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Stefania
Parallelamente alla relazione con Sara, ne portavo avanti anche altre (oramai ci avevo preso gusto). Tutte le donne che ho avuto le ho amate e tutte in un modo o nell'altro mi sono rimaste dentro e di tutte conservo bei ricordi. Tra le tante ricordo una donna sposata della mia città, anch'essa conosciuta in chat, abitiamo vicino e non lo sapevamo. In un primo tempo ovviamente mi diede un nome falso (Linda), falsa età e mi disse di essere single, poi ci incontrammo per un aperitivo e mi confessò di avere 37 anni, di chiamarsi Stefania, di essere sposata con due figli e che il marito lavorava in prefettura.
Capii subito che era insoddisfatta, mi disse che il marito oramai non la considerava, che da dopo il matrimonio non le aveva rivolto più una parola dolce, mai un complimento e che a letto si limitava a metterlo dentro, due botte poi si girava di lato e buonanotte!!!!. Continuammo il nostro rapporto in chat, condito da fugaci incontri per caffè e aperitivi, alla fine dopo un pò di tempo che ero entrato in confidenza le dissi chiaro e tondo che la volevo. Rispose che anche lei mi desiderava ma che dovevamo aspettare l'occasione giusta per stare insieme. L'occasione venne agli inizi di quella estate. Lei, maestra di scuola, inventò che doveva fare gli scrutini, lasciò i figli dalla madre e alle 8,30 ci incontrammo. La portai in un discreto agriturismo alle porte della
città. Vi lascio immaginare il suo imbarazzo all'entrata quando venne scrutata dagli occhi della proprietaria, ma all'interno della camera parve rilassarsi, si sedette sul letto con gli occhi bassi e mi confessò di non aver mai tradito suo marito e che era la prima volta che faceva questa sciocchezza. Su sua richiesta chiusi le imposte, mi sedetti accanto a lei e le cinsi le spalle con un braccio e presi a baciarla. Nella penombra e nella frescura le slacciai la camicetta e il reggiseno, ne vennero fuori due tette 3^ misura che presi a suggere. Il suo respiro si fece affannoso...iniziò a corrispondere i miei baci, cercava la mia
bocca e la mia lingua, intanto con le mani frugavo sotto la gonna, tastando le coscie fino ad arrivare ai bordi degli slip che sentivo già umidi. La stesi e sempre leccandole i seni le tolsi la gonna e la camicetta poi gli slip, rendendomi conto che nuda era uno spettacolo anche se con la penombra vedevo poco e niente. Con la testa scesi a leccarle la fica e con mia sorpresa vidi che era diversa dalle altre. Infatti aveva le piccole labbra che sporgevano dalle grandi , sembravano i petali di un fiore, presi a leccarla furiosamente aspirando quei due lembi di pelle che mi riempivano la bocca, inserendo la lingua dentro in profondità e mordichiandole il clitoride. Lei cominciò ad ansimare velocemente, sempre più velocemente...ebbe un primo orgasmo e mi riempì
la bocca di umori che continuai a leccare. Non volendole dare tregua le alzai le gambe e in un sol colpo la penetrai. Un gridolino strozzato usci dalla sua bocca e mentre la montavo aveva la bocca aperta come in cerca di aria. La montavo come un ossesso e abituatomi alla penombra vidi che era rossa in viso come se stesse facendo uno sforzo. Continua...ti prego...mi piace...è stupendo...dai....spingi...spingiiiiii...forteeeeeee...e mentre la penetravo ebbe un altro orgasmo...Mi stesi accanto a lei a cazzo duro, non volevo tutto e subito...I battiti del suo cuore rallentarono, la tenevo stretta e con una mano cercò il mio cazzo carezzandomelo delicatamente. Mi disse che con suo marito a quest'ora sarebbe già tutto finito da un pezzo e che con me poteva finalmente sentirsi
donna. La vedevo felice e rilassata, le chiesi di girarsi e lo fece di buon gusto, vederla in quella posizione con le labbra della fica che pendevano mi eccitò oltremodo e ripresi a penetrala, lo facevo quasi con cattiveria, fino in fondo, a quest'ora Sara avrebbe già dato degli urli animaleschi che sarebbero rintronati nella campagna circostante, lei invece godeva quasi in silenzio, quasi a gustarsi le sensazioni che provava. A un certo punto sentii la fica che stringeva e più spingevo più lei stringeva, sembrava quasi che ci fosse un tappo, mi accorsi che ero arrivato al limite della mia resistenza, glielo dissi e lei mi pregò di non venirle dentro perchè non era protetta, allora quasi con rimpianto lo tirai fuori e i miei potenti schizzi le arrivarono sulla nuca e sui
capelli, ma non prima di averle fatto provare un nuovo orgasmo che questa volta fu accompagnato da un grido un pò più forte dei precedenti. Ci stendemmo abbracciati, baciandoci e coccolandoci, lei mi disse che non era mai stata così bene...che voleva provare tutto ciò che nel corso degli anni non aveva fatto col marito. "Inizia a leccarmelo" le dissi, lei rispose che non era molto brava, le dissi di non preoccuparsi, che la natura avrebbe fatto il suo corso. Iniziò con dei piccoli bacini e tenere slinguate, nel frattempo le parlavo, le dicevo di come avrei voluto che lei fosse per me, di come la volevo troia. Le
dissi che la prossima volta avrei voluto vederla con biancheria sexy, che l'avrei fatta gridare dal piacere, che doveva liberarsi dalle sue paure e dalle sue inibizioni, che mi sarei preso tutto di lei, che ne avrei fatto una femmina da letto. Nel dire queste cose le toccavo i seni e la figa bagnatissima, la feci mettere nella classica posizione del 69 con me sotto e da lì potevo immergermi nella sua fessura e aspirare quella piccole labbra che mi facevano impazzire, lei nel frattempo andava sempre più giù, sembrava che volesse ingoiarmelo e nel frattempo lanciava dei gridolini sempre più rumorosi. Me la girai e sempre
stando sotto iniziai a farmi cavalcare. Era stupenda, si muoveva con movimenti circolari e molto lenti, allungai una mano ed accesi la luce dell'abat jour, lei quasi spaventata mi disse "spegnila, ho vergogna, anche con mio marito lo faccio al buio", prendendo in mano il ritmo della scopata le dissi che volevo guardarla mentre godeva, che era bellissima...I suoi seni sballonzolavano a destra e a sinistra, come la sua testa che sembrava animata di vita propria. L'abbracciai e iniziai a darle dei potenti colpi da dietro, nel frattempo le infilai un dito nel culo, che dopo una prima resistenza cedette. Iniziò di nuovo a godere, stavolta senza controllo...oh Dio...è bellissimo...spingi forte...scopamiiiii...sempre di più, voglio essere la tua troia...fai di me una puttana...quanto mi piace il tuo cazzo...mi fai morireeeee. Continuavo a scoparla, iniziò a sudare e a rifarsi rossa in viso che era stravolto dal godimento. Rallentai il ritmo e lei a candela su di me riprese i movimenti circolari poi cambiò ritmo e iniziò a fare avanti e indietro. Sentivo il mio cazzo che le solleticava l'utero, mentre le labbra uscivano e entravano dalla fica. Questa visione mi portò a un punto tale di eccitazione che stavo per venirmene, le dissi "togliti, altrimenti ti inondo!!!", come se non mi avesse sentito accelerò i movimenti, prima circolari, poi avanti e indietro infine su e giù. Non ce
la facevo più, stavo scoppiando, le dissi "togliti che facciamo un guaio"..."e facciamolo", mi rispose con la voce roca...Con violenti spruzzi le venni dentro e lei al culmine del suo orgasmo lanciò un urlo acuto. Finalmente la vedevo e sentivo godere come piace a me..DAIIIII!!!!!...SPRUZZA.....METTIMI INCINTA!!!...CHE BELLO...GODO, GODO, GODO...SFONDAMI...MI FAI MORIRE....Alla fine si accasciò su di me e restammo così finchè il mio cazzo non usci da quella fica con un rumore di sciacquettio...Gli umori mi bagnavano le gambe e non era solo il mio sperma, era anche lei che era venuta quasi come un uomo.
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17 years ago
scopodonnexsetteore,
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Last visit: 6 months ago
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La ns carissima amica.
Era una giornata uggiosa,io e lui passeggiavamo mano nella mano,la nebbia avvolgeva i ns corpi come una coltre di morbidezza,l'umidita'ci intristiva.Suona il cell.è Rossana,la ns carissima amica che da tempo come svanita ci chiama.Ci invita a cena per la sera stessa,non ne abbiamo molta voglia ma per riallaciare i rapporti di amicizia che da un po'di tempo si sono incrinati accettiamo. Alle 21 saliamo le scale,Rossana è li'sulla porta,vestaglia trasparente di colore fuxa,sotto body bianco in pizzo con autoreggenti.Bellissima e sexy come sempre.Cenetta intima con luci soffuse,piatti a base di pesce in cui lei è una vera esperta.Lui si siede,si guarda un po'la tv.Aiuto Rossana a rassettare la cucina,lavo io i piatti stasera le dico.Sono al lavello,ci raccontiamo un po'del tempo passato,parliamo dei ns problemi e di tutto quello che da tanto non ci siamo dette.Rossana stasera è bellissima,capelli lunghi raccolti a chignon,trucco soft che le risalta il dolcissimo viso.Gli occhi le brillano di una luce intensa a volte un po'strana.Mi osserva,mi scuta mentre con versiamo,sento il suo sguardo che mi penetra dentro.Ho caldo,le chiedo se puo'abbassare il riscaldamento.Lei dolcissima mi sussurra,gioia ma abbiamo solo 22 gradi,se hai caldo spogliati un pochino,siamo amiche e poi fra donne che problemi hai.Dolcemente si avvicina,lentamente mi toglie la camicetta in seta,mi dice,stellina è bellissima,ti fa'molto sensuale.Mi toglie la gonna lentamente.Fa'apprezzamenti sul mio intimo,reggiseno e mutandine rosse che il mio lui mi ha regalato da pochi giorni.Sento le sue mani morbide,calde che accarezzano la mia pelle,il caldo si fa'sempre piu'insopportabile.Non riesco a proferire una sillaba,sento dentro il mio corpo un desiderio irrefrenabile che a stento riesco a trattenere.All'improvviso prende la mia mano,mi porta in salotto,non dice una parola,mi stende sul divano in pelle morbidissimo.Lui si gira,ci guarda attonito,estasiato e un po'imbarazzato cmq.Rossana mi bacia,prima sul collo,dietro le orecchie poi dolcemente sento le uelabbra sulle mie.Come i petali di una rosa madida di fresca rugiada in un fresco mattino di primavera sono le sue labbra,profumano di donna,di sensualita'di una voluttuosita'che ancora non ho provato.Chiudo gli occhi,mi abbandono,la sua calda e morbida lingua si insinua dolcemente nella mia bocca,entro nell'estasi,l'estasi di un piacere che mai ho sperimentato,mai ho provato.Sento le mani che mi accarezzano,i miei capezzoli turgidi li sento scoppiare,il desiderio si fa'sempre piu'forte.Mi spoglia,sono nuda fra le sue braccia.Ora sento la sua bocca che scende dolcemente lungo il mio corpo,la sento negli anfratti piu'nacosti del mio corpo.Ho voglia,ho voglia di lei,gemo dal desiderio,i miei dolci e caldi umori fuoriescono dalla rosellina ormai gonfia, desiderosa,madida.Lui ci osserva,ora si spoglia,il suo pene pare un dardo infuocato che nella penombra delle luci soffuse si staglia come una spada pronta a trafiggere.Rossana le dico,fammi tua.possiedimi,riesco solo a dire quste poche parole.Ora la sento,indossa un paio di mutandine con un bellissimo fallo vibrante,mi gira,mi penetra dolcemente,piano piano la sento entrare dentro di me,sento la mia rosellina pulsare,i caldi umori mi scendono lungo le coscie.All'improvviso dietro di me sento lui,un dardo rovente mi penetra contro natura,mi sembra un sogno,la realizzazione del mio sogno erotico.Entrambi mi penetrano,mi possiedono,mi fanno gemere dal piacere.Cado in un'estasi mai provata,ora urlo,ora sento il calore del vero piacere,l'estasi dei sensi.Rossana urlo,godooooooooo,rossana strepito,scopamiiiii e in doppio orgasmo favoloso ed appagante mi abbandono.Lo sperma caldo di lui mi entra dentro mentre lei mi porta ad un orgasmo mai provato.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 6 hours ago -
Racconto erotico (traduzione fra parentesi)
E' forte in me il desiderio di raccontare cosa mi è capitato.
(non c'ho un cazzo da fare e scrivo cosa mi piacerebbe fare).
Sono un bell'uomo di 27 anni,alto,prestante e con un cazzo da 20 cm.
(sono 50enne basso e cicciotello,quasi calvo, mi sono misurato l'uccello 1000 volte e,facendo la media, arrivo a 13,8 cm).
Ero in spiaggia quando vedo una gran figona in topless che mi chiede di farle accendere la sigaretta; ci capiamo al volo e decidiamo di andare a scopare dentro la sua cabina climatizzata.
(ero in fabbrica alla pressa quando la Gina, con la tuta un pò sbottonata, mi ha chiesto bestemmiando la chiave del 13; siccome non sono stato svelto a passargliela mi ha dato una pacca nei maroni).
Appena entrati nella cabina climatizzata,dalla parete si apre uno sportellino ed esce una bottiglia di champagne freddo dalla quale beviamo avidamente versandolo poi sui nostri corpi già nudi e frementi.
(con un gran male ai maroni, ho preso la Gina per il collo e ne ho aprofittato per infilarle una mano dentro la tuta, in mezzo alle tette; lei mi ha rifilato una pacca sulla nuca con la chiave del 13)
Nella cabina climatizzata i nostri corpi bollenti iniziano l'antica danza dell'amore; il mio cazzo duro entra nella sua figa depilata ed entrambi contraiamo i muscoli per cercare maggior piacere l'uno dall'altra.
(ora il male ai maroni è superato da quello alla nuca ma non smetto di palpare a piene mani le tette flaccidotte e molto sudate della Gina; i nostri corpi coinvolti nella lotta di classe finiscono sotto la spianatrice
fra i trucioli di ferro che impietosamente si conficcano nelle nostre schiene. Non mollo le tette della Gina; lei mi sgagna un braccio).
Nella cabina l'aria è arroventata dai nostri corpi; esplosioni di puro godimento scuotono le nostre membra e le nostre anime elevate a congiungersi anche spiritualmente. Si frammentano e frammischiano i nostri liquidi corporei codiavundo lo scivolio inesorabile della penetrazione. Stiamo per esplodere........
(il capoturno ci ha presi su da terra tutti ammaccati, ci porta nell'infermeria e lì ci dice di arrangiarci a medicarci da soli chè non ha tempo da perdere. La Gina si sente tanto infermiera e comincia a medicarsi lei mentre io mi lamento del suo egoismo......)
Nella cabina c'è un'atmosfera lunare, l'aria è irrespirabile e decidiamo di alzare al massimo il climatizzatore. Lo facciamo restando allacciati come cani ed ogni passo è sublime goduria. L'aria fredda ci riporta indietro nell'arrampicata all'orgasmo.Ma è solo questione di tempo.....
(La Gina, impietosita, mi fa sfilare la tuta per togliermi i trucioli dalla schiena. Poi anche lei si toglie la tuta e tocca a me medicarle la schiena. Vacca boia! La Gina c'ha un pelo sotto le ascelle e nella gaglioffa da fare invidia ad un cane spinone. Vuoi vedere che adesso ci metto la mano sulla patacca? Al massimo becco uno sganassone.....)
Nella cabina l'aria è polare. I suoi seni ballonzolano al ritmo dei miei affondi, i suoi capezzoli granitici sono obelischi erti sui dolci declivi disegnati dalle sue tette. La sua figa depilata pare bocca socchiusa ad ingoiare e cibarsi del mio cazzo dolorosamente indurito. Gocce simili a saliva scendono dalla bocca/figa ingordamente aperta ora.....
(Ustia! Và che la Gina mi lascia la mano sulla sua patagnaccona! Orca che pelosa, adesso ci infilo due dita sotto le mutande e lei mi lascia fare! La Gina si inginocchia davanti a me e mi sfodera l'uccello e se lo ciuccia se fosse lo stecco del gelato. Urca,adesso la ciulo! Vabbè, sa un pò di sudore acido, ma anche io non so mica da arbre magique.....)
Nella fredda cabina i nostri corpi sono travolti da brividi. Forse abbiamo esagerato con lo champagne freddo e col clima. I primi brontolii di pancia li ignoriamo entrambi. I seguenti minacciosi scoppietti all'interno delle nostre viscere prima ci fanno sorridere, poi ci costringono ad allontanarci l'uno dall'altra con la classica frase "scusa è un attimo, ma poi passa...."
(Ho steso la Gina dietro la cassa che fa da lettino medico; lei ha allargate le gambette corte e tozze che ha e ha tirato fuori le tette dal reggiseno; fiappe come sono e stesa com'è lei, le sono scivolate sotto le braccia, ma non fa niente, c'ha una spacca di figa da impazzire; spero solo di trovare l'entrata in mezzo a tutto quel pelo.....)
Nella cabina l'aria si è fatta greve; i nostri corpi esposti all'enorme sbalzo termico non possono più garantire l'efficienza delle tenute. Inevitabili fughe d'aere costringono prima lei, poi me, a repentina ritirata in luogo atto ed appartato. La liberazione dei nostri ventri dolenti è inappagabilmente migliore di tutti gli orgasmi provati.
(Bestia, la Gina è bravissima a chiavare. In quattro mosse mi ha fatto sborrare e ha fatto in tempo anche a buttarmi fuori con un colpo di figa, così non abbiamo corso il rischio di far nascere un altro povero cane proletario come noi. Certo chiavare in fabbrica con 'sta bruta bestia de la Gina, puzzolenti di sudore e olio non è il massimo.
Chissà come sarà chiavare quella gran figona della moglie del padrone al mare dentro una cabina climatizzata......)
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17 years ago
alto1volume,
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Last visit: 11 years ago
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In pineta
sono lory travesta in privato
una sera vestita come dalle foto sono andata in una pineta dove vivo
frequentata da bsx e gay,appena scesa dall'auto per entare in pineta
un ragazzo molto carino mi si è avvicinato con l'auto mi ha chiesto
se cercavo compagnia,gli ho risposto andiamo
appartati in pineta,gli ho messo la lingua in bocca e la mano tra le gambe,lo sentivo diventare duro,doveva essere enorme da come aumentava,mi sono chinata e abbasato i sui jeans è uscito un cazzo
enorme,incredibilmente grande,ho iniziato a succhiarlo con tale foga
che quasi mi sborrava in bocca,non resistevo piu,mi sono chianata a novanta spostato il perizoma,l'ho preso tutto,mi ha scopato in modo
super,era eccitatissimo,tanto che dopo poco stava per venire,me lo sono sfilata,ho tolto in preservativo e mi sono fatta riempire il viso di sborra calda
non finiva più di farne
è stato stupendo,sono ritornata ma lui non l'ho più trovato
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17 years ago
lorytrav1,
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Last visit: 16 years ago
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Per lei....quando la troverò
Sarai bellissima luminosa.....piene le tue forme.......dolce carnosa ..ci guardermo ...e capiremo......succederà cosi all'improvviso mentre siamo al mare in una spiaggia poco frequentata,incominceremo a ridere di gusto scherzeremo faremo il bagno nude....semplicemente nude....ma nn parlo solo di corpi ,metteremo a nudo anche le nostre anime che da tanto si cercano nn indosseremo nessuna maschera.....poi...all'improvviso smetteremo di parlare....siamo ancora in acqua...le nostre mani si cercano ,i nostri occhi pieni di desiderio parlano per noi,le nostre labbra calde,carnose ,morbide incominciano a baciarsi dolcemente ...le nostre lingue si cercano e si avvinghiano avide avide avide di tanta dolcezza.Le nostre mani accarezzano l'uno il corpo dell'altra....i seni poi i capezzoli turgidi stimolati dall'acqua e dal desiderio che cresce sempre più...che ti fa tremare le gambe..ti senti lo stomaco sottosopra.....poi ci stacchiamo..e con fare abile deciso ma dolce.....ci tocchiamo prima a stimolare il clitoride.....sentire la peluria del pube...e poi dentro ...ti infilerei le mie dita dentro per sentirti gemere.....vedere il tuo viso che cambia....poi prenderei la tua mano e la condurrei dentro di me.......per sentire quello che provi anche tu.....dopo ci stacchiamo ..ci teniamo per mano.....andiamo verso un cespugli o..senza dire una parola ..appena arrivate ..ci abbracciamo con passione ci mettiamo a terra ma questa volta più irruente e vogliose......tu mi allargherai le gambe ..e il tuo viso sprofonderà.....in mezzo.....mi leccherai ...o siiii la tua lingua sarà piena morbida energica ..mi infilerai le tue dita e incomincerai a muoverle dentro di me....sempre più velocemente all'unisono con la lingua ...io prenderei le dita dell'altra mano e me li porterei in bocca per succhiarli ..fino a che l'orgasmo nn arriva.......e dopo per dimosrtarti la mia gratitudine ti farei adagiare dove un'attimo prima mi adagiavo io e ti farei godere come più desideri.......
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 6 hours ago -
Il mio erotismo
Mi sono sempre travestito. La mia è stata una scelta fisica e mentale. Volevo essere donna. Adoravo il loro mondo. Amavo i loro vestiti, la lingerie, i profumi, il trucco. Era un mondo a me vicino. Non ho mai avuto un corpo veramente maschile. Pochissimi peli, viso dolce, gambe lunghe da indossatrice, niente muscoli, un bel sederino alto. Mi travestivo e mi guardavo allo specchio, vestito e truccato da donna: ero bellissima, femminile, sensuale, capace di una forte carica erotica. Sui tacchi poi ero fantastica, slanciata con il mio metro e 85, e sapevo camminare con un'andatura veramente da passerella.
Una sera decisi di uscire. Il primo passo fu difficile, ma poi la cosa venne naturale. Avevo un appuntamento con un uomo conosciuto in chat: lui sapeva tutto di me, mi aveva visto in foto. Voleva conoscermi. Voleva avermi. Come una donna. E' stato un incontro bellissimo, e io mi era preparata nel modo migliore: un tanga nero di pizzo, reggicalze, calze nere velate con la cucitura dietro, scarpe Gucci di vernice nera, un vestitito nero corto di pizzo, un trucco evidente ma non volgare. Un giro in auto, molti sorrisi, belle parole. Poi mi ha invitata a casa sua, in centro a Milano. Lussuosa, bellissima, profumata. Mi ha presa per mano, mi ha baciata, accarezzata, corteggiata. Mi ha voluto fare delle fotografie, e poi mi ha spogliata, poco a poco. Sono rimasta con calze e reggicalze. Mi ha lubrificata con una mano dolcissima, mi ha accarezzata lungo la schiena, e poi (eccitato al massimo) mi ha penetrata, piano piano, dolcemente, a colpi morbidi ma vigorosi. Mi ha fatto sentire donna. Ero anch'io eccitata. Lo volevo, sì, lo volevo, finalmente. Un uomo e il suo membro. Lui era dentro di me, e mentre mi penetrava mi baciava, mi sussurava parole dolcissime. E' durato tantissimo. Poi, con colpi sempre più forti, mentre io mugolavo sempre più di piacere, è venuto dentro di me, profondamente. Il suo membro è uscito ancora duro, e subito dopo mi sono sentita piena del suo sperma caldo e denso, che lentamente colava dal mio buchino ormai aperto lungo le cosce, fino alle calze.
Da quel giorno lui, Giorgio, è diventato il mio uomo, il mio amante. Lui mi compra i vestiti, sceglie i trucchi, mi veste come vuole e mi sorprende con mille maniere. Giorgio è un impresario che lavora a Parigi, nei locali en travesti. Da allora io sono la vedette di uno spettacolo che lui ha voluto per me. Mi piace sentire gli occhi degli uomini sul mio corpo. Li sento scrutare le mie gambe, sotto il mio bikini in strass con il quale appaio sul palcoscenico. So che molti mi vorrebbero avere, molti sognano di "scoparmi": mi eccita questa idea. Ma c'è solo Giorgio per me. Almeno per ora. Aspetto di vedere se c'è qualcuno più bravo di lui a farmi sentire donna!
Laura
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 6 hours ago -
Una visita speciale
UNA VISITA UN PO' SPECIALE
Era stata una giornata un po' pesante, per me quella sera, e mi ero steso sul divano senza pensieri ne' fantasie di alcun tipo tanto che non avrei mai potuto immaginare ciò che sarebbe accaduto quella sera. Erano si e no le otto di sera quando ricevetti una telefonata da un mio caro amico che gestisce una agenzia per visite a domicilio da parte di assicurazioni private. A dir la verità non avevo molta voglia di uscire a fare visite domiciliari ma me lo chiese implorando in quanto non riusciva a trovare un medico disponibile. Dovetti cedere, a malincuore, credendo di dover visitare una delle solite vecchiette rompiscatole che non hanno altro da fare che chiamare il medico ogni banale problema di salute. Misi giù la cornetta e mi preparai. Mi feci una doccia veloce, mi vestii e nel giro di venti minuti ero gia' in auto verso la mia destinazione. Dovetti ricredermi quando sull'uscio di casa, un po' di pessimo umore, mi accolse una donna stupenda con due occhi da far invidia al più luminoso degli zaffiri, con un corpo da favola, piccolina si, ma perfettamente armonica nelle sue forme. I capelli erano non molto lunghi ma neri e morbidi, alla vista, come quelle nuvole piene e pannose che si vedono dal finestrino dell'aereo quando ci voli sopra. Aveva addosso solo un accappatoio rosso fuoco che lasciava trasparire delle gambe sinuose e tornite come scolpite nel marmo. Ad ogni passo le gambe uscivano dalla fenditura dell'accappatoio in un vedi e non vedi magico. Rimasi, lì per lì, stupito da tanta bellezza che, con tutta probabilità, anche lei si accorse del mio atteggiamento un po' imbecille se vogliamo, tanto che accennò un sorriso divertito. Mi accompagnò nella sua stanza da letto informandomi nel frattempo dei suoi disturbi. Mi descrisse i sintomi che si limitavano ad un banale senso di pesantezza all'addome soprattutto a sx e soprattutto alla sera dopo una giornata di lavoro trascorsa in piedi. Si distese sul letto e scoprì quel corpo scultoreo e marmoreo da lasciarmi con il fiato sospeso in un altra dimensione per qualche secondo. Non è facile descrivere ciò che vidi, su un foglio di carta, ma volendo provarci userei solo due parole “semplicemente stupefacente”. Portava solo un perizoma di pizzo nero di dimensioni ridottissime e non portava il reggiseno. I seni erano due collinette appena accennate sul torace ma di dimensioni adatte al suo fisico, perfetti nella loro dimensione e forma e soprattutto quei due capezzoli rosati erano la vera e propria ciliegina sulla torta. Dalle mutandine non fuoriusciva peluria ma si intuiva dalle trasparenze dell'indumento che aveva un pube nero con peli riccioluti e vellutati come fossero di seta pregiata. A vederla così ci si poteva immaginare un quadro di talmente bello da innescare una sindrome di Sthendal. Cominciai a palpare l'addome così teso e vellutato da assomigliare, al tatto, ad una seta Indonesiana. L'ombelico sembrava una perla incastonata. Era un insieme di opere d'arte concepite da artisti contemplativi e sinergici unitisi per creare l'opera finale, l'esempio, la regina di tutte le opere. Ma fu solo la natura a creare ciò che è incredibile da mente e da mano umana. Constatai una modesta colite che creava i disturbi di cui soffriva e consiglia un farmaco di cui feci anche la ricetta e nel ringraziarmi mi chiese un consiglio per un piccolo fastidio addebitabile ad un pelo pubico incarnito che di tanto in tanto si infiammava e mi volle mostrare dove. Con mio immenso stupore (cose da infarto acuto) allargo le cosce e si scostò le mutandine lasciando alla mia vista una vulva da brivido, senza dubbio una delle piu' splendide e meravigliose che abbia mai visto, talmente bella da sembrarne orgogliosa ad esporla così spudoratamente. Feci per mettermi il guanto ma lei mi disse che non importava tanto mi ero appena lavato le mani e li, in quel momento capii che stava succedendo qualcosa. Infilai appena la punta del dito in quella vagina calda e umida per prendere tra le dita quella piccola insignificante cisti, tanto che sospettai lei l'avesse fatto di proposito, per il piacere di essere guardata e toccata. Confermai la diagnosi consigliando di non radersi per un po' in quella zona e usare creme antibiotiche. Stavo per togliere il dito quando lei dimenandosi sensibilmente mi chiese di tenere ancora il dito lì . Non so quale forza arcana mi spinse a farlo, ma ero talmente eccitato che sudavo sesso da tutti i pori della pelle. , e lei . Iniziai a infilare dolcemente il dito in quella fessura calda e bagnata dall'eccitazione ed entravo ed uscivo con dolcezza mentre lei cominciava a dimenarsi sempre più violentemente in preda ad una sorta di mistica forza sconosciuta. Non resistetti molto alla voglia di scoparla, ma i preliminari erano cosa indiscutibilmente più preziosa e intima, quindi più eccitanti. Cosicchè, sempre con le mutandine scostate a lato della sua principesca vulva, chiesi il permesso di suggere quel regale succo che fuoriusciva copioso , . Non riuscii però a gettarmi a capofitto sulla fonte, mi presi il permesso di cominciare leccando l'interno cosce, era così vellutato e morbido da mandarmi in visibilio. Cercavo, non riuscendoci, di restare legato alla realtà ma era indubbio che stavo entrando in un altra dimensione fatta di sesso allo stato puro, senza difetti, senza limiti sino a quel momento, ero sbarcato, finalmente nel pianeta dell'erotismo. Non è descrivibile la sua reazione allorquando appoggiai il mio viso sulla sua figa, a bocca aperta e con la lingua completamente srotolata che cercava di sopravvivere cercando il liquido tanto amato. Infilavo la lingua più infondo che mi era umanamente consentito nella sua calda vagina, poi uscivo e davo violente ma allo stesso tempo dolci pennellate partendo dall'ano per arrivare al suo clitoride eretto e super sensibile per poi prenderlo tra le labbra in una sorta di fellatio con il suo piccolo scrigno di piacere. Ripetevo e ripetevo queste mosse mentre lei a gambe completamente aperte si contorceva in una specie di convulso lussurioso che non le dava fiato e quando le riusciva infilava una gamba tra le mie gambe cercando con il piede il mio membro ormai al dente. Cominciai, non so come, a spogliarmi mentre con la lingua continuavo a torturarla tra quelle dolci pieghe, ricavando più succo possibile dalle sue piccole labbra congeste, anche perchè il suo sapore non aveva eguali. Era un po' acidulo ma allo stesso tempo dolce, un sapore mai sentito prima, da inebriare chiunque lo avesse assaggiato, si poteva paragonare a quello delle fragole mature. Mi ritrovai nudo steso sul letto ma, ripeto, mi ritrovavo in posizioni assurde senza sapere come esserci arrivato tanto fuori dal tempo e dallo spazio in cui mi ritrovavo. Cominciò lei a leccarmi i capezzoli, l'ombelico e l'interno cosce mentre quegli occhi azzurri mi fissavano intensamente come io fissavo lei sino al culmine quando prese con due dita dolcemente il mio uccello e senza dire una parola scomparve tra le sue labbra per poi riapparire in un andirivieni che non mi lasciava scampo. Quando poi si soffermava sulla cappella leccando con quella dolce lingua la punta per poi prenderlo in bocca nuovamente, ecco, in quel momento avrei anche potuto morire, non mi importava più niente, ero nell'ade. Si soffermava poi sulle palle per poi scendere e risalire ma vi fu un momento in cui si accucciò tra le mie cosce e allargandomi le gambe scese a leccarmi l'ano. Ero sconvolto, ero senza più remore, senza più dignità, ero un uomo in balia degli eventi, era lei, in quel momento, il mio destino. Ma poi ritornava su con movimenti veloci e riprendeva tra le sue labbra il mio cazzo ormai paralizzato dalla paura di non essere più tra le sue labbra. Era quasi un dolore piacevole tanto ero duro quando in un istante dopo avermi bagnato bene l'ano con la lingua ed essere risalita in fretta per riprendere il mio cazzo tra le fauci, mi infilò, come un fulmine a ciel sereno, un dito nel retto. In quel momento il tempo si fermò, gli istanti non trascorsero più, la mia vita ebbe un istante di freeze, soprattutto quando, ancora nella sua bocca, cominciai a venire copiosamente con potenti getti di seme e, dato che era molto che non avevo un orgasmo, le riempii la bocca sino quasi a soffocarla tanto che nonostante bevesse avidamente il mio miele, ne vidi un filino uscire dalla bocca e scivolare dolcemente sull'asta fino a riposarsi sulle mie palle. Durò poco quel riposo in quanto, quando lei vide quel rivolo di seme solitario, con la lingua lo ripose nella sua bocca splendidamente sazia di sperma. Non riuscii però a rilassarmi a causa della situazione così magicamente eccitante, per cui avevo ancora il cazzo duro da far paura. La presi dolcemente per i fianchi e sollevandola la distesi sul letto. Senza dire una parola spalancò quelle stupende gambe lasciando esposta tutta la sua femminilità. Non la penetrai subito, prima le strofinai la cappella tra le grandi labbra e quando arrivavo al clitoride aveva come un sussulto di piacere. Non resistetti molto però, una forza mistica mi spinse, appena sentii la cappella che si infilava nella sua calda vagina, a impegnare il mio cazzo in tutta la sua lunghezza nelle sue viscere. Fu splendido vederla contorcesi, quasi agonizzante, quando fu riempita di cazzo fino all'inverosimile. Sembravo un treno lanciato a tutta velocita' su un binario morto, felice di non sapere dove portasse quella strada ormai intrapresa. La ripresi per i fianchi e la sollevai, sempre penetrandola, e mi distesi sul letto con lei sopra che cominciò a stantuffarmi. Pareva una amazzone in groppa al suo cavallo mentre lo lanciava a tutta velocita' per cercare assolutamente il piacere a lungo agognato. Le chiesi di dissetarmi con la sua saliva e la vidi avvicinarsi alle mie labbra baciandomi intensamente con la lingua quando sentii la sua saliva riempirmi la bocca e li mi accorsi che il suo culmine stava arrivando. Lo raggiunse mentre le tenevo un dito dentro l'ano che entrava e usciva felicemente e dolcemente dopo averlo lubrificato con il fluido che fuoriusciva copiosamente dalla sua vagina. Si distese esausta, ma io non avevo intenzione di lasciarla riposare e mi misi a leccare di nuovo il clitoride arrossato e gonfio che chiedeva pietà. Ma non riuscivo a staccarmi da esso come un poppante che cerca il latte dal seno materno. Succhiavo e con le dita cercavo il tesoro del suo piacere finchè credetti di averlo trovato: e venne nuovamente facendomi bere il suo orgasmo. Erano getti di liquido caldo e denso che assaporavo avidamente pensando che ora era totalmente mia. La guardavo in faccia e bevevo fino a esserne sazio. Ma sazio non ero cosicche' la ripresi per i fianchi e mettendola a carponi la penetrai nuovamente. Il movimento a volte lento a volte veloce la faceva contrarre, si muoveva, arrancava nel letto emettendo gemiti di piacere quasi disumani: pareva stesse per piangere dal piacere sino a che, vedendo il suo buco del culo esposto e pulsante, presi la fatidica decisione e riempiendomi le dita di saliva cercai di entrare con l'indice nel suo ano e vidi con piacere che non si ritrasse. Anzi inarcò ancor di più la schiena per farlo entrare meglio. Uscii con il cazzo dalla sua figa grondante e pian piano spinsi la mia cappella che era addirittura viola dal piacere in quel stretto e delicato buco: dopo una piccola resistenza iniziale entrai senza molta fatica e cominiciai a pomparla nel retto con suo sommo piacere. Dopo un po' estrassi la spada dal suo mitico fodero e la girai a pancia in su e, mettendole un cuscino sotto la schiena, la ripenetrai nel culo mentre con il pollice le torturavo piacevolmente la figa. Ad un dato punto sentii i suoi muscoli pelvici contrarsi e dal cazzo mi venne una sensazione di calore che mi salii sino al cervello e mentre lei gridava il suo ennesimo orgasmo venni anch'io riempendola di seme copioso e caldo. Eravamo esausti dalle fatiche consumate e dopo una rimessa a punto veloce mi rivestii e la salutai dicendole che se aveva ancora bisogno mi poteva chiamare direttamente. Le porsi così un biglietto da visita e la salutai come non fosse successo niente. Le mie gambe mi tenevano a fatica ma raggiunsi casa con il cazzo ancora duro. Decisi di masturbarmi pensando a lei e fu una delle seghe più belle della mia vita e quando cercai di ricordarmi il suo nome non ci riuscii. Pensai che in preda all'eccitazione forse l'avevo dimenticato. O forse non me l'aveva neppure detto. Fattostà che la ricorderò per sempre come una delle più belle storie della mia vita.
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17 years ago
ginex,
40/40
Last visit: 16 years ago
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Tradimento: la rossa
- “Pronto”
LEI - “Scusa l'orario. Finalmente son riuscita a prendere la linea. Era dall'altro ieri che non ti sentivo! Mi stavo preoccupando. Il telefonino era staccato. Come va lì?”
- “Benone fa un po' freddo. Sono nella camera d'albergo”
LEI - “Lo so dove sei. Ti sto chiamando in camera...Come è andata la presentazione?”
- “Ottimamente. Forse li stiamo convincendo a partire col progetto. Sembrano entusiasti e...”
LEI “C'era la tua collega Inglese?”
- “Sì e abbiamo...”
LEI - “La rossa?”
- “Sì. Mi ha aiutato un sacco anche per la traduzione.....”
LEI - “Ah, brava con la lingua, e l'hai ringraziata?” voce ironica.
- “Ieri sera siamo andati a cena ed ho offerto io. Il minimo che potessi fare. Un posto bellissimo...”
LEI “Ed il massimo?”
Forse aveva capito. E dovevo tirami fuori alla svelta trovando una scusa.
- “Io...” dissi ridacchiando.
Che deficiente!
LEI - “Ah, saresti tu il massimo?”
- “Dai, scherzo...”
Forse mi stavo facendo mettere all'angolo.
LEI - “Appunto. Lo so che tu sei il massimo per Lei... Siete nello stesso albergo ovviamente?”
- “Sì è quello più vicino alla sede, perché?”
Pausa di silenzio. Sentivo il suo sospiro amplificato nella cornetta.
LEI - “Dimmi che sono la tua troia...”
- “Lo sai cosa penso! Mi manchi tanto e...”
LEI - “Sì... ma dimmelo”
Dove mi voleva portare?
- “Lo sei”
LEI - “Sono cosa?”
- “Quello che hai detto!”
LEI - “DIMMELO!”
Aveva capito che non potevo parlare. E ne voleva la conferma.
- “Senti non mi va ora.”
LEI - “Perchè? Non sei solo?”
- “Non è questo. E che non posso”
LEI - "Mi sembri strano..."
Se continuava sarei crollato e lei lo sapeva. Le avevo sempre chiesto di raccontarmi tutto delle sue scappatelle perché mi eccitavano ed avevo giurato la stessa onestà verso di lei se fosse successo.
Ma non era per questa promessa: a lei non sapevo mentire. Non potevo.
Lei è parte del mio cervello e del il mio corpo.
Escluderla sarebbe stato come subire un'amputazione o una lobotomia.
LEI - “Allora dimmi che la tua collega è una testa di cazzo...”
- “Magari lo è, non lo so. Senti devo chiudere...”
LEI - “Ok. Peccato però, volevo solo che mi dicessi che sono una troia perchè ieri sera, visto che non c'eri, ho invitato il mio amico a cena a casa nostra...”
- “Ah e chi?”
LEI - “ 'Ah e chi!'...Quello del pompino in macchina deficiente. Gli ho preparato una cenetta e un dopocena ancora migliore...”
- “Ah....”
LEI - “ 'Ah?' Tutto qui. Non mi sai dire altro!?”
Lasciai passare quei pochissimi secondi che le diedero il controllo definitivo e assoluto su di me.
O ci stava solo provando.
LEI - “Ha il pelo rosso anche sulla fica?”
- “Cosa!?!”
LEI - “Se non puoi, rispondimi solo SI' o NO. Ha anche il pelo rosso?”
Ormai il siero della verità appena iniettato mi era entrato in circolo.
...
- “Si', abbastanza...”
LEI - “Ora è nella stanza con te, giusto?”
- “Sì.”
LEI - “Vestita?”
- “No, non proprio direi”
LEI - “Avete scopato?”
- “Si'...no, non molto...”
LEI - “Pensi che se le fai cenno di avvicinarsi e succhiarti l'uccello, mentre fingi di continuare a parlare con me, lo farebbe?”
- “Beh, considerando l'importanza del progetto penso dovrebbero accettare....”
LEI - “Falle cenno, maiale!”
- “Sì, ci stiamo muovendo in questa direzione.”
LEI - “Scommetto che non si rifiuterà. Deve essere troppo eccitante per una donna succhiartelo mentre parli con tua moglie...”
- “..sì hai ragione: infatti, ho ricevuto subito l'approvazione”
...
LEI - “E ha incominciato a succhiartelo?”
- “Sì...”
LEI - “E ce l'hai duro vero, porco!”
- “Ritengo che siamo quasi hai massimi del periodo....”
LEI - “Per facilitarti la cosa, ti faccio sapere che ieri sera io e il mio amico dopo cena abbiamo scopato..”
- “Ah. E com'era lo spettacolo?”
LEI - “Lo spettacolo era che prima che venisse l'ho fatto mettere a cavalcioni sulle mie tette. Quindi lo spettacolo era di un bel cazzo davanti a me...”
- “Magnifico. Quindi non ti sei annoiata...”
LEI - “Annoiata? Si è strofinato per un po' e poi mi ha sborrato sulla faccia. Sapessi che schizzo...”
- “Ah”
...
LEI - “Come va lì da te? Ti sta spompinando?”
- “Abbastanza! Ma ... non penso che il tempo reggerà a lungo.... E com'è il tempo lì?”
LEI - “Umido, ma tu lo troverai secco. Sai eravamo sul nostro letto e sulle nostre lenzuola. Dopo che mi è venuto in faccia mi sono asciugata il viso sul tuo cuscino... che ti conserverò fino a quando torni...ma come dicevo sarà asciutto...”
- “Mmh...interessante”
LEI - “Stai per venire?”
- “Di..ciamo che ...date ...le ...circostanze...assolutamente...sì...”
LEI - “Vieni porco, che se ne va con la prima collega puttana che conosce...”
- “Eh...sì...sicura..mente, ...sì certo....”
....
LEI - “Venuto?”
- “Sì, sì, ora ti devo lasciare...”
LEI - “Sì chiudiamo. Da qui a Venerdì quando torni, sicuramente ne farò di cose da raccontarti...Salutami la Rossa mignotta...”
- “Ok. Ti chiamo io.”
LEI - “No, ti chiamo io. Se mi va. E se non sono impegnata a fare altre cose. Tu potresti interrompermi sul più bello. Buonanotte”
- “Notte amore”
LEI - “Notte..Ah, sai mi ero sbagliata: ce l'ha un po' più lungo del tuo..e anche più grosso. Ed aveva un sacco di materiale... Sarà che era più a suo agio e tranquillo a casa...Domani se è libero mi faccio inculare...Notte!”
- "No...senti. TI posso richiamare domattina, così ne riparliamo?"
LEI - “No. vado a dormire. Dopodamani...magari...!" Click
- "Ma..." click
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17 years ago
admin, 75
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Fantasia etero
Il primo incontro. Nessuna aspettativa, lui aveva imparato da un pezzo la differenza tra una foto in chat, per quanto gradevole, e l incontro vero e proprio...In un mondo al contrario, dove prima si conosce l anima e poi l aspetto, il modo di fare, la voce, era più volte caduto nel sottile tranello di provare attrazione per il carattere di una persona non vista...ma al primo incontro le aspettative, forse troppo pretenziose, lo avevano deluso.
Questa sera no, ormai pronto a trovarsi di fronte chiunque...avevano chattato poco, su richiesta di lui. Lei era d accordo, stesse esperienze negative, entrambi non avevano intenzione di legarsi troppo sul virtuale per veder svanire col primo incontro ogni sogno di attrazione, di passione, il veder spegnersi ogni sorta di scintilla, di legame chimico. L appuntamento era per le 2030, cena insieme, passeggiata per fare due chiacchiere e conoscersi meglio, semprechè la compagnia a cena fosse stata gradevole.
Ormai ci siamo, ancora un paio di incroci...Avevano descritto il proprio abbigliamento, lei sapeva che auto avrebbe trovato sul posto, modello, colore...Fino all ultimo metro lui non sapeva nemmeno se sarebbe venuta, magari con una scusa o un imprevisto dell ultimo momento si sarebbe eclissata, magari dopo averlo osservato senza farsi notare, tanto da evitargli un imbarazzante rifiuto, o semplicemente per non passare la sera a cena con una persona che non la ispirava. Ma...sorpresa! Nonostante lui non fosse certo in anticipo, lei era già li ad attenderlo, 2030 precise.
Accosta la vettura, abbassa il finestrino e vedendo il suo viso bellissimo sorride dicendo "Ciao. Sono io, sali...". Lei sorride, sale sedendosi accanto a lui...interminabili frazioni di secondo nei quali gli sguardi si penetrano a vicenda...Lui riparte, si sente osservato da lei, sotto esame, un esame che non sa se passerà o meno...rivolge un breve sguardo a lei e la vede sorridergli, con uno sguardo molto caldo, molto sensuale...Lui non può fare a meno di notare quanto belle sembrino le sue cosce...
Indossa una gonna nera che lascerà intravedere si e no una decina di centimetri al di sopra del ginocchio...ginocchio piccolo, quasi appuntito, gracile, pochi centimetri che lasciano immaginare chiaramente la forma delicata, affusolata delle sue magnifiche cosce...Ad un certo punto lui le dice che non se lo aspettava, che è davvero bellissima...Il complimento viene ricambiato, qualche sorriso un pò imbarazzato...le sue mani piccole carezzano il dorso della mano di lui posta sul cambio, lui con un pollice gliela serra e stringe forte, l accarezza...L aria si è fatta eccitante...ma sono giunti al ristorante, si calmano, cercano di prolungare quegli attimi, di farli maturare ulteriormente.
Scesi dall auto, si ritrova di fronte una donna di circa 1,55, perfetta, un piccolo capolavoro, come piace lui, maneggevole, delicata...e in più dolcissima. Lei infatti gli prende la mano e così si addentrano nel locale. Mangiano bene, hanno gusti simili e parlano di tante cose, con allegria, fino ad arrivare ad argomenti più espliciti che scaldano entrambi. Tutti e due di mente aperta, elastici, pronti a provare diverse esperienze...Sono eccitati, vorrebbero uscire subito dal locale...lei spesso arrossa in viso e lui lo ha sentito andare in erezione già diverse volte, non tornando mai completamente a riposo...
Appena fuori dal ristorante si prendono per le mani...i visi si avvicinano...guancia a guancia...si sussurrano nell' orecchio frasi piu' o meno infuocate..."Lo sai che me lo stai facendo scoppiare..." "Io ho le mutandine inzuppate..."
Si guardano...si avvicinano naso a naso, si odorano, si sfiorano le labbra che cominciano a socchiudersi sempre più...E la passione comincia a bruciare, si baciano come non avessero mai baciato nessuno prima, si premono forte uno contro l altra...si sorridono inebriati guardandosi da vicino solo le labbra...
"Andiamo a casa mia, non ce la faccio più..." sussurra lei...Vanno verso la macchina, lui le cinge i fianchi morbidi e lei con una mano cinge la sua, sembrano due adolescenti alla prima esperienza...Saliti a bordo, lei, eccitata dal grosso gonfiore ben visibile sotto i pantaloni, comincia ad accarezzarlo febbrilmente, a stringerlo...non soddisfatta gli slaccia i pantaloni, gli tira giù lentamente la lampo e come apre del tutto la patta osserva la cappella di lui grossa, dura e rossa con una piccola goccia trasparente di umore che spunta dal piccolo meato...
si china per leccarla, poi, serrandolo forte ma senza tirarlo ancora fuori dallo slip, prende a leccarla tutta, filetto, bordo, poi succhia forte molinando velocemente la lingua sul buchino...alla fine lo libera tutto, è bello grosso, e glielo sussurra...le piace, riesce a prenderlo in bocca quasi fino alla radice, quasi volesse soffocarsi continua a premerselo in gola...lui le carezza dolcemente i capelli, il viso...poi la schiena...a mano a mano che il pompino di lei incalza, senza tregua, a volte con dolcezza, altre serrando forte le labbra, le carezze di lui si fanno frenetiche...
Sono in periferia, è quasi deserto, lui non vuole aspettare di arrivare a casa e lei la pensa nello stasso modo. Lui vorrebbe prenderla in auto, ma lei lo invita a scendere...Si baciano, poi le gli volge le spalle mettendo le mani sul cofano e pronuncia frasi eccitate quasi con voce roca...lui le mette la mano fra le gambe le mutandine sono fradice, lui prende a leccarle...poi gliele tira giu a mezza coscia, le solleva bene la gonna e si trova di fronte un culetto perfetto, piccolo, sodo...
allargando le natiche osserva la sua fica lucida di umori...le lecca il buchino mentre gode nel sentire le sue dita che scivolano dentro la fica che è un vero laghetto...le infila la lingua nel retto, continua a tormentarla con le dita nonostante il cazzo gli scoppi, poi le sfile e si eccita ulteriormente nel vederla colare giu per le coscie...le punta il membro, gli entra solo con la cappella, poi lo tira fuori e glielo strofina forte contro il clitoride,lei lo prega di sentirlo dentro e lui l accontenta, di botto fino alla radice...due o tre colpi e lei raggiunge il primo orgasmo talmente violento che sembra stia urinando...
lui lo sfila e scende a leccarla tutta, anche lungo le cosce...poi torna su e fa per penetrarla nuovamente, ma lei lo impugna e se lo punta sul culo "Spingi, non fare lentamente, spingi, voglio sentire un pò di dolore, ti fermo io se e troppo..." Un piccolo lamento, un misto tra piacere e dolore...Il suo buchino così stretto, ma all interno quasi infinito, a imbuto...Prende a sbatterla come un forsennato...la masturba, le schiaffeggia la fica, a volte lo sfila ripetutamente aspettando che il muscolo dilatato, ormai arreso al suo grosso cazzo, cominci a richiudersi per buttarglielo subito dentro di botto...
un pò si ferma e lo sfila sputandogli dentro calda saliva prima che si richiuda, riprendendo a martellare subito dopo...osserva il suo viso stravolto con la guancia sul cofano...i suoi occhi rivolti verso l alto tanto da vedere quasi solo il bianco delle pupille, sente i suoi gemiti, fino a quando non sente un suo nuovo orgasmo inondargli la mano...lui continua a stantuffare e sente che lei comincia a spingere col retto fino a permettergli l ingresso di poco più della metà del suo uccello...ancora spinge, poi lei urina e urla di piacere...
lui sta venendo, gli ultimi colpi, lei lo sente...si gira e gli sfila il preservativo, lui le afferra i capelli e fa per venirgli in faccia ma lei gli afferra la cappella con le labbra e si fa venire in bocca, trizzandogli il canale con un pollice per tirare fuori fino all ultima goccia...a lui quasi tremano le gambe...lei si solleva e apre la bocca mostrandogli
tutto il suo sperma e, quando sta per inghiottirlo, lui la ferma e si mette a limonare con lei...abbracci, carezze...e poi a casa per continuare...
Fine :-)
(Perdonate gli errori, e' tardi, ho scritto di getto e non ho voglia di correggere. Questo e' un sogno che vorrei vivere con una donna seria, una a cui se dai tutto te stesso sappia almeno apprezzarlo invece di ignorarti completamente...a volte basta un grazie.)
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1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 6 hours ago -
Tradimento organizzato
ORE 20:30
Stavo nervoso davanti al telegiornale fingendo di ascoltare le notizie, mentre lei si dava gli ultimi ritocchi in bagno. Appena pronta passò in salotto: “Allora vado...”
“Ok. Prendi la macchina?” chiesi
“No mi passa a prendere Lui”
“Ah. E fai tardi?”
“Non so, dipende. Ma non ti preoccupare. Tu mi aspetti sveglio?” domandò.
Distolsi lo sguardo dallo schermo e la osservai.
“Ti sembro carina? Posso piacergli?” proseguì.
La passai in rassegna dalla testa scendendo lentamente fino ai piedi.
Capelli setosi appena lavati, profondità dello sguardo amplificato da un po' di trucco, una maglietta bianca che esaltava il decoltè ed il seno, una corta gonna jeans, un braccialettino argentato alla caviglia e scarpe aperte. Perfetta! Quanto mi piaceva..!
“Direi! Proverò ma non penso che riuscirò a dormire. Hai le mutande?” chiesi.
Si sollevò un po' la gonna e ruotando sulla punta dei piedi mi mostrò un delizioso paio di slip Wolford neri che le avevo regalato.
“Vado ché sono in ritardo...” taglio' corto dandomi un bacio sulla guancia.
“Senti....” la trattenni con la mano.
“Sì?” chiese aspettandosi qualcosa da me.
“Quanto torni mi racconti tutto, ma mi devi trattare male. Uno che lascia fare queste cose a sua moglie, non merita rispetto...Prometti?”
“Prometto, fidati. Dai ora, ch'è tardi...”
La salutai con la mano e sentii richiudere la porta dietro di lei, continuando a seguire il notiziario.
ORE 22:00
Saltavo da un canale all'altro, ma nessun programma mi interessava. Andavo avanti e indietro per tutti i 40 e più canali satellitari, poi tornavo indietro e ricominciavo. Solo la mia birra era una costante. Avevo già fumato almeno 5 sigarette, scolato una Fisher da mezzo litro ed appena stappato una nuova bottiglia. Tutto iniziava a girarmi intorno se chiudevo gli occhi.
“Che cazzo starà facendo la puttana?” pensavo
E che cazzo poteva fare? L'uncinetto? Le avevo detto io che mi eccitava quel gioco. Era lì per me solo per me. Un sorso di birra e una boccata di sigaretta si alternavano nervosamente.
“Secondo me sono a mangiare qualcosa...che palle!”
Il tempo non passava. L'orologio del decoder sembrava avanzare un minuto ogni ora....
ORE 23:00
“Avranno finito di mangiare e ora la riaccompagna...” pensavo calcolando i tempi.
Il lettore DVD stava leggendo un film porno, serie “Il meglio di XXX”.
Scopate, gang bang, pompini a volontà e cazzi smisurati. Il mio, che in queste occasioni restava diligentemente sull'attenti, era pietosamente moscio.
“Birra e fumo i peggiori nemici dell'erezione...” mi giustificavo sorridendo.
In realtà non era quello sullo schermo che la mia mente stava seguendo.
Le mie Philip Morris erano ormai più che dimezzate quando ne accesi un'altra stappando anche la terza e ultima birra...
ORE 0:00
“Ma che cazzo sta facendo? E' mezzanotte!”
Ma di che mi preoccupavo? Glielo avevo chiesto io!
TV e DVD erano spenti da mezz'ora. Facevo avanti e indietro dal balcone ad ogni macchina che sentivo passare, ma erano sempre più rade e fra una e l'altra mi sdraiavo sul letto. Mi rimanevano solo 5 sigarette.
“Le vado a prendere al distributore”
“Sì...” pensai “Ma se poi ci incontriamo mentre esco? E se mi ferma la Pula e mi danno il palloncino becco 30 anni di galera per guida in stato di ebrezza....”
Decisi saggiamente di centellinarmi le ultime.
ORE 01:20
Sentii la chiave girare nella serratura della porta.
“Cazzo!”
Volevo vedere l'auto che l'accompagnava e come era Lui, ma mi ero assopito come un coglione!
Lei richiuse la porta pianissimo. Capii che stava levandosi le scarpe in ingresso e percepii i suoi passi felpati avvicinarsi al nostro letto dove ero disteso, senza fare alcun rumore.
Si sedette a fianco a me sul bordo del materasso.
“Ciao Cornuto!” mi sussurrò.
“Andiamoci piano. Cornuto solo per una uscita a cena con un vecchio amico....” cercai di ridimensionare la vicenda, sperando però qualcos'altro. O forse non lo volevo affatto. Che ne so!
“Secondo me sei un gran cornuto...” confermò lei.
“Come è andata? Ti sei divertita?” finsi di ignorare il modo in cui mi aveva appena apostrofato.
“Tantissimo...” rispose con voce sospirante.
“Dove avete mangiato?” proseguii io.
“Mangiato? E chi ha mangiato...!?”
Il mio cuore iniziava ad accelerare. 4 ore fuori e neanche aveva cenato. Ma dove cazzo era stata?
“Aspetta ora ti racconto..” disse sfilandosi la maglietta e poggiandola sul bordo del letto.
Con la mano frugai sotto la gonna.
“Dove sono le mutande?” chiesi sollevando di scatto la testa dal cuscino.
“Gliele ho lasciate.”
“Ma come quelle che avevamo comprato insieme!” protestai.
“Che palle! Me le ricompri! Mi ha detto che profumavano della mia fica e che se gliele lasciavo si sarebbe fatto le seghe pensando a me...” mi spinse di nuovo a distendermi su letto.
"Se ci tieni la prossima volta me le faccio restituire!"
“Insomma un feticista che si accontenta delle mutandine...ti sarai fatte due palle...” dissi cercando di svilirla.
“Non proprio.” mi interuppe lei “Stai zitto che ti racconto...”.
“Mi ha chiesto se volevo andare in un albergo, dove aveva preso una stanza...”
“E tu ti sei rifiutata, perché chiedono un documento...spero” intervenni.
“NO! Zitto! Gli ho detto che andava bene e quando ci siamo presentati alla reception abbiamo detto che ero un'amica e che stavo solo un attimo...”
“E...?”
“E mi hanno detto che a mezzanotte dovevo andar via, perché la reception chiudeva....”.
Io ero ormai in balia del suo racconto e la lasciai proseguire.
“Appena saliti ci siamo messi a parlare un po'. Mi ha chiesto che facevo e ...ah, dov'eri tu”
“E che gli hai risposto?” chiesi.
“Niente, che eri partito per lavoro...”
“E avete parlato tutto il tempo...” intervenni.
“Zitto, Cornuto! Ascolta!” mi rimproverò con decisione
“Poi si è avvicinato e ci siamo baciati ed io gli ho accarezzato il cazzo da sopra i pantaloni...”
“Duro?” chiesi.
“Sì è diventato duro sotto la mia mano. Io gli ho abbassato il pantaloni e le mutande e gli ho dato una ciucciata...Ho fatto male?” la sua voce chiedeva clemenza.
“No ci mancherebbe. Ma spero non bene come fai a me?”
“Sì, sì, così...” mi abbassò gli slip e iniziò a leccarmi le palle ed il sesso, in quel meraviglioso modo che mi manda in estasi. Altro che fumo ed alcool! Si era svegliato. E alla grande....
“QUI ”ENTERPRISE”: CERVELLO IN PAPPA COMPLETAMENTE INUTILIZZABILE. PASSO IL CONTROLLO AI MIEI GENITALI!
D'ORA IN POI COMANDANO LORO E RISPONDONDO PER ME!
PASSO E CHIUDO"
"ENTERPRISE, COMANDO RIFIUTATO!
CHIUDO"
“Mi avevi promesso che mi avresti trattato male per quello che ti ho fatto fare.” protestai.
Non ammettevo distrazioni.
“Hai ragione... Cornuto!” disse con decisione interrompendo il lavoretto e allontanandomi da lei.
“E allora?” chiesi estasiato.
“Mi sono sfilata le mutandine e gliele ho poggiate sul viso per fargliele odorare...Lui mi ha chiesto di levarmi tutto il resto ed io mi sono spogliata”
“Ah! E come ce l'ha?”
“Lo vuoi proprio sapere? Come il tuo, ma un po' più storto. Le palle però sono molto più pelose delle tue...”.
“Lo hai fatto venire con una pompa?” chiesi.
“Nooo! L' ho solo lavorato un po' mentre lui con la mano mi sgrillettava la fica...”
“E tu sbavavi?”
“Ma secondo te? Con una cazzo in bocca ed un dito nella fica....”
“Però niente pompa? Lo sapevo che finiva in buca...” dissi deluso ma cercando di farla andare avanti.
“Che palle...! Aspetta.”
Si alzò andando in ingresso e la sentii frugare nella borsa. Quando tornò teneva qualcosa in mano che nel buio non vedevo bene.
“Tieni! Vediamo se e' andata in buca...” mi disse porgendomi un oggetto.
Allungai la mano e sentii un sacchettino molle che sembrava un palloncino.
“Ma cos'è un.....”
“Sì” si mi interruppe lei “Un preservativo. Ecco...”
Tirandomelo via dalla mano lo appoggiò sulla mia pancia e senti un liquido colarmi sull'ombelico.
Io rimasi immobile, pietrificato, mentre sentivo qualcosa che iniziava a scolare dai fianchi.
Lei intervenne iniziandomi a leccare la pancia e raccogliendo quel liquido colloso che mi ero appena sentito arrivare.
“Scusami” si giustificò “Sennò macchiamo le lenzuola...”
“Avete scopato?”
“...ti ho detto che sei Cornuto, no...” bisbigliò fra una slinguata e l'altra.
“Ho chiesto: Ti ha scopato?” incalzai con voce più alta.
Lei sollevò il capo ingoiando quello che aveva appena raccolto con la lingua.
“Mi ha detto che voleva trombare. Non potevo dirgli di no dopo averlo spompinato, giusto!?” fece con voce languida e innocente.
“No... certo. Hai ragione” le risposi in totale stato di confusione.
“Dopo che l'ho pompato per un po', mi ha fatto mettere alla pecorina sul letto e me lo ha infilato iniziando a pompare lui da dietro. Poi, siccome voleva venire, mi ha chiesto il permesso, ma gli ho risposto che era pericoloso in questo periodo e allora lui mi voleva prendere il ... culo...”
“Il culo?”
“Sì, il culo. Ma gli ho detto che mi facevo male senza crema e con un cazzo così grosso e che volevo che continuasse nella fica ma mettendosi un preservativo per venire insieme...”
“E ce l'aveva?”
“No. Me n'ero portata uno dei nostri e glielo ho fatto mettere...non ti dispiace vero? Te lo ricompro....”.
Aveva previsto tutto!
Non sapevo più cosa chiedere e me ne uscii con una domanda assolutamente idiota:
“E tu sei venuta?” balbettai.
“Senti Ciccio, sei scemo: mi aveva sgrillettato. Gli avevo appena ciucciato il cazzo per venti minuti. Mi sentivo una grandissima troia che ti stava facendo le corna. Mi ha scopato da dietro, e sai che mi fa impazzire. Me lo sono sentita sborrare dentro: CERTO CHE SONO VENUTA, scemo di un Cornuto!”
Me lo ero meritato!
Rimasi qualche secondo in silenzio con lei ora che si aspettava qualcosa da me.
“E poi?”
“Erano le undici, siamo rimasti un po' a parlare e prima che si facesse mezzanotte siamo andati via per non fare incazzare l'albergo. Gli ho lasciato le mutande se lui mi lasciava il preservativo per ricordo...”
“E che cazzo hai fatto fino all'una!?”
“In macchina ho iniziato ad accarezzargli l'uccello e, non ci crederai, era di nuovo duro! Allora mentre guidava glielo ho tirato fuori e l'ho preso in bocca”
“Col rischio di farlo andare fuori strada?” chiesi agitato.
“...appunto e siccome lui con la mano mi stava di nuovo toccando la fica ed io mi stavo eccitando, gli ho detto di fermarsi da qualche parte”.
“E...?”
“E.. cosa?”
“E che cazzo è successo?” chiesi nervosamente.
La sua voce si fece dolce e suadente. Mi cinse il collo con la mano avvicinando la bocca all'orecchio sussurrandomi con voce innocente ma dolcissima:
”Lui si è fermato in uno spiazzo ed io.., io... gli ho fatto un pompino. Ci ho messo parecchio per farlo sborrare visto che l'avevo già scaricato prima.
Ma l'ho ripulito tutto, giuro, fino all'ultima goccia perché non avevo fazzolettini! Poi mi ha riaccompagnato a casa.”
Mi sollevai abbracciandola e iniziando un lungo bacio.
Per qualche minuto respirammo col naso, per non volere staccare le labbra neanche un attimo.
“E quando lo rivedrai?” domandai appena le bocche si scostarono.
“Tu quando parti la prossima volta per lavoro?”
“Sul serio o come oggi?”
“...E che importanza ha, scemo....”
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6
17 years ago
admin, 75
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Uomo medio
Da 3 giorni ho bisogno di una vendetta sragionata.
Ti contatto, ti seduco e ti do appuntameno a pranzo.
Ti guido al telefono, ti vedo passare, verifico che quello delle foto sia tu.
Mi raggiungi e poi mi vedi x la prima volta,
pensi che io sia sexy, te lo leggo negli occhi,
ma ancora non sai quanto.
Ti cala la tensione xche ti sei accertato che sono donna,
e che donna, ma il resto sale, ti intravedo sotto il tavolino.
Parli, parli, cerchi di renderti interessante,
nonmenefreganiente della tua vita da cane al guinzaglio.
Sei un uomo medio come tutti, se no non saresti con me.
Ed io voglio vendetta sul genere maschile.
Hai bisogni da espletare ed io comando che li espleti con me al Parco. Ci alziamo dal bar, ce ne andiamo e lo vedi anche tu
che quell'egiziano al tavolo accanto mi si infila con lo sguardo nelle tette e sotto la gonna. Lo lascio fare. Idem i 3 senzacasa che incrociamo accasciati
in attesa di una figa a cui fischiare.
Quanto la sognano un buco caldo quelli?
Prima o poi ti ci do in pasto.
L'hanno trovata la figa a cui fischiare, mi sento addosso occhi che sanno di mani, mani che sanno di tante seghe.
Ma la mia sega del giorno sei tu, cazzo umido
da quando stiamo al telefono.
Cammina cammina, parli e parli ed io penso solo
a quando cazzo a smetterai di dire cose
che non voglio sentire e tirerai fuori l'uccello supplicandomi di lasciarti segare e lasciarti venire.
Adocchiamo il cesso blu, cesso pubblico, tazza inguardabile,
ma anche ti chiedessi si sedertici, comanda la tua cappella gonfia, non il tuo cervello e lo faresti...
Non te lo chiedo pero'.
Entriamo e mi dici "vuoi che mi spogli?".
Ti slacci i pantaloni, sollevi la camicia e tiri fuori il cazzo depilato,
gia' grondante. Lo so che se ti sfioro come so fare io mi schizzi in un istante.
Ma lo lascio fare a te e mi limito a strizzare le tue palle molli
(quante seghe mi hai dedicato ieri? quattro?) e a guardare che perdi il controllo dopo 13 su e giu' (li ho contati).
Ti sborri in mano, gasato e affannato coem un 12 enne!
Vieni come un coniglio, tanto e subito, una mezza sega
e non ragioni!
Non mi conosci, mi hai appena sfiorato la scollatura,
ma se ti chiedessi di metterti a terra
e lasciarti coprire di piscio lo faresti.
Pensi di essere mio schiavo, ma sei schiavo del tuo uccello,
uomo medio.
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8
17 years ago
admin, 75
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Il mio desiderio
desidero........ricevere l'attenzione di due uomini .....forti,voce calda,sguardo intenso........uomini che mi facciano sentire come protetta......ma autorevoli passionari che con passione....mi ordinano di allargare le gambe mettermi carponi ...in modo che ognuno infili il proprio membro caldo ,duro umido nelle mie più profonde cavità .....a riempire tutto ....la senzazione di pienezza.....il contatto assoluto dentro di me ....che sono calda bagnata morbida....e sentire le mani da per tutto,,,,che toccano toccano avidi di sentire le mie forme....poi prenderei i loro membri in bocca e li succhierei.....li avvicinerei al punto da ...farli toccare l'uno con l'altro e infilerei la lingua in mezzo per leccarli contemporaneamente ....e poi di nuovo dentro di me .sentirli ansimare davanti e dietro la mia schiena...sublime......ed io......gemo ..urlo ....di piacere...orgasmi multiplici .......rimaner a carponi fin quando le forze mi abbandonano.....rimanere immezzo a loro tutti e tre bagnati .....rimanere...assopiti per un pò con la consapevolezza.....di essere nuovamente gustata.........ancora!
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9
17 years ago
admin, 75
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Libidine
Venerdi 10 08 07 Il mio lui, che è anche il mio datore di lavoro,mi telefona per dirmi di andare a prendere, lo stipendio,dato che sono in ferie fino alla fine di agosto, in modo che mi dedico anche al mio ragazzo.
Arrivata in azienda noto una macchina diversa dalle solite,entro e vado direttamente in ufficio,l'azienda in questo periodo,è ferma per ferie,ed nel vedere l'altra macchina di grossa cilindrata,ho pensato che il mio lui, (il principale)si era cambiata la macchina,chiamo per nome il mio lui,mi risponde Vieni,ed aprendo la porta con mia sorpresa, un bellissimo ragazzo età prevalentemente 24 che stava con i pantaloni abbassati, con una mano si toccava il suo cazzo, e con la bocca ciucciava il cazzo del mio lui sdraiato sulla scrivania,mi è venuto da dire Che Cazzo Combinate, un po delusa dal mio lui, che si stava a far ciucciare da un'uomo, ma sorpresa,e nel vederli,non nascondo che mi piaceva vedere,il sangue mi è giunto alla testa, mi stavo eccitando,non mi perdo d'anima,esco vado in macchina a dire al mio ragazzo,di aspettarmi 15 minuti,che dovevo battere una lettera al computer per il mio Principale(mi ero fatta accompagnare dal mio ragazzo )risalgo in fretta in ufficio tutta eccitata,riapro la porta e trovo il ragazzo alla pecorina, ed il mio lui che lo stava sodomizzando,non sapevo cosa fare, mi tolgo la camicetta,con la gonna mi avvicino al mio lui ed inizzio a baciarlo,lui mi prende una mano e la mette sul cazzo del ragazzo,sentivo sotto la mia mano un bel cazzo,mi sono avvicinata con la bocca ed ho inizziato a ciucciarlo cicciarlo ciucciarlo sentivo i colpi che il mio lui gli dava dietro ed il cazzo del ragazzo diventava sempre piu duro, lo volevo in fica, mi sono messa alla pecorina ed abbiamo fatto il trenino,io soffiavo gemevo di piacere come una locomotiva,fino quando ho sentito un'ondazione di sperma nella mia fica, tirandolo fuori ancora gocciava,mi sono avvicinata e con la lingua leccavo le poche gocce ,nel frattempo il mio lui ha tirato fuori il cazzo dal culo del ragazzo,è andato in bagno a lavarsi,nel frattempo io continuavo a leccare il cazzo del giovane,che stava ridiventando duro,nel rientrare il mio lui aveva il cazzo che si era un po ammosciato, a quel punto ,insieme al ragazzo abbiamo inizziato a ciucciare(bellissimo,non avevo mai ciucciato il cazzo insieme ad un uomo)con i colpi della mia lingua e quella del ragazzo il cazzo del mio lui diventava sempre piu duro fino all'esplosione dello sperma preso tutto con la mia bocca,al ragazzo golosone,gli ho lasciato solo le goccioline,in fretta e furia mi sono rivestita, ho preso lo stipendio salutando sono andata via,assicurandomi che ci sarà una prossima volta,nell'arrivare in macchina il mio ragazzo era incazzato nero,perchè invece di 15 minuti era passata piu di un'ora,ed io non sapendo cosa dirgli mi sono avvicinata alla sua bocca l'ho baciato appassionatamente e lui si è calmato diventando piu dolce e affettuoso,facendomi i complimenti che la mia bocca aveva un buon profumo,non sapendo di nuovo che cazzo gli dovevo dire l'ho ribaciato e sti è stato zitto ripartendo con la macchina per andare al mare.
A tanti uomini gli piace essere Cornuti e Mazziati
Ciao Da Fausta
NB Questo racconto è Reale ed è accaduto,come gli altri che ho gia scritto
Chiedo scusa a chi legge per la mia grammatica,non è tanto della quale,maggiormente a chi mi critica ciaoFAUSTA
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17 years ago
fausta, 50/50
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I forti di forte democrazzia
I forti di Forte Democrazzia
Di Tom [email protected]
Quella che segue è la cronistoria autentica e dettagliata di come un manipolo di eroi, con sprezzo del pericolo e mettendo a repentaglio la propria incolumità, riuscì a portare la Democrazia dei Paesi Civili in un paese di sottosviluppati del cazzo in mezzo all’Africa (o all’Asia…boh, chi se lo ricorda?). Una storia che non andrebbe dimenticata, perché foriera dei più alti valori della nostra Cultura. Si ringraziano i signori Bush Gorge, Bin Laden Osama e tutti i grandi uomini impegnati a fornire spunti per trame come la seguente.
Il giorno che partii volontario per la guerra pioveva forte. Ero stato assegnato alla truppa del Capitano Mandruponi Walter, il veterano della 14° divisione, per condividere con un piccolo gruppo di ardimentosi idealisti una missione dalle proibitive possibilità di vittoria. Si trattava di importare le Sacra Democrazia Occidentale in un paese di merda sottomesso alle rigide imposizioni oligarchiche di una casta di santoni-re e reggenti. Roba, per intendersi, che da noi andava di moda ai tempi degli Etruschi. Laggiù il potere non è amministrato da presidenti e parlamenti. La legge non è tutelata da giudici. Religione e politica si fondono in un amalgama inestricabile, che rende tale popolo un branco di rozzi incivili retrogradi. Noi, naturalmente, gli avremmo fatto conoscere i vantaggi del corretto amministrare attraverso l’esercizio della Democrazia (scusate la lettera maiuscola, ma io amo questa parola…ne ho troppo rispetto).
Ci avrebbero ringraziati.
Atto I: Nobili soldati e indigeni irriconoscenti
Un deserto infuocato ci accolse nei pressi della comunità. Il villaggio era una baraccopoli di tende e capanne semi-diroccate. Mancavano i servizi igienici, sistemi di canalizzazione delle acque reflue, bar, edicole e supermarket. Insomma, non c’era un cazzo.
L’acqua piovana ristagnava lungo i bordi delle vie e formava pozze che erano fonti di infezioni virali e batteriche. I bambini giocavano nell’immondizia. Gli uomini tentavano d coltivare terra arida e riarsa, ma senza poter contare su adeguati impianti di irrigazione, le sementi stentavano a germinare. La situazione del villaggio, primo insediamento abitato del paese che sarebbe stato nostro compito civilizzare, fu brillantemente descritta dalle commoventi parole del nostro buon sergente Stacalorni Sergio.
“Che posto di merda!”
“Basta!” lo redarguì con voce solenne il nostro audace capitano “Non biasimare le loro misere condizioni, soldato! Non è colpa loro, se vivono nel pattume e fanno schifo solamente a guardarli!”
Ci venne incontro una delegazione del villaggio. In gran parte era composta da uomini, ma accanto a loro vi erano anche alcune fanciulle molto graziose. Alte, capelli lunghi e lisci, occhi grigi profondi, labbra carnose.
Quello che era presumibilmente il capo della comunità si avvicinò al capitano Mandruponi e disse
“Allabù sbaraqqquà indullù”
Il nostro tollerante leader, non capendo un cazzo ma essendo conscio di trovarsi di fronte ad una società culturalmente meno progredita della nostra, replicò
“Cos’è che hai detto?”
E l’altro ripeté
“Allabù sbaraqqquà indullù”
“No, guarda, non ho capito una sega di nulla….”
“Allabù sbaraqqquà indullù!!” insistette caparbiamente il selvaggio.
“See, me lo ridici…non capiscoooo!!”
“Allabù sbaraqqquà indullù…Allabù sbaraqqquà indullù”
“Ora mi stai facendo girare il cazzo…io te lo dico da amico, o parli a modo o ti scanno…”
“Allabù sbaraqqquà indullù…insdrufù aballabbù sbaragnao….”
In quel preciso istante un altro uomo si avvicinò al capitano recando in mano un cofanetto coperto da una stoffa di misere origini. Una volta giunto di fronte all’ufficiale sollevò il tessuto e mostrò il dono.
Era un vassoio contenete alcune cibarie locali, carne speziata, verdure e frutta selvatica. Loro non la mangiavano neppure in una settimana. Ma ai delicati sensi olfattivo-labiali di gente come noi, abituata ai cibi del civilizzato mondo democratico, quell’accozzaglia di alimenti privi di sapore fece schifo al cazzo.
Il capitano Mandruponi, portato all’esasperazione dall’incivile modo di fare di quei pezzenti pulciosi, sollevò il suo mitra dell’ultima generazione e disse
“Ma come? Noi vi si porta la Civiltà, razza di pezzenti di questa minchia! Vi si porta i reality show! La camorra! La Coca Cola! La filosofia del consuma, paga e crepa! E voi ci ripagate con questa merda? Ma lo sapete che siete dei begl’ingrati?”
E voltandosi verso di noi, gridò “Soldati! A me! Questi spocchiosi retrogradi offendono i sacri valori della democrazia! Ammazzateli tutti!”
Un coro di entusiasmo si sollevò dalla truppa
“Sìììì, per la Democrazia!”
“Insegnate a questi bruti come ci si comporta nei paesi civili!” ci incoraggiò il nostro stimato condottiero “Uccidete tutti gli uomini, i vecchi e le vecchie. Violentate le donne, purché bellocce, sennò scannate anche quelle! I bambini, invece, vengano consegnati al caporale Stufranti Olibano…che mi ha vinto a briscola l’altra sera, glielo devo…”
Iniziammo così ad importare la Democrazia.
Democraticissimi mitra A-51 falciarono contadini e allevatori, armati di mani callose e cenci laceri. I razzi dei lanciagranate rasero al suolo le anarchiche mura di quel villaggio di stronzi finché di esse non rimasero che rovine fumanti. Fumavano anche i residenti, ma no con le sigarette in bocca. Fumavano e basta. Prima bruciavano e poi fumavano.
Ah ah…che simpaticone, che sono!
Tenendo fede alla mia fede di sciupafemmine mi concentrai sulle donne. La prima che agguantai era una troiona di ciquant’anni tutta piena di vesciche sulle mani e rughe in volto. Il suo corpo dimostrava a cosa può condurre una vita di stenti e fatiche. Fatiche subite per dare un minimo di sostentamento alla famiglia e ai figli, costruendo un futuro con il poco che la natura impietosa di quel luogo concedeva loro. Mi commossi nel vederla proteggere con il proprio corpo una ragazza di appena vent’anni, forse sua figlia. E la natura di essere umano prevalse sui miei più bassi e volgari istinti. Mi mossi verso di lei e dissi
“Ma ti levi, o stronza! Che mi fai schifo solo a guardarti! Ti scrosto dal mondo a calci nel culo, vecchia bavosa!”
Le rifilai un colpo nel viso col calcio del fucile e la spedii nel fosso.
“No! Non faccia male a mia mamma!” disse la giovane.
“Ah, ma tu parli la mia lingua”
“Non bene, ma io capire quello che tu dire…io prego, voi non fare male a mia famiglia!”
“Non temere, dolce fanciulla…fiore incantevole cresciuto nel fango…non ti verrà fatto alcun male (se mi farai un pompino come dico io!)”
“E mia famiglia?”
“Ci sono altre belle fie come te, in famiglia?”
“Fie? Tu intende ragazze?”
“Sì, quelle”
“No, io solo sorellina piccola ho”
“Allora la tua famiglia da domani la puoi andare a trovare al campo santo!”
“No, io prego te…male non fare a famiglia mia”
Non avrei dovuto obbedire. Il mio dovere di nobile soldato dei paesi democratici sarebbe stato quello di far conoscere a questi incivili morti di fame le virtù della democrazia.
Tuttavia, quegli occhini suadenti, quella bocca ben modellata nella quale avrei voluto tuffare il pisello e soprattutto quell’enigmatica parlata da maestro Joda di Guerre Stellari, fecero esitare la mia fermezza.
“Vabbè, via…intanto fammi un pompino e poi se ne ragiona” dissi.
La ragazza…
“Ah, a proposito, bellezza, dimmi come ti chiami. Non posso continuare a chiamarti ragazza” dissi.
Lei mi guardò mentre già iniziava a sbottonare la patta dei pantaloni.
“Io mi chiamo Nguara Habbutty Slani Antani”
“See, l’ho già imparato! D’altronde che altro potevo pretendere?…un nome da pulciosa indios del deserto…ti chiamerò Puppa. E’ più comodo, semplice. E rende l’idea di quello che sarà il tuo principale compito da qui in avanti. E ora, cara Puppa, puppamelo”
E Puppa me lo puppò. Mi prese il cazzo in bocca come una brava mignotta e iniziò a leccare delicatamente. La lingua era una carezza, le labbra…ah, quelle labbra! Solo a ripensarci, qui, mentre stendo il rapporto…ecco, mi sono sborrato nei mutandoni di fustagno. Comunque dicevo, quella ragazza aveva il tocco soave di un colibrì, la gentilezza di una gattina affettuosa, la morbidezza della pelliccia dell’orsetto Knut.
Mi gustai la carezza della sua lingua mentre i miei eroici compagni, armati fino ai denti delle più sofisticate armi di distruzione di massa, sterminavano l’inerme popolazione del villaggio cantando
“…e dopo si prende anche il petroliooooo! Ollallà, che mattacchioni che siam….!
E come il getto di petrolio che fuoriesce da un pozzo appena trivellato, sfidando la gravità ed innalzandosi verso il cielo, così la sborra fuoriuscì dalla mia turgida fava per entrare nella bocca di Puppa.
La ragazza ebbe qualche difficoltà ad inghiottire. Menomale che le tenevo la mano dietro la nuca e non poté allontanarsi più di tanto dalla cappella, sennò una parte del prezioso liquido sarebbe caduta sul pavimento e sarebbe andata persa. Che non è mai bene, si fa sudicio in giro (a parte che sul pavimento, fra bossoli di proiettile, fango e sangue, la sborra era il meno…).
Alla fine, ritenendomi opportunamente soddisfatto (e soprattutto parecchio sfatto, perché m’aveva svuotato le palle come pompelmi…) decisi di lasciare Puppa in vita.
“In fondo, ora che ti ho trovato un nome, mi sono anche un po’ affezionato, a te” dissi “Sei come un animaletto. E poi fai i pompini che è una meraviglia. Via, ti tengo con me”
“E madre mia? E sorella mia?”
“Ah, quelli. Allora, tua sorella è piccina e io non sono un pedofilo…tua madre è vecchia e io non sono un necrofilo. Perciò loro restano qua. Le butto nel pozzo nero, perché se il capitano si accorge che non le ho democratizzate come dovevo mi punisce e mi manda a pulire i cessi. Loro se ne resteranno lì finché non ce ne saremo andati. Dopo potranno uscire…”
“E io?”
“Tu verrai con noi in qualità di mia schiava personale e mi seguirai in questa grande impresa che sarà la civilizzazione del tuo popolo di merda”
“Ma noi si sta bene così come siamo”
“E chi se ne frega? I petrolieri dicono che siete una minaccia per il mondo, razza di sporchi terroristi bastardi che non siete altro”
“Terroristi? Noi? Ma se siamo contadini!”
“Bah! Vorresti dire che la nostra razza, creatrice del Grande Fratello, della bomba atomica, del McDonald e della mafia, sarebbe in errore? Come ti permetti? Per questo affronto mi trombo anche tua sorella!”
“No, io prego. Mia sorella essere troppo piccola!”
“E allora smettila di dubitare che ciò che facciamo sia cosa buona e giusta. Ora vieni con me, fuori da questa immonda baracca, e guarda cosa la Democrazia della mia Cultura Superiore ha portato”
Usciamo. Del villaggio non è rimasto nulla. Non un campo, né un recinto con le pecore. Neppure una tenda. Un deserto di terra bruciata in mezzo ad un altro deserto di sabbia. Difficile stabilire quale dei due bruci di più.
“Oh, che mirabile visione!” esclamo, mentre Puppa, atterrita da quel panorama, si prostra al suolo “Questa sì che è Democrazia! Uno a zero per i Paesi Liberi!”
Da quel giorno il nome dei soldati del capitano Mandruponi si sparse come una tempesta di sabbia attraverso i territori di quel popolo ingrato che presto avremmo istruito delle più alte vette del pensiero umano (o sterminato come cani, ora si guarda quale delle due…). E quando il nostro battaglione si avvicinava ad un nuovo villaggio, fra la gente iniziava a circolare un caratteristico passaparola
“Ambu Limbu Parim Pam Pum”
che nella lingua di questi reazionari significa
“Ecco gli eroici soldati venuti da una civiltà progredita e superiore che vogliono insegnare a noi, cafoni e plebei, come ci si deve comportare”
Tuttavia, voce di corridoio, c’è chi tradusse tale, ambigua espressione locale in
“Si salvi chi può! Arrivano quei pezzi di merda a farci il culo!”
Atto II: La ttentat….L’attentato terrorista
Addentrandoci nel territorio dei cani incivili, il coraggioso capitano Mandruponi Walter fu costretto a guidarci in situazioni sempre più terribili e pericolose. Tuttavia, il nostro impegno nel recare a questi sporchi selvaggi i sacri vantaggi della democrazia non venne mai meno. Come quella volta in cui, giunti alle porte di un villaggio di appestati, il capitano fu introdotto alle usanze locali dal decano del paesello.
“Noi vi portiamo la civiltà occidentale” esordì il capitano “La medicina per curare le vostre piaghe, la tecnica per rendere coltivabile il deserto, la droga con cui sballarvi, l’alcool per spiaccicarvi in autostrada a centotrenta all’ora, l’ADSL per scaricare qualche pornazzo dalla rete…”
Ma il decano, vecchio imbecille, non comprese un cazzo di nulla.
“Cos’è addiesseelle?”
“E’ un sistema di trasferimento rapido dei dati via fibra ottica, no?”
“Ah, ma noi che ce ne facciamo?” chiese il vecchio.
“Come che ve ne fate? O come si fa, alle soglie del 2000, a vivere senza ADSL?”
“Ehm, capitano…il 2000 l’abbiamo bell’e superato” feci notare.
“E’ già passato? E nessuno mi ha avvertito?” sbraitò Mandruponi, evidentemente furibondo “E io dov’ero?”
“Boh? So una sega, io” risposi
“Ma lo so io, dov’ero! A combattere e rischiare la vita per civilizzare questi cavernicoli! E questi è capace che non hanno neppure FastWeb! Quello con Valentino Rossi che dice lo sai come fa la mia moto? Uuuuuueeemmmmm…..E magari non sanno neppure cos’è Internet, un virus informatico e processore Pentium!”
“No, capitano. Temo che sia proprio come dice lei” confermai.
“Ma allora che cazzo parlo a fare? Bombardateli come meritano!”
E democratizzammo anche quel villaggio.
Un’altra volta il nostro impavido leader apprese che in molte di quelle popolazioni morte di fame che andavamo aiutando con il verbo della cultura occidentale, vigeva il politeismo.
Eh, sì. Non credevano in Dio, ma in un’assurda gerarchia di Dei della pioggia, della sabbia, del vento e di quelle cose lì. Che il buon tenente Stecchetti Attilio, di anni trentasette, li pigliava anche un po’ per il culo, per questo motivo.
“Sicché avete un Dio specifico per far piovere” disse il temerario soldato.
“Sì” confermò un uomo del posto.
“E come si chiama? Pinguino Delonghi? Ah ah ah…e che fa? Si mette a ballare finché non casca l’acqua?”
“Ma, o nobili viaggiatori di un paese lontano…noi rispettiamo le vostre usanze, perciò vi saremmo grati se voi non insultaste le nostre”
“Ma come si fa a non insultare una religione come la vostra? Mi faccia il piacere, mio primitivo amico! L’unico vero Dio è il nostro, che se non lo adori prima ti brucia (oppure ti affoga), e poi ti sbatte nelle viscere dell’inferno e lì ti lascia marcire per l’eternità. Che se non vuoi il castigo divino devi pagare l’otto per mille alla Chiesa e lasciare l’offertina tutti gli anni al prete. Noi, per esempio, vi si porta anche quello, oltre alla democrazia. Il vero Dio! Siete disposti ad adorare il nostro Dio, abbandonando, ripudiando e disprezzando i vostri?”
“Ehm….veramente preferiremmo di no” mormorò l’omino.
“Capitanooooo!” gridò Stecchetti “Questi pidocchiosi non vogliono il nostro Dio!”
Mandruponi, sbigottito da una tale coriacea ostinazione, scosse la testa in un cenno di amara frustrazione.
“M’ero fatta la doccia or’ora e mi tocca di nuovo smerdarmi di sangue. Puttana la miseria!” disse “Tuttavia siamo qui per una missione! Portare la civiltà. Orbene, soldati, sapete qual è il nostro compito”
Ne eravamo consapevoli.
Mitra fuori e proiettili a go go.
Non ne lasciammo in piedi neppure uno.
Eravamo nel loro territorio già da una decina di giorni e l’ostilità degli indigeni era sempre rimasta invariata (gente che ci offriva del cibo scadente…ma si offre del cibo insipido a un ospite? No, e allora via, un bello sterminio democratico. Altri che non sapevano parlare la nostra lingua…che oggigiorno dove si va, senza l’inglese? E allora giù di mitra anche lì…). Tuttavia i pozzi petroliferi che sorgevano alle nostre spalle ci incoraggiavano, dimostrandoci che i nostri sforzi non erano vani e che il mondo, a conti fatti, stava migliorando.
Ciò che ci fece temere di non riuscire a portare a termine la missione accadde un giorno verso mezzodì.
Stavamo ricevendo viveri e generi di prima necessità dalla base (tipo bustine di cocaina, proiettili per democratizzare i selvaggi, frustini per fare qualche giochino strano con le ragazze democraticamente catturate ecc) quando ecco che l’ultima camionetta della colonna saltò in aria.
Un grido lacerò l’aria
“E’ la camionetta del caporale Zinzinelli!” urlò un soldato.
Un onda di accorato dolore si diffuse fra la truppa. Un altro valoroso ci aveva lasciato.
“Bastardi terroristi!” disse il capitano Mandruponi “Sono stati loro”
“Siamo sicuri? A me non sembrava un’esplosione” dissi io.
“Tenente Tommy Tonkzyk, faccia silenzio. Cosa vorrebbe insinuare?”
“Mah, io nulla, figuriamoci…”
Lo sgomento era palpabile. Il caporale Turizzini cercava di sviare l’immane sforzo emotivo scaccolandosi a due dita la stessa narice. Il Tenente Brambasso scurreggiava sonoramente e il maresciallo Brodoloni si grattava la minchia. Quand’ecco arrivare il rapporto della sentinella.
“Capitano Mandruponi! Abbiamo la lista dei danni. Allora, la camionetta è andata a sbattere contro un palo e ha preso fuoco. Dice che ieri sera Zinzinelli ha un po’ abusato con la polverina….eh, c’era tanto portato, povero ragazzo. Hanno dato un festino sul tardi e c’era lui che urlava Guardatemi, sono Lapo Elkann!!”
“Non importa. Sniffare coca è necessario per ingannare la terrificante prospettiva di essere vittime di attentati terroristici. Sicché è sempre colpa degli indigeni. Anzi, dopo pranzo andiamo a cercare un paio di villaggi di gente inerme e indifesa e li radiamo al suolo. E lei, tenente Tonkzyk, non provi neppure a obbiettare”
“Non le ho detto tutto, capitano” disse la sentinella.
“Sentiamo”
“Il contenuto del camion. Riguarda quello”
“Dici”
“C’erano i cessi portatili, sul camion”
Terrore. Sgomento. Paura.
La truppa era annichilita.
Come avremmo fatto senza i cessi da viaggio? A Bramabasso si strinse il culo e dopo un’ultima, plateale sgorata di merda sciolta, non uscì più neppure un filino d’aria. Turizzini s’infilò un dito fino al cervello e morì sul colpo. Nessuno lo cagò neppure di striscio, complice la gravità del momento. A Brodoloni, invece, gratta e rigratta si aprì la cerniera dei pantaloni e la minchia scivolò fuori dal nido. Da dura e venosa stava rapidamente ammosciandosi. Uno spettacolo veramente vergognoso.
Su di noi era calata la nera ombra delle sciagura.
Riusciranno i forti di Forte Democrazzzia (ogni tanto aggiungo una z) a portare a termine la missione? Riuscirà il capitano Mandruponi a sbaragliare la terribile offensiva degli indigeni locali e issare la bandiera dell’augusta civiltà dell’Occidente sull’arido suolo dei nemici?
Atto III: Le ragazze del luogo servono a qualcosa
Al secondo giorno che trattenevamo in corpo i nostri bisogni fisiologici la truppa si mostrava al limite del collasso. Perché come si fa a fare la cacca se manca la carta igienica? E come si fa a fare la piscia se manca un cespuglio dietro il quale nascondersi? Ecco finalmente apparire chiara la strategia del nemico! Aveva trasformato il suo territorio in un deserto arido e infuocato per non concederci riparo quando andavamo a pisciare. Volevano farci morire dalla vergogna!
Così tutti avrebbero visto il soldato semplice Barbuti tirare fuori la sua ministecca da dodici centimetri e avrebbero iniziato a deriderlo chiamandolo “Finocchio! Spregevole checca! Minidotato! Impotente!” e altri simpatici appellativi del gergo militare.
L’insoddisfazione si sarebbe diffusa nella truppa ad avremmo iniziato a guardarci l’un l’altro con sospetto.
Bastardi terroristi!
Ma alla fine la superiorità della nostra cultura prevalse ancora. Fu il sottotenente Smerdini Alfredo a suggerirmi l’idea.
“Ho una tale voglia di cacare che guarda…ci riempirei una duna!” disse.
“Eh, lo so. Purtroppo siamo a corto di carta igienica” risposi io.
“Allora mi faccio pulire il culo dalla lingua di queste troie! Guardale qua. I loro compagni terroristi instillano la paura nei nostri fragili cuori con la minaccia degli attentati, costringendoci a drogarci per dimenticare. E poi le camionette coi cessi saltano in aria!”
Si girò verso una poverina pelle e ossa rannicchiata sotto la tenda e le rifilò un ceffone da quaranta quintali che la sparò come un proiettile di mortaretto verso la tenda del maresciallo Sbruffoni.
“Ma lo sai che non hai avuto affatto una cattiva idea?” dissi.
“Ah, sì?”
“Quante mignotte abbiamo catturato fino a oggi nei villaggi?”
“Boh? E chi ha mai imparato a contare?” rispose il sottotenente.
Le contai io. Erano una trentina. Ce n’era una per ogni soldato e anche per gli ufficiali, perché la nostra compagnia non era molto più numerosa.
“Abbiamo trovato i nostri cessi!” esclamai vittorioso.
In quel momento, la tapina che Smerdini aveva lanciato in aria riprecipitò accanto a noi, seguita dal vocione collerico del maresciallo Sbruffoni.
“Ma la spazzatura me la tirate addosso a me? Che sono, modi civili, questi?!”
Più tardi feci riunire la truppa nella tenda del capitano. C’era anche Puppa, accanto a me.
“Allora, tenente Tomkzyk, cos’è questa storia dei cessi?” chiese Mandruponi “Hai davvero trovato una soluzione a quest’annoso problema?”
“Naturalmente, mio temerario comandante. Come vedete” esordii “Ho preso questa sedia e ho praticato un foro sul sedile, proprio in corrispondenza del buco del culo”
I presenti ammutolirono.
Io presi Puppa e la sbattei sotto la seggiola con la bocca spalancata sotto il buco, poi mi calai le braghe e…
“E mo’, da questa posizione, possiamo fare gli stronzi come ci pare e piace” dissi, lasciando cadere un boccone di nutella organica direttamente ne nella bocca della scrofetta sotto di me.
E stronzo lo era davvero, quello che feci. Non solo ne aveva l’aspetto e l’odore, ma anche il carattere. Non voleva andare giù, si fermò sulla lingua di Puppa e resistette ad ogni tentativo di ingoio.
“Ma non è che si strozza?” chiese lo Smerdini.
“No, no…adesso va giù…” osservò Brambasso.
“E ora?” chiese il capitano.
“E ora inizia la fase carta igienica” dissi io.
“Puppa, da brava” ordinai “Tira fuori la lingua e leccami il solco fra le natiche. Non deve rimanere una briciola di merdina. Tutto deve essere inghiottito dalla tua soave lingua di incolta selvaggia”
Un applauso generale quando la schiava iniziò a eseguire il notevole compito che le era stato assegnato.
La lingua della ragazza era una morbida carezza. Iniziò come una carezza sulla chiappa destra e proseguì lungo quella sinistra.
Ancora un giro di circuito e poi le sue labbra si avvicinarono al solco da pulire. Lo circondarono con voluttuosa adorazione, e la lingua s’insinuò come un cobra nel buio anfratto. Era uno spettacolo. Mentre la lingua andava dentro, raschiando via il sudicio e depositandolo nella gola della schiava, il pisello si induriva come un bastone di pioppo.
Sentivo le palle premere contro l’elastico delle mutande come se volessero strapparlo via di prepotenza. E intanto Puppa leccava. La prossima schiava le chiamo Lecca. Lecca e Puppa, pemsai. Sai che coppia! Una sul davanti e una sul didietro.
Una fa un pompino e l’altra ripulisce il culo. Avrei dovuto provvedere al più presto. Per fortuna l‘indomani avremmo dovuto massacrare la popolazione di un altro villag….avremmo dovuto democratizzare un’altra bolgia di selvaggi dissidenti e non sarebbe mancata l’occasione di far prigioniere un’altra troia o due. Me ne sarei presa una per ogni testicolo. Quindi cinque in totale. Ah ah…sono una sagoma.
“Inghiotti bene, Puppa, non voglio strisciate di merda sul culo” dissi.
“Sì, mio condottiero”
“Condottiero?” chiese Brambasso.
“Sì, le ho detto di chiamarmi così. Fa tanto retrò” spiegai.
Intanto i commenti estasiati della folla si susseguivano.
“E guardate come lecca bene”
“Ingolla anche i pezzetti di merda”
“Che brava”
“Chissà se le altre saranno altrettanto capaci”
“Certo che ne saranno capaci” dissi “Magari le prime volte si strozzeranno un po’, specialmente perché ce la teniamo da un casino di tempo e i primi stronzoli che produrremo avranno le dimensioni di un manico di vanga….ma vedrete che impareranno presto”
“Sì, sennò le minacciamo di abbandonarle nel deserto senza acqua e senza cibo, oppure leleghiamo ad un pozzo di petrolio e le facciamo divorare dagli avvoltori” propose Smerdini, che di quelle cose se ne intendeva.
“E poi considerate i lati positivi della cosa, amici miei. Non occorrerà più dar da mangiare alle serve. Ricicleranno i nostri rifiuti solidi e liquidi come unico mezzo di sostentamento. E poi sono pratiche. Il cesso non ti segue. Queste, invece, basta chiamarle e vengono. Portano anche la seggiolina per mettersi comodamente a sedere. E se le istruisci a dovere anche un giornaletto e la settimana enigmistica, che la lettura concilia la fabbricazione degli stronzi”
“Tenente, hai salvato la missione” si congratulò con me il capitano Mandruponi.
“Grazie, capitano. E’ stato un piacere”
“E adesso, soldati, ognuno scelga un cesso e se lo personalizzi come vuole. Può scrivere il proprio nome sulla fronte del sanitario con un ferro rovente, attaccare un collare con la taghetta…come si preferisce. Basta che non vi siano due culi per un cesso. Credo sia più igienico che ognuno impari a scagazzare nel suo”
Cenni d’assenso nella truppa.
I soldati si dispersero e pochi minuti più tardi le bocche delle schiave furono riempite e dovere.
Puppa, dal canto suo, aveva ricevuto la sua prima porzione giornaliera e non se l’era cavata affatto male.
Per festeggiare il lieto evento mi feci fare anche un pompino con tutti i crismi e me ne andai a dormire con culo bello lindo e profumato.
(continua…)
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tom,
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Weekend d\'agosto - parte 2
DOMENICA ORE 9:00
Quando aprii gli occhi, la luce già filtrava dalle persiane. A fianco a me dormiva Sara, con solo le mutandine addosso. Rimasi ad ammirare i suoi fianchi e i suoi glutei fino a quando anche lei si svegliò girandosi verso di me.
“Ciao! Oggi comandiamo noi” disse con fierezza baciandomi sulla guancia.
Io le accarezzai la spalla, confermando col capo. Aveva una luce negli occhi che non avevo mai visto e che mi intrigava tantissimo. Uno sguardo malizioso e penetrante.
“Pero' lascia che conduca io” proseguì lei “tu segui me e assecondami..”
“Certo” risposi a malincuore. Avevo pensato tante cose e temevo di non poterle realizzare. Ma mi sembrava decisa e capivo che non mi avrebbe deluso.
Mi prese per mano e ci avviammo verso la stanza dove suo marito Marco e mia molgie Anna giacevano sul letto.
“Sveglia. Sono già le nove! Fate il caffè chè si scende a mare”
Poi, con il dito sull'elastico dei miei slip, mi tirò verso la porta del bagno dicendo: “Vieni andiamo a far pipì” io la seguivo come un cagnolino al guinzaglio. Anche Marco, come magnetizzato ci seguì
“Può venire lui?” chiesi.
”Certo” rispose lei “Non abbiamo nulla da nascondere”
Sara mi mise in posizione, abbasso i miei slip a con la mano indirizzò il mio membro verso il water. Con un po' di imbarazzo per un inizio di erezione e sotto lo sguardo di Marco, impiegai non poco a svuotare tutta la mia vescica. Sara lo agitò per far cadere le ultime gocce, poi si abbassò le mutantine e si sedette lei sulla tazza. Appena iniziato lo scroscio del suo liquido dorato, mi tirò dai fianchi a se dicendo. “Vieni che te lo lucido” e con accuratezza ripulì con la lingua l'umido rimasto. Poi si alzò e girandosi a 90 gradi ordinò a Marco: “Non c'è carta igienica...”
Marco, quasi incredulo di essere stato coinvolto ma intuendo, non si fece pregare due volte e da dietro con la lingua si gustò un po' di quell'umido appena uscito dal fiore della moglie.
Anna intanto aveva preparato il caffè e poco dopo eravamo in spiaggia per l'ultimo bagno.
Stavolta la battigia era piena di gente, forse perché era Domenica, e dovemmo camminare un po' fino quando Sara scelse il posto dicendo: “Mettiamoci là” indicando uno spazio vicino ad un gruppo di maschi un po' più giovani di noi.
Appena stese le tovaglie si rivolse ad Anna:”Levati il pezzo di sopra, sennò ti resta il segno...”
Anna obbedì e subito dopo si sdraiò supina per l'imbarazzo. Sara da dietro le arrotolò lo slip, infilandolo fra le natiche e prendendole la mano:”Vieni andiamo a bagnarci” disse.
Anna titubò un po' poi, tirata dalla mano di Sara, si avviò verso la riva cercando subito la protezione del mare. Appena tornata, si buttò subito sulla tovaglia, ma l'altra non le dava tregua:”Sto costume ti si srotola sempre! Aspetta te ne do uno io”. Infilò la mano nella sua borsa da mare e tiro' fuori un perizoma bianco. “Questo ti piace?” Anna fece si' con la testa.
“Mettilo!”
“Qui?”
“Si' dai sbrigati, sfilati il tuo. Dai ora che non c'è nessuno...”
Anna provò a coprirsi con la tovaglia sul bacino, ma Sara gliela tirò via dicendo: “Ma chi vuoi che ti veda!”. Mia moglie cercò aiuto nel mio sguardo, ma io alzai le spalle e rimasi zitto.
Sia io che Marco nascondevamo l'erezione rimanendo seduti con le ginocchia a protezione.
Sempre seduta, Anna si sfilò via il suo costume porgendolo a Sara ed aspettandosi l'altro. Ma questa, con furbizia, malizia ed un pizzico di perversione, notò che i ragazzi vicini avevano iniziato una delle solite “passeggiate” sulla riva in cerca di topless e stavano per transitare davanti a noi. Si inventò un:”Aspetta che forse ne ho un'altro migliore” lasciando Anna lì, completamente nuda per pochi interminabili minuti. Appena il tempo che i ragazzi passassero davanti a noi e poi le porse il perizoma:” No va bene questo” ridacchiò soddisfatta.
Io facevo finta di niente, ma sentii quei ragazzi dire:”Minchia! Ma l'hai vista quella...!?”
Anna rimase per tutta la mattina in balia di Sara, che se la portava in giro per la spiaggia e nel mare con quel perizoma, ben consapevole che, bagnato, quel costume bianco e aderente con una sola strisciolina di tessuto sul pube, metteva ben in mostra l'ultima cosa che era rimasta coperta del corpo di Anna.
Marco ed io, non potendoci muovere per nascondere i cazzi che volevano scappar fuori dal costume dietro le nostre donne, improvvisammo improbabili discussioni sul calcio, politica, Nord e Sud etc.
Verso ora di pranzo, mandammo Anna e Marco avanti a preparare qualcosa. Loro ubbidirono e mentre raccoglievano le loro cose per avviarsi, Sara avvicinò la sua bocca a la mia e si aprì un varco con la lingua fra le mie labbra, appena in tempo per farsi notare dal marito. Con la mano gli fece cenno di andare e lui così fece.
Rimanemmo a lungo a frugarci le bocche ed il mio apprezzamento per questa delicata trovata fu manifestato da un vistoso alone sul costume in prossimità della punta del pisello a malapena coperta. Lei se ne accorse e lo accarezzò da fuori continuando a baciarmi.
Appena rientrati, trovammo gli spaghetti già nei piatti mangiandoli avidamente e con poche parole scambiate. Finito il pasto, Sara concluse: “Ora mi ci vorrebbe...”
“Un caffè? un amaro?” mi offrii io. Non avevo capito un bel niente!
“No” prosegui lei “...una bella... leccata di topa!”
Io e Marco ci guardammo sbigottiti e anelanti di chi fra noi scegliesse. Sara portò i piedi sulla sedia, allargò le cosce e scostando il costume finalizzo la sua scelta: “Anna, tu sai come fare. Vieni qui!”
Anna, sbalordita, ebbe appena il tempo di chiedere:”Chi, io!?”
“Sì, tu, vieni qui e leccamela!” fu la ferma risposta
Nessuno di noi l'aveva mai vista così scatenata ed eravamo tra lo stupito e l'estasiato.
Anna si inginocchiò e iniziò con qualche timida carezza con la mano lungo la fessura di Sara. Dai filamenti che seguivano le sue dita quando si scostavano dalle grandi labbra, si percepiva che stava già sbavando e non poco.
Sara tagliò corto tirando il capo di Anna verso il suo pube: “Lecca ora!”.
Io e Marco, stavamo di fronte a loro, mentre mia moglie, prima con la punta della lingua e poi con sempre più lunghe pennellate, aveva ormai la sua bocca schiacciata sulla clitoride, leccandola e succhiandola. Era una scena che sicuramente ambedue avevamo sognato.
“Marco” proseguì lei “Ora tu glielo tiri fuori e glielo fai diventare duro...” indicando me.
Lui imbarazzato guardò me cercando supporto, come dire:”Io non posso dire di no, aiutami tu...”
“Sara, ti ricordo che anche io comando oggi. Potevi almeno chiedermi se mi andava!” protestai.
Marco pensava di averla scampata, ma Sara concluse:”Lasciami fare” poi indicò perentoria a Marco lo slip. Marco scostò il mio costume, scrollò le spalle per scusarsi e lo prese in mano.
Forse la situazione, forse il vedere il mio amico umiliato, ma iniziava a piacermi!
Sara, che ormai andava a braccio improvvisando gli eventi, ordinò: ”Portamelo in bocca e fallo sborrare”. Noi maschi ubbidimmo e il mio cazzo fu guidato verso la bocca di Sara.
Mi sembrava di riconoscere le stesse asperità della lingua che avevo provato durante il nostro bacio in spiaggia e muovevo io i fianchi mentre Marco si limitava a tenermelo alla base.
Ma a Sara non bastava: “Cos'hai ti fa male l'altra mano?” apostrofò il marito “Dai massaggiagli anche le palle. Forza!”
Anna, dalla sua posizione, sbirciava fra una leccata e l'altra, accelerando per l'eccitazione.
Ed infatti di lì a poco, il respiro di Sara si fece sempre più affannoso finché, buttando la testa all'indietro, emise il suo gemito di piacere. Subito dopo richiuse le gambe scacciando via mia moglie. Appena si riprese, sentenziò:”Voglio un cazzo ora. Lo voglio dentro!” e mentre lo diceva mi tirò per la mano avviandosi verso la camera da letto, ma senza prima dare la sua ultima disposizione ad Anna: “...e tu occupati di questo poveretto” indicando Marco “fagli un pompa, che ne so, o una sega. Vedi tu! Fallo venire, ché sennò gli scoppia”.
Mi spinse sul letto a faccia in su sedendosi sulla mia pancia. Strofinando la fica sul mio pube e usando il cazzo come binario, sentivo lo sciacquettio del suo umore farsi sempre più forte. Quando si sentì pronta, si sollevò leggermente sulle ginocchia e guidandolo con la mano se lo fece scivolare dentro.
Che sensazione meravigliosa. L'interno era stretto e rugoso, ma nuotavo facilmente in mezzo al suo lubrificante naturale. Lei iniziò un rituale con le anche, alternando rotazioni del bacino ad un'andirivieni puntellandosi sulle ginocchia. Si capiva che sapeva esattamente i punti dove voleva che il mio cazzo battesse. Io la lasciavo fare, limitandomi ad accarezzarle i seni finalmente miei ed a pizzicarle i capezzoli. Stavo impazzendo, quando capii che stavo per venire.
“Sto venendo” la implorai “Fammi uscire...”
“Dai vienimi dentro così finisco anch'io. Non ti preoccupare: prendo la pillola”
Accelerai da sotto i colpi, prima di sentirmi stordito da un'orgasmo impetuoso.
Capii solo che le pulsazioni del mio glande e il caldo schizzo che la inondò dentro, le stavano provocando l'orgasmo. Si buttò prima con la sua pancia sulla mia, poi inarcò la schiena all'indietro puntellandosi con le braccia. Poi il suo gemito che avevo imparato a conoscere.
Rallentammo il ritmo ed il respiro giusto in tempo per sentire dall'altra stanza il rantolo di Marco: anche lui stava venendo. Sara si alzò andando verso il bagno, non prima di dedicare l'ultimo dispetto al marito. Si fermò sulla soglia della cucina e rivolta a Marco chiese:”Come ti è andata?”
“Bene” rispose lui “E a te?”
“Pure” rispose Sara “Scusa vado in bagno a lavarmi che mi sta scolando tutto fuori dalla fica...”.
Dopo circa un'ora ci ritrovammo tutti in terrazzo. Eravamo esausti, sfiniti anche se ancora era pomeriggio.
Io azzardai:”Che ne dite se...basta? Io non ce la faccio più....”
Un coro un'anime accolse la mia proposta.
“Facciamo un altro gioco..” vidi i loro volti preoccupati.
“Quale? Non vedi che siamo sfatti!” chiese disperato Marco.
“Briscola in quattro. Pero' coppie sposate! E chi perde per punizione paga la cena in pizzeria!” :-)
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17 years ago
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Sono qui per lui
Sono sdraiata sul letto. Sto sudando, ma il mio corpo è attraversato da brividi gelidi. Un lieve movimento di gambe, e riesco a percepire un immenso calore tra le cosce. Il fervore intriso di umido desiderio. Che pulsa e si apre nella trepida attesa del Suo ingresso. Penso che stavolta devo contenere l’esplosione dell’eccitamento. Devo controllare lo sfacciato desiderio di essere Sua. Stavolta devo arrendermi all’impulso di respingere la Sua penetrazione tanto vigorosa e inevitabile. “Sono qui per Lui” mi ripeto. E più queste parole risuonano nella mia testa più sento l’ardore aprirsi e chiudersi tra le mie gambe come a chiamarlo…
Ho le braccia distese oltre il capo, e i polsi sono stretti tra loro. Le gambe sono raccolte e ben divaricate. Più passa il tempo più mi sembra di riuscire ad allargarle e mostrargli così che essere lì in quel momento è la sola cosa che desidero. “Sono qui per Lui”, mi ripeto nuovamente. E mi sento così fiera ed eccitata nella consapevolezza che è realmente così. So che sto aspettando Lui. Sono qui, pronta ad accoglierlo, pronta ad offrirmi. Non so quando lo sentirò arrivare, ma so bene cosa voglio dare ai Suoi occhi: una femmina calda, dilatata nel cervello e nella fica dal bisogno di rendersi il Suo oggetto utile, che lo attende in silenzio tra le lenzuola. Le caviglie sono strette alle cosce. E l’attesa costringe il collo nel guinzaglio che tiene tra le mani da tempo; e si fa sempre più corto, e chiuso, nella voglia che sale e che mi rende ancora più lucida e ancora più Sua.
Mi chiede dove ho messo il plug che ho portato. Io penso “nella borsa”, ma mi accorgo di non avere un filo di voce. Sento che lo ha già trovato. I Suoi passi. Non è ancora sul letto, e già riesco a sentire la Sua consistenza che si è diffusa in tutta la stanza, impadronendosene.
Mi dice “brava la mia troia”. Mi sento terribilmente scivolosa e scorrevole. Le Sue dita passano il gel lubrificante sull’ingresso del secondo canale. “Devi restare composta!” mi dico con tono autoritario.
Mi chiedo se mi senta fremere sotto il Suo tocco. Se mi veda rimpicciolire sotto il Suo sguardo.
Sento il plug entrare in un solo colpo. Trattengo il fiato: non sono ammessi sussulti stavolta!
Si spinge a fondo, in quella consistenza gommosa. Apro gli occhi, che forse per istinto avevo chiuso. Lui è lì, a qualche centimetro da me. Così grande, così bello… Sento il Suo odore e so quale sapore avrò una volta uscita da casa Sua. E’ in ginocchio sopra di me. Chiudo gli occhi e il Suo Membro si introduce nella mia bocca in un impeto vigoroso. L’avidità di quel bisogno tanto atteso guida la mia mandibola in un movimento flessuoso, elastico. Vorrei goderlo in tutta la Sua grandezza. Scorrerlo dall’alto al basso con gusto. Ma Lui è sopra di me e si preme sul mio volto. Alterna dei momenti di assoluta immobilità a dei colpi decisi. Cerco di muovermi in direzione di una capienza maggiore. Ma Lui controlla il Suo piacere e ogni mio movimento.
Così per una decina di minuti. Penso che soffocherò, ma poi penso che anche lì, troverò nuovamente aria e forza per non fermarlo.
Si toglie. Lo guardo. Nel Suo volto c’è solo voglia, impeto, istinto, godimento. “Io voglio tutto! Tutto quello che sta provando ora lo voglio dentro di me!” mi dico con tono agitato.
Il plug è già sul comodino, le Sue mani pesano sulle mie gambe in un appoggio deciso, e mi sento aprire dalla Sua forza che mi affonda interamente dietro fino a colmarmi... Forse vorrei attenuare la Sua penetrazione irruente, ma Lui è già dentro e sferra il primo affondo e quello successivo e ancora uno…
La mia carne arde di piacere anche nella lieve sofferenza di quel Suo istinto che mi forza ripetutamente.
Ad ogni colpo mi sento vibrare e violare e plasmare. Mi dico “sbattimi, forzami, prenditi tutto quello che c’è da prendere, non lasciare più niente!” e ancora e ancora e ancora…E vorrei solo rompermi tra le Sue mani. Vorrei dividermi, sbriciolarmi. Perché io sono tutto ciò che vuole in quel momento. Io sono quanto desidera dal più profondo di sé. Io sono il Suo desiderio ora. E vorrei vivere solo nel Suo piacere che adesso mi ha già afferrata per i capelli mentre veloce la Sua mano lo conduce all’orgasmo che mi inonda di denso calore che cola dal viso ai seni. Il Suo piacere riga bruciante il mio volto mentre scorre fino alle labbra, e riesco ad assaporarne il gusto zuccherino e dolciastro…
…
I polsi e le caviglie sono nuovamente liberi. Non ho nessun guinzaglio al collo. Capisco che non c’era altro che la voglia di ubbidirgli a legarmi stretta a Lui. Senza opposizioni, senza incertezze.
Sono a terra, in ginocchio, le braccia lungo i fianchi. L’odore del Suo seme è così intenso nelle mie narici. Sono esausta. Vorrei cedere al pavimento, che ora non mi pare più una superficie tanto dura, ma un’allettante culla dove riposare. Alzo lo sguardo. Lo guardo fisso negli occhi. Ora lo so: sono pronta a ricominciare fino quando si sarà saziato.
E non ha importanza se verrà a nutrirsi ancora dal mio piatto. Se ora placherà il Suo bisogno servendosi di un’altra bocca, un altro buco, un’altra fica umida, in trepida attesa nella stanza accanto. Io sono stata Sua nel momento del bisogno, e adesso sono pronta a partecipare nuovamente al Suo piacere…
Per leggere altro: http://blog.libero.it/soloperpiacere oppure http://laricerca.it.gg
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daniela4JT,
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L’anima tra le gambe
A quattro zampe sul pavimento. Spalle e volto adagiati a terra e braccia lungo i fianchi. Riassunta nella mia fica, davanti ai Suoi occhi che mi osservano dalla scrivania dove è seduto, dietro di me.
C’è silenzio. Sento il battito del mio cuore. Lui lavora al computer. Lo sento scorrere dei fogli, poi più niente. Forse si è fermato, forse mi sta guardando. Il battito è sempre più forte.
Vorrei girarmi, vedere cosa fa. Vorrei essere lì, al Suo posto, su quella poltrona e guardarmi. Vorrei sapere cosa si prova guardando la propria femmina che in silenzio offre conforto all’animo.
Ma sono a terra. Mi sembra un’eternità. Le ginocchia cominciano ad avvertire il peso delle gambe mentre premono sul pavimento. Sento che vorrei cedere, lasciare andare il mio corpo in posizioni più rilassate, ma non riesco, non voglio. E rimango lì: con i muscoli tesi e la mandibola indolenzita da quelle mattonelle su cui posa, ma con il sedere ben svettante, proprio come vuole Lui.
Sento che si alza. Sento i passi: si sta avvicinando. Mi pare di non avvertire più alcun fastidio per via di quella posizione e del pavimento in cotto. Una mano mi sfiora da dietro. Scivola tra le natiche. La sento allargare i miei orifizi. Come un Mercante che scruta la merce, che la valuta. Poi una pacca sul sedere, come a dire: “questa è buona!”. E il mio cuore batte sempre più forte: so di essere tra la merce buona, so che Lui mi userà…
Si allontana: è tornato a sedersi. Il battito rallenta. Penso al lavoro che sta facendo mentre lo sento scrivere al computer. Penso se in qualche modo gli sarò di conforto, di sollievo; se l’avermi lì, mentre trasudo l’essenza di femmina pronta all’uso, può rendere ciò che sta facendo meno pesante. E lo spero, lo voglio!
Penso a tanti corpi femminili, nudi, riassunti sul pavimento di casa Sua, uno a fianco all’altro. Penso al piacere di sentirsi Maschio, al bisogno, alla voglia... Quella voglia che non distingue odori diversi, ma che dona a tutte le femmine la stessa fragranza…
Poi lo sento: è la Sua voce. Mi dice di avvicinarmi. Mi appoggio sulle braccia, e mi chiedo per quanto sono rimasta a terra: sono intorpidite… Mi giro, lo guardo, e mi avvicino a quattro zampe; come un cagnolino che corre a farsi fare le coccole dal Padrone.
Sono lì, ai Suoi piedi, trepidante. Le Sue mani sulla testa mi premono, mi spingono verso il Sesso che mi cerca, che mi vuole. Mi afferrano e mi dirigono nel primo colpo, e nel secondo, e nel terzo… Sono i colpi del piacere, che si ripetono affondandosi in bocca ora più intensi di prima. Poi una pausa, e ho il tempo di assaporare, di fondermi con il mio Padrone, con il Suo piacere Maschio. D’un tratto riprendono, veloci e densi e saldi e consistenti... E mi apro e mi chiudo e mi arrendo e mi adeguo, alla Sua forma, per sentirmi solamente l’alcova ancora più ampia e più capace che merita…
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Weekend d\'agosto - parte 1
Quando decidemmo di passare il weekend al mare con una coppia di amici, non immaginavamo mai l'esperienza che ci saremmo inventati. Con Anna eravamo sposati da pochi mesi ed i nostri amici, chi prima di noi chi dopo, stavano a turno cedendo alle lusinghe della vita matrimoniale.
Marco e Sara, dei nostri vecchi amici del Nord, lo avevano fatto da poche settimane e dopo la luna di miele avevano deciso di venirci a trovare. La proposta, subito accettata, fu di spostarci tutti nella nostra casa al mare per passare l'ultimo fine settimana di Agosto insieme a rievocare l'appena perduta “libertà” e godere degli ultimi splendidi giorni d'estate.
Come concordato, il Venerdì andammo a riceverli.
VENERDI' MATTINA. ORE 10:30
Quando c'è amicizia sincera, non sono le lunghe mancanze di contatto o la distanza che affievoliscono l'affetto e così già dal primo saluto appena sbarcati all'aeroporto e durante il tragitto che ci portava alla casa al mare, avevamo ripreso la piena confidenza dei tempi passati.
Sara era in splendida forma, anzi non la ricordavo così carina: capelli biondi sulle spalle, fianchi ben marcati sotto un vitino delizioso e, ma questi li ricordavo bene, due splendidi seni. Anzi non riuscii ad evitare di ricordare che con Marco scherzavo dicendo che “Violano la gravità...” perché nonostante le dimensioni erano sempre diritti e col capezzolo all'insù!
Marco, dal canto suo, non aveva mai nascosto attrazione per mia moglie e dal modo come l'aveva abbracciata e stretta per salutarla, si capiva che questa passione persisteva. Confermò che gli piacevano i suoi capelli lunghi, ma mentre lo diceva sbirciava dentro la scollatura approfittando del fatto che Anna d'estate non porta mai il reggiseno. Ma ad un ritrovato amico tutto è concesso!
Giusto il tempo di disfare le valige, che eravamo già in riva al mare in costume.
La spiaggia era splendida. Qualche ombrellone, una coppia poco distante e due ragazze in topless a venti metri da noi. Lo sguardo mio e di Marco, nascosto dagli occhiali scuri, di tanto in tanto era attirato dalle tipe poco distanti, soprattutto quando le nostre si allontanarono per fare una nuotata.
E' sbalorditivo come una donna si accorga sempre di tutto e così Sara e Anna, che sicuramente avevano notato l'oggetto della nostra attenzione, dopo essersi dette qualcosa vennero a stendersi sulle tovaglie vicino a noi. Senza farsi alcun cenno e quasi all'unisono, si slacciarono il loro reggiseno e se lo lasciarono cadere dietro la testa. Noi mariti fingemmo imbarazzo, mostrando qualche rimostranza, senza però ottenere altro risultato che far rimanere quel reggiseno per tutta la mattinata solo e abbandonato sulla tovaglia. In realtà nessuno dei due voleva che quel “poker “di tette fosse rimesso nel mazzo e godemmo per ore a seguirle andare e venire dal mare, con quei seni liberi e pannosi sull'abbronzatura, offrendoci di spalmarle noi stessi con la crema solare...
Almeno, le stronze, erano riuscite a farci dimenticare da quel momento in poi le vicine concorrenti!
Saliti a casa per il pranzo e per tutto il giorno, quelle tette non ne vollero sapere di far rientro nei loro reggiseni, tanto che io e Marco iniziavamo a sentire sempre più forte il martellamento dell'eccitazione.
I capezzoli di Sara erano come lo sguardo di un ritratto di Vincent van Gogh: da qualunque angolazione mi mettesi, mi fissavano!
Anche Marco non era da meno a giudicare dalle battute che faceva, ma ne io ne lui andammo oltre.
La cena fu ben annaffiata da ottimo vino e subito dopo tutti e quattro, un po' brilli, ci ritrovammo sotto le stelle a parlare di sesso, confessandoci i nostri desideri perversi e il tentativo comune di aver cercato altre coppie su siti internet.
Anna sentenziò: “ ...sì ma è un po' difficile trovare coppie giuste. L'ideale sarebbe se fossero persone conosciute o amici con cui già esiste confidenza. Ma come si fa a sapere chi dei tuoi amici ha gli stessi desideri, sembrano tutti così seri e bigotti....”. A queste parole seguì un lungo silenzio.
Credo che tutti e quattro pensammo la stessa cosa: NOI eravamo già degli amici!
Solo Marco ruppe gli indugi: “Beh....Perché non proviamo visto che ci conosciamo, che ne dite?”
Altra pausa in silenzio. Il muro che confinava l'inibizione iniziava a vacillare e stava per crollare. “Ok” dissi io “Però inventiamoci un gioco...”
Sara e Anna si sgomitavano ridendo e prendendomi in giro. Anna anzi si sedette sulle gambe di Marco ed infilando la sua mano sotto la maglietta continuò:” Vuoi che me lo faccio qui davanti a te? Sara tu fai un pompino a mio marito...”
“Ma và” fece Marco pizzicandole una tetta per dispetto “Troppo banale...vada per il gioco”
“Ascoltate” ripresi io “nei prossimi 2 giorni a turno una coppia verrà esclusa e dovrà mettersi a disposizione dell'altra, accettarne le scelte e le disposizioni, mentre quella che comanda decide quello che desidera fare o non fare....”
“Carino” fece Sara “Così magari insegno a Marco a lavare i piatti...”
“Non scherzare” la interruppi “E' una cosa seria. Ci state o no?”
Le ragazze iniziavano a gustare l'idea ed anche Marco sembrava molto interessato alla proposta.
“Ma le condizioni?” chiese.
“Nessuna. Due decidono. Due no. E questo a turno per due giorni!”
“Ma gli altri possono fare tutto quello che vogliono?” chiese Anna
“Sì, tutto, senza limiti. Allora? Lo facciamo?”
Ricevetti il loro consenso e confermammo le condizioni. Si sarebbe tirato a sorte per stabilire i due che comandavano l'indomani. Preparammo quattro foglietti con i nomi, ripiegandoli e ponendoli in due bicchieri..
“Allora estraiamo per domani. Sara scegli la donna.”
Sara prelevò il foglietti piegato, lo aprì e annunciò: “ANNA, domani comandi tu!”
Marco estrasse dal bicchiere degli uomini: “Allora..... MARCO!. Domani comandiamo Io e Anna!”
“Bene – conclusi - allora dopodomani saremo io e Sara”.
Scambiata la buonanotte andammo a dormire. Non nascondo che rimasi a lungo sveglio a pensare al nostro gioco, a cosa ci aspettava, cosa avremmo fatto e come avremmo reagito.
Anna, probabilmente anche lei molto agitata, di tanto in tanto frugava con la mano sotto i miei slip e trovandolo duro lo massaggiava un po' per dispetto e poi aggiungeva: “Inutile: non ti tocco. Devi essere pronto per domani”. Alla fine, sfiancato, mi abbandonai fra le braccia di Morfeo.
SABATO MATTINA. ORE 8:30
”Buongiorno. Marco vuole che gli portiamo il caffè a letto e... vuole che mandi Anna da lui”
Era Sara che ci era venuta a svegliare.
Anna, che indossava una maglietta senza le mutandine, fece per avviarsi verso l'altra stanza.
“Mettiti qualcosa..” accennai. Ma lei: “E perchè? Così va benissimo...” sollevandola fino alla vita.
Non dissi niente, mentre guardavo quel culetto che si allontanava.
Forse stavamo davvero entrando tutti nei ruoli!
Con Sara preparammo il caffè ed entrati nella stanza li trovammo stesi sul letto. Marco indossava solo un paio di slip, mentre la maglietta di Anna era già sparita chissà dove.
Non l'avevo mai apprezzata così, mi sembrava bellissima con i capelli sul cuscino, due tette morbide con i capezzoli turgidi ed il pelo del pube tracciava un perfetto triangolo sull'inguine per l'accurata depilazione
“Che hai da guardare? - mi riprese Marco - Lascia il caffè e preparaci la colazione. Sara tu resta qui con noi”
Tornai in cucina ed una volta pronta la colazione andai a chiamarli.
Entrando, stavo per dire “E' pronto!” che mi si parò uno spettacolo inatteso ma stupendamente eccitante: Marco a quattro piedi sul letto si stava baciando con Sara. Da dietro mia moglie aveva la sua lingua fra le sue natiche, andando su e giù dall'ano fino alla cappella, con due accurate soste sulle palle.
Conoscevo benissimo quel trattamento e sapevo che Marco, che già oscillava le anche deliziato da quel servizio, non avrebbe resisto a lungo.
Ed infatti dopo non molto lo senti gemere ed Anna, capendo che aveva poco tempo, si girò di scatto con il viso sotto il suo membro dicendo: “Scopami in bocca ora” avvolgendo il glande fra le sue labbra. Pochi colpi sempre più scomposti e il suo lamento per capire che le stava sborrando in bocca.
Anna mi indirizzo lo sguardo per qualche secondo, tenendolo fisso da sfida e poi ingoiò tutto.
“Ora scopami tu – disse rivolta a me allargandosi le grandi labbra con le mani – ma guai se vieni!”
Io, completamente perso e col cazzo già in tiro per lo spettacolo, l'avevo appena appoggiato, che scivolò dentro quell'antro caldo e umido per quanto era fradicia di umori. Mentre iniziavo ad andare su e giù, lei con la mano tirò la mia testa verso la sua bocca invitandomi a baciarla. Solo quando la mia lingua fu dentro la sua bocca che mi rammendai di cosa aveva appena contenuto, sentendo il sapore e l'odore di fresco dello sperma di Marco. Questo aumentò a dismisura la mia eccitazione ed aumentai il ritmo e la profondità dei colpi.
Facevo fatica a trattenermi, ma fortunatamente il piacere provocato dallo sbattere delle mie palle fra le sue cosce, accelerò il suo godimento tanto che, quando ormai pensavo di non farcela più, la vidi dimenarsi, poggiare i talloni sui miei reni, stringermi con le gambe sui fianchi e raggiungere l'orgasmo.
Poco prima che mi chiedesse, come ormai sapevo, di fermarmi e di tirarlo fuori, sentivo che la fica le stava letteralmente scolando e non potei fare a meno di scendere con la lingua per gustare quel nettare fruttato.
Mi distolse il gemito di Sara. Loro infatti avevano continuato a baciarsi, mentre Marco con il dito le stava titillando la clitoride. Di lì a poco anche lei raggiunse l'orgasmo, dimenandosi sul letto ed emettendo un urlo soffocato sul cuscino.
Appesa si riprese, Marco, indicando me, ordinò a Sara:”Ora fagli una sega”.
Non aspettavo altro, lo sentivo così duro che mi pareva che esplodesse e glielo porsi.
Sarà l'aveva appena preso in mano che Anna suggerì: “ No, lasciamolo stare così per oggi”
“Ok – rispose Marco – hai ragione, lasciamolo così...”
La giornata andò avanti con me e Sara costretti a restare nudi per casa, a preparare da mangiare, lavare i piatti ed osservare passivi le schermaglie di Marco e mia moglie che si accarezzavamo le parti intime e baciavano davanti a noi senza pudore. Per fare pipì poi si chiudevano in bagno insieme rimanendoci anche per 10 minuti.
Dopo cena, eravamo tutti e quattro esausti e Marco, volendosi gustare gli ultimi momenti della SUA giornata, mi mandò a letto.
Sentivo dalla stanza accanto che ridacchiavano, poi lunghi silenzi, poi altre risatine.
“Che bastardo – pensai – domani gliela faccio vedere io...”
Accarezzai, consolandolo, il mio unico fedele compagno, rimasto invece duro e vigile, ancora per un po'. Desideravo ardentemente di venire, ma mi tratteni.
“Domani, resisti....” pensai. Poi fra mille altri pensieri, mi addormentai.
DOMENICA. ORE 9:00
continua?
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5
17 years ago
admin, 75
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Quella puttana di mia moglie
Premetto ke a volte skerzando avevo proposto a mia moglie di farsi scopare da estranei ma lei sembrava addirittura skifata da una situazione simile, eppure in passato mi aveva gia cornificato alla grande a mia insaputa e confessandomelo quando tutto era finito. da un po di tempo notavo ke si comportava stranamente e non capivo il motivo, passano un paio di settimane e la situzione non cambia, allora inizio a fare domande ma lei era molto evasiva, insisto fino a ke sbotta "sono stata violentata", come? dove?, in pineta mentre passeggiavo circa tre settimane fa, e perke non hai detto nulla? come è accaduto? ero confusa, era sull'imbrunire quando qualcuno mi kiede da accendere, faccio per prendere l'accendino dalla borsetta ma lui inizia a toccarmi letette, faccio per oppormi ma lui insiste, si intrufola sotto alla maglietta e sotto alla gonna, mi tocca dappertutto, mi dice che sono troia cado a terra mi sale sopra sono gia tette al vento mi alza la mini mi strappa il perizoma e me lo ficca dentro in un solo colpo mi ha scopata come un selvaggio per dieciminuti/un quarto d'ora poi si è alzato e ricomposto e mi ha detto, domani devi venire senza mutande puttana. e tu cosa hai fatto? da allora vado tutti i giorni senza mutande e lui mi scopa, ora vuole farmi scopare anke ai suoi amici e mi ha ordinato di nonprendere piu la pillola perke vogliono mettermi in cinta e coparmi anke con il pancione. mi sono incazzato da morire ma l'eccitazione ha prevalso e ho scopato mia moglie insultandola e umigliandola come fa il suo stupratore ho goduto come non mai e ho capito di aver sposato la piu troia delle puttane, mi sono ftto promettere ke tutte le volte ke qualcuno la scopa deve tornare senza pulirsi e farsi scopare anke da me per punizione. risultato, scopiamo come ricci soprattutto lei, lei sempre piu troia e porca io sempre piu cornuto. voglio scoparla anch io col pancione e non sapere mai di ki è incinta.
69
15
17 years ago
robertos151204,
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Xxx movies
Sullo schermo appare l’interno di una abitazione elegante: moquette per terra, tappeti, mobili di lusso. Arriva una splendida ragazza, non ha vestiti, tranne un paio di calzoncini corti molto aderenti. Il viso è bellissimo, capelli castani, occhi verdi, uno sguardo insieme ingenuo e malizioso. Rivolgendosi ad un pubblico inesistente comincia a dire: – Mi chiamo Sabrina, ho diciotto anni e questo è il mio primo rapporto anale. Benvenuti a “Lo prendo nel culo” -. Finito il discorsetto la scena cambia. C’è un negro seduto su un divano, di lui si riesce a vedere solo la parte inferiore del corpo, il resto è coperto dalla figura di Sabrina che gli sta davanti completamente nuda e mostra il viso sorridente alla macchina da presa. La ragazza ha un corpo esile ma ben formato, seno piccolo, vita stretta, fianchi larghi. La sua pelle bianca contrasta con il colore del negro che le sta dietro. Nell’inquadratura che ne riprende la metà superiore la ragazza scende verso il basso, sembra che si stia sedendo sul divano. Ad un tratto il viso della fanciulla si altera in una smorfia, la macchina da presa si allontana allargando il campo visivo e si capisce subito la ragione di quel disagio, Sabrina si sta calando con cautela su un gigantesco cazzo nero che proprio in quell’istante deve aver trovato il modo di entrare nel buchetto nascosto in mezzo alle sue natiche. La ragazza si lascia sfuggire un gemito ma non desiste dall’impresa. Lentamente, a prezzo di nuove smorfie e lamenti si fa scivolare dentro la grossa verga finché questa non sparisce tutta all’interno delle sue giovani terga. Allora emette un sospiro. Si rilassa soddisfatta e comunica al mondo la lieta novella dicendo: – Ehi gente! Ce l’ho tutto nel culo! – Da dietro appare per la prima volta il viso del negro. Ride. La ragazza dapprima incerta, poi sempre più sicura di sé comincia a chiavare muovendosi su e giù sul cazzone. La macchina da presa fa un campo lungo e sul divano, seduto accanto al primo, appare un altro negro. Ha l’uccello in mano e si masturba lentamente, tra poco tocca a lui. Sabrina si solleva, si sfila dal culo la verga del primo amante, va dall’altro e subito ricomincia a fottere. Il secondo negro è serio, tutto concentrato nell’impresa, accarezza la ragazza e la tratta con gentilezza.
Dopo un poco la scena cambia ancora. Adesso Sabrina è in ginocchio sul divano, gli avambracci appoggiati al bracciolo, la schiena leggermente inarcata, il posteriore proteso all’indietro. Ora si vede bene il culo, che è ben disegnato, rotondo, magnifico. Il negro che è apparso all’inizio le si mette dietro, infila il suo grosso arnese senza tanti complimenti e comincia a fottere a tutta forza. Lei ha un sussulto, si lamenta, cerca con una mano di frenare l’irruenza del suo assalitore senza riuscirci. Ormai il gioco lo porta avanti quell’altro e non le resta che rassegnarsi. Il secondo negro le si avvicina per consolarla, si inginocchia davanti a lei, le prende il viso tra le mani e la bacia, l’accarezza e mentre le sussurra parole tenere le mordicchia delicatamente l’orecchio. L’altro continua ad andare come un treno, sorride soddisfatto e commenta con parole volgari quello che sta facendo finché con un ultimo assalto raggiunge l’orgasmo.
Il negro sfila la verga e tra le candide natiche di Sabrina appare una macchia scura davvero grande in rapporto al resto delle membra, è il buco del culo, tutto aperto, perfettamente rotondo e largo quanto una grossa moneta di cioccolato. Pochi istanti di meditazione su quella meraviglia, poi la scena cambia ancora. Adesso la ragazza è in ginocchio con le braccia appoggiate allo schienale del divano ed il secondo negro è in piedi dietro di lei. La scena è ripresa dal basso e le parti del corpo impegnate nell’atto si vedono benissimo. Il negro è già dentro alla ragazza e se prima era comprensivo e gentile adesso sembra si sia scordato le buone maniere. Pompa in quel culo bianco con grande vigore anche se intanto blandisce la sua vittima con parole dolci. Sabrina emette brevi gemiti, non si sa più se si lamenta o se gode. E’ impressionante l’azione di quel cazzo enorme che le si muove dentro avanti e indietro, avanti e indietro. La ragazza ha la fica gonfia e bagnata, le piccole labbra si spostano al ritmo dell’inculata: quando il cazzo affonda si chiudono, quando si ritrae si aprono mostrando l’ingresso della vagina. E’ uno spettacolo incredibile. La cosa va avanti per un pezzo con la solita foga finché anche il secondo negro gode.
Quando tutto è finito Sabrina si ricompone. I due amanti le vanno vicino e le accarezzano il didietro, fanno gli elogi delle sue grazie e le chiedono se le è piaciuto. Lei dice che ha goduto molto, sorride alla cinepresa e si congeda con un: - Arrivederci a “Lo prendo nel culo” -.
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17 years ago
Murad,
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Cronaca di un sogno
E' un posto sconosciuto ma che risulta familiare. Il profumo di fiori in quel giardino mi ricorda qualcosa di intimo che non riesco a riconoscere. Il vento muove gli alberi, la piccola casetta, in quel bosco, risulta familiare, conosciuta; il cinguettio degli uccelli mi rassicura.
Ho guidato per due ore sotto il sole caldo di quella giornata di mezza estate. Il climatizzatore spento come aveva detto lui, il pungente odore della lana del maglione che ho tirato fuori dagli scatoloni per l'occasione sulla pelle nuda e sudata.
"Potrai portare con te solo dell'acqua calda per dissetarti" aveva detto. Ho obbedito.
Ora sono nuda, solo il maglione ed il pantalone di lana, stivali alti neri e quel fastidioso odoredel sudore sulla lana. La mia pelle ha rapidamente rilasciato tutta l'acqua che ho usato per
dissetarmi, ed ora sento scorrere il sudore sul corpo.
"Odio sudare" avevo detto, "odio sudare" ora penso.
"Nel vaso accanto alla porta troverai le chiavi" aveva detto, la prendo e faccio scattare la serratura.
Il suono metallico della serratura è come un interrutore dentro me. Fino a quel momento ho solo sofferto per il caldo, per il sudore, per il maglione, ora quel click è come se mi avesse fatto cambiare canale.
Ora non sento più il sudore scorrere sulla sua pelle, ma brividi, fremiti, ansia, paura.
Entro e richiudo la porta alle spalle. Un suono secco, cupo, ed il calore del mondo esterno viene tagliato fuori.
Capisco che tutto quello che ho provato nel varcare la soglia è solo l'inizio.
La prima sensazione è di sollievo, all'interno l'aria era fresca, nessun rumore, poca luce.
Sensazioni, il sudore sulla pelle ora è gelo, solitudine, silenzio glaciale, brividi percorrono la schiena. Odo distintamente il cuore battere, l'aria gelida gonfiare i polmoni, il respiro reso affannato dal caldo e poi da quella improvvisa quiete.
Resto immobile a guardare il vuoto che sento dentro...
L'ambiente che mi circonda è caldo ed accogliente, luci soffuse di fari alogeni puntati verso il soffitto, morbido e caldo il legno del pavimento coperto da tappeti raffiguranti scene, momenti della mia immaginazione.
Un enorme caminetto spento è al centro della stanza, un tappeto di pelliccia, dei divanetti bianchi, un tavolino, una mensola con delle bottiglie. Alle spalle una scala sale su, verso un soppalco su cui scorgo
un letto.
Mi guardo intorno ripensando alle sue parole, "trovarai le istruzioni". Un foglietto: "Nel bagno troverai tutto il necessario per rinfrescarti, profumarti, massaggiarti e vestirti." Corro nel bagno, una enorme vasca tonda, idromassaggio, saponi e sali, odore di incenso, specchi. In un attimo sono nuda, non vedevo l'ora, posso vedere il luccichio del sudore sulla pelle, resa ancor più morbida dal calore e dal sudore, riflessa negli specchi. Vedo il mio corpo riflettersi prepotente, il seno
sembra ancora più grande e sodo, il gioco di luci mi permette di scorgere il mio culo sodo ed alto, le mie gambe slanciate.
I capelli raccolti a coda di cavallo come lui aveva detto, i peli rasati a formare solo una piccola folta chioma riccia a coprire le grandi labbra, come lui aveva imposto.
"Piega tutto e riponilo sulla sedia" dice un biglietto, e così faccio. Piego accuratamente tutto e lo ripongo sulla sedia.
Scivolo nella vasca piena di bolle e di sapone e sento il calore avvolgermi. Vedo piano piano, da tutte le angolazioni possibili
ed impossibili, il mio corpo sprofondare nelle bolle di sapone, prima le gambe, poi piano piano l'addome...mi soffermo sul seno
e lo faccio affondare piano.
Sento il calore dell'acqua avvolgermi e mi guardo intorno. Ha preparato tutto come desideravo e la situazione dovrebbe aiutare
a rilassarmi, ma non è così. L'idromassaggio mi avvolge in un turbine di bolle ma non riesce a rilassarmi. Sento dentro di me un vuoto freddo, è l'ansia .... penso a tutto quello che mi diceva e provo una sensazione di ansia. Mi sento in attesa ed osservata.
Questo mi imbarazza e non mi permette di godere di quello che mi ha preparato....e penso che lui sapesse che sarebbe stato così...
perchè sa esattamente cosa provo in ogni momento in ogni situazione .... e questo mi rende vulnerabile ed accresce la mia angoscia.
Eccola, immersa, è bellissima avvolta da quelle bolle. La vedo così come l'ho sempre immaginata.
Lei è in preda all'ansia, lo so .... ho fatto tutto quello che so che l'avrebbe portata in quello stato di angoscia che la rende ansiosa ed intrigata. Posso guardarla dalle telecamere ... so che lei si sente osservata ... ma non sa che sono qui a godere di ogni suo piccolo movimento, di ogni sua piccola vibrazione. Allungo le mani verso lo schermo e la sento vibrare.
Sento che le mie mani le trasmettono il calore che ora la fa distendere nella vasca e le fa provare quella sensazione di tranquillità che voglio che provi.
Cosa succede .... cos'è questo rumore .... perchè improvvisamente ho questa sensazione di freddo.
Riapro gli occhi e vedo che l'acqua è quasi scomparsa...sul fondo della vasca l'acqua si ritira, posso scorgere dei segni...
un nuovo messaggio .... "apri l'armadio...indossa quello che trovi, metti il rossetto rosso con contorno di matita leggermente piu'
scuro per evidenziare il contorno labbra, matita per gli occhi, nero mascara per le ciglia ed un velo di fard".
Mi alzo infreddolita ed apro l'armadio: uno straordinario bustino rosso aperto sul seno e al cavallo, impreziosito da fiocchetti in
satin con perline color argento con perizoma a retina, calze autoreggenti nere, un kimono a fiori con larghe maniche.
E' stupenda, immaginavo il suo corpo perfetto appena coperto da quel body...
La sua immagine erotica e sensuale è esaltata, il suo prosperoso seno sodo ed abbronzato viene tenuto su perfettamente.
Posso ammirare la bellezza dei capezzoli induriti dal getto d'aria fredda che sto facendo entrare nel bagno.
L'apertura del body scopre le sue morbide curve, posso ammirarne i glutei marmorei avvolti dalla morbida seta del body.
Adoro il suo modo di accarezzarsi e guardarsi allo specchio mentre si veste...è sensuale, incosciamente maliziosa
nei movimenti, nell'accarezzare i capelli, nel muovere gli occhi.
Mette il kimono e sembra una perfetta geisha, le gambe scoperte sono come colonne, il seno sodo realizza delle perfette pieghe
sul tessuto che la rendono ancora più affascinante.
"Quando avrai finito di vestirti, lega i capelli a coda di cavallo e vai nel salone, troverai una benda sul tavolo, prendi una sedia e siedi al centro della stanza bendandoti ed aspettare il mio arrivo".
Così faccio, mi sento perfettamente a mio agio con gli indumenti che mi ha preparato.
Lei rimane seduta ad aspettarlo...passano minuti interminabili.
La sera precedente, nel letto, aveva pensato, a come sarebbe stato ed era stata turbata nel sonno.
Ora era li ad aspettarlo sussultava ad ogni rumore.
Sente dei passi avvicinarsi alla porta, il rumore delle chiavi, la porta che si apre per poi richiudersi, il silenzio.
Nessun passo avvicinarsi, non sà cosa fare, vorrebbe alzarsi corrergli incontro ma sa che lui si arrabbierebbe e rimane dov'è.
Sento che è qui, avverto la sua presenza, sento il suo sguardo sul mio corpo, sento che mi percorre, una piacevole sensazione,
la paura di non piacergli, i brividi, la voglia, il desiderio, la rabbia per l'attesa di questo momento e per dover sentire lo scorrere del tempo in attesa.
poi ho avvertito le tue labbra umide sul mio collo e un sussurro all'orecchio "non tremare piccola sono qui".
D'improvviso tutta la rabbia si è trasformata in desiderio ..... ed hai sentito il calore esplodere in te ..... e ti sei resa conto improvvisamente
di essere completamente bagnata. Senti il mio profumo, le labbra scorrere sulla sua pelle.
Mille volte ho immaginato di percorrerla, di gustarla, di accarezzarla, ma la strada che percorrono ora è nuova, dolce.
Mi riempio del tuo sapore, ti sento vibrare mentre accarezzo la tua voglia con la mia bocca e sento i brividi percorrere la tua pelle.
Il desiderio, la voglia, l'attesa rendono questo momento così speciale......
Voglio vederti così .... fermare il tempo ..... e mi fermo.
Sussulti improvvisamente per l'assenza...senti il vuoto...ed il calore...fremiti...posso vedere la tua voglia luccicare nell'apertura del body.
Prendo le palline dal ghiaccio...le lascio scorrere lentamente all'interno...ammirando l'estasi del piacere e della consapevolezza sul tuo viso.
Le faccio scorrere piano fino a farle scomparire...ed immediate iniziano le contrazioni.
Ti sei esercitata ad averle dentro...a resistere quando si deve resistere, a lasciarti andare se ti viene chiesto, ma ora non sai cosa fare.
La voglia vince sull'autocontrollo...e ti abbandoni in un movimento sensuale, spingendo e contraendo i muscoli...facendo vibrare il corpo.
Senti il calore crescere, non ti rendi conto di quello che sta succedendo quando un'onda ti riempie e ti trascina in una tempesta di fremiti e contrazioni.
Nessun muscolo del tuo corpo è fermo...solo le tue labbra strette tra i denti per tacere quello che sta succedendo.
Quando ritorni in te, la tua testa leggera vola, senti le palline uscire...non sai quanto tempo è passato, ti abbandoni navigando nel mare del piacere.
To be continued....
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17 years ago
admin, 75
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Non e\' successo niente
Serena e Diego si incontrano in una chat.
Dopo poche chiaccherate iniziano a sentirsi per email, poi per sms, poi al telefono. Tutto nasce spontaneamente, senza malizia nè particolari intenzioni, da nessuna delle due parti. Nasce quella che è una vera amicizia.
Serena e Diego si sentono sempre più spesso, diventano amici veri, si confidano l’un l’altro mille cose, in egual misura si ascoltano e si consigliano, si consolano per le cose storte che gli capitano e si rallegrano per il buono che succede all’altro.
È un’amicizia che diventa forte e profonda, molto sincera e per questo a volte anche molto faticosa. Sono molto diversi, e accettarsi è dura, ma si impegnano.
Di pari passo all’amicizia cresce anche un’intesa un poco diversa. Nasce per caso, ma poi resta e diventa una parte del rapporto di amicizia che li lega. È un aspetto non più importante di altri, qualcosa a cui entrambi potrebbero rinunciare, se necessario, ma che nel tempo arricchisce il loro rapporto senza stravolgerne la natura.
Giocano al telefono.
I giochi sono solo giochi, ma senza dubbio c’è qualcosa che sentono comune nel modo di giocare, nelle parole che usano, nelle sensazioni che si trasmettono, nel fatto che a volte dopo aver giocato restano a parlare di altro per ore, e che altre volte giocano dopo aver parlato di altro per ore. Anche in questo c’è un’intesa profonda, forse perchè all’inizio nessuno dei due se lo aspettava dall’altro, nè tantomeno lo cercava, e ora è qualcosa di spontaneo e sempre voluto da entrambi.
Finiscono a pensare a quando si incontreranno di persona.
Sono entrambi sicuri: non succederà niente.
Diego e Serena hanno la loro vita. Tutti e due sentono di desiderare, a volte, che quei giochi fossero realtà, ma il bene che si vogliono come amici li fa sempre ricordare, a sé stessi e all’altro, che nessuno chiederebbe all’altro di rischiare qualcosa di reale e di importante per un qualcosa che alla fine sarebbe solo e comunque un gioco.
Dopo qualche mese, il loro legame è abbastanza stretto da fargli sentire il bisogno di avere finalmente un viso a cui pensare quando sentono la voce dell’altro.
Si incontrano.
Si erano descritti reciprocamente, ognuno sottolineando i propri difetti, ognuno col timore di come apparirà all’altro, perchè dall’inizio nessuno dei due ha voluto, né chiesto, una fotografia all’altro.
Quando sono faccia a faccia, dopo mesi di parole e di immagini mentali, restano sulle prime perplessi.
Nessuno è mai come ce lo immaginiamo, o come vogliamo immaginarcelo.
Superato il primo impatto, si ritrovano a stare bene insieme esattamente come il giorno prima, solo che non ci sono telefoni di mezzo, nè una distanza superiore al braccio di Diego che cinge il fianco di Serena.
In un posto tranquillo, scelto per rilassarsi e smaltire l’inevitabile tensione dell’incontro dal vivo, Serena e Diego chiaccherano guardandosi finalmente negli occhi, e ridendo tra sé e sé e ad alta voce con l’altro dei mille timori che avevano tiguardo all’incontrasi di persona, e che ora si sono sciolti al sole come neve. Scherzano sui rispettivi difetti e sulle immagini dell’altro che ognuno s’era costruito proditoriamente.
Una di queste risate resta sospesa nell’aria per un momento di troppo, e il momento successivo gli occhi dei due si incontrano.
Diego e Serena si baciano.
Non è come si raccontavano nei giochi, non è come nei racconti che si scrivevano o in quelli che leggevano, è solo com’è.
Quando si staccano, un pò sorpresi e un pò affannati, si guardano per un momento, e poi subito si rilassano e concordano: non è successo niente, era solo un bacio! Del resto era prevedibile dopo averne parlato tanto, e finalmente avendone la possibilità.
Ma in fondo non è successo niente.
Rotto questa sorta di confine riprendono a parlare, come prima?, ma restando più vicini.
Altre chiacchere, altre discussioni, altre parole leggere, poi un altro momento sospeso, e uno dei due esprime all’altro la stessa idea, finora solo pensata da entrambi: dopo tanto parlare e descriversi, perchè non soddisfare la curiosità di come sono? In fin dei conti, non succede niente!
Diego e Serena ne ridono e si spogliano, senza malizia nè teatralità, semplicemente si tolgono i vestiti.
Scherzando sui rispettivi intoppi e sull’iniziale imbarazzo che li unisce restano in intimo. Ridendo un poco di meno, dopo qualche attimo decidono di andare fino in fondo.
Si spogliano nudi.
In fin dei conti, per nessuno dei due è la prima volta di vedere un’altro o un’altra ‘al naturale’, e non sono certo due estranei!
Serena e Diego restano per un pò a guardarsi, riprendono a scherzare su tutti quei dettagli fisici che si descrivevano a vicenda nei giochi, si fanno piccoli complimenti, si scherniscono uno con l’altro per reazione, ma sentono che ora i giochi fatti tante volte iniziano a contare. Non hanno il coraggio di confessarlo all’altro, ma le cose dette che tornano in mente e il corpo dell’altro, nudo e reale, a pochi centimetri, non sono cose che si possono ignorare.
Serena e Diego non sono più nascosti da telefono, e ora nemmeno più da un vestito. Quello che non possono nascondere, ora, è cosa i loro corpi vogliono.
Riescono ancora a scherzarci su, Diego soprattutto sdrammatizza l’inevitabile effetto sul suo sesso della vista del corpo nudo di Serena, anche lei ride e fa commenti divertenti e scherzosi. Accettano quello che è in fin dei conti solo una reazione naturale. Non è successo niente!
Adesso però i giochi sono difficili da confinare in un cantuccio della mente, per entrambi. Ripensandoci, poi, cos’era giocare? Darsi l’un l’altro da pensare un’immagine, una fantasia che non fosse solitaria, anche se non basta raggiungere un orgasmo nello stesso momento, ascoltando l’altro fare lo stesso all’altro capo di un telefono, perchè non sia poco più del solito autoerotismo solitario.
Si sono spesso raccontati, giocando, un pò per curiosità un pò come parte del gioco, cosa ognuno faceva per coccolarsi.
E adesso?
Non posso nascondere all’altro che entrambi hanno eccitazione addosso, ed è così naturale che non ci trovano niente di male. Che altro male ci sarebbe, allora, ad assecondare questa eccitazione? Soddisfare il proprio corpo, e anche la curiosità di vedere finalmente coi propri occhi ciò che dell’altro finora hanno solo immaginato.
Riescono a chiederselo.
Si toccano.
Serena inizia a carezzarsi il seno, come sa e come le piace, e Diego vede quel che tante volte ha solo sentito dire e immaginato. Serena vede lo sguardo di Diego che la osserva, gli legge in viso quello che lui cerca di reprimere cercando di controllarsi, ma il suo sesso eretto dimostra quanto sia incapace di farlo.
Serena alza la posta, si prende i seni con le mani e li stringe, i capezzoli dolcemente presi tra pollice e indice iniziano a irrigidirsi, lo sguardo di Serena non lascia quello di Diego, mentre Diego ha una mano a carezzarsi il petto e l’altra che stringe il cazzo, disperatamente ferma.
Serena allarga le gambe, Diego non può non guardare la mano di lei che inizia ad accarezzare le grandi labbra, scompigliando i peli del pube con movimenti lunghi.
Diego cede e lascia la mano muovere su e giù lungo il suo cazzo quando Serena chiude gli occhi e allargate ancora le gambe con due dita prende a seguire la linea delle labbra, affondando quel poco che le basta per sfiorare il clitoride quando sale e sentire la figa più calda e umida ogni volta che scende, con la stessa velocità della mano di Diego.
Il cazzo di Diego è duro e lucido, Serena vede la punta bagnata, mentre Diego vede bagnate le dita che Serena adesso affonda con più decisione tra le labbra che tiene aperte con l’altra mano.
Diego si alza e si avvicina a Serena, sorridendo le propone qualcosa di più e lei annuisce divertita. Togliersi la curiosità di toccarsi a vicenda, così per gioco. Anche questo era stato detto spesso, giocando, e ora che sono lì, arrivati a quel punto, perchè non farlo davvero? Diego ha tante volte raccontato di come avrebbe accarezzato e giocato con il sesso di Serena, mentre lei è curiosa di saggiare con le sue mani la durezza del sesso di lui.
Mentre la mano di lei gli prende il cazzo, Diego sostituisce le sue dita a quelle di Serena, e ognuno continua quello che era il gioco dell’altro. Dopo qualche momento di curiosità, dopo qualche tocco e qualche movimento fatto guardandosi negli occhi quasi ridendo, sentendo finalmente il corpo dell’altro come non l’avevano mais entito prima, le cose cambiano. Le dita di Diego sentono la figa di lei irresistibilmente calda e umida e non riescono a non affondarci dentro, Serena smette di stringere il cazzo di lui per sentire quanto riesce a essere rigido e non riesce a non iniziare a muovere la mano più veloce e con movimenti lunghi e decisi.
Il gioco si fa più serio, ora. L’eccitazione sale di colpo. Continuando a muoversi si baciano profondamente, e si masturbano l’un l’altro con decisione.
I gemiti si mescolano alla saliva nelle bocche incollate e sulle lingue che si inseguono, mentre la corsa di ognuno sul corpo dell’altro non vuole rallentare.
Nel momento che Diego posa una mano sul fianco di Serena lei si alza.
Serena guida Diego alla parete, o forse è Diego che guida lei, non importa.
Lei appoggia la schiena al muro e guida il sesso di Diego al suo, lui torna a baciarla nel momento che la penetra. Serena lo accoglie senza fatica, Diego si muove dentro di lei mentre Serena fa la sua parte.
I giochi che hanno fatto tante volte ora sono diventati veri, e quello che dell’altro hanno capito e imparato giocando ora rende tutto più facile nella realtà. È tutto naturale, in un certo senso sereno, facile, spontaneo.
Serena stringe Diego a sè più stretto, i loro corpi sono incollati quasi quanto le loro bocche, i movimenti di Diego sono dolci ma profondi e Serena lo asseconda e lo segue.
Alternano la lentezza alla velocità, la profondità alla irruenza, la dolcezza alla passione.
Dopo un tempo indefinito Serena si scosta un poco dal viso di lui, e cerca negli occhi di Diego quello che lui tante volte gli ha detto giocando, quando non erano gli occhi di Serena a farle quelle domande ma solo la sua voce.
Diego sorride, le da un bacio e si separa da lei. Serena gli sorride di risposta, si volta con il viso verso il muro, inclina un pò in avanti il busto e appoggia le mani al muro.
Diego le torna vicino, appoggia una mano su quella di Serena, per farle sentire che è lì con lei, guida il cazzo ad appoggiarsi al culo di Serena, appoggia l’altra mano al muro e prende le mani di Serena nelle sue, e la penetra col dolcezza e decisione. Serena sente Diego riempirle il culo, muoversi cauto e poi più deciso, e ne segue i movimenti. Stacca una mano dal muro, e con due dita affondate nella figa accompagna il ritmo del cazzo di Diego, finchè non vengono entrambi.
Dopo chissà quanto si ritrovano, stanchi e sudati, a riprendere fiato.
Si sentono semplicemente bene. Ne parlano, come facevano tante volte dopo aver giocato, ricordano come una parola, un gesto, un movimento erano state evocate nelle rispettive fantasie tante volte, e come è facile e naturale ritrovarle nella realtà.
Si dimenticano di essere nudi, finchè non decidono di farsi una doccia e rivestirsi.
La giornata insieme sta terminando.
Quel che è successo, in fin dei conti, non li ha sorpresi nè li ha sconvolti, è stato proprio come coccolarsi, un modo speciale di star bene con l’altro, un volersi bene senza amore ma con passione. Non c’erano nè possesso nè confronto con quel che c’è di reale, solo qualcosa di più di tenersi compagnia.
Si lasciano, alla fine di una giornata come le altre per loro, solo vissuta ‘fisicamente’. Non è la fine di qualcosa, anche perchè il loro non è un rapporto che ha un fine, come tanti altri rapporti di conquista o di seduzione.
Inevitabilmente, pensano a quello che è successo. per un attimo, negli occhi di entrambi passa un velo di dubbio, un pensiero di essere andati troppo oltre, ma passa subito.
Si guardano dentro, si ascoltano, si vedono reciprocamente sereni e semplicemente felici, e giungono alla stessa conclusione: non abbiamo fatto niente che non volessimo, niente che ci possa far male, niente di sbagliato per chi ci sta vicino, perchè nessuno pensa che l’altro possa prendere il posto di chi già c’è.
Diego e Serena ne sono convinti.
Non è successo niente.
8
1
17 years ago
sessodolce234269,
39
Last visit: 4 years ago
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Estate
Protetto dai cespugli che circondavano la radura contemplava il tesoro di cui si era impossessato nell’orto lì vicino. Lisciò la superficie con le mani, poi se lo mise in bocca e lo fece scorrere su e giù lentamente fra le labbra. Si inginocchiò e rimase immobile per qualche istante. Rassicurato dal silenzio cominciò a spogliarsi. Aprì i pantaloni e li abbassò insieme alle mutande. Il sole del primo pomeriggio era a picco sopra alla sua testa e la luce intensa riverberata dal cielo dava al paesaggio un aspetto irreale. Si distese su un fianco e raccolse un po’ di saliva in una mano. Cercando di perderne il meno possibile se la sparse all’interno delle natiche. Ripeté quel gesto più volte, finché non si sentì bagnato a sufficienza, poi prese lo zucchino e lo mise a contatto con l’apertura. Il cuore gli batteva forte, per un istante gli mancò il respiro. Era come se il tempo si fosse fermato e lui chiuso sotto una campana di vetro fosse rimasto isolato da tutto ciò che aveva intorno. Con la mano cominciò a premere lentamente, l’orifizio cedette un poco, poi richiudendosi respinse il corpo estraneo. Un altro tentativo produsse lo stesso risultato. La terza volta, dopo aver spinto il piccolo vegetale, lo tenne fermo nella posizione conquistata. Lo sfintere si contrasse a più riprese cercando di mandarlo indietro, ma ad ogni contrazione faceva seguito una pausa di rilassamento durante la quale la punta rotonda si immergeva sempre più a fondo. All’improvviso udì un rumore di siepi smosse e un calpestio via via più vicino. Da un varco tra i cespugli apparve una figura bassa e robusta, era Beppe, il padrone della casa che aveva affittato per l’estate. Lui aveva fatto appena a tempo a estrarre lo zucchino e a tirarsi su alla meglio i calzoni e adesso se ne stava immobile come se ogni ulteriore tentativo di ricomporsi fosse un’esplicita ammissione di colpevolezza. – Non è che per caso qualcuno qui ha trovato uno zucchino? – chiese il nuovo arrivato con tono beffardo. Lui avrebbe voluto sparire sotto terra o svanire nel cielo e per un attimo si concentrò su quell’idea come se davvero la cosa fosse possibile. Ma l’altro gli stava sempre lì davanti e la situazione non era cambiata di una virgola. – Che hai, ti vergogni? – riprese Beppe – Neanche tu fossi l’unico che gli piace prenderlo nel culo! Ne conosco io che non si vergognano per nulla e anzi non gli pare vero. – Lui lo ascoltava senza dire una parola. – E poi non vorrai mica continuare a far da solo! – proseguì l’altro come se gli stesse a cuore il suo caso – Con me puoi stare tranquillo, perché di queste faccende non parlo con nessuno. Ma ora non rimanere lì come una statua, togliti i calzoni e fatti un po’ vedere! – A quel comando lui obbedì dopo una breve esitazione. Premette con la punta dei piedi sulle scarpe e se le sfilò, seguirono i pantaloni e alla fine rimase disteso in terra, nudo dalla vita in giù. Sentì che Beppe si slacciava la cintura e si sbottonava i calzoni, non osava guardare ma pensò che a quel punto doveva aver già tirato fuori l’uccello. Di nuovo udì la sua voce – Bravo, ora mettiti in ginocchio e apri le gambe. Su, che aspetti? Se non mi mostri bene il buco come faccio a entrarci dentro? – In un attimo anche questa richiesta venne esaudita. Ormai come poteva rifiutare? L’altro gli si accostò, si sputò su una mano e bagnò ben bene la verga, poi gliela ficcò nel culo. Disagio, paura, era dunque questo quello che si provava? Non che avesse sentito dolore, ma non poteva neppure dire che la cosa gli piacesse. A giudicare dall’irruenza con cui gli metteva dentro il cazzo, il suo compagno invece ci prendeva gusto. Stranamente la consapevolezza di questo fatto non suscitava in lui alcun rancore, dopotutto gli sembrava ragionevole che almeno uno di loro provasse piacere. Mentre lo fotteva Beppe si mise ad accarezzarlo e a palparlo manifestando con rozzi commenti la sua soddisfazione, così dopo qualche tempo anche lui si convinse che la cosa non era poi così male e cominciò ad apprezzare le attenzioni che il suo amante gli rivolgeva. L’altro intanto aveva iniziato un inarrestabile crescendo. Di lì a poco lo strinse a sé con quanta forza aveva in corpo e godette dentro di lui. Quando ebbe terminato si ritrasse, si tirò su i pantaloni e gli disse – Il pomeriggio, quando hai voglia di trombare, vai al bar in paese e chiedi una limonata. Poi ti metti fuori al tavolino. Dopo che hai bevuto, sali su all’orto. Io di solito sono nella sala con gli amici a trattare gli affari. Se ti vedo o sento la tua voce mi libero dagli impegni e appena posso ti raggiungo –. Non riusciva lui stesso a crederlo, ma il giorno dopo era lì al bar che con voce alta e ferma per quanto era capace ordinava una limonata. Divennero amanti. Si incontravano spesso e ormai nei loro rapporti avevano acquistato quella confidenza che si stabilisce tra le persone che condividono il più intimo dei piaceri. Un pomeriggio si trovavano come di consueto appartati nella radura vicino all’orto. Lui se ne stava sdraiato a pancia in giù sull’erba. Addosso aveva solo la maglietta. Oltre l’orlo della siepe i contorni delle montagne disegnavano profili fantastici contro il cielo azzurro. Era uno scenario che non aveva uguali al mondo! Beppe gli stava seduto accanto. Gli aveva infilato il dito medio nel culo e lo muoveva lentamente – Ce l’hai ancora bello stretto! – commentò massaggiando l’orifizio. Lui cercò di liberarsi dall’invasore ma l’altro continuò a tenergli dentro il dito. Al suo amante quella cosa piaceva molto. Si eccitava quando sentiva lo sfintere contrarsi con un sussulto per poi cedere a poco a poco e si accorgeva dal suo respiro ansimante e dal suo sguardo smarrito che la stimolazione aveva effetto. A volte lui si dimenava debolmente per sfuggirgli, ma l’altro aveva gioco facile a trattenerlo e continuava la sua opera fino a quando con il cazzo ben duro si decideva a penetrarlo. Girò la testa verso il compagno e vide che la verga era dritta, fra poco lo avrebbe preso, ma intanto per tenerlo buono non trovò di meglio che mettersi a parlare – Lasciami, Beppe, ti prego… E poi, devo dirti una cosa…– L’altro sembrò non dare peso a quelle parole e continuò come se non le avesse udite. Ma ormai era pronto. Lo sistemò in ginocchio davanti a sé, allineò la verga all’apertura e cominciò a spingere. La magnifica sensazione che provava sempre quando l’orifizio si allargava e il cazzo duro gli entrava dentro lo sopraffece. Sarebbero di nuovo stati due persone in un solo corpo, di nuovo avrebbero goduto insieme. Istintivamente si protese all’indietro facendosi riempire dal fallo, poi appoggiò braccia e gambe bene a terra preparandosi a reggere gli urti della monta. – Allora, che è successo? – Chiese ad un tratto Beppe cogliendolo di sorpresa. Adesso però parlargli di quel fatto privo d’importanza a lui sembrava talmente incongruo! – E’ che… che... – balbettò mentre la verga gli si muoveva dentro e il piacere cresceva ad ogni istante – C’è che al bar in paese la limonata è finita – concluse con voce rotta dall’emozione. – Vuol dire che ti toccherà bere qualcos’altro – replicò il suo amante continuando a incularlo a tutta forza – io di fava da darti ce n’ho ancora parecchia –.
4
1
17 years ago
admin, 75
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Rock and roll.
" Hey vaffanculo, abbassa un pò il volume!"
"Vacci tu affanculo, e chi non te lo dice"
Una immediata serie di "fanculo" partì dalle bocche degli altri membri della band. Stavamo facendo il soundcheck davanti ad un piccolo pubblico di 5 o 6 persone vicinissime al palco; avremmo dovuto suonare più tardi alle 22,00 e stavamo perfezionando volumi e posizioni da assumere sul palco. Le mie dita volavano leggere sulla tastiera della mia fida LesPaul e l'affiatamento del nostro gruppo era evidente fin dalle prime note. Ognuno si dedicava con maniacale cura a regolare al meglio il proprio strumento,incurante di quello che gli altri stavano facendo. Dopo circa una decina di minuti di suoni sconclusionati ed aver concluso le regolazioni e le necessarie accordature, decidemmo di eseguire un pezzo, giusto per dare modo al tecnico del suono di stabilizzare e bilanciare il volume d'uscita delle
enormi casse che stavano ai lati del palco. Stavo per iniziare l'attacco della solita "highway to hell" quando,girandomi per controllare per l'ennesima volta le regolazioni del mio ampli, vidi la morettina riccioluta proprio sotto il palco. Stava, con gli occhi sbarrati, guardando qua e là, come cercando qualcosa. Non so quale fu il motivo che mi spinse a cambiare pezzo; vorrei dire che fu la mia anima, catturata dalla visione della morettina, ad imporre alle mie mani di attaccare "babe i'm gonna leave you" un classico blues spezzacuori.
Gli arpeggi,la potenza del vocalist e la suggestiva bellezza del pezzo, resero superba l'esecuzione; e pensare che era un brano non compreso nella nostra scaletta!
Stavo compiacendomi di ciò che sentivano le mie orecchie quando notai la morettina, ancora davanti al palco nonostante il gran volume, che se ne stava a testa bassa. Sembrava soffrire le pene dell'inferno.
Terminato il pezzo ed avuto l'ok del tecnico del suono, posai la chitarra ed incuriosito mi avvicinai alla moretta. Non appena le fui vicino, notai che i suoi occhi verdastri erano lucidi; brillavano per i riflessi delle luci variopinte del palco, nei fui stregato senza esserne consapevole.
Al mio approccio verbale lei rispose con un sorriso della bocca sulla quale riluceva quel rossetto con dentro i brillantini. In breve, e grazie ad una buona dose di jack daniel, ci stavamo scambiando racconti e sorrisi, come fossimo stati vecchi compagni di liceo.
Venni così a sapere che Emy, questo era il suo nome, era stata lasciata da poco dal suo ragazzo e non sapeva ancora farsene una ragione. Feci il buffone per farla ridere ma devo avere esagerato a far versi idioti perchè il coro "scemo,scemo" che intonarono gli altri della band mi riportò alla serietà.
Emy era veramente carina. Vent'anni circa, altezza media, bel fisico mediterraneo dai larghi fianchi ma dalla vitina esile e due tette che sembravano dire "hey scemo,cosa aspetti?"
Dissi ad Emy che gli altri stavano facendo troppo gli stupidi, cosa d'altro canto vera, e la invitai nel motorhome col quale ci spostavamo durante i tour; ella accettò e questo mi diede agio di pensare che forse avrei combinato qualcosa.......
Appena entrati nel motorhome mi tolsi la camicia, con gesto automatico datomi dall'abitudine di ripeterlo almeno 2 volte a serata, restando così a petto nudo. Non appena mi resi conto di ciò che poteva essere un gesto fraintendibile mi apprestai,scusandomi, a rivestirmi.
Emy mi disse: "lascia,sei a casa tua, e poi c'è caldo qui..."
Restammo per un pò così, a chiacchierare ancora, seduti alla dinette
del camper.
Che gambe stupende,pensai, e che labbra e che occhi e che.......insomma Emy era desiderabile e bellissima. Quei riccioli mi facevano impazzire letteralmente.
Mi alzai con la scusa di prendere ancora qualcosa di fresco da bere; restando Emy seduta, inevitabilmente si ritrovò con il volto all'altezza del mio ventre. Vidi che i suoi occhi si posavano sul rigonfiamento evidente dei miei jeans ed una piccola contrazione della sua guancia mi fece capire che la cosa non era passata indifferente. Le misi le mani sulle spalle ed iniziai a massaggiare il suo collo e la base della nuca; sentivo i suoi morbidi riccioli tra le mie dita e la pelle tenera scivolava via sotto le mie mani. Il massaggio sta sortendo effetti insperati: Emy è percorsa da brividi che conducono i suoi capezzoli a spingere sul top giallo che indossa; sono capezzoli prepotenti, tendono il tessuto come fossero due piccole dita nascoste sulla sommità delle tette. Il mio massaggio si fa via via più lieve, ora le sfioro la pelle sotto la gola, le accarezzo le braccia e nel contempo le appoggio il mio cazzo indurito contro la schiena. Emy non si sposta di un millimetro e le mie mani scivolano da sotto la sua gola a dove le tette di dividono, poi le prendo in mano i seni, come a soppesarli.
Sono come apparivano,sodi e pieni e leggermente sudati ove appoggiano allo sterno. Il mio cazzo pulsa come un metronomo impazzito, dai Emy, prendimelo in mano!
Lei mi tira giù i jeans nervosamente,a strattoni, piano baby, ho solo questi puliti. Appena il cazzo è libero, Emy se ne impossessa e parte, senza carezze, senza moine, con una sega violenta con dei colpi verso il basso a scappellarmi dolorosamente. Glielo lascio fare per un pò, poi le tolgo la mano dal mio cazzo, sposto il tavolo della dinette e mi inginocchio davanti a lei. Delicatamente le allargo le cosce; non porta calze (siamo in estate) e la vista dei suoi peli neri che spuntano dalle mutandine mi eccita ancora di più. Le sfilo le mutandine ed Emy mi asseconda alzando le gambe e permettendomi la visione della sua figa pelosa; come lingua a sbeffeggiare, tra le grandi labbra spunta il più grande clitoride che io abbia mai potuto vedere. Non so come, mi ritrovai completamente nudo, in ginocchio con la faccia ad un centimetro da quella boscosa figa. Odorava di caffè, me ne è sconosciuto il motivo, forse aveva bevuto un espresso che aveva lasciato traccie di sè l'ultima volta che Emy era andata a far pipì. Mi sorpresi a chiedermi se anche il gusto era di caffè.
La mia lingua entrò dritta nella sua figa, come fosse parte del mio cazzo, e la possedetti letteralmente con la lingua che saettava velocemente dentro e fuori. Emy sospirava e cercava di piegarsi per raggiungere il mio cazzo con una mano. Decisi di saggiare la consistenza del clitoride. Ebbi uno scatto di sorpresa non appena lo feci.
Emy, non appena percepisce la mia lingua sul clitoride, emette un mugolio e viene nella mia bocca! E' un liquido caldo,mucoso, che mi bagna le labbra; è ambrosia, nettare degli dei.
Le sfilo il top per scoprire le tette e ritrovo capezzoli neri come la pece e duri come granito. Emy sei veramente una gran figa! Lecco un pò i capezzoli un pò le tette mentre lei riesce a reimpossessarsi del mio cazzo e ricomincia una sega a piena mano,veloce ed impietosa.
Sento la marea crescere dentro di me e sveltamente mi divincolo; non voglio mica sborrale in mano, voglio prima fotterla,che cazzo!
Conduco Emy per mano al letto mansardato sulla cabina del motorhome; è uno spettacolo vederla salire la scaletta che porta al letto. Il suo culo sporge ed è impossibile per me non infilarle una mano fra le gambe mentre sale; lei ride e rapida giace sul letto.
Io salgo ed infilo ogni millimetro di cazzo che ho nella sua figa. Non sto nemmeno a sentire il calore che mi infonde; affondo con forza e dopo qualche colpo la sento ancora mugolare e fuoco liquido sento scendere sulle mie palle! Con quel minicazzo come clitoride che si ritrova,Emy è una vera multiorgasmica!!!
E allora forza, su e giù, dosando con attenzione i colpi per non terminare, abbiamo fatto l'amore così a lungo, così a lungo.......
Emy mi ha travolto d'estasi sicuramente almeno 4 o 5 volte, alla fine persi il conto. Quando anche io mi lascio andare e sto per uscire da lei per non correre rischi, Emy incrocia le gambe dietro alla mia schiena, mi trattiene in sè spingendomi il più a fondo possibile e mi sussurra all'orecchio che prende la pillola fino dai 16 anni.
Ed è una marea di sborra,calda,bianca,densa quella che le riverso nella sua figona pelosa; sborro in così grande quantità che ad ogni pompata successiva la sua figa ne spruzza parte contro di me.
Senza uscire dal suo ventre, ci giriamo di fianco, a baciarci , a carezzarci, a grattarci la schiena a vicenda.
Il sonno ci coglie così,ancora con me dentro di lei.
Ed ancora così ci svegliano i colpi insistenti alla porta del motorhome.
Emy, devo andare, devo andare a suonare. Emy aspettami, non andare via, dopo torno. Emy, ora dormi, aspettami.
The show must go on.
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Due ore dopo,concerto finito, corro al motorhome.
Emy non c'è più. Dove lei era stesa, solo un vago odore di caffè.
Imbracciai la chitarra e partii con uno dei soliti blues spezzacuore.
" ti ho avuta per due ore,baby, ed è stato un battito di ciglia
ed ora mi trascino per la stanza,baby,
anche il tuo odore mi ha lasciato con un battito di ciglia
ma baby, quando ti ho amata hai svuotato tutta la mia mente
ed ora ho sete di te"
5
2
17 years ago
alto1volume,
50
Last visit: 11 years ago
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Un acquisto azzeccato...
Ciao a tutti, scrivo una piacevole casualità che mi è capitata un paio di settimane fa...Sono in società in alcuni negozi di Genova e quindi mi capita di avere a che fare con molto pubblico. Era un pò di tempo che avevo come nuova cliente una bella professoinista sulla cinquantina; una bella donna mora, molto fine di classe ed elevato ceto sociale, anche troppo per me...Una sera entra verso l'orario di chiusura con il suo compagno, anch'egli uomo inappuntabile nell'abbigliamento e nell'aspetto. Servo sempre dando del lei ad entrambi e concludo la vendita di ciò che la Signora mi aveva chiesto, mentre faccio lo scontrino fiscale, il lui si rivolge a me dicendomi:" Te la vorrsti scopare..." Io, rispondo "prego?" facendo finta di non avere capito, mentre la lei diventa rossa e furibonda si gira verso il compagno dicendo se era impazzito. Io ero imbarazzatissimo e lui con un ghigno furbetto di a lei di non rompere e a me che ci conoscevamo, anche se io ignoravo chi fosse...Alla fine lui mi dice di chiudere il negozio e a lei dice che mi aveva contattato per il mio annuncio come singolo e che mi ha riconosciuto in quel momento anche se nessuno dei due era d'accordo con l'altro. La loro era sempre stata una fantasia, ma lei non era per niente convinta di metterla in pratica. In poche parole, io ho chiuso il negozio con loro all'interno che discutevano. Terminate le operazioni di chiusura, ho detto loro che lei a me piaceva molto ma se lei non era consenziente l'incontro a me non interessava...Alla fine lei arrabbiata, mi dice che voleva accontentare il marito e voleva che le mostrassi il mio cazzo. A quel punto, mi ha sbottonato la patta dei jeans e ha iniziato uno dei più bei pompini che io abbia mai subito. Poi, rivolgendosi al compagno gli disse che si sarebbe anche fatta rompere il culo perchè era tanto che desiderava un cazzo giovane e turgido come il mio...Così l'ho scopata davanti e dietro, fino a venirle in faccia mentre il suo lui si segava e lei lo insultava anche gridando un pò troppo, per la mia preoccupazione di ciò che si serebbe potuto sentire fuori dalle serrande. E' stata un'avventura inaspettata, ma una donna che ha l'aspetto così austero alla pecora è un piccolo sogno realizzato....
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1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 6 hours ago -
La mia prima coppia bisex
intanto ciao a tutti e un grazie a desiderya.
Una delle tante sere verso le 19 ero in chat, e scorrendo gli annunci trovo copiia bsx di brescia, li contatto e mi stupisco poiche mi risposero subito, lui mi dice se avevo contatto msn , ci siamo scambiati contatto e dopo alcuni minuti stavamo parlando privamente di cosa gli piaceva fare .
Mi disse che a lei piaceva veder gli uomini giocare tra di loro mentre lei guardava e si masturbava per poi unirsi nel gioco.
Dopo circ una ventina di minuti mi chiese se gli davo il cell e se per la stessa sera potevamo incontrarci, ci diamo appuntamneto al casello di sommacampagna alle 21,30.
Io eccitato comincio a prepararmi e mi incammino verso il casello all orario stabilito, erano le 21 ,20 e mi squilla il cell. rispondo e sono loro lui si chiama clauio e mi dice che e in ritardo di diec minuti per il traffico, gli rispondo che saro li ad aspettarli fuori dal casello con le 4 frecce accese.
Passano dieci minuti e vedo un camper che mi fa i fari e si fermano dietro di me, scende claudio un signore robusto con pancia , mentre lei emma resta sul camper , mi chiede se volevamo giocare sul camper o andavamo da me.
Decisi di ibìnvitarli da me, ci avviammo e dopo 15 minuti eramo in casa , bevemmo qualcosa e ci sedemmo sul divano, fu lei a rompèrere il ghiaccio dicendo che voleva vederci giocare tra di noi.
Si alza e si siede davanti a noi sulla sedia, mentre noi due cominciamo a spogliarci, restammo nudi e emma incito claudio a toccarmi ed io a afare la stesa cosa .
Eravamo tutti due con in mano l uccelo dell altro a menarcelo , pero il mio era duro il suo non si addrizzava, allora emma ordino a claudi odi prendermelo in bocca , e dopo un istante mi ritrovai a gambe aperte sul divano con claudi oin ginocchio che mi stava facendo un pompino.
Emma intanto aveva titaro sul il vestito e cominciava a sgrillettarsi e a toccarsi le tette belle grosse, ma dopo cinque minuti di pompino lei gli ordina di spostarsi e di lasciare fare a lei.
Si spoglia e sempre in ginocchio comincio a farmi un pompino favoloso mentre claudio gli dava delel sberle sulle chiappe, dopo alcuni minuti io non resisto e la fermo voglio leccargli la figa , e in un attimo mi trovo con lafaccia nella figa di emma gia bagnata, lei era vogliosa a tal punto di predermi la testa con lemani e spingerla contro la sua figa,poi sempre mentre eravamo in quella posizione ordino a claudio di succhiarmelo, lui si mise sdraiato e si infilo in mezzo alle mie gambe prendendolo inbocca, una sensazione fantastica devo dire .
A questo punto emma mi chiede di scoparla tiro fuori i preservativi , e con la bocca me lo mette in un attimo(vera esperta) allora mi avvicino a lei e comincio a scoparla mentre claudio prende la mia macchina fotografica e comincia a scattare foto.
la scopai per almeno un ora senza venire,mi chiese una pausa mentre lui ogni tanto si faceva succhiare , l ho messa in tutte le posizioni immaginabili e tutte levolte che veniva gli cacciavo la linguia in bocca per non farmi sentire dai vicini.
Emma a questo punto volle che inculassi claudio, cambaimmo preservativo e si mise a pecorina , mentre lei con dell olio per massaggi gli lubrificava il culo, e dopo alcuni secondi mi stavo inculando anche claudio.
Dovemmo smettere poiche gli duoleva il buco, maio avevo il cazzo ancora duro e voglioso , e ricambiando il preservativo portai emma in camera da letto e ricominciai a scoparla di brutto tanto ero eccitato.
Dopo alcune venute di emma arrivo l ora della mia sborrata che gli scaricai tutta sulle grosse tette.
Questa e la prima volta che ci incontrammo ma le altre furono annhe meglio e ve le raccontero prossimanete. ciao e spero di incontrere altre coppie cosi vogliose e semplici.
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3
17 years ago
serio1968vr,
48
Last visit: 6 years ago
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Mi sono scopata un mio amante che mi faceva il fil
sono una che mi pice il cazzo e se vedo uno che mi piace faccio di tutto per portarmelo a letto., ma con franco non e stato cosi ci siamo conosciuti 12anni fa e stata una relazione non di sesso lui aveva problemi con la moglie e si sfogava con me io gli ho dati dei consigli utili e lui mi e stato riconoscente appena facevo un gesto come una mano sulla patta dei pantaloni lui si tirava indietro e mi diceva che io ero una sorella per lui.5 anni fa e stato a casa mia a dormire nella stanza degli ospiti la sera abbiamo cenato c era anche mio marito che sapeva che mi piaceva ,io gia ero tutta eccitata in me dicevo stasera mi scopo prima mio marito e poi vado da lui me lo scopo e poi facciamo sesso tutti e tre.siamo andati a dormire io avevo una vestaglia trasparente che si vedeva tutto,mio marito e andato in camera e lui se fatto una doccia e poi e andato anche lui in camera, appena sono andato da mio marito gli lo preso in bocca due colpi e subito mi ha schizzato in gola, il porco gia era arrapato perche sapeva che dopo andavo nell altra camera, e cosi e stato sono entratopiano piano lui faceva finta di dormire mi sono tolta la vestaglia e mi sono infilato nel suo letto lui si e girato e mi ha detto che non voleva fare sesso mi ha guardata e mi ha detto dopo 8 anni ti vedo nuda a casa tua e nel tuo letto, mi ha detto se vuoi puoi dormire con me, io ho accettato ci siamo abbracciati ma vedevo che lui soffriva si e tolto le mutande perche il cazzo era diventato duro e pian piano lui e scoppiato e mi ha detto fammi vedere cosa sai fare ho incominciato a leccare dai piedi fino al cazzo gli lo preso in bocca e subito e arrivato, dopo pochi minuti me la messo dentro e dava colpi come un martello pneumatico ,lo toglieva dalla figa e me lo metteva nel culo quando stava per esplodere mi ha detto dove vuoi che sborro in figa o nel culo ho detto fai tu e lui mi scarito tutta la sborra nella figa. ci siamo riposati un po e mi ha detto di far venire anche mio marito ha fatto i complimenti a mio marito e ci siamo messi all opera mi hanno fatto di tutto doppia penetrazione 2 nel culo 2 nella figa e lascio a voi pensare. la mattina gli ho detto ma tu dicevi che non ero una sorella per te e mi hai fottuto e sborrato in tutti i buchi. continua
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17 years ago
admin, 75
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Ancora sara parte seconda
Ci stendemmo l'uno di fronte all'altra, guardandoci negli occhi con tenerezza, carezzandoci, il mio cazzo non aveva perso la sua durezza, forse in previsione di cosa avrei fatto di lì a breve e la mia eccitazione era ancora alle stelle. Le leccai i capezzoli ancora duri, divertendomi a succhiarli, sentivo che si stava eccitando di nuovo, che era di nuovo pronta. La girai e presi l'olio profumato dal comodino, ne versai qualche goccia sull'orifizio anale iniziando a massaggiarlo, altro olio e la penetrai con un dito, lo facevo scorrere avanti e indietro e nel frattempo continuavo a lubrificare. Il suo buco iniziava a reagire e ad ammorbidirsi, tanto che alla fine tre dita erano nel suo buco del culo, lei si contorceva, smaniava e la sua fica, semmai ce ne fosse stato bisogno si ribagnò di nuovo diventando il laghetto che avevo imparato a conoscere. Quando decisi che era pronta mi unsi il cazzo d'olio e la feci girare, ma lei mi disse che mi voleva di fronte, che mi voleva guardare mentre le facevo il culo. Mi misi le sue gambe sulle mie spalle, poggiai l'uccello sul buco e iniziai a spingere, molto lentamente, facilitato dall'olio il cazzo sembrava risuchiato in una caverna, ma mi trattenevo per paura di farle male, volevo che non soffrisse, che si abituasse pian piano a quella intrusione contro natura. Lei lanciava dei gridolini che a differebza delle altre volte non erano di godimento, soffriva e si vedeva e si sentiva. Le chiesi se dovevo toglierlo, ma lei mi disse di continuare, ma di fare piano, m fermai per farla a abituare, ormai il mio cazzo era per metà nel suo culo. Pian piano iniziò a muoversi, a corrispondere..da quella posizione iniziai a massaggiarle il clitoride col mio pollice e lei iniziò a partire. Un colpo secco e fui dentro le sue viscere completamente...un urlo strozzato seguito da un "spingi...." mi fece capire che oramai gradiva, iniziai a pompare il suo budello stretto che mi dava senzazioni mai provate, lei iniziò a gridare....si, oddio, siiiisisisisiiiiiii, hhaahahha, godo, godo, che bello dai continua. Ancora siii, ancora haaah, hahhhh, mmmhhhmm, siii. Cosiiiii, cosi, cosi..La pompai per un tempo che mi sembrò infinito..poi la girai, la volevo a pecorina, volevo incularmela nella posizione che giudicavo più naturale. Inginocchiata divaricò le gambe, io mi misi tra le sue e iniziai ad incularmela, entravo ed uscivo dal budello stretto, era una guaina che mi avvolgeva il cazzo completamente, le palle sbattevano sulla fica e lei continuava a gridare, incurante della telefonata del portiere di poco prima, tanto che dovetti ancora una volta tapparle la bocca con la mano, quando non gridava diceva frasi sconce: sono la tua troia, hai fatto di me una rotta inculo...siiii, spingi, di più, sfondami, non credevo potesse essere così bello!!!!, godo, godo, godo. Le strizzavo le tette, le toccavo il clitoride, in quella posizione mi venne l'idea di alternare fica e culo, uscivo dal culo, entravo nella fica, davo due botte e riuscivo per entrarle di nuovo in culo...due botte e rientravo nella fica, continuai cosi per una buona mezz'ora, poi me la feci venire sopra. lei capì le mie intenzioni e scosciata di fronte a me si calò molto lentamente sul mio cazzo, facendoselo penetrare tutto nel culo, iniziò a cavalcarmi furiosamente, ad ogni su e giù vedevo la sua fica libera che si apriva e chiudeva, contorcendomi riuscii ad infilarle due dita e lì fu l'apoteosi del godimento. Lei si sentiva piena, godeva a ripetizione, la sua fica sgorgava umori che raccoglievo con le dita portandomeli alla bocca, mentre con la mano libera le strizzavo le tette oppure cercavo di tapparle la bocca. Le sue grida acutissime, diverse dalle precedenti mi fecero capire che aveva goduto col culo, avevo la pancia inzaccherata dai suoi umori. Io ero ancora lontano dal venire, me la stavo godendo troppo, ma preferii farla riprendere fiato.. Ci riposammo e ci rinfrescammo con una doccia, continuando a baciarci e a toccarci sotto l'acqua corrente poi facemmo una leggera colazione con dei panini che mi ero portato, mangiammo sul letto l'uno di fronte all'altra, nudi...io a cazzo dritto e lei con la fica che faceva capolino. le chiesi se tutto andava bene, mi rispose che a parte un pò di bruciore stava magnificamente e che era stato stupendo. Finimmo di mangiare e riprendemmo a baciarci e a carezzarci, facemmo un altro 69, le laccavo la fica completamente aperta, carnosa già piena di umori, mentre lei me lo ingoiava cercando ogni volta di spingerselo fino in gola. Sentii di nuovo l'orgasmo montare, la spostai e me la stesi di nuovo sotto con le gambe sopra le mie spalle, in quella posizione la infilzai e cominciai a pompare alternando i due buchi finche venni con un orgasmo liberatorio che ci sconvolse entrambi. Oramai si era fatto tardi e decidemmo di uscire. Al ritiro dei documenti tutti ci guardavano, gli uomini con dei sorrisetti, le donne con lo sguardo tipico di chi giudicava la mia lei una troia, ma chissà quante di loro avrebbero voluto essere al suo posto. Dopo una pizza la riaccompagnai a casa ripromettendoci di vederci di nuovo al più presto a Bologna.
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17 years ago
scopodonnexsetteore,
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Il sogno continua - la vicina di casa
Dopo la scopata con Anna, è passato un bel po' prima che riuscissi a trovare una quarantenne porca con cui fare sesso, tra l'atro stavo cominciando la tesi all'università ed entravo in una spirale di stress che non mi lasciava molto tempo.
Dopo la Laurea però andai in vacanza al mare, i miei prendevano (e lo fanno ancora) un un appartamento in affitto in un paese del basso Lazio. Lì avevamo una vicina di casa (la signora Franca)
che mi aveva sempre stuzzicato, una signora che aveva da poco superato la quarantina. Io l'ho sempre vista in estate vestita con abilti casalinghi, vale a dire quelle vestagliette sottilissime che alcune donne usano in casa l'estate, da cui si poteva immaginare il culo tondo e imponente e le belle poppe (una bella quarta) visto che per
il caldo non portava il reggiseno (ovviamente me ne sono accorto quando sbirciando nella scollatura sono riscito a vedere i capezzoli).
Io andavo spesso da lei la mattina (al mare andavo di pomeriggio) quando il marito e i figli erano in spiaggia (lei li raggiungeva nel pomeriggio) perchè, sopratutto i primi giorni, a casa mancava sempre qualcosa e mamma la chiedeva in prestito.
Inutile dire che sfruttavo ogni occasione per sbirciarle nella scollatura (quelle tette erano diventate la mia ossessione) e una volta che mi chiese di reggerle la scala perchè doveva pulire i mobili, mi arrischiai anche a guardarle sotto la veste, che culo spettacolare!
Cercavo sempre di protrarre il più a lungo possibile le mie visite e così prendemmo l'abitudine chiaccherare tutti giorni mentre lei faceva le faccende domestiche. Un giorno mi chiese di darle un parere su un nuovo costume che aveva comprato, io accettai. Non appena lei andò in bagno per cambiarsi io la seguii per spiarla dal buco della serratura. Che spettacolo fantastico, si tolse la vestaglietta e le mutandine e rimase per qualche istante nuda davanti allo specchio del bagno. Aveva delle poppe a pera grandi e sode con grandi capezzoli scuri e il suo culo forse era anche più bello di come l'avevo intravisto, grande, ma tondo e sodo proprio come piace a me.
Quando uscii dal bagno io cercai di dissimulare la mia eccitazione e le risposi che il costume le stava benissimo, ma che dovevo andare a casa (ovviamente avevo bisogno urgente di una sega)
Quel giorno però decisi che dovevo trovare un modo per scoparmela, ma come? dovevo pensare a come provocarla.
L'idea mi venne qualche giorno più tardi, quando mi disse che avevano affittato la videocassetta del "Titanic", ma che a metà film suo marito aveva deciso che la pellicola era una porcheria e l'aveva riportata indietro. Lei voleva finire di vederlo e allora io le proposi di vederlo
di mattina con me, "ti faccio volentieri compagnia" le dissi. Ormai le nostre chiaccherate erano così d'abitudine che lei non ebbe niente da obiettare.
Attuai così il mio piano, presi in affitto il "Titanic", ma anche una pellicola porno dal titolo "le zie in calore" un film in cui delle ultraquarantenni si scopavano l'impossibile. In pratica
volevo scuoterla scambiando le cassette e vedere come reagiva.
Spostai la pellicola fino ad una scena in cui una bella tettona quarantenne si scopava di gusto un ventenne (o presunto tale) e la misi nella custodia del "Titanic".
Il giorno dopo ero eccitatissimo, la andai a trovare come sempre e le mostrai che avevo preso la videocassetta, così ci mettemmo sul divano e io inserii il film. Appena mi sedetti comparse la scena, lei sgranò gli occhi e mi chiese "ma che hai preso?" ed io "non so, avranno fatto un
errore in videoteca" e intanto vedevamo la maiala nel film che cavalcava il suo stallone e allora dissi "però niente male eh?" e lei "ma dai togli quel coso, e poi quella li avrà la mia età, ma non si vergogna!!"
Ecco la possibilità che aspettavo mi dissi, "e allora? io trovo le donne sopra i quaranta moto attraenti e sensuali, tu per esempio..." ed intanto le sfioravo distrattamente una gamba. "Io cosa?", "tu sei molto sexy" e intanto la mia mano risaliva impavida (mi aspettavo un ceffone da un momento all'altro). "Davvero mi trovi attraente?", "ti trovo irresistibile", la mano era arrivata al ginocchio e cominciva a scostare la veste, intanto io avvicinavo il viso al suo e sussurravo le parole. "Allora la tua compagnia non era disinteressata?" la mano era in mezzo alle cosce e lei invece di mettersi a sbraitare le stava allargando per farmi arrivare più su, io le sussurrai nell'orecchio "direi di no" e comincia a baciarla sul collo metre la mia mano ormai aveva raggiunto le sue mutandine e cominciavo a passarla sulla spaccata.
Ormai era mia, le slacciai la vestaglietta e finalmente le sua spledide tette erano ad un palmo dal mio naso. Cominciai a palparle mentre con la lingua e i denti stuzzicavo prima un capezzolo e poi l'altro ormai durissimi e lei comincava a mugolare.
Cominciai a scendere con la bocca dai seni all'ombelico fin giù in mezzo alle belle cosce tornite. Le sfilai piano le mutandine di pizzo bianco e poi lei allargò oscenamente le gambe offrendosi alla
mia lingua completamente. Le leccai dolcemente il clitoride eretto e poi affondai la lingua nelle grandi labbra assaporando i suoi umori sempre più affondo, "si così, continua così..." diceva accarezzandomi i capelli.
Il mio cazzo ormai era durissimo, quindi mi sono alzato e mi sono tolto il pantaloncino. Lei ha capito subito cosa volevo, ha finito di togliesri la vestaglietta e si è inginocchiata per prenderlo in bocca. Ora toccava a me godere ed era stupendo come se lo faceva entrare dentro tutto e poi lo leccava dalla base fino al glande. " Oh si così mi fai impazzire..." e le venni in bocca copiosamente "continua a succhiarlo ti prego" e lei non se lo fece ripetere lo pulì e continuo a spompinarmi alla
grande mantenendolo duro.
Dopo un po'le tirai la testa un po' su e dissi "Vieni andiamo sul letto, voglio scoparti". Lei annuì e ci avviammo verso la camera da letto, la lasciai andare u po' avanti per ammirarla, che spettacolo che era, quel culo stupendo che ondeggiava armonioso,le gambe formose ma toniche, le poppe floride con i grandi capezzoli scuri.
La raggiungo da dietro, il cazzo duro che preme sulle sue natiche e le mani che salgono a palparle le tette "sei stupenda, mi fai impazzire", lei si inarca per cercare ancora di più il contatto con il mio cazzo "Voglio il tuo cazzo, scopami" mi disse, "finalmente si sta sciogliendo" pensai. Scesi con le mani sui fianchi e la feci mettere a pecora vicino al bordo del letto, lei tirò su il suo splendido
culo così che potessi entrare più facilmente nella sua fica ormai fradicia.
In piedi dietro a lei, la penetrai piano godendomi il suo calore e il contatto con i suoi umori, poi cominciai a pompare tenendole ben stretti i fianchi, prima piano, poi sempre più forte, sempre più forte e lei "si, ah così, che bello, scopami, fottimi, si.." e io che stavo entrando letteralmente in paradiso "ti piace così eh? ti piace essere montata, sei una gran porca, una vera troia, dillo che sei la mia troia, dillo". "Si sono la tua troia, la tua puttana, la tua cavalla da monta, fammi godere". Non potevo essere più fortunato era proprio come l'avevo sognata, porca, disinibita e vogliosa di cazzo. Fu una cavalcata stupenda, avevo il suo culo stupendo davanti agli occhi, guardavo le sue tettone che pendevano nello specchio oltre il letto e nelle
orecchie avevo i suoi gemiti e le sue porcate "aah, aah, così bravo, dammi il tuo cazzo duro, dallo alla tua troiona" e io di rimando "siii il mio cazzo è tutto per te, non è mai stato così duro, sii mi piaci
così: porca, troia, la mia troiona vogliosa..."
Ogni mio senso era assorto finchè non la sentii, "ah, ah, aaah..." sentivo gli spasmi e le contrazioni tipiche dell'orgasmo femminile ed ero al settimo cielo, niente mi fa star bene quanto far godere una
donna.
Poi lei si rilassò e cademmo sul letto uno accanto all'altro, io avevo ancora il cazzo durissimo, ma lei aveva il fiatone, così le aprì le cosce e cominciai a leccarla, a sentire il sapore dei suoi umori mentre
lei riprendeva fiato, poi appena il battito del suo cuore si normalizzò presi a salire con la bocca, dalla fica all'inguine, poi all'ombelico, al capezzolo sinistro e infine dietro l'orecchio "ti voglio ancora..."
Mi distesi con il cazzo che puntava deciso verso l'alto e lei si mise a cavalcioni, lo prese fra le mani e se lo mise dentro.
Ondeggiava ritmicamente facendo quasi uscire il cazzo per poi farlo rietrare tutto fino in fondo, era una vera maestra. Io intanto le accarezzavo le cosce e il culo e mi godevo lo spettacolo delle sue belle poppe "sii, continua così, che tettone stupende che hai" allora lei se le stringeva e si leccava i capezzoli e poi si abbassava per farsele palpare, "fammi godere così, bella troiona, sii sei la mia puttana, le tue poppe mi fanno impazzire" e intanto mentre le mie mani erano impegnate con le sue belle tette lei si impalava sempre più furiosamente sul mio cazzo "oh si sono la tua puttana, la tua troia che ti fa godere.
Era stupendo, il mio cazzo duro accarezzato dalla sua fica, il nostro ansimare, il nostro godere l'uno dell'altra, per un lasso di tempo indefinito nel quale quasi non mi rendevo conto del mondo circostante ho sentito solo la mia voce, la sua voce, tutti e due sempre più infoiati e affannati fino a quando sentii che stavo venendo "come è bello, mi fai venire, ancora un po', ancora un po'...." e finalmente raggiunsi un orgasmo fantastico, ma lei non si fermò "tienilo duro ancora un po', ti prego.." e continuava ad impalarsi senza sosta mentre i suoi rantolii
crescevano di intensità "ah, aah, aaah, voglio solo scoparti, voglio solo godere" e così fù, stremata e soddisfatta si accasciò sopra di me mentre le carezzavo i capelli.
Rimanemmo in quella posizione per un po' e ci saremmo rimasti di più se lei non avesse dovuto raggiungere i suoi, mi guardava con occhi dolci, qualcosa che allora mi sembrò gratitudine trapelò dal suo sguardo, io da parte mia avevo vissuto una delle esperienze sessuali più belle della mia vita e prima di andare le sussurrai solo una cosa accarezzandole la guancia "è stato fantastico..."
Carissimi lettori che ve ne pare? ho cercato di rendere le mie emozioni il meglio che ho potuto, spero di aver fatto un buon lavoro, se l'avete apprezzato i commenti sono graditissimi (specialmente quelli delle lettrici tra i 35 a i 50 anni).
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17 years ago
admin, 75
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Ancora sara
Seguirono altri incontri, dove insieme scoprimmo le delizie che i nostri corpi potevano darci. Ogni occasione era buona per prendere il treno e correre da lei. Mediamente ci vedevamo ogni 15 giorni, partivo di notte e al mattino ero da lei, ci chiudevamo nella stanza d'albergo e passavamo la giornata a scopare come ricci, mai soddisfatti di quello che facevamo. Oramai ero deciso a sperimentare tutto del sesso, tutto ciò che si poteva fare con un corpo di una donna, tutto ciò che per troppi anni mi ero negato. Volevo dare e ricevere piacere e da questo punto di vista Sara era molto ricettiva. Uno dei nostri incontri avvenne in primavera a Salerno dove lei si era recata insieme ai genitori a trovare alcuni amici di famiglia. Il posto lo conoscevo bene, come conoscevo bene un alberghetto compiacente. L'appuntamento era fissato in una nota piazza, conosciuta da entrambi...arrivò, bella come il sole, ma la cosa che fece colpo era che finalmente era vestita da donna, camicetta bianca che metteva in risalto il suo prorompente seno, minigonna di velluto blu e un paio di calze bianche ricamate che successivamente scoprii erano autoreggenti. Un bacio appassionato e partimmo alla volta dell'albergo, durante il tragitto lei mi chiese, non senza ironia "Ti piaccio vestita da donna????", io non risposi, ma le presi la mano e la portai sul mio pacco, lei sbottonò la patta e me lo prese in bocca, ma dovetti fermarla, primo perchè sentivo l'eccitazione crescere, poi perchè eravamo in pieno centro. Arrivati in albergo mi accorsi degli sguardi degli avventori sulla mia Sara e una sensazione di orgoglio e gelosia mi montò alla testa. Ero deciso quel giorno a prendermi tutto di lei...La stesi sul letto e, dopo il primo momento di stupore dovuto alle calze autoreggenti mi fiondai sulla fica iniziando a leccarla, saggiandone gli umori dolci e copiosi. Mi stesi su di lei nella posizione del 69 e mentre la leccavo lei me lo succhiava..Le chiesi se voleva provare a farlo completo, lei rispose che quel giorno potevo farle tutto ciò che volevo. Prima però la rigirai e con un colpo solo la penetrai...Il solito suo urlo risuonò tra le stanze dell'albergo, le tappai la bocca con un bacio, continuando a pomparla per circa 15 minuti, poi sentendo l'eccitazione salire prepotendemente mi stesi e ripresi a leccargliela mentre lei me lo prendeva in bocca...L'avvertii che stavo per venire e lei accelerò il ritmo aspirando continuamente. Che sensazione stupenda!!!! Mi stava succhiando l'anima...venni nella sua bocca inondandola con un mare di sperma che lei ingoiò tutto e nel frattempo sentivo gli spasimi della sua vagina che nel frattempo spruzzava copiosi umori...continuò a succhiare dopo aver deglutito..mi sentivo bene...mai avevo provato una simile sensazione. Ci stendemmo e guardandoci negli occhi ci raccontammo le reciproche sensazioni. Lei mi disse che di pompini ne aveva fatti, ma mai in modo completo e mi disse che la mia sborra le era piaciuta...che era dolce e che voleva rifarlo sempre. Ripresi subito le energie e stendendola sulla pancia le leccai la schiena fino a scendere all'attaccatura della natiche. La sentivo fremere sotto di me...mi bloccò e mi disse che aveva una sorpresa, prese dalla borsa un flacone d'olio per massaggi e mi disse che voleva massaggiarmi...che lo aveva desiderato dal primo momento che mi aveva visto. Acconsentii e pur se a cazzo duro mi stesi a pancia sotto, lei si mise a cavalcioni su di me, con la fica bagnata a contatto delle mie natiche e iniziò a massaggiarmi con delicatezza ma anche con energia, come una vera professionista e, in parte era vero, in quanto successivamente mi confidò che aveva seguito un corso di massaggio rilassante...non finiva mai i stupirmi questa ragazza. Stavo bene, rilassato ma arrapato come un bufalo e si fece strada in me una certa ideuzza. Le dissi "sai cosa ci faccio con quell'olio dopo?", lei rispose "lo immagino e anche per questo l'ho portato...Porco!!!". Mi girai di colpo e iniziammo una furiosa battaglia di cuscini come due bambini poi non facendocela più la stesi e la penetrai iniziando una furiosa cavalcata...lei con le gambe strette alla mia schiena e con le mani che mi attirava a se incitandomi a spingere sempre di più. volevo farla godere sempre di più e il suo godimento non tardò ad arrivare. Strillava...urlava, sono la tua porca, la tua troia, voglio essere scopata...voglio il tuo cazzo. spingi....dammelo tutto, sfondami l'uteroooooooo!!!!. Continuavo a pompare e la mia eccitazione mentale saliva sempre di più..pensavo a ciò che avrei fatto dopo, al suo stupendo culo. Me la scopai in tutte le posizioni, ma quando me la misi sopra solleticandole l'utero col mi cazzo, contermporaneamente le misi un dito nel culo e contrariamente alle altre volte la trovai più ricettiva e per niete infastidita. Con la voce rotta dall'emozione mi disse "vienimi dentro che dopo voglio donarti l'altra mia verginità..ormai sei il mio uomo e te la meriti per il piacere che mi hai fatto provare in questi ultimi tempi"...Le risposi, anche se non troppo convinto, che anche lei avrebbe goduto, un piacere diverso e molto più intenso. Iniziò a muoversi in modo scomposto su di me, urlando e godendo...godendo e urlando, tanto che una telefonata dalla direzione dell'albergo ci pregò di esser epiù discreti in quanto in quel periodo dell'anno l'albergo era pieno di famiglie con relativi bambini....Allora le tappai la bocca con la mano e continuando a scoparmela la vidi rossa in viso, le chiesi se tutto andava bene e lei mi rispose che non riusciva a godere se non urlava. Ura nella mia bocca le dissi. La stesi e con un lungo bacio continuai a penetarla..ora le sue grida le sentivo nel cervello..pompavo come un ossesso fino a che con un urlo liberatorio venimmo insieme....
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17 years ago
scopodonnexsetteore,
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Un gelato in due e la corda rossa.
Una serata noiosa, come tante altre in un giovedi di provincia, pensi a mille posti dove andare ma non hai lo stimolo giusto, ti manca quella scintilla per farti partire e non sai dove trovarla.
Accendi il cellulare e trovi un messaggio che ti informa di una festa al club che sei solito frequentare, ci pensi un attimo e vedi che è un pò di tempo che non vedi vecchi amici di gioco, si accende in te una voglia di trasgressione che da un po’ di tempo non provavi, decidi di andare.
Ti prepari con cura, doccia, body cream, curi il tuo aspetto e il tuo abbigliamento, vuoi essere in forma perfetta, prendi le corde da bondage rosse che tieni nascoste in uno zainetto, già lavate e profumate, pronte per avvolgere con dolcezza e forza il corpo di una donna.
Sali in auto e parti per il tuo viaggio con la speranza e il timore che sempre accompagna certi momenti, la dolce incognita di non sapere chi incontrerai e se la serata ti cullerà fra le braccia di Venere o ti spingerà deluso fra quelle di Morfeo.
Arrivi, parcheggi la tua vettura nel solito posto, scendi con in spalla lo zaino con le corde, con calma ed eccitazione ti avvicini al campanello, suoni, vengono ad aprirti, parti con i saluti di rito passi alla reception, e finalmente sei dentro, vedi la tua amica, ti avvicini, un bacio e inizi a parlare.
Lei ti dice che è molto che non ti vede e che fine avevi fatto, come al solito la risposta è scontata, lavoro.
Inizi ad avvicinare sempre di più il tuo corpo al suo , sei eccitato e ti piace quel contatto fra i vostri corpi, vicino a si siede un altro ragazzo, molto bello, tipo simpatico e affabile, iniziate a parlare in tre.
Dopo un pò lei si rivolge a te e ti chiede se la puoi legare, dopo che l’altra volta aveva provato inizia a piacergli il fatto di indossare dei corpetti di corda, si alza e si spoglia come in un rito pagano, con movimenti morbidi e lenti, sempre però precisi e calcolati, sei eccitato e prepari le tue corde.
Inizi con lentezza e decisione ad avvolgere con decisione il suo splendido corpo abbronzato, passi le corde lungo i suoi fianchi, risali e con i nodi cerchi di incastonare il suo seno, intanto l’altro suo amico guarda con interesse ed una certa eccitazione, vedi nei suoi occhi che il gioco gli piace.
Lei è soddisfatta, lo vedi dai suoi occhi, ti guarda e ad un tratto ti invita a salire, io lei e il suo amico.
Questa sera vuole provare una cosa diversa dal solito, ti chiede di masturbarti davanti a lei mentre lui da dietro la scopa, non sono mai stato un voyer , ma la cosa mi eccita parecchio, forse perché era un delle cose che non avevi ancora mai fatto.
Iniziamo il gioco, lei bellissima ti guarda nuda mentre lui la prende da dietro, te giochi con il tuo sesso per renderla felice e la cosa un po ti piace e inizia a farsi interessante, ma qui nasce la sorpresa, una di quelle cose che non ti aspetti e che rendono il tutto molto più interessante; il suo amico mentre la prende da dietro con forza ti guarda eccitato e ti invita ad avvicinarti affinchè possa vederti meglio.
All’inizio ti sembra una richiesta un po strana fatta da un altro uomo, ma te senza pensarci ti avvicini comunque, lei quasi infastidita, ti guarda e dice se sei cosi vicino non resisto, volevo vederti masturbare ma fa niente, e inizia a succhiarti con maestria e passione.
Mentre lei lo prende in bocca ci gioca con la lingua, lui ti inizia a fare i complimenti e guarda il tuo cazzo con una certa voglia, mentre la prende ancora da dietro inizia ad avvicinarsi sempre di più al tuo uccello, è buio e te non vedi tutto bene ma non ti serve la luce per capire quello che da li a poco sarebbe successo…
Senti il tuo cazzo che inizia ad essere leccato e fasciato da due lingue, e pensi a un cono gelato per due bocche, la cosa ti piace e ti senti padrone della situazione, senti queste due linguine litigare con dolcezza e scorrere sulla cappella, all’unisono, una che sale e una che scende, la differenza che creano nel contatto ti esalta e ad un certo punto doni la tua essenza alle loro lingue bramose.
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17 years ago
Maestro1980, 38
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In un hotel..con uno scelto in chat..
salve..un bacio a tutti coloro che ci hanno contattati..stiamo per partire per le vacanze..vi volevo lasciare questo episodio di vita vissuta..accaduto circa tre mesi fa..eravamo incappati chattando con skype in un bel ragazzo moro fisico scultoreo..e tutto il resto come piace a me...poi ad un certo punto abbiamo cominciato a vederci in cam..ci piacevamo..e lui era davvero un bel ragazzo..allora concordai con mio marito di incontrarci in un albergo a roma...approfittando di un week-end libero di febbraio..ma tutto avvenne in modo..inaspettato..in quanto lui ci aveva dato appuntamento per le 20..ma di lui alle 22 neanche l'ombra...allora io e gennaro ritornammo in camera..lui vedendomi mi cominciò ad accarezzare..cosi dopo un pò ci ritrovammo a far l'amore..ma ad un certo punto sentimmo un rumore provenire dal corridoio..mio marito andò a vedere..era lui..che si scusò dicendo che la sua fidanzata gli aveva fatto delle storie..mentre parlava si spogliava..ed in me cresceva l'eccitazione..così finì che lui cominciò a leccarmi i capezzoli e poi la figa..mentre mio marito mi arrivava in bocca..facemmo sesso io e lui fino alle11 di mattina..mentre mio marito..esausto si addormentò verso le sei...adesso ogni tanto ci vediamo in cam..spero di rifederlo a settembre..con qualche suo amico..sapete mio marito ha 52 anni....
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17 years ago
admin, 75
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Laprima volta atre parte ii
parcheggiai la mia audi, vicino all'ingresso di uno stabile, poco più in la intravidi l'auto della regina, pensavo alla descrizione che il cavaliere mi aveva elargito facendomi pregustare l'incontro, aprimmo il portone d'ingresso entrati nell'ascensore, che inizio a salire come la mia eccitazione, arrivati al piano percorremmo lentamente parlottando il corridoio, arrivammo d'innanzi ad una porta socchiusa, da cui filtrava la calda luce di molte candele, entrati in salotto dove la penombra ed il riverbero delle candela rendeva calda e morbida l'atmosfera, e la stanza dai contorni incerti, faceva si che il luogo si prestasse ancor ameglio alle pratiche erotiche che di li a poco avremmo consumato.
ci sedemmo per una breve attesa che mi sembrò infinita, finche una calda voce languida e carica di eros ci invito, nella stanza adiacente, la camera da letto, nel mentre mi interrogavo sul mio ruolo, in quella storia irreale, e così eccitante, vidi ros splendidamente abbigliata con un intimo nero ricco di pizzi, calze e reggicalze nere, senza mutandine, un reggiseno anch'esso di pizzo nero, ed una sexy vestaglia trasparente (abbigliamento alquanto ovvio ma sempre eccitantissimo), tacchi a spillo vertiginosi completavano, l'opera, quella timida signora impiegata di quarant'anni si era trasformata in una dea dell'amore.
fui invitato a sedermi su di un divanetto a piedi del letto quando il cavaliere si avvicinò a ros ed iniziarono ad amoreggiare con lentezza, le calde carezze, facevano riscaldare oltremodo, la già rovente situazione, vedere ros sbottonare lentamente la patta del cavaliere e far così emergere un membro già grosso e duro, mi eccitò molto, facendomi scoprire un lato di me ancora sconosciuto, il piacere di guardare si stava impadronendo di me.
ma siccome non amo metter limiti, alle mie fantasie mi godei il momento senza pensarci troppo, che risultò anche breve perchè in realtà il cavaliere, amava molto di più guardare che esibirsi e molte altre cose da vecchio porco come amava definirsi).
Quindi mi avvicinai a ros che a gambe oscenamente e magnificamente divaricate iniziò a toccarsi chiedendo che le vengano dati i suoi giocattoli, e poi mi chiese con voce flebile e malferma nel tentativo di sembrare autoritaria, di spogliarmi, incitato anhe dal cavaliere che aveva preso il mio posto si masturbava lentamente sulla poltroncina.........to be continued
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17 years ago
egemoniade,
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La cavallona inglese
Settembre 1977, volo AZ Teheran-Roma decollato alle 23,30; ora prevista di arrivo a Roma le 4,30 del mattino. Io ho 19 anni e, modestamente, sono un bel ragazzone di 1,90 m con lunghi capelli biondi. Il mio aspetto nordico ha più volte indotto le hostess a parlarmi in inglese ritenendomi proveniente dalla perfida Albione. Alle mie risposte in italiano, i sorrisi comparivano subito a coprire l'imbarazzo di quegli angeli custodi dei cieli.
L'aereo, un 737, era pressochè vuoto e le gentili hostess lasciarono noi pochi passeggeri liberi di sederci dove volevamo. Io optai per la prima fila di sedili, quelli che davanti non ne hanno altre, in modo da stendere comodamente le mie lunghe gambe. Oltretutto l' essere vicino ad una uscita di sicurezza mi dava un senso di tranquillità.
Il decollo fu rapido e preciso e ben presto fummo in quota, sulla rotta per la mia bella Italia. Alcuni spifferi di aria gelida penetravano attraverso le guarnizioni della porta di sicurezza; dovetti cercare a lungo con lo sguardo per riuscire ad intravedere una hostess che se ne giaceva su una plotrona con lo schienale abbassato,gli occhi chiusi.
Tutte le luci erano state spente per permettere ai passeggeri una comoda dormita; evidentemente anche la hostess ne aveva approfittato.
Mi spiacque moltissimo disturbarla ma la svegliai, non senza imbarazzo, per chiederle una coperta. Con grande cortesia me ne diede immediatamente una tirandola fuori dai "contenitori" sopra la mia poltrona. Mi coprii ed immediatamente scivolai tra le braccia di Morfeo.
Qualche tempo dopo mi svegliai in preda alla più pressante delle pipì; spostai la coperta e alzandomi per andai al bagno, mi accorsi che nella poltrona accanto alla mia stava seduta e addormentata una signora inglese sui 40/45 anni che viaggiava accompagnata da due ragazzi sui 10/12 anni, forse suoi figli. In preda alla pipì scivolai sveltamente al bagno ed. eseguito l'impellente bisogno, ritornai al mio posto.
Porca vacca! L'inglese mi aveva fregato la coperta! Forse credeva che io avessi cambiato posto, fattostà che io ero di nuovo senza. Memore di quanto successo, aprii il "contenitore" sopra la poltrona e scoprii con mio grande disappunto che quella era l'unica coperta!
Timidamente ma con decisione, tirai verso di me un lembo della coperta; l'inglese si mosse venedomi più vicina, evidentemente non voleva rinunciare alla mia coperta. Dopo vari tira e molla, giungemmo ad un tacito accordo: lei,sempre ad occhi chiusi si appoggiava con la testa alla mia spalla e, stando così vicini, stavamo entrambi sotto la coperta.
Con mio grande imbarazzo, lei si voltò di fianco ed allungo un braccio a cingere il mio; il suo volto spigoloso purchè femminile era disteso e rilassato. Me ne ristetti così,guardandola, per qualche minuto. Non potei fare a meno di notare le gambe che nulla avevano da invidiare ad una ragazza più giovane, nè potei non notare le collinette che i suoi seni formavano sotto la coperta. Improvvisa e feroce una erezione si impossessò del mio cazzo; erano tre mesi che non scopavo. Poi la ragione ebbe il sopravvento e me ne ristetti calmo.
La sua testa scivolò sul mio petto, e si sistemò come fosse un cuscino; il braccio che cingeva il mio si abbandonò sulle mie gambe.
Nuovamente e imperiosa l'erezione si presentò e qualcosa deve aver sentito anche lei............
Il suo braccio si muove sulla mia gamba, mi sfiora con delicatezza il ventre; la sua mano si sofferma sul rigonfiamento del mio cazzo.
Lei è sempre ad occhi chiusi: dorme o fa finta.
La sua testa scivola verso il basso,s'infila sotto le coperte; la sua mano mi abbassa la cerniera ed affannata traffica col bottone dei pantaloni........Ecco me li ha aperti! Dolcemente mi tocca il cazzo, me lo accarezza dall'alto verso il basso, con una unghia percorre la circonferenza della cappella causandomi brividi a ripetizione. Non me lo mena, non mi sta facendo una sega, me lo accarezza soltanto.
Poi con ferma decisione abbassa la testa e se lo ficca nella bocca golosa, tutto fino in fondo.
Nell'aereo stanno tutti dormendo, non si accorgono di nulla, nemmeno del rumore che fa lei con la bocca mentre me lo succhia avidamente.
Io allungo una mano sulle tette e le scopro sode e piantate larghe.
Infilo una mano dentro la scollatura e palpo a piene mani le sue bocce, le sfioro i capezzoli ma deve averli molto sensibili perchè si ritrae con un piccolo lamento.
Cambio zona, mentre lei continua a succhiarmi il cazzo roteando la lingua sulla cappella. Le metto una mano fra le gambe ma non le vuole aprire; insisto e risalgo lungo le cosciolone fino a raggiungere uno strano rigonfiamento proprio sulla figa. Cazzo! Ha il suo ciclo!
Ormai partito, tento di infilarle lo stesso una mano dentro gli slip, ma lei non ne vuole sapere, chiude la cosce stringendomi la mano in una morsa e comincia a farmi un pompino incredibile.
Non ci metto molto, a causa dell'arretrato, a sborrarle in gola a pieni fiotti caldi, e devo aver sborrato veramente in grande quantità perchè lei un pò deglutisce ma poi comincia a tossicchiare.......
Si alza e va verso il bagno.....io la seguo dopo avermi riabbottonato le braghe. Lei entra nel bagno,sta chiudendo la porta ma io infilo un piede ed entro di forza.
"What you want" cosa vuoi mi chiede.
"i want make love with you" voglio fare l'amore con te.
"No possible!" Cazzo, io voglio fare l'amore con te!
Per un attimo mi guarda teneramente, mi accarezza il volto, poi si gira appoggiando le mani al lavello, tira giù le mutande e mi rendo conto che veramente ha le sue cose.
"Fuck me the ass" Cosa? Mettimelo nel culo? Io non l'ho mai fatto!
Comunque una prima volta deve pur esserci.
Lei mi offre il suo culo ed io lo prendo, appoggio la cappella al buchetto roseo e spingo piano immaginando di farle male.
Invece il mio cazzo scivola dentro il suo culo senza alcuna difficoltà e,trattenendo i gemiti, ho inculato la inglese per bene.
Lei doveva avere buona esperienza di inculate perchè contraeva e rilassava i muiscoli stringendomi il cazzo come l'avesse in mano.
Fui per un momento turbato quando lei, durante una spinta più forte, emise col culo un suono inaspettato.
Ciò provocò in me un parossismo di eccitazione e la pompai più forte, orgoglioso di come la mia inculata le facesse perdere il controllo......
Non so se lei abbia raggiunto l'orgasmo, ma sicuramente le è piaciuto godersi un buon cazzo italiano. Feci un'altra buona sborrata nel suo culo sfondato, poi lo sfilai e sotto al lavello tolsi dal mio cazzo le tracce che il suo culo mi aveva lasciato. Lei si lavò culo e figa e si ricompose.
Uscimmo nel silenzio dell'aereo addormentato.
All'arrivo a Roma ritornò ad essere la gelida e altera signora inglese che avevo notato all'imbarco a Teheran.
L'unico rimpianto è quello di non averla potuta montare in figa.
Avrebbe potuto essere una vera cavalcata indimenticabile.
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17 years ago
alto1volume,
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Il mio privè
Non sono un habituè dei locali ma un paio di esperienze,tra l'altro edificanti,le ho avute un paio di anni fa.Premetto che sono un single x scelta,un bel ragazzo ma di certo non un modello,tentato dalla trasgressione in quanto tale,vale a dire una eccezione che non diventi una regola,rispettando me stesso e gli altri.Conobbi in una chat una signora di savona,45anni,separata molto trasgressiva e dopo aver scambiato i nr. e un paio di telefonate ci accordammo x un incontro dal vivo.Lei era minuta ma molto attraente e mi propose x la serata un giro al privè con una sua coppia amica,lei bionda molto decisa,lui timido a non finire.Fatte le presentazioni di rito,lei mi invitò a fare un giro x il locale mentre il marito rimase in disparte con i suoi pensieri.Entrammo in una stanza semibuia e subito lei mi carezzò,toccandomi la patta e chiedendomi se volevo farlo lì con lei;in un attimo ero nudo,col cazzo in tiro e lei che mi spompinava toccandosi.Stavo già x venire quando sentii una voce da dietro dirmi prendila da dietro che le piace.Era suo marito che ci aveva raggiunti e pensai che voleva scoparla in 2 ma mi sbagliavo xchè a lui piaceva solo vedere la moglie posseduta da un altro senza intervenire.Così feci girare la signora e la presi a pecorina con forza facendola gemere di piacere mentre lui mi incitava ad aprirla xbene con la mia cappella extralarge.Passammo un quarto d'ora di fuoco e alla fine le sborrai sulle tette..Esausti ci rivestimmo e mi confidarono che andavano in quel locale 2 volte al mese x esaudire le voglie voyeuriste di lui.Ci salutammo ed andarono subito via mentre io continuai il giro del locale in cerca di nuove avventure che vi racconterò alla prossima.
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17 years ago
admin, 75
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Scitto da rosabionda ( vorrei incontrarti )
Tutto il giorno con questo pensiero in testa..ti desidero...provo un brivido intenso al solo pensarti..sei dentro ogni fibra del mio essere..
oggi e' una giornata calda...con quel vento che sembra morbido quando ti passa sulla pelle..io sono a casa..guardo il vuoto stando sdraiata sul divano...ho i piedi nudi.indosso un pareo..e gli slip..ascolto musica..una musica intensa..che altera i miei sensi portando il pensiero a te..ti scrivo un messaggio...e tu rispondi caldo come un fiume di lava..sento l'eccitazione aumentare veloce dentro di me....sei lontano..vorrei toccare davvero cio che mi descrivi cosi minuziosamente...la tua voglia di me..la tua carne ..che negli abiti si sta facendo notare ..man mano che il nostro gioco va avanti...1.. 2 ..5 ...10 messaggi ..io sono affannata...e poi ne arriva un altro...mi dici apri la porta ..ADESSO... mi alzo..scalza..mi piace camminare a piedi nudi..mi da la sensazione della sensualita'... arrivo alla maniglia con il cuore impazzito..apro...mi dici “adesso vatti a mettere nella stessa posizione in cui eri scrivendomi i messaggi“..io ubbidisco veloce, rossa in viso per l'ordine appena ricevuto...e vado sul divano da poco abbandonato lasciandoti sulla porta di casa mia ...mi sdraio...alzo le gambe sulla spalliera...e il mio pareo scivola fino al bacino...il mio seno si offre ala vista dalla trasparenza della stoffa...lasci passare alcuni interminabili momenti..poi sento i tuoi passi ..e vedo la tua figura affacciarsi sulla porta del salotto...il mio essere e' scosso dalla tua esperssione..mi stai guardando con una durezza e una eccitazione che mai avevo visto...nn posso aspettare ancora ..ti imploro con gli occhi..e tu lento e inesorabile ti avvicini..nn dici nulla...alzi la mia gamba..ti inginocchi e mi punti la lingua sul clitoride..affondando nel mio desiderio che mi fa gemere..senza ritegno...lecchi con la lingua larga..come se stessi mangiando il gelato...e la lentezza mi fa provare un piacere intenso...la tua mano sulla caviglia mi regge la gamba in alto...e poi scende...accarezzando..tutta la lunghezza ..scivoli sui miei fianchi...tocchi il mio culo ..le mani camminano parallele..mi allarghi ancora di piu...e continui senza interessarti ai mie gemiti...a fare cio che piu ti piace..leccare il mio piacere..ogni goccia...e il mio fuoco esplode..e tu lo senti..con la lingua...sono a occhi chiusi..e sento che armeggi tra le mie gambe..hai liberato il tuo sesso..e me lo stai strisciando...nn voglio altro che sentirlo correre dentro di me...fallo ti prego...spingilo dentro...e tu lo sai..e continui a torturarmi...ne intingi la punta..e poi lo ritrai..lo fai tante volte...e io sono sorpresa da un nuovo tremito..piu intenso e profondo...mentre hai finalemente deciso che e' ora ...mi afferri le gambe..e mi giri
in quella posizione sembro una gatta...con la coda alzata...mi prendi per i capelli ..e spingi..dentro tutta la tua voglia...e dandomi dei colpi che mi scuotono...ti piace la potenza che eserciti su di me...la sento la tua foga ...e' bellissimo sentirsi tua..bellissimo...quando sei ormai allo stremo...mi dai una sonora sculacciata..e gridi TIENI ..QUESTO E' PER TE... esci da me ..appena in tempo ...per farmi sentire sulle labbra aperte del mio sesso il tuo intenso calore che mi scivola addosso...lo sai che mi fa letteralmente impazzire e mi tiri su..per baciarmi la lingua ...con un furore che suggella il nostro patto...ADESSO COMANDO IO..lo so' e lo voglio da morire...
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 6 hours ago -
Una vacanza meravigliosa 1
anto continua col pompino lo spoglia totalmente e gli dice fammi tutto anke lui spoglia anto rimasero nudi provano a sdraiarsi x terra sullerbetta ma la lerba era molto bagnata ma anto tanto era infoiata ke nn se ne accorse nemmeno lui prima si mise sopra e le lecco tutto iul corpo poi si mese sotto ed anto sgattaiolo sopra lui mi guardo come se mi kiedesse permesso e mi disse"posso?"nn so cosa volesse kiedere ma annuii lo stesso con la testa e lui inizio a dire cose volgari pensai kissa adesso anto si blokka invece aveva raggiunto una libidine tale ke si infoio ancora di piu.lui le diceva sei una troia mi fai impazzire sei una puttana sei la mia puttana ti faro scopare dai kazzoni piu grossi della citta dovrai ubbidire a tutti i miei desideri e lei sii fammi quello ke vuoi saro la tua troia.mi unisco anke io a loro e le kiedo : ti piace il suo kazzone -si ha un bel cazzo poi lo voglio nel kulo- questo accadeva quando lui la pompava davanti e io la bacavo sulla bocca e sulle tette-farai tutto quello ke ti kiede? si tutto anke la puttana mi fai impazzire -anto era propio partita di testa queste frasi nn le aveva mai dette ma nn pensavo riuscisse a dirle.poi la faccio girare le metto le dita nel kulo x prepararlo x lui dopo un po mi dice alui dai sono pronta mettimelo dietro era kiaro ke dovevo uscire io.cambio posizione lei a pecora lui dietro ke inizia a spingere e io sotto ke la bacio e con una mano cerco di allargarle il kulo fa diversi tentativi prima lo bagna in figa e poi lo prova allennesima prova anto da un colpo allindietro e se lo ritrova tutto dentro fa un urlo e mi da un morso ke sinceramente mi fa male.nel contempo lui le skiaffeggiava le kiappe ed anke sonoramente poi inizia a parlare ke lindomani lavrebbe portata in una bettola dove ci sono solo camionisti e in una sala riservata dove si festeggiava lagognata pensione lei sarebbe stata il premio e sarebbe stata presentata come una puttanapresa in affitto lei super eccitata e lui ke si inoltrava in particolari ke nn facevano altro ke aumentare la libidine di antonella.alla fine venne prima lui e poi lei fu finita con le mani e con il mio kazzo.ci stendemmo a terra lei in mezzo e disse mi venne sopra mi bacio e mi ringrazio x aver voluto vivere questesperienza.a freddo poi il tizio rivolgendosi a lei le spiego un po la cosa ke avrebbe fatto lindomani e lei come rapita annuiva e si informava sui particolari senza ne vergognarsi ne arrossire:doveva spompinare sotto il tavolo e poi forse nello stesso locale o da unaltra parte scoparseli tutti leta andava dai 60 ai 70 e cera qualke giovane della stessa ditta pero prima doveva soddisfare gli anziani e poi i giovani( disse solo una cosa ke siano lavati e profumatie marco deve essere presente) x il resto come vuoi tu e le si getto sopra baciandolo. tornammo in camera facemmo la doccia e ci ponemmo il problema di come andare vestita.proviamo a prenderci qualke vestito di provarlo ma andati nella sua stanza disse ke nn andava bene e ke aveva lui dei vestiti adatti.li ando a prendere erano dei vestiti sconci x davvero una superminigonna a piegolinedelle calze a rete color viole reggikalze ed un paio di stivali bianki con i takki sopra una camicetta molto scollata e una gicca a riporto o uno spolverino.indosso tutto gia senza il trucco era irriconoscibilema propio tanto troia lui disse ke lindomani lavrebbe potrata sia alla parrukkiera cosi bardata e sia dallestetista x farle fare i capelli rossi xke secondo lui sarebbe stata molto piu puttana e dallestetista x accentuare qelle caratteristike. quando tornati nella ns camera le dissi guarda ke se nn ti va possiamo anke nn farlo e si poi a te ki ti vuol sentire ke x colpa mia nn labbiamo fatto, adesso siamo in ballo e balliamo.io miaccorsi ke le piaceva da matti la situazione e ke lui era riuscito a plagiarla pendeva dalle sue labbra le dava sicurezza- un po mi dava fastidio ma poi mi dissi ma nn e quello ke volevo? certo pensavo avesse mostrato piu resistenza ero riuscito a tirare fuori quella troia ke era in lei. continua........
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17 years ago
mabo5059,
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Una meravigliosa vacanza
questa storia e una cosa ke frulla nella ns mente e ke vorremmo vivere sia io ke antonella ne abbiamo parlato piu volte a letto ma nn siamo mai riusciti ad arrivare alla fine xke antonella come andavo avanti col racconto elei aggiungeva delle cose nn poteva fare a meno di assaltarmi. Tramite un annuncio conosciamo un signore sui 60 anni, prima ci scambiamo mail conoscitive e poi il tel . kiamiamo noi alla voce ci tranquillizziamo una brava persona abbastanza colta andiamo avanti con lo scambio di esperienze vissute e di kosa vorremmo adesso. ci troviamo daccordo su molte cose sui limiti avremmo raggiunto un accordo quando ci saremmo visti, comunque le cose ke avevo proposto gli piacevano tutte, certamente avremmo dovuto parlarne ancora ma si dimostro una persona molto a modo e molto eccitata sentire quelle kose. si offri di ospitarci nella sua villa con piscina nn molto lontana dal mare.Gli dissi di doversi mostrare molto garbato manieroso, complimentoso con antonella ma anke molto deciso e severo.mostro le sue foto ad antonella sia normali ke particolari era la persona kon kui lei si scioglie.partiamo e le dico ke lui ci offrira questa vacanza e quindi di essere molto affabile e di accontentarlo in tutto quello ke gli avrebbe kiesto. inizialmente mi disse no prima lo konosciamo e poi decideremo io nn lo so se mi piace delle storie ke fa sempre quando un uomo le piace e poi vorrei essere libera di fare nn fare ecc ecc x tutta la via con punte di esasperazione e comunque nn devi dire niente nn devi spingermi a fare qualkosa ok dico io.Arriviamo allappuntamento lui arriva con una grossa vettura ke piace molto a lei ci lampeggia e mi tel seguitemi andiamo direttamente a casa cosi ci rinfreskiamo dopo il lungo viaggio. anto nn dice nulla ma adesso dobbiamo andare x forza a casa sua? nn potevamo prima conoscerlo e poi andare da lui?stavo x tel e mi dice va bene fa niente tanto nn mi piace gia lho visto e ce ne andiamo subito(quando fa cosi e tutta presa ci sta).le metto una mano nella fighetta ed e tutta bagnata-le dico meno male ke nn ti piace se ti piaceva?- nn e vero e solo xke sto nervosa e mi si stringe e mi fa le fusa -era partitissima-.arriviamo alla villa molto carina con molto verde molto ben curato. entriamo,antonella molto ben curata e anke lui si avvicina alla ns makkina apre la porta ad antonella e laiuta a scendere prima le bacia la mano e poi labbraccia e le da un bacio sulle guance e le fa i primi complimenti "sei favolosa" e molto di piu di quanto mi aspettassi viene da me mi abbraccia poi i soliti convenevoli il viaggio la strada la villa i complimenti x la villa ed antonella ke prima era recalcitrante si mostra molto loquace e socievole con lui-ce feeling-lui ci offre lospitalita ma io sto x dire nn so poi vediamo-anto mi da un pizzicotto- be se propio ci tiene vediamo se possiamo disdire il ns albergo. lui le si avvicina e le dice -certo ke ci tengo-la gurda negli okki la prende se labbraccia e le dice sei meravigliosa anto totalmente consenziente mi guarda gli faccio lokkiolino nel mentre lui vista la nn resistenza la bacia in bocca ed antonella ricambia con passione le mette le mani sulla vitae stringe anke leisi baciano dappertutto viso collo e poi lui le scende sulle tette tutte in bella mostra.Giocano x un bel po e io mi sedetti sul divano e aperta la makkina fotografica inizio a scattare foto. una telefonata li distoglie e subito dopo ci indica la ns stanza ke era limitrofa alla sua(2 matrimoniali).Come ci lascia soli le dico ti piace? insomma dopo un po mi dice mi sa ke e molto grosso -io- cosa e dai ke lo sai no nn capisco esasperata con un risolino il coso ci baciamo e ci mettiamo a pomiciare sul letto ed e li ke le riesco a farle dire- si mi piace e molto bello mi farei fare tutto da lui, e poi e a modo elegante sa parlare bene.-la cosa si mette bene quando il soggetto e cosi nn ci sono problemi antonella riesce a togliersi tutte le inibizioni.dopo poco mentre stavamo finendo la doccia ci kiama x dirci ke la cena era stata servita a bordo piscina e ke quando volevamo potevamo andare.Anto era un po indecisa sullabito ne scelgo uno io molto trasparente con un decolte molto spinto e con degli spakki vertiginosi con un perizoma e un reggiseno ke valorizzava ancor di piu il suo seno grande e duro.come usciamo anke lui si era cambiato stava benissimo giacca blu pantaloni gialli i colori ke piacciono ad antonella.Le si avvicina le prende la mano "encantados"e si avviano davanti a me a tavola. si parla del piu e del meno e poi alla fine passeggiamo x il giardino iniziamo a parlare di cose eccitanti di luoghi particolari in quella citta luoghi dove si fa senza porsi troppi problemi sia coppie ke coppie e singoli. poi torniamo sullabbigliamentointimo ke a lui piace moltissimo e alui piace un colre in particolare il viola-ke anto indossava in quel momento-scosto la gonna ad antonella e lui fa unesclamazione.sei bellissima-anto-anke tu gli butta le braccia al kollo la guarda negli okki e si baciano appassionatamente lingua in bocca lui allunga la mano elei pure poi con due mani gli apre la patta dei pantaloni e con tutte e due le mani gli prende il kazzone davvero notevole. io vado a prendere la makkina fotografica e quando torno lui era seduto su una pankina e lei gli faceva un sonoro pompino
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17 years ago
mabo5059,
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Dietro ai tuoi occhi blu......
Ogni volta che ci incontriamo i tuoi occhi blu, profondi laghi scandinavi, cercano i miei. Sono frecciate i tuoi sguardi, feriscono e cicatrizzano come fossero laser di entità extraterrestri. E tu sei una dea Venusiana, dalle misure perfette oggi come allora.
........e sono travolto dai ricordi, incisi così profondamente nella mia memoria che, pur essendo trascorsi 30 anni, posso sentire sotto le mani la tua pelle fresca.......ed il profumo che emanavi.....
Avevamo entrambi poco meno di 18 anni, era l'estate del 1976.
Entrambi studenti,anche se di diversi istituti, usavamo la corriera per recarci nella città ove erano i nostri licei. Da tempo ci salutavamo con gli occhi, tutti e due troppo timidi per scambiarci anche un semplice "ciao". Finchè un giorno raccolsi a piene mani quel poco coraggio che avevo e,notando il sedile vuoto vicino al tuo, mi avvicinai chiedendoti se potevo sedermi. Il tuo flebile si innescò in me una reazione a catena durante la quale gli ormoni assursero a guida totale delle mie azioni. Gli scossoni della corriera furono complici nello sfiorare col ginocchio le tue gambe; ne ebbi una scarica elettrica che percorse il mio corpo fino ad annichilire la mia mente. Ebbi,per qualche momento, una totale perdita di coscenza. Mi ritrovai con la tua mano che, dolcemente ma con decisione, mi dava piccoli buffetti sulla guancia. I nostri occhi unirono le nostre menti ed ebbi la certezza che tu mi desideravi almeno quanto ti volevo io. Il ghiaccio era rotto e dalle nostre bocche uscirono parole a fiotti, non riuscivamo a smettere di raccontarci l'uno all'altra. Fino al fatidico giorno in cui decidemmo di ritrovarci vicino al boschetto del canale per "pescare", consapevoli della misera bugia che mascherava il desiderio di possessione che pulsava prepotente in noi.
Ci ritrovammo all'ora concordata, tu mi aspettavi seduta sull'erba. Il tuo volto bianco contornato dalla chioma di capelli biondo cenere ed i tuoi occhi blu seguivano ogni mio movimento. Non pescai. Mi sedetti sul plaid vicino ad Anna e, come attirati magneticamente, i nostri volti si avvicinarono lentamente,occhi negli occhi, finchè le nostre labbra si unirono e le nostre lingue danzavano saettanti. Un desiderio sordo e pulsante fece si che le nostre mani esploressero i nostri corpi sconosciuti l'uno all'altro. Le mie mani scivolavano sui suoi seni e giù sul suo ventre, divenendo sempre più sfacciate sino a varcare l'elastico delle sue mutandine; sfiorai i morbidi cespugli del monte di venere mentre le sue mani indugiavano sui miei capelli,sulla nuca,sul petto. Ci ritrovammo io sopra di lei,sempre uniti nel più lungo e dolce bacio che io abbia mai provato; cercai di abbassarle le mutandine ma lei fece una fiera resistenza, tentai allora di abbassarle il reggiseno e Anna non me lo impedì. Capezzoli bruni, vera sorpresa essendo lei bionda naturale, stavano rigidi ed alteri in piedi su aureole piccole ed altrettanto brune. Le mie mani presero a tormentare i capezzoli, a tirarli, sfiorarli finchè staccai le labbra dalla sua bocca ed iniziai a succhiare avido, a disegnare con la lingua ghirigori sulle sue tette pian piano scendendo al suo ombelico. Il mio nuovo tentativo di abbassarle le mutandine fu coronato da insperato successo; stetti a rimirarle la figa, meraviglia del creato, gonfia di desiderio. Era socchiusa come fosse bocca da baciare e così decisi di fare, avvicinando le mie labbra.
Mi accorsi che una stilla le stava scendendo proprio sul bordo di una delle grandi labbra, opalescente sul roseo rigonfiamento. Con la punta della lingua raccolsi quell'unica goccia e la gustai come fosse acqua miracolosa; ne riconoscerei il sapore ancora oggi........
Anna non si oppose quando la penetrai; sentii che non ero il primo.
Facemmo l'amore a lungo, Anna voleva che io mi muovessi lentamente, mi faceva uscire per poi farmi affondare repentinamente, voleva che le entrassi solo con la cappella senza muovermi per poi dare lei un colpo deciso inarcando il corpo. Credo sia venuta perchè nel silenzio con cui ci amavamo la sentii sussurrare "amore mio" e d'improvviso sentii fiotti di fuoco puro attorno al mio cazzo. E come subitanea risposta le inondai il ventre di sperma.
Ah ,avessi avuto allora l'esperienza che ho oggi.........
Ci lasciammo da innamorati felici certi di continuare il nostro cammino insieme.
Qualche settimana dopo Anna mi vide in corriera con Stefy(quella che sarebbe stata poi la donna della mia vita) seduta in braccio che come al suo solito mi stuzzicava poggiandomi le tettone sul petto.
Anna, la mia Anna dal nordico aspetto, era gelosa come la più mediterranea delle italiche femmine.
Mi fece avere un biglietto in cui mi fanculizzava senza complimenti.
Era finita.
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Ora ogni tanto ci si reincontra.
Siano maledetti i tuoi dolci occhi assassini.
Siano benedetti i tuoi seni e la tua figa.
Sia maledetto che se li gode.
Io posso solo amarti disperandomi.
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17 years ago
alto1volume,
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La prima volta a tre
premetto che la trasgressione mi è sempre piaciuta, ma non ne sono ossesionato, la scoperta, il conosocere, il corteggiare la lei di coppia, mi ha sempre inebriato, e lo scoprire le mille sfaccettature di questo mondo pieno di eros, e finalmente libero dalle ipocrisie borghesi ( almeno in alcuni momenti ) mi danno un senso di appagamento, che non trovo nelle altre attività di una vita seppure vissuta con pienezza.
la prima coppia che ho incontrato la chiamerò con uno pseudonimo( la riservatezza è per me fondamentale) ros l'ho incontrata proprio in rete. ho risposto ad un loro annuncio, e da li le mail si susseguirono, da prima molto cortesi, ma sempre velate da un certo fascino, che faceva preludere al seguito, dopo alcuini giorni eravamo divenuti confidenti, come spesso non lo si può essere con chi conosci per quella ipocrisia che spesso regola i nostri rapporti, il lui di coppia era un vero cavaliere, che voleva soddisfare le più intime voglie, della compagna vera regina del gioco. lui aveva dei tratti in comune con me esibizionista, ed a tratti voyeur, voleva interpretare, e guardare. I tratti caratteriali della coppia, emersero con maggiore forza dalle telefonate che seguirono, lui mi chiamava e mi sollecitava a contattare lei, che in ufficio aspettava le mie telefonate, pensate che intesa, la cosa è maggiormente rilevante se pensate al fatto che non ci eravamo mai visti neppure in foto.
le fantasie si susseguivano le situazioni virtuali si moltiplicavano finchè un giorno arrivò l'appuntamento in un pub,di Perugia. Ricordo i preparativi e una certa ansia, finchè ci presentammo d'apprima con un minimo di imbarazzo ma appena rotto il ghiaccio, Seduti a bere una birra, su degli alti sgabelli, iniziammo a dare vita ad una di quelle situazioni, su cui avevamo fantasticato tanto, obbedivo agli ordini della regina trasmessi dal suo cavaliere, la regina splendida e gran troia si esibiva in minigonna, scarpe con tacco alto di ottima fattura,gambe inguainateda calze nere, autoreggenti, e senza mutandine, per la gioia di alcuni avventori, ma sopratutto per la mia gioa quando le accarezzai le morbide cosce sino ad arrivare, alla sua calda fica gia baagnata.
le carrezze si susseguivano alternate ad amabili chiacchiere, ma il mio sesso sempre più imperiosotradiva le mie apsirazioni, e la regina con esperta mano constatò lo stato delle cose.
decidemmo di avviarci le i ci fece strada con la sua utilitaria, mentre io ed l suo cavaliere la seguivamo, lui mi illustro la scena che ci si sarebbe parata davanti.....................to be continued
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17 years ago
egemoniade,
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