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Sharon la schiava. seconda parte.
La suocera complice.
Mi ripulisco la fica con un po’ di carta igienica e, mentre cerco di darmi una sistemata, scopro che anche il reggiseno è inzuppato della sborra di Giulio. Ne sento l’odore e questo mi preoccupa molto, perché ora devono andare a casa di mia suocera a riprendere i miei figli e lei non è una stupida: certe cose non le sfuggono e potrebbe capire. Mi guardo attentamente allo specchio, nella speranza che il mio vestito non si sia macchiato, mentre cerco, con un po’ di carta igienica messa nelle mutandine, di contenere l'ingente quantità di sborra che continua a colarmi. Se, ogni giorno, Rosa faceva un bocchino ad entrambi, è chiaro che, essendo in astinenza da molti giorni, mi hanno irrorato ventre e bocca con un ingente quantità del loro seme. Un po’ malferma sulle gambe prendo il mio giaccone e me ne vado.
Appena fuori, l’aria fresca della sera desta, in qualche modo, i miei sensi e comincio a riflettere su tutta la faccenda. Mentre scendo le scale della metro, sento ancora che mi cola sborra e, dentro di me, si affacciano i primi dubbi. Come faccio? Non posso accettare! Mi trasformeranno in una puttana! Per cosa poi? Per soldi? Ne vale la pena? Cazzo, sì. Ho goduto come una troia nel farmi sbattere da loro due come non mi era mai capitato, nemmeno con mio marito. Già, mio marito! Chissà cosa penserà, quando si renderà conto che, ora, guadagnerei più di lui; questo sicuramente sarà morivo di forte irritazione per lui, che si chiederà il perché e potrebbe anche giungere alla conclusione più reale, immaginando compiutamente ciò che possa aver fatto per ottenere un simile riconoscimento. Salgo nella metro e mi appoggio all'apposito sostegno e, al primo scossone, sento qualcuno, dietro di me, che appoggia il suo cazzo sul mio corpo. Per il passato ho lasciato correre e, qualche volta, ne ho anche goduto un po’, ma oggi no! Oggi, di cazzo, ne ha preso abbastanza! Mi sposto e, poche fermate più avanti, scendo e, prima di raggiungere la casa di mia suocera, mi fermo in un bar, ordino un caffè e vado in bagno. Sono un disastro fra le gambe. Riesco a far la pipì e questo in qualche modo lava un po’ la mia vagina e, sempre utilizzando della carta igienica, riesco ancora a contenere la fuoruscita di sperma. Le calze sono da buttare e le mutandine sono così inzuppate da farmi temere di sedere, perché certamente imbratterebbero il vestito. Mentre mi lavo un po’ la faccia per darmi una sistemata, sento l’odore della sborra provenire dal reggiseno: questo mi terrorizza ancor di più, così, dalla borsa, prendo un piccolo campioncino di profumo e, utilizzandone qualche goccia, cerco di coprire l’odore di maschio, di cui sono ancora ricoperta. Ne utilizzo giusto qualche goccia, perché non è mia abitudine impiegarne molto, cosa che potrebbe a maggior ragione insospettire mia suocera, che è una donna sveglia ed accorta. Poi, con passo deciso, vado a riprendere i miei figli. Entro in casa e subito corro ad abbracciarli: stavano giocando con mio suocero. È magnifico vedere quell'uomo così innamorato di queste due creature. Anna mi viene incontro e cerco di evitare un contatto fisico, perché sento sempre l'odore dello sperma affiorare dal mio reggiseno. Lei mi dice che devo restare a pranzo con loro, poiché Paolo è impegnato tutto il giorno. Accetto, ma prima devo recarmi in bagno. Quando abbasso le mutandine scopro che sono inzuppate da schifo e cerco, in qualche modo, di mascherare tutto quel bagnato che ancora mi cola dalla fica. Temo sempre che, nel sedermi, possa imbrattare il vestito. Rimedio in qualche modo e mi guardo allo specchio; non smetto di rimproverarmi per il mio comportamento: "Sharon, sei una puttana! Hai ceduto al desiderio di farti scopare, ma così non va bene. Non puoi accettare quello che ti hanno proposto. Come giustificherai il tuo comportamento, la flessibilità dell’orario, e, non ultimo, il tuo abbigliamento che a tuo marito sembrerà da zoccola? È troppo geloso per accettare una condizione simile e poi? Con i tuoi suoceri, come la metti? Che gli racconti? No, lascia perdere tutto! Come posso permettermi di chiedere a queste persone ulteriori sacrifici, mentre io andrei in giro per cazzi miei? No, non è possibile! Non posso diventar una puttana. La serenità dei miei figli è troppo preziosa e, soprattutto, rischierei di esser scoperta da mio marito che, geloso com'è, potrebbe metter in discussione la nastra unione. No, non posso rischiare tutto questo! Non voglio che accada tutto questo! Non devo accettare! Esco dal bagno e mi reco in cucina, dove Anna sta finendo di apparecchiare. Mi guarda e nota il mio viso preoccupato: si avvicina e mi guarda dritto negli occhi:
«Sharon, hai l’aria stanca; cosa ti preoccupa?»
La guardo e mi rendo conto che devo misurar bene le parole, altrimenti potrei complicarmi ulteriormente la vita. Abbasso lo sguardo e rispondo dicendo semplicemente che il lavoro mi sta impegnando un po' troppo. Lei naturalmente non ci crede, mi abbraccia, si avvicina a me, ho paura che avverta l'odore di maschio che porto ancora addosso e noto le sue narici che sicuramente hanno percepito questo dettaglio. Abbasso gli occhi e resto in silenzio, mentre la sua voce è calma e decisa:
«Sharon, sono molto fiera di te, del fatto che ti stai realizzando; il lavoro che stai facendo è qualcosa di importante per cui, se posso esserti utile, in qualche modo, vorrei che tu condividessi con me le tue preoccupazioni.»
Alzo gli occhi, la guardo e mi rendo conto che non posso cavarmela senza una esauriente spiegazione.
«Come ti ho già detto, il mio ufficio è diretto da due maschi, che lo hanno fondato, e da una donna, Rosa, moglie di uno dei soci. Purtroppo lei deve assolutamente smetter di lavorare e per questo mi hanno offerto il suo posto e, se riuscirò a dimostrare, da qui alla fine dell'anno, di esserne all'altezza, mi hanno proposto che, dal primo gennaio, diventerei socia al 10% e questo sarebbe di sicuro un cambiamento assai importante dal punto di vista economico, oltre che di natura satisfattiva.»
Lei mi guarda, sorride e mi abbraccia, mentre io tremo nel sentirmi stretta a lei. La sua voce è veramente compiaciuta.
«Ragazza mia, ma tutto questo è magnifico! Finalmente un passo in avanti molto importante che consentirà un miglior tenore di vita per le maggiori entrate, ma anche un vivere in maniera più serena. Proprio non capisco cosa ti preoccupa! C’è forse un rovescio della medaglia che ancora non mi hai
detto?»
La guardo e mi rendo conto che, come ho sempre pensato, Anna è una donna veramente speciale, intelligente, molto pragmatica, capace di intuire lo stato d'animo delle persone e, soprattutto, leggere dentro di loro.
«Sì, Anna, hai ragione: c'è un rovescio della medaglia. Il fatto di aver maggiori responsabilità ed una quota nella società, comporta cambiamenti di orario, soprattutto la mattina: dovrai esser lì una mezz'ora prima, alle 7:30, per preparare l'ufficio per quando arriva la clientela. Poi, a sera, qualche volta dovrei trattenermi un po' oltre l'orario e, soprattutto il venerdì, quando i soci si riuniscono a cena per fare il punto della situazione sul lavoro svolto, durante la settimana e programmare interventi futuri. Capisci che tutto questo comporta qualcosa di troppo oneroso che temo di non saper gestire. Non me la sento di chiedere a voi un ulteriore impegno e, soprattutto, son sicura che Paolo non accetterebbe che io, la sera, uscissi a cena con altre persone.»
Lei mi guarda, i suoi occhi brillano, sono un misto fra orgoglio e fierezza.
«Ragazza mia, non ti devi far nessuno scrupolo con noi, perché, come ti abbiamo già detto, aver con noi i nipoti non è un lavoro, ma una gioia immensa. Guarda tuo suocero: da quando ci sono queste due creature, la sua vita è come ricominciata, è ancor più bella di prima ed io sono orgogliosa dei miei nipoti e del fatto che ho una nuora in gamba, capace di farsi valere nel mondo del lavoro. Ora, se questo dovesse comportare un maggior impegno a dover badare ai tuoi figli, per noi non ci sono problemi: la camera dove dormiva tuo marito è libera e il letto è sufficientemente grande per farli dormire qui, se qualche volta se ne presentasse la necessità.
A volte la vita ti sbatte in faccia scelte difficili da rinunciare e tu, in questo momento, devi imbarcarti su questo treno, non puoi perderlo. I tuoi figli cresceranno e andranno per il mondo, ma tu non potrai nutrire il rimpianto di non aver colto questa grande opportunità. Non far lo stesso errore che feci io a suo tempo, per poi pentirmene amaramente. No, tu devi accettare questa offerta e, se dovesse comportare un maggior aggravio sotto ogni punto di vista, non importa, perché devi riuscire in quello cui aspiri, anche se, qualche volta, ti troverai a dover aprire le cosce per aver qualcosa di più da qualche maschio; non esitare, perché, dopo, ti basterà far una semplice doccia e tutto ritornerà come prima.»
La guardo sbigottita, non eravamo mai entrati in questi argomenti così intimi e sono davvero stupita dalle sue parole. Mentre lei mi guarda, mi rendo conto che questa donna è veramente speciale: continua a parlare con calma e molta determinazione.
«Sarà un cambiamento notevole, cui dovrai adeguarti e ci adegueremo anche noi, sta' tranquilla! Inoltre, non puoi più andare in giro con la metro, soprattutto se la sera ti devi recare ad una cena e sei vestita in maniera elegante o, magari, anche un po’ conturbante. Nel garage, ci son due auto: la mia e quella di tuo suocero. Io, della mia, posso benissimo far a meno, perché lui vuole sempre che guidi la sua, quindi, da oggi, puoi usare tu l'altra e, non guardarmi così sorpresa: ti è assolutamente indispensabile, tanto più che non la uso! Inoltre, se dovrai presentarti ad una cena e dovrai vestirti in maniera un po' più osé, son sicura che anche il tuo guardaroba andrebbe rinnovato. Pertanto oggi, appena finito di pranzare, andremo assieme a far spese, passeremo dalla città mercato, dove sicuramente troveremo qualcosa di carino da acquistare. Sharon, devi affrontare una scelta importante e, di conseguenza, devi fare un cambiamento importante; voglio che tu abbia tutte le carte in regola, perché ti possa realizzare al meglio.»
La guardo con espressione alquanto basita; il suo è un ragionamento così semplice, pratico e deciso. Son sempre stata convinta che in questa casa fosse lei a portare i pantaloni ed ora ne sono assolutamente certa. Consumiamo velocemente il pranzo, poi lei si cambia per uscire, mentre io le chiedo di passare un attimo da casa per far la stessa cosa. Quando è pronta la guardo e noto con quanta raffinatezza si è vestita. Indossa una gonna elegante con uno spacco laterale che le arriva al ginocchio, una camicetta bianca, da cui traspare un reggiseno di pizzo bianco che le modella lo splendido seno che si ritrova.
Le gambe sono fasciate da calze velate, ma, soprattutto, calza delle scarpe con tacco 12, che la fanno sembrare molto più elegante e seducente e, nello stesso tempo, come dice lei, mi fanno crescere quel tanto che basta per non sentirmi troppo bassa! Passiamo da casa mia; io mi spoglio e faccio una doccia rapida e, quando esco dal bagno, lei è seduta sul mio letto e tiene fra le mani il mio reggiseno e le mutandine ancora inzuppate. Mentre guarda i collant strappati, si alza e viene verso di me; mi guarda con un sorriso un po' sornione:
«Chi dei due, ti ha dato una promozione?»
Mi chiede mostrandomi gli indumenti inzuppati di sperma. La guardo ed abbasso gli occhi senza rispondere. lei mi abbraccia, mi solleva il mento e mi guarda dritto negli occhi. Il mio non rispondere è stata la conferma che si aspettava.
«Sharon, te li sei fatti tutti e due? Accidenti, hai proprio fatto bene. Dai, dimmi, almeno è stata una bella esperienza? Ne è valsa veramente la pena?»
La guardo dritta negli occhi e non posso far a meno di annuire, aggiungendo che è stato davvero qualcosa di molto bello, ma ora provo sensi di colpa nei confronti di mio marito. Lei sorride e scuote il capo, mentre la sua voce risuona nel silenzio della stanza.
«Lascia perdere, non ti angustiare per questo. Tuo marito sicuramente capirebbe, se mai lo dovesse scoprire. Per ora taci e va' avanti. Alla fine si troverà a camminare con le stesse scarpe di suo padre! Stai tranquilla e non farti scrupoli di esserti fatta una bella scopata. Vedrai che, con il tempo, anche lui, come tuo suocero, accetterà l'idea che un altro maschio ti possa far godere e, ti assicuro, sto parlando per esperienza vissuta.»
Lei mi guarda, mentre cerco di capire che cosa mi sta dicendo, poi si gira verso la finestra e, con voce malinconica, mi racconta una cosa del suo passato di cui non ero a conoscenza.
«Come ti ho detto, certe opportunità nella vita capitano una volta sola ed io, in passato, non ho avuto il coraggio di andar fino in fondo. È per questo che voglio che tu ti realizzi e che viva la tua vita da donna libera, con la consapevolezza che sei una madre, ma, nello stesso tempo, hai diritto di esser te stessa. Tu sai che ero la direttrice dell’ufficio postale situato molto vicino alla sede centrale. Era un incarico di prestigio che ricoprivo con molta attenzione e bravura. L'anno dopo, ebbero a cambiare il direttore del personale e, al suo posto, arrivò Augusto, un dirigente molto carismatico, bello, alto, spalle larghe, insomma un vero maschio Alfa. Fin da subito, decise di creare un gruppo ristretto per poter ottimizzare le risorse umane, così che, ogni ufficio postale, avesse l'adeguato numero di personale a disposizione. Di quel piccolo gruppo, molto esclusivo, facevamo parte io, due uomini e un'altra donna, che fungeva da segretaria. Ero affascinata da Augusto: anche gli altri due erano due bei maschi, ma lui era in qualche modo l'elemento dominante. Fin da subito, a trovarmi davanti a lui mi faceva bagnare le mutandine e, dopo una settimana, son diventata la sua amante. Era sconvolgente quando mi scopava. Aveva la più bella dotazione che avessi mai visto in vita mia. Era lungo, duro, grosso e molto resistente. Quando mi entrava dentro, mi sentivo letteralmente sfondare, ma era una sensazione bellissima. Angelo, tuo suocero, si è accorto quasi subito che mi facevo scopare da lui. Mi sarei aspettata tuoni e fulmini, invece lui, con fare pacato, ha accettato di buon grado che io mi facessi sbattere da un altro. Addirittura, dopo le prime volte, poiché prendevo già la pillola, gli ho chiesto di non usare più il preservativo e di scoparmi a pelle, inondando il mio ventre con tutto il suo seme. Era qualcosa di sconvolgente sentirsi riempire da quel maschio così forte e possente e, vedendo come sono ridotte le tue mutandine, posso solo immaginare quanto piacere devi aver provato nel sentirti irrorare la vagina da tutto quel seme. Dopo qualche mese che ero la sua amante, una sera, una volta tornata casa, dopo aver goduto con lui che mi era venuto dentro due volte, Angelo si è accorto che ero completamente inzuppata del suo piacere e, dopo un attimo di stupore, mi ha fatto notare quanto la cosa lo eccitava. Non so cosa mi abbia preso in quel momento, ma quando lui mi ha accarezzato ed ha infilato le dita nella mia vagina, completamente piena del piacere dell’altro maschio, ho avvertito uno strano brivido di piacere e, soprattutto, son rimasta stupita dal fatto che, dopo tanto tempo, a mio marito era venuta voglia di scoparmi. Mi è salito sopra ed il suo cazzo era durissimo; mi ha penetrato facendomi godere ancora una volta, per infine riversare, dentro di me, anche il suo piacere. Da quel momento, lui ha accettato le "corna" come un fatto assolutamente normale e, una sera, Augusto è venuto a cena da noi e, dopo cena, noi due ci siamo messi a scopare tranquillamente sotto gli occhi di Angelo, che ci guardava con un'espressione di gelosia mista a piacere. Quando è venuto dentro di me, Angelo si è avvicinato e mi ha chiesto di potermi scopare a sua volta, ma il mio amante lo ha guardato e gli ha detto che doveva prima ripulire la sua sborra. Ero lì sdraiata sul letto a cosce aperte, con la fica gonfia e tumefatta, per esser stata scopata per un tempo lunghissimo e sentivo colar fuori la sborra di quel maschio così autorevole da trattare, dominandolo, anche mio marito, che era incerto sul da farsi. Angelo si è avvicinato, aveva il cazzo in mano durissimo, ma Augusto lo ha fatto inginocchiare fra le mie cosce e con una mano poggiata sul suo capo, lo ha spinto contro la mia fica, affinché la leccasse così com'era intrisa dei suoi umori. Fu una sensazione incredibilmente bella e ben presto ebbi modo di raggiungere un nuovo orgasmo e, solo allora, Augusto diede il permesso a mio marito di potermi scopare. Per due anni, sono stata la sua amante e, quando lui fu trasferito in un’altra regione per un nuovo incarico, ancora più prestigioso, mi chiese di andare con lui. Era un cambiamento notevole. Avrebbe comportato due cose: un importante avanzamento nella mia carriera, e un cambiamento totale della mia vita. Avevamo Paolo piccolo e questo poteva significare che, dal lunedì al venerdì, sarei stata lontana, per tornare a casa solo nel weekend. Non me la son sentita di accettare. Augusto non ha battuto ciglio, lasciandomi libera di scegliere e, da quel momento, la mia vita si è concentrata solo sulla mia famiglia. Purtroppo però, più in là mi son accorta che mio figlio era cresciuto e se n’era andato, ed io ero rimasta quella che ero: una semplice direttrice di un qualunque ufficio postale. Per questo voglio che tu accetti, che ti realizzi a qualunque costo. Se quel fesso di mio figlio, dovesse metterti i bastoni fra le ruote, dovrà fare i conti con me: tieni bene a mente che, io e tuo suocero, saremo sempre dalla tua parte. Se poi dovessi litigare con lui, potrai sempre venir a vivere in casa nostra, dove tu ed i ragazzi sarete sempre ben accetti. Ricordati: in qualunque situazione io e mio marito saremo sempre dalla tua parte. Adesso andiamo, perché voglio andare a fare un po’ di shopping, insieme a te.»
Usciamo e ci rechiamo alla città mercato e, mentre camminiamo per i negozi, mi rendo conto che anche lei suscita interesse in diversi maschi e noto anche che di questo ne è molto compiaciuta. Dietro suo consiglio, acquisto dei completini sexy, delle gonne molto eleganti e alcune paia di scarpe dal tacco alto, che slanciano il mio corpo e mi fanno inarcare il mio splendido culetto.
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3 months ago
baxi18, 55
Last visit: 13 hours ago -
Sharon la schiava.
Mi chiamo Sharon, ho 34 anni, sono alta, anzi bassa, 1,60, capelli lunghi, castano scuro, occhi marroni, terza abbondante di seno ed un bel culetto che attira l'attenzione dei maschi. Non sono magra, ma nemmeno grassa; credo di aver le curve al posto giusto. Sono sposata da otto anni con Paolo, dopo esser stati fidanzati per nove, ed abbiamo due figli piccoli. Lavoro da quattro anni, in uno studio associato di consulenza fiscale. Da poco son diventata una socia al posto della moglie di un altro socio che si è ritirata dal lavoro. Ho diversi clienti che seguo personalmente, perché hanno situazioni finanziare molto complesse che richiedono spesso la mia presenza. Fra essi c’è Bruno, un ricco industriale, che ha interessi in diversi settori ed un ingente patrimonio. Spesso mi trovo a discutere con lui di migliaia di euro, quasi fossero caramelle. Ha un aspetto imponente, molto alto, spalle larghe, fisico asciutto e muscoloso, mani grandi con dita lunghe e molto belle. Curatissimo, sempre molto pulito, capelli bianchi portati corti, occhi scuri e profondi che quando ti guarda ti entrano dentro e ti senti messa a nudo. Si, è un soggetto abbastanza carismatico, autoritario e dominante. La prima volta che mi ha visto, mi ha fissato per un tempo che a me è sembrato lunghissimo e poi, dopo un saluto, si è presentato e da allora ho come l’impressione che mi stia studiando. Ho subito avvertito uno strano brivido lungo la schiena e ogni volta che lo vedo provo sempre questa insolita sensazione. Alcune volte ho anche fantasticato di farmi scopare da lui, ma ho come la sensazione che non è questo che lui vorrebbe da me. Non mi ha mai mancato di rispetto, mai un accenno a situazioni sconvenienti o provocazioni di alcun tipo, eppure mi sembra che mi desidera, ma non riesco a capire in che modo mi voglia. Poi la svolta, se così si può dire, è avvenuta casualmente. Ero nel suo ufficio, in fabbrica e stavo controllando alcune fatture che a lui sembravano eccessive, non in linea con quanto concordato, quando è entrata una bella signora che mi ha guardato e, con una certa malinconia, mi ha chiesto di lui.
«Mi scusi signorina, sa dove posso trovare il signor Bruno?»
Per un attimo l’ho guardata, restando in silenzio, cosa che di sicuro deve aver interpretato a modo suo.
«Capisco! Non le è concesso parlare di lui, vero? Il suo padrone le ha forse imposto il silenzio assoluto! Capisco e mi scusi se ho cercato di metterla in difficoltà. Spero che lui non la punisca per questo mio errore.»
L’ho guardata incredula, non capivo e, nello stesso tempo, cercavo di risponderle che non ero la sua segretaria, ma non ho fatto in tempo. Lui è arrivato dietro di lei e l’ha guardata con occhi di fuoco. La sua voce ha rotto il silenzio ed ha tuonato, durissima.
«Come ti sei permessa di venir qui? Come hai osato farle certe domande, senza il mio permesso? Vattene! Sparisci! Lo sai che non ti voglio più vedere! Hai fatto la tua scelta e, quindi, sii coerente con te stessa! Non sei più nulla per me! Vattene subito e torna alla tua misera vita!»
Lei aveva le lacrime agli occhi, si è inginocchiata ai suoi piedi e lo ha supplicato, ma inutilmente.
«Ti supplico, mio signore! Riprendimi con te! Ho sbagliato! Hai ragione, ho sbagliato a lasciarti e non mi va di tornare alla mia vita insignificante! Ho capito che non sono nulla, senza te! Ti supplico! Farò qualunque cosa per te! Ogni tuo desiderio sarà un ordine, che io esaudirò senza fiatare! Ti supplico, non mandarmi via!»
Lui, impassibile! Una pietra! Le ha dato uno sguardo durissimo, indicando la porta. Lei si è girata, mi ha guardato quasi disperata, poi ha solo sussurrato alcune
parole.
«Se sei la sua nuova schiava, non lo lasciare! La vita senza di lui non vale nulla, dopo che ti ha portato in paradiso!»
Poi se n'è andata. Io ero in silenzio, lui mi ha guardato e poi, con un tono un po’ teso, ha cercato di darmi una qualche spiegazione.
«Scusala, ma è una malata: si è infatuata di me. Non riesco a togliermela di torno.»
Lo guardo e mi rendo conto che non può esser quella la verità. Più tardi, a pranzo, mentre siamo seduti al tavolo, gli chiedo se lui ha davvero sottomesso quella donna. Lui mi rivolge uno sguardo un po’ perplesso, indeciso se affrontare o meno l’argomento, poi mi fa una domanda specifica:
«Cosa ne sai tu di sottomissione?»
Gli rispondo non senza un certo disagio.
«Io, cioè ecco, non è che ne sappia tanto. Le parole di quella donna mi hanno portato a credere che lei possa esser uno capace di sottomettere una donna e questo mi ha, in un certo qual modo, incuriosito.»
Lui fissa i suoi occhi su di me e li avverto fin dentro l’anima. Abbasso lo sguardo intimidita, pensando di essermi permessa di chieder troppo.
«Sharon, ti piacerebbe esser la mia sottomessa?»
Incrocio il suo sguardo e non riesco a reggerlo. Quella sua domanda mi ha colto alla sprovvista ed ho quasi timore a rispondere.
«Come le ho detto, non saprei cosa dire. Mi è difficile capire come si possa esser sottomesse, senza considerare che sono sposata ed ho un marito molto geloso: si accorgerebbe subito, se mi dessi ad un altro uomo. Chissà, forse si, oppure no! Mi scusi, ma sono in completa confusione!»
Lui mi solleva il mento, mi guarda e rinnova la sua domanda:
«Ti piacerebbe esser la mia schiava? Ti farei provare cose mai provate prima. Sensazioni uniche! Hai sentito cosa ha detto l’altra donna: "la vita, dopo che lui ti ha portato in paradiso, non è più la stessa". Vorresti entrare in paradiso, Sharon?»
Tremo al solo pensiero. Mi sento inumidire fra le cosce. Lui mi scruta e cerca di capire quali emozioni possano alternarsi in me. Tremo, il mio corpo vibra ed ha deciso autonomamente.
«Sì, lo voglio. Voglio che mi trasformi nella tua schiava.»
Lui mi fissa ancora e, con un sorriso da esperto sornione, precisa:
«Farò di te la mia puttanella personale: una schiavetta del sesso.»
Tremo al pensiero di quello che ha appena detto e, dentro di me, avverto le conseguenze di quanto appena accettato. Poi si avvicina a me e, a bassa voce, mi impartisce un ordine.
«Ora va in bagno e togli ogni indumento intimo.»
Lo guardo alquanto sorpresa, lui annuisce serio e mi indica, con un gesto del capo, la porta del bagno. Mi alzo come un automa, raggiungo il bagno e, dopo essermi chiusa dentro, faccio un profondo respiro e mi sfilo mutandine e reggiseno. In quel momento, mi accorgo di aver lasciato la borsa sul tavolo e proprio non so come nascondere i miei indumenti. Li raggomitolo quanto più possibile e li tengo stretti tra le mani, ma, in ogni caso, mentre torno al tavolo, qualcuno nota ciò che nascondo nei pugni. Un senso di vergogna mi fa avvampare le guance, perché, di certo, in molti avranno notato che ciò che tenevo fra le mani non erano altro che i miei indumenti intimi. Noto che Bruno sorride compiaciuto.
«Brava, la mia puttanella! Hai subito capito le regole del gioco ed hai appena sperimentato il piacere che si prova ad obbedire ad un ordine, anche quando esso possa apparire sconvolgente! Continua così e vedrai che ti farò impazzire di piacere!»
Effettivamente sento addosso gli sguardi di molte persone e questo si traduce in una specie di scarica di adrenalina, che mi fa bagnare continuamente. Finito di pranzare ce ne andiamo, ma appena raggiunto il parcheggio, un immenso piazzale con tante macchine, lui mi appoggia alla vettura, solleva la gonna e mi scopa tenendomi appoggiata alla macchina. Siamo in un immenso piazzale, dove chiunque potrebbe passare e vederci; la cosa mi terrorizza, ma, nello stesso tempo, mi eccita. Godo, vengo improvvisamente, sconvolta da tutta questa insolita eccitazione che sto provando. Lui, dopo avermi sentito godere si sfila, mi fa inginocchiare e mi spinge il suo cazzo in bocca. Si sega velocemente e, improvvisamente la mia bocca viene riempita dalla sua crema densa e calda. È un ingente quantità di sborra che cerco di ingoiare velocemente, mentre lui mi guarda soddisfatto.
«Brava puttanella!»
Continuare il pranzo con quelle alternative, mi ha eccitato moltissimo e, una volta usciti, siamo andati in alcuni posti dove era necessaria la mia presenza assieme a lui. Esser nuda sotto, mi provocava una particolare eccitazione, soprattutto in considerazione del fatto che quel giorno indossavo dei collant ed il nylon che strusciava sulle labbra della fica, mi procurava una continua stimolazione e massima eccitazione. In particolare veniva stimolato il clitoride, che, già reso sensibile dalla forte eccitazione, al contatto con il nylon della calza mi procurava una emozione fortissima, che si traduceva in un orgasmo continuo. A sera, prima di tornare, lui ha fermato la macchina e, guardandomi dritto negli occhi, mi ha dato un ordine ben preciso, da perfetto "padrone".
«Puttana! Sicuramente sei bagnata fradicia. Adesso prendimi il cazzo in bocca e succhialo!»
Eravamo in un posto non esattamente appartato ed ho preso a succhiare di nuovo quella verga, che mi aveva già fatto godere, facendolo diventare ancor più duro. Lui, ad un tratto, è sceso dall'auto, è venuto dalla mia parte e, dopo aver aperto lo sportello, mi ha girato con le cosce in fuori verso di lui, ha strappato i collant all'altezza della fica e, con un colpo secco, mi ha infilato il suo cazzo tutto dentro, fino in fondo. Ho avuto un orgasmo istantaneo nel sentirmi possedere in maniera così potente e vigorosa, poi lui, senza nessuna esitazione, ha preso a sbattermi con forza, urlandomi che ero una puttana! È venuto poco dopo, riversando dentro di me tutto il suo piacere. Poi si è sfilato e, dopo avermi afferrato per i capelli, mi ha ordinato di leccare e pulire il suo cazzo, ancora gocciolante. Ero travolta da quel modo d'esser chiavata, ma mi sentivo anche incredibilmente eccitata. Avevo goduto nel sentirmi usata e maltrattata da lui, in maniera così rude e, nello stesso tempo, imperiosa. È stato un orgasmo istantaneo, mentre lui mi spingeva con forza ancora la sua verga in bocca. Poi siam tornati alla mia auto e mi ha detto: ora puoi tornare a casa. Nei giorni successivi non l'ho sentito; sembrava quasi scomparso dalla circolazione. Un pomeriggio mi chiama e mi dice che ha bisogno di me, perché deve fare alcune cose che necessitano della mia presenza. Lo raggiungo, saliamo in auto e lui, senza dir nulla, parte in direzione della periferia. Dopo averla attraversata tutta, si inoltra in campagna, in una zona dedita alla coltivazione e, ad un tratto, si ferma in prossimità di alcune baracche, adibite a dormitorio degli operai stagionali che vengono impiegati in agricoltura. Mi fa scendere, apre il bagagliaio dove sono contenute molte scatole e mi ordina di aiutarlo a portare quei viveri all'interno delle baracche. Entriamo in una baracca, quella un po' più grande, l'unica in muratura e, all'interno, ci sono sei persone di colore. Sono tutti extracomunitari, che hanno svolto un'intera giornata di lavoro ed ora, stanchi, si riposano seduti attorno ad un tavolo. Quando ci vedono arrivare, subito salutano Bruno cordialmente e mi aiutano con i pacchi dei viveri che gli abbiamo portato. Dopo averli posati, lui guarda verso uno di loro, quello più alto e più imponente, che lo saluta con rispetto. Bruno mi indica e gli dice:
"Questo è il mio regalo".
Senza dir nulla, tutti e sei mi si mettono intorno e le loro mani prendono a spogliarmi, mentre io guardo Bruno con espressione interrogativa; lui mi fa cenno di restare in silenzio.
«Schiava! Adesso soddisfa questi miei amici: lasciati usare come una puttana!»
Sento una scarica di adrenalina percorrere il mio intero corpo e, immediatamente, mi bagno fra le cosce. Subito mani vigorose mi prendono e mi toccano in ogni dove; rapidamente mi sollevano e mi portano nell'altro lato della stanza, dove c'è un letto con materasso; è un attimo e mi ritrovo sei grosse verghe intorno alla faccia, che desiderano esser succhiate o fatte diventare ancor più dure. Vengo sollevata e fatta impalare di spalle su un grosso cazzo, che mi entra dentro e mi slarga la fica nel massimo della sua capacità. Altri si alternano nella mia bocca e qualcuno mi schizza il suo piacere direttamente in gola. È un continuo scambiarsi di maschi, che usano e abusano liberamente del mio corpo. Vengo presa ripetutamente, sia davanti che dietro, e finanche in doppia, anzi, in tripla, perché, mentre ne ho due ben piantati dentro di me, un terzo si serve della bocca: inutile dire che vengo riempita di sborra dalla testa ai piedi, senza alcun riguardo nei miei confronti. Mi sento superlativamente eccitata da questo gioco che mi umilia, che mi fa sentir trattata proprio da puttana. Loro non si risparmiano. Mi scopano e mi spingono le loro verghe dentro ogni buco, fin quando, alla fine, stremata dal tanto piacere provato, quasi svengo. Solo allora, Bruno mi si avvicina e mi scruta con occhi carichi di lussuria. Solleva il mio viso, mi infila il suo cazzo in bocca e mi ordina di succhiarlo.
«Adesso, troia, succhia anche il mio. Come dai nostri patti, l'ultima sborrata che devi ricevere, dev'esser sempre la mia!»
Stravolta e sfinita, sento che mi scopa la bocca velocemente e poi, ad un tratto, mi scarica in gola una copiosa bordata di crema densa, che si rivela esser molto diversa da quella che, fino a quel momento, ho ingoiato: quella di quei ragazzi di colore era molto più speziata e salata. Ingoio anche la sua, poi, uno di quei ragazzi mi offre un asciugamano abbastanza pulito con cui riesco a darmi una sistemata. Cerco in qualche modo di ricompormi e poi mi rivesto sommariamente. Quando mi lascia davanti casa, Bruno mi guarda e mi dice che, con questo, ho superato tutte le prove di sottomissione che lui aveva in mente per me.
«Da oggi, sarai la mia puttana schiava che userò a mio piacimento. In effetti, dopo quella volta, è iniziato un periodo particolarmente piacevole e, nello stesso tempo, molto eccitante. Sono stata usata da lui e dai suoi amici in diverse occasioni. Ho passato serate con lui inginocchiata sotto un tavolo, a succhiare i cazzi di chi era invitato a consumar la cena. Altre volte mi ha prestato a qualche suo amico, che aveva bisogno di una escort, per far bella figura in qualche suo affare. È vero: mi ha trattato e mi tratta sempre da puttana, mi umilia e mi fa sempre sentir in colpa nei confronti di mio marito, che amo e che non si merita tutto questo; ma le sensazioni che provo con lui, questo sentirmi usata ed umiliata, mi genera un piacere carnale profondo, intenso e, molte volte, ho ricordato le parole di quella donna che, quel giorno, in ufficio, mi disse:
"La vita, senza di lui, non aveva nessun sapore".
Devo riconoscere che aveva più che ragione.
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100 volte cornuto
La vendetta è un piatto che va servito freddo. Più volte ho sentito una collega recitare questo vecchio adagio, ne ho anche sorriso, ma mai avrei immaginato che un giorno lo avrei messo in pratica. Mi chiamo Liliana, ho trent'anni, sono definita una bella donna, sposata con Fabio, mio coetaneo, sono la lei di una coppia assolutamente normale e, fino a poco tempo fa, anche felice. La nostra vita coniugale va avanti da sette anni, insieme da dieci; mi son innamorata di lui e, dopo poco, ci siamo sposati. Tutto liscio? No! Il mio più grande cruccio è mia suocera. Flavia, questo è il suo nome, è una donna estremamente antipatica, invadente, despota. Fino a due anni fa, c’era mio suocero che, con una semplice occhiata, riusciva a frenare la sua tagliente lingua, ma, da quando lui è morto, lei non ha più limiti, ed il peggio è che mio marito le dà sempre ragione. Dopo la morte del suocero, ha preteso la domestica, ma poi quella non le è bastata più, ha voluto anche la badante. Ovviamente l'ha scelta lei, giovane bionda dell’est, con un visetto da troia, ma molto simpatica. Io, per mia suocera, sono sempre quella che le ha portato, no, rubato il suo prezioso figliolo; chiaro che non sono, per lei, la scelta giusta; avrebbe preferito una più ricca e bella. Nonostante questo, pretende che noi si vada d’accordo e, appena lei si sente pronta a diventare nonna, le dovremo sfornare anche un nipotino. Io, dopo un po', mi sono rassegnata, convinta anche dalle continue attenzioni di mio marito che, con baci e coccole, mi ha sempre chiesto di lasciar perdere.
«In fondo che ti costa? E' una persona anziana, senza compagno, si sente sola, e poi, a modo suo, ti vuol bene.»
Figuriamoci: non credo proprio mi voglia bene! Se mi odiava, allora sì che avrebbero stati dolori. Ho pazientato, mi son sempre presa cura di lei, anche sapendo che nulla le sarebbe mai andato bene. Ingenuamente, non ho mai fatto caso alle occhiate della badante a mio marito; non ho mai dubitato della sua fedeltà. Un po’ di tempo fa, un pomeriggio, dovevo seguire un corso di quattro ore di aggiornamento, una roba estremamente pallosa, ne avrei avuto fino alle sette e mezzo di sera.
Poco dopo l’inizio del corso, suona il cellulare dell’istruttore, un nostro dirigente, lo vediamo sbiancare, poi termina la conversazione e ci dice che la moglie ed il figlio di sei mesi hanno avuto un brutto incidente; si scusa con noi e ci chiede di interrompere per poter correre in ospedale.
Conoscendo la grande difficoltà che sua moglie aveva avuto per partorire questo bimbo, nessuno di noi ha avuto nulla da obiettare. Tutti ci ritroviamo con il pomeriggio libero. Le mie colleghe mi propongono di andare in giro per negozi, ma io mi sento stanca, piove e fa freddo, sogno un bel bagno caldo nella mia vasca idromassaggio, saluto e torno a casa. Durante il tragitto, sono costretta da dei lavori stradali ad una deviazione, mi ritrovo a passare davanti ad un motel e vedo la vettura di Fabio sfrecciarmi davanti. Resto stupita e incuriosita, mi avvicino giusto quel tanto che basta per vederlo scendere dalla vettura e, mano nella mano, avviarsi verso una piccola costruzione, insieme alla badante di mia suocera. Ero rimasta di ghiaccio! Il sangue non mi scorreva più nelle vene. Stropiccio gli occhi, convinta di sognare, ma è tutto maledettamente vero. Rimango immobile, come pietrificata, non so cosa fare, mi sento come inebetita. Immediatamente una rabbia mi assale, vorrei entrare e urlare con tutto il fiato che ho in gola, ma non ci riesco, resto impietrita lì, sotto la pioggia che mi bagna, incapace di reagire. Dopo un po’, mi avvicino con prudenza alla struttura, silenziosamente, mi accosto al posto dove sono entrati loro e mi rendo conto che, da una finestra, è possibile vedere ciò che succede all'interno, ma, soprattutto, si sente chiaramente quello che dicono; ascolto e resto ancor più amareggiata dalle parole di Fabio.
«Non ti devi preoccupare, lei è così ingenua che non va a pensare che tu mi stai scopando. A volte la sua ingenuità è talmente prevedibile, che mi fa quasi tenerezza. Dai scopiamo, non pensare a lei, tanto non saprà mai di noi due.
La vedo salire su di lui e impalarsi. Mi sento una stupida; non avevo mai pensato che questa troietta potesse portarmi via il marito, che avrà più di me? Va a capirli gli uomini! Inoltre la considerazione che Fabio ha di me, mi ferisce ancora di più. Me ne vado delusa e confusa, mi sento uno schifo. La sera, lui torna felice come sempre, mi bacia e devo subire le sue false attenzioni; mi danno quasi fastidio. Invento che ho dei dolori premestruali e me ne vado a letto, mentre lui, dopo cena, dice che fa un salto da mammina, tanto per vedere come sta. Ipocrita, bugiardo, bastardo! So benissimo che va a dare un saluto a quella puttanella. Passo una notte da schifo, non riesco a dormire nemmeno un po'. Al mattino, lui se ne va e io esco presto; non mi va di passare nel solito bar dove vado sempre; la mia aria distratta e pensierosa susciterebbe tante domande, cui non voglio dare seguito. Mi fermo nel bar della tangenziale, poca gente, e tutta intenta a farsi i fatti sui. Prendo un cornetto ed un cappuccino, mentre sto lì a pensare come fargliela pagare a quel bastardo di Fabio. Sono talmente distratta che non mi accorgo di essermi spostata ed inzuppo il cornetto nel cappuccino del mio vicino. Lui resta stupito, mi guarda e si gira convinto che stiamo girando una scena di Candid Camera; io lo guardo mentre intingo il cornetto e mi rendo conto dell’errore.
«Accidenti, mi scusi, sono così distratta che non mi son resa conto di ciò che facevo; mi scusi, la prego.»
Gli dico, guardandolo in faccia. Mi rendo conto che ho davanti un bell’uomo, alto, capelli bianchi, occhi scuri, un sorriso che mi disarma subito, mettendomi di buon umore.
«Nessun problema, evidentemente il mio cappuccino è più invitante del suo: mi chiamo Mario e lei?»
Mi chiede, continuando a guardarmi sorridendo e porgendomi la mano.
«Liliana... credo che la colazione, questa mattina, spetti a me pagarla.»
Gli rispondo dandogli la mano e sorridendo. Per un momento, sono svaniti i pensieri tristi che avevo.
«Liliana, lasciatelo dire, dovresti sorridere sempre; sei bellissima quando lo fai e, se non sono troppo indiscreto, ti sei distratta per problemi di lavoro o di cuore?»
Mi chiede con un modo estremamente gentile e spiritoso.
«Cuore, purtroppo, e non so come trovare una soluzione.»
È quanto gli rispondo, prima di ripiombare di nuovo nella mia amarezza.
«Ragazza mia, io non son di qui, non sono un tuo conoscente, quindi sono la persona giusta che può ascoltarti e consigliati. Non conosco nessuno tranne te, quindi sono l’elemento più adatto, con cui puoi sfogarti»
Mi dice sottovoce, con un tono serio, ma cordiale. Lo guardo, sono così afflitta, ci rifletto, trovo che la sua è una buona idea; in fondo, con chi ne potrei parlare? Le colleghe? Assolutamente no; le amiche? E chi ne ha di così intime da poter ricevere un buon consiglio? No, ha ragione lui: un estraneo, mai visto e conosciuto, sì, lui è perfetto. Ci spostiamo su un tavolino in disparte, e gli racconto tutto. Lui mi ascolta con grande attenzione, non fa domande, ascolta e basta, poi, quando gli dico che non so che pesci prendere, mi chiede qualche dettaglio.
«Hai detto che tuo marito è molto premuroso, che ti copre di attenzioni, ma che poi si scopa la badante di sua madre: è giusto?»
Gli confermo tutto, lui ci riflette un momento e poi esordisce con un bel piano, almeno come lo definisce lui.
«Per prima cosa devi aver la prova inconfutabile dell’adulterio, magari qualche foto o altro. Poi devi recitare una parte con lui fino a raggiungere un certo scopo; non ti dovrebbe esser difficile, ti dirò nel dettaglio cosa fare e,
infine, puoi prenderti la giusta vendetta, ma al momento opportuno.»
Mi espone la sua idea, tutta d’un fiato. Lo ascolto e mi rendo conto che ha centrato l’obbiettivo; una cosa talmente semplice, impensabile, che potrebbe funzionare proprio perché gioca sulla mia ingenuità e la semplicità dell’idea: semplice ma efficace ed è quello che voglio. Ci scambiamo il numero di cellulare, lui resterà in città tutto il giorno, ci accordiamo per la pausa pranzo. Passo il resto della mattina a pensare a lui e alla sua idea; la trovo veramente ardita, giusta e mi convinco che devo aver la mia vendetta. Ci incontriamo per il pranzo, lo vedo e mi rendo conto che davanti ho un bell’uomo, mi piace, sorride e mi tratta come una dea.
«Se tu fossi mia moglie, non ti metterei da parte per un’altra, ma farei l'amore con te tutti i giorni. Sei molto bella e devi valorizzarti di più. Ti sei accorta del meraviglio lato B che possiedi? E che dire dei tuoi occhi? Bellissimi! Inoltre dovresti indossare capi che esaltano il tuo fisico.
Son sicuro che, sotto i pantaloni, hai un bellissimo paio di gambe, inopportunamente tenute nascoste. Sì, decisamente sei molto bella, un diamante grezzo da tagliare e rendere lucente.»
Parla con un tono di voce che mi fa sciogliere tutta. Durante il pranzo definiamo i dettagli del piano e mi assicuro la sua piena collaborazione. Nei tre giorni seguenti, dietro mie precise informazioni, lui riesce a beccare Fabio con la puttana, gli scatta delle foto e riesce pure a farne due di loro a letto; non potevamo sperare di meglio. Poi scatta la seconda fase. Mi son studiata la parte alla perfezione, devo esser convincente fino in fondo, altrimenti tutto sarà inutile; seguendo i consigli di Mario, mi sento determinata. Mi piace, è meravigliosamente presente: pur lasciandomi campo libero, mi sono trovata spesso a pensarlo.
Per due giorni mi faccio vedere da Fabio sempre triste, depressa. Lui lo nota subito e mi chiede a cosa sia dovuto quel mio stato d’animo, ma io non rispondo, anzi, mi faccio trovare quasi in lacrime: lo vedo preoccupato.
«Amore, dimmi: che ti succede? Ti prego, parla! Dimmi che cosa c’è che non va? Ti prego, non farmi stare in ansia, ti prego.»
Lo vedo teso, cerca di sembrare tranquillo, ma non lo è. Temporeggio un po', tanto per tenerlo sulle spine, poi, in lacrime, eseguo la mia recita.
«Scusami, amore, ma mi è difficile spiegarti quello che non va; mi sento male per te, ti ho offeso e non so come rimediare: mi spiace.»
E giù a lacrimare. Lo vedo molto preoccupato, teso, allora, dietro l’ennesima insistenza, parlo lentamente, dispiaciuta.
«Amore, sono una stupida! Mi potrai perdonare? È che, da alcune notti, sogno di tradirti con un altro uomo. Non ne vedo il viso, ma il sogno è ricorrente e questo mi fa star male; sono dispiaciuta per te.»
Parlo a testa bassa, con le lacrime agli occhi. Lui rimane un momento in silenzio, si rende conto di quello che dico e realizza che la mia ingenuità è grande: si rilassa.
«Amore, basta, non piangere più, non è successo nulla. Ti prego, smetti di preoccuparti. Io ti amo e tu non devi farti perdonare nulla. È un sogno, non vale. Io ti amo, dai, smetti di piangere.»
Parla, respirando piano. Mi rendo conto che si sta rilassando, evidentemente era teso per il timore che potessi aver scoperto la sua tresca con l’altra, ma è qui che scatta la trappola.
«Sì, fai presto tu; oggi mi perdoni e magari domani ti arrabbi e mi lasci; io non potrei vivere senza di te. Le parole si dimenticano facilmente e, per questo, se lo sogno ancora mi sento male.»
Parlo e lo abbraccio forte. Lui esita e poi reagisce come previsto. Prende un foglio di carta e scrive di suo pugno.
«Io Fabio *****, con la presente, autorizzo mia moglie Liliana a tradirmi tutte le volte che vuole, di giorno o di notte, anche 100 volte; non le creerò alcun problema per il suo adulterio nei miei confronti. Sarà libera di tradirmi dove e con chi vuole. In fede Fabio***** .»
Mi porge il foglio, fingo di ignorarlo, lo abbraccio e bacio con passione, porto le mani sul suo membro, che accarezzo da sopra la stoffa. Lui si eccita, mi spinge di lato e, sollevata la camicia da notte e tirato fuori l’uccello, me lo infila dentro, senza nessun preliminare. Mi fa male, ma lui non se ne importa più di tanto, stringo i denti e resisto; lui si muove in fretta e, poco dopo, scarica dentro di me una abbondante gemendo sborrata, di solo suo piacere.
«Vedi, amore, ti amo e non ti devi preoccupare; sei più tranquilla ora, vero?»
Mi dà un ultimo bacio e si gira per dormire. Esco, vado in bagno, mi lavo e mi tocco; chiudo gli occhi e penso a Mario. Mi infilo due dita dentro, gemo di piacere, ma in silenzio. Quando torno in camera, lui dorme, prendo il prezioso documento e lo metto nella mia borsa; ora scatta la fase finale o, meglio, l’inizio della mia vendetta. L’indomani mi sento con Mario, gli racconto il buon esito del piano, lui mi dice che non aveva dubbi, mi chiede quando voglio attuare la mia vendetta, ci penso e lo invito a raggiungermi.
«Ti andrebbe di vederci?»
Gli chiedo con un tono languido di voce.
Due giorni dopo, stiamo insieme. Mi porta nella villa di un suo amico in riva al lago. Una volta dentro, lo abbraccio, sento il suo prepotente desiderio.
«Ti voglio, prendimi, ma sii dolce, ti prego.»
Gli sussurro, distendendomi nuda sul letto.
Si spoglia lentamente, ha un fisico da far invidia a tanti ventenni, lentamente si distende al mio fianco. Comincia a toccarmi e leccarmi dappertutto; è un demonio di bravura unica o, forse, sono io che ho un dannato desiderio di lui. Mi strappa un orgasmo che nemmeno mi aspettavo. Godo, urlo e godo di nuovo. La sua lingua è tremenda, esplora ogni singola piega della mia patatina, facendomi morire di piacere. Ho avuto tre orgasmi e ancora non l’ho nemmeno toccato, sto impazzendo dalla voglia di averlo dentro, ma lui dosa magistralmente piacere e lentezza, in una sapiente miscela di sensazioni che mi mandano via di testa. Poi mi permette di prendere il suo palo in bocca. Mi ritrovo un bel cazzo di ottime dimensioni fra le mie labbra, lo succhio, lui non dice nulla, mi osserva e lascia fare. Mi rendo conto della mia poca esperienza; lo guardo quasi ad implorare di prendermi, lui sorride, mi trascina su di sé. Sento la mia pancia a contatto con il suo membro, lo voglio dentro, lui lo capisce, io mi sollevo e me lo infilo dentro tutto, fino in fondo. In verticale su di lui, resto a bocca aperta quando lo sento sbattere in fondo all’utero; vorrei urlare, ma le parole non mi escono; resto solo a bocca aperta e godo! Mi lascia divertire per un po’. Poi, giusto il tempo di avere altri due orgasmi, mi distende di fianco e comincia a pomparmi con un ritmo sconvolgente, rapido e lento, a fondo o con la sola punta dentro, impazzisco, vengo e godo a raffica. Sconvolta lo bacio, piango di piacere, non avevo mai goduto tanto.
«Godi che, quando sarai sazia, con te godrò anch'io.»
Mi dice sussurrandomi le parole all’orecchio. Perdo il conto degli orgasmi, del tempo, non so più dove sono. Stravolta lo bacio con passione e lo imploro di venire. Si muove più veloce, mi strappa l’ennesimo orgasmo, poi esplode dentro di me. Sento i getti caldi inondarmi l’utero; si tiene ben piantato dentro, ho l’ennesimo orgasmo e resto abbracciata a lui. Dopo un po’ di tempo, lui continua a passare la sua mano sul mio corpo, accarezzandolo piano, mi sto eccitando di nuovo, poi lui esplora anche il mio fiorellino poteriore. Fremo, lui mi guarda.
«Lo prendi anche qui?»
Chiede sempre continuando a toccarmi dolcemente.
«No, sono vergine, mai provato, ma, se mi prometti di esser delicato, vorrei farlo con te, ora.»
Senza aggiungere altro, mi giro di schiena. Mi fa mettere in ginocchio, lui si mette di lato e, con la mano sinistra, mi stuzzica il bottoncino davanti, mentre, con la destra, mi accarezza dietro. Lo fa in modo delicato, ma deciso, sento che raccoglie lo sperma che mi cola davanti e lo spalma dietro, insinua un dito dentro, lentamente. Mi piace, avverto che sto provando un piacere nuovo, lo voglio, lui, con pazienza, continua lubrificare il buco e, senza accorgermi, mi mette dentro due dita, mi tortura davanti meravigliosamente, poi fa colare della saliva e continua a ruotare le dita dentro, fin quando si rende conto che son pronta.
«Prendilo in bocca, leccalo, bagnalo, sputaci sopra della saliva.»
Mi dice, offrendomi il cazzo, di nuovo duro. Lo bagno, lo succhio e lo sento ben sodo, lui si mette dietro di me e, pian piano, mi infila la punta. Lo sento entrare, mi apre, spinge piano, io mi masturbo davanti, cerco di infilarmi due dita dentro, ma non ci riesco. Allora mi scateno sul mio clito, lo torturo e, intanto, sento lui che sprofonda nel mio intestino. Lo agevolo nel compito, spingendo il corpo indietro, così da farmi penetrare fin in fondo. Avverto un lieve bruciore, lui resta un momento fermo, poi si scatena. Mi afferra per i fianchi e mi pompa, mi sfonda, godo e godo ancora, urlo e lo incito a darmelo tutto. Lui mi chiava fin quando lo imploro di sborrare. Affonda un ultimo colpo e mi riversa un'enorma quantità di calda sborra nell’intestino. Mi distendo sfinita, lui mi bacia e continua ad accarezzarmi piano.
Tre giorni dopo, è il mio anniversario di nozze, ritengo sia la data giusta per la mia vendetta. Fabio, per far contenta mammina che non vuole che noi festeggiamo, lo trattiene a cena da lei ed io, che ho altri programmi, non partecipo, anzi, quando lui torna gli faccio trovare la sorpresa che ho organizzato insieme a Mario. Completamente nuda e distesa sul letto, mi sto facendo sbattere da tre maschi molto dotati, amici di Mario. Lui controlla il rientro di Fabio e, quando irrompe in camera da letto, va su tutte le furie.
«Brutta puttana: che fai? Ma sei impazzita? Mi tradisci con quattro uomini? Io ti rovino, ti sbatto fuori casa e ti lascio senza un soldo! Troia che non sei altro.»
Mi urla mentre i miei maschi, tutti nudi, ma molto più dotati in tutto rispetto a lui, si sistemano intorno a me, pronti a difendermi.
«Ma che urli: sono solo quattro!»
Rispondo io per farlo infuriare di più.
«Poi, non sono tue le parole quando dicevi che ero troppo stupida ed ingenua da far pena? Non credevi che questa passera potesse pareggiare il conto che tu hai aperto con quella troia della badante che ti scopi? Mio caro, non hai nulla da strillare, perché ho le prove delle corna che mi hai messo scopando con quella vacca.»
E' quanto dico ora che son in piedi davanti a lui. Ha il viso rosso, l’ho beccato sul vivo, quando affondo l’ultimo colpo.
«Inoltre, cari amici, leggete questo.»
Tiro fuori dalla borsa il foglio che lui mi ha firmato e lo consegno a Mario, che lo legge ad alta voce. Fabio mi guarda stupito, incredulo, paonazzo dalla rabbia.
«Ma che dici? Quello non vale. Ti sei presa gioco di me!»
Balbetta, con poca convinzione. Mario lo guarda ed affonda il colpo.
«Invece direi che ha tutto il valore necessario: da quello che sta scritto qui, lei ha diritto a scoparsi altri 96 maschi, perciò ti conviene tacere.»
Lo guardo con disprezzo e lo distruggo psicologicamente.
«Allora, caro il mio maritino, siediti e guarda come dei veri UOMINI mi fanno godere. Se poi vuoi renderti utile, va in cucina e prepara del caffè: la notte sarà lunga!»
Senza aggiungere altro, mi distendendo di nuovo sul letto. Guardo Mario gli sorrido e gli prendo il cazzo in bocca.
La mia vendetta è appena cominciata.
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Un triangolo tanto sognato
Era il lontano 2011, lavoravo come commesso in un negozio del centro storico di Ferrara e la clientela era quasi tutta over 40, specialmente di sesso femminile.
Io ero il tuttofare e mi prestavo anche per portare la spesa in auto alle signore.
Un pomeriggio, dopo aver allestito gli scaffali del negozio, mi stiro, con le mani appoggiate ai fianchi e sussurrando: aahhh, che dolore alla schiena, mi ci vorrebbe un massaggio rigenerante.
Non mi accorgo che una signora mi stava osservando e con il sorriso sulle labbra mi si avvicina.
Capisco che tu sia stanco, è un lavoro pesante e con tante ore in piedi.
Piacere mi chiamo Letizia, porgendomi la mano.
Piacere mio, Franco per servirla.
Ho sentito che hai detto sottovoce che ti servirebbe un massaggio, mi chiede, eh si rispondo io, mi ci vorrebbe proprio, mi lascerei andare completamente al piacere rilassante.
La signora infila una mano nella borsetta ed estrae un biglietto da visita, ecco, se posso esserti utile chiamami per un appuntamento mi dice.
Leggo velocemente e c'è scritto Letizia fisioterapista ecc ecc.
Grazie esclamo, sembra che sia arrivata al momento giusto, rivolgendomi e dando del "Lei"
La signora avrà avuto circa 55/58 anni molto curata e gentilissima.
Io all'epoca ne avevo circa 48 e avevo sempre la curiosità di esplorare qualsiasi cosa nuova mi si presentasse.
Congedandosi , mi rinnova l'invito a chiamarla al più presto, ha posto nei prossimi tre giorni dopodiché sarebbe partita per una crociera
Ok rispondo io, non mancherò, grazie infinite.
L'indomani con un pò di titubanza chiamo, sperando quasi non rispondesse, invece dopo il terzo trillo, pronto?
Una voce sensuale, calda e calma mi risponde.
Buongiorno, sono Franco il commesso del negozio, parlo con la signora Letizia?
Si sono io in persona, aspettavo la tua chiamata, se vuoi venire oggi pomeriggio, non ho appuntamenti fino sera.
Va bene, vengo sicuramente tra un'ora all'indirizzo che leggo sul biglietto da visita.
Ok Franco ti aspetto, a più tardi, click e chiude la chiamata.
Erano le 15 di un pomeriggio di giugno, l'aria era già molto calda qui a Ferrara, clima estivo, e io con un pantaloncino corto e una polo fresca di bucato arrivo all'indirizzo, una villetta a schiera in zona residenziale circondata da tanto verde e giardini attrezzati per bambini.
La zona la conosco bene, è una delle zone signorili di Ferrara.
Suono, sento il tiro del cancelletto che apre, entro, salgo qualche gradito e noto la porta d'ingresso socchiusa, busso spingendola per aprirla, vieni Franco accomodati.
Vedo Letizia, una donna stupenda, capelli neri raccolti da un mollettone lucicante, camice bianco leggermente sbottonato sul davanti che fa intravedere un body nero e il taglio coscia calzando sandali bianchi con tacco.
Che caldo, esclama lei, ho dovuto accendere l'aria condizionata altrimenti non ci si dura.
Eh si, confermo io, oggi è veramente molto caldo, frasi di circostanza così tanto per rompere il ghiaccio.
Vieni Franco, mi dice, accomodati in salotto, una sala con due divani grandi, fresca e ordinata.
Gradisci un bicchiere di acqua fresca? Um prosecco? Una bevanda alla frutta?
Un prosecco ci starebbe bene rispondo io.
Mi sembra giusto aggiunge lei e prende fuori la bottiglia dal frigobar, ti va di aprirla?
Mi chiede.
Con piacere rispondo io, stappo la bottiglia trattenendo il tappo per non farlo partire a proiettile, poi verso nei flut
Propongo questo brindisi a noi due dice Letizia, cin cin a noi due dico io facendo toccare i due bicchieri.
Eccellente, freddo come piace a me, esclamo, ci sta a meraviglia.
Il ghiaccio si stava sciogliendo, lei sembrava non avere nessuna fretta di arrivare al motivo per cui ero andato lì, si chiacchiera di tante cose nel mentre si beveva anche il secondo bicchiere di quel buon vino frizzante.
Allora Franco mi dice, dimmi dove senti dolore, se hai fatto movimenti bruschi e se è tanto tempo che ne soffri.
Io spiego accuratamente toccandomi le zone interessate.
Ok, vieni mi dice Letizia, accomodati in questa stanza.
Vedo un lettino professionale, un letto ad una piazza e mezza , due comodini e una vetrinetta con diversi oggetti all'interno ma non distinguo cosa per via dei vetri satinati.
Spogliati e stenditi pancia sotto mi dice Letizia, io eseguo, via la maglietta, via i pantaloncini e rimango con il boxer, mi accomodo sul lettino dove c'era un telo di carta di quelli che si srotolano, usa e getta.
Qualche istante ed entra pure lei.
Eccoci qui, se senti dolore dimmelo, si raccomanda.
Sento che fa cadere sulle spalle e un po sulla schiena olio tiepido versato da un'ampolla, si sfrega le mani e inizia un massaggio energico, prima sulle spalle, poi sulle scapole e via fino alla parte indolenzita dove sento un leggero fastidio che poco dopo scompare.
Si sofferma sulla zona lombare per poi fermarsi, prendere ancora l'ampolla e versare olio sulle gambe.
Parte dai piedi, un massaggio dove sento un piacevole benessere che si trasmette fino al collo.
Lei continua nel massaggio percorrendo le gambe, prima una poi l'altra.
Sei magro mi dice, sei un peso forma, non dovresti avere questi disturbi alla schiena, vedrai che con pochi massaggi tutto passa mi rassicura.
Continuando a massaggiare, sento e anzi, dentro di me lo spero anche, che con le mani si avvicina sempre più alla parte interna delle cosce fino all'inguine, è troppo piacevole, eccitante, perché io fantastico molto facilmente.
Cavolo!! Esclamo io, non lo avevo messo in conto dico sottovoce.
Letizia mi chiede cosa succede,
io rispondo, niente niente cercando di sistemare il mio pisello che si era un pò svegliato, quasi con imbarazzo.
Lei, che non è sicuramente un'ingenua, mi dice sorridendo: tranquillo non mi scandalizzo.
Ormai sentivo dentro di me quella voglia di essere toccato, massaggiato proprio la, tra le gambe e invece lei continua con il massaggio arrivando alle chiappe, le sue mani le sentivo in zona anale quasi a sfiorarmi l'ano, era così piacevole che speravo continuasse.
Cosa ne dici se ti sfilo il boxer?
Mi chiede con voce calma e pacata.
Mi vergogno un pò ma va bene rispondo io.
Con fare delicato mi sfila il boxer e rimango completamente nudo.
Ok adesso continuo il massaggio dice, versando olio sulle chiappe dove sento che gocciola anche nel solco anale fino ai testicoli.
Il massaggio si concentra proprio sul mio sedere, ci sa fare, mi piace veramente tanto.
Premetto che già in passato vedendo qualche video hard avevo visto e mi ero pure eccitato quando una donna ha fatto un massaggio prostatico ad un uomo ma non l'avevo mai provato di persona.
Dopo qualche minuto di massaggio sulle gambe e nautiche, Letizia si ferma, apre il cassetto del comodino e prende dei guantini in lattice bianchi e li infila alle mani.
Adesso Franco ti porto in paradiso mi dice, o se preferisci all'inferno dove tutto è concesso lasciandosi andare in una dolce risata.
Con voce bassa le dico che mi sta piacendo molto quel massaggio, continui le dico.
Cavolo!!! Si stava avverando quello che tanto desideravo, sento che poco alla volta mi allarga le chiappe, e con l'olio mi unge bene l'orifizio anale, sarò molto delicata mi rassicura e vedrai quanto ti piace mi dice.
Io lascio fare fiducioso, sento che un dito mi penetra, è piacevolissimo, lei è veramente delicata, e nel mentre mi dice che ora va a stimolare la prostata per farmi provare un piacere intenso.
Io ero immobile ma mi accorgo che il mio pisello era sempre più duro, lo sistemo bene sotto la pancia in posizione verticale al corpo.
Lei, vedendo che ho alzato il sedere per sistemarmi mi chiede: vedo che ti piace, non avevo dubbi, a voi uomini piace veramente tanto.
La stimolazione anale continua con un secondo dito inserito, sento un poco di resistenza ma era troppo bello anche perché Letizia ha le mani belle affusolate, non grandi e con unghie smaltate ma corte.
Ti piace Franco? Mi chiede
Si mi piace tantissimo rispondo.
Ok non voglio proseguire oltre perché non voglio rovinare la sorpresa che ho per te ma ti chiedo di non opporre resistenza se vuoi provare un grande piacere sia fisico che mentale.
Io le dico che sono completamente nelle sue mani, mi fido ciecamente.
Bravo mi dice dandomi una dolce pacca sonora su una chiappa, adesso inizia un bel gioco.
Si avvicina alla vetrinetta, apre la prima anta e prende un aggeggio che è semi nascosto da lei, si gira e vedo che alza una gamba come per mettersi delle mutandine ma non vedo ancora bene perché il camice copre tutto, noto che tira dai lati una cinghia nera e poi si gira verso di me.
Cavolo!! Esclamo io, no no, quello no le dico alzandomi seduto sul lettino.
Franco, vuoi provare e vivere un grande piacere che non dimenticherai mai? Mi chiede
No, non voglio quel coso ribatto io
Si chiama Strapon mi dice Letizia con il sorriso, ti farà provare un piacere assoluto, devi credermi, avvicinandosi a me e facendo cadere il camice rimanendo con il body nero e quel "cazzo" finto nero che le penzolava tra le gambe.
In un attimo percorro con lo sguardo tutto il suo corpo, una visione stupenda, era bella, un corpo da favola nonostante i quasi 60 anni che le davo, gambe bellissime e devo dire la verità, quel dildo che aveva indossato le stava a meraviglia.
Va bene dico io però non voglio sen dolore e poi voglio anche dirle che non sono gay, non ho mai provato una cosa cosi.
Ma tesoro, mi dice Letizia, questo lo adorano praticamente tutti gli uomini, soprattutto quelli etero, non ti devi preoccupare, lasciati andare senza pensarci e viviti questo momento.
Complice i due bicchieri di prosecco che mi stavano dando una mano, acconsento.
Vieni prendendomi per mano, scendi dal lettino e accomodati qui sul letto che stiamo meglio.
Io eseguo senza proferir parola, mi stendo sul letto ma lei mi dice: eh no così, vieni, mettiti in posizione pecorina così posso darti il massimo piacere.
Dentro di me tremavo un pò ma mi rendevo conto che ero trasportato da quella situazione, mi stava prendendo soprattutto la mente, Letizia era padrona di tutto quello che stava succedendo, era dolce e delicata.
Bene, adesso cerca di rilassarti più che puoi, stai vivendo una cosa stupenda mi dice prendendo in mano un altro gingillo color viola, era un piccolo cono.
Franco, adesso ti inserisco questo plug che serve per dilatare lo sfintere e la corona anale, ti piacerà tanto.
Sento una leggera pressione, mmmm dico io con un sospiro.
Ecco che è entrato mi dice Letizia iniziando a massaggiarmi le palle delicatamente.
Non c'è la faccio a trattenere quello che pensavo, mi piace tantissimo le dico, non credevo fosse così eccitante.
Lo so tesoro che ti piace, vedrai tra poco cosa proverai, continuando a stringermi delicatamente le palle che avevano procurato una buona erezione da parte mia.
Guarda guarda dice Letizia, vedo che ti sei eccitato, percorrendo l'asta del mio uccello cona la mano.
Adesso vedrai cosa ti faccio provare, sfilando quel plug dal mio ano.
Lei si alza in piedi, si posiziona dietro di me, prende un tubetto di gel lubrificante, lo spalma sul dildo che ha legato in cintura e poi ne mette ancora sul mio buco voglioso inserendo prima uno poi due dita.
Sei pronto tesoro mi dice
Sento quel cazzo che avrà avuto una misura di 18 cm non troppo grosso, circa come il mio uccello che si appoggia al buco del culo, sento un pò di pressione e...
aahhh, esclamo io.
Shhhhh, sento che Letizia mi dice di stare zitto, dai che lo so quanto ti piace, che lo avrai sempre desiderato, mi dice con voce più autoritaria, goditi questo bel cazzo tesoro.
Una spinta ed era dentro, lo sentivo tutto, mi stava riempiendo, era lungo e grosso per me, sentivo un po di bruciore ma dopo alcune pompate stava arrivando il piacere, mi piaceva tantissimo, soprattutto sapere che era Letizia a farmi quella cosa, una donna molto bella e matura.
Ti piace vero Franco? Lo vedo quanto ti piace il cazzo, scopandomi sempre più con vigore andando a sfregare qualcosa di eccitante dentro di me.
Masturbati se lo desideri mi diceva, lo so quanto ti piace dai tesoro che ti sto inculando come hai sempre desiderato.
Le sue parole mi eccitavano sempre di più la mente, mi piaceva da morire quel turpiloquio e soprattutto quel cazzo che mi stava scopando così bene il culo.
5 minuti di pompate a ritmo regolare, mi stavano portando in estasi, mi stavo masturbando mentre Letizia mi inculava e mi dava anche qualche sculacciata dicendomi: ti piace il cazzo nel culo vero troia... siete tutti uguali voi maschietti, vi piace il cazzo più della figa è vero Franco?
Sciaff, con una bella pacca sonora sul culo, dillo che ti piace dilloooo
Si mi piace tantissimo, siiii siiii lasciandomi andare ad un piacere immenso e una eiaculazione a getto che non avevo mai provato prima.
Dopo qualche pompata, Letizia sfila quel cazzo nero dal mio culo, ho sentito come una liberazione ma nello stesso tempo ho sentito il piacere che mi ha lasciato e mi sono steso sul letto quasi sfinito.
Letizia si era venuta a sedere di fianco a me a bordo letto e accarezzandomi il viso mi chiede:
Ti è piaciuto davvero così tanto?
Si le rispondo, mi è piaciuto veramente tanto, non avrei mai pensato di provare questo piacere unico.
Lei sorridendo mi dice che lo aveva immaginato, che non dovevo sentirmi diverso anzi, che era um nuovo modo di provare piacere.
Dopo dieci minuti di chiacchiere, mi sono alzato dal letto e mi ha invitato di andare al bagno per rinfrescarmi.
Nel bagno c'erano asciugamani puliti di un buon cotone morbido, saponi e detergenti vari per una buona pulizia e rinfrescata.
Nel frattempo Letizia aveva indossato nuovamente il camice bianco, aveva sfilato lo Strapon e si era seduta in sala sul divano.
Vieni Franco accomodati qui vicino a me, versando un altro bicchiere di prosecco.
Cin cin, al nostro incontro, brinda Letizia.
Al nostro incontro ribatto io che è stato una grande sorpresa per me e che mi è piaciuto tantissimo
Continuiamo a parlare altri dieci minuti finché le chiedo il costo del massaggio.
Allora Franco, dice Letizia, questa prima seduta è offerta poi se vorrai venire a farne altri ti dirò anche il costo.
Per quanto riguarda la sessione Pegging, anche questa prima volta te la offro io e se lo vorrai, tutte le volte che lo vorrai, mi chiami per fissare un appuntamento e ti dirò il costo della prestazione.
Diciamo che lo faccio per arrotondare, che è un extra lavoro mettiamola così.
Ok, rispondo io, la ringrazio per quel bellissimo pomeriggio di puro piacere, che l'avrei chiamata sicuramente altre volte per la sessione Strapon.
Con un sorriso e una stretta di mano ci siamo salutati.
Non ho saputo resistere, ci sono tornato altre due volte ma ahimè, il costo era abbastanza elevato per le mie tasche, lei una donna stupenda e molto professionale che ci sapeva fare veramente tanto.
Da allora, se mi capita una donna che indossa lo Strapon non me la faccio scappare.
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ritter,
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Tale padre, tale figlio
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Mi chiamo Lucio, ho 52 anni, sono alto, spalle larghe ed un bel fisico asciutto, che mantengo in perfetta forma grazie ad allenamenti giornalieri, essendo un sommozzatore dei vigili del fuoco. Sono sposato da trent’anni con Maria, una bella donna, mia coetanea, capelli castani, occhi chiari ed un bel seno, ancora alto e sodo ed un bel culo, abbastanza prominente, posto al culmine di cosce snelle. In tutti questi anni di matrimonio, casualmente, ho scoperto che uno dei miei figli, Luigi, che è il più grande, non è mio figlio. Mentre per Stefano, il secondo genito, non ho dubbi, con lui ho avuto la certezza per puro caso. Avevo qualche dubbio, perché quando mia moglie è rimasta incinta, ero già un vigile del fuoco e, per un lungo periodo, oltre una quarantina di giorni, sono stato impegnato in un devastante terremoto in alta Italia e, al mio ritorno, mia moglie mi disse di esser incinta. La notizia di diventar padre mi aveva, in un primo momento, reso più che felice, ma poi, col tempo, mi son accorto che qualcosa non quadrava. Durante tutto il periodo in cui io ero stato impegnato nei soccorsi per il terremoto, mia moglie, per non dormire da sola all'epoca avevamo comprato una casa in periferia a ridosso di un bosco, si era trasferita a casa dei miei genitori. Mia madre lavorava ancora come infermiera, mentre mio padre era andato in pensione l'anno precedente, anch'egli vigile del fuoco. Questo dettaglio mi è venuto in mente molto tempo dopo, quando mi son reso conto che mio padre era particolarmente affezionato, sia a mia moglie che a mio figlio. Qualche anno dopo, durante un’esercitazione, cui avevano partecipato anche i miei figli, casualmente, ci fu offerto di fare il test del DNA, come esperimento per l'identificazione di persone perite a seguito di crolli ed impossibili da identificare. Ricordo che i risultati mi furono consegnati in busta sigillata, perché, in ogni caso, costituivano elemento della privacy. Quando andai a leggere i risultati, mi colpì il fatto che, mentre Stefano aveva la metà del mio patrimonio genetico, per Luigi, quel patrimonio era ridotto ad un quarto. Mi son informato in maniera molto discreta e, alla fine, son giunto alla conclusione che se Luigi aveva un quarto del patrimonio genetico, l'unico che poteva averglielo trasmesso doveva esser stato mio padre. Con mia moglie non avevo mai parlato di quella mia scoperta, fino a che, un giorno che mio padre era molto malato, mi confessò che, prima di morire, doveva togliersi un peso dalla coscienza. Non gli ho permesso di dire nulla, perché gli ho detto che sapevo già tutto e, quindi, la questione poteva esser considerata caduta in prescrizione. Ho solo voluto che morisse sereno, mentre io, dopo il funesto evento, ho preso mia moglie in disparte e, una sera che eravamo da soli, le ho chiesto di dirmi tutta la verità. All'inizio ha provato a negare e allora le ho mostrato il test del DNA e le ho detto anche che mio padre, in punto di morte, mi aveva confessato tutto. Lei è rimasta molto stupita, ma poi alla fine ha ammesso che una sera in cui si sentiva particolarmente eccitata, si era messa a parlare con mio padre e, alla fine, erano finiti a letto insieme; lui l'aveva scopata e riempita, incurante del fatto che lei non prendeva alcun tipo di precauzione. Era successo una sola volta e, quando aveva scoperto di esser incinta, era stato proprio lui a pregarla di non dir niente. Era stata la debolezza di un momento e adesso che i ragazzi erano cresciuti, lei era pronta ad assumersi ogni responsabilità. Avevo riflettuto molto su questa faccenda ed ero giunto alla conclusione che ormai la questione, come avevo detto a mio padre, poteva considerarsi più che superata. Però il destino aveva deciso per me una specie di rivincita, che sarebbe maturata da lì a qualche anno. Dei miei due figli, solo Stefano aveva deciso di intraprendere il mio stesso lavoro, mentre Luigi si era diplomato in ingegneria petrolifera e dopo un mese che si era sposato con Federica, era stato assunto da una grande compagnia petrolifera che, dopo qualche tempo, lo ha spedito su una piattaforma nel mare del Nord. Ammetto che ero rimasto molto colpito dalla bellezza di mia nuora. Alta oltre la media, mora, con i capelli ricci, occhi neri, un bel seno, non troppo grosso ma di una terza piena, un bel ventre piatto ed un culo a mandolino da far impazzire finanche un santo. La consideravo una brava ragazza e non mi sarei mai aspettato di trovarmi nella condizione in cui, casualmente, mi son trovato qualche tempo dopo il loro matrimonio. Durante il primo mese, mia nuora non avvertì alcun problema circa l'assenza di suo marito. Essi abitavano in un appartamento distante dal nostro e lei, per mangiare qualcosa, avendo il lavoro a due passi da casa nostra, veniva tutti i giorni a pranzo da noi.
Al secondo mese, Federica era molto nervosa; a causa dei miei turni al lavoro, capitava spesso che pranzassimo assieme e lei non si faceva scrupolo di sfogarsi con me.
«Accidenti al mondo! Luigi non viene a casa nemmeno questo mese. Lucio son due mesi che non lo vedo ed io… io ho voglia di divertirmi un po’. Quando c'era lui, andavamo in giro per locali con tutta la banda di amici, ma ora son qui, reclusa in casa. Non ce la faccio più»
Allora, una sera, decisi di accontentarla.
«Senti, che ne dici se domani sera usciamo assieme? Maria ha il doppio turno in ospedale e non torna prima delle due del pomeriggio di domenica e anch'io ho voglia di distrarmi un po'. Mi è sempre piaciuto ballare il latino/americano e, se svuoi, andremo a divertirci. Che ne pensi? Ti va?»
Lei ha fatto salti di gioia e mi ha dato un bacio, dopo avermi abbracciato forte.
«Mi va? Sì, che mi va! Eccome se mi va! Lucio sei il mio angelo salvatore!»
Mi son messo in ghingheri e siamo andati a ballare. Ci siamo trasferiti in una nota località balneare, famosa per i suoi locali da ballo; siamo entrati in uno di questi, dove abbiamo deciso di trascorrervi l'intera notte. Sembrava impazzita! Io adoro ballare soprattutto samba, rumba, bachata, salsa e merengue. Non si è persa un ballo! È rimasta tutta la serata attaccata a me come un francobollo e, in più di un'occasione, ho sentito che è venuta a strofinarsi contro il mio pacco, non completamente duro, ma abbastanza turgido. Quando siamo usciti dal locale, era quasi l'alba, eravamo stanchi, così, per non correre rischi, al primo motel lungo la strada ho chiesto se avevano due camere. Il proprietario mi ha detto che aveva disponibile solo una matrimoniale e Federica mi ha guardato dicendo che per lei andava bene lo stesso. Così siamo entrati nella camera, lei è subito corsa in bagno e, quando è uscita, indossava una camicia da notte cortissima, nera, trasparentissima e molto sexy. Era così trasparente che si poteva vedere tutto. Era praticamente nuda! Sono rimasto un attimo sorpreso.
«Federica io … dormirò sul divano, tu va pure a letto.»
L’ho fissata era stravolta. Aveva una fighetta piccola e depilata ed erano visibili le due grandi labbra, che fuoruscivano dal triangolino dell’esiguo perizoma nero, mentre il filo che lo reggeva era dentro il solco delle sue natiche tonde ed alte. Non ho avuto il tempo di andarmi a rifugiare in bagno, che il mio cazzo è diventato duro all’istante. Lei se ne è accorta subito che mi era diventato duro e, guardandomi negli occhi, si è messa ridere e ci ha scherzato un po'.
«Vedo che sei uno che si accende subito! Davvero ti ho eccitato? Accidenti, mi sembra proprio di sì!»
Ammetto che ero in imbarazzo. Non immaginavo che saremmo finiti in una simile situazione. Pensavo che saremmo andati a dormire, perché molto stanchi e basta, invece qui la situazione stava prendendo una piega davvero imprevista. Ho cercato di guadagnare il bagno.
«No.… no... va tutto bene... ora vado a cambiarmi per la notte, tu, intanto, mettiti a letto.»
Ho cercato di andare in bagno, per togliermi dall’imbarazzante situazione che ero certo non avrei saputo controllare. Lei mi ha preso per il braccio e mi ha tirato verso di sé.
«Dove scappi? Dai vieni qua! Lo vedo che ti sei eccitato ed io ho tanto bisogno di un cazzo che mi penetri la fica. Mi hai fatto eccitare tutta la notte, quindi, o me lo dai adesso tu, o me ne vado fuori così abbigliata e vediamo chi mi scopa! Ho una voglia incontenibile! Dai, scopami tu! Ti prego, non resisto più!»
Un attimo dopo si è inginocchiata davanti a me, mi ha aperto la patta dei pantaloni e mi ha tirato fuori il cazzo, quasi completamente duro. Grande è stato il suo stupore quando si è trovata davanti la mia bestia: un cazzone lungo oltre i venti e molto grosso di spessore!
«Oh, mio Dio! Ma tu ce l’hai molto più grosso e lungo di tuo figlio! Cazzo avrei dovuto sposare te, non lui!»
Mi è venuto da ridere. Dentro di me sapevo per quale motivo lo aveva più piccolo. Così ho deciso che adesso mi sarei preso una piccola rivincita.
«Dammi un attimo che mi spoglio e poi ci divertiamo!»
Un attimo dopo, ero nudo, ci siamo sdraiati sul letto ed abbiamo iniziato un meraviglioso 69. Ha preso a succhiarmi il cazzo in una maniera bellissima: lo leccava e ricopriva di saliva, poi, se lo infilava giù tutto nella gola, fin in fondo. Mi son reso conto di avere una nuora che era un'esperta bocchinara! Naturalmente le ho ricambiato il piacere, facendo scorrere ripetutamente la mia lingua tra le pieghe della sua vagina e martellando e succhiando con vigore il suo clitoride, alquanto pronunciato, che sporgeva come un piccolo cazzetto da quelle sue labbra: era simile ad una pesca succosa. Ha avuto un orgasmo sconvolgente, che mi ha urlato a bocca piena, mentre riempiva la mia di nettare dolcissimo, che ho raccolto ed ingoiato fino all'ultima stilla. L'ho lasciata godere ancora un po', poi mi son rigirato e mi son posizionato tra le sue cosce ben aperte e, dopo aver appoggiato la punta della verga sul suo spacco, completamente fradicio, con un solo affondo gliel'ho affondata tutta dentro. Lei ha avuto un sussulto e mi ha guardato a bocca aperta.
«Accidenti, che mazza che hai! Mi sfondi! Sì, la voglio, ma… dai, fa piano... mi stai aprendo tutta. Mi spacchi la fica. Cazzo mi sembra di perdere adesso la verginità! Dai, fottimi... fottimi, toro meraviglioso! Dai, che hai trovato la tua puttanella; da oggi in poi, solo il tuo cazzo mi farà godere! Scopami fortissimo! Dai che …oddio: già vengo! Pazzesco! Mi fai già godere?»
Ho preso a pomparla con un ritmo molto sostenuto e lei ha iniziato a godere di continuo. Poi l’ho mesa di lato, le ho infilato la bestia da dietro e, mentre la chiavavo, con una mano, le massaggiavo il clitoride e con l’altra le torturavo i capezzoli. Ha avuto altri due orgasmi sconvolgenti.
«Vengo! Sei un meraviglioso stallone! Mi fai godere! Vengo! Ancora, non ti fermare che… oddio, già vengo?»
Ero anch’io molto contento. Da tempo non scopavo con una puttanella giovane; avevo della carne fresca e tenera, che si squagliava sotto i miei colpi, sempre più profondi e scomposti. La stavo devastando senza nessun riguardo. L’ho pompata ancora per diversi minuti e lei ha goduto di nuovo, poi, mi son scaricato dentro di lei, schizzando tutto il mio sperma in quella fica goduriosa.
«Piccola troietta, sto sborrando! Lo senti come te la farcisco? Senti il mio seme che ti inonda?»
Ha serrato le gambe dietro di me, mentre godeva ancora.
«Sì, ti sento! Oddio, che bello! Sei bollente! Dai, ancora, riempimi tutta! Schizzami dentro tutto il tuo seme. Vengo! Pazzesco! Non ho mai goduto così tanto in vita mia!»
Mi son svuotato, rimanendo abbracciati; poi il sonno ci ha sorpresi. Stranamente non abbiamo dormito molto. Poche ore dopo, mi son svegliato perché provavo un piacere immenso nel sentire la sua bocca succhiare il mio cazzo, che stava già diventando di nuovo duro. Ho aperto gli occhi e le ho sorriso.
«Buongiorno, adorabile puttanella! Sembri molto affamata, questa mattina!»
Lei si è sfilata il mio cazzo dalla bocca e mi ha sorriso.
«Buongiorno, magnifico stallone! Certo che sono affamata: ho a disposizione un bel cazzone come il tuo? Su, dammelo ancora. Scopami ancora forte. Lo vorrei anche nel culo, ma temo sia un po' troppo grosso per il mio buchetto.»
Subito dopo è salita su di me e si è impalata sulla mia verga. Ha preso ad oscillare su e giù, iniziando ben presto a godere, ancora molto intensamente. Ha avuto due orgasmi in rapida successione, mentre io le impastavo i seni e le torturavo i capezzoli. Dopo il secondo orgasmo, l'ho messa di nuovo sotto di me. L'ho girata di lato e, sollevato una gamba, ho iniziato un po' a scoparla da dietro, poi, quando il mio membro era ben lubrificato dai suoi stessi umori, mi son sfilato ed ho appoggiato la punta al suo culetto. Si è girata e.… mi ha pregato di far piano.
«Va bene, proviamoci! Però ti prego, fa piano!»
Ho iniziato a spingere lentamente, lasciando che i suoi muscoli anali si allentassero lentamente e, con un po' di pazienza, le sono entrato per metà nel culo. Contemporaneamente la masturbavo davanti e questo ha, in qualche modo, alleviato il fastidio della mia intrusione.
«Piano, che mi spacchi! Sei enorme! Quando mi incula tuo figlio, non sento questa sensazione di pienezza! Però mi piace, spingi! Spingilo dentro! Tutto, fin in fondo! Oddio, mi squarti!»
Le sono arrivato tutto dentro. Poi ho cominciato a limare il tuo buchetto, facendo molta attenzione a non farle male e, ben presto, lei si è rilassata ed ha preso a godere anche con il culo.
«Fantastico, bellissimo, sconvolgente! Non ho mai goduto così tanto nel culo.»
Ho continuato a pomparla per parecchio tempo, facendo sì che lei venisse altre due volte, poi mi ha pregato di uscire, perché cominciava ad avvertire un certo dolore.
«Mi brucia un po'! Per favore, esci; mettimelo di nuovo davanti, che mi piaceva tantissimo. Non nascondo che mi è piaciuto tanto anche nel culo, ma sei troppo grosso!»
Ho ripreso a scoparla davanti e lei ha iniziato a godere ancora in continuazione. Poi l'ho fatta inginocchiare a pecora davanti a me e, mentre la tenevo per i fianchi, ho preso a chiavarla da dietro: lei ha urlato ancora di piacere.
«Mi stai sfondando. Sei un toro meraviglioso: mi hai trasformato in una vacca; sì, Lucio, sono la tua vacca, VENGO!»
Ero al limite anch'io, così le ho lasciato il tempo di godere ancora e poi mi son svuotato dentro di lei, schizzando in profondità tutta la mia crema. È stata una bella sborrata lunga e completa, che mi ha svuotato completamente. Dopo di che, abbiamo fatto una doccia veloce e siam tornati a casa; nessuno si era accorto della nostra assenza. Circa due settimane dopo, per le feste di Natale, è rientrato mio figlio. Li ho visti molto felici e contenti, e tra noi due nulla ha fatto immaginare quello che era successo. C'era stato come un tacito accordo, che entrambi abbiamo rispettato. Né una parola, né un gesto, hanno tradito il nostro comportamento, certamente riprovevole. Dopo un mese, a fine gennaio, mia nuora ci comunicò di esser incinta e che saremmo diventati nonni.
In un momento, eravamo soli e lei mi ha sorriso e ringraziato.
«Grazie, Lucio! Quella notte mi hai farcito a dovere! Ero nei giorni fecondi ed ero certa che mi avresti ingravidato, ma non mi son creata problemi, anzi ne sono stata più che contenta. Adesso, però, voglio ancora scopare con te in tutte le occasioni che ci capiteranno: d’accordo?»
Certo che ero d’accordo. Adesso capivo l’interesse di mio padre per Luigi e mia moglie. Bene eravamo pari e ne ero contentissimo.
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Il circuito chiuso
Il circuito chiuso.
Premesso che siamo una coppia affiatata, innamorata con una vita sessuale eccellente, siamo fantasiosi e spesso utilizziamo anche sexy toys, un certo dì siamo incappati in una esperienza inaspettata.
In casa, come molte altre persone, abbiamo le telecamere di controllo collegate con i nostri smartphone, devo dire che mentre si è in casa ci si dimentica che ci sono, questo non costituirebbe un problema se, quando si è soli, non si facesse qualcosa che non vorresti venisse visto dagli altri componenti della famiglia.
Un giorno ero al lavoro, in un attimo di pausa, così per cazzeggiare mi collegai e quando visualizzai la telecamera della camera da letto ebbi una piacevole sorpresa: mia moglie a cosce aperte sul letto con vari “giocattolini” intorno e ne stava utilizzando uno che a lei piace molto con una lingua in lattice vibrante. Era in evidente stato di eccitazione, era uno spettacolo arrapante e quindi continuai a “spiarla”. Ad un certo punto, senza mollare la “lingua” vibrante con la quale continuava a stimolarsi il clitoride con una mano, con l’altra prese un bel cazzo di lattice e cominciò ad infilarselo nella figa. Mi arrapai di brutto, abilitai anche il microfono e potevo sentire bene i suoi gemiti, fin chè cambiò posizione, si mise a pecora col viso poggiato al materasso e il culo all’aria, prese il tubetto di vasellina e cominciò a lubrificarsi il buco del culo, stavo per venire nelle mutande, ma non era finita lì, prese il fallo di lattice che poco prima si era infilato nella figa e iniziò a farsi largo nel culo, pian piano se lo infilava sempre più dentro fino a quando quella bestia di 20 centimetri non le fu interamente nel culo. M;entre con la destra continuava pomparsi da sola il culo col grosso fallo, con la sinistra riprese a farsi leccare la fessa con l’altro giocattolo, a questo punto dovetti correre nel cesso e appena me lo segai un paio di volte venni copiosamente sul pavimento. Io e mia moglie abbiamo abitualmente rapporti anali, ma vedere quella scena come uno spettatore e vedere lei così arrapata fu un cosa veramente eccitante che però diede luogo ad altre fantasie nelle mia mente.
Pensai, e se la vedessi a sua insaputa scopata da un altro uomo? Questo desiderio cominciò ad arrovellarmi il cervello, come realizzare questa fantasia? Da qui iniziai a studiarle tutte per mettere in atto questa fantasia, senza coinvolgerla direttamente, in sicurezza, con la persona adatta in tutti i sensi e che avrebbe riscosso il consenso di lei, era complicato! Poi mi venne in mente una coppia che abita nel nostro parco, lui è un bell’uomo, mia moglie lo ha definito tale più volte, hanno figli, quindi sono persone sane e lui è una persona molto emancipata e colta così misi in atto un “piano” di reclutamento dell’uomo. Innanzitutto strinsi maggiormente l’amicizia, iniziai a condividere con lui un hobby, ci scambiammo varie visite con le rispettive famiglie, fin che un giorno ci trovammo da soli a parlare di sesso, decisi che era il momento e gli raccontai per filo e per segno dello spettacolo che avevo ammirato dalle telecamere e che vedeva mia moglie come protagonista. Apparve molto interessato, avevo capito da molto che a lui piaceva mia moglie, d’altra parte è una bella figa e non c’era da meravigliarsi dell’interessamento e così sottolineando che mi fidavo della sua discrezione gli feci vedere anche la registrazione della performance. Beh, se non gli gocciolò la bava quando la vide con quel cazzo di gomma in culo, poco ci mancò, era esterrefatto e palesemente eccitato, commentò: E’ fantastica!
Un primo passo era fatto, ora avrei dovuto indurlo a provarci con mia moglie, così in fasi successive gli dissi che a mia moglie piaceva come uomo, invece a mia moglie dicevo degli apprezzamenti che faceva lui di lei e così via fin quando ritenni che era il momento adatto per essere più esplicito. Avevo registrato una scopata tra me e mia moglie e gliela feci vedere, potè apprezzare quanto fosse una donna bella, caliente ed eccitante, alla fine della visione introdussi l’argomento che nella vita bisogna sperimentare e lasciarsi andare a varie esperienze
senza troppi tabù e quindi gli chiesi chiaramente se avesse voluto tentare un approccio con mia moglie senza preannunciare nulla a lei. Lui tentennò qualche istante, il tempo di rassicurarlo che non mi avrebbe fatto nessun torto, ma poi lui si preoccupò anche della reazione di lei che, se non avesse condiviso la sua iniziativa, quanto meno avrebbe compromesso il rapporto di amicizia che c’era tra noi famiglie. Lo rassicurai anche su questo e gli dissi che gli avrei organizzato la cosa nel momento più propizio, lavorando lui in smartworking era abbastanza facile, stava quasi sempre in casa, gli dissi che al momento opportuno lo avrei chiamato, in quello stesso momento avrebbe dovuto bussare a casa mia con una scusa e poi con i suoi modi garbati sondare il terreno.
Passarono alcuni giorni e finalmente mi imbattei in un’altra performance di mia moglie, questa volta era sul divano nel salone, le cosce aperte, i piedi l’uno appoggiato al tavolino e l’altro alla poltrona, alcuni sexy toys e la vasellina accanto a lei. Quando la vidi eccitata al punto giusto telefonai al mio amico e gli dissi: questo è il momento, vai! Non perse tempo, era una giornata calda di luglio, si tolse la shirt, Marco aveva un fisico notevole e solo in pantaloncini si recò a bussare alla porta di casa mia, intanto io osservavo mia moglie la quale quando squillò il campanello la prima volta lo ignorò, era troppo presa a masturbarsi, poi Marco furbamente da fuori squillò di nuovo e a ad alta voce si fece riconoscere: Sono io Debora, aprimi, ho un problema. Al che mia moglie si chiuse la vestaglia che occultò il suo corpo sinuoso nudo ed aprì la porta, era rossa in viso e la voce tremolante:
Lei: Ciao, dimmi
Lui: Scusami ero in giardino a fare un lavoretto, ma sotto il Sole ho avuto un leggero malore e mi sono accorto di essere rimasto chiuso fuori, si è chiusa la porta e ho lasciato le chiavi dentro, mi daresti un bicchiere d’acqua e zucchero?
Lei: certo entra
Si era dimenticata completamente che sul divano aveva lasciato tutti i “giocattolini” per i suoi sfizi e quando furono alla portata dello sguardo di lui fu troppo tardi
Lei: (imbarazzatissima con un rapido gesto li nascose sotto un cuscino) Scusa mi stavo riposando un po'. Lui: (con un sorriso) Non preoccuparti, mi dispiace averti disturbata
Lei: nessun fastidio. Ti preparo acqua e zucchero, sdraiati, avrai avuto un calo di pressione Nel frattempo io vedevo e sentivo tutto dalla telecamera
Lei: (col bicchiere in mano gli si avvicina e glielo porge)
Lui: (Si solleva un po' col busto, sorseggia) Non devi imbarazzarti per quello che ho visto, non ci vedo nulla di male e sarò discreto.
Lei: Sai, con mio marito c’è un’ottima intesa, non mi manca nulla, ma questi momenti solo per me mi fanno rilassare Lui: Beh, ti capisco, ti ripeto, nulla da vergognarsi, sei una bellissima donna ed è evidente che non ti manca nulla
sessualmente, sei attraente sono sicuro che con tuo marito vi divertite.
Lei era seduta accanto e lui disteso sul divano che essendo di basso di seduta non le permetteva di tener ben chiusa la vestaglia e quindi metteva in mostra le sue belle gambe fin quasi alla figa, così Marco aveva una bella visuale.
Io, tremolante ed ansioso, osservavo e udivo tutto dal tablet collegato alla telecamera di sorveglianza
Lui: Non voglio essere maleducato, ma devo dirtelo, sei proprio bella, (e sbirciando tra le gambe) che gambe che hai Lei: Grazie, sei gentile, anche tu sei un bell’uomo
Nel mentre diceva questo lo sguardo di lei cadde sul pantaloncino di Marco smoderatamente rigonfio che lasciava capire lo stato di eccitazione cui era giunto per la situazione che gli si presentava.
Lei: (ironicamente) Vedo che già stai meglio
Lui: Ora sei tu che devi scusarmi, sono imbarazzatissimo… Forse… sai… ho visto i tuoi “giocattoli” ho immaginato la situazione…
Lei: Non preoccuparti, capisco!
Lui: Giusto per sdrammatizzare, qual è il giocattolo che preferisci? Se ti va di parlarne Lei: Si, certo. Sono due
Lui: Posso vederli?
Lei: (imbarazzata) Beh, non so se è il caso… vabbè, dai, ridiamoci sopra, sono questi due.
Debora prese i due sexy toys, un fallo in lattice di discrete dimensioni del tutto verosimile e questa sorta di bocca dalla quale sbucava una lingua che poteva vibrare a varie velocità.
Nel frattempo, la mano di Marco, ancora steso sul divano, si era posata con disinvoltura sulla coscia di mia moglie seduta accanto a lui. Per la posizione in cui si trovavano, la mano era situata sull’interno coscia e cominciava a muoverla accarezzandola lievemente e puntando sempre di più in alto, verso l’inguine.
Lui: (riferendosi al fallo) Questo ne capisco l’uso… (con una risatina maliziosa) ma quest’altro? Come funziona?
Lei: Beh… sai… (imbarazzata) è come una lingua… (e con un lieve gesto del braccio accennò a dove andava collocato il sexy toys)
Lui: Non capisco… dai, non vergognarti dammi un esempio
Intanto dal pantaloncino di Marco era evidente una imponente erezione che mia moglie non esitava a sbirciare continuamente.
Lei: Ok… dai…
Debora, sempre seduta sul divano divaricò lievemente le cosce, attivò la linguetta meccanica e si portò l’aggeggio tra le gambe, alla figa. Subito emise un lieve mugolio e socchiuse gli occhi, Marco si sollevò un po' e andò a sbirciare tra le cosce spostandole la vestaglia. Io dal tablet guardavo la scena ed avevo il cuore in gola, lui non era il solo ad avere un cazzo durissimo, Marco, spostò il pantaloncino, sotto non aveva gli slip e lasciò schizzare fuori la sua mazza turgida di notevoli dimensioni, Debora, con l’altra mano, non esitò ad aggrapparvisi e commentare “quant’è grosso” mentre con l’altra continuava a farsi “leccare” la figa dal “giocattolino”, era eccitatissima, si appoggiò su un fianco e prese dolcemente in bocca l’enorme capocchia di Marco, il quale si lasciò andare ad un lungo sospiro di godimento. Debora glielo succhiava con maestria, non le sembrava vero avere un cazzo di quelle dimensioni a disposizione, poi Marco le disse devi lubrificare un po', fai fare a me, scese dal divano, si inginocchiò davanti a lei, le allargò ulteriormente le cosce le spostò la mano col “giocattolo” e affondò la sua bocca nella figa di mia moglie, la quale non oppose alcuna resistenza. Dai movimenti della testa di lui intuivo che le stava facendo una leccata di fessa memorabile e lei aveva cominciato a mugolare e sospirare in stato evidente di profondo piacere, in tanti anni non c’era stato nessun tradimento, almeno da parte mia e credo, spero anche da parte sua, ma lo sappiamo, la sessualità femminile e molto più complessa della nostra e la sua eccitazione era in gran parte dovuta alla circostanza molto trasgressiva che le aveva sbloccato i freni inibitori. La situazione era estremamente erotica anche per me che non resistevo e mi stavo masturbando, ma dovevo trattenermi per non venire all’orgasmo, volevo godermi il seguito di quella scena. Dopo qualche minuto Marco le rimise il sexy toys leccatore” in mano e gliela condusse nuovamente alla figa per farla continuare a stimolarsi, intanto lui, sempre in ginocchio tra le sue cosce, ma col busto eretto, prese il suo cazzo e col grosso
capocchione fece su e giù tra le labbra della figa di mia moglie per poi lentamente affondarglielo dentro. Mia moglie, all’introduzione di quel cazzone rimase senza fiato, avevo stretto l’inquadratura e mi godevo a pieno quella scena, vedere mia moglie scopata da un altro, come dicevo, era eccitante anche se un pò rosicavo di gelosia. Intanto sentivo Debora che ansimava ritmicamente all’unisono col movimento di Marco che le faceva sentire dolcemente tutti i suoi , credo almeno, 20 centimetri di cazzo nel frattempo si trastullava anche con la linguetta meccanica sul clitoride. Era bellissima, stava godendo alla grande, ad un certo punto Marco, mentre continuava a chiavarsela, prese il cazzo di lattice, prese il tubetto di vasellina che era lì sul divano già da prima che lui entrasse e ne cosparse il fallo, non capivo che intenzioni avesse, poi vidi che si fermò, si spostò e col fallo di gomma passandolo tra le pacche di mia moglie cercò il buco del culo.
Lei: Che fai?
Lui: Fai fare a me…
Dopo un attimo un sospiro profondo misto ad un gridolino di Debora mi fece capire che le aveva infilato nel culo il cazzo di gomma, vidi la sua mano muoversi delicatamente avanti e dietro con l’attrezzo, Debora ansimava: Siiii, andò avanti qualche minuto, poi quando la ritenne pronta, senza toglierle il fallo dal culo ripuntò il suo grosso pesce alla figa e molto lentamente le infilò anche il suo pesce dentro accompagnato da un urlo soffocato di piacere di quella troia di mia moglie che per la prima volta stava provando un cazzo in culo e uno in figa. Andò avanti così in quella posizione per una decina di minuti, Debora aveva il trucco ormai tutto sciolto ed incredula guardava tra le sue cosce cosa stava accadendo, quel grosso membro che l’uomo muoveva con maestria, era in estasi, la situazione, le dimensioni e non dimentichiamo che prima che arrivasse Marco lei era già bella che arrapata fin quando Marco esclamò: Adesso facciamo cambio !
Sfilò i due cazzi dagli orifizi di mia moglie, la pose a pecora sul divano, lei si faceva governare abbandonata al piacere, ebbe cura di farle volgere il culo verso la telecamera per farmi ammirare la scena, si mise dietro di lei e le piantò il suo pesce nel culo ormai già bello che aperto e lubrificato senza tanti complimenti. La tratteneva per i fianchi torniti e la pompava forte, bastarono pochi colpi e senti le urla di piacere di mia moglie che inculata in modo selvaggio venne ad un orgasmo impetuoso. Ancora tra le urla di lei si lasciò andare anche lui ad una sborrata evidentemente copiosa nel culo di mia moglie, l’eccitazione di essere sborrata nel culo prolungò l’orgasmo di lei che ad ogni colpo di lui emetteva un urlo. Esausti si abbatterono stesi sul divano, lei a pancia sotto e lui sopra di lei evidentemente ancora col membro dentro di lei. Rimasero così per riprendersi un minuto o due, poi marco si spostò, Debora si alzò in ginocchio sul divano e le vidi fare un rapido gesto per fermare tutto il seme di lui che le colava dal culo sulla coscia per evitare di imbrattare il divano. Insieme a loro mi ero lasciato andare anche io ad una sborrata memorabile, ma poco dopo avevo di nuovo il cazzo durissimo e non desideravo altro che andare a scoparmi mia moglie. Dalla telecamera vidi che si scambiarono qualche effusione e qualche commento su quanto era accaduto, poi Marco si rimise i pantaloncini, Debora si rimise la vestaglia e lo accompagnò alla porta. A questo punto mi precipitai a casa, in pochi minuti fui lì, entrai dalla porta,Debora era ancora sul divano seminuda che si stava prendendo una pausa, non si era neanche ancora lavata, era meravigliata di vedermi già a casa ed anche imbarazzata probabilmente al pensiero che io potessi intuire qualcosa dall’evidente stato di disordine in cui si trovava. Ti desideravo, le dissi ed essendo lei già nuda cominciai subito a baciarla e toccarla, mi tolsi i pantaloni ed avevo già il cazzo durissimo, lei presa così ed evidentemente ancora eccitata per quanto aveva vissuto poco prima si lasciò andare subito. Mi prese il cazzo in bocca voracemente, ma tempo un minuto
si poggiò con le spalle allo schienale del divano e divaricò le cosce, aveva la fessa bagnatissima, senza esitare lo introdussi e sentii un calore insolito che mi avvolgeva il pesce, le scivolava dentro una bellezza, lei subito cominciò a godere, penso che nella sua mente il fatto di essere posseduta da due uomini a così poca distanza fosse estremamente eccitante, si sentiva una troia. Io ero andato lì con un unico biettivo, stavo scoppiando, le chiesi di mettersi a pecora, non se lo fece ripetere, il culo all’aria e il volto sul divano, i glutei erano aperti al massimo e svettava il buco del culo ancora rosso per lo stress subito poco prima, mi chinai e glielo leccai un po', si sentiva ancora il sapore acido della sborra di Marco, spinsi con la lingua, entrava facilmente, era ancora apertissimo, mi alzai, le puntai la mazza al culo e cominciai a scoparla dapprima con dolcezza e fuori fuori, poi con forza e fino all’ultimo millimetro del mio paletto. Godeva e ne voleva di più, ad ogni mia spinta spingeva anche lei contro di me, quando avverti dal suo ansimare e dalle contrazioni del suo ano che stava per giungere all’orgasmo mi lasciai andare ad una sborrata interminabile in contemporanea col suo orgasmo, fu fantastico! Le sfilai il cazzo dal culo e ammirai quel buchetto meravigioso ancora dilatato, molto arrossato che cominciava a far fuoriuscire tutto il mio seme forse ancora mischiato con chi mi aveva preceduto e glielo leccai, quasi veniva di nuovo per questa mia porcata. Ci stendemmo sfiniti ma soddisfatti e rimanemmo abbracciati baciandoci appassionatamente.
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4 months ago
coppiacarinasempre,
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Io dina e l, avvocato 1:parte
Io e Dina eravamo sposati da pochi anni,la nostra vita era soddisfacente,anche l,intesa sessuale era buona ,io sono stato sempre fantasioso ed anche un po' perverso,non mi piace il rapporto monotono ,quello che poi costringe ognuno dei due partner a tradirsi reciprocamente oppure a vivere nell, ipocrisia, volevo un rapporto aperto dove l,idea di tradirsi al limite lo avremmo fatto insieme appagando la nostra reciproca libidine ma la parte difficile era fare capire a mia moglie che doveva essere un gioco da fare ogni tanto e non un atto sessuale troppo chiuso dai tabù dell, educazione di genitori con scarsa cultura in epoche diverse , Lavoravamo nel piccolo albergo di un paese dove eri sotto esame dall' alba al tramonto, ognuno vedeva le cose che facevano gli altri ,poi però nei piccoli alberghi ne vedevi di tutti i colori,gente che si tradiva ,amanti a gogò ad ogni ora del giorno,una coppia ci colpiva più di tutti,un avvocato e la sua amante,puntuali tutte le settimane,lei gridava come un,ossessa durante i rapporti sessuali,ed io e mia moglie spesso origliavamo e poi giu a scopare magari nella camera a fianco alla loro in modo che i loro gemiti accrescevano la nostra libidine e soprattutto Dina era bagnatissima, quando sentiva la donna direi a voce alta,mamma come è grosso il tuo cazzone,fai piano mi rompi la fica ,sono convinto che immaginava di essere lei al possibile dell,amante dell'avvocato,poi a letto la sera parlavamo spesso di questa cosa ed io puntualmente,Dina gli dicevo ,vorrei poterti guardare mentre fai sesso con l,avvocato ,la risposta : porco so che ti eccita ma ho paura che poi ci lasciamo ed io a farla stare tranquilla: vedrai che se succede deve essere un gioco e poi voglio che sia l,inizio di una vita sessuale che in futuro ci porti allo scambio di coppia completo ,dai promettimi che ci pensi e che capisci che voglio fare queste esperienze insieme a te,una sera avevamo bevuto a cena ,dai gli dico domani con una scusa prendiamo un appuntamento con l,avvocato andiamo al suo studio tanto sono 50 km abbiamo il suo nome dai documenti e vediamo prima di tutto se lui vuole avere un rapporto con te che hai 24 anni almeno 50 ,poi soprattutto se e d,accordo che io sia presente ma per parlare di queste cose dobbiamo invitarlo a casa nostra oppure optare per un albergo fuori regione
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4 months ago
admin, 75
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La regina del car sex.
Mia moglie si chiama Mara, ha 36 anni, alta, occhi marroni, sguardo intrigante, mora, capelli mossi, fisico longilineo, un bel culo alto e sodo: insomma una bella donna da godere appieno. Io sono Adriano, 37 anni, alto, moro, occhi scuri, fisico longilineo e robusto, ma non palestrato. Sessualmente parlando, Mara oggi è una donna molto calda ed anche alquanto porcella, anche se con ancora qualche limitazione. Stiamo insieme da oltre una dozzina d'anni e, da sette, siamo sposati. Quando l'ho conosciuta, veniva da una storia lunga, iniziata in giovane età, che poi si era appiattita al punto che con quel fidanzato la noia era diventata tale che, alla fine, si erano lasciati, perché sembrava non avessero più nulla da dirsi. A letto Mara non era molto esperta. Lo prendeva in bocca senza troppa enfasi ed anche scopare era alquanto monotono per lei, infatti con lui non aveva mai provato il piacere del rapporto anale. Invece tra noi è stato subito sesso molto fantasioso e, soprattutto, molto intenso, vissuto anche in condizioni, a volte, particolarmente eccitanti. Dopo il matrimonio, il nostro rapporto si è stabilizzato in un crescendo di emozioni e sensazioni, che ci tenevano sempre in eccitazione. Avevo accarezzato una fantasia divenuta ricorrente, che mi intrigava molto: consisteva nel fatto che potessimo far sesso mentre qualcuno ci guardava o, addirittura, vederla giocare con il cazzo di un estraneo. Già, bello, ma come fare a dirglielo!? Con lei queste cose non le avevamo mai prese in considerazione. Certo, in casa, avevamo fatto sesso in tanti modi, in piedi, sulla lavatrice mentre vibrava, oppure in cucina, o in qualunque altro posto della casa, ma non era mai capitato che avessimo potuto coinvolgere un'altra persona. Mi sarebbe piaciuto molto far questo gioco con lei, ma temevo un netto rifiuto, così mi son lambiccato il cervello a cercare la soluzione adatta. L'idea era quella di prendere un porno, attraverso il quale poterla introdurre in argomento. Più d'una volta avevamo guardato un porno assieme, perché ci dava lo spunto per giochetti nuovi, e così, una sera, noleggiai un dvd la cui trama riguardava una coppia cui piaceva farsi guardare e che, alla fine, si lasciava coinvolgere in un'orgia con guardoni o con altre coppie. Mentre stavamo guardando il film, Mara aveva cominciato a succhiarmi il cazzo (lei oggi è molto brava a far pompini). Così decisi di sondare un po’ il terreno.
«Amore, ti piacerebbe se, in questo momento, ci fosse qualcuno a vedere mentre me lo lecchi? Sei così eccitante che son certo lo faresti impazzire.»
Lei ha sollevato lo sguardo, ha sorriso e, con la bocca piena del mio cazzo, rispose: "si".
È mancato poco che non le sborrassi in bocca. A letto, poi, abbiamo scopato come pazzi! Era calda, sembrava che questa fantasia l’avesse eccitata tantissimo, ma non le ho chiesto altro, per non tirare troppo la corda. Il sabato sera successivo, stavamo tornando a casa in auto, ed era circa l'una di notte. Avevo già pianificato tutto: volevo scopare con lei in un posto dove c'erano dei guardoni; per l’occasione avevo coinvolto un mio amico, cui avevo fatto un identico favore, spiando lui e sua moglie, e che sapevo che a lei era gradito, perché lo trovava simpatico, ma, ovviamente, senza dirle niente. Quindi lasciai la strada principale e mi diressi verso un parcheggio un po’ defilato, ma illuminato da qualche lampione.
«Ma… amore: dove vai?» Le rispondo in tono di scherzo.
«Tesoro, ho voglia di far l'amore con te, subito. Sento che non resisto!»
Mi ha sorriso, scuotendo il capo.
«Ma, amore, forse saremmo stati più comodi a casa, nel nostro lettone?!» Le ho sorriso.
«Ma dai, facciamo una cosa diversa!»
Sembra convinta e, dopo aver parcheggiato, cominciammo a baciarci. Ben presto ci togliemmo i vestiti, rimanendo nudi. Ci baciavamo e toccavamo, portando alle stelle la nostra eccitazione. Lei cominciava a bagnarsi ed io, a quel punto, cominciai a leccarle la fighetta, parzialmente depilata e gonfia per l'eccitazione. Sapevo che presto si sarebbe fatto vivo il mio amico e, quindi, indugiavo il più possibile. Dopo qualche minuto che la leccavo, ho sentito che lei si tirò su con il bacino e lo vide, spaventandosi.
«Amore, fermati! Amore, c'è un uomo che ci guarda!»
Ho sollevato il capo ed ho riconosciuto il mio complice.
«Amore, sta tranquilla! È tutto a posto! E poi: non era quello che ti sarebbe piaciuto provare l'altra sera? Sta tranquilla, vedrai che sarà solo una cosa molto piacevole.»
Lei allora si tirò su, guardò quell'uomo sui 45 anni, senza riconoscerlo a causa dell’oscurità, (mentre io ero certo che fosse lui per il fatto che, avvicinandosi, teneva entrambe le mani in tasca), poi, sorridendo, ha finto d'esser adirata.
«Sei un porco! Mi hai portato qua, apposta!»
Si è avventata sul mio cazzo ed ha preso a leccarlo. L'uomo si era avvicinato, fino ad arrivare ad un metro dall'auto. Lei leccava il mio cazzo con una foga diversa dal solito, lo leccava da sotto fino alla cappella, poi lo faceva sparire per metà nella sua bocca, facendo più rumore del solito. Nel frattempo avevo esposto il suo culetto allo sguardo del guardone, che non aveva esitato a tirarsi fuori l'uccello. Lei non se ne accorse subito, ma quando si tirò su e si girò, si trovò il cazzo dell'uomo a dieci cm. dal viso; premetto che avevo di proposito lasciati aperti i finestrini. Lei restò per un attimo interdetta a guardarlo. Sapevo che l'amico era ben messo e, quindi, ho osato.
«Amore, perché non glielo tocchi?»
Lei, dopo un attimo di esitazione, lo prese in mano e cominciò a fargli una sega: mamma mia, che eccitazione! Mi posizionai sul suo sedile e la feci salire sul mio cazzo. Il mio complice si nascondeva il viso con una mascherina, di quelle bianche usate al tempo del covid, e lei non lo ha guardato più di tanto, era troppo interessata al suo cazzo. Così, mentre la scopavo, lei teneva il cazzo dell'uomo in mano. Lui ha iniziato a toccarla dappertutto ed a strizzarle le tette, come avrebbe fatto con una troia. Speravo che, eccitatasi, si sarebbe determinata a prenderglielo in bocca, ma ciò non avvenne. Lei prese a segarlo sempre più velocemente, fino a che lui non venne. Al solo vederle lo sperma di un estraneo nella mano, mi riempì di eccitazione e, comunque, mi ritenni soddisfatto. Il complice, come da accordi, si allontanò e noi continuammo a scopare. L’ho vista contenta e mi ha chiesto, se mi fosse piaciuto.
«Amore, ti è piaciuto? Sei contento?»
Ero molto contento, ma, eccitato, ho alzato un po’ la posta.
«Sì, sono molto contento, però, son sicuro che puoi far di meglio, perché tu sei la MIA troietta!»
Tenni a sottolineare quel "mia": non volevo pensasse che il mio cederla a qualcun altro, potesse farla sentire umiliata. Stavo quasi per venire via, quando mi accorsi che una persona si stava avvicinando; era un ragazzo sui 30 anni, carino e, forse, era già da un po’ che ci guardava, perché teneva aveva il cazzo in mano. Lo feci notare anche a lei.
«Abbiamo un altro spettatore! Dai, giochiamo ancora un po’! Dai, che ci divertiamo!»
Lei guardò il ragazzo e mi sembrò le piacesse al punto da sconvolgermi.
«Ok, giochiamo, se va bene a te? Ma adesso sarò io a metterti alla prova: vediamo se sei sempre contento della tua troietta!»
Mi fece sedere sull'altro sedile e sorrise al ragazzo che non si lasciò scappare l'occasione. Si avvicinò e lei gli disse: "sali dietro". Lui salì subito e lei saltò dietro. Glielo prese in mano, trovandolo bello grosso e mi ha esortò a guardarlo.
«Accidenti! Sono stata proprio fortunata: guarda che bel cazzo!»
In effetti era un bel cazzo lungo e, soprattutto, grosso, con una cappella bella pronunciata. Lei lo prese e cominciò a leccarlo. Il ragazzo era in estasi ed io pure.
«Che troia! Come succhia bene! Ancora, continua!»
Non l'avevo mai vista così avida di cazzo.
«Brava, amore, succhialo bene!»
Il pompino durò cinque minuti, in cui, più volte, mi rivolse il suo sguardo, mentre con le labbra avvolgeva quella grossa cappella. Poi salì sul cazzo del ragazzo: che spettacolo! Impalata su quel cazzo, che era più grande del mio. Ho sentito i suoi gemiti di piacere:
«Ooooohh, sì! Sapessi come mi sfonda!»
Dopo averla scopata così, lei si è messa a pecora e lo ha esortato a prenderla da dietro, ma lui le propose di uscire dall'auto e lei acconsentì. Si appoggiò sul cofano dell'auto e lui cominciò a scoparla come un toro. Avreste dovuto vedere quanto godeva lei.
«Bello! Mi sfonda tutta! Sì, ancora! Vengo!»
L'ho vista venire un paio di volte durante quella chiavata, mentre il ragazzo la rivoltava in tutte le posizioni possibili. Intanto io guardavo eccitatissimo e mi segavo. Poi, mi ha fatto quasi sborrare all’istante!
«Adesso dai scopami il culo!»
Cazzo! Non l'avevo mai sentita chiedere questo; a me l'aveva dato solo qualche volta, ma, a quel punto chiamò anche me.
«Avvicinati, che ti voglio. Mettiti sul cofano.»
Mi fece appoggiare sul cofano, si mise sopra di me, prese il mio cazzo e se lo infilò nella sua fighetta ed aspettò che l'altro la penetrasse nel culo, così da farsi prendere in doppia. Che troia: non avrei mai pensato potesse diventare così sfacciata! Potevo guardarla in viso, ma lei si girò verso di lui.
«Dai, rompimi il culo! Mettimelo tutto dentro!»
Vidi il ragazzo avvicinarsi e iniziare a premere quella grossa cappella contro il buchetto della mia donna. Ad un certo punto, lei ebbe uno spasmo, aprì gli occhi e mi guardò. Poi cacciò un urlo di piacere: l’aveva aperta.
«Oddiooo! Mi spacca il culo!»
Lei aveva un'espressione di dolore e di piacere. Avevo il cazzo che scoppiava. Che spettacolo! Stavo scopando mia moglie nella fica, mentre un estraneo le scopava il culo, e lei godeva come una troia.
«Vengo! Mi squartate, ma sto godendo! Vengo!»
Nel frattempo, altri due uomini si erano avvicinati e si stavano segando. Lei li guardava e godeva; a quel punto, io venni e lei mi sorrise.
«Amore, sento che me la riempi tutta, sì, che bello!»
Mi son sfilato ed ho visto lei che, dopo aver chiavato ancora un po’ con quel ragazzo, gli ha chiesto di sborrare.
«Adesso voglio sentire che vieni anche tu!»
Subito dopo ha preso a segarlo velocemente, mentre glielo leccava. Lo masturbava che era un piacere a vederla giocare con la lingua su quella cappella ed assaporarla con ingordigia. In un paio di minuti il ragazzo venne. Ma, mentre stava per venire e lei stava per ritirare la testa, lui gliela bloccò e le venne in bocca.
«No, troia, devi berla tutta: su, ingoiala!»
Che eccitazione! Ero sconvolto! Mara non aveva mai osato ingoiare la mia crema, ma adesso non si faceva scrupoli ad ingoiare quella di un estraneo. Ha fatto la faccia un po’ schifata, ma è stata costretta a berne buona parte, mentre un po’ le colò sul corpo nudo, esondando da un angolo della bocca. Doveva esser tanto lo sperma che le era stato inoculato, perché la vidi ingoiare più volte, mentre il ragazzo aveva spasmi di piacere e, ad ogni spruzzo, spingeva il suo cazzo nella gola di mia moglie. Lei però lo ha pulito tutto e, subito dopo, lo ha guardato in faccia.
«Sei un porco bastardo! Ma ti ringrazio per avermi fatto godere! Hai un gran bel cazzo!»
Ho avuto come l’impressione che non fosse contenta per averla costretta ad ingoiare. Con la lingua, si leccò lo sperma che era sulle sue labbra e si avvicinò agli altri due uomini, sulla quarantina e li finì con due seghe, alternate a qualche leccata. Questa volta i due le vennero sul corpo, sulle tette e qualche schizzo le finì anche sul suo bel viso. Dalle tette, lo sperma le colò giù lungo il corpo.
Che serata! Mara si ripulì un po’ dello sperma e venne verso di me, che ero rimasto esterrefatto da tutto quel gioco fuori programma: non mi sarei mai aspettato un simile comportamento da parte sua.
Mi rivolse un sorriso particolarmente malizioso.
«Allora? Sei contento? Ti è piaciuto? Sono abbastanza troietta?»
L’ho abbracciata e baciata. Sapeva di sborra, ma ero contento.
«Sì, sono molto contento! Sei stata magnifica, ma resti MIA!»
Lei ebbe a confermare.
«Certo, sono e resterò sempre tua, ma con la voglia di far ancora la troietta: va bene?»
Mentre tornavamo a casa, le sentivo indosso l'odore di sperma e, a casa, abbiamo ancora scopato.
Da allora è diventata la regina del car sex.
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4 months ago
baxi18, 55
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Giulia e l’amico sconosciuto
Quando ho conosciuta Giulia, casualmente in un bar che frequentavamo tutti e due, sembrava una ragazza così tranquilla, non lasciava per nulla intravedere la sua forte personalità.
Era una dominatrice nata. Ho scoperto su di me che, per quanto riguardava il sesso, quello che voleva se lo prendeva senza nessun tentennamento.
Giulia è una donna alta circa un metro e sessantacinque, molto magra ma dalla silhouette invidiabile per via di un bel seno sodo e dei fianchi pronunciati. I capelli lunghi castano scuro racchiudevano un volto bellissimo dove sovrastavano degli occhi verde scuro.
Convivevamo ormai da diversi mesi. Era sempre lei nel fare sesso a prendere l’iniziativa, gestendo il rapporto in modo quasi dittatoriale.
Non avevo mai avuto una donna con tale personalità e la cosa mi piaceva molto, ero gestito da lei ma ne tiravo fuori una grande soddisfazione, soprattutto sessuale.
Lei dominava ma si concedeva sempre con molta soddisfazione da parte mia.
Molte volte, dopo aver fatto sesso, parlavamo di noi e di cosa ci sarebbe piaciuto fare per incrementare la nostra storia.
Lei dichiarava sempre che le sarebbe piaciuto molto avere un altro uomo a letto insieme a noi. Il sesso in tre l’eccitava.
Io non le avevo mai dato l’impressione di essere contrario alla cosa, anche se non mi pronunciavo esplicitamente.
Mi sono reso conte in seguito che dovevo invece esprimermi sulla questione, negando qualsiasi mio eventuale interesse.
Una sera, dopo essere rientrato da un viaggio di lavoro, molto stanco, sono andato in bagno a fare una salutare doccia.
Quando sono uscito dopo la doccia, lei mi sorprese con una novità a dir poco sconvolgente.
Nudo com'ero, dopo essermi asciugato, entrai nella camera da letto. Stranamente era quasi completamente buia, vi era solo una fioca luce che proveniva dal bagno.
Giulia era al centro della stanza ed indossava una vestaglia nera di seta molto corta e sexy.
Una presenza strana apparve davanti a me, ho notato nei pressi della tenda della finestra una sagoma scura, vi era qualcuno all’interno della stanza oltre Giulia.
Pensai “C'è qualcuno nella nostra camera da letto? Forse ho le traveggole, chi sa cosa ho visto? Impossibile sono le ombre della tenda che hanno creato quell’immagine!!!”
Invece era proprio così.
Mentre stavo ancora guardando con una certa ansia la sagoma, ho sentito Giulia prendermi le braccia e posizionarle dietro la schiena e, repentinamente, mettermi qualcosa di freddo attorno ai polsi. Erano delle manette di cui non conoscevo l’esistenza.
Gli chiesi: ”Cosa stai facendo? Cosa sta succedendo qui? Chi è quella persona?”
Lei mi disse solo: “Stai sereno, è tutto sotto controllo.” mi superò e scomparve nella semioscurità finché non accese la luce tenue di una lampada.
A quel punto, la sagoma davanti alla finestra ha preso forma.
Sono rimasto stupito quando ho visto un uomo molto alto, ben fatto e nudo in piedi davanti a me.
Giulia mi sorrise ed esclamò: "Sorpresa!!!" dando le spalle allo sconosciuto.
Un uomo nudo era in piedi dietro la mia donna poco vestita.
Era una situazione che non mi sarei mai aspettato di vivere quella sera.
Lei aggiunse con un tono calmo ma fermo: “Lui è Raffaele. Lo conosco da diverso tempo, siamo stati insieme per un po’. Ci siamo incontrati casualmente l’altro giorno e gli ho parlato del mio desiderio di farmi scopare da un altro uomo davanti a te. E lui ha accettato di farlo. Sei contento della bella sorpresa?"
Rimasi interdetto e la fissai incredulo dicendo: “Fino ad ora questo desiderio era esistito solo nelle nostre fantasie. Non immaginavo che sarebbe successo così, all’improvviso. Soprattutto senza conoscere il lui e senza nemmeno averne parlato prima.”
“Lo sai come sono in fatto di sesso,” lei rispose “se voglio una cosa faccio di tutto per realizzarla. Questo è quello che voglio e, rivisto Raffaele, ho pensato che fosse la persona giusta e il momento per farlo.”
Lei sciolse la cintura della vestaglia, la aprì leggermente e la nudità di Giulia era quasi completa.
Ho visto parte del suo seno, l'ombelico e la zona pubica.
Dietro di lei c'era un altro uomo alto e ben messo.
Quella vista mi fece irrigidire il cazzo velocemente.
Raffaele, senza dire nulla, si era avvicinato a Giulia, le sue mani stavano già armeggiando per tirare via la vestaglia dalle sue spalle. Subito dopo la fece cadere a terra.
Lei era lì nuda, con lo sconosciuto, anche lui nudo, dietro di lei.
Sembrava impossibile, ma il mio cazzo era diventato ancora più duro.
Le grandi mani di Raffaele si posarono sul suo corpo nudo, lei chiaramente stava godendo di quel tocco.
Alzò gli occhi al cielo e ruotò il bacino strofinando le chiappe sul cazzo del nostro nuovo amico.
Raffaele con le mani le accarezzava i fianchi, si spostava sullo stomaco e infine si fermava sotto i seni.
Poi le sue mani afferrarono le tette di Giulia, massaggiandole. Lei, con trasporto, ha appoggiato la testa all'indietro, gemendo.
Posò la nuca sull'ampio petto dell'uomo mentre lui lavorava sui suoi seni.
Giulia allungò una mano e gli afferrò il cazzo, che era già enorme anche da flaccido, e iniziò a segarlo.
Con una mano l'uomo si è infilato tra le sue gambe, lei le ha subito allargate e si è lasciata palpare.
Io ero lì come spettatore non potendo fare null’altro visto le manette che mi legavano i polsi dietro la schiena. Il pre-sperma luccicava sul mio glande a causa della mia eccitazione.
“Ti piace … vero? Vedo che ti ecciti! Il tuo cazzo è su!”, disse Giulia e all’improvviso si liberò dalla presa di Raffaele.
Si avvicinò al letto e vi strisciò su.
Accovacciandosi a quattro zampe, ha sporto il culo verso Raffaele e mi ha sorriso.
Rimase lì con il sedere alzato finché l'uomo non si avvicinò a lei, si inginocchiò davanti al letto e cominciò a leccarla.
Le pupille di Giulia ruotavano in tutte le direzioni e lei gemeva come non l'avevo mai sentita prima: “Oh … sì … così mi piace … continua non ti fermare, infilami la tua lingua in tutti i miei buchi, leccami anche il clitoride.”
Io mi sono spostato per avvicinarmi a loro, vedevo un altro uomo che leccava il culo e la figa della mia donna e non potevo far altro che guardare.
Dopo un poco Giulia si gettò di spalle sul letto.
Si allungò gemendo e presentò il suo corpo nudo a Raffaele.
Lui non si è fatto pregare, è salito sul letto, ha allargato le gambe di Giulia e le ha leccato la figa.
Estremamente arrapata, Giulia abbassò la testa, che ora penzolava oltre il bordo del letto.
"Vieni qui Luca" gemette piano. Io mi inginocchiai davanti a lei, guardandola in faccia.
Lei disse: «Voglio che tu lo guardi mentre entra in me.“
Raffaele era completamente su di lei. Le sue mani le afferrarono i fianchi, risalirono dallo stomaco fino ai seni, massaggiandoli.
Il suo enorme pene sfiorò il clitoride di Giulia e lei gemé di lussuria.
Allora Raffaele prese in mano il suo grosso cazzo venato e lo strofinò sulla vulva bagnata di Giulia.
Su e giù. Su e giù di nuovo. Ogni volta il glande brillava un po' di più.
Giulia sembrava essere completamente prese dal godimento.
Poi il mega cazzo è scivolato tra le labbra della sua figa e ha trovato subito l'apertura bagnata.
La cappella scomparve dentro di lei e Giulia urlò dall’eccitazione.
Senza preavviso, il grosso cazzo è scomparso completamente nella sua figa.
Così è successo che un altro uomo stava scopando la mia Giulia, ed era ancora più eccitante di quanto immaginassi.
Avrei voluto masturbarmi, ma avevo le mani legate dietro la schiena.
I due hanno scopato davanti a me. L'ho sentita gemere e i suoi lamenti di piacere riempivano la stanza. Vedevo il suo volto eccitato e la sua bocca che sbavava dalla lussuria.
Dopo un po’ Giulia mi tirò a sé e mi sussurrò all’orecchio: “Leccagli il culo. “
“Cosa?” risposi
“Devi leccargli il culo!!!” lei mi intimò.
“Ma …”
Stavo per chiedere spiegazioni ma lei mi ordinò in modo perentorio: “Niente ma, devi farlo. Io voglio così!!!”
Continuando disse: “Ti prometto che esaudirò un tuo desiderio, ora tu esaudirai il mio. Leccagli il culo mentre mi scopa!”
Sorpreso, cercai di alzarmi in piedi, cosa che non era così facile con le mani legate.
Poi ho fatto il giro del letto e mi sono inginocchiato dietro l'uomo nudo.
Lo vedevo scopare, andare su e giù sulla mia donna con forza ed energia.
Vedevo il modo in cui le sue palle schiaffeggiavano il suo culo e il modo in cui il suo cazzo le riempiva completamente la figa.
Giulia aveva allargato le gambe più che poteva, accogliendo l’enorme membro che la stava scopando.
Le piaceva tanto quel movimento dentro di lei e lo faceva sentire con i suoi gridolini di compiacimento.
Poi ho guardato il sedere dell'uomo, che faceva continui movimenti di spinta.
Si contraeva ad ogni movimento.
Erano troppo strette le chiappe per poter vedere il suo ano.
"Lo stai già leccando?" volle sapere Giulia.
Guardai pensieroso il culo, per fortuna senza peli, poi tirai fuori la lingua e leccai la fessura tra le due chiappe.
Lui ha aiutato il mio compito e, rallentando i movimenti, ha aperto un po’ le chiappe mostrando il buco del culo.
Ho cercato di raggiungere l'ano con la punta della lingua e, quindi, ci ho infilato dentro la lingua mentre lui si dimenava.
Aveva un sapore pulito, aveva appena fatto la doccia.
Così ho potuto godermi la mia indesiderata escursione nel territorio omosessuale.
Ho infilato la lingua più che potevo. Lasciandola girare, leccando il suo buco.
Ho notato quanto lui fosse eccitato a questa mia azione.
Avrei voluto prendere in mano il mio cazzo grondante di piacere, ma le manette me lo impedivano.
Mentre la mia lingua ruotava nel buco del culo dell'uomo, il suo sedere si muoveva continuamente avanti e indietro.
L'ho sentito scopare Giulia, diventando tutt'uno con loro.
Non potermi toccare il cazzo è stata una benedizione: sarei venuto immediatamente se l'avessi toccato.
Ma Giulia all'improvviso ha sentenziato: "Dai, ora dopo averlo lubrificato, fottilo nel culo!"
"Cosa?" ho esclamato con orrore.
"Devi fottergli il culo!"
In cosa mi ero cacciato? Vedere la mia donna scopare con uno sconosciuto poteva anche andare bene, era un suo desiderio. Ma, ora avrei dovuto scopare un uomo? Avere un rapporto sessuale con un ragazzo?
“Cosa stai aspettando? Mettigli il tuo cazzo nel culo!" mi impose lei.
"Giulia, io non ho mai scopato un uomino e poi sborrerei in un batter d'occhio, sono troppo eccitato. "
"Ottimo. Spruzza il tuo seme nel suo culo. Vai avanti, o vuoi il suo di cazzo nel tuo di culo? Tanto per lui è uguale, lo conosco da tempo ed è pronto a tutto … è un bisex versatile."
Quella cosa enorme che aveva Raffaele non sarebbe mai potuta entrare nel mio culo vergine senza fare danni irreparabili.
Quindi mi sono alzato. Posizionato dietro di lui ed allungai il mio membro eretto verso il culo.
Non appena il mio glande ha toccato la pelle nuda dell'uomo, sono quasi venuto, ma sono riuscito a trattenermi.
Respiravo pesantemente. Ho sentito la mia donna gemere a quella visione, l'ho vista mentre veniva scopata.
Mi sentivo stordito dalla lussuria. Tutto girava e sembrava surreale.
Ho osato quindi provare a scopare il culo di un altro.
Mi sono inginocchiato e ho spinto il cazzo giù per le natiche di Raffaele.
Ho visto un fiotto di pre-eiaculatorio uscire dal mio glande, scorrere lungo il mio cazzo e gocciolargli sul culo.
Ho immaginato che questo avrebbe favorito la penetrazione.
I suoi movimenti selvaggi ora sono più lenti per consentirmi l’approccio.
Ha immediatamente distribuito il precum sul mio cazzo e ha massaggiato delicatamente anche il suo buco del culo.
Mi sono appoggiato su di lui in modo da allineare il mio cazzo al suo buco.
Allora la mia Giulia è uscita da sotto Raffaele, che rimase accovacciato a quattro zampe.
Giulia si inginocchiò accanto a me e mi disse: “Perché non te lo scopi … dai ficcalo dentro, lui lo sta aspettando.”
“Tesoro, è un uomo. Non è facile per me … è la prima volta, non so se riuscirò a sborrare dentro di lui.”
"A sì? Non me ne ero accorta … è un uomo … ma dai!!! Certo che è un uomo ma ha anche un bel buco del culo!!!" Ha dato uno schiaffo al sedere di Raffaele, poi gli ha allargato le natiche.
Giulia ha afferrato il mio cazzo e lo ha posizionato contro il buco di Raffaele.
L'uomo ha spinto indietro il sedere e Giulia ha spinto il mio addome in avanti.
Allora il mio cazzo e scivolato facilmente nel buco del culo, immagino che avesse già preso tanti cazzi prima del mio.
Mentre lo penetravo, lei mi incitava: “Dai fottilo … mettigli tutto il tuo cazzo nel culo … sbattilo come una troia.”
Con questo incitamento e per il piacere che provavo ho preso a fottere il culo di Raffaele con movimenti ampi e veloci.
Lui che fino a quel momento era rimasto quasi completamente in silenzio a iniziato ad ansimare e ad incitarmi: “Si … si … fammi godere … sbattimi come una troia … scopami il culo e tu Giulia succhiami il cazzo.”
Ho continuato con una intensità che non immaginavo potessi fare.
Nel frattempo, Giulia si era accovacciata sotto Raffaele ed aveva preso in bocca il suo grosso cazzo pompandolo alla grande. Con una mano teneva le mie palle ed accompagnava i miei movimenti.
Dopo una lunga cavalcata, ho sparato il mio sperma direttamente nel culo con un forte gemito. Il mio corpo vibrava per l’orgasmo avuto: Si … siiii … godo … godo!!!”
Giulia sorrise. "Vedo che sei venuto, quindi ti è piaciuto il culo di Raffaele?" volle sapere.
Annuii esausto.
“Bene, ora tocca a Raffaele e a me.” Giulia mi allontanò mentre ancora gocciolava il mio sperma dal suo culo e si adagiò con la schiena sul letto per farsi scopare da Raffaele.
Avevo pensato che il gigante stesse finendo di trapanare la mia Giulia nella figa invece, si è inginocchiato davanti a lei, sorridendo, ha spinto indietro le gambe di giulia alzandola in modo da poterla penetrare nel culo.
Ho spalancato gli occhi e ho mugolato: "No, no, no! Non se ne parla nemmeno. Ha un cazzo troppo grosso, ti sfonderà. Ti farà male.”
Loro due si sono limitati a sorridere senza dire nulla.
Giulia si è accarezzata il culo e, poi, prendendolo in mano, ha massaggiato il suo buco con il cazzo di Raffaele.
Ho urlato. "Giulia, per favore, non farlo!" Ma lei si limitò a sorridere.
Poi ha afferrato il cazzo di Raffaele e lo ha spinto dentro il suo buco del culo.
Ho supplicato ancora, ma invano.
Raffaele ha infilato il suo bastone nerboruto nel culo.
Questa volta lei ho urlato dal dolore mentre quella grossa verga la penetrava: “AAARGH … cazzo fa veramente male. AAAAH! … AI! … Spingi ma fai attenzione, non andare lateralmente ma dritto per dritto, sento che mi sta spaccando tutto.”
Le ha deflorato il culo. Seguendo il suggerimento di Giulia, ha iniziato lentamente a fotterla, poi, dopo un po’, ha velocizzato i suoi movimenti aumentando la profondità della penetrazione con forza.
Sorridendo, Giulia mi passò una gamba sopra le spalle per costringermi ad avvicinarmi e vedere tutto da vicino.
Adesso si stava facendo scopare e vedevo da vicino come quel grosso cazzo le stava violando il culo. Si vedeva la fessura del suo ano, dai margini increspati, entrare e uscire attaccata alla verga di Raffaele.
Un immagine che non avrei mai immaginato di vedere così da vicino.
La vidi madida di sudore, vidi lei e Raffaele scambiarsi baci durante la sua monta.
Dopo una intensa cavalcata lui è venuto, sparando la sua crema dentro lo sfintere di Giulia.
Ha continuato a cavalcarla finché non è arrivata anche lei.
Per tutta la stanza risuonavano i gemiti dei due.
Urla di goduria che impressionavano per la loro forza.
A quel punto Raffaele ha tirato fuori il cazzo ancora di una dimensione ragguardevole.
Giulia ha afferrato il cazzo di Raffaele e spingendomi dalle spalle lo tenne davanti al viso dicendo: “Raffaele fai assaggiare il tuo sperma a Luca, è da tanto che ho questo desiderio.”
L'uomo ubbidì e mi ha sparso il suo sperma sul viso fin dentro la bocca.
Non lo volevo ingoiare e ho fatto in modo da accumularlo sull’esterno del viso, sulle mie guance.
Qualche goccia arrivò anche dentro e mi colò lungo gli angoli della bocca.
Giulia le ha leccate e mi ha dato un bacio.
Ci siamo baciati con lo sperma dell'altro sulle nostre lingue, e soprattutto, nella mia bocca.
"È stato bello", ha detto Giulia “mi ha fatto male al culo ma ne è valsa la pena, era quello che volevo.”
Poi aggiunse: “La prossima volta, con Raffaele o con qualche altro, sarai tu a farti fottere il culo, e non è un suggerimento ma un ordine a cui tu obbedirai, vero?”
Io lasciai cadere la cosa facendo l’indifferente. Anche se dentro di me pensavo: “Questa donna è impossibile da fermare, quello che vuole, prima o dopo, lo otterrà.”
Dopo un po’ Raffaele andò via e noi ritornammo alla nostra routine di tutti i giorni.
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Adesso sono sua.
Mi chiamo Angela, ho 25 anni, sono alta m. 1,70, occhi chiari, capelli castani lunghi fino alle spalle. Ho dei seni di una terza misura che somigliano a due splendidi pompelmi, tondi e sodi, con capezzoli piccoli. Il fisico è snello, perché mi piace molto correre e mantenermi in perfetta forma. Il sedere è alto, tondo e abbastanza prominente, posto alla sommità di due cosce lunghe e ben tornire, di cui vado molto fiera. Sono studentessa della Facoltà di Architettura e, da 15 anni, sono orfana madre. Ho sempre vissuto con Gianni, mio padre, che, oggi, ha 45 anni, è uno splendido maschio, alto, dal fisico asciutto, con delle braccia muscolose e forti, tra le quali mi sento molto protetta quando mi stringe a sé. Ha capelli neri, anche se le tempie iniziano ad imbiancarsi quel tanto che basta per conferirgli un fascino che non sfugge alle donne. Tra noi due c’è sempre stata una gran sintonia, mi ha cresciuta da solo, senza l’aiuto di nessuno, sono la sua regina. Avevo dieci anni quando è morta mamma e lui mi ha visto diventare ragazza, adolescente e ora donna, una bella donna. È stato un padre, un amico, un confidente, che ha sempre avuto molta attenzione nei miei riguardi. Ha sempre tenuto a bada lo sguardo degli uomini che mi desiderano, ne intuisce la voglia e i suoi stessi amici, scherzando, glielo dicono.
«Gianni, tua figlia è veramente bella! Se non stai attento, un giorno arriverà qualcuno a cogliere questo splendido fiore!»
Lui, quando sente queste parole, fa la faccia brutta, quasi adirata, anche se, dentro di sé, è perfettamente consapevole che, ormai, non sono più una bambina. Capisco che lui vorrebbe proteggermi, vorrebbe non vedermi mai soffrire, mi vorrebbe sempre felice e sorridente e sono consapevole di questo. Vedo in lui il mio modello di maschio perfetto, il mio uomo ideale lo immagino come lui. È capace di corteggiare le donne e lo sa fare bene, ama farle sentire al centro dei suoi pensieri, al centro del suo mondo, è un adulatore e ne ha piacere; ha avuto donne molto belle al suo fianco, ma, fino ad oggi, nessuna è durata molto a lungo. Ho sempre pensato e sperato che potesse avere di nuovo una donna cui accompagnarsi, fin quando, da alcuni mesi, ha preso a frequentarne una. Si chiama Stefania, è più piccola di lui di due anni ed è alta, bionda, bella, occhi chiari ed un bel seno, che è sicuramente una quarta abbondante. Ha un bel fisico tonico, con un bel culo prominente, posto al culmine di cosce lunghe, che lei valorizza indossando sempre calze velate e tacchi alti. A lui piace molto al punto da mandarle sempre dei fiori, la porta a cena fuori, a ballare, al cinema. Vedo che si divertono molto insieme. Quando entriamo in argomento, lui me ne parla da innamorato, da uomo perso per lei, solo lei, nessun’altra che lei. Non vivono assieme, non ancora, però lei spesso si ferma a dormire a casa nostra. Poi una sera è avvenuto un fatto che ha, in qualche modo, cambiato tutto. Erano giorni che lui lavorava più da casa che dallo studio, uno degli studi di architettura più rinomati della città e questo, in qualche modo, ci rendeva felici perché ci permetteva di passare molto tempo assieme. Facevamo colazione assieme e ci viziavamo a vicenda. Ormai sono cresciuta e con lui ho una confidenza più simile a quella di un amico, piuttosto che di un padre. Non ho nessuna vergogna di girare per casa in vestaglietta o slip e maglietta, e lo stesso vale per lui. Poi, un venerdì sera, è arrivata Stefania. Si cena tutti assieme, prepariamo da mangiare e si instaura quasi una gara. Tra noi c’è sempre stato molto rispetto, lei non mi ha mai dato l’impressione di volermi allontanare da mio padre e, anche se non so perché, inconsciamente avverto una lieve gelosia nei suoi confronti. Non ho mai provato un simile sentimento per nessun’altra conquista di mio padre. Ora, però, quei baci, quelle carezze, li vorrei per me. Mi sorprende questo pensiero e mi sconvolge oltremodo. È una cosa che mi scuote, mi provoca una sensazione ed un'emozione molto forte e contrastante, che provo improvvisamente, mentre mi preparo per uscire. Devo andarmene, perché mi sento a disagio. Volutamente evito entrambi. Lui se ne accorge, ma io non gli do il tempo di approfondire.
«Ciao, esco con gli amici. Tornerò tardi. Buona serata.»
Scappo di corsa da casa. Fuggo per non vederla tra le sue braccia che lo bacia e si stringe a lui. Sono gelosa: è pazzesco, ne sono convinta, ma è la verità. Passo la serata a distrarmi, anche se non ci riesco molto. Quando parcheggio la macchina in garage, sono le tre passate e salgo le scale in punta di piedi. Quasi inconsciamente, evito di farmi sentire, convinta che adesso dormono, invece, appena entro silenziosamente in casa, sento dei gemiti di piacere, sento lei godere, sento mio padre godere. Mi fermo ad ascoltarli. Mi sfilo le scarpe col tacco, appoggio la giacca sul divano e mi siedo sulle scale, che portano alla zona notte di casa. È incredibile però mi eccita sentirli. Sento i loro discorsi, sento i continui orgasmi di Stefania e lui che la prende e la fa urlare di piacere. Ad un tratto mi rendo conto che non so nulla di lui come maschio, come uomo da letto. Lei lo incita.
«Dai, toro, scopami più forte! Sei magnifico! Che toro! Che cazzone grosso che hai e come mi sfonda! Ancora… ancora… PIÙ FORTE!»
Lui, le chiede di cambiare posizione. Prima la scopa tenendola sopra, poi la fa mettere sul bordo del letto e poi, ancora, le chiede il culo. Quando mi accorgo che lei, a sentirlo nel culo, gode come una maiala, improvvisamente avverto una vampata di calore addosso, sento di bagnarmi. Mi sto eccitando, sento il piacere scorrere dentro di me, fino ad inzuppare il mio perizoma. Ascoltarli mi ha fatto quasi godere, senza toccarmi. Allargo le gambe, sposto il perizoma e mi tocco tra le cosce. Ho la testa appoggiata al muro, le gambe allargate e con la mano mi sto ravanando la fica, con gusto. Assecondo il movimento delle mie dita al rumore del letto, che mi fa impazzire. Mugolo di piacere, ma non mi sentono, sono troppo presi dal loro piacere. Socchiudo gli occhi e lavoro di fantasia. Immagino mio padre nudo, immagino il suo cazzo, lo vedo affondare in lei. Immagino i suoi baci, le sue mani strizzarle i capezzoli e poi, insieme, raggiungere l’orgasmo. Allora subito mi alzo, mi sfilo il perizoma fradicio e, a piedi nudi, tenendo le mutandine in mano, vado in assoluto silenzio verso il bagno, a luce spenta. Nello stesso istante si accende la luce; è mio padre, che, completamente nudo, con il cazzo ancora duro, ancora eretto, sta uscendo dalla camera e va anche lui verso il bagno. Restiamo per un lungo istante immobili a guardarci, senza proferir parola. Io glielo guardo, quasi con insistenza. È bellissimo! Un super cazzo! Lungo e grosso, reso lucido dagli umori di Stefania. Poi mi riprendo dallo stupore e, dandogli un bacio sulla guancia, gli auguro buonanotte. Vado direttamente in camera e, sfinita, mi stendo sul letto, addormentandomi. L’indomani è sabato, non devo andare all'università. Ho sonno e decido di restare a casa. Nel dormiveglia, ripenso alla notte. Ripenso a loro due che avevano scopato e goduto; rivedo mio padre nudo e mi eccito. Sento subito la mia lumachina che prende a schiumare. Per un momento mi pento di questo insano pensiero, ma il piacere è più forte. Adesso lo vorrei qui con me, nel mio letto. Vorrei godere con lui. Vorrei sentire il suo cazzo che mi apre, mi riempie e mi scopa forte, come ha fatto con lei. Vorrei sentire i gemiti di piacere che prova nello scopare me. Improvvisamente lui bussa alla porta. Entra e si siede sul letto. Io sono di spalle, vorrei evitare il suo sguardo, siamo sempre stati sinceri l’uno verso l’altro, gli ho sempre confidato tutto, ma questa nuova situazione mi spiazza. Il fatto di continuare a desiderarlo mi sconvolge e non riesco a levarmi dalla mente questi pensieri. Appoggia una mano sulle lenzuola, sulla gamba, mi chiede se sono sveglia. Faccio cenno di sì e lui, accarezzandomi, accarezzando la sua bambina, mi dice che sta per uscire.
«Amore mio, ti ho lasciato la colazione pronta. Come mai sei rimasta vestita?»
Mi giro, sedendomi sul letto.
«Ero stanca e avevo troppo sonno, che mi son addormentata all'istante.»
Ci fissiamo per un lattimo. C’è davvero molto imbarazzo tra di noi, in questo momento. Sta per dirmi qualcosa, ma io lo precedo, con un bacio sulla guancia, ringraziandolo per la colazione e poi scappo via, rifugiandomi in bagno. Ho paura di non riuscire a controllarmi. La mattina passa con me che, pigramente, giro per casa, restando in slip e maglietta. Accendo il pc e, senza volerlo, mi ritrovo in siti porno, con video a tema incesto. Li guardo senza pudore. Mi eccitano, mi fanno perdere il controllo di me stessa. Sprizzo adrenalina da tutti i pori. Mi masturbo furiosamente e vengo, godo, una, due, tre, cinque volte. Perdo il controllo di me stessa. Guardo e vedo madri con figli, soprattutto padri e figlie e su questi ultimi mi soffermo, per guardarli con maggior interesse. Non provo nessuna vergogna, vedo loro e immagino me con mio padre; ora avverto questo desiderio irrefrenabile: voglio averlo! Lo voglio! Lo desidero con tutta me stessa. Mi sconvolge e mi eccita da morire questo pensiero Decido di cucinare per lui, così, quando torna per pranzo, gli faccio trovare tutto pronto.
Canticchio allegra e civettuola, faccio la micetta, strofinandomi casualmente, facendogli notare quanto sia donna. Voglio che non mi veda più come la sua bambina, ma come una donna pronta per lui. Faccio in modo che la camicetta che indosso gli lasci intravedere il seno, bello, tondo, sodo. Mi piego in avanti, così che possa vedere il mio culetto, perché indosso un esile perizoma, infilato volutamente tra le natiche nude. Mi sento in calore. Ora voglio solo che mi scopi, non penso ad altro. Lui lo nota. È chiaro che nota tutto, ma fa finta di nulla. Non può, non vuole far nulla. Mi ignora: è mio padre! Non dice nulla, ma nei suoi occhi leggo il suo turbamento, ma stavolta lui ragiona per entrambi. Di colpo esce di nuovo e mi dice che rientrerà dopo cena; ha appuntamento con Stefania. E io? Sento i miei ormoni impazziti che reclamano piacere, ho bisogno di godere, ma non da sola. Chiamo Marco, un amico di università, che ogni tanto mi aiuta nello studio e, a volte, ci siamo anche abbandonati a scopare, solo per il gusto di godere; non c’è assolutamente nulla di più tra di noi. È un bel ragazzo, coetaneo, abbastanza porco e, quando gli dico che ho bisogno di lui, che son giù di morale, mi invita a casa sua, che dista pochi minuti dalla mia. Lo raggiungo e appena entro, mi strappa i vestiti di dosso. Mi butta sul letto e mi scopa, mi dà piacere per tutto il pomeriggio. Godo, ma, nella mia mente, non è con lui che sto scopando. Penso che sia mio padre e non lui, che mi sfonda; immagino che le sue mani siano quelle paterne. La sua voce, il suo corpo, e anche il cazzo, come si somigliano nella mia mente. Poi, me ne vado. Ho scopato, ma non sono soddisfatta. Mi sento inquieta. Mi cambio, esco a fare jogging e quando torno mi faccio una doccia calda, per poi addormentarmi sfinita, sul divano. È notte fonda, quando lui torna. Si appoggia sul divano e mi accarezza il viso, cerca di svegliarmi con la sua solita dolcezza.
«Ehi, piccola! Dai, che ti porto a letto, come facevo quando eri bambina. Ti prendo in braccio, vuoi?» Allungo le braccia e le aggrappo al suo collo, le sue mani sul mio corpo mi danno piacere, tanto piacere. Sento le sue dita sul mio culetto, appoggio la testa al suo petto e la bocca al suo collo, lo bacio piano. Lui è un uomo intelligente, conosce le donne, le sa ascoltare e certamente ha capito qualcosa. Sul letto, mi si siede di fianco, la vestaglietta lascia le gambe scoperte, il seno in bella vista. Mi guarda contento.
«Piccola mia, ormai sei una donna e...devo dire, una bella donna!»
Gli sorrido ed appoggio le mani sulle sue. Anche lui sorride, ma si vede che è un po’ in ansia.
«Amore mio, tu non devi esser gelosa di Stefania. Tu sarai sempre al primo posto, per me! Ti assicuro che nessuna donna sarà mai più importante di te!»
Giro lo sguardo e lo abbasso. Lui prende il mio viso tra le sue mani e mi fissa in silenzio. Lo guardo con un’aria di sfida.
«Allora, dimostramelo! Dai, dimostrami che ci sono solo io: coraggio, che aspetti?»
Mi guarda, ho come l’impressione che ora sia debole, indifeso, in forte imbarazzo, perché non ha il coraggio di ammettere di aver intuito quello che voglio da lui.
«Ma… cosa mi chiedi? Come te lo devo dimostrare?»
Per un istante, un solo rapido istante nel quale non riesco a pensare, non voglio pensare, ma agire. Mi metto a cavalcioni sulle sue gambe e lo bacio.
«Gianni, amami, amami. Fammi tua!»
Lui mi evita e si sposta di lato. Io insisto e lui, con un gesto repentino, mi butta sul letto, mi rialzo, e lui, con uno schiaffo, mi dice di smetterla.
«Smettila! Come fai a non capire che non si può?»
Mi brucia la guancia; è la prima volta che mi dà uno schiaffo, ma non demordo. Sono inginocchiata sul letto, la vestaglietta è ora completamente aperta e, sotto, non indosso nulla. Lo guardo ancora, cerco il suo sguardo. Lui, adesso, mi guarda, ma ora non cerca i miei occhi. Vedo che mi esamina tutta, i suoi occhi si stanno riempiendo di me e la sua bocca, appena dischiusa, mi sta già assaporando. Esita, tentenna, è combattuto con sé stesso, mentre io mi levo la vestaglietta. È sconvolto mentre mi ammira, perché mi son alzata e sono di fronte a lui, nuda, calda, indifesa, completamente offerta a lui. La mia voce lo sconvolge.
«Sei mio padre; che male può esserci nell’amarci? Perché tu mi ami, vero?»
Non risponde, mi prende tra le braccia e le sue mani scendono giù dietro, mi afferrano il sedere ed inizia a baciarmi. Mi divora la bocca, la lingua, le sue mani sono tra le mie cosce e il mio umido tra le gambe lo
«Siamo due pazzi, lo sai vero? Lo sai, bambina mia, che siamo pazzi? Dopo questo, nulla sarà più come prima e non si potrà più tornare indietro. Ne sei consapevole anche tu, vero?»
Lo spoglio, gli strappo via la camicia, slaccio i pantaloni che cascano a terra. Sono in preda ad una frenesia incontrollabile.
«Ti voglio: adesso ti voglio, papà! Voglio amarti tutto. Voglio esser tua, fin in fondo. Solo tua.»
Mi stende sul letto e nudo si sdraia sopra di me. Mi bacia ancora, mi stringe a lui, prende le mie mani e le intreccia forte tra le sue. La sua bocca passa sulle orecchie, sui lobi, sulla nuca a leccarmi. Adesso anche lui è sconvolto dal desiderio. Mi desidera quanto io desidero lui. Si stacca dal mio corpo, si abbassa e mi bacia il seno. Le sue mani li afferrano, li strizza, li lecca e succhia.
«Amore, sei bellissima! Sei sempre stata il mio sogno proibito! Ho cercato di resisterti, ma non ce l’ho fatta! Adesso ti voglio anch'io!»
Scivola sempre più in basso. Si mette tra le mie cosce, che io spalanco. Mi guarda per un istante e appena sento la sua bocca posarsi sulla mia micetta, godo all’istante!
«Oddio mi fai venire subito! Ora! Vengo!»
Gli ricopro il viso del mio miele, che la sua lingua raccoglie e ci si disseta. Mi muovo, stringo le gambe e mi strofino contro il suo viso, contro la sua barba di qualche giorno. Non parliamo, le parole non servono; ora sono i nostri corpi che lo fanno per noi. Lui si stende di fianco a me e mi accarezza, mentre la mia mano cerca e trova il suo cazzo. Com’è duro, com’è bello, lo guardo e lo meno, tiro indietro la pelle, guardo la sua cappella, tocco con le dita le palle gonfie, piene. Mi abbasso con la testa, arrivo a trovarmi il suo splendido cazzone davanti alla bocca, poi, con la lingua, lo assaporo, lo lecco tutto. Si rigira e di nuovo si insinua tra le mie cosce. Se io godo, lui mi restituisce il piacere. È un godimento continuo. Sento che si gonfia di più nella mia bocca, ora me lo spinge più dentro. Anche lui non resta inattivo, mi fa godere di nuovo. Sono brava, sono porca, lo faccio impazzire. Me lo sfila diverse volte dalla mia bocca, non vuole venire, non ancora. Lo supplico di scoparmi.
«Prendimi! Ti voglio! Dai, non fermiamoci, papà! Adesso fammi tua! Fai godere la tua bambina, dai… fa godere la tua donna…ti prego… ti voglio dentro!»
Mi viene sopra tra le gambe e, preso il suo cazzo in mano, lo strofina lungo lo spacco.
«Come sei bella! Sei bellissima, accidenti! Mi fai fare una pazzia! Non ragiono più! Non mi fai capire più niente! Il mio cervello è spento! Ti voglio! Mi stai sconvolgendo!»
Spingo il bacino verso l’alto e mi spingo incontro a lui. Lo sento entrare tutto, fin in fondo! Mi sfonda! Mi apre tutta e poi godo subito, all’istante.
«Mi fai… sì! Dai, che vengo! Vengo! Era ora, ti sento tutto dentro!»
Lui mi monta, è un toro, uno stallone, come lo avevo sentito e immaginato quando chiavava Stefania. Lo sento dentro completamente. Il suo corpo sbatte contro il mio, i suoi coglioni sbattono contro le mie chiappe. Geme di piacere, anche lui. Ora sta scopando una donna, la sua donna. Sono la sua carne. Troviamo il giusto ritmo. È un orgasmo, senza soluzione di continuità, che ci regala adrenalina, eccitazione, sempre più forte. Siamo consapevoli di aver superato ogni limite ed ora vogliamo godere sempre di più. Cerca la mia bocca, mi bacia, mentre continua a scoparmi senza sosta. Urlo di piacere nella sua bocca. Gli mordo le labbra, ci divoriamo a vicenda. Mi fa godere all’infinito e poi lo sento pronto a venire. Mi sente godere e, per l’ennesima volta, cerca di sfilarsi, ma lo blocco dentro di me.
«Resta lì, dentro di me! Vienimi dentro! Sono protetta!»
Mi sborra dentro. Lo sento scaricarsi con degli spasmi di piacere. Ad ogni spasmo, un getto. Ne conto quattro, cinque schizzi di sborra calda, che mi riempiono la vagina.
Siamo esausti, senza fiato, lui si distende di fianco a me e, mano nella mano, ci addormentiamo. L’indomani, quando mi sveglio, lui è già andato in studio, al lavoro. Sono appagata, corpo e anima, mi sento beata, felice.
Quando vado in cucina, trovo un biglietto sul tavolo.
“Alla mia bambina, alla mia donna, al mio amore più grande, con tanto amore!” Un cioccolatino e una rosellina bianca.
Inizia così la mia vita dedicata a lui.
Da oggi in poi, non ci saranno altre donne nella sua vita: gli basto io! Chiudo per un attimo gli occhi e penso: adesso voglio un figlio!
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baxi18, 55
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Io e dina la nostra prima volta
Io e Dina siamo sposati da trent'anni ma all' epoca dei fatti eravamo appena sposati da due anni,io sono stato sempre vivace nel rapporto mentre Dina era all' apparenza più tranquilla ma forse per questo più troia di quanto non sembrasse, comunque durante i nostri rapporti sessuali più volte coinvolto dal momento intenso gli avevo proposto di fare l, amore con un altro uomo e se io potevo assistere,l, occasione venne a metà ,nel senso che un giorno mentre lavoravamo nello stesso albergo venne un cliente che solitamente era accompagnato da belle donne ,ma questa volta era solo ,Dina diceva sempre che Renato: il nome dell' ingegnere era proprio un bell,uomo e che se non era sposata ci avrebbe scopato molto volentieri,hai visto è solo gli ho detto io in preda all' eccitazione,vai a bussargli dicendo se ha bisogno di qualcosa,io mi nascondo nella camera a fianco e voglio ascoltare cosa fate ,dai amore è la nostra occasione,Dina era titubante non voleva rovinare il nostro matrimonio ma io la persuasi ,deve essere solo sesso le dissi ,una scopata e basta fai finta che lo stai sognando,Mia moglie si lascia convincere e va a farsi un bide e mettere delle mutandine piu sexy,rimani qui tu però mi raccomando per qualsiasi motivo ti faccio un cenno battendo sul muro,che ne so come reagisce e poi se vuole cose strane , Tranquilla amore vedrai che è un uomo così a modo e poi ha 50 anni tu appena 24 si comporterà bene vedrai ,Dina un po' impacciata gli bussa , ingegnere sono Dina le fa in modo gentile,mi chiedevo se aveva bisogno di qualcosa sa l,ho vista da solo questa volta , Renato gli risponde con garbo avendo intuito cosa potesse volere,si signora avevo bisogno di un altro cuscino ,glie lo vado a prendere,e cosi dicendo dopo due minuti si ripresenta con il cuscino , Renato le apre e Dina varca la porta chiudendola e dicendo ,gli sistemo un po' il letto ingegnere e facendo la gatta si mette a 90 gradi in modo che Renato potesse guardare il suo culo e le cosce ,mia moglie indossava dei pantaloncini corti che facevano intravedere le sue cosce sinuose ,fu in quel momento che Renato gli tocco il culo ,Dina che bel culo che hai mi viene voglia di mangiarlo ,oh Renato non faccia cosi ,ma lui ormai arrapato gli era addosso e la strinse fra le braccia,ho voglia di fare l, amore con te ,mi piacerebbe ma mio marito torna fra poco e se ci scopre ,Dai guarda come sono messo e si tira fuori il cazzone duro che svettava prepotente in tutta la sua virilità Renato mamma mia che cazzo che hai ,non ho mai visto dal vivo un arnese cosi ,Dina glie lo ha preso in mano mentre lui le sfilava i pantaloncini e le mutandine la bloccava vicino al muro ,la sua fica pelosa e bagnata era in vista e Renato la prese di colpo vicino al muro alzandole una gamba e poggiandola sul letto,lì in piedi la prese in fica con dolcezza prima e poi gli sbatteva dentro il cazzone ,mia moglie gemeva come una puttana in calore ,siii Renato sbattimi dammelo tutto e lui eccitato ,ohhh sii piccolina senti quanto cazzo ti do ,godo Renato godo come sei bravo a fare l, amore ,e lui dopo averla chiavata la mette a pecorina,ti voglio prendere da dietro e gli mise il cazzone in pancia in quella posizione,io ascoltavo tutto nella camera a fianco e mi ero masturbato ed ero venuto non appena Renato glie lo aveva messo dentro,Renato grido di gioia sborrroooooo e venne sulla schiena di Dina poi prese le sue mutandine neree gli ripuli la sborra ,amore gli fece tienile in ricordo di questo giorno ,voglio che le fai vedere a tuo marito,da uimo esperto aveva capito che io li stavo ascoltando
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4 months ago
admin, 75
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Con il cliente
Siamo una coppia innamorata da 11 anni,Lei 35 Io 45 ed abbiamo 2 bellissime bimbe e siamo molto sinceri tra di noi. Quasi subito abbiamo incominciato a giocare con singoli…soli o in compagnia. Vi racconto una storia realmente accaduta poco tempo fa. Lei, lavorando in un negozio di abbigliamento,ovviamente incontra e parla con tanta gente tutti i giorni. Durante una normale giornata di lavoro, in negozio conosce un tizio….bel uomo di 40, anni…bella presenza fisica. Fece il suo acquisto, lanciando sorrisi ammiccanti e scherzando con la mia mogliettina….e ando’ via. Sulla busta del negozio, recupera il telefono del negozio stesso (un whatsapp) e li, manda un messaggio dove poi risponde mia moglie. Da li in poi….si sono sentiti quasi regolarmente, lui la riempiva di complimenti corteggiandola con educazione. Durante i loro messaggi,si parlava di tutto ,famiglia,lavoro…e poi, arrivarono i messaggi piu’ caldi,riguardanti il sesso. Lui si sbottono’…dicendole che le piaceva da impazzire e avrebbe fatto di tutto pur di stare con lei. Lei se la tiro’ un pochetto, giusto per tenerlo sulle spine, per farlo cuocere bene….fino a quando una mattina, prima di andare a lavoro…Lei manda un breve video, nel quale era in completino sexy mentre si apprestava a vestirsi. Da quel momento gli animi dei 2 si sono scaldati…gli ormoni cominciavano a girare a palla…e cominciarono a cercare di trovare una mattina libera per giocare. Dopo un po’ di tempo,finalmente riescono a conciliare una mattina di divertimento…, lei mi avvisa 2 giorni prima dicendomi che era super eccitata di questo incontro, perché cmq il tipo le piaceva molto. Cominciai a domandarle come voleva avvenisse questo incontro….e Lei, inizialmente voglio cominciare da sola….e poi ti unisci tu. Io consapevole del fatto ke era arrapata di Lui….”sei sicura che è cio’ che vuoi?”, …puntini puntini e mmh….il suo mesaggio !!! Sinceramente mi attizza molto…e mi piacerebbe scopare da sola con lui. Ok fu la mia risposta, l’importante è che tra noi ci sia chiarezza su tutto. E le chiesi ancora….ma vuoi che io sia li...o fuori casa? Mi risponde quasi subito, se a te non dà fastidio….vorrei che tu fossi fuori casa ed io sola con lui!!!! Mi piacerebbe scopare da sola…mentre tu mi guardi dalla telecamera (in camera abbiamo una cam di sorveglianza alla quale posso accedere ovunque io sia), e vedermi come in un film porno !!! cosa ne pensi? Al chè io….cazzo e me lo chiedi pure….mi piace questa situazione. Cosi, dopo 1 ora, conferma l’incontro con il tipo…la mattina orario di scuola. Allora,mi scrive, viene domani x le 9….tu porta le bimbe a scuola e vai in ufficio, ti colleghi alla cam….e ti guardi lo spettacolo, ok?...certo ,domani guardo il tuo film !!! In casa, abbiamo alcune cam di sorveglianza di cui una appunto in camera da letto un’altra all’ingresso di casa. Domani, come ti vesti, per aspettare lui?....Ho pensato di indossare, la vestaglia trasparente nera (corta), un mini slip (forse) e i tacchi….cosa ne pensi? Beh…ottimo direi…cosi gli fai avere un colpo appena entra in casa !!!! La mattina del giorno “X”: corri corri,veloce veloce….alle bimbe…la scuola chiude !!! Io e le bimbe, usciamo prima…in modo tale da darle il tempo di prepararsi,farsi la doccia ecc ecc….Alle 8,40 sono in ufficio solo,….accendo il PC (con schermo grande) e mi collego alle telecamere di sorveglianza. Faccio un rapido controllo se sono posizione bene…camera OK…ingresso e soggiorno OK….quelle che mi interessano,sono perfettamente collegate e visibili. Nel frattempo sbircio lei, che fa su e giu in camera, per prendere la vestaglia, ovviamente nascosta per le nostre figlie che sbirciano ovunque, e vedo lei che si copre con questo bel capo trasparente nero, ma che lascia vedere bene il suo bello e grosso seno. Ore 9…le arriva il messaggio del Tipo, è fuori il portone,guarda il videocitofono ed apre (noi viviamo in piano rialzato,in una palazzina dove al 1 piano i miei parenti non ci sono,quindi siamo solo noi), lasciando la porta socchiusa. Il tipo arriva,apre la porta e…..BUUH !!! lei era nascosta dietro la porta per fargli uno scherzo….e quando la vede, gli si sbarrano gli occhi….WOOW….esclama…vedendola praticamente quasi tutta nuda vicino alla porta. Il tempo di chiudere la porta, si abbracciano e baciano appassionatamente…come 2 amanti. Lui al volo si toglie giacca e maglia, sedendosi sul divano per spogliarsi….al che lei si avvicina inginocchiandosi e lo aiuta a tirare giu i pantaloni, notando un grosso gonfiore (pare che il tipo sia ben messo)…lo accarezza sui boxer mentre si baciano animosamente. Continuo’ a baciarlo con la lingua che si vedeva uscire ogni volta dalla sua bocca vogliosa,continuando a baciarlo sul petto fino a scendere giu’,arrivando sul boxer grigio bello gonfio. Con grande maestria, le infila la mano dentro per abbassare l’intimo e tira fuori il cazzo grosso XL del suo nuovo amico di letto. Anche Lei alla vista del giocattolone che si trova avanti i suoi occhi neri,ha un’esclamazione di sorpresa ….AZZ….pero’ !!! E come un serpente quando si appresta a mangiare la sua preda, si avventa sulla sua e lo porta tutto dentro la sua bocca voraginosa, cominciando il lento su e giu’ per gustarlo tutto bene…..ed io, dal mio grande schermo, ad ammirare lo spettacolo della mia mogliettina arrapata da questo bel uomo. Terminato di gustare il bel giocattolone, si alza portando le sue belle tette vicino alla sua bocca per farle baciare (perché adora quando le baciano il seno), lo afferra per capelli tirandogli in alto la testa e riprende a baciarlo sedendosi su di lui, mentre con l’altra mano libera prende il giocattolone e lo sistema per portarlo tutto dentro di Lei. In quel momento, lancia un urlo di piacere e goduria nel sentire il grosso arnese dentro di lei. Comincia a cavalcarlo lentamente,godendo ad ogni movimento….io dalla web Cam impazzivo a vederla seduta su di lui, mentre godeva. Si alza,per portarlo in camera da letto….mamma che gran bel culo che hai,fu’ l’escalmazione del Tipo…Lei si china leggermente per mostrarlo ancora meglio, al che lui la ferma contro il muro e lo infila nuovamente facendo gemere di piacere la mia mogliettina. Dopo 2 colpi sontuosi, lo prende per mano e lo porta in camera sul nostro lettone. Si stende e aprendo le gambe,…. sfondami…..Lui non ci ha pensato 2 volte alla richiesta e ritorna ad infilare per bene il suo grosso uccello, con ritmo sostenuto e forza. Sentivo dalla WebCam le urla di goduria di mia moglie, facendomi eccitare da impazzire. Dopo averla stantuffata per bene, Lui si stende mentre Lei per farlo rilassare un po’…prende il mano il suo grosso cazzo,massaggiandolo leggermente e guardando verso la telecamera, se lo riporta in bocca leccandolo per bene…come se volesse dirmi, guarda come sono troia !!! Dopo avergli terminato il pompino, si siede nuovamente su di Lui…dandogli la vista del suo bel culo. Bella posizione e belle immagini vedo dal monitor….Lei che si muove forte su di Lui con le sue grosse tette che fanno su e giu !!!! Mi fa impazzire il tuo culo solo a guardarlo le dice….cosi’ la sposta mettendola a pecora e mentre Lui continua a scoparla, lei guarda fissa sempre verso la Cam. Ti piace che sono cosi’ troia? Chiedeva mia moglie allo stallone…. Certo, gli rispose….sei una gran troia….e ti voglio ancora piu’ troia. Lei: ancora piu’ troia? e cosa vuoi farmi? (ansimando di piacere) Lui: la prossima volta che passo a trovarti, vengo con un amico cosi ti scopiamo in 2….Si Si lo voglio(godendo mentre viene scopata), ma solo se ha il cazzo grosso come il tuo…. È piu grosso del mio, ti faremo impazzire dal piacere…..adesso girati che di voglio fare la doccia. Il tempo di girarsi, prenderlo tra le mani….guarda verso la Cam….fammi la doccia !!! e le viene tutto sul viso, mentre Lei lo accarezzava pulendolo per bene. !!! Io dal mio monitor…ho goduto da impazzire vedendo e ascoltando tutta questa scopata, proprio come fosse un film XXX. Dopo questo incontro, si sentono regolarmente e progettano una nuova data a breve.
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4 months ago
frillycoppia, 45/45
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Sesso in tre in una lunga serata di giugno
Dopo quella prima volta con Tommaso, e successivi altri incontri sempre con lui, per un lungo periodo non accadde nulla con altri singoli.
Gli impegni con il lavoro e il trasferimento nella nuova casa avevano completamente assorbito, sia fisicamente sia mentalmente, me come anche Camilla.
La casa che avevamo affittato era molto carina ed aveva un bel giardino riservato. Eravamo in bella solitudine, nessun vicino di casa se non alcune altre abitazioni ma distanti da noi.
Fu Camilla a gestire l’arredamento della casa e anche quello del giardino.
Infatti, fu lei ad avere l'idea di mettere un letto per esterno da giardino proprio nella parte più riservata dello stesso.
Aveva creato un’area di relax molto bella e accattivante.
Non avevo immaginato a cosa altro potesse servire oltre che a prendere sole in totale libertà e comodità.
Vivevamo una vita intensa, il lavoro, gli impegni, gli amici lasciavano poco tempo a tutto il resto.
Spesso ricordavamo i momenti belli passati con Tommaso e la nostra fantasia viaggiava in alto.
Ogni qual volta che lei ricordava con nostalgia le serate in tre, le dicevo: "Per quel che mi riguarda, mi piace guardarti scopare con un altro uomo. Mi eccita vederlo farti godere ma anche come tu riesci a farlo arrivare al settimo cielo e farlo venire dentro di te, anche a me piace il sesso in tre".
Lei confermava di essere ben disposta, l’idea le piaceva molto, ma era consapevole della difficoltà di trovare un partner affidabile e riservato, doveva essere quello giusto non uno tanto per farlo.
Anche io ero consapevole che non era facile trovare un amico da inserire nel nostro ménage.
Non insistevo più del dovuto ogni qualvolta lei aveva dei dubbi sui possibili partner che incontravamo.
Camilla affermava che amava quando due uomini si dedicavano a lei, e che l’idea di farlo di nuovo era molto vivo in lei.
Una sera, in particolare si lasciò andare ad alcune affermazioni che mi hanno colpito, disse: "Voglio essere scopata in tutti i modi possibili, senza limiti. Voglio godere di tutta la sborra che riesco a tirare fuori dai miei compagni di letto". Poi, con mia sorpresa, aggiunse: "La prossima volta voglio farlo al tramonto. Quel momento magico appena prima del tramonto. Voglio che mi guardi mentre mi scopano sul grande letto fuori, in giardino".
Continuando, divenne propositiva dicendo: "Sai che giorno è dopodomani? Il solstizio d’estate!" Fece una pausa, poi aggiunse: "Che ne dici, potremmo invitare Enrico per una piccola festa, una serata insieme, per guardare il tramonto nel giorno più lungo dell'anno?"
Enrico è un nostro amico conosciuto casualmente in una festa di compleanno. Un simpatico ragazzone di 35 anni dalla carnagione bruna e dal fisico molto ben strutturato.
Dopo aver fatto conoscenza ed aver passato quasi tutta la serata a parlare tra di noi, ci siamo rivisti in molte altre occasioni, anche in gite giornaliere fuori città.
Lei lo aveva invitato diverse volte a casa nostra per cene o pranzi domenicali.
Enrico aveva sin dal primo incontro flirtato con Camilla, quasi sempre con discrezione.
A volte, per via delle libagioni eccessive di alcol, senza inibizioni o tabù, andava sul pesante.
Oltre alle parole, spesso, vi erano stati allusioni provocanti e momenti con contatti fisici molto spinti tra Camilla ed Enrico.
A lei piaceva molto Enrico, non le davano nessun fastidio le proposte, spesso spinte, che lui lanciava, anzi.
Le sue risposte erano anch’esse sempre molto esplicite e provocanti.
Sembrava ben disposta ad accettare le sue avance e ben predisposta a farci sesso.
Quando, tra di noi, parlavamo di lui, lei affermava: “Mi piace Enrico, è molto sexy, credo che le piaccia anche io, oltre ad apprezzamenti verbali nei miei confronti, a volte, la sua mano scivola in modo indiscreto su di me, io non do seguito alla cosa ma nemmeno lo fermo. Credo, inoltre, sia ben fornito lì sotto, le poche volte che abbiamo ballato ho sentito un pacco niente male.”
L’idea di Camilla di invitarlo a casa per la sera del solstizio mi andava bene, in fondo era un amico che conoscevamo abbastanza e con cui avevamo trascorso diverso tempo insieme.
Alla sua idea risposi senza perplessità: "Possiamo organizzare, mi va … Tramonto? Non è quello che guarderò se la serata diverrà più intrigante, te lo prometto."
Camilla, prendendo l’iniziativa, telefonò a Enrico e lo invitò, gli disse: “Carissimo che ne dici se dopodomani sera la passiamo insieme? Se vieni preparo la cena e il dopo cena in giardino a guardare il tramonto … cosa ne pensi?”
Lui accettò immediatamente. Aggiunse al suo sì, inoltre, non smentendo sé stesso, una frase allusiva sul sesso, lo faceva spesso a mo’ di scherzo: “Va bene la cena ma a me interessa soprattutto il dopo, questa volta non mi scappi, mi piacerebbe poter avere un approccio con te di altro tipo, un po’ più sensuale, cosa ne pensi?”
Lei rispose: “Si vedrà, se ci sai fare ci potrebbe essere una bella sorpresa per te.”
L'immagine di Camilla che veniva toccata dal nostro ospite balenò nella mia mente sentendo la telefonata.
I due giorni prima della cena passarono velocemente.
Camilla, quel pomeriggio, si preparò per la cena oltre che con un make-up particolarmente accattivante, anche con un peculiare taglio dei peli pubici. Si era depilata completamente le labbra della figa, lasciando dei peli solo nella parte sovrastante. Aveva visto delle foto online che l’avevano colpita e si era ripromessa di rifarsi quel taglio alla prima occasione.
Completò la sua opera indossando un vestitino molto sexy.
Un tubino molto stretto e trasparente che non lasciava nulla all’immaginazione.
Non indossò il reggiseno ma solo un piccolissimo perizoma in pizzo che copriva a malapena i peli del pube.
Enrico arrivò molto presto nel pomeriggio, come avevamo concordato. Ci sedemmo nella veranda per parlare e bere qualcosa.
La serata iniziava nel migliore dei modi.
Poi, poco prima del tramonto cenammo in veranda.
Camilla aveva preparato una cena con delle pietanze non molto complicate ma sicuramente d’effetto. Un risotto allo scoglio e poi un piatto di crudità di pesce, tra cui anche ostriche ed altri frutti di mare, tutto accompagnato da un buon vino bianco freddo.
Per dessert un sorbetto al limone e vodka chiuse la cena.
Dopo qualche chiacchera ci siamo trasferiti, su suggerimento di Camilla, nel lettone in giardino.
Eravamo tutti rilassati, ridevamo e ci godevamo il momento di relax.
Col senno di poi, ricordo gli sguardi scambiati tra Camilla ed Enrico, soprattutto quanto lei fosse euforica e spensierata.
Ci stavamo godendo un bicchiere di grappa Amarone fredda e, per tutto il tempo, gli occhi di Enrico continuavano a incrociare quelli di Camilla.
Lei era distesa sul lettone con la schiena appoggiata su dei grossi cuscini, il leggero vestitino che indossava copriva a malapena il perizoma lasciando completamente scoperte le gambe.
Enrico le stava accanto ed io ero seduto sul bordo del letto osservando loro due.
In seguito, Camilla mi disse di aver sentito lo sguardo di Enrico sul suo corpo: "Era come se sapesse quanto fossi bagnata sotto il vestito. Come se stesse immaginando tutti i modi in cui mi avrebbe fatto godere".
Dopo diversi minuti che eravamo lì distesi ad assaporare la grappa, Enrico chiese a Camilla se fosse possibile avere dell’acqua. Lei, annuendo con un cenno della testa, si alzò per andare a prenderla dentro casa.
Enrico l'aveva seguita con gli occhi per tutto il tragitto fino dentro casa, una volta che lei era lontana da noi mi disse: “Luca, lo sai che mi piace da morire Camilla, sia come amica sia come donna. Sono molto legato anche a te, sto benissimo quando siamo insieme. Però, c’è un però che mi assilla e ne vorrei parlare prima con te. Senza mancarti di rispetto e perdere la tua amicizia, a cui tengo molto, devo dirti che sono completamente preso da lei e vorrei farci sesso, sempre se tu mi dai il tuo consenso, altrimenti resta tutto come è ora.”
Io, dopo un attimo di riflessione, risposi: “Non devi chiedere a me se puoi o meno scopartela, lei è libera di scegliere con chi fare sesso ovviamente sempre con me presente e partecipe, è stata sempre una sua prerogativa la libertà sessuale, io non le pongo limiti. Quindi chiediglielo esplicitamente, parlane con lei. So che lei è ben disposta nei tuoi confronti e non credere che lo sia con tutti i maschi che le girano intorno.”
Enrico fu rincuorato dalla mia risposta e, dopo un sospiro di sollievo, si alzò e raggiunse Camilla dentro casa mentre io rimasi seduto fuori a godermi la visione della notte che lentamente scendeva, assaporando gli ultimi sorsi della mia grappa.
Raggiunse Camilla in cucina dove stava riempiendo una brocca di acqua fresca con del ghiaccio, entrò e si fermò a pochi centimetri di distanza da lei.
Un improvviso brivido di eccitazione percorse la schiena di Camilla quando si trovarono uno di fronte all’altro.
L'elettricità tra loro era densa e lei poteva sentire i suoi capezzoli prendere vita, eretti sotto il sottile cotone del suo vestito. Sapeva che anche lui poteva vederli.
Lui allungò la mano e la toccò, afferrandole, una ciocca di capelli. Poi, lasciandola scorrere tra le mani, le accarezzò il volto facendola sussultare.
La sua mano scivolò più in basso, sfiorandole leggermente dal seno alla curva del sedere.
Gemette mentre lui le stuzzicava lentamente la punta delle dita lungo l'interno delle cosce, lasciandole librarsi sul punto inzuppato del suo tanga, quasi toccandole la figa.
Le loro bocche si sfiorarono e lei sentì il cazzo di Enrico premerle contro attraverso i pantaloni.
Enrico con un filo di voce le disse: “Ho parlato con Luca, volevo avere il suo assenzo prima di provare a coinvolgerti in qualcosa di più di una semplice chiacchierata. Luca mi ha risposto che dovevo parlare con te, che solo tu puoi decidere se andare oltre. Ormai sei nella mia mente, vorrei fare sesso con te in tutti i modi che tu vorrai, ovviamente senza escludere Luca. Cosa ne pensi? Ti piacerebbe farlo?”
Camilla, dopo qualche secondo rispose: “E’ da un po’ che ci penso, anche io ne ho parlato con Luca. Certo che mi andrebbe, l’idea di essere posseduta da te e Luca insieme mi eccita da morire. È molto tempo ormai che non faccio sesso con due uomini insieme, il sesso in tre mi attira immensamente. Pertanto, certo che mi piacerebbe stare con te e Luca. Questa serata è stata organizzata anche affinché questa possibilità potesse diventare una realtà.”
Lui, per tutta risposta, le spostò di lato il perizoma e le toccò le morbide labbra della sua figa e di seguito il clitoride.
Il corpo di Camilla fu percorso da un brivido di piacere, un gridolino di approvazione e di desiderio gli uscì dalle labbra.
La figa di Camilla aveva inondato di umori la mano, inzuppandogli le dita.
Era rimasta senza fiato per qualche istante, poi baciò Enrico avidamente, la sua mano scivolò sul suo cazzo duro massaggiandolo attraverso i pantaloni.
Quindi si sistemò il perizoma e il vestito, prese la brocca d'acqua, e con Enrico mi raggiunse fuori in giardino.
Sedutasi sul lettone in giardino, Camilla mi disse: “Enrico mi ha detto tutto. Io sono d’accordo come già sai. Se non aveste nulla in contrario mi piacerebbe fare sesso qui in giardino, è una location che mi piace molto.”
Si vedeva negli occhi di Enrico una luce particolare mentre annuiva con un cenno della testa, ed io annuì allo stesso modo dicendo: “Come desideri tu mia padrona … noi siamo qui per compiacerti e soddisfare tutte le tue fantasie.”
Sorrisero tutti e due.
Senza dire una parola, con l’aiuto di Enrico, sfilammo il vestito che indossava Camilla.
Seduto accanto al suo corpo quasi nudo, i seni turgidi, i capezzoli eretti, la baciai sulle labbra, ancora con il gusto della grappa che avevamo bevuto prima.
Feci scivolare lentamente la punta delle dita sulle curve dei suoi seni e dei suoi fianchi mentre lei gemeva dolcemente.
Sapevo quanto fosse eccitata, potevo quasi assaporare il suo desiderio di sesso.
La guardai contorcersi soddisfatta sotto il mio tocco.
La baciai dolcemente e poi le feci scorrere le mani lungo l'interno delle cosce verso la sua figa umida, e le dissi: "Camilla ... ti ha fatto bagnare così tanto solo l’idea di stare con Enrico?"
"E si … sono molto eccitata!!! La situazione è invitante!!!" ammise con un sussurro.
Lasciai che la punta delle mie dita sfiorasse appena il suo clitoride, e lei ansimò e tremò visibilmente.
Mi afferrò la mano e la fece passare tra le gambe, appoggiandola contro il suo monte di venere inzuppato e spingendo le mie dita nella sua fessura fradicia di umori.
Enrico che fino a quel momento era rimasto inattivo, in ammirazione dell'intesa che c’era tra me e Camilla, si avvicinò posizionandosi dietro di lei.
Si abbassò lentamente la cerniera dei pantaloni e li sfilò. Quindi, fece scivolare via anche gli slip. Questo movimento di Enrico ha ipnotizzato Camilla soprattutto quando tirò fuori il suo grosso pacco.
Rimanemmo entrambi sorpresi e impressionati dalle sue dimensioni.
Il suo cazzo oltre ad essere molto lungo era notevolmente grosso. La cappella, dalla forma perfetta, sovrastava una stanga veramente bella e impressionante.
Una ondata di piacere comparve sul viso di Camilla mentre lui faceva scivolare lentamente, dopo averla fatta mettere di fianco ed averle alzato la gamba destra, la sua verga pulsante nelle labbra della sua figa.
A quel tocco lei gemette dolcemente e disse: “Wow, che bell’arnese. Se è già così impegnativo esternamente figuriamoci quando lo metterai dentro, non vedo l’ora di potermelo gustare tutto. Mi fai quasi paura per le dimensioni ma è stupendo, voglio sentirlo tutto dentro di me.”
Il mio cazzo pulsava mentre lo guardavo far entrare quella verga enorme nella sua figa viscida.
Enrico si muoveva lentamente dentro e fuori di lei, assaporando ogni spinta.
Lei si è girata verso di me, mi guardava con un volto pieno di goduria, i nostri sguardi si incontrarono e si incrociarono.
Venivo catturato dalla bellezza del suo volto mentre il cazzo di un altro uomo la riempiva e la scopava nella figa.
Tra un gridolino e l’altro Camilla disse: “Wow Enrico … non ti facevo così possente, il tuo cazzo è veramente grosso, lo sento dentro di me e una forte sensazione di piacere mi fa perdere la testa.”
Lui spingeva dentro tutto il suo cazzo.
Ogni penetrazione Camilla l’accompagnava con un gridolino di piacere: “Argh … come è grosso, sento la figa allargata e piena come non mai. Wow … che bello averti dentro.”
Lei si contorceva tutta quando Enrico la fotteva in profondità, con maggiore forza e velocità. La sentivo ansimare e godersi tutto il cazzo.
Contemporaneamente lei mi stava portando al limite dell’orgasmo accarezzando il mio cazzo con le sue mani, mi stava portando fino all'orlo dell'esplosione masturbando la mia verga con una intensità crescente.
La fermai indietreggiando, desiderando che quei momenti potessero durare più a lungo.
Mi abbassai sul suo seno ed iniziai a baciarle e leccarle i capezzoli, mentre con le dita portai indietro la pelle che le copriva il clitoride e lo massaggiai intensamente dall’alto verso il basso.
Il suo piacere cresceva a ogni spinta, il suo orgasmo aumentava dentro di lei mentre Enrico la prendeva da dietro.
Io contribuivo con il mio lavoro di lingua e con le dita.
Lui, ad un certo punto, si fermò e lo tirò fuori per un secondo, poi lo fece entrare di nuovo dentro di lei con una spinta incredibile. Esclamò: “Wow … che meravigliosa figa. Arg … mi cattura il cazzo in un modo indescrivibile. Si … sì …. mi ero immaginato mille volte tutto questo ma mai così bello ed intenso.”
Camilla sobbalzò gridando mentre quel grosso membro la penetrava con forza, sbavava e gli gocciolava la saliva dalla bocca per la goduria che provava.
Io le stuzzicavo tette e clitoride, in simbiosi con i movimenti di Enrico, ogni spinta generava in lei piacere e bisogno di interagire con urli e apprezzamenti: “Si … Siiii … è meraviglioso averti dentro … continua così. Anf … Yum … fammi godere dei tuo cazzo dentro … tutto dentro di me. E tu, luca, leccami il capezzolo tutto intorno e poi, con la punta della lingua stuzzicalo. Vai su e giù sul clitoride, aiutami nel farmi godere, tra non molto vengo, lo sento crescere in me l’orgasmo!!!”
Lui le teneva sollevata la gamba mentre la scopava, ansimando per il movimento le accarezzava le cosce e le baciava il collo.
Camilla mi guardava con un luccichio negli occhi, un misto tra estasi e compiacimento: “Vedi che piacere può darmi!!!” sembrava dire. “Vedi il suo grosso cazzo pulsare dentro di me? Guardalo come mi martella, proprio nel modo in cui ho bisogno di essere scopata.”
Le stuzzicavo il clitoride con la punta del dito mentre lui continuava a spingere dentro di lei il suo cazzo. I gemiti di Camilla riempivano l'aria della notte.
I miei sentimenti in quei momenti erano estremamente contrastanti, passavano dal piacere estremo nel vedere Camilla godere della situazione, all’invidia pressante della prestazione che il nostro amico stava avendo con lei.
Gli invidiavo il suo cazzo e la forza che gli consentiva di farla godere così tanto.
Questi pensieri durarono pochi attimi nella mia mente e tutto fu sciolto dallo sguardo di Camilla, lei mi comunicava con forza la sua gratitudine e la sua ammirazione nei miei confronti per quello che le consentivo di fare ed avere, oltre al fatto che la sentivo mia, solo mia.
Confermava questa mia sensazione in ogni suo gesto. Enrico era solo l’oggetto del suo desiderio come un vibratore ma non il suo amore o la sua passione.
Le luci che Camilla aveva sistemato con cura in giardino e intorno al letto si accesero al tramonto. Illuminavano il suo splendido corpo e quello del suo amante che la stava scopando.
Angolo rischiarato mentre l'oscurità si infittiva intorno a noi.
Mi alzai e mi avvicinai lentamente al punto in cui Camilla appoggiava la testa sui cuscini mentre Enrico continuava a montarla muovendosi dentro di lei.
Avevo il cazzo duro come una roccia, ero teso come le corde di un violino, scoppiavo dal desiderio.
Lei osservando il mio movimento comprende quali fossero le mie intenzioni, si separa momentaneamente da Enrico per posizionarsi sulle ginocchia girandosi verso di me con la testa, mi guarda e con un movimento delizioso prende per intero il mio cazzo dentro la sua bocca, infilandoselo fin giù nella sua gola.
Con quel movimento, lei mette ben in vista il suo fondo schiena, era un invito perfetto, posizionata con i fianchi per aria affinché Enrico la potesse prendere da dietro alla pecorina.
Le accarezzai teneramente il volto mentre lui scivolava dentro di lei, assaporando di nuovo la sua figa, seppellendo il suo grosso membro dentro.
Ci fissiamo negli occhi io ed Enrico, senza dire una parola ma di comune accordo, accarezzavamo amorevolmente Camilla. Lei lanciava dei gemiti di piacere.
Sono in estasi, il mio cazzo pulsa, e lei se ne accorge e lo fa scivolare tra le sue labbra prendendosene cura, la morbida carezza della sua bocca e della sua lingua mi inonda di goduria.
Mi accarezza con le mani le palle mentre Enrico la scopa da dietro più forte e veloce.
I suoi baci diventano più selvaggi mentre il suo orgasmo aumenta, Enrico si muove ritmicamente con movimenti lunghi e armoniosi, il suo sguardo è fisso mentre nell’area della sera si propaga il rumore del ventre di Enrico che batte sul fondoschiena di Camilla.
Il suo corpo veniva attraversato da brividi e tremori violenti, si sentono per tutto il giardino i suoi lamenti di piacere: “Argh … Si … Siiii … Vengo … Vengoooo … non fermarti ti prego Enrico.”
Respirava affannosamente, poi, sorridendo e gioendo incitava Enrico e me a fotterla con intensità mentre assaporava l’ultimo tremore del suo orgasmo.
Enrico le accarezzava il corpo con ancora dentro di lei la sua verga.
Sarà anche venuta, ma ci sono ancora due cazzi pieni di sborra da far godere.
Pertanto, mi muovo per andare verso Camilla, desideroso di avere il mio turno per scoparla, Enrico comprende e si sposta di lato per farmi entrare in ballo.
Mi lasciai cadere sulle lenzuola calde e la mia compagna si mise a cavalcioni della mia erezione, affondando lentamente la sua fica gocciolante su di essa.
Era più bagnata di quanto l'abbia mai sentita, stantuffava, saltando sul mio membro gonfio e duro come una roccia.
Mi cavalcava mentre fissava negli occhi Enrico che ora era davanti lei, baciandolo si muoveva su e giù su di me.
I suoi gemiti aumentarono di intensità, sentivo che iniziava a crescere in lei, con mia forte sorpresa per la velocità, un altro orgasmo.
Esplodeva di nuovo in lei un orgasmo potente e vibrante, un'ondata di umidità si propagava sul mio cazzo e la sua figa si contraeva con spasmi sulla mia verga.
Per l’eccitazione non riuscivo più a contenere il mio di orgasmo, esplodendo dentro di lei, sentivo il calore del mio sperma inondare la sua vagina e il mio cazzo.
Lei alzandosi lo tirava fuori e io le accarezzavo la vulva mentre il mio seme caldo scivolava lentamente fuori.
Stava baciando con trasporto Enrico mentre sentiva gli ultimi fremiti del mio orgasmo.
Una volta scesa da me, dandomi un bacio affettuoso rivolse le sue attenzioni verso Enrico.
Non ha ancora finito con lui, da ora in poi sarà il suo momento, Camilla farà di tutto per soddisfarlo e fargli raggiungere un amplesso per completare il primo giro della serata.
Mentre Camilla si sdraiava supina sul letto alzando le gambe e mettendo in bella mostra la sua figa, Enrico si posizionava su di lei.
Le cosce di Camilla erano inondate ancora del mio sperma mentre lui scivolava dentro con il suo cazzo.
Immaginavo cosa dovesse essere la sensazione che lui provava, far entrare il cazzo dopo che un altro uomo l’aveva appena scopata e riempita di sperma.
Fantasticavo quanto dovesse essere morbida, calda e deliziosa la sua vagina.
Questi pensieri fecero sì che il mio cazzo iniziasse di nuovo a drizzarsi.
La guardavo mentre un altro uomo le dava piacere e, per un momento, sembrava che la notte più corta dell'anno durasse una eternità.
Continuò a fotterla con movimenti prima lenti e poi veloci per un tempo lunghissimo.
Ansimavano entrambi quasi all’unisono quando, con un urlo più intenso, Enrico esclamò: “Ohhh … vengo … vengo … sì … sì …”
Si irrigidì e, quindi, tirando fuori la sua verga, venne sul ventre di Camilla, inondandolo fino quasi al seno. Fu scosso da un orgasmo lungo e potente con il quale svuotò tutto il suo seme su Camilla.
Poi, dopo essersi adagiato accanto a lei, disse; “Immaginavo che potesse essere bello scopare con te, ma non così bello. Ho provato sensazioni di una intensità tale da sconvolgermi. Mi è piaciuto tantissimo stare con voi due.”
Ci rilassammo per un attimo distendendoci nel letto, eravamo pienamente soddisfatti di quanto avevamo vissuto fino a quel momento. Il cielo su di noi era splendido.
Quel silenzio incantato fu interrotto da Camilla che con voce ferma disse: “Mi piacerebbe che mi scopaste in due, uno nella figa e l’altro nel culo. Vorrei provare con due cazzi insieme dentro di me. Vi va di farlo?”
Siamo rimasti tutti e due, io ed Enrico, sorpresi da quelle parole.
Enrico non se lo fece ripetere due volte, anche a me l’invito piaceva molto.
Lo avevo sognato più volte ma non avrei mai immaginato che potesse chiedere lei di farlo. Ero sorpreso ed eccitato.
Anche se la serata era calda una certa umidità era presente nell’aria. Il letto esterno era eccessivamente inumidito.
Camilla propose di rientrare in casa ed andare nella nostra stanza da letto dicendo: “Andiamo dentro, credo che staremo meglio sul letto di casa.”
Per noi due la cosa andava bene, quindi ci alzammo tutti e, seguendo Camilla, andammo dentro fino alla stanza da letto.
Arrivati Enrico si distese supino sul letto e fece salire Camilla sopra la sua verga con la schiena rivolta verso di me.
Iniziarono loro due a scopare sotto il mio sguardo attento.
Poi, mi avvicinai alle spalle di Camilla e iniziai a stuzzicarle il buco del culo, cercando di inumidirlo per lubrificarlo.
Avevo preso nel cassetto del comodino il lubrificante intimo che utilizzavamo generalmente.
La mia iniziativa piaceva a Camilla, infatti mi incitava a continuare dicendo: “Dai Luca, inondami di lubrificante e infilami le dita nel culo, mi eccito da morire.”
A lei piaceva farsi manipolare il didietro, tra un gridolino di compiacimento e un altro, disse: “Si, si … continua così Luca, mi fai eccitare alla grande, ficcami dentro anche più di un dito ma, poi, voglio il tuo cazzo, voglio sentirvi dentro tutti e due.”
Dicendo questo saltellava sulla grossa verga dura e possente di Enrico.
Ho continuato ad inumidire le mie dita con il lubrificante e ho infilato prima due dita nel culo di Camilla, e poi tre muovendoli su e giù dentro lo sfintere.
A queste stimolazioni lei vibrava e ci incitava: “Vai così, continua … Enrico muovilo dentro la figa, fammelo sentire per tutta la sua lunghezza. Datemi piacere insieme … sono la vostra troia … voglio essere scopata da tutti e due.”
Era in estasi, tutta questa situazione le piaceva da matti.
Anche Enrico era infoiato come un tricheco e ci dava dentro con forza nella figa di Camilla.
Dopo aver giocato e lubrificato con le dita il buco del culo di Camilla è arrivato il momento di infilarle il cazzo.
La posizione era perfetta, Camilla, piegandosi in avanti sul petto di Enrico aveva messo in bella mostra il suo orifizio anale.
Lei facilitava i nostri movimenti per poterci consentire di fare sesso in due. Quindi, mi sono sistemato un po’ più in alto di lei, ho appoggiato il mio cazzo sul suo buco ben lubrificato e spingendo con una certa forza l’ho infilato giù per il suo sfintere.
All’inizio solo una parte, era effettivamente molto stretto per la presenza dentro di lei già della verga di Enrico.
Anche la posizione non favoriva i miei movimenti, stavo quasi sospeso su di loro in un equilibrio precario.
Camilla era decisamente un'amante della penetrazione anale. In molte altre occasioni me lo aveva dimostrato praticamente.
Però, la presenza di un altro cazzo nella vagina, per giunta grosso come quello di Enrico, le creava qualche difficoltà.
Infatti, disse: “Piano Luca, vai piano dagli il tempo di adattarsi. Enrico fermati per qualche secondo, facilita Luca nella penetrazione del mio sfintere.”
Lei percepiva una dilatazione estrema che le dava un certo fastidio. Quindi ci diresse in modo magistrale per superare l’impasse.
Enrico vedeva negli occhi di Camilla la sua eccitazione mentre si faceva scopare sia il culo sia la figa; quindi, la incitò a farsi penetrare da entrambi: “Dai Camilla, facci godere dei tuoi orifizi, trasforma questo momento in qualcosa di indimenticabile, fatti fottere da tutti e due, fatti penetrare in profondità, ho una voglia matta di godere tutti insieme.”
Era la prima volta che aveva due cazzi in contemporanea nei suoi buchi, e la cosa l’eccitava tantissimo.
Pertanto, superò l’iniziale difficoltà muovendosi prima sul cazzo di Enrico, facendolo entrare tutto dentro, e poi chiedendomi di spingere la mia verga tutta dentro di lei: “Dai Luca, è il tuo turno spingi il tuo cazzo dentro di me.” Ansimando aggiunge “Fammi godere come una troia in calore.”
Lei era eccitata, io ero in attesa di questa sua richiesta, cosa che attuai immediatamente, spinsi con forza il mio cazzo che si fece strada dentro di lei.
Sentì il suo sfintere catturare completamente la mia verga, la sensazione della presenza del cazzo di Enrico nell’altro canale aumentava la mia lussuria. Percepivo la sua presenza, come lui la mia.
Si sentiva per aria un insieme di gridolini, manifestazione di goduria e sospiri di piacere che coprivano l’insieme dei nostri corpi accaldati e sudati.
Enrico sbatteva il suo cazzo dentro Camilla.
Io, lentamente, infilavo il mio cazzo nel suo buco del culo.
Per tutto il tempo Enrico la guardava negli occhi. Lui in modo duro, quasi prepotente la penetrava.
Io spingevo dentro di lei con velocità crescente la mia verga.
La penetravo in profondità, le conficcavo il cazzo nel culo senza fermarmi un attimo.
Camilla sembrava ipnotizzata mentre veniva penetrata da noi due.
Urlava, sorrideva senza controllo, piangeva per il piacere provato.
Si sentiva in tutto al centro del suo universo di goduria sessuale.
Dopo una lunga cavalcata lei è venuta.
Ha avuto un orgasmo violento, esclamò: “Si … siiiii …. Continuate non fermatevi, sto arrivando, sento dentro di me tutti e due e sto godendo come non mai. Continuate a fottermi sto arrivando …”
Concluse le sue parole dicendo solo un “Siiiiiiiii” prolungato con una violenta vibrazione di tutte le sue membra.
Potevo sentire il suo sfintere vibrare e stringere il mio cazzo in un modo incredibile.
Credo che la stessa sensazione fosse stata percepita anche da Enrico.
Camilla era completamente in estasi e pienamente soddisfatta.
Restavamo noi due da compiacere.
Era tanto in estasi che avrebbe fatto qualsiasi cosa per soddisfarci.
Ho subito messo alla prova questa teoria chiedendole di succhiare il cazzo ad Enrico mentre io continuavo a prenderle il culo.
Lei ha obbedito con molto piacere.
Si alzò dal cazzo di Enrico, si mise a quattro zampe davanti a lui.
Faccia in giù e culo in su, le natiche si aprivano mentre riceveva il mio cazzo dentro.
Era diverso da come fatto prima, avevo maggiore possibilità di movimento per scoparla bene nel culo. Poteva prendere tutta la lunghezza del mio cazzo dentro.
Stava ululando e si contorceva mentre spingevo il mio cazzo nelle profondità delle sue strette chiappe.
L'ho scopata tenendole i fianchi, ho spinto forte dentro di lei.
Mi ha fatto un bel regalo, potevo vedere lei che succhiava e andava su e giù sulla grossa verga di Enrico, a mala a pena riusciva a farla entrare in bocca ma non per tutta la sua lunghezza.
Allo stesso tempo io le scopavo il culo con una intensità che mi mandava in estasi.
Ho continuato a ficcarle dentro il mio cazzo, deliziandomi con le sue urla attutite perché soffocate dal cazzo di Enrico.
Erano i lamenti più eccitanti che avessi mai sentito. Mi stimolavano così tanto che venni.
Spruzzai il mio seme caldo dentro Camilla. Giù dove non splendeva il sole.
Mi era piaciuto così tanto che urlavo la mia gioia.
Pensavo tra di me: “Camilla è un giocattolo meraviglioso. Una drogata di sesso di prima categoria. È una grande e bella donna. E non mi stanco mai di scopare con lei.”
Fui interrotto in questi miei pensieri dai gemiti di piacere di Enrico, le stava sparando in bocca tutto il suo seme: Si … sì … vengo, vengo … non ti fermare succhiamelo e leccamelo ancora e ancora. Pompalo tutto, ingoia il mio seme.”
Lei continuò a succhiarlo e leccarlo fino all’ultimo fiotto di sperma, raccogliendo con le mani anche quello che le colava dalle labbra, ingoiando fino all’ultima goccia, poi disse: “Meraviglioso, il tuo cazzo è stupendo e la tua sborra gustosissima. Mi è piaciuto molto farti godere in bocca.”
Ci distendemmo sul letto, appoggiati con lei al centro.
Eravamo tutti e tre sfatti ma soddisfatti.
Il sesso fatto era stato intenso e super piacevole.
Avevamo immaginato di realizzare una bella serata ma mai con questa intensità e soddisfazione.
Enrico si era dimostrato un partner perfetto, sempre pronto alle stimolazioni ma, allo stesso tempo, rispettoso nei nostri confronti.
Una scoperta meravigliosa.
Siamo stati tutti bene ed eravamo felice per esserci divertiti molto.
Camilla, in particolare è riuscita a soddisfare la sua voglia segreta. Avere due uomini in contemporanea dentro di lei.
Esperienza cercata e trovata con il massimo della goduria possibile.
Nei giorni successivi abbiamo parlato tra di noi della bella serata trascorsa con Enrico.
Camilla era entusiasta del sesso fatto e mi confermava che avrebbe molto gradito farne di altri incontri con il nostro amico.
Io ero d’accordo, in fondo mi era piaciuta molto la serata trascorsa insieme.
Le parole di Camilla che mi sconvolsero, ovviamente positivamente, furono quelle dette poco dopo: “Il prossimo incontro, però, ti chiederò di invertire le posizioni, nel culo voglio il cazzo di Enrico, devo provare a farmi fottere da lui, voglio provare il suo di cazzo.”
Rimasi sbalordito da questa richiesta, non immaginavo che Camilla potesse bramare ad avere un così grosso cazzo tra le sue chiappe.
Però, visto che era un suo desiderio, cosa potevo fare io se non tentare di farlo avverare.
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Al2016,
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Un trio imprevisto.
Da qualche tempo il mio sogno ricorrente era quello di avere un incontro a tre. Io e un amico che condividevamo la mia donna scopandola insieme.
L’idea di mettere al centro dell’attenzione di due uomini la mia lei mi eccitava tantissimo.
Pensavo tra me e me: “Devo essere un vero pervertito! Eccitarsi nel guardare il cazzo di un altro uomo che scivola dentro e fuori dalla bocca, dalla figa e dal culo della tua donna non è del tutto normale, Però mi attira molto, almeno nei miei pensieri e nei miei sogni.”
Non so spiegarlo, ma solo il pensiero del cazzo che martella la figa di Camilla mi eccita. Sarà stata la mia naturale tendenza ad essere un cuckold.
Ne avevo parlato con lei, ma nulla nella sua risposta mi poteva far presagire quello che poi in realtà, tempo dopo, è successo.
Vi racconto la nostra prima volta.
Nella previsione di un trasferimento di città per via di un nuovo lavoro abbiamo iniziato a cercare un appartamento dove traslocare.
Abbiamo trascorso alcuni weekend nella nuova città a cercare casa e alla fine abbiamo individuato un appartamento.
Il broker con cui avevamo appuntamento per vedere l’appartamento non si è presentato, quindi, abbiamo deciso di girare per il complesso per farci una idea almeno delle aree comuni.
Un uomo, più o meno della nostra età, vedendoci girare a vuoto si è avvicinato e ci ha chiesto se potesse aiutarci: “Buon giorno, sono Tommaso, cercate qualcuno, posso aiutarvi in qualche modo?”.
Noi ci siamo presentati, Camilla e Luca, quindi gli abbiamo spiegato che ci sarebbe piaciuto vedere un appartamento da affittare nel complesso, però, l’appuntamento con chi doveva farcelo vedere era fallito.
Lui, per tutta risposta, ci disse: “Se volete, posso mostrarvi il mio in quanto è del tutto simile a quello che volete affittare.”
Senza pensarci molto, abbiamo accettato l’invito.
Entrati dentro casa di Tommaso, lui ci ha guidato per il suo appartamento e, in effetti, ci è piaciuto.
Dopo averci fatto visitare la sua casa chiacchierando amichevolmente, ci ha invitato a sederci nella sua sala da pranzo e ci offerto da bere.
Io e Camilla abbiamo accettato ben volentieri, in fondo quel pomeriggio lo avevamo dedicato interamente alla visita dell’appartamento e non avevamo altro in programma.
Ha preparato alcuni drink e, seduti al suo tavolo, abbiamo parlato degli inquilini che vivevano nel complesso. La maggioranza delle persone che vi abitavano, almeno per lo più, erano coppie giovani, lui era uno dei pochi single che vivevano in quel complesso.
Chiacchierando amabilmente, sembrava che ci conoscessimo da tanto tempo, dal pomeriggio siamo rimasti da lui fino a sera, i drink continuavano a scorrere e stavamo tutti iniziando a essere piuttosto allegri.
Camilla dopo tanto bere ha avuto la necessità di andare in bagno, ha chiesto il permesso e si è allontanata.
Quando siamo rimasti soli, Tommaso, mi ha detto: “Se posso, volevo dirti che hai una compagna davvero carina. Direi veramente sexy.”
Ho fatto un cenno di assenso.
Camilla aveva 31 anni, alta circa 1,65, pesava circa 54 chili, aveva un seno molto bello e decisamente sodo, lunghi capelli scuri, volto molto bello ed espressivo, occhi di un verde scuro molto intenso. Insomma, una gran bella ragazza
Lui, insistendo su Camilla, mi disse: "Devo essere sincero, ho notato che sotto il vestito il suo seno è nudo, ed è veramente bello. Non usa mai reggiseno?"
Sono rimasto un po’ interdetto dal riferimento al corpo di Camilla, ma senza dare l’impressione che la cosa mi avesse infastidito, gli risposi: "Non sempre, però con certo abbigliamento non usa il reggiseno, in fondo non ha bisogno di supporto, il suo seno è bello sodo e sta su da solo. Non hai idea di quanto siano belle le sue tette quando è senza vestiti.”
Lui è rimasto colpito positivamente da questa mia risposta, forse si aspettava una mia alzata di scudi.
Camilla tornò dal bagno, un po’ barcollante e ridendo con la sua classica risata da brilla.
A quel punto le nostre chiacchere passarono da un livello formale a uno molto più libero ed esplicito.
Lui ci fece molte domande su di noi, sul sesso e sulla relazioni che avevamo con gli amici e amiche.
Camilla in preda ai fumi dell’alcol rispondeva con molta sincerità e in modo esplicito.
Tra una chiacchera e l’altra, tra un bicchierino e l’altro, Tommaso ci ha chiesto se volessimo vedere un film e noi, senza pensarci su molto, abbiamo accettato. Infondo era un modo per passare la serata.
Aveva un grande divano davanti la tv e ci siamo seduti tutti e tre. Ha avviato un film che era già pronto e ha abbassato le luci.
Ci aspettavamo un film “normale”, magari un best seller recente ma, invece, già dal titolo si capiva che si trattava di un film porno. Il titolo della pellicola era: "Non mi basta mai. Due cazzi sono meglio di uno".
Questo ci ha colto un po' alla sprovvista e sorpreso.
Camilla mi ha guardato e ha scrollato le spalle, come dire che per lei andava bene guardare quel film.
La pellicola è iniziata con due uomini che parlavano con una donna. Sono andati tutti e tre in una stanza di un motel e hanno incominciato a baciarsi, toccarsi e spogliarsi.
Entrambi gli uomini avevano dei cazzi di buone dimensioni ed era evidente come Camilla li osservava attentamente, con gli occhi spalancati.
Mentre entrambi gli uomini hanno iniziato a baciare e toccare la donna, Camilla scusandosi si è alzata perché doveva riandare in bagno per una “certa cosa che doveva fare”.
Si alzò e si allontanò senza specificare altro. Probabilmente voleva rifarsi il trucco, pensammo sia io sia Tommaso.
Quando se è allontanata lui mi ha chiesto: “Il film va bene? Non volevo mettervi in imbarazzo ma credevo che vista la situazione potesse interessarvi andare oltre tra di noi.”
Io gli risposi: "Non ho nessun problema a vedere il film e andare oltre … immagino che sia lo stesso per Camilla ... ma dobbiamo chiedere a lei e poi vedremo".
Camilla, dopo pochi minuti ritornò e si sedette tra di noi sul divano.
Tommaso ha fatto ripartire il film, gli uomini avevano iniziato a succhiare e baciare tutto il corpo della donna.
Uno le succhiava il seno e l'altro scivolava giù per iniziare a leccare la figa.
Camilla sembrava completamente catturata da quello che vedeva, si dimenava sul divano eccitatissima, così colsi l'occasione e le girai il viso verso di me e la baciai.
Le sue labbra si aprirono e la sua lingua roteava nella mia bocca, poi iniziò a succhiarmi la lingua mentre ci baciavamo. Con la mano le sollevai top per accarezzarle i seni.
Continuammo a baciarci dimenticandoci di Tommaso accanto a noi. Le accarezzavo con insistenza i suoi capezzoli duri.
Ora gemeva e si contorceva sul divano.
I suoni che provenivano della TV la riportarono con i piedi per terra e si rese conto della presenza di Tommaso accanto a noi.
Mi fermò e diventò rossa per l’imbarazzo. L'alcol aveva fatto il suo effetto rimovendo tutti i tabù, mi guardò interrogativamente come per dire: “Cosa stiamo facendo? Dove ci porterà questa situazione?”
Guardò di nuovo verso la TV e vide che gli uomini sullo schermo erano davvero presi dalla donna.
Uno la stava scopando nella figa e lei stava succhiando il cazzo dell'altro.
Camilla, alla visione di quelle immagini, ebbe dei brividi che le percorsero tutto il corpo, poi respirò profondamente e disse: "Chissà come sarebbe? Sembra una bella situazione da provare"
Io risposi: "Tesoro, possiamo scoprirlo ora se vuoi! Credo che Tommaso sia d’accordo."
Si voltò a guardare il nostro ospite che era seduto lì accanto a godersi lo spettacolo e gli disse: "Vorresti baciarmi e scopare? Vorresti provare a farlo in tre?"
Tommaso rispose immediatamente: “E’ quello che penso di fare da quando vi ho invitati a casa mia!”
Non aspettò un secondo e posò le labbra su quelle di Camilla.
Potevo vedere le lingue roteare e la sua mano che stava andando sotto il top per cercare i suoi capezzoli.
Poi le fece alzare le braccia e le tolse il top lasciandolo cadere a terra. Prese un seno e io l'altro e iniziammo a leccarli.
Le massaggiava e poi pizzicava i suoi capezzoli, situazione che stava facendo impazzire dal piacere Camilla.
I baci di Camilla passarono da lui a me, ognuno di noi due si divertiva a toccarla.
Dopo qualche minuto, la feci alzare e le slacciai i jeans sfilandoglieli.
Tremava tanto dal desiderio e la sua figa aveva bagnato il perizoma come non mai.
Il padrone di casa era in estasi e, con movimenti lenti, le tolse il perizoma lasciandola completamente nuda.
Sia io che lui respirammo l'aroma del suo dolce sesso.
Io la feci sedere di nuovo sul divano e, sia io che Tommaso, ci mettemmo in piedi di fronte a lei e slacciammo entrambi i pantaloni e li lasciammo cadere prima di toglierli. Entrambi avevamo cazzi eretti sotto le mutande.
Lei allungò le mani e, come aveva fatto Tommaso con lei, afferrò entrambe le nostre mutande e le tirò verso il basso togliendocele.
I nostri cazzi erano proprio lì davanti alla sua faccia.
La verga di Tommaso era veramente impressionante, lunga e nerboruta come non ne aveva mai visti Camilla.
Mi guardò e disse: "Potremmo anche provarci a fare sesso in tre, cosa ne pensi? Mi piace molto quello che vedo".
Annuii e lei prese immediatamente il cazzo di Tommaso in bocca mentre iniziava ad accarezzarmi.
Faceva fatica a farlo entrare per quanto fosse grosso, provò a succhiarglielo iniziando a leccare tutta la grossa cappella, poi passò a leccargli tutta l’asta fino alle palle per risalire su e infilarselo in bocca.
Si propagava per tutta la stanza il rumore della pompa che gli stava facendo, la vista di quella operazione e i rumori conseguenti mi eccitavano da morire.
Tentò di farlo scivolare più in profondità che poteva, ma viste le dimensioni non riuscì a contenerlo tutto, allora si aiutò con la mano accompagnando il movimento su è giù della bocca.
Dopo una lunga sequenza si fermò e andò verso il mio. Se lo infilò in bocca fino alla gola senza nessun problema, succhiava e leccava con una intensità tale che feci fatica a non sparare tutto il mio sperma immediatamente.
Ci succhiò entrambi e ci leccò le palle con una foga che non avevo mai visto e provato in precedenza.
Tommaso fermò Camilla dicendoci: “Se vi va, possiamo andare in camera da letto, li staremo più comodi.”
Lei smise immediatamente di succhiarci.
Lui e io le afferrammo le mani e lui ci condusse lungo il corridoio fino alla stanza da letto.
Quando fummo dentro, Camilla si sdraiò completamente nuda sul letto, totalmente esposta a me e al nuovo nostro amico.
Lui si inginocchiò sul letto mentre lei ricominciava a succhiargli il grosso cazzo.
Io le allargai le gambe e mi infilai tra di loro.
Cominciai a leccarle la figa dal buco del culo al clitoride.
Potevo sentire la sua eccitazione iniziare e crescere dentro di lei, si stava eccitando alla follia sul letto mentre gli succhiava il cazzo.
I gridolini di piacere, soffocati dalla verga che aveva in bocca, si propagavano per la stanza e si percepiva quanto fosse eccitata per quella situazione che si era creata.
I suoi gemiti di piacere preannunciavano l’avvicinarsi del suo orgasmo.
Alzai lo sguardo e vidi le sue labbra prendere il cazzo di Tommaso, il modo in cui le sue labbra si arrotolavano e il cazzo si infilava nella bocca, ancora e ancora, era veramente entusiasmante per me e, credo, anche molto per lei.
Tommaso la incitava a continuare. Era una situazione veramente infocata ed io ci davo dentro a leccare e succhiare il suo clitoride. Con le dita le massaggiavo la figa e il buco del culo, movimenti che lei gradiva moltissimo.
Sentii le sue cosce strusciarsi e schiacciare il mio viso mentre in lei esplodeva un orgasmo violentissimo e lungo.
I suoi gemiti erano veramente potenti mentre lui ritraeva il suo cazzo dalla sua bocca.
Anche Tommaso, dopo pochi secondi, masturbandosi il cazzo, raggiunse un orgasmo liberatorio e le spruzzò il suo sperma prima sulla faccia e poi su tutto il petto.
Lo sperma bianco gli scivolava sul viso e Camilla, ancora eccitatissima, aiutandosi con la mano, lo portò alla bocca e l’ingoiò.
Si accasciarono entrambi sul letto mentre io stavo ancora leccando la figa di Camilla.
Mi fermai dopo i loro orgasmi, le afferrai i fianchi e la girai sulle ginocchia e sui gomiti.
Lei obbedì senza esitazione.
Le infilai il mio cazzo dentro la figa e, lentamente, iniziai a scoparla.
Accompagnava ogni mio movimento con repentini suoi movimenti del ventre.
Le sensazioni che provavo erano indescrivibili.
Durante la scopata le infilai un dito nella sua figa bagnata per lubrificarlo e, poi, lo posizionai all'ingresso del suo buco del culo.
Lei sentì la punta e spinse indietro il suo culo ancora con maggiore energia.
Tommaso ci osservava con interesse mentre scopavo lentamente la figa di Camilla e, con il mio dito, il suo culo.
Lei accompagnava, per tutto il tempo, ogni mio movimento gemendo.
Dopo alcuni minuti, raggiunsi anche io l’orgasmo, venni spruzzando la mia sborra dentro la figa di Camilla continuando a massaggiarle anche il culo.
Lei si compiaceva di tutto quello che avevamo fatto. Mi pregò di non tirare fuori il dito dal suo culo perché disse: “Mi piace da morire, però vorrei dentro qualcosa di più grosso.”
Compresi a cosa si riferiva, feci segno a Tommaso di avvicinarsi.
Lui aveva osservato attentamente mentre la scopavo e le toccavo il buco del culo.
Tommaso voleva unirsi al mio lavoro ma gli dissi: "Camilla ci chiede qualcosa di più stuzzicante, fottile il culo non con il dito ma con il tuo cazzo, a lei piacerà sicuramente".
Camilla annuì con una apprezzamento per la mia iniziativa dicendo: “Si lo voglio, lo voglio tutto dentro, infilamelo nel culo Tommaso, fammi godere come una troia.”
Tommaso prese un po' di gel lubrificante e se lo spruzzò sul cazzo, poi ne cosparse in abbondanza sul culo di Camilla e con un dito lo fece scivolare dentro.
Quindi, appoggiò la cappella del suo cazzo contro il buco del culo, fece dei movimenti per massaggiarlo con delicatezza prima di infilarlo dentro.
Lei si contorceva mentre lui le infilava il glande nell’ano.
Evidentemente era troppo grande e grosso il cazzo di Tommaso.
Gemette molto forte e all'improvviso lui lo spinse tutto dentro, facendola urlare.
Quando iniziò a scoparle il culo, lei si calmò e rispose ai suoi movimenti.
Ero seduto lì e guardavo mentre il cazzo di Tommaso entrava e usciva dallo sfintere di Camilla, visione bellissima.
Stavano scopando e lei mi chiese: "Vieni da me così posso succhiarti il cazzo".
Andai davanti a lei, mi afferrò e inghiottì il mio cazzo in profondità nella sua bocca.
Eccoci in una terra di fantasia. Di una mia fantasia. Lei in ginocchio con un cazzo in bocca e uno nel culo.
La scopata continuò a lungo e lei ritirò il mio cazzo e ansimò mentre ricominciava a venire.
Tommaso e io capimmo cosa stesse per accadere.
Lui aumentò la penetrazione dentro il culo di Camilla facendogli raggiungere un potente orgasmo.
Le urla di goduria di Camilla, di una violenza inusuale, riempirono la stanza.
Quasi in contemporanea Tommaso gli spruzzò il seme dentro di lei.
Io poco dopo, venni sul suo viso e sulle sue labbra.
Camilla crollò e ci sistemammo tutti sul letto cercando di riprendere fiato.
Parlammo per un po’, Tommaso voleva che prendessimo in affitto l’appartamento così da poter diventare vicini di casa.
Dopo un po' ci siamo alzati, ci siamo vestiti e siamo tornati a casa pensando cosa era successo e quanto potesse essere divertente condividere il sesso con un altro partner.
Non ci siamo trasferiti nell’appartamento del complesso di Tommaso, ma ne abbiamo trovato un altro molto vicino.
Gli incontri con Tommaso si sono susseguiti per un lungo periodo di tempo, insieme abbiamo esplorato tutti i meandri di un rapporto libero tra due uomini e una donna.
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Storie di sesso tra ragazzi, ragazze e …... - terza parte
Quando siamo rimasti soli io e Martina ci siamo abbracciati e abbiamo bevuto del brandy. Dopo un po’ lei mi ha detto: "Questa sera mi sono divertita molto. Tu sei stato fantastico! Mi è piaciuto in particolare quando mi hai leccato la figa dopo che Francesco mi ha scopato. A te quale momento ti è piaciuto di più? Ti ha appagato la combinazione di Francesco e me?"
"Sì, anche a me è piaciuto leccarti. Sono rimasto sorpreso da quanta sborra è uscita dalla tua figa, si vede che era proprio carico."
Quasi interrompendomi, Martina mi chiese: “Che sensazioni hai avuto quando mi scopava? Eri davvero d'accordo con quello che è successo.”
"Non all'inizio. Anche se l'ho organizzato io, quando stava per infilarti il cazzo volevo fermarlo. Ma dopo che lui è entrato nella tua figa, è stato molto bello vedere la soddisfazione e il piacere nel tuo volto, è stata una situazione molto eccitante. In fondo mi è piaciuto che ti scopasse."
"È stato bello anche per me, poi ha scaricato della bella sborra. Beh, sai, l'hai leccata tutta dalla mia figa. Ti ringrazio ancora per averlo fatto. Spero che possa accadere di nuovo, mi piace il sesso orale dopo esser stata scopata. Se Francesco partecipasse di nuovo, cosa ne pensi? Potrebbe essere divertente fare sesso di nuovo insieme. Mi ecciterebbe molto guardarti mentre gli scopi il culo. La prossima volta potrebbe leccarmi la figa mentre lo inculi. Cosa ne pensi?"
Risposi: "Sì, credo che mi piacerebbe. Lo sai, come ti ha detto, lui è più interessato ai ragazzi ma con te l’ho visto sotto una luce diversa, si vedeva che ti scopava con gusto. Martina sei ancora la mia ragazza, giusto?"
"Assolutamente. Però, ogni tanto, ripenso ai giorni in cui avevo due ragazzi nel mio letto e mi piacerebbe rifare quelle serate. Francesco ovviamente ha bisogno di un po' di esperienza ma sembra abbastanza avventuroso. Poi ha quel grosso cazzo che mi piace. Non ero sicuro che volesse scoparmi. Però poi ci ha dato dentro alla grande. Con lui che scopa con me, ti succhia e si fa scopare il culo potrebbe essere una bella situazione con un bisessuale. Potrebbe essere una bella aggiunta alla nostra relazione. Ma non andrebbe oltre. Tu sei il mio ragazzo.”
Dopo una breve pausa, aggiunse: “Oh, e visto che stiamo parlando di altri all’interno del nostro rapporto, ti ricordi che ho detto che ho avuto una relazione con una ragazza per un lungo periodo. Bene, mi ha chiamato e vuole vedermi di nuovo. A quanto pare, ha rotto con l'altra amica e le manca il sesso. Si chiama Alessandra. Comunque, le ho detto che avevo un ragazzo fisso. Alessandra è una che ama entrambi i sessi e penso che forse sarebbe divertente aggiungerla al nostro letto. Cosa ne pensi?"
"Dio, Martina, non riesco quasi a stare al passo con quello che sta succedendo. Certo, sarebbe eccitante guardare voi due. Lei si lascerebbe scopare da me? E tu me lo faresti fare? "
"Oh, ne sono sicura che ti scoperebbe. Si è portata diversi ragazzi a letto. Non credo di essere gelosa nei suoi confronti, quindi si, lascerei che te la scopassi. Una volta io e lei ci siamo divisi un ragazzo. Alessandra è alta, gran bel corpo e molto carina. Ti piacerebbe."
"OK, che ne dici se ci incontriamo per pranzo o cena da qualche parte e vediamo come va. Se nasce il feeling giusto ci organizziamo."
Alessandra era proprio come descritta: una focosa ragazza pronta per il sesso. Aveva un fisico tutto proporzionato anche se snello. L'ho spogliata con gli occhi per tutta la sera.
Martina continuava a guardarmi con un sorriso malizioso. Sapeva che approvavo la sua amica.
Dopo cena andammo a casa di Martina, entrati mi disse: "Luca, Alessandra e io faremo una doccia insieme e poi giocheremo. Solo noi due per ora. Ma vogliamo che tu guardi. OK?"
Dopo la doccia, si posizionarono sul letto. Alessandra soffocò Martina di baci e poi le succhiò e le mordicchiò il seno. Le leccò, massaggiò e accarezzò il suo corpo con calma.
Era sensuale guardare una ragazza che dava amore a un'altra ragazza.
Alla fine, Alessandra raggiunse la sua figa. Mettendo una mano sotto il sedere di Martina, la incoraggiò a inclinare la figa verso l'alto mentre allargava le gambe.
Le labbra della figa di Martina si aprirono come delicati petali di un fiore. L'umidità luccicava sulle sue labbra.
Mi piaceva guardare la tecnica di Alessandra. Stava facendo l'amore con la figa di Martina. Sesso lento e tenero. Martina si contorceva e si dimenava mentre Alessandra la mordicchiava.
Disse cose senza senso mentre afferrava la parte posteriore della testa di Alessandra e la tirava tra le sue gambe.
Con un urlo di goduria la mia ragazza venne. Dopo un minuto per riprendersi, Martina ricambiò la cortesia, iniziò a leccare lentamente il corpo di Alessandra.
Le sue gambe erano quasi del tutto chiuse, la sua figa le sue labbra erano celate all’interno delle sue cosce, Martina le allargò delicatamente con le mani e poi infilò la punta della lingua nella sua fessura. Per fare questa operazione il sedere di Martina era in aria con l'ano e la figa esposti.
Ero tentato di avvicinarmi da dietro e ficcarle il cazzo nella figa, ma decisi che la loro riunione sessuale non doveva essere interrotta.
Martina continuò a leccare su e giù la sua figa; quindi, si posizionò con la bocca sul suo clitoride. La sua lingua si stampò su di esso leccandolo e succhiandolo insistentemente.
Alessandra si contorceva e lanciava dei lunghi gemiti di piacere. Martina con le dita della mano le scopava la figa.
Dopo una lunga attesa, all’improvviso, dopo un urlo che riempì tutta la stanza, Alessandra raggiunse un orgasmo violento e prolungato.
Dopo qualche secondo, ci furono molte risate e lunghi abbracci tra loro due.
"Ti è piaciuto guardare?" mi chiese Martina.
"Sicuramente. State così bene insieme. Quanto tempo è passato dall’ultima volta?"
"Quasi un anno. Troppo, vero Alessandra?"
"Si, un tempo enorme. Si è vero, tra noi c’è una intesa sessuale perfetta, stiamo così bene insieme."
Martina con un fare quasi impertinente disse: "Alessandra, ti va di scopare con Luca?"
"Sì, certamente. Credo che sia giusto far godere anche lui. Quindi se non vuoi pensarci tu, volentieri lo faccio io. Spero di poter prendere tutto il tuo cazzo, Luca. Martina ha detto che è grosso. Fammelo vedere."
Mi spogliai in fretta, il mio cazzo sporgeva duro come una roccia.
"Oh, ragazzo, quello che vedo mi piace. Non lo so, Martina, la mia figa potrebbe non essere abbastanza aperta per reggerlo? Sai, non ci sono stati molti cazzi lì dentro ultimamente. Credo che ci proverò se tu sei d’accordo. Ma Luca, devi promettere di andare molto piano e fermarti se te lo dico. OK?"
Si è sdraiata supina sul pavimento sopra il tappeto, con il sedere per aria, e ha appoggiato la testa sulle mani.
La sua figa era ancora luccicante per la saliva di Martina.
Ho appoggiato il mio cazzo sul suo buco e l'ho strofinato lentamente su e giù.
"Aspetta, Luca. Ecco del lubrificante", mi passo Martina.
Ne ho spalmato un po' sulla sua figa e sul mio cazzo.
Poi mi sono rimesso in posizione e, sotto lo sguardo attento di Martina, ho spinto la testa del mio cazzo nella figa lubrificata di Alessandra. Senza particolare difficoltà la cappella è scomparsa dentro. Ho continuato a stantuffare lentamente, ogni volta andando un po' più in profondità.
"Dio, dove sta andando il suo cazzo?" ha esclamato Martina "È quasi completamente nella tua figa".
"Va bene," ha risposto Alessandra "tutto quel lubrificante ha aiutato. Fottimi, Luca".
La sua figa era molto stretta. Mi muovevo lentamente avanti e indietro, guardando le sue labbra vaginali spingersi dentro e fuori, a ogni colpo.
Volevo che avesse un orgasmo, ma non ero sicuro che ci sarei riuscito. Pensavo che le piacessero solo le ragazze, ma non era così. I gemiti di piacere che lanciava dicevano tutt’altro. Tutto mi portava a pensare che non avrei dovuto preoccuparmi. Le piaceva il mio cazzo.
Per aiutarla a godere di più, Martina sdraiatasi di lato a noi, le massaggiava il clitoride con movimenti lenti ma continui. Cosa apprezzata molto da Alessandra.
Andavo avanti lentamente, su e giù prima con brevi colpi solo con il glande, poi con colpi più lunghi sino a far sbattere le palle con il suo didietro. Ad ogni spinta più profonda sentivo la sua figa che mi cingeva il cazzo con una intensità bellissima, lei ansimava e si masturbava i capezzoli delle tette.
"Martina, se altri ragazzi fossero stati bravi anche solo la metà del tuo, avrei rinunciato alle ragazze! Luca è così bello. Mi stai facendo impazzire, mi stai stantuffando dentro come non avevo mai provato. Vai un po' più veloce, mi sto avvicinando a godere. Ti prego Martina, non ti fermare, massaggiami il clitoride, mi piace da morire."
Pochi minuti dopo raggiunse l'orgasmo che le fece tremare tutto il corpo e io, lasciandomi andare con gli ultimi colpi dentro di lei, la seguii riempendo la sua figa del mio sperma.
Le sue e le mie membra vibravano sotto l’effetto dell’orgasmo, la sua figa si contraeva sul mio pene con una intensità meravigliosa.
Appena lo tirai fuori, Martina afferrò il mio cazzo e leccò i nostri succhi combinati.
Dopo, passò alla figa di Alessandra, leccandola voracemente.
Subito dopo ci abbracciammo e ci accarezzammo tutti e tre.
I mesi successivi furono come una fantasia notturna che si avverava.
Martina e io scopavamo regolarmente.
Tutte le volte che stavo da solo con lei il mio obiettivo era di farle raggiungere più orgasmi possibili. Lo stesso faceva lei nei miei confronti.
Giuseppe si univa a noi ogni tanto.
Martina si divertiva a guardarmi essere succhiato da Francesco ma, soprattutto gli piaceva quando lo scopavo. Gli piaceva molto anche scopare insieme, io dentro di lei e lei che succhiava Francesco o al contrario. Alcune volte ci voleva insieme dentro di lei. Situazione che la portava a godere in modo molto vibrante.
Alessandra quando era in città si univa a noi due. Anche lei era spesso nel nostro letto.
La mia situazione preferita era scopare la sua figa mentre lei si lavorava con la lingua Martina. Altre volte ero io a leccare Martina mentre Alessandra mi succhiava il cazzo o mi cavalcava. Spesso, preferivano giocare tra loro mentre io le guardavo seduto su una sedia a masturbarmi. Alessandra era così sexy e la amavamo così tanto entrambi.
Nella mia vita non è capitato mai più di avere una attività sessuale così intensa e soddisfacente.
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Storie di sesso tra ragazzi, ragazze e …... - seconda parte
La sera dopo, avevo un appuntamento con Martina. Abbiamo cenato in una piccola pizzeria e siamo rimasti un paio di ore a parlare.
Dopo cena, tra una chiacchera e l’altra, lei mi chiese: "Luca, esci con un'altra ragazza?"
"Perché me lo chiedi?" risposi un po’ disorientato.
"Sembra che noi ci stiamo vedendo seguendo una specie di programma. Io in certi giorni. Qualcun’altra in certi altri giorni. Mi piaci molto e ho bisogno di sapere se ho concorrenza."
Pensai: “Uh, oh. Come faccio a tirarmi fuori da questa situazione?”
Decisi di essere sincero e le dissi: "Beh, sì, è vero. Mi vedo con qualcuno che conoscevo da molto prima che ci incontrassimo."
"Oh." Lei rimase interdetta.
"Ma non è quello che pensi. Beh, sì, lo è. Dio, penserai il peggio di me. Ma ti spiego meglio. Non c’è un’altra ragazza ma il mio amico con cui faccio sesso."
"Vuoi dire che tu e lui siete amanti?"
"Non proprio, lui mi succhia il cazzo, a volte lo scopo. È solo sesso. È mio amico ma di certo non lo amo."
Ci fu una pausa prima che Martina riprendendosi rispondesse.
"Capisco. Quindi scopi lui e poi scopi me. Una situazione piuttosto piacevole per te."
Ero mortificato, la scoperta che sono un pervertito per il buon senso comune mi teneva in tensione. Immaginai che per noi fosse la fine.
Continuò Martina: "Oserei dire che sono sorpresa. Mi ero preparata pensando che avessi un'altra ragazza. Non mi aspettavo che fossi gay. Ti sei comportato così bene con me, di sicuro mi hai ingannato."
"Non lo sono. Mi ecciti. Mi fai venire il cazzo duro. Mi piace scoparti. Mi piace molto stare con te. Penso di essermi innamorato di te. Non sono gay."
"Eppure..."
"Lo so. Non riesco proprio a spiegarlo. È mio amico e facciamo del sesso tra di noi. Ma non lo amo. Non lo bacerei mai. Le cose sono successe e basta e mi fa stare bene quando lo facciamo. È solo una questione fisica. Non come tra noi."
"Lui sa di me?"
"Oh, sì. E penso che sia geloso. Mi ha chiesto di te e della nostra intimità e io gliel'ho detto."
A quest'ora Martina e io saremmo normalmente a letto, a scopare. Non ora. Questa era una conversazione seria.
"Luca, giusto per farti sapere, non sono turbata per quello che mi hai detto. Sono totalmente sorpresa ma non turbata. Devo essere onesta con te. Ti ho detto che mi piace il sesso. Ho avuto una relazione con una ragazza. Una del mio liceo. Abbiamo fatto tutte le solite cose che le ragazze possono fare insieme. Ci siamo divertite e anche quello mi è piaciuto. Non ho mai avuto un vero fidanzato prima di te, ma sono andato a letto con un certo numero di ragazzi. Ho anche avuto due ragazzi insieme, godendo di due cazzi in contemporanea. Mi sono fatta scopare sia la figa sia il culo. E per quanto riguarda il sesso tra ragazzi, li ho persino incoraggiati a giocare tra loro mentre guardavo. Quindi vedi, per quanto io sia sorpresa di sentire del tuo amico, ho i miei segreti e non mi scandalizzo per nulla. Ma voglio che tra noi sia un rapporto sincero. Quindi cosa farai con il tuo amico?"
"Non lo so. A quanto pare, è un po’ geloso del fatto che noi stiamo diventando una coppia. Dopo tutti questi anni da migliori amici, questo potrebbe farci rompere."
"Oltre all'amicizia, cosa ne pensi del sesso?"
"Mi piace farlo. Mi fa stare bene quando mi succhia. Ma non è come con te."
"E il sesso anale?"
"Lo abbiamo fatto solo una volta, proprio l’altro giorno. È stato lui a volerlo fare credo per incrementare il nostro rapporto. Non è stato facile ma poi si è abituato alle mie dimensioni e gli è piaciuto, almeno così ha detto dopo. Il suo culo era molto stretto, sono venuto dentro ed anche lui ha eiaculato quasi in contemporanea. Però lui non mi scopa il culo né io lo pompo, non mi interessa la cosa."
"Perché no?"
"La prima volta che ho provato a farlo ho dovuto fermarmi perché non mi è piaciuta la sensazione provata, forse mi vergognavo un po’ e quindi non ho continuato. Il suo cazzo è più o meno delle stesse dimensioni del mio e a lui non interessa particolarmente avere le mie attenzioni, almeno così a me è sembrato, non ne abbiamo mai parlato."
"Ma se la situazione cambiasse, ti piacerebbe provare. O se avesse un cazzo più piccolo, vorresti essere scopato?"
"Non lo so. Non ci ho pensato. Poi chi lo sa, si dovrebbe creare la condizione particolarmente sensuale."
"Cosa ne pensi di condividere con lui una serata di sesso? E se il tuo amico avesse la possibilità di scoparmi? Ti andrebbe o no? Hai detto che ha anche un bel cazzo. Potrebbe piacermi provarlo."
"È mio amico e faccio sesso con lui, ma guardarlo infilare il suo cazzo dentro di te? Non lo so."
"Beh, potrebbe anche non essere interessato a scoparmi. Parlane con lui se vuoi e vedi cosa ti risponde, in fondo sa tutto di noi."
Il giorno dopo, quando ho incontrato Francesco, iniziai il discorso dicendogli: "Francesco, ti ho mai mostrato una foto di Martina? Eccone alcune che ho scattato di recente."
Le foto mostravano Martina in varie fasi di uno spogliarello. Ne ho scelte alcune particolarmente provocanti. Nell’ultima lei era completamente nuda, con le tette e la figa in bella mostra.
"Dio, è bellissima! E ti ha lasciato scattare queste foto? Non si arrabbierà perché me le hai mostrate?" Dissi: "Al contrario, è lei che voleva che tu le vedessi."
"Cosa? Non ci posso credere. Le hai detto tutto di noi? Perché vuole che io le veda?"
"Le ho raccontato tutto di noi. Le cose che facciamo insieme. Dice che ha visto altri ragazzi scopare tra loro e che vorrebbe guardare noi. Le ho detto che hai un grosso cazzo. Ha detto che vuole che tu faccia sesso con lei, che tu la scopi."
"Non ci posso credere. Per te va bene?"
"Sì. O meglio, non sono completamente convinto ma tu e io siamo amici e penso che sarebbe divertente per noi tre stare insieme. Cosa ne pensi?"
"Certo che mi piacerebbe. Allora cosa vorrebbe fare con noi due?"
"Vuole guardarci insieme, poi tu le scopi la figa. E poi, forse, ti fotto nel culo. Credo che questo sia un programma che potrebbe interessarle."
"Non ho mai scopato una ragazza prima e non voglio sembrare uno incapace."
"Anche lei è stata la mia prima e mi ha aiutato a iniziare. Il resto mi è sembrato naturale. Non avrai problemi."
"Beh, se non ti dispiace condividere la figa della tua ragazza, ribadisco, ci sto."
Venerdì, due giorni dopo, era il giorno.
Quando ci siamo incontrati Francesco era molto nervoso ma Martina lo ha subito tranquillizzato spogliandosi e aiutandolo a spogliarsi.
Guardandolo nudo davanti a sé, Martina gli disse: "Hai un cazzo molto bello, Francesco. Luca ha detto che era delle stesse dimensioni del suo ed è così. Quindi non vedo l'ora di sentirti dentro di me. Ma prima voglio che tu succhi Luca.”
Francesco si è inginocchiato tra le mie gambe. A questo punto aveva perfezionato la sua capacità di succhiare cazzi e sapeva esattamente come farmi eccitare.
Con Martina che guardava ci sono voluti molti minuti prima che mi eccitassi a tal punto e gli svuotassi tutto il mio sperma in bocca.
"Non devi venire Francesco," ha avvertito Martina "Voglio il tuo cazzo nella mia figa."
Ammonì mentre si sdraiava sul divano. "Vieni qui, Francesco. Metti il tuo cazzo dentro di me."
Lo tirò a sé e si strofinò la punta su e giù per tutta la fessura.
"Ti senti bene? Ti sentirai ancora meglio tra un momento."
Guardai il cazzo del mio migliore amico spingersi nel suo buco. Francesco stava perdendo la sua verginità con la mia ragazza.
Martina rispose alle sue spinte, la sua figa divenne rossa e gonfia. Il suo cazzo era ricoperto di un liquido schiumoso mentre si tirava fuori e poi si rimetteva dentro.
Con un grido spinse in profondità la verga di Francesco: "Ecco fatto, tesoro, riempi la mia figa con la tua crema. Il tuo cazzo è così grosso. Riesco a sentire che stai schizzando."
Con dei gemiti di piacere Francesco venne dentro Martina dopo una serie di affondi molto intensi.
Rimase dentro di lei per qualche istante. Poi tirò fuori il suo cazzo mentre la figa si spalancava e lasciava scivolare fuori un rivolo di sperma.
"Martina, è stato fantastico. Grazie per avermi fatto scopare. Non pensavo potesse piacermi tanto."
Martina sorridendo a Francesco mi disse: "Ora, Luca. Lecca la mia figa. Fammi venire. Voglio godere anche io."
La sua fica era ancora dilatata e tremolante, i succhi uscivano. Ho pensato “che diavolo, ora saprò che sapore ha lo sperma di Francesco. Ora posso assaggiarlo mischiato con gli umori di Martina.”
Mi sono infilato tra le sue gambe divaricate. Le sue labbra gonfie erano leggermente separate, un po' dello sperma di Francesco usciva. Ho spinto la punta della mia lingua tra le sue labbra, assaporando i risultati del loro accoppiamento.
"Riesci a sentire il suo sapore?"
"Sì, credo di sì. Ma sento anche il tuo."
Ho ripreso a leccare dal clitoride alle labbra della figa, spingendo poi la mia lingua più in profondità.
"Spingerò fuori un po' di sperma, leccalo e non ingoiare, voglio che tu me lo mostri."
Ho visto un grumo bianco emergere e l'ho leccato.
"Fammi vedere. Mostrami la lingua. Oh, ne hai un sacco. Dio, è sexy. OK, ora ingoia."
Pochi secondi dopo che ho ripreso a leccare con una certa intensità il clitoride, prima intorno e, poi, con la punta della lingua stuzzicandolo, Martina è venuta con violenza ed intensità, urlando dal piacere con brividi che le percorrevano tutto il corpo. La sua figa pulsava e lei mi strinse la testa tra le gambe, praticamente soffocandomi.
"Accidenti, sei così bravo. Sei il mio stallone!" esclamò.
Si sdraiò sul divano con un sorriso soddisfatto.
"Siete stati così bravi. Francesco, te la sei cavata davvero bene per la prima volta. Ora hai solo bisogno di una ragazza con cui esercitarti."
"Grazie. Sei così sexy. La tua figa era fantastica. Molto meglio di qualsiasi pompino che mi è stato fatto fino ad ora. Sono rimasto sorpreso da quanto mi sia piaciuto."
"Allora ti sei ricreduto sui tuoi desideri sessuali?” chiese Martina.
"Beh, sono attratta da Luca e da quello che facciamo insieme. Guardo gli altri ragazzi e i loro genitali. Quando mi ha invitata a unirmi a lui, ero molto titubante. Potevo fare sesso con te e venire, questo per me era nuovo e mi stuzzicava. Me la sono cavata bene, eh, cosa ne penso? Non so ancora decifrare le mie sensazioni, ti posso dire che con te sono stato bene e che se mi chiedessi di rifarlo non ci penserei due volte, ma la voglia di cazzo mi rimane sempre.”
Francesco, mentre rispondeva alle domande di Martina, si rivestiva e dopo qualche minuto ci ha salutato, doveva andare via perché aveva un impegno.
Ci siamo abbracciati e siamo rimasti d’accordo che ci saremmo sentiti presto.
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Storie di sesso tra ragazzi, ragazze e …... - prima parte
Era un periodo molto turbolento della mia vita sessuale. Mi dividevo tra la mia ragazza, Martina, e il mio amico Francesco.
Facevo del gran sesso con tutti e due. Dividevo le giornate della settimana avendo cura di poter incontrare sia l’una che l’altro.
Francesco sapeva di Martina. Lei invece era completamente all’oscuro della complicità sessuale che avevo con Francesco.
Per me era molto difficile renderla partecipe del nostro segreto.
Tra un appuntamento e l’altro con Martina rimanevano giorni liberi per poter incontrare Francesco. Quindi ci organizzavamo sempre.
Ad ogni incontro lui mi chiedeva come andavano le cose con Martina, io ero molto sincero non gli nascondevo nulla.
In effetti lei era una ragazza fantastica. Ci divertivamo sempre quando eravamo insieme.
Francesco mi spronava a parlarne: "Sembra una ragazza molto interessante per quello che mi racconti."
"Si, è così, è molto carina e molto sexy. Penso che tu sia un po’ geloso viste tutte le domande che mi fai?"
"Non proprio, finché continuiamo a vederci, a divertirci insieme capisco che ti possa piacere fare sesso con lei. Ma a proposito, cosa hai fatto l’altro ieri? Raccontami qualcosa dei vostri incontri."
"Lei, tanto per iniziare, mi succhia il cazzo. L'ha fatto più o meno come lo fai tu." - Non ho detto che i suoi pompini erano sicuramente più eccitanti, anche perché poi prevedono un seguito molto interessante - "A lei piace molto avere leccata la figa. In questo modo raggiunge sempre un orgasmo violento. Ogni volta che lo facciamo è veramente divertente, soprattutto quando viene tra urla e gridolini di piacere. Gioca con il mio cazzo fino a farlo diventare duro come una roccia e poi scopiamo. Anche così, se presto un po’ delle mie attenzioni a lei, raggiunge un orgasmo molto intenso."
"Beh, è molto interessante quello che mi racconti."
"Mi piace tutto quello che facciamo. Mi è piaciuto in particolare scopare la sua figa."
"Meglio del mio pompino?" chiese Francesco.
"Sì. Devo essere sincero con te. Le sensazioni che provo sono veramente molto intense."
A quel punto Francesco, un po’ pensieroso, disse: "Penso che dovremmo provare qualcosa di nuovo tra di noi. Ci ho pensato. La scopata nella figa e quella nel culo dovrebbero essere simili. Che ne dici se mi scopi nel culo? Poi puoi decidere cosa ti piace di più."
Sospettavo che ci fosse dell'altro. Francesco era geloso, risposi per compiacergli: "Potrebbe essere divertente. Ma pensi di poter prendere il mio cazzo? Non sei mai stato scopato nel culo e il mio cazzo è abbastanza grosso."
"Voglio provarci. Ho comprato un dildo molto realistico, un po' più piccolo del tuo cazzo. Immagino che, se riuscissi a farlo entrare e a farmi sciogliere, potremmo provare poi con la tua verga. Cosa ne pensi?"
Annuì con un cenno della testa.
Francesco tirò fuori il dildo e del lubrificante. Si sdraiò a pancia in giù, posizionò un cuscino nel ventre per far alzare un po’ di più il suo culo, le gambe divaricate, l'ano in bella mostra.
Spalmai del lubrificante sul dildo e, con un dito, nel buco del culo di Francesco. Lo massaggiai a lungo facendo penetrare il dito con il gel lubrificante anche dentro. Poi, gli appoggiai la punta nell'ano. Spinsi delicatamente ma penetrò a malapena. Evidentemente Francesco non era per nulla rilassato e la tensione lo portava a contrarre i suoi muscoli anali.
"Non credo che ci entrerà. Non riesco nemmeno a far entrare la punta. Ti devi rilassare, pensa ad aprire il buco non a chiuderlo."
"Spingi di nuovo un po’ più forte. Continua a premere … prova! Sono pronto!” disse Francesco.
Spinsi con maggiore intensità e il suo ano si aprì e la maggior parte della cappella del dildo entrò dentro il suo buco.
Continuai ad accarezzare il suo sfintere con il dildo, ogni volta che provavo entrava un po' di più. Un minuto dopo tre quarti del fallo erano dentro.
"Aspetta, Luca. Non andare più in profondità. È troppo grande. Sento molto dolore e una sensazione di pienezza molto strana."
Ho tirato indietro il dildo ed ho accarezzato il suo buco, poi l’ho spinto di nuovo dentro e il suo sfintere esterno si aprì un po' di più. Ho spinto forte e la maggior parte del dildo è penetrata.
"Oh, Dio. Mi stai facendo il culo a pezzi con quella cosa. Tiralo fuori, per favore."
"No, hai detto che volevi che ti scopassi. Come farai se non riesci a prendere questo dildo."
L'ho tirato un poco fuori e poi ho spinto lentamente fino all'impugnatura.
Giuseppe alla fine si è calmato mentre lavoravo delicatamente il dildo. Il suo culo ha gradualmente accolto la penetrazione.
"Sei pronto per il mio cazzo?" gli chiesi alquanto eccitato dalla situazione.
"No, Luca. Voglio farlo ma mi farebbe troppo male ora. Continua a fottermi con il dildo. Forse la prossima volta potremo farlo."
Continuammo per un po’ fino a quando, con mia grande soddisfazione, Francesco mi fece uscire il dildo, si alzò da quella posizione, si girò e prese in bocca il mio cazzo ormai duro e teso come le corde di un violino.
Mi fece un pompino meraviglioso con ingoio, poi, ci ricomponemmo e ci salutammo dandoci appuntamento per l’indomani.
Il giorno dopo, quando ci siamo rivisti, come voleva Francesco, ho preso il suo culo di nuovo con il dildo.
Francesco si posizionò in ginocchio sul letto, appoggiò la testa sul materasso lasciando in bella vista il suo buco del culo già lubrificato dal gel.
Ha detto: “E’ ancora dolorante ma il dildo oggi dovrebbe penetrare e scivolare più facilmente.”
Io mi posizionai proprio dietro di lui, già nudo e con il dildo in mano. Con accortezza lo appoggiai sul suo buco e lo spinsi dentro.
Effettivamente scivolava su e giù senza nessuna difficoltà, sentivo Francesco che ad ogni movimento lanciava dei piccoli sospiri di piacere, evidentemente la cosa gli piaceva.
Il suo cazzo era in erezione e faceva bella mostra tra le sue gambe. Le palle erano enormi e sode.
Dopo un po’ di questi movimenti, senza chiedere, ho tirato fuori il dildo e, dopo aver lubrificato ben bene il mio pene, ho appoggiato rapidamente la testa del mio cazzo sul suo buco.
Lui ha preso fiato mentre lo penetravo delicatamente, ha trattenuto il respiro provando a non irrigidirsi ma, inevitabilmente, un grugnito per i dolore gli uscì dalla bocca. Evidentemente le dimensioni maggiori del mio pene gli avevano accentuato la sofferenza. Infatti, mi chiese di tirarlo fuori e di continuare con il fallo finto.
Ho ignorato la sua richiesta e ho spinto più a fondo.
Il suo culo era decisamente più stretto della figa di Martina. Era così stretto che quasi faceva male.
Lui, in una prima fase mi supplicava di tirarlo fuori e lasciarlo riposare un po’.
Ma io ho perseverato anche in preda a una folle sensazione di piacere, quindi ho continuato a penetrarlo.
Nella stanza si diffondeva il rumore del mio ventre che sbatteva contro il suo fondo schiena, rumore eccitantissimo. Io ansimavo sia per l’azione che effettuavo sia per il piacere che provavo.
Francesco dopo le prime incertezze e richieste di fermarmi, sempre con maggiori gemiti di piacere, ha iniziato ad incitarmi a penetrarlo: “Mi fai morire dal piacere, infilalo tutto dentro e trombami alla grande. Scopami il culo come se fosse la figa della tua ragazza, fammi godere.”
Dopo una lunga cavalcata, gli ho sparato lo sperma in profondità nelle viscere. Quando l'ho tirato fuori, il suo ano era spalancato e un fiotto di sperma gocciolava fuori.
Dopo essermi ripreso, dissi: "Dio, Francesco, spero di non averti distrutto il culo, sembra tutto dimesso."
"Spero di no. Fa male ma ho goduto del tuo cazzo come un porco. L'hai fatto entrare fino in fondo?"
"Ogni centimetro. Sbattevo le mie palle sul tuo culo."
"Dammi un minuto. Devo riprendermi! Sono venuto anch’io, l’eccitazione e la sensazione di piacere che provavo era così grande che sono venuto quasi all’unisono con te."
Scopare il culo del mio amico mi era piaciuto veramente, per me andava bene fermarsi un po’.
Anche il cazzo di Francesco era ormai moscio dopo l’orgasmo. Ma anche se fosse stato su, duro, lui non aveva nessuna intenzione di continuare a fare sesso.
Ci ricomponemmo e dopo aver chiacchierato un po’ andai via non prima di chiedere a Francesco come andavano le cose nel suo didietro.
Lui mi ha rassicurato che aveva dei dolori ma che erano tranquillamente sopportabili e che, in ogni caso, ne era valsa la pena farlo.
Sicuramente era una esperienza che gli interessava particolarmente fare.
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Un vero amico (i racconti di tom e samantha)
L'altra sera, mentre ero comodamente seduta in salotto, a vedere la tv, vedo il mio Tom che prepara amorevolmente qualcosa da bere per noi due, mentre mi racconta di aver incontrato nel pomeriggio un amico che non vedeva da tanti anni, conosciuto prima ancora di conoscere me.
Poi, porgendomi un bicchiere di caffè con ghiaccio, si siede al mio fianco sorseggiando il suo caffè.
Gli chiedo, curiosa, di continuare il discorso riguardo al suo amico e mi dice di averlo conosciuto in palestra, quando erano ventenni ed è nata tra loro una grande amicizia, durata quasi dieci anni ed interrotta perchè costretti a trasferirsi in città diverse per motivi di lavoro.
Per questo desidera sapere da me se io sia d'accordo ad invitarlo a cena da noi una di queste sere. Si chiama Francesco.
Io gli dico subito di sì e penso, tra me e me, che la cosa potrebbe essere anche intrigante. Il mio Tom è sempre stato molto geloso di me e non ha mai voluto invitare a casa nostra nessun amico, ma di questo evidentemente si fida moltissimo, inoltre conosce le mie fantasie erotiche, che sono anche le sue e sospetto che abbia qualcosa in mente, il birbantello. Se qualcosa bolle in pentola lo scoprirò presto.
Oggi a pranzo Tom mi dice che ha nuovamente incontrato il suo amico Francesco, che, di passaggio nella nostra città, alloggia momentaneamente in un albergo e, mentre mi fa vedere alcune foto di loro due in palestra, scattate a quell'epoca, mi riferisce che questa sera Francesco verrà a cena da noi.
Io annuisco distrattamente mentre la mia attenzione è concentrata su quelle foto dove non posso fare a meno di ammirare il bel fisico atletico e attraente di Francesco che mi fa già pregustare la presenza di quell'ospite prima del suo arrivo.
L'ora dell'appuntamento si avvicina, Tom ed io abbiamo preparato una buona cenetta per tre, semplice e gustosa ed io comincio a prepararmi per ricevere l'ospite. Devo fare colpo su di lui, così mi infilo una giacca blu aderente su camicetta bianca un po trasparente e intimo bianco, gonna blu fin sul ginocchio, autoreggenti e scarpe con tacco. All'ora concordata Francesco arriva puntuale presentandosi con scatola di cioccolatini. Mi è simpatico, ha un atteggiamento spontaneo e solare e un fare accattivante. Ci accomodiamo in sala da pranzo e lui si sistema di fronte a noi due, per meglio guardarci mentre si parla.
Intanto che io comincio a servire, loro due parlano della loro vecchia amicizia e così vengo a sapere, tra una risatina e l'altra, che a quei tempi dormivano nella stessa stanza d'albergo ed insieme andavano a "caccia" di ragazze. Infatti noto una particolare intesa tra loro due.
Più tardi, mentre Tom è in cucina, Francesco comincia a farmi i complimenti per la casa e per il mio abbigliamento, e mentre faccio la civettuola, togliendomi la giacca, lui continua con i complimenti soffermandosi sul mio fisico e lodando il mio sorriso, le mie gambe, il mio seno e sopratutto il mio lato B.
Mi piacciono i suoi complimenti che mi fa sentire anche un po eccitata e comincio a percepire nell'aria qualcosa che mi dice che la serata mi riserverà alla fine una bella sorpresa. Comincio a sentire un pò di caldo e distrattamente, senza dare nell'occhio, mi sgancio un bottone della camicetta, in modo da lasciar intravedere parte del mio seno prorompente, che non passa inosservato allo sguardo attento e malizioso di Francesco.
La serata continua fra risate e battute a doppio senso, fatte a turno da tutti e tre, mentre ci raccontiamo i ricordi dei nostri primi amori di gioventù.
Durante una pausa, Francesco si allontana per andare in bagno ed il mio caro Tom ne approfitta per chiedermi se la serata è di mio gradimento e come mi sembra Francesco. Io gli rispondo che mi sto divertendo e che il suo amico è amabile, un'adorabile canaglia e faccio notare che anche lui, Tom, stasera ha un'occhietto birichino ed un fare intrigante e accattivante. A questo punto gli chiedo di dirmi che cosa ha in mente per stasera e cosa devo aspettarmi ancora. Lui mi dice che se io avessi voglia di giocare un po con loro due potrei farlo benissimo, poichè questa serata è un regalo per me.
Infatti avevo espresso da tempo questo desiderio e il mio adorabile Tom ha pensato bene di esaudirlo stasera. La cosa mi eccita tantissimo. Ora sarò io a guidare il gioco.
Alla fine della cena, ci alziamo per accomodarci in salotto per un caffè e noto che i due birbantelli mentre mi passano davanti mi toccano col braccio il seno, facendo sembrare il gesto involontario, ma so bene che l'hanno fatto apposta. Poco dopo, in cucina, mentre sto piegata in avanti vicino al lavello, sento passare alle mie spalle prima uno e poi l'altro e con la scusa del passaggio stretto li sento strusciare sul mio sedere. A questo punto decido di dare il via alle danze.
Vado un momento in bagno e mi tolgo il reggiseno, mi riabbottono la camicetta lasciando ben in vista le mie belle tette con i capezzoli già turgidi ed esclamo ridendo: "Adesso voglio gustarmi le vostre carezze, porcellini, datevi da fare". Tom mi bacia sulla bocca mentre Francesco comincia a leccarmi e baciarmi dolcemente i capezzoli.
Con le loro azioni delicate, armoniose ed afficaci, mi stanno mandando fuori di testa, questi due, mentre continuano a massaggiare, succhiare e leccare dolcemente seni e capezzoli, a turno.
Decido di eccitarli ancora di più, così mi alzo e mi sfilo la gonna, rimanendo in mutandine, autoreggenti e camicetta tutta aperta. Mi piego in avanti su di loro, baciando sulle labbra prima Tom e poi mi sposto baciando anche Francesco e intanto intravedo un gonfiore nei loro pantaloni che mi dice che i loro peni stanno per esplodere.
Continuo a baciare sulla bocca Francesco mentre sento le mani di Tom che da dietro mi sfila le mutandine e sento poi la mano di Francesco accarezzarmi dolcemente l'interno coscia, dall'altra parte sento anche la mano di Tom fare la stessa cosa e le due mani salgono insieme fino a toccare la mia "morbidosa" già tutta bagnata.
Una mano cerca di penetrarmi mentre l'altra mi massaggia il clitoride. Sto già impazzendo di piacere. Intanto con le mie mani tasto i "birilli" e comincio a slacciare le cerniere dei loro pantaloni; mi accorgo che non hanno mutande e vedo subito schizzare fuori quelle due aste carnose che non vedono l'ora di penetrare in qualche mio buco caldo e umido mentre ardo dal desiderio di ingoiarmele.
A quel punto invito i miei due stalloni ad alzarsi e mettendomi davanti a loro e dando loro le spalle afferro con la mia mano destra la mazza di Tom e con la sinistra quella di Francesco e me li porto nella stanza da letto per continuare a divertirci più comodamente.
Arrivati là ci togliamo di dosso gli ultimi indumenti e ci buttiamo sul letto tutti e tre completamente nudi.
Mi accorgo che il mio Tom ha preparato su di un tavolino vicno al letto una ciotola di panna, un'altra con crema di cioccolata, una ciotola con ghiaccio e un secchiello con spumante. Io mi spalmo un po di panna sul mio seno e sui capezzoli e sdraiandomi dico: "chi vuol favorire?". Francesco si fa avanti per primo ed inizia a "pulirmi" con la lingua seno e capezzoli ed ogni tanto me la infila in bocca.
Io gradisco eccitata sia la panna che la sua lingua calda e umida dal dolce sapore di panna.
Tom intanto mi spalma un pò di cioccolata sulla mia figa già bagnata e comincia a leccare dolcemente, solleticando il mio clitoride. Sento la mia eccitazione alle stelle. Poi vedo che i due maschioni, dopo un'occhiata di intesa, si scambiano di posto, così che Francesco scende leccandomi lungo tutto il corpo fino ad arrivare laggiù dove fino a poco prima la lingua di Tom esplorava l'interno della mia figa, continuando il lavoro interrotto. Tom, invece, conoscendo i miei gusti, intinge il suo bel cazzo nella cioccolata e lo porge vicino alla mia bocca, io comincio a lavorarmelo, mi fa impazzire di piacere avere in bocca il cazzo col gusto di cioccolata.
Tom lo sa bene, è una cosa che facciamo spesso. Intanto Francesco con la sua lingua mi sta facendo raggiungere il primo orgasmo, mentre trattengo in bocca il pene di Tom che non voglio mollare fino a che non mi riprendo da quel primo orgasmo. Francesco è una frana, ci sa fare con la lingua.
Appena mi riprendo vedo Francesco intingere il suo pene nella panna e capisco che anche lui vuol provare il piacere di ricevere da me un bel pompino. Lo merita, per l'orgasmo che mi ha fatto provare e mi metto d'impegno a succhiare quel pene bianco e dolce di panna, ma prima mi sistemo su Tom che intanto si è sdraiato e infila la sua grossa verga nella mia vagina.
Continuo a tenere ancora un pò nella mia bocca il pene di panna di Francesco mentre sento il cazzo di Tom che va sù e giù nella mia figa calda e fradicia. Mi sto eccitando nuovamente come una pazza e quella posizione mi fa venir in mente qualcosa che ho già provato tempo fa e che mi ha lasciato un bel ricordo e cioè una doppia penetrazione.
Come se i due porcellini mi avessero letto nel pensiero, vedo Francesco infilarsi il profilattico sul suo uccello, poi da dietro comincia a lubrificarmi e massaggiarmi dolcemente l'ano, e dopo aver lubrificato anche il suo pene, comincia ad infilare prima un dito e poi due, sempre dolcemente, io non sento nessun dolore, ma solo una gran voglia di ricevere nel mio sederino quell'uccello ancora caldo e duro.
Tom da sotto si ferma un po per dare l'opportunità a Francesco di infilarmelo lentamente e interamente.
Io mi abbraccio a Tom offrendo il mio di dietro a Francesco e favorire così l'ingresso nel mio ano del suo voglioso uccello e comincio a sentire un gran calore che mi eccita tantissimo.
Sento che i due peni, entrati totalmente, riprendono il loro ritmo insieme, quasi sincronizzato, mentre uno entra l'altro esce e viceversa, ed io mi sento scoppiare dal piacere, un piacere mai sentito, vorrei che non si fermassero mai, finchè dopo un po, col ritmo che aumenta sempre più sento che sto per godere ancora ed infine urliamo di piacere tutti e tre, mentre raggiungiamo insieme l'orgasmo, ansimando e stringendoci a vicenda in quel amplesso paradisiaco.
Io mi sento schiacciata da quei due corpi caldi e ansimanti, mentre mi sento piacevolmente invasa dal calore del loro sperma all'interno dei miei meandri vogliosi mentre continuo a godere, e quando sentiamo placato il nostro ardore cadiamo sul fianco, senza forze, soddisfatti.
E' stato bellissimo.
Loro mi baciano a turno sulla bocca ed io corrispondo con piacere.
Andiamo tutti e tre a farci la doccia. Poi tutti e tre ci sdraiamo sul letto, esausti, ma sazi di piacere, mentre ridiamo pensando a quello che abbiamo fatto e già sento in me risvegliarsi il desiderio di riprovare nuovi orgasmi.
Tom intuisce subito che la serata potrebbe ancora continuare e riempie tre coppe di spumante ben freddo offrendole a noi. Brindiamo insieme e dopo una seconda coppa noto i peni dei miei due arzilli giovanotti nuovamente eretti, pronti per una nuova performans.
Ridendo mi sdraio nuovamente sul letto guardandoli con un sorriso malizioso e curiosa di vedere cos'altro hanno in mente, mentre una nuova voglia cresce in me.
Vedo che prendono dei cubetti di ghiaccio dal tavolino e, posizionandosi ai miei lati lasciano scivolare lentamente e dolcemente sul mio corpo quei cubetti ghiacciati provocando in me brividi di piacere mai provato.
Io sussulto al contatto di quelle gocce fredde mentre sento in me il fuoco divampare. Francesco si adagia su di me per un 69 e comincia a leccarmi nuovamente la vagina e clitoride mentre mi mette in bocca il suo cazzo caldo e duro che io accolgo con immenso piacere col desiderio di farlo godere ancora.
Con mia grande meraviglia vedo il mio Tom prepararsi a fare qualcosa che non gli ho visto mai fare prima.
Si mette il preservativo e dopo averlo unto ben bene vedo che comincia a lubrificare anche il sederino di Francesco, che è sopra i miei occhi.
Questa è una nuova esperienza che mi fa eccitare tantissimo, vedere da vicno il cazzo di Tom entrare nell'ano di Francesco mentre quest'ultimo mi lecca la figa e tiene nella mia bocca il suo cazzo.
Tom conosce bene i miei gusti e questo è il secondo regalo che mi fa stasera. Mentre comincio a sentire che Francesco sta per farmi raggiungere un altro orgasmo e mentre sento nella mia bocca il suo pene gonfiarsi, vedo la verga di Tom spingere nell'ano di Francesco e scivolare lentamente tutta al suo interno.
All'improvviso i movimenti di tutti e tre si fanno più rapidi, vedo l'asta di Tom scorrere velocemente avanti i indietro nell'ano di Francesco, la lingua di quest'ultimo mi sta facendo impazzire dal piacere mentre il suo pene, gonfio al massimo, va su e giu nella mia bocca e sento che sta per godere.
Dopo un po vengo presa da convulsioni per l'orgasmo raggiunto e faccio appena in tempo a togliere dalla mia bocca il pene di Francesco che mi spruzza tutto lo sperma sul mio petto, mentre vedo Tom fermarsi col suo pene dentro l'ano di Francesco facendomi intuire che anche lui ha goduto.
Rimaniamo immobili così, non so per quanto tempo, questa volta veramente esausti.
Andiamo a farci una seconda doccia e dopo di che ringrazio Tom con un bacio appassionato sulla bocca per il bel regalo di stasera, mentre penso a come ricambiargli la sorpresa, ma di questo ve ne parlerò la prossima volta.
Samantha.
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5 months ago
admin, 75
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Corna impreviste.
Mi chiamo Marcella, ho 27 anni, sono di media statura, bionda, occhi chiari, un bel seno di una quarta misura a goccia, con i capezzoli ben rivolti verso l'alto, un bel ventre piatto, fianchi stretti, ed un culo prominente che tanto piace ai maschi, posto al culmine di due magnifiche cosce lunghe e ben tornite. Da sei anni sono sposata con Paolo, un bel maschio abbastanza ambito dalle donne, perché ha un fisico ben scolpito anche se non palestrato, con addominali in bella mostra, braccia forti e, caratteristica migliore, ha tra le gambe un gran bel giocattolo, che spesso e volentieri mi fa divertire fino allo stremo delle forze. Ci siamo conosciuti e fidanzati molto giovani, a 17 anni e, dopo quattro, abbiamo deciso di sposarsi. Siamo una bella coppia che ha un'ottima intesa, anche sessuale, e diversi amici con i quali usciamo e ci divertiamo molto. Paolo ha ereditato dal nonno paterno, una splendida casa colonica, appena fuori la città, posta a metà di una collinetta, che la rende panoramica. L'abbiamo perfettamente ristrutturata e, nel retro della casa, abbiamo ricavato una magnifica piscina, dove entrambi amiamo prendere il sole, anche nudi, in considerazione del fatto che è ben protetta alla vista di elementi indiscreti. Ultimamente, gli impegni di lavoro sono stati talmente intensi e stressanti, da farci avere un calo di libido riducendolo ad un rapporto alquanto scarso e poco soddisfacente. Non ho mai pensato di tradire mio marito e quello che è successo è stato qualcosa di assolutamente imprevisto. Da un po' di tempo, dopo che nella zona c'erano stati alcuni furti, Paolo ha deciso di far installare un sofisticato sistema di allarme. Naturalmente me ne ha parlato e io sono stata perfettamente d'accordo su quel tipo di protezione, ma, dopo una stressante giornata di lavoro (sono un'impiegata che si occupa del recupero crediti per un'azienda), passata a discutere con vari debitori, ho deciso di tornare a casa. Stanca e stressata per il lavoro, ma, soprattutto per il gran caldo che in questa estate sembrava aver superato ogni limite tollerabile, avevo deciso che era il caso di svagarmi un po' e, quindi, me ne sono andata via in anticipo e son tornata a casa, con in testa una sola cosa: spogliarmi e fare un bagno in piscina. Sono entrata dall’ingresso posteriore, dove c'è il garage e, senza nemmeno entrare in casa, mi son spogliata nuda, consapevole del fatto che il luogo è ben riparato da occhi indiscreti e mi son tuffata subito in acqua. La sensazione che provavo era estremamente appagante; finalmente potevo crogiolarmi nel fresco abbraccio di quelle acque limpide e cristalline, senza alcun pensiero. Ho allungato una mano verso il bordo, ho preso un materassino per godermi un piacevole momento di relax, baciata dal sole. Finora sono sempre stata una persona che non ama mettersi in mostra o provocare i maschi, anzi tutt’altro e, consapevole della mia intimità casalinga, ho assaporato subito il piacere che mi derivava da quella condizione. Ero ad occhi chiusi, in piena beatitudine, quando ho sentito, all’improvviso, un colpo di tosse, come se qualcuno in imbarazzo stesse cercando di schiarisci la voce, per manifestare la sua presenza. Ho alzato la testa di scatto e…non potevo crederci: c’era un operaio, sulla scala, che si stava occupando di montare dei sensori alle finestre. Son rimasta paralizzata dalla vergogna. Solo allora mi son ricordata che Paolo aveva consegnato le chiavi ad una ditta specializzata, perché credeva che entrambi saremmo stati fuori per tutto il giorno. Ero in grandissimo imbarazzo nel trovarmi completamente nuda di fronte ad un perfetto sconosciuto.
«Accidenti! Mi scusi se ho interrotto il suo lavoro!»
Ho farfugliato, in preda ad una confusione totale. Subito dopo, però, per la prima volta, ho provato sensazioni contrastanti: era qualcosa di molto strano, mai capitato. Una parte di me suggeriva di scappare in casa a nascondermi, mentre l’altra parte mi faceva sentire intrigata da questa situazione, al punto da eccitarmi non poco. Sono stata sopraffatta da un insano desiderio di sfrenata lussuria. Potevo controllare lo sguardo di quell’uomo, senza esser vista, grazie agli occhiali da sole che indossavo. Vedevo che spesso lanciava occhiate maliziose e vogliose verso di me e questa cosa faceva emergere la mia indole da puttana e godermi una scopata all’insaputa di mio marito. Una improvvisa, quanto oscena voglia di cazzo, che mi ha travolto al punto da togliermi quasi il fiato. Ero eccitatissima. Avevo i capezzoli così duri da farmi male. Non avevo mai pensato, fino a quel momento, di far le corna a Paolo ma, quella situazione mi stava eccitando al di là di ogni immaginazione. Era un imprevisto non voluto, ma così eccitante, che ho deciso di sfruttarlo al massimo. Ho iniziato a provocarlo per verificare la reazione che avrebbe avuto. In maniera molto naturale e, fingendo indifferenza, ho iniziato ad accarezzarmi delicatamente seno e capezzoli con una mano, mentre, molto lentamente, facevo scorrere l'altra sul mio interno coscia, aprendo leggermente le gambe per fare in modo che, dall’alto, il tipo, potesse vedere la mia figa rasata e vogliosa. Ormai in preda alla lussuria più sfrenata, ho deciso di trasformare questo gioco erotico in qualcosa di più provocante e licenzioso. Ho voluttuosamente messo due dita in bocca per lubrificarle, prima di infilarmele lentamente nella figa, già fradicia di umori ed iniziare una masturbazione in piena regola. Il tizio, a questo punto, ha smesso del tutto di lavorare ed ha preso a strofinarsi il pacco al di sopra dei pantaloni, pacco che, a distanza, si presentava ben gonfio. Si è girato ed ha guadato dentro la finestra; per un attimo son rimasta sorpresa non capendo cosa stesse facendo, ma poi si è di nuovo voltato verso di me e, senza nessuna esitazione, ha aperto la lampo dei pantaloni e ha subito messo in mostra un cazzo bello grosso e duro, che ha preso a segare dinanzi al mio corpo nudo. Eccitata da far paura, ho abbandonato ogni pudore o remora ed ho aperto ancor di più le gambe, iniziando a masturbarmi con foga, senza nessun ritegno, emettendo anche dei gemiti di piacere.
«mmhuuummm… sì, bello! Che bel cazzone! mhuuumm…»
Il tizio, dopo avermi sentito gemere, è sceso dalla scala, si è spogliato mentre si avvicinava al bordo della piscina, in cui si è poi tuffato, ormai completamente nudo e mettendo in evidenza un bel cazzo davvero grosso come spessore, molto di più di quello di mio marito. Si è avvicinato, mi ha sorriso, mi ha appoggiato al bordo della piscina e, subito dopo, era tutto dentro di me. Mi ha sollevato le gambe, facendomele artigliare saldamente dietro la sua schiena; ha iniziato a scoparmi con una voluttà mai vista prima. Ormai ero travolta dal piacere e l’ho incitato:
«Sì, porco, scopami! Dammelo tutto! Sì, dai, più forte!»
Lui mi ha fissato ed ha sorriso.
«Hai una fica stretta, come piace al mio uccello, che adora dilatare e sfondare fiche da troia, come la tua! Sei la padrona di casa più sexy e troia che abbia mai visto e, adesso, sta sicura, puttana, che ti scoperemo fino a stremarti.»
Per un attimo non ho realizzato il senso delle sue parole, fin quando ho sentito un tuffo ed un altro maschio si è unito a noi: erano in due. Non ho avuto il tempo di dir nulla che l’altro mi ha presentato alla bocca un bel cazzo grosso, non troppo lungo, ma di notevole spessore, e io, dopo un attimo di esitazione e in preda alla sfrenata lussuria, l’ho accolto tra le labbra, succhiandolo. Ero sconvolta. Mi son resa conto, in un barlume di lucidità, che stavo tradendo mio marito e, per giunta, con due perfetti sconosciuti: pazzesco! Per un attimo, ho provato sensi di colpa. Poi, però, non ho avuto tempo per ripensamenti, perché sono stata travolta da un orgasmo che mi ha fatto urlare a piena voce.
«Vengo! Ancora, che vengo! Mi fai godere!»
Mi ha lasciato godere, poi si è sfilato, lasciando posto all’altro, che mi ha infilzato con un solo affondo. L’ho sentito tutto dentro e mi stava davvero dilatando, avendo un fallo di spessore più grosso dell’altro. Ha preso a chiavarmi con una violenza quasi animalesca, ho goduto subito anche con lui. L’altro allora si è messo dietro di me e, mentre io godevo, ho sentito la punta che cercava di entrarmi dietro; ho avuto un attimo d'incertezza e mi son girata, ma, nello stesso momento, lui mi è entrato tutto nel culo.
«Piano, me lo sfondi! Fa piano, che mi fai godere!»
È vero; ho avuto un orgasmo istantaneo, quando ho sentito due cazzi dentro di me. Hanno preso a pomparmi molto bene e ben sincronizzati. Ho avuto altri due orgasmi e poi, insieme, mi hanno farcito i buchi. Ho sentito il mio corpo invaso dal loro piacere e son quasi svenuta, per quanto ho goduto. Essi, dopo essersi svuotati, si son sfilati, sono usciti dall’acqua e si sono rivestiti; son tornati al lavoro senza dire una parola, come se tutto quanto non fosse mai accaduto. Son rimasta, per ancora qualche istante, immobile, quasi incredula da quanto era appena successo, ma poi ho deciso che sarebbe stato meglio rientrare in casa e rivestirmi, perché, di lì a poco, sarebbe tornato Paolo. Appena il tempo di mettermi una vestaglia leggera, da casa, che di colpo è apparso mio marito. Mi ha quasi sorpreso, perché non l’avevo sentito arrivare e mi ha lanciato uno sguardo un po’ strano; ha sorriso in un modo un po’ nervoso. Ha parlato con i due ragazzi ed essi, poco dopo, se ne sono andati ed io non li ho più visti. Appena usciti, Paolo mi ha preso per un braccio e mi ha trascinato in camera da letto. L’ho guardato senza capire, ma lui mi ha quasi strappato di dosso la vestaglia, mi ha messa piegata sul letto e di colpo mi ha penetrato con durezza.
«Ma che fai? Fa piano! Che ti prende? Sei impazzito?»
Mi ha dato una sculacciata fortissima e poi mi ha risposto duramente.
«Taci, puttana! Ho visto che ti sei fatta sbattere da quei due maschi! Sei una troia! Una zoccola sfondata! Adesso, mentre ti scopo, giurami che lo rifarai ancora, giuralo, ora!»
Ero sconvolta. Ho dovuto fare uno sforzo notevole per capir quello che voleva.
«Ma sei pazzo? Ma tu… mi stai chiedendo di…cioè vuoi che io faccia ancora cosa?»
Lui mi ha urlato ancora addosso.
«LA PUTTNA. DEVI FARE ANCORA LA ZOCCOLA, COME HAI FATTO POCO FA CON QUEI DUE. Hai capito?»
Ero sconvolta, ma molto eccitata.
«Va bene lo farò, ma perché vuoi che lo faccia? Non sei arrabbiato per le corna che ti ho appena fatto?»
«Arrabbiato? No, cazzo, no! Sono molto eccitato e voglio vederti ancora far la troia con altri, per poi scoparti, come faccio ora. Se accetti, questo sarà il nostro patto!»
Non solo ho accettato, ma lui si è organizzato per farmi trovare sempre dei bei cazzoni, che mi hanno mandato in estasi.
E pensare che avevo avuto dei sensi di colpa: che stupida!
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5 months ago
baxi18, 55
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Buongiorno
Non pensare al sesso non farebbe al caso tuo, nella vita l'importante è capire quale sia la propria posizione e la tua e' ai miei piedi, sei pronto a ridicolizzarti e ad assecondare ogni mio desiderio e capriccio ? Non sarai valido ma sarai utile, con il tempo imparerai a fartelo bastare.
2407
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5 months ago
Ginger1982, 42
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L'inganno
Dopo un periodo di pausa vanilla, due anni fa all’età di cinquant’anni suonati, avvertii nuovamente il richiamo del mio istinto di slave che ricominciava a farsi sentire, sempre con maggiore insistenza. Cominciai a cercare una Padrona e dopo un paio di tentativi di approcci con mistress, interrotti nel giro di un paio di incontri per incompatibilità, finalmente ebbi la fortuna di trovare colei che, mio malgrado, fu l’artefice del mio grande passo che, mai e poi mai, avrei pensato di fare.
Dopo la risposta della Signora al mio primo messaggio, obbedii alla richiesta di inviare alcune foto. Non ricevetti alcuna risposta fino a quando, ormai persa la speranza, senti il tintinnio di telegram che mi avvisava di un messaggio in arrivo. Aprii il messaggio e scoprii che era lei e mi convocava per un incontro conoscitivo.
Mi convocò nella palestra dove si allenava e all’orario fisato si fece trovare all’ingresso.
Era una donna matura, mora, dal viso simpatico, di fisico abbastanza abbondante, soprattutto nei seni.
Dopo che mi ero presentato, mi face entrare nella palestra dicendo alla segretaria che dovevo fare una prova, e mi disse di cambiarmi.
Scesi nello spogliatoio e, mentre mi cambiavo, mi chiedevo il motivo della convocazione in una palestra. Lì per lì infatti, nonostante mi avesse chiesto di portare la borsa da palestra, avevo pensato che sarei dovuto passare solo a prenderla e la borsa sarebbe servita per non dare nell’occhio.
Salito al piano di sopra, la Signora mi invitò a seguirla e ad aiutarla a svolgere alcuni esercizi, mi chiese di tenerle ferme le caviglie durante gli addominali, contare gli esercizi, passarle i pesi e pulire le panche ed i tappetini prima del suo allenamento.
Terminati gli esercizi la Signora mi ringraziò e mi congedò; pensai quindi di non essere il suo tipo e ne fui certo quando nemmeno rispose al mio messaggio con cui le avevo scritto che mi aveva fatto piacere conoscerla.
Dopo una settimana mi arrivò un messaggio che mi ordinava di andare casa sua. Mi chiese se sapessi cucinare e, alla mia risposta affermativa, mi disse di portarmi il grembiule da cucina.
Da lì iniziò una frequentazione con la Padrona di circa due volte a settimana, a seconda delle sue esigenze e degli impegni a casa, era infatti sposata ed il marito, come da lei riferito, era a conoscenza della sua indole dominante e le lasciava campo libero con eventuali schiavi.
Gli incontri inizialmente vennero dedicati alla sola cura e pulizia della casa, che eseguivo seguendo i suoi ordini indossando come divisa il solo grembiule. La Padrona di casa mi faceva rifare i letti, le lavatrici ed a volte mi faceva cucinare; una volta terminati i compiti assegnati venivo rispedito a casa. Nello svolgimento delle faccende domestiche la Signora si divertiva a contestarmi inesistenti imprecisioni per aver la scusa di punirmi a suon di sculaccioni o con il frustino, cosa che, mi diceva, le dava immenso piacere.
Con il tempo le richieste della Padrona si estesero all’adorazione dei piedi, ai massaggi del suo corpo, fino a sfociare nell’uso di toys ma solo per il suo esclusivo piacere. La Signora aveva un morso con fallo da legare sul viso e, quando mi voleva premiare - magari per i complimenti da lei ricevuti dal marito per la casa pulita o per un buon piatto preparato - me lo faceva indossare e me lo faceva usare o su di lei distesa o, come massimo premio, cavalcandomi e inondandomi del suo piacere.
Gli incontri andarono avanti così, con concessioni sempre maggiori fino a quando mi chiese se fossi stato in grado di fare un pompino ad un uomo. Lì per lì rimasi impietrito anche perché era un limite che le avevo rappresentato fin dall’inizio. La Signora sorrise e disse che si trattava solo di una sua curiosità e con l’occasione mi chiese di fale vedere cosa sapevo fare al dildo che spesso mi faceva utilizzare su di lei.
Con imbarazzo mi cimentai nello spompinamento del dildo e lei, nel farmi i complimenti, mi dava suggerimenti.
La cosa finì lì e gli incontri proseguirono regolarmente.
Un giorno, mentre eravamo nel letto a giocare con i suoi giocattoli, si sentì chiudere la porta di casa. Gelai. Lei nel panico mi disse che era suo marito rientrato inaspettatamente da una trasferta, uscì dalla stanza e mi ordinò di nascondermi.
Non me lo feci dire due volte, arraffai al volo i miei vestiti e mi infilai al volo sotto al letto con il cuore a mille.
Ero nel panico, avevo una paura da matti. Da sotto al letto sentivo i padroni di casa discutere senza capire le parole fino a quando lui, nonostante la Signora gli avesse chiesto di andare a parlarne in cucina, entrò di soppiatto nella camera. Smisi di respirare.
Il Signore girò per la stanza e chiamò la Padrona e le disse: “Qui c’è qualcuno!” Lei rispose “no dai non c’è nessuno” e cercò di portare il marito fuori dalla stanza fino quando io, sempre sotto al letto, non sentii cadere delle chiavi, lui si chinò alzò la coperta e mi vide. “Esci subito di lì” ordinò. Lo feci e lui cominciò a sbraitare più con me che con lei; avevo il cuore in gola non riuscivo a proferire parola, se non: “scusi non sapevo che fosse sposata…”. Il Signore si arrabbiò ancora di più indicò le foto ai lati del letto e disse: “mi prendi per il culo stronzo? Ora ci penso io a te”, e si sfilò la cintura. “Non ti siederai per un bel po', piccolo parassita” continuò.
Lei cercò di fermarlo assumendosi ogni colpa e lo invitò a uscire ed a parlarne insieme. Lui acconsentì ed io esclamai “allora posso andare?” Lui si infuriò ancora di più e disse “no stronzo!! te aspetti qui” e mi strappò i vestiti dalle mani, lasciandomi impalato solo con i boxer ed uscirono.
Sentìì grandi urla e rumori di cose che cadevano a terra… tra me e me mi promisi che se fossi uscito vivo, avrei smesso di seguire le voci della dominazione.
Poco dopo il silenzio, entrarono entrambe nella stanza con accappatoio indosso, non ci feci caso, ero devastato dalla paura.
Lui venne da me con la cinghia in mano e mi ordinò di girarmi e disse: “ora ti massacro, girati”!
Cercai lo sguardo della Padrona implorando una sua intercessione, lei mi guardò in silenzio facendo cenno con la mano di non preoccuparmi (si, pensai io, tanto ora massacra me).
Mi girai e, guardando il muro, mi trovai proprio davanti ad una foto dei Signori al mare. Chiusi gli occhi. Lui discuteva con lei e nel frattempo, a sorpresa, Slam…! Mi arrivò una frustata sul sedere. Mi fece un male boia, e d’istinto misi le mani sulle mele. “Levale subito!” urlò, “non ho ancora finito”.
Finalmente intervenne La Signora e disse al marito: “dai la punizione l’ha avuta, mandalo via”. Lui rispose: “no, andrà via con un sedere talmente rosso da non potersi sedere per un po', così ricorderà la sua avventuretta”.
“Aspetta” disse la Signora al marito, “cosa potrebbe fare per farsi perdonare?”. Lui rispose: “nulla, deve andare via con il culo a strisce”.
La Signora chiese: “e se ti facesse una pompa?” Lui rimase in silenzio. Io, interdetto, in quanto stavo aspettando un’altra scudisciata osai dire che avrei preferito di no. “Bene allora”, disse lui, “se questa stronza me lo fa bene la lascio andare”.
Sempre girato, provai in tutte le maniere a dire di no, con scuse tipo non lo so fare e non l’ho mai fatto.
Lei si rivolse a me dicendomi “con un dildo l’hai fatto” (ma che stronza pensai)”dai ti aiuto io e ti dico cosa devi fare”.
Lui ordinò di girarmi. Dal suo accappatoio faceva già capolino una protuberanza. Avvicinati e mettiti in ginocchio. Eseguii come in trance quasi non sapendo cosa stessi facendo.
Il marito aprì l’accappatoio e spuntò fuori un cazzo depilato barsotto. Lei disse: “dai prendilo in mano”. Eseguii tremolante. E continuò: “accarezzalo, disse ancora lei”. In realtà accennai ad una mezza sega e d’impeto il cazzo si drizzò.
La Padrona mi accarezzava la testa spingendomi verso il membro, ma io facevo resistenza.
Disse lei: “dai, apri la bocca”. Abbozzai una richiesta di mettere il preservativo. Come risposta ella ordinò “apri la bocca”. La spalancai e lei mi spinse dalla nuca verso il membro che entrò in bocca. La mia mano, che ancora teneva il cazzo del Signore, impedì che entrasse tutto in bocca. Lei cominciò a muovermi la testa dandomi il ritmo. La bocca era ancora spalancata e non avvolgeva bene il cazzo del Signore. Lui ordinò: “succhia bene troia”! Chiusi bocca e occhi e cominciai a fare quello che mi era stato ordinato. Lui disse: “vedi che ci sai fare?”. Dopo qualche minuto lui disse “brava zoccola, sto quasi per venire”. La Padrona mi ordinò di smettere, smisi subito rincuorato ed il membro uscì dalla bocca turgido, pulsante e ben lubrificato.
La Padrone disse al marito: “vieni qui e scopami, mentre te schiavo guarda”.
Rimasi di stucco. La padrona cominciò a scopare con il marito. Non capii più niente. Ero in ginocchio davanti al letto dove la Padrona ed il marito stavano scopando. Dopo poco vennero.
Lei scese dal letto, si avvicinò a me avvicinandomi al viso il suo sesso e disse: “bravo, vedi che ce l’hai fatta?” Seguì una grossa risata di entrambi i Padroni.
Ci rimasi di stucco. Chiesi: ”ma eravate d’accordo?” e loro due annuirono, lei disse: “con te ci voleva un aiutino, ed alla fine ci sei riuscito”.
Mi vestii e scappai senza dire una parola.
Non risposi più ai messaggi né alle chiamate della Padrona, fino a quando dopo dieci giorni arrivò un messaggio con una foto dei due Padroni, nudi sul letto e con su scritto. “Sei stato bravo, da oggi, se vorrai potrai essere il nostro schiavo, ti aspettiamo sabato alle otto, ci devi preparare la cena”. Non me lo feci dire due volte.
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5 months ago
criptoslave,
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Una coppia amica (i racconti di tom e samantha)
Penso a Martina e Luca, una coppia conosciuta un mese fa, al mare.
Una sera, dopo aver cenato insieme, in albergo, ci siamo ritrovati tutti e quattro sul lettone della nostra stanza. Io e Martina eravamo al centro del letto. Tom, il mio stallone, vicino a me e Luca al fianco di Martina. L'eccitazione ha cominciato a invaderci, lentamente la mano di Tom ha iniziato ad accarezzarmi e scoprire il mio seno e baciarlo, mentre Luca faceva la stessa cosa a Martina. Ormai eravamo tutti in preda ad una tale eccitazione che dopo 5 minuti eravamo nudi sul letto. Tom iniziò a leccarmi il clitoride facendomi avere orgasmi uno dietro l'altro mentre Martina mi leccava i capezzoli e Luca le leccava la figa facendo godere anche lei.
Eravamo tutti presi in un vortice di passione. I nostri gemiti non si fermavano, era un continuo godere, poi decisi di girarmi e mettermi a pecorina, lasciando a Tom la libertà di sfogare la sua eccitazione dentro di me, Martina mi imitò e si mise anche lei in posizione accanto a me, aspettando Luca e dopo un attimo un nuovo improvviso gemito collettivo dava inizio ad una nuova carica di libidine, venivamo sbattute io e Martina avanti e indietro dai nostri stalloni, con lo stesso ritmo, le loro mani strette sui nostri fianchi, sentivo entrare e uscire dentro di me violentementequalcosa mai sentito prima che mi faceva gridare e ansimare per il piacere, a tratti, ad ogni colpo.
A un certo punto girai la testa verso Martina e alzai gli occhi per guardare dietro di lei, volevo vedere l'espressione di Luca, ma il mio sguardo incontrò quello di Tom, rimasi per un attimo quasi senza respiro per la sorpresa, i nostri due porcelloni si erano scambiati di posto a nostra insaputa, ma la scoperta non mi dispiacque, anzi, mi eccitò ancora di più e Martina, che lo aveva notato prima di me, mi sorrise compiaciuta e visibilmente eccitata.
Continuavo a guardare Tom che sbatteva Martina mentre sentivo quel pistone caldo di Luca che vibrava violentemente gli ultimi colpi, prima di godere dentro di me. Alla fine crollammo esausti e di addormentammo insieme abbracciati, tutti e quattro, sognando il nostro successivo gioco erotico.
Al nostro prossimo racconto. Tom e Samantha.
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5 months ago
admin, 75
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Un regalo per lui (tom e samantha)
Tom mi dice che sono sempre più vogliosa e sexy e il mio corpo invitante lo manda in estasi.
Spesso si avvicina alle mie spalle per abbracciarmi dolcemente e le sue mani immancabilmente scivolano lentamente sul mio caldo seno esuberante, scoprendolo e accarezzando i capezzoli sempre turgidi mentre, chinata leggermente in avanti per favorire le sue intenzioni, sento la sua eccitazione dietro di me che cresce e vorrebbe farsi strada tra i meandri più caldi e ingordi del mio corpo che già freme e arde dal desiderio di abbandonarsi ai più arditi e lussuriosi giochi erotici, fino a impazzire di piacere.
Lui sa che mi piace essere presa alle spalle e so che gli piace tanto il mio sedere rotondo e sodo, che sogna spesso di penetrare, cosa che gli concedo ogni tanto, ma a parte questo sa inventarsi nuovi giochi per sorprendermi e soddisfarmi.
Tra un orgasmo e l'altro le nostre fantasie galoppano all'unisono, mentre immaginiamo situazioni sempre nuove e stuzzicanti.
Lo guardo avida, appena uscito dalla doccia. Mi avvicino a lui per aiutarlo ad asciugarsi mentre continuo ad accarezzarlo ed ammirare il suo fisico atletico, vedo già nel suo sguardo accendersi quella luce di desiderio, gli tolgo di dosso ll'accappatoio umido e si sdraia sul letto, nudo, noto subito il suo pene eretto, gonfio...non resisto alla tentazione...mi sfilo velocemente la vestaglia e lo slip e mi chino nuda su di lui e appoggio piano le mie labbra su quella verga carnosa, calda, profumata, con l'intenzione di regalargli un orgasmo, lo sento già mugulare..., lo inumidisco con la mia saliva e lo faccio scivolare lentamente nella mia bocca...
Continuando ad andare su e giù con la mia testa mi sdraio su di lui e metto sulla sua faccia la mia figa, umida, eccitata, sento la sua lingua accarezzarmi il clitoride, me ntre le sue mani mi allargano le chiappe e cercano di penetrarmi l'ano con un dito inumidito degli umori della mia figa, la mia eccitazione è alle stelle, sento che sto per raggiungere l'orgasmo, mi concentro affinchè possiamo godere insieme e appena sento la sua cappella gonfia e pronta ad espellere tutto il suo piacere, con un ultimo colpo trattengo nelle mie labbra chiuse quel gonfiore, decisa a non mollarlo, lasciandomi andare alle mie convulsioni orgasmiche mentre sento esplodere nella mia bocca quel nettare cremoso e caldo che con avidità ingoio lussuriosamente.
Rimaniamo così per un po con la sua lingua nella mia figa, fino ai miei ultimi spasmi e quando sento il suo pene floscio lo mollo, lo vedo scivolare via dalla mia bocca e lo accarezzo con le mie labbra leccandolo e succhiando piacevolmente l'ultima goccia del suo sperma ancora caldo.
Un pompino così non lo faccio spesso, ma a volte, come ora, sento una particolare voglia pazza di gustarmi fino in fondo quella essenza cremosa, specie quando ha un buon sapore, così faccio felice anche lui. In fondo lo merita, è il mio stallone, sempre pronto a soddisfare i miei desideri.
Alla prossima, il mio nuovo racconto. Samantha.
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5 months ago
admin, 75
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Ho soddisfatto tre maschi.
Mi chiamo Anna, ho trentadue anni e sono single convinta. Sono alta m. 1,70, occhi marroni, capelli neri e lunghi, bocca con labbra carnose, che sono state definite perfette per i bocchini, che amo fare in maniera davvero speciale; quarta di seno, ventre liscio e gambe lunghe e ben tornite, che confluiscono in un bel culo tondo e sodo. Lavoro nel pubblico impiego ed ho una reputazione di "zoccola", di cui vado davvero fiera. Mi piace il cazzo e non me lo faccio mancare quando capita a taglio, anche se non disdegno qualche bella leccata di fica, in specie se fatta da qualche amica sposata. Giusto venerdì scorso ero a cena con Silvia, una di queste amiche, per festeggiare la sua promozione; lavora come infermiera e da poco è stata promossa caporeparto. Con lei vi erano tre suoi colleghi: Piero, che avevo già conosciuto, anche se non intimamente, ma da fonte sicura so esser ben dotato, Luca, un ragazzo dal fisico snello e Marco, il più grande dei tre, che sospetto si scopi la mia amica, che, seppur sposata, non disdegna anche lei qualche botta fuori casa. Era una serata tranquilla, allegra, con brindisi di congratulazioni e scherzi e battute di ogni tipo, quando lei è stata chiamata per un'emergenza: suo figlio più piccolo, affidato ad una baby sitter, il marito al lavoro, era caduto e si era procurato un bel bernoccolo. Impaurita è subito accorsa per assicurarsi delle reali condizioni del piccolo, così mi son ritrovata da sola con tre bei maschietti. Mentre finivamo di cenare, la mia amica mi ha contattato, informandoci che tutto era sotto controllo e che lei, ormai, sarebbe rimasta a casa; io, se lo volevo, potevo godermi la serata. Ha sottolineato il fatto “del godere”, alludendo ai tre maschi che lei sapeva esser molto interessati a me. Una volta tranquillizzati, abbiamo ripreso i nostri discorsi alquanto birichini, perché incentrati sul rapporto uomo/donna. È emerso che Piero è attratto dalla donna che sa rendersi molto complice con il partner e, soprattutto, disponibile a giocare in assoluta libertà. Ho sorriso e ho chiesto a Luca cosa invece apprezzava in una donna.
«Il culo! Deve esser come il tuo, bello, sodo e, spero, ben aperto!»
È stato quanto mi ha risposto, con un sorriso da vero porco e tanta voglia. Per Marco, invece, una donna deve saper essere versatile, romantica e dolce, ma anche in grado di sapersi adattare ad ogni esigenza. Li ho guardati e sono giunta alla conclusione che, in qualche modo, ognuno di loro mi avrebbe scopato per un diverso motivo, ma per la mia mente correva il dubbio: sarei riuscita a soddisfare tutti e tre? La risposta me la potevano dare solo loro, così, mentre stavamo consumando il dolce, ho chiesto a loro tre se avevano qualche idea per completare la serata. Si sono dati un'occhiata e mi hanno fatto notare che erano venuti con la mia amica e, in ogni caso, sarei stata io a doverli accompagnare alle loro auto, quindi ho chiesto se volevano venir da me, per un digestivo. Naturalmente la cosa è stata subito accolta con entusiasmo. Giunti a casa, li ho fatti accomodare sull’ampio terrazzo, prospiciente il mio appartamento; da lì si gode una bella vista sulla città sottostante e, nel mentre, ho aperto una bottiglia di mirto e una di limoncello, ben ghiacciate. Abbiamo fatto qualche brindisi, poi ho messo della musica dolce, melodiosa ed essi, a turno, hanno ballato con me. Indossavo un vestito bianco di lino, abbastanza trasparente, sotto cui si intravedeva il mio intimo costituito da un perizoma, ormai infilato fra le natiche, mentre davanti divideva in due la mia fica, già grondante umori. Sentivo le loro verghe premere contro il mio corpo e poi, d'un tratto, mentre ballavo con Luca, Piero, da dietro, si è appoggiato con il cazzo durissimo fra le mie natiche e mi ha afferrato i seni, facendo scendere la parte superiore del vestito e così ha potuto slacciare il reggiseno, facendo subito schizzar fuori i miei seni, in tutto il loro splendore. Ho sentito le sue mani che hanno stretto con vigore i miei capezzoli, la sua bocca sul mio collo, dietro la nuca, il suo respiro caldo, mentre mi baciava e continuava a premere il membro contro le mie natiche. Anche Marco si è avvicinato e, piegando un po' il capo in avanti, si è impossessato con le labbra di un mio capezzolo ed ha iniziato a succhiarlo, stringendolo un po' tra i denti; quella carezza mi procurava un misto di dolore/piacere, che tanto mi sconvolge. Stretta tra di loro, sentivo i loro sessi premere contro il mio corpo, mentre ormai la mia lumachina schiumava in maniera incontenibile. Ho baciato Luca in bocca e la sua lingua si è insinuata tra le mie labbra, andando alla ricerca della mia, con cui ha iniziato una danza erotica sconvolgente. Ero tutta un fremito. La voglia si è impossessata del mio corpo e così, dopo essermi un attimo staccata da lui, li ho guardati tutti per un attimo e, con un sorriso ammiccante, li ho invitati a seguirmi.
«Ragazzi ho un comodo letto! Che ne dite di provare se è in grado di contenere la nostra passione?»
Mi hanno seguito tutti insieme e, appena varcata la soglia della camera da letto, ho sfilato il mio ormai inutile vestito e son rimasta con il solo mio perizoma, ormai oscenamente inzuppato dei miei stessi umori, che sgorgavano copiosi. Mi son girata ed ho visto che loro erano quasi completamente nudi e, soprattutto, ho avuto la conferma di ciò che avevo immaginato: ero davanti a tre splendide mazze lunghe, dure, con delle belle cappelle, grosse e rosse. Senza nessuna esitazione, mi son inginocchiata tra di loro e subito mi son ritrovata con quei membri duri e pulsanti, che si presentavano alla mia bocca in modo da farsi assaggiare. Ne ho accolto uno in bocca, quello che mi sembrava il più grosso e, sollevando lo sguardo, ho visto che apparteneva a Piero; lavorandolo bene con la lingua e le labbra, ho iniziato a coprirlo di saliva, facendo scorrere la bocca lungo la sua grossa asta, dove erano ben evidenti delle grosse vene, che lo rendevano ancora più voluminoso. Con le mani ho impugnato gli altri due e, in nessun caso, son riuscita a congiungere le dita per il notevole spessore che avevano le altre due verghe. Ho sentito un'ondata di piacere colare ben oltre il mio perizoma, ormai zuppo da far schifo. Ho continuato a scivolare su e giù lungo la splendida asta, fino ad arrivare a due grosse palle, di sicuro ricolme di crema prelibata, che avevo intenzione di gustare, fino all'ultima goccia. Le ho assaporate in bocca, una per volta, facendo gemere di piacere Piero. Poi sono risalita fino alla punta e lui mi ha messo una mano sulla testa, spingendomi il suo scettro nella bocca, con lo scopo di farlo penetrare nella mia gola. Un movimento lento, ma deciso ed ha lasciato a me la scelta di decidere, quanto infilarne in gola. Al terzo tentativo, la punta del mio naso è andata a sbattere contro il suo corpo, suscitando il suo profondo stupore.
«Accidenti, che gola profonda! Sei una splendida succhia cazzi! Meravigliosa! Una delle pochissime donne che siano mai riuscite ad ingoiarlo tutto!»
Ho sbrodolato di piacere nel sentirmi definire "succhia cazzi", ma soprattutto mi son sentita molto orgogliosa, per esser riuscita là dove altre avevano fallito. Gli ho lasciato assaporare il calore della mia bocca per un po' e poi l'ho sfilato, passando a dedicarmi agli altri due, ripetendo la stessa operazione ed infilando anche questi fin in fondo alla mia gola. Dopo di che mi hanno sollevato di peso e sdraiata sul letto; Luca mi ha sfilato il perizoma e, prima di metterlo via, lo ha portato alle labbra ed ha assaporato il miele, di cui era ricoperto.
«Profumo di cagna in calore! Sei fantastica!»
Un attimo dopo, la sua lingua è andata a lappare tra le pieghe della mia ostrica; ha cominciato ad ingurgitare il nettare che da essa sgorgava. Io, intanto, avevo la bocca piena del membro di Marco, mentre Piero continuava a brucare i miei capezzoli, torturandoli con morsi dei denti. Ho avuto il primo orgasmo! Il mio corpo si è teso come un arco e ho preso ha sussultare scossa da fremiti e brividi di piacere, che ho urlato a bocca piena. Poi è stato Luca il primo che, inginocchiato tra le mie cosce, ha appoggiato la sua splendida verga sullo spacco della mia fighetta, che pulsava pronta a riceverlo. È scivolato tutto dentro fino in fondo. Ho sentito la cappella sbattere con forza sul fondo e questo mi ha provocato un'ondata di piacere, che ha scosso di nuovo il mio corpo con un nuovo orgasmo. Ha preso a fottermi lentamente, mentre io continuavo a dedicarmi agli altri due, alternandoli nella mia bocca. Il tempo di raggiungere un ennesimo orgasmo e lui mi ha abbracciato e, ruotando su sé stesso, si è sdraiato sotto di me, che mi son ritrovata su di lui, impalata sulla sua splendida verga. Giusto il tempo di assaporare bene quel palo di carne ben piantato nel mio ventre, che Piero mi ha fatto spalmare su di lui e, inginocchiatosi dietro, ha appoggiato la sua bruciante cappella contro la mia rosetta e, con una spinta decisa, mi è penetrato tutto dentro l'intestino. Mai provata una sensazione di quel tipo; mi son sentita piena come un bignè, riempita da quelle due enormi verghe, che mi stavano devastando i buchi, ma, nello stesso tempo, hanno sconvolto la mia mente, procurandomi ondate di piacere che mai avevo provato fino ad ora. Come ho detto, sono una troia che ama il cazzo, ma questa era la prima volta che mi trovavo a gestirne tre nello stesso momento. Sconvolgente! Meraviglioso e intenso il piacere che stavo provando; era qualcosa di assolutamente nuovo per me! Mi son sfilato il membro dalla bocca e, sconvolta dal piacere, li ho incitati a farmi impazzire.
«Scopatemi più forte! Fatemi impazzire! Sfondatemi tutta! Voglio vedere! Più forte!»
Non si sono risparmiati. Hanno preso a pomparmi senza sosta, alternandosi nei miei buchi a rotazione e siamo andati avanti per tre ore, durante le quali ho perso il conto di quante volte son venuta, mentre loro mi hanno farcito ogni buco, almeno una volta ciascuno. È stata la prima e più bella orgia, che abbia mai fatto! Alla fine, ho chiesto loro se possedevo tutte le qualità che essi cercavano in una donna e, con mia sorpresa, hanno risposto che incarnavo la donna dei loro sogni. Piero mi ha detto che ero stupenda nel mio modo di succhiarlo e molto troia, cosa che lui ha apprezzato molto. Luca ha detto che avevo un gran bel culo, meraviglioso e molto accogliente, cosa che lui si aspetta di trovare in una donna. Marco è rimasto stupito della mia versatilità e disponibilità nel partecipare ai giochini che mi avevano proposto, e di come ero riuscita a tener testa a tutti e tre. Dopo quella volta ci siamo rivisti molte altre volte e, in più di una occasione, ha partecipato anche Silvia, la mia amica, ed entrambe siamo state prese e godute in ogni buco, da loro tre, oltre da Marcello, un quarto loro amico che, oltre ad esser anch'egli ben dotato, ha in più il dono di avere una fervida fantasia, che ci ha portato a godere di tante situazioni particolari, da lui create.
Mi sento troia, felice e ne vado fiera.
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5 months ago
baxi18, 55
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A casa dei suoi
La mia ex viveva con i suoi genitori (età intorno ai 45), noi eravamo poco più che 20enni. Un giorno lei era a lavoro, quindi io ero rimasto a casa. Suo padre anche era fuori per qualche commissione, la sorella era fuori città. In casa c'era solo la madre, una bella donna: non molto alta, capelli rossi appena sotto il collo, occhi castani, seno normale e culetto sodo da fitness. Una vera milf insomma, e dopo averle sgamato le foto osé sul pc era diventata il mio sogno proibito. Come nei più classici dei film porno, il volersi scopare la madre della propria ragazza. Ecco, per me era quello, l'oggetto del mio desiderio, a volte ormai ne ero ossessionato.
Ogni volta che potevo, specialmente quando ero da solo, frugavo nei suoi cassetti della biancheria intima: mutandine, perizomini trasparenti, autoreggenti, corpetti, tacchi alti e vestiti eleganti. Non ho mai trovato giochi erotici, peccato. Annusavo le sue mutandine, mi masturbavo leccandole, inumidivo con la mia saliva il filo del perizoma. E dopo aver sborrato, le rimettevo a posto, sapendo che quando le avrebbe indossate, la mia saliva le avrebbe toccato la figa e il buchetto. L'idea mi eccitava molto. A volte le ho lasciato qualche mio piccolo peletto pubico nel risvolto delle mutandine. Mi faceva sentire porco, volevo sentirmi il suo schiavo e volevo anche possederla.
Quel giorno quindi eravamo in casa solo io e lei, io impegnato a cazzeggiare al pc, lei intenta a preparare il pranzo. Indossava qualcosa di casual, da casa insomma: magliettina e una gonna jeans fino al ginocchio, e sandali con la zeppa. Ogni tanto andavo in cucina a bere dell'acqua e le guardavo sempre le gambe, era un giochino perverso per me nel quale volevo coinvolgerla, ma non sapevo fin dove potevo spingermi, ne avevo paura. Conoscevo la figa di quella donna, l'avevo vista aperta nelle sue foto, poco pelosa e carnosa, ma non potevo dirglielo. Cazzo quanto la volevo.
Decido di raffreddare i bollenti spiriti e di andare a farmi una doccia, glielo dico, e mi chiudo nel bagnetto di servizio. Era un bagno stretto, con lavandino, lavatrice water e in fondo la doccia ampia quando lo spazio tra i due muri, e una piccola finestrella per il vapore della doccia. Essendoci la lavatrice, c'era anche il bidone della biancheria sporca: era sempre una manna dal cielo. Ci trovavo mutandine e collant, perizomi, sia della madre che della sorella (altra troietta da sogno erotico...). In quel periodo estivo anche i costumi da bagno usati. Ce n'era uno molto stretto, con un reggiseno a triangolo e una mutandina che le lasciava scoperto gran parte del culo. Lo aveva messo il giorno prima in cui eravamo stati a mare. Dopo aver annusato i perizomi della sorella, ed essermi eccitato un po' con il costume della madre che mi ero passato inevitabilmente sul cazzo duro, rimettendo tutto a posto mi accorgo che il lavandino perde acqua. Poca in realtà, ma sotto si stava formando una piccola pozza d'acqua.
Sovrappensiero, ero nudo dato che stavo per entrare in doccia, indosso l'accappatoio, apro la porta e chiamo la madre della mia ex: "Vieni a vedere, mi sembra che qui ci sia il lavandino che perde acqua". Lei mi raggiunge e incuriosita mi chiede di indicarle meglio cosa avessi visto. Così le faccio capire che sotto il lavandino si stava formando una piccola pozza d'acqua, e la vede anche lei. Mi dice "Mah, strano, sarà qualche guarnizione. Quando torna mio marito glielo faccio vedere. Vado a prendere uno straccio". Si allontana un attimo per recuperare uno straccio per asciugare sotto il lavandino. Come vi dicevo, lo spazio non era molto per i movimenti in quel bagnetto. Dopo poco quindi torna, io ero fermo lì vicino, lei si avvicina a me per mettere lo straccio sotto il lavandino e si piega un po' sulle gambe, dando a me la sua visuale di una milf a pecora. Io che in quel momento ho ricordato ciò che stavo facendo prima di chiamarla, ho avuto uno spasmo quasi incontrollato.
Il cazzo mi è tornato duro sotto l'accappatoio e l'ho toccato un paio di volte per sistemarlo, sperando che non si notasse il gonfiore. E senza accorgermene ho fatto un piccolo movimento nella sua direzione, mentre lei era intenta ad asciugare. Forse inconsciamente volevo farle sentire quanto ce l'avessi duro per colpa sua. Fatto sta che lei, rialzandosi fa un movimento tale da toccarmi con il culo il mio cazzo duro, strusciandosi praticamente contro l'accappatoio. Io resto impietrito (anche perché più duro di così sarei esploso), lei si rialza velocemente e si gira verso di me di scatto, guardandomi negli occhi. Sguardo fisso, nessuna espressione nel volto. Io avevo gli occhi sgranati, cazzo duro, e non emisi parola. Qualche secondo che ricordo come un'eternità, e un silenzio che profumava di porco. L'aveva sentito, duro su di lei, aveva capito forse che volevo possederla. D'istinto il mio cazzo si mosse, un sussulto, succede a volte, i maschietti sanno di che parlo. Abbassò lo sguardo e vide il mio gonfiore, prepotente, sotto l'accappatoio. Tutto in 10 secondi. Non fiatò, si girò, chiuse la porta del bagno e tornò in cucina.
Io ancora in trans, dopo qualche altro secondo, mi tolsi l'accappatoio, entrai in doccia, e le dedicai una delle più belle sborrate.
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6 months ago
Alessio3Bt, 41
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L'intrus* (parte 1)
Come detto, io e la mia ex eravamo scambisti, e lei era bsx. Ci eccitava molto tanto da arrivare anche allo scambio separato. Ma andiamo per gradi...
Ne parlavamo ogni tanto, del tipo "mi immagini con quella, o con quello? e tu immagini me? ti piacerebbe?" e cose simili. Ovviamente era tutto un eccitarsi reciproco, a parole siamo tutti bravi ad accettare le cose. Finché non ci capitarono 2 occasioni: questa è la parte 1 del racconto...
Festa in spiaggia di sera, compleanno di una nostra amica. La mia ex aveva turno a lavoro serale, quindi non sapeva poi se ci avrebbe raggiunti o meno (difatti poi non arrivò). Io ero lì a bere, ballare, divertirmi con gli altri. Tra gli invitati, c'era una tipa con la quale ogni tanto avevamo avuto un rapporto a 3 (farà parte di un altro racconto, non temete!). In pubblico ovviamente cercavamo di non dare mai nell'occhio, ci limitavamo ad un rapporto di normale amicizia, anche se c'era sempre quel non so che che ci stuzzicava e spesso si voleva andare oltre. Quella sera, mancando la mia ex, non c'erano i presupposti perché accadesse qualcosa. Mi sbagliavo.
Passata la mezzanotte, fatti gli auguri, e bevuti un po' di cocktail e birre, si decise di fare il bagno di notte. Il mare era una tavola e la situazione era divertente e allegra. Si entra in acqua in 6 o 7, non tutti volevano farsi il bagno. Tra questi c'ero io e la nostra amica. Andiamo un po' al largo, comunque si toccava il fondo, quando uno dei ragazzi più ubriachi, essendo al buio, si toglie il costume e inizia a sventolarlo in aria ridendo e scherzando... la situazione diventa comica, tutti iniziano ad imitarlo, anche quelle amiche e amici più timidi. L'alcool ha anche alcuni pro a volte. Noi maschietti più scemi fingiamo di rubare il costume alle ragazze, ma tutto fatto nella goliardia più tranquilla. Io però guardavo lei, la nostra amica, aveva tolto lo slip, e io anche non avevo il costume, e man mano, con quel poco di luce che ci concedeva la luna, ci guardavamo con la coda nell'occhio e ci si avvicinava l'un l'altro.
A poco a poco, i ragazzi si diressero verso riva uscendo dall'acqua, si vedevano a malapena. Io restavo lì, lento nel ritornare, e lei faceva lo stesso, finché abbastanza vicini non iniziammo a scherzare con l'acqua e ad avvicinarci... Fu lì che le dissi "Vieni qui..." e la strinsi a me, facendole sentire il mio cazzo già duro, che premeva sulla sua gamba. D'istinto lei cerco con la sua mano sott'acqua il mio cazzo, e lo prese con forza chiedendomi "Che vuoi fare?". Io senza troppi complimenti le dissi "Questo..." e la presi a cavalcioni, facendole attorcigliare le sue gambe al mio corpo, uno di fronte all'altra. Le puntai il cazzo sulla figa, che nel frattempo avevo iniziato a sgrillettare con le dita, era calda. Lei gemeva, e in un attimo mi infilò la lingua in bocca, mentre io attendevo solo un suo segnale. Mentre io, camminando arrivai un po' più al largo, in cui miei piedi toccavano e l'acqua l'avevo appena sul petto, lei si staccò un attimo dopo quel bacio appassionato, e ansimando ancora disse "Scopami!".
Non ci pensai due volte, e con il mio corpo che vibrava ancora al sentire quell'ordine, le infilai il mio cazzo duro dentro la sua figa calda come burro fuso... La sbattevo, ci baciavamo, il mio cazzo dentro la sua figa e le lingue intrecciate, e l'acqua di mare che ci inebriava. Mi disse "Non mi sborrare dentro", le risposi, "Tranquilla, girati ora...", e si girò dandomi le spalle. Volevo il culo, e le puntai il cazzo lì, ma mi disse fermamente di no. Così semplicemente la iniziai a scopare "a pecora" mentre con una mano le tenevo la gola, e con l'altra la sgrillettavo. Mi incitava, le piaceva, stava godendo. Quando ad un tratto...
Dalla riva arrivarono urla "Oh ragà, ci siete? Andiamo??", i nostri amici ci stavano invitando ad uscire. Forse sgamati o forse no, io risposi con un ironico "Ok, arriviamo...", e lei scoppiò a ridere. Verbo azzeccato. Ma va bene così, fummo interrotti sul più bello, ci baciammo ancora, rimettemmo i costumi e uscimmo, maliziosi come mai, senza badare a commenti qualora ci fossero stati.
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6 months ago
Alessio3Bt, 41
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L'inizio
Incipit: tutto quello che leggerete nei miei racconti sono mie vicende personali realmente accadute.
C’è stato un periodo in cui, con la mia ex compagna, eravamo scambisti e lei bsx. Per noi il mondo dell’eros era un piacevole svago, e incontrare coppie o singole una intrigante realtà. Non c’erano taboo tra noi, il sesso e l’eros ci piacevano in tutte le sue forme, eravamo di mentalità aperta a 360°.
Una volta eravamo soli in casa dei suoi, genitori giovani, e noi poco più che ventenni. Stavamo lavorando al pc, quando ad un certo punto apro per errore una cartella del padre: foto osé dei genitori, bellissime. Lui un bel uomo, ben dotato anche, lei in pose erotiche, gambe aperte con poca peluria… io strabuzzai gli occhi, la mia ex arrossì sorridendo… ci eccitammo, e scoprimmo che frequentavano un sito di videochat erotica. È così che nacque tutto tra noi, e ne seguimmo il percorso. Iniziammo a giocare in quella videochat, e da lì scoprimmo qualche sito di incontri (tra cui anche Desiderya).
Ci piaceva entrare in sintonia con altre persone, appagate da questo mondo come noi. Lei era bsx, quindi cercavamo principalmente coppie con lei bsx. Io ero affascinato da quanto era sensuale e porca lei, a suo agio tra lingue di alte donne e di altri uomini, tra leccare una figa pulsante o un cazzo duro, per poi baciare me e farmene assaggiare i sapori. All’inizio non scambiavamo, era più che altro un gioco soft. Ma poi l’eccitazione prese il sopravvento e iniziammo a giocare con coppie con scambio completo. E non solo. Mi appassionavano le sue voglie bsx, ogni tanto aveva “strane idee” nel volermi vedere in giochi soft con altri uomini. Non ci volle molto per accontentarla, io ero più che altro attivo: le piaceva vedermi mentre un uomo insieme a lei o alla compagna mi masturbava o mi spompinava. E onestamente piaceva anche a me. Non ho mai penetrato, non è mai stato di mio interesse. Giocavo soft, e andava bene così.
Una volta, successe che incontrammo altre 2 coppie (conosciute qui su Desy) a casa di una di queste. Eravamo tutti presi bene, c’era chi scopava da una parte, chi succhiava dall’altra, chi godeva gridando, fregandosene dei vicini… Ad un tratto, io ero impegnato con una lei di coppia, mentre la mia ex era con l’altra coppia. Mi stava segando divinamente mentre slinguazzava un po’ me e un po’ il marito. Eravamo presi bene, avevamo bevuto un po’ di vinello, quando ad un certo punto lei guardò me e poi guardò il marito e… mentre continuava a segarmi, con l’altra mano prese la mia e me la portò sul cazzo duro del marito e mi disse “vai, vai tranquillo…”.
Lui sorrise, io mi eccitai molto, lei scese a spompinarmi eccitata mentre guardava la mia mano, e io iniziai a segare dolcemente il cazzo duro del marito. Mi sentivo strano ma eccitato, e d’impulso mi voltai a guardare la mia ex: era a pecora mentre l’altro tipo se la stava scopando alla grande mentre lei leccava la figa bagnata della compagna, e incrociò il mio sguardo: si eccitò non poco, iniziò a farsi sbattere più forte e mi sorrise come a dire “divertiti!”. Mi piaceva segare quel bel cazzo duro e sentirlo pulsare nella mia mano, mentre la moglie mi stava spompinando, e mentre la mia ex si stava facendo scopare a pecora mentre leccava una figa. Una visione ancora molto chiara nella mia testa, seppur siano trascorsi più di 10 anni...
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6 months ago
Alessio3Bt, 41
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Il compleanno della sua amica
Eravamo giovani, lei aveva già le sue forme da ragazza, io ero in piena crisi ormonale. Mi eccitavo segretamente quando in bagno trovavo i suoi perizomi, le mutandine, i reggiseni, i collant…
Lo facevo anche con la lingerie di mia madre, ma con quelle di mia sorella, tutto era più eccitante. Dalla biancheria sporca, spesso, prendevo i suoi perizomini e li annusavo, li vedevo macchiati a volte, e mi eccitavo, masturbandomi al solo pensiero di vederla indossarli. Sborravo copiosamente, a volte anche all’interno delle mutandine, provando a pulire ma tanto li avrei rimessi nella biancheria sporca.
Ogni tanto, capitavano fugaci visioni, magari mentre lei era intenta a prepararsi per uscire e quindi andava avanti e indietro seminuda tra il bagno e la sua camera, e io fingevo di passare casualmente in corridoio, per vederla ed eccitarmi poi nella mia stanza. Lei mi guardava ma faceva finta di nulla, era abbastanza normale che stessimo in intimo in casa mentre ci si preparava. Si era messa in tiro quella sera, era il compleanno di un’amica: gonna nera sopra il ginocchio, collant color carne, tacchi neri, camicetta bianca un po’ scollata e giacca. Una coda di cavallo che raccoglieva i suoi lunghi capelli castani e un filo di trucco. Era una gran figa. Mi chiese di accompagnarla, non guidava ancora, e poi a fine serata di andare a riprenderla. Le dissi ovviamente di sì, mi eccitava già solo l’idea di continuare a guardarla. Nel tragitto in macchina non perdevo occasione di guardarle le gambe e i tacchi, mi stava eccitando, avevo pensieri che mai avrei pensato di poter rivolgere a mia sorella. Ho avuto la sensazione che ogni tanto se ne fosse accorta, perché si teneva la gonna in modo che non si alzasse o si sistemava la camicetta che nei sobbalzi della strada ogni tanto lasciava intravedere il reggiseno. Arrivammo a casa della sua amica, uscì mostrandomi quel bel culetto che aveva, e mi disse con un sorriso “Ti avviso io quando puoi venirmi a prendere, ok?!”. Le feci cenno di sì, le sorrisi anche io e ci salutammo. La guardavo allontanarsi mentre sculettava, chissà forse lo stava facendo apposta? Non lo so. Attesi di vederla entrare e tornai a casa, molto eccitato.
Verso mezzanotte e mezza mi chiamò, chiedendomi di andarla a prendere. La sentii piuttosto su di giri, d’altronde era una festa di compleanno. Arrivai da lì a poco, mi aspettava già fuori, capelli sciolti, giacca in mano, camicetta appena più sbottonata di come la ricordassi, e quel solito bel culetto con gambe incrociate ad attendermi. “Ciao!” mi disse sorridendo… “Ciao” le risposi sorridendo anche io, “tutto ok? Com’è andata la festa?”. Soliti convenevoli del caso, ma una cosa mi era balzata agli occhi, aveva un po’ bevuto, lo si sentiva nell’aria di alcool che emanava. “Mah, tutto ok, sai come sono queste feste, si balla, si beve, amici che ci provano…” e mentre lo diceva mi guardava e rideva. Io la ascoltavo divertita, d’altronde è più piccola di me di qualche anno, e ci ero passato anche io. Un po' di radio in macchina nel tragitto, abbassa il finestrino e si accende una sigaretta. Le dico “dai oh, non in macchina, rimane la puzza poi”, e lei per tutta risposta, con un sorriso malizioso, mi fa “Ah, questa cosa di me non ti piace, eh?!”. Ci rimasi di sasso. Mi aveva sgamato? Credo proprio di sì, cioè, è l’unica cosa a cui pensai. Non fiatai più per tutto il ritorno, e lei si fumò la sua sigaretta, compiaciuta.
Entrammo in casa, i miei erano ancora fuori essendo un sabato sera. Avviandosi verso camera sua barcollava un po’, sarà stato l’alcool della festa in contrasto con i suoi tacchi, entra in camera e si lancia di petto sul suo letto. Con gli occhi socchiusi mi fa “Mi aiuti a mettere il pigiama, sto un po’ sfatta”… io non riuscivo a credere alle mie orecchie. Iniziai a sentire il mio cazzo avere una improvvisa seppur lieve eccitazione. Mi avvicinai, era sdraiata di viso sul cuscino e mi dava le spalle, non poteva vedermi. Mi sedetti alla sedia bassa li vicino, la aiutai a togliersi i tacchi lentamente, ne sentivo l’odore, e mi stavo eccitando sempre di più. I movimenti dei suoi piedi e delle sue gambe mentre glieli toglievo mi stavano facendo impazzire. Mentre poggio i tacchi per terra si era sbottonata la camicetta e con un gesto me la porge, restando di spalle, mostrandomi la schiena con il reggiseno attaccato e la chioma di capelli che lateralmente dava sul letto, senza mai guardarmi. Con un gesto lento si avvicina con la mano alla cerniera della gonna e mi dice “mi aiuti a sfilarla?”, e nel dirlo inarca un po' la schiena, mostrandomi la rotondità di quel culetto che tanto avevo desiderato nei miei pensieri più perversi. Io non ci stavo capendo più nulla, avvicinai la mia mano alla sua quasi tremante, e le tiro giù la cerniera, che le allarga la gonna in vita, pronta ad essere tolta. Lei lascia andare la sua mano sul letto e con un gesto mi fa un cenno come a dire “fai tu che non c’ho forze”.
Io le abbasso la cerniera, mi alzo e la cingo con le mani, provando (o facendo finta) a non toccarle il culo, ma era impossibile. Le sfilo pian piano la gonna, godendo non poco di quella visione che mi si stava presentando: i collant color carne su quel culo meraviglioso che bramavo, che lasciavano intravedere il suo perizoma nero sottile tra le natiche, con qualche pizzo qui e lì. Lei inarca ancora un po' il culo e quasi ordinandomelo mi dice “toglimi i collant”. Non ce la facevo più, capivo lo stato di ebrezza in lei, ma il mio stato di eccitazione ormai era agli sgoccioli. Sentivo il cazzo premermi sulla patta dei jeans, ero arrapato e duro. Con i pollici mi frappongo tra l’elastico dei collant e quello del perizoma, lungo i suoi fianchi, prendendo per errore su un solo lato anche il perizoma, ed inizio a sfilarle i collant. Lei capisce che il gioco sta diventando pericoloso e con una voce un po' più seria mi redarguisce con un “Solo i collant!”. In quel momento ho capito che era comunque vigile, e che mi stava davvero provocando, non era per nulla fuori di sé, anzi. A quel punto, per stare al gioco le rispondo “Ok, come preferisci” e le sfilo tutti i collant liberandole le gambe e quei piedini che farebbero la felicità di qualsiasi feticista. D’istinto le porto al mio naso, l’avevo fatto un sacco di volte quando le trovavo nella biancheria sporca per assaporarne l’odore. Lei sente il mio inspirare e maliziosa mi dice “ti piace il mio odore?”, ed io “sì, molto, e anche la visione”. Non avrei mai creduto possibile una mia frase del genere davanti a lei, ma ormai ogni freno inibitore era saltato, da parte di entrambi. Tant’è che lei mi risponde così: “Se c’è qualcosa che vorresti fare ora, falla, e resterà tra noi”.
Non potevo crederci, era un desiderio perverso che stava diventando realtà. L’istinto animale e primordiale mi ordinava di scoparmela a pecora selvaggiamente, c’era odore di sesso nell’aria. Mi soffermai sul suo culo inarcato, mi avvicinai col viso, annusando ed odorando lì dove il perizoma solcava di più, tra la rosetta del suo culetto e quella figa rigonfia di voglie. Con la punta del naso le toccai una natica lì vicino ed inspirai forte, sentendo in lei un lieve gemito, e le risposi semplicemente “Ok”. Quell’odore di figa bagnata mi aveva inebriato, e decisi di realizzare quei desideri che avevo sempre fantasticato: mi sedetti ancora accanto a lei avvicinandomi al suo corpo il più possibile, mi abbassai e poi tolsi jeans e mutande, lasciando svettare il mio cazzo duro e pulsante, che lei non poteva vedere perché era girata dall’altra parte, e continuando ad annusarla iniziai a segarmi dolcemente, beneficiando di quegli odori, umori e visione. Sì, mi stavo segando davanti al culo nudo e racchiuso in un perizoma di mia sorella, e ad ogni mio sospiro, sentivo anche lei vogliosa gemere un po’. Ad un tratto vidi nuovamente la sua mano muoversi, come ad invogliarmi, ad avvicinarmi. E la mia mente non perse tempo: mi avvicinai con il mio cazzo duro, e glielo misi in mano.
Gemette appena e lo strinse forte, e vidi l’altra sua mano andare verso le sue parti basse. Io avvicinai la mia alla sua mentre me lo stringeva e la accompagnai in una sega dolcissima, insieme, mentre con l’altra mano le accarezzavo la schiena e il culo. Fu un qualcosa di celestiale, mia sorella mi stava segando e io la accompagnavo, mentre lei si masturbava senza essere vista. Avvicinai l’altra mia mano all’altra sua, lei all’interno del suo perizoma, io all’esterno: era fradicia. Mi inumidii un po’ le dita, annusai e leccai i suoi umori, era tutto così peccaminoso e porco, e piacevole e dolce. Sentii il mio cazzo indurirsi pronto a venire, provai a rallentare il ritmo delle nostre mani per goderne al meglio, ma non servì a molto: le lasciai il controllo, e la sua mano mi fece sborrare in maniera abbondante un po' sulla sua schiena, un po’ per terra, e un po’ sul suo letto. Colava la mia sborra tra le sue dita, la sola visione di quella scena, ancora mi aiuta nei momenti di solitudine. Mi chiese un fazzoletto, glielo porsi, tutto senza guardarmi mai. Si pulì la mano e mi disse “Beh, buonanotte ora, vai, metti che tornano mamma e papà”. Io ero ancora inebriato da tutto quanto, fui solo capace di dirle “Ok, vado, buonanotte”, e me ne andai in camera mia. Ancora in preda a quell’orgasmo, ancora con il fiatone. Ancora con la voglia e la speranza che, magari in un altro momento, avrei potuto osare di più da quella insolita e piacevole nuova scoperta. L’incesto con mia sorella.
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6 months ago
Alessio3Bt, 41
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La mia prima esperienza con la peretta
questo è il racconto di come è nata questa passione.. particolare....
La mia prima volta
Era l’estate del 1988,
In quel periodo ero fidanzato con una ragazza 22 anni del mio paese da circa un anno, io a quell’epoca avevo 21 anni.
I nostri rapporti in quel periodo si limitavano al petting in particolar modo alla masturbazione. Arrivammo ad un punto del nostro rapporto che cercavamo entrambi qualcosa di diverso.
Difatti un giorno dopo aver fatto sesso, preso l’argomento fantasie sessuali gli chiesi se durante in nostri rapporti poteva tenere in mano la peretta poiché come oggetto mi eccitava da pazzi……lei mi affermò che non ci sarebbero stati dei problemi, l’unica cosa era che non la possedeva,
Cosi eccitati come non mai andammo in farmacia, entro lei (io fuori che mi gustavo la scena) chiese una peretta con cannula bianca numero 12 da circa 450 ml.
In macchina mentre rientravamo a casa dei genitori, con una domanda secca mi chiese
“ Cosa ne dici se la peretta la tenessi in mano…. ma per fartela?”
Ed io “ ma sei sicura?, non saprei!”
Lei “ sai è da quando ero bambina che desidero farla a qualcuno, mi eccitava vedere mia madre somministrare la peretta ai miei fratelli”
Per un paio di settimane non riuscivo a dormire, pensando a tutta la situazione. Manco a farlo apposta si presentavano situazioni certo non favorevoli per mettere il tutto in pratica.
Pochi giorni dopo, i suoi genitori andarono per una visita improvvisa a parenti, quindi lasciarono un biglietto alla mia ragazza con il pranzo pronto.
Non le sembrò vero mi avvisò subito per telefono dicendomi
“Preparati che stasera ti faccio la peretta!“ disse euforica.
Io li impietrito, è vero che da bambino ne avevo subito tante, però per sesso era diverso sentivo una sensazione di paura ed eccitazione.
Verso le 17.00 mi presentai a casa sua, la trovai in minigonna e stivali lunghi con una maglietta trasparente, mi afferrò per mano e mi disse
“dai vieni”
E aggiunse
“sembri terrorizzato, sappi che io vado fino in fondo, anche se tu avessi cambiato idea, oggi ti farò la peretta lo stesso!!”
Io lì senza riuscire a dire niente, e forse niente potevo aggiungere alla bellezza della situazione, la segui in cucina.
Arrivati in cucina lei comincio a mettere su l’acqua per la camomilla, ne mise circa due litri.
Appena calda mise le bustine di camomilla e disse
“adesso aspettiamo che raggiunga la temperatura giusta”.
Difatti appena raggiunta la temperatura giusta prese la peretta esercito una forte pressione togliendo l’aria e la lascio andare in modo di aspirare il liquido, dopo di che punto la cannula in su
fece uscire uno schizzo di liquido per poi riemergere la cannula nella camomilla.
Prese tutto l’occorrente e mi porto in camera già sistemato con
asciugamani e un telo di plastica
sotto, mi fecce spogliare mi mise a pancia in giù e tiro giù le mutande, lei si tolse la maglietta e il reggiseno restando solo con le mutandine e quei fantastici stivali lunghi, sentii finalmente il suo indice che esplorava il buco, praticando un messaggio misto a solletico fino ad infilarlo, subito dopo tolse il dito e appoggio la cannula che con dei strani movimenti riuscì ad inserirla tutta dentro. A questo punto mi disse
“ adesso viene il bello sia per te sia per me!”
Senti il liquido caldo irrompere dentro, dallo specchio dell’armadio vidi lei che premeva con due mani con forza deformando in un’attimo la peretta per poi spremerla fino all’ultima goccia
Lei mugolando dal piacere mi disse
“ e bellissimo sentire lo spruzzo della peretta! “
In questa maniera mi fecce tre perette, l’ultima mista con aria.
“ adesso il liquido lo devi tenere almeno un quarto d’ora! “
Nell’attesa del quarto d’ora prese il mio pene in mano comincio ad andare su e giù e leccandolo con la punta della lingua, dopo un quarto d’ora con quella piacevole tortura, andammo in bagno e cosi mi scaricai con un getto di camomilla impressionante, subito dopo arrivo lei con la peretta e mi disse con tono di comando
“ chinati un po’ in avanti!!”
Infilò la cannula e mi prese il pene in mano, e inizio un giochetto alternando il movimento della mano destra sul pene con i colpetti della sinistra sulla peretta provocando schizzi ripetuti fino a farmi raggiungere un orgasmo sconquassante, in contemporanea con lo svuotamento completo della peretta grazie alla forte pressione esercitata della sinistra.
Finita la peretta ci mettemmo a letto per rilassarci con lei che si fumava una sigaretta, immancabile dopo il rapporto.
Questi giochi ci accompagnarono per sei bellissimi anni.
Gianni
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6 months ago
Peretta67,
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In italia al lavoro
In Italia storia 1
Storia vera, un po' romanzata, i nomi e i posti sono di fantasia, sarò molto sintetico, ambientato nel 2018
Lavoro in una multinazionale, un giorno in ufficio entrò Marina, sui 40 anni io 10 di più, magra alta, non bellissima ma un bel fisico, poche tette, era una che quando passava la guardavano, era del ufficio amministrazione, la conoscevo solo per qualche chiacchera in mensa ma non avevamo mai avuto rapporti diretti, visto che ero solo iniziò a parlare, prima sulla ditta, del suo ufficio e poi di cose in generale, io non avevo molto lavoro e incominciai a raccontarle storie della nostra ditta facendola ridere, poi mi disse che aveva sentito Lucia, che lavorava nel suo ufficio e che mi salutava, io sorrisi ma non dissi nulla, con Lucia scopavamo anni prima, lei era di un'altra città sposata, veniva nella nostra ditta una settimana al mese, quando veniva scopavamo perché lei stava in un appartamento offerto dalla ditta, poi aveva cambiato lavoro e ditta, non viaggiava più e ci sentivamo solo sporadicamente per gli auguri, tra noi c’era l’accordo di non rivelare mai a nessuno la nostra tresca.
Poi finito l’orario di lavoro andammo verso il parcheggio auto e continuammo a discutere, nel bel mezzo della discussione disse “Io lo so che con Lucia scopavate, me lo ha detto lei, e mi ha detto che con te si è trovata benissimo un ottimo amante, sicuro e fidato” poi aggiunse “certo eravate due ottimi amanti, tutti e due sposati con figli, niente coinvolgimenti, la migliore situazione e per me facevate bene” non stava bleffando, sapeva cose che solo Marina poteva dirgli e poi mi ricordai che erano ottime amiche, risposi “si vero ci siamo divertiti e non ci sentiamo in colpa ”poi aggiunsi subito“ anche io e te potremmo diventare amanti” lei fece una faccia di sorpresa (pensai subito di aver esagerato) ma poi vidi subito che cambiò espressione il che mi fece capire che era questo il suo scopo, non si aspettava di aver raggiunto così presto.
Fece finta di pensarci, poi disse “sì… si può fare” adesso era molto più sicura di se, io rilanciai “niente innamoramenti solo sesso, niente telefonate kilometriche, solo messaggi, voglio la libertà di fare tutto, scopare, pompini, leccate di figa, sborrate, ho avuto anche una frequentazione nel mondo fetish, mi piace, ma solo pratiche soft, tu puoi anche dire di no, per il rapporto anale non lo cerco e non sono ossessivo, per rispetto verso la mia donna lo faccio solo se me lo chiedono, se a te non va non te lo chiederò mai”
Lei ci pensò un po' poi disse “però… la cosa mi piace da morire, sono stanca di fare la brava ragazza, voglio essere anche troia, si voglio che mi insegni anche il fetish di te mi fido, mi piace lo sperma in bocca e fare pompini, io sono una Dracula di sangue bianco, per il rapporto anale mi piace ma ogni tanto e voglio che tu quando lo vuoi fare mi prendi e mi inculi cosi di brutto, anche se urlo, solo così mi piace… io con mio marito abbiamo solo rapporti tradizionali e rari, per questo cerco altro”
Visto che passavano i nostri colleghi dietro di noi, se solo ci avessero sentito, andammo in un locale a prenderci un aperitivo e a festeggiare. La discussione continuò lei disse “siamo anche fortunati, la mia madrina è anziana e sola ed è in una RSA, solo io ho le chiavi di casa sua, ed è una casa singola, è l’ideale… e poi dopo 2 figli ho avuto un problema alle ovaie, sono sterile, puoi anche non usare il preservativo”
Io dissi “ bene, così ci possiamo anche tenere dei vibratori e Sex Toy (grazie alla mia amica di Londra ero diventato un esperto)…come ce l’hai la figa ? pelosa o depilata” lei si mise a ridere “adesso è pelosa, ma stasera mi depilo” io dissi “bene, importante che sia ben curata…stasera quando ti depili mi mandi una foto di come è venuta, ok ?” lei rimase a bocca aperta, poi sorrise maliziosa e disse “va bene… te la mando…cavolo Marina mi aveva detto che eri vulcanico… va bene per la foto…non vedo l’ora che mi chiavi e che mi fai tutto quello che vuoi, cavolo sono già eccitata…”
Io risposi “si …vedi sei troia…ma sei la mia troia” nel parcheggio la limonai, infilai la mano nelle sue mutandine e con l’indice del dito glielo infilai su per la figa, lei si abbandono e gemette, era bagnatissima ma smisi subito perchè ogni tanto passava gente.
Ci mettemmo d’accordo per venerdi, nel pomeriggio, in auto il mio cervello incominciò a frullare idee, pensai a Lucia che non mi aveva detto niente ma sicuramente si erano sentite, pensai che anche se abitava in altra città e se Marina fosse stata d’accordo in futuro potevamo chiamare anche lei, mi eccitai pensando a tutte e due che mi leccavano in cazzo, sì si poteva fare, mi misi l’indice in bocca e assaporai il sapore della figa di Marina.
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6 months ago
willywin,
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Una scappatella di mia moglie.
Mi chiamo Paolo, ho 38 anni, sono alto 1.80, occhi scuri, capelli neri, spalle larghe, fisico ben modellato. Da 10 anni sono sposato con Ester, una bella donna bionda, di 36 anni, alta quasi quanto me, con un bel corpo dalle curve morbide, ma non grassa. Ha avuto una gravidanza e il suo seno è cresciuto, rimanendo sempre e comunque ben sodo; il suo culetto è diventato ancor più tondo e le sue cosce sono lunghe e ben tornite. Ci conosciamo da quasi una quindicina d'anni, perché frequentavamo lo stesso gruppo di amici e, man mano, abbiamo scoperto di star bene insieme, così, dopo quattro anni di fidanzamento, ci siamo sposati. L'arrivo di Lucilla, nostra figlia, ha cementato ancor più la nostra unione, che già poteva contare su una intrigante complicità di coppia. Ester, a letto, è una vera bomba erotica, le piace tutto del sesso, bravissima nell’orale ed anche nell’anale. Quando ci siamo conosciuti, lei aveva avuto solo qualche amorazzo di poco conto e solo un vero fidanzato che, per due anni che era durata la loro storia, le aveva insegnato diverse cose sul sesso, ma, soprattutto, l'aveva iniziata ai piaceri del sesso anale, anche perché lei aveva voluto mantenersi vergine. Durante gli anni del fidanzamento, e fino al periodo della gravidanza, Ester ha sempre accettato che la fantasia facesse parte dei nostri giochi erotici. In più di un'occasione, abbiamo fantasticato di possibili avventure, sia di lei con un altro, sia di me con un'altra donna, ma, come spesso accade, queste fantasie restavano relegate al solo momento, senza venir mai fuori dalle pareti domestiche. Sono un tecnico informatico che lavora per un'azienda che si occupa di sicurezza. Le banche sono le nostre migliori clienti e per esse elaboriamo sofisticati sistemi informatici; poiché sono considerato abbastanza esperto, quest'anno, per una serie di circostanze ed all'ultimo minuto, ho dovuto rinunciare alle ferie, perché di tre colleghi addetti a questo settore, uno ha avuto un grave incidente e l'altro ha raggiunto l'anzianità per la pensione. Per non compromettere le ferie di mia moglie, lei ha raggiunto, insieme a nostra figlia, sua sorella, che ha affittato una villa con piscina, insieme alla cugina di suo marito ed ai suoi suoceri, in una splendida isola del Tirreno. Le ho accompagnate al traghetto e, dopo aver salutato mia moglie, ho fatto qualche battuta con lei.
«Meravigliosa creatura! Sono consapevole che sei una gran bella donna, che viaggia da sola con una bambina e, quindi, di certo sarai oggetto delle attenzioni di tanti maschi, quindi, ti prego, nel caso tu volessi cedere alla tentazione, ti chiedo solo di esser onesta con me e di raccontarmi ogni cosa.»
Dopo un attimo di stupore, mi ha dato un piccolo pugno sul petto e subito ha messo in chiaro le cose.
«Calmati, maschione! Non ho intenzione di cedere a nessuna tentazione, perché vado in vacanza con mia sorella, i suoi suoceri e mia figlia, mentre tu resti a casa da solo, quindi fa bene attenzione, perché, se mi accorgo che qualche cagnetta è venuta a rosicchiare il mio osso, quando torno te lo taglio!»
Ci siamo messi a ridere e poi ho atteso che la nave partisse prima di tornare in città. La sera ci siamo sentiti a telefono. Mi ha subito raccontato che sono tutti impazziti per Lucilla e che la coccolano e ci giocano, così lei è libera di rilassarsi a bordo piscina.
Le ho detto che mi mancava.
«Lo sai amore che mi manchi? Dimmi, come sono i suoceri di tua sorella? Non me li ricordo bene. Inoltre, la mia dolce mogliettina ha ricevuto qualche complimento per il suo nuovo costume da bagno? Non credo che un bikini di classe, che mette in mostra gambe e culo, possa passare inosservato.»
Lei si è messa a ridere.
«Mi hanno dato tutti una buona occhiata, ma è tutto finito lì e ti assicuro che è meglio così! Forse il mio costume è un po’ troppo audace per il contesto nel quale mi trovo.»
Due sere dopo, mi ha raccontato che, durante il giorno, alcuni amici di Alessia, sua cugina, una splendida ragazza di 24 anni, erano venuti a casa ed era stata riempita di complimenti da un ragazzo, Andrea, di appena 25 anni che, a quanto pare, le aveva dichiarato che, per essere una signora, era molto sexy, in special modo con il bikini nuovo. Eccitato, le ho chiesto di esibirsi un po' di più.
«Dai, giocaci un po'! In fondo che hai da perdere? Sei sempre tu a fermare il gioco, se non ti va!»
Lei mi ha rimproverato.
«Ma ti vuoi dare una calmata? Sono in vacanza con persone che non conosco e non mi metto a fare cazzate, solo per farti eccitare. Fatti una bella doccia gelata, che è meglio!»
Ero convinto che tutto sarebbe finito così. Due sere dopo, mi ha raccontato che Andrea era stato in piscina con lei la sera prima, durante una festa. Lui le si era avvicinato da dietro in acqua e le ha aveva messo le mani ai fianchi, così per farle uno scherzo.
Era rimasta quanto mai sorpresa, anche perché era piuttosto alticcia, quasi ubbriaca, quindi non gli ha allontanato le mani. Lui doveva aver interpretato quel comportamento come un invito ed ha allungato una mano sul suo inguine, prendendo a massaggiarlo. Lei lo ha lasciato fare per un paio di secondi, poi, di colpo, ha realizzato quello che stava facendo e subito si è allontanata da quell'approccio, così esplicito.
«Mi dispiace che sia successo. Ero un po’ stordita dai troppi bicchieri di prosecco bevuti, ma ti assicuro che è stato solo un approccio innocuo, che non si ripeterà più!»
Forse perché ero troppo eccitato e mi mancava, la esortai a divertirsi con lui, senza lasciarsi coinvolgere molto. Ebbi anche a chiederle che aspetto avesse Andrea.
«È un bel ragazzo, alto, prestante, biondo, occhi chiari, un bel fisico, con l’aria di uno che sa di piacere. Ha un bel pettorale, grandi braccia ed un sorriso magnetico.»
«Allora, dai, divertiti a stuzzicarlo! Dai, fammi sognare!»
Lei ha riso di me e mi ha ripetuto di darmi una calmata, tanto non sarebbe successo nulla! La sera dopo, nel giorno prima del rientro a casa, mi ha chiamato sul tardi. Mi ha comunicato l’orario di arrivo del traghetto, ma ho percepito che aveva un tono di voce sommesso, quasi preoccupato.
«Ester, c’è qualche cosa che non va? Ti sento preoccupata. Dimmi, che è successo? Lucilla sta bene?»
Lei ha fatto un profondo respiro e poi mi ha risposto.
«Sì, la piccola sta benissimo: sono io che non sto bene.»
Le ho chiesto cosa l’affliggeva e lei non mi ha risposto subito.
«Sto bene, ma dovremmo parlare io e te da soli, guardandoci negli occhi.»
Ho insistito, ma lei non ha aggiunto altro.
«È una cosa che ci riguarda, ma non solo noi: anche Andrea. Ma ne voglio parlare a voce con te.»
Son rimasto in silenzio ed il cazzo mi è esploso negli slip. Ho fatto mille supposizioni, ma nessuna era certa e quindi ero sconvolto, ma anche molto eccitato. Il giorno dopo, l’ho aspettata al traghetto e, appena scesa, mi ha baciato. Era un po’ preoccupata, ma io l’ho rasserenata.
«Sta calma: non ci sono problemi, ok? Poi ne parleremo con calma tra di noi.»
Ha abbozzato un mezzo sorriso e poi siamo andati a casa. La sera, nel nostro letto, mi ha raccontato tutto.
«Ieri mattina, mia sorella ha portato Lucilla ed i suoi figli, al parco giochi, poi a pranzo da McDonald’s e mi ha invitato a rilassarmi, di godermi al massimo l’ultimo giorno di vacanza. Andrea era a casa con sua cugina ed è andato a fare una nuotata. Sua cugina è dovuta uscire per una commissione non sapendo che io era ancora in casa, ancora a letto: era convinta che fossi con i piccoli e mia sorella, quindi, a casa, eravamo rimasti soli, io e Andrea. Quando mi son alzata, ho trovato Andrea in bagno, che si stava cambiando. Non sapeva che fossi lì e, quando sono entrata, l’ho sorpreso nudo, mentre si asciugava.»
L’ho guardata e mi ha fatto un mezzo sorriso. Ero piuttosto eccitato e un po’ ansioso allo stesso tempo.
«Vai avanti, continua.»
«Ho visto bene Andrea e son rimasta piuttosto sorpresa dal suo cazzo alquanto grosso e dalle palle pelose. Quando mi ha visto, ha sorriso.
“Buongiorno, bella signora!”
«Io son rimasta immobile a fissare il suo cazzo. Ho visto che aveva preso ad aumentare di volume, crescere e crescere: era molto grosso. Lui mi si è avvicinato, mentre io ero immobile, stregata da quel membro cosi grosso: il doppio del tuo! Mi ha preso una mano e l’ha messa alla base dell’asta e io, come uno zombie, ho preso ad accarezzarla, su e giù. Lui ha emesso un sospiro profondo e si è appoggiato al lavandino. Poi ha sollevato le mani e le ha messe sulle mie spalle, spingendomi giù ed inginocchiarmi, cosa che ho fatto senza esitazione. Ho preso il suo grosso cazzo in bocca e l'ho succhiato, facendolo gemere di piacere.
“Oooohh, sì, finalmente! È da quando ti ho visto che ho desiderato sentir le tue labbra sul mio cazzo! Dai, bella signora, fammi sentire come succhia una bella milf come te!”
«Ero stregata, inebetita da quella mazza che, a mala pena, riuscivo ad accogliere in bocca! Era enorme! Ho abbassato ancora un po’ la testa e gli ho succhiato le grosse palle pelose. Erano gonfie e piene di crema, la mia fica era un lago: credo di esser venuta senza toccarmi!»
“Sì, brava, così si lecca un cazzo! La sentivo che eri un'esperta! Mi fa impazzire sentirmi leccare le palle!”
«Dopo un po', mi ha sollevato e ha iniziato prima a baciarmi forte, poi, toltami la maglietta ed i pantaloncini del pigiama, è stato lì ad ammirarmi per qualche secondo.»
“Che gran fica! Sei davvero una bella topa! Accidenti quanto sei soda e sensuale! Ti voglio!”
«Subito dopo si è avventato sui miei capezzoli, già appuntiti e duri.»
Eravamo distesi ed ho notato che mia moglie, mentre parlava, si era eccitata mentre raccontava la sua avventura. Le ho chiesto di continuare, lei mi ha guardato con uno sguardo languido e poi...
«Dopo il seno, è sceso giù prima sull’ombelico, sempre continuando a massaggiarmi i seni. Poi è sceso ed ha trovato il mio "cespuglio d'oro", così l’ha definito.»
“Bellissima! La tua fica, ricoperta da questo magnifico vello biondo, rende l'idea di un vero e proprio "cespuglio d'oro"! Me la voglio divorare tutta!”
«Mi ha fatto appoggiare al mobile del bagno e si è dedicato al mio clitoride, che, come sai, sporge quando sono eccitata ed io, in quel momento, ero al massimo dell'eccitazione! Mi ha leccato e son venuta quasi subito.
«Sì, dai, continua! Mi fai impazzire! Dai che … dai che …che vengo! Vengo! Non ti fermare!»
«Ero sconvolta! Eccitata e non capivo più nulla, volevo solo godere! Lui però ha continuato a leccarmi, fin quando non son venuta due volte e si è gustato tutto il mio nettare; poi mi ha fatto adagiare distesa sul pavimento, si è allungato su di me e me lo ha messo dentro con una sola spinta, decisa e vigorosa. L’ho sentito entrare tutto in maniera tale da dilatarmi e riempirmi di colpo.»
“Senti, bella troia, come ti sfondo? Sei il mio sogno! Era da tempo volevo scoparmi una signora, una come te che il cazzo se lo sa godere.”
«Ha portato le mani sotto di me, mi ha afferrato e stretto per le natiche e mi ha dato un bacio molto passionale! Lo sentivo scatenato e molto vigoroso nello scoparmi. Ho avuto due orgasmi molto ravvicinati e, quando anche lui è giunto al culmine, nell'accorgermene, gli ho chiesto di non sborrarmi dentro.
«Esci! Non venirmi dentro! Schizzami in bocca o dove vuoi, ma non dentro!»
Lui mi ha guardato un po’ stupito, ma poi è uscito ed io mi sono sollevata: in quel momento lui mi ha ricoperto viso e seno di sborra.
“Tieni, bella troia! Prendi la mia crema in faccia, puttana!”
«Mi ha fissato mentre mi copriva di sborra con un sorriso davvero compiaciuto.»
“Grazie per aver realizzato una delle mie più belle fantasie: scopare una donna madre e moglie, sexy come te!”
«Io ho allungato una mano ed ho spremuto il suo cazzo, fin quando non è uscita anche l’ultima goccia, poi mi son alzata e mi son infilata nella doccia. Lui è rimasto un attimo a guardarmi, poi è entrato nella doccia con me. Ha iniziato ad insaponarmi e questo mi ha eccitato di nuovo, ma anche lui era tornato duro.»
“Scusami, ti ho trattato da troia, ma non lo sei! Sei una bella donna ed io un cretino. Credevo che, sembrando un duro, mi sarei divertito di più, invece avrei dovuto trattarti con più dolcezza!”
«Tutta un’altra persona! Di una dolcezza unica! Ero stupita ed eccitata da questa nuova situazione al punto che, senza pensarci su due volte, ho afferrato il suo cazzo durissimo e me lo son messo di nuovo dentro, lasciandomi scopare nella doccia, come se quanto appena successo non fosse mai esistito. Mi ha fatto godere ancora per due volte, poi si è sfilato ed io mi son inginocchiata e gli ho fatto dono di un pompino strepitoso; questa volta, però, ho deciso di ingoiare il suo sperma fino all’ultima goccia. Era abbastanza buono, leggermente salato, ma buono.
«Adesso vattene. Non voglio che qualcuno scopra tutto questo e spero che sarai un galantuomo, senza far parola con nessuno!»
Lui mi ha sorriso e dato un bacio.
“Sta tranquilla, saprò esser assolutamente discreto! Ti ammiro come donna e come madre e non metterò mai a repentaglio la tua reputazione! Per me la cosa finisce qui! In futuro, se ti incontro di nuovo, non farò nulla che possa metterti in imbarazzo! Grazie, sei stata meravigliosa, esattamente come immaginavo!”
«Subito dopo se n’è andato ed io sono scesa in piscina, dove circa una decina di minuti dopo, mi ha trovato Alessia.
«Ciao, hai visto Andrea?»
Son rimasta per un attimo stupita e l’ho guardata; le ho detto di non aver visto Andrea e di non saper nemmeno che fosse in casa. Lei si è messa in costume e siamo rimaste tutta la giornata insieme, a prendere il sole. Mia sorella è tornata nel pomeriggio ed i bimbi erano contenti ed emozionati per esser stati al parco giochi. Andrea è ricomparso a sera; a cena si è comportato con me come se nulla fosse successo. Sono dispiaciuta di essermi lasciata andare con quel giovane, perché non vi era motivo: oggi sarei tornata e tu mi avresti fatto godere come sempre, del resto. Mi dispiace amore, ma la tua dolce mogliettina non ha saputo resistere al desiderio ed alla voglia di farsi scopare, dopo solo due settimane di astinenza. C'è una cosa però che devi sapere: lui non mi è venuto dentro ed io, in questi giorni, sono nel periodo di massima fertilità e spero di non esser rimasta incinta. È una cosa a cui ho pensato dopo, a mente fredda, e non so come gestirla. Adesso ho il timore che potrei esser incinta di lui. Lo so che è una remota possibilità, ma non è da escludere.»
L'ho guardata dritto negli occhi, poi le ho dato un bacio e l'ho tranquillizzata.
«A lui hai detto solo di non venir dentro, però non gli hai precisato che non eri protetta, giusto?»
Mia moglie annuisce e allora io continuo.
«Se sei rimasta incinta, sarà un nostro segreto, altrimenti andremo avanti come sempre abbiamo fatto. Voglio solo sapere una cosa: ti è piaciuto? Hai goduto molto con lui?»
Ester mi guarda in faccia, sorride ed annuisce, poi mi bacia e allora anch'io l'ho baciata, l'ho abbracciata, sono salito su di lei e l'ho trovata completamente bagnata. L'ho penetrata fino in fondo ed ho cominciato a sbatterla, facendola godere molto e, alla fine, le son venuto dentro! Lei è rimasta un attimo sorpresa quando ha sentito che mi svuotavo dentro di lei, poi mi ha abbracciato e baciato con le lacrime agli occhi. Stranamente non è rimasta incinta ed abbiamo ripreso la nostra vita di tutti i giorni, anche se, ogni tanto, la sera, mentre facciamo sesso, il nome di Andrea compare nelle nostre fantasie.
Non lo abbiamo più rivisto e, dopo quella volta, mia moglie non ha più voluto vivere nessun’altra esperienza come quella, adducendo a pretesto che non usava precauzioni, ma, da tre mesi, ormai prende la pillola. Chissà che non mi faccia provare di nuovo il piacere di sentirmi fatto "cornuto"
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6 months ago
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Fior di loto.
Sono Roberto, autista di bus da noleggio da diversi anni. La storia che voglio raccontare è successa circa tre anni fa. Il mio lavoro mi piace perché mi porta in giro per l’Europa, con turisti di tutto il mondo; in genere la guida ti dice dove devi andare, mentre tu devi solo esser concentrato a guidare il bus. Le guide, in genere, sono donne, ma anche tra i passeggeri a volte c’è qualche fica in caccia, quindi di avventure ne capitano spesso e molte, ma la volta in cui conobbi Yoko fu tutta particolare. Il mio capo mi dice: domani carichi a Roma dei turisti giapponesi; andrai in Toscana, Umbria e Venezia. Mi affida il programma e via. Il giorno dopo, all’aeroporto di Fiumicino, carico cinquanta piccoli giapponesi e la loro guida, Yoko, una fighetta molto carina. Mi prende in disparte e mi chiede se conosco i posti dove andremo: è la prima volta che viene in Italia. Parla quasi bene la lingua, ma vuole far bella figura e chiede il mio aiuto. Mi diventa subito simpatica e decido di star dalla sua parte. Mi fa morire dal ridere quando mi chiama "Lobelto", l’erre, per lei. non esiste. Si scusa facendo inchini, tutti ti salutano sempre con l’inchino. Il resto del gruppo è composto per lo più da persone anziane, molto educate e tranquille, tranne quando siamo in viaggio. Scattano foto a tutto e due tipette mostrano di interessarsi un po’ a me, ma la presenza continua di Yoko non lascia molto spazio. Il viaggio è tranquillo: da Roma andiamo in Toscana, risalendo la penisola passiamo prima per Tarquinia. Qui Yoko dimostra tutta la sua preparazione teorica, tanta, ma anche la scarsa conoscenza pratica. In questo sono io a venirle incontro, lei fa una bella figura ed io guadagno “punti.” Poi procediamo in su, verso Viterbo: altri punti per me. Mi piace, è molto simpatica e assolutamente inesperta di trasporti turistici italiani, ma fa di tutto per imparare e per questo non propone nulla se prima non mi ha consultato. Pranzo sul lago di Bolsena e via verso il nostro albergo a Chianciano. Lì sarà la base da cui ci muoveremo nei prossimi giorni. Arrivati quasi a sera, per le innumerevoli soste per scattare le solite mille foto al secondo, ci ritroviamo per la cena. Tutti mangiano, poi vogliono girare per la cittadina, nonostante siano stanchi per il viaggio. Io consiglio a lei serata libera: domani avremo molto da girare e vedere. Le chiedo, poi, se vuol vedere un posto speciale che io conosco lì. Lei mi guarda con aria incuriosita, accetta. Le chiedo di mettersi una comoda tuta e prendere costume e accappatoio, che la porto a far il bagno in un posto che pochi conoscono. Poco dopo torna e andiamo. Percorriamo circa dieci minuti di strada a piedi, e ci inoltriamo dentro una stradina di campagna.
Dopo esser discesi lungo un viottolo, ci troviamo sotto una rupe. Dalla roccia, a metà costone, sgorga un piccolo rivolo d’acqua calda, sotto c’è un laghetto che di notte, con la luna piena, è di una bellezza da mozzare il fiato. Ci spogliamo e, solo allora, mi comunica di non aver il costume; io la guardo e dico:
«Non fa nulla, siamo solo io, te e due coppie immerse nel lago. È notte, chi ti vede? Hai l’intimo? Lascia quello, se proprio vuoi.»
Ci spogliamo ed entriamo in acqua, la temperatura è perfetta, né troppo calda, né fredda. Si rilassa, mi viene vicino e mi sussurra.
«Lobelto è stupendo, mi piace tanto; mi licolda un posto vicino casa mia a Osaka. Glazie, mi ci voleva ploplio.»
Ne rido, mi fa morire ed intenerire. Le sto molto vicino permettendo che i nostri corpi si tocchino. Quando penso che sia il momento di provare un qualche approccio, vengo disturbato dal passaggio delle due coppie, che salutano e se ne vanno. Allora gioco la carta "cascata". La conduco più avanti, fino al costone roccioso, passando dietro l’acqua, c’è un punto dove la roccia ha una rientranza e forma una specie di grotta, proprio dietro il flusso dell’acqua, che, vista da dietro, con la luna piena in controluce, produce un effetto magico. Lei si tiene vicino a me, la magia del posto, la voglia reciproca di toccarsi, il desiderio. Me la ritrovo fra le braccia. Le nostre bocche si uniscono in un bacio dolcissimo, ma appassionato, che non lascia dubbi. Le mie mani iniziano ad esplorare il suo corpo. I suoi seni sono piccoli, ma molto sodi, duri, i microscopici capezzoli attirano la mia attenzione. Le tolgo l’intimo, è nuda, mi appoggio ad una roccia piatta dietro di me. Attiro il suo corpo su di me, che, in proporzione, è il doppio del suo. Mi fa morire. Le sue mani mi esplorano dappertutto. La sua bocca è inarrestabile, mi bacia e succhia, le mie mani arrivano al suo sesso. La sua fica è ricoperta da un pelo liscio, stupendo, le insinuo un dito dentro, è strettissima, lei intanto ha scoperto il mio cazzo.
«Ma è … ma è enolme!»
Esclama stupita.
Veramente, non che io sia un super dotato, ma ho comunque quasi una ventina di centimetri ed una discreta circonferenza, ma a lei è sembrato enorme.
«Non ho mai fatto l’amole con un uomo eulopeo. I giapponesi son più piccoli.»
Parla con voce rotta dall’emozione. Io intanto ho cominciato a toccarla e la voglia prende il sopravvento. Lei si comincia a scaldare.
«Sì… sì… uhumummmmmm...»
La sento eccitata. Mi accarezza il cazzo che, nel frattempo, è diventato veramente grosso e duro. Mi sollevo dall’acqua e le permetto di prenderlo in bocca. Lo guarda estasiata. Si mette a leccarlo, non riesce ad inserirlo in bocca: è troppo per lei. La faccio alzare, le sollevo le cosce, mi abbasso e inizio a passar la lingua su quel pelo liscio e morbido; insinuo la lingua dentro, e sento che comincia a gemere di piacere.
«Sì … Lobelto …SI'…huummmm…»
Vado avanti fino a quando, di colpo, si irrigidisce e mi regala un primo stupendo orgasmo: viene scuotendosi tutta.
«Godo!... Lobelto… Mi fai molile (あなたは私を死なせます= Mi fai morire)
Poi pronuncia alcune parole nella sua incomprensibile lingua, ma credo fossero dovute al piacere che provava. Mi sollevo, mi giro, mi metto con la roccia alle spalle, la faccio salire sopra me. Lei si posiziona sopra il mio cazzo, ed io inizio a strusciarlo lungo lo spacco della sua fica; lei esita, ma è eccitatissima.
«Ti plego: fa piano.»
Delicatamente inizio a far entrare il mio cazzo, lei si apre al massimo. Non è vergine, ma comunque entro lentamente. Sento le pareti della fica aderire perfettamente al mio cazzo. È stretta, sembra un guanto. Apre la bocca, la vedo quasi urlare, mi muovo molto lentamente, mi rendo conto che per lei non deve esser facile. Anche per me era la prima volta che mi scopavo una giapponese e cercavo di esser più dolce possibile. Lei mi guarda, sento il mio cazzo arrivare in fondo. Ne rimane fuori circa meno della metà. Resto fermo, voglio che adegui la sua vagina alla mia presenza; mi guarda, mi fa cenno d’assenso con la testa; allora esco e rientro in lei.
«Sì…Piano … sì…mi piace sì…dai…»
Incomincio a pomparla di gusto, è strettissima. Il mio cazzo resta mezzo fuori, se spingo oltre, sento il fondo della sua fica. Quando lo faccio, lei ha una smorfia di dolore. Mi metto più basso, lascio a lei la possibilità di metter i piedi per terra, così potrà calibrare la penetrazione a suo piacimento. Lei intuisce e incomincia uno stupendo su e giù. Viene a ripetizione e, dopo l’ennesimo orgasmo, si distende sfinita sul mio corpo, avvicina la sua bocca alla mia. Mi parla con un filo di voce.
«Lobelto, mi fai molile!»
La guardo e le rispondo con un sorriso.
«Veramente io non ho ancora cominciato!»
Mi guarda stupita: la giro, la metto di nuovo sulla roccia e comincio a pomparla con un ritmo più accelerato. Gode urlando e il rumore dell’acqua copre i suoni; infine le scarico dentro una sborrata interminabile. Lei, per il piacere mi conficca le unghie nella schiena, mi bacia con passione. La sua lingua cerca la mia e restiamo abbracciati dentro l’acqua per un tempo interminabile. Una volta usciti, siam tornati in albergo che era tardissimo: il giorno dopo, lei mi ha parlato in disparte.
«Glazie, ho plovato con te quello che vuol dile fale l’amole. Spelo che nei giolni a venile, vollai ancola il mio colpo.»
Non potevo desiderare amante più calda, appassionata e vogliosa di lei. La scopai tutte le sere e, prima di partire, volle che la prendessi anche nel culo. L’ho rivista due anni dopo; mi buttò le braccia al collo e mi stampò un bacio in bocca, davanti a tutto il gruppo.
«Lobelto, mi falai molile ancola?»
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7 months ago
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Doppia prima volta
Dopo una serata al pub con gli amici, stavo rientrando a casa un po' brillo e mentre cerco di infilare la chiave nel cancello, vedo passare una in bicicletta... Capisco subito che si tratta di una trans, ci guardiamo a lungo... Poi mentre ancora cerco di aprire il cancello la vedo tornare indietro... Ci riguardiamo a lungo, ma nessuno dice niente... Inizio a pentirmi di non averle detto niente, quando torna ancora indietro e si ferma davanti a me.
All'epoca dei fatti avevo 24 anni alto biondo con gli occhi azzurri, magro e muovevo i primi passi nel mondo della bisessualità...
Solo qualche incontro soft con un ex compagno di classe... Ma morivo dalla voglia di provare anche il sesso completo.
Tornando a noi, quando si ferma la guardo meglio, capelli castani lunghi unghie lunghe seno non molto grande un tubino colorato stretto che mostrava il fisico mascolino e dei sandali dorati con tacco basso.
Si capiva chiaramente dai lineamenti che era una trans, non era particolarmente femminile... Mentre la guardo, in italiano ma con chiaro accento brasiliano mi chiede:
Ti piace u cazuu??? Vuoi fare l'ammore???
Sono eccitatossimo... Le rispondo di si ma che non ho soldi...
Lei mi dice di non preoccuparmi che non vuole soldi, vuole solo divertirsi.
Mi chiede se possiamo andare da me, ma purtroppo vivendo ancora coi miei genitori non posso, ma se si accontenta possiamo andare in garage, lei annuisce e quindi la guido all'autorimessa.
Entriamo, accendo la luce, richiudo la porta per evitare sorprese e la guardo. Decisamente non è molto femminile, ma la cosa ma non mi crea problemi... Hai un profilattico?
le chiedo e lei prontamente ne estrae uno dalla borsetta.
Nel garage c è solo un vecchio tavolo a cui appoggiarci, mi ci avvicino e abbasso in un colpo solo slip e pantaloni...
Ed eccolo li il mio cazzetto abbattuto dall' alcool che fa triste mostra di se moscio moscio...
Lei non sembra farci caso e avvicinandosi inizia a sagarmelo lentamente...
Poi avvicina le labbra alle mie... Resto un attimo impietrito... Avrà qualche malattia? Sarà sicuro baciarla... Ma questa volta l' alcool gioca a mio favore e vincendo i miei dubbi iniziamo a baciarci sempre più appassionatamente.
Infila l'altra mano sotto la mia maglietta e inizia ad accarezzarmi il petto.
Wow situazione supereciitatante... Ma il cazzetto si muove appena...
Inizio anch'io ad accarezzarla, le abbasso leggermente il vestito in modo da scoprire i piccoli seni e inizio a giocare con uno dei capezzoli... Sembra apprezzare infatti un piccolo gemito le esce dalle labbra, prendo coraggio e con l'altra mano le scopro le natiche e gioco un po' col filo del perizoma, prima di stringere forte una natica e iniziare a far scorrere un dito lungo il solco...
Tu piacee? Le sento chidermi.
Annuisco e mi abbasso a leccarle il capezzolo turgido, è bello duro e non resisto, le do un piccolo morso...
Ahii... Fa piano... Mi dice..
Allora riprendo a leccarlo e succhiarlo.
Poi lei mi fa alzare e mi sfila la maglietta e si toglie il tubino ormai ridotto ad una fascia intorno alla vita...
Ci guardiamo, io ho i pantaloni calati alle caviglie e le scarpe, lei un microperizoma ed i sandali.
Ci abbracciamo ed i nostri corpi accaldati e un po sudati si uniscono, ci strusciamo l'uno all'altra, ci baciamo, le nostre lingue si attorcigliano ora in una bocca ora nell'altra, le sue mani mi accarezzano la schiena ed i glutei, le mie le allargano le natiche e gioco col suo orifizio...
La spingo verso il basso e lei alternando baci e carezze scende lentamente verso l'inguine... Mmm è bravissima... Il piacere che mi da è indescrivibile... Il mio cazzo finalmente reagisce e si erge fiero e duro libero dall'alcool.
Mi bacia il pube, mentre con una mano mi masturba, con l'altra tra le gambe mi accarezza il culo...
Ohhh siii brava... Mmm... Così dai continua...
Con un dito mi accarezza l'ano... Lo preme leggermente...
Il mio cazzo stilla copioso presperma sintomo di quanto tutto questo mi piaccia...
Dai siii continua...
La incito a continuare...
Lei alza lo sguardo e mi chiede:
Tu piace in culo...
Siii siii continua...
Si ferma un attimo per togliermi scarpe e pantaloni... Sono completamente nudo, sento il freddo pavimento attraverso la pianta dei piedi, un bel contrasto col calore che pervade il resto del mio corpo.
Con una mano raccoglie il piacere che continua a sgorgare dal mio uccello e poi la inizia a passarla sul mio ano... Mentre con l'altra riprende a segarmi l'asta lentamente e facendomi allargare un po le gambe con la lingua inizia a leccarmi e poi succhiarmi le palle...
Wowww se continua così vengo... La fermo... Riprendo un attimo fiato...
Aspetta... Metto il preservativo e le dico di succhiarmelo...
Lei non aspetta altro...
Si avventa vorace sul mio cazzo eretto e lo fa sparire tutto in bocca... Sento la cappella scenderle giù in gola...
Mmmm siii siii daiii mmmm siiii
La incito a continuare...
Lei alterna leccate all'asta e al glande ad immersioni ora in bocca muovendo la lingua ora a pompini profondi in gola... Sono in estasi... Sento appena le sue dita che hanno ripreso a giocare col mio orifizio anale...
Poi un po' di pressione... Una scossa di piacere ed il mio ano è deflorato dal suo dito... (Devo dire che anche da solo masturbandomi ogni tanto mi divertivo a sditalarmi con una o due dita).
Ma lei è bravissima... Ad oggi il miglior pompino della mia vita...
Va avanti così per un altro paio di minuti quando la fermo...
Ti voglio... Voglio il tuo culo...
Lei mi chiede se ho del lubrificante... Cazzo no... In garage nn ce l'ho di sicuro... Poi mi viene in mente che mio nonno tiene le bottiglie di olio d'oliva...
Le dico di aspettare e prendendone una gliela mostro... Lei la guarda annuisce e sorride.
La faccio voltare e l'appoggio a novanta gradi sul tavolo...
La costringo a divaricare molto le gambe in una posizione sicuramente scomoda e forse un po' dolorosa... Che a lei non sembra però dispiacere...
Faccio un passo indietro per godermi lo spettacolo...
Solo un perizoma a filo le copre ridicolmente il culo, ed i sandali dorati col tacco che contrastano col pavimento scuro...
Mi chino e spostando il filo del perizoma inizio a far scorrere la lingua lungo il solco delle natiche...
La sua pelle è liscissima... Sento il salato del suo sudore, il suo odore... Se possibile sono ancora più eccitato.
Le sfilo il perizoma, la riporto a gambe larghe e mentre con una mano inizio a giocare col suo cazzetto moscio con la lingua percorro il tratto che va tra le palle e l'orifizio anale indugiando su questo, leccanddone la rosellina e facendo leggera pressione con la punta della lingua.
La sento ansimare... Questo gioco piace anche a lei...
Continuo un altro po poi inizio a leccarle le palle e con un dito la penetro... Gemiti e mugugni iniziano ad uscirle dalla bocca...
Mi alzo... Le verso un po' di olio tra le natiche e lo vedo scorrere verso l'ano... Ci strofino contro il mio cazzo... E dopo un paio di passaggi le punto deciso la cappella contro l'ano... Mi preparo ad una certa resistenza... Che non c'è...
Quindi in un colpo solo il mio cazzo affonda per metà dentro di lei... Un gridolino le scappa dalla bocca... Ma non mi fermo e finisco per immergerlo tutto nelle sue viscere...
Lo tolgo e la ripenetro completamente... La sento gemere di piacere... Inizio ad alternare colpi decisi a lente penetrazioni, il caldo delle sue viscere avvolge il mio cazzo...
Inizio a penetrarla con forza dando profondi colpi violenti...
Ohhhh siiii cazzu che bello... Ohhh si continua... Mmmm... Si scomame...
Dopo un po' inizia a parlare in portoghese...
Non capisco cosa dice... ma dai gemiti capisco che sta godendo...
Si solleva un po' dal piano del tavolo per accarezzarsi con una mano un seno e con l'altra il cazzo...
Le afferro le natiche e dopo averle dato un paio di ceffoni forti riprendo a fotterla con gusto.
Sto per venire... Un paio di scosse di piacere mi attraversano l'inguine...
Siiii siiii vengooo... Godddooo...
E sento il mio cazzo espodere!!!
Mi accascio su di lei e tenendo il preservativo sfilo il cazzo dal suo culo... Vedo l'orifizio un po' dilatato dal passaggio del mio cazzo che lentamente si richiude... La pelle mulatta lucida di sudore ed olio.
Lei si risolleva... Ci guardiamo ansimanti... Sorridiamo felici...
Lei indicando il suo membro che si sta ammosciando mi dice che ha un altro preservativo...
Mi avvicino e mentre con una mano inizio a toccarglielo e a scappelarglielo la bacio infilandole la lingua in bocca.
Sento subito il suo membro indurirsi...
Con le mani mi spinge verso il basso e subito mi ritrovo in ginocchio davanti a lei col suo membro eretto davanti alla mia faccia... Mi prendo un secondo per guardarlo... Non è molto grande ma è completamente depilato, di un colore un po' più scuro della sua pelle... Dopo averlo baciato qua e la, le infilo la protezione ed inizio a succhiarlo, non sono bravo come lei, non ho molta esperienza...
Mi sfilo le chiedo scusa ammattendo le mie manzanze... Lei mi sorride... Mi afferra la testa con le mani e la guida verso il cazzo, apro la bocca e la lascio fare... Con le mani le afferro i seni e glieli accarezzo... Le inizia a scoparmi la bocca prima lentamente muovendolo dentro, poi sempre più con foga e in profondità...
Saliva mi cola dalla bocca sul mento... Non mi avevano mai scopato la bocca... Ma scopro che mi piace tantissimo...
Si ferma... Lo tira fuori e mi dice:
Lo vuoi in culo???
La guardo...
Si... Ma non l'ho mai fatto..
Ti piascera... mi rassicura.
Mi fa alzare e distendendomi sul tavolo a pancia in su lascia sporgere il mio culo e mi fa alzare la gambe...
Mmmm la guardo mettere un po' di olio sul preservativo e spargerlo su tutta l'asta...
Fremo per l' attesa... Guardo le mie gambe larghe e il mio cazzo moscio che ha ripresto a stillare piacere per l'eccitazione...
Lei si avvicina e con le dita lubrificate mi accarezza l'ano e lo penetra per lubrificarlo bene... Sospiro di piacere...
Quando pare soddisfatta del lavoro...
Mi dice di spingere come quando vado in bagno e di rilassarmi...
Eseguo... Spingo... E sento l'ano dischiudersi... Poi sento la punta del sue pene che ci si appoggia e fa pressione...
Una breve scossa di dolore e il glande è dentro... Non è stato poi così traumatico come avevo letto in alcuni racconti...
Sento il suo cazzo farsi strada lentamente nel mio culo... Poi sento le sue palle e il suo inguine appoggiarsi a me... Eccolo tutto dentro... Inizia lentamente a toglierlo...
Sinceramente non sento tutto questo piacere... Resto li a gambe larghe e la guardo... Lo toglie e lo rimette... Altra fitta... Fa così un paio di volte... Poi lo inizia a muovere dentro... Inizio ad avvertire qualcosa...
Poi afferrandomi dietro le ginocchia inizia a muoversi più velocemente e con più decisione.
Ecco ora lo sento bene quel cazzo non troppo grosso che mi scopa affondando dentro di me...
A volte lo ruota dentro... Altre volte lo infila tutto in un colpo e li mi strappa sempre un sussulto di dolore misto a piacere... Poi è solo piacere...
Inizio a gemere sempre più forte...
Ohhh.... Mmmm... Sssiiii... Dai... Siii... Scopami così... Siii dai... Forte...
E lei:
Tu piasce??!!!
Io la guardo negli occhi e sinceremante le dico:
Siiiii da morire.... È più bello in culo che davanti.... Continua... Non ti fermare...
Lei riprende a stantuffarmi con sempre più foga...
Ogni colpo è una scarica di piacere... Un gemito che mi esce dalla bocca...
Non resisto... La incito a scoparmi come le troie nei film porno e lei non fi fa pregare... Mi sfonda per altri 10 minuti e poi esplode di piacere dentro di me...
La vedo fermarsi e sfilare il cazzo dal mio culo... Sento l'ano che torna a chiudersi...
Sfinito abbasso le gambe doloranti e mi massaggio il cazzo fradicio spargendo il mio presperma tra i peli pubici e poi succhiandolo avidamente dalle mie dita.
In silenzio ci rivestiamo, la guardo salire sulla bici e andarsene.
Mentre rincaso penso ke non ci siamo nemmeno detti i nostri nomi e che non ci siamo nemmeno scambiati il cellulare...
Ma forse è più bello così...
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7 months ago
admin, 75
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Sesso ad arte
L’aria entrava dalla finestra spalancata. Le tende svolazzavano svelando un cielo tetro e carico di nuvole nere. L’appartamento, all’opposto, era sobrio, ma gioioso. Qualche quadro colorato alle pareti ed oggetti raccolti accuratamente per il mondo da mobilio utile, il che rendeva il posto un insieme armonico di cose. Il divano rosso spiccava in mezzo al soggiorno con giusto sopra una rappresentazione di un quadro di Klimt. Sotto il quadro, sopra il divano, c’eravamo noi.
Guardavo me entrare ed uscire da lei assaporando ogni centimetro di piacere. Era supina, le gambe aperte, la testa poggiata su un cuscino di lato. Mi lasciava andare e venire in lei come se fossi il suo stesso respiro. E lei per me, come ossigeno, rigenerava la mia vita.
Il vento sussurrava in una lingua che non conosco, ma portava buone notizie. Era l’esempio per me da seguire, per noi, muoverci come il vento…
Le mie mani eran salde, sul suo sedere, non per aprirla di piu, ma per averla di più, non ci si stanca mai della felicità. Le vene del mio pene erano chiaramente distinguibili malgrado la poca luce ed il mio colore scuro. Ero pieno di orgasmi goduti e di orgasmi da venire. Il predente mi offriva un tocco di passato, un scorcio di oggi, e promesse bagnate per domani. Continuai a fissare il sedere poderoso che tenevo sotto le mie mani e continuai a penetrarla seguendo il ritmo del vento; che poi cambiò.
Diventò di colpo una bufera. Ed allora girai Malù, e la guardai negli occhi. Era stupenda. Me la ricordavo di oltre vent’anni fa… La mia Malù che mi era rimasta nella testa. Il tempo e la vita a volte allontanano le persone, ma i piaceri, quelli veri, non si dimenticano mai, purtroppo perché rari. Con Malù, era stato feeling a prima vista, feeling a primo bacio, feeling a primo atto sessuale. La baciai in macchina, la spogliai nel violetto, e sulle scale la presi. Ridevamo in silenzio, eccitati come due collegiali, e facemmo l’amore per tutta la notte, dormimmo qualche ora, ci svegliammo e facemmo l’amore tutto il giorno. Era naturale per noi godere, eravamo felici di farlo, e poi, ci perdemmo.
Erano passati oltre vent’anni, ma la realtà non era cambiata. Eravamo due artisti del sesso…
Malù si mise a carponi davanti a me seduto. Con l’unghia, mi accarezzò le palpitanti vene del cazzo, poi prese a massaggiare i miei testicoli, per poi riprendere con la mano a masturbarmi. Col rovescio del piede, le masturbavo il clitoride gonfio. Poi, si alzò, e si sedette sopra di me di un colpo. Chiuse gli occhi e rovesciò la tesa all’indietro. Sembrò che non respirasse per un pò, poi, sempre con gli occhi chiusi, cominciò a muoversi in modo circolare. La sua figa era perfetta. Almeno per il mio cazzo. Una leggera crema bianca si stava formando sulla base del mio cazzo. Man mano, iniziò a colare sulle palle mentre sentivo la vagina di Malù che si contraeva ed i spasmi che la pervadevano. Anch’io tremai. Tremai di goduria. Diverso dall’orgasmo, é un stato intimo nei totale felicità, di riempimento dell’anima e dei sensi. La alzai e la portai sul tavolo. Scartai due sedie e la poggiai aprendole le gambe e misi i suoi piedi sulle sedie. Cosi potevo guardarla mentre le penetravo. Lei mise due dita sulle sue grandi labbra e le apri di piu tenendole cosi. Guardava e sembrava affascinata. Nel suo sguardo sentivo ciò che vedeva ed era magia. La magia é la ragione per cui non l’avevo mai dimenticata.
Malù ed io prendemmo una doccia ed andammo a riposare un po in stanza. Non riposammo. Aveva un fisico spettacolare. Il suo fondoschiena contro di me mi fece venire di nuovo un erezione. Quando lei lo senti, sfregio ancor di poi il culo contro di me. Fino a che presi la mia verga e gliela infilai con molto dolcezza fino in fondo. Poi ci muovemmo piano fino a che la senti irridersi per poi esplodere. Malù si alzò e mi sali sopra. Sembrava indemoniata. La sua carica erotica era incredibile e mi rendeva un uomo felice.
Aveva la mani sul mio petto ed andava giù e su ad una velocità allucinante. Sembrava una figa vibrante, uno di quei macchinari sessuali di cui non capivo la funzione. Malù aveva in se il fuoco dell’amore, dote di pochi, anzi, pochissimi. Ad un certo punto, la girai, le alzai le gambe, le apri, e mi infilai in lei. La sua figa era gonfissima, rossa, e palpitante. Mugugnò mentre le entravo dentro. La presi molto piano sputandole spesso. Aveva finito i liquidi tanto aveva goduto. Le pères le braccia e le indicai di tenere les stessa le gambe aperte mentre con le dita la masturbava e con l’altra mano usava la mano come un vibratore nella sua figa. Di tanto in tanto, cacciavo il cazzo e glielo sbattevo sul clitoride. Nel giro di poco tempo, un getto caldo mi colpi in pieno e dovetti scartarmi per evitare di essere completamente bagnato. Malù urlava mentre squirtava a getti andando anche oltre il letto. Mi misi di parte misi la mano sul suo clitoride masturbandola vigorosamente. Urlò ancora piu forte mentre un altra serie di getti andarono a colpire quasi il muro di fronte.
Il sesso pensai, decisamente é un arte. E Malù era un grande artista.
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7 months ago
Blacknoble,
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La mia prima volta in tre... parte 1
Prima volta a tre... Parte prima
Questa è la vera storia della mia prima volta a tre con Mario un mio collega d'ufficio e Carlo un suo amico.
Mio chiamo Mimmo e all'epoca dei fatti avevo 26 anni, biondo occhi azzurri alto e dall'ossatura fine. Lavoravo con Mario un uomo di 55 anni sposato con prole... Ma dai modi un po' equivoci... Infatti tra i colleghi si vociferava che fosse bisessuale. Anch io lo sono ma lo nascondo molto bene e all'epoca ero all'inizio delle mie esperienze... Qualcosa di soft con un ex compagno di scuola... E solo una volta mi era capitato di prenderlo in culo con un trans... Ma magari questa ve la racconto un'altra volta.
Comunque già da un po' Mario mi stuzzicava... Chiedendomi aiuto per il computer e accarezzandomi le cosce mentre ero li... La cosa mi eccitava tantissimo e quindi lo lasciavo fare...
Un tardo pomeriggio poco dopo che l' ultimo collega se ne era andato Mario viene alla mia postazione e inizia a lamentarsi del lavoro... Io gli do un po' corda continuando a lavorare mentre lui si appoggia resta in piedi vicino a me... Ad un certo punto mi fa:
Comunque te lo devo proprio dire... Sei proprio carino... Ma non capisco se il cazzo ti piace davvero o ti diverti a flirtare e basta...
Io interrompo il lavoro e lo guardo un po' interdetto dalla sia schiettezza, ed anke eccitato dalla situazione...
Ci guardiamo negli occhi e lui tirando fuori il cazzo moscio dalla patta me lo avvicina al viso e mi dice
Dai su fammi vedere se sei una troietta o meno...
Ho il cazzo durissimo nelle mutande che gocciola piacere (quando mi eccito produco tantissimo pre sperma)... Sono sorpreso dalla sua richiesta ma troppo eccitato per tirarmi indietro... Cosi un po impacciato (come detto non avevo molta esperienza) con le mani gli accarezzo le palle da sopra i pantaloni ed inizio a baciargli il glande.
Mario sospira soddisfatto ed io prendo coraggio inizio a leccargli il cazzo dal fusto alla cappella ed indugio con la punta della lingua sulla cappella... Non è ancora turgido manon manca molto così lo prendo in bocca e inizio a succhiarlo e a muovere la lingua... Lo sento inturgidirsi nella bocca... Non è gigantesco... Direi un po' più che normale e con una cappella bella grande... Mentre inizio il pompino lui mi ferma... Si scosta e a si abbassa i pantaloni e gli slip... Ora vedo bene le sue palle gonfie ed il cazzo duro con i peli pubici un po' ingrigiti vicino ad altezza dei miei occhi.
Sento il mio cazzo duressimo negli slip ormai fradici di piacere...
Lui si avvicina si mette in piedi attaccato alla mia poltrona tra le mie gambe mentre io sono ancora li seduto
Troia ti piace succhiare? Ti piace il cazzo in bocca...
Io annuisco soltanto... Lui mi afferra la testa con le mani e mi infila tutto il cazzo in bocca... Lo sento in gola... Faccio fatica a respirare... Provo ad allontanarlo... Ma il suo cazzo resta piantato nella mia gola... Quando penso di soffocare lui lo toglie... Esce coperto di saliva e fili della stessasi staccano dal suo glande e mi colano sul mento... Giusto il tempo di riprendere fiato e mi ritrovo nuovamente impalato da quel cazzo duro e il glande che mi scende in gola... Lo tiene li e qnd inizio ad avere dei conati lui lo toglio... Ho le lacrime e tossisco e ho tutta la saliva che mi cola lungo il collo...
Mi guarda... Questo gioco gli piace e piace tanto anke a me...
Ti piace proprio il cazzo e vedo che ti piace farti scopare... Bene... Bene... Finiamo il lavoro...
Tra me e me penso ok ci siamo adesso mi mette a pecora sulla scrivania e mi incula... Non vedo l' ora...
Ed invece mi ritrovo nuovamente il cazzo in bocca... Questa volta però non lo lascia dentro lo infila tutto fino a che il mio naso non affonda nei sui peli pubici e poi lo toglie... Lo muove... Mi fotte la bocca come fosse una figa fradicia ed infatti sento la mia saliva bagnarmi abbondantemente la camicia... Dopo un po' inizia ad ansimare e mugulare... Poi dopo un paio siiii prolungati sento il suo cazzo fremere e due fiotti caldi scendermi direttamente in gola... Me lo lascia in bocca poi mentre si sta ammosciando lo tira fuori e mi ordina di ripulirlo bene... Lo succhio subito avidamente... Un' ultima leccatina e mentre ammiro il mio lavoro soddisfatto del risultato Mario si riveste e chinandosi verso di me mi bacia appassionatamente poi si scosta e guardandomi mi dice
Sei proprio una brava troia. Domani mi vedo con un amico vieni anche tu ti divertirai...
Il giorno passo la mattinata tra i miei soliti dubbi pre appuntamento e l' eccitazione dell' attesa... Verso mezzogiorno mi arriva il messaggio di Mario con il luogo e l' ora dell' appuntamento... Sto quasi per inventare una scusa per non andare... Quando vedo le mie dita digitare ok e premere invio. Sospiro... Ormai è fatta aspetto l' ora di prepararmi sempre più eccitato, poi doccia e clistere, mi infilo una tuta e vado.
Arrivato trovo Mario ad attendermi nel parcheggio, mi dice che Carlo viene a Rimini ogni tanto per lavoro e che alloggia in un albergo di un suo amico che ora è chiuso per l' inverno. Arrivato Mario mi presenta Carlo un sesamtenne in buona forma fisica abbronzato (sicuramente lampade) molto più bello di Mario (che onestamente non è un granché).
Saliamo in camera di Carlo è una matrimoniale con un armadio con specchi sul fianco ed un bagno con vasca. Mentre mi guardo attorno Carlo ci invita a spogliarci... Sono il primo a restare completamente nudo col cazzo duro e la cappella lucida di umori... Mario è a torso nudo mentre Carlo è ancora vestito, mi afferra per un braccio e mi fa girare su me stesso per guardarmi bene... Si complimenta con me per il mio fisico e per i miei tatuaggi, poi dandomi una pacca sul culo mi invita a sdraiarmi sul letto.
Mi sdraio a pancia in su e mentre mi masturbo li guardo spogliarsi, mentre Mario si spoglia Carlose la prende con calma e mi guarda... Mi studia dai piedi alla testa. Poi finalmente Mario si viene a sdraiare su di me anche lui completamente nudo col cazzo mezzo moscio ed inizia a baciarmi con passione poi con una mano inizia ad accarezzarmi il petto per poi farla scivolare lentamente sulla mia pancia e poi tra i peli del pube... Poi sposta la mia mano ed inizia a masturbarmi... Abbassa la testa e inizia a leccarmi e succhiarmi un capezzolo dandogli ogni tanto qualche piccolo morso... Inizio a gemere e ansimare di piagere sotto le cure di Mario... E vedo Carlo che si gode la scena toccandosi il cazzo da sopra i pantaloni.
Poi Mario torna a baciarmi e lo perdo di vista... Con la mano libera gli accarezzo la schiena mentre col piede gli accarezzo la gamba... Poi sento che anche Carlo sale sul letto, fa spostare un po Mario e si mette tra le mie gambe divaricate e mi accarezza le cosce per poi salire all' inguine, lo sento ma non posso vederlo perché Mario continua a baciarmi...
Sento Carlo prenderle il mio cazzo in mano e masturbarlo...
Guarda questa troietta com' è fradicia chissa che buon sapore ha... Dice, poi me lo scappella tutto, tirando verso il basso... Mi fa male... Provo a divincolarmi ma col peso di Mario sopra sono bloccato... Poi Carlo molla la presa e inizia a succhiarmi e spompinarmo con grande maestria... Ci sa fare... Riprende a segarmi oniziando a giocare con i miei testicoli e l' interno coscia... Alternando carezze a baci e leccate... Mario intanto si è seduto sui talloni vicino alla mia faccia e si gode lo spettacolo... Torturando i miei capezzoli alternando carezze a dolorose strizzare e tirate...
Fammi vedere il culo dice Carlo... Nn so cosa intenda... Ma lui prende l' iniziativa e mi spinge le gambe in alto con le ginocchia sul petto...
Ordina a Mario di tenermi fermo e lui dopo avermi bloccato le braccia sedendoci sopra mi afferra le caviglie e mi blocca col culo in su... Oscenamente esposto... Sono eccitatossimo... Vedo il mio cazzo durissimo e Carlo che abbassa la testa tra le mie natiche.
Sento che inizia a baciarle mentre con una mano mi sega e con l'altra mi accarezzaun po' ovunque.. inizio a gemere di piacere... Quando inizia a leccarmi il solco tra le natiche nn riesco a trattenere mugolii di piacere. Ora la sua lingua gioca col mio buco... Mmmm... Siiii... Daiiii... Mmmm... Continua... Non ci posso credere sono io che parlo???!!! Sono proprio una troia penso mentre godo...
Lo prego di continuare e lui nn si fa certo problemi... Inizia a penetrarmi con la lingua!!! Diooo è fantastico non resisto inizio a gemere piu forte... Arriccio le dita dei piedi dal piacere e continuo ad implorarlo di non smettere...
Vedo Mario sopra di me che guarda Carlo darmi piacere mentre lui mi strofina il cazzo turgido contro la testa...
Carlo stacca la bocca dal mio culo fradicio e mi dice
Dai troia ti voglio vedere sborrare prima di iniziare a chiavarti... Dai godi... Godi... Troia... Fammi vedere come sborri!!!
Mi penetra con due dita... Solo un piccolo dolore... Il mio culo ben lubrificato non offre quasi resistenza... Lo sento infilarle dentro e poi fuorli... Divaricarle per aprirmi il culo... Ruotarle quando sono dentro.... Lui continua a segarmi velocemente... So che non durerò molto... E infatti dopo poco in un crescendo di gemiti e mugugni inizio a gridare... Nn posso farne a meno... Ohhh siiii daii.. siiii... Mmmm.... Cosiii siiii.... Mmmm... Daiiii.... Sento finalmente le scosse di piacere investirmi il bacino ed il mio sperma caldo schizzarmi copioso sul petto e sulla faccia...
Mario lascia andare lentamente le gambe e mi ritrovo sdraiato a gambe larghe tra i due uomini che mi guardano soddisfatti dello spettacolo che gli ho offerto.
Carlo sta ancora masturbando il mio cazzo facendo cadere le ultime gocce di sperma sulla mia pancia.
Mario raccoglie un po di sperma con le dita e mi costringe ad aprire la bocca per succhiarle... Non posso oppormi e quindi succhio le sue grosse dita coperte dal mio sperma... Mi piace il sapore della mi sborra e quindi le ripulisco ben bene... Il gioco gli piace perché ne raccoglie ancora e mi rimette nuovamente le dita in bocca...
Carlo invece giochicchia col mio cazzo ormai moscio e mi spalma la sborra su tutta la pancia... Finalmente Mario mi libera le braccia e mi mandano in bagno a darmi una lavata... Mi alzo e vado in bagno... Sento lo sguardo di Carlo seguirmi voglioso...
Mi siedo sul bidet mi lavo e torno in camera... Sono tutti e due seduti sul letto che si masturbano... Finalmente posso vedere il cazzo di Carlo... Niente male... Rispetto a Mario è più sottile ma più lungo... Mmmm resto un attimo li a guardarli e poi vado verso il letto voglioso di sentirli dentro di me...
Spero che questo racconto vi sia piaciuto. È il primo che scrivo... Se piace vi racconterò il seguito.
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7 months ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Sempre a cosce aperte!
Mi chiamo Giulia, ho 46 anni, sono di media statura, bionda naturale, occhi chiari, un seno opulento di una buona quarta misura, un bel culo alto e tondo, posto al culmine di due cosce lunghe e ben tornite. Sono seduta al bar e sto aspettando quel cornuto di mio marito, che deve venirmi a prendere. Mentre sorseggio il mio caffè, la gonna si è un po' alzata e le mie splendide cosce, fasciate da calze autoreggenti, sono in magnifica mostra. Un bel signore, più o meno della mia età, se ne gode la vista e mi sorride alquanto con fare sornione. È un bell'uomo e quel suo osservarmi mi provoca una certa umidità tra le mie gambe e, tutto sommato, penso che, se lui si proponesse, potrei anche accettare di far sesso con lui. Dentro di me penso che, tutto sommato, nella vita sono stata alquanto fortunata. Ho vissuto in un quartiere di una grande città e, fin da ragazza, dai 16 anni in poi, il sesso mi è sempre piaciuto al punto che, a soli 18 anni, ero già la puttana del quartiere. Penso, tra me e me, come sarebbe stata diversa la mia vita se non avessi incontrato mio marito e mi avesse dato dei figli. Lui è un uomo molto comprensivo, poco dotato sessualmente, ma di immense vedute. A lui piace sapermi libidinosa con tutti e vive le corna come un piacere, non come una umiliazione. Per lui è una grande gioia aver una moglie bella e di facili costumi. Giusto ieri sono andata a trovarlo in fabbrica, è un industriale che produce materiali ricavati dal riciclaggio della plastica e, appena entrata, l'ho trovato insieme a due clienti che, quando mi hanno vista entrare, son rimasti a bocca aperta. Indossavo una gonna abbastanza corta, attillata, di colore scuro, che modellava il mio provocante culo. Sopra avevo una camicetta di seta, aperta fino all’incavo del seno, sostenuto da un reggiseno che sollevava al meglio le tette. Sotto la minigonna, solo un sottilissimo, quanto microscopico perizoma e, ai piedi, tacchi altissimi. Sapevo che erano nuovi clienti e, in ballo c'era un'enorme commessa, che mio marito voleva in qualche modo aggiudicarsi, avendone già parlato nei giorni precedenti, così mi son presentata lì per dargli il mio contributo. Appena entrata lui ha fatto le presentazioni.
«Miei cari signori, questa splendida signora è mia moglie Giulia! Amore, lui è Antonio e l’altro suo fratello Giuseppe. Amici è a vostra disposizione!»
Ho visto lo sguardo che si sono scambiati i due e, poiché ero in piedi davanti a loro, ho guardato mio marito che mi ha fatto un cenno con il capo, mentre si è avvicinato alla porta e l'ha chiusa a chiave. Mi son avvicinata ad essi, li ho guardati in faccia ed ho allungato la mano, impugnando il cazzo di Giuseppe. Questi, dopo un attimo di incertezza, mi ha messo subito una mano tra le gambe, mi ha spostato il sottilissimo perizoma e, in un attimo, mi son ritrovata due sue dita in fica, che me la trastullavano alla grande; allora mi son data da fare anch’io. Mi ha masturbato per un po' e poi mi ha fatto inginocchiare, mentre mio marito mi guardava in silenzio.
«Inginocchiati troia, che adesso ti faccio vedere con che cazzo hai a che fare!»
Subito mi son trovata davanti un gran bel cazzone! Grosso, con la punta ricurva, che mi ha riportato alla mente quello che, a circa diciassette anni, mi aveva rotto il culo. Un cazzo che ti rompe il culo, provocandoti una perdita di sangue che è dapprima doloroso, ma poi ti inondata di immenso piacere, tra sperma e sangue che usciva dal mio buchino, diventato una voragine che non potei più dimenticare! Questo porco aveva anche una vaga somiglianza con quello del mio ricordo, quindi ho aperto la bocca e subito dopo lo tenevo tutto infilato in gola!
«Brava, puttana, succhialo bene che te lo pianto in culo!»
Mi ha afferrato la testa e mi ha scopato con forza la gola. Ho avuto subito un orgasmo! Adoro esser dominata ed usata con brutalità! Dopo essersi divertito a scoparmi la gola, mi ha fatto sollevato e girare, in modo da farmi appoggiare alla scrivania. Ha sollevato la gonna e me lo ha piantato con forza in culo.
«Troia, te lo sfondo! Ti spacco questo culetto meraviglioso!»
Io ho voltato lo sguardo e gli ho sorriso, mentre il suo cazzone è entrato senza alcuna difficoltà nel culo.
«Dici? Parli così perché non sai quanti cazzi sono entrati lì dentro, prima del tuo!»
Lui mi ha guardato con una certa curiosità.
«No, non lo so, ma dimmelo lo stesso, troia!»
«Almeno una cinquantina, e tutti grossi e duri!»
Ha sorriso.
«Si sente che sei aperta almeno quanto il traforo del Monte Bianco. Allora vuol dire che il mio sarà il cinquantunesimo e ti aprirà ancor di più!»
Ho girato lo sguardo ed ho visto mio marito sorridere contento. Intanto anche Antonio ha tirato fuori il suo ed ho visto un VERO SUPER CAZZO!
«Ma… accidenti, quello sì che è un cazzo!»
Me lo ha parato davanti alla faccia e stentavo a credere che fosse reale. Una bestia enorme! Lungo circa venticinque centimetri e dello spessore del mio polso.
«Apri al bocca, troia, che ti svergino prima la gola e poi la fica e, se resti viva, anche il culo!»
Ho avuto un orgasmo immediato. Ho visto lo stupore negli occhi di mio marito. Ho spalancato la bocca e lui mi ha davvero devastato la gola. Lo sentivo enorme! Più lo spingeva dentro in profondità e più mi bagnavo.
Ad un tratto, quello nel culo è venuto.
«Sborro, cagna! Te lo farcisco per bene, così lui potrà incularti meglio!»
Avevo avuto un orgasmo, ma avevo la bocca così piena da non poter urlare. Subito si è sfilato e, dalla voragine del mio culo, è fuoriuscita un'abbondante quantità di crema, che mi è colata tra le cosce. Un attimo dopo mi hanno fatto mettere di lato sulla scrivania e il mostro di Antonio mi è penetrato tutto in corpo. Lo ha spinto dentro con un affondo deciso e potente, senza farne restare un solo millimetro fuori. Lui stesso ne è rimasto sorpreso.
«Accidenti, com’è sfondata questa vacca! Guarda, Giuseppe, lo ha preso tutto dentro!»
Ho sentito la mia fica piena di quel cazzo fino all’inverosimile; poi ha preso a pomparmi forte e quel movimento mi toglieva il respiro. Intanto Giuseppe mi si è messo davanti ed ha infilato il suo cazzo ancora duro nella mia bocca. Mio marito ci guardava allibito, incredulo di come lo stavo accogliendo tutto dentro. Adesso ero piegata in due a farmi chiavare da quel mostro che mi sventrava la fica, mentre avevo in gola l’altro che sembrava non aver ancora sborrato.
Ero sconvolta dal piacere al punto che ho preso a spompinare di brutto; ormai non ero più presente a me stessa. Senza alcun preavviso, Giuseppe mi ha riversato in bocca un vero mare di sborra, sebbene quel cazzo fosse già venuto poco prima; era talmente tanta che non son riuscita ad ingoiarla tutta.
«Manda giù, troia! Senti come ti inondo la gola? Voglio riempirti lo stomaco!»
Ho cercato di ingoiare, ma un po' di sbroda mi ha sporcato camicetta e reggiseno. Nel frattempo Antonio, preso dal piacere, mi ha riempito la fica anche lui di tantissima crema.
«Tieni, vacca! Senti come si riempie una troia come te?»
Ho sentito un'ondata di calore invadermi la vagina e lui, mentre schizzava, lo ha estratto e, tenendomi ferma, me lo ha puntato al culo e spinto dentro, mentre proseguiva a schizzare. Ho sentito lo sfintere dilatarsi e ho urlato di dolore.
«Aaahiii! Cazzo, fa piano che mi rompi!»
Mi ha mollato una sculacciata che sembrava un pugno da quanto era dura.
«Zitta, vacca! Ti sei vantata di averne presi tanti e di più grossi; ora puoi dire di aver il culo rotto! Adesso ti faccio godere di culo!»
È vero! Poco dopo, mentre me lo stantuffava, ho avuto un orgasmo devastante! È stato così forte che le gambe mi hanno ceduto e lui mi ha sorretto, appoggiandomi alla scrivania. Poco dopo, ho ricevuto un clistere di sborra nel culo. Quando se ne è uscito, son crollata in ginocchio stremata. Ridendosela, si sono ricomposti, mentre mio marito mi ha accompagnato al bagno dove, seduta sul water, ho evacuato di tutto da quella voragine che era diventato il mio culetto. Naturalmente l’affare è andato in porto e oggi ho fatto shopping a spese di mio marito che sto ancora aspettando. Un po’ annoiata, mi giro e vedo il mio simpatico signore che indugia con lo sguardo sul mio corpo. Mi alzo, gli faccio un cenno con il capo e me ne vado alla toilette, seguita da lui. Appena dentro, mi inginocchio, gli tiro fuori un bel cazzetto, non troppo grosso, ma di buone dimensioni e glielo succhio di gusto. Lui mi vorrebbe scopare, ma io ho ancora i buchi in fiamme e così invento che ho le mestruazioni; allora si accontenta, si fa per dire, di un bocchino. Lo succhio e mi diverto un po'; poi mi sborra in bocca una buona dose di crema, che fatico un po’ ad ingoiare. Subito dopo, esco, vedo mio marito e salgo in auto con lui, che mi chiede dove fossi finita.
«Ho appena fatto un bocchino a quel signore che ora sta uscendo dal bar! Me lo son gustato fino a farmi sborrare in bocca.»
Lui mi guarda con un’aria di finto rimprovero.
«Ma è possibile che non posso lasciarti un momento da sola? Mi stai facendo cornuto in continuazione: sei diventata insaziabile!»
Gli sorrido.
«Tesoro, non preoccuparti che poi lo succhio anche a te! Non puoi ancora scoparmi, perché ho i buchi spanati da quei due di ieri, ma direi che è convenuto, no? In fondo il contratto ci farà guadagnare tanti soldi, quindi, che differenza fa se faccio una scopata in più o in meno? Tanto, sempre a cosce aperte sto?!»
Lui ha sorriso ed ha dovuto riconoscere che era tutto vero.
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7 months ago
baxi18, 55
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Zelia e il professore
1. Introduzione.
Questo racconto vede come protagonisti indiscussi una allieva e il suo professore, che si ritroveranno coinvolti in un turbinio di emozioni impreviste.
La ragazza, di nome Zelia, ha 29 anni e degli splendidi occhi azzurri, coperti da occhiali e che si armonizzano con dei capelli castani lunghi e mossi.
È alta poco meno di 1 metro e 60 – abbastanza minuta quindi –, con due spalle strette, e un'armoniosa terza misura di seno impreziosita da due capezzoli chiari e non molto sporgenti.
Fianchi leggermente larghi e un culo "importante", una vulva perfettamente depilata, ha già provato gioie e dolori del sesso, poiché è stabilmente fidanzata, ma non per via anale...
Caratterialmente è abbastanza estroversa e sicura di se, e non veste mai in modo appariscente. Anzi, indossa quasi sempre abiti "casual", quasi sportivi direi...
Zelia è poi una studentessa universitaria, dottoranda quasi al termine del suo percorso di studi del dipartimento di filosofia, e in tale ruolo è anche l'assistente del prof. Eligio, figura maschile rassicurante e suo "patrono"...
Costui, 58 anni molto ben portati e una preparazione non comune, era un punto di riferimento per tutti i suoi studenti, e anche la giovane lo ammirava incondizionatamente.
Alto 1 metro e 75 per 80 kg, biondo con occhi verdi e di corporatura massiccia, era un uomo o meglio un maschio a tutto tondo, ma questo Zelia lo scoprirà quando ormai per lei sarà troppo tardi...
Infine, c'è Giulio, il fidanzato storico di Zelia. Un ragazzo di 32 anni, alto più o meno 1 metro e 70 per 70 kg, fisico asciutto, capelli neri e occhi castani. Lavora come impiegato in una multinazionale, ed è molto affezionato a Zelia, che crede di conoscere come le sue tasche... Fintanto che gli eventi che sto per raccontare non lo metteranno di fronte ad una realtà ben diversa...
2. Il futuro di Zelia.
Come accennato nel capitolo precedente, il dottorato della giovane era ormai agli sgoccioli, e Zelia si ricordò, per un imperscrutabile associazione di idee, di quel giorno in cui – inaspettatamente – il suo professore, che non aveva mai nascosto di stimarla per la sua intraprendenza e per le sue capacità, le aveva proposto la possibilità di entrare nel mondo del lavoro in un'azienda di prestigio, di cui un suo collega era Presidente e che cercava giovani preparati e pronti a mettersi in gioco...
La ragazza era consapevole che quella proposta era un'occasione imperdibile, anche se era altrettanto consapevole – sempre sicura di sé – di essere in grado di "camminare con le sue gambe".
Ma adesso qualcosa stava intaccando le sue sicurezze: il tempo stringeva, senza che gli si presentassero occasioni a cui poter dire di sì senza esitazioni...
Perciò, ecco che quel ricordo le diede la spinta per tentare. Si disse:
- "In fondo, ho tutte le carte in regola, e poi tentare non nuoce... Al massimo, conoscendolo, ritirerà l'offerta con la sua tipica eleganza... Più di questo non può succedere...".
E così, senza farsi altri scrupoli, decise di prendere l'iniziativa... Avrebbe rischiato il tutto per tutto!
3. La metamorfosi.
Quando Zelia varcò la soglia dell'ufficio del prof. Eligio, benché fosse consapevole di non domandare nulla di impossibile, aveva la tachicardia alle stelle, e quell'ambiente così austero non fece che accrescere quello stato d'ansia.
Il prof era assiso dietro alla sua scrivania, alla maniera in cui la ragazza lo aveva visto infinite volte, ma adesso le sembrava che tutto fosse cambiato. Le sembrò ancora più massiccio del solito, e lei era vestita con il suo jeans blù scuro e la felpa rossa con cappuccio.
Per un attimo, presa da un pizzico di follia, pensò di voltare le spalle e scappare, ma sapeva che un'occasione così forse non le si sarebbe mai più presentata... E allora, fatto un profondo respiro, come di consueto salutò il suo docente:
- "Buongiorno, professore, potrei rubarle qualche minuto?".
Eligio stava scrivendo. Si arrestò all'istante, alzò la testa dai suoi scritti e le sorrise... Tra i due, infatti, si era instaurato quasi un rapporto da padre a figlia...
Le disse, sottovoce:
- "Certo, Zelia. Siediti".
Proprio dall'altra parte della scrivania, c'era una seggiola per gli ospiti. Era in legno, e a prima vista doveva essere pure scomoda.
La ragazza, comunque, agitata com'era, non ci fece caso, tutta concentrata a trovare il modo di organizzare i suoi pensieri, ma fu il professore a precederla, dicendole:
- "Beh, allora ci siamo con il dottorato... Hai già qualche idea per il futuro?".
Zelia sentì di nuovo il cuore salirle in gola, perché intuiva che tutto dipendeva da come avrebbe intavolato il discorso e dalla conseguente risposta del professor Eligio, e attaccò:
- "Veramente, professore, lei una volta mi disse... di quella possibilità... si, insomma, di andare a lavorare in quella azienda... di quel suo collega...".
Il prof, che stava fissando la ragazza mentre parlava, si scosse e vedendola in imbarazzo la interruppe dicendo:
- "Si, certo che mi ricordo! Come no!? Sono contento che hai preso in considerazione la mia proposta, vedrai che ti troverai bene...".
Poi tornò a guardarla e si rabbuiò in viso:
- "Una preparata come te, non avrà certo difficoltà... Ma... Ci sarebbero dei requisiti che non so se...".
Zelia si sentì avvampare da uno strano calore... Era tutto così bello che non poteva essere vero! Si disse, tra sé e sé:
- "Ecco, lo sapevo... Io non sono raccomandata, e quindi...".
Comunque, il suo carattere estroverso e battagliero fece sì che la dottoranda decidesse di fare ugualmente un estremo tentativo. E domandò al prof. Eligio:
- "Beh, mi dica quali sono questi requisiti che dovrei rispettare. Vedo che lei dubita che io possa averli, ma chissà, se mi impegno al massimo... Mi lasci provare...".
Il professore, allora, vedendola così determinata, cercò di tranquillizzarla. Le disse, con fare conciliante:
- "Non ti preoccupare... Principalmente è un requisito d'immagine. Per il resto, la spunterai di tutti...".
E prese a spiegarle, nei dettagli, cosa intendesse, e precisamente la necessità che lei mutasse radicalmente il suo look, assumendo un abbigliamento decisamente più elegante e capace di catalizzare l'attenzione su di sé, proprio come quella azienda richiedeva...
E continuò:
- "La dentro, soprattutto con le ragazze giovani, dovrai dimostrare di saper reggere una competizione senza esclusione di colpi. Una competizione basata anche sulla sensualità. Tu mi capisci, vero?".
Poi tacque, mentre Zelia si contorceva nervosamente le dita delle mani, e infine la sollecitò a tornare da lui il giorno successivo con il nuovo abbigliamento:
- "Allora, ci siamo capiti? Ti aspetto domani, e vediamo di renderti più appetibile...".
Così, il giorno seguente, erano passate da poco le 13 quando Zelia si annunciò bussando alla porta del suo professore... Fremeva dal timore di non essere ancora all'altezza, ma era decisa a mettercela tutta...
Il suo nuovo abbigliamento le sembrò esattamente ciò che il prof. Eligio le aveva suggerito, e consisteva in una camicetta di seta bianca, una gonna sotto il ginocchio blu scuro, e una giacca dello stesso tono, e per finire calzava ai piedi un bel paio di scarpe con un tacco moderato...
Le sembrò anche una mutazione "estrema" rispetto al suo solito jeans e felpa, e per questo la giovane si sentiva un po' "un pesce fuor d'acqua".
Subito, entrò nello studio e fu invitata a sedersi allo stesso posto del giorno precedente, di fronte all'uomo che considerava – senza il minimo dubbio – il suo punto di riferimento.
La sedia che le era stata indicata si trovava quasi accostata al tavolo, e così Zelia la allontanò in modo che il professore potesse avere una visuale completa della sua figura.
Si sedette, come se quel pezzo d'arredamento avesse dei chiodi sopra, tanto era agitata, ed aspettò che il docente le dicesse qualcosa...
Ma costui pareva esitare. La scrutò senza profferire parola dalla testa ai piedi, muovendo la matita che aveva in mano sulla sua fronte corrugata.
Questo nuovo "esame" durò per un tempo che a Zelia parve infinito, ma in realtà lui stava soppesando attentamente ogni particolare...
Infine, si alzò in piedi e le si avvicinò, sempre tacendo, pensieroso, cominciò a girarle intorno finché non si fermò alle sue spalle. A Zelia si fermò il respiro, e fece un salto di sorpresa quando il professor Eligio le disse:
- "Vedo che hai fatto del tuo meglio, ma sinceramente ancora non basta. Devi mettercela tutta, perché altrimenti poi potresti rimpiangere ciò che poteva essere e non è stato. Devi capire che certi treni passano una volta sola, e questa è la tua occasione!".
La ragazza sentì la delusione montare, ma non voleva arrendersi. Perciò, rispose, a testa bassa e senza il coraggio di difendere la sua scelta:
- "Professore, non capisco... Comunque, sono pronta ad ascoltare i suoi suggerimenti, lei ha senz'altro più esperienza di me...".
Restarono entrambi immobili per qualche secondo, poi l'uomo tornò al tavolo, aprì un cassetto con una chiave che estrasse dalla tasca, e prese una busta dentro la quale c'era un abito femminile...
Glielo porse, e sorridendo soddisfatto le disse:
- "Questo è ciò che intendevo... Doveva essere il mio regalo di dottorato per te, ma vista la necessità te lo do adesso... Provalo, così vediamo come ti sta', e poi decideremo se è giusto per l'occasione".
Zelia si sentì persa. Aveva assecondato il suo prof sul cambio di look, ma questa volta...
Era rimasta scioccata dalla richiesta di quell'uomo più grande di lei, e lui se ne accorse, e si affrettò a rassicurarla:
- "Io adesso vado dal direttore d'Istituto... Tu puoi chiederti dentro e usare il mio studio come camerino... Sono certo che è perfetto per te...".
4. Cambio d’abito.
Detto ciò, il professore uscì dal suo studio chiudendosi la porta alle spalle...
Zelia, rimase per un momento seduta dov'era. Poi si scosse da quella sorta di torpore, si alzò, e si disse che doveva fare tutto in fretta, di modo che quando lui sarebbe tornato l'avrebbe trovata con il "regalo" indossato.
Prese la busta con dentro l'abito e lo tirò fuori, e... Sorpresa! Era un vestito di velluto, che l'avrebbe fasciata esaltando le sue curve, cortissimo, e soprattutto che sul di dietro le avrebbe lasciato la schiena scoperta per buona parte...
Zelia rimase sconcertata. Non avrebbe mai immaginato che il suo prof la "vedeva" dentro a un vestito del genere!
Lo guardò di nuovo, e pensò a quanto si sarebbe vergognata a mostrarsi così in una situazione lavorativa. Lo girò e rigirò tra le sue mani come volesse saggiarne la consistenza, tergiversando sul da farsi, perché lo reputava davvero "sconveniente".
Comunque, si rese conto che era un capo davvero pregiato, e infine capitolò.
Stava per fare ciò che non aveva mai fatto in vita sua, ma il desiderio di competere ad armi pari per avere quel posto era troppo forte...
Lentamente, si sfilò la giacca che posò quasi con "religiosa" attenzione – quell'abito, le era costato un occhio della testa per le sue finanze – sulla spalliera della sedia, e si tolse le scarpe restando scalza, con le piccole palme dei piedi a contatto con il freddo pavimento.
Quella sensazione le provocò un forte senso di disagio, ma ormai il dado era tratto.
Con calma mista ad ansia, dovuta alla fretta, si sbottonò la camicetta, aprendo bottone dopo bottone, fin quando – sfilandola in vita da dentro la gonna – anch'essa non fu libera per essere tirata via e riposta sopra la giacca...
Zelia guardò di fronte a sé, come in un immaginario specchio, e "senti" un brivido. Aveva soltanto il reggiseno, e percepì che i suoi capezzoli si stavano inesorabilmente indurendo fino a farle male...
E improvvisamente, senza neanche accorgersene, si ritrovò a parlare a se stessa, bisbigliando:
- "Zelia, devi essere impazzita... Stai facendo la puttana! Lui ti ha chiesto di vestirti così, e tu non hai avuto nulla da ridire??".
Stette lì immobile, con il cuore in gola, ma poi riprese a spogliarsi... Sbottonò il bottone della sottana, abbassò la cerniera, e infine – chinandosi in avanti – si tolse anche quel capo.
Risollevandosi, tornò a riflettere:
- "Pensa tu se proprio adesso torna il professore... Devo fare presto!".
E in effetti ora la ragazza era in reggiseno e mutandine bianche di pizzo, l'unico vezzo che si era concesso quella mattima... Non che fossero granché "scandalose", anzi, poiché erano delle culotte molto ampie, ma insomma si trovava pur sempre in solo intimo nello studio del suo docente...
Per chi l'avesse vista, però, aveva un non so che di eccitante, di "femmina", e forse aveva ragione lei a vestire così "casual", tanto che non era ciò che indossava a renderla appetibile.
Senza pensarci su troppo, indossò il vestito che le era stato regalato e notò che l'audace scollatura sul davanti lasciava scoperto buona parte del reggiseno.
Provò a sollevare un po' il tessuto dell'abito, riducendo la scollatura, ma il reggiseno restava ugualmente visibile, e soprattutto si ricordò che anche la parte posteriore aveva un'ampia scollatura.
Quel "movimento", non fece altro che approfondirla sul fondoschiena, mettendo in luce anche buona parte delle mutandine.
Pur non potendo vedersi, lo sentiva bene, e pensò che – giunta al punto in cui era – fosse il caso di togliere almeno il reggiseno, poiché era di troppo, ma proprio mentre stava per abbassare la cerniera che aveva sulle spalle, con la coda dell'occhio vide una figura.
Si voltò di scatto, e riconobbe il suo docente. Nella preoccupazione indossare quell'abito nella maniera corretta, non si era avveduta che l'uomo era rientrato nella stanza e che, appoggiato a uno scaffale, si stava godendo lo "spettacolo"...
La giovane si sentì in imbarazzo immaginando che lui avesse visto ogni paesaggio di quell'involontaria esibizione, e così il professor Eligio le sorrise bonariamente, accompagnando l'espressione del viso con una sorta di applauso. Poi, lentamente, le confermò quello che era stato il suo timore:
- "Che ti dicevo? Ti sta benissimo... Solo quell'intimo là sotto... Sarebbe un errore imperdonabile, una caduta di stile...".
Si avvicinò a Zelia ed iniziò a far scendere la chiusura, e lei ne capì la ragione... Istintivamente, portò le mani sul petto per evitare che quella mossa la facesse rimanere in intimo dinanzi ad un estraneo, ma subito se ne pentì riconoscendo che quell'uomo aveva un grande potere sulla sua carriera futura.
Si voltò verso di lui così come si trovava. Era una situazione un po' comica, ma il docente cercò di mostrarsi comprensivo, e le domandò con fare quasi paterno:
- "Sei fidanzata, Zelia?".
La dottoranda, che non si aspettava una domanda del genere, e che forse ne travisò il senso, rispose timidamente in modo evasivo:
- "Sì... Ma se devo trasferirmi per lavoro, lo faccio...".
Lui sorrise di nuovo, e la incalzò:
- "E come si chiama?".
- "Giulio", rispose Zelia sempre più turbata.
Allora il professore affondò il colpo:
- "E... È geloso?".
La ragazza, a questo punto, cominciò a preoccuparsi che il professor Eligio si informasse su questioni così "intime", ma non volendo contraddirlo gli rispose:
- "Non ne ha motivo...".
L'uomo parve soddisfatto delle risposte, ed andò a sedersi alla sua scrivania pensieroso, poggiando le sue mani a sostenersi il mento.
Dopo qualche istante in cui i due rimasero a guardarsi, il docente fece il punto della situazione, e concluse:
- "Bene bene... Allora, ci vediamo domani. Verso le 19. Scusami, ma prima non posso. E mi raccomando, con questo abito, così vediamo di rimediare all'inconveniente di poco fa...".
5. Prova vestito.
Zelia quel giorno se ne tornò a casa senza trovare il coraggio di parlare dell'accaduto con Giulio. D'altronde, in fondo non era accaduto nulla di problematico, e tutto rientrava in un ambito preparatorio del suo avvenire.
Era certa di riuscire a tenere tutto sotto controllo, anche se quelle domande sulla sua vita privata la misero in apprensione, poiché le interpretò come un'eventuale possibilità di doversi allontanare dalla sua città.
Il giorno dopo, la giovane lo trascorse per buona parte a perfezionare la sua tesi, e quando fu l'ora concordata si presentò – dopo essersi cambiata d'abito – nello studio del suo professore.
Entrata, però, non trovò la sedia sulla quale si era accomodata il giorno precedente... Restò in piedi, al centro della stanza, incerta sul da farsi, finché il docente non sollevò lo sguardo verso di lei, si alzò dal suo posto, e le andò incontro. E vedendola con indosso il "suo" vestito, si complimentò:
- "Vedo con piacere che ti ci stai abituando... Dove eravamo rimasti, ieri? Ah sì, alla faccenda della biancheria intima...".
L'uno di fronte all'altra, l'uomo tacque brevemente, e poi - così a bruciapelo - le chiese:
- "Per piacere, leva un momento quel vestito...".
E mentre Zelia mostrò un evidente cedimento sulle gambe a causa di quell'improvvisa quanto inattesa richiesta, il prof. Eligio si avvicinò alla porta e diede una doppia mandata dicendo:
- "Ecco, così non ci disturberà nessuno... D'altra parte, a quest'ora ci siamo solo io e te...".
Quindi, il docente tornò a sedersi al suo posto, ripetendo – leggermente infastidito dalla ritrosia di lei – l'invito:
- " Su, leva il vestito!".
Solo allora Zelia cominciò a sospettare che dietro a quella richiesta ci potesse essere qualcosa di poco chiaro... Ad ogni modo obbedì, volendo accertarsi se si trattava di una sua suggestione o c'era dell'altro, e depose la veste sullo scaffale a cui il giorno prima il professore si era appoggiato per assistere allo "spettacolo".
Come se nulla fosse, e come se una giovane donna in solo intimo, nel suo studio, fosse la normalità, il prof. Eligio riattaccò:
- "Hai un gran fisico, sai? Per questo devi essere più audace e pretendere di più da te stessa...".
Zelia cominciò a sudare freddo, e il suo battito accelerava di minuto in minuto, e nella sua mente presero a frullare mille pensieri... Però, non trovò le parole per reagire, nemmeno per mostrare tutta la sua riconoscenza, visto che il suo futuro dipendeva da quell'uomo.
Quello che era certo, comunque, era che cominciò a pensare al suo ragazzo, Giulio, e si ritrovò a mettere a confronto i due maschi...
Questo ingenuo "esercizio" durò per pochi istanti, e quando Zelia fu risvegliata di soprassalto dalla voce del docente – che rimbombò per tutto lo studio ma soprattutto nel suo cervello – la dottoranda udì, nette come una fucilata, le parole:
- "Credo che sia arrivato il momento di far sì che il vestito sia adeguatamente valorizzato, e che lui valorizzi te... Non basta la tua indiscussa intelligenza!".
E poi, perentorio:
- "Zelia, hai capito, vero? Togli il reggiseno...".
Il battito cardiaco le salì fino a rintronare nelle tempie, era accaldata dalla confusione, la salivazione azzerata. Ora si aspettava qualcosa, ma non avvenne nulla.
Era in uno stato di trance emotiva, e meccanicamente portò entrambe le mani dietro la schiena, slacciò il reggiseno e lo lasciò cadere a terra...
Il professore mostrò che si stava eccitando, e d'altronde il torace della ragazza era proprio ciò che ci voleva per fare andare su di giri un uomo. Si complimentò per tanta disarmante e genuina bellezza e le disse:
- "Che ti dicevo? Il tuo fidanzato è davvero fortunato, due belle tette da maneggiare a suo piacimento, e da usare per ottenere ogni cosa... Anche un buon posto di lavoro...".
Intanto i capezzoli si erano induriti – forse a causa della feedda serata e dell'assenza di riscaldamento nello studio –, e nonostante le non eccelse dimensioni svettavano nella direzione di colui che ne stava tessendo le lodi...
Il quale si era lasciato andare, e paonazzo in viso sollecitò ulteriormente la giovane:
- "Adesso, togliti le culotte... A parte che sono adatte a tua nonna, non ti sei accorta che si vedevano dalla scollatura del fondoschiena? Su, fai la brava...".
Zelia questa volta si sentì terribilmente imbarazzata, e non riuscì a trovare il coraggio per farlo. Anzi, con sua stessa sorpresa, si ritrovò a rispondere, fissando dritto negli occhi il suo interlocutore:
- "Professore, sta scherzando? Non lo farò mai!".
Ma lui non si scompose, e con un sorriso la zittì , alzando un poco il tono di voce:
- “Lo vuoi o no quel lavoro? Mi sembra chiaro che così non puoi presentarti. Dobbiamo vedere come ti sta questo maledetto vestito! Su, togliti le mutandine, e sbrigati...".
Zelia, allora, si tolse le culotte bianche fino a tenerle in mano, e restando come impietrita completamente nuda.
Non sapeva cosa pensare, cosa aspettarsi adesso da un uomo che – in quei pochi minuti da quando era entrata nel suo studio – aveva cominciato a vedere sotto una luce completamente diversa.
Si sarebbe permesso di toccarla anche se lei gli aveva detto chiaramente di essere fidanzata? Se così fosse accaduto, nessuno sarebbe potuto correre in suo soccorso.
E proprio mentre, visibilmente angosciata, stava pensando a queste cose, il professore si alzò e le andò incontro, fermandosi a meno di un metro da lei... La squadrò ben bene dalla testa ai piedi, e infine le disse:
- "Ti sei mai spogliata completamente nuda davanti ad un uomo? Nuda! Completamente nuda?”.
La ragazza trasalì un’altra volta, e poi – tutta rossa in viso e abbassando la testa dalla vergogna – rispose con un leggero filo di voce quasi impercettibile:
- “Sì, professore, ma non davanti ad estranei”.
- “E io sarei un estraneo?”, la incalzò il docente, provando un certo senso di soddisfazione a metterla in imbarazzo.
E lei:
- “Prof, che c’entra tutto questo con il lavoro? Così mi mette in imbarazzo… Comunque no, lei per me è come un padre…”.
Zelia nuda era decisamente quella che si dice una gran bella femmina, e il caso volle che il professore fosse uno di quei maschi patiti dei fianchi femminili. Vi posò sopra le sue ruvide mani, accarezzando le ossa iliache leggermente sporgenti, e poi fece un altro passo indietro per osservarla meglio, soprattutto per ammirare la sua intimità più profonda.
La dottoranda, seguì lo sguardo del professore e vide che era finito esattamente tra le sue gambe, e di riflesso si coprì il pube con le mani. Ma l’uomo, con l’indice della mano destra le fece segno, severo, di toglierle, e pensierosi rimase lì a riflettere…
In effetti, il basso ventre di Zelia, in quel periodo, era tutto lì: monte di venere perfettamente liscio e depilato, così come in prossimità delle grandi labbra che lasciavano vedere tutta la fessura, dal cappuccio del clitoride al perineo…
Ma a un certo punto, quando lei si stava quasi rassegnando ad un assalto a cui non avrebbe potuto (o voluto?) opporsi, il professore si voltò di scatto e andò ad appoggiarsi alla parete accanto alla porta. Da lì, con una sonora risata, le intimò:
- “Dai, basta così, indossa il vestito e vediamo come ti sta… Ovviamente, senza nulla addosso! Vedrai che figura!”.
Zelia non vedeva l’ora di potersi coprire nuovamente, e svelta indossò il capo che le aveva regalato il prof. Eligio…
Inutile dire che le stava una favola, soprattutto sul di dietro dove la profondità della scollatura giungeva a mostrare chiaramente il suo bellissimo culo, e in particolare la spaccatura tra le due natiche.
L’uomo era soddisfatto. Per quella sera, poteva bastare, e così le disse:
- “Zelia, si è fatto tardi, ti staranno aspettando, specie il tuo fidanzato… Puoi andare, ci rivediamo domani alla stessa ora, il tempo stringe e tu devi essere perfetta…”.
Così, la giovane si stava per slacciare la cerniera e raccogliere da terra il reggiseno e le culotte per rindossarle quando al professore venne in mente un ultimo “gioco”. Le gridò:
- “No! Vai a casa così. Ti devi abituare a sentire il velluto sulla pelle nuda e gli occhi di tutti nelle parti essenziali…”.
E dopo aver detto quelle parole la lasciò andare…
6. SMS galeotti.
Zelia, quella sera, non volle vedere nessuno, neanche il fidanzato. Si sentiva "sporca", anche se il prof. Eligio non le aveva messo addosso neanche un dito.
Non immaginava che per quel posto si sarebbe dovuta spingere fino a tanto, ed ora si chiedeva cosa ancora l'aspettasse. Soprattutto, se la sera successiva avrebbe parlato soltanto della tesi...
E fu la sua fortuna che rimase chiusa in casa, nella sua stanza, perché a un certo punto – quando stava per addormentarsi – giunse sul suo cellulare lo squillo tipico di un SMS.
Il suo uomo non poteva essere, poiché le aveva detto che era stanca e sarebbe andata a dormire presto, e allora?
Con malavoglia afferrò l'apparecchio, ed ebbe un vero tuffo al cuore quando lesse il nome del mittente. Era il suo professore, che chissà come era riuscito ad avere il suo numero...
Aprì il messaggio, e la sorpresa si trasformò in disagio, perché c'era scritto:
- "Ciao, che fai?".
Il prof. Eligio non si era mai permesso fino a quel momento di contattarla per ragioni che esulavano lo studio, e dopo quella serata la ragazza "sentiva" che dietro a quella domanda ci sarebbe stato qualcosa di più. Così rispose vagamente, lasciando la mossa successiva nelle mani di lui. E scrisse:
- "Sono molto stanca, e me ne sto in casa".
Ma il docente non diede peso a quelle parole di cortesia ma che intendevano chiudere lì la conversazione, e attaccò:
- "Io, invece, ti stavo pensando, lo sai? Il tuo giovane corpo mi ha stregato. Domani sera, dobbiamo scopare! Ho una gran voglia della tua micetta, chissà che buon sapore... Oggi non so come ho fatto a trattenermi... E non dirmi che non ne hai voglia pure tu... Buonanotte, maialina... Vedrai che insieme faremo grandi cose! Ah, dimenticavo: sotto il vestito, per l’occasione ti concedo di indossare solo delle autoreggenti bianche…".
Zelia restò a bocca aperta... Ciò che temeva e che nello studio del professore non era accaduto poche ore prima, si stava concretizzando nelle intenzioni di quell'uomo...
- "Che porco!, non ha certo peli sulla lingua!", esclamò tra se e se la giovane mettendosi la mano davanti alla bocca...
Poi, rifletté un attimo, prima di rispondergli:
- "Oggi non c'è stato niente, proprio niente, e niente ci sarà neanche domani sera. Credevo avesse capito che io sono fidanzata!".
Attese qualche minuto, e infatti ecco la contromossa del docente:
- "Eh Zelia, sei fidanzata... Ma io mica ti voglio sposare... Solo SCOPARE. Sarebbe un bel gesto da parte tua ricambiare il mio interessamento per il tuo futuro... Potrei metterci una buona parola e magicamente ti si aprirà quella porta che tu sai...".
La dottoranda ebbe un gesto di stizza, e le scesero sulle guance un paio di lacrime... Supina con gli occhi a fissare il soffitto, si sentì perduta e sola... Come poteva confidare una cosa del genere a Giulio? E come poteva respingere al mittente quella richiesta, quasi una pretesa inappellabile, del suo professore? Anche se era una mente brillante, la raccomandazione restava la via più sicura che avrebbe fatto la differenza.
Stanca e provata, si addormentò, e nessun altro squillo giunse a scuotere il suo sonno...
Al risveglio la mattina seguente, però, il pensiero tornò immediatamente a lui. Era ancora a letto, e riprese in mano il telefonino, rilesse i messaggi.
Sottovoce, pensò:
- "E' tutto così assurdo... Ditemi che sto sognando!".
E gettò via l'apparecchio...
Cercò di non pensarci più fino al tardo pomeriggio, rinviando di minuto in minuto ogni decisione, quando questa volta fu il citofono a suonare... Era il suo fidanzato che era passato per un saluto e per accertarsi su come stava, dopo la notizia della sera precedente...
Ma Zelia si comportò in maniera evasiva, adducendo come scusa che era in ritardo:
- "Scusa Giulio, ma sono in ritardo... Ho un appuntamento in Università per il dottorato e non posso fare aspettare il professore...".
Ma lui, per sdrammatizzare lo stato d'animo della sua donna la buttò lì:
- "Devo essere geloso? Vabbeh, fai pure, io ti aspetto qui...".
Così Zelia si avviò verso la stanza da bagno per farsi una doccia rinfrancante.
Poca roba, circa un quarto d'ora, durante il quale Giulio si mise a giocherellare con il cellulare della ragazza rimasto incustodito sul letto.
Non avevano mai avuto segreti i due innamorati, ma questa volta accadde qualcosa di assolutamente inverosimile per lui.
Prima, si dilettò dei soliti giochi installati su quegli apparecchi, ma quando ne ebbe a noia, per sbaglio aprì l'applicazione dei messaggi e restò di sasso...
Fu infatti incuriosito dal fatto che Zelia intrattenesse corrispondenza con il suo professore, che conosceva solo di nome, e pensò di trovare messaggi "tecnici"... Lui non ne capiva niente di quelle cose, ma tanto doveva passare il tempo.
E così fu che lesse, parola dopo parola, della richiesta a cui Zelia avrebbe dovuto acconsentire proprio quella sera...
Era pietrificato e, poiché nel loro rapporto la parola gelosia non era contemplata, decise di chiedere spiegazioni alla giovane.
Così, quando Zelia tornò nella sua stanza in accappatoio, le mostrò il suo cellulare con uno sguardo interrogativo:
- "C'è qualcosa che devo sapere?", attaccò.
La ragazza, che come detto era molto sveglia, capì al volo a cosa Giulio alludesse, e dopo essersi denudata completamente lasciando scivolare a terra l’unico indumento che la copriva, reagì raccontandogli ciò che era accaduto la sera prima, e infine fu chiara circa le sue intenzioni:
- “Amore mio, lo sai quanto è importante quel lavoro… Senza, non potremo sistemarci. E poi, non hai sempre detto che ti piacerebbe fare un’esperienza da cuck, discretamente, senza metterci la faccia? Il prof. Eligio è un uomo discreto, vedrai che andrà tutto bene…”.
Giulio non credeva alle sue orecchie… La sua donna, così riservata… Come aveva potuto mostrarsi “come mamma l’aveva fatta” a un estraneo e per di più anche in là con gli anni? Riflettè un poco, ma intanto Zelia non perse tempo e gli spiegò la strategia che aveva in mente:
- “Ascolta… Sia te che il prof volete tutti e due la stessa cosa… Godermi! E io posso accontentare entrambi. Facciamo così: quando io sarò con lui avvierò una videochiamata, così avrai tutto quello che ti serve… Che ne pensi?”.
Il ragazzo, allora, annuì con il capo, e sul viso gli si dipinse un vago sorrisino. Poi la fissò e le disse:
- “Sei un angelo e un diavolo allo stesso tempo… Per questo mi piaci… Chissà com’è messo quel porco… Va bene, accetto! Però, non mi devi nascondere nulla, e per favore niente culo!”.
L’accordo tra i due innamorati fu concluso così, con grande soddisfazione da parte di entrambi e – di riflesso – anche del “terzo incomodo”…
7. “Preliminari”.
Zelia si presentò dal professore sul far della sera, indossando come da accordi quell'abito così provocante che lui le aveva regalato.
La parte sotto era abbastanza corta, percui le autoreggenti bianche - una improvvisata variazione sul tema - risaltavano magnificamente sulla sua carnagione chiara.
Non bussò neanche, e quando lui la vide entrare restò per qualche secondo in silenzio al suo tavolo, fissandola. Poi si scosse, le fece cenno di avvicinarsi, e le disse con la gola secca dall'emozione:
- "Complimenti, sei davvero sexy! Allora, devo pensare che la tua risposta alla mia richiesta di stanotte sia un sì?".
I loro sguardi si incrociarono, ma la ragazza non disse nulla. Si intuiva, però, che ogni cosa era cambiata in 24 ore, lui sembrava attratto dai suoi occhi e lei non sembrava più così "recalcitrante".
E infatti Zelia posò il suo cellulare su una libreria a giorno che era lì nei pressi e andò a sedersi sulla scrivania, proprio dalla parte del suo docente che nel frattempo si era scostato, lasciando le gambe penzolare a ciondoloni, leggermente aperte...
Prima di entrare nella stanza, però, aveva inviato a Giulio questo messaggio:
- "Preparati, mio piccolo cuck... Lo spettacolo sta per avere inizio...".
Il poveretto, non la "riconosceva" più, ma aveva eseguito alla lettera gli ordini, e come prima immagine vide lei che – dondolando le gambe – sfiorava con rapidi tocchi la gamba del professore...
Era evidente che la giovane voleva "vendicarsi" dell'insolenza di lui, e quindi decise di non lasciare il "gioco" nelle sue mani. Per questo, si chinò in avanti, e grazie al generoso décolleté del vestito mise in sfacciata evidenza i seni. Niente di volgare, ma quanto bastava ad "accendere" la serata...
E la trappola scattò immediatamente: come da lei previsto, il prof. Eligio non tardò a gettare lo sguardo dentro la scollatura, e lei di rimando, maliziosa:
- “Beh, ancora non sa cosa c'è qui dentro? Se vuole, posso aiutarla...”.
Senza aspettare la sua risposta, Zelia iniziò con grande sensualità a far scendere la cerniera lampo che aveva sulle spalle, e poi si abbassò l'abito fino ai fianchi...
Credeva di aver distratto il porco con la vista del suo corpo, ma proprio nel momento in cui il suo sguardo era puntato sui capezzoli di Zelia, il professore si accorse di qualcosa di strano nel cellulare di lei... Si alzò con un bel bozzo tra le gambe, e si precipitò alla libreria... Prese in mano quel telefonino e si accorse dell'inganno...
Si voltò subito verso di lei e le urlò in faccia:
- "Troia, che cosa credevi di fare? Di fregarmi? Mi vuoi rovinare? Chi c'è a guardare? Altro che il lavoro, io ti distruggo professionalmente!".
Alla ragazza non rimase che confessare ciò che aveva architettato con il compagno e la vera ragione di tutto:
- "Professore stia tranquillo... Non voglio fare niente di tutto ciò. Ora le spiego... Lei deve sapere che era da tempo che il mio ragazzo voleva fare un'esperienza Cuckold, ma aveva paura di farlo dal vivo, insomma non voleva metterci la faccia... E così abbiamo pensato che questa fosse l'occasione giusta... Lui guarda mentre lo facciamo, e io gli mando dei messaggi con cui si eccita... Capisce? Niente di strano... Lei è sempre stato il mio professore preferito, come potrei farle qualcosa di male?".
Nel frattempo Giulio, seduto davanti al computer a casa sua, aveva seguito attonito ogni dettaglio della performance della sua donna, e tutta la spiegazione.
Con il cazzo in tiro stretto al livello dell'asta, temeva che il "gioco" fosse finito lì, ma si sbagliava...
Infatti, il prof. Eligio, dopo aver riflettuto brevemente sulle parole di Zelia, sembrò tranquillizzarsi, e ancora ansimante di collera beffardo le propose:
- "Non credevo che avrei preso due piccioni con una fava... E che piccioncini! Bene, facciamo così: voglio avere anch'io un dialogo con lui mentre mi diverto con te".
La linea con Giulio era ancora aperta, e quindi l'uomo si rivolse a lui:
- "Guarda, mezza checca, come si tratta una donna... Mi vuoi vedere scopare la tua puttanella? Va bene, ti accontento, ti farò cornuto! Ahahah...".
Senza dire nulla, le afferrò il viso e prese a limonarla in bocca...
Presa alla sprovvista, la giovane sulle prime fu un po' rigida, ma quando la lingua del professore cominciò ad esplorarle voluttuosamente la cavità orale e le sue labbra succhiavano la lingua di lei, Zelia si lasciò andare.
Giulio, intanto, nella sua stanza, si affrettò a denudarsi completamente. Scappellò il suo uccello di modeste dimensioni, e – piazzandosi nuovamente dinanzi allo schermo – iniziò lentamente a masturbarsi.
Con voce roca, gli uscì:
- "Amore mio, che maiala che sei! Come faccio a non essere eccitato?".
A quelle parole, il docente si interruppe nel suo "lavoro", guardò la giovane e disse:
- "Beh, quel frocio ha proprio ragione. Sei così calda che...".
Ma non fece in tempo a finire la frase che lei, guardando verso il basso e posando una mano sulla patta dei pantaloni di lui, con fare malizioso constatò:
- "Sembra proprio che a LUI piaccia il completino che mi hai regalato...”.
Zelia continuò a tastare quel cazzo, che piano piano divenne sempre più duro sotto la stoffa e soprattutto sotto le sue mani.
Era uno spettacolo troppo arrapante per Giulio, il quale non riuscì più a trattenersi e fece la sua prima sborrata che andò a finire sulla tastiera, accompagnandola con un grugnito liberatorio:
- "Aaaaaaahh...".
Il prof. Eligio e la sua giovane sgualdrina si guardarono, e poi scoppiarono a ridere, dopodiché il docente replicò a quell'indegna esibizione:
- "Caro mio, questa puledrina ha bisogno di ben altro! Non hai proprio resistenza... Poveretta! Ma adesso a te ci penso io... Per un buon posto di lavoro si fa questo e altro, no?!".
E scrollandosi di dosso ogni timore per la loro differenza d'età, posò le sue grosse mani sui seni di lei. Strinse delicatamente le mammelle, e poi iniziò a scendere verso il basso lungo quel torace così perfetto.
Zelia era magra ma ben proporzionata, con le curve nei punti giusti, e anche la libidine del professore stava aumentando esponenzialmente, favorita dagli incessanti massaggi delle mani di Zelia.
L'uomo risalì quindi verso le tette della ragazza raggiungendo famelico i suoi capezzoli, ormai turgidi al massimo, e li afferrò saldamente tra i suoi pollice ed indice.
Li stringeva con decisione e sempre più forte, provocando in lei mugolii di inequivocabile piacere:
- "Mmhhh, siii... Cosiii... Ancoraaaaa...".
Per far sì che la troietta non si abituasse troppo a quel "trattamento" che pareva piacerle, il docente – maestro anche in quel gioco – prese a succhiarli con le labbra inumidite di saliva, e a stuzzicarli con rapidi e volitivi colpi di lingua...
Guardò Zelia, che nel frattempo cominciava a contrarre i muscoli, socchiudendo gli occhi per "assaporare" ogni istante di piacere, e a sussurrare:
- "Più forte... Stringi più forte!".
Intanto, dall'altra parte della città, in casa sua, Giulio era incredulo. Non avrebbe mai immaginato che la sua donna, tanto vergognosa con lui, si stava lasciando andare... Ed esclamò:
- "Porca miseria, Zelia! Capisco il lavoro ma... Non stai esagerando? E quel porco... Però finalmente sto realizzando il mio sogno: vederti nelle mani di un altro maschio!".
E lì ci scappò la seconda sborrata, questa volta in perfetto asse con l'asta del cazzo, di modo che lo sperma – ricadendo – andò a colare sulle palle...
8. Tanto... ma non tutto.
Il prof. Eligio era furioso, perché si sentiva preso in giro da quella ragazzina che era riuscita a portarlo sulla soglia del piacere per poi lasciarlo a bocca asciutta...
Lui, si aspettava ben altra in cambio della promessa che avrebbe voluto mantenere, e così si alzò dalla sua poltrona e le andò incontro con il sangue agli occhi, tanto che lei ebbe paura.
Ma subito dopo di ricordò che era "in diretta" con il suo fidanzato, e quindi non le sarebbe potuto accadere nulla...
E infatti lui le corse incontro afferrandola per i fianchi, si tranquillizzò immediatamente, mentre la ragazza – più conciliante – gli spiegò che non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla sua verga:
- "Non me lo perderei per nessuno motivo", gli disse.
E anche Giulio si sentì rifiatare: quella "fuga" di Zelia, sulle prime l'aveva letta come un ripensamento... Oltre ad aver concesso la sua donna a un altro uomo, adesso non sarebbe stato neanche un "cornuto completo"? Si sentiva tradito da entrambi, senza aver ottenuto quello che voleva...
Ma per fortuna non andò così.
Il docente si guardò intorno e poi spinse la giovane contro un armadio, la voltò, e lì prese a baciarla con mille baci, lungo tutta la schiena che era sempre stato il suo pezzo forte e che tutti i ragazzi e le ragazze ammiravano.
Però, non volle levarle le autoreggenti. Così com'era, da dietro, non facevano altro che esaltare grandemente le forme delle sue chiappe, libere e sode.
Adesso era lui a inginocchiarsi, per poterle mordere, senza procurarle dolore o lasciare i segni su quelle meraviglie, allargandole e stringendole. E mentre si dilettava in questo esercizio così erotico, vide che il "buchetto di dietro" era veramente stretto... Lo leccò in punta di lingua, riservandosi una esplorazione più approfondita per un secondo momento.
Ma Zelia era davvero eccitata, bagnata davanti all'inverosimile come ebbe modo di constatare manualmente, ed era incontenibile, smaniava dalla voglia di essere "presa", mentre il prof sembrava indugiare altrove.
Così, le sgusciò via come un'anguilla, e andò a sdraiarsi supina sul tavolo, dove gli aprì le cosce tenendosi le grandi labbra ben distanti. Con la testa abbandonata all'indietro, ad occhi chiusi, era un segnale inequivocabile. Voleva infatti sentire la lingua di lui tutta dentro la fica.
Ben presto, però, percepì due dita entrare rapide nella sua intimità più profonda che ribolliva di desiderio. E la voce di lui che sussurrava nel suo orecchio:
- "Non mi piace la femmina che mi si offre in maniera così sfacciata... Io ti prendo quando e come voglio! Anche senza il tuo consenso... A proposito, voglio parlare un momento con il tuo cornutello...".
E così dicendo estrasse la mano dalle viscere di Zelia. Senza ripulirsi afferrò il suo cellulare, e compose il messaggio:
- "EHI, CHECCA, HO INTENZIONE DI RIMANDARTELA CON IL CULO ROTTO. PER TE VA VENE, VERO? TANTO SE NON LA FACCIO STRILLARE IO, TU CERTO NON SEI CAPACE".
Inviò e restò in attesa... Giulio, appena quelle parole si materializzarono sul suo schermo, non volle crederci. La ragazza non aveva mai voluto neanche provarci, figurarsi con quel missile di carne che il professore aveva armato tra le gambe!
Restò a pensarci sù. Si chiese:
- "Possibile che Zelia sia d'accordo?".
Ad ogni modo, non ci fu bisogno del suo consenso, perché il prof. Eligio si era già allontanato riprendendo il suo posto tra le cosce della dottoranda, dove cominciò a penetrarla lentamente.
Zelia non era abituata a un calibro del genere, percui inizialmente emise un grido, prontamente tacitato dall'uomo che le tappò la bocca per non far sentire nulla ad eventuali colleghi rimasti ancora in loco.
Pian piano, con santa pazienza e con maestria, il docente riuscì ad entrare del tutto nel ventre della ragazza.
Eccitati entrambi, i loro corpi sembravano un tutt'uno, sudati e accaldati. Godevano, mentre le mani di lui "torturavano" ancora una volta i suoi capezzoli...
Lei era davvero al limite, e sentiva ormai prossimo l'orgasmo, che puntuale la colse facendo rimbombare i suoi gemiti per tutto lo studio.
Anche il prof era vicino al suo piacere, ma pretese di togliersi un ultimo sfizio, pensando soprattutto alla reazione silenziosa del fidanzato...
Perciò, le venne dentro. Fino all’ultima goccia. Senza preoccuparsi di nulla. Era troppo bello...
Solo dopo, quando tutto fu finito, il docente – colto da uno scrupolo – si volle informare:
- "Mica starai ovulando, vero?".
Zelia si stava riprendendo proprio allora da quell'intensa scopata. Per qualche istante, calò il silenzio...
Poi la ragazza guardò il suo professore. Aveva lo sgomento dipinto negli occhi. Non aveva immaginato che lui si sarebbe spinto fino a quel punto e dunque...
Rispose, ancora ansimante:
- "Si. E non prendo la pillola...".
Allora il prof. Eligio, in quattro e quattr’otto prese la sua decisione:
- "Beh, se dovesse succedere qualcosa, ci penserò io... Mica possiamo fare credere che sei stata ingravidata da quel mezzo uomo?".
Da parte sua, Giulio si era sborrato addosso anche l'anima... Al sentire quelle parole, però, ebbe un supplemento di libidine che lo lasciò a bocca aperta.
Infatti, quando tutto quel "gioco" era cominciato, lui e Zelia non avevano preventivato un epilogo del genere...
Rivide nella sua mente quegli ultimi istanti, come nella moviola di un film d'epoca, e tornando a segarsi con sempre maggiore foga, disse tra se e se:
- "Wow... Sono un vero cuck! E se il figlio di Zaira fosse anche un bastardo...".
Intanto, il professore si era ripreso anche lui. Guardò la giovane, e come preso da un raptus erotico la ribaltò a pancia sotto.
Le allargò le natiche, e si accinse a lavorarle lo sfintere. Lo massaggiò con movimenti circolari del pollice, e la giovane si sentì colta da un senso di piacere estremo...
Ma quando l'uomo accostò pericolosamente il suo membro – nuovamente in tiro – all'ano, Zelia si rivoltò come punta da uno scorpione. Fu irremovibile, e gli proibì di valicare quell'ultima barriera:
- "Non ci pensare nemmeno! Nel culo mai!".
9. L'ultima barriera.
Dopo quella scopata, Zelia era andata a casa di Giulio.
Lo aveva trovato alla scrivania, nudo dalla testa ai piedi, che stava chattando con il prof. Eligio.
Al settimo cielo, il ragazzo le fece leggere tutti i messaggi. Cominciava così:
PROF: "Ti sei eccitato a vedere la tua ragazza posseduta da un estraneo?".
GIULIO: "E' stato il coronamento di un sogno... Era tanto che fantasticavamo su questa possibilità... D'altronde io, fisicamente non posso darle quello che merita".
PROF: "Già, ho visto che non hai un'attrezzatura propriamente da bull... Ahahah... Comunque, Zelia se l'è cavata alla grande. Solo nel finale mi ha deluso. Avrei voluto incularla... Ma provvederò domani a farle capire come si sta al mondo...".
Si guardarono a lungo, e poi la giovane lo interrogò:
- "Forse abbiamo esagerato, e la situazione mi è sfuggita di mano... Però c'è un limite, e il culo non glielo do a quel maiale...".
Ma Giulio, con il suo pisello gocciolante di"eccitazione " in mano, la incoraggiò:
- "D'altronde, se è per lavoro...".
Allora Zelia esclamò senza più trattenersi:
- "E certo, tanto il culo è mio... Sei impazzito? Il gioco è bello quando dura poco... E doveva essere appunto un gioco. Il lavoro... Credo di avere abbastanza capacità per trovare soluzioni migliori!".
E se ne andò a casa sua sbattendo la porta, incazzata...
Il giorno dopo, al risveglio trovò un SMS del giovane:
"SCUSAMI AMORE ERO FUORI DI TESTA. LASCIA STARE QUEL DEPRAVATO, FAI LA TUA TESI E POI SI VEDRÀ".
Zelia restò a riflettere sul consiglio di Giulio, e contemporaneamente sull'opportunità del lavoro in azienda che stava sfumando...
Era furibonda, ma alla fine decise di ascoltare il suo ragazzo.
Decise di andare ugualmente nello studio del professore, ma non indossò quel vestito da puttana. E mise sù il suo solito abbigliamento, una felpa gialla e un jeans, con sotto la sua biancheria intima abituale...
Il prof. Eligio, da parte sua, era molto sicuro di sé, come aveva già dimostrato anche a Giulio anche nell'ultima chat, e quando se la ritrovò davanti con quell'abbigliamento ci mancò poco che gli prendesse un colpo.
La fissò, e poi balbettando le disse:
- "Spero sia uno scherzo... Perché sei venuta con questi stracci addosso? Ricordati che sei una femmina, e come tale voglio che ti comporti... Torna a casa, e ripresentati domani con il vestito che ti ho regalato!".
Ma questa volta Zelia non chinò il capo, e ribatté senza alcun timore reverenziale:
- "Professore, mi spiace contraddirla, però ho cambiato idea... Non voglio più il suo aiuto per quel lavoro... Ce la posso fare da sola, e soprattutto senza dovermi prostituire a lei!".
Era incredibile come in meno di 24 ore quella ragazza fosse cambiata... E il docente non intendeva darsi per vinto. Perciò, dopo una breve pausa, le obiettò:
- "Però, mi pare che ti è piaciuto quello che abbiamo fatto proprio su questo tavolo... Anzi, per essere precisi, sei stata proprio tu ad agevolarmi... Sei una troia! Qual'e' il problema, il prezzo? Beh, io posso alzare la posta... Da come ti comporti stasera, potrei anche segnalarti come segretaria particolare del Presidente! Pensaci... Tra 10 minuti o sarai qui davanti a me, o sarai fuori da quella porta!".
E così dicendo riabbassò il capo sulla montagna di carte che stava esaminando...
Zelia aveva perso un'altra volta. Era entrata nell'ufficio sicura di riuscire a tenere testa a quell'uomo, ma adesso la sua controproposta l'aveva spiazzata ancora.
Buttare al vento una posizione così vantaggiosa le sembrò criminale, oltretutto ormai il suo ragazzo era ben avviato sulla strada dei "cuck", e la giovane capitolò.
Affrontò risoluta il prof. Eligio, decisa ad uscire da lì dentro con un qualcosa che lo avrebbe messo con le spalle al muro. Gli disse:
- "E va bene... Accetto. Ma chi mi assicura che lei e il suo amico manterrete questa proposta? Voglio qualcosa che vi impegni...".
Sbalordito dall'intraprendenza della dottoranda, il docente si vide "costretto" ad accettare. Il prezzo da pagare era alto, ma lui era sicuro che ne avrebbe potuto trarre un gran vantaggio... Stilò un documento su carta intestata dell'università, e glielo porse.
Zelia fece un gran sospiro, e non ebbe tempo di dire altro che il professore precisò:
- "Ora mi pare tutto a posto... Tocca a te, adesso, dimostrare che stai ai patti...".
La giovane dava sempre il meglio di sé quando veniva sfidata, e anche stavolta non fu da meno.
Guardando fisso negli occhi l'uomo, si avvicinò a passo lento alla scrivania, e quando fu a contatto con il legno cominciò ad abbassare la cerniera della felpa. Posò entrambe le sue mani sui fianchi, e risalì verso l'alto, fino a sfilarsi l'indumento dalla testa...
Fu in quell'attimo che – da una smorfia appena accennata del viso del suo "dirimpettaio" – capì tutto il disappunto provocato nel docente, il quale però non perse tempo (se c'è ne fosse stato bisogno) a rimarcare:
- "Zelia, lo sai che mi piaci? Ora te lo dico, mi sei sempre piaciuta!".
La ragazza finse un moto di imbarazzo, quando in realtà era proprio quello che voleva: farlo "ballare" tra il desiderio di avere sotto gli occhi tutto e subito, e la delusione di dover aspettare ancora.
Sfacciata (ormai la timidezza l'aveva messa da parte), slacciò la cintura dei pantaloni che era proprio all'altezza del piano del tavolo, sbottonò il bottone di metallo, e in ultimo libero' la zip...
Era una vera femmina, Zelia, e infatti mantenendo la posizione aprì i due lati dei calzoni.
Tornò a guardare con un sorriso beffardo il prof. Eligio, e per finire si calò i pantaloni fino alle caviglie.
Se li sfilò, ed infine indietreggiò di un metro circa da dove si trovava.
Che sorpresa fu per l'uomo quando la vide così acconciata! Era vero che lui non aveva mai potuto soffrire di vederla in biancheria intima, anche perché il suo tipo di biancheria richiamava quella della nonna, ma ora era cambiato tutto! Zelia aveva indossato sopra un reggiseno in pizzo a balconcino molto, forse troppo audace, e che lasciava scoperta più della metà superiore delle sue tette.
Sotto, invece, mostrava un minuscolo perizoma a filo che sul di dietro lasciava le chiappe scoperte e si insinuava fino a scomparire nel bel mezzo. Insomma, un indumento "scandaloso", che fino a quel momento non avrebbe indossato mai e poi mai, neanche se glielo avesse regalato Giulio.
Era bellissima con quel completino viola, che si perfezionava con un paio di autoreggenti dello stesso colore e uno stivaletto in rete alla caviglia...
Il prof. Eligio era senza fiato. Stavolta, non poteva proprio rimproverarla di nulla, poiché quell'intimo era davvero spettacolare. Si portò una mano sulla patta dei pantaloni, sotto la scrivania, per dissimulare tutta la sua eccitazione, ma la ragazza se ne accorse lo stesso e scoppiò in una risata argentina.
Poi, tornò seria, e lo apostrofò:
- "Sei un gran porco!".
Con leggerezza da ballerina si voltò, svelando la sua rotondità, e mettendo le mani a metà schiena liberò i gancetti del reggiseno che cadde a terra lasciando la schiena nuda.
Con fare da attrice consumata, attese ancora qualche istante e quindi fu nuovamente faccia a faccia con il docente, che però non era più interessato a fissarle il volto bensì i suoi giovanili, splendidi seni...
Per la verità, anche Zelia si stava scaldando, a dire dei capezzoli che erano già di una consistenza strabiliante, e per finire si abbassò pure le mutandine fino ai piedi rimanendo con il culo per aria.
Essendo completamente depilata, si vedeva chiaramente che aveva le labbra gonfie e scintillanti di umori, e il clitoride fuori dalla sua protezione abituale.
Era nuda, e lo stivaletto e le autoreggenti esaltavano ulteriormente quello stato di totale messa a disposizione...
Il professore la guardava compiaciuto di quella inaspettata mutazione, poi si alzò lentamente dalla sedia e Zelia potè vedere tutta la sua nudità dalla cintola in giù.
Rimase sbalordita. Il cazzo, a differenza del giorno prima, era già di dimensioni gigantesche, e si poteva dire un palo lungo ed "extra large", con buona parte della cappella già fuori dal prepuzio. Era bellissimo, e la vena che correva lungo tutta l'asta pulsava ritmicamente.
Zelia rimase ferma per un po' a fissarlo, con il fiato sospeso, tra lo spavento e l'immaginazione di ciò che di lì a poco – grazie a quel membro assai diverso da quello del suo ragazzo – avrebbe potuto provare. Voleva toccarlo subito, palpeggiarlo, e infine scappellarli completamente, per godere a pieno di quel glande maestoso che annunciava grandi cose.
Per non parlare delle palle, che - enormi e perfettamente depilate - erano gonfie e piene, e sembravano due palle da tennis...
Improvvisamente, la ragazza – sciolta da ogni freno inibitorio – si precipitò alla scrivania. Con una gran manata rovesciò tutto per terra e vi si sdraiò sopra, allargando le cosce oscenamente e urlando:
- "Dai, non era questo che volevi? Lo voglio sentire tutto dentro, ora che è bello duro... Siii, spaccami!".
Alla vista di quella troia così infoiata, il docente non si trattenne oltre, ed andò ad inzuppare il suo "biscotto" fino a che non sentì la barriera dell'utero.
Si fermò un istante, e con gli occhi negli occhi di lei le sibilò:
- "Dammi il tempo di lubrificare come si deve, e poi cominciamo le danze".
E così dicendo prese a pomparla nella sacca vaginale con precisione...
Quando fu sull'orlo di eiaculare, si tirò fuori, e con un gran colpo delle sue braccia la rovesciò sul tavolo facendola finire "a pecorina". La sistemò attentamente, con il petto aderente alla scrivania e le ginocchia ripiegate su se stesse, tanto che lei pensò che volesse scoparla in quel modo, che era anche la sua posizione preferita.
Era perfetto. Zelia era vergine di culo, ma aveva uno sfintere che di per sé risultava molto elastico, lasciando alla vista un'apertura notevole.
Il professore volle giocare sull'effetto sorpresa, e quindi non le disse più nulla. Ma quando le appoggiò le mani sui fianchi e la cappella allo sfintere, solo allora Zelia capì ogni sua intenzione in una frazione di secondo... E come morsa da una tarantola, inviperita si tirò avanti. Voltò il tronco verso l'uomo, e le ricordò quello che era successo il giorno prima:
- "Ti ho già detto che il culo no!".
Ma lui non si fece "distrarre" nel suo proposito e replicò, altrettanto deciso:
- "Ehi, ragazzina, o tutto o niente! Ti sei scordata del nostro accordo? Anzi, chiama subito il cornutello che voglio che assista a questa tua prima volta! E fai presto, che non voglio perdere l'erezione...".
Zelia non seppe che pesci pigliare... Quel "cosone" che tanto aveva desiderato fino a qualche istante prima, adesso – con la prospettiva che finisse nel suo intestino, dove mai prima d'ora nessuno era entrato – le incuteva una paura folle.
Allungò una mano, e prontamente prese il cellulare. Entrò in videochat e disse:
- "Giulio, c'è un problema... Mi vuole fare il culo. Che ne pensi?".
E il cuck, dopo un silenzio di meditazione, le rispose:
- "Non gli avevi detto di no? Ti farà male... Dietro non è come davanti... Però...".
- "Però cosa?", gridò la giovane sentendosi quasi "tradita" dal suo fidanzato con cui ogni "gioco" aveva regole prestabilite.
Così Giulio specificò meglio il suo pensiero:
- "Però, se serve per il lavoro che ti hanno promesso... E poi, amore, sarebbe bellissimo per ve vederti spaccare il culo... Io non lo posso fare per ovvie ragioni, ma lui sarebbe proprio adatto. È discreto, riservato...".
Il ragazzo non fece in tempo a finire il suo ragionamento che intervenne il diretto interessato, e parlando alla coppia disse:
- "Vedi Giulio, tu sei una persona intelligente e pragmatica... Zelia, cosa c'è ancora da aspettare? Hai avuto il suo consenso... E aggiungo un'altro benefit: se mi dai il culo, ti faccio anche mia prima assistente all'università!".
Seguì un altro silenzio da parte di tutti, poi la dottoranda – docile come un agnellino – si rimise nella posizione in cui il prof. Eligio l'aveva sistemata...
Giulio non credeva ai suoi occhi. Avrebbe assistito al completo sverginamento di lei. Ormai il suo padrone ne avrebbe potuto disporre a suo piacimento, e lui avrebbe dovuto obbedire come ogni bravo cornuto.
Ora non c'erano più ostacoli, e il docente riprese le "operazioni" da dove aveva lasciato…
10. Soddisfazione anale.
Prese Zelia per i fianchi, e la aiutò a salire sul tavolo. La fece mettere a pecora, e poi la fece arretrare finché il suo culo non andò a fermarsi sui talloni...
Pur essendo completamente nudo dalla cintola in giù ma avendo la consapevolezza che a quell'ora l'Istituto era deserto, in quello stato aprì la porta ed andò in un altra stanza, e quando tornò la ragazza vide che aveva in mano un piattino con un pezzetto di burro che si stava sciogliendo.
Zelia, non ebbe difficoltà a capire che si trattava di un improvvisato lubrificante, e infatti il professore prese il burro e – dopo esserselo cosparso sulla punta del pollice – iniziò a fare un lento movimento rotatorio sullo sfintere.
Lubrificato per bene, concluse l'opera infilando ciò che restava dentro il canale anale, come fosse una supposta.
Zelia provò una sensazione mista di malessere e piacere allo stesso tempo, mentre l'uomo le appoggiò il pene sul buco che si apriva e chiudeva ritmicamente e cominciò una lenta penetrazione, finché il grosso uccello non scivolò dentro completamente fino alla base.
Quel toro penetrava con costanza a una velocità moderata, provocando ad ogni spinta un cedimento dell'intestino, ma senza causare dolore alla giovane.
Poi aumentò il ritmo, mentre Zelia prese a respirare affannosamente a bocca aperta, aveva il culo allargato oscenamente dalle dimensioni di quel cazzo che si andava gonfiando sempre più, ma stava godendo come una matta.
A quel punto, il prof. Eligio iniziò a pompare con grande energia, facendo avanti e indietro, e la ragazza sentì di avere letteralmente il culo in fiamme.
La penetrazione si arrestò, ma lui stava faticando a venire, così iniziò nuovamente a martellare dentro quel culo oramai completamente devastato, e finalmente venne inondandole le budella di sborra.
Sembrava non finire mai, e a Zelia parve che il liquido seminale stesse rimontando su fino alla bocca...
In breve, tutto ebbe termine, i due "copulanti" sì sentivano svuotati di ogni forza ma pienamente soddisfatti, mentre Giulio – che aveva assistito da remoto alla monta selvaggia della sua donna –, da buon cornuto si continuava a masturbare.
Infine, riprese le forze, il professore voltò lo sguardo verso il cellulare della ragazza che stava ancora riprendendo e latrò, rivolto al ragazzo:
- "Hai visto? Avresti mai pensato che questa era così troia?".
11. Epilogo.
Il "trio perfetto" era ormai diventato un quartetto. Infatti, al professore e al cuck dichiarato si era aggiunto il Presidente dell'azienda dove Zelia era andata a lavorare.
I due "maschi alfa" se la spassavano con la ragazza, costretta a "servirli a chiamata", mentre Giulio era ridotto a una pura figura di contorno, a un accompagnatore di Zelia.
E così finisce la carriera studentesca di una giovane brillante e sicura di sé, ed inizia quella di una escort con tanto di Laurea e Dottorato...
FINE.
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1
7 months ago
pollicino1965,
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Metti una sera per caso...
Mi chiamo Sandro, ho quarantacinque anni e di professione sono un autista di bus turistici. Nella mia professione, di gente se ne incontra tanta e di avventure ne capitano facilmente. Si trova la signora annoiata che vuole divertirsi, la ragazza in cerca di esperienze, la guida a cui piace il conducente e così via. Ho incontrato anche dei gay, ma son sempre riuscito ad evitare di avere dei rapporti con loro, tranne alcune volte, in cui io scopavo la signora e il lui mi succhiava o leccava il cazzo, dopo aver goduto con la moglie. Una sera, sono andato a far due passi in una cittadina del nord, quando, in un bar, incontro una ragazza bellissima, era stupenda, perfetta, un po’ troppo e questo mi ha insospettito non poco. L’ho osservata attentamente, parlava e scherzava con due ragazzi e mi son reso conto che si trattava di un trans. Era perfetta, mi ha affascinato la disinvoltura con cui lei si muoveva in mezzo a loro, la padronanza dei movimenti, nonostante indossasse tacchi altissimi, era fantastica. Mi son reso conto che, nonostante tutte le mie esperienze, non conoscevo nulla di questo lato dell’eros, in questo genere di trasgressione, mi ero sempre chiamato fuori, dovevo colmare questa lacuna. Con l’ausilio del mio netbook prima, e del tablet poi, ho incominciato a cercare nei siti specifici un contatto, volevo saperne di più. Lentamente ho cominciato a scambiare messaggi con gente che amava travestirsi, trans e gay più o meno convinti. Dopo un certo dialogare ho cominciato a stringere amicizia con una trav del nord, del Veneto, in particolare. Con Jolanda, questo il suo nome, mi son subito trovato a mio agio. Bellissima, attenta nei dettagli e particolari, ha suscitato subito la mia curiosità. Le foto postate sul suo profilo mi hanno eccitato e, più di una volta, le ho dedicato delle seghe monumentali: mi faceva impazzire vederla scopare con altri maschi o mostrare le sue forme sconvolgenti. Tre giorni fa mi chiama il mio capo r mi dice che dovrò portare un gruppo di persone a vedere le ville palladiane, lungo il Brenta. Mi è sembrato un regalo del destino. Ho contattato la mia amica e ci siamo scambiati i numeri di cellulare.
«Appena hai un momento libero, vorrei vederti.»
Questa è stata la mia richiesta, che poi era anche il suo desiderio. Parto la domenica mattina, arriviamo a Mila: albergo e via per visitare le ville. La chiamo, ho il programma in mano e, la sera, sono libero, lei pure. Decidiamo di vederci alle venti e trenta, davanti al mio albergo. Rientro in camera dopo aver cenato, mi faccio una doccia, mi vesto e m’incammino alla volta dell’appuntamento. Sono emozionato come un sedicenne alla prima cotta. La vedo arrivare con la sua auto, scende, ci stringiamo la mano; io sono sorpreso dalla sua bellezza e dalla disinvoltura con cui mi parla. Salgo con lei in macchina.
«Hai qualche idea?» Mi chiede. Io sono così eccitato che non riesco nemmeno a ragionare; la guardo, il cazzo mi si gonfia nei pantaloni.
«Trova un posto tranquillo, che ti voglio!»
Mi sorride. S’incammina verso la periferia, la guardo e divento sempre più eccitato. Le sue mani, dita lunghe e unghie laccate di rosso, la mini che sale, scoprendo delle cosce stupende, fasciate da autoreggenti con pizzo, la sua bocca ampia e labbra che promettono fuoco! Arriviamo in un residence, lei prende una camera a ore: c'è solo un letto con bagno, ma non siamo venuti per ammirare il mobilio. Appena dentro, s’inginocchia e mi tira fuori il cazzo, se lo infila in bocca, senza dire una sola parola. Un lungo gemito esce dalla mia bocca. È sconvolgente come se lo infila fin dentro la gola. Lecca e succhia abilmente la cappella, lo ingoia tutto, sebbene io non abbia un grissino. Sono quasi venti cm. e di buona circonferenza. Ammetto che non ho mai avuto tanto piacere nel sentirmi succhiare così. Mi spoglia, mi denuda in un attimo, mi fa distendere sul letto e riprende a leccarmi; è tremenda, sono vicinissimo a sborrarle in gola, ma non voglio. Dopo un momentaneo disorientamento decido di riprendere le redini del gioco; mi rigiro, bagno due dita e prendo a massaggiarle il culetto. Lei sente la carezza e si rilassa:
«humuhmmmum … sì... Dai, preparami il culo, che lo voglio!»
Riprende a leccare. Sputa saliva sul cazzo per lubrificarlo per bene. Le infilo un dito dentro, poi due, tre, geme, la sento dilatarsi, si eccita, mi supplica.
«Dai, toro…sì…montami…sono la tua vacca, pronta!»
Non resisto, la voglio! In un attimo m’infila un preservativo che srotola con la bocca, questo mi eccita ancor di più. La rigiro, prendo le sue caviglie e le porto in alto, oltre le mie spalle, appoggio la cappella al suo buchetto, lei si apre, l’infilo in un sol colpo.
«aahhhhiiii … Piano! Me lo spacchi! Sì…spingi...sì…mi piace, dai…adorabile bestione, sfondami tutta!»
La prendo per le gambe e la sbatto di gusto. Le infilo quasi tutto il palo dentro, ma quando sono quasi in fondo, gli do un colpo secco e lei impazzisce.
«Sì…che toro! Sì, sfondami! Mi piace…più forte, dai…»
Geme, si masturba e gode, senza ritegno. La pompo di buona lena, sento la sborrata imminente; lei se ne rende conto ed avanza una richiesta.
«Aspetta… sborrami in faccia... in bocca!»
La pompo ancora un po', poi esco, strappo letteralmente il preservativo e mi presento davanti al suo viso. Mi sego, ma lei infila la cappella dentro la bocca e la stringe fra le labbra: è troppo! Le metto una mano sulla testa e la scopo in bocca. Mi bastano pochi colpi e schizzo nella sua gola tutta la mia sborra.
«Vacca…SBORRO! Sì ... bevi!»
I primi due schizzi le inondano la gola, poi se lo toglie e si lascia schizzare il resto sul viso. La sborra le copre un occhio, lei la prende con le dita e se la porta alla bocca, prende il cazzo e lo pulisce senza sprecare nemmeno una goccia del prezioso nettare: è fantastica! Restiamo un momento distesi l’uno accanto all’altro, il respiro è corto, lei si sposta in basso e riprende il mio cazzo in bocca: è ancora turgido. Lo succhia con estrema maestria, mi succhia le palle, lecca il mio culo, insinua la lingua dentro, mi provoca emozioni e piaceri mai provati. Ben presto, mi rendo conto che non mi sta solo facendo un pompino: quel suo fare è dedizione totale al cazzo. Lo adora! Lo succhia come se fosse la vita, lo venera. La sua esperienza va ben oltre il semplice atto sessuale, lo strofina sul viso, ne raccoglie le ultime gocce di sborra e se le porta alla bocca. Deve trovar fantastico sentirlo crescere e indurirsi di nuovo fra le sue labbra; probabilmente le dà una carica erotica sconvolgente. Molte donne l’hanno succhiato, ma non come lei. Mi eccito di nuovo, la rigiro, infilo un nuovo preservativo e la faccio salire su di me. S’impala ed inizia un sali/scendi, che presto la fa godere di nuovo.
«Cavolo! Ti sento tutto dentro! Godo! Godo! Sei tremendo…mi sfondi!»
Si masturba lentamente, sembra attendere il momento giusto per godere, la rigiro di lato, con la coscia alzata sopra la mia spalla, la sbatto con impeto e forza; gode ed aumenta il ritmo della masturbazione: è decisamente pronta a godere.
«Si…toro! Dai, che VENGO! SI' …VENGO!»
Incomincia a schizzare, mi rendo conto che pure io son di nuovo pronto a regalarle l’ennesima sborrata. Sfilo il cazzo, tolgo il preservativo, mi presento davanti alla sua bocca.
«Dai, vacca: ingoiami il cazzo!»
Le ordino in tono deciso e duro.
Afferro il capo con entrambe le mani, infilo il cazzo dentro la sua calda bocca e comincio a scoparla velocemente, spingo sempre più in fondo alla sua gola. Lei cerca di assecondare la mia furia, ma sono in preda a un raptus di pura follia erotica.
«Succhia, dai, ingoia anche le palle! Così! Bene!»
Lei apre al massimo la bocca e cerca di dare un seguito a quanto richiesto; non so come, ma ci riesce: la punta della sua lingua lambisce il mio scroto. Per render ancora più perversa la mia richiesta e la sua totale sottomissione, le chiudo il naso, non le consento di respirare mentre ha tutto il cazzo in gola. Resiste un po', poi m’intima di togliermi, ma io resisto ancora un momento in più. Lei ha dei conati di vomito, mi sorride, è estasiata.
«Cosi …mio toro, fai impazzire la tua vacca schiava!»
Senza aggiungere altro si rimette il cazzo in fondo alla gola, torno a chiuderle il naso, la sento succhiare e quando m’intima di uscire, esito ancora un momento in più, sono al limite, ho voglia di sborrare, le libero il naso, ma non la bocca, le spruzzo il primo schizzo direttamente in gola, poi la lascio di colpo, sferzandole il viso con il rimanente della sborrata.
«Che troia…ti copro di sborra!»
Lei è in estasi. Si prende ogni spruzzo sul viso, poi, con estrema libidine raccoglie fino all’ultima goccia. Pulisce perfettamente ogni minimo residuo e, sfinita, si distende vicino a me. Restiamo qualche minuto in silenzio, durante il quale lei mi ha sempre tenuto il cazzo in mano, quasi avesse paura che potesse sfuggirle. In silenzio, i nostri corpi si erano detti tutto quello che c’era da dire. Ci rivestiamo e lei mi riaccompagna all’albergo; non so se la sera dopo avrò tempo, ma ci diamo appuntamento per pranzare insieme il giorno dopo. Il mio gruppo è impegnato in una mini crociera con pranzo su un burchiello, quindi sono libero. L’indomani si presenta nei panni di un normalissimo uomo. Pranziamo insieme, parliamo di mogli (lui è sposato come me), di figli, crisi, calcio, politica, come due amici senza mai una parola o un riferimento alla sera precedente e questo mi ha fatto moltissimo piacere. La sera avevo da lavorare e non siamo stati insieme, ma son tornato a trovarla e lei è venuta a trovare me. Le ho organizzato un bellissimo bukkake, con sei maschi, ben pieni. È stato magnifico vederla appoggiare il capo su di una sedia, mentre era seduta in terra, per ricevere tutta la sborra sul viso. Si è masturbata ed ha goduto; in quel momento, per ringraziarmi, mi ha preso per mano, è entrata in bagno con me solo, ha appoggiato il capo alla vasca e mi ha chiesto:
«Pisciami sul viso: è una cosa che lascio fare solo a chi ha un posto privilegiato nel mio cuore.»
Le ho letteralmente innaffiato tutta la testa.
È stato cosi che la mia sessualità si è allargata ed è cambiata in una sera, per caso.
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7 months ago
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La lezione di sub
Mi chiamo Giulia, 32 anni, sono alta 1.65, occhi marroni, capelli castani, una bella bocca con labbra carnose, il seno è un po’ piccolo, quasi una terza scarsa, gambe lunghe e snelle al cui culmine figura un bel culetto tondo, alto e sodo. Convivo con Federico da parecchio tempo. La nostra è una relazione felice, ma io sono sempre in cerca di qualcosa che renda il nostro rapporto più bello e stimolante. Federico, sessualmente parlando, si può dire che ha una buona dotazione, nella media, ed è anche bravo a far sesso al punto da portarmi sempre all'orgasmo, anche se, nel suo modo di far sesso, è molto tradizionalista. A lui piace pochissimo o niente il sesso orale, non mi ha mai chiesto di far sesso anale ed è per questo motivo che, ogni tanto, avverto la necessità di concedermi qualche piccola trasgressione, per poter, in qualche modo, compensare questo suo modo, alquanto routinario, di vivere il sesso. Lavoro come impiegata in un'azienda e fra le varie regole che vigono nel mio lavoro c'è quella di dover completare le ferie inderogabilmente entro il 31 marzo. Così mi son ritrovata una settimana di ferie arretrate da dover smaltire comunque ed ho chiesto al mio compagno di prendere anche lui una settimana di ferie e di andarcene assieme da qualche parte con il nostro camper e trascorrere una settimana di assoluto relax. Ovviamente lui ha subito bocciato la mia proposta adducendo a motivo il fatto che non intendeva sprecare una settimana di ferie per star in giro in un periodo in cui la stagione è alquanto mutevole e le attività turistiche sono ancora in fase di preparazione per l'estate a venire. Molto dispiaciuta dal suo rifiuto, dopo una breve discussione, nella quale nessuno di noi due ha voluto recedere dalla propria decisione, ho preso il mio fedelissimo Westfalia e ho deciso di partire in direzione sud. Consultando le varie opzioni, ho visto che c'era una buona offerta di biglietti per il traghetto per l'Isola d'Elba, così ho deciso di girare quell'isola, proprio in virtù del fatto che eravamo fuori stagione e, quindi, avrei potuto servirmi di spiagge meno affollate e visitare i vari paesetti, por niente affollati. Giunta al porto di Piombino, dopo aver acquistato il biglietto ad un prezzo veramente stracciato, ho messo il mio veicolo in fila al posto d'imbarco.
Mentre i vari spazi si andavano riempiendo da tante auto, altri mezzi, soprattutto di imprese che si recavano sull'isola per lavoro, la mia attenzione è stata attratta da una persona che stava seduto proprio sopra la bitta, cioè quell'enorme sporgenza dove legano le navi, situata davanti al mio veicolo. Un uomo, dell'età apparente di una sessantina di anni, se ne stava tranquillamente seduto a leggere un giornale. È stato proprio questo dettaglio che ha attirato la mia curiosità, in quanto oggi la maggior parte della gente consulta il proprio cellulare, mentre invece lui leggeva tranquillamente un quotidiano, come se fosse seduto al tavolo di un bar. Incuriosita da questo dettaglio, mi son avvicinata e, fingendo di guardare l'orizzonte, ho dato una sbirciata alle notizie che stava leggendo. Stranamente era l'ultima pagina, dove c'erano le inserzioni che riguardavano gli affitti. Anche questo dettaglio mi ha colpito, perché anche in questo caso la maggior parte delle persone consulta il proprio smartphone. Lui, per un attimo, ha sollevato lo sguardo ed i nostri occhi si sono incrociati; quando mi ha sorriso, non ho potuto resistere alla tentazione di instaurare un dialogo con lui.
“Buongiorno, mi scusi se la disturbo, ma lo sa che lei è davvero particolare!”
Lui mi ha guardato alquanto stupito.
“Buongiorno anche a lei e, mi scusi la curiosità; dove sarebbe questa particolarità?”
“Ribadisco che mi scuso per la mia sfacciataggine e per averla disturbata, mi chiamo Giulia e son rimasta sorpresa dal fatto che la maggior parte delle persone consulta il proprio smartphone sia per leggere il giornale che per consultare le pagine degli affitti come sta facendo lei! Capisce che rappresenta, al giorno d'oggi, un'anomalia?”
Lui si è messo a ridere veramente di gusto.
“Accidenti! Ora che me lo fa notare, son d'accordo con lei! Sono davvero una mosca bianca! A proposito, io mi chiamo Mario ed è un piacere conoscerla, signorina Giulia! Purtroppo io non amo molto il cellulare e credo che quello che ho in tasca sia obsoleto, quasi da collezione! Io lo uso solo ed esclusivamente per telefonare o ricevere telefonate, tutto il resto mi sembra assolutamente inutile!”
L'ho guardato veramente incuriosita!
“Se è così, lei è veramente una mosca bianca! Non capisco come possa fare a meno di tutta la tecnologia e le agevolazioni che offre un buon telefono.”
Lui mi ha risposto con tono alquanto pacato.
“È molto semplice! Basta semplicemente continuare a fare come facevamo prima! Ma d'altronde io son vecchio, lei è molto giovane e quindi non può capire questa differenza. Inoltre, nel mio lavoro, è sufficiente avere un telefono per chiamare e per ricevere, tutto il resto è assolutamente inutile.”
Sempre più incuriosita gli ho chiesto quale fosse la sua professione.
“Sono un istruttore di immersioni sub. Mi sto recando all'isola, per prepararmi all'inizio della stagione. Quest'anno però voglio trovare da dormire in maniera diversa da quella che offrono i vari villaggi turistici, perché c'è sempre tanta confusione e, invece, a me la sera piace star in un posto tranquillo. Come mai una bella ragazza come lei, viene sull'isola fuori stagione?”
Sono rimasta sempre più affascinata da quest'uomo.
“Lei mi sta dicendo che la tua professione è quella di insegnare alle persone ad andare sott'acqua?”
Lui ha annuito.
“Lei ha mai fatto immersioni?”
Ho riflettuto un attimo sulla sua domanda e poi gli ho risposto in maniera molto sincera.
“Faccio molti sport, ma non ho mai fatto immersioni e, sinceramente, la cosa mi affascina molto. È molto difficile imparare ad andar sott'acqua?”
“No! Ci sono delle ferree regole che vanno rispettate, partendo sempre dal presupposto che noi, in fondo al mare, siamo gli alieni che visitano un altro pianeta e, di conseguenza, bisogna comportarsi in modo da non suscitare l'ira delle creature che lo abitano. Inoltre, non rispettare le regole, può comportare di commettere errori e, in fondo al mare, gli errori si pagano con la vita. Detto questo, se uno fa le cose nel modo giusto, è l'esperienza più bella che si possa mai vivere nella vita. In fondo al mare, c'è il silenzio assoluto, e l'unico rumore che si sente è quello del suo respiro, il rumore della vita!”
Ero veramente affascinata ed ho chiesto ulteriori informazioni.
“Sarebbe bello provare, ma credo che sia molto costoso.”
“Non necessariamente. Si può noleggiare tutto il necessario per una buona immersione, al massimo, direi, che la cosa più intima è la maschera. Poi, se l’esperienza piace, uno si attrezza un po’ per volta.”
Lasciamo il nostro discorso perché sta arrivando il traghetto e, in quel momento noto il fatto che lui non ha un mezzo di trasporto, quindi gli offro un passaggio a bordo del mio Westfalia; lui accetta volentieri e, il tempo di imbarcare il veicolo, ci rechiamo sul ponte e mi viene offerto un caffè. Mentre facciamo la traversata, gli spiego la mia idea di voler girare un po' l'isola; noto che lui ascolta con attenzione, poi, quando ho finito di esporre le mie intenzioni, mi fa una insolita proposta.
“Potresti fermarti un giorno nelle vicinanze del villaggio, il tempo che io mi organizzo, poi potremmo caricare quattro bombole e tutto l'equipaggiamento necessario per fare un corso e, anziché farlo usando la barca, potremmo utilizzare il tuo camper per girare insieme l'isola e fare delle immersioni nei posti più belli che già conosco. In cambio della tua ospitalità, ti offro il corso gratuito.”
Lo guardo e, per un attimo, resto a valutare le sue parole.
“Ma, veramente… Voglio dire: accetteresti di farmi un corso da sub gratuito?”
“Generalmente non è possibile, ma, in questa stagione, il villaggio dove io ho la scuola di immersione è in fase di allestimento per l'estate, quindi non avrei molte cose da fare e potrei anche dedicare una settimana di tempo a te, facendoti fare delle immersioni nei luoghi più belli dell'isola e, nello stesso tempo, potremmo completare tutto l'iter necessario al conseguimento del primo livello del brevetto di "open water”.
Sono stupita di me stessa! In un attimo ho accettato di passare una settimana con questo maschio sconosciuto, dall'aspetto così particolare. Ha un bel fisico, alto, muscoloso, già ben abbronzato e, con una certa aria di mistero che mi ha subito intrigato. Ho seguito il mio istinto ed ho deciso di vivere questa avventura particolare, così insolita per me. Sbarcati, raggiungiamo la penisola di Lacona, dove è situato il villaggio, nel quale egli ha la scuola di sub.
Appena giunti, lui parla con la proprietaria, una bella signora e le spiega le sue intenzioni; immediatamente lei mi indica un parcheggio adiacente, dove posso sistemare il mio camper, senza recare fastidio. Ho notato l'occhiata che mi ha dato la signora, quando lui gli ha detto che avremmo passato una settimana insieme in giro per l'isola con il camper e il suo mezzo sorrisetto mi ha in qualche modo portato a riflettere che, probabilmente, non era affatto stupita del fatto che Mario avesse fatto una nuova conquista. È stata proprio questa sensazione che ho provato mentre lei mi guardava. Sistemato il camper, l'ho raggiungo alla scuola e, per prima cosa, lui mette subito a caricare delle bombole e poi mi fa misurare una muta, alcune pinne, calibra la cintura dei pesi in base al mio peso corporeo e, infine, per la prima volta, vedo un gruppo di octopus. Lui mi spiega come alle bombole viene collegato ed usato un erogatore, dove viene appeso quello di emergenza e poi mettiamo tutto l'occorrente sopra un carrellino, per poterlo portare direttamente al camper. Tra una cosa e l'altra si è fatta l'ora di pranzo; lui, quando siamo nel camper e, con il mio aiuto, cucina velocemente un piatto di pasta davvero semplice, ma buonissimo. Nonostante fossimo all'interno del mio veicolo, sembrava che lui ci avesse sempre abitato, per la disinvoltura con cui si muoveva e la rapidità con cui ha cucinato. Il pomeriggio mi lascia nel camper, perché, con la signora, deve andare a svolgere delle pratiche, di cui non so con precisione cosa sia, quando torna, però, vedo che sul collo ha una leggera macchia di rossetto. Ho il sospetto che la pratica che doveva svolgere, sia stata sicuramente quella di scopare con la signora. È incredibile, per un attimo, sono stata quasi gelosa! Quest'uomo mi affascina e, nello stesso tempo, mi intimidisce la sua incredibile padronanza di sé, determinazione e, soprattutto, il suo modo di guardarmi, che, in qualche modo, mi domina. Dopo aver sistemato tutto, passiamo un paio d'ore insieme, e coglie l'occasione per impartirmi la prima lezione teorica, su come ci si immerge. Giunta l'ora della cena, si fa prestare l'auto dalla signora e mi porta a mangiare in una pizzeria non molto lontano, dove, quando entriamo, lui viene salutato simpaticamente sia dal cameriere che dal proprietario, che, nell'indicarci il tavolo, mi dedica un profondo inchino.
“Benvenuta, signorina! Anche se è accompagnata da questo vecchio pirata, lei è comunque la benvenuta!»
Lui si mette a ridere e, seduti a tavola, consumiamo una pizza buonissima, che lui mi offre e, durante tutta la cena, ho potuto ammirare le sue bellissime mani, con le dita lunghe, che lui, gesticolando di continuo davanti alla mia faccia mentre parlava, ha fatto sì che mi intenerissi al punto da farmi inumidire le mutandine. Provo una strana sensazione con lui e, sempre più mi sento affascinata dal suo modo di parlare, dal suo gesticolare, dal suo modo di manifestarsi abbastanza colto e, nello stesso tempo, munito di una semplicità disarmante. Quando torniamo al camper, lui mi lascia e poi, mentre entro dentro, vedo che riporta le chiavi alla signora e, sicuramente, rimane a dormire con lei, perché non lo vedo più venir fuori. Mi sdraio nuda nel letto del mio camper, chiudo gli occhi e immagino le sue mani che mi accarezzano e, sempre immaginando che sia lui, porto le mie dita sui capezzoli, lì strizzo e mi accarezzo la farfallina, che non perde tempo ad emettere umori. Mi sorprendo a desiderare che quel maschio possa esser qui con me, che mi accarezzi e mi faccia eccitare tantissimo. Ho un orgasmo intenso, che mi fa godere molto. Una volta raggiunto l'orgasmo, dentro di me riaffiora per un attimo la Giulia di sempre, quella seria, quella che convive con Stefano, quella che ha bisogno di vivere una nuova avventura. All'alba sento bussare alla porta e me lo trovo davanti, che indossa dei semplici pantaloncini corti, una maglietta sotto cui si intravedono dei pettorali sicuramente vigorosi.
«Buongiorno, Giulia! Hai già fatto colazione?»
Io veramente sono ancora in pigiama e lo invito un attimo ad entrare, dicendo che sarò pronta fra pochi minuti. Lui allora mi dice che va alla scuola a prendere altro materiale e poi, una volta partiti, faremo colazione lungo la strada. Dopo pochi minuti, inizia la mia avventura con lui. Mi fa dirigere verso Porto Azzurro e, appena giunti in paese, facciamo colazione. Siamo seduti al bar e, mentre stiamo consumando un cappuccino con brioche ed un caffè, lui, d'improvviso, viene salutato da una signora molto bella.
«Ciao, Mario! Allora, sei tornato? Hai già riaperto la scuola di immersioni? Quest'anno vorrei fare il corso di fotografia subacquea!»
Lui sorride cordialmente, e poi le dice che sarà operativo dalla prossima settimana. La signora guarda me, poi si gira verso di lui e fa un mezzo gesto con il capo, quasi a voler sottolineare che chi l'accompagna è un po' troppo giovane! Sono quasi infastidita da questo continuo esser giudicata da altre persone, mentre lui sembra proprio che tutto ciò lo lasci indifferente. Una volta allontanati dal paese, arriviamo sulla spiaggia di una miniera e, una volta parcheggiato il camper seguendo le sue indicazioni, ci mettiamo seduti fuori e lui ad illustrarmi la teoria, spiegandomi attentamente tutto quello che faremo poi, una volta in acqua. È un insegnante scrupoloso e attento e, più di una volta, mi sento i suoi occhi addosso, che scrutano il mio corpo. Dopo più di un'ora di teoria, lui, prima mi fa indossare una muta, poi prende una bombola e ci spostiamo vicino all'acqua. Dopo averla fissata ad un Jacket, mi fa anche montare il gruppo Octopus e, fatti tutti gli opportuni controlli, indosso quell’equipaggiamento che, al momento, risulta esser pesantissimo. Insieme a me entra in acqua e subito mi rendo conto che appena l'equipaggiamento arriva in acqua il suo peso scompare completamente. Mi spiega tutte le tecniche di respirazione, addirittura mi insegna come si toglie l'acqua da una maschera, restando in immersione cosa che, secondo me, era assolutamente impossibile. Per più di due ore continuiamo a metter in pratica tutta la teoria che mi ha spiegato e, alla fine, è molto soddisfatto del risultato. Quando risaliamo a bordo del camper, lui si offre di cucinare un'ottima carbonara e devo ammettere che era la prima volta che ho mangiato questo piatto, che conoscevo già abbastanza bene. Il pomeriggio restiamo all'ombra, mentre lui continua a darmi lezioni teoriche: mi spiega come poi le metteremo in pratica durante le immersioni. Continuo ad esser sempre più affascinata da quest'uomo e, quando ad un certo punto lui dice che per oggi di teoria ne abbiamo fatta abbastanza, mi invita a fare il bagno.
“Giulia, questo posto ha del fiabesco, è meraviglioso e, soprattutto, è del tutto deserto; ti sembrerà strano, ma, in questo punto, c'è una sorgente sottomarina calda che rende l'acqua, in questo periodo, più calda del normale e fare il bagno qui è qualcosa di veramente unico. La cosa ideale sarebbe farlo nudi.”
Lo guardo veramente sbalordita e, nello stesso tempo, affascinata e incuriosita dalla sua proposta. Lui rimane un attimo immobile in attesa di vedere cosa decido di fare e, stranamente, senza nessuna riflessione, faccio cadere il mio costume e, vedo che i suoi occhi brillano di piacere nel vedere il mio corpo nudo e quando lui abbassa il suo, mi trovo davanti, per la prima volta, il suo splendido membro in posizione di riposo. È un bel cazzone lungo, di sicuro lo è molto più di quello di Federico e, anche se in posizione di riposo, noto anche che ha un considerevole diametro. Sento un lungo brivido lungo la schiena, perché ho provato una immediata sensazione di averlo dentro di me e la cosa mi fa bagnare; così, per non darlo a vedere, entro subito in acqua e, come ha detto lui, avverto la temperatura decisamente più calda. Al mattino non lo avevo notato perché indossavo la muta, mentre invece ora che il mio corpo è nudo ed è avvolto dall'acqua del mare, sento addirittura con piacere che bagnarsi in questo posto è veramente qualcosa di magico. Nuotiamo un po' fino a raggiungere un piccolo scoglio che emerge vicino alla riva e lì, una volta raggiunto, lui si ferma dietro di me ed io resto immobile, perché so che adesso lui proverà a mettermi le mani addosso, ed io non aspetto altro. Sono immobile, voltata di spalle, in attesa di sentire il contatto del suo corpo, che, però, stranamente, non arriva e questo mi lascia quanto mai sorpresa. Mi giro, vedo che lui sta nuotando di nuovo in senso opposto, mentre io ero già pronta a farmi masturbare da lui. Un po' delusa prendo a nuotare di nuovo verso riva e, quando esco fuori, lui è appoggiato ad una roccia a farsi riscaldare dal sole. Mi avvicino a lui, lo guardo con desiderio, mentre lui sembra assolutamente tranquillo, rilassato, quasi a voler ignorare i segnali che gli sto trasmettendo. Ho voglia di lui, di sentir le sue mani meravigliose sul mio corpo e, soprattutto, il suo splendido membro dentro di me. Mi appoggio alla roccia vicino a lui, sento il sole che ci scalda, tutto è silenzio intorno a noi, resto ad occhi chiusi, nella speranza di sentire all'improvviso le sue mani sul mio corpo. Dopo esserci un po' scaldati al sole, gli propongo di farci una doccia, ma lui suggerisce un'altra cosa.
“No, non lo faremo ora; questa sera ci sarà una bellissima luna piena e, fare il bagno a mezzanotte, con l'acqua calda del mare e la luna piena, è qualcosa di incredibilmente magico, e romantico!”
Se voleva stupirmi, c'è riuscito alla grande. Prepariamo una cena semplice, leggera e la consumiamo stando fuori del camper, al fresco e, ad un tratto, lui prende alcune radici di piante che sono lì vicino, accende un piccolo falò tra alcune pietre e subito l'atmosfera diventa veramente magica. Sorseggiamo del liquore, mentre parliamo di tante cose e mi rendo conto che sono sempre più affascinata da quest'uomo così colto e, nello stesso tempo, così incredibilmente semplice. Sento crescere forte il desiderio di averlo e, nello stesso tempo, mi piace prolungare ancora più questa attesa, perché mi rendo conto che questo aumenta ancora più il piacere che ne ricaverò quando lui deciderà di farmi sua. Mi son resa conto che è lui a dirigere il gioco e, sicuramente, saprà quando è il momento per farmi impazzire. Ad un tratto, da dietro il monte, spunta una fantastica luna piena, come non avevo mai visto in vita mia. È enorme, bella, lucente e rischiare la notte; lui si alza in piedi e comincia a spogliarsi ed io capisco che è giunto il momento, così lo imito e, poco dopo, siamo insieme nell'acqua, che risulta esser veramente tiepida, e meravigliosamente avvolgente. Stiamo nei pressi di una vecchia miniera di ferro e, allora, vedo che con la luce della luna, l'acqua sembra brillare. È come se il mare fosse pieno di lucciole, mentre sto osservando questo strano fenomeno, improvvisamente sento lui che, da dietro, mi abbraccia; la sua bocca mi bacia sul collo, dietro la nuca; sento subito il suo membro durissimo premere contro il solco delle mie natiche.
“Finalmente! Ti sto desiderando da tanto! Ti prego fammi impazzire!”
Le sue mani stringono i miei seni e le sue dita torturano i miei capezzoli, facendomi gemere di piacere. Poi, la sua mano destra scende giù lungo il mio corpo e, mentre con l'altra continua a torturare un mio capezzolo, le sue splendide di vita si infilano tra le pieghe della mia ostrica e sento che lui le lascia scorrere lungo tutto lo spacco, mentre mi tortura il bottoncino, stringendolo tra le dita: io sono tutta un fremito per il piacere.
Porto le mani dietro la schiena ed afferrò quello splendido membro, sento che le mie dita non riescono a cinger quel grosso randello, che ora è veramente al massimo della sua tensione. Ad un tratto mi solleva, mi prende in braccio e, fatti pochi passi, mi adagia sul bagnasciuga e, mentre, nella schiena, sento il mare che con il suo tepore scalda i nostri corpi, lui si inginocchia tra le mie cosce mi prendi un piedino e mi succhia ogni singolo dito sempre fissando i miei occhi che adesso brillano di piacere. Ripete la stessa cosa con l’altro piede e questo mi eccita tantissimo che quando la sua lingua prende a risalire le mie cose e arriva alla mia figa, sono già fradicia e la sento scorrere lungo tutta la mia intimità, procurandomi ondate di piacere in continuazione.
“Oh, sì, godo! Meraviglioso, non ti fermare! Leccami tutta! Ti prego, fammi impazzire che mi piace da morire!”
È un vero demonio con la lingua. Scuote il mio corpo con due orgasmi in rapida successione, come non mi era mai capitato, poi si allunga su di me, sento la sua enorme cappella che va a premere contro le labbra della mia lumachina, che cerca, in qualche modo, di accogliere quel grosso randello, che ora, sicuramente, la farà schiumare! Lentamente scivola dentro di me e sento le pareti della vagina che si aprono per accogliere quell'insolito diametro e, nello stesso tempo, lo avvolgono come un guanto e, quando arriva in fondo, sento una scarica elettrica che parte dal cervello, percorre tutto il corpo e si trasforma in un orgasmo che mi fa tremare in maniera incontrollata.
“Oddio, vengo! Mario, mi fai godere! Vengo! È bellissimo! Non ti fermare, ti prego! Non ti fermare, che vengo! Mi fai venire! Vengo!”
Non ha neanche cominciato a scoparmi, che già ho raggiunto tanti di quegli orgasmi che, a confronto, quelli provati con Federico sono niente. Rimane immobile piantato dentro di me e poi comincia a stantuffare dentro e fuori quel suo enorme cilindro, che ora il mio corpo riceve perfettamente in tutta la sua lunghezza e dimensione. È un orgasmo continuo. Vengo senza soluzione di continuità, perché non riesco a capire dove finisce un orgasmo e ne comincia uno nuovo, e poi un altro ancora: sono scossa da un piacere folle che urlo a squarciagola nel silenzio della notte, illuminata da una fantastica luna piena. Una volta soddisfatto il suo ego, mi afferra e mi rigira; mi ritrovo sopra di lui, impalata su quella colonna di carne, che ora sento arrivare tutta, fin dentro lo stomaco. Spalanco la bocca, ma non riesco ad emettere alcun suono.
Lui solleva le mani, afferra le mie mammelle e prende a torturarmi i capezzoli, facendomi urlare ancora più di piacere. Sono sconvolta e, nello stesso tempo, affascinata dalla facilità con cui quest'uomo mi ha portato al limite della follia! Sfinita, mi adagio sul suo corpo e sento il mio cuore che batte come un tamburo impazzito.
“Bellissimo! Unico! Mario, sei fantastico! Nemmeno pensavo che esistessero maschi come te!”
Lui, con una mano, solleva il mio mento, mi guarda negli occhi e sorride un po' sornione.
“Ma già sei sazia? Voglio dire: non hai più voglia di godere? Io mi sono appena scaldato!”
Lo guardo veramente sbalordita.
“Già sazia? Ma ti rendi conto che son venuta in continuazione non so quante volte! Mario, io non sono abituata a tutto questo! Con il mio compagno non ho mai provato tanti orgasmi tutti insieme in una sola volta! Lui ha un modo di far l'amore con me completamente diverso. Ma, soprattutto, il suo modo di fare è talmente semplice e ripetitivo, che questa sera mi sembra veramente di esser su un altro pianeta!”
Lui mi sorride, poi mi sdraia di lato, prende un capezzolo in bocca e continua a succhiarlo, facendomi impazzire. Ad un tratto si rigira e mi invita a fare con lui un meraviglioso 69, al quale non mi sottraggo per nulla al mondo. Mi trovo davanti alla bocca quel meraviglioso scettro che mi ha fatto impazzire di piacere, che profuma del mio odore di femmina, anzi troia, che ha goduto molto! Sì, in questo momento, mi sento proprio una gran troia. Tra le braccia di questo maschio, mentre mi infilo il suo enorme cazzone giù per la gola, mi sento veramente un'altra donna, ma una donna che approvo in quello che sta facendo, che accetta e vuole che tutto sia esattamente così. A fatica mi tengo in bocca il suo splendido randello; lo succhio come se non ci fosse un domani. Lui, dopo aver assaporato a lungo il miele che sgorga dalla mia lumachina, con la punta della lingua, va lambire anche il mio buchetto: ho un sussulto e lui si ferma.
“Giulia, se ti infastidisce evito di sfiorare il tuo buchetto.”
Mi sfilo il suo splendido membro dalla bocca e gli rispondo.
“Non è che ne sono infastidita, è che il mio compagno non ama il rapporto anale, come non ama nemmeno farsi succhiare l'uccello, come sto facendo a te adesso. Per lui sono tutte pratiche che non gli sono gradite e che, perciò, non mi permetto di fare. Mi piacerebbe molto prenderlo nel culetto, ma ho paura che, con il tuo notevole cazzone mi farai parecchio male.”
Lui mi rigira, mi guarda dritto negli occhi e poi sorride.
“Giulia, come in tutte le cose, conta la preparazione. Ho apprezzato molto il tuo lavoro di bocca, ma è evidente che non sei pere niente un'esperta. Per quanto concerne il rapporto anale, se mi concedi la possibilità di far un'ottima preparazione, ti posso assicurare che, dopo, sarai tu a chiedermi di farlo ancora.”
Gli sorrido e lo lascio fare; mi abbandono al suo tocco. Lui mi gira, mi mette in ginocchio davanti a lui; con la bocca va ad incollare le sue labbra sulla mia rosellina e la sua lingua ruota in continuazione cercando di insinuarsi dentro il mio buchetto. È sconvolgente la piacevole sensazione che mi dà; mi rilasso, mentre sento che lui, ogni tanto, infila delicatamente un dito dentro, spingendo la saliva più in profondità possibile. Continua questo gioco per un tempo che a me sembra lunghissimo, durante il quale mi rilasso così tanto da desiderare proprio che il suo grosso membro penetri tutto dentro il mio culetto. Si solleva e, quando sento la punta che si appoggia contro la rosellina, faccio un profondo respiro e mi rilasso, mentre lui spinge lentamente il suo meraviglioso gioiello dentro di me. Sento che mi apre, mi dilata. Più che dolore sento il fastidio di questa intrusione, ma nulla che non sia facilmente sopportabile. Porta una mano davanti e comincia a masturbarmi; il piacere che provo mi fa completamente dimenticare il fatto che lui mi sta sfondando il culo. Mi rendo conto di averlo tutto dentro, solo quando sento il tuo corpo che aderisce al mio.
“Brava, Giulia! Lo senti che te lo sei preso tutto dentro? Adesso rilassati, che ti porti il paradiso.”
Faccio un bel respiro profondo e poi sento le sue mani che mi afferrano per i fianchi; ora prende a limare dentro e fuori il mio buco, che si rilassa, lo accoglie con gioia e comincia a regalarci sensazioni sempre più belle e profonde.
“Mario, Mario, è bellissimo! Mario mi stai facendo godere! Non è possibile che mi fai godere di culo così velocemente! Pazzesco! In tante dicono che provano dolore quando lo prendono nel culo, mentre, al contrario, io sto già impazzendo di piacere. Continua così, ti prego, sfondami il culo!”
Mi fa godere ripetutamente, poi solleva le mani, afferra i miei seni e mi trovo in ginocchio davanti a lui, mentre il suo splendido membro continua a devastare il mio buchetto. Dopo aver goduto ripetutamente, lui me lo toglie dal culo, si sdraia supino e poi mi invita ad accoglierlo in bocca.
“Come ti ho detto è tutta una questione di preparazione; adesso vieni, fammi vedere quanto riesci ad esser brava a fare un bocchino!”
Quasi intimidita dalle sue parole, ancora stordita dal piacere provato, mi inginocchio davanti a lui e, dopo aver impugnato con entrambe le mani il suo scettro, mi concentro molto sulla punta e lo succhio, lo lecco e poi scendo giù lungo l'asta, fino alle meravigliose palle, che sono enormi e certamente piene di tanta crema prelibata, che ora ho voglia di bere tutta, fino all'ultima goccia. Quando comincio a pompare, lui appoggia una mano sul mio capo e detta il ritmo della pompa; alla fine, il suo corpo si tende e subito mi arriva in bocca la prima ondata di una copiosa sborrata, che ora lui mi sta regalando.
“Bevi, fantastica puttanella! Adesso è giunto il momento di dissetarti! Fai un buon lavoro e non perdere neanche una goccia.”
Serro le labbra e ingoio quella crema prelibata, che lui mi sta riversando in bocca; più ne ingoio e più ne ricevo, fin quando, sbalordita lo guardo un attimo negli occhi e lui, sorridendo, mi dice che la devo ingoiare tutta, perché è molto nutriente e mi fa bene. Mi viene quasi da ridere nel sentir le sue parole, ma serro le guance e mando giù ancora altre due generose ondate di crema. Alla fine, lecco fino all'ultima stilla e poi, quando me lo toglie dalla bocca, vedo che è ben pulito e lucido; lui se ne compiace.
“Brava! Avevo immaginato che potessi esser una brava succhia cazzi, ma non avrei mai pensato, che fossi così fuori allenamento. Certo, se il tuo compagno non ama questo tipo di giochi, devi proprio amarlo molto se resti con lui, perché sei una splendida femmina da letto, che andrebbe montata, quotidianamente, in ogni buco e riempita, come ho fatto io questa sera, minimo per due volte al giorno. In ogni caso, se avrai il piacere di passare con me questa settimana, te ne farò fare una bella scorpacciata di queste chiavate che per un pezzo te ne sentirai appagata.”
E così è stato. Ho passato con lui tutto il resto della settimana e lui mi ha chiavata, inculata e sborrata in figa in continuazione.
Posso dire di aver preso tanto di quel cazzo da farne veramente una bella scorpacciata. Inoltre ho imparato anche a ciucciare bene l'erogatore e questo mi ha comportato di ottenere anche un imprevisto brevetto da sub.
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8 months ago
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Il nostro gioco preferito.
Mi chiamo Lara, ho 32 anni, sono alta 1.70, bionda con i capelli a caschetto, occhi verdi, fisico slanciato e snello, con un bel seno di una terza misura abbondante, ventre piatto ed un culetto a mandolino posto al culmine di gambe lunghe e dritte. Da sette anni, sono sposata con Luca, un maschio di 3 anni più grande di me. Più alto di me, moro con gli occhi azzurri, capelli ricci, un bel fisico scolpito e, tra le gambe, una splendida dotazione, molto oltre la media, sia in lunghezza che in circonferenza. Siamo una coppia che ama il sesso, soprattutto se fatto in maniera non convenzionale. Diciamo che amiamo molto creare situazioni in cui, a volte, coinvolgiamo anche altre persone, al fine di raggiungere il massimo del piacere. Uno dei nostri giochi preferiti è quello di uscire la sera separatamente e incontrarci in un determinato locale, come se fossimo due perfetti sconosciuti e, a quel punto, scatta il nostro gioco che, spesso, ci permette di renderne partecipi anche altre persone. Una di queste volte è avvenuta lo scorso autunno, quando, per motivi di lavoro, mio marito si è dovuto recare in un'altra città e, avendo io delle ferie ancora da smaltire, ho deciso di seguirlo per trascorrere qualche giorno insieme a lui, ma, soprattutto, per vivere qualche nuova e interessante esperienza, in quanto, negli ultimi tempi, non avevamo avuto molte occasioni per dar sfogo alla nostra vena libertina. Giunti in città, abbiamo passato la giornata separati, perché lui era impegnato nel suo lavoro, mentre io mi son dedicata un po' allo shopping. Ho girato per negozi e, poiché indossavo un outfit alquanto intrigante, costituito da una minigonna in pelle nera, una camicetta bianca, stivali col tacco alto che mi arrivavano al ginocchio e, sopra la camicetta, un giacchetto di pelle nera, era ovvio che ero oggetto delle attenzioni di parecchi maschi. Naturalmente ho rinunciato a tutte le lusinghe ed ai complimenti che mi venivano rivolti, perché, un aspetto del nostro magnifico rapporto, è costituito dal fatto che a noi piace farlo insieme. Luca non mi ha mai tradito singolarmente con un'altra donna e nemmeno io l'ho mai fatto con un altro uomo. Spesso e volentieri abbiamo giocato sia con uomini che con donne, ma sempre insieme, sempre sotto l'attento sguardo del partner ed è questa la cosa che mi intriga di più. Per me è fondamentale sapere che lui mi sta guardando, mentre faccio la svenevole con un altro. Sentire che mi sta guardando, esaminando, apprezzando o criticando la mia prestazione, è qualcosa che mi fa veramente bagnare al solo pensiero. È la nostra intesa complice, che ci rende così uniti e, nello stesso tempo, così perversi. Infatti non è mai uno dei partner a decidere quale tipo di gioco intraprendere, perché, a volte, ci alterniamo e, spesso e volentieri, sono proprio io a creare le situazioni, che però lui elabora. Per la maggior parte delle volte, si tratta di cose che nascono spontanee dentro di noi e ci basta un'occhiata per decidere se metterle in pratica, oppure rinunciare. È questa nostra intesa mentale che mi fa adorare quest'uomo in maniera veramente unica. Con lui ho vissuto momenti così intensi che, se dovessi confessare quale tra essi sia stato il più bello, non riuscirei nemmeno a fare una graduatoria: sono stati tutti molto belli e intensi! La sera, dopo aver cenato in uno splendido ristorante, lui mi ha preso per mano e mi ha condotto in un locale alquanto intrigante. Era un semplice topless bar, con un simpatico pianista che suonava melodie "ever green". Appena entrati nel locale, ci sediamo al bancone. Io indosso un sottilissimo tubino nero elasticizzato, che sembra una seconda pelle per quanto è stretto e modella il mio corpo, evidenziando al massimo le mie curve. Calze nere velatissime e, ai piedi, scarpe con tacco e plateau proibitivo, da 18: mi aveva voluto molto appariscente quella sera. Ho capito subito che aveva in mente qualche sua idea ed ho deciso di assecondarlo passivamente, perché avevo voglia di sentirmi usata dalla sua fantasia e dai suoi desideri. Son seduta su di uno sgabello ed il vestito è salito un po' troppo su; il pizzo delle calze si vede benissimo. Ha ordinato dei drink e finge di non conoscermi. Mi parla con voce molto calda ed io mi lascio accalappiare. Tra un sorso e l’altro mi racconta delle barzellette ed io rido mentre lui, ogni tanto, mi accarezza la gamba. Lentamente sale dal ginocchio fino all'orlo cortissimo del vestito. Poi si fai più audace e si china a baciarmi e leccarmi il collo. Mi provoca e vuol vedere se sto al gioco. Mi sento osservata e già questo mi eccita, mentre ora la sua mano sale sempre di più. Indugia quasi a farmi desiderare di sentir le sue dita dentro di me. Divarico sempre più le gambe, lui scosta il perizoma sottilissimo ed io mi lascio penetrare. È pazzesco! Siamo in un bar, con tantissima gente, e lui mi masturba davanti a tutti, con una disinvoltura che mi sconvolge. Infila uno dito tra le labbra della mia vulva già fradicia, gira e rigira il dito dentro di me e, quando lo toglie, me lo infila in bocca, per farmi assaggiare il mio stesso sapore. È dolce, profuma di cagna in calore, perché è così che adesso mi sento: una cagna in calore! Lecco con avidità il dito, succhiandolo quasi fosse un membro. Assaporo il mio miele di cui è ricoperto e questo mio sapore mi eccita ancor di più! Siamo cosi presi dal nostro gioco, che non facciamo caso al fatto che il tizio, seduto accanto a me, non si è perso nulla dei nostri maneggi e si è gustato tutta la scena. Lo guardi e gli sorridi, io non mi volto. Mi sento le gambe tremare per l’adrenalina che sento scorrere dentro il mio corpo, eccitato al massimo. Gli fai un mezzo sorriso e poi mi trascini a ballare nella piccola pista, creata tra i tavoli. Lui si sposta più vicino per seguirci con lo sguardo. In pista mi abbracci da dietro. Le tue mani scorrono lungo il mio corpo, mi accarezzi i fianchi, le gambe. Mi stringi e sento, sullo spacco del mio culo, il tuo membro durissimo. Già questo mi fa sbrodolare! Il tipo al bar non resiste. Si avvicina, mi guarda e tu mi offri a lui. Mi fai girare, perciò, adesso, sul culo sento il membro di lui e sento che ce l'ha già duro e grosso. Ti guardo meravigliata, tu capisci che quello che sento mi piace. Mi tieni stretta a te, mentre lui mi accarezza le gambe ed arriva al perizoma, che sente fradicio, sorride e ti parla all'orecchio e, dopo che tu hai annuito, mi prendi per mano e ci avviamo tutti e tre verso l’uscita dal locale. Appena fuori mi fai spostare nel vicoletto di lato, quasi buio, e anche se fa freddo, tu mi sussurri all'orecchio di succhiarglielo, come solo io so fare. Lui sorride, lo tira fuori e tu mi fai inginocchiare. Mi trovo davanti al viso una bella verga dura, lunga come la tua e, forse, anche più grossa di spessore. Senza tanti complimenti lui me lo sbatte in bocca con forza. Metti una mano sulla mia nuca e detti tu il ritmo, oltre a quanto ne devo ingoiare.
«Succhialo, troia! Fagli sentire come sei brava!»
Sentirmi dare della troia, mi fa quasi venire in quella situazione. Lo succhio e lo lecco come so che piace a te, ma vedo che lo stesso effetto fa a lui. Quasi non resisto più e decido che voglio anche il tuo, lo tiro fuori e succhio, prima te e poi lui forte, fino in gola, fino a strozzarmi e voi ne siete più che contenti.
«Che brava succhia cazzi che hai, amico! Davvero un'esperta bocchinara!»
A quel punto lui ci propone di spostarci a casa sua, che dista pochi passi da li. Accetti e lui ci fa strada; mentre andiamo, si presenta e dice di chiamarsi Mario. Lo guardo e vedo che è un bel maschio sui 45 anni, ben portati. Pochi minuti e siamo in casa sua; subito lui ci indica la camera da letto. Appena dentro, sei tu a dirigere il gioco.
«Spogliati nuda! Lascia solo tacchi, calze e perizoma, che ti fanno apparire ancor più troia di quanto tu non sia!»
In un attimo, sono nuda. Mario si avvicina a te e ti suggerisce qualcosa, che io non sento, ma tu annuisci e, subito dopo, fanno la comparsa una benda e delle manette. Mi blocchi i polsi dietro la schiena e mi bendi gli occhi, poi mi ordini di inginocchiarmi. Me lo fate succhiare a turno. Ci prendo gusto e comincio a leccare e a succhiare, prima uno, poi l'altro, poi insieme. Il fatto di averne due in bocca, stupisce Mario.
«Che spettacolo! Questa troia sa davvero succhiare il cazzo! Anzi i cazzi: è capace di prenderne due per volta?!»
Lecco e succhio con molto impegno. Sento la saliva che comincia a colarmi lungo il mento e questo mi eccita ancor di più; mi spinge a succhiarvi con maggiore impegno e voi ne siete entusiasti.
«Che troia! Che bocchinara! Davvero una splendida succhia cazzi da sballo! Se continua così, le sborro in gola!»
Sentire Mario esser al limite, mi eccita ancora di più. Sento i miei umori colare lungo le cosce e la mano di uno di voi che mi masturba e strizza le tette. Poi mi sento sollevare, vengo messa a quattro zampe sul letto. Mi scende la benda, ma tu non te ne curi, anzi, la togli del tutto. Mario si posiziona davanti a me e tu dietro. Subito ho il suo cazzone infilato in bocca e tu mi penetri con così tanta forza che vengo spinta in avanti e sbatto con il viso sul corpo di Mario, ritrovandomi con il suo cazzo tutto in gola. Mi sculacci con forza. Poi lui ti passa del gel e tu mi prepari il culo, per sodomizzarmi. Lo sai che ho sempre bisogno di una accurata preparazione per godere di culo e tu, a questo, vi procedi con molta cura, quasi maniacale. Mario ti offre un cuneo e tu sorridi, quasi come se lui ti avesse letto nel pensiero. Mi prepari l'ano con dita e lubrificante, poi, con calma, mi infili il cuneo in culo! Mi sento piena! Davanti ho un cazzo in gola, sento il tuo nella fica che mi sfonda e, adesso, ho anche il culo pieno! Godo senza poter urlare e tu ridi divertito.
«Così si tratta una troia come te! Devi esser piena in ogni buco!»
Godo come una maiala! Di colpo tu ti sfili, mi togli il cuneo, non senza provocarmi un ennesimo brivido di piacere e poi dici a Mario di sdraiarsi supino; lui esegue e vedo il suo cazzone che svetta lungo e duro. Mi fai impalare su quella trave che mi arriva fin nella pancia. Il tempo di averlo tutto dentro, che sento il tuo che forza il mio sfintere che non impiega molto a cedere e, un attimo dopo, sei all'interno del mio intestino con tutto il cazzone ancor più duro. Mi sento completamente riempita, mentre mi scopate in doppia con un sincronismo così perfetto, che sembra lo abbiate fatto da sempre! Sono sconvolta, godo ed urlo il mio piacere.
«Vengo! Mi fate godere! Vengo! Sì, mi fate impazzire! Siete due maiali!»
Tu intanto mi dici che non ti basta ancora.
«Godi, vacca! Questo è solo un assaggio! Ti darò in pasto a dieci maschi che dovranno sfondarti tutta, dilatarti ogni buco; sei una troia tutta da godere!»
Sbrodolo come una fontana. Solo immaginare di esser in mezzo ad un simile branco di maschi, mi fa quasi svenire dal piacere. Mario mi sfonda con il suo cazzone e poi ti chiede se può irrorare il mio ventre.
«Questa vacca è fantastica! Vorrei riempirla di sborra: sono pronto; quando vuoi!»
Ti sento soddisfatto.
«Ancora un orgasmo e poi le diamo da bere a questa puttana! La deve ingoiare tutta!»
Dopo avermi fatto godere ancora, vi siete sfilati ed io mi son inginocchiata a terra, a bocca aperta. Mario si è messo davanti a me e me lo ha infilato in bocca, con te che lo incitavi a scoparmi ancora la gola.
«Bravo, scopala in gola questa troia! Dai, sborrale in bocca e riempila!»
Il tuo tono duro, la sua irruenza nello spingermi il cazzo con forza dentro la bocca, sentirmi così usata, mi hanno procurato un nuovo orgasmo, mentre lui mi ha inondato la gola.
«Bevi, troia! Ingoiala tutta! Tutta la devi bere!»
Mi ha riempito la bocca per due volte; poi lo ha impugnato e, segandosi, mi ha coperto viso e seno della sua crema. Poi è la tua sborra che mi arriva in faccia. Schizzi del tuo piacere mi colpiscono come frustate e si perdono tra i miei capelli, il seno e la bocca. Quella che mi è arrivata in bocca, la ingoio, gran parte la raccolgo con il dito e lecco fino all'ultima goccia che sgorga dai vostri cazzi ormai esausti e ben svuotati. Ti guardo, vedo che sei fiero di me e questo è il massimo del mio piacere; poi mi sollevi, mi baci e mi porgi i miei vestiti.
In un attimo sono pronta. Non mi lavo, voglio sentirmi sporca del vostro piacere il più a lungo possibile, in ricordo del magico momento che ho vissuto con te: per sempre, indimenticabile!
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