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Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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20 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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admin, 75
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Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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Last visit: 5 hours ago -
Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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20 years ago
admin, 75
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Giornata di lavoro
L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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L'agenda mi dice che tra meno di un quarto d'ora dovrò incontrare la sig.ra Morelli, moglie dell'assessore comunale al bilancio. Quando si tratta di avere a che fare con donne capricciose, insoddisfatte, indecise, depresse, isteriche... le mandano sempre da me. Mi hanno preso per uno psicologo... non hanno capito che tra non molto ricovereranno me alla neuro!!! Salgo nel mio studio e metto un po' d'ordine sulla scrivania: alle donne fa sempre una buona impressione l'uomo puntuale, preciso, ordinato, in pratica tutto ciò che loro non sono in grado di essere. Meglio mettere da parte tutta la mia misoginia in questo momento, altrimenti questa pubblica relazione va a finire male.
Non si è fatta attendere molto come spesso accade per le "dive": solo cinque minuti. Faccio sfoggio di un minimo di galanteria accingendomi ad aprirle la porta. La vedo salire dalle scale: incedere elegante, sensuale, determinato. La faccio accomodare sulla poltrona degli ospiti e dopo i convenevoli parto con l'illustrarle il progetto. Noto che segue il mio discorso con particolare attenzione. Dalle sue espressioni riesco facilmente ad intuire quando alcuni concetti le risultano ostici, sicché mi sforzo nel renderglieli più semplici. Mentre lei sembra catturata dalle mie parole... io subisco il suo fascino da gran Donna quale è. Mi sento imbrigliato in quell'approccio così professionale e lei se ne accorge. Con un accenno di sorriso, rende immediatamente il clima più disteso e confidenziale. Ogni suo accavallamento di gambe sembra essere un esplicito richiamo per i miei sensi. In extremis riesco nuovamente ad impormi nuovamente un atteggiamento professionale. Esso, però, provoca in l
ei una reazione di totale distacco e disattenzione. A quel punto ritengo necessario farle presente il mio disagio nel parlare ad una persona completamente assente. Di rimando lei mi dice che non sono necessari ulteriori dettagli tecnici, in quanto è compito del marito valutarli. Non mi rimase che invitarla a spostarsi verso il mio lato di scrivania per mostrarle la grafica sul mio monitor. In piedi dietro di lei, mi sentì inebriato dalla delicatezza del suo profumo quando, non so quanto inavvertitamente, lei fece due passi indietro senza guardare e me la ritrovai fra le braccia. Chiedemmo immediatamente scusa a vicenda e ci scappò da ridere. Il tempo delle formalità era stato ormai archiviato. Sguardi fissi comunicavano in modo evidente il desiderio di entrambi. L'avrei afferrata, poggiata sul ripiano della scrivania, denudata dagli indumenti superflui e penetrata con foga. Tutto questo non si addice ad una donna di cotanta classe. Chiedo se le farebbe piacere gustare un aperitivo in
sieme; lei rilanciò con un invito a pranzo. Quel suo sguardo e quelle sue labbra mi rendevano completamente schiavo dei suoi desideri. Ci demmo appuntamento in un ristorante molto esclusivo. Quel pasto ebbe la sola funzione di stimolare ulteriormente i nostri sensi e prepararli a qualcosa di più intenso che si sarebbe consumato da lì a poco. E' lei ad avere il polso della situazione; io osservo sempre più affascinato il suo modo di fare. Mi invita ad accompagnarla alla sua tenuta, lontana dal centro abitato, affinché io possa esprimere il mio parere tecnico circa i lavori di ristrutturazione che intende far eseguire. Ho subito estrapolato il concetto fuor di metafora. Una volta sul posto, finalmente lontano da occhi indiscreti, manifesta la sua voglia di contatto fisico. Le distanze tra i nostri corpi si riducono ai minimi termini. Mi fa accomodare su di un comodo divano in uno splendido soggiorno, mentre lei si dirige verso la cucina per tornare con un buon vino dopo essersi messa p
iù in libertà. Avverte che mi sto faticosamente trattenendo dal saltarle addosso, sicché si diverte a provocarmi ulteriormente. Sedutasi accanto, porta la sua mano sul mio petto, infilandola nell'apertura della camicia. Lentamente sfila tutti i bottoni dalle loro asole, porta le sue labbra sulla mia pelle andando alla ricerca delle zone più sensibili. Non riesco più a trattenere i sospiri; la mia eccitazione raggiunge presto il culmine. Esaurita l'esplorazione della parte superiore, si dedica alle parti basse. Mi sfila i pantaloni, si inginocchia fra le mie gambe, valuta la consistenza della mia voglia attraverso l'intimo, bagna con la sua bocca l'interno delle mie gambe. Decide che è arrivato il momento di denudarmi del tutto. Afferra il mio membro fra le sue mani, scopre il glande, lo avvicina alla bocca e lentamente ci poggia la punta della lingua. Lo stuzzica a dovere per poi stringerlo fra le sue labbra, prima di accoglierlo completamente all'interno della sua bocca. I sussulti
della mia eccitazione si fanno sempre più frequenti e incontrollabili. Più volte rischia di farmi raggiungere subito l'orgasmo in quel modo, ma riesce sempre a smorzarlo un attimo prima dell'irreparabile. Non riesco più a subire passivamente tali "torture", sento il bisogno impellente di possedere il suo corpo! Scambiamo le posizioni e mi accingo a ripercorrere i suoi gesti nello stesso identico modo. Mi dedico in modo particolare al sul collo delicato ed ai seni floridi. La sento impazzire quando stringo i suoi capezzoli fra le mie labbra. Col viso fra le sue gambe, mi sento irresistibilmente attratto dal profumo dei suoi umori. Lentamente affondo la lingua in lei, mescolando la sua voglia con la mia saliva. Nessuno dei due vuole smettere di giocare. Mi porta nella camera da letto e mi chiede se accetto di farmi legare polsi e caviglie. Situazione molto rischiosa e per questo ancor più eccitante. Una volta immobilizzato, lei esce dalla stanza per tornare con due cubetti di ghiaccio.
Quasi mi pento di aver accettato: la tortura sarà atroce! Fa scivolare i cubetti sulla mia pelle, scatenando sul mio corpo una lunga serie di brividi che si moltiplicano quando la sua lingua bollente raccoglie le scie di ghiaccio disciolto. Esauriti i due cubetti, sale su di me a gambe larghe. Il mio membro scompare dentro lei, avvolto in un caldo ed umido massaggio. E' una danza orientale quella che si sta svolgendo sul mio corpo. I gemini ed i sospiri si rincorrono fino a quando avverto i fremiti del suo piacere. Si distende su di me, mi accarezza il viso. Qualche minuto di quiete, poi torna a dedicarmi le sue attenzioni. Lo stringe fra le mani, se lo passa fra i seni, lo lecca, lo succhia. fino a quando il mio piacere si sparge sul mio e sul suo corpo. Con me ancora legato, poggia il suo capo sul mio petto restando a lungo in silenzio.
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Sarò anche masochista?
Ci sto provando gusto a scrivere in questa rubrica intelligente le mie avventure erotiche e la cosa mi piace tanto che mentre scrivo ho degli orgasmi.Per tutto il tempo che scrivo sono eccitata e spesso mi masturbo come una scolaretta malgrado i miei 44 anni e sia già nonna. Ricordare e raccontare è rivivere le stesse emozioni di come quando i fatti sono avvenuti.Personalmente sono sessualmente appagata perchè nel mio letto c'è chi ogni sera soddisfa i miei sensi e da un po' di tempo chi chi si occupa di me durante il giorno.O forse sono io che mi occupo di lui?La settimana scorsa è stata una settimana di fuoco e di tutto quello che mi è capitato devo ringraziare mia figlia.Spero di riuscire a raccontare con ordine.Claudia,contro la mia inespressa volontà, si era sposata con Bantu,un ragazzo indiano,col quale non doveva essere tanto felice visto che dieci mesi dopo che era nato un bel bambino,Mario,si è messo questo sulle spalle ed è venuta a chiedere asilo a casa m
ia.Io non ho potuto ospitarla,specie di notte, perchè con me convive Veronica e suo marito.Allora ha accettato l'ospitalità di Vero per la notte e per il giorno viene a stare da me,in modo che anche con il concorso di Vero l'aiutiamo a curare il bambino,che è un tesoro ,capelli e carnagione un po' scura ma con un paio di occhioni celeste come i miei e quelli di mia figlia.Il fatto che io non abbia potuto ospitarla mi ha obbligata a spiegarle che con Vanni,mio marito,abbiamo allargato la famiglia facendo entrare nel nostro letto Veronica e Romolo suo marito.Mentre le confessavo la mia relazione colla coppia ero imbarazzata al punto di sentirmi vergognosa come una bambina colta mentre ruba la marmellata.Invece mi ha sorpresa molto quando mi ha detto che ognuno èlibero d'intendere il sesso come meglio gli aggrada basta che non rechi danno a nessuno.Ho tirato un sospiro di sollievo e l'ho baciata perchè è quello che avrei voluto sentirmi dire.E' più saggia di quanto pensassi.Quindi ha ac
cettato di buon grado di dormire la notte in casa di Veronica e di venire di giorno a stare da me.L'ho fatta assumere nel Motel dove lavoro io e alterniamo i turni in modo che ci sia sempre qualcuna vicina al piccolo.Lunedì scorso ho incontrato in ascensore Sergio,anzi Sergino come lo chiama sua madre,un nostro coinquilino più giovane di Claudia di un paio d'anni,col quale prima che lei si sposasse io avevo fatto in modo che si frequentassero.Si erano frequentati in effetto,erano usciti insieme qualche volta ma ad un certo punto Claudia ha dovuto sposare Bantu perchè rimasta incinta di questi.Non è la prima volta che succede una cosa del genere,quindi loro due si sposarono ed io rimasi amica sia di Sergino che della sua famiglia.Ci salutavamo quando c'incontravamo anche se in cuor mio io lo maledicevo perchè per tutto il giorno stava a rompere l'anima con uno strumento del cavolo che ci fracassava i timpani.Un po' di tempo fa i suoi genitori lo hanno lasciato solo perchè sono andati
i pensione e si sono stabiliti in una località di montagna ed ogni tanto si fanno vedere in paese.Io li conosco bene e sopratutto conosco l'attributo di cui è fornito suo padre e che una volta ho spiato senza volerlo mentre in giardino pisciava dietro una pianta.Suo padre è un gobbetto di circa un metro e 60 e sembra ancora più piccolo perchè la gobba lo tiene curvo.Ha un naso adunco come il becco di un falco ed una bocca larga che va da un orecchio all'altro.Ma ho visto che ha una cosa strabiliante:infatti ho visto che mentre pisciava,quindi col cazzo moscio,lo sosteneva con le due mani una davanti all'altra e tutta la capocchia le superava.Senza esagerare credo che avesse un cazzo di oltre 30 cm. e purtroppo non ho mai avuto il piacere di vederlo in erezione.Ed è dopo di quella volta che ho cercato di avvicinare mia figlia a suo figlio perchè intimamente speravo che avesse trasmesso al figliolo questo suo difetto,chiamiamolo così,e ne facesse di lei la donna più felice al mondo sem
pre che avesse ereditato da me le mie manie.Poi,come ho già detto,non è successo nulla e mia figlia è andata sposa ad un altro.Quando l'ho visto lunedì scorso gli ho rivolto più volentieri la parola dal momento che Claudia non è più con suo marito nè ha intenzione di tornarci,quindi mi è tornata alla mente l'immagine del monumento che suo padre ha in mezzo alle gambe ed ho sperato in cuor mio che riprendesse a frequentare mia figlia.Abbiamo parlato del più e del meno ed il discorso è caduto sulle pulizie di casa e siccome io ho messo in dubbio che un uomo solo riesca a tenere pulita la casa come lo fa una donna lui mi ha invitata a sincerarmene di persona.Infatti,come d'accordo ,il pomeriggio stesso,mentre il bambino dormiva dopo aver mangiato,senza neanche stare lì a farmi bella,sono salita da lui.E lui cogliendomi di sorpresa mi ha fatto la festa.Anzi me l'ha fatta per tre volte di seguito facendomi godere come una fontana.E meno male che non ero preparata:a tutto pensavo fuorchè a
d essere sbattuta da uno sbarbatello che avrebbe dovuto penetrare nelle viscere di mia figlia non nelle mie.Altro che sbarbatello,ci sapeva fare proprio.A suo favore gioca l'età e la vigoria fisica,il cazzo non gli si smolla mai.Però ho potuto verificare che da suo padre non ha ereditato nè la gobba ma neanche il cazzo superbo.Ne ha uno normale,15/16 x 12/13 cm.,niente di eccezionale,però molto duro e resistente e quando me lo punta contro la pancia sembra che me la debba perforare.Sono tornata a casa con le gambe tremanti per i diversi orgasmi raggiunti.Ma a questo punto ero cambattuta dal dilemma:cederlo a mia figlia o tenerlo per me?o usarlo in contemporanea?Sempre però che loro due si sarebbero messi insieme.Ero così combattuta martedì mentre ero sul balcone col bambino che lui mi ha vista ed ha chiesto di venire a vedere da vicino il marmocchio.Logicamente l'ho fatto entrare in casa e gli ha fatto gli elogi.Lui elogiava il piccolo ed io peroravo la causa di mia figlia parlandon
e molto bene.Tenendo una mano appoggiata sulle mie chiappe ha detto che mia figlia gli piaceva ma molto di più sua madre e sebbene apprezzasse la fresca età di Claudia preferiva di gran lunga una donna matura che sapesse quello che vuole.Avevo appena deposto il piccolo nella culla che mi abbraccia e infilandomi la lingua in gola mi ha infilato una mano in mezzo alle cosce allargandole e spostato lo slip mi ha chiavata così, in piedi,dandomi tre o quattro colpi mi è venuto dentro mentre io cominciavo appena a bagnarmi. Si è pulito l'uccello strofinandolo sul pelo inguinale ed è andato via dicendo che mi aspettava da lui.Ho cambiato i pannolini al bambino e l'ho messo a dormire metre tremavo tutta dalla voglia di essere fottuta ancora.Sono corsa da lui,mi ha messa nuda come lo era lui stesso col suo cazzo ritto che puntava contro la mia ciccina:mi ha fatto stendere sul letto ed ha cominciato a leccarmi dappertutto,mi ha mordicchiato il clitoride,mi ha avvolto un seno con una mano e me
ntre lo palpava ha ciucciato il capezzolo dell'altro.Quando lo ha sentito ben duro e voglioso di carezze ha stretto i denti e lo ha morso facendomi un male della madonna.Gli ho dato una sberla a mano aperta che ha fatto uno schiocco enorme e gli ho ribadito che non mi piace nessun tipo di violenza.Lui ha detto che al contrario piace a tutte le donne soffrire e me lo dimostrerà.Mi fa girare a culo all'aria mettendomi in ginocchio come una pecora e con la cintura dei pantaloni ha cominciato a picchiare sulle chiappe con sempre maggiore veemenza fino a farmeele diventare rosse fuoco.Un male boia anche perchè non potevo gridare se no avrei rivelata la mia presenza in una casa dove non dovevo essere.Mi ha messa a pancia all'aria e mi ha picchiato sul seno.Qui il dolore è stato maggiore e mi ha dato taqnte di quelle scudisciate che quasi non sentivo più dolore.Poi li ha ciucciati facendo lenire il dolore,quindi si è seduto sul mio petto mi ha spalancato le cosce ed ha cominciato a sferzar
e sulla fica.Prima l'ha quasi carezzata,poi dei colpettini un po' più forte ma piacevoli ed appena accennavo a chiudere le gambe lui picchiava l'interno e schiacciava col culo il seno.Io mi sentivo spalancata,aperta,offerta e senza difesa,volevo mordergli il culo e non ci riuscivo,gli tempestavo la schiena di pugni ma lui neanche li sentiva e più io gli mandavo le maledizioni più lui picchiava,Ad un certo punto mi ha dato una scarica di scudisciate sulla fica che mi sembrava che stesse sul punto di staccarsi dal mio corpo e cadere,mi sembrava di morire.Intanto che picchiava m'ingiuriava.Mi dava della vacca fottuta,della cagna bastarda,dui una succhiacazzi mai sazia,di una pompinara da angolo di strada,di puttana di poco prezzo,di una rotta in culo e puttana figlia di puttana,di una poco di buono sempre vogliosa di cazzi,di una bisognosa di sentirsi sempre la fica piena di cazzi ed altre ingiurie del genere che avevano il potere,contro la mia volontà,di farmi sbrodolare e riconoscere
che gli attributi che mi dava mi si confacevano alla perfezione.Quando mi ha dato della puttana di poco prezzo ho dovuto dargli ragione dal momento che solo qualche giorno prima avevo ricevuto,per la prima volta,dei soldi in cambio di esere scopata da una coppia che avevo conosciuta in Motel durante il lavoro.E dire che veramente mi ero sentita una prostituta di mestiere e ne ero anche fiera tanto che mi ero ripromessa di ripetere la cosa.D'altronde anche altre mie compagne di lavoro si prostituiscono e lo fanno solo per i soldi mentre io mi prostituisco per il solo godimento,se poi mi fanno qualche regalo beh non sto a guardare il capello.Mi sentivo i seni gonfi,pieni come se stessero per scoppiare per il latte che voleva uscire ma che logicamente non possedevo.Sentivo i capezzoli turgidi come non li avevo sentiti mai ed avevano una voglia matta di venire strapazzati,morsi,leccati ciucciati.Io stessa li stringevo ,sbattevo i globi dei seni uno contro l'altro come se appartenessero
ad un'altra persona,li schiacciavo premendo le unghie nella loro carnosità indolenzita,stiracchiavo i capezzoli per portarli alla bocca e morderli non riuscendo ed aspettavo che il bastardo me li ciucciasse.Volevo che picchiasse fino a farli sanguinare,mi senbrava di non essere io.Ma lui si divertiva solo a schiacciarli col suo sedere mentre era tutto preso a martoriarmi la fica.Ero tutta un dolore e la mente non desiderava altro che sentire martoriato in ogni angolo questo corpo che non sentivo mio.Il seno mi doleva,le chiappe erano di fuoco,la fica in fiamme.Mi sentivo le grandi labbra gonfie ed il clitoride indolenzito e dolorante ed appena il bastardo ha cominciato a leccarmi ho sentito un male boia,ma un male che mi piaceva di sentire,e più mi leccava più io godevo anche se mi faceva male e quando infine mi ha infilato il suo cazzo sebbene abbia sentito un male lancinante mi sono sentita la vagina grondante umore come se avessi pisciato.Mentre mi fotteva mi faceva molto male e l
o sentivo nell'interno e mi sembrava di avere tutta la vulva gonfia ma più sensibile e più avvolgente al suo cazzo,infatti mi sembrava di toccarlo con ogni parete del mio paradiso.Ho avuto una serie di orgasmi,mi sembrava che la mia sborra colasse come un fiumicello giù verso il buco del culo,sentivo gioia e dolore e non riuscivo a separarli.Era un composto unico,non sapevo dove cominciasse il male e dove il piacere.E quando finalmente anche lui mi ha sborrato dentro inondandomi del suo succo mi è sembrato di sentire lo stesso beneficio come quando si spalma un unguento su una parte dolente.Ancora adesso non so se è stato più il dolore o il piacere.Comunque gli ho inveito contro ,gli ho mandato tante di quelle maledizioni,gli ho sferrato anche un calcio nei coglioni,che però ha schivato,il cornuto.Gli ho detto che non mi vedrà più e guai se osa avvicinarsi a mia figlia.Sono andata via che mi faceva male camminare e procedevo con le cosce aperte per non farle sfregare tra di loro.La s
era stessa ho raccontato tutto a Vero ma non agli uomini perchè temevo che lo avrebbero picchiato.Vero si è adoperata a toccarmi con gentilezza.Ora è passata già una settimana e mi ritrovo qui come una cretina alla quale abbiano rubato il giocattolo preferito.Sì,infatti quel porco esce con mia figlia e me neanche mi caga.So bene che sono stata io a dirgli di starmi lontano però adesso me ne pento e non vedo l'ora che m'inviti da lui per darmi delle scudisciate sulla fica.So di non essere masochista,almeno non mi pare di esserlo,ma desidero tanto che mi picchi in mezzo alle cosce e che dopo però mi allevii il dolore colle sue leccate delicate e con la sua penetrazione prepotente.Spero che riesca a leggere nei miei occhi imploranti e possa tranquillizzare le mie labbra tremanti e vogliose di bere le lacrime che mi farà versare mentre picchierà le mie parti delicate.Lo voglio e sono certa che lo avrò.
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20 years ago
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Le antiche danze
E lui volteggia, orbitandole intorno, portandosi via il laccio che le tiene serrato l'accappatoio.
Un fruscio di tessuto che scivola via, strisciando sulla pelle.
La prende per mano, le sfiora una spalla, la guida sul letto, la stende prona, le bacia l'orecchio.
Le sussurra poche parole, lei non comprende, ma si eccita ascoltando.
Un calmo tip tap.
Dita che battono veloci, che disegnano tratti invisibili sulla schiena nuda e liscia. Un finto tatuaggio compare sotto mani morbide ed occhi di vetro.
Un dito descrive un arco dal fondoschiena alle spalle, una nocca segue la linea della colonna vertebrale. Il quadro prende forma e gradatamente diventa un'opera.
Le labbra l'osservano, sorridono.
La bocca cancella.
Un flamenco a sorpresa.
Lentamente la schiena si volta, sorge un sorriso come un'alba bagnata. Gomiti sulle lenzuola, occhi contro occhi. Si alza, come statua sensuale eretta sopra una piazza bianca. Pochi movimenti e scivola su di lui, lenta, attenta, santa e tentatrice.
Si congiungono.
Un tango impetuoso.
E' il mescolarsi di sensi e sessi, il totale contatto di pelle su pelle, l'attrito intenso e perforante che spinge e si avvicina al baricentro, al cuore del piacere.
Un femminile sospiro si interrompe a mezz'aria, lasciando la canzone di gemiti un'opera temporaneamente incompiuta.
E' luminoso come un incendio al centro di una sacra foresta.
Un ossessivo ballo ad un sabba di streghe.
E tutto rallenta mentre l'impeto fluisce fuori da un corpo. Fiume che trova un nuovo letto e cavalca nuovi argini. Spruzza getti contro un nuovo fondale che si contrae, ansioso di accogliere nuova linfa.
Le mani unite si stringono, le palpebre socchiuse si sollevano per mostare iridi umide.
I danzatori restano a contatto, muovendosi molto lentamente, terminando un ballo, godendosi l'unione.
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20 years ago
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Sibilo sessuale
La mano scivola sul sottile vestito. Verso l'alto, verso le sue spalle. Infilo un dito sotto la spallina, la scosto e assorto fisso la sua pelle.
Sublime.
Così sensuale e bianca, come satin tessuto dallo spirito di un sarto. Mi desto dal mio sognare e lascio che la sensuale spallina scorra sulla pelle, giù nel vuoto. Sposto la mano sfiorando la sua schiena. Mi fermo sui bottoni. Uno ad uno, da sotto a sopra, li slaccio e scopro un altra soffice seta. L'ultimo, alla sommità del tessuto, lo scosto dall'asola e l'osservo sfilarsi e lasciare che la stoffa si allenti e scivoli lungo il corpo. Indeciso, il vestito segue le sinuose superfici e si posa stanco e sereno sotto di lei.
L'afferro per un braccio nudo. Con uno strappo la getto sulle statiche coperte.
Si scuote la stanza.
Lei, inerme, piccola, giace tremante, si stringe insicura nelle braccia.
Respiro.
Il mio petto s'alza e la colpisce, s'abbassa e la compatisce. Balzo in alto, un arco, sopra il vestito schiacciato in terra. Lento in volo, come l'attesa e la paura del corpo vivo e crudo di donna che si nasconde, striscia e si ritrae. Sbatto su di lei con uno schianto. E' l'inizio.
Sesso. Sensi. Il mio sibilo, sinuoso, si strofina su di lei. Senza sosta, senza respiri.
Sospiri.
Veleggio sui suoi sensi, mi isso, sosto sopra lei e vedo. Sinuose ellissi solcate da concave profondità. Semisfere pulsanti s'alzano e abbassano ad ogni suo fiatare.
Mi guarda.
Poi scendo, mi tuffo, un soffio verso il basso l'asseconda. Sono sulla pelle, adesivo e scivoloso. Mi fermo ad assaporar l'esistenza, sono etere nell'aura del suo corpo, sono otre vuota e sorriso ebbro, pronto, urto, sbatto, spingo. La sento serrata, elastica e flessuosa. Si stira fino a rischiar lo strappo, la pelle s'allunga e si ritira. Torna corta e sussultante, e s'articola, e m'avvolge.
Sento la sua stretta, le sue squame graffianti si strofinano e s'inficcano. Morsa di serpente, veleno e vendetta mi guardano da occhi viscidi, verdi, verticali. Spire intorno premono, ora sorride e mi accarezza con quella sua lingua colante liquidi.
Lecca.
Liscia le sue unghie, allontana l'arto, scintilla l'arma a cinque lame. Sibila e colpisce.
Squarcio. Fiotti di rosso vermiglio mi colorano le mani. M'adagio sul lenzuolo, schiacciato, sopraffatto. Zitto mi rivolgo al mio regolare respirare, ma il mio silente grido resta inascoltato. Sussulto, straziato dal dolore.
Raggomitolato, ridotto ad una palla di carne, rotolo dal letto e mi getto a terra. Lago porpora, sussurri di allucinazioni, lancinanti fitte mi spingono e trascinano laddove il vestito tolto all'assassina sfugge alla mia vista ormai disciolta in colante morte.
Tendo la mano che l'ha toccata, arranco con il corpo che l'ha solleticata e trasformata, ma non arrivo a nulla. I sensi si spengono e la visione sfumata di un vestito disperso in una stanza vuota resta sola nel solenne ultimo silenzio.
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20 years ago
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Un gioco nel buio
Nonostante fosse ormai notte , per strada il traffico delle macchine e dei motorini non accennava a diminuire e di tanto in tanto si sentivano anche le voci di persone che passavano sotto le finestre, uscite per strada a cercare un pò di refrigerio in quella calda ed afose notte estiva.
Viveva da sola in un appartamento in una zona abbastanza centrale e quella sera era tornata molto tardi dal lavoro.
Aveva fatto tardi a causa di una comitiva di turisti che le avevano creato non pochi problemi quel giorno.
Era arrivata a casa stanchissima e appena arrivata dentro casa si tolse di dosso i vestiti buttandoli per terra per dirigersi verso la cucina, aveva bisogno di bere qualcosa di fresco. Vivendo da sola era abituata a girare per casa nuda o con addosso solo gli slip. E del resto la eccitava un poco sapere che magari qualcuno che abitava di fronte a lei approfittava delle finestre aperte per guardarla mentre nuda si aggirava per casa. Era una bella donna, lunghi capelli lisci castano scuri, un seno prosperoso, che nonostante l'età era ancora quasi perfetto. Le cosce tornite con solo pochissimi segni di cellulite che si notavano solo da vicino quando accavallava le gambe e il ventre quasi perfetto. Era contenta del proprio corpo, non aveva nulla da invidiare a ragazze molto più giovani di lei.
Appena finito di bere, di diresse verso il bagno.
L'unica cosa che voleva era fare una bella doccia fredda , non aveva nessuna voglia di cenare, era troppo stanca.
Così si infilò sotto la doccia sentendo che il getto di acqua fredda della doccia che le scorreva sulla pelle oltre a rinfrescarla la stava delicatamente massaggiando.
Restò a lungo sotto la doccia ed appena finito, si asciugò velocemente.
Uscendo dal bagno si fermò un attimo in corridoio, era indecisa se dirigersi verso il soggiorno per sdraiarsi sul divano davanti alla televisione o se andare direttamente a letto, nonostante non fosse poi così tardi.
Ma la stanchezza prese il sopravvento, e si diresse verso la stanza da letto.
Senza accendere la luce si diresse direttamente verso il letto spostando il copriletto per stendersi direttamente sul lenzuolo, nuda come era uscita dalla doccia.
Si addormentò quasi subito, cullata dal rumore delle macchine e dalle voci della strada e dalla leggera brezza, che le percorreva la pelle nuda appena rinfrescata dalla doccia, che proveniva dalla finestra che aveva lasciata aperta.
Ad un certo punto, mentre dormiva però si svegliò di soprassalto, aveva come la sensazione che vi fosse qualcun altro con lei nella stanza.
Si sollevò leggermente sul letto per guardarsi intorno facendo attenzione a tutti i rumori che provenivano dalla casa.
Ma sebbene non avesse acceso la luce, nella penombra le apparse tutto normale, nessun rumore diverso dai soliti. Non c'era nessuno.
Si stese di nuovo sul letto, si accorse che doveva essere molto tardi perché i rumori della strada erano diminuiti e che doveva aver già dormito per alcune ore perché la sensazione di pesante stanchezza l'aveva abbandonata.
Ma non aveva nessuna voglia di accendere la luce per vedere che ora fosse e decise di rimettersi a dormire.
Chiuse nuovamente gli occhi ma, nonostante fosse tutto in ordine, la sensazione di una presenza estranea con lei non l'aveva abbandonata e si sentiva tesa.
Ma ripetendosi che si stava sbagliando cerco di rilassarsi per addormentarsi nuovamente.
Ma ad un tratto sentì una mano che le serrava la bocca per non farla urlare ed un'altra velocemente la stringeva per impedirle di muoversi.
Rimase terrorizzata mentre mille pensieri si accavallarono contemporaneamente dentro di lei. Chi è, cosa vuole, vuole solo rubare o mi farà del male, mi ucciderà?
Mentre pensava queste cose, lo sconosciuto le rivolse la parola dicendole: "Stai tranquilla, non voglio nè rubare nè farti del male. Sono qui solo per te, ma non per farti del male, e se vorrai che vada via ti basterà dirmelo ed io sparirò così some sono arrivato. Per tè domani al risveglio sarà solo un sogno."
Aveva un voce molto calda e sensuale che non conosceva, ma nello stesso tempo era come se l'avesse sempre sentita, come se la portasse dentro fino a quel momento, le ricordava anche se in maniera molto vaga la voce del padre.
Sentire quella voce la fece quasi per incanto tranquillizzare, le trasmetteva sicurezze e nessuna cattiveria.
Intanto la mano intorno alla bocca non stringeva più, non le faceva male, anzi era come se la stesse accarezzando, anche se in un modo inconsueto.
La voce di lui e la sua mano sulle labbra le stavano provocando delle strane sensazioni. Era ancora spaventata, ma nello stesso tempo non aveva nessuna voglia nè di urlare nè di reagire e stranamente la paura cominciava ad essere lentamente sostituita da una stana forma di eccitazione sensuale.
Sentiva che i capezzoli si stavano indurendo e anche tra le gambe sentiva che si stava lentamente bagnando.
Intanto lui le aveva tolto la mano dalla bocca e aveva cominciato ad accarezzarle i capelli e il viso, da dietro.
Intanto lui aveva cominciato nuovamente a parlarle sempre con quella voce calda le stava chiedendo se voleva che andasse via, lei disse solo "no, resta, ma non farmi male". Lui sorrise dicendole semplicemente: " Voglio farti di tutto, tranne che del male, e comunque nulla che tu non voglia che ti venga fatto. Sarai tu a dirmi quando mi devo fermare."
Le spostò delicatamente il viso verso il suo, non poteva vederlo, distingueva solo i contorni del viso nella penombra, ma ne sentiva il respiro vicinissimo. Le labbra di lui si avvicinarono alle sue sfiorandole delicatamente, ma senza dischiuderle le labbra.
La vece distendere nuovamente sul letto a pancia in giù e cominciò lentamente ad accarezzarle i capelli.
Lei sentiva il suo seno che spingeva sulle lenzuola e le cominciava a fare male, sentiva i capezzoli che le spingevano.
Le mani di lui le avevano scostato i capelli dalle spalle e avevano cominciato ad accarezzarla lentamente sul collo e sul viso, solleticandole i lobi delle orecchie.
Sentiva il calore delle mani di li che la stavano accarezzando le spalle e il collo procurandole dei leggeri brividi.
Ma quando le mani di lui cominciarono a scendere verso la schiena lungo la spina dorsale arrivando fino ai fianchi, sentì che l'eccitazione stava crescendo. Ormai lo voleva, voleva quello sconosciuto che era entrato nella sua vita e di cui non conosceva nè il volto nè l'aspetto fisico ma solo il sapore, e la voce.
Intanto le mani di lui erano arrivate a sfiorarle la rotondità dei glutei e la stava delicatamente massaggiando facendo aprire leggermente con le mani il solco. Lei sentì, lo sfintere contrarsi dall'eccitazione.
Ma lui non si fermò, scese ad accarezzarle le gambe fino ad arrivare ai polpacci ed alla pianta dei piedi.
Fece poi lo stesso percorso a ritroso, sempre lentamente e sempre senza fermarsi finché non arrivò nuovamente sul collo di lei.
Poi sostituì alle mani la lingua, sempre partendo dal collo scese lentamente lungo la spiana dorsale fino ad arrivare al solco tra i glutei e insinuandovi la lingua le solleticò il buco dell'anno e lo bagnò di saliva, ma senza fermarsi prosegui lungo il percorso dischiudendole con la lingua dapprima le grandi labbra e poi quelle piccole che racchiudevano il clitoride, che ormai era gonfio e turgido dal desiderio. L diede dei leggeri colpi di lingua che a lei fecero uscire gemiti e piccoli urli di piacere. Ormai avrebbe voluto solo essere presa così come si trovava da quello sconosciuto, sentirlo entrare dentro di se, ma evidentemente lui aveva deciso che non era ancora giunto il momento.
Lo sentì allontanarsi da lei e sentì dal fruscio dei vestiti che si stava spogliando anche lui. Dopo alcuni secondi senti il sue respiro di nuovo vicino a lei e il calore nudo del corpo di li sulla sua schiena.
Sentiva distintamente il pene di lui che le premeva contro i glutei, era di notevoli dimensioni.
Lo sentì sollevarsi e mentre si sollevava le afferrò i fianchi per far sollevare anche lei, sentì il suo sesso duro che premeva verso la sua vagina, e lentamente lo sentì entrare dentro di lei ma con delicatezza senza spingere lasciando che fosse quasi lei a risucchiarlo dentro. Quando fu tutto dentro di lei si fermo, sentiva distintamente le contrazioni del pene di lui che si sommavano alle contrazioni delle pareti della propria vagina dandole dei leggeri stimoli di piacere.
Lo sentiva dentro di lei, ma lui sempre stando immobile dentro di lei, si piegò per prendere tra le mani i seni che a causa della posizione pendeva pesanti, dapprima li accarezzò delicatamente per cominciare poi a stringerli forte, prendendo tra le dita i capezzoli. Lei li sentì indurirsi e senti un leggero dolore che lentamente si trasformava in un intenso piacere, adesso voleva sentirlo muoversi dentro di lei e, come se le avesse letto nel pensiero proprio in quell'istante lui cominciò a dare delle leggere spinte dentro di lei cominciando a muoversi sempre più velocemente. Sentì che il piacere stava crescendo quando lui abbandono una mano dal seno per portarla accarezzandole la pelle verso il clitoride e cominciando ad accarezzarlo. A qual contatto lei sentì il piacere crescere sempre di più finché non venne con un urlo strozzato. Quasi subito anche lui venne dentro di lei.
appena venuto si alzò e si diresse quasi conoscesse la casa verso il bagno, lei sentì l'acqua scorrere dal rubinetto del lavandino, ma la stanchezza di prima era tornata e si assopì.
Helena si destò quasi subito di soprassalto, e appena aperti gli occhi si rese conto che era da sola in casa, era una situazione che aveva vissuto in sogno. Lo sconosciuto non era con lei era stato solo un sogno, ma era stato così forte e reale che si rese conto di essere ancora eccitata, tra le gambe era tutta bagnata ed aveva i capezzoli induriti e la mano sinistra si spostò ad accarezzare il seno ed i capezzoli, , mentre la mano destra scese tra le gambe cominciando ad accarezzarsi per rivivere nella realtà l'orgasmo che aveva appena vissuto nel sogno con lo sconosciuto.
Non era la prima volta che faceva un sogno simile, le capitava spesso di sognare o immaginare di avere rapporti sensuali con uno sconosciuto, con qualcuno di cui non sapeva non solo nulla ma del quale non vedeva nè il volto nè l'aspetto.
E ogni volta la situazione la faceva eccitare.
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Le capitava di tanto in tanto quando era sola a casa, di entrare in chat, per chiacchierare e conoscere nuove persone.
Aveva conosciuto molte persone interessanti, in quel modo, con qualcuno si limitava a scambiare saluti di circostanza, ma quando le capitava qualcuno di interessante lo sentiva quasi subito, la conversazione procedeva da sola, senza forzature nè tempi morti.
Le capitava anche di scambiare con le persone conosciute in chat, sensazioni ed emozioni, arrivando talvolta anche a masturbarsi, mentre dall'altra parte del monitor, il suo occasionale compagno virtuale faceva la stessa cosa, immaginando un apporto sessuale vissuto solo con l'immaginazione ma trasformato in realtà dalle proprie carezze intime.
I particolare in una di queste chiacchierate in chat confessò all' occasionale partner virtuale, che viveva nella stessa città di Helena, le proprie fantasie sessuali, ed in particolare il desiderio di fare l'amore con un uomo di cui non solo non sapesse nulla ma del quale ignorasse anche l'aspetto.
fu lui che prese l'iniziativa dicendole: "Se vuoi posso aiutarti a vivere questa tua fantasia, potrei essere il lo sconosciuto con cui fai l'amore. Di me non sai quasi nulla, e non mi hai mai visto, così come io non ho mai visto te, ma anche a me va di correre questo rischio, diamoci un appuntamento al buio. Potresti venire a casa mia e prima di entrare potrei bendarti così non mi vedresti."
Helena rimase un attimo perplessa, in fondo non era facile, è vero che le sarebbe piaciuto vivere finalmente la situazione che le capitava spesso di sognare ed immaginare, ma nello stesso tempo aveva paura, in fondo non conosceva la persona con cui stava parlando e poteva anche capitarle qualcosa di brutto.
Così gli disse :" Va bene, mi farebbe piacere, ma voglio prima pensarci un pò sopra. Chissà magari, sarai veramente tu che realizzerai questo mi desiderio.
Nei giorni successivi continuarono ancora a chiacchierare, finché lei non fu certa che poteva fidarsi di lui e si diedero un appuntamento.
Lui le diede l'indirizzo di casa sua e lei avrebbe dovuto raggiungerlo.
Il giorno dell'appuntamento, Helena si vesti in modo semplice ma nello stesso tempo sensuale, indossava un intimo nero con perizoma e reggiseno leggero e velato, una gonna corta che metteva in risalto le belle gambe abbronzate e una camicetta che faceva intravvedere il seno generoso.
Lui la guidò al cellulare dicendole dove doveva andare e a quale citofono suonare.
Mentre lo raggiungeva Helena viveva una situazione strana aveva ancora un pò di timore per quello che l'aspettava, ma nello stesso tempo era molto eccitata, anzi il pò di paura che ancora aveva la faceva eccitare ancora di più. Sentiva distintamente sotto la camicia i capezzoli che si indurivano, e l'eccitazione la faceva bagnare. In ogni caso, pensava: "Sicuramente non mi succederà niente di male ma magari farò l'amore con un uomo bruttissimo" nonostante lui le avesse assicurato che, pur non essendo certamente Bradd Pitt, non era nemmeno brutto.
Ma al telefono, lei gli disse: "Prima di aprire, guarda dallo spioncino. Sono io che devo fare l'amore con uno sconosciuto senza volto, ma per te non è lo sesso. Quindi, guarda dallo spioncino e vedi se ti piaccio, se non ti piaccio, nulla d male, basterà dirlo."
Al citofono lui le disse il piano e l'interno dove abitava.
Helena salì le scale in preda ad una forte eccitazione, ormai era fatta; stava per vivere il suo sogno.
suonò alla pota e sentì i passi di lui che si avvicinavano, sentì che si fermava dietro la porta e immaginò che la stava guardando dallo spioncino e gli chiede se la trovava gradevole. Lui rispose solo :" Di più, molto di più. e le disse di girarsi."
Lei, ferma sul pianerottolo si girò e senti la porta che si apriva e delle mani che si posavano sulla sua testa per legarle una benda sugli occhi.
E per Helena fu subito buio. Appena fatto senza dire niente la prese per mano e l'accompagnò in casa chiudendosi la porta alle spalle.
La benda non le consentiva di vedere nulla era cieca nella mani di questo sconosciuto.
Mentre la guidava lungo il corridoio le fece molti complimenti dicendole che era molto più bella di quanto aveva immaginato, fino a che non si fermò e le disse siediti, aiutandola.
Dal tipo di sedia, dai rumori e dagli odori capì che l'aveva portata in cucina.
Helena era tesissima, e faceva quasi fatica a respirare.
Le chiese se aveva voglia di bere un goccio di vino o qualcos'altro. Lei disse che del vino andava bene.
Sentiva lui che si muoveva per prendere i bicchieri e versare il vino e poi sentì la mano di lui che le prendeva delicatamente la testa per aiutarla a bere il vino.
Restarono così a chiacchierare amabilmente sembrava che si conoscessero da sempre, ed Helena era ormai a proprio agio nella situazione. Erano spariti tutti i timori ed era rimasta solo l'eccitazione la voglia di fare l'amore con lui.
Fu lui che si avvicinò a lei.
Si alzò dal tavolo ed Helena se ne rese conto solo dal rumore provocato dalla sedia spostata, senti che avvicinava il viso al suo dal respiro che adesso sentiva distintamente.
Sentì qualcosa di tiepido ed umido che toccava le sue labbra.
Erano le labbra di lui, tuttavia lui non cercò di dischiudere subito quelle di Helena, fu invece lei che sentì il desiderio di farlo e visto che non lo conosceva e non sapeva nemmeno che aspetto avesse voleva almeno sentire il suo sapore. Così con la lingua gli dischiuse le labbra alla ricerca della lingua di lui. Aveva un buon sapore, amarognolo, per il vino che avevano bevuto , ma nello stesso tempo dolce e fresca con un vago sapore di menta.
Sentì un brivido che le correva lungo la schiena mentre le loro lingue si intrecciavano e qualcosa che lentamente si scioglieva dentro di lei fino ad arrivarle liquida fra le gambe.
Mentre la baciava lui le pose una mano sul seno cominciando ad accarezzarla e lentamente infilò la mano sotto la camicetta. Helena sentì di nuovo un brivido, non vedeva nulla ma sentiva la bocca di lui sulla sua, la lingua di lui che cercava la sua e la mano che le stava accarezzando il seno mentre i capezzoli si stavano indurendo ed erano diventati turgidi fino quasi a farle male.
Poi, lo sentì allontanarsi e dopo qualche secondo sentì le mani di lui sui polpacci, che la accarezzavano salendo lentamente lungo le gambe fino ad arrivare allo slip dove con le dita ne seguì il contorno.
L'eccitazione di Helena cresceva, e sentiva di essere bagnata, pensava che si notasse anche attraverso gli slip che indossava.
A quel punto lui le disse : "Che ne dici se ci mettiamo più comodi, magari sul letto?2 e senza aspettare la risposta di Helena le prese la mano guidandola lungo il corridoio.
La fede stendere sul letto e lentamente cominciò a spogliarla, levandole solo la camicetta e la gonna.
Lo sentì che si sdraiava su di lei, lui era ancora vestito, ma sentiva distintamente contro il proprio pube, il gonfiore dell'eccitazione di lui attraverso i pantaloni. Sentì la bocca di lui nuovamente sulla sua, e la lingua di lui che la penetrava fino in fondo alla ricerca della sua.
Ma si staccò quasi subito dalle sue labbra ma dopo qualche secondo le sentì nuovamente sul collo e sul seno e sentì le mani di lui che le toglievano il reggiseno.
Sentì le mani di lui che si posavano sul suo seno accarezzandolo ma quasi subito sentì sul seno la bocca di lui che la leccava e la succhiava prendendole in bocca i capezzoli e giocandoci dapprima con la lingua e successivamente dandogli dei leggeri morsi. Al contatto della bocca di lui sul suo seno le uscirono di bocca dei leggeri gemiti. Ma lui dopo aver riservato lo stesso trattamento all'altro seno cominciò a scendere con la bocca lungo il corpo di Helena, finché non lo sentì arrivare sul bacino e sentì la bocca che le sfiorava il monte di venere ancora ricoperto dagli slip. Sentì la lingua di lui che seguiva tutti il contorno dello slip, infilandosi di tanto in tanto all'interno per sfiorarle anche la parte ancora nascosta. Ma mentre la baciava, sentì le mani su lui che si infilavano sotto i glutei facendola sollevare leggermente sui fianchi per sfilarle gli slip.
A quel punto Helena gli chiese con un rantolo di leccarla, voleva sentire la sua lingua che la frugava nell'intimità.
La punta della lingua cominciò a leccarle leggermente il contorno delle labbra, seguito da delicati morsetti e da più intense succhiate. Quando iniziò a giocare con le sue piccole labbra i gemiti di Helena crebbero e divennero più veloci. Poi lui fece scivolare la lingua dentro di lei leccando alla fine di ogni passata la parte più sensibile delle labbra ma evitando il clitoride eccitato. Helena inarcò la schiena spingendo il pube contro la bocca di lui, voleva sentire la sua lingua anche sul clitoride. Fu a quel punto che lui avvicinò la lingua al clitoride e contemporaneamente inserì due dita dentro di lei e cominciò a massaggiarle le pareti interne della vagina. A quel contatto le urla di Helena risuonarono in tutta la stanza. Helena sentì che stava per venire, un'onda di sangue bollente la invase dalla testa alla punta dei piedi mentre i genitali le si contraevano in un fortissimo spasimo ed ebbe il suo primo orgasmo dicendo "Siiiiiiiiiii" Ma lo sconosciuto non si fermò co
ntinuò a giocare con la lingua tra le labbra di lei ma scendendo lentamente verso l'ano. Mentre con le mani sui glutei lui la dischiudeva.
La lingua di lui fece un veloce passaggio lasciando sull'ano di Helena una copiosa scia di saliva.
Quando le dita di lui sfiorarono delicatamente il bordo esterno dell'ano Helena sussultò e cominciò ad ansimare mentre lui con il dito giocava intorno al bordo dell'ano di Helena. Fu lei che, con dei leggeri movimenti dei fianchi, fece entrare, lentamente e con incredibile delicatezza, il dito che lui cominciò lentamente a muovere all'interno. Un tremore percorse il corpo di Helena mentre lui inseriva il dito poco profondamente dentro il retto e cominciava a esplorare. I capezzoli, le labbra vaginali, e il clitoride rispondevano diventando più turgidi di quanto pensasse possibile. Ma lui lentamente estrasse il dito e dopo un pò quello che Helena sentì entrarle lentamente nell'ano non era il dito bensì la lingua che la scavava e la bagnava lentamente di saliva. Ormai Helena era di pronta per un nuovo orgasmo, ma questa adesso aveva un'unico desiderio sentilo entrare dentro di lei. E glielo disse "basta adesso, voglio te, voglio sentirti entrare dentro di me, ti voglio sentire fin
dentro l'utero."
Lo senti che si sollevava lentamente e dal rumore capì che si stava togliendo i vestiti. Dopo qualche secondo sentì le mani di lui che le afferravano la testa e Helena sentì contro le labbra il sesso bollente il sesso bollente di lui. Aprì la bocca facendolo entrare dentro e cominciò a succhiarlo e a muovere ritmicamente la testa guidata dalle mani di lui che la spingevano delicatamente da dietro la nuca. Helena era eccitata come non aveva mai immaginato di poterlo essere e cominciò a muovere la testa sempre più velocemente sul sesso di lui. Ma adesso lo voleva dentro di lei, sapeva che sarebbe stato magnifico e in quel momento non desiderava altro.
Ma, come se le avesse letto nel pensiero, fu luì che la fece fermare e lentamente estrasse il proprio sesso dalla bocca.
Dopo qualche istante sentì le mani di lui che le stringevano le cosce facendole allargare e dopo qualche istante lo sentì all'ingresso del proprio sesso. Cominciò ad entrare lentamente, Helena lo voleva sentire tutto dentro, un poco alla volta. Ma sembrava non finire mai, Helena si aspettava di incontrare il suo ventre, ma invece lo sentiva entrare ancora ed ancora. Lo sentiva nello stomaco. Finché non sentì i fianchi di lui contro i suoi. Helena voleva sentirlo muoversi dentro di lei , allargarla, aprirla, ma invece lui stava fermo immobile. e questo non faceva che aumentare il desiderio di Helena, che provò a muovere i fianchi ma venne fermata dalle mani di lui che la strinsero sui glutei. MA Helena non poteva resistere oltre e cominciò a dirgli quasi supplicante " Muoviti....per favore, muoviti...."
Ma le sue suppliche erano inutili. Lo sconosciuto continuava a stare fermo con il suo cazzo duro dentro di lei. Helena stava quasi per piangere per il desiderio che non riusciva a soddisfare. Aveva il suo cazzo duro dentro di lei, lo sentiva in gola, ma non riusciva a muoversi.
Ma alla fine lui cominciò a muoversi, dapprima lentamente, e poi sempre più velocemente mentre Helena assecondava con i fianchi le spinte di lui. Ogni volta che i colpi le affondavano dentro Helena quasi non riusciva a respirare ma era bellissimo, finché non arrivò all'orgasmo con un urlo liberatorio. E dopo qualche secondo sentì un rantolo di piacere dello sconosciuto seguito immediatamente da seme di lui che le scivolava dentro. Helena era esausta ma felice. Aveva realizzato il suo sogno,ed era stato bellissimo, meglio di tutto le volte che le aveva immaginato rimanendo alla fine solo con le proprie carezze.
_Ma desso voleva finalmente vedere con chi aveva fatto l'amore, anche se aveva il terrore di trovarsi di fronte un uomo molto brutto. Ma doveva farlo e così si tolse la benda che gli copriva gli occhi e lo vide.
fu felice di vedere che si trattava di un uomo non bellissimo, ma piacevole.
Restarono qualche minuto a chiacchierare a letto, finché Helena non decise di andare via e appena rivestitasi, lo ringraziò con un bacio dicendogli solo : " Sei stato bravissimo, non solo hai fatto realizzare un mio sogno, ma è stato ancora meglio che nel sogno. Ma non potremo più vederci. Tu devi restare solo uno sconosciuto. non accompagnarmi nemmeno all'uscita. Resta qui." Gli diede un leggero bacio sulle labbra e si avviò fuori dalla stanza alla ricerca della porta dell'appartamento.
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20 years ago
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L\'Autogrill - 2a Versione
Mi chiamo Jessyca...ho 32 anni,sposata da 5...piuttosto insoddisfatta del matrimonio...Sono una donna calda..vogliosa...terribilemente troia se mi ci metto..... Amo essere al centro dell'attenzione non solo della gente che frequento... anzi .. sono le situazioni fuori dall'ordinario che mi interessano e mi attraggono. apparentemente sono seria e riservata, nascondo molto bene la mia seconda natura intrigante ed incline a lasciarsi coinvolgere in giochetti trasgressivi. mi eccita se trattata in modo deciso e risoluto, amo, per il mio intimo piacere maschi che mi usino senza ritegno. Mi è sempre piaciuto giocare con il prossimo, provocare, mettermi in mostra. il contatto causuale con quell'uomo è iniziato per posta elettronica. Antonio si è proposto immediatamente in modo fermo ma anche fantasioso e piacevole. Arrivo con la mia macchina.Parchegio.L'appuntamento è previsto in un luogo poco centrale e non ben illuminato. fisico mozzafiato, trucco elegante, gran chioma di capelli biondi,
abitino molto aderente fatto apposta per segnare le curve, termina in una minigonna, le calze scure e velate sono trattenute da un autoreggente nero di pizzo. i tacchi a spillo in vernice nera la fanno apparire stupenda. femmina di gran classe. pronta ad interpretare la fantasia propostale da Antonio ... una amante sfrenata del sesso, si appresta a scendere in strada... per la prima volta... Supero l'imbarazzo iniziale osservando l'auto parcheggiata di fronte a me. Il momento è denso di sensazioni. Antonio interrompe i suoi pensieri avvicinandosi piano con l'auto. abbassa il finestrino, la fantasia digitale si trasforma in realtà. Una signora in abiti sexy e sensuali, un maschio eccitato ed incredulo sono di fronte. . l'invito a salire è esplicito, le facce dei due protagonisti si rilasciano accennando un leggero sorriso... Mi siedo con grazia ed eleganza.le gambe sono subito scoperte, la mini è veramente mini. copre a malapena il bordo delle calze, devo prestare attenzione ad ogni movimento.. la gonna troppo corta, con i movimenti lo diventa ancora di più, copre a malapena il sedere e la fichetta lasciando in bella mostra il pizzo delle autoreggenti. Il vestito sembra disegnato per me, non riesce a contenere il seno, si notano due bottoni slacciati, il push up offre una splendida vista. Insomma sono vestita di gran classe...ma con quel pizzico di troiaggine che serve per rompere il ghiaccio e rendere la serata eccitante e trasgressiva...Incontrare quell'uomo, uno sconosciuto, qualcuno che però sa molto di me, delle mie fantasie, voglie e desideri intimi. mi eccita ma al tempo stesso mi turba, mi sento confusa e frastornata. avrò fatto bene a lasciarmi coinvolgere in una simile situazione? Che cosa m'aspetta adesso??? Le emozioni si succedono velocemente.Sapermi così vestita ed osservata mi stimola in modo imprevisto l'immaginario erotico. Antonio rimette in movimento l'auto e si allontana lentamente, gli sguardi iniziano a rompere la reciproca emozione mista a
diffidenza . i miei occhi luccicano pieni di eccitazione. L'auto imbocca il raccordo autostradale per raggiungere la vicina area di servizio. qui si arresta. Il luogo è popolato da diverse prostitute, si notano ragazze di colore con abbigliamento evidente e decisamente volgare, stivali altissimi in pelle bianca lucida con tacchi altissimi si mescolano alle mutandine di pizzo, le camicette aperte offrono la vista di seni prosperosi e cadenti. Antonio mi invita a scendere, a mescolarmi alla fauna locale, con un "dai fai un pò la trioia per me..." mi vuole sbattere in strada...Io esito , sono titubante, al tempo stesso eccitata, finalmente mi decido e scendo dall'auto. Pochi passi sono sufficienti a farmi sentire il cuore in gola, noto poco lontano diverse ragazze che mi osservano, mi sento estranea a questo mondo, troppo diversa.. Nelle mie fantasie era viva la voglia di mostrarmi lungo una strada ed offrirmi al primo venuto, salire sulla prima auto in cerca di amori mercenari, vendermi come una puttana ad uno sconosciuto pronto ad abusare di me, della mia femminilità nei modi più disparati e perversi. Adesso mi trovo in quella situazione, a lungo idealizzata. ma la realtà supera la fantasia, i miei pensieri si interrompono quando l'auto di Antonio fatto un breve giretto m'approccia ancora e sorridendo m'invita a risalire,. :"ecco finalmente il primo cliente!". (penso eccitata,la micia ha voglia ed io da morire...ho voglia di cazzo...di tanti cazzi tutti da gustare in questa serata terribilmente sexy!!) Solo adesso Antonio può osservare, con grande sorpresa, che non indosso mutandine .:" Mmmm!!! Sei bagnata?". lentamente allunga una mano ed inizia ad accarezzarmi le cosce tornite, le mani sfiorano le calze velate, indugia insinuando le dita tra la fine della calza e la pelle chiara e morbida., i gesti sono lenti e misurati. le carezze si fanno più ardite e profonde, le mani sono ormai prossime alla mia intimità . si posano ora sulle grandi labbra. percepiscono
l'umidità dei suoi umori. L'abitacolo dell'auto è illuminato dalle fioche luci notturne, passa un'auto molto lentamente.illumina con i fari l'abitacolo ed offre una vista piena e completa di una coppietta in intimi atteggiamenti. l'emozione costringe i due amanti ad un veloce dietrofront, le mani si allontanano, i fremiti si spengono per un momento. Torna la penombra e considerato che le. carezze erano ormai diventate un vero e proprio ditalino... accetto di buon grado l'immediato riavvicinamento.. Le dita sfiorano ed affondano di nuovo all'interno della mia fica caldissima. Antonio mi invita a toccargli i pantaloni.. la mia mano affonda.. percepisce il cazzo gonfio ed eretto. con buona iniziativa apro la cerniera e gli tiro fuori il membro eretto.Ho una gran voglia di spompinarlo,di sentirmelo in gola... Avvicino le labbra con voglia alla sua cappella gonfia...slinguettando inizio a leccargli le palle prima e l'asta poi... Con grazia e fermezza, Antonio, però, m'invita a desistere dai miei propositi,con decisione mi fà rialzare la testa dal suo splendido cazzone duro...sorprendendomi, non capisco le sue intenzioni. Antonio riferma la macchina e mi chiede di scendere . Approfittando di un momento in cui non si notano troppe macchine , scende ed apre la portiera del passeggero, io sono ancora sul sedile, le gambe allargate, la gonna sopra la vita lascia intravedere la fica semiaperta ornata dalle autoreggenti, che spiccano sulla pelle chiara, si uniscono sensualmente alle calze scure che terminano nelle scarpe in vernice nera con tacchi altissimi. L'auto è parcheggiata di fronte alle toilette, si intuisce il prossimo passo. Antonio mi prende per mano, abbasso la minigonna e scendo dall'auto. Mi lascio condurre, l'area di servizio in quella zona non è molto frequentata, solo alcuni camion in sosta. Antonio apre la porta dei bagni maschili.
Ecco la prima sorpresa, un baffuto 60enne prossimo all'uscita ci squadra dalla testa ai piedi ed osserva con meraviglia. tutto avrebbe ipotizzato salvo trovarsi di fronte una prostituta in un bagno per soli uomini. Ci lascia passare ed esce borbottando parole incomprensibili. io appaio in tutta la mia trasgressiva bellezza. Mi sento incerta e tremante, mai avrei pensato di essere coinvolta in un simile gioco.Antonio è però fermo e deciso a continuare nei suoi propositi. si avvicina ad un bagno lasciando la porta semiaperta e mi costringe ad una parete, qualcuno potrebbe osservare la scena . cinge con le braccia il mio collo, le mani si perdono nei miei capelli biondi e lisci, mi sfiora con le labbra, io apro le mie eccitata ed incredula, in preda a vera follia erotica. L'idea di sapermi in un luogo impensato ed impossibile, con un estraneo che mi sta solleticando, sfiorando, baciando ed eccitando mi offre sensazioni impreviste. Esibire il corpo in pubblico, con il rischio di essere vista da altri, diventa fonte di eccitazione ma anche di estremo imbarazzo. Con le pulsazioni a 1000 inizio gemere, allargo le gambe, le mani di Antonio mi toccano dappertutto, i seni sodi e ben proporzionati mostrano dei capezzoli eretti e duri, le dita di Antonio li strizzano quasi a farmi male. L'altra mano si avvicina alla fica , dopo aver a lungo palpato le cosce ed il culo. Sono bagnatissima, sto' già venendo, la situazione inaspettata ed a forte rischio di essere scoperti mi eccita in modo inatteso e violento. la mano di Antonio si inserisce con delicatezza nelle pieghe della mia fica in calore... ormai è inondata dai miei umori, la lingua si posa e si incrocia con quella mia. Antonio ritrae adesso la mano dalla fica e me la offre bollente e gocciolante alle labbra. Io prendo il suo invito al volo e incomincio a baciarla con vigore ed avidità, tutto il mio piacere è presto leccato e ripulito. allungo la mano per estrarre il cazzo eretto in modo incredibile, poche carezze e la verga viene accolta tra le mie labbra umide, finalmente lo lecco e lo bacio ripetutamente. aiuto il movimento con le mani che hanno completamente avvolto il cazzo di Antonio. Godo da morire nel fare quel meraviglioso pompino..lecco l'asta con dolcezza...salgo con piccoli colpi di lingua verso la cappella..gonfia..violacea e tesa da morire.poi me lo metto per bene sulla lingua...appoggio le labbra al grosso cazzone teso ed inizio ad andare su e giù con la bocca...insalivando il membro per farmelo scivolare per bene tra le labbra...come una zoccola di professione farebbe!Inginocchiata ai suoi piedi..in quella toilette dell'autogrill mi sento veramente una grandissima puttana al lavoro...ma godo da morire e sono eccitata come una pazza!Anche lui si scopre molto, molto eccitato; se questo giochetto non si interrompe l'esito è segnato. Antonio m'afferra la testa allontanandola dall'asta eretta, io mi lascio guidare. mi gira su me stessa, alza leggermente la minigonna e mette in luce due glutei fantastici. la gonna diventa un ricordo, viene spostata sulla vita ed io mi lascio condurre senza opporre resistenza. di fronte ad Antonio ci sono adesso due natiche fantastiche, un reggicalze in pizzo.che orna ed impreziosisce quella splendida opera d'arte. Il rumore della porta sbattuta con violenza lascia spazio a due rozze voci maschili. un sobbalzo ulteriore per le coronarie già profondamente provate.. Si capisce che non si è più soli. fortunatamente è stata chiusa la porta del bagno. Io non mi scompongo più di tanto, anzi l'inattesa situazione, che mi costringe al silenzio assoluto, ha dovuto ridurre e modificare il respiro troppo evidente, i leggeri mugolii sono ora strozzati ed impercettibili.. Anche Antonio, eccitatissimo, reagisce rapidamente alla nuova emozione; dopo avermi accarezzato le natiche m'infila due dita nella fica, le grandi labbra si schiudono, trova l'apertura fradicia e gocciolante. Io mi agito in modo incontrollabile, Antonio si ferma capendo che sto' perdere il controllo. Anche lui comunque è talmente eccitato che le azioni non risultano più troppo logiche. L'asta esce velocemente dai pantaloni e senza pensarci troppo viene avvicinata al mio culo.fortunatamente le due voci si allontanano sbattendo la porta.. Le mani di Antonio sulla mia schiena, le sue unghie quasi a voler lambire la mia carne.ho brividi continui. Il silenzio torna nel bagno. Antonio mi sbatte alla pecorina...è un attimo e mi ritrovo appoggiata al muro del bagno.... prendendomi per la vita ed in un secondo, il suo cazzo duro, eccitato è dentro di me. Appoggiata al muro mi godo la monta....sculetto...ansimo... mi muovo, mugugno, spingo su quell'asta che mi provoca infinito piacere. Le sue mani sui seni. I capezzoli duri quasi a farmi male. e.sento contrazioni violente e dolci.sento che sto' per godere.spingo ancora più forte, vorrei che quel cazzo arrivasse sempre più su.più su!!! Sempre di più!!! Esplodo senza ritegno. Antonio anche stà per godere, sento il suo cazzo sempre più duro. Me lo sfila dalla fica. Con colpi decisi me lo infila nel culo. Sento una punta di dolore ma l'eccitazione è troppo grande! Incomincio a sculettare per farmi entrare quell'asta con voglia sempre più crescente. :" Dai..siii!" Qualcuno è entrato nel bagno ma, questa volta non mi fermo e anche il mio ansimare non riesce a diminuire di tono. I passi del nuovo entrato sono dietro la porta, la vedo schiudersi. Sento degli occhi nuovi, vogliosi sul mio corpo. :" Vieni.la vuoi?" Dice Antonio ridendo. Mi sento le guance infuocate. La mano dello sconosciuto è sulla mia fica. Antonio continua la sua danza nel mio culo. L'uomo s'abbassa, mi apre la fica con le dita e infila la lingua. Antonio si ferma, ora spinge solo lasciando che io mi goda quella lingua che m'esplora, quelle dita che entrano ed escono. Io sono in preda ad un piacere enorme. Ogni parte di me è eccitata, sensibile. I colpi di Antonio ricominciano. L'uomo si alza, mi prende la testa e m'infila il suo cazzo in bocca, sto per godere ancora.Ora ho un cazzone piantato per bene nel culo ed un altro meraviglioso e grosso cazzo in bocca...Appoggiata con le mani alle ginocchia mi godo la monta...presa per i fianchi sento Antonio che mi incula da dio...Davanti ho lo sconosciuto che mi stà facendo godere da morire spingendomi il suo cazzone in gola...Lo spompino con voglia...emetto continui mugolii di piacere....e quei mugolii eccitano sia chi mi fotte che mi spompino...è una situazione stupendamente erotica!!Lo guardo mentre lo spompino magnificamente...lo guardo per vedere se gode nel sentirmi così tremendamente troia.D'un tratto sento i colpi di Antonio + fitti..rapidi..veloci... " Dai Jessyca.voglio inondarti il culo di sperma, voglio.mmmm!!! Siii, voglioooo! Ohhhh!" Le spinte si susseguono, sento il calore del suo piacere invadermi e anche l'uomo, tolto il suo cazzo dalla mia bocca m'invita a leccarlo sulla punta della cappella...è vicino e si prepara a
schizzarmi il suo sperma...Appoggio la lingua al suo glande...lo lecco un pò...lui con la mano se lo mena dolcemente.dolcemente.la mia lingua avvolge veloce la sua cappella...eccolo...3 o 4 schizzi densi.caldi mi bagnano tutto il viso.poi me lo rimette in bocca...continuo il pompino per farlo godere per bene...Stiamo godendo tutti e tre ed è splendido è..meraviglioso!!!!! L'uomo esce prima di noi. Ecco che ne entra un secondo...che sentendo i mugolii sommessi ed i lamenti ha voluto vedere che succedeva.Sono lì a pecorina...col viso sporco di sperma...ho appena fatto un pompino ad un uno ed ecco che un secondo me lo sbatte di nuovo in faccia...Antonio ancora una volta sorride e gli dice..."vai...fatti sotto...lei è ancora in calore..." E' un camionista...senza parlare mi sbatte davanti la patta dei calzoni...poi con poche mosse se lo tira fuori...ha un cazzo grosso e nodoso...Inizio a fargli un pompino...si appoggia alla porta e inizia a godermi...Lunghe salite e discese con le mie labbra...ha un cazzo da urlo...enorme..duro e gonfio da far paura!Continuo per un pò così...a spompinarlo con dolcezza.Poi mi prende...mi gira...fà spostare Antonio e mi mette a pecorina...Mi lecca un pò fica e culo e poi inizia a scoparmi con decisione.Colpi secchi...a spaccarmi la fica...Io godo come una pazza...Antonio sorride e mi guarda.Il camionista và avanti un pò....sbattendomi per bene a pecorina mi gode... poi con una mossa veloce esce dalla mia fica fradicia e spalancata,mi prende per i fianchi e mi sospinge verso il lavandino della toilette...Pochi secondi dopo sono appoggiata con il bacino al lavandino...Antonio mette la sua giacca tra me ed il lavandino...per farmi stare comoda...che porco!!!Ora con la giacca di Antonio a farmi da cuscino mi sento molto + comoda...Il camionista se ne accorge e pochi attimi dopo inizia a puntarmi la grossa cappella al sedere.Le autoreggenti sono fradice.Dalla fica mi cola il piacere che si ferma ad inzuppare le calze...Stò godendo da morire...Con decisione inizia a sbattermi la cappela prima ed il suo grosso cazzo poi nel culetto...Lo sperma di Antonio..che mi aveva inculata meravigliosamente poco prima mi lubrifica il buchetto...facilitando quel grosso cazzone nell'entrarmi dentro...E' sempre stato così per me..quando sento la cappella che si appoggia con forza al mio buco del culetto inizio a smaniare..a godere..un pre-orgasmo mi sopraggiunge sempre...in quei momenti magici!!!Godo da morire....appena sento la cappella che vuole entrarmi nel culetto...non sò perchè ma in me la cosa dà un piacere immenso...godo come una pazza in quei momenti!!!...Un dolore sordo mi fà capire che mi stà spaccando il sederino...Sento che entra un pò alla volta.Cm dopo cm si fà strada nel mio sederino,io appoggiata al lavandino gemo,mugolo,ma godo da svenire.Ogni tanto lo ritrae e ci sputa sopra...per lubrificarlo...e per lubrificarmi il culetto.Sentendo la saliva che cola nel mio sedere mi rendo conto di come mi stà trattando...da vera
troia da strada...era quello che sognavo...sono eccitata al massimo!Finalmente entra tutto,si assesta,sento le sue palle gonfie appoggiarsi alle mie chiappe.Mi avrà sbattuto nel culetto quasi 20 cm di quel suo cazzone da sballo.Ora comincia ad andare su e giù...mi incula con passione,stringendomi per i fianchi sento che gode,sento che si sà muovere.Lo tira fuori fino alla cappella e poi me lo rinfila dentro fino alle palle...+ volte.Questo giochino mi provoca un godimento meraviglioso...il sentire quel grosso cazzone entrare ed uscire dal mio sederino ripetutamente mi dà un fremito continuo.Se ne accorge e ripete diverse volte la cosa.E così facendo mi allarga il sedere...mi spacca per bene il buchetto con quel suo entrare ed uscire...dio come godo!!Ogni volta che l'appogia al buchetto ed entra godo...ogni volta che esce...e mi fà richiudere il culetto rigodo...entra ed esce dandomi un piacere estremo...e così facendo mi spacca il sederino in un modo delizioso!!!Sono appoggiata alle mie scarpe con tacchi a spillo,a pecorina sul lavandino dentro quella toilette,con le autoreggenti addosso,il reggiseno di pizzo calato,la mini alla vita ed il toppettino semiaperto e mi sento terribilmente troia,un camionista mi stà inculando come una zoccola da marciapiede,ho appena fatto un pompino ad uno sconosciuto e sono stata già inculata da un uomo conosciuto in internet.Mi sento una vera troia da bordello!!Il mio montone incomincia ad incularmi + forte...smette di sfilarlo ed infilarlo per concentrarsi sul mio culetto...sento che il sedere mi si stà rompendo sempre di più...mugolo...godo...un orgasmo meraviglioso si stà impossessando di me.Ancora pochi colpi e vengo come una pazza!!Dopo poco godo con fremiti..mugolii e gridolini sommessi...in preda all'orgasmo inizio a parlargli.."dai amore....forza....che aspetti??finora mi hai fatto sentire poco o nulla...ci vuole di + per farmi godere...o quel cazzo non lo sai usare??Dai spaccami....inculami forte...+ forte...dai porco...fammi sentire quel tuo cazzone meraviglioso tutto nel culo...tutto..tutto...dammelo fino alle palle!!"Sono sempre stata terribilmente esigente in fatto di cazzo...anche quando trovo un uomo dotatissimo la mia foga di troia mi porta a sminuirlo..a svirilizzarlo..a sfidarlo...facendomi dire di tutto per renderlo ridicolo in modo che lui ci metta tutto se stesso nel fottermi in modo stupendo....Toccato nell'intimo un uomo fà di tutto per sfogare la sua rabbia...e così facendo mi fotte come un toro per vendicarsi...dandomi colpi furiosi....che mi fanno godere 1000 volte di +.....Lui eccitato dal mio modo di fare aumenta la foga...il suo pilone mi entra tutto nel sedere...mi sento spaccare fino in fondo...mentre le sue palle sbattono ormai libere sul mio culetto...segno che è entrato davvero tutto nel mio culetto ormai sfondato del tutto...Infatti anche lui...colpito nell'orgoglio di maschio da me inizia a darmi colpi furibondi..che mi scuotono dalle caviglie ai capelli....1,2,10 colpi fortissimi...inarcando le reni cerca di sfondarmi il + possibile...Io godo fino a svenire!!!Mi sento piena di quel cazzo fino al pancino...Un altro stupendo orgasmo si preannuncia....pochi attimi dopo inizio a vibrare...mentre una serie di colpi mi schiantano il culetto...Dopo pochi attimi un insieme di :"AHHH....SIIII....MMMH....GODOOOOO!!" mi escono dalle labbra....mentre la fica zuppa gocciola il mio piacere tra le mie cosce...Lui mi sente...le vibrazioni che trasmetto a lui sono intense...infatti dopo altri colpi serrati e fitti eccolo...eccolo che sborra!Un senso di calore mi riempe il pancino...ancora colpi forti....fino a sfondarmi...Poi esce dal mio sederino...lo sfila con facilità...segno che mi ha davvero sfondata per bene...si riveste lasciandomi il sedere gocciolante,la sua sborra mi scivola lungo le cosce fino alle calze...Il buchetto è rotto di brutto e non tiene + lo sperma che mi ha schizzato nell'intestino.Esce....la porta si socchiude,io mi riprendo un pò.Con la carta igienica inizio a pulirmi il sedere....dio com'è largo...il muscolo del buchetto del culo è tremendamente aperto,mi ha sfondata letteralmente...un dolore tenue mi fà capire che stavolta mi sono fatta proprio sfondare per bene...ma ho goduto fino a svenire.Mentre mi pulisco la porta si riapre...quattro ragazzi scivolano dentro...Sono vestiti per andare in discoteca.Devono aver visto e sentito tutto...la mia toilette è stata fino ad ora un andirivieni di uomini..e tuti uscendo si rimettevano su i calzoni...Non sono stupidi e devono aver capito che li c'è una troia che fotte a ripetizione...e quella troia sono io....Dopo pochi attimi uno senza proferire parola si slaccia i calzoni,l'altro sorridendo mi guarda,il terzo si slaccia i jeans e resta a cazzo di fuori anche lui,il 4 rimane a guardami esterefatto.Antonio mi guarda e dice:"dai falli godere...e poi dopo questi andiamo via"Io sorrido e mi inginocchio.Un attimo e mi ritrovo i loro cazzi duri e gonfi davanti alla bocca.Sono in mezzo al cerchio dei 4...i cazzi duri mi sventolano davanti agli occhi...sono eccitata da morire per questa situazione così terribilmente da troia....Inizio allora con un pompino-stereo...uno mi mette la mano sulla testa,l'altro mi fà leccare le sue palle gonfie di sperma,il terzo ed il 4° si sono calati i calzoni...ed ogni tanto me lo sbattono sul viso,duro e gonfio da morire...Sono circondata da cazzi..duri e vogliosi..palle piene di sborra e grossi giovani cazzi pronti a schizzarmi la loro voglia mi ballano davanti alla bocca...sono eccitata al massimo!Inizio a spompinarli con eleganza...mugolando lecco quei cazzi magnifici mentre le tette mi ballano al ritmo del pompino...le faccio uscire per bene dal reggiseno per eccitarli meglio.Intanto lo sperma mi continua a scendere dal buchetto del culetto ancora molto allargato verso le calze,facendomi sentire troia al massimo e ricordandomi come mi sono fatta inculare per bene pochi minuti prima.Il primo viene dopo poco...aveva troppa voglia e poi il vedermi a tette nude...un seno bello come il mio che balla al ritmo del pompino...ed il mio viso da troia lo devono aver eccitato in fretta...pochi attimi e mi schizza getti densi e caldi sul viso e sulle tette.Svuota le palle nella mia bocca...continuo il pompino ancora un pò...per farlo godere per bene...poi si riveste ed esce.Il secondo è + lento a venire...mi continua a far andare su è giù...gode come un porco a strizzarmi i capezzoli turgidi e duri...Alla fine viene...inondandomi il viso mi schizza dappertutto...gode per bene lasciandomi sporca e piena di sborra...anche con lui ingoio di nuovi dei densi e caldi getti di sperma...Ecco allora che il 3° me lo mette in bocca...inizia a scoparmi la bocca andando su e giù con il bacino..sento che gode...ed io da morire...mugolo continuamente mentre salgo e scendo con la bocca su quel magnifico cazzone...mentre le gocce di sperma dei 2 ragazzi di prima mi scivolano dal nasino verso le labbra...Vado avanti un pò...poi anche lui inizia ad ansimare..è vicino...Aumento il mio dolce su e giù...eccolo....mugolando viene...Di lì a poco i caldi e densi getti di sborra mi scivolano in gola...schizza bene il porco....copiosi schizzi ancora sul viso,sul nasino,tra i capelli....anche lui viene,si svuota le palle nella mia bocca e se ne và lasciandomi sul viso e nel pancino grossi schizzi di sperma...Il 4° me lo mette in bocca con dolcezza...e mi dice.."dai fammelo come sai fare tu...fammi impazzire...dai...troia!!..."Lo guardo negli occhi mentre sono in ginocchio...mi piace molto quel ragazzo...lui che mi sventola il suo splendido cazzone duro e grosso davanti al nasino....io che mi sento in quel momento tremendamente zoccola...Decido di farlo godere per bene...lo guardo e sorridendo gli rispondo..."OK..A TE FARO' UN POMPINO CHE DIFFICILMENTE SCORDERAI....SAI??"Dopodiche inizio a leccargli l'inguine...salgo lentamente tra i peli del pube...baciandolo dolcemente di tanto in tanto gli faccio sentire le mie labbra sulla pelle dell'inguine...sò che gode facendo così...Poi inizio...lentamente gli faccio un pompino dolce..lento...tutto di lingua e labbra...non uso per niente le mani...lavoro solo di bocca...Vado avanti..mi fermo..ricomincio ...mi rifermo...così facendo lo faccio godere da morire!Un susseguirsi di mugolii e mmhh accompagnano il mio pompino...godo da impazzirci e non riesco a stare in silenzio...il mio piacere nel fare pompini lo esterno così...e sò che fà impazzire il maschio che spompino...Quando lo sento vicino me lo faccio uscire di bocca....dio com'è teso..duro...Con colpetti lenti della punta della mia lingua inizio a slinguargli l'asta...poi scendo alle palle..dure..gonfie...L'orgasmo si allontana...mentre lui ad occhi chiusi emette tutta una serie di :"AHHH....SIIII"...Lentamente abbandono le palle...gli lecco ancora il pube...facendogli sentire le mie labbra umide di saliva sulla pelle....con altri colpetti risalgo lungo l'asta....colpi di lingua al glande..alla cappella..
che poi mi rimetto in bocca....Ricomincio a spompinarlo...facendo scorrere le labbra delicatamente chiuse sull'asta...slinguo dolcemente la cappella....affondo le labbra...fino a che con la punta del nasino arrivo ai peli del suo pube....sento così la cappella che mi arriva in gola...ed ogni volta che affondo le labbra lui gode di +...Mi fermo un istante...guardandolo dritto negli occhi gli dico:"TI PIACE COME TI FACCIO QUESTO POMPINO...??Lui inebetito dal piacere mi risponde..:"DIO SI SEI FANTASTICA...MI STAI FACENDO IMPAZZIRE!!!" Ricomincio il mio su e giù...affondo ancora....la punta del mio nasino scompare tra i suoi peli del pube...mentre un mio "MMMHHH..." di godimento continua ed accompagna i miei affondi...Infine decido di farlo sborrare....aumento il ritmo del pompino...stringo dolcemente il cazzo in bocca..insalivandolo me lo faccio scorrere in bocca...mi stò facendo quasi scopare in bocca....dio come godo!!!Dopo pochi affondi mi accorgo che stà per sborrare...Lo levo dalle
labbra e mi metto con la bocca a pochi cm dalla sua tesa e gonfia cappella...Poi inizio a dargli delicati e continui colpetti con la punta della lingua sul glande..1,10,20 colpi...gode come un pazzo...Lo faccio sborrare così...finchè schizzi caldi,densi e scivolosi mi arrivano in gola,sul viso e tra le tette...Sono stata stupendamente troia..lo sò..poche donne riescono a far sborrare un cazzo così...solo con colpetti della punta della lingua...Uno schizzo mi scivola sul nasino...con la punta della lingua...mentre lui mi guarda...raccolgo la gocca di sborra...e fando un altro "MMMHHH" la mando giù...inghiottendola...Impazzisce vedendo la scena...ed un "SEI UNA TROIA FANTASTICA SAI??" gli esce dalla gola...la voce è roca..rotta dal piacere dell'orgasmo...Gli sorrido...mentre si riveste,esce...E con questo sono a quota 5 pompini...Ho sborra dappertutto...sul reggiseno,sul vestitino,tra i capelli,sul viso,in gola....Sento che ho anche il pancino bello pieno di spema...ho ingioiato grossi getti che mi schizzavano quei 4 splendidi cazzi giovani...avevano le palle gonfie e piene...e me le hanno svuotate in gola..sul viso...e nel pancino...E poi c'è il pompino che ho fatto a quello entrato da solo nel bagno...insomma quei 5 pompini che da grandissima troia ho fatto mi hanno lasciato una bella dose di sborra anche nella pancia....Mi stò per rivestire quando arriva un ragazzo..bussa alla porta dicendomi che faceva parte del gruppo dei 4 di prima..ma era rimasto fuori a parcheggiare...Aveva saputo dagli amici di una splendida zoccola nelle toilette e si era precipitato...Mi guarda con una voglia infinita...è molto carino..muscoloso..in canottiera...Antonio mi guarda e mi dice.."dai..jessy...mi sembra così carino..sono sicuro che ti piace..."In effetti mi pace molto...lo guardo e gli calo i panta...prima....gli slip poi...resta così a cazzo semiduro..e che cazzo...una cosa da sogno!!Un cazzone + grosso di quello del camionista...resto esterefatta...saranno almeno 25 cm..se
non di +....grosso..e largo da far paura!!Sorridendo mi dice..."beh...bella...mi sembra che ti piaccia..no??"Io lo guardo e gli rispondo balbettando..."mio dio sì..sei un vero portento...mamma mia...." Inizio a spompinarlo...ha un cazzo fantastico..sembra finto per com'è grosso...faccio fatica a mettermi in bocca la cappella...sono eccitata da impazzire..non avevo mai visto un cazzo così!!Dopo poco è eretto...una cosa meravigliosa...stento a crederci..Antonio mi guarda e mi dice.."mamma mia jessy con lui credo che finirai sfondatissima..." Lo guardo e gli rispondo.."mmhh...credo proprio di sì...è stupendo questo ragazzo..." Il ragazzo mi guarda e dopo poco mi dice..."dai ora girati..ti voglio scopare alla pecorina..."..Pregustando quel pilone...mi rimetto appoggiata al lavandino...la mini sulla schiena..alzata per bene.....le calze sporche di sperma...mugolando mi apro la fica e gli dico.."vai cazzone...fottimi tutta...."...ormai ho perso ogni inibizione..sono in calore da morire...
ho preso un bel pò di cazzo ma ne ho ancora voglia..e poi un cazzo così sarei pazza a farmelo sfuggire.....Appoggia la cappella alla mia fica fradicia...inizia a spingere...mi sembra di sognare..sento la mia fica che si apre...si allarga....sembra quasi strapparsi....Colpo dopo colpo entra....mi sembra di impazzire..non finisce +...una cosa incredibile...mi sento piena in pochi attimi...ho un cazzo da cavallo che mi spinge nella fica...stò morendo dal godimento!!Dopo un minuto abbondante l'ho preso tutto....mio dio che favola...mi sento la fica piena..la pancia anche...lui inizia a fottermi con decisione....colpi decisi...E' talmente largo...è così largo in circonferenza che sembra un palo della luce...avrà almeno 15CM di circonferenza...dio sembra un grosso boa di carne...lungo e largo da non crederci...e me lo stà ficcando duro e largo nella fica!!!Godo fino a sentirmi la testa girare come in un luna park....!!!Mi sbatte bene...godendosi la mia fica fino in fondo..spinge con le reni e me lo fà arrivare in fondo...io mugolando lo incito a fottermi bene...lo voglio tutto....Antonio si inizia a fare una megasega...troppo eccitante vedermi così piena...quel cazzo da cavallo piantato nella mia fica lo inebria...si stà segando come un pazzo...lo vedo con la coda dell'occhio...Il ragazzo và avanti per un pò...colpi decisi..mentre mi domanda...:"ti piace troia...lo senti il cazzone duro?" Io mi giro lentamente ....lo guardo...quasi in segno di sfida sorridendo gli rispondo..."mmh...si....ma dammi colpi forti..spaccami per bene....rompimi la fica...daiii"...E lui con un sorriso ironico mi rimette sotto...si ferma un attimo...lo fà uscire quasi tutto e poi con due o tre colpi fortissimi mi ripianta quel suo cazzo strepitoso nella fica...mi sento quasi arrivare la cappella all'utero..mio dio che cazzoooo!!Godo da morire...schiaffata per bene a pecorina..le mani che stringono gli angoli del lavandino....mi godo la sua monta...ho la fica impazzita dal piacere di quell'enorme cazzone...la testa mi gira...godo quasi a svenire!!Ad un certo punto lui inizia a sfilarmelo dalla fica....Io mi giro ancora una volta con la testa e lo guardo..quasi a dire.."Ma che fai?" e lui sorridendo mi guarda e mi dice...:"amore..ti voglio inculare..sai??Hai un culo splendido...credo che ti voglio prendere anche lì...sai??".....Io lo guardo e gli dico...:"mmmhh...dio mio..anche nel culetto...si dammelo sfondami anche lì!!....E lui:"bene ....credo ti piacerà..."...mi risponde...A quel punto gli dico:"va bene..forza vediamo cosa sai fare....." Lui mi sorride e mi dice.."comunque guarda che sei già stata inculata...lo vedo dallo sperma che ti cola...e lo vedo dal buchetto che mi pare già piuttosto sfondato...!" Io lo guardo gli rispondo..:"si ma non era come te....non mi ha fatta godere come voglio....spero tu sia migliore...!!" Si lo sò..mi risponde lui...con me godrai per davvero ....stai tranquilla...!" "Va bene...amore...si...inculami...ti prego..inculami tutta"...gli risp
ondo....Orami sono in calore..e non mi rendo conto di cosa stò per prendere nel culetto....Mi rimetto per bene...appoggio le mani al lavandino...rimetto la giacca di antonio per bene quasi come un cuscino...divarico per bene le gambe...e mi rimetto a pecorina...questa volta voglio stare almeno ben messa...e godermi quel pilone nel culetto sarà meraviglioso!!Lui prende un pò di sapone della toilette del bidet e se lo spalma sul cazzone...poi mi appoggia la cappella...enorme al buchetto...mi prende per i fianchi,me li stringe tra le mani...e con colpetti delicati inizia ad aprirmi il culetto....Sento la cappella che prima si appogia al mio culetto...e già godo!!La lingua mi esce dalle labbra....me la passo dolcemente tra le labbra..pregustandomi quel momento...il mio culetto si schiude e fà entrare quella grossa cappella...una serie di brividi mi assalgono...mentre un "MMHHH" mi sfugge dalle labbra...Poi lui inizia a spingere con + decisione...il buchetto si apre...lentamente...molto lentamente sento che mi dilato...ormai la cappella stà passando...dio come godo!!mi sembra di svenire...mentre lui..sempre molto delicatamente prosegue con i suoi colpetti..dolci..delicati...lenti...Sembra impossibile che un cazzone così si possa manovrare con quella dolcezza...è stupendamente bravo..lo stà mettendo in un modo talmente lento che invece che provare dolore per quell'enorme cazzone che mi entra nel sederino....stò godendo come una pazza!!!Poco dopo la cappella è dentro..inizia a mettermi il cazzone..mi sento svenire....saranno almeno 25cm...dio che favola!!Non avrei mai immaginato di finire la serata sventrata da un cazzone da sogno...stò godendo da svenire...ho la fica fradicia....colo piacere a ripetizione....Lui continua...cm dopo cm...inesorabile...sento il mio culetto che si spacca....il pancino è pieno...faccio fatica a respirare...gemo...mugolo..ansimo come una pazza...sono piena di cazzo da svenire....e non ha ancora appoggiato le palle alla mia fica....non è ancora tutto dentro....dio mioooo!!!Lo aiuto...mi apro il sedere con le mani...piantata sui tacchi a spillo cerco di facilitarlo nell'entrata..non ce la faccio +....è troppo grosso..mi sento morire...Lui continua...ancora due o tre colpetti poi finalmente sento le palle...sento i suoi duri coglioni che si appoggiano alla mia fica...è tutto dentro..mio dio...mi sembra di morire!!!Lui mi guarda...sorridendo mi dice....:"che troia magnifica che sei!!!....ci sei riuscita..sai??L'hai preso tutto...è la prima volta che trovo una così sfondata..che riesce a prendersi i miei 28cm di cazzo dritto nel culo....sai???" 28 CENTIMETRI....mio dio...lo sapevo che era enorme..ma questo è un vero cavallo...non riesco nemmeno a sculettare per come sono piena....ed il peggio deve ancora venire..ora mi inculerà...darà colpi..mi fotterà come gli pare...credo che sverrò!! Ma ecco che il mio orgoglio di troia prende il sopravvento...girandomi lo guardo..e con aria e sguardo da vera zoccola sorridendo gli dico.
..:"tutto qui??credevo fossi di +....ne avrei voluto altri 10 cm per sentirmi davvero piena....lo sai??" ed ancora guardandolo dritto negli occhi con il sorriso tipico di chi prende in giro gli dico:"comunque mi accontento..spero solo tu ci sappia fare....porco!!"Allibito mi guarda pensando che scherzi...ma io in un attimo:"e non scherzo..dico sul serio...vediamo cosa sai fare...stallone!!FORZA...INCULAMI..CHE ASPETTI LA MAMMA??".....Appena ho finito di parlare lui furente si pianta sui piedi...mi serra i fianchi..ed inizia ad andare su e giù...!!Mi sento morire...il pilone enorme mi scivola dentro e fuori dal culetto per metà...stringendomi per bene i fianchi mi incula in un modo stupendo...mi sembra di morire...ho il culetto in fiamme,il sapone della toilette mi ha aiutata...ora è dentro...e mi stà montando in modo superbo...Si muove bene..ci sà fare ad inculare il porco...mi stringe i fianchi e mi guida nell'incularmi...colpi decisi..di reni..spinge fino in fondo..è davvero bravo.
mi stà fottendo come un vero maestro..godo da impazzire!!Poi dopo i primi colpi d'assetamento inizia una serie di colpi fortissimi...a raffica...uno dopo l'altro...Appoggiata al lavandino mi sembra di impazzire...inizio a mordere un lembo della giacca di Antonio per come godo...mentre una serie di mugolii mi sfuggono dalla gola...Antonio si sega come un pazzo..vede quel cazzone enorme che scivola..il mio buchetto del culo allargato...vede il ragazzo che mi incula da dio...e gode...che gran porco!!!Mi muovo appena...stretta per i fianchi dal ragazzo che senza sosta mi dà colpi secchi...forti..decisi...in certi momenti di maggior piacere mi appoggio con le mani al muro...gemo e ansimo in un modo pazzesco...un "aaahhhhh" sommesso e cupo mi sfugge dalla gola...mentre il ragazzo mi dà colpi su colpi...me lo sento fino al cervello...dio che cazzo....mi sento scoppiare la pancia!!!Lui và avanti..incurante dei miei rantoli...mi incula senza sosta..colpi continui...il mio sederino ormai è completamente sfondato...Il camionista di prima al confronto era un bambino..questo mi stà veramente facendo capire cosa vuol dire essere fottuta da un toro...Colpo dopo colpo mi spacca il sedere...io lo prego di continuare...mi godo il suo cazzone tutto nel culo...una serie di brividini alla schiena mi fanno capire che stò godendo in un modo meraviglioso......mi sento svenire...ho il culetto che mi sembra in fiamme...Dopo pochi attimi inizio a vibrare...i gemiti diventano intensi...un orgasmo meraviglioso mi assale...una serie di :"SIII...AHHH....GODOOO..."mi escono dalle labbra....mentre la fica mi si inzuppa di miele che scivolando mi cola tra le cosce...Lui se ne accorge...sente le mie vibrazioni..sente i miei mugolii e mi risponde:"Che grandissima troia...godi mentre ti spacco il culo...ehhh??sei proprio una puttana!!" Io mi giro lentamente con la testa...con un sorriso ancora + di sfida di prima lo guardo...il mio sguardo è beffardo,non gliela voglio dare vinta...nonostante mi st
ia sfondando divinamente il culetto,e con un filo di voce rotta dal piacere stupendo che provo nel farmi inculare come una grandissima vacca da strada gli dico:"si...godo..ma pensavo tu fossi meglio....sai??"....Lui non risponde....và avanti...mi appoggia una mano alla spalla...per spingere ancora di +...Un attimo dopo mi leva le mani dal lavandino e le appoggia sul mio sedere..dicendomi:"APRITI DI PIU' IL CULO TROIA...ORA ARRIVERA' IL MEGLIO.....!!!" Io eseguo..con le mani mi spalanco il sedere...offrendomi tutta a lui....e nel mentre gli dico..."SIII.....ECCO GUARDA COME MI APRO IL CULO...GUARDA COME OFFRO IL MIO CULETTO A TE...DAI AMORE...SPACCAMI TUTTA...TI VOGLIO SENTIRE FINO NEL CERVELLO....TI PREGO..TI SUPPLICO...SFONDAMI IL CULO!!!"Accortosi della cosa e del mio essere troia in un modo incredibile mi stringe ancora di + i fianchi e mi da 3 o 4 colpi violenti...mi sento svenire...mentre sento i peli del suo pube venire a contatto con le mie chiappe...è tutto dentro..mio dio...
sento le sue palle dure e sode sbattere continuamente addosso alla mia fica...l'ho preso proprio tutto...mancano solo le palle e poi è tutto...enorme e duro..dentro di me!!!Che godimento...ora sento il buchetto che si sfascia..mio dio...sono aperta come una vacca....Le mie mani che mi aprono il sedere...che lo aiutano a spaccarmelo...il buchetto che si stà lacerando sotto la pressione e la larghezza di quel cazzo da sogno...io che gemo e godo...dio mi sembra di sognare!!Lui inizia ad aumentare la foga...i colpi diventano vere spinte...colpi secchi..decisi..a sfondarmi questa volta sul serio...mentre mi dice con un filo di voce..."BENE...ORA TI SFONDERO' TUTTA...VEDIAMO SE COSI' LA SMETTI DI SFIDARMI!!....Io ormai rantolo continuamente...un :"AAAHHHH...SSSSSSSIIIII"...cupo..sommesso....mi esce dalla gola...Ancora una volta riesco a rigirare la testa...lo guardo...ma questa volta sono domata davvero....mi sento svenire mentre mi incula senza sosta ora....a differenza di prima gli dico..."AHHHH...amore...dio mio ..sei stupendo..lo sai??MMMHHH...mi stai fottendo da dio..lo sai??Godo..amore godo come mai in vita mia....dio si...spaccami tutta!!"...E mentre lo dico apro ancora di + il mio culetto con le mani......in modo che lui veda come lo desidero e come mi offro tutta.....completamente al suo cazzo da sogno!!!Lui ora sorride....e con un paio di colpi secchi mi fà riabbassare e rigirare la testa.....pensa solo a godermi...e lo stà facendo davvero in modo superbo...sono ormai in un delirio erotico...mi sento svenire un attimo...poi mi riprendo con orgasmi continui....ormai fà quel che vuole..sono totalmente sua...Il cazzone mi scivola fino alle palle...poi riesce per almeno 20 cm..poi me lo risbatte dentro con colpi secchi...ad ogni colpo il buchetto si slabbra di +...dio che culo mi stà facendo...mi sembra di impazzire....Che toro che è...mi sento larga come una vacca....lo sperma del camionista ormai è colato tutto sulle autoreggenti...sfondata come sono...Quei
cm di carne che mi scorrono scivolando dentro e fuori dal buchetto...allargandomelo sempre di + me li godo come una vera zoccola...Sento che lo ritrae dal mio culetto..poi lo ricaccia dentro...sento quei cm di quel cazzone da sogno che entrano ed escono..la cappella che si fà strada...si ritrae..rientra nel mio sederino...e godo..godo come mai prima nella mia vita...è un estasi di piacere infinito!!!Il mio montone và avanti...saranno 10 minuti che mi incula senza fermarsi...ho la sensazione di essere alla pecorina da un eternità...avrò avuto 3 o 4 orgasmi di fila con questo cazzone...I fianchi stretti nella sua morsa....le cosce aperte...le mani che aprono il + possibile il mio sederino...io stupendamente appoggiata con il seno al lavandino mordo la giacca di Antonio alla pecorina sui miei tacchi mentre subisco la monta godendo di continuo!!Poco dopo ecco un altro orgasmo...mio dio...è stupendo...Inizio a tremare...un "GODO..AMORE..GODOOOO...SIII CONTINUA...TI PREGOOOOO...AHHHH...DIO
CHE FAVOLAAAAA....." mi esce dalle labbra....nel mentre mi giro con la testa...voglio mi veda come godo mentre mi incula divinamente...ora lo guardo ma con dolcezza e passione...Lui mi sorride...dandomi della troia...per poi riprendere a martellarmi il culetto...Dopo il 2° orgasmo sono esausta!Niente ...lui continua..è duro da morire il ragazzo...non viene mai....è duro sia di cazzo che di orgasmo...inizio lentamente a sculettare per farlo godere prima..ma non è facile..con quel pilone nel culetto muovermi è difficile..sono impalata...piena di cazzo fino nello stomaco...è davvero enorme!! Mi giro lentamente con la testa..lo guardo...e con un filo di voce questa volta non lo sfido..ma lo imploro...:"amore ti prego,hai vinto tu...SI...te lo confesso amore....mi hai domata...non ti sfido +...sono tua...la tua schiava....ma ti prego.....ora sborra...non ce la faccio +...ormai mi hai sfondata completamente...hai vinto tu.....ora sborra amore..ti prego..."..Lui sorride beffardo..mi dà uno sculaccione sul sedere..e ridendo mi risponde...:"l'hai voluto tu..ora lo prendi....non sei stata tu a dirmi...prima...VAI CAZZONE FOTTIMI TUTTA...NON MI HAI DETTO TU....VA BENE AMORE...INCULAMI TUTTA??e poi che dicevi poco fà:"CREDEVO FOSSI MEGLIO...TUTTO QUI??".....beh..l'ho stò facendo..che vuoi di +??"...."VEDIAMO SE SONO MEGLIO NOOO??VEDIAMO SE SONO DI +...ADESSO....SE NON CE LA FAI..CHIAMALA TU LA MAMMA....ORA!!!"E per tutta risposta mi dà un colpo + forte degli altri...un urlo mi si soffoca in gola.....l'ho sentito fino in gola!!!E' talmente largo quel cazzone che sento le pareti del sedere che scoppiano...Mi rimetto appoggiata con le mani al lavandino...le levo dal sedere..tanto ormai e rotto come quello di una vacca...e lui ricomincia a fottermi..colpi continui..ormai sono ostaggio suo..fà quel che vuole....Mi stringe il seno...mi stringe i fianchi...e mi incula come vuole...un ennesimo orgasmo mi riprende....Antonio si sega ancora...è già venuto una volta ma continua...inebetito nella visione di me impalata da quel cazzo enorme...Và avanti ancora...è un martello..colpi su colpi...mi affonda quel suo pilone stupendo tutto nel culetto....mi incula come un vero toro...colpi secchi...di reni...mi affonda la cappella fino in pancia..lo sento fino in gola...che cazzo fantastico che ha!Poi esausta mi rigiro ancora...lo supplico...stavolta quasi lo imploro...:"amore sborra..ti prego..sono esausta....sono la tua troia...ora l'ho capito....sono sottomessa a te.....amore..."...ed ancora...:"..ti prego amore mio..sborra..e finisci di fottermi..ti prego...ti pregoooo"....Sorride beffardo lui ora...un sorriso di vittoria..mentre mi urla:"Ora va meglio sai??...troia..sottomessa devi essere...sottomessa a me..così ti voglio..."mi risponde....Ok dice lui..."bene...il culo te l'ho rotto come volevo..e sia..ora ti sborro per bene nel culo....e sia!!Preparati a sentire come ti sfondo tutta mentre vengo....!!"..Dopodichè mi stringe i fianchi..quasi a farmi male...e si prepara per bene...Poi inzia a darmi colpi come un treno....1,2,3,10....forti..secchi..decisi...le palle sbattono sulla mia fica fradicia...mi sembra di morire...il cazzone mi fruga il pancino...mi sento sfondare ormai oltre ogni limite....ho il sedere totalmente sfondato che quel pilone impazzito esce quasi del tutto e poi mi si ricaccia dentro fino alle palle senza alcun problema...mi tratta come la peggiore delle troie...In un ultimo sussulto rigodo..un altro orgasmo....dalla mia fica fradicia ancora una volta escono gocce di piacere...avrò goduto almeno 6 volte da quando questo toro ha iniziato ad incularmi in questo modo fantastico......ho la fica che è un lago...Lui lo sente....sente le mie contrazioni per l'orgasmo..sente che godo ancora una volta...ora è eccitatissimo dal mio godere.....decide di venire...e con una serie di colpi furibondi...finalmente...SBORRA....!!!Gli ultimi colpi mi strappano il buchetto del sedere....un intenso dolore mi fà capire di essermi sfondata del tutto il culetto...sento il muscolo del buchetto che si lacera....Lui mentre sborra mi urla:"TROIA APRITI IL CULO..FAMMI VEDERE QUANTO SAI ESSERE TROIA MENTRE TI SPACCO IL CULO...AHHHH....AHHHH....ECCO...TIENI...ORA SBORROOOO!!!"Io capendo che stà godendo immediatamente abbandono le mani dal lavandino e me le appoggio ai due lati del sedere...stringo le chiappe tra le mani e me le allargo in fuori...così facendo mi apro il sedere ancora una volta con le mani...facendogli vedere ancora una volta quanto mi sò offrire a lui...quanto sappia essere troia x lui...Con un gemito gli rispondo..."SIII AMORE..GUARDA COME MI APRO TUTTO IL CULO PER TE...E' TUO...TUTTO TUO....ED IO SONO LA TUA TROIAAAA!"Un gemito violento accompagna la sua venuta....e schizzi violenti...continui..mi inondano il culetto....sento un fiotto di sperma caldo...denso...che mi arriva quasi in pancia....gli ultimi colpi mi lasciano esausta...appoggiata ai tacchi faccio fatica a tenermi in piedi!!!...CHE INCULATA MAGNIFICA..AL LIMITE DELLO STREMO....meravigilosa..unica..irripetibile...Resto qualche secondo ancora con il culetto aperto dalle mani....per fargli vedere come sono troia x lui...Lui gemendo mi risponde..."SIII...LO VEDO...SEI PROPRIO UNA GRANDISSIMA TROIA....MI HAI FATTO GODERE COME MAI IN VITA MIA....CHE ZOCCOLA CHE SEI!!!"..Poi finalmente esce....cm dopo cm fà uscire dal mio culetto ormai letteramente sfondatissimo il suo stupendo cazzone....Quando esce emetto un fortissimo...AAAAHHHH....quasi una liberazione per il mio culetto dilatato da morire...credo mi sentano anche al grill...mentre un fiotto di sperma misto a sangue mi fuoriesce dal buchetto ormai terribilmente aperto....Mi ha rotto il culetto nel vero senso della parola...il sangue ne è la riprova...mio dio...sento il sederino talmente aperto che mi sembra sia quasi una voragine....Levo le mani dal sedere...così facendo lentamento sento che si richiudono le chiappe ...mi riappoggio al lavandino...lentamente il buchetto del mio culet
to si inizia a richiudere...sento il muscolo del buchetto che si cerca di richiudere..ma + di tanto non riesce...troppo grosso quel cazzo per non lacerarmi il buchetto...troppo largo per non lasciare l'impronta del suo passaggio...un cazzo così è da record...lungo ma sopratutto largo da far paura!!!E poi quel dolore intenso che avevo sentito prima mi diceva che il buchetto si era lacerato..slabbrato..mi si è sfondato troppo....Mi ci vorrà un bel pò perchè si richiuda per bene...Mi sento proprio una rotta in culo..e lo sono davvero in questo momento...mamma mia che culo mi ha fatto quel ragazzo..incredibile...ma lui nemmeno immagina come ho goduto!!!Mi appoggio al muro....e lentamente mi rialzo...Lui mi saluta con un :"ciao troia....ti ho rotto per bene quel tuo magnifico culo..sai??Se ti và di rifarti sfondare...quando vuoi..se vuoi...mi trovi al bar del corso...Mi chiamo Massimo..chiedi di me...." e si riveste e se ne và...Mi alzo...mentre dal sedere mi fuoriesce copioso il suo sperma...e sangue..solo qualche goccia.....ma mio dio..come mi ha rotto il culetto.... mi ha fatto proprio un culetto come una troia da strada....credo mi ci vorrà + di un mese per richiudermi il buchetto.....sono talmente sfondata...Infine mi rivesto,mi pulisco,il pavimento è pieno di sperma...sembra che ci sia stata un orgia ed invece sono stata io...mi sento tremendamente puttana!Mi guardo allo specchio...ho il top pieno di schizzi di sborra...mamma mia che troia che sono!!Infine scivolo via dal bagno degli uomini rifugiandomi in quello delle donne Mi sistemo per bene.Ho in gola il salato sapore dello sperma,ed il sedere mi fà male,rotto ed aperto com'è! Ho ancora il clitoride che batte forte...nonostante sia stata fottuta,inculata da un vero cavallo ed abbia fatto pompini a ripetizione ho ancora voglia!!Sembra incredibile quanto possa essere puttana e vogliosa quando mi ci metto! Antonio mi aspetta in macchina. Salgo, non ho voglia di parlare.il sedere mi fà male mentre mi siedo..
quel ragazzo era un vero toro,lui si che mi ha davvero spaccata per bene...I fazzolettini che metto sul culo tamponano a malapena la sborra che mi cola....Il sangue mi fà capire che stavolta mi sono fatta davvero rompere il culo per bene...Il ritorno è fatto di sguardi, carezze, sorrisi e un silenzio che, alla fine, urla più di cento voci insieme! Ritorniamo alla mia macchina.Prima di scendere Antonio mi chiede:"Jessyca questo ultimo ti ha proprio rotto il culo..sai??" Io gli sorrido e gli rispondo dicendogli...:"Mamma mia..sìììì...ho il buchetto lacerato..il sedere in fiamme e mi fà un male cane....Si mi ha rotto..sfondato completamente il culetto....sai??Ma come godevo??ti sono piaciuta vero...alla pecorina mentre mi facevo sfondare da Massimo??"E lui:"sììì...da morire..mi sono segato come un porco!!Gli dico che l'ho visto...e che è un gran porco....Un ultimo bacio mentre mi apre lo sportello.Le luci dell'alba tingono il cielo di rosa.il bagliore del giorno che avanza lascia dietro di se un sottile strato di nebbia. Scendo, accarezzo quel viso quasi sconosciuto e gli sussurro : "Ciao.alla prossima!" Mi dice sorridente Antonio :"Alla prossima!" " Si, certo.vedrai, ti piacerò e ti stupirò ancora di +!" Un cenno e via.la sua auto è distante da me. Uno sportello sbatte in un nuovo giorno che nasce. Ancora una macchina scivola sull'asfalto silenzioso. Sorrido e penso.. :" Ci sarà un'altra volta?"Sicuramente sì...sono troppo troia per non riprovarci...e poi ho goduto da svenire...mi ritrovo ad essere ancora una volta tremendamente troia...ho preso 8 cazzi in 3 ore ....l'ultimo poi è stato una cosa incredibile....ho sperma dappertutto...ma il sesso mi piace troppo!!Apro lo sportello e lentamente faccio partire la macchina...sorridendo mi riavvio stanca ed ebbra di sesso verso casa....mentre dal culetto un ultimo fiotto di sperma uscendo mi sporca la mini....Massimo mi aveva davvero sfondata in un modo unico..che cazzo che aveva...una cosa favolosa..lo ric
orderò tutta la vita...ed il dolore del mio culetto mentre mi siedo al volante mi ricorda continuamente quanto mi avesse fottuta ma sopratutto inculata bene quell'ultimo straordinario....meraviglioso stallone!!!
JESSYCA
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Laura - prima parte
Parte 1 - Il trucco di Laura
"Non devo truccarmi? Truccarmi in modo pesante?"
Faccio a Laura un chiaro cenno di diniego senza muovermi dalla poltrona, dalla poltrona l'ho guardata entrare, spogliarsi, indossare quello che avevo preparato per lei, senza scambiarsi una frase una parola, tutto era già convenuto, concordato, con lei e con Franco il suo Compagno, che ora le gira attorno, nervoso, eccitato, la guarda, le parla, le dice che è "bellissima", "eccitante", "perversa", con una mano le sfiora una guancia, una carezza?, forse, ma il movimento sembra quasi involontario, poi torna a muoversi, a rivolgerle parole, frasi, sempre più pesanti, la descrive come lui la vede, le dice quello che altri penserebbero di lei vedendola così vestita, il fraseggio è osceno, ricercatamente osceno, sembra uno sfogo per scaricare l'ansia che lo attanaglia, Laura è apparentemente più calma, ma il tocco della mano sembra averla confusa, scuote il capo, torna a guardare la sua immagine riflessa su in grande specchio che copre quasi una parete, poi guarda ancora in strada sbircia
ndo dalla finestra.
"Perché no? Sembrerei proprio una Troia, in fondo è quello che sono, potrei segnarmi gli occhi con del rimmel pesante, evidenziare le labbra con un rossetto forte, rosso, lucido, sarei sicuramente più volgare, non è questo che si aspettano quelli di là, e non è quello che volete anche voi? Altrimenti non mi avreste vestita a questo modo"
Laura indossa solo un perizoma ed un reggiseno con mezze coppe di pelle finta, nera, ornata da dozzinali lustrini, i capezzoli sono scoperti, il seno sodo e importante è in piena evidenza, porta stivali dal tacco altissimo che le arrivano fino mezza coscia, Laura ha un corpo ben fatto, sensuale e un bel viso rotondo, dolce, pulito, capelli lunghi, lisci, neri, e occhi grandi e scuri che ora sembrano enormi.
"Perché mi piacciono i contrasti, mi piace il costume da puttana che indossi, mi piace come stona, stride, offende il tuo viso di mammina, quelli di la devono sapere che non sei solo una ninfomane o la solita pornostellina che viene dall'est, è importante il tuo viso pulito, proveranno più gusto ad imbrattarlo, a sporcalo con il loro sperma, non credi?"
"Sei un Porco, un lurido porco bastardo, e questo mi va bene, anzi era quello che cercavo con Franco, uno che fosse più porco di noi, che ci togliesse di dosso le ultime inibizioni, ma non accennare mai più a mia figlia, non farlo in alcun modo, in nessuna occasione, ti abbiamo cercato perché qualcuno ci ha detto che potevi introdurci ad un mondo di emozioni forti, ma non immischiarti in altro che non riguardi questioni legate al sesso, se riesco a superare la paura di varcare quella porta, mi farò sbattere da tutti quelli che lo vorranno fare, farò usare di me tutto, bocca, figa. buco di culo, mi farò sporcare o meglio come hai detto imbrattare, mi farò guardare mentre godo, urlerò i miei orgasmi per renderli più palesi, ma quello che sono, quello che siamo noi quando non ti cerchiamo, non ti deve riguardare in alcun modo, occupati di sesso, facci sperimentare cose nuove, sesso forte, estremo, depravato, chiamalo come ti pare, ma non interessarti di altro che mi riguardi, CHIARO?"
Immaginavo quella reazione, l'irritazione serviva a provocarla e a farle superare lo stallo emotivo in cui si trovavano: lei continuava ad aggiustarsi il costume, a guardare fuori dalla finestra, Franco a girarle attorno, a parlarle, a cercare di prendere tempo, anche il trucco le sarebbe servito per ritardare quello che avevamo deciso dovesse fare, quella reazione l'avevo cercata ma non la immaginavo così violenta. Conosco Laura e Franco da alcuni mesi, so molto di loro, della loro vita, anche se mi hanno detto ben poco, come mi hanno chiesto, coltivo, stimolo, la loro ricerca di sesso, dovrei fare solo quello, ma non posso godere di loro pienamente, specie di Laura, senza conoscerli, così ho cercato di ricostruire la loro storia, ho raccolto voci, notizie tenute nascoste. Laura ha trent'anni, non è di queste parti, viene da Torino, a vent'anni si era sposata con il figlio di un grosso imprenditore, ha avuto una bimba dopo un anno e mezzo di matrimonio, la famiglia del marito è una
di quelle importanti e conosciute, ogni rapporto al suo interno è e deve essere rigido e convenzionale, il matrimonio e la maternità le assegnavano un ruolo in quella famiglia e nella società a cui apparteneva, una parte, un copione a cui attenersi. La recita impostale risulta subito difficile, per gli altri, anche per il marito è tutto normale, ovvio, Laura è una donna intelligente, buona, affettuosa, ed è innamorata, si adegua, reprime e controlla ogni spontaneità, ma Laura è una ragazza sessualmente molto sensibile, curiosa, stimola spesso il marito, che a volte la segue, altre osserva stupito, desideri che lei esibisce senza pudori, dopo cinque anni di matrimonio incontra Franco, in incontro casuale ad una delle tante feste a cui per obblighi di famiglia Laura deve partecipare, Franco per il mondo in cui Laura vive, è una specie di curiosità, un eccentrico a cui è concesso di evadere dalle regole, viene sopportato e indicato come un curioso campione di diversità che l'ambiente h
a la magnanimità di accogliere, le circostanze, il caso, il destino, chiamiamoli come vogliamo, il fatto è che Laura e Franco s'incontrano, si riconoscono, si annusano, direbbe qualcuno a me caro, ed il sesso diventa immediatamente l'unico perno del loro rapporto, prima solo proposto, giocato, offerto, poi inesorabilmente negato, respinto. Laura per qualche tempo, controlla il proprio impulso, si limita a schermaglie, a incontri innescati da casualità create ad arte, ma il desiderio cresce e crea l'illusione di poter provare per una volta, una volta sola, senza che nulla cambi, ma il sesso con Franco e ben altra cosa da quello con il marito, è forte, impulsivo, indecente, a volte quasi violento, Franco è esigente e anche Laura scopre di esserlo, i due si incontrano con una frequenza sempre maggiore, i rischi aumentano, ma aumenta anche il loro desiderio, iniziano a sfidarsi a provocarsi reciprocamente, proponendosi a vicenda atti sempre più rischiosi e indecenti, ma presto il loro ra
pporto viene scoperto, il marito di Laura non ha mezzi termini, non concede né tempo né scuse, chiede ed ottiene un'immediata separazione e il completo affidamento della figlia. A Laura viene imposto di cambiare città, tenta di resistere ma la famiglia di lui è ricca e troppo potente per lei e presto prende il sopravvento, su tutti i piani, compreso ovviamente quello legale.
Il rapporto tra Franco e Laura non si interrompe, anche Franco si trasferisce, il sesso tra i due per qualche tempo si placa, si calma, prima devono rimettere assieme i cocci della vita di Laura, non ci sono problemi di soldi Franco guadagna bene e Laura ogni mese riceve un assegno più cospicuo, oltre ad un lavoro che la Famiglia senza che lei lo sappia ha fatto in modo di farle avere, ma il distacco dalla figlia, costa in altri termini, termini che nessun economo può calcolare, inevitabilmente il sesso riprende il sopravvento, era la ragione fondante del loro rapporto, i problemi lo avevano relegato in secondo piano ma inevitabilmente riemerge, torna a prendere il ruolo che gli spetta, il gioco ricomincia, ancora una volta duro e rischioso, un continuo susseguirsi di forzati rilanci.
Quasi subito il loro rapporto sessuale, si allarga ad altri uomini e, a volte, ad altre donne, il loro è un sesso che deve essere esibito, confrontato, non può rimanere rinchiuso in una camera, Laura una volta al mese ha il permesso di incontrare la Figlia, quando torna da questi incontri i suoi desideri si fanno più forti, il senso di colpa li alimenta, li fa crescere, nella loro ricerca, mi incontrano, mi conoscono, a poco a poco con pazienza, conquisto la loro fiducia, divento "regista" delle loro perverse tendenze, Laura mi affascina, mi affascina il suo desiderio di perdesi, di punirsi, mentre Franco la fotte, Lei mi guarda, alimenta la sua eccitazione leggendo la mia, mi chiama, mi vuole dentro di sé, a volte mi unisco a loro subito, altre mi attardo a descriverle come la vedo, caricando di osceno ogni suo movimento, procuro spesso loro altre occasioni, creo loro nuove situazioni, stimolo i desideri di Laura verso la voglia di essere di molti uomini, di esserlo contemporaneame
nte, è stata incerta, recalcitrante fino all'ultimo, da quando è con Franco ha avuto una ventina di uomini, sempre con Franco presente e partecipe, ma pur avendo ormai una discreta esperienza, pensarsi sola, con molti uomini attorno che si alternano addosso a lei, che sono anche pubblico, da cui può e deve essere guardata, mentre viene posseduta, mentre gode, mentre prova piacere di loro dei loro sessi, delle loro parole, dei loro sguardi, la impaurisce, si rende conto che si appresta ad infrangere un nuovo tabù, ma alla fine eccola qui vestita da stellina del porno che chiede di farsi più volgare prima di offrirsi al gruppo che la aspetta oltre ad una porta.
"Quanti sono alla fine?"
"Tu quanti ne hai contati? Sei andata spesso alla finestra per vederli arrivare"
"Credo di averne contati quindici"
"Se sono venuti tutti dovrebbero essere diciassette, troppi?"
"Non lo so, te lo dirò dopo, sembravano cani"
"Come?"
"Cani, alcuni orgogliosi randagi, altri cani persi, abbandonati, senza padrone, ma tutti sembrava fiutassero le mie tracce come segugi, come bestie affamate in cerca di preda, sono certa che sentivano già dalla strada il mio odore, andiamo da loro, andiamoci subito, desidero essere la loro cagna"
"I cani quando sono in branco, diventano cattivi, mordono, qualche volta sbranano le loro prede"
"Non mi sbraneranno, sento il loro odore anch'io ora, sono eccitati e basta, hanno solo desiderio di monta, se poi qualcuno mi morde, forse morderò anch'io, o forse no. può essere che mi piaccia essere morsa"
Parte 2 - Verso un destino avverso
"Sono Laura"
Riconosco subito la sua voce, Laura ha una voce calda che purtroppo non sento da mesi
"Ti sento, come stai?"
"Bene, si credo bene, e tu?"
"Al solito, e Franco?"
"Non è qui, non sa che ti sto chiamando"
"Perché mi cerchi da sola? Preferirei sentirvi o vedervi assieme, come sempre"
"Avevo voglia di parlarti, Franco negli ultimi tempi si è un po' rinchiuso, ma in realtà non so neanche io perché ti sto telefonando"
"Fate ancora sesso con altri?"
"Si, anche ieri sera, ho fatto sesso con Franco e altri sei uomini, ma ultimamente tutto mi sembra diventato meccanico, scontato, io mi spoglio, accarezzo i loro sessi, li prendo in bocca, mi fottono, mi sborrano addosso, mi mostro porca, mi rendo oscena movendomi, aprendomi con le dita fino a farmi male, lo faccio per eccitarli ancora, mi faccio sbattere da due alla volta, ne chiamo un altro perché mi occupi la bocca, ma quando se ne vanno mi chiudo nel bagno e mi masturbo, pensando ad altre cose"
"A quali cose?"
"A quelle che mi avresti fatto fare tu"
"Ma se Franco non vuole non se ne fa niente, Franco è il tuo uomo e io preferisco sempre che le donne con cui intreccio rapporti di questo tipo abbiano uomini consenzienti"
"Franco mi ha introdotto in un mondo che avrei fatto meglio ad evitare, la mia vita ne è rimasta sconvolta, forse rovinata, ma non posso più tornare indietro. Ogni volta che abbraccio mia figlia ho paura di sporcarla, di trasmetterle qualcosa di mio, ma non riesco a smettere, non ho più capacità di controllo, quello che faccio con gli uomini che incontro mi attrae troppo, non riesco più a staccarmene. Appena smetto di lavorare, di fare qualcosa che mi occupa le mente, penso ai prossimi, a nuovi modi per provocarli. Franco ora mi frena, anzi, ad essere sincera, mi frenava: da quando mi hai fatto schiaffeggiare i seni da tutti quegli uomini ha paura che mi presti ad altre pratiche di quel genere. Lui si è messo in analisi e a fatto mettere anche me, con lui ha funzionato, sembra, con me no, non ancora, mi ha chiesto di smettere, di formare una famiglia normale, gli ho chiesto tempo, lui è tornato a Torino, aspetta una mia decisione, insomma non siamo più assieme"
"Allora mi ha raccontato delle bugie, Franco non ti trova più uomini, se se ne è andato?"
"Non sono proprio bugie, pensavo solo di non dirti di Franco, volevo farti credere di essere ancora con lui, ma uomini per fottere continuo a incontrarne, ora me li trovo da sola, lo faccio quasi tutte le sere da quando se ne andato, esco di casa tardi, mi cambio in macchina, indosso cose sconce, ma non mi trucco come mi hai insegnato, vado per locali, per bar, ne rimorchio due o tre per volta, mi faccio sbattere dove capita, all'aperto, nelle loro case, nei retro dei bar, in mezzo a bottiglie e fusti di birra, anche nei cessi. La prima volta in un cesso ho avuto la nausea, l'odore del piscio era così forte che ho quasi vomitato, invece ora sono io a chiedere che mi scopino nel cesso, mi tolgo scarpe e calze, il pavimento è sempre bagnato, non voglio che nulla mi isoli, mi protegga, devo sentire sulle piante dei piedi lo sporco e le tracce di urina. Non se ne trovano mai di puliti senza pozze per terra, mi piazzo con le gambe larghe sopra alla latrina, l'odore mi inebetisce, appoggi
o le mani al muro e muovo il culo, in quella posizione me lo fottono subito, senza chiedere il mio assenso, la figa me la fanno dopo. Un paio di volte, mi sono fatta anche pagare, è piacevole vendersi, forse perché non ho nessun bisogno di farlo. Ieri sera i sei di cui ti parlavo li ho davvero portati a casa mia, era la prima volta, fino ad ora ho sempre cercato di difendere almeno l'apparenza, se ne sono andati da un paio di ore, ho ancora il loro odore addosso, ma neanche loro mi sono bastati, tra poco uscirò a cercarne altri, oppure se vuoi verrò da te, ma verrò per farmi picchiare, ti chiederò di farmi male, vuoi farlo? Non mi sono fatta più picchiare da nessuno, nessuno ha tentato di farlo, sto per chiederlo ogni volta, ma mi fermo. Lo avevo chiesto anche a Franco, volevo mi colpisse con una cintura, forse è stato quello a scioccarlo e a indurlo a smettere"
"Hai delle tette splendide, sembrano fatte per essere colpite, sobbalzano sotto gli schiaffi, sono sode, assorbono bene i colpi, per quanto ti sono rimasti i lividi?"
"Non più di tre giorni o quattro giorni"
"Devi avere i capillari molto forti, e tessuti che si rigenerano facilmente, ti ho fatto colpire parecchie volte, e alcuni l'hanno fatto con molta forza, alla fine mi ricordo che i seni erano quasi viola, tu rantolavi di dolore e di piacere, forse parlavi, ma non capivo le parole"
"Dicevo di colpire ancora, di farlo ancora più forte, avrei voluto che mi colpissero dappertutto, desideravo ogni colpo, per fortuna nessuno capiva, e nessuno mi ascoltava, eravate tutti troppo eccitati, in quel momento non vi avrei fermato qualsiasi cosa mi aveste fatto"
"Questo io l'avevo capito, ma non era il momento di spingersi oltre, immaginavo le reazioni di Franco, e tu dovevi maturare una scelta, non essere travolta da un impulso, da una situazione"
"Quando mi masturbo, penso a cose folli, ma non mi basta più pensarle, voglio farle, dovrei dire subirle, nelle mie fantasie il dolore fisico è sempre forte, il mio corpo viene colpito, con molti strumenti, a volte ferito, lo si lega, lo si deforma, con corde e morse. Quando non c'è il dolore mi faccio umiliare, mi abbasso a compiere atti immondi, alcune volte, vomito dei miei pensieri, ma ora devo far diventare tutto questo reale, potrei curarmi, farmi ricoverare in una clinica e uscirne nuova, ma non mi va di farlo, non ancora, non ho provato ancora tutto quello che desidero provare, ho tentato di farlo capire a Franco e come ti ho detto se ne è andato, ho cercato di farlo da sola, ma non ci riesco, più che a farmi sbattere non riesco, ho bisogno di aiuto, del tuo aiuto, posso essere tua schiava, o se preferisci il tuo giocattolo, se accetti, non avrò diritti, tu non avrai doveri, sarò un animale senza anima per cui ogni riguardo potrà cessare, o se preferisci sarò un androide che
programmerai per qualsiasi forma di sesso ti girerà per la testa, se ti andrà sarò la tua Puttana, batterò sul ciglio di qualsiasi strada, non mi negherò a nessun cliente, potrai essere il mio diavolo, il mio carnefice, ti divertirai con me, farai su di me qualsiasi cosa, non ti chiederò mai pietà, non ti implorerò mai di smettere.
"Ti credi così forte? Perché per fare questo una persona deve essere molto più forte di quella a cui si offre, per godere non può annullarsi, deve restare vigile, attenta allo scempio che ha acconsentito le venga fatto, solo così ne può godere, perché tu rinunci a tutto all'apparenza, ma non rinunci al piacere, cerchi l'orgasmo estremo, definitivo, un orgasmo che ti sazi e ti plachi, un orgasmo che forse non avrai mai"
"C'è il rischi che nulla mi appaghi, temo sia vero, ma questo non cambia niente, se mi credo forte? Si credo di esserlo, so di esserlo"
"Sei arrogante"
"Lo so, e so che questo ti irrita e ti farà diventare più cattivo"
"Va bene sapevo quello che eri potenzialmente dalla prima volta che ti ho incontrato, ti aspetto questa sera alla dieci"
Parte 3 - Il bastone
Non avevo mai colpito nessuna con quella forza, ne tanto meno così a lungo, la maglia mi si è appiccicata addosso per il sudore, getto la cinghia di cuoio su una sedia, mi tolgo la maglia lasciandola cadere a terra, ho bisogno di qualche attimo di tregua, mi tolgo anche scarpe e calzini, devo sentirmi libero, tengo solo i pantaloni, bevo ancora dell'acqua, direttamente dalla bottiglia, me ne verso in testa, porgo la bottiglia a Laura, resta ferma per qualche istante, è ancora a terra dove è caduta, stremata o forse spinta da una serie di colpi più violenti, mi guarda a lungo senza proferire parola, poi prende la bottiglia e beve, si versa addosso l'acqua che resta, rabbrividisce, l'acqua scorre sulla pelle calda, sulle striature rosse che la solcano, entra in quelle che si sono aperte.
"Ti avevo detto che non sarei stato graduale, che non ti avrei preparato"
"Come vedi non c'è n'era bisogno, ero già pronta"
Laura si rialza, la sua bellezza mi sconvolge, i segni che porta addosso anziché deturparla, la ornano rendendola ancora più bella e desiderabile, si guarda attorno, non so cosa cerchi, va verso la porta, capisco subito, il mio bastone, il mio bastone da passeggio.
"Questo ti può rovinare, se ne perdo il controllo ti può anche ammazzare"
"Non credo lo farai, ma hai la possibilità di farlo"
Mi bacia sulla bocca, un bacio appena accennato, labbra che appena si toccano, appena si scambiano i loro umori di superficie, è il primo gesto che contenga qualcosa di simile all'affetto che ci scambiamo tra noi.
"Comunque puoi farlo, se lo vuoi"
Non rispondo, non le do alcuna istruzione, è lei che deve porgersi, scegliere il dove e il come, ancora una volta si guarda attorno, sceglie il tavolo, un tavolo molto pesante e massiccio, lo tiene di schiena appoggiandovisi solo con le mani, mi si offre quindi di fronte, tenendo le gambe molto larghe per avere più appoggio ed equilibrio, non voglio rovinarla, potrò colpirne solo il ventre, le gambe e le braccia, con questo bastone colpirle i seni sarebbe devastante.
Quante volte Laura è sul punto di crollare, di urlarmi di smettere? O sono io che mi fermo a quel limite e che le do il tempo di riprender fiato? Se chiedesse di smettere porrei fine a questa tortura, e probabilmente alla sua storia, un colpo in più che rompesse non tanto la sua pelle quanto la sua resistenza la salverebbe da se stessa, da me, da quello che potrà essere il seguito di questa storia, non so se quel colpo non lo so dare o non lo voglio dare, continuo a colpirla fermandomi sempre un attimo prima, non la rovino, non la rompo, tanto meno la ammazzo, potrei devastarle il corpo, mi limiterò ad offenderlo e a ferirlo. Laura non tarda a capirlo, mi sorride, mi ringrazia o mi rimprovera? Sperava di finire questa storia o di continuarla? Si volta per farsi martoriale la schiena e il culo, con una mano scende tra le gambe e inizia a masturbarsi, le assesto alcuni colpi particolarmente forti, le gambe le si piegano, ma non smette di toccarsi, getto lontano il bastone, e le entro n
el culo mentre lei continua a fottersi la figa con la mano.
Parte 4 - La perdita definitiva
"Ciao"
Laura mi si siede accanto, la giornata è limpida tersa, i temporali della notte hanno tolto l'afa, ora si possono vedere le montagne lontane, distinguerne i contorni, nel prato del maneggio c'è molta gente. Io sono seduto più in alto su una piccola collinetta sotto un vecchio albero piegato dal vento, Laura ha lasciato la Figlia nelle mani di un giovane istruttore, la piccola sta imparando a montare un Pony. Il piccolo cavallo è docile e quieto, la piccola ride felice, la Tata di colore è rimasta li vicino, deve vegliare sulla piccola e soprattutto non lasciarla mai sola con Laura, è una delle condizioni imposte a Laura negli incontri con la Figlia.
"Da quanto tempo mi hai visto?"
"Da quando ieri sera sei salito sul treno, quel bastone ti ha tradito subito, un giorno mi spiegherai perché lo usi, non mi pare proprio tu ne abbia bisogno come appoggio"
"Talvolta purtroppo mi serve, la gamba mi manca quando meno me lo aspetto, posso usarla al cento per cento per mesi e poi perderla all'improvviso, dura solo qualche minuto, poi resta solo il dolore, ti spiace che ti abbia seguito?"
"Sei mesi fa ti avrei levato gli occhi, ora mi va bene, ormai non c'è niente che possa o voglia nasconderti, ma non devi avvicinarti alla Piccola, la Tata lo riferirebbe, per quanto la riguarda, ho visto un vecchio amico e sono venuta a salutarlo"
"Non preoccuparti, tra poco me ne andrò, volevo solo vederti come sei con tua Figlia"
"E come mi hai visto?"
"Dolce e attenta come pensavo"
"È bella la mia Cristina, vero?"
"Molto bella e molto educata"
"Diventerà come me?"
Il tono della voce è diventato all'improvviso cupo.
"Improbabile, era improbabile anche per te, ma si sono verificate una serie di circostanze che hanno portato a galla i lati più nascosti della tua anima, probabilmente un marito meno represso ti avrebbe soddisfatto, o forse ti sarebbe bastato trovare sulla tua strada un amante normale, non un depravato come era Franco e certi impulsi non si sarebbero mai palesati, avresti potuto non incontrarti mai con me o con altri come me e la tua sessualità avrebbe avuto uno sviluppo normale e ti saresti sentita appagata, e quel qualcosa che ti rodeva dentro sarebbe rimasto inespresso, un disagio indefinito che a volte ti avrebbe preso all'improvviso ma che non avresti mai riconosciuto. Quindi non devi preoccuparti per tua Figlia, difficilmente con due persone vicine il caso è così cattivo da ripetersi o da imitarsi"
La piccola chiama dal recinto del maneggio, vuole, esige di essere guardata, mentre il Pony viene spinto al trotto
"Devo andare ora"
Si ferma un attimo torna indietro
"Hai preparato qualcosa per me?"
"Lo vuoi davvero, è passato poco tempo dall'ultima volta, porti ancora ferite fresche addosso"
"Ferita più ferita meno, mi sono accorta che vi eccita di più vedermi già rotta, vi vengono meno remore, farmi male vi sembra quasi normale, accettabile. Organizzami qualcosa appena ritorno, ne ho bisogno, mio marito si risposa con una del suo giro, mi ha chiesto di non vedere la Piccola per alcuni mesi, per darle la possibilità di abituarsi alla nuova situazione, probabilmente mi chiederà di non vederla più, mi offrirà un sacco di soldi, ci sborro, come dite dalle tue parti, sui suoi soldi, ma per lei, per Cristina forse è meglio che non mi veda più, ma per me sarà un inferno, ho bisogno di stordirmi, che mi si fotta il cervello, questo tu lo sai fare meglio di qualsiasi altro, trovami qualcosa, qualcosa di nuovo, che non ho ancora fatto"
La bambina chiama ancora.
"Se non ti va di farmi pestare perché hai paura che mi si rovini definitivamente la pelle, fammi montare da una bestia, da un cane o magari da un cavallo, che dici? Pensi che riesca a prendere nella figa il cazzo di un cavallo, non dovrebbe essere molto più grosso del pugno di un uomo, e di quelli dentro la mia figa ne ho presi gia parecchi, anche il tuo"
Gli occhi le si riempiono di lacrime, poi si volta e scappa di corsa verso il maneggio, gridando alla Figlia "arrivo, arrivo".
Resto ancora un poco a guardarle poi me ne vado, pensieroso, la gamba oggi mi fa male, mi fa male anche l'anima.
Qualche giorno dopo:
"Sono io, tutto bene?"
"No, non va bene, è andato tutto come avevo previsto, non vedrò più mia figlia, sono piena di soldi, l'ho venduta a suo padre, mi sento uno schifo, hai preparato qualcosa?"
"Non quello che avevi chiesto"
"Per me ora va bene qualsiasi cosa, ma non deludermi, non mi basta né un'orgetta, né qualche frustata"
"Lo so, scendi a Verona, dovresti esseri lì tra pochi minuti se il treno è in orario"
"È in orario, o almeno credo"
La voce di Laura è già cambiata
"Hai qualche problema, ti sento perplessa"
"No, ne avevo fino ad un istante fa, ora sono la Laura che conosci, quella che ti piace"
"Mi piaci anche quando giochi con tua figlia, mi piace Laura Puttana, ma devo poter continuare a vedere anche la donna che sei, altrimenti non godrei abbastanza della prima, ma ora metti tutto quello che hai nella valigia, compresa la borsa, i soldi, i documenti, se indossi gioielli o altro metti dentro anche quelli"
"Ok"
Le lascio il tempo necessario, non so neppure se sia sola nello scompartimento o se stia facendo quello che le ho detto davanti ad altri
"Fatto?"
"Si, e dopo"
"Quando interrompo metti in valigia anche il cellulare, scendi e vai al deposito bagagli, lascia la valigia al deposito, poi vai ai bagni, l'inserviente ti dirà cosa fare dopo, hai dubbi?"
"No! Ma devo muovermi, stanno annunciando la stazione"
"Ciao"
Parte 5 - L'asta
Angela osserva Laura con molta attenzione: la fa girare, muoversi, camminare, le fa aprire la bocca, le gambe, sonda con le dita l'elasticità del sesso e dell'ano, agisce con la stessa sicurezza da mercante di bestiame, perché in fondo è questo il suo mestiere, scegliere, acquistare e mettere sul mercato persone. Angela commercia persone come fossero bestie, bestie addestrate all'accoppiamento, a qualsiasi monta, tratta maschi e femmine allo stesso modo, tratta prevalentemente chi ha scelto quel modo per guadagnarsi da vivere, ma anche Puttane occasionali, come in questo caso. Le ho presentato Laura, una ragazza di buona famiglia in cerca esperienze forti, diverse, e perché no di qualche soldo per i suoi capricci, le ho detto che non è nuova a esperienze sessualmente estreme, che ha già fatto sesso con più uomini contemporaneamente, e questo le ha stuzzicato nuovi appetiti, nuove curiosità da appagare, e che per conoscerle ha accettato la mia proposta di vivere qualche giorno da Putt
ana.
"Di solito voi donnine perbene, quando venite da me vi piace provare pratiche un po' violente, siete quasi sempre tendenzialmente sadiche o masochiste, tu cosa sei?"
"Il dolore mescolato al sesso l'ho già provato e mi piace, mi piace subirlo, non darlo, è certamente parte di quello che cerco"
"Masochista quindi, pare sia di moda ultimamente"
Angela gioca come sempre il suo ruolo, ma io so che Laura le piace; malgrado sia completamente nuda non mostra alcun disagio, il tono della voce è sempre calmo, le parole le escono sempre limpide senza esitazioni, ha fatto tutto quanto le ho chiesto senza incertezze, ha consegnato la ricevuta del suo bagaglio all'inserviente e poi si è cambiata con gli abiti che questi le ha consegnato, non ha più nulla di suo, nulla che la identifichi, è in una città che non conosce, è salita su una macchina che le si è presentata davanti, si è lasciata bendare, ed ora è in un luogo a lei assolutamente sconosciuto, volevo una situazione di assoluta mancanza di garanzie, Laura in questo momento per chi la volesse cercare è scomparsa, è un fantasma perso, nel viaggio tra Torino e Venezia.
"Se ha già masochiste a sufficienza, mi proponga pure qualcosa che anche loro rifiutano, io non lo rifiuterò"
"Sei arrogante, piccola stella, ma non preoccuparti, ci sono sempre più uomini e anche Donne con il desiderio di picchiarvi, che donne a cui piaccia farsi pestare, ma terrò presente anche quest'ultima tua offerta, è allettante, ci sono giochini a cui si prestano solo vecchie bagasce che ormai non hanno altro da offrire per cui potresti essermi utile, ma veniamo agli affari, tratto con te o tratto con lui?"
"Con lui"
"Bene, proprio bene, ti piace anche sentirti messa in vendita, l'hai già fatto?"
"Così no, ma un paio di volte mi hanno offerto soldi per scoparmi, i soldi non mi mancano, ma ho voluto provare, vendermi non mi è dispiaciuto, ha aspetti degradanti che mi eccitano, anche rendersi conto di avere il potere di farsi pagare è eccitante, ma così no, non l'ho fatto, così è diverso, mi sento messa all'asta, mi fate sentire una cosa, un animale, e questo mi da emozioni particolari, sono queste emozioni, più che i fatti stessi che cerco"
Angela si avvicina a Laura, la tocca fra le gambe, Laura ha un fremito, le apre, getta la testa indietro, fissa con sguardo intenso un punto indefinito del soffitto, la bocca involontariamente le si spalanca, il corpo freme, trema, forse sta godendo di un orgasmo, se lo ha lo controlla, ne limita i segnali esterni, Angela sorride, si annusa la mano.
"Sei speciale, piccola sei veramente speciale"
"Grazie"
"MA TI FARO' PENTIRE DI ESSERLO, non lo farò per cattiveria, mi piaci troppo e mi piacerebbe tenerti solo per me, ma lo farò per affari, solamente per affari, come sempre, una volta ero ammalata di sesso come sei ora tu, ora sono ammalata di soldi, e siccome conosco bene solo il sesso è da li che li prendo, e ne prendo molti"
Angela si rivolge finalmente a me, è emozionata ma come ha appena detto è una donna d'affari e sa di aver fatto un errore, ha appena tessuto le lodi di quello che deve comperare aumentandone automaticamente il prezzo, cerca di prendere tempo, di allontanare l'effetto delle sua parole.
"L'hai addestrata bene, a parole è quasi perfetta"
"Non l'ho addestrata, ho solo fatto uscire quello che era, non ho aggiunto niente, c'era già tutto"
"Bene così dovrò pagartela meno"
"Credi?"
"Sei un adorabile bastardo, quanto vuoi, LA VOGLIO ALMENO PER UNA SETTIMANA?"
"Posso lasciartela per non più di tre giorni"
"Una settimana o non se ne parla"
"Cinque giorni a 10.000 euro, prendere o lasciare"
"Sei pazzo, non c'è il tempo materiale per farla lavorare abbastanza per rifarmi del capitale"
"Puoi farla lavorare anche 12 o 16 ore al giorno, devi solo permetterle di dormire ogni tanto e darle da mangiare, resisterà! Laura è molto forte, ha una resistenza incredibile, e poi non dimenticare che sono un tuo cliente e so quanto costano certi giochi sulle tue ragazze. Ti ripeto: prendere o lasciare!"
Angela è indecisa, non è per il prezzo, sono certo che può ricavare da Laura un lauto guadagno, la infastidisce sentirsi in un certo senso battuta nella trattativa, gira attorno a Laura, ne accarezza il viso, i seni quasi li pesa, ne assaggia la consistenza, torna ad osservarle il viso.
"Peggio per te piccola, peggio per te, non ti verranno concessi sconti, e poi ti converrebbe avere un bel viso da Troia, due labbra volgari, magari rifatte, una così la si fotte, la si incula, al massimo le si da qualche scudisciata sul fondo schiena, ma tu ti presenti bella, pulita, con il sorriso buono, una prima della classe che per giunta non si da arie, la ragazza che si sogna e che si prendono sempre gli altri, e per giunta sa anche essere Troia, ti rendi conto che è troppo, con te i miei peggiori clienti vorranno sfogare tutte le frustrazioni passate, per farti rendere al massimo, ti darò in pasto alla feccia, ma la feccia non è quella che pensi tu, la feccia è fatta da uomini ricchi, da uomini colti, raffinati bastardi che su un viso come il tuo vorranno sedersi, dovrai leccare loro il culo, e qualcuno pagherà per usarti come cesso, sei pronta anche a questo?"
Laura rimane qualche istante in silenzio, le parole di Angela la stanno scotendo dentro, le rimbalzano come un eco nel cervello, probabilmente si crea immagini di quello che le può accadere, ma poi torna calma, come prima.
"Da quando vado in cerca di uomini scopo abitualmente nei cessi, vado nei bar o nelle discoteche, spesso per stupirli sono io a chiedere che mi scopino lì dentro, se sono sporchi è anche meglio, la prima volta, ho vomitato, è probabile che vomiti la prima volta che il cesso sarò io a esserlo, quindi Lei, per la prima volta, mi trovi un cliente a cui non dia fastidio vedermi vomitare, dopo a stomaco vuoto, lo farò felice, per altri, se c'è ne saranno, sarà più facile, la prima la prima volta è sempre difficile, col tempo comincerà a piacermi, ora il pensiero mi disgusta, ma non pongo alcun rifiuto, se ha clienti che chiedono questo, dica loro che ha una Puttana Nuova, una disposta a farlo"
"Forse sarò io la prima ad usarti come cesso, ti va?"
"Allora li valgo quei soldi?"
Parte 6 - Il riposo
Non mi aspettavo che finiti i cinque giorni con Angela, Laura mi chiamasse per chiedermi ospitalità, pensavo preferisse rimanere qualche tempo sola, ma invece, eccola qui, in casa mia, guarda curiosa, studia il mio habitat , i miei libri, i miei mobili, i miei oggetti, studia me e la mia vita.
"Ti disturba ospitarmi, mi sembri perplesso. se ti disturbo posso andarmene?"
"Solitamente difendo molto il mio privato, ho permesso a poche donne di entrare qui dentro, so che per te questi giorni sono stati molto duri, pensavo non avresti gradito per qualche tempo presenze maschili, in particolare la mia, mi ha stupito la tua telefonata e la tua richiesta, ma mi fa piacere sentire che desideri stare per qualche tempo sola con me"
"Non mi dici niente dei capelli?"
I capelli di Laura sono stati tagliati, ora sono cortissimi, alti pochi millimentri
"Non mi piacciono molto, li preferivo lunghi, ma immagino il motivo di questa scelta"
"L'odore, l'odore di merda sembrava non volersene staccare, malgrado continuassi a lavarli, era solo un'impressione, ma appena sono uscita dalla casa di Angela sono andata da una parrucchiera e le ho chiesto di rasarmi il cranio a zero, si è rifiutata di farlo"
Si passa una mano sopra alla testa
"Questo è il risultato del compromesso raggiunto, ma l'odore, la puzza resta, ormai c'è l'ho dentro"
"Vedrai, tra qualche giorno, ti rimarrà solo qualche ricordo"
"Ricordi? No, non saranno solo ricordi, non rifiuto di ripensare, né di rivivere quello che ho fatto in questi giorni da Angela, ho solo bisogno di staccare un momento, poi se capiterà farò ancora il cesso e farò ancora la Puttana, ho provato cose che hanno esaltato ogni mio senso ed era quello che cercavo. L'alternarsi della sensazione di schifo, il rifiuto istintivo lasciano presto il posto a un'eccitazione folle, e poi di nuovo torna lo schifo e la nausea, ma prevale la follia di non tirarsi indietro, di offrirsi ancora, fino perdere il controllo di tutto. Angela mi ha detto che urlavo e mi insultavo. alcuni momenti credo di averli proprio rimossi, quando tornavo in me, per qualche istante mi sentivo appagata, durava poco pochissimo, devo ritrovare quei momenti, allungarli renderli stabili, per questo non saranno solo ricordi. mi lascerai lo stesso dormire con te, anche se mi sono dimostrata più Puttana di quanto forse pensavi? Ho bisogno di riposare, ho bisogno di affetto, di se
ntirmi qualcuno vicino che magari finga di provarlo, per cinque giorni sono stata fottuta, inculata, mi hanno fatto aprire la bocca e mi hanno pisciato e cagato dentro, vomitavo, ma poi ero io ad offrirmi di tornare sotto di loro con la bocca spalancata, sfilavo le cinghie dei loro pantaloni, gliele mettevo in mano perché mi frustassero, e cazzo se mi hanno frustata"
Si toglie il vestito, sotto è completamente nuda, ha il corpo coperto di lividi, alcuni particolarmente brutti
"Puoi fingere per qualche giorno di volermi bene? Ho bisogno di carezze, di coccole e in questo stato non posso chiederle a nessuno"
"Sei la benvenuta, per le coccole dovrai essere paziente, è da molto che non le faccio a nessuna"
È piacevole sentirsela tra le braccia, non ha odori addosso, tanto meno quello che la ossessiona, profuma di se stessa e di niente altro, la tengo stretta, abbracciata, sento la camicia inumidirsi, sento il suo corpo rilassarsi, ora parla piano, in tono sommesso, quasi cantilena, la stanchezza le sta piombando addosso, pesante come il piombo, sembra canti una ninna nanna, la accarezzo e basta, mi ritrovo a portarla a letto, mi sdraio accanto, piano la lascio, la aiuto ad addormentarsi, resto con lei, disteso, vestito.
"Non sei male come coccole"
Laura si affaccia alla cucina, indossa la camicia che le avevo lasciato sul letto, si versa il caffé, lo beve guardandomi negli occhi, ci amiamo lì in cucina, mangiamo e torniamo a fare all'amore, sempre lì senza uscirne per ore, mangiamo e beviamo come animali, usando le mani, torniamo a toccarci, mi lascio penetrare l'ano della sue dita, quasi dalla sua mano intera, la sento ridere dietro di me, mentre si unge d'olio, per aprirmi meglio, devo urinare, lei beve il mio piscio come fosse la cosa più normale del mondo, io cerco di bere il suo, lo stomaco mi si rivolta, sputo, tossisco, lei ride, mi lecca il viso, per ripulirlo.
"Certe cose lascia che le faccia io, tu non sei abbastanza forte"
"E tu quanto sei forte?"
"Molto, e devo diventare ancora più forte, altrimenti non potrò fare di me quello che intendo fare"
Restiamo in casa per giorni, io sono sfinito, i lividi di Laura stanno sparendo, esco solo per prendere da mangiare, Laura preferisce rimanere in casa, non vuole vestiti addosso, legge, scrive, scrive di quello che ha fatto da quando ha conosciuto Franco, descrive le sue sensazioni, quello che prova a mostrarsi nuda a molti, quello che prova mentre la fottono e altri la guardano, descrive gli schiaffi ai seni, le frustate, il piscio e le feci addosso, in bocca, scrive quello che pensa ancore di fare e che si possa fare di lei e del suo corpo, mi rilegge ad alta voce quello che scrive, si masturba spesso, senza nascondersi, e senza mostrare alcun imbarazzo, si siede o si sdraia, e si tocca, si penetra con quello che trova sottomano, io resto a guardarla perché questo accentua il suo piacere, solo quando è sera si calma, e allora mi si accoccola vicino come una gattina che chiede carezze.
"Ti stai innamorando di me?"
Laura è tra le mie braccia, sta giocando con le dita con i peli del mio torace, mi guarda con occhi fattisi enormi, ho appena goduto nella sua bocca, è stata stupenda, volgare, famelica, ma allo stesso tempo dolcissima.
Non ho bisogno di risponderle, conosce già la risposta.
"Ti amo anch'io o almeno lo credo, ma tu non devi amarmi, non sapresti essere duro e spietato come avrò bisogno che tu sia, sono una Ninfomane, una Ninfomane allo stato terminale, così mi sento e così mi va di sentirmi, e così voglio essere giudicata, non lo sarò per sempre, ma ora lo sono, questi giorni mi sono riposata, i lividi sono spariti, gli odori attenuati, ma devo ricominciare da dove ero arrivata, Angela mi ha dato degli indirizzi, ma mi ha anche detto che tu conosci gente e posti con i quali neppure lei ha voluto avere mai a che fare, se mi ci manderai, io ci andrò, mi offrirò gratis e farò tutto, tutto quello che mi verrà chiesto, non importa quanto sarà malsano o quanto sarà doloroso, non chiederò né garanzie né prudenze, metterò a rischio tutto, salute e vita. Alla fine, perché ci sarà una fine, sarò sazia, oppure, oppure. Non ci voglio pensare, spero allora di essere ancora in grado di riprendere una vita normale, per questo non devi innamorarti di me, per uno come te
in una nuova vita non avrò posto".
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20 years ago
admin, 75
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LEI E IL MARITO
Da tempo intrattenevo un'amicizia via email con una bella signora di 40 anni conosciuta in Chat.Bionda,alta 175,4 di seno, bellissima e dopo tanta corrispondena anche telefonica mi disse che sarebbe venuta nella mia città.Euforico, finalmente le nostre fantasie si stavano realizzando,l'avrei scopata a piu non posso, le prenotai un camera in un albergo a 5 stelle.L'aspettai il pomeriggio che arrivo' all'uscita del casello dell'autostrada e rimasi di stucco quando nella BMW che mi aveva detto, alla guida c'era un signore.Lei scese dalla macchina, venne verso di me, mi diede un bacio appassionato facendomi provare la sua lingua che scavava sulla mia avvinghiandosi,La strinsi e sentii l'ebbrezza delle sue tette, del sul culo, del suo corpo.Aprì la portiera e si sedette al mio fianco."Non preoccuparti di lui è mio marito".Rimasi come uno stronzo ma finalmente l'avevo li con me.Iniziai a guidare mentre il marito ci seguiva."Lo sai" mi disse" Sei come ti immaginavo" e incom
inciò a mettermi una mano sulla patta dei pantaloni.Si accorse che il cazzo si era indurito e incominciando a farmi dei massaggi sopra.Stentavo a guidare, ero eccitato.Mi aprì la patta dei pantaloni e mi tirò fuori il cazzo prendendomelo in mano.Guidavo e guardavo lo specchietto retrovisore.Lei andava su e giu dolcemente, mi stava facendo una sega, ma voleva farlo indurire al massimo.Incominciavo a sudare ma guidavo lentamente.Si chinò sul mio cazzo portandoselo alla bocca.Incominciava ad andare su e giu su e giu, succhiava,teneva una mano alla base e succhiava,aumentava piano piano il ritmo, sempre piu svelta.Io guardavo dietro l'uomo in macchina che ci seguiva.Non ce la facevo piu,.Stavo arrivando lei se ne accorse e aumentò il ritmo.Sburrai tutta la sborra che accolse nella sua bocca.Si alzò pulendosi con il gomito la bocca che aveva ancora tracce di sperma girandosi verso l'uomo in macchina con un sorriso.Giungemmo all'albergo, li salutai con la promessa di vederci la sera a cena
Giunsi verso le 20 e mi presentò il marito che si complimentò che secondo lui ero un bell'uomo.A tavola si parlò del più e del meno.Lei Aveva un vestito nero da sera con uno spacco laterale alle cosce che faceva intravedere l'eleganza e la bellezza delle sue gambe e stretto sul petto che metteva in risalto le sue tette,i suoi capezzoli.Bevemmo un pò e dopo cena sperando di ramanere da soli io e lei, invece il marito la invitò ad andare in camera chiedendomi di accompagnarli.Aprì la porta della camera ed entrammo.Mi sentii in imbarazzo appena vidi il letto al centro.Lui disse di scusarlo che aveva dimenticato di comprare le sigarette e che non sapena se trovava un bar aperto che le vendeva e si allontanò lasciandoci soli.
Appena lui usci, lei si inginocchiò davanti a me, mi aprì la patta dei pantaloni, mi tirò il cazzo fuori che si era indurito e incomiciò a succhiarlo avidamente.Non ne potevo piou, la portai sul letto mentre succhiava,succhiava,mi misi a 69 e notai che non aveva le mutante.Incomiciai a leccarle la fica,a tuffarmi in quella bellezza,ad aprirla ficcarci la lingua dentro e vedevo che era fradicia,bagnata, stava godendo, aveva il mio cazzo e succhiava, succhiava."Dammelo" Dammelo" non ce la faccio piu mi disse.Si tolse il vestito, era nuda sotto e si mise alla pecorina sul bordo del letto.Me lo prese per la mano e se lo portò nella fica,vi si strinse contro.Era bagnata, meravigliosa,incomiciavo ad andare avanti e indietro,avanti e indietro, sempre piu svelto ma non volevo arrivare.Lei guaiava di piacere"Dai forza" "Piu svelto" lo tolsi dalla fica e poggiai la cappella sul buco del culo e piano piano, poichè era fradicio, gli infilai il cazzo dentro in una sola volta, tenendola per i fianchi.Era meraviglioso.La stavo inculando,Urlava, gridava la invitai a non gridare perchè stavamo in albergo e poteva arrivare il marito."Chi se ne fotte di quel cornuto" mi disse "Dai-dai-Dai-"Si toccava il grilletto,se lo stava massacrando.Portava una mano sul cazzo per toccare il buco del culo e il cazzo che entrava e usciva.Stavo godendo,se ne è accorta si è girata all'improvviso e prendendomi il cazzo in bocca ingoiava tutta la sborra.
Ero felicissimo,spossato,avevo scopato e inculato una ficona.
Nel bagno per un rapido lavaggio e bussando, entrò il marito "Per fortuna ho trovato le sigarette"
Lei mi diede un bacio, mi salutò con un "GRAZIE", diedi la mano al marito salutandolo e andai via.
Non ho saputo piu nulla di lei,non mi ha piu scritto e ha cambiato scheda telefonica.
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20 years ago
admin, 75
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la cugina americana
Dopo aver letto qualcune delle storie qui raccontate, alcune molto eccitanti. E' notando che ci sono delle persone che come me trovano eccitante raccontare le proprie avventure, riuscendo a comunicare le proprie emozioni, voglio raccontare anche le mie cominciando dall'ultima, l'avventura avuta con una donna splendida mia cugina l'americana.
Erano anni che non veniva a trovarci Mary la cugina americana, Dopo 7 anni decise di trascorrere una vacanza in Italia, dal suo dire aveva bisogno di ritornare e rivedere i nonni e gli zii, cresciuta alla periferia di New York, sposata e divorziata, con una figlia di 20 anni, che per lavoro non era potuta venire in Italia.
E' sempre stata una donna affascinante adesso era una donna di 40 anni con un fascino incredibile . Non voglio dilungarmi nei particolari precedenti a cosa era successo nei giorni prima ma voglio raccontarvi cosa e successo un pomeriggio di una settimana dietro, prima ahimè che ripartisse.
Tornato dal mare entro in casa la porta della casa dei miei e aperta perso ci sia qualcuno, entro passo per le stanze togliendomi la maglia e rimanendo in costume mi affretto per far una doccia. Sono scalzo e salgo le scale per andare al piano di sopra a prendere qualcosa da mettere, sento un lamento, per un attimo mi fermo sulla rampa forse la mia impressione, di nuovo salgo piano le scale, arrivato alla fine vedo nella stanza che da sulle scale la porta socchiusa, faccio un altro gradino, vedo il lettone, delle gambe nude fino all'altezza del ginocchio, voglio capire chi sia in silenzio mi avvicino, alla porta senza far rumore. Incredibile Mary e coricata sul letto pancia in giù, guardo il suo corpo splendido una veste leggera da mare scoperta fin sopra i glutei, il bacino si muove lentamente, con una mano sotto la pancia si sta accarezzando la passera, vedo le dita che scivolano da dentro il perizoma tirando il filo nelle natiche, le labbra rosse,per un attimo rimango a guardarla,
il cazzo mi diventa duro, mi scoppia nel costume, lo stringo forte e lo massaggio da sopra, per un attimo faccio per andar via ci ripenso velocemente, un'occasione cosi non mi ricapita più, o la va o mi da un ceffone. Entro silenzioso, forse sente la mia presenza e si gira di scatto spaventata, - ohh my god ! che spavento - rossa in faccia per la vergogna - Scusa non volevo ma sai se arrivava qualcun altro... la guardo negli occhi, lei li abbassa ad altezza del mio cazzo e vede la rigonfiatura, la capella spinge sul lato quasi ad voler uscire fuori, lei mi guarda di nuovo negli occhi e allunga una mano verso la patta accarezzandola da sopra il costume, tastanto la grossezza, senza dir nulla solo guardandoci negli occhi lo tira fuori e comincia a masturbarmi, lo sbatte per un po' entrambi sorridamo le mie mani scivolano sul suo seno scoprendolo, la sua bocca sfiora il mio addome, mi bacia sugli addominali scendendo Aprì le labbrà, ed inizio con dolcezza lentamente a leccarmi il pube,
mi passo la punta della lingua ben insalivata sul pube e sull'inguine,con delicatezza e dolcezza mi assaporo cm. dopo cm. la pelle cazzo che eccitatissimo le sventolava grosso duro e dritto davanti agli occhi.
Continuo a leccare il pube ancora un pò, poi passò la lingua tra i peli all'attaccatura del cazzo inizio a leccarlo. mi passò delicatamente la lingua lungo l'asta,lasciando una scia di saliva,impugnando con una mano la base del cazzo, mentre il resto me lo leccava dolcemente cm. dopo cm. con raffinatezza, mi gustavo quel pompino fatto da una troia di cugina affamata di cazzo e con la bravura di una vera professionista.
Sono completamente nudo , mi appoggio sul letto con le spalle alla spalliera ,le gambe larghe, lei si piega sul bacino leccandomi sotto le palle, una senzazione stupenda. Le appoggiai la mano destra sulla nuca,dandole il tempo spingendo la testa su e giù sempre con lo stesso ritmo.
Il seno le ballava dolcemente, le tette andavano a tempo con la testa,creando un effetto tremendamente erotico. Godevo come un pazzo e a lei piaceva lo vedevo nei suoi occhi Di scatto le prendo e la tiro verso di , la bacio e con delicatezza la spoglio,(incuranti del poter essere visti) dalle labbra scendo fino alla fica soffermandomi sui grossi seni con grandi capezzoli duri e diritti e sul ventre, lei ricomincia a gemere come prima, era un lamento di goduria.
Le apro la fica con le mani guardando quel bocciolo di rosa rosso, è bagnato guardo il clitoride diritto come un piccolo pene mi piego e comincio a leccare sotto i colpi della mia lingua i suoi gemiti aumentano ogni tanto urla tanto che devo fermarmi, e dirle di star zitta, ma lei mi riprende per la testa e mi fa continuare, le ficco due dita in bocca, lei li succhia e geme lo stesso la sento venirmi in bocca gemendo ed urlando mentre la lecco la masturbo con due dita gode, si stacca dalla mia bocca, mi gira pancia in su, riprende il mio cazzo in bocca lo lecca e lo succhia come una forsennata, ho il cazzo durissimo, mi sale sopra e se lo prende a smorza candela, mi gode sopra in quella posizione la sento bagnatissima, i suoi umori mi ungono anche le palle. - ohh my god! You are fantastic- continuava a ripetere di scoparla ancora di non fermarmi col suo accento americano la feci girare a pecorina e la sbattei in quella posizione, cosi riuscivo ad arrivarle fino in fondo potevo sentir
e il suo piacere, ero pieno stavo per venire e lei sene accorse, si sposto mi fece alzare si inginocchi d'avanti a me e comincio a sponpinarmi e menarmi il cazzo, si fece sborrare in bocca, ingoiando tutto fino in fondo.
E lo ripuli fino all'ultima goccia. Ci rilassammo un po' sul letto poi mi bacio e disse col suo accento americano perché non è successo prima proprio una settimana dalla sua partenza. Andammo a far la doccia insieme e scopammo di nuovo sotto la doccia.
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20 years ago
admin, 75
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Via Aurelia
Com'è che cammino a passi allentati su questo marciapiede imbrattato da carta ingiallita, da lattine ritorte e cicche d'un fumo segnato a rossetto? Non è forse troppo romantica e rossa questa serata per ammettere di farla specchiare a ridosso d'una pelle di latex che nera già intorbida la notte che arriva? Davanti c'è una colonna d'auto in colore per qualsivoglia misura o pretesa, qualcuna appena rallenta, qualche altra finge e si ferma. E c'è sempre un uomo, più o meno convinto, che mi fissa e commenta: "Bella figa quanto per tutto?" e come se il tempo s'arrestasse in quell'attimo, riesce a farmi sentire come se non avessi altra ragione d'esistere a quella, come se puttana lo fossi da sempre.
Com'è che cammino davvero lungo questa strada rovinosa di traffico, a quest'ora che le persone perbene stanno stordite in un piatto di televisione e famiglia? Sotto questo caldo d'estate che scioglie, dentro questa fascia di fibra fittizia che impregna la pelle come farebbe un uomo che non sente l'odore del sesso dal giorno che è nato, com'è che questa bocca non la credo più mia, che queste labbra fin troppo truccate nient'altro sembrano chiedere che farsi sbavare fin sotto sul collo? Proiettata in questo scenario scandito in dettaglio dai secondi che passano, che hanno spessore come un sogno al risveglio, cammino d'un tacco e poi l'altro, d'un ticchettio ritmato d'asfalto che fa eco alla marcia in crescendo del battito. Prima o poi, penso, m'accosterà il tipo giusto che vuoi, che accetti la cifra stabilita per me, - 1.000,00 ? tutta la notte - , che se non fosse così presuntuosa su questo mercato chissà già adesso dove sarei, e non è che io non li valga davvero e tu lo sai che li va
lgo, che c'è chi già solo a guardarmi s'è dovuto prestare improvvisando una scusa a ripulirsi da qualche macchia spuntata a difetto, che già alla prima infantile coscienza d'esser bucata qua in mezzo sentivo la forza d'un fiume smarginarmi da dentro, che già se la voglia s'assume il comando di dire non c'è rifiuto che io possa ostentare.
Prima o poi mi stringerà alla gola uno sguardo e resterò muta, coi pensieri dispersi che s'aggrovigliano senza trovare una forma. Percorrerà sfacciato o perplesso ogni piega di questa pelle perfetta, fino a fermarsi nella fessura ristretta di queste tette compatte di donna, a immaginare che pressione può esserci a premere un sesso proprio nel mezzo.
Eppure da un'ora cammino aspettando solo che qualcuno m'abbordi, ancheggiando orgogliosa come se questa sudicia strada m'apparisse come un rosso tappeto che porta a un altare, come un percorso obbligato che segue una scelta, come questa appunto, di seguirti là dove avresti deciso per me, per essere sempre all'altezza del ruolo che ignoto, ogni volta, non m'ha mai fatto pentire d'averti lasciato osare ad oltranza. Così cammino e non c'è altro suono che non sia quello d'un clacson, non c'è altro colore che non sia questo grigio d'asfalto che adesso vorrei riempisse i miei sensi, perché quest'attesa che opprime s'annienta soltanto con l'appartenerti del tutto.
Intanto a poche centinaia di metri, laggiù, al di là della folla, hai già intrecciato le braccia e so già che è un'inflessibile sfida a questo sfilare di gambe, che è un'irritabile sdegno per quest'altalena di volti che pendola qua solo guardare. T'adíra questo mio andirivieni di carne che s'aggiudica solo rifiuti, che s'arroga il diritto di sapersi migliore di questo sensual-serraglio d'intorno che s'offre, che incessante s'illude che sarà l'ultima volta, che sarà l'ultima alba affacciata dentro una patta, dentro un tramonto piovoso che acceca la vista.
Eccola ora, s'accosta un'auto grande argentata, appena un accenno ed è chiaro che altro non vuole che me, che altro non vuole che m'avvicini e mi lasci ammirare. E' tutto talmente troppo veloce che già ho risposto alla domanda di rito - Quanto per tutto? 1.000,00 ? tutta la notte! -, che già ho riposto le gambe alla destra d'un cambio che ha già infilata una terza, che ha già una mano rossa e grassoccia che sopra gli preme, gli freme di spostarsi d'indice e medio su questa pelle sudata d'attesa, su quest'inguine nudo imbevuto di sesso.
Ma io com'è che sono salita? Com'è che sono stata sicura che m'avresti impedito di divaricare le cosce per varcare la soglia, che m'avresti proibito di prendere posto su questo sedile di stoffa che sfrega la figa come se fottesse a sua volta?
Così la sento la sua mano che sale, che scende più sotto dove la coscienza si perde, la sento che segna il percorso che già penso sarà sulla sua lingua, la sento mentre parole che non riesco a capire mi montano in mente, mentre quest'aria viziata di voglia mi vacua la voce come un veleno fin troppo diffuso nel buco d'un dito di spazio. Ed è dentro quest'abitacolo ambiguo che s'arroventa di caldo, che s'affolla d'odore di sesso che punto i tacchi per terra su un tappetino appestato di grasso, che aggrappo di peso le braccia alla cintura di sicurezza fattasi corda che stringe, che costringe nel mezzo queste tette sfollate dal bordo, da un abito troppo succinto, che come fosse una gabbia mi serra la vita, mi spreme la voglia che così soffoco assorta dentro un sussulto profondo nel buio chiuso degl'occhi.
Ed ora cosa gli dico? Ora come gli spiego che non sono una puttana sul serio, che non passerò la notte con lui in chissà quale vicolo stretto accosciata sul cofano freddo di un'auto, addossata ad un ignobile muro in chissà quale buco di bagno o accovacciata su un prato con la faccia schiacciata sulla terra e sul muschio, come gli spiego che non passerò la notte con lui neanche volesse portarmi in una stanza di lusso, come glielo spiego ora che m'ha già fatto godere prima dirmi il suo nome, ora che gli ho bagnato il sedile e non è solo sudore, ora che qualcuno avrà sicuramente notato al di fuori di questo finestrino mezzo abbassato che dentro quest'auto davvero non c'è una Signora?
Allora lo guardo, ha occhi buoni ma tratti e mosse decise come chi sa dove vuole arrivare, come chi sa che non c'è alcun luogo dove possa scappare. L'auto rallenta dentro un parcheggio illuminato dai neon d'un alberghetto appena fuori città, appena il tempo di farmi dire il suo nome - Giovanni, Giò - che m'invita a scendere, a salire le scale che portano dentro nell'atrio. Ecco ho deciso glielo dico adesso così su due piedi, così prima d'entrare all'interno, prima che sia troppo tardi, prima che la sua lingua sia dentro l'orecchio a sussurrarmi paradisi di sensi, a suggerirmi che stavolta sarà davvero la prima che faccio del sesso.
Giò, comincio, ed è come un cambio di scena in un sogno, come la forma d'un desiderio che prende sostanza, proprio così in cima alla scala ti vedo mentre palesemente ci osservi, pianificatamente ci aspetti con un sorriso che è come un abbraccio che attendo da tempo, come un fatto che non ammette alcun dubbio, voi eravate d'accordo.
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20 years ago
admin, 75
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I miei mariti
Anche stanotte,come mi capita da un po' di tempo,dopo aver dormito per due ore eccomi alla tastiera ,invece di stare a rigirarmi nel letto dando fastidio a chi mi dorme accanto,tastiera alla quale confido i miei segreti,le mie ansie,le mie paure,i miei desideri,le mie voglie,i miei sogni.Sì,i miei sogni perchè anche se sono una donna realizzata e con una vita piena di gioie e soddisfazioni ci sono dei momenti che vorresti che le cose andassero diversamente solo per il gusto di cambiare l'ordine di quelle cose che tu hai stabilito che fossero in quel modo.La mia vita l'ho programmata io stessa e devo dire che si è realizzata più o meno secondo i miei piani.
La parte più complicata e problematica era di pianificare la mia vita sessuale,ma devo dire che in ultima analisi si è sviluppata come meglio non avrei potuto desiderare anche se si sono verificati dei casi che mi hanno segnata nel mio intimo.Tempo fa sono andata in depressione perchè è venuto meno il mio primo marito,Ettore,di cui ero perdutamente innamorata ( più o meno di come sono innamorata perdutamente del mio Vanni,l'attuale compagno ).Quando hai vicino una persona che si fa amare con tutta l'anima,ti fa vivere una vita invidiabile e da sogno,soddisfa ed appaga ogni tuo desiderio innocente o peccaminoso che fosse,ti sembra di volare una spanna aldisopra degli altri,e quando questa persona viene meno per qualsiasi motivo ti lascia un che di amaro in bocca che ti fa rifiutare di continuare a vivere.Ettore era un agricoltore che con l'aiuto di qualche suo amico intimo,sottolineo intimo perchè ha la sua importanza,aveva ampliato la sua piccola fattoria creando un allevamento di bestiame con relativa monta sia di vacche che di cavalli.Quando abbiamo stabilito di metterci insieme era già abbastanza avviata,e col mio aiuto,credo,si è ampliata ancora di più,anche perchè le mie origini sono contadine.
Ettore lo conoscevo da quando eravamo studenti e di lui sapevo che prediligeva di più i maschietti piuttosto che le femminucce.Avevo provato a fare con lui dei giochi da bambini ma mai parlato di sesso . Tra l'altro in Paese era noto il suo legame col figlio di uno dei più ricchi della zona ed infatti erano come culo e camicia,nel senso che erano sempre insieme.Poi era andato a militare ,poi aveva creato ed ampliato questa sua fattoria , quindi ci eravamo un po' persi di vista fino a che un giorno non ci siamo rivisti sulla spiaggia del lago sito nelle vicinanze delle terre nostre natie,ognuno di noi era colla sua combriccola di amici,e dopo esserci salutati siamo rimasti a raccontarci un po' le nostre peripezie.Abbiamo trascurato un po' i nostri amici,che tra l'altro ci hanno canzonato,e siccome ci è piaciuto il pomeriggio che abbiamo trascorso insieme ci siamo dati appuntamento per l'indomani;e così per i giorni successivi fino a che non mi ha proposto di diventare la sua donna,anzi,la padrona dei suoi possedimenti dove il mio compito,oltre che essere gerente del letto avrei dovuto essere gerente della fattoria.Non ho potuto dire di no alla sua proposta anche perchè in tal modo mi ha dimostrato di avere piena fiducia sia nella mia onestà che nelle mie capacità direzionali.Ma la cosa che mi ha indotto ad accettare è che lui mi ha confidato ciò che grosso modo sapevo di già:lui era la fidanzata di Alfredo,il suo coetaneo figlio del ricco del paese,col quale era spesso a letto e questo non gli impediva di avere rapporti con una donna.
Infatti prima di metterci insieme abiamo fatto molto spesso sesso con mio completo appagamento.Anche io sono stata leale con lui e gli ho confessato di essere ninfomane,pluriorgasmica,alla continua ricerca di sesso;gli ho confessato,come se già non si sapesse,che mi piacevano gli uomini ma di più le donne.Lui ha detto che non sarebbe stato geloso se avessi avuto degli amanti ,l'importante che lui ne fosse sempre al corrente,che non mi sarei comportata da vacca,che non avrei partorito un bastardo e che avrei fatto in modo che i più non ne fossero al corrente.Ci siamo parlati,frequentati e fottuti per un po' di mesi fino a quando non mi ha proposto di prendere le mie cose e trasferirmi a casa sua che era vuota del calore femminile.
Sì,era vuota del calore femminile ma era piena di tanti cazzi che volevano entrarmi nel corpo.La prima sera sono stata a cena con lui a casa sua con dei cibi cucinati da lui ma la sorpresa,non so piacevole fin dove,l'ho avuta quando siamo andati a letto e questo era già occupato.Sì,Alfredo,il suo eterno fidanzato era sotto le coperte con una vistosa erezione.Sono rimasta sconcertata e per prima cosa sono corsa in bagno per riflettere.Sarò rimasta un buon quarto d'ora prima di prendere la decisione di accettare questo modo di essere e di fare, cosa che mi avrebbe poi dato piena libertà di movimento come si è poi avverato in futuro.Mi hanno preso tutti e due contemporaneamente e devo dire che Alfredo si è fatto onore per più di una volta quella notte riempiendomi del suo liquido caldo il culo.Da quella volta moltissime altre Alfredo è stato ospite nel nostro letto dove ha infilato sia me che mio marito,prediligendo le parti posteriori.In casa,anzi in una casupola adiacente la stalla,abitavano quattro aiutanti extracomunitari e ce n'era uno egiziano,Izmir,che era molto piacevole sia fisicamente che intelletualmente.Si vedeva che aveva fatto le scuole superiori ed aveva una certa cultura.Sinceramente questo lato della sua persona m'interessava poco o niente mentre mi attirava il gonfiore che vedevo nei pantaloni e che faceva presumere di nascondere un affare di dimensioni notevoli.Cominciai col farmelo amico e non fargli pesare il fatto che io ero la padrona e lui lo schiavo,cosa che aborro,cominciai a sfidarlo sul fatto che i neri sono dotati di cazzo ma non di testa,che usano il sesso per istinto e non per calcolo.Lui punto sul vivo ci tenne a dimostrarmi che gli africani sanno fare sesso più e meglio dei bianchi.Con lui mi incontravo per lavoro tutte le mattine alle tre circa per mungere le vacche e per cambiare lo strame dei cavalli.Una mattina io ero particolarmente eccitata,forse avevo sognato uccelli,sono andata a svegliarlo un po' più presto del solito e con lui siamo andati,come al solito,in stalla.Mentre lui mungeva io buttavo giù dal soppalco alcune balle di paglia che servivano per rifare il letto dei cavalli e degli asini che avevamo.Ad un certo punto sono saltata giù,sulle balle che avevo gettato in precedenza,facendo finta di essermi fatta male alla gamba e lamentandomi.Lui è arrivato trafelato e spaventato perchè pensava che mi fossi fatta male e mi ha trovata con una tetta di fuori ,la gonna che si era ritirata sulla pancia e metteva in bella vista i peli neri ed abbondanti che straripavano fuori delle piccole mutandine.Gli dissi di mettere in trazione la gamba dolente mentre appoggiavo il piede al suo inguine per fare più forza.Lo avevo appoggiato proprio sul cazzo e mentre all'inizio spingevo forte dopo un po' cominciai ad appoggiargli il piede con dolcezza e quando sentii che si gonfiava cominciai a carezzarglielo con le dita.Lui abbandonò l'altra gamba e si masturbò strusciandosi contro il mio piede mentre non toglieva lo sguardo dalla mia fica che colava umori come una fontana.Si era incantato e prima che venisse mi sono seduta e gli ho tirato fuori il manganello che appena è stato toccato dalle mie labbra umide mi ha inondato di sborra bollente.C'erano le mucche che muggivano,quelle che avevano le mammelle piene di latte,ma insieme ad esse muggivo anch'io quando mi ha presa alla pecorina e mi ha spento i bollori con il suo liquido infiammato.Sono rimasta sdraiata con le cosce aperte mentre lui è andato a finire il suo lavoro di mungitura ed infine è venuto a godere ancora del mio corpo facendomi bere il succo che continuava ad espellere.Quella fu la prima di innumerevoli mattine in cui presi l'abitudine di bere il suo sperma come se bevessi latte e caffè.Una volta gli ho fatto indossare un preservativo dentro cui è venuto tre volte nello spazio di pochi minuti riempiendolo per oltre metà.Ho bevuto la sua sborra ancora calda e mentre la bevevo godevo come non mai.Se io vedo un cazzo duro che mi desidera mi bagno ma se lo vedo mentre eiacula vengo come una fontana ed ancora di più se ne bevo il seme.Quella mattina ho riferito tutto ad Ettore e lui mi ha confessato di avere rapporti con un altro aiutante,Mohamhed il turco,che secondo una tradizione del suo Paese,pare che prediliga la sodomia ai normali rapporti sessuali,e anche le donne preferisce incularle piuttosto che chiavarle davanti.Mio marito si occupava della monta del toro mentre io mi occupavo di quella dei cavalli.Ogni tanto veniva da noi qualcuno a portare la sua cavalla per farla montare da uno dei nostri due stalloni.Il mio compito era di fare in modo che uno degli asini che avevamo a questo scopo facesse la corte alla cavalla per farla andare in calore e permettesse allo stallone di montarla.Io mi avvicinavo all'asino,gli accarezzavo la groppa ed intanto cominciavo a toccargli i coglioni.Le prime volte,ricordo,lui scalciava fino a che piano piano imparò a riconoscere le mie carezze e si lasciava fare.Poi gli toccavo la cappella che era tutta nascosta nella pancia,gliela titillavo,ricordi di quello che facevo quando ero bambina coll'asino che avevamo in campagna e col quale giocavo coi figli del fittavolo,e piano piano la vedevi che si srotolava in tutta la sua lunghezza.Intanto aveva le narici molto vicino alla fessura della cavalla che,sentendo il profumo del sesso maschile,si apriva e chiudeva ed emetteva umori che venivano prima aspirati e poi leccati dall'asino.Questo la leccava un po' dappertutto ed intanto nella mia mano il suo cazzo aveva preso consistenza e cominciava a dondolarsi perchè voleva entare nella vagina adesso vogliosa della cavalla.Questo era il momento peggiore perchè si rischiava che mordesse quando gli si impediva di chiavare l'oggetto dei suoi desideri ed anzi vedeva il cavallo che infilava il suo tremendo cazzo enorme e godeva di quella femmina eccitata.Io dovevo menarlo fino a farlo godere e la cosa non è che la gradisse più di tanto mentre la gradivo io , sentire in mano tutto il suo turgore e poi avere la mano bagnata dal suo seme e spesso,quando veniva Silvio,un nostro cliente abitudinario,mentre i cavalli facevano sesso lui mi spegneva il fuoco che avevo dentro col suo succo fresco ed abbondante.Non l'ho mai fatto ma spesso ho avuto voglia di essere penetrata dal cazzo di un asino,che tra l'altro son sicura di riuscire a fare entrare vista la mia larghezza fuori del normale.Ettore mi ha spesso posseduta infilandomi la mano con parte del braccio senza per questo soffrirne.Questa mia particolarità si chiama elefantiasi,cioè si ha la vagina larga e profonda come quella di una elefantessa.E questa mia conformazione è stata la causa di aver fatto decidere Vanni,il mio attuale marito,ad eleggermi dea del suo focolare.A parte il fatto che io ho bisogno di cazzi grossi per sentirmi posseduta ma il fatto che tali cazzi grossi piacciono molto a lui,e il suo incarico è di farmi sapere chi ne è provvisto segnalarlo alla mia attenzione e poi io passo all'attacco.Tempo fa mi ha parlato di Romolo,il nostro portinaio,bel giovane ed aitante,al quale per caso aveva visto la proboscide una volta che sono andati a pisciare insieme nel cesso del bar che frequentano tutti e due.Sinceramente Romolo è interessante come maschio ma di più lo è sua moglie Veronica,una brunetta tutta pepe che deve avere una foresta di pelo nero che le contorna la fica e che mi provoca degli incubi tanto la sogno spesso la notte.Ed in vista di una sua futura conoscenza biblica che mi sono decisa ad accontentare mio marito e farmi sbattere da Romolo.Una volta che ebbe il mio accordo,Vanni cominciò a frequentare un po' di più Romolo e spesso lo ha invitato a casa nostra prima per dei motivi di condominio poi come semplice amico.Dietro mio desiderio ha spesso portato sua moglie con la quale sto diventando amica intima e con la quale ho cominciato a confidarmi e a parlare di sesso.Pare che lei sia una buona allieva visto che recepisce molto bene ed è curiosa di provare cose che finora non ha neanche preso in considerazione.Appena avrò raggiunto il mio scopo lo racconterò in questo mio diario.Dunque Romolo veniva spesso a casa ed era presente a quando Vanni cucinava vestito di un paio di pantaloncini e a torso nudo indossava un grembiule da cucina che sembrava che indossasse una minigonna.Ed infatti Romolo gli ha fatto notare questa cosa dicendogli che forse vestito da donna sarebbe stato uno spettacolo bello da vedere.Vanni mi chiese di portargli una gonna che si apre completamente e che si chiude col velcro e permette di essere indossata da qualsiasi corpo magro o grasso che fosse.Per indossarla si è cavato i pantaloncini in nostra presenza,anzi più che altro in presenza di Romolo,facendo vedere l'erezione che il suo tanga a stento nascondeva.
Romolo si deve essere eccitato perchè quando parlava farfugliava e benchè seduto sul divano si notava il gonfiore.Io ero seduta difronte a lui inguainata in una vestaglia lunga fino alle caviglie e una serie di bottoni strategici che lasciavano,quando mi muovevo,intravvedere i capezzoli dei seni o il pelo della fica perchè,come d'accordo con Vanni,non indossavo mutande.Mio marito facendo finta di lesbicarmi mi è venuto addosso obbligandomi ad alzare le gambe per scoprirle fino all'inguine e ha fatto vedere a Romolo che non avevo le mutande,poi dimenando il culo si è andato a sedere sulle ginocchia del portinaio il quale lo ha abbracciato e lo ha tirato verso di sè per fargli sentire che gli era venuto il cazzo duro.Sono stati lì a mimare l'atto sessuale fino a che Vanni è andato a cambiarsi in camera mentre io ,seduta sulla poltrona,ho appoggiato i piedi al cuscino abbracciandomi le ginocchia e benchè avessi le gambe coperte dalla vestaglia da sotto gli mettevo ben in vista la fica luccicante di umori.Romolo non ce l'ha fatta a trattenersi ed ha allungato una mano e mi ha infilato un dito nella fessura portandoselo in bocca per sentire il mio aroma.Come se nulla fosse si è ricomposto perchè Vanni stava entrando in sala.In condominio ognuno di noi ha una giornata per sciorinare in solaio e a me tocca il martedì.Allora,essendo quel giorno un giovedì,gli dissi se poteva tenermi a disposizione il solaio sabato pomeriggio perchè avevo molto da lavare e quindi avevo bisogno per sciorinare.Mi disse che dalle cinque del pomeriggio in poi potevo disporne.E credetti di capire che oltre al solaio avrei potuto disporre anche di altre cose quel sabato.Quando fu andato via abbiamo commentato con Vanni il fatto ed eravamo sicuri che il sabato successivo in solaio ci sarebbe stata guerra,guerra di sessi.Sia quella sera che quella dopo mio marito mi ha riempita del suo succo perchè era ansioso di sapere come io fossi stata presa.Anche io ero vogliosa e sempre bagnata.Quel sabato ho indossato la solita vestaglia ed un semplice slip bianco;ho sbottonato un altro bottone per fare in modo che quasi per intero le tette fossero a nudo e la parte di sotto tutta aperta , abbottonata solo all'altezza della fica.Ho messo un paio di scarpe coi mezzi tacchi perchè così mi si alza un po' di più il culo che è già a mandolino di suo e così,tutta eccitata,sono andata in solaio.Avevo quasi finito di sciorinare e temevo di aver capito male e che avrei atteso inutilmente quando sento che qualcuno entra chiudendosi la porta alle spalle.Romolo,con un viso paonazzo mi viene vicino e si offre di aiutarmi,io dico di no ed indietreggio . Lui indossava una avaiana blu che indossa per lavorare ma sotto non aveva nulla infatti quando mi è venuto vicino si è tolta l'avaiana ed ha messo in mostra un cazzo di misure eccezionali.Lungo non tanto ma grosso,ma grosso con una capocchia che sembrava quella dell'asino della fattoria.Con una mano mi teneva la mia mano e con l'altra mi ha spinto in giù la testa fino a portare la mia bocca all'altezza del suo membro.Troppo grosso per prenderglielo in bocca allora l'ho leccato seguendo l'asta,gli ho ciucciato i coglioni e più gli dicevo che non volevo più lo leccavo con le labbra umide.Mi ha tolto la vestaglia e l'ha stesa per terra coricandomici sopra per fare un bel 69 che mi ha permesso di bere la prima ondata del suo succo denso.Ha notato la larghezza della mia fica e di quando umore producevo ed ha detto che il suo attrezzo era fatto su misura per me e che io ero la donna della sua vita visto che con sua moglie non riuciva a fare sesso perchè ogni volta che la penetrava le faceva male.Si è sdraiato lui per terra e mi ha invogliata a prendere il suo membro a smorzacandela.Il vantaggio di questa posizione è che sono io a decidere di come e di quanto farne entrare.Ah che bello!Ah che goduria! finalmente un cazzo che mi riempisse totalmente la vagina:quando è entrata la capocchia ho avuto la stessa sensazione di quando ho partorito mia figlia,quel senso di riempimento totale,ho ancora goduto permettendo che tutto il suo cazzo mi entrasse nelle viscere senza fatica.Il cazzo di Romolo è il cazzo delle mie misure,sembra fatto apposta per me come io ho la vagina fatta apposta per le sue misure.Mi ha sborrato dentro facendomi ancora godere ed ho trattenuto il suo sperma chiudendo la fica con le mani e pulendomi con gli slip quello che ne colava fuori.Sarò venuta almeno 7-8 volte,mi è sembrato di venire come se pisciassi tanto era abbondante la secrezione del mio liquido.Mentre mi fotteva mi aveva infilato nel culo un dito ed aveva notato che non era molto largo,allora mi ha proposto di fargli visita qualche prossima volta.Io gli ho detto di no,che il culo era luogo privato di Vanni e che come a lui piaceva incularmi così mi piaceva a me d'inculare lui.Allora ha detto che non è giusto adoperare cazzi finti quando ci sono in giro dei cazzi veri e vogliosi.Allora io gli ho confessato che il mio desiderio segreto è di vedere qualcuno che prende mio marito,e lui giustamente si è offerto,ed insieme abbiamo concertato un modo di esaudire questo mio desiderio.Io ho detto di non rivelare la nostra relazione a Vanni e di venire a casa mia e fare la corte a lui senza badare a me,altrimenti Vanni si potrebbe arrabbiare: naturalmente era una menzogna visto che Vanni era al corrente di tutto,ma bisognava salvare le apparenze.Mi sono quasi slogata la mascella quando l'ho salutato perchè ho voluto prenderglielo in bocca senza riuscirci.Sono tornata in casa dove Vanni ha leccato la sborra che ero riuscita a conservare in fica e ha fatto sesso usando come lubrificante lo sperma di Romolo.Un paio di sere dopo abbiamo invitato Romolo a bere qualcosa con noi prima di cena.Lui aveva gente in casa e ci ha detto che sarebbe venuto sul tardi.Lo abbiamo atteso facendo mille congetture e mille piani per fare in modo che fottesse Vanni.Inutile dire quanto fosse eccitato mio marito ed io pure.Gli ho fatto indossare un perizoma dei miei che didietro era un filo interdentale in modo che mostrasse le chiappe ed il buco del culo e davanti era piccolo da lasciare fuori i coglioni e trasparente in modo che mettesse a nudo l'asta. Sopra ha messo il solito grembiule mentre io con la solita vestaglia quasi tutta aperta e senza intimo.Romolo è arrivato verso le undici di sera dopo aver messo a letto Veronica,sua moglie.Abbiamo parlato del più e del meno sapendo che i nostri pensieri erano diretti ad un solo argomento:Vanni voleva prendere quello strumento Romolo voleva fotterlo ed io volevo assistere.Abbiamo bevuto qualche bicchiere di Moscato di Samo che fresco è andato giù una bellezza ed ha allentato i freni inibitori.Dopo un po' Romolo ha fatto l'elogio alle gambe di Vanni che venivano scoperte come da una minigonna e lo facevano apprezzare in tutta la sua femminiltà,come diceva lui.
Allora Vanni cavandosi il grembiule ha detto che più apprezzabile era l'intimo che indossava e così facendo ha messo ii bella vista i coglioni che uscivano fuori dagli slip ed il cazzo che era teso al massimo e ben visibile.Romolo non sapeva dove sbattere la testa perchè da una parte c'era il cazzo turgido di Vanni che ammiccava e non domandava altro se non di esere preso in bocca e dall'altra aveva difronte la mia fica pelosa che spesso,distrattamente diciamo,mettevo ben in vista con dei miei movimenti avventati.Io ho allungato la mano sul cazzo di mio marito e facendogli come una sega ho detto che è un'esagerazione visto che ce l'ha sempre duro.E quasi offesa ho detto che sarei andata a dormire e mentre mi sono avviata verso la camera da letto mi son tolto la vestaglia facendo in modo che Romolo apprezzasse il mio culo ed il corpo statuario.In camera da letto mi sono messa a spiare attraverso la porta che avevo lasciato socchiusa e non son passati che pochi istanti quando mio marito si è allungato sul divano per prendere della frutta alle sue spalle e così facendo ha girato il culo verso Romolo che non ha fatto altro che saltargli su ed abbracciarlo e baciarlo.
Vanni si è messo in ginocchio sul divano per permettere a Romolo di leccargli il buco del culo ed intanto ansimava incitandolo di andare più in fondo.Romolo gli ha infilato il collo della bottiglia del vino che era rimasta lì vicino e visto che era entrato facilmente gli ha prima infilato due dita ed infine tre e le ruotava in modo da allargare lo sfintere.Vanni non è vergine,anzi ha provato insieme a me a Parigi a prendere un uccello mostruoso,quindi non gli è stato impossibile ospitare il cazzo enorme di Romolo.Quando lo ha sentito tutto dentro ha lasciato andare dei gemiti che erano il nostro segnale convenuto perchè intervenissi anche io,facendo finta di essere sorpresa.Sono uscita infatti nuda e mentre con una mano mi coprivo la bernarda mi sono avvicinata come per sincerarmi di ciò che vedevo.Vanni mi ha chiesto scusa ma che non ha potuto rifiutare la educata richiesta di Romolo di possederlo visto che si erano piaciuti.Mi sono intromessa anch'io facendomi fottere da Vanni mentre veniva inculato dal portinaio facendo così come un trenino che sborrava da tutti i lati.Romolo mi ha preso alla pecorina ed ha detto che era la prima volta che sia una donna che un uomo riuscivano a farsi penetrare dal suo cazzo senza soffrire.Adesso è già qualche mese che c'incontriamo spesso a casa mia e ci prende indistintamente me o mio marito.Ma il mio sogno è sua moglie.Vanni gli ha detto che gli piacerebbe fottere Veronica ma Romolo , forse geloso,ha detto che senz'altro lei rifiuterà.Allora io gli ho proposto che proverò io stessa e se ci si riesce faremo un bel gruppo di lavoro che pari non ce n'è.Adesso sono stanca e vorrei stendermi vicino a mio marito per tocarlo,per farlo eccitare e farmi prendere perchè ho una voglia che mi divora.Se non lo fa peggio per lui;qua vicino c'è il commesso di un superette che pare faccia dei servizi a domicilio che finora ha lasciato parecchie casalinghe soddisfatte.Vedremo.Ciao
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20 years ago
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l\'annuncio
Con al mia ex moglie l'intesa sessuale era sempre stata ottima e ci divertivamo a fantasticare dentro al letto come molti fanno.
Una sera torno a casa dal lavoro molto tardi e trovo mia moglie con la televisione accesa mentre assiste ad una pubblicità di un club priveè nei dintorni di Roma. Mi confessa subito che le piacerebbe moltissimo andarci anche solo per guardare gli altri; io gli rispondo a mezza bocca stanco morto da una giornata infernale. Intanto le fantasie dentro il letto continuavano ed una volta le dissi chiaramente che mi sarebbe piaciuto vederla alle prese con due cazzi insieme; a lei era piaciuta l'idea e me ne accorsi subito perchè la sua figa d'improvviso si allagò ancora di più.
Il giorno dopo a sua insaputa misi un annuncio su internet dove cercavo un bel ragazzo dotato; già nel pomeriggio la mia posta era piena di risposte con foto. Le stampai e la sera le feci vedere a mia moglie. Lei rimase sorpresa ma eccitata e forse per sfida mi disse di contattarne uno che aveva scelto. Il contatto fu rapido che due giorni dopo avevamo un appuntamento al fungo dell'Eur(chi è di Roma mi ha capito). Lei era molto nervosa nell'attesa. Si presenta un bel ragazzo, bella macchina, ben vestito insomma uno di quei fighetti che ce l'hanno solo loro.
Dopo un'ora eravamo in un motel della zona. Lui incomincia ad accarezzarla andando subito sul suo seno già eccitato per poi scendere sino alle cosce e tirarle su il vestito. Io partecipavo ma ero più attento alle reazioni di mia moglie visibilmente impacciata. Alla rischiesta di spogliarlo lei comincia a sbottonargli la camicia: gran bel fisico palestrato. Lei era sul letto e lui in piedi di fronte; arriva ai pantaloni e non appena aperti gli tira fuori il cazzo: più corto del mio ma molto più largo. Lo prende in mano ed una volta scappellato se lo infila in bocca fino ai coglioni inìziando a mugolare. Io intanto da dietro le passo il mio cazzo duro come non mai tra il culo e la figa già bagnata all' inverosimile. Anche io voglio essere spompinato ed una volta a tiro comincia a leccarci le cappelle e spompinarci a turno com una foga che non avevo mai visto. Voglio vederla scopata come una troia e suggerisco di farci una doppia subito. Lei monta sul quel palo con una cappella enorme ed io da dietro le lecco il buchino sperando in un'entrata facile. Ma appena infilo la cappella un urlo soffocato mi blocca: le fa troppo male e mi prega di non farlo. Allora infilo anch'io il cazzo nella sua figa già piena ma la restistenza è poca. La scopiamo come una vacca ed è la prima volta che la sento urlare dal piacere. In quel momento le chiedo se avrebbe gradito un terzo cazzo in bocca per farla stare zitta e lei mi risponde che si sarebba fatta scopare da tutta Roma. Lui ha veramente un gran cazzo e la sbatte con molta violenza mentre io da dietro le allargo lel chiappe dicendole le cose più oscene. Lei è sconvolta, ne vuole sempre di più, è sudata, la sua figa emana un odore inconfondibile. Ci riposiamo un attimo; ne approfitto per leccargliela e lei di tutta risposta sfila il preservativo al nostro ospite e ricomincia a spompinarlo. Allora la riprendo da dietro e le vengo sul culo non riuscendo più a trattenere la sborrata. Lei si gira e mi dice: "guarda che abbiamo appena incominciato!" Dopo due minuti ero di nuovo in tiro eccitato guardando quella troia scopare con un altro. Anche lei è esausta e si sdraia a pancia in giù sul letto chiedendo di essere massaggiata. Questo tipo sa fare anche i massaggi e si era portato pure l'olio apposta!!! Lui è seduto sulle sue gambe e le massaggia sapientemente la schiena con il suo cazzo mezzo moscio che le dondola sul culo.
Prendo le sue splendide chiappe e le allargo dicendo all'altro "scopatela così senza preservativo" lei cerca di opporsi ma non appena sentita quella cappella enorme nella fica inarca il bacino per farsi scopare fino alle ovaie. Farsi fare un bocchino da una donna scopata a pecorina è fantastico. Quel bastardo non viene mai! ha una restistenza ed un controllo mai visti. Si era fatto tardi ormai e per colpa di una baby sitter stronza, abbiamo dovuto accelerare i tempi.
Lei con uno sguardo da puttana lo fa sdraiare supino e prendedogli il cazzo in mano mi guarda dicendomi:"vediamo quanta ne esce" comincia a fargli una sega alternando spompinate sino alle tonsille per tenere bagnata la cappella. Finalmente la sborrata; un fiume di sborra che la inonda sulla faccia e sulle tette. Io speravo di vederla inghiottire tutto invece... Adesso tocca a me le dico, e con gran tranquillità mi prende il cazzo in bocca dicendomi: "tu sei mio marito, la tua la voglio in bocca" Sbocchina me e continua a toccare il cazzo dell'altro che non sembrava ammosciarsi mai. Una sborra bianchissima le riempie la bocca. Non inghiottendo me la fa colare sulla cappella sporcando dappertutto. Che casino!
Ci puliamo e ci rivestiamo come se niente fosse successo salutandoci come vecchi amici.
Tornando a casa e parlando dell'accaduto eravamo di nuovo eccitati e ci siamo fatti una sveltina nel garage di casa.
Che bei ricordi! adesso la mia attuale compagna di certi argomenti non ne vuole neanche sentirne parlare!
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20 years ago
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LA MIA PRIMA VOLTA....
Avevo 19 anni e facevo l'amore col mio ragazzo....un ragazzo carino,normalissimo,dotato nella media...ma molto dolce e sensibile..amavo fare l'amore con lui...
Mi ero messa in testa di voler provare a farlo con il sederino..sai quelle fisse che prendono ad una ragazza giovane e discreta come ero io...quelle curiosità e quei desideri che la gioventù rendono ancora + forti.
Detto fatto alla fine mi decido...una sera...a casa sua,mentre i genitori erano in vacanza in montagna...Dopo averlo eccitato per bene con un dolce pompino mi metto nel letto a pancia sotto e lo invito a prendermi così...mi allargo il sederino e glielo porgo,rialzandomi leggermente per favorirlo nella penetrazione.Lui mi insaliva a lungo..mi lecca per bene dentro...con la punta della lingua mi apre delicatamente un pò..e mi ci mette della saliva...ero pronta...ed una voglia incredibile mi aveva preso...
Mi iniziò a montare...lo fece per bene...ma non fù quel delirio che credevo...Il suo coso mi fece appena appena male...ma non sentii quella possessione che ti fà girare la testa...quel godimento che ti scuote da capo a piedi...fù una cosa banale...piuttosto normale..per essere la mia prima volta nel sederino....
Da allora seguirono altre volte...ma la voglia...quella voglia intima...quella voglia di sentirmi davvero sfondare...di sentirmi dentro un bel cosone duro,largo e grosso non l'avevo ancora provata.
Arrivai così ad avere 22 anni.Un estate al mare conobbi un ragazzo di Ferrara.Era in vacanza con gli amici in campeggio.Bellino,simpatico,carino e divertente.Gli amici lo chiavano tregambe...ed in breve parlando e scherzando con una delle ragazze della loro comitiva venni a sapere il perchè di quel soprannome...
Dicevano che aveva un cosone davvero grosso...e da qui...da una partita di pallone e relativa doccia negli spogliatoi avevano scoperto il motivo di tale nomignolo.
Beh..da vera troia..e sopratutto per levarmi la voglia che mi portavo dietro da 3 anni e dalla 1a volta col mio ragazzo decisi che era giunto il momento di verificare se era davvero come lo descrivevano.
Una sera in disco ci feci conoscenza per bene.Si parlo,si bevve e ci si diede appuntamento per la sera dopo.
Mi misi un vestitino da sballo....mini nera,tacchi alti,peri nero,toppettino e reggiseno a balconcino...insomma ero davvero sexy.L'abbronzatura poi fece il resto...Entrai in disco e parecchi furono quelli che mi notarono...
Ci salutammo...una bevuta,due chiacchiere e poi con disinvoltura lo portai nella parte all'aperto.Lì dopo poco ce l'avevo addosso...baci,carezze...palpatine..era infoiato e voglioso.
Mi premeva con la pancia sulle cosce....sentii subito che era eccitato...aveva come un grosso rigonfiamento in mezzo alle gambe...me ne accorsi immediatamente...
Eccitatissimo mi disse di accompagnarlo in macchina...voleva prendere il cellulare per chiamare gli amici e sentire dove erano.Capii subito che era solo una scusa...ma feci finta di crederci...volevo vedere che idea aveva...io la mia già me l'ero fatta....si trattava solo di aspettare poco..era troppo eccitato per non volermi.
Arrivammo in macchina.Fece finta di cercare qualcosa nel cruscotto....mi chiese se potevo aiutarlo.Entrai anch'io.Appena messo piede in macchina chiuse lo sportello e mi saltò addosso....Baci,carezze...era impazzito di voglia...In un attimo mi slacciò il toppettino e mi fece uscire il seno...un secondo dopo avevo una mano sotto la mini,un altro secondo ed avevo le sue dita che mi frugavano la micina...
Non me lo feci ripetere due volte....mi diedi subito da fare....Mentre lo baciavo lingua a lingua con una mano gli cerco la cintura dei calzoni....un attimo e gliela allento...poi giù la lampo...i pantaloni sono alla caviglia...E poi una mano entra nello slip...Lo trovo subito....stupendo e gonfio da far paura....Aveva un cosone da brivido...un esemplare superbo...un cosone davvero enorme..duro,largo e gonfio da non credere....
Mi prende per i capelli ed in un attimo me lo ritrovo in bocca....inizio a spompinarlo...mi sembra di sognare,stavo facendo un pompino ad un ragazzo con un cosone meraviglioso...da fotografia per come era enorme!!
Scorrevo con le labbra su quel cosone meraviglioso...duro..grosso...mi dovevo allargare le labbra per farlo entrare nella mia bocca...Se avesse spinto la mia testa sarei soffocata per come ce l'aveva grosso...e lungo da morire!!Le palle erano dure...gonfie..proporzionate al suo cosone...Lo spompino con voglia...su e giù...lecco...succhio..la cappella mi riempie la bocca...mi sembrava impossibile di avere un affare del genere in bocca...Un cazzone da sogno...gli stavo facendo un lento.....dolcissimo pomp...mentre godevo come una pazza a sentirmi quel meraviglioso cosone in bocca...e lui godeva del mio modo di fargli il pompino...Eravamo eccitati tutti e due come dei pazzi...Andavo su e giù con le labbra...insalivandolo bene...in modo che mi scorresse tra le labbra delicatamente...me lo volevo godere quel cazzone stupendo..perciò lo facevo lento..lentissimo..il pomp..in modo che me lo godevo in bocca il + a lungo possibile....dio che sogno di cazzo che ha...ero fradicia nella fica e tr
emendamente troia nel fargli il pompino!!
Di lì a poco lo sento eccitato e sul punto di venire.Assolutamente no!!!...non era così che doveva andare.
Lo fermo,gli dico di rivestirsi...lì era troppo pericoloso,in mezzo alla strada non era il caso.Prendiamo la macchina e ci spostiamo.Mentre lui guida la mia mente da gran troia progettava il piano che mi avrebbe definitivamente fatto perdere la verginità del mio culetto.
Gli dico di fermarsi in un altro posto,un posto che io conoscevo bene...con cui andavo con il mio ultimo ragazzo.
Lì continuiamo ancora a far sesso....glielo ritiro fuori...un attimo e mi alzo la mini...mi sdraio tra i sedili...spalanco le cosce....il suo cosone punta dritto alla mia micina....sposto il perizoma...me lo appoggia...mi spalanco...e dopo pochi istanti inizia a entrarmi..duro..dentro la mia fica fradicia....Inizia a scoparmi...era stupendo..mi infila prima un pezzo...poi un altro..mio dio...ma quanto è lungo il suo cazzo??Non finisce mai di entrarmi nella fica!!Aveva un cosone da urlo...mi sentivo la micina piena...godevo da morire...Avevo un paletto nella micia...godevo da impazzire...ero fradicia....
Inizia a scoparmi con forza...colpi decisi...sento la mia micia che geme...godo forte...
va avanti...mi scopa davvero bene...colpi martellanti...entra ed esce...me la stà spaccando di brutto...sono un lago..bagnatissima...l'orgasmo è vicino.Ancora colpi...eccomi....vengooooo!!Inizio a baciarlo sulle labbra...con passione....dio come godo!!Lui si accorge che stò venendo..aumenta i colpi....ecco che dopo poco mi accorgo che stà per venire...lo fermo...lo faccio alzare,me lo porto vicino alle labbra ed inizio a fargli un pompino stupendo...ha le palle dure e gonfie...grosse..piene di sperma da scoppiare....vado su e giù a fatica..è talmente duro e grosso che non riesco a spompinarlo come vorrei....è talmente largo che mi riempie le labbra..e lungo da far paura...non riuscirei mai ad arrivare alla base facendogli un pomp...mi soffocherebbe per come ce l'ha lungo..mmhh..come godo a sentirmelo in bocca!!!!Comunque lo stò facendo morire...Ancora pochi colpi delle mie labbra..pochi affondi e viene...grossi spruzzi di sperma mi arrivano in gola...ingoio tutto e vado avanti...sent
o che stà svuotandomi le palle in gola....gode...geme...continuo il pompino per farlo godere per bene...godo anch'io nel sentirmi quegli schizzi caldi...salati...stupendi..che mi scivolano nel pancino.E poi dio...che cazzo che ha!!una cosa incredibile...è un vero cavallo...pregusto il godimento che avrò quando me lo sbatterà tutto nel mio culetto...mamma mia!!
Mi bacia.Ci rivestiamo...torniamo a casa...Nel tragitto mi immagino cosa farò con lui quando finalmente mi farò inculare...come godrò e come sarà quando mi metterà quel suo cosone meraviglioso nel culetto.....volevo che la cosa non fosse fatta così...in velocità e con poco spazio.Lo mando a letto sfinito.
Appuntamento il giorno dopo al mare.E così per altri 3 o 4 giorni...da vera troia lo faccio ricaricare per bene...voglio che si ritrovi le palle gonfie..che muoia dalla voglia di fottermi..e sopratutto voglio che sia davvero al max della sua voglia.....
Alla fine quando deciso che si è ben bene caricato...quando baciandolo dentro una cabina me lo sento addosso e gli tocco per bene le palle così che mi accorgo che le ha dure e grosse...gonfie di sperma...decido che è pronto per il gran giorno....è il momento che attendevo...mi sarei fatta inculare da quel cavallo come volevo io!!
Ci ritroviamo al mare...stiamo insieme tutto il giorno.Per la sera avevamo fissato in pizzeria e ci diamo appuntamento lì.
Io intanto mi ero comperata un tubetto di vaselina in farmacia...per quello che avevo in mente era la cosa giusta....
poi mi ero fatta prestare le chiavi di un monolocale da un amica che aveva l'agenzia immobiliare.L'avrebbe affittato la settimana dopo..e per una sera me lo prestava volentieri.
Insomma pizza..due chiacchere e poi gli dico:"amore vieni a prendere il caffè da me?Ho una casina tutta mia stasera...e sorridendo come una perfetta troia gli lascio capire cosa ho in mente...."
Lui annuisce...salutiamo tutti ed andiamo nel mono dove io avevo intenzione di finire la serata e la verginità vera del mio culetto....
Entriamo...lo appoggio al muro..gli slaccio i calzoni...mi inginocchio e comincio a fargli un gran pompino...pochi colpi delle mie labbra e ce l'ha duro e gonfio come un manico di una vanga...stupendo...venoso e duro...una meraviglia...le palle sono grosse...dure...gonfie...gliele lecco per sentire come stanno...sono perfette...piene da morire del suo sperma caldo...l'astinenza forzata che gli ho dato è servita eccome...è magnificamente eretto...duro...un vero portento...un cazzo da favola tutto per me...pregusto già la serata ed il godimento.....
Altri due colpi delle mie labbra ed è pronto....ha un cosone da brivido...tenendomene una parte in una mano lo prendo e lo conduco al letto...li mi spoglio...lui fà altrettanto.
poi prendo il tubetto di vaselina,e guardandolo negli occhi da vera troia inizio ad ungermi il buchetto...lui mi guarda come inebetito...la voglia gli ha preso il cervello...non vede l'ora di fare quello che io ho in mente di proporgli.Io avevo una voglia incredibile...il sangue mi batteva alle tempie...morivo letteralmente dalla voglia di essere montata da lui....non vedevo l'ora di essere inculata per bene...
Detto fatto ungo anche il suo cosone...mentre lo invaselino lo guardo...ha un cazzone da brivido...enorme..duro..lungo e largo come un manico di un ombrellone da mare..mio dio...credo che mi sfonderà per bene...ma è quello che voglio...non vedo l'ora di prenderlo duro..largo e dritto tutto nel culetto!!!
In pochi attimi mi sistemo... mi metto a pancia sotto...mi appoggio 2 cuscini sotto la pancia e sono pronta...Il culetto mi stava perfettamente in fuori..sporgeva molto bene...era l'invito che non avrebbe rifiutato...infatti in un attimo sento la sua cappella che mi si appoggia al buchetto.
Allora infilo una mano sotto,passandomela di fianco alle gambe e gli prendo il suo cosone..dio come duro e grosso..è largo cone un pugno chiuso quasi....dio che voglia che ho di mettermelo nel sederino....
Voglio essere io a guidarlo nell'incularmi....ecco perchè lo prendo con le dita...dicendogli:
"amore aspetta...faccio io...ti guido io...così facendo sentirò meno male..."
Lui mi risponde di sì...e si ferma.Prendo la cappella e me la appoggio...poi gli dico con voce rotta dalla voglia...:"dai amore...dammi colpettini leggeri..entra..spingi piano amore mio...fai piano piano..sii dolce..."
e lui con dolcezza inizia a dare piccoli colpi di bacino...mentre la sua cappella comincia ad infilarsi nel mio buchetto del sederino...sento il mio buchetto che si apre lentamente...la vaselina lo aiuta ad entrare senza forzare troppo...io intanto comincio a sentire un godimento stupendo che inizia a prendermi il cervello....mentre il buchetto del mio culetto si allarga...si allarga....si allarga sotto i colpetti....ed io inizio a sentre quello che si prova a essere sfondate nel culetto da un cazzone così....
lui và avanti...la sua grossa cappella è entrata...lo scalino della cappella mi fà richiudere un pò il buchetto....una serie di brividi mi mandano in estasi...Ha un cazzone largo...talmente largo che mi sento spaccare il buchetto....ma la voglia è troppo forte... comincio a godere da morire...lui anche...Presa dal piacere inizio a sculettare lentamente...invitandolo a continuare ad entrare...lui non se lo fà ripetere 2 volte...lentamente dà altri colpetti di reni...ed il suo stupendo cosone entra ancora un altro pò nel mio culetto...ne ho preso quasì la metà...mi sento il pancino piuttosto pieno...il culetto me lo sento piuttosto "aperto..."...ma godo...dio se godo!!!
lui và avanti..io ho levato la mano da dietro...sono sdraiata a braccia aperte sul letto...i 2 cuscini sotto la mia pancia mi hanno messo ben sporgente il sederino....lui mi è dietro e si stà dando da fare,continui colpetti mi stanno spaccando...la testa mi gira...godo da svenire....Muovo e roteo il bacino...uno sculettare lento...che lo eccita ancora di +...continua ad entrare...mi sento impazzire....mi sento la micina è zuppa...sono fradicia di piacere....godo...
inizia a baciarmi una guancia,si ferma un pò...smette di entrare in me....io mi giro con il collo e lo bacio...la mia lingua incontra la sua...inizia a baciarmi con amore...io faccio lo stesso...poi mi guarda...io gli sorrido e gli dico..."dai amore..continua...ti prego...entra ancora...godo da morire...inculami amore...inculami tutta..."
lui riprende....colpetti su colpetti..sento che mi dilata da morire...è un dolore sottile...forte...continuo...ma il godimento è talmente forte che il dolore svanisce...lasciando spazio ad un piacere infinito...mi sento piena...è quasi tutto in me....me lo sento fino in gola...ha un cosone fantastico...è tremendamente grosso e lungo...sono in estasi...godo da morire!!
continua con i colpetti...alla fine sento le sue grosse palle che mi si appoggiano al culetto...è tutto dentro....dio che sensazione....mi sembra di non avere + il culetto.....di essere tutt'uno con lui...sento dentro di me una cosa enorme che mi stà piantata nel pancino...mi sento piena da soffocare...l'ho preso tutto...è tutto dentro di me....ho preso nel culetto il suo grosso cazzone...è come avere un braccio nel culetto....è meraviglioso....dio come godooooo!!!!!
Estasiata continuo a sculettare piano..in modo dolce...mentre godo penso:"ahh...l'ho preso tutto...tutto...quel suo cosone enorme...sono piena di lui...ahhh..sììììì"...."
Lui si ferma...la vaselina ha permesso la penetrazione completa...ora può cominciare a fottermi...ad andare su e giù...non vedo l'ora di sentirmelo scorrere nel sederino...
Gli dico:"amore ora mi hai presa...si amore..me lo hai messo tutto sai??lo sento fino in gola...amore..."
E poi..."dai amore..ora fottimi...ti prego..ora inculami amore...muoviti dentro di me...spingi...spaccami tutta...fammi sentire come sei bravo...fammi sentire quel tuo meraviglioso cazzo da sogno...daiii....."
Inizia a muoversi...si inarca e riscende...colpi di reni..sento quel magnifico grosso cazzone che esce un pezzo e poi rientra....un urletto di dolore e piacere mi sfugge...:"ahhhh......sìììììììììì....godooooooo"....
La mia lingua esce dalle labbra...inizio a farla uscire e rientrare..poi me la metto all'insù...poi la muovo...il godimento mi fà fare di tutto...muovo la testa a destra e sinistra..ansimo..godo...dio se godooo!
continua...mi fotte con forza....colpi su colpi...il mio culetto si spacca sempre di +...inizio a godere in modo continuo....gemo..mugolo...mi sento piena da morire del suo cosone...il culetto mi si è rotto...ora fà come vuole...va su e giù senza sosta...sono sfondata...ormai mi ha allargata per bene ed entra ed esce con facilità dal mio sederino...sono rilassata...il muscolo del mio buchetto si è spaccato per bene...ora può fare come vuole...lentamente giro la testa...con uno sguardo tremendamente da troia gli dico:
"spaccarmi..sfondarmi..ormai sono tua...fammi sentire quel tuo cazzone meraviglioso dentro fino alle palle..forza!!"
e lui da vero padrone inizia a rompermi il culetto in modo divino!!
Le mie parole lo hanno eccitato come un toro...sente il mio culetto che si è sfondato bene.....sente che mi ha spaccata per bene...capisce che ora può andare come vuole....allora appoggia le mani al materasso..si tira su col busto,inizia così a darmi colpi tremendi...continui..martellanti....Il suo cosone entra ed esce fino alla cappella...poi riaffonda nel mio culetto...poi riesce quasi tutto...ogni volta molti cm del suo cosone scivolano dentro e fuori del mio culetto....mi sento spaccare in un modo meraviglioso...mi stà sverginando il culetto come volevo io...godo,gemo,non capisco + nulla....sono in un delirio di piacere...Avrò nel culetto almeno 25cm di cazzo...una cosa da delirio...mi sento quasi la sua cappella nello stomaco...mi sento piena.....piena di cazzo fin nella pancia...un senso di estrema troiaggine si fà strada in me...mi stò facendo inculare da un vero cavallo....Una serie di brividi mi danno un inizio di orgasmo...mentre penso che sono proprio una grandissima vacca
..una troia perfetta....
Poi lo incito...gli dico cose oscene...mi dò della troia...della puttana..della rotta in culo...gemo ancora..rantolo...mordo le lenzuola...allungo le mani e metto ancora di + il culetto in fuori...quasi per farlo entrare di +....godo...mi sembra di impazzire...
Poi inizio a parlargli..in un delirio erotico gli dico di tutto..... :
"ahh..amore..si....dai...fottimi...siiii..inculami...ahhh...dai amore....rompimi..."...ed ancora..."lo sai amore che mi stai rompendo il sederino??Lo sai vero??lo senti che mi hai sfondato con quel tuo maledetto cazzone...lo senti il mio culetto che si è sfondato....lo sai che ora ho il culo rotto...verooo??Amore lo sai che mi hai rotto il culo...lo sai..verooo???ahh....si....dai...ancora...+ forte...+ forte...amore.....dammi dei bei colpi...colpi forti..spaccamelo del tutto..voglio che mi rompi il culo di +.... amore...cosììì..sìììì...."
E lui eccitatissmo da queste parole continua...continua...colpi fortissimi...và avanti...poi spossato da quella serie di colpi si risdraia sopra di me...si ferma un attimo...io con lui...ho il culetto in fiamme...sono sfiancata...i suoi colpi di reni mi hanno aperta come una vacca...mi riposo prima del gran finale..quando mi schizzerà nel sederino sfondato il suo sperma...svuoterà le sue palle dure e gonfie nel mio pancino...non vedo l'ora...Sento il suo cazzone nel mio culetto...mi sento infilzata ma godo...Sono letteralmente impalata da quel grosso manico che mi stà duro tutto nel culetto...dio come mi sento piena...faccio fatica a sculettare...talmente è duro....largo e lungo nel mio sederino!!Sono ferma...pancia sotto...con 2 cuscini sotto la pancia ed il culetto sporgente....Ho un cazzone da sogno piantato nel sederino,mi sento aperta da morire....ho il mio ragazzo che mi stà inculando in modo stupendo...godo da svenire!
Ci baciamo con dolcezza...mi lecca il collo...la nuca...mi bacia una guancia.Io lentamente mi giro con la testa,lo bacio sulle labbra...poi con la lingua gli lecco il mento...gli sorrido...gli sussurro un "ti amo sai??" dolcissimo...
Lui mi risponde.."anch'io amore..."..poi mi lecca ancora le labbra...Lo faccio riposare ancora un pò...così mi fotterà + forte e con colpi + decisi....mi preparo al gran finale...con il suo cazzone piantato tutto dentro nel mio sederino mi sento come una vera troia...
Dopo qualche minuto gli dico..."dai amore...ti prego...vai avanti...vienimi dentro...fottimi ancora...dammi colpi fortissimi ora....e poi vieni...inondami il culetto del tuo seme..."ed ancora..."amore rompimi il culetto per bene...voglio che dopo che sei venuto mi lasci con il sederino sfondatissimo..da vera vacca.....capito??spaccami senza pietà....rompimelo tutto...ti prego amore...ti prego...sfondamelo!!!..."
Lui con lo sgurado eccitatissimo mi risponde..."si troia...ti rompo il culo come vuoi...sei proprio una vacca...e ti voglio sfondata nel culo come una vacca!!"....Poi riprende ad incularmi forte....altri colpi,con le mani aperte a braccia tese sul letto spinge con le reni a + non posso...lo sento tutto dentro...mi fotte senza fietà...godo da svenirci.......Preso dalal foga dell'orgasmo che gli monta dalle palle al cervello mi dà una serie pazzesca di colpi fortissimi...a schiantarmi il culetto...1,2,10 colpi di fila...è un delirio di colpi che mi lasciano senza fiato...è il preludio al suo orgasmo...Infatti lui continua ancora un pò..poi viene...con altri colpi forti e ripetuti mi spacca il culetto definitivamente....poi schizza...una serie di getti caldi e copiosi mi scivolano nel culetto..una sensazione di caldo mi entra nel pancino...godo da morire...Inizio a gemere...le spinte che mi dà mentre sborra sono pazzesche...sento le sue palle che sbattono sulla mia fica...colpo su colpo
mi sento sfondare...mentre lui sborra come un cavallo nel mio culetto....
Mi sfuggono una serie di gridolini...."ahhh...sii....ooohh....godooo...mmhh...siiii..." che lo mandano in estasi...mentre l'orgasmo mi assale lasciandomi senza fiato.
Stiamo così qualche minuto...lui riprende fiato...io sono distrutta...ho il culetto a pezzi e la testa che mi gira.Si stacca da me..esce dal mio sederino...sento una cosa lunga e scivolosa che mi esce dal buchetto che resta spalancato per un pò...poi lentamente sento che mi si richiude un pò...mentre lui và in bagno a lavarsi.
Esce...mi alzo...vado al bidet...sento il culetto molle...il buchetto è tremendamente molle,semiaperto....come se fossi andata al bagno ed avessi fatto una montagna di cacca...Qualche goccia mi scivola tra le cosce...sono talmente sfondata che non trattengo il suo sperma....Mi siedo sul bidet,passo le dita sul buchetto...è largo come un bicchiere ..mamma mia che culo mi ha fatto....ma come ho goduto!!!Il buchetto sfondato mi brucia...l'acqua fredda mi dà sollievo.Qualche goccia di sangue mi esce...ho perso la verginità...ora sono proprio una gran rotta nel culo...
Ritorno a letto...lui dormicchia a gambe aperte...vedo quel suo magnifico cosone...dio come grosso anche da moscio...penso a come doveva essere nel mio culetto quando era duro...penso a come mi sono fatta inculare da troia...penso a come mi ha rotto il sederino....penso sopratutto a come ho goduto... da vera troia...in un modo meraviglioso.Ora sono una rotta nel culo nel vero senso della parola...sorrido felice..era quello che volevo e non potevo trovare un esemplare migliore di cazzone che quello del mio ragazzo...un vero toro di nome e di fatto...Mi sdraio a letto...lo bacio...mi addormento pensando a come mi sono fatta rompere il sederino da vera troia....ed alle molte altre volte che mi farò inculare da lui...meravigliosamente.....
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20 years ago
admin, 75
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io 22 lei 45
Quello che vi racconto è successo circa due anni fa. Io ragazzo 22enne attratto tantissimo dalle donne più grandi, frequento un circolo sportivo dove la segretaria è una donna non bella di faccio sui 45 anni ma con due tette da favola (settima), sposata con due figli di cui uno più o meno della mia età. Era una donna che ho sempre desiderato, e solo io so quante volte mi sono masturbato pensandola. Un giorno mi trovavo nella palestra e lei essendo sola mi viene a trovare. Si parla del più e del meno e dopo qualche battuta incomincio a fare degli apprezzamenti, vedo che lei mi sorride e non sembra infastidita da quelle che ormai sono vere e proprie dichiarazioni, ed ecco che dopo poco mi avvicino e cerco di baciarla. In un primo momento lei lascia fare ma come io cerco di inserire una mano nella camicetta per toccare quello splendore lei scappa. La cosa è andata avanti per alcune settimane, puntualmente quando andavo al centro cercavamo un bagno o una stanza libera e
lei si faceva baciare e leccare le tette per qualche minuto. La sentivo ansimare con grande piacere quando tenevo nella mia bocca prima la sua lingua e poi i suoi capezzoli. Un giorno passo sotto casa sua e mi autoinvito a prendere un caffè,erano le 10.30 di mattina circa e lei era sola, sarebbero rientrati tutti verso le 12.30. Io non apsettai il caffè e incominciai a toccargli le tette da dietro e baciarla sul collo. Dopo un breve momento di esitazione mi lascio fare fino a quando ci trovammo nudi sul letto, io incominciai a penetrarla, la sentivo ansimare pesantemente, la vedevo stringere i pugni e mordere le lenzuola, poi mi disse che potevo comodamente venirgli dentro, questa frase mi eccitò tantissimo, incomincia a tenere un ritmo frenetico, fino a quando lei esausta cadde a terra dicendomi che non aveva più ven'anni e non riusciva a starmi dietro, allora me lo prese in bocca e mi fece venire con una gran sborrata. Questa scena si è ripetuta ancora un paio di volte, adesso non sò nemmeno il perchè è un pò che non la vedo.....che peccato!!
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3
20 years ago
admin, 75
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PadronVale e la schiava a prestito
Dopo l'esperienza avuta al cinema Vale si rese conto che la sua schiava poteva diventare una fonte di quattrini, se ben utilizzata. E non vi sarebbe stato bisogno neppure di faticare, per la bella Padrona.
Così, in un giorno di fine settembre Vale organizzò una festa con alcune amiche selezionate, tutte cultrici o simpatizzanti della dominazione e tutte splendide giovani. Era stata invitata anche Silvia, naturalmente, la quale arrivò per prima e, nell'attesa di cominciare la festa, si trastullò un poco con la lingua di Alex.
Alle otto in punto arrivarono le altre tre inviate: erano Patrizia, capelli corvini e abbronzatura molto marcata, vestiva in minigonna e camicetta scollata, poi Erica, dai lunghi capelli lisci e mori e gli occhi azzurri, ed infine Marta, altissima, biondissima e dalla carnagione di neve.
Erica calzava mocassini a tacco basso, Marta delle infradito e solo Patrizia portava scarpe col tacco alto.
-"Benvenute!"- Vale le accolse e le fece accomodare sul divano.
-"Ciao, Vale .il tuo invito ci ha incuriosite. Insomma, 50 euro per trascorrere una serata da principesse. Come sarebbe? Cos'è questa storia della serva?"- chiese Erica.
Silvia era sdraiata sul divano, le gambe distese sul bracciolo ed i piedini in bella mostra. Alex era in ginocchio di fronte a lei e le stava leccando le piante con vigore ed ardore.
-"Ma.Silvia!"- esclamarono le tre ragazze -"E' lei la.."- s'interruppero.
-"Schiava, stavi per dire?"- chiese Vale -"Si, è proprio quella la serva che vi avevo promesso. E' la vostra leccapiedi, la vostra cavallina, nonché un comodo orinatoio. Fa tutto ciò che volete"-
Patrizia, ripresasi dalla sorpresa per prima, si fece avanti. Osservò bene la traccia leggermente bagnata che la lingua di Alex lasciava man mano che si spostava sulla delicata pelle del collo del piede di Silvia.
-"E' reale! Questa qui sta leccando effettivamente i piedi di Silvia! Non fa solo finta!"- esclamò la ragazza rivolgendosi alle compagne.
Vale e Silvia scoppiarono a ridere.
-"Schiava, la mia amica Patrizia ha le scarpe polverose, puliscigliele!"- ordinò la Padrona. Alex si allontanò dalle estremità di Silvia e si inginocchiò davanti alla ragazza dai bellissimi capelli neri come la notte. Patrizia la guardava eccitata ed incuriosita dall'alto. Alex si chinò sulla sua scarpa destra e cominciò a baciarne la punta; rapita dall'eleganza di questa nuova, bellissima dominatrice, leccò con passione il piede inguainato nella bellissima calzatura. Lucidò ben bene la scollatura ed il margine della suola, poi risalì lungo il dorso del piede, che era senza calze, fino ad arrivare alla sottile caviglia color dell'ambra. La pelle di Patrizia era liscia quasi come quella di PadronVale e senz'altro più morbida di quella di Silvia. Alex non avrebbe mai pensato che potesse esservi qualcuno a questo mondo dotata di tale magnificenza da poter quasi rivaleggiare con la Padrona. Quasi, ovviamente, perché in sostanza anche Patrizia non poteva che rappresentare un riflesso di q
uello che era la Dea.
Pian piano la nuova dominatrice cominciò a superare l'iniziale imbarazzo e perplessità. Notò un poco di polvere sul tallone e mosse la caviglia in modo da metterla sotto al naso della schiava. Alex si precipitò a togliere il pulviscolo con la lingua. Pulì poi tutta la scarpa, alzandola leggermente con le dita delle mani quel tanto che bastava per poter leccare anche il tacco ma da non scomodare la bella signorina.
Patrizia gradì il gesto, avere una schiava era stato un suo desiderio fin dalle medie e quella che la stava ora servendo era proprio devota e capace. Era un piacere averla ai propri piedi.
Dal suo canto Alex non provava alcun disgusto ad essere trattata in modo tanto meschino.
-"Come sei fortunata, Vale!"- esclamò Patrizia.
-"Mmmsì, insomma! Oggi è in vena!"- rispose Vale -"ma tante volte mi ha fatta proprio dannare! E ogni volta che sgarra sono costretta a punirla! Sapete, non lo faccio volentieri, ma le cagne devono essere addestrate!"-
Intanto Alex aveva terminato di pulire la scarpa di Patrizia che, ancora in piedi al centro della stanza, guardava dall'alto la schiava dominandola in altezza e magnificenza.
-"Cagna, lecca immediatamente anche l'altra scarpa"- disse con prepotenza la dominatrice dai capelli neri. Alex chinò nuovamente il capo e Vale le posò il piede sulla nuca e le schiacciò il viso sull'altra scarpa di Patrizia.
-"Da oggi in poi sarai anche l'umile schiava delle mie amiche! Il tuo unico scopo sarà quello di servirci ed onorarci! Ti useremo come animale domestico e bestia da fatica, non avrai alcun diritto, dovrai chiamarci Padrone e non disobbedirci o contrariarci mai, mi sono spiegata?"- disse PadronVale.
-"Si Padrona"-
-"Lecca i piedi e le scarpe di tutte le mie amiche, ora!"-
Erica, Marta e Patrizia si sedettero sul divano. Alex ovviamente a quattro zampe le seguì e si inginocchiò al loro cospetto. Ricominciò a baciare le nobili estremità di Patrizia, che fra le tre era quella con i piedi più belli, ma Vale le ordinò di passare a Marta.
La schiava tolse le infradito alla ragazza e pose le proprie mani sotto ai suoi piedi. Prese a leccare con amore. Le gambe di Marta erano lisce come seta e profumate ma per via del fatto che i sandali lasciavano scoperto quasi tutto il piede vi era molta polvere sulla punta, la pianta ed il tallone.
Comunque Alex rimosse tutto e pulì con cura, come se si trattasse dei piedini della Padrona.
Poi toccò ad Erica, che risultò, fra le tre, la dominatrice più difficile da accontentare, perché durante tutta l'operazione di leccaggio dei suoi preziosi mocassini continuò a ridere e a muovere i piedi, a volte sottraendo le calzature alla bocca di Alex, altre volte colpendola sulle labbra con la punta.
Mentre la schiava terminava di tergere la suola delle scarpe della nuova padrona le altre cominciarono a chiedere spiegazioni a PadronVale sulla sottomessa.
-"Dove diavolo l'hai trovata?"- chiese Patrizia, che fra tutte era la più entusiasta, dopo Silvia.
-"Su Internet! Aveva messo lei l'inserzione. Voleva una dominatrice che la sapesse prendere, che la sapesse sottomettere"-
-"Quindi lei ha cercato te!"-
-"Esatto, ma non credo osasse sperare di trovare una Padrona come me!"-
-"Sei cattiva, eh?"-
-"Cattiva io?"-
-"Direi!"- esclamò Marta -"La usi come leccapiedi, leccascarpe, la calpesti.addirittura hai detto di averla adoperata come cesso, anche se a questo francamente credo poco, ed in più le fai fare tutti i lavori di fatica che spetterebbero a te!"-
-"Aggiungi pure che la fa prostituire per soldi, che la concede alle sue amiche per cinquanta euro a sera!"- intervenne Silvia, sfregando le piante dei piedi sulla testa della schiava, molto presa dal dover leccare le scarpe di Erica.
-"Ma come fai a farti obbedire da questa tizia?"- chiese proprio Erica, indicando in basso, ai suoi piedi. Alex le aveva appena tolto i mocassini ed ora stava iniziando a succhiarle gli alluci.
-"Te l'ho detto. E' lei che mi ha cercata!"- rispose Vale.
-"Si, va bene. Forse all'inizio. Forse cercava un'altra ragazza con i suoi stessi interessi, con la quale divertirsi un poco. Ma sono sicura che se le avessero detto che la sua futura Padrona le avrebbe pisciato in bocca lei si sarebbe tirata indietro. Come la costringi ad obbedirti?"- chiese Patrizia.
-"La ricatti?"- chiese Marta.
Vale rise. Si alzò in piedi, andò in cucina e prese una bottiglia di vetro dal frigo. Ne versò il contenuto nel lavabo del lavandino e tornata in sala lasciò cadere la bottiglia sul pavimento. Cocci di vetro si sparsero un po' dappertutto sotto gli occhi perplessi delle quattro invitate.
Con il piede Vale raccolse qualche frammento dei più grandi e ne fece un cumulo ad un metro di distanza davanti al divano, di fianco alla schiava ancora a quattro zampe.
-"Come la controllo, avete chiesto? Ora vi faccio vedere! Sguattera, a me!"- ordinò la Padrona. Alex si voltò verso di lei e senza attendere si chinò ai piedi della Dea iniziando a baciare le sue estremità. Vale calzava dei sandali neri col tacco. Tirò un sonoro calcione nel viso di Alex e la allontanò.
-"In ginocchio ti ho detto e busto eretto!"- tuonò.
La schiava obbedì.
Non appena fu in posizione Vale guardò le amiche con un occhiata furba e poi lanciò un violento calcio nella gola della serva. La punta del sandalo si conficcò nella pelle di Alex al di sotto del mento, lasciandola senza fiato. La sguattera cadde sul pavimento dolorante e soffocata, contorcendosi dalle fitte di dolore.
I suoi movimenti la fecero strisciare verso il cumulo dei cocci e senza accorgersene vi posò sopra un braccio, all'altezza del gomito ed i vetri la punsero. Fece per tirarsi indietro ma prima che potesse farlo la Padrona le calò sull'arto il suo divino piede sinistro, facendo in modo che il gomito rimanesse sopra i cocci, poi con un saltello Vale salì con tutto il suo peso sul braccio. Alex urlò, sentì le zanne di vetro che le penetravano nella carne, mordendogli ogni terminazione nervosa ed infine percepì il proprio sangue che stillava pigramente dalle piccole ma dolorose ferite.
Le quattro invitate erano rimaste senza parole; allora la Padrona iniziò a roteare i piedini sul braccio di Alex in modo da accentuare la propria pressione.
-"Così le fai male!"- disse Marta.
-"Basta! Scendi!"- intervenne Erica. Ma la Padrona non scese.
-"Mi avevate chiesto perché la schiava mi obbedisce e ve lo voglio mostrare!"- disse e continuò a torturare Alex. Lentamente anche le ragazze, da contrarie che erano, si fecero ammaliare dall'assurda ma coinvolgente situazione. Il solo carisma della Padrona le aveva ipnotizzate, rendendo impossibile per loro distogliere gli occhi dalla grazia dei suoi piedi, dall'armonia delle sue splendide gambe.
-"Dai, bravissima Vale!"- disse Silvia.
-"Sei fantastica"- ammise Marta.
Vale attese che la sofferenza di Alex raggiungesse il culmine, poi si mise in equilibrio su un piede solo esattamente sul gomito della serva e spinse l'altro proprio di fronte alla faccia della schiava.
Le labbra di Alex dal dolore erano contratte in un ghigno terribile, che scopriva i denti serrati in un morso strettissimo. Ogni volta che un movimento di Vale le causava una fitta più feroce delle altre Alex spalancava la bocca urlando, per poi richiuderla di scatto stringendo i denti. Vale pose il piedino davanti ai denti della schiava e per farle aprire la bocca si appoggiò su di un solo tacco sopra al gomito della sottomessa. Alex sentì un fulmine di agonia attraversarle il braccio raggiungendole il cervello. Urlò e Vale ne approfittò per infilare il piedino fra e fauci della serva.
-"Sei pazza?!"- strillò Erica
-"Togli subito quel piede o la schiava te lo morderà!" disse Patrizia.
Ma Vale non diede ascolto alla amiche. Quando la bocca di Alex tornò a chiudersi i denti non si serrarono. Il tocco delle labbra della schiava fu lieve e dolce. Un bacio sull'alluce del piedino della Padrona, una leccata fra le dita.
-"Visto?"- chiese Vale sorridente. Scese dal braccio della serva e tornò a sedersi con le amiche, sul divano -"Non vi è ricatto, né costrizione. Una sola ragione può giustificare la devozione che la serva nutre per me!"-
Una parola mormorata sfuggì ad Erica -"Amore."-
-"Esatto. E' proprio così. La leccapiedi mi ama. Ed ora, Silvia, Patrizia.sollevatela e portatemela davanti"- disse la Dea.
Vale si appoggiò col fondoschiena al bordo del tavolo di legno al centro della sala, le due compagne presero Alex per le ascelle e la trascinarono davanti alla Padrona. La schiava era distrutta dal dolore e dalla fatica. Il suo braccio destro era intorpidito e la sua vista annebbiata. Silvia le legò un panno attorno alla ferita ma di sangue ne sgorgava poco.
-"Marta, Erica, venitemi accanto"- disse la Padrona -"Tu alla mia destra e tu alla mia sinistra"-
Le amiche le si fecero vicine. Erica sulla sinistra e Marta sulla destra. Vale mise le braccia sopra le spalle delle due per tare più comoda ed avere un equilibrio migliore.
-"Ora, stronza, abbassami i pantaloncini e gli slip!"-
Alex, ancora con gli occhi lacrimanti per il dolore, addentò l'elastico dei pantaloncini e lo abbassò fino alle ginocchia della Sovrana, fece lo stesso con gli slip e rimase infine in attesa di altri ordini da parte della Dea.
Il sesso della Padrona era proprio davanti al suo viso.
Vale piegò le gambe, lo stesso fecero le amiche ai suoi lati.
-"Sdraiate questa merda"- ordinò a Patrizia e Silvia -"Con la faccia rivolta verso l'alto"-
-"Vuoi usarla per godere?"- chiese Silvia mentre eseguiva la richiesta della Padrona.
-"No. Avete detto che non credete che sia possibile usare questa larva come un cesso. Voglio dimostrarvi il contrario!"-
La testa di Alex era proprio sotto al sedere di Vale, la Padrona avvertiva il contatto del naso della schiava sulla sua rosa sacra.
Rilassò la vescica ed un fiotto caldo d'urina centrò in pieno la bocca di Alex. La serva lasciò che la Signora le facesse scorrere tutta la sua divina pipì fin in gola, sentì il prezioso liquido scendere lungo l'esofago e l'ultimo sorso cercò di trattenerlo il più possibile sul palato, al fine di mantenerne il sapore intatto sulla lingua.
-"Ora lecca, fammi il bidè!"- ordinò con cattiveria la Padrona.
Alex deglutì anche l'ultimo sorso di pipì, poi tirò fuori la lingua e leccò a fondo il sesso della Dea finché esso non fu di nuovo pulito e profumato.
Vale si alzò, si rimise slip e pantaloncini. La serata era giunta alla conclusione ed i genitori della Padrona erano prossimi a tornare.
-"Sei incredibile!"- disse Silvia.
-"Straordinario!"- esclamò Marta.
-"Possiamo tornare uno di questi giorni?"- chiese Erica.
Vale annuì.
-"E la prossima volta potremo usarla anche noi come cesso?"- chiese ancora Erica.
-"Certo!"- rispose sorridente la Padrona, guardando la schiava riversa ai suoi piedi, dolorante e disfatta -"Come vi ho detto lei è anche la vostra schiava!"-
-"Benissimo!"- esclamò Patrizia.
-"Certo, per voi è una serva a pagamento e pisciarle in bocca.bè, vi costerà un po' di più!"-
-"Non importa. Per usarla come gabinetto nel modo in cui l'hai fatto tu sono disposta a darti anche il doppio!"-
Le altre annuirono.
-"Allora a presto, care ragazze!"- disse Vale -"La prossima volta ci divertiremo ancor di più, ora che sapete com'è e cosa può fare la mia schiava.!"-
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20 years ago
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PadronVale ed il marchio
La Padrona era stanca e restò a casa a guardare la televisione. Quella sera veniva trasmesso un interessante programma su una rete locale, ma ad un ora piuttosto tarda.
Vale si accomodò sul divano, accavallò le belle gambe e si mise comoda, telecomando a portata di mano. Era inverno ma in casa era abbastanza caldo e la Padrona indossava una maglietta a mezze maniche di cotone ed un paio di pantaloncini corti. Si tolse le scarpe da ginnastica e si fece sfilare i calzini dalla bocca della schiava, poi legò gli stessi attorno alla faccia della serva per farglieli odorare durante la visione del programma. Alex ringraziò la Dea per il trattamento e per l'onore concessole nel leccarle i piedini sudati. Quando le estremità della Padrona furono ben lustre Vale si accese una sigaretta e fece alzare la serva in modo che la testa di Alex fosse all'altezza del suo petto, di fianco alla poltrona. Le soffiò una boccata di fumo in faccia, facendoglielo respirare ed ingoiare, poi accomodò le gambe su di uno sgabello imbottito.
-"Stasera non sari tu a farmi da sgabello, scema"- disse Vale -"Vedi? Ho questo che mi fa da poggiapiedi. Stasera mi servirai da posacenere"-
-"Si, Padrona"-
-"Dunque apri la bocca"-
Alex obbedì.
-"Guarda verso l'alto"- ordinò la Dea.
La serva si pose con gli occhi rivolti al soffitto. La sua bocca era spalancata. Sospesa sopra di se vide la mano che stringeva la sigaretta fra le dita. All'estremità accesa della cicca un cilindretto di cenere e tabacco bruciato pendeva pericolosamente verso il basso, minacciando di staccarsi da un momento all'altro.
-"Ingoia"- disse Vale. Diede un colpetto con l'unghia dell'indice sul dorso della sigaretta e la cenere cadde nella bocca di Alex, andando ad impastarsi sulla lingua.
Alex indietreggiò di qualche centimetro, disgustata.
-"Che fai, cagna?"- sbottò la Padrona.
-"Perdono, Padrona"-
-"Ti fa schifo?"-
-"Un po' si, Padrona"-
-"Troia! Tu sei il mio posacenere! Ingoia e zitta! Ora torna qui e rimettiti come stavi prima"-
Alex si rimise in posizione.
-"Guai a te se ti muovi ancora"-
-"Si.si, Padrona, mi scusi Padrona"-
Vale si rimise a guardare la televisione. Il programma ebbe inizio e per altre due volte la cenere cadde sulla lingua della schiava.
L'ultima volta precipitò proprio sulla sua lingua bruciandola anche un po'. Ma la cenere non era tutto sommato calda, era soprattutto il sapore del tabacco bruciato a disgustarla. Esso aveva coperto del tutto il delicato sapore della pelle dei piedi della Padrona che la serva aveva avuto l'onore di leccare fino a pochi minuti prima.
-"Povera schiava"- disse sarcasticamente Vale, osservando le smorfie di disgusto di Alex -"Ti fa schifo?"-
-"Bè.no, Padrona"-
-"Sii sincera"-
-"Un pochino, Padrona"-
-"Ah, bene. Allora ti aiuto a deglutire. Apri bocca e guarda in alto"-
Alex obbedì. Vale fece cadere altra cenere fra le sue labbra ma prima che la serva potesse chiudere la bocca si chinò su di essa e le sputò sulla lingua.
Era un fiotto di saliva abbastanza corposo.
-"Così la cenere scorrerà meglio"-
-"Si, grazie Padrona"-
Non è che quest'ultimo gesto non la umiliasse, ma il sapore della saliva della Dea era senz'altro più gradevole di quello della cenere.
-"Ora però zitta e fammi vedere 'sto programma"- ordinò Vale.
Durante i successivi dieci minuti terminò di fumare la sua sigaretta. Gettò la cenere nella bocca di Alex altre tre volte, non dimenticandosi di sputarle in gola ogni volta.
Da ultimo, quando la sigaretta fu quasi completamente consumata, la Padrona spense il mozzicone sulla guancia di Alex e lo gettò nella sua bocca.
-"Ingoia"- ordinò.
La schiava gemette di dolore, la bruciatura sulla guancia le provocò fitte di dolore intenso ed il mozzicone era grosso da ingollare. Lo masticò un poco, rompendo l'involucro di carta e frammentando il filtro in bocconi più facilmente deglutibili.
-"Allora, hai fatto?"-
-"Si.gulp.Padrona"-
-"Ed era buono?"-
-"Si Padrona"-
-"Ringraziami, allora"-
-"Grazie Padrona"-
-"Apri la bocca"-
Alex obbedì e Vale le sputò in gola.
-"Ingoia"-
-"Fatto Padrona"-
-"Ora stenditi davanti a me. Se non mi servi più come posacenere mi sarai utile come poggiapiedi. Ti piace farmi da poggiapiedi, eh? Non ti biasimo. Ho dei piedini perfetti"-
Allungò le sue lunghe gambe mentre Alex si metteva a quattro zampe di fronte alla poltrona, dopo aver spostato lo sgabello imbottito.
Vale rimase così comodamente seduta con la schiava ai suoi piedi fino all'intervallo pubblicitario. Quando vi fu l'interruzione Vale tolse le gambe dalla nuca della serva.
-"Vammi a prendere un'aranciata"-
-"Si, Padrona"-
Alex tornò di volata con la bibita in mano. Vale stappò la bottiglietta, poi prese i suoi calzini (la serva li aveva ancora legati attorno al viso) ne fece un bolo e glieli piazzò in bocca.
-"Così ti pulisci la lingua"- disse.
La schiava si rimise a quattro zampe come sgabello ed il programma riprese. Quando la Padrona spense finalmente la televisione si alzò, andò in camera, prese un anello di metallo e lo appoggiò sulla brace del caminetto in cucina. Lì lo lasciò mentre tornava in sala dalla schiava, ancora accucciata accanto alla poltrona.
-"Ora portami un poco in giro"- ordinò Vale.
Si sedette sulla testa della serva, la fece alzare in piedi e la fece correre un po' per la casa. Le sue belle cosce stritolarono il collo della sguattera ed i suoi bellissimi talloni spronarono Alex a procedere più velocemente colpendone ripetutamente il ventre ed i fianchi. La prese per i capelli ed usò questi ultimi come redini di cavallo per farle cambiare direzione di marcia e velocità.
-"Trotta, trotta cavallina"- rise la Padrona.
-"Ora in ginocchio, voglio essere trasportata a quattro zampe"- disse, dopo qualche minuto.
Alex si abbassò. Vale si sedette sulla sua schiena e la schiaffeggiò per farla muovere tirandole contemporaneamente i capelli.
-"Andiamo in cucina"- disse -"Voglio controllare che sia pronta una cosa"-
La schiava gattonò con la Padrona sulle spalle fin in cucina. La Dea la fece procedere fino al caminetto. L'anello era ancora immerso nella brace e la superficie a contatto con la legna rovente luccicava di rosso opaco.
La Padrona lo prese per un lato con le tenaglie e lo sollevò. Alex nel frattempo non si era resa conto di ciò che la sua Dominatrice stesse combinando. All'improvviso avvertì un dolore lancinante dietro al collo, sulla nuca. Fu come se mille aghi le venissero inseriti nella carne tutti assieme. Le sue braccia e le sue gambe tremarono. Gemette.
-"Stai ferma, stronza!"- urlò Vale -"Vuoi farmi cadere?"-
Ma il dolore provato faceva pulsare il sangue nelle tempie della serva così forte che le parole della Padrona caddero nel vuoto. Vale premette ancora più forte la superficie dell'anello sulla pelle della miserabile e quella urlò, barcollò e cadde.
La Padrona si alzò un attimo prima di cadere, scendendo con i piedi sul pavimento. Vide la schiava inerme e quasi incosciente stesa sotto di se, fra le sue gambe e le saltò sulla schiena con tutt'e due i piedi. Alex non gemette neppure. Alla base del collo figurava un rombo rosso scarlatto di pelle viva grande quanto un'unghia.
-"Ecco fatto. Marchiata come la vacca che sei!"- disse Vale entusiasta -"Ora mi appartieni proprio. L'idea mi è venuta quando ti ho spento la sigaretta in faccia, poco fa. Ma quel mozzicone non era sufficiente a lasciarti un segno permanente. Quello che ti ho fatto ora è meglio di un tatuaggio, peccato non averne avuto uno con le mie iniziali. Forse me lo procurerò e ti marchierò un'altra volta"-
La serva era prossima a perdere conoscenza e non rispose. Vale scese dalla sua schiena e raffreddò l'anello sotto il flusso d'acqua del lavandino e lo ripose in tasca. Posò le tenaglie sul caminetto ed oltrepassò il corpo ancora sdraiato e fermo della serva camminandoci sopra, prima sulla testa, poi sulla schiena e sulle gambe.
-"Vado a letto, baldracca. Quando i sarai ripresa un po' raggiungimi. Dormirai come sempre ai piedi del mio letto e domani mi sveglierai succhiandomi gli alluci"-
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20 years ago
admin, 75
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PadronVale e la schiava ammalata
Quando Vale si svegliò, quella mattina, il Sole era già alto e la sua stanza silenziosa. Ancora assopita la ragazza guardò il quadrante della sveglia. Le lancette indicavano le 9:30.
Vale balzò a sedere sul letto.
-"Le nove e mezza?!"- urlò -"Sarei dovuta essere già al colloquio a quest'ora!"-
Le sue grida furenti svegliarono Alex, che era sdraiata sullo scendiletto proprio a fianco del tiepido giaciglio della Dominatrice. La schiava aprì gli occhi e si trascinò sulle quattro zampe, ciondolando.
-"Cagna! Avevi l'ordine di svegliarmi! Non ti ricordi che stamani avevo un appuntamento importante?"-
-"Mi.. mi dispiace, Padrona.davvero, è che stamattina non mi sono svegliata in tempo, mi sento poco bene.credo di avere la febbre."-
Padrona Vale tirò via le lenzuola con uno strattone. Aveva indosso solo gli slip ed una canottiera di cotone. Discese il letto solo con le gambe e, sempre restando seduta sul materasso, fece piombare i suoi piedi sulla schiena della schiava incapace, schiacciandola sul tappeto come un verme.
-"Non ti senti bene? Non ti senti bene?!"- urlò furente -"Che cosa vuoi che mi importi di come ti senti? Tu hai il sacro dovere di preparare il mio risveglio tutte le mattine leccandomi i piedi all'ora in cui io voglio essere svegliata! E' chiaro?"-
-"Si, Padrona"-
Vale calcò ancor più forte i piedi sulla testa della schiava.
-"Stronza! Inutile cagna!"- S'alzò in piedi sempre con la serva sotto di sé, le diede un altro paio di calci e solo allora sembro ritrovare un poco di tranquillità.
-"Ora datti da fare e aiutami a vestirmi"-
-"Si Padrona"- uggiolò la serva ancora dolorante. Vale si vestì elegantemente, come una principessa e si preparò ad uscire.
Prima però prese la serva per i capelli e le disse -"Tu invece spogliati"-
Alex obbedì. In casa faceva abbastanza caldo, perché il riscaldamento era attivato ed i termosifoni funzionavano a regime. La serva rimase solo con le mutandine ed una maglietta fine di cotone. Tremava per il freddo e per la febbre che stava inesorabilmente salendo. Un sapore orribile le pervadeva la gola, la testa le girava vorticosamente.
-"Mentre io sono via, e starò fuori per tutto il giorno"- disse a Padrona -"tu resterai per punizione sulla terrazza, seminuda come sei"-
-"Ma, Signora.fuori sono solo dieci gradi! Si gela!"- supplicò la schiava -"Temo di avere l'influenza."-
-"Ah ah"- rise Vale -"Vedrai che una giornata all'aria aperta avrà un effetto taumaturgico sulla tua salute. E magari ti aiuterà a temprare lo spirito, così imparerai ad essere obbediente!"-
Afferrò la chioma già scarmigliata di Alex e la trascinò sul terrazzo. Fuori faceva effettivamente freddo. La schiava, non appena si trovò oltre la porta a vetri del balcone si sentì mordere dal gelo e s'irrigidì. Si gettò ai piedi della Padroncina, abbracciandole le caviglie e baciandole la punta delle lucide scarpe nere col tacco alto. Intanto supplicava la giovane Dea di non lasciarla fuori. Vale stette qualche secondo a godersi la disperazione della sua cagna poi si annoiò e la allontanò assestandole un calcio in pieno volto.
-"Ci vediamo, vacchetta"- disse con disprezzo e se ne andò chiudendo a chiave Alex fuori sul balcone.
La schiava rimase in effetti al freddo fino a sera, quando la Padrona tornò a prenderla. Tremava accoccolata in un angolo del terrazzo, riparandosi alla meglio fra le mura ed alcuni vasi di fiori. Durante il giorno la sua influenza era peggiorata molto ed ora la febbre aveva superato i trentanove gradi.
Incurante di ciò Padrona Vale le ordinò di recarsi alla scarpiera e di lucidarle per bene le scarpe indossate durante la giornata ed altre paia che aveva tirato fuori appena tornata a casa e fra le quali avrebbe scelto quelle da indossare il giorno dopo.
-"Prima però c'è un'altra cosa che devi fare per me"- disse Vale, che a stento riusciva a trattenere il riso -"Il prelavaggio ai miei calzini!"-
Si tolse le calze sudate, le arrotolò facendone un bolo e le infilò nella bocca della schiava. Alex passivamente accolse i calzini succhiandone il sudore, ingoiando le particelle di sporco che dal tessuto si liberavano sulla sua lingua e nel suo palato. Non dimostrò schifo, però, nel subire questa ennesima mortificazione, al contrario. Il risolino di derisione che vedeva sulle labbra della Padrona era la migliore dimostrazione del fatto che gran parte della rabbia per la mancata sveglia quella mattina era sbollita.
Alex si muoveva come uno zombie, procedendo nella sua umile posizione canina e subendo le frasi di scherno della Padrona, quella sera più pungenti che mai. Mentre Vale cenava in sala da pranzo, la schiava si dedicò alla lucidatura delle scarpe. La eseguì come la sua Dominatrice le aveva insegnato, prima una pulizia sommaria con la lingua (per farlo si dovette prima togliere i calzini di bocca) compresa suola e tacco, poi un passaggio con uno straccio pulito per rimuovere le tracce di saliva ed infine il lucido.
Quella sera PadronVale era stanca. Aveva camminato molto durante il pomeriggio, come testimoniavano i piedini sudati, così dopo aver cenato si distese sul divano per rilassarsi un poco guardando la TV. La serva le leccò le estremità a lungo, tenendo le piante sopra il dorso delle proprie mani, in modo da non farle toccare il freddo pavimento. Quando la Padrona si fu scocciata dei soliti programmi televisivi banali e monotoni decise d'andare a coricarsi.
-"Seguimi, troia"- disse e salì con tutto il suo peso sulle mani di Alex. Si infilò le ciabattine e si diresse verso la camera, seguita dalla schiava che a causa della malattia procedeva più lentamente del solito.
-"Stamani non mi hai svegliata"- disse Vale -"certo io ti ho lasciata tutto il giorno fuori al freddo e questo forse ti sembrerà una punizione sufficiente per fare ammenda della tua grave mancanza, tuttavia non mi ritengo ancora del tutto soddisfatta"-
Vale era seduta sul letto e la serva le stava davanti in ginocchio. La fronte le toccava quasi terra a pochi centimetri dai piedini della Dominatrice.
-"Devi capire che io sono tutto e tu sei nulla. Cento anni della tua sofferenza non potranno mai ripagare una colpa come quella di cui ti sei macchiata"-
Alex non rispose. Vale alzò una gamba e pigiò il tacco della ciabatta contro il collo della serva. Ruotò il piede per farle più male.
-"Lo capisci questo?"- chiese -"Rispondi"-
-"Si Padrona"-
-"Allora capirai che quanto ho fatto quest'oggi non è per farti del male o punirti, ma solo per insegnarti, affinché tu possa diventare al più presto una schiava devota e capace quale quella che la mia persona merita. Non sei d'accordo?"-
-"Si Padrona"-
-"Ebbene?"-
Alex esitò -"Grazie Padrona, per avere cercato di insegnare come diventare una buona schiava ad una incapace quale io sono"-
Vale sorrise divertita. I ruoli si erano invertiti, quanto più lei si mostrasse un'aguzzina, tanto più passava da benefattrice. Tolse il piede dal collo di Alex.
-"Stai male?"-
-"S.si Padrona"-
-"Ah, poverina. Ma Padrona Vale ha una cura per te"- disse e prese per i capelli la sua schiava sbattendola ad un'estremità del letto, quella dove poggiava i piedi. Prese un nastro di stoffa e legò i polsi di Alex al bordo della rete, sotto al materasso, poi si sdraiò sul letto. La schiava era costretta in ginocchio, con il busto eretto ma le braccia legate sotto al letto. La testa di Alex sporgeva al di sopra del bordo del materasso di qualche centimetro, giusto quanto le sarebbe bastato per poggiare il mento sulle lenzuola.
-"Stai comoda?"- chiese Vale con tono sarcastico -"Domani mattina voglio che tu mi svegli alle otto in punto. Non vorrei si ripetesse la storia di stamani, che non sei in grado di sollevarti in piedi. Così ho pensato che da quella posizione ti sarà più facile svolgere la tua mansione di sveglia. Vedi? Il tuo viso è proprio davanti ai miei piedini"- rise e strofinò i piedi sul viso di Alex, prima l'uno poi l'altro -"Così domani non avrai nemmeno da compiere lo sforzo d'alzarti, basterà che tu tiri fuori la lingua e mi lecchi le dita. Non sono una Padroncina caritatevole con la sua schiava?"-
-"Si Padrona. Grazie Padrona"- rispose Alex affranta.
Vale rise, si sdraiò sul letto e spense la luce. I suoi piedi cercarono il viso di Alex, si intrufolarono nella bocca della schiava, la schiaffeggiarono con le piante sulle guance, le strizzarono il naso fra le dita, le sfregiarono la chioma col tallone. Poi Vale cedette al sonno e si addormentò.
Trascorse qualche ora. Sebbene la prima ad addormentarsi fosse stata la Padrona anche Alex, a dispetto della scomodissima posizione, riuscì a prendere sonno. Dormì col viso a pochi centimetri dalle estremità di Vale, col mento appoggiato al bordo del materasso.
Fu verso le tre di notte che il piedino destro della Dea, muovendosi nel sonno, andò a sfiorare la bocca secca della schiava. Il contatto dell'alluce con le labbra bollenti di febbre della sottomessa svegliò Vale.
La Principessa aprì gli occhi, che nell'oscurità brillavano come stelle. La Padrona ritirò le gambe, indispettita da quella cosa rovente che ne aveva causato il risveglio e della quale, lì per lì, non riuscì a capire la natura.
Si mise a sedere sul materasso.
-"Ah"- disse -"Sei stata tu"-
La schiava s'era svegliata quando l'unghia dell'alluce di Vale le aveva sfiorato le labbra. Sollevò un poco il capo ma la testa le girava vorticosamente e la fronte sembrava pesantissima. Inoltre tutte le ossa del corpo e facevano un gran male e gli occhi le lacrimavano.
Vale distese le gambe toccando nuovamente con le dita la bocca di Alex. Poi spostò la pianta del piede sulla fronte della schiava.
-"Scotti proprio, lo sai?"-
Alex non rispose.
Vale sorrise e si alzò. Si infilò le ciabatte, girò lungo il perimetro del letto fino ad arrivare di fianco alla serva, la sciolse dai nastri che la tenevano ancorata alla rete e la sottomessa piombò per terra come un sasso, rantolando ai piedi di Vale.
-"In ginocchio!"- esclamò la Padrona.
Alex tentò di obbedire ma le sue membra sembravano di legno. Vale si chinò, la prese per i capelli e la obbligò in ginocchio. Ora la testa di Alex era al livello del bacino della giovane Dominatrice. Vale si tolse gli slip e schiacciò a bocca della serva sul suo sesso.
Alex, intuendo qualcosa, tirò fuori la lingua e cercò di leccare quel fiore meraviglioso, ma la sua lingua era secca e arida come il resto della bocca. La malattia la stava disidratando.
-"Chi ti ha detto di leccare, merdosa?"- la rimproverò Vale -"Tieni la bocca aperta e basta. E non fiatare"-
Alex, sfinita, non obbiettò. Se la Padrona voleva usarla come cesso facesse pure. Ormai il suo corpo era diventato insensibile a freddo, dolore e disgusto. La sua mente invece era insensibile alle umiliazioni già da molto tempo prima. Il fiotto dell'urina arrivò centrando in pieno la gola della serva. Alex deglutì, poi il flusso divenne più abbondante, Vale non si tratteneva, la schiava cercò di bere tutto e, quando la sua bocca fu completamente piena di pipì finalmente Vale si fermò, soddisfatta. Questo diede ad Alex il tempo di ingoiare tutto il liquido.
Non ne perse neppure una goccia.
-"Adesso puoi leccare, serva"- disse Vale -"ma non per farmi godere. Ci saranno altre occasioni ed ora devo riposare. Puliscimi solamente, sii la mia carta igienica e poi rimettimi gli slip"-
Alex obbedì. Leccò e ripulì il sesso di Vale da ogni traccia d'orina. Quando la pelle della giovane Dominatrice fu di nuovo pulita e profumata così come la serva l'aveva sempre conosciuta, Vale mollò i capelli di Alex e questa stramazzò per terra ai piedi della Dea, con la faccia schiacciata sugli slip.
Rimase in quella posizione qualche secondo, sempre con la Padrona immobile sopra di lei che le teneva i piedi ai lati della testa.
-"Avevi le labbra secche e la gola riarsa, no? Non vedi com'è gentile la tua Padroncina, che quando hai sete ti disseta col suo nettare? Ora sbrigati a rimettermi le mutandine, non vedi che sto prendendo freddo, cagna?"- disse Vale. Alex si alzò a fatica, con i denti prese gli slip e nel sollevarsi a quattro zampe li portò fino all'altezza delle ginocchia della Padrona. Poi, aiutandosi con le mani rimise l'indumento al suo posto.
Vale si voltò di scatto e tornò a letto, rituffandosi fra le morbide lenzuola e beandosi del tepore del suo giaciglio.
-"Vattene nella camera degli ospiti, troia malaticcia"- disse -"Mi fai schifo solo a vederti, ridotta così; e non mi sei neanche utile come sveglia, tanto! Mi ricorderò da sola di svegliarmi ad una certa ora, finché non ti sarà passata la peste. Ora sparisci dalla mia vista, ti do due giorni per guarire. Massimo tre. Fino ad allora non ripresentarti al mio cospetto o sono botte per te. E ricorda che quando starai meglio dovrai recuperare il tempo perduto...a presto, vacca!"- Poi le appoggiò la pianta del piede destro sul viso e la spinse bruscamente verso la porta.
Per tre giorni PadronVale rimase senza serva ma, al ritorno di quest'ultima.
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PadronSilvia e la schiava di PadronVale
poco a poco Silvia era divenuta una presenza costante nella vita da schiava di Alex. Sempre più spesso la giovane padrona si presentava a casa della Dea, costringendo la serva di quest'ultima a sottomettersi ai suoi desideri ed ai suoi capricci. Alex obbediva ma leccare i piedi di Silvia non era certo come leccare quelli della Padrona.
All'inizio inoltre l'amica di Vale si presentava a casa della Dea solo in presenza della Padrona stessa e tutto ciò che faceva alla serva avveniva sotto gli occhi e l'approvazione della Dominatrice. Ma non passò molto tempo che Silvia potesse andare e venire a suo piacimento anche in assenza dell'amica. Alex era tenuta ad obbedirle comunque e la Padrona si era esplicitamente detta favorevole a condividere la sua serva con Silvia, sinché quest'ultima avesse continuato a pagare regolarmente l'uso della miserabile dopo ogni sessione.
Il passatempo preferito della padroncina Silvia era quello della frusta. Legava Alex per i polsi ad un termosifone o alla maniglia della porta, costringendola in ginocchio e poi prendeva a frustarla con uno scudiscio che aveva comperato appositamente in un sex- shop (e talvolta anche con il frustino da equitazione di Vale).
Non smetteva finché la schiena della schiava non diveniva completamente rossa e violacea ed era indifferente alle urla ed ai lamenti di Alex. Una volta la schiava si gettò ai suoi piedi baciandoglieli e supplicandola di smettere di frustarla perché quel giorno la punizione stava andando veramente troppo per le lunghe e Silvia per tutta risposta prese a calpestarla con violenza badando bene di calcare i punti in cui la pelle era stata lacerata dalla frusta con i tacchi aguzzi delle sue eleganti scarpette.
In particolare Silvia odiava Alex per la sua statura. La schiava era qualche centimetro più bassa di Vale ma in ogni caso era più alta di Silvia di un buon palmo. Quest'ultima era cattivissima con la serva quando essa gli si presentava di fronte ritta in piedi. Silvia la costringeva a procedere sempre a quattro zampe in modo da dominarla anche in altezza e sebbene già la Padrona avesse abituata Alex a camminare come una cagna, con la nuova padroncina questo atteggiamento aveva raggiunto l'apice.
Una volta Silvia aveva calpestato Alex con un paio di scarpe che aveva acquistato giusto per quell'occasione: erano delle stupende décolleté nere con i tacchi altissimi e molto sottili, dalla punta d'acciaio. Anche in punta le scarpe erano molto robuste ed appuntite quasi come stiletti.
La schiava aveva sofferto molto sotto le scarpe ed in un paio di occasioni Silvia era quasi giunta a conficcarle un tacco in un occhio, con il rischio di accecarla per tutta la vita. Quando Vale, annoiata, aveva interrotto la punizione dicendo che in quel momento aveva voglia di cavalcare la schiava, Silvia, indispettita s'era voltata verso Alex e le aveva assestato un calcio fortissimo alla gola con la punta della scarpa, lasciandola boccheggiante per qualche minuto sul pavimento.
Verso la fine dell'inverno poi, la schiava s'ammalò. Vale le diede tre giorni di riposo per curarsi e rimettersi in sesto, così per tre giorni la schiava rimase confinata nella stanza degli ospiti.
Durante il primo giorno Silvia andò a trovare la Padrona. Ovviamente alla giovane dittatrice non interessava assolutamente d'incontrare Vale. Voleva solo punire la schiava.
-"La vacca è ammalata"- disse Vale, mentre Silvia già si apprestava ad entrare in casa.
-"Cosa?"-
-"La schiava è ammalata. Gli ho dato tre giorni per guarire, siamo solo al primo"-
-"Ma io sono venuta apposta per lei!"-
-"Ed allora vai da lei. La tregua vale per me, non per te. Ma, mi raccomando, già è ridotta come uno straccio, poi se me la maltratti ancora come fai di solito tu va a finire che si rompe del tutto e non si può più far ripartire. Vacci piano, non è che tenga a lei in particolar modo, ma in questi giorni mi serve proprio e non ho né tempo né voglia di cercarmi un'altra sguattera"-
-"Stai tranquilla"-
Silvia entrò nella stanza degli ospiti senza bussare. Alex era sotto le coperte ed aveva la febbre. Sul comodino erano disposte una fila di medicinali. Silvia riconobbe alcuni antibiotici.
-"La stronza prende medicine toste. Vuol guarire in fretta così tornerà a leccare i piedi di Vale"- pensò Silvia -"Ma io non ho stipulato alcun accordo con questa baldracca. Ne faccio quel che voglio!"-
Si avvicinò al letto e le tirò un calcio al fianco, dopo averle tolto di dosso le lenzuola.
Alex gemette e crollò sullo scendiletto come un mucchio di stracci inerti.
-"Cagna! La tua padrona è arrivata, salutala!"- disse Silvia.
-"B.buon .giorno padrona Silvia"-
Silvia le schiacciò il palmo di una mano sotto ad uno dei suoi tacchi alti. Indossava dei sabot grigi che lasciavano scoperto quasi tutto il piede.
-"E così sei malata, eh?"-
Salì con l'altro piede sul collo della schiava e si equilibrò con una mano sulla parete per far poggiare tutto il suo peso esclusivamente sui talloni. Ad essere sinceri Alex provava ammirazione per Silvia. Non quanta ne aveva per la Padrona, certo, ma assai più di quello che avrebbe potuto nutrire per una persona normale. Silvia era speciale. Brillava di luce riflessa, forse, ed il suo sole era la Padrona, ma in ogni caso la schiava aveva una grande considerazione di lei.
-"Hai la febbre?"-
-"Si padrona"-
-"Immagino che non potrò cavalcarti, oggi"-
-"Temo che non resisterei, signora"-
-"Padrona, per te, vacca asmatica!"-
-"Mi perdoni padrona"-
-"Dunque che vogliamo fare? Non ti posso cavalcare, non ti posso frustare, potrei calpestarti un poco ma alla lunga sai che noia!"-
Alex si sporse con la faccia sui piedi di Silvia e ne baciò le magnifiche calzature. Ne insalivò per bene il tacco che le stava crudelmente penetrando nella pelle e asportò ogni briciola di polvere dalla suola. Silvia mosse il piedino in modo da esporlo completamente alla lingua di Alex e quando il primo sabot fu pulito tolse il piede dalla sua mano e la andò a posare sul collo accanto all'altro, poi sollevò il secondo e lo pose sulle mani della schiava.
Alex pulì anche il secondo sabot.
-"Brava la mia leccapiedi"-
-"Grazie padrona"-
-"Ma il dilemma resta, che cosa ne faccio io di te?"-
-"Non so, padrona. Sfortunatamente come sa non sono nella mia migliore forma fisica, oggi"-
Silvia scese dal corpo della schiava.
-"Ma tu faresti ugualmente ciò che ti chiedo, no?"-
-"Si padrona"-
Silvia posò un piede sulla testa di Alex.
-"Brava cagnetta"-
-"L'ordine di PadronVale è accontentare ogni suo desiderio"-
-"Ah, ma allora mi obbedisci solo perché Vale ti ha detto di farlo?"-
-"E' così, padrona"-
Silvia s'imbestialì. Calciò in viso la schiava, poi le schiacciò la testa sotto ai suoi piedi, conficcando dolorosamente i tacchi sotto l'orecchio della disgraziata.
-"Cagna! Lo devi fare per me! Io sono la tua padrona! Come lei! Sono né più né meno come lei!"-
La schiava non replicò ma anche se la Padrona non era presente non avrebbe mai potuto ammettere che Silvia fosse al suo livello. Semplicemente non era vero e per la schiava sarebbe stato come pronunciare una terribile bestemmia.
Silvia continuò a calpestare e a prendere a calci la schiava per un po'. Avrebbe voluto continuare molto più a lungo ma si ricordò che la Padrona le aveva chiesto di non ridurla troppo male. A Silvia non interessavano le pretese di Vale ma se questa si fosse arrabbiata? Poi magari le avrebbe impedito di giocare ancora con Alex, di usarla come giocattolo masochista.
Fermò i suoi piedi. Alex non opponeva resistenza, tanto era la debolezza causata dalla malattia.
-"Vai sotto le coperte"- disse Silvia.
-"Come?"-
-"Hai sentito. Non sono più arrabbiata. Anzi, voglio farti un regalo. Vai sotto le coperte"- ripeté ed uscì.
Quando tornò in camera aveva un imbuto di plastica in mano, l'imbuto che tante volte la Padrona aveva adoperato per orinare in gola alla serva. Alex era già nel letto.
Silvia si avvicinò al comodino.
-"Quale medicina dovresti prendere?"-
-"Per stasera solo gli antibiotici. Questa pasticca e quest'altra"-
-"Capisco"- Silvia prese le pillole sul piano del comodino, salì con le scarpe in piedi sul letto e si accovacciò sopra la testa della malata.
-"Apri bocca"-
Alex obbedì e Silvia le infilò l'imbuto in bocca. Poi fece scendere le mutandine e le lasciò in faccia alla serva. Andò a posizionarsi sopra l'apertura dell'imbuto. I suoi piedi erano sul cuscino ai lati della testa della schiava.
-"Mentre mi annusi gli slip ascoltami. Adesso ti do le tue medicine e siccome per ingoiarle serve un sorso d'acqua ho deciso che ti darò anche quella"-
Fece scendere le pillole lungo l'imbuto e poi si rilassò e liberò la vescica piena.
Il flusso dorato fece scivolare le pasticche nella gola di Alex che le ingoiò assieme all'orina tiepida della padroncina. Silvia fece attenzione a centrare l'apertura dell'imbuto e a cominciare con un fiotto lento, per poi aumentare gradatamente una volta che la schiava ebbe ingoiato le pasticche.
Forse, pensò Alex, la Padrona non avrebbe badato a darle il tempo di ingoiare gli antibiotici e le dispiacque sinceramente di non aver potuto soddisfare adeguatamente i desideri della gentile padroncina Silvia quel giorno.
Quando la giovane sovrana si fu completamente liberata si alzò in piedi e sempre restando con le gambe ai lati della testa della serva tolse l'imbuto dalla sua bocca.
Tornò ad accucciarsi.
-"Puliscimi"-
-"Volentieri, padrona"-
Alex eseguì un bidè come si deve. L'orina di Silvia l'aveva come svegliata. Probabilmente aveva avuto un effetto terapeutico più veloce degli antibiotici.
Quando si sentì pulita Silvia si rimise gli slip, scese dal letto e se ne andò. In un'altra occasione la schiava sarebbe corsa in bagno a sciacquarsi la bocca impastata del sapore dell'urina della padroncina ma quel giorno non ne sentì il bisogno, e non perché fosse troppo stanca.
Aveva solo voglia di assaggiare il più a lungo possibile il nettare dell'amica della Padrona così come tante volte aveva fatto con la pipì della Dea stessa.
Si voltò col viso affondato nel cuscino e si addormentò.
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PadronL. e la schiava
Dal diario della schiava Flavia.
Caro Diario, oggi 21 dicembre 2003 ho conosciuto la mia prima padrona. Mi trovavo in treno, questa mattina, e stavo raggiungendo l'Università. Dovevo seguire alcune lezioni ed incontrarmi con alcuni miei amici ed amiche. La carrozza era praticamente vuota. Nel mio scompartimento c'erano solo due persone, io ed un vecchio, quando Lei entrò. L'uomo era seduto ad un capo dello scompartimento, io all'altro. La Dea salì e si sedette vicino a me, sul sedile al di là dello stretto corridoio centrale. Notai subito che c'era qualcosa di speciale in lei. Non lo so, forse era il modo di camminare, elegante e maestoso, oppure i capelli, lunghissimi e splendidi. Tutto in lei richiamava un'aura di maestà assoluta. Indossava una gonna nera che le arrivava al polpaccio ed una maglia anch'essa nera. Ai piedi calzava dei sandali dal tacco altissimo che le lasciavano quasi del tutto scoperti i piedi. Poi il mio sguardo cadde sulle unghie delle sue mani.
Erano lunghe come non ne avevo mai vedute fin ad oggi e curate fin nei minimi dettagli, dal profilo al colore dello smalto. Gliele osservai per un poco, tranquilla perché nella carrozza non vi era praticamente nessuno che mi potesse vedere. Lei era voltata verso il finestrino e sembrò non degnarmi della minima attenzione, lì per lì.
Trascorsero alcuni minuti, durante i quali i miei occhi non si staccarono mai dall'immagine delle sue mani eleganti e dei suoi capelli lunghissimi. Poi, all'improvviso, lei si voltò ed io distolsi in fretta lo sguardo.
-"Ti piacciono?"- chiese.
Reagii un po' stupefatta. Sapevo perfettamente che mi stava chiedendo il perché del mio insistente sguardo sulle sue mani, ma in quel momento ritenni più prudente far finta di non capire.
-"Cosa dici, scusa?"- domandai.
-"Dai, non far finta di non capire, ho visto benissimo che mi stai guardando le unghie da dieci minuti buoni"-
Rimasi a bocca aperta.
-"Ma se stava guardando in direzione della finestra?!"- pensai.
Come se avesse letto il mio pensiero la ragazza indicò con l'indice della mano destra il vetro del finestrino. Poi batté leggermente la punta ben limata dell'unghia sul cristallo.
-"Si, l'ho visto dal riflesso sul vetro"-
Ero stata meno accorta di quel che avevo previsto.
-"In effetti non capita tutti i giorni di vedere delle unghie come le sue"- mormorai un po' intimidita
-"Vorresti vederle meglio?"-
-"Ecco, veramente."-
-"Vieni qui, davanti a me"- mi invitò.
Mi alzai e la raggiunsi. Ma già in quel momento mi resi conto di non aver seguito il suo consiglio ma bensì di aver obbedito ad un suo ordine.
Che ordine non era, beninteso. La Dea non aveva alcuna intenzione di costringermi a far qualcosa, fui io a decidere che quella sarebbe divenuta la mia Padrona. Desideravo inginocchiarmi ai suoi piedi, supplicarla di adottarmi come sua schiava, farmi impartire gli ordini più umilianti, fossero anche i più assurdi e crudeli.
Mi sedetti di fronte a lei e la Dea sorrise. Sollevò una mano e me la mise davanti al viso distendendo ed aprendo a ventaglio le dita. Non mi ero sbagliata, le sue unghie erano veramente curate, smaltate di un rosso acceso parevano brillanti lingue di fuoco che mandavano riflessi dorati. Le presi la mano fra le mie e le avvicinai il viso alle unghie, restando per un tempo che a me parve lunghissimo a fissare queste ultime come una perfetta ebete.
-"Sono molto belle"- dissi.
Lei rise. Aveva una bella voce limpida e cristallina ed una risata vivace come quella di una bambina. Lasciò che me ne restassi ad adorare la sua mano come una regina onora i suoi sudditi lasciandoli ammirare la propria regale bellezza. Confesso che avrei voluto avvicinarmi un po' di più e baciarle il dorso della mano e tutte le sue lucide, splendenti unghie. Ma la paura mi fermò. Chissà cosa avrebbe pensato di me se avessi fatto una cosa simile.
-"Ti piacciono?"-
-"Si, molto. Io le devo tenere molto corte. Si spezzerebbero, altrimenti"- dissi.
-"Vanno sapute curare"- rispose lei -"Giorno per giorno, le unghie sono la mia passione, da che io ricordi mi è sempre piaciuto tenerle molto lunghe"-
Ritirò la mano e la poggiò sul bracciolo del sedile. Io mi chinai per continuare ad osservarla, estasiata, e lei mi lasciò fare. Anzi, si accomodò meglio sulla poltroncina dello scompartimento ed accavallò le sue belle gambe, snelle e lisce.
Fu in quel momento che i miei occhi caddero sui suoi sandali. Avevano un tacco veramente molto alto ed ai suoi piedi risaltavano ancor di più in bellezza. Notai che anche le unghie dei suoi piedi erano molto lunghe e curate. Erano smaltate con la stessa tonalità di rosso ciliegia delle unghie delle mani.
-"Ma."- balbettai come un'idiota. -"Anche le unghie dei piedi sono niente male, riguardo a lunghezza!"-
La ragazza (non mi aveva ancora detto il suo nome né io mi ero presentata a lei) si portò una mano alla bocca coprendo un sorrisetto furbo e malizioso, poi con eleganza sollevò una gamba e la portò all'altezza del mio petto. La punta delle sue unghie era a non più di dieci centimetri da me e lei aveva piegato la caviglia in modo da "puntarmi" contro la punta del piede.
Rimase per qualche secondo senza parole. La mia prima preoccupazione fu quella di vedere che nessuno ci stesse osservando. Non conoscendo ancora molto a fondo la mia Dea mi venne da pensare che potesse essere solo una delle tante esibizioniste che si vedono ogni tanto in giro.
Cosa avrebbe pensato qualcuno che ci stesse guardando in quel momento? Lei aveva un piede sospeso in aria alla distanza di un palmo dal mio mento e io me ne restavo ferma come un bastone di legno.
Mi voltai e guardai alla mia sinistra, dalla parte del corridoio. Non c'era nessuno. Cercai allora di voltarmi ancora di più per vedere che non vi fosse nessuno nei sedili dietro di noi che potesse vedere. Ma scoprii di non potermi muovere più di tanto senza andare a sbattere contro la punta del piede della ragazza.
Ancora una volta, come se avessi avuto la capacità di ascoltare i miei pensieri la ragazza sorrise e mi tranquillizzò.
-"E' inutile che ti guardi intorno. Chiaramente non l'avrei fatto se vi fosse stato qualcuno oltre a noi, ma ora siamo sole"- disse.
Poi con un'occhiata furbetta aggiunse -"Per tua fortuna. Così potrai guardarmele meglio"-
Annuii. Ero stata veramente molto fortunata.
Quella era una Dea e sarebbe divenuta la mia Signora e Padrona.
Presi il suo piede fra le mani, sostenendolo da sotto la suola con le dita della mano sinistra e per il tallone con l'altra mano. La sua pelle era liscia e vellutata. Lei rilassò completamente la gamba lasciando che fossi io soltanto a reggerle quel piede bellissimo e sfrontato.
-"Toglimi pure il sandaletto, se vuoi vedermi meglio le unghie"- disse la ragazza.
Un sogno che si stava avverando -"Si, grazie"-
Sfilai il sandalo e lo posai sul sedile di fianco al mio, mentre poggiavo il piede della ragazza sulle mie gambe.
-"Ha dei bellissimi piedi"- dissi con timidezza.
-"Ha?"- pensai. Mi era venuto spontaneo dargli del lei. La ragazza se ne era accorta e sorrise della mia goffaggine.
-"Curo molto anche le unghie dei piedi, vedi?"-
-"Si, lo vedo"-
Tornai con le mani sulla pianta e sul dorso della sua estremità, mentre lei iniziò a giocare con l'alluce e le altre dita, piegandole e dondolandole. Mi venne istintivo massaggiarlo, sotto le dita, sul tallone e sulla caviglia. Le mie mani procedettero con lentezza sulla sua pelle. Passai all'incavo della pianta e poi al dorso.
La ragazza sembrò gradire. Lasciò che le mostrassi tutta la mia devozione trastullandosi a guardare il panorama fuori dal finestrino ed accarezzandosi i capelli. Non mi guardò neppure.
-"Senti"- disse dopo un po' -"Mi massaggeresti anche l'altro?"-
Si era già tolta il sandalo e stava sollevando la gamba. Non c'era bisogno che aggiungessi nulla.
Quando dissi -"Si, volentieri" l'altro suo piede era già comodamente appoggiato accanto all'altro, sulle mie cosce.
-"Hai un tocco molto dolce"- si complimentò la Dea.
-"Grazie. E lei ha dei piedi molto belli"- risposi, mentre riprendevo il massaggio. Con una mano il piede destro e con l'altra il sinistro.
-"Anche le mie unghie?"-
-"Bellissime"-
Lei rise. -"Ah, vorrei un trattamento come questo più spesso"-
-"Tutte le volte che vuole!"- esclami, prendendo la palla al balzo. Era l'occasione che attendevo per rivederla ancora -"Solo, non so dove potremo incontrarci di nuovo"-
-"Sei molto gentile, ma non vorrei darti troppo disturbo"-
Si era accorta benissimo che anelavo a divenire la sua serva ma voleva che fossi io a supplicarla.
-"Nessun disturbo. Anzi, ha dei piedi così belli che per me sarebbe un onore poter diventare la sua."-
Mi mancò la parola. Mi ero lanciata troppo in fretta, senza aver formulato prima la frase nella mente. Non potevo certo dirle che avrei voluto essere la sua serva. Ma lei mi venne in aiuto.
-"La mia cosa? La mia massaggiatrice? La mia schiavetta?"- sorrise.
Arrossii come un pomodoro ma annuii.
-"Che brava!"- disse lei, divertendosi del leggero solletico che le procuravo alle piante dei piedi -"Va bene, per me non c'è alcun problema. Possiamo trovarci a casa mia, quando sarò sola!"-
Mi disse dove stava e la fortuna fu dalla mia parte anche questa volta. Non abitava molto lontano da me.
-"Io mi chiamo L."- disse, sollevando una gamba e sfiorandomi per scherzo il mento con la punta del piede destro.
-"Flavia"- risposi e sorrisi del simpatico buffetto.
-"Bene, hai un buon tocco, credo proprio che userò spesso le tue mani. Sai, la sera dopo aver camminato tutto il giorno con questi tacchi spesso mi fanno un po' male i piedi."
-"Capisco. In questo caso sarò sempre a sua disposizione"- m'affrettai a rispondere.
-"Che cara! Ah, e tu sai anche come si curano le unghie, per caso? Come dare lo smalto, come pareggiale in punta, tagliarle e tutto il resto?"
-"Bè, non sono un'esperta, ma."
-"Imparerai, è essenziale. Sarai la mia manicure, pedicure e massaggiatrice"-
-"E' un onore"-
In quel momento il treno iniziò a decelerare.
-"E' la mia fermata"- disse L.
-"Ah"- dissi con dispiacere. Mi seccava davvero dover lasciar andare via quei piedini.
-"Rimettimi i sandali"- ordinò dolcemente ma con fermezza, come se ciò gli fosse dovuto.
Mi chinai, raccolsi i sandali e glieli misi. Le calzai prima il destro e poi il sinistro.
Quando ebbi messo anche il secondo sandaletto, avevo ancora il suo piede nelle mani, mi accucciai in ginocchio e baciai la punta delle dita, sperando che lei non si offendesse. Ma quando sollevai la testa per vedere la sua reazione la vidi sorridente e soddisfatta.
Mi accarezzò la testa (avevo ancora il busto chinato ed il suo piede fra le mani) come si fa con un cane.
-"Poverina, devono proprio piacerti, vero?"- chiese avvicinando ulteriormente il piede alla mia bocca.
-"E' così"-
-"Fa pure allora, avanti. Il treno non si è ancora fermato"-
Non potevo credere a ciò che avevo udito.
-"Grazie"- dissi. Poi, non sapendo come chiamarla (L. mi sembrò troppo confidenziale) aggiunsi -"Padrona"-
Lei rise. Mi sfiorò le labbra con le unghie dei piedi ed io gliele baciai. Poi feci lo stesso col dorso delle dita, col piede e col sandalo. Mi feci coraggio, dischiusi le labbra e m'avvicinai per leccarle ma a quel punto la Dea ritirò la gamba.
-"E' tardi. Devo andare"- disse, alzandosi velocemente e lasciandomi lì, in ginocchio.
Sulla porta del vagone mi lanciò un'ultima occhiata.
-"Fatti trovare domani sera davanti a casa mia. Alle sei, puntuale"-
-"Si, Signora"-
L. sorrise.
-"A domani, schiavetta!"-
Scese. Io restai ancora qualche secondo in ginocchio fra le poltrone della carrozza, incerta se credere o meno a ciò che avevo sentito.
Mi aveva chiamata schiavetta. Si, ero la sua schiava. Lo sono. E mi aspetta domani a casa sua alle sei. Ci sarò.
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PadronVale e la falsa padrona
Era stata una giornata tranquilla a casa della Padrona. Vale aveva lavorato al computer tutto il pomeriggio e, verso sera, si era decisa finalmente a leggere la posta ed i messaggi del guestbook giunti negli ultimi giorni. La serva si trovava sotto la scrivania, rannicchiata a quattro zampe, con le mani distese sul pavimento ed i piedi della Padrona su di esse affinché non prendessero freddo. Vale le aveva tenuto un piede premuto sulla nuca e uno sulle mani per la gran parte della serata. Non indossava calze né ciabatte.
D'improvviso la serva avvertì che la pressione dei piedi della Padrona aumentava, sia sulla nuca che sulle mani e contemporaneamente udì Vale che esclamava -"Ancora questa stronza!"-
-"Come Padrona?"-
-"Bah! C'è qualcuno che si spaccia per me! Una falsa padrona che si fa chiamare col mio nome!"-
-"Lei non ha idea di chi sia, Padrona?"-
Vale premette ancora più forte il piede destro sulla testa della serva.
-"E come faccio a saperlo secondo te?"-
-"Quindi, scusi Padrona, potrebbe trattarsi di chiunque, anche di un uomo!"-
-"No, non credo. Penso proprio che si tratti di una donna. Non so perché. Intuito, diciamo. E comunque non è questo il punto. Vorrei proprio vederla in faccia questa falsa Padrona per darle quello che si merita. Le darei tanti di quei calci in bocca da farle sputare tutti i denti. Ma come potrei stanarla?"-
-"Le mandi.scusi, Padrona.le mandi un messaggio spacciandosi per un ammiratore devoto. Lei non ha mai voluto avere contatti con la gente che guarda il suo sito, si è sempre limitata a raccogliere e leggere solo le loro mail. Però non è detto che la falsa padrona rimanga indifferente ad una proposta d'incontro, se ben formulata"-
La pressione del piede sul collo della serva si allentò.
-"Hai detto bene, potresti aver visto giusto. Ti affido l'incarico. Manda un bel messaggio di sottomissione a questa scema e prendi contatto con lei. Fai in modo che fissi un appuntamento e fatti dare il suo indirizzo"-
La serva indagò. Inviò alla falsa padrona un paio di messaggi spacciandosi per un'adoratrice di Vale, giurò e spergiurò di essere una serva devota e fedele. Da principio le sue suppliche sembrarono non avere presa poi, dopo una decina di giorni, la ragazza si decise a rispondere. Al messaggio allegò il suo numero di cellulare.
Alex contattò allora la falsa padrona per telefono, si fece dare l'indirizzo al quale sarebbe avvenuto il loro primo incontro ed assieme fissarono un appuntamento. La Dea era soddisfatta.
-"Brava schiava. Sei talmente abituata al ruolo di serva che sembri autenticamente sottomessa anche quando fingi. Così la stronza in questione vuole che la raggiunga direttamente a casa sua. Non potevo chiedere di meglio. Allora andiamo a trovarla, schiavetta?"-
-"Si Padrona"-
Il giorno successivo Alex e la Padrona (quella vera!) si fecero trovare di fronte al cancello della casa della falsa Vale. La schiava si era appostata davanti all'abitazione fin dalle prime luce dell'alba.
-"E' solo una villetta, che povertà!"- esclamò Vale quando vide la casa.
-"Sono qui da stamani mattina presto. Ho visto prima uscire e poi rientrare una sola persona. Una ragazza"-
-"Deve essere lei"- annuì Vale -"E dimmi, leccapiedi, com'è?"-
-"E' carina, ma c'è un abisso fra lei e Lei"-
-"E lo credo bene, scema! Forza, andiamo a fare le presentazioni"-
Alex suonò al citofono.
-"Si, chi è?"- chiese una voce
-"Sono io, la sua serva, padrona. Ci siamo sentite al cellulare"-
-"Ah, si, ricordo. Vieni schiava, entra"-
Alex entrò, il cancello era aperto. Si diresse avanti alla Padrona in direzione della porta della piccola casa ad un piano e quando la raggiunse Vale la fermò.
-"Ora fermati ed inginocchiati qui"-
Alex eseguì. Vale le pose un piede sul collo. Indossava stivaletti col tacco alto e la pressione del tacco sul collo fece molto male alla serva che però rimase zitta.
-"Tu non entrare. Ti chiamerò io, quando lo vorrò"-
-"Ne è sicura, Padrona?"- le chiese premurosamente la schiava.
Vale le premette con più forza il piede sulla nuca -"Zitta, sta arrivando"-
La porta si aprì in quel momento e dall'altra parte dell'uscio apparve una ragazzina scialba ma non brutta, vestita volgarmente e priva di gusto, con scarpe dai tacchi alti alle quali era visibilmente non abituata ed una penosa gonna corta che metteva in evidenza un paio di gambe appariscenti solo per le numerose smagliature.
-"Ma cosa.?!"- esclamò la ragazza non appena ebbe aperto la porta.
-"Bentrovata, cara la mia padrona Vale. Sai io chi sono?"- chiese la Padrona.
-"No! Vai via!"- esclamò la ragazza, comprendendo improvvisamente di essere stata presa nel sacco.
-"A no, mia cara! Adesso io e te parliamo un po'"- rise la Dea. Sollevò la gamba con la quale stava schiacciando la testa della serva e colpì la mano dell'impostora che stava stringendo la maniglia della porta. Quest'ultima indietreggiò e Vale le fu addosso. Entrò in casa della falsa padrona, la schiaffeggiò violentemente scarmigliandole tutti i capelli e gettandola per terra, poi chiuse la porta dietro di se.
-"Così ti sei spacciata per me, sul mio stesso sito! Sai per questo come ti dovrò punire?"-
-"No, sei pazza!"-
Vale le calò il tacco dello stivale su una mano e le sollevò la testa per i capelli.
-"Ripetilo un'altra volta e ti strappo tutti i capelli"-
-"No, ti prego"-
-"Baciami gli stivali. Devi chiedermi scusa"-
-"Questo mai!"-
-"A no?"-
La Padrona lasciò andare la testa della nemica ed indietreggiò di un passo. L'altra cercò di mettersi in piedi ma la Dea le tirò un calcio in pieno viso e la mandò gambe all'aria.
-"Mai indossare scarpe col tacco alto se non si è in grado di camminare con esse"- la beffeggiò la Padrona -"Si rischia d'inciampare"-
Si avvicinò alla ragazza e le premette un piede sul braccio.
-"Basta, così mi fai male!"-
-"E non è ancora nulla, te lo assicuro"-
Prese la falsa padrona e la trascinò gemente e singhiozzante fin in salotto. Era una stanza piccola ma accogliente.
Vale si sedette su una poltrona e lasciò la ragazza, abbandonandola in lacrime ed in ginocchio ai propri piedi.
-"Come ti chiami?"-
-"S."-
Un calcio in faccia. La ragazza urlò.
-"Come ti chiami ho detto!"-
-"Sandra"-
Un calcio in un fianco.
-"Padrona, schiava di merda. Ti devi rivolgere a me chiamandomi col nome che merito"-
-"S.si, Padrona"-
-"Ora su la testa"-
Sandra sollevò un poco il capo.
-"Toglimi gli stivali"-
-"Si, Padrona"-
Li tolse. Vale mise un piede sotto al naso della falsa padrona.
-"Allora, come ci si sente ad essere rimessi al proprio posto?"-
Rise e colpì con il tallone il viso della ragazza. Quella urlò e si lasciò cadere seduta sul pavimento.
-"Vieni subito qui!"- tuonò la Padrona.
Sandra si sollevò e si avvicinò ancora ai piedi della Dea. Vederla muoversi era penoso. Vale la colpì ancora.
-"B.basta"- supplicò l'inferiore.
Un altro calcio. Poi un altro. Un altro ancora. Sandra pianse. La sua faccia, da rossa, era diventata livida. All'ennesimo colpo di tallone in volto sembrò non essere più in grado di sollevarsi in piedi.
Allora Vale si alzò, la pestò un poco e la superò, andando a raggiungere la finestra del salotto. La aprì e si affacciò.
-"Schiava!"- chiamò.
-"Si Padrona"- rispose Alex.
-"Vieni dentro e raggiungimi in salotto. La nostra amica ha bisogno di te"-
Alex corse in casa.
-"Padrona! E' forse successo qualcosa a Lei? La ragazza ha reagito?"-
Vale rise
-"Guarda con i tuoi occhi, stupida!"-
Alex vide Sandra distesa per terra e ciò la tranquillizzò. La Padrona stava bene.
-"Sollevala"- ordinò Vale.
Alex prese Sandra da sotto le ascelle e la mantenne in ginocchio con la faccia rivolta verso il divano.
Vale le andò davanti, si sedette comodamente sulla poltrona ed accavallò le belle gambe snelle. Cominciò a schiaffeggiare la ragazza con il piede, a tempestarla di calci nello stomaco ed in faccia. Sandra riprese a piangere, le sanguinava il labbro inferiore ed un occhio era pesto.
-"Ora verrai con me"- disse la Padrona -"Cambiati, sciacquati la faccia e renditi presentabile. Voglio portarti da una mia amica di nome Silvia"-
Le sollevò il mento con un piedino e la costrinse a guardarla negli occhi.
-"Credo che la lezione che ti ho dato oggi ti avrà fatto perdere ogni voglia di spacciarti per me e prenderti gioco del mio sito e dei miei numerosi ammiratori, tuttavia non posso rischiare che tu riprenda le tue cattive abitudini, magari anche per vendicarti di quel che ti ho fatto oggi. Così sono costretta ad affidarti ad una mia compagna di giochi. E' una provetta dominatrice e si è fatta una certa esperienza con la mia Alex. Penso che le farà piacere questo regalo"-
-"R.regalo?"- balbettò Sandra.
-"Si. Tu sei il regalo. Sarai la sua schiava personale. E quando lo vorrò, anche la mia"-
Sandra fece per aprire bocca e dire di no. Poi, vedendosi costretta ad obbedire chinò il capo e annuì.
-"Bene"- disse Vale -"Ora alzati e sbrigati. Prima però voglio che tu mi baci i piedi"- fece un cenno ad Alex e lei di scatto mollò la presa sulla falsa padrona. Sandra precipitò in avanti, sbatté con la faccia per terra.
-"Avanti, baciami i piedi"-
La ragazza, gemendo di dolore, si trascinò avanti e fece per posare le labbra sulle nobili estremità di Vale ma all'ultimo momento la Dea tolse il piede, lo sollevò e con esso schiacciò la nuca della nuova schiava.
-"Non ti ritengo degna di un tale onore. Non ancora. Baciare i miei piedi deve essere un merito da conquistare, puttana. E non ti preoccupare. La mia amica Silvia ti farà passare la voglia di avere piedi in bocca, te lo posso assicurare"-
Pochi minuti più tardi Vale ed Alex, quest'ultima trascinava una piagnucolante Sandra, uscirono dalla piccola villa, entrarono nella macchina della Padrona e, chiusa la falsa dominatrice nella bauliera, si allontanarono.
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PadronL. e la pedicure
Flavia giunse a casa di L. che erano appena le cinque del pomeriggio. La Padrona andò ad aprire e la fece entrare. In casa non c'era nessuno a parte lei.
-"Ti aspettavo più tardi"- disse L.
-"Non potevo resistere. Ho girato per tutto il giorno senza una meta, aspettando sera per poterla venire a trovare. Spero di non essere arrivata troppo presto, non vorrei recarle disturbo"-
-"No, no. Nessun disturbo"- rispose L.
Indossava i pantaloni della tuta ed una maglietta a mezze maniche bianca. Calzava delle ciabatte infradito azzurre.
Flavia notò immediatamente che le unghie non avevano smalto, né quelle dei piedi né quelle delle mani.
-"Sai perché ti ho fatta venire oggi a quest'ora?"- chiese la padrona di casa.
-"No"
-"Stasera devo andare ad una festa"-
-"Ah, capisco"-
-"E naturalmente devo prepararmi adeguatamente, mi segui?"-
-"Vuole che l'aiuti a vestirsi, padrona?"-
L. rise. -"Aiutarmi a vestirmi? No, sciocca, per quello occorre un minuto. Prima di partire devo passarmi lo smalto sulle unghie e truccarmi il viso"-
-"Si"-
-"E tu mi aiuterai a far l'uno e l'altro. Seguimi in bagno"- ordinò.
L. andò dritta in bagno, si fermò davanti alla specchiera sopra al lavandino e disse -"Per prima cosa mi farai da sgabello"-
-"Come?"-
-"Hai capito bene. Io mi devo truccare. Tu ti metterai a quattro zampe e mi farai da sedile finché non avrò terminato di mettermi ombretto e compagnia bella"-
-"Ma."-
-"Niente ma, è un grande onore per te, questo"-
Flavia preoccupata e perplessa si chinò di fronte a L. La padrona era più alta di lei e probabilmente anche più pesante.
-"Più giù. Devi metterti a quattro zampe, come gli animali"- ordinò la padrona.
Flavia si mise come la ragazza aveva detto, ad un metro di distanza dalla specchiera del bagno L., senza attendere neppure un secondo, scavalcò la servetta e si sedette tranquillamente sulla sua schiena.
Flavia vacillò.
-"Non tremare!"- esclamò la padrona -"Altrimenti sbaglio"-
-"Ma non cela faccio!"-
-"Non mi interessa. Resisti!"-
Si truccò con calma ed attenzione. Sentiva la fatica, gli sforzi che la serva compiva sotto al suo sedere per sostenerla e rimanere il più immobile possibile e ciò la compiaceva molto. Senza essere vista dalla schiava si sorrise allo specchio ed alzò un pochino le piante dei piedi dal pavimento, gravando interamente sulla schiena della ragazza.
-"Sono pesante?"- chiese L. ad un certo punto.
-"No"-
-"No?"-
-"No, padrona"-
-"Così va meglio. Resisti, ne ho ancora per cinque minuti"-
Il suo trucco fu interminabile. Flavia aveva le braccia intorpidite e le ginocchia doloranti. Anche la nuca le doleva e tutte le vertebre del collo erano sotto tensione, benché la padroncina dalle belle e lunghissime unghie si fosse seduta sulla schiena della serva e non sulle spalle.
Un attimo prima di finire di truccarsi L. sollevò tutt'e due i piedi dal pavimento come prima e gravò per qualche secondo con tutto il suo peso sulla schiena di Flavia. La serva resistette un poco, ma già affaticata e dolorante per la scomoda posizione, si piegò improvvisamente in avanti, rischiando di far cadere la padrona. A quel punto L., che si aspettava una reazione del genere da Flavia, si alzò di scatto in piedi.
-"Che fai, cadi?"-
-"Mi spiace ma.ho le braccia intorpidite"-
-"Male. Le tue mani debbono essere ben ferme per quello che dovrai fare ora!"-
Flavia cercò di sollevarsi e mettersi in ginocchio di fronte alla padrona.
-"Di che cosa si tratta?"-
-"Non noti nulla di mancante sulle mie mani e sui miei piedi?"- chiese L. e sollevò un piede fino a portarlo sotto al naso della serva. Le unghie del piede sfiorarono le sue narici -"Sto andando ad una festa e non ho lo smalto alle unghie. Né alle mani né ai piedi"-
In ginocchio di fronte alla padrona Flavia trovò l'impulso istintivo di prendere il piedino di L. fra le mani e di baciarglielo, ma prima che potesse farlo la ragazza abbassò la gamba.
-"Adesso mi metterai lo smalto. Un bel colore rosso fiammante è quello che ci vuole. Seguimi in salotto"- ordinò -"ed a quattro zampe"-
Flavia obbedì. Arrivata in salotto L. si accomodò comodamente sul divano e la serva le si inginocchiò davanti, guardando verso il basso ai suoi piedi.
La boccetta dello smalto era già sul tavolino a fianco del sedile.
-"Ti piacciono proprio i miei piedi, non è cosi?"- chiese L.
-"E' così, padrona. Sono i più belli che abbia mai visto"-
-"Se sarai brava ti permetterò di baciarmi le scarpe e non è detto che un giorno non ti permetta anche di leccarmi i piedi"-
Flavia annuì con vigore.
-"Non perdere tempo, però. Passami lo smalto sulle unghie. E visto che le mie estremità ti piacciono così tanto puoi cominciare proprio da quelle. Ma vedi di fare un buon lavoro"-
-"Si, obbedisco"-
Flavia prese il pennellino ed iniziò a dare lo smalto sull'unghia dell'alluce del piede destro della sua Dea. L., per stare maggiormente a suo agio aveva messo un cuscino a terra e vi aveva deposto sopra il piedino. Mentre la serva si dava da fare meglio che poteva per non sbagliare a dare il colore e perché la patina di smalto fosse il più possibile uniforme sull'unghia, la padrona accese la TV e fece un po' di zapping fra i vari canali.
Per un lungo tempo non degnò della minima attenzione la serva genuflessa sul pavimento. Per lei Flavia era nulla, per Flavia lei era il cielo.
Con soddisfazione avvertì il pennellino che terminava di scivolare dolcemente sull'alluce per raggiungere la seconda e poi la terza unghia e così via, fino a terminare le dita del piede destro e ricominciare a contare dall'alluce del sinistro.
Flavia si stava dimostrando una schiavetta in gamba. Lavorava bene e con cura. Quando anche l'ultima unghia fu coperta dallo smalto rosso fuoco la ragazza fece un passo indietro.
-"Ecco, padrona"- disse -"Ho finito"-
L. abbassò lo sguardo ai propri piedi. Sollevò le nobili estremità per dare un'occhiata al lavoro svolto dalla schiavetta e notò con piacere che Flavia aveva lavorato con sufficiente precisione.
-"Bene. Credevo peggio, sai?"- disse L.
-"Grazie mille. Ce l'ho messa tutta"-
-"Ora ci sono le unghie delle mani"-
-"Si"-
-"Prendi il cuscino lì per terra e mettilo.anzi no, quello lascialo lì ai miei piedi, vanne a prendere un altro paio di là, poi portali qui e mettili di fianco a me, così io ci tengo le mani mentre tu smalti le unghie"-
Flavia obbedì.
Dipingere le unghie delle mani di L. fu un'operazione lunga ma gratificante. Con le braccia rilassate appoggiate sui braccioli della poltrona, le gambe elegantemente stese sul cuscino sul pavimento, il busto eretto ed il viso rivolto alla sua misera persona, a Flavia sembrò di star lavorando sulle unghie di una regina di cavalleresca memoria, di quelle per le quali i paladini sfidavano orchi e draghi.
Anche questa volta, durante tutta l'operazione di smaltatura, L. non gettò mai uno sguardo sulla serva.
-"Ho finito, padrona"-
L. sollevò prima l'una poi l'alta mano e valutò l'operato della ragazza, ancora in ginocchio ai suoi piedi.
-"Allora è vero, preferisci le unghie dei piedi a quelle delle mani. Le altre le hai fatte molto meglio"-
-"Mi.mi spiace"-
-"Bè, per questa volta passi. Comunque prima di vestirmi è necessario che il colore si asciughi ben bene"-
-"Si"-
-"Allora mettiti lì davanti a me, a quattro zampe come quando mi sono truccata"-
Flavia obbedì.
-"Sarai il mio poggiapiedi finché lo smalto non sarà ben asciutto. Dovrebbe farti piacere, in fondo tu adori le mie estremità, non è così?"-
-"Si, è vero. E la ringrazio per avermi considerata degna di essere il suo poggiapiedi"-
L. rise. Distese le gambe appoggiando i talloni sulla nuca della schiava e per una mezz'ora buona proseguì nella visione di un programma in TV. Rimase così fino alle sette. Allora la padrona si alzò ed andò in camera sua a vestirsi seguita dalla schiava, ovviamente, a quattro zampe.
-"Schiavetta, mentre indosso gli abiti per la festa, ti spiacerebbe dare una lucidatina alle mie scarpe? No, vero? Sono quelle lì, le ho lasciate nell'angolo per pulirle io stessa ma tu sei arrivata prima del tempo. Adesso tocca a te lucidarle, perché mi hai fatto perdere un sacco di tempo al trucco"-
-"Si, obbedisco"-
-"E non provarti a baciarle!"- esclamò L. -"E' un onore che dovrai meritare, quello. Lucidale e basta. Lì c'è il lucido e la spazzola. Fa alla svelta"-
-"Si, certo"-
-"Si certo, cosa?"-
-"Si, certo, padrona"-
-"Non ti scordare mai qual è il mio ed il tuo ruolo!"-
Flavia annuì. Si inginocchiò accanto alle scarpe della Dea dalle lunghe unghie e iniziò a spazzolarle, poi passò il lucido.
Erano delle belle décolleté aperte in punta che lasciavano scoperto quasi del tutto il piede ed avevano due laccetti che da calzate passavano attorno alla caviglia e si avvolgevano lungo il polpaccio. Flavia le ripulì con cura dalla polvere e spazzolò anche i lunghi tacchi a spillo e le suole. Provò il desiderio di baciarle ma la padrona la osservò per quasi tutto il tempo, mentre si vestiva. Ed anche senza la presenza di L. alle sue spalle, Flavia non si sarebbe mai azzardata a disobbedire ad un preciso ordine della sua Signora.
-"Hai finito di lucidare le mie scarpe?"- chiese ad un certo punto la padrona di casa.
-"Eccole qua, padrona"- disse Flavia -"Spero di aver fatto un buon lavoro"-
L. si avvicinò.
-"Fammi vedere"- prese le décolleté fra le mani -"Si, vanno abbastanza bene"-
Queste parole fecero molto piacere a Flavia.
-"Bene, voglio ricompensarti dell'aiuto che mi hai dato stasera. In fondo, per essere la prima volta non te la sei cavata affatto male"-
-"Grazie, pad"-
Non la lasciò terminare -"Ma ricorda che già dalla prossima volta ti chiederò di fare cose molto più complicate. Tu per esempio, sai come decorare le unghie?"-
-"No. Non l'ho mai fatto"-
-"Lo supponevo. Devi imparare. Prova da te, nei prossimi giorni. Quando ti chiamerò la prossima volta è probabile che ti ordinerò di farlo per me, e per allora dovrai essere una maestra nell'arte"-
-"Si, padrona"-
-"Comunque, quale premio ti piacerebbe ricevere dalla tua padrona?"-
Flavia arrossì e abbassò lo sguardo ai piedi della Dea dalle unghie lunghe.
-"Vorresti baciarmi i piedi?"- chiese maliziosamente L.
-"Si, Signora"-
-"Mmmm..è un regalo troppo generoso per quello che hai fatto. Tutt'al più posso permetterti di calzarmi le scarpe"-
-"Si, va bene"-
L. restituì le scarpe a Flavia e la serva le mise ai piedi della padrona.
-"Bene, io vado alla festa. Ci vediamo presto.ti chiamerò io"-
Flavia annuì. Era un po' sconsolata perché la serata dalla padrona era già giunta al termine e L. se ne accorse. Così, giunte alla soglia della porta di casa la Dea fermò la schiava e, facendo attenzione che non vi fosse anima viva in giro le disse -"Per questa volta voglio essere buona. Su, inginocchiati e baciami i piedi"-
Gli occhi di Flavia brillarono.
-"Davvero posso?"-
-"Si, ma fai presto. E' tardi"-
Flavia si gettò a terra, strisciò ai piedi della padrona ed iniziò a baciarle i piedi come se si trattasse davvero di una divinità. L. accettò il gesto per un po', poi sollevò una gamba e posò il piede sulla testa di Flavia che, passivamente, si fece calpestare senza fare una piega. Spinse il piede fino a schiacciare la faccia della schiava sul pavimento.
-"Basta!"- esclamò L. -"Non esagerare!"-
-"Scu.si."-
-"Ora devo andare. Tu torna a casa ed impara a fare quello che ti ho detto. Non hai molti giorni per imparare!"-
-"Allora."-
-"Si, ti chiamerò presto. Molto presto"-
Chiuse la porta alle sue spalle, sollevò il piede dalla testa della serva, ne scavalcò il corpo riverso al suolo e si avviò verso la festa. Non si voltò mai indietro a guardare la schiava. Flavia restò qualche altro secondo a terra, poi si alzò e se ne andò via a sua volta.
-"Grazie, padron L."- mormorò.
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20 years ago
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la vita è sesso
Continuo a raccontare i miei ricordi,i miei pensieri,i miei desideri e sopratutto le vicende sessuali che hanno caratterizzato la mia vita finora e mi hanno fatto crescere in tutti i sensi.Ricordare vuol dire analizzare,vuol dire spiegare alcuni comportamenti ed il perchè di alcune voglie sia represse che manifeste.Non ho il coraggio,o forse l'occasione ,di parlarne con qualcuno quindi approfitto del molto tempo che ho di notte per confidarmi ad un'anonima tastiera di computer.Ciò facendo mi sono spiegato,per esempio,perchè mi piace tanto fare sesso:per spirito di emulazione per aver visto sempre,quasi tutti i giorni,mia madre farlo ed essere radiosa e felice..Quando vedo o sento un membro grosso e duro indirizzato verso di me e che mi desidera non capisco più nulla,vado fuori di testa e non vedo l'ora di prenderlo in bocca innanzitutto e poi negli altri buchi preposti a questo così come ho visto sempre fare a mia madre quando si trovava in presenza di cazzi eretti v
ogliosi di prenderla.Tra l'altro essendo io piccola tutti i cazzi che mi passavano davanti agli occhi mi sembravano enormi ed è per questo che sbrodolo se mi girano intorno cazzi fuori misura.Mi piace da morire fare sesso con donne more e dalla fica coperta di fitto pelo nero:mi ricorda quello di mia madre che era una fitta foresta di pelo nero liscio e lungo che mi piaceva vedere quando usciva gocciolante dalla tinozza del bagno.Io non ricordo nessuna fisionomia di chi mi ha penetrato ma ricordo di tutti la forma del cazzo ed il modo in cui mi ha fatto godere.Mio zio Ercole aveva il cazzo grosso e bitorzoluto con una vena che quando si eccitava e stava per sborrare si gonfiava e s'ingrossava come un grosso nervo scuro;mio cugino Leonardo aveva il cazzo a mezzaluna e più s'induriva più si curvava verso la pancia e quando mi prendeva mi faceva un male boia con la capocchia che spingeva contro l'interno della vagina verso la pancia,me la chiudeva come in un anello e m'impediva di goder
e;mio cugino Raffaele aveva un cazzo sottile e lungo con un coglione solo ma molto grosso e più che penetrarmi gli piaceva farmelo ciucciare;Annamaria mia cugina le piaceva introdurmi di tutto in fica e si faceva introdurre ogni cosa avesse una forma fallica;Nunzio e Pietro,i figli dei nostri fittavoli,mi prendevano quasi sempre in coppia e prima di fottermi mi schiaffeggiavano sulle natiche,la cosa mi dava fastidio,perchè gli piaceva vedere le mie chiappe rosso fuoco e mi penetravano ogni volta con rabbia e quasi mi violentavano;Nargi,un mio compagno delle superiori,ogni volta che godeva tremava tutto e diceva;-Sto morendo! Sto morendo!Ah!Ah!Ah! e mi riempiva la bocca del suo succo aspro;Giulia,una mia compagna,godeva quando sentiva il mio clitoride contro il suo;Virginia,un'altra compagna,aveva un clitoride di 3/4 cm. e godeva quando glielo succhiava come fosse un cazzettino;infine Nino,mio fratello più piccolo di due anni,ha un cazzo normale ma molto buono al gusto e caldo ed è be
n disegnato.Lui è tra i pochi coi quali continuo a fare sesso:siamo innamorati e ci complementiamo.Non abbiamo bisogno di parlare:c'intendiamo benissimo solo cogli sguardi.fare sesso con lui è come masturbarmi:non mi sembra di fottere con un'altra persona bensì con una parte distaccata del mio stesso corpo.Fare sesso per noi è la cosa più naturale e normale,è come bere o mangiare insieme nello stesso momento.Quando mi lecca è come se mi carezzassi con una piuma.Quando mi penetra ho lo stesso effetto di quando mi metto un dito nell'orecchio.Ho conosciuto altre ragazze che nell'intimità mi hanno confessato di aver fatto sesso coi fratelli o cugini e persino essere state deflorate dai propri padri solo che a differenza mia non hanno continuato negli anni.Tuttora m'incontro con mio fratello perchè fare sesso con lui è appagante,è completo.è fuori del comune.Quando mi fotte mio marito sento le campane ma quando mi fotte mio fratello sento addirittura un concerto di campane e gli angeli c
he cantano.Oltretutto è molto comodo avere come amante un fratello perchè t'incontri dove e quando vuoi senza destare sospetti.Spero di essere riuscita a spiegarmi,ma con questo non voglio giustificare il mio incesto.Di solito a scuola ho avuto esperienze solo coi miei compagni,ma un anno alle superiori,sono stata l'amante del mio professore di disegno.Il prof. Roca era un uomo distinto,piacente,di mezza età,aveva barba e baffi che sembrava Giuseppe Verdi.Coi suoi modi affabili e protettivi si era fatta metà scolaresca ed è stato per 4 anni il fidanzato di Marano,il primo finocchio che io abbia conosciuto.La sua tattica era,come poi mi è stato confidato anche da alcune altre compagne,appoggiarsi al nostro braccio mentre disegnavamo col cazzo che diventava sempre più duro ogni volta che passava tra i banchi;io ero in terza file ed ogni volta lo sentivo contro il gomito.Sinceramente le prime volte non ci avevo fatto caso anche perchè non lo vedevo come amante,poi la curiosità non mi fe
ce ritrarre più il braccio,anzi a spingerlo di più in fuori in modo da permettergli di appoggiare anche i coglioni.Dopo qualche settimana di questo gioco lui mi ha proposto di darmi in privato lezioni di prospettiva ed infatti dopo qualche giorno mi permise di vedere e prendere il suo cazzo sotto ogni prospettiva possibile.Mi faceva morire quando m'infilava in fica il suo mento barbuto e mi leccava il buco del culo vergine.Il suo cazzo era normale,niente di eccezionale,se non oggetto di gara a chi fosse la preferita tra le compagne.Quando godeva diventava poeta:diceva:-Oh che bello!Che bello!che bello! oh come succhi bene l'uccello! Ecco questo era tutto il suo parto poetico.Quell'anno fui rimandata in filosofia e matematica ma ebbi degli ottimi voti in disegno.Mia madre rimase vedova quando aveva solo 30 anni quindi è stata lasciata quando aveva le sue voglie nel pieno vigore e proprio quando la donna è più matura e più femmina.Perciò io la capisco e non la condanno per aver a
pprofittato della sua libertà.Quando aveva il marito era una donna normale e veniva da lui appagata,ma una volta che papà è venuto a mancare lei,forse per rabbia,si è data alla bella vita ed ha approfittato di ogni momento per godere.E so per certo che ha goduto di ogni cazzo e di ogni fica che le sono passati nelle vicinanze.Io ho imparato,credo,da lei ad essere sfacciata,ad essere libera e libertina,a considerare il cazzo dell'uomo come un semplice giocattolo e a non farmelo mancare mai.Se ho voglia di giocarci non m'interessa di dove sono,nè chi mi possa vedere.Da quando sono sposata cerco di nascondere,ma non più di tanto,le mie relazioni a mio marito solo per rispetto e perchè gli voglio bene.Lui sa che io sono difficile da accontentare e mi permette qualche distrazione,qualche svago basta che non si sappia in giro,e poi a volte anche a lui piace giocare con un bel cazzo che sia grosso e resistente e dopo averci giocato infilarmelo lui stesso.Abbiamo avuto diverse conoscenze in
tal senso con soddisfazione di entrambi ed infatti adesso mi sto lavorando Romolo,il nostro portinaio,su istigazione di mio marito e se la cosa andrà in porto non manherò di raccontarlo al mio diario.Spesso ho visto mia madre in campagna fare sesso usando gli ortaggi,melanzane peperoni cetrioli,con Amalia,la moglie di Giovanni il fittavolo.Si rotolavano sulla paglia o sul fieno dall'odore pungente e si fottevano colle zucchine ed infine godevano stringendosi in un forte abbraccio ed un bacio che toglieva loro il respiro.Spesso Giovanni veniva a casa di sera per parlare di problemi della campagna ed intanto che discutevano si toccavano ed una volta eccitati mi mandavano a letto per ritirarsi anche loro nella camera da letto di mamma.Giovanni era basso,tarchiato e con le gambe storte,portava sempre i soliti pantaloni pieni di toppe e di buchi attraverso i quali spesso faceva capolino la capocchia del cazzo eccitato con una pelle lucida perchè tesa e scura.Quando mia madre si allontana
va o era distratta lui faceva in modo di esibirlo alla mia vista;facendo finta di sistemarlo lo tirava fuori del tutto e dopo averlo soppesato ed ostentato verso di me lo riponeva come se nulla fosse.Questa esibizione è generale per gli uomini perchè si può dire che quasi tutti i cazzi che sono passati per casa nostra hanno fatto defilè davanti al mio musetto come per passare ad un esame.Molti di essi si sono strusciati contro le varie parti del mio corpo e più io crescevo più si strusciavano; si vede che avevano bisogno di caricarsi ulteriormente.Specialmente zio Ercole,il fratello di papà,prima che mi abbia reso donna mi si avvicinava e con la scusa di baciarmi per dimostrare quanto mi volesse bene mi dimostrava quanto mi desiderava strusciandomi contro il suo membro turgido destinato alla felicità di mia madre e spesso spingeva il mio musetto contro il suo inguine come per mettermelo in bocca.Le prime volte mi dava fastidio ma più crescevo e più mi faceva piacere,più mi sgrilletta
vo desiderando giocare con quel bastone o cogli altri enormi e duri che mi desideravano ma erano destinati al solo piacere di mia madre.Quando in campagna mamma giocava con Amalia anch'io mi davo da fare con Nunzio e Pietro,i suoi figli,e gli ciucciavo i pistolini.Non è che ci provavo molto gusto visto che erano salati di piscio ed erano ancora piccolini,ma lo vedevo fare a mia madre e quindi la emulavo.Nunzio e Pietro li ho ciucciati un'infinità di volte anche quando ormai ero signorina e provavo gusto a bere le loro prime sborrate.Andavamo spesso in stalla a fare seghe all'asino che alle prime era ritroso e scalciava ma poi pian piano ha cominciato a prenderci gusto e ci lasciava fare fino a sborrarmi in mano una quantità enorme di sperma.Non glielo ho mai preso in bocca pur avendone tanta voglia.Con loro ho fatto sesso fino a qualche mese prima di sposarmi con Vanni,e se mi capita l'occasione di tornare al paesello senz'altro mi fotteranno volentieri ed io non mi negherò di certo.
Mi hanno penetrata anche loro cogli ortaggi e visto che non ero mai paga una volta mi hanno legata ad una balla di paglia col culo all'aria e le cosce spalancate e volevano,anzi volevamo,che mi fottesse l'asino.Ci ha disturbato purtroppo l'arrivo del loro padre ed abbiamo dovuto rinunciare.Devo parlarne con Vanni perchè mi è rimasta la voglia di provare.Io soffro di elefantiasi:cioè ho la vagina sia larga che profonda tanto ciò vero che quando mio zio Ercole,provvisto di un membro di tutto rispetto ,mi rese donna non fece nessun sforzo per entrare nelle mie viscere e la perdita di sangue fu minima anche se all'inizio sentii un gran bruciore fastidioso ma che non m'impedì di godere.Il suo uccello era di dimensioni notevoli ed infatti mi accusò di non essere vergine e mentiva perchè io sapevo che lo ero.Nella mia micina ho accolto il pistolino di mio fratello che muoveva i primi passi dopo essere stato sverginato da Giulio,l'amante di nostra madre:un bel ragazzo pieno di muscoli ben di
stribuiti intorno ad un bellissimo cazzo.Nino veniva a raccontarmi le sue avventure omosessuali ed intanto veniva a godere dentro di me.Con mio fratello c'è un'intesa mai raggiunta con altri.Noi ci amiamo di un amore diverso:è come se amando l'altro amassimo noi stessi,infatti quando faccio sesso con lui è come se fossi ermafrodita,come se fossi dotata di vulva e pene e fossi in grado di penetrarmi da sola e quindi godere.Fare sesso con lui è come masturbarmi,con lui abbiamo in comune i desideri,i pensieri,le voglie,i problemi e quindi ognuno di noi è come se fosse l'altro.Con mio fratello fare sesso è un gioco sublime,surreale,mentre ti sta penetrando senti come un fantasma che ti viola:ho le stesse vibrazioni,sensazioni,tremolii di quando mi soddisfo da sola.Ciò che più mi piace è la preparazione.Tutti e due aborriamo qualsiasi forma di violenza,ci prendiamo con dolcezza,con lievi toccamenti,l'unica violenza la sento all'interno della vagina con la sua sborra sotto pressione.Se il
suo cazzo è libero fa raggiungere allo sperma la distanza di 3-4 metri:dal letto ha provato ad imbrattare lo specchio dell'armadio o il soffitto o i capelli e comunque sbrodolo come una fontana quando sento i suoi schizzi violenti contro l'utero o contro le pareti interne della fica.L'altra particolarità è il turpiloquio che adopero solo con lui e forse per questo più eccitante.In società siamo molto educati e non sopportiamo le parolacce ma quando siamo insieme ci lasciamo andare alle espressioni più volgari,tanto che un carrettiere rispetto a noi sembra un educando.E mentre mi apostrofa con epiteti che mi rifiuto di scrivere mi spalanca le cosce e si tuffa col viso come per penetrarmi con la faccia e qui inizia a leccarmi con tanta foga da strapparmi quasi i peli e con l'intento di leccarmi l'ombelico ma dall'interno.Noi facciamo sesso da sempre e lo faremo sempre.Adesso poi che abitiamo sullo stesso pianerottolo lo facciamo appena i nostri partners ce ne danno l'occasione.Mio mari
to mi permette tutte le libertà che voglio e non è geloso a patto che io gli dica con chi vado a lettoe possibilmente vuole partecipare anche lui perchè gli piace da matti vedere quando vengo penetrata,però la relazione continua che ho con mio fratello e quella che saltuariamente ho con Lucio,suo fratello,non posso confessargliela perchè potrebbe aversene a male.Io non posso avere figli,e forse questa mancanza di affetto filiale,il fatto che non possa essere riempita di baci e carezze innocenti mi fa desiderare di essere riempita di sborra bollente che mi abbraccia dall'interno.La prendo in fica,nel culo e sopratutto mi piace ingoiarla quando mi vengono in bocca.dove peraltro preferisco essere chiavata.E' per me un segno di vittoria far indurire un bel cazzo e trascinarmelo dietro come un cagnolino che sbava fino a che non lo riduco uno straccetto :mi dà un senso di potere fare e disfare a mio piacimento.Per me l'uomo è un ammasso di muscoli ed ossa intorno ad un cazzo nella cui ca
pocchia è riposto il cervello,l'intelletto dell'uomo.Per carità,io non lo disprezzo,anzi,però son sicura che è più forte un pelo della mia fica che tutto il suo raziocinio.Basta fargli vedere un po' di pelle nuda o un pelo che fuoriesce dal tanga che l'uomo si riduce come un verme che sbava dalla voglia di svuotare i coglioni e per farlo non bada a spese nè a modi.A me piace molto far vedere le mie forme,a mettermi in mostra dove c'è della gente che non conosco e che mai più vedrò.Vanni sa di queste mie manie di esibizione e molte volte le asseconda.Tengo a precisare che io non mi depilo l'inguine ed indosso quasi sempre dei tanga sottili e trasparenti e la mia libidine raggiunge il massimo quando vado a comprare le scarpe e me le provo davanti ad un bel giovane compunto fino a che non vede i peli della mia bernarda che straripano dalle mutande per nulla nascosta da una misera mini.O quando nei magazzini c'è gente che aspetta fuori degli spogliatoi ed io inavvertitamente apro la ten
da mentre sono nuda e magari colla bernarda ben in vista.Poi mi piace da morire legarmi in vita un cazzo finto che mi serve per inculare sia Vanni che mio fratello.Forse è la sindrome del cazzo,forse è per penetrare quelli che penetrano il mio corpo per prenderne piacere o per vendicare mia madre che veniva continuamente penetrata dai cazzi che vedevo girare per casa.beh,tante cose non riesco a spiegarmele.Mi ci vuole un psichiatra,ma poi che farne?visto che con le mie manie ci sono cresciuta e convivo bene?Anzi,qualcuno mi spieghi perchè mi piace fare sesso nei posti più impensati e dove è più alto il rischio di esere scoperti:l'ho fatto sul vaporetto che da Jesolo ci portava a Venezia;l'ho fatto dietro una guglia sul Duomo di Milano mentre c'erano tanti turisti;l'ho fatto sulla corriera con tre uomini mentre c'era una ressa che impediva ogni movimento;l'ho fatto in piedi al cinema mentre proiettavano un film storico che di eccitante non aveva nulla;l'ho fatto in una sala buia degli
Uffizi di Firenze mentre una coppia di anziani giapponesi ci guardava e sorrideva;l'ho fatto con 18 compagni di scuola negli scavi di Pompei dove eravamo andati in gita ed in pieno giorno;l'ho fatto con almeno una trentina di uomini che facevano parte con me di una compagnia teatrale dilettante ed andavamo tutte le sere in un vecchio cinema a fare le prove mentre io le prove le facevo con uno dopo l'altro nello sgabuzzino delle scope;una volta l'ho fatto su un ciliegio con Nunzio col rischio di romperci l'osso del collo.Ho provato a fare dei pompini a 150 all'ora a dei ragazzi che me lo proponevano mentre guidavano.Sono innumerevoli le situazioni di pericolo e più sono pericolose più intensa è la goduta.E' Vanni,mio marito,che ha scatenato ancora di più se possibile la voglia di godere della troia che è in me.Lui mi aveva confessato di essere bisex:gli è sempre piaciuto giocare coi maschi e con le femmine allo stesso modo,gli è indifferente se penetra o viene penetrato,un bastone dr
itto od una fica aperta per lui sono sexy allo stesso modo.Ma ciò che lo eccita al massimo è quando con la bocca fa indurire un bel cazzo e lo introduce lui stesso nelle viscere della sua donna fino a farlo sborrare e berne lo sperma che cola dalla fessura.A lui non interessa se io adopero altri cazzi per godere basta che non ne sia innamorata,perchè,dice,il sentimento è una cosa il giocare è un'altra,basta che ne sia informato.Io gli ho sempre detto con che faccio o vorrei fare sesso,beh,eccetto qualche caso.All'inizio della nostra relazione abbiamo visionato una cassetta porno ed abbiamo espresso il desiderio di far partecipare qualcun altro e siccome ci siamo arrapati da morire abbiamo arguito che ci sarebbe piaciuto senza problemi se non quello di scegliere il cazzo che ci avrebbe frugato le viscere.Noi andavamo spesso in riva al Ticino a fare nudismo e facevamo sesso mentre tra le piante c'erano dei guardoni che sapevamo si masturbavano.Allora una volta ci siamo andati col preci
so scopo di conoscere qualcuno che avrebbe poi partecipato ai nostri giochi.Siamo andati una domenica presto ed abbiamo scelto un posto dove eravamo tranquilli e nello stesso tempo tenevamo d'occhio un pezzo di spiaggia.Ci siamo messi nudi secondo il solito ed abbiamo atteso che qualcuno arrivasse.Avevamo visto in precedenza che ci andavano altre coppie per giocare con altri ma a noi nessuno mai aveva proposto alcunchè.Dopo una mezzoretta è venuto a sedersi a tre metri dai nostri piedi un giovinastro che si è seduto dando le spalle al fiume e spiando continuamente le nostre nudità.Era a torso nudo e continuava a massaggiare la patta dei blue-jeans che evidenziava un gonfiore che faceva presumere di possedere un cazzo più grosso del normale.Io cominciai a muovermi allargando le cosce in modo da fargli vedere i petali aperti della mia rosellina già madida di umori luccicanti,mi mettevo a pancia sotto per mettere in mostra il mio bel culo accogliente a mandolino che chiunque pagherebbe
per infilarlo e lui niente,continuava a massaggiarsi guardandomi.Vanni si è eccitato ed ha cominciato a toccarmi mentre lo guardava fisso,mi ha preso a smorzacandela aprendomi le chiappe mentre io gemevo che volevo che qualcuno mi prendesse in una doppia penetrazione e l'altro neanche per il cazzo:continuava a massaggiare il turgore della patta sempre guardandoci.Sono venuta due volte per la voglia che avevo di tirarglielo fuori e spompinarlo,macchè,lui nulla,ammirava le nostre effusioni e non accusava nessun segno di vita.Vanni ha pensato che fosse gay,allora si è alzato e col cazzo ritto verso di lui ha indietreggiato fin dietro delle piante e da lì gli ha fatto segno di seguirlo:lui guardava ma non dava segni di vita,almeno avesse rifiutato sarebbe già stato qualcosa.Dopo un po' Vanni ha avuto da fare ed è rimasto assente per un po'.Io avevo una voglia spasmodica di fotterlo,avevo voglia di prenderglielo in bocca,ero tutta bagnata e vogliosa allora mi sono decisa a strusciare col
culo per terra e coprire la poca distanza che ci separava.Gli ho chiesto se gli faceva piacere prendere una donna sotto gli occhi del marito e lui ha detto che gli piacerebbe sommamente però la timidezza lo paralizzava.Allora l'ho steso per terra e gli ho cavato i pantaloni e gli slip mentre gli mettevo la fica a due centimetri dal naso.Oh miracolo,che dolce visione:aveva un cazzo che era un monumento di quelli che piacciono a Vanni.O celestiale visione.Appena ho avvicinato la bocca per prenderlo e non avevo dato ancora che un paio di passaggi con la lingua che quasi mi soffoca di sperma cremoso ed abbondante.Glielo ho ripulito mentre gli stringevo le palle e lui per ringraziarmi ha mantenuto la sua erezione in mio onore e così ho potuto giocare un po'.Che bel cazzo che aveva,ben modellato e di una grossezza piavevole e soddisfacente.Ci siamo leccati per un bel po' fino a che non mi son messa in ginocchio per prenderlo alla pecorina,posizione che preferisco perchè lo prendo tutto fi
no alla radice e poi mi eccita il rumore dei coglioni che sbattono sulle chiappe.Mentre così chiavavamo chi ti vedo difronte a me ?Vanni che veniva inculato da un uomo che mi ha raccontato poi aveva incontrato per caso.Cos'era successo?Quando Vanni era andato dietro le piante per trascinarsi Efisio,il ragazzo timido che credevamo gay,aveva visto il luccichio di quella che credeva una macchina fotografica,allora ha allargato il giro e non visto è arrivato alle spalle del tizio che,guardando con un binocolo le nostre effusioni si masturbava.Pian piano si è steso a terra ed ha cominciato a masturbarsi anche lui gemendo cogli occhi chiusi sempre più forte per farsi sentire,ed infatti era sato notato.Il tizio si è avvicinato e sempre menandosi il cazzo si è fatto notare offrendogli l'arnese in tiro.Vanni ha fatto finta di notarlo solo allora e gli ha preso in bocca il cazzo che dopo un paio di succhiate è venuto.Sono rimasti a parlare un po' e Vanni gli ha proposto di venire a chiavarmi s
e voleva e naturalmente lui ha accettato anche perchè aveva visto i nostri giochi e quanto ero eccitata.Vanni invece di prenderlo per mano lo ha preso per il cazzo ed in quel modo procedevano fino a che non più protetti dalle piante non hanno visto che io stavo ciucciando il cazzo del giovanotto.Si sono fermati ad osservare ciò che succedeva e visti i nostri giochi si sono eccitati.Allora anche loro si sono messi a giocare ed infine Vanni in ginocchio prendeva nel culo il cazzo di Emilio,così ci ha detto di chiamarsi il guardone,mentre io venivo fottuta da Efisio e quando ci siamo visti siamo venuti quasi contemporaneamete tutti e quattro.Dopo si sono avvicinati ed abbiamo formato un bel gruppetto che per tutto il giorno abbiamo fatto tanti di quei fuochi d'artificio sopratutto per merito di Efisio che era di una resistenza fuori dal comune.E' stata quella la prima volta di una lunga serie in cui abbiamo fatto sesso con terze persone che poi non abbiamo incontrato per una seconda .Ab
biamo fatto anche lo scambio di coppia che racconterò in un'altra occasione perchè adesso sono stanca ed ho voglia di stare un po' vicino a Vanni che ora dorme e magari sogna dei bei cazzi che lo fanno godere.Ultimamente mi sta parlando spesso di Romolo,il nostro portinaio che pare abbia un cazzo fuori serie.Solo che in questo caso dovrei prenderlo come amante e praticamente incontrarmi spesso con lui,almeno a quanto mi sta suggerendo Vanni,perchè,dice,è bello non avere legami ma non si può sempre essere alla ricerca di nuovi cazzi quando si ha la possibilità di conoscere qualcuno che ci possa soddisfare entrambi.Veramente io sono attratta molto di più da Veronica,sua moglie, che è una brunetta tutto pepe e presumo,dalla capigliatura,che dovrebbe avere una foresta di pelo nero che le contorna la fica che deve essere uno spettacolo.Ogni tanto,quando ho avuto occasione di parlarle,mi sono ritrovata ad immaginarla nuda e leccarle il pelo che mi entra tra i denti.Se saranno rose fioriran
no e non mancherò di parteciparne il mio diario.Adesso saluto la compagnia e vado a dormire,ciao.
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20 years ago
admin, 75
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I camerieri
Avevo 28 anni quando per una serie di coincidenze andai a fare il cameriere in un hotel di Cesenatico. Avevo allora già avuto tre o quattro storie con ragazze che mi avevano lasciato, una in particolare mi aveva sbattuto in faccia il fatto che l'avevo piccolo e mi tirava poco.
Nell'Hotel lavoravano 8 persone 4 uomini e 4 donne. Si dormiva in un fabbricato adiacente con camere per due. Prima di iniziare il lavoro serale, si tiravano quattro calci in un campetto attiguo, poi si faceva la doccia in un locale unico con getti che venivano da un tubo in alto. Dopo qualche tempo un cameriere di circa 35 anni, dotatissimo e un suo collega di almeno 50, si erano messi a fare gli stupidi sul mio cazzo piccolo. Il più giovane si masturbava sotto la doccia facendoselo venire grossissimo e il suo collega vecchio non era da meno. Il gioco si faceva sempre più pesante, mi venivano vicino con il cazzo duro e me lo sbattevano contro ghignando. Alla sera si andava in giro a vedere le fighe, poi si rientrava in camera. Una volta finii in camera con loro a vedere dei giornali porno, il giovane come sempre si masturbava e il vecchio mi incitava a succhiarglielo. Così finii che glielo presi in bocca e iniziai a spompinarlo, l'altro mi mise le mani dentro ai pantaloni, sul culo.
In un attimo mi trovai nudo e il gioco cominciò duramente, il collega giovane mi inculò freneticamente poi mi finì il più vecchio. E' una grossa balla la storia che ti fa male, se ti sei masturbato nel culo con degli zucchini fin da giovane, c'è l'hai gia rotto e godi come un maiale. I fallimenti con le fighe trovarono la loro logica conclusione, mi feci inculare da quei due per tutto il periodo di quel lavoro estivo. Una sera andammo in un boschetto vicino alla spiaggia frequentato da gay. I miei due amici mi fecero avere un rapporto con un marocchino, credo che mi scopò per almeno un ora con un eccitazione a noi impossibile, anche dopo avere sborrato più di una volta.
Un'altra sera mentre ci facevamo, fecero entrare una cameriera di 40 anni che lavorava li, si eccitò subito moltissimo aprendosi il vestito e masturbandosi freneticamente, poi il cameriere dotato la prese e la scopò facendola venire in continuazione. Misero lei e me alla pecorina di fronte e mentre l'altro cameriere mi inculava lei iniziò a darmi la lingua in bocca dandomi del frocio, poi mi prese in bocca il cazzo moscio facendomi fare la più guduruiosa sborrata della mia vita.. Adesso sono sposato, mia moglie tre volte alla settimana dice di uscire con le sue amiche e non rientra mai prima delle tre.....nessuno sa dei miei vizi.
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20 years ago
admin, 75
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scommessa
Diciamo che mi chiamo Anna e che mio marito si chiami Vanni.Siamo sposati da diversi anni,non sto qui a contarli,anche perchè non è importante.Sessualmente siamo sempre stati liberi di avere le nostre frequentazioni basta che non ci fossero state conseguenze,come figli indesiderati o coltellate dagli altri partners.
Tutto era cominciato con una scommessa.Lui sosteneva che se la donna fosse stata sempre sotto controllo non avrebbe avuto modo di essere infedele,mentre io ho sempre sostenuto che anche se l'uomo resta avvinghiato perennemente alla donna questa trova sempre il modo di farlo fesso.A quell'epoca facevamo campeggio e giravamo l'Italia con la tenda nel mese di agosto.Io lo sfidai a controllarmi continuamente perchè quell'estate avevo deciso di farlo cornuto sotto i suoi stessi occhi.Piantammo la tenda sotto alcune piante ai margini di un campeggio sul lago di Garda dove eravamo stati altre volte gli anni precedenti e dove l'anno prima avevo notato un inserviente che mi faceva gli occhi dolci e lo ricordavo sopratutto perchè aveva la patta dei pantaloni ben rigonfia e faceva sempre in modo che io lo notassi.L'anno prima mi ero avvicinata un po' di più a questo ragazzo forse perchè con l'avanzare dell'età si è un po' più sensibili verso chi ci desidera.Avevo notato che si faceva trovare
spesso nel locale delle docce ogni volta che io mi ci recavo dopo essermi bagnata e m'incontrava spesso mentre entravo od uscivo nel locale ed eravamo obbligati a strusciarci perchè la porta era abbastanza stretta.Le prime volte non ci feci caso ma quando notai che succedeva quasi tutti i giorni stetti più attenta e se non lo vedevo in giro non andavo a fare la doccia finchè non lo vedessi.Più di una volta avevo toccato con una mano indifferente e ciondolona il gonfiore dei pantaloni e qualche altra mi ero girata ed avevo sentito sulle natiche quanto fosse duro il desiderio nei miei confronti. Più di una volta ci siamo guardati negli occhi e ci siamo scambiato un mezzo sorriso timido fino a quando l'ultimo giorno ci siamo baciati mentre io gli palpavo il cazzo che mi sembrava grosso mica male e lui è riuscito ad infilarmi un dito in fica.Ed è finita lì perchè quel giorno sono partita per andare al mare.Dunque è da lì che pensavo di riprendere il discorso interrotto,anzi forse mai nea
nche iniziato.Ed è proprio pensando a lui che accettai la scommessa con Vanni,convinta che il ragazzo,Ettore il suo nome,sarebbe stato abbastanza all'altezza della situazione ed avrebbe capito le mie intenzioni anche senza che le esprimessi.Mio marito mi stava letteralmente addosso e con me faceva all'amore a più non posso convinto com'era che una donna appagata può essere soddisfatta e raggiungere la serenità solo dopo aver fatto sesso,mentre non si rende conto,come molti uomini tuttavia,che più la donna fa sesso più ne vuol fare,almeno nel mio caso è così.Una volta,al Liceo,durante una gita agli scavi di Pompei ho avuto 18 orgasmi uno dopo l'altro perchè sono stata presa dai miei 18 compagni maschi ed alla fine ero io ad implorarli di continuare perchè non ero ancora soddisfatta e mentre li pregavo mi sditalinavo raggiungendo un ulteriore orgasmo.Mio marito è un orfano di guerra ed in questa qualità una volta,il 4 novembre,venne invitato a mangiare e visitare la caserma dei milita
ri della sua città.Mi portò con lui.La sera mentre eravamo a letto mi chiese che regalo avrei voluto per il prossimo anniversario di matrimonio io gli dissi tra il faceto ed il serio che avrei voluto essere presa da un reggimento di soldati.Ne abbiamo riso ma lui non lo sa che io parlavo sul serio e se me lo avesse permesso io sarei entrata di notte in caserma per passarli tutti in rivista.Lui ancora adesso non sa quali sono i miei sogni,i miei fantasmi,conosce poco il mio passato.Lui non sa che da ragazza facevo parte di una compagnia teatrale composta da 42 elementi di cui ,mi pare,30 erano maschi e che io ho conosciuto in senso biblico tutti uno dopo l'altro,lui non sa che il figlio del nostro fittavolo una volta mi ha legata ad una balla di paglia e stava per farmi fottere da un asino che lui aveva eccitato e che io non vedevo l'ora di sentire in corpo,e per colpa di suo padre che giunse nel momento sbagliato io sono rimasta con la voglia di provare tale sensazione.Lui crede di e
ssere stato uno dei primi per il solo fatto che mi ha trovata vergine di culo.E' vero,ma solo perchè nessuno me lo aveva chiesto in modo insistente.E sbagliavo,perchè da quando ho provato godo più ad essere sodomizzata che chiavata.Vanni è sempre con me,in acqua ,fuori,per negozi in città,mi accompagna davanti alla porta del cesso o della doccia e dopo aver allungato il collo per accertarsi che non c'è nessuno si pone da parte,risponde sempre lui al telefono e non riceve nessuno nella tenda.Io faccio finta che ho dimenticato la scommessa mentre è in cima ai miei pensieri e mi comporto come una donna che non vuole frequentare nessuno mentre mi animo,logicamente a sua insaputa,quando nei miei dintorni gironzola Ettore.Sopratutto quando Ettore è alle mie spalle e difronte a me c'è Vanni io faccio finta di aggiustarmi il costume e tiro da parte la sottile stoffa che dovrebbe difendere la nostra onorabilità e metto in mostra il buco del culo come per dirgli che non aspetto altro che lui
vi entri.Ho provato anche a fare col dito il gesto di fottere in modo che il messaggio sia più che chiaro e non lasci dubbi circa le mie intenzioni.Un giorno Vanni era sull'uscio della tenda e leggeva qualcosa quando ho visto Ettore armeggiare nella zona,allora io ho alzato l'orlo inferiore della tenda come per fare entrare più aria tutto intorno e l'ho chiamato ad alta voce così che anche Vanni sentisse ciò che dicevo:- Scusi,lei,mi farebbe un favore? Vede quel lampione sotto quella pianta non potrebbe spegnerlo di sera perchè siccome con mio marito andiamo a letto presto e siccome io dormo da questo lato della tenda ho il suo chiarore proprio negli occhi e m'impedisce di prender sonno. Intanto che gli parlavo facevo un sorrisetto come di sottinteso e gli ho schiacciato un paio di volte l'occhio.Lui ha accondisceso anche se mio marito si è offerto di cambiare posto col mio ma io,logicamente,ho detto di no perchè ormai ero abituata a dormire da quel lato.Siamo stati un po' a chiacc
hierare sullo stato del lago,sui campeggiatori,sugli strimpellatori che non mancano mai nei campeggi giusto per rompere i coglioni a chi cerca pace,sul caldo che a volte ci faceva boccheggiare,sul fatto che anche a sollevare il lembo inferiore della tenda era molto afoso lo stesso.Praticamente ho dato tutte le indicazioni utili per sapere come comportarsi.Quella sera non è successo nulla ed ho atteso invano ed ho avuto una notte insonne perchè ero molto eccitata.Ora la scommessa con Vanni recitava che io avrei dovuto farlo cornuto sotto i suoi stessi occhi e non approfittare di quando dormisse e nè coll'aiuto di bigliettini.Sarebbe stato fin troppo facile altrimenti.Il giorno dopo Ettore mi ha fatto capire che quella sera sarebbe venuto a farmi visita.Ho trascorso un pomeriggio sempre eccitata e neanche dei lunghi bagni sono riusciti a spegnere l'ardore della mia patatina.La sera ho stuzzicato Vanni che ha fatto sesso con me pur non spegnendo i miei ardori.Dopo che ha goduto,come al
solito si è messo disteso a pancia all'aria ed è stato allora che ho intuito che fuori ci fosse qualcuno;allora ho preso in bocca il membro di mio marito e benchè molle ho cominciato a ciucciarlo facendo rumore di risucchio in modo che coprisse eventuali altri rumori estranei ed intanto che ciucciavo ho messo fuori la tenda,facendole passare sotto l'orlo del telo,le gambe seguite dal culo ed infine anche la schiena ,lasciando nell'interno solo la testa con la bocca che armeggiava col cazzo molle di Vanni.Tutto il mio corpo era nudo perchè due minuti prima avevo fatto sesso ed avevo la vagina ancora umida dello sperma di mio marito in modo che quando ho sentito entrare nelle mie viscere un arnese che è almeno il doppio sia in lunghezza che in grossezza di quello di Vanni per poco non mi è sfuggito un rantolo di piacere che ho nascosto col rumore della bocca che pompava il cazzo di famiglia sempre moscio .Ettore me lo ha fatto sentire fino alle ovaie e mi ha fatto godere come una font
ana,poi mi ha stretto il seno con le due mani ed intanto mi ha sodomizzata con mio grande piacere.Ed è quì che mi ha inondato col suo liquido denso e cremoso il culo ed è qui che ho goduto un'altra volta ed è qui che ho dato un paio di pompate più forte del solito e Vanni ha reclamato.Ettore , sentito che mio marito era sveglio, si è allontanato mentre io ho continuato a pompare senza più titegno fino a farlo venire ancora,a fatica ma è venuto tanto sono diventata brava in quel momento.Vanni mi ha chiesto come mai ero così eccitata allora io gli ho detto che ero appena stata posseduta da Ettore sia davanti che dietro,lui ne ha riso dicendo che era impossibile ,allora io gli ho mostrato il corpo oltre la tenda e gli ho fatto toccare con mano lo sperma che mi usciva dal culo.Ha dovuto ammettere che ero stata brava e la mia vittoria non l'ha considerata una sconfitta,anzi mi ha regalato il braccialetto che porto al polso.Abbiamo fatto in seguito altre scommesse e le ho sempre vinte e mo
lte volte mi viene il dubbio che lui faccia di tutto per farmele vincere visto il modo da sempliciotto che ha sempre adottato e specie nel caso che vi racconterò prossimamente.Baci.
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20 years ago
admin, 75
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Giorgia e Paolo
Avevo conosciuto Giorgia e Paolo rispondendo, così, tanto per fare, a un annuncio su una bacheca nella quale ero casualmente incappato nel corso di un vano e notturno peregrinare in internet. Non che andassi cercando qualcosa; anzi, sono piuttosto scettico e diffidente su quello che possiamo trovare in quelle inserzioni: secondo me generalmente nascondono delle/dei professionisti del sesso, oppure gente con qualche problema di relazione sociale. Ma non escludo che si tratti solo di un pigro e infondato pregiudizio. In ogni caso fin dalla prima lettura quell'annuncio saltò a pié pari qualsiasi mia possibile prevenzione e mi colpì per la sua semplicità: mi suggerì subito che dietro ci fossero due persone decisamente interessanti. Non si discostava particolarmente dal consueto cliché tipico dell'annuncio di una coppia, uguale a mille altri; si limitavano a qualificarsi come coniugi 48-44 anni che cercavano un singolo come "spettatore e partecipe solo se richiesto". Seguiva l'immancabile
corollario di aggettivi: educato, pulito, discreto, ecc. Eppure c'era qualcosa di diverso che lo distingueva dalla massa delle mille promesse e proposte di sfrenata lussuria: nella scelta delle parole, nel modo di proporsi, nella richiesta. Si capiva, non saprei adesso dire in quale modo, che stavolta non si trattava, come quasi sempre accade, di un uomo che stava trascinando la sua donna recalcitrante nella realizzazione di una propria fantasia erotica. Piuttosto sembrava lei il motore della coppia: era lei, che nell'annuncio parlava anche a nome del marito. Risposi d'impulso per propormi con un'onesta dichiarazione descrittiva; spensi il computer, me ne andai a dormire come se quell'operazione avesse inferto il colpo finale alla mia insonnia.
Non mi aspettavo affatto di ricevere una risposta, in fondo non avevo nemmeno inviato una foto (non ne avevo, altrimenti non avrei avuto problemi) come loro chiedevano (elemento preferenziale). Soprattutto non mi aspettavo di ricevere una risposta così immediata, dopo meno di ventiquattro ore. Mi domandai perché avessero optato proprio per me, come prima scelta, tra le chissà quante risposte pervenute, corredate di foto con grossi cazzi frementi e masturbanti in loro onore. Forse perché si sentivano più a loro agio con la mia maturità di 50enne, forse perché la mia città distava soltanto 100 km. dalla loro, oppure (mi piaceva pensare) perché le parole che avevo usato erano più in sintonia con il tono del loro annuncio. Chissà. Fatto sta che mi sorpresero facendomi trovare una loro e-mail nella mia casella di posta elettronica, con tanto di numero cellulare, e l'indicazione di una fascia oraria durante la quale chiamare (tra le dieci e mezza e le undici), anche quella sera stessa.
Non aspettai la sera seguente: alle 22.30 in punto composi il numero indicato, con un'emozione che non provavo da secoli: finalmente intravedevo la prospettiva di realizzare un'esperienza che era sempre stata una delle mie fantasie. Era autentico batticuore quello che provavo mentre sentivo squillare il loro telefono.
- Pronto? -
La sorpresa mi lasciò un attimo senza parole. Aspettavo una voce maschile, invece mi giungeva alle orecchie una voce femminile esile ma decisa:
- Pronto! -
- Ciao. Sono Vanni. Hai una voce bellissima. -
Del seguito della telefonata non ricordo molto. Soltanto che non fu banale, che mi chiese di descrivermi anche sommariamente, che parlava un italiano colto senza inflessioni di alcun tipo. A differenza di me non sembrava affatto impacciata; non fece mai cenno a suo marito, se non come uno dei membri della coppia. Confermò che a loro piaceva soprattutto esibirsi in presenza di qualcuno che si eccitasse allo spettacolo che offrivano; solo in caso di eccezionale sintonia avrebbero potuto richiedere una mia eventuale partecipazione. Ero disposto a stare entro questi limiti? Ero disposto. Aveva già previsto il passo successivo: ci saremmo incontrati in un'enoteca di una cittadina che si trovava esattamente a metà strada tra le nostre.
Impaziente com'ero arrivai all'appuntamento quasi venti minuti prima. Il locale, piuttosto ampio ed elegante, non era molto affollato; in fondo era solo la sera di un qualsiasi giorno infasettimanale. Mi sedetti ad un tavolo e ordinai un caffé che mi aiutasse a ingannare l'attesa. Tenevo d'occhio la porta, spalancata sulla notte tiepida, e intanto attraverso la vetrata osservavo i passanti, cercando di indovinare la coppia che si sarebbe infilata dentro per me. Mi sentivo divorato dalla curiosità: ero stato così distratto da non avere fatto nessuna domanda sul loro aspetto fisico. Fui assalito dal timore che risultassero di una bruttezza desolante; cominciai a cercare affannosamente quali parole avrebbero potuto risultare adeguate a consentirmi uno sganciamento che non risultasse offensivo. Nemmeno per un momento sospettai che il tutto potesse rivelarsi una burla. Nonostante tutte le mie attenzioni, il loro ingresso, con qualche legittimo minuto di ritardo, mi colse di sorpresa. Li n
otai che erano già entrati e si stavano guardando intorno. Mi avevano individuato, aspettavano un gesto di conferma da parte mia. Mi alzai, lanciai un sorriso verso di loro che, altrettanto sorridenti si diressero con passo deciso verso il mio tavolo.
Giorgia si rivelò una piccola brunetta veramente deliziosa: capelli a caschetto, occhi verdi e maliziosi, sorriso seducente. Paolo era sul metro e settantacinque, fisico atletico, biondo un po' stempiato, più giovanile dei suoi quarantaquattro anni, aveva l'aria impacciata di un ragazzone timido. Giorgia si sedette vicino a me, accavallò le gambe facendo uscire dalla gonna azzurra delle cosce tornite e abbronzate. Fu subito brava, con l'aiuto di alcuni bicchieri di vino bianco, a sciogliere ogni imbarazzo tra noi: cominciò a parlare come se il nostro fosse un normale incontro senza alcun altro scopo sottinteso. Davanti a Paolo, seduto vicino a lei e di fronte a me, quasi sempre silenzioso, parlò di loro e del loro rapporto di coppia sposata da venti anni e con un figlio di quindici. Esaltava la loro perfetta armonia, che li portava a condividere tutto senza segreti e ipocrisie. Da parte mia, mi sentii in obbligo di rivelare qualcosa di me: del mio matrimonio naufragato e della mia nu
ova compagna, che adesso ignorava che fossi lì e soprattutto perché. Mi congratulai per la saldezza del loro legame, confessai di invidiarli un po': io non sono mai riuscito, e tuttora non riesco, nonostante la maturità (almeno anagrafica) a guarire da un'insopprimibile tendenza all'infedeltà. Ammisi di avere sempre sentito una passione (del tutto innocua e non patologica, per carità) verso il voyerismo e l'autoerotismo, che praticavo da sempre con piacere. Anche durante quei brevi e felici periodi della mia gioventù in cui ero pieno di donne.
Insomma, ci piacemmo. Le vere motivazioni per le quali c'eravamo incontrati restavano sullo sfondo e rendevano eccitante la serata che, di per sé sarebbe stata comunque piacevole, specialmente dopo che anche Paolo dimostrò di avere completamente superato l'iniziale imbarazzo. Giorgia (era chiaramente lei che conduceva la danza con noi) propose di lasciare, per quella sera, le cose a quel punto. Suggerì che avremmo potuto rivederci il sabato successivo per passare una giornata al mare insieme. Paolo mi rivelò che loro conoscevano un luogo selvaggio e ignoto ai più, raggiungibile solo camminando per una mezz'ora per un sentiero nella macchia. Là avremmo trovato pace, silenzio, solitudine, macchia mediterranea, rumore di onde. Loro ci andavano sempre quando potevano, perché lì era possibile praticare il nudismo senza essere disturbati da guardoni e carabinieri. Quando ci salutammo, sul marciapiede di fronte al bar, con un confidenziale bacio sulle guance, c'era tra noi una palpabile atm
osfera di eccitante complicità. Sentivo che un'ulteriore più accentuato contatto fisico avrebbe potuto procurarmi un'erezione; indovinavo che anche per Paolo sarebbe stato la stessa cosa, mentre i verdi occhi di Giorgia, oltremodo luccicanti, mi facevano sospettare una fighetta bagnata. Era logico immaginare che una volta a casa si sarebbero gettati sul letto e avrebbero fatto l'amore fantasticando sul seguito dell'avventura che si accingevano a principiare.
E io? Boh! Non mi è mai piaciuto andare a puttane.
La mattinata del sabato si presentò subito, al primo sguardo dalla mia persiana appena aperta, come una mattinata limpida e serena. L'aria era fresca, ma era facile indovinare che si sarebbe scaldata con l'avanzare delle ore.
Parcheggiai nel piazzale sterrato indicatomi da Paolo con molta precisione; fu invece molto più difficile trovare l'imboccatura del sentiero che dal piazzale si dipartiva dentro la macchia. Per vederlo bisognava spostare una grossa fronda di oleandro: ci si poteva arrivare solo conoscendone l'esistenza, oppure per un caso del tutto fortuito.
Quando arrivai sulla spiaggia, dopo quella che mi sembrò un'interminabile camminata in mezzo alla macchia ombrosa, Giorgia e Paolo erano già arrivati, probabilmente da tempo. In riva al mare il sole era più caldo, ma era temperato da una lieve brezza che infondeva benessere: era decisamente una splendida mattinata di inizio giugno. Li scorsi da lontano, sdraiati su degli ampi teli di spugna colorati, completamente nudi a prendere il sole. Avvicinandomi fui subito colpito dal candore della pelle di Giorgia, sul quale spiccava un vello nerissimo e foltissimo che si arrampicava in alto sul ventre piatto. Il corpo minuto, con i seni piccoli e appuntiti, sembrava quello di una ragazzina, solo un po' addolcito da qualche appropriata curva che testimoniava una splendida maturità. Paolo aveva un fisico asciutto, poco peloso. Il suo membro risultava più piccolo di quello che ci si poteva aspettare, data la corporatura. Quando mi videro arrivare si alzarono per salutarmi, ci stringemmo la mano
Rimasi un po' stupito nel constatare che, quando strinsi la mano a Paolo, il suo membro ebbe alcune pulsazioni, quasi come se stesse per avere un'erezione. Stesi il mio telo vicino a quello di Giorgia, loro tornarono a sdraiarsi. Mi spogliai completamente per scaldarmi anch'io a quel magnifico sole di prima estate. L'atmosfera era così tranquilla ed amichevole che non induceva ad alcuna forma di morbosità o eccitazione. Rimasi un certo tempo in piedi di fronte a loro, sdraiati, per sottomettermi alla loro legittima curiosità, quindi mi sedetti. Per un bel po' continuammo a parlare del più e del meno, come vecchi amici; ma intanto il mio sguardo cercava di frugare tra i folti e riccioluti peli corvini in mezzo ai quali si affacciavano graziosi (e umidi?) petali rosa, sfiorava incuriosito il piccolo membro (forse un po' barsotto?) di Paolo. Una certa eccitazione adesso cominciava a scorrere nelle mie vene, dovevo fare un certo sforzo per resistere alla tentazione di toccarmi: più volt
e il mio membro pulsava per un inizio di erezione, che però rimaneva solo un inizio. Adesso tra noi era sceso il silenzio, l'unico rumore era dato dallo sciacquìo delle onde. Giorgia e Paolo stavano pigramente e languidamente stesi ad occhi chiusi, consapevoli che li stavo osservando sempre sul limite di una prorompente eccitazione. Fu Giorgia (era chiaramente lei che dirigeva il gioco) a fare la prima mossa: allungò la sua mano e cominciò ad accarezzare il ventre del marito sdraiato vicino a lei, giocando con i suoi peli pubici. Come ad un segnale atteso il membro di Paolo s' irrigidì, io sentii un calore intenso scendere dal mio petto verso il basso, il mio cazzo cominciò a pulsare e si erse. La mia mano scese ad accarezzarlo con lieve dolcezza. Giorgia si sollevò per chinarsi sul ventre del marito, fece sparire in bocca il suo piccolo membro eretto che indovinavo durissimo; intanto lasciava scivolare la mano tra le gambe, a farsi largo nel folto vello, a muoversi con lenta e sensu
ale regolarità. Io cambiai posizione per avere una migliore visuale dello spettacolo, continuavo a sfiorarmi il sesso con leggerezza, attento a tenermi lontano da un inopportuno orgasmo. Ma nonostante l'eccitazione non riuscivo ad essere del tutto tranquillo in un luogo così aperto, di tanto in tanto alzavo lo sguardo per dare un'occhiata intorno. Un ronzìo di motore dal mare piatto distolse ancora di più la mia attenzione. Un gommone, con sopra una coppia, si stava avvicinando alla riva. Sicuramente due nudisti, pensai. Erano troppo lontani per riuscire a vedere quello che stavamo facendo, troppo vicini per non sospettarlo. Avvertii Giorgia e Paolo, ormai completamente presi nel loro gioco per potersene accorgere; senza troppa fretta, si ricomposero.
- Andiamo nella macchia - suggerì Giorgia con una voce bassa che non le avevo ancora sentito - là dentro nessuno verrà a disturbarci.
Raccogliemmo i nostri teli, li seguii nella fitta macchia che orlava la spiaggia. Prendemmo un sentiero seminascosto, che evidentemente loro conoscevano bene; l'attesa per quello che stava per accadere aveva mantenuto intatta la nostra eccitazione. Camminavamo nudi in mezzo alla natura, l'aria leggera e dolce ci accarezzava la pelle, Paolo ed io avevamo il cazzo ancora potentemente eretto; la folta peluria di Giorgia era umida e brillante di goccioline. Dopo qualche decina di interminabili metri ci infilammo per uno stretto varco quasi invisibile tra le piante, entrammo in una radura chiusa tra gli alberi e le siepi. Era una bellissima camera naturale e completamente ombreggiata, con il terreno reso soffice da sabbia ed erba. Stendemmo i nostri teli di spugna: i loro accostati, il mio trasversale per poterli osservare nella posizione più voyeuristicamente diretta e favorevole. Li guardai con desiderio mentre si accarezzavano reciprocamente, li osservai masturbarsi con dolcezza, li ho
ammirati con eccitazione crescente mentre si attorcigliavano in un fremente sessantanove. E quando Giorgia, con le gambe oscenamente spalancate, mostrandomi la fica bagnata e gocciolante, ordinava con voce roca e spezzata a Paolo di entrare dentro di lei. Da dietro potevo vedere il culo del marito che andava su e giù, immaginavo, più che intravedere, il suo piccolo cazzo duro che entrava e usciva da quella foresta nera e umida. Il mio sguardo era pieno di quello spettacolo: mi sono sollevato in piedi per dominare la scena dall'alto, mi masturbavo furiosamente, attento a non venire prima di essermi goduto la visione di un loro orgasmo. Giorgia, ha alzato lo sguardo sul mio cazzo percosso dalla mia mano, sulle mie palle che ondeggiavano sopra di lei; l'ho vista vibrare in un intenso orgasmo, per un attimo le sue pupille sono scomparse: nei suoi occhi solo il bianco e palpebre che battevano veloci. Per me l'immagine del suo godimento fu una frustata di eccitazione che mi costrinse a fe
rmarmi per non concludere subito con una copiosa eiaculazione.
Come un'armonia dolce e inattesa alle mie orecchie risuonò la voce rotta e ansimante di Giorgia: mi chiedeva di avvicinarmi, di darle il mio cazzo da succhiare. Ho obbedito con le gambe che tremavano per l'eccitazione, mi sono messo in ginocchio, ho appoggiato il mio membro sulle sue labbra; lei ha passato la lingua lungo l'asta, poi ne ha fatto sparire la punta nella bocca succhiando con dolcezza. La mia eccitazione per poco non è esplosa in quel momento, quando ho sentito un'altra lingua, inattesa, che lambiva i miei testicoli. Ho dovuto ritrarmi bruscamente per non prorompere in un orgasmo irrefrenabile. Giorgia ha allontanato da sé il marito e rimanendo di fronte a noi con le gambe spalancate mi ha chiesto di leccarla. Ho affondato il viso tra le sue cosce, la sua fica era un fiore completamente sbocciato in mezzo ai folti peli neri e bagnati che si appiccicavano alla candida pelle dell'inguine. Ho cominciato con studiata lentezza a passare la lingua sulle labbra gonfie, sul clit
oride piccolo e appuntito che si ergeva dalle rosee pieghe; assaporavo la forte fragranza della sua eccitazione. Avevo dimenticato Paolo, che si era fermato un attimo a osservarci, poi ho notato il suo movimento per portare il suo membro all'altezza della bocca di Giorgia, che iniziava a succhiarlo dolcemente. Non mi sono sorpreso, questa volta, quando una bocca grande, forte, decisa, si è impadronita avidamente del mio cazzo duro ed eccitato.
Componevamo un'estatica congiunzione triangolare.
Ho sentito Giorgia sussultare in un lungo, intenso, vibrante orgasmo. La mia lingua, tutta la mia bocca, erano impregnate dell'acuto, delizioso umore della sua fica. Ho sollevato la testa e con un lungo bacio in bocca ho trasmesso a Paolo la conoscenza dei suoi umori. Mentre ci baciavamo Giorgia ha preso in mano i nostri due cazzi, li ha uniti, accarezzati, strofinati tra loro; quindi si è chinata ed ha cominciato a leccarli e succhiarli alternativamente.
A questo punto la tensione era veramente insopportabile, non avrei potuto resistere ancora per molto senza giungere ad un orgasmo. Ero sicuro che lo stesso fosse anche per Paolo. Ma Giorgia lo aveva capito benissimo, da brava regista sapeva come e in quali tempi muovere i suoi attori: ha ordinato al marito di andarle sopra e di prenderla. Io, che ancora non avevo compreso quello che lei aveva in mente, mi accingevo a procurarmi un orgasmo che mettesse fine a quella che stava diventando una sofferenza. Giorgia, con una voce rotta e appena percepibile: - Aspetta, aspetta, non venire ancora. - sussurrò. Portò le mani sulle natiche del marito che la stava montando e che adesso stava immobile con il cazzo piantato dentro di lei, gliele allargò con tutta la sua forza, mostrandomi il buco teso e aperto di Paolo.
- Inculalo!- quasi gridò con la voce arrochita dal desiderio.
- Sì, inculami! - sussurrò Paolo, quasi implorando.
Mai prima di allora avevo inculato un uomo, ebbi un attimo di smarrita esitazione. Ancora la voce di Giorgia arrivò a incalzarmi:
- Cosa aspetti? Prendilo! -
L'eccitazione era tale che se anche avessi avuto una residua inibizione da superare sarebbe svanita all'istante. Mi portai alle spalle di Paolo, appoggiai il mio cazzo sul buco aperto e cominciai a spingere con forza. Il glande entrò con una certa fatica (e suppongo con un po' di dolore) nonostante lui cercasse in ogni modo di facilitarmi, mentre le piccole mani di Giorgia continuavano a tenere le natiche allargate. Infine con un colpo di bacino violento e improvviso affondai completamente fino a quando sentii miei peli pubici che sfioravano i glutei. Paolo fu scosso da un sussulto e da una contrazione di dolore che si ripercossero su Giorgia, provocandole un orgasmo fortissimo, che la fece gridare e vibrare di piacere. Paolo rimase folgorato tra il dolore della mia penetrazione violenta e il piacere che gli trasmise l'orgasmo della moglie sotto di lui; con un rantolo e mille spasmi rovesciò il suo sperma nella vagina di Giorgia. Sentii il suo corpo forte e robusto contrarsi nel piac
ere, scuotere il mio cazzo affondato nel suo corpo, mentre lo sfintere me lo stringeva convulsamente e ritmicamente. Troppo, troppo era adesso il mio piacere: con un lunghissimo, intenso orgasmo inondai di sperma il suo intestino.
Ci accasciammo l'uno sull'altro, esausti e appagati.
Restammo ancora per un po' in quella piccola porzione di paradiso, stesi in silenzio a riposare, ad aspettare che i nostri sudori e i nostri umori si asciugassero. Poi, come a un tacito segnale ci rialzammo e ci incamminammo verso la spiaggia. Mentre camminavamo completamente nudi sul sentiero nella macchia vedevo il mio sperma che scendeva dall'ano di Paolo lungo l'interno della coscia. Anche Giorgia aveva l'interno delle cosce bagnate da un liquido che doveva contenere i suoi umori vaginali, la mia saliva, lo sperma del marito.
Passammo ancora qualche ora in spiaggia conversando e ridendo. Pranzammo con i panini che ci eravamo portati; mescolammo le birre che avevo portato io con il robusto vino rosso che avevano portato loro, e questo ci regalò una sonnolenta ed estatica allegria. Il primo bagno della stagione nell'acqua ancora fredda del mare di giugno servì a lavare i nostri corpi ancora imbrattati e a riportarci a un livello di coscienza più vigile. Ci stendemmo al caldo sole pomeridiano per asciugarci e recuperare energie.
Mentre mi stavo chiedendo se era il caso di proporre di tornare ancora nella macchia (mi era sorta la curiosità di invertire il ruolo con Paolo), oppure di fissare un nuovo appuntamento, senza dire una parola si alzarono e cominciarono a vestirsi.
- Adesso dobbiamo andare via. -
La voce di Giorgia era dolce e neutra, ma decisa. Ero un po' sconcertato, mi domandavo adesso se involontariamente non avessi detto una qualche parola inopportuna.
- Mi piacerebbe incontrarvi di nuovo. -
- No, non è possibile, non ci sarà un seguito. Paolo ed io abbiamo bisogno di questi momenti per mantenere saldo il nostro rapporto di coppia. E' un equilibrio delicato, queste evasioni che ci concediamo debbono avvenire raramente e con persone sempre diverse. -
Paolo era una presenza muta, a testa bassa. Ci salutammo con un bacio, mi sedetti sul mio telo e li osservai mentre si allontanavano lungo la spiaggia.
Hanno mantenuto la parola: non li ho più sentiti e la cosa non ha avuto un seguito. Ho rispettato la loro volontà, non li ho più cercati. Tuttavia non dispero che un bel giorno il mio cellulare mi riporti la voce allegra di Giorgia o quella profonda di Paolo.
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20 years ago
admin, 75
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Godere in spiaggia
Finalmente dopo mesi di lavoro intenso siamo partiti per trascorrere 5 giorni al mare in uno dei posti più belli della nostra Italia: il Salento.
Mare limpidissimo, sole che ti riscalda e voglie che ti frullano.
la mia Katia era da tempo che me lo diceva: " non vedo l'ora di sdraiarmi su una spiaggia bianca a prendere il sole!.."e così è stato.
Arrivati nei pressi dei laghi Alimini (Le) abbiamo subito trovato l'ambiente giusto per noi: mare limpido, verde pineta e spiaggia deserta o quasi..
Katia ha voluto subito esibire le sue magnifiche forme e col passare delle ore il colore della sua pelle è diventato dorato e i suoi capezzoli scuri. Non vedevo l'ora di sfiorarla. A 30 metri c'era un ragazzo che steso sul suo telo mare sembrava disinteressarsi a quello "spettacolo", quando ho cominciato a sussurarle che mi faceva eccitare l'idea di attirare l'attenzione di quel ragazzo. Ci siamo stesi e ho cominciato ad accarezzarle le cosce ogni millimetro molto lentamente fino a quando le ho sentite che lo stesso lentamente si aprivano e si chiudevano. Quel suo movimento ha già emanato uno strano richiamo a quel ragazzo che subito si è voltato e per non dare subito all'occhio facendo finta di niente si è messo degli occhiali da sole e ha cominciato a guardare ad intervalli sempre più stretti nella nostra direzione. Katia sentendosi sussurare da me che quel ragazzo la stava guardando ha cominciato a toccarsi il seno nudo e sfiorarsi il suoi capezzoli fino a farli diventare turgidi
mentre la mia mano si avvicinava al suo slip. "Aprimi lo slip e fagli vedere come mi tocchi la fica" mi disse...e io sempre con moviimenti m olto lenti con un dito ho allargato lo slip e con l'altro ho toccato il clitoride...Sembrava che fosse uscita in quel momento dal mare...era bagnatissima!! Il ragazzo cominciava a toccarsi il costume all'altezza del cazzo e Katia stando stesa voleva sapere da me cosa il ragazzo stesse facendo. "Si sta menando una sega" le dicevo e lei usciva la lingua ansimando e godendo. Io avevo il cazzo durissimo e lei l'ha voluto sentire con la sua mano cominciando a maneggiarlo con forza. In quel momento si è sollevata e ha visto lo spettacolo del ragazzo che ormai aveva il cazzo in mano a masturbarsi. Katia ha sorriso e ha voluto prendersi il mio cazzo in bocca davanti a lui senza il minimo imbarazzo: lo guardava mentre mi leccava e succhiava. Ha voluto fargli vedere come adora spompinare fino a farmi sborrare ... sulle sue meravigliose tette calda e cop
iosa. mentre si spalmava la mia sborra ha chiamato quel ragazzo sotto il nostro ombrellone e lo ha invitato a darle la sua sborra ...ancora sulle tette. Desiderio esaudito e vacanza ben iniziata!! Domani saremo sempre su quel posto bellissimo ma in un'altra spiaggia a godere e far godere
Mike e Katia
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20 years ago
admin, 75
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Un Pomeriggio di Fuoco (Cap.4 - fine)
Li guardo mentre si divertono tra loro. Stanno facendo un 69. Si succhiano a vicenda.
Lei e' veramente fenomenale per me. Io sono bello grassoccio e sento la necessita' di una vaccona grossa sotto di me. Quelle troppo magre o sottili mi fanno pensare che possano spezzarsi sotto i miei colpi.
Ovviamente non e' cosi'. Una donna, anche minuta, se vuole, e' in grado di sostenere un cazzo da cavallo.
Pero' che dire, io prediligo le vaccone grosse con le tette grosse.
Sergio e Daniela continuano a leccarsi. Io mi riposo un po' per dare la botta finale.
"Voglio vedervi chiavare" - dico.
Loro, da bravi schiavetti, si spostano e si mettono in posizione. Lei sotto a fica aperta e lui di sopra, le appoggia la punta del cazzo sulla fica e poi spinge, ficcandolo tutto dentro.
La classica posizione da scopata insomma. Vedo i loro culi dalla mia posizione.
E ovviamente subito approfitto della situazione. Mi alzo e prendo il doppio cazzo finto. Mi metto anche io sul letto dietro di loro. Appoggio una punta al culo di Daniela e comincio a spingere. Ormai e' sfondata e lubrificata benissimo, quindi il cazzo finto le entra facilmente. La sento che geme moltissimo ora con la doppia penetrazione. Lubrifico con il succo della fica di lei, il culo di lui. Poi appoggio l'altra punta del cazzo al culo di Sergio. E comincio a spingere. QUi non e' facile come per la vacca. Il culo di Sergio e' stretto e il cazzo finto non entra facilmente.
Lui geme, un po' dal dolore, un po' per l'eccitazione, ma si sente che e' stretto e penso che gli faccia male.
Ma non me ne frega nulla. Quel cazzo dovra' entrare. Continuo a spingere e piano piano gli entra un bel pezzo dentro al culo.
Sono bellissimi ora da vedere. Sono uno dentro l'altra e contemporaneamente hanno questo cazzo finto che unisce i loro culi. Si vede che stanno godendo un casino.
Mi metto di lato, vicino alle loro teste e metto il mio cazzo in mezzo alle loro bocche.
Comnciano a leccarlo insieme. Mentre scopano mi passano le loro lingue sul cazzo. Poi a turno se lo ingoiano. Sono faccia a faccia e quindi ognuno vede l'altro che lo succhia. Daniela va ancora piu' su di giri quando vede Sergio a pochi centimetri dal suo viso che succhia il mio cazzo. Vede la mia asta che gli entra ed esce dalla bocca. Poi ogni tanto mi fermo e le do' le mie palle da succhiare.
Sono eccitato ma so che ci mettero' molto a venire cosi'. Allora faccio spostare Sergio.
"Togliti di qua, cornuto, mettiti sdraiato sotto di lei, culo contro culo, cosi' non ti devi togliere il cazzo finto." - gli dico.
Lui si sposta piano, per non fare uscire il cazzone, e si sdraia a pancia all'aria e a cosce aperte, formando una X con le cosce della moglie.
Io cerco un posto per le mie gambe, le infilo tra le loro e poi punto la punta del mio cazzo sulla fica e spingo dentro di colpo. Sembriamo una strana specie di animale a 6 zampe. Non si capisce piu' dove finisce uno e cominciano gli altri. Siamo uniti in un groviglio.
Ovviamente ora Daniela e' slargata e bagnata dalle scopate e quindi entro senza problemi e senza farle male. Stare nella sua fica e' bellissimo. Mi sento caldo e godo moltissimo. La pompo su e giu' con forza perche' ormai sono alla fine e non riuscirei a tenerlo duro a lungo.
Pompando veloce e con violenza sono quasi prossimo a venire e mi tolgo perche' voglio fare bere ad entrambi la mia sborra.
"Cornuto, rimettiti a chiavare questa troia che ora vi faccio un bel regalino".
Sergio le rimonta sopra e comincia a trombarla.
Io rimetto il mio cazzo teso tra le loro bocche. Lo spingo in fondo alla gola della troia. Do' un po' di pompate e poi lo tiro fuori, me lo smano un po' e cosi' me ne vengo per l'ultima sborrata.
Gli schizzi vengono fuori di getto e le vanno a finire in faccia, io metto una mano dietro la testa di Sergio e lo costringo a leccarle la faccia. Qualche altra schizzata di sborra ancora vien fuori e io passo la punta del cazzo tra le labbra del cornuto e le labbra della vacca. Me lo faccio pulire per bene.
"Baciatevi passandovi bene la lingua nella bocca, dovete bere tutto" - dico ai due maiali.
E loro eccoli che si passano la lingua sulle labbra, sulla faccia e poi se la spingono fino in gola come a rubarsi le ultime gocce dal profondo della bocca.
Io sono stremato. Loro anche sono esauriti. Mentre io sborravo tra le loro bocche, anche Sergio stava sborrando nella fica di Daniela. La stavamo riempendo sopra e sotto a quella gran vacca.
Ci sdraiamo sul letto sfiniti. Io in mezzo ai loro corpi. Mi appoggio su Daniela che e' bella morbida.
E cosi' restiamo per un po', quasi senza parlare, a riposarci da questo lungo ed estenuante pomeriggio di fuoco.
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20 years ago
admin, 75
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La sensuale dama rossa
In un primo momento ero intenzionato a descrivere solo la singola vicenda iniziale che mi aveva portato a cambiare completamente vita a livello erotico sessuale (vedi il racconto "La mia prima avventura con una donna matura"). Tuttavia graditi e particolarissimi messaggi di alcune lettrici mi hanno convinto e invogliato a continuare la descrizione di questa splendida e per me importantissima vicenda. Con la descrizione di quegli attimi spero di riuscire a stimolare la vostra capacità d'immedesimazione, a trasmettere quelle stesse emozioni e sensazioni da me provate e a coinvolgere i vostri sensi fino a regalarvi intensi, anche se virtuali, attimi di piacere. Sono consapevole che l'eccezionalità della vicenda può far sospettare che la stessa sia opera della mia fantasia, tuttavia non posso far di meglio che confermarvi la veridicità dei fatti. A voi poi il giudizio finale. Vi ringrazierò, come ho fatto finora, per i vostri piacevolissimi messaggi e auguro a tutte una
nuova piacevole bagnata lettura.
Avevamo da poco fatto l'amore. Lei era andata in bagno a farsi una doccia, mentre io rimasi per alcuni minuti seduto sul divano ancora umido dei nostri orgasmi. Pensavo e ripensavo nella mia mente a quel corpo straordinariamente sensuale anche se non più di verde età: quella sua soffice pelle, quelle sue morbide sode tette con quei turgidi scuri capezzoli, quelle sue chiare lunghe gambe terminanti in affusolati piccoli piedi, ma soprattutto pensavo e ripensavo a quel suo rotondo culo e alla sua bellissima fica, dalla riccia rossa e curata peluria e dalle chiare rosee e succose carni. Nella mia mente rivivevo quei recenti intensi attimi di piacere: la sentivo ancora fremere e gemere sotto le mie carezze, i miei baci e le mie leccate, come mi sembrava di sentire ancora sul mio pene le sue piccole calde mani e la sua umida lingua mentre mi spompinava, ma soprattutto sentivo ancora le forti emozioni e sensazioni del mio primo rapporto anale. Con la memoria andavo a ricercare e a memorizz
are quella nuova piacevole sensazione provata nel momento in cui le poggiai la cappella del mio pene sul suo culo, glielo infilai dentro, e ne sentii le pareti di quel profondo buchetto avvolgersi al mio cazzo. Rivedevo spesso d'avanti ai miei occhi il suo buchetto che, sotto le mie ritmiche penetrazioni, le si andava via via allargando. Infine ripensavo a quell'esplosione di emozioni e sensazioni, a quello scorrere di liquidi: il mio che dal pene le era schizzato nel suo largo e profondo buco; il suo che dalla sua rosea fica era schizzato sulle mie palle e le aveva inondato le cosce. Davanti agli occhi la vedevo ancora lì, su quel divano, piegata con la testa su quel bracciolo, ancora mugolante e scossa dalle frenetiche contrazioni del piacere, mentre una goccia del mio sperma le iniziava a scendere dal largo buco del culo fondendosi con il suo orgasmico liquido. Tuttora mi eccito al solo ricordo di come lei si accarezzo con la mano le umide cosce, la fica e il culo intingendosi del
l'afrodisiaco liquido per poi, con esso, ungersi il seno e la bocca.
Di seguito si alzò di scatto e, senza guardarmi, uscì dalla stanza. Poco dopo sentii l'inconfondibile rumore dell'acqua che, precipitando dall'alto, tintennava su una superficie smaltata e immaginai che fosse andata a farsi una doccia.
Stavo ancora lì seduto, quando decisi di andarmene. Mi alzai e mi diressi verso l'uscita. Mi apprestavo ad attraversare velocemente il corridoio, quando intravidi da una porta le piastrelle di un bagno, e sentii il suono dell'acqua che si avvicinava via via. Vi guardai dentro e la vidi in tutto il suo splendore, mentre si detergeva e si rinfrescava inarcando e contorcendo il suo sensuale corpo.
«Dove vai?» mi chiese immediatamente vedendomi vestito e sul punto di uscire.
«Me ne torno al mio villaggio vacanze»
«Cosa!?» esclamò chiudendo l'acqua e allungandosi per prendere l'accappatoio. «E mi lasci così, su due piedi, ora?»
«Beh. non so cosa fare e allora.»
«Resta ancora con me! Fammi compagnia ancora un po'! Mio marito non torna che domenica. Non lasciarmi sola» e, fissandomi amorevolmente negli occhi, mi si avvicinò velocemente accarezzandomi il viso e strofinando leggermente le sue morbide forme sul mio corpo. Come dirle di no!
«Grazie, mio piccolo amante» mi disse e ci scambiammo ripetuti baci esplorandoci a vicenda la bocca con la lingua, mentre io le infilavo una mano nell'accappatoio e le accarezzavo il seno.
Poi mi invitò a seguirla in salotto dove sedemmo sul solito divano, mentre lei accendeva la tv.
«Perché non mi aiuti ad asciugarmi» mi chiese cogliendomi alla sprovvista, ma ripresomi rapidamente da quel piccolo momento di esitazione, accettai volentieri.
Incominciai ad asciugarle prima i rossi ondulati capelli, poi la schiena, le braccia e quindi il morbido seno. La situazione iniziava a diventare via via sempre più eccitante e piacevole. Continuai asciugandole prima una gamba e poi l'altra facendo scorrere lentamente l'accappatoio sulla sua pelle in una morbida e prolungata carezza. Poi passai alla sua fichetta asciugandole i suoi rossi peli e accarezzandole le rosee labbra e la clitoride. Che goduria! Nonostante avessimo scopato da poco mi sentivo il cazzo che mi montava nelle mutande.
«Va bene così!» esclamò scostandomi delicatamente e chiudendo le gambe. «Ho la micetta ancora tutta bagnata, ma penso che non si asciugherà in questo modo» disse sorridendo. Il suo viso era ancora più bello e luminoso senza trucco anche se ora le si vedevano un po' di più le poche rughe.
Mi invitò a sedermi accanto e a coccolarla mentre vedevamo un bel film. Sì, ma quale? Non so cosa guardava, sapevo solo che mi stava salendo sempre più l'eccitazione e il desiderio di scoparla di nuovo. La baciavo e la accarezzavo continuamente un po' dappertutto, anche se lei si mostrava estranea alle mie moine fingendo di essere distratta dal film. Di tanto in tanto le infilavo una mano sotto l'accappatoio tra le gambe o tra le tette, ma lei subito la toglieva, guardandomi e dandomi piccoli brevi baci con la lingua. La cosa non faceva che rendermi sempre più carico di desiderio. Ogni tanto sorrideva e sembrava che si divertisse a giocare con me in questo modo.
Erano da poco passate le undici della sera quando finalmente il film finì e lei si alzò. Subito la seguii e mi ritrovai in cucina. Mi fece sedere vicino al piccolo tavolo e mi chiese se volessi il caffè. Le dissi che non ne bevevo, ma lei lo preparò lo stesso. Poi si accomodò di fronte a me.
«Allora che mi dici?»
«E cosa ti devo dire?»
«Come cosa?! Ti è piaciuto, non ti è piaciuto, cosa ti è piaciuto, cosa non ti è piaciuto. su racconta, sono curiosa»
«Certo che mi è piaciuto! È stato fantastico!»
«E cosa ti è piaciuto in particolare?»
«Tutto! Mi è piaciuto mentre ti accarezzavo, ti baciavo e ti leccavo»
«E dove ti piaceva farlo di più»
«Sulla tua "micetta" ovviamente»
Lei sorrise facendomi capire che si aspettava già quella risposta.
«E come è stato scoparmi nel culo?»
Mi eccitava da matti sentire la sua ferma e innocente voce mentre pronunciava quelle parole. Raramente usava termini così scurrili, ma quando lo faceva non era affatto sboccata, ma molto sensuale, e la cosa mi metteva sempre un po' a disagio.
«È stato bellissimo! Confesso che mentre te lo infilavo ho provato un piacere immenso!»
Intanto lei si era alzata ed era andata a versarsi il caffé caldo per poi risedersi di fronte a me accostando ancor di più la sedia al piccolo tavolo.
«E a te cosa t'è piaciuto?»
Prima di rispondermi finì di sorseggiare il caffè e si accese una sigaretta.
«A me, invece, non è piaciuto proprio tutto. Di sicuro questa situazione mi eccita moltissimo. Devo dire che sei stato fantastico nei preliminari. Quando mi hai accarezzata, baciata e leccata mentre ero in piedi appoggiata alla parete ho goduto come una pazza, quasi venivo subito. In quel momento ho desiderato tantissimo che me lo mettessi nel culo o nella fica. Non ce la facevo proprio più! Ho tentato in tutti i modi di farmelo infilare in qualche buco, ma non ci sono riuscita. La cosa bella era che più non ci riuscivo e più mi eccitavo. Poi mi hai messa sul divano e continuavi a toccarmi, baciarmi e leccarmi, ma non ti decidevi ancora a mettermelo dentro e ormai mi chiedevo quando lo avresti fatto. Ho quasi perso le speranze quando mi sei arrivato in bocca, ma poi ti sei rifatto. Penso che non ho mai provato un orgasmo così! Nessuno mi aveva fatto venire così violentemente solo masturbandomi!»
Mentre mi parlava aveva accavallato le gambe in modo da sfiorarmi il piede con il suo, e ora mi guardava con uno sguardo carico di desiderio.
«Sei stato dolce a coccolarmi subito dopo, ma non mi sentivo soddisfatta. Volevo sentirti dentro a tutti i costi e fortunatamente lo volevi anche tu!»
Così dicendo iniziò a sfiorarmi il piede con il suo muovendolo lentamente in su e in giù ed iniziai ad eccitarmi.
«Peccato solo che eri alla tua prima esperienza anale e non sapevi muoverti»
«Perché? Cos'è che non andava?»
«Per tutto il tempo mi hai fatto male. In un'altra circostanza ti avrei fermato subito, ma capivo che era la prima volta e non volevo spezzare l'atmosfera, ma, soprattutto, ero troppo eccitata per farti smettere. Tanto è vero che sono arrivata per la seconda volta. Il sesso è piacere reciproco. Preferisco masturbarmi da sola se devo essere penetrata con dolore»
«E come dovrei fare?» le chiesi preoccupato per quei commenti.
«Semplice!» esclamò sorridendo, facendomi capire che era stata contenta di quella domanda. «Quando vuoi scoparmi nel culo non cercare subito di infilarmelo. Mettici prima il dito e gioca un po' col mio buchetto»
Intanto continuava ad accarezzarmi il piede col suo salendo lentamente sempre più su fino al ginocchio, per affondare poi sempre lentamente verso l'interno coscia. In quel momento il mio cazzo premeva forte sulle mutande e sul pantaloncino in jeans e sembrava dovesse esplodermi da un momento all'altro.
«Poi infilane un secondo.» proseguiva «. e continua a giocare. Quindi, se necessario, infilane un terzo fino a quando ti accorgi che il mio buchetto è sufficientemente largo da far passare il tuo coso. È allora che me lo devi mettere fino a farmi godere tutta»
«Siii!» sibilai spontaneamente dal piacere.
Ormai il suo nudo piede stava sopra il mio cazzo e me lo massaggiava su e giù con le sue minute dita. A mia volta le accarezzavo la caviglia e più su, fino a dove riuscivo ad arrivare.
«Capisci adesso perché ti ho detto che fare sesso non vuol dire solo infilarlo e prenderlo? Per godere bisogna anche parlarsi, comunicare le proprie sensazioni, le proprie emozioni. Sai a parlare di tutte queste cose la micetta mi si è tutta bagnata. Perché non me la asciughi di nuovo?»
«Siii!»
Subito mi chinai sotto il tavolo tenendole il piede. Iniziai a prenderle in bocca l'alluce leccandolo tutto per bene, soffermandomi più volte appena sotto l'unghia e verso la base. Poi passai alle altre dita leccandole allo stesso modo, e salii più su verso la caviglia e il polpaccio. Iniziavo a sentirla ansimare e respirare forte. Di tanto in tanto lanciava piccoli gemiti di piacere. Più salivo e più dischiudeva le gambe fino a quando non arrivai a leccarle le cosce. Allora lei con un veloce gesto sciolse l'accappatoio e si scoprì le gambe tenendole ben allargate e mostrandomi così la già bagnata fichetta desiderosa di essere leccata e accarezzata. Con una mano si accarezzava il seno trastullandosi e stimolandosi di tanto in tanto i turgidi capezzoli. Con l'altra, invece, si accarezzava il basso ventre e i rossi peletti della sua "micetta". Lentamente posai le mie labbra su quelle della sua calda e umida fichetta e cominciai a leccargliela. Un brivido di piacere la scosse. Alzò dal
pavimento le gambe flesse tenendo i piedi rivolti verso il basso contratti fortemente dal piacere. Mentre la leccavo la aiutavo a sostenere le gambe evitando che si contraessero per il piacere. Lei intanto mi posò una mano sul capo accarezzandolo e spingendolo verso la sua fica. Sembrava che si stesse completamente abbandonando al piacere quando con entrambe le mani mi scosto di scatto la testa dalle sue gambe e si mise rapidamente in piedi.
«Andiamo!» esclamò visibilmente elettrizzata. Mi allungò una mano aiutandomi ad alzarmi e mi condusse fuori la cucina dove abbandonò l'accappatoio. Camminava veloce sulle punte visibilmente impaziente di arrivare a destinazione. Io intanto la seguivo continuandole a fissare i fianchi e il culo desideroso di penetrarla al più presto. Giunti in camera da letto si voltò di scatto e mi abbraccio stringendosi forte a me. Mi baciò lungamente facendomi assaporare la sua lingua, mentre premeva con forza il basso ventre contro la mia rigida verga. A quel punto feci scivolare le mie mani sul suo culo e la accarezzai tra le natiche e attorno all'ano. Rapidamente mi sfilò la maglietta e mi abbassò i pantaloncini assieme alle mutande. Quindi, messasi in ginocchio, mi prese il cazzo tra le mani e con lenti movimenti della mano mi scoprì la cappella che fece scomparire subito dentro la sua bocca. Non mi ingoiò tutto il cazzo, ma teneva le sue labbra appena alla base del glande, muovendo rapidamente
la lingua che sentivo infilarsi dovunque. Con una mano mi teneva il resto della verga facendone scivolare avanti e indietro la pelle con lenti e piacevoli movimenti. Con l'altra mi massaggiava le palle. Di seguito schiuse leggermente le labbra e prese a farle scivolare avanti e indietro ingoiando e succhiandomi il pene, accompagnando i movimenti con la mano ben stretta sul cazzo. Il piacere era immenso e sentivo che le stavo venendo nuovamente in bocca, quando, accortasene, smise di spompinarmi, si alzò e si mise in ginocchio sul letto col viso appoggiato sul materasso
«Dai, gioca col mi buchetto! Fammi vedere quanto sei bravo» mi disse accarezzandosi l'ano. Immediatamente mi avvicinai a lei e iniziai a sfiorarle il buchetto con una mano, mentre con l'altra le accarezzavo la schiena e il seno. Quindi le infilai dentro un dito muovendolo avanti e indietro e avvitandolo a destra e a sinistra, iniziando a giocare con quel profondo buchetto, così come mi aveva detto.
«Ora prendi il lubrificante» mi comandò indicando il cassetto di un comodino «e continua a giocare col mio buchetto»
Così feci. Presi il lubrificante, me lo spalmai ben bene sulle dita e poi glielo spalmai attorno all'ano spingendolo anche all'interno col dito. Lubrificata in quel modo sentivo e vedevo il mio dito entrarle molto più facilmente e velocemente, quindi provai a infilarle un secondo dito riprendendo a muovermi come prima. Pian piano sentivo che, sotto la pressione delle mie dita, il buchetto le si allargava sempre più.
«Siii. bravo. continua così. ancora. Ora sì che mi piace!» ripeteva eccitata dalle mie lente e intense pressioni.
«Oh sii, dai. mettimelo dentro. mettimelo tutto. lo voglio!» gridava in preda al piacere.
Afferrai quindi il lubrificante e lo spalmai sul mio durissimo cazzo. Le infilai di nuovo due dita dentro e, quando pensai che ormai il buco era largo al punto giusto, mi piegai sopra di lei e glielo infilai. Il mio cazzo le scivolò dentro molto più facilmente della prima volta, anche se sentivo il buco ancora un po' stretto. Le poggia le mani sui fianchi e iniziai a muovermi su e giù, su e giù. Via via che la penetravo sentivo il mio cazzo che le scivolava sempre più all'interno fino a che le mie palle non le toccarono la fichetta. Di tanto in tanto si accarezzava la micetta cercando il massimo piacere. Le raccolsi i capelli e tirai pian piano verso di me facendole inarcare la testa e la schiena verso l'indietro mentre lentamente andavo aumentando la frequenza e la profondità delle mie penetrazioni.
«Siii, così. continua. ancora. più forte, più forte» gridava tra un gemito e l'altro scossa dai miei intensi colpi.
Poi la girai a pancia in giù, le alzai le gambe sistemandole i piedi sulle mie spalle, e la continuai a penetrare. Portai le mani sul suo seno e iniziai a palpeggiarlo.
In quella posizione le potevo vedere il volto contrarsi dal piacere. Ad ogni fremito tirava in dietro il capo e apriva sempre più la bocca mugolando. Dopo un po' la stesi di lato senza toglierle il cazzo dal suo largo buchetto e, tenendola alternativamente con una gamba alzata a cosce aperte e ripiegata a cosce più strette, la scopavo con rapidissimi movimenti di bacino entrandole a fondo, finché potevo. Quindi la rigirai a pancia in giù tenendola rasente al materasso con il culo leggermente alzato in modo da poterla penetrare. Quella era una posizione fantastica. Il mio cazzo le entrava premendo verso la parete del culo verso la fica provocandomi intense vibrazioni di piacere. Ma anche per lei non doveva essere molto diverso. Infatti, nonostante la posizione non le permetteva molti movimenti la sentivo dimenarsi e fremere di continuo. Il suo corpo vibrava dentro ad ogni mia penetrazione. Teneva la bocca aperta sulle lenzuola che spesso mordicchiava per l'incontenibile piacere, ment
re con le mani le stringeva e le torceva fortemente. Gemeva, mugolava e urlava sempre più dal piacere incitandomi a non fermarmi ad andare sempre più forte a farla venire. Eccitatissimo aumentavo fin che potevo il ritmo delle mie penetrazioni desideroso di venirle dentro, ma, mentre ero sul punto di arrivare, lei alzò di scatto il bacino sollevandomi.
«Sì. sì. sì.siiii!» esclamò sibilando sempre più forte mentre il mio cazzo veniva sospinto fuori da forti e rapidi vibrazioni vaginali e un dorato liquido le schizzò dalla fica bagnandomi le parti basse. Fu un orgasmo spettacolare, tant'è che non potei fare a meno di toccarmi e di venire su di lei subito dopo.
Stavolta era sfinita! Se ne stava stesa a pancia in giù con la bocca aperta e irrorata di saliva respirando ad ampi sospiri. Il culo le era diventato di un rosa acceso e al centro era in bella evidenza il suo buco ancora largo. Non riusciva più a muoversi.
Guardandola così bella e sensuale stesa su quelle lenzuola provata da quell'intenso rapporto, mi venne il desiderio di accarezzarla e coccolarla. Da prima le asciugai lo sperma che le avevo schizzato sul culo e sulla schiena nel momento di massimo godimento, quindi le accarezzai la mano e il braccio, e le baciai il collo. Dov'è gradire molto quei gesti visto che, dopo un po', si girò verso di me sorridendomi e rivolgendomi dolci languidi sguardi. A quel punto la cinsi leggermente tra le braccia e la coccolai fino a quando non ci addormentammo. Allora non potevo ancora immaginare cosa ancora mi sarebbe capitato il giorno dopo.
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20 years ago
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Un Pomeriggio di Fuoco (cap. 3)
Daniela ha sempre i due cazzi di gomma infilati dentro di lei. Io mi sdraio sul letto, col cazzo svettante.
"Ora, fammi un massaggio sul corpo con le tue tettone e con la tua lingua. Devi strofinarmi le tette addosso e anche leccarmi e succhiare. Vediamo cosa sei capace di fare."
Lei mi si avvicina a quattro zampe, i capezzoli sfiorano il lenzuolo. Mi passa le braccia di lato e comincia a strofinarmi le mammellone sul petto. Man mano sale sempre piu' finche' non me le struscia sul viso.
Si sposta con le gambe, in modo che ora scende con le tette verso il mio cazzo e contemporaneamente si avvicina con la fica alla mia faccia.
Continua a scendere finche ora non ha il mio cazzo in mezzo alle tette e la sua ficona e' proprio sul mio viso. Vorrei leccarla ma ha il giocattolo di gomma che occupa fica e culo e non posso fare molto.
Li prendo e glieli tolgo dai suoi buchi. Lei urla ancora mentre glieli strappo via quasi di colpo.
Comincio a leccarla ovunque riesco a far arrivare la mia bocca e la mia lingua.
Lei si piega e cerca di prendermelo in bocca, anche se le tette pero' ingombrano e non riesce a scendere bene a fondo con la bocca. Pero' in parte ci riesce e quindi continuiamo con questa specie di sessantanove. Sergio e' li' seduto che ci guarda. Vede sua moglie col mio cazzo in bocca su cui sbava e succhia e con la mia lingua nella sua fica. Questo era una delle cose che voleva provare, me lo ha descritto spesso nelle sue mail ed eccolo servito. Legato e impotente mentre sua moglie viene fottuta e chiavata per bene dal mio cazzo, dalla mia lingua e da un grosso giocattolo.
Daniela mi sta sbocchinando con grande maestria, ma io non voglio venire ora.
"Bene, ora cambiamo un po' la scena.. facciamo partecipare anche il cornuto.." - dico ad un certo punto.
"Troietta, scendi dal letto e va a slegare il cornutone."
Daniela obbedisce, scende dal letto. Anche io mi alzo e scendo dal letto e sciolgo anch'io i nodi che trattenevano Sergio.
"Alzati e sciogliti un po'.." - gli dico - "perche' per cio' che ho in mente fra poco sarai di nuovo legato e non ti potrai muovere per un bel po'.." .
Lui cerca di sciogliere il piu' possibile i muscoli che sono stati fermi finora. E' in piedi, con i collant rotti sul davanti da dove gli esce il cazzo dritto. Daniela lo guarda stranita, ha uno sguardo indefinibile ma si capisce che e' eccitata dalla visione di suo marito con i collant. Sono due maiali ma non hanno mai usato la fantasia per costruire delle atmosfere o delle situazioni particolari. Loro sono piu' per subirle che per crearle. Ed e' per questo che ci siamo trovati bene subito nelle mail. E pare anche altrettanto bene di persona, da quanto stiamo godendo tutti.
"Daniela, siediti sulla sedia e osserva." - le dico.
Daniela va a sedersi sulla sedia. Le do' il giocattolo in mano.
"Apri le gambe e infilati la cappella di gomma nella fica, voglio vedere che ti masturbi. E tu Sergio, inginocchiati."
Lui si inginocchia davanti a me, gli metto una mano sulla testa e spingo verso il mio cazzo.
Siamo ad un metro da Daniela, lei vede chiaramente la bocca di suo marito che prima mi bacia la cappella e poi lentamente scivola sulla mia mazza, ingoiando il mio cazzo fino in fondo. Daniela ha gli occhi spalancati ed e' straeccitata.
"Vacca troia, spingiti quel coso di gomma nella fica e fammi vedere come ti chiavi da sola!"
Lei si riprende e comincia ad armeggiare col cazzone di gomma, se lo infila dentro e poi comincia a farlo andare dentro e fuori e si vede che sta godendo. Ha gli occhi di fuori dall'eccitazione di vedere suo marito col cazzo in bocca, mentre si sta sollazzando con un giocattolone e mentre lui cerca di girare lo sguardo verso di lei per guardarla.
Penso che se sborrassi ora anche lei se ne verrebbe a vedere suo marito riempito di sborra. Ma la mia idea e' un'altra.
"Leccami le palle, come hai fatto prima, con calma e delicatezza."
Lui mi alza l'asta, mettendo bene in evidenza il mio sacchetto e comincia a leccarlo. Sua moglie ci osserva. Lui continua le leccate con lentezza. Ogni tanto il suo sguardo si dirige verso sua moglie. Si guardano a vicenda mentre obbediscono agli ordini che io ho dato.
"Fermati" - gli dico interrompendo le sue leccate.
Mi volto e gli metto di nuovo il culo in faccia come prima.
"Sai cosa fare ora.. leccalo e succhialo come prima." - gli ordino.
E lui si avvicina di nuovo e comincia a dare lunghe leccate ed a succhiarmi il buco del culo, infilandomi la lingua dentro e facendomi godere. Lo faccio andare avanti per qualche minuto.
Con tutta questa eccitazione anche io son quasi al limite. Ho il cazzo che mi scoppia e sento che non potro' resistere a lungo e dovro' sborrare a breve e so gia' dove sborrero' per prima.
"Vacca, mettiti a pecora sul letto e tu mettiti di nuovo a sedere e non muoverti."
Daniela si alza dalla sedia e si mette subito in posizione. Sergio va a posizionarsi di nuovo sulla sedia.
Io mi piazzo dietro di lei e le appoggio la punta sul buco del culo e comincio a spingere. Entro facilmente perche' il buco e' stato gia' allargato dal giocattolo prima.
Scivolo dentro e fuori di lei facilmente e sto godendo tantissimo.
Decido che e' il momento e' giunto. Guardo suo marito seduto sulla sedia.
"Ora sborro nel culo di questa troia. Va bene cornuto?" - chiedo al marito.
"Si, si, si, sfondala il culo, non ti fermare." - risponde lui tutto su di giri. Sembra un drogato, con gli occhi di fuori.
Io afferro la vacca per i fianchi larghi che ha e comincio a dare colpi violenti nel culo. Con forza. Quasi a volerle entrare tutto dentro. Lei urla e geme sotto i colpi.
Affondo ancora un paio di volte e poi sento tutta la sborra che mi viene su e che esce a fiotti dalla punta del cazzo per riversarsi dentro il suo culo fin dentro lo stomaco. Lei urla, sta godendo anche lei insieme a me. Sta avendo un orgasmo. Io sto sborrando a schizzi senza fermarmi. Sento le palle che mi si vuotano. Quando sto per finire, lo tiro fuori e scarico gli ultimi schizzi sul fondoschiena e sulle sue natiche.
Mi sento svuotato. Mi butto sul letto, sdraiandomi a cazzo in su. Ho il cazzo sporco di sborra.
"Pulitemi il cazzo con la bocca." - ordino ai due maiali.
Lei non se lo fa ripetere, e subito si avventa a succhiarmelo. Lui ci mette qualche secondo ma poi fa il suo dovere e si divide il mio cazzo con la moglie. Mentre me lo leccano si guardano negli occhi. Si vede che piace ad entrambi succhiare lo stesso cazzo. E fanno un ottimo lavoro pulendomi bene il cazzo ormai moscio.
"Ora pulisci il culo di tua moglie." - ordino a Sergio.
Lui mi guarda, guarda sua moglie che agita la testa come a dirgli di si', allora lui le gira dietro e comincia a leccare il mio sperma dalla sua schiena e dalle chiappe. Dopo che ha pulito bene queste, vede che ce n'e' ancora che le esce dal buco del culo e quindi ci mette la lingua e continua a succhiare. Finche' non esce piu' nulla.
Io ho bisogno di qualche minuto per riprendermi. Mi tiro su e mi metto con le spalle poggiate alla spalliera del letto. I due maiali mi guardano in attesa di ordini.
"Avvicinatevi" - dico ad entrambi - " e succhiatemi i capezzoli. Con calma e delicatamente."
I due si avvicinano, le tette di Daniela mi strusciano addosso, prima sulle gambe e poi sul cazzo, mentre la sua bocca si avvicina al mio capezzolo sinistro. Sergio fa lo stesso con l'altro capezzolo. Sento il suo cazzo che mi struscia addosso. Mi piace sentire i cazzi sulla mia pelle.
La sensazione di avere questi due maiali a mia disposizione, che fanno cio' che ordino, e' sublime.
I miei capezzoli sono molto sensibili, ed il modo migliore per farmelo drizzare velocemente e' proprio stimolandoli bene con la lingua.
Afferro Daniela per i capelli dietro la testa e la avvicino alla mia bocca. Tiro fuori la lingua e l'avvicino alla sua bocca. Lei capisce e comincia a succhiarmi la lingua come se fosse un cazzo. Sergio mentre mi lecca guarda sua moglie che mi succhia la lingua. Ha uno sguardo stravolto. Come se non credesse che tutto cio' lo stiamo facendo davvero.
Ho il cazzo che sta di nuovo dritto ora. Stacco la troia dalla mia lingua.
"Cornutone.. scendi lentamente con la lingua fino al mio cazzo e succhiamelo bene" - dico a Sergio.
Lui obbedisce prontamente. La usa lingua passa sulla mia pancia, arriva al pube e poi al mio cazzo e comincia a succhiarlo e leccarlo. Nel mentre ho rimesso la lingua in bocca alla troia che continua a succhiarmela. Dopo qualche minuto ho di nuovo il cazzo bello duro.
"Mia cara troiona.. " - sussurro a Daniela - "scendi anche tu e succhiamelo insieme a tuo marito."
Lei si gira, voltando il culone verso di me, e si divide il mio cazzo con il cornuto. Da bravi coniugi maiali.
Comincio a giocare col buco del culo. Ci infilo le dita. Prima una, poi due, poi tre. Al terzo comincia a gemere e a sculettare. Allora ci infilo anche il quarto. E a questo punto lei comincia ad ansimare pesantemente. Ed e' bellissimo sentirla cosi', le sto sfondando il culo con la mano e lei spinge per averne ancora di piu'. Ora mi viene voglia di vederli insieme cosa fanno.
"Basta" - dico - "ora voglio che voi due facciate come se io non ci fossi. Voglio vedere cosa fate quando siete da soli. Io ora non esisto. Non mi toccate e non mi guardate. Potete parlare tra di voi."
Mi alzo da letto e vado a sedermi sulla poltrona per godermi lo spettacolo. Loro cominciano a baciarsi, a strusciarsi. Poi lei glielo prende in bocca e comincia a spompinarlo. Lui resta sdraiato senza fare nulla. La cosa va avanti per un po', poi lei si alza e si mette con la fica sulla faccia di Sergio e lui gliela lecca e la succhia. Lei gli chiede di chiavarla a pecorina. Si mette in posizione e Sergio da dietro glielo infila in fica, cominciando a pompare.
"Mettiglielo nel culo" - dico io all'improvviso.
Sergio glielo toglie dalla fica e glielo mette nel culo. Io mi alzo e vado a mettermi davanti alla sua bocca. Mi chino e la bacio. Mi piace il sapore della sua bocca e poi trovo che il bacio sia la cosa piu' intima che si possa fare e baciarla davanti al marito mi fa eccitare molto di piu' che se me la stessi inculando o fottendo. Poi mi alzo di nuovo in piedi e le metto il cazzo tra le labbra e lei subito me lo inghiotte.
Ho voglia di annegarla di sborra. Comincio a pomparla in bocca, smenandomelo un po' , mentre Sergio da dietro pompa a tutto spiano nel culo della vacca.
"Sborrale dentro, voglio che ora tu le vieni nel culo."
Sergio non se lo fa dire due volte. Comincia a darle delle botte piu' forti e cosi' faccio io davanti.
Vedo che lui si irrigidisce e che comincia a fare dei versi e dei rantoli, sta godendo nel culo della vacca.
Io glielo tolgo dalla bocca e me lo meno finche' non sento che sto per sborrare anche io, glielo infilo di nuovo in gola e me ne vengo innondandole la bocca di sborra. Lo tiro fuori e le schizzo un po' in faccia.
Non e' abbondante quanto la prima, ma comunque e' un bel po' di sborra.
Anche lei e' venuta mentre suo marito le pompava nel culo.
"Zoccola, puliscilo bene e poi pulisce il cazzo di questo cornuto" - le ordino.
Lei me lo lecca e mi pulisce tutta la sborra. Suo marito si mette al mio fianco e lei pulisce anche l'altro cazzo.
"Cornuto.. pulisci il culo della vacca e lecca anche la mia sborra dal suo corpo."
Il cornuto ormai non ha piu' inibizioni. Comincia a leccare sua moglie ovunque, togliendole tutta la sborra e poi ripulendole il culo.
Io sono completamente svuotato. Vado a sedermi sulla sedia e mi guardo loro che si leccano e che si succhiano. E nel mentre sto gia' pensando a cosa li aspettera' fra poco.
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20 years ago
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Un massaggio \"diverso\"
Questa estate sono stato con amici in viaggio in Austria. Prima di rientrare in Italia decidiamo di passare gli ultimi 4 giorni a disposizione in una beauty farm in Carinzia. Visto lo stress accumulato in un anno di lavoro decido di sfruttare al massimo i servizi che la struttura offre per rimettersi in forma.
Opto per una serie di saune e bagni turchi ma soprattutto voglio godermi ogni giorno un massaggio.
Il primo giorno di permanenza nella beauty farm, dopo un paio di saune e tanto relax, arriva l'ora del massaggio. Mi dirigo nella parte dell'albergo dedicata ai massaggi, una bella ragazza in tuta bianca, mi fa accomodare in una stanza semibuia, illluminata solo da candele con al centro un lettino già preparato per il mio massaggio. Mi invita a togliermi l'accappatoio e a sdraiarmi, pancia sotto, sul lettino. Le dico, mezzo imbarazzato, ma anche mezzo eccitato, che sotto non ho niente, lei con un sorrisetto malizioso dice che non importa, anzi, è bene che chi si sottopone ai massaggio sia completamente libero da ogni vestito.
Mi tolgo dunque l'accappatoio e, accompagnato dal suo sguardo furtivo proprio lì, mi distendo sul lettino. Il massaggio della ragazza è veramente ottimo, le sue mani si muovono decise sulla mia schiena e sulle gambe regalandomi un vero e proprio stato di rilassamento. passata la prima mezz'ora mi invita a voltarmi sulla schiena. inizia così a massaggiarmi i piedi, poi sale su (premetto che il mio "arnese" era stato coperto con un piccolo asciugamano) alle cosce, per poi sfiorare (volutamente o meno) il mio cazzo (ho dovuto pensare alle cose più truci perchè non avessi un'erezione completa!) e poi ancora più su fino alla testa fino a che l'ora a me dedicata non, ahimè, è finita.
Il giorno seguente attendo con ansia l'ora del massaggio. Tutta la notte mi sono scervellato a capire se la mia biondina ci sarebbe stata visti i velati ammiccamenti. Decido di cogliere, questa volta, tutti i possibili segnali.
Arrivo dunque alla zona massaggi dove la responsabile del centro mi indica la stanza a me dedicata dove sarebbe arrivata a momenti la "masseuse".
Entro nella stanza e, per rompere subito il ghiaccio, decido di farmi "cogliere" nudo dalla mia biondina. D'improvviso si apre la porta ed entra, invece che la biondina, un ragazzo sulla trentina, moro, non molto atletico, dichiaratamente gay!
Il mio sbigottimento è tale che rimango, per un attimo, davanti a lui completamente nudo con il mio cazzo vistosamente barzotto per i pensieri che mi stavo facendo sulla massaggiatrice.
Il ragazzo rimane colpito anche lui, soprattutto dal mio cazzo. Dopo un momento di reciproco imbarazzo, ci riprendiamo entrambi, io cerco di coprirmi alla meno peggio e lui mi invita a sdraiarmi, pancia sotto sul lettino.
Cominciamo dunque il trattamento. Il massaggio è comunque piacevole e rilassante, anche lui, come la sua collega ha un "tocco" morbido e allo stesso tempo deciso. Passato l'imbarazzo mi distendo e non ci penso più...fino a che...il nostro amico dal massaggiare le spalle scende giu verso i glutei e avvicinandosi sempre di più sento che le sue mani iniziano a passare nel mio solco e con le dita, tutte le volte che ci passa, fa sempre più pressione sul mio ano.
La cosa mi sconvolge abbastanza (io, premetto, sono etero) ma stranamente, allo stesso tempo, vuoi perchè "imbambolato" dal massaggio vuoi perchè comunque il suo tocco non è poi così male, la cosa inizia a farmi una strana e piacevole impressione.
Anche questa volta, passata la prima mezz'ora, vengo invitato a girarmi, ma questa volta, chissà perchè, non mi viene messo nessun asciugamano sulle mie parti intime. Non faccio obiezioni, oramai, sono preso da questo nuovo gioco del tutto inaspettato.
Il ragazzo comincia così a massaggiarmi prima la testa, poi il collo e via via le spalle, il petto e la pancia. Intanto il mio cazzo si era indurito non poco.
Quando le sue mani si sono avvicinate lì i suoi movimenti sono diventati sempre più intensi, le sue mani sempre più vicine alla mia asta oramai del tutto dritta.
Ad un certo punto ho sentito le sue mani calde e piene di olio prendere il mio cazzo e massaggiarlo in tutta la sua lunghezza. a quel punto la mia eccitazione era alle stelle! Chi l'avrebbe mai detto che sarei finito per fare sesso con un uomo!!
Stavo ansimando così forte che avevo paura che qualcuno ci sentisse. Quel ragazzo ci sapeva davvero fare. Ad un certo punto iniziò a spompinarmelo e fu veramente una cosa mai provata prima (care le mie ex, vi ha battute tutte!) stavo impazzendo dal piacere, avevo letteralmente perso la testa tanto che a quel punto decisi di perdere ogni freno inibitore! Mi alzai sul lettino in ginocchio, gli tolsi la maglietta e iniziai a sbottonargli i pantaloni, gli abbassai i boxer e, per la prima volta nella mia vita, presi in mano il cazzo di un altro uomo. Non sapevo più cosa stavo facendo ma sapevo dove volevo arrivare! Mi piegai sui gomiti e glielo presi in bocca! Era veramente una sensazione nuova, avere un cazzo duro in bocca! Iniziai a leccarglielo e a mandarlo su e giù facendo attenzione a passargli la lingua sopra il frenulo, la nostra zona più sensibile. Lui intanto stava godendo come un matto e mi prese la testa tra le mani accompagnando le mie spinte. ad un certo punto mi sentii inondare la gola del suo sperma caldo e vischioso, stava sborrando una quantità di liquido pazzesca! Continuai a spompinarlo e a ingoiare il suo sperma fino a che non sentii che stava sgonfiandosi. a quel punto sputai quello che mi era rimasto in bocca. Lo guardai, era stremato, ansimante e tutto sudato. Mentre stava riprendendo le forze mi drizzai in ginocchio sul lettino e guardandolo dritto negli occhi mi feci una sega davanti a lui.
Dopodichè, passata l'ora del massaggio, mi rimisi il mio accappatoio e me ne andai.
Non lo rividi più. i rimanenti due giorni evitai di fare nuovi massaggi.
Fu la prima e, per ora, ultima volta che ho fatto sesso con un uomo.
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20 years ago
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Un Pomeriggio di Fuoco (cap.2)
Entriamo in camera da letto. Sergio e' dietro di me, anche lui si sorprende, vedendo sua moglie legata sul letto, fica e culo aperti e pronti all'uso e tutta la serie di giocattoli che ho preparato per loro che sono in bella vista sul como'. Daniela ci sente entrare e cerca di capire cosa succedera'.
"Ecco, come vedi la troia e' pronta per la monta, ma non subito" - dico - "prima ci giochero' un po' .. e tu guarda e impara."
Sopra' il como' ho messo un paio di collant, li prendo e li do' a Sergio.
"Togliti gli slip e indossa questi" - gli dico sottovoce.
Lui si sfila gli slip e indossa goffamente i collant. Si vede che non li ha mai messi prima. Comunque li mette e vedo che fa un bel effetto vederlo cosi'.
Anche io tolgo il perizoma, prendo un paio di collant e li indosso, ma i miei sono quelli che sono aperti sotto, cosi' da lasciare libero il cazzo ed il culo. Mi piace sentire l'effetto di quella stoffa sintetica sulla pelle, e' quasi rinfrescante. Lungo l'armadio ho uno specchio che ricopre le ante quasi per intero , tutta la camera vi e' specchiata dentro e mi eccita vedermi cosi'.
Nella camera ho una sedia da regista, tutta in legno, con i braccioli.
"Siediti li' " - dico a Sergio indicando la sedia.
Lui si siede, io passo dietro di lui e gli lego le braccia, le gambe ed il busto alla sedia. Ora non puo' alzarsi ne' muoversi. Puo' solo osservare cosa combinero' con sua moglie.
Ritorno al como' e prendo un piccolo frustino che termina con una piccola manina di cuoio.
Mi avvicino a Daniela e le passo la manina di cuoi fra le cosce, sulla fica, sul buco del culo, dando dei piccoli colpetti non troppo forti. Lei ogni tanto geme un po', le piace sentire quei tocchi. La accarezzo anche con le mie mani. Le tocco i seni, il culone. La sua fica e' umida. Sergio osserva tutto dalla sua sedia, ha il cazzo che preme nei collant. Si vede che e' eccitatissimo. Vado al como' poso il frustino e prendo le forbici. Mi avvicino, gli accarezzo il cazzo, poi prendo un pizzico dei collant proprio dalla punta del cazzo di Sergio, li tiro e taglio un pezzetto con la forbice per farglielo fuoriuscire. Riprendo il frustino e gli do' dei tocchetti sul cazzo con la manina di cuoio. Anche lui geme, ma sta zitto e non dice nulla. Mi volto, mi piego e gli appoggio il culo sul cazzo e mi struscio sulla sua punta. Mi piace sentire la cappella che mi tocca il buchetto del culo.
Mi alzo di scatto e ritorno da Daniela. L'accarezzo ancora un po' con la manina. Poi la metto via e mi metto dietro di lei. E comincio a leccarle il culo. Le passo la lingua dalla fica fin sopra la schiena. Una lunga continua leccata ripetuta piu' volte. Poi punto al buchetto e spingo la lingua piu' a fondo che posso. E' buonissimo il suo culo. Scendo piu' giu' e comincio a leccarle la fica. A morderle dolcemente le labbra della fica. A succhiarle la carne dentro. Lei si dimena. Cerca di allargarla piu' che puo' e di spingere quando sente il contatto, come se volesse farmi entrare di testa dentro i suoi buchi. Sergio e' sempre li' seduto che guarda, impotente senza potersi muovere. Penso proprio che stia soffrendo un casino a non poter partecipare. Ma ora me la voglio godere io questa vacca. E quindi per un po' lui restera' li'.
Quando sono soddisfatto della succhiata mi alzo e vado al como'. Prendo un tubetto in cui c'e' del gel lubrificante. Ne prendo un po' e lo spalmo sul buco del culo di Daniela. Le infilo anche un dito lubrificato dentro e lei approva moltissimo. Cosi' ne infilo due di dita. Glielo spalmo dentro e fuori il buco del culo. Sulla fica non ne ha bisogno perche' e' gia' strabagnata.
Lei geme e si agita tutta.
"Se hai voglia di urlare, mugolare, gemere, fallo pure" - le dico - "mi piace sentire una vacca che gode, mi eccita."
Poi vado a prendere un lunghissimo cazzo di gomma con la cappella ad ambedue le estremita' e le lubrifico. Appoggio una punta sulla fica di Daniela e comincio a spingere. Lei sembra volersi spaccare in due pur di farla entrare dentro la sua fica bagnatissima. Glielo spingo dentro e comincio a pomparla su e giu' col giocattolo. Ad ogni entrata vado sempre piu' dentro. Finche' non glielo spingo quanto piu' dentro e' possibile. Lei lancia degli urletti ad ogni affondo. Ed e' una goduria sentirla.
A questo punto e' pronta per l'uso dell'altra estremita' del giocattolo. Lo piego e le appoggio l' altra cappella di gomma al buco del culo. Sergio ha gli occhi di fuori a guardare sua moglie con quel cazzo di gomma che le esce dalla fica e l'altro pezzo che le sta anche per entrare nel culo.
Daniela capisce cosa sta per succedere e sporge quanto piu' e' possibile il culo. E' enorme. Un grande e rotondo ammasso di morbida carne. Con questa spaccatura centrale allargata ed un bellissimo buco che non chiede altro che essere sfondato.
Comincio a spingerle la punta dentro. Lei mi aiuta moltissimo spingendo al contrario nella mia direzione. Si vede che e' una gran maiala e che adora le doppie penetrazioni.
Continuo a spingere ed ecco che la punta e' entrata. Continuo ed entra anche un pezzo dell'asta di gomma. Faccio un po' di avanti e indietro e lei mostra di apprezzare tantissimo con i suoi urletti e mugoli. Vedo che e' ben slargata ora e quindi cerco di affondarlo quanto piu' e' possibile. Lei urla ma gode come una vacca. Ora ha le due estremita' infilate dentro. Una in fondo alla fica e l'altra fino in fondo al culo. E tra i due buchi si vede uscire questo tubo di gomma che li collega, quasi fosse un' opera d'arte idraulica. E' bellissimo vederla cosi'.
Ho un cazzo duro come il marmo. E' il momento di godere un po'.
Sergio mi guarda mentre, in piedi sul letto, passo sopra il corpo di sua moglie e mi metto davanti al suo viso. Lei sente che mi sto spostando ma essendo bendata non capisce bene come mi sto mettendo. Mi siedo davanti alla sua faccia. Le alzo un po' la testa e scivolo un po' in avanti cosi' da metterle il mio cazzo giusto sotto la sua bocca. Le riabbasso la testa e lei sente il contatto della mia cappella sulle sue labbra. Capisce immediatamente cosa ha davanti alle labbra e senza un attimo di incertezza se lo infila in bocca. Quasi le sborro di colpo in gola.
Si e' avventata sul mio cazzo. Ora lo tiene in bocca e lo ciuccia a tutto spiano senza manco respirare. Ma quanto e' troia questa donna. E quanto mi fa godere. Non va nemmeno su e' giu'. Lo tiene quanto piu' possibile in bocca e ci gioca con la lingua intorno. E' bravissima.
Si vede che ha esperienza lunghissima come bocchinara.
Ma io voglio anche altro. Le alzo la testa tirandola delicatamente per i capelli.
"Resta ferma un attimo" - le dico.
Scivolo ancora piu' giu e mi fermo quando sono col cazzo messo in mezzo alle sue tettone abbontanti. Sono uno spettacolo. La guardo nello specchio e sembra di vedere davvero una mucca con le tette penzoloni. Ma le mammelle di questa vacca pero' sono eccitantissime.
Mi sistemo meglio, con le mie mani le stringo le tette attorno al mio cazzo e comincio a usare i suoi seni come se fossero un buco e ce lo strofino in mezzo.
Le sue tette sono morbide e calde mi stanno facendo godere tantissimo. E' troppo bello e dopo devo farglielo rifare quando avra' le mani ed il corpo libero e non piu' legato. Me la godro' di piu' sicuramente. Sergio ha gli occhi che stanno schizzando di fuori, penso che fra pochi minuti se ne verra' senza manco toccarsi.
"Allora.. cornutone.. ti piace tua moglie?" - gli dico.
Nelle sue mail mi avevano chiesto di andarci giu' di brutto con le parole e con la sottomissione e l'umiliazione. Mi avevano chiesto solo di non usare violenza estrema. Non volevano sentire il dolore. Questo mi e' piaciuto perche' significa che sono persone che godono la sottomissione piu' con la testa che fisicamente.
"Si.. e' bellissima vederla cosi'.. e' una dea.." - mi risponde Sergio.
"E' una vaccona e troia" - dico io - "altro che dea e dea.. e' una troia puttana succhiacazzi e sfondata in culo e in fica.. non vedi? oltre al cazzo di gomma potrei infilarci un melone e questa puttana ancora non sarebbe sazia.. "
Certo che ci sto andando giu' duro, penso tra me e me. Speriamo che non si incazzino.
Mi tiro un po' in su sul letto e rimetto di nuovo il cazzo in bocca a Daniela. A lei non sembra per nulla dispiacere il cambio tette-bocca.
Mentre me lo sta leccando le sciolgo il nodo e le tolgo la benda. Lei sembra entusiasmarsi ancora di piu' e mi succhia con piu' vigore. Mi guarda negli occhi mentre me lo succhia e mi sembra di leggere uno sguardo di complicita', di conferma che le sta piacendo tutto il trattamento. Fa scorrere la sua lingua sul cazzo, dalla base alla punta, con un bacio finale sulla cappella. Mi viene voglia di infilarle la lingua in gola. La fermo e mi sposto. E le bacio le labbra. Gliele mordo con le mie labbra. E poi ci gioco con la lingua.
Mi scosto un attimo e alzo la testa.
"Cornutone.. tu permetti che me la bacio vero?" - domando con tono ironico a Sergio.
"Si.. certo.." - risponde un po' tentennando.
"Posso infilarle la lingua in gola no? Le ho infilato tutto il cazzo.. non sara' un problema la lingua, vero cornuto?" - insisto io per umiliarlo ancora di piu'.
"No.. nessun problema.. fa pure tutto cio' che vuoi.." - dice Sergio.
"Cornuto.. guarda che non ho bisogno mica del tuo permesso per fare cio' che voglio con questa vaccona.. hai capito bene?"
"Si.. si.. certo." - dice ancora lui.
"Ora sta zitto che hai gia' rotto troppo i coglioni. Frocione" - gli dico io.
Mi riabbasso e le infilo la lingua in bocca. Sembra che stia cercando di arrivarle alle ovaie attraverso la bocca. Non voglio darle un bacio romantico. Voglio proprio fotterla con la lingua nella bocca. E quindi ci vado giu''pesante, spingendo e roteandola. Ma a lei sembra proprio che dia un bel gusto e che apprezzi sempre di piu' il trattamento.
Ora voglio sentire le sue mani che mi accarezzano e che giochino col mio cazzo. Decido quindi di scioglierla. Mi alzo in piedi sul letto e comincio a fare il giro delle corde per sciogliere i vari nodi con cui l'ho legata al letto.
"Che ne dici vacchetta mia? preferisci restare sciolta cosi' puoi farmi godere di piu'?" - le chiedo.
"Si.. molto meglio.. ho tanta voglia di partecipare di piu' e legata non posso."
"Bene. Ora puoi. Fammi vedere di cosa sei capace."
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20 years ago
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La mia prima avventura con una donna matura
Non scorderò mai la mia prima avventura con una donna matura. In un certo senso ha cambiato il mio modo di concepire il sesso. Era un maggio caldo quello e avevo deciso di prendermi qualche giorno per distrarmi dallo stress quotidiano. Affittai quindi una casa al mare per pochi soldi e, fatti i bagagli, partii. Si trattava di quindici giorni, ma mi sarebbero bastati. Trascorsi i primi giorni in completa armonia con me stesso e con tutto quello che mi circondava. Avevo spento il cell. a causa delle continue telefonate della mia ex che non si dava ancora pace per esserci lasciati. Il nostro rapporto era stato molto duraturo, ma ultimamente vi erano state diverse incompatibilità e quando facevamo l'amore, nonostante raggiungessi l'orgasmo, non mi sentivo completamente appagato, anche se non riuscivo a capire il perché. Così isolato dal modo mi apprestavo finalmente a passare tranquille e riposanti giornate.
Sfruttando quelle stupende giornate, la mattina mi recavo spesso sulla spiaggia a prendere il sole e a fare il bagno. L'acqua era ancora fredda e solo verso sera si riscaldava un po'. La spiaggia invece era pressoché deserta. Il villaggio in cui mi trovavo era molto distante dal centro e, tranne un piccolo bar, non funzionava nient'altro. Spesso ero costretto a prendere l'auto per rifornirmi del poco che mi occorreva, ma non mi lamentavo per niente essendo stato già informato di tutto dall'agenzia.
Una settimana era già passata e quel giorno il sole scottava più del solito. Il caldo e l'afa erano insopportabili e decisi di fare un salto al bar a prendere qualcosa. Mi siedo attorno ad un tavolino riparato da un largo ombrellone e ordino una bella birra fredda al cameriere. Sorseggio un po' la birra quando arriva una bellissima signora con un vestitino niente male. Aveva un'ampia scollatura sul davanti e terminava con una gonna fornita di spacco che le arrivava sulle ginocchia a lasciare scoperte le rosee lisce gambe allungate da un notevole tacco a spillo. L'ampia chioma ondulata di un rosso naturale le incorniciava il viso non più giovane, ma che lasciava immaginare l'originaria bellezza. Di profilo il vestito lasciava intravedere una lieve piacevole rotondità del ventre. I fianchi, invece, mantenevano una elegante silhouette.
Le rosse mi hanno sempre intrigato molto, ma quella era veramente una grande femmina. Non più bellissima, ma restava comunque un bel pezzo di donna. Mentre si avvicinava avevo sempre più l'impressione di averla già vista da qualche parte, ma non riuscivo a ricordare dove. "Ah ecco" pensai, era la stessa signora che ogni tanto se ne stava sul parapetto del piccolo spiazzale appena davanti alla spiaggia, a guardare il mare. Sì era proprio lei.
Mentre la osservavo seguendola con la coda dell'occhio, mi accorgo che si sta sedendo proprio al tavolino di fianco. Anche lei ordina qualcosa e rimane in attesa. Di tanto in tanto cerca di darsi sollievo dal caldo soffocante agitando le mani. Noto che mi guarda a più riprese e la cosa mi incuriosisce molto.
«Che caldo che fa» esordisco cercando di attaccare bottone.
«È vero» fa lei. "Mi ha risposto, è fatta" penso e pian piano cerco di intavolare una conversazione, che prende via via piede, fino a quando lei si alza e si siede accanto a me. Nel sedersi accavalla leggermente le gambe e le si apre lo spacco della gonna portando fuori tutta la gamba sinistra. I miei occhi non possono che finire su quella meravigliosa visione e lei penso che se ne sia accorta perché accenna subito ad un sorrisino. Parlando vien fuori che aveva una quarantina d'anni (anche se ovviamente si era tenuta sul vago), che era sposata da una ventina d'anni con un piccolo imprenditore del luogo e che anche lei mi aveva già notato. Le chiesi come mai se ne stava spesso a guardare il mare e lei inizialmente aveva cercato di evadere la domanda, incuriosendomi ancora di più. Poi mi disse che ultimamente le cose non andavano bene e che sospettava fortemente che il marito la tradisse continuamente.
Mentre parlava accavallava più volte le gambe molto lentamente finendo quasi a sfiorare le mie. Ogni volta finivo col spiarne i movimenti con la coda dell'occhio. Sembrava farlo proprio a posta visto che poi i suoi occhi celesti chiaro le si illuminavano. Intanto sentivo che mi si stava alzando la pressione e iniziavo a sudare freddo. Prese un'altra birra e mi confesso che era stanca di questa situazione e che avrebbe preso provvedimenti.
A questo punto con un piccolo movimento stacca leggermente il tallone della scarpa sostenute solo dalle dita dell'esile piccolo piede. Ricordo che ero rimasto ipnotizzato per alcuni minuti dal movimento a pendolo che imprimeva alla scarpa. In quel momento non riuscivo più a fermare le mie fantasie. Mi assalì il perverso desiderio di toglierle la scarpa, di accarezzarle i piedi, di salire dolcemente sempre più fin sopra le cosce e .
D'un tratto mi desto. Aveva detto che cominciava ad avere troppo caldo e che avrebbe voluto ritornarsene a casa per accendere il condizionatore.
«Se non hai niente da fare, perché non mi fai compagnia?»
«Certo» risposi subito e la segui. Le stavo leggermente dietro tanto da poterle osservare quel culo da favola. Adoro i culi e quello era rotondo al punto giusto. Mi trattenni dall'irrefrenabile desiderio di palparlo dolcemente. Raggiunta l'auto entriamo e ci allacciamo le cinture. Per tutto il viaggio scambiammo poche parole, mentre il mio sguardo non si staccava da quelle carnose rosee gambe che, sedendosi, erano state ulteriormente scoperte. Di tanto in tanto lei mi osservava e poi le apriva e le chiudeva ritmicamente. Senza esagerare cercavo di allungare il collo per vederle le mutandine senza riuscirvi. E se non le portava. Il solo pensiero mi facceva impazzire. Inserendo la quinta con la mano mi sfiorava più volte la gamba e la mia eccitazione diveniva sempre più forte. In quel momento l'avevo duro che più duro non si poteva. Le sarei saltato addosso se solo avessi avuto la certezza che anche le lo volesse.
Fermò l'auto davanti ad una grande casa con giardino. Si slacciò la cintura e si accomodò sul sedile voltandosi verso di me.
«Secondo te sono proprio così brutta e vecchia?»
«Ma quando mai, anzi.»
«Se è così allora perché mio marito mi tradisce? A te piaccio?»
«Beh. vedi.»
«Da come mi hai guardato tutto il giorno penso proprio di sì»
La sua osservazione mi mise talmente in imbarazzo che iniziai a balbettare, ma soprattutto iniziavo a cedere alle tentazioni e aspettavo solo il momento giusto per agire.
«Andiamo!» e scendendo dall'auto mi invitò a seguirla.
Dalla piccola borsetta tiro fuori un mazzo di chiavi e, superato il cancelletto, ci portammo verso l'uscio di casa. Scelta la chiave si accingeva ad aprire la porta
«Seguimi» mentre mi diceva ciò senza quasi rendermene conto mi trovavo dentro casa. Mi aveva preso leggermente la mano, mi aveva condotto dentro e ora stavamo attraversando il corridoio.
Attorno a me non sapevo cosa c'era, ricordo solo che non riuscivo a distogliere lo sguardo da quell'eccitante figura che con passi felpati e sicuri, ondeggiando leggermente il suo meraviglioso sedere, mi conduceva chi sa dove.
Attraversiamo il salotto fino ad un ampio divano dove, togliendosi le scarpe, si siede e mi invita a fare altrettanto. Liberi da quelle alte calzature, potevo ora osservarle quei stupendi esili piedini molto ben curati. Mi chiede se volessi qualcosa, avrei voluto chiederle di scoparla, ma risposi che non mi serviva nulla.
«Quante eccitanti notti ho passato su questo divano» mi dice accarezzandone la superficie.
«Quanti giochi maliziosi, quante eccitanti perversioni.»
«Signora cosa sta dicendo.» il suo atteggiamento non mi aiutava certo a rilassarmi. anzi.
«Perché? Cosa ho detto di male? Ti scandalizzi per così poco? Non mi sembri uno allo scuro di certe cose! Chissà quante storia hai da raccantare?»
«Ma che domande mi fa!»
«Che c'è, ti vergogni?»
« No!»
«E allora?! Su raccontami. Come ti piace farlo?»
«Penso come lo fanno tutti»
«Come "come lo fanno tutti". Non mi dire che non hai mai fatto qualche gioco erotico, o qualcosa di più trasgressivo di una semplice scopata?»
«Beh l'ho fatto più volte in macchina con la mia ragazza e qualche volta in casa»
«E allora, racconta»
«E cosa devo raccontarle, è stato bello»
«E nient'altro»
«Sì. Perché c'è dell'altro»
«E come! Il sesso non è una scopata e via, ma molto di più!»
«Si ma cosa?»
«Dimmi, quando hai fatto l'amore con la tua ragazza le hai mai parlato, le hai mai confidato i tuoi desideri, le cose che ti eccitano di più, quello che ti piacerebbe farle o che ti piacerebbe che lei ti facesse?»
«No!»
«Ecco perché! Il sesso non è solo scambio di liquidi, ma di emozioni e sensazioni, e se non ne parli con chi lo fai non riuscirai mai godere fino in fondo»
«E come devo fare?»
«Cos'è che ti fa eccitare di più mentre lo fai?, che ti fa ribollire il sangue nelle vene?»
«Uhm. mi eccita tantissimo quando accarezzando, baciando, leccando o facendolo con una ragazza questa freme e si eccita tutta»
«E cosa fai per farla eccitare»
«Come cosa faccio, la lecco, la tocco, la.»
«Non ci siamo»
«E cosa dovrei fare?»
«Hai mai chiesto ad una di loro cosa la eccita di più?»
«E perché mai?»
Lei sorride e poi si avvicina a me.
«Ogni ragazza si eccita in modo diverso ed ha zone erogene diverse. Spesso la stessa ragazza si eccita in punti e in situazioni differenti a seconda delle circostanze. Se non le parli non saprai mai quale sono i punti che vorrebbe che le stimolassi o i desideri erotici che vorrebbe che tu esaudissi, per farla eccitare al massimo.»
Più parlava e più mi eccitavo a fantasticare su quelle parole.
«.Vedi anch'io, come tutte, ho le mie fantasie nascoste.» e mentre parlava mi mise una mano sulla coscia e pian piano me la accarezzava. Come stavo godendo.
«. Adoro farlo bendata. Sentire il mio lui che mi accarezza, mi bacia e mi lecca dappertutto.» ascoltandola continuo a guardale la mano che, accarezzandomi la gamba saliva pian piano verso il mio pene durissimo. Poi le osservo le gambe che si muovono lentamente, strofinadosi in su e in giù come stimolati da un irresistibile impulso erotico. Quindi gli osservo il seno attraverso la scollatura per poi accorgermi che dal vestito iniziavano ad intravedersi i lineamenti dei suoi capezzoli, mentre si andavano via via irrigidendosi.
«. Mi eccito quando mi accorgo che qualcuno viene attratto da me e mi osserva intensamente con sguardi carichi di desiderio e passione come hai fatto tu.» ora con i polpastrelli mi sfiorava leggermente il glande e nonostante indossassi i jeans, ci mancò poco che non arrivavo nelle mutande.
«. Ti sento eccitato e anch'io lo sono. Perché non mi bendi e non giochiamo un po' insieme. Ho tanta voglia di venire con te»
A quel punto non ce la facevo più. Le allungai una mano sul seno e iniziai a baciarla sul collo.
«Non così! Prima bendami!» Bendarla! Una parola! E dove trovavo qualcosa per bendarla. Mentre mi guardavo in giro, lei allungò la mano in un cassetto e ne trasse un fazzoletto.
«Ecco! Prendi questo!» e la bendai.
«Ora prendimi, sono tua. Lasciati andare e fammi tutto quello che desideri. Fammi godere»
Per prima cosa le presi le mani e la feci alzare. Il pavimento doveva essere molto freddo dal momento che tendeva a reggersi sulle punte, ma questo la rendeva ancora più sensuale e mi eccitava da morire. La portai verso la parete e la girai con il viso verso il muro dove teneva appoggate le mani. Il suo respiro era forte e inteso. Si lasciava fare tutto quello che volevo e ci stavo prendendo gusto. Mi chinai a terra per accarezzarle i piedi che continuava a tenere sollevati. Iniziai dalle dita salendo verso l'esterno fino alla caviglia e poi sempre più su verso il polpaccio e l'interno del ginocchio. Quindi salii ancora verso l'esterno sulla gonna ad accarezzarle i fianchi e sempre più su lungo la schiena. In quel momento ebbe un piccolo sussulto di piacere. Con le dita scivolai verso le spalle e, da dietro, verso le tette. Nonostante l'età erano ancora abbastanza sode. Ora potevo sentire sotto i miei polpastrelli i sui turgidi capezzoli, mentre lei muoveva il suo morbido culo massag
giandomi il pene.
«Sììì! Così! Mi piace!» sussurrava mentre la toccavo.
Per alcuni secondi le massaggiai le tette, poi mi chinai di nuovo e iniziai a baciarle, ad accarezzarle e a leccarle la caviglia salendo a ritroso fino al ginocchio. Ora le sollevo pian piano la gonna in modo che l'indumento stesso contribuisca ad accarezzarla mentre le bacio e le lecco le parti che via via inizio a scoprire. Infine le denudo anche il pallido roseo culo scoprendo con mio immenso piacere che si mostrava privo di mutande (mi eccitano molto le donne senza mutande). Iniziai a sfiorarle lievemente l'ano e al primo minimo tocco si impennò sulle punte.
«Oh sì, lì!» urlò.
Le infilai più volte adagio il dito. Quindi le sfiorai la fica. Anche se in quella posizione non riuscivo a vederla bene mi sembrava che fosse parzialmente rasata e ben curata. Lei cerca più volte di piegarsi all'indietro per farsi accarezzare baciare e leccare meglio, ma altrettante volte la risistemo verso il muro vedendo che questo non fa altro che aumentarle il desiderio e l'eccitamento. I suoi fremiti e il suo respiro aumentano. Improvvisamente mi stacco. Decido di cacciarlo fuori e con il mio pene, duro come uno stoccafisso, le accarezzo le cosce e risalgo lentamente fino a tenerglielo dritto tra le gambe, mentre con le mani le accarezzo e le massaggio le tette. Accortasi di cosa aveva tra le gambe inizia a dimenarsi, mentre io col busto la fermo verso la parete. Tuttavia stringe leggermente le gambe e con un gioco di anche e con piccole contrazioni delle natiche riesce comunque a massaggiarmi il pene. Che goduria. A questo punto le prendo la mano e guidandola verso il mio pene
le sussurro nell'orecchio.
«Stringilo in mano» e le mordo e lecco dietro l'orecchio.
Presolo in mano, inizia ad accarezzarne il glande portandoselo verso la fica, cercando più volte di infialrselo, ma la posizione in cui la costringevo non glielo permetteva. Tuttavia riusciva a masturbarsi e a bagnarmelo tutto del suo inebriante liquido.
A quel punto mi scostai, le tirai giù la lampo del vestito posta dietro la schiena, e la spogliai completamente (non portava nemmeno il reggiseno). Poi la presi per mano e la portai velocemente verso il divano. Ve la stesi a pancia in giù e iniziai ad accarezzarle nuovamente la schiena sfiorandola con i polpastrelli. Ne seguo il meraviglioso incavo provocandole intensi brividi di piacere fino a culo. Quindi faccio passare le mie dita attraverso le natiche sfiorandole l'ano, mentre lei inizia a masturbarsi la fica. Mi stendo sopra di lei e gli rinfilo il pene tra le chiappe, mentre le lecco e le bacio il collo. Poi lei si gira manifestandomi chiaramente che era ormai pronta per essere penetrata. Si accomoda velocemente a pancia in su e dischiude lentamente le gambe, aprendomi la visione della sua stupenda fica.
Rimango alcuni minuti ad osservarla mentre si masturba eccitatissima emettendo erotici mugolii. Le sue rosse naturali labbra erano ormai sporgenti e venivano continuamente bagnate dalla lingua. Di tanto in tanto si infilava un dito in bocca succhiandoselo lentamente. I suoi seni ora erano leggermente appiattiti, ma sempre ben rotondi. Dalla pallida rosea pelle emergevano i più scuri piccoli turgidi capezzoli.
Con un dito le accarezzo le labbra bagnate scendendo verso il mento, il collo e il seno, soffermandomi sui capezzoli. Quindi scendo verso la pancia leggermente pronunciata, ma che non sfigurava nel complesso. Infatti, accarezzato l'ombellico le mie dita scivolano veloci verso il basso ventre aiutati da quella piccola rotondità. Il suo corpo non aveva smagliature evidenti, mentre i suoi fianchi erano magri e sodi.
Un vero spettacolo era la sua fica, ancora fresca nonostante l'età. I peli rosso-arancio erano rasati ai lati a creare una banda regolare ben centrata, e tutto intorno alla fica in modo da metterne in risalto le labbra e il piccolo clitoride. La fica era già dilatata e molto bagnata e sembrava che chiedesse disperatamente che fosse penetrata al più presto. Con le dita le accarezzo prima le grandi labbra, poi le piccole osservandone il bellissimo colore rosa chiaro che brillava grazie all'afrodisiaco liquido. Mi chino con le labbra a baciarle e leccarle l'interno cosce fino a soffermarmi per un po' vicino alla fica. Desiderando di essere masturbata e vedendo il mio voluto esitare, decide di accarezzarsela da sola. Rimango per un attimo a guardale le dita che ritmicamente infila nella rosea fessura, mentre io scivolo con la lingua a leccarle l'ano. Alla prima leccata inizia a contorcersi dal piacere, il fiato diventa più affannoso ed emette ripetuti "sì! Così!" da rizzare i capelli. No
n resistendo mi inizio a toccare. Decido allora di farla mettere in ginocchio e, ponendomi con la testa tra le sue gambe, le inizio a leccare la fica, accarezzandole il sedere con le dita. Messo in questa posizione, implicitamente la invito a leccarmi il mio duro pene e lei spontaneamente accoglie l'invito. Come me lo leccò lei, non me lo ha leccato più nessuno! Soffiava, succhiava, leccava a fondo il glande nei punti più sensibili. Era eccezionale, e godetti così tanto che non riuscii ad evitare di arrivarle in bocca. Tuttavia lei, con mia meraviglia, non si scompose più di tanto e lo ingoiò tutto succhiandoselo per bene.
Io ero ormai arrivato, ma lei continuava a masturbarsi e mi supplicava di non fermarmi. I suoi sensuali movimenti spezzati dai piccoli spasimi di piacere mi invogliarono a continuarla a leccarle la fica e a toccarla. Alzai la testa e le leccai i capezzoli, mentre le infilavo due dita nella fica cercando un punto ben preciso, quel piccolo rigonfiamento interno che ho imparto essere il punto più sensibile di una donna. Trovatolo iniziai a stuzzicarlo e lei comincio a dimenarsi dal piacere come non aveva fatto prima. I suoi mugolii divenivano sempre più forti e non riusciva più a stare ferma fino a quando non iniziò a lanciare forti urli di piacere e non avvertii violente contrazioni nella fica che ricacciarono fuori le mie dita. Una pioggia brillante ne uscì fuori e bagnò leggermente il divano. Anche lei aveva avuto un orgasmo. Intanto a quelle grida e a quei spasimi di piacere mi ero nuovamente eccitato e il mio pene era tornato ad essere duro. La coccolai un po' sperando che anche le
i tornasse ad eccitarsi e mi misi a baciarla in bocca. Le nostre lingue si cercavano freneticamente contorcendosi. Lei meccanicamente mi mise la mano sul pene e si accorse della mia eccitazione.
«Perché non mi penetri» mi chiese all'orecchio.
«Adesso?» le domandai meravigliato.
«Sì, adesso!» e mi accarezzava il pene.
Io a mia volta le accarezzai la fica e l'ano mettendole un dito alternativamente nell'una e nell'altra. Sembrava insaziabile!
«Su, penetrami!» mi invitò mettendosi alla pecorina.
«Dove me lo metti?» mi chiese infilandosi un dito alternativamente nella fica e nell'ano.
«Veramente io non l'ho mai messo in culo a nessuna»
«Allora è deciso» quindi si alza, si toglie la benda e corre fuori alla stanza.
Ne torna poco dopo con della vaselina. Se la spalma sulla mano e me la stende sul pene.
«Questa serve a farlo scivolare meglio» poi osserva «Però nudo non sei proprio male. Ma vacci piano con quello lì!» quindi mi invita a spalmare il prodotto attorno e dentro l'ano. Si rimette a pecorina e glielo infilo. All'inizio trovo un po' di difficoltà a inserirlo tutto e mi accorgo che lei ha tenue smorfie di dolore sul viso, poi inizio a danzare. Lei è fantastica! Mi segue ad ogni mio movimento e spesso contrae le natiche aiutandomi nell'introduzione e eccitandomi da morire. Ora la giro a pancia all'aria, le alzo le gambe e la penetro nuovamente. In questa posizione riesco a vederne le smorfie di piacere e di dolore del viso. Di tanto in tanto si accarezza la fica e anch'io cerco di farlo. Quindi la passo di lato senza estrarre il pene. Alterno momenti lenti a momenti veloci. Infine torniamo di nuovo alla pecorina con lei che si china fortemente in avanti.
L'eccitazione è al massimo! Sento lei che si massaggia sempre più velocemente la fica mugolando via via in crescendo. Poi il culmine! Un forte eccitamento mi pervade e sento lo sperma che velocemente e piacevolmente viene iniettato fuori in quel rotondo culo. Vi lascio il mio pene dentro fino a quando non lo svuoto tutto. "Ah, che bella sensazione!" Di colpo sento le mie palle bagnate e, estraendo il pene dall'ano, vedo un piccolo brillante rivolo che le scende dalla coscia, annunciato da forti e ripetuti "sì". Era arrivata nuovamente anche lei! Mi sentivo sfinito, ma soddisfatto. Soprattutto mi sentivo diverso. Non avevo mai provato un eccitamento così grande e adesso capivo perché. Da allora la mia vita sessuale non sarebbe stata più la stessa.
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Un Pomeriggio di Fuoco (Cap.1)
Capitolo 1
E finalmente il momento e' arrivato. La loro auto si ferma dietro la mia. Scendo. Sono eccitatissimo. Loro aprono gli sportelli, scendono e vengono verso di me. Si chiamano Daniela e Sergio. Lui ha un fisico normale, altezza media, tipo mediterraneo. Lei e' piccoletta e formosa. Mora di capelli, bel seno grosso e cicciosa. Un bel culone grosso ma sembra molto sodo. Ci salutiamo, un po' imbarazzati visto che e' la prima volta che ci incontriamo. Ci siamo visti in foto, nelle mail scambiate, con tutte le descrizioni dei nostri corpi e con tutte le fantasie ed i desideri che volevamo soddisfare. Da cio' che mi hanno scritto dovrebbero essere dei gran maiali, al mio livello, e si' che ce ne vuole per uguagliarmi.
Io non ho limiti. Non ho inibizioni. Non ho freni. Ho praticamente fatto tutto cio' che si puo' fare fra essere umani. E non mi basta mai. E come prova ecco che sono ancora alla ricerca del piacere sessuale e della trasgressione.
"Bene.. allora che si fa? siamo sempre tutti della stessa opinione? proseguiamo l'incontro?" - dico - "se preferite lasciar stare non vi fate problemi eh.. ditelo e ci salutiamo da buoni amici."
"No, no.. per noi va benissimo. Io vorrei proseguire senz'altro. E tu?" - dice Sergio.
"Si anche io voglio proseguire." - dice Daniela - "come ci organiziamo? ti seguiamo in auto?"
"Allora.. ora Daniela viene in auto con me" - dico - "mentre tu ci segui con l'auto."
"Ok" - mi rispondono in coro.
Daniela sale nella mia auto, ha una minigonna scura, calze autoreggenti, una magliettina scollata e scarpe col tacco. Io salgo in auto e la osservo.
"Sei veramente bella" - le dico - "Sergio e' proprio fortunato. Spero che un giorno anche la mia ragazza diventi come te. Al momento e' una gran maiala ma le porcate le vuole fare solo con me, non vuole altre persone in mezzo..".
"Non sa cosa si perde allora" - dice lei - ".. comunque se decide a provare mi sa che poi non si ferma piu', cosi' come e' successo a me..".
"Racconta.. come e' successo a te?" - le chiedo curioso.
E lei mi racconta di come sono diventati una coppia scambista e poi sempre piu' trasgressivi, fino a voler provare un po' di esperienze piu' particolari, ma senza arrivare alle violenze o al sadomaso pesante, cosa che invece io ho provato come Master.
Mentre parlo comincio a toccarle le cosce. Sto guidando verso casa e le passo la mano libera sulle cosce, sulle tette, sui capelli e sul collo. Lei sorride e si lascia fare tutto.
Finalmente arriviamo. Parcheggiamo nel vialetto e scendiamo dalle auto.
"Venite, venite" - dico, mentre estraggo dalla tasca le chiavi di casa.
Apro la porta ed entriamo. Chiudo la porta e subito comincio ad agire, cosi' come avevamo programmato. Nelle loro mail mi avevano chiesto di iniziare a calarci nei nostri ruoli di gioco appena entrati in casa.
"Ora" - dico - "dimenticate chi siete. Cio' che conta per voi e' che siete qui per fare cio' che vi ordinero'. Senza pensare. Voi siete i miei schiavi e siete qui per esaudire tutti i miei desideri."
Loro subito si adeguano al loro ruolo e li vedo modificare il loro comportamento.
"Mettetevi davanti al divano, al centro della stanza, in piedi, braccia tese lungo i fianchi e sguardo rivolto verso terra. Non voglio sentirvi parlare. Potrete solo rispondere se vi faro' delle domande. Altrimenti state zitti. Ora muovetevi."
Loro si mettono in posizione mentre io mi vado a sedere sul divano.
"Ora, Daniela spoglia Sergio, completamente tranne che per gli slip."
Daniela comincia a spogliare Sergio, a toglierli tutti gli indumenti. Resta solo con gli slip.
Si vede che e' gia' eccitato. Ha il cazzo duro che preme sulla stoffa degli slip.
"Sergio, fa la stessa cosa con Daniela, ma lasciale tutto l'intimo addosso e anche le scarpe."
Sergio esegue e lascia Daniela con su le calze, un perizoma minuscolo ed il reggiseno.
Mi alzo dal divano e vado a prendere una benda di seta nera. La do' a Daniela.
"Benda Sergio con questa, non deve vedere cosa succede." . Lei esegue.
"Ora, mia bella schiavetta, spogliami completamente." - le dico.
Lei viene verso di me e comincia a spogliarmi. Mi toglie le scarpe, i calzini, pantaloni e maglietta. Lei e' sorpresa perche' vede che ho messo un piccolo perizoma da donna. Il piccolo triangolo davanti mi copre giusto un po' dell'asta e della cappella. A lei piace, glielo leggo in faccia. Sergio e' sempre in piedi, non vede nulla e puo' solo ascoltare cio' che diciamo.
Mi risiedo sul divano.
"Vieni qui, davanti a me, siediti a terra in mezzo alle mie gambe e poggia la testa qui" - le dico indicandole il cazzo.
Lei fa cio' che le ho ordinato. Si siede e poggia la testa sul mio cazzo, le metto una mano dietro la testa, tra i capelli, e le strofino il cazzo sulla faccia, sempre attraverso il minusolo perizoma che indosso.
"Mettiti a quattro zampe e fammi vedere il tuo culo, voglio che lo dimeni come se tu fossi una cagnolina, una vacca che vuole essere montata".
Lei si gira e si mette a quattro zampe cominciando a sculettare e a muoversi. Ha un bel culo. grande e sodo come piacciono a me. Pregusto gia' il momento in cui glielo infilero' dentro, dopo averlo allargato per bene con un po' di giocattoli.
"Non sei male vista da dietro. Hai un bel culo da vacca. Ora alzati e vieni con me. Sergio tu non muoverti da qui."
Daniela si alza e la conduco in camera da letto dove avevo gia' preparato l'attrezzatura.
Lei vede cio' che c'e' in giro e vedo che resta sorpresa. Era cio' che volevo.
"Mettiti a quattro zampe sul letto."
Lei obbedisce subito. Le lego gambe e braccia alle corde che erano attaccate al letto, in modo che sia pronta per essere fottuta a pecorina. Ha il culo e la fica all'aria, pronta per essere infilata. Ma non e' cio' che voglio fare ora. Voglio che assaggi un po' l'attesa.
Ho perso un po' di tempo per legarla, poi ritorno di la' da Sergio. Sono sicuro che sta morendo dalla voglia di sapere cosa sta succedendo.
"Togliti la benda"
Lui scioglie il nodo dietro la testa e si leva la benda. Mi guarda, vede il perizoma da donna che indosso.
"Daniela e' di la'?" - mi chiede. Io lo guardo severo.
"Non mi sembra di averti autorizzato a parlare. Quindi sta zitto. Comunque si, e' di la'. Non preoccuparti che a breve la raggiungerai."
"Ora inginocchiati." - gli ordino.
Lui si mette in ginocchio davanti a me. Anche a lui metto una mano dietro la testa e gli spingo il viso verso il mio cazzo. Lui segue il movimento e si avvicina. Glielo strofino sul viso. Nelle mail ha scritto che ha avuto pochissime esperienze bisex e che vuole provare, e vuole anche essere dominato, sottomesso. Niente violenze, solo sadomaso soft, tipo corde e bende. Io devo capire se davvero e' deciso ad andare in fondo. E quindi dovro' subito metterlo alla prova, cosi' dopo per lui sara' piu' facile lasciarsi andare anche davanti a sua moglie.
Cosi' strofinandogli il cazzo in faccia, la cappella fuoriesce dal perizoma. Gliela appoggio sulle labbra e vedo che non si ritrae. La accarezza con la lingua. Io sposto il perizoma in modo da lasciare tutto il cazzo libero e gli appoggio la punta sulle labbra. Lui ci passa la lingua e poi lo fa scivolare in bocca con calma. Lo fa in modo molto naturale. Non so se davvero sono le prime volte. Non credo. Ma non importa. Comunque stiamo recitando in un gioco, e quindi va bene anche credere che tutto sia vero.
Pompo il mio cazzo su e giu' nella sua bocca. Lui ha gli occhi chiusi e pare che gli piaccia sentirlo in gola. Glielo tiro fuori dalla bocca.
"Ora leccami le palle, piano, dolcemente, non succhiarle. Solo leccatine dolci."
Sergio obbedisce subito. Sento la sua lingua che mi accarezza le palle. Dolcemente. Come una lumachina che striscia nell'erba. E' una goduria. Vediamo se e' pronto anche per l'altro lato.
"Fermati " - gli dico.
Lui si ferma. Io mi volto e mi piego a 90 gradi, mettendogli il culo in faccia.
"Ora dovrai leccami il culo. Devi dare delle lunghe leccate che partono dal basso e vanno verso l'alto. Muoviti."
Lui avvicina la faccia al mio culo e sento la sua lingua che mi tocca lo scroto e che poi scivola in alto, mi passa in mezzo alle chiappe, passa sul buco e poi va piu' in su, finche' non si stacca.
Glielo faccio fare un po' di volte. Vedo che Sergio comunque ci sa fare. Altro che poche esperienze. Mi sa che questo e' piu' troia di sua moglie.
"Ora infilami la lingua nel buco. Voglio sentire quanto e' lunga."
E lui prontamente mi mette la punta della lingua sul buchetto e comincia a far su e giu' con la llingua. Che piacere che provo. E' bellissimo farsi stimolare il buco del culo. Me lo fa drizzare in una maniera spaventosa. Ho una sbarra di ferro al posto del cazzo.
Sono soddisfatto di Sergio. A questo punto posso riunire la coppia.
"Basta cosi'." - gli dico - "ora alzati, prendimi la benda da terra e aspettami."
Raccoglie la benda, me la porge e pensa che io voglio bendarlo. Invece non e' per lui.
Lo lascio li' impalato e vado da Daniela. Entro in camera, lei mi guarda, e' voltata col viso verso la porta. Ho la tentazione forte di incularla subito, ma devo mantenermi. Mi avvicino e la bendo. Cosi' ora e' lei a non vedere cosa succedera'. Ritorno di la' .
"Ora mi seguirai nell'altra stanza" - gli dico sottovoce - "non fare rumore e non parlare. Tua moglie non dovra' capire cosa sta succedendo e soprattutto chi e' che glielo sta facendo. Mi hai capito bene?".
"Si ho capito" - mi risponde.
"Bravo. vedrai che ci divertiremo un mondo."
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