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La loro prima volta
Eccomi ancora qui....dopo il primo racconto e la quantità di e-mail porcelline, fantasiose e molto accattivanti che mi avete mandato ho deciso in poco tempo di tornare a parlare qui con tutti voi porcellini.
Mi sono chiesto......e adesso cosa racconto???
La risposta è venuta da sola.....se prima ho raccontato la mia prima esperienza con una coppia...ho pensato di raccontarvi la prima esperienza di una coppia che decidendo di allargare il numero di partecipanti ai loro giochi ha scelto me grazie a Desiderya.
Bene..! Per potervi raccontare tutto nella maniera più dettagliata ed eccitante possibile vi racconto l'esperienza di una coppia conosciuta poco più di un mese fa.
Ecco...chiudo gli occhi e cerco nella mia memoria le immagini che mi riportano a quella magnifica esperienza........
.......Il respiro di Silvia era ancora irregolare, interrotto da sporadici sospiri di piacere, nonostante il tempo trascorso dall’amplesso. Sola, stesa a gambe divaricate sul letto al centro della stanza, ascoltava le delicate sensazioni del rivolo di seme che colava lentamente dalle labbra della vagina mentre una cacofonia di sentimenti avversi si facevano strada dentro di lei.
- Come ho potuto farlo? – si domandava mentre la mente seguiva d’istinto la musica di sottofondo a bassissimo volume.
Non cercò la risposta, non n’ebbe il tempo. Appena il pensiero si spostò sugli avvenimenti di quella serata una fitta di piacere la costrinse a contrarre il ventre ancora una volta. Istintivamente portò la mano verso il pube e lasciò scivolare un dito tra le labbra della vagina. Percepì sulla pelle il suo stesso calore e l’umido vischioso del seme, allora si spinse verso il cuscino in modo da sollevare la schiena e spostare lo sguardo la dove teneva la mano. Osservò per prima cosa il proprio ventre, poi la delicata peluria del pube, allora sollevò lentamente il dito e rimase come ipnotizzata dal traslucido filamento che univa l’arto alla vagina. Ancora incredula portò la mano verso il volto ed appoggiò quel poco di seme sulle labbra per coglierne il sapore dopo averlo odorato.
- Da quanto tempo non sentivo il sapore di un seme diverso da quello di mio marito? – questa silente domanda la sconvolse meno di quanto potesse aspettarsi, anzi l’eccitò.
Penso che a quel punto le immagini di quella serata iniziarono a prendere possesso della sua mente. Risentì i propri gemiti e le parole d’incitamento, erano termini duri, diretti, decisi e forse volgari. Vocaboli che non si era mai nemmeno permessa di pensare erano usciti dalle sue labbra prossime a dischiudersi per lanciare l’estremo urlo di piacere.
Intanto la mano era tornata verso il pube come per trovare conferma, nel seme sempre più liquido, di quei ricordi che apparivano più vanescenti ora che il languore lasciava luogo alla spossatezza. Il contatto sul clitoride ancora arrossato le generò una fitta di piacere inatteso quanto intenso. Silvia voltò di lato il viso mentre chiudeva gli occhi concentrata sulle fitte provenienti dal ventre. Cercò di spostare il suo interesse, non voleva masturbarsi per cercare un piacere che non poteva replicare quello appena provato, e concentrò lo sguardo sul comodino stentando nel mettere a fuoco il fallo plastico abbandonato dopo il breve uso iniziale.
Quando lo riconobbe non esitò ad afferrarlo per portarselo nel solco tra i seni, lo fece scorrere sulle mammelle indugiando sui capezzoli mentre la mano continuava a scivolare sul clitoride impastando il seme residuo con un nuovo apporto del suo liquido lubrificante. Silvia portò il fallo alle bocca e lo inumidì, più per il piacere di sentire nuovamente tra le labbra un oggetto tondo e solido.
Senza indugiare lo portò quindi all’altezza della vagina, divaricò le labbra e se lo guidò dentro. Lo spinse con decisione sino in fondo nonostante le sue ragguardevoli dimensioni e stette immobile a lungo, senza muovere un muscolo, per gustarsi sino in fondo quella presenza.
Lentamente prese a contrarre i muscoli bassi per assaporarlo meglio, soddisfatta lo estrasse sino a farlo uscire completamente poi se lo spinse nuovamente dentro mentre un rauco gemito di piacere usciva dalle sue labbra serrate.
- Non ti è bastato?
Sei insaziabile!
La voce ammirata di Paolo giunse da molto lontano, da un mondo ed un tempo diverso da quello in cui si trovava ora. Silvia si scompose, non aprì gli occhi e non perse la concentrazione; estrasse il fallo per poi spingerlo nuovamente nel proprio ventre, molto lentamente questa volta.
- Sei fantastica… continua, ti prego!
dissi io
Lei non lo sentiva se non come un rumore di sottofondo che andava a sovrapporsi alla musica dolce. Spinse con forza ciò che restava dell’attrezzo in se ed arcuò il corpo sollevandolo dal letto a causa dell’intenso piacere, quindi crollò distesa tenendolo dentro per iniziare a muovere languidamente il bacino.
Paolo si avvicinò al letto e si sedette sul bordo, dolcemente scostò la mano di Silvia dal fallo e la sostituì con la propria.
- Stai godendo! – costatò con stupore sottovoce, più rivolto a se stesso che a lei – Il seme di Alessio sta ancora colando dal tuo ventre… e sei già pronta a godere ancora!
Paolo si alzò per slacciare l’accappatoio con il quale si stava asciugando dopo la doccia, lo lasciò cadere in terra quindi s’inginocchiò davanti al bordo del letto. Allungò le mani sotto il corpo di Silvia e delicatamente la fece ruotare sino a porre il suo pube esattamente sul bordo, la guidò mentre sistemava le gambe intorno a lui poi tornò ad afferrare il fallo per muoverlo in lei.
La portò sino al limite dell’orgasmo, la tenne a lungo su quella sottile linea che separa il piacere dal godimento osservando eccitato come il suo ventre si adattasse al membro sintetico. Estasiato estrasse l’oggetto da lei e lo sostituì con il proprio di vera carne.
Silvia sussultò, riaprì gli occhi e fissò lo sguardo su quello di Paolo mentre lui entrava in lei, poi sussurrò qualcosa del tipo: “Avanti, riempimi anche tu” che, però, lui non comprese tanto era flebile la sua voce.
Silvia era troppo eccitata, come percepì il calore di Paolo nel proprio corpo raggiunse l’orgasmo ed i suoi spasmi incontrollati generarono immediatamente quello di lui. Penso che Pasolo sentì il suo seme espandersi nel ventre, unirsi a quello mio che ancora rimaneva e questa consapevolezza prolungò il suo piacere.
Silvia era veramente distrutta ora, sentiva il bisogno impellente di una doccia ma non aveva la forza di raggiungere il bagno. il recente orgasmo aveva colmato un desiderio rimasto insoddisfatto a causa della forte eccitazione e le aveva lasciato un dolce languore........
......Silvia mi guardò e io mi alzai......mi guardava dritta negli occhi.......aveva uno sguardo che mentre mi avvicinavo a lei mi rendeva sempre più eccitato...mi abbassai sul letto, presi Silvia dai fianchi e la avvicinai al bordo del letto, la girai dolcemente e la misi carponi....con una mano presi in mano il pene con l'altra la avvicnai a me tenendola dal bacino, appoggia la cappella, ne feci entrare solo un poco e la presi con tutte e 2 le mani dai fianchi, spostai il busto indietro e diedi un colpo deciso tirando Silvia berso di me, urlò, io mi fermai qualche secondo e inizia a possederla con forza..era ancora eccitatissima e sentirla urlare di piacere e vderla stringere le lenzuola con le mani mi eccitava terribilmente aumentai ancora il ritmo, dopo un po' sentì che stavo per venire.
-Silvia sto quasi per venire- dissi con i denti stretti.
-Vienimi dentro- rispose lei con il fiato quasi interrotto per il piacere.
Aumentai ancora e sentì il seme uscire e mentre venivo non mi fermai, Silvia urlò ancora più forte.
Poi silvia si lasciò cadere sul letto e io sopra di lei.
Ritornai con la mente alle origini di quella fantastica notte.
Avevamo organizzato una cena a casa mia, io disto parecchi chilometri dal loro paese, non troppi ma sufficienti a sconsigliare il rientro a casa quella stessa notte.
Al telefono erano stati chiari....
-veniamo, ma è la nostra prima volta e non sappiamo se andremo fino "in fondo"-
Andai a prenderli alla stazione ricordo bene cosa pensava lui mentre andavamo a casa mia e disse
-sono preoccupato da come mi sento come se la vita fosse spensierata e priva di vincoli sentimentali-
Io rimasi sorpreso ma mi limitai a sorridere.
Lei fece finta di non capire, era forse la prima volta che suo marito manifestava così apertamente una forma di gelosia, tutto sommato se ne sentì lusingata.
Il primo pensiero malizioso la colse quando, io chiesi a Paolo se il viaggio era andato bene ma non mi rispose nulla, nemmeno si era accorto che avevo detto qualcosa,guardai Silvia in faccia e lei sorrise.
Lei era con l'espressione assente come quella di chi è avvolto dai propri pensieri.
Paolo girò un poco lo specchietto retrovisore e la guardò
- A cosa stai pensando? – domandò aolo senza staccare gli occhi dallo specchietto.
- Io… emm .. a nulla! – rispose Silvia colta di sorpresa. – Guardo il paesaggio! – tentò di mentire.
- Non me la conti giusta. Ti conosco, sai!
Nei tuoi occhietti c’è una luce maliziosa!
- Guarda davanti che è meglio. – disse Silvia un po’ seccata d’essere stata scoperta, anche se si notava che era molto divertita
- Non ho bisogno di guardarti, basta sentire il tono della tua voce quando rispondi… Sbaglio o c’è qualcosa che speri ma, allo stesso tempo, temi?
- E di cosa dovrei aver paura? rispose Silvia
- Di te stessa. – fu la lapidaria risposta di Paolo. E ci misimo tutti a ridere.
Silvia decise di ritirarsi in un dignitoso silenzio mentre tentava di cacciare dalla mente le ossessive immagini che si erano formate. In un estremo tentativo di ritrovare una forma di razionalità si mise a valutare il suo abbigliamento e ai capi che aveva portato con se. La mente, però, non rispondeva e si limitò a visualizzare solamente l’intimo, troppo “decente”, che aveva scelto prima di partire.
Silvia era insoddisfatta e maledisse la sua timidezza che le aveva impedito di scegliere capi più sexy mentre si preparava in presenza di suo marito. Però una soluzione c’era
- Fermati nel prossimo paese, ho bisogno di una merceria.
Paolo non disse nulla, si limitò ad annuire. Aveva già compreso.
Meno di un ora dopo Silvia usciva felice da un negozio d’abbigliamento intimo con una discreta borsa tra le mani.
- Va meglio ora? – domandò Paolo che aveva atteso paziente il ritorno della moglie.
- Ora sì! Ma…
- Ma?
- Non vuol dire niente, mi son comprata qualcosa di molto sexy: biancheria, calze… solo perché volevo sentirmi meglio con me stessa.
Non volevo presentarmi alla cena vestita come una “vecchia”!
La guardai.....camicetta, gonna sopra il ginocchio, scarpe alte ma non troppo…
-Non mi sembri vecchia- dissi io con aria perplessa.
Così pare.. ma sai cosa ho sotto? – domandò Silvia
- String.
- E basta? non feci in tempo a dire una parola che lei aggiunse
- Autoreggenti! – disse pizzicando il sottile velo che le ricopriva le gambe.
- Nient’altro? – domandai
- Non mi pare… - tentennò Silvia aprendo dolcemente le gambe e facendo intravedere una paluria scura e ben disegnata
- Allora vedi che ho ragione! disse Paolo
- Forse! – rispose Silvia
Per tutto il viaggio il discorso mantenne questo tono ambiguo, tra loro non erano necessarie frasi esplicite per comprendersi.
Arrivammo a casa, cenammo mantenedno il discorso sul generico.
Paolo si alzò
Vieni, facciamo due passi fuori,… è una bella serata e non è nemmeno particolarmente fredda.
Accettò offrendo il braccio al marito.
Uscimmo fuori, Paolo accese una sigaretta e ci incamminammo sino ad una panca seminascosta nell’oscurità dove lui la fece accomodare restando, però, in piedi.
- Non ti siedi? – domandò lei
- Finisco la sigaretta. – rispose secco lui
- Non mi da fastidio, vieni! – lo invitò lei battendo con la mano sulla panca
- allora? come mai lamenti una vita… “piatta”, priva di stimoli…
disse Paolo con il sorriso tra le labbra.
“Dove vuole arrivare questo?” si domandò mentalmente Silvia(:D) anche se conosceva già la risposta. Decise di rimanere in silenzio, senza incoraggiare il marito, ma anche evitando di smorzare il suo evidente ottimismo.
- … e se fosse lui a fornirti questi “nuovi stimoli”? – domandò Paolo con sguardo d’intesa
- Sai la novità! – si lasciò sfuggire Silvia a mezza voce per poi subito pentirsene
- Ma non ti puoi immaginare cosa ho in mente per te, questa notte! – disse lui mentre appoggiava dolcemente la mano sulle gambe di Silvia.
Lei non diede segno d’aver colto quella carezza, temeva di apparire troppo disponibile
Silvia allora gli domandò:
- E cosa vorresti propormi di tanto eccitante?-
- Vedrai… sarà veramente qualcosa di nuovo, di stimolante. Fidati di me.
- Vieni con me! – la invitò lui mentre allontanava la mano.
Silvia mugolò in segno di disapprovazione poi disse:
- Dammi almeno un bacio, poi portami dove vuoi e fammi godere!
… e rimetti la mano dove stava prima, ti prego. – terminò ansimando.
Paolo l’accontentò. Avvicinò il viso alle labbra di Silvia mentre con la mano tornava sul pube, questa volta per sondarlo a fondo.
Anche io eccitato misi la mano sul pube di Silvia.
Mentre le loro lingue giocavano ora nel palato di una ora dell’altro, aveva visualizzato tutta una serie di possibili amplessi con lui, stimolata dalle dita che scorrevano sul clitoride lubrificato dalla prepotente eccitazione, ma la fantasia non poteva avvicinarsi a ciò che l’aspettava in quanto solo nei suoi più reconditi e segreti sogni aveva osato immaginare una situazione tanto eccitante.
Al termine dell’appassionato bacio Silvia era pronta ad accettare ogni genere di proposta da Paolo
Paolo la prese per mano ed in silenzio la guidò verso casa.
Silenzioso Paolo la guidò verso il corridoio che portava alla mia camera.
Mancavano pochi metri alla mia camerae l’eccitazione che l’aveva sorretta sino a quel momento, all’improvviso, sparì. Si rese conto di cosa stava per fare, comprese che oltrepassata la porta non poteva più tirarsi indietro e doveva andare sino in fondo, non poteva illuderlo sin dentro la mia camera.
Rallentò il passo per guadagnare tempo mentre si domandava se era realmente pronta a concedersi, per la prima volta, un avventura al di fuori del matrimonio. Troppe le sensazioni negative in lotta con quelle positive. Di fondo restava una latente eccitazione per la trasgressione insita in quella situazione.
Mi misi davanti a lei mi guardò e penso che unbrivido percorse la sua schiena.
“Non devi pensare, fallo e basta!” disse Paolo cher aveva letto i suoi pensieri
Paolo aveva colto le incertezze di Silvia ma era sicuro che l’avrebbe vinte, non si era voltato per incitarla, non aveva rallentato il passo, aveva aperto la porta della mia camera ed era entrato tenendola aperta per lei.
Ci sedemmo sul letto
Paolo le sussurrò nell’orecchio mentre l’abbracciava con dolcezza:
- Tanti anni fa mi avevi parlato di un tuo ricorrente sogno erotico. Un desiderio intimo e segreto che eri sicura di non soddisfare mai… che temevi di non avere il coraggio di soddisfare mai.
Ora puoi farlo!
Ciò che potrebbe accadere in questa stanza… non uscirà da qui se non vorrai.
poi colto un certo rilassamento lasciò scivolare le mani verso i glutei e le disse:
- Lasciati andare, non te ne pentirai.
Silvia riaprì gli occhi per fissare i miei che ero seduto sul letto, quindi sollevò il viso verso quello di Paolo e dischiuse le labbra in cerca di un bacio. Persa nella stupenda sensazione di quelle labbra a contatto delle proprie e nella crescente eccitazione si sentì portare verso il letto e spingere verso il basso sino a sedersi sul bordo. Improvvisamente le mani sul suo corpo divennero quattro, le carezze si moltiplicarono e con esse la percezione del piacere.
Silvia non oppose alcuna resistenza alle mani che scivolavano sulle gambe, che sollevavano la gonna, s’intrufolavano sotto la camicetta e ne slacciavano i bottoni. Restò immobile, con gli occhi chiusi, a godersi le sensazioni che nascevano da ogni punto del suo corpo solleticato da quelle mani, le aveva dappertutto oramai, pelle contro pelle. L’eccitazione era quasi incontrollabile, nella mente non vi era più traccia dei dubbi di poco prima, rimaneva solamente il desiderio di non perdersi neppure un istante di quell’orgia di sensazioni piacevoli.
Non riusciva a comprendere cosa le stessimo facendo, i punti stimolati erano troppi per seguire il piacere nato da ognuno di loro. Silvia gemette poi sussurrò:
- Spogliatemi!
La accontentammo. Abbandonammo per un istante il seno, la vulva, i fianchi e le gambe per sfilarle del tutto la camicetta e la gonna, le lasciarono solo le calze e le scarpe.
Silvia apprezzò questo gesto, si sentiva diversa con qualcosa ancora indosso, specie quei due simboli di femminilità. Era in attesa delle nostre mani, ora che nulla si opponeva più a lunghe carezze sulla pelle, ma ricevette uno stimolo ancor più intenso dalla mia lingua che le scivolava sulle calze in direzione del pube. Silvia aprì completamente le gambe, ansiosa di ricevere quella lingua tra le labbra della vagina, nello stesso tempo non dimenticò il membro di Paolo che le si stava avvicinando al viso.
Ingoiò l’asta del marito nel preciso istante in io spingevo con forza la lingua sul clitoride. Un’esplosione di piacere le invase il corpo, il sapore di maschio in bocca e lo stimolo in basso portarono Silvia in uno stato d’eccitazione che raramente aveva provato. Aspirò con forza e succhiò il membro mentre faceva scorrere la mano per tutta la sua lunghezza, si sentì subito gratificata dal lungo mugolio di piacere emesso da Paolo e s’impegnò al massimo per strappargli subito un orgasmo. Si rese conto di poter fare ciò che voleva senza preoccuparsi di spremere subito il suo amante, tanto ce n’era un altro pronto a soddisfarla. Fu questa scoperta a farla godere più dello stimolo che riceveva in basso.
io ero impetuoso, non mollavoper un istante il proprio ritmo, Silvia trasmetteva a Paolo il piacere che riceveva, forse troppo intenso. Paolo si allontanò bruscamente da lei per poi fissarla con gli occhi carichi di stupore. Silvia apprezzò quello sguardo, le piaceva stupire, dimostrarsi al di là delle aspettative.
“Sconvolto? Aspetta a vedere questo!” pensò.
La ragazza si sollevò con l’aiuto delle mani appoggiate sul materasso e si portò verso il centro del letto, s’adagiò distesa con le gambe aperte poi disse:
- Vieni! – rivolta a nessuno in particolare.
Lei sapeva che Paolo non avrebbe raccolto l’invito, aveva sentito il suo glande ingrossarsi tra le labbra e alcune sporadiche gocce di seme sulla lingua, era troppo vicino all’orgasmo per entrare in lei senza rischiare di venire subito. Come previsto fui io a sollevarmi e posizionarsi timidamente sopra di lei, indeciso se indossare o no il profilattico.
Era quello che voleva, accogliere Luca sotto gli occhi di Paolo.
- Prendimi! – mi sussurrò
scesi lentamente sino a portare il pene contro la vulva, attesi un movimento favorevole di Silvia poi spinsi penetrandola. Lei inarcò la schiena sollevandola dal letto mentre io mi spingevo sempre più a fondo nel ventre, quando lo sentì tutto dentro gemette e rantolò qualche parola che il rmarito non comprese.
iniziai a muovermi su di lei, uscivo quasi completamente poi rientravo, inizialmente con dolcezza, poi notato come lei spingeva il pube incontro al mio quando scendevo, presi a penetrarla sempre più intensamente. Silvia era eccitatissima, la dilatazione interna e la copiosità della lubrificazione mi consentivano un ritmo indiavolato. Lei seguiva il ritmo, non aspettava che io spingessi a fondo, si faceva sempre incontro incurante dell’espressione allucinata di Paolo.
Quando Silvia riusciva a spostare lo sguardo sul marito, rimasto in piedi ed in disparte, trasformava la propria espressione in una di puro piacere, più di quanto provasse in realtà, era eccitata dagli occhi di Paolo, da come scrutavano il suo corpo sotto quello mio, se li sentiva addosso.
Quando si ritenne soddisfatta di quell’iniziale amplesso mi disse che voleva cambiare posizione, mi sollevai a malincuore da lei, convinto di dover cedere il posto al marito ma mi ritrovai steso sul letto con Silvia che prendeva posizione sopra di me. Lei si sistemò a cavallo su di me, prese il membro e se lo posizionò tra le labbra della vulva, scese appena lo percepì correttamente indirizzato. Silvia si spinse sino in fondo aprendo le gambe per aderire completamente al mio corpo, poi iniziò a muovere solamente le anche con un espressione di puro piacere sul viso, ora vera e non ad uso di Paolo.
Dimenticò tutto il resto, in quel momento esisteva solamente quel pezzo di carne, dura, che aveva profondamente piantato nel ventre. Si muoveva in modo da sentirlo al meglio, contraeva e rilasciava ritmicamente la muscolatura interna mentre ondeggiava lentamente con le anche. Non si sollevava, non lo faceva scorrere in se e nemmeno cercava uno stimolo esterno sul clitoride. Le era sufficiente quella presenza dentro per godere. Quando ritenne d’essere pronta, fisicamente e psicologicamente, si lasciò cadere su di me e senza farlo uscire da sé chiamò Paolo.
- Avanti, vieni anche tu… fatemi impazzire!
Paolo non si aspettava questa richiesta, era convinto che lei si sarebbe limitata a prenderne uno mentre succhiava l’altro. Una doppia penetrazione andava al di là di ogni più perversa speranza. Era eccitato dall’idea di penetrarla analmente mentre lei aveva dentro me ed era felice che le avesse riservato quella parte del suo corpo. Salì sul letto e si sistemò dietro di lei che già aveva sollevato il sedere in attesa; ne dilatò le natiche e solleticò l’ano con un dito inumidito, quindi spinse il dito dentro di lei. Silvia rantolò di piacere e si dilatò.
- Sei pronta, vedo. – le disse Paolo con voce rotta dall’emozione
- Prendimi! Anche tu… dai! – riuscì a dire lei
Paolo posizionò il membro ed iniziò a spingere delicatamente.
- Aiutami… - disse rivolto a Silvia
Lei spinse per dilatare l’ano al massimo e lo sentì, improvvisamente, entrare.
Fu un esplosione di piacere misto ad un dolce dolore che lei sapeva apprezzare, urlò incurante del sottile spessore delle pareti della camera. Quando il dolore passò rimase la sensazione d’essere piena di due uomini e tornò a godere pur rimanendo immobile.
capimmo il suo stato ed iniziarono un lento movimento all’unisono. Silvia si rifiutava di pensare, di realizzare appieno ciò che stava facendo, si limitava a godere. Era un piacere troppo intenso per rovinarlo con la razionalità, era invasa dagli stimoli tanto da non riuscire più a comprenderne l’origine.
Ebbe un primo ed improvviso orgasmo, del tutto inatteso ma intenso, quasi feroce nel suo sviluppo. non ci fermammo, continuammo a muoverci senza badare ai lunghi ed a stento soffocati gemiti.
L’interno del suo corpo, in preda alle contrazioni involontarie, era troppo piacevole per fermarsi.
Silvia non terminò di godere, quel continuo movimento la manteneva in uno stato d’intenso piacere tanto da non consentirle di capire se l’orgasmo era terminato o no. In preda ad un puro delirio erotico si scopri ad urlare:
- Ora riempitemi! Riempitemi… tutti e due!
Questa frase entrò nelle mie orecchie che già a stento trattenevo il piacere, la voce di Silvia riuscì a rompere tutto il castello d’autocontrollo che mi ero costruito e venni immediatamente.
Silvia mi sentì ansimare e contemporaneamente mi percepì pulsare dentro il ventre, allora si spinse contro di me, lo prese completamente dentro mentre anche Paolo spingeva per eiacularle nel profondo dell’intestino. In un lampo di lucidità Silvia comprese che due uomini stavano iniettando il loro seme contemporaneamente nel suo corpo, quest’immagine riuscì a donarle un secondo, meno intenso forse, ma più lungo orgasmo.
Terminammo di godere che Silvia ancora provava un languido piacere, Paolo uscì da lei liberandola; lei si sollevò dolorante da me e crollò stesa sul letto, quindi chiuse gli occhi e rimase immobile a godersi ciò che rimaneva del piacere.
Aspetto i vostri commenti
Un grosso bacioa tutti
8
2
18 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Schiavo per due amiche
Ciao a tutti, la mia esperienza risale a 7 anni fa, quando ancora non ero sposato, avevo 28 anni e, in parte a me abitavano due ragazze, una delle due aveva 32 anni l' altra 25, stavo lavorando a casa loro, quando la piu' grande si accorge di un piccolo difetto nel mio lavoro.
subito infuriata chiama la sua amica, gli spiega l'accaduto, ridendo si rivolge a me dicendomi che appena avrei finito il lavoro mi avrebbe legato e mi avrebbe punito, io ridendo risposi che andava bene!
Finito il lavoro chiamo le due amiche che si erano spostate in camera, loro mi invitano a salire al piano superiore, cosi faccio.
Arrivo in camera e trovo le due ragazze in completini intimi in pelle, stupito chiedo se per caso dovevo scendere... no mi rispondono, mi dicono di spogliarmi, io dico che non posso, faccio per uscire quando un colpo di frusta mi prende la schiena!
allora mi volto e titubande obbedisco.
nudo come un verme, ridendo e scherzando mi prendono in giro, io molto imbarazzato mi inginocchio dalla vergogna, ma loro non smetteranno, anzi... mi fanno sdraiare sul letto a pancia in su, mi legano le mani alla testata e iniziano a torturarmi, per modo di dire, si perche' a me è piaciuto molto!
La piu' grande si siede sul mio viso e mi ordina di leccare la sua fighetta fino a quando non avrebbe goduto, io logicamente ubbidii, mentre la piu' giovane iniziava a giocare con il mio ano, usando il gel lubrificante entrava ed usciva, prima con un dito e poi con due, era la prima volta che qualche cosa entrava nel mio culo, ma iniziava a piacermi, tutto questo per circa 20 minuti credo, fino quando la piu' grande a goduto, pensando che avessero finito iniziai a dire che dovevo andare, ma loro non avevano finito........ la piu giovane prese un fallo finto e me lo mise in bocca mentre l'altra si mise uno strap on in vita e inizio ad incularmi, sempre senza troppa violenza, ma per uno alla prima esperienza i primi colpi non mi piacevano affatto, andarono avanti per altri dieci minuti fino a quando senza che mi toccassere venni come non mai, una goduta cosi purtroppo non l'ho piu' provata, ma non contente, la piu' grande disse all'altra, è tutto tuo, uscendo dalla stanza resati solo con la piu' giovane.
Si diverti un mondo a mettermi in bocca il mio sperma, gli piaceva molto e appena finito di farmi bere tutto si sedette sulla mia faccia e mentre mi faceva un pompino mi metteva dentro e fuori un fallo di gomma, mi fece venire un altra volta e mi fece bere tutto dalla sua bocca, veramente un peccato non aver piu' trovato nessuna ragazza o coppie amanti di queste situazioni, se qualcuna è interessata il mio profilo è: straponbg grazie e buona continuazione
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0
18 years ago
straponbg,
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Last visit: 15 years ago
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Discesa agli inferi
Anche se non sono mai stata un angelo, ho visto nei tuoi occhi blu, in quel limbo di pomeriggio fiocchi di cotone misti a sprazzi di sole al tramonto dei nostri respiri ansimanti, e dita a serrare le tue dita, bocche a sfamarsi di bocche e sussulti di corpi come a squarciare l’aria intorno nel risalire e spingere e affondare... Grida soffocate, gemiti flebili, t’imploro e tu arrivi... percuoti, possiedi... m’invadi. E’ tuono che scuote e lacera... Smetto le mie ali per appartenerti mentre caldo scivoli lungo la mia schiena e nuovamente mi apro... e ancora infliggi e m’attraversi nella penombra immobile e vita s’impone. Scempio di me prostrata, caldo s’affanna delirante il piacere e diventa il silenzio miele si, da godere... Un attimo ancora, liquiefatta, tu incalzi e non siamo più noi... se dal cielo io cado, poi tu mi raccogli? No, mi lasci cadere... per i fianchi mi tieni di me godi e ti fregi di questo piacere, onda sulla risacca... anche lui si ritrae per poi ritornare... Ho sporcato le mie ali piene di rattoppi, dissestate, tumefatte... Io rosa nel fango, femmina senza un approdo non chiesi mai d’essere angelo... M’invischio col peccato, lo cerco, mi imbratto, odoro di sesso... Muschio bianco e borotalco, fuori e dentro di me sei rimasto e ti sento nei passi che affretto allontanandomi sì, bimba con le dita sporche di marmellata... L’hai trovata... hai il mio sapore. Consumalo. Consumami per ore... Non m’ami e non t’amo. Prendi la tua vita e confondila alla mia. Fermala. Fermami. Fammi l’amore... Vincimi. E sia.
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1
18 years ago
muyhermosa,
35
Last visit: 15 years ago
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L\'amore, reo confesso
E’ una strana sensazione... Mi basta avvicinarmi a Lui per riconoscerlo dal suo profumo. Ad occhi chiusi.
Nessuna acqua di colonia... parlo del profumo della sua pelle, dell’aere che circonda la sua persona e che fa grande la sua presenza nella stanza.
L’odore del sesso, dedurrebbe qualcuno... ma non è così.
Non così semplice almeno.
Le sue mani, quando con il palmo mi percorre, delinea ogni curva, si estende... e propaga aromi, essenze nel farlo... E quando poi la bocca esclude le mani, quando al primo, timido tocco lo sento vibrare... Come quando torni a casa... e riconosci d’essere nella TUA casa, fra le tue cose.
E’ una presa della mente... parte fortissima dalle narici fino ad esploderti nel cervello come un’onda inarrestabile.
Ogni uomo ha il suo profumo. Quell’odore di buono mentre lo assaggi... quando lo ritrovi a distanza di tempo e "quel particolare" ti rievoca situazioni ma, soprattutto, qualcosa (qualcuno) che ti appartiene nel profondo.
Non è solo potere. E’ commozione mentre la sua mano, affondata nei tuoi capelli, ti attira con veemenza a sé... e senti la pressione, l’impazienza... Le tue mani potrebbero raccontare di lui: ogni carezza data e resa. Le dita che sanno come muoversi, quando accelerare, quando arrestarsi per strappargli quel gemito e creare quella sospensione... Tensione.
Attesa. E il piacere che è un crescendo...
Che domini e che ti sommerge.
Quello che amo di più è l’impeto, la frenesia, lo slancio tenero e impazzito con cui furioso si fa strada in me... e quando poi si ferma... e anche il cuore si ferma. Una frazione di secondo, lui che riprende a muovere piano quel mare fino ad incresparne le onde... La dolcezza con cui ti domina e la forza dell’attimo in cui il mondo trattiene il respiro...
E ancora quell’odore di buono... di mio... che sale fino alla testa, che sovrasta tutto, che riempie di sé ogni particolare, ogni dettaglio.
Un miracolo che tutte le volte si ripete.
A te, fra queste righe o altrove che, ad occhi chiusi, amo fino all’annullamento.
Ti so a memoria... e T’Amo...
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18 years ago
muyhermosa,
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Serata al cine sexi
Erano mesi che desideravo che mia moglie si facesse chiavare da altri uomini, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo.Ieri sera ho avuto la brillante idea di portarla in un cine porno:proiettavano scene di donne che avendo perso delle partite a biliardo sceglievano di concedere il proprio corpo agli avversari,come metodo di pagamento!Dicevo a mia moglie:"guarda come gode quella con tre cazzi"che la sua fica era bagnata,forse per le scene del film,ma magari anche per la presenza di diversi ragazzi che si erano avvicinati e le mostravano il cazzo duro!Vedevo che a volte li guardava,allora le dissi che se voleva poteva toccarli:mi chiese se ero scemo,ma le risposi che la cosa non mi sarebbe dispiaciuta!Guarda,amore,ne hai uno dietro la testa;ti basta tirare fuori la lingua per leccarlo:cosi"fece finalmente;roteava la sua lingua su quella cappella rosa e poi serrava le labbra sul cazzo di quel ragazzo e sugli altri che si avvicendavano.Non tardarono molto a sborrarle in bocca ;vedevo che le piaceva ingoiare il loro sperma e cosi' decisi che era venuto il momento che godesse pure lei:la feci alzare e chinare in avanti per far si che la potessero scopare!Se la trombarono in molti mentre lei succhiava altri cazzi che le sborravano sul viso:presi un fazzolettino per pulirla,ma lei col suo dito si prese la sborra portandosela all' interno della bocca;quindi,nel mentre che le sfondavano la fica,lo introdusse nel buco del culo:era un segno che desiderava farsi inculare dal gruppo!Era bellissimo vedere cazzi che a turno inculavano mia moglie:sborrava nel sentire entrare quelle dure verghe nel suo culo ed io piu' di lei!
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18 years ago
admin, 75
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Il mio primo menage a trois
Salve a tutti,
vorrei raccontare come è stato il mio primo "menage a trois" con una coppia.
Avevo 20 anni e facevo il cameriere in una pizzeria nei pressi di Reggio Calabria.
Verso la metà di giugno si iniziano a vedere i primi turisti, ci sono delle magnifiche giornate e si può iniziare a frequentare le spiagge ancora in certi punti desolate.
Una sera, quando quasi avevo finito di lavorare, arriva una coppia tutti e due avevano circa 30 anni, ovviamente per me era una coppia normale come era normale che ne venivano centinaia per consumare una pizza, e per me, era altrettanto normale magari dopo la loro cena fermarmi a chiacchierare con qualcuno.
Finito di cenare questi ragazzi mi chiedono i caffè e quando li porto la donna della coppia si rivolge a me:
"E' un bel posto questo..già fa caldo e secondo me si potrebbe anche andare a mare..vero?".
Ovviamente quello che aveva detto era giusto, infatti, erano giornate ottime per andare a mare e le ho dato ragione.
Erano rimasti solo loro in pizzeria così ero più libero e mi sono potuto fermare a parlare con loro del più e del meno prendendo un po' di confidenza io con loro e loro con me.
Dopo la bella conversazione durata circa 15-20 minuti lei mi dice:
"conosci qualche spiaggia bella e un po’ isolata per poter prendere il solo in tranquillità?"..
..io che in da queste parti ci sono cresciuto di posti così ne conosco molti, ma me ne era venuto in mente uno molto bello e anche molto isolato e ho risposto:
"posti come ne cercate voi ce ne sono, ce n'è uno davvero bello però difficile da raggiungere se non si sa bene da dove bisogna passare....",
non c'era nessuna malizia nelle mie parole anche perchè avevo 20 anni......a questo punto Anna mi interrompe e con lo stesso tono che usa un amico che ti conosce da molto tempo mi chiede:
"perchè non ci accompagni tu"?
Io:
"va bene! Domani mattina potremmo vederci alle 9 qui di fronte e andiamo insieme".
Anna arriccia le sopracciglia e mi dice:
"spiegaci comunque come si arriva, magari con un disegno, se ci perdiamo potremmo telefonarti"
Faccio il disegno gli spiego meticolosamente dove dovevano lasciare la macchina e la strada che dovevano percorrere a piedi per arrivarci.
Appena finisco di spiegare Paolo mi dice:
"se vuoi raggiungici lo stesso li"
A questo punto io ero rimasto un po' perplesso, perchè non immaginavo minimamente cosa potessero volere da me quei due porcellini, però siccome mi erano apparsi molto simpatici e cordiali accetto:
"va bene"
rispondo in maniera un po' indecisa, ed ancora:
"va bene, domani mattina vi raggiungo li verso le 9:30-10:00".
Loro si alzano salutano e vanno via, io finisco il mio lavoro e vado a casa senza pensarci su molto.
La mattina dopo mentre mi preparavo per andare da loro mi sentivo un po' strano....avevo molti dubbi...non vi nascondo che ero anche un po' preoccupato da cosa volessero volere loro da me.
Però ripensandoci....e ripensandoci...mi ero convinto che cercassero solo amicizia..quindi perchè non andare.
Arrivo li in orario, anche se ero convinto che cercassero solo amicizia(forse) mentre attraversavo la pineta che separa la strada dalla spiaggia mi sono sentito eccitato.
Scendo sulla spiaggia li noto in lontananza, Paolo è sdraiato su un asciugamano Anna è in piedi sulla riva del mare che passeggia davanti Paolo.
Mi incammino verso di loro.........mentre mi cammino mi accorgo che Anna è in topless!!!.....altri 3 o 4 passi.....anzi no è NUDA!!!!
Improvvisamente mi eccito e sento il mio pisello venire su, mi devo fermare e aspettare che "tutto" torni "normale".
Mi avvicino e noto che anche Paolo è nudo.
Paolo si alza e mi saluta stringendomi la mano.
Appena arrivo sono imbarazzatissimo, non riesco a parlare se guardo Anna sotto il collo mi eccito e devo sedermi.
Per fortuna che Anna riusciva bene a mettermi a mio agio, così inizia a parlare tranquillamente e dopo un po' che parlava mi chiede:
"hai mai preso il sole nudo?"
io con un filo di voce:
"ehmmmm...veramente no"
ancora Anna:
"avresti problemi a metterti nudo anche tu?"
avrei voluto levarmi il costume subito però non ne ero tanto convinto perchè avevo qualche problema ed rispondo:
"non lo so se conviene molto"
Anna:
"perchè"?
ed io:
"ho paura di....ho paura di....."
Anna:
"hai paura che ti venga duro"?
ed io tutto rosso:
"ehmmm...si"
interviene Paolo:
"e che problema ci sarebbe? sei un maschio e se vedi una bella donna nuda ti viene duro....è normale"
A questo punto mi convinco, mi alzo in piedi e mi tolgo il costume.....appena tolto il costume ecco che si materializza la mia paura...:D subito mi eccito e mi viene davanti il pisello ritto...Anna per cercare di togliermi dall'imbarazzo:
"non ti preoccupare dopo un po' ti abitui..."
Dopo un po' è durato più di 30 minuti però effettivamente mi abituo e riesco a riprendere la parola e il controllo del mio corpo....
Anna decide di farsi un bagno e invita me e Paolo a seguirla in acqua...senza farmelo dire 2 volte la seguo.
Non sono sicuro di cosa pensavo in quel momento, so che la situazione iniziava ad intrigarmi.
Entro in acqua e inizio a nuotare appena passo vicino Anna mi ferma e mi tocca i fianchi....mi viene ancora il pisello duro e lei, che se ne accorge dice:
"ti è venuto di nuovo duro....fammi vedere",
con una mano lo stringe e con l'altra mi accarezza le palle, muove un poco la mano e per come ero eccitato sentivo che sarei venuto n poco, per non fare una brutta figura mi tiro indietro e le dico:
"devi stare attenta con certi giocattoli",
lei sorride e si allontana nuotando.
Usciamo dall'acqua, Anna era davanti a me mentre si sdraia a pancia in giù si ferma a pecorina e sistema l'asciugamano, io mi fermo e la ammiro, lei si gira, mi guarda e con un sorriso malizioso mi dice:
"ti piaccio così?"
io che non sono mai stato falso rispondo:
"direi di si, anche molto".
Aveva un bel culetto sodo e in su, una bella patatina rasata che veniva voglia di mettersi in ginocchio dietro di lei per leccarla.
Da quel momento in poi il mio pisello è rimasto sempre duro e Anna si divertiva a stuzzicarmi mettendosi in posizioni provocanti e guardandomi chiedendo sempre:
"...e così ti piaccio?"
Paolo era molto divertito dalla situazione e rimaneva piuttosto silenzioso.
Anna si rimette a pecorina con il culetto verso di me, mi guarda e mi chiede ancora:
"..ti piace?"
ed io:
"mmmmm.....moltissimo...."
Anna:
"cosa vorresti fare?"
ed io ormai liberato dei freni inibitori:
"..mi piacerebbe abbassarmi dietro di te e leccarti.."
ancora Anna:
"fallo se vuoi!"
chiunque si sarebbe subito messo "all'opera", ma io avevo 20 anni, e la situazione del tutto inattesa mi aveva un p' spiazzato.
Ma quella patatina rasata era talmente invitante che non mi sono fatto attendere.
Mi abbasso con le mani le apro dolcemente il culetto e lo sfioro con la punta della lingua, Anna inizia un poco a muovere il bacino.
Mi abbasso ancora un po', con 2 dita le apro la patatina e con la punta della lingua le sfioro il clitoride...lei geme un po'.
Paolo intanto rimasto indisparte inizia a masturbarsi.
Mi sollevo, ma rimango in ginocchio, Anna si gira mi guarda negli occhi avvicina la sua bocca al mio petto, mi sfiora, con una mano mi prende da dietro la schiena e mi avvicina a lei, scende sfiorandomi con la lingua il ventre..scende ancora con una mano solleva il pisello e sfiora la cappella con la lingua, fa scivolare la lingua verso le palle, poi torna su appoggia la cappella alle labbra e lo fa entrare dentro la bocca calda, io con le toccavo il seno e le accarezzavo la testa.
Ero troppo eccitato ogni 5 secondi sentivo che stavo per venire però cercavo di trattenermi in tutti modi e mi tiro indietro.
Anna si rimette a pecorina si avvicina Paolo che le apre il culetto con le mani e mi dice:
"vieni...avvicinati..."
Non rispondo nulla, mi avvicino e lo appoggio alla patatina Paolo mi mette una mano dietro la schiena e mi spienge dentro.
Mi muovo nemmeno 2 minuti, che sono costretto a rallentare ed uscirlo fuori.
Paolo le apre ancora il culetto con le mani si abbassa e la lecca bagnandola molto..........
Si solleva e mi dice guardandole il sedere:
"lo hai mai fatto?"
ed io:
"no!"
Mi avvicino, Paolo lo prende con una mano, lo appoggia al suo culetto e mi dice:
"devi entrare piano e un poco alla volta"
Metto dentro solo la cappella ed Anna inizia a gemere un poco più forte, mi sentivo asciutto e non riescivo a farlo entrare tutto, lo esco fuori la bagno io e rientro.
Ero al settimo cielo, eccitato come poche volte mi era capitato, entro piano, riesco a mandarlo tutto dentro Anna inizia a gridare e godere, vederla godere mi eccitava e non riuscivo più a trattenermi.
Paolo che era rimasto sempre vicino mi dice:
"vieni pure se stai venendo...tanto la mattina ancora è lunga........"
Mi lascio andare e inizio a sbattere Anna come un toro, inizio a gemere perchè stavo per venire, ma mentre mi stavo per tirare indietro Paolo mi mette una mano dietro la schiena e mi dice:
"vieni dentro e mordile la schiena mentre vieni"
Mi abbasso un po' sulla sua schiena e mentre le mordo la schiena e con le mani le stringo il seno le vengo dentro.
Non avevo mai avuto un orgasmo così intenso, per me era stato veramente formidabile, sensazionale.
Mi butto sull'asciugamano e per quanto ero eccitato non ho avuto bisogno di rimanere fermo molto tempo....infatti in quella mattina lo avevamo fatto altre volte.
Da quel momento in me è scattata una molla, in quel momento è nata la passione per gli incontri con le coppie.
Con Paolo e Anna l'amicizia continua, infatti ogni estate che loro vengono qui c'è sempre occasione per ritrovarci.
Non so perchè ho voluto raccontari la mia prima esperienza, forse perchè non ne ho mai parlato con nessuno, non ho mai potuto condividere quest'esperienza con qualcuno, forse è per questo......forse.
Spero che vi sia piaciuto e di averlo raccontato bene e in maniera stuzzicante.
Mi piacerebbe avere qualche vostro commento.
A presto
TrombinHood
30
3
18 years ago
admin, 75
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L\'amore per l\'arte (ultima parte )
Il giorno seguente ricordo, era una domenica.
G. mi chiamò la mattina per dirmi se potevamo trascorrere insieme la giornata.
Proposi di cucinare qualcosa da lui... mi disse che amava follemente la pasta con le zucchine ma che ai fornelli era un autentica negazione. , suggerii, ma G. aggiunse che in casa il frigo era vuoto dal momento che si era scordato di fare la spesa: >.
E così andò.
Nel più vicino supermercato, sotto casa, comprai delle zucchine, i fusilli, riposi in un contenitore i carciofini sott'olio fatti da mamma (che apprezzò moltissimo) e alle 15,00 in punto, lui fu sotto casa mia.
Sembrava tutto perfetto, non mancava nulla.
Viaggiammo fino a casa sua con i finestrini aperti, con il vento che ricacciava i capelli sul viso... ad un certo punto mi guardò attraverso gli occhiali da sole, mi fece un sorriso e chiese: >.
Esitai. >, risposi evasiva. Ma in realtà era già dalla sera precedente che non pensavo ad altro: quando un uomo ti lascia dormire nel suo letto, una notte intera, evidentemente gli interessi... Sotto un profilo sessuale, sicuramente.
Ed in effetti, l'alchimia fra noi si respirava a pieni polmoni: forte da stordire.
Una volta varcata la soglia di casa (ambiente che cominciava a diventarmi familiare), andò in bagno a fare una doccia e a mettersi comodo: mi offrì dei biscotti, che però non mi andavano... Preferii togliermi i vestiti di dosso e rimanere nel mio coordinato intimo (un corpetto in jeans legato da laccetti in raso rosa e guepiere).
Sistemai la spesa nel frigo, una parte l'appoggiai sull'armadietto della dispensa... cercai di mettere ordine, disponendo tutto in modo da trovarlo già pronto quando mi sarei apprestata a preparare la cena.
Guardai le lancette dell'orologio: segnavano le 15,40.
Faceva caldo, ma la sensazione fu quella di un benessere immediato, con l'aria fresca che arrivava dalla terrazza con ondate piacevolissime di refrigerio. L'estate stava per esplodere, torrida più degli altri anni.
G. uscì dal bagno avvolto in un accappatoio bianco. Bello come il sole. Profumava di buono... Mi invitò a spostarmi dal soggiorno alla camera da letto, per stare più comodi.
Allontanò il piumone rosa tirandolo verso i piedi del letto; mi tuffai sul cuscino avvolta da una sensazione di benessere prolungato, mi stiracchiai come una gatta... G. si distese nell'altra metà del letto, slacciò l'accappatoio di spugna e in un attimo il suo pene, già eretto e lucido, riempì la scena.
Aveva un fisico scolpito, abbronzato... Siamo rimasti così, a fissarci negli occhi come a sospendere il tempo, prima di lasciarmi vincere dalla tentazione di avvicinarmi... avicinarmi sempre più fino ad accostare il viso al suo bellissimo membro.
E per la prima volta lo assaggiai, strappandogli un mugolìo di assenso.
Sollevai lo sguardo sul suo volto disteso, gli occhi chiusi, abbandonato a qualunque cosa mani e bocca gli avrebbero riservato.
Tornai a chinarmi su di lui, stuzzicandolo appena con la lingua: il glande era già arrossato, quasi violaceo... ed umido.
Questa volta non mi fermai, lasciando che entrasse quasi completamente nella mia bocca... per sottrarmi poi e ricominciare con movimenti lenti, attenti ai dettagli del piacere che sentivo montare in lui, accompagnato da gemiti e rantoli eccitati mentre, con spasmi impazienti, tutto il suo corpo si protendeva verso di me perché accelerassi ogni gesto.
Non lo accontentai. Non subito.
Volevo giocare.
La bocca continuò a muoversi, a cedere il passo alla lingua che, instancabile percorreva la lunga asta lucida, avanti e indietro... e ogni volta che lo vedevo scomparire nella mia gola, sentivo il suo corpo sussultare con affondi ripetuti, mentre una mano, immersa fra i miei capelli, sembrava volersi assicurare che andassi avanti seguendo quel ritmo senza ulteriori interruzioni.
Questa volta fu accontentato.
Cinque, dieci minuti... serrati, intensi, in cui ogni movimento fu ben calcolato dalla mente... mi piaceva sentirlo gemere: un uomo così bello, colto... e un adone che quasi imprecava mentre si sollevò mettendosi quasi seduto e con una mano mi scostò i capelli dal viso: >, mi disse con voce roca.
E mentre il suo membro continuava ad uscire e ad entrare dalla mia bocca, i suoi rantoli si facevano sempre più concitati.
Iniziai a scappellarlo quando i movimenti divennero veloci... febbrili: si lasciò nuovamente cadere sul letto, ormai vicinissimo all'orgasmo.
Mi arrestai di colpo, sollevandomi sulle ginocchia, fissando la sua espressione stravolta dalla passione; feci scivolare via gli slip, arrotolandoli ai piedi del letto... allargai le gambe e mi accucciai sulla sua erezione, le spalle rivolte verso di lui, ammiccando: >.
Si sollevò mentre la mia schiena aderiva al suo petto villoso, e premette le mani sui seni, attraverso la stoffa del corpetto: mentre ondeggiavo piano, guidando il suo pene perchè potesse prendermi in quella posizione, sentii le sue mani spostarsi verso i mille gancetti che allacciavano il corpetto e vidi quest'ultimo scivolare sul pavimento: mi fu dentro con una spinta decisa.
Mi inarcai connun grido; le sue mani tornarono a posarsi sul miei seni adesso nudi, e si aggrappava al mio corpo come per avvalersi di un punto d'appoggio per tornare a penetrarmi ripetute volte, ancorato ai miei fianchi, emetteva suoni incomprensibili, a tratti cavernosi... Mi sollevavo, tornavo ad abbassarmi e ancora lui era tutto dentro di me, scivoloso, caldo e pulsante.
Mi sentivo grondare e non capivo se erano i miei o i suoi umori.
Forse i miei mescolati ai suoi.
Lo presi in mano mettendolo dentro e tirandolo fuori infinite volte... masturbarmi con il suo cazzo mi catapultò verso un orgasmo da vertigine, che esplose copioso come lo sperma che mi inondò il seno, la mano, parte del volto.
Ancora al culmine dell'orgasmo, G. mi afferrò per i fianchi e mi mise a pecorina: una mano sprofondo fra le mie cosce aperte e la sua erezione mi trapassò da dietro... una sincronia perfetta, mi sentivo inondata, e stavolta erano i miei umori ne ero certa... Un orgasmo multiplo: essere scopata davanti e dietro è una sensazione che ti esplode nelle tempie, pensi che se quel piacere andasse oltre, non potresti sopportarlo.
Con l'ultima spinta mi riempì con il suo sperma, un fiotto abbondante che mi invase e iniziò a scivolarmi tra le cosce: così rimanemmo, avvinti in un piacere che aveva del sublime e profumava di peccato...
Le lancette della sveglia digitale sul comodino segnavano le 17,05.
Quando G. uscì da me, andò in bagno a lavarsi... lo trovai davanti allo specchio che si sciacquava il viso, il membro manteneva ancora parte dell'erezione, ed era così lucido, invitante...
Quando mi vide sulla porta mi indirizzò un sorriso, ma certamente non si aspettava che dopo averlo baciato, mi chinassi a ringraziate con un bacio quel meraviglioso arnese del piacere che tanto aveva contribuito al mio benessere; allargò istintivamente le gambe e, dopo un bacetto innocuo, sentii imperiosa la sensazione di assaggiarlo... ancora...
Forte, con movimenti rapidi, quasi frettolosi, ravvicinati tra loro... la mia bocca fece tutto da sola: lo sentii nuovamente crescere, sullo sfondo dei suoi lamenti concitati di piacere, duro... lo spinse nella mia bocca fino a vederlo sparire e mi premette una mano contro la nuca, spingendo, spingendo, spingendo... Un grido roco ruppe un silenzio infranto solo da gemiti prima di venire così, schizzandomi in faccia, sul seno...
Era successo. Avevamo rotto il ghiaccio, cominciava a farsi sera... ed io iniziai a mettere la pentola con l'acqua salata sul fuoco, affettai le zucchine a rondelle e le lasciai riposare in acqua e sale perchè perdessero l'amaro che le contraddistingue: nuda.
E lui nudo, a girare per casa.
Assaggiò i carciofini, mi raggiunse alle spalle bisbigliandomi a un orecchioo: >, e con una mano, lasciava scivolare, tentatore, il suo pene in stato di riposo tra le mie natiche: mi sollevavo sulla punta dei piedi e trattenevo un respiro.
Lui mi sorrideva e s'allontanava.
Finiva di apparecchiare la tavola.
L'olio nella padella, sul fuoco, iniziava a friggere... buttai le zucchine dopo aver tolto l'acqua, insieme ai fusilli, nella pentola più grande.
>, la sua voce proveniva dal soggiorno: mi voltai e lo vidi sprofondato sul divano, davanti a una TV accesa che rimandava suoni in sottofondo. Ma nessuno sentiva.
Presi posto accanto a lui, intento a percorrersi il pene con un gesto che sprizzava orgoglio e lanciava insieme un messaggio preciso: la mia mano si sostituì alla sua mano, mentre entrambi restavamo in silenzio.
Avanti e indietro, avanti e indietro, percorrendo l'asta in tutta la sua lunghezza... soffermandomi sulla punta, giocando con la pellicina... si scappellò dopo neanche trenta secondi.
Lo vidi abbandonarsi contro lo schienale di pelle del divano ed incitarmi mentre entrambi guardavamo il suo pene ingrossarsi e crescere nella mia mano: >, il suo commento estasiato intanto che, rapidamente, lo facevo entrare ed uscire dalla stretta che lo avvolgeva.
Lo sentivo contratto, teso a prendere tutto il piacere che riceveva dal calore sprigionato da quel contatto... Ero eccitata, pensavo che non mi sarebbe dispiaciuto cavalcarlo per un po' e lasciare che mi sborasse dentro.
Le zucchine sul fuoco bruciavano!
G. si ricompose, per quanto fosse possibile in quella circostanza. Mi sentivo avvampare le guance... si rivelò una fatica sedersi a tavola e consumare quel pasto senza saltarci addosso prima... durante, dopo.
Guardammo la TV, parlammo di politica, di musica, di cucina.
>.
La TV continuammo a guardarla in camera: un vecchio filmato su Hitler... Lui tolse l'audio, scostò le lenzuola e sprofondò con il viso fra le mie cosce, entrandomi dentro con la lingua intanto che il suo membro mi penzolava davanti agli occhi.
Da una vita non facevo più una spagnola, pensai tutto sommato divertita e assuefatta dal piacere che faceva montare dentro di me quel suo esplorarmi così dettagliato, minuzioso e solerte.
Mi allargava con le dita e insinuava più in fondo la lingua... mi sentivo contorcermi, mi sembrava una tortura alla quale non avrei resistito a lungo... Presi il suo pene fra le labbra e iniziai a succhiarlo più forte, in sincronia con il piacere che sentivo crescere e dettar legge e regole. La sua voce ansimante divenne presto una specie di grugnito: mi penetrò con una mano, assestando più affondi, ripetuti e ravvicinati: al terzo stavo già godendo.
Quando mi intuì vicina all'orgasmo, accelerò, ed eera la sua mano che, egregiamente, si sostituiva a quel cazzo meraviglioso che avrei voluto sentire fra le mie gambe, pulsare e spingere come un cavallo selvaggio... Lo vidi inginocchiarsi davanti a me e puntarmelo contro il viso, prima di un lungo fiotto di sperma, accompagnato da un grido liberatorio.
Tornò il volume alla TV e dopo l'ennesima doccia, tornammo vicini, sul letto, la testa appoggiata sul suo petto mentre mi raccontava delle sue amicie influenti, della sua passione per la bellezza in generale e per l'arte.
Piccoli aneddoti con i suoi alunni per musei, in giro per città d'arte... mi fece sorridere e suscito al tempo stesso un'ammirazione che raramente ho provato verso un uomo.
Ci addormentammo con la TV accesa. E la sua bocca sulla mia...
Durante il sonno la sua mano era scivolata inavvertitamente all'altezza del mio inguine: mi svegliai in preda ad un languore che non seppi chiaramente mettere a fuoco.
Una sensazione strana di calore. Scostai il piumone con il quale ci eravamo coperti durante le ore della notte... fuori stava albeggiando... badai a non scoprire lui, ma sollevando un lembo del tessuto intravidi il suo pene, addormentato proprio come lui... Un pensiero mi attraversò la mente: quale risveglio più dolce...?
E poi G. stava dormendo e potevo guardarlo, osservarne le reazioni.. quelle che da lì a breve gli avrei regalato.
Lo accarezzai con il palmo di una mano... lo sentii sospirare.
Mi spostai e quando tornai verso di lui, fu con una carezza che tese a sollevarlo dalla posizione di riposo che aveva assunto, seguendoe i contorni con la punta delle dita, massaggiandolo nonostante si afflosciasse al mio passaggio, non ancora reattivo alle sollecitazioni.
Iniziai a percorrerlo dalla punta, con gesti flemmatici, percorrendo via via l'asta... provai ad accelerare i movimenti, e finalmente riuscii a ridargli vigore: sotto le dita lo sentivo rigido... duro come lo ricordavo nelle ore infuocate che avevano preceduto le ultime ore del giorno ormai alle spalle.
Unendo il pollice e l'indice esercitai una pressione sul glande e continuai a riprodurre gli stessi movimenti che avrebbe esercitato se me lo fossi messo dentro: avanti e indietro, fuori e dentro...
Vidi il suo petto alzarsi e abbassarsi nel sonno, lui voltare il viso nella mia direzione ma senza riuscire ad aprire gli occhi. Gli sentii pronunciare solo poche parole concitate:
>.
Quando tornai a posare lo sguardo sulla mano che ancora si stringeva intorno al suo membro, mi ritrovai davanti un'asta la cui visione fu qualcosa di sublime: un invito irrinunciabile... Lo presi quasi meccanicamente in bocca, ma con l'avidità di chi si apprestava a farlo per la prima volta, come a ingoiarlo d'un solo fiato.
Non badai ai dettagli, al crescere del suo piacere che di colpo lo svegliò dal suo sonno... niente di tutto questo; quando tornai alla realtà, G. stava per venire.
Soltanto allora mi fermai. Cercando il suo sguardo e insieme un'indicazione sui passi successivi: forse non era ancora sufficientemente presente all'orgasmo che stava per avere.
E infatti, lui mi spinse contro il materasso, mi sollevò per i fianchi dopo aver percorso la mia schiena con una lunga carezza e mi aferrò per le cosce, portandomi ad aderire contro l'erezione che mi trapassò.
Scicolò dentro di me mentre mi sentivo ansimare una, due, tre, quattro volte... e ad ogni affondo, la spinta era sempre più prolungata, fino a fermarsi dentro di me, che intanto venivo, venivo, venivo...
>, mi diceva estraendo il suo cazzo e rimettendolo dentro. >.
Lo specchio di fronte rifletteva la mia immagine in primo piano e un uomo da dietro, infoiato che mi scopava come se fosse, quella, l'ultima ragione del suo esistere.
Mi vidi così troia da eccitarmi in sequenza ripetuta... osservai il modo in cui ondeggiavo con il bacino in modo da sentirlo tutto dentro... e continuavo a schizzare, a sentire fra le gambe un calore umido che mi bagnava e dilagava... impregnando le lenzuola.
Attraverso lo specchio lo vidi estrarre il suo cazzo bagnato dei miei umori e lo vidi appoggiarmelo tra le natiche:
>, farfugliò in tono concitato prima di godere.
Una sensazione calda e appiccicosa mi scivolò sulla schiena... e più giù, fra le cosce. Prese il suo membro ancora grondante e lo mise nuovamente dentro, spingendo ancora due, tre volte...
Con un grido liberatorio.
Che si unì al mio...
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1
18 years ago
muyhermosa,
35
Last visit: 15 years ago
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Il mio primo uomo è stato un trans
Sono Lucio, ho 44 anni e sono felicemente sposato con Mara, una splendida donna mia coetanea. L'episodio che vado a raccontare mi è capitato nell'estate del 1999. Io e Mara eravamo sposati già da otto anni ed avevamo l'abitudine di fare una parte delle vacanze insieme ed una parte separati. Lei partiva già ai primi di luglio con le sue sorelle e si piazzavano tutti, sorelle, cognati nipoti ecc. nella gran casa di mio suocero a Massalubrense, vicino Sorrento. Io li raggiungevo nei fine settimana di luglio e poi andavo definitivamente ad agosto quando chiudevo l'azienda e mandavo in ferie gli operai.
Quel mese di luglio era la mia pacchia: andavo facendo le esperienze più trasgressive soprattutto sotto il profilo sessuale. Devo dire che la cosa che mi aveva sempre lasciato un senso di non completo appagamento era il rapporto con i transessuali che avevo sempre avuto in macchina e mi ero sempre fatto fare solo il classico pompino. Con qualcuno di questi fantasticavo di starci a letto belli nudi, ed averci un rapporto completo. Era uno sfizio che mi dovevo far passare e decisi di attivarmi. Mi misi a chiamare alcuni annunci sul giornale. C'erano molti annunci preregistrati ed uno di questi mi colpì perché andava in controtendenza rispetto al solito modo di comportarsi dei trans per strada che una volta afferrati i soldi cercano solo di farti venire il prima possibile. Questo invece diceva: "Ciao, sono una splendida trans italiana, mora, alta 1,80, bel seno, bel culo e bel cazzo. Sono attivo e passivo. So essere calda e vogliosa femmina e forte e deciso maschio per te o anche per la tua donna. Ricevo in casa e non ti metto fretta, basta che mi dici quanto tempo vuoi stare così non prendo appuntamenti. Ahhh… io vado a tariffa oraria… scusami per questa banalità. Ciao a presto. Chiama dalle 14.00 alle 16.00 per appuntamenti. Smack!!!" Questo messaggio da quella voce femminile con timbro maschile mi metteva addosso una eccitazione morbosa. Ogni tanto richiamavo solo per sentire la voce e mi veniva il cazzo duro. Chiamai e fu un'estasi. Proprio una bella persona solare. Mi metteva a mio agio di una volgarità misurata e calcolata mi diceva che anche in queste cose bisogna essere allegri e divertirsi. Insomma me lo prenotai per il martedì sera alle 23,00 fino alle 5,00 del mattino, a 50.000 l'ora faceva 300.000. Poco male, soldi benedetti.
Il martedì alle 23,00 arrivai lì con un certo batticuore salii al piano e bussai il campanello di Luigia. Mi aprì e sentii la gola secca e mi mancava anche il fiato. Aveva una vestaglia celeste annodata alla vita ed era proprio come me l'ero immaginato. Non riuscivo a dire una parola e lui si accorse del mio nervosismo. Mi disse di stare calmo e mi chiese se era di mio gradimento. Io ripresi il controllo di me e dissi che era bellissima. Lui mi rimandò in estasi quando sempre sulla porta si aprì la vestaglia sotto la quale era completamente nudo. Bellissimo corpo, bellissimo seno, ma quello che attirò subito la mia attenzione fu l'arnese che gli penzolava in mezzo alle gambe. Ne ebbi subito una sensazione ammirata. Non era duro e per questo scendeva verso il basso dandomi la sensazione di una proboscide…"chissà come deve essere in erezione?" pensai. Mi fece entrare e mi chiese se volevo un drink. Accettai e si mise a prepararlo invitandomi a mettermi nudo così avrei rotto il ghiaccio anch'io. "E poi, muoio dalla voglia di vedere come sei fatto" mi disse. Mi misi nudo e mi arrivò il complimento di rito sulle dimensioni del mio cazzo. In verità era evidente che il suo era più grosso del mio anche se eravamo ancora tutti e due mosci. A sorpresa me lo ritrovai di spalle col petto, anzi con il seno, a premere sulla mia schiena e con una mano ad afferrare il mio cazzo da dietro. La sensazione forte non fu il fatto che mi prendesse in mano il cazzo ma il fatto di avere il suo petto, il suo ventre ed anche il suo cazzo a premere sulla mia schiena. Una sensazione incredibile che mi fece venire subito il cazzo duro. Mi diede un paio di colpi a segarmelo poi mollò, mi diede uno schiaffetto sul culo e mi disse di seguirlo in camera. Mi fece stendere sul letto, mi infilò un preservativo e cominciò a spompinarmi. Il solito pompino del trans, bravo anche più delle donne, ma non era l'appagamento delle mie voglie. In verità ero venuto pensando di incularmelo a lungo ma adesso non ci stavo pensando proprio per niente. Ora senza rendermene conto stavo pensando al suo cazzo e, distrattamente, facendo finta che ci capitavo per sbaglio glielo andavo a sfiorare. Lui capì e mi mise a mio agio: "se vuoi prendermi il cazzo in mano fallo senza remore caro. Lo hai mai preso un cazzo in mano?". "No", gli risposi, "mai nessuno oltre il mio", e glielo afferrai senza più remore. Cominciai subito a menarglielo ad un ritmo forsennato. Tanto che mi disse di andare più piano se no lo facevo venire subito. Rallentai. Intanto aveva mollato il mio cazzo e si era disteso lasciandomi fare. Aveva capito che se mi avesse dato solo una piccola spinta mi avrebbe fatto fare qualunque cosa. Era bellissimo avere quel tronco fra le mani che svettava duro. Oramai avevo rotto gli indugi e cominciavo anche a sparlare. Dicevo liberamente quello che pensavo tirando fuori la parte più nascosta di me. Dicevo che aveva un cazzo bellissimo e che mi sarebbe piaciuto anche baciarglielo. Lo scappellavo con dolcezza ed ogni tanto mi veniva voglia di prenderlo in bocca. Lui se ne accorse e mi passò un preservativo dicendomi: "dai amore, infilamelo e poi lo puoi prendere anche in bocca." Glielo infilai con tutte e due le mani ed immediatamente mi ritrovai con una mano dietro la nuca che mi tirava decisamente verso quel magnifico arnese. Cambiò atteggiamento e mi disse quello che sapeva mi sarebbe piaciuto sentirmi dire: "va bene. Ora io faccio il maschio e tu fai la femmina. Fammi un bel pompino da gran troia. Ingoialo tutto fino alla palle." Quelle parole contribuivano a farmi perdere ogni ritegno. Non capivo più nulla. Ingoiavo quel cazzo fino a metà e l'altra metà la tenevo impugnata con la mano. Mi disse di togliere la mano e di cercare di ingoiarne il piu possibile e di guardarlo negli occhi mentre ingoiavo e succhiavo il suo cazzo. Mi sarei sentito ancora più disinibito; era vero. Dopo un po’ mi arriva una proposta che mi fece bloccare e sobbalzare dentro. “Senti caro…. Se vuoi che te lo metta nel culo non mi devi far venire con la bocca.” Io rallentai lo sbocchinamento pensando a quello che mi aveva detto ma lui lo interpretò come una risposta positiva alla sua proposta indecente. In effetti effettivamente ci stavo pensando. “Immagino che tu non l’abbia mai preso nel culo, vero?”. Smisi di succhiare solo per dirgli di no e ripresi di nuovo. “Beh, allora ci vorrà un po’ di tempo. Debbo fare con calma. Non devo farti molto male. Ti voglio lasciare un buon ricordo della tua prima volta. Dai mettiamoci a 69 così ti posso preparare il culetto con calma e intanto tu mi tieni duro il cazzo.” Ci mettemmo a 69 io sotto e lui sopra. Si mise il mio cazzo in mezzo al seno a farmi una spagnola ed intanto si dedicava al mio culo. Me lo leccò e me lo insalivò a lungo infilando ogni tanto un dito. Quando faceva così lo spompinavo più forte. “Sei come tutte le troione. Basta che le stuzzichi un po il culo e non ragionano più”. Mi lavorò il culo per quasi un’ora. Con creme e non so che altro. Oltre alle dita mi infilò anche qualche arnese. Poi mi disse che era arrivato il momento. Che ero pronto. Si tolse da sopra di me ed io mi misi a pecorina aspettando il momento e dicendogli di fare piano. Ma lui mi disse che quella posizione l’avremmo assunto dopo aver rotto…il ghiaccio. “per adesso ti metti come si mettono le donne quando lo prendono nella figa. Sdraiati.” Mi distesi di schiena e lui mi mise uno o due cuscini sotto al culo. Non capivo a cosa servisse. Lo capii subito dopo. Si mise davanti a me e mi alzò le gambe mettendo le mie caviglie sulle sue spalle.
In pratica avevo le spalle infossate nel letto, il culo proteso verso l’alto ed oscenamente aperto ed offerto. Ma soprattutto sentivo la sensazione di non essere più oramai in condizione di sottrarmi. Infatti sentii la sua cappella che si appoggiava al buco. Ebbi un sobbalzo e mi resi conto che in quella posizione potevo al massimo sobbalzare ma nulla mi poteva oramai più sottrarre al sacrificio. Mi rassicurò dicendo che avrebbe fatto piano e di rilassarmi. Non fu di parola il bastardo. Un adorabile bastardo. Non feci in tempo a godermi il brivido che mi percorreva la schiena che me lo aveva affondato tutto dentro senza sforzo. Mi scivolò dentro in una maniera oscena. Provai a stringere l’ano ma la lubrificazione fece in modo che sfilasse libero come un’anguilla che piu la stringi piu scivola. Quando mi fu completamente dentro rimase fermo così, si piegò in avanti distendendosi su di me. Mi ripiegò in due facendomi arrivare le mie ginocchia sulle spalle. Ero aperto al massimo e lui aveva affondato fino alle palle che infatti sentivo appoggiate sul mio fondoschiena. La sua pancia sulla mia ed il mio cazzo, che si era rimpicciolito al punto fa diventare una pellicina, in mezzo; il suo seno sul mio petto. Gli dissi di stare fermo un attimo così dentro di me e di farmi riprendere fiato. Infatti avevo il fiato in gola come se avessi salito una scala di corsa. In quella posizione mi venne di succhiargli la cosa che avevo più a portata di bocca: il seno. Ebbe una reazione violenta. Cominciò a pomparmi violentemente in quella posizione facendomi sentire dei colpi proprio sotto lo stomaco. Mi sarei voluto sottrarre ma non potevo. Mi pompò per una decina di minuti prima di venire ma mi sembrarono una eternità. Più passava il tempo e più il piacere e la libidine si sostituivano al dolore tanto che cominciai anche ad incitarlo. Oddio che esperienza meravigliosa. A casa l’ano mi bruciò per una settimana, specialmente quando andavo al bagno. Ma appena mi fui normalizzato lo richiamai e ci ritornai. Ci sono stato diverse volte, anche quando mia moglie non stava piu al mare ma a casa. Non ci sono più tornato dopo essere stato sotto ad un maschio normale. Ma questa è un’altra storia.
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18 years ago
gioiamia,
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L\'amore per l\'arte
Ci eravamo piaciuti subito. Io e G., bello come il sole... altro, narciso e galante.
Insegnava (tutt'ora insegna) Storia dell'Arte in una delle Università più vicine a casa mia... fatale l'incontro.
Qualche chiacchiera, cena a lume di candela... banditi i discorsi sulle partite di calcio, sulla banalità del quotidiano e sulla mediocrità dell'ovvio: per tutto il tempo è stata una sintonia perfetta, sull'onda dei versi aulici di Dante per Beatrice, i peccati ludici del Boccaccio, l'amore del Leopardi per Silvia...
Fuori dal ristorante abbiamo camminato allacciati fino alla macchina, soffermandoci a guardare intorno a noi il cielo di un nero fitto... avvolgente. La luna occheggiava, complice e ruffiana.
La serata è sfumata sul divano bianco di casa sua... sorseggiando del vino bianco e ascoltando Aznavour, mentre mi parlava d'arte. Uomo raffinato, selettivo e grande esteta.
Bellissima l'aria che si respirava su quella terrazza, sul finire di un Giugno caldo... ma lì si stava bene.
Curava le rose, percio'- galantemente - mi disse con una allusione- portava nella sua alcova solo le cose più belle.
Siamo tornati sul divano, ha chiesto se poteva accarezzarmi... la sua vicinanza mi trasmetteva un senso di tepore che mi faceva sentire a casa... mi sono avvicinata a lui abbandonando la testa nell'incavo della sua spalla... lasciando che si insinuasse sotto la camicette aderente, nera, che apprezzasse la lingerie, curata e raffinatissima ma andasse oltre... scivolasse con le dita fino al capezzolo e si chinasse a prenderlo tra le labbra... Un fremito. Sensazione che ricordo nitidissima. Come ricordo d'essermi inarcata cercando il suo bacio.
Il primo bacio.
Avrei voluto... avremmo voluto.
Di colpo si è alzato facendo strada fino all'ingresso: mi guidò fuori dalle scale, tradito da sensazioni che non riusciva a nascondere... Salvo dirmi in ascensore: "Stasera avrei voluto..."
"...fare l'amore - conclusi io per lui - anch'io lo avrei voluto".
Ma mi riaccompagnò a casa quella sera, bello come un dio greco e stordito dalla vicinanza, in macchina, da un profumo eccessivo della mia pelle.
Tutta la notte ricevetti e risposi a messaggi infuocati.
Lui che aveva sentito il mio corpo rispondere e abbandonarsi tra le sue braccia, io che avevo trattenuto in me il desiderio di non rispondere più di me...
Ci saremmo visti il giorno dopo.
Tutta la notte fu impossibile chiudere occhio...
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18 years ago
muyhermosa,
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Lo schiavo tom
Lo schiavo
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Dal diario dello schiavo :
“Questa mattina mi sono alzato un’ora e mezza prima della mia Padrona per pulire un po’ la casa e preparare una buona colazione. Chiaramente ho svolto tutti i miei impegni nel massimo silenzio affinché la mia meravigliosa Dea non ne fosse disturbata. Alle sette in punto, come ogni giorno lavorativo, mi sono recato in camera sua per svegliarla.
La Padrona dormiva comodamente, avvolta nel tiepido abbraccio delle sue morbide lenzuola di seta. Per un attimo sono rimasto incantato a guardarla. Ad ammirarla. In Lei c’è tutto: bellezza, sensualità, magnificenza, grazia, splendore. Mi rendo conto di essere molto fortunato a poter servire un essere a me tanto superiore.
Lei si chiama Sara. Ha ventisette anni e, per lo meno in via ufficiale, è la mia ragazza.
Naturalmente non è così. Di fronte a tale Divinità io non posso che chiamarmi schiavo e creatura inferiore.
Ne sono orgoglioso, però.
Con grazia ed attenzione ho scostato le lenzuola che la coprivano e dolcemente ho iniziato a leccare i suoi piedi per svegliarla nel migliore dei modi.
Dopo pochi secondi la Padrona si è destata. Mi ha dato un calcetto in faccia e mi ha allontanato.
“Ciao, schiavetto”
“Buongiorno, mia signora. Ha dormito bene?”
“Si, grazie”
“Le ho preparato la colazione”
“Che bravo! Grazie! Me la porti qui, per cortesia?”
“Sì, Padroncina, con grande piacere”
Si è rimessa sotto le coperte attendendo il mio ritorno. Nel frattempo ha accesa la TV collocata dalla parte opposta del letto e si è guardata il telegiornale.
Quando sono tornato ho appoggiato il vassoio sul comodino e mi sono messo a quattro zampe a fianco del letto.
“Vuole usarmi come tavolino, Padrona?”
Sara ha riso un po’, poi ha scossa la testa.
“No, schiavetto. Se tu fai da tavolino poi chi me li lecca i piedini?” ha domandato muovendo le sue inarrivabili estremità da sotto le coperte.
“Su, infila la testa sotto alle lenzuola e leccameli per benino”
“Sì, padrona. Come desidera”
Leccare i piedi della Padrona mi piace non so descrivere quanto. La loro pelle è vellutata e morbida, le loro forme assolutamente perfette. Inizio dal tallone del piede sinistro che curo con lente lappate da un’estremità all’altra.
Proseguo quindi lungo la pianta. Lo faccio delicatamente, perché non vorrei che la mia lingua d’essere inferiore provocasse un fastidioso solletico alla Dea.
Una volta massaggiate le piante dei piedi passo alle dita. E’ molto importante rimuovere il sudore e la polvere accumulata negli spazi fra le dita perché i piedini della Padrona, per sua stessa richiesta, devono essere sempre puliti e proprio nei punti più riposti va dedicata maggiore attenzione.
La parte conclusiva del mio lavoro è rappresentata dal dorso dei piedi. E’ liscio e regolare, un profilo che sembra disegnato da un artista rinascimentale.
Quando la Padrona ha terminato di far colazione odo di nuovo la sua voce.
“Per ora basta” dice.
Mi assesta un calcetto sul naso per farmi uscire la testa da sotto le coperte e mi attende con un sorriso brillante e cordiale.
“Mi aiuti ad alzarmi, schiavetto?”
“Certamente, Padroncina”
Mi sdraio sullo scendiletto e le faccio da tappetino affinché possa appoggiarmi i piedi addosso e non prendere freddo. I piedini della Dea meritano la massima cura.
“Ah, se non avessi te! Come farei?”
“E’ un privilegio, per me” rispondo.
Sara mi sorride. Il cuore mi batte forte.
Sento il peso della mia giovane Proprietaria sul petto e sulla gola. Non ha badato a dove poggiava i piedi, naturalmente. Così facendo mi ha chiusa la trachea, rischiando di farmi soffocare. Ma io non mi sono lamentato. Non avrei potuto. Ciò avrebbe arrecato disturbo alla Dea.
Mi sono prodigato per calzarle le ciabattine ai piedi senza scomodarla. Il fiato era sempre più corto e Lei era completamente indifferente al mio soffocamento. Sara si è alzata pesando interamente su di me, ha indossata la vestaglia di seta rosa che le ho regalata per Natale ed è scesa dal mio corpo indegno.
Una boccata d’aria fredda m’ha raggiunto di colpo i polmoni, facendomi male al petto.
“Vieni, schiavetto, andiamo in bagno”
“Sì, Padrona”
In bagno mi sono inginocchiato come tutte le mattine davanti allo specchio ed ho lasciato che la Padrona si sedesse sulla mia schiena. Doveva pettinarsi, lavarsi, truccarsi. Dell’ultima incombenza, in realtà, non aveva granché bisogno. Madre Natura le ha donato un corpo perfetto. Sara non ha necessità di meschini artifizi per essere più bella.
Un velo di rossetto, soltanto. Qualche volta un po’ di ombretto.
Il contatto del suo bellissimo sedere sul mio collo mi ha onorato. Soffrire per lei è la massima ricompensa, per me. Sara non si preoccupa di quanta fatica faccio mentre mi usa come sgabello in bagno. Ciò è giusto. Io esisto solo per servirla. Quando ho sentito che i muscoli si stavano intorpidendo a causa della fatica la Padrona, per fortuna, si è alzata. Non avrei voluto farla cadere a causa della mia debolezza.
“Su, schiavo, alla tua padroncina scappa forte la pipì!”
“Sì, mi usi pure come latrina”
La sua risata è stata dolce e cristallina.
“Dove altro potrei farla, altrimenti, se non dentro la tua bocca?” ha domandato.
“E’ un onore, per me”
“Certo che lo è! Su, mettiti in posizione”
Mi sono sdraiato con la faccia rivolta verso l’alto. Ho aperta la bocca ed ho atteso i comodi della bella Dea. Sara si è seduta sopra il mio viso, per un momento gravando interamente sul mio volto. Ha poi scostato la vestaglia per non sporcarla di orina e mi ha pisciato in bocca. Ne aveva molta nella vescica, meravigliosa fanciulla, mi spiace averla fatta attendere tanto prima di raccogliere i suoi bisogni fisiologici. Talvolta vorrei che la mia bocca inutile potesse staccarsi dal resto del corp per essere sempre a sua disposizione.
Quando la pisciata è terminata
“Schiavo, ti va di pulirmi?”
“Sì, Padrona, volentieri”
“Bravo, sei un tesoro”
“Grazie a lei per avermi permesso di obbedire ad una superba creatura angelica come Lei è”
“Come sei caro! Però ora lecca, cominciano a farmi male le ginocchia a star ferma in questa posizione”
Ho leccato come meglio ho potuto. Mi sono concesso anzi qualche lappata supplementare dopo che la pelle della Padrona è stata ripulita dalle ultime tracce di orina. La Dea poteva punirmi per questa mia inqualificabile libertà, tuttavia mi ha lasciato fare con generosità. Ad un certo punto ho sentito che il suo respiro si è fatto più corto e più profondo. Stava traendo piacere sessuale dal mio lavoro.
Ne sono stato lieto.
“Acc…è tardissimo! Oggi devo presentarmi in aula” ha detto ad un certo punto la Padrona “Schiavetto mio, sei stato bravo. Resterei qui un altro poco, purtroppo devo proprio andar via”
“Spiace anche a me, Padrona”
“Continueremo oggi, va bene?”
“Se va bene per Lei, io non posso che obbedire”
“Ah, ma come fai a sopportare una Padroncina terribile come me, povero caro!”
“E’ un onore essere suo servo” ho risposto con tutta la sincerità che disponevo.
“Va bene. Allora per stamani la tua Padroncina ha un’ultima richiesta per te. La farai contenta?”
“Certamente, ordini pure”
“Mentre sono in camera a vestirmi, tu prendi le mie scarpe…oggi veglio quelle nere col tacco a spillo. Sai, quelle col nastrino dorato?”
“Sì”
“Lucidamele per bene, voglio specchiarmi in loro”
“Sì, Padrona”
“E non perdere tempo a leccarle. Semmai quello lo farai stasera quando tornerò. Sai, con questi brutti giorni di pioggia ho paura che si sporcheranno parecchio, a camminare sui marciapiedi. Mi leccherai le suole, con la tua lingua. Ora fa alla svelta”
Mi sono recato immediatamente nella stanza delle scarpe, quella che un tempo era la mia camera ed il mio studio. Oggi dormo sotto al letto della Padrona, talvolta sullo scendiletto, e tutta la roba del mio studio è stata trasferita in garage, dove alla Dea non reca fastidio.
Ho prese le scarpe nere con il laccetto dorato e le ho lucidate ben bene ed a tempo di record. Dopo sono corso in camera della Dea a portargliele. Lei era già vestita di tutto punto. Aveva una giacca blu scura, gonna al ginocchio e calze nere.
Mi sono gettato ai suoi pedi sostenendo le sua scarpe in pari come una reliquia sacra e contemporaneamente le ho baciate le punte delle dita sotto le sue risatine divertite.
“Ti spiacerebbe essere tu a calzarmele?”
“Volentieri, Padrona”
Le ho infilata la prima scarpetta. Lo strusciare del margine della calzatura sul tessuto della calza era un fruscio velato.
Sara ha spinto in avanti senza preavviso la sua lunga gamba e mi ha messo il tacco in bocca.
“Succhialo, per cortesia”
“Sì”
“No, scusa, sai…ma mi sembrava che ci fosse rimasta una patacca di sudicio”
Non credo fosse vero, le avevo pulite accuratamente. Fosse stata anche la verità, comunque, la Padrona avrebbe fatto benissimo. E’ così che vanno trattati gli schiavi e la mia Proprietaria sa bene come usare un essere d’infimo livello quale io sono.
Lo schiavo non occorre solo per soddisfare i piaceri sessuali della Dominatrice, ma per ogni altra cosa, per la sua comodità, per svolgere mansioni noiose o faticose, per lasciare alla Padrona maggiore tempo libero. Lo schiavo, inoltre, non ha diritti, ma solo doveri.
Una Padrona merita la vita perfetta, alle faccende di casa pensa il servo. E’ così che funziona.
Non appena ho calzato anche l’altra scarpetta Sara si è alzata e si è recata alla porta.
L’ho seguita in adorazione a quattro zampe, così come mi è concesso di muovermi per casa. Sono la sua bestia ammaestrata e solo questo.
Nel frattempo ho ammirato il suo magnifico portamento e la classe dei suoi movimenti. Ho provato il desiderio di baciarle le gambe, i piedi ed il culo.
Sulla porta la Dea si è voltata verso di me e mi ha sorriso. Si è chinata un poco e mi ha accarezzata la testa.
“Bene, hai imparato a fare lo schiavo, eh?”
“Grazie, Padrona”
“Ti piace tanto essere mio schiavo?”
“Sì”
“Davvero?”
“Certamente”
“Allora salutami come si deve. Dammi un bacio su ciascun piede”
Mi sono accucciato a sfiorare il pavimento con il mento. Ho baciato i suoi piedi, poi le sue scarpe.
Erano pulite, le avevo appena lucidate. Avrei preferito leccarle da sporche. Mi sarei sentito come la larva che sono.
“Ehi, vacci piano! Ho detto i piedi soltanto. Non voglio mica che mi sbavi sulle scarpe pulite!”
“Scusi, Padrona”
“Non fa nulla, schiavetto mio. Ci vediamo stasera. Tu finisci di pulire la casa, nel frattempo”
Si è voltata e se ne è andata senza aggiungere altro.
Come prevedevo dovrò trascorrere un’altra giornata a pulire, stirare, spazzare ecc. ecc…
Da quando Sara è diventata la mia Padrona non ho più un momento per me e per i miei hobby. I miei amici e la mia vecchia vita sembrano solo vaghi ricordi.
Tuttavia sono contento di quel che sono e non vorrei mai e poi mai tornare ad essere ciò che ero.
La mia vita è questa, adesso. Ai piedi di una Dea che mi usa, mi sfrutta e mi deride.
Ma io sono contento.
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1
18 years ago
tom,
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Il piacere quotidiano
Mi sono svegliata un giorno, annoiata, rigirandomi nel letto... ho acceso il portatile, 24 messaggi non letti.
Uno dopo l'altro, ho iniziato a scorgere il mittente... nick strani, bizzarri... oppure originali.
Con alcuni di loro c'era stato uno scambio di mail, qualche battuta al telefono... Quel giorno però volevo trasgredire con qualcuno mai visto prima. Che non avrei visto mai più dopo esserci stata.
longtime@... Non ne ricordo neanche il nome, ma faceva il giornalista e anche lui viveva a Roma.
Giugno torrido di quest'anno.
L'ho tenuto sulla corda per qualche giorno... prima dell'appuntamento, sotto casa mia.
Una mattina infuocata, quasi all'alba.
Essendo sposato, non sarebbe stato possibile incontrarci la sera.
A me poco importava che fosse sposato o meno: volevo solo divagarmi... divertirmi per qualche ora, poi tornare a casa mia.
Tutti gli uomini, quando mi incontrano la prima volta, prima si perdono nel décolleté, poi, visibilmente imbarazzati, spostano lo sguardo sul viso e mi aprono la portiera.
Il giornalista non fece eccezione.
Durante il tragitto verso un appartamento a Ciampino, che un amico ruffiano gli aveva ceduto per la mattinata, mi raccontò della differenza che esisteva, per lui, tra amore e sesso.
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Feci la vaga... chiedendo della sua vita, di quante volte avesse tradito sua moglie.
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Adulatore, pensai...
Il tragitto non fu lungo, parcheggiò in sosta rigorosamente vietata... fece strada per un centinaio di metri fino ad un portone enorme che imboccammo, seguimmo un viale interno e su per le scale... No, prendiamo l'ascensore, mi fa lui.
Prendemmo l'ascensore.
Bella casa. L'ingresso, ampio ed austero per l'arredamento, dava su un salone enorme, dominato da un salotto bianco, da tendaggi e tappeti pesanti... per la casa, incorniciate foto di bimbe, una coppia felice... sicuramente sposata... infine, la camera da letto.
Mi spoglio perchè in fondo questo voleva lui.
E in fondo anch'io.
Ero lì per quello.
Indossavo una gonna bianca, di lino... è stato un attimo sfilarla... e via anche il top elasticizzato sui fianchi che, generosamente, scivolato sulle spalle, metteva in risalto il mio florido decollété.
Via anche il reggiseno (ho una cura e una passione maniacale pr la lingerie... sempre raffinata e ricercatissima); intanto, ho avvertito la sua presenza alle spalle... le sue mani sui seni nudi, a coprirne i capezzoli, portandomi indietro con la schiena, finché ho sentito il corpo aderire al suo completamente... l'erezione pronunciata premeva già contro l'interno di una coscia... ma il calore della sua mano si spostava verso il basso, insinuandosi sotto l'orlo degli slip con una carezza dapprima lieve, poi insinuando due dita... Mi strappò un gemito soffocato.
I baci si fecero presto famelici, i respiri ansanti... Mi sono ritrovata sul letto, le gambe dischiuse mentre finiva di liberarmi dall'ultimo ostacolo che si frapponeva tra lui e il piacere... E' stato allora che ho sentito la sua lingua scivolarmi dentro, calda ed umida... ho chiuso gli occhi e ho assaporato il divenire di quel piacere sublime... credo sia durato un'eternità, interrompendosi proprio quando stavo per godere.
Quando si è riversato sul cuscino, lo sguardo rivolto verso il soffitto, le gambe ben aperte, mi ha attirata a sé intimandomi di baciarlo... e di non smettere, non smettere...
L'ho fatto strusciandomi contro di lui... scivolandogli addosso, come se dovessi cavalcarlo, ma immobile... Ho avvertito la pressione del suo pene enorme, duro e bagnato contro di me... ho sorriso pensando che sarebbe stato un attimo farlo venire... ma lui non voleva questo.
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Sostenni il suo sguardo concupiscente, lui impaziente, ansimante... emise un rantolo eccitato quando la mia mano scese a massaggiare il suo membro turgido, seguendo movimenti regolari, avanti e indietro, su e giù... delicatamente, poi con gesti febbrili, rapidi... per rallentare nuovamente... avvertivo lo sperma appiccicoso grondarmi fra le dita... mi ha fermata quando stava per avere un orgasmo.
Solo in quel momento sono scesa lungo il suo corpo e ho dischiuso le labbra... assaggiandolo con la punta della lingua; l'ho visto contorcersi e ansimare forte... più forte... l'ho preso tutto nella bocca, stuzzicando con la lingua il glande, soffermandomi sull'asta protesa e lucida, ora puntata contro la mia gola... Accelerai i movimenti, facendolo uscire e rientrare infinite volte, volevo che capisse che non era uno dei tanti passaggi prima di arrivare al rapporto sessuale completo... volevo che capisse che avevo scelto quel modo per farlo venire...
Proprio quando il messaggio giunse a destinazione, mi vidi bloccare, sollevare di peso e inchiodare al materasso, la faccia contro il cuscino... Mi fu dentro in un attimo, selvaggiamente... Iniziammo a godere. Gemere e godere ripetutamente... Mi possedette per un tempo incalcolabile, e lo fece furiosamente... mentre mi penetrava da dietro, con due dita mi esplorava la vagina, andava oltre i peli del pube... mi masturbava... Il cuscino soffocò l'orgasmo che esplose inatteso.
Mi girò tirandomi verso di sé per le gambe... si assicurò che fossero ben aperte, quindi vi fece scivolare il suo enorme membro intriso dei miei umori... e ricominciò a muoversi piano... piano... piano... poi sempre più forte, come un'onda decisa a non lasciar tracce di vita dietro di sé... nell'istante in cui il mio sguardo si poso' sulla nostra immagine riflessa nello specchio del comò, vidi due animali insaziabili che si possedevano come se dopo quel piacere non dovere rimanere null'altro per cui continuare a vivere.
Mi disse: , con un gemito che gli morì in gola. E l'istante successivo lo sentii riempirmi e colarmi fra le cosce... rimase immobile dieci, venti, trenta secondi... l'erezione era sempre lì, come se dovesse ancora venire...
Come impazzito mi fece scendere dal letto, mi appoggio all'armadio, lasciando che mi appoggiassi e tenessi ben aperte le gambe... e mi fu ancora dentro, con impeto e con veemenza, sconquassandomi di piacere... Gridava, gemeva... nietreggiò fino al letto e mi prese sopra da sé, penetrandomi fin nei più intimi recessi del mio essere donna.
Lo sentii dentro completamente, fermo e duro, conficcato dentro di me mentre ancora sborrava...
Gridai... sentivo il sangue fermarsi violentemente all'altezza delle tempie e queste ultime battere fino a dolermi...
Continuai quella danza... muovendomi avanti e indietro fintanto che lo sentii riempirmi, imponente, caldo e pulsante, affondare ancora cinque, sei sette volte...
Avevo avuto la mia dose di piacere quotidiano.
Non ci vedemmo mai più. Rifiutai tutte le sue chiamate al cellulare e non risposi mai ai suoi messaggi.
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Uomini: fatti e misfatti mai recensiti
E’ tardissimo... oppure è prestissimo. Che differenza fa?
Sono stata fuori stasera... cioè, ieri sera... Tutte donne. Non ricordo il nome del posto in cui siamo state... del resto ho bevuto un superanalcolico senza aver cenato... non si può pretenedere che io ricordi dove siamo state!!!
Pensavo fosse un aperitivo... o qualcosa del genere... Gli ingredienti erano fragole e limone... con una spruzzatina di rhum.
Una spruzzatina? Mamma mia, mi reggo appena in piedi! Ma stranamente non sono stanca e non ho sonno (crollo tra un attimo... vi faccio sapere!).
Mi hanno chiamata due amiche a mezzanotte e mezza, si festeggiava la delusione di una delle altre due, per la "buca" che le ha dato un tizio con cui aveva un appuntamento. Uno di quelli al buio... avete presente?
Che fatica consolare le amiche "scaricate" ancor prima che siano state conosciute dal tizio che si appresta a darsi alla fuga!!!
E dire che è carina Manu... è che gli uomini sono proprio strani. O Stronzi. Fate voi.
No, non scrivo per attaccare il "sesso forte", non è questo il punto... è che stasera (stanotte, va bene), sono in vena di riesumare cadaveri... Non cadaveri in carne e ossa... ma tirare fuori qualche scheletro dall’armadio... ma si, vi renderete infine quanto io sia veramente matta.
D’origine controllata.
Sono gli anni ad avermi fatta deragliare... Non dimenticherò mai quel Novembre del 19... non lo so, avevo 17 anni, fate voi un po’ i conti, lo stato in cui sono non mi consente di essere matematica!
Basti sapere che ne ho al momento trentatré.
(Devo proprio essere ubriaca: ho scritto trentatré... e non 33!).
Comunque sia... il conducente dell’autobus che mi riportava da scuola a casa, rimasti soli (io prossima alla fermata dove era previsto che scendessi), rallentò e mi prese la mano... non era male, ma era sposato e io stavo tremando (mi spaventavano quelli che facevano "sul serio"), cominciò col dirmi che pensava tutti i giorni a me, che sperava ogni mattina che ci saremmo incontrati perchè aveva capito di non essermi indifferente... Pregavo che arrivasse presto la mia fermata. Prima che scendessi mi disse: "Dimmi che penserai a me...", con quello sguardo concupiscente... Risposi in fretta: "Si, si...", e scappai via come un fulmine.
Vissi giorni, settimane di vera angoscia, senza trovare il coraggio per raccontare l’accaduto... Temevo che rivedendolo, quell’uomo così viscido (chiaro che non mi piaceva più!) potesse spingersi oltre.
Iniziai a raggiungere la mia scuola a piedi. Già... una salita interminabile, scansando le macchine che mi sfrecciavano agli angoli della strada, passandomi accanto... Sfilavo davanti alla fermata e qualche volta ci siamo incrociati con lo sguardo, io e il tizio.
Mai più una sola parola.
Un mesetto più tardi mi resi conto di non poter continuare a fare tutto quel percorso a piedi... era quasi Natale... e faceva freddo!!! Così rinnovai il mio abbonamento e mi sincerai scrupolosamente di salire su autobus il cui conducente fosse qualcun altro... Anni dopo (facevo praticamente l’Università), trovai il coraggio, ridendoci su, di confessarlo a mamma, la quale mi rimproverò di non averne parlato a casa... Feci spallucce.
Proprio in quel periodo l’importunatore degli autobus venne messo alla porta dalla moglie, scoperto in flagranza di adulterio!!!
E anche l’amante a quel punto lo aveva piantato.
L’ironia della sorte, pensai.
Sono sempre stata impacciata e timidissima con gli uomini. E più mi piacevano, più i miei disastri erano da prima pagina... Troppi giri di parole, troppi impicci sentimentali... Riccardo lui sì, mi tampinò per tre anni (fino al diploma), assediandomi con telefonate che coprivano l’arco di interi pomeriggi. Non siamo mai stati fidanzati né niente di simile.
Nella sua testa però io ero sua. E al telefono mi faceva ascoltare interminatamente ALTA MAREA, grande hit all’epoca di Venditti.
A distanza di quindici anni, incredibile a dirsi, riascoltandola ripenso a lui. Con tenerezza, pr il modo in cui l’ho respinto la sera in cui si presentò sotto casa con i suoi occhi azzurri e la sua Mercedes dicendomi che voleva darmi tutto, che avremmo cambiato una macchina al mese, che mi avrebbe regalato la casa che ogni donna sogna (ma io avevo 17 anni!), che ci saremmo sposati, che voleva conoscere mamma... ALT!
"Riavvolgi un attimo il nastro - l’ho bloccato - risali sulla tua fiammante Mercedes e riparti. Via. Veloce!".
Non l’ho più rivisto da quella sera di fine inverno... Amavo un altro che non avrei mai avuto. Ci avrei imiegato "solo" 10 anni a capirlo in fondo... ma se tornassi indietro, rifarei la stessa cosa. Un altro milione di volte ancora.
Mamma mi aspettava sulla porta con gli occhi attraversati da un luccichio strano... "Allora? - chiese impaziente - ti ha chiesto di sposarlo?".
Dopotutto andava avanti da tre anni quella storia.
Scusate... quale storia?
Mi faceva gli appostamenti al’uscita da scuola, le scenate al telefono perchè mi aveva vista parlare con un tizio all’uscita... Era il prof. di inglese! Carino, occhioni blu e soprannominato il "sosia di Paolo Bonolis" (ma si chiamava Alberto)... però sposatissimo, e lui era un prof. io un’allieva che stimava particolarmente per via della mia particolare propensione alle lingue... Le sue lezioni erano per me acqua fresca: mentre tutti stavano a prendere appunti, io anticipavo le risposte che avrebbero dovuto far seguito alla lezione del giorno.
Lui si interrompeva, guardava nella mia direzione e chiedeva: "Laura?". Ed ecco che io rispondevo in lingua inglese alla domanda che intanto tutti gli altri stavano cercando di tradurre in italiano!
Ero invece un disastro in matematica... che vuol dire? Ognino di noi ha un’inclinazione particolare per le applicazioni scientifiche o un’attidune alle materie umanistiche.
Ad ogni modo, tornando a Riccardo... chissà, adesso sarà sposato oppure... che ne so? Non riesco neanche ad immaginarlo... Mamma mi rimprovera ancora di non averlo sposato. E ancora non mi stanco di chiederle se le farebbe piacere adesso ritrovarsi con una figlia divorziata.
Io non lo amavo quello!!! E anche se non ci fossimo lasciati, sarei sposata da 15 anni, avrei dei bambini (o megari degli adolescenti) con problemi psicologici o esistenziali da sommare ai miei e sarei una trentenne frustrata e depressa!
Per carità... Dio se non altro ci ha dotati dell’uso del buon senso. Anche a 17 anni!!!
Sapevo quello che volevo... ancora meglio però quello che NON volevo.
Sempre avute idee chiare su questo.
Ma ne è passato di tempo prima che mi "sbloccassi"... Accidenti se ne è passato!!!
Con gli uomini (sempre più grandi di me, oppure... lasciate ogni speranza oh voi ch’entrate!) è sempre stato tutto così difficile... Ma non voglio annoiarvi: sono ubriaca! Domani (che è già oggi) potrei pentirmi di aver spifferato la mia vita ai quattro venti.. menzionando gli assenti.
Ma non voglio parlar male di nessuno... Sono così cambiata da allora che mi sembra di star qui a parlare di un’amica che non vedo da secoli.
"Heidi, ancora ti sorridono i monti?".
"Peter, l’hai più sentito?".
Mamma mia...
Quattordici anni più tardi.
Ho conosciuto uno... mai visto prima in vita mia. L’ho conosciuto come ci si puo’ conoscere in chat: dall’altra parte può esserci chiunque. Lui mi ricordava vagamente Al Pacino, un mito (il mio!) e dopo 10 minuti gli ho chiesto provocatoria: "Scommetto che non hai le palle per passare a prendermi sotto casa!".
Interdetto, lui ha digitat "Ma è quasi l’una!".
"Allora buonanotte, piccolo bambino... sogni d’oro!".
Il tizio (come si chiamava, maledizione? Non me lo ricordo...) ha voluto sincerarsi che non fosse uno scherzo, gli ho fornito l’indirizzo e dato il numero del mio cellulare. Era l’inizio dello scorso inverno. Brrr.....
Mi ha dett "Se hai tutta questa voglia, devi salire in macchina e devi subito darmi un bacio".
Il gioco si faceva intrigante.
"Indossa qualcosa di trasparente se ce l’hai", aveva aggiunto prima di riattaccare.
Credo che il mio rubino nero generosamente scoperto sul décolleté ornato da uno strato di pizzo che lasciava intravedere il candore della pelle quanto la morbidezza di ogni curva, sia stato molto, molto apprezzato.
L’abitacolo della Porshe nera sapeva di fumo... e anche lui quando l’ho baciato (continua a sfuggirmi il suo nome!).
Mi disse di essere di Roma (si sentiva!) e di avere una villa al Circeo... La cosa non mi scompose minimamente. Avresi solo voluto chiedergli: "Allora perchè vesti come uno scaricatore di porto?".
Ma era carino, così come l’avevo visto in foto... e ressi il gioco.
Ci appartammo, dopo esserci fermati al McDonald (immaginate me vestita in quel modo... e la gente che si girava alle due del mattino a guardarmi!) e pensò evidentemente di potersi prendere determinate libertà...
Mentre le sue mani mi frugavano sotto il vestito (non indossavo calze né biancheria intima... tutto calcolato!), facendo risalire l’orlo del tubino fin sopra le cosce, pensavo tra me: "Se sei bravo e ci sai fare ti lascio il tuo giocattolo".
Fu bravo, eccome... ma io non faccio sesso in macchina.
E non lo feci certo allora.
Ricordo però uno degli orgasmi più fantasmagorici che abbia mai avuto... Mi sono aggrappata a lui gridando, e lui mi ha fatta... venire, venire venire... Pochi altri hanno saputo usare sul corpo di una donna così magistralmente le loro mani... Quando ha iniziato a slacciarsi i pantaloni, io ancora scomposta e accaldata ho chiest "Non andiamo da te?".
"No, da me c’è mia figlia - ha farfugliato - sai, ha litigato con la madre e allora...".
"Allora devo riprendermi il giocattolino", ho pensato ad alta voce.
"Come?", chiede lui.
"Spiacente, tesor io non faccio sesso in macchina. E qui c’è anche gente".
In macchina, sul viale del ritorno, ha continuato a toccarmi, ad infiammarmi... le gambe quasi sul cruscotto, il vetro aperto e il vento che mi appiccicava i capelli sul viso, ciocche che s’incastravano agli angoli della bocca, la schiena inarcata... Ma siamo giunti a destinazione troppo presto.
Mi ha quasi supplicata sotto casa affinché gli permettessi di salire da me... "Tu hai goduto, io no!", mi ha rammentato inquisitorio, con l’espressione però di un bambino ingiustamente punito.
"La prossima volta ti organizzerai meglio", ho concluso lapidaria, scendendo dalla macchina.
Non l’ho più visto né sentito M. (ho ricordato ora il nome ma preferisco fermarmi alle iniziali).
Non l’ho mai amato.
Non mi manca.
Mi ha fatto "sballare", questo sì... una dele mie "notti brave"...
Mi ha detto che sono una che quando gioca, gioca forte.
Sono una - aggiungo - che quando gioca... gioca. E basta.
Mentre mi preparavo allo specchio, prima che lui arrivasse, guardavo la mia immagine riflessa, il rossetto che disegnava le labbra accendendole di un rosso cupo, gli occhi su cui avevo passato un velo di ombretto, e mi dicev "Che bel faccino da puttana!".
Ecco una delle ragioni per cui non mi trucco mai eccessivamente: da angelo candido ed etereo - saltando le vie di mezzo - mi trasformo senza averlo mai voluto, in qualcosa che di giorno non si vede.
Le scarpe di vernice con 12 centimetri di tacco, i capelli che si muovono da soli e ondegiano dalle spalle al fondoschiena, la pelle di porcellana... E tutti mi chiedono i documenti quando rivelo i miei 33 anni. Non ho mai dimostrato l’età che ho. Sarà un vantaggio, mi ripeto spesso, tra una ventina d’anni.
Ora sono innamorata, non si fanno più certe cose... ho messo la testa a posto da un pezzo.
E’ divertente se lo fai una volta. Se ti concedi delle repliche è tutto un déja vu: tutto secondo copione.
Invece deve rimanere esclusivo. Che te ne fai di una fotocopia sbiadita? E’ noioso... inutile e deleterio.
Si perde l’ebbrezza, l’unicità dell’esperienza in sé.
Non so neanch’io perchè ho raccontato queste cose... qui.
Nessuno sa queste cose di me!!
Beh, ma in quanti saremo...? Due... tre... dieci?
Bene cari signori e gentili signore... sappiate che siete a conoscenza di una parte di me di cui il 99 della gente a me più vicina è assolutamente ignara!!!
Potremmo quasi diventare amici...!!!
Le premesse parrebbero esserci tutte...
Potrei andare avanti a raccontare del mio passato "scomodo"... ma per stasera, direi, basta così...
Domani, da sobria, sicuramente non saprò cosa sia il coraggio per dare un seguito a queste confessioni tra "pochi intimi".
E’ il riscatto della 17enne impacciata che decide e si prende quello che vuole.
Se vuole.
Chissà, forse è anche un po’ colpa nostra se poi voi maschietti "scappate" spaventati...
... Sebbene, noi donne un po’ nevrotiche, stessimo solo giocando...
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Gigi e la mamma
Gigi e la mamma.
Ciao a tutti i lettori di questo sito.
Sono un ragazzo di 33 anni della Campania mi chiamo Luigi.
Più che un racconto la mia è una storia vera, la mia famiglia e composta da 7 persone:mia madre. mio padre,io e 4 sorelle più piccole di me ,potete immaginare nella mia adolescenza quante visioni o avuto di fighette , culi , reggiseno e perizoma.
Sono stato sempre un ragazzo autonomo, pur vivendo con i miei avevo una vita quasi mia.
iniziai cosi a farmi qualche regalino.
All’età di 15 anni non avevo la possibilità di andare a prostitute , ma di giornalini porno ero un collezionista, sfogliando una rivista trovai la vendita per corrispondenza di una bambola gonfiabile (non vi dico i miei ormoni) subito la ordinai,al suo arrivo non stavo più nella pelle.
(finalmente si inizia a scopare)
la prima notte non riuscivo a chiudere occhio dal desiderio di provarla , usci dalla camera per vedere se tutti dormivano,ma nel silenzio della casa del salone si sentiva un lamento,era soave, dolce, armonioso,proveniva dalla camera dei miei genitori,mi avvicinai alla porta socchiusa per sbirciare , con mio stupore vidi una scena celestiale, una posizione del kamasutra stupenda, mia madre a pecorina con sopra mio padre che la cavalcava , una figa stupenda ,depilata, seno enorme che dondolava ad ogni colpo, rimasi a vedere quello spettacolo stupendo,(passare dai giornalini porno a una scopata dal vivo….non so se rendo l’idea)ad un tratto mio padre tira fuori il suo uccello dalla figa e lo appoggia sul buchetto del culo, inizia a spingere piano piano, lo vedevo sprofondare nel culo di mia madre , sembrava di burro inghiottiva l’asta di mio padre dolcemente , su e giù ,per pochi colpi… poi uno schizzo, un gemito….vidi uscire dal culo il cazzo gocciolante di mio padre e la sborra colare per tutta la vagina di mamma.
Io stavo per esplodere quale occasione migliore per usare la bambola nuova ,corsi in camera la preparai ma appena la penetrai una scossa mi prese dietro la schiena,……haimè ero venuto , con tristezza misi a posto e mi misi sotto le coperte, non riuscivo a dormire, fantasticavo,pensavo sempre a quella posizione dei miei genitori , (ora diventata la mia preferita).
La mattina mi alzai per fare colazione , mi accorsi di vedere mia madre sotto un’altra luce,notai i suoi seni tondi e sodi dondolare nella vestaglia, il culo a mandolino prendeva forma ad ogni suo chinare,avevo ancora l’uccello duro , pensavo a lei , la desideravo.
Passarono dei giorni e pensavo come fare per toccarla ,odorala, baciarla possederla, non sapevo più cosa fare l’unica era d’ aspettare il momento giusto.
Passarono dei mesi e venne l’estate,scuole finite si iniziava ad andare al mare, in casa si iniziavano a vedere le prime forme nascoste dagl’ indumenti invernali, si girava per casa in intimo,mia madre usava una camicetta bianca trasparente fatta di merletti, tutine aderenti, pantaloncini e gonne corte , per me era una tortura vedere quelle rotondità, Sorelline ormai in fase di sviluppo,con le loro creme depilatorie e completino per il mare, (ma ancora non pensavo loro ).Io sempre più preso con la mia bambola, ormai era la mia amante segreta(mamma),scopavo con lei ogni volta che restavo solo in casa in qualsiasi ora del giorno e della notte. Una mattina mi alzai al mio solito orario 10:30 andai in bagno per lavarmi e vidi mia madre cucinare,stupido le dissi :
-mamma che fai a casa?....non sei al mare con le ragazze?- (le mie sorelle)
Rispose sorridendo :
-per qualche giorno non posso , resto a casa a sbrigare faccende-
Per me era un problema non potevo fare la solita scopata con la bambola….. deluso accesi la televisione a mi sdraiai sul divano.
-cosa fai , non esci??- mi chiese dalla cucina.
Risposi con voce triste: - no , non ne ho voglia.-
A sentire il mio tono lei entra in salone per capire il perché, con mia meraviglia aveva in mano degli assorbenti …..servivano a lei , aveva il ciclo, ecco il motivo della sua presenza in casa.
Si diresse verso il bagno per cambiarsi e socchiuse la porta ,sentivo il mio membro pulsare e gonfiarsi , saltai dal divano per vedere la scena , mi avvicinai alla porta,lei di spalle si alzò la gonna, abbassò le mutandine e cambiò l’assorbente mostrandomi quel bel culo segnato dalla prima abbronzatura,tremavo tutto ero eccitatissimo e mi venne un idea…….(era arrivata l’occasione che aspettavo)…..corsi in camera,mi spoglia , presi la bambola ,spalancai la porta della camera, decisi di farmi vedere mentre scopavo con lei.
Iniziai ad ansimare ….e a gemere…. sento la sua voce chiamare:-
- Luigi cosa succede?non ti senti bene?-
Con voce affannosa risposi:
- si mamma…..sono in camera-
venne subito a vedere preoccupata,entrando fece un’espressione sbalordita, vedere suo figli penetrare una bambola .
- cosa fai? Sei scemo!- mi disse con un po’ di imbarazzo.
- no mamma- risposi con voce doppia e affannata.
-La colpa e tua , mi piaci un sacco non resisto più ho voglia di fare l’amore con te ! –
A quella risposta arriva una sberla che mi fischiano ancora le orecchie.
-sei un porco,io sono tua madre.- uscii sbattendo la porta.
Mi sentivo sporco ,cosa avevo fatto, dopo qualche minuto mi feci coraggio ed andai da lei per chiederle scusa :
-mamma non ti volevo mancare di rispetto-
Lei mi guarda e a voce bassa mi sussurra:
-lo so che sono i tuoi ormoni e che io sono la prima donna che tu vedi, di sicuro mi avrai spiata nel bagno, in intimità , ma non puoi farlo -
Sentire quelle parole, con un tono calmo quasi pentito per lo schiaffo datomi poco prima, dentro di me il pentimento scomparse anzi qualcosa mi diceva che non era proprio successa una catastrofe tanto che andai in camera mia a finire il lavoro iniziato, godendo ancora di più.
Passarono ancora dei giorni tutto sembrava tornato normale tra noi ma……qualcosa di cambiato c’era,vedevo mia madre più sciolta verso di me, entrava in camera mia senza bussare,nel fare pulizia spostava la scatola della bambola come un comune oggetto e se mi trovava seminudo per lei non faceva differenza , ma la cosa che mi tormentava era il fatto che andava in bagno con la porta aperta sia per fare pipi’ ,lavarsi o vestire, insomma mi sentivo provocato.
Accettai la sfida.
Decisi di farle un regalo,andai in un negozio di intimo e le presi un completo di pizzo nero (sapevo dei suoi gusti) e lo nascosi nel ripostiglio.
Il giorno seguente aspettai l’uscita di mio padre che si recava al lavoro,uscii in silenzio e poggiai il pacco sopra il tavolo della cucina e scappai subito a letto.
Verso le 10:30 la mia sveglia inizio in modo particolare ,inserii una videocassetta porno, abbassai il volume a zero ed aspettai l’arrivo di mia madre per far partire il film e far finta di dormire ancora, mi sfilai gli slip , preparai la bambola e la misi vicino per far intendere di essere sfinito dalla scopata.
Sento dei passi,parte il piano, si apre la porta,il cuore mi sbatte forte,il cazzo diventa duro,avverto la sua presenza nella stanza , spegne il video registratore e va via ,ci resto un po’ male ma poi mi faccio una ragione,mi alzo per fare colazione mi reco in cucina e saluto:
-buongiorno-
Risponde con un po’ di ironia:
- nottatina movimentata, sentivo degli strani lamenti , spero ora vada meglio-
-ah! Dimenticavo ho trovato un regalino per una tua amichetta….complimenti…. deve avere ottimi gusti-
Un po’ arrabbiato gli risposi:
- non hai capito che è per te! Non sapevo come dartelo mi vergogno un po’.-
Lei si avvicina,si siede vicino a me e dice:
- lo so sciocchino, ma non l’accetto devi capire che non poi farmi la corte-
Infuriato mi alzo di colpo e scappo in camera,non le rivolsi la parola per una settimana,volevo provare un’altra tattica,so che per me lei farebbe qualsiasi cosa, volli tentare il tutto per tutto facendo l’offeso o il bambino capriccioso che voleva a tutti i costi il giocattolo.
una mattina alle 5:30 sentii chiudere la porta di casa, mio padre si recava al lavoro,mi sentivo agitato , avevo l’uccello duro , allora mi alzai per andare in bagno a fare pipi’,lo trovai occupato c’era lei con il culo rivolto verso la porta, si preparava a fare il bidé , vedevo scorrere delle gocce di sperma uscire dalla figa,sempre più arrapato entrai piano piano abbassando lo slip,cacciai fuori il mio cazzo duro e con un colpo la penetrai, entro subito, la sua figa era piena di umore e sborra,lei con un colpo di fianchi mi butta a terra ,si diresse verso la porta, la chiuse ,si avvicinò e mi dice:
- mi hai rotto le palle ,una volta e per tutte fallo se hai coraggio,sono qui.-
Si mette nuovamente a pecorina,mi avvicinai , puntai la cappella verso la figa calda e umida affondai con un colpo , lei diede un piccolo gemito stringendo leggermente le gambe.
Credevo di essere riuscito nell’impresa ma mi sbagliai , lei mi guardava con uno sguardo di ghiaccio, per quei pochi colpi che lei diedi non fece più una smorfia , un gemito,NIENTE,la mia bambola era più focosa di lei.
Lo tolsi di colpo,nell’uscire fuori fece un rumore…floop!!....lei tiro un sospiro o un gemito come di godimento. restando sempre in quella posizione, io uscii dal bagno infuriato.
Come al solito tra noi nessun accenno dei fatti accaduti in quelle occasioni , trascorrevamo la giornata come niente fosse accaduto, non riuscivo a capire il perchè non mi portasse rancore per come mi comportavo verso di lei,decisi di troncare la mia ossessione.
Passo circa un anno,io sempre più uomo con le mie esigenze,attratto da donne molto più grandi di me, iniziai a frequentare un giro di annunci sessuali sia con donne sia con coppie,imparai molte cose sul sesso scoprendo la mia passione per l’esibizionismo e giochetti vari.
un pomeriggio di primavera mi capitò di fare una scoperta,ritornai a casa dopo il lavoro,non c’era nessuno , tutti usciti , presi il ricambio della mia biancheria ed andai a fare la doccia.
Buttando gli slip nella cesta, feci una scoperta, un vibratore nero e massiccio.
-di chi potrebbe essere???...-
Non sapevo cosa pensare, il mio pensiero era rivolte alle mie sorelle,ormai donne.
Decisi di scoprire….ormai ero troppo eccitato” lo volevo sapere.”
Il lunedì mattina ritornai dal turno di notte,andai a letto e misi la sveglia dopo qualche ora , volevo domandare quella cosa a mia madre , sapevo che durante la mattina rimanevamo soli io a dormire lei a sbrigare faccende domestiche.
Verso le 11.00 mi sveglia,mi recai in bagno per i soliti bisogni,(come al solito in erezione) ma era occupato , mia madre si stava preparando per farsi un bagno, era quasi nuda indossava quel completino nero che gli regalai tempo fa ,aveva solo reggiseno e perizoma, decisi di entrare, andai a prendere il fallo di gomma,bussai alla porte e senza aspettare risposta entrai,lei sembrava aspettare questo momento , non fece nessuna obbiezione o smorfia vedendomi,
io sempre con il mio cazzo duro che usciva dagli slip le domandai:
-scusa, sai chi fa uso di questo?-
Lei lo prese, lo mise sul lavandino e rispose:
- è mio……….. ora ti scandalizzi tu?? –
A quella risposta mi avvicinai a lei ,con una mano le accarezzai un seno,piano piano iniziai a sbottonare il reggiseno,schizzarono fuori come due meloni , due capezzoli grandi e rossi , gia erano turgidi.
Lei si sciolse, stavolta sembrava tutt’ altro che fredda ,iniziai a toccarla il corpo, prima i seni ,scendendo sulla pancia infilai la mano nel perizoma toccandole il clitoride.
La fissai negli occhi e le dissi:
-mamma finalmente………. non ci credo.-
Lei con una voce calda disse:
- mi hai confuso,stregato,impazzivo all’idea che tu usavi un bambolotto inutile per soddisfare i tuoi desideri, la notte non riuscivo a farmene capace.
- Quel bambolotto eri tu mamma,la prima volta che stavo per usarlo sentii i gemiti tuoi e di papà è venni a vedere,rimasi incantato da come ti muovevi e dal tuo corpo formoso.
Mi abbassi gli slip e avvicinai la sua mano al mio cazzo pulsante di desiderio,lo afferrò saldamente,chiuse gli occhi e disse:
-finalmente,sai l’ultima volta che l’ho provato era bollente ed io non sapevo se continuare ho smettere perciò sembravo un pezzo di legno, lo capii dopo che era la cosa più bella che avevo provato nella mia vita,ma ora non lo lascerò scappare.-
Ci abbracciammo forte,io avvicinavo sempre più il cazzo in mezzo alla fessura di lei , con le mani agguantavo quel culone tondo e sodo , ci baciammo ardentemente .
Quando ci staccammo la presi la mano e la portai in camera da letto, ridendo lei disse:
-adesso cosa fai alla mamma,non sono mica quel bambolotto-
Io non risposi e la stesi sul letto, iniziai a baciarla l’ombellico,e scendendo sempre più giù le sfilai il perizoma,una figa stupenda, rasata,liscia e profumata,con un clitoride maestoso, non persi tempo lo presi subito in bocca succhiando quel monte di venere umido.
-AAAHHH….siii amore…siiiiiii….bello, AAAHHH….siiii.. siiiiii.. aaaaahh o mio dioooooo, bravo Gigi, bravoooooo.-
Si dimenava sul letto a gambe divaricate mi premeva la testa nella figa quasi a farmi mancare il respiro , con la bocca umida mi rialzai per baciarla , sembrava assaporare con gusto il suo umore.
-ti piace mamma , voglio farti provare il paradiso-
Inizia a leccare e succhiare i seni , prima su di uno poi sull’altro.
- siii amore……. ti piaceva anche da bambino succhiare i seni della mamma –
mi abbracciò, mi capovolse sul letto , ed inverti le parti ,scendendo con la lingua verso l’ombellico scavando all’interno con la punta,scendendo ancora arrivò sulla cappella del mio cazzo, sulla punta calda fuoriusciva un po’ di sperma che a lei sembrava piacere .
-cosii….siiii cosiiii…mamma mia come godoooo…mmmmmmmhhhhh-
Sentivo la sua lingua leccare tutto , le sue labbra strette salire e scendere tutta la mia asta , era stupendo non avevo mai provato questa sensazione di godimento .
Lei si alzo si diresse verso il divano si mise a pecorina e mostrandomi quell’ ennesima visione di figa .mi invito a penetrarla ,aggiungendo:
-ora continua da dove avevi lasciato. Dai ,vieni amore di mamma, vieni dentro me –
salii sopra di lei mi puntellai con il mio cazzo e lentamente le scivolai dentro fino alle palle,
- –OOOHHH SIIIII……..finalmente sei dentro di me, ti ho desiderato tanto in questi giorni, ora sei mio, cavalcami figlio mio donami la felicità che solo tu puoi darmi, vieni, vieni dentro di me puoi riempire la mia figa……è tutta tua amore-
Le toccavo i seni penzolanti ricordandomi di quella notte quando la spiai scopare con mio padre
Volli emulare quel momento .
Mi abbassi , con qualche colpo di lingua le umidi il culo , quel fiorellino rosa ora era mio.
Lei capii allargo ancora di più le gambe si chino un po di più ,dicendomi
-tesoro mio, prendilo , se vuoi da oggi sarà solo tuo –
Mi alzai , bagnai con la saliva la punta del cazzo ,lo avvicinai a fiorellino ed iniziai a dare piccoli colpetti,
- mmmmmmmhhhhh .. AAAHHH….siii amore…siiiiiii….bello,tesoro vieni voglio sentirti –
presto fatto con pochi colpi in quel buco stretto ma accogliente,sentii una forza scorrere lungo il cazzo schizzare fuori , il mio seme bollente era entrato dentro di lei.
Caddi inginocchiato ,abbracciai le sue gambe ,avevo la testa in direzione del culo ,vedevo lo sperma fuoriuscire,d’istinto lo leccai ,lei a quella scena si scateno.
Mi prese, mi butto sul letto e disse:
- lo dovevo capire che eri un porcellino come me,sai adoro anch’io leccare il cazzo grondante di sperma e dei miei umori dopo la scopata-
detto questori si getto con la bocca sul cazzo iniziandolo a succhiare tutta l’asta , massaggiandomi le palle ,la presi in vita la tirai verso di me ed iniziammo un gustosissimo 69 ,grandioso sentire il suo sapore mischiato al mio.
Ma la voglia di penetrarla non passava ,
la invitai a salire su di me , eravamo stanchi ma non volevamo finire,con un balzo si giro e si impalo sul mio cazzo rosso fuoco.
-mmmhhhhh……..aahhhhhhhh!!!........mamma vorrei non finire mai ……. È troppo bello –
- Tesoro di mamma ci puoi contare………non finirà mai più. –
A queste parole diventai rosso ,iniziavo a trattenermi ,stavo per esplodere ,lei non finiva mai di cavalcare ,il cazzo ormai gonfio era tutto inghiottito da quella figa celestiale,dopo un lungo bacio,lei disse:
- tesoro ,sborra dentro non preoccuparti,-
a quelle parole un’eruzione , lei continuava la sua cavalcata, facendomi urlare dal piacere (sensazione mai provata prima). Schizzavo sborra come un idrante , la sua figa era ancora più bagnata , le sue pompate si accompagnavano da dei suoni tipo scorregge , al suono di quei rumori neanche lei riuscii a trattenersi, prese la mia testa a due mani, afferro i miei capelli ,mi bacio appassionatamente per non urlare dal piacere , ma era quasi inutile i suoi mugolii erano forti .
in quella posizione restammo per qualche minuto senza parlare dandoci dei baci come due amanti innamorati.
Solo quando andammo in bagno (mano nella mano)commentammo quelle fantastiche ore.
-sei pentita mamma-
-no tesoro non più ,anzi sono felice e anche un po’ fiera a sapere che piaccio ai ragazzi e spece al mio , sei tutta la mia vita-
Un bacio lungo poi sotto la doccia…..
Ho avuto altri rapporti con lei che narrerrò in seguito.
Cari lettori come dicevo il mio non è un racconto ma realtà, posso dimostrarlo con foto filmati .
Aspetto un vostro commento , ovvio che se ci sono donne o uomini con le mie caratteristiche ci possiamo contattare alla mia mail [email protected] .
Vi aspetto . ciao a tutti.
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18 years ago
admin, 75
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Venerdì 17/11
E poi dicono che il venerdì 17 porta sfiga, a me ha portato un maschio degno di questo nome. E' di Ancona bel tipo sui 50 anni, senza tanti preamboli mi ha spogliata ed ha incominciato a baciarmi, si è spogliato pure lui fisico asciutto e slanciato, e sono impazzita alla vista del suo cazzo già in buona erezione. Mi sono messa in ginocchio davanti a lui e con baci e leccate è diventato duro, a quel punto la mia bocca lo ha fatto sparire fino a sentirmelo in gola, cosa che mi fa arrapare e fa godere il maschio. Mi ha girata alla pecorina ed è partita una serata di godimento puro senza possibilità di riposarmi. Mi ha scopata per quasi 45 minuti di seguito cambiando di posizione mi sentivo il buco allagato da quando godevo. Ha goduto nel preservativo dandomi dei colpi da lasciarmi senza forze, ma soddisfatta al massimo. Dovevo incontrare un'altro amico, dopo di lui ma ho dovuto rimandare l'appuntamento da quando ero stanca ma anche soddisfatta sessualmente. Aspetto che ritorni a scoparmi, farei la schiava per lui pur di averlo ancora dentro di me.
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18 years ago
graziatrav,
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Obsession
Non sò con precisione quale sia il momento esatto in cui tutto è cambiato.
Le mie priorità, i miei sogni, le mie aspettative.
Sono sempre stata una ragazza molto calda ed appassionata.
Ma ad un certo punto della mia vita il destino mi ha presentato questo mondo.
La mia sete di vita mi ha fatto apprendere in pochissimo tempo che questo è quello che voglio.
Ora lo so. Ne sono sicura. Un'ossesione mi perseguita, la mia immagine nuda ed impaurita, avvolta in un lenzuolo, dietro delle scatole, in una cantina buia ed umida, con gli occhi spauriti di chi attende il proprio carceriere. Sembra un incubo, nn lo è. Questo è il sogno più bello della mia vita, questo è quello che desidero dal mio futuro, donare la mia vita al mio carceriere.
Folle, lo sò, nn ci posso fare niente, niente, questa sono io. L'ho accettato oramai.
Le scene di violenza mi hanno sempre eccitato tantissimo.
Adoro le donne, gli uomini, i trans, tutti., adoro il sesso, adoro il sesso di gruppo.
Che bella sarebbe una comune dove stare tutti insieme a far sesso tutto il giorno....
E pensare che la vita sarebbe così semplice se solo noi nn fossimo così sciocchi da farci condizionare dalle priorità imposte da una società che nn ci appartiene....
Viva il sesso, viva la libertà d'esser schiava di chi voglio....
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18 years ago
admin, 75
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Questo è amore?
Mai avrei pensato d' essere così, eppure era tutto così chiaro e lampante.
La scelta dei compagni, la sottomissione agli uomini considerati forti...
Eppure rabbrividivo vedendo le scene di sadomaso...che sciocchi mi dicevo...
Adesso è tutto diverso...tutto....
Passo le giornate a sognare ad occhi aperti il mio Padrone che stringe la sua cinghia attorno al mio collo...che mi apostrofa con i peggiori aggettivi...passo le ore immaginandolo girare nudo mentre pensa a cosa potrebbe farmi, mentre mi schiaffeggia, mentre mi violenta con le sue mani, mentre mi marchia con la sua pipì....
Mai avrei pensato di scrivere queste cose....mai....
Dio, quanto tutto il resto diventa inutile...tutto diventa così privo di significato...l'unico desiderio diventano quei posti bui, dove mi rannicchio per parlare con Lui, dove mi sento finalmente viva... dove il vuoto che era dentro di me si riempe d' improvviso...Lui mi parla, io rannicchiata in un angolo della stanza, in terra, al buio...la sua voce... e non desidero altro dalla vita, solo passare il resto della mia vita a servirlo, a fare tutto ciò che mi chiede, tutto, senza limiti, senza chiedere niente, solo ad eseguire, solo a renderlo felice... esistere solo per essere la sua serva, la sua schiava, la sua cagna...
Desiderare solo che Lui ti rinchiuda in una stanza, buia e vuota, nuda, completamente nuda e che apra quella stanza solo per abusare di te, per stringerti i capelli tra le sue mani e ricordarti che sei solo una cagna, la SUA cagna.... questo è amore?
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18 years ago
admin, 75
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Alessia&paolo: storia di un amore virtuale (ma non
Alessia&Paolo: Storia di un amore virtuale (ma non troppo!)
Era Novembre, il vento gelido spazzava le strade e rendeva piacevole lo starsene chiusi in casa al caldo. Come al solito la televisione trasmetteva i stessi programmi insulsi di sempre, cosi Paolo decise di entrare in chat sperando di incontrare qualcuno di speciale. Cosi fù.
Appena connesso venne attratto da un nick: padovana1980, e la contattò. Conobbe cosi una ragazza simpatica con la quale era facile parlare: risero, scherzarono e, verso la fine della chiacchierata, cominciarono a parlare di sesso.
La ragazza, di nome Alessia, chiese ad Paolo quale era l'aspetto del sesso che gli piacesse di più; Paolo non ebbe dubbi nel rispondere: il sesso orale; Alessia allora cominciò a descrivere cosa intendesse lei per sesso orale. Fù stupendo, e Paolo si eccitò come poche volte gli era accaduo nella propria vita.
"Tu sarai seduto alla tua scrivania ed io, vestita con gonna nera, camicia bianca e senza intimo monterò sul tavolo. Comincerò ad accarezzarmi le gambe fasciate da autoreggenti nere, lentamente solleverò la gonna e ti mostrerò il mio sesso depilato, ma non completamente. Lo accarezzerò dolcemente e i tuoi occhi bramosi si fisseranno a guardare la mia mano. Sarà un attimo e le mie dita curiose violeranno la mia intimità e quando saranno ben intrise del mio sapore le porterò alle labbra: prima alle mie e poi alle tue e ti farò assaggiare il mio sapore di donna.
A questo punto slaccierò la camicetta e, dopo averla sfilata, scenderò dalla scrivania per inginocchiarmi tra le tue gambe. Ti accarezzerò e sentirò il tuo sesso già inturgidito dal desiderio di me. Leccherò la tua patta, prima di aprirla per tirare fuori l'oggetto del mio desiderio."
A questo punto Paolo era già eccitato, quella ragazza sconosciuta lo stava toccando nel profondo, ma il meglio doveva ancora arrivare.
"Lo bacerò, lo vezzeggerò con leggeri colpi di lingua, prima di prenderlo tra le labbra e succhiarlo. Ti slaccerò completamente i pantaloni e ti lascerò nudo di fronte a me. Lo prenderò in bocca succhiando e mordendo, e tu mi spingerai la testa verso di te mandandolo sempre più in profondità. Mi scoperai cosi, mentre le mie labbra saranno strette intorno all'asta, dandoti la sensazione di essere dentro di me.Ti fermerò, mi sfilerò e comincerò a passare la lingua su tutto il tuo sesso, finalmente teso allo spasimo, fino a giungere ai testicoli gonfi, li prenderò in bocca succhiandoli dolcemente: prima l'uno, poi l'altro. Ti farò scivolare sulla sedia per esplorare anche la tua intimità inviolata. La colpirò con veloci colpi, prima di massaggirala con un dito, tu rimarrai fermo, ed io ti penetrerò cosi. Passerò la lingua intorno al mio dito.. e muovendolo velocemente tornerò a leccare, a mordere e succhiare."
Poi, sbrigativamente, Alessia chiuse la connessione e lasciò Paolo con una erezione maestosa che dovette essere domata con una furiosa masturbazione.
Da quel giorno cominciò una assidua frequentazione fatta di mail, chat, SMS e telefonate. Più passavano i giorni più i due si scoprivano in sintonia, non solo sessualmente. Ogni volta che si sentivano cresceva la sensazione di essere davvero fatti l'uno per l'altra.
Purtroppo però i due ragazzi abitavano in città lontane e Alessia, oltre ad essere sposata, era madre di una bimba di pochi mesi. Nonostante questo la loro frequentazione virtuale continuava, in un crescendo di confidenze, di affetto e complicità.
Alessia faceva mostra di una fantasia sessuale davvero sviluppata, che faceva da contrappasso al goffo imbarazzo di Paolo. Infatti un giorno si sentirono telefonicamente mentre Paolo era sul pulmann al ritorno del lavoro e lei non perse occasione per cominciare ad eccitarlo descrivendo le circonvuzioni erotiche che avrebbero potuto vederli protagonisti. L'eccitazione di Paolo era evidente al punto che qualche compagno di viaggio certamente scopri il loro gioco; ma il ragazzo non se ne curava, preso com'era dall'assecondare la depravata fantasia della sua amica virtuale.
La sera successiva si incontrarono in chat, dove si erano dati appuntamento e Alessia chiese ad Paolo se avrebbe fatto una cosa per lei. Il ragazzo accettò di buon grado, anche se non sapeva di cosa si trattasse; ma ormai era cosi preso da lei che non le avrebbe rifiutato niente. Lei era sola in casa e gli chiese di masturbarsi mentre parlavano al telefono.
Il ragazzo rimase interdetto infatti, nonostante i 28 anni di età, non aveva mai fatto quel tipo di gioco, reputandolo una cosa stupida e riduttiva del piacere che può dare il sesso. Cio' nonostante accettò e le telefonò. Lei lo guido in quel gioco perverso, lo fece spogliare e sdraiare sul letto. Gli fece chiudere gli occhi e cominciò a descrivere la sua voglia di sentirlo in bocca, il piacere che prova nel sentirlo stretto tra i seni, la goduria che le dà cavalcare un uomo in piena erezione. Paolo si masturbava e gemeva mentre Alessia continuava a parlare e a toccarsi tra le gambe.
QUella sera Paolo ebbe un orgasmo intenso, uno dei più intensi della sua vita.
Questa storia proseguì per un bel pò, finche Alessia un giorno lo chiamò dalla stazione ferroviaria della sua città. Quella chiamata scatenò il panico nel ragazzo; infatti se da una parte era quello che più desiderava dall'altra c'era la paura di poter deludere in qualche modo quella donna incredibile che lo stava aspettando al bar della stazione.
Paolo aveva vissuto nei suoi pensieri e nei suoi sogni mille e mille volte quella situazione, ma ora che era reale era molto molto nervoso.
L'imbarazzo e la paura scomparvero in un lampo quando vide il sorriso esplodere sul bel volto di Alessia, la abbracciò forte, si inebriò del buon profumo dei suoi capelli e finalmente la baciò. Fù un bacio lungo, appassionato, molto cinematografico. Anche Alessia lo stinse e fu un attimo di felicità assoluta.
Paolo le chiese se volesse andare a casa sua e lei accettò. Durante il tragitto in auto rischiarono più volte di finire fuori strada non riuscendo ad evitare di baciarsi, tanta era la voglia repressa che avevano uno dell'altra. Finalmente presero la super strada, ma la situazione invece di migliorare peggiorò: infatti Alessia afferrò il sesso di Paolo e lo massaggiò finchè non divenne duro come il marmo, nonostante le rimostranze del ragazzo che aveva paura di causare un incidente. Aprì la patta e incurante delle altre auto che sfrecciavano a fianco si calò su di Paolo cominciadolo a succhiare con una magistrale bravura. Per fortuna il tragitto non era molto lungo e giunsero presto a casa del ragazzo.
Durante quel rapporto mille pensieri affolarono la mente di Paolo: si chiedeva perchè mai quella donna fantastica avesse scelto proprio lui, perchè avesse deciso di affrontare quel viaggio lunghissimo quando qualsiasi uomo sarebbe caduto ai suoi piedi dopo una sola occhiata, cosa aveva lui da offirle che non potesse trovare in un altro... ma alla fine prevalse la voglia di sentirla sua, anche se sarebbe stato magari per poco.
La prese per la mano e la guidò su per la scale, aprì la porta e la spinse dentro richiudendo immediatamente la porta quasi avesse paura che da un momento all'altro potesse fuggire via.
Si spogliarono in fretta e già le loro lingue si stringevano in un poderoso abbraccio mentre le mani di Paolo stringevano i seni della ragazza. Le sfregò i capezzoli ma li trovò già turgidi. Allora li baciò, alternando colpi di lingua a morsi delicati mentre una mano scendeva a cercare il clitoride. La sdraiò sul letto e fù subito tra le sua gambe ad omaggiarla con veloci passate di lingua. Le apri le labbra e cominciò a premere con la lingua il centro del suo piacere. Gli umori copiosi che colavano da Alessia dimostravano quanto gradisse quel gioco. Alessia spinse via la testa di Paolo e decise di esaudire una delle fantasie che il ragazzo le aveva più volte esposto: cominciò a masturbarsi a pochi centimetri dal suo volto.
Lo fece sdraiare e si avventò con la bocca sul sesso, succhiandolo e mordendolo, compiendo esattamente i stessi gesti descritti per telefono. Gli montò sopra, senza staccare la bocca dal suo giocattolo preferito, disponendosi per il più classico dei sessantanove. Sembravano cicloni, le lingue e le dita non riposavano un attimo alternandosi dai sessi ai sederi, in un turbinio di gioisa perversione.
Andre la spinse con la schiena sul letto, le alzò le gambe e la penetrò: prima lentamente, poi sempre più a fondo. Lei gemeva.
Ogni tanto il ragazzo estreva il proprio sesso da quello di lei per passarlo lascivamente sul clitoride, amplificando cosi il piacere di lei e rimandando di contro il proprio piacere. Non la voleva anticipare, voleva che esplodessero contemporaneamente nel più bell'orgasmo della vita.
Sarà si sfilò, fece sdraiare Paolo e si impalò sulla sua erezione. Cominciò a montarlo cosi, alternando ampi su e giù a rapidi movimenti circolatori del bacino che, in breve tempo, portarono Paolo sull'orlo dell'orgasmo.
Il ragazzo scese dal letto, fece sedere la sua partner sul bordo e, dopo averla spinta giù, si inginocchiò avendo cosi comodo accesso al sedere della ragazza. Lo leccò di nuovo, con maggior attenzione di prima. Lo penetrò con un dito e fù piacevolmente sorpreso di non avvertire una esagerata resistenza. Alessia intanto si masturbava.
Aprì un cassetto del comodino ed estrasse una pomata, la spalmò sul buco e lo massaggiò ungendosi cosi due dita, con cui presto penetrò la ragazza. Alessia gemette, ma non si ritirò volendo godere appieno di quell'erotica avventura.
Allora Paolo si tirò sù, le alzò le gambe e premette la cappella sul buco, superando lentamente la resistenza offerta dal culo della ragazza, che alla fine cedette permettendo al ragazzo di penetrarla completamente. I gemiti di Alessia aumentarono di intensità, come quelli di Paolo, all'aumentare della frequenza della penetrazione. La mano di Alessia non si staccava dal clitoride, e cosi in pochi minuti esplosero all'unisono in un grido liberatorio e in un copioso orgasmo.
Paolo rimanè dentro la sua compagna finchè il suo sesso, unto e soddisfatto, non uscì naturalmente. Si abbracciarono e rimasero cosi, ansimanti e soddisfatti, incuranti del fatto che presto si sarebbero dovuti separare. Entrambi erano coscienti del fatto che la vita di Alessia era altrove, che altre mani la reclamavano, ma erano entrambi felici che il loro sogno si fosse avverato, anche se per poco tempo.
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18 years ago
achille27, 30
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Il mio primo giorno d lavoro
dopo un breve colloquio col giovane responsabile dell'azienda,arriva il capo,un uomo sui 40 anni,dall'aria molto intelligente quanto seria,il corpo longilineo,carnaggione scura,capelli neri gellati,e 2 splendidi occhi verde smeralodo,direi scintillanti!!mi colpisce molto quell'uomo ma nn lo do' a vedere,egli cn lo sguardo penetrante si presenta,mi stringe la mano e visionato il mio curriculum decide d assumermi.io cn sguardo languido lo ringrazio e lo saluto confermando il mio impegno lavorativo,gia' dal pm stesso!torno a casa racconto a max quanto accaduto nn trascurando la descrizione dei tratti fisici e caratteriali del mio futuro capo!max capisce che l'uomo mi ha colpita che mi attrae,e mi propone uno dei ns soliti giochini..di provocazione x vedere cosa suscito e far sbavare chi mi sta d fronte!!l'idea mi piace..il pm mi presento a lavoro,leggermente truccata,abitino nero attillato.stivali neri cn tacco a spillo vertigionoso autoreggenti e immancabile il mio perizoma nero d pizzo!la mia collega mi accoglie mi sistema la scrivania e inizio a lavorare!squila il tel.è il capo che mi convoca in ufficio x discutere e firmare il contratto d'assunzione..inoltre aggiunge d fare presto poiche' il tempo a sua disposizione è poco!e chi lo fa aspettare??!!quale occasione migliore x tastare il terreno??!!raggiungo l'uffcio una strana eccitazione mi invade..mi apre la porta gli occhi scintillanti mi colpiscono!nota il mio abitino striminzito..mi imbarazza un po' il sguardo sulle mie curve...lui comprende il mio disagio e x tutta risposta mi fa un complimento e mi da una manata sul culo!!il mio"essere donna" si pompa!mi accomodo sulla poltrona accavallo la gamba e poichè l'abito è molto corto mi si vede la balza delle autoreggenti,fingo d ricompormi ma lui mi invita a rimanere il quel modo,d nn privarlo d quella bella vista!!anzi mi fa alzare e sedere sulla scrivania mi allarga le gambe e intrufola dentro la figa bagnata le sue dita...poi si abbassa scruta le mie labbra rosse e carnose si siede sulla poltrona ele ammira,scorgo il suo cazzo rigonfio attraverso i suoi pantaloni..è il mio momento!!mi inginocchio davanti a lui abbasso la zip e tiro fuori il cazzo..viene fuori il suo bel cazzone venoso e corposo....rispecchia a pieno la sua virilita'..lo lecco lo succhio..lecco le sue palle fino al culo...e torno su percorro il suo cazzo cn la mia lingua veloce fino alla punta gia violacea!mi spoglia rimango in autoreggenti perizoma e stivali..si sbottona la camicia x muoversi meglio..mi fa inclinare a 90° mi infila il cazzo nel culo dopo un breve bruciore godo come una pazza...i suoi colpi prima lenti eppoi ben assestati mi fanno provare un orgasmo molto intenso!mi gira,mi fermo un attimo prendo il cell e chiamo max metto il vivavoce appoggio il tel vicino a noi...il capo nn dice nulla anzi mi lecca i seni me li morde,mi tira i capelli,e mi struscia il cazzo sui peli della figa,io mega eccitata lo abbraccio e lo spingo verso d me.la sua "lama" spacca il centro del mio corpo!!è bello accoglierlo dentro me!!la tel è in corso max c sente ansimare e godere e qst lo eccita parecchio tanto che si masturba e immagina la scena che io sto vivendo anche x lui..intanto il capo si muove dentro me sembra instancabile le ns lingue s intrecciano cm i ns corpi..godo d nuovo e urlo..a lui viene la pelle d'oca nn si puo' + trattenere gode pure lui mi viene in bocca e cn la lingua lecca lo sperma fuori uscito.mi ricompongo firmo il contratto e torno nel mio ufficio.la mia collega mi chiede com'è andata ed io cn un sorriso smagliante le dico ch'è tutto ok!!torno a casa.trovo max tutto ingrifato come nn mai,mi spoglia,mi fa sdraiare sul pavimento e mi scopa,mi sussurra che sn stata brava..che ho fatto felice il mio capo ma + d tutto lui..mi riempie del suo sperma e continua a complimentarsi x il bel ricordo lasciato allo sconosciuto...ma che sa benissimo che appartengo a lui ed è lui che controlla la mia mente...
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18 years ago
calienti,
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Il limite
Il limite.
L’alto cancello in ferro battuto si apre a scatti dischiudendo alla nostra auto la strada, contornata da grandi cipressi, che sparisce all’orizzonte ovattato dalla nebbia.
Gli alberi scorrono al nostro passaggio scandendo, come un infallibile metronomo, il mio ineludibile destino.
Le mie mani tradiscono l’emozione del mio cuore che rulla frenetico e con le dita tormento le autoreggenti nere col rischio di smagliarle.
Un senso di sgomento m’assale quando delle luci balenano tra la lanuginosa foschia e con uno scatto nervoso stringo il braccio di Flavio che sorridendo continua a guidare; vorrei urlargli che ho cambiato idea, che lo amo, che ho paura.
Ma solo un fievole sospiro trasale dalle mie labbra sapientemente orlate di rosso.
Il motore dell’auto si sopisce dinanzi a una villa palladiana nel cui centro trionfa una ampia scalinata che accede a un portico sorretto da quattro colonne classiche con capitelli dorici; l’ampia vetrata d’accesso s’apre liberando violenti getti di luce che s’infrangono nel piazzale ghiaioso circondato da alberi, simili, nell’ombra, a grossi titani.
Un uomo di mezz’età, elegante, ci accoglie signorilmente invitandoci ad entrare e il mio evidente imbarazzo non sfugge all’anfitrione che, con molta delicatezza e proferendomi un lusingante complimento, mi prende la mano accompagnandomi dolcemente nell’atrio.
Una grande scala in marmo rosso, curvando a metà del suo percorso, porta ai piani superiori mentre sui lati scorgo due ampi locali illuminati dalla luce tremolante di candelabri: tutta la volta ad archi è affrescata con motivi floreali e mitologici tra i quali colgo il ratto di Europa perpetrato dal lussurioso Zeus.
L’uomo che ci ha accolti mi sfila la pelliccia mentre Flavio mi sussurra la sua ammirazione per le ampie scollature che il vestito nero di raso mostra e cingendomi la vita mi sospinge a seguire l’elegante figura che nel frattempo si è avviata verso la sala di sinistra.
Appoggiate su due dei lati di quest’ultima, due massicci mobile a scaffali, di noce scuro, sui quali centinaia di libri allineati si susseguono fino alle volte del soffitto anch’esse affrescate e tra le due librerie, vicino all’angolo, una massiccia porta intarsiata; sulla parete che dà sul giardino, tre ampie vetrate bifore addobbate da fini tendaggi damascati porpora che impediscono la visione esterna, mentre sulla quarta parete, oltre alla porta d’ingresso, cinque grossi arazzi con scene venatorie, occupano l’ampia parete.
Al centro tre grandi divani di alcantara, verde chiaro, posizionati a forma di U sui quali due uomini stanno conversando sommessamente con in mano due ampi calici contenenti del brandy.
Veniamo presentati ai due uomini, che nel frattempo si sono educatamente alzati, dal nostro accompagnatore e vengo invitata da Flavio a sedermi sul divano in mezzo mentre lui e l’anfitrione si seggono sul divano alla mia destra e gli altri due su quello alla mia sinistra.
Nella mia mente baluginano emozioni contrastanti e la vergogna sembra sovrastare tutto tranne le mie gambe che non osano muoversi.
Rimango rigida senza appoggiare la schiena ai soffici cuscini e con le gambe strette, ruotate di tre quarti per cercare di celare le cosce nude tra gli spacchi dell’abito che tende a sollevarsi.
Loro conversano amabilmente come vecchi amici di affari, senza coinvolgermi, se non per offrirmi un brandy che rifiuto.
Cercando di apparire disinvolta, senza nemmeno proferire verbo, e so d’essere la protagonista della serata ma, volutamente trattata come un oggetto in attesa di essere usato e, cosa che scoprirò dopo, un oggetto consapevole e poco consenziente.
Sfruttando la poca attenzione riservatami ne approfitto per scrutare i tre uomini ai quali affibbio i soprannomi di anfitrione, tozzo e atleta : quello che sembra il proprietario della villa è un uomo molto alto, segaligno, con folti capelli bianchi pettinati all’indietro e con un naso aquilino che gli conferisce un aspetto aristocratico; l’altro di fronte a Flavio è tarchiato, sulla trentina e, le sue mani tozze e nodose emanano una sensazione di grande forza. Ha un viso largo diviso da un ampio naso da pugile e tutto nel suo aspetto richiama l’umiltà delle origini. Il terzo ha circa quarant’anni, è molto bello con capelli ed occhi neri, un viso molto regolare a tratti femmineo e un fisico atletico e proporzionato.
Il deus ex machina della riunione è senza dubbio l’anfitrione che detta gli argomenti sui quali discetta coltamente senza che nessuno degli interlocutori osi interromperlo nemmeno quando, facendo lunghe pause, gusta il brandy.
Anche Flavio, risoluto dominatore, subisce il fascino dell’abile oratore; l’atleta, pone domande intelligenti e si esprime forbitamente anche se non mostra una grande cultura mentre il tozzo sembra non interessarsi alla conversazione e a volte, mentre si sfrega le grosse mani, mi osserva le gambe con un sorriso ironico.
La scena , nella quale presto diverrò la protagonista, m’appare come un visione onirica e devo stringermi le dita fino a congestionarle per convincermi che non sto sognando.
Mio marito sta per materializzare le sue fantasie nei miei confronti ed io, o solo la parte oscura del mio subconscio, l’ho permesso.
Attendo come una vergine sacrificale che uno dei sacerdoti dia l’inizio all’orgia sublimatrice dove sarò immolata alle fantasie maschili.
L’orgoglio, dote che posseggo, s’accoda mesto a quella indescrivibile voglia di sottomissione, un fanciullesco bisogno di essere comandata e usata a dispetto della mia volontà.
Il sesso represso dall’infanzia vissuta in ambienti cattofobici ha creato in me questa indicibile voglia che rimarrà repressa solo per qualche momento, eppure mi ostino e m’illudo a pensare ancora che sono là solo per Flavio.
La coscienza della donna morigerata s’erge tra i flutti del desiderio ma è sempre più stremata e l’abisso l’attende inesorabile.
Vengo risvegliata dal mio sfarfallio mentale dall’atleta che si è alzato mentre gli altri hanno smesso di parlare e si pone dinanzi a me, così vicino che le sue gambe sfiorano le mie ginocchia sempre più serrate.
Fissandomi negli occhi con uno sguardo sardonico, si slaccia la cintura, si sbottona i pantaloni abbassandoli insieme agli slip; il suo membro in stato di semi erezione poggia su grossi testicoli molto scuri che si perdono nella folta peluria del pube e tutto, mi sembra pulsare minaccioso.
Rimango immobile e lui anche, ma ora sorride compiaciuto credendo di avermi impressionato, e in effetti non sono tranquilla.
L’impasse della scena viene interrotto da Flavio che mi chiede seccato cosa sto aspettando ed io lo guardo dapprima supplichevolmente e poi, osservata la sua espressione riprovevole e spinta dalla mano dell’atleta, m’avvicino al membro ed inizio a leccarlo lentamente.
La completa erezione non si fa attendere cosicché debbo spostarmi più avanti per raggiungere il prepuzio che inizio a suggere sempre lentamente.
L’atleta ansima e con le mani mi incita ad aumentare il ritmo ma io, ora protagonista, mantengo il ritmo impostato mentre con una mano gli massaggio lo scroto.
Mio marito sembra impazzito e mi apostrofa con epiteti pesanti mentre l’anfitrione deve ricorrere alla sua autorità per trattenere il tozzo che sembra essere diventato ancora più largo e paonazzo.
Nonostante la lentezza del coito orale sento che l’atleta fatica a trattenere l’orgasmo e allora mi stacco bruscamente schernendolo con un sorriso.
La mia esibizione d’indipendenza altera l’anfitrione che ordina all’atleta di spostarsi e inizia a fissarmi con ira e come disprezzandomi mi spiega altezzosamente che sono là solo per dare piacere e non per provarne, anche se non mi è precluso, e che l’obbedienza e l’osservanza ai desideri degli ospiti è inappellabile e indiscutibile.
L’enfasi con cui l’anfitrione ha elargito il suo disprezzo nei miei confronti risveglia l’orgoglio e con uno scatto mi alzo dirigendomi verso l’uscita; solo pochi passi e il tozzo mi raggiunge stringendomi con forza un braccio, interrompendo la mia fuga. Cerco di richiamare l’attenzione di Flavio che invece, tranquillo, continua a gustare il brandy.
L’anfitrione si alza e con un cenno ordina al tozzo di lasciarmi e, riprendendo il tono gentile che aveva usato accogliendoci, mi invita a seguirlo. Penso fiera che la mia dimostrazione di forza abbia placato la sua arroganza e così lo seguo verso la porta tra le due librerie.
Varchiamo la soglia entrando in un locale in forte penombra dove intravedo strane forme e sento un leggero tintinnio metallico.
La porta si richiude pesantemente dietro di me e, senza voltarmi, dai respiri affannosi, capisco che anche Flavio, tozzo e l’atleta ci hanno seguiti nella stanza.
La sensazione di trappola, sgradevole e svilente per la mia falsa sensazione trionfale di poco prima, lascia presto spazio all’incredulità non appena l’anfitrione, sparito nell’oscurità, accende delle candele.
Scorgo al centro della stanza una figura umana in una postura improbabile, come sollevata da terra, ma non riesco a distinguere i particolari a causa della scarsa luce; l’anfitrione, mentre accende un altro candelabro, con voce calma e metallica mi rispiega le finalità per cui sono lì, rimarcando che non posso scegliere.
Le sue parole poco prima mi avrebbero imbestialito ma la visione, ora chiara seppure tremolante, mi toglie il fiato: quella figura che avevo intravisto è una giovane donna appesa a circa mezzo metro da terra a quattro sottili catene che gli cingono i polsi e le caviglie.
Quest’ultime sono regolate in modo tale da costringere la poveretta a tenere le gambe allargate con il sesso e l’ano oscenamente mostrati e penetrati da due falli di gomma rossi fissati con cordicelle alle cosce.
E’ completamente nuda e sembra svenuta.
L’anfitrione sempre con una voce impersonale mi spiega che quella è la moglie dell’atleta che non ha voluto collaborare ed è stata punita.
Mentre cerco di focalizzare anche gli altri oggetti nella stanza, il tozzo e l’atleta, azionando dei verricelli, fanno scendere lentamente la donna su un tappeto persiano con forti tinte amaranto; lei si affloscia gemendo e l’atleta con gesti amorevoli e sussurrandogli qualcosa, la libera dai polsini che la imprigionano.
Poi, sempre delicatamente gli sfila i due vibratori e la bacia sulle labbra.
Fisso Flavio con ira dissimulando la paura che mi ha pervaso e lui evita il mio sguardo attendendo gli ordini dell’anfitrione.
Mi volto con uno scatto e ruoto la maniglia dorata della porta che non s’apre e nemmeno riesco a rigirarmi che mi sento afferrata alle braccia e trascinata nel centro della stanza, dove con forza vengo sdraiata su un lettino simile a quelli usati dai ginecologi con due staffe soprastanti dove mi vengono legate le cosce; anche i polsi vengono fissati alla struttura e l’unica cosa che posso fare è quella di gridare il mio disprezzo per loro.
La paura, incredibilmente, ha lasciato il posto alla combattività e con scossoni violenti cerco di liberarmi urlando anche parole poco educate all’indirizzo degli uomini e specialmente di Flavio.
Loro silenziosi, in cerchio di fronte alle mie gambe alzate e allargate e al mio sesso appena velato, mi guardano divertiti.
La donna accanto a me, forse risvegliata dai miei urli, si è messa in ginocchio abbracciando con forza la gamba del marito.
L’anfitrione le si avvicina sussurandogli qualcosa e lei, titubante, si alza, si posiziona in ginocchio tra le mie cosce spostando con delicatezza lo slip e
inizia a leccarmi la figa.
Mi contraggo effettuando i pochi movimenti che le cinghie mi permettono ma la lingua della donna inizia a provocarmi dei singulti di piacere.
Cerco di resistere offendendo la donna, ma la mia convinzione appare sempre più fittizia.
Lei intanto, sapientemente mi sugge il clitoride provocandomi sussulti di piacere e la sua lingua passa velocemente dalla vulva all’ano con sapiente perizia. Ora il mio piacere traspare da ogni muscolo e con gli occhi chiusi voglio solo raggiungere l’orgasmo.
Il lettino su cui giaccio è lungo poco meno del mio tronco cosicché la mia testa e il bacino sono esterni ad esso.
L’atleta, mentre sussulto per il piacere, avvicina al mio viso il membro eretto e, ruotandomi con forza il viso, me lo spinge in bocca; alla mia sinistra Flavio mi tamburella il suo cazzo sulla guancia continuando ad offendermi con solerzia; la donna continua il suo lavoro ormai invasa dai miei umori vaginali e l’anfitrione guarda compiaciuto il tutto.
Resiste poco, sposta la donna, mi strappa gli slip e mi penetra con forza tenendosi alle mie cosce. La donna intanto, eccitata dalla mia performance, si dedica a Flavio mentre l’atleta con bestiali singulti mi rovescia il suo seme in bocca e sul viso.
Il tozzo che fine ha fatto? Eccolo che appare nudo e tragico; il suo fallo è lungo ma l’immenso diametro lo fa sembrare corto.
L’anfitrione si sposta ridacchiando mentre tutti gli altri attori si fermano fissando quel mostro avvicinarsi.
Gli sistemano dei cuscini sotto i piedi a causa della statura e lui penetra la mia figa che nonostante sia molto umida fatica ad accoglierlo; mi scopa per circa un minuto come studiandomi, sorridendo sinistramente, e d’improvviso estrae il cazzo dalla figa e inizia a puntarlo al mio ano. Con le poche forze rimastemi cerco di spostarmi ma Flavio e l’atleta mi schiacciano i fianchi.
Non riesco nemmeno a urlare perché sono ancora invasa dallo sperma dell’atleta e il tozzo continua a spingere. La penetrazione risulta difficoltosa e la donna, su ordine dell’anfitrione, umetta con la lingua l’ano e il cazzo per permettere la sodomizzazione e così facendo il tozzo, dopo una secca spinta e un urlo soffocato, lacera l’ano iniziando dapprima lentamente e poi con sadico ritmo ad incularmi fino in fondo.
Da quel momento tutto è una grossa baraonda di sessi che si confrontano, senza nessuna cerebralità e con molta istintività: i maschi hanno la possibilità di trattarci come orinatoi, di seviziarci con schiaffi e pizzicotti, di riempirci tutti gli orifizi con il loro sperma, di offenderci verbalmente, insomma di trattarci come oggetti.
Tutte la forza che la madre terra infonde alle donne e che terrorizza l’altra metà del cielo, viene esorcizzata e tutto l’immaginabile viene materializzato.
Gli uomini danzano frenetici spostandoci, posizionandoci, occludendoci, offrendoci le loro terga per essere baciati in un estremo gesto di sopraffazione.
Noi due, le vittime, senza mai parlarci, abbiamo stretto un tacito sodalizio consolidato dal lampo indomito che talvolta attraversa i miei occhi e che rassicura la mia debole compagna di stupro.
E l’ora arriva quando le lunghe candele sono ormai dei mozziconi come i falli dei nostri dominatori che paiono ora delle scimmie sfinite. Giacciamo tra di loro, fieramente attente e ora uniche dominatrici.
Mi alzo e porgo il mio aiuto alla donna che s’alza anch’essa; nonostante il bruciore agli occhi e il dolore anale, riusciamo ad aprire la porta mentre nella penombra un uomo tenta d’alzarsi. Leste chiudiamo la pesante porta dietro noi e velocemente rovesciamo pesanti volumi dagli scaffali vicini che ostruiscono l’apertura della stessa.
I nostri ometti si sono svegliati e scuotono la porta con urla poco affabili e noi per rafforzare la diga cartacea, avviciniamo alle pile i tre divani d’alcantara.
Ci guardiamo, scoppiamo a ridere, ci abbracciamo saltellando nude e sporche come siamo, mentre gli orango ululano minacce tremende nei nostri confronti.
Mi guardo intorno rimuginando qualcosa e all’improvviso prendo un portacenere d’alabastro su un tavolino e mi scaglio sull’arazzo centrale, quello più grosso, lacerandolo con frenetici colpi. La mia compagna superata la sorpresa aggredisce una vetrina fracassandola con un grosso tomo e ridendo sinistramente.
La nostra opera devastatrice, dopo la frenesia iniziale, assume una cadenza metodica e tutte le suppellettili alla nostra portata vengono oltraggiate.
Le urla dei padroni sono cessate tranne quella dell’anfitrione che probabilmente è il tristissimo e arrabbiatissimo proprietario della casa.
Esaurita la nostra rivalsa nella stanza accanto, trovo le chiavi dell’auto che Flavio, sbadato, ha lasciato sulla libreria e coprendoci con i tendaggi strappati, raggiungiamo la macchina ridendo come delle liceali.
Parto schizzando ghiaia sulle vetrate e imbocco il viale facendo urlare il sei cilindri e poco dopo siamo al cancello, imponente, immanente e chiuso!
Il retrovisore dell’auto riflette una luce che rischiara l’abitacolo e voltandoci scorgiamo delle luci di un’auto che sta giungendo velocemente.
Sono loro!
Ed ora?
Sibilla&Prometeo
10
6
18 years ago
sibilla30pegasus, 49/49
Last visit: 9 years ago -
Una giornata al mare, tanto per non morire...
Samanta ha 45 ed e’ ancora una splendida donna e da giovane doveva essere proprio una ragazza splendida. Andrea invece ha 35 anni, biondo, fisico asciutto.
Samanta e Andrea si trovano al mare, sulla spiaggia vicino alla loro casa di vacanza. Stanno prendendo il sole, lei in bikini nero, elegante e lui con un paio di pantaloncini da mare.
Di fianco al loro ombrellone si trova un ragazzo a quanto pare single. E’ alto, magro, capelli castani corti, sui trent’anni. Samanta si accorge subito che il ragazzo e’ glabro, o meglio, completamente depilato ed estremamente curato dalla punta dei piedi a quella delle mani. All’inizio Samanta non aveva fatto caso al ragazzo perche’ pensava fosse gay, poi, osservandolo, si accorse del modo in cui guardava le ragazze in costume e soprattutto del modo in cui lui la guardava.
Con una scusa qualunque Samanta gli rivolse la parola. Lui si presento’ “Giorgio”, 28 anni, studente dell’accademia di belle arti. La conversazione fu piacevole e duro’ una mezz’ora dopo di che si congedarono e Samanta lo invito’ per il pomeriggio a bere qualcosa insieme a loro nella loro casa. Andrea non partecipo’ alla conversazione e Samanta non lo interpello’ nemmeno prima di invitare il giovane a casa loro. Questo era normale visto che la figura autoritaria della coppia era sicuramente Samanta.
La casa di Samanta e Andrea era molto carina, un po’ isolata sulle colline, pur non essendo grandissima, aveva larghe vetrate da cui entrava imponente la luce del sole. Verso le tre del pomeriggio, mentre la temperatura sfiorava i 40 gradi, Giorgio suono’ alla porta. Samanta lo ando’ ad accogliere con un bikini nero e un pareo rosso, trasparente. Lo accompagno in salotto dove gli offri un gin lemon preparato da Andrea. Samanta si sedette sul divano di fianco al suo compagno che indossava solamente un paio di pantaloncini da mare. Giorgio invece, vestito con camicia e pantaloncini di lino, si accomodo’ su una poltrona di fronte alla coppia.
Dopo una breve conversazione si creo’ un istante di silenzio, imbarazzo, a quel punto Samanta invece di proporre un argomento poso’ delicatamente il bicchiere sul tavolino e comincio’ lentamente ad accarezzarsi il corpo. Si scosto’ i suoi lunghi capelli neri e si apri’ il pareo. Le mani accarezzavano i suoi seni ancora sodi e nascosti dal suo bikini nero. Le mani si abbassarono fino all’inguine. Le sue dita carezzavano lo slip danzando dal basso verso l’alto. Si intravedeva attraverso la mutandina il taglio della sua piccola conchiglia. Samanta si tolse gli slip rimanendo solo in reggiseno. Le sue dita si muovevano dall’alto in basso sulla sua fica sfiorando poi il clitoride con movimenti circolari. Samanta era eccitata, completamente bagnata a giudicare dal riflesso del sole che luccicava sulla sue grandi labbra.
Quella mattina in spiaggia Giorgio si era reso conto che Samanta aveva un non so che di perverso ma non si aspettava che questa sua personalita’ si sarebbe rivelato al primo incontro e in modo cosi’ spudorato.
Andrea, per niente sorpreso da Samanta, comincio’ a baciarla mentre lei continuava a masturbarsi. Le slaccio’ il reggiseno facendo fuoriuscire due splendidi seni bianchi che contrastavano amabilmente con la carnagione abbronzata di Samanta.
A un certo punto Samanta fece cenno a Giorgio di inginocchiarsi davanti alle sue gambe aperte. Gli prese una mano e la guido’ verso’ la sua fica mentre la sua lingua era aggrovigliata a quella di Andrea.
Giorgio comincio’ ad accarezzare quel buchino cosi’ bagnato, si concentro’ sul clitoride notando con piacere i sussulti di Samanta mentre il suo polpastrello sfiorava dolcemente quella zona cosi’ sensibile.
Samanta prese l’altra mano di Giorgio e l’allungo’ verso Andrea il quale nel frattempo si era tolto i pantaloncini. Girogio pote’ sentire il membro di Andrea ancora moscio nelle sue mani. All’inizio non seppe che fare. Giorgio aveva avuto spesso fantasie bisessuali ma non aveva mai avuto il coraggio di metterle in pratica.
Samanta guido’ la mano di Giorgio su e giu’. Il cazzo di Andrea era grande, grandissimo se confrontato con quello di Giorgio. Visto che non accennava a diventare duro lo prese con due dita tra indice e pollice e comincio’ ad andare su e giu’ mentre con l’altra mano era occupato a soddisfare Samanta.
La donna improvvisamente si alzo’ dal divano, mise una mano dietro la nuca di Giorgio e avvicino’ la sua faccia al suo basso ventre. Giorgio era stordito, con una mano continuava a giocare con l’inerme pezzo di carne di Andrea mentre la sua lingua entrava ed usciva dal quel frutto bagnato e prelibato. Il sapore di lei aveva riempito la sua bocca.
Samanta nel frattempo apri’ un cassetto e prese un dildo collegato ad una nera cintura di pelle. Samanta indosso’ la cintura, il fallo era estremamente reale, lungo una ventina di centimetri aveva una larga cappella e visibili grosse vene ai lati. Apri’ un profilattico e lo srotolo’ sopra il cazzo finto. Stacco’ la bocca di Giorgio dal suo nettare e gli ordino’ di succhiare quel fallo di plastica.
Grigio non seppe come reagire, apri’ la bocca e si trovo’ in bocca non piu’ il sapore di lei ma quello piu’ plastico del profilattico. La mano di Samanta lo spingeva avanti e indietro obbligandolo ad un pompino forzato mentre la mano di Giorgio si occupava sempre del cazzo di Andrea che continuava a rimanere inerme.
Samanta spingeva il suo finto pene fino alla gola di Giorgio. La bocca di lui era ormai piena di densa saliva che cadeva abbondantemente dai lati.
Samanta finalmente gli lascio’ la nuca, si abbasso’ e comincio’ a spogliare Giorgio. Gli tolse la camicia poi si mise alle sue spalle e tolse i pantaloncini e le mutande. Il suo cazzo, seppur piccolo era, al contrario di quello di Andrea, duro come il marmo.
Samanta si inginocchio’ dietro di lui. Giorgio pote’ sentire la pressione di quel fallo di plastica contro il suo sfintere. Samanta lubrifico’ il suo finto pene con un liquido oleoso. Spinse dolcemente il fallo contro l’apertura di Giorgio e lentamente fece entrare la cappella. Giorgio non era mai stato preso da dietro anche se piu’ di una volta si era masturbato inserendo oggetti nell’ano.
Giorgio senti la grossa cappella dentro di se e sentiva Samanta che lentamente spingeva l’intero fallo dentro di lui. Provo’ un po’ di paura ma questa svani’ al confronto dell’immenso piacere che la donna le stava dando. Il fallo era ormai tutto dentro e Samanta comincio’ a spingere con ritmo sempre piu’ elevato. Ogni volta che il dildo accarezzava la sua prostata, Giorgio provava un immenso piacere. Mentre Giorgio gemeva di piacere, Andrea si sposto’ leggermente sul divano in modo da avere il viso di Giorgio di fronte al suo cazzo ancora moscio. Andrea spinse la testa di Giorgo tra le sue gambe. Giorgio, in preda ad un’estasi mai provata, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovo’ in bocca il cazzo di Andrea mentre Samanta continuava a spingere con colpi potenti che si infrangevano sul deretano di Giorgio. Giorgio non aveva mai preso in bocca un pene prima d’ora. Il cazzo di Andrea era ancora molle, Giorgio comicnio’ a giocare con la lingua, poi a succhiarlo e senti’ il caldo e appiccicoso sapore delle gocce di pre-sperma che uscivano da quel floscio pezzo di carne.
Il cuore di Giorgio batteva all’imapazzata, il suo corpo era coinvolto in un insieme di sensazioni mai provate prima e la sua mente non sapeva su cosa concentrarsi. La penetrazione da parte di Samanta lo aveva coinvolto in lunghissimo orgasmo anale che sembrava non finire mai. Dallo sfintere di Giorgio uscivano rivoli di liquidi appiccicosi testimoni dell’immenso piacere che quell’uomo stava provando.
Il cazzo di Andrea comincio’ a farsi piu’ duro e presto occupo’ tutta la bocca di Giorgio.
Con sorpresa Giorgio si accorse che adorava quella nuova esperienza, comincio’ a succhiare il cazzo ormai duro di Andrea a partire dalla cappella, infilo’ la punta della lingua tra la cappella e il prepuzio cercando le goccie di presperma che inebriavano il suo palato. Poi prese ad andare piu’ in profondita’ e, come aveva fatto in precedenza con il dildo di Samanta, comincio ad andare su e giu’ fino a che il cazzo di Andrea non gli arrivo’ in gola. Giorgio ebbe un sussulto, quasi un conato, e un fiotto di densa saliva ricopri’ il cazzo di Andrea. La scena si protrasse per altri venti minuti. Giorgio avrebbe voluto che quella situazione non finisse mai ma ad un certo punto Samanta si alzo’.
Senza quell’enorme fallo dentro di lui Giorgio si senti vuoto ma continuo’ a succhiare avidamente il cazzo di Andrea.
Samanta si tolse la cintura col fallo, accarezzo’ Giorgio can passione e tenerezza e poi gli disse sottovoce, “ora e’ il mio turno”.
Samanta ripose la cintura e dallo stesso cassetto prese plug anale, lo adagio’ su una sedia, lo ricopri’ con un profilattico e invito’ Giorgio a sedersi sopra. Lentamente Girogio si abbasso’. Il suo sfintere ormai allenato dai colpi di Samanta non fece fatica ad accogliere quello strano oggetto che, grazie alla sua forma, rimaneva saldamente fermo nell’ano di Giorgio.
Il piccolo cazzo di Giorgio era duro e puntava in aria come volesse esplodere. Samanta si sedette su Giorgio e non fece nessuna fatica a far entrare quel piccolo cazzo nel suo affascinante posteriore. I ruoli si erano invertiti e, pur avendo ancora il culo impegnato, ora era Giorgio ad avere il suo pene nel culo di Samanta. Andrea si avvicino’ alla sedia e comincio’ avidamente a penetrare la fica di Samanta.
L’oggetto premeva sulla prostata di Giorgio provocandogli immensi piaceri. Samanta, doppiamente penetrata gemeva di piacere. Giorgio le accarezzava le tette mentre da dietro le baciava il collo e le orecchie. Samanta non seppe resistere al contemporaneo pompare del compagno e al dolce trattamento di Giorgio. Un primo orgasmo fece vibrare il corpo di Samanta. Dopo questo momento di immensa estasi Samanta trovo’ la forza di riprendersi e raggiungere un secondo orgasmo ancor piu’ potente del primo. La tensione dei muscoli del corpo di Samanta, i suoi gemiti e le sue contorsioni furono troppo forti per Giorgio che non riusci a trattenersi e grazie alla stimolazione anale inondo’ il culo di Samanta con una enorme quantita’ di sperma.
Soddisfatta, Samanta si alzo’ in piedi, ordino’ a Giorgio di sdraiarsi per terra e si inginocchio’ sedendosi con la fica a pochi centimetri dalla faccia di Giorgio.
Giorgio, con l’ano occupato e il cazzo ormai moscio’ si ritrovo’ la fica di Samanta sulla bocca, comincio’ a leccarla e ne assaporo’ sapori e i piaceri gia’ conosciuti. Distingueva chiaramente il sapore della fica di Samanta ma sentiva distintamente anche il sapore del cazzo di Andrea. Ad un tratto un terzo sapore si fece strada nella sua bocca, qualcosa di muschiato e dalla consistenza lattiginosa. Apri’ gli occhi e vide che dal culo di Samanta usciva un grosso rivolo di sperma che correva lungo la natica e si fermava sulla splendida fica di Samanta. Era lo sperma di Giorgio. La stimolazione della prostata gli aveva provocato un’abbondante eiaculazione mai provata prima d’ora. Ora tutto lo sperma stava tornando nella sua bocca. Nuovamente eccitato Giorgio provo’ piacere e comincio’ a cibarsi del suo nettare che copiosamente si riversava nella sua bocca.
Nel frattempo Samanta aveva in bocca il cazzo di Andrea. Girogio da sotto ammirava l’abilita’ di Samanta nel trattare quel grosso pezzo di carne. Si capiva che sapeva come far godere Andrea e quest’ultimo non tardo’ molto a venire. Gli schizzi di Andrea inondarono la bocca di Samanta che accolse quel nettare compiaciuta. Alcune goccie caddero sul corpo di Giorgio che in quel momento si senti’ una piccola troia.
Samanta si alzo’ e lecco’ le poche gocce di sperma cadute su Giorgio poi si volto’ verso di lui e teneramente lo accarezzo’.
Samanta si avvicino’ al viso di Giorgio e quel pomeriggio fini’ con un bacio lungo e bagnato dove lo sperma di Giorgio e quello di Andrea si amalgamarono in un unico sapore che riempiva le bocche del giovane Giorgio e di Samanta mentre le loro lingue si aggrovigliavano e giocavano a rincorrersi aiutate dal vellutato e muschiato liquido che le avvolgeva.
12
2
18 years ago
7maybi,
33
Last visit: 6 years ago
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Valeria 5 - finalmente donna!
Appena seduta in macchina la tensione accumulata nei giorni precedenti (vedi: Valeria 4 La grande occasione) si sciolse in un delizioso languore. Ero con Antonio! Stavamo andando in un posto in cui saremmo stati soli io e lui! Avremmo passato la notte insieme, nello stesso letto!
Mi sentivo come una gattina rannicchiata al sole, era struggente l’eccitazione che avevo dentro....temevo di farmene accorgere ma fortunatamente iniziammo a conversare di cose varie, qualche battuta e pettegolezzo su altri cugini, insomma niente di rilevante. Antonio teneva la conversazione, gli piaceva parlare ed io approfittavo di questo suo ruolo per iniziare a pensare alla mia strategia seduttiva....non ero riuscita a fare nessun piano se non quello di giocare sul mio fisico di adolescente implume ed invitante, sul fascino del mio culetto esaltato da uno slippino femminile, sulla magia di un letto da condividere...il letto già...ma come arrivarci?
Il viaggio non fu lungo, arrivammo alla casa, dopo un’oretta di superstrada e circa un quarto d’ora di una strada bianca che penetrava in una zona molto isolata e boscosa. Arrivati, aprimmo la casa, le finestre, sistemammo i bagagli, insomma le cose normali di queste circostanze.
Dovendo alzarci prima dell’alba, intorno alle sei, avevamo deciso che saremmo andati presto a dormire e così, nonostante non fossero ancora le venti, iniziammo a predisporci per la cena. Antonio si occupò di accendere il fuoco nel camino per arrostire delle bistecche ed io mi ero resa disponibile al resto, apparecchiare, pulire la verdura e la frutta, aprire il vino....che bello fare queste cose per lui! Fare quelle cose mi faceva sentire la sua ragazza ed anche per questo decisi di mettermi più a mio agio......
“fa troppo caldo Antonio, mi metto i calzoncini corti....”
“si, hai ragione, fa ancora molto caldo....”
e mentre lui, alle mie spalle, armeggiava con il fuoco, con dei movimenti un po’ flessuosi mi tolsi i jeans e rimasi qualche istante con gli slippini sexy in bella vista prima di indossare i pantaloncini corti (quelli che indossavo nelle mie scorribande al cinema...) che lasciavano generosamente indovinare le curve del mio culetto......Antonio non disse nulla ma con la coda dell’occhio avevo notato il suo sguardo all’inizio sorpreso e poi più attento....seguiva, cercando di far finta di nulla, le mie gambe lunghe e nude, e i miei movimenti mentre mi muovevo per la stanza. E i movimenti erano quelli che facevo al cinema, nonostante cercassi di controllarmi, mi veniva da ancheggiare, da muovere le braccia in un certo modo....con una mossa vista al cinema mi ero sciolta i capelli che tenevo legati a coda.....Antonio controllava la cottura della carne ma sempre più spesso sentivo il suo sguardo su di me....aveva capito? E che cosa? Era stupore ed incredulità o era interesse?
“Forza, siamo pronti, la carne è cotta!” Antonio mi chiamava a tavola, finii di pulire la verdura e mi sedetti di fronte a lui. Brindammo con del vino rosso che Antonio aveva portato e mangiammo con appetito chiacchierando del più e del meno. La cena non durò molto, il sole era tramontato, entrava un’arietta fresca dopo la giornata afosa, anche grazie al vino eravamo molto rilassati....per meglio dire lui sembrava piacevolmente rilassato mentre io un po’ meno.... pensavo al da farsi, a proporre un argomento che.....
“Uffa, tra un po’ devo tornare a scuola....rincontrare i compagni e le compagne dell’anno scorso... ”
“Perché non ti trovi bene in classe mista?”
“ Non parlarmene, le ragazze sono tutte smorfiose, pensano solo ad infastidire i maschi...” lo dissi con una vocina un po’ stridula, accompagnata da una mossettina civettuola della mano
“Ti trovi meglio con i ragazzi” fu l’inevitabile domanda di Antonio
“O belli quelli! Non fanno che prendermi in giro....”
“E perché? Ti prendono in giro per che cosa?”
Abbassai lo sguardo, feci l’aria vergognosa......
“Bè, sai....a me non crescono i peli.....dicono che se non mi crescono vuol dire che ......insomma neanche sotto le ascelle, niente vedi?” e immediatamente mi sfilai la maglietta per mostrargli le mie ascelle ed il mio petto implumi. Così facendo mi ero seduta al suo fianco
“Ma dai, non preoccuparti, vedrai che ti cresceranno.......e poi...”- qui il suo sguardo divenne più penetrante e la sua voce più bassa, quasi non volesse farsi sentire- “ .....e poi non stai affatto male così!”
Il complimento non era un granchè e la sua iniziativa non sembrava molto convinta. Mi alzai dalla panca e, con aria melodrammatica, mi gettai sul letto, dicendo che non capiva, che per me era complicato, che stavo soffrendo....
La scena funzionò. Antonio si sedette sul bordo del letto
“Dai, non fare così.....i tuoi compagni sono degli stupidi......che non sanno apprezzarti quanto meriti.....” la sua mano accarezzò i miei capelli con un gesto che voleva essere fraterno ma le sue dita erano più insistenti
Mi sollevai un po’ e fattami più vicino a lui gli chiesi:
“Sul serio Antonio pensi che io possa piacere? “ gli occhi spalancati ed esaltati dal mascara si posarono dentro i suoi occhi ma fissavano con scoperta voluttà anche la sua bocca, le sue labbra semiaperte.... il mio sguardo era proprio una invocazione, non ero stata mai baciata ed adesso offrivo la mia bocca ad un uomo stupendo .....
“Certo che puoi piacere......tu sei una delizia.....” la sua mano era scesa dai capelli al petto e le sue dita, quasi di nascosto, si misero ad accarezzare i miei capezzoli già duri.....ebbi un sussulto
“Cosa c’è? Che ti succede? Stai tremando....” Non riuscii a pronunciare una parola, avevo la gola secca, il respiro era ansimante....ma i miei occhi parlavano, lo guardavano, lo supplicavano.....la sua mano iniziò ad accarezzarmi il viso, ma quando le sue dita sfiorarono le mie labbra aperte, in modo molto pudico simulai un bacio....Antonio prese il mio volto tra le sue mani, mi guardò intensamente, aveva deciso finalmente!
“Io vorrei...avrei voglia di.....” .....non lo feci continuare.... “ Sì Antonio!” I nostri visi erano ormai vicinissimi, sentivo il suo respiro, la sua lingua passò lievemente sulle mie labbra e poi, all’improvviso, la sua bocca inghiottì la mia!
Fu un bacio lunghissimo che non voleva finire forse per paura del dopo.....ma il “dopo” era già iniziato perché le nostre mani cercavano i nostri corpi con avidità spasmodica....”Antonio, Antonio, Antonio.....” non riuscivo a non pronunciare il suo nome e così gli trasmettevo la voglia che avevo di lui. Prese a baciarmi sul collo e poi giù il petto, i capezzoli.....ero sotto di lui, gli feci sfilare la maglietta e vidi il suo torace robusto coperto di peli, ah! un maschio vero e bello sopra di me...
Presi l’iniziativa di sbottonargli i pantaloni.....
“Cosa fai piccolo? Cosa vuoi fare.....sei sicuro di.....” interruppe il mio lavoro ma la sua voce non era affatto convinta, forse però aveva bisogno ancora di una piccola spinta ...”Antonio, tesoro, ti desidero immensamente, fai tutto quello che vuoi di me......sono tutta tua!” sì, avevo usato il genere femminile! Basta con le cautele! Dovevo essere la sua donna.....almeno per quella notte!
Mentre le mie mani lavoravano per sfilargli i pantaloni, lui aveva preso possesso del mio culetto con una bramosia accumulata nelle ore precedenti......i pantaloncini erano già via! Solo il perizoma resisteva ma le sue dita spostavano quelle stretta strisciolina di stoffa per accarezzare il mio buchino....
Accucciata tra le sue ginocchia, accarezzavo le sue gambe pelose e muscolose e guardavo ai suoi boxer rigonfi......tolsi anche quelli ....il suo affare era imponente, per l’erezione violenta che gli avevo provocato il cazzo era quasi parallelo con la pancia.......tanto che prenderlo in bocca fu meno facile del solito.....iniziai a sbocchinarlo in quella posizione ma poi lui volle rovesciarmi in modo che mentre continuavo a sbocchinare lui, dall’altra parte, potesse esplorare con la sua lingua il mio culetto e soprattutto il mio buchino...sentivo il mio buchino bagnarsi, era la sua saliva, ma era anche qualcosa dentro, mi sentivo calda e bagnata dappertutto.....
Tornammo uno sopra l’altra e riprendemmo a baciarci in bocca, e mentre mi baciava il collo lo chiamavo, “Antonio, Antonio, amore mio, ti voglio ti voglio!” sì, non ne potevo più, il desiderio immenso ed anche la paura per il dolore che sapevo avrei avvertito mi spingevano ad abbreviare quella fase......
“Piccola- mi disse abbracciandomi e guardandomi negli occhi- ma tu non l’hai mai fatto?”
“No, Antonio, per me è la prima volta!”
“Io non voglio farti male, voglio solo farti stare bene, piccola!”
“Starò bene quando sentirò di averti dentro di me! Ti voglio da impazzire Antonio, fammi tua!”
Mi girò, riprese a entrare con la sua lingua nel mio buchino, a riempirlo di saliva che con il dito cercava di spandere bene, abituando anche il buchino all’ingresso di un corpo estraneo e allargandolo con delicatezza
Poi si sdraiò su di me e con la mano indirizzò il suo affare verso la mia fighetta. Nonostante la voglia immensa, ero tesissima, avevo paura di un male non sopportabile.
Quando sentii la sua cappella forzare, mi irrigidii ma non dissi nulla......ma un male terribile mi aggredì all’improvviso, sembrava mi stessero squartando, mi dovetti mordere per non urlare Basta! Esci! Antonio se ne accorse e si fermò “Tesoruccio, ti fa molto male? Sto cercando di fare piano piano.....ma se il male è troppo esco....non avere paura piccolina....” Rimase fermo dentro di me, non so se pochi istanti o diversi minuti, il dolore era fortissimo, ma non volevo che se ne andasse, sentivo le lacrime negli occhi ma ebbi la forza di dire “no, amore, non uscire, stai fermo, fai piano....” ...poi il dolore sembrò attenuarsi, o forse io mi ero abituata, il desiderio riprese il sopravvento, iniziai io, piano piano, a muovere il bacino, a far andare il culetto avanti e indietro per facilitare il suo ingresso. Anche Antonio riprese a muoversi...... ahh!, un’altrea fitta, fortissima, come se un tappo fosse saltato....adesso lo sentivo veramente dentro, lui si fermò di nuovo ma questa volta il dolore svanì più in fretta ....e i movimenti che facevo lentamente, i miei sospiri e mugoliii lo fecero riprendere....Antonio riiniziò a spingere, sempre controllandosi per non dare troppa forza, ed io mi sentivo rilassata e volavo.......stavo facendo l’amore con un uomo , con il mio uomo! mi stava sverginando, stavo diventando DONNA! Ero così eccitata che, forse per lo sfregamento sul letto, ebbi un orgasmo e sentii il mio grilletto bagnarsi., non mi era mai successo prima di godere senza dovermi toccare con le mani, era una sensazione nuova e meravigliosa............ Antonio ormai mi stava cavalcando alle grande, mi aveva sollevata, mi stringeva i fianchi con le sue mani forti e mi dava colpi possenti e veloci.....ansimava..... “tesoro, sei mia, ti voglio, ti sfondo.......ahhhhhhhhhhhhhhh............siiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!” mentre godeva mi dava le ultime spinte con un istinto da bestia e io sentivo la sua sborra calda che inondava il mio culetto......
Antonio si accasciò sopra di me, entrambi ansimanti e tremanti di paura e di piacere, il nostro sudore si univa alla saliva che le nostre labbra vogliose ancora si scambiavano.....mi sentivo finalmente rilassata, tutta umida, sentivo il mio culetto bagnato e non sapevo se fosse la sua sborra, sangue,miei umori......ma era tutto così bello, l’odore della usa pelle, la sua folta peluria, i baffi che mi pizzicavano quando mi baciava.......volevo che quella situazione non finisse.....e la notte infatti fu una notte lunga......
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6
18 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Aiutare un amico a scoparsi sua sorella…
Orgasmina si racconta...
Col proposito d’evitare di far evolvere questi racconti con una cronologia troppo lineare ed una soggettiva parimenti schematica, ho preferito scrivere d’un incredibile evento capitatomi qualche tempo fa, quando un mio amico ha voluto condividere con me il desiderio bruciante che nutre nei confronti di sua sorella.
Come spiegato nell’altro racconto, la mia prima esperienza di sesso l’ho avuta con mio fratello Diego, che poi divenne a tutti gli effetti il mio principale partner per lungo tempo, perciò sull’incesto posso dirmi: più che ferrata.
Le confessioni di questo mio amico, di nome Fabian, mi hanno colpito molto così ho deciso di aiutarlo affinché potesse trasformare in realtà ciò che da troppo tempo era solo un sogno proibito. Il mio intervento è stato risolutivo e pochi mesi dopo Fabian ha potuto possedere sua sorella Claudia. Io vi racconterò questa storia proprio dal punto di vista di Claudia, che è davvero una ragazza meravigliosa.
Avere 30 anni e vivere ancora coi propri genitori, al giorno d’oggi, è cosa normale, ancor più normale del contrario. Gli uomini sono troppo pigri, immaturi ed irresponsabili: il nido d’origine è la soluzione a questi difetti. Le donne invece sono troppo spaventate, impegnate a divertirsi e ai futuri progetti per curarsi di portare avanti una casa e una famiglia. Meglio restare a casa, godersi i servigi dei propri genitori quanto più a lungo possibile. (Tutto ciò vale in forma decisamente maggiore per le persone del Sud, come i reali protagonisti di questa storia.)
Questa condizione di promiscuità ad oltranza porta alle volte ad inaspettati, bizzarri, interessanti risvolti. Probabilmente sono severa con me stessa: i miei 24 anni, gli studi ancora in corso e la disponibilità a svolgere qualche faccenda domestica dovrebbero esonerarmi dal novero delle “mammone” incapaci di spiccare il volo. È differente la situazione di mio fratello Fabian che ha già 30 anni, un buon lavoro con una promettente prospettiva, ed una condizione economica rassicurante. Però Fabian nemmeno ci pensa a divenire adulto ed indipendente, gli stanno bene le cose così come sono, con la madre per serva e la sorella per complice. Devo dire che, al contrario di qualche tempo addietro, la mia opinione sull’operato di mio fratello è mutata positivamente e spero proprio che, Fabian, voglia trattenersi con noi ancora per un po’ di tempo. Certo, non è stato sempre così, i 6 anni e passa di differenza hanno rappresentato, per quasi due decenni, un ostacolo insormontabile tra noi due e le reciproche relazioni. Abbiamo cominciato ad incontrati solo quando io avevo ormai 18 anni e le mie amiche potevano essere considerate prede valide nel suo territorio di caccia. Fabian, dal canto suo, poteva contare su una bellezza esaltante, ed un carattere forte davvero fuori dal comune; era, ed è ancora, bello come Adone e forte come Ulisse (peccato però che sia anche stronzo come una scimmia, ma questa è un’altra storia); desiderato dalle donne e sempre disponibile ad accontentarle. Mi sono sorbita decine di confessioni spudorate e sconce da un numero imprecisato di mie amiche intime e non. Era incredibile: chi più, chi meno, riferiva col candore di una bambina, delle dimensioni notevoli del suo coso, piuttosto che della resistenza sfiancante o della tecnica sopraffina. Possibile che a nessuna di loro passasse per la mente che oltre ad essere sua sorella ero anche una donna, con curiosità ed appetiti identici ai loro!? Sembrava proprio di no!
Le immagini fantasticate inconsciamente dopo aver ascoltato le imprese da guinnes di mio fratello, raccontate dalla troietta di turno, mi sconfortavano e mi facevano sentire sporca… ma mi eccitavano anche! Finii così in un’orribile turbine di rimorsi e piacere, d’eccitazione e paura, di curiosità e sfibrante cautela. Però, al contrario di quanto potreste pensare, non mi sono mai spinta a fare nient’altro che immaginarlo dentro me. Mai spiato, mai provocato apertamente, mai adulato. Avevo continuato ad avere sempre lo stesso atteggiamento caustico e ostile di sempre.
Poi però le cose presero a cambiare: con l’avanzare dell’età la nostra relazione divenne più civile e la reciproca disponibilità accrebbe a dismisura ed in breve tempo. Ciò mi fece comprendere della fortuna di chi l’avrebbe incastrato, perché Fabian, con chi voleva, aveva delle attenzioni ed un modo di porsi adorabili, e poi era così sexy da farti sciogliere come un gelato ad ogni occhiata, e questo ormai succedeva anche a me. In un battibaleno, quegli stessi pensieri inconsci e sconci di qualche anno prima, si ripresentarono al mio cospetto ma ben più distinti e riconducibili al mio puro volere e non più ai soli istinti sessuali. Come se non bastasse, erano innumerevoli le occasioni per restare sola con lui, che mi coinvolgeva sempre nelle sue attività costringendomi a respirare il suo odore che m’inebriava accaldandomi i sensi ed annientandomi le difese.
Un giorno però le cose cambiarono ed un piccolo spiraglio di luce si presentò ai miei occhi bramosi di Fabian. Erano le nove e mezza di sera, eravamo sul divano a navigare in internet col suo portatile. Faceva caldo, Fabian era in pantaloncini ed a torso nudo. Io anche ero in pantaloncini cortissimi ed a coprirmi le piccole tettine una larga e bianca t-shirt da uomo. I miei capezzoli in sua presenza divenivano lunghissimi e durissimi, ma Fabian non sembrava curarsene. Comunque dicevo di questa fatidica sera e della svolta che fu portata da un’e-mail: mio fratello non era più accanto a me, era qualche passo più in là parlando al telefono, nell’oggetto c’era scritto: “Dedicato a Fabian”. Il mittente era una certa Veronica. La tentazione fu troppo forte, così l’aprii e cominciai a leggere.
“Caro Fabian, t’invio in anteprima il mio ultimo racconto. Il tema è sempre lo stesso, visto quanto ti piace. Naturalmente, è dedicato a te (stai diventando sempre più importante). Attendo tuoi commenti!”
Il racconto s’intitolava: “Amore contro natura ma pur sempre amore”. M’affrettai a leggere qualche riga qua e là: mi ci volle pochissimo per capire che quel racconto parlava proprio d’incesto, della passione improvvisa scoppiata tra un giovane ragazzo e sua sorella. Era discretamente lungo, ricco di particolari ed oltremodo eccitante. Divenni rossissima, non mi sarei mai aspettata una situazione del genere. Poi, quando udii Fabian terminare la telefonata, capii della cazzata che avevo fatto leggendo un’e-mail evidentemente molto personale e non trovai soluzione migliore che sparire, rifugiandomi in bagno. Sapevo perfettamente che Fabian si sarebbe accorto che avevo letto quella e-mail perciò mi vergognavo come una ladra. Ero anche torturata dall’imbarazzo per la reazioni della mia micia che prese a colare umori come fosse sudore da un’ascella. Potevo vedere nello specchio la mia faccia sconvolta, scandalizzata per quanto accadeva ma non riuscivo a fermare le pulsazioni violente che mi procuravano un piacere ingestibile.
Mi guardai bene dall’evitare Fabian per qualche tempo e lui fece lo stesso, d’altronde per lui quella situazione doveva essere ancora più imbarazzante. Così trascorsero diversi giorni, i miei pensieri non ne volevano sapere di mutare, anzi, dovetti rendermi conto che diveniva sempre meno piacevole scopare in quel periodo. Nemmeno più la mia amante donna riusciva ad appagarmi ed il vicolo mi sembrò dannatamente cieco. Era necessario chiarirmi con Fabian, d’altronde se lui leggeva certe cose era più che probabile che sperasse di metterle in pratica; e poi io ero, e sono, una ragazza più che desiderabile: alta, magra con un bel culo a mandolino, le tettine piccole ma perfettamente a pera, gl’occhi ed i capelli chiari (proprio come Fabian), e sensualità da vendere. Però non avevo la più pallida idea su come fare, era qualcosa di troppo rischioso; poco per volta il mio comportamento riprese ad essere quello di sempre.
…poi…
Erano passati poco più di tre mesi che avevo letto quell’e-mail, e poco meno di tre settimane che le cose tra me e mio fratello erano tornate ad una sorta di pseudo-normalità.
- Stasera c’è la festa di laurea di Michele, ha invitato anche te e ci conta che tu venga!
Michele era un suo amico con cui ero stata fidanzata per qualche tempo, un po’ di anni fa. La festa di laurea la organizzò nella sua villa sul mare ostentando tutta la sua ricchezza in ogni modo possibile. A notte fonda, quando ritornammo a casa, Fabian era completamente ubriaco ed in vena di provocazioni. Eravamo ancora nella mia piccola auto quando cominciò ad attaccarmi.
- Ti era piaciuta la storia di Vero?
Mi si gelò il sangue nelle vene e m’andò a fuoco la figa istantaneamente. Avevo immaginato migliaia di volte quella scena e pensavo d’essere pronta per affrontarla con serenità ma mi sbagliavo. Comunque non gli risposi e fissando la strada avanti a me feci finta di non aver sentito; Fabian rincarò la dose.
- Sono sicuro che tu adesso pensi che io sia un pervertito… ma non lo sono!
Fabian non si reggeva nemmeno in piedi, ormai era oltre l’ubriacatura e vicino al collasso. Mi fece tenerezza! Sentire quelle cose, dette in quel momento d’estrema fragilità, mi fecero comprendere quanto evidentemente anche lui avesse sofferto per quella mia invadenza. Così mi prodigai per rassicurarlo.
- Non preoccuparti, tu ormai sei un uomo adulto e puoi leggere, fare e desiderare tutto ciò che credi sia opportuno! Anch’io faccio un mucchio di cose che se si sapessero morirei per l’imbarazzo… ma non penso che diventerei improvvisamente una pervertita ai tuoi occhi!
(non c’è che dire, la risposta era davvero azzeccata)
Fabian mi disse che era fortunato ad avere una sorella così comprensiva come me, poi si afflosciò reclinando la testa sulle mie gambe. Indossavo un vestito nero poco più lungo di una minigonna e dalla scollatura vertiginosa, da cui le mie piccole pere facevano capolino ed erano in bella mostra. Le gambe erano inguainate da autoreggenti nere e velate, la balza di queste era in gran parte scoperta a causa della seduta di quella vettura. Dalla posizione che aveva assunto, Fabian poteva sentire il liscio delle calze sul volto e l’odore acido della mia micia che aveva preso a pulsare come non succedeva da tempo. Io invece potevo sentire il calore delle sue mani sulle gambe e sulla natica sinistra che era cinta dolcemente. In più potevo sentire il suo respiro pesante ed umido insinuarsi sotto il vestito e lambirmi le labbrine. Mi piaceva quella situazione, ormai nemmeno ci speravo più. Volli dare un segno tangibile della mia approvazione e dolcemente gli carezzai il volto ed i capelli tra cui infilai le mie unghie lunghe ed appuntite. Fabian gradì e s’ancorò a me più forte cingendo energicamente le mani e spingendo il capo proprio tra le mie cosce. Trasalii quando mi morse, grugnendo, sul pube.
- Ehi, ma che fai? Così c’ammazziamo!
Fabian s’alzò di scatto ritornando in posizione eretta e provò a fissarmi con gl’occhi mezzi chiusi e rossissimi. Era divertente.
- Sei proprio deliziosa lo sai, sorellina!?
Non gli risposi ma sorrisi approvando quel complimento. Fabian si sentì spronato a continuare ad adularmi e così, dopo un altro paio d’apprezzamenti, gli dissi di smetterla. In tutta risposta, Fabian, ritornò a tuffarsi con la testa sul mio pube e, con molta più intraprendenza, m’infilò le mani sotto il vestito, accarezzandomi sapientemente le gambe, salendo sempre più su fino all’elastico del perizoma cui s’aggrappò. La sua bocca, a differenza di prima, era aperta e sbavava muovendosi convulsamente su quel mio personalissimo tesoro. Emisi un lunghissimo e rumoroso respiro poi cominciai ad ansimare. Il mio piacere era divenuto palese e Fabian cominciò a tirare giù gli elastici del mio perizoma.
- Fabian… che fai? Avanti, Fabian, smettila che così… aaaaahh!
Il fratellone aveva fatto scorrere un dito per tutta la lunghezza del taglio della fica, e quando si scontrò col clitoride già gonfio e rigido ebbi l’orgasmo che da tanto tempo non riuscivo più a raggiungere. Fu qualcosa di violentissimo infatti non riuscii a tenere la strada e la macchina sbandò paurosamente per alcune decine di metri, poi finalmente riuscii a fermarla sul ciglio della strada. Con gl’occhi sbarrati e la bocca aperta per il godimento, ma anche per lo spavento, rimasi immobile a godermi quegli splendidi istanti e la reazione di Fabian.
- Sei un pilota eccezionale, sorellina!
Ero ancora lì con lo sguardo fisso nel vuoto, l’affanno ed il cuore in gola, quando risentii quelle mani decise sul mio corpo. Una s’infilò nella scollatura da cui fece saltar fuori le tettine ormai divenute sensibilissime, e con queste cominciò a giocare; l’altra s’insinuò sotto la gonna, raggiungendo le mutandine ed il frutto ormai schiumante. Un dito più audace mi penetrò con decisione togliendomi il respiro finché non se ne ritornò fuori per poi penetrarmi nuovamente. Il fratellone ci sapeva fare ed a me non pareva ancora vero. In un brevissimo lampo di lucidità provai a chiedergli:
- Cosa stiamo facendo, Fabian?
- Niente… ci amiamo come sempre, sorellina!
La sua lingua enorme e morbida m’invase improvvisamente la bocca esplorandola vorticosamente. La mia, ben più piccola e dura, sembrava si stesse battendo per portare qualche colpo a segno nella sua bocca tanto protetta da quel serpente grondante saliva. Ero completamente in sua balia e riprovai a respingerlo.
- Fabian fermati non possiamo!
Sembrava che io non esistessi, lui continuava a divorarmi con la bocca, ma soprattutto con le mani. All’improvviso la mano che mi stava masturbando si allontanò dalla fica e azionò la leva per spingere il sedile indietro prima ed in basso poi. Mi ritrovai improvvisamente reclinata e a cosce larghe, quindi Fabian usando entrambe le mani mi alzò la gonna e provò a togliermi il perizoma. Provai a fermarlo di nuovo.
- Cielo, Fabian, Fermati!
Evidentemente stizzito dalla mia ipocrita ritrosia, mi strappò il perizoma comunicandomi, con quel gesto appunto, la sua convinzione per ciò che stava facendo.
- Smettila, Claudia, voglio solo assaggiarti un po’!
La smisi davvero: rilassai i muscoli, divaricai per bene le gambe, sorrisi sincera e l’aiutai ad accucciarsi sulla mia conchiglia completamente depilata. Rapidi, precisi e baganatissimi colpi di lingua cominciarono a percuotermi il clitoride strappandomi crescenti urla di piacere. Dopo un po’ la lingua cominciò ad insinuarsi dentro, sempre più giù, fino a che il naso fu nel punto giusto per stuzzicarmi il clitoride.
- Così mi fai morire, Fabian!
- No, sei tu che mi fai morire… di diabete, sei dolcissima!
In preda ad un altro orgasmo il mio bacino cominciò ad oscillare paurosamente tanto che Fabian non riusciva più a centrare i punti chiave con la lingua. Dovetti tenergli la testa premuta contro, e così facendo l’inondai coi miei copiosissimi umori che andarono a sporcare anche il mio vestito e la tappezzerie del sedile.
- Forse adesso sarà meglio tornare a casa, sorellina!
- Tu non vuoi godere?
- Io sono troppo ubriaco… torniamo a casa, lì si vedrà!
Fabian si addormentò dopo non più di cinque minuti, ne fui dispiaciuta perché avrei voluto restituirgli un po’ di piacere. Comunque avremmo avuto tutto il tempo per rifarci.
Il giorno seguente l’incantesimo sembrava nuovamente spezzato…
Non lo so! Forse mi aspettavo la reazione sbagliata, forse pensare che si comportasse come una specie di fidanzato era una stronzata enorme. Anzi lo era senz’altro! Inoltre l’ubriacatura della sera prima si faceva sentire ancora e Fabian mi sembrava un rimbambito. Avevamo fatto colazione insieme poi però lui se n’era ritornato a letto lasciandomi con un miliardo di domande e preoccupazioni paranoiche e controproducenti. Mi si contorceva lo stomaco, ero davvero stufa… L’andai a svegliare.
- Mi posso stendere un po’ qui con te?
- Certo, tesoro, vieni!
Mi fece spazio sotto le lenzuola: c’era caldo ma puzzava anche un po’. Cominciai ad accarezzargli i capelli e la faccia come fosse un bambino, lasciando che rinvenisse coi suoi tempi: una buona mezz’ora. Quando fu pronto per alzarsi m’invitò a fare la doccia con lui lasciandomi oltremodo spiazzata.
- No, Fabian… non voglio fare la doccia con te!
- Fammi compagnia allora che voglio parlarti!
Fargli compagnia voleva dire vederlo nudo sotto la doccia… neppure questo m’andava perché sapevo che mi avrebbe fatta eccitare e non avrei più risposto delle mie azioni… però la curiosità era troppa e finii per accettare! Il fratellone aveva le spalle possenti, gli addominali in bella vista, il culo duro e alto e…. un cosone di tutto rispetto! Però mi faceva vergognare! La sua disinvoltura generava impaccio dentro me!
- Claudia… ti andrebbe di conoscere Vero?
Pensai immediatamente a come mai volesse farmela conoscere ma non riuscivo a darmi una risposta se non che dovevano essere buoni amici, molto intimi! Gli dissi che per me andava bene e qualche ora dopo fui informata che già quella sera saremmo andati a cena a casa di Veronica.
Lei era molto carina ma totalmente diversa da me: minuta, coi capelli nerissimi e gl’occhi verdi. Mi sembrò molto simpatica e cordiale sin da subito, mi stupirono però le sue continue carezze ad entrambi, soprattutto nei miei confronti. Mangiammo bene e tanto, bevemmo del buon vino rosso e chiudemmo le danze fumando un paio di canne d’erba. L’atmosfera era di complicità assoluta. La luce soffusa giocava a favore della crescente intimità che andava creandosi. Ad un certo punto, Fabian andò in bagno ed io restai sola con lei. Eravamo sedute una accanto all’altra sul divano, Veronica allungò una mano sulla mia gamba e l’accarezzò con convinzione.
- Tu e tuo fratello siete veramente bellissimi! …in realtà Fabian è una specie di droga per me… non sono innamorata di lui però ne ho bisogno continuamente!!!
- Credo di capire cosa intendi!
- Non ne sono sicura!
La sua mano mollò la gamba e mi accarezzò il volto delicatamente. Un brivido mi corse lungo la schiena facendomi irrigidire e chiudere gl’occhi. Avvertii le sue labbra calde e morbide sulle mie. Mi sentivo mancare ma mi piaceva. Aiutandosi con la mano, mi costrinse ad incollare la bocca alla sua. Con immenso piacere, fui violata da una lingua dura ed appuntita che sapientemente prese a vorticare nella mia bocca. Risposi a quel bacio con la passione che mi contraddistingue poi, sempre più coinvolta, le cinsi un fianco conducendo il suo petto al mio finché non vi aderì. Percepii i suoi capezzoli talmente duri e sporgenti che sembravano pungermi; la consistenza del suo seno, piccolo ma durissimo, mi ricordava le mie tette ai loro albori e quel pensiero mi faceva eccitare ancora di più. M’affrettai ad infilare le mani sotto la maglia per poter toccare quei globi da bambina. I capezzoli erano lunghi e puntavano verso l’alto, l’aureola invece era piccolissima ed abbastanza liscia. Anche lei si diede da fare e m’infilò una mano tra le gambe che però tenevo ancora chiuse ed ostruivano il cammino verso il mio tesoro. Nel frattempo il bacio era diventato sempre più spinto con le lingue che si scontravano all’esterno delle bocche con ritmo convulso.
Tutto quel trasporto m’impedì d’accorgermi dell’arrivo di Fabian che ci raggiunse accovacciandosi davanti a noi, e poggiate le mani sulle nostre gambe per richiamare l’attenzione disse
- È lo spettacolo più bello che abbia mai visto in vita mia… mia sorella che bacia la mia amante!
- Perché non t’unisci a noi!?
Veronica gli rispose a quel modo, quindi convinta che anch’io avessi accettato. Ciò mi fece pensare che quella ragazza custodisse tutti i segreti di mio fratello che a sua volta si fidava delle soluzioni da lei proposte. In ogni caso quell’invito non abbisognava d’alcuna conferma: Fabian si alzò e puntò verso di noi che già gli stavamo andando in contro. Tre bocche, tre lingue, tre voglie, tre smarriti nel piacere… solo due tipi di sangue!!!
Quel bacio a tre andò avanti per un pezzo quasi a volerci stancare poi, Fabian, con grande spirito d’iniziativa disse:
- Vorrei che vi esibiste per me!
Veronica era divertita io rapita! Non sentivo il benché minimo disagio pur non avendo mai fatto cose del genere; per mio fratello poi! Comunque accettai rendendomi conto che l’atmosfera era ideale per sperimentare:. esperienze comuni ai molti, che dentro me reclamavano l’applicazione pratica. Così assecondai Veronica che prendendomi per mano mi portò al centro della stanza e cominciò a sbottonare i bottoni della mia mise candida ai dolci e graffianti ritmi di David Bowie. I bottoni furono aperti tutti rapidamente, la camicia mi fu sfilata ed il push-up messo in bella mostra. Feci lo stesso con lei e sfilatale la maglia misi le sue coppe di champagne a nudo. I suoi seni erano piccoli ma dalla forma perfetta. I capezzoli erano turgidi, sporgenti e puntavano effettivamente verso l’alto in modo impressionante.
- Fai vedere le tue tette a Veronica!
Questo fu l’ordine di Fabian, che eseguii immediatamente portando le mani dietro la schiena e sbottonando il push-up. Adesso anche i miei seni erano a nudo, a Veronica le si illuminarono gl’occhi alla loro vista. Ho sempre ritenuto i miei seni il pezzo forte del mio corpo. Questi non sono grandissimi una terza a forma di pera, un po’ pendenti con dei capezzoli grandissimi che li fanno sembrare due fragole. Veronica si tuffò a bocca spalancata come a volerli divorare lasciando che i miei capezzoli s’inturgidissero come mai prima. I sensi presero immediatamente a mancarmi e la testa a girare. Veronica si lasciò cadere ai miei piedi e mi sfilò con un solo gesto la corta gonna che indossavo, scoprendo il perizoma di pizzo nero e minuscolo (modello filo interdentale). I suoi occhi rimasero fissi per qualche attimo sul mio pube bombato e completamente depilato, poi le mani s’arpionarono al perizoma e lo tirarono verso il basso lasciandolo poco al di sotto delle ginocchia.
- Sembra la fica di una bambina… mi piaci così senza peli!
Non le risposi ma le poggiai una mano sul capo che spinsi tra le gambe. Rapidi colpi di lingua mi solleticarono il clitoride ed un rivolo d’umori ebbe subito origine, scivolando lungo l’interno delle gambe. Il mio ansimare crebbe fino a divenire piccole grida di piacere e trasporto. Le gambe mi tremavano paurosamente: Veronica mi stava dando immenso piacere. Tutt’un tratto sentii le mani di Fabian cingermi la vita ed il suo respiro dietro l’orecchio. Prese a baciarlo subito, scendendo lungo il collo per ritornare al lobo ed all’orecchio in cui ci ficcò un bel pezzo di lingua, strappandomi un urlo più forte. Le mani salirono lungo il ventre per arrivare alle pere che strinse energicamente per poi cominciare a giocare coi capezzoli che, al contrario di quelli di Veronica, nel loro turgore puntavano verso il basso.
- Ti adoro, sorellina… tu sei Venere!
La mia risposta era un crescendo di grida di godimento e di pulsazioni vaginali. L’orgasmo mi travolse violentissimo con un altro grido quasi di sofferenza. Un lunghissimo e potentissimo getto di miele zampillò dalla mia micia ed inondò il volto di Veronica che poi si prodigò a leccare lentamente il resto dalle gambe. Portai un braccio indietro e cinsi la testa di Fabian guidandola più avanti per poter fare lingua in bocca con lui. Finito il bacio mi accompagnò verso il divano su cui mi sedei a cosce larghe: questa volta fu Fabian ad inginocchiarsi ed a sminettarmi con dedizione e sapienza. S’aiutò con le mani per aprire bene le labbrine così da raggiungere il mio clitoride ormai gonfissimo e duro. Come aveva già fatto in macchina, alternò leccate al clitoride ed affondi di lingua come a volermi scopare; sentivo l’orgasmo montare nuovamente a gran velocità mentre Veronica mi baciava con passione e mi titillava i capezzoli che sentivo sensibili come non mai. Presi ad urlare come un ossessa, quasi mi sentivo male per l’intensità del piacere che Fabian mi stava dando con la sua lingua. Venni un'altra volta però non riuscii a contenermi ed insieme al mio sugo uscì anche qualche fiotto di pipì, Fabian non disdegnò e deglutì anche quello.
Ero esausta, non avevo mai provato niente di così intenso e mi venne spontaneo accasciarmi sul divano per qualche secondo. Sentii allora Fabian e Veronica parlare, ma mi sembrava che le loro voci provenissero dall’aldilà.
- Hai visto quanto ha goduto, Vero?
- È impressionante! Credo che Claudia ti desiderasse più d’ogni altra cosa al mondo!
Avrei voluto confermare ma le parole mi si strozzarono in gola perché mi sentivo come violentata da quel piacere sconosciuto.
Quando mi ripresi e ritornai ad osservarli potei vedere che Veronica si era liberata dei jeans e adesso indossava solo delle mutandine modello anni ’70. Era inginocchiata tra le gambe di Fabian e gli stava leccando il cazzo con passione. Potevo vedere perfettamente la sua lingua titillare il glande lucido e viola, scendere lungo l’asta e solleticare le palle grosse e gonfie di sperma. Veronica se la cavava da vera fuoriclasse riuscendo a fare entrare nella sua piccola bocca quel cazzo enorme per tutta la sua lunghezza. Scendeva talmente giù nella gola che le procurava conati di vomito. Inoltre, ogni volta che lo tirava fuori dalla bocca, una quantità incredibile di saliva densissima fuoriusciva con esso. Era una scena da film porno, quella troietta era una vera deep throat (gola profonda). Ridestatami, Fabian mi fece reclinare su di lui affinché imitassi la sua amica in quel lavoro sopraffino. Due bocche però erano troppe anche per quello stallone di mio fratello che tenendo ben ferme le nostre teste davanti al suo cazzo, se ne venne con numerosissimi schizzi, che finirono nelle nostre bocche, sui nostri volti e sulle nostre tette.
La vista di tutto quello sperma mi sconvolse, mi prodigai per leccare tutto ciò che Veronica mi lasciava. Pulii per bene quel fallo che non accennava ad ammosciarsi, poi mi sollevai e divaricate bene le gambe mi ci impalai su. Mi sentii riempita immediatamente e mi mancò il fiato. Fabian, che aveva ancora il cazzo sensibilissimo per la sborrata appena fatta, strinse i denti e fece una smorfia col viso come di dolore, poi mi prese per i fianchi e cominciò a farmi fare su e già infilando quel cosone sempre più dentro fino a toccare il mio utero. Veronica, nel frattempo, sempre inginocchiata tra le cosce di Fabian, leccava ora le sue palle, ora il mio buchetto vergine. Quelle stantuffate tanto violente mi procuravano dolore e piacere che mischiandosi divenivano un unico delirio. Provai allora a poggiare i piedi a terra per tenermi più alta ed impedirgli d’entrare completamente dentro, ma Fabian si spingeva di più col bacino vanificando quel mio goffo espediente. Presto però il dolore svanì e rimase solo un intensissimo piacere che mi rese indemoniata fantina su quel cazzo equino. Le mie urla si fecero sempre più alte e frequenti, finché sentii un dito profanarmi il culo ed allora le urla mi si strozzarono, nuovamente, in gola. Fabian era ormai pronto a venire per la seconda volta, mi prese per il culo e, tenendomi ferma e sollevata, prese a pomparmi con violenza e rapidità, stavolta urlando anche lui, finché non mi riempì la fica, che a sua volta pisciò un’infinità d’umori. Quella fu la scopata del secolo! M’accasciai sul petto di Fabian e riprendemmo a baciarci come due innamorati.
Dopo qualche minuto, riacquistai un po’ di forza e di ragione, e mi resi conto che Veronica, al contrario di me che avevo perso il conto, non aveva goduto neanche una volta. Mi sentii in colpa ed un po’ triste per questo, così mi staccai da Fabian e raggiunsi Vero che era distesa sul tappeto davanti a noi. Mi adagiai su di lei e cominciammo un travolgente bacio. Con le mani andai alla ricerca del suo frutto proibito ancora coperto da quelle, insolite, mutandine. Un dito s’infilò da un lato e la penetrò. Veronica si strinse a me più forte ed alzò un po’ una gamba fino a puntare un piede a terra, così da permettermi di penetrarla meglio. Presto le dita dentro di lei divennero tre e lo sciacquettio che proveniva dalla sua micia mi parve indecente ed invitante. Così scesi verso la sua fonte e mi ci abbeverai con infinito gusto regalandole un potente orgasmo che feci mio fino all’ultima goccia.
Nel frattempo le batterie di Fabian si erano ricaricate, venne dietro di me, mi prese dai fianchi e mi sollevò fino a posizionarmi a quattro zampe. Sentii la sua cappella enorme all’imboccatura della fica strofinarsi sul clitoride tanto da farmi impazzire. Lo fece per lungo tempo, troppo… non resistevo più.
- Dio mio, Fabian… entra a chi aspetti, così mi fai impazzire!
Rise un attimo, poi entrò con un solo gesto, completamente dentro me. Mi sentii mancare, volevo urlare ma nessun verso uscì dalla mia bocca. Fabian cominciò a scoparmi subito con foga: mi stava sconquassando. Andò avanti per un tempo indefinibile che, comunque, a me sembrò un’eternità. Ebbi una serie d’orgasmi che sembravano diventare uno unico, lunghissimo e potentissimo. Nel frattempo cercavo di fare il possibile per far godere Veronica che ormai aveva tutta la mia mano dentro e muovendo il bacino si scopava da sola. Nei limiti del possibile continuai a leccarla riuscendo a farla eccitare ulteriormente. Finalmente anche Fabian arrivò al punto di sborrare, sentii inequivocabili le vibrazioni lungo il suo cazzo che preannunciavano l’espulsione del seme. Uscì velocemente dalla fica ormai in fiamme, si parò davanti a Veronica che sollevò il capo e imboccò quel cazzo mostruosamente grande, tutto fino a farlo scomparire. Non avevo mai visto una cosa del genere: del sesso di Fabian erano rimasti visibili soli i peli. Lo vidi inarcarsi all’indietro urlare e contrarsi. Una, due, tre, quattro, cinque, sei volte… Veronica mugolava e cercava di staccarsi da quel coso che la stava soffocando, però Fabian non glielo permise, se non quando fu sicuro d’aver finito di sborrare direttamente nello stomaco di quell’angelo.
Adesso anch’io sono diventata amante di Veronica… per meglio dire noi tre facciamo trio fisso.
Orgasmina
10
6
18 years ago
luna1orgasmina,
28/28
Last visit: 16 years ago
-
Prima volta
durante una gita scolastica alle superiori, all'uscita da un museo sentii una mano che leggermente e velocemente mi accarezzò l'interno di una coscia e poi ancora più velocemente passò sul culo, soffermandosi all'altezza del buco, e un po' di più sulla chiappa
avevo un paio di jeans attillati ...
provai un brivido di piacere
voltandomi, cercando di non dare nell'occhio, vidi una compagna di classe che sorrideva maliziosa ... ricambiai il sorriso
non ci volle molto a ritrovarci a letto: non eravamo + vergini nè io nè lei
lei cominciò quasi subito a giocare: ricordo molto bene la nostra prima volta ... limonando fece scivolare la mano sul mio cazzo che era già duro e ci volle un attimo a sbottonare i jeans, che scesero a metà gamba
una sua mano strinse forte l'uccello, mentre l'altra cercava di farsi spazio tra le gambe per tornare a quel primo gesto che ci aveva scoperti al pomeriggio: toccò questa volta con forza, a mano spalancata, paspando con avidità il mio culo che stringevo eccitato
mi tolse i jeans e sempre in piedi cominciò a masturbarmi mentre la mano dietro continuava a palpare stringendo sempre più verso il buco
poi cominciò a baciarmi e leccarmi con piccole leccatine fugaci sul collo, e pian piano scese, fino a farmi sussultare sfiorando con la lingua la cappella, poi le palle ...
la mano sul cazzo si era fermata, ma stringeva facendolo pulsare
mi allargò le gambe, tenendomi in piedi, e non so bene come cambiò posizione, e si trovò con la bocca sulle mie chiappe
una mano continuava a stringere l'uccello, l'altra cominciò a massaggiarmi la chiappa destra, mentre la sua lingua iniziò a massaggiarmi l'altra chiappa a cerchi concentrici
la mano sul culo scese e mi strinse le palle, massaggiandole intensamente mentre l'altra mano ricominciava a fare su e giù con il cazzo a segarlo
carezzava le palle e con la lingua arrivò al buco del culo
e lì ci fu la mia scoperta: lei prese a leccare avidamente e a me piaceva enormemente, quando si accorse tolse le mani da cazzo e palle e le usò tutte e due per allargarmi le natiche, cercando di infilare sempre più la lingua nel buco
e riuscì!
sentivo la lingua che pian piano mi penetrava, mi venne da piegarmi e in un attimo mi trovai appoggiato alla ginocchia alla pecorina
la sua lingua era bellissima, sembrava adattarsi perfettamente e entrare morbidamente, leccando e lasciando saliva da tutte le parti
e poi la ragazza fece qualcosa di meraviglioso: mentre leccava penetrandomi avvicinò le dita delle due mani sempre più al buco, poi tolse la lingua, o meglio la sposto di lato, e capii che si stava succhiando un dito
la bocca rimase suglia soglia del buco e il dito cominciò a entrare
l'altra mano passò da sotto e tornò alle palle, che massaggiava con dolcezza
e il dito entrò
sentivo con stupore e godimento la mano chiusa che arrivava a toccare le natiche, il dito tutto dentro, e non so come il mio cazzo si trovò con la sua bocca intorno:
era riuscita in un'altra mossa: ci trovavamo in un 69, lei sotto, io sopra alla pecorina
io cominciai a leccare e usai le due mani per spalancare, toccare, entrare
mi sdraiai sulla sua bocca, scopandola in bocca e lei iniziò a muovere il suo dito nel mio culo, avanti e indietro
mi venne da leccare il suo di culo
e compresi che anche a lei piaceva
leccavo con energia avanti e dietro
entrando con un dito in figa e uno nel suo culo
mentre sentivo il suo dito che mi scopava e la sua bocca che lo prendeva fino alle palle
entrai con due dita nella sua figa, uno di una mano e uno di un'altra
poi le sfondai il culo con le stesse dita bagnate
e lì imparai che per entrare nel culo bisogna prima ammorbidire e bagnare, così non duole, anzi
sborrai in quella posizione e anche lei venne, forse più di una volta
e quando la mia sborra entrò nella sua bocca spinsi con la mano il suo dito tutto nel mio culo: sentivo una specie di contrazione nel culo che mi provocava un enorme piacere, dal culo al cazzo per tutto il tragitto e viceversa, e lasciai in quel momento litri di saliva sulla sua figa
urlai nel vero senso di parola dal piacere e lei usò la mano libera per afferrare il cazzo e spingerlo sempre più nella sua bocca, succhiando tutta la sborra
pulsavo davanti e dietro
la goduta fu veramente enorme e così per la prima volta compresi che c'erano modi particolari di godere, al di là dei pregiudizi assurdi su certe cose
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18 years ago
asprolimone,
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Voglia di nero
Quell’estate andammo al mare sulle coste atlantiche della Francia ed il nostro gioco preferito divenne
l’esibizionismo. Tutto nacque, come già era successo con Vittoria. Un tardo pomeriggio, seduti sulla
terrazza di un bar bevemmo qualche aperitivo di troppo, eravamo allegri ed eccitati e Laura mi chiese
di esprimerle una fantasia erotica. Le dissi che mi sarebbe piaciuto vederla mostrarsi in pubblico.
Detto fatto, quel giorno indossava un vestitino bianco leggero un po’ trasparente, andò in bagno ed al
suo ritorno si sedette accavallando le belle gambe, nel farlo tirò su il vestito e notai che aveva tolto le
mutandine, il pelo castano e riccio della sua fica apparve per un attimo. Sorrisi, si era proprio quello
che intendevo, il bar non era affollato, solo qualche coppia annoiata e stanca qua e la a riprendere le
forze prima della cena, un po’ scostato dai tavolini del bar notai un ragazzo nero, leggeva
distrattamente qualcosa e di tanto in tanto alzava lo sguardo per guardarsi intorno, forse aspettava
qualcuno o forse anche lui stava riposandosi su una panchina, era a torso nudo ed indossava dei
pantaloncini piuttosto attillati soffermai per un po’ il mio sguardo su di lui, inaspettatamente attratto
da quel fisico statuario. Solitamente non guardo gli uomini, ma era difficile staccare gli occhi da quel
ragazzo. Avrà avuto al massimo venticinque anni il corpo snello e una fascia muscolare asciutta. Era
al tempo stesso forte e delicato, il viso era lungo e le labbra carnose. Decisi che volevo vedere Laura
accarezzare quel corpo. Quando la guardai vidi che sorrideva, aveva notato dove si era fermato il mio
sguardo, nel frattempo aveva scavallato le gambe e tenendole un po’ aperte si era leggermente
spostata sulla sedia per mostrare la fica al ragazzo. Questi continuava nella sua lettura ma ad un
tratto, quasi come se subisse un richiamo alzò il viso dalla nostra parte e notò con un po’ di
imbarazzo il sorriso di Laura e soprattutto lo spettacolo che gli stava offrendo, rimase per un attimo
incredulo, battè le palpebre e si guardo intorno poi torno ad incollare lo sguardo tra le gambe di
Laura. Era chiaro che fosse in imbarazzo e non sapeva che pesci prendere. Laura col suo sguardo
malizioso ed il suo sorriso irresistibile alzò il bicchiere al suo indirizzo simulando un brindisi alla sua
salute. Il ragazzo si riscosse dalla sorpresa e si avvicinò al nostro tavolo, Laura gli sorrise facendogli
segno di sedersi con noi. Lucas (cosi si chiamava) si sedette, imbarazzato forse dalla mia presenza, di
fronte a Laura che per rompere subito il ghiaccio si occupò delle presentazioni “come mai un bel
ragazzo come te se ne stà tutto solo a leggere?” Lucas rispose che era arrivato quella mattina e che
aspettava l’arrivo di amici per il giorno seguente, ma che era contento di fare conoscenza di una
coppia così simpatica. Notai solo in quel momento che Laura oltre alle mutandine aveva tolto anche il
reggiseno e si era slacciata un paio di bottoni del vestito lasciando intravedere il suo seno morbido e
abbondante, notai la sua eccitazione dai capezzoli scuri che tendevano il tessuto trasparente del
vestito. In pratica era nuda davanti a noi. Lucas non le toglieva gli occhi da dosso ed io approfittai per
far scorrere il mio sguardo sul suo corpo, la sua pelle scura era liscia i muscoli addominali ben fatti e
contratti e dal pantaloncino si notava una notevole erezione che lui cercava di contenere. Mi stavo
eccitando, ero fiero che la mia donna suscitasse in un ragazzo cosi bello tutta quella eccitazione mi
trattenni dall’impulso di mettergli una mano tra le gambe. Intanto Laura parlava e si muoveva sulla
sedia in modo da mostrargli di tanto in tanto la fica che sicuramente si stava bagnando. Decisi che
volevo vedere mia moglie fare sesso con quel ragazzo. Quella sera invitammo Lucas da noi che
avevamo affittato un piccola villetta sulla costa. Lui accettò senza remore ed insieme ci avviammo
verso casa. In macchina Lucas si accomodo sul sedile posteriore, e Laura continuò a parlare con lui
rimanendo seduta a metà sul suo sedile mostrandomi così le cosce abbronzate. Parlava e rideva e con
apparente noncuranza, passando il braccio sopra la spalliera appoggiò un a mano sulla coscia di
Lucas che al contatto ebbe un sobbalzo. Laura rise divertita e gli disse di non preoccuparsi, “io e mio
marito siamo una coppia aperta, rilassati vedrai che ci divertiremo e passerai una serata
indimenticabile” Lucas mi sorrise nello specchietto aspettando un mio cenno, gli sorrisi a mia volta e
lo vidi rilassarsi. Arrivati a casa ci rifocillammo con un cocktail che ci mise su di giri. Laura prese in
mano la situazione e togliendosi il vestito disse che aveva bisogno di una doccia, nuda al centro della
stanza chiese a Lucas se volesse farla anche lui ed alla sua risposta affermativa gli si avvicinò ed
incominciò a sfilargli lentamente la maglietta che nel frattempo Lucas aveva indossato, mettendo a
nudo quel petto scolpito e la pelle lucida della schiena. Maliziosamente e delicatamente Laura fece
scorre le unghie sulla schiena di Lucas che chiudendo gli occhi si lasciò andare definitivamente.
Laura incominciò ad accarezzare voluttuosamente il petto di Lucas, poi si strinse a lui e baciandogli il
collo gli stampò i seni contro il suo corpo. Le mani di Laura andarono ad accarezzargli le spalle e la
schiena finendo per stringergli le natiche sode avvolte dal tessuto dei pantaloncini. Facendo pressione
su quel culo sodo, come solo i neri hanno, avvicinò il bacino di Lucas al suo e, a giudicare dalla sua
espressione, sentì l’erezione possente di Lucas contro il suo pube. Vidi Laura avvinghiarsi
maggiormente a Lucas incominciando a tempestargli il collo ed il petto di baci, si soffermo su un
capezzolo ed inizio a succhiarlo con trasporto, nel frattempo continuava a stringergli le natiche
saggiandone i muscoli. Comincio a scendere col viso verso il ventre piatto di Lucas facendo saettare
la lingua sulla sua pelle. Ad un tratto si inginocchiò davanti a lui venendosi a trovare col viso
all’altezza del suo membro ancora imprigionato nei pantaloncini. Laura affondò il viso nel tessuto ed
inspirò a fondo inebriandosi nell’odore di quel corpo di maschio nero. Lucas era visibilmente
eccitato, aveva chiuso gli occhi e godeva del lavoro sapiente di mia moglie. Anch’io ero
eccitatissimo, ero quasi ipnotizzato da quello spettacolo di due corpi perfetti che si muovevano
nell’armonia classica di movimenti erotici. In più il contrasto tra la pelle nera del ragazzo e quella
bianca, seppur abbronzata, di mia moglie era sconvolgente. Mi avvicinai a loro invidiando un po’
Laura, mi posizionai alle spalle del ragazzo ed un po’ timoroso di ciò che stavo per fare iniziai ad
accarezzare la schiena nuda di Lucas. Era come velluto, liscia e soda e a dispetto di quanto avessi
immaginato profumava delicatamente. Persi i sensi, chiusi gli occhi ed incominciai a baciargli le
spalle, poi la schiena e i fianchi, mi inginocchiai anch’io trovando il suo bel culo muscoloso davanti
al viso, ne saggiai la consistenza palpandolo delicatamente, era il culo di una statua. Lucas gemette
quando io e Laura decidemmo di mettere a nudo le sue grazie. Laura si ritrovo davanti il pene più
grosso e bello che avesse mai visto, gocciolante di eccitazione. La pelle nera lungo tutta la lunghezza
di quell’asta turgida diveniva color caffellatte sulla cappella gonfia e lucida. Lo prese con una mano
che a stento riusciva a contenerlo e socchiudendo gli occhi prese a tempestarlo di piccoli baci, di
piccoli colpi di lingua, di tanto in tanto lo spostava da un lato dedicando la sua attenzione ai testicoli
gonfi e duri. Io intanto mi ero ritrovato il culo nudo e perfetto davanti agli occhi. Presi a baciarlo e
mordicchiarlo, sentivo che poco a poco la tensione muscolare si attenuava, dopo un po’ divenne un
culo morbido e sodo. Indugiai a lungo con le labbra e con la lingua sul solco delle natiche finche non
le allargai delicatamente e vi tuffai tutto il viso inebriandomi del suo odore forte. Misi in azione la
lingua e saggiai la morbidezza ed il sapore dello sfintere stretto di Lucas. Il mio operato fu apprezzato
perche ad un tratto sentii la sua mano afferrarmi dietro la nuca affondandomi maggiormente il viso
tra le sue natiche. Affondai la lingua nel buchetto morbido ed assaporandone l’aroma pungente. Mi
eccitava da impazzire pensare che dall’altra parte c’era Laura intenta a succhiargli il grosso uccello.
Sentivo i risucchi della sua bocca ed i mugolii di piacere di Lucas. Decisi che volevo assaporare
anch’io quel bell’uccello, così mi portai accanto a Laura che se lo sfilò dalla bocca e me lo porse
sorridendo. Aprii la bocca inghiottendolo quanto più possibile era fantastico, enorme, per quanto mi
sforzassi, non riuscivo ad imboccarne più di un terzo. Pensai al piacere che avrei provato a prenderlo
nel culo. Mi avrebbe riempito fino alla pancia. Lucas si distese ed io rimasi tra le sue gambe a
succhiargli l’anima mentre Laura si accomodò a cavalcioni sul suo viso offrendogli la sua fica
succosa da leccare. Notai che Lucas aveva una lingua lunga e carnosa e la agitava nella sorca
sgocciolante umori di mia moglie che intanto si dimenava sul suo viso. Lucas le afferrò le natiche
polpose e l’attiro a sé penetrandola con la lingua. Poi iniziò una danza passandole la lingua nella fica
e nel buco del culo. Laura si apri le natiche. Vidi il piccolo buco aprirsi e la lingua di Lucas
scomparve al suo interno. Incredibile quel ragazzo la stava inculando con la lingua. Ero eccitatissimo
con quel cazzone che mi scorreva tra le labbra. Lo abbandonai per un po’ dedicandomi ai suoi
testicoli. Erano enormi anche quelli li succhiai avidamente ficcandomeli alternativamente in bocca.
Li leccai con trasporto, poi risalendo pian piano passai la lingua sull’interno delle cosce, sul ventre
piatto e muscoloso ed arrivai ad impadronirmi di un capezzolo. Ero disteso su di lui ed i nostri cazzi
si sfioravano. Era un bella sensazione li afferrai entrambi con una mano ed incominciai a masturbarli
insieme. Laura si girò ed alla vista dei due cazzi uniti ebbe un framito, stacco la fica dalla bocca di
Lucas e abbassandosi cerco di ficcarsi in bocca le due cappelle. Ci riuscì a malapena, inziò a lavorare
di lingua ed a succhiarli alternativamente. Ad un tratto Lucas mi sconvolse “lo voglio nel culo” disse.
Anche a lui piaceva prenderlo. Laura mi guardò con aria di chi dice “bè? Che aspetti?” mi tirai su
Lucas si posizionò alla pecorina e Laura guido il mio cazzo all’ingresso del buco nero di Lucas.
Incominciai a pompare quel bel culetto nero mentre Laura sotto di noi ci leccava le palle. Il cazzo di
lucas nel frattempo era rimasto durissimo cosicche Laura si accovaccio sotto di lui e se lo inserì nella
fica bagnata. Era un sballo, lucas scopava mia moglie ed io scopavo Lucas, ci muovevamo
ritmicamente muovendo le mani ognuno sul corpo dell’altro. Non durò molto, eravamo troppo
eccitati, cosicchè quando Lucas disse che doveva sborrare, io e mia moglie ci posizionammo in
ginocchio davanti a lui ed accogliemmo sui nostri visi e nello nostre bocche un denso ed
interminabile fiotto di sborra calda. Non avevo mai visto sborrare cosi tanto. Io e Laura unimmo le
nostre bocche sul cazzo di Lucas, assaporando le ultime gocce di quel nettare vischioso. Anch’io
sentivo la sborra salire dai coglioni. Lucas prese il mio posto e fu il mio turno di inondare quei volti e
quelle bocche della mia sborra. Il mio liquido bianco risaltava sulla pelle nera del ragazzo e fu uno
sballo vedere Laura passare la lingua a ripulire il viso di Lucas. Andammo finalmente a fare la doccia
ed approfittammo cosi per approfondire la conoscenza dei nostri corpi. Lavandoci a vicenda ognuno
accarezzava voluttuosamente il corpo dell’altro. Era una bella sensazione accarezzare quel corpo
perfetto di maschio nero, passare il taglio della mano nel solco delle sue natiche, incontrare le mani di
Laura, anch’esse intente all’esplorazione del corpo del ragazzo. Incominciai ad indugiare sul suo
sesso soppesando l’insieme del pene e dei testicoli. Struciando il mio corpo contro il suo mi rigirai ed
incominciai a sfregare le mie natiche sul suo uccello. La reazione non tardo ad arrivare, anche perchè
nel frattempo Laura si era impossessata della bocca carnosa di Lucas. La vedevo inserirgli la lingua
profondamente nella bocca oppure succhiare avidamente quel linguone carnoso. Lucas esibì
un’erezione se possibile più potente della precedente ed io cominciai a non poterne più dal desiderio
di prendermelo tutto nel culo. Lo sentii sussurrare nella bocca di Laura “mi sa che tuo marito è anche
più porco di me” Laura si avvicinò a me mi allargò le natiche e disse a Lucas “ Inculalo con la lingua
come hai fatto con me prima, fagli sentire che lingua lunga che hai”Lucas non se lo fece ripetere si
abbassò, affondò il viso tra le mie natiche aperte ed inserì la lingua nel profondo del mio sfintere
morbido ed aperto. Sentivo quel muscolo muoversi dentro di me e quasi non venni dal piacere. Mia
moglie mi inserì la sua lingua in un orecchio e mi sussurro con voce roca e sensuale “vedrai quando ti
prenderà il culo come godrai, voglio berti tutta la sborra mentre godi con un bel cazzo nel culo” Non
ne potevo più mi staccai da quella lingua ed afferrai il cazzone di Lucas portandomelo verso il culo.
Lucas non ebbe esitazioni, visto che avevo l’ano dilatato al massimo spinse con un colpo solo la sua
asta nelle mie visceri e cominciò a muoversi dentro di me. Davanti a me Laura si masturbava
furiosamente, eccitata dalla scena che aveva davanti, poi si tuffo col viso sul mio cazzo ed
incominciò a succhiarmi come raramente aveva fatto. Ebbi un orgasmo anale, riversando abbondanti
liquidi anali sul cazzo nero che avevo nel culo. Poi cominciai a sentire l’orgasmo montare verso la
punta del mio uccello immerso nella bocca succosa di Laura, non mi trattenni, mi abbandonai ad un
orgasmo incredibile tenendo l’ano stretto attorno al cazzo di Lucas. Riversai tutto il mio seme nella
bocca di Laura che non riuscì a contenerlo ed un rivolo bianco le scorse sul seno. Quando ebbi finito
la gurdai, aveva la bocca aperta piena della mia sborra che le colava dalle labbra,era un spettacolo. Le
dissi di non muoversi, mi sfilai dal cazzo di lucas e lo presi in mano dirigendolo verso la bocca di
Laura. Masturbandolo delicatamente sentii che il suo orgasmo era vicino, accelerai il ritmo fino a
quando un potente getto di sperma finì sugli occhi di Laura allora le appoggiai la cappella nera sul
labbro inferiore e guidai il getto caldo direttamente nella bocca aperta e piena del mio seme. La
miscela di sperma traboccò dalle labbra di Laura riversandosi sui seni e sulle cosce. Quando Lucas
ebbe terminato con un ultimo fremito la sua lunga sborrata, avvicinai la mia bocca a quella di Laura e
le infilai la lingua. Assaporai voluttuosamente quella miscela profumata. Laura serro la sua bocca
sulla mia e riverso tutto il liquido bianco nella mia gola. Succhiai fino all’ultima goccia e mi
avvicinai al viso di Lucas che ci osservava in estasi. Incollai le mie labbra alle sue e quando le ebbe
schiuse riversai al suo interno il nostro nettare. Buona parte fuoriuscì da un lato della sua bocca e
Laura si precipitò per non sprecarne neanche una goccia. Ci ritrovammo a leccarci e succhiarci le
rispettive lingue in un abbraccio a tre. Ad un tratto Laura disse “sono tutta sporca e appiccicata,
perché non provvedete a lavarmi?” e si accovacciò ai nostri piedi. Ci vollero pochi secondi e fu
inondata dai getti di piscio bollente che io e Lucas le riversammo sui seni sulla pancia e sul viso. Le
si masturbava e raggiunse l’orgasmo prima che noi avessimo terminato il nostro compito. Fù un
esperienza che ripetemmo spesso quell’estate, anche con gli amici di Lucas. Ma questo ve lo
racconterò laprossima volta.
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10
18 years ago
nevada6,
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Voglia di pissing
Dopo esserci rilassati Vittoria, la nostra amante trans, stimolata dai due cocktail bevuti disse di avere
bisogno di fare pipì, la mia mente torno alla sera in cui l’avevo vista pisciare in quel modo tanto
eccitante ed i miei sensi furono assaliti dalla voglia perversa e del tutto insolita di ricevere quel suo
getto dorato sul mio corpo, sul mio viso, nella mia bocca. Fui preso da un senso di vergogna nei
confronti di Laura, che razza di marito era uno che desiderava farsi pisciare addosso da un trans? Per
un attimo cercai di combattere questa insana perversione ma non riuscivo proprio a trattenermi, cosi
dissi a Vittoria che l’avrei accompagnata in bagno, Laura mi sorrise mentre uscivo dal salone tenendo
Vittoria per mano. Entrai in bagno con lei che mi guardo con l’aria di aver capito cosa desideravo,
infatti mi guidò verso la vasca da bagno, mi fece entrare e mi disse di accovacciarmi tenendo il viso
verso di lei. Mi piaceva il suo modo di affrontare questo tipo di situazione in modo del tutto naturale.
Mi faceva sentire meno pervertito. Lei si posizionò sopra di me, guardavo quel corpo favoloso i suoi
seni coi capezzoli durissimi i fianchi generosi e la sua carne bianca e morbida, si volevo proprio che
quella creatura fantastica riversasse su di me la sua pioggia dorata e profumata, lo desideravo da
matti, mentre pensavo questo Laura apparve alle spalle di Vittoria e con la sua meravigliosa
espressione, tra il malizioso ed il perverso mi guardò compiaciuta, incollò le labbra sul collo di
Vittoria, poi da dietro le prese il pisello in mano e le disse “Dai bella, mio marito a sete, dagli da
bere!” Vittoria incominciò a pisciare mentre Laura dirigeva il getto di piscio caldo sul mio corpo,
sulla mia faccia. Aprii la bocca ed accolsi una sorsata di quel liquido caldo, conoscevo già il sapore
dell’urina in quanto anche con Laura a volte ci divertivamo a pisciarci addosso a vicenda prima di
scopare, ma il sapore del piscio di Vittoria sembrava diverso più gradevole forse per l’eccitazione.
Laura era visibilmente eccitata e dirigeva il getto di pipì su di me stringendo nella mano il cazzo di
Vittoria e strusciando il suo corpo su quello della nostra strana amica. Quando Vittoria ebbe
terminato era di nuovo eccitata ed il suo cazzo era di nuovo duro. Laura però le disse di mettersi
accanto a me nella vasca perché adesso toccava a lei svuotarsi. Vittoria le obbedì, ci sedemmo uno di
fronte all’altro e incominciammo a baciarci avidamente, Vittoria mi passava la lingua sul viso
raccogliendo gocce della sua pipì, intanto Laura salì coi piedi sui bordi della vasca posizionandosi
sopra di noi, gurdando verso l’alto vedemmo la sua figa aprirsi ed un getto violento e caldo ci inondò
continuammo a baciarci mentre nelle nostre bocche si riversava il piscio saporito di Laura era
meraviglioso. Vittoria mi toccava, mi stringeva il cazzo tra le mani, mi chiese in un sussurro se
volevo prenderlo dietro, le risposi che non vedevo l’ora, così bagnato di piscio mi posizionai alla
pecorina, Laura mi si avvicinò ed incominciò a baciarmi dolcemente le natiche poi, aprendomele fece
roteare la lingua sul mio sfintere impaziente, quando reputò che ero abbastanza lubrificato strinse con
una mano il cazzo di Vittoria guidandolo verso il mio buchetto. Abituato come ero alle dita di Laura,
non fu difficile per Vittoria penetrarmi, arrivò fino in fondo al mio culo ed iniziò a muoversi
ritmicamente dentro di me, mia moglie accarezzava le mie palle e quelle di Vittoria incitandola a
scoparmi.”dai fagli vedere come è bello prenderlo nel culo, fottilo per bene”. Era davvero bello come
diceva Laura sentivo quell’asta dura penetrarmi e mi piaceva da matti, sapere poi che mia moglie mi
guardava mi faceva impazzire. Vittoria si dimenò dentro di me per non so quanto tempo, avevo perso
qualsiasi contatto con la realtà godevo come un matto, nel frattempo Laura baciava ed accarezzava i
nostri corpi uniti, di tanto in tanto sfilava il cazzo di Vittoria dal mio culo e lo succhiava avidamente
assaporando i miei umori anali che, nel frattempo erano divenuti copiosi. Era anche lei eccitatissima,
girandomi la vidi succhiare i capezzoli di Vittoria poi alzò il viso e mentre la baciava le sussurrò nella
bocca “riempigli il culo della tua sborra calda” dopo qualche istante sentii il cazzo di Vittoria
irrigidirsi ed un fiotto caldo mi riempì le visceri. Laura la guardava estasiata mentre contorceva il
viso nell’espressione tipica di chi sta godendo. Ad un tratto Laura si stese supina sul pavimento e mi fece un cenno, intuii cosa mi stava chiedendo. Mi posizionai con le gambe allargate sul suo viso poi
mi abbassai su di lei ed aprendomi le natiche le riversai sul viso e nella bocca tutto lo sperma che
avevo dentro di me. Laura catturò fino all’ultima goccia quel nettare caldo e saporito dei miei umori e
ripulì il mio buco aperto lambendolo con la sua lingua. Adesso la volevo mi stesi su di lei e la
penetrai, nel frattempo le nostre lingue si incontrarono ed incominciarono a scambiarsi quel succo
denso che poco prima le avevo riversato in bocca. Vittoria ci guardava sfinita e bellissima e ci
incitava a godere. Quando sentii l’orgasmo avvicinarsi tirai fuori l’uccello e lo porsi nelle labbra
sapienti di Laura, Vittoria si avvicino e si unì a Laura, se lo passarono da una bocca all’altra finchè
non esplosi nella sborrata più bella della mia vita. Unimmo le nostre lingue in un lungo bacio saporito
di sperma, piscio ed umori anali. I nostri incontri con Vittoria divennero frequenti ci lasciavamo
andare a lunghe ore di sesso senza limiti e senza tabu impegnati solo a dare e ricevere godimento
eravamo un triangolo perfetto ed ogni depravazione diventava una cosa naturale e spontanea.
Prossimamente vi racconterò altre avventure mie e di Laura
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9
18 years ago
nevada6,
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Last visit: 8 years ago
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Voglia di trans
Era da un po’ che il nostro rapporto si trascinava nella routine quotidiana, anche sessualmente non
avevamo granchè da inventare per stuzzicare i nostri sensi. Omai tra noi non c’erano più segreti,
conoscevo ogni centimetro del corpo meraviglioso di Laura e lei altrettanto. Stavamo insieme ormai
da anni e nel nostro piccolo mondo avevamo provato un po’ tutto. Sapevo ad esempio che Laura
impazziva per il rapporto anale, ma solo quando gli andava e, di tanto in tanto mentre stavamo
facendo l’amore mi diceva “Mettimelo dietro”, cosi si metteva alla pecorina e aprendosi le natiche
carnose mi accoglieva dentro il suo sfintere. Amava farsi leccare per dei momenti interminabili, si
apriva le grandi labbra e rimaneva in estasi sotto i miei colpi di lingua. Anche a me piaceva farmi
succhiare da lei e spesso le venivo in bocca, allora lei mi guardava con sguardo malizioso ed ingoiava
tutto golosamente poi veniva a baciarmi avidamente facendomi assaporare il gusto del mio
godimento. Sapevo che in questo c’era qualcosa di perverso in lei, un messaggio tipo “assaggia come
e buono il nettare del cazzo, dovresti provare anche tu!” Questa cosa mi sconvolgeva e mi eccitava
allo stesso momento, immaginavo di succhiare un cazzone enorme in compagnia di Laura e di leccare
tutto lo sperma dalla sua bocca impiastricciata, la cosa mi sconvolgeva!! Il problema era che il
pensiero di farlo con un uomo mi ripugnava. Incominciai cosi ad immaginare che l’uomo in
questione poteva essere un trans e la cosa incominciò a farsi ossessiva. Volevo avere un rapporto a tre
con un trans. Un giorno mentre facevamo l’amore le chiesi di raccontarmi una sua fantasia erotica, un
suo desiderio. “mi piacerebbe scopare con un altro uomo mentre tu ci guardi e ci lecchi e poi insieme
lo facciamo godere con la bocca passandoci la sborra da una bocca all’altra, mi piacerebbe vederti
succhiare un bel cazzo. Sono sicura che saresti un buon pompinaro e che ti piacerebbe anche
prenderlo nel culo, visto che godi tanto quando ti in filo la lingua o un dito mentre scopiamo”. Mentre
mi diceva queste cose esplosi in una sborrata incredibile inondandole la faccia! Lei mi sorrise e mi
disse “hai visto come ti sei eccitato al solo pensiero?” Per un paio di giorni non pensai ad altro, poi
una sera tornando a casa mi soffermai in un posto solitamente frequentato da trans, ne individuai uno
particolarmente eccitante, vestito con una minigonna rossa, calze nere tacchi a spillo ed un minuscolo
top nero che metteva in risalto due seni gonfi e sodi. La cosa che mi sconvolse fu che ad un certo
punto, sicura che la stessi osservando, si tirò su la gonna abbasso i minuscoli slip mettendo in mostra
un notevole uccello, poi girandosi mi mostrò un culo da sballo ed infine si accovacciò come una
donna e tirando un po’ indietro il pisello si produsse in una pisciata chilometrica. Tutto ciò ebbe il
risultato che quasi mi sborravo addosso. Vinsi le mie remore e mi avvicinai abbassando il finestrino
del passeggero. Vittoria (cosi si chiamava) era meravigliosa. Il suo viso aveva dei lineamenti dolci il
naso piccolo e due occhi verdi stupendi, dava parecchi punti a tante donne. Senza chiedergli quanto
volesse le dissi di salire. Mi guidò in un posto appartato ed incominciò a toccarmi la patta stupendosi
della mia erezione. Le dissi che volevo vederla nuda e ci accordammo sul prezzo. Si spogliò
completamente e mi sorpresi ad ammirare quel corpo da favola dalla pelle bianchissima con quella
particolarità stupenda tra le gambe: un uccello semi eretto di dimensioni di tutto rispetto. Incominciai
a baciarla dappertutto aveva un buon odore e la sua pelle era sorprendentemente liscia e vellutata, ero
eccitatissimo per la prima volta presi tra le mani il cazzo, era una sensazione strana ma
piacevolissima incominciai ad accarezzarlo poi impazzito dall’eccitazione lo avvolsi con le labbra ed
incominciai a succhiarlo avidamente. Aveva ancora il gusto acre dell’urina ma la cosa anziché
frenarmi mi eccitò maggiormente. Pensavo a quanto ero porco in quel momento: stavo succhiando un
cazzo duro e sporco di piscio e la cosa mi eccitava da morire, forse Laura aveva ragione. Intanto
Vittoria mi aveva messo una mano sulla nuca e dolcemente mi incitava a continuare, che ero bravo e
la eccitavo. Di tanto in tanto smettevo di succhiare e mi soffermavo a baciargli l’interno profumato
delle cosce la cosa sembrava piacergli particolarmente perché la sentivo fremere ad ogni mio bacio o colpetto di lingua. Decisi di andare oltre le dissi di girarsi ed incominciai a baciargli e mordicchiargli
le natiche poi allargandogliele scoprii un buchetto morbido e pulsante, non mi trattenni e vi affondai
la lingua. Il gemito che emise Vittoria era paragonabile ad un “continua ti prego” ma io non mi feci
pregare vi affondai quanto più possibile la lingua assaporando tutti i suoi umori. Mi sorpresi a sperare
di trovarvi tracce di sperma, cosa improbabile anche perché sentivo il vago odore-sapore di
lubrificante di preservativo, chissà quanti cazzi aveva già preso quella sera Vittoria. Intanto che
lavoravo di lingua masturbavo il cazzo ormai enorme di Vittoria che roteava il culo sulla mia faccia
affondata nelle sue natiche. Ad un tratto mi disse che se non la smettevo avrebbe sborrato. Mi
posizionai in modo da avere il suo bel cazzo lucido proprio davanti alla mia bocca e continuando a
masturbarla lo presi tra le labbra. Ci vollero pochi secondi la mia bocca fu inondata da un getto caldo
e vischioso del suo liquido, non pensai nemmeno per in attimo a sputarlo fuori, ma lo assaporai
golosamente e poi ingoiai tutto. Era acre, un sapore nuovo per niente buono, ma l’eccitazione lo
faceva diventare squisito. Vittoria si chinò su di me e mi mise la lingua tra le labbra dicendomi che le
era piaciuto moltissimo e che nessun cliente glielo aveva mai succhiato con tanto desiderio. Di uno
come me poteva anche innamorarsi. Poi con gesti femminilissimi porto la testa tra le mie gambe
prendendosi il mio cazzo in bocca. Con la mano mi stuzzicava i testicoli, di tanto in tanto me li
stringeva tra indice e police succhiandomeli, poi quando capì che stavo per esplodere mi inserì in dito
nel profondo del culo e mi fece sborrare nella sua bocca. Mi ripuli completamente di tutto il mio
sperma poi venne a baciarmi. Non aveva mandato giù una sola goccia del mio sperma, cosicche me lo
riversò in gola, poi stringendomi il mento con una mano mi passo la lingua sulle labbra
sussurrandomi di bere tutto, il mio sapore si mescolò al suo e mi rimase per giorni impresso nella
mente, ogni volta che ci pensavo dovevo masturbarmi. Non dissi niente a Laura di quella sera ma
sapevo che quanto prima Vittoria sarebbe entrata nel nostro letto. Qualche giorno dopo io e Laura
facevamo l’amore e fu lei a chiedermi di raccontargli una fantasia erotica. Le dissi che era molto
simile alla sua ma al posto dell’uomo c’era un trans. Laura si eccito come una forsennata, le piaceva
l’idea di lesbicare con una donna con l’uccello e mentre stava per venire mi ficco due dita nel culo e
la lingua in bocca. Era fatta, il giorno dopo passai dal luogo dove batteva Vittoria, ci appartammo e le
spiegai la situazione sulle prime rimase delusa che nella mia vita ci fosse già una donna ma poi, forse
già eccitata mi disse che le sarebbe piaciuto fare questa esperienza. Arrivammo a casa dove Laura ci
accolse con il suo carattere frizzante e premuroso, fece i complimenti a Vittoria per la sua bellezza e
la conquistò subito con la sua femminilità. Divennero immediatamente complici e vidi che Vittoria si
lasciava sedurre dal fascino e dalla bellezza di Laura. Chiacchierammo per un po’ di frivolezze farcite
di doppi sensi, giusto per toglierci un po’ dall’imbarazzo della situazione poi Laura prese le redini del
gioco. Incomincio con i paragoni tra i loro corpi, tipo chi delle due avesse le tette più grandi o più
sode e nel frattempo iniziando maliziosamente a toccare Vittoria sulle braccia nude o sulle gambe
scoperte, poi con la scusa di annusare il suo profumo affondò la testa nel collo di Vittoria
incominciando a baciarla con desiderio. Per me fu come un trauma, ero geloso ed eccitato davanti a
me si stava svolgendo uno spettacolo degno di un film porno e le attrici erano mia moglie e la mia
amante trans! Stavo per venire senza nemmeno toccarmi. Mi ripresi e mi unii allo spettacolo
portandomi dalla parte opposta a quella di Laura cominciai anche io a baciare avidamente il collo e le
spalle di Vittoria che era visibilmente in paradiso. Con movimenti uguali Io e Laura incominciammo
a tempestare il corpo di Vittoria di baci linguate e carezze. Fu eccitantissimo quando le nostre lingue
si incontrarono nella bocca di Vittoria che faceva fatica a contenerle, con le mani dietro le nostre
nuche guidava le nostre teste lì dove desiderava essere baciata e slinguazzata finchè ci trovammo
faccia a faccia io e Laura con il cazzo turgido di Vittoria tra noi due. Ci guardammo con occhi pieni
di desiderio ed iniziammo a far danzare le nostre lingue attorno alla cappella rosea e lucida di Vittoria. Era bellissimo passarsi quel cazzo da una bocca all’altra assaporando il dolce liquido che di
tanato in tanto usciva dal taglietto sulla cappella. Misi una mano tra le cosce di Laura trovai la sua
figa allagata dall’eccitazione e decisi che era venuto il momento di vedere mia moglie scopare con un
bel cazzo che non fosse il mio. Dissi a Laura di stendersi di tirar su le gambe ed aprirsi la figa. Laura
aveva una figa bellissima e quando Vittoria la vide in quella posizione le si avventò sopra per
leccarla. Era ciò che volevo, Laura distesa a gambe aperte e Vittoria alla pecorina che gliela leccava
Mi avvicinai al culo profumato di Vittoria e incominciai a leccarla. Il buchetto del culo si contraeva
sotto i colpi della mia lingua e le sue palle dure fremevano nella mia bocca, dalla punta del suo bel
cazzo continuava ad uscire del liquido vischioso che io assaporavo con avidità. Quando mi resi conto
che Vittoria rischiava di venire nella mia bocca dissi a Laura di mettersi alla pecorina poi presi con
una mano il cazzo di Vittoria e lo guidai fin dentro la figa di Laura che lo accolse con un gridolino.
Stupendo. Mi posizionai supino col viso tra le gambe di Laura, godevo di uno spettacolo splendido, il
cazzo durissimo di Vittoria entrava ed usciva dalla figa allagata della mia donna ed io leccavo
avidamente i loro sessi uniti mi soffermavo sul clitoride in fiamme di Laura e sui testicoli duri di
Vittoria che mi sbattevano sulla faccia, intanto Laura si era impadronita del mio cazzo e lo succhiava
avidamente. Ad un tratto un grido ed un fremito prolungato di Laura mi fece capire che aveva avuto
un orgasmo violento, il suo viso era sconvolto da spasimi di godimento come raramente l’avevo visto
durante i nostri giochi di sesso. Si staccò da quell’asta ancora in piena erezione e fradicia dei suoi
umori vaginali con un gesto della testa mi fece capire le sue intenzioni. Avvicinammo le nostre
bocche al cazzo di Vittoria ed a turno lo spompinammo con dolcezza Laura mi guardava con malizia
mentre risucchiavo la cappella nelle mie labbra producendo un singolare rumore, mi disse “amore, sei
nato per spompinare cazzi, mi eccita da morire guardarti mentre lo succhi, ora voglio vedere come
lecchi la sborra!”Queste parole ebbero per me un effetto esplosivo e venni tra le mani di Laura che
nel frattempo aveva preso a masturbarmi. Vittoria, anche lei eccitata dalle parole di mia moglie
l’accontento immediatamente scaricandomi sul viso e nella bocca un fiume di sborra caldissima,
Laura era estasiata da quello spettacolo che tanto aveva desiderato tanto che venne di nuovo, poi si
avvento anche lei sul cazzo di Vittoria ed incominciammo a ripulirlo della sborra con le nostre lingue
che si incontravano per catturare ogni goccia di quel nettare bianco. Tutto fini con un lungo bacio
profumato di sperma. Eravamo appena all’inizio, bevemmo qualcosa e riprendemmo le forze
chiacchierando del più e del meno. Ad un certo punto Vittoria stimolata dai due cocktail bevuti disse
di avere bisogno di fare pipì, la mia mente tornò alla sera in cui l’avevo vista pisciare in quel modo
tanto eccitante ed i miei sensi furono assaliti dalla voglia perversa e del tutto insolita di ricevere quel
suo getto dorato sul mio corpo, sul mio viso, nella mia bocca. Ma questa è una storia che vi
racconterò un'altra volta. Scrivetemi per dirmi se questo racconto vi è piaciuto
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7
7
18 years ago
nevada6,
44
Last visit: 8 years ago
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Il gusto forte del camionista
Mi eccita essere guardata e desiderata da maschi in calore. uno dei miei passatempi preferiti o se volete dei miei terreni di caccia preferiti sono le superstrade e le autostrade. E così ogni tanto mi metto tutta in ghingheri e decido di andare lungo una superstrada vicino a casa mia per mostrare le mie grazie ai camionisti di passaggio esibendomi in scosciate mozzafiato per fargli alzare il livello d’infoiamento.
Di solito giunta all’inizio della superstrada mi fermo alla prima piazzola e mi sistemo un pò il trucco, mentre guardo con la coda dell’occhio dallo specchietto retrovisore se sopraggiunge la sagoma di qualche camion.
Distinguo le luci nella notte che inconfondibili segnalano l’arrivo dei bisonti. La mia tattica consente nell’aprire la portiera, scendere lentamente dall’auto scosciandomi e, sculettando andare a controllare i fari anteriori piegandomi per far ben vedere attraverso lo spacco vertiginoso del vestito il mio culo, ogni tanto qualche camion passa sottolineando il suo apprezzamento con uno colpo di clacson prolungato.
Quella sera eseguii il mio piccolo show all’arrivo di due camion, lo spostamento d’aria del primo contribui ad alzare completamente il vestito mettendo allo scoperto per intero il culo e offrendo al camion in coda una visione completa senza veli. Il tipo si attacca al clacson e accenna una frenata.
Arriva un altro camion, mi appoggio al cofano della macchina e alzo la gonna scoprendomi tutta la coscia per sistemare il mio tanga, e whoao..., il tipo quasi inchioda attaccandosi al clacson, poi non riuscendo a fermarsi prosegue lentamente continuando a suonare ad intermittenza, sarà forse un invito? E sia, sono curiosa di vedere com’è il tipo. Rientro in macchina e lo seguo per un po', poi lo supero lentamente, accendendo la luce dello specchietto retrovisore scosciandomi contemporaneamente, il maiale si rifà gli occhi e comincia a lampeggiarmi nervosamente facendomi capire che vuole provare la selvaggina. Sono calda e vogliosa di un bel cazzone, perciò decido di vedere come và a finire.
Gli faccio capire di seguirmi e lo porto fino ad una stazione di servizio lungo la superstrada dotata di un ampio piazzale di sosta, una volta arrivati mi fermo sull’angolo estremo del piazzale e quando lui si ferma davanti alla mia macchina scendo scosciandomi e facendogli vedere gran parte delle mie grazie. Mi avvicino alla sua cabina con passo lento e ancheggiando vistosamente. Il tipo si affaccia dal finestrino incuriosito, mi chiede che ci faccio in giro per strada di notte e io gli rispondo sorridendo che mi piace provocare i camionisti.
Fortunatamente sembra che al porco non dispiacciano i trav, oppure è talmente arrapato che pur di scaricare il suo uccello non bada tanto al sottile. Fatto sta che spegne il motore e scende dalla cabina, mettendosi proprio difronte a me; è giovane, sulla trentina, fisico asciutto capelli corti, vestito con un paio di pantaloncini corti ed una maglietta fantasia con maniche corte. Mi dice che sono due settimane che non scopa e dall’accento intuisco che è napoletano; allora mettendogli una mano sul bozzo e palpando la consistenza, gli rispondo che è giunta l’ora di scaricare tutto lo sperma accumulato.
Ci spostiamo dietro al camion riparati da occhi indiscreti: mi appoggio ad una gomma e gli tiro giù i pantaloncini tirandogli fuori un cazzo già mezzo duro di dimensioni interessanti, mi chino difronte al suo bastone e me lo metto lentamente in bocca iniziando un bel pompino. Il suo cazzo ha un sapore forte, evidentemente un po' di sudore accompagnato da qualche pisciata ne hanno reso il gusto più porcino, meglio l’odore di maschio è più gustoso e mi arrapa di più. Gli lecco i testicoli salendo sù lungo l’asta del suo cazzo che si indurisce ancora di più prendendo delle dimensioni ragguardevoli. La sua cappella è gonfia e turgida di un rosso vivace; Gennaro (così si chiama il maioalone) mi prende la testa e mi guida nei movimenti del succhia, succhia, gemendo di piacere e dandomi della puttana. Riesce a stento a trattenere lo sperma perchè vuole incularmi, allora mi fermo e sfilatomi il cazzo dalla bocca mi rialzo strusciandomi a lui, chiedendogli di pazientare un attimo. Vado alla mia macchina e prendo della crema che metto un po' sull’ano. Poi ritorno verso Gennaro e alzatami la gonna mi tolgo lentamente il tanga e mi appoggio ad una ruota del camion offrendogli il mio culo.
- Forza amore vediamo come mi scopi- lo incito mentre lui con il cazzo in mano si avvicina e me e lo punta diritto nel buco, infilandomelo dentro ed affondandolo liscio come il burro; non avverto nessun dolore mentre il porco incomincia a fottermi con vigore, le sue stantuffate sono regolari e profonde facendomi sentire il suo cazzo dentro così bene che mi sembra che ci voglia infilare anche le palle. Mentre mi scopa così calorosamente con una mano mi scosta il vestito e mi inizia a tastare un seno mentre con l’altra mi tiene saldamente il fianco. Sono bagnata e stò per godere, lo stallone stà facendo un lavoro eccezionale tant’è che lo incito a non fermarsi. Entrambe siamo al massimo dell’eccitazione, ora Gennaro, che continua a fottermi, mi stringe entrambe i seni mentre con la punta della lingua mi stuzzica il lobo dell’orecchio, non riesco più a trattenermi e vengo mentre lui mi dice che ho un culo fantastico e che starebbe lì a scoparmi tutta la notte, mentre mi dice questo i miei umori mi colano tra le cosce ma stranamente la voglia di scopare non mi è passata tant’è che continuo a incitarlo.
Oramai sento che è al limite perciò mi faccio sfilare il cazzo dal culo e chinandomi me lo metto in direzione della mia faccia continuando a masturbarlo fin quando esplode con un getto di sperma caldo e denso che mi investe il viso e il petto, colando giù tra i seni tutti di fuori.
Sono intrisa di sperma su ogni parte del mio corpo, mai ne avevo avuto tanto in una serata.
Gennaro soddisfatto mi fa i suoi complimenti e gentilmente mi dà delle salviette umidificate per pulirmi un pò, poi prima di andarsene ci scambiamo rispettivamente i nostri numeri di telefono con la promessa di risentirci al più presto.
-Certo che ci vorrebbero degli stalloni del genere più spesso- dico a Gennaro che così gentile e mi spiega che anche altri suoi colleghi hanno un debole per i Trav.
-Purtroppo incontri come questo sono molto rari e trovare una Trav bella e focosa come te sono ancora più rari-, Gennaro mi lusinga tanto da spingermi a fargli una domanda, chiedendogli di sentire se in zona c’è qualche collega suo coetaneo che ha voglia di scopare, e lui non se lo fà ripetere due volte, prende la radio e si mette in contatto con un paio di colleghi che si trovavano da quelle parti si stavano dirigendo nella nostra direzione. Per radio dice loro di aver incontrato una femminiella tutto pepe con un bel culo caldo e accogliente ed una bocca che sembra un bella figa calda.
I due per radio chiedono le coordinate per il randez-vous, e mentre Gennaro gli stà dando le indicazioni io gli calo giù i pantaloncini e riprendo a massaggiargli l’uccello già mezzo duro. Gennaro per radio comunica l’operazione che stà subendo e dall’altra parte si sentono le voci dei compagni che lo incitano a tenermi occupata mentre loro arrivano.
Chiusa la comunicazione riprendiamo a strusciarci a vicenda mischiando i nostri umori. L’odore di sesso si fà più intenso mentre Gennaro con la sua lingua si mette a stuzzicarmi i capezzoli, mentre con la mano mi palpa il culo. Dopo circa dieci minuti, erano circa le tre di notte, entrano nel piazzale due Tir che si vanno a parcheggiare vicino a quello di Gennaro. Per un attimo ci fermiamo e subito il mio stallone mi rassicura dicendomi che sono i suoi amici.
Mentre ho il cazzo di Gennaro in bocca, vedo arrivare due uomini, uno e un po' grasso, porta una canottiera ed è con un paio di pantaloncini, mentre l’altro porta due baffi ed è già senza niente sotto, praticamente con il suo uccello che gli ciondola tra le gambe già mezzo duro.
Mario e Giuseppe, si presentano mentre per un attimo io mi tolgo il cazzo di Gennaro dalla bocca per salutarli e invitarli a partecipare all’orgia. Giuseppe che si trova già pronto si avvicina a me e mi struscia il suo cazzo sulla faccia invitandomi a prenderglielo in bocca. Con movimenti lenti e sinuosi inizio a leccare la cappella di Giuseppe mentre continuo a masturbare il cazzo di Gennaro. Ho tre maschi da soddisfare tutti per me non mi pare vero, mi sento circondata da cazzi in tiro pronti a scoparmi e a inondarmi di sperma.
Mentre alterno le mie prestazioni orali, dividendomi tra i cazzi di Gennaro e di Giuseppe, Mario che non tradisce il suo aspetto robusto con una cazzo di dimensioni molto interessanti si è fatto diventare duro il bindellone godendosi lo spettacolo, ma ora reclama la sua parte di bocchino. A questo punto mi sollevo e mi metto alla pecorina facendomi mettere davanti Mario e Gennaro mentre Giuseppe si appresta a infilarmi da dietro.
Proprio mentre inizio il mio pompino a Mario sento il cazzo di Giuseppe che entra nel mio culo iniziando a stantuffare con vigore, Gennaro lo incita a scoparmi e chiede come gli sembra il mio culo, Giuseppe si lascia andare a complimenti coloriti che interrompe bruscamente perchè stà per godere, e difatti tirando fuori il cazzo dal culo mi sborra sulla schiena con un getto potente e caldo. A questo punto tocca a Mario, per lui decido di farmi scopare alla francese, il suo cazzo mi prende ed entra lentamente cominciando un movimento sussultorio vivace, mi tiene ben stretti i fianchi mentre Gennaro mi porge il suo uccello che prendo e continuo a masturbare, Giuseppe dal canto suo mi strofina il cazzo suoi fianchi incitando Mario a scoparmi. L’incitamento deve aver fatto effetto a tutti e due tant’è che
Mario mi sfila l’uccello dal culo mettendosi difronte a me assieme Gennaro, mentre io mi abbasso per ricevere lo sperma di tutti e due che arrivano quasi in contemporanea dando luogo ad una vera e propria cascata di sperma che mi bagna tutta, prendendo a colarmi da tutte le parti.
Alla fine tutti e quattro siamo sfiniti ma pienamente soddisfatti, io di aver trovato in una sola notte tre stalloni simpatici e maiali, e loro di aver incontrato una trav calda e aperta a soddisfare le loro voglie porcine.
Che notte indimenticabile.
18
4
18 years ago
Lucrezia1Borgia193715, 44
Last visit: 9 years ago -
Tintarella con scopata
Potrebbe essere una storia inventata, invece è realmente accaduta, un’intrigante storia di sesso estivo da provare.
E’ già da qualche giorno che durante la pausa di pranzo, invece di tornare a casa mi reco in bicicletta in una spiaggia appartata, dove mi metto a prendere il sole, ovviamente tutta nuda.
Ci tengo molto alla mia persona, e in estate una bella abbronzatura integrale migliora, esteticamente il mio personale, già niente male.
Sistemato l’asciugamano mi siedo ed inizio ad ungermi tutto il corpo, con particolare attenzione ai miei seni naturali che curo in particolar modo. Dopo questa operazione che eseguo lentamente e in maniera provocatoria, magari per richiamare qualche maialino infoiato che si trovasse nelle vicinanze, mi metto a prendere il sole.
Dopo circa dieci minuti, mentre mi trovavo con il mio culetto all’aria, sento avvicinarsi una persona, apro un occhio e vedo un signore sulla quarantina, che si avvicina verso di me. Evidentemente anche lui voleva godersi un po' di sole in santa pace. appena mi vede si ferma, mettendosi a scrutare il paesaggio difronte a lui, io alzo la testa lui mi guarda un attimo e ci salutiamo, poi torna a guardare il panorama. Un attimo dopo inizia a stendere il suo asciugamano sulla sabbia e si spoglia. Con la coda dell’occhio cerco di osservare il tipo e devo dire che non è niente male, anzi mi sembra di notare dal rigonfiamento del suo costume che è ben fornito. Mentre si sta spalmando della crema abbronzante mi rivolgo a lui dicendogli che questo posto è un paradiso di tranquillità dove una persona si può godere in pace un po' di sole senza essere disturbata dall’ orda dei vacanzieri. Il tipo concorda con me, osservandomi continuando a spalmarsi la crema sul corpo e lentamente scivolando con le mani sulla pancia appena sopra il costume dal quale non posso fare a meno di notare un ulteriore rigonfiamento del suo uccello che ha acquistato delle dimensioni ragguardevoli e succulente.
A quella vista rimango per un attimo disorientata e colpita in maniera abbastanza evidente tant’è che il tipo se ne accorge e per niente imbarazzato rivolgendosi a me esprime il desiderio di togliersi il costume per godersi anche lui un po' di tintarella integrale.
Detto questo, si sposta ponendosi proprio difronte a me e guardando l’orizzonte si sfila lentamente il costume facendo apparire un cazzo duro e nerboruto da favola. Avevo l’acquolina in bocca e il cuore a mille per l’eccitazione, lo guardavo intensamente e avidamente, la mia bocca era vogliosa di assaggiare quell’uccello pieno di venette gonfie e pulsanti e del resto il fatto stesso che avesse quell’erezione dimostrava che anche lui era eccitato dalla situazione. Con movimenti lenti e misurati si piegò a prendere il tubetto di crema solare e se ne verso un po' nel palmo della mano, rialzandosi si rimise nella stessa posizione e con lentezza esasperante inizio a spalmarsi la crema sul cazzo, iniziando così a masturbarselo lentamente.
Non resistevo più, mi rialzai e mi misi su un fianco in modo che potesse vedere i miei seni. Lui si avvicinò verso di me e chinandosi portò il suo cazzo quasi all’altezza della mia bocca continuando a masturbarselo lentamente; era diventato ancora più duro e lucente, l’avevo all’altezza dei miei occhi e potevo sentire il suo odore leggermente camuffato dalla crema. Senza dire una parola iniziò a strofinarmelo sul viso mentre io aprivo la bocca aspettando di riceverlo, ma lui mi negava questo piacere preferendo continuare a strusciarmi l’uccello sugli occhi sul naso sulla testa e girandomi intorno sulla nuca e dietro al collo.
Era eccitante sentirlo scivolare su di me. Poi lo staccò e lo sentii sdraiarsi dietro di me sul fianco, con una mano mi prese una coscia e l’alzò divaricandomi mentre io mi sistemavo meglio per facilitargli l’introduzione del cazzo nel mio culo. Sentii la punta della sua cappella che spingeva sul mio ano, allorché glielo presi in mano, palpando così la sua consistenza, e lo indirizzai meglio. Lo sentii entrare e riempirmi il culo in una ondata di calore e di piacere.
Iniziò a muoversi dentro di me per farmelo entrare tutto e soprattutto per farmelo sentire meglio. Io lo aiutavo muovendo il mio culo in maniera che potessi riceverlo meglio, e così iniziò a scoparmi, dapprima con colpi lenti e profondi e poi aumentando leggermente il ritmo ma sempre mantenendo il suo uccello dentro di me.
Il ritmo della scopata era salito, le sue mani mi tenevano i fianchi mentre io mi aggrappavo con una mano al suo fianco incitandolo a scoparmi con più energia e lui con tutta risposta aumentò il ritmo dei colpi; i nostri corpi erano unti di sudore e di creme e l’odore dei nostri sessi aveva impregnato l’aria intorno a noi. Era esaltante e sembrava che non finisse mai, mentre mi scopava con la lingua mi leccava il collo e il lobo dell’orecchio aumentando così il livello di godimento in me; il suo cazzo oramai era un tutt’uno con il mio culo, entrava e usciva con una naturalezza e con un ritmo inusitati.
Mi dimenavo come un’ossessa e farfugliavo parole di incitamento e richieste di sborrate copiose sui mie seni, eravamo all’apice del godimento, sentii il suo cazzo sfilarsi velocemente dal mio culo mentre con un braccio mi girò e si mise con il cazzo in direzione del mio petto stringendo la cappella gonfia e rossa che esplose in un copioso getto di sperma che inondò tutto il mio petto ed il mio viso, iniziando a colare da tutte le parti.
Mentre gemendo di piacere mi spalmavo lo sperma sui seni ci guardammo soddisfatti, e così sfiniti ci riposammo crogiolati al sole.
Quel giorno non tornai al lavoro fingendo una improvvisa indisposizione che aveva richiesto l’intervento di un dottore. In realtà il “dottore” rimase con me fino a sera e mi visito diverse volte in maniera molto approfondita.
20
11
18 years ago
Lucrezia1Borgia193715, 44
Last visit: 9 years ago -
La pineta
Eccomi qua, di nuovo a voi per raccontarvi un’altra mia avventura erotica. Sono Lucrezia, travesta marchigiana , ma per chi è un frequentatore appassionato di questa rubrica, non sono certo una novità.
Sono sempre alla ricerca di maschi che siano capaci di farmi provare la loro potente e calda virilità, ma anche la loro fantasia e la loro disponibilità al gioco erotico.
Io mi definirei, una calda e sensuale travestita, che sogna di diventare l’oggetto del desiderio di tutti quei maschi arrapati e vogliosi di sesso, che non riescono a soddisfare le fantasie porno, con le loro donne. Completamente depilata, alta 1,65 m, con un bel paio di gambe liscie e vellutate, mi piacerebbe provocare gli uomini in posti tranquilli e frequentati da insaziabili e vogliosi maialoni. Chi avesse informazioni di zone all’aperto dove si possa fare dell’esibizionismo in tutta tranquillità me lo faccia sapere per e-mail, gli sarò molto, molto grata.
Oh, ma scusate, avevo interrotto la mia descrizione fisica, dov’ero rimasta? Ah, alle gambe, bè ovviamente, c’è anche un bel culo morbido, liscio e molto caldo, che mi piace offrire alle aste turgide degli stalloni che cavalco. Poi ci sono i miei seni, naturali, uhm, diciamo una prima misura, sensibili alle calde e guizzanti lingue di uomini vogliosi e....focosi. E per finire la mia lingua e la mia bocca, che una volta un mio amante definì come una “calda fica”.
Bè ora immaginatemi, o se volete andate a vedermi nella rubrica degli annunci con foto, così oltre che leggermi mi potrete anche vedere, ed immaginarvi in maniera più reale quanto sto per raccontarvi, e che mi è capitato proprio ieri a Pescara.
In questo periodo diciamo proprio che sono in calore, ho una grande voglia di cazzo, che starei dalla mattina alla sera a farmi scopare. Purtroppo a parte i tanti contatti sui internet, che poi per la maggior parte delle volte non si riescono a concretizzare, un po' per la distanza e un po' per la mancanza di serietà e coerenza di certa gente, la mia grande voglia devo andarmela a far passare in posti o zone dove sò o spero di trovare qualche cazzo disponibile.
E allora a volte la sera vado in giro con la mia macchina vestita da gran troia, con abiti succinti, aderenti che fanno intravedere in maniera sfacciata le mie grazie, indossando calze autoreggenti e scarpe col tacco a spillo.
Devo confessarvi che anche così non si trova facilmente un bel cazzo da maneggiare, e allora quando ho un po' più di tempo mi reco in posti più lontani dove ci sono zone in cui c’è un certo movimento più interessato per questo genere di cose. Una zona si trova vicino a Ravenna, sul litorale in zona Lido di Savio e di Dante, mi pare. E’ un posto fantastico specialmente in questo periodo dell’anno, praticamente un abitato completamente deserto a ridosso del mare, che la sera si anima di una fauna maschile alla spasmodica ricerca esclusivamente di sesso, travesta, transessuale e omosessuale. Capirete che una troia come me lì può trovare cazzi. Ma ahimè questa specie di isola erotica è a due ore e mezzo di macchina e non sempre mi è possibile andarci.
Ma c’è un altro posto più vicino, è una piccola pineta e si trova a Montesilvano vicino a Pescara. L’ho scoperta anni fa attraverso il racconto di una travesta di Pescara, e per curiosità ho voluto appurare se quanto scriveva nel suo racconto corrispondeva a verità. Era primavera inoltrata, e un pomeriggio andai e potei verificare che quanto era scritto su quel racconto corrispondeva al vero, allora un signore sui 45 anni mi fece un bel servizio.
A distanza di tanto tempo, domenica scorsa presa da una voglia insostenibile, decisi di tornare in quella pineta per vedere se le cose erano rimaste invariate. E così subito dopo pranzo ho indossato un vestititino succinto semitrasparente, un tanga, mi sono truccata e così sono partita. Una volta in macchina, lungo l’autostrada verso Pescara, ho accostato in una piazzuola di sosta, mi sono tolta i vestiti “normali”, ho ritoccato un po' il trucco e ho indossato un paio di sandali col tacco a spillo.
Così messa sono arrivata, intorno alle 15,00, alla pineta. Sono rimasta circa dieci minuti ad osservare il movimento che c’era, per capire se qualcosa era cambiato dall’ultima volta che ero stata lì. Durante quel lasso di tempo ho visto entrare nella pineta, oltre che anziani, anche degli uomini prestanti e giovani, così ho preso la decisione di andare a fare un giretto all’interno.
Prima di uscire ho indossato un cappotino leggero nero per coprire un po' il mio vestitino e mi sono avviata verso la pineta scullettando come una troietta. Con passo lento ho attraversato la strada e sono entrata nella pineta attraverso uno stradello. Dovevo stare attenta a dove mettevo i piedi, perchè con i tacchi alti non era così facile camminare su un terreno accidentato, ma comunque riuscivo ad essere molto naturale nel mio portamento.
Mentre mi addentravo sempre di più all’interno, mi guardavo intorno in cerca di qualche maschio nei paraggi, ma a parte un vecchietto che mi aveva visto e mi seguiva, per i primi cinque minuti non ero riuscita a trovare nessuno. Sembrava che le persone che avevo visto entrare prima fossero sparite.
Stavo perdendo la speranza di trovare un maschio verile che mi soddisfasse, ed in più avevo sempre il vecchietto alle costole. Proprio mentre mi stavo dirigendo verso la macchina, il mio sguardo ha incrociato un uomo sui 35 anni che mi stava venendo incontro. Era un tipo niente male, completamente pelato, con degli occhiali da sole, indossava un giubbetto di pelle marrone e un paio di jeans. Io lo guardo e gli giro davanti imboccando uno stradello laterale che portava ad uno slargo coperto da un grosso pino. Arrivata lì, mi fermo e con la coda dell’occhio noto che il tipo mi ha seguita e si è fermato per vedermi. A questo punto mi sfilo lentamente il cappotto facendolo scivolare a terra, così facendo rimango con il mio vestito che praticamente fa vedere tutto. Mi giro ancora per fargli vedere i seni che escono dalla scollatura, ed inizio a palparmeli. Poi mi giro mettendomi di spalle a lui e mi piego a 90° mostrandogli così il mio culo per prendere dalla mia borsa una bottiglietta di olio per il corpo. La stappo ed inizio a farmi scivolare addosso l’olio che mi spalmo da prima sulle gambe e poi, sul mio culo, facendolo diventare così più lucido e appetibile.
Mentre mi esibisco in questa operazione noto che si è avvicinato un’altro tipo un po' più giovane del primo, asciutto, con un giubetto di jeans e dei pantaloni di una tuta sotto i quali evidentemente non portava niente, tant’è che svettava un pistolone già duro che lui si stava toccando vogliosamente.
A questo punto il tipo pelato evidentemente eccitato si slaccia i pantaloni e tira fuori il suo cazzo che in men che non si dica gli diventa duro tra le mani, e mostrandosi in tutta la sua stupenda e consistente erezione.
Io non sto più nella pelle, alla vista di quei due cazzi turgidi e vogliosi, faccio cenno ai due di venire da me, mentre io mi siedo su di una pietra aspettando il momento di ghermire tra le mie mani quelle due stupende aste di carne pulsante.
Quando li ho davanti li prendo tutti e due in mano, appurando la loro durezza, ed inizio a leccargli, alternativamente le rispettive cappelle, mentre li masturbo. Sento che il servizio è di loro gusto, così approfondisco la loro conoscenza ingoiando prima il cazzo del pelato, ed esibendomi in bel pompino col risucchio, e poi passando a quello un po' più largo del tipo più giovane. Senza dire una parola andiamo avanti così per un po', io mi gusto entrambi i cazzoni in tutti i modi, proprio come se fossero dei succosi gelati, poi mi fermo un attimo, prendo dalla mia borsa i profilattici e della crema lubrificante che mi spalmo sul buco del culo, mentre faccio infilare ad uno di loro il profilattico.
Una volta ultimata questa operazione, mi alzo e mi appoggio ad un tronco piegato, facendomi mettere il pelato davanti e il giovane di dietro. Prendo il suo cazzo e lo indirizzo all’imbocco del mio culo, poi, lentamente gli dico di spingerlo dentro. Lo sento farsi strada, avvertendo un po' di dolore, ma una volta ultimata l’operazione di ingresso mo lo faccio assestare muovendomi. A questo punto riprendo il cazzo del pelato in bocca, mentre l’altro tenendomi ben stretta per i fianchi mi inizia a pompare. All’inizio i suoi colpi sono troppo energici e devo chiedergli di andarci più delicatamente, perchè non riesco a spompinare l’altro. Una volta però regolato il ritmo inizio a gustarmi l’ingroppata e il succoso pompino che sto facendo. Mentre ci troviamo in questa posizione noto con la coda degli occhi, che due altri signori ci stanno guardando, e si stanno masturbando i rispettivi cazzi. La cosa mi eccita ancora di più e così metto ancora più enfasi nel nostro gioco, dimenando il mio culo per sentire meglio il cazzone che mi stà scopando, tant’è che il tipo preso anche lui dall’eccitazione mi sborra nel culo con un profondo affondo del suo cazzo che quasi mi fa perdere l’equilibrio. Non fa in tempo a tirare fuori il cazzo che dico al pelato di infilarmi il suo cazzo nel culo. Non se lo fa ripetere una seconda volta, si mette dietro di me e infila il cazzone anch’egli nel mio sfintere ancora allargato dalla precedente penetrazione, non fa in tempo a metterlo dentro che inizio a muovere il mio culo per sentirlo meglio in ogni angolo, e faccio segni agli altri due di avvicinarsi. Mentre il pelato mi scopa con energia, mi faccio posizionare i due tipi davanti e gli chiedo di sborrarmi lì davanti in modo da ricevere gli schizzi di sperma sulla faccia.
In una apoteosi di sesso avverto che il pelato sta per godere, così mi faccio sfilare il suo cazzo dal culo e mi siedo per terra facendomi mettere tutti e tre sopra di me con i loro cazzi in mano, il primo ad esplodere è prorpio il pelato che mi inonda con il suo caldo nettare tutti i seni ed il corpo. Non faccio in tempo ad iniziare a spalmarmi il suo sperma che anche gli altri due vengono schizzandomi la loro sborra addosso.
Così, impregnata di sperma e completamente esausta ma molto soddisfatta, mi riassetto il vestito e me ne ritorno verso la macchina.
La sera tornata a casa mi preparo una bel bagno caldo, tonificante, e mentre mi rilasso in mezzo alla schiuma tasto il buco del mio culo ancora allargato, inizio ad infilarmi due diti nell’ano mentre con l’altra mano mi tasto davanti fino a godere.
Stalloni voi crederete che tutto quello che vi ho raccontato è pura fantasia?
Bè, devo dirvi di sì, perchè in realtà era soltanto uno lo stallone che mi ha scopata, ma vi confesso apertamente che mi piacerebbe provare una situazione del genere con due bei maschioni dotati e disponibili.
C’è tra di voi qualcuno che può soddisfare questo desiderio di Lucrezia?
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18 years ago
Lucrezia1Borgia193715, 44
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Valeria 4 - la grande occasione
Quel cinema, anzi quei due cinema, erano diventati la mia garsoniere, non per vantarmi ma quell’estate la frequenza degli spettatori al cinema era aumentata da quando si era diffusa, con un tam tam discreto, con scritte di pennarello sui cessi, la voce di una ragazzina che ai primi spettacoli si concedeva senza problemi….e non erano più solo uomini adulti o anziani, spesso un po’ rivoltanti, ma ormai mi cercavano anche i ragazzi, più grandi di me, ma sempre giovani…..e molto vogliosi!
Ho perso il conto di quanti bocchini feci in quei mesi! ero diventata veramente bravina, usavo la lingua con grande malizia intorno al glande, lungo tutta l’asta, sulle palle e poi, quando “sentivo” il cazzo raggiungere il massimo della sua durezza incominciavo ad ingoiarlo con grande delicatezza, e dolcemente andavo su e giù con la bocca umida e la lingua che scorrazzava felice sul glande….ma credo che i maschi mi apprezzassero soprattutto per la passione vera che trasmettevo quando, con il loro orgasmo, mi inondavano la bocca con la loro sborra…..la bevevo sempre tutta, non ne perdevo neanche una goccia e poi dopo averla inghiottita continuavo con la lingua a pulire il loro glande dalle ultime gocce residue
A ripensarci, credo però che gli incontri più eccitanti fossero quelli che avvenivano nei bagni, tra il primo ed il secondo tempo, forse perché in sala il buio era più protettivo, mentre lì c’era la luce, tutto sembrava più spudorato ……. ….forse anche perché più volte, dopo la prima (vedi: Valeria 3- La conferma) , cercavano di attentare alla mia verginità e questo mi eccitava moltissimo. Tra l’altro ero diventata più disinvolta e mi truccavo un po’ di più, un filo di rossetto, un po’ di matita a delineare gli occhi, poi più avanti la scoperta del fard a ravvivare le guance…avevo poi iniziato a depilarmi con il rasoio, non che ce ne fosse un vero bisogno perché avevo solo una leggera peluria bionda che non si vedeva, ma perché volevo sentire ed offrire la mia pelle il più liscia e morbida possibile alle carezze dei maschi…….anche i movimenti, il mio modo di camminare, di ancheggiare erano più sicuri, certo non potevo portare i tacchi ma l’effetto c’era comunque, la mia femminilità e la mia sensualità venivano fuori con grande evidenza…..
Ma, pur soddisfatta per quanto venivo apprezzata, incominciavo a sentire forte il desiderio dell’amore, di un uomo che mi corteggiasse, mi coccolasse, mi facesse sua con decisione e dolcezza al tempo stesso…..le mie fantasie pensavano ad un uomo sopra di me, nuda in un letto, mentre offrivo il mio corpo e la mia bocca ai suoi baci ed alle sue carezze, con i miei capezzoli induriti dai suoi morsi avidi, mentre aprivo le mie cosce al suo sesso e mi lasciavo sverginare abbandonandomi senza alcuna riserva…........sogni di una ragazzina, di una verginella ormai impaziente di diventare pienamente donna!
L’ultima domenica di quel mese di agosto ero reduce da un ennesimo pomeriggio al cinema, era stato particolarmente divertente: oltre agli incontri fatti al buio durante la proiezione, nell’intervallo, nei bagni, ero stata avvicinata da due ragazzi che, chiusa la porta, avevano voluto farsi sbocchinare insieme: era la prima volta che prendevo due cazzi in bocca contemporaneamente e, non essendo molto pratica, non riuscivo a sbocchinarli bene, così uno dei due se ne uscì dalla mia bocca, si masturbò a venti centimetri dalla mia faccia e, proprio nel momento in cui l’altro mi inondava la bocca con il suo nettare, mi rovesciò in viso tutta la sua sborra. Si, dovevo lavarmi, rifarmi il trucco, ma quanto era bello sentire due giovani maschi infoiati che sfogavano il loro istinto su di me!
Quella sera era invitato a cena a casa il mio cugino grande, aveva allora 32 anni, figlio di un fratello di mio padre. Antonio era il mio cugino preferito, simpatico, sicuro, con un bel sorriso. Come al solito fu divertente nei suoi racconti di vita, commerciante, viveva da solo, amava la campagna e la caccia. Ma fu solo quando, parlando con mio padre, disse che tra una decina di giorni sarebbe dovuto andare a dormire nella casa in campagna della famiglia per una ricognizione di prima mattina sulla selvaggina (la stagione di caccia apriva in quel periodo), fu solo in quel momento che iniziai a guardarlo con altri occhi. Fu una reazione immediata, quasi una reazione chimica: guardai quel volto sorridente e sicuro, quei baffi neri e folti che esaltavano il volto maschio, quel corpo slanciato e muscoloso e pensai alla notte in campagna, sola con lui! Non so come ma dissi che mi sarebbe piaciuto andare anch’io per aiutarlo nella ricerca della selvaggina. E se mia mamma diceva che no, che ero matto, che sarei stato di peso per Antonio, Antonio disse invece che si, che se mi faceva piacere non c’erano problemi, certo avrei dovuto alzarmi prima dell’alba, ma per lui anzi sarei stato d’aiuto. Mio padre era abbastanza compiaciuto della mia improvvisa passione per la campagna e per la caccia e fu d’accordo. Mia sorella non disse niente, ma guardandola di sfuggita colsi un mezzo sorriso sul suo volto....Messa in minoranza mia mamma decidemmo dunque che sarei andato con Antonio, il sabato della settimana successiva.
Quella decina di giorni sembrava non passare mai. Ero impaziente, nervosa, agitata, sognavo quella notte, immaginavo le cose più belle e poi mi dicevo ma no, ma cosa stai pensando, ma perché Antonio dovrebbe guardarti, ha la ragazza….......sei una illusa, una stupida, figurati se Antonio potrà pensare a certe cose con il cuginetto piccolo! Oscillavo tra la speranza e lo sconforto. Ma dopo i primi due o tre giorni, decisi che insomma! dovevo almeno provarci, che la mia voglia d’amore chiedeva alla mia sensualità e femminilità di fare sino in fondo la loro parte, l’occasione era troppo ghiotta! Dovevo provare a sedurlo! Ma dovevo fare in modo che ad un certo punto l’iniziativa partisse da lui, non potevo certo correre il rischio che Antonio, sorpreso da mie avances esplicite, mi rifiutasse con sdegno e magari andasse a raccontare tutto ai miei genitori.
Nella casa in campagna, c’era un unico grande lettone, di quelli alti di una volta. Quindi avremmo dormito nello stesso letto. Questo era un punto importante. E poi faceva ancora molto caldo, avrei dormito nuda solo con le mutandine addosso….......le mutandine già….......ma quelle che la mia mamma mi comprava, erano mutande grandi, così poco invitanti! Mi venne l'idea: le mutandine sexy con un leggerissimo orlo di pizzo, quasi un perizoma, di mia sorella che avevo visto spesso stese dopo il bucato. Andai a frugare tra la biancheria sporca, fui fortunata: trovai un paio di mutandine bianche da lavare e le presi. Avevano un odore intenso, di pipì o di fica non so bene, ma fu molto eccitante provarle, mi stavano, il mio culetto, bello tondo, ci stava a meraviglia, facevo un figurone! Il giorno prima mi passai il rasoio dappertutto e il giorno dopo, poche ore prima che Antonio venisse a prendermi, sulla pelle depilata misi una crema che mia sorella usava (credo fosse per il viso ma andava bene lo stesso), dovevo essere il più possibile morbida e vellutata.
Puntualissimo, alle sei di un caldo pomeriggio di settembre, Antonio passò a prendermi. Il lieve tocco di mascara e una leggera spruzzata di profumo che avevo messo (anche vicino alla mia fighetta!), la mia pelle abbronzata ed incremata, le mutandine sexy che mi entravano in mezzo al culetto, mi facevano sentire una dea. Era il mio giorno, anzi la mia notte!
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18 years ago
admin, 75
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Lucrezia e il camionista
Eccomi di nuovo, per raccontarvi ancora una volta una calda esperienza accadutami qualche settimana fa.
Prima però mi devo presentare, come è da educazione. Mi chiamo Lucrezia e sono una travesta. Ho un corpo che mi permette di eccitare gli uomini e sono abbastanza troia da suscitare in loro fantasie erotiche sfrenate.
Formosa quanto basta, un paio di seni naturali, un bel paio di gambe e un culo caldo e accogliente che invita i cazzi turgidi ad entrare. La mia bocca è calda e vogliosa come una fica e la mia lingua è avida come una femmina in calore.
Mi piace farmi guardare ed esibirmi in giro, la notte, per gli occhi vogliosi dei maschi. Ma tutto questo non è finalizzato soltanto ad un puro fatto esibizionistico. Tutto questo ha un preciso scopo, quello di trovare un bel cazzo con cui divertirmi.
Non tutto le sere esco, ma quando lo faccio impiego molto tempo per prepararmi ad essere il più appetibile e sexi possibile. Inizio con un bel bagno pieno di schiuma e latte, per lavare e ammorbidire la pelle, mi pulisco e mi depilo accuratamente, per rendere le mie gambe e il mio corpo liscio e vellutato. Uscita dalla vasca mi cospargo di olii emolienti e di essenze profumate. Quando è possibile, massaggio i miei seni con dello sperma misto ad olio che li nutre.
Superata questa fase passo ai vestiti, innanzitutto indosso un tanga per passare alle calze, rigorosamente autoreggenti, a rete o velate, per passare al vestito, sempre molto sexi, aderente con ampie scollature e spacchi laterali. Poi le scarpe, adoro i tacchi alti, li trovo irresistibilmente arrapanti, tant’è che anche quando faccio sesso le tengo perchè le giudico un elemento terribilmente eccitante. Sandali o decoltè, ma comunque sempre con un minimo di 12 cm di tacco.
E per finire il trucco, semplice ma il più curato possibile. Ed eccomi pronta per uscire, alla ricerca di avventure. Ovviamente da casa sono obbligata ad uscire in abiti, diciamo così ufficiali. Ma appena salgo in macchina me li tolgo immediatamente, indosso la mia parrucca e voilà, la trasformazione è completa, divento una femmina provocante e calda con tanta voglia di sesso in corpo.
Purtroppo dalle mie parti non ci sono punti di ritrovo o zone dove poter andare a cercare stalloni che abbiano voglia di tipe come me. Vi starete domandando a questo punto di dove sono? E’ vero non l’avevo ancora detto, abito nelle Marche, e pertanto chi conosce un po' queste zone sà che da queste parti non c’è un grosso movimento per le travesta o le trans non mercenarie. Ha volte quando ho tempo vado verso Ravenna, al Lido di Dante, mi pare e lì c’è veramente un bel giro la sera, mi piacerebbe conoscere altri posti come quello per andare lì e soddisfare magari un bel po' di maschioni.
Ma in mancanza di questo ho sempre la speranza di trovare un camionista arrapato con il cazzo gonfio che voglia sfogarsi. E così, proprio come qualche settimana fà, mi reco su un tratto di superstrada a qualche chilometro da dove abito ed inizio la mia scenetta.
Mi fermo con la macchina in una piazzola di sosta e quando vedo avvicinarsi un camion, scendo dalla macchina e faccio finta di andare a controllare i fari anteriori piegandomi a 90° e mettendo in mostra tutto il mio culo, poi mi rialzo, mi giro mostrandogli la scollatura del vestito. Molto spesso queste operazioni sono accompagnate da sonori colpi di clacson, da parte dei camionisti e lì inizia la fase dell’approccio.
Quella sera era da circa un’oretta che mi trovavo sulla superstrada ma non ero riuscita ancora a concludere niente, allora mi sono recata nella piazzola di un distributore di benzina che a quell’ora era chiuso. Dietro al distributore c’è un ampia area per il parcheggio e spesso sul tardi, la notte, i camionisti vi si fermano per riposarsi. Decido di provare ad aspettare lì. Dopo circa dieci minuti, vedo arrivare un TIR, che rallenta e imbocca l’ingresso della piazzola, colgo l’occasione al volo e mentre lui si dirige proprio verso di me io apro la portiera e scosciandomi esco per andare a controllare i fari della macchina, mentre mi piego per fargli vedere le mie grazie, mi sento addosso i fari e i suoi occhi.
Spero che il tipo sia ingrifato e che le tipe come me gli piacciano. Comunque quando mi rialzo e mi giro verso di lui per fargli vedere anche davanti, lui riprende lentamente ad avanzare con il camion e si parcheggia proprio difronte alla mia macchina, nascondendola letteralmente alla vista di chiunque fosse entrato nella piazzola.
Terminata l’operazione di parcheggio, lo sento scendere dalla cabina, girare e apparirmi davanti: era un mulatto, alto circa 1,80, fisico normale. Io mi appoggio sul cofano della mia macchina, mentre lui avvicinatosi mi chiede cosa stavo facendo. Io di rimando gli rispondo molto semplicemente che mi stavo riposando. Lui mi squadra bene e noto che è fortemente eccitato, infatti senza tanti preamboli si mette la mano sulla chiusura lampo e la tira giù, si slaccia i pantaloni e se li cala facendo apparire un cazzo enorme di almeno 25 cm già mezzo duro, io a quella vista spalanco gli occhi per la sorpresa, anche perchè non mi era ancora capitato di avere a che fare con una nerchia di quella portata, lui nota la mia sorpresa e si mette a menarsi l’uccello davanti a me, facendoselo diventare duro in un attimo, poi si avvicina ed inizia a tastarmi i seni mentre il suo cazzo si struscia con tutta la sua virilità sul mio ventre. Sono al settimo cielo e mentre lui con la lingua inizia a leccarmi il collo e i lobi degli orecchi io gli afferro il cazzo ed inizio a massaggiarglielo. Lentamente scivolo giù ed inizio ad infilarmi quell’asta turgida di carne in bocca e scopro con piacere che pur avendolo bello lungo non è così esageratamente largo, e così riesco anche se non totalmente, ad infilarmelo bene dentro la bocca.
La mia lingua stuzzica la sua cappella rosa, dura e vibrante, mentre con le mani gli massaggio i testicoli gonfi e l’asta lunga; lo sento mugolare di piacere mentre gli lecco avidamente il cazzo dapertutto, e le sue mani palpano il mio culo.
Dopo un po' che ci troviamo in questa posizione mi sussurra che vuole scopare, che me lo vuole ficcare tutto nel culo e godere come un toro; io anche se un po' preoccupata, ma allo stesso tempo molto eccitata, prendo dalla borsa della crema emoliente e me ne metto un po' sull’ano ed un altro po' la spalmo sul suo uccellone.
Fatto questo mi metto alla pecorina poggiandomi sul cofano della macchina, gli prendo la punta del cazzo e la indirizzo sul buco del mio culo. Lo sento entrare lentamente e avanzare dentro il mio sfintere come un asta di burro, è fantastico, malgrado la sua lunghezza, nel primo affondo riesce ad infilarmelo quasi tutto dentro senza farmi sentire il benchè minimo dolore.
Siamo entrambe all’apice dei sensi, lui inizia lentamente a scoparmi, affondando le sue mani sui mie fianchi e praticamente schiacciandomi sul cofano della macchina in maniera di avere il mio culo più sù rivolto verso di lui, lo sento uscire ed entrare anche se lui praticamente non lo tira mai fuori completamente, io inizio a muovermi, roteando il culo, come una ballerina brasiliana, con movimenti lenti in modo da sentirlo meglio dentro e fargli sentire ancor di più il mio caldo nido.
Lo sento ansimare e borbottare parole colorite, su di me e sul mio modo di scopare, la cosa mi fa piacere e mi spinge ad essere ancora più troia. Lo fermo un attimo, mi faccio sfilare lentamente il cazzo dal culo, mi rigiro scivolando in ginocchio in modo da ritrovarmi quella biscia lucida e scivolosa davanti alla bocca, lo prendo e me lo faccio infilare lentamente in bocca cercando di ingoiarlo il più possibile. Assaporo il coktail dei sui e dei mie umori, me lo ritiro fuori strusciandomelo tra i seni mentre mi ralzo per sistemarmi, questa volta, direttamente sopra il cofano della macchina per farmi infilare davanti come se portassi la fica. Lui si sistema, bagna con la saliva il suo cazzone, poi lo punta sull’ingresso del mio ano ed inizia a spingere dentro facendomelo entrare ancora una volta lentamente, come un serpente tentatore. Quando inizia a pompare io gli cingo i fianchi con le mie gambe e lo stringo a me con una morsa calda, aiutandolo così nelle stantuffate sempre più frenetiche e profonde. Siamo presi letteralmente dai fumi dell’estasi erotica, i nostri corpi si muovono in armonia, io muovo il mio bacino ed il mio culo per ricevere il più possibile il suo potente cazzo e lui tenendomi per i fianchi affonda i colpi. Non ricordo più da quanto tempo stiamo scopando, il mio stallone oltre che ad essere ben dotato è anche resistente, ma sento che sta raggiungendo il godimento, il suo respiro si fa più affannoso, e i suoi movimenti più veloci, faccio appena in tempo ad ordinargli di tirare fuori il cazzo che vedo appena la testa della sua cappella eruttare in un copioso e potente schizzo di calda sborra che mi arriva fino in faccia. Sono letteralmente, inondata dal suo sperma denso e caldo, e mentre lui si tiene stretto in mano quel cazzone, io inizio a spalmarmi su tutto il corpo la sua sborra calda. Finiamo con un caldo e languido bacio, dove le nostre lingue si intrecciano appassionatamente.
Bè vi devo dire che è stata la mia più gratificante scopata fatta con un camionista, da quando frequento questa simpatica e focosa categoria. Allora amici camionisti, fatevi avanti sieti gli amanti migliori.
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18 years ago
Lucrezia1Borgia193715, 44
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Diario di una travesta in calore
Si è vero sono un pò ingrassata ultimamente, ma pare che questo non impedisca agli uomini di apprezzare ancora di più le mie doti di amante.
Anzi devo dirvi, care amiche che quei chiletti di troppo aggraziano ancor di più le mie forme, rendendole ancor più sinuose e appetitose. Chi sono?
Ma sono Lucrezia care amiche, era un po che non mi facevo sentire ma eccomi qua ancora una volta con una nuova sexi storia da raccontarvi.
Negli ultimi tempi ho prestato ancor più attenzione al mio aspetto cercando di curare il mio corpo per renderlo sempre più provocante e desiderabile. Devo dire che in effetti dei risultati ce ne sono stati e li ho potuti toccare con mano e con tutto il resto di me stessa. Per iniziare da Fabio, aitante giovane camionista, dotato di un gran bel uccellone nerboruto che mi aveva scritto tempo fa, rispondendo ad un mio annuncio e dichirandosi desideroso di farsi conoscere.
Bè, care amiche l’ho accontentato, sopratutto dopo aver visto in foto il suo arnese, 20 cm. di cazzo duro come il marmo che sombrava invitarmi a succhiarlo.
Una sera, eravamo ai primi di giugno, ci siamo dati appuntamento nel parcheggio di un paesino vicino a casa mia; io come al solito mi ero preparata al meglio e per l’occasione indossavo un nuovo vestito appena comprato di colore nero (il mio preferito) molto leggero e non troppo aderente, completamente trasparente, con un ampia scollatura anteriore e dei sandali neri con le zeppe e tacchi a spillo di 12 cm, perizoma minuscolo, il tutto accompagnato da un sapiente trucco da gran fica. Insomma amiche mie ero un gran bel bocconcino.
Quando ci siamo incontrati e lui mi a visto, i suoi occhi si sono illuminati di una luce porcina, e mentre mi squadrava mi ha invitato subito nella sua macchina e di corsa ci siamo diretti in un luogo tranquillo in aperta campagna che conosceva bene.
Lungo il tragitto mentre stavamo parlando, entrambe avevamo approfittato per iniziare a conoscerci meglio scoprendoci reciprocamente. Lui aveva ripetutamente accarezzato le mie coscie ed i miei seni ed io avevo affondato la mia mano in mezzo alle sue gambe per constatare la veridicità di quando ammirato in foto.
Appena arrivati, sono scesa dalla macchina chiedendogli di rimanere per un po dentro ad ammirarmi verificando che bel bocconcino gli era capitato tra le mani. Mi sono messa davanti ai fari della vettura e con lenti movimenti gli ho mostrato tutte le mie doti che devono essergli sembrate succulente, tanto che subito dopo è sceso tutto nudo con il suo bel cazzone già in tiro e mi è venuto incontro abbracciandomi a se e strusciando il suo tarello sulla mia pancia. L’animosità di Fabio era tale che grazie al suo impeto ci siamo trovati improvvisamente distesi sull’erba fresca, io con il suo cazzo in mano che leccavo avidamente, alternando ogni tanto un bel ingoio, e lui con le sue mani che mi palpava i glutei. Era un cazzo fantastico pieno di venette e con una cappella turgida che attirava il pompino, e forse era proprio per questo che il mio impegno nel bocchino era stato tale che lui, complimentandosi con la mia bocca e paragonandola ad una figa calda e voluttuosa, se ne era venuto sborrandomi in faccia con un getto copioso del suo nettare.
Dopo un breve riposo, durante il quale abbiamo approfondito un pò le nostre conoscenze, ci siamo rituffati tra le braccia dell’eros. Questa volta però, invece di offrirgli la mia bocca mi sono messa alla pecorina e dopo averlo stuzzicato un pò con la lingua per portarlo alla giusta dose di erezione, mi sono fatta leccare un pò il mio buchino, apprezzando così le sue doti di leccatore esperto, e quando l’ano era stato sufficientemente umidificato me lo sono fatto infilare lentamente dentro.
All’inizio è stata un tantino dura in quanto il suo cazzo oltre ai 20 cm di lunghezza ne aveva circa 7 di circonferenza e pertanto ci è voluta un po di crema lubrificante, ma dopo questa operazione l’uccello è entrato tutto riempiendomi il culo con tutta la sua virilità.
Non potete immaginare che scopata sia stata, il mio stallone con il suo uccello mi pompava come un ossesso, e sentirlo dentro è veramente qualcosa di sublime. Il suo cazzo mi ha fatto godere facendomi sbrodolare; i suoi colpi erano profondi ed enregici e ad ogni affondo seguiva un movimento rotatorio che amplificava la sensazione di riempimento. Non so quanto tempo siamo stati a scopare mi ricordo soltanto di aver avvertito un copioso getto caldo di sperma che mia ha riempita tutta, mentre le sue mani mi stringevano i fianchi nell’impeto del momento.
Quando a tirato fuori il suo gran cazzo me lo sono fatto mettere in bocca per pulire ben bene i residui di sperma e per assaporare con essi anche i miei umori.
Dopo la scopata siamo rimasti lì a riposarci per un po e mentre io continuavo ad accarezzargli l’uccello, lui mi massaggiava e leccava dolcemente i seni.
Tornata a casa mi sono preparata un bel bagno rilassante, e mentre ero nella vasca avvolta da una nuvola soffice e profumata di schiuma, con le dita sono andata ad accarezzarmi l’orifizio del mio culetto ancora ben dilatato dal cazzo di Fabio.
E mentre con una mano proseguivo ad accarezzarmi con l’altra mi sono massaggiata davanti fino a godere come una micia in calore.
Per chi volesse farmi un servizio del genere aspetto notizie, stalloni virili.
Miaooooo dalla vostra
Lucrezia
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18 years ago
Lucrezia1Borgia193715, 44
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Il mio matrimonio
Sono nato slave.
Adoro servire, essere umiliato e punito senza motivo dalle donne fin da quando ho scoperto il sesso.
Ho conosciuto Mery su un sito di incontri on line, cercava un servo-marito: il sogno della mia inutile vita.
Ci siamo conosciuti di persona e, pur senza merito alcuno, le sono piaciuto subito.
Aveva riconosciuto in me un essere totalmente asservito, privo di ogni prudenza, di ogni dignita' nei suoi confronti. Nei confronti della Donna che sarebbe diventata per i due anni successivi la mia unica ragione di vita.
Decise di voler convivere senza legami formali ed io acconsentii.
Scelse una casa in periferia a Roma.
Andammo a vivere insieme il primo febbraio del 2004.
Lei non lavorava, stava a casa, usciva a passeggio, a fare shopping, incontrava le sue amiche.
Io uscivo presto la mattina per andare a lavoro e, tornato a casa, la mia prima attivita' era inginocchiarmi davanti a Lei e pulirle le scarpe che aveva indossato tutta la giornata.
Dovevo leccarle con grande attenzione perche' fossero pulite a dovere, ma dovevo anche stare molto attento a non sfiorare i suoi piedi perche' un simile oltraggio era sempre severamente punito.
Il periodo estivo indossava sandali aperti con stringhe sottilissime e cosi' venivo puntualmente frustato a dovere.
L'inverno indossava scarpe chiuse o stivali ma anche in questi casi spesso mi accusava di approfittare di questa pratica per sfiorarle le calze con la lingua o le labbra. Venivo frustato ugualmente ed accettavo l'ingiusta punizione con gratitudine.
Alle volte, finito di pulirle le scarpe, mi ordinava semplicemente di supplicarla di ottenere da Lei la punizione, e cosi' ero io stesso a supplicarla di frustarmi.
Era stupendo umiliarmi cosi' davanti a Lei.
Finita la pulizia delle scarpe mi cambiavo in fretta. Dovevo servirla e fare tutte le faccende domestiche vestito da cameriera, con calze e tacchi. Ovviamente ero depilato fino nelle parti initime in modo da poter soddisfare ogni suo capriccio.
Cucinavo per lei la cena e la servivo in tavola.
Il mio posto, mentre Lei mangiava, era sotto il tavolo.
Mi gettava i resti del suo cibo in una ciotola vicino ai suoi piedi ed io dovevo mangiare senza mani mentre lei parlava al telefono con le sue amiche. Spesso scalciava distrattamente. Altre volte i suoi tacchi si poggiavano sulla mia schiena ed in quei momenti dovevo stare attento a non muovermi per non disturbarla.
Quando si alzava da tavola anch'io avevo finito di mangiare ed alcune volte non ero stato in grado di ingerire un solo boccone.
Andava in bagno a fare la doccia ed era quello, per me, un momento magico.
La seguivo, indossavo una maschera nera per non vedere nulla, e mi usava sotto la doccia come sgabello per poggiare i piedi o per sedere. L'acqua rischiava spesso di soffocarmi ed io pregavo di trovarmi senza fiato sotto i piedi della mia Padrona.
Nei giorni in cui era di buon umore mi chiedeva di aprire la bocca e, prima di fare la doccia, mi dava da mangiare e da bere direttamente dai suoi orifizi.
Durante la settimana andava a dormire presto; in tal modo avevo l'occasione di occuparmi della casa facendo ben attenzione a non far rumore.
Dovevo fare tutte le faccende domestiche e lavare a mano la sua biancheria intima. Infinite volte l'ho annusata avidamente.
Quando aveva le mestruazioni diventava irascibile e per questo ancora piu' adorabile.
Mi legava una calza intorno alla testa e mi costringeva a stare in casa con i suoi assorbenti usati nel morso. Quasi immediatamente si bagnavano della mia saliva ed ero cosi' costretto a gustare il sapore delle sue perdite. Nei primi e negli ultimi giorni usava gli assorbenti interni costringendo anche me ad indossarli durante tutta la giornata. Si divertiva a guardarmi soprattutto mentre li toglievo, la sua risata mi umilava e per questo eccitava oltre misura.
Il fine settimana usciva la sera per trovare compagnia.
Ogni Venerdi e Sabato notte tornava a casa con un uomo, quasi mai lo stesso.
Quando tornava io dovevo trovarmi nella mia stanza, in ginocchio, ed ascoltare i suoi gemiti di piacere.
La sentivo godere, eccitarsi.
Di solito sentivo maggiormente lui che si agitava, la possedeva e godeva.
Alla fine Lei usciva dalla sua stanza, veniva nella mia... aveva sempre un sorriso satanico. Metteva la mano tra le sue cosce, si asciugava il sesso con la minuscola stoffa di uno dei suoi mille perizomi poi lo toglieva. Sapevo quello che mi aspettava, ed aspettavo a bocca aperta, davanti a Lei come un uccellino affamato nel nido, Lei mi infilava la stoffa in bocca ed io succhiavo avidamente. Era il mio premio.
La sera in cui mi ha abbandonato le cose sono andate diversamente.
Rientro' presto con un uomo giovane che mi parve subito violento. Entro' nella mia sanza come una furia, mi prese per i capelli e mi trascino' nella sua stanza.
Ero in ginocchio in un angolo mentre Lui comincio' a toccarla quasi con rabbia, mentre Lei rimaneva quasi spaurita dai gesti di lui.
La getto' sul letto con forza, poi comincio' a spogliarsi. Non era affatto sensuale ma solo sovraeccitato dalla sensualita' della Padrona.
Lei rimase quasi in trance, immobile, per tutte le interminabili ore durante le quali la violento' ripetutatente davanti e dietro.
Era quasi l'alba quando lui si arrese ma non si addormento'. Come era arrivato, rabbiosamente, si rivesti' e ando' via lasciando la mia Padrona gettata sul letto come un panno inutile.
Avevo le lacrime agli occhi.
Lei si alzo' e fece piano i due passi che mi separavano dal letto.
Lo sperma le scendeve lento lungo le calze nere che ancora aveva indosso.
Con un filo di voce mi ordino' di leccarle le scarpe.
Cominciai, come al solito, a pulirle con attenzione.
Quando ancora non avevo finito mi disse di salire piano. Era la prima volta che mi invitava a leccare anche i suoi piedi e le sue calze.
Iniziai a baciare e leccare il collo dei piedi, le caviglie, i polpacci. Salivo adagio gustandomi ogni centimetro di quelle gambe che avevo desiderato per i ventiquattro mesi precedenti.
Alle ginocchia la mia lingua si ritrasse per un istante: c'era una goccia di sperma ancora caldo che scendeva.
"Leccale" mi disse piano "Leccale tutte..." Si riferiva a tutte le gocce bianche che scendevano lungo le sue gambe.
Ebbi un istante di esitazione, lo confesso, ma iniziai da quella goccia, per raccoglierle tutte fino all'inguine.
Giunto che fui al punto di non poter continuare senza sfiorarle il sesso mi prese la testa fra le mani e mi ordino' ancora: "Lecca animale".
Presi a leccarla e succhiarla. Sentivo lo sperma in bocca, la sua consistenza, il suo sapore. Avevo l'istinto di ritrarmi ma non avrei ceduto per l'infinita sottomissione che mi legava alla Padrona. La sentivo godere silenziosamente.
Raggiunse l'orgasmo e in quel momento mi scaglio' con un calcio in terra. Mi sanguinava il labbro.
Si mise carponi sul letto e mi disse: "Puliscimi il buco del culo".
Non era mai stata scurrile durante quei due anni.
Mi avvicinai e iniziai a pulirle con la lingua il deretano dello sperma di quello sconosciuto.
Quando si ritenne soddisfatta mi allontano' con la mano, si stese e mi disse: "Lui e' un uomo" - pausa - "...e tu non sei un cazzo".
Sono le ultime parole che le ho sentito pronunciare. Si addormento'.
Io andai nella mia stanza a riposare. Quando mi alzai non c'era piu'.
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18 years ago
admin, 75
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3° episodio: indiscutibilmente… cazzo!
Dopo lo sfogo di Orgasmina, mi appare doveroso riportarvi la conclusione della piccola (dis)avventura vissuta con Esther, tra le dune dei lidi Ravennati.
Buon divertimento.
Passò non più di un’ora, erano circa le nove e mezza, e noi stavamo finendo la nostra cena, quando i fari di una scura ed elegante automobile ci abbagliarono, annunciandoci l’arrivo di quell’individuo. Cosa inaspettata, ma nemmeno più di tanto, il tizio giunse in compagnia di altri due uomini, uno dei quali di pelle scura e di chiare origini sudamericane. Ester sgranò subito gl’occhi a quella visione, era felice che non fosse venuto solo e, credo, ancor di più perché gl’altri due erano davvero molto carini. Facemmo così conoscenza, l’uomo di quel pomeriggio si chiamava: Rocco, il sudamericano Dominguez e il terzo, un ragazzo italiano sulla trentina e molto alto, si chiamava: Andrea. Ci rendemmo subito conto che dovevano essere tutti e tre mezzi matti, ma nel senso buone, erano visibilmente su di giri, portarono dell’ottimo vino e dopo circa cinque minuti ci offrirono della coca. Felice come non mai, Ester, mi mostrò un altro suo lato che non conoscevo rivelando una grande familiarità nell’uso di quelle sostanze. Io, fui molto più incerto sul da farsi e, solo dopo diversi richiami ad uniformarmi al gruppo, accettai di fare una sniffata. Le sensazioni lasciate erano positive, non credevo fosse così piacevole quella roba. Infatti dopo non più di cinque minuti una sconosciuta euforia mi pervase tutto, insieme ad una grandissima voglia di “fare” e di “dire”. In quello stato d’animo stetti per un po’ a parlare a Rocco, per lo più spiegando ciò che provavo. Quest’ultimo era divertito da quelle mie rivelazioni, oppure, molto più probabilmente, con quell’atteggiamento cercava di mascherare gl’occhi famelici con cui m’osservava; di tanto in tanto m’interrompeva e m’incitava a prenderne ancora un po’. Poco più in la c’era Ester che s’era appartata con gl’altri due senza che me ne accorgessi. Fu proprio Rocco a farmela notare mentre saltellava come un grillo e si allontanava da me. Così dovetti anche sentire mille e più complimenti che quest’ultimo le rivolse. Effettivamente doveva fare un gran bell’effetto la mia troietta: si muoveva sinuosa, l’accento alla francese le infondeva un sexappeal ancora più forte, era un continuo gemito e ridacchiare infantile; indubbiamente una delle persone più eccitanti del mondo. Ma Rocco lasciò quell’argomento e cominciò a concentrarsi su di me.
- Tu sei molto bello! Ti ho osservato a lungo, sai? E poi questo pomeriggio, il tuo sguardo fisso sul mio cazzo che innaffiava la puttanella, mi ha fatto veramente andare fuori di testa… spero di non esserti sembrato un bruto per ciò che ti ho fatto!?
Non gli risposi, perché avrei dovuto dirgli che era andato tutto bene, ma ero troppo imbarazzato, seppur sentivo che, rapidamente le mie inibizioni stavano sparendo. In ogni caso Rocco, che sapeva bene il fatto suo, non si perse di coraggio e, con la scusa di un’altra sniffata, mi si fece più vicino, fino a poggiarmi una mano sul ginocchio; poi ritornò a parlarmi.
- Puoi non rispondermi ma io l’ho visto che, seppur in linea di principio non approvavi quel che ti facevo perché assomigliava tanto ad una costrizione, appena il mio piscio ti ha toccato l’uccello è divenuto così duro e grosso da balzar fuori dal costume!
- Ah, ah! Si, è vero! Hai detto esattamente ciò che è successo!
- Sono felice che lo ammetti a te stesso e lo sono ancor di più d’averti così vicino!
Allora Rocco fece salire la mano che aveva sul ginocchio fino alla patta, infilandola poi facilmente all’interno del costume, dove trovò l’uccello già mezzo tosto. Sussultai e ricordai subito la sera prima ed il pompino omo che m’aveva fatto uno di quei due ragazzi. Allora lo guardai negl’occhi col volto interrogativo, lui strinse con forza il cazzo nel pugno facendo ingrossare ed arrossare il glande che sentii pulsare come non mai. Mi fece un po’ ridere, credo che gli sembrai irresistibile, perché mi fissò innamorato e, lasciato il pisellone, mi accarezzò molto teneramente il viso, le labbra, facendo scivolare lentamente la falange dell’indice nella bocca, che strinsi mostrando i denti. Poi un urlo di Ester che si stava già facendo sfondare dagl’altri due, ci interruppe. Rocco cacciò di nuovo la coca: credo che temporeggiò un po’ per vedere se gli chiedevo d’unirci ad Ester; facemmo una sniffata, parlammo ancora per qualche minuto, poi posò una banconota da cinquantamila lire sul tavolo e disse di prenderla, che era mia. Senza perdere tempo, mi distesi per recuperarla, lui si alzò fingendo di farmi spazio e così mi ritrovai con la testa vicino a quel cazzo di bozzo che alloggiava in candidi bermuda. M’afferrò la testa saldamente, con entrambe le mani, dalla parte delle orecchie; la ruotò così che potessi guardarlo negl’occhi e riprese ad accarezzarmi le labbra. Questa volta si fece strada nella bocca in modo più convincente, infilandoci prima un dito, poi due; poi si chinò e mi baciò rapidamente. Cristo! Ormai la piega che quell’incontro stava prendendo non lasciava adito a dubbi, su quel volto a pochissimi centimetri dal mio c’era la personificazione della lussuria, e ciò avrebbe dovuto spaventarmi. Invece non mi mostrai restio, ero piuttosto stralunato e mi lasciavo manipolare come una marionetta. Mollò la presa, allontanò molto lentamente il suo volto dal mio, che ero ad occhi semichiusi, e con grande abilità, dopo aver cinto la testa dalla parte della nuca, mi sorprese con quel suo enorme cazzone che pretendeva profanarmi la bocca. Allora gli chiesi che stesse facendo, glielo chiesi però come avrebbe fatto una donna che si finge ritrosa, e così compresi il suo stato d’animo di fronte a me che dovevo, effettivamente, apparire un’irresistibile sgualdrinella in calore. Per questo mi venne da sorridere e, come per incanto, le inibizioni caddero definitivamente! Alzai gl’occhi già spalancati e, dischiusa la bocca, baciai timidamente quel bel cazzone.
- Ecco, bravo piccolo! Dacci dentro adesso!
A quel comando spalancai le fauci e feci entrare il glande che subito presi a succhiare. Mi piaceva, mi piaceva molto! Non avrei mai immaginato di trovare così gustoso il cazzo e quella felice sorpresa mi portò a spompinarlo amorevolmente, proprio come farebbe una donna. Dunque, oltre al glande, lasciai entrare anche un pezzo dell’asta, che sentii irrigidirsi sempre di più attorno alle pareti della bocca. Rocco apprezzava molto ciò che accadeva il suo cazzo era un indice esatto, ma volle confermarlo spingendo sempre più in fondo alla mia gola quel magnifico cosone, fino a strozzarmi quasi. Con estrema sorpresa, sia da parte mia che di Rocco, dovetti constatare che ero bravissimo a succhiare, tanto bravo che l’apparente stallone non durò più di tre minuti poi, sempre con la mano che spingendo da dietro la nuca mi costringeva a tenergli l’uccello in bocca, schizzò copiosamente: dapprima due o tre fiotti in gola poi, allontanando il capo, completò l’opera “astratta” sul volto. Lì spruzzò altre cinque o sei volte così alla fine della sborrata, apparivo completamente imbrattato da quel dolce nettare di cui mi scoprivo goloso. Rocco invece aveva ribaltato gl’occhi mentre veniva ed aveva accompagnato il suo godimento con diversi gemiti e grida. Si preoccupò di farsi pulire per bene l’uccello, poi mi spalmò tutta la sua roba sulla faccia usando il cazzo. Il mio volto era estasiato, sorridente, quello di uno che era al settimo cielo; Rocco dovette accorgersene così si chinò, mi abbracciò e cominciò a baciarmi ed a ripulirmi il volto. Concitatamente, prese a spogliarmi: strattonò la camicia facendo saltare diversi bottoni con una mano, mentre con l’altra mi liberava dal costume; facendo tutto con grande vigore, mi fece sentire totalmente in sua balia e sognai ciò che doveva provare una donna quando viene scopata. Rocco allora, quando finalmente fui completamente nudo, si diresse col capo verso il mio uccello, che, credo a causa della droga, non era tanto duro, lo baciò un paio di volte, lo succhiò un altro paio poi, con un gesto fulmineo, mi costrinse a gambe all’aria e cominciò a succhiarmi il buco del culo. Fu così piacevole che presi immediatamente a preoccuparmi d’essere totalmente frocio, e mi preoccupai ancora di più quando, dopo diversi minuti passati a lubrificarmi l’ano, Rocco mi c’infilò l’indice dentro e mi mandò in estasi. Si, quel godimento anale non assomigliava a nient’altro provato prima, lo smarrimento che mi procurava quella penetrazione era di quanto più vicino all’ideale di piacere dei sensi esistesse. Giuro: era preoccupante tutto quel piacere. La mia condizione di maschio, totalmente ignorante su quel diletto, e disinibito si, ma comunque pieno di pregiudizi, permise al dubbio d’intrufolarsi nella mia mente e contrastare ciò che di buono stavo godendo. Fu proprio per questo che mi venne da reagire e chiedere di smettere, ma per tutta risposta Rocco m’infilò un secondo dito dentro, molto rudemente, facendomi provare dolore che andò a combinarsi col crescente piacere. Sentivo quelle dita sino alla pancia, allo stomaco e nella gola, dove il respiro mi si strozzava insieme alle preghiere di smettere che avevano preso un aria terribilmente falsa. Rocco sembrava rendersi perfettamente conto di tutto e aumentava il suo impeto per darmi più piacere. Quindi mi costrinse alla pecorina e con lui disteso sotto di me formammo un sessantanove. Aveva il cazzo durissimo e dovevo allontanarmi per non soffocare. Lui invece continuava a titillarmi il sedere con le dita, con lingua invece mi colpiva sia le palle che l’uccello, che ormai era duro ma in modo strano e continuava a cacciare sperma molto lentamente. Rocco ne era avido e lo leccava tutto proseguendo con complimenti e frasi molto volgari. Durante quel travolgente sessantanove ritornarono anche gl’altri tre che avevano finito la loro scopata. Ester ci venne subito vicini correndo, s’inginocchi, dapprima dalla parte del capo mostrandomi un volto maliziosamente scandalizzato, si complimentò con me, poi rivolse dalla parte del culo che prese a leccare ed a titillare anche lei. Lo spettacolo eccitò anche gl’altri due che iniziarono a baciarsi e masturbarsi a vicenda, finché Ester non richiamò l’attenzione di Andrea, che posizionò alle mie spalle, e ne spinse l’uccello all’ingresso del mio ano. Mi dibattei dicendo.
- No, che fai? Non voglio essere scopato!
- Perché mai? Il suo cazzo è ben più piccolo delle due dite che hai ora nel culo!
- No, mi fa male col cazzo e poi non lo voglio!
- Non fare il bambino, amore! Me lo avevi promesso! E poi guarda: riesci a prendere anche un altro dito!
Così Ester infilò anch’essa un dito, dilatando all’inverosimile il mio povero culetto. Urlai, il dolore si fece atroce, Rocco sfilò le sue dita facendomi ancora più male, tanto che mi protesi in avanti ansimando con forza. Qui trovai Dominguez col cazzo in tiro che mi afferrò la testa e infilò la sua asta nella bocca per tapparla, così come volle sottolineare.
- Sta zitta troia, tappati questa fogna e fatti spaccare il culo che è l’unica cosa che desideri!
Tentai allora di dibattermi: mi stavano letteralmente stuprando! Fu solo grazie ad Ester che mi rassicurava e sorrideva tranquilla, che non mi ribellai completamente; lo fu anche grazie a dell’altra coca che aveva Domingiuez e che m’infilò a forza nel naso, e che si sparse sul glande per farmela leccare. Mentre appunto mi concentravo sulla coca, Ester m’infilò anche l’indice dell’altra mano nel culo che cominciò ad allargare senza pietà. Allora urlai forte: sentivo dolore; poi fui trafitto dal cazzo d’Andrea che mi lasciò letteralmente senza fiato. L’ingrato, Andrea, mi aveva infatti penetrato senza pietà, e con un solo colpo fece entrare tutto il cazzo, che sentii mettersi dentro la pancia e frugarmi nell’intestino. Dovetti sbiancare, ne sono sicuro; non pensavo che fosse così doloroso. Provai ancora più male quando, dopo avermi infilzato, Andrea ritirò il cazzo per infilzarmi di nuovo; quel movimento a ritroso si rivelò davvero dolorosissimo. Però devo confessare che più provavo dolore e più era piacevole, più avevo voglia di provarne e più mi veniva da fingere che non ne volevo. In ogni caso, il valzer era iniziato e nessuno avrebbe ascoltato le mie false preghiere, in particolare Andrea che curvandosi sulla mia schiena mi cingeva il petto e mi strizzava i capezzoli. Dunque, Dominguez si allontanò dal mio volto per prendere Ester e sistemarla a quattro zampe accanto a me. Subito s’infilò nel suo culo facendola gemere e godere, invece Rocco uscì da sotto il mio corpo e si sistemò in piedi davanti al mio viso, che prese a colpire con la sua enorme verga: era durissima e mi faceva male ma dopo un po’ smise e me lo infilò in bocca. Mentre lo succhiavo, questo mi accarezzava il volto, Andrea invece stava per venire: urlò, diede altri quattro, cinque colpi con tutta la forza che aveva, facendomi quasi svenire, poi mi ridestò facendomi il pieno di caldo sperma. Sentivo che stavo venendo meno, erano i miei “stupratori” che mi tenevano in piedi, e, senza che neppure me ne accorgessi venni anch’io, in un mare di fiotti. Allora caddi su un lato: avevo gl’occhi girati all’interno, il cuore che batteva all’impazzata, le natiche sporche di sangue, il fiatone come mai prima. Rocco e Andrea mi guardavano compiaciuti, commentarono che mi ero venuto addosso, poi il primo si distese accanto a me e cominciò a baciarmi e ad accarezzarmi, mentre il secondo andò a sedersi davanti ad Ester, che s’infilò immediatamente il cazzo in gola. Rocco, mi disse che gli piacevo da morire che era contento d’avermi conosciuto e che avrebbe avuto piacere di potermi frequentare. La discussione prendeva una strana piega, era la prima volta che un uomo mi corteggiava. Ancor più strano ero io, che mi ero calato completamente nei panni della donna, ed accoglievo con piacere le sue carezze ed i suoi intensi baci. Mi fu offerta ancora della coca, molta di più delle precedenti volte e, dopo averla sniffata, mi sentii subito meglio. Io stesso allora, m’inginocchiai di nuovo ai piedi di Rocco e presi a succhiargli il cazzo con avidità; quest’ultimo, accortosi della mia dedizione, richiamò gl’altri due e mi pregò di succhiare tutti e tre cazzi. Nessuno dei tre sborrò di nuovo. Poi dissero che volevano vedermi scopare con Ester, che rise come una scema, mi distese sul dorso e venne ad impalarsi sul randellone. Ma quella era solo una scusa, infatti i tre ci si pararono intorno e mentre io ed Ester fottevamo loro cominciarono a pisciarci addosso. Dapprima sul viso, poi sulla pancia e sul cazzo, poi di nuovo sul viso, fin nella bocca. I fiotti che venivano da tre differenti direzioni sembravano confondermi, quelli che finivano negl’occhi li facevano bruciare e quelli che mi finivano in bocca mi facevano godere.
Alla fine della pioggia dorata sborrai di nuovo, questa volta nella fica di Ester. Così Rocco mi baciò ed andò via con gl’altri.
Quando ormai era l’alba il quadro appariva identico a quello di molte ore prima, di quando quei tre ci avevano lasciati rinnovando l’invito alla famosa cena con amici per il giorno seguente.
Esther era stesa in cima alla duna, l’asciugamani come coperta, ed un’apparente sonno profondo. Io, che le stavo accanto rannicchiato e infreddolito, avevo ancora gl’occhi sbarrati ma finalmente cominciavo a mettere più di due pensieri uno dietro l’altro e a capacitarmi della notte trascorsa…
Fu allora che vidi chiaramente la 2cavalli rosa con la cappotte nera a pois gialli allontanarsi veloce, verso luoghi più tranquilli.
Cazzo!!!
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18 years ago
luna1orgasmina,
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Valeria 3 - la conferma
Insomma ero una puttanella!
La conclusione del mio primo incontro al cinema (vedi: Chi ero?), il regalo inaspettato che lo sconosciuto spettatore mi aveva fatto per il mio bocchino, non solo non mi aveva scandalizzata ma era stata un simbolo importante per l’affermazione a me stessa del mio modo di essere. Non solo piacevo ai maschi, ma addirittura mi facevano regali per godere di me e del mio corpo!
Quella primavera e quell’estate divenni una frequentatrice piuttosto assidua dei cinema e, avendo poi compiuto 14 anni, potevo andare a vedere i film proibiti, film di sesso, dove l’ambiente era più adatto per i miei incontri.
Ma non mi bastava la semplice possibilità di fare incontri di sesso. Se ero una puttanella, dovevo anche sembrare una puttanella ! insomma era troppo forte il desiderio di mettere d’accordo il mio aspetto esteriore con quello che ormai mi sentivo dentro, una femminuccia che stava sbocciando.
Ma come fare, cosa fare? Iniziai a fare qualche prova di trucco, quando rimanevo sola a casa frugavo tra le cose da donna di mia sorella più grande, 17 enne, mi chiudevo in bagno e provavo a truccarmi. Risultati all’inizio terribili, caricavo troppo sia rossetto che rimmel e matita occhi., con la conseguenza che poi facevo fatica a togliermi bene il trucco. Infatti un giorno mia sorella tornò a casa prima di quanto fosse previsto, mentre io ero chiusa in bagno ancora truccata. Dovetti inventare disperatamente una scusa per spiegare il perché della mia prolungata presenza in bagno e l’operazione di struccaggio fatta più in fretta possibile evidentemente non risultò perfetta perché quando uscii dal bagno mia sorella mi guardò come se avessi qualcosa di strano…..ma per fortuna non mi chiese nulla, chissà forse aveva già iniziato a capire…..
Oltre al rossetto, il “pezzo” del trucco che mi attraeva di più era il mascara che, con le ciglia allungate, rendeva gli occhi più luminosi e maliziosi. Tra l’altro l’effetto del mascara, messo con misura, era meno evidente di altri trucchi. Così decisi di comprarne uno e, quando andavo al cinema, prima di entrare in sala, andavo nel bagno e rapidamente mi passavo quella setola sulle ciglia. Bastava quello per farmi sentire di più la femminuccia che era dentro di me.
Ma volevo essere anche più intrigante nell’abbigliamento. Avevo delle belle gambe, lunghe e dritte, con una leggerissima peluria bionda che non si vedeva, perché non metterle in mostra? Così, in una sacca sportiva, mi portavo dietro dei calzoncini molto aderenti e molto corti (che accorciavo ulteriormente in vita in modo tale che si potesse intravedere il mio sederino) e, indossatili nel bagno del cinema, a quel punto facevo il mio ingresso nella sala cercando di entrare con le luci ancora accese per essere notata.
Le occasioni e gli incontri non mancarono. Al primo spettacolo in genere c’erano sopratutto uomini adulti, tre o quattro, qualcuno anziano intorno ai 60 anni. Essendoci poca gente, io cercavo sempre un posto nelle ultime file per poter controllare la situazione, gli incontri avvenivano in sala, il più delle volte mi capitava di sbocchinarne uno il primo tempo e un altro il secondo tempo. Nell’intervallo, con le luci accese, non perdevo l’occasione di andare al bagno, attraversando tutta la sala sculettando quanto bastava per attirare gli sguardi bramosi di uomini che poi, al secondo tempo, cercavano di avvicinarsi.
Qualche volta rimanevo anche al secondo spettacolo. Il pubblico, sempre scarso e formato in genere da singoli più qualche coppietta disinteressata al film, cambiava leggermente e c’erano più ragazzi , dai 20 anni in su. Naturalmente, tra i due spettacoli, con le luci accese, non perdevo l’occasione per fare la mia passerella.
Un pomeriggio ero appunto andata in bagno durante l’interruzione, anche con l’idea di ripassarmi un po’ di mascara. Nel bagno non c’era nessuno e di fronte allo specchio rapidamente mi rifeci il trucco.
Avevo appena finito che nel bagno entra un ragazzo, avrà avuto non più di 25 anni, che si avvicina, stavo lavandomi le mani, e si appoggia alle mie spalle facendomi sentire una cosa durissima all’altezza del mio culetto. Mi dice che ero una bella fighetta, che mi voleva, che ce l’aveva duro come una pietra.
Con le mani entra sotto la mia maglietta e incomincia a stuzzicarmi i capezzoli che mi diventano subito durissimi. Io mi ero lasciata andare, la testa reclinata sulla sua spalla e ansimavo in modo piuttosto evidente. Mi trascina dentro un cesso, si abbassa i pantaloni e tira fuori dagli slip una arnese magnifico, lungo come non ne avevo ancora visti, bello grosso, con la cappella tutta scoperta e turgida.
L’ambiente dove eravamo non era molto invitante ma cose si fa a resistere? Mi inginocchio e comincio a sbocchinarlo con tutta la voglia che avevo e la sapienza che avevo acquisito da quella prima volta nel parco. Ma lui non si accontenta, vuole di più. Mi tira su, mi abbraccia, inizia a baciarmi furiosamente il collo e, sollevatami la maglietta, incomincia a mordermi i capezzoli (fu allora che scoprii quanto erogeni per me fossero i capezzoli stretti dai denti di un maschio) .
Poi improvvisamente mi gira e, dopo avermi abbassato i calzoncini (avevano l’elastico e non dovette fare fatica) , appoggia il suo grande affare sul mio culetto. Non c’erano dubbi, voleva scoparmi!! Era la prima volta che mi succedeva, naturalmente ci avevo pensato, e naturalmente avevo un forte desiderio di darmi pienamente ad un uomo. Ma lì! In quel bagno di un cinema di terza categoria! Con uno che non avevo mai visto prima ! e poi, certo allora non c’era l’Aids e dunque non c’erano queste preoccupazioni, ma la paura per il dolore sì, questa c’era, con un bastone così grosso poi…..Insomma gli dico di no, che non voglio, che sono ancora vergine……che se vuole continuo con la bocca……ma lui preme con il suo affare sul mio culetto e con un dito mi titilla il buchino che piano piano sento dilatarsi per il desiderio… Dovetti impormi a me stessa , se avessi consentito alla sua cappella di avvicinarsi alla mia fighetta, poi non avrei avuto la forza di dirgli di no. Così lo blocco nei suoi movimenti manuali e riprendo a sbocchinarlo ma lui implora almeno di farlo sborrare sul mio culo. Mi sembrò un compromesso onorevole e così, dopo averlo ancora un po’ sbocchinato, al momento di venire mi gira, mi fa abbassare e scarica tutta la sua sborra, sembrava un fiume!, sopra il mio culetto, facendola sgocciolare in mezzo alle natiche.
Non ero stata ancora sverginata, ma c’ero andata molto vicino.
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18 years ago
admin, 75
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Orgasmina si racconta... la prima volta
Orgasmina, recentemente ha deciso di rendere inchiostro su carta le sue primissime esperienze sessuali e condividerle con voi.
Leggiamola insieme…
Dunque, eccoci qua… cominciamo col dire che queste mie iniziali sperimentazioni sono state tutt’altro che tradizionali, mi hanno investito con una tale potenza da infondere in me una propensione alle relazioni sessuali (al puttanesimo) degna della peggiore delle troie. Certo, non posso lasciar ricadere su di me tutta la responsabilità di questa rapida trasformazione da donna a troia che ha forgiato l’attuale Veronica! Infatti, vista la famiglia che mi è toccata, non credo che avrei potuto evolvere in modo differente.
Ma andiamo per gradi...
Mancava qualche mese ai miei 14 anni, frequentavo ancora le scuole medie, anzi nel periodo che vado narrandovi ero sotto esame. Per questo avevo persino pensato che lo stress accumulato per quella prova d’affrontare di lì a poco avesse costituito una delle cause scatenanti del prurito rovente ed onnipresente che aveva preso ad albergare tra le pieghe della mia sconosciuta micina. Sconosciuta, esatto! Mai prima m’ero avventurata ad esaminarla come invece cominciai a fare in quei giorni, o meglio in quelle notti. Era infatti proprio di notte che il prurito diventava talmente insistente da non essere sopportabile; in più il calore che si generava nelle mutandine, prendeva a propagarsi lungo tutto il mio corpo, facendomi sudare moltissimo e dandomi, a volte, la sensazione d’avere la febbre. In quelle condizioni fu spontaneo e risolutivo accarezzarmi il sesso. Dio mio, mi sembrò d’aver trovato una miniera d’oro dentro me, ma anziché darmi ricchezza mi dava piacere! Alla neofita del sesso qual ero, non sembrava vero che quel punto del corpo, da tenere nascosto e protetto a tutti i costi, fosse in realtà il generatore del piacere.
Così, presto, riuscii a risolvere il problema del prurito. Le mie carezze divennero frequentissime; pensandoci a posteriori, il mio comportamento era simile a quello assunto dai maschietti nel momento della scoperta delle capacità del proprio grillo, infatti, proprio come di loro abitudine, ero sempre alla ricerca d’un luogo idoneo per masturbarmi. Anche per questo motivo, i miei mirabolanti assolo furono presto sostituiti (o meglio, integrati), con fantastiche scopate ai limiti della realtà. Fautore del grande salto dalla masturbazione al sesso fu il mio adorato fratellone Diego.
Di circa tre anni e mezzo più vecchio di me, un fico da brividi, alto, magro e coi muscoli ben definiti, Diego, capelli lunghi e neri, sorriso strappa-orgasmi e sensualità da vendere, entrò autoritariamente nel mio immaginario erotico! …nonostante tutto, nonostante il parentado!
Evidentemente le rapidissime mutazioni del mio corpo, che sembrava gonfiarsi di giorno in giorno, non passavano indifferenti agli istinti del mio congiunto. I seni, seppur non ancora grandi, facevano un grande effetto perché erano come spuntati dal nulla nel giro di pochi mesi. Erano duri e compatti come due frutti acerbi ma anche ricettivi come due antenne. Il culo, una volta riempitosi, è salito di mezza spanna, forse troppo, sembrava arrogante, mi rubava la scena. Mamma e papà ci avevano fatto belli entrambi, proprio come loro.
Comunque capii che qualcosa era cambiata quando Diego cominciò a dedicarmi attenzioni che credevo non gl’appartenessero. Infatti il fratellone era sempre stato troppo concentrato a correre dietro le sue fan… si, lui le chiamava così! Evidentemente, però, il seme della lussuria ed il pallino del sesso ribollivano in lui prepotenti così come in tutti gl’altri componenti della mia famiglia.
Dicevo, però, di queste attenzioni… che so!... Alcuni gesti di cortesia, prima d’allora mai elargiti! Una maggiore presenza nella mia quotidianità! Aveva smesso di mettermi in difficoltà in presenza d’altri! Ma soprattutto, diede vita ad un’intensa e magnetica attività colloquiale che il più delle volte toccava in rapida successione argomenti delicati come: corpo…segnali…cambiamento…sesso.
Fu così che Diego mi parlò del suo grillo e del meraviglioso rapporto che ad esso lo teneva legato come fosse un amico e non un’appendice fisica. Mi disse...
- Vedi, Vero, il grillo ha bisogno di continue attenzioni e cure... basta niente che prende a sentirsi solo e mi cade in depressione!
- Che stupido che sei, Diego!
- È vero, sorellina! Io ne ho sentite di testimonianze che confermano questa tesi!
- Ma smettila! Tu sei un maiale, è questa la verità!
- Si, è vero: sono un maiale, ma le soddisfazioni che mi dà il grillo non me le ha mai date nient’altro! Come mi fa sentire bene una succosa sega, nemmeno un otto in pagella!!!
Discussioni del genere alimentarono sia il mio vocabolario che il fuoco della curiosità che mi bruciava dentro. Diego avrebbe successivamente provveduto a rincarare la dose confessandomi dell’irrefrenabile impulso che lo spingeva a spiare i nostri genitori di notte. Loro, i nostri genitori, erano molto giovani e passionali ed i momenti di sesso erano costanti e vulcanici. Da un pò di tempo, Diego, non perdeva occasione per spiarli e masturbarsi con grande piacere. Capii a quel punto che se le cose tra me e mio fratello erano cambiate così tanto era probabilmente anche grazie a quel vizietto: evidentemente Diego spiava anche me!
Ad ogni buon conto decisi di non fugare subito quel dubbio poiché una domanda a quel proposito sarebbe suonata come un’ammissione dei miei frequenti toccamenti, che invece avevo sempre intenzionalmente omesso nelle discussioni con Diego, che invitai però a rendermi partecipe qualora si fosse presentata l’occasione per spiare mamma e papà.
- La prossima volta voglio vedere anch´io!
- D´accordo sorellina! Loro ci danno dentro praticamente ogni notte: papà ha il sangue caldo come il mio! Non temere, vedrai che già stanotte potremo dare un’occhiata!
- Allora t´aspetto in camera, quando il momento sarà quello giusto mi chiamerai!
Il piano, come fosse stato quello per assaltare un furgone portavalori, fu messo a punto con grande minuziosità in un clima giocoso ed eccitante allo stesso tempo. In quei frangenti potei rendermi conto del bozzo che si era formato nei pantaloni di Diego: il pensiero di ciò che avremmo fatto quella notte era troppo dolce per il suo grillo; infatti, il fratellone, scappò poco dopo! …a masturbarsi come un forsennato, immagino!
Sopraggiunse la notte e con essa il solito insopportabile prurito. Prefigurandomi lo spettacolo che mi attendeva, il prurito si presentò decisamente intenso e, appunto, insopportabile. Andai in uno dei due bagni che abbiamo al secondo piano (quello dove ci sono le camere da letto per intenderci), mi accomodai sul bidé e con l’acqua ghiacciata provai a spegnere l’incendio che era nato tra le mie cosce. Non ci riuscii: neppure l’acqua ghiacciata placò la mia eccitazione. Per niente infastidita, anzi ero un po’ divertita, resi l’acqua più tiepida, lasciandola poi zampillare sul mio clitoride gonfio e voglioso. Era la prima volta che attuavo quella tecnica di masturbazione, mi sditalinai come mai prima gemendo e godendo come una piccola cagna in calore. Capii che in mancanza d’un vero cazzo, il getto d´acqua tiepida sul clitoride è un vero toccasana. Sta di fatto che quel godimento molto intenso mi lasciò senza forze ed anche molto appagata, questi due fattori furono la causa del mio addormentarmi attendendo Diego. Effettivamente io avevo provato in tutti i modi a restar sveglia, ma l’orario del congiungimento carnale dei miei era davvero molto tardo.
Tutt’un tratto mi svegliai, c’era Diego che mi scuoteva stringendomi il braccio destro; erano ben visibili anche nell’oscurità il sorriso a trentasei denti stampato sul volto e l´euforia soffocata nello stomaco.
- Svegliati forza!
- Ah, sei tu! Che stupida mi sono addormentata!
- E dici bene, sei proprio una stupida, è da un pezzo che provo a svegliarti! Alzati presto!
Feci come mi aveva detto e cominciai a seguirlo. Diego si fermò sulla soglia della porta, si voltò e mi disse :
- Sei bellissima con questo pigiamino, sorellina!
Il mio pagiamino consisteva in uno short di raso modello atleta, tanto corto da lasciare scoperti parte dei miei generosi glutei; e una mogliettina corta che lasciava scoperto l´intero ventre.
Mi bastò poco per capire cosa intendesse, così replicai:
- Muoviti scemo, voglio vedere!
Pochi passi dopo eravamo sulla porta della camera da letto dei nostri genitori. Mugolii, rantoli ed urla soffocate erano perfettamente udibili già con la porta chiusa. Diego s´industriò per aprirla con estrema capacità e disinvoltura, capii allora quanto spesso fosse dedito a quella pratica voyeristica. La scena che si parò davanti ai miei occhi ancora ignari mi colpì con una potenza devastante. Ebbi
una specie d´orgasmo intestinale. Cioè sentii un potentissima botta di piacevole emozione colpirmi il ventre e da lì propagarsi verso lo stomaco e la gola che sentii soffocata, e verso la mia micina che prese a pulsare vogliosa. In realtà non vidi granché: la mamma era supina sulla sponda del letto e a cosce larghe, papà in piedi davanti a lei la penetrava con decisione e ritmo. Non so cosa mi colpì di più. Non vidi il sesso di nessuno dei due, la posizione da loro assunta non me lo permetteva. Oltre al sesso non potei distinguere nessun altro particolare anatomico degno di nota se non il culo e le spalle di mio padre; però vedere i miei accoppiarsi in quel modo bestiale fu ugualmente uno shock, un piacevolissimo shock.
Ero eccitata e divertita allo stesso tempo, Diego invece era concentrato e dedito a masturbarsi con discrezione con la mano infilata nel pigiama. Desideravo toccarmi e lo feci insinuando le dita nel lato del pantaloncino. Raggiunsi immediatamente il frutto già schiuso e schiumante, lo sfiorai delicatamente e per non più d´un minuto venendomene con immenso stupore per quella sconosciuta intensità. Pensavo di svenire e quasi ululavo, così m´affrettai a ritornare in camera per godermi quelle splendide sensazioni con più calma. Sprofondai sul letto, anch´io supina, con un sorriso ebete e lo sguardo fisso sul soffitto, quindi fui raggiunta da Diego. Lui aveva la stessa espressione di pochi minuti prima, l´euforia che lo pervadeva era visibile come fosse un oggetto.
- Visto che roba?
- Avevi ragione, Diego: papà e mamma hanno il sangue rovente... e l´hanno fatto venire anche a me!
- A chi lo dici!
Diego venne a sedersi sul lettino accanto a me, poggiò immediatamente una mano sulla caviglia e prese a carezzarmela, spingendosi lentamente più su fino al polpaccio.
- Dio mio, Vero... sei tutta la mamma... sei bellissima!
- Non dire e non fare sciocchezze, Diego!
In realtà sia il complimento che i toccamenti mi stavano facendo trasalire, non avrei voluto che si fermasse per nulla al mondo. Quante volte avevo pensato alla sfortuna che Diego mi fosse fratello e che quella parentela mi chiudeva le porte del piacere che da lui avrei potuto trarne!? Fortunatamente, i fremiti del mio corpo e gl´occhi ribaltati all´interno smentivano nettamente le mie ipocrite richieste verbali, e Diego sapeva perfettamente ciò che stava accadendo, sia dentro me che tra noi due.
- Nessuna sciocchezza, sorellina... non sono mai stato più serio!
Così lasciò che la mano scavalcasse il ginocchio e salisse rapida lungo la mia coscia nuda e bianchissima. Ancor prima d´arrivare all´altezza dei pantaloncini si scontrò con un copioso rivolo d´umori: Diego ne saggiò la consistenza con le dita, io invece, a quella vista, m´eccitai ancor di più inarcandomi un pochino col bacino. A quel punto il mio fratellone ebbe fugato ogni dubbio si fece ancora più sicuro e intraprendente e così, dopo pochi secondi, le sue dita s´insinuarono nell´ampio solco dei pantaloncini raggiungendo la mia fichetta fradicia e spasimante. Il dito più invadente cercò subito di forzare il mio imene nuovo di zecca, provai un po´ di dolore, mi sfuggì un piccolo grido ed indietreggiai istintivamente.
- Shhh! Sta buona, non ti faccio male!
Il suo sorriso era rassicurante ed erotico allo stesso tempo; la mano libera si prodigò in una rapida carezza ai capelli e al volto poi, Diego, si reclinò su di me e mi baciò delicatamente le labbra.
- Sorellina...
- Fratellone...
Ecco, la frittata era fatta: il desiderio s´era impossessato, prepotentemente, d´entrambi! Diego mi fulminò con un altro sguardo carico di passione, quegl´occhi a pochissimi centimetri dai miei mi parvero ancora più belli e sicuri. Ormai certo del mio benestare, continuò a forzare il mio sesso con le dita; io invece presi a baciargli la mano che aveva fatto scivolare sulle mie labbra, per poi succhiargli l´indice che imitava l´altro intento a frugare tra quel altre lebbra. Lo ciucciai per bene assecondando l´andirivieni da lui imposto, poi glielo morsi perché provai un intenso dolore quando finalmente mi sentii penetrare nella fica.
- Ahia! Non è questo il dito che devi staccarmi a morsi... è quell´altro più grasso!
Mi disse ridendo, l’adorabile porco, prima di cominciare a far scivolare il dito dentro e fuori dalla mia fichetta dolorante.
- Fa piano ti prego, Diego!
- Ti fa male?
- Si... ma mi piace anche... sii delicato che mi fai godere!
- Tu mi fai andare fuori di testa!
Mi distesi, infilai le mie dita snelle ed agili nell´elastico del pigiama che tirai giù con convinzione, però, quel sesso così duro e sporgente restò impigliato nell´elastico e fu spinto dal mio gesto giù, giù per poi svincolarsi, svettare ed oscillare tra le gambe di Diego. Mai visto un cazzo in vita mia, quello di Diego mi parve enorme. Era nerboruto, le vene blu in rilievo lo circondavano come a fasciarlo; non era drittissimo, aveva una leggera curvatura a destra, testimonianza inequivocabile della passione di Diego che lo costringeva a sfogare il suo seme più e più volte al giorno; il glande era davvero grande, spiccava lì in cima come una cupola viola; era lucidissimo e la poca luce della stanza si rifletteva sopra perfettamente. Un paletto di carne duro come il marmo ed attraente come una calamita. La mia mano s´affretto ad afferrarlo: percepii subito un estremo calore e fortissime vibrazione che si propagavano da quel portatore d´amore lungo il mio arto per sconquassarmi nello stomaco. Istintivamente cominciai un lento su e giù. Dalla cappella sgorgava copioso il suo nettare trasparente ed oleoso, ci passai la mano sopra per poi cospargerlo lungo tutta l´asta. Diego godeva emettendo piccoli rantoli che sembravano uscirgli dal petto più che dalla gola, intanto spingeva anche un altro dito dentro me con convinzione crescente, regalandomi un´ondata di spossanti orgasmi. In preda ad una sconosciuta lussuria, usai la mano libera per accarezzarmi la pancia e salire su fino ai seni che scoprii allo sguardo di Diego che fino ad allora non li aveva neppure sfiorati. Vidi i suoi occhi sgranarsi e luccicare alla vista di quegli abbozzi di seno, lievemente pronunciati, nodosi, duri e sovrastati da sottili capezzoli di bambina dall´aureola piccola e chiarissima. Come un indemoniato si divincolò per stendersi su di me e baciarmi dappertutto: mi sembrava una piovra, i suoi movimenti erano convulsi come quelli d´un novellino; probabilmente era talmente coinvolto dalla passione che non riusciva a ragionare sul da farsi. Dalla sua bocca una quantità impressionante di saliva fluiva sui miei seni, sul mio collo, sulle labbra che, Diego, si decise finalmente ad impossessarsene, mordendole e succhiandole alternando dolcezza ed impeto. Più giù invece il suo cazzo, quasi come fosse animato, suonava con veemenza al campanello del mio piacere, battendoci contro con precisione e maestria. Un nuovo orgasmo mi travolse allorché Diego inarcandosi energicamente sembrò volermi violare nonostante la mia micia fosse ancora protetta dal pantaloncino. Quello fu l´orgasmo più bello e travolgente che avessi mai provato in vita mia, strinsi un orecchio di Diego nella mia mano per costringerlo con la bocca incollata alla mia che era spalancata ed inglobava parte del suo volto. Il mio incontrollato impeto procurò dolore al mio fratellone che si ritrasse di scatto graffiandosi a sangue il volto con le mie unghie lunghe ed affilate. Il suo inequivocabile verso di dolore, seguito da un´altrettanto inequivocabile smorfia, mi procurò un po´ d´ansia che andò a sommarsi ai mille altri stati d´animo violenti e ghermenti; poi, però, Diego si passò una mano sulla ferita raccogliendo un po´ di quel sangue, mi sorrise, e l´ assaggiò. In quel momento mi sembrò una specie di dio: forte, generoso e potente come nessun altro. L´epilogo era comunque alle porte, potei sentire nitide le contrazioni del sue enorme fallo allorché l´impugnai per smanettarlo così come lui m´aveva chiesto. Pochi colpi ed un mare di fiotti di sperma tesi e potenti partirono da quella verga vibrante. I primi, e più vigorosi, mi raggiunsero il viso e i capelli, altri andarono a depositarsi sul collo e sui seni, altri ancora, man mano che la pressione calava, mi colpirono sul ventre e sul pube coperto dai pantaloncini. Infine, una grossa quantità mi colò sulle mani che continuai a muovere sporcandole col seme della vita del mio amato fratellone. I miei occhi strabuzzati e la bocca aperta mi donavano un´espressione a metà strada tra la stupita e la scandalizzata: non ero in nessuna di queste due condizioni, perché in realtà ero estasiata. Scoprire il corpo di uomo di Diego ed essere esplorata dalle sue mani pioniere mi avevano sconvolto i sensi in un modo che non credevo...
...inspiegabilmente la voglia mi bruciava ancora dentro...
Colmo d´affanno, Diego s´adagiò accanto a me. Gli strinsi un braccio al collo, lui invece mi accarezzò sulla pancia e sui seni, raccolse un bel po´ del suo sperma su due dita e lo porse alle mie labbra.
- Ti và d´assaggiarlo?
Non s´aspettava che rispondessi infatti aveva già fatto ruotare le dita con cui reggeva il suo dolce nettare... adesso posso dirlo con cognizione di causa, posso affermare che in realtà lo sperma di mio fratello è la cosa più buona che sia mai transitata in questo cavo da troia. Una vera e propria droga. Già in quella circostanza potei notare quanto anche lui ne fosse goloso: infatti, dopo che commentai positivamente sul succo delle sue palle, il fratellone si prodigò a leccarmi il viso per convogliare verso la mia bocca altro sperma; quindi le nostre lingue turbinarono tra saliva, sperma e il sangue che ancora fuoriusciva dal taglio sul volto.
- Mi hai fatto morire, Diego?
- A chi lo dici! Quasi svengo! Chi lo avrebbe mai detto: la mia sorellina è uno schianto e le sue manine sono fatate! ...chissà però come te la cavi con la bocca?
- E tu?
La mia provocazione suonò come un esplicito invito alle orecchie di Diego che con sommo piacere si precipitò con la testa tra le mie cosce. Purtroppo dovetti fermarlo.
- No, Diego no... hai dimenticato che di là ci sono mamma e papà!?
- Ma stanno facendo le loro cose, hai visto!
- Credi che siano ancora lì a fottersi?
- Ne sono sicuro!
Quindi s´alzò dal letto di scatto e si diresse verso la porta. Sbirciò nel corridoio sporgendo la testa, poi mi sorrise invitandomi a seguirlo. Nuovamente, dopo pochi passi, fummo su quella porta da dove continuavano a provenire inequivocabili rumori e versi riconducibili ad un’indemoniata attività sessuale. Seppur avevo assodato che avevo ancora un po´ di tempo da poter dedicare all´esplorazione del piacere, curiosa come mai prima, volli dare un´altra occhiata a quei due porci dei miei genitori. Così, con estrema circospezione, mi prodigai per spiarli, riuscendo questa volta a vedere qualcosa in più dei loro corpi. Infatti erano entrambi rivolti verso la porta, papà disteso sulle spalle teneva la mamma dai fianchi che a sua volta, dando le spalle a mio padre e con la testa ben reclinata all´indietro per potersi anche slinguare, si sosteneva usando sia le braccia che le gambe, impalandosi energicamente sull´enorme cazzo di papà. Vedevo i seni gonfi e sodi della mamma ballonzolare al ritmo delle poderose spinte di quell´altro cazzo della famiglia, che potei finalmente osservare sufficientemente bene e che mi sembrò simile a quello di Diego ma più grande; soprattutto i testicoli che col loro sobbalzare parevano simili a palline da pingpong. Stralunai gl´occhi a quella visione così porno, Diego se ne accorse e sorrise colmo di compiacimento; anch’io lo feci, con uno dei miei carico all´inverosimile di malizia. Bene, eravamo sulla stessa identica lunghezza d´onda.
A quel punto, Diego mi costrinse spalle al muro, proprio il muro della camera da letto dei nostri, a pochi centimetri dalla porta, e mi baciò con talmente tanta passione che quasi mi soffocava. Io ero spaventata e divertita allo stesso tempo, all´inizio cercai d´allontanare quella specie di maniaco da me, poi l´eccitazione prese il sopravvento e le mie difese si fecero sempre più blande fino a sparire lasciando al loro posto complicità e collaborazione. Infilai le mani nel suo pigiama ed afferrai il pisellone turgido e ancora sporco di sperma. Inutile dire che Diego aveva perso molto meno tempo di me ed era già intento a succhiarmi le tettine, messe subito completamente a nudo, ed a ravanarmi la fica che ormai sentivo come fosse in fiamme. Da lì, inoltre, erano perfettamente udibili le zozze parole d´amore dei nostri genitori che avevano aumentato il ritmo della scopata ed erano, evidentemente vicini all´orgasmo. Fu impressionante sentire mamma ripetere all´infinito: "scopami, scopami, scopami, scopami"; con la voce quasi commossa, sicuramente incredula per quel piacere che papà le stava dando.
- Hai visto come si fa scopare nel culo? È proprio una maiala nostra madre!
Io nemmeno me n´ero accorta che il cazzo era piantato nell´uscita di servizio, così dissi a Diego di non capire. In tutta risposta, il fratellone mi spinse a guardare nuovamente e allora potei rendermi conto d´un enorme spacco orfano di cazzo: la fica; e di un altro buco riempito e dilatato all´inverosimile: il culo, appunto. Ebbi un nuovo orgasmo, quasi fossi un ragazzino intento a guardare un film porno, quando papà cominciò a gridare ed a piantare colpi meno veloci ma più profondi e potenti. Mamma invece urlò in modo quasi disperato, come se fosse stata trafitta da una lama più che da una verga di carne: quello era il loro modo d´esaltarsi per il piacere che si stavano dando reciprocamente.
- Ora dobbiamo sparire!
Mi disse Diego trascinandomi nuovamente in camera mia. Lì mi baciò rapidamente e mi disse che aveva voglia di godere di nuovo ma...
- ...purtroppo adesso dobbiamo proprio dividerci, Orgasmina! ...però domani il primo a svegliarsi porta la colazione a letto all´altro! D´accordo?
- D´accordo, Diego... ci conto!
Diego sparì in camera sua, io m´addormentai euforica e felice come se mi fossi innamorata. Da quel momento in avanti le masturbazioni solitarie sarebbero state ben più rare, sostituite dalla virilità di Diego. Inoltre, adesso avevo un nuovo fantastico ed insolito nomignolo: Orgasmina!
Orgasmina, fu la prima cosa che sentii al mio risveglio nella tarda mattinata del giorno seguente. Diego era a torso nudo con i soli boxer elasticizzati addosso, seduto su una sedia posta alla rovescia proprio di fronte a me, e m´indicava il vassoio poggiato sulla scrivania pieno d´ogni ben di Dio. Ero piacevolmente stupita, mio fratello si rivelava sempre più adorabile e pieno d´attenzioni.
- ...ehi...
- Dormito bene, sorellina?
- Divinamente!
- E a lungo anche, sono già le dieci e mezza!
Nell´informarmi dell´orario i suoi occhi s´erano illuminati di gioia, infatti a quell´ora i nostri genitori erano già a lavoro e noi eravamo lì, tutti soli, a goderci il riposo estivo dopo un´estenuante anno scolastico. Il fratellone volle baciarmi subito come a voler confutare la mia disponibilità a continuare ciò che avevamo intrapreso la notte precedente. Inutile dire che io ne fui felicissima e non mi ritrassi minimamente. Il bacio presto degenerò in qualcosa di molto più spinto ed erotico, con le rispettive mani che frugavano ovunque. Non saprei descrivere le sensazioni di quei momenti, ma era una sorta di smaniosa curiosità alimentata da una bruciante passione verso quell´essere tanto attraente che mi disinibiva ed eccitava.
- Che ne dici d´andare a fare un bagno prima della colazione.?
Scossi le spalle e gli dissi che per me andava bene, quindi mi tirò con forza da un braccio facendomi cadere a terra, prese il vassoio con la colazione e corse verso il bagno. Quando vi entrai lo vidi intento ad accendere alcune candele che aveva precedentemente disposto tutt´intorno la vasca, sui bordi, sulle mensole e sul bidè. Sulla tavoletta del cesso invece ci aveva poggiato il vassoio con la colazione. Mi porse una spremuta d´arancia e pretese brindare con quella. La tracannò in un solo sorso poi prese una brioche la farcì con la panna spray ed alcune more, e cominciò a mangiare. Era sempre sorridente e spensierato, quel volto luminoso infondeva in me bellissime sensazioni di felicità e libertà.
- Perché tutte queste candele?
- Non ti piacciono?
- Si, però non capisco!
- Capirai dopo, sorellina... non avere fretta!
Terminò la frase spruzzandomi un po´ di panna tra i capelli inducendomi a ridere cercando d´evitarlo.
- Avanti, Orgasmina, adesso spogliati!
Non terminò la frase che aveva già levato i boxer. Il suo cazzo non era in erezione ma non era nemmeno floscio, il glande era quasi completamente scappellato e un forte odore si levò istantaneamente da lì. Entrò nella grande vasca idromassaggio e mi esortò nuovamente a spogliarmi e a seguirlo; così, in due semplici gesti, mi denudai ed entrai anch´io in vasca. Eravamo uno di fronte all´altra, i nostri corpi nudi e frementi sembravano imitare il tremolio della luce delle candele che conferiva a quel bagno una piacevole atmosfera di romanticismo d´altri tempi. Diego si protese verso me e strine un seno nella mano, con l´altra invece prese a giocare con la mia micia, io restai immobile in balia di quelle mani che mi parvero espertissime e presi subito ad ansimare.
- Oh, Diego!
Gli tenni la testa ferma sulle mie tettine, che andavano gonfiandosi fino a dolermi, una volta che le ebbe raggiunte per ciucciarle. Dai capezzoli partivano un´infinità di scosse che si propagavano lungo tutto il corpo per esplodermi nella testa. Mi sentivo mancare. Diego, nemmeno l´avesse intuito, mi chiese di sedermi sul bordo della vasca, poggiando le spalle al muro e divaricando bene le gambe.
- Ora ti mostro come me la cavo con la bocca, Orgasmina!
Quindi si tuffò a fauci spalancate sulla mia piccola fichetta: sentivo la sua lingua che mi penetrava, e poi la sentivo sul clitoride che veniva sollecitato alla perfezione. L´orgasmo sopraggiunse quasi istantaneamente e cominciai a urlare come avevo sentito prima mia madre fare la sera: come un attrice di film porno, in pratica. Diego alzò la testa e cercò i miei occhi infiammati.
- Continua, continua, ti prego!
Aiutandosi con le mani prese a leccarmi di nuovo. Le sue dite mi solleticavano i punti più sensibili, la fica aveva violentissimi spasmi, sotto quei colpi di lingua così bene indirizzati al clitoride che si era gonfiato oltremodo, tanto che Diego riusciva a prenderlo in bocca e succhiarlo. Quel pompino al clitoride fu il delirio e sentii arrivare un altro orgasmo.
- Godo, godo!
Un fiume d´umori, e qualche fiotto di pipì che non riuscii a trattenere, gl´inondarono il volto e gli finirono in gola. Potei vedere chiaramente Diego deglutire quando alzò la testa a lavoro terminato.
- Che ne dici di fare lo stesso su di me?
Ci baciammo, poi senza dire altro, invertimmo le posizioni. Il cazzo di Diego svettava prepotente e ricurvo. Diversi rivoli di miele trasparente gli sgorgavano dalla punta e colavano lungo l´asta. Cominciai proprio da lì, da quelle stille d´umore dolcissime. Leccai il glande, come fosse la punta d´un gelato, scesi seguendo il miele colante, come fossero le molliche di pollicino. Quando le ebbi raccolte tutte, Diego cominciò a muovere il bacino in avanti impedendomi di continuare come credevo. Gl’afferrai il cazzo con decisione tirandolo un pochino, Diego ritornò fermo ed io imboccai gran parte del suo paletto in un sol colpo. Era buono, mi piaceva averlo in bocca neanche fosse cioccolata. Diego era sconvolto da quella mia dedizione, m’afferrò la testa e m’impose un ritmo ancora più serrato. Probabilmente si stava chiedendo da dove venisse quell’inaspettata abilità visto che nelle nostre discussioni avevo sempre sbandierato la mia totale inesperienza.
All’improvviso lo sentii contrarsi violentemente e vidi che chiudeva gl’occhi, quindi sentii la mia bocca invasa dal suo sburro. Il primo fiotto mi finì dritto in gola ed estrassi subito il cazzo, ricevendo altri numerosissimi schizzi sul volto e sul petto. Presi a leccare spasmodicamente quel nettare dal vassoio di carne del mio fratellone. Invece lui si affrettò a raccogliere con la lingua gran parte di ciò colava dai seni. Uno schizzo, comunque, mi era finito giusto in un occhio che presto prese a bruciare e lacrimare.
Nemmeno il tempo d’immergerci che Diego ritornò all’attacco.
- Sei stata eccezionale, però adesso ci sono da fare le cose serie, ok!?
- Io non resisto più! Se non lo fai tu adesso mi si svergina da sola!
Compiaciuto della mia totale collaborazione, Diego mi guidò come un automa adagiandomi nuovamente a cosce larghe!
- Non ho mai violato per primo!
- Pensa che lo stai facendo a tua sorella!
- Vale almeno per venti violazioni ordinarie!
- Credo di sì! Adesso però entra!
Diego, contravvenendo la mia richiesta raccolse la bomboletta con la panna spray quindi me la vuotò sul collo, sulle tettine e sul ventre. Dovevo essere buona come una Sant Honorè così, tutta ricoperta di panna. Diego si tuffo con la faccia che si sporcò tutta mentre mi leccava e mordeva come un bigné. Nel frattempo la cappella era già stata perfettamente adagiata nel piccolo solco all’ingresso della mia futura caverna! Il colpo di Diego fu poderoso e mi lasciò senza fiato. Un modesto rivolo di sangue sgorgava a fatica dalla mia fica ora tanto riempita da quel monolite. Fissai gl’occhi di mio fratello che per la prima volta mi rivelarono qualcosa di diabolico, mi sentii spaesata e spaventata; gli conficcai le unghie nei fianchi e finalmente sentii la mia voce straziata uscirmi dalla bocca spalancata. Diego strinse i denti, sentiva dolore: aveva almeno mezzo centimetro di ciascuna delle unghie delle mie mani piantate nei fianchi. Con una specie di grugnito esternò il suo dolore, poi tirò il cazzo indietro lasciandolo uscire completamente e si beò dello spettacolo del mio sangue che zampillò più copioso andando diluendosi nell’acqua della vasca. Quindi rivolse lo sguardo ai suoi fianchi che trovò lacerati e insanguinati, e ritornò dentro di me con un altro colpo secco. Mi sentii mancare ed imposi le mani sul suo petto per poterlo tenere lontano ma Diego mi sovrastava schiacciandomi e riusciva ad insinuarsi completamente dentro fino all’utero. Poco alla volta però il mio dolore si affievolì e le mani ben presto mi servirono per indurre Diego ad un ritmo sempre più serrato e profondo. Venivo accontentata pienamente ricevendo colpi talmente potenti che mi facevano saltare. Scossa da ripetuti orgasmi, gli umori presero a sgorgare con continuità arrivando a lavare un po’ di sangue dalle cosce. Quindi anche Diego raggiunse l’apice del piacere ed urlando: “Orgasmina”; estrasse il suo penone che mi sputò litri di miele sul ventre. Pochi secondi dopo sprofondammo entrambi in quell’acqua divenuta ormai rosa.
- Hai capito a cosa servivano le candele, Orgasmina?
Che dolce che è il mio fratellone!
Orgasmina attende vostri commenti…
12
4
18 years ago
luna1orgasmina,
28/28
Last visit: 16 years ago
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Cosa ti aspetta se vorrai amarmi...dolcemiele trav
Ti ho pensato molto, ho pensato a come potrebbe essere uno dei nostri segreti e discreti incontri dopo il primo di conoscenza, incontri di fuoco di una lunga serie visto la mia passionalità e fantasia...
Vorrei tanto che tu arrivassi da me e mi trovassi sexy, truccata: Occhi in ombretto rosa, ciglia nere evidenziate e labbra rosso fuoco e in lingerie sexy da farti ululare e provocare solo alla vista un rigonfiamento nei boxer...
Le tapparelle abbassate ove vi entra solo qualche spiraglio di luce che rende l’atmosfera calda, intriga di sensualità e sicurezza, il mondo e il suo casino fuori, e il paradiso qui, fra le mie, le nostre mura segrete…, la mia casa al semi buio, accogliente, con musica new age rilassante, profumo d'incenso, illuminata da candele posizionate in tutta la casa…
Apro la porta, ti accolgo in punta di piedi dandoti un bacio e abbracciandoti, poi ti prendo per mano e ti faccio sedere sul mio divano che già conosci, i tuoi occhi che riflettono la luce delle mie candele, mentre ci parliamo e cerco di metterti a tuo profondo agio, cerco come sempre di provocarti ed eccitarti sculettando davanti a te, con i miei completini bianchi o neri, con indosso autoreggenti, un perizoma in pizzo, un abitino sexy tutto in pizzo nero con le mie spalle in evidenza o con una camicia dorata i lamé,,, i miei capelli biondi sciolti sulla schiena, accarezzarti sensualmente, mi inviti a sedermi sulle tue gambe e comincio ad accarezzarti il viso e il collo e dietro la nuca con le dita.
Poi mi sdraio sul divano mentre con una mano mi accarezzi la testa e l’altra i miei fianchi quasi scoperti dal laccetto delle autoreggenti, io comincio a massaggiarti, con la lingua e la bocca provocarti brividi di piacere su tutto il corpo, cercando piano piano di slacciarti la camicia e prendere possesso del tuo petto…..che accarezzo e comincio a baciare dolcemente e poi voracemente intorno ai capezzoli già duri per l’eccitamento…. Ti lascia andare dal piacere e ti appoggi allo schienale mentre continuo a sbottonarti e scoprire il tuo corpo in fremente voglia….
Poi dopo mi metto in ginocchio dietro di te e continuo a slacciarti la camicia piano piano mentre ti bacio sul collo e entrare con le mie mani sul tuo petto peloso e possente ed eccitarti e vedere che in mezzo alle tue gambe qualcosa si gonfia pian piano sempre di più, mentre mi avvicino e mi avvinghio sulle tue gambe e tu tieni in braccio come se fossi la tua piccola stella, la tua donna, la tu amante segreta, la tua proprietà, tutta tua.
Guardandoti, prendo un mio paio di autoreggenti molto leggere e ti bendo gli occhi per qualche minuto, mentre sorridi eccitato, con i glutei mi siedo sul tuo uccello nascosto ormai voglioso di esplodere dalla cerniera, reggendomi con le mani sulle tue ginocchia, girarmi, inginocchiarmi e con la punta della lingua percorrere i lineamenti del tuo cazzo ancora nascosto sotto i vestiti, mentre mi accarezzi la testa e i capelli, e vederti fremere di voglia e di piacere nel volermi possedere e fare tutta tua....il tuo grande sogno è finalmente avverato.
Poi prenderti per mano, e guidarti lentamente nella stanza del bagno. slacciarti i pantaloni e spogliarti dolcemente, lavarti la cappella, l'uccello e le palle quasi divertendoci a tale gesto intimo fatto da me…
Inginocchiarmi poi davanti a te e asciugarti non con una salvietta, ma leccandoti e spompinandoti le palle e il cazzo con tutta la bocca e la mia lingua...,
Sempre bendato portarti per mano in camera da letto, illuminata da candele, ti tolgo le amie calze velate dagli occhi e rimani abbagliato dalla mia camera da letto, lettone a baldacchino, pareti e soffitto azzurro con nuvole dipinte, stelle fluorescenti, e stelle appese… luci soffuse, candele accese e incenso.
Ti spoglio totalmente, piano piano, facendoti sentire le mie mani leggere e sensuali che accarezzano i lineamenti del tuo corpo che diventa sempre più nudo....
Poi ti guido sul letto, ti faccio sedere e io in ginocchio prima davanti e poi dietro ti bacio la schiena, provocandoti forti spasmi di piacere e di pelle d'oca e lì continuo ad accarezzarti .
Ti faccio sdraiare sul lettone a baldacchino, intorno le tende bianche che ci avvolgono, una stanza azzurra piena di nuvole dipinte e tante stelline fluorescenti illuminate da altrettante candele che si muovono al ritmo di musica rilassante che ti trasporta in mondi e pianeti lontani.
Seduta sopra di te, con le mie mani ti accarezzo il petto leggermente, i fianchi le braccia le spalle, mi chino su di te e uso la lingua per disegnare tutti i lineamenti del tuo corpo che fremono dal piacere indurendo i capezzoli e provocandoti una forte pelle d'oca.
Continuo con la bocca a baciarti ovunque il tuo corpo possa permettermi di arrivare, e con la lingua scruto ed esploro ogni parte e poro che ricopre il tuo corpo, partendo dai tuoi piedi, baciandoli tutti, e salendo con la lingua e con i baci lungo le caviglie, i polpacci, l'interno cosce pelose, dove mi soffermo a leccare e baciare vogliosamente, quale mio punto preferito del corpo umano del mio maschione, proseguo salendo e girando intorno e sotto agli organi genitali…
La mia lingua poi pian piano si fa strada e ti lecca sotto le palle salendo con la lingua piano piano, molto lentamente fino alla cappella, girandogli vogliosamente intorno con la lingua e continuando con la saliva, a umidificare e a succhiare voracemente la tua cappella oramai umida, dura e pulsante, con la punta bagnata di pre-sperma, dovuta alla grande eccitazione da me accesa..
Sentire le tue mani sulla mia testa e fra i miei capelli, quasi a spingermi ad ingoiarti tutto, per farmi una cosa sola con te, mentre senti tutto il tuo cazzo nella mia bocca, la tua testa inarcata indietro dal piacere immenso.
Tu ad un certo punto ti imbestialisci e fai uscire da te il maschione che io desidero, il toro da monta imbestialito, mi prendi con le tue mani e mi fai tua ovunque, mi sculacci, apri i miei glutei come fossero una pesca ti avvicini con la bocca e cominci a sputare sopra il buchetto leccandolo per bene e a lungo e infilandoci poi la lingua nella tua fighetta umida e vogliosa anche delle tue dita che una ad una entrano e scoprono il paradiso dei miei orgasmi che dolcemente mi farai provare.
Dopo 15 minuti di penetrazione e ispezione anale con le dita e la lingua, mi prendi con le tue mani forte e mi sdrai a pancia in giù e ti sdrai sopra di me e ti abbandoni con il tuo corpo massiccio e imponente sul mio corpo nudo, fremente di piacere per il tuo calore…
E mentre mi tieni le mani, sotto le tue intrecciate, cerchi di muoverti e cerchi di appoggiare il tuo pene durissimo e turgido, tra i miei glutei morbidi, quasi a volermi penetrare di colpo, quasi a volerti fare strada e prenderti ciò che mai e poi mai avresti sognato di avere tutto per te: la tua fighetta calda e tutta vogliosa di te.
Sentire poi la tua cappella penetrarmi e uscire, ancora penetrarmi e poi uscire di nuovo, quasi a voler avere qualcosa a tutti i costi, fino ad una spinta decisa e forte, cosi nel diventare una cosa sola, tu dentro di me totalmente, a toccarmi l'anima; a prendermi tutta e tutto, ad essere totalmente tua.
Poi dopo aver sentito il calore del mio corpo interno avvolgere il tuo membro caldo e pulsante dal piacere immenso, esci da me e ti sdrai sul letto a volto in su, io in ginocchio mi siedo su di te , voltandoti di schiena e penetrarmi di nuovo.
Le tue mani sui miei glutei che seguono e guidano il mio movimento sussultorio, su e giù, pompandoti dentro di me, muovendo i miei fianci in movimenti vari prima sussultori e poi girando il bacino in moto circolatorio, per permettere alla tua cappella e al tuo duro membro di poter toccare tutto l'interno della mia vagina anale, oramai tua per sempre e in tuo pieno possesso,
Inarcarmi indietro appoggiandomi totalmente con la schiena sul tuo petto e sentire il tuo membro dentro mentre ne godiamo appieno di questa meravigliosa posizione del kamasutra.
Io mi alzo e mi dirigo verso il frigor, dove prendo una bomboletta di panna montata spray, mi aavicino salendo dai piedi de letto e comincio a spruzzarne due piccoli fiori sui tuoi capezzoli, e comincio molto lentamente con la lingua,a leccare il tutto, alla ricerca dei tuoi capezzoli…
Poi scendo verso il tuo bel “cono gelato” eretto per la grande eccitazione e lo prendo in mano, e cospargo abbondantemente su tutta la cappella un mare di panna montata, che: prima lentamente, e poi voracemente mi appresto a leccare con avidità e fame di scoprire sotto la tua cappella calda e pulsante….
Ti chiedo dopo di aprire la lingua e sopra ci verso un fiorellino di panna, che io con la bocca e la lingua andrò a leccare, finendo poi a limonare e baciarmi con te, oramai preso da tutta questa calda e provocante eccitazione e trasgressione che solo io posso donarti.
MI prendi poi ridendo e mi fai girare a pancia in su, dove le tue mani oramai preso possesso della bomboletta, mi sposti il perizoma, mi apri i glutei come se stessi aprendo una pesca, e spruzzi sul mio buchetto la panna, che comincerai a leccare voracemente per arrivare alla tua fighetta tutta bagnata della tua saliva.., e la tua lingua che vi penetra dolcemente e voracemente nello stesso momento.
Ti bagni poi di saliva i pollici e l’indici e mi tocchi i capezzoli, mentre la tua bocca con i miei capelli sul tuo volto, cerca di baciarmi il collo, e io girandomi cerco di porgerti la mia lingua e la mia bocca, per baciarti e limonare con te vogliosamente.
Mi rialzo e mi giro, roteando su di te, senza che il tuo membro esca dalla tua e mia vagina anale tutta bagnata e stretta dalla tua verga turgida, dura e pulsante.
Ti tocco e accarezzo il petto mentre continuo a muovermi e penetrarmi di te, urlo, ansimo e grido dal piacere che mi provochi mentre dentro sento il tuo cazzo che mi tocca e massaggia la prostrata,
Ti alzi di colpo e mi metti con forza alla pecorina, appoggiandoti con forza dietro di me e penetrandomi di nuovo con una foga animalesca ma dolcissimamente vogliosa di tanta meravigliosa carne da amare.
Mi sbatti e mi penetri urlando dal forte piacere della sottomissione, che ti spinge a dirmi frasi e parole molto calde e decise, e ti lasci andare ad un torpiloquio frenetico e pesante per eccitarti e per farmi capire che sono tua, totalmente, solo tua. la tua amante, la tua piccola creatura da amare, ma sai che io per te sono solo la tua troia, la tua puttana personale, solo tua per sempre.
Spingi sempre più forte sai che mi piace sentirti ansimare pesantemente, e tenendomi da prima per i fianchi e poi prendendomi per le spalle per darmi colpi più decisi che ti stanno sfiancando, mi butti sul letto e con forza prendi le mie cosce fra le tue mani, le porti all'altezza delle tue spalle e mi penetri di nuovo appoggiando le mie gambe sulle tue spalle, in modo da vedermi in faccia e penetrarmi totalmente.
Mi penetri e penetri di nuovo tenendomi per le caviglie, con le gambe alte, spingi mi vuoi, mi guardi e godi nel vedermi girare la testa a destra e sinistra dal forte piacere mischiato al dolore che mi provochi per i grandi colpi che mi inferti.
Sei oramai una bestia in calore, un matto che vuole, a tutti costi prendersi la mia anima, il mio corpo a tutti costi: vuoi farmi tua, solo tua e di nessun altro..
Mi stantuffi e sbatti il cazzo dentro nella mia fighetta anale su e giù per tutta la sua lunghezza, provocandomi urli e spasmi di piacere..
Ti tocco il petto. ti strizzo i capezzoli bagnando le dita con la saliva, e tu ti lanci sul mio volto sputandomi sul viso e sulla bocca, dandomi la tua saliva e poi limonando e baciandomi, ora siamo una cosa sola, le nostre bocche e lingue insieme e il tuo cazzo nella mia vagina anale.
Ecco stai per venire, il dolore è fortissimo, stai svuotandoti pienamente di tutto quel liquido che per anni e mesi era rimasto dentro di te, perché mai aveva avuto cosi tanta sollecitazione ed eccitazione, mai provata nella tua vita.
Dopo avermi penetrata e fattomi sentire all’interno del mio ano stretto tutta la lunghezza del tuo uccello duro e per bene, che usciva ed entrava.. usciva ed entrava sia nel culetto stretto che nella bocca,
sentirti urlare e ansimare con gli occhi spalancati poco dopo : " cazzo sto venendo troia,, siiiii, si cazzo, che gran troia che sei, sei la mia puttana cazzo, sei solo mia,,,,, si godo cazzo, godooooo ahhhhhh.troia godooooo,ahhhhhhhhhg.. ti amo cazzo ti amoooo, che troia che sei,, sei mia siiiii ahhh."
E godi, sborri e urli parole, il tuo sudore cade su di me, dai tuoi occhi a volte sbarrati e a volte aperti vedo il fuoco e la bestia che è in te, una bestia furiosa, e io in pieno suo possesso, chiusa nella mia gabbia. i tuoi colpi rallentano e ti butti ancora vibrante e frenetico con tutto il tuo peso su di me, cercando di non uscire, mentre accarezzo con le dita e le unghie la tua schiena sudante...
Dopo questo, mi prendo cura di te asciugando il tuo corpo e baciandoti e leccandoti avunque, assaporando il tuo corpo ovunque, massaggiandoti e coccolandoti a lungo nel mio lettone parlandoci e magari ricominciando il tutto di nuovo….
Oppure dopo ti conduco sotto la doccia, ti insapono ovunque e ti lavo e sotto l'acqua in ginocchio comincio di nuovo a leccarti e succhiarti notando che la tua eccitazione sta riprendendo vita e ricomincia il gioco.........grazie alla mia bocca, alle mie uniche e introvabili attenzioni degne della tua Afrodite personale, della tua Gheisa, totale, e alla mia voglia di darti il massimo piacere terreno...
che nessuna donna, mogli o fidanzata sa più dare, sapendo che hai da me tutto l’affetto sincero, il rispetto, la sincerità, l’onestà, la fiducia, la passionalità, la discrezione, la comprensione e quell’amore totale, unico, indissolubile, sovraumano che nessun essere umano, oggi, riesce più a donare agli altri…. Io voglio amare, amare e ancora amare, sapendo che la vita ha designato di non donarmi tale dono di cui sono ricolma come anfora fino al bordo…e inutilizzata e non condivisa con un uomo tutto per me.
Un bacio a te Dolcemiele TRAVESTA
Grazie per avermi ascoltata.
14
8
18 years ago
dolcemiele1travesta,
39
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Valeria 2- chi ero?
Il primo incontro con il sesso (vedi: L’Incontro) aveva rappresentato una vera scossa. Non finivo di rivivere quella scena, nel ricordo mi sembrava infinita, ben più lunga dei 15/20 minuti effettivi….e mi inorgogliva il pensiero di essere stato desiderato fisicamente da un’altra persona, l’idea di essere riuscito a soddisfare il mio “benzinaio” mi esaltava e mi eccitava…..ma lui era un uomo! ed io allora chi ero? “cosa” ero?
Le parole, prima conosciute solo astrattamente per lo più con i nomignoli gergali, incominciavano a presentarsi nella loro cruda materialità. Finocchio, omosessuale, gay, trans, cercavo di fare ordine e di scoprire cosa significavano nella realtà……cercavo di leggere tutto sull’argomento, le note scientifiche sull’enciclopedia certo ma anche con l’acquisto, in qualche edicola fuori mano, di riviste con uomini muscolosi in copertina, riviste che leggevo avidamente nei giorni nei quali potevo andare al parco. Quelle letture mi eccitavano sì, ma non mi aiutavano a capire meglio quanto stavo vivendo, a capire il perché essere stato desiderato ed essere riuscito a soddisfare intensamente una persona rappresentasse per me un motivo così forte di riconoscimento.
Eppure capivo, anzi sentivo, che proprio quello mi attraeva, essere apprezzato dai maschi per il mio fisico, per il piacere che io potevo dare.
A fine estate, ritrovai nel parco il mio benzinaio, finalmente! Al batticuore della prima volta era subentrata, grazie anche al lungo ripensamento di quel primo episodio, una voglia più ardita e convinta….e così, ritiratici nel nostro rudere, appena si abbassò i pantaloni, non persi tempo con i preliminari e, accucciatomi sotto di lui, glielo presi subito in bocca, e incominciai a succhiarglielo in modo tanto avido che lui mi dovette implorare di fare più piano…..ma lo sentivo gemere e ripetere quelle parole (…..bambolina mia, troietta, puttanella) che aveva già detto ma solo allora mi rendevo conto del fatto che le usasse al femminile. Avevo deciso che dovevo superare la sensazione di schifo della prima volta, che “dovevo” anzi volevo non ritirare la mia bocca al momento culminante, e così dopo che con un urlo soffocato lui iniziò a godere lasciai che la mia bocca venisse invasa dal suo liquido…..me lo sentivo tutto in bocca mentre lui mi dava le ultime spinte e quando il suo cazzo uscì cercai di assaporare quel liquido caldo e denso e poi, con uno sforzo di volontà, riuscii ad inghiottirlo !
Ma l’estate era finita, i giri al parco non più possibili, ed a me rimanevano i ricordi….sopratutto quegli appellativi al femminile che piano piano sentivo diventare la descrizione di me, del mio essere ragazza, e ragazza vogliosa….
Lasciate le scuole medie, primo anno di scuole superiori, classe mista, le mie compagne di scuola incominciavano ad attrarre le mia attenzione per come si vestivano, per i trucchi che usavano, per le civetterie che adottavano verso i maschi. Quanto le invidiavo! Le loro minigonne, i tacchi che rendevano i loro culetti così invitanti per i maschi, il rossetto ed il mascara che allungava le loro ciglia….insomma perché loro sì e io no? Ma dove, come, quando?
L’autunno e l’inverno furono abbastanza pesanti…..i ricordi e le letture furtive non facevano altro che aumentare la mia voglia di piacere, di essere coccolata, di far godere i maschi. Agli inizi della primavera, prima di riprendere le mie passeggiate al parco, mi venne l’idea di frequentare i due cinema della città (cinema di terza categoria) dove le leggende raccontavano di presenza di uomini che cercavano ragazzini nel buio della sala e dei cessi. Volevo provare. Purtroppo davano spesso film vietati ai minori di 14 anni ed il mio compleanno, a maggio, era ancora lontano….decisi di provare lo stesso, davano un film qualsiasi, un western mi sembra. Era un sabato, il primo spettacolo, alle 15. Andai in galleria. In sala, c’era una coppietta alla quale del film non sarebbe importato nulla e altre due persone. Uomini! Dopo essermi seduta nella penultima fila, dietro non c’era nessuno, si spensero le luci ed iniziò il film. Alla mia destra mi accorgevo che lo spettatore qualche fila sotto di me non guardava molto il film ma girava spesso lo sguardo nella mia direzione. Dopo qualche minuto, uscì. Che delusione! Stavo già pensando al fatto che avevo buttato via un pomeriggio quando dall’ingresso alla mia sinistra entrò un altro spettatore che salì deciso i gradini e venne a sedersi dietro di me. Era quello di prima, dunque non se ne era andato, dunque mi aveva notata! Ero eccitatissima e decisi di facilitargli il compito. Appoggiai il braccio allo schienale con la mano leggermente aperta. Pochissimi istanti dopo sentii la sua mano pelosa sopra la mia. Ovviamente non la ritirai e lui la accarezzava e la stringeva. Aveva capito che ci stavo. Si alzò dal suo posto e venne sedersi accanto a me, mi mise un braccio intorno alle spalle e iniziò a baciarmi l’orecchio ed il collo. Tremavo tutta dall’eccitazione, sentivo il suo respiro e la sua lingua umida addosso, allungai una mano verso la sua patta ma era già aperta ed il suo uccello già dritto. Fu lui a piegarmi la testa giù ma non dovette fare sforzi perché io ero già pronta ad inginocchiarmi. Il suo cazzo era più piccolo del primo che avevo conosciuto e questo mi facilitò il compito perché riuscivo a prenderlo tutto in bocca con facilità. Non mi ci volle molto a farlo godere e, ormai svezzata, a bere la sua sborra che uscì in modo impetuoso. Dopo essersi pulito e riassetato, mi disse che ero stato molto “bravo” ( credo di averlo odiato quando lo sentii usare il genere maschile!). Si alzò per andarsene, ma prima si mise la mano in tasca e mi diede 500 lire, “ per premio” disse. Allora non lo sapevo, ma quella fu la mia prima marchetta!!
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18 years ago
admin, 75
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In metrò a milano - realmente accaduto -
A raccontarlo non sembra vero...ma giuro che lo è. Stavo raggiungengo la mia ragazza al suo ufficio e come al solito presi la metropolitana. C'era una strana aria quando entrai nel vagone poco affollato ma sempre fin troppo caldo visto che l'aria condizionata non andava ed eravamo in piena estate. Mi appoggiai alle porte di fronte all'entrata del vagone e mi guardai in giro. Mi accorsi subito che davanti a me c'è un ragazzo ben vestito che sembra stesse aspettando il momento della sua fermata per scendere. Stava li davanti alle porte che, mano mano si susseguivano le fermate, si apriva e chiudevano in modo molto rumoroso e con continui spostamenti del capo controllava il nome della stazione dove la metrò si fermava. A metà tragitto tra la fermata di Rovereto e Pasteur (stazioni della metrò rossa di Milano) all'improvviso accadde una cosa che lasciò tutti impietriti......Accanto alle porte dove c'era il ragazzo, seduti c'erano due persone: una ragazza con una gonna al ginocchio, scarpe con il tacco ed una camicetta rossa lievemente scollata e un uomo (che dopo si rivelerà essere il marito) con un vestito grigio, scarpe classiche e cravatta a righe. Nel silenzio generale, anche la metrò sembrava viaggiare su un cuscino d'aria, l'uomo incominciò ad urlare come un'ossesso verso il ragazzo: "se vuoi vedere le tette di mia moglie basta che lo chiedi" e sempre urlando: "guardale pure" e con uno scatto felino prendendo per la scollatura la camicia della moglie l'aprì facendo schizzare un paio di bottoni verso le persone che si trovano sedute di fronte sul mio fianco. Ci fu un momento di stallo dove la ragazza impietrita rimase con il reggiseno a balconcino nero di pizzo trasparente in bella vista, il ragazzo accanto fermo scioccato dalle urla dell'uomo e questo seduto accanto alla moglie con in mano il lati della camicia di questa. Di colpo, come risvegliandosi da un brutto sogno, la ragazza con una gomita molto violenta si libero' dalla presa del marito, che inseguito al colpo si piegò verso il posto laterale bestemmiando ad alta voce, e si affrettò a chiudere il più velocente possibile la camicia ed arrosendo si raggomitolò su se stessa visto che parte dei bottoni non erano più al loro posto. Il ragazzo, nel frattempo, guardandosi attorno e diventando di un colore rosso porpora si affretto a spostarsi verso il fondo della carrozza e scalpitando che arrivasse presto la prima fermata continuò a cotrollare da lontano che l'uomo non si alzasse per raggiungerlo. Arrivata alla fermata Pasteur il ragazzo balzò fuori dalle porte, non ancora del tutto aperte, e con rapido passo raggiunse le scale e sparì in mezzo alla gente che nel frattempo scendeva per raggiungere i binari. La metro' riprese a viaggiare e notai sul volto di tutti uno stupore misto a curiosità data dall'incredibile scena alla quale eravamo stati testimoni e dal fatto di potersi trovare o in mezzo ad un film girato in presa diretta o a qualche Candid Camera. Le urla della ragazza verso il marito e la completa assenza di una qualsiasi anche piccola telecamera nei paraggi ci tolse ogni dubbio....era tutto reale. Scesi alla fermata successiva e con me anche la coppia con la ragazza che continuava ad insultare il marito e questo che si giustificava con la sua insana gelosia. Da quel giorno ogni volta che prendo la metrò ripenso sempre a quei due minuti di pura follia probabilmente dettati dal caldo torrido del periodo.
11
5
18 years ago
bigpiolo70,
38
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Valeria 1 - l\'incontro
Chi ero, soprattutto “cosa” ero. Domande che confusamente, senza averne piena consapevolezza, iniziavo a farmi, quasi neanche adolescente. Domande che mi aggredivano, con la forza, la cattiveria dei compagni di scuola, in quelle ore terribili di ginnastica, nello spogliatoio quando ci si preparava per la lezione, quando la nudità veniva esposta agli sguardi indagatori e beffardi.
Terza media, 13 anni ancora da compiere, magrolino, capelli lunghi biondi, nessun pelo neanche a pagarlo né sotto le ascelle né sulle gambe o sul petto, non parliamo delle guance che poi diventavano rosse per le battute e le allusioni dei compagni ai quali già comparivano con nettezza i segni maschili della crescita.
Quanto invidiavo quelle gambe già piene di peli, quei visi dove appariva già l’ombra di una basetta o di baffetti maschi! Niente, io ero diverso, sembravo più una ragazzina che un maschietto. E quei commenti, che ferivano ancor di più quando erano fatti con le mezze parole o i sorrisi allusivi, mi spingevano a pensare, a cercare di sentire quello che avevo dentro….il sesso……………………….
……..incominciava a manifestarsi una strana voglia e turbamento ed eccitazione per qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco, la curiosità feroce per una cosa misteriosa che univa gli uomini alle donne e per la quale io non capivo, non sentivo cosa fare…
Ed allora, nella primavera ormai avanzata, nelle ore dopo il pranzo, quando gli impegni della scuola lo consentivano, iniziai ad andare nel parco principale della mia città dove, si diceva, andavano le coppiette a pomiciare ma anche a scopare, i profilattici usati erano un segno. Trovarle, spiarle di nascosto era più di un gioco, era, solo ora lo capisco, la ricerca di me.
Un pomeriggio, mentre passeggiavo in un viottolo appartato cercando di trovare qualche coppietta all’opera, si avvicina un giovanotto sui trent'anni, con una tuta da benzinaio, sembrava volesse una informazione e invece mi prende la mano e, strusciandosela sulla patta, mi chiede se gli faccio una sega. La sorpresa ingigantì la paura, il ricordo di cronache lette sui giornali, dei maniaci che aggredivano i bambini, tremavo e dicevo di no, di lasciarmi andare, che non volevo, che andasse a spiare le coppiette, che mi lasciasse stare….. fortunatamente in fondo al viottolo c'era altra gente e così mi lascia andare via.
Solo una volta tornato a casa riuscii a mandare via la paura……..ma dopo la paura, subentrò una strana eccitazione… quel contatto sulla patta non mi aveva lasciato indifferente, era la prima volta che qualcuno, che importanza aveva se era un uomo?, aveva manifestato interesse fisico per me… ci pensavo giorno e notte. E così decido di tornare sul posto. E lo faccio per più settimane di seguito. Ma non lo trovo, e il pensiero di quell’incontro si fa ossessivo, cento diventano i ricordi, mille le idee su come comportarmi in un’occasione simile.
Solo dopo un mese, finalmente, lo ritrovo, si avvicina. Avevo il cuore in gola, ma ero pronto, quella scena l’avevo già vissuta molte volte nella mia testa. E quando con un sorrisino mi ripete la richiesta, invece di dirgli di no come lui si aspettava, faccio la verginella smorfiosa e gli dico che sulla stradina possono vederci, che lì mi vergognavo……resta sorpreso dalla mia risposta ma si riprende subito, mi prende la mano e mi dice di seguirlo….andiamo più avanti, in un posto nascosto, un vecchio rudere, e lì si abbassa i pantaloni della tuta....un bellissimo cazzo duro, era il primo cazzo eretto che vedessi, mi sembrò enorme, forse non particolarmente lungo ma bello grosso, un vero splendore! Glielo tocco, poi lo afferro e incomincio a masturbarlo mentre lui, appoggiato alla parete sembrava in estasi…..ma poi sento un impulso, gli chiedo se potevo baciarglielo....e senza aspettare una sua risposta mi chino e inizio a leccarlo per tutta la sua lunghezza e poi la cappella….non resisto e inizio a succhiargliela e dopo le prime timide succhiate apro bene la bocca e ingoio avidamente tutto il suo cazzo, ho quasi dei conati di vomito ma poi prendo le misure e continuo, continuo, continuo….. sembrava l'avessi sempre fatto....e sentivo che lui gemeva e diceva che ero la sua bambolina, la sua puttanella, e poi....un gemito più forte e questo liquido caldo e appiccicoso che mi inondava la bocca….
10
4
18 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago