Era in mia balia, completamente abbandonata e priva di volontà.
La spinsi dolcemente verso il fondo del vicolo, il buio ed il fetore avvolgevano i nostri corpi.
Sciolsi i lacci del bustino che stringeva il suo petto. Le rotondità del suo corpo inebriavano la mia fame d'amore. Chinai la testa su quel paradiso e le mie labbra assetate ed aride sfiorarono quel seno che per anni ho sognato.
Un movimento veloce e la gonna scarlatta scivolò a terra. Caddi sulle ginocchia con un pesante tonfo. Bianco cotone avvolgeva le sue gambe, pizzi costosi orlavano i tuoi fianchi. Strappai quella tela che ancora l'avvolgeva ed ai miei occhi apparve l'infinito. Lei ferma, immobile, quasi ipnotizzata, non opponevi resistenza.
Le mani si facevano insistenti accarezzando le sue lunge cosce, il mio viso di appoggiato al suo ventre. Tolsi il mantello adagiandolo sul terreno. Il suo corpo non opponeva resistenza, con un movimento lesto spostai i fianchi su quel misero cencio e con decisione spinsi divaricando le gambe tremanti.
"Sei bella cosi". Scostai anche gli ultimi lembi di cotone che coprivano la sua nudità. La bianca pelle mi eccitava, le dune e quella piccola foresta, quanto tempo ho desiderato riassaporare. Avvicinai le labbra a quei monti rosa, la cima sotto la carezza della mia lingua si lanciò verso l'alto, s'irrigidì ed esultò. La schiena s'inarcò quando afferrata la lama del mio pugnale, fedele amico di mille peripezie, appoggiai il legno dell'impugnatura tra le calde ed umide sue labbra. Non sentivo dolore, da anni non provavo più quella sensazione e mentre quel legno la penetrava donandole piacere, la lama affilata solcava il mio palmo. Gocce rosse creavano uno strano disegno sul lercio mio mantello, la neve continuava a scendere ed il gelo appariva lontano, quasi un ricordo. Un gemito uscì dalle sue labbra, godeva per quell'inaspettata penetrazione ed il respiro affannoso faceva da sfondo a quell'incontro inatteso. Osservavo il suo petto, i movimenti che il respiro provocava e che io, oram
ai, non possedevo più. Passai velocemente la lingua sulla lama del pugnale per assaporare il mio stesso sangue e cosi inebriata guardavo il suo sesso aprirsi e palpitare come un fiore al mattino, vago ricordo di tempi passati. La mia mano aveva preso il posto di quell'arma di morte, sentivo il suo calore ed i suoi umori colare tra le dita. Improvvisamente il rintocco delle campane destò la mia mente dal pensiero di lei, quattro rintocchi, non restava molto tempo, presto le luci dell'alba avrebbero inondato quei vicoli. L'ora era giunta.
"Tu dolce fanciulla, persa tra sogno ed estasi, adagiata su un logoro mantello osservavi stupita ed incapace di comprendere il subitaneo mio distacco. Io inginocchiata al tuo fianco, i miei occhi venati di rosso, scarlatto come il sangue che lento scorreva nelle tue vene. Quelle vene che tanto ho anelato." Mi chinai sul suo morbido collo, un bacio pensasti..
Spalancai le fauci e due lunghi canini affondarono nel giovane corpo. "Sei mia splendida creatura".
Le ho succhiato il sangue lasciandole solo l'ultima goccia, lei, la mia bianca vestale, ora vive dentro di me, non potrà più abbandonarmi, il suo sangue nel mio, il suo corpo ormai privo di vita.abbandonato in quel vicolo buio.
L' ho presa e fatta mia..Per l'eternità.
Ora qui, in questa fetida stanza mi torni alla mente ma non posso fermare una ruota che gira, il tempo inesorabile cancella il passato. Quel faro illumina la via alle navi ed io, sola, resto ad osservare quel mare agitato..
Agitato come il mio cuore.
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20 years ago
admin, 75
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Creta
L'aria l'aveva svegliata frizzante quella mattina, aveva dormito tutta la notte con la finestra aperta, come era solito fare d'estate, perché non aveva nessuna voglia di installare uno di quei rumorosi ventilatori a soffitto, né tantomeno l'infernale aria condizionata, che sembra sempre inverno e poi quando esci sembra che debba evaporare da un momento all'altro tra le ali delle libellule. Quella notte l'umidità aveva fatto festa e se ne vedevano le spoglie chiaramente sparse sul tavolo in pietra del giardinetto e le foglie del melograno macchiato di rosso-arancione, pareva che la rugiada si fosse arrampicata sull'edera fino alla finestra del secondo piano, dove stava la sua stanza, per sedersi sul davanzale scordando poi una scarpina nel rincasare. I raggi di un sole caldo ma fresco tipico del mese di giugno si posavano leggeri sulle lenzuola di lino del letto, a loro volta adagiate sul suo seno, già visibilmente desto e, forse, anche un po' irrigidito dall'intrusione, seppure discreta, di quella signorina che si era seduta sulla finestra della sua stanza la notte precedente.
Paola si tirò a sedere sul materasso; stropicciò gli occhi come se non fossero nemmeno suoi e respirò un forte odore di ginestra e di fior d'arancio.
Gli zoccoli, dove erano finiti gli zoccoli. Diamine, ogni volta che faceva tardi la sera con lui, poi il mattino seguente era sempre un dramma ricordare dove aveva lasciato scarpe e vestiti. Pazienza, avrebbe camminato scalza; tanto le piaceva un sacco!
Il latte. sì, nel frigorifero, dove era sempre e. che barba quegli slippini, tutte le mattine la stessa storia, dispettosi e rintanati stretti stretti in mezzo alle morbide rotondità del suo didietro che (guardandosi doveva ammetterlo per forza) era davvero ben fatto. D'altro canto aveva ricevuto dolci pacche d'apprezzamento e più o meno gentili zufoli camminando per il corso.
Uscendo dalla cucina che dava nel salone lo vide.
Era davvero bellissimo. Era come un sogno, l'idea di una ragazzina in preda ad una tempesta adolescenziale che si era trasformato in realtà. Ed era suo. In verità non sapeva per quanto tempo ancora, se ne sarebbe andato senza né lacrime né rimpianti come avevano fatto tutti gli altri, ma ora era lì, in casa sua, nella sua sala da pranzo, e avevano passato tutta la notte insieme. Una notte estenuante, calda afosa come capitava raramente da quella parti, una notte di mani che scivolavano su tutto il corpo: gentili sul viso e sulle mani, più ruvide sui fianchi, su quel culo rotondo, sulle spalle larghe da uomo, premurose attorno al collo e al suo vessillo di maschio; una notte di sigarette e aranciata, e qualche sorso di caffè corretto con la grappa di Bassano, di incensi che si stemperavano tra l'odore del legno e della terra, sui muri di gesso del vecchio casolare.
Si avvicinò a lui, davanti alla grande finestra che dava sul cortile, su quello stesso giardinetto dove si era fatto festa fino qualche ora prima, mentre loro due si erano avvolti in un'intimità ultraterrena, sciolta tra le assi di legno del vecchio tavolo della sala da pranzo e le antine un po' staccate della credenza. Non disse una parola, le bastava sentire il suo odore per capire che era lì, non serviva nemmeno guardarlo, attraverso le mani lo conosceva a memoria, ogni singola piega del corpo, la consistenza di ogni centimetro della sua superficie.
I passi che salivano dal piano di sotto aprirono lentamente la porta dopo aver bussato con educazione; Francesca apparve, radiosa come ogni giorno, con il suo solito groviglio di riccioli ancora intorpiditi dal sonno, con le ciabattine da Barbie che la facevano assomigliare ad una sua foto di quando era piccina ed i pantoloncini del pigiama rosa a fiori sempre troppo attillati alle gambe, oramai da donna, che erano cresciute poco per volta assieme a quei ciuffi più scuri dei capelli che segnavano i vertici di un triangolo morbido.
Appena lo vide, sulla soglia della stanza grande, si fermò, come fosse stata colpita in pieno volto da una secchiata d'acqua freddissima; rimase ad ammirarlo anche lei senza emettere un solo suono da qualsiasi parte del corpo; la sua indifferenza e la forza della sua figura erano il discorso più bello che si potesse fare ad ogni donna, ad ogni femmina.
Si avvicinò piano a Paola, le passò davanti senza sapere se guardare lei negli occhi pieni di gioia o indugiare sulla perfezione di quel corpo silenzioso che si esibiva, con naturalezza disarmante.
Francesca allungò una mano per toccarlo, in silenzio; prima la superficie scabrosa del petto, il ventre perfettamente piatto, una carezza lieve poco più sotto.
«Mioddio Paola. è fantastico. Ma quando.» «questa notte. Sai com'è non riuscivo a dormire.» Le labbra di Francesca si allungarono in uno dei suoi sorrisi più belli, di quelli che ti fanno piacere anche le giornate di pioggia «. è davvero bellissimo, questa volta hai fatto il colpaccio bella mia.» disse rivolgendosi all'amica scultrice e toccando ancora una volta il corpo di quel bellissimo cacciatore nudo plasmato nella creta in una sola notte «. ma adesso sbrigati, fatti una doccia veloce e metti su uno straccio qualunque che devo fare in fretta. Ho la lezione di disegno alle dieci e se arrivo tardi anche stamattina.».
Uscirono di casa assieme, correndo perché erano come al solito in ritardo e affannate tra le stringhe ancora slacciate, le gonne leggere e l'ultima fetta biscottata della colazione, ah già, i disegni, Paola.per favore, li ho lasciati in cucina.Sì Fra', ma cavolo sei la solita è roba tua!. Grazie grazie, dai sali in macchina.
La R4 fucsia e fiorata imboccò il viale sollevando la solita nuvola di polvere secca, di lì a poco si sarebbe posata di nuovo a terra, e avrebbe aspettato il loro ritorno per l'ora di cena, forse il primo pomeriggio. a proposito che giorno era? Ah già, martedì. Paola sarebbe tornata da sola, stasera il ragazzo di Francesca sarebbe stato a casa in licenza quindi.
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20 years ago
admin, 75
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Estate 54 (Gay)
Porto S. Anna negli anni '50 era costituito da quattro lunghe banchine in legno su cui si aggrappavano una ventina di barconi bianchi e azzurri. Le assi di legno, scricchiolanti e sconnesse, restituivano sotto la calura estiva un acre odore di mare ed io passavo i pomeriggi a guardare i pescatori seminudi che preparavano le reti per l'uscita al crepuscolo. Zio Antonio, emigrato in Germania dalla vicina Ragusa, era tornato in Sicilia pieno di soldi, dopo aver soddisfatto prima e ricattato poi una giunonica Tedesca miliardaria. Apparentemente privo di doti, il fratello di mia madre si era garantito una cospicua pensione facendo leva sul fascino latino, la corporatura robusta ed il chiaccheratissimo, enorme, instancabile membro. Queste le voci sul suo conto.
Dal suo rientro in patria si era stabilito su un gigantesco barcone ormeggiato nel porto di S. Anna, con tutti i comfort possibili ed immaginabili per quei tempi. Mia madre mi mandava da lui durante l'estate ed io, non posso negarlo, ero ben felice di passare le mie vacanze fantasticando su morbosi e poco probabili incesti. Durante la notte di S. Lorenzo, nell'estate del '54, rimasi per ore ed ore disteso sul teak della prua a contare le stelle cadenti. I miei desideri erano tutti a sfondo sessuale. Associavo ad ogni astro la perdita della mia verginità con un pescatore diverso. A ventitré anni la mia astinenza stava diventando decisamente insopportabile. Mi accorsi improvvisamente che lo era anche una vistosa erezione. Tale zio, tale nipote. I centimetri del mio cazzo, uguali alla mia età, tendevano a tal punto la tela dei pantaloncini che potevo osservarmi il pelo pubico attraverso l'elastico puntellato come una tenda canadese. Mi alzai di scatto e mi diressi furtivo verso i bagni
del porto, una bella doccia fredda avrebbe certamente placato i miei bollenti spiriti. Fortunatamente a quell'ora il porto era deserto, entrai di corsa nei bagni e gettai i vestiti su una vecchia panca traballante.
Le docce non erano altro che una serie di tubi da un ottavo di pollice infilzati su piastrelle sbiadite. Su quei piccoli quadrati in ceramica avevo costruito le mie più animalesche fantasie, a tal punto che mi trovavo costretto a lavarmi negli orari più assurdi per pudore e imbarazzo. Di colpo mi sentii gelare il sangue. Un sordo colpo di battente. Qualcuno era entrato.
"E' solo un pescatore che va a pisciare" - pensai girandomi verso il muro per nascondere il cazzo in tiro. Invece la panca in legno zoppicò sotto il peso sbilanciato di nuovi vestiti gettati sui miei. "Che caldo, eh?"
Mi misi a pensare alle cose più ributtanti e diressi il getto d'acqua gelida sull'inguine, senza risultati apprezzabili.
"Sei il nipote del Signor Antonio, vero?" - continuò la voce a cui non avevo ancora associato un volto, calda e ruvida insieme.
"Si..." - risposi come se fossi in punto di morte. "Dai! Mi presti il tuo sapone? Non ne ho... Ma! Cosa stavi facendo in doccia? Eh, eh, sporcaccione! Non ti sembra di essere troppo grande per toccarti?" - i miei occhi seguirono il mio corpo, ormai ero stato scoperto e, girandosi, incontrarono due grandi iridi nere, incastonate su un viso tondeggiante, segnato dal vento e dal sale e ben noto alle mie fantasie. "Mi scusi..." - riuscii a blaterare.
"E di che? Sai che faccio? Mi sego anch'io, mia moglie oggi non ha voluto..." - i miei occhi rimasero rapiti dai movimenti della grande mano scura sul cazzo via via sempre più grosso e nodoso. Sembravo un cobra davanti al flauto dell'incantatore. Toni, questo il suo nome, era un pescatore sui quaranta. Non era alto, ma aveva mani e piedi grandi ed una corporatura tarchiata, ricoperta di fitta peluria nera, come la sottostante carnagione bruciata dal sole. Mi stupii nel non vedere il segno del costume e me lo immaginai subito nudo in mezzo al mare sotto i raggi del sole, tra i riflessi dell'acqua. Senza neanche rendermene conto ripresi a masturbarmi continuando a fissare quell'uomo, analizzando ogni sua parte, di per sé tozza, ma che arricchiva la meravigliosa e strana armonia del tutto. Quando ritornai a fissare il suo cazzo notai che Toni stringeva tra le mani un bastone di circa venti centimetri, molto più spesso del mio. "Anche tu non scherzi a uccello, vedo!" - disse - "Il mio pe
rò è più grosso, fammi vedere....". Allungò la mano. Non mi ritrassi. Al contatto con il palmo ruvido e calloso un improvviso fiotto di sperma colpì in pieno petto il pescatore.
"Dio mio, scusi!" - gridai terrorizzato.
Toni mi guardò per qualche secondo incredulo, poi, stupendomi, scoppiò in una risata baritonale. Incominciò ad arrotolarsi i ciuffi di pelo imbrattato di sperma con la mano e poi, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, si leccò le dita. "Buona" - disse - "Sborra di verginello. Leccami i capezzoli!" Le sue mani mi afferrarono per i capelli e la mia lingua (che non aspettava altro) incominciò a farsi strada in quella selva di peli ricci e bagnati dal mio stesso seme, finché non scovai due turgidi bottoncini rosa. Incominciai a succhiarglieli e a mordicchiarglieli con sommo divertimento, ma dopo breve, la sua presa mi spinse verso il basso ed i miei zigomi fecero conoscenza con uno splendido cazzo con poche grosse vene in rilievo.
"Prendilo in bocca e succhiamelo!".
Non me lo feci ripetere due volte, ma la mia inesperienza fu lampante. "Minchia! Sei veramente un verginello! Non così! La tua bocca deve essere come una ventosa calda, capace di risucchiare l'anima al diavolo" - il tono severo si fece più pacato - "Aspetta! Vieni su!" Toni si abbassò e mi regalò il mio primo pompino, il più bello. Il mio membro si indurì in pochi secondi nell'inviluppo caldo ed umido di due labbra ruvide. La sua lingua stuzzicava abilmente il mio frenulo arrossato con improvvise rotazioni e rapidi colpetti. Mentre l'acqua della doccia mi bagnava il viso, cercavo a fatica di osservare il movimento ritmico della testa scura lungo il mio cazzo, prossimo ad una nuova esplosione. Ogni tanto il pescatore mollava la presa e giocava con la sua preda leccandomi i coglioni. Oppure strusciava sulle palle e sul basso ventre i capelli corvini e la durissima barba incolta, regalandomi un piacevolissimo piccolo dolore.
"Credo di aver imparato la lezione" - dissi - "La prego, mi faccia provare." Non aspettavo altro, mi abbassai e ripresi in bocca quel cazzo tozzo. Cercai di riprodurre il pompino guida, ma dopo un inizio un po' impacciato, mi lasciai andare all'istinto ed i risultati non si fecero attendere. Toni cominciò a mugolare e ad annuire, guardandomi con sguardo rapito dal piacere e visibilmente soddisfatto.
"Siii, così piccolo frocetto! Lo sapevo che eri un ottimo pompinaro, del resto buon sangue non mente!". "Buon sangue non mente?" - pensai - "Che significa?". "Non ti staccare, adesso preparati, ti sborro in bocca" - la sua voce si alzò - "Ecco, vengo! Continua a succhiare!". Il mio movimento ritmico si interruppe al suono di un grido di piacere soffocatogli in gola. Il pescatore strinse di colpo la presa e mi schiacciò il viso con forza contro il suo solido ventre arrotondato. Mi sentii soffocare. Il naso si ritrovò completamente chiuso in quei peli pubici di cui fino ad allora aveva assaporato l'aroma intenso. Per non strozzarmi cercai di rilassare la gola e di ingoiare tutto il cazzo di Toni fino alla base.
"Siii, prendila tutta! Aaah!".
Capii che era giunto il momento. Il mio esofago venne inondato da una serie di getti caldi e dolciastri, via via meno intensi. Riuscii ad ingoiarli solo in parte. Il resto, per non strozzarmi, lo feci fuoriuscire con forza dagli angoli della bocca imbrattando di perle bianche lo scuro pube del pescatore. "Merda!" - urlò guardandosi in basso - "Ti avevo detto di ingoiarla tutta! Guarda che schifo". La reazione mi spaventò: prima aveva assaporato il mio seme ed ora saltava su tutte le furie per così poco?
"Meriti una bella punizione!" - urlò facendo rimbombare i locali vuoti. Toni si accorse del mio terrore e mi rassicurò subito con uno sguardo dolce. Avvicinò la sua bocca al mio orecchio e, dopo avermi baciato il lobo mi sussurrò - "Non ti preoccupare. Non permetterò che ti facciano del male. Se sentirai troppo dolore dimmelo e li fermerò." Mi accorsi allora che non eravamo più soli. La doccia era stata chiusa e sull'entrata c'erano due uomini che si masturbavano osservandoci. Li conoscevo bene. Angelo era il socio di Toni, molto più giovane di lui, sui venticinque anni, di chiare origini normanne. Aveva un corpo muscoloso e magro, ricoperto da peli biondastri. Molto meno dotato del collega, possedeva un posteriore da ballerino su cui avevo fantasticato a lungo. L'altro era mio zio. Mio zio!
"Non saluti il tuo zietto?" - disse Toni dietro di me facendomi chinare verso l'enorme cazzo del fratello di mia madre. Spalancai le fauci e cominciai a massaggiare con le labbra quel monumento alla virilità. Di colpo sentii la lingua di Toni farsi strada tra le mie viscere. L'abile pescatore cercava di inumidire pian piano il mio buco stretto spingendovi dentro la saliva. Ogni tanto i suoi assalti si interrompevano per qualche secondo per poi ricominciare sempre più in profondità. Mi accorsi allora che Angelo si era spostato alle mie spalle. Toni alternava l'apertura del mio culo con un magistrale pompino all'amico. Cercava con cura di lasciare più saliva possibile sull'uccello del collega e nel mio culo per garantirmi uno sfondamento lubrificato. "Non ti distrarre, succhiami le palle". Mio zio mi rigirò la testa e mi schiaffeggiò violentemente col cazzo. Toni si spostò al mio fianco e tornò a sussurrarmi all'orecchio. "Angelo non ce l'ha grosso. Vedrai che non ti farà male. Rilassa
ti" - disse. Sentii la sua mano ruvida accarezzarmi la schiena con dolcezza, mentre il giovane aiutante, afferrandomi per i fianchi, poggiava il cazzo, duro come marmo, sulla soglia della mia verginità. Ero pronto ad abbandonarla definitivamente. Finalmente. Toni cominciò a leccare assieme a me il cazzo di zio Antonio che continuava a mugolare dal piacere. "Sii, dai. Ce ne sta per tutti... succhiate tutti e due, così. Nipote! Leccami i coglioni".
Di colpo mi bloccai. Sentii una fitta insopportabile. Urlai.
Angelo aveva conficcato con foga tutta la sua cappella nel mio culo. Toni se ne accorse e lo bloccò con la mano per qualche secondo. "Vai avanti" - sussurrai. Il mio desiderio era di gran lunga superiore al dolore e la saliva di Toni rendeva tutto più semplice. Angelo ricominciò a spingere, questa volta con più calma e a movimenti alternati. "Te l'ho cacciato tutto dentro, frocetto!" - disse soddisfatto. "Scopalo! Scopalo!" - incitava zio Antonio mentre oramai il suo cazzo era stato completamente avviluppato dalla bocca di Toni. A me non restava che concentrarmi sulla nuova sensazione che dalle viscere mi bombardava il cervello. " Ti piace il cazzo nel culo, eh?" - gridava Angelo mentre stritolandomi i fianchi pompava ritmicamente - "Sei più troia di una femmina, frocetto! Che bel culo liscio e sodo!" Non avevo tempo di badare alle offese, sapevo che erano un modo di giustificare istinti primordiali e non me ne preoccupavo. Badavo solo al mio piacere. A sentire dentro di me, finalmen
te, il cazzo di un pescatore infoiato all'inverosimile.
"Michia, sto per venire!" - disse Angelo aumentando il ritmo.
"Ehi! Gli accordi!" - fu la severa risposta di zio Antonio.
"Cazzo! Che peccato, un così bel culetto..." - replicò il biondo uomo di mare.
"Forza Angelo. Non farmi incazzare!" - gli gridò Toni. Con duplice malavoglia, mia e sua, Angelo estrasse la verga dal mio culo e si diresse verso zio Antonio, già disteso sulla vecchia panca, sopra i nostri vestiti. "Sei proprio un porco" - disse Angelo mettendosi dietro a zio Antonio - "Vuoi essere scopato come una cagna e farcito di sborra? Allora beccati questo cazzo! Schifoso!". Con un colpo deciso, senza nessuna preparazione e a secco, Angelo schiaffò il cazzo nel grosso culo peloso alla pecorina. Tutti e due urlarono dal dolore. Toni mi spinse verso di loro. Sentii la bocca di mio zio avvolgermi il cazzo mentre la cappella di Toni si poggiava delicatamente sul mio buco ormai dilatato. "Bel cazzo figliolo. E' un dono di famiglia!" - disse zio Antonio osservando il notevole attributo ricoperto dalla sua saliva luccicante. "Si! Ma l'importante è saperlo usare bene" - rise Angelo.
Mi accorsi che stavamo facendo un casino micidiale. Mio zio si dava da fare spompinandomi a dovere sotto i colpi velocissimi del giovane pescatore. La panca sbatteva sul piede zoppo e scricchiolava ad ogni colpo. Toni era entrato dolcemente in me e cominciava a muoversi lentamente. Ero completamente rilassato, completamente abbandonato ai desideri del vecchio lupo di mare che mostrava di saperci fare. "Ti riempio il culo di sperma, femmina mancata!" - gridò Angelo penetrando con foga mio zio. "Si, spaccatemi il culo. Siii! Voglio sentire il getto caldo!" - rispose zio Antonio stupendomi. Quel suo atteggiamento in parte mi disgustava. Sembrava veramente una cagna in calore, ma non me ne curai più' di tanto. Dietro di me Toni si muoveva con maestria regalandomi immenso piacere. Il dolore era completamente passato anche se ormai sussultavo al ritmo dei forti colpi di reni.
Angelo accompagnò il grido di piacere con una vera e propria eruzione di sborra nel culo di zio Antonio.
Dopo pochi secondi di pausa il giovane pescatore estrasse la propria arma dal culo peloso e arrossato che rimase a lungo spalancato come una voragine infernale. Poi, rivolgendosi a Toni disse: "Ci sei tu?".
"Si" - rispose il socio più anziano staccandosi dalla mia presa. "Dai Toni, riempimi anche tu. Li conosci gli accordi, no?" - la cagna continuava a gemere. Toni si mise sopra mio zio e gli conficcò senza troppe gentilezze tutta la sua meravigliosa salsiccia nelle budella. Cominciò a scoparlo con violenza, facendolo gridare di piacere e di dolore, ma non mi staccò mai gli occhi di dosso. "Dai stronzo! Quanto ci metti a venire! Mi stai spaccando il culo! Mi fai male!" - gli urlò da sotto, fingendo.
"Ma stai zitto! Culattone, lasciami godere!" - fu la secca risposta di Toni, allontanando da me solo per un attimo il suo sguardo penetrante. Quando i suoi occhi si rincrociarono nuovamente coi miei, mi sembrò che chiedessero scusa per quell'offesa probabilmente esplicitamente richiesta dal mio più perverso parente.
"Vuoi che ti riempia di sborra? Allora prend..i ...aah!". Toni si bloccò per qualche secondo nel culo di zio Antonio. Il suo splendido corpo massiccio veniva attraversato da intense scariche elettriche a testimonianza del copioso svuotamento. Dopo un rapido sguardo di intesa, i due uomini di mare si alzarono in piedi bloccando il vecchio porco sulla panca. "Adesso tocca a te, piccolo" - mi disse Angelo - "Sborra nel culo di tuo zio. Se lo merita!". Zio Antonio cercava di liberarsi, ma la presa dei pescatori era troppo forte per lui. Non persi l'occasione. Lo infilzai con brutalità, senza incertezza, come gli altri che mi avevano preceduto e gli feci parecchio male. Del resto il mio cazzo, già di per sé bello grosso, aveva raggiunto per l'eccitazione dimensioni mai viste.
Era per vendetta che mi misi a pompare con foga nel suo culo, per aver organizzato la mia iniziazione o per ringraziamento? Non mi importava. Ero tutto concentrato ad affondare la mia spada nelle chiappe pelose già colme di sperma di chi era passato prima di me per quel tunnel caldo. Ne sentivo il calore e la consistenza. Ne vedevo la presenza sopra la lunga asta del mio cazzo, ogni volta che uscivo ritmicamente da quel buco incandescente. "Sto per sborarre" - dissi incrociando gli sguardi soddisfatti dei pescatori - "ma voglio riempirti la bocca, zio". Zio Antonio di divincolò da una presa ormai distratta e, girandosi di scatto, ingoiò con foia il mio grosso cazzo. "Lo aspettavo da anni" - disse riempiendosi le fauci. In pochi secondi gli venni copiosamente in bocca, schizzandogli negli occhi e cospargendogli la folta barba di bianche righe perlacee.
Un assoluto silenzio discese nelle docce. Sentivo solo il mio affannoso respiro sfinito dall'orgasmo. La situazione durò per molti interminabili minuti. Poi, come se nulla fosse, zio Antonio si rivestì in fretta senza nemmeno lavarsi, infilò una mano nella tasca dei lussuosi pantaloni stropicciati ed estrasse un volgarissimo rotolo di banconote. Ne diede un paio a Angelo e tre a Toni. Si aggiustò alla meglio i suoi abiti eleganti macchiati di sborra, come se fosse un aristocratico decaduto e uscì di corsa dai bagni. La confusione regnava sovrana i me.
"Allora che fai? Stai ancora qua dentro?" - Angelo, indossati maglietta e pantaloncini aspettava sulla porta dei bagni il collega. "Mi faccio una doccia e arrivo. Dai tra mezz'ora usciamo in mare" - gli rispose Toni. "Vabbé! Resta col frocetto allora. A dopo." Chiuse la porta sbattendo.
Ero rimasto accovacciato nell'angolo, seduto sul pavimento freddo con lo sguardo perso nel vuoto. Cosa era successo? Perché? Mio zio aveva pagato per gustarsi la mia perdita di verginità? E tutte le offese di Angelo? Sarei stato sputtanato? E adesso? "Piccolo, cos'hai?" - mi disse Toni sedendosi accanto a me. Cominciò ad accarezzarmi i capelli. "Mi spiace, ma sai... tuo zio paga molto bene e ogni tanto... ci si diverte. Se tu mi dicevi qualcosa fermavo tutto". La sua dolce voce ruvida mi rilassò immediatamente. "Poi non ti preoccupare per Angelo" - continuò - "ce l'ha su coi froci ma ti assicuro che in mezzo al mare lo piglia in culo che è un piacere. Hai visto che bel culo?... E' tutta una maschera. Ha cinque figli da mantenere. Ma dimmi non ti è piaciuto neanche un po'? Mi sono accorto da tempo che ci fissavi sul molo, sai?".
"Beh! Per piacermi... si mi è piaciuto. Sono solo scosso per mio zio" - risposi. "Non ti preoccupare, tuo zio mette sempre tutto a tacere. E poi riceve ancora i soldi dalla puttanona tedesca. Lo sai che la ricatta! Si scopava il marito ed il fratello, ma tutti pensano ad altro... eh, eh!" - Toni si sdraiò per terra e mi fece distendere sopra di lui. Sentivo il suo forte odore di maschio e cominciai distrattamente ad accarezzargli i peli del petto. Standogli sopra mi resi conto della sua corporatura robusta e del suo notevole sviluppo muscolare. I suoi grandi occhi neri mi guardavano con dolcezza da dietro due pettorali che somigliavano a colline alberate.
"Senti, se vuoi tra un po' usciamo con la barca per andare a pesca" - la sua mano cercò il mio membro ancora in erezione, le sue labbra si attaccarono alle mie - "senza dire niente a tuo zio puoi venire con noi. Non ho cattive intenzioni, giuro". L'idea mi arrapò enormemente. "Siamo stati un po' brutali, forse, ma era tutto voluto da tuo zio" - Toni sollevò leggermente le gambe - "adesso credo di doverti rendere qualcosa, poi usciamo". La sua mano indirizzò il mio grosso cazzo verso il buco, centro di un meraviglioso culo peloso. Appoggiai la cappella. "Piano eh! Sono ancora vergine lì". Per poco.
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20 years ago
admin, 75
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I contadini e mio marito cornuto
Nel 1984 mio marito ed io decidemmo di fare un viaggio nel nord della Francia.
A quel tempo la nostra relazione stava andando a rotoli e speravamo che quel tour in macchina attraverso gli spazi aperti della Normandia e della Bretagna potesse appianare le reciproche incomprensioni.
Così fu, infatti: grazie a quell'estate scoprii quanto fosse cornuto Giorgio, mio marito appunto.
Adesso vi racconto tutto...
Mi ricordo che faceva molto caldo, nonostante la latitudine, e di certo la nostra piccola Renault 5TL non godeva dei confort tipici delle vetture d'oggi.
Giorgio continuava a parlare, parlare, parlare... forse per distrarsi dal senso di nausea che lo aveva accompagnato per tutto il viaggio.
"Vedi che vegetazione differente rispetto all'Italia? Noti come si distinguono le singole foglie degli alberi? Proprio come nei quadri che abbiamo visto al Louvre!" - mi disse lagnosamente.
"Scusami" - risposi -"ma io al Louvre ho ammirato i bei culi delle statue, altro che gli alberelli... tu pensa a quelli che finisce che io mi cerco qualcos'altro".
"Stronza ninfomane... ehi! Vai piano che viene da vomitare!!" - mugolò dietro ad una smorfia.
Effettivamente un po' stronza lo fui, mentre pensavo a che cosa mi avesse spinto a sposare quel magro intellettualoide con gli occhiali spessi e senza muscoli, cominciai a schiacciare sull'acceleratore e a correre come una pazza sulla strada rossa che si srotolava per chilometri e chilometri nelle campagne disabitate.
Il destino fu benevolo: di colpo dovetti accostare entrando in una piazzola sull'opposto senso di marcia, visto che Giorgio era in procinto di vomitare l'anima. Mentre lui emetteva squallidi versi piegato fuori dalla portiera, io mi beavo guardando dal mio finestrino un agricoltore francese che stava arando il campo attiguo.
Sentii ribollirmi immediatamente il sangue e cominciai ad accarezzarmi dolcemente, tirando su il vestitino rosso comprato giorni prima in un mercatino della Provenza.
Osservavo con attenzione quel corpo abbronzato dal sole, ricoperto da gocce di sudore, muscoloso, maturo, maschile... l'esatto opposto di Giorgio.
L'uomo si accorse di noi ed io, invece di distogliere lo sguardo famelico continuai a fissarlo spudoratamente, mentre oramai le mie dita si erano fatte strada nelle mutandine ed avanzavano impertinenti, facendosi spazio nella soffice peluria della mia passerina.
Giorgio continuava a dare il meglio di sé, io invece, senza alcuna vergogna, mi sfilai velocemente l'intimo con un gesto non visibile dall'esterno per via della portiera chiusa, ma certamente intuito dal Francese che sorrise illuminandosi in viso.
Aprii lentamente le gambe e cominciai a massaggiarmi dolcemente, giocando con le labbra della fica senza mai stimolare direttamente il grilletto.
Stavo sbrodolando come una vacca, macchiando il sedile e torcendomi su me stessa, senza mai allontanare lo sguardo dall'oggetto del mio desiderio. Ero come una gatta completamente concentrata sulla propria preda.
"Cazzo che vomitata! Hai un fazzoletto per piacere?"- mi chiese Giorgio.
L'agricoltore era sceso dal trattore e aveva cominciato a toccarsi il pacco gonfiatosi visibilmente, lasciando immaginare una gustosissima sorpresa al suo interno.
Presi il mio fazzoletto di stoffa e cominciai a passarmelo sulla fica fradicia, mugolando.
Giorgio rimase in un primo momento di sasso, non capendo ancora cosa stesse realmente succedendo.
Rimanendo fermo a circa 20 metri dalla nostra macchina il francese aprì la sua salopette e impugnò con forza il cazzo nodoso mostrandomelo in tutte le angolazioni possibili.
Non capivo più nulla, la mia lingua impazzita umettava in continuazione le mie labbra carnose comunicando in modo diretto la mia voglia di cazzo... di quel cazzo meraviglioso.
"Ma che fai? Oh, mio dio! Chi è quello lì? Ma che cazzo fa? Si masturba? Sabrina presto andiamo via! Ma è una proboscide! Questa situazione non mi piace!"
"A me si! Anzi, brutto stronzo, voglio andare fino in fondo e se non ti va, puoi scendere e tornare in Italia a piedi! Lo vedi quel cazzo enorme? Sarà mio, caro Pipino il Breve!" - risposi sguaiatamente a Giorgio che sembrava un bambino impaurito.
Mi ero piantata oramai due dita in fica e continuavo a muoverle voluttuosamente, lubrificandole con i miei umori che oramai avevano completamente infradiciato la tappezzeria dell'auto.
Per erotizzare ancora di più l'agricoltore che aveva cominciato a masturbarsi seriamente, afferrai per i capelli Giorgio e mi misi la sua testa tra le gambe.
Con la mano libera spalancai lo sportello in modo che si potessero vedere le mie belle cosce affusolate, i miei piedini da Cenerentola (porto il 35), due splendide scarpette rosso fuoco a tacco alto che mi rendevano particolarmente zoccola nonché mio marito, afferrato per i capelli, che soffocava col muso piantato sulla fica
"Dai Giorgio datti da fare! Lo sai che la mia fregna è meglio del Travelgum, leccamela tutta, così, vedrai che ti passa la nausea! Lecca!" - ordinai.
Incapace, come sempre, mio marito si mise d'impegno senza troppi risultati. Dovetti lanciare uno sguardo di richiesta d'aiuto al Francese che sempre col cazzo in tiro e bene in vista salì sul retro del grosso trattore e mi indicò una stradina che, partendo dalla piazzola, scompariva dentro a un gruppo di alberi dietro al campo coltivato.
Poi lo sentì gridare qualcosa e il trattore si accese, dirigendosi nella stessa direzione.
Evidentemente erano in due! Meglio!
Aspettai qualche minuto, poi sollevai la testa di Giorgio, quasi me l'ero dimenticato sulla passera.
"Allora sei con me?" - gli chiesi.
"Tu sei pazza!" - mi rispose.
"Immagino che questo corrisponda ad un sì di un piccolo frocetto, impotente, cornuto, voglioso, ma senza palle, vero?".
Girai la chiave, accesi il motore e imboccai la stradina. Giorgio tremava dalla paura, ma non rispose.
Nonostante le dimensioni pietose del suo uccellino notai un'erezione nei pantaloni.
Arrivammo in uno spiazzo riparato dal sole da una fitta vegetazione d'alto fusto, Parcheggiai la macchina vicino al trattore, ma dei contadini manco l'ombra
"Andiamo via! Andiamo via!" - piagnucolava Giorgio.
Scesi dalla macchina e mi appoggiai sulla ruota enorme del trattore.
D'un tratto scorsi il francese a qualche metro di distanza sotto un'albero.
Il suo sorriso mi confortò. Cominciai a tirarmi su il vestito e a toccarmi.
Misi in mostra tutta me stessa, come una zoccola in vendita e girandomi esposi il mio bel culo sodo, aprendo le gambe, chinandomi e accarezzandomi da sotto i peli pubici.
L'agricoltore si avvicinò e con fare deciso mi slacciò il vestito che cadde a terra.
Ero completamente nuda, con solo le scarpe addosso. Lui cominciò ad accarezzarmi e baciarmi il seno sodo. Ogni tanto mordeva i capezzoli che erano diventati durissimi e sporgenti.
Potevo sentire le sue mani ruvide e callose esplorare ogni centimetro della mia pelle liscia. Lo potevo vedere da vicino. Doveva avvicinarsi alla cinquantina, ma aveva un fisico ancora possente. Era di carnagione scura per il lavoro all'aria aperta, ma i suoi capelli brizzolati avevano sfumature biondastre di nordica memoria. Sentivo il suo cazzo di marmo che scoppiava nei pantaloni. Sono sempre stata un'animalista: caddi in ginocchio per liberare quel boa da una terribile costrizione.
L'uomo slacciò i due bottoni della salopette che cadde a terra come il mio vestito e davanti ai miei occhi schizzò all'insù un'asta venosa di carne di circa 24 centimetri. Anche il calibro era decisamente ragguardevole.
"Apri la bocca piccola troietta e succhiami il cazzo! Fai vedere a quel cornuto di tuo marito quanto sei puttana!" - mi disse in francese.
Sentì la sua mano afferrare i capelli e fui costretta ad ingoiare quel cazzo enorme. Me lo conficcai tutto in gola, di colpo, arrivando a schiacciare il naso su un basso ventre tutt'altro che piatto, ma ancora sodo e sagomato.
L'odore della pelle sudata mi mandò in estasi e il sapore un po' acre di quella verga fece il resto. Cominciai a succhiare con foga roteando la lingua sulla cappella e stimolando al contempo il frenulo.
"Cazzo, mi fai impazzire! Succhia troia, succhia! Così!" - i miei sforzi erano finalmente apprezzati e che soddisfazione succhiare finalmente un signor cazzo!
Giorgio era uscito dalla macchina, si era tolto pantaloni e mutande per potersi masturbare meglio.
"Che bel cazzo signore! Sono la sua troia" - lo imploravo mentre con la lingua seguivo il profilo del suo scettro, lasciandovi sopra quanta più saliva possibile e con la mano rimasta libera mi sgrillettavo furiosamente.
"L'ho sempre detto che le Italiane sono le più belle! Come sei bella! Quanto sei troia! Sei stupenda in tutto: i seni sodi, il culo liscio, la bocca carnosa... ah! Sì ! Che bocca calda... ah! Così mia bella bagascia, così! Succhia il cazzo! Siii! Succhia fino alle palle! Cazzo se si vede che ti piace il cazzo! Eri in astinenza puttana?!" - quel misto di complimenti e mostruose porcate mi faceva impazzire!
"La tua fica ha bisogno di una bella leccata, sai? Mi è sembrato prima che quello stronzo di tuo marito non fosse molto capace" - disse l'agricoltore - "Del resto è una vergogna d'uomo, con una splendida puledra come te... come fa a non chiavarti da mattina a sera... io ti voglio! Voglio la tua fica, voglio la tua bocca, il tuo culo... voglio esploderti dentro al culo!"
"Sì, sì, sì... " - implorai ansimando per la foia.
"E tu stronzetto guarda e impara!" - urlò rivolto a Giorgio.
Di colpo mi sentì sollevata da una presa sui fianchi. In pochi secondi mi ritrovai sul cofano della macchina a gambe aperte con la fica in fiamme mentre l'abile lingua del francese rovistava nel mio ventre in modo magistrale. L'ispida barba incolta mi solleticava dolorosamente l'inguine e l'agricoltore, quasi divertito, succhiava i copiosi umori che colavano lungo le mie gambe.
Giorgio cercò allora di infilarmi in bocca il suo pistolino in tiro. La cosa dovette dare molto fastidio al mio stallone di campagna, al punto che si alzò di scatto, si diresse verso il trattore e prese una grossa corda ruvida.
"I Cornuti devono stare al loro posto" - sentenziò - " e fare i cornuti!".
Afferrò con violenza mio marito e cominciò a bloccarlo nella portiera aperta dell'auto.
"Sono d'accordo!" - risi sadicamente - "legalo bene!"
All'inizio Giorgio accennò ad una minima resistenza, ma il Francese gli appioppò subito un sonoro ceffone e quindi, piagnucolando, lo squallido uomo che mi portavo dietro si abbandonò al proprio destino. In pochi secondi mio marito rimase piegato a novanta e infilato nel finestrino aperto di una portiera spalancata, legato per i polsi al telaio della stessa. Un vero e proprio cornuto affacciato alla finestra, col culo per aria, che doveva osservare la propria moglie mentre veniva trivellata da uno sconosciuto.
Il contadino mi girò mettendomi a pecora davanti alla faccia di mio marito e dopo essersi lubrificato la cappella con un paio di sputi mi fece divaricare le gambe e mi piantò nella fica, senza troppi convenevoli, tutta la sua quercia.
Urlai di dolore in faccia al cornuto! Ma dopo qualche secondo provai un immenso piacere; mi divertiva molto stare appoggiata alla portiera della R5, la stessa su cui Giorgio era bloccato, nonché ansimagli in faccia tutto il mio troioso godimento!
"Siii! Scopami sono la tua schifosa puttana! Spaccami la fica!" - urlai.
Mentre sbattevo le tette in faccia a Giorgio, l'abile stallone mi accarezzava la schiena con dolcezza e nello stesso tempo assestava colpi d'ariete nella fica, a volte anche un po' dolorosi, ma che mi facevano godere troppo per pensare al dolore.
"Voglio il tuo cazzo nel culo! Lo voglio nel culo! Là dove non è entrato mai il cazzo di mio marito!!" - implorai.
Giorgio mi guardava sconvolto e ripeteva: "Sono un cornuto di merda, a me non mi hai mai dato il culo e adesso ti fai sfondare da uno sconosciuto? Cornuto! Cornuto"!
"Come vuoi mia bella zoccola italiana!" - sentenziò il contadino.
Sfilò il suo bastone dal mio ventre, mi fece girare tenendomi sempre piegata. Mi riempì nuovamente l'esofago con il suo membro sempre più turgido. Adesso era ricoperto completamente dagli umori di fregna e leccarlo mi piaceva ancora di più.
"Sbatti il culo in faccia a tuo marito! E tu, stronzo! Lubrifica bene il buco di tua moglie" - urlò il contadino - "se non fai un buon lavoro lei soffrirà ed io non mi fermerò comunque".
Cominciai a schiacciare tra le mie chiappe la faccia di Giorgio che, bloccato dalla corda non poteva indietreggiare più di tanto. Non volevo soffrire troppo e poi mi piaceva sentirlo soffocare mentre con la lingua si faceva strada tra le mie viscere. Del resto non potevo dargli nessuna dritta in merito visto che il Francese aveva cominciato a scoparmi in bocca come una locomotiva a vapore.
Con gli occhi chiusi ingoiavo quel ben di dio e sentivo una mano che mi accarezzava il seno, un'altra che mi spingeva la testa e altre due che mi accarezzavano la schiena. Ma Giorgio non era legato?
Quando aprii gli occhi mi trovai dinnanzi due cazzi. Era spuntato dal nulla un altro uomo, probabilmente quello che aveva guidato il trattore.
Fu una bella sorpresa.
Era un ragazzo molto giovane, avrà avuto al massimo vent'anni e somigliava molto al contadino. Immaginai che fosse suo figlio.
Però era scuro di carnagione, di corporatura robusta e tozza, con una fitta peluria sul petto e sulle gambe. La faccia era più tondeggiante, ma aveva lo stesso sorriso irresistibile del padre.
Il cazzo era meno venoso, più corto di qualche centimetro, ma molto spesso.
"Bella signora vuole succhiare anche mio uccello per piacere?" - disse il giovane in un italiano un po' stentato.
"Sì, lo voglio" - risposi con una serietà incantata da sposa verginella.
"E' il tuo turno Pierre, senti che bocca calda! Io devo sistemare quel cornuto di merda che non si dà da fare" - disse il vecchio.
Trattata come un puro oggetto del desiderio abbandonai un po' a malincuore il cazzo enorme del padre, ma mi consolai subito con quello del figlio.
Lui mi fissava negli occhi e ad ogni affondo emetteva un verso di piacere in tonalità molto bassa, da orso in calore. Era fantastico!
Si sfilò da sopra l'orecchio un sigaro e se lo fece accendere dal padre.
"Hai ragione! Questa vacca italiana succhia divinamente, pà".
L'agricoltore si era intanto messo di fianco a Giorgio e con sguardo severo osservava le sue leccate nel mio culo. D'un tratto gridò: "Sei un incapace!" ed assestò sulle chiappe chiare di mio marito un fortissimo colpo col palmo della mano. Giorgio gridò mentre sul suo culo comparivano piano piano cinque dita rosse, ben stampate e che sarebbero rimaste a lungo.
"Più saliva merda! Più saliva! Non posso mica sventrarla!" - urlò il vecchio contadino.
"Faccio quello che posso, non mi picchi!" - ansimava Giorgio ed io lo sentivo darci dentro e penetrare sempre più a fondo con la lingua nelle mie budella.
"Più saliva ho detto! Qui non finiamo mai! Stronzo!" - partì la seconda cinquina, sulla stessa chiappa, sullo stresso doloroso punto.
Giorgio urlò nuovamente, poi il vecchio mi spalancò le chiappe con due mani e cominciò a sputare abbondantemente all'inizio del solco del mio bel mandolino. Sentivo la saliva scorrere nel varco e avvicinarsi al buchetto odoroso.
"Adesso con la tua lingua di merda spingi la mia saliva nel culo di tua moglie" - ordinò.
"Che schifo! No!" - rispose il cornuto.
"Allora mi inculo te!" - disse l'agricoltore. Di colpo infilò per tutta la loro lunghezza due delle sue dita enormi, a secco, nel culo.
Giorgio cercò di staccarsi dal mio sedere per urlare, ma io usai il culo come silenziatore e gli serrai la bocca. L'urlo si spense nelle mie viscere piene di saliva francese.
Ubbidientemente il mio maritino cominciò a spingere dentro il mio ano tutta la lubrificazione che l'agricoltore continuava a donarmi, goccia dopo goccia, lungo una piega di carne che sembrava oramai il letto di un ruscello.
Intanto il giovane rideva godendosi la scena e, continuando a fumare, mi scopava in bocca beandosi delle mie abili doti da pompinara.
Quando il vecchio contadino decise che ero pronta fece un cenno al figlio e si cambiarono di posizione.
Io mi girai nuovamente e vedendo Giorgio esausto ne ebbi pietà.
Mentre sentivo la cappella del francese poggiarsi sul mio buchetto inviolato baciai Giorgio in bocca e gli sussurrai: "ti devo ringraziare per quello che sei, in fondo è grazie a te che sto godendo come non m...AAAHI!!!"
L'enorme cazzo si stava facendo strada piano piano nelle mie budella.
Due mani ruvide serravano strette i miei fianchi.
"Cara non immaginavo quanto fossi troia e quanto io fossi cornuto. Ma io ti amo ed è giusto così, anzi, ammetto che mi piace vedere il tuo volto trasfigurato dal piacere..." - mi sussurrò per distrarmi da quel misto di dolore e piacere che la penetrazione, per quanto lubrificata, mi donava.
Cominciammo a baciarci, uno legato, l'altra inculata, entrambi aggrappati alla portiera dell'auto.
Dopo qualche minuto avevo tutto il cazzo del contadino dentro il mio culo.
Sentii le palle calde poggiarsi sulla mia fica rovente.
"Adesso chiavami! Chiavami stallone!" - gridai girandomi verso l'uomo grondante di sudore, ma visibilmente soddisfatto.
Piano piano il ritmo aumentò, fino a diventare quasi insostenibile. Era evidente che il Francese voleva fare tappa unica fino all'esplosione vulcanica dentro le mie budella.
Il ragazzo, visibilmente eccitato interruppe i nostri baci coniugali infilando il suo cazzo tra le nostre bocche umide.
"Dammi una mano Giorgio" - chiesi - "ho le labbra spanate".
Con una mano presi il cazzo del giovane e lo indirizzai verso la bocca di mio marito ricalandomi nel ruolo che in fondo gli piaceva, quello di sadica stronza: "caro il mio maritozzo cornuto, mi sa che sei anche un frocione represso, forza pezzo di merda, succhiati questo!"
Rimanemmo stupefatti in due: io perché quel culattone di Giorgio, senza protestare, spalancò le fauci ingurgitando tutta la sequoia con una insospettata maestria che sicuramente non poteva derivare dalla semplice osservazione delle mie precedenti performances; il giovane contadino perché non si aspettava questa "variazione sul tema" e tanto mento una tale abilità da parte di quel pompinaro in erba.
"Pà" - disse - "questi due Italiani sono veramente dei porci incredibili. Guarda questo ricchione come succhia!"
"Vero Pierre. Fate schifo e tu troia vieni un passo in dietro!" - ordinò il vecchio - "Così brava puttanella. Adesso visto che sei una troia schifosa, mentre quel cornuto di tuo marito spompina mio figlio, tu, brutta bagascia, leccagli il culo! Pierre apri le chiappe e fatti leccare il culo da questa puttana".
Non fui in grado di opporre resistenza e mi trovai con la faccia immersa nel culo sudato del giovane. Gli leccavo il buco del culo e scendevo fino alle palle, laddove la mia saliva si mischiava con quella di Giorgio.
Eravamo entrambi in balìa dei nostri stupratori ed io speravo che il vecchio venisse al più presto, sia perché mi stava martirizzando i capezzoli con i polpastrelli sia perché volevo sentire la tanto attesa inondazione di caldo sperma dentro alle budella.
Le mie preghiere furono esaurite. Il ritmo si fece sempre più serrato ed il vecchio cominciò a bestemmiare gridando sconcezze che non sempre riuscivo a tradurre.
Poi mi assestò un fendente micidiale impalandomi fino in gola e gridando all'inverosimile mi sborrò in culo.
Sentii distintamente i getti di caldo sperma che mi schizzavano dentro l'intestino impastandosi sull'asta venosa che continuava a pompare sebbene calando di ritmo.
Dopo pochi secondi anche il figlio venne in bocca a Giorgio che quasi si strozzò. Il giovane gli bloccò la testa in modo che non potesse sfuggire a quell'umiliante finale. I suoi tentativi di divincolarsi furono inutili e anche se qualche rigagnolo gli uscì dai lati della bocca: il ventenne non estrasse la propria arma fino a che non fu sicuro che mio marito avesse mandato giù due belle sorsate di sperma.
Finalmente, libera dalla morsa del vecchio, mi inginocchiai davanti al figlio e mi misi a ripulirgli il cazzo rilassato assaporando golosamente quel gusto dolciastro di cui quel cornuto di mio marito aveva appena fatto una bella scorpacciata. Quando fu perfettamente pulito mi accorsi che era il mio turno, perché sentivo che lo sperma del vecchio contadino stava cominciando a colarmi fuori. Rimisi in faccia a Giorgio il mio culo e lo sentii ripulirmi tutte le budella con molto gusto ed efficienza. Chi l'avrebbe mai detto che avevo a fianco un fottutissimo cornuto, culattone e sottomesso?
Una volta liberato Giorgio che aveva i polsi ormai sanguinanti ci rivestimmo. Sembravamo due profughi sui quali era passato un ciclone, ma eravamo decisamente soddisfatti!
Pranzammo lì con i due contadini dividendo il contenuto della borsa termica e poi, risaliti in macchina, ripartimmo su quella strada dritta e rossastra.
Giorgio guardava fisso fuori dal finestrino.
"Hai ancora la nausea?" - chiesi
"No cara e non sto neppure osservando gli alberi dalle moglie foglioline, mi sto solo chiedendo se i contadini francesi sono tutti così, ma più che altro sto guardando per capire se ce ne sono altri in giro"!
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20 years ago
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Io, Rox e Mo\'
All'inizio del mio rapporto con Rox non esistevano i giochi sessuali fatti con altre persone.
Solo dopo, conoscendoci, son venute fuori le nostre fantasie, i nostri desideri e le nostre passate esperienze sessuali "particolari".
E cosi' abbiamo scoperto che eravamo entrambi dei veri maiali.
La situazione che voglio raccontarvi risale al periodo in cui stavamo scoprendo la nostra vera indole maialesca.
Avevo parlato a Rox di questa mia fantasia di scopare con due donne insieme.
Lei non lo sapeva ancora ma l'avevo gia' fatto in passato. Gliela proponevo pero' come una fantasia da realizzare ex-novo.
Dopo un po' di vari discorsi sul si'/no, Rox mi disse che c'era una sua amica molto porca che probabilmente ci sarebbe stata. Questa sua amica si chiama Monica, ed io avevo sentito spesso il suo nome, ma non l'avevo mai conosciuta.
Io e Rox ancora non vivevamo insieme in quel periodo, anzi, purtroppo abitavamo in citta' diverse e ci vedevamo per i weekend.
Quel sabato eravamo a casa di Rox, nella sua citta', ed ho avuto occasione di conoscere Monica. La mattina avevamo rimesso un po' a posto la casa. Avevamo pranzato e stavamo finendo di rassettare. Il pomeriggio era un po' piovoso. Ma tanto non avevamo mica intenzione di uscire.
"Fra poco mi faccio una doccia e poi ti sistemo per le feste" - mi dice Rox.
Io gia' pregusto il pomeriggio di sesso con quella tettona fantastica.
Non passa un minuto che suonano al campanello. Era Monica.
Rox me la presenta e ci sediamo tutti in cucina a chiacchierare mentre aspettiamo che Rox ci prepari un buon caffe'.
Io sono seduto su un piccolo divanetto messo sotto la finestra, Monica e Rossana si sono sedute al tavolo invece.
Monica e' bionda, carina, seconda di seno ma con un culone enorme che mi fa subito sognare inculate galattiche.
Si chiacchiera delle solite cose, che mi permettono di conoscere un po' di lei e della sua vita.
Ad un certo punto decido di lasciare sole le due amiche e con la scusa di andare in bagno a darmi una rinfrescata le lascio li' in cucina.
Mi assento per una decina di minuti e poi ritorno di la'.
Monica ci chiede di poter anche lei usare il bagno. E si assenta per qualche minuto.
"Mi ha detto Mo' che sei carino e simpatico" - mi dice Rox.
"Allora posso trombarmela??" - le dico io scherzando.
Mi arriva subito uno schiaffo su un braccio.
"Non ci provare" - mi dice - "te lo strappo!".
"Ma scusa.. allora che me lo dici a fare? io pensavo fosse venuta apposta per quella cosa da fare in tre di cui avevamo parlato..".
"Scordatelo, quello si fa quando decido io" - mi risponde lei, ridendo e con un bel sorrisetto malizioso sul viso.
Rox e' una gran troia ma e' comunque gelosa. Pero' devo dire che ogni volta che si e' ingelosita poi scopa meglio.
Comunque io mangio la foglia e comincio a recitare la parte del bravo ragazzo.
Monica ritorna in cucina e si risiede. Io mi metto seduto di lato. E Rox all'altro lato di Monica, di fronte a me. E continuiamo a parlare e scherzare.
"Oggi ho sudato un bel po' " - dice Rox ad un certo punto - "vado a farmi una doccia veloce" . E se ne va di la' in bagno.
Io e Monica restiamo in cucina a parlare, ma si sente che l'atmosfera sta cambiando.
La guardo spesso con insistenza. Le guardo le tette. Cerco di toccarla spesso le mani e le braccia. Lei di rimando sorride spesso e mi sembra molto a suo agio.
Mi alzo, con la scusa di bere qualcosa.
"Vuoi un bicchiere anche tu?" - le dico.
"Si, grazie." - accetta lei.
Riempio i due bicchieri, gliene porgo uno. Lei lo prende e beve. Poi posa il bicchiere sul tavolo.
Io senza dire nulla vado dietro di lei e comincio a carezzarle il collo e le spalle.
Lei non dice nulla e mi lascia fare. Proseguo con le mani facendole scendere sui seni.
Le tocco i capezzoli. Glieli stringo tra le dita e vedo che si ingrossano e diventano turgidi.
Lei si sposta sulla sedia, in modo da permettermi di strusciarle addosso.
Sono dietro di lei, col cazzo che le strofino sulla schiena, le mani infilate nel suo vestito che le strizzano le tette.
Mi chino e comincio a baciarle il collo e a leccarla. Lei gira la testa e mi infila la lingua in bocca.
Ci baciamo con irruenza. Quasi ci stiamo scavando la bocca con le lingue.
Ho il cazzo teso e gonfio. Mi stacco da lei e lo tiro fuori dai calzoni.
Lei me lo accarezza e poi me lo prende nella bocca. Comincia a succhiarmelo e a leccarmelo.
Ho sempre un orecchio teso per sentire se l'acqua in bagno scorre, e infatti ad un certo punto non sento piu' il rumore della doccia.
Io e Monica allora ci ricomponiamo e facciamo finta di nulla.
Dopo qualche minuto Rox esce dal bagno e viene in cucina, in accappatoio.
Io le vado vicino e le metto il naso sul collo e in mezzo alle tettone per sentire tutto il suo profumo.
"Che freschezza che sei" - le dico.
"Si" - dice lei - "mi ci voleva proprio, ora mi rilasso un po' qui.. "
E va a sedersi sul divanetto dove prima ero io.
Rox e' molto abbondante di corpo e il suo accappatoio fa fatica a stare chiuso.
Quando si siede le gambe sono tutte fuori e anche le tette sembrano voler sgusciare da tutte le parti. Io vado a sedermi al tavolo e riprendiamo a chiacchierare.
Ma la presenza di Rox seminuda sta creando un'atmosfera maliziosa e particolare e tutti la sentiamo.
"Non resisto a starti lontano" - dico a Rox.
E vado a sedermi vicino a lei. Le passo un braccio dietro al collo e lei si poggia su di me.
Mentre parliamo, comincia a carezzarmi con la mano. Prima le cosce, poi sulla pancia.
Ormai non stiamo piu' capendo nulla di cio' che diciamo, basta sparare qualche cazzata qua e la' giusto per sentire il rumore delle parole.
Rox mi sta accarezzando il cazzo ora. Mi sta carezzando al di sopra dei pantaloni, ma il bozzo che ho fa capire che mi e' diventato molto duro.
"Visto che bel ragazzo porcello che ho ?" - dice lei rivolta a Monica.
"Si che lo vedo, sembra che gli stia scoppiando qualcosa li' dentro" - le fa di rimando la sua amica.
"Hai ragione, guardiamo cos'e' "
E mi apre la patta, facendolo sgusciare fuori.
"Che carinooo" - dice ridendo - "quasi soffocava, poverino, vie' qua che lo coccolo un po' "
Rox si china in avanti, tira fuori le tettone e me le poggia sul cazzo, inglobandolo in quella massa di carne morbida e profumata.
Monica ha gli occhi di fuori dalla voglia di partecipare.
"Che ne dici se Monica viene a sedersi qui vicino a noi? " - dico a Rox.
"Mo', vieni qui dai" - dice Rox.
Monica non se lo fa ripetere, si alza e viene a sedersi al mio lato. Ora ne ho una per lato.
Sempre con Rox appoggiata sul cazzo, cerco di girarmi quanto posso e infilo la lingua in bocca a Monica. Lei non si tira di certo indietro e cominciamo a slinguazzarci pesantemente.
Con una mano le tocco le tette mentre la lingua continua a frullare.
Comincio a sentire caldo con quelle due vacche messe di lato.
"Ragazze, fatemi togliere la maglia che ho caldo"
Mi alzo e mi spoglio completamente, mentre le due zoccole mi guardano e soprattutto guardano il mio cazzo.
Mi risiedo e comincio a guidare io il gioco.
Rox sta per aprestarsi a mettersi di nuovo con le tettone addosso, ma io la blocco.
"Aspetta ciccina" - le dico - "facciamo partecipare anche la nostra amica"
Metto le mani dietro le loro testoline e le spingo in avanti vicino alle mie cosce.
Capiscono al volo e cominciano a leccarmi, risalendo verso il cazzo.
Arrivate alla base se lo dividono da brave amiche. Una mi succhia le palle e l'altra la cappella.
Dandosi ogni tanto il cambio. Io sono nel pallone dalla goduria.
Rox con tutto sto' movimento ormai e' nuda. Io sono nudo.
"Mo', spogliati anche tu" - dico .
Lei si alza e si spoglia. Porta un perizoma fucsia che letteralmente si perde in mezzo a quelle chiappone gigantesche.
Quando lo vedo impazzisco.
"Leccale il culo..dai.." - mi dice Rox. Non me lo faccio ripetere due volte e le infilo la lingua in mezzo alle natiche enormi.
Monica si china in avanti per facilitarmi il compito, le passo la lingua sul buco del culo, fermandomi ogni tanto ed infilandogliela dentro.
Rox non perde un attimo di quella scena, e' arrapata come una gatta in calore. Manca solo che inizi a miagolare.
"Andiamo di la', sul letto, che stiamo piu' comodi" - dice.
Si alza e va spedita in camera da letto. Io mi stacco dal culone di Monica e mi alzo.
Ma lei resta chinata in avanti e cosi' le urto con la cappella sul culo. Ovviamente ne approfitto e comincio a strusciargliela in mezzo alle chiappe. Lei dimena il culo, lo fa ondeggiare e io vado in estasi.
Perdiamo tempo e Rox che e' in camera da sola si incazza.
Si ingelosisce perche' siam rimasti da soli in cucina a fareporcate invece di seguirla subito, e comincia a dare i numeri, urlando con me e dicendo a Mo' di andare via.
Io non ci sto a perdere quella scopata a tre e cerco di ammansirla un po'.
Con dolcezza e coccole riesco a calmarla e cosi' andiamo tutti in camera.
Loro si stendono sul letto ed io mi infilo in mezzo. Tutta quella carne nuda intorno a me mi sta facendo impazzire.
Rox prende la testa di Monica e la guida sul mio cazzo.
"Alla faccia della gelosia" - penso io. Ma ho il buon senso di starmene zitto.
Quando la vede bene avviata nel succhiarmi il cazzo allora si volta verso di me e comincia a succhiarmi i capezzoli.
Che goduria!
Poi lentamente Rox comincia a scendere con la bocca verso il mio cazzo, gia' impegnato da Monica. E cosi' scende con la lingua sulle palle. Ora una ha la mia verga in bocca e l'altra mi sta succhiando e leccando le palle. Io sono fuori di testa e so che a breve me ne verro' in un mare di sborra.
Le due zozzone mentre mi spompinano fanno lingua e lingua e si baciano con la mia cappella in mezzo.
Allora prima di sborrare, mi sposto e tolgo il cazzo dalla bocca ad entrambe.
"Ora voglio vedere voi due che vi slinguazzate" - dico.
Le due maiale non se lo fanno ripetere. Monica si china sulle tette di Rox e comincia a succhiarle i capezzoli. Poi le passa la lingua intorno alle tette e piano piano sale con la lingua sul collo fino ad arrivarle alla bocca.
E infine le vedo con le lingue intrecciate, le due troione che si baciano.
E nel mentre vedo che le loro mani si accarezzano le fighe e le tette.
"Hai capito queste due puttanone" - penso tra me e me.
Io ho un cazzo che e' di granito dall'eccitazione.
"Chi di voi due lo vuole ficcato in qualche buco?" - chiedo alle due troie.
"Mettilo a Monica" - dice Rox - "voglio vedere il tuo cazzo mentre la inculi".
"Che santadonna questa ragazza" - penso io.
Monica si predispone col culo all'aria. Io poggio la cappella turgida sul buco del culo e comincio a spingere, aspettandomi un minimo di resistenza. Macche'.
Sembra di entrare in una figa sbrodolata da quanto e' sfondato il suo culo.
Rox guarda con grande eccitazione il mio cazzo che entra ed esce, mentre si sgrilletta furiosamente la figa. Poi si sposta e va a mettersi a gambe aperte davanti a Monica, le prende la testa e la tira verso la sua figa.
"Succhiami.. Monica.. succhiami la fregna, muoviti!" - le ordina.
E Monica obbediente le lecca e le succhia la figa, con tanta passione.
Io intuisco che questo gioco non e' nuovo tra loro, e mi sta bene cosi'.
Non dico nulla e continuo a pompare. Poi lo sfilo dal culo e glielo infilo nella fica.
Monica sussulta al colpo. Ma vedo che apprezza.
"Rox, le sto pompando nella figa a questa tua amica troiona.. le sta piacendo?" - dico.
"Sfondala.. sfondala.. sfondala.. vai tranquillo che sta godendo come una vacca" - mi risponde Rox.
Io non vedo il viso di Monica ma dai movimenti del corpo capisco che effettivamente sta godendo come una vacca davvero.
"Rox.. io sono al limite, sto per sborrare.. dove vuoi che sborri? la vuoi tu oppure do' tutta la sborra a questa vacca?" - chiedo.
"Sborrale nel culo .. " - dice - "sborrale nel culo e riempile la pancia, voglio vedere uscire la sborra dalla bocca, voglio vederla da qui..".
Io sfilo il mio cazzo dalla fregna di Monica e glielo infilo di botto nel culo.
Monica si inarca e io la pompo con vigore dentro il culo.
Ormai sono al limite. La situazione mi ha supereccitato.
"Ecco.. ecco.. sto sborrandoooooo.. " - dico, mentre mi avvinghio alle chiappe di Monica e le infilo il cazzo nel culo piu' a fondo che posso. Lo tengo ben piazzato dentro di lei e sento che dei fiotti di sperma mi escono dal cazzo e le inondano il culo.
Quando ormai ho sborrato tutto, lo tiro fuori. Mi sento stremato.
Mi sdraio sul letto e dico alle due troie di leccarmi il cazzo e pulirmelo.
Rox e Monica si girano e vengono ad eseguire prontamente le mie indicazioni.
Monica lo prende in bocca e me lo lecca per bene, pulendo tutta la sborra che c'era attaccata.
Quella gran troia di Rox invece si mette dietro Monica e comincia a leccarle il culo.
"C'e' tutta la cremina che esce.." - dice - "ora ti pulisco bene io..".
E comincia a leccarla e succhiarla tutta.
Io al momento sono fermo e non ho abbastanza forze per riprendere subito.
Le due troie lo capiscono e allora si danno da fare tra loro.
Si mettono a 69 e si leccano la figa l'una con l'altra.
Io mi appoggio con le spalle al muro, a guardare questo spettacolino dal vivo di queste due troie che non ne avranno mai abbastanza di cazzi e fighe.
E vanno avanti per un bel po' finche entrambe non arrivano all'orgasmo.
Poi si stendo al mio fianco, una per lato, con le loro teste appoggiate sul mio petto e con le loro manine mi carezzano il cazzo e le cosce. Mi coccolano.
Ed io mi sento come un Re.
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20 years ago
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Un nuovo amico
Alcuni giorni fa', stavo navigando su internet nella speranza di trovare qualche commento eccitante ai miei racconti,quando ho trovato un commento con tanto foto esplicita,di un uomo che aveva letto i miei racconti ed aveva voglia di conoscermi.Ci siamo scambiate qualche e-mail, poi dopo alcuni giorni ci siamo accordati per un incontro.Il luogo deciso era in una zona dove normalmente,lavorano delle prostitute.
L'accordo telefonico era che nessuno dei due avrebbe fatto domande ma saremmo andati subito al sodo.Arrivai all'appuntamento eccitatissima,vestita con una gonna sopra il ginocchio nera con delle calze color carne ed una camicetta rosso fuoco.Ai piedi avevo delle scarpe con il tacco nere lucide.Quando arrivo' rimasi estasiata perche' era davvero un bell'uomo sui cinquantanni,con il fisico atletico ed i capelli grigi.Fermo' la sua station wagon scura e mi fece salire.
Si diresse subito verso un motel all'interno dell'autostrada, e mentre mi accarezzava le cosce mi disse"Sei bellissima, proprio come ti immaginavo,leggendo i tuoi racconti.
Io gli risposi che non mi ero mai descritta esattamente ,e quindi non poteva immaginarmi.Salimmo velocemente in una stanza d'albergo ed io iniziai lentamente a spogliarmi, rimanendo in reggiseno e perizoma bianco.Lui si avvicino' a me ed inizio a leccarmi dolcemente i capezzoli mentre finiva di spogliarsi,poi passo' dolcemente la sua mano sulla mia fica pelosa ,facendomi venire i brividi.I miei capezzoli si indurirono subito ed avendo un notevole seno ( porto la 4 misura ),sembrava ancora piu' grosso.Continuava a baciarmi le tette ed intanto mi portava verso il letto.
Era molto tempo che non scopavo in maniera cosi' romantica,lui si infilo' il preservativo e dopo avermi toccato ancora un po' la fichetta, mi penetro' dolcemente.Mi montava molto lentamente ,ed io era gia venuta molte volte,ma lui sembrava di ferro,passavano i minuti ,ma continuava a stantuffarmi, con il suo uccello sempre duro.Dal piacere stavo passando al dolore, allora con uno scatto mi tolsi da sotto di lui ed iniziai a spompinarlo,lui disteso sul letto, mi disse che aveva sempre sognato di fare ingoiare il suo sperma ad una donna.Io gli risposi che non era possibile, in quanto non ci conoscevamo,e quindi non era prudente.Lui fece finta di acconsentire ma togliendosi il preservativo, mi rimise sotto di lui e girandomi a pancia sotto mi infilo' da dietro, non riusci' a liberarmi e dopo pochi istanti senti' un fiotto di sperma caldo che mi riempiva il culo.E' stata un'esperienza piacevole, che spero accada di nuovo con qualche lettore, a cui piacciono i miei racconti.
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Sesso in auto con il guardone
Ciao amici sono la vostra silvy,sempre piu' presa dalla storia di sesso che ho con mio suocero.Riesce sempre a farmi vivere dei momenti eccitanti,come e' capitato alcuni giorni fa', quando dopo aver prenotato due posti per il teatro,attendevo con impazienza mio marito, dal ritorno dal suo lavoro,perche' mi aveva promesso questa serata a teatro.Invece appena arrivo' a casa mi disse dispiaciuto che non potevamo piu' andare,perche' aveva un forte mal di testa e forse l'influenza.Vedendomi con l'espressione molto delusa mi avvicino' a lui e mi disse"Cosa ne dici se chiedo a mio padre di accompagnarti?Io pensai immediatamente conoscendo mio suocero che avrebbe accettato di stare tutta la sera solo con me,e risposi a mio marito che ero d'accordo.Vidi accendersi un bagliore negli occhi di mio suocero che passandomi vicino mi sussurro' di mettermi il completino intimo che mi aveva regalato lui.Si tattava di un perizoma di pizzo nero ed un reggiseno dello stesso colore a balconcino, che lascia abbondantemente di fuori le mie grosse tette.
Mentre indossavo questi indumenti immaginavo che quella sera non mi avrebbe portato a teatro,ma non capivo cosa aveva in mente.
Uscimmo con la sua auto e ci dirigemmo verso la periferia della citta', allora io gli chiesi in quale albergo eravamo diretti,ma lui mi rispose che se eravamo fortunati,mi portava in un posto dove ci saremmo divertiti di piu'.Arrivammo dopo pochi chilometri in una stradina appartata,che finiva davanti ad una specie di parco abbandonato.Lui accese la luce all'interno dell'auto e baciandomi sul collo inizio' a sbottonarmi la camicetta di seta nera .
Rimasi cosi' in reggiseno e lui indicandomi un cespuglio vicino al finestrino della nostra auto mi disse:"vedi dietro quel cespuglio,ci sono tanti guardoni con i pantaloni abbassati,pronti a masturbarsi appena vedono una coppia che scopa!!!.Io ebbi un sussulto di vergogna e cercai di coprirmi con le mani le mie abbondanti tette,ma lui continuandomi a baciare,scese con la sua lingua in mezzo alle mie cosce ed inizio a leccarmi sopra il perizoma.
Ormai senza rendermene conto ero quasi nuda e lui eccitatissimo si sdraio' sul suo sedile e mi costrinse ad un rapporto orale.Non mi ero accorta che aveva aperto il mio sportello,cosi quando mi misi a succhiargli il cazzo , mettendomi in ginocchio sopra il mio sedile, senti chiaramente una mano accarezzarmi i glutei e poi scendere verso il buco della fica ed infilarmi dentro il dito.Non riuscivo a capire chi fosse,perche' mio suocero mi teneva la testa sopra il suo uccello ormai pronto a sborrare.Capivo pero' che qualcuno dei guardoni si era avvicinato a me ,e non contento di guardare,voleva partecipare al gioco.Proprio nel momento in cui il dito di quell'estraneo mi fece bagnare tutta la fica, un fiotto di sperma mi riempi' la bocca travolgendomi di eccitazione.Senti allora uscire il dito dalla mia fica ed allontanarsi frettolosamente quell'uomo sconosciuto.Tornammo a casa esausti ma felicissimi di questa nuova esperienza!.
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20 years ago
admin, 75
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....una strana serata....
Era una notte di settembre....
Ero sdraiata sul letto e dal lucernaio della mia soffita guardavo le stelle splendere in cielo.
Ero completamente assorta nei miei pensieri quando ad un certo punto mi squilla il cellulare, leggo sullo schermo il nome di Valentina e rispondo...
mi chiede di uscire e di passare una bella serata con lei, accetto volentieri.
Mi passa a prendere intorno alle undici e mi porta a bere qualcosa in centro.
.... come sempre con lei ci si diverte e anche quella sera non abbiamo risparmiato risate.....
Eravemo sedute ad un tavolino con i nostri drink in mano quando ad un cero punto ci si avvicinano due ragazzi.
Indubbiamente sono entrambi molto belli e galanti, ma sia io che Valentina eravamo entrambe belle e fidanzate...
Cerchiamo in tutti i modi di far capire a questi due bei ragazzi la nostra situazione, ma entrambi sembrano non voler capire.
Non sappiamo piu come scollarli e dopo tanti tentativi decidiamo di alzarci e di andarcene.
Prendiamo la macchina e decidiamo di cambiare locale, ma ad un certo punto Vale frena di botto e mi fissa negli occhi... i suoi occhi sono grandi e intensi...
mi guarda ancora qualche istante e poi con tutta la serietà di questo mondo mi dice "matilde.... credo di volerti"
Li per li non capivo la vera essenza di quelle parole, sta di fatto che mi prende e mi bacia sulla bocca.
....quando si stacca, mi guarda e mi sorride e io ricambio il suo sorriso...
Ricomincia a guidare e mi chiede se ho qualcosa in contrario ad andare a passare un po di tempo sole io e lei, anzichè chiuderci in qualche locale... le rispondo che non ho niente in contrario....
imbocchiamo una stradina del precollina di Torino....
tutto è davvero così surreale....
ricomincia a baciarmi
mi accarezza
mi tocca i seni
mi coccola con estrema sensualità e dolcezza
mi sussurra parole dolci
mi lecca i seni
mi morde il collo....
decidiamo di metterci più comode, io sono sempre piu calda ed eccitata
(nessun uomo mi aveva eccitata tanto con cotanta dolcezza)
e ci sdraiamo nei sedili posteriori
iniziamo a spogliarci, le sue mani scorrono sul mio corpo con esstrema precisione e caparbia
mi lecca la pancia e mi sbottona i pantaloni
io sono sempre piu eccitata!!!
mi toglie i pantaloni e dopo poco anche le mutandine....
mi fa divaricare le gambe e comincia a massaggiare il mio sesso
mi lecca il sesso e dopo pochissimi minuti vengo...
Nessun uomo è mai stato in grado di farmi venire in quel modo così speciale!
Dico speciale perchè solo Vale ci è riuscita e ci riuscirà....
Dopo quella sera io e Vale abbiamo sempre avuto la forte esigendza di stare insieme....
la ringrazio perchè mi ha aperto gli occhi!
grazie a lei ho capito davvero chi sono e come sono e non mi vergogno di dire a nessuno che sono lesbica e che sono innamorata di Valentina...
Ti amo dolce amore mio!!!
.......tutto questo è dedicato a te e alla nostra prima volta...
25
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20 years ago
admin, 75
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Uno zio da consolare (gay)
Finalmente dopo due anni di lavoro non-stop, questa estate sono riuscito anch'io ad organizzare una bella vacanza al mare. L'aggettivo non deriva dalle condizioni atmosferiche che, come ben sapete, sono state pessime, ma da quanto sto per raccontarvi.
Vacanze! Era ora! Ma con il portafoglio vuoto... al solito.
Mi decisi ad alzare la cornetta ed ho telefonato a zia Simona per due semplici motivi: primo - ogni estate va in Liguria nella sua bella casetta in riva al mare; secondo - si è sposata con un manzo da cardiopalma.
Mi ricordo perfettamente l'estate di tre anni fa, quando ho passato tutto il mese di agosto ad ammazzarmi di seghe in acqua, a letto o al cesso. Un gran bel contributo l'avevano fornite anche le quotidiane trombate dei due, che mi svegliavano nel pieno della notte. Che bel risveglio però!
Lo ammetto, il richiamo del cigolio del letto mi ha più volte spinto a sbirciare dal buco della serratura.
Non che dovessi capire che cosa stesse succedendo nell'alcova; zia Simona e Franco non hanno mai lesinato sospìri e gémiti che si potevano chiaramente percepire fin dal mio divano-letto, posizionato in un ampio salotto al piano inferiore. Tuttavia non potevo resistere alla visione del parente acquisito che si scopava selvaggiamente la sorella di mio padre.
Quando poi tornavo a letto dovevo spararmi un paio di seghe per poter riprendere sonno.
Ma questa è acqua passata.
Preparatomi a notti di frenetici smanettamenti e di infoiamenti costanti, dopo il nulla osta di zia Simona, mi precipitai a Ventimiglia con le valigie cariche di entusiasmo e t-shirt.
La vacanza non avrebbe potuto cominciare meglio, sulla banchina Franco mi stava aspettando.
E' un uomo di 45 anni, alto circa 1,75, bello robusto. In stazione lo riconobbi immediatamente: occhiali da sole, un po' stempiato, capello crespo, pelle naturalmente scura, ossa grosse, mani tozze e una splendida camicia bianca che si apriva su di una selva di peli neri sui quali si adagiava dolcemente una lucente catenina d'oro.
"Ciao, fatto buon viaggio?" - mi disse prendendomi le valigie.
"Non vedevo l'ora di arrivare!" - santa verità! - " La zia?"
"A casa! Sta preparando la cena".
Santa donna! E ottima cuoca !!!
Sulla macchina abbiamo parlato del più e del meno ed io non riuscivo a togliergli lo sguardo di dosso. Osservavo le grosse mani sul volante, la barba di solo un giorno che già segnava prepotentemente il viso, i pettorali ben definiti che si intravedevano attraverso la camicia e tutti gli altri optional che quel ben-di-Dio mi stava offrendo, ma ahimè, al solo senso della vista. Non vedevo l'ora che arrivasse la sera per gustarmi lo spettacolo.
Mangiammo velocemente e con la scusa del viaggio andai a letto presto.
Mia zia mi aiutò a preparare il divano per la notte, poi andò di sopra col marito a guardare la tele.
Come sperato l'atteso cigolio mi risvegliò verso mezzanotte. Mi ero perso qualcosa?
"Porca puttana!"
In fretta e furia e nudo come un verme salii le scale e mi piazzai dietro alla porta, appoggiando l'occhio al buco della serratura.
Fantastico!
Il meraviglioso culo peloso di Franco era in primo piano. Adesso lo riconoscevo perfettamente.
Con un movimento a ritmo variabile, a volte anche violento, mio zio stava sfondando la fica Simona di cui riuscivo solo a vedere due gambe per aria che sobbalzavano di riflesso.
La mia attenzione si concentrò sui due splendidi coglioni pelosi, rassodati dall'eccitazione che avrei volentieri leccato e coccolato per tutta la loro superficie fino a sospingermi con l'ardimentosa lingua sulla soglia dell'oscuro antro proibito.
"E allora? Ti piace ancora il cazzo! Dimmi che ti piace! Ti piace ancora quando ti scopo?" .
Di colpo raggelai, c'era qualcosa di strano: Franco era molto violento ed aveva un tono di voce decisamente più alto del solito. Zia Simona non fiatava, non gemeva di piacere e sembrava quasi annoiata.
"Che stronza!" - pensai - "Chi ha il pane non ha i denti".
Io il pane non l'avevo, i denti sì, ma in quella situazione non mi sarebbero comunque serviti.
Franco girò mia zia su se stessa, con forza, mettendola a pecora, ma non appena cercò di penetrarla da dietro lei si divincolò cercando di alzarsi dal letto.
"Ma vai a cagare!" gli disse in modo sguaiato.
In pochi secondi Franco le fu di nuovo sopra, sedendosi al di sotto delle grosse tette e gridò:
"Vengoooo!".
Così mi perdevo tutta la scena! Lo zio era di schiena e vedevo solo il trio gamba - figa - gamba della zia che si agitava nervosamente.
Dopo pochi attimi di immobilità Simona si alzò come se non fosse successo nulla e cominciò a rivestirsi, pulendosi la faccia ed i capelli impiastricciati di sperma.
Più veloce e silenzioso di un gatto tornai di sotto e mi infilai a letto, non volevo che potessero pensare avessi sentito qualcosa. Preoccupazione vana!
Una volta sull'uscio di casa mia zia urlò svegliando tutta la città:
"Ciao stronzo! Adesso che ti sei finalmente svuotato i coglioni esco e vado da chi mi sa dare il vero piacere! Vai a fare in culo!".
Ero sconcertato per ovvi motivi.
Evidentemente l'unione idilliaca tra i due si era incrinata, ma questo era niente. Da chi andava mia zia? C'era qualcuno meglio di Franco? Beh! La segreta speranza era che prima o poi mi sarebbe stato presentato. L'ultimo oltraggioso invito proferito da quella bocca sguaiata era però miele per le mie orecchie.
Scherzi a parte ero molto preoccupato ed avvilito. Voglio molto bene ai miei zii e non sapevo che cosa fare.
Di certo non potevo fare finta di non avere sentito nulla.
Preso il coraggio ed un pacco intero di lattine di birra entrai senza bussare nella camera da letto.
"Franco, stranamente stasera sembra che non piova. Andiamo sugli scogli e ce le facciamo fuori tutte..." - gli dissi indicando le birre - "ok?".
Mio zio restò immobile, nudo come un verme, ancora sporco di sperma, guardandomi come se fossi trasparente. Grazie agli slip ed ai jeans, la mia prepotente erezione rimase quasi invisibile mentre cercavo di mantenere la calma, anche se avrei voluto zompargli addosso e confortarlo in ben altro modo.
Sembrava un guerriero sconfitto, ma io potevo ammirarlo dai piedi ai capelli, sarei rimasto lì per ore, fortunatamente dopo pochi secondi i grandi occhi neri ripresero tristemente vita.
"Ok! Andiamo".
In un battibaleno, infilati un paio di jeans a pelle e la camicia stropicciata della mattina, fummo in macchina.
Arrivati sugli scogli, in un posto isolato, cominciai a passargli una birra dietro l'altra e un po' narcotizzato dai fumi dell'alcol finalmente venni a sapere che mia zia aveva scoperto a quarant'anni la sua tendenza lesbica e lo stava per mollare per una fotografa di Milano.
Poveretto! Gli eterosessuali maschi sono assolutamente impreparati a questi colpi di scena. Sembra sempre che le nuove direzioni di libido delle mogli vadano a minare le fondamenta della propria virilità. Mah!
"Beh! Puoi farti tutte le donne che vuoi" - gli dissi oramai sbronzo - "Sei un bel torello e chiodo caccia chiodo!"
"Dici?" - mi rispose con il tipico tono a "montagna russa" degli ubriachi - "Lo sai che sono imbranato con le donne..."
"E allora scopati un uomo così siete pari" - ma che cazzo stavo dicendo?
"Ma sei scemo? Non sono mica frocio io?" - tagliò corto un po' stizzito.
"Peccato! Io sì, fino al midollo..." mi bloccai. Le birre mi avevano fatto parlare troppo.
Di colpo sentii calare un silenzio di piombo. Non avevo il coraggio di voltarmi e di incrociare i suoi occhi.
Come avrebbe reagito? Sbronzo come era avrebbe potuto anche spaccarmi la faccia.
I minuti non passavano mai, poi sentii Franco alzarsi a fatica e avvicinarsi, traballante.
Feci dei grandi respiri cercando di svegliarmi dallo stordimento con l'aria fresca del mare. Io non ero completamente partito e sarei potuto fuggire.
Mio zio mi era accanto, in piedi, a pochi centimetri.
Con stupore sentii vicino all'orecchio il rumore della cerniera del jeans scendere incerta.
Mi voltai quasi subito.
Franco aveva già tirato fuori il suo splendido uccello, ancora addormentato, e mi guardava con un aria un po' triste ed un po' impaurita.
"Allora vediamo che sai fare" - mi sussurrò.
Adoro i cazzi ancora molli. Impazzisco nel sentirli indurire velocemente in bocca.
Questa era una sfida contro l'alcol e contro le inclinazioni eterosessuali del mio adorato parente.
Slacciai bene i pantaloni e glie li calai, l'assenza delle mutande mi eccitò all'inverosimile.
Cominciai lentamente a leccargli i coglioni gonfi e la base dell'asta, assaporando ogni tanto la proporzionata cappella, giusto per gustarmi il progressivo irrigidimento del cazzo.
Di tanto in tanto i miei occhi si incrociavano con i suoi, socchiusi, rapiti. I sospiri e lo sguardo un po' beota tradivano il piacere che gli stavo donando.
Dopo pochi secondi il cazzo di Franco era al massimo della propria dilatazione ed io potevo ammirarlo beato sotto la luce della luna, umido della mia saliva e del proprio abbondante liquido pre-spermatico.
Non era un cazzo enorme, più o meno diciotto centimetri, ma bello tozzo, duro e con due grosse vene in evidenza che correvano lungo l'asta.
Il sapore era meraviglioso, acre, di uomo fumatore.
Franco mi prese per i capelli ed incominciò ad accompagnare i miei movimenti della testa, spingendo sempre più a fondo la sua asta nella gola.
Senza interrompere il ritmo, con estrema naturalezza, tirò fuori dal taschino una sigaretta e se la accese.
Ad ogni boccata gemeva e mi guardava con aria soddisfatta.
"Slacciati la camicia, voglio vedere il tuo petto... da quaggiù deve essere uno spettacolo" - gli dissi.
E così fu. Pian piano ad ogni bottone slacciato, mi sentii pulsare il cazzo all'inverosimile.
Sotto la luce delle stelle vedevo dal basso mio zio, possente, con i suoi splendidi pettorali pelosi che cominciai a massaggiare dolcemente alla ricerca dei meravigliosi bottoncini rosa.
Mentre gli slappavo sapientemente i coglioni e l'asta del cazzo, ammiravo la collina del suo addome ricoperto di fitta peluria e, subito dietro, i grandi pettorali, duri, sui quali batteva ritmicamente la catenina d'oro.
Mio zio era evidentemente al settimo cielo, con la lingua ogni tanto roteavo intorno alla sua cappella e stimolavo il prepuzio con piccoli colpi leggeri.
"Cazzo! Nessuna donna mi ha mai fatto un pompino del genere!" - disse sottovoce tra sé e sé.
Oramai riuscivo ad infilarmi tutto il suo cazzo ed anche i coglioni nell'esofago.
Con una mano mi masturbavo velocemente. Non ce la facevo più. Mi ero calato i pantaloni e mi stavo segando velocissimo. Il profumo della sua pelle mi aveva letteralmente drogato, avrebbe potuto chiedermi qualsiasi cosa.
"Vuoi venire?" - chi chiesi con la bocca orami dolorante.
"No, non ancora... aspetta e vedrai che sorpresa!" - mi rispose beffardo.
Il suo sguardo era d'improvviso cambiato, quasi divertito. Rimasi un po' stupito, ma non me ne curai più di tanto. Tutta la mia attenzione era concentrata sul suo cazzo che continuavo a venerare con irreprensibile devozione.
A volte sembrava distratto, sembrava che guardasse qualcos'altro dietro di me.
D'un tratto mi sentii afferrare per i fianchi da due grosse mani robuste.
"Che cazz...!" - mi girai di colpo. Ecco cosa stava guardando mio zio! Alle mie spalle, silenziosamente si era appostato un armadio sulla cinquantina. Il rumore del mare non mi aveva permesso di sentirlo arrivare.
Era già completamente nudo. Sullo scoglio più vicino erano ammonticchiati un paio di pantaloncini e due ciabatte.
"Zio, lo conosci?" - chiesi un po' intimorito.
"Zio?" - chiese divertito l'uomo con voce da basso - "Siete proprio due porci! Fantastico! Che frocioni!"
I suoi occhi si accesero di fòia. Era alto circa un metro e ottanta, ma sarà pesato per lo meno 130 chili.
La testa pelata luccicava sotto la luna, anche se la sua carnagione era molto scura, bruciata dal sole.
Il corpo era molto robusto, ma senza peli. Sotto ad una prominente pancia da sbevazzatore notai un cazzo enorme. Lo spavento fu notevole.
"Lo conosci?" - chiesi nuovamente impaurito a mio zio.
"Di vista. Tua zia compra da lui il pesce al mercato del sabato"
"Si. Il pesce è la mia specialità. Tua zia te li ha sempre cotti in modo sfizioso, io te lo inforno crudo" - disse quello con un accento spiccatamente meridionale.
"Dai nipote! Fammi vedere come lo si piglia in culo" - ridacchiò Franco divertito e sbronzo.
Dietro di me l'orco cattivo stava affondando il suo faccione tondo tra le mie natiche. Le sue manone mi aprivano bene le chiappe e sentivo la lingua farsi strada velocemente verso il mio povero buchetto.
La sua barba ispida raschiava dolorosamente dove non mi batteva mai il sole, ma non avevo alcuna intenzione di lamentarmi. La sua attenta opera di lubrificazione mi donava immenso piacere. Sentivo ad ogni leccata, ad ogni sputo, ad ogni affondo di lingua il mio buco rilassarsi ed aprirsi inaspettatamente.
"Cazzo, mi stai facendo impazzire, mi stai leccando le budella" - gridai in preda al piacere.
Franco non accettò questa mia distrazione e mi rinfilò di colpo tutto il cazzo in bocca afferrandomi per i capelli.
"Succhia nipote, non ti distrarre. L'hai voluto tu ed adesso devi farmi godere!".
Questa piccola violenza fu una sorta di segnale per il pelatone. Sputò due volte sul mio ano dilatato e poi si appoggiò al mio culo con la sua grossa cappella.
"Ahio! Cazzo!" - gemetti.
"Dai bellino, non fare il moccioso davanti a tuo zio. Lo so che ti piace prenderlo" - rise.
Mi voltai e vidi tutta la sua massa possente spingersi verso di me serrandomi i fianchi con la morsa delle sue mani.
Rivoli di sudore gli scendevano su tutto il corpo.
Sui grossi pettorali un po' cadenti e dai capezzoli sporgenti notai un grosso piercing ad anello.
Lo osservai per qualche istante e notai che tutto il suo aspetto (la sua grossa faccia tonda con gli occhi socchiusi, il corpo senza peli, la bocca carnosa) lo catalogava attraverso l'arte della fisognomica nella peggior specie di "porco". Ciò mi eccitò moltissimo e con un colpo deciso all'indietro mi conficcai in un colpo solo tutta quella mazza enorme, paralizzandomi per qualche secondo per il dolore.
"Cazzo che troia che è tuo nipote!" - disse rivolto a mio zio - "Dai passami un birra che ho sete!".
Franco tirò fuori altre due birre, una la passò all'uomo l'altra la tenne per sé, senza mai fermarsi col suo movimento di reni ed i continui affondi nella mia bocca.
"Hai sete piccolo?" - chiese mio zio sfilandomi il cazzo di bocca - "Bevine un po'".
Bevvi due sorsi, poi con la bocca ancora piena gli risucchiai il cazzo.
"Porca Troia! Un pompino con le bollicine" - osservò il pescivendolo che ancora era rimasto immobile col suo obelisco conficcato nelle mie budella.
"E' ora di dare inizio alle danze" - aggiunse. Si portò la lattina alla bocca e bevendo si rovesciò addosso un bel quarto di birra. La vidi scorrere lungo le sue curve, la sua pancia ed infine la sentii entrarmi nel culo attraverso il suo cazzo.
Percepii di nuovo la presa delle sue mani sui miei fianchi. Incominciò a pompare come una locomotiva a vapore in partenza.
Franco divertito dalla scena si rovesciava la birra sul petto peloso e sul cazzo. In questo modo di lì a pochi minuti fui completamente sbronzo. Non sentivo più male, ma solo un piacere diffuso. Ridevamo tutti come bambini. Venivo sbatacchiato in avanti dagli affondi dell'armadio e la sua pancia prominente sbatteva rumorosamente sulle mie chiappe.
"Cazzo sei fantastico hai culo caldissimo, un velluto"
"Ehi! E' mio nipote. Voglio fotterlo anche io!" - urlò mio zio.
"Prego!" - rispose il pescivendolo sfilando di colpo la sua asta dal mio culo facendola schizzare in su, umida, verso il cielo, come una molla. D'un tratto mi sentii alleggerito.
Mio zio mi girò. "Voglio vederti in faccia mentre ti fotto!"
Il pelato raccolse un po' dei nostri vestiti sparsi in giro e me li infilò alla base della schiena per sollevare il bacino.
"Grazie" - disse mio zio - "Eccolo là il tuo buchetto, spero che non te lo abbia sfondato".
Il gigante rise di gusto.
Dopo il suo passaggio mio zio infilò facilmente la sua verga nelle sue budella, guidandola con la mano.
Incominciò a pompare con foga su di me. Teneva sulle spalle le mie gambe e le gocce di sudore cadevano dal suo petto al mio. Finalmente mi stava chiavando!
Il sogno di una vita!
Potevo osservare da vicino le sue espressioni che tradivano un intenso piacere. Le mie mani poggiate sul suo culo duro come il marmo lo invitavano ad aumentare il ritmo.
D'un tratto Franco mi fissò intensamente. Le nostre facce erano vicine e potevo sentire in viso i suoi sospiri. Alzai la nuca e gli cacciai la lingua in bocca. Si ritrasse, ma subito dopo la sua lingua tornò a cercare la mia. Ci baciammo a lungo, mentre senza mai fermarsi mi chiavava in modo magistrale.
"Ehi! Ed io che cazzo ci sto a fare qui?" - disse il pelato - "Datevi da fare".
L'uomo infilò il suo cazzo enorme tra le nostre bocche separando le lingue incandescenti.
Con stupore mi accorsi che Franco mi seguiva nel leccare l'enorme cappella.
Cominciammo a passarci il cazzo del porco, un po' lo spompinavo io, un po' mio zio, un po' leccavamo l'asta assieme.
Mio zio in pochi minuti aveva imparato a fare dei pompini grandiosi ed io mi godevo la scena leccando e risucchiando le palle enormi del colosso.
Il pescivendolo si girò di colpo, mi bloccò i polsi e mostrando il suo grosso culo a mio zio che continuava a pompare cominciò a chiavarmi in bocca. Ero immobilizzato e sentivo quel boa gigantesco nello stomaco.
"Leccami il culo tu!" - ordinò a mio zio.
Non potevo vederlo ma dai sospiri e dalle frasi oscene che sentivo la lingua di mio zio stava lisciando le palle del pescivendolo.
Poi, mentre quest'ultimo continuava a scoparmi in bocca sentii mio zio uscire improvvisamente dal mio culo.
D'un tratto il pelato mi strinse i polsi fin quasi a spezzarmeli. Gridò dal dolore e gridai anch'io.
Franco gli aveva piantato il cazzo da dietro. Vidi la testa di mio zio spuntare sopra la boccia lucida del pelato. I colpi erano violentissimi e si riflettevano nel mio esofago attraverso quella nerchia gigante.
"Si, stronzo! Spaccami il culo mentre scopo in bocca tuo nipote!"
Il porco era oramai ricoperto di sudore e mio zio gocciolava su di lui affondando con sempre maggiore violenza.
"Ti spacco il culo! Te lo faccio sentire fino in gola!" - uno zio irriconoscibile!
"Puttana Eva, sborro!" - gridò il pelato.
Tentai di divincolarmi ma fu tutto inutile! Sentii esplodermi in gola un fiume di sborra incandescente.
Ai primi fiotti pensai di riuscire ad ingoiarla tutta, ma al terzo spasmo fui inondato di sperma e dovetti allentare la presa. Il cazzo del pelato continuava ad andare su e giù nella mia bocca e dalle guarnizioni ormai cedute delle mie labbra ad ogni affondo fuoriuscivano rigagnoli perlacei di deliziosa panna.
Franco osservava estasiato la scena dalle spalle del pescivendolo.
Pulii con cura il cazzo del gigante. Quello in segno di gratitudine si contorse su se stesso, sempre sotto i colpi di mio zio, ed incominciò a succhiarmi la minchia, prossima all'eruzione.
"Nipote apri la bocca che sborro!!!" - ordinò Franco.
Sfilò velocemente la nerchia dal culo dello sconosciuto e cominciò a masturbarsi velocemente sopra alle mie fauci spalancate.
"Sborro! Cazzo! Sboooroooooo!"
Due violenti schizzi mi colpirono in viso. Subito dopo vinsi la resistenza di Franco. Gli allontanai la mano dal cazzo imponendomi con forza e lo ingoiai fino alla base, assaporando i caldi getti.
Lo sperma di mio zio era il migliore che avessi mai provato, era dolcissimo. Il sapore della sua sborra contrastava in modo fantastico con l'odore acre del suo cazzo.
Ingoiai tutto, fino all'ultima goccia, mentre si contorceva tra gli spasmi urlando sulla spiaggia come un orso in amore.
Quello fu troppo per me! Senza preavviso esplosi nella gola del pelato.
Lui fece per ritrarsi, ma Franco gli bloccò la testa.
"Dopo quello che hai fatto a mio nipote" - disse -"devi almeno ingoiare un po' di sperma".
L'uomo si strozzò. Dovevo avere sborrato parecchio. Con un colpo di tosse mi riversò tutto lo sperma sul pube, ma subito dopo, ubbidiente, ingoiò gli ultimi fiotti e si mise a leccare ogni centimetro del mio addome imperlato.
Restammo una mezz'oretta spossati, sdraiati sulle rocce, ridendo e guardando il mare.
"Noi non ci siamo mai conosciuti, e se venite al mercato non fate stronzate!" - disse il pescivendolo - "Se però domani sera siete ancora qui ci si può rivedere, magari porto anche qualche mio amico".
"Certamente" - rispose mio zio, poi guardandomi aggiunse - " andiamo a casa. Ci facciamo una doccia ed andiamo a dormire. Se vuoi poi dormire con me questa notte, tua zia non tornerà per un po' e poi domani il divano serve a tuo cugino Fabrizio, viene a trovarci pure lui".
"Non chiedo di meglio" - risposi - "Ma se dormo con te cosa penserà Fabrizio?"
"Al massimo sarà un po' geloso... non sei mica il primo nipote che mi chiavo!" .....
Tutte le estati da quell'anno vado a trovare i miei zii al mare.
Si sono organizzati bene e stanno ancora assieme.
Dei veri maiali. Scambi di coppie, orge bisex e robe del genere.
Quando io e Fabrizio andiamo a trovarli ci fanno partecipare ai loro festini perversi e vi assicuro che le chiavate con i mariti alla prima esperienza bisex sono le migliori.
Se vi capita di beccare in qualche sito internet gli annunci di Franco e Simona di Ventimiglia guardate bene le foto.
Ci siamo anche io e mio cugino
... e siete tutti invitati.
Note dell'autore:
Naturalmente è tutto inventato (i miei zii sono dei cessi) e per far viaggiare la fantasia e le vostre manone sui bigoli tutto è concesso.
Quando però vi fate sfondare da vostro zio sugli scogli usate la gomma!
37
4
20 years ago
admin, 75
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L\'Autogrill
Mi chiamo Jessyca...ho 32 anni,sposata da 5...piuttosto insoddisfatta del matrimonio...Sono una donna calda..vogliosa...terribilemente troia se mi ci metto..... Amo essere al centro dell'attenzione non solo della gente che frequento... anzi .. sono le situazioni fuori dall'ordinario che mi interessano e mi attraggono. apparentemente sono seria e riservata, nascondo molto bene la mia seconda natura intrigante ed incline a lasciarsi coinvolgere in giochetti trasgressivi. mi eccita se trattata in modo deciso e risoluto, amo, per il mio intimo piacere maschi che mi usino senza ritegno. Mi è sempre piaciuto giocare con il prossimo, provocare, mettermi in mostra. il contatto causuale con quell'uomo è iniziato per posta elettronica. Antonio si è proposto immediatamente in modo fermo ma anche fantasioso e piacevole. Arrivo con la mia macchina.Parchegio.L'appuntamento è previsto in un luogo poco centrale e non ben illuminato. fisico mozzafiato, trucco elegante, gran chioma di
capelli biondi, abitino molto aderente fatto apposta per segnare le curve, termina in una minigonna, le calze scure e velate sono trattenute da un autoreggente nero di pizzo. i tacchi a spillo in vernice nera la fanno apparire stupenda. femmina di gran classe. pronta ad interpretare la fantasia propostale da Antonio ... una amante sfrenata del sesso, si appresta a scendere in strada... per la prima volta... Supero l'imbarazzo iniziale osservando l'auto parcheggiata di fronte a me. Il momento è denso di sensazioni. Antonio interrompe i suoi pensieri avvicinandosi piano con l'auto. abbassa il finestrino, la fantasia digitale si trasforma in realtà. Una signora in abiti sexy e sensuali, un maschio eccitato ed incredulo sono di fronte. . l'invito a salire è esplicito, le facce dei due protagonisti si rilasciano accennando un leggero sorriso... Mi siedo con grazia ed eleganza.le gambe sono subito scoperte, la mini è veramente mini. copre a malapena il bordo delle calze, devo prestare att
enzione ad ogni movimento.. la gonna troppo corta, con i movimenti lo diventa ancora di più, copre a malapena il sedere e la fichetta lasciando in bella mostra il pizzo delle autoreggenti. Il vestito sembra disegnato per me, non riesce a contenere il seno, si notano due bottoni slacciati, il push up offre una splendida vista. Insomma sono vestita di gran classe...ma con quel pizzico di troiaggine che serve per rompere il ghiaccio e rendere la serata eccitante e trasgressiva...Incontrare quell'uomo, uno sconosciuto, qualcuno che però sa molto di me, delle mie fantasie, voglie e desideri intimi. mi eccita ma al tempo stesso mi turba, mi sento confusa e frastornata. avrò fatto bene a lasciarmi coinvolgere in una simile situazione? Che cosa m'aspetta adesso??? Le emozioni si succedono velocemente.Sapermi così vestita ed osservata mi stimola in modo imprevisto l'immaginario erotico. Antonio rimette in movimento l'auto e si allontana lentamente, gli sguardi iniziano a rompere la reciproca
emozione mista a diffidenza . i miei occhi luccicano pieni di eccitazione. L'auto imbocca il raccordo autostradale per raggiungere la vicina area di servizio. qui si arresta. Il luogo è popolato da diverse prostitute, si notano ragazze di colore con abbigliamento evidente e decisamente volgare, stivali altissimi in pelle bianca lucida con tacchi altissimi si mescolano alle mutandine di pizzo, le camicette aperte offrono la vista di seni prosperosi e cadenti. Antonio mi invita a scendere, a mescolarmi alla fauna locale, con un "dai fai un pò la trioia per me..." mi vuole sbattere in strada...Io esito , sono titubante, al tempo stesso eccitata, finalmente mi decido e scendo dall'auto. Pochi passi sono sufficienti a farmi sentire il cuore in gola, noto poco lontano diverse ragazze che mi osservano, mi sento estranea a questo mondo, troppo diversa.. Nelle mie fantasie era viva la voglia di mostrarmi lungo una strada ed offrirmi al primo venuto, salire sulla prima auto in cerca di amori
mercenari, vendermi come una puttana ad uno sconosciuto pronto ad abusare di me, della mia femminilità nei modi più disparati e perversi. Adesso mi trovo in quella situazione, a lungo idealizzata. ma la realtà supera la fantasia, i miei pensieri si interrompono quando l'auto di Antonio fatto un breve giretto m'approccia ancora e sorridendo m'invita a risalire,. :"ecco finalmente il primo cliente!". (penso eccitata,la micia ha voglia ed io da morire...ho voglia di cazzo...di tanti cazzi tutti da gustare in questa serata terribilmente sexy!!) Solo adesso Antonio può osservare, con grande sorpresa, che non indosso mutandine .:" Mmmm!!! Sei bagnata?". lentamente allunga una mano ed inizia ad accarezzarmi le cosce tornite, le mani sfiorano le calze velate, indugia insinuando le dita tra la fine della calza e la pelle chiara e morbida., i gesti sono lenti e misurati. le carezze si fanno più ardite e profonde, le mani sono ormai prossime alla mia intimità . si posano ora sulle grandi lab
bra. percepiscono l'umidità dei suoi umori. L'abitacolo dell'auto è illuminato dalle fioche luci notturne, passa un'auto molto lentamente.illumina con i fari l'abitacolo ed offre una vista piena e completa di una coppietta in intimi atteggiamenti. l'emozione costringe i due amanti ad un veloce dietrofront, le mani si allontanano, i fremiti si spengono per un momento. Torna la penombra e considerato che le. carezze erano ormai diventate un vero e proprio ditalino... accetto di buon grado l'immediato riavvicinamento.. Le dita sfiorano ed affondano di nuovo all'interno della mia fica caldissima. Antonio mi invita a toccargli i pantaloni.. la mia mano affonda.. percepisce il cazzo gonfio ed eretto. con buona iniziativa apro la cerniera e gli tiro fuori il membro eretto.Ho una gran voglia di spompinarlo,di sentirmelo in gola... Avvicino le labbra con voglia alla sua cappella gonfia...slinguettando inizio a leccargli le palle prima e l'asta poi... Con grazia e fermezza, Antonio, però,
m'invita a desistere dai miei propositi,con decisione mi fà rialzare la testa dal suo splendido cazzone duro...sorprendendomi, non capisco le sue intenzioni. Antonio riferma la macchina e mi chiede di scendere . Approfittando di un momento in cui non si notano troppe macchine , scende ed apre la portiera del passeggero, io sono ancora sul sedile, le gambe allargate, la gonna sopra la vita lascia intravedere la fica semiaperta ornata dalle autoreggenti, che spiccano sulla pelle chiara, si uniscono sensualmente alle calze scure che terminano nelle scarpe in vernice nera con tacchi altissimi. L'auto è parcheggiata di fronte alle toilette, si intuisce il prossimo passo. Antonio mi prende per mano, abbasso la minigonna e scendo dall'auto. Mi lascio condurre, l'area di servizio in quella zona non è molto frequentata, solo alcuni camion in sosta. Antonio apre la porta dei bagni maschili.
Ecco la prima sorpresa, un baffuto 60enne prossimo all'uscita li squadra dalla testa ai piedi ed osserva con meraviglia. tutto avrebbe ipotizzato salvo trovarsi di fronte una prostituta in un bagno per soli uomini. li lascia passare ed esce borbottando parole incomprensibili. io appaio in tutta la mia trasgressiva bellezza. Mi sento incerta e tremante, mai avrei pensato di essere coinvolta in un simile gioco.Antonio è però fermo e deciso a continuare nei suoi propositi. si avvicina ad un bagno lasciando la porta semiaperta e mi costringe ad una parete, qualcuno potrebbe osservare la scena . cinge con le braccia il mio collo, le mani si perdono nei miei capelli biondi e lisci, mi sfiora con le labbra, io apro le mie eccitata ed incredula, in preda a vera follia erotica. L'idea di sapermi in un luogo impensato ed impossibile, con un estraneo che mi sta solleticando, sfiorando, baciando ed eccitando mi offre sensazioni impreviste. Esibire il corpo in pubblico, con il rischio di essere v
ista da altri, diventa fonte di eccitazione ma anche di estremo imbarazzo. Con le pulsazioni a 1000 inizio gemere, allargo le gambe, le mani di Antonio mi toccano dappertutto, i seni sodi e ben proporzionati mostrano dei capezzoli eretti e duri, le dita di Antonio li strizzano quasi a farmi male. L'altra mano si avvicina alla fica , dopo aver a lungo palpato le cosce ed il culo. Sono bagnatissima, sto' già venendo, la situazione inaspettata ed a forte rischio di essere scoperti mi eccita in modo inatteso e violento. la mano di Antonio si inserisce con delicatezza nelle pieghe della mia fica in calore... ormai è inondata dai miei umori, la lingua si posa e si incrocia con quella mia. Antonio ritrae adesso la mano dalla fica e me la offre bollente e gocciolante alle labbra. Io prendo il suo invito al volo e incomincio a baciarla con vigore ed avidità, tutto il mio piacere è presto leccato e ripulito. allungo la mano per estrarre il cazzo eretto in modo incredibile, poche carezze e l
a verga viene accolta tra le mie labbra umide, finalmente lo lecco e lo bacio ripetutamente. aiuto il movimento con le mani che hanno completamente avvolto il cazzo di Antonio. Godo da morire nel fare quel meraviglioso pompino..lecco l'asta con dolcezza...salgo con piccoli colpi di lingua verso la cappella..gonfia..violacea e tesa da morire.poi me lo metto per bene sulla lingua...appoggio le labbra al grosso cazzone teso ed inizio ad andare su e giù con la bocca...insalivando il membro per farmelo scivolare per bene tra le labbra...come una zoccola di professione farebbe!Inginocchiata ai suoi piedi..in quella toilette dell'autogrill mi sento veramente una grandissima puttana al lavoro...ma godo da morire e sono eccitata come una pazza!Anche lui si scopre molto, molto eccitato; se questo giochetto non si interrompe l'esito è segnato. Antonio m'afferra la testa allontanandola dall'asta eretta, io mi lascio guidare. mi gira su me stessa, alza leggermente la minigonna e mette in luce du
e glutei fantastici. la gonna diventa un ricordo, viene spostata sulla vita ed io mi lascio condurre senza opporre resistenza. di fronte ad Antonio ci sono adesso due natiche fantastiche, un reggicalze in pizzo.che orna ed impreziosisce quella splendida opera d'arte. Il rumore della porta sbattuta con violenza lascia spazio a due rozze voci maschili. un sobbalzo ulteriore per le coronarie già profondamente provate.. Si capisce che non si è più soli. fortunatamente è stata chiusa la porta del bagno. Io non mi scompongo più di tanto, anzi l'inattesa situazione, che mi costringe al silenzio assoluto, ha dovuto ridurre e modificare il respiro troppo evidente, i leggeri mugolii sono ora strozzati ed impercettibili.. Anche Antonio, eccitatissimo, reagisce rapidamente alla nuova emozione; dopo avermi accarezzato le natiche m'infila due dita nella fica, le grandi labbra si schiudono, trova l'apertura fradicia e gocciolante. Io mi agito in modo incontrollabile, Antonio si ferma capendo ch
e sto' perdere il controllo. Anche lui comunque è talmente eccitato che le azioni non risultano più troppo logiche. L'asta esce velocemente dai pantaloni e senza pensarci troppo viene avvicinata al mio culo.fortunatamente le due voci si allontanano sbattendo la porta.. Le mani di Antonio sulla mia schiena, le sue unghie quasi a voler lambire la mia carne.ho brividi continui. Il silenzio torna nel bagno. Antonio mi sbatte alla pecorina...è un attimo e mi ritrovo appoggiata al muro del bagno.... prendendomi per la vita ed in un secondo, il suo cazzo duro, eccitato è dentro di me. Appoggiata al muro mi godo la monta....sculetto...ansimo... mi muovo, mugugno, spingo su quell'asta che mi provoca infinito piacere. Le sue mani sui seni. I capezzoli duri quasi a farmi male. e.sento contrazioni violente e dolci.sento che sto' per godere.spingo ancora più forte, vorrei che quel cazzo arrivasse sempre più su.più su!!! Sempre di più!!! Esplodo senza ritegno. Antonio anche stà per godere
, sento il suo cazzo sempre più duro. Me lo sfila dalla fica. Con colpi decisi me lo infila nel culo. Sento una punta di dolore ma l'eccitazione è troppo grande! Incomincio a sculettare per farmi entrare quell'asta con voglia sempre più crescente. :" Dai..siii!" Qualcuno è entrato nel bagno ma, questa volta non mi fermo e anche il mio ansimare non riesce a diminuire di tono. I passi del nuovo entrato sono dietro la porta, la vedo schiudersi. Sento degli occhi nuovi, vogliosi sul mio corpo. :" Vieni.la vuoi?" Dice Antonio ridendo. Mi sento le guance infuocate. La mano dello sconosciuto è sulla mia fica. Antonio continua la sua danza nel mio culo. L'uomo s'abbassa, mi apre la fica con le dita e infila la lingua. Antonio si ferma, ora spinge solo lasciando che io mi goda quella lingua che m'esplora, quelle dita che entrano ed escono. Io sono in preda ad un piacere enorme. Ogni parte di me è eccitata, sensibile. I colpi di Antonio ricominciano. L'uomo si alza, mi prend
e la testa e m'infila il suo cazzo in bocca, sto per godere ancora.Ora ho un cazzone piantato per bene nel culo ed un altro meraviglioso e grosso cazzo in bocca...Appoggiata con le mani alle ginocchia mi godo la monta...presa per i fianchi sento Antonio che mi incula da dio...Davanti ho lo sconosciuto che mi stà facendo godere da morire spingendomi il suo cazzone in gola...Lo spompino con voglia...guardandolo per vedere se gode nel sentirmi così tremendamente troia.D'un tratto sento i colpi di Antonio + fitti..rapidi..veloci... " Dai Jessyca.voglio inondarti il culo di sperma, voglio.mmmm!!! Siii, voglioooo! Ohhhh!" Le spinte si susseguono, sento il calore del suo piacere invadermi e anche l'uomo, tolto il suo cazzo dalla mia bocca m'invita a leccarlo sulla punta della cappella...è vicino e si prepara a schizzarmi il suo sperma...Appoggio la lingua al suo glande...lo lecco un pò...lui con la mano se lo mena dolcemente.dolcemente.la mia lingua avvolge veloce la sua cappella...eccolo
..3 o 4 schizzi densi.caldi mi bagnano tutto il viso.poi me lo rimette in bocca...continuo il pompino per farlo godere per bene...Stiamo godendo tutti e tre ed è splendido è..meraviglioso!!!!! L'uomo esce prima di noi. Ecco che ne entra un secondo...che sentendo i mugolii sommessi ed i lamenti ha voluto vedere che succedeva.Sono lì a pecorina...col viso sporco di sperma...ho appena fatto un pompino ad un uno ed ecco che un secondo me lo sbatte di nuovo in faccia...Antonio ancora una volta sorride e gli dice..."vai...fatti sotto...lei è ancora in calore..." E' un camionista...senza parlare mi sbatte davanti la patta dei calzoni...poi con poche mosse se lo tira fuori...ha un cazzo grosso e nodoso...Inizio a fargli un pompino...si appoggia alla porta e inizia a godermi...Lunghe salite e discese con le mie labbra...ha un cazzo da urlo...enorme..duro e gonfio da far paura!Continuo per un pò così...a spompinarlo con dolcezza.Poi mi prende...mi gira...fà spostare Antonio e mi mette a pecor
ina...Mi lecca un pò fica e culo e poi inizia a scoparmi con decisione.Colpi secchi...a spaccarmi la fica...Io godo come una pazza...Antonio sorride e mi guarda.Il camionista và avanti un pò....sbattendomi per bene a pecorina mi gode... poi con una mossa veloce esce dalla mia fica fradicia e spalancata ed inizia a puntarmi la grossa cappella al sedere.Le autoreggenti sono fradice.Dalla fica mi cola il piacere che si ferma ad inzuppare le calze...Stò godendo da morire...Con decisione inizia a sbattermi la cappela prima ed il suo grosso cazzo poi nel culetto...Un dolore sordo mi fà capire che mi stà spaccando il sederino...Sento che entra un pò alla volta.Cm dopo cm si fà strada nel mio sederino,io appoggiata al muro gemo,mugolo,ma godo da svenire.Ogni tanto lo ritrae e ci sputa sopra...per lubrificarlo...e per lubrificarmi il culetto.Sentendo la saliva che cola nel mio sedere mi rendo conto di come mi stà trattando...da vera troia da strada...era quello che sognavo...sono eccitata al
massimo!Finalmente entra tutto,si assesta,sento le sue palle gonfie appoggiarsi alle mie chiappe.Mi avrà sbattuto nel culetto quasi 20 cm di quel suo cazzone da sballo.Ora comincia ad andare su e giù...mi incula con passione,stringendomi per i fianchi sento che gode,sento che si sà muovere.Lo tira fuori fino alla cappella e poi me lo rinfila dentro fino alle palle...+ volte.Questo giochino mi provoca un godimento meraviglioso...il sentire quel grosso cazzone entrare ed uscire dal mio sederino ripetutamente mi dà un fremito continuo.Se ne accorge e ripete diverse volte la cosa.Sono appoggiata alle mie scarpe con tacchi a spillo,dentro quella toilette,con le autoreggenti addosso,il reggiseno di pizzo calato,la mini alla vita ed il toppettino semiaperto e mi sento terribilmente troia,un camionista mi stà inculando come una zoccola da marciapiede,ho appena fatto un pompino ad uno sconosciuto e sono stata già inculata da un uomo conosciuto in internet.Mi sento una vera troia da bordello!!
Il mio montone incomincia ad incularmi + forte...smette di sfilarlo ed infilarlo per concentrarsi sul mio culetto...sento che il sedere mi si stà rompendo sempre di più...mugolo...godo...un orgasmo meraviglioso si stà impossessando di me.Ancora pochi colpi e vengo come una pazza!!Dopo poco godo con fremiti..mugolii e gridolini sommessi...in preda all'orgasmo inizio a parlargli.."dai amore..spaccami....inculami forte...+ forte...dai porco....fammi sentire quel tuo cazzone meraviglioso tutto nel culo...tutto..tutto...dammelo fino alle palle!!"Lui eccitato dal mio modo di fare aumenta la foga...il suo pilone mi entra tutto nel sedere...mi sento spaccare fino in fondo...mentre le sue palle sbattono ormai libere sul mio sedere...segno che è entrato davvero tutto nel mio culetto ormai sfondato del tutto...Finalmente dopo altri colpi serrati e fitti eccolo...eccolo che sborra!Un senso di calore mi riempe il pancino...ancora colpi forti..a sfondarmi...Poi esce dal mio sederino...lo sfila con
facilità...segno che mi ha davvero sfondata per bene...si riveste lasciandomi il sedere gocciolante,la sua sborra mi scivola lungo le cosce fino alle calze...Il buchetto è rotto di brutto e non tiene + lo sperma che mi ha schizzato nell'intestino.Esce....la porta si socchiude,io mi riprendo un pò.Con la carta igienica inizio a pulirmi il sedere....dio com'è largo...il muscolo del buchetto del culo è tremendamente aperto,mi ha sfondata letteralmente...un dolore tenue mi fà capire che stavolta mi sono fatta proprio sfondare per bene...ma ho goduto fino a svenire.Mentre mi pulisco la porta si riapre...quattro ragazzi scivolano dentro...Sono vestiti per andare in discoteca.Uno senza proferire parola si slaccia i calzoni,l'altro sorridendo mi guarda,il terzo si slaccia i jeans e resta a cazzo di fuori anche lui,il 4 rimane a guardami esterefatto.Antonio mi guarda e dice:"dai falli godere...e poi dopo questi andiamo via"Io sorrido e mi inginocchio.Un attimo e mi ritrovo i loro cazzi duri
e gonfi davanti alla bocca.Sono in mezzo al cerchio dei 4...i cazzi duri mi sventolano davanti agli occhi...sono eccitata da morire per questa situazione così terribilmente da troia....Inizio allora con un pompino-stereo...uno mi mette la mano sulla testa,l'altro mi fà leccare le sue palle gonfie di sperma,il terzo ed il 4° si sono calati i calzoni...ed ogni tanto me lo sbattono sul viso,duro e gonfio da morire...Sono circondata da cazzi..duri e vogliosi..palle piene di sborra e grossi giovani cazzi pronti a schizzarmi la loro voglia mi ballano davanti alla bocca...sono eccitata al massimo!Inizio a spompinarli con eleganza...le tette mi ballano al ritmo del pompino...le faccio uscire per bene dal reggiseno per eccitarli meglio.Intanto lo sperma mi continua a scendere dal buchetto del culetto ancora molto allargato verso le calze,facendomi sentire troia al massimo e ricordandomi come mi sono fatta inculare per bene pochi minuti prima.Il primo viene dopo poco...mi schizza getti densi
e caldi sul viso e sulle tette.Svuota le palle nella mia bocca...continuo il pompino ancora un pò...per farlo godere per bene...poi si riveste ed esce.Il secondo è + lento a venire...mi continua a far andare su è giù...gode come un porco a strizzarmi i capezzoli turgidi e duri...Alla fine viene...inondandomi il viso mi schizza dappertutto...gode per bene lasciandomi sporca e piena di sborra...anche con lui ingoio di nuovi dei densi e caldi getti di sperma...Ecco allora che il 3° me lo mette in bocca...inizia a scoparmi la bocca andando su e giù con il bacino..sento che gode...ed io da morire...mentre le gocce di sperma dei 2 ragazzi di prima mi scivolano dal nasino verso le labbra...Vado avanti un pò...poi anche lui inizia ad ansimare..è vicino...Aumento il mio dolce su e giù...eccolo....mugolando viene...Di lì a poco i caldi e densi getti di sborra mi scivolano in gola...schizza bene il porco....copiosi schizzi ancora sul viso,sul nasino,tra i capelli....anche lui viene,si svuota l
e palle nella mia bocca e se ne và lasciandomi sul viso e nel pancino grossi schizzi di sperma...Il 4° me lo mette in bocca con dolcezza...e mi dice.."dai fammelo come sai fare tu...troia..."Lo guardo negli occhi mentre sono in ginocchio...mi piace molto quel ragazzo...lui che mi sventola il suo splendido cazzone duro e grosso davanti al nasino....io che mi sento in quel momento tremendamente zoccola...Decido di farlo godere per bene...e gli faccio un pompino dolce..lento...tutto di lingua e labbra...Vado avanti..mi fermo..ricomincio ...mi rifermo...così facendo lo faccio godere da morire!Poi decido di farlo venire..aumento il mio dolce su e giù...ansima..gode..schizza grosse gocce di sperma...piegando le gambe per come l'ho fatto godere viene...Schizzi caldi,densi e scivolosi mi arrivano in gola,sul viso e tra le tette...poi si riveste,esce...E con questo sono a quota 5 pompini...Ho sborra dappertutto...sul reggiseno,sul vestitino,tra i capelli,sul viso,in gola....Sento che ho anche
il pancino bello pieno di spema...ho ingioiato grossi getti che mi schizzavano quei 4 splendidi cazzi giovani...avevano le palle gonfie e piene...e me le hanno svuotate in gola..sul viso...e nel pancino...E poi c'è il pompino che ho fatto a quello entrato da solo nel bagno...insomma quei 5 pompini che da grandissima troia ho fatto mi hanno lasciato una bella dose di sborra anche nella pancia....Mi stò per rivestire quando arriva un ragazzo..bussa alla porta dicendomi che faceva parte del gruppo dei 4 di prima..ma era rimasto fuori a parcheggiare...Aveva saputo dagli amici di una splendida zoccola nelle toilette e si era precipitato...Mi guarda con una voglia infinita...è molto carino..muscoloso..in canottiera...Antonio mi guarda e mi dice.."dai..jessy...mi sembra così carino..sono sicuro che ti piace..."In effetti mi pace molto...lo guardo e gli calo i panta...prima..gli slip poi...resta così a cazzo semiduro..e che cazzo...una cosa da sogno!!Un cazzone + grosso di quello del camion
ista...resto esterefatta...saranno almeno 25 cm..se non di +....grosso..e largo da far paura!!Sorridendo mi dice..."beh...bella...mi sembra che ti piaccia..no??"Io lo guardo e gli rispondo balbettando..."mio dio sì..sei un vero portento...mamma mia...." Inizio a spompinarlo...ha un cazzo fantastico..sembra finto per com'è grosso...faccio fatica a mettermi in bocca la cappella...sono eccitata da impazzire..non avevo mai visto un cazzo così!!Dopo poco è eretto...una cosa meravigliosa...stento a crederci..Antonio mi guarda e mi dice.."mamma mia jessy con lui credo che finirai sfondatissima..." Lo guardo e gli rispondo.."mmhh...credo proprio di sì...è stupendo questo ragazzo..." Il ragazzo mi guarda e dopo poco mi dice..."dai ora girati..ti voglio scopare alla pecorina..."..Pregustando quel pilone...mi rimetto appoggiata al muro...la mini sulla schiena..alzata per bene.....le calze sporche di sperma...mugolando mi apro la fica e gli dico.."vai cazzone...fottimi tutta...."...ormai ho pers
o ogni inibizione..sono in calore da morire....ho preso un bel pò di cazzo ma ne ho ancora voglia..e poi un cazzo così sarei pazza a farmelo sfuggire.....Appoggia la cappella alla mia fica fradicia...inizia a spingere...mi sembra di sognare..sento la mia fica che si apre...si allarga....sembra quasi strapparsi....Colpo dopo colpo entra....mi sembra di impazzire..non finisce +...una cosa incredibile...mi sento piena in pochi attimi...ho un cazzo da cavallo che mi spinge nella fica...stò morendo dal godimento!!Dopo un minuto abbondante l'ho preso tutto....mio dio che favola...mi sento la fica piena..la pancia anche...lui inizia a fottermi con decisione....colpi decisi...Mi sbatte bene...godendosi la mia fica fino in fondo..spinge con le reni e me lo fà arrivare in fondo...io mugolando lo incito a fottermi bene...lo voglio tutto....Antonio si inizia a fare una megasega...troppo eccitante vedermi così piena...quel cazzo da cavallo piantato nella mia fica lo inebria...si stà segando come
un pazzo...lo vedo con la coda dell'occhio...Il ragazzo và avanti per un pò...colpi decisi..mentre mi domanda...:"ti piace troia...lo senti il cazzone duro?" Io mi giro lentamente ....lo guardo...quasi in segno di sfida sorridendo gli rispondo..."mmh...si....ma dammi colpi forti..spaccami per bene....rompimi la fica...daiii"...E lui con un sorriso ironico mi rimette sotto...si ferma un attimo...lo fà uscire quasi tutto e poi con due o tre colpi fortissimi mi ripianta quel suo cazzo strepitoso nella fica...mi sento quasi arrivare la cappella all'utero..mio dio che cazzoooo!!Godo da morire...schiaffata per bene a pecorina..le mani alla parete..mi godo la sua monta...ho la fica impazzita dal piacere di quell'enorme cazzone...la testa mi gira...godo quasi a svenire!!Ad un certo punto lui inizia a sfilarmelo dalla fica....Io mi giro ancora una volta con la testa e lo guardo..quasi a dire.."Ma che fai?" e lui sorridendo mi guarda e mi dice...:"amore..ti voglio inculare..sai??Hai un culo sp
lendido...credo che ti voglio prendere anche lì...sai??".....Io lo guardo e gli dico...:"mmmhh...dio mio..anche nel culetto...ma è grosso....E lui:"beh...provalo....credo ti piacerà..."...mi risponde...A quel punto gli dico:"va bene..ma ti prego..fai piano...sei talmente tanto che ho paura..." Lui mi sorride e mi dice.."guarda che sei già stata inculata...lo vedo dallo sperma che ti cola...e lo vedo dal buchetto che mi pare già piuttosto sfondato...!" Io lo guardo gli rispondo..:"si ma non era come te....mamma mia tu sei enorme...!!" Si lo sò..mi risponde lui...ma godrai per davvero con me..stai tranquilla...!" "Va bene...amore...si...inculami...ti prego..inculami tutta"...gli rispondo....Orami sono in calore..e non mi rendo conto di cosa stò per prendere nel culetto....Mi rimetto per bene...appoggio le mani alla parete...divarico per bene le gambe...e mi rimetto a pecorina...questa volta voglio stare almeno ben messa...e godermi quel pilone nel culetto sarà meraviglioso!!Lui prende
un pò di sapone della toilette del bidet e se lo spalma sul cazzone...poi mi appoggia la cappella...enorme al buchetto...mi prende per i fianchi,me li stringe tra le mani...e con colpetti delicati inizia ad aprirmi il culetto....Sento la cappella che spinge...il buchetto si apre...lentamente...molto lentamente sento che mi dilato...ormai la cappella stà passando...dio come godo!!mi sembra di svenire...mentre lui..sempre molto delicatamente prosegue con i suoi colpetti..dolci..delicati...lenti...Sembra impossibile che un cazzone così si possa manovrare con quella dolcezza...è stupendamente bravo..lo stà mettendo in un modo talmente lento che invece che dolore..stò godendo come una pazza!!!Poco dopo la cappella è dentro..inizia a mettermi il cazzone..mi sento svenire....saranno almeno 25cm...dio che favola!!Non avrei mai immaginato di finire la serata sventrata da un cazzone da sogno...stò godendo da svenire...ho la fica fradicia..colo piacere a ripetizione....Lui continua...cm dopo cm
..inesorabile...sento il mio culetto che si spacca....il pancino è pieno...faccio fatica a respirare...gemo...mugolo..ansimo come una pazza...sono piena di cazzo da svenire..e non ha ancora appoggiato le palle alla mia fica..non è ancora tutto dentro..dio mioooo!!!Lo aiuto...mi apro il sedere con le mani...piantata sui tacchi a spillo cerco di facilitarlo nell'entrata..non ce la faccio +....è troppo grosso..mi sento morire...Lui continua...ancora due o tre colpetti poi finalmente sento le palle...sento i suoi duri coglioni che si appoggiano alla mia fica...è tutto dentro..mio dio...mi sembra di morire!!!Lui mi guarda...sorridendo mi dice....:"che troia magnifica che sei!!!....ci sei riuscita..sai??L'hai preso tutto...è la prima volta che trovo una così sfondata..che riesce a prendersi i miei 28cm di cazzo dritto nel culo....sai???" 28 CENTIMETRI....mio dio...lo sapevo che era enorme..ma questo è un vero cavallo...non riesco nemmeno a sculettare per come sono piena....ed il peggio dev
e ancora venire..ora mi inculerà...darà colpi..mi fotterà come gli pare...credo che sverrò!! Appena finito di parlare si pianta sui piedi...mi serra i fianchi..ed inizia ad andare su e giù...!!Mi sento morire...il pilone enorme mi scivola dentro e fuori dal culetto per metà...stringendomi per bene i fianchi mi incula in un modo stupendo...mi sembra di morire...ho il culetto in fiamme,il sapone della toilette mi ha aiutata...ora è dentro...e mi stà montando in modo superbo...Si muove bene..ci sà fare ad inculare il porco...mi stringe i fianchi e mi guida nell'incularmi...colpi decisi..di reni..spinge fino in fondo..è davvero bravo..mi stà fottendo come un vero maestro..godo da impazzire!!Antonio si sega come un pazzo..vede quel cazzone enorme che scivola..il mio buchetto del culo allargato...vede il ragazzo che mi incula da dio...e gode...che gran porco!!!Mi appoggio con le mani al muro...gemo e ansimo in un modo pazzesco...un "aaahhhhh" sommesso e cupo mi sfugge dalla gola...mentre
il ragazzo mi dà colpi su colpi...me lo sento fino al cervello...dio che cazzo....mi sento scoppiare la pancia!!!Lui và avanti..incurante dei miei rantoli...mi incula senza sosta..colpi continui...il mio sederino ormai è completamnete sfondato...Il camionista di prima al confronto era un bambino..questo mi stà veramente facendo capire cosa vuol dire essere fottuta da un toro...Colpo dopo colpo mi spacca il sedere...io lo prego di continuare...mi godo il suo cazzone tutto nel culo...una serie di brividini alla schiena mi fanno capire che stò godendo in un modo meraviglioso......mi sento svenire...ho il culetto che mi sembra in fiamme...Lui non risponde..và avanti...mi appoggia una mano alla spalla...per spingere ancora di +...sento il buchetto che si sfascia..mio dio...sono aperta come una vacca....Lui inizia ad aumentare la foga...ormai io rantolo continuamente...un :"AAAHHHH...SSSSSSSIIIII"...cupo..sommesso....mi esce dalla gola...Per un attimo riesco a rigirare la testa...lo guard
o...e gli dico..."AHHHH...amore...dio mio ..sei stupendo..lo sai??MMMHHH...mi stai fottendo da dio..lo sai??Godo..amore godo come mai in vita mia....dio si...spaccami tutta!!"...Lui sorride....e con un paio di colpi secchi mi fà riabbassare e rigirare la testa.....pensa solo a godermi...e lo stà facendo davvero in modo superbo...sono ormai in un delirio erotico...mi sento svenire un attimo...poi mi riprendo con orgasmi continui....ormai fà quel che vuole..sono totalmente sua...Il cazzone mi scivola fino alle palle...poi riesce per almeno 20 cm..poi me lo risbatte dentro con colpi secchi...ad ogni colpo il buchetto si slabbra di +...dio che culo mi stà facendo...mi sembra di impazzire....Che toro che è...mi sento larga come una vacca....lo sperma del camionista ormai è colato tutto sulle autoreggenti...sfondata come sono...Il mio montone và avanti...saranno 10 minuti che mi incula senza fermarsi...ho la sensazione di essere alla pecorina da un eternità...avrò avuto 3 o 4 orgasmi di fi
la con questo cazzone...sono esausta!Niente ...lui continua..è duro da morire il ragazzo...non viene mai....è duro sia di cazzo che di orgasmo...inizio lentamente a sculettare per farlo godere prima..ma non è facile..con quel pilone nel culetto muovermi è difficile..sono impalata...piena di cazzo fino nello stomaco...è davvero enorme!! Mi giro lentamente con la testa..lo guardo...e con un filo di voce lo imploro...:"amore ti prego.....ora sborra...non ce la faccio +...ormai mi hai sfondata completamente...hai vinto tu.....ora sborra amore..ti prego..."..Lui sorride beffardo..mi dà uno sculaccione sul sedere..e ridendo mi risponde...:"l'hai voluto tu..ora lo prendi....non sei stata tu a dirmi...prima...VAI CAZZONE FOTTIMI TUTTA...NON MI HAI DETTO TU....VA BENE AMORE...INCULAMI TUTTA??.....beh..l'ho stò facendo..che vuoi di +??".:E per tutta risposta mi dà un colpo + forte degli altri...un urlo mi si soffoca in gola.....l'ho sentito fino in gola!!!Mi rimetto appoggiata con le mani al m
uro...e lui ricomincia a fottermi..colpi continui..ormai sono ostaggio suo..fà quel che vuole....Mi stringe il seno...mi stringe i fianchi...e mi incula come vuole...un ennesimo orgasmo mi riprende....Antonio si sega ancora...è già venuto una volta ma continua...inebetito nella visione di me impalata da quel cazzo enorme...Và avanti ancora...è un martello..colpi su colpi...mi affonda quel suo pilone stupendo tutto nel culetto....mi incula come un vero toro...colpi secchi...di reni...mi affonda la cappella fino in pancia..lo sento fino in gola...che cazzo fantastico che ha!Poi esausta mi rigiro ancora...lo supplico...stavolta quasi lo imploro...:"amore sborra..ti prego..sono esausta..ti prego amore mio..sborra..e finisci di fottermi..ti prego...ti pregoooo"....Ok dice lui...bene...e sia!!Mi stringe i fianchi..quasi a farmi male...e si prepara per bene...Poi inzia a darmi colpi come un treno....1,2,3,10....forti..secchi..decisi...le palle sbattono sulla mia fica fradicia...mi sembra di
morire...il cazzone mi fruga il pancino...mi sento sfondare ormai oltre ogni limite....ho il sedere totalmente sfondato che quel pilone impazzito esce quasi del tutto e poi mi si ricaccia dentro fino alle palle senza alcun problema...mi tratta come la peggiore delle troie...In un ultimo sussulto rigodo..un altro orgasmo....dalla mia fica fradicia ancora una volta escono gocce di piacere...avrò goduto almeno 6 volte da quando questo toro ha iniziato ad incularmi in questo modo fantastico......ho la fica che è un lago...Lui lo sente....sente le mie contrazioni per l'orgasmo..sente che godo ancora una volta...ora è eccitatissimo dal mio godere.....decide di venire...e con una serie di colpi furibondi...finalmente...SBORRA....!!!Un gemito violento accompagna la sua venuta....e schizzi violenti...continui..mi inondano il culetto....sento un fiotto di sperma caldo...denso...che mi arriva quasi in pancia....gli ultimi colpi mi lasciano esausta...appoggiata ai tacchi faccio fatica a tenermi
in piedi!!!...CHE INCULATA MAGNIFICA..AL LIMITE DELLO STREMO....meravigilosa..unica..irripetibile...Finalmente esce....cm dopo cm fà uscire dal mio culetto ormai letteramente sfondatissimo il suo stupendo cazzone....Quando esce emetto un fortissimo...AAAAHHHH....quasi una liberazione per il mio culetto dilatato da morire...credo mi sentano anche al grill...mentre un fiotto di sperma misto a sangue mi fuoriesce dal buchetto ormai terribilmente aperto....Mi ha rotto il culetto nel vero senso della parola...il sangue ne è la riprova...mio dio...sento il sederino talmente aperto che mi sembra sia quasi una voragine....Lentamente il buchetto del mio culetto si inizia a richiudere...sento il muscolo del buchetto che si cerca di richiudere..ma + di tanto non riesce...troppo grosso quel cazzo per non lacerarmi il buchetto...mi ci vorrà un bel pò perchè si richiuda per bene...Mi sento proprio una rotta in culo..e lo sono davvero in questo momento...mamma mia che culo mi ha fatto per ragazzo.
incredibile...ma lui nemmeno immagina come ho goduto!!!Mi appoggio al muro....e lentamente mi rialzo...Lui mi saluta con un :"ciao troia....ti ho rotto per bene quel tuo magnifico culo..sai??Se ti và di rifarti sfondare...quando vuoi..se vuoi...mi trovi al bar del corso...Mi chiamo Massimo..chiedi di me...." e si riveste e se ne và...Mi alzo...mentre dal sedere mi fuoriesce copioso il suo sperma...e sangue..solo qualche goccia.....mio dio..come mi ha rotto il culetto.... mi ha fatto proprio un culetto come una troia da strada....credo mi ci vorrà + di un mese per richiudermi il buchetto.....sono talmente sfondata...Infine mi rivesto,mi pulisco,il pavimento è pieno di sperma...sembra che ci sia stata un orgia ed invece sono stata io...mi sento tremendamente puttana!Mi guardo allo specchio...ho il top pieno di schizzi di sborra...mamma mia che troia che sono!!Infine scivolo via dal bagno degli uomini rifugiandomi in quello delle donne Mi sistemo per bene.Ho in gola il salato sapore de
llo sperma,ed il sedere mi fà male,rotto ed aperto com'è! Ho ancora il clitoride che batte forte...nonostante sia stata fottuta,inculata da un vero cavallo ed abbia fatto pompini a ripetizione ho ancora voglia!!Sembra incredibile quanto possa essere puttana e vogliosa quando mi ci metto! Antonio mi aspetta in macchina. Salgo, non ho voglia di parlare.il sedere mi fà male mentre mi siedo...quel ragazzo era un vero toro,lui si che mi ha davvero spaccata per bene...I fazzolettini che metto sul culo tamponano a malapena la sborra che mi cola....Il ritorno è fatto di sguardi, carezze, sorrisi e un silenzio che, alla fine, urla più di cento voci insieme! Ritorniamo alla mia macchina. Le luci sono spente.il bagliore dell'alba avanza in un sottile strato di nebbia. Scendo, accarezzo quel viso quasi sconosciuto e gli sussurro : "Ciao.alla prossima!" Mi dice sorridente Antonio :"Alla prossima!" " Si, certo.vedrai, ti piacerò e ti stupirò ancora di +!" Un cenno e via.la sua auto è dis
tante da me. Uno sportello sbatte in un nuovo giorno che nasce. Ancora una macchina scivola sull'asfalto silenzioso. Sorrido e penso.. :" Ci sarà un'altra volta?"Sicuramente sì...sono troppo troia per non riprovarci...e poi ho goduto da svenire...mi ritrovo ad essere ancora una volta tremendamente troia...ho preso 8 cazzi in 3 ore ....l'ultimo poi è stato una cosa incredibile....ho sperma dappertutto...ma il sesso mi piace troppo!!Apro lo sportello e lentamente faccio partire la macchina...sorridendo mi riavvio stanca ed ebbra di sesso verso casa....mentre dal culetto un ultimo fiotto di sperma uscendo mi sporca la mini....Massimo mi aveva davvero sfondata in un modo unico..che cazzo che aveva...una cosa favolosa..lo ricorderò tutta la vita...ed il dolore del mio culetto mi ricordava continuamente quanto mi avesse fottuta bene quell'ultimo straordinario....meraviglioso stallone!!
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20 years ago
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Angela
Ci siamo, ho suonato il campanello. Mi ha detto di arrivare per le 16.00 di venerdì, così avrà a disposizione tutto il week-end per l’addestramento. Con uno strano sorriso aveva detto “vedrà che trasformazione al termine”. Già, la sola cosa che mi destava una certa preoccupazione è che quella trasformazione riguardava me, sì proprio me, ma non avevo alcun’idea di cosa intendesse dire.
Qualche giorno prima Angela mi aveva chiamato in disparte. Strano, lei assistente addetta alle pulizie mi si era rivolta con un tono velatamente arrogante, una sicurezza mai mostrata in altre circostanze. Si, avevamo parlato tante volte, mi aveva raccontato di come lei, in possesso di ben due diplomi e di due anni d’esami sostenuti alla facoltà di Medicina, aveva dovuto abbandonare gli studi e mettersi a lavorare sodo. Di come avesse dovuto lasciare i precedenti lavori per le avances e le richieste extra di colleghi, titolari e direttori vari. In fondo era proprio una gran bella donna, 41 anni portati meglio di una 30enne ed era anche piacevole chiacchierare con lei.
Quel giorno comunque, appena fummo soli, esordì con un lapidario “mi spiace ma lei è nei guai” Non capivo cosa volesse comunicarmi e glielo dissi, continuò “il fatto di essere l’unico galletto scapolo di questo schifoso pollaio, single come le piace dire continuamente, non le da certo diritti speciali,” e ancora “appartarsi con le colleghe sposate può procurare un bel po’ di guai, specialmente se il marito è il dirigente, non ci aveva pensato?”
“Ma…ma…co..cosa intende dire?” riuscii a farfugliare, ben sapendo a cosa si stava riferendo. Egle, la moglie del mio capo era stata piuttosto affettuosa con me durante la pausa pranzo di sette giorni prima, tanto affettuosa che eravamo finiti nello studio del marito a rotolarci sul tappeto per quasi un’ora. Ovviamente mi ero assicurato che non ci fosse nessuno in giro, come poteva, lei, sapere di quella innocente parentesi…….la voce di Angela mi riportò alla realtà: “è inutile fingere di cadere dalle nuvole”, disse porgendomi un pacchetto con delle foto. Ovviamente riguardavano le affettuosità scambiate con la Signora Egle. “Crede che dovrei consegnarle al capo?” esclamò con un sorrisetto che non mi piacque per niente. “Cosa vuole, co…cosa mi chiede in cambio di quelle foto” e poi, azzardando un coraggio che in quel momento non avevo affatto e sfoggiando un sorriso cretino le dissi accarezzandole il viso, “forse vuoi lo stesso trattamento offerto alla signora Egle?”. Un ceffone mi colpì violentemente, “non ti azzardare a fare lo stronzo con me” urlò dandomi per la prima volta del tu, “sconterai anche questa, vedrai” poi riprendendo la calma aggiunse “se non vuole che le foto finiscano su quella scrivania, venerdì alle 16.00 venga a casa mia, lei ha bisogno di un buon addestramento, si tenga libero per tutto il week end, vedrà che trasformazione al termine”, si girò e uscì sbattendo la porta, ma nel frattempo ancora una volta quello strano sorriso le aveva illuminato gli occhi. Frastornato dallo schiaffo ricevuto, ma più che altro inviperito con me stesso per non essere stato sufficientemente attento quando mi ero appartato con Egle, uscii dalla stanza e ritornai al lavoro.
Mi apre, mi saluta come se fossi il garzone del fornaio “ah ciao, entra entra e posa lì la borsa, non credo ti servirà”. Ha qualcosa di strano, certo l’abbigliamento non è quello da lavoro, mi sembra piuttosto ricercato, ma è lo sguardo ad essere completamente diverso.
“Bene caro mio, a te la scelta o le foto sulla scrivania del dirigente e magari, dopo anche su qualche giornale, oppure….”, “oppure?”, chiedo incuriosito.
“Lavoro tutto il giorno, quando torno a casa sono piuttosto stanca per occuparmi anche delle faccende domestiche, cosa ne dici di occupartene tu?”
Spalancai gli occhi, “non sono mica una servetta, non saprei neanche da dove cominciare”, “appunto”, replica ridendo, “ne ero certa, ecco perché hai bisogno di un addestramento full immersion in questi tre giorni, vedrai che alla fine sarai talmente contenta che mi chiederai di non andare più via”. “Oh scusa, ho detto contenta invece di contento, ma in fondo è giusto che ad una servetta ci si rivolga al femminile, non credi?”.
“Ma smettila con questa farsa”, dico quasi gridando, “spara quanti soldi vuoi e facciamola finita, ho già capito dove vuoi arrivare”.
“Stupido, imbecille, arrogante, credi che se volessi soldi ti avrei fatto venire fin qui? Non fai altro che peggiorare la tua situazione. Non so che farmene di te, puoi anche andartene. Considera le foto già su quella scrivania. Sparisci ora” e vedendomi immobile in mezzo alla stanza, aprendo la porta d’ingresso ripete alzando il tono della voce “spa-ri-sci”.
“Aspetta, calmati, spiegami meglio cosa vuoi da me in cambio di quelle foto, non credo di aver ben capito”.
“Sei troppo stupido per capire, dovrò mostrartelo di volta in volta, sappi solo che da questo momento tu appartieni a me. La tua volontà vale meno di zero, dovrai fare ogni cosa che ti dirò, ti piaccia o no. Ubbidirai senza replicare e se commetti anche solo il minimo errore, sarò costretta a punirti severamente. Farai cose che non avresti mai pensato di poter fare, le farai solo per il mio piacere e questo dovrà bastarti come motivazione. Sarai costretto a farle anche attraverso il dolore se dovesse essere necessario e spero tanto che sia necessario perché adoro infliggere punizioni fisiche.
Sappi che al termine dell’addestramento sarai completamente soggiogato e sottomesso alla tua Padrona”. Man mano che detta le condizioni il suo volto assume un’espressione sempre più dura e distaccata, la sua voce sempre più ferma e severa.
Io, inebetito, ascolto come se stessi guardando un film, senza replicare. Non trovo le parole per dirle che è pazza se crede, anche solo per un momento, che io accetti il suo gioco, non trovo le parole……… Non le trovo perché…..perché…..perché mentre parla, una strana eccitazione si è impadronita del mio cervello e non solo del cervello. Strana ma non sconosciuta. A volte ho pensato di vivere una situazione del genere, io sottomesso a una donna capace di dominarmi. Saranno state le bacchettate avute dalle suore, a far nascere in me questa pulsione? Ricordo che anche Egle, la moglie del capo, me lo chiese mentre scherzando, le baciavo un piede. Mentii spudoratamente come mento a me stesso.
Angela sembra leggermi nel pensiero. Capisce subito. mi guarda negli occhi, poi abbassa lo sguardo sul mio ventre, si accorge del gonfiore all’interno dei pantaloni e con un sorriso beffardo esclama “vedo che il tuo cazzo ragiona più velocemente del tuo cervello, cosa mi potevo aspettare da un coglione come te, bene non perdiamo tempo, mettiamoci al lavoro”, sappi comunque che sei libero di andar via, ma insieme con te partiranno anche le foto per l’indirizzo che sai”.
Capitolo 2°
Sembra impossibile, eppure sono qui, nella sua “sala giochi” come la chiama Lei. Alla fine ha finito per accettare, ma in realtà mi ci ha condotto lentamente, ha giocato con me come un gatto con il topolino.
Bruna, occhi scuri, media statura sembra una donna come tante, certo carina, sensuale, ma nulla farebbe credere che in lei si nasconde quel qualcosa che la rende ciò che è. Il seno è voluminoso, libero sotto la canotta di cotone leggero, i fianchi tondi riempiono la gonna piuttosto corta dalla quale scivolano fuori gambe tornite, velate da calze scure. Ai piedi scarpe con tacco alto. Una mano poggiata sul fianco, l’altra tamburella con le dita contro la coscia.
Non una parola, mi scruta dalla testa ai piedi come se mi vedesse per la prima volta, poi pianta lo sguardo nei miei occhi, è difficile sostenerlo ma ci provo cercando di sfidarla. Un passo avanti e improvvisamente la mano parte a colpire il mio viso. La sorpresa e la rabbia mi fanno vacillare ma non ho il tempo di reagire. “Non osare mai più sfidare la tua Signora, abbassa gli occhi quando ti guardo”. Era già difficile sostenere il suo sguardo, ora non riesco neppure a guardarla in viso; “così va meglio, stupido” sibila tra le labbra, “imparerai, vedrai che imparerai a rispettare la tua Padrona”.
“Ora giù in ginocchio” ordina con tono secco che non ammette repliche. Mi inginocchio e lei con la mano mi accompagna il capo verso il basso, “leccami i piedi ora, se vuoi che ti perdoni”. Le mie labbra sfiorano il collo del suo piede, il contatto con la calza velate mi provoca un certo piacere ma avverto che anche lei ha un fremito. Preme il piede contro la mia bocca e ordina “con la lingua, voglio sentirla”, e sfila via la scarpa offrendomi la pianta. Forza le mie labbra con le dita del piede facendole entrare. Con imbarazzo comincio a succhiarle facendo scorrere la lingua sotto tutte le dita. Per più di cinque minuti sono costretto ad umiliarmi baciandoli i piedi, riempiendo le narici del loro odore acre ma per niente sgradevole, dovrebbe infastidirmi e invece quell’odore stranamente mi eccita. “Basta ora, alzati”. Sono di nuovo ritto, ma non oso alzare gli occhi su di Lei.
“Ora iniziamo l’addestramento, ti senti pronto?”, “credo di si” mormoro. “Niente affatto” urla, “non sei affatto pronto se rispondi in questo modo, sembri una femminuccia spaventata”, poi con voce più dolce chiede “vuoi che ti tratti come una femminuccia?”, “no, assolutamente” rispondo con quel poco di orgoglio che mi è rimasto. Ride dicendo “e invece è proprio così che sarai addestrato, come una puttanella, imparerai ad essere la mia servetta in tutto e per tutto, intesi?”.
Esito qualche secondo prima di rispondere, pochi secondi fatali, un ceffone mi colpisce di nuovo in pieno viso, “intesi?” urla, “rispondi immediatamente quando la tua Signora ti fa una domanda. Non hai diritto di pensare ma solo di rispondere: “Sì Signora”, “capito”?, “sì Signora”, la risposta mi esce veloce e spontanea tradendo il mio istinto di voltare le spalle e andar via. E’ incredibile, riesce a leggere i miei pensieri, “se vuoi scappare devi farlo ora, dopo non potrai più farlo finché non lo vorrò io” mi sussurra accarezzandomi la guancia colpita dallo schiaffo, è una carezza incredibilmente dolce. “Ora mi allontano qualche minuto, puoi andare via se vuoi e non ci vedremo più e sai qual è il prezzo che pagherai, ma se decidi di restare voglio trovarti deciso ad ubbidire e a sopportare qualsiasi cosa io vorrò e ricordati, non avrai più la possibilità di ribellarti né di andartene” e girate le spalle si avvia verso la porta, “ a proposito” dice mentre esce, “quando torno voglio trovarti nudo in piedi al centro della stanza”. Ho il viso rosso, per lo schiaffo ma principalmente per la vergogna che provo in quella situazione. La mente è scombussolata, mille reazioni mi passano per la testa, ma non riesco a muovermi per andar via e lentamente, come se qualcun altro lo facesse per me, inizio a spogliarmi.
Saranno passati più di dieci minuti, sento dei passi avvicinarsi, la porta si apre. Non mi degna neppure di uno sguardo, era certa di ritrovarmi li, prende tutti i miei vestiti, li infila in una grossa borsa ed esce di nuovo.
Passano altri dieci minuti prima che ritorni. Eccola, apre la porta ed entra. Sono nudo con le mani poggiate sull’inguine nel ridicolo tentativo di coprire. Apre un cassetto, tira fuori qualcosa e girandosi di scatto mi colpisce violentemente le nocche delle dita con un frustino. Il dolore è lancinante, tiro via le mani per massaggiarle e così il secondo colpo si abbatte direttamente sul pene. Mi piego quasi in due, “hai vergogna della tua padrona?”, dice con tono autoritario, “ora, se vorrai andar via dovrai farlo così come sei, nudo come un verme, oppure indossando queste,” e poggiando in terra alcune cose ordina: “mettile e se ti donano potrò anche truccarti un po’, giusto un tocco di rossetto e qualche altra cosina, vedrai che bella schiavetta diventerai, ti presenterò alle mie amiche e potrò anche prestarti a loro se lo vorranno”, ” .
Pochi minuti dopo mi ritrovo vestito con calze, reggicalze, perizoma e reggiseno tutto rigorosamente nero, mentre sopra indosso una minigonna di stoffa verde ed una canottierina nera.
Una tempesta nel mio cervello, vergogna e umiliazione la fanno da padrone – io, io vestito da donna, io con il mio orgoglio di maschio ormai sotto i piedi. Il cervello è in tumulto, ma…….porca miseria, non solo il cervello. La mia pelle reagisce stranamente al contatto delle calze, quelle mutandine poi…..oh no, è proprio un’erezione quella che sto avendo, è già la seconda volta che reagisco in questo modo da quando sono qui e la cosa non mi tranquillizza affatto…………….
“Quel reggiseno è piuttosto vuoto, non trovi?”, “sì Signora” rispondo senza perdere tempo, insiste “ora lo riempiamo un po’”. Torna dopo qualche minuto con alcuni pezzi di stoffa bagnati e li infila nelle coppe simulando un seno che non posseggo. Sono gelati, i capezzoli si induriscono al contatto, istintivamente mi ritraggo lamentandomi per l’eccessivo freddo. “Stupida, continui a commettere errori. Sarò costretta a punirti come una collegiale”. Due piccole pinzette metalliche compaiono tra le sue mani, scostandomi il reggiseno le applica velocemente ai capezzoli induriti. Il dolore è sottile, a stento mitigato dal gelo del finto seno. Mi fa poggiare con il petto su un tavolo e le braccia allungate in avanti. Le pinzette schiacciate sul tavolo aumentano il loro morso ai capezzoli. Con una corda lega i polsi e le caviglie ai piedi del tavolo. Mi solleva la gonna scoprendomi il sedere su cui scorre solo il filo del perizoma, le gambe divaricate mi costringono, con mia grande vergogna, a mantenere i glutei aperti. “Ora vedremo se questa puttanella riesce a muoversi, e non permetterti di urlare”. Credo di sapere ciò che mi aspetta, un brivido di paura mi percorre la schiena, ce la farò a resistere? Ma perché mi sono messo in questa situazione? Devo esser……AAHHHH, un colpo di frusta si è abbattuto sulle natiche, non molto forte per la verità, ma sono stato colto di sorpresa e non ho potuto fare a meno di urlare. “Ma allora sei stupida, non capisci?” , cinque colpi si abbattono con violenza crescente, ho stretto i denti, ho retto in silenzio per i primi tre, ma gli ultimi due mi hanno strappato un urlo, le natiche mi bruciano, sono in fiamme. “Va bene l’hai voluto tu” dice tra i denti, ora è davanti a me in modo che la possa vedere, si sfila le mutandine affondandole prima nella fica, si avvicina e le infila nella mia bocca. Posso vedere il suo pube coperto da una fitta peluria nera mentre toglie le calze, con una mi fissa le mutandine nella bocca legandola dietro la mia nuca, “ora vedremo se riuscirai ancora ad urlare” dice mentre si porta di nuovo alle mie spalle. L’altra calza la usa per legarmi i testicoli staccandoli dalla base del pene legando poi anche questo in modo che possa mantenere una condizione di rigidità. Una quindicina di colpi, questa volta con una corta bacchetta di legno, si abbattono sul mio sedere colpendo in un paio di occasioni anche i testicoli tesi dalla legatura. Il dolore è lancinante ma non posso muovermi ne urlare. Qualche debole lamento filtra attraverso il bavaglio ma Lei sembra non sentirlo nemmeno. “Questo dovrebbe bastare per farti capire chi comanda qui, e se non bastasse potremo sempre riprendere” disse con un tono perentorio, un “si” sibilò attraverso il bavaglio “perché tu sei la mia schiavetta, vero?, ti senti tale?” arrossisco senza volerlo ma lei incalza, “lo vedremo subito. Poi sento la sua mano frugarmi dietro. Infila prima un dito, poi due.
Mi fa un po' male. Istintivamente grido e cerco di sottrarmi.
"Fermo!" ordina lei dandomi uno sculaccione. “Ora vedremo se avrai più voglia di ribellarti”, la punta della scarpa mi colpisce i testicoli, leggermente ma tanto da farmi sobbalzare “Fermo, o non sarò più tanto delicata”. Un sibilo e qualcosa si abbatte sui miei glutei, una, due, tre, dalle mie labbra può uscire solo un timido “ummmmm”, ma cerco di trattenere anche quello per non scatenare reazioni peggiori. Le sue dita riprendono a massaggiarmi lì. E' molto imbarazzante essere sottoposto a questa ispezione intima. Di nuovo un dito, poi due, tenta con il terzo ma il varco è stretto. La sento emettere un verso di soddisfazione, qualche secondo e qualcosa di umido mi unge il forellino. Riprende il gioco, e questa volta, quasi con violenza, il terzo dito affonda dentro di me, “ummmmm” tento di gridare e subito l’altra mano mi strizza i testicoli in maniera piuttosto dolorosa, “allora dì che ti piace, fai sì con la testa o te li stacco in un colpo”, la mia testa oscilla su e giù in un timido “si”. “Vedrai che piano piano potrò infilare tutta la mano fino al polso, è solo questione di allenamento. ”Poi toglie le dita e sento una cosa molto più dura e grossa spingere per farsi strada nella mia intimità. Fa veramente male! Sento entrare questo oggetto che mi sembra enorme. Prima lentamente poi più deciso, ormai il varco è aperto. Provo fastidio, dolore, vergogna, ma anche qualche altra cosa: un nuovo e strano senso di piacere.
"Bene. Ora è entrato tutto. Guai a te se lo fai uscire...D'ora in poi indosserai sempre questo, quando sarai con me perché una puttana deve sempre avere la fica bene aperta, e questa diventerà la tua fica” e ripetendolo quasi a volermi convincere definitivamente “perché tu sei la mia troia, la mia schiavetta puttana” e fissandomi con occhi furiosi mi spinge con la mano quell’affare ancora più dentro “vero?”, non posso che rispondere: “sì Signora”, “bene dimostramelo allora”. Mi slega polsi e caviglie obbligandomi a stare giù in ginocchio e toltomi l’improvvisato bavaglio sussurra “spalanca bene gli occhi e la bocca perché questa volta devi vedere bene ciò che chiedo alla mia schiava” e afferrata la testa per i capelli me la riversa all’indietro con uno sguardo che non promette nulla di buono. Sono lì, occhi e bocca ben aperta e il suo viso sul mio poco distante con un sorriso crudele. Le sue labbra si schiudono e un fiotto di saliva scende lentamente verso la mia bocca, “ingoia, ingoia tutto ciò che la tua Padrona ti regala, per te questo è miele, è un premio per la tua sottomissione”. Un altro fiotto ed un altro ancora scivolano verso la mia gola inondandomi di rabbia e di piacere facendomi perdere totalmente la ragione. Oramai mi sento un oggetto nelle sue mani, potrei fare davvero qualsiasi cosa mi imponesse e le più umilianti mi arrecherebbero maggior piacere. “ Bene, vedo che ti comporti come si deve, d’ora in poi mangerai solo dopo che io avrò masticato il tuo cibo e lo avrò ben imbevuto della mia saliva".
Capitolo 3°
“Adesso andiamo in bagno” mi ordina, “la tua Padrona è un po’ accaldata, devi lavarla!” Si siede sul bidet ed io, con le mani tremanti, lo riempio d’acqua. Mi insapono le mani e comincio a passarle tra le sue gambe, sulle sue parti intime, accuratamente depilate, a parte quell’elegante triangolino nero alla sommità. Non so se è possibile immaginare l’emozione che provo nel far scorrere la mano su quelle parti morbide e sensuali! “Anche dietro” insiste. Così posso raggiungere con la mano il forellino posteriore, massaggiarlo dolcemente con le dita. La sciacqua accuratamente ovunque. “Ti conviene togliere bene il sapone” dice lei “perché dovrai asciugarmi con la lingua”. “Sì Padrona, sto sciacquando benissimo”.
Si alza, ed io sono in ginocchio davanti a lei, tra le sue gambe leggermente divaricate. Lei si strofina sulla mia faccia, sui capelli.
Tiro fuori la lingua e cerco di togliere tutta l'acqua, cosa non facile. Si gira e si china leggermente in avanti. "Anche dietro!" Ordina.
E' una cosa bellissima mettere il volto lì, sentire con la bocca la sua pelle, le sue parti più intime. Troppo bella!
"Non mi devi leccare, stupido! Mi devi asciugare, fai entrare quella lingua!" fa lei quando si accorge che insisto troppo su certe parti.
"Mmm. La tua Padrona ha voglia di fare pipì, ora" dice con un lieve sorriso. Ho un tuffo al cuore. Mi fa mettere seduto a terra con la schiena appoggiata al water, la testa piegata all'indietro. Lei viene su di me e la sua fichetta è a pochi centimetri dalla mia bocca. "Apri bene, la bocca" mi ordina "e guai a te se non la bevi tutta!".
Ubbidisco, chiudendo gli occhi. Sento arrivarmi in bocca un rivolo di liquido tiepido e leggermente salato. Lo ingoio senza difficoltà. Non e' cattivo, penso con grande sollievo. Ma ora diventa un getto e faccio fatica a mandarlo giù senza strozzarmi. In parte mi bagna tutta la faccia. Lei continua, con piccoli intervalli, ad emettere getti di pipì, dirigendoli con precisione nella mia bocca ed io continuo a berla. Finalmente si e' svuotata!
Tremo tutto. Lei si strofina sul mio viso per asciugarsi e finalmente posso liberarmi da quella posizione scomodissima. “Non è mica finita sai?”, “non vorrai mica solo bere, dovrai pur mangiare qualcosa”. Uno strano presentimento mi attanaglia, tremo al pensiero di ciò
che mi sta sfiorando la mente. Si gira, avvicina lo sfintere alla mia bocca e si curva leggermente in avanti. Vedo l’orifizio allargarsi sempre di più, contrarsi, richiudersi e aprirsi. E’ un attimo, schiaccia il culo sulla mia bocca e qualcosa di solidi e molle mi si spalma sulla lingua. Penso al disgusto ma non ho il tempo di riflettere, lei è gia girata e tappandomi la bocca con la mano mi grida come una belva “ingoia, ingoia la merda della tua padrona. Ora, ora sei davvero il mio schiavo. Ti ci dovrai abituare”, e sedutasi sul bidet svuota la pancia in pochi secondi mugolando come se stesse avendo il migliore degli orgasmi. “Annusa, annusa e fai che diventi profumo per te” e afferratami la testa per i capelli, mi schiaccia il viso sul bidet fino a pochi centimetri dalla sua cacca. E assurdo, tremando come un bimbo impaurito, riesco a resistere senza reagire ma il tremito del mio corpo sembra eccitarla sempre di più. “Ora lavami di nuovo il culetto”, mi rassereno un po’, forse è finita, allungo le mani verso il sapone ma una risata mi blocca “cosa hai capito” mi fa ridendo, “con la lingua e fin dentro la pancia devi arrivare”. L’ho fatto, ho pulito tutto, tra eccitazione e disgusto il mio pene sembra scoppiare, mentre il mio culo quasi non avverte più il fastidio di quel grosso fallo che lo penetra. “Sembra che ti piaccia a guardare il tuo cazzettino, riproviamo allora” e raccolta un po’ di cacca con le dita la spalma sui suoi grossi capezzoli fino a ricoprirli. “Ti piace succhiare il seno della tua padroncina vero puttanella?” e senza attendere risposta il capezzolo sinistro è gia tra le mie labbra, “non devi leccare ma succhiare, come una bimba che prende il latte”. Sembra godere immensamente dei miei mugolii di disgusto, le piace molto farsi stringere e succhiare il seno, lo capisco dai movimenti del bacini e della schiena inarcata in avanti. “Ora l’altro, su”. Quando l’operazione le sembra completata decide di sciacquare la mia bocca ancora con la sua pipì, e mi costringe a ingurgitare tre quattro lunghi fiotti di piscia risciacquando la bocca prima di ingoiarla.
“Bene sembra che l’addestramento da i suoi frutti, ora la Signora ha voglia di scoparsi la sua puttanella, ripulisci bene tutto, lavati e raggiungimi di la”. Finalmente potrò fare l’amore con lei, so che avrò un orgasmo stupendo tanta è la voglia che ho di venire.
Povero illuso, sono in perizoma e reggiseno a quattro zampe sul tappeto mentre lei, dopo essersi fissato in vita un enorme fallo a due punte mi chiede “ dovrò legarti e imbavagliarti di nuovo, o starai buona buona mentre ti spacco il culo? Sappi che il bavaglio questa volta lo immergerò prima nella mia cacca e poi te lo caccerò in gola” “No” grido, “starò buono”. “Buona, stupida, buona non buono. Ricordati che sei una femmina, non vedi come sei vestita?”. Lo dice mentre spinge con la mano il grosso vibratore che ho ancora nello sfintere. Poi, tirato fuori quello, mi unge di nuovo il buco e comincia a spingere con i fianchi il grosso dildo che ha in vita. Sento sfondarmi il culo, si fa strada lentamente e affonda sempre di più ma mi fa impazzire. Il dolore si fonde al piacere, la vergogna e l’umiliazione sì perdono in un turbinio di emozioni sconvolgenti. E’ dentro di me, tutto, enorme e si muove come se fosse vero. Mi arriva alla pancia ma è un piacere incredibile. Sento il cervello liquefarsi e la mia voce che ripete “sì Padrona, sono la tua schiava, la tua puttana, fottimi, FOTTTIIIIMIIIII…….!!!”. Lo fa, cazzo se lo fa mentre mi stringe i fianchi con le mani, mi strizza quel falso seno che ho nel reggipetto, le pinze ai capezzoli mi provocano fitte di fuoco, mi strappa i capelli affondando sempre di più dentro di me ormai spalancato per lei.
Rallenta, si ferma, è totalmente svuotata. Io tremo tutto per l’emozione che quell’atto mi ha provocato. La sento uscire con delicatezza, si sfila quell’oggetto dalla fica e si strofina sul mio viso per asciugarsi e finalmente posso sdraiarmi sul tappeto mentre l’asciugo con le labbra.
“Riportami sul divano ordina”. Ubbidisco.
Lei comodamente seduta, io sempre in ginocchio davanti a Lei.
Si accende una sigaretta. Ne avrei voglia anch’io. Non me la offre ed io non oso parlare. Prende da una borsa delle manette. Mi fa girare e mi blocca i polsi dietro la schiena. Mi mette ai capezzoli delle mollette ancora più strette unite da una lunga catenella. Poi si stende sul divano, allarga dolcemente le cosce e mi tira la testa verso di lei.
“Adesso occupati un po’ della tua Padrona!” mi dice. Ora devo proprio leccarla come si deve. sto terribilmente scomodo, con le mani legate dietro, semisoffocato tra le sue gambe, ma mi do da fare con entusiasmo. Lei ogni tanto tira la catenella provocandomi delle fitte ai capezzoli e mi incita con voce soffocata “dai cane, lecca bene! Datti da fare per la tua Padrona”. Lecco freneticamente dappertutto. Inarca le reni ed io arrivo con la lingua anche dietro. La sento sospirare e gemere e questo mi riempie di gioia e mi da più vigore. E’ faticoso in quella posizione ma è impossibile descrivere la sensazione meravigliosa che provo ogni volta che le sfioro la clitoride e la sento fremere di piacere.
“Ora andiamo sul letto” sussurra finalmente dopo un tempo che mi è parso infinito.
Mi fa stendere sul letto, sale su di me e si siede sulla mia faccia. Continuo a leccare, a succhiare, a baciarla dappertutto, freneticamente, perché sento la sua eccitazione crescere e trasmettersi anche a me. Non è un normale rapporto sessuale, io sono solo un oggetto nelle sue mani. “Avanti verme” mi incita, “fai godere la tua Padrona!” e di tanto in tanto strattona i capezzoli per rammentarmi la mia sottomissione.
Ma ora con una mano la Padrona mi sta accarezzando il sesso!!!! Sento le sue parti intime contrarsi e capisco che sta per raggiungere ancora l’orgasmo. Le sue dita mi graffiano il petto….le sue mani??? Ma allora chi mi sta accarezzando il membro? Cazzo c’è qualcun altro, non riesco a vedere chi sia ma ora distinguo chiaramente il suo respiro eccitato, è una donna, ma chi diavolo può essere…… Angela geme e sospira sempre più finchè la sento scoppiare in un orgasmo mentre quella mano continua ad eccitarmi. A quel punto non resisto più e scoppio anch’io schizzando come non mai e affondando sempre più la lingua nel ventre della mia Padrona.
Mi sento morto! Lei si alza ed ora posso finalmente dare un volto a quella mano che mi ha portato all’orgasmo. Cosa!?!?!?, Egle la moglie del capo. E’ bellissima, arrossata per il recente piacere, è chiaro che si è masturbata. Era qui fin dal mio arrivo, nascosta chissà dove, complice di Angela fin da quando mi trascinò nell’ufficio del marito. Mi fa l’occhiolino, un sorriso dolcissimo. Ed anche i suoi occhi sorridono.
“Veramente” mi dice, mentre bacia Angela sulla bocca, “non ti avevamo ancora dato il permesso di venire”…..chiarendo subito che da questo momento le mie Padrone sono due, “per punizione vai in bagno a lavare tutta la biancheria. Ah, dimenticavo, visto che da domani le cose si faranno un po’ più dure per te, le foto che ho scattato oggi le useremo se decidessi di andar via prima della fine dell’addestramento”. La testa di Angela è già tra le sue cosce, se avessero potuto vedere la reazione del mio membro a quelle parole, avrebbero capito che le foto non servivano più……
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La cameriera...
L’orologio a muro segnava le tre meno cinque. Avevano fatto in fretta quel giorno. Ormai stavano finendo di pulire la sala da pranzo e non restava che apparecchiare per la sera. Un quarto d’ora ancora e poi via, fino all’indomani a mezzogiorno non era in servizio. Silvia si affrettò ad andare a svuotare la palettina nel sacco dell’immondizia piazzato appena fuori dalla porta della cucina. Per fare ciò passò davanti alla porta d’ingresso della grande sala da pranzo e notò Francesco che si allontanava. Che stesse guardando proprio lei e che si fosse allontanato imbarazzato trovandosela così vicina? Il pensiero le balenò improvviso nel cervello, per una frazione di secondo, ma la ragione ebbe immediatamente la meglio. Certamente no! Non era certamente la più graziosa delle cameriere che erano nella sala in quel momento. Si guardò un attimo attorno: in fondo, dalla parte opposta dove era lei, c’era Roberta, una bella ragazza di 24 anni della provincia di Milano, molto carina con i suoi capelli nerissimi e ricci. Poco più in là Paola stava finendo di scopare per terra: anche lei, con i suoi 21 anni era una possibile pretendente degli sguardi di Francesco. Silvia si ritrovò a passare di fianco a Flavia, che stava cominciando a preparare le tavole. Era come imbambolata, con gli occhi aperti che fissavano la porta. Lei sì che era veramente bella! Alta, bionda, con i capelli mossi in una specie di caschetto, indossava la camicetta bianca delle cameriere dell’albergo ma sotto spuntavano un paio di tette fantastiche, di cui Silvia era molto invidiosa. Tra l’altra aveva 22 anni, giusto uno in meno di Francesco, il figlio dei proprietari dell’albergo. Fece quattro rapidi calcoli, collegando lo sguardo perso su quella porta alla sua bellezza: il ragazzo stava guardando proprio lei. Sarebbe stato troppo bello, pensò Silvia, se invece fosse stata lei l’oggetto delle sue attenzioni. Francesco era un ragazzo stupendo, con gli occhi di un azzurro glaciale e con quei capelli neri… Doveva accontentarsi della corte che le facevano i suoi coetanei e di uscire ogni tanto con qualcuno di loro che reputava meno noioso degli altri. Fortunata Flavia! Iniziò a preparare le tavole per la sera, cercando di dimenticare Francesco e fantasticando su come avrebbe potuto passare le prossime ore di libertà. Sarebbe andata un po’ in spiaggia a rilassarsi e a prendere il sole. La sera sarebbe… Avrebbe voluto uscire. Ma chi c’era che poteva uscire con lei? Non era lì da molto e conosceva soltanto le altre cameriere, che erano tutte di servizio… L’ipotesi di dover restare sola in albergo l’agghiacciò. Avrebbe fatto perlomeno un giretto in centro da sola, tanto per vedere un po’ di gente. La sera la calca era tanta… L’orologio segnava le tre e mezza precise quando la sala era nuovamente pronta per ospitare la cena di tutti i clienti. Le quattro cameriere si guardarono soddisfatte del loro lavoro: aveva fatto veramente in un baleno, ora le aspettava la piccola zona di spiaggia libera! Andarono tutte a cambiarsi e in un men che non si dica erano già sdraiate al sole sulla sabbia. Flavia, sdraiata supina, attirava gli sguardi di tutti gli uomini che passavano: aveva un ridottissimo bikini che a mala pena nascondeva una piccola porzione delle sue tette abbondanti. Paola e Roberta fecero anche loro caso alla prosperosità dell’amica e iniziarono a chiacchierare sull’argomento: «Flavia, ma quand’è che ti sono cresciute le tette?». «Be’, a quattordici anni ero completamente piatta e dovevo ancora avere le mestruazioni. Poi in prima superiore è iniziato tutto. La scuola era cominciata da pochi giorni quando ebbi la prima mestruazione: ero euforica, perché finalmente il mio corpo si era deciso a crescere. Poi in due anni mi sono spuntate le tette, un po’ alla volta. A sedici anni avevo già la quarta come ora». «Chissà che seghe si tiravano i tuoi compagni di classe pensando alle tue tette!» esclamò Roberta, la più spigliata di loro quattro. «Già… Ho beccato più di qualcuno che mi sbirciava…». «E nessuno ha mai avuto la soddisfazione di metterci le mani?» chiese Paola, la più curiosa. «Sì, uno sì. In gita a Praga in quinta. Eravamo entrambi mezzi ubriachi e l’ultima notte, tornando dalla discoteca alle cinque, mi sono portato in camera un ragazzo. Volevamo scopare, ma non avevamo profilattici. Così lui me l’ha leccata a lungo e io gli ho fatto una spagnola». «Chissà come se l’è spassata!». «Gli è piaciuto parecchio, tanto che ogni tanto mi invitava fuori sperando di ripetersi. Poi alla fine s’è trovato un’altra ragazza più disponibile, per fortuna!» e sorrise di gusto. «Hai mai provato a fare sesso anale?» le chiese Silvia, incuriosita dalla loquacità di Flavia. «No, però un ragazzo con cui stavo l’anno scorso me l’ha chiesto parecchie volte. In un paio di occasioni ha anche iniziato, ma mi faceva troppo male, per cui gli ho chiesto di smettere». «Ti stuzzica l’idea?» chiese Roberta in un sorriso malizioso. Per la verità Silvia era incuriosita dalla cosa, le sarebbe piaciuto provare. «No, è che i ragazzi ne parlano sempre tanto e noi ragazze ne sappiamo poco…» si giustificò. «Io l’ho fatto parecchie volte, credo che di essere particolarmente sensibile sul culo. Me ne sono accorta fin da ragazzina. Quando ho iniziato a masturbarmi, lo facevo sempre accarezzandomi anche il buco del culo, non solo la fighetta. A quindici anni ho iniziato anche a mettermi un dito dentro per masturbarmi, poi via via due, tre… Ad un certo punto ho provato a mettermi dentro anche un cetriolo: non mi ha fatto più di tanto male, era sopportabile e poi mi ci sono abituata. Se tu provi così, adesso, ti sarà impossibile, ti darà un dolore atroce. Io ho allenato il mio buco del culo per anni e quando a diciannove anni ho fatto per la prima volta sesso anale un po’ di male l’ho sentito lo stesso. Poi è questione di gusti, a me è sempre piaciuto, riesco anche a raggiungere l’orgasmo solo con la stimolazione anale. Ad altre ragazze proprio non piace, non riescono a sopportare il dolore e non ne ricavano piacere». Silvia era soddisfatta dal racconto dell’amica, avrebbe voluto saperne di più sulle sensazioni che provava, ma tenne la domanda per sé. A dire la verità anche lei si masturbava spesso l’ano, anche se non con oggetti di grandi dimensioni. «Tu Paola, hai mai provato?» chiese Roberta. «No, a me proprio non piace. Non è che lo consideri un tabù. Ho provato la masturbazione anale, ma credo che dalla mia passerina ricavo molto più piacere!». Proprio in quel momento un ragazzo le passò accanto e, sentendo il discorso, le sorrise. Paola ammiccò provocante… «Che piccola ninfomane che sei!» esclamò Flavia che se n’era accorta. «Cosa vuoi, l’astinenza comincia a farsi lunga…». «Da quant’è che non scopi?» le chiese Roberta. «Tre mesi ormai!» sospirò Paola. «Però credo mi rifarò qui al mare!». «E pensare che io non sono mai andata oltre i quindici giorni dopo i diciotto anni!» ammise Roberta. «Davvero?» chiese incredula Flavia. «Sì, e senza scoparmi ragazzi squallidi. Bene o male mi piacevano tutti!». «Allora devo darmi da fare!» scherzò Paola. «Comincerò dall’albergo. Mica male i due barman, no?». «Michele è carino, però nulla a che vedere con Filippo. Peccato che questi abbia in mente qualcun altro che te…Lo si vede distante un chilometro!» commentò Roberta. «A me non è parso così evidente…» disse distrattamente Silvia. «Strano!» sorrise Flavia. «E perché mai? Si vede che sono solo un po’ meno attenta di voi…» si difese Silvia. «Perché si da il caso che sia proprio tu la sua attenzione…». Silvia rimase di sasso. Filippo che s’interessava a lei? Probabilmente la stavano prendendo in giro. «Ma dai, non mi prendete per il culo!». «Ti sta sempre dietro, ti guarda in continuazione… Non ha occhi che per te!» esclamò Paola. Filippo, quel ragazzo dallo sguardo timido che non parlava quasi mai, eppure così incredibilmente affascinante. Sentì un’ondata di eccitazione passarle fra le cosce. Quella sera aveva anche lui la serata libera! Ma come avrebbe fatto a invitarlo a uscire con lei, dal momento che di sicuro lui non avrebbe fatto il primo passo? «Mi sa che qui gatta ci cova da come te ne stai imbambolata!» sorrise Flavia. «Già, sembri tu quando vedi Francesco!» fu l’immediata risposta di Silvia, ma solo nella sua mente, non trovò la forza di pronunciarla, tanto era ancora scossa. Presto le ragazze dovettero rientrare, e Silvia rimase sola nella spiaggia. Prese a fantasticare su come invitarlo fuori, su cosa sarebbe successo… Peccato fossero solo fantasie! Magari non lo avrebbe nemmeno visto, o forse nessuno dei due avrebbe fatto il primo passo. Sentì ancora un fremito fra le gambe e si scoprì eccitata. Era da un anno che non faceva l’amore. A dire la verità l’aveva fatto solo poche volte, prima che il ragazzo la lasciasse, l’estate precedente. Quando ripensava alle stupende giornate di quel giugno, passate per lo più a scopare, si inumidiva inevitabilmente. Stavolta non era però il ricordo a eccitarla, ma il pensiero di Filippo. Si distese sul ventre e prese a strofinare le labbra della vagina fra di loro e contro l’asciugamano su cui era distesa. Avrebbe voluto portarsi le mani sotto il costume intero che indossava e penetrarsi l’ano con un dito (cosa che faceva spesso quando si masturbava), ma era impossibile in mezzo alla pur poca gente della spiaggia libera. Pensò a Filippo, a come poteva finire quella serata in sua compagnia, e in pochi secondi era al culmine del piacere. Quando l’orgasmo la scosse, si sentì battere sulla spalla e si girò. «Ciao Silvia!». Il suo volto, sconvolto dall’orgasmo, prese una smorfia strana. Era lui! Venne immediatamente un’altra volta, in un rapido spasmo. «Ciao Filippo» mormorò dopo un silenzio di un paio di secondi in cui le sensazioni di piacere e di sorpresa la scuoterono. «Stai bene?» si preoccupò lui. «Sì, ero solo mezza addormentata…» mentì lei con la prima cosa che le venne in mente. «Sembrava stessi male. Non sembri contenta di vedermi…». «No, guarda che ti sbagli! Ero solo sorpresa… Ti va di farmi compagnia?». «Volentieri» e si sedette vicino a lei. «Hai appena finito?». «Sì, e ne ho approfittato per venire un po’ qui a prendere il sole. Peccato siano già le cinque passate!». «Io sono qui da quando abbiamo finito il turno. Le altre sono rientrate da non molto». «Le ho incontrate proprio mentre uscivo. Mi hanno detto che ti avrei trovata qui». Lui si distese su un fianco, guardandola. Silvia era sempre distesa sul ventre: sapeva che l’orgasmo le aveva bagnato il costume fra le gambe. Non voleva che lui se n’accorgesse, ma nemmeno poteva rimanere così tutto il pomeriggio. Fu lui a toglierla dagli impicci: «Ti va un bagno?». «Sì, dai, andiamo!». Almeno così tutto il costume si sarebbe bagnato ed era difficile che nel breve tragitto fino all’acqua lui, così timido, lanciasse un’occhiata fra le sue gambe. Filippo si alzò per primo e la guardò mentre, seduta, stava per rialzarsi. Il suo sguardo gli cadde fra le gambe di lei e vide la chiazza di umidità: rimase sconvolto. Silvia se n’accorse subito e arrossì imbarazzata. Fecero comunque il bagno e se ne tornarono dopo una mezz’oretta. Il costume di lei, bagnandosi, era diventato trasparente e incredibilmente sexy. Si vedevano chiaramente i capezzoli e, con un attimo di attenzione, si notava perfino il triangolo di peli fra le cosce. Queste visioni provocarono a Filippo un’intensa erezione che cercò inutilmente di nascondere alla sua vista. Lui cercò di non pensarci lo stesso. «Sai, così, con i capelli bagnati sei ancora più carina. Sembri una ragazzina, dimostri un paio d’anni in meno…». Lei lo prese come un complimento: tale infatti lo rendeva il suo tono di voce estremamente gentile e dolce. «Grazie. Tu invece sembri più maturo, più uomo…». Un dubbio l’attraversò. Forse non era il momento di chiederlo, ma era sempre stata un po’ troppo impulsiva: «Ma quanti anni hai?». «Venti». Si guardarono negli occhi, senza parlare, stesi uno di fianco all’altra. Era il momento del loro primo bacio, Silvia se lo sentiva e aspettava che fosse lui a fare la prima mossa. Lo desiderava fortemente quel bacio. Filippo non si mosse, ma i loro sguardi ardevano. «Stasera cosa fai?» le chiese Filippo. Almeno aveva trovato il coraggio di chiederle quello, se non di baciarla. «Non so…». «Io ho il turno libero… Ti andrebbe…» tentennò. «Sì!» rispose lei con entusiasmo. «Ma non ti ho ancora chiesto nulla!» disse lei stupito. «Qualsiasi cosa sia, per me va bene». Si guardarono ancora. Silvia si allungò un po’, il resto lo fece lui e il benedetto bacio arrivò. Silvia gli accarezzò il petto e gli strinse il capezzolo. Avrebbe voluto che lui facesse altrettanto, ma non si mosse. «Hai mai fatto il bagno di notte?» gli chiese lui dopo qualche altro bacio. «No…». «Potremmo farlo stasera…» avanzò timido. «Affare fatto» e suggellato con un bacio. «Ti piaccio davvero tanto?» chiese Silvia dopo un po’. «Da morire!». «Si vede sai, il rigonfio nei boxer…» sussurrò lei nel suo orecchio, baciandoglielo. «Scusa…» rispose sempre sussurrando, imbarazzato. «È che, col costume che hai, si vedono i capezzoli e…». «E qualcos’altro» lo tolse dall’imbarazzo sorridendo. «Non preoccuparti, non mi offendo, lo prendo come un complimento». Alle sei e mezza andarono a mangiare un panino a uno dei chioschi della spiaggia, poi aspettarono il buio pomiciando in riva al mare ammirando lo splendido tramonto. Sembrava fatto tutto per una giovane coppia di innamorati. Finalmente fu buio, una serata calda, e si tuffarono in acqua. Vi rimasero a lungo, fra mille giochi e baci. I loro corpi entrarono in contatto spesso, ma mai per più di un paio di secondi. Solo distesi sulla spiaggia si concessero un abbraccio più lungo. Il contatto era eccitante per entrambi: Silvia gli schiacciava sul petto il suo seno, non molto grande, ma proporzionato e sodo, e sentiva l’erezione di lui, che non l’aveva mai abbandonato nel corso del pomeriggio e della sera, spingerle fra le gambe. «Ce l’hai ancora duro da oggi pomeriggio» osservò. «Sì…» fu la sola risposta. Si guardarono al chiaro di luna. Sembrava di essere in pieno giorno, tanto era luminosa la luna quella sera. «Non vorrei sembrarti una ragazza facile… No, non dir niente… Oggi, quando sei arrivato, mi stavo masturbando strisciandomi sull’asciugamano pensando a te e quando sei arrivato stavo venendo. È stato uno degli orgasmi più incredibili della mia vita. Vorrei darti altrettanto piacere in cambio, però non me la sento di fare l’amore». Filippo non seppe resistere e si strusciò contro di lei con il pene. «Ecco, così, voglio che tu venga così. Credo verrò anch’io. Senza spogliarsi…». «Va bene, non potevo chiedere di più…» mugolò lui incominciando a muoversi. L’abbracciò si fece meno stretto e lui le guardò il seno. «Ti si vedono i capezzoli» sussurrò. «Puoi toccarli» fece lei di rimando. Filippo allungò la mano sul costume bagnato, strinse i seni fra le mani, gliele riempivano. Silvia sospirò. Quando il tocco fu diretto ai capezzoli gemette e allungò le mani sul suo petto. Sentiva la sua figa diventare un lago, stimolata dal suo cazzo. Presto sarebbe venuta. «Toccami il culo!» gli sussurrò. Lui allungò le mani sulle sue natiche e le strinse. «Mettimi un dito dentro, sotto il costume!» ansimò. Lui si fermò stupito. «Ti prego, mettimi un dito su per il culo e continua!». L’eccitazione di Filippo era al culmine, dopo quella frase. Non credeva che quella ragazza fosse così passionale. Infilò una mano sotto il costume e infilò un dito nel solco fra le natiche. Riprese a muoversi e infilò il dito dentro l’ano. Non lo mosse neppure, non ce ne fu bisogno. Lei venne dopo pochi secondi. L’orgasmo di lei velocizzò il suo: il suo cazzo riversò un’abbondante quantità di sperma nel suo costume. Gemettero a lungo insieme, finché ripresero fiato. Filippo si accorse che era arrossita, nonostante la luce non perfetta. «Scusami. Scusa la volgarità…». «Non sei stata volgare. È bello che tu sia così sincera, passionale». «Io godo infinitamente quando mi si stimola il culo…» ammise imbarazzata. Lui le carezzò un gluteo. «Vuoi?». «Aspetta un attimo» e lo toccò fra le gambe. «Hai il costume tutto sporco di sperma. Dovrai togliertelo». Lui capì che glielo stava chiedendo e se lo sfilò. Il pene era floscio, ancora tutto bagnato e appiccicoso. Lei prese un fazzolettino e glielo pulì con cura: in men che non si dica fu nuovamente duro fra le sue mani. Prese allora a masturbarlo piano, mentre lui le infilava un dito sotto il costume nel culo e uno nella fighetta. Si masturbarono a vicenda per lungo tempo, prolungando il più possibile il piacere. Alla fine fiotti argentati di sperma volarono in aria e ricaddero su di loro. Silvia venne, poi pulì entrambi con un altro fazzolettino. Infine si tolse il costume, esibendosi davanti a lui nuda. Si rivestirono con gli abiti con cui erano venuti in spiaggia e tornarono in albergo, facendo il più piano possibile, dal momento che era mezzanotte. Si baciarono di fronte alla camera di lei, poi Filippo tornò alla sua. Silvia aspettò che fosse entrato, per vederlo il più a lungo possibile. Poi aprì la porta lentamente. Uno spiraglio di luce l’abbagliò subito. Entrò e si trovò davanti uno spettacolo che mai avrebbe immaginato di scoprire al suo ritorno in camera. Francesco era disteso supino sul letto di Flavia, nudo. Flavia lo cavalcava altrettanto nuda, con la testa reclinata all’indietro e gli occhi chiusi, le grosse tette che ballonzolavano vistosamente. Nessuno dei due sembrava essersi accorto della presenza di Silvia. «Flavia, sto venendo!» ansimò Francesco. Silvia si risvegliò un attimo dalla sorpresa e chiuse le porta, credendo che avesse ato e svegliato così mezzo albergo. Rimase però imperterrita a guardarli. «Anch’io sto per venire, innaffiami col tuo succo!» esclamò con voce roca la ragazza. Francesco allungò le mani sui seni e li strinse. Reclinò la testa all’indietro e gemette. I suoi fianchi presero a pulsare. Flavia si rilassò improvvisamente e smise di muoversi forsennatamente: era venuta anche lei. Si buttò su di lui. Appena si furono calmanti si rialzarono. «Sei stato super. Sono riuscita ad avere tre orgasmi, uno anche alla fine… Ma… Silvia, cosa ci fai qui!». Francesco si girò di scatto. “Oh, no, sono fottuto” pensò. Silvia non sapeva se ridere o arrabbiarsi. Però era troppo felice quella sera per una sfuriata. «Sarebbe la mia stanza» sorrise. «Flavia, ma avevi detto che sarebbe tornata molto tardi…». «Ho sbagliato i miei calcoli… Da quanto sei entrata?». «Da poco. Ma sufficiente per vedere tutta la scena finale!». «Ti prego, non dirlo a nessuno. Se i miei lo sanno, mi uccidono!» fece Francesco con voce supplichevole. «Non preoccuparti, non lo dirò ai tuoi e non ti ricatterò». La sua voce era inespressiva. «Ora ho solo bisogno di una bella doccia e di dormire». Andò in bagno, sperando che nel frattempo Francesco se ne andasse. Infatti fu così: quando uscì, avvolta nell’accappatoio, trovò solo Flavia distesa sul letto, le gambe oscenamente aperte con un rivolo di sperma che spuntava dal suo folto pelo pubico biondo. «Mi dispiace per quello che è successo, pensavo che fossi nella stessa situazione con Filippo, dato che non sei tornata a cena. Scusa se ti ho giudicata male». «Non fa niente. Con Filippo non è che non sia successo niente. È che non abbiamo fatto l’amore e che siamo tornati presto». «Cosa vuoi dire?» chiese Flavia incuriosita. «Ci siamo masturbati a vicenda. Ho goduto come un pazza, è un ragazzo fantastico» e le raccontò tutto per filo e per segno. «Ma perché ti confidi con me?». «Perché di te mi fido, sei una specie di sorella maggiore per me, da quando sono qui!». «Dimmi la verità, l’hai mai fatto con una donna?». «No…». «Ti piacerebbe provare l’esperienza?». «Non lo so, ora non credo… Come mai queste domande?». «Ne ho ancora voglia, ma niente allora, dovrò accontentarmi». «Ma tu l’hai mai fatto con altre ragazze?». «Spesso, quando non ci sono ragazzi sotto tiro. Lo considero un po’ come masturbarsi, solo che è più divertente. Da quando sono qui io e Roberta ci siamo date spesso da fare. Lei ha una bella fighetta, è un gusto leccargliela!». «Dove lo fate di solito?» chiese Silvia curiosa. «In camera sua. Paola ogni tanto partecipa, sennò va a farsi un giro. Ti piacerebbe guardarci?». «Non so. Forse mi piacerebbe di più rivedere tu e Francesco fare l’amore». «Organizziamo in un attimo se vuoi… E non ti piacerebbe vederlo inculare Roberta?». «Come?». «Sì, hai capito. Ho capito che ti piace, anche da come hai fatto con Filippo. Se vuoi mi metto d’accordo con Roberta e Francesco. Io proprio non riesco a prenderlo nel culo, però sarei felice che tu assistessi». «Quando?» Silvia si fece più attenta. «Anche subito. Così poi potrei anche farmi passare le mie voglie…» e si carezzò fra le gambe, portandosi poi alle labbra il dito sporco di sperma. «Va bene!» rispose senza pensare, istintivamente. Era ancora eccitata dalle carezze di Filippo di cui non si era affatto saziata e la cosa la stuzzicava. Flavia telefonò in stanza a Roberta (Paola stava già dormendo) e a Francesco, il quale arrivò in un attimo, vestito di tutto punto. Roberta arrivò dopo qualche minuto pronta per essere inculata come le aveva detto per telefono l’amica: sotto la vestaglia che buttò subito a terra indossa un reggiseno dalle coppe trasparenti attraverso il quale si vedevano i suoi capezzoli scuri e un paio di mutandine altrettanto leggere che si intuiva benissimo il suo pelo nero non tanto folto. Non si stupì di vedere nella stanza Silvia: «Allora Silvia, vuoi vedere una donna che viene inculata. Lo farò apposta per te!». Silvia non parlò, ma si limitò a guardarla mentre si spogliava di fronte a loro. Il suo seno era un pochino più abbondante di quello di Silvia, con i capezzoli già eretti. Si mise subito alle pecorina sul letto di Flavia, mentre le altre due ragazze erano sedute, una nuda e l’altra in accappatoio, su quello di Silvia. Roberta si aprì oscenamente il culo con le mani e Francesco prese della vasellina e iniziò a lubrificare il buchetto, già largo di per sé per l’ampio uso che ne faceva la ragazza. Francesco si spogliò poi velocemente: nonostante il rapporto di poco prima con Flavia aveva già ritrovato l’erezione, eccitato dalla prospettiva di un rapporto anale con Roberta. Si lubrificò il pene e poi iniziò ad affondare fra i glutei della ragazza. Roberta emise soltanto un profondo sospiro, misto di piacere e di dolore per la penetrazione. Molto lentamente lui entrò completamente in lei e cominciò a muoversi. Roberta prese a gemere per il piacere, tenendo gli occhi chiusi. La posizione però non era fra le sue preferite: in campo sessuale era parecchio fantasiosa. Lo fece perciò girare sulla schiena con grande maestria, sempre tenendolo dentro di sé. Si sistemò poi come voleva: fece in modo di prendere la sua testa sotto il braccio sinistro, mettendosi un po’ di traverso. In questo modo la testa di lui appoggiava sulla sua spalla sinistra. Francesco incominciò a leccarla, prima sull’ascella, sul collo e infine fino al capezzolo, mentre continuava a muoversi in lei. Entrambi erano assorti nel rapporto e nel piacere che ne ricavavano, per cui presto si dimenticarono delle due ragazze che vi assistevano in silenzio, una soddisfatta dal fatto che non avrebbe dovuto masturbarsi per godere ancora, l’altra a bocca aperta perché, le immagini che spesso le vagavano per la mente, erano ora realtà di fronte ai suoi occhi. Roberta si mosse ancora: da distesa sopra il corpo di Francesco, volle mettersi a sedere sul bordo del letto. Lui la seguì ubbidiente nei suoi movimenti, eccitato dalla sua iniziativa continua. In questo frangente era solo lui a muovere il cazzo dentro di lei con ritmiche oscillazioni del bacino, mentre Roberta rimaneva seduta sul suo grembo. La ragazza aprì del tutto le gambe, mettendo in mostra il suo sesso appena velato dallo scuro pelo pubico che teneva tagliato corto e molto curato. Facendo ciò, il cazzo di Francesco fu stretto in una piacevole morsa che era diventato il suo ano: rallentò bruscamente le penetrazioni, che diventarono dolci, ma profonde. Alla vista dell’amica così oscenamente esposta ai loro occhi, Flavia capì che quella era una richiesta diretta esplicitamente a lei, per cui si alzò dal letto di Silvia e si inginocchiò di fronte alla bella milanese. Subito la sua testa bionda affondò fra le gambe della ragazza, che cominciò a mugolare mentre godeva per il cazzo che la penetrava in culo e per la lingua che le leccava la fighetta. Bastò che Flavia arrivasse a lambirle il clitoride un paio di volte con la punta della lingua per farla venire, emanando una copiosa quantità di miele che in parte finì nella bocca della bionda, in parte gocciolò per terra. Per Roberta, più che le stimolazioni delle sue zone erogene più sensibili, era stato il pensiero di soddisfare una piccante curiosità di Silvia, così riservata e “perbene” apparentemente, a eccitarla irrimediabilmente. Finché la ragazza veniva, non erano mancate le costanti penetrazioni nel suo culo, in quanto Francesco non si era mai fermato: quando Roberta venne, si limitò a lasciare la testa di Flavia che teneva fra le mani schiacciandola contro il sesso dell’altra ragazza. In questo caso fu lui a scegliere un’altra posizione : stavolta dovette però abbandonare la sua preda e ritrarsi da lei. Rialzandosi però, si voltò verso il letto e incrociando lo sguardo di Silvia che lo fissava proprio fra le gambe. “Nulla di particolare. Quello di Filippo è senz’altro più bello” pensò la ragazza in questione. Francesco notò che nel suo sguardo non c’era certo ammirazione, come invece in quello di Flavia, che di nuovo si era sistemata sul letto a gambe aperte. Pensò di lasciar rifiatare un attimo Roberta dopo l’orgasmo, come fosse stata un uomo e non potesse ricominciare subito, e di abbandonarsi un attimo fra le braccia, anzi le gambe, di quella che ormai considerava la sua ragazza. Si inginocchiò perciò di fronte al letto e avvicinò la bocca al folto triangolo biondo che aveva fra le gambe. Leccò profondamente la fessura della sua fighetta e la sua lingua arrivò a lambire qualche goccia del suo seme che ancora le colava giù. Roberta nel frattempo si era ripresa dagli spasmi e si era rialzata in piedi. Vedendolo, esclamò: «Ehi, ma sei venuto a inculare me o a slinguazzare Flavia?». Ne aveva di faccia tosta quella ragazza, completamente nuda, con il culo ancora aperto dal suo cazzo e la faccia in cui si leggevano ancora i segni dell’orgasmo! Lui si rialzò immediatamente, lasciando Flavia insoddisfatta dopo i primi segnali di piacere: costrinse la mora a inginocchiarsi alla fine del letto e a stendere il busto sul materasso. Lui, inginocchiato dietro di lei, le allargò di nuovo quel tanto le natiche per poter entrare in lei. Questa volta gli affondi furono più veloci e decisi, ma Roberta non dava altri mugolii e ansiti che di piacere. Quando però lui allungò le mani verso il suo seno schiacciato sul materasso, lei protestò: «Toccale a Flavia le tette, ce le ha molto più grandi delle mie!». Senza parlare, Flavia si alzò di nuovo e si sedette a cavalcioni sulla schiena di Roberta, allungando il seno verso la bocca del ragazzo. Presto le mani di lui avvilupparono i grossi seni turgidi della bionda, cingendole il capezzolo chiaro con le labbra. Ciò non bastava tuttavia a lei, che quasi subito si ritrovò a strofinare il sesso umido sulla schiena dell’altra ragazza. Nel frattempo Silvia era rimasta immobile sul letto, avvolta nel suo accappatoio, semidistesa con la testa appoggiata al muro. I suoi occhi si riempiva di quelle lussuriose immagine, le sue orecchie percepivano attente tutti quei gemiti, sussurri, mugolii e tutti i rumori dei corpi che si toccavano e si strofinavano. La bocca le si era seccata presto mentre l’aroma inconfondibile del sesso aveva riempito la stanza. Inebriata da tutto ciò, si era ritrovata bagnata fra le gambe e non certo a causa della doccia appena fatta. Era abituata alla reazione del suo corpo, che tendeva a lubrificarsi abbondantemente quando si eccitava, però quella volta era una cosa esagerata. Già da un po’ si era resa conto che aveva gocciolato sulla porzione di accappatoio su cui era seduta in modo così copioso che si augurava di non aver sporcato il copriletto. Furtivamente, mentre gli altri tre erano intenti nel complicato amplesso e la loro attenzione era totalmente accentrata sul piacere che davano e ricevevano, si fece scivolare una mano nel tessuto spugnoso dell’accappatoio fino a giungere al suo triangolo, non certo peloso come quello di Flavia, ma che non ritoccava con le forbicine come Roberta. Vi passò sopra la mano, sentendo i soffici riccioli carezzarle il palmo: erano umidi verso il basso, dove contornavano, più radi, la sua michetta madida di miele. Trovò rapidamente le grandi labbra, di cui lascivamente percorse il contorno con un dito, venendo scossa da un brivido di piacere. Allora agì come era solita fare quando l’eccitazione la sorprendeva in maniera irruenta e lei aveva bisogno di placarla: unì l’indice e il medio della mano destra ed entrò in profondità, per quanto le era possibile, molto lentamente, lambendo anche il clitoride divenuto sensibilissimo. Dentro di lei esplose un orgasmo che mai avrebbe pensato di provare solo masturbandosi e che, a dire la verità, forse non aveva mai provato nemmeno facendo l’amore. Socchiuse gli occhi, abbandonò la testa contro il muro e si abbandonò a quelle sensazioni fortissime che durarono parecchi secondi. Dell’altro miele le fluì copioso come non mai sulle dita e sulla mano intera, riversandosi però in gran parte sull’accappatoio. Senz’altro aveva sporcato il letto, ma in quel momento il pensiero non le attraversò il cervello e, se anche l’avesse fatto, non la avrebbe certo interessata. Data la posizione dei letti, i tre intenti a strusciarsi fra di loro non si accorsero di niente, ma continuarono imperterriti a scopare. Le due ragazze avrebbero potuto continuare a lungo in quella posizione, che era particolarmente gradita a entrambe, ma evidentemente Francesco ne ricavava più piacere di entrambe, senza contare il fatto che era già provato dal precedente amplesso con Flavia. Era, insomma, non lontano dall’orgasmo. Aveva deciso di venire così, col cazzo nel morbido ano di Roberta e le tette di Flavia fra le sue mani e nella sua bocca. Si premurò tuttavia di chiedere l’assenso a Roberta, staccandosi per un attimo dai capezzoli rigidi della sua ragazza: «Roberta, posso venirti dentro?». La sua partecipazione, per quanto minima e fatta per lo più di gemiti e incoraggiamenti, venne subito meno. «Non vorrai sborrarmi nel culo così, vero? Dobbiamo metterci in un’altra posizione, voglio godere anch’io!» esclamò contenta. Flavia si rialzò, con molto sollievo per la sua schiena che ormai iniziava a protestare per il peso dell’altra ragazza, e a malincuore Francesco dovette abbandonare entrambe. Silvia non fece in tempo a ritrarre la mano che ancora teneva dentro di lei: Roberta infatti si era girata verso di lei e colse un lampo malizioso nei suoi occhi, accompagnato dal sorriso ugualmente malizioso. «La nostra bella spettatrice si è stufata di rimanere a guardare e ha pensato a soddisfarsi da sola!» esclamò la mora. Notò intanto che la mano che era riapparsa da sotto l’accappatoio era lucida: si avvicinò e si portò alla bocca quelle due dita leccandole come un ghiacciolo. «Hai un sapore squisito. Sicura di non volerti unire a noi?» fece col solito tono amichevole. Le sedette accanto, completamente nuda. «Non c’è nulla di male si ti diverti un po’, non ti costringeremo a fare niente. Capisco che non è una decisione facile. Vedi tu!». Silvia le fu grata per quella comprensione, ma improvvisamente le era tornato alla mente Filippo. Non poteva negare a lui una cosa tanto intima com’era baciarla fra le sue gambe e poi buttare la stessa cosa in un’orgia come quella che aveva davanti. No, si sarebbe limitata a guardare ancora. «Grazie, ma preferisco guardare soltanto…» la sua voce era molto roca, a causa della gola secca per l’eccitazione. A dire la verità, tutta la cosa iniziò a disgustarla, per la prima volta da quando era rientrata quella sera, ma riguardava solo un angolo della sua mente. La maggior parte era ancora presa dall’eccitazione, nonostante l’orgasmo incredibile che aveva provato da poco. Questo pensiero non le venne, ma non poteva mandare tutti via a quel punto quando era stata lei a volere vedere Francesco che s’inculava Roberta ed era stata lei a dire a Flavia di chiamarli. La mora la guardò comprensiva. «Non importa, è giusto così. Un po’ mi dispiace di non poter assaggiare la tua fighetta, ha un gusto fantastico». Rifletté un attimo, poi continuò: «Scusami di quel gesto, è stato istintivo, non volevo forzarti». «Non importa, mi hai risolto un problema, non sapevo dove asciugarmi» scherzò Silvia allentando quel momento di tensione che si era improvvisamente creato. Ricominciò tutto così con la stessa atmosfera di gioco che aveva all’inizio. «Bene, Silvia, ora guardami bene perché prenderò una posizione che è molto favorevole al rapporto anale, soprattutto quando lo si fa per le prime volte. Sembrerà una cosa un po’ strana, ma ti assicuro che è uno dei modi migliori per essere penetrata senza provare troppo dolore». Silvia si stupì ancora di come Roberta le leggeva nel cervello. Aveva capito che anche lei desiderava avere un rapporto anale. Probabilmente, la richiesta così immediata di quella sera dopo il discorso del pomeriggio, le aveva fatto capire che il suo culo era allenato da tempo e che desiderava avvicinarsi in qualche modo al passo successivo. Nonostante l’avvertimento, Silvia rimase un attimo incuriosita da come Roberta si mise sul letto: distesa sulla schiena al centro di esso, raccogliendo le gambe contro il suo petto. Francesco non ebbe bisogno di consigli per fare la mossa successiva, ma capì al volo. Si inginocchiò sul materasso in modo che il suo pene puntasse verso l’ano della ragazza. Fu proprio lei, in un’abile mossa, a impalarsi per la terza volta su di lui, accogliendolo completamente in sé. Francesco cercò una posizione più comoda, avanzando un po’ con le ginocchia e sedendosi sui suoi talloni in modo che la schiena di lei aderisse un po’ meglio al letto. L’operazione fu laboriosa, ma svolta in non moltissimo tempo. Per completarla, Roberta lasciò andare un po’ le gambe e arrivò ad appoggiare le ginocchia sui fianchi di lui, che solo allora cominciò a muoversi. Flavia decise di inserirsi in modo da soddisfare finalmente il prurito che ancora sentiva fra le gambe: si inginocchiò sopra la testa della ragazza, appoggiando i palmi delle mani al muro per sostenersi meglio. Sotto di lei, Roberta iniziò a fare ciò che voleva in modo sublime, strappandole continuamente gemiti di piacere. Francesco poté finalmente ghermire le belle tette a pera di Roberta, che prima gli erano state negate. Le palpò a lungo, senza trascurare le grosse areole scure dal capezzolo eretto. Dopo essersi preso questa soddisfazione però, scese sulla sua fighetta che era aperta proprio sotto di lui. Ne carezzò il pelo ispido e curato, si chiese come fosse se non si depilasse. Probabilmente avrebbe avuto molto pelo lì, come del resto lasciava supporre la sua struttura fisica. Il pensiero gli indurì ulteriormente il pene: gli piacevano le ragazze pelose lì in mezzo, e si considerava fortunato per il fatto che Flavia, per quanto fosse una bionda naturale, aveva un triangolo molto folto di eccitantissimi peli biondi. La guardò: quel triangolo era a pochissimi centimetri dalla faccia di Roberta, che succhiava e leccava avidamente. Lui poteva vedere solo il culo della sua ragazza, un po’ abbondante ma molto piacevole da toccare. Sapeva, purtroppo, che molto probabilmente non gli sarebbe mai stato concesso di penetrarlo come stava facendo con Roberta. Lo fissò per un po’ rammaricandosi di ciò, poi si concentrò a stuzzicare la fighetta che aveva fra le sue dita. Non pensava di trovarla tanto bagnata, ma ne fu contento: le sue dita presto furono fradice dei suoi umori. Deciso a farla venire prima di scoppiare dentro di lei, cosa che ormai sentiva vicina, prese a solleticarle il clitoride con un dito, mentre con altri due la penetrava incessantemente. La sentì irrigidirsi e le labbra serrarsi sulle sue dita. Si fermò un attimo con la lingua mentre leccava Flavia, per godersi il suo meritato orgasmo, e poi riprese. Francesco gettò allora le sue mani su quei seni magnifici e invitanti, stringendoli forsennatamente. Le sue penetrazioni furono molto profonde, finché riversò tutto il suo liquido seminale nel favoloso ano di Roberta. Non si staccò subito, ma rimase a godersi gli ultimi spasmi di un orgasmo fantastico a contatto con la ragazza. Quando aprì gli occhi, vide che per le sue mani si erano finalmente stacca dal copriletto che stringevano strettamente mentre la sfotteva, ed erano balzate sulla sua fighetta. Francesco si unì ai movimenti di quelle mani, per regalare un altro orgasmo alla ragazza che le aveva offerto piaceri incredibili quella sera. Si dimenticò completamente di Flavia, che nel frattempo era in preda al suo orgasmo, tanto agognato. Lei scese subito dal letto, e si inginocchiò per terra vicino a esso. Baciò riconoscente Roberta sulle labbra, cogliendo anche il sapore della sua intimità su di lei, poi passò a un capezzolo. I due erano intenti a ricambiare il piacere che tanto generosamente aveva donato loro. Roberta, che finalmente aveva una parte solo passiva, si abbandonò completamente a quelle sensazioni e poté rilassarsi per ottenere un orgasmo più intenso del precedente. Se ne accorsero entrambi quando prese ad ansimare rumorosamente: probabilmente avrebbe gridato. Per evitare di svegliare tutto l’albergo, Flavia allungò la bocca sulle sue labbra e soffocò così le sue a di godimento, stringendole un capezzolo fra le dita. Quando si rialzarono la mora aveva il viso sconvolto da una smorfia di piacere e respirava molto affannosamente. Si girò verso la bionda ancora nuda e le sorrise: «Grazie, quando godo veramente non posso fare a meno di are, mi hai salvata» riuscì a dire con voce roca. Francesco si fece la doccia per primo e le tre ragazze le chiesero di andarsene subito. «Ho capito, dovete farvi le vostre confidenze» e se ne andò sorridendo, per niente offeso. Flavia guardò l’ora: era l’una. “Nemmeno tanto tardi” pensò. “Facciamo ancora in tempo a dormire un bel po’ di ore. Del resto erano le undici quando Silvia è tornata”. «Allora, hai visto il mio ragazzo di che pasta è fatto? Ti ha aperto il culo e ti ha lasciato senza fiato!» schezò Flavia con Roberta, ancora distesa che riprendeva fiato. «Sono stati questi due ultimi orgasmi ravvicinati, altrimenti potevo continuare tutta la notte. L’ultimo mi ha sconquassato completamente, altrimenti…». Flavia guardò interrogativa Silvia, che aveva un’espressione serena, ma non volle chiederle niente. Fu lei stessa a prendere l’iniziativa. «Grazie Roberta, sei stata squisita a venire qui e farti inculare per me. Sei stata fantastica! Prima ho goduto da matti, e non mi sono masturbata, mi sono solo messa due dita dentro. Sono venuta così, subito…». «Ora sei ancora eccitata?». Silvia abbassò un attimo lo sguardo, eccitata. «Sì» ammise. «Se ti masturbassi qui, ora, mi renderesti il favore, ma se non vuoi non importa» disse Roberta. Silvia si tolse l’accappatoio e rimase nuda. Aveva due seni perfetto, anche se non grandi come quelli delle altre due ragazze, con piccoli capezzoli rigidi. Con la mano sinistra se li toccò, mentre con la destra scendeva fra le sue gambe, sul pelo soffice di color castano chiaro. Si mise dentro due dita, e cominciò a penetrarsi, immaginando a occhi chiuse che fosse Filippo a farlo. In pochissimi secondi venne in profondi sospiri di piacere e si abbandonò sul letto ormai senza fiato. Roberta la guardò lascivamente, le sarebbe piaciuto toccarle la micietta, percorrere con la sua lingua quei meravigliosi anfratti, racchiudere fra le labbra il bocciolo duro che spuntava fra i suoi serici peli. “Peccato” pensò, le sarebbe rimasto il desiderio di giocare un po’ con lei. Una doccia l’avrebbe senz’altro rimessa in sesto e fatto sbollire i suoi impulsi verso Silvia. Perciò si alzò e si avvicinò alla ragazza, posandole un bacio sulla guancia. «Grazie, mi ha fatto molto piacere vederti godere. È stupendo pensare che ti sei eccitata guardandomi mentre facevo sesso…». Entrò poi in bagno e si concesse dieci minuti di acqua tiepida. Flavia nel frattempo rimaneva seduta sul bordo del suo letto, guardando il viso dell’amica. Quando ne incrociò lo sguardo le sorrise lievemente, cercando di captare quali pensieri le passassero per la mente. Fu proprio Silvia a esternarli senza alcuna richiesta: «Ma è più bravo Francesco o lei a leccare?» chiese incuriosita. «Direi proprio lei. Ha molta più esperienza, con entrambi i sessi. Poi con la bocca ci sa veramente fare, i ragazzi impazziscono per i suoi pompini». «Ma tu come fai a saperlo?» chiese Silvia stupita. «Confidenze femminili» e risero entrambe. «Dimmi la verità, ma tu hai intenzione di farti inculare da Filippo?» chiese poi seria Flavia. «Non lo so. Mi piacerebbe, certo, ma vediamo come si mettono le cose. Ora ho solo voglia di fare l’amore con lui anche se lo conosco da poco. Fra il petting di stasera e quest’orgia, la mia micietta vuole qualcosa di particolare con cui giocare…». In quel momento Roberta uscì completamente nuda dal bagno. Si era asciugata con un asciugamano e ora s’apprestava a rivestirsi. Flavia prese il suo posto sotto la doccia, chiudendo dietro di sé la porta. La mora nel frattempo si era rimessa il reggiseno e le mutandine e si stava infilando la vestaglia. «Ti fa male il culo?» le chiese un po’ preoccupata Silvia. «Un po’ mi brucia, ma è un sensazione strana, in parte piacevole» e si sedette sul suo letto, al suo fianco. «E te come va?». «Non lo so, sono un po’ confusa ora. Un sacco di emozioni forti, prima con Filippo, ora qui con voi. È stata una giornata molto intensa…». «Ora dimentica quello che è successo qui, è stato il piacere di qualche ora, e concentrati su Filippo. È un bravo ragazzo, un po’ timido. Secondo me è anche vergine…». «Vergine?» si stupì lei. Beh, poteva essere tranquillamente, pensò subito dopo. «Certo. Quando lo scoperai, mi raccomando!» tacque un secondo. «Prendi la pillola?». «No…» ammise. «Allora fatti una bella scorta di profilattici. Non mi sembra il tipo che gira pronto a ogni evenienza!». «L’avevo già pensato questo» sorrise. «Vi vedo proprio bene insieme voi due. Sono contentissima per voi…» si alzò e si avviò verso la porta, aprendola. Mentre stava sulla soglia, si girò ancora e le sussurrò: «Dimenticavo: e daglielo il culo!». Silvia si limitò ad annuire silenziosamente. Certo, l’avrebbe fatto! Il giorno seguente fu tutto una lunga attesa sia per Filippo che per Silvia fino a che l’oscurità aveva avvolto tutto da un pezzo. Nonostante il turno di Silvia fosse finito a mezzanotte, dovette attendere che anche Filippo staccasse, in quanto il bar funzionava solitamente fino all’una, perciò aveva tutto il tempo di salire in camera per prepararsi. Sia lei che la sua compagna di stanza dovevano prepararsi all’incontro con i loro uomini, cosa che richiese una mezz’ora di tempo, doccia compresa. Silvia non fu però molto audace, limitandosi a un completino intimo rosso con una maglietta nera aderente e un paio di jeans. Stava per uscire dalla stanza ed andare in quella di Filippo di cui aveva preso la chiave, quando le venne in mente un particolare ed esclamò: «I preservativi!». Flavia la guardò comprensiva e le chiese: «Te ne sei dimenticata? Non preoccuparti, te ne do qualcuno dei miei». Aprì il cassettino del suo comodino e tirò fuori una scatola da dodici. Dentro ce n’erano dieci. «Facciamo a metà, credo che te ne serviranno un buon numero stasera. E anche a me» e ammiccò. Silvia li mise in tasca, poi guardò l’amica. «Flavia, sono preoccupata. È un anno che non faccio l’amore e l’ho fatto solo poche volte con un ragazzo più esperto di me». «Ti devo spiegare come fare? No, dai, scherzo. Non preoccuparti, verrà tutto da sé, l’importante è che stai rilassata e non ti fai prendere dalla tensione». Un po’ rassicurata, fece per andarsene e, proprio quando aprì la porta, si trovò di fronte Francesco che stava per entrare. Il ragazzo sorrise e avanzò di qualche passo. Chiuse la porta e chiese: «Silvia, vuoi restare a guardarci?». Sperava di fare l’amore con due donne anche quella sera. «Ho già la fama di guardona! No, stasera no, vi lascio soli» e fece per andarsene. «Ciao!» esclamò Francesco. «Ciao e buon divertimento! Per domani siamo d’accordo, non stai molto bene…». «Grazie mille! Buona scopata anche a voi!» sorrise maliziosamente e uscì dalla stanza. Percorse rapidamente il tragitto che la separava dalla camera di Filippo e, quando vi arrivò vicino, si assicurò che non ci fosse nessuna a guardarla. Estrasse la chiave e aprì la porta in fretta, richiudendola subito dopo dietro di sé. Accese la luce e la esaminò in un’occhiata: era molto ordinata, il letto rifatto in maniera impeccabile, nulla fuori posto. Guardò l’ora, era l’una meno venti, c’era da aspettare ancora un bel po’. Si distese sul letto, sperando di riuscire a rilassarsi un po’: infatti, nonostante i consigli di Flavia, era tesissima. Sentì dei passi in corridoio e si irrigidì. “È ancora presto” pensò dentro di lei. Si avvicinavano sempre più e improvvisamente si fermarono. Un secondo dopo udì il rumore della chiave che entrava nella toppa e che apriva direttamente la porta. Silvia scattò in piedi e mosse un paio di passi verso la porta che si apriva e colse lo sguardo sorpreso di Filippo, che mai si sarebbe aspettato di trovare la porta aperta e lei dentro. Silvia gli sorrise e tutta la tensione accumulata, tutti i pensieri su quello che avrebbero fatto, tutte le sue preoccupazioni svanirono in un attimo. Si gettò fra le sue braccia, non lasciandogli nemmeno il tempo di richiudere la porta e lo baciò sulle labbra. Lui rispose al bacio, sempre più sorpreso dalla sua presenza lì, nella sua camera. «Filippo, scusami, non ho resistito, dovevo venire qui da te…». «Non importa, anzi, mi hai fatto una bellissima sorpresa… Immaginavo tu fossi già a letto. Ti va di uscire un po’?» chiese lui, riprendendosi lentamente. «No, no, voglio restare qui con te…». Lui fece un passo e indietro, ammirandola. «Sei stupenda! Non ti rendi nemmeno conto quanto bene ti sta quella maglia». «Si vede bene il seno?» chiese lei audace. «Sì, ti è praticamente incollata addosso…» ammise lui leggermente imbarazzato. «Sei più sexy stasera con questa maglia che ieri sera con il costume bagnato». «Sarà perché c’è più luce e puoi vedermi meglio». «Già» fece lui e si avvicinò prendendola fra le sue braccia e baciandola di nuovo. Nel bacio caddero insieme nel letto, ritrovandosi fianco a fianco. Filippo le carezzò dolcemente la guancia, fissandola negli occhi. Erano due sguardi innamorati che si perdevano l’uno nell’altro: in quel momento si dimenticarono di tutto, che era notte, che erano in un albergo. C’erano solamente loro due. Silvia non sapeva come fare per dirgli che voleva fare l’amore con lui, che non desiderava altro che una notte di passione. Lui era senz’altro troppo timido per chiederglielo, non poteva certo aspettarsi nulla di più di quello che era successo la sera prima, però… Fu lei a farsi avanti per un altro bacio e di nuovo le loro bocche si unirono. Nel frattempo Silvia allungò la mano sul suo sedere e lo carezzò piano, apprezzandone con la mano la consistenza e la forma. Subito fece lo stesso anche lui e il baciò si fece molto più appassionato. Lei prestò nodo un lieve rigonfio nei suoi pantaloni: «Ce l’hai duro?». «Non del tutto ancora». Senza aggiungere altro la sua mano corse fra le sue gambe e lo carezzò con il palmo. In pochissimi secondi tornò ad essere duro e grosso come quando l’aveva masturbato. Non resistette e sbottonò i pantaloni, abbassando le mutande: se lo ritrovò tra le mani, lungo e duro; rimase per qualche secondo di sasso, fissandolo. “Chissà come sarà prenderlo nel culo” fu il primo pensiero che le balenò per la testa mentre già sentiva l’umidità insinuarsi fra le sue gambe. Lo circondò con la mano e mosse il palmo due o tre volte, lentamente. Lui gemette piano, tentando inutilmente di trattenersi. «Dai, toccami anche tu» disse senza pensarci. Non riusciva più a credere a quello che diceva o faceva, era completamente presa dalla potenza di quelle sensazioni che si insinuavano prepotentemente dentro di lei. Filippo non si fece supplicare ulteriormente ma le sue dita sfiorarono un seno, cercarono il capezzolo attraverso la stoffa e lo titillarono. Silvia si fermò di colpo, immobilizzata dalla scossa elettrica che quel tocco le aveva regalato. Si riprese dopo pochi secondi, lasciò il suo pene eretto e lo fece spogliare: prima pantaloni e mutande, poi il gilet e la camicia. Si stesero di nuovo fianco a fianco e Silvia si dedicò al suo petto: lo tastò a lungo, sfiorando i capezzoli e arrivando a baciarli e a leccarli. A un certo punto lo fece girare sulla schiena e salì sopra di lui. Sentiva il cazzo premerle prepotentemente contro l’inguine e iniziò a strusciarsi con il bacino, stimolando provocatoriamente. Intanto lo bacia sulla bocca e le mani non smettevano mai di toccarlo sul petto. Anche Filippo allungò le mani sul suo corpo e arrivò al suo culo. Strinse le natiche fra le mani dopo averle carezzate a lungo e cominciò a impartire lui il ritmo con cui lei si strusciava. Silvia si rese preso conto che anche lui si muoveva e si chiese se la stoffa dura e la cerniera dei suoi jeans gli davano fastidio. «Aspetta» disse rialzandosi e guardando il pene lievemente arrossato: «mi tolgo i jeans, ti danno fastidio, vero?». «Un po’» confermò lui, che però era disposto a sopportare purché lei continuasse a muoversi su di lui. Lei cercò di essere più naturale possibile mentre sbottonava i pantaloni e se li sfilava, cercando nel contempo di fare il più veloce possibile. Quando apparvero gli slip rossi lui ebbe un colpo: era estremamente sexy. Silvia notò che aveva strabuzzato gli occhi e chiese sorridendo: «Ti piacciono le mie mutandine?». «Sei una bomba! Non ti facevo così spregiudicata…». «E non hai visto niente!» disse Silvia sempre più audace. Senza aggiungere altro e lasciandolo fantasticare si distese di nuovo su di lui ricominciando a strusciarsi. L’eccitazione prendeva sempre più tutti e due: se lui ce l’aveva duro come il marmo, lei aveva fra le gambe un fiume in piena, ormai la sentiva gocciolare sulle mutandine, ormai anche lui inziava a sentire l’umidità. Stavolta non fu necessario farsi pregare perché Filippo tornasse a toccarle il culo, lo fece a lungo, stringendolo e accarezzandolo fra le mani. Poi, lentamente, infilò le mani sotto le mutandine e si gustarono entrambi il contatto delle sue mani con la pelle morbida delle natiche. Quando sentì la sua mano cercare il buchetto dell’ano, Silvia credette di impazzire. Pian piano le sue dita arrivarono al suo buchetto e presero a carezzarlo, dopo un minuto sentì che lui cercava di metterle dentro un dito. «Sì, continua così, mettimelo dentro!» sussurrò sempre più eccitata. Lui obbedì eccitato e si fece lentamente strada dentro di lei, per poi iniziare un movimento avanti e indietro. Il suo buchetto non era per nulla stretto, Silvia lo teneva spesso allenato con i suoi giochi di masturbazione, godeva terribilmente infilandosi qualcosa nel culo più che nella micetta, forse perché c’era un sapore di proibito nel masturbarsi l’ano. Anche stavolta lo stimolo sull’ano fu per lei irresistibile, anche unitamente al suo cazzo che si strofinava sulle grandi labbra: era incredibilmente stimolata sia davanti che dietro, mai avrebbe potuto credere di arrivare a qualcosa del genere con un uomo solo. Le sue mutandine erano ormai fradice dei succhi colati dalla sua vagina, se ne rendeva conto ma non le interessava a fatto, neppure quando Filippo glielo disse: «Sei tutta bagnata. Sento le mutandine inzuppate contro di me». «Lo so, lo so. Togliemele per favore!» disse lei in preda al piacere, ormai era vicina all’orgasmo. Lui l’ascoltò e non senza difficoltà le sfilò lentamente. Lei si divincolava per il piacere, ma in qualche modo riuscì ad aiutarlo e dopo parecchi secondi finalmente caddero a terra. Ora lo sentiva duro direttamente sulle sua labbra: riprese a strofinarsi piano, non solo avanti e indietro ma con un movimento rotatorio del bacino. Lui capì che ormai stava per venire e tornò a metterle un dito nel culo e a muoverlo con lo stesso ritmo con cui muoveva i fianchi su di lui. Meno di trenta secondi dopo la sentì ansimare rocamente e venire contro di lui: si abbandonò allora sul suo corpo, col respiro affannoso. «Grazie, sei stato fantastico» disse mentre i loro sessi erano ancora a contatto. Si rialzò a cavalcioni sulle sue gambe, attirando immediatamente lo sguardo di Filippo. Il contrasto fra la parte superiore vestita e quella inferiore completamente nuda, col suo triangolo peloso di un bel color castano chiaro in vista, era molto eccitante. La sera prima non aveva avuto modo di osservarla così bene fra le gambe sotto il chiar di luna, era decisamente bella anche là. «Voglio darti anch’io delle sensazioni forti come hai fatto tu con me… Voglio farti venire, gemere di piacere» e si sedette più indietro sulle sue cosce per poter arrivare a toccare con le mani il pene congestionato. Quando le punte delle sue dita lo sfiorarono, lui ebbe un tremito di piacere, ma lei non ne fu soddisfatta, lo toccò ancora e con più decisione. Chiuse il palmo sull’asta e mosse la mano come aveva fatto poco prima e anche la sera precedente. Lui gemette proprio come lei sognava facesse. «Sì, Silvia, sei fantastica, hai un tocco meraviglioso…» mormorò con gli occhi socchiusi per il piacere. «Filippo, ti desidero tantissimo. Desidero che… che tu…» si fermò titubante: tutto d’un colpo le mancò il coraggio, era una cosa stranissima, un momento si sentiva audace come non mai, quello seguente non aveva più coraggio di dir niente. Lui si accorse del suo silenzio e si riprese un attimo, guardandola chiaramente in volto mentre il suo sguardo lo evitava. «Cosa desideri? Dimmelo, farò di tutto per esaudirti…» fece lui dolcemente. Lei, che lo teneva ancora nella mano ma senza muoverlo, si fece animo, lo guardò con occhi che brillavano per l’emozione e disse: «Ti desidero tantissimo, desidero fare l’amore con te, averti dentro di me… Voglio darmi completamente a te…». «Oh, Silvia!» disse solamente lui alzandosi a sedere e abbracciandola contro il suo petto. Quell’ultima frase l’aveva colpito, aveva il cuore che batteva a mille, ma non poteva permettersi di rimanere stupito perché lei sembrava così insicura e bisognosa d’affetto. La baciò sui capelli lisci, poi sulla fronte e fu lei a offrire la bocca al suo bacio. Si stesero di nuovo, lei sopra e lui sotto, continuando a baciarsi e a toccarsi. Lui alzò lentamente la maglietta sulla sua schiena fino ad arrivare le spalle. Fra un bacio e l’altro lui sussurrò: «Non sono molto bravo in queste cose, dovrai alzarti perché possa toglierti la maglietta». «Sì» annuì lei alzandosi a sedere e sfilandosela da sopra. Ora aveva solo il reggiseno rosso addosso e quando lui lo vide ne fu eccitato: com’era sexy così, a cavalcioni su di lui, con solamente quell’ultimo indumento intimo addosso! Poi si ricordò di un’altra cosa, staccata un attimo da lui poteva tornare ad avere un barlume di ragione: «Devo prendere il preservativo!» esclamò rialzandosi. Filippo fu pervaso da una sensazione di orrore: «Ma io non ne ho!». Lei frugò nelle tasche dei suoi pantaloni e tirò fuori i cinque preservativi mostrandoglieli. «Cinque addirittura? Hai intenzione di farmi morire di piacere?» chiese scherzando. «Sì, voglio fare l’amore con te per tutta la notte, finché non avremo più fiato» rispose Silvia seriamente. Desiderava come non mai una notte di sesso sfrenato. Filippo sorrise ed annuì. «L’hai mai fatto?» gli chiese per precauzione: si ricordava bene di cosa le aveva detto Flavia. «No» rispose lui sinceramente, vergognandosene un po. «E tu?». «Sì, ma poche volte, un anno fa. Non ha importanza…». «Sì, non ha importanza» confermò lui. «Siediti sul bordo» lo invitò lei mentre apriva la confezione del preservativo e lo prendeva in mano. Lui si sedette sul bordo del letto, l’erezione era sempre possente. Silvia si mise a cavalcioni sulle sue ginocchia, a pochi centimetri dal suo cazzo e vi srotolò sopra il profilattico. Carezzò il suo viso e lo baciò sulla bocca. Lui andò con le mani di nuovo sulla sua schiena e con qualche difficoltà le slacciò il reggiseno. Lei allora si rialzò per facilitargli le cose. Filippo abbassò le spalline e sfilò l’indumento, gettandolo sul pavimento insieme agli altri e si fermò ad ammirarle il seno. «Ieri sera non sembrava così bello» disse ghermendolo con le mani e stringendo leggermente. Il contatto con la pelle morbida dei seni sodi lo eccitò ancora, sfiorò i capezzoli che erano eretti e lei gemette. Passò una mano sulle sue labbra: era fradice di eccitazione. Lei avanzò col bacino sulle sue cosce in modo che il pene appoggiasse contro il suo grembo. Si baciarono di nuovo e durante quel bacio Silvia allungò una mano fra le sue gambe e si guidò il membro dentro di sé, nella sua fighetta fradicia di succhi. La penetrazione fu estremamente agevole, scivolò senza alcuna difficoltà dentro di lei. Filippo ebbe una fortissima scossa di eccitazione e il cuore gli batté a ritmo serrato nel petto. Stava facendo l’amore! Stettero per qualche secondo così, fermi ed abbracciati, con le bocche e le lingue che continuavano a frugarsi, poi fu Silvia a prendere l’iniziativa e a muovere i fianchi. Presto anche lui si mosse e iniziarono ad ansimare. «Mettiamoci sul letto» disse lei con voce roca, poi si rialzò da lui attenta che il preservativo rimanesse ben aderente al suo cazzo. Fece per stendersi, quando lui la fermò: «Fa stare sotto me». Annuì col capo: era quella la posizione giusta per farlo la prima volta, era lei la più esperta e quella che aveva preso l’iniziativa. Lui si distese e lei lo cavalcò: si sedette su di lui e si impalò sul suo cazzo. La sua fighetta lo avvolse piacevolmente di nuovo e di nuovo mossero il bacino. Lei lo cavalcava con maestria, quasi non avesse fatto nient’altro nella vita, al suono dei loro respiri e dei loro gemiti. Non parlavano, non ne avevano la forza, erano talmente eccitati che riuscivano solamente a scopare. Lui con gli occhi socchiusi ammirò lei che si divincolava sopra di lui con la testa all’indietro e gli occhi chiusi mentre i seni, anche se non grandissimi, sobbalzavano eccitanti. Filippo allungò le mani e cinse quelle tette leggermente appuntite e alte, lei lo guardò e sorrise, continuando a muoversi. Dopo un po’ che erano in quella posizione lui mormorò: «Sto per venire, non ce la faccio più, sei irresistibile!». Silvia allora si distese su di lui e prese a baciarlo sul viso e sulla bocca. Le mani di lui corsero ai suoi glutei e li strinse, poi cercò con un dito il suo ano, penetrandolo. Lei, che pur non era al limite come lui, non riuscì più trattenersi non tanto per il piacere, ma al pensiero che lo stavo facendo senza che glielo chiedesse, proprio per donarle godimento. Quando poi sentì il corpo di lui contrarsi e lo sperma riversarsi nel preservativo, venne, mentre lui continuava a sussultare e a spruzzare dentro di lei. Mai aveva immaginato fosse tanto bello fare l’amore… Dopo un paio di minuti fu lei la prima a muoversi, facendolo uscire da lei e alzandosi. Gli sfilò il profilattico ora gonfio di sperma e lo buttò nella spazzatura, poi tornò al suo fianco. Si abbracciarono dolcemente, lui solamente allora aprì gli occhi: «Grazie Silvia, è stato un momento indimenticabile. Non ti dimenticherò mai per quello che hai fatto a me…». Lei non disse nulla, lo baciò solamente. Restarono così a lungo, sussurrandosi qualche parola dolce ogni tanto, in un piacevolissimo dormiveglia. Si accarezzavano piano, senza malizia o libidine, finché lei arrivò a titillare il suo pene molle. In pochi secondi riprese consistenza, anche se era ancora ben lontano dalla piena erezione. «Ti riprendi in fretta» disse lei. «Sembra di sì. E tu, hai voglia di farlo di nuovo?». «Da quando sei venuto» rispose di botto. «Scusami se non ti ho soddisfatta…» disse lui, accigliandosi leggermente. «No, hai capito male. Prima mi hai soddisfatta, però io ho ancora voglia di te, ne ho una voglia matta! Se senti fra le mie gambe capirai quanta!» e guidò la sua mano alla sua fighetta. Lui insinuò un dito e la trovò ancora bagnata. La baciò e iniziò a farle un delizioso ditalino, muovendo il dito piano dentro di lei, esplorando con cura le pareti vaginali e stuzzicando il clitoride. Lei mugolò di piacere ed esclamò: «Davvero sei vergine? Sai dar piacere a una donna…». «No, non sono più vergine ora» disse Filippo divertito. «E comunque certe cose si imparano anche senza fare l’amore». Continuò a toccarla a lungo, mentre riprendava forze e l’eccitazione cresceva anche per lui. Presto ritrovò l’erezione. Quando Silvia se ne accorse, sorrise maliziosamente e lo sfiorò appena per qualche minuto: «Che ne dici di un’altra galoppata?». «Certo! Abbiamo ancora una buona scorta di profilattici e tutta la notte davanti!» accettò lui andando a infilarsi sul cazzo eretto un altro preservativo. Quando si girò nuovamente verso il letto lei era sdraiata supina con le gambe spalancate, le labbra che scintillavano d’umidità fra il suo soffice pelo chiaro. Filippo salì sul letto in ginocchio e scese lentamente su di lei, s’appoggiò con le mani al materasso al lato del suo corpo e poi cercò il centro della sua femminilità a tastoni. Fu un gioco eccitante per entrambi: il pene andò a strusciare sul suo ventre, sul pube, sulla parte interna delle cosce per trovare all’ennesimo tentativo la sua vulva che attendeva di accoglierlo. Entrò lentamente, ma sempre senza nessuna difficoltà, la sua lubrificazione era abbondante come all’inizio. Si mosse lentamente, godendosi ogni istante, negando ogni altro contatto col corpo di lei. Dopo qualche minuto di lenta penetrazione Silvia incominciò a dimenarsi per il piacere crescente che si irradiava dalla sua micetta e per il desiderio di essere baciata e toccata, anelava il contatto con tutto il corpo di lui. Filippo lo concesse solo dopo averla sentita venire e contrarre i suoi muscoli interni, allora si abbassò e si appoggiò a lei, strusciandosi contro e raggiungendo una lancinate erezione era dentro di lei ma la sentiva ancora gemere sembrava che il suo godimento fosse senza fine ,con un movimento repentino Silvia si giro’ e guardando negli occhi Filippo, delicatamente gli tolse il preservativo poi come se nulla fosse successo gli disse:”dai amore mio voglio sentire dentro di me la tua sborra e voglio sentire riscaldarmi il pancino da te!!Filippo a quel punto mosso da un indicibile eccitamento la penetro’ con un sol colpo e inizio’ prima lentamente poi sempre piu’ freneticamente a stantuffare la dolce fica di silvia la quale sentendo il cazzo a pelle godeva come non mai….finalmente Filippo erutto’ dentro tutto il suo godimento inondando Silvia con la sua sborra!!!Si accasciarono esausti e Silvia guardando negli occhi il suo Filippo ando’ a lambire con la lingua le ultime gocce di sborra rimaste!!Si abbracciarono e guardandosi languidamente e maliziosamente negli occhi si addormentarono sapendo che per loro quella notte sarebbe stata la prima di molte altre!!!!
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