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E\' diventata la mia padrona
la mia storia sessuale si sta' evolvendo in modo pazzesco.............
vi consiglierei prima di andare avanti a leggere,di andare a rivedere quello che ho scritto circa 3 mesi fa,in modo che abbiate un quadro preciso della situazione.
........e' da circa un mese che mia moglie simona mi domina psicologicamente e sessualmente.
se leggete il mio primo racconto vi accorgerete che a me piace essere preso e scopato da mia moglie,anche analmente e quindi il passo ad essere dominato da simona e' stato breve.
e' successo una sera mentre eravamo entrambi in soggiorno,io guardavo la tv,mentre lei leggeva un libro.
ad un certo momento ho spostato lo sguardo verso mia moglie e l'ho vista seduta con il busto eretto,le gambe accavallate,la gonna corta e gli stivali,quelli che piacciono a me,con il tacco fine e altissimo.
ho iniziato a guardarla in modo fugace e cercando di non farmi vedere e visto che lei stava leggendo per me era facile ammirarla ma senza essere visto.
ad un certo punto con voce sicura e forte mi dice:
"hai finito di sbirciare segaiolo"!?!
rimasi interdetto e sorpreso da questa frase
allora cercai il suo sguardo duro che mi fece sentire un verme.
"adesso ti sistemo io segaiolo"
mi disse in tono minaccioso mentre si alzo' in piedi,si avvicino' e mi ordino':adesso spogliati completamente,e ti metti qui a 4 zampe sul pavimento."
sinceramente ero piu' preoccupato che eccitato,non avevo mai visto mia moglie cosi' decisa e offensiva nei miei confronti.
quando mi misi nella posizione in cui lei voleva,mi disse:"leccami gli stivali"
mentre leccavo sentii una fitta sulle mie chiappe,alzai lo sguardo e vidi che teneva in mano il laccio dell'accapatoio e mi frustava con un senso di cattiveria ed eccitazione che non avevo mai visto in lei.
e' stato in quel momento che iniziai ad eccitarmi,lei poi si sedette sul divano mi mise i suoi stivali sulla mia schiena come se fossi un tavolino e mi disse"da ora in poi qui comando io e dovrai risponderemi sempre,SI PADRONA."
ero eccitato di questo nuovo ruolo,avevo il cazzo duro e quando cercavo di prenderlo in mano per menarmelo,simona con gli stivali mi toglieva la mano e mi diceva:"decido io quando puoi segari,hai capito stronzo?"
ho risposto"si padrona"
"ma che bel culo da checca che hai" mi disse,mentre sentivo il tacco del suo stivale cercare il mio buco del culo,per poi sentirlo entrare e muoversi avanti e indietro.
"ti piace frocio?" mi disse in tono forte e deciso
"si padrona" mentre ero sull'orlo di sborrare.
gli dissi che stavo venendo e subito mi ordino' di farlo sui suoi stivali.
la schizzata fu talmente forte e copiosa che gemetti per piu' di un minuto,ma il bello doveva ancora venire.........
mi disse appena mi ero ripreso dal mio orgasmo:"adesso puliscimi gli stivali con la tua lingua e voglio vederli puliti e lucidi".
ho ubbidito alla mia padrona e anche se non avevo mai provato ad ingoiare la mia sborra devo dire che e' stato eccitante.
quando finii di leccare gli stivali,simona si stese sul divano,mi disse"resta li cosi' schiavo e non muoverti" lei allargo' le gambe si scosto' il perizoma e mi mostro' la fica senza nemmeno un pelo,rasata e liscia,e incomincio' a toccarsi e a sditalinarsi,mi insulto' ancora un paio di volte e poi ebbe un bellissimo orgasmo.
e' da quando abbiamo iniziato a giocare in questo modo, schiavo-padrona,che quasi tutte le sere devo sottomettermi ai suoi ordini.ormai sono diventato uno schiavetto tutto fare e dovreste sentirla come mi ordina quello che devo fare.
credo che presto si portera' a casa qualche bel ragazzo da scopare,io non la posso piu' penetrare,per lei sono solo uno schiavetto frocio e segaiolo.
mi sa che presto dovro' ripulire con la lingua la sborra del suo nuovo amante.
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1
17 years ago
bisexual167715,
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Last visit: 17 years ago
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Shopping di primavera
Shopping di primavera, ovvero…….”Le avventure di Sammy”:
21 marzo. Primavera. “E’ primaveraaaaaa…..svegliatevi bambineeeeee…….”
Finalmente!
E’ una giornata strepitosa, luminosissima, il cielo è perfettamente terso, non c’è una nube, un forte vento di ponente le ha spazzate via e ha ripulito l’aria. E’ una giornata degna del momento più bello dell’anno.
Sammy si alza di primo mattino, spalanca tutte le finestre e lascia entrare quell’aria nuova, fine, ancora freddina ma che prelude ad una giornata sicuramente tiepida.
Assapora quell’attesa, piacevole sensazione di rinnovamento che la primavera promette, con le attraenti lusinghe di giornate sempre più lunghe e sempre più calde per esplodere poi nella gioiosa ed assolata estate. Respira a pieni polmoni quell’aria frizzante e si gode i brividi di freddo che le pervadono tutto il corpo e le fanno rizzare i capezzoli impertinenti sotto la fine camiciola da notte.
Che gioia! Basta col grigiore e la tristezza invernali. Quest’inverno, in modo particolare, è stato molto triste e noioso e lungo per Sammy, sia per il tempo che per una serie di problemucci che l’hanno infastidita e che le hanno tolto la sua innata allegria, la sua spensieratezza e la sua sete di esperienza.
Ora ha solo voglia di riemergere da quel buio, ha voglia di rifiorire come i precoci boccioli del pesco, ha voglia di cinguettare come i passerotti che si appostano sulla ringhiera del suo terrazzo in attesa di qualche briciola di pane, ha voglia di correre, di ballare, di ridere, di giocare, di andare incontro al mondo, ha voglia ……..semplicemente di vita…..di godere…..di tutto……
E quando Sammy si mette in movimento, quando decide di fare qualcosa, non la ferma nessuno!
Il lavoro ha ingranato abbastanza e recentemente ha guadagnato molto bene. Almeno da questo punto di vista è soddisfatta e quindi può permettersi di regalarsi un bel un viaggetto.
Una settimana di sole e di mare non gliela toglie nessuno, ha solo l’imbarazzo della scelta, vedrà su INTERNET cosa propone Last Minute, Seychelles, Maldive, Capoverde, Isole Vergini, basta partire…..è sola, può decidere in tre secondi, non deve chiedere niente a nessuno, non deve preoccuparsi di nient’altro che dei bagagli. Già!I bagagli! Vestiti, scarpe, costumi, biancheria intima supersexy…….!
Per prima cosa, svuota come una forsennata gli armadi, via sciarpe, guanti, giacconi, tutto in lavanderia, tanto quando torna non le serviranno più. Passa in rassegna l’abbigliamento primaverile ed estivo, arriccia il naso “che vecchiume!! Bisogna rinnovarsi”
Un’occhiata all’ultimo numero di Grazia col reportage completo delle recenti sfilate milanesi primavera-estate .
La moda imperante comanda il pancino di fuori? e tutto quello che si può esibire si esibisca?
Sammy è prontissima! Ha un bel fisico minuto ma ben proporzionato, due belle gambe muscolose e un culetto bello tondo e ritto grazie alle faticose ma efficacissime sedute di spinning, inoltre si è sfondata di palestra tutto l’inverno e ora può esibire fiera degli addominali perfetti e sfoggiare un pancino supersexy con l’ombelico agghindato da un piercing con brillante che si è regalata per il suo compleanno.
Si ammira allo specchio nello splendore dei suoi 30 anni appena compiuti. Ha un bel visino, ingannevolmente ingenuo, con uno sguardo malizioso che crea un libidinoso mix di ingenuità e velato erotismo. Capelli corti biondi, taglio sbarazzino, occhi vispi verdi, simpatiche efelidi le costellano nasino e gote, boccuccia imbronciata in una piega vagamente porcellina.
“Niente male però!”, commenta fra sè. Anche le tette sono il suo orgoglio: riempiono una terza abbondantemente ma stanno su anche perfettamente da sole, belle turgide……..Uomini! Arrivooooooooo……….
E ora shopping!!!
“Ho intenzione di saccheggiare diversi negozi oggi! Dunque….vediamo…..oh sì…mi metto la gonna a portafoglio nera, che è molto pratica dovendo provare i vestiti, me la levo in due secondi” e poi ride fra sé “già! E’ molto pratica anche in altri frangenti e adatta a certe scenografie…..” e ripensa compiaciuta ad un paio di strip tease eseguiti tempo addietro con notevole successo proprio con quella gonna strategica.
Ovviamente sotto si infila un paio di calze autoreggenti, anch’esse molto pratiche, in modo che, dovesse provarsi dei sandali, se le può togliere velocemente senza doversi spogliare. Sopra: una magliettina leggera, un giaccone, ai piedi: scarpe comode per camminare e via!
Monta in macchina e si dirige verso la città, dove conosce i posticini giusti per fare buoni acquisti.
Decide di partire dal suo negozio di scarpe preferito, dove tra l’altro c’è il proprietario che ogni volta le fa gli occhi dolci, e non è neanche male per giunta. Lei si lascia corteggiare, gli fa credere di starci ma solo per farsi fare un po’ di sconto e poi si diverte a mollarlo lì a bocca asciutta, ma non è detto che prima o poi…..
Entra nel negozio con la disinvoltura degli habitués : “Eccomi qua! Buon giorno! c’è nessuno?”. Non ottiene risposta. “Uhuhuuuuu?????”. Niente. “Strano! Vabbeh….. guardiamo un po’ in giro, prima o poi arriverà qualcuno”.
Individua un bellissimo paio di Chanel color panna dal tacco vertiginoso, pensa: “non riuscirò mai a stare in equilibrio su questi trampoli!” e, mentre è lì che se le rigira fra le mani perplessa, ecco apparire qualcuno….ma non è il suo amico, il proprietario, è uno nuovo.
“Però! Niente male. Proprio niente male!”. Gli fa le lastre in tre secondi: 28-30 anni, 1,85 minimo, corporatura notevole, da una t-shirt nera attillata affiorano dei pettorali di tutto rispetto, palestrato sicuramente ma ben venga, capelli cortissimi, neri, lucidissimi, occhi ancor più neri, pelle ambrata, bocca sensuale, labbra carnose….ma da dove è uscito questo qui? Da un fotoromanzo o da una telenovela sudamericana?”.
“Buon giorno segnorita, prego, puè ajudarla?”
(“accento ispanico, non mi ero sbagliata”) “Sì grazie, ha il 37 di queste scarpe?”
“Sierto, gliele porto immediatamente, se acomodi”
E lo segue ipnotizzata mentre si avvia verso il retrobottega mostrando un culo ritto e massiccio e con un passo alla Denzel Washington che la fa letteralmente impazzire.
Mentre è lì ancora inebetita da quell’apparizione inattesa, ecco il mandingo che rientra con diverse scatole di scarpe.
“Mi sono permesso di portarle dei modelli simili e alcune mie proposte muy personali, se non le dispiace”
“Affatto, grazie!”
“Mi faccia provare le Chanel per prime……..”. Gliele infila lui e le sfiora il piede con delle manone forti che a Sammy ispirano già certi giochetti…..
“Querida! Mira! Le stanno muy bien, del resto tienes un piedino delizioso, penso che no hay ningun problema a calzare qualsiasi genere di scarpe. Provi un po’ queste qui” E le porge un paio di sabot pitonate con un tacco ancor più alto.
“Ok!” E lui le prende il piede senza che lei possa opporsi, le sfila la Chanel e le infila la sabot.
“Che le dicevo? Le stanno benissimo queste tambien, però io le consigliaria di togliere la calsa, così puede vedere meglio l’effetto che faranno perché seguro queste vanno sin calze!”
“Seguro!” Ripete Sammy divertita da quel mix di italiano e spagnolo. E intanto lui non le molla il piede e la guarda sornione.
Ma Sammy non è una che si imbarazza facilmente. Scosta maliziosamente i due teli della gonna a portafoglio, lasciando trasparire un bel venti centimentri di cosce inguainate nelle calze autoreggenti, che incomincia a srotolare delicatamente. Immediatamente, lui interviene e prosegue l’operazione carezzandole la gamba fino alla caviglia, sfila la sabot, e libera completamente il piede dalla calza, poi ripete l’operazione con l’altra gamba, prima sfila la sabot, poi le massaggia il piede e poi fa scorrere entrambe le mani su, su fino alla giarrettiera di pizzo con cui termina la calza, indugia, infila un dito e lo fa roteare, le sfiora la pelle sottostante. Sammy è già tutta un fremito, era già eccitata di primo mattino, ora questo bell’esemplare di maschio è arrivato come un dono dal cielo e non ha intenzione di lasciarselo scappare. Infatti non oppone resistenza, anzi lo asseconda, gli prende la mano e lo guida nei movimenti. Lui accetta l’invito e a questo punto si sente sicuro di poter continuare.
Mentre le sfila la calza, accompagna la discesa coprendole la gamba di baci, di leccatine, di morsini.
Sammy se la gode alla grande : “che inizio ragazzi!!”
Quando lui arriva in fondo, Sammy si sente quasi svenire dal desiderio: lui incomincia a leccarle e massaggiarle la pianta del piede, poi il calcagno, poi prende in bocca le piccole dita ed infine l’alluce. Quando lui incomincia a succhiarglielo lei emette un gemito che però soffoca immediatamente: istintivamente si guarda in torno, sono pur sempre in un negozio, se arriva qualcuno?
E infatti qualcuno c’è, è il suo amico, il padrone del negozio. Chissà da quanto tempo era lì?
A giudicare dallo sguardo decisamente allupato, deve aver seguito tutta la scena. Fissa intensamente Sammy come a dirle “ora vengo anch’io bella bimba”.
E Sammy intuisce immediatamente e le fa un cenno d’intesa “Non chiedo altro, amico mio”
Ecco che il nuovo arrivato si mette pure lui all’opera e lei si sdraia sul divanetto del negozio rovesciando all’indietro la testa completamente abbandonata a quell’estasi incredibile: due uomini letteralmente “ai suoi piedi”, una gamba ciascuno, la leccano, la succhiano, la sbaciucchiano avidamente finchè lei li implora di venire più su.
Si apre la gonna a portafoglio, il mandingo le sfila il tanga nero e incomincia a massaggiarle il culo con una presa prepotente, l’amico le toglie la maglietta, elimina il reggiseno e libera le sue splendide tette che si offrono turgide e sode alla sua bocca e chiedono solo di essere strizzate, baciate, leccate, mordicchiate. Lui esegue il rituale come se le leggesse dentro ogni singolo pensiero. L’altro le stuzzica la clitoride con la lingua e poi incomincia a leccarla e mordicchiarla in modo divino. Sammy è in uno stato di godimento memorabile, sentirsi baciare e leccare contemporaneamente tette e fica, è il massimo.
Ora però dopo tutte queste attenzioni, tocca pure a lei darsi da fare. E Sammy in quel momento farebbe qualsiasi cosa. I due si alternano. La invitano a girarsi e mentre il mandingo in piedi davanti a lei sfodera un membro degno della sua razza e glielo infila in bocca, l’amico la penetra da dietro dapprima delicatamente e poi colpendo e affondando sempre di più e più lui spinge più lei succhia avidamente e velocemente il cazzo del moro. Continuano così all’impazzata per un tempo incalcolabile, godono come dei rospi, il mandingo al momento culminante le libera la bocca e si trattiene, si scambia col suo boss, le infila il suo grosso cazzo nella fica e lei emette un gridolino, avverte la differenza, lui la colma al limite del dolore, e spalanca la bocca per accogliere il secondo membro che al contatto, già sovreccitato emette il suo caldo fiotto bagnandole le labbra e il mento.
Il mandingo affonda ancora una serie di colpi ma poi subito anche lui esplode in un fragoroso orgasmo mentre Sammy con le mani libere si sfrega la clitoride fino all’inverosimile e stragode pure lei sotto i colpi di quel cazzo enorme e durissimo.
Esausti, riprendono fiato sdraiandosi entrambi sopra il corpo ancora ansimante di Sammy e si concedono qualche minuto di riposo. Dopodichè Sammy si svincola dal duplice abbraccio, si alza, accarezza e bacia riconoscente i suoi due focosi amanti e si riveste.
Loro osservano la vestizione ancora deliziati dal piacevole e imprevisto ménage à trois e poi il proprietario del negozio le chiede “te ne vai già?”.
“Sì, ho ancora diversi negozi da visitare, devo completare il mio shopping. Ciao a tutti e due, siete stati fantastici!”
“E le scarpe? Quali hai scelto?
“Veramente…sono un po’ indecisa….eventualmente…ora vado a comperarmi dei vestitini, e poi torno così mi scelgo le più adatte e voi mi date un consiglio. Vi ritrovo entrambi vero?” dice con tono palesemente allusivo.
E i due in coro : “certo cara, a tua disposizione, torna quando vuoi!”
“Ok! Grazie! A più tardi allora!”
Esce soddisfatta dal negozio e imbocca la più elegante via cittadina dello shopping quasi saltellando. Non si perde una vetrina, curiosa dappertutto chiedendosi “chissà se troverò mai un altro negozio dove potrò ottenere un’attenzione così particolare!” e sospira ripensando a quell’appagante esperienza.
Ad un tratto, un posticino minuscolo che espone in vetrina un intimo di gran classe, attira la sua attenzione. Entra decisa e due splendide commesse l’accolgono con grandi cerimonie e spreco di sorrisi. Le mostrano tantissimi, bellissimi completi, ne sceglie un paio estremamente provocanti e sexy: uno di tulle trasparente bianco con dei piccoli fiori di pizzo rosa applicati nei punti strategici a creare un vedo-non-vedo di grande effetto e uno molto porco, color porpora, che lascia pochissimo all’immaginazione con un tanga ridottissimo e un reggiseno push-up che le spinge ancor più su le tette rendendole prorompenti.
Mentre si prova i completini nel camerino, una delle commesse fa capolino attraverso la tenda: “come le stanno?” tutto bene?” e poi si aggiunge la seconda che quando vede Sammy in porpora esclama “WOW! Le sta divinamente!!!Complimenti che personalino!!!”.
Le due si scambiano rapidamente un’occhiata d’intesa e si avvicinano a Sammy che, presa alla sprovvista e incredula si ritrova quattro mani che l’avvolgono e l’accarezzano con gesti sensuali.
Si gode la scena riflessa nello specchio del camerino e poi chiude gli occhi, si abbandona: “Che giornata! Ok! Ragazze….fatemi impazzire……” e nel frattempo pensa “chissà cosa mi riserva il prossimo negozio………..”
…..continua….. (devo?)
6
4
17 years ago
sammyandcris,
43/39
Last visit: 15 years ago
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Milano-livorno
Questa è una storia vera, almeno fino a Piacenza…….
Milano, Stazione Centrale, 9 dicembre 2002, h. 18.15.
Arrivo alla stazione con largo anticipo, ho già il biglietto ma devo recuperare i bagagli che avevo lasciato al deposito la mattina.
Salgo con le scale mobili, sono stanca, ho camminato molto, osservo, col naso all’insù, il bellissimo soffitto a padiglione che conosco da anni e che non mi stanco mai di ammirare e mi gusto l’atmosfera caotica e rumorosa della stazione. Sono contenta, infreddolita dalla rigida temperatura milanese dicembrina ma dentro avverto una sensazione di calore insolita.
Sono serena, sto vivendo un momento magico, vorrei non finisse mai, mi gusto ogni singolo istante, i miei occhi ridono, il mio viso è luminoso, tutto in me trasmette allegria: mi sento fiera e soddisfatta, bella e sexy inguainata nei miei nuovissimi strepitosi pantaloni di pelle nera, sapientemente scelti per esaltare le mie rotondità posteriori.
Sto frequentando un corso di scrittura che mi fornisce nuovi eccitantissimi stimoli, conosco persone interessanti, e sviluppo quella propensione a scrivere che ho sempre covato dentro di me e che proprio negli ultimi tempi avevo fatto esplodere nel mio dilettantesco sfogo autobiografico e i nei miei sperimentali raccontini erotici. Ora tento anche qualcosa di serio, riscopro il piacere della lettura e scopro il gusto di essere letta. Questo mi aiuta anche a vivere le esperienze che mi capitano in modo diverso gustandomele a lungo e guardandole con gli occhi vigili e attenti dello scrittore che cattura ispirazione ovunque. Produco tantissimo, scrivo ininterrottamente. Ho in mente storie già complete che aspettano impazienti di diventare parole, frasi, capitoli, racconti……romanzi. E sogno, fantastico, godo di questa frenesia produttiva.
Ho sempre la testa fra le nuvole, infatti: “Signora? Scusi? Mi ha sentito? Sono 5 € per i bagagli!”
“Come? Dice a me? Oh mi scusi, ero distratta!” “ E’ innamorata, eh? Si vede, ha gli occhi che le brillano!!!”
Mi brillano, sì, sono innamorata della vita, sono felice. Sta andando tutto alla grande, ho quasi paura a pensarlo. Sto faticosamente uscendo da un momento buio, doloroso e mi aggrappo saldamente a tutte le novità che mi capitano, curiosa di tutto, insaziabile di emozioni, drogata di passioni e perché no anche un po’ maliziosetta. Per ironia della sorte, proprio nel momento più drammatico della mia crisi personale, ho riscoperto quel lato ludico e ironico, al limite del comico, del mio carattere che avevo dimenticato da tempo.
E lo sfogo nei racconti che ho denominato “irotici” = ironico-irotici che deliziano un ristrettissimo gruppetto di amici lettori, i quali si divertono moltissimo e mi incoraggiano.
A Milano infatti, dovevo incontrare R., un tizio conosciuto sul web, collega di una mia amica milanese, al quale avevo inviato il mio ultimo raccontino “L’insegnante”, dopo aver saputo che aveva già letto “Casting”, fornitogli appunto dalla nostra comune amica, e che lo aveva apprezzato molto.
Abbiamo cominciato a scriverci, lui ha iniziato a sua volta a scrivere racconti, e via così a scambiarci mail, contromail, sms, telefonate .E’ un interlocutore brillantissimo e piacevolissimo, scopriamo di avere un sacco di cose in comune, oltre all’età e alla propensione a scrivere, e al piacere di questa stimolazione verbale senza conoscerci.
Decidiamo di incontrarci anche se io sono molto titubante, temo che questa bellissima quanto paradossale corrispondenza possa essere sciupata dalla realtà. Non cerco l’avventura, non mi interessa, mi basta il gioco solo virtuale e irreale, proprio per questo mi chiedo perché ci si debba conoscere. Ma la curiosità mi porta ad accettare. Poi destino vuole che all’ultimo momento, un imprevisto impedisca l’incontro.
Messaggiamo all’impazzata, lui muore dalla voglia di vedere quei pantaloni di pelle, che gli avevo descritto minuziosamente al telefono e poi si ricomincia via mail, e l’incontro è solo rimandato.
Per un attimo mi perdo in questi piacevoli pensieri. Nel frattempo ritiro i bagagli: una valigiona pesantissima dove avevo piazzato ben due dizionari acquistati da Feltrinelli grazie alla tessera sconto di mia sorella e un borsone shopping rinforzato da una seconda borsa all’interno per contenere un mucchio di libri, alcuni per me, altri da regalare, in previsione dell’imminente Natale.
Cerco il binario del Milano-Livorno, l’ultimo in fondo alla stazione! Trascino il mio pesante fardello fortunatamente provvisto di ruote e mi avvio verso la prima classe che naturalmente è in testa al treno, ogni tanto appoggio per terra il borsone e sgranchisco il braccio, insomma ci metto quasi un quarto d’ora per arrivare al vagone su cui carico con grande fatica tutto quanto ed entro alla ricerca di un posticino tranquillo.
Con mio disappunto, scopro che è una di quelle carrozze tutte aperte, senza scompartimenti, con posti ai lati e un corridoio centrale come negli aerei. Non sopporto queste carrozze, ma ormai sono lì, fortunatamente prendo raramente il treno e quindi per una volta posso anche adeguarmi. Istantaneamente ripenso a quando ero costretta a salire alle sei del venerdì sera su quello sfigatissimo treno, sicuramente il Milano-Livorno è uno dei treni più scomodi d’Italia, allietata però dall’idea del mio weekend soleggiato al mare. Non provo nessuna nostalgia, non provo niente. Meglio così, detesto gli amarcord…..
La carrozza è già abbastanza affollata, trovo un posto accanto al finestrino, poso valigione e borsona, mi levo il cappotto e mentre mi giro, incrocio lo sguardo di un bell’uomo alla mia destra, elegante, 40-45 anni, capello cortissimo leggermente brizzolato, pizzetto curato, sguardo intenso e vivace, fisico prestante già pronto a scattare in mio aiuto per caricare la valigia sopra al portabagagli.
Abbozzo un sorriso compiaciuto ma distolgo lo sguardo immediatamente (“dopo, caro mio, dopo, prima devo fare una cosa”), quindi lo spiazzo, armeggio con la valigia, apro la zip ed estraggo un paio di pantaloni di stoffa leggeri perché avevo previsto che in treno con i pantaloni di pelle avrei patito un gran caldo e inoltre, dovendo stare seduta a lungo, li avrei anche sformati sulle ginocchia, giammai! I miei bellissimi pantaloni di pelle nera!!! Mi dirigo verso la toilette per cambiarmi e con la coda dell’occhio sbircio il mio uomo che sta seguendo con curiosità l’operazione.
Ritorno al mio posto, ripongo i pantaloni di pelle e, non appena richiudo la valigia….oplà! Eccolo che scatta prontissimo, finalmente può aiutarmi a caricarla.
“Stia attento, è pesantissima, è piena di libri” lo avverto.
Con un certo sforzo (peserà 30 kg!) , lui alza la valigia e la posiziona sul portabagagli, guardandomi con un certo sgomento “Però! La cultura pesa eh? Bene comunque….”
Sorrisi, ringraziamenti, cordialità di rito e poi inaspettatamente mi sussurra all’orecchio “Peccato ha cambiato pantaloni, quelli di pelle le stavano d’incanto!”
Nonostante la sorpresa, civetta ribatto “Lo so, grazie! Molto gentile!”. E ognuno al suo posto.
Arriva il controllore “Signori, vi informo che questa carrozza è stata declassata, la prima classe si trova ora in coda al treno”.
I nostri sguardi si incontrano immediatamente, entrambi sgomenti “O no….abbiamo appena caricato la valigia” dico io; lui, con un’aria quasi supplichevole, mi chiede “Lei si sente declassata a rimanere qui?”
“Assolutamente no, e comunque, all’idea di rispostare quella valigia, non ci penso proprio”
“Che sollievo…….” dice riconoscente e ridiamo di questo curioso episodio.
Il treno parte e noi ci immergiamo nella lettura, ogni tanto uno sguardo al finestrino, con malcelata nonchalance ci scrutiamo ancora…..sorrisino…..suona il cellulare…lui esce.
Ritorna, mi riguarda, si risiede, prosegue la lettura. Rido tra me pensando “si preannuncia un viaggio interessante……”
Arriviamo a Piacenza.
A questo punto il mio bell’uomo si alza, mi allunga la mano, sfodera un sorriso smagliante e mi saluta “E’ stato un piacere signora! Buon proseguimento.”
Ci rimango malissimo, che peccato. Avevo proprio voglia di civettare un po’. Ero nello spirito giusto. Uffa, incomincio a messaggiare con R. accennandogli brevemente all’accaduto e mi diverto con lui chattando via sms. Poi mi rimetto a leggere ma non riesco a concentrarmi. Samamtha* si era già eccitata e la sua fervida fantasia si stava scatenando pensando subito ad un possibile racconto su quell’episodio. Passo il resto del viaggio ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere, o meglio cosa mi sarebbe piaciuto che accadesse, se il mio uomo misterioso non fosse sceso dal treno…….
Ecco la mia personale, ideale, potenziale conclusione del viaggio:
Arriviamo a Piacenza. La signora di fronte a me scende dal treno. Lui è fulmineo: viene verso di me e si piazza nel posto appena liberato, ostentando un sorriso fiero, sicuro del suo fascino ma finge di chiedere “Posso?”
“Certo, prego è libero!” e contraccambio con un sorriso tra il malizioso e il compiaciuto.
“Allora! Mi spieghi perché si è cambiata i pantaloni!”
“Per stare più comoda e più fresca, quelli di pelle in un ambiente già riscaldato sono caldissimi. Sono stata in giro tutto il giorno per Milano e, all’esterno, con quella temperaturina ci volevano proprio, mentre qui fa troppo caldo e soprattutto dovendo affrontare un viaggio così lungo”
“Dove va?”
“Mi fermo al capolinea: Livorno”
“Ma senti! Io invece a Pisa. Abbiamo diverse ore per conoscerci , se le fa piacere naturalmente fare quattro chiacchiere, altrimenti non la disturbo oltre e la lascio alla sua lettura”
“La prego, mi fa molto piacere! Adoro conversare, sono molto curiosa, di cosa vuole parlare?”
“Parliamo dei suoi pantaloni di pelle, per esempio….”
“Insiste? Hanno fatto proprio colpo?!”
“Decisamente provocanti, mi immagino che anche ciò che a forza contenevano, debba essere altrettanto provocante!”
“Ehi! Non perde tempo, eh? Non le sembra di correre un po’ troppo e di rischiare parecchio?”
“Non faccia la smorfiosa. Una che va in giro con un paio di pantaloni così attilllati non lo fa a caso, è studiato, sa e vuole mettere in evidenza una parte del proprio corpo di cui sicuramente va fiera!”
“Touché mon ami! Touché ! Ok ! Anche a me non piace perder tempo ma se la mettiamo subito su questo piano, allora le dico che da uno che scatta in aiuto di una signora con una valigia come un pefetto gentleman, mi sarei aspettata un corteggiamento leggermente più prolungato rispetto al suo che è arrivato subito al mio culo in cinque minuti! Del resto, l’ha detto prima lei, abbiamo diverso tempo a disposizione, che fretta c’è?” E gli lancio un’occhiataccia sfrontata invitandolo alla sfida.
“Grandiosa! Lo sapevo, non mi ero sbagliato! Proprio una tipetta interessante, sa il fatto suo, eh? Si vuole centellinare il piacere, vuole gustarselo piano piano…….perfetto! Mi sa che a letto sei una che fa scintille……”
“ Sta di nuovo correndo troppo e la prego, continuiamo a darci del Lei, lo trovo più eccitante!”
“Come desidera Madame! E ora vorrei proporle un gioco stuzzicante”
“Adoro giocare, sentiamo”
“Non avevo dubbi. E’ molto semplice : indoviniamo a vicenda chi siamo e cosa ci piace”
“Sono bravissima in questo gioco, lo faccio spesso anche da sola, cominci lei, le concedo un vantaggio”
“Dunque, vediamo…..si chiama Roberta, ha 36 anni, è sposata, non ha figli, ha un amante, più giovane”
“Il nome non ha una grande importanza, per quanto riguarda l’età è carino e furbo da parte sua, per essere più credibile, togliermi così pochi anni quando sa perfettamente che sono più vicina ai 40 che ai 30, 39 fra pochi giorni per l’esattezza, quindi non creda di impressionarmi con questi vecchi trucchetti da finto galantuomo. E…..di amanti ne ho 3 (esagero!), di cui, sì, uno leggermente più giovane.”
“Non mi stupisce, lei è una che non si accontenta, mi piace ancora di più. Beh! Comunque ci sono andato abbastanza vicino, no? Ora tocca a lei”
“Lei invece è single, libero professionista di cosa non saprei, 45 anni; per lei è un piacere irrinunciabile corteggiare, fare nuove conquiste, giocare, stuzzicare, ed esprime una disinvoltura ed una fierezza nel dimostrare di poter vivere queste situazioni liberamente, senza sotterfugi, senza doversi nascondere che non può essere sposato né seriamente legato a qualcuno.”
“Centro! E ora veniamo a qualcosa di più interessante, indoviniamo i rispettivi gusti sessuali”
“Della serie….”non perdiamo troppo tempo in salamelecchi, quando si tromba?”
Sembra non sentirmi, va avanti per la sua strada, visibilmente eccitato da questo gioco intrigante.
“Per me lei è una dominatrice, le piace condurre il gioco, provocare, la vedo già in guépière, calze a rete e frustino…..mmmmmm…….direi che la sua posizione ideale è l’amazzone”
“Sta migliorando……sono senza parole…..e scommetto che a lei piace essere cavalcato”
“Soprattutto da una cavallerizza con i pantaloni in pelle!
“Ci stiamo eccitando, o sbaglio?”
“Ce l’ho duro da quanto ti sei tolta il cappotto ed è apparso il tuo bel culo in primo piano!”
“Effettivamente, devo dire che ha sempre riscosso un certo successo”
“Cosa darei per palparlo, sculacciarlo e…….”
“Con calma…..le propongo un nuovo gioco che le piacerà molto”
“Oh sììììì, tutto quello che vuoi…..”
“Rifacciamo tutto da capo”
“Cosa?”
“Ora capirai”
Mi alzo, monto sul bracciolo della poltrona e accedo alla valigia, la apro ed estraggo i pantaloni di pelle. Lui segue la manovra stupito ma visibilmente eccitato. Inoltre mi accorgo che in quella posizione, il mio più volte menzionato posteriore (del resto ognuno mette in mostra quello che ha!!) viene a trovarsi esattamente all’altezza del suo naso, lo muovo in modo provocante, ondeggio come se stessi per perdere l’equilibrio, lui si alza, finge di reggermi e sento le sue mani che mi afferrano i fianchi e mi stringono, si guarda intorno, lo scompartimento è vuoto. Non resiste, affonda le dita nelle mie morbide rotondità, mi massaggia, mi palpa poderosamente, vorticosamente, freneticamente come se avesse una voglia sopita da lungo tempo.
Assaporo questa gratificante sensazione e mi eccito a mia volta: sentirmi così ardentemente desiderata, in una situazione così insolita e incredibile, remota, inimmaginabile, con un aitante sconosciuto, in una carrozza ferroviaria, con i sobbalzi del treno sulle rotaie, la paura che arrivi qualcuno…..sto vivendo la scena di un film? Si scatena una libidine irrefrenabile, lui mi infila la mano fra le cosce, mi strofina e mi preme e io gli prendo la mano e gliela schiaccio ancora più forte contro ogni mia parte sensibile. A questo punto, ritengo che siamo caldissimi, scendo da quella scomoda ma piacevole posizione, prendo i pantaloni di pelle: “Vieni con me”. Mi segue ipnotizzato. Mi dirigo verso la toilette, entro, mi cambio di nuovo i pantaloni e poi spalanco la porta presentandomi di spalle, spingendo al di fuori il culo inguainato nella pelle nera e, torcendo il capo al di sopra della spalla, sfodero il più conturbante ed invitante degli sguardi.
Quando mi vede, si tuffa letteralmente verso di me, mi stringe, mi bacia ovunque poi mi alza di prepotenza con le sue braccia muscolose e mi mette in piedi come una statua sopra il wc, che fa da piedestallo. Mi slaccia i pantaloni e me li sfila lentamente, mi invita a togliermi il maglione. Scopro un intimo di pizzo nero molto elegante. Lui mi guarda con ammirazione “Mi spiace togliertelo, è di gran classe, ti sta benissimo, ma voglio mangiarti quelle deliziose tettine nascoste lì dentro”
“Accomodati” dico io (“se c’è una cosa che mi fa impazzire è proprio questa…..”).
Me le lecca divinamente, indugia sui capezzoli, con piccoli movimenti circolatori della lingua, poi li sfiora coi denti, alterna leccatine e morsini, accelerando e decelerando, strizzando e allentando, provocando in me delle scariche di puro piacere che arrivano dritte laggiù e mi fanno sobbalzare più del tremolio del treno. Mi mordicchia il seno e poi scorre con la lingua verso le spalle, scende giù per le braccia, mi succhia le dita e mordicchia l’esterno della mano (“altra cosa che mi fa uscire di testa….ma come fa a saperlo?”).
Sto godendo in modo inverosimile, non capisco più niente, sono completamente persa nelle sue mani, nella sua bocca ma un po’ di lucidità rimasta mi fa decidere che ora devo contraccambiare tutte quelle attenzioni. Gli apro la lampo, estraggo un membro di dimensioni medie ma durissimo che chiede solo di essere leccato, ingoiato, sbaciucchiato, succhiato, tirato e io l’accontento.
Ma ora lui vuole di più, si mette a sedere e mi invita a mettermi sopra di lui, mi penetra lentamente, si trattiene, indugia, esce, e poi mi spinge in giù i fianchi e affonda dentro di me prepotentemente. E poi mi chiede di cavalcarlo come più mi piace. Lo spazio è angusto, mi tengo appoggiata alle pareti, mi schiaccio col corpo contro di lui, offrendogli di nuovo le mie tette da baciare, aumento il ritmo, mi punto coi piedi per terra per fare più forza e mi avvio verso il rush finale. Esplodo in un fragoroso, supersonico orgasmo e lui ride felice poi mi ribalta a quattro zampe, mi devo aggrappare al lavello per non cadere all’ingiù perché il suo impeto mi travolge ed anche il mio sconosciuto amante raggiunge il culmine del piacere, emette il suo grandioso flutto spruzzandomi e cospargendomi tutto il sedere con grande soddisfazione.
Entrambi appagati, sorridenti, ci ricomponiamo, usciamo dalla toilette e ritorniamo ai nostri posti.
Nel frattempo il treno era arrivato a destinazione.
“Siamo già a Livorno! Ora devi prendere un altro mezzo per tornare a Pisa”
“Veramente, mia cara, dovevo scendere a Piacenza! Ma ho fatto volentieri questo lungo viaggio, ne è valsa la pena, me lo ricorderò per molto tempo e chissà mai che non ci rincontriamo un giorno, sempre sullo stesso treno.”
“Sono lusingata……e perché no? Lasciamo decidere al destino. E’ stato decisamente…….stimolante conversare con lei, ha reso il viaggio molto piacevole. Grazie. ”
“Grazie anche a lei, Madame, Adieu”
“Adieu, mon ami, credo che prenderò il treno più spesso d’ora in avanti”
“E io ci sarò, allora……Aurevoir”
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17 years ago
sammyandcris,
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Last visit: 15 years ago
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Supermarket
Quella mattina era il mio turno di fare compere; mi ero svegliato eccitato, il mio arnese era duro come un tubo di ferro, avevo davvero voglia di godere, di scopare fino a farmi male, ma la mia compagna proprio non aveva voglia di prendermelo. Così rimasi con l'eccitazione al massimo per diverse ore pensando al piacere che le avrei procurato... Partii per il supermercato e continuavo a sentire il mio coso duro e lungo, quasi volesse uscire dalla patta dei pantaloni: quella mattina mi sarei scopato chiunque. Arrivato nel parcheggio, come di consuetudine presi il mio carrello e mi avviai verso l'interno. Un'infinità di odori e profumi mi avvolsero soffocandomi, ma mi feci forza e cominciai a filtrare tutte quelle sostanze che arrivavano al mio naso. Il supermercato non era affollato e le poche signore che vedevo me le scopavo tutte con la mente, filtravo i loro odori, e quasi distinguevo una passera pulita da una sporca. Giunsi al banco frigo, dove notai una donna che mi osservava; feci finta di niente, ma lei si avvicinava. Percepii il suo odore... era eccitata, o sì lo era; avrei giurato che i suoi umori le stessero colando giù per le gambe per quanto intenso era il profumo. Ad un certo punto lei mi disse, quasi ridacchiando: "Hai fregato del dentifricio? Ti conviene nasconderlo meglio", e mi fece notare il rigonfiamento sui pantaloni. Ero quasi imbarazzato ma poi lei mi toccò: la sua mano era calda, soffice e delicata. Io rimasi fermo e impacciato mentre lei mi sbottonava, ora l'aveva in mano. La mia eccitazione era a mille, lei cominciò a smanettarlo fissandomi negli
occhi; era una bella donna, sui 40, seni possenti, capelli lunghi e neri, labbra carnose che bramavano la mia carne. Non potevo rimanere inerme davanti a tanta voglia di sesso e le misi una mano tra le gambe. La prima cosa che notai fu il pelo: folto, liscio, umidiccio, il suo odore mi saliva alle narici stordendomi. Le allargai le labbra e velocemente le infilai un dito, non fece resistenza poiché quel mischio di umori la lubrificava a sufficienza. Un singolo dito bastò per farla godere in pochi istanti; non gemette, continuò a guardarmi fisso negli occhi, senza
battere ciglio.Ebbe qualche esitazione solamente all'apice del suo piacere, quando le sue labbra carnose si aprirono leggermente. Venne abbondantemente: gocce del suo liquido caddero sul pavimento e il solo vederle mi diede una grande carica dentro. Il mio arnese era acceso come una lampada, la mia cappella spuntava tra le sue dita; lo sentivo ingrossarsi sempre più, pulsava come un cuore. Lei lo strinse più forte e cominciò a pompare di più, sentivo quasi male, ma volevo essere alla sua altezza e non feci un respiro. Venni tra le sue mani, che continuarono a tirarmi fino a farmi uscire l'ultima goccia di sperma: il getto fu secco e deciso e le bagnò il vestito. Lei si leccò le dita abbassando lo sguardo, con fare affabile me
lo rimise dentro, mi sistemò i pantaloni e mi diede un bacio. Io rimasi fermo, quasi stordito, lei si allontanò e non la vidi mai più.
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17 years ago
misterious168284, 39
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Patrizia e mario
Patrizia e Mario
Avevo conosciuto Patrizia e Mario rispondendo, così, tanto per fare, ad un annuncio su una bacheca nella quale ero casualmente incappato nel corso di un vano e notturno peregrinare in internet. Non è che andassi cercando qualcosa; anzi, sono piuttosto scettico e diffidente su quello che possiamo trovare in quelle inserzioni: secondo me generalmente nascondono delle/dei professionisti del sesso, oppure gente con qualche problema di relazione sociale. Ma non escludo che da parte mia si tratti solo di un pigro e infondato pregiudizio. In ogni caso fin dalla prima lettura quell'annuncio saltò a piè pari qualsiasi mia possibile prevenzione e mi colpì per la sua semplicità: mi suggerì subito che dietro ci fossero due persone decisamente interessanti.
Non si discostava particolarmente dal consueto cliché tipico dell'annuncio di una coppia, uguale a mille altri; si limitavano a qualificarsi come coniugi 48-44 anni che cercavano un singolo come "spettatore e partecipe solo se richiesto". Seguiva l'immancabile corollario d'aggettivi: educato, pulito, discreto, ecc. Eppure c'era qualcosa di diverso che lo distingueva dalla massa delle mille promesse e proposte di sfrenata lussuria: nella scelta delle parole, nel modo di proporsi, nella richiesta. Si capiva, non saprei adesso dire in quale modo, che stavolta non si trattava, come quasi sempre accade, di un uomo che stava trascinando la sua donna recalcitrante nella realizzazione di una propria fantasia erotica. Piuttosto sembrava lei il motore della coppia: era lei, che nell'annuncio parlava anche a nome del marito. Risposi d'impulso per propormi con un'onesta dichiarazione descrittiva; spensi il computer, me ne andai a dormire come se quell'operazione avesse inferto il colpo finale alla mia insonnia.
Non mi aspettavo affatto di ricevere una risposta, in fondo non avevo nemmeno inviato una foto (non ne avevo, altrimenti non avrei avuto problemi) come loro chiedevano (elemento preferenziale). Soprattutto non mi aspettavo di ricevere una risposta così immediata, dopo meno di ventiquattro ore. Mi domandai perché avessero optato proprio per me, come prima scelta, tra le chissà quante risposte pervenute, corredate di foto con grossi cazzi frementi e masturbanti in loro onore. Forse perché si sentivano più a loro agio con la mia maturità di 50enne; forse perché la mia città distava soltanto 100 km. dalla loro. Oppure (mi piaceva pensare) perché le parole che avevo usato erano state le più in sintonia con il tono del loro annuncio. Chissà. Fatto sta che mi sorpresero facendomi trovare un loro e-mail nella mia casella di posta elettronica, con tanto di numero cellulare, e l'indicazione di una fascia oraria durante la quale chiamare: tra le dieci e mezza e le undici di sera.
Non aspettai la sera seguente: alle 22.30 in punto composi il numero indicato, con un'emozione che non provavo da secoli; finalmente intravedevo la prospettiva di realizzare un'esperienza che era sempre stata una delle mie fantasie.
Era autentico batticuore quello che provavo mentre sentivo squillare il loro telefono.
- Pronto? -
La sorpresa mi lasciò un attimo senza parole. Aspettavo una voce maschile, invece mi giungeva alle orecchie una voce femminile esile ma decisa:
- Pronto! -
- Ciao. Sono Antonio. Hai una voce bellissima. -
Del seguito della telefonata non ricordo molto. Soltanto che non fu banale, che mi chiese di descrivermi anche sommariamente, che parlava un italiano colto e senza inflessioni d'alcun tipo. A differenza di me non sembrava affatto impacciata; non fece mai cenno a suo marito, se non come di uno dei membri della coppia. Confermò che a loro piaceva soprattutto esibirsi in presenza di qualcuno che si eccitasse allo spettacolo che offrivano; solo in caso di eccezionale sintonia avrebbero potuto richiedere una mia eventuale partecipazione. Ero disposto a stare entro questi limiti? Ero disposto. Aveva già previsto il passo successivo: ci saremmo incontrati in un'enoteca di una cittadina che si trovava esattamente a metà strada tra le nostre. Quando? Ma per me anche domani. Rapida consultazione con il marito: si domani sera va benissimo; alle dieci.
Impaziente com'ero arrivai all'appuntamento quasi venti minuti prima. Il locale, piuttosto ampio ed elegante, non era molto affollato; in fondo era solo la sera di un qualsiasi giorno infrasettimanale. Mi sedetti ad un tavolo e ordinai un caffè che mi aiutasse a ingannare l'attesa. Tenevo d'occhio la porta, spalancata sulla notte tiepida, e intanto attraverso la vetrata osservavo i passanti, cercando di indovinare la coppia che si sarebbe infilata dentro per me. Mi sentivo divorato dalla curiosità: ero stato così distratto da non avere fatto nessuna domanda sul loro aspetto fisico. Fui assalito dal timore che risultassero di una bruttezza desolante; cominciai a cercare affannosamente quali parole sarebbero potuto risultare adeguate a consentirmi uno sganciamento che non risultasse offensivo. Nemmeno per un momento sospettai che il tutto potesse rivelarsi una burla. Nonostante tutte le mie attenzioni, il loro ingresso, con qualche legittimo minuto di ritardo, mi colse di sorpresa. Li notai che erano già entrati e si stavano guardando intorno. Mi avevano individuato, aspettavano un gesto di conferma da parte mia. Mi alzai, lanciai un sorriso verso di loro che, altrettanto sorridenti si diressero con passo deciso verso il mio tavolo.
Patrizia si rivelò una piccola brunetta veramente deliziosa: capelli a caschetto, occhi verdi e maliziosi, sorriso seducente. Mario era sul metro e settanta, rosso un po' stempiato, più giovanile dei suoi quarantaquattro anni, aveva l'aria impacciata di un ragazzone timido. Patrizia si sedette vicino a me, accavallò le gambe facendo uscire dalla gonna azzurra delle cosce tornite e abbronzate. Fu subito brava, con l'aiuto di alcuni bicchieri di un frizzante bianchino, a sciogliere ogni imbarazzo tra noi: cominciò a parlare come se il nostro fosse un normale incontro senza nessun altro scopo sottinteso. Davanti a Mario, seduto vicino a lei e di fronte a me, quasi sempre silenzioso, parlò di loro e del loro rapporto di coppia sposata da venti anni e con un figlio di quindici. Esaltava la loro perfetta armonia, che li portava a condividere tutto senza segreti e ipocrisie. Da parte mia, mi sentii in obbligo di rivelare qualcosa di me: del mio matrimonio della mia compagna, che adesso ignorava che fossi lì e soprattutto perché. Mi congratulai per la saldezza del loro legame, confessai di invidiarli un po': io non sono mai riuscito, e tuttora non riesco nonostante la maturità (almeno anagrafica) a guarire da un'insopprimibile tendenza all'infedeltà. Ammisi di avere sempre sentito una passione (del tutto innocua e non patologica, per carità) verso il voyeurismo e l'autoerotismo, che praticavo da sempre con piacere. Anche durante quei brevi e felici periodi della mia gioventù in cui avevo avuto un certo successo con le donne.
Insomma, ci piacemmo. Le vere motivazioni per le quali c'eravamo incontrati restavano sullo sfondo e rendevano eccitante la serata che, di per sé sarebbe stata comunque piacevole, specialmente dopo che anche Mario dimostrò di avere completamente superato l'iniziale imbarazzo. Patrizia (era chiaramente lei che conduceva la danza con noi) propose di lasciare, per quella sera, le cose a quel punto. Suggerì che avremmo potuto rivederci il sabato successivo per passare una giornata al mare insieme. Mario mi rivelò che loro conoscevano un luogo selvaggio e ignoto ai più, raggiungibile solo camminando per una mezz'ora per un sentiero nella macchia. Là avremmo trovato pace, silenzio, solitudine, macchia mediterranea, rumore di onde. Loro ci andavano sempre quando potevano, perché lì era possibile praticare il nudismo senza essere disturbati da guardoni e carabinieri. Quando ci salutammo, sul marciapiede di fronte al bar, con un confidenziale bacio sulle guance, c'era tra noi una palpabile atmosfera di eccitante complicità. Sentivo che un'ulteriore più accentuato contatto fisico avrebbe potuto procurarmi un'erezione; indovinavo che anche per Mario sarebbe stato la stessa cosa, mentre i verdi occhi di Patrizia, oltremodo luccicanti, mi facevano sospettare una fighetta bagnata. Era logico immaginare che una volta a casa si sarebbero gettati sul letto e avrebbero fatto l'amore fantasticando sul seguito dell'avventura che si accingevano a principiare.
E io? Boh! Non mi è mai piaciuto andare a puttane...quindi avrei consumato una bella scopata con mia moglie pensando a Patrizia e Mario.
Mia moglie era una gran porca, leccava dalla base alla punta e poi succhiava che era una meraviglia, ingoiava tutto lo sperma con una tale foga che a volte le venivo in bocca perché non riuscivo a fermarla.
Appena arrivato a casa l’ho presa e senza proferire parola ci siamo buttati nudi in un attimo sul letto e già affondavo il cazzo duro nella sua fica bagnata, e lei già gemeva implorando: "Siii, ancora di più, di più!!" Finché mi dedicai ai suoi capezzoli e la bocca baciandola, e intanto le mie mani scese giù esplorando con il dito la sua fica fradicia che poi un altro direttamente nel culo, godeva come una cagna in calore, voleva che le dicessi porcate ed io non mi tiravo indietro. "Brutta troia, ora ti sfondo il culo e ti sborro dentro come un pompiere, ti sbraco il buco con il mio cazzo!!" "No!, nel culo nooo? E troppo grosso mi fa male!?" "Zitta, zoccola e prendilo nel culo!!" "No!, dai troia non lo senti duro sul culo!!!" "Siii ai ragione maschiaccio, fallo? Inculami, sfondami!!" Afferrai il mio cazzo, congestionato da quanto era teso, ero dietro a lei che stava a carponi ed io allargai le sue chiappe per poi infilare la punta della cappella, diedi una forte spinta a tal punto da scivolare in profondità dentro al suo buchetto.
Lei, si allargava le chiappe urlando: "Dio che bello, si fammi male cazzone!!!" Allora non ci vedetti più, diedi certi colpi secchi da mozza fiato, lei urla e io sentivo le mie palle sbattere sulle sue chiappe. "Cazzo, sono dentro?" Urlai. "Yahoo! Che cazzo, siiii sfondami, dai sbracami il culo!!" Era difficile tenerla ferma con quel ritmo, ma ormai non capivo più niente, la sentivo stringere dalle contrazioni del suo ano che venni urlando come un dannato, e a breve finalmente la riempivo di sperma calda nel suo buco del culo. Ansante mi staccai da quel culo e lei si alza con lo sperma che gli cola dalla fica e dal culo, e sparisce in bagno. E poi fece una mezza scoreggia che mi fece ridere. "Cazzo che goduta!", dissi sfinito.
La mattinata del sabato si presentò subito, al primo sguardo fuori della mia persiana appena aperta, come una mattinata limpida e serena. L'aria era fresca, ma era facile indovinare che si sarebbe scaldata con l'avanzare delle ore.
Una cassetta dei Pink Floyd rese piacevole l'oretta d'autostrada per il mare e tenne i miei pensieri alla necessaria distanza dalle mie eccitanti aspettative. Parcheggiai nel piazzale sterrato che Mario mi aveva indicato con molta precisione; fu invece molto più difficile trovare l'imboccatura del sentiero che dal piazzale si dipartiva dentro la macchia. Per vederlo bisognava spostare una grossa fronda d'oleandro: ci si poteva arrivare solo conoscendone l'esistenza, oppure per un caso del tutto fortuito.
Quando arrivai sulla spiaggia, dopo quella che mi sembrò un'interminabile camminata in mezzo alla macchia ombrosa, Patrizia e Mario erano già arrivati, probabilmente da tempo. In riva al mare il sole era più caldo, ma era temperato da una lieve brezza che infondeva benessere: era decisamente una splendida mattinata d'inizio giugno. Li scorsi da lontano, sdraiati su degli ampi teli di spugna colorati, completamente nudi a prendere il sole. Avvicinandomi fui subito colpito dal candore della pelle di Patrizia, sul quale spiccava un vello nerissimo e foltissimo che si arrampicava in alto sul ventre piatto. Il corpo minuto, con i seni piccoli e appuntiti, sembrava quello di una ragazzina, solo un po’ addolcito da qualche appropriata curva che testimoniava una splendida maturità. Mario aveva un fisico asciutto, poco peloso. Quando mi videro arrivare si alzarono per salutarmi, ci stringemmo la mano. Rimasi un po' stupito nel costatare che, quando strinsi la mano a Mario, il suo membro ebbe alcune pulsazioni, quasi come se stesse per avere un'erezione. Stesi il mio telo vicino a quello di Patrizia, loro tornarono a sdraiarsi. Mi spogliai completamente per scaldarmi anch'io a quel magnifico sole di prima estate. L'atmosfera era così tranquilla ed amichevole che non induceva ad alcuna forma di morbosità o eccitazione. Rimasi un certo tempo in piedi di fronte a loro, sdraiati, per sottomettermi alla loro legittima curiosità, quindi mi sedetti. Per un bel po' continuammo a parlare del più e del meno, come vecchi amici; ma intanto il mio sguardo cercava di frugare tra i folti e riccioluti peli corvini in mezzo ai quali si affacciavano graziosi (e umidi?) petali rosa. Una certa eccitazione adesso cominciava a scorrere nelle mie vene, dovevo fare un certo sforzo per resistere alla tentazione di toccarmi: più volte il mio membro pulsava per un inizio di erezione, che però rimaneva solo un inizio.
Adesso tra noi era sceso il silenzio, l'unico rumore era dato dallo sciacquio delle onde. Patrizia e Mario stavano pigramente e languidamente stesi ad occhi chiusi, consapevoli che li stavo osservando sempre sul limite di una prorompente eccitazione.
Fu Patrizia (ancora una volta era chiaramente lei che dirigeva il gioco) a fare la prima mossa: allungò la sua mano e cominciò ad accarezzare il ventre del marito sdraiato vicino a lei, giocando con i suoi peli pubici. Come ad un segnale atteso il membro di Mario s'irrigidì, io sentii un calore intenso scendere dal mio petto verso il basso, il mio cazzo cominciò a pulsare e si erse. La mia mano scese ad accarezzarlo con lieve dolcezza. Patrizia si sollevò per chinarsi sul ventre del marito, fece sparire in bocca il suo membro eretto che indovinavo durissimo; intanto lasciava scivolare la mano tra le gambe, a farsi largo nel folto vello, a muoversi con lenta e sensuale regolarità. Io cambiai posizione per avere una migliore visuale dello spettacolo, continuavo a sfiorarmi il sesso con leggerezza, attento a tenermi lontano da un inopportuno orgasmo. Ma nonostante l'eccitazione non riuscivo ad essere del tutto tranquillo in un luogo così aperto, di tanto in tanto alzavo lo sguardo per dare un'occhiata intorno. Un ronzio di motore dal mare piatto distolse ancora di più la mia attenzione. Un gommone, con sopra una coppia, si stava avvicinando alla riva. Sicuramente due nudisti, pensai. Erano troppo lontani per riuscire a vedere quello che stavamo facendo, troppo vicini per non sospettarlo. Avvertii Patrizia e Mario, ormai completamente presi nel loro gioco per potersene accorgere. Senza troppa fretta, si ricomposero.
- Andiamo nella macchia - suggerì Patrizia con una voce bassa che non le avevo ancora sentito - là dentro nessuno verrà a disturbarci.
Raccogliemmo i nostri teli, li seguii nella fitta macchia che orlava la spiaggia. Prendemmo un sentiero seminascosto, che evidentemente loro conoscevano bene; l'attesa per quello che stava per accadere aveva mantenuto intatta la nostra eccitazione. Camminavamo nudi in mezzo alla natura, l'aria leggera e dolce ci accarezzava la pelle, Mario ed io avevamo il cazzo ancora potentemente eretto; la folta peluria di Patrizia era umida e brillante di goccioline.
Dopo qualche decina di interminabili metri ci infilammo per uno stretto varco quasi invisibile tra le piante, entrammo in una radura chiusa tra gli alberi e le siepi. Era una bellissima camera naturale e completamente ombreggiata, con il terreno reso soffice da sabbia ed erba. Stendemmo i nostri teli di spugna: i loro accostati, il mio trasversale per poterli osservare nella posizione più voyeuristicamente diretta e favorevole. Li guardai con desiderio mentre si accarezzavano reciprocamente, li osservai masturbarsi con dolcezza, li ho ammirati con eccitazione crescente mentre si attorcigliavano in un fremente sessantanove. E quando Patrizia, con le gambe oscenamente spalancate, mostrandomi la fica bagnata e gocciolante, ordinava con voce roca e spezzata a Mario di entrare dentro di lei. Da dietro potevo vedere il culo del marito che andava su e giù, immaginavo, più che intravedere, il suo cazzo duro che entrava e usciva da quella foresta nera e umida. Il mio sguardo era pieno di quello spettacolo: mi sono sollevato in piedi per dominare la scena dall'alto, mi masturbavo furiosamente, attento a non venire prima di essermi goduto la visione di un loro orgasmo. Patrizia, ha alzato lo sguardo sul mio cazzo percosso dalla mia mano, sulle mie palle che ondeggiavano sopra di lei; l'ho vista vibrare in un intenso orgasmo, per un attimo le sue pupille sono scomparse: nei suoi occhi solo il bianco e palpebre che battevano veloci. Per me l'immagine del suo godimento fu una frustata di eccitazione che mi costrinse a fermarmi per non concludere subito con una copiosa eiaculazione.
Come un'armonia dolce e inattesa alle mie orecchie risuonò la voce rotta e ansimante di Patrizia: mi chiedeva di avvicinarmi, di darle il mio cazzo da succhiare. Ho obbedito con le gambe che tremavano per l'eccitazione, mi sono messo in ginocchio, ho appoggiato il mio membro sulle sue labbra; lei ha passato la lingua lungo l’asta, poi ne ha fatto sparire la punta nella bocca succhiando con dolcezza. La mia eccitazione per poco non è esplosa in quel momento, quando ho sentito un’altra lingua, inattesa, che lambiva i miei testicoli. Ho dovuto ritrarmi bruscamente per non prorompere in un orgasmo irrefrenabile. Patrizia ha allontanato da sé il marito e rimanendo di fronte a noi con le gambe spalancate mi ha chiesto di leccarla. Ho affondato il viso tra le sue cosce, la sua fica era un fiore completamente sbocciato in mezzo ai folti peli neri e bagnati che si appiccicavano alla candida pelle dell'inguine. Ho cominciato con studiata lentezza a passare la lingua sulle labbra gonfie, sul clitoride piccolo e appuntito che si ergeva dalle rosee pieghe; assaporavo la forte fragranza della sua eccitazione. Avevo dimenticato Mario, che si era fermato un attimo a osservarci, poi ho notato il suo movimento per portare il suo membro all'altezza della bocca di Patrizia, che iniziava a succhiarlo dolcemente. Non mi sono sorpreso, questa volta, quando una bocca grande, forte, decisa, si è impadronita avidamente del mio cazzo duro ed eccitato.
Componevamo un'estatica congiunzione triangolare.
Ho sentito Patrizia sussultare in un lungo, intenso, vibrante orgasmo. La mia lingua, tutta la mia bocca, erano impregnate dell'acuto, delizioso umore della sua fica. Ho sollevato la testa e con un lungo bacio in bocca ho trasmesso a Mario la conoscenza dei suoi umori. Mentre ci baciavamo Patrizia ha preso in mano i nostri due cazzi, li ha uniti, accarezzati, strofinati tra loro; quindi si è chinata ed ha cominciato a leccarli e succhiarli alternativamente. A questo punto la tensione era veramente insopportabile, non avrei potuto resistere ancora per molto senza giungere ad un orgasmo. Ero sicuro che lo stesso fosse anche per Mario. Ma Patrizia lo aveva capito benissimo, da brava regista sapeva come e in quali tempi muovere i suoi attori: ha ordinato al marito di andarle sopra e di prenderla. Io, che ancora non avevo compreso quello che lei aveva in mente, mi accingevo a procurarmi un orgasmo che mettesse fine a quella che stava diventando una sofferenza.
Patrizia, con una voce rotta e appena percepibile: - Aspetta, aspetta, non venire ancora. - sussurrò. Portò le mani sulle natiche del marito che la stava montando e che adesso stava immobile con il cazzo piantato dentro di lei, gliele allargò con tutta la sua forza, mostrandomi il buco teso e aperto di Mario.
- Inculalo!- quasi gridò con la voce arrochita dal desiderio.
- Sì, inculami! - sussurrò Mario, quasi implorando.
Mai prima di allora avevo inculato un uomo, ebbi un attimo di smarrita esitazione. Ancora la voce di Patrizia arrivò a incalzarmi:
- Cosa aspetti? Prendilo! -
L'eccitazione era tale che se anche avessi avuto una residua inibizione da superare sarebbe svanita all'istante. Mi portai alle spalle di Mario, appoggiai il mio cazzo sul buco aperto e cominciai a spingere con forza. Il glande entrò con una certa fatica (e suppongo con un po' di dolore) nonostante lui cercasse in ogni modo di facilitarmi, mentre le piccole mani di Patrizia continuavano a tenere le natiche allargate. Infine con un colpo di bacino violento e improvviso affondai completamente fino a quando sentii miei peli pubici che sfioravano i glutei. Mario fu scosso da un sussulto e da una contrazione di dolore che si ripercossero su Patrizia, provocandole un orgasmo fortissimo, che la fece gridare e vibrare di piacere. Mario rimase folgorato tra il dolore della mia penetrazione violenta e il piacere che gli trasmise l'orgasmo della moglie sotto di lui; con un rantolo e mille spasmi rovesciò il suo sperma nella vagina di Patrizia. Sentii il suo corpo forte e robusto contrarsi nel piacere, scuotere il mio cazzo affondato nel suo corpo, mentre lo sfintere me lo stringeva convulsamente e ritmicamente. Troppo, troppo era adesso il mio piacere: con un lunghissimo, intenso orgasmo inondai di sperma il suo intestino.
Ci accasciammo l'uno sull'altro, esausti e appagati.
Restammo ancora per un po' in quella piccola porzione di paradiso, stesi in silenzio a riposare, ad aspettare che i nostri sudori e i nostri umori si asciugassero. Poi, come a un tacito segnale ci rialzammo e ci incamminammo verso la spiaggia. Mentre camminavamo completamente nudi sul sentiero nella macchia vedevo il mio sperma che scendeva dall'ano di Mario lungo l'interno della coscia. Patrizia aveva l'interno delle cosce bagnate da un liquido che doveva essere un cocktail tra i suoi umori vaginali, la mia saliva, lo sperma del marito.
Passammo ancora qualche ora in spiaggia conversando e ridendo. Mario si dimostrò una miniera inesauribile di barzellette che narrava con grande mimica facendo ridere fino alle lacrime Patrizia e me. Pranzammo con i panini che c'eravamo portati; mescolammo le birre che avevo portato io con il robusto vino rosso che avevano portato loro, e questo ci regalò una sonnolenta ed estatica allegria. Il primo bagno della stagione nell'acqua ancora fredda del mare di giugno servì a lavare i nostri corpi ancora imbrattati e a riportarci a un livello di coscienza più vigile. Ci stendemmo al caldo sole pomeridiano per asciugarci e recuperare energie.
Mentre stavo valutando se era il caso di proporre di tornare ancora nella macchia (mi era sorta l'imprevista e imprevedibile curiosità di invertire il ruolo con Mario), oppure di fissare un nuovo appuntamento, senza dire una parola si alzarono e cominciarono a vestirsi.
- Adesso dobbiamo andare via. -
La voce di Patrizia era dolce e neutra, ma decisa. Ero un po' sconcertato, mi domandavo adesso se involontariamente non avessi detto una qualche parola inopportuna.
- Ho commesso qualche gaffe? Mi piacerebbe incontrarvi di nuovo? -
- No, no, nessuna gaffe, sei stato perfetto. Ti prego di scusarci, anche a noi dispiace, ma non è possibile, non ci sarà un seguito. -
Tacque. Si rendeva conto che non potevano lasciarmi così, senza una spiegazione.
- Non dipende da te, ripeto: sei stato perfetto. Siamo noi che siamo fatti così. Mario ed io abbiamo bisogno di questi momenti per mantenere saldo il nostro rapporto di coppia. E' un equilibrio delicato, è necessario che queste evasioni che ci concediamo insieme avvengano raramente e con persone sempre diverse. Ma non sentirti usato, è stato molto bello. -
Infine, con un po' d'imbarazzo:
- So che sei una persona corretta e dimenticherai il nostro numero di telefono?- Mario era una presenza muta, a testa bassa; sembrava un bambinone che lascia che i grandi decidano per lui.
Ci salutammo baciandoci; li osservai mentre si allontanavano lungo la spiaggia, mi sdraiai sul telo solo dopo averli visti imboccare il sentiero che portava al piazzale sterrato dove avevo parcheggiato. Rimasi a godermi il sole già quasi estivo di quel lungo pomeriggio, con la testa zeppa di immagini e di fantasie.
Hanno mantenuto la parola: non li ho più sentiti e la cosa non ha avuto un seguito. Ho rispettato la loro volontà, non li ho più cercati. Tuttavia non dispero che un bel giorno il mio cellulare mi riporti la voce allegra di Patrizia o quella profonda di Mario.
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antonio da otranto
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17 years ago
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Mio cognato
Ecco il racconto di quello che è successo 6 mesi fa.
Ho 28 anni e da circa sette sono sposata con un uomo che a causa dei turni di lavoro resta fuori casa per circa 12/13 ore al giorno. Siamo esattamente quella che si dice una famiglia modello con una buona posizione economica e due bellissimi figli di 6 e 4 anni.
Sono sempre stata una moglie affettuosa e rispettosa nei confronti di mio marito e mai e poi mai avrei immaginato che mi potesse capitare una storia come quella che vado a raccontarvi.
Era un martedi di inizio novembre, mio marito faceva il suo solito turno dalle sei alle diciotto e dopo aver portato i bambini a scuola mi accingevo a cominciare il solito tran-tran delle faccende domestiche.Ho cominciato a rifare i letti, ho lavato le tazze della colazione e ho preso l'aspirapolvere per finire di pulire le stanze. Non appena ho premuto l'interruttore dell'elettrodomestico però, è saltata la corrente. Non sapendo come muovermi ho telefonato a mio marito per chiedergli che fare.
Non potendo muoversi dal lavoro (tra l'altro lavora a 40 km da casa) mi ha consigliato di chiamare il marito di mia sorella che lavorando di notte, e quindi essendo ancora a casa, avrebbe potuto darmi una mano. Detto, fatto. In effetti Gianni (mio cognato) era a casa e mi ha rassicurata dicendomi che sarebbe passato subito ad aiutarmi. Dopo circa dieci minuti ho sentito bussare alla porta, ho aperto ed era proprio Gianni con la sua cassetta degli attrezzi. Mi ha chiesto dov'era il contatore e si è portato subito in cantina a cercare di trovare il guasto. Constatato che giù era tutto a posto è salito a vedere se il problema era dell'aspirapolvere.
Ha cominciato a smontare l'apparecchio mentre io gli preparavo un caffè. Faceva un caldo tremendo, io avevo addosso una camicia e una gonna non eccessivamente corta ma molto aderente e mi sono accorta che mentre ero ai fornelli Gianni mi guardava insistentemente il culo. Ho fatto finta di niente e ho finito di preparare il caffè. Gianni ha sistemato tutto e prima di prendere il caffè ha voluto lavarsi le mani. Si è portato in bagno e dopo essersi lavato mi ha chiesto di portargli un asciugamano in quanto in bagno non ce n'erano. Ho portato l'asciugamano ma quando sono arrivata in bagno non ho fatto in tempo a darglielo in quanto Gianni mi ha accolto prendendomi per la testa e baciandomi intensamente.
Ho cercato di divincolarmi ma più lui mi stringeva la testa, più mi scioglievo. Mi ha messo una mano sul culo spingendomi verso di lui e facendomi sentire vicino al pube il suo sesso già in erezione.
Non ho più opposto resistenza e dopo due minuti mi sono ritrovata inginocchiata davanti a lui. Gli ho slacciato i pantaloni tirandogli fuori il cazzo ormai durissimo e ho cominciato a spompinarlo avidamente. Sentivo i suoi gemiti ad ogni colpo di lingua e la cosa mi eccitava da morire. Ad un certo punto mi ha presa in braccio e mi ha portata sul letto, mi ha spogliata e ha cominciato a leccarmi la figa come mai nessuno aveva fatto. Era bravissimo, talmente bravo che ho goduto sotto i colpi della sua lingua. Anche lui non ce la faceva più e mi ha penetrata dolcemente stringendomi per i glutei.
Mi stantuffava prima piano poi forte sempre più forte e più pensavo che quello era il marito di mia sorella, più mi eccitavo e mi sentivo troia. Dopo essere venuta altre due volte sotto i colpi di quella verga, gli ho urlato "basta, ora inculami ti prego". Il culo non l'avevo mai dato nemmeno a mio marito ma ormai avevo perso ogni inibizione. Mi ha appoggiato la cappella al buchino e mi ha sverginato il culo senza farmi sentire il minimo dolore e dopo avermi allargata per bene ha preteso di venirsene sulla mia faccia inondandomi tutta. Eravamo esausti ma soddisfatti.
Inutile dirvi che da quel giorno, ogni tanto a casa mia si rompe qualcosa (specie quando mio marito lavora) e Gianni è sempre ben felice di " venire " in mio aiuto.
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antonio da otranto
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17 years ago
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Patrizia e sua sorella angela
Dopo quella bella serata, con Patrizia ci siamo rivisti in occasione del matrimonio della sorella. La vado a prendere e al ritorno, fra un discorso e l’altro mi disse “ L’ho sai che penso sempre alla quella serata in cui abbiamo scopato! “ “ Anch’io – risposi – Non scordo la tua bella spompinata. Era magnifica “. A quel punto Patrizia mi colse di sorpresa “ Adesso che l’hai detto mi è venuta voglia di farlo. Tira fuori l’arnese, che desidero un po’ del tuo nettare. “ “ Cosa! – risposi – Proprio adesso che sto guidando “.
Senza pensarci due volte, mi abbassò la cerniera dei pantaloni, lo tirò fuori, lo ficco in bocca e iniziò a leccarlo con ardore. Dapprima inizio a passare la lingua intorno la cappella, poi leccò intorno all’asta e, infine, lo ficcò tutto in bocca, fino alle palle. Ebbi un sobbalzo “ Oh mio dio. Mi ero dimenticato com’eri brava. Anzi, sei migliorata tantissimooooo! Quanti ne hai fatti ? “
“ Abbastanza “ ripose. “ Scommetto tanti, visto che sei diventata una maestra. Siiii ….Oh mio dioooo …..Ancoraaaaa ….Siiiii ….Siiii ….Godo ….Ancoraaaa ….Si …sto per venire …Vengooooooooooo “. La mia sborra usci come una valanga e Patrizia non sé fatta pregare; lo leccò e m’ha ripulito ben bene il pene. La nostra fortuna che era sera tardi ( erano le 22:00 ) e che non transitava nessuno, poiché, per la troppa goduria, non riuscivo a tenere l’auto dritta.
Alla fine arrivammo a casa e la mamma di Patrizia mi disse “ Hai la faccia un po’ stanca “ “ Niente signora – le risposi – Sono un poco stanco “. In realtà non potevo dirle che Patrizia m’aveva fatto un pompino in auto, sarebbe scoppiato un putiferio. Era l’ultima cosa che volevo, alla vigilia delle nozze dell’altra figlia.
Prima di andarmene mi misi d’accordo con Patrizia di andare a mare e di avvisare la sorella. Presi un giorno di ferie prima delle nozze e con le due sorelle andammo a mare, in una piccola spiaggia isolata. Mentre Angela, la futura sposa, andava a farsi una lunga nuotata, poggio la mia mano sulla pancia di Patrizia e inizio a scendere fino alla bordatura degli slip. “ Che fai Antonio, Angela potrebbe vederci. “ “ Patrizia – le risposi – stai tranquilla. Lo sai che tua sorella ha il vizio di farsi lunghe nuotate, e siamo lontani dalla sua visuale. ”
A quel punto la mano scivola dentro gli slip e le infilo un dito dentro la figa. “ Avrei preferito di più il tuo arnese che il dito. “ Neanche me lo faccio dire neanche due volte, tiro fuori il cazzo, le tolgo velocemente gli slip, lei divarica le gambe e tombola : le ficco il cazzo dentro la figa già bagnata per l’eccitazione.
“ E Vai! – urlò – Finalmente risento il tuo arnese dentro la mia figa. Però fai in fretta, potrebbe arrivare la sorellina. “ Allora iniziai a stantuffare di brutto. Patrizia, verso la fine, cercò di trattenersi dall’urlare di goduria, ma dovette cedere all’incalzare dell’orgasmo che stava arrivando inesorabile. “ Siiiiiiiiiiiiiiiiii – urlò – Oh mamma mia, godoooooo …. Spaccami la figa in due …ti pregoooooo …non resisto … vengoooooooooo! “ A quel punto le inondai la figa come un fiume in piena, con la sborra che usciva dalla figa. Sfiniti, ma non esausti, ci mettemmo in un bel 69 e, mentre leccavo la sua figa con passione, Patrizia mi lecco il pene ben bene, pronto per un’altra scopata.
Finimmo appena in tempo, poiché, in lontananza, arrivava Angela a nuoto. Appena arrivò chiese se c’eravamo annoiati. “ Per niente. – risposi - Anzi, ci siamo divertiti. “ Ci esaminò da capo a piedi “ Voi due non me la contate giusta – disse – Mi nascondete qualcosa “ “ Noi! – disse Patrizia – Ma quando mai “.
A fine giornata andammo a casa mia a farci la doccia e passare il resto della giornata in allegria.
Appena arrivati a casa avvisai la mamma di Patrizia che le sorelle avrebbero mangiato da me.
“ Vado a farmi la doccia “ disse Angela “ Va bene – risposi – Così sistemo i teli da mare “. Dopo aver sistemato i teli, io e Patrizia incrociammo i nostri sguardi e, dopo un cenno di consenso con la testa, ci trovammo a letto a scopare. Manco a farlo a posta, Angela, in accappatoio, entra in camera da letto e trova la sorella con le gambe aperte a V e io, oltre a reggerle le gambe, col cazzo dentro di lei. “Brutta troia – disse con tono inviperito – non ti basta tuo marito , adesso ti scopi Antonio. E da te, Tony, non me lo sarei mai aspettato “. Non abbiamo avuto il tempo di aprire bocca che mia cugina se né scappò. Estraggo il cazzo da Patrizia ed entrambi corriamo da Angela per chiarire. Dopo un po’, e vedendo che non riuscivamo a calmarla, io Patrizia ci guardammo negli occhi e, senza farle avere il tempo di reagire, mi piazzo dietro Angela e le blocco le braccia. “ Che cazzo fai – urlò, mentre la sorella le slacciava l’accappatoio – Mollami brutto porco. E tu troia,… “
Neanche le faccio finire la frase che con un braccio riesco a continuare a bloccarle le braccia, e con una mano le tappo la bocca “ Dai Patrizia – dissi - leccale la figa, come solo tu sai leccare “. In un lampo si inginocchia, porta le gambe della sorella sulle sue spalle e inizia a leccarla come una indemoniata. Angela cerco di liberarsi, ma invano.Dopo un po’ che la sorella le leccava la figa, le tolgo la mano dalla bocca “ Ti prego – supplicò – fermati. Ti prometto che non dirò niente.Basta …non resisto “. A quel punto non resistette più ai colpi di lingua della sorella. “ Dai sorellona, continua.Voglio godere come non mai “ Mentre Patruzia era intenta a far godere la sorellina, notai che quest’ultima aveva una 5 abbondante e dei capezzoli talmente belli, da farmi eccitare come un toro.
“ Dai …lecca con passione la mia figa …Siii …godo …ancora ….siiiiiiii …Sei un tesoro di sorella …godoooooooooo “. Dopo la goduta mi rivolgo ad Angela “Mica abbiamo finito “ “ Come! – rispose – In che senso non abbiamo finito “. “ Mica pretenderai – insinuò Patrizia – che sia solo io l’unita troia personale di Tony “.
A quel punto, in un lampo, mettiamo Angela alla pecorina, le togliamo l’accappatoio e la blocchiamo; Patrizia per le braccia e io per il bacino. “ Tony, che volete farmi ? Mica vorrai sfondarmi il culo ? “ “ Mi sa di si – risposi – e dalla tua posizione non potrai opporti “. Non le do il tempo di fiatare che le sfondo il culo, provocandole un piccolo dolore. Inizio a stantuffare dolcemente, aumentando il ritmo e, in contemporanea, Patrizia si mette sotto sua sorella, piazzandosi, entrambe, in un bel 69. A quel punto mi si presenta una scena iddiliaca. Io sto inculando di brutto Angela, e le due sorelle che si leccano la figa a vicenda; alla fine godiamo simultaneamente.
Prima di estrarre il cazzo dal culo di Angela toccai le sue magnifiche tette e, infine, la figa. “ Cara Angela, noto che sei eccitata, ma preparati. Prima di scoparti avrai un arduo compito, che è quello di farmi godere “. Dopo averlo estratto, Angela, senza esitare, prese il mio cazzo, se lo ficca in bocca e inizia a spompinarmi di brutto. “Ohhhhh! Mamma mia quanto sei fantastica …lo sai che sei fantastica. Lecchi divinamente …siiii ….lecca più velocemente ….che goduriaaaa …siiii …continua ….sto per godere …vai …siiiii …godoooooooooo! “. Sborrai sulla sua faccia, innaffiandola. Ma lei non si preoccupò e ripulì a dovere il mio pene, degno lavoro di una troia affermata.
Visto che si era fatto tardi, erano quasi le 22, dissi “ Cara Patrizia, adesso dobbiamo concludere in bellezza l’addio al celibato di tua sorella. Prendi il fallo con la cinta che t’anno prestato e portalo “. “ Che vuoi fare ? “ chiese Angela “ Adesso proverai – risposi - una goduria mai provata “. Patrizia si affibbiò il fallo attorno alla vita e ci distendemmo entrambi sul letto, con le due aste pronte per l’impalamento. A questo punto Angela si posizionò sopra i due membri e si abbassò. Ogni qualvolta che il mio cazzo avanzava nella sua figa e il fallo nel suo culo, Angela cacciava un urlo misto di dolore e piacere.
Arrivata in fondo esclamò “ Oh mamma mia, quant’è bello essere sfondata da due cazzi “ Allora io e Patrizia la prendiamo per i fianchi e aiutammo Angela a salire e scendere e, dopo qualche minuto, io e Angela siamo venuti in un orgasmo pauroso e la mia sborra, che, oltre a sembrare un fiume in piena, le inondò la figa, fuoriuscendo.” Wow! Che bellissimo addio al celibato. Magari fossero tutti così “. “ Adesso tocca a Patrizia – dissi - avere lo stesso trattamento “. Qui partì un’altra sborrata che se non rimaneva incinta era un miracolo.
Dopo questa scopata estenuante, decidemmo di rimanere tutti e tre abbracciati. Quello che se la godeva ero io, poiché ero abbracciato a due belle troie, con le loro tette sode su di me, e la neo-sposa con la mano sul mio cazzo, pronta per il prossimo pompino.
Improvvisamente suona il citofono. Mi alzo, cercando di non svegliarle, e rispondo “ Chi e ? “ “Siamo noi, apri “ Erano i genitori di Patrizia e Angela. Dopo aver aperto il portone, mi proietto verso la camera e muovendole, le urlo “ Presto, vestiamoci. Sono arrivati i vostri genitorii “ Ci vestimmo velocemente e appena in tempo. Appena entrati ci chiesero“ Vi siete divertiti ? “ “ Tantissimo – risposi – E’ stata una giornata bellissima “. “ Ora dobbiamo andare– disse Patrizia – Domani dobbiamo svegliarci presto, c’è un matrimonio “.
Le accompagno fino alla macchina e tutte due le sorelle si girarono verso di me, mi baciarono con passione, Angela, e con la lingua, Patrizia, ringraziandomi per quella bella giornata.
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antonio da otranto
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17 years ago
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La mia prima volta
Ho una vita normale neo laureato, fidanzato, benestante ma una fantasia mi aveva sempre affascinato senza però riuscire mai a trovare il coraggio di realizzarla:incontrare un uomo che mi traformasse nella sua troietta travestendomi a dovere e rendendomi femmina.
In effetti più volte mi ero travestito in casa con cosette lasciate dalla mia ragazza o roba di mia sorella e ogni volta che mi guadavo allo specchio vestita da "Manuela"(come decisi di chiamarmi) saliva in me un' eccitazione senza freni e la voglia di essere troia di un uomo pur non essendo attirato dagli uomini in altre circostanze.
Capitava spesso di chattare sperando di trovare l'uomo giusto ma un pò per e mie paure e un pò per la difficoltà di trovare persone serie non ero mai riuscito a trovare nessuno.
Il mio sogno era quello di trovare un uomo che mi invitasse a casa sua mi preparasse per bene con vestiti trucchi e parrucca e poi facesse di me quello che voleva.
Un giorno mi trovai a chattare con un certo Carlo 50 anni persona molto carina e affabile...........sposato.Mi dice che è un sogno suo e della moglie incontrare una trav e che pur avendo avuto varie esperienze con singoli e coppia non sono mai riusciti a trovare un atrav di loro gradimento.
Chattammo per qualche tempo e cominciai a fidarmi di Carlo cosi quando lui mi invitò a casa loro anche se ebbi un momento di perplessità, accettai.
Ci demmi appuntamento all'uscita dell'autostrada e quando arrivai sbito riconobbi la loro auto che mi lampeggiò.
Scesero dall'auto e i miei occhi sgranarono.Lui era davvero un bell'uomo:50anni alto,brizzolato,fisico asciutto;lei 44anni alta sull'1.70 bionda una 4 di seno.Insomma davvaro una bella coppia.
Ci avviammo verso casa loro e una votla arrivati mi offrirono un caffè e parlammo per una mezz'ora del più e del meno.Mentre parlavamo non potevo non notare le autoreggenti di Claudia ke si intravedevano dal vestitino ke indossava.
Ad un certo punto il discorso cadde sul motivo del nostro incontro e io ripetetti quello che già gli avevo detto in chat, cioè che avrei voluto farmi trasformare in una troietta al loro servizio.claudia disse che non ci sarebbero stati problemi e che mi avrebbe aiutato lei mentre Carlo disse he sarebbe uscito per un paio di ore e che al suo ritorno voleva trovarci sdraiate sul letto come tue troie perchè si avrebbe portato un regalo.
Carlo uscì e claudia mi invitò a seguirla in bagno.Mi fece spogliare e mi depilò completamente( non ho tanti peli già normalmente).Quando mi guardai allo specchio depilata già comincia ad accitarmi.Ho viso con lineamenti molto fini e un fisico asciutto con un culetto e delle gambe da far invidia ad una donna.dopo la depilazione mi truccò accuratamente e tirò fuori una stupenda parrucca mora.ero quasi una donna ma a queesto punto mancava la parte finale, l'abbigliamento.Claudia mi fece indossare un perizoma nero tavvero minuscolo, reggiseno dello stesso colore, auotreggenti nere molto ricamate, una mini davvero inguinale che mi disse che usava quando con il marito andava in club privè, e una magliettina che mi lasciava la pancia ben scoperte.Infine, sfruttando il fatto di avere llo stesso numero (40) mi fece indossare degli stivale fino a mezza coscia con almeno 13 cm di tacchi.quando mi guardai allo specchio cosi preparata mi sembrò di vedere un''altra persona e soprattutto ebbi l'impressione di essere davvero una donna.Intanto erano passate quasi due ore e sentimmo la porta aprirsi. Era Carlo che rientrava ma non era solo, era assieme ad altri due suei amici con quali spesso lui e la moglie giocavano.anche i due amici, su per giù coetanei di carlo, non erano niente male....!Intanto io e Claudia come promesso ci facemmo trovare sul letto e quando i 3 entrarono rimasero sbalorditi:ci spogliavano con gli occhi.anche Claudia si era preparasta per benino con un babydoll senza slip patstina rasata, tacchi alti:insomma uno schianto anche lei.Metre i tre guradavano Claudia comincio a baciarmi:ci baciammo per qualche minuto mentre ci palpavamo a vicenda, ma in me saliva il desiderio di assaggiare quei tre cazzoni che si incominciamo ad intravedere dai pantaloni.
Claudio ed i suoi amici si spogiarono restando in boxer e si sdraiarono con noi sul letto.appena li vi vidi li tutti per me abbassai i boxer di Carlo e comincia a succhiarlo con ingordigia.non avevo mai succhiato un cazzo ma credo che Carlo nemmeno se ne accorse tanta fu la voglia che ci misi.Dopo poco si avvicinarono anche gli altri due ed io e Claudia a vicenda succhiavamo tutti e tre.Dopo un pò Carlo si allontanò e tornò con un tubetto di vasellina che claiudia mi spalmò sul buchetto iniziandomi a penetrare con le dita.ero vergine dietro ma l'eccitazone del momento mi aveva dilatato per bene.Dopo poco Senti qualcosa he spingeva:non erano più le dita di Caludia ma il cazzo di Carlo che mentre io continuavo a succhiare i suoi amici tentava si sfondarmi il culetto.Gli dissi che ero vergine e lui con molta dolcezza ma anche molto vigorosamente mi penetrò tutta.Fu una sensazione che non si può descirvere:avere un cazzo nel culo con due in bocca e cladua che leccava da sotto il mio cazzo con me tutta acchittata da troia.Ci scoparono a vicenda tutti e tre per almeno un'oretta dopo di che quando vidi che si toglievano i preservativi capii che era il momento di assoporare quello che tante volte avevo immaginato di assaggiare.Io e Claudia ci mettemmo pronte con la testa di fronte ai 3 cazzi ormai pieni:dopo poche succhiate vennerro copiosamente sui nostri volti e nelle nostre bocche e noi non facemmo cadere nemmeno una goccia dopodichè ci baciammo profondamente in modo da passarci i rispettivi sapori.
fu una serata sensazionale che si è ripetuta altre volte.
non macherò di raccontarvele
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17 years ago
admin, 75
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C\'e sempre da imparere
La storia che stò per raccontarvi a molti sembrerà pura invenzione, e, vi giuro che se qualcuno l’avesse raccontata a me avrei pensato la stessa cosa, ma vi garantisco è vera a 360°. Ma cominciamo la storia.
Ho una storia con lei da due anni anche se, data la distanza, abbiamo più incontri virtuali che reali entrambi intensi in ogni senso. Quindi immaginate la sorpresa quando ricevetti la sua telefonata che diceva: “ Domani sarò dalle tue parti con mio marito che deve fare dei lavori lì giù, quindi liberati perché voglio godere come non mai.” Immaginate ho fatto terra e fuoco per liberarmi. Come da accordi presi ci incontrammo nella loro stanza in albergo. Una volta entrato la trovai nuda sul letto distesa. Senza una parola mi fiondo su di lei e comincio a baciarla dappertutto. Ma, ecco la primanovità, mi ferma e mi dice: “ Ricordi i patti? “ Io annuisco. ( Si perché dovete sapere che ogni volta che ci vediamo uno di noi comandi e l’altro esegue senza repliche).
Risposi di si, aime toccava a me accettare di tutto, ma non diedi peso a quelle parole. Cominciò anche lei ad eccitarsi e a spogliarmi, a baciarmi, quando nel contempo squillo il suo cellulare. Mi ordino di stendermi al centro del letto. Un po’ contrariato accettai e Lei rispose e ascoltava senza smettere di leccare o succhiare. Rimasi di stucco quando lei chiudendo la comunicazione disse che stava con il suo amante. Comunque continuammo e lei comincia a spompinarmi ingoiandolo per tutta la lunghezza facendolo lievitar ben bene.
Ad un tratto, infastidito da strani scatti, aprì gli occhi e, devo dire, che per poco non svenni vedendo suo marito sulla porta d’ingresso che paonazzo ci fissava. Già pensavo a ciò che sarebbe successo, ma invece lei rimanendo con il mio cazzo vicino alle labbra e dando il culo al marito gli disse :” So che adesso vorresti fare un casino. Ma so anche che sono più di dieci anni che vorresti prendere il 2 canale. Quindi stai al mio gioco e forse ti accontento.” Penso tra me e me che mo si scatenerà un casino e tento goffamente di ricompormi, ma lei mi stringe le palle e mi ordina di star fermo che ha in serbo delle novità. Intanto noto che al rossore e sudore segue un ingrossamento sulla sua patta davanti e noto uno sguardo come di remissività. Allora mi stendo pensando sia io che lui di aver capito le sue intenzioni ma ci sbagliavamo. Lei lo aiuta a svestirsi. Una frase mi lascia senza parole quella che lei dice a lui :” prima di prendermi il culo, devi soddisfare lui come voglio io.” Tento ancora di ribellarmi ma mi ricorda subito l’accordo e forse perché noto la lussuria nei suoi occhi e devo dire anche dentro di me, o per l’eccessiva remissione, come se non aspettasse altro, decido di stare al gioco. Lei, più puttana del solito, lo spinge con la testa verso il mio cazzo e gli ordina di succhiarlo a dovere. Forse il mdo in cuilei lo spinge e lo fa scivolare fino in gola o perché gli piace ma noto che lui comincia a provarci gusto,e , devo dire che anche la mia titubanza si trasforma in foga. Lei Accarezza e succhia le mie palle e succhia il cazzo del marito che nel frattempo a preso un buon ritmo a far su e giù. Ad un certo punto lei ordina al marito di prenderla e spaccargli la fica e a me di inginocchiarmi con la sua testa tra le mie ganbe e insieme cominciano a spompinarmi, e lei ogni tanto infila la sua lingua nel mmio buchetto. Mi guarda, sguardo di intesa, ormai lui è nostro schiavo, intuisco e mi porto dietro di lui e comincio ad incularlo, lui si gira ma capisce che è cosi e basta. Dalle contrazioni che sento intuisco che stà per venire e allora prima raddoppio i colpi aprendolo in due, era vergine nel culo, e appena lui comincia sborrarle in fica io mo porto all’altezza delle lorobocche e, propri mentre viene anche lei, e le riempi di calda sborra e godo nel vedere come se la rubano a vicenda.
Non essendo ancora sazi si ricomincia. Adesso lei lo cavalca e io le sono dietro e cominci pia piano ad incularla, lei ormai senza freni inibitori urla di tutto e dice al marito che non riuscirà mai ad incularla allo stesso modo e, aggiunge che in un attimo è diventato cornutoe checca allo stesso tempo egli ordina di ripeterlo in ad alta voce. Mai perole sortirono un effetto cosi forte, vennimmo per la terza volta in un orgasmo che ti svuota e la riempimmo a dovere. Il tempo di riperndere fiato e decidemmo di andar in doccia per rinfrescarci. Lei lo fece inginocchiare accanto e mi ordinò di fargli vedere come la lavo di solito e nel contempo disse a lui di fare come facecva lei. Io comincia ad urinargli in bocca e sul corpo. Lei apri e gli fece aprire la bocca a lui per raccogliere quanto più possibile. Lui eccitato più che mai non perdeva occasione per sfiorargli in culo pur avendo ricevuto ordini di non allontanarsi mai dal mio cazzo. Penso però che lui pensi solo ad una cosa, tanto che quando lei si mette alla pecorina e comincia a succhiarmi e a far ingrossare ancora una volta il mio cazzo, lui si mette dietro e prima con un dito e, non appena lei gli dà l’ok, poi con il suo cazzo la penetra devo dire un po’ goffamente. Stavolta faccio io un buon 69 con lei sotto la doccia mentre lui continua apenetrarla da dietro. Mentre vsucchio e lecco il suo clitoride chi da quanto è gonfio senbra un mini-cazzo, ogli tanto la mia lingua arriva a lanbire il suo cazzo ma, sarà la situazione non mi infASTIDISCE anzi mi aumenta l’impulso animalesco e la troia lo intuisce, ormai stiamo per esplodere ancora. Lei vuole la mia sborra dentroe vuol bere quella del marito. Cosi mintre ci sistemiamo, io dentro di lei e lui davanti alla sua bocca, ancora una volta mi sorprende allontanando il cazzo del marito che schizza sulla sua faccia e sulla mia e volete sapere che fa la porca non ancora contenta? Prima mi ripulisce rienpiendosi la bocca e alla fine mi dice di berlo insieme. Cosi anche io ho assaggiato la sborra di un uomo, anche se la mia gia in altre situazioni l’avevo prova. Bè dire che è stata una brutta esperienza mentirei.
Penso che ormai lui sia rassegnato ad essere cornuto e checca e ad essere usato per i nostri giochi altamente hard. Io dal canto mio penso che comincerò a coinvolgere la mia ragazza in questi nistri giochi, Sai che orge e che godimenti e per giunta non più di nascosto……
Adesso vi saluto perché devo andare che mi aspettano per un’atra serata hard-…..
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17 years ago
misterious168284, 39
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Io e mia moglie patrizia con l’amico di suo fratel
Quella sera mentre cenavamo Patrizia, mi annuncio che l’indomani Roberto, un amico di suo fratello, sarebbe passato da noi nel pomeriggio a prendere qualcosa di fresco. Si perché eravamo in piena estate e come si sa in estate i “pruriti” aumentano. I miei si moltiplicano.
Ormai non l’ascoltavo più, la mia mente viaggiava a mille facendo progetti (fattibili o meno) e come trovare il coraggio per chiedere a Patrizia di renderli reali
Le chiesi, per introdurre il discorso, se Roberto le avesse mai fatto avances di alcun genere. Mi rispose con una sonora risata per poi….: “ ma l’hai visto bene Roberto? “è fuori dubbio che già quando avevo 14 anni stravedeva per me” “ ma da qui ad avere il coraggio di farmi avances, ne corre”. “Pensa” continuò “che solo nel salutarmi, quando veniva su da noi a studiare con mio fratello, diventava rosso come un peperone”. Cosa che accadeva sistematicamente ancora sdesso.
Perfetto pensavo, il soggetto è proprio quello giusto ora bisogna passare all’esposizione del piano e… speriamo che sia predisposta.
La guardavo, mentre lei era lì sul divano di fronte al mio, bella come sempre, indossava un vestitino a fiori trasparente. Gambe lucide ben curate: le si intravedevano le mutandine che non riuscivano a trattenere a pieno quel bellissimo pelo di colore nero che io adoravo e che aveva fatto impazzire nel tempo camerieri, benzinai, camionisti passanti e chi più ne ha più ne metta. I suoi seni avvolti dal vestitino attillato lasciavano chiaramente vedere i suoi capezzoli turgidi. In mano il suo bicchiere di tè freddo che sorseggiava sapientemente rispondendo al mio sguardo con un aria quasi a voler simulare un punto di domanda.
Che abbia capito? Mi chiesi, sa già che ho qualcosa in mente? Tra le tante idee strane che mi erano venute, tirai fuori quella più classica. Quella che per intenderci ti da qualche soddisfazione ma non ti compromette.
Feci un gran sospiro (era da un po’ di tempo che Patrizia non mi assecondava) e....iniziai. “Senti Patrizia perché domani non ci divertiamo un po’?”
“in che senso?”-“ si, quando viene Roberto”.
“non iniziare con le tue idee strane. Ma poi che vorresti fare?”
“Eccola” pensai. Quel tira e molla che mi eccitava ancor più di ogni sua performance. Quel mio insistere e quei suoi “ma dai... ma sei matto?” Che goduria quando poi, dopo interminabili trattative accettava di farmi contento.
Anche quella volta fu così. Andammo a letto entrambi eccitati al pensiero di quello che sarebbe accaduto l’indomani. Facemmo l’amore con ardore e mentre ero dentro di lei e sentivo il suo piacere, le ripetevo “voglio che Roberto veda la tua pelosissima fica. Voglio che ti metta un vestitino cortissimo e che allarghi le tue stupende gambe per sbattergliela in faccia”. Lei venne eccitatissima più volte riempiendo il mio cazzo con i suoi umori.
Ore 16,00. Avevo atteso quel momento con ansia. Patrizia non altrettanto: Aveva avuto un ripensamento dovuto al fatto che lei e Roberto si conoscevano da anni e non le sembrava giusto. “Poi sai che figura” ripeteva. “ma quale figura tu devi fare in modo di essere naturale per fargli credere che il tutto accada senza la tua volontà”. “Ti ricordi al mare quando ti avvolgevi l’asciugamano intorno alla vita? Ti sedevi, orientavi le gambe verso i fortunati di turno (in genere un gruppetto di bei giovanottoni in cerca di pelo) e poi ti sfilavi il costume”? “Sembravi proprio un’ingenua, pudica ragazzina che per cambiarsi il costume, involontariamente faceva vedere la passera a tutta la spiaggia”.
“E se lo va a dire a mio fratello”? Ribattè.
“E cosa gli va a dire che è venuto a casa tua e ti ha visto le mutande mentre tu eri seduta? Così ci fa la figura del porco”.
Sembrò rassicurata da quello che le avevo detto anche perché il ragionamento non faceva una piega.
Il citofono. “e’ lui” le dissi “stai tranquilla. L’abbiamo fatto migliaia di volte”. “Si ma con gente che non conoscevo”. “La cosa eccitante è proprio questa” le risposi ed andai ad aprire.
Roberto si accomodò nell’ampio salone di casa nostra e già alla vista di Patrizia, vestita con una gonnellina corta e vaporosa (trasparentissima) e un top bianco che nulla lasciava all’immaginazione, incominciò a balbettare.
“Siediti” gli dissi indicandogli il divano di fronte a Patrizia e mi accomodai accanto a lui. Discutemmo del più e del meno per un po’, poi chiesi a Patrizia di andare in cucina a prendere delle birre.
Che spettacolo, non appena attraversò la luce che proveniva dalle ampie finestre della cucina, la sua gonna d’incanto scomparve. Era praticamente come nuda. Una dea. Roberto rimase di stucco. Io feci finta di niente e questo lo rassicurò. Notavo come nel parlare con me girava continuamente la testa verso la cucina aspettando il ritorno di mia moglie. Eccola. Ancora meglio vista così le intravedevamo pure i seni.
Patrizia ci porse la birra e risedette al suo posto. Passò la prima mezz’ora ma mia moglie non si decideva e allora incominciarono da parte mia i segnali sempre più insistenti e....finalmente eccola ad iniziare seppure in modo impacciato, lo spettacolino. Dapprima accavallò le gambe sempre più spesso e sempre più lentamente e poi il colpo di grazia. Tirò su la gamba destra appoggiando il piede sul cuscino del divano facendo finta di grattarsi il polpaccio.” Sai Mauro credo proprio che queste maledette zanzare quest’estate ci daranno filo da torcere. Guarda qui come è gonfio ”. Naturalmente entrambi, io e Roberto ci inginocchiammo a guardare premurosi il danno provocato dalla zanzara. In verità le premure di Lui erano rivolte altrove a giudicare da com’era intento a guardare la passera di mia moglie che, in quella posizione era in gran evidenza.
Patrizia rimase così a massaggiarsi e dal divano di fronte noi ci godevamo lo spettacolo. Non solo le si vedevano benissimo le mutandine ma anche il solito ciuffetto ribelle di peli. Roberto ormai era cotto e incominciò a sudare vistosamente. Patrizia intanto (sarà stata la birra che aveva bevuto?) era “partita”completamente. Infatti aveva assunto una posizione da capo sioux a gambe incrociate e stando così, il micro perizoma le finì al centro delle grosse labbra carnose e pelose. Io morivo dall’eccitazione e…figuratevi Roberto. Il suo arnese, che non mi sembrava cosa da poco gli si era gonfiato notevolmente.
Si era creata però un’aria molto pesante, imbarazzante direi. Avevo notato che neanche la mia Patrizia era rimasta indifferente. Infatti le sue mutandine bianche erano tutte bagnate. Inequivocabilmente davano segno della sua eccitazione.
Decisi allora di togliere tutti dall’imbarazzo e annunciai che sarei andato fuori in giardino a prendere da un altro frigorifero altre birre ghiacciate di birra.
“Si col cazzo che vado fuori” pensai. “adesso voglio proprio vedere cosa succede”. Aprii la porta esterna e la richiusi rimanendo dentro. Mi sollevai senza far rumore su di uno sgabello e da quella posizione potevo guardarli da una piccola finestra in alto creata tra cucina e salone per dare luce allo stesso. Scostai leggermente una delle tendine e…vidi Roberto che si era alzato e seduto accanto a Patrizia.
“Tu adesso abbassi le mutandine e me la fai vedere. Bene stavolta e da molto vicino. Voglio sentirne l’odore.” Le stava dicendo proprio questo. Alla faccia della timidezza.
“Roberto ma sei impazzito?”
“ Si sono pazzo di te da una vita e tu lo sai. Ma adesso basta, l’ho capito questo che giochino è tutto preparato. A te e a quel cornuto di tuo marito piace farvi guardare. Anzi a te piace farti guardare e a lui che ti guardino o che addirittura ti sbattano in sua presenza”.
“Ma che dici Roberto tu sei fuori di testa”. Si difendeva Patrizia.
“Stai zitta e fammi finire. Levati subito quelle cazzo di mutandine altrimenti te le strappo. Voglio vederla come si deve non resisto più”. E indicando il suo pacco.. “vedi come sono ridotto? Cosa credi, pur non avendo nessuna esperienza diretta con le ragazze, queste cose le capisco benissimo. Passo intere nottate su internet e di storie come questa ve n’è a centinaia”. Mi distruggo il cazzo a furia di menarmelo”.
“Ma smettila che qui succede un casino se torna Mario”. Diceva Patrizia sperando di farlo tornare in se.
Ma per tutta risposta Roberto si abbassò la cerniera dei pantaloni e se lo tirò fuori.
Patrizia zittì immediatamente e le lessi in viso tutto il suo stupore (almeno quanto il mio). Roberto aveva un cazzo enorme. Non solo in lunghezza (25-26 cm?) ma soprattutto in circonferenza. Praticamente un tronchetto della felicità (in tutti i sensi). Lo scappellò e incominciò a menarselo di brutto. “Se non ti togli le mutandine giuro che quando arriva tuo marito è così che mi troverà”. Patrizia ormai consapevole che Roberto fosse fuori di se e valutato che le sue erano minacce serie, si sfilò lentamente il perizoma.
“ora allarga le gambe voglio tuffarmi con le radici in quel tuo frutto succoso” e così dicendo si inginocchio tra le gambe di Patrizia. A giudicare dai mugugni oltre ad un cazzo enorme doveva avere anche una bella lingua grossa”. Passarono alcuni secondi e Patrizia si riebbe. “ Adesso che ho fatto come volevi, ricomponiti ti prego”.
“Lo faccio solo se mi prometti che resterai tutto il tempo a gambe larghe e non solo oggi. Intanto ti prego solo di prenderlo alcuni secondi in bocca”. Patrizia non se lo fece ripetere due volte e si abbassò ad assaporare quella cappella enorme.
Per quanto riguarda me, ero con l’ uccello tra le mani e me lo sbattevo alla grande.
Era tutto bellissimo. Le cose avevano preso una piega ben diversa da quello che avevo immaginato. La realtà che superava la fantasia e io stavo provando sensazioni che fino ad allora avevo solo vissuto nella mia mente. Vedevo il culo di Patrizia che si agitava voluttuosamente e dal suo sesso venire giù fiumi di umori (godeva di brutto la mia mogliettina). Smanettava quel cazzone su e giù senza lasciarselo sfuggire dalla bocca. Ogni decina di "botte" però, gli passava la lingua sulla grossa cappella e lo rimirava alcuni secondi prima di farlo scomparire a fatica di nuovo all’interno delle sue labbra. Ormai non si preoccupava (forse)neanche più di me. Nel preciso istante in cui vidi che Roberto aveva raggiunto il limite e immaginai litri di sborra inondare la gola di Patrizia, venni. Venni come non ero mai venuto prima (non si può spiegarlo a parole) di allora.
La mia cara mogliettina intanto (forse per non lasciare tracce) non fece cadere neanche una goccia della pioggia di sborra. La vedevo ora stranamente girare il suo posteriore verso quella mazza che non aveva affatto risentito del trattamento di poco prima. “Ehi ehi un momento” pensai, “cornuto no he, qui si stà esagerando, si sta passando ogni limite. E ripulitomi alla meno peggio mi fiondai in frigorifero (quello della cucina) a prendere due birre (non era vero che erano finite). Aprii la porta facendo più casino possibile e mi trattenni un po’ in cucina ad armeggiare col cavatappi perché avessero tempo di ricomporsi ( e capirai ci sarebbero volute delle ore). Entrai solennemente in salone con le birre in mano e dovevo avere proprio una faccia da imbecille perché i due mi guardavano stralunati. O erano stralunati per altri motivi?
Ormai il ghiaccio era rotto e tutti eravamo più tranquilli.
Mentre si parlava del più e del meno io facevo il resoconto della giornata.
Roberto si era appena “svuotato” e in bocca alla donna dei suoi sogni. Non era sicuro che io avessi preparato la cosa perché Patrizia non l’aveva confermato, ma ne era fortemente convinto ed era sicuro che ci sarebbero state altre occasioni per verificare.
Patrizia aveva assaggiato il cazzone dell’amico di suo fratello e sono sicuro che se solo avesse immaginato le dimensioni, la cosa sarebbe già avvenuta molti anni prima. Un solo cruccio da parte sua: l’unica a non aver goduto a pieno, ma a quello avrei pensato io dopo.
Inoltre dubitavo che i due si fossero accorti di essere visti.
Io mi ero fatto una megapippa ed avevo ottenuto molto più di quello in cui avevo sperato. Un po’ turbato lo ero però ed una domanda mi tormentava: aveva acconsentito a prenderglielo in bocca per non fare nascere casini o lo aveva fatto in quanto troia? E aveva veramente porto il culo per farsi impalare o era stata una mia impressione?
“Oh, insomma basta” mi dissi “l’hai voluto tu no? E allora zitto e buono”.
Ma la risposta alle mie domande arrivò subito. Infatti mi accorsi che mia moglie, senza forzature da parte mia e senza che ormai ve ne fosse necessità, spalancò le gambe ed il suo sesso apparve in tutta la sua bellezza. Ora l’imbarazzato ero io. Cazzo le mutandine non se l’era rimesse davvero.
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antonio da otranto
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Il primo trio con patrizia
Patrizia è stata la mia amante più porca (alla faccia del marito che la riteneva frigida). Dopo i primi rapporti di "riscaldamento" abbiamo subito capito di avere un'enorme affinità sessuale, tra l'altro io ho la caratteristica di mantenere erezioni molto prolungate. Dopo la prima settimana, vedendo che gradiva essere masturbata anche analmente mentre mi stava sopra e la penetravo davanti, iniziammo a fantasticare di eccitanti rapporti perlomeno a 3, dove lei era al centro delle attenzioni mie e di un altro uomo. Dal dirlo al farlo ci passò un pò.. Nel frattempo lo facevamo dappertutto: al mare vicino ad altre coppie che ci guardavano e si toccavano, nel mio appartamento a piano terra con finestre aperte e persiane socchiuse sotto lo sguardo dei passanti più curiosi, in albergo con la porta aperta aspettando con desiderio un terzo partecipe dopo una cena in ristorante con lei con indosso solo un abitino in seta indiana, sul terrazzo di una villetta a Torre dell’Orso.... Ma lei mi precedette ed una sera dopo una litigata andò da suo marito che dopo averla consolata iniziò a scoparla sennonchè arrivò sulla scena il fratello del marito, che da sempre marcava stretta Patrizia. Evidentemente lei era ben pronta dopo molte prove di fantasia e così lo fecero in 3, come mi confessò il giorno dopo mentre scopavamo (me ne accorsi perchè aveva l'orifizio anale molto dilatato e dolente). Non mi arrabbiai, anzi ne fui molto eccitato. Sorridendo dopo aver visto come era dilatato il suo culo le dico che adesso poteva dire di essere fortunata. Lei ride e si lascia massaggiare prima le spalle, e sento che comincia a lasciarsi andare tra le mie mani. Continuo così per circa 10 minuti,sentendo i suoi mugoli leggeri di piacere. A quel punto o la va',o la spacca penso io. La giro leggermente per averla di fronte,lei non si oppone,comincio a mantrugiarli per bene le tettone che aveva, e non si oppone, cominciando ad eccitarsi,apre gli occhi, ed io fulmineo la bacio,succhiando avidamente la sua lingua,e lei ancor più vorace di me si stacca e comincia a baciarmi il collo,ed a succhiarmi i capezzoli, dato che io sotto le coperte ero solo in mutande come mia abitudine. Poi scende giù toglie i boxer,e comincia a succhiare come una troia esperta,il mio cazzo che fremeva per scoparla e per quei momenti. Mi sdraia e continua un maestoso pompino, fin sotto,succhiando le palle per bene,e giungendo fino a leccare avidamente lo scroto. Non reggo più se continui così le dico,lei si spoglia velocemente,e si gira a 69,mostrandomi tutta la sua meravigliosa e grassoccia fica, già bagnatissima di umori. Lecco come non mai,facendola godere come una vera porca, poi scivolo sotto mi pongo dietro,ed ecco penso, Patrizia è li,a pecorina di fronte a me. Metto l'uccello dentro fino a far sbattere le palle sul culone,che ad ogni mio colpo schiaffeggiavo per farla ancor più sussultare. Poi dopo 15 minuti di grandiosa scopata,la giro,le dico di non togliersi gli occhiali, lei ha gli occhi chiusi e la bocca aperta,e sborro come non mai,prima 3,poi 4 addirittura 5 fiotti di sperma,3 sul volto e gli occhiali uno sui capelli ed uno diretto in bocca!! Lei pulisce bene tutto il mio cazzo,va in bagno si lava,e come se niente fosse mi saluta con occhi ammiccanti senza dire altro.
Pochi giorni dopo, dando a Patrizia un orario di arrivo del mio amico Fabrizio falso e lasciando accostata la porta di casa riuscii nel mio intento. Quando lui arrivò noi eravamo da un bel pò in azione fantasticando ad alta voce su cosa avrebbe fatto lei se fossimo stati in 3 e come sempre era lei a parlare, ma quella volta misi come nome di fantasia Fabrizio, il quale arrivò ed eccitato dalla scena si avvicinò titubante ma Patrizia eccitatissima mi guardò e capendo il mio gioco tirò fuori l'uccello eretto di Fabrizio ma lui disse che voleva che a sbocchinarlo fossi io.
Patrizia gli dice subito, fallo solo con me tutte le volte che vuoi, ma lui dice no, voglio anche essere sbocchinato e voglio inculare Antonio. Dopo un po visto che non si dissuadeva accettiamo, Patrizia inizia a sbocchianarlo e dopo un po’ dice adesso sbocchianami tu e bevi tutto il mio sperma, l'idea mi schifava, ma che ci potevo fare oramai ero ecitato, così me lo passa in bocca ed inizio a sbocchinarlo, dopo un pò inizio a prenderci gusto e lo lecco con voglia, lo sento ansimare, lo sento ingrossarsi e tutto ad un tratto me lo ficca in gola e mi blocca con le mani e così sento tutto lo sperma in gola, e la prima volta che avevo un cazzo in bocca e la prima volta che bevevo sperma, ma devo dire con non è stato tragico come credevo, anzi ci avevo preso gusto.
Così dopo mi fece piegare mi sputò ripetutamente sul buco del culo e mi penetrò fu un'esperienza bellissima, Patrizia subito dopo si mise a gambe aperte davanti al mio cazzo così io penetravo lei e Fabrizio mi inculava di brutto, iniziai a godere e quella nuova sensazione mi fece venire nuovamente e riempire ancora una volta di sperma il la figa di Patrizia.Dopo mi fece metter da parte e si scopò Patrizia prima in culo e poi in fica, ed io che guardavo e mi masturbavo, mentre sentivo Patrizia godere come non aveva mai goduto con me e presa dall'eccitazione gridava, trombami come una puttana, continua così e fammi sentire per la prima volta donna veramente e cose del genere, così Fabrizio le sborrò anche lui nella fica e dopo la fece sedere sulla mia bocca e volle che io bevessi tutto quello che usciva, ho bevuto tanto tra il suo sperma, il mio e tutto il liquido di Patrizia.
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antonio da otranto
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Rosa mon amour
Rosa mon amour
Una mattina come tante altre mi reco a comperare il pane nel negozietto sotto casa quando mi imbatto in Rosa, una signora sulla cinquantina che nn vedevo da piu’ di un anno. Rosa ed io ci conoscevamo molto bene un tempo. Per diversi anni il sabato uscivamo insieme poiché i nostri figli erano compagni di scuola, ma poi i figli sono cresciuti e noi ci eravamo persi di vista e le uniche notizie che avevo di loro erano dovute ad un mio amico che aveva mantenuti dei rapporti. Durante la nostra amicizia, anche per via del fatto che abitavamo vicini, e che i miei figli anadavano spesso a giocare con i figli di Rosa ero diventato presso Rosa come un parente, uno zio. Rosa aveva infatti oltre a Sonia, un altro figlio più grande, avuto molto giovane, come regalo di una relazione terminata praticamente prima di cominciare. Poi aveva conosciuto Mario, anch’esso con alle spalle una infelice esperienza matrimoniale e dalla loro storia era poi nata Sonia. Sonia era una bella ragazza.
Ma ritorniamo a quella mattina. Sapevo che Sonia nel frattempo si era sposata, come avevo saputo che Rosa aveva divorziato. La cosa invece che non sapevo era che Rosa si era trasferita nel mio palazzo, nell’altra entrata, dove aveva acquistato un appartamento e dove viveva ormai sola. Rosa mi chiese molto garbatamente se avessi voluto andare con lei nel bar di fronte per prendere un caffè. Non mi invitava a salire da lei in quanto trasferitasi da poco disse che aveva ancora un gran disordine. Accettai. Al tavolino del bar cominciò a raccontarmi la sua vita nell’ultimo periodo. Mi raccontò del matrimonio di Sonia, del fatto che il figlio che per lavoro era stato trasferito in un’altra città fino ad arrivare quasi a sfogarsi con me per la rabbia verso il marito che praticamente l’aveva tradita per oltre 10 anni con la sua migliore amica, senza che lei se ne rendesse conto. Il tempo, tra una sigaretta e l’altra trascorse veloce. Ci congedammo con lei che mi disse che più avanti, non appena si fosse sistemata, potevo passare da lei a bere un caffè. Mi disse infine che le aveva fatto piacere fare due chiacchiere con me, e che dovevo considerare l’invito come un obbligo nei sui confronti. Le promisi che me ne sarei ricordato e ci salutammo.
Tornato a casa comincia a riflettere su quello strano incontro. La prima cosa che pensai fu che Rosa, nonostante l’età non più giovanissima e nonostante i duri colpi che aveva subito, era ancora decisamente una donna affascinante. Non molto alta, il fisico un po’ in carne ricordavo che si teneva ancora in forma passando le mattinate tra la palestra ed il centro estetico. Del resto il marito guadagnava un sacco di soldi e certamente anche in questo momento non doveva certamente fargliene mancare.
Ricordavo inoltre che una cosa contraddistingueva madre e figlia: un seno generoso ed abbondante. In tutta onestà più di una volta l’occhio mi era scappato sul culo o sul seno di Rosa,. Come donna mi intrigava parecchio e devo ammettere che qualche volta mi era capitato pure di trombarmi mia moglie, pensando a Rosa.
L’idea di riuscire a trombarmi Rosa prese insomma corpo.
La situazione però andava gestita in maniera accurata. Di sicuro non potevo pensare di presentarmi a casa sua e di saltargli addosso. Conoscendola poi, di sicuro non sarebbe stata un’impresa facile. Dovevo quindi procedere cauto oltre che cercare di essere il più discreto possibile.
Lasciai passare un po’ di tempo, finchè una mattina presi coraggio. La macchina era nel cortile per cui quasi certamente era in casa. Suonai il campanello. Il cuore mi batteva forte. Purtroppo probabilmente era uscita. Sto per andarmene quando una voce assonnata chiede chi fosse. “Ciao, sono Antonio, sempre valido l’invito per il caffè?” “Mi hai svegliato…ma che ore sono?” “Quasi le undici” “Scusami, ma ieri sera ho fatto un po’ tardi…comunque entra…sono al secondo piano”.
Salgo e trovo una porta socchiusa. “Permesso” “Entra pure, accomodati, arrivo subito…”.
Entro e chiudo la porta. Rosa arriva, capelli un po’ arruffati, vestaglietta corta bianca, praticamente trasparente, sotto la quale si poteva intravedere tutto senza molta immaginazione: due seni lasciati in balia della gravità su quali capeggiavano due magnifiche aureole. Per poco non svengo. “Beh che fai li impalato? Pensi di rimanere sull’uscio tutta la mattina?”. Rosa mi fa accomodare sul divano. “Caffè allora?” “…si, grazie…scusa la scortesia si può fumare?” Ero decisamente nervoso…”Certamente fai pure…io intanto vado a preparare il caffè”. Mi accendo una sigaretta. “Fatto le ore piccole ieri sera?” “Già, sono andata a ballare…”
Ecco un altro particolare di Rosa che mi era tornato alla mente. Era un’ottima ballerina e ricordo che lei ed il marito spesso la sera andavano a ballare…
“Certo farai fatica a trovare un ballerino alla tua altezza…” “Il problema non è tanto trovare il ballerino…di cavalieri è sempre pieno…il problema è trovare quello il cui scopo finale non fosse un altro…” “Mica ti spiacerà essere corteggiata, in fondo sei ancora una donna in splendida forma…” “Il fatto è che io vado in discoteca per ballare e non per rimorchiare…solo che voi maschietti come vedete una donna sola o accompagnata da qualche amica, partite per la vostra strada e pensate solo ad una cosa…” Come dargli torto…
”In questo momento l’ultima cosa che mi interessa è cercare un altro uomo…ho tutto quello che mi serve…posso fare ciò che voglio senza dover rendere conto a nessuno di ciò che faccio…e poi per quell’unica cosa che senza voi maschietti non si può fare, ti garantisco che dopo certe delusioni riesci a farne tranquillamente a meno…”
“Forse hai ragione…comunque se qualche volta vuoi posso accompagnarti io a ballare…” Che uscita infelice…mi sto cacciando in un vicolo cieco…meglio cambiare discorso…
Per fortuna Rosa arriva con il caffè e si accomoda sul divano al mio fianco. Non posso non ammettere che nel momento in cui si è piegata per poggiare il vassoio non ho potuto fare a meno di dare una sbirciatina dentro la scollatura….mamma mia che visione…
La ringrazio per il servizio, le chiedo quanto zucchero, la servo e gli offro una sigaretta che lei accetta volentieri. Poi facendo finta di nulla ricomincia a parlare delle delusioni che ha subito negli ultimi tempi e del fatto che faccia fatica a fidarsi ancora degli uomini. Stiamo ancora parlando quando le suona il cellulare. “Ciao Sonia…già finito?...beh se vuoi puoi fermarti a pranzo da me…no che non disturbi…ti aspetto…ciao piccola.” Era la figlia che quindi sarebbe passata di li a poco. “Era Sonia…passa tra una mezz’oretta…”. Per un fatto di discrezione preferivo che questa visita rimanesse un segreto tra me e Rosa. Proprio mentre pensavo queste cose Rosa mi anticipa:” Senti Antonio, non so cosa tu ne possa pensare, ma a me farebbe piacere fare due chiacchiere con te di tanto in tanto…però vorrei che questo possa rimanere un piccolo segreto tra noi due…per quanto riguarda la tua proposta di prima, a me farebbe piacere andare a ballare con te, ma un conto è se ci troviamo PER CASO in un locale, un conto è se ci rechiamo assieme…la gente alle volte corre fin troppo con la fantasia e non vorrei che poi comincino a circolare strane voci….”
Non sapevo che dire…era come se mi avesse letto nel pensiero…Anzi no, era come se mi avesse inaspettatamente aperto una starda dentro la quale sicuramente mi sarei buttato…
Finita la sigaretta capisco che per non rischiare strani incontri era meglio togliere il disturbo. Rosa allora decide di farmi vedere la sua nuova casa, prima di congedarmi. Mi fa vedere tutta la casa tranne la stanza da letto…”Sai, non vorrei tu ti spaventassi per il disordine…” “Non c’è problema...ci convivo da anni…” “Allora se non vuoi altro, questa è la mia alcova…” Apre e vedo la sua stanza…sinceramente di come fosse arredata non me ne poteva importare di meno…Rosa però si accorge del reggiseno caduto a fianco del letto e si china a raccoglierlo. Inutile dire che la vestaglietta non è stata in grado di seguire il movimento repentino…Mi trovo così di fronte inaspettatamente il suo bellissimo culo e noto che indossava un tanghino bianco che si infilava scomparendo tra le rotonde natiche. Se non avessi saputo che di li a poco arrivava la figlia, giuro che le avrei cinto i fianchi e l’avrei accomodata sul suo lettone…Rosa si gira come se nulla fosse. “Te l’ho detto che c’era un gran casino…beh adesso è ora che mi prepari…” Così dicendo mi accompagna alla porta. Io ancora scioccato dalla visione avevo perso l’uso della parola…“Allora ciao… spero che torni a trovarmi…magari non il giovedì mattina perché il mercoledì sera di solito vado a ballare…e poi Sonia il giovedì non lavora e spesso passa a trovarmi…” “Puoi contarci…” Scendo le scale e mi dirigo verso casa.
Il mercoledì sera c’era una sola discoteca nella zona che suonava il liscio, Dopo essere passato al bar a fare due chiacchiere e bere due birre con gli amici, decido di farci un salto. La macchina di Rosa era parcheggiata nel piazzale. Entro e mi dirigo al banco del bar. Comincio a guardarmi in giro. Ecco Rosa, è con un gruppo di amiche. Mi vede. Si alza e fa per dirigersi verso i servizi. All’ultimo cambia strada e me la ritrovo di fianco. Era vestita con una gonna lunga nera sopra la quale una maglietta scura attillata metteva in bel risalto le sue grazie. Uno spacco generoso permetteva di vedere le gambe tornite, avvolte in una calza a rete nera. I tacchi la facevano poi sembrare più alta di quanto in realtà non fosse. Era inoltre truccata, e rispetto alla mattina che l’avevo vista appena alzata, sembrava avesse una decina di anni in meno. Era a dir poco intrigante.
“Come mai da queste parti?” “Mah, cercavo una signora a cui volevo chiederle un ballo…” “E la signora credi che potrà accettare il tuo invito?” “Spero di si.. altrimenti vorrà dire che le offrirò da bere e poi toglierò gentilmente il disturbo…cosa posso offrirti?” “Un martini con ghiaccio grazie…” Inutile dire come finì la serata. Il ballo fu rimandato ad un’altra occasione, in compenso riuscimmo a finire due drink card parlando per un paio d’ore inizialmente al banco, poi su un divanetto. Ad un certo punto le sue amiche vennero a chiamarla. Lei si scuso con loro trovando e visto che non mi conoscevano, mi presentò loro come un suo carissimo cugino che non vedeva da tanto tempo. Ci salutammo, ma quella sera capii di avere probabilmente conquistato la sua fiducia. Non successe nulla, ma in qualche modo mi fece capire che stavo entrando ed ero ben accetto, nel suo mondo. Ci scambiammo i cellulari come due adolescenti e ci salutammo, non prima di averle promesso che sarei passato molto presto per bere nuovamente il suo ottimo caffè.
Trovare una mattinata libera fu un vero problema. Dovetti quindi attendere la settimana seguente. Nel frattempo le mandai qualche sms spiritoso con qualche battutina che lei ricambiò. Era mercoledì e le mandai un sms per chiederle se fosse in casa. Mi rispose che purtroppo non sarebbe rientrata prima delle 17, ma che se volevo potevo passare dopo quell’ora. Alle 17.30 puntualissimo suonai il campanello. Lei non chiese nemmeno chi fosse e mi apri. Venne sull’uscio e mi fece accomodare. Vista l’ora convenimmo come fosse più logico bere uno spumantino, piuttosto del caffè. Tra una sigaretta e l’altra, la bottiglia di prosecco finì e propose di aprirne una seconda. Ovviamente accettai. Mi disse che per la serata aveva in progetto di andare a ballare, ma che non ne aveva poi molta voglia. Fece un giro di telefonate alle amiche con cui era d’accordo ed a tutte asserì di avere un insopportabile mal di testa. L’ultima telefonata risultò però quantomeno strana. Telefonò alla figlia dicendole che sarebbe uscita con le sue amiche, che non sapeva dove erano dirette e che certamente avrebbe fatto tardi, motivo per cui l’indomani se avesse voluto passare a trovarla doveva venire dopo le 11.
Riposto il telefono, come se nulla fosse:”Ti fermi a cena?” “no grazie non vorrei disturbare…” “Ma quale disturbo… guarda che non è un invito, è un obbligo…” e mi fece un sorrisetto strano.
“ …e poi una volta non dicevi che ero la miglior cuoca del mondo?” detto questo mi diede un bacio sulla guancia e mi disse di seguirla in cucina dove si sarebbe cimentata ai fornelli. “ se non ti offendi accetto l’invito, ma preferirei passare un secondo da casa…anzi facciamo così, dammi un’oretta, vado a darmi una rinfrescata, passo di sotto al cinese e la cena la porto io già fatta…”.
Accettò la proposta. Feci tutto come da programma e mi presentai cena alla mano, bottiglia di spumante millesimato e rose. Quando mi vide sull’uscio con le rose mi venne in contro, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla bocca.
Ci accomodammo a tavola. Rosa si era cambiata e truccata. Era uno schianto. Indossava un vestito nero lungo sotto il quale si intravedeva un tanga nero i cui pizzi venivano messi in risalto ogni qualvolta doveva piegarsi. Il decolté lasciava immaginare la presenza di un reggiseno a balconcino che sembrava potesse esplodere da un momento all’altro. Aveva per l’occasione indossato dei sandali molto alti neri laccati ed un collier che faceva bella mostra di se sul davanzale. Il trucco era piuttosto sobrio, non volgare, e notai che sia le unghie delle mani che quelle dei piedi erano state ripassate con dello smalto rosso. La sua visione nel complesso mi inebriava.
Cenammo e bevemmo dell’ottimo vino bianco, ma senza esagerare. Finimmo bevendo il caffè. Ci trasferimmo poi in salotto con lo spumante e due calici. Brindammo alla serata fantastica. Rosa mi disse che le sembrava di essere tornata in dietro di almeno vent’anni, io preferii evitare ogni commento che potesse in qualche modo rovinare l’atmosfera che si era creata. Ad un certo punto Rosa mi fece capire che le girava un pochino la testa e ne approfitto per sdraiarsi e poggiare la sua testa sulle mie gambe. Io cominciai a carezzarle i capelli. D’un tratto si alzò, mi diede un bacio fugace sulla bocca e mi disse di scusarla un secondo. Uscendo dal salotto abbasso le luci. L’atmosfera era fantastica. Ormai avevamo entrambi capito dove ci avrebbe portato questa serata, ma nessuno dei due sembrava avere il coraggio per fare la prima mossa. Mi decisi. Quando sarebbe tornata l’avrei abbracciata e baciata con passione. Non fu necessario. Rosa ritornò vestita solamente dei sandali e di una lunga vestaglia bianca. Mi alzai e le uniche parole che riuscii a pronunciare furono: “Sei bellissima.”. Lei si avvicinò e chiese se potevo farle un massaggio alle spalle e alla schiena. Le indicai il divano, ma lei mi disse che di là saremmo stati più comodi. Mi disse di seguirla e solo nel momento in cui si girò vidi che la vestaglia sulla schiena era completamente aperta. Inoltre potei facilmente capire che oltre a quella non indossava nessun altro indumento. La sua stanza era illuminata dalla luce di due candele e nell’aria vi era la fragranza alla vaniglia dell’incenso che stava bruciando sul comò. Si distese sul letto ed io al suo fianco comincia a massaggiarla. Andai avanti per alcuni minuti, poi il massaggio cominciò a diventare sempre più intimo. Senza dire nulla fece cadere le spalline e mi invitò a sfilargli la vestaglia. Finalmente, come in un sogno potevo vederla in tutto il suo splendore. Le erano rimasti solo i sandali allacciati alle caviglie, ma la loro presenza non faceva altro che intrigarmi maggiormente. Comicia a baciarle il collo, le spalle, poi scesi sempre più giù fino a soffermarmi sui glutei. Rosa socchiuse le gambe. Finalmente potevo intravedere la sua micina. Comincia con le mani ad esplorarle il corpo. Raggiunsi i seni, mentre con la lingua le stavo ripassando i buchetti. Rosa era un autentico fiume in piena. E ciò nonostante l’età. Non immagino come potesse essere stata a vent’anni!!!
Ad un certo punto Rosa si gira mettendomi davanti alla bocca la sua micia in tutto il suo splendore. Con la mia lingua prendo subito confidenza con il suo clitoride. L’odore acre della sua figa stava ormai superando di gran lunga quello dell’incenso e ciò mi inebriava. Il suo respiro si stava facendo sempre più affannoso. Le gambe si allargarono maggiormente. Le mie dita comiciarono allora ad esplorare il canale principale, mentre con la lingua continuavo la mia battaglia con il clitoride. Indice e medio erano già dentro Rosa. A questo punto avvicinai l’anulare al suo secondo buchetto, dove, vinta la resistenza iniziale, riuscii ad entrare tranquillamente. Scesi poi con la lingua tra i due buchetti ma lei non me lo permise, mi prese con forza per i capelli facendomi capire che il giochetto con il clitoride non le dispiaceva affatto. Stava per scoppiare, ma non era in quel modo che volevo farla venire, dopo probabilmente oltre un anno di forzata astinenza.
Mi liberai della sua presa e feci appena in tempo a togliermi scarpe, maglia e maglietta. “Dove scappi!!!” Mi prese, mi distese sul letto, finì di spogliarmi ed accolse il mio cazzo tra le sue labbra. Mi faceva impazzire!!! Leccava e succhiava con arte, ed in poco tempo mi sbrodolò tutto. Ad un certo punto sentii prima un’unghia, poi un dito fare pressione sul mio culo. Era la prima volta che mi accadeva una cosa del genere, ma le lasciai fare. Lei poi pian piano risali finche le nostre bocche si incontrarono. Era il nostro primo bacio. Le nostre lingue iniziarono a giocare, scambiandosi gli umori precedentemente assaporati. Le nostre mani erano libere di toccare ed esplorare i nostri corpi. Il mio cazzo, forse per l’agitazione, o forse per l’alcool, non era al massimo del suo splendore, ma ciò in definitiva fu un vantaggio in quanto mi permise di controllarmi.
A questo punto la presi e la voltai. Quindi la attirai sopra di me. Cominciai nuovamente col baciarle il collo e stuzzicarle i lobi. Lei sembrava apprezzare, di tanto in tanto cercava la mia lingua e le nostre bocche si scambiavano baci di passione.
Con le mani mi ero dedicato nel frattempo ai seni. Erano morbidi e tendevano a cadere ai lati del suo corpo. I capezzoli erano comunque piuttosto turgidi e perfino le larghe aureole risaltavano al tatto. Scesi poi nuovamente con le mani verso la micetta che nel frattempo si era leggermente rasciugata. Bastò però il contatto con le mie mani per fare in modo che tornasse nuovamente a riempirsi dei giusti umori. Nel frattempo il mio cazzo si stava facendo massaggiare dal movimento dei suoi glutei e le sue mani, dapprima aggrappate alle lenzuola stavano ora dando una mano alle mie nello stuzzicarle la micia. Rosa si avvicinò ad un mio orecchio, mi leccò, mi morse e poi mi sussurrò:”SCOPAMI…”.
Molto lentamente la feci scendere, quindi mi alzai dal letto. “Dove vai!??” “A prendere un profilattico nel portafogli…” “Non serve…non posso più avere figli…e poi voglio sentirti dentro di me nudo, senza che tra i nostri corpi ci sia nulla…vieni…”e dicendo ciò si sdraio sul letto allargando bene le gambe…”vieni…sfondami…” Mi avvicinai al fondo del letto e cominciai leccandole un piede ancora avvolto nei sandali…poi risalii con la lingua fino alla micia per un ultimo salutino. Risalii ancora soffermandomi questa volta sulle immense tettone, poi, nel momento in cui le nostre bocche si incontrarono, anche i nostri corpi si unirono. Iniziammo una scopata lenta e passionale. Lei inarcò il grembo e piegò le gambe. Io mi alzai un attimo sostenuto sulle braccia, ma lei non mi lasciò…voleva i nostri corpi uniti il più possibile. Ad un certo punto mi spinse di lato a fu lei a salirmi sopra. Era a cavalcioni sopra di me. Lei dava il ritmo. Le sue tette venivano sballottate di qua e di la’. La loro visione risveglio del tutto il mio cazzo che si mise a rifiorire in lei. Rosa sembrava apprezzare molto la cosa. Emetteva dei lamenti che sembravano grida soffocate. Probabilmente non voleva rendere partecipi i vicini della nostra unione. Era fantastico. Ben difficilmente, avevo trovato una simile intesa sessuale con un’altra donna già al primo incontro. Sembrava che entrambi conoscessimo i giusti interruttori per far impazzire l’altro. Di tanto in tanto si inarcava ed io potevo apprezzare meglio il movimento delle tettone, mentre lei si sentiva ancora più riempita. Poi non appena si riabbassava potevo saggiare i sui capezzoloni con la mia lingua. Con le mani, dapprima impegnate nello stuzzicarle le tette, passai a cingerle lo splendido culo. Le palpavo le natiche, poi risalivo con le mani lungo la schiena, per finire col soffermarmi nuovamente tra i glutei. La cosa le piaceva, soprattutto quando con le dita mi avvicinavo e stuzzicavo il suo secondo buchetto. Poco alla volta mi dedicai allora al suo forellino. Mentre con una mano tenevo allargate le natiche, portai il medio alla mia bocca e lo leccai. Lei capendo al volo le mie intenzioni volle dare il suo benestare alla cosa e si mise il mio dito in bocca, lo baciò, lo mordicchiò e lo leccò ben bene prima di lasciarlo libero di fare ciò che entrambi sapevamo. Scesi col dito in mezzo al suo culo fantastico e comincia a stuzzicarla. Ben presto la resistenza fu vinta e riuscii ad entrare in lei con quasi tutto il dito. Stava impazzendo. Non contento feci spazio per il medio e questa volta le infilai due dita nel culo. Era ormai chiaro che stava per venire. Sarebbe stata questione probabilmente di attimi, ma poi sarebbe esplosa. Sentivo infatti la sua figa farsi sempre più avvolgente e stretta finchè ad un certo punto ci fù un autentico terremoto. Il suo respiro si fece sempre più affannoso, i suoi urletti sempre più incontrollati fino a quando dapprima il culo, poi anche la figa cominciarono a pompare come mai prima di allora avevo sentito. Stava letteralmente svenendo di piacere. Io avrei potuto tranquillamente inondarla con il mio sperma, ma cercavo di controllarmi per fare una cosa che avevo sempre sognato. Capii che era il momento di levarle le dita dal culo. Lei si staccò da me e si sdraiò esausta al mio fianco. Le salii sopra portando il mio cazzo all’altezza delle sue tette. Lei capii al volo cosa desideravo e strinse le sue immense e morbide tettone attorno al mio cazzo. Il gioco però non la soddisfaceva così, tenendomi il cazzo con una mano scivolò sulle lenzuola fino ad arrivare a mordicchiarmi lo scroto. Intanto con l’altra mano mi esplorava le natiche. Ormai ero arrivato al culmine dell’eccitazione. Prima le avvicinai nuovamente il cazzo alla bocca, poi lo ripresi tra le mie mani e sceso nuovamente sopra le tettone la inondai ci sborra calda. La riempii tra le tette, ma alcuni schizzi le arrivarono in faccia e sui capelli. Avevo avuto un orgasmo stratosferico. Poi esausto mi lasciai andare. Eravamo entrambi sfiniti. Lei si avvinghiò a me e così ci addormentammo.
Le luci dell’alba mi svegliarono. Saranno state si e no le 6. Dopo una decina di minuti mi alzai e mi diressi in bagno. Tornato nella stanza trovai Rosa rigirata su un fianco. La visione del suo culo, oltre al fatto che stesse dormendo con ancora i sandali addosso, risveglio di colpo i miei sensi. In un attimo mi misi a baciarle le natiche. Rosa si girò ed allora cominciai a leccarle la micia. In meno di un attimo la lingua scorreva immersa dei suoi umori. Con le mani le allargai le labbra e cominciai a leccarle con foga il clitoride ormai molto più che sveglio. Nel giro di pochi minuti Rosa venne ed il suo corpo di fu percorso da una serie di fremiti. Risalii lungo il suo corpo e la baciai. Rosa intanto con una mano aveva incominciato a stuzzicarmi il cazzo. Ad un certo punto scese e cominciò un pompino di quelli con la P maiuscola. In breve tempo le venni in bocca. Mentre lei ingoiava il mio corpo era percorso da scosse che mi sconquassarono. Ci baciammo nuovamente, poi decidemmo che era ora di alzarsi. Facemmo la doccia assieme baciandoci come due innamorati. “E’ stato fantastico…non avevo mai provato nulla di simile..sarà per via della trasgressione che si prova andando a letto con padre degli amici dei miei figli…sarà che sei stato dolcissimo…fatto sta che mi hai fatto oltrepassare ogni limite… Mentre mi rivestivo le osservavo il culo…già, …Pensando a ciò, e decisi che era arrivato il momento di togliere il disturbo. Ci salutammo, entrambi certi che ci saremmo rivisti molto presto…
graditi eventuali commenti…
[email protected]
saluti
antonio da otranto
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1
17 years ago
versoilsole,
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Mario e antonio i miei amori…..
Mario e Antonio sono seduti sul divano. Lo sapete che sono diventati amici? Io sono Patrizia la moglie di Mario che prima ho tradito mio marito con Antonio e poi, una volta che lui ci ha scoperti, sono stata costretta a stare con loro a vedere la TV. Loro parlavano e ridevano e io aspettavo per vedere cosa doveva accadere.
Mario mi guarda e dice: “Adesso dobbiamo festeggiare" e prima ancora che io possa replicare qualcosa lui inizia a baciarmi e a succhiarmi il lobo dell’orecchio e molto delicatamente mi prende la mano.
Sono paralizzata, un brivido come non ho mai sentito mi percorre o meglio mi invade il corpo, Antonio spenge la televisione, si avvicina e inizia ad accuparsi dell'altro orecchio portandomi le mani ai fianchi. Il tempo si è fermato. In questo momento ho quattro mani che mi passano per il corpo, che frugano, che cercano…. è una sensazione fantastica , i miei occhi sono chiusi, sento le loro mani scorrere sul mio corpo delicatamente e ancora nessuno dei due ha ancora toccato in punti " strategici".
I due amici mi fanno alzare in piedi, non riesco ad aprire occhi, il cuore batte all'impazzata, uno dei due, non so chi, si posiziona davanti e mi bacia in bocca mentre con le mani mi cintura alla vita, l’altro da dietro continua ad occuparsi del collo e dei lobi delle orecchie mentre le sue mani si posizionano sopra a quelle dell’amico in vita.
Adesso le loro mani iniziano a muoversi lentamente due lungo i miei fianchi due verso l’alto.
Le mani dell’uomo che stà davanti a me, e che ancora non ho coraggio di guardare, iniziano a sollevare la mia lunga gonna nera, mentre l’altro ha già raggiunto i bottoni della camicetta e uno ad uno li stà aprendo.La camicia adesso è tutta sbottonota, e con un gesto delicato mi viene sfilata da quello che ho dietro, l’altro intanto ha sollevato gran parte della gonna e si è già accorto che le mie gambe sono strette dentro a un paio di autoreggenti nere veramente eccitanti, mentre le mutandine, sempre nere, sono belle ma classiche con una trina in pizzo e una vasta superfice.
A questo punto, praticamente all’unisono sento dire “ Sei fantastica Patrizia, sei bellissima ed estremamente eccitante”.
Questo mi dà coraggio, apro gli occhi, davanti a me, ora lo vedo, c’è Mario, dietro Antonio, abbasso lo sguardo e capisco, dal rigonfiamento dei loro pantaloni, che, se sul fatto che sono bellissima possono anche aver mentito, sicuramente non lo hanno fatto nel definirmi eccitante.
Prendo coraggio e mi decido a muovere le mani, sono ancora impacciata ma inizio istintivamente con lo sfilare la felpa di Mario mentre loro finiscono di spogliarmi.
Un po’ con il mio aiuto e un po’ facendo da soli anche i due maschietti sono ormai in mutande, mentre a me sono rimasti addosso il coordinato e le calze. Si spogliano completamente, insieme, e si siedono sul divano, allungano le mani, mi tolgono le mutandine e mi invitano ad inginocchiarmi a terra davanti a loro. Adesso Mario mi abbassa il reggiseno, senza toglierlo per far apparire il mio seno ancora più prosperoso e Antonio si avvicina porgendo le sue labbra sulle mie. Prendo in mano i loro cazzi e inizio un leggero movimento, mi stacco da Antonio e inizio a slinguarmi con Mario.
Ho in mano due cazzi duri come il marmo, davanti a me due toraci che inizio alternativamente a baciare, muoio dalla voglia di prendere in bocca quelle due aste, ma confesso che aspetto un loro invito che non arriva. Una mano adesso mi solleva la testa, mi bacia, mi porge due profilattici e mi chiede di montarli sui loro peni. Solo adesso posso guardare con attenzione i loro membri, sono di misura normale, molto simili nelle dimensioni, forse Antonio ha un centimetro in meno di mio marito, ma niente di esagerato,sono duri come colonne di marmo e appetitosi come solo un cazzo ritto può essere. Vorrei prendere i due cazzi in bocca,contemporaneamente, ma visto che nessuno purtroppo me lo chiede, eseguo il mio compitino e ci srotolo sopra i due preservativi.
Antonio adesso si alza in piedi, mi aiuta a montare cavalcioni a mio marito e, palpandomi i seni , mi impone un lento ritmo, mentre Mario sembra più concentrato a non venire che a farmi provare piacere. Dopo pochi colpi Mario infatti raggiunge l'orgasmo, si alza e si avvia al bagno, Antonio si siede sul divano, uccello ritto e mi fa cenno di montare su di lui. Anche Antonio non dura molto, sicuramente l'eccitazione è notevole per tutti anche se io non sono riuscita a godere.
Adesso Antonio va al bagno, Mario sembra sparito forse è al piano superiore, io aspetto il mio turno, delusa sessualmente ma, tutto sommato, felice.
Anche Antonio esce dal bagno, non mi dice niente, si incammina per il piano superiore.
Entro io. Appena finito di lavarmi non ho il coraggio di uscire dal bagno, mi sento imbarazzata, poi decido che non posso passare la mia vita li e che, se qualcuno deve essere in imbarazzo, quella non sono certo io, loro hanno goduto velocemente e questo vuol dire che la mia parte l’ho fatta,mi lavo,mi ricompongo, alzo la testa ed esco. Riprendo immediatamente coraggio nel vedere mio marito e Antonio che all’apparenza sembrano messi peggio di me, forse per la ridicola durata del rapporto, si sono già rivestiti e hanno già riacceso la tv.
Nessuno dice niente riguardo a quanto successo e tutto, compresi gli argomenti, si ricollegano a quanto facevamo prima di scatenarsi, come se quei momenti non fossero mai esistiti.
Solo dopo capirò, quanto è stato importante e poco spontaneo da parte loro, i quali sicuramente non sono nuovi a esperienze di questo tipo, farmi intendere che erano dispiaciuti per la freddezza, la mancanza di preliminari, nonché per la breve durata del rapporto, che si è consumato, tutto compreso in una diecina di minuti o forse anche meno.
Sono finalmente a mio agio, vedere quei due cani bastonati mi fà sentire fiera e forte, non ho goduto,ma vengo fuori da questa esperienza a testa alta e mi sono levata una voglia.
Mi stò sbagliando !
Arriva la fine delle partite e, appreso che la nostra squadra ha vinto e bene, i due ripeteno il copione di un'oretta prima con tanto di "dobbiamo festeggiare" sussurrato all'orecchio.
Ora sono completamente a mio agio, il ghiaccio è rotto, tutto sembrava svolgersi come prima e se qualcuno ha bisogno di riscattarsi quella non sono io.
Loro sono diversi da prima, una volta che tutti ci siamo denudati, mi chiedono di rimettermi le scarpe, che mi ero tolta da sola ma che loro trovano particolarmente eccitanti, mi fanno sedere sul divano, Antonio in ginocchio a leccarmi la micetta mentre Mario monta in piedi sul divano e, senza tanti preamboli mi infila il cazzo in bocca. Cerco di ritmare il pompino con le leccate al mio basso ventre e ben presto si rendono conto, dai movimenti e dal mugolio soffocato dal cazzo di Mario che mi dilata la mascella, che ho raggiunto un’orgasmo.
Adesso siamo pari, decido allora di prendere una piccola iniziativa, visto che muoio dalla voglia di vedere due cazzi davanti a me, li faccio sedere sul divano, mi inginocchio a terra e inizio a spompinarli a turno per un tempo che non ricordo, fino a quando Antonio mi passa un profilattico, glielo infilo, lui si alza andando a posizionarsi dietro di me, mi fa alzare e inizia a penetrarmi la micetta umidissima da dietro, mentre il cazzo di Mario è sempre a disposizione della mia avida bocca. Farmi possedere alla pecorina mi ha sempre fatto impazzire, ma adesso, con uno dietro che spinge, un cazzo in bocca e quattro mani che frugano ovunque è una cosa fantastica. Mugolo e mi agito come una troiona navigata e comunque come non avrei mai pensato di fare, mentre il ritmo inizia piano piano a salire. Vorrei continuare all’infinito ma adesso anche Mario mi porge un preservativo e, anche se un po’ a malincuore, glielo monto;lui si siede sul divano Antonio sfila via l’uccello di dentro me e mi aiuta a montare cavalcioni su mio marito, ma stavolta in modo da dare a Mario le spalle e a lui,che stà davanti, la possibilità di baciarmi e toccarmi i seni.
Ho un bel pene che mi penetra, una mano da dietro avvolge un mio seno, l’altra mi stuzzica il clitoride, davanti a me un altro uomo con un bel cazzo duro che alternativamente ora mi bacia in bocca, ora mi bacia l’altro seno.
I due si scambiano varie volte il posto e ben presto mi convinco che stavolta la cosa non avrà durata breve.
Passo da un cazzo all'altro al loro comando e mentre uno si siede sul divano per avermi l’altro si mette davanti mi carezza, mi bacia, mi tocca i seni, mi aiuta a pompare visto che le mie gambe cominciano ad accusare la fatica, mi bisbiglia parole d'incoraggiamento, si delizia a toccare le mie gambe velate da quelle calze autoreggenti che fanno impazzire gli uomini.
Mario adesso chiede il cambio, si alza e va in bagno, penso che sia venuto, io monto su Antonio, ma stavolta in modo tradizionale, guardandolo, facendo si che lui possa massaggiarmi i seni e baciarmi in bocca, non capisco più niente, sono totalmente spaesata, godo e vorrei che non finisse mai.
Sento Mario tornare, fa un po' di tramestio ma non ci faccio più di tanto caso, Antonio a quel punto mi sfila il pene e velocemente si distende a terra, sul tappeto mi posiziona sopra di lui e riprende nuovamente a pompare.
Mario si posiziona vicino a noi alla mia destra, con una mano mi palpa i seni e sento che con l’altra inizia a spalmarmi qualcosa nei pressi e sopra il mio buco del culo.
Mi blocco, non so cosa fare ho paura, ma lui a già finito, si posiziona sopra di me e mi appoggia il suo pene al mio sfintere, mentre Antonio smette di pompare.
Alzo la testa,mi giro, guardo Mario e gli dico " No , il culo No ! ". In quel momento capisco cosa faceva quando è tornato, aveva posizionato un grande specchio sulla mia sinistra, mi bacia e mi dice " Guardati, guardati come sei bella e desiderata" e allo stesso tempo mi volta la testa verso lo specchio. Mi vedo, io chiusa nella morsa di due bei ragazzi come una pornostar, io davanti alla possibilità di provare un'esperienza nuovissima, io che mentre penso a tutte queste cose sento che Mario inizia a premere e non riesco a dire di nuovo no.
Avevo avuto tre soli rapporti anali con Mario, e tutti dolorosi, ma adesso no, forse anche perché Mario ha trovato come lubrificante, oltre a quello artificiale messo da lui, un bel po’ di umori della mia micetta che, vi assicuro, non aveva mai gocciolato così tanto.
Antonio è ancora bloccato, io emetto qualche smorfia di dolore, Mario da dietro inizia piano piano a farsi posto nel mio culo che ben presto prende a dilatarsi, confermando la mia sensazione che l’umettante che mi ha spalmato è veramente miracoloso.
Antonio da sotto mi bacia e mordicchia i seni, ma ancora è immobile con l’uccello dentro di me, Mario intento stà piano piano aumentando il ritmo della sua penetrazione.
Adesso le smorfie di dolore e i lamenti si trasformano in mugolii di piacere e Antonio,da sotto, riprende a pompare cercando un ritmo compatibile con quello del suo compagno.
Adesso i due hanno trovato la giusta sincronia e fortunatamente riescono a mantenerla per qualche minuto, quanto basta a farmi i loro cazzi che si strusciano dentro di me separati da una sottile membrana, quanto basta per farmi avere un altro feroce orgasmo.
Il ritmo aumenta in modo forsennato, il mio sfintere, ormai completamente dilatato è fonte di piacere immenso e quella scena riflessa nello specchio, che continuo a guardare con insistenza, aumenta a dismisura il mio godimento. Adesso veramente vorrei che il tempo si fermasse, ma purtroppo sento Mario sfilare il cazzo dal mio culo, si alza in piedi, toglie velocemente il preservativo viene davanti a me e, mentre Antonio, libero di fare come vuole,riprende a pompare a un ritmo esagerato mi mette il cazzo in bocca e viene.
Anche la sbroda non mi è mai piaciuta tanto ma adesso, vuoi anche per rispetto a Antonio che è sotto e che sicuramente non gradisce il seme dell’amico sul viso, la bevo tutta.
Non ho più freni, continuo a leccare le ultime gocce del cazzo di mio marito che si stà ammosciando davanti ai miei occhi e dico a Antonio di sbrigarsi che voglio bere anche il suo caldo nettare.
Antonio da sotto, con un gesto rapido, sfila il cazzo dalla mia topa e mentre mi siedo per ricevere la sua sborrata mi sento riposizionare alla pecorina, lo vedo nello specchio che mi monta dietro e, deciso a prendersi la sua parte di culo, appoggia l’asta dura al buco stretto e riparte a cavalcare. Mario è sempre davanti a me a farsi ciucciare il cazzo, tanto per tenere la mia bocca allenata per quando Antonio avrà finito. Anche Antonio ha deciso di venirmi in bocca, come l’amico mi assesta gli ultimi colpi decisi, poi sfila il preservativo, e senza voler disperdere neanche una goccia, mi viene davanti tenendomi il cazzo piantato nella gola fino alla fine.
Credevo di svenire. Non avevo mai goduto tanto. Non riesco a descrivere…immaginate voi, ma immaginate la cosa più positiva della vostra vita e moltiplicatela per cento.
Ci diamo una lavatina, mi rivesto, ci facciamo un caffè. Oramai siamo in tre io e Mario&Antonio
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saluti
antonio da otranto
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17 years ago
versoilsole,
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A otranto…..
Ero a Otranto in ferie con mia moglie e mia figlia, come al solito mia moglie con la bimba vanno a dormire presto, io un po’ per il caldo un po’ perché non ho sonno rimango nel giardino dell’albergo.
Sono seduto ad un tavolino da solo, mentre sto bevendo una birra, spunta una coppia sulla cinquantina, ciao come stai, bene prego sedetevi, posso offrirvi qualcosa da bere, sono degli amici conosciuti sempre in quel hotel, sono come noi clienti abituali, come noi tra l’altro.
Iniziamo a parlare di come abbiamo trascorso quest’anno che non ci siamo visti, una battuta una risata e senza accorgerci il tempo è volato.
Ormai il giardino dell’albergo e vuoto siamo rimasti solo noi, Paola si guarda attorno e ci fa notare a me e a suo marito che siamo rimasti soli, il marito fa un sorriso che è tutto un programma a lei poi si volta verso di me e con voce molto bassa mi dice : come va con tua moglie, siete molto giovani, immagino che vi fate delle belle scopate.
Io rimango un po’ allibito da quelle affermazioni, anche perché ormai sono anni che ci conosciamo e non mi sarei mai aspettato di sentirmi dire certe cose da lui, un tipo un po’ sulle sue e dall’apparenza molto riservato.
Rispondo va tutto bene ma le scopate non sono frequenti ne quantomeno belle.
Come,risponde lei a questa età non vi fate delle scopate da urlo?
No replico io, sai mia moglie è un po’ fredda, non soddisfa appieno le mie voglie e quindi sono costretto a ricorrere a soluzioni diverse.
Mi guarda e mi dice segaiolo, poi sorride con molta malizia e accavalla le gambe.
Immediatamente il mio sguardo scende per vedere le sue cosce scoperte, oddio anche prima non erano molto coperte visto che porta una mini molto mini.
Il marito si accorge che sto guardando le cosce della mogli e mi dice: ho notato che stai guardando le gambe di mia moglie, ti piacciono vero?
Un po’ imbarazzato dalla situazione sorrido e dico si.
Ci scommetto che ti fanno anche un po’ eccitare e magari stai già pensando a qualche cosa di più su vero?
Nel sentirmi dire quelle cose non capisco più niente e senza troppi giri di parole gli dico è già Franco stavo proprio pensando che una donna con due gambe così ha sicuramente una bella figa pelosa in mezzo alle cosce.
Lui che certamente non si aspettava una risposta del genere sorride e mi dice: come fai a saperlo te la già fatta vedere?
No ma non mi dispiacerebbe vederla.
Dopo un attimo di silenzio inizia a parlare Paola dicendo al marito: ai visto faccio ancora colpo sui giovanotti, non come te con quel coso moscio che ti ritrovi in mezzo alle gambe, io se voglio lo trovo ancora uno che mi scopa a dovere tu invece anche se viene una bella ragazza non scopi più visto che ti si rizza una volta al mese.
Scoppiamo a ridere tutti e tre poi Paola dice : si è fatto tardi io salgo.
Il marito dice va be salgo anch’io, si gira verso di me e mi dice tu che fai Sali?
No rimango ancora dieci minuti poi salgo.
Ok ti faccio compagnia.
Paola sale e noi cambiamo discorso finiamo la birra e ci stiamo fumando un'altra sigaretta quando ad un certo punto squilla il cellulare di Franco:pronto dimmi Paola , l’aria condizionata non funziona , lo sai che io con la tecnologia non vado molto d’accordo aspetta chiedo a Riccardo se ne capisce qualcosa.
Mi parla del problema che ha con l’aria condizionata e io capisco subito il perché non parte.
Allora richiama Paola e la avvisa che sta salendo con me per vedere di farla partire.
Mentre saliamo con l’ascensore lui mi dice: hai mai avuto rapporti con una coppia?
No perché ?
Se ti capitasse l’occasione lo faresti?
Ma che domande fai?
Sai io ho un desiderio vedere scopare mia moglie davanti a me, e poi scoparcela in due, tu saresti disposto a fare l’altro uomo?
Certo tua moglie e una gran fica e poi anch’io ho sempre desiderato fare un’ orgia, ma ad una condizione io solo con tua moglie, giusto per non fraintenderci.
Stai tranquillo non sono gay.
Entriamo in camera e stranamente c’era fresco, quindi l’aria condizionata funzionava perfettamente, la luce era soffusa, la porta del bagno rea chiusa ma non completamente.
Ci sediamo sulle sedie in camera e Franco chiama Paola, esce dal bagno con molta calma, indossa un reggiseno a balconcino che fa risaltare la sua 4^ piena di seno, uno slip trasparente nero, reggicalze e calze nere con la riga dietro.
A quel punto capisco che avevano organizzato tutto e che volevano fare una bell’orgia.
Il mio cazzo non stava più nei pantaloni tanto era diventato grosso, ero eccitato da morire avrei voluto tirarlo fuori e ficcarglielo tutto in bocca con forza fino a farla soffocare ma non volevo rovinare tutto e così con impazienza rimasi al mio posto.
Paola nel frattempo si era avvicinata a noi ed una volta inginocchiatasi davanti ci ha tirato fuori il cazzo prima al marito e poi a me, alla vista del mio cazzo (20 Cm) a esclamato è enorme, a quel punto preso dalla curiosità ho guardato il cazzo del marito per vedere quanto era grosso, era poco più della metà del mio e anche di circonferenza non era un gran che...
Dopo averli segati un po’ si è abbassata con la testa ed a cominciato a spompinare entrambi, alternando il ritmo ci stava facendo un pompino davvero da favola, dopo qualche minuto che continuava in quel modo si ferma e dice al marito che vuole farsi vedere quanto è porca e vuole infilarsi tutto il mio cazzo in bocca fino in gola, apre le sue labbra carnose e ben lubrificate dalla saliva e comincia a scendere arriva alla radice del mio cazzo poi risale poi scende giù fino a farselo arrivare in gola, ormai e presa dalla voglia di succhiare un cazzo cosi grosso che non pensa neanche più al marito.
Ad un certo punto si alza e si va a mettere sul letto a pecorina, mi chiama,io mi avvicino e lei mi supplica di scoparla.
Appoggio la mia cappella lucida e di colore violaceo alla sua vagina ed in un niente entra dentro tanto è bagnata.
Inizia a incitarmi a scoparla dai porco ficcamelo tutto lo voglio fino in fondo,dai sfondami la figa, non ho mai preso un cazzo così grosso in vita mia, mio dio come godo,sono una troia in calore ti prego spingi spaccami in due, poi chiama il marito lo fa posizionare davanti a lei e comincia a spompinarlo .
Alterna il pompino a delle frasi da vera troia ,poi ad un certo punto fa stendere il marito sul letto, si sfila il mio uccello dalla figa e si infila quello del marito, si gira e mi fa cenno di passare davanti.
Mentre si cavalca il marito inizia di nuovo a spompinarmi ma stavolta con più foga poi ogni tanto si ferma e dice che non vuole farmi venire subito poi ricomincia.
Ad un certo punto fa un cenno al marito che prontamente capisce e prende qualcosa dal tavolino vicino al letto io guardo con attenzione per capire cosa sia e vedo che è un tubetto di vaselina,
lo apre e si lubrifica il culo.
Ricomincia a spompinarmi con molta passione e con molta foga ma come prima si ferma mi guarda e dice: hei bel cazzone non vorrai venire subito lo sai che ho degli arretrati da soddisfare, poi via ricomincia a succhiare, succhia talmente forte che mi sento le palle uscire dal cazzo, inizia anche a massaggiarmi lo scroto ormai duro e gonfio, un po’ per l’eccitazione un po’ dalla quantità di sperma che mi sta facendo produrre, continua così ancora per qualche minuto poi si ferma.
Dopo qualche secondo di pausa mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce da porca dai adesso inculami voglio provare una doppia penetrazione, è la prima volta che lo faccio con due uomini, dev’essere bello prenderne due contemporaneamente.
Vado dietro di lei e appoggio la mia cappella al suo sfintere, inizio a fare un po’ di pressione per penetrarla ma non entra, ho paura di fargli male mi sembra troppo stretto cosi gli metto ancora della vaselina per lubrificarlo meglio.
Tento di rientrare ma niente allora lei inizia a spingere con le anche verso dietro segno che non le faccio male e che lo vuole, con un colpo secco mentre mi aiuto con le mani tirandola dai fianchi verso di me riesco a penetrarla, lei emette un mugolio di dolore e di piacere, rimane un attimo ferma e mi dice di non spingere, aspetta tesoro è enorme mi fa male stai fermo così il mio buchetto si abitua alla tua grandezza e poi ricominci ad entrare.
Dopo qualche istante sento che ricomincia a spingere verso di me, io sto godendo come non mai ad un certo punto mi incita con delle frasi da troia, si spingimelo fino in fondo, si sfondami il culo mentre mio marito mi scopa in figa, dai trapanami tutta, si trivellami il culo poi inizia a contrarre i muscoli e a urlare di piacere inizia a dire dai stalloni scopatemi più forte che sto per venire,dai dai vengoooooooo haaaa ssiiiiiii veeeengooooooo a queste parole il marito non resiste più e le sborra in figa mentre io continuo a scoparla, dai porco mio marito mi ha riempito la figa di sborra tu riempimi il culo ma io non voglio sborrarti in culo rispondo, e lei dove vuoi sborrarmi?
In bocca rispondo io allora lei si gira si sfila il cazzo del marito dalla figa si stende sul letto e mi fa salire sopra di lei, ora sono a cavalcioni sopra di lei con il cazzo all’altezza della bocca con il suo seno appoggiato alle palle, lei inizia a farmi una sega degna di una troia esperta come lei, poi se lo infila in bocca e inizia a succhiarmelo, lo sfila e mi dice che buon sapore che ha il tuo cazzo, te lo ripulisco dopo che me l’hai messo in culo, cazzo come sono troia, dai fammi bere voglio la tua sborra calda in bocca me la merito no?
Nel sentirla dire certe cose mi sono eccitato come un pazzo e sento la sborra ribollirmi alla radice del cazzo mi da ancora qualche succhiata ed ecco che annuncio il mio orgasmo.
Lei mi dice fanne tanta che voglio bere ho sete di te, dai che ti faccio un bocchino con ingoio, se lo infila il bocca e comincia a spompinarmi vogliosa più di prima io non resisto più e sborro.
Uno, due, tre, quattro,cinque fiotti di sborra calda e qualche altro spruzzetto lei non dice niente mugola ed ingoia tutto sotto lo sguardo del marito che non parla poi ricomincia a succhiare e lo ripulisce tutto se lo sfila dalla bocca e con un sorriso malizioso dice: adesso si che mi sono dissetata.
Ci stendiamo qualche minuto sul letto per riposarci un attimo poi mi alzo mi rivesto saluto e me ne vado.
Il mattino dopo ci troviamo a colazione, io sono al tavolo con mia moglie e mia figlia, lei e il marito si avvicinano per salutare mia moglie e mia figlia, e lei dice che noi ci siamo salutati ieri sera.
Poi dice a mia moglie con tono scherzoso: faresti bene a tenerlo sotto controllo questo tuo maritino ha la faccia da furbetto mi sa che quando tu vai a dormire lui si trova un’altra donna per divertirsi, scoppiamo tutti a ridere poi Paola mi guarda e mi fa l’occhiolino.
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Ciao Antonio da Otranto
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0
17 years ago
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Mario e patrizia coppia lui cuckold.....
Ho conosciuto Patrizia, all' epoca 30 anni, una donna carina non bellissima ma sicuramente simpatica e molto sensuale, dopo diversi giorni l'ho incontrata casualmente in un supermercato ci siamo messi a parlare ed è nata un'amicizia. Premesso che sono sposato, ho iniziato a corteggiarla velatamente più per gioco che per convinzione di riuscire a scoparla, mi aveva detto che era sposatissima e che aveva un bimbo piccolo, pensavo di avere pochissime chanches....
Un giorno, la rincontro nel supermercato dove lei andava a fare la spesa, ci salutiamo, e parlando del più e del meno, ad un tratto mi dice , sai Antonio, tu sei molto simpatico sabato pomeriggio ti andrebbe ti tenermi un po' di compagnia? Mio figlio dorme sino le 18 di solito e mio marito ha un' impegno hai voglia di venirmi a trovare? Io chiedevo se era sicura, perché se suo marito lo venisse a sapere potevano succedere degli inconvenienti. Lei mi rispose. e che teneva al corrente al marito che veniva un amico a trovarla e che lui non era geloso. Accetto l'invito anche se onestamente ero un pò titubante.... bhe' per farla breve arriva il sabato arrivo presso la sua abitazione, suono, e mi accoglie in tuta da ginnastica e mi fa' segno di parlare piano, in quanto il figlio si era appena addormentato, mi fa accomodare in un divano, mi offre il caffè, mi sentivo anche un po' imbarazzato onestamente....Lei e' bravissima a tranquillizzarmi e' veramente piacevole la sua compagnia ad un certo punto si allontana dicendo vado a vedere se nella stanzetta del figlio e' tutto tranquillo....al suo ritorno noto la cerniera della tuta più abbassata e si notava che non aveva più il reggiseno che segnava la tuta...il mio cazzo era diventato duro, ed ho pensato: “o questa fa la stronza o vuole scopare”, ero molto combattuto , la risposta e' arrivata da sola mi ha detto... mio figlio dorme come un angioletto non parlare che ho paura che si svegli intanto che mi parla si siede in terra davanti a me sul divano, mi abbassa la cerniera e mi tira fuori il cazzo mi trova impreparato e da duro che era mi si affloscia di colpo, mi dice di rilassarmi e mi da' un bacino sul cazzo ancora molle... mi fa segno di togliere i pantaloni....lo faccio e penso sto facendo una vera figura di merda .....lei riprende a darmi dei bacini sulla cappella, scende sino ai coglioni e inizia a leccarmeli, mi tira verso di lei facendomi allargare ancora di più le gambe e inizia a leccarmi sotto i coglioni dalla fine dei coglioni al buco del culo mi lecca e succhia mi e' tornato duro in un' attimo, l'ho presa per i capelli e l' ho guidata sul cazzo...lei subito ha preso la cappella in bocca e succhiava menandomelo una piccola pausa ci siamo spogliati e abbiamo iniziato un bel 69 , gli ho detto che non resistevo e lei a posto di spostarsi mi teneva il culo per non farmi spostare, gli ho sborrato in bocca anche l'anima. La troia non ha fatto una piega anzi....mi guardava sorridendomi. intanto che riprendo le forze lei si scusa e torna nella stanza del bambino con la scusa di guardare che tutto sia ok , ritorna, si siede in parte a me e mi dice se mi e' piaciuto. Gli dico di si e che è favolosa , e che la voglio scopare, si avvicina all'orecchio dicendomi,voglio sapere se ti proponessi un gioco .....come reagiresti? dipende dal gioco dico io ....lei risponde... senti Antonio, giochiamo a carte scoperte tu mi piaci molto e mi sei simpatico...l' avevo capito ...rispondo...lei continua io amo molto mio marito Mario che ....da cretino….. penso....si vede...lui prova piacere a vedermi scopare con altri uomini...lui e' felice di essere cornuto, io sono felice di fare la tua troia, mi piaci tu accetteresti questa situazione? io ero onestamente molto sbigottito, era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere, in quel momento mi attraversavano mille pensieri per la testa, lei si riabbassa con la bocca sul mio cazzo lo succhia lui torna duro....se lo caccia tutto in bocca sino ai coglioni ......io dico sei davvero una fantastica vacca, su e giù con la bocca su tutta la lunghezza del mio cazzo un po' di volte poi si ferma.
Mi siedo meglio sul divano, lei si inginocchia su di me e si infila il cazzo nella figa , ci guardiamo in faccia, mi sussurra ....a lui piace quello che ti ho proposto....mi piace scoparti gli dico io, sei favolosa....sai cosa sono salita a fare prima? no e non me ne frega niente dico io , ferma il bacino col mio cazzo ben piantato dentro e vicino all' orecchio mi dice....stai tranquillo.....pesche ti fermi? dico io ripete stai tranquillo, mio marito è nella stanza del bambino e ci sta guardando prima sono andata la a baciarlo col sapore del tuo sperma in bocca....e riprende a scoparmi... CAZZO....esclamo ma dai non e' vero......lei ride....capisco che e' vero ma stranamente a posto di incazzarmi mi eccito di più la faccio scendere dal divano, la metto alla pecorina e comincio a pomparla con foga....sei una troia , sei una gran troia....la pompo con decisione lei viene, dai mi dice... non fermarti ...scopami ....continuo a pompare .... ha una figa fantastica...sente i miei sospiri più frequenti si sfila da me e si gira dicendomi scopami la bocca ....lo prende in bocca in ginocchio, io sono in piedi mi abbraccia mettendomi le mani sul culo e guida il ritmo dei miei colpi nella sua bocca .....sborro nuovamente nella sua gola urlandogli troia....finito di venire mi guarda e mi dice...mi piaci tanto....chiama il marito....lui viene con un sorriso cordiale e lo bacia in bocca ..... suggellando l'amicizia nata....
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19
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17 years ago
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Mario e patrizia ai laghi alimini
Mario e Patrizia ai laghi Alimini
Ciao a tutti sono Patrizia di Lecce e voglio raccontarvi cosa mi è successo questa estate almeno solo una delle cose che mi sono successe.
Cominciamo con le descrizioni: io sono una donna mora alta 165 occhi nocciola 2° di seno abbastanza sodo ( almeno per quello che dice mio marito Mario ) un bel sedere a pompetta, insomma piaccio abbastanza; mio marito invece e rosso di capelli occhi neri 160 un pò di pancetta che sta cercando di smaltire (anche se a me piace un sacco).Ma andiamo a noi…un giorno di luglio sono andata con mio marito ai laghi Alimini ad Otranto abbiamo percorso tutto il sentiero arrivando alla spiaggia che da sul mare aperto,in pratica un gran bel pezzo di strada. Arrivati li abbiamo scattato qualche foto che sono diventate piano piano un pò osè. Facendo diventare notevole anche la sua eccitazione data la posizione del luogo coperto anche da alcuni arbusti mi sono abbassata e uscitogli il pene ho cominciato a baciarlo, lo leccavo per l’intera lunghezza soffermandomi anche sui genitali…dopo un po’ mi ha fatta sdraiare ci siamo baciati, mi accarezzava ogni centimetro di pelle da sopra il costume, continuando a baciarmi scese pian piano fino all’ inguine dove si fermo un attimo per sciogliere lo slip,io gia ero letteralmente partita, quando mi cominciò a leccare venni in pochi secondi. Adesso lo desideravo dentro a tutti i costi e cosi fu, mi penetro dolcemente facendo in modo che lo sentissi tutto ricordo ancora che e stato stupendamente forte sentivo il suo cazzo muoversi avanti e in dietro. Dopo un po’ decisi di cavalcarlo io e dandogli le spalle mi sedetti su di lui quando mi accorsi che non eravamo soli infatti un gruppetto di uomini ci avevano notati e si stavano masturbando. Avvisai mio marito e lui mi disse che se volevo potevamo andarcene ma io continuai a muovermi e li continuavo a guardare, quando si avvicinarono vedevo i loro 7 cazzi duri che mi puntavano avevo i loro occhi addosso mentre cavalcavo mio marito il suo cazzo mi apriva totalmente ero cosi concentrata che raggiunsi un altro orgasmo. Era eccitante dare quello spettacolo a quelle persone anche se non capivo cosa dicessero si notava che erano eccitatissimi allora decisi di continuare a dare spettacolo cosi anziché continuare a farmi penetrare la fica ormai bagnatissima mi sedetti sul pene di mio marito che entro nel mio culo senza difficoltà e mentre continuavo a muovermi tolsi il reggiseno e cominciai a toccare quei bei membri ero totalmente partita li toccavo e li succhiavo a turno uno di loro si mise davanti a me entrando il pene nella mia fica ma lo fermai quasi subito lo feci alzare e accennando un no glielo presi in bocca facendolo venire dopo poco. A turno vennero tutti su di me fra seno e bocca mio marito mi fece mettere su di lui e comincio a toccarmi le tette mentre me lo rimise nella fica mi spalmava lo sperma degli altri su tutto il seno e con un dito giocava col mio ano ormai dilatato finche non mi senti penetrare di nuovo li uno dei guardoni mi stava penetrando il culo mentre mio marito aumentava i colpi nella mia fica, ero in estasi quando li senti sborrare assieme nei miei buchi venni per un ultimo orgasmo cosi intenso che mi lasciò senza forze quando mi ripresi erano tutti andati via e mio marito mi coccolava dolcemente dopo poco ci buttammo nudi in mare per ripulirci e andammo via contenti di questa nuova avventura durante il ritorno gli confessai che era una mia fantasia quella appena vissuta e lui si eccito tremendamente al punto di fermarsi in una piazzola di sosta e prendermi ancora una volta.
La storia finisce qui pero mi sono decisa dopo quel giorno che forse anche lui potrà realizzare una sua fantasia fatemi sapere esclusivamente via e-mail cosa ne pensate.
l’e-mail è
[email protected]
un abbraccio
Antonio
10
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17 years ago
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Il diario di mario
Venerdì sera.
Patrizia e Antonio hanno rotto il ghiaccio. Si sono baciati e toccati, hanno pomiciato un po’ in soggiorno, ma senza esagerare, perché c’erano i bambini in casa. Io non ho visto nulla, poiché stavo con i bambini in un’altra stanza.
Il bambino di Antonio è un compagno di scuola di nostro figlio. Grazie all’amicizia dei bambini siamo diventati amici anche noi genitori e da un po’ di tempo ci frequentiamo in maniera sempre più assidua e intima.
Stasera Antonio era a cena da noi col figlio, poi i piccoli sono andati a giocare in un’altra stanza, mentre noi adulti prendevamo il caffè e facevamo discorsi molto piccanti.
Antonio è divorziato e vive a due isolati da noi. Per un po’ ha corteggiato discretamente Patrizia, poi alcuni giorni or sono presi coraggio e gli dissi che poteva farlo apertamente. Lui capì. In seguito, durante un colloquio molto confidenziale, gli confessai che Patrizia ed io parlavamo da tempo di fare un’esperienza di sesso a tre, ma non avevamo mai trovato il tipo giusto. Quell’uomo m’ispirava fiducia, così gli parlai a cuore aperto, inoltre vedevo in lui il tipo giusto, perché Patrizia ne era attratta. Da tempo parlavamo di lui, a letto, e lei si scaldava parecchio quando le dicevo che volevo vederla scopare con lui.
Stasera prendendo il caffè abbiamo parlato di questo. Per me era molto eccitante essere arrivati a quel punto, con mia moglie che diceva sì al suo pretendente e gli lanciava sguardi d’intesa e desiderio. Ho detto a Antonio che poteva baciare mia moglie, però c’era il pericolo che i bambini arrivassero da un momento all’altro, così io sono andato a giocare con loro per controllarli. Non sarebbe stato bello che mio figlio sorprendesse la mamma che baciava il padre del suo amichetto.
Più tardi, dopo che gli ospiti se ne sono andati, Patrizia ed io abbiamo giocato a “moglie puttana e marito cornuto”. Eravamo molto su di giri. A letto ci siamo divertiti.
Sabato mattina.
Noi padri abbiamo portato i bambini dalla madre di Antonio, al mare. Ci resteranno per tutto il fine settimana. In pratica ci siamo sbarazzati di loro in modo da essere liberi di spassarcela. Abbiamo lasciato i bambini alla nonna e siamo tornati indietro. Patrizia ci stava aspettando a casa.
In macchina, sulla strada del ritorno, abbiamo parlato di lei. La prospettiva del sesso a tre ci metteva entrambi in uno stato di piacevole tensione. Ho detto a Antonio che io vorrei guardare. Gli ho spiegato che Patrizia mi ha sempre assecondato, in linea di principio, ma si è decisa a fare sul serio solo dopo aver conosciuto lui.
“Le piaci molto,” gli ho detto.
Gli ho chiesto se mi faceva vedere l’uccello e lui lo ha tirato fuori dai pantaloni senza esitazione. Notevole. Un superbo regalo per mia moglie. Poi gliel’ho toccato. Antonio guidava, ha rallentato l’andatura e ha lasciato che glielo prendessi in mano.
“Vuoi succhiarlo?” mi ha chiesto.
Ha indovinato. In effetti ne avevo voglia.
La macchina di Antonio ha i vetri oscurati, il traffico era scarso, lui ha tirato un po’ indietro il sedile per lasciarmi posto. Mi sono calato giù fra il suo addome e il volante e gli ho preso il cazzo in bocca. Non lo avevo mai fatto prima e mi è piaciuto. Avrei voluto masturbarmi mentre poppavo e ho desiderato che lui mi venisse in bocca, ma dovevamo lasciare intatta la nostra carica di libidine per scaricarla su Patrizia. Non potevamo concederci l’orgasmo, quindi ci siamo trattenuti, però abbiamo deciso di vederci da soli quanto prima, in modo che io possa fargli un pompino completo.
Patrizia sa tutto delle mie fantasie da cornuto guardone, ma non le ho mai confessato questa tentazione così imbarazzante per un uomo. Non so come reagirebbe se la conoscesse, quindi ho fatto promettere a Antonio che non le avrebbe detto nulla.
Sabato pomeriggio
Arrivati a casa, abbiamo trovato Patrizia vestita con l’indumento più sexy del suo guardaroba, un negligé di pizzo che copre e non copre, che dà risalto alle sue curve. Immaginavo che avrebbe indossato quello… le ho detto mille volte che le sta da favola.
Già il loro primo bacio mi ha sconvolto. Che donna! Con la massima disinvoltura ha messo le braccia intorno al collo di Antonio e lo ha baciato a lungo. Mi ha quasi ignorato. È sembrata ricordarsi di me soltanto al termine del lungo bacio. In realtà sono stati una serie di baci in sequenza, interrotti da brevi frasi sussurrate sul tipo “mi piaci”, “ti desidero”, “sei bellissima”.
Poi Patrizia si è ricordata di me e mi ha chiesto: “Come va?”
“Benone,” ho risposto.
“Non sei geloso nemmeno un po’?”
“No,” ho negato, in parte mentendo, perché la gelosia è una componente dello stato d’animo del cuckold, che però contribuisce ad aumentare la sua libidine.
A dimostrazione che non ero affatto geloso, io stesso le ho tirato giù le spalline della veste scoprendole il seno.
“Guarda che invece dovresti essere un po’ geloso, perché Antonio mi piace moltissimo,” ha detto lei fissandomi negli occhi.
“Meglio così,” ho sentenziato facendo pressione sulla nuca di lui, spingendolo a chinarsi a baciarle le tette.
Pochi minuti dopo eravamo nudi, al massimo dei giri. Avevo un’erezione superba, ma Patrizia mostrava interesse soltanto per l’erezione di Antonio. Loro erano distesi a letto, avvinghiati, io in piedi che mi masturbavo.
Preliminari ridotti al minimo. Patrizia ha implorato la penetrazione e Antonio l’ha assecondata affondandole dentro e sbattendola con vigore. Lei boccheggiava gemente e ogni tanto m’informava che stava godendo da impazzire. Niente precauzioni anticoncezionali, Patrizia prende la pillola. Sia lei che io abbiamo esortato Antonio a venirle dentro.
Il mio proposito era d’aspettare che lui la riempisse per poi prendere il suo posto. Mi sarebbe piaciuto scivolare in lei sentendola lubrificata dallo sperma dell’altro, ma non ho resistito e sono venuto prima, cioè quando ho visto la smorfia di devastante piacere sul volto di Patrizia, che intanto mi diceva di sentire dentro di sé gli schizzi dell’eiaculazione che la inondavano. Allora mi sono messo davanti a lei e le ho sborrato in faccia. Dopodiché siamo crollati esausti.
Mentre si puliva la faccia con un fazzoletto, Patrizia mi ha ripetuto che un po’ geloso dovrei esserlo, perché scopare con Antonio le piace da impazzire… e certamente lo farà spesso in futuro.
Sabato sera.
Dopo cena abbiamo guardato la televisione. Patrizia stava seduta in mezzo a noi sul divano e giocherellava con i nostri cazzi. Abbiamo ricominciato a scambiarci effusioni sempre più spinte. Stavolta mia moglie era imparziale, tubava tanto con me quanto con Antonio, anche se a un certo punto a lui ha detto “lo voglio in bocca” e a me ha detto soltanto “fatti una sega”. Comunque a me andava bene. Io stesso la invitavo a riservare le premure più calde all’ospite. Il sessantanove, per esempio, lo ha fatto con lui.
Vedere il cazzo di Antonio nella sua bocca mi ha sconvolto di libidine. Credo che per me non ci sia visione più esaltante delle labbra di mia moglie che fasciano un bel cazzo. Soprattutto se lei, mentre lo succhia, mi fissa negli occhi, e leccandolo mi sorride.
Questa volta i preliminari sono stati lunghi. Ho partecipato anch’io, sia pure in maniera abbastanza marginale. Patrizia ha detto che come gliela lecca Antonio io me lo sogno. In effetti non sono un bravo leccatore. Ma va bene così, non m’interessa primeggiare, voglio solo che lei se la goda.
Le combinazioni delle posizioni e gl’intrecci di membra sono stati molteplici. Ogni tanto mi capitava di sfiorare il grosso e duro fallo del nostro amico, e non posso dire che ciò avvenisse per caso. Stavo attento che Patrizia non se ne accorgesse, ma evidentemente deve essersi avvista di qualcosa.
Lei ha fatto sedere Antonio su una seggiola, poi gli è andata sopra, lo ha cavalcato e si è letteralmente impalata. Ha cominciato ad ancheggiare, affinché il cazzo si muovesse dentro di lei. Mi ha sussurrato che godeva, che ce l’aveva tutto dentro, ma non c’era bisogno che lo dicesse, lo si vedeva benissimo. Era completamente aperta a gambe larghe sopra di lui, penetrata, e lo scopava.
Io la carezzavo, la coccolavo, la chiamavo amore mio, puttana, compiacendomi della sua lussuria e godendo del suo piacere. Mi tradiva, eppure mi rendeva felice. In realtà non si trattava di un tradimento, anche s e a me piaceva pensare che lo fosse.
Da dietro le premevo l’uccello sulla schiena e le palpavo le tette. Ho toccato là sotto dove avveniva la congiunzione fra la mia femmina e il maschio estraneo che la prendeva. Ho lambito le labbra della vagina e il fusto di carne che le violava. Ho sfiorato fugacemente le palle di Antonio.
“Amore,” mi ha domandato Patrizia all’improvviso, “mi sbaglio o il cazzo di Antonio piace anche a te?”
Io non ho risposto. Mi sono sentito come un colpevole che credeva di farla franca e invece viene scoperto. Il sospetto di lei era fondato, non avrei saputo negarlo.
“Sai,” ha osservato lei continuando ad ancheggiare sinuosamente contro l’addome di Antonio, “non troverei scandaloso se tu volessi giocarci un po’.”
Ha sorriso. Non un sorriso beffardo, ma pieno di malizia, complice, allusivo.
“Magari potremmo giocarci insieme,” ha aggiunto mostrandomi la lingua.
Poi si è piegata a baciare Antonio. Baciava il suo stallone e lo scopava, gli mugolava in bocca, gli alitava sulle labbra. Accelerava gradualmente il ritmo ondulatorio dei fianchi, nella cavalcata finale verso l’orgasmo.
“Hai qualcosa in contrario,” gli ha sussurrato, “se mio marito te lo lecca insieme a me?”
“No… niente in contrario…” ha risposto lui.
In quel momento si è sciolto qualcosa dentro di me, come se crollasse l’ultima barriera che imprigionava la mia natura. Ero libero. Con una donna come Patrizia potevo sentirmi libero di manifestare le inclinazioni più segrete.
Le ho preso il viso fra le mani e l’ho baciata. Un bacio famelico, lievemente ostacolato dai sussulti che Antonio le imprimeva colpendola da sotto.
“Voglio baciarti così quando hai la bocca piena del suo sperma,” le ho detto.
“Mmh sì,” ha mugolato lei. “Lo faremo, sì… ci divideremo questo bel cazzo… ci faremo schizzare entrambi… ma non adesso… ora lascialo alla mia fica… oh amore, come mi chiava bene… ora lo voglio nella fica…”
Mi sono tirato indietro e ho ammirato il culmine della loro fornicazione. Potevo darglielo da succhiare, oppure incularla, sapendo che lei avrebbe gradito prendere due cazzi contemporaneamente, ma non ho voluto distrarla dal godimento intenso che scorgevo nei suoi occhi, per cui mi sono masturbato spargendo il mio seme sul pavimento.
Sabato notte.
Loro stanno dormendo. Io non riuscivo a prendere sonno, sono andato nello studio e mi sono messo al computer a scrivere queste righe.
Domani sera andremo al mare a prendere i bambini dalla madre di Antonio e il nostro caldo week-end finirà, però abbiamo ancora una giornata davanti a noi.
Scrivere queste righe mi ha di nuovo eccitato. Sto pensando d’andare di là e succhiare l’uccello a Antonio mentre lui dorme, così magari si sveglia e ricominciamo. La prima cosa che Patrizia vedrà svegliandosi sarà il cazzo del suo amante nella bocca di suo marito. Penso che le piacerà. Così per una volta sarà lei a guadare.
fatemi sapere esclusivamente via e-mail cosa ne pensate.
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un abbraccio
Antonio
11
3
17 years ago
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Donna x un giorno
Ci conoscevamo da sei mesi....Carlo, un uomo maturo di 52 anni con una splendita moglia 40 che solo a guardarla mi faceva arrapare.. e lei lo sapeva ma in fondo immagino anche lui.. Dopo aver fatto il corso insieme si era istaurata una discreta e sincera amicizia e spesso si andava a fare sport insieme..e poi ci si attardava a prendere da bere e li si cadeva sempre sui soliti discorsi sex e ambigui..cosi quella famosa sera non mi parve x nulla strano il suo invito a bere qualcosa di freddo a casa sua..(mi aveva gia detto che la moglie era fuori,,purtroppo). Avevo notato ,però, che lui da tempo faceva sempre delle allusioni..non troppo velate sulla bisessaulita sul sesso trA UOMINI E SUL TRAVESTIRSI..E DICEVA CHE X SOLDI TUTTO CI SAREBBERO STATI..E COSI VIA ANCHE QUELLA SERA CON i soliti discorsi..ma forse complice il vino stavolta suscitavano una certa aria si sensualita ed eccitazione.. dopo diversi bicchieri con molta no chalnce mise i soldi sul tavolo e mi disse..”senti quei soldi sono tuoi se mi accontenti in una mia ideuzza..” Un po perplesso chiesi di che si trattava,.. Lui con tranquillita ed eccitazione mal celata mi disse “vai nella camera da letto e li troverai uno scatolo..aprilo e indossa tutto cio che c’e dentro senza fare domande e poi vieni qui….” Mi alzai e con aria di sfida presi i soldi e andai nella camera da letto..ma aperta la scatola rimasi di stuccco..c’era un intero vestiario della mia taglia x trasformarni in donna..perizoma, autoreggenti reggiseno, corpetto ghepierre, parrucca , rossetto e trucchi.. e sotto un messaggio..diceva se sei veramente troia come credo mettili e avrai un’altra bella sorpresa…Stizzito stavo x andare a dirgliene 4 ma notai nei mieei slip una eccitazione..e cosi complice il vino..accettai la sfida e mi preparai con la massima calma in modo da farlo eccitare al massimo.
Finito mi guardai allo speccio e ad eccezione del mio essere piu o meno villoso..sembravo un’autentica troia credetemi..cosi vestita tornai di la.. Ed ecco altro stupore..lo trovai lì seduto tutto nudo e con il suo cazzo, niente male in tiro. Ci guardammo con aria da sfida..e lui disse..”mmmm lo sapevo sei un’autentica troia in calore..ora vedo che sei alche eccitato..ho ancora un’altra proposta da farti.”.e cosi dicendo notai che in mano aveva da un lato altri soldi e il cellulare nell’altra. Dissi, mettendomi a gambe aperte e le braccia ai finchi ..”sentiamo”… Lui molto eccitato mi disse che se ero disposto a fargli da donna x alcune ore e a soddisfar tutto cio che voleva..mi avrebbe regalato altri 200 euro e il giorno dopo sua moglie sarebbe stata a mia disposizione tutto l’intero giorno. A QUELLE PAROLE il mio cazzo svetto e gli dissi ok ma chiama subito in viva voce tua moglie e accordiamoci.. lui lo fece dicendole..”cara sai ci ho pensato…va bene se vuoi farti christian ok domani ti concedo tutto il giorno..” Stupito capi il trucco..la moglie gli aveva chiesto che voleva far sesso con me e lui ha cercato di sfruttare l’occasione..ma ormai eravamo in ballo e cosi finita la telefonata..mi disse “ora che siamo accordati e hai preso i soldi vieni qui..” Mi avvicinai e non appena fui davanti a lui me lo tiro fuori e inizio a succhiare e leccare ..devodire che era veramente in gamba e mentre faceva questo si bagno un dito e me lo spinse tutto dentro il mio culo ancora vergine, non lo sarebbe stato ancora x molto. I fumi dell’alcol e l’eccitazione mi stavano veramente acendo ansimare e lui se ne accorse e capì che era il momento x osare..allora mi spinse giù in ginocchio e, senza preanboli, mi spinse la sua cappella in bocca… Inizialmente ebbi un conato di vomito ma lui spinse la mia testa più in giu e mi disse prova a muver la lingua e ad ingoiare la saliva..vedrai ti piacerà è facile..
Effettivamente più il tempo passava e piu provavo piacere..allora ricordandomi come mi piaceva essere toccato inizii a lavorar quel cazzo con una maestria degna di una mignotta..ormai persi i freni inibitori leccavo il cazzo succhiavo le palle e ormai fuori di me leccai anche il buco del culo e gli infilai un dito dentro.. lui parve gradire..Dopo circa un quarto d’ora di questo lavoro senti le parole che temevo e volevo nello stesso tempo..”è ora di chiavarti TROIA” girati e rimani carponi .. lo guardai ma il suo sgurdo era autoritario ma pacato mi girai , pensai,… tanto ormai 30 e uno 31.. mi riempi di vasellina tutto il buco e mi piaceva come andava su e giùù ad un tratto senti la sua cappella che sembrava enorme bensì avessi cmq visto che avevo il cazzo più piccolo del mio.. pian piano spingeva e si allontanava ..sentivo il culo dilaniato ma dopo il primo dolore iniziai a sentire piacere tanto da assecondare i movimenti e addirittura di incitarlo.. lui mi disse..ora ti farò definitivamente troia girati e sdraiati..cosi veci e dopo un secondo mi ritrovai con le gambe sulle sue spalle e lui che entrava ed usciva del mio culo mentre mi segava.. in poco tempo senti che si irrigidiva lui usci da dentro me e si mise a mo di 69. come un indemoniato inizio a spompinarmi e mi disse ora bevi la mia sborra,… incerto ma al culmine dellìeccitazione svuotai la mia sborra che lui bevve tutta e mentre anche fiotti sborra finivamo nella sua gola lui sparo dntro la mia bocca il primo fiotto che ingoiaii subito e cosi continuai pulendolo tutto meglio di una donna.. Restammo li un po..poi ci vestimmo e ci sedemmo in salotto a bere qualcosa. Lui mi disse domani potrei fare ciò che vuoi con mia moglie, ed infatti solo in giorno dopo scopri che ne era valasa la pena. Lui continuo dicendomi..” ti andrebbe di scopare come una donna quando voglio e come e con chi voglio ed in cambio riceverai mia moglie anche x piu giorni e il denaro e caso mai altre donne..” L o guadai pensieroso che voleva intendere altre donne e denaro proporzionato al numero…comunque accettai…e di li a breve capi cosa intendeva……
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17 years ago
misterious168284, 39
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Lecce: mario marito demotivato
Cominciò così: Patrizia una moglie molto seria, dedita al lavoro e alla casa, attenta a non farmi mancare alcunché però assolutamente non "trasgressiva" a letto. La nostra intesa sessuale inizialmente era stata buona, in particolare da fidanzati, purtroppo con l'andar del tempo, dopo il matrimonio, era subentrata la noia. Tramite la lettura di libri erotici e la scoperta di siti porno in internet, in particolare quelli di annunci di coppie, cominciarono a balenarmi nella mente pensieri e fantasie molto spinti che vedevano la mia consorte alle prese con altri uomini, addirittura con donne. Me l'immaginavo scopata da sconosciuti, violentata sotto i miei occhi ed io che mi masturbavo mentre la degradavano. Una sera, guardando un film in tv, per niente pornografico ma raffinatamente erotico ("Bella di giorno" di Bunuel), iniziai a toccarla dolcemente, a masturbarla. Non distoglieva lo sguardo dallo schermo e mi lasciava fare, la sentivo eccitata. Incoraggiato dalla situazione, complice quanto scorreva sullo schermo, mi avvicinai al suo orecchio e le chiesi, quasi sussurrando, se non avesse mai avuto delle fantasie riguardo all'andare con estranei, se non le fosse mai capitato di desiderare, anche solo per un momento, di fare sesso con un altro uomo. Il film tratta appunto di una donna insospettabile che, di giorno, si prostituisce per piacere e gode nell'essere trattata e pagata da puttana di lusso. Non mi rispose ma quasi subito ebbe un orgasmo. Poi prese la mia mano e la allontanò con un certo imperio. Quella notte non riuscii a prender sonno. Tentai di parlarle: il suo atteggiamento fu di chiusura; m'invitò a dormire dato che il mattino avrei dovuto, come sempre, alzarmi di buonora (sono insegnante in una scuola distante da dove abito).
Passarono diversi giorni, forse un mese, senza che m'azzardassi a parlarle delle mie fantasie. A letto raggiunsi quasi l'impotenza e i veri stimoli m'arrivavano dall'immaginare la mia amata nelle situazioni più oscene, in particolare mi eccitavo pensandomi cornuto, con lei che mi tradiva. Mi piaceva pure fantasticare in chiave sadomaso: lei legata e abusata in mille modi con me passivamente presente. Senza tali pensieri il mio membro non reagiva più e ormai la cosa era evidente pure a mia moglie. Inizialmente sospettò che avessi un'amante. Le dissi di sì ma che l'amante era lei stessa nelle mie fantasie. Gliene raccontai alcune, le meno spinte, poi, notando che a differenza d'altre volte non mi chiedeva di smettere, passai a quelle dove mi cornificava o veniva violentata. Ricordo che eravamo a letto; non so come finimmo a fare l'amore in cucina, lei supina sul tavolo arrapata come non mai e, finalmente, posseduta dal mio membro nuovamente arzillo.
La domanda che entrambi ci ponemmo fu se, effettivamente, per non far naufragare la nostra unione avremmo dovuto dar vita a fantasie così spinte, con l'incognita - forse malefica - di un cambiamento radicale del nostro stile di vita più intimo o se limitarci nella condivisione di pensieri sconci. Le nostre paure erano più che giustificate: avvertivo che lei si stava, in un certo senso, violentando, andando contro le sue convinzioni morali, per non perdermi; mi parlò del suo terrore di vedermi reagire brutalmente o di assistere al mio disinamoramento sapendo di un suo reale tradimento. La rassicurai su tutta la linea; il nostro matrimonio poteva andare in crisi se non riceveva degli stimoli; se nuove emozioni non lo avessero ravvivato. In cuor mio ero ugualmente preoccupato: immaginarla con un altro uomo mi eccitava enormemente ma se poi se ne fosse innamorata? Stavo forse preparando la frantumazione della nostra unione? Oppure continuando col solito tran tran avremmo sì, in quel modo, causato la nostra separazione? Parlammo dei nostri timori e convenimmo che sarebbe stato meglio iniziare questo nuovo viaggio tenendo il più possibile separati affettività e sentimenti amorosi da sesso e lussuria. Decise che sarebbe accaduta casualmente la sua scelta "cornificatrice" - con o senza la mia presenza - e che, in ogni caso, m'avrebbe raccontato tutto subito. Da parte mia non dovevo assolutamente andare con altre donne tranne che in situazioni di eventuale scambio dei partner, con lei sempre presente.
Passarono due tre mesi dalla nostra presa di posizione, tanto che temetti un suo ripensamento. Ero in macchina, di ritorno da scuola, quando squillò il cellulare e comparve il numero di mia moglie. Sentii la sua voce consigliarmi di accostare piuttosto che ascoltare col viva voce mentre guidavo. Imbucai una stradina laterale: la sua voce era strana, come alterata. Ebbi paura per un attimo che le fosse occorso un incidente. Poi capii: ansimava, le frasi erano spezzate, mugugnava. “Amore, adesso sei cornuto! Mi stanno scopando ... Sto scopando con un cazzo enorme nella figa ... Aaaggghhh ... E' bellissimo, è durissimo! Tira fuori il tuo cazzetto e comincia a menartelo. Questo sì che è un vero cazzo! Dai, fatti una seghetta mentre mi sfondano. Stasera sentirai come sono larga. Il tuo ci ballerà dentro!” Me lo menavo all'impazzata. Non avevo bisogno di chiedere cosa succedeva; la cronaca era in diretta con tutti gli effetti sonori del caso. Sentivo un po' lontana la voce del fottitore. Le dava della troia, della vacca e lei mugugnava, sospirava, pregava di sfondarla. Poi la comunicazione s'interruppe. Mi ero segato all'impazzata e avevo imbrattato i pantaloni. Era stato un orgasmo intensissimo e la testa mi girava. Solo allora realizzai d'essere in una pubblica via, per fortuna deserta. Realizzai pure che erano le tredici e trenta, che mia moglie per le quattordici di solito era a casa: cosa significava quel "stasera"? Sarebbe stata fuori tutto il pomeriggio? In effetti la casa era deserta. Mangiai pochissimo, da solo. Avrei dovuto mettermi al lavoro, correggere un quintale di compiti ma lo stordimento, l'emozione mi portavano a pensare solo a quella telefonata. Lo stomaco inizialmente s'era chiuso come se una mano, con stretta ferrea, avesse tentato di strapparlo. Poi il cazzo aveva evidenziato il forte eccitamento e uno strano languore aveva preso il posto della sensazione dolorosa all'apparato digerente. Avrei voluto masturbarmi: tutte le volte che ripensavo al mio amore sfondato da un cazzone sconosciuto, mi sembrava d'essere lì lì per eiaculare. Volli trattenermi per la serata, per lei. Le ore passavano lentissime. Sentii aprirsi la porta d'ingresso verso le ventidue. Le corsi incontro. Era sorridente. Mi saltò subito al collo e mi baciò fiondandomi la lingua fino alle tonsille. Mi palpò il cazzo turgido. La tastai sotto la minigonna. Non portava biancheria, era nuda, solo le autoreggenti, era bagnata. Mi portai le dita al naso e mi anticipò: “ E' la sua sborra - sì, disse proprio così, "sborra" quando invece era solito chiamarlo "sperma" - mi ha scopata persino qui sotto casa, nell'androne. Mi ha riempito tutta, in bocca e ... E anche nel culo!” Mi succhiò con aria lasciva le dita intrise di sborra e dei suoi umori ficali. Non m'aveva quasi mai concesso la via anale. Allo sconosciuto aveva concesso tutto. “Ti devo dire una cosa ... Una cosa importante.” Mi allontanò d'un po' per potermi osservare meglio. Mi fissava. Era titubante, temeva, era chiaro, una mia reazione negativa. “Lo abbiamo fatto in tutti i modi e lui è venuto, come me, molte volte. Ecco ... Noi ... Io, beh non abbiamo preso precauzioni ed io ho voluto che mi sborrasse dentro, nella figa. Volevo godere ed ho goduto come una pazza, come ... Una troia!” Non le diedi tempo per continuare. L'attirai di nuovo a me e la baciai con violenza e con amore, sì, l'amavo infinitamente. Glielo dissi e glielo ripetei non so quanto. Mi teneva stretto il viso tra le mani e contraccambiava in continuazione esclamando: “Ti amo, ti amo!” quasi volesse rassicurarmi. Preparai il bagno e la lavai. La lavavo e la coccolavo. Era la mia dea. Ci coricammo dopo una breve cena consumata con lei sulle mie ginocchia. Non le chiesi alcunché dell'avventura, dello sconosciuto. A letto, mi promise di sua iniziativa, avrebbe raccontato "quasi" ogni cosa. Eravamo coricati, abbracciati nudi. “So che ti piacerebbe sentir raccontare tutto mentre mi scopi ma, amore mio, sono esausta. Se vuoi rimandiamo scopata e racconto a domani oppure adesso parlo, ti sego e, se proprio, ti faccio venire in bocca.” Optai per la sega. Seppe eccitarmi come non m'era mai accaduto. Le dissi della sborrata in auto e mi baciò come per ringraziarmi. Continuò ragguagliandomi su chi fosse l'uomo su come s'erano conosciuti - era Antonio il nostro amico di famiglia sua moglie era in vacanza con la figlia “Senti ...” Io pensavo al problema del possibile ingravidamento. “Il prossimo venerdì sera vuole che esca con lui.” Mi stava prospettando una relazione continuativa, si stava facendo un amante fisso. Non gradivo molto la cosa. Mi strinse il cazzo più forte aumentando il su e giù della mano. “Sì, la cosa mi attira e mi arrapa. Se vuoi che diventi un vera troia, dovresti farmi provare ... , ha degli amici, dei maiali come lui. Senti come ti è diventato duro: sei proprio un cornuto. Abbiamo parlato di te. Gli ho chiesto di farti ...” “Partecipare?” “No, per adesso attivamente no, ci intrigherebbe qualche volta farti guardare. Senti, se m'ha messo incinta che facciamo? Io ..., io lo terrei.” “A una condizione: che con lui non nasca una classica relazione da "amanti". Se ti crescerà la pancia, scoperai anche col pancione.” “Ok! Stai per venire, te lo prendo in bocca, sborrami in gola mio amore cornuto.”
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17 years ago
versoilsole,
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Con elena conosciuta in treno
Come al solito ero arrivato in netto anticipo alla stazione. Ma non conoscendo bene Cesena, non sapevo di quanto tempo avessi bisogno per arrivare alla ferrovia e prendere il treno per Lecce. Giornata bella, fresca e solare. Decido quindi di aspettare il treno fuori, seduto sulle fioriere vicino al parcheggio dei taxi.
Poco oltre, una decina di metri, noto di spalle una donna, una bruna intenta ad armeggiare con la sua scollatura. Si gira ma non riesco a far finta di nulla e continuo a guardare, se ne accorge, incrociamo gli sguardi e un po’ imbarazzati ci sorridiamo. Una bella donna, probabilmente sulla quarantina e dotata di un bel seno grande e tondo. Se ne stà li tranquilla a sistemarsi il reggiseno affondando le mani tra le tette. L’orologio della stazione mi ricorda però che il tempo è volato e il treno sta arrivando.
Salito a bordo trovo finalmente un paio di posti liberi, sistemo le mie cose e mi siedo. Stanco, un po’ accaldato per la corsa, mi addormento come un sasso per essere risvegliato ormai a Pescara dal controllore. Il posto affianco a me è occupato. Consegnando il biglietto mi accorgo che la mia vicina è proprio la signora che avevo visto a Cesena, a confermarlo è la scollatura e la vista di quelle magnifiche tettone. Ci sorridiamo ancora e iniziamo a parlare. Con mio grande stupore mi dice:
“Quando hai consegnato il biglietto e mi hai visto hai fatto la stessa faccia ammirata di Cesena. Ho notato che mi hai riconosciuto”.
Visto l’attacco deciso, persa la naturale diffidenza passo subito al tu “Bhe, non è stato difficile riconoscerti. Scusa per prima ma sono andato proprio in fissa”.
“Guarda che non mi spiace per nulla, sei un bell’uomo e certe attenzioni fanno proprio piacere”.
Nei kilometri fino a Lecce parliamo di noi, della nostra vita. Scopriamo che lavora per un negozio vicino casa mia, dove si stà recando per ritirare del materiale, e che poi sarebbe partita quasi subito per le vacanze. Con qualche sacrificio economico era riuscita a programmare una settimana di mare a Torre del’Orso. Prima di arrivare in stazione mi invita ad andarla a trovare in negozio il giorno dopo, verso le 18, in modo che potesse terminare l’inventario, chiudere il negozio e bere poi qualcosa assieme.
Il giorno dopo, ore 18.02, ero davanti alle vetrine a bussare sui vetri visto che per il pubblico era già chiuso. Del negozio avevo già sentito parlare, era specializzato in calzature sexy e abbigliamento da cubista, una specie di paradiso per un amante come me dei tacchi alti. Finalmente Elena viene ad aprirmi, con il suo solito sorrisone e la scollatura invitante. Non riuscivo però a tenere più a bada le mani. Aveva un top più scollato di quello del giorno prima, una minigonna nera, dei sandali trasparenti altissimi e due cavigliere piene di ciondoli. Troppo. Vestita così andiamo a prendere un aperitivo nel bar davanti al negozio dove ovviamente lei non passa inosservata. E’ tutto un sottile gioco di sguardi, di inviti e di provocazioni nei miei confronti. Non posso non farmi audace e l’eccitazione monta di conseguenza. Rialzandomi dalla sedia la mia erezione è chiaramente visibile e ad Elena non sfugge. Rientriamo nel negozio, la seguo nel magazzino, talmente vicino che quando si ferma sbatto contro il suo sedere. E’ tutto pronto.
Lei si gira, mi guarda e maliziosa dice “finalmente, ora fammi vedere di cosa sei capace e se ti meriti la mia attenzione. Ti dico subito che sarai capace saprò offrirti molto”. Non mi servivano certo quelle parole per eccitarmi ancor di più. Si siede sul bancone aprendo le gambe brunite, tra le cosce nulla, solo la nuda pelle liscia. Mi inginocchio leccandola accuratamente. Ha un clitoride particolarmente grande e sensibile e dopo pochi colpi di lingua è già bagnata. Adoro quel sapore, adoro far godere una donna con la sola lingua. Il succo corre giù per le gambe, con la lingua seguo quella striscia arrivando ai suoi piedi, alle sue zeppe e quei tacchi altissimi e affilati come il ghiaccio. Sbottono i miei pantaloni restando in boxer. Le sue mani iniziano a toccare il mio cazzo mentre io mi concentro sui suoi meloni, belli, maturi e decisamente prosperosi malgrado l’età. Si accovaccia, lo tira fuori, lo tocca e mi guarda con un misto di stupore e felicità. Avevo depilato il mio sesso appena prima di uscire, era morbido, liscio e sembrava persino più grande. Il mio cazzo, sparisce in un sol colpo nella sua bocca lasciandomi senza fiato. Mi sembra di sentire le pareti della sua gola ad ogni colpo. Spompinandomi con una mano scivola verso il mio ano cercando l’ingresso. Una sensazione che avevo già provato e che trovo estremamente piacevole. Non trova ostacolo e infila tutto il suo indice. Pochi colpi, sente il pulsare delle mie vene, estrae il cazzo dalla bocca e mi permette di annaffiarle il seno. Due settimane di astinenza, un’eccitazione pazzesca, un fiume di sborra che le sbatte sulle tette, alcuni fiotti in gola e altri addirittura sui capelli.
“Molto bene, non mi ero sbagliata su di te. Ora ti farò alcune domande e se le risposte mi convinceranno dovrai subito andare a casa a fare le valige”.
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17 years ago
versoilsole,
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Proposta
Carissimo Paolo,
ero incuriosito dalla filosofia cuckold, avevo letto tante storie in merito e non capivo quale poteva essere il limite tra il vero e l'immaginario.
Mi ero iscritto ad una comunità virtuale in tema, avevo messo un'inserzione nella speranza di essere contattato da qualcuno. Dopo alcuni giorni una risposta da parte di una coppia, ci scambiamo una serie di e mail finche non si decide di scambiarci i numeri di telefono per sentirci più direttamente.
E' un sabato mattina, lui mi chiama ed iniziamo a dialogare: mi sembra una persona colta, decisa e con le idee chiare, decidiamo di incontrarci. Spero non sia un bluff, mi hanno intrigato moltissimo i suoi discorsi e la voce suadente, senza mezzi termini mi ha chiesto se sono disponibile a diventare l'amante di sua moglie, lui potrà essere presente e partecipare passivamente se lo vogliamo ma non necessariamente, l'unica cosa che vuole è essere messo al corrente di tutto quello che accadrà.
E viene il giorno dell'incontro, lui viene da solo all'appuntamento e m'invita a pranzo: dopo dieci minuti sembriamo due vecchi amici. Mi parla di cosa vorrebbe da me e come vorrebbe fosse impostato il rapporto con la moglie,ha tendenze bsx passive e la cosa non mi sconvolge affatto, lo avevo intuito ma non mi creo problemi tanto io sono bsx attivo e glielo faccio presente.
Mi parla di un suo sogno nel cassetto, vorrebbe che io mi facessi la moglie in un cesso di un locale pubblico mentre lui attende fuori, rispondo che per me non ci sono problemi anche se, tra me e me penso, che la cosa sia di difficile attuazione. Ci lasciamo dandoci appuntamento per la sera a cena.
Li vedo arrivare sul luogo dell'appuntamento con una precisione svizzera, mi presenta la moglie, piccolina minuta ma carina, un pò imbarazzata e molto timorosa.
Durante il tragitto in macchina si parla di tutto e tra una battuta e l'altra, Maria (la chiamerò così) sembra sciogliersi un pò mentre il marito ( che chiamerò Giovanni) fà da perfetto anfitrione. Arrivati al ristorante Giovanni fa in modo che maria si segga al mio fianco e dopo i soliti quattro convenevoli di rito mi fa segno di iniziare la provocazione verso la sua signora. Io non sò se vado bene a Maria e sono imbarazzato ma visti i discorsi spinti (ognuno racconta di esperienze passate)e grazie al buon vinello, metto da parte ogni remora ed inizio ad accarezzarla...prima sulla mano poi pian piano mi soffermo sulle sue cosce, lei mi lascia fare, le piace sicuramente il mio leggero tocco, Giovanni ci guarda soddisfatto. Mi faccio sempre più audace e mi insinuo tra le sue cosce, la trovo bagnatissima, le carezzo il clitoride con un dito e da come si dimena capisco che gradisce tanto. Lei mi accarezza il cazzo che nel frattempo è diventato di marmo e lo contengo nei pantaloni tra mille sofferenze. A questo punto Giovanni ritorna sull'argomento del cesso, Maria sembra titubante, io la invito a provare promettendole che se ci fossero problemi ritorneremmo sui nostri passi...mi alzo dal tavolo mentre il cameriere porte le pizze...lei mi segue.
Entriamo nell'antibagno,ci sono due porte, una per il servizio uomini e l'altra per le donne, non c'è nessuno ed entriamo nel cesso delle donne. Chiudo la porta a chiave, la stringo a me e la bacio. L'accarezzo, lei si china, tira giù la lampo e tirato fuori il cazzo mi spara una pompa di incredibile intensità, sembra un'idrovora da come succhia e bastano pochi affondi che le sborro copiosamente in bocca: un pò le cola sulle guance, il resto la trattiene in bocca...Usciamo, ci avviamo al tavolo dove Giovanni ci aspetta...
Allora? chiede lui,io rispondo che è andato tutto molto bene e che la moglie è una succhiacazzi non da poco...
Ti è piaciuto? chiede Giovanni alla moglie che per tutta risposta prende il piatto del marito e sputa sulla pizza tutta la sborra che aveva trattenuta in bocca...resto di stucco, non mi aspettavo tanto, Giovanni prende il piatto e divora la pizza...
Il resto alle prossime volte.
Dopo quel primo incontro più che conoscitivo i miei rapporti con la coppia diventarono più fitti ed affettuosi nonostante vivessimo in due città differenti. Non passava giorno che non ci si sentisse almeno un paio di volte al telefono per parlare di tutto, si venne ad instaurare con il marito una sorta di complicità come se ci si conoscesse da sempre, lui mi dava le dritte sulla moglie e sulle cose che le facevano piacere e così io potevo continuare il mio corteggiamento andando sul velluto. Dovendomi recare nella loro città per lavoro, li informai e loro mi invitarono a cena...
La giornata passò in fretta per fortuna, non vedevo l'ora di essere di nuovo con loro...Alle 20.00 in punto come da accordi, mi presentai a casa loro con uno splendido mazzo di fiori per lei ed una bottiglia di buon vino per lui.
Mi venne ad aprire lei e fu molto gioviale nell'accogliermi;mi fece accomodare nel salotto mentre arrivò anche Giovanni, tutto indaffarato perché stava pensando per la cena, mi salutò in fretta e corse dietro ai fornelli.
Maria si sedette al mio fianco, soliti convenevoli (perché ti sei disturbato, i fiori sono bellissimi...)e qualche battutina. Poi si fece seria:
"io non vorrei tu ti fossi fatta un'idea sbagliata su di me" disse "l'altra sera è stato bello ma non credere che io lo faccia con chiunque...per me era la prima volta in assoluto in un locale pubblico".
La stoppai mettendole dolcemente una mano sulla bocca e le dissi che non doveva crearsi nessun problema anzi ero io che mi dovevo scusare per aver rischiato di metterla in imbarazzo in un locale pubblico, lei apprezzò,mi carezzò la guancia e mi baciò con ardente passione...dal bacio al seguito il passo fu molto breve, in men che non si dica eravamo nudi avvinghiati in uno splendido sessantanove mentre sentivamo il marito rovistare tra le stoviglie... Mi salì sopra,prese il cazzo nella mano e lo guidò dentro la figa iniziando una cavalcata forsennata. Ogni tanto vedevo Giovanni far capolino dalla porta facendomi l'occhiolino in senso di compiacimento.
Le venni dentro la figa riempiendola mentre il marito ci avvisava che il cibo era a tavola...
"Caro, non lo vuoi l'aperitivo?" disse Maria al marito che ci raggiunse si chinò tra le cosce della moglie ripulendola per bene...
Ci ricomponemmo un pò e andammo a cenare,subito dopo cena Maria invitò Giovanni ad andarle a prendere le sigarette...feci per offrirle le mie ma mi diede un'occhiataccia...lui uscì e lei mi tirò per un braccio portandomi nella stanza da letto...
Dopo circa un'oretta squillò il cellulare della mia amica... era il marito che chiedeva se poteva ritornare...
"aspetta altri dieci minuti" le rispose lei "finisco di farmi trapanare il culo per bene e poi torni...mi stà aprendo per bene sai? mi sà che per sedermi ci vorrà qualche giorno non ha mica il cazzetto moscio come il tuo il nostro amico...". A sentire quelle parole mi arrapai ancora di più aumentai il ritmo e le sborrai nel culo mentre lei godeva come un'ossessa...
Tornò Giovanni, osservò la scena compiaciuto e passò alle pulizie di rito...sul mio cazzo e sulla moglie...
Pensi di essere interessato a fare una esperienza simile?
Antonio lecce
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17 years ago
versoilsole,
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Mattina di un giorno di ferie
Mattina di Gennaio, fredda ma tersa e bellissima.
Approfittando di qualche giorno di ferie prima dell'Epifania abbiamo accettato l'invito di un singolo conosciuto in cam.
In un orario assolutamente inconsueto ma in un luogo assolutamente consueto, il classico motel all'inizio della Pontina a mezzogiorno. Il freddo impone a mia moglie un tailleur non troppo leggero sotto il cappotto, ma sotto la giacca del tailleur i seni viaggiano liberi e scoperti mentre sotto la gonna le mutandine spiccano per la loro assenza.
Ho sposato una donna che in certe occasioni ama sentirsi nuda nei punti che contano, si sente stuzzicata dai segnali che il suo corpo le manda e che che le ricordano cosa sta facendo.
Ci incontriamo in un autogrill sul Raccordo Anulare. Ci riconosciamo immediatamente quando siamo ancora tutti e tre in macchina: due o tre sessioni di cam saranno pure servite a qualcosa. Bacio sulle guance a lei, stretta di mano a me.
Seduti al tavolo in una sala quasi vuota si parla di ciò che è avvenuto in cam, Roberto le esprime la sua soddisfazione per averla vista esibirsi con i vibratori. L'espressione sul viso di lei è un invito esplicito, e non ci vuole molto perchè tra una chiacchiera e l'altra una mano del tizio si insinui sotto la gonna di mia moglie. Lei lo lascia fare e continua a sorridergli, la mano sale ed iniziano gli sguardi curiosi dei camerieri. E' tempo di alzarsi ed andarsene.
Lei in macchina con Roberto, io dietro che seguo con la mia macchina. Non mi resta che immaginare ciò che so che sta avvenendo, le gambe della mia consorte aperte quel tanto che basta, la mano destra di lui che fruga ed esplora mentre guida. Figuriamoci se non ne approfitta, non deve nemmeno prendersi il disturbo di scostarle le mutandine, non ci stanno. L'andatura è lenta, non mi stupirebbe che lei gli stia pure massaggiando il pacco. Arriviamo al motel. Parcheggiamo le auto.Lui va a pagare la stanza lei mi guarda languida seduta nella macchina dell'altro. Mi informa che Roberto le ha detto che vorrebbe rimanere solo con lei.
Un po' mi dà fastidio questa richiesta, la riformulo a mio uso e consumo, giusto per sentirmi meglio. Le dico che è più probabile che sia lei talmente troia che vuole divertirsi lasciando suo marito ad aspettarla in macchina. Mi guarda tra lo svampito ed il beffardo e non si prende la briga di negare. Roberto torna, la fa scendere dalla macchina, la prende sottobraccio e si dirigono in camera.
E' uno di quei motel fatti apposta per questo genere di necessità. Io li chiamo con il loro vero nome, "scorticatoi". Le camere stanno direttamente a livello della stradina interna del fabbricato. Li guardo entrare e non mi rimane che tornarmene in macchina.
So benissimo cosa sta accadendo, è come un film che mi gira nella mente, un film visto dal vivo già molte e molte volte.
Vedo nella mia mente il tailleur di lei che scivola a terra mentre la bocca avida del nostro amico starà mordendole senza troppo riguardo i capezzoli, vedo le sue mani che con rapacità si insinuano nelle intimità della mia donna, facendola sciogliere di piacere.
Mi chiudo in macchina, c'è un ventaccio gelido. La mia mano scivola nella patta dei pantaloni, si chiude delicatamente attorno al membro ed inizia un lento massaggio che va a sommarsi al piacere provocato da quelle immagini mentali, vivide e pulsanti come se fossero vere.
Passano una ventina di minuti. Mi viene l'idea di cercare di capire in quale stanza stanno. Mi dirigo nel corridoio che hanno imboccato prima loro due. Ho un po' di timore che qualche inserviente mi becchi, ho proprio l'atteggiamento del guardone che origlia alle porte delle camere, che poi è esattamente ciò che sto facendo. L'edificio è deserto, per fortuna, il personale se ne sta nell'area principale, a mezzogiorno i clienti sono rari.
Cammino in silenzio e mi fermo davanti ad ogni porta trattenendo il respiro. Alla fine ho un tuffo al cuore. Sento un sospiro di lei.
Mi avvicino alla porta guardandomi alle spalle. Sento un gemito di mia moglie, seguito da una serie di altri tenui lamenti.
Non posso sapere cosa Roberto le stia facendo, ma ho una violenta erezione. Ascolto con attenzione, non mi pare di percepire il movimento ritmico del letto. Torno sui miei passi per controllare la situazione. Nessuna cameriera nei paraggi, nessuno che stia controllando. Benone.
Torno ad origliare. Passano diversi minuti senza percepire nulla. Poi finalmente la voce di lei prodursi in un "siiiiii" prolungato, e una serie di singhiozzi soffocati e smozzicati. Adesso mi arriva attutito il rumore ritmico della spalliera del letto. Non ci vuole un genio per capire che Roberto se la sta scopando di gran carriera. Vorrei poterli guardare per farmi una bella sega davanti a loro, ne avrei tutto il diritto, porca miseria, ma so che lei gode anche del fatto di trovarsi da sola con Roberto. So anche che io non ci riesco mai a farla urlare in quel modo, eppure non mi manca nulla come amante. La differenza è che farsi scopare dal marito è un fatto normale, mentre farsi scopare da un tizio conosciuto in chat in una stanza di motel è tutta un'altra faccenda. Spero solo che Roberto sia un tipo corretto e che lei non sia "partita" al punto di farselo mettere dentro senza preservativo. Sento uno scalpiccìo fuori dell'edificio e mi allontano velocemente dalla porta e da quelle insane considerazioni.
Me ne torno in macchina, non mi va proprio di fare una figuraccia o di rischiare di essere cacciato via in malo modo dal motel.
Torno ad abbandonarmi alla mia immaginazione. Che razza di troia è mia moglie, ma credo che sia forse la ragione fondamentale per cui ne sono ancora così innamorato dopo tutti questi anni passati insieme. Non mi fa certo mancare stimoli ed emozioni. Chissà che razza di pompini si sarà fatto fare il nostro Roberto. Spero che glielo abbia sbattuto in gola per bene, dovrà pur essere successo qualcosa là dentro che le abbia fatto rimpiangere la mia presenza.
Un'ombra mi passa vicino, mi prende un accidente perchè sto in macchina come un cretino con il cazzo in mano, prima di rendermi conto che è solo un maledetto gatto che cammina sul muretto vicino. Decido di distrarmi un po', esco dal motel e me ne vado in una strada vicina, trovo un'edicola e acquisto un quotidiano. Trovo un bar e prendo un'aperitivo. Alla faccia di quella troia, mi dico per un attimo, rendendomi conto che in verità è lei in questo momento a servirsi di ciò che più le piace alla faccia mia....
Torno al motel sono passate quasi due ore da quando hanno iniziato. Trovo i due piccioncini a chiacchierare appoggiati alla mia macchina.
Mia moglie mi butta le braccia al collo e mi dice baciandomi quanto Roberto l'ha fatta divertire. Non ho fretta di chiederle nulla, tanto stasera le infilerò nella fica il suo cazzo di gomma preferito (quello nero) e lei mi snocciolerà per filo e per segno tutto quello che è successo.
Ci si saluta ripromettendoci di rivederci presto.
Sorrido dentro di me a queste promesse, so benissimo che non lo rivedremo più.
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17 years ago
cp3roma,
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Patrizia: una moglie insoddisfatta
Anche quest’estate il signor Mario era stato obbligato dalla moglie ad andare al mare, nel solito paesino del Sud dove risiedeva sua suocera.
“Dai che dopo mamma si offende!” questa era stata la replica di Patrizia, la sua consorte. Ore e ore di viaggio in autostrada, il solito traffico e poi la sfacchinata a scaricare le valigie. Si era addormentato ancora vestito, mentre la moglie invece era andata a salutare sua madre. Lui non la incontrava da anni, da quando l’anziana donna lo aveva insultato pubblicamente al cenone di Capodanno, dopo aver scoperto, tramite voci di paese, che lui da giovane, prima di mettersi con la figlia, era stato con una prostituta. Era successo una sera che lui era ubriaco, nemmeno se ne ricordava, e gli amici lo avevano portato da questa donna, lo avevano anche aiutato a spogliarsi. Era stato inutile protestare, ormai nessuno della famiglia della moglie lo avrebbe più accolto. Da una parte ne era felice, perché aveva la scusa perfetta per non incontrare più quella vecchia arcigna e paralitica. Però non poteva evitare di farsi le vacanze lì, anche perché non pagavano nulla, visto che la casa era di Patrizia.
La mattina dopo andarono in spiaggia e lui era più nervoso del solito.
“Amore ho scordato le sigarette a casa, vado a prenderle.”
Tornò indietro velocemente e rimediò al problema. Ma mentre stava uscendo, vide due persone fuori al cortile che parlavano, e si rese conto che stavano parlando di lui e di sua moglie.
“Che coraggio i Maggio! Tornano tutti gli anni qui, nonostante tutto!”
“Lei ce l’ha a morte con la madre… Ma dico io, una povera vecchia invalida, nemmeno andarla a trovare.”
“Che gente di merda, io l’altra volta ci sono andata dalla signora Capuano, lo sai che piangeva?”
“Ormai le resta poco da vivere.. Quanto ci scommetti che la figlia si farà viva solo per l’eredità?”
Mario rimase immobile, mille pensieri cominciarono a martellargli il cervello. Si avviò nuovamente verso la spiaggia quando capì che erano passati dieci minuti.
“Tesoro ma dove sei stato, ero in pensiero!” gli disse Patrizia
“Sono andato al gabinetto” rispose lui freddamente, e andò a buttarsi in acqua. Dove andava sua moglie? Qual era la verità? Possibile che erano solo pettegolezzi falsi?
La nuotata non lo aiutò a rilassarsi, la testa gli scoppiava.
A pranzo non mangiò nulla, e si buttò sul letto in mutande e canottiera, a rimuginare ancora. Si stava quasi appisolando quando fu destato improvvisamente dalla voce di Patrizia.
“Amore vado da mamma! Ci vediamo tra un’oretta. Riposati così ti passa il mal di testa.”
Riposarsi? Appena sentì lo scatto della porta, Mario si rivestì in un attimo e cominciò furtivamente a seguire sua moglie.
Sentiva il suo profumo da lontano, muschio bianco misto all’odore dolce della sua pelle. Era più bella che mai, vestita con una maglietta bianca, che risaltava la sua abbronzatura e una gonna scura che le arrivava al ginocchio, sandali neri con un po’ di tacco. Le sue labbra carnose erano evidenziate dal rossetto viola e aveva un po’ di ombretto azzurro sugli occhi, due perle nere. Tutti le dicevano che non li dimostrava affatto i suoi 39 anni.
Come aveva fatto a non capirlo che c’era qualcosa di strano?
Voleva andare lì e picchiarla, ma era ipnotizzato.
La seguiva da lontano, in mezzo a quelle stradine senza asfalto, finché non la vide arrivare a una piazzola di sosta, appena fuori dal paesino, che era sempre deserta d’estate. Attorno c’erano una folta vegetazione incolta, terra di nessuno.
Mario vide apparire da dietro a un albero una mano di un uomo, che la trasse a sé. Furtivamente si avvicinò e trovò riparo dietro a un cespuglio, da cui vedeva e sentiva tutto.
Un uomo probabilmente sulla cinquantina, la baciò dolcemente sulle labbra e disse: “Amore quanto mi sei mancata… Sei bellissima!”
Lei gli sorrise e lo guardò incantata.
Mario lo riconobbe, era Antonio un amico di famiglia e ogni tanto scambiavano due parole in spiaggia.
“Mio marito non si sente bene. Dovevo restare a casa ma non ce l’ho fatta a stare senza di te.”
“Hai fatto bene, abbiamo così poco tempo per stare insieme… Quand’è che ci ripenserai su quella cosa?”
“Non posso… Sei importante per me, ma se poi non durasse? Io voglio bene a Mario.”
“Ma come fai a resistere? E’ una persona noiosa, non ti fa mai fare nulla, non ti emoziona…”
Lei abbassò il volto. Lui glielo carezzò dolcemente e lo alzò.
“Guardami…”
La fissò con il suo sguardo languido e cominciò a baciarla dolcemente, tanti piccoli bacetti, che diventavano sempre più prolungati… Fino a che i due non si avvinghiarono in un bacio appassionato e intenso.
Le mani di lui percorsero la sua schiena, dolcemente ma con pressione…Poi le palpò il culo tondo e sodo, che spinse verso di sé.
Si strusciò addosso a lei, quasi le alzava la gonna, e Patrizia era visibilmente eccitata. Cominciò ad ansimare e a baciarlo con maggiore foga.
Lui le abbassò la maglietta fino a scoprirle le tette e iniziò a leccargliele, prese in bocca i capezzoli.
Lei intanto gli stringeva il cazzo duro, che voleva uscire, come testimoniava la protuberanza sempre più grossa.
Mario guardava ed era pietrificato, combattuto tra la rabbia e la sorpresa. Non aveva mai visto sua moglie così eccitata.
“amore… tiratelo fuori, lo voglio toccare…”
Antonio non se lo fece ripetere due volte e si abbassò i pantaloncini. Il cazzo uscì, era eretto, duro, paonazzo, già scappellato.
Patrizia glielo prese in mano e se lo strofinò sotto la gonna, tra le cosce.
“Mmm.. Sì, così… Mi stai facendo scoppiare… Dai stenditi…” disse lui “Come sei bagnata”.
Lei lo lasciò e si distese in un punto dove era pieno di foglie morte, incurante del terreno umido, a cosce aperte. Si tolse le mutandine e cominciò a toccarsi la fica: era pelosa e nera, leggermente dischiusa e il clitoride era gonfio come un piccolo pene.
Lui le venne incontro con il cazzo in mano, le salì sopra. La baciò, poi le leccò ancora le tette nude.
“Dammelo…”
“E’ tutto tuo” disse Antonio. Prese un preservativo dalla tasca, strappò la confezione e se lo mise velocemente, poi avvicinò la cappella paonazza al buchino e la penetrò. Prima entrò piano con la punta, poi spinse il bacino e la riempì tutta.
“Ah.. Si.. Scopami!” sussurrò Patrizia, in un attimo di lucidità.
Antonio, appena ebbe la sicurezza di essere entrato bene, iniziò ad andare su e giù, senza fretta e senza eccessiva forza, come sapeva che piaceva alla sua donna, ma con quella costanza che riusciva a portarla piano piano in uno stato estremo di estasi.
I mugolii strozzati di Patrizia riempivano l’aria e raggiunsero Mario con la forza di un martello pneumatico che gli trapanava il cervello. Non l’aveva mai sentita agitarsi così e ora quella che aveva di fronte non sembrava più la donna con la quale viveva da anni. Talmente tanti anni che non se la ricordava più in quella situazione.
Un urlo strozzato più forte degli altri ebbe l’effetto di svegliare Mario da quella specie di torpore in cui era caduto. Si accorse che ce l’aveva terribilmente duro e doveva masturbarsi.
Si tirò giù la zip dei pantaloni e con difficoltà lo prese in mano. Fu una liberazione, dovette trattenersi per reprimere un sospiro.
Intanto la moglie continuava a essere sbattuta da Antonio e gemeva…
“Ahh.. Mmmh.. Sei.. un .. aah.. porcoo!”
Lui non diceva nulla e continuava a fotterla senza tregua, le aveva anche messo le sue gambe sulle spalle per sentirla meglio.
La fica di Patrizia grondava sotto i colpi del cazzo e Mario, suo marito, si stava menando l’uccello, stranamente felice di vedere sua moglie così puttana.
Lui non sarebbe mai stato un grande scopatore, era un uomo tradizionalista, aveva fatto il chierichetto. Esistevano le sante e le puttane. Patrizia era sua moglie, si erano sposati in Chiesa… Non gli sarebbe riuscito di trattarla come una donna in carne e ossa, anche se razionalmente sapeva che lo era. Ma se un altro la trattava come lui avrebbe voluto… Scoprì che in fondo, nella sua parte più animale, la cosa lo rendeva felice.
“Ahh… Continua… Sto per veniree!”
Patrizia era sudatissima, tutta sporca di terra e scopava, scopava… Lui spingeva e lei inarcava la schiena per sentire il cazzo fino in fondo…
Mario aveva gli occhi di fuori, ormai era quasi arrivato al culmine… Strinse forte nel pugno il suo cazzo marmoreo e sborrò, con l’altra mano sulla bocca per non gridare.
Poi nemmeno Antonio si trattenne più. Strinse forte le caviglie di Patrizia, che erano sulle sue spalle, e aumentò il ritmo, entrava e usciva sempre più velocemente.
“Si amore… Ahhh… Sto godendooo!” urlò Patrizia mentre veniva.
Sentendo la sua fica contrarsi, così stretta, che quasi lo faceva uscire, anche Antonio venne e si abbatté su di lei esausto.
Mario, appena si riprese, si pulì il cazzo moscio e svuotato con un fazzolettino di carta, se lo rimise nei pantaloni e tornò a casa.
Si lavò bene, per togliere le tracce di ciò che aveva fatto, e lavò anche le mutande. Lui sapeva riconoscere da metri l’odore di sperma, e ancora si vergognava come un ragazzino se la moglie scopriva che si era masturbato (finora era successo una decina di volte, di sera, dopo che aveva lavorato: troppo stanco per scopare, ma troppo arrapato per non fare nulla).
Si mise ad aspettare il tramonto sul balcone, con una bella sigaretta. Fumava placido, si carezzava la pancia prominente sopra la sua solita canottiera.
A un certo punto sentì un rumore di tacchi inconfondibile. Dette due boccate e si affacciò, buttando via il mozzicone.
“Ciao Patrizia.”
“Ciao amore, scusa il ritardo, mamma non si sentiva molto bene.”
“Non ti preoccupare. Sali su che ti preparo una bella cena, sarai stanca.”
“Eh si, oggi è stata dura. Mia madre non…”
Lui la interruppe : “Sshh… Sbrigati a salire e abbracciami.”
“Ti amo Mario.”
“Anche io.”
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17 years ago
versoilsole,
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Elisabetta e antonio 50 enne di lecce
Appena uscita dal lavoro alle sette di sera, sono andata a prendere l’autobus e mi sono recata al solito posto, con le mani che tremavano, con la paura di essere riconosciuta.
Lo sapevo benissimo che mio marito era a casa tranquillo pensando che io fossi a una cena di lavoro con i colleghi.
Antonio 50 enne di LECCE mi ha aspettata, non ha detto nulla della mia mezz’ora di ritardo. E’ stato dolcissimo, mi ha accolto con un sorriso e un bacio sulle labbra. Mi ha detto che da qualche tempo sto diventando la sua ossessione. Io sono lusingata e preoccupata allo stesso tempo.
Sono salita sulla sua station wagon e siamo andati a casa sua, dove non ero mai stata, visto che sua moglie è fuori per qualche giorno.
Sono entrata: una casa indipendente, piccola, con un giardino. La cucina, il salotto, la stanza del bambino e la loro camera da letto. Non c’erano le foto di loro due insieme, probabilmente lui le ha fatte sparire, sa quanto mi avrebbe fatto male.
Ha acceso le candele, spegnendo poi la luce, e mi ha offerto un bicchiere di vino bianco. Abbiamo brindato.
Io lo osservavo, immaginando di essere la sua donna ufficiale e che quella camicia pulita che aveva addosso gliel’avevo stirata io, e non la mia “rivale”.
Ho chinato il capo, triste. Lui se n’è accorto e mi ha chiesto cosa avessi. Niente, risposi io. Nei suoi occhi vedevo la stessa tristezza.
Senza dire una parola mi ha baciato, dolcemente, sulle guance, poi sugli occhi, poi sulle labbra. Un bacio, poi un altro, tenero. Le nostre mani unite, le dita intrecciate, dietro la mia schiena, mentre mi abbracciava.
Si è accorto quasi subito che non avevo messo la biancheria intima sotto e ha cominciato a toccarmi sotto al mio bel vestitino di lana attillato.
Mi ha steso sul suo bel tappeto orientale, aveva voglia di me, subito, e ci siamo ritrovati avvinghiati, a rotolarci...
La sua lingua scivolava su tutto il mio corpo mentre mi spogliava, sulla mia pelle morbida e profumata. Un piacere inebriante...
Mi ha leccato ovunque fino ad arrivare alla mia vagina, che si era bagnata e inumidita solo a sentire la sua voce.
Ho aperto gli occhi e ho visto la sua testa che affondava tra le mie cosce...
Ho avuto un brivido quando la sua lingua ha cominciato a sondarmi, a frugarmi. In quel momento il piacere mi annullava totalmente.
Amava pascolare nella mia fica, in tutte le stagioni. Gli piaceva pelosa, come amavo portarla io. Mi faceva sentire più disinibita. A volte era lui che mi accarezzava i folti peli e finiva sempre che scopavamo come ricci.
E’ tornato sopra di me e mi ha baciato ancora, tutto impregnato dei miei umori, della mia fica...
Non sopportavo che fosse ancora vestito. Volevo perdermi con lui, volevo la sua pelle, la sua carne. L’ho fatto girare e sono salita sopra di lui, nuda, bella...
Anche io l'ho spogliato e gli ho stretto forte il suo pene. Un’asta di carne ben dritta con le vene che pulsavano.
Gli ho posato un bacio sul glande, una veloce leccata e lui non resisteva più...
Mi ha intimato di alzarmi e di appoggiarmi al tavolino. Io non ho detto nulla, ho obbedito prontamente e mi sono lasciata trasportare da quella sua passione animalesca che desideravo da giorni.
Mi ha preso da dietro e ha iniziato a scoparmi con forza...
Mi ha afferrato i seni e mi ha pizzicato forte i capezzoli così da rendermeli gonfi e doloranti. Io sono la sua puttana, Antonio può farmi tutto e può dirmi tutto.
Questa volta vuole scoparmi anche il secondo canale...
Mi lubrifica il buchino con la saliva, lo toglie dalla fica, e me lo mette nell’ano, solo la punta, per non farmi male...
Lo sa che è stato il primo e l’unico a cui l’ho dato, e lo vuole sempre, forse perché sente che così gli appartengo di più.
Mentre mi fotte il culo mi chiede se mi piace e non dimentica la mia fica... Mi titilla il clitoride con un dito e aumenta le spinte, ormai è tutto dentro e tutti e due ansimiamo e gemiamo...
Sento che lui è venuto, lo sento che pulsa nel culo.
Lui lo toglie, dopo essersi scaricato, e me lo rimette nella fica, ancora sporco di sperma ma duro.
Vuole farmi venire... E inizia a spingere, a spingere... Non so più dove finisce il suo corpo e dove comincia il suo.
Vengo, l’orgasmo mi scuote tutta.
Godere è sempre come rinascere. Perdo la concezione del tempo, dello spazio, mi scordo di tutto e di tutti.
Ancora nudi siamo rimasti sul tappeto, abbracciati, a parlare di quello che è appena accaduto e delle nostre sensazioni, evitando di parlare del domani.
Ci siamo rivestiti, senza lavarci... Io mi laverò a casa, prima di vedere mio marito, sentirebbe subito il forte odore di maschio che ho addosso.
Mi accompagna fino al capolinea dell’autobus. Sono già le nove e mezza, non gli piace che vado da sola, ha paura per me, ma purtroppo non abbiamo scelta.
Viviamo in una piccola cittadina come Lecce, non certo in una grande città.
L’autobus non passa e lui mi bacia ancora, ancora, approfitta di ogni secondo che abbiamo.
Non c’è nessuno nello spazio di cento metri, solo qualche extracomunitario.
Mi ha abbassato il vestito fino a scoprirmi il seno e mi ha succhiato forte un capezzolo.
Ecco la voglia che subito tornava. Il desiderio più forte della paura di essere scoperti, di dover dare spiegazioni a mio marito del mio ritardo...
Mi ha sfilato gli slip da sotto la gonna e poi si è slacciato i pantaloni, tirandosi fuori il cazzo.
E’ salito sopra di me e ha cominciato di nuovo a scoparmi, senza troppi preamboli, il tempo era poco.
Ma poi il rumore dell’autobus che arrivava mi ha fatto risvegliare.
Ci siamo ricomposti e sono uscita di corsa, senza neanche baciarlo.
Lui mi ha salutato, mi ha chiamata “amore”.
Per tutto il tragitto ho guardato fuori dal finestrino, ho quasi pianto. Perché sono sposata? Perché lui è sposato? Perché sono egoista e non voglio pensare al futuro, non voglio capire cos’è quello che ci sta prendendo?
L’autobus si è fermato e sono scesa, il mio sesso quasi dolorante dal piacere.
Una doccia veloce, non appena entrata a casa, e prima di andare a dormire mi sono scopata mio marito.
Il suo cazzo mi serviva per pensare a Antonio, per continuare quello che non eravamo riusciti a finire.
Gliel’ho tirato fuori dal pigiama e gli sono montata sopra, cavalcandolo. Mi sono addormentata soddisfatta, dopo che sono venuta.
Questa storia dove ci porterà?
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17 years ago
versoilsole,
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Incontro al motel
……avevamo scopato solo per un paio d’ore ma avevo ancora più di tre ore di macchina prima di arrivare dai miei, quindi, a malincuore, dovemmo salutarci con la promessa che ci saremmo rivisti dopo due o tre giorni, prima di lasciarmi andare A. mi sussurrò che la prossima volta, probabilmente, mi avrebbe fatto una sorpresa, il tono della sua voce, il bacio avvolgente, il suo corpo ancora nudo appoggiato prepotentemente al mio bastarono per farmi bagnare di nuovo, ma non avevo tempo, così dovetti allontanarlo da me e uscii dalla stanza.
Feci il viaggio con il pensiero di quello che era successo e alla promessa che mi aveva fatto, ero esausta, il mio buchetto e i miei capezzoli erano doloranti, mentre guidavo ci telefonammo un paio di volte, mi disse che si era trattenuto ancora un po’ nel motel e che ora stavo rientrando a casa, mi chiese se al ritorno avremmo potuto ancora incontrarci nello stesso posto, disse, ridendo che il posto lo ispirava molto.
Telefonai anche a Antonella che mi ringraziò per il bel pomeriggio, mi disse che dopo esserci lasciate si era ancora sditalinata e aveva avuto un altro orgasmo pensando alla mia lingua e al cazzo di A. che le sverginava il culo…..risi e le chiesi se si era finalmente decisa, ma mi rispose che per il momento si accontentava solo della fantasia, ridemmo e scherzammo, mi tenne compagnia lungo il viaggio raccontandoci diverse situazioni che avremmo potuto provare.
Quando finalmente arrivai a Torino, ero veramente stanca, i miei mi aspettavano e passai due giorni di riposo assoluto. Nei due giorni a parte le solite visite ai parenti e amici non feci assolutamente nulla, come ho detto riposo assoluto in previsione e nella speranza della sorpresa di A.
Dopo due giorni mi rimisi in viaggio, mio marito mi aveva telefonato dicendomi che avrebbe dovuto fermarsi ancora due giorni dal suo cliente in Puglia e mi chiese di raggiungerlo così avremmo potuto passare il fine settimana insieme al mare, gli dissi che andava bene che però non me la sentivo di fare una tirata unica e che mi sarei fermata da Antonella, avrei dormito li e poi la mattina successiva sarei ripartita per raggiungerlo. Tutto questo scombinava un po’ tutti i nostri piani ma non potevo fare diversamente. Telefonai ad Antonella chiedendole scusa e di coprirmi ancora una volta, era dispiaciuta, si fece promettere che le avrei telefonato di nuovo mentre mi facevo prendere il culo…..voleva sentirmi godere con il cazzo in culo le risposi che l’avrei accontentata. Con A. ci eravamo già accordati e non vedevo l’ora di raggiungere di nuovo il motel, avrei potuto passare almeno una notte con lui, chissà quale sarebbe stata la sua sorpresa.
Arrivai un po’ più tardi del previsto la sua macchina era già nel parcheggio, lo chiamai per farmi dire il numero della stanza, stranamente non mi rispose subito e quando lo fece lo sentii un po’ strano quasi sottovoce mi diede il numero della stanza e mi disse di sbrigarmi a raggiungerlo, mi chiese anche di togliermi le mutandine. Fortunatamente poco prima mi ero fermata in autogrill a rinfrescarmi un po’ e mi ero cambiata, togliendomi i pantaloni e mettendomi un po’ più provocante indossavo una gonna e una camicetta senza maniche aperta sul davanti in modo da far risaltare i seni. Mi tolsi gli slip li infilai velocemente nella borsetta e entrai nel motel, chiesi dove si trovasse la stanza e presi l’ascensore. Aprii la porta, la stanza era nella penombra richiusi la porta chiamai A. aspettandomi di trovarmelo dietro come era successo la volta precedente, ma non fu così, gli occhi si erano abituati alla penombra e così potei vedere che A. non era solo, sul letto c’erano altre due persone, che sembravano non essersi accorte della mia presenza, A. era praticamente inginocchiato, una donna bruna, distesa sotto di lui gli stava succhiando avidamente il cazzo mentre con le mani gli strizzava le palle mentre un uomo, completamente rasato e con dei tatuaggi sulle gambe e sul braccio era dietro di lui che gli stava leccando e insalivando il buco del culo, mentre con una mano si menava un cazzo non ancora del tutto in erezione ma di notevoli dimensioni non tanto per la grossezza ma soprattutto per la lunghezza, tutti e tre mandavano gemiti inequivocabili sul gradimento di quello che stavano facendo. A. fu il primo ad accorgersi di me, nonostante la sorpresa della scena che avevo trovato la mia figa, si era immediatamente bagnata, A. come se nulla fosse, sempre con il cazzo in bocca della sconosciuta, mi chiese di fermarmi in mezzo alla stanza e di cominciare a masturbarmi davanti a loro, sapeva perfettamente che ero eccitata, mi tirai su la gonna e cominciai ad infilarmi prima un dito e poi due nella vagina , li bagnai per bene e poi, sempre con gli occhi fissi su di loro cominciai a succhiarmeli facendo schioccare la lingua come piaceva a lui. A questo punto, la troietta che ciucciava il cazzo di A. sembrò accorgersi di me, si alzò e mi venne incontro, aveva un bel corpo anche se i seni erano piccoli e abbastanza pendenti , aveva la carnagione molto più scura della mia, la figa era completamente rasata e così potei notare che portava segni inequivocabili di sperma in mezzo alle cosce, probabilmente avevano già scopato, si fermò davanti a me, era alta quanto me la bocca carnosa e umida, mi sfiorò le labbra con la lingua costringendomi ad aprirle, senza una parola cominciò a limonare con me, in bocca aveva il sapore del cazzo di A. , questo mi eccitò ancora di più , e risposi al suo bacio mordicchiando senza tanti complimenti la sua lingua, lei contraccambiò infilandomi con forza due dita nella figa e pizzicandomi il clitoride , avevo le gambe molli dal piacere che mi stava dando questa sconosciuta . A. , sempre con l’uomo dietro alle spalle che gli lavorava il buco del culo ci ordinò di raggiungerli sul letto . La troia si mise dietro di me spingendomi verso di loro ed aiutandomi a spogliarmi, sentivo il suo fiato sul collo e le sue mani che mi accarezzavano mentre mi spogliava , mi tirava i capezzoli sollevandomi i seni mi leccava la schiena e faceva aderire il suo pube contro il mio culo , A. ci disse di sbrigarci mi voleva subito, mentre salivo sul letto notai che l’altro uomo che doveva avere una trentina d’anni aveva cominciato a penetrare A, era anche lui completamente depilato, aveva gocce di sudore lungo tutto il corpo che era muscoloso ma magro, il cazzo era lucido e lungo, la cappella era circoncisa e le palle erano gonfie e tonde, per il momento aveva fatto entrare solo la cappella dentro il buco del culo di A. strappandogli un piccolo grido di dolore, ora l’aveva di nuovo tolta e gliela sfregava sulle palle mentre faceva colare dell’altra saliva per aiutarlo nella penetrazione, grugniva dal piacere e gli occhi gli luccicavano dal godimento mentre ci osservava. La donna mi fece sdraiare sul letto mettendomi un cuscino sotto il sedere in modo che la mia figa fosse a diretto contatto con il cazzo di A. , mi fece alzare le gambe facendole passare sui fianchi di A. aiutandolo a penetrarmi, ero completamente immobilizzata il cazzo di A. entrò con facilità ero bagnata fradicia, nello stesso momento in cui A, mi penetrava anche lo sconosciuto affondò il cazzo nel culo di A. facendolo di nuovo imprecare per il dolore , ci fermammo un attimo, sentivo le palle del mio amante accarezzarmi la figa , il suo cazzo nel momento della penetrazione da parte dello sconosciuto si era ritirato per un attimo ed era uscito, la donna lo aiutò nuovamente ad entrare dentro e poi passò a succhiare le palle del suo compagno, cominciammo a scopare così, i colpi nel culo di A. aumentavano e lui aumentava i colpi nella mia figa , lo sconosciuto gli teneva sollevate le natiche e lo penetrava con colpi dal basso verso l’alto in modo da far sentire di più la penetrazione, A. mi penetrava con forza mordendomi i capezzoli che tenevo sollevati con le due mani davanti alla sua bocca la donna continuava a succhiargli le palle strappandogli gemiti di piacere, anche io e A. mandavamo gemiti misti di piacere e di dolore, l’uomo diede un colpo più profondo nel culo di A, e usci’ dicendo che voleva sborrarmi sulle tette mi passò sul fianco e, aiutato dalle mani della donna continuò a masturbarsi strizzandomi senza tanti complimenti le tette, anche A. smise di scoparmi e con il cazzo arrossato e gonfio si mise a masturbarsi sopra di me , durarono poco entrambi e una copiosa cascata di sperma caldo mi colo’ addosso tutti e due gli uomini si gettarono sopra di me e cominciarono a leccarlo per pulirmi, seguiti dalla sconosciuta, ora avevo tre lingue sul mio corpo che mi leccavano avidamente, la donna infilò prima due poi tre dita nella mia figa dilatata e iniziò a masturbarmi con violenza mentre non staccava la sua lingua dal mio ventre, i due uomini a turno mi baciarono e lasciarono scorrere un po’ di liquido nella mia bocca. La donna continuava nella masturbazione prese il clitoride in bocca e cominciò a leccarlo e succhiarlo come se fosse stato un piccolo cazzo, chiusi gli occhi, le mie mani cominciarono ad accarezzarmi, sentivo lo sguardo di A. e dello sconosciuto su di me, iniziai a stringermi i capezzoli tra le dita mi massaggiai seni prendendoli e alzandoli con le mani aperte, la lingua della sconosciuta continuava il suo lavoro strappandomi gemiti di piacere, sentivo l’orgasmo che si stava avvicinando e mi ci abbandonai completamente, urlai di piacere tenendo la testa della sconosciuta premuta sulla mia figa.
Toccava alla donna godere, l’uomo le era passato dietro e con le penetrava la figa con la mano aperta la figa fradicia emetteva rumori perversi e osceni provocandole un orgasmo quasi immediato. Ci riposammo per un po’ e cominciai a fare conoscenza con loro, erano una coppia di amanti anche loro, Laura e Piero avevano 30 e 35 anni e si erano conosciuti in una chat , stavano insieme da un paio di mesi ed erano loro la coppia che avevamo sentito la volta precedente nell’altra stanza.
Mi dissero che quando io ero partita loro mi avevano spiata dalla finestra e avevano notato che A. era rimasto nella stanza.
Lo avevano cosi’ chiamato con il telefono della stanza e lo avevano invitato da loro lui
aveva accettato e poco dopo si era presentato da loro. Lo avevano accolto completamente nudi intenti a masturbarsi a vicenda con un grosso vibratore, senza parlare A. si era avvicinato a loro cominciando a spogliarsi e cominciando a masturbarsi anche lui. Gli chiesero se voleva partecipare ai loro giochi e se anche a me sarebbe piaciuto farlo, lui rispose che ero una gran troia e che sicuramente avrei accettato ma che per il momento se volevano, dovevano accontentarsi solo di lui. Laura comincio’ a succhiargli il cazzo mentre Piero cominciava a prenderla da dietro con il vibratore, mi raccontarono che si erano divertiti parecchio anche se non avevano avuto molto tempo e che alla fine si erano accordati per incontrarsi nuovamente dopo due giorni insieme a me. Ecco perche’ A. aveva voluto che ci incontrassimo di nuovo nello stesso motel, ora capivo la promessa di una sopresa, sapeva della mia voglia di farlo con un’altra coppia e aveva deciso di accontentarmi.
Il loro racconto mi aveva nuovamente eccitata e mi ritrovai ad accarezzare ambedue i cazzi che, anche se ancora semirigidi non ci misero molto a tornare meravigliosamente duri e pronti per un’altra cavalcata. Mi misi inginocchiata sul letto e presi il cazzo del mio uomo in bocca, cominciai a spompinarlo a dovere mentre con due dita masturbavo la fighetta di Laura che si era impossessata del cazzo di Piero, a questo punto A. mi fece girare facendomi sedere sul suo cazzo, in questa maniera gli davo le spalle mentre mi scopava la figa e avevo a disposizione il cazzo di Piero che non perse l’occasione per cacciarmelo subito in bocca, cominciai a succhiargli e leccargli la cappella scendendo piano lungo tutta l’asta arrivando fino alle palle che Laura stava succhiando con avidita’, A. continuava a darmi colpi violenti in figa graffiandomi la schiena, mentre Piero e Laura mi tormentavano i seni .
Senza rendermene conto, A, sfilo’ il suo cazzo, facendomi inginocchiare e comincio’ ad inumidirmi il buco del culo, Piero lo imito’ e costrinse Laura a mettersi nella mia stessa posizione e cominciando a tormentare e inumidire anche lui il buchetto di Laura. Io e lei ci trovammo a attorcigliare le nostre lingue mentre ci leccavamo il viso, gemendo e contorcendoci dalla goduria e dal dolore, tutti e due gli uomini cominciarono a penetrarci il buchetto con forza e determinazione, io e Laura per non urlare dal dolore continuavamo a limonarci, finalmente furono tutti dentro, cominciarono subito a dare colpi prima lenti e profondi alternandoli a colpi veloci e superficiali, stavamo godendo come non mai, ad ogni colpo piu’ profondo i nostri visi sbattevano uno contro l’altro, le nostre lingue continuavano a cercarsi e a fondersi insieme.
Piero, offrendo la sua compagna a A. disse che voleva scoparsi l’altra cagna in calore (io), in un attimo cambiarono posizione e mi ritrovai il cazzo di Piero che premeva contro il mio culo, entro’ con facilita’ visto che ero gia’ stata abbastanza dilatata entro’ deciso e prepotente schiaffeggiandomi le natiche, la stessa sorte toccò a Laura …………….
cosa dite? volete leggere il seguito? un Bacio a tutti Lidia
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17 years ago
admin, 75
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In tre: io mia moglie patrizia e antonio 50 enne d
Era un sabato pomeriggio io stavo lavorando al computer in camera scusate dimenticavo mi chiamo Mario ho 47 anni molto porco sempre rispettando canoni del sesso normale non sado o cose schifose abito in puglia in una bella città barocca LECCE (la mia lei la chiamerò Patrizia e il mio carissimo amico Antonio il 50 enne di LECCE).
Era luglio faceva molto caldo ed io stavo in pantaloncini camicia semi sbottonata e sabot purtroppo a lavorare.
Mia moglie stava in soggiorno e guardava la televisione distesa sul divano mi ricordo che portava un toppino rosso legato dietro minigonna super corta celeste tipo jeans e logicamente non portava le mutande come sempre del resto.
Suona il campanello era Antonio il 50 enne di LECCE il nostro amico .
Sale sento che si saluta con la Patrzia e bisbigliano qualcosa ma non capisco.
Mi alzo vado in soggiorno lo saluto e gli dico che devo finire un lavoro ma prima prendiamo un caffè insieme.
Il mio soggiorno una parte è ingresso salotto e una parte paranzo separato da una porta scorrevole.
Stavamo seduti al tavolo io di spalle alla cucina e Antonio il 50 enne di LECCE verso la cucina.
Ogni tanto vedevo che parlava con me ma il suo sguardo era mirato in direzione dei piegamenti della Patrizia che aveva preparato il caffè e nel frattempo metteva a posto delle cose.
Mi sono girato anche io un attimo e la Patrizia era piegata praticamente a fica di fuori , ma li per li non ho dato peso alla cosa anzi mi aveva eccitato.
Vedevo Antonio il 50 enne di LECCE molto interessato ma ho lasciato correre.
> Ho detto che andavo a finire il mio lavoro e Antonio e la Patrizia sono rimasti a parlare seduti sul divano.
Ad un certo punto dovevo andare in bagno e passando per il corridoio dovevo per forza passare davanti alla porta del soggiorno socchiusa perché stavano fumando .
Stavano appoggiati con i gomiti sul davanzale della finestra fumando una sigaretta e di me non si sono proprio accorti perché ero a piedi nudi cosi non mi hanno sentito.
Ritornando dal bagno mentre ripasso davanti alla porta vedo Antonio con la mano sul culo della Patrizia, mi sono scostato un po’, sono rimasto impietrito.
Poi la voglia di guardare anche se nella mia testa passavano 6 milioni di pensieri era più grande .
Io stavo praticamente al buio e vedevo che Antonio ogni tanto dava uno sguardo alla porta scendendo con la mano sempre più giù.
La Patrizia aveva le gambe incrociate e appena la mano le è arrivata a toccare le cosce le ha scavallate per far si che le toccasse la fica un movimento premeditato senza muoversi di un pelo.
Poi quando le ha infilato le dita dentro lei ha abbassato una mano e gliel'ha messa sul cazzo, lui guardava la porta non accorgendosi di me che spiavo e la baciava o la leccava sul collo e sulla schiena sempre con la mano infilata tra le sue cosce.
Lei si gira lo bacia e lui gli prende la mano e se la rimette sul cazzo continuano a baciarsi in maniera arrapata a lui si vedeva il gonfiore del cazzo che gli si era addrizzato.
Si dicono qualcosa si fermano e vedo che vanno verso il divano a quel punto vado di corsa in camera mia devastato da mille pensieri ma intrigato da quello che avevo visto.
Sento che Antonio mi dice
CIAO MARIO CI VEDIAMO DOPO.
La Patrizia viene da me e mi dice sedendosi sulle mie gambe io non sapevo come comportarmi non so se ero arrabbiato eccitato mi sentivo un cornuto insomma le pensavo tutte avevo la testa piena di cose senza trovare una via d’uscita.
Certo la reazione normale era entrare in soggiorno quando stava facendo la puttana e fare un casino.
Insomma lei mi dice che Antonio il 50 enne di LECCE era andato a prendere un film che lo guardavamo insieme e poi si faceva una cenetta.
Mi incomincia a toccare la minigonna le era arrivata al giro vita, il mio cazzo esplodeva le infilo la mano nella fica lei mi ferma si mette in ginocchio davanti a me ed inizia a leccarmi il cazzo guardandomi con una faccia da troia come non l’avevo mai vista.
Poi mi dice
“ sai……Antonio mi ha toccato il culo prima e io gli ho messo una mano sul cazzo”
ma io avevo visto ben altro però mi aveva spiazzato.
Le chiedo subito un po’ impacciato da quanto se lo scopava. Si infuria e mi risponde che lei non è una puttana e con Antonio c’erano solo state toccate e sguardi ma il loro piano era definito per me aggiunge anche…..
sei uno stronzo
Si alza si inginocchia sulla poltroncina accanto alla mia alla pecorina e mi chiede
“leccami il culo”
Io mi metto dietro di lei la inizio a leccare e la mano la infilo una buona parte dentro la sua fica nera e pelosissima che era come imburrata da quanto era bagnata.
La fica non vi immaginate cosa è soprattutto quando mette le autoreggenti rosse gialle blu nere vedi tutti quei peli neri e quelle labbra gonfie di voglia che spuntano quando se la allarga con le due mani .
Mentre la lecco arrapato come una bestia lei coglie l’occasione di dirmi con una voce lenta da troia che gode
“ amore mio ho voglia di scopare in tre vi voglio dentro di me tu e Antonio.
Io eccitato come ero non so ma mi è uscito un si, poi mi chiede di togliere la lingua da dentro il suo buchetto e di allargarlo un po’ con il cazzo.
La nera (è bruna e pelosissima) come la chiamo io inizia a muoversi lateralmente ancheggiando piano piano fin quando il mio cazzo non le è entrato tutto nel culo.
Mi dice come potevamo fare con Antonio come si poteva iniziare.
Suona il campanello era Antonio il 50 enne di LECCE, lei si sistema e va ad aprire.
Spengo il computer vado in soggiorno Antonio mi guarda, io faccio finta di niente ma sapevo che sapeva che qualcosa stava per succedere………….
Mi da il film metto il DVD accendo il surround la Patrizia chiude le persiane ed accende il condizionatore.
Io e Antonio ci mettiamo comodi sul divano una a destra e una a sinistra lasciando come se fossimo d’accordo il posto al centro.
La Patrizia si toglie le pantofoline si mette in mezzo a noi, si stende un po’ appoggiando la testa sopra il mio cazzo duro come il granito, chiede ad Antonio
“ posso appoggiare le gambe sulle tue sto più comoda”
lui giustamente
“se ti va bene così”
La nera si mette una mano sotto il viso e inizia a palparmi il cazzo sopra i pantaloncini.
Io la accarezzavo su un fianco Antonio la inizia a carezzare dietro le gambe senza farsi vedere molto e con l’altra mano dietro il culo immagino facesse la stessa cosa.
Dopo qualche minuto di carezze il film andava ma diciamo che nessuno pensava al film ma tutti e tre ad accelerare la trasgressione che stava per esplodere lei mi infila una mano sotto il gambale dei pantaloncini sposta le mie mutande e incomincia a fare su e giù sul cazzo.
La Patrizia fa finta di grattarsi la chiappa ma prende la mano di Antonio io ho visto con la coda dell’occhio e se la mette tra le cosce spingendola per fargli capire che alcune dita dovevano entrare dentro lui anche troppo discreto.
La situazione si scalda Antonio accelera il movimento della mano che le aveva infilato e lei stava esplodendo sentendosi tutte quelle mani addosso.
In un attimo mi tira giù un po’ i pantaloncini me lo tira fuori e incomincia a spompinarmi.
Antonio vede la testa della bruna fare su e giù lo avrebbe capito anche un cretino e che io stavo ad occhi chiusi la gira un po’ le apre le gambe e inizia a leccarla lei ha come un sussulto.
Si ferma dopo qualche minuto e ci dice di alzarci e di metterci uno accanto all’altro lei si mette in ginocchio e incomincia a prendere un cazzo in bocca poi l’altro.
Poi cerca di avvicinarci il più possibile e vedo sparire le cappelle nella sua bocca.
Le dico
“ sei proprio una troia”
e lei risponde
“ sono la vostra troia”
Antonio si stende sul divano lei gli monta sopra e inizia a scoparselo sembrava che si davano dei schiaffi da quanto andavano veloci poi lei si gira verso di me e me lo prende in bocca Antonio le dice
“dimmi che sei la mia vacca la mia troia”
lei urlando un po’ risponde
“ siiii sono la vostra vacca la vostra troia sfondatemi tutta”
La Patrizia si infila due dita in bocca le bagna per bene mi guarda se li infila nel culo fino in fondo e mi dice
“inculami mentre Antonio mi scopa”
mi metto dietro tra le loro gambe bagno il mio cazzo con un po’ di saliva e lo infilo piano piano anche se vedevo che già era bello largo.
Dopo un po’ che la stavamo scopando si ferma un attimo e mi chiede di infilarle il cazzo davanti insieme a quello di Antonio.
Mentre lo infilavo sentivo il contatto con il cazzo di Antonio lei mi diceva di spingere più che potevo intanto le infilo due dita in bocca e poi glieli metto nel culo alla fine entrano tre dita.
Antonio le chiede se voleva un altro cazzo ancora e lei rispose che se c’era lo prendeva in bocca .
dopo un po’ che la scopavamo in quel modo mi dice di togliermi da sopra si mette a pecorina guarda Antonio e gli dice
“ inculami e sborrami dentro”
lui risponde
“ si troia ti sborro in culo “
mi chiede di guardarla mentre la infila in quel modo Antonio lo metteva dentro fino alle palle poi lo tirava fuori tutto e di colpo lo rimetteva dentro il suo culo rimaneva aperto per un po’ e io impazzivo dalla goduria.
Antonio sborra nel culo della nera poi lei si gira e glielo prende in bocca per assaporare la sborra rimasta.
Si rimette a pecorina mi guarda e mi dice
“ora sborrami nel culo tu porco”
mentre la inculavo lei si leccava con Antonio fin quando non ce l’ho fatta più e sono venuto pure io piegandola di sperma .
Lei si gira e si tocca sgrillettandosi velocemente Antonio si inginocchia toglie la sua mano e la lecca il clitoride dritto come un fuso.
Io la bacio in bocca lei mi teneva per i capelli si contrae e urlando sborra anche lei.
Abbiamo cenato e quella sera abbiamo rifatto sesso come dei pazzi forse era la novità.
Da quel giorno lo facciamo una volta a settimana e ci riprendiamo pure ma solo per noi non vogliamo noie, Antonio è molto generoso sia con me che con la Patrizia……e noi abbiamo unito l’utile al dilettevole
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17 years ago
versoilsole,
50
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I miei amori: mio marito mario e antonio il 50 enn
Cari amici,
voglio raccontarmi l’esperienza che mi ha dato una prospettiva a 50 anni e ha reso appagante la mia esistenza.
Spesso le persone confondono il sesso con l’amore... E’ così forte l’istinto di accoppiarsi, di chiavare selvaggiamente con qualcuno che sembra quasi appartenenza, sentimento, amore.
Io ho sempre distinto bene ciò che sentiva la mia fica da ciò che sentiva il mio cuore.
Mi chiamo Giuliana ho 50 anni e ho ancora voglia di cazzo, e non voglio aspettare l’occasione.
Ci sono tanti uomini che mi vengono dietro, ma scoparmeli pubblicamente vuol dire essere additata da tutto il paese e quindi... Non poter più scopare liberamente.
Tutti vogliono la donna facile, ma quando è troppo facile, non piace più a nessuno. L’uomo è pur sempre un predatore.
Una mattina uscii per prendere un pò d’aria, dissi ai miei due figli che non mi sentivo troppo bene. In realtà ero troppo arrapata e volevo appartarmi in qualche posto per masturbarmi.
In casa mia c’era sempre qualcuno che entrava e usciva e solo in bagno di notte potevo farlo. Mentre camminavo per cercare affannosamente un angolo appartato, i capezzoli duri premevano contro la camicetta scollata e la fica mi faceva quasi male, avevo il clitoride gonfio.
Arrivai a una casa disabitata... Avevo sempre detto a me stessa di non andarci mai, perché era un covo di drogati e di prostitute.
Appena entrata sentii un leggero odore di urina e vidi diversi preservativi per terra.
Trasalii quando vidi che oltre a me c’erano due uomini, in fondo alla casa. Erano mio marito Mario e Antonio il 50 enne di LECCE suo amico. Erano girati e respiravano affannosamente. Capii subito che si stavano segando.
Pensai di scappare ma ero troppo arrapata, quella vista mi fece perdere definitivamente la ragione.
Mi appoggiai al muro appena a destra della porta, in modo da non essere vista. Cominciai a toccarmi i seni, a scoprirmeli, e la mia mano scese ancora più in basso...
All’improvviso mio marito si girò... Subito lasciò il grosso cazzo spaventato, pensava a come l’avrei giudicato. Poi appena vide che ero io, disse “Wowww!” e attirò l’attenzione del suo amico Antonio il 50 enne di LECCE “Guarda... C’è mia moglie là!”
La sua grossa mazza mi puntava, era ancora bello dritto... Mi leccai le labbra istintivamente.
L’amico Antonio il 50 enne di LECCE si girò anche lui e mi chiese: “Che bella sorpresa! Dai vieni qui che ci divertiamo!”
Anche il suo cazzo non era niente male, con una grossa cappella paonazza che sporgeva.
Mi diressi subito verso di loro. Mio marito cominciò a baciarmi e slinguazzarmi, con le sue labbra enormi e succose. Antonio il 50 enne di LECCE mi palpava le tette e si strusciava sulle mie gambe.
“Sei proprio una porcellina... Ahh... Senti com’è duro il mio cazzo... Tutto per te.”
Poi sentii una forte fitta ai capezzoli e mi accorsi che me li stava succhiando avidamente, e mi leccava tutto intorno le areole.
Dopo un pò anche mio marito si era attaccato a una tetta.
Sentivo che era eccitatissimo... La conferma la ebbi quando mi mise il suo cazzone in mano, era veramente grosso, più grosso di quando a casa me lo sbatteva dentro le rarissime volte che accadeva! Cominciai a menarglielo freneticamente... E mi bagnai ancora di più... Stavo quasi per venire da sola.
Sembra assurdo che possa succedere, ma a volte ci sono situazioni così tremendamente porche che... La mia fica era tutto un fuoco.
A un certo punto Antonio il 50 enne di LECCE mi fece inginocchiare e mi piazzò il suo cazzo in bocca.
“Succhiamelo dai... Lo so che ti piace...”
Senza farmelo ripetere, lo imboccai tutto fino alle palle e presi ad andare su e giù, succhiavo come una pazza e leccavo tutta la cappella.
Intanto continuavo a smanettare mio marito, che a un certo punto, senza preavviso, sborrò e mi schizzò tutta la sborra sulla mano e anche in faccia.
Per un attimo smisi di spompinare Antonio il 50 enne di LECCE e mi leccai le dita, pulendole tutte dallo sperma caldo. Non volevo perderne nemmeno una goccia!
“Dai porca, sbocchinami ancora, voglio venire anche io!” mi ingiunse Antonio il 50 enne di LECCE.
Prendere quel grosso cazzo in bocca era una tortura per la mia povera fichetta.
Mio marito si accorse dei miei fremiti e decise di aiutarmi...
Alzò la gonna, scostò le mutandine e mi infilò il dito medio tutto nel buchetto.
Mi masturbava sapientemente...
Cominciai a gemere come una troia sotto quel tocco morbido.
Ma mio marito voleva aiutarmi ancora di più... Mi fece mettere a pecora, aprì la fica con due dita e appoggiò lì la cappella calda, ancora sporca di sperma.
Possibile che ce l’aveva ancora così duro, io ricordavo che a casa la prima volta veniva subito per la sua eiaculazione precoce e dopo ore di spompinamentro aveva una specie di erezione molto floscia??
Che bello sentire la carne calda contro la mia...
Sapevo che era un rischio ma non me ne fregava in quel momento.
Ero una donna arrapata e incosciente.
“Mmmh... Scopami dai...” dissi con il cazzo di Antonio il 50 enne di LECCE ancora in bocca
“Che hai detto troia?” chiese mio marito prendendomi per i capelli.
“Dalle il cazzo dai... Non vedi che soffre?...” disse il suo amico Antonio il 50 enne di LECCE sorridendo.
Mio marito mi penetrò con forza. Urlai di piacere... Era stupendo quel cazzo.. Aderiva tutto alle pareti della mia fica e pulsava...
“Scopamiii!” urlai sempre più arrapata.
Mio marito Mario cominciò a pomparmi con forza, stringendo forte il mio culo.
“Non te ne basta uno solo vero?” ansimò Antonio il 50 enne di LECCE “Sei proprio una puttana... Mi fai impazzire!”
Aumentai il ritmo della succhiata, volevo la sua sborra in gola, e inarcai ancora di più la schiena, la mazza di mio marito Mario mi sfondava la passera senza tregua.
Dopo giorni di sete mi sembrava di essere arrivata a un’oasi fantastica...
Antonio il 50 enne di LECCE era sempre più eccitato... Mi prese la testa e me lo infilò fino in gola... Mi scopava la bocca, quasi stavo per soffocare... E poi venne...
“Godooo!! Mmmh... Bevi troia!!”
Leccare quella grossa asta di carne bagnata mi fece perdere ogni controllo... e venni anche io... La mia fica si contrasse tutta sul cazzo di mio marito che mi penetrava...
“Sei venuta zoccola.. Che brava...” disse mio marito Mario.
Mi tolse la mazza dalla fica e prese a masturbarsi davanti alla mia faccia, sembrava quasi che se lo staccasse... Mi fece aprire la bocca e a fatica ci piazzò la cappella...
Era veramente troppo grosso. Cercai di resistere, ma lui mi tenne in quella posizione, prendendomi ancora per i capelli.
“E no troia! Adesso bevi anche la mia sborra.”
Dopo nemmeno trenta secondi venne anche lui...E io ingoiai tutto, la sborra di mio marito Mario aveva un sapore leggermente aspro, ma non mi faceva schifo.
Dopo questa bellissima scopata a tre, i due si distesero stremati, ma prima ognuno di loro mi baciò sulla bocca.
“Non ho mai chiavato così bene in vita mia!” disse il mio marito Mario.
Mi sciacquai la faccia e la bocca a una fontanina, ma mi portai dietro l’odore del maschio, l’odore dei cazzi. Per fortuna, nessuno se ne accorse.
La discrezione è la prima cosa quando si tratta di chiavare. Viviamo ancora in un paese molto moralista... Quanto vorrei che tutti rispettassero le donne libertine...
In ogni caso, la mia giovinezza è stata bella lo stesso e forse, allo scoperto, non sarebbe stato tutto così trasgressivo.
Solo una cosa: il giorno dopo Antonio venne a trovarmi e mio marito Mario aprì la porta….ci portò un bellissimo regalo…. Antonio il 50 enne di LECCE è davvero molto generoso!
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17 years ago
versoilsole,
50
Last visit: 15 years ago
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Spiando antonio il 50 enne di lecce
Spiando Antonio il 50 enne di LECCE
Ciao a tutti
spero che quanto racconto non provochi risentimento in nessuno , ma io lo dico subito sono una mamma con due figli e sono sposata con mio marito Mario ma ho una gran voglia di far l'amore.
Ho un amico di famiglia Antonio 50 enne di LECCE, occhi verdi, brizzolato, un bell’uomo che mi da' la possibilità di sfogare parzialmente questa voglia in quanto ho gia' chiesto consiglio ad alcune amiche che sono già state con Antonio che è sempre stato GENEROSO con loro su come fare per sfogare la mia voglia senza, prima di tutto, turbare i miei figli che sono sacri, bellllli a mamma sua...smack! E senza turbare mio marito Mario….
Racconterò come mi sono masturbata "realmente" un pomeriggio !
Io ho 50 anni ed ero a casa che sfaccendavo mentre mio figlio Francesco era in camera sua a studiare....aveva una interrogazione di fisica che lo preoccupava un po', e Federico invece era a casa di un suo amichetto a giocare.
Nel frattempo sento suonare alla porta, è il nostro amico di famiglia Antonio il 50 enne mi chiede se poteva usare il computer di mio marito Mario per collegarsi con Internet in quanto il suo non funzionava. Gli dico di si e lo accompagno nello studio di mio marito Mario che era in quel momento in ufficio. Lo saluto e continuo a badare alla casa senonche' girando per casa dopo circa un'oretta mi viene in mente di controllare come sta Antonio il 50 enne e se vuole qualcosa di fresco, vado verso lo studio di mio marito Mario socchiudo la porta ma mi fermo , sento uno strano gemito, allora apro piano e vedo Antonio il 50 enne che sta guardando alcune foto....molto spinte sullo schermo del computer, lui non si accorge di me, e' troppo preso , si sta masturbando piano piano , ha il membro in mano e mentre fa scorrere le immagini con l'altra mano sul mouse
scorre lungo la sua asta che scopro notevole quando e' eccitato.
Non lo ho mai visto con il pene indurito , e' la prima volta che glielo vedo e.......saro' sincera.......che bell'uccello ha Antonio il 50 enne!!!!!!!!!!!!!!
non si accorge di me o perlomeno cosi' credo, continua piano piano a far scorrere la pelle del membro su e giu' facendo far capolino ogni volta ad una bella testolina rosso fuoco
non voglio disturbarlo e non voglio che si accorga che sono entrata, ho paura che si spaventi per colpa mia, esco pian piano ma intanto scopro che sono eccitata come non mai , sento la figa che si inumidisce, sento tutto un caldo in mezzo alle cosce ....
era tanto che non mi sentivo cosi'..............ho 50 anni e da tempo ormai mio marito non e' molto presente su alcune mie esigenze fisiche e dire che non sono ancora da buttare via, almeno così dicono amici che mi hanno fatto capire molto velatamente che se aprissi le gambe non la lascerebbero ad altri, se non fosse per il fatto che sono anche amici di mio marito, ma vorrei vedere se veramente le aprissi se sarebbero così amici da lasciar perdere, anche Antonio è amico di Mario………
vado in cucina ma oramai ho voglia e tanta, Antonio il 50 enne che bel cazzo che ha!
mi tocco sulla fessura attraverso le mutandine, dio mio sono gia' bagnata ma e' possibile?
si! sono bagnatissima e' vero metto la mano dentro le mutandine e pian piano mi accarezzo la figa, si mi piace accarezzarmela, specialmente ora , oggi , con la visione davanti agli occhi del membro di Antonio il 50 enne
come vorrei tornare di la' e accarezzarglielo io , ma mi tengo , comincio a carezzarmi piu' profondamente entro dentro con il medio e comincio a muoverlo in su e in giu' accarezzandomi l'interno della vagina per tutta la larghezza della fessura, e' belllo , mio dio se e' bello , continuo a bagnarmi sempre di piu'
infilo anche l'indice e comincio un movimento a forbice che mi fa impazzire, sono bagnata da morire, mi viene da gemere ma non posso non oso, lui e' di la' e non voglio che mi trovi intenta a farmi un ditalino, stringo le labbra e continuo ..........
ormai sono bagnatissima ma non mi basta non mi sento piena, prendo una pentola che mi ha sempre incuriosito per la forma del manico: e' tutto ergonomico con lo spazio per le dita ed e' poco piu' piccolo del membro che ho appena visto di Antonio il 50 enne, almeno a prima vista
mi sfilo le mutande da sotto la vestaglia appoggio la pentola su una sedia con il manico in alto e lo indirizzo verso la fessura, non so cosa sto facendo ma ho voglia di godere ho voglia di avere la figa piena , mi metto a cavalcioni della sedia e pian piano faccio entrare il manico dentro.....
mmmmmmmmmmmmmmmmmm!
entra come se quello fosse sempre stato il suo posto e io mi sento riempire pian piano che scendo sulla sedia, e i famosi spazi per le dita si rivelano degli scalini pazzeschi che mi fanno godere man mano che scendo e che ne faccio entrare uno
mi ritrovo con tutto il manico dentro e comincio a fare un saliscendi favoloso, sento le labbra della figa divaricate a tratti , ogni volta che trovano l'incavo per le dita sul manico si allargano per poi restringersi di nuovo mentre la sporgenza del manico appena entrata mi stuzzica in modo favoloso l'interno delle figa, sono bagnata da paura sto cominciando a godere, stringo ancora di piu' le labbra per non gemere e aumento il ritmo
pensa entrasse adesso Antonio il 50 enne, mi troverebbe con le mani appoggiate allo schienale della sedia e la pentola appoggiata sulla stessa e tutto il manico dentro mentre faccio su e giu' per sentirmi scopata...... si scopata come una donna spesso vuole essere
godo sempre di piu' e curiosa guardo in giu'..... ho tutto il manico dentro quando scendo e quando mi alzo vedo che e' tutto lucido dei miei umori.....che porca sono mi dico ma non posso farci niente ho voglia e continuo , continuo a farmi scorrere in figa questo delizioso manico........belloooo! godo godo godo da morire , ora un po' di liquido mi scorre anche per la cosce vedo le goccette scendere di pari passo con il godimento, ormai non mi tengo piu' comincio un po' a gemere sottovoce piu' che posso finche' non esplodo ,si esplodo come una cagna e mi sfugge un gemito piu' forte, spero che non lo senta, e butto fuori tutti gli umori possibili e immaginabili godendo come una troia , si ' una troia che ha voglia di cazzo , ebbene si' ho voglia del cazzo di Antonio il 50 enne ho voglia di sentirmelo dentro e vedere l'espressione goduta della sua faccia prima o poi lo faro'!!!!!!!!!!!! Le mie amiche mi hanno detto che è anche GENEROSO……….
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17 years ago
versoilsole,
50
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Sguardi in spiaggia
Eravamo in vacanza su una splendida isola greca e scendevamo in spiaggia di solito al mattino, il pomeriggio preferivamo rimanere in camera a riposare e poi girovagare per i paesini.
Un giorno al mattino il cielo era nuvoloso ed avevamo deciso di andare in spiaggia di pomeriggio, quando nonostante il mare mosso il sole aveva ripreso a splendere.
C'è poca gente in spiaggia, distanti dal mare spumeggiante, l'arenile ampio con una duna confinante con la pineta, passeggiando sulla sabbia scorgiamo alcune coppie, che prendono il sole nudi senza preoccuparsi più di tanto di chi passi.
Un po' imbarazzati ci sistemiamo ad un centinaio di metri da loro godendo della magnifica vista del mare agitato e di un cielo ormai sereno.
Dopo poco mio marito mi dice che non distante da noi appena dietro la duna c'è un ragazzo sui 30 anni biondo, di lui vedo solo la testa e le spalle, sembra intento a leggere un libro.
Il ragazzo ad un tratto si alza, posso vederlo di spalle, ed è...nudo, " accidenti! " dico a mio marito... " al pomeriggio questa spiaggia cambia molto!! " ma lui rassicurante " credo che sono solo persone che amano il naturismo, godiamoci questo pomeriggio di sole ".
Sono un pò imbarazzata anche se devo ammettere che la situazione mi imcuriosisce e... mi intriga parecchio. Mentre parlo con mio marito, il ragazzo di spalle, nel sistemarsi l'asciugamano, si scopre, ha...un bel sedere, un pò chiaro per i miei gusti, preferisco il tipo mediterraneo, ma gradevole.
Per fortuna ho gli occhiali da sole così che non si notano le mie fugaci occhiate, mentre continua a sistemare l'asciugamano, si china e scorgo lì in mezzo alle gambe, pendere due belle...si insomma avete capito...distolgo lo sguardo...mi sembra troppo!!
Continuiamo a parlare del più e del meno, mio marito è adagiato con il capo sul mio ventre, il ragazzo si dirige verso il mare si bagna, cerco di pensare ad altro, all'improvviso vedo che ritorna, lo vedo camminare, il sesso ondeggia ad ogni passo, davvero notevole, mio marito esclama..." non male...hai visto? " ed io fingendomi distratta " cosa...? " e lui " ...niente...niente ".
Il ragazzo si siede e prende a leggere il libro, ogni tanto mi guarda, mio marito con la mano mi carezza la gamba come per pulirmi dalla sabbia, mi piace quella carezza che diventa più sensuale.
Il caldo del sole sulla pelle mi eccita e torno a guardare il ragazzo, il pene adagiato sulla gamba, la carezza di mio marito diventa più audace, è vicino allo slip del bikini e vedo dal gonfiore del costume che si stà eccitando.
Apro le gambe, il ragazzo ora può vedere la mano di mio marito armeggiare con il bordo del mio slip. Il cuore mi batte forte dall'eccitazione, il ragazzo...guarda le mie gambe, vedo il suo sesso gonfiarsi, poi sento le dita che scivolano sotto il milo slip, mi piace quel contatto, mi sento bagnata dal desiderio, il ragazzo finge di leggere ma la sua eccitazione tradisce il suo vero interesse, mi da l'idea di una persona tranquilla, ciò mi rassicura e decido di godere di quel gioco intrigante.
Per fortuna la spiaggia è semideserta ora e sento le dita di mio marito sul sesso, mi sta accarezzando e dagli umori abbondanti sa che sono eccitata, probabilmente ha capito il gioco e...continua, mi scosta lo slip, ora il mio sesso è completamente scoperto, avverto il caldo del sole, è fantastico...avrei voglia di toccare il sesso di mio marito che tende il costume, ma non ho il coraggio , vedo il ragazzo con una evidente erezione e lo sguardo come ipnotizzato su di me.
Dio... mi sta guardando la figa, le dita mi accarezzano il clitoride gonfio, cerco quel contatto, poi scivolano dentro di me, il ragazzo camincia a toccarsi, vedo...la sua mano che corre lungo l'asta lentamente, non riesco a distogliere lo sguardo, la cappella gonfia e le vene turgide, le palle che ondeggiano, mi piace essere guardata.
Allargo ancora le gambe istintivamente, li immagino tutti e due su di me, mio marito mi tocca meravigliosamente, vedo il ragazzo che senza più timori mi mostra il suo sesso teso allo spasimo mentre si accarezza, mi sembra quasi di toccarlo, caldo...duro... voglio vederlo godere, con la mano mi scopro ancora di più e gli mostro il mio sesso aperto...voglioso. Lui continua a masturbarsi sempre più velocemente, poi si ferma, stringendolo forte e vedo il suo piacere in bianchi fiotti fuoriuscire dalla cappella paonazza.
Chiudo gli occhi beata, sorrido a mio marito, non vedo l'ora di tornare in albergo...sul nostro letto.
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17 years ago
ibiscogiallo, 54/54
Last visit: 13 years ago -
Festa a casa di barbara
Sabato sera una nostra amica Barbara ci ha invitati alla sua festa di compleanno e al telefono mi aveva accennato a una serata trasgressiva ,io ho fatto presente a Barbara il fatto che mia moglie Laura era contro i rapporti al di fuori del matrimonio, e lei mi ha rassicurato che avrebbe trovato lei il modo per aggirare l'ostacolo. quando siamo arrivati a casa di Barbara c'erano alcune coppie e anche alcuni singoli suoi colleghi di lavoro,dopo aver bevuto e ballato l'atmosfera si stava scaldando e già alcune coppie si erano appartate, io e Laura siamo rimasti seduti sul divano e Laura chiaramente a disagio era quasi intenzionata ad andarsene se non fosse stato per paura di fare brutta figura con la sua amica, ad un certo punto vediamo Barbara venire verso di noi completamente nuda tirandosi dietro un bel ragazzo tenuto per il cazzo,giunta davanti a Laura gli mostra il membro del ragazzo veramente notevole e con mossa rapida prende la mano di Laura e la stringe attorno a quel cazzo duro e pulsante dicendo prova a sentire che mazza, Laura cerca di tirarsi indietro ma io gli dico che da parte mia non ci sono problemi, e inoltre non mi sembrava ci fosse stato niente di male se avesse fatto una sega al ragazzo, il ragazzo intanto aveva incominciato a sbottonare la camicetta di mia moglie e a palpargli il seno, poi presa la testa di Laura cercava di portarla verso il suo uccello, Laura opponeva una certa resistenza allora Barbara prese il cazzo del ragazzo in bocca e lo portò verso le labbra di Laura per succhiarlo insieme,alla fine Laura acconsentì a dischiudere le labbra e a spompinare quel membro veramente notevole che pensavo la soffocasse, il ragazzo lasciò perdere il suo seno e cercò a questo punto di infilargli la mano sotto la minigonna Laura a sentire la mano del ragazzo tra le sue cosce le chiuse Barbara e io intervenimmo nuovamente allargando con dolcezza le cosce di Laura accorgendoci così che le sue mutandine erano bagnate,Barbara allora mi fece un sorriso e gliele sfilò permettendo al ragazzo di toccargli la sua figa umida,poi la fece alzare dal divano e la fece sdraiare sul tavolo in modo tale che il ragazzo potesse farsi spompinare e masturbarla più comodamente,a questo punto Barbara fece segno a un altro ragazzo questa volta di colore che stava osservando la scena masturbandosi, di avvicinarsi al tavolo anche questo cazzo era veramente notevole e si stava preparando scopare Laura quando Barbara lo ha fermato, questa è la sua prima volta con un altro uomo gli ha detto e deve essere memorabile gli si è inginocchiata davanti e ha preso il suo cazzo nero in bocca spompinandolo ho visto il cazzo già notevole crescere a vista d’occhio nell’esperta bocca di Barbara quando il cazzo del ragazzo era arrivato al limite, una verga dura e pulsante di voglia Barbara l’ha guidato nella figa di Laura che ha incominciato godere come non mai ,Barbara intanto si è data da fare con me, i due ragazzi si sono alternati quello che l’aveva scopata per primo se poi fatto fare un pompino,mentre l’altro godeva della sua figa, anche le altre coppie si sono date da fare scatenando un’orgia fantastica in cui ogni donna ha ricevuto la sua dose di cazzi anch’io mi sono dato parecchio da fare,abbiamo fatto sesso fino al mattino successivo ora non so in quanti si siano scopati Laura, ero troppo impegnato per contarli ma devo dire che è stata una esperienza veramente memorabile.
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17 years ago
ocaselvaggia58,
39/40
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50 anni: la vita di un uomo di mezza età
Eravamo due coppie di amici io 50enne, mia moglie 45enne, Andrea mio coetaneo e sua moglie Milly, dieci anni più grande di lui ma ancora in ottima forma.
Milly, malgrado la sua età è una donna piacente, castana chiara, tette piene (una quinta) e un po’ cadenti, due occhioni celesti che quando ti trapassano ti fanno venire pensieri romanticoerotici. L’avevo spesso desiderata senza confessare nulla a mia moglie, ma non credevo di poter avere un’avventura con lei, non pensavo di potermi fare la migliore amica di mia moglie.
Neanche mia moglie scherza: più soda della sua amica, con i seni più piccoli ma più sodi, occhi neri profondi, pancia piatta e due cosce da amazzone. Amazzone nel senso che vuole spesso cavalcarmi.
Andrea la guardava spesso come se volesse spogliarla, ma non era mai andato oltre.
Una sera decidemmo tutti insieme di andare al cinema. Proiettavano “Malena” con la Bellucci.
Gli spettatori erano molti e bisognava accalcarsi al botteghino per fare il biglietto. Mentre da cavaliere mi appropinquo a fare il biglietto sentii due cosce avvolgere una mia gamba. Mi voltai e mi accorsi che Milly, approfittando della calca, stava strofinando il suo pube sulla mia natica. La mia reazione fu immediata e il cazzo si gonfiò dentro la patta. Non credevo arrivasse a tanto. Fatti i biglietti entrammo in sala. Prima entrò mia moglie, dietro di lei Andrea, quindi Milly e ultimo io. Anche se c’era buio riuscii a vedere nettamente davanti a me la mano di Andrea che serrava un gluteo di mia moglie. Bravo il porco, ci stava provando, e mia moglie sembrava impassibile. Ttrovammo quattro posti sull’utimafila e noi maschi ci posizioniamo ai lati e le due donne in mezzo. Accanto a me c’era Milly, quindi mia moglie ed infine Andrea. La Bellucci sullo schermo era bellissima, ma io ero piuttosto intento a scrutare Milly, elegantissima, fasciata da un abito nero di seta che lasciava scoperta una coscia fino al bordo della mutandine, dato il profondo spacco laterale, si intravedeva il merletto delle mutandine anch’esse nere, mentre dalla scollatura emergevano le sue meravigliose poppe.
Milly col passare degli anni migliora sempre più,pensai. Mai una sessantenne mi aveva eccitato tanto, il mio cazzo si eresse spontaneamente, tentai di distrarmi guardando il film dove un adolescente si faceva una sega pensando a Malena, ma non si spense la mia erezione, che cercavo in tutti i modi di mascherare assumendo la posizioni più strane e incrociando le gambe in modo di non vedere il gonfiore. Milly si accorse della situazione e mi chiese:
-Che ti succede, ti eccita il film?
–No Milly, mi ecciti tu, non riesco a farlo ammosciare. Lei senza darlo molto a vedere, prese il soprabito e lo posò sulle sue gambe in modo che coprisse anche le mie.
-Adesso ci penso io, disse.
La dolce visione della coscia scomparve, ma non scomparve la mia erezione che anzi cresceva sempre più visto che la porcona cominciò a strofinare la sua gamba sulla mia. Ad un tratto Milly mi si avvicinò all’orecchio e lo baciò delicatamente. Mi sembrava d’impazzire e poi s se ne fosse accorto Andrea. Mi girai dal suo lato e qui la seconda sorpresa. Aveva avvolto le spalle di mia moglie con la mano che poi affondava nella scollatura. Il porco stava palpando una tetta di mia moglie. Lei era immobile ma si leccava le labbra per il piacere, la troia.
Da un lato mi sentii avvampare di gelosia, ma per altri versi mi sentii più libero di agire.
Milly ad un certo punto mise una mano sotto il soprabito e lentamente aprì la zip, io mi sentivo il cuore in gola, ma l’eccitazione era forte e mi abbandonai sulla poltrona. La mano di Milly, iniziò a frugare fra le mie mutande cercando di liberare il mio cazzo; ci riuscì ben presto e lo tirò completamente fuori, coperto dal soprabito, e cominciò a farmi una lenta e gustosissima sega. La sua mano andava su e giù, dalle palle al glande in un andirivieni ora lento e soffice ora veloce e intenso. Di lato, accanto a noi Andrea prese la mano di mia moglie e la introdusse dentro la patta che aveva precedentemente aperta prima di porci sopra il suo giubbotto. La copertura era solo un palliativo, perchè dal movimento capii che mia mogli stava regalando ad Andrea una goduriosa sega.
Frenavo l’eccitazione che mi avrebbe condotto ben presto all’orgasmo, perché volevo assaporare a lungo l’incantevole andirivieni della mano di Milly sul mio cazzo. Quella troia tardona ci sapeva proprio fare e desideravo affondare il cazzo nella sua fregna ed essere avvolto dalle sue coscione. Ad un certo punto alla porca venne voglia di vedere quello che stava toccando, scostò un poco il soprabito, mi si avvicinò di nuovo all’orecchio, e dopo avermelo leccato mi sussurrò “Hai proprio un bel cazzo, lo accoglierei volentieri nella mia bocca, sta quasi scoppiando” ed era vero il mio cazzo era sul punto di esplodere. Lei, all’improvviso smise di masturbarmi, e ciò servì a bloccare il mio orgasmo. Cercò qualcosa nella borsetta, ma non riusciva a trovarla. Il mio cazzo nel frattempo accennava ad afflosciarsi, ma la sua erezione si riaccese nel vedere quello che stava accadendo nei posti accanto. Andrea aveva staccato la mano dal seno di mia moglie e l’aveva intrufolata tra le sue cosce. Il giubbotto di Andrea era scivolato e si notava chiaramente mia moglie con le cosce divaricate e la mano di Andrea pastrugnava nella sua fica, non si vedeva invece il cazzo di Andrea, ma il movimento del giubbotto lasciava intuire il resto.. I loro volti sognanti, la lingua di mia moglie che si leccava le labbra, il movimento delle sue cosce che a ritmo si stringevano e si allargavano, facevano capire il loro godimento.
-Guarda che porci – sussurrai a Milly, e gli leccai l’orecchio.
Milly non rispose, ma aveva trovato quello che cercava, una crema per le mani; si cosparse il palmo della mano. La puttana aveva unto la mano per lubrificare meglio il mio cazzo che in effetti aveva raggiunto una dimensione che non credevo possibile scorrendo velocemente nella mano di Milly. La crema mi dava sensazioni indescrivibili, mi sembrava di essere preso dalla sua bocca o dalla sua fica. Dopo pochi istanti la puttana capì che ero sul punto di zampillare, allora prese un fazzoletto dalla sua borsetta e lo adagiò sulla punta del cazzo, senza mai smettere con la sega. I movimenti diventarono sempre più veloci ed esplosi in una copiosa sborrata che il fazzoletto non riuscì a contenere colando sulla mano di Milly che prontamente portò alla bocca e leccò avidamente.
-Che sborrone! Disse, io vado a ricompormi un po’, al ritorno farai godere anche me, disse Milly e si alzò.
Durante la sua assenza potei osservare quella puttana di mia moglie che giungeva all’orgasmo, contorcendo il bacino, ma senza allentare il cazzo di Andrea.
-Dai troia, prendiglielo in bocca.
Lei non rispose, mi guardò con occhi ebeti, poi si guardò attorno, eravamo all’ultima fila e nessun altro spettatore era seduto sulla stessa fila di posti.
-Dai, io controllo l’entrata e ti avviso se necessario.
La troia sollevò il giubbotto e il cazzo di Andrea apparve eretto e paonazzo, era corto, ma enorme e sulla sommità emergeva un a cappella mostruosa. Lei lo bacio, lo strofinò a lungo sulle sue guance aiutandosi con auna mano r infine lo ingoiò fino in fondo. Dopo averne assaporata la consistenza cominciò a pompare con una maestria tale che ben presto Andrea le inondò la bocca con una tale quantità di liquido che lei faceva fatica ad inghiottire e dovette deglutire più volte.
Milly tornò, aveva l’aria sbarazzina.
-A quanto pare sono io l’unica ad essere ancora senza- disse guardando l’atteggiamento dei due.
Si sedette rimise il soprabito sulle ginocchia, poi prese la mia mano e la diresse verso le sue cosce. Avvertii la soffice seta del suo abito, poi la morbidezza della sua coscia, infine il cespuglio umido e caldo. Cazzo! Aveva tolto le mutandine e la sua fica grondava umori. Cominciai subito a massaggiarla a titillarle il clitoride, a ficcare dentro la fessura bagnata due dita, poi tre, poi quattro. Come era calda la fica della troia, in altre posizioni sarebbe entrata tutta la mano. Mi spostai tutto su di lei, con la mano libera circondai le sue spalle e affondai tra le sue tette. Intrufolai le dita tra le coppe del reggiseno e raggiunsi le sue meravigliose tette , grandi e burrose, afflosciati dall’età, ma piacevolissime e con capezzoloni eretti all’inverosimile. Le mie mani sul suo corpo e le dita in fica la facevano godere e per aumentare ancora il suo piacere, riprese in mano il mio cazzo che a quel tocco ricominciò ad inalberarsi.
-Dai porco, accelera che voglio godere, mi disse. La stantuffai velocemente con due dita e raccolsi tutte le pulsazioni, violentissime all’inizio e poi sempre più lievi, mentre dalla sua fica fuorusciva una tale quantità di liquido vaginale da bagnarmi tutta la mano ed anche la poltrona. Aprii la sua borsetta alla ricerca di un fazzoletto, ma trovai le sue mutandine di pizzo nero. Mi asciugai la mano e li misi in tasca.
Da allora capii che al cinema non si va solo per vedere il film, anzi del film non avevamo capito proprio nulla.
Durante il viaggio di ritorno eravamo tutti un po’ imbarazzati, ma complici. Fu sempre Milly, la più sfacciata, a rompere il ghiaccio.
-Film così, disse, potremmo organizzarli anche nel nostro salotto.
Una risata generale riportò la serenità e la proposta di Milly fu accolta. Se avrà seguito ve lo racconterò la prossima volta.
Era passato un mese da quando inaspettatamente avevamo messo parzialmente in pratica il desiderio di scopare con una nostra coppia di amici. La cosa era accaduta quasi per caso in un cinema .
L’esperienza al cinema aveva aumentato la nostra complicità e la nostra libidine. Ogni volta che facevamo l’amore, mia moglie ricordava il cazzo enorme di Andrea che aveva succhiato al cinema. A volte mentre mi cavalcava e spingeva il bacino come una forsennata, prende contemporaneamente in bocca una cazzo finto, immaginando che sia quello di Andrea.
-Si, vorrei entrambi i cazzi, uno in bocca e uno in fica, quello grossissimo e corto di Andrea in fica e il tuo lunghissimo in culo.
-Vai tranquilla, troia, prima o poi ti accontenteremo. In tal modo raggiungevamo spesso l’orgasmo insieme, io ricordando le tettone e la fica di Milly e lei immaginando di essere rotta da Andrea.
Milly la sera in cui eravamo stati al cinema aveva lanciato l’idea di vedere un film porno nel nostro salotto, ma non ne avevamo più riparlato. Decidemmo, allora, di fare una sorpresa ai nostri amici; dopo aver combrato un DVD di carattere erotico, una sera li invitammo a cena.
Miamoglie preparò dei piatti freddi. Sapeva che la cena sarebbe stata semplicemente la scusa per fare uno scambio totale con tutti i confort del nostro appartamento anziché nello scomode poltrone di un cinema. La privacy avrebbe scatenato ogni fantasia senza il pericolo di essere visti. Più che curarsi della cena Nella si era curata deo suo corpo. L’avevo seguita nella doccia, era così abbronzata da sembrare una giovane negra, ma la pelle bianchissima dei suoi seni e del suo bacino facevano arrapare ancora di più. Sotto il getto dell’acqua le nostre lingue si impastarono e il miocazzo comincià a spingere sul suo ventre piatto, ma lei mi frenò.
-Dobbiamo essere pronti e vigili fra poco, così roviniamo tutto.
-Hai ragione- risposi e a malincuore mi staccai da lei anche se il cazzo non voleva saperne di ammosciarsi. Dovetti usare l’acqua fredda e infine ci riuscii.
Nella asciugò il suo splendido corpo da amazzone, mise del profumo nei punti giusti e indossò un semplicissimo abitino da tennis: gonna cortissima e pieghettata e camicia abbottonata. La camicia era cortissima e si fermava al di sopra dell’ombelico, scendeva come un siparietto e lasciava spazio a mani fameliche che avrebbero voluto raggiungere i suoi seni piccoli, ma superbi. Non indossava reggiseno e i bottoni lasciati apposta aperti facevano scorgere le sue bianche mammelle che contrastavano con il resto del corpo.
-Sei bellissima –le dissi- faresti arrapare anche un impotente.
-Esagerato –rispose- e poi a me basta fare arrapare Andrea, lo desidero troppo.
Il trillo del campanello annunciò che i nostri amici erano arrivati, Nella corse alla porta e fece accomodare gli ospiti, bacini di rito e poi…
-Nella sei splendida, così abbronzata, hai un bel corpo e che buono odore. Cosa ci hai preparato di buono, fammi vedere. Nella prese Andrea per la mano e lo accompagnò in cucina, ma già prima di superare la soglia Andrea, ormai sicuro del seguito della serata, aveva lasciato la mano di Nella e aveva cercato il suo sedere da sotto la gonnellina. Lei dal canto suo aveva avvolto la vita di Andrea. A quel punto sono scomparsi alla vista.
-Che porco mio marito –disse Milly- è invaghito da tua moglie. Mi ha confessato, mentre mi scopa, che pensa a lei. Forse comincia a sentirmi vecchia e grassa. A te sembro così male?
-Ma che dici Milly! Da quando ti ho toccata al cinema ti sogno spesso, desidero le tue tettone, il tuo culo, la tua fica. Sei una gran fica, Milly, altro che vecchia.
In effetti Milly era ancora una bella donna e poi sapeva valorizzare il proprio corpo. Indossava un camicione di seta nero con due spacchi laterali alti che, al suo incedere, mostravano e nascondevano le sue cosce piene e rotonde, il camicione era sostenuto da due sottilissime bretelle che praticamente lasciavano alla vista le braccia piene e il profondo solco dei seni.
-Sei proprio una gran fica, Milly -ripetei.
L’attirai a me e sentii sul mio petto tutta la consistenza morbida delle sue tette, cominciai a baciarla con dolcezza sul collo, leccai il lobo dell’orecchio, introdussi tutto il suo padiglione auricolare in bocca e sentii che lei cominciava a fremere.
-Si, Carlo, mi fai impazzire, sento il tuo bastone duro sul mio ventre, mi piace.
-Spero, stasera, di fartelo sentire dappertutto, ma intanto ho una gran voglia di baciarti.
Presi il suo viso grassottello tra le mani e cominciai a baciarla, sugli occhi, sul naso, sulle labbra.
Poi le nostre labbra si incollarono, le lingue iniziarono una interminabile scherma, poi le mie labbra risucchiarono la sua lingua e lei mi imitò in un continuo scambio di ruoli. Le sue labbra sapevano di confetto, la sua bocca di fragola. Intrufolò una mano tra i nostri corpi e raggiunse l’oggetto del suo desiderio, cominciò a tastarlo da sopra i jeans in modo tale da farmi impazzire, malgrado il dolore prodotto dall’attrito dei pantaloni sul cazzo eretto. Io stringevo con le mie mani i suoi glutei e l’attiravo verso il mio cazzo.
-Smettetela con questo petting da adolescenti, adesso si mangia.
Era la voce di Nella che era rientrata assieme ad Andrea portando i piatti già pronti.
Ci sedemmo per cenare, ma l’aria profumava di sesso. Da una parte del tavolo stavano Andrea con mia moglie, praticamente appiccicati, sembrava stessero seduti sulla stessa sedia; dall’altra parte io e Milly. La mano di Andrea spariva spesso sotto il tavolo sicuramente alla ricerca delle cosce di mia moglie
Io ho appena assaggiato qualcosa. Con il palmo della vostra mano raggiunsi le cosce di Milly e la massaggiai sopra le mutande ispezionando il gonfiore del clitoride e delle labbra. Milly apriva e chiudeva le gambe rapita dal piacere ed io sentivo sulle mie dita il tessuto delle mutandine sempre più bagnato.
Finimmo presto la cena e ci sedemmo in salotto. Io avviai il lettore DVD e mi sedetti sul divano, Nella poltrona accanto a me prese posto Milly, mentre a centro del divano si posizionò Nella, tra me ed andrea.
Sul video cominciò a scorrere la scritta “Se non siete consenzienti……”
-Altro che consenzienti –disse Milly- siamo quattro porconi.
Poi cominciarono le scene. Una attrice seduta tra due maschi come Nella, intrufolava le mani nelle patte, tirava fuori due enormi cazzi già in tiro e cominciava a masturbarli, poi chinava la testa ora sull’uno ora sull’altro in un formidabile pompino.
Mia moglie a quella vista si ingoiò, era quello che aveva sognato. Aprì la zip di Andrea, poi quella di Andrea e tirò fuori i nostri arnesi che erano già attizzati.
-Che bello!!! Due cazzi…quello di Andrea è molto più corto del tuo, ma ha un diametro spaventoso, adesso provo a prenderlo in bocca. E si chinò su Andrea, dovette spalancare tutta la bocca per accogliero dentro e cominciò a pompare senza lasciare il mio cazzo che continuava a masturbare.
-Non stare li da sola, entriamo tutti e quattro sul divano, vieni Milly –dissi.
Milly si alzò dalla poltrona, tirò su il camicione e lo attorcigliò alla vita quindi si sedette accanto a me,ma stava stretta, allora alzò la gamba sinistra e la distese sul bracciolo. In tal modo le sue enormi cosce erano spalancate in una muta offerta. La mia mano corse su quelle cosce, cominciò a percorrerle dal ginocchio all’inguine, poi si infilò dentro lo slip e con le dita cominciai a premete sopra il clitoride. Poi scesi più in basso aprii le labbra e scoprii una palude. Le pareti interne erano completamente fradice, iniziai a penetrarla con un dito, poi con due…con tre e spinsi fino in fondo. Milly tremava per il piacere. Tirò fuori le tette dalle coppe del reggiseno senza slacciarlo e offrì alla mia mano libera quelle enormi poppe sormontate da vaste areole rosa e da capezzoli grossi come nocciole. Mi tuffai tra quelle tette e succhiai i capezzoli con foga. Fu così che Milly raggiunse il primo orgasmo della serata e rimase due minuti come in coma. Poi si riprese e vedendo quello che stava facendo mia moglie a suo marito, sbottò –Che troia, tua moglie! Poi si chinò sul mio cazzo e lo prese in bocca. Sensazioni indescrivibili mi avvolsero. La mano di mia moglie era ancora ancorata alla radice del mio cazzo, mentre la cappella fu risucchiata dalla bocca di Milly. A questo punto Nella lasciò il campo a Milly e si dedico ad Andrea. Nessuno badava più al film che continuava a scorrere sullo schermo. Mia moglie si alzò, si svestì velocemente e cavalcò Andrea. Il cazzo smisurato scorreva sulla pancia di Nella, ma non riusciva ad entrare. –Mi farà male, ma lo voglio…Si posizionò meglio, con una mano cercò di allargare la fica, con l’altra afferrò il cazzo dirigendolo al punto giusto, e spinse il culo in avanti. -Ahi! Mi rompi…si lo voglio...dai…ecco così….è tutto dentro. Raggiunto l’obiettivo cominciò un andirivieni ululando come una lupa in calore. Milly avuto il campo libero, cominciò a succhiarmi con foga, beandosi del mia cazzo molto più lungo di quello del marito. Ogni volta che tentava di ingoiarlo fino alla radice doveva interrompere per un senso di soffocamento, ma riprendeva ben prestola presa. Quelle interruzioni servivano a farlo ammosciare un po’, perché altrimenti sarei arrivato subito, mentre io volevo godere più a lungo possibile. Stanca anche di quella posizione, mia moglie si alzò ed invitò Andrea: -Andiamo nel lettone, staremo più comodi. Scomparvero verso la stanza da letto. Questo loro movimento aveva fatto interrompere anche me e Milly. Allora mi alzai e feci alzare anche Milly, le sfilai il camicione, slacciai il reggiseno e mi rituffai tra quelle poppe, tutto il mio viso scompariva nel solco schiacciato da quei globi, poi scesi verso la pancia, sulle cosce, mentre tiravo giù le sue mutandine. E qui scoprii i peli del pube: erano completamente bianchi. In quel punto Milly manifestava tutti i suoi anni. Ebbi un attimo di perplessità e lei se ne accorse. –Vedi che sembro vecchia anche a te. Il frutto roseo che appariva sotto quei peli provocò una nuova ondata di libidine. –Ma che dici, Milly, la tua fica è bellissima. E tuffai le mie labbra tra i peli alla ricerca della fessura. Con la punta della lingua iniziai ad esplorare il clitoride poi proseguii oltre aprendovi un varco fra le labbra. Continuai a leccarla golosamente con leccate lunghissime, interminabili; solo interrotte da piccole penetrazioni della lingua all'interno della vulva. Milly, cominciò a fremere di nuovo, non riuscì più a restare in piedi, si sedette nel centro del divano con le sue coscione lascivamente spalancate ed invitanti. Ripresi a leccare con con colpi lenti ma decisi, mentre facevo entrare ed uscire dalla sua vulva due dita. La mia lingua passava dal clitoride alla vulva, mentre bevevo i suoi umori che sapevano di miele. Cominciò a tremare e a battere i denti. Era il piacere che montava. A questo punto il ritmo della mia lingua divenne, velocissimo, mentre usavo le dita come un cazzo che la squassava. Smettila, ti prego, mi fai impazzire…no continua…è bello ..non smettere ….godo!!! Un ultimo scossone del suo bacino…poi il corpo immobile, ma la fica pulsante nei ritmi dell’orgasmo che raccolsi tutto sulla sua lingua. Milly era al suo secondo orgasmo. Rimase immobile, mentre io andai nella stanza da letto. Mia moglie aveva cambiato posizione e si stava facendo montare da Andrea che le stantuffava. Il suo volto esprimeva tutta la troiaggine di questo mondo. –Anche il Carlo, anche il tuo. Le porsi il mio cazzo in bocca e lei lo ciucciò per in po’, poi si svincolò. Fece porre Andrea supino e lo cavalcò piegandosi in avanti. –Dammelo dietro –mi disse. Non credevo alle mie orecchie, ma mi posizionai dietro e mentre lei continuava a prendere in fica il cazzo di Andrea le poggiai il mio sullo sfintere. –Così mi fai male porco,prendi quella crema sul comodino. Presi la crema,umettai il cazzo e la impalai con un colpo solo. –Ahi, porco, mi fai male, ma che bello, finalmente due cazzi, come desideravo. Cominciò a contorcersi per il piacere, ma io rallentai perche volevo arrivare con Milly che nel frattempo ci aveva raggiunti e si era coricata nello stesso letto, ancora sfinita. Andrea accelerò. –Nella sto arrivando…sei la troia più bella che abbia mai scopato.-Anch’io sto per venire, Andrea, dai scopami più forte. Andea accelerò il ritmo delle sue penetrazioni e raggiunsero insieme l’orgasmo mentre io mi ritraevo e mia moglie sembrava folle per il piacere. Nella ed Andrea si accasciarono abbracciati con le mani posate sui sessi e si addormentarono. Io mi alzai piano, andai a baciare Milly sulle labbra e lei aprì gli occhi e mi sorrise. –Aspettami un attimo cara, torno subito. In bagno scaricai la mia vescica piena e mi feci un accurato bidè e mi profumai. Poi tornai in camera da letto. Il corpo bianco di Milly riposava in una posizione di offerta. Mi sdraiai accanto a lei e ripresi a baciarla sulle labbra. Prima come in sogno poi completamente sveglia accolse i mie baci e afferrò il mio sesso. –Voglio sentirlo in tutto il corpo. L’accontentai con piacere, mi posi in posizione sessantanove e cominciai a strofinarle il cazzo sulle guance poi lo diressi versoi suoi seni e lei lo avvolse tutto, lo accolse sotto le ascelle e poi giù sull’ombelico dove lo fermò più a lungo. Nel frattempo la baciavo sulla fica. Dopo che il mio cazzo raggiunse le sue ginocchia ed io succhiai un suo alluce, mi voltai. –Si –disse- prendimi, sono la tua troia , inondami con la tua sborra. Era tenera e troia al tempo stesso, mi faceva tenerezza e mi infoiava. Sprofondai in lei con facilità, raggiunsi il suo utero, ritornai fuori e strofinai il mio cazzo sul suo clitoride fino a farla godere. –Mi fai impazzire, Carlo, pensi al mio piacere, mentre mio marito spesso pensa solo al suo. -Il tuo piacere è il mio, Milly. Raggiungemmo insieme l’orgasmo, la sua fica raccolse tutta la mia sborra, mentre avvertivo, questa volta sul cazzo, il suo terzo orgasmo.
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17 years ago
versoilsole,
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Grazie padrona sophia
Lei era seduta su un divanetto rosso a due posti, vestita di un abito da sera di seta dorato, coperto da una giacchetta lilla con decorazioni dorate, alla sua destra un paio di polsiere di cuoio con moschettoni da scalata, alla destra un pacchetto di sigarette e un accendino, in mano agitava qualcosa che non riuscivo a identificare.
Mi invitò ad avvicinarmi. Giunto di fronte a Lei, notai che tale oggetto era un gatto a nove code, dall’impugnatura in legno e le corde color ebano.
Abbassai lo sguardo e salutai.
“Mettiti in ginocchio!”
Esitai immobile.
“Ho detto mettiti in ginocchio, saluta come si conviene ad una Signora!”
Mi inginocchiai ai Suoi piedi.
“Baciali!”, ordinò indicandomi i piedi.
Ne sollevò uno, che accarezzai ripetutamente con le labbra, salendo fino alla caviglia.
“Stenditi. Ti voglio disteso a terra lungo il divano!”
Ubbidii e mi distesi schiena a terra. Appoggiò le suole dei Suoi sandali dorati, una sul mio basso ventre, l’altra sullo sterno, con i quali fece una leggera pressione.
“Bravo, vedo che sei ben educato!”
“Adesso mettiti a quattro zampe!”
Senza curarsene, si sedette violentemente sulla mia schiena. Con una mano mi palpeggiava le natiche, indurite dalla tensione muscolare dovuta alla posizione.
Improvvisamente ebbe uno scatto violento, mi sollevò il busto e premette le corde della frusta sulla mia bocca, spingendo all’indietro la testa.
“Adesso cominciamo a fare sul serio.”
Mollò la presa e si rimise a sedere sul divano, prese un bracciale e me la mostrò davanti al viso, stirandola con entrambe le mani.
“Leccalo!”
Quando ne ebbi passato la mia lingua per tutta la sua superficie, me la legò al polso, poi fu la volta dell’altro bracciale, con la medesima cerimonia.
“Non ti hanno insegnato a ringraziare la tua Padrona per gli oggetti di cui ti fa dono?”
“China la testa. A terra!”
Mi fece chinare in ginocchioni con la testa completamente a terra, poi mi sollevò la camicia, denudandomi la schiena e ricoprendomi la testa con essa.
La Sua mano sinistra poggiava tra le mie spalle, quando la prima vergata raggiunse la schiena, facendomi sobbalzare.
“Fermo! Fammi vedere che sei abbastanza uomo da resistere alle carezze del mio gattino.”
La mano sinistra si posò con maggiore pressione, come a trattenere i miei sussulti, che cercai di controllare, riuscendoci sempre meglio, via via che le vergate si infrangevano violente sul mio dorso.
“Finalmente ti comporti da uomo. Alzati e fammi vedere che sai come si accontenta una Donna.”
Con la schiena arroventata, mi sollevai a fatica. Lei poggiava con un ginocchio sul divano e aveva scoperto i Suoi seni che, strizzati dalle spalline del vestito e dalla giacca, porgeva verso il mio viso.
Mi portai con la bocca sul capezzolo del seno sinistro e lo massaggiai dapprima delicatamente, poi con maggior vigore, fino a succhiarlo insieme a gran parte della tetta, all’interno della mia bocca.
Lei mi pose l’altro seno per sottoporlo allo stesso trattamento.
I suoi capezzoli si fecero turgidi, la sua bocca rilasciava lievi mugolii.
Qualche minuto dopo mi interruppe, afferrandomi le braccia, legate dalla camicia non ancora sfilata per le maniche, sollevandole sopra la mia testa.
“Stai fermo e tieni su le mani!”
Si chinò sulle ginocchia, appoggiandosi con un fianco sul divano e prese a sbottonarmi i pantaloni, me li abbassò insieme alle mutande, poi senza fare alcun commento afferrò il mio pene, semi-eretto, e i miei genitali, torturandoli allungandoli e girandoli su stessi o stringendoli con la mano.
Il dolore era lancinante, specialmente quando le sue attenzioni erano rivolte ai genitali, pur cercando di resistere, istintivamente ebbi dei sobbalzi.
“Fermo! Tieni le mani dietro la testa.”
Quando ne fu soddisfatta, mi fece togliere completamente la camicia, poi alzò dinnanzi a me e mi ordinò di sfilarle le mutandine.
Poi mi fece di nuovo sdraiare lungo il divano, schiena a terra, con i pantaloni ancora fino al ginocchio.
Riprese a giocare con i miei genitali, questa volta con la suola delle scarpe, premendo con la pianta, o torturandoli con il tacco.
Poi di nuovo con le mani, tirando la pelle alla base pene verso il busto e quella dello scroto dall’altro lato.
Lasciò la presa, si lasciò cadere sulla spalliera del divano e sollevando una gamba, mi ordinò di leccarle il pube.
Mi portai in ginocchio alla base del divano, infilai la testa tra le sue gambe e le passai la lingua lungo le labbra della vagina, Lei le afferrò con le mani e le allargò, aprendomi la cavità vaginale, dove ficcai quanta più lingua riuscivo ad infilare, movendola con movimenti ora lenti ora repentini, cercando di spennellarla ovunque e soffermandomi quando la sentivo mugolare di piacere.
Sentii sul mio mento l’umido del nettare che calava dalla Sua vagina, mentre i vagiti e i mugolii si fecero ancora più intensi.
Afferrandomi per la nuca, mosse la mia testa premendo la bocca lungo tutta la lunghezza della Sua vagina, per farsene risucchiare ogni goccia del suo piacere.
Si Alzò e mi fece segno di sedermi sul divano.
“Fattelo venire duro. Dacci sotto con le mani!”
Sotto il Suo sguardo attento e severo, presi a masturbarmi. Per incitarmi, teneva in tensione il gatto a nove code tra le Sue mani, rilasciando qualche lieve vergata sui genitali.
“Fammi sentire se è duro abbastanza!”
Si mise a sedere sul divano, orinandomi di appoggiarmi ad esso sulle ginocchia.
Afferrò il pene e se lo mise in bocca, pompandolo qualche secondo,
“Non è abbastanza duro come piace a me. Ti darò una mano!”
Mi fece scendere e inginocchiarmi ai piedi del divano, intimandomi di continuare a menarmelo.
Lei si voltò, poggiando le ginocchia sul divano, una mano sulla spalliera, mentre la sinistra, prese a muoversi lentamente tra le sue cosce. Le sue dita, strusciavano sulle labbra della Sua vagina per poi fare capolino in mezzo alle sue natiche, proprio davanti ai miei occhi.
Non servì altro per ingrossare la mia verga e renderla dura come il marmo.
Allungò la mano, per afferrarla, mi avvicinai per acconsentirle di verificarne la durezza.
La appoggiò tra le piccole labbra e spinse indietro i fianchi lentamente, fino ad inghiottirla completamente.
Tenendo una mano tra le natiche, assecondava il movimento dei Suoi fianchi, facendo scivolare l’asta del mio pene tra le Sue dita, prima ancora che nel Suo ventre.
La vista di quel culo perfetto, di quei glutei rotondi che oscillavano davanti ai miei occhi; sentire il calore della sua vagina avvolgere il mio pene, sentirlo fradicio del Suo piacere e stimolato della morsa delle Sue dita, mi stava rendendo impossibile ottemperare a quanto ordinatomi, di non arrivare all’orgasmo.
Il mio pene emise piccole vibrazioni, alla cui percezione, Lei si sfilò e mi ordinò di sdraiarmi di nuovo a terra.
Ricordandomi che non dovevo ancora venire, mi torturava i genitali con le corde del gatto.
La implorai di smettere, chè non avrei resistito a lungo, Lei mi ordinò di sflilarle i sandali e leccarle i piedi, ringraziandoLa per la Sua generosità.
Mentre eseguivo quanto richiesto, Lei si accese una sigaretta, godendosi lo spettacolo e compiacendosi della mia manifestazione di riconoscenza.
Quando ne fu soddisfatta mi fece rimettere in ginocchio, spostò la mia testa all’indietro e mi ordino di aprire bene la bocca e uscire la lingua. Porto la sigaretta al di sopra di essa e ne lasciò cadere la cenere. Così fino a quando non la terminò, spegnendola sulla mia lingua.
Si risedete sul divano, strizzando i seni fuori dalla scollatura e invitandomi a riportare su di essi la mia lingua ustionata.
Sentiva i miei sobbalzi quando sfregavo la parte ustionata e ne provava piacere; la mano destra scivolò tra le Sue gambe, le Sue dita si insinuarono tra di esse, provocandole un ulteriore orgasmo.
Mi afferrò le mani, legò i due moschettoni assicurando l’una all’altra, le portò tra le Sue gambe, e orinandomi di tenere le mani aperte , le strusciò sul pube, raccogliendo il Suo nettare sulla punta delle mie mani. Sdraiandosi sul divano, con le gambe ancora aperte e ancora sgorganti di un rivolo di piacere, mi ordinò di masturbarmi.
“Adesso voglio vederti godere!”
Mi alzai in piedi e con le mani legate afferrai il pene, maneggiandolo rapidamente.
Lei portò i suoi piedi, e il loro solo contatto alla sua base la verga vibrò, stavo ormai per venire.
“Sui piedi. Devi schizzare sui piedi!”.
Immediatamente il mio liquido zampillò copiosamente, ricadendo sulla pianta del piede sinistro di Lei, posto proprio davanti al glande.
I getti successivi invece cedettero sul dorso dell’altro piede, posto al di sotto del pene.
Soddisfatta, si accese una sigaretta.
“Bravissimo. E adesso ripulisci, lecca tutto!”
Mi inginocchiai per poter arrivare meglio ai suoi piedi, che leccai avidamente, prima il sinistro, la cui pianta era ricoperta della mia crema; poi il destro, dove rigoli di liquido si erano infilati tra le dita.
“Pulisci per bene anche me!”
Mi intimò, sdraiandosi sul divano e aprendo le gambe.
La ripulii di tutto il Suo nettare che ancora le inumidiva il pube.
Mi fece sollevare e mi mise il posacenere tra le mani, dove spense la sigaretta.
Lei si alzò a Sua volta; con una mano cinse il gatto a nove coda intorno alla mia bocca, tenendolo stretto ad essa come un morso, l’altra mano afferrò il pene e lo munse, provandone la fuoriuscita di alcune gocce di sperma.
“E questo? Te lo volevi risparmiare?”
Mi sbattè chino a terra e mi colpì con poche ma potenti vergate sulla schiena, caddi steso a terra, ma ciò non la fece desistere, fino a quando non la implorai di perdonarmi della mia mancanza.
Quando fu soddisfatta delle mie scuse, smise di colpirmi, mi scavalcò con una gamba, mentre con una mano mi accarezzava dolcemente.
“Sei un bravo schiavo, sono soddisfatta di te!”
“Grazie Padrona Sophia!”
Di tutta risposta Lei sputò sulla mia guancia e ne spalmò la saliva con la pianta del piede.
“Grazie Padrona Sophia!”
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17 years ago
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Antonio, il 49 enne in attesa di essere svezzato d
Ciao, sono sempre antonio, il 49 enne in attesa di essere svezzato da una coppia.
Come al solito, mentre aspetto, fantastico. Ora vi racconto una mia nuova fantasia.
Una sera mentre controllo la posta, mi arriva una nuova mail con questa scritta: Ciao sono un lui di una coppia 50 enne, lei è come la foto. Io sono un cuckold, mi eccita l’idea che mia moglie si faccia sbattere da altri e la voglio realizzarla. Mi piacerebbe organizzare qualcosa con te, se ti va fatti vivo.
Immediatamente gli rispondo, gli faccio i complimenti per la moglie (è carina, formosetta e con una 4° di seno) e gli dico che sono a sua completa disposizione e che vorrei saperne di più. Dopo alcuni giorni lui mi risponde e mi dice che si tratta di un desiderio che ha da molto tempo, quello di essere cornuto. Si eccita in un modo tremendo all’idea. Ne ha parlato con la moglie ma lei è indecisa e si vergogna. Si dovrebbe organizzare qualcosa che la coinvolgesse, in modo del tutto casuale e discreto.
Inizia un fitto scambio di corrispondenza, finche non decidiamo di incontrarci io e lui un giorno durante una pausa pranza per pianificare il tutto.
Ci diamo appuntamento in un bar in centro, arriviamo puntuali e ci sistemiamo in angolo tranquillo ed apparto.
Dopo alcuni convenevoli in cui mi dice che, dopo avermi visto fisicamente, conoscendone i gusti, potrei andare bene per la moglie, inizia ad illustrarmi i contenuti del suo piano:
In sostanza dovremmo fingere di essere dei vecchi amici, simulare un incontro casuale insieme a lei e, dopo avermela presentata, mi avrebbe dato il numero del suo cellulare e, con la scusa di un’informazione su qualcosa inerente al suo lavoro, dovevo iniziare a corteggiarla per poi arrivare a scoparla. Il tutto ad una condizione: che lo tenessi costantemente informato di tutto, di ogni minimo particolare. La cosa mi intriga, lei mi piace ed accetto. Lui a questo punto mi racconta tutto di lei: ciò che le piace o non le piace, quello che ama fare a letto e fuori, le cosa che la infastidisco e quelle che la affascinano, insomma sono partito con un bel vantaggio.
Dopo esserci scambiati più informazioni possibili anche su di noi e i numeri cellulari, organizziamo per un incontro casuale in una sala da ballo (loro ballano i latino americani, fortuna vuole che anch’io sono capace, ho già fatto alcuni corsi).
Puntuale, all’ora e data stabilita, mi presento in sala. Mentre sto bevendo qualcosa al bar ecco che arrivano, lo vedo è in sua compagnia. E’ splendida, è veramente una bella donna. Lui si avvicina e, con la professionalità di due attori navigati, mettiamo in atto la farsa. Ci salutiamo calorosamente e lui, dopo avermela presentata, mi invita al loro tavolo. Accetto volentieri. Anche lei non ha nulla in contrario. Anzi mi fa mettere a mio agio chiacchierando con me del più e del meno.
Inizio subito a corteggiarla velatamente, a farle i complimenti sulla sua bellezza e bravura nel ballo. La invito e balliamo una bella Bachata. Mentre balliamo la abbraccio e la stringo con discrezione. Eccitante! Vedo lui con la coda dell’occhio che approva.
Alcuni giorni dopo lui mi chiama e mi da il numero di cellulare di lei e mi dice di iniziare il corteggiamento. Io la chiamo e, dopo alcuni complimenti, le chiedo informazioni sul suo lavoro. Lei non si mostra scocciata, anzi sembra contenta di avermi sentito. L’indomani le mando un sms con un complimento e, per conoscenza lo mando anche a lui. Lei mi risponde lusingata. Risposta che, immediatamente, giro a lui.
Ogni giorno divento sempre più audace fino ad arrivare al fatidico invito a cena. Lei, in un primo momento rifiuta, ma dopo una garbata insistenza accetta.
Eccitatissimo, chiamo lui e gli anticipo che la sera, al ritorno dal lavoro, la moglie gli avrebbe comunicato che la sera dopo doveva uscire a cena con i colleghi di lavoro. Lui a queste parole mi ha detto che si stava eccitando e mi chiede di chiamarlo per telefono durante l’incontro e nascondere il cellulare in modo da fargli ascoltare tutto.
Arriva il venerdì e, come d’accordo, la passo a prendere alcuni isolati oltre la loro abitazione. E’ splendida! Mi piace proprio. Andiamo a cena, parliamo del più e del meno e le do un piccolo regalino. Io la corteggio in modo sempre più spudorato ed eccitato. Lei sembra accettare, ma fa la risoluta.
Arriva l’ora di riaccompagnarla. Siamo in macchina sotto casa loro. E’ tardi, non c’è nessuno in strada, io con una scusa attivo il telefonino verso il numero di lui e lo appoggio sul vano. Si attiva la comunicazione e lui è in ascolto. A questo punto inizio ad accarezzarla e a baciarla, lei si lascia andare e mi bacia anche a sua volta, si sentono i nostri sospiri. Le metto una meno in mezzo alle gambe, le baci i seno stupendi, Tocco la sua figa. E’ tutta bagnata. Inizio a farle un ditalino. Lei mi tocca i pantaloni, sente il mio cazzo e apre la cerniera. Siamo in estasi. Mi eccita anche l’idea di vedere il telefono con la comunicazione aperta. Ad un certo punto la sento ansimare, si dimena. Sospira. Sta venendo. Godeee, godee. È venuta sulla mia mano. A questo punto si abbassa sul mio cazzo ed inizia uno splendido pompino. Me lo succhia con maestria. È bravissima. Lecca la mia cappella e poi sprofonda in tutto l’asse fino alle palle. Sono eccitatissimo, non resisto, mi sento venire, glielo dico (in modo da farlo sentire anche a lui) ma lei non toglie la bocca dalla mia cappella. Vengoooooo…… Con un urlo micidiale le sborro in bocca. Lei lo ingoia e lecca tutto.
Dopo averla salutata e fatta scendere, ho preso il telefono e ho chiesto se aveva ascoltato tutto. Mi ha risposto di si (aveva una voce affannosa).
L’indomani lui mi telefona e mi dice: “Grazie, appena è arrivata a casa le sono saltato addosso, ero eccitatissimo, abbiamo scopato come matti, La sua figa era un lago. L’ho baciata in bocca e ho sentito sulla mia lingua l’odore e il sapore della tua sborra. Grazie sei stato bravo, ma questo non è nulla, adesso dobbiamo organizzare il “capolavoro”. Mi spiega i particolari. Fantastico!!! Ma questa è un’altra storia
Ragazzi quest’uomo mi sta prendendo sul serio, non riesco a dirgli di no. Sono totalmente nelle sue mani. Questa coppia mi ha stregato.
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17 years ago
versoilsole,
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Come immagino la mia prima volta
Ciao, mi chiamo Antonio, sono un 49 enne di Lecce e, nonostante la mia tenera età, sono un neofita di questo fantastico mondo trasgressivo e, nell'attesa di una coppia che mi svezzi (magari potreste essere voi due), mi eccito facendo lavorare la mia fantasia. Il racconto sottostante descrive come immagino la mia prima volta con una coppia con lui partecipe:
Immagino che ci incontriamo in un Motel vicino Lecce. Voi, per telefono, mi date il vostro numero di stanza. Io vi raggiungo poco dopo in camera. Vi vedo, siete una coppia fantastica. lei è bellissima, stupenda con la sua minigonna nera e la camicia bianca semiaperta. Anche tu sei un bell'uomo.
Dopo i convenevoli, tu ti siedi su una sedia vicino al letto e mi dici: "E' tutta tua, fammi vedere cosa sai fare." Siamo in piedi ai bordi del letto, mi avvicino ed inizio a spogliarla, accarezzarla e a baciarla sul collo, sotto le orecchie ed in bocca. Piano piano inizio a scendere verso i suoi splendidi seni. Inizio a leccare e succhiare i capezzoli. Lei inizia a sentirmi. Il mio cazzo vuole uscire dagli slip. A questo punto si abbassa dolcemente, si siede sul letto (io in piedi) e inizia a sfiorare il mio cazzo da sopra le mutande. é bravissima. Ormai è diventato duro, pulsante e caldo. Lei mi toglie le mutande e inizia un fantastico pompino.
Mi lecca con maestria, prima la cappella e dopo tutto l'asse. Ti guardo, anche tu sei eccitatissimo. Ti stai menando guardando la tua donna inginocchiata sul cazzo di un altro. La cosa ti eccita da matti (ti capisco, è una sensazione controversa: un misto di gelosia ed eccitazione pura).
Dopo il pompino, la faccio stendere sul letto, le allargo delicatamente le meravigliose gambe e inizio a leccare la sua bellissima figa con tanti peli. Con la punta della lingua le stimolo il clitoride e le piccole e grandi labbra, mentre le metto un dito dentro. Lei inizia a dimenarsi, la sento, sta venendo. ecco arriva... Vengo, vengooooo. Ha avuto il suo primo orgasmo.
A questo punto lo vuole tutto dentro. Io mi avvicino e le salgo sopra, mi metto il preservativo e le metto la punta del cazzo vicino la figa bagnatissima e inizio a spingere con molta calma fino alle palle.
A questo punto la stantuffo prima piano e poi sempre più forte.
Lei, presa dall'eccitazione, vuole anche il cazzo del suo uomo. Ti fa un cenno e tu arrivi. A questo punto si sposta, si mette alla pecorina e vuole il mio cazzo dentro da dietro e quello tuo in bocca. E' una scena stupenda: lei è al culmine del piacere. 2 cazzi tutti per lei, 4 mani che la toccano dappertutto, 2 bocche che la baciano e la leccano. E' stupendo!!! E' al centro dell'attenzione. Siamo tutti e due per lei. La facciamo sentire una Principessa.
Dopo un po’ la sentiamo ansimare e venire di nuovo. E' fantastico, io non resisto a questo spettacolo e vengo anch'io. Anche tu ci sei quasi, ecco che stai sborrando. Ti vedo venire, Le inondi la bocca di sborra. Lei è troppo eccitata e se la ingoia e lecca tutta.
E' stato fantastico. Ci stendiamo tutto e tre sul letto esausti. Lei, al centro, è bellissima!
Dopo un pò, mi rivesto e, in punta di piedi, me ne vado lasciandovi abbracciati a coccolarvi. Si vede che siete una coppia innamorata e complice. Bravi complimenti.
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17 years ago
versoilsole,
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Daniela trav for black men e superdotati
Vi racconto l'ultima mia uscita en femme, mi preparo con trucco vistoso parrucca bionda mini gonna stivali alti calze reggicalze e vado in una zona con forte presenza di maschi africani, arrivo in un bar gestito da un tunisino verso le 21,oo ci sono presenti 4 nord africani fra questi uno che gia mi ha scopato mi offrono da bere e mi fanno dei complimenti molto forti uno mi palpa il culo invitandomi di seguirlo in bagno ma non accetto mi rivolgo a quello che già conosco e gli dico che sono disponibile solo se mi vogliono scopare tutti assieme e loro accettano. Mi portano in una casa vicina, appena entrati m'inginocchio e mi offrono i loro cazzi da succhiare, a turno iniziano a scoparmi che goduria un cazzo in culo uno in bocca e due da segare, ho preso anche 2 cazzi in culo contemporaneamente, tutto questo dura 2 ore in fine mi sborrano in bocca. quando li saluto ho voglia ancora di cazzo mi rifaccio il trucco e passo a trovare un ragazzo senegalese che mi scopa da 2 anni solo perchè è superdotato. Abita da solo rimane sorpreso del mio arrivo vista l'ora ma è pronto a scoparmi visto che già da sotto la tuta si nota la sua eccitazione m'inginocchio e tiro fuori un cazzone lungo, grosso, nodoso con cappella in evidenza che quasi non mi entra in bocca, succhio avidamente per parecchi minuti poi mi fa girare e lo affonda a fatica dentro il mio culo m'incula con molta passione e dopo 20minuti di duri colpi mi sborra come al solito in bocca e dopo mi piscia in bocca. Nel salutarlo lo minaccio che se non mi trova 3/4 amici che mi scopano insieme non mi vedrà più, anche se non esaudirà il mio desiderio penso che non potrò fare a meno del suo cazzone.
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17 years ago
admin, 75
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Cinema \"diabolik\" e seducente signora
Il racconto che vi scrivo risale a quando ero adolescente, avevo 16 anni, mi piaceva molto il cinema e le storie fantastiche.
In quel periodo un cinema della mia città proiettava il film 'Diabolik' cioè la trasposizione cinematografica del famoso fumetto.
Con un gruppo di amici l'avevamo visto e mi era piaciuto molto (l'ho rivisto tempo fa e mi son reso conto che era un film mediocre) ed in un pomeriggio di noia avevo deciso di rivederlo.
Entro nel cinema e la 'maschera' mi indirizza verso l'ultima fila, l'unica ancora libera, non mi dispiaceva, in fondo da quel punto della sala si vedeva bene e poi il fascio della luce blu della cabina di proiezione, appena più in alto della mia poltrona, mi affascinava.
Mi siedo, appoggio il cappotto sulle gambe, era una meraviglia sentire il ticchettio del proiettore e stare al caldo a vedere un film emozionante.
Ogni tanto entrava qualcuno, allora si poteva, anche a film iniziato, la maschera accompagnava con una piccola pila lo spettatore alla poltrona e, tra un tempo e l'altro girava fra le file un venditore di bibite, gelati e patatine.
Era appena iniziato il film che entra una coppia di 40-50 anni, indirizzati dalla lucina della maschera si siedono accanto a me, posso solo intravederli al buio della sala, lei con una pelliccia e lui con un cappello, quando si siedono avverto il profumo di lei, un profumo dolce e fresco insieme e penso che mi piace, peccato che quella signora sia così... matura, a quell'epoca tutte le persone al di sopra dei 30 anni le consideravo 'matusa' come si diceva e poi....con la pelliccia... cosa da vecchi!
La pelliccia è ingombrante, occupa il suo posto ed in parte il mio, non mi dispiace è inverno e fa freddo. Cerco di tenere il braccio sulla mia poltrona senza toccare il suo ma... dopo poco sento il contatto leggero del suo ginocchio sulla mia gamba, lei ogni tanto chiacchiera con il compagno, sono imbarazzato da quel contatto ma, visto che lei non ci fa caso, decido di non spostarmi perchè devo ammettere che mi piace.
Poi sento il suo braccio vicino al mio, mi guarda per un attimo, ma io imbarazzatissimo continuo a fissare lo schermo, sento le sue dita che scivolano sul mio braccio ed arrivano alla mano, ho il cuore che va a 'mille', non so cosa fare ed aspetto gli eventi, mi stringe la mano e la dirige sotto la pelliccia, mi sembra una situazione irreale, sono teso, preoccupato, eccitato, ma la sua mano è rassicurante, mi accarezza come a dirmi, "stai calmo, tranquillo, va tutto bene" poi, sempre sotto la pelliccia mi guida la mano sulla sua gamba, sotto la stoffa del vestito avverto....un bel corpo, mi sembra di sognare, il compagno si gira e le dice qualcosa, mi si gela il sangue e vorrei scomparire ma lei trattiene la mia mano, in effetti la pelliccia copre bene ogni cosa, mi rassereno e le accarezzo la gamba poi vengo guidato sotto la gonna dove le calze si arrendono alla pelle delle cosce....che cosa fantastica erano i reggicalze, quei sottili fermagli sulla pelle nuda... è morbida quella pelle, calda, la mia mente si offusca dal piacere, sento le sue gambe schiudersi lentamente, divento più ardito (era ora...avrà pensato lei...) ed oso attentare a salire più su fino agli slip, che dovevano essere di seta, mi aspetto una reazione negativa ma...la sento offrirsi alla mia mano, non avevo ancora mai toccato una donna li... in mezzo alle gambe, sotto la sottile stoffa avverto il caldo umido del suo sesso che sembra aderire alle mie dita con un leggero movimento rotatorio.
La sua mano è sempre sulla mia e mi guida sotto lo slip sollevandone il bordo per invitarmi... sento i primi peli e la pelle sottile, il film scorre inutilmente davanti ai miei occhi, vado lentamente avanti fino alle grandi labbra, le sento umide, scivolose sotto i polpastrelli, mi spinge delicatamente verso il clitoride gonfio e turgido, non immaginavo che fosse così pronunciato e così piacevole da accarezzare, le sue dita mi invitano ad insistere scivolando da un punto all'altro e premendo ritmicamente, è divino sentirlo sgusciare ed inturgidirsi sempre più, ad un tratto scorgo l'altra sua mano che stringe quella del compagno (marito?) e mi fermo, ma lei mi invita a continuare ed a toccarla più in basso, il mio dito sempre guidato da lei viene avvolto da caldi umori e scivola dentro la vagina, sono in estasi, lei si apre sempre più, infilo anche l'altro dito, entro ed esco da lei poi risalgo verso il clitoride sempre più gonfio, penso che potrei accarezzarle per ore... ma poi sento la sua mano spostarsi sotto la pelliccia, fino ad arrivare alla mia gamba, guardo l'altra sua mano che stringe ancora quella del compagno, sono confuso... ma lei non sembra preoccupata.... mi sento toccare da quella mano che rapidamente giunge al mio sesso in piena erezione, sbottona il mio pantalone di quel tanto che basta e stringe con decisione e dolcezza l'asta, sento il suo pollice scivolare sulla cappella gonfia ripetutamente, poi scende fino a raccogliere le mie palle come in una conchiglia, le massaggia poi ritorna sul cazzo teso allo spasimo, io continuo a toccarla freneticamente ed in breve tempo vengo copiosamente nella sua mano, lei continua a tenerlo fino agli ultimi spasmi.
Prende un fazzoletto fa finta di soffiare il naso e poi lo passa sull'altra mano per pulirsi, mi da un colpetto sul sesso come a dire "grazie", si volta verso il suo compagno, si dicono qualcosa, poi si alzano e vanno via.
Rimango li, sta finenedo il primo tempo del film, una serata che non dimenticherò....mai.
9
7
17 years ago
ibiscogiallo, 54/54
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Bendata
Penso a me e penso a una esperienza inaspettata e intrigante allo stesso modo. Pensando a me mi vedo in un antico castello, c’è molta gente, un grande salone, e la musica. Sono tutti vestiti in maschera, eleganti e misteriosi.
Mi vedo anch’io, mascherata, indosso un grande mantello di seta nero, lungo,
si, lungo fino ai piedi con uno strascico e un largo cappuccio che mi copre i capelli e parzialmente il viso. L’interno è di colore rosso. Sugli occhi una mascherina nera, sotto il mantello non sono molto vestita,anzi sono praticamente nuda, ho solo un tanga nero ridottissimo, è composto da due strisce di pelle nera che scendono dai miei fianchi e vanno sulle labbra esterne del mio sesso per poi congiungersi sotto all’interno delle cosce e risalire in un’unica striscia che va a dividere perfettamente il mio sedere. Due lacci chiudono il mantello senza lasciare intravedere nulla.
Accanto a me il mio uomo anche lui con lo stesso costume ma… senza nulla sotto.
Non so come ho fatto a farmi convincere ad andare in quel posto e così vestita, ma la cosa mi intriga molto. L’ambiente è illuminato da candelabri con molte candele sorretti manualmente da uomini dal fisico muscoloso e lucido per olio che ne esalta le forme e vestiti di un solo drappo che copre il loro sesso. La musica è calma con un ritmo lento e sensuale, uomini e donne danzano con movimenti sinuosi e con i corpi che strisciano l’uno contro l’altro, spesso quasi ad unirsi in un amplesso.
Guardo il salone è di forma circolare, le pareti sono interrotte da molti passaggi bui con la forma ad arco. Attraversiamo con passo languido il salone fra la gene che balla, sento i loro profumi, la loro eccitazione per i frequenti contatti e proseguo fino ad uno dei passaggi scuri. Entriamo,
dall’altra parte un bar ricavato nella pietra, tanti divani di varie forme e di colore rosso. Qui la luce è meno intensa ci sono solo due torce accese sulle pareti.
In un lato alcuni uomini che sorseggiando da calici di vetro rosso notano il nostro ingresso. Prendiamo anche noi del vino servito sempre in calici rossi, mi guardo intorno e vedo in un angolo una coppia che sta facendo sesso sopra ad un divano.
Il mio sguardo è calamitato dai due corpi avvinghiati, dai loro gemiti di piacere dal loro eros. Sento un calore improvviso risalire il mio corpo da sotto al mantello, è l’eccitazione. Il mio compagno dietro a me si accorge di questa attrazione, fa scivolare una mano lentamente sulla mia schiena fino a palparmi il sedere.
Scorgo di lato gli uomini osservare il palpeggiamento che ora si è fatto più insistente. L’altra mano accarezza di fianco un seno, il calore aumenta, sento i due ansimare e vedo gli uomini attratti dal pellustramento del mio corpo. La loro attenzione mi intriga, mi stuzzica e mi rende più provocante.
Porto le mani sui fianchi del mio uomo dietro a me e lo tiro contro al mio corpo, sento il suo membro già teso e voglioso appoggiarsi sulle natiche. Voglio provocare di più l’attenzione di quegli sguardi, chiedo al mio lui di slacciare il laccio più basso. La sua mano scivola sulla seta del mantello sfiora un capezzolo, passa sul ventre e libera la chiusura. Il mantello si apre come aprire un sipario, ora si vede molto meglio il mio copro fin sotto ai seni. Le mie gambe sono tese e accostate una all’altra, la mano di lui forza l’apertura, lentamente le socchiudo so bene che con questo movimento le due strisce di pelle che appoggiano sulle grandi labbra faranno da secondo sipario e la mia figa sarà aperta e provocante. Gli sguardi degli spettatori si fanno più accesi e la loro eccitazione fa crescere la mia in modo esponenziale. Ora i miei capezzoli sono turgidi al punto che sembra vogliano perforare il mantello che li copre, sento la mano di lui andare sull’inguine mentre l’altra da dietro sale fino a stringere un seno. Voglio osare di più e allora mi volto di colpo infilo la lingua in bocca al mio uomo mentre con una mano gli afferro il cazzo che non ne vuole più sapere di stare sotto al suo mantello, poi scendo con lingua lungo il mantello fino a mettermi in ginocchio e con la bocca aperta verso quell’arnese proteso. Sento gli sguardi degli spettatori so di provocare loro impulsi al basso ventre e me ne compiaccio. Con movimento rapido ingoio il pene per intero fino alle palle per poi chiudere le labbra attorno come una ventosa e aspirare risalendo lungo le sue nervature. Con la lingua giro intorno alla cappella già dura dall’estasi, poi scendo sulle palle e la faccio roteare vorticosamente provocando un irresistibile ansimare nel mio lui. Volto lo sguardo mentre le mie labbra scorrono sul cazzo e vedo loro già tutti con i loro membri fuori che si masturbano attenti alle nostre movenze.
La vista di quei cazzi tesi mi allaga la figa già pulsante,
mi sento padrona dei loro istinti e al centro dell’attenzione. Dopo pochi attimi la scena si interrompe il mio lui mi solleva, quando ho il volto davanti al suo penetra la mia bocca con la lingua, mi solleva una gamba e…sento il suo cazzo che mi penetra anche di sotto spingendomi contro il bancone del bar, bastano pochi colpi e sento l’orgasmo che si avvicina. Lui se ne accorge e smette di scoparmi, mi prende per mano e mi porta fuori dal bar. Proseguiamo per un lungo corridoio, qua e là gente che si accoppia in tutti i modi. Entriamo in una stanza piccola, buia, l’unica luce che entra è quella che filtra dall’esterno attraverso i fori che ci sono tutto intorno nelle pareti. Al centro, dal soffitto, pendono due braccialetti per i polsi attaccati al soffitto tramite catene. Capisco al volo le sue intenzioni e gli porgo i polsi con un sorriso intrigato. Mi trovo in un attimo legata e bendata, si sente la musica che proviene dal salone e i gemiti di gente che gode all’esterno della stanza. Una sua mano mi tocca il viso poi scende al centro delle tette e libera l’ultimo laccio del mantello che scivola a terra lasciandomi nuda, solo con quelle due striscette di pelle che quasi nulla coprono.
Sento dal suo respiro il viso avvicinarsi al mio collo e poi prenderlo a piccoli morsi quasi a gustarene il mio corpo lentamente. Ho ancora il sesso bagnato dalla precedente esperienza che già ne sto vivendo un’altra. Penso ancora a quei membri tesi eccitati dalla mia provocazione mentre sento la bocca di lui che va sui seni. La sua lingua li lecca a intermittenza, li stuzzica, le sue mani vanno sul sedere e poi all’improvviso sento davanti il suo cazzo che mi sfiora proprio li dove vorrei essere trafitta. Ma è solo un assaggio si allontana, sento ancora il suo viso vicino al collo, si avvicina ad un orecchio e mi sussurra “ hai visto i fori intorno?” Io rispondo di si. E mi dice “attraverso quei fori ci sono tanti occchi che si eccitano nel guardarci.”
La faccenda si fa sempre più intrigante, lui sa quanto mi piaccia eccitare.
Ora sento la sua testa fra le mie cosce e facilito l’accesso divarcandole, la sua lingua scorre fra le labbra umide. Ci gira intorno quasi ad assaporarne tutti gli umori, poi entra prepotente la sento pentrare come un pene e poi salire sul clitoride, vorticare su di esso. Mi salgono i brividi lungo la schiena sono indifesa cosi legata ma questo contribuisce a far salire gli ormoni. La lingua ora lecca e si distacca ritmicamente sul punto più debole, ansimo mugugno non rieseco a star ferma al punto di accostarmi contro una parete le catene sono lunghe e ne consentono il movimento. Nell’accostare sento contro la schiena il muro freddo e la forma dei fori sulla pelle, lui si accosta mi prende le gambe e mi solleva di peso. Si prendimi così fammelo sentire questo cazzo… poi lo sento spingersi dentro deciso ho un sussulto di piacere . Un colpo, due e poi si mette a roteare dentro. Io impazzisco sento i respiri delle persone che guardano dall’esterno e che si eccitano nel vedermi penetrata, li sento vicini e impotenti forse vorrebbero toccarmi avermi ma non possono, sento il suo cazzo roteare e premere sul clitoride, è un’estasi di sensi liberi. Ad un certo punto mi riappoggia con i piedi a terra e allunga il tiro delle catene. Ora posso muovermi di più, anche se sono ancora legata. Sento ancora il contatto della lingua che scende sulla schiena , mi provoca un fremito la sento calare lentamente fino alla giuntura dei glutei, le sue mani mi spingono sulla schiena in modo da abbassarmi e mettermi alla pecorina, mi piace essere presa da dietro e lui lo sa. La sua lingua ora ha facile accesso fra le mie natiche e continua ad esplorare fino a introdursi ancora nella mia figa palpitante. Ricevo quest’esplorazione estasiata ormai attendo solo di essere ancora penetrata. Poi avverto il distacco penso che lui da dietro stia per prendermi, ma… passano alcuni attimi di silenzio. Ora di nuovo un contatto, questa volta sulle labbra che apro per istinto. Sento la cappella entrare favorisco l’ingresso aprendo di più la bocca e incomincio a lavorare con la lingua su di essa. La sento indurirsi e crescere è una fantastica sensazione perché so di provocare piacere. Ora scorre nella mia bocca lentamente per tutta la sua lunghezza, è teso splendidamente teso ne avverto le contrazioni di piacere, la mia figa sbrodola ansiosa mentre arriva al mio udito l’ansimare di chi osserva. Un misto di istinti coinvolti insieme, poi la sua voce che mi chiede a che punto è la mia eccitazione. Sfilo arretrando la testa il cazzo dalla bocca e gli chiedo di scoparmi, sento le mani che mi prendono la testa e il cazzo che torna a riempirmi la bocca. Dò alcuni colpi decisi prendendolo tutto al punto di sentire le palle che battono contro il mento. Penso mi voglia venire in bocca e la cosa non mi spiace ma poi all’improvviso due mani mi afferrano da dietro e sento la sua voce che dice ora ti faccio godere mentre il suo cazzo entra deciso dentro di alla mia figa ansiosa. In una frazione di secondo una sensazione strana, non capisco, lui mi sta scopando da dietro ma allora il cazzo che ho spompinato con gusto di chi è? E tutto questo mentre i due membri mi scorrono davanti e dietro. Vorrei reagire però non ne ho il tempo perché la mia figa ormai esausta si mette a pulsare come un treno impazzito, sto scopando mentre pompo un altro cazzo. L’istinto di mollare la presa con la bocca viene sopraffatto dall’orgasmo che sta sopraggiungendo, non ero preparata a questa situazione si ne avevamo parlato ma non me l’aspettavo, però la cosa nello stesso tempo mi eccita al punto che muovo con decisione la testa stringendo le labbra e dopo pochi istanti sento esplodere il membro che mi innonda la bocca di caldo liquido mentre anche la mia figa ormai esausta si stringe convulsa attorno al cazzo di lui birbante che comunque, perdono perché è riuscito a farmi vivere un’esperienza che forse non avrei mai avuto il coraggio di affrontare.
11
5
17 years ago
admin, 75
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La cognata
“Esco adesso, ci vediamo tra mezz’ora a casa mia, ciao!”
Poche e perentorie parole per convocarmi ad un'altra mattinata di sesso, tre, quattro ore durante le quali avrei dovuto soddisfare ogni sua voglia e desiderio.
Era poco più di due mesi che si andava avanti così, quasi tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, puntuale ricevevo quella chiamata, non appena lei terminava il suo turno di lavoro, come capo squadra di una ditta di pulizie.
Due mesi prima era la ragazza di un mio amico, ci conoscevamo da anni, da quando fidanzandosi con lui, prese a frequentare il nostro gruppo di amici.
Timidissima, pian piano, prendendo confidenza con il resto della compagnia, rivelò una maliziosa sensualità, che stuzzicò e attrasse piacevolmente la mia attenzione.
Ben presto diventammo complici di maliziose provocazioni, all’inizio sottilmente celate in sottointesi e doppi sensi, ma, complice l’ingenua partecipazione del fidanzato, col tempo gli argomenti si fecero molto più audaci e palesi, fino ad arrivare a scambiarci anche confidenziali racconti delle nostre esperienze sessuali.
Nonostante l’evidente stato di eccitazione che mi procuravano tali conversazioni, condite da un corpo, seppur abbondante, sensualissimo e sapientemente esposto alla fantasia erotica maschile, il nostro rapporto rimase circoscritto a goliardici discorsi in compagnia.
Quell’estate invece, tutti i nostri amici, fidanzato di lei compreso, presero a lasciare la città ogni venerdì sera, per passare il week-end al mare.
Lei non poteva raggiungerlo, lavorando anche il fine settimana, mentre io preferivo passare le due giornate festive piegando e dando voce alla mia bicilindrica, sulle curve che si arrampicavano sull’Appennino Tosco-Emiliano.
Rimasti soli in città, passavamo insieme le serate e il tempo libero, dove potemmo dare libero sfogo ad ogni nostra inibizione, almeno verbalmente; fino a confessare la reciproca attrazione l’uno per l’altro, davanti a due boccali di birra sorseggiati sulla terrazza di un bar in collina, in una calda serata estiva, con il panorama della nostra città a fare da sfondo.
Fu quello l’unico momento di imbarazzo tra di noi, nonostante fosse sempre stata palese l’attrazione reciproca tra di noi, svelarla, manifestarla apertamente aveva turbato l’atmosfera di complicità tra noi. Come mai prima, lunghi silenzi si calarono nella nostra conversazione, fino a quando Lei prese a provocarmi, più o meno seriamente, credo per sondare le mie possibili reazioni.
Quella sera tornammo presto a casa; seduta dietro di me, sulla sella della mia moto, i suoi seni, avvolti semplicemente in una aderente canotta di cotone, si spalmavano sulla mia schiena, pressati dalla energica presa delle sue braccia, che mi avvolgevano, mentre le sue mani si strusciavano sui miei pettorali. La lasciai sul portone di casa in preda ad un evidente erezione, che maliziosamente constatò, lasciando cadere un braccio fino a portare il palmo della Sua mano “incidentalmente” a strofinarsi sul il mio basso ventre. Mi salutò con un sorrisetto divertito, mentre io sgommavo verso casa, a dar libero sfogo alla mia eccitazione.
La mattina successiva, rientrato dal mio giro sull’Appennino, trovai un Suo messaggio nella segreteria, dove mi invitava a pranzare con Lei, che era da sola a casa, visto che anche suo fratello e sua madre se erano anch’essi andati al mare.
La chiamai per confermare che sarai andato da Lei, giusto il tempo per fare una doccia.
Nonostante il mini pigiamino con il quale mi accolse, consumammo serenamente il pranzo, cose se nulla fosse successo la sera prima, ma quando le chiesi dove voleva andare dopo pranzo, Le si illuminarono gli occhi e la Sua bocca si estese in un raggiante sorriso.
“Voglio stare con te!”, mi rispose.
Imbarazzato le chiesi cosa voleva fare.
“Tutto quello che non abbiamo mai fatto!”, replicò divertita, sbottando in una sonora risata.
Speravo che si stesse solamente burlando di me, ma ebbi conferma delle Sue reali intenzioni, quando si inginocchiò tra le mie gambe e guardandomi divertita per il mio imbarazzo, prese a sbottonarmi i pantaloni.
Io mi ritirai e la invitai a desistere nelle sue intenzioni. Cercando di convincermi a cedere e soddisfare quello che era il desiderio di entrambi, mi assicurava che sarebbe rimasto un episodio isolato e che poi avremmo ripreso il nostro normale rapporto, tenendo per se quello che sarebbe successo. Sosteneva che non poteva resistere oltre e che se volevamo ancora frequentarci, dovevamo toglierci questo sfizio, che avrebbe per sempre condizionato il nostro rapporto.
Sebbene sapessi di sbagliare, mi lasciai corrompere senza porre troppa resistenza .
Fui letteralmente travolto dalla sua carica erotica e avvolto dal suo caldo e morbido corpo.
Passammo tutto il pomeriggio a mettere in pratica quello che finora avevamo argomentato, regalandoci ore di reciproco intenso piacere.
Il rientro di suo fratello, ci sorprese che eravamo ancora nudi sopra il letto, goduriosi e soddisfatti per le intense ore che ci eravamo regalato.
Ci rivestimmo in fretta e raggiungemmo il fratello in cucina, intento a preparare la cena per lui e la fidanzata che era con lui e che ci accolse con uno sguardo maliziosamente sorpreso.
Nonostante il loro invito a rimanere salutai la compagnia.
Solamente tre mattine dopo, mercoledì, la prima delle chiamate che dal quel giorno avrebbero condizionato le mie mattine infrasettimanali.
“Tra mezz’ora sono a casa da sola, ti aspetto!”
Le contestai che non dovevamo rischiare oltre e fermarci dove eravamo arrivati.
Nemmeno rispose, dopo mezz’ora irruppe in casa mia e mi aggredì affermando che lei non aveva alcuna intenzione di lasciar cadere la cosa, tutt’altro, che fino a quando ne avesse avuto voglia, avrei dovuto soddisfarla, tranquillizzandomi - o minacciandomi - che se avessi fatto come lei voleva, la cosa sarebbe rimasta tra di noi.
Non ebbi difficoltà ad accettare e adeguarmi a questa inconsueta situazione e, dopo un iniziale imbarazzo, ne fui presto entusiasta partecipe.
Seguirono due mesi al servizio delle sue voglie; passavo gran parte delle mie mattine a leccarla e succhiarne gli umori, a cavalcarla o esserne cavalcato, affondando il mio membro tra le sue tettone o a masturbarla con le mie dita o con dei vibratori, o semplicemente massaggiarla e accarezzarla, se non farle semplicemente compagnia, completamente nudo, a volte costretto a masturbarmi per il suo diletto.
Quella mattina, come sempre, aprì la porta al solo sentire il rumore della mia moto. La raggiunsi al piano superiore, dove mi accolse in biancheria intima, una coulotte aderente in cotone e un reggiseno del tipo fitness, che sembrava scoppiare da un momento all’altro, sotto la pressione delle sui enormi seni..
Ci salutammo con un bacio casto, poi mi accompagnò nella sua camera, dove avrei dovuto spogliarmi completamente, sotto il suo sguardo divertito ed eccitato. Sovente, si eccitava talmente nel guardarmi svestire, da bagnare le mutandine con il suo umore; quando succedeva, il mio primo compito era ripulirla completamente.
Quella mattina però mi lasciò solo nella stanza, dicendomi che mi avrebbe aspettato nella stanza di suo fratello, giusto di fronte.
Il fatto di andare nella stanza di suo fratello non era inconsueto, spesso ci andavamo, curiosando nella sua fornita collezione di riviste e filmini pornografici, solo per divertimento o alla ricerca di nuove stimolanti situazioni.
Proprio curiosando nella stanza di suo fratello, trovammo vari giochi erotici, quali vibratori, falli in lattice, manette e addirittura una frusta la cui impugnatura aveva la forma di un fallo.
Alcuni li avevamo anche provati, ma non c’eravamo spinti oltre l’ammanettarci, o penetrarla con i falli e i vibratori, con i più piccoli dei quali l’avevo iniziata alla penetrazione anale.
Quindi, seppur sorpreso dalla sua strana assenza alla mia vestizione, senza dargli troppo peso, la raggiunsi nella stanza di fronte, dove fui accolto da una vera sorpresa.
Dentro la stanza, ad attendermi non c’era lei, ma sua cognata, che mi accolse vestita solamente di una mutandine in latex con applicato un fallo in lattice.
Lei, una morettina, minuta nel fisico, pelle olivastra e profondi occhi neri, mi guardava compiaciuta per la mia espressione di sorpresa.
In effetti non sapevo cosa dire o fare; ero nudo, da solo, in una camera da letto, con una provocante ragazza, per la quale non potevo negare di provarne attrazione, anch’essa nuda, se non fosse per quel inquietante accessorio in vita.
Vedendomi in preda ad un spaventoso imbarazzo che mi aveva immobilizzato sulla soglia della camera, la cognata non trattenne il riso e mi fece segno di avvicinarmi a lei.
Ironicamente mi chiese se ero sorpreso di vederla. Annuii.
Di seguito, mi chiese se mi dispiaceva il fatto che si fosse aggregata a noi; con lo sguardo feci un cenno verso il fallo che si ergeva dal suo ventre; ne rise divertita.
“Ti piace? Questo è molto meglio del tuo, è sempre pronto, non si affloscia mai e non sporca!”.
La guardai perplesso, lei se ne accorse e si adombrò.
“Ne vuoi una dimostrazione pratica?”
Con una mano mi afferrò il pene, e lo strinse energicamente.
“Vedi, il tuo ancora non è pronto!”
“Senti questo invece com’è duro”, aggiunse, afferrandomi una mano e portandola sul fallo artificiale.
Ero sempre più perplesso, ma il contatto della sua mano e il suo atteggiamento arrogante mi stavano eccitando e incuriosendo. Lo manifestai con una poderosa erezione.
Ci raggiunse anche la mia amica, completamente nuda.
“Adesso vediamo quanto duri!”
La mia amica si chinò davanti a me, afferrandomi il pene e avvolgendolo con le sue labbra, per poi cominciare un allettante rapporto orale. La cognata si portò dietro di lei, con le mani la afferrò per i i fianchi e la penetrò con il finto fallo.
Mentre il mio pene veniva massaggiato dalla calda bocca della mia amica, la vista di quell’esile corpicino di donna che la penetrava e la faceva gemere di piacere, ogni volta che affondava la sua protesi di gomma, mi indusse un rapido orgasmo che le riempì la bocca.
La cognata si fermò e le fece cenno di alzarsi.
“Durato poco, no?”
Poi mi fece segno di abbassarmi, con una mano mi afferrò per il mento, facendomi aprire la bocca.
Con l’altra mano spinse la testa della mia amica verso il mio viso.
“E adesso ti riprendi i tuoi scarti!”, disse, mentre la mia amica lasciò cadere dalla sua bocca, lo sperma con il quale l’avevo riempita, per colare, misto a saliva, fin dentro la mia.
Come ne sentii il sapore amaro e salto, feci per sputarlo, ma un gesto rapido ed energico della cognata, mi chiuse la bocca.
“Eh, no! Con me, chi sporca pulisce”, disse, prima di ordinarmi di ingoiarlo.
Meravigliandomi di me stesso, completamente inebetito dall’eccitazione che mi procurava questa anomala situazione, lo deglutii, provocandone una spiacevole sensazione di nausea, seguita da piccoli conati di vomito.
“Beh, adesso il tuo attrezzo è fuori uso” - disse ridendo la cognata - “Se vuoi continuare a partecipare dovrai offrirci qualcos’altro!”
Si stese con il busto sul letto, la mia amica si portò sopra di lei e si calò fino a impalarsi sul fallo che la cognata, con le mani teneva ben eretto, indirizzandolo verso la sua vagina.
Osservai sbalordito la mia amica cavalcare furiosamente quella rigida protesi, gemendo come indiavolata. Era facile all’orgasmo, e le servirono poche cavalcate per inumidire il fallo, con rigoli di piacere che raggiunsero la mano della cognata.
“Comincia con l’offrirci la lingua, fammi vedere come sei bravo a leccare!”, disse, ordinandomi di leccare e succhiare gli umori che fuoriuscivano dalla vagina della mia amica.
Mi avvicinai e accostai la mia bocca sotto i suoi fianchi, che nel loro movimento oscillatorio, mi colpivano il viso, mentre ero intento a succhiarne le saporite secrezioni.
La mia amica si fermò e sollevò i fianchi porgendomeli per procedere meglio nel mio lavoro di ripulitura; gemette soddisfatta quando affondai la lingua per rimuoverne ogni rimanenza sulle pareti vulviche.
Quando ne fu soddisfatta si fece da parte, lasciandomi in ginocchio, ai piedi della cognata, il cui accessorio fallico si ergeva a pochi centimetri dal mio viso.
La cognata sollevò le spalle, appoggiandosi sui gomiti. Con un movimento della testa fece cenno al fallo di gomma.
“Beh, non finisci il lavoro? Il mio attrezzo è bello fradicio!”.
Spalancai gli occhi, non potevo credere che mi stese chiedendo di leccare un fallo, seppur di gomma. Mi voltai verso la mia amica che ridendo divertita, mi incitò a farlo.
Più decisa, la cognata mi esortò ancora.
Timidamente mi avvicinai e allungai la lingua verso l’asta. La sonora risata della mia amica mi interruppe; la cognata la redarguì e mi intimò di continuare.
Mi riavvicinai, appoggiai la lingua e la passai per la sua lunghezza. Tornai alla base e ricominciai, sotto lo sguardo compiaciuto della mia amica e quello severo della cognata.
Dopo un paio di passate presi più confidenza e cominciai a leccare con più vigore.
Vidi la mia amica, seduta sopra una poltroncina a lato del letto, eccitata,sollevare e spalancare le gambe, per poi affondare le dita.
La cognata si sollevò sui fianchi e afferrandomi la testa con le mani, affondò il fallo nella mia bocca, pompandolo dentro e fuori e apostrofandomi con epiteti volgari, di solito riservati alle donne di malaffare.
Le pompate si fecero violente e rapide, e furono accompagnate da suoi gemiti di piacere.
Al culmine della sua azione, sfilò il membro dalla mia bocca e lo sollevò con una mano, mostrandomi, al di sotto, una fessura nella mutanda, in corrispondenza della cavità vulvica.
Senza attendere alcuna disposizione, affondai la mia lingua in quella fessura, stimolandone la secrezione del liquido orgasmico.
Le sua mani si cinsero alla mia nuca e schiacciarono la mia testa tra le sue gambe, quasi soffocandomi, fino a quando, con un lungo e sonoro sospiro, si lasciò cadere sul letto, mollando la presa.
Il mio membro aveva ripreso vigore e si stava di nuovo ergendo alla vista di quel corpo femminile godurioso, incredibilmente e eroticamente accessoriato di un membro maschile.
Mi alzai impugnando il pene con una mano, accennando l’intenzione di portarmi sopra di lei, ma premendo con un piede sul mio ventre, mi spinse indietro.
“Se vuoi scopare, c’è la tua troietta ancora bella calda! Anzi, perché non ce la scopiamo in due?”
Acconsentii. Mi fece cenno di sedere sul bordo del letto, poi prese la mia amica per mano e la invitò a montarmi, sdraiandomi sul letto.
Mentre la mia amazzone cominciava la cavalcata, sbattendomi in viso i suoi grandi seni, sentii afferrarmi le gambe e sollevarle, immediatamente dopo, la mia amica si fermò qualche secondo, per poi lanciare un gemito misto di piacere e dolore, quando la cognata la penetrò nel secondo canale.
Da quel momento il ritmo fu dettato dai lenti colpi della cognata , i cui fianchi sbattevano sui miei glutei. I colpi si fecero più intensi, e il mio pene fu in breve travolto e infradiciato da un ondata di piacere della mia amica.
Sentii un rigolo scendere lungo il mio solco anale, ingenuamente pensai che questa volta aveva superato se stessa nell’intensità dell’orgasmo.
Si sfilò da me, posizionandosi dandomi le spalle e offrendo alla mia bocca il suo frutto sgorgante di nettare.
Inebriato di piacere e golosamente perso nel gustare il suo succo, non feci caso che la cognata mi teneva ancora le gambe sollevate, se non quando passò la presa alla mia amica, che sovrastandomi con i fianchi sul viso e le gambe sulle braccia, mi aveva praticamente immobilizzato.
Il suo sedere si adagiò sul mio viso, impedendomi anche di parlare, quasi di respirare.
Sentii ancora del liquido calare lungo il solco, fino alla cavità anale.
Subito dopo, la cognata appoggiò la punta del suo fallo artificiale e lentamente mi penetrò, mentre cercavo di liberarmi dimenandomi, sotto il peso, non proprio leggero, della mia amica.
La mia resistenza non impedì alla cognata di proseguire nel suo intento, tutt’altro, il dolore di quella protesi che avanzava al mio interno, mi immobilizzò; ormai era entrata, il mio ano era stato violato, e non sapevo se rammaricarmi più per il dolore o per l’infame offesa che stavo subendo.
Incurante della mia reazione, procedette nella sua azione penetrativa, più fastidiosa che dolorosa; sicuramente meno di quando lo ritrasse, trascinando i non ben lubrificati lembi di pelle che chiudevano l’orifizio, che sembravano lacerarsi, provocandomi un lancinante dolore.
Lentamente mi penetrò di nuovo, questa volta con minor dolore e fastidio; il lubrificante sparso sulla verga e intorno alla cavità, aveva reso il mio canale più malleabile. Anche la mia resistenza venne scemando via via che il dolore diminuiva, e il senso di fastidio fu sostituito da un senso di piacere, dal sentirmi riempire il retto fino al ventre, sentire quella protesi solcarmi all’interno, il cui sfregamento mi procurava brividi di godimento, soprattutto quando, tolta ogni resistenza, il ritmo dei suoi colpi si fece più vigoroso e deciso e fui liberato della morsa del corpo della mia amica, cosicché potetti ammirare l’azione che quel corpicino olivastro stava compiendo su di me, le sue piccole tette ballare al ritmo dei suoi colpi e lo sguardo al tempo stesso compiaciuto e pieno di orgoglio, per avermi ridotto al suo volere.
Quelle sensazioni, e quelle visioni mi provocarono una grande eccitazione; impugnai il mio pene con entrambe le mani e lo masturbai freneticamente, fino a quando fui travolto da un maestoso zampillo che mi ricoprì del mio sperma fino alla testa.
La mia amica si precipitò a succhiarne quello che colava lungo il mio pene, mentre i colpi della cognata aumentarono di frequenza e potenza, fino quando piccoli gemiti ne preannunciarono l’imminente orgasmo, che si manifestò con piccoli gridi e colpi meno frequenti ma più potenti, arrestandosi poi con il fallo completamente inserito dentro di me.
Lo estrasse solo qualche minuto dopo, quando l’intensità del piacere procuratole dall’orgasmo calò.
Mentre le due ragazze si rivestivano, io rimasi steso sul letto, con il ventre e il petto ancora sporchi del mio sperma; silenziosamente le osservavo rimettersi nei panni delle brave ragazze, mentre io ero stato stravolto da quella esperienza e dal nuovo piacere che mi aveva procurato, ma anche dal disagio stesso nel provarne piacere.
Vestendosi, la cognata della mia amica, mi spiegò che si era accorta che avevamo curiosato e approfittato dei loro giochi. Rivelatolo alla mia amica, notò immediatamente il suo imbarazzo e ne approfittò per imporle di coinvolgerla nella nostra relazione.
Da quel giorno le nostre mattinate furono sconvolte, non solo dalla nostra nuova compagna, ma, soprattutto, dalle nuove emozioni alle quali questa ci introdusse.
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18 years ago
admin, 75
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È tutto finito
“E’ finita.. è tutto finito!”
La ragazza era di spalle, la fronte appoggiata alla finestra,le mani aggrappate al davanzale quasi avesse paura di cadere..non voleva sentire quello che stava sentendo. Le nocche bianche per lo sforzo di non lasciarsi andare. Le spalle abbandonate come sotto un peso che lei non era più in grado di reggere che ad ogni parola si faceva più insostenibile.
Era nuda, sembrava guardasse fuori ma non era così, stava fissando con attenzione quasi maniacale la maniglia della finestra come se fosse importante, nel vortice dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti era come se avesse bisogno di un appiglio, di qualcosa di concreto sul quale fermarsi.
Fissava la maniglia, ne studiava le piccole viti, la lieve traccia di polvere, il riverbero della luce sulla cromatura, non riusciva a distogliere lo sguardo.
Era nuda, la fronte contro il vetro, i capelli che le coprono il viso, le mani aggrappate al davanzale come se ne andasse della sua vita. Gli unici appigli… quella maniglia e quel davanzale.
Il controluce e la penombra della stanza, ormai è quasi sera, disegnano sulla schiena nuda di lei mezzelune di ombra, sottolineano le curve scarne del corpo quasi da ragazzo, accentuano .
Non lo vede e non lo sente più, sa della sua presenza ma non ne sente nemmeno il respiro. Non vuole sentirlo, non vuole sentire quello che lui ha da dirle.Ogni parola è una coltellata che la piega, non vuole ascoltarlo. Sa che è tutto finito ma si aggrappa al gioco da bambina… se non ho sentito non vale..
Sa che è tutto finito, sa che il parlare di lui è solo una sorta di forma. E’ tutto finito anche senza che nessuno lo dica. Ma sentire la voce di lui così fredda così definitiva così quasi arrogante nel sapersi nel giusto la trafigge.
Lui è crudele sa di esserlo, vuole esserlo. Si sente ferito e sa solo attaccare quando soffre, si sente impotente ed è un sentire che lo spiazza, vorrebbe poter fare qualcosa poterle fare cambiare idea. L’ha pregata, supplicata, insultata, aggredita, lei è immobile da un tempo interminabile studia la maniglia aggrappata al davanzale.
Lo sente avvicinarsi lo sente respirare e muore un poco, com’è familiare quel respiro, più del suo stesso respiro, quel respiro che era…che è la sua vita, non sa pensare di poter viverne senza.
Lo sente vicino ma non si muove, non è in grado di muoversi,sa che perdere gli appigli, per quanto ridicoli possano sembrare, equivarrebbe a crollare. Non sa fare altro che aggrapparsi a quel davanzale, la fronte gelata a contatto con il vetro, i capelli sul viso.
Lo sente vicino, lo sente con la pelle, come si fa a spiegare alla pelle che è tutto finito.. lo sente con le viscere che gridano, lo cercano.. non ha cuore o cervello è solo sensazioni istintive per il resto è blackout totale. Niente razionalità, niente sentimento, troppo dolore, non sarebbe in grado di affrontarlo..lo sente.. quanto vicino.. quanto è facile per il corpo di lei sentirsi in sintonia, vibrare all’unisono con quel respiro, con quel calore, come si può dire al corpo di smettere di vibrare, spiegare ai nervi che è tutto finito.
Per lui non è diverso, sì è vero lui è in grado di parlare e di muoversi, lui sta gridando e insultando, ma anche lui è pelle e respiro e la pelle e il respiro di lui la sentono gemere come un animale ferito la sentono fremere della sua vicinanza ..anche lui è nudo lei lo conosce come se lo stesse guardando.
La grana della pelle, la sensazione al tatto, i percorsi Lo conosce e lo sa riconoscere con tutti i sensi indifferentemente, perché imparare una persona che devi perdere, come si fa a dimenticare, come si fa a dire ai ricordi è tutto inutile lasciatelo andare, è tutto finito
.La tocca, una mano aperta sul ventre una sulle reni…Tutto si annebbia, non ha più coerenza, nebbia rossastra …la schiaccia quasi tra le sue mani, grandi mani la avvolgono quasi completamente, piano comincia a cercare di staccarla da lì, vorrebbe farsi guardare vorrebbe vederle il viso…
Totale incoerenza.. lei non è più altro che fuoco, un fuoco che la divora e la consuma e quel davanzale dal quale non sa più staccarsi come se fosse l’unica cosa concreta nel suo universo che sta crollando.. non è in grado di pensare l’unica cosa che fa è rimanere aggrappata.
Lui la stringe tra le mani.. lei è creta tra le sue mani, non è mai stata in grado di opporvisi non lo ha mai voluto, non lo vuole ora. Il suo corpo grida grida l’assenza, grida il suo dolore, ancora lo vuole, lo ha sempre voluto.. e lui lo sa.. La sente vibrare tra le sue mani, gemere involontariamente, si sente a sua volta vibrare per quel corpo così abituale ma ormai perso
.La vuole ma non vuole farle del male non vuole accondiscendere al desiderio di dolore di lei.. quasi un’espiazione..quasi una conferma pratica di una condizione generale..non vuole farle del male sarebbe troppo facile sarebbe anche pericoloso in questo momento anche lui non è così coerente o razionale ha paura che lasciarsi andare sarebbe violenza inaudita violenza per lenire il dolore , violenza per distrarre il sentire.
Piano comincia ad accarezzarla non mani dolci leggere, mani frenate vibrano per non cedere ma passano pesanti sulle reni di lei scivolano sulla schiena, contano le vertebre..tutto è lentissimo troppo vicini a perdere il senso della misura. Continua a massaggiarla mentre con l’altra mano cerca di tirarla a sé.E’ un muoversi lento solo dopo un po’ si rende conto che lei adesso ha la schiena piegata in avanti, una mano la schiaccia sulle reni una cerca di tirarla sempre più indietro.
Coscienza improvvisa come un soffio in entrambi come è facile per lui vederla così offerta, indifesa, come è facile per lei sapersi offerta e indifesa ,la pelle, le viscere, il corpo, la mente, i pensieri tutto in loro è già andato.. già partito per una strada più facile da seguire che e da lasciare. Lo sente dietro di lei.. vibra conscio di quello che sarà, quasi impacciato sente il desiderio di lei ma non osa forzare la mano: è l’ultima volta.
L’ultima volta.
Come si può continuare sapendo che sarà l’ultima volta..non sanno, entrambi , pensare come sarà poi.. poi.. come può esserci un poi in un universo successivo.. dove è stata la svolta che ha ucciso tutto senza spegnere nulla..che crudeltà infinita volersi tanto senza volersi più..che crudeltà infinita volersi tanto senza volere un futuro..quando hanno rinunciato al futuro,quando.
Non la voleva così, non la voleva così senza guardarla in faccia, senza sentirla vicina.Non la voleva così come due estranei senza una storia.
Ma forse sono ormai estranei? Adesso che è stato detto che è tutto finito forse è un incontro di altri, non sono più loro ad incontrarsi, chiamarsi urlando e respingersi nello stesso momento.Forse è giusto che sia così.
Ma non la vuole così..piano la lascia andare e lei si accascia sempre aggrappata al davanzale. Piano comincia con dolce determinazione a aprirle le dita a staccarla da lì..Piano, un dito alla volta e le bacia le mani poi, poi la raccoglie come fosse una bimba, la prende in braccio gemente, la abbraccia come a proteggerla e la posa delicatamente sul letto. Le si avvicina piano ha paura della paura di lei, il momento della violenza è passato adesso.
Lui è invaso..forse intriso, come spiegare ..annegato in una sorta di dolcezza infinita, un magone lieve, un singhiozzo di premura, di necessità, di protezione .
Bambina sperduta e quasi incosciente è stata sempre quello che lui voleva lo strazia vederla ridotta così, comincia a baciarla piano le bacia le mani quasi insensibili per lo sforzo di essere state l’unico appiglio nel buio. Le bacia gli occhi ancora chiusi. Come vorrebbe guardarla, come vorrebbe che lei potesse guardarlo..
La prende in braccio e comincia a cullarla: una sorta di movimento ipnotico, cerca di seguire il ritmo dei gemiti di lei; vorrebbe riuscire a scaldarla; a strapparla al gelo che la fa tremare, al buio dove si è nascosta.
La culla piano parlando parole incoerenti, cercando una voce rassicurate, una nenia da bambini per accompagnarla, forse la vuole addormentare nella speranza che il sonno sia riposo. Nella speranza che il sonno sia pace.
E’ così stanco,così stanco..la tiene in braccio, la culla dolcemente, la accompagna con parole senza senso per darle una strada sonora da seguire cercando la calma.. Non l’avrebbe mai presa così, la culla per farla dormire e piano la sente accasciarsi, sente il suo respiro farsi regolare la stringe piano.
Com’è tutto difficile ma non c’è più nulla è tutto finito.
Lei dorme.. il viso leggermente imbronciato, le lacrime ancora le rigano il viso ,ogni tanto un singhiozzo ancora la scuote nel sonno. La guarda, non sa come sarà la vita adesso, non sa il futuro, non sa il respiro, non sa i riferimenti.La guarda ma non si attarda più, è venuto il momento: la posa delicatamente sul letto la copre con il lenzuolo leggero, si scosta, si riveste e esce.
Esce dalla stanza, esce da quella casa, esce da quella vita anche se non sa se fuori c’è ancora vita per lui.
Chiude la porta senza fare rumore..”Buonanotte amore mio.. E’ tutto finito….”
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18 years ago
thendara,
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Luce ambrata
Un'amica mi ha fatto leggere questo delizioso suo racconto. Mi è piaciuto tanto che gli ho proposto di pubblicarlo qui, anche per la vostra gioia, ma è una timidona e mi ha pregato di farlo io per lei. Buona lettura!
luce ambrata… una stanza disadorna.. un futon bianco per terra…
nuda…
vieni da me amore mio………
il violino… lo senti il violino?
in piedi davanti a te ti spoglio… lentamente… ti tolgo gli occhiali e ti bacio il naso.. stai fermo!
ti sfilo il maglione.. slaccio i bottoni della camicia.. un bottone e una linguaccia.. un bottone e un sorriso scemo.. un bottone e un bacio improvviso.. stai fermo!…
ti sfilo la camicia.. la maglietta..
sono ferma.. il capo leggermente piegato ti guardo… che faccetta buffa…..
mi inginocchio…
ti sfilo le scarpe .. le calze.. bacio le caviglie… è da un po’ che si lamentano per essere state escluse dal gioco…
in ginocchio…
slaccio il bottone dei pantaloni.. poi la cerniera.. attenta a non toccarti… stai fermo!!!
li sfilo… poi sfilo gli slip..
nudo..
stai fermo!!!!
mi rialzo lentamente scivolando su di te con il naso.. distrattamente…ti prendo per mano.. ti porto nel letto…
semisdraiato con la schiena appoggiata ai cuscini.. mi siedo sui talloni accanto al letto….
ferma ti guardo.. mi cullo del mio essere accanto a te.. mi cullo sulla scia del violino.. la luce traballa.. si sente solo il respiro…
ti amo..
piano ti prendo una mano.. la tengo come una coppa preziosa: il palmo all’insù.. tra le mie mani come un’offerta.. avvicino il mio viso.. bacio il palmo.. nascondo il mio viso in quella mano.. la respiro.. la scopro con il naso.. esploro.. disegno le linee percorro le dita poi.. con la lingua.. piano… la sfioro appena…
io e la tua mano..
lecco il palmo.. scivolo nei solchi tra le dita… quasi senza sollevare il volto ti guardo.. mi fermo..
ti amo…
ancora nascondo il viso..e piano.. comincio ad accarezzami con la tua mano.. il viso, il collo.. mi struscio… mi senti?… mi vedi?..
piano la faccio scendere su di me.. la chiudo su un seno..e la stacco…stai fermo!!!!!
ti amo..
dondolo e dondola il mondo con me.. attorno a me.. mi cullo nella gioia di essere lì.. mi cullo nella gioia della tua presenza.. del tuo respiro.. del tuo odore…
ti amo.. immobile e silenziosa..
ti amo.. la mia urgenza è pari alla mia ostentazione di indifferenza..
ti amo..
mi accoccolo accanto a te.. mi abbraccio chiudendomi le tue braccia attorno… baciami…
baciami fino a farmi perdere qualsiasi contatto con il mondo esterno a noi…
baciami.. rubami l’anima e i pensieri… rubami il senno e la coscienza.. rubami la coerenza.. la conoscenza.. portami via da me…
baciami…
baciami…
baciami e scavami…
baciami e scioglimi…
marea.. non più coerente.. non più cosciente.. solo istinto??.. solo quello che voglio e devo essere..solo ed esclusivamente tua.. in te…
ti amo..
sfuggo dal bacio.. ansimante..
respiro.. ti guardo .. ti ascolto.. mi perdo nei tuoi occhi.. mi perdo nella tua presenza…
il mio muovermi piano denuncia quanto io sia vicina a perdere il controllo..
mi inginocchio tra le tue gambe.. mi piace guardarti.. mi piace guardarti anche con gli occhi chiusi.. mi piace perdermi in te.. mi è così naturale.. potrei scrivere .. devo perdermi in te… non posso esimermi.. ma forse è un dire che travisa.. ti amo.. ti voglio.. sai quanto ti voglio?.. ti prego dimmi che lo sai… ho i crampi.. i miei seni urlano.. il mio ventre urla.. il mio vuoto urla.. un dolore cattivo.. un dolore ammaliante.. ti prego.. uccidi il mio vuoto.. uccidi il mio dolore…
ma sono ancora lì.. ferma a guardarti.. sanguinando la necessità infinita di sentirti in me…
pelle.. io sono pelle.. tu sei pelle.. forse siamo al stessa pelle.. forse ci siamo scambiati la pelle..
è un unico sentire vibrare soffrire e perdersi…
ferma a guardarti..
ti amo..
voglio la tua pelle..
il naso sul tuo naso..
con il naso disegno il contorno degli occhi… delle labbra… scivolo sul collo dietro le orecchie.. le mordo.. le succhio appena.. il mio dolore urla.. urla con il tuo.. e poi piano scendo.. disegno fantasmi sul tuo petto con la punta del naso.. con la punta della lingua.. mi senti?.. vibro mi cullo e dondolo ormai attaccata alle inezie… ho perso la via… giro rigiro.. danzo sul tuo petto piroette folli con la lingua..
brucia.. brucio.. bruci..
vortice totale non ho più bussola.. solo il dolore che grida.. ipnotizzata dal dolore.. falena che cerca la fiamma nella quale perdersi.. alla quale arrendersi…
ti amo…
danza la mia lingua sul tuo corpo..
danza il mio dolce dolore infinito..
danza la stanza intorno a me..
tutto è concentrico… un buco nero nel quale voglio, devo perdermi..
mi chiama..
anche lui urla.. pretende attenzione..
vibra in sintonia con me.. ogni movimento .. ogni contatto.. ogni respiro.. è come se fosse respirato per lui..
urla…
mi fermo a guardarlo..
sposto lo sguardo da lui a te.. come mi piaci..
parafrasando una frase poco felice..”sono creta nelle tue mani”…io in questo momento esisto solo per essere quello che tu vuoi che io sia…
ti amo…
lo guardo.. lo accarezzo con gli occhi.. lo bacio con gli occhi.. lo annuso con gli occhi..
ti amo..
lui urla la sua urgenza..
io urlo la mia urgenza..
nel totale silenzio..
poso le mie mani su di te.. aperte per sentirti..
lo bacio e mi nutro della tua tensione.. mi schianto nell’onda d’urto che mi attraversa.. mi perdo definitivamente..
adesso sono tutto…
lo voglio.. lo prendo.. è mio….
non c’è più il tempo.. non c’è più lo spazio.. non ci sono freni.. solo desiderio infinito…
mi perdo del tuo sentire.. del tuo volere.. sono il tuo volere.. voglio il tuo piacere.. voglio il mio piacere che viene dal tuo vibrare.. che viene dal tuo urlo..
tutto cambia ritmo.. adesso.. è quasi violenza..
mi blocchi tenendomi per i capelli e mi scopi la bocca ..
non sono più null’altro..
sono solo il tuo piacere….
tutto urla in me… tutto urla attorno a me…
l’ultimo colpo.. violento..
sei mio..
ti amo…
mi accarezzi la testa… scivolo piano lungo il tuo corpo.. mi accoccolo in te.. baciami.. abbracciami.. avvolgimi.. proteggimi.. stammi vicino.. respira per me…
ti amo……
Thendara 20.11.2005
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