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La prima volta con R.

Le gocce d'acqua bagnavano i vetri, un leggero vento soffiava muovendo languidamente le foglie sui rami seminudi. Il mio sguardo si perdeva oltre le fessure delle tapparelle abbassate, i pensieri vorticavano a ritmo incalzante e l'attesa..
Sapevo bene quanto stava per avvenire, mi piaceva immaginare e sognare pensando a R., i suoi lunghi capelli, il viso da bimbo imbronciato, la pelle bianca come neve ed i lineamenti greci, la sua bellezza era travolgente e scaldava ogni mia sensazione.
Dovevo muovermi, mancava un'ora al suo arrivo e la vasca da bagno colma d'acqua profumata al sandalo attendeva impaziente che immergessi il mio corpo ansioso. Uno scossone, un passo dopo l'altro ed eccomi innanzi allo specchio del bagno, il mio corpo fremeva al suo pensiero, le mani, i suoi occhi cosi dolci e le sue corde.

Lo specchio rimandava l'immagine di una donna emozionata, occhi lucidi e le mani tremanti. Sfioravo il viso, lentamente accarezzavo la mia pelle mentre le palpebre si abbassavano e la mente riprendeva il suo incalzante sogno.

L'acqua era tiepida, accogliente. Il profumo d'oriente inebriava la fantasia che correva come impazzita sulle ali dell'istinto acceso, ardente per dall'immagine di R. che disegnava emozioni nel mio animo.

I minuti correvano, i secondi si dileguavano mentre l'acqua lambiva il mio corpo.

Sul letto attendeva un lungo abito nero. (Adoro quel vestito, una seconda pelle, attillato, aderente così sensuale da eccitare al solo sguardo). Il perizoma nero, le autoreggenti come lui aveva chiesto.

Guardavo impaziente l'orologio, mancava poco. Uno squillo del cellulare.
"Pronto?"
"Sono io, sono arrivato..come stai?"
"Bene, un po' agitata ed emozionata ma, non perdere tempo, sali"

Velocemente infilai il perizoma e le calze, il vestito aderiva al mio seno che svettava dietro la leggera stoffa.
Il campanello.
In quel momento sentii le gambe tremare, mi mancava il respiro dall'emozione.
"Vieni, dai!"
Ai miei occhi apparve un uomo di 39 anni, alto, ben scolpito, non troppo muscoloso ma perfetto per i miei gusti. I capelli raccolti in una coda dietro le spalle, gli occhiali da sole sul viso e quel sorriso ammaliante e sornione.
L'agitazione mi travolse, non riuscivo a muovere un dito e lui aveva compreso.
Lo vedevo, lo osservavo..lì..sulla porta, altissimo nel suo metro e novanta.

Per rompere il ghiaccio e la tensione che si erano creati tra noi lo invitai a seguirmi in sala, ci sedemmo sul divano e lentamente ciò che prima era agitazione si trasformò in serena conversazione, non potevo crederci, stavamo parlando di tutto fuorché di quanto stava per avvenire. Eppure, ambedue sapevamo bene come sarebbe andata quel pomeriggio.

Un secondo di silenzio e la sua voce cadenzata "Vieni, siediti tra le mie gambe". Senza farmi invitare nuovamente alzai le gambe dal divano ed andai ad infilarmi tra le sue, mi sentivo così piccola, quell'uomo mi affascinava, distruggeva ogni mia barriera, ogni dubbio con il suo sorriso.
Sentivo il suo petto appoggiato alla mia schiena. Le mani, le sue mani lentamente presero le mie accarezzandole, giocando con le dita.
Le sue carezze da prima leggere si facevano sempre più insinuanti, dalle mani saliva alle spalle con movimenti precisi quasi fossero programmati.
Il suo viso appoggiato alla mia spalla, la bocca sfiorava il mio collo disegnando brividi.
Parlava sussurrando al mio orecchio, quella voce mi dava sicurezza, era così bello sentire il dolce suono che usciva dalle sue labbra, una melodia come quelle di tempi passati che vagano negli oscuri anfratti della memoria e tornano a destar ricordi.
Persa nei miei pensieri e coccolata dal tocco deciso ed al contempo dolce delle sue mani mi stavo abbandonando completamente a lui. Non desideravo altro che le sue mani, le sue corde e la sua voce.

"Chiudi gli occhi" La stoffa vellutata del foulard cingeva i miei occhi, il nodo stringeva dietro la nuca mentre R. mi parlava dolcemente sussurrando ogni movimento che stava per compiere, ogni sua fantasia che ambedue sapevamo bene sarebbe divenuta realtà.

Mi appoggiai sempre più al suo petto, sentivo il suo cuore battere.
Le sue dita sotto le spalline del vestito, lente, cadenzate dal suo ritmo interiore, scendevano e l'abito con loro. Ora il mio seno era completamente scoperto, la schiena leggermente inarcata quasi ad invitarlo a prendere tra le mani quelle colline.
Percepivo il suo desiderio. Improvvisamente mi afferrò, stringeva massaggiando con movimenti circolari, alternava lunghe strette a dolcissime carezze. Ormai, il mio abito era scivolato ai piedi.
"Dammi le braccia"
Sentivo la corda annodarsi ai polsi, stringeva. I suoi movimenti erano precisi mentre mi parlava.
Mi trascinò all'indietro sul divano facendomi sdraiare. Sentivo scivolare via le calze, le mie gambe ora erano nude, distese sul divano.
Un altro movimento deciso e mi trovai con il viso appoggiato al cuscino, le sue mani lavoravano con le corde, le caviglie immobilizzate e legate saldamente alle cosce, le corde stuzzicavano la mia pelle. Distesa percepivo tutto senza vedere.
Lui parlava, descriveva ogni gesto.
Sentivo un umido calore tra le gambe, non parlavo, non dicevo nulla.lasciavo che fosse lui a stabilire ogni cosa, ogni suo desiderio era il mio.
D'improvviso le sue dita s'insinuarono tra il perizoma e le labbra, lo stringeva facendolo sempre più penetrare, sentivo quel tessuto tirare. Mi stavo eccitando tantissimo e lui aveva capito. Scostando leggermente il tessuto bagnato, le sue dita andarono a penetrare ogni mio pensiero. Dio, impazzivo. Legata, immobilizzata mentre R. mi penetrava con le dita.
Sapevo che non avrei resistito a lungo, il perizoma ormai fradicio stringeva mentre le dita, incessanti, continuavano a donarmi piacere.
R. sapeva che di lì a poco sarei venuta così si fermò. Mi slegò completamente ed andò a sedersi dietro di me.
"Alzati, vieni qua..siediti tra le mie gambe. Sai. è incredibile, reagisci in modo spettacolare"
Non riuscivo a fiatare, semplicemente volevo esaudire ogni suo desiderio.
Il foulard era ancora sugli occhi.
Lo sentii cercare la corda..
"Appoggiati a me"

I suoi movimenti erano sempre veloci, sapienti.
Ora quella bianca corda cingeva il mio seno mentre le sue dita strizzavano i capezzoli.
Appoggiata a lui avevo completamente perso il senso del tutto, trascinata in un vortice di sensazioni ero ciò che lui voleva.
Il perizoma scivolò a terra.
"Inginocchiati, dammi la schiena e appoggiati allo schienale del divano"
Da dietro le sue dite di nuovo dentro di me. Le corde attorno alle braccia stringevano il seno. Di nuovo impazzivo mentre lui continuava a parlarmi dolcemente. Le gambe divaricate, la testa appoggiata allo schienale del divano.
Un sussulto. e la prima frustata con la corda. La mia schiena s'irrigidì nell'istante in cui fu colpita ma non ebbi tempo di realizzare il colpo che ne giunse un secondo sulla natica destra, poi un altro.e ancora.
Non resistevo più, avevo le gambe libere dalle corde ma non riuscivo a muovermi, forse..non volevo.
Ogni colpo mi riempiva di desiderio, volevo andare oltre. Come immersa in uno stato d'estasi non riuscivo a pensare ad altro che non fossero le sue dita dentro di me ed i colpi della corda sulla schiena, sul sedere.

Le ore passavano, i nodi seguivano i colpi, lasciavano spazio ad un attimo di tregua per poi ricominciare. Le corde stringevano le gambe, le braccia, la schiena..Ma impazzii completamente quando la sentii insinuarsi tra le calde labbra.
Mi chiedeva di parlare ma ero ammutolita, nulla usciva dalle mie labbra.
"parli ora?"
"No"
"A no? Bene."
E giù colpi.

Di nuovo mi trovai libera dalle corde e dalla benda. La luce tenue che filtrava dalle finestre andava ad illuminare il suo viso. Quanto era bello.
Rimasi seduta innanzi a lui.
Sorrideva contento.
"Vieni qua"
Mi afferrò per le cosce trascinandomi a sé, sistemò le mie gambe sulle sue. Il mio viso sulla sua spalla, le labbra sfioravano il suo collo mentre le mani accarezzavano i lunghi capelli ormai sciolti.
Sentivo le lacrime salire.
Per un istante rimanemmo a guardarci negli occhi senza proferir parola. Lentamente si avvicinarono le labbra e quel bacio che avevo sognato divenne reale. La sua bocca scese sul collo e da lì al seno.
In ginocchio tra le sue gambe afferrai la nuca, lo sentivo succhiare alternando il seno destro al sinistro.
Risaliva cercando le mie labbra. La passione ci aveva travolti.

Non dimenticherò mai questa prima volta..come mai dimenticherò R.
D.

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