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...legami...
….sto parlando con te al telefono, gli ultimi accordi e poi finalmente verrai da me, la tua voce dal timbro molto maschile e con quella flessione dialettale che mi eccita…mi avvolge come un velo…mi stringe…come immagino le tue braccia stringeranno me a te…, mentre parlo con te messenger è on line, tante persone mi hanno chiesto di essere in lista e non le conosco tutte…., sto giocando con te al telefono…quando sul messenger un nome che non vedevo piu’ da oltre un anno…lampeggia…mi bussa, vuole parlare con me. Tu intanto mi mandi baci al telefono, e mi dici che ora devi chiudere perché tua moglie è di la e potrebbe entrare nel tuo studio. Chiudo con la promessa di te…ma la mano corre al mouse ed apre la chat privata….., Mario….dopo un anno e piu…mi scrive che ha bisogno di vedermi, di parlare , di spiegare….Ricordo di Mario un corpo forte anche se non palestrato, tipico uomo amante del calcetto, brusco e burbero, esigente, irruente…, mi abusò ho voglia di essere abusata, non ci penso due volte, ti richiamo…sei sorpreso …adduco una scusa sciocca, annullo il ns appuntamento..mi sento bastarda…ma in fondo è solo sempre sesso e allora stavolta scelgo io.., voglio essere punita, maltrattata…usata. Mario abita poco lontano da me, alle 18.00 è sotto casa, con lui non si perde tempo, ma devo essere truccata e pettinata come piace a lui, anche con questo caldo infernale..con calze velate – lui non ama quelle a rete – reggicalze, perizoma, baby doll sexy, tutto in nero, lui vuole vedermi con orecchini e gioielli…non vistosi..ma da gran sera…, sono la sua bambola come lui la vuole, la sua bambola da smontare . Apre la mia porta sono appoggiata al muro di lato, lui è piu basso di me essendo io su tacchi 11 cm, neanche un ciao e mi sento presa, stretta fra le sue braccia e già la sua lingua che fruga nella mia bocca, mi volta , mi tiene ferma con il suo corpo contro il muro, cosi puo levarsi la polo ed i calzoni…, mi abbraccia e mi fa sedere su di lui ora che si è seduto sul divano, e la sua lingua che mi fruga affondo, la sua bocca sul mio viso , sul collo mordendomi sino a farmi gemere, le sue mani strizzarmi i capezzoli e poi succhiarli e morderli…., mi spinge mi fa stare in piedi fra le sue cosce , sento la punta della lingua scorrere fra le mie natiche, e poi ricomincia a succhiarmi le natiche e mordere, mi stringe le cosce, mi piega in avanti le labbra, denti, lingua baciare, frugare, mordere fra le mie natiche facendomi gemere di piacere, dolore…sottile, un brivido dalla nuca ai talloni…., si alza con forza mi fa sedere sul tappeto, e affonda nella mia bocca…il suo membro duro e turgido…rosso che sembra scoppiare, mi tiene le braccia bloccate, sono poggiata con la schiena al divano, lui chino sulla mia bocca nel suo vai e vieni, la mia testa spinta sulla seduta del divano, ferma bloccata dal suo peso e dalle sue mani, legami…usami…puiniscimi, affonda sino a superare la gola…facendomi mancare il respiro…e facendomi male, cosi con forza spinge in fondo che il dolore è come un anestetico e la mia gola sembra gomma…, ma mi piace avvertire il sentirmi piena del suo membro largo dal glande tondo e perfetto, e spinge piu’ in fondo…e viene dentro di me indondomi del suo seme….
Sono esausta, sudata, il viso una maschera, le calze smagliate, segni marrone scuro sul collo, sul seno, sui fianchi, una striscia rossa attraversa la mia schiena
È il segno della sbarra di ferro dell’ossatura del divano, ho male alla gola…davvero male, Mario se ne andato…sono seduta sul divano, guardo la stanza..in disordine
Cuscini per terra, copri divano come uno straccio buttato li…quel poco che avevo indosso per aria…, mi alzo, mi guardo allo specchio…tu hai capito..non mi chiamerai piu…ma io mi sento bene, per una volta ho fatto sesso, solo sesso…, solo materialmente sesso…senza piu’ innamorarmi…
Il mio Blog: http://giuliana.blog.excite.it
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17 years ago
admin, 75
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La penetrazione anomala- prima puntata
Erano passati ,mesi dall'avventura orgiastica avuta, da allora non avevo più avuti incontri.una sera squillo di nuovo il telefono, era Francesco che propose una rimpatriata ,ma solo a tre,io lui e Luigi, nel solito casale di campagna.Accettai ,la cosa mi solleticava e poi non avrei dovuto fare maratone, era un semplice incontro a tre e al massimo avrei dovuto subire l'assalto contemporaneo dei due amici, ed il pensiero non mi dispiaceva ,anzi. Francesco fu puntualissimo e chiccherando del più e del meno ci avviammo al casale,notai un non so che nello sguardo di Francesco,ma avuto ancora una volta l'assicurazione che saremmo stati solo noi tre, pensai di essermi sbagliato. Entrati nel casale trovammo Luigi che impaziente era già nudo sul solito divano che stava masturbandosi davanti al solito filmino porno. Volli essere gentile e denudatomi a mia volta, mi avvicinai,gli scotai la mano ed iniziai a leccargli la cappella ed a pompare su è giù sul cazzo che s'ingrossava sempre più palpitante,caldo e turgido. mentre ero impegnato a leccare ed ingoiare il cazzo di Luigi, sentii le dita calde ,umide di vasellina .ed esperte di Francesco che iniziarono a lavorarmi il mio fondoschiena. Dopo aver perbene esplorato edallargato sia in superficie, sia in profondità le dita si ritrassero, rimasi un attimo in attesa di sentire la grossa cappella di Francesco a ppoggiarsi allo sfintere per poi penetrarmi fino in fondo con un violento colpo di reni, lui era solito fare così,ma invece era una penetrazione lenta graduale e senza calore, con mia sorpresa Francesco stava usando un dildo, un cazzo di gomma e non potei non notare che accanto n'è aveva diversi dalle dimensioni più disparate. Inizio a sodomizzarmi, non lemosinando in vasellina e Luan inizio con un dildo di dimensioni medie aumentandone il diametro ad ogni nuova introduzione, però la gradualità delle stesse era tale che mi adeguavo al continuo allargamento e di sentire un piacere crescente al crescere delle dimensioni dei dildi. Ero un po' deluso avrei preferito il cazzo vero caldo e vibrante di Francesco, ma il risultato era più o meno lo stesso, avevo i due orifizi piacevolmente occupati e visto che Francesco da vero esperto si stava occupando del miofondoschiena ,rivolsi tutta la mia attenzione al cazzo di Luigi che fremente voleva continuassi a pompare in su e giù, ormai prossimo a venire, infatti dopo poco uno schizzo di caldo sperma mi penetrò direttamente in gola ed io aspirai con le labbra a mo'di ventosa avidamente il resto, mentre stavo ingoiando e pulendo avidamente l'uccello di Luigi da ogni traccia di sperma, sentii che Francesco aveva smesso di stantuffarmi dentro e mi accorsi che mi aveva deliziato con un dildo che pur iniziando con un diametro "normale" finiva con un diametro enorme ,un 3x12 cm e rimasi sorpreso che il mio sfintere avesse avuto la capacità di allargarsi così tanto e di non aver sentito il minimo bruciore o dolore, ritirato il dildo dallo spessore gigante dal mio sfintere, mi aspettavo che Francesco sfogasse la sua eccitazione con l'introduzione della sua verga,ma nonfu la verga di Francesco an iniziare una nuova penetrazione, bensi la sua mano. Ben lubrificata e in posa di punta di lancia inizio ad introdursi all'interno si stava facendo strada molto lentamente ma altrettanto decisamente e continuo ad introdurla fino a che non fu completamente dentro.Inizio a rotearla e contestualmente l'apriva e chiudeva a pugno ,sentivo le viscere che si adattavano ogni volta ai suoi movimenti e quasi svenni entrando in un orgasmo continuo. La mano smise di muoversi e mi preparai all'uscita, ma con mio stupore non la sentii ritrarsi ma invece inizio una penetrazione più a fondo e si arresto solo dopo aver introdotto metà avambraccio . Non so descrivere cosa provai ero impalato, dilatato all'inverosimile e il boa enorme non sazio inizio addirittura a contorcersi in un stantuffamento lento ma continuo , ad ogni movimento sentivo tutto il mio essere che si adattava ogni volta per ospitare ogni singolo movimento di rotazione e stantuffamento fu un orgasmo continuo fatto di brividi di piacere tante che sborrai di continuo assieme a francesco che venne anche lui senza toccarsi e finalmemte pago usci . Nell'accompagnarmi a casa ,non mi regevo in piedi milaureo come la più grande troia che mai avesse conosciuto. Andai a letto e incredulo pensai che forse tutto era stato un sogno non mi racapezzavo di essere riuscito a tanto, di esserne uscito indenne e capii che non vi erano limiti alla fantasia, al sesso e al piacere purchè fatte da "mani esperte". Mi addormentai ancora incredulo che fosse successo davvero . Solo un bruciorino e la mia "fighetta "slabbrata mi diceva che era tuuto accaduto davvero.
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17 years ago
admin, 75
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Ricordi di un travestito in erba: moni
RICORDI DI UN TRAVESTITO IN ERBA
Introduzione
Per quanto mi ricordi credo di essere stato un “travestito” da sempre, perlomeno da quando avevo più o meno 13/14 anni e frequentavo la terza media. Ricordo perfettamente che mi piaceva guardare le gambe delle ragazze e delle donne e che ero attratto soprattutto dalle calze di nylon e dai collant velatissimi di mia sorella di 23 anni. Spessissimo li rubavo dal cesto della biancheria, appena smessi ed impregnati di sudore (allora mia sorella portava quasi sempre gli stivali) quindi davvero puzzolenti. Mi eccitavo al tatto di quell’indumento di nylon, della sua trasparenza e leggerezza, ed in preda all’erezione la sera mi portavo furtivamente i collant a letto dove per tutta la notte li annusavo. L’odore che emanavano mi faceva letteralmente impazzire. Mi masturbavo infilando le mani nelle gambe del collant. Con una mi segavo l’uccello e con l’altra annusavo la punta odorossissima di sudore facendo crescere la durezza del mio cazzo e la mia eccitazione fino ad avere delle sborrate copiose che puntualmente inondavano mutandine, pigiama, collant e, quasi sempre, lenzuola. Coltivando quello che consideravo “il mio piccolo segreto perverso” sentivo il bisogno di spingermi sempre più oltre alla ricerca del piacere che il nylon mi donava. Quando, ad esempio, con i miei genitori si andava a casa di loro amici, non perdevo occasione di chiudermi nel bagno alla ricerca di collant, calze (le mie preferite erano le calze da reggicalze, velatissime e di colori tenui –beige, grigio chiaro, bianche o nere – ma negli anni ’70 erano un po’ in disuso) e anche gambaletti usati e puzzolenti, facendone ambitissimi trofei che collezionavo gelosamente.
1. Francesca la morbosa
Mi ricordo in particolare un giorno a casa di amici di mio padre, la cui figlia Francesca – una ragazzina un po’ cicciottella più grande di me di 1 anno – era particolarmente attratta da me in maniera un po’ morbosetta per l’età. Ogni volta che ero a casa sua mi portava nella sua stanzetta e in un modo o nell’altro trovava il modo di giocare alla “lotta”. Così ci toglievamo le scarpe rimanendo con le calze e ci buttavamo sul suo letto rotolandoci e “lottando” fino allo sfinimento . Chissà come però, stranamente ci ritrovavamo sempre con le rispettive teste tra le gambe dell’altro come in un 69!!! Francesca indossava sempre dei gambaletti velatissimi bianchi di filanca umidicci di sudore, leggermente tinti di blu (per l’eccessiva sudorazione) sulla punta e sul tallone che, ricordo,… puzzavano in maniera incredibile ma mi arrapavano da matti. Nello strusciare le sue gambe attorno alla testa riusciva sempre a mettermi i piedi in faccia e nella concitazione della lotta io me li mettevo in bocca e, facendo finta di morderli, li leccavo annusandone l’intensissimo odore acre. Durante questi corpo-a-corpo l’ uccello in erezione si strusciava sulla sua pancia e sulle sue tettine abbondanti e la morbosetta godeva, e si vedeva, al contatto di quel gonfiore dimenandosi a sua volta. Ad un certo punto, al culmine di una dolorossissima erezione, non ne potetti più e sborrai copiosamente nelle mutandine. Mi rialzai un po’ ansimante ed anche vergognoso del gonfiore evidente e chiesi di andare in bagno dove sfogai l’eccitazione strofinandomi il cazzo fradicio su un altro paio di suoi puzzolentissimi gambaletti celesti che riempìì di sperma. Quando rientrai nella cameretta rosso in volto per l’eccitazione non ancora sopita, Francesca si difese alla mia intenzione di proseguire nella “colluttazione” piegando le gambe ed allungando entrambi i piedi sul mio uccello ancora gonfio. Con una faccia strana di sfida mista a soddisfazione incominciò a muovere le dita come a palpare la consistenza del mio cazzo che si induriva sempre più. Lei continuava a massaggiarmelo sempre più velocemente quando, presissima da quella eccitante situazione, mi disse di fargli vedere cosa avessi. Io, imbarazzatissimo ma eccitatissimo aprì la patta dei pantaloni e scoprì le mutandine che sembravano scoppiare. Francesca vi poggiò sopra il piede e tirandole giù mi scoprì il cazzo duro e lucido. Il contatto di quel piede ricoperto di nylon sul mio uccello mi mandò in estasi. Cinse il diametro con l’alluce ed il secondo dito e cominciò a segarmelo lentamente tenendolo stretto con la pianta dell’altro piede. Il nylon umido di sudore e di preeiaculazione scivolava sempre più fino ed il ritmo della sega cresceva con l’avvicinarsi del mio orgasmo. Ora Francesca, paonazza in faccia e con la punta della lingua che faceva capolino all’angolo della sua sua bocca chiusa, sembrava non aspettare altro che il momento in cui sentì distinti due/tre forti contrazioni sotto i testicoli ed esplosi con 4 fiotti di sborra densa e calda che le bagnarono entrambi i piedi ed i gambaletti. Con un’aria di complicità a turno andammo a lavarci stando attenti a non destare sospetti (eravamo pur sempre due adolescenti di sesso opposto…) per l’insolito andirivieni dal bagno. Quello con Francesca fu in assoluto il mio battesimo di feticista delle calze ed anche il mio primo orgasmo completo.
2. L’autoerotismo
Da quel giorno nulla fu come prima. Desideravo sempre più il contatto del nylon sul mio cazzo ed incominciai ad indossare i collant di mia sorella senza mutandine, a pelle, inizialmente sotto il pigiama e le mie calze di filo di scozia blu, per andare a letto la sera. Successivamente cominciai ad indossare i collant ogni giorno per andare a scuola. Degli splendidi collant ARWA velatissimi color paglierino che sotto i jeans ed i calzettoni mi provocavano un’erezione perenne: 4 ore di lezione, 4 ore di eccitazione. Ogni giorno non vedevo l’ora di correre a casa, chiudermi nella mia stanzetta per studiare ed invece spogliarmi di tutto ciò che era maschile, avvicinarmi i piedi alla bocca leccandoli annusandone l’aroma di nylon sudato e masturbarmi il cazzo sopra il corpino velato fino a farlo sborrare.
Il travestimento faceva ormai parte di me e la parte più troia e femminile della mia personalità stava prendendo il predominio su quella maschile. Non desideravo altro che indossare calze e collant di nylon per procurarmi godimento, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo. Incominciai così a cercare di praticare forme di autoerotismo molto estreme. Appena solo nella mia stanza mi sdraiavo, con solo i collant addosso, poggiando il culetto sul cuscino a contrasto con la testiera del letto e piegavo le gambe al massimo sul mio torace portandole indietro ai lati della testa. Dapprima con una certa difficoltà, poi - grazie alla flessibilità della mia spina dorsale di adolescente – sempre più agevolmente. Sudato ma arrapatissimo, con la cappella umida a qualche centimetro dalla mia bocca aperta, mi spingevo ancora di più verso la spalliera accarezzandomi le cosce ed abbracciandomi dietro le chiappe. Ora leccavo agevolmente la cappella ricoperta dal nylon e, a poco a poco che la posizione diventava più rilassata, il mio cazzo durissimo entrò tutto nella mia bocca. Le mie labbra lo stringevano mentre scivolava dentro e fuori e la mia lingua lo lavorava leccandolo a destra e sinistra irrorandolo con abbondante saliva che mi fuoriusciva ai lati delle labbra rigandomi le guance. Quest’ultime si gonfiavano e sgonfiavano nell’atto di pompare e risucchiare quell’asta turgida ed io, mentre gustavo il “sapore di maschio” che avevo nella bocca, sentivo che stavo avvicinandomi all’orgasmo. Accelerai il ritmo cominciando ad accarezzarmi i testicoli ed il penetrandomi il culo prima con in dito, poi con due e poi con tre dita. Spompinavo come un forsennato in preda ad una sorta di “trance” erotica quando all’improvviso sentì le contrazioni fortissime e eiaculai con 4/5 violentissimi fiotti di sborra che gonfiarono il nylon e mi riempirono letteralmente la bocca. Era densa, calda e con un gusto amarognolo che mi fece impazzire. Mi sentivo una troia in calore e in quel momento avrei voluto un altro cazzone che mi allargasse il culo. Tenni serrate le labbra continuando a succhiare il cazzo nella mia bocca fino all’ultima goccia di sperma. Spremetti con la lingua il nylon attorno alla cappella strizzandolo bene e lasciai finalmente libero il mio uccello stando attento a tenere tutta la sborra in bocca. Ora lo assaggiavo gustandone la consistenza deglutendone poco per volta per godermi a lungo quella sensazione unica. Lentamente mi ridistesi sul letto completamente “svuotato” da quella esperienza e guardavo il mio uccello ancora eretto con quella specie di profilattico di nylon completamente fradicio di sperma e saliva. Mi sentivo ormai una pompinara e cominciavo a desiderare un uomo e soprattutto il suo cazzone con cui farmi scopare: Giancarlo.
3. Giancarlo
Giancarlo era un mio compagno di classe in terza media. Eravamo seduti insieme nel penultimo banco vicino al muro. Rassomigliava a Pippi Calzelunghe in versione maschile e siccome era molto educato ed aveva degli atteggiamenti un pò effeminati veniva preso in giro e guardato in maniera un pò strana da tutta la classe. Del resto anche lui ci metteva molto del suo, ridendo e sedendosi spesso sulle nostre gambe provocando delle imbarazzanti erezioni che lui non poteva non “sentire”. Vestiva sempre con dei pantaloni attillati, un maglioncino e delle scarpine tipo “college” con dei calzini in filo di scozia bianchi o blu. In primo liceo, conoscendoci dalle medie, era ormai diventato quasi un gioco: quando indossava i pantaloni della tuta in tessuto elasticizzato, lo chiamavamo e gli chiedevamo di spiegarci un brano su un libro. Giancarlo si sedeva in grembo col libro davanti a se e cominciava a leggere e, nel girarsi per chiedere se lo stavi seguendo, muoveva in continuazione il suo sedere proprio sul tuo uccello che alla fine diventava duro come il marmo. Lui incurante arrossiva in volto e continuava a dimenarsi felice di rendersi utile e soprattutto di sentirsi tra le chiappe il cazzo duro di turno.
Quella mattina ero deciso a “combinare qualcosa” con Giancarlo, avevo messo un collant velatissimo celeste polvere (un trofeo di una visita in casa di amici dei miei) senza mutandine ed ero eccitatissimo. In classe più volte, passandogli vicino o muovendomi sul banco accanto a lui, durante la lezione avevo strusciato il mio cazzo sul suo braccio e la sua coscia. Giancarlo non protestava anzi spesso avvertivo che, al contatto, la sua coscia premeva sul gonfiore della mia eccitazione. Non ne potevo più e allungai la mia mano sul suo uccello tastandolo. Lui arrossì e mi chiese con voce bassa tremante cosa facessi. Gli chiesi se non gli piacesse e lui per tutta risposta aprì le gambe autorizzandomi al “massaggio” e mi mise la sua mano sul cazzo. Sentivo il suo gonfiore e una sensazione di calore s’impadroniva di me spingendomi ad essere più esplicita e troia. Da come lui mi palpava sentivo che le voci sulla sua omosessualità diventavano certezze e che in quel momento mi avrebbe volentieri tirato giù i pantaloni per imboccarselo tutto tra le labbra. Palpava e silenziosamente ansimava. Mi sbottonai la patta con nonchalance e la sua mano sgattaiolò dentro. All’improvviso mi guardò fisso negli occhi con un’aria eccitata e mi chiese come mai indossassi i collant da donna e gli rivelai che mi eccitava travestirmi e che li portavo già da un paio d’anni. Il suo massaggio diventò allora una vera e propria sega, e per la crescente eccitazione, rossi in volto ed accaldati, rischiammo di essere scoperti dal professore a causa dei nostri continui movimenti.
Anch’io gli tastavo il cazzo ed avrei voluto tirarlo fuori e succhiarlo per tutta la sua discreta lunghezza quando la campanella suonò la fine delle lezioni. Rimanemmo a guardarci delusi perché stavamo per godere entrambi. Giancarlo eccitato, con un’espressione ammicante che mi faceva intendere “tutto”, mi invitò a studiare a casa sua nel pomeriggio ed io accettai con piacere. Tornando a casa pregustavo le porcate che avremmo combinato di lì a poco pensando per la prima volta a Giancarlo come ad una possibile altra “troietta perversa”.
4. Eccitante scoperta
Arrivato a casa sua venne ad aprirmi Marida, la sorella di 16 anni che mi fece accomodare nella stanzetta di Giancarlo. Lui entrò dopo pochi minuti indossando una tuta in felpa grigia con le pantofole e dei calzini leggeri blu ai piedi. Fu felicissimo di vedermi e mi abbracciò inaspettatamente. Il nostro abbraccio fu molto prolungato tanto che cominciammo a strusciarci i nostri uccelli che iniziavano ad indurirsi. Entrambi ci tastavamo e palpavamo il culo e in quel momento sotto le dita avvertì la sensazione che Giancarlo indossasse un reggicalze. Emozionantissimo lo baciai in bocca e le lingue cominciarono a mulinare vorticosamente. Lui gemeva e mi spingeva il bacino contro le sue gambe leggermente divaricate, Improvvisamente gli abbassai i pantaloni della tuta e mi apparve arrapantissimo con un reggicalze in pizzo bianco che gli incorniciava un bell’uccello duro e glabro e delle calze bianche che gli velavano le gambe affusolate e senza un pelo. Gli dissi che era bellissimo e lui, molto eccitato mi rivelò che le aveva rubate dall’intimo della madre ed indossate proprio per piacermi. Cominciammo a spogliarci di tutto e rimanemmo solo in collant velati, che indossavo dalla mattina, ed in reggicalze e calze. Ci sdraiammo sul letto ed iniziammo a toccarci i cazzi a vicenda. Giancarlo si chinò e lo leccò per tutta la lunghezza continuando a segarlo delicatamente con le mani poi lo prese tutto in bocca e cominciò a succhiarlo e a pomparlo mentre io, mettendomi a 69 cominciai a ciucciare il suo. Mentre ci spompinavamo a vicenda contorcendoci e mugolando, infilavo il mio dito medio nel suo culetto stranamente caldo ed accogliente fino a farlo entrare tutto. Giancarlo muoveva le dita dei piedi inguainati in quelle splendide calze in preda all’eccitazione provocata dal mio cazzo che lo pompava in bocca ed il mio dito che gli stantuffava il culetto. Io approfittai della situazione per buttarmi a capofitto sui suoi piedi leccandone la punta di nylon rinforzata ed annusandone l’aroma mentre continuavo a masturbargli l’uccello. All’improvviso Giancarlo si alzò e, sdraiandosi supino con le gambe aperte e piegate sulla pancia, mi supplicò di infilargli il cazzo nel suo culetto già abbastanza lubrificato dalla mia saliva. Non aspettavo altro e prendendolo per le cosce avvicinai le sue chiappe e glielo infilai dentro. Dapprima era un pò stretto ma dopo un pò che lo inculavo sempre più forte il buchetto cedeva sempre più ed avvolgeva in una caldissima guaina il mio cazzo, ad ogni colpo più duro. Giancarlo gemeva ripetendo che era la mia puttanella in calore, si allargava le chiappe con le mani e si segava il suo cazzo duro supplicandomi di incularlo più forte e di spingere il mio uccello più in fondo. Io gli accarezzavo le gambe coperte di nylon e gli leccavo i piedi odorosi mentre gli sfondavo il culo. Che porca!!! Cambiammo posizione e sdraiandomi sotto di lui, si mise a cavalcioni infilandosi fino in fondo l’uccello nel culo ormai largo, dicendomi che si sentiva trapanato da quel palo di carne e che lo stavo facendo impazzire. Mi cavalcava e si menava l’uccello che gli ballonzolava davanti alla pancia. Io ero al settimo cielo e gli accarezzavo le gambe ed i piedi guidandolo per i fianchi il ritmo di quel saliscendi sul cazzo duro. Sentivo l’orgasmo avvicinarsi sempre più ed all’improvviso irrigidì le mie chiappe spingendoglielo tutto dentro ed esplosi in una sborrata che riempì le sue viscere di caldo sperma. Giancarlo godette serrando e dimenando le sue chiappe sul mio uccello con movimenti rotatori. Dopo un po’ si alzò e si sdraiò sul letto esausto e soddisfatto ed io, che ero ancora arrapatissimo, decisi di palpargli il cazzo con i miei piedi. Il contatto del nylon su quell’asta durissima e calda fù per me una sensazione nuova ed eccitantissima tanto che, stringendo i diti ad avvolgerlo in tutto il suo diametro, cominciai a fargli una lenta sega. Giancarlo chiuse gli occhi, prese le mie caviglie e guidò il movimento accelerandolo e rallentandolo. Sentivo sotto i polpastrelli, attraverso il nylon del mio collant umido, il suo uccello indurirsi e fremere quindi misi la punta del piede a coprirgli la cappella e con l’alluce ed il 2° dito dell’altro piede continuavo a segarlo. Giancarlo mi disse di non fermarmi perchè stava venendo ed io, paonazzo per l’eccitazione, accelerai il ritmo fino a che venne con 4 potenti fiotti di sborra calda che mi inzupparono letteralmente i piedi ed i collant fin quasi ai polpacci. Subito mi portai i piedi in faccia e me li leccai succhiando ed ingoiando tutta lo sperma. Giancarlo mi guardò intensamente ed eccitato mi disse che ero una maialona e che avrebbe voluto mettermelo in bocca. Non esitai neppure un istante e accolsi il suo uccello umido di sperma e semi-moscio nella mia bocca. Cominciai a lavorarlo con la mia lingua roteandola sulla cappella cingendolo con le mie labbra e cominciando a pomparlo con le mani in fondo alla mia bocca. Man mano che scorreva nella mia bocca lo insalivavo e sentivo sapore intensissimo e amarognolo dello sperma. Giancarlo si girò di fianco e messosi a 69 si impadronì del mio uccello ormai eccitato masturbandolo e leccandolo per tutta la lunghezza. Ci sentivamo due troie depravate e godevamo a spompinarci il cazzo a vicenda vogliose di riempirci la bocca di sborra densa e cremosa. Ci contorcevamo e ci spingevamo il cazzo in bocca ansimando e ripetendoci che saremmo stati per sempre amanti e non ci saremmo mai lasciati. Eravamo ormai attratti l’un l’altro dalla nostra condizione di sorelline travestite e questo ci eccitava maggiormente al punto che, quasi insieme, scoppiammo in una sborrata sconvolgente che ci gonfiò le guance di sperma denso, che a malapena riuscimmo a trattenere in bocca. Esausti ci accasciammo sul letto, uno accanto all’altro, e ci baciammo in bocca mischiando con le lingue la sborra di entrambi in un unico saporitissimo succo che bevemmo fino all’ultima goccia. …Ebbene, quello fu il pomeriggio più appagante ed eccitante di entrambe le nostre giovani carriere di troiette travestite.
5. Piacere perverso
Mentre tornavo a casa dopo quella esperienza mi sentivo ancora sconvolto e mi scoprivo con piacere a deglutire passandomi la lingua sul palato alla ricerca del sapore dello sperma di Giancarlo. Sentivo l’eccitazione salire ed una strana nuova sensazione interessare il mio culetto. Provavo un’insolito piacere ad estroflettere e a contrarre ritmicamente il mio buchetto umido. In quei momenti avrei voluto stuzzicarlo, violentarlo infilandoci qualcosa. Mentre pensavo a quanto perverso fossi diventato, arrivai a casa e corsi nella mia cameretta.
Mi sentivo accaldato e cercavo convulsamente di spogliarmi. Rimasi completamente nudo e al profumo che emanavano i miei piedi sudati, il mio cazzo durissimo mi deformava oscenamente il collant velatissimo celeste che indossavo ormai da due giorni. Mia sorella era uscita con mia madre e così, approfittando del momento favorevole, corsi in bagno alla ricerca di un suo paio di calze odorose su cui masturbarmi e sborrare. Ma i miei occhi si posarono su un qualcosa che mi riempì di libidine: il grosso manico arrotondato di uno sturalavandino nuovo ancora nella busta del supermercato faceva mostra di sé nell’armadietto vicino alla vasca. Nella mia mente già sentivo quel manico che mi allargava il buchetto facendomi godere come un, anzi una maialina. Presi la scatoletta blu della crema Nivea e lo sturalavandino e corsi in stanza chiudendo a chiave eccitatissimo. Mi spalmai tre dita di crema attorno e dentro il buchetto e nell’umettarmi due dita scivolarono dentro dandomi un brivido di piacere. Mi toccai il cazzo sentendo la punta umida che mi bagnava il collant di liquido prespermatico ed il mio buchetto, al penetrare delle tre dita aveva le contrazioni dilatandosi sempre più. Così inumidì la ventosa, piantandola fortemente sulla spalliera del letto, mi sdraiai col sedere sul cuscino e allargando le gambe me le portai piegandole verso il petto. Mi allargai le chiappe e avvicinandomi al grosso manico me lo infilai notando che scivolava dentro allargandomi il buchetto e facendomi impazzire di eccitazione. Ora spingevo ed il manico mi entrava tutto dentro riempiendomi le viscere. Cominciai a stantuffarmelo nel culo che cedeva sempre di più e più cedeva più mi entrava in culo per tutta la sua notevole lunghezza. Contemporaneamente mi masturbavo il cazzo e godevo come una troietta pensando che quel “cazzone” che mi spaccava il culo fosse di Giancarlo e in silenzio gemevo:“…mhhh dai porco, inculami fino in fondo, ahh dammelo tutto nel culo il tuo cazzone, amore”… Stavo impazzendo e volevo cambiare posizione. Mi sfilai il manico dal culo e con eccitazione mi accorsi, dalle tracce di Nivea, che mi era entrato nel culo per almeno 20cm.
Eccitatissimo mi girai e mi misi in ginocchio puntando con il culetto il manico che mi scivolò dentro fino in fondo facendomi gemere ancora. Me lo sbattevo fino in fondo nel culo molleggiandomi sul letto. L’eccitazione saliva sempre più all’acuirsi della sensazione di riempimento totale e di dilatazione crescente. Più mi infilavo quel manico durissimo e ormai caldo e più ne volevo… Guardavo lo specchio dell’armadio di fronte e mi vidi rispecchiato alla pecorina con solo quegli impalpabili collant che mi velavano le gambe, la schiena completamente inarcata, che spingevo all’indietro il mio sedere da cui si vedeva quel palo rigido lubrificato e lucido di umori intestinali che entrava e usciva. La mia testa roteava in sincronia col movimento delle mie anche, mi leccavo le labbra e con la mano mi segavo il mio uccello che ormai era vicino a sborrare. In preda a delle vere convulsioni che mi avvampavano decisi che dovevo violarmi il culo con qualcosa che me lo allargasse di più.
Mi sfilai il manico e non prima di essermi accertato di essere ancoratolo in casa, andai in cucina e trovai nella dispensa un cetriolo che poteva essere lungo 18-19cm ma era molto grosso in larghezza. Alla vista di quel “cosone” mi avvampai ancora di più e continuando a masturbandoni il cazzo corsi eccitato in camera mia. Richiusi a chiave, presi quel cetriolone e me lo infilai in bocca mimando il più porco e sensuale pompino che avessi mai fatto pensando di avere in bocca il cazzo di un uomo tipo camionista. Ero ormai al parossismo, mi rimisi alla pecorina e mi reinfilai il manico dello sturalavandino nel culo interamente, per tutta la sua lunghezza e guardandomi allo specchio ricominciai a penetrarmi e a ciucciare quell’ortaggio che per quanto era largo non mi entrava in bocca. Era completamente lucido di saliva e continuavo a far roteare la lingua ed a leccarne la punta arrotondata. Mi sentivo ormai pronto e la voglia di sentire il mio buchetto dilatato mi fece cambiare ancora posizione. Misi il cetriolo sul tappeto di fronte allo specchio mantenendolo in piedi con la mano e mi accucciai con le gambe larghe e aperte. La punta arrotondata cominciò ad entrare facendomi male così mi fermai, ma dopo pochissimo sentì il mio buchetto aprirsi e piano piano quell’arnese scivolò scomparendo nel buco riempiendomi letteralmente il canale. Lo sentivo durissimo e sentivo lo sfintere che cedeva. A quel punto mi lasciai andare sulle gambe e mi sedetti facendolo entrare tutto. L’immagine riflessa nello specchio era incredibile: un ragazzino di 13 anni nudo seduto a gambe aperte con un collant celeste velatissimo a mazza coscia con il buco del culo dilatato in maniera oscena da cui fuoriusciva solo la punta lucida di un gross cetriolo… Cominciai ad andare su e giù facendolo uscire per metà e risbattendomelo nel culo per intero gridando: “siii, Giancarlo spaccami il culo… sono la tua puttanella…” Più mi guardavo più mi impalavo e più mi sbattevo l’uccello che ormai durissimo puntava minaccioso verso la mia bocca. Sentii in quel momento delle fortissime contrazioni che serrarono il buchetto attorno al diametro del cetriolo bloccandone lo scorrimento e subito dopo tre spasmi e tre schizzi violentissimi di sborra densa e bollente che mi colpirono sulle labbra, sulle guance e in bocca.
Ero sconvolto, mi leccai la sborra dalle labbra e dalle guance e la raccolsi sulla lingua assaporandone il sapore a metà tra l’asprigno ed il salato. Ingoiai tutto lentamente mentre i muscoli anali si rilassavano ed il cetriolo lucido scivolava fuori dal mio culetto.
Fu allora che mi spaventai guardandomi il buco oscenamente allargato, ma ebbi fortissimo l’impulso di infilarmi tre dita e rigirarmele dentro sentendo che l’interno del mio culo era bollente. Mentre pian piano mi rilassavo, mi massaggiavo lentamente l’uccello moscio scappellandolo e spremendo la cappella arrossata portandomi le dita alle labbra per succhiare le ultime gocce di sperma. Quella serata mi sconvolse tanto da prendere coscienza che ero definitivamente diventato un perverso travestito tredicenne a cui piaceva fare la parte della troietta. Mi rivestii ed uscii dalla mia camera, andai subito in bagno a lavare ed asciugare lo sturalavandino. Lo rimisi a posto e corsi in cucina a buttare il cetriolo nella pattumiera e… mi accorsi che mia madre era rientrata. Mi disse che mi aveva sentito alzare la voce ed io, dopo aver lavato e sbucciato il cetriolo, addentandolo gli risposi che stavo scherzando al telefono con Giancarlo. …Hmm Giancarlo, se solo fosse stato con me stasera, pensai…
6. Desiderio continuo
La mattina seguente ero stranamente eccitato ed impaziente di rivedere Giancarlo a scuola per raccontargli l’esperienza della sera precedente. Decisi di indossare un collant velatissimo grigio polvere senza mutandine sotto i pantaloni della tuta di ginnastica perché mi sentivo porca e avevo voglia di succhiargli il cazzo come avevo fatto col cetriolo.
Da 1 mese eravamo seduti accanto e, durante le lezioni, le nostre mani scivolavano sotto il banco a palparci gli uccelli fino a farli diventare duri come il marmo e farli sborrare nelle mutandine. Ma quel giorno era diverso, mi era tanto rimasta impressa la situazione morbosa della sera precedente che lo desideravo oltre ogni cosa. Appena vidi Giancarlo mi avvicinai all’orecchio e gli dissi gli avrei rivelato una storia incredibile ma lui mi furtivamente mi leccò l’orecchio dicendo che quello che era successo a casa sua lo aveva cambiato completamente. Mi rivelò che portava le stesse calze e lo stesso reggicalze che indossava quel pomeriggio… e che mi desiderava. La leccata del lobo e soprattutto la sua morbosa confessione mi fece diventar duro il cazzo che, trattenuto dalla sola debole resistenza del collant, mi gonfiò il pantalone della tuta in modo evidente. Fortunatamente ero vicino al mio banco e mi sedetti subito per non far notare quella mostruosa erezione. Anche Giancarlo, accortosi del gonfiore, si sedette accanto e nel farlo poggiò la sua mano sul mio uccello e lo strizzò gemendo silenziosamente. Durante la lezione me lo massaggiò diverse volte tanto che poco prima della ricreazione gli fermai la mano perché stavo per sborrare. Ma la voglia di lui mi aveva preso totalmente e pensavo intanto come fare a chiudermi in bagno con lui per fare le porcate che mi frullavano in testa. La fortuna volle che il professore di Educazione Fisica ci disse di andare nello sgabuzzino degli attrezzi dietro la palestra scoperta a prendere la palla da basket e il materassino per l’ora seguente. Ci guardammo con complicità ed approfittammo della pausa della ricreazione per andarci. Appena dentro chiudemmo il chiavistello e ci baciammo infilandoci le lingue in bocca. Lui mi tirò giù i pantaloni e mi buttò sul materassino del salto in alto. Si tolse i pantaloni, gli slippini e le Superga rimanendo in calze e reggicalze e si distese a 69. L’odore delle calze sudate mi fece indurire ulteriormente il cazzo già duro e lui se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo avidamente e a slinguarlo sulla cappella. Io che non aspettavo altro, feci lo stesso ed incominciai ad insalivarlo e a masturbarlo per farlo diventare più duro. Sentivo il calore della sua bocca e la rugosità della sua lingua da pompinara che stuzzicava il filetto e a mia volta mi eccitavo come una troia nel ciucciare quel cazzo duro che profumava di maschio. Sentivo il mio cazzo scoppiare e Giancarlo, accortosi di questo, si girò e mi pregò di infilarglielo nel culo. Gli insalivai il buchetto già umido ed estroflesso dall’eccitazione e poggiai la cappella bagnata della sua saliva che entrò facilmente con mio grande stupore. Giancarlo ancheggiava e mugolava di incularlo più forte, così aumentai il ritmo pompandolo fino in fondo e facendolo sbavare di piacere. Lui si masturbava il cazzo con movimenti convulsi ed io che stavo per sborrare, irrigidii il mio uccello piantato in fondo al suo culetto ormai largo e scoppiai in una copiosa sborrata bollente che gli riempii l’intestino. Giancarlo serrò le chiappe per sentirselo ancora più duro e poi con un movimento repentino si girò e mi disse di prendergli in cazzo in bocca. Era durissimo e caldo e cominciai a succhiarlo e a slinguargli la cappella tenendolo serrato tra le mie labbra e segandolo con la mano lungo tutta la lunghezza. Sentii distinte tre contrazioni e poi tre fiotti di sperma denso e amarognolo si riversarono sulla lingua e mi riempirono la bocca. Inghiottii tutto assaporando sino all’ultima goccia di quel liquido viscoso dal sapore che mi faceva impazzire. Pulii la sua cappella e mi leccai le labbra delle ultime tracce di sborra di Giancarlo. Erano passati circa 10 minuti praticamente una sveltina che ci svuotò letteralmente i testicoli, ci rivestimmo in tutta fretta, infilammo saltellando le scarpette di ginnastica e un po’ accaldati, riaprimmo la porta e portammo il pallone e il materassino in palestra. Appena usciti dalla palestra, mentre correvamo per ritornare in classe ed unirci con i compagni ci imbattemmo in Michele il bidello che ci bloccò. Era un uomo di circa 35/40 anni, un tipo un pò burbero dal fisico asciutto, che non perdeva occasione per rimproverarci sempre di qualcosa. Quella mattina ci trattenne con forza per il braccio e ci chiese, con tono molto allusivo, cosa fossimo andati a fare nella stanza degli attrezzi. Io e Giancarlo diventammo all’improvviso paonazzi e ci guardammo preoccupatissimi. Forse quel porco ci aveva sorpresi a spompinarci a vicenda. Entrambi incominciammo a balbettare qualcosa circa la nostra presenza nello sgabuzzino e all’improvviso mi infilò la mano nel pantalone della tuta e afferrò il mio cazzo ancora umido di sperma attraverso il collant. Mi tirò a se e, dopo aver detto all’altro bidello che avrebbe fatto una commissione, ci portò di forza nella stanza degli attrezzi. Mentre ci spingeva posò l’altra mano sul culetto di Giancarlo e palpandolo si accorse del reggicalze.
Ora ci teneva in pugno e noi dovevamo stare per forsa al suo gioco. Appena dentro lo sgabuzzino chiuse a chiave e ci disse che gli piacevano i ragazzini effeminati come noi due e che se fossimo state troie come 10 minuti prima, avrebbe mantenuto il segreto. Eravamo tutti due terrorizzati e acconsentimmo. Giovanni si sbottonò i pantaloni e li abbassò alle caviglie rimanendo con gli slip, poi prendendomi da dietro mi abbassò i pantaloni della tuta e mi fece sedere sul suo cazzo semiduro palpando il mio. Il contatto del mio sedere con quel membro pulsante e caldo mi fece uno strano effetto e mi ritrovai a strusciare le mie chiappe inguainate nel collant sul suo cazzo duro. Poi disse a Giancarlo di togliersi i pantaloni e di leccarmi l’uccello ormai durissimo dai palpeggiamenti di Giovanni. Giancarlo si precipitò a leccarmi la cappella attraverso il collant e iniziò un magnifico pompino. Il mio cazzo scompariva tra le sue labbra che succhiavano il collant gonfio completamente bagnato di saliva. Io ero in preda alla massima eccitazione e lo incitavo a leccarlo e ad ingoiarlo tutto e allo stesso momento mi rivolgevo a Giovanni pregandolo di incularmi. Giovanni allora scostò il bordo del collant e mi posò la punta della sua cappella tra le mie chiappette. Sentii un calore che mi invadeva e con le gambe completamente aperte mi abbassai pian piano sul quel palo caldo e duro che si insinuava nel mio buchetto allargandolo sempre più. Sentivo un forte dolore ma l’eccitazione di sentirmi come una troia i calore che si fa inculare era più forte e mi fece cominciare a roteare il bacino e a saltellare sul cazzo che entrava centimetro dopo centimetro nel mio culo ormai cedevole. Giancarlo mi aveva abbassato il corpetto del collant e mi slinguava il cazzo riempiendosi completamente la bocca e masturbandosi come un forsennato. Giovanni mi prese dal bacino e mi guidava su e giù sul suo uccello ed io che gemevo per il piacere prendevo la testa di Giancarlo e gli spingevo il cazzo fin quasi a soffocarlo. Poi Giancarlo si alzò e alzando una gamba si sedette sul mio cazzo cominciando a penetrarsi. Il suo culo era più largo del mio ed entrò quasi subito. Era una situazione morbosa e terribilmente eccitante che ci sconvolgeva i sensi e ci faceva dimenare i nostri culetti, arrapantissima: Giovanni stava inculando una giovane travestita in collant velati che inculava una puttanella in calze e reggicalze che si masturbava il suo giovane cazzo. In quel momento realizzavo che un vero uccello mi stava scopando, grosso, duro e caldo scivolava nel mio buchetto ormai oscenamente largo e bagnato di umori anali, pompando fino a farmelo sentire in fondo all’intestino. Pensavo a quanto era triste soddisfarsi con lo sturalavandini o col cetriolo. Mi faceva impazzire il sentirmi troia; mi sentivo in calore e volevo farmi inculare sempre più forte e, sempre più forte inculare Giancarlo che mugolava allargandosi le chiappe con le mani e saltellava sul mio cazzo. Attraverso le pareti interne del canale sentivo il cazzo di Giovanni sempre più duro e lo pregai di farmelo succhiare. Mi alzai leggermente per permettergli di sfilarlo dal mio culo e mi sedetti con Giancarlo che ancora andava su e giù sodomizzandosi come un forsennato. Giovanni si avvicinò lateralmente infilandomi il cazzo tutto in bocca ed io, con una mano, lo masturbavo lentamente slinguandolo sulla cappella e lo spompinavo per tutta la lunghezza. Ora lo guardavo da vicino ed era un gran bel cazzo lungo una ventina di centimetri e largo abbastanza per farmi sbavare abbondante saliva dalle labbra. Le mie guance erano deformate dal suo uccello e la mia lingua lavorando sul suo filetto lo stava portando a sborrare. Anche Giancarlo incominciò a leccargli l’uccello con rapidi colpi di lingua finchè Giovanni, gemendo che stava venendo, premette la cappella sulle nostre labbra socchiuse a mò di bacio ed esplose in una sborrata copiosissima che in tre fiotti violenti ci inondò la bocca e la faccia di sperma caldo e denso ma di un buonissimo sapore. Mentre si masturbava facendo uscire ancora sborra io e Giancarlo ci slinguavamo, ingoiavamo e a turno gli succhiavamo la cappella fino a pulirla completamente dalle ultime gocce di sperma. Ero esausto ma felice e stavo per esplodere a mia volta nel culo di Giancarlo che, prontamente si alzò e si infilò il mio uccello tutto in bocca fino a toccare con il naso la mia pancia. Mi spompinò un paio di volte e allargando la bocca si fece spruzzare sul palato e sulla lingua un sacco di sborra che in parte gli fuoriuscì dalla bocca colandogli sul mento. Ingoiò tutto e con un voluttuoso colpo di lingua si leccò il mento dal rivolo gelatinoso che lo imbrattava. Giovanni si avvicinò alle nostre bocche e ci baciò con la lingua raccogliendo stille di sborra dai nostri palati per assaporarne il buonissimo sapore dolce e asprigno insieme. Infine ci rivestimmo risistemandoci le calze ed infilandoci i pantaloncini della tuta ed uscimmo furtivamente. Solo allora ci accorgemmo che erano passati 25 minuti!!! Chissà cosa diranno quando torneremo in palestra, mi chiedevo tra me e me, mentre sforzandomi di camminare come un ragazzo normale invece che come una vascca travestita che si è appena fatta rompere il culo, percorrevo il corridoio per la palestra. Appena entrati in palestra ci accorgemmo che la nostra assenza era passata inosservata. Giancarlo, sorridendo, commentò che ci era andata bene visto che ci eravamo già sputtanati la reputazione con Giovanni.
I boy scout
Quella primavera decidemmo insieme di iscriverci ai boy scout per fare una nuova esperienza di contatto con la natura e con altri ragazzi come noi. Lo facevamo per sentirci più grandi e anche perché era qualcosa che ci avrebbe impegnato il periodo estivo. Poi sognavamo il fatidico campeggio nella tenda. Ed il fatidico momento arrivò. Dovevamo stare al campeggio estivo una decina di giorni ed incontrare un gruppo di boy scout di un altro paese. L’idea di dormire insieme sotto la tenda ci faceva impazzire dalla voglia. Avremmo potuto travestirci, scoparci, masturbarci, succhiarci e sborrarci in bocca tutte le volte che volevamo per 10 notti consecutive. E poi, viziosette come eravamo diventate, avremmo potuto trovare dei ragazzi come noi con cui dare sfogo alla nostra troiaggine. Mi ricordo che la divisa prevedeva l’uso dei pantaloncini corti perciò decidemmo di portarci in campeggio una serie di mutandine velatissime e di gambaletti di nylon che avremmo indossato sotto i pantaloncini ed i calzettoni da scout. La sera della partenza, appena arrivati al pullman, ci squadrammo vogliosi e Giancarlo scostando il lembo del calzettone mi rivelò il suo gambaletto velatissimo bianco. Appena lo vidi mi venne l’uccello duro che premeva dentro il perizoma celeste che indossavo e lui, accortosi del gonfiore, mi disse di avere pazienza fino a quando ci saremmo seduti nel pullmann per viaggiare tutta la notte. Dopo i primi chilometri di canti, urla, scherzi e… grandi palpate di uccello, finalmente calò il silenzio. Tutti si slacciarono gli scarponcini e si accucciarono sul comodo sedile per dormire coprendosi con i propri giubbotti. Giancarlo si sfilò scarponcini ed i calzettoni rimanendo con le calze di nylon leggero e poggiò accucciandosi i suoi piedi proprio sul mio cazzo. L’intenso odore di piedi sudati di tutti gli occupanti del pullman mi stava facendo impazzire così mi sbottonai il pantalone e liberai il mio uccello fasciato dal velo del perizoma. Assicurandomi che tutti stessero dormendo presi i piedi di Giancarlo e me li portai alla bocca ed al naso. Sentii l’aroma del nylon impregnato e cominciai a leccare le punte leggermente rinforzate dei gambaletti. Leccavo convulsamente ed annusavo e mi segavo l’uccello, sempre più duro. Giancarlo mi liberò il cazzo che svettava e lo strinse tra le piante dei suoi piedi iniziando un lento movimento su e giu. Sentivo l’umido delle sue calze sudate che faceva scivolare il nylon per tutta la lunghezza dell’uccello. Poi si prese i piedi con entrambe le mani e stringendo le punte aumentò il ritmo della masturbazione. Io ero letteralmente disperato perché avrei voluto urlare dal piacere che quella puttanella di Giancarlo mi stava procurando, mi contraevo e mi contorcevo sul sedile facendo attenzione a non svegliare nessuno. Ogni tanto Giancarlo si abbassava sui suoi piedi e si infilava il mio cazzo in bocca ciucciandolo e slinguando la cappella. Poi si tirava su e ricominciava a segarmi con i piedi. Ormai i suoi gambaletti erano bagnati di umori prespermatici e questo lubrificava maggiormente il nylon facendolo scorrere più facilmente. Non potetti far altro che infilare la mano tra le sue gambe ed impossessarmi del suo cazzo già duro e cominciare a masturbarlo furiosamente. Giancarlo godeva e si leccava le labbra semisocchiuse ed accelerava ancor di più il movimento dei suoi piedi sul mio uccello. Stavo per esplodere e mentre me ne rendevo conto Giancarlo mi sborrò in mano una marea di seme bollente. Strinsi istintivamente il suo cazzo, gli diedi tre colpi per tutta la sua lunghezza e poi raccolsi tutta la sborra densa nel palmo della mia mano e me la portai alla bocca leccandola ed ingoiandola fino all’ultima goccia. Ora sentivo che stavo esplodendo e Giancarlo, che se ne era accorto dalle contrazioni, strinse le piante e piegò le dita dei piedi a coprire interamente la cappella da cui fuoriescirono tre fiotti violentissimi di sborra che gli riempirono letteralmente le calze e la punta dei piedi di una massa calda e gelatinosa. Lui continuò a muoverli facendo uscire ancora sperma e, solo quando notò che avevo eiaculato tutto ciò che avevo nei miei testicoli, mollò lentamente il mio cazzo abbassandosi e infilandosi letteralmente le punte sborrate delle calze in bocca. Leccò completamente tutto lo sperma sia dal primo che dal secondo piede e poi me li porse per permettermi di leccarli a mia volta. Avevano un’intensissimo ed eccitantissimo odore di nylon sudato misto a saliva e a sperma amarognolo. Sfiniti alla fine ci baciammo con la lingua che ancora sapeva si sborra e dopo esserci ricomposti e rivestiti ci addormentammo.
Dopo quella furtiva esperienza, non riuscivo ad adormentarmi. Ero ancora eccitato e al pensiero di essere circondato da piedi odorosi e sudati stava tornando fuori la mia indole feticista. Mi alzai e mi diressi silenziosamente ai sedili in fondo al pullman dove dormiva sdraiato un ragazzo di 15 anni senza scarpe. I sedili erano comodi e spaziosi così mi sdraiai con il naso vicino ai suoi piedi. Era troppo invitante. I suoi calzettoni erano terribilmente sudati ed odorosi e mi riportarono alla mente la puzza che impregnava le calze di Francesca, la mia amichetta d’infanzia. Mentre col naso mi avvicinavo alla pianta cominciai a palparmi il cazzo sopra i pantaloncini. Quell’odore intenso mi faceva impazzire e stringendomi l’uccello velato dal perizoma, mi masturbai furiosamente leccando delicatamente la parte inferiore della punta di quei calzettoni e annusandone la puzza penetrante. Ogni tanto, forse per dei movimenti involontari o forse per il solletico che la mia lingua poteva procurargli, il ragazzo muoveva leggermente le dita e questo mi eccitava da matti perché pensavo che si fosse accorto di ciò che gli stavo facendo e gli piacesse. Alla fine venni con un’altra copiosissima sborrata nelle mutandine e nel palmo della mano, che leccai avidamente. Finalmente ero rilassato e dopo essere ritornato a sedere accanto a Giancarlo, mi addormentai.
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17 years ago
admin, 75
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Airline bologna
Sono ancora adrenalinico.
Un casa - Bologna, Bologna - casa fatto di notte tra curve e banchi di nebbia.
C'è questo ritorno fatto da solo che come sempre mi illumina la strada. Bello guidare senza nemmeno una macchina di fianco. Bello quel buio fitto, bello potersi muovere un po' anche con la mente mentre si è al volante.
Come sempre strani pensieri, strambi, perversi, insensati e stupidi affollano la mia mente.
Inizia tutto da una galleria, ampia e ben illuminata. Sono nella corsia centrale. La velocità si attesta sui 90 km/h, sai com'è c'erano gli autovelox in galleria, bastardi. Poi, non sò, ero lì, una mano sullo sterzo, l'altra con appoggiato il gomito allo sportello mi sorreggevo la testa appesantita dai pensieri in arrivo. Mi guardavo un po' intorno, visto che me lo potevo permettere. Vedo diverse cose che attirano la mia attenzione. Un telefono dell SOS, un autovelox, varie e strambe luci, poi una prima porta aperta. E qui la mia curiosità mi dice chissà che c'è dentro. Poi un altra porta, poi un altra, poi un parcheggio per la sosta. Qui la mia curiosità si fa largo, ma a differenza di tutte le menti comuni la mia si invoglia. In una notte di autostrada nel vedere una galleria io penso che:
Quella piccola porta bianca, con in alto posto un oblò per vedere al minimo chi c'è fuori o dentro. Un posto illuminita ma anche in penombra. un parcheggio posto sotto la galleria e vicino ai telefoni SOS. Dio mio bello sarebbe fare del sesso qui. Così, ho pensato a questo non appena vista la scena davanti agli occhi. Mi sono subito immaginato una scena mettendo assieme ogni pezzo. ogni ingranaggio di passione. Bello sarebbe. Vedere l'eccitazione e la paura di lei che dietro a quell'oblò teme di essere guardata o vista da le macchine in transito, perchè come me che ho notato la porta, altri la noterebbero. E noterebbero altro se io fossi li dietro con "te". Mettere l'auto lì parcheggiata e dare l'idea che qualcuno si sia fermato. invogliare i passanti a guardare e curiosare, mentre "tu" intenta ad ansimare da dietro la porta guardi fuori dall'oblò in cerca di paura e ansia, quella che infondo continua a farti eccitare. Impaziente di prendere quel che ti spetta da un azzardo simile. E poi pensa a me, in quella scena. Sentirsi tra le braccia una donna così. una donna impaziente, vogliosa, che trema per la paura ma anche per il desiderio che le faccio provare. Teme il gioco ma è quello che spera. Si lascia esplorare con la mano come inerme, senza volontà. Il suo allargare le gambe e lasciarsi libera e aperta. Il suo stare a bocca aperta in cerca di ossigeno, non tanto della mia bocca e delle mie labbra cerca aria e con le braccia e le mani mi cerca fisicamente portandomi a se. Vuole calore e sicurezza che non è sola in mezzo a quella sensazione di timore e paura. Il fatto che la penetri la rende ancora viva. Mette il piacere in contrasto con i suoi pensieri ed è come droga. E' come un crescendo di emozione. Sale sale ad ogni mia penetrazione. l'averla fatta sciogliere con le mani la rende insaziabile. Devo prenderla con forza, spingere forte perchè senta il vigore e il dolore. Cerca l'orgasmo vero e proprio come forse spesso non lo raggiunge. Obbligatoriamente questo vuole. Da quella situazione non raggiungere uno scoppio che la liberi della tensione sarebbe un disastro. Invece voglio che esca da quella porta con l'oblò e che le sue forze si disperdano in un bacio dolce che prima non riusciva a pensare. Voglio che le sue labbra si ammorbidiscano dopo e che finisca per lasciarsi andare tra le mie braccia.
Voglio pensarla con la gonna, lente e lunga, voglio pensarla come mi va. Perchè io son così, lo farei se avessi la donna che ho descritto. Se trovassi questo gioco. Una strana galleria delle 4 di notte o strani pensieri di uno che ne ha troppi.
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17 years ago
davideee253826,
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La materia di cui sono fatti i sogni
“Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è circondata da un sonno.”
William Shakespeare, La Tempesta
A 4 anni, Elisa vuole un coniglietto.
Ne aveva visto uno all’asilo, lo avevano portato le maestre, e ne era rimasta colpitissima. Lo aveva carezzato, tenuto sulle ginocchia, e quell’animaletto che le annusava le mani e i capelli era bellissimo. Era un coniglio nano bianco e nero, si chiamava Ernesto. Quando le maestre glielo tolsero per farlo vedere alla sua compagna e poi per ridarlo insieme agli altri conigli nani all’allevatore che gliela aveva prestati, quasi s’era messa a piangere.
Ha chiesto disperatamente ai suoi genitori di prendergliene uno, ma soni assolutamente contrari. Abitano in un piccolo appartamento, e entrambi lavorano: il coniglio sarebbe un ulteriore impegno per loro, visto che Elisa non puè certo accudirlo.
Piange per giorni interi, ma non c’è nulla da fare.
Poi una notte lo sogna: un coniglio nano tutto bianco, con gli occhi azzurri e la punta delle orecchie e delle zampine grigio scuro. Il nasino è rosa, perennemente in movimento, e le orecchie lunghe lunghe. Lo tiene in braccio, accarezzando le lunghe orecchie e la schiena, mentre Arturo (così lo chiamaa) resta docilmente a godersi le coccole.
Lei resta in fondo al letto mentre lui saltella sul copriletto coi fiori, agitando il nasino e ogni tanto allungando il collo, le orecchie tese, attento a qualche rumore. Lei lo guarda affascinata. Arturo, esplorando il tappeto di fianco al letto di Elisa, trova le sue pantofole e dopo averle accuratamente ispezionale, inizia a mordicchiarle.
Quando Elisa se ne accorge, lo prende per le orecchie e lo tira via, ma mentre lo posa sul letto Arturo si gira e le graffia il braccio, vicino al polso. Elisa grida e si sveglia.
La mattina dopo, mentre le medica i profondi tagli sul braccio, la mamma le ripete che lei non ha nessun coniglio, e che non deve aver paura di dirle se ha litigato con un amichetto, che alla mamma e a papà interessa che la loro bambina sia sincera, e se qualcuno le fa del male ci penseranno loro a parlare coi genitori di chi le dà fastidio.
Elisa piange tutto il tempo, e la mamma le ripete che non esiste nessun Arturo.
La notte successiva non sogna più Arturo. E nemmeno quella dopo.
A 9 anni, Elisa vuole una bicicletta.
A dire il vero ce l’ha, ma non le piace. Lei vorrebbbe la mountain bike, ma i genitori non si fidano, troppo impegnativa per quel corpo esile. La bambina è carina, sana, fisicamente a posto, ma quella storia del coniglio ancora li tiene un pò sul chi vive. Alla fine, le avevano comprato una bici per girare per il paese coi suoi amichetti, una pieghevole tipo graziella che potevano portarsi dietro anche per gite e vacanze, ma lei non l’ha mai sopportata. Una bici tutta rosa, col cestino e il paracatena di plastica trasparente, mentre i suoi amici un po’ piu’ grandi di lei hanno fiammanti mountain bike: che invidia!
Poi una notta la sogna: una mtb nuova fiammante, coi freni a disco e il telaio nero e rosso, bellissima! La trova davanti al portone del garage, e la prova subito.
Prima un breve giro del palazzo, l’ampio parcheggio sul retro e il giardino sul davanti: l’ideale per fare pratica. Il telaio è troppo grande per lei, la sella è abbassata al massimo e ugualmente Elisa tocca i pedali a fatica, e per fermarsi deve quasi saltare giù, ma è felice per avere finalmente la bici che desiderava tanto.
Dopo qualche metro di allenamento diventa pratica anche nel cambio marcia, e si diverte a fare lo slalom tra le aiuole. Prova anche a prendere velocità, nel parcheggio grande e vuoto, e l’aria che le scompiglia i capelli mentre pedala forte la entusiasma. L’ebbrezza le prende la mano, le fa ricordare quello che vedeva fare ai suoi amici, e prova ad andare oltre: spinge sui pedali fino alla massima velocità, poi frena bruscamente all’ultimo, e come loro fa sbandare la bici, gridando di gioia. Poi riparte, nell’altro senso, e spinge di più frenando sempre più tardi. La terza volta non vede il tombino, dà una frenata brusca e rovina a terra. La bici si riga tutta, piega una leva del freno e la gabbia del cambio, lei si spella il ginocchio e il gomito destri, e si sveglia.
Sta attenta a non farsi vedere dai genitori, va a scuola e si fa medicare in infermieria dicendo che è scivolata in cortile correndo. Dice la stessa cosa anche ai suoi genitori, tornata a casa.
La notte successiva, Elisa non sogna più la mountain bike. E nemmeno quella dopo.
A 14 anni, Elisa vuole il motorino.
I suoi genitori sono fermamente decisi per il no, categoricamente. La figlia si è fatta bella, una ragazza alta e sottile, con profondi e meditabondi occhi scuri, spesso dall’aria malinconica, lunghi capelli neri e il viso allungato e la bocca carnosa della madre. Circondata da ragazzini e da ragazzi più grandi, anche se la figlia si veste in maniera tranquilla, senza tanga fuori da pantaloni troppo bassi o toppini o piercing all’ombelico, i genitori sono comunque ansiosi e le dicono spesso: con quel che si sente in giro, siamo preoccupati che qualcuno... sai come succede... ti trovi da sola in un posto buio e... Elisa riusciva a capire che la sua era solo apprensione per una ragazza carina, per sua stessa natura di essere femmina già soggetto di attenzioni e di pericoli da cui difficilmente avrebbe potuto difendersi, ma ugualmente era arrabbiata coi suoi perchè si sentiva inferiore alle sue amiche: dover prendere il bus o farsi portare e venire a prendere dai genitori al cinema, al centro commerciale, in discoteca... è così da sfigata!
Tiene il muso ai suoi genitori per settimane, e a scuola sopporta con fatica lo scherno delle (mica poi tanto) amiche.
C’è un ragazzo carino, che le piace e a cui è certa di piacere, ma sa che senza un motorino tutto suo non può frequentarlo con la libertà che vorrebbe.
Poi una notte lo sogna: un cinquantino sportivo, nero e rosso come lei lo desiderava, bellissimo e sportivissimo. Il casco abbinato è un integrale (la sicurezza prima di tutto!) anche quello nero e rosso (...e l’eleganza subito dopo), e ha anche il bauletto dietro. Così può metterci il casco del suo ragazzo quando vanno via insieme...
I primi metri sono prudenti, il motore è molto grintoso e appena accelera il motorino schizza in avanti. I freni sono decisi, basta sfiorare la leva per rallentare e tirarla a fondo per frenare intensamente. Sul quel motorino si sente sicura e al tempo stesso... figa!
Fa prove di agilità facendo zig zag tra i segni dei posti macchina nel piazzale del parcheggio, prove di frenata e anche di partenza, non vuole essere sopresa da qualche imprevisto e fare una brutta figura. Dopo un breve giretto di ‘riscaldamento’, si decide a uscire dal condominio. Parte decisa, e non si accorge del gatto della signora del piano terra, Panky, che sta attraversando il passo carrabile tra il piazzale e il giardino, e lo investe. Elisa tenta di frenare, ma si sa come sono i gatti, sembra quasi che si buttino sotto apposta... Il colpo è secco, senza lamenti: si ferma subito, smonta di corsa ma Panky è già morto. Si mette a piangere, ancora col casco in testa, seduta a terra a fianco del gatto, e si sveglia.
Quando scende per andare a scuola, vede in lontananza la signora del piano terra sul passo del cancelletto della sua porzione di cortile che si guarda intorno, la sente chiamare il suo gatto ad alta voce, con un tono sempre più preoccupato e ansioso, ma allunga il passo per allontanarsi, mentre gli occhi le lacrimano.
Quando torna a casa e sua madre le dice che qualcuno ha schiacciato Panky con lo scooter, si mette a piangere a dirotto, soprendendola, e si chiude in camera sua.
Con gli occhi spalancati sul soffitto, decide di non sognare più.
Fabio è un bel ragazzo, glielo invidiano tutte, e lei ne è fiera senza esserne gelosa. Sa di non essere la sua prima ragazza, in un angolino sa anche che poteva non essere l’ultima, ma lo accettava. Lo ama davvero, e lui ricambia.
Elisa è cresciuta molto bene, è una ragazza ben fatta, fine, di una bellezza non appariscente, di quelle legate alla perfezione dei lineamenti e delle proporzioni che si apprezzano solo alla seconda occhiata. Ma senza dubbio è molto, molto bella.
Lei e Fabio stanno insieme da qualche mese. Era stato lui a cercarla, dolce e gentile, e lei lo aveva trovato insolito per la nomea e la reputazione che aveva in giro: era chiaramente un ragazzo che non aveva difficoltà a trovarsi una ragazza compiacente, ma stanno bene insieme, e lei è felice.
L’unica cosa che la lasciava perplessa riguardava la loro intimità: è una ragazza all’antica, in un certo senso, non certo bigotta ma per tanti versi ‘tranquilla’. A 24 anni aveva avuto pochi ragazzi e nessuna storia importante, e si sentiva sessualmente inesperta al confronto di tante sue amiche e dello stesso Fabio.
Lui dopo qualche tempo che avevano iniziato a fare sul serio le aveva accennato a qualcosa che lei non aveva mai affrontato, una parte del sesso che Elisa non si sentiva ancora di provare, anche se tante sue amiche lo magnificavano. Per un pò Elisa aveva nicchiato, poi ne avevano parlato apertamente, aveva espresso a Fabio i suoi dubbi e i suoi timori e lui lo aveva accettato senza problemi. In fin dei conti, le disse, il sesso si fa in due, e il piacere dev’essere di entrambi. Non preoccuparti, l’aveva tranquillizzata, quando ti sentirai pronta proveremo, e vedrai che sarà piacevole anche per te.
Elisa era rimasta colpita da questa accettazione, un comportamento che ave a conquistato anche tutte le sue amiche, soprattutto Cristina, collega di Fabio e sua migliore amica, e aveva deciso in cuor suo che lui era l’uomo giusto.
Quel sabato lei avrebbe dovuto lavorare anche il pomeriggio, l’altra commessa era a casa da giovedì con una febbre alta inspiegabile e le avevano chiesto di fare straordinario, ma intorno alle 10 la sua collega arriva sul lavoro e la sua ‘capa’ la lascia andare a casa, dopo aver segnato le ore effettuate.
Decide di andare da Fabio, se fossero partiti subito e avessero mangiato qualcosa in autogrill avrebbero ancora potuto passare mezza giornata al mare, questi sabati di maggio così caldi erano magnifici per iniziare ad abbronzarsi un pò. E poi, lei aveva deciso... Quella sera, a casa sua, tornati dal mare, voleva togliersi quel suo ultimo tabù, e fargli un regalo di compleanno con qualche giorno di anticipo.
Entra con le sue chiavi, attenta a non far rumore, e nel tinello si leva le scarpe in silenzio. Dal corriodio sente dei rumori, un vociare, forse la tv...
Si avvicina lentamente, e inizia a distinguere voci concitate, che passo dopo passo diventano gemiti e brevi parole spezzate e soffocate. Una voce maschile e una femminile, dalla cucina. Sbircia dalla porta socchiusa, il cuore agitato e la mente confusa. Vede Cristina, nuda: è in piedi, piegata in avanti sul tavolo, il busto appoggiato sul piano, il seno abbondante sobbalza sul piano di vetro, si masturba. Fabio è in piedi dietro di lei, a torso nudo e coi pantaloni a terra, la tiene per i fianchi e si muove allo stesso ritmo della ragazza, veloce e deciso. Lui la sta penetrando da dietro, quel tipo di rapporto che voleva da lei e che da lei non aveva ottenuto... Può constatare l’evidente e udibile soddisfazione di entrambi da incitazioni reciproche e reciproche espressioni di apprezzamento che si scambiano i due, sconcezze che Elisa non potrebbe mai pronunciare o riuscire ad ascoltare, ma... che la eccitano. Sconvolta, non riesce però a staccare gli occhi dallo spettacolo, e peggio ancora si sente rimescolare dentro... I due sono incapaci di accorgersi di lei, le è facile, una volta che finalmente riesce a riprendere il controllo di sè stessa, andarsene senza fare rumore.
In ascensore l’eccitazione svapora e riesce a dare finalmente sfogo al suo pianto disperato e alla sua rabbiaa dolorosa.
Piange per tutto il tragitto fino a casa sua, spegne il cellulare e stacca il telefono, si getta sul letto in lacrime, e impiega molto per addormentarsi.
Poi li sogna. Un sogno orribile, vivido, coinvolgente... Riesce a svegliarsi solo quando l’incubo finisce, e resta sveglia e terrorizzata per ore. Crolla di nuovo in un sonno finalmente senza sogni solo poco prima dell’alba.
La mattina dopo si sveglia distrutta, e piange per molto tempo. Quando riesce a scuotersi abbastanza per alzarsi e vestirsi sono già le nove passate, riaccende il telefonino e trova numerosi messaggi che la avvisano che sua madre, diversi suoi amici, la sua datrice di lavoro l’hanno cercata. Nessuna chiamata di Fabio. Si chiede il perchè di tante chiamate, forse il ritardo sul lavoro, mentre si veste in fretta riattacca il telefono e subito squilla il numero fisso.
Sua madre ha una voce distrutta, spaventata, Elisa impiega un pò per schiarire la mente abbastanza per riuscire a capirla. Poi ci riesce.
Il fratello di Fabio è passato a prenderlo presto, quella mattina, per una questione di lavoro, e l’ha trovato morto. Lui e Cristina erano in una pozza di sangue, sul letto, nudi. Uccisi con una quantità incredibile di coltellate, e orribilmente mutilati. Secondo i carabinieri la porta d’ingresso non è stata forzata, non si trova l’arma con la quale sono stati uccisi, e non si tratta di furto perchè è tutto in ordine.
La madre le chiede premurosa e ansiosa come sta, ma Elisa non la ascolta più.
Riconosce il suo sogno terribile... Dopo tanti anni, ha di nuovo ‘sognato’.
Torna a letto, con la mente e gli occhi pieni di quelle immagini, vere, e decide che non chiuderà più occhio.
Dopo qualche tempo diventa necessario ricoverarla, e devono imbottirla di sonniferi, ma lei non dorme.
Elisa non dorme più.
Sono tre anni, ormai.
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2
17 years ago
sessodolce234269,
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Una serata magica
Era indubbio
era una delle piu' belle donne che avevo mai incontrato e, senti senti, aveva deciso di invitare a cena a casa sua proprio me, che non stavo piu' nella pelle al pensiero di quello che avrei potuto fare se solo solo mi dava l'opportunita' di provarglielo. Ci eravamo sentiti spesso per telefono ma non ero mai riuscito a convincerla che mi creava delle erezioni spaventose solo sfiorandola. Si lamentava come tutte le donne della ciccia di qua' della ciccia di la', del periodo poco favorevole: parole che a me sinceramente apparivano come scuse; ma non mi aveva mai detto di NO in maniera chiara e tonda. E ora dopo vari tentennamenti sono davanti al suo portone che attendo di vedere i suoi occhi azzurri. Apri la porta vestita di nero con un golfino scollato, tacchi da brivido e una minigonna da record e pensai “ è indubbio, è una delle più belle donne che ho mai incontrato”. Mi fece accomodare con il suo solito sorriso di chi fai fatica a capire che cosa pensa, dandomi un bacio appena le porsi il mazzo di fiori che le portavo in dono. La casa era arredata con gusto e pur non essendo una reggia era accogliente e rispecchiava totalmente la classe che la aveva sempre caratterizzata. MI OFFRI UN APERITIVO E GIA' SENTIVO NEI PANTALONI QUALCOSA CHE CRESCEVA A DISMISURA ogni qualvolta si avvicinava e sentivo il suo profumo. E mi ricordai la teoria dei feromoni, ossia quelle sostanze che emettono le femmine di alcune specie animali per attirare il maschio, e mi convinsi che lei ne aveva un magazzino pieno. Mai una donna, che io mi ricordi, era riuscita a eccitarmi come ci riusciva lei. Tra un discorso e l'altro consumammo il pasto, leggero ma composto con gusto e sicuramente speziato, come volesse mandarmi un messaggio: ”caricati che dopo ti faccio vedere io”. Ma la cosa piu' assurda e' che non faceva trasparire niente, fredda come il ghiaccio, come fosse un gioco sottile, e non capivo se mi desiderava oppure no. I discorsi continuarono: parlammo della sua vita privata, della mia, un po' discutemmo di lavoro, i nostri sogni, i nostri desideri. Ma la spinta attrattiva piu' assurda che mi occupava la mente era quella di averla tra le mie braccia. Credo che la mia povera pompa cardiaca fosse al massimo delle possibilita' di lavoro. Ci accomodammo sul divano e mi offrì un drink. Mi portò un Brandy, come le chiesi, e anche lei si accomodò sul divano con un bicchiere di liquore in mano. Sapevo, perche' me lo disse tempo addietro, che l'alcool la disinibiva così pensai: è l'ora di agire. Si continuava a parlare ma e' indubbio che l'atmosfera era cambiata. Le voci si fecero piu' tremolanti e le parole non le seguivamo più. Ogni tanto mi sfiorava la mano e ridevamo alle mie stupide battute e sicuramente si stava sciogliendo. Mentre si muoveva per parlare o ridere guardavo tra le sue cosce e intravedevo le mutandine di pizzo bianco che facevano intravedere, in un eccitantissimo gioco vedi-non vedi, i suoi peli pubici che si facevano ogni minuto più intraprendenti. Cominciammo a parlare del suo fisico e ricominciò con la solita tiritera che si sentiva ingrassata, gonfia, sempre più vecchia. Non capivo se mi prendeva in giro (sapendo quanti uomini le correvano dietro come fosse una ragazzina) o se realmente si auto convinceva di essere ormai decadente. O era il gioco sottile di una donna che mi voleva convincere di essere imbruttita per vedere come reagivo?. Credo, e lo metto per iscritto, che tra lei 15 anni fa e adesso avrei preferito sicuramente adesso. Ma anche se glielo dicevo lei non mi avrebbe creduto. Così ogni tanto per consolarla mi avvicinavo e le toccavo le cosce per vedere la sua reazione. Come non sapessimo che dovevamo finire a far l'amore (il problema non era quando ma come). Le mie mani si facevano piu' intraprendenti e lei si lasciava toccare ridendo, vedendola per la prima volta felice, buttando la testa indietro e facendo volare i capelli come una nuvola nera presagio di tempesta, e che tempesta. Con varie scuse mi avvicinavo sempre piu' chiedendole che tipo di profumo usasse e cercando di annusarla sul collo. Lei si ritraeva come in un gioco di ragazzina ma si vedeva che era divertita e sicuramente eccitata. L'atmosfera era sempre piu' incandescente e visto che lei non prendeva l'iniziativa la presi dolcemente per un braccio e la tirai verso di me appoggiando le mie labbra sul suo collo. Come un esplosione i suoi peli corporei si rizzarono in segno di gratitudine e sembravano gridare “ grazie, grazie! Era da tanto che non lo facevamo”. Ho continuato perciò senza avere impedimenti a scoprire tutti i sapori del suo collo, del suo decolletè, dietro l'orecchio. La baciavo dappertutto fino a che dopo qualche minuto cominciai ad avvicinarmi a quella bocca rossa e carnosa che tanto mi aveva fatto sognare. Dapprima le nostre labbra si sfioravano chiuse. Le labbra, un po' secche dall'eccitazione erano ruvide. Ma quando spinsi con decisione le mie sulle sue cominciai a sentire l'umido della sua saliva che aveva un gusto mai sentito, stupendo e ne bevvi come fossi un disperato nel deserto che da giorni non si dissetava. Le mie mani, e le sue, si incrociavano alla scoperta dei nostri corpi come alla ricerca di strumenti per sopravvivere. Cercavamo solo di godere della nostra voglia come più ci faceva piacere. Cominciai con dolcezza ma con decisione a spogliarla liberando dapprima i suoi seni e lasciandola solo con le sue mutandine bianche. Ma non facevo tutto ciò ad occhi chiusi: dovevo gustarmi quei momenti con tutti e sensi di cui disponevo quella sera. E con la vista, quando guardai il suo culo incorniciato dal perizoma che entrava nella sua fessura come un fiume scorre tra due colline, pensai di svenire. In un momento così, se mi avessero fatto un elettrocardiogramma, sarei stato ricoverato d'urgenza. Era come se continuasse a mancarmi la ragione, come in un sogno, e poi d'un tratto tornavo alla realtà. La stringevo, la baciavo, la leccavo come fosse il mio ultimo giorno sulla terra. Io ero ancora mezzo vestito, ma non importava affatto: per me era importante fargli capire quanti ci tenevo a farla godere. Pian piano scesi sulle cosce dopo aver torturato dolcemente i suoi capezzoli e l'ombelico. Le sue cosce erano tornite, dure, abbronzate proprio come dovevano essere. La leccai partendo dalle caviglie, mi soffermai sui suoi polpacci gustandomi tutto il sapore della sua pelle. Piu' salivo e più inarcava il suo corpo come volesse spingermi in una zona misconosciuta posta proprio in mezzo alle sue cosce. Era stupendo leccare il suo interno cosce, quella zona stupenda dove la pelle si fa piu' fine e vellutata per poi ritornare un po' ruvida dove cominciano a nascere i peli del pube. E salivo sempre più su sino ad arrivare al limite delle sue mutandine, dove la coscia diventa corpo, dove il brivido diventa tremore, incoscienza sessuale, paradigma di tutte le senzazioni belle, droga del corpo assetato di puro e semplice sesso. Ma non avevo ancora saggiato la sua vulva che sembrava implorarmi di baciarla, di assaggiarla. E indugiavo appositamente affinchè si riempisse di succo come un frutto maturo. Decisi di interrompere la sua agonia e, dopo aver scostato le mutandine, mi tuffai a picco su quella fessura dolce e inebriante leccando e succhiando tutto ciò che c'era da succhiare e leccare. Leccavo così intensamente che pensavo il tempo si fosse fermato tra le sue cosce. Avrei potuto resistere per ore e ore in quelle condizioni soddisfatto dalle vibrazioni del suo corpo che mi trasmettevano il suo piacere intenso e parossistico. La mia lingua esplorava ogni decimo di millimetro di quella stupenda opera d'arte vivente: passavo dalle grandi labbra alle piccole per poi entrare in profondità il più possibile e ritornare fuori per suggere il clitoride che si ingrandiva sempre più. E più leccavo e più si inumidiva e diventava un prato ricco di rugiada tutta da bere. Oramai ogni fessura tra le sue cosce era stata esplorata, ma ero deciso ad accamparmi e decisi di mettere le tende perchè li c'era tutto ciò di cui avevo bisogno per sopravvivere. Ogni tanto con le dita le spalancavo le grandi labbra per entrare sempre più in profondità e continuavo in un su e giù infinito da essere convinto che se la mia lingua doveva morire era là che avrei voluto succedesse. Ma le mani non stavano ferme e giocavano con il suo corpo per arrivare a quelle due collinette che tanto adoravo, ma poi scendevano e la sollevavo dai glutei portandomi sempre di più la sua vulva sulla faccia sino a mancarmi il respiro. Ma non finiva qui il mio banchetto. Continuò finchè lei non mi chiese, senza fiato, di smettere per darmi il cambio in quello scambio di lingue che non aveva precedenti nella storia dell'erotismo mondiale. E così cominciò a spogliarmi di ciò che avevo e rimasi, costretto con la forza, in mutande che parevano talmente tese da scoppiare da un momento all'altro. Mi fece subire la stessa tortura che avevo fatto subire a lei: mi leccò i capezzoli, il collo soffiandomi nelle orecchie, si soffermò un po' sull'ombelico, e poi scese tra le cosce leccandomi all'interno per poi baciarmi le mutande li dove c'era l'Etna in attesa, dandogli dei piccoli morsi su tutta la lunghezza. Preso dalle convulsioni del piacere mi inarcavo e mi contorcevo in attesa del passo successivo che tardava ad arrivare finchè, in seguito ai miei movimenti ed ai suoi denti che trattenevano l'orlo degli slip, uscì in tutta la sua bellezza il mio cazzo ormai in agonia per l'attesa. Ma la sua bocca non fece subito il suo dovere ma leccò per interminabili minuti tutta l'asta. Ero nell'orlo dell'oblio, oramai in un altra dimensione non più terrena ma spirituale e astratta dove tutto e' e tutto pare essere. Ma qualcosa mi aveva dato l'impulso a tornare nella stupenda realta' di quel momento. Il calore della sua bocca che mi aveva accolto fino in fondo. Riuscii, in un attimo di lucidità, ad aprire gli occhi quando vidi che il mio membro era scomparso tra le sue fauci ingorde, era uno spettacolo unico vedere la sua saliva che colava sulle mie gambe. Ero ai limiti della sopravvivenza, il mio corpo tremava e sussultava ogniqualvolta la sua lingua seguiva i contorni della cappella ormai rossa da far paura. Con sapienza e arte riusciva a portarmi al limite dell'orgasmo per poi lasciarmi raffreddare e ritornare a lavorarci sopra. Ma era ormai obbligo per me e per lei portare alla vetta dei piaceri le nostre prestazioni senza lasciare tempi morti per pensare cosa e come dovevamo farlo. La presi con forza e delicatezza distendendola sul divano e senza grandi sforzi le spalancai le cosce lasciando in bella evidenza quella figa da opera d'arte, da biennale di Venezia che pareva colare piacere. Mi misi a succhiare quella linfa vitale prima di appoggiare la punta del mio fallo sulle sue labbra: dapprima lo strofinai su tutta la lunghezza della sua fessura torturando il clitoride che appena sfiorato la faceva saltare dal piacere come fosse un pulsante segreto. Poi pian piano mi presi la confidenza di entrare dolcemente. Fu un momento magico perchè il tempo si fermò per un attimo: sia io che lei non fiatammo finchè non entrò in tutta la sua lunghezza. Diedi due tre colpi delicati per bagnarla bene e poi cominciai a pompare con forza e con passione e da quel momento non riuscii più a trattenerla in quanto si agitava, muoveva la testa da una parte all'altra, gridava frasi quasi incomprensibili: capii qualcosa tipo “sfondami, entra più in fondo, dai forza, mi sento una porcona, sono la tua porca” etc. etc. Era indubbio che le piaceva avermi dentro di sè come io gioivo nell'esserci dentro. Era un ambiente caldo, accogliente. Sembrava fosse fatta apposta per il mio cazzo in erezione come fossimo due pezzi di un puzzle. Nel frattempo la baciavo, le passavo la mano tra i capelli, le succhiavo i capezzoli con avidità. Cambiammo varie posizioni finchè la misi a carponi: le cingevo i fianchi e la pompavo con assiduità e sentivo le mie palle che sbattevano giusto sul clitoride e lei godeva, godeva a non finire. Di tanto in tanto le titillavo la vulva o il buco del culo in quanto in quella posizione era bello esposto alle mie attenzioni: allora mi succhiavo il dito, lo facevo succhiare bene anche a lei e pieno di saliva lo inserivo piano in quel buchetto meraviglioso e morbido come il burro. Non vi dico le reazioni inconsulte che sembravano più dettate dal suo corpo che dalla sua mente quasi come fossero convulsioni. La rimisi a pancia in su perchè volevo vederla godere e dopo parecchi minuti che stavo dentro di lei cominciai a sentire la sua figa che si stringeva sempre piu' e lei che arrancava con il respiro, emetteva suoni tipo guaiti e ad un certo punto la sentii gridare “vengooo” con una “o” finale che non finiva più. A quel punto sentii anch'io un calore intenso che da giù mi arrivava sino al cervello e il mio cazzo dentro di lei cominciò ad ingrossarsi e lo sentii non controllarsi più finchè cominciarono i fiotti di seme dentro di lei: non è possibile definire come reagii. Era quello che si poteva definire sesso totale, senza limiti, senza vergogne, senza pudori, né falsi né veri, senza tempi morti senza condizionamenti, era la definizione, era l'archetipo di tutto ciò che è sesso. Si può dire con un semplice termine: godemmo. Fummo colti da un'attimo di rilassamento ma continuavo a stare dentro di lei. Aveva gli occhi chiusi ma quando li riaprii sembrava addirittura più bella (cosa praticamente impossibile visto che lo era già e molto). Mi guardò accennando un sorriso. Non avevamo parole, non potevano esserci parole: parlavano i nostri corpi sudati, soddisfatti, rilassati, compiaciuti. Eravamo stati nell'oblio, avevamo superato, come i grandi scalatori, le vette più alte del piacere. Dopo un po' ci recammo in stanza da bagno e mi propose di fare il bagno insieme. Fui d'accordo ma appena immersi fummo presi ancora dall'eccitazione. Lei cominciò a succhiarmi il cazzo nuovamente. Era stupendo essre immersi nell'acqua tiepida e sentirsi succhiare il cazzo. La presi nuovamente per i fianchi e la appoggiai seduta sul fianco della vasca con le gambe spalancate. La pregai, ma senza faticare più di molto a convincerla, a fare la pipì verso di me e dopo qualche secondo la vidi uscire così calda, limpida e andai sotto con le mani, come fosse una sorgente dove lavarsi le ferite di una battaglia, e quando il getto era quasi terminato andai con la bocca nella sua figa per estrarre quelle poche gocce di rugiada rimaste lì per dissetarmi. La leccai e continuai a leccarla finchè, aiutato con le dita nella sua vagina alla ricerca del fatidico punto “G”, lo trovai provocandone un altro orgasmo devastante e stupendo, riuscii a bere tutti i suoi succhi orgasmici frutto di una dolce fatica che ritenevo di dovermi meritare. Mi chiese di fare altrettanto sedendomi sul bordo cominciò a succhiarmi con l'affanno di un randagio che si avventa su di un osso. Sembrava fosse quasi un ringraziamento, una adulazione un regalo fatto con la sua meravigliosa bocca calda e accogliente. Quando dissi che stavo venendo lei rimase li con il mio cazzo in bocca e vedevo che sussultava di piacere mentre fiotti di seme caldo le riempivano la bocca di me e del mio sapore come io avevo fatto con lei. Imparammo a conoscere i nostri odori e i nostri gusti accorgendoci con piacere che ci piacevano. Quando fù l'ora ci lasciammo con la promessa di esplorare altri nuovi confini di piacere.
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1
17 years ago
ginex,
40/40
Last visit: 16 years ago
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Io, uno_dei_tanti
(autobiografia erotica di un 40 enne e fantasia con d.n.a.)
Un bell' uomo di 42 anni, cosi' vengo puntualmente definito, ma la parola "uomo"
e' un termine che ancora non riesco ad assimilare del tutto, mi sento ancora
un ragazzo dentro. Ti sembra ieri che la tua fidanzata del momento aveva una
ventina d'anni si e no e, nonostante sei consapevole che donne cosi' non te le
puoi piu' permettere (per loro spesso sei il 40 enne "bavoso" o in cerca di avventure)
spesso senti ancora l' impulso di avvicinarle, magari ingannato dall' immagine
nello specchio che non viaggia a pari passo con l' anagrafica reale...
Oltre all' immagine riflessa, non ti aiuta certo a "maturare" incontrare persone,
sia piu' giovani, che coetanee o piu' grandi, che ti danno tra i 32 e i 35 anni e
rimangono visibilmente stupiti quando spari i tuoi 42. Pero' li hai, dal primo
all'ultimo...
Poi mettiamoci lo stravolgimento chimico che si verifica nel maschio intorno ai 40,
l'aumento del livello di testosterone, insomma, si vuole fare di tutto e di piu'
perche' si sente che comunque il tempo stringe per essere ancora piacenti e divertirsi,
ed un po' perche' la voglia cerebrale e fisica risultano condizionate dalla chimica,
stravolte, amplificate.
Il risultato sono io e tutti quelli che stanno vivendo le stesse mie sensazioni...
Magari ti fai anche la moto, per sentirti giovane e libero...Poi ci sono quelli
che hanno avuto esperienze passate e ne hanno tutt' ora il controllo, e quelli
che, purtroppo, presi dalle emozioni del tutto nuove per il mezzo cosi' potente,
lasciano foto ricordo sui paracarri e graffiti sull'asfalto che spariranno per
sempre con le prime piogge e le lacrime di chi lasciano....
Ma torniamo all' erotismo, all' uomo 40 enne che alterna sprazzi di grande maturita'
a momenti, oserei dire, infantili, i momenti dei colpi di testa dove il cervello
che comanda e' situato in zona inguinale. Cosa non farebbe pur di godere del
sesso un uomo cosi'? Nulla, o quasi...qualche sano principio rimane, ma quel
ronzio alla romana che dice "ndo cojo cojo" rimane imperturbabile a disturbare
ogni pensiero intelligente tu possa fare.
Ed ecco quello che succede...Non sei innamorato, ma ti prendi la fissa per qualcuna
alla quale scrivi di getto, ma puntualmente non ti caga...Oppure il contrario, cioe',
qualcuna interessata ti contatta, ma tu, nonostante "ndo cojo cojo", hai
comunque dei parametri fisici ai quali rimani fedele piu' che un patriota
alla bandiera, ovvero, niente "dirigibili" (senza offesa, ironizzo), ma snella
e leggera...ma le snelle e leggere non scrivono a te, pirla...
Insomma, cominci a pensare che una donna per te, come la vorresti tu (e non e' che
chiedi chissa' cosa, solo snella) non la troverai piu'...E qui' torna utile
il "ndo cojo cojo", perche' il ronzio comincia a farti vedere prospettive
che un tempo nemmeno consideravi, prospettive per godere ancora dell' intimita'
fisica tra due bei corpi ancora pieni di vita e di voglia di godere...
Le prospettive sono donne non donne biologicamente, ma dall' aspetto di donne
a volte piu' belle delle donne biologiche...Tutto chiaro o ripeto? :-)
Hai degli amici come te, ne parli liberamente...Spesso senti dire frasi del
genere "Come ti fa un pompino un uomo, una donna se lo scorda", frasi superficiali
che dentro di te lasciano il tempo che trovano, non ti andrebbe mai di vedere
un uomo, magari baffuto, che te lo prende in bocca...dovresti chiudere gli
occhi e pensare a qualche fantasia arrapante, ma non riesci, LUI e' li',
e tu lo sai...Pero' e' vero, un uomo conosce bene se stesso e sa cosa piace a te.
Ma l'occhio vuole la sua parte, vuole essere ingannato per poter ingannare
a sua volta la molla che fa scattare la vera eccitazione.
Cosi' cerchi il trav/trans...sai benissimo chi e' biologicamente, ma ne vedi
la bellezza e spesso la femminilita' interiore...Spesso piu' "brava" nel
modo di fare e piu' gentile d'animo...Piu' brava per il desiderio di essere
una vera donna sapendo sfortunatamente di non esserlo, piu' gentile perche'
come uomo ci ha vissuto e ci vive e sa cio' che prova un uomo, quello che sogna.
Oltre a tenere cura di se stessa, la biologia, comunque maschile, ti consente
di osservare corpi, culetti, veramente splendidi nonostante sia quarantenne come
te mentre, purtroppo, la donna (che continuo ad amare) a quarant' anni non
e' spesso piu' tanto in forma, la donna tende a sfiorire prima, un vero peccato.
Niente cellulite (che comunque personalmente non disprezzo) e niente complessi
dovuti ad essa...Niente stop-metruazioni...Un solo difetto col quale imparare
a convivere...Il grilletto troppo prominente, ma se sei aperto a nuove esperienze,
come me, puoi utilizzarlo per godere anche di piu' e fare godere "lei".
Cosi' cominci a cercare, a contattare d.n.a. (donne nell' anima, mi piace definirle
cosi'). Le trovi piu' o meno oneste, piu' o meno diffidenti, ma le trovi, e
ti rispondono almeno! Una bella donna, invece, ha troppi fans per risponderti...
Che poi spariscano, a volte, senza un vero' perche' e' un altro discorso, ma lo
fanno anche donne e coppie (esperienza appena passata con una coppia che ha richiesto
la foto del mio viso e poi e' sparita, cancellando anche il nick, nonostante
la promessa di una risposta sia positiva che negativa, si vede che sono un
mostro...o che erano a caccia di foto...). Ma non mi arrendo fino a che non realizzero'
cio che sto per fantasticare qui' sotto.
Sono le due di notte, non se ne parla proprio di riuscire a dormire...
Nel mio corpo si sta svolgendo l' eterna battaglia tra il cervello e l' uccello.
Mi ero steso per riposare, ma nonostante non avessi cattivi pensieri, lui, il pisello,
aveva cominciato a gonfiarsi, senza un reale motivo. Il cervello diceva di non pensarci,
di dormire perche' la giornata seguente sarebbe stata gia' pesante di suo, al limite
di scaricarsi masturbandosi attaccato a qualche fantasia erotica, ma ormai,
tra l' erezione cosi' potente e i pensieri per debellarla, il sonno aveva deciso
di andare a ballare e ubriacarsi fino chissa' che ora...
Che faccio? Non ho voglia di guardare la tv, vediamo chi c'e' online che come
me ancora non dorme...www.desiderya.it/home.php (per evitare la pagina iniziale).
Nick uno_dei_tanti, pass *********** (e mica la scrivo :-))) ).
"Hai 3 nuovi messaggi". ??????? chi, io?????? Li apri sperando fosse la persona a cui
tieni tanto, alla persona che speravi di conquistare ma che in realta' ti considera
meno di zero...e come immaginavi lei non c'era, M., l' unica donna che per
chissa' quale mistero chimico mi aveva fatto perdere la testa senza nemmeno
conoscerla, una vera fissa... sara' per lo squilibrio chimico dei miei 42 anni?
Chi lo sa...Due sono in risposta ad un mio tentativo di "aggancio"...li apro, solite
brevi frasi, compresa la richiesta della foto del viso...
Poi apro il nuovo nick, persona alla quale mai avevo scritto..."Ciao, mi piace
molto come esprimi i tuoi pensieri, ho letto i tuoi racconti..."
Sono lusingato, vado a vedere chi e'...Ormai ti aspetti un profilo senza foto
e nemmeno una scheda completa...e invece no! Una dna, bellissima, dna fino
al midollo del DNA :-) Un bell' annuncio, pulito, serio, chiaro e semplice...
E' online, provo a risponderle...a ringraziarla...Come se non aspettasse altro,
mi risponde in pochissimi minuti, quasi tardavo io a rispondere che nel frattempo,
aspettandiomi tempi lunghi, giravo a leggere racconti e a osservare gallery
piu' o meno spinte...
Cominciamo a presentarci, a scambiarci i nostri desideri, le nostre motivazioni,
poi, decidiamo di fiondarci su msn per aver maggiore simultaneita'...
Si parla per almeno un' ora, si entra in confidenza...a un certo punto lei
chiede se mi va un breve collegamento in cam, non erotico, ma tanto per
vederci in viso...Ho la linea lenta, mi vedrai un po' a scatti, le dico, ma
va bene, collego la cam...Pochi click ed eccoci...Non mi aspettavo chissa' chi,
con una dna guardi il fisico e la simpatia, ma spesso sai di trovare un
"emilio fede" con rimmel e rossetto (ora ci sara' chi sta ridendo e chi si
incazza, pazienza, non si puo' accontentare tutti). Ma...maro'! (Traduzione
per i longobardi: Madonna!)
Bellissima, talmente femmina che le chiedo se e' davvero una dna...Ottengo
per tutta risposta un "aspetta...". La vedo alzarsi, darmi le spalle, tirare
su lentamente la gonna mentre si piega a 90...un culetto da infarto vero...
Poi si gira, avvicina ancora il suo bel viso alla cam e mi sorride, tanto
che comincio a pensare che sia una vera donna che giocava a far la dna...
si allontana ancora, si sfila il perizoma...e quando solleva la gonna di
botto ridendo, mostra un arnese grosso perlomeno come il mio...Poi la sua
espressione si fa piu' seria, quasi triste, impugna il grosso uccello con
una mano, e utilizzando indice e medio dell' altra fa il gesto della
forbice...Capisco che intende...quella cosa in piu' che non vorrebbe...
Piu' che dirle che a me non imbarazza, non posso fare, posso solo
comprenderla, capire come si sente, sorriderle, dirle che mi piace molto
lo stesso...Era passata un' altra mezz' ora...La vedo accendersi una sigaretta...
E' donna pure nel modo di fare, nel modo di impugnare la sigaretta e portarla
alle labbra...Mi eccita la sua dolcezza, la sua delicatezza...
I discorsi via chat sono un continuo alimentarsi a vicenda, avvicinarsi...
E si arriva ad un' altra voglia, la voglia di sentire la voce dell' altro,
cosa che via pc, per mancanza di microfono e cuffia, lei non poteva fare.
Due righe e due numeri di cellulare che vengono a scambiarsi...
La chiamo, mi aspetto di sentire comunque un uomo...niente da fare, sorpreso
anche qui', non femminile ma nemmeno maschile...ambigua, forse calibrata
volutamente, ma dolce e non artefatta, nessuna "cantilena" strana, nessun
tono effemminato...Molto sensuale...Fumiamo entrambi, e se lo dico c'e'
un perche'...Parliamo di tante cose, di cose molto profonde e di come e'
diventata cio' che e'. Mi chiede di me, e' interessata...Sa fare le domande
giuste, dare le risposte gradevoli che potrei aspettarmi..."Tu come mai non dormi
a quest' ora?" Non me la sentivo di dire il motivo, sembrava di perdere la
magia di quello strano corteggiamento, di quel lento crescere insieme...
"Non lo so, proprio non ho sonno stasera..." risposi..."Io lo so il perche'..."
disse lei. "Perche'?" "Perche' hai voglia...una voglia che ti brucia dentro,
io ti sento, gia' dal tono della voce, cosi' caldo..."
Non mi restava che ammetterlo...ero eccitato, ora moltissimo parlando con lei...
Non era piu' una incontrollabile reazione fisica, mi prendeva di testa...
"Uff...ho finito le sigarette..." mi disse. Non so come mi venne la pazzesca
idea, alla quale ero certo di sentirmi dare del pazzo, di dirle "Se non sei
molto lontana da me e se ti fidi te le porto io, le ho quasi finite anch' io e
in ogni caso uscirei a comprarle per me..." un attimo di silenzio, talmente lungo
per me che pensavo mi mandasse al diavolo..."Dici sul serio? Verresti
davvero a quest' ora da me? Io abito a ................". "Si, dico sul serio,
mi vesto e parto, quando arrivo ti faccio uno squillo e scendi a prenderle..."
"No, non scendo cosi', sali tu..." Le dissi che avrei fatto come desiderava.
Detto, fatto...Non abitando lontani, nel giro di mezz' ora ero sotto casa
sua, munito di sigarette per entrambi. Mi guardo in giro, raggiungo il civico,
e infine do un brevissimo colpo di citofono..."Sali, terzo piano...".
Inutile negare la mia agitazione che pero', come sempre, celavo con la grande
professionalita' di chi conosce bene se stesso, di chi riesce a mantenersi
controllato, una delle poche doti sulle quali posso sempre affidarmi...
Salgo a piedi...Giunto al terzo, il tempo di fare un passo sul pianerottolo
e lei apre la porta gia' socchiusa...Intravedo una rilassante luce soffusa,
tremolante...
E' bellissima...meglio che in cam...solo il ricordo di quella grossa
appendice vista davanti al monitor poteva ricordarmi chi era, altrimenti
chiunque non ci avrebbe creduto. "Grazie per essere venuto" "Grazie
a te per avermi invitato a salire". Chiusa la porta si era nel soggiorno,
ampio, accogliente, e scorsi sul centro del tavolo la fonte della luce...
Un magnifico candeliere a 5 candele, tutte accese naturalmente...Dei
vassoietti con qualche stuzzichino e delle pizzette, preparate per
pasteggiare qualcosa insieme...erano le 5 passate da qualche minuto...
Mi fece accomodare, la vidi sparire con quel culetto tondo che seguiva
il delicato serpeggiamento dei fianchi, per tornare qualche secondo
dopo con due birrette e il suo dolcissimo sorriso "Brindiamo al nostro
primo incontro?" "Certo..." e le sorrisi "Cin!"
Era scalza...Autoreggenti a rete grossa, nere, una gonna di media
lunghezza dal taglio "vedo-non-vedo" che sembrava essere stata cucita apposta
per lei, per mettere in evidenza la bellezza delle sue cosce, delle
sue ginocchia. Di maschio non aveva nulla, nemmeno le mani, sottili, delicate,
con quello smalto rosso che mettevano in risalto il movimento di ogni
dito...Si, mi piaceva...Ogni cosa che faceva mi portava a movimenti
nel basso ventre...non era ancora duro, ma molto gonfio, un salsicciotto
che, a differenza mia, sapeva gia' chi aveva di fronte...
Parlavamo di tante cose, di sogni, progetti, problemi, un po' di tutto...
Poi si fermo' un attimo, mi guardo negli occhi..."Sei bellissimo sai...mi
piaci un casino..." Non dissi una parola...Senza distogliere i miei occhi
dai suoi, mi alzai lentamente, come un automa, come ipnotizzato dal suo
sguardo divenuto lucido, languido...Mi avvicinai a lei...Col palmo
della mano le carezzai dolcemente la guancia, fermandomi con le dita
dietro la nuca e carezzandole lo zigomo col pollice...Lei si alzo' e fece
altrettanto...era alta si e no 1,60 e mi venne molto vicino...
ci fissammo per lunghi istanti...poi cominciammo a sfiorarci timidamente
labbra contro labbra fino a socchiuderle piano piano...quasi a volerci
respirare...
Le lingue cominciarono a sfiorarsi anche loro, dapprima in punta, poi sempre
piu' intrecciate...lei ansimava...con quella voce tutta particolare...
Il mio uccello era duro come un sasso e le premeva sulla pancia...Lei era
eccitata, ma non come uomo...infatti quando la afferrai per quelle belle
chiappette dure e me la tirai forte contro, non mi sentii premere contro cio'
che voleva simbolicamente tagliare. Si lascio' andare sulle ginocchia e,
fissandomi maliziosamente negli occhi, comincio' a massaggiarmi sulla
patta dura per la grossa imbottitura di carne...Slaccio' la cintura...
Bottone dopo bottone mi calo' giu' i jeans...Vidi il suo sguardo eccitato
e concentrato sulla mia cappela che gia'usciva oltre l' elastico delle mie
mutande...mutande le lei prese a leccare senza tirarlo ancora fuori...
Partiva dal basso, sulla stoffa, lentamente, fino ad arrivare a leccare
con la punta della lingua la cappella che gia' trasudava una grossa
goccia cristallina di desiderio...Mi sfilo' le mutande...Lo impugno'
dolcemente e lo scappello' tutto, lo fisso', per poi sbatterselo sulle
guance, sulle labbra e alla fine imboccarlo fino quasi alla radice...
"Com'e' grosso...duro...mi desideri' cosi' tanto?" "No...ti desidero'
di piu' di quello che vedi..." La tirai su, ripresi a baciarla e a tenerle
strette le natiche, ad allargarle quasi volessi aprirla in due...
Mentre le carezzavo con una mano la schiena, sotto la maglietta per sentire
il calore della sua pelle liscia come il velluto, con l'altra mano le carezzavo
la nuca, i capelli...
Poi la guidai al divano, dove la feci mettere in ginocchio...scostai il
perizoma, totalmente, tanto da far schizzare fuori il suo grosso uccello
che stava cominciando ad animarsi lievemente...Le feci scorrere un po'
di saliva sul buchino...lei allungo' una mano per cercare il mio cazzo,
mi spostai su un fianco per agevolarla, e mentre delicatamente cominciavo
ad entrare in lei con le dita, lei mi masturbava in maniera disarmonica,
un po' veloce, un po' piano, con qualche pausa mentre sentiva che con due
dita la allargavo sempre di piu' per buttarle dentro altra saliva che
osservavo scorrere dentro...
Non ce la facevo piu', anche lei non aspettava altro...le puntai la
cappella rossa e dura sul buchino e cominciai a spingere un po'...
ad ogni rilassamento del buchino, facevo avanzare ancora un po' il
mio uccello fremente di sentirla dentro, finche il piccolo muscolo
anale non si arrese alla spinta e si ritrovo' dentro quasi di botto
il mio uccello rovente e vibrante...Fu una galoppata poderosa...a volte
lo estraevo di colpo, guardavo il buco che pian piano si chiudeva ma un
attimo prima infilavo nuovamente quella galleria del piacere...
A volte a colpi violenti, altre con dolcezza, lo sfilavo e ogni tanto
glielo porgevo in faccia per farglielo sentire in gola...
Poi la girai a pancia all' aria...Non sapevo come l' avrebbe presa, ma
glielo presi fra le labbra e cominciai a farle un pompino con forti
risucchi e ingoi, senza mai sfilarle le due dita che le tenevo nel
culo, facendole roteare e a volte piegandole quasi a volergli entrare
nello scroto dall' interno...In pochi minuti mi ritrovai a far fatica
a metterlo in bocca senza farle male coi denti...Mi riposizionai per
penetrarla nuovamente e, mentre continuavo a sbatterla lentamente
in profondita', fermandomi in fondo a volte, la masturbavo con un
buon ritmo e brevissime pause...Sentivo il suo buco bollente e bagnato
serrarsi forte attorno al mio cazzo duro come non mai, e mentre
le davo gli ultimi lenti colpi, mi venne in mano senza schizzare,
colando in maniera abbondante...
Osservavo soddisfatto il suo viso stravolto, perso nel nulla, con quelle
lievi pieghe tra le sopracciglia, quasi stesse soffrendo...La
voce pronunciava qualche frase spezzata...Fu in quel momento che,
all' apice del mio eccitamento, le schizzai tutto il mio piacere nel
retto...Godevo cosi' tanto che sentivo uscire tanto di quello sperma
quasi stessi urinando, mentre il suo muscolo si serrava e dilatava
e dimenava i fianchi come una donna da esorcizzare...Fu sfiancante
e bellissimo...Lei si abbandono' rilassata sul divano, lo sfilai e
vidi il pieno che le avevo fatto gocciolare fuori al ritmo delle
sue contrazioni anali...poi mi adagiai su di lei perdendomi col
viso nel suo collo, fra i suoi capelli, senza smettere di carezzarla un
attimo...
Fu talmente bello che dopo un po' ricominciammo tutto da capo...
E l' andare d' accordo acnhe nell' anima, fece nascere una
grande amicizia...
Finish :-)
(Se siete arrivati a leggermi fino qui' senza saltare una riga,
sono io che faccio i complimenti a voi)
8
3
17 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Ti aspetto per le nove....
“ ti aspetto per le nove…….”
“ va bene, ora però devo proprio andare…. ho quella riunione….”
“ ah Fabrizio…… “
“ si dimmi……”
“ nulla di particolare …..ma quando entri in casa stasera fallo con un poco più di attenzione…”
“ perché?……”
“ non farci caso dai….però giurami che non entrerai di corsa gettando le chiavi sul mobiletto….. e la borsa sul divano…… insomma….. va beh non fa nulla dai…. a dopo…..”
Dal volante premo ripetutamente il bottone che mi consente di abbassare il volume della radio.
Ne ho abbastanza per oggi di notizie sull’aggravarsi inarrestabile della situazione economia in Italia.
Sono più di due anni che noi piccoli imprenditori sosteniamo,nel disinteresse quasi generale, che il paese si sta ormai avviando verso un lento e lungo viale del tramonto.
A che ora devo essere da Rebecca…..?
Mancano solo venti minuti alle nove…..riuscirò ad evitare il ritardo per questa sera….?
Due ore e mezza di consiglio di amministrazione mi hanno davvero sfinito.
Ma non fino al punto di dimenticarmi di comprarle dei fiori.
Mi ha chiesto di entrare con un passo diverso dal solito, questo lo ricordo perfettamente.
“ Mi prepari un mazzo di fiori di campo”
Hanno un profumo differente, lo definirei più naturale.
I colori sono più tenui ma aggiungono maggiore profondità allo sguardo.
Manca davvero poco ora al tuo portone.
E’ forte il desiderio di abbracciarti pur se con la stesso vigore vive in me il sogno di abbandonarmi ad un immediato sonno ristoratore.
Divoro però quei gradini che dall’ingresso conducono al terzo piano che so ornato dal viso tuo sorridente.
Negli occhi tuoi alberga una calamita capace di offuscare le mie zone d’ombra…..riflesso in te io vivo la gioia dell’esistere.
Perciò dono alla mia mano una innaturale morbidezza nell’aprire l’uscio della casa.
E tolgo forza al braccio per impedirgli l’usuale gesto dell’abbandono violento di chiavi e borsa.
Mah………….
E’ nuova l’aria che respiro questa sera.
Innanzitutto m’offri solo il buio della casa.
Quasi come tu non ci fossi.
E’ la luce di candele l’unica che vibra nell’atmosfera.
Mi distorce questa luce fioca forse perché in me continua viva l’atmosfera di neon che illumina i momenti societari.
Ma cerco di adattarmi a questa incosuetudine.
Ed offro alle chiavi il riparo nella tasca della giacca mentre la borsa trovo naturalezza nel poggiarla al fianco della vetrinetta.
Così domani sarà ancora più vicina alla porta d’uscita……ma questo particolare è meglio che te lo nasconda….sarebbe un rimprovero per il resto della vita…..
“ ED ORA VAI VERSO LA CAMERA DELLA NOTTE”
Avvicinandomi scorgo i caratteri della tua scrittura.
Ma dove sei?
Ci sono solo note di musica classica che dalla sala da pranzo si diffondono con lenta armonia verso il resto della casa.
E flebili odori che dalla cucina si dipanano in cerca di narici degne della loro essenza.
Mi attengo al tuo desiderio e con curiosità infinità mi introduco nella camera da letto.
E’ tra le mie certezze quella che tu mi accolga qui.
Ma sarà anche una certezza dell’errare del pensiero.
Non sei neanche qui.
Dal comodino vibra, in nota di tepore, la fiamma di un’altra candela.
Ed è sua compagnia un nuovo foglio intriso dalla tua mano.
“ ED ORA LIBERATI DEI VESTITI E DELLE CONSUETIDINI ED AGGIUNGI AL MIO CUORE UN’ ALTRA NOTA DEL NOSTRO VIVERE”
Inizio con lentezza a liberare il corpo dal fardello quotidiano.
La schiavitù di colletti abbottonati e scarpe in lucido opprimente e gemelli che dai polsi fuggono felici e cinta di coccodrillo che ritrova un suo equilibrio e quindi…..un corpo che mi appare riflesso nello specchio da candela…….il mio….libero di vagare nella naturalezza della ricerca di te.
Mi restano tre stanze ora per trovarti.
Nel bagno , che primo trovo alla mia sinistra, il buio è padre incontrastato.
Lascio che il mio corpo felicemente nudo si indirizzi alla cucina.
Qui l’odore del tuo esserci è più recente ma non tale da condurmi alla tua presenza.
Che invece trovo, in veste inusuale, nella stanza dell’ibrido.
Lì dove salone o sala pranzo o sala riunioni o sala giochi si intrecciano con irriconoscibile frequenza tu sei riuscita ad offrirmi la vista dell’incanto.
Nel centro della sala è solo un tappeto.
E tu ne sei la parte più preziosa.
In posizione yoga mi sorridi offrendomi la nudità del tuo corpo.
Il seno che ritto e fiero si erge primattore della serata.
In fronte a te piatti tipicamente estivi.
Frutti che abbondano in colori arcobaleno.
Ortaggi che s’adeguano distesi su vassoi.
Lacrime di Bacco che rilasciano versi da un collo di bottiglia.
“ Siediti amore mio”
Ed una fragola s’apre nella tua mano.
7
0
17 years ago
slave62,
37
Last visit: 17 years ago
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La libertà di amare
A quel punto avevo già vissuto tante avventure erotiche, mi ero tolto davvero parecchi (quasi tutti) gli sfizi che il sesso mi suggeriva, mi ero preso i miei due di picche e mi era anche capitato di fare..cilecca (be', suvvia, a chi non è davvero mai capitato?!). Sono un artista, come lo ero allora, e curioso come s'addice a chi cerca; avevo provato a baciare un uomo, -ma senza provare alcuna vibrazione e scegliendo quindi di lasciare perdere NB: non sono gay, forse bisessuale, chissà(?), ma volevo sperimentare anche quello, sebbene la mancanza di partecipazione mi ha impedito di provare veramente-; avevo partecipato a orge (due invero), fatto sesso con due donne, con una donna e un altro uomo, ero andato in club privati...avevo avuto due "schiave" ed ero, io stesso, stato lo "schiavo" di una splendida donna. Ma quella notte mi sono accorto che, fino ad allora, avevo solo fatto sesso. Talvolta del gran bel sesso, talaltra meno intenso, in alcune occasioni pessimo, da farmi sentire vuoto dopo...ma sempre e SOLO sesso. Sebbene spesso mi fossi illuso di fare l'amore, accorgendomi poi, crescendo che passione e amore non per forza sono un binomio indissolubile. Lasciarsi andare per passione è diverso che farlo per amore. E quella notte, davvero, me ne sono accorto.
Allora, io e P., ci frequentavamo da appena tre mesi; tre mesi in cui avevamo imparato e imparavamo a conoscerci. Giorno dopo giorno imparavo a riconoscere il suo odore e quello dei profumi che le carezzavano il collo e lo sterno, tra quei seni perfetti;imparavo il sapore della sua pelle e del suo sesso...e scoprivo piano piano fin dove sarei arrivato e dove potevo portare quella donna, cosa avrebbe potuto esprimere io suo corpo speziato di gomma e di sandalo.
Lei sarebbe dovuta partire il lunedì successivo per le vacanze da lei tanto attese e prenotate ben prima che ci incontrassimo, ed io le avevo promesso una serata che non avrebbe dimenticato e che avrebbe portato con sé in un'africa ricca di colori.
"Ho voglia di te..il pensiero che parti tra tre giorni....ti voglio fare godere in un modo che farai fatica a dimenticare..."le avevo detto per telefono il giorno prima, venerdì.
L'appuntamento era per sabato, cena a casa mia (per fortuna sono un ottimo cuoco) per un piatto speciale che sapeva d'oriente, un ottimo vino trentino speziato e fresco, anguria...e poi la luce di candele rosso porpora e il profumo di essenza che evaporava tra gli atomi di aria calda di quell'estate, racchiusa nelle nostre quattro mura. La cena andava in modo stupendo, come stupendi erano i suoi occhi verdi che si poggiavano nei miei, mentre le labbra si socchiudevano attorno alle pietanze; stupenda come i suoi sorrisi e le sue risate, elegante come i suoi capezzoli che si facevano notare, premendo sulla stoffa della canotta ogni volta che la sfioravo, ogni volta che carezzavo i suoi piedi, che cullavo in grembo e appena usciti dalle mani esperte di un'estetista.
Una breve sosta in camera mia, davanti al pc, per farle vedere le foto che avevo scattato il fine settimana precedente, poi con una scusa -quella di prendere il barattolo della Nutella, la avevo mandata in cucina, dove avevamo cenato. Ero uscito dalla camera da letto pochi attimi dopo di lei, portando con me una sciarpa di seta grezza nera, senza che lei se n'avvedesse.
No, l'aria non era invero così "spessa" come potrebbe apparire da queste mie prime parole: tra noi è sempre stato bello giocare, prenderci in giro, ridere e sorridere e anche la sorpresa della benda di seta nera,che le aveva velato gli occhi,fu accolta con divertito piacere (era stata lei stessa una volta a dirmi "bendami più spesso, mi fai godere da matti"). Ma desideravo che quella notte fosse speciale.
Con dito poggiato sulle labbra le feci capire che, basta, ora non si scherzava, avrebbe dovuto fidarsi di me, fare quel che le suggerivo senza parlare...e non ebbi necessità di spiegarle tutto ciò.
La accompagnai in silenzio sul divano che lei amava tanto e la feci sedere. Un cucchiaino di Nutella che le porgevo le fece allungare un sorriso simpatico sul viso "mmmh...la Nutella, che profumo, è un sacco che non la mangio", la imboccai la Nutella per tre volte, e per tre volte con la lingua andai a ripulire i fili di cioccolato che le "sporcavano" i lati della bocca. E lei mi cercava, il respiro più rapido, le mie dita sul viso, i baci accennati, la testa che si voltava e le labbra protese a cercarmi...e io che "torturavo" lei e me stesso negandole di esplodere in un bacio pieno. La feci alzare, in mezzo alla stanza semibuia e illuminata dalle sole candele. Mi cercava con le mani, che io presi per avvicinarle ai suoi fianchi: non doveva toccarmi, capì. E finalmente la bocca, la sua, la mia, la lingua che affamata succhiava il sapore dell'attesa, quello della voglia. E poi, ancora, mi allontanavo.
Le feci alzare le braccia per poterle sfilare la canottierina, sorretta da sottili spalline, e guardare meglio il suo seno imperlato d'emozione ed eretto, che si alzava spinto dal petto e dal respiro eccitato. Una corda bianca, morbida, che lei già conosceva ma che non si aspettava. Le mani dietro la schiena e i polsi legati. "nooo...così mi fai morire.." mi disse "sei davvero un porco" aggiunse ridendo. E io girandole attorno, lei seminuda, le solleticavo ogni centimetro di pelle, mi soffermavo sul turgore delle sue mammelle e stringevo i capezzoli senza farle troppo male, ma a sufficienza perché lei gemesse e si lamentasse con fare capriccioso e malizioso assieme. Poco dopo le sfilavo la gonna leggera, lunga e vaporosa, carezzavo il suo culo pieno e appoggiavo il palmo sul suo monte di venere, caldo, fremente, profumato quasi al modo della terra dopo che ha piovuto. Alle mie mani si alternavano i miei baci, sulla sua pelle. Lei sempre, con le mani legate dietro la schiena, mi cercava per capire dove sarebbe andato a cadere il prossimo tocco, la prossima carezza, o il bacio, o il morso. “Ti amo” le sussurrai ad un orecchio e lei, girandosi d’improvviso si impossessava per qualche istante della mia bocca. Ora era di nuovo seduta sul divano, sempre legata, sempre “cieca”…il calore delle mie mani la facevano muovere: si allungava a cercare contatto, il pube sbocciava tra le gambe schiuse, la schiena si inarcava cercando almeno un dito che la toccasse là, dove era un fuoco, là dove il piccolo perizoma non era che un piccolo scoglio che tenta di trattenere l’odore del mare.
Le tolsi quel piccolo indumento che copriva le labbra bagnate all’ingresso del suo nido di Donna, di Madre, di Amante, di Schiava e Padrone dei miei sensi e del mio cuore. Mi ero chinato per continuare la piacevole tortura dei baci sospesi sulle sue cosce, sempre più vicino alla sua vagina, sempre più prossimi alla Figa. Sì perché in quel momento era la sua voglia di donna che chiedeva di far smettere il “supplizio”. Labbra, ancora, lingua, dita, e baci, e carezze, e qualche piccolo schiaffo sul seno. Poi ancora in piedi, giacchio che scivola sulla pelle e sui capezzoli già duri e lei, invece che ritrarsi, che s’inarca e sospira “porco”, “ti amo anch’io”.
La feci inginocchiare e avevo poggiato il mio pene eretto alla sua bocca. Lei la aprì, allungando il collo per inghiottirmi e cominciò una coccola bellissima, mentre io le carezzavo la testa. Eran sensazioni fantastiche quelle che mi dava la sua bocca calda, la lingua morbida, le guance che si infossavano mentre lei, avida, mi suggeva, come a voler tirare fuori il mio piacere dall’anima. E lo sapevo, sapevo che i suoi sensi eran tutti per lei: la vista non poteva distrarla, quel senso a volte così invadente era stato immobilizzato dalla seta nera, così pure il tatto. Così che tutto il suo sentire fosse in un sito solo, la sua bocca: il palato, la lingua, le labbra. Il gusto eccitato, la pelle eccitata perché pronta a SENTIRE ogni più piccolo stimolo.
Poi mi distolsi da lei, andandole dietro e facendola chinare, sempre in ginocchio.lei aprì le gambe senza che glielo dicessi, come a chiedermi di toccarla. Ed ogni volta che le mie carezze scendevano sui suoi glutei lei si inarcava, cercando finalmente il contatto tra la sua figa e le mie dita. Contatto che avvenne “mmmmmm….sì, ti prego…bastardo”, ma quanto amore nel dirmi ciò.presi un cazzo di gomma e glielo infilai dentro, mentre lei si chinava con la faccia a terra, per aprisi di più, se ciò fosse stato possibile. E lei gemeva e mi cercava col bacino, mentre muovevo in lei quel cazzo finto che non aveva mai provato prima.
Ero duro, felice, eccitato e vederla così mi faceva impazzire. Già, vederla così: no sottomessa ma abbandonata: abbandonata ai sensi, succube del piacere che sapeva di darmi e che provava. Aperta come un cielo, in cui un falco possa volare. E lei era il mio cielo e mi stava regalando tutta questa libertà.
LA LIBERTA’ DI AMARE.
E ancora baci e carezze…fino a che non ce la facevo più nemmeno io. La presi con fermezza delicata dietro la nuca e, dopo averla osservata un attimo ancora, poggiai le mie labbra alle sue, per un bacio che questa volta non voleva finire. Succhiandola, respirando il suo fiato, carezzando le labbra e la lingua, e il collo, e il seno, e la pancia, e il clitoride, e…”vieni con me” le dissi cingendole i fianchi con le mani e facendole strada verso la camera da letto.
Durante i pochi passi tra le due stanze P. scoppiò a piangere. “Scusa, è che non mi è mai successo…cioè…e che sono tua, tua cazzo! Scusa, sono fuori…è bellissimo…ti amo”. Le ho preso il volto tra le mani carezzandola, le ho asciugato una lacrima dolce e salata che scorreva sulle sue guance, le ho dato un bacio delicato, a bocca chiusa, come si fa coi bambini. Era bellissima, ma non era che una conferma per me, della sua bellezza. Bellezza che veniva da dentro, che traspirava dai suoi pori, che si leggeva nel verde dei suoi occhi.
Una volta distesa le aprii le gambe e mi appoggiai tra loro, iniziando una carezza sempre più erotica, che la portò, tra i suoi gemiti, ad avere un primo orgasmo quasi gridato.
E lei era mia, si stava donando, non ero io che la prendevo, non io da solo per lo meno. Mi stava facendo il regalo più bello: SE STESSA.
E, poi, ancora e ancora, e sesso e….credo che non sia importante, ora sapere cosa ho fatto con lei o cosa no, quel che conta è che, alla fine, dopo aver sciolto i suoi polsi e liberato i suoi occhi, mi sono perso in lei. Ed ho capito, davvero, per la prima volta che differenza c’è tra il fare sesso e FARE L’AMORE.
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17 years ago
admin, 75
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Mia cognata barbara
Vado matto per mia cognata Barbara.
Viviamo nello stesso stabile e ieri mi ha sorpreso che mi stavo segando con un paio di sue mutandine in mano.
Non ci credevo! si e' avvicinata e ha continuato, con mani e bocca, fino a farmi sborrare sulle sue meravigliose tette.
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17 years ago
colacone,
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La vita e\\\\\\\' bella
tornammo dalle vacanze, eravamo stati magnificamente:
sole ,mare e compagnia.
Passano sempre troppo in fretta i giorni quando si sta bene.
Ci sarebbe piaciuto rimanere per approfondire e consolidare quell'amicizie nate sul mare, che hanno quell'aurea magica che solo il sole dell'estate regala.
Sopratutto ci era rimasto l'amaro in bocca per nn esserci emancipati dalla mentalita' ignorante e bigotta della ns citta' , facendo sesso con un'altra coppia.
Ricomincio' cosi' il tram tram quotidiano e i giorni grigi dell'autunno padano.
Nn ci demmo pero' per vinti nel ns intento e tramite desy continuammo a cercare; finche' vedendo e rivedendo piu' volte certi paesaggi,
ben definiti particolari ma sopratutto corpi familiari e desiderati,
nn riconoscemmo le tre coppie con cui avevamo passato quei giorni stupendi.
Un tuffo al cuore e un nodo allo stomaco: ma nn stupore.
Si perche' si era parlato di sesso , senza mai entrare nel personale ,
ma ogni discorso celava dietro il desiderio di liberarsi, spogliarsi,
e disinibirsi dei propri sentimenti.
Fu cosi' che decidemmo con mia moglie di fare una rimpatriata, ma fummo indecisi se rivelare loro il vero perche' di quella festa o aspettare quando fossero state tutte qua.
Optammo per la seconda soluzione, ma decidemmo pero' di far trovare in ognuna delle camere da letto il loro annuncio pubblicato su desy.............................................. to be continued
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17 years ago
admin, 75
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L\'orgia radoppiata-terza puntata
Uscito dal bagno credevo di trovarli che si stavano vestendo e per un attimo pensai di essere in stato confusionale, a parte Luigi e Francesco le faccie degli altri cinque erano cambiate e ci misi un po a capire che Francesco si era messo d'accordo ,non solo con cinque amici ,ma con tutti e dieci e per non spaventarmi e farmi credere che rispettava gli accordi presi aveva stabilito due turni ,i primi cinque spompati se ne erano andati sostituiti dalla nuova cinquina, già tutti nudi che si stavano menando il cazzo . Mi ritrovai di nuovo circondato e si ripete il copione mi accarezzarono e leccarono d'ovunque ma si soffermavano con più insistenza nel buchetto che ora riceveva le lingue in profondita e sentire delle lingue umide e guizzanti lavorarti fuori e dentro è ,per me una cosa a cui non riesco a resistere e mi ritrovai eccitato e con la libido di nuovo tornata alla stelle.Mi fecero distendere pancia sotto sopra tre cuscini, in modo da avere il culo in alto e la testa sul materasso poi uno dei cinque mi venne dietro si inginocchio mi allargo i glutei in modo di appoggiarsi per bene al buchino e con un colpo di reni mi penetro tutto dentro, e capii che Francesco aveva studiato tutto nei minimi particolari , mi sentii squarciare nonostante fosse ormai slabbrato dagli innumerevoli assalti precedenti era un cazzo di misure asinine tanto che riuscii a farlo entrare ccon notevole fatica e con tutta la mia buona volontà nell'assecondarlo spingendo in senso opposto, seppi più tardi che lo sopranominavano l'impalatore per le dimensioni . Tutto dentro mi prese le mani tra le sue e da tietro tirando e lasciando con le sue braccia mi inculava senza praticamente muoversi ero io che sotto la spinta delle sue braccia andavo avanti e indietro e lui regolava la spinta e la profondità della penetrazione. Fu una senzazione nuova così facendo riusciva ad allargarmi ed ad entrare in tale profondità mai raggiunta da nessun altro, mi sentivo un palo palpitante di carne turgida e vibrante che mi dilatava sfintere e intestini a profondità mai raggiunte e quanto venne mi innondo di sperma così in profondità che mi parve di sentirne il sapore in gola e venni anch'io mentre in mio sfintere vibrava impazzito dal piacere e dall'orgasmo .Altri due ripeterono l'assalto nella stessa posizione descritta prima ,ma non provai granchè, erano di dimensioni più ridotte e quasi non li sentivo mentre stantuffando mi venivano dentro. Rimasi in attesa , avevo subito tre assalti me nè aspettavo altri due, ma niente, sollevai la testa e notai che i due mancanti all'appello si erano messi in disparte menandosi i rispettivi uccelli ,poi avvicinandosi mi fecero alzare e presero posto sul materasso , si sedettero vicinissimi uno di fronte all'altro ed incrociando le gambe fecero in modo che i loro cazzi si toccassero tanto da sembrare un enorme solo cazzo a due punte raggiunta la posizione che volevano mi invitarono e sedermici sopra a cavalcioni, forse visto le dimensioni del primo volevano evitare di stantuffare nel vuoto, io ormai impazzito di libido accettai l'invito, mi innondai di vaselina fuori e dentro lo sfintere intimorito ,nonostante tutto, dal diametro che assieme facevano i due cazzi, ma eccitato più che mai piano piano iniziai a posizionarmi sopra al mostro a due teste. Piano, piano mi abassai fino a sentire le due cappelle solleticarmi lo sfintere grondante di Luan e vasellina e tenendoli in posizione con le mani mi abbassai fino ad introdurre entrambe le punte dentro l'ano che sembrava dovesse squarciarsi tanto era dilatato. Ma oltre non riuscivo ad andare, erano uccelli con la testa della cappella piccola e più si andava verso la base più erano grossi.Ma bisogna sempre credere negli altri. Luigi e Francesco che sinora erano stati attenti spettatori intervennero ,mi vennero uno alle spalle l'altro davanti e con perfetta sincronia mi alzarono simultaneamente gambe e braccia così che il peso del mio corpo fece il resto con una ulteriore dilatazione mi impalai entrambi i cazzi fino ai rispettivi scroti.Sentivo le loro cappelle che mi toccavano le viscere in profondità e mi sentivo pieno e dilatato fino all'ombelico e quando lentamente iniziarono a stantuffare uno in avanti entrando a fondo ed uno indietro arretrando fino alla punta per poi ripetresi il gioco a ritroso quasi svenni dalla libido e dal pacere che provavo.Ero in trans, ma capii che l'operazione si ripete più volte appena due svuotati dalla cavalcata a cavalcioni uscivano .tutti aiutavano per far posto ad altri due turgidi e violacei ed io mi sentivo spostare di peso e che qualcuno mi riposizionava sulla perpendicolare perfetta per fare in modo che la forza di gravità facesse entrare i nuovi vogliosi grossi cazzi che appena entrati riprendevano a stantuffare fino a svuotarsi copisamente dentro .Quando tutti si ritennero soddisfatti dalla doppietta dentro il mio fondoschiena , ovvero si erano svuotati inculandomi due per volta, sfiniti ci appisolammo, non so per quanto.
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17 years ago
admin, 75
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Fantasia bisex (con coppia - prima parte)
Sono le 1830 circa, l' ora dell' appuntamento in un simpatico bar di Milano.
Il programma e' semplice, un aperitivo insieme, quattro chiacchiere, il tutto
per osservarsi, conoscersi meglio, nulla di prestabilito a parte il patto del
"silenzio", per evitare delusioni ed inutili imbarazzi.
Si era stabilito via email che anche nel caso ci si fosse piaciuti tutti e tre,
non si sarebbe apertamente dichiarato... Dopo l' incontro ci sarebbe stato un
contatto per vedersi, oppure un "no" o il semplice silenzio.
Un modo per pensare, per riflettere e per non sembrare troppo crudi con delle
persone magari molto gentili, ma del resto non ci si puo' sempre piacere, a
volte e' solo una banale questione di "pelle".
Lui, il terzo incomodo, Gianni, si sentiva molto emozionato, era alla sua prima
esperienza. Aveva sempre reputato un privilegio il consenso di una coppia
nel farlo partecipe ai loro giochi piu' intimi. Era bisex, attivo e passivo,
pronto a qualsiasi desiderio di entrambi.
Loro una coppia simpatica, schietta. Lui, Francesco, un tipo dai modi decisi ma
gentili, molto cortese, parlava il giusto, non tanto da soffocare l' espressivita'
di Gianni, ne poco da metterlo in imbarazzo, da farlo sentire "studiato".
La donna di Francesco, Luisa, metteva in imbarazzo solo a guardarla...Molto
bella, solare, di non molte parole ma dalla risata facile e sincera sulle battute
continue che si scambiavano i maschietti o che rivolgevano a lei.
Si parlava di tutto ma non di sesso...del resto non serviva, si conoscevano
gia' le tendenze, serviva solo conoscersi, verificare il rispetto reciproco,
affiatarsi quel tanto che basta a fidarsi, a far nascere simpatia e voglia
di scambiarsi effusioni vere, non semplici scambi fisici per quanto piacevoli.
Dopo una mezz' oretta di dialogo, l' imbarazzo dei tre si era trasformato in
un' atmosfera allegra e rilassata, di piena fiducia, necessaria ai passi
successivi. Passi che si sarebbero dovuti sviluppare successivamente come
da accordi.
Ma cosi' non fu. Lei dette un' occhiata al marito che comprese e che rispose con
uno sguardo che lei, evidentemente, sapeva ben interpretare...Luisa si
rivolse a Gianni e disse: "So che i patti erano diversi, ma sei talmente
simpatico che saremmo contenti se ti fermi a cena da noi...Non avremmo dovuto
chiederlo perche' potremmo essere noi a non piacere a te e magari ti
mettiamo a disagio, ma consideralo un invito per stare insieme tra amici,
senza obblighi, che ne dici? La classica spaghettata aglio olio e peperoncino
va bene?"
Gianni sorrise e disse: "No, non se ne parla nemmeno, parmigiana di melanzane
o niente da fare." Poi sorrise e aggiunse: "Certo, mi fa molto piacere
passare la serata insieme".
Erano molto ospitali, gli fecero vedere la casa, parlarono di cio' che
avevano realizzato e sognavano di realizzare, Gianni si apri' altrettanto,
coi suoi pensieri, con i suoi sogni...
Andarono tutti e tre in cucina. Gianni non era tipo da stare con le mani
in mano a farsi servire, cosi' si ritrovarono in tre sul banco di lavoro,
Luisa preparava pentola con acqua e sale, Gianni tritava l' aglio che passava
a Francesco gia' pronto con pentolino, olio e peperoncino.
Sembravano amici da sempre...
(State morendo dalla voglia che arrivi al sodo? Beh, pazientate o cambiate
scrittore :-) )
Fu una cena semplice e allegra, vino ma non troppo, risate a non finire...
Aiutarono Luisa a sparecchiare e lavare i piatti, poi lei li invito'
ad andare in salotto mentre preparava il caffe'.
Gianni li desiderava entrambi, gli piacevano, e dentro se pensava che
sarebbe stato un piacere immenso vederli godere di piu' per mano sua.
Tra i vari pensieri c'erano anche quelli piu' seri, ovvero il timore
di fare qualcosa che non gradissero, per cui decise, nel caso la situazione
si fosse fatta rovente, di non prendere nessun tipo di iniziativa.
Francesco, quasi ad aver intuito i suoi pensieri, lo guardo' e gli disse:
"Rilassati, piaci ad entrambi e non abbiamo limiti..." e gli sorrise.
"Anche voi mi piacete, molto..." rispose Gianni con un sorriso.
In quel momento arrivo' Luisa che in pochi minuti si era messa anche
comoda con una vestaglia nera semitrasparente...era uno spettacolo...
Poggio' il vassoio con le tre tazzine sul tavolino avanti al divano...
"Mi fate spazio in mezzo?" disse.
Gianni non l' aveva avuta mai cosi' vicina in tutta la sera, sentiva
il calore delle sue cosce, bollenti, quasi avesse la febbre...
La tv era accesa, si parlava, e lei cercava spesso il contatto con
Gianni, toccandogli un braccio, una mano, una coscia, con quel tocco
leggero, morbido, sensuale, forse a invitarlo o semplicemente a
sbloccarlo...Ma gianni ancora non sapeva che fare...
Francesco intui' di nuovo il suo imbarazzo e gli disse scherzando:
"Da come ti guarda e gesticola mia moglie, mi sa che hai fatto colpo
caro mio, era da un po' che non la vedevo cosi' vispa".
"Ma dai, piantala..." disse lei ridendo...Poi rivolse a
Gianni un sorriso e gli fece una carezza lenta, sensuale e dolce
sul viso...Smise di sorridere mentre lo toccava, la sua espressione
si fece eccitata...un leggero rossore sul viso, quasi fosse lei a
disagio o temesse un ritrarsi di lui per il forte imbarazzo che vedeva
nei suoi occhi...
Gianni, invece, si avvicino' a lei per ricambiare le carezze, ma lei poggio'
le sue labbra su di lui e gli mise la lingua in bocca tirandolo
a se con una mano dietro la nuca...Gianni le carezzava timidamente
i fianchi morbidi e caldi, ancora sotto quella vestaglia cosi'
sottile e liscia...Francesco si spogliava mentre si godeva lo
spettacolo.
I baci erano frenetici, passionali e comiciavano a distribuirsi
un po' ovunque..."Toccami..." disse lei con voce quasi roca aprendo
le gambe. Gianni era gia' eccitato, ma come senti' quella striscetta
di stoffa tra le gambe, completamente bagnata, senti' che poteva
scoppiargli nelle mutande...Sposto' il perizoma e tocco' un
piccolo laghetto dal quale attingeva con le dita per portarsele
alla bocca e leccarle come fossero bagnate del liquido piu'
buono che avesse mai ingerito...
Le loro lingue continuavano l'affannoso intreccio, le mani ovunque,
la frenesia di lei nel cercare di liberare quel cazzo cosi' duro
che le premeva sul fianco della coscia...
Francesco si avvicino' per offrire il suo uccello, altrettanto
duro, alla bocca di lei. Gianni osservo qualche secondo, poi
lo afferro' e se lo mise in bocca per iniziare con un pompino
lento e profondo...
Lei lascio' proseguire Gianni, si sfilo' al di sotto dei due per
imboccare il cazzo di Gianni che prese a succhiare con la maestria
di una troia consumata...Gianni muoveva labbra e lingua su Francesco
con lo stesso ritmo e le stesse "tecniche" che sentiva da parte di
Luisa...
Dopo qualche minuto cosi', Luisa si interuppe e disse che li
voleva entrambi e subito...Fecero sedere Gianni sul divano,
lei gli sedette sopra e se lo fece entrare in fica di colpo
tenendoselo dentro fino in fondo ed ancheggiandogli sopra.
Francesco raccoglieva con le dita gli umori di lei, che letteralmente
colavano lentamente sulle palle contratte di Gianni, e li
distribuiva sapientemente sul buchino di lei, nel quale
comincio' ad infilare un dito, poi due e infine tre...
Lei, all'apice dell'eccitazione, ebbe gia' il primo violento
orgasmo...mentre quasi abbandonata, ancora impalata fino in
fondo da Gianni, si poggiava col viso sulla sua spalla,
Francesco le infilo' il suo grosso cazzo tra le chiappette
tonde e sode...Gianni sentiva eccitato il cazzo del compagno
che scorreva nel retto di lei...Senti' che lo strofinio
e l'eccitamento cerebrale stavano per farlo venire, ed invito'
Luisa ad alzarsi..."Dai, sborrami dentro, riempimi." fu la sua
risposta mentre riprese a limonarselo carezzandogli il viso.
Francesco la sbatteva forte dietro, instancabile...Gianni
alla fine si inarco' con un gemito e tremante verso' tutto
il suo piacere bollente nel ventre di lei che, qualche secondo
dopo, raggiunse un altro dolcissimo e lungo orgasmo...
Era tutto un lago li in mezzo, sperma, umori di lei...
Francesco ormai agli ultimi colpi, lo sfilo' e lo rivolse
ai visi dei due ancora esausti e uniti in un solo corpo...
Entrambi avvicinarono le lingue spalancate, a paletta, per
accogliere quanto piu' sperma possibile...Francesco venne
a fiume, tanti schizzi di seme caldo che riempirono
lingue e visi di entrambi, che bevvero tutto e si leccarono
le guance a vicenda per non sprecarne una sola goccia...
Nel frattempo Francesco si era chinato a leccare tra i loro
sessi ancora uniti, ed ad ogni colpo di lingua sulle palle,
Luisa sentiva che Gianni le si gonfiava ancora dentro...
(Fine prima parte)
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17 years ago
admin, 75
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Non credevo
Non avrei mai creduto di arrivare ad avere rapporti con persone el io stesso sesso.
Fino a qualche anno fa se me lo avessero detto, anzi a chi mi diceva che in tutti noi esiste una parte bsx, rispondevo che per me erano tutte frottole.
Invece ora devo ricredermi, tutto è successo per caso, ero andato a vedere un film porno, al cinema e mi ero seduto nelle ultime file, nella sala non c'era quasi nessuno e le poche persone presenti erano lontane da me.
Durante la proiezione del film, il cazzo si induriva e la cosa mi faceva piacere, al punto che me lo stofinavo da sopra i pantaloni.
Un paio di file avanti a me, c'erano due spettatori seduti uno accanto all'altro, che ogni tanto si guardavano e io immaginavo che forse si stavano masturbando a vicenda, visto che altre volte nello stesso cinema avevo assistito a scene del genere.
Questa volta, non so perchè, ma il pensiero che si stessero masturbando mi faceva eccitare ancora di più, e intanto estrassi il cazzo dai pantaloni slacciando proprio i pantaloni calandomeli lggermente per masturbarmi meglio.
Ero intento a masturbarmi per bene lentamente scappellandomi bene
guardando un po' il film e un po' i due seduti un paio di file avanti, e notavo che ogni tanto uno di loro si chinava verso l'altro, forse, pensai, glielo stara succhiando.
Non mi accorsi che vicino a me si era seduto un ragazzo sui 25 anni, e che mi stava guardando con insistenza, toccandosi anche lui sulla patta dei pantaloni.
Inizialmente feci finta di nulla, continuando a masturbarmi lentamente, ma il mio sguardo si posava sempre più spesso sulla sua patta, e notai che anche lui si stava slaccaindo i calzoni calandoseli come avevo fatto io.
Vidi spuntare un bel cazzo duro, vedevo che lui se lo scappellava lentamente come me, e mi guardava con più insistenza di prima, essendosi accorto che anche io lo osservavo.
Mi ritrovai a pensare che mi sarebbe piaciuto toccarlo e masturbarlo, quel cazzo che era molto più grosso del mio, e mentre facevo questi pensieri mi accorsi che si era avvicinato sedendosi nel seggiolino affianco al mio.
Continuava a menarlo e intanto guardava me che me lo menavo, e poco dopo sentii la sua mano che spostava la mia e si impossessava del mio cazzo continuando a menarlo lentamente.
A questo punto anche io allungai la mano e cominciai a menare quel cazzo che effettivamente era molto grosso e molto duro. Era la prima volta che prendevo in mano mano un cazzo altrui e la cosa non mi dispiaceva affatto anzi.
Ad un tratto lo vidi che si chinava e in un attimo sentii la sua bocca che ingoiava il io cazzo. Non mi ero mai fatto fare un pompino da un maschio, e devo dire che succhiava molto bene, mentre con una mano mi toccava le palle arrivando a sfiorarmi il culo.
La cosa mi piaceva da morire, e mentre lui mi succhiava io continuavo a fargli una sega lentissima.
Lui smise di succhiare, alzò la testa, mi guradò e mi sussurrò che voleva bere la mia sborra, ma che prima glielo avrei dovuto succhiare almeno un attimo.
Rimasi di sasso, ma un attimo dopo mi ritrovai col cazzo in bocca e andavo su e giù con la testa come se lo avessi sempre fatto.
Alzai la testa e gli sussurrai che adesso avrebbe dovuto finire il pompino mentre io gli finivo la sega, lui si chinò e ricominciò a succhiare, mentre io ricominciai a menarlo ma più velocemente perchè volovo farlo sborrare e volevo che mi sborrasse in mano.
Non ci volle molto e mentre io gli sborravo in bocca e lui igoiava tutto, mi sborrò in mano e per la prima volta sentii la sborra calda di un altro uomo, provando una sensazione menravigliosa.
Mi guardò mentre si leccava ancora le labbra e misussurrò che lui una volta a settimana andava in quel cinema per fare un pompino, poi si alzò e se ne andò.
Ecco la mia prima volta bsx anche se solo limitata a una sega e un pompino, ma dopo allora ho avuto altre esperienze che in seguto racconterò
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17 years ago
solitario52,
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In altalena
Erano gli ultimi giorni di un’estate che sembrava non volesse mai finire e un piacevole tepore avvolgeva ogni cosa. Tutti i suoi amici erano tornati nelle loro case in città, solo lui era rimasto al mare a continuare le vacanze fino a che non fosse iniziata la scuola. Nelle prime ore del pomeriggio, quando non riuscendo a dormire usciva di casa, passava il tempo annoiandosi sulla spiaggia nello stabilimento balneare ormai semideserto. Anche quel giorno se ne stava a giocherellare con poca convinzione con le sue montagnole di sabbia quando sentì che qualcuno si avvicinava e gli rivolgeva un saluto. Era un ragazzo che aveva conosciuto di recente, non era del suo bagno ed era un po’ più grande di lui. Un tipo con cui non aveva molta confidenza e che lo intimidiva, sia perché aveva più anni, sia perché a volte aveva un modo di fare spavaldo che in lui suscitava insieme simpatia e timore. Non era il compagno ideale con cui passare il tempo ma non c’era nessun altro, perciò il nuovo arrivato venne accolto nel migliore dei modi. Si misero a chiacchierare. Parlarono un po’ di tutto prendendo confidenza fra loro finché durante una di quelle pause che sembrano non finire mai e nelle quali non si sa più che cosa dire quello se ne venne fuori con un – Senti, te lo fai mettere nel culo? – Era incredibile, aveva proprio detto così, quasi fosse la cosa più naturale del mondo. Ma che credeva! Si conoscevano appena e gli faceva una proposta del genere? Gli venne spontaneo opporgli un netto rifiuto. L’altro non insistette, si comportò come se non fosse successo niente. Fatti quattro passi salì sull’altalena situata di fianco alle cabine e cominciò a spingere. Lui rimase poco distante a guardarlo, non voleva andarsene, non sapeva dove e in fondo non era successo niente. Però per quanto cercasse di togliersi dalla mente la proposta che gli era stata fatta quell’idea continuava a riaffacciarsi. Si conoscevano appena, era vero, ma questo alla fine non era mica un male. Tra qualche giorno sarebbero stati lontani e la storia non avrebbe avuto strascichi. Quel tipo poi sembrava così sicuro di sé e lui da tempo era incuriosito dalla cosa. Guardò davanti a sé e vide che il suo compagno aveva spinto l’altalena molto in alto, come a lui non era mai riuscito di fare. Trascorsero alcuni minuti e il movimento rallentò fino a fermarsi del tutto. – Vuoi provare a salire con me? – gli chiese allora il ragazzo indicando il sedile dell’altalena. Di lì a poco erano insieme in piedi sulla tavoletta, lui davanti, l’altro dietro a spingere. Piegando le gambe e facendo forza sulla tavola il suo compagno imprimeva all’altalena oscillazioni sempre più ampie. Quando dal punto più alto del movimento tornavano indietro lui avvertiva una strana sensazione di vuoto che gli provocava disagio e inquietudine, quando invece andavano avanti sentiva che il corpo del compagno gli si accostava ed esercitava contro il suo una energica pressione. Dopo un po’ l’altro si sedette e lo invitò a mettersi sulle sue ginocchia. Ormai volavano alti e non c’era più bisogno di agire con forza, bastavano piccoli movimenti perché la tavola ed i suoi passeggeri continuassero la loro corsa. Adesso quando l’altro spingeva sentiva distintamente contro le sue natiche la presenza di un affare tozzo e duro che gli premeva contro. Sapeva bene che cos'era, ma il contatto gli procurava piacere e non osava scostarsi. A poco a poco l’altalena ridusse l’ampiezza dei suoi movimenti e si fermò. Scesero a terra. Ma a lui toccare il suolo non dette alcuna sicurezza, si muoveva con passi incerti come se il terreno non fosse abbastanza saldo sotto i suoi piedi. – Allora ti è piaciuta l’altalena? – gli chiese il compagno standogli vicino. – Sì, molto – rispose lui a voce bassa, incapace di nascondere l’emozione. L’altro comprese il suo turbamento, gli mise un braccio sulla spalla, lo strinse un poco a sé e gli disse – Vieni, conosco un posto dove possiamo stare tranquilli – . Lasciata la spiaggia si avviarono verso un gruppo di edifici distante un centinaio di metri. Arrivati davanti ad un portone il compagno spinse un’anta della porta e questa cedette consentendogli di entrare. Il palazzo non aveva ascensore e loro salirono lentamente fino al quinto piano, poi percorsero un’ultima rampa di scale che dava accesso al terrazzo. L’ultimo tratto di questa rampa non aveva ringhiera ma era riparato da un muro cosicché chi si trovava lì non poteva essere veduto dal basso mentre sporgendosi un poco oltre il muro poteva facilmente controllare tutto il vano delle scale. Il suo accompagnatore si sedette a riprendere fiato e intanto volle rassicurarlo dicendo – Il palazzo è disabitato, la gente ci viene solo l’estate e adesso se ne sono andati tutti. Che la serratura è guasta lo sappiamo in pochi, vedrai che non ci disturberà nessuno –. L’impressione di vuoto che aveva ricevuto mentre saliva le scale e il silenzio che regnava nello stabile convinsero anche lui che il compagno aveva ragione, si sentì tranquillo e al sicuro. Dopo essersi tolto i calzoni l’altro gli chiese di fare lo stesso, era una cosa facile, avevano entrambi i pantaloni corti e non c’era bisogno di levarsi le scarpe. – Adesso bagnati bene il buco con la saliva – fu la successiva richiesta, poi a conclusione – Vieni qui, fammi un po’ vedere –. Lui si girò di spalle e mostrò al compagno quello che aveva fatto, l’altro sorrise, la sua docilità e la sua arrendevolezza dovevano piacergli. Il suo nuovo amico se ne stava seduto su un gradino e aveva il membro eretto puntato verso l’alto. Lo invitò a sedercisi sopra come quando erano sull’altalena, ma questa volta la situazione non era la stessa. Lui si mise a gambe larghe e si chinò lentamente verso la punta della verga che l’altro teneva orientata sul bersaglio. Quando sentì che l’apertura cominciava a cedere sotto la pressione del membro si lasciò andare verso il basso per farlo entrare. – Ahi! Ahi! – si lamentò subito dopo. Quella manovra azzardata aveva prodotto una spiacevole conseguenza, la penetrazione troppo brusca gli aveva fatto male. Cercò di rialzarsi ma l’altro lo teneva stretto come se stessero lottando e gli impediva di sollevarsi. Finalmente glielo aveva messo dentro e non voleva davvero interrompere la sua azione dopo un inizio così promettente. Intanto però lo rassicurava dicendogli che il dolore non sarebbe durato a lungo e presto avrebbe avuto un sicuro compenso per quel momentaneo disagio. In effetti dopo poco le sensazioni sgradevoli scomparvero lasciando il posto ad un piacere che si faceva più intenso a mano a mano che lui ne diventava consapevole. Ma proprio mentre lui cominciava a provare gusto a quel gioco sembrò che l’altro ne avesse abbastanza perché gli disse – Voltati ora, che te lo faccio sentire per bene – . In un attimo lo sistemò in ginocchio due gradini davanti a sé e lo prese da dietro. Quando cominciò a fotterlo lui comprese subito cosa l’altro intendeva con quel “te lo faccio sentire per bene”. Il suo amante spingeva in avanti con forza, lo penetrava a fondo infilando tutta l’asta, sembrava quasi che volesse entrargli dentro anche con il bacino. Lui si sforzò di accoglierlo e di sostenerne le spinte. Stordito da quell’irruenza godeva in silenzio mentre il ritmo del coito aumentava e il piacere provocato da quell’assalto diventava sempre più grande.
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17 years ago
admin, 75
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La meglio!
sono tornato da poco dalle vacanze ed ho fatto inaspettatamente la scopata delle scopate meglio che con le fidanzate con cui sono stato!la fica poi e' come il tramisu'!mi si presenta in casa una bella ragazza del sud vivacissima sveglia abbronzata e con una forte personalita' diciamo con due palle cosi'!subito si complimenta per la mia bellezza e per le mie doti!in effetti....!ho un cazzone molto ma molto largo e abbastanza lungo!e dopo.....leccate di buco di culo pompini su pompini lei che mi guarda mentre succhia mi si sta'a rizza' mi sale sopra con la fica e lecca lecca lecaa lecca fica buco di culo profumo ecccc.dopo mi sale sopra ed iniziamo ad ululare come due lupi sara' perche' eravamo alle prime esperienze e gli dico che mi eccita se ci sentono e ulula ancora di piu' mentre e' a pecora mi dice di fare piano ed alla fine si alza e mi faccio una sega sulla sua bocca e via.........forza juve!!
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17 years ago
admin, 75
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La mamma del mio amico
avevo da poco passato i ventanni quando una sera mi recai alla societa sportiva dove mi allenavo non pensando minimamente quello a cui sarei andato incontro.
Entrando in palestra mi accorsi che non ero solo ma che oltre a me c'era pure la mamma di un mio compagno di squadra.
Una donna da paura,alta 1.75 ,capelli lunghi neri, occhi glaciali, una bocca da infarto ,una bella quinta di seno e un culo che ti fa venir voglia solo a guardarlo.
Entrai salutandola e solo a vederla fare esercizi inizio a diventarmi duro anche se era solo una fantasia fino a quella sera....
Mentre mi stavo cambiando dalla fessura della porta intravidi Maria che mi stava sbirciando,sul subito ero un pò sorpreso non che timido nel farmi vedere ma poco dopo pensai che forse era solo la mia fantasia che correva un po' troppo al che continuai a cambiarmi.
Entrai in palestra e iniziai a fare i miei esercizi non togliendo mai lo sguardo da quella donna stupenda....
Iniziammo a parlare un pò del più e del meno, mentre continuavamo mi accorsi che sotto a quella t shirt verde mezza trasparente e quei bel paia di fuso non c'era nel reggiseno ne tanto meno un paio di mutande...fu allora che iniziai a viaggiare con la fantasia forse un po' troppo dato che dopo appena pochi minuti il mio pacco era gia troppo evidente tanto che se ne accorse pure lei....
Con gran signoria cercavo di non dare troppo nel occhio ma oramai era troppo tardi...mi si avvicino, nei nostri sguardi era gia troppo chiaro quello che stava per accadere ma ancora non pensavo fosse possibile.
Con molta disinvoltura mi chiese se vestita cosi mi mettesse in imbarazzo,non sapendo cosa rispondere e vista la mia giovane età risposi con:"FORSE SENZA STARESTI MEGLIO"....neppure il tempo di dirlo che inizio a togliersi via quel poco che aveva addosso.
Io non volevo essere da meno tirai giù i miei pantaloni e sentii subito la sua lingua che leccava il mio cazzo con una bravura maestrale,andò avanti un buon cinque minuti a succhiarmelo facendomi andar via di testa,poi si alzo e con voce eccitata mi disse.....:"ADESSO FAMMI SENTIRE DONNA"....
La misi sopra il materassino,era tutta bagnata,gli mossi un po il cazzo su e giùu tra la figa e il culo e poi con grande foga glielo misi dentro....su e giù, su e giù fino a quando non sentii inondarmi le palle del suo liquido caldo...a quel punto mi fermo e con voce ancora ansimante mi disse:VOGLIO CHE MI INCULI....
detto fatto, la girai la misi a pecorina e con un po di fatica entrai in quel culo che a tutti mandava via di testa....le sue urla erano spaventose mi facevano sempre più eccitare,per non parlare delle sue tette che si muovevano su e giù....
Dopo un buon dieci minuti sentii la sborra salirmi sul cazzo la girai e con gran porcagine gli son venuto in mezzo a queste immense tette sudate....
Fu una scopata meravigliosa......
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17 years ago
GIOCATTOLOperSIGNORE,
28
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Miriam al supermarket
Miriam al supermarket ci va sempre malvolentieri: anche stamattina sbuffa e spinge il carrello in mezzo alla calca del sabato cercando di concentrarsi sulle scatolette di tonno:
"Dio ma perchè fanno le confezioni così complicate? saranno meglio 4 scatole da 80 grammi o 3 da 120 o 2 da 180 o una sola da 250 o...?? Ahh, sto impazzendo!"
Intanto pensa che marito e figli sono a casa a rigirarsi ancora nel letto, mentre lei da brava mammina casalinga deve badare a tutti.
"Niente tonno questa settimana!! Fanculo!"
Davanti ai surgelati il suo sguardo posato sui "4 salti in padella" dietro il vetro, con un cambio di piano mette lentamente a fuoco la sua figura riflessa nello sportello, che ora emerge piano piano. Per un attimo, istintivamente un pensiero di fastidio le rimbalza dal vetro al cervello: ultimamente non si piaceva molto. Poi però Miriam nota il suo profilo e pensa che, in effetti, il vestitino a fiori con le spalline sottili la snellisce parecchio. Fa un mezzo giro mostrando il culo alla vetrina, facendo scorrere lo sguardo dalla schiena verso il basso e...
Una voce maschile la distoglie dai suoi pensieri:
"Buongiorno!"
"Oddio chiunque sia mi avrà visto mentre mostravo il culo ai surgelati??"
"Andrea!"
Il miglior sorriso che poteva permettersi il sabato mattina, per un attimo infonde un pò di luce al viso di Miriam.
"Stai scegliendo i surgelati o il vestito?" chiede lui ridendo e togliendosi dalle orecchie le cuffiette stereo.
Miriam sta cercando la risposta più spiritosa possibile quando si sente chiedere: "Allora come ti è andata ieri sera?"
"Guarda, sono uno zombi. I bambini erano sconvolti e hanno dormito malissimo e ... Io non so chi ha avuto per primo questa bella idea di organizzare le feste di compleanno dei figli da McDonald, ma se lo trovo... lo strozzo con le mie mani!"
Andrea sta ridendo ancora, e ripensa alla sera prima...
...
Anche per Andrea era diventata una specie di condanna: nell"universo frequentato da figli e genitori mediamente una volta al mese gli toccava accompagnare i bambini a qualche festa di compleanno. All"inizio non voleva crederci: "Ma se questi qua a 6 anni hanno già McDonald, quando ne avranno 12 vorranno affittare una discoteca. E a 18 che cosa gli devo organizzare, una festa in villa d"epoca con catering incorporato??"
Chissà perchè, mentre tutti gli altri bambini erano sempre accompagnati dalle mamme, in casa sua questo compito toccava sempre a lui: sua moglie detestava quelle circostanze. Poi però prese la cosa con filosofia e come un"ennesima occasione per praticare quello che era diventato il suo sport preferito: socializzare con tante deliziose mammine.
Mentre i bambini si scalmanavano allo spasimo in mezzo a scivoli, tubi di gomma, palline colorate, uscendone sempre sudati peggio che in palestra, Andrea conversava amabilmente scoprendosi di volta in volta simpatico, malizioso, piacente, decisamente a suo agio.
Dove voleva arrivare? A farsi una bella scopata con qualche mogliettina frustrata? Non lo sapeva e non si poneva limiti, ma il gioco gli piaceva e... giocava.
Come tutte le altre volte, anche quella sera l"argomento preferito del piccolo capannello di genitori erano, indovina un pò, i figli. Ma ad un certo punto Andrea colse un attimo di luce diversa negli occhi nocciola di Miriam.
"Ma si, diamoci al vizio! Usciamo a fumarci almeno una sigaretta..." disse lei di colpo gettando in un angolo il bicchiere di carta ormai vuoto. "qui più che cocacola non si beve..."
I capelli corti, il sorriso ampio, un corpo ancora in grado di suscitare emozioni, Andrea la seguì fuori dal locale ed entrò subito in confidenza. "Questi bambini mi stanno prosciugando. dedichi loro tutto quanto per anni e poi ti ritrovi a non sapere più parlare di altro..." E portando la sigaretta alle labbra Miriam chiuse gli occhi. Andrea capì che Miriam aveva solo bisogno di sfogarsi, essere ascoltata e, un pochino... "coccolata". Dopo una ventina di minuti, un"altra sigaretta, una serie di battutine maliziosette e di piccole confessioni reciproche sussurrate quando erano sorprendentemente vicini, Andrea si chiese se quel gioco non stesse andando oltre le aspettative di entrambi...
Ma in quel momento qualcosa che grattava dietro il vetro li distolse dal quel piccolo improvvisato flirt: i bambini sudatissimi li reclamavano. Era l"odiatissimo momento del taglio della torta.
...
Dal carrello di Miriam già strapieno una scatola scivola in terra e il rumore improvviso li fa sussultare entrambi. Miriam si china per prima per raccogliere i corn flakes e nel farlo si accorge benissimo che gli occhi di Andrea non possono fare a meno di insinuarsi nella scollatura per sbirciare il reggiseno e frugare quanto racchiude.
"E se ieri sera mi fossi esposta un po troppo con lui? In fondo non lo conosco gran che. Chissà che avrà pensato!" Ma il ricordo della conversazione della sera prima stava producendo comunque un sottile piacere. Era tanto tempo che non si sedeva a parlare di sè con qualcuno... Le aveva fatto proprio bene! E se quel qualcuno era pure affascinante, beh che male c"era? E se lui l"avesse, che so, baciata? Come avrebbe reagito? Miriam trattiene così un attimo l"idea dentro di se mentre rimette a posto la scatola e poi osserva Andrea con un sorriso birichino.
L"incrocio degli sguardi e poi un solo impercettibile attimo di incertezza durante il quale entrambi cercano la battuta migliore. Poi : "Sono d"accordo! tu lo strozzi e io lo appendo!" dice Andrea. Ma che fa? si rimette le cuffiette? "Beh, allora ... Ciao e ... Buona domenica!" Miriam sorride e ricambiando il saluto sente un tonfo provenire dal carrello che la riporta definitivamente alla realtà: "Cornflakes del cazzo!!"
Dopo una decina di minuti Miriam, che non ha saputo resistere al richiamo del tonno, si avvia pigramente verso la cassa con un paio di confezioni 80X3 sopra il mucchio. Una volta in fila si accorge che nella coda parallela c"è di nuovo Andrea. Non dice nulla anche perchè lui non può sentirla... Ma l"ha notata e ha sorriso. Man mano che procedono praticamente appaiati si ritrovano a imbustare gli acquisti assieme. "Non so come farò in tram con questi quattro borsoni..." dice distrattamente Andrea, e una lampadina birichina si accende come prima nel cervello di Miriam. "Ma sei venuto a fare la spesa in tram? sei fuori?... Ti posso accompagnare io se non ti crea problema...". "Sarebbe il massimo, grazie!" si sente rispondere e chissà perchè lo stesso sguardo che prima frugava nella scollatura ora lo sente di nuovo infilarsi esattamente nell"incavo fra le sue tette rotonde morbidamente appoggiate al bordo della cassa, mentre praticamente sdraiata cerca di afferrare sempre i maledetti cornflakes.
...
E ora?
Non aveva in mente particolari progetti o ideato mosse "strategiche", (... per fare cosa poi?) ma, mentre l"ascensore sta salendo verso il parcheggio, l"imbarazzo è già svanito per lasciare il posto alla dolce familiarità della sera prima. Incastrato tutto nel bagagliaio della station wagon, entrambi, seduti uno affianco all"altra, si muovono simmetricamente per allacciarsi la cintura di sicurezza e la distanza fra i loro sorrisi si riduce a pochi centimetri. "Meno male che ho preso la macchina di mio marito..."
Il profumo, il sorriso, gli occhi, spesso basta un attimo e...
Si stanno guardando negli occhi e Miriam sente di nuovo il bisogno di dire qualcosa di spiritoso mentre di nuovo sente il calore dello sguardo di Andrea scendere lungo il suo collo fino al reggiseno. Con gli occhi chiusi per una frazione di secondo il calore immaginato si trasforma in quello del ... suo respiro. Mi sta baciando sul collo!!!
Il brivido che la percorreva tutta non le permetteva di pensare e, rovesciando la testa all"indietro, stava afferrando la nuca di Andrea in modo da spingere la sua bocca sempre più giù, assaporando il calore di quelle labbra che sfioravano la sua pelle. Non aveva il coraggio di dire nulla per non spezzare quella magia, ma stava pensando dentro di sè "non smettere, non smettere ti prego!!".
Ora lui aveva raggiunto il bordo del reggiseno e lo stava scostando con un dito in modo da fare emergere il capezzolo oramai bello duro ed eccitato. Mentre lo lavorava con la lingua, la sua mano si era posata su una coscia e stava lentamente sollevando il lembo della gonna. La mano saliva, saliva, ora premendo, palpando, ora sfiorando e accarezzando e aveva oramai raggiunto il culo, giocherellando con il bordo degli slip.
"Però, ... fa sul serio, il maiale..." e per un momento Miriam era in bilico, come in equilibrio sulle sensazioni contrastanti che provava: pomiciare in macchina a quel modo con vent"anni di ritardo la faceva sentire decisamente ridicola, ma il calore di quella lingua sulla sua pelle la stava anche facendo sentire decisamente giovane e... porca!
Il pensiero emergendo si era trasformato in parole: "Fai sul serio eh?". Meno male che aveva tolto la parola maiale...
Andrea solleva la testa e la guarda negli occhi scoppiando a ridere. "Forse dovremmo smettere hai ragione...." Non che fosse imbarazzato, ma nei suoi occhi leggeva la stessa sensazione: "mi sento ridicolo" stava sicuramente pensando.
"Anzi scusami, ma ho sentito il tuo profumo così vicino che..." e si stava già scostando per ricomporsi sul sedile aggiustandosi la cintura. Mentre il viso di Andrea si allontanava, Miriam stava come precipitando dall"alto dell"equilibrio di poco prima,ma dalla parte sbagliata! No, non voleva fermarlo, aveva solo detto ... forse era ancora in tempo, forse poteva ritornare in cima e gettarsi giù dall"altra parte, dalla parte di quel calore, di quella lingua....
Allora senza dire nulla afferra di nuovo la nuca di Andrea e lo tira a sè baciandolo. Anzi, lo travolge con un bacio intenso assaporando il gusto della lingua intrecciata alla sua e nella foga del gesto si ritrova praticamente a cavalcioni sopra di lui. Ora gli stava sbottonando la camicia, mentre sentiva le sue mani che stavano palpando le tette. "Anch"io faccio sul serio..." stava ora dicendo, mentre uno sguardo torbido le illuminava il viso.
Ora si stava strofinando con voluttà sopra di lui e sentiva sotto i pantaloni qualcosa che cresceva là dentro, qualcosa che si stava accendendo di desiderio per lei, un desiderio che lei aveva saputo far sgorgare e che ora non voleva più che andasse via, voleva farlo crescere, aumentare...
L"esplosione di voglia aveva fatto dimenticare il sentirsi ridicola, e ora si sentiva donna, amante, porca, viva! Voleva essere padrona della situazione, e un modo per farlo era...
Con decisione scende da sopra di lui e incomincia a sbottonare la cintura, i pantaloni, tira giù la zip finchè lo tira fuori pulsante e caldo, lo accarezza, passa un dito sulla punta dove una goccia di voglia stava già spuntando. Si porta il dito alla bocca succhiandolo lentissimamente senza mai staccare gli occhi dai suoi. Era bello, dritto, lucido e durissimo.
L"odore del sesso le arrivava dritto nel cervello mentre si accostava con la bocca a quel cazzo completamente suo!
Lo prende in bocca dolcemente e lo spinge un pò in fondo poi lo estrae leccandolo piano. Non voleva perdersi neanche un secondo di quel piacere da tempo dimenticato. Andrea con la mano appoggiata sulla sua testa stava accompagnava il movimento. Neanche lui si stava perdendo un secondo di quelle sensazioni! La stava scopando in bocca!
Attorno a loro il parcheggio, le auto, il gas, i rumori delle gomme che stridono stavano continuando come niente fosse, ma nello stesso tempo non c"eràno più. Erano sulla riva di una bianca spiaggia tropicale, nudi sotto il sole e Miriam si stava gustando il sapore del cazzo più dolce e potente che avesse mai provato.
Apre gli occhi, la spiaggia scompare e quando Andrea, sollevandole dolcemente la testa, estrae l"uccello dalla bocca, ma continua a menarselo, Miriam capisce che sta arrivando in fondo. Miriam apre la bocca e asseconda il movimento facendo sbattere la punta sulla lingua e sulle labbra, mentre lo guarda negli occhi da sotto un ciuffo di capelli scomposto. Il suono del suo respiro e i rumori di strofinamento ora si fondevano in una strana musica e Miriam capiva che anche lei stava per godere... Non era solo cercare di procurare piacere all"altro, ma era come se l"attesa di quell"orgasmo che stava arrivando fosse parte del suo, quella sborrata era dedicata a lei, era solo per lei, l"aveva voluta lei e...
Quella sensazione era così intensa che sentiva salire il proprio orgasmo in parallelo a quello di Andrea: infatti proprio un attimo prima della generosa sborrata, Miriam riaffonda la bocca sulla cappella e si ritrova a gustare il sapore dolceamaro di quel succo meraviglioso, sgorgato in due o tre fiotti violenti, proprio nello stesso istante in cui un brivido la percorre tutta e si scarica umido là in mezzo alle cosce, macchiando le mutandine.
E mentre in parte ingoiava e in parte ripuliva per bene a leccatine tutto il cazzo ancora duro pensava: "Non mi era mai piaciuto venire al supermarket... ma sto cambiando idea!"
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7
17 years ago
littleoverzero,
44
Last visit: 17 years ago
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Cambio casa.... pt.2
A grande richiesta.
….misi il dvd nella borsa, un po’ imbarazzata e un po’ scocciata. Era stata una bella sfrontata, ma forse me l’ero anche cercata, a parlare di sesso a cena con due conosciuti il giorno prima…
Sono passati giorno, ogni tanto incrociavo Giada e Marco per le scale, ci limitavamo ad un saluto, ad un “come va?”, senza nessun accenno all’omaggio che mi avevano fatto. Anche io, del resto, me ne stavo dimenticando, avevo messo il dvd in una delle tante scatole ancora da aprire e lì era rimasto. Un giorno feci venire un mio collega per rimontare l’impianto stereo e ricollegare tutto (io sono geneticamente incapace) e quando a fine giornata mi sedetti sul divano per guardare un po’ di TV mi accorsi (mi ricordai) che anche il lettore dvd era ricollegato e funzionante. Il pensiero mi andò subito al regalo di Giada. Ricacciai indietro il pensiero e mi concentrai su Dr. House. Passarono altri tre o quattro giorni e una sera mi ritrovai nella stessa situazione, sul divano, di fronte alla TV, col pensiero che andava di nuovo a quel disco. Mi decisi e lo cercai: mi ci volle un po’, non ricordavo più in che scatola era finito, ma lo trovai. E va bene, mi dissi, vediamo un po’ cosa c’è sopra. Misi su il disco, mi risedetti sul divano e spinsi PLAY. Qualche secondo di nebbia e poi l’immagine si aprì su quella che doveva essere la camera da letto (avevo visto di sfuggita l’armadio quando ero stata da loro). Se sul contenuto potevano esserci dubbi, sparirono ai primi fotogrammi: Giada, completamente nuda sul letto, che si accarezzava. Ora vedevo quei seni che aveva cercato di farmi intuire in ogni modo e rivedevo anche le belle gambe che avevo visto poco davanti a me sulle scale. Era indubbiamente bella, forme pressoché perfette, seni pieni. Muoveva le mani su e giù, lentamente, lungo il corpo, inarcava la schiena quando arrivava a toccarsi il seno, poi di nuovo giù, sulle cosce, leggermente all’interno. Poi smise, si lasciò una mano sul seno, mentre l’altra si soffermava tra le gambe, invisibile alla telecamera. Aprì gli occhi, guardò verso l’obiettivo e si girò leggermente, allargando le gambe. Forse qualcuno glielo aveva suggerito, e notai che non c’era audio. Ora si poteva vedere chiaramente, si stava accarezzando il sesso. Ancora come istruita, cominciò a masturbarsi in maniera più decisa, potevo vedere le sue dita comparire e scomparire. Continuò così per un po’, poi accelerò il ritmo e dopo qualche secondo ebbe gli spasmi dell’orgasmo. Mi accorsi che stavo trattenendo il respiro, e lo liberai quando la vidi venire. Continuò ad accarezzarsi per un po’, più lentamente, con meno foga e impeto, poi di colpo l’immagine sparì, e fu di nuovo nebbia. Stavo cominciando a pensare semmai sarei stata capace di farlo io, quando ricomparve lo stesso ambiente. Un secondo filmato. E questo era da subito più eloquente. Sul letto, appoggiata su mani e ginocchia, c’era una ragazza, poteva avere sui 25 anni, aveva capelli corti, quasi rasati, un seno pronunciato che le pendeva sotto, fianchi pronunciati e un sedere discretamente largo. Si toccava con una mano tra le gambe. Apparve Marco, direttamente dietro di lei, in piedi fuori da letto. Si teneva il pisello in mano, con la mano si masturbava. Non potei non notare le notevoli dimensioni. Smise di masturbarsi, appoggiò le mani sul sedere della ragazza, allargò e poi guidò il pisello all’interno del sesso di lei, lentamente, ma fino a farlo sparire tutto. Poi cominciò a muoversi, dapprima lentamente, poi sempre più veloce, fino ad avere un ritmo regolare. Passò un tempo che mi parve interminabile, potevano essere pochi secondi come interi minuti, poi accelerò ancora. La ragazza doveva evidentemente sentirne l’effetto, perché si accasciò sui gomiti, completamente in balia di lui. Uscì da lei, fece appena in tempo a prenderselo di nuovo in mano e lasciò partire spruzzi bianchi sulla schiena della ragazza. E come prima, sentii il mio respiro riprendere dopo essersi sospeso. Finì di schizzarla e gli avvicinò il pisello al sedere, strusciandoglielo sopra e spremendoselo, per far uscire le ultime gocce. Avevo probabilmente gli occhi fissi sullo schermo, perché quando tornò buio scattai all’indietro. Se il primo filmato mi aveva solo un po’ turbata, il secondo mi aveva scossa. Non dico scandalizzata, perché dopotutto mi aspettavo una cosa del genere, ma i modi di Marco ed il fatto che ci fosse una protagonista che non conoscevo….be’, quello non me l’aspettavo. All’improvviso riprese un altro filmato, ma non feci a tempo a vedere cosa era, perché la mia mano scattò sul telecomando e spense. Mi dissi che poteva bastare per quella sera. Ammisi che, se era intenzione di Giada impressionarmi, forse c’era riuscita. Mi ripromisi di finire il dvd la sera successiva, e me ne andai a letto. Dopo 20 minuti ero ancora lì a rigirarmi, pensando a ciò che avevo visto: le bellissime gambe di Giada, i suoi seni, la dotazione notevole di Marco. E feci qualcosa che non facevo da un secolo: mi masturbai io stessa. Mi abbassai pigiama e slip sulle cosce e mi penetrai con le dita, muovendole allo stesso ritmo furiosi che avevo visto in Giada e Marco. E venni, venni alla grande, tanto che il sonno mi colse senza lasciarmi neanche il tempo di rivestirmi per bene.
ci saranno altre puntate?
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6
17 years ago
moni74,
33
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L\'orgia entra nel vivo .seconda puntata
Lasciai passare alcuni giorni, poi non reggendo più alla libido telefonai a Francesco dicendogli che si poteva provare a due condizioni che non invitasse più di cinque amici + lui e Luigi e che fosse chiaro che sarei stato io a dirigere il gioco.Lui mi assicurò che non si sarebbe fatto niente che io non condividessi e mi disse che si sarebbe fatto vivo al più presto appena preparato il tutto nel suo casale di campagna. Dopo alcuni giorni ricevetti la sua telefonata e ci demmo appuntamento per la sera dopo alle 21 che sarebbe passato lui a prendermi assieme a Luigi.Il giorno dopo alle 21 precise arrivarono e mentre salivo in macchina mi avvisarono che tutto era pronto e che gli altri amici già ci aspettavano al casale,arrivati me li presento uno ad uno, anche se io non afferrai nemmeno un nome, la libido era già esplosa e davanti a me non vedevo altro che sette uccelli che mi avrebbero gratificato, riempendomi tutti i buchi per un tempo imprevedibile.Il buchetto era tutto fremente ed umido , come una figa bagnata e vogliosa.Di botto ci ritrovammo tutti nudi, mi trovai circondato, in mezzo a tutti loro che già erano col cazzo duro.Iniziarono ad accarezzarmi ovunque, nei glutei, sui capezzoli, sotto le ascelle, leccandomi palle,uccello e ,cosa che mi fece subito andare in estasi, il buchetto, poi mi fecero distendere per terra, su un enorme materasso con un cuscino sotto il sedere, tre mi vennero vicini ,uno mi prese in bocca l'uccello ed inizio a succhiarlo ed ad ingoiarlo molto lentamente,un'altro offri il suo cazzo turgido e caldo alla mia bocca ed il terzo dopo aver constatato, prima con la lingua, poi con le dita che lo sfintere era pronto e ben lubrificato alzandomi entrambe le gambe sulle sue spalle mi introdusse lentamente ma deciso un lungo e grosso uccello che dopo la prima difficoltà di adattamento ,alla penetrazione ,del mio sfintere iniziò ad andare avanti ed indietro da vero esperto a che io per favorire la profondità della penetrazione cercai di sincronizzarmi a lui mentre entrava io spingevo in contemporanea cosi che lo sfintere e le viscere facilitavano la sua stantuffata che sentivo arrivare all'ombelico.Non capivo più nulla mi sentivo come mai mi ero sentito, avevo un cazzo in bocca un'altro mi stava stantuffando nello sfintere come mai mi avevano sodomizzato, entrava lentamente tutto dentro fino ai coglioni per poi ritirarsi quasi completamente, vi rimaneva dentro solo parzialmente la punta della cappella per poi riprendere ad avanzare lento e costante, sentivo la verga che era sempre più grossa ,calda e dura fino a che fremendo e vibrando mi esplodeva dentro con copiosi getti di sperma che arrivavano fino al fondo delle viscere mentre una calda ed umida capace bocca succhiava ingoiando il mio uccello. Fu un continuo ininterotto orgasmo. Ogni tanto sentivo che dopo essersi svuotato un'uccello ormai moscio usciva per far subito posto ad un altro che duro, grosso e vibrante entrava lentamente dando modo allo sfintere di adattarsi alle nuove dimensioni per poi, una volta entrato tutto, tanto da sentire il suo scroto adaggiarsi alo sfintere, riprendeva a stantuffare subito di nuovo tant'è che mi sembrava una eterna instancabile, stupenda cavalcata facendomi sentire pieno di carne e sperma fino alle viscere più profonde, in bocca si alternavano gli uccelli, che io ripulivo dello sperma residuo leccandoli ed ingoiandoli avidamente fino a farli tornare turgidi e vibranti pronti di nuovo a sostituire il compagno moscio uscente. Persi la cognizione del tempo per ore fu un continuo entrare ed uscire di cazzi dai miei resistenti ,capienti, vogliosi ed insaziabilì sfinteri e in tutta verità devo dire che entrambi furono bravi e solidali tra loro lavorando all'unisono il culetto li spompava e la bocca li induriva di nuovo fino a che erano pronti a riprendere il duro anche se piacevole lavoro di stantuffamento tant'e che tutti fecero un minimo di tre assalti ,riducendomi a pezzi i reni e la ormai " fighetta" tutta dolorante slabbrata e colma. Quando anche l'ultimo dei cavalieri fu sazio e spompato ci riposammo, mentre a turno , i ragazzi facevano una doccia rinfrescante. Io fui l'ultimo ad entrarvi e l'ultimo ad uscirne dato il clistere continuo che avevo subito e dato che avevo una pomata speciale, il LUAN ,per medicare le parti "ferite " dalla battaglia sostenuta. Ero stanco ma soddisfatto ed in cuor mio ringraziai Francesco che prima di me si era accorto della mia predisposizione. Ma non l'avrei di certo ringraziato se avessi supposto quello che mi aspettava all'uscita dal bagno.
Fine seconda puntata
9
1
17 years ago
admin, 75
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Da bisex a troia ovvero l\'orgia- prima puntata
Francesco dopo un mese si rifece vivo telefonicamente e mi chiese prendendola in largo come stavo.Risposi che stavo bene bene, mi ero completamente stabilito, en anzi ,gli dissi tra il serio e lo scherzoso,che mi era piaciuto un sacco e rimpiangevo fosse, per me, durato poco. A Francesco non sembro vero sentirmi dire così e prendendo subito la palla al balzo rispose che da allora mi aveva pensato spesso e avrebbe voluto rifarlo anche Luigi mi disse la pensava come Lui ,e se io ero d'accordo gli era venuto un idea per la durata.Scherzando gli risposi se pensasse all'assunzione di viagra.
No, mi rispose, vi è un'altra soluzione, se per te due sono pochi, non ti bastano,basterà semplicemente aumentarne il numero,conosco degli amici fidati, una decina, ci penso io garantisco per loro.Sul momento pensai che scherzasse, quando mi resi conto che non era stata una battuta ma che diceva sul serio gli chiesi per chi mi avesse preso. Lui rispose che mi aveva preso per quello che ero, anche se ancora forse non me ne rendevo conto" una grande troia con una libido illimitata, con un bellissimo fondoschiena fatto apposta per essere penetrato e riempito di sperma da più cazzi".Gli sbattei giù il telefono, chi pensava d'essere mi aveva trattato come la peggiore delle troie.Dopo alcuni giorni ,sbollita la rabbia per come mi aveva trattato mi trovai a guardarmi davanti allo specchio ed a domandarmi se in fondo non avesse ragione lui. Infatti da quando ero stato sverginato e sodomizzato, per contenere un insolito formicolio anale ero passato alla automasturbazione, mi sodomizzavo a lungo con zucchini,cetrioli, melanzane ma appena smettevo ripensavo subito alla differenza tra le verdure e un cazzo caldo, duro fremente che ti impala e poi vibrando emette un o spruzzo caldo di sperma che ti innonda in profondità. La proposta di Francesco non mi passava dalla mente e più ci pensavo più mi veniva duro l'uccello e voglioso ed umido, come nua fighetta, la parte posteriore.
6
1
17 years ago
admin, 75
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La ns prima volta cn un single
Era un sabato sera qualunque,avevamo invitato un ragazzo a casa ns x semplice conoscenza,un caffe'in compagnia.Era un incontro virtuale da cui avevamo inteso di avere diverse affinita'in comune a livello esclusivamente cerebrale. Eravamo scettici e cmq indifferenti sull'incontro.Quel giorno avevamo parlato di lui,mio marito nutriva molto scetticismo e diffidenza,io ricordavo alcuni incontri con singoli solo ed esclusivamente conoscitivi da cui non era scaturito molto.Purtroppo e spesso l'argomento era il sesso,risatine,diffidenza estrema e spesso serate pesanti e incredibilmente noiose.Alle 21 circa suona il campanello,io vado ad aprire,si presenta lui,carino,piccoletto di statura,non bello,un tipetto quasi insignificante da cui scaturisce pure un atteggiamento di supremazia,a volte di quasi alterigia.Lo invito ad entrare,pare pure timido,indifferente ma cmq molto cordiale ed anche educato.Si conversa del piu'e del meno,si gusta un caffe'in compagnia ,si parla della ns attivita'della sua occupazione,delle esperienze di vita e del passato e presente.Una amichevole e debbo dire piacevole conversazione.Lo guardo,mi accorgo che l'insignificante ragazzo piano piano mi trasmette una sensazione stupenda,quella di una persona semplice,di un bravo ragazzo,a volte timido,a volte impacciato ma cmq cordiale,educato,scherzoso sempre nei limiti e con una serieta'che mi lascia attonita.Mio marito a volte lo guarda incredulo.Strano ma vero,non ha ancora parlato di sesso,forse una mosca bianca? Ci parla spesso della sua professione,dice che adora la musica,che ha una voce bellissima,intona una canzone alla perfezione,è bravissimo.Sono le una di notte,lui ci mostra il suo sito in internet,configurato molto bene e bellissimo.Ci mostra diverse foto sue tutte normalissime.Siamo increduli,finalmente un uomo educato,cordiale,un cavaliere forse di altri tempi? Ascoltiamo alcune sue canzoni,ha una voce bellissima,ci complimentiamo vivamente.Lo guardo spesso,ha due occhi profondi,dolcissimi mediterranei,lui incrocia il mio sguardo ma neppure un gesto,un apprezzamento.A volte guardo mio marito,sorrido senza farmene accorgere dal ns ospite,penso e il mio lui intuisce,ma questo chi è?.L'incarnazione di un antico cavaliere? o forse gli sono indifferente? Io ed il mio lui andiamo in bagno.siamo increduli.Lo confesso a mio marito,lui mi piace,è carino,dolce serio e mi intriga moltissimo.Mio marito annuisce,mi dice che come uomo lo ammira,lo apprezza per il suo comportamento ineccepibile ed intuisce l'eccitazione che è in me.Lui è ancora al pc,con una banale scusa controllo su desiderya se ho avuto messaggi ed apro la ns photogallery,un rossore improvviso noto sulle guance del ns gia'amico.Non fiata,sorride e neppure fa'apprezzamenti.Dice solo,sei carina.Sento crescere in me il desiderio di trasgressione,il mio lui annuisce,inizia ad accarezzarmi,baciarmi,toccarmi e il ns ospite pare sempre indifferente.Mio marito gia'intuisce,l'indifferenza dell'ospite è causata da una iniziale timidezza.Ora mio marito mi massaggia il seno,piano piano e dolcemente mi spoglia,lui è li'di fianco,non guarda,resta fisso sul monitor del pc.Ora sono senza camicetta e reggiseno,lui esclama solamente,hai un bel seno complimenti.Sono eccitatissima,vorrei prendere la sua mano,farmi accarezzare,mettermi al centro delle loro attenzioni.Qui'si fa'mattino penso.Ora non resisto piu',lo prendo per mano,il mio lui ci segue,lo portiamo all'improvviso in camera,mi faccio spogliare da mio marito,piano piano,con molta sensualita,sono nuda.lui mi osserva,incredulo,poi balbetta,scusatemi una cosa del genere non mi era mai successa,un sorrisino dolcissimo scorgo dalle sue labbra,gli occhi gli brillano,pare estasiato.Lo invitiamo a spogliarsi,un po'timido ed impacciato resta con gli slip,io sorrido,mio marito è gia'nudo,lo invitiamo a togliere l'imbarazzo,quegli slip da cui si nota la forma del pene gia'in erezione.Lo prendo per mano,lo faccio salire sul letto.io mi metto fra loro due,inizio ad accarezare il suo bel cazzo,lo vedo eccitatissimo,turgido e voglioso.lo faccio stendere e dolcemente lo succhio,lecco il suo glande,accarezzo lo scroto,il mio lui ha un membro durissimo,pare scoppiare dal desiderio.Lui non mi tocca mannaggiaaaaaaaaa.Mio marito ora interviene,gli dice schietto,lei ha voglia di giocare la vedi?Se ti piace leccala,leccala tutta li'.Pare svegliarsi,finalmenteeeeeeeeee,sento la sua bocca nel mio sesso,mi lecca,mi succhia il clitoride che pare scoppiarmi,la vagina inizia a grondare dei suoi caldi umori.Gemo,loro sono eccitatissimi,la bocca dell'uno e dell'altro mi fa'impazzire,mi fa'entrare in un'estasi di piacere mai provato.Il mio lui improvvisamente mi gira mi penetra,io continuo a succhiare quel ragazzo che a volte urla dal piacere,lo sento,il suo membro pulsa fra le mie labbra pare scoppiare nella mia bocca.Per me è la prima volta,col mio lui ed un single,sono in fiamme.Ora godiamo,siiiiiiii,la mia vagina si riempie del caldo sperma del mio lui e la mia bocca del caldo nettare del ns amico.Un piacere immenso,dolcissimo,una esperienza magnifica.
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17 years ago
admin, 75
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Come diventai bisex -seconda puntata
Francesco dopo alcune volte che aveva sfiorato il buchino nell'accarezzarmi i glutei inizio a fermarsi sullo stesso ed inizio a inumidirlo ed ad entrare piano piano prima una , poi due ,tre dita ed inizio con le dita umide ad esplorarne l'interno con lenti movimenti rotatori ed andando avanti ed indietro . Con sorpresa la cosa mi piacque Luigi mi menava sapientemente L'uccello E Francesco mi lavorava il buchino ormai allargato con tre dita nerbute e grosse (faceva il facchino) con sapienza tanto che fui il primo a venire. Io ero venuto ma Luigi e Francesco no. Anzi erano più infoiati di prima. Francesco non si accontento più della mia mano la levo e mi fece capire che avrebbe voluto che continuassi con la bocca. Non avevo mai fatto un esperienza del genere ma non riuscii a dire di no anche perchè gentilmente accompagnava la mia testa verso il suo uccello iniziai a slinguazzarle la cappella era gradevole , turgida ,violacea e pulsante, poi lentamente iniziai ad ingoiare quell'uccello fremente e grosso tante che l'ingoiavo con fatica. Mi ricordai alcune scene di vari film e cercai di imitare l'arte del bocchino, l'ingoiavo tutto in gola poi ritornavo alla cappella lavorandola di lingua prima di ritornare ad ingoiarlo tutto di nuovo. nella posizione in cui ero non riuscivo più a menare l'uccello di Luigi, anzi di Luigi mi ero completamente dimenticato. Presi conoscenza della presenza di Luigi in quanto pur impegnato con Francesco sentii che delle dita entravano nel buchino già lubrificato da Francesco. ma non erano più le dita di Francesco, erano più calde, umide e molto esperte, iniziarono ad esplorarmi tutto entrando molto il profondità e nel contempo mi riempivano di vasellina librificandomi a lungo poi sentii che si ritiravano e, pensai che peccato mi piaceva il loro andare e venire, ma non feci in tempo a pensarlo che ebbi la senzazione prima,poi la certezza che qualcosa di molto piu grosso delle dita si era apoggiato allo sfintere ed inesorabilmente, lentamente inizio a farsi largo ad entrare piano piano ma senza fermarsi faceva breccia dilatandomi al massimo lo sfintere che inizio a farmi bruciore , Luigi continuo a penetrarmi fino ache mi sentii impalato dal cazzo da un giocattolo di 26 cm x 20. Entrato tutto in profondità resto per un attimo fermo, sordo alle mie lamentele per poi iniziare a stantuffare avanti ed indietro con cadenza lenta ma regolare ed ogni volta mi penetrava sempre più in profondità tanto che sentivo il suo scroto sbattere ogni volta che arrivava a fine corsa, persai che mi aveva rovinato, invece dopo un po , con mia sorpresa, sentii le viscere che ad oghi avanzamento si aprivano un po di più e alla fine si erano adattate alla misura del cazzo di Luigi che accoglievano completamente,. come un fodero di spada, tutta per la sua lunghezza e grossezza la verga infuocata dura vibrante. Con meraviglia sentii che il bruciore spariva ,per far posto ad una strana senzazione mista tra il bruciore ed il piacere ,era piacevole quella verga che ti faceva sentire l'ano e le viscere dilatate e piene, mi piaceva quell'andare avanti e indietro, prima lento ed uniforme, poi sempre più veloce, con lo sfintere aperto al massimo per adattarsi a quel grosso palo di carne che mi riempiva impalandomi tutte le viscere ,lo sentivo enorme, palpitante, caldo ,turgido ,vivo e mentre Luigi con gli ultimi veloci e frementi colpi di reni mi riempiva di sperma mi accorsi che anch' stavo venendo. Non feci in tempo a riposare un attimo che il cazzo di Francesco volle la sua parte , mi penetro con tale forza che pensai fossero entrati anche i coglioni, iniziando a stantuffare veloce e deciso, ed io assaporai meglio il secondo assalto, ormai l'uccello di Luigi mi aveva sverginato ed anche se asinino l'uccello di Francesco, entro agevolmente non trovando che una debole resistenza nello sfintere dilatato dal passaggio di Luigi. Mi piaceva lo stantuffare di Francesco era un piacevole avanti ed indietro e mi era tornata quella senzazione di pienezza che mi faceva star bene, dopo un po anche Francesco si svuotò con innumerevoli spruzzi di sperma dentro di me e con notevoli sussulti del cazzo che vibrando mi fece di nuovo venire e per la prima volta sentii vibrare anche lo sfintere , in un aprirsi e chiudersi senza fine mentre ancora ospitavo il cazzo do Francesco che così provo ancora più piacere e l'apporto di sperma fu tale che mi sentii come se avessi fatto un clistere, tanto che dovetti correre in bagno a svuotarmi e poi feci una doccia calda e rilassante. Mentre mi lavavo non persavo che al piacere provato ad essere sodomizzato, mi era piaciuto un sacco nonostante che lo sfintere assomigliasse ormai più ad una figa allargata e slabbrata.Ma dovevo di fronte a Luigi e Francesco salvare, almeno quella, la faccia, uscii dal bagno e me ne andai dicendo che mi avevano teso una trappola ed erano fortunati se non li denunciavo e che non mi avessero in futuro più cercato. Tornato a casa solo e stanco con le reni e qualcos'altro a pezzi andai a letto ma non dormii quella notte avevo sempre davanti i cazzi di Francesco e Luigi E un dubbio mi venne" non sarò mica diventato BISEX".
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17 years ago
admin, 75
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Come diventai bisex prima puntata
Ero uscito per andare al bar abituale ma mentre mi incaminavo sentii frenare al fianco una macchina, mi girai e vidi Francesco e Luigi ,miei amici di infanzia che mi chiesero se andavo con loro a vedere dei filmini Hard.Arrivati a casa di Francesco , la moglie era coi bambini al mare, ci versammo da bere ed iniziammo a guardare i film. Erano i soliti film... dove la pornostar di turno si esibiva nelle solite posizioni viste ormai all'infinito. annoiandoci ,era d'estate , avevamo bevuto parecchio. stavo per dire a Francesco di spegnere quando nel filmato che stavamo guardando la pornostar si rivelo essere una trans che da vera esperta lavorava di bocca e di culo contemporaneamente e dopo aver fatto non so quanti bocchini ed aver fatto sparire più uccelli nel suo accogliente fondoschiena , passo a fare l'attivo e sodomizzo violentemente con un uccello enorme uno dei presenti a cui venne le lacrime ad accogliere l'uccello del trans. Senza nessun accordo ci accorgemmo di avere tutti e tre l'uccello in mano e stavamo menandlo ciascuno all'insaputa dell'altro. Eravamo seduti su un capiente divano e non potei non notare che anche Francescoaveva un uccello di proporzioni asinine. Francesco noto il mio sguardo sul suo uccello e con noncuranza ci propose di levarci pantaloni e slip e per rendere la cosa più eccitante propose di che ciascuno menasse il cazzo dell'altro tutti acetammo ed io essendo in mezzo tra loro ebbi tutte e due le mani impegnate sui cazzi di Francesco e Luigi. Più menavo e più sentivo i cazzi caldi che si indurivano e si allungavano mostrando delle cappelle turgide violacee che sembravano volessero scoppiare .
Era la prima volta ma il contatto mi piacque e non so se il mio cazzo era diventato duro perchè me lo menava Luigi o se lo era per quello che avevo io nelle mani.
Francesco avendo le mani libere con una mano mi accarezzava lo scroto e con l'altra mi accarezzava i glutei passando e soffermandosi sul buchino.
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1
17 years ago
admin, 75
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Una donna incontentabile-prima parte
Nove anni insieme non sono pochi,specialmente se si considera che Ines è sposata e la nostra è stata una piacevolissima relazione in cui,nel tempo,ha trovato posto anche il sentimento puro.
Mi piaceva perchè sessualmente era molto ingenua e svezzandola,aprendole gli occhi a un mondo di fantasie e trasgressioni,mi rendevo conto che la situazione mi intrigava sempre più. Come se la condiderassi una mia creatura.
Col passare del tempo si rese conto che al sesso non ci sono limiti,anche se frenata ancora da un alone di pudore mi accusava di essere "troppo estremo" (termine con cui mi ha per sempre etichettata).
Ma non sapeva ancora della mia doppia personalità. Non sapeva che dietro quel maschio resistente e dotato c'era una donna mille volte più passionale.
Fino a quando, un pomeriggio, giocando con le sue dita attorno al mio buchino, si accorse che mugolavo di piacere.
Eccitatissima più di me, iniziò ad insinuare la sua lingua ben dentro e a riempirmelo di saliva per poi infilarmi dentro il primo dito.
Ma a me non bastava e lei se ne accorse. Ne infilò due,poi tre,finchè provò a spingere dentro tutta la mano meravigliandosi di come io riuscissi a riceverla fino al polso.
Ricordo che godeva come una vacca mentre mi fotteva con quella mano che ormai mi sconquassava lo sfintere.I suoi orgasmi erano violenti e sudava fino allo spasimo mentre mi penetrava.
Alla fine scambiammo i ruoli e la scopai come era abituata a sentirsi scopare da me. Ogni volta che facevamo sesso era come spalancare le porte del paradiso.
Col tempo arrivammo a provare lo strap-on (che in realtà avevo già fatto con altre donne). Ma con lei era tutta un'altra cosa: godeva come una matta trovandosi nel ruolo di "maschio improvvisato".
Per due anni convivemmo, dopo che lasciò il marito per me. Poi tornò con lui e decidemmo di non sentirci più per evitare un'ulteriore illusione.
--------FINE PRIMA PARTE----------------
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17 years ago
admin, 75
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Una storia intensamente vissuta un anno e finita
Oggi è la giornata dei racconti e voglio rendervi partecipi di alcuni momenti che per me sono stati intensamente vissuti, anche se la storia che vi racconterò è finita per........lo scoprirete da soli e, vi prego di lasciare il vostro commento, anche per il precedente mio racconto.
Un uomo maturo sposato con figli, omosessuale non dichiarato come me, guai a farlo! Verrei buttato fuori dalla famiglia e non solo, anche dalla sporca e bigotta società da cui dovrei ricevere epiteti diversi, lascio a Voi quali, cosa potrebbe fare per trovare amicizie dello stesso sesso? Solo pubblicando degli annunci in un giornale di zona e con uno dei tanti annunci pubblicati, circa tre anni fa, un ragazzo di 40 anni ha chiesto di fare la mia conoscenza.
Con questo annuncio chiedevo di conoscere un uomo maturo, serio, riservato e insospettabilissimo disposto a fare amicizia e sesso con un uomo passivo versatile, e che potesse ospitarlo.
Questo ragazzo, racchiudeva in se tutte le caratteristiche con la sola particolarità che era sposato, ma con un matrimonio in procinto di naufragare.
Un bell'uomo con il capello riccio, alto, bruno di carnagione, occhi cerulei e ben fornito, insomma come lo volevo io.
Il primo incontro, solo di conoscenza l'avemmo in makkina e sia io che lui eravamo un pò impacciati, capirete bene, i primi approcci sono sempre così (non si sa mai chi ti trovi davanti). Dopo le presentazioni di rito e l'avermi detto che sentiva da tempo la voglia e il desiderio di fare un'esperienza omo, ci recammo al bar per prendere un caffè dopodicchè ci salutammo dicendoci che ci avremmo pensato su e se avessimo avuto il desiderio ci saremmo accordati di come e sopratutto, dove incontrarci.
Un bel problema questo! Passarono alcuni giorni e il mio pensiero era a lui, che altrettanto mi pensava inviandomi messaggini come si fa tra fidanzati: pensavo ho trovato l'uomo che fa per me! Tra l'altro non era nemmeno un ignorante, ma una persona colta, sapeva farci.
Il problema era solo la moglie con cui non andava più d'accordo e pur dormendo sotto lo stesso tetto non avevano più rapporti da tempo, il rapporto ormai era sgretolato.
Come fare? Pensava il mio amico! Ho trovato, mi disse un giorno chiamandomi, quando mia moglie si reca in ufficio di pomeriggio, allora ti telefono e tu vieni.
Venne così il momento del primo incontro, io uscì dall'ufficio inventandomi una scusa poi con mia moglie, e subito mi diressi a casa sua. Rimasi estasiato appena mi fu aperto il portoncino d'ingresso, ebbi appena il tempo di salire la rampa di scale che lui era lì bello che mai che mi aspettava, tolti le lenti iniziammo a baciarci così intensamente che stavo per svenire. Consci del momento che ci aspettava ci recammo in camera sua che attentamente preparava per evitare di lasciare traccia e subito dopo mi spogliava dolcemente come pure facevo io, per poi infalarci sotto le lenzuola: iniziava a baciarmi e a toccarmi come nesuno aveva mai fatto; la sua bocca baciava il mio turgido fallo per poi arrivare a ricambiarlo con veemenza e tanta voglia di gustarlo tutto. Tutto questo durava circa tre quarti d'ora; dopodicchè mi chiedeva se poteva penetrarmi con il suo splendido fallo di circa 18cm, irto e duro e così dolcemente fino allo svenimento.
Quando ci penso mi metto a piangere per l'amore che nutrivo per questo grande amico mio.
E così durò finchè si è separato, cambiato casa con me sempre vicino anche nel trasloco, ad aiutarlo materialmente che moralmente. Piano piano iniziava la sua nuova vita da single. Io stavo impazzendo quasi per la gioia di aver trovato l'uomo che cercavo e tutte le volte che avevamo desiderio ci si amava e mi scopava, e riuscivo con il mio equilibrio a gestire i due mondi senza far trasparire nulla della mia seconda vita.
Eravamo amanti e tutte le volte per me era sempre la prima volta, ma tutto iniziò a decrescere perchè nel frattempo lui conobbe un altro che era molto più lascivo di me e più effeminato del tutto.
Io capiì ma facevo finta di nulla le volte che lo andavo a trovare anche per fare l'amore, iniziava a inventarsi scuse del tipo che era stanco e spossato dal lavoro, un'altra volta invece, doveva uscire e cose del genere.
Finchè venne il momento che iniziò a propormi di formare un trio, io, lui e l'altra/o, che lui si scopava ogni sera;e così, come lui desiderava ci provai, ma credetemi, il trio non fa per me! Ciò che mi faceva ancor più star male il fatto che l'altro/a si dimenava come una vera troia e questo a me non mi stette più bene.
Da lì a poco tempo mi disse che purtroppo per me non sentiva più nulla, che nella sua vita c'era ormai un altra persona e che per la sua lei stravedeva.
Ci rimasi così male che rimpiango tutto il bene che possa aver avuto nei suoi confronti e mi domando: è giusto che ci si comporti così? Che veniamo usati come delle scarpe vecchie?
Accetto i vostri commenti e fin da ora vi ringrazio.
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17 years ago
admin, 75
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Annuncio
adoro, occhi color mare ,,e capelli con luce tramonto del sole...cerco una singola, o una coppia di ragazze ,,,per momenti da ricordare per sempre!!!!!!!!!!!!!!
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17 years ago
vale183,
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Last visit: 17 years ago
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E fu così che ebbi il mio primo contatto con un uo
Avevo poco più di 14 anni, e in quel periodo trascorrevo alcuni giorni a casa dei nonni materni, portinai di un gran palazzo signorile della mia città. Ancora non avevo avuto alcun tipo di rapporto con ragazze, fantasticavo solo chiudendomi in bagno, guardando immagini dei giornali porno e masturbandomi.
Un bel giorno, in quel palazzo iniziarono i lavori di ristrutturazione di alcuni piani, e c'era un via vai di muratori, alcuni simpatici e grossi da far venire il vomito, solo a guardarli. Ma, in particolare c'è n'era uno che si faceva guardare, un bel ragazzo 18enne, alto 165 muscoloso, al punto giusto, veramente bello, e ogni volta che passava dalla portineria, dove capitava che sostituivo mio nonno, mi guardava facendomi un sorrisino e altre volte mi salutava con un semplice ciao, al quale rispondevo. Io, incominciavo un pò a turbarmi, pensando tra me e me che cosa volesse dirmi con quei sorrisi, ma nello stesso tempo i mi facevano piacere e non vi nacondo che incominciavo a manifestare un certo interesse per la sua amicizia.
Passarono alcuni giorni ed eravamo entrati in confidenza tanto che lui mi chiedeva se avevo la ragazza o se avessi avuto rapporti di alcun genere, ma non preciva mai con quale sesso.
Un giorno, ricordo che tutti i suoi colleghi di lavoro erano andati a pranzare e lui era rimasto a mangiare qualcosa in cantiere.
Quel giorno stesso, capitò che mi trovassi da solo giù nello scantinato a cercare alcune cose in cantina; lui mi cercava in portineria perchè voleva parlare con me, (ho ancora vivo quel momento) mi chiamò, io risposi da giù chiedendogli cosa volesse.
Lui scese immediatamente, aveva già in mente cosa fare, perchè venne subito da me con la patta dei pantaloni abbassata e col pene tutto fuori e me lo schiaffò subito in mano dicendomi queste parole: è da tempo che ti guardo e mi piaci che te lo voglio fare toccare! "io restai dapprima scioccato, non volevo qul cosone bello grosso, turgido ma lui mi trattenne dicendomi che era bello toccarsi tra uomini e mi baciò con la sua lingua lunga e calda". Beh! iniziai a provare anche io desiderio che mi si drizzò anche il mio cazzo e ci masturbammo provando, entrambi, immenso piacere.
Capirete, amici miei che tutte le volte che potevamo ci vedevamo giù, anche dopo che il cantiere chiudeva e, con la scusa che lui era il manovale che doveva pulire e mettere a posto tutti gli attrezzi, andavamo giù e ci scambiavamo i nostri attrezzi, ma non provò mai di incularmi.
Io lo amavo alla follia, ormai avevo capito che giocare con quel coso averlo anche in bocca era veramente bello, mi piaceva e anche io gli piacevole tanto che iniziava a sborrami in bocca.
Nel frattempo si aprirono le scuole e dovemmo allontanrci con la promessa che ci saremmo visti magari fuori, ma allora non c'erano i cellulari e ci siamo completamente persi di vista.
Quello era l'anno 1970 e avevo 14 anni e non lo vidi più anche perchè poi mi sono rasferito a Ostia Lido per lavoro.
L'ho rivisto circa otto anni fa e precisamente nel 1999, di anni ormai ne avevo già 42 e lui 46 anni, ma non ho avuto il coraggio di fermarlo e sapete il perchè? La sua bellezza ormai si era spenta, appesantita sia per l'obesità eccessiva ma anche perchè in compagnia della moglie non avevo nessuna intenzione di farmi riconoscere e ricordargli tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme.
E' grazie a lui che ho iniziato la mia vita da omosessuale, e anche se mi sono sposato e ho avuto figli, scopro sempre più che mai che l'amore tra due uomini è sempre più accattivante e elettrizzante che con una donna.
E' stato il mio primo vero amante e non potrò mai più dimenticarlo.
Che dirVi ancora, posso solo solo ringraziarVi, comunque, per l'attenzione che darete al mio racconto di vita realmente vissuta.
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17 years ago
admin, 75
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Fantasia bisex (prima esperienza)
Tutto ha inizio una sera d'estate...Lui un bell'uomo sulla quarantina, giovanile, fisico asciutto...
Era un periodo, forse stanco dei soliti rapporti, che spesso fantasticava di impersonare
la donna da lui sempre sognata e mai trovata, la vera porca al contempo dolce e completamente sottomessa a lui, anche fuori dal letto... non un' oca, una gatta moscia, ma una
donna che amasse vederlo godere, che lo facesse sentire uomo fino nel profondo, desiderato con totale dedizione...Fantasie che mai aveva nemmeno pensato di realizzare, un po' per timore di conseguenze sociali, un po' per imbarazzo...a chi chiedere di provare un'esperienza simile? Certo non a pagamento, avrebbe perso tutta la sua magia, la sua passionalita'...Ma il pensiero di toccare un pisello, anche non duro, anzi, meglio a riposo per il gusto di farlo indurire lui stesso, continuava a sfiorarlo...immaginare di prenderlo in bocca, osservare il partner mentre godeva sotto i suoi risucchi, i suoi colpi di lingua fino ad assaporarne lo sperma copioso che gli schizzava in bocca, era un pensiero talmente eccitante da trovarsi spesso un arnese duro come un sasso che premeva contro gli slip...Un'altro desiderio era essere penetrato da un membro vero...carne calda, bollente...sentire il suo scappellamento nel retto, sentirsi sbattere forte fino a sentirlo sciogliersi dentro dal piacere e sciogliersi insieme a lui...non temeva di essere penetrato anche da arnesi di
grosse dimensioni...non molto tempo prima era stato piacevolmente rodato da un'amica munita di un grosso fallo in lattice...lei lo inculava e al contempo masturbava, facendogli raggiungere un doppio orgasmo e poco dopo un altro orgasmo che gli fece quasi perdere i sensi, tremare le gambe...
Cosi' una sera, tra una fantasia e l'altra, decise di rovistare tra la biancheria della sua compagna...un perizoma nero, calze autoreggenti nere, una bella vestaglia...poi non contento
si smalto' le unghie e si trucco' il viso...rimase stupito dal risultato...due belle cosce tornite, un culetto piccolo e duro, un bel viso da porca affascinante....si eccito' da solo...prese a masturbarsi osservando l'attaccatura delle cosce avvolte dalle autoreggenti...
in prossimita' dell'orgasmo si inarco' su se stesso tanto da far si' che lo sperma bollente e abbondante gli schizzasse in faccia, in bocca sulla gola e sul petto...avrebbe voluto poter avvicinarsi al suo stesso uccello, grosso e ancora gocciolante, per succhiarlo e leccarlo da solo fino all'ultima goccia...si rilasso' si e no un minuto...poi prese il cellulare e comincio' a fotografarsi il viso pieno di bianco e fluido sperma...il culetto sporgente...si imbratto' le dita col suo seme e comincio' a farsele scivolare nel retto, sentendo un piacevole pizzicore...Poi si muni' di un fallo in lattice di dimensioni simili al suo, custodito segretamente in casa, lo lecco', lo imbratto' ulteriormente, e comincio' a spingerlo dentro il retto, sempre piu' in fondo, fino alla radice...Man mano che procedeva con la penetrazione, cominciava a lubrificarsi e il sentirlo scivolare dentro sempre piu' facilmente lo eccito' nuovamente...Si masturbava velocemente mentre con l' altra mano faceva scivolare lentamente, e per tutta la lunghezza, quel palo in lattice fino in pancia...nel giro di pochi minuti, con qualche colpetto un po' brusco dietro, venne di nuovo, ma senza schizzare, solo colando in abbondanza...lo scroto quasi rattrappito i testicoli quasi rientrati del tutto a rigonfiarlo sotto i peli pubici...una goduria da svenimento, come con l' amica tempo addietro.
L'esperienza cosi' piacevole, lo porto' a riprovare sempre piu' spesso quel nuovo modo
di provare piacere sessuale...Ormai l'idea di provare con un genitale maschile vero, duro e caldo, lo attanagliava in maniera quasi costante...Doveva provare ad ogni costo "l'originale"... sentire muoversi dentro della carne con una vita sua, pulsante, dai movimenti imprevedibili decisi dal partner...Ma con chi? Il rischio di sputtanarsi era elevato...
Quando sembrava aver ormai rinunciato, una sera usci' con un carissimo vecchio amico, una persona che si era sempre dimostrata fidata e della quale lui stesso aveva raccolto confidenze molto intime...Cosi' decise con i dovuti modi e molte remore, di confessargli questa sua voglia, questo suo desiderio...L'amico lo comprese, ma si fece subito indietro dichiarando che con un uomo non sarebbe mai riuscito.
Passarono vari mesi, poi una sera l'amico gli presento' Desiderya...A lui venne quasi naturale, se non altro per curiosita', provare ad iscriversi come bisex, magari passivo, ma in effetti, l'andare con un uomo cosi' come viveva normalmente, da uomo, lo imbarazzava piu' della voglia di soddisfare il suo desiderio...Cosi', forse credendo di nascondersi a se stesso, gli venne l' idea di vestirsi da donna, ricordandosi molto bene lo schianto di femmina che sembrava, tanto da eccitare se stesso...D'accordo con l'amico, la volta successiva si sarebbe presentato a casa sua con tutto il necessario per la trasformazione con lo scopo di farsi solo fotografare e pubblicare una gallery, forse per verificare con se stesso di piacere come donna...e cosi' fu. Il fine settimana seguente si reco' dall'amico...Non aveva tutto il necessario, niente parrucca, niente scarpe con tacchi a spillo...Si muni' di una bandana per celare i capelli troppo corti rispetto la sua donna ideale e cammino' scalzo, con le sole autoreggenti...quando usci' dal bagno prego' l'amico di non ridere perche' si sentiva gia' abbastanza in imbarazzo...ma all'amico non risulto' difficile trattenersi, lo trovava "carina"...rimmel, occhi lievemente allungati, bordo labbra e un rossetto non molto aggressivo, unghie smaltate di rosso...un perizomino nero da far intravedere attraverso la vestaglia semitrasparente, due chiappette che sembrava non aspettassero altro che essere divise da un grosso cazzo...Fingendo quasi di giocare, nonostante cominciasse ad eccitarsi e a sentirsi femmina, chiese all'amico di fotografarlo in varie pose...Riguardarono insieme le immagini, si cominciava a parlare di meno e le espressioni erano piu' serie...finche', notando il gonfiore sotto il pantalone dell'amico, perse ogni freno inibitorio e gli chiese chiaramente se, per le pose nel sito, se lo facesse prendere in bocca, "per rendere la gallery piu' veritiera ed eccitante"...Solo scuse...erano mesi, forse anni, che sognava di sentire un uccello duro e vibrante tra le labbra...Lo prese in mano, poggio' la lingua alla cappella rossa e gonfia e si fece fotografare..."Visto che ci siamo, se continuo ti secca?"
Fu il "no" piu' bello mai ricevuto in vita sua...comincio' a masturbarlo lentamente, a leccarlo a sbatterlo sulla lingua e sulle guance, a strofinarsi col viso contro...sotto il pollice sentiva il canale tendersi, vedeva i testicoli ritrarsi indurirsi...vide una goccia luccicare sulla punta della cappella e la lecco' a lingua piatta con voglia di assaggiarne il sapore...poi si spinse oltre, cerco' di infilarlo fino in gola quasi da procurarsi il vomito, quasi a soffocare, senza riuscire ad arrivare alla radice...sentiva il suo amico ansimare, osservava il viso stravolto e gli occhi semichiusi...cominciando ad incalzare con un pompino che non lasciava respiro...Il fatto che all' amico piacesse, lo notava dalle carezze che cominciava a ricevere, alle spalle, dietro al collo sul viso...carezze che diventarono sempre piu' frenetiche fino a sentirsi serrare le spalle mentre una serie di schizzi gli inondarono la bocca...non ne fece trafilare una sola goccia, ma ancora non inghiotti'...ci giocava tenedogli la cappella bagnata con sperma e saliva...senti' perdere un po' di tensione a quel grosso cazzo che ancora gli pulsava in bocca, allora comincio' a muoversi nuovamente, lentamente, lasciando sentire all'amico che piano piano stava inghiottendo tutto mentre continuava a pompare, a carezzargli la pancia, a pizzicargli lievemente i capezzoli...in un attimo torno' duro come non mai e dopo una decina di minuti fu premiato da una copiosa sborrata che gli imbratto' tutto il viso ben truccato...si senti' donna, schiava, un po' umiliata ma appagata del piacere dato al suo uomo...rimase rilassato con la guancia sulla pancia di lui, osservando il cazzo ancora barzotto che lentamente si poggiava su una coscia...lo carezzava dolcemente con la mano...poi tirandosi su, senza mollare quel bel pezzo di carne, comincio' a leccare i capezzoli, il collo dell'amico...che dopo una decina di minuti comincio' a fargli allargare nuovamente la mano...ora era il momento di provare a goderselo dentro...si spalmo' un po' di saliva sul buchino e gli sali' a cavallo...provo' un piacere immenso nel sentirsi aprire dietro, nel sentir scorrere dentro quel cilindro caldo e pulsante...era un lago...continuava a saltargli a cavallo godendo come non mai...il suo stesso cazzo si era indurito e dopo un po' comincio' a colare sperma sulla pancia del suo amico che, eccitato nel vederlo godere cosi', diede gli ultimi colpi violenti e scarico' tutto il suo piacere in quel bel buco caldo e bagnato...Il languore che sentiva non aveva parole per essere descritto...Crollarono quasi svenuti insieme...si ripresero avendo l'impressione di aver dormito tanto, ma era ancora molto presto...
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17 years ago
admin, 75
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Dal culo all\'anima
I caratteri alfanumerici della radiosveglia indicavano le cinque. Mario si era svegliato di buon ora come ogni mattina, ma stamani non doveva alzarsi da letto per andare in studio: era domenica, giorno di riposo. Dalla finestra penetrava nella stanza un fascio luminoso, proveniente dall'illuminazione pubblica che rischiarava le pareti della camera. Solo allora si avvide di avere dimenticato di accostare le imposte quando si era coricato. Si girò verso la forma scura che occupava l'altra parte del letto e si soffermò a guardarla con curiosità.
Valeria era raggomitolata sul fianco come un serpente. Volgeva il viso verso di lui e pareva addormentata. Gli occhi di Mario si adattarono poco per volta alla penombra della stanza. Nel volto della compagna scrutò le palpebre chiuse, il naso, e la bocca.
A disposizione avevano una giornata intera, dopodiché Valeria sarebbe tornata a casa dal marito. Avrebbero trascorso il resto della mattinata e il pomeriggio a letto, a scopare, com'erano soliti fare nelle rare occasioni in cui trascorrevano il week-end insieme. Succedeva quando il marito di Valeria, un tipo che coltivava l'hobby per il game-war, si allontanava da casa per partecipare ai tornei nazionali insieme al figlio di 7 anni appassionatosi anch’esso al gioco.
Quello che stavano vivendo sarebbe stato l'ultimo week-end che avrebbero trascorso insieme, ma lei ancora non lo sapeva. L'avrebbe rassicurata dicendole che la separazione sarebbe stata temporanea. Una pausa di riflessione, ecco cosa le avrebbe detto, sì, una pausa di riflessione. Avrebbe sostenuto che si sentiva esasperato dal modo in cui stavano portando avanti la loro relazione. Le avrebbe mentito dicendole che non poteva più accettare di dividerla con un altro uomo, sapendo bene che non avrebbe mai acconsentito a lasciare il marito per mettersi con lui. D'altronde non poteva confessarle che stava conducendo una storia parallela con un'altra donna. Le avrebbe raccontato qualsiasi bugia pur di non vederla soffrire.
Tutt'a un tratto il corpo di Valeria cominciò a scuotersi. La donna roteò le spalle ed il capo e si girò sull'altro fianco, scoprendo i glutei, privandosi del lenzuolo che la sottraeva alla vista di Mario.
Le prime luci dell'alba rischiararono la camera. La forma a semiluna del fondoschiena di Valeria risvegliarono le fantasie erotiche, mai sopite, di Mario. Accostò la cappella contro il culo della donna e cominciò a strofinarle il cazzo contro le natiche.
Il contatto della cappella contro la semiluna del culo gli fece venire voglia di scoparla nell'ano. Sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe fatto con lei. Valeria aveva cominciato a essere sodomizzata nel culo dopo che aveva vauto il suo unico figlio. Il ginecologo che l'aveva assista nel parto era stato costretto, suo malgrado, ad effettuare una profonda incisione della pelle e dei muscoli del perineo, nella parte posteriore della vagina. Era accaduto durante l'espulsione del nascituro. Il medico aveva eseguito il taglio come prevenzione. Per evitare lacerazioni maggiori, le aveva procurato una profonda ferita che nel rimarginarsi aveva prodotto delle aderenze, restringendo il lume della vagina.
Dopo un mese dal parto Valeria aveva ricominciato ad avere rapporti sessuali col marito, ma si era trovata a soffrire a causa di forti dolori al ventre, specie all'introito vaginale. Patimenti che le avevano impedito di scopare come era solita fare prima del parto.
Questa condizione le aveva procurato un grande stato d'ansia, impedendole di raggiungere un qualsiasi orgasmo vaginale come invece le succedeva prima del parto. Con l'andare del tempo era caduta in depressione rifiutando qualsiasi rapporto sessuale, mettendo in crisi il legame di coppia con il marito.
Mario, che l'aveva avuta in cura quando si era recata da lui per una visita specialistica, l'aveva aiutata ad accettare il suo anorgasma ed il dolore che le provocava la penetrazione del cazzo nella vagina. Ma più di tutto l'aveva educata a godere comunque suggerendole come alternativa di farsi penetrare nel culo.
A Mario piaceva toccarle il tratto di pelle che congiunge la figa all'ano. Strofinare le dita contro la sottile striscia fibrosa lo eccitava. Lasciò cadere ancora una volta la mano sul fondoschiena di Valeria e s'incuneo con le dita fra le natiche sfiorandole l'ano. Raggiungere la fessura della figa e cominciò a coccolarla spargendo addosso dei leggeri tocchi con i polpastrelli.
Valeria sembrò svegliarsi, ma non si girò subito verso di lui. Rimase sul fianco, lasciando godere Mario del proprio fondoschiena. Bastarono pochi tocchi delle dita dell'uomo per umidirle la figa. Valeria lasciò trapelare dalla bocca gemiti e sospiri di piacere. Mario la obbligò a girarsi rovesciandole la schiena sul materasso. Le collocò le mani sulle cosce e le spalancò con decisione le gambe. Infine affondò la bocca sulla figa, sommergendola di baci, leccandola con una passione a dire poco molesta.
- Sì... sì... fammi godere... fammi godere... - la supplicò Valeria.
Mario proseguì a leccarla, sapendo che sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe fatto. Ci mise tutta la passione che aveva in corpo per farla godere. Scostò le labbra della figa con le dita, divaricandole, poi affondò la punta della lingua sulla vulva. La leccò a lungo, fino allo sfinimento, provocandole più di un orgasmo. Infine si prese cura del clitoride, scappucciandolo, leccandolo e succhiandolo fino a provocarle una sequela di tremiti in breve successione che le squassarono il corpo da capo a piedi.
Valeria cercò di allontanare da sé Mario più di una volta servendosi della forza delle braccia. Lui rimase con le labbra strette sul clitoride evitando che Valeria si liberasse dall'abbraccio con cui ghermiva il corpo erettile dentro la bocca, succhiandolo senza un attimo di pausa.
Mario aveva il cazzo duro e moriva dalla voglia di penetrarla nel culo. Le afferrò le caviglie e spinse le gambe all'indietro, sollevandole verso le spalle di Valeria più che poteva. Le sollevò anche cosce e bacino, mettendo in bell'evidenza il foro dell'ano.
Valeria lo aiutò afferrando con le mani l'incavo delle ginocchia, richiamando le gambe verso di sé. MArio lasciò cadere qualche grumo di saliva sul foro dell'ano. Subito dopo introdusse un dito nella cavità e poi un secondo, infine li manovrò entrambi allargando il lume dell'ano. Quando la cappella penetrò il culo Valeria non emise nessun lamento. Lasciò che MArio la scopasse come piaceva a lui. Dopo qualche istante incominciò a masturbarsi il clitoride, mentre la cappella usciva ed entrava nella cavità resa elastica dalle continue penetrazioni.
Raggiunsero l'orgasmo insieme, con soddisfazione di entrambi. Valeria si accucciò sul cazzo e lo accompagnò nella bocca ingerendo i residui di sperma che uscivano dall'uretra.
Dopo che Mario le ebbe rivelato le sue intenzioni Valeria fuggì verso il bagno con le lacrime agli occhi. Prima aprire la porta girò il capo e diede una timida occhiata nella direzione di Mario come se volesse dirgli qualcosa che invece faceva fatica ad uscirle dalle labbra. Lui scostò il viso e guardò da un'altra parte, fingendo di cercare qualcosa sul comodino.
Ce l'aveva fatta, finalmente. Le aveva confessato che fra loro era tutto finito. Glielo aveva detto in malo modo, spiattellandole la verità: confessandole che amava un'altra.
Valeria tornò nella camera dopo pochi minuti. Senza dire una sola parola prese a rivestirsi. Aveva gli occhi lucidi ed il viso privo di trucco.
- Mi accompagni al metrò? - disse quando ebbe terminato di vestirsi.
Erano le dieci di mattina. Avevano preventivato di trascorrere la domenica a letto, invece si ritrovarono soli per la strada. Mario avrebbe voluto dirle qualcosa. Si sentiva a disagio e si trattenne dal parlare. Quando giunsero a Piazza Cavalli si salutarono con un cenno del capo. Lui riprese la strada di casa e lei discese la scalinata che conduceva alla stazione del metrò.
Non si videro più...per sempre
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1
17 years ago
admin, 75
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In vacanza
Era una vacanza che da tanto ci ispirava ma non eravamo ancora riusciti per mancanza di tempo a mettere nei ns programmi di divertimento.Sarebbe rimasto forse solo un sogno?. Nel novembre di tre anni fa' finalmente riusciamo a mettere in pratica il ns sogno.Finalmente partiamo x cuba il ns sogno si sta'x avverare.Dodici ore di volo non sono poche,all'arrivo,stanchi ed un po'stressati dal viaggio approdiamo al villaggio turistico da noi scelto.Il paradiso ci attende.Spiagge coralline,natura incontaminata e relax completo.Conosciamo dopo pochi giorni una coppia stupenda,dolcissimi,sensuali e soprattutto ricchi di qualita'interiori difficili da poter riscontrare nelle persone comuni.Amina e Louis sono una coppia cordiale,in pochi giorni si crea fra noi 4 una vera e bella amicizia.Tre giorni prima del ns ritorno in italia ceniamo in loro compagnia al ristorante cubano del villaggio.Si crea fra noi una vera complicita',fra una risata e uno scambio di opinioni gli sguardi fra noi diventano sempre piu'intensi.Amina indossa un abito cortissimo in seta che lascia intravvedere a volte un seno stupendo reso piu'intrigante da una bellissima abbronzatura.Louis veste casual,molto sobrio e dai pantaloni in lino attillati si intravede la forma del sesso.La serata è bellissima,l'allegria,la spensieratezza ed il luogo che concilia i rapporti umani favorisce l'intrigo.Amina mi parla di loro,di quanto si amano,il loro feeling di coppia e dei loro desideri piu'reconditi. Mi scruta,mi osserva,guarda la mia scollatura da cui si intravede una parte del mio seno,poi piano piano mi prende la mano la fa'scivolare fra le sue e dolcemente mi accarezza come una cara amica.Sono ormai le una di notte,qui'è ancora come fosse giorno,ci vediamo uno spettacolo di ballerine cubane stupende,Amina è seduta accanto a me,mi tiene la mano,mi sussurra frasi dolcissime all'orecchio.Sento crescere in me il desiderio,la sua pelle profuma d'oriente,di fiori tropicali,di sensualita'e dolcezza che mai ho percepito in una donna. Sono le 2 di notte,facciamo x congedarci x andare a riposare.Amina mi abbraccia,mi bacia dolcemente sulle guance come fa'tutte le sere poi all'improvviso mi sussurra,gioia mi piaci da impazzire,ha stregato la mia anima.Louis e mio marito ci osservano,hanno intuito il ns desiderio.Amina mi prende per mano e tutti e 4 ci ncamminiamo verso la villetta ove loro soggiornano,entriamo e piano piano con una dolcezza e sensualita'mai vista lei inizia a spogliarsi,indossa un bellissimo tanga,reggiseno ridottissimo da cui si intravedono i capezzoli turgidi dal desiderio,la sua pelle ambrata mi manda in estasi. Mi spoglio,lei non mi toglie lo sguardo per un secondo,sorride e nella fioca luce della stanza i suoi occhi brillano come perle d'oriente.Louis e mio marito ci osservano ed a un ns sguardo ammiccante,iniziano a spogliarsi.Intravedo il sesso di Louis che sembra uscire rorompente di desiderio dagli slip attillatissimi.Siamo nudi ora,il desiderio si fa'sempre piu'irrefrenabile.Amina mi stende sul grande letto che occupa la stanza,sento il suo respiro,la sua pelle ambrata che profuma di donna,di sensualita'e desiderio.I suoi baci mi fanno cadere in un'estasi profonda.Mi sussura all'orecchio parole dolcissime.Gioia mi dice sei un fiorellino tutto da cogliere e nel frattempo mi accarezza,mi bacia,mi stringe dolcemente. Le carezze mi sembrano le ali vellutate di una farfalla notturna che accarezza la mia pelle,i miei seni,i miei capezzoli ormai turgidi e che a volte li sento scoppiare dal desiderio.Scende verso la mia fessurina ormai bagnata e che pulsa di un desiderio irrefrenabile.Le sue labbra ora sono caldissime,mi succhia,mi lecca mi fa'gemere x ore,mi pare un sogno da cui non vorrei mai uscire.Louis si avvicina,il suo pene mi pare enorme,pulsa di desiderio e il suo glande è lievemente umido,profuma di maschio,mi inebria i sensi.La mia bocca si avvicina vogliosa e la mia lingua si impossessa di quel pene bellissimo.Lo succhio voluttuosamente,lo lecco avidamente dalla radice al glande e pare sempre piu'turgido,pulsante e caldo di umori dolcissimi.Intravedo Amina che con le labbra succhia dolcemente il pene di mio marito,lecca lo scroto,lecca il buchetto posteriore di lui che a volte non riesce a trattenere i gemiti di piacere.Amina ora i gira,prende luois x le spalle e in un bellissimo smorzacandela lo possiede.Quel pene enorme sembra sparire nella sua vagina vogliosa che gronda di piacere.Mi sento scoppiare,possiedo il mio lui all'improvviso,lo cavalco con violenza,lo possiedo avidamente come mai mi era capitato di fare. I ns gemiti,le ns urla di piacere si mescolano in un'estasi di piacere irrefrenabile.Scoppiamo tutti assieme in un orgasmo sublime e l'appagamento dei sensi ci fa'entrare in un'estasi profonda e sconosciuta fino ad ora.Bellissimo paradiso tropicale,Amina e Louis,non vi dimenticheremo mai.
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1
17 years ago
admin, 75
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Cambio casa..... pt.1
Sono andata da poco ad abitare nel mio nuovo appartamentino, appena fuori il centro. Del trasloco di mobili e suppellettili varie si sono occupati i soliti 3 o 4 nerboruti, io mi sono limitata a portare poche scatole. Secondo piano, senza ascensore, fine Luglio, tanto per approfittare delle ferie in ufficio e fare le cose con calma.
Dopo due o tre viaggi per le scale si affaccia al primo piano una giovane signora, avrà avuto 40/45 anni. Giada. Mi chiede se ho bisogno di una mano, le rispondo che non è necessario, ma dopo un attimo è lì a togliermi la scatola dalle mani e mi precede per le scale. Domande di rito (sei la nuova proprietaria? bla bla bla) e risposte altrettanto di rito. Il tutto con le sue gambe lasciate scoperte da una gonna jeans un po troppo corta che mi precedono. Si muove ammiccando, ma vabbè, mi dico, sarà un po svanita.
Finiamo di scaricare la macchina ed i pacchi a casa mia, le offro qualcosa da bere, ma non ho più di un bicchiere d acqua. Lei lo accetta, ma si lascia cadere metà del contenuto addosso. La maglietta le si appiccica addosso in un attimo e noto che non ha reggiseno. Mi guarda imbarazzata (o forse fa solo finta) "che sbadata che sono..".
Mi invita giù da loro (lei e Marco) per una cenetta di benvenuto. "Non stasera" le dico "sono troppo stanca". Ci accordiamo per l'indomani.
Alle 20 in punto mi presento giù da loro. Pantaloncini al ginocchio, sandaletti, top scuro, un filo di pelle scoperta sulla pancia. E un dolcino preparato da me. Mi apre Marco: jeans (troppo stretti secondo me, a meno che...), maglietta nera a maniche corte, all'apparenza più giovane di lei. Mi invita ad entrare e mi dice che Giada gli ha raccontato tutto di me e che gli fa molto piacere conoscermi. Piacere che in parte deriva sicuramente dal mio sedere, su cui continua a posare gli occhi. Mi prende il dolce dalle mani e va in cucina, mentre dalla camera esce Giada, più farfallona che mai: vestitino leggero appena sopra il ginocchio, tacco da 12. E ancora senza reggiseno.
Ci sediamo, parliamo del più e del meno, di noi, chi siamo, da dove veniamo e bla bla bla. Cena squisita, preparata da Marco. Lui effettivamente è più giovane, ha 35 anni, lei 42.
Inevitabilmente, si finisce a parlare di sesso: mi raccontano le loro esperienze e, forse complice il vinello bianco, io racconto le mie. Mi lascio sfuggire che la mia fantasia sarebbe quella di farmi riprendere. Marco scatta, dice che non c’è problema, che se voglio farlo ci pensano loro, hanno già fatto qualche filmato amatoriale, anche se non lo hanno mai mostrato a nessuno.
Rispondo che non lo so, che probabilmente rimarrà sempre una mia fantasia, loro non insistono più di tanto, anche se Giada ridacchia senza farsi vedere.
Ci lasciamo così, li ringrazio per la cena e per l’accoglienza, loro ringraziano me per la compagnia. Torno su e andando a dormire senti gli inequivocabili rumori di due persone che fanno sesso. Sono loro e si stanno impegnando di brutto. Mi sembra quasi che cerchino di farsi sentire. Ben per loro, penso, forse l’argomento li ha stimolati.
Il giorno dopo vado a mettere la targhetta nella cassetta della posta e ci trovo un pacchettino: è un dvd, sopra c’è un post it giallo, calligrafia di donna. Giada.
“Non siamo professionisti, ci divertiamo solamente. Guarda.”
………………..
continuo?
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17 years ago
moni74,
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Last visit: 16 years ago
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Hò fatto il tassista
è una vicenda realmente accaduta ed ogni volta che ci penso mi eccito: siamo una coppia 5ntenne ancora molto piacente e porcellina, una sera dello scorso autunno un'amico conosciuto in desy e che avevamo già incontrato una volta ci manda un mess. dicendoci che si sarebbe trovato in zona e avrebbe avuto molto piacere a rivederci... io e mia moglie ci guardiamo e decidiamo di sì... diamo appuntamento in una piazza della nostra città, nota stazione balneare del veneto con l'intenzione di andare a mangiare una pizza e poi si vedrà. ci incontriamo lo facciamo salire in auto e andiamo in una pizzeria di nostra conoscenza che sapevamo che aveva dei tavoli con le panche un pò appartati... mangiamo sta pizza ( che faceva schifo) ma non ne abbiamo fatto caso, dato che io a un certo punto dico al nostro amico che di solito quando usciamo la mia lei non porta mai le mutandine e se voleva controllare se così era anche stavolta... naturalmente non sbagliavo... gli ha fatto un splendido ditalino (sapeva usare molto bene le mani) e naturalmente ci siamo eccitati tutti e 3 come degli opossum anche perchè ci siamo accorti che il cameriere aveva quantomeno intuito qualcosa... comunque alla fine ci alziamo e andiamo a pagare il conto e la mia lei ci dice andate avanti che devo andare in bagno e che arriva subito... siamo fuori appoggiati alla macchina che ci fumiamo una cicca che lei arriva e ci dice... sù dai che andiamo e con non chalange lascia che il capotto si apra... sotto aveva solo le autoreggenti e un corpettino da urlo naturalmente noi siamo rimasti un pò impalati e ridendo ci dice sù avanti dai... io salgo al posto di guida il nostro ospite naturalmente dietro e lei con la massima naturalezza si toglie il capotto e sale dietro ( il cameriere dalla finestra ha visto tutto naturalmente) e mi avvio mia moglie mi dice dai che facciamo vedere al nostro amico la nostra città... e comincia con lo sbottonargli i pantaloni gli tira fuori l'uccello che penso avesse già duro e se lo prende tutto in bocca e comincia a spompinarlo da splendida troia qual'è io regolo lo specchietto per potrer vedere cosa fanno... anche lui comunque non stà fermo e gli fà un ditalino da incorniciare... e io intanto guidavo andando piano per le vie della città a un certo punto vedo che molla tutto prende un preservativo dalla borsa ( che troia aveva già programmato tutto) glielo infila e gli si siede sopra girata verso di mè e comincia a scoparsi raccontandomi cosa stà facendo ( cazzo da morire ) e mentre io li scarozzo loro scopano a tutta forza... a un semaforo un signore naturalmente guarda interessato a cosa facevano stì due e io mi son ben guardato da dal dirgli che stavano dando spettacolo e loro non si sono accorti di niente intant io mi dirigevo in posto che sapevo tranquillo sotto un ponte vicino al fiume... arrivo fermo la macchina spengo le luci e noto che al dil'à del fiume ci sono dei pescatori chi se ne frega che si gustino l'òcchio anche loro... li faccio scendere e lei nuda con le auto reggenti com'era la facciamo accovaciarsi e comincia a spompinarci tutte e due poco dopo veniamo marco il nostro amico la fà stendere sul cofano dell'auto e comincia a leccargli la passera che naturalmente era bagnata sino alle ginocchia e quasi anche senza quasi l'à fatta urlare al chè ci siamo rieccitati e l'abbiamo presa in due uno la scopava e l'altro in bocca io sono venuto di nuovo e da buon ospite hò lasciato fare a loro e mi sono messo da parte a guardare marco l'à distesa a pancia in giù sul cofano e l'à fatta gridare di nuovo ( gran scopatore non c'è che dire cazzo non veniva mai e c'è l'aveva sempre duro) dopo abbian preso armi e bagagli e siamo andati a finire in bellezza a casa nostra...
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13
17 years ago
monaco191126, 58/58
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Recente avventura
Agosto non è un buon periodo per muoversi, tuttavia avevo bisogno di un pò di relax ed approfittando di alcuni sopralluoghi da fare decisi di concedermi qualche giorno in un posticino tranquillo e fuori dal mondo.
Da buon navigatore trovai un bed e brakfast disperso nelle colline toscane che mi parve ottimo.
All'arrivo l'impressione venne confermata, l'antica ville del '700 ben tenuta e con un grande parco era davvero incantevole prato con lettini per il sole , piscina a sfioro con tre diverse vasche ed arredamenti curatissimi.
Alla reception mi accoglie con un gran sorriso una donna sui 55 anni che forse le mie parole non riusciranno a descrivere , non molto alta lunghi capelli raccolti camicia chiara dalla scollatura generosa che metteva in mostra un seno generosa ma non abbondante, leggermente appoggiato , fianchi arrotondati da qualche chilo in più ed un sedere ancora tondo ma che risentiva della gravità ed in particolare mani ben curate con i tipici segni del tempo e della vita vssuta, insomma tutti quei particolari che ai miei occhi rendono una donna irresistibile!
Fu molto cordiale e mi raccontò che gestiva la casa con il marito, che avevano una clientela molto selezionata di persone con età adeguata, anche se io ormai perso nei miei pensieri capii poco a cosa alludesse.
Salito in camera disfeci il piccolo bagaglio e per evitare di ripensare a quello spettacolo di donna andai a fare una passeggiata nelle vigne circostanti.
Il sole che arrossava la strada sterrata accompagnava la mia lettura di poesie ed assorto nella lettura mi destai sentendo un profumo lo stesso di quella creatura che poche ore prima aveva così colpito i miei pensieri, distolto lo sguardo cercai con gli occhi era qualche passo innanzi a me , intenta a raccogliere more da un grande roveto.
Era bellissima mentre sulle punte delle ballerine basse color amaranto cercava di sporgersi per prendere i frutti più in alto facendo risalire la gonna e aprendo lo scollo davanti.
Non riuscii a resistere e mi offrii di aiutarla, accettò spiegandomi che avrebbe voluto preparare una crostata per l'indomani.
Mentre lei reggeva il cestino io le passavo le more e più volte le nostre mani si sfioravano lasciandomi un brivido al contatto con le sue dita sottili e le sue unghie.
Sembrava non accorgersi di nulla eppure quel modo di fare , quella sensualità che solo una donna negli anni riesce a profondere in ogni gesto mi colpivano sempre di più sempre più vistosamente.
Ci incamminammo per tornare verso la casa ed iniziammo una piacevole conversazione, mi disse che poco prima mi aveva parlato della clientela un pò preoccupata per la mia giovane età vista la tranquillità del posto e la ricercatezza degli altri ospiti e disse: non ne vengono molti di bei giovani come lei da queste parti!
Aggiunse che aveva subito capito che ero una brava persona e poi il libro che avevo in mano ed i miei modi l'avevano rassicurata subito.
Mi confidò che anche lei scriveva di tanto in tanto per tirar fuori quelle cose che la vita purtroppo tiene sopite, lo disse guardandomi con due occhi profondi e pieni di vita, mentre il sole ormai imbrunito dipingeva sul suo volto un rossore quasi surreale non so dirvi come ma non sono riuscito a resistere, abbracciata stretta le o dato un bacio fortissimo.
All'inizio ha cercato di divincolarsi poi le sue mani hanno inziato ad accarezzare la mia schiena , mentre le more ormai rotolavano sullo sterrato ho appaggiato il suo corpo ad un albero e baciandole tutto il collo ho cominciato ad alzarle la gonna, i sospiri erano sempre più forti mentre a fatica scostavo la lingerie di pizzo per sentire la sua fica umida e desiderosa la mia bocca intanto si era impadronita dei suoi seni e le sue unghie affondavano nei mie capelli sempre più forte.... di un tratto disse : no! no! basta, e scostò le mie mani si avvicinò con la bocca al mio orecchio e mi sussurrò non qui, non adesso, raccolto il cestino andò via salutandomi con la mano.
La continuazione a breve...ma sappiate che i due giorni di relax sono diventati poi 5! !
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17 years ago
jamaicanxxx,
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Il mio primo amante.
Pino il mio primo amante.
Ho aspettato un po’ di tempo perché volevo che fosse mio marito a chiedermelo e quasi cominciavo ad essere delusa del suo silenzio, ad un certo punto ebbi anche paura che la cosa non lo interessasse più, bella fregatura. Un bel giorno invece mio marito mi dice: - Ma te piaciuto esserti fatta scopare da Pino è stato bello? ti sei divertita ed è ripetibile?- Non aspettavo altro, - se per farti piacere l’ho fatto poche volte ma posso anche ripetere se tu vuoi- Stavo mentendo, lo volevo io, eccome lo volevo.
Telefonai a Pino dicendoli che mio marito era a conoscenza del nostro ex rapporto e che volevo incontrarlo insieme a mio marito …… fissammo un appuntamento nella sua villetta che ben conoscevo.
Cercai di prepararmi Sexy erano anni che non lo rivedevo… di…. conseguenza, autoreggenti nere, perizoma dello stesso colore, minigonna vertiginosa (persino mio marito che mi vuole vistosa la definì molto compiaciuto indecente), stivali al ginocchio con tacchi da brivido ed una generosa maglietta dalla quale intuivo che i miei seni nudi potevano uscire al minimo movimento, Mio marito mi voleva “porcellina”? Lo ero!
Arrivammo in anticipo e mio marito, già eccitato, mi infilò un dito nella figa per sentirne lo stato, era più bagnata di un mare, - Facevi tanto la santarellina ma non mi pare che il pensiero di fare la troia ti dispiaccia molto- mi disse ridendo e mentre lui rideva io suonai’ il campanello, mi apri pino trovandolo di fronte mi sembrò ancora più bello di quando lavoravo per lui nel suo negozio, una volta richiusa la porta alle nostre spalle mi baciò molto dolcemente e mi fece i complimenti per come ero (s)vestita, percorremmo il lungo corridoio che ci separava dal salotto e in questo tragitto lui non fece che palparmi il culo, cominciava bene la serata.
Soliti doverosi(???) convenevoli, tutti e tre sul divano ed io naturalmente seduta in mezzo, per qualche minuto parlammo del più e del meno, di niente insomma, la mia minigonna naturalmente era quasi salita all’ombelico e a parte le gambe lasciava anche generosamente scoperto il davanti del perizoma che indossavo, Pino allungò una mano e si mise a toccare una rosellina che era ricamata sul davanti, giuro che non mi ero accorta che ci fosse, il ghiaccio era nuovamente rotto, finalmente.
Cominciammo a spogliarci, io non avevo molto da togliermi veramente, e a quel punto mio marito disse – Ma in questa casa non c’è una camera con un letto?- Aveva ragione e in camera da letto ci recammo subito. Mio marito si spogliò da solo, Pino invece mi tolse la maglietta ed il perizoma lasciandomi in stivali e autoreggenti e mi pregò di spogliarlo a mia volta, lo feci molto volentieri, finalmente volarono via anche i suoi boxer e mi ritrovai il suo enorme cazzo tra le mani, non era in completa erezione e la cosa mi eccitò molto, mi chinai davanti a lui e con la bocca e le mani lo portai in breve tempo ad essere come io lo avevo sognato dalla prima volta che lo avevo visto. Mio marito era nudo sdraiato sul letto che ci aspettava.IL comando delle operazioni l’ha preso Pino su ordine di mio marito, si è sdraiato sul letto e mi ha chiesto di montarlo, il suo cazzo non finiva più di penetrarmi, me lo sono infilata molto lentamente per gustarlo meglio poi ho cominciato a dondolarmici sopra e ho cominciato a venire quasi subito, il montone se ne è accorto immediatamente – Sei un meraviglioso lago- Mio marito guardava e si masturbava molto adagio per non venire troppo in fretta ed io ero troppo presa e concentrata sul cazzo di Pino che avevo tutto dentro per dedicarmi anche a mio marito.
Pino ha capito in fretta che ero completamente “partita” e che quindi poteva fare di me quello che più gli piaceva, era già un po’ che lo montavo quando mi ha detto – Scopa un po’ lui così te ne mettiamo dentro due- Non avevo capito dove volesse arrivare ma non me ne importava nulla, desideravo solo godere. Sono salita sul cazzo di mio marito, bella differenza, e ho cominciato a montare lui,Pino mi è venuto dietro e ha cominciato a sfregarmi e a picchiarmi le natiche con il suo enorme “bastone”, venivo in continuazione, poi all’improvviso ho sentito la sua enorme cappella puntarmi il mio buchetto del culo, ero chinata su mio marito e non ho avuto il tempo di ribellarmi in nessun modo, un piccolo attimo di dolore e Pino aveva violato anche il mio buchetto che avevo concesso solo a mio marito, era stato bravissimo non avevo sentito nemmeno la milionesima parte di male di quando ci aveva provato a casa sua, a proposito di mio marito gli ho sussurrato in un orecchio – Mi sta inculando sei contento?- -E brava la mia vacca a me lo hai concesso poche volte e ho un cazzo che è la metà del suo, sei una gran troia-
Pino mi teneva per i fianchi e mi stava sontuosamente scopando il culo, mio marito la figa, ad ogni colpo di Pino le mie tette sfregavano il petto di mio marito e i capezzoli sembravano volessero scoppiarmi, venivo in continuazione e stavolta a mio marito lo dissi, - Lo sento molto bene, dal bagnato che sei faccio quasi fatica a starti dentro- fu la sua risposta.
Sentii il cazzo che avevo in culo pulsare e gonfiarsi ancora di più, Pino stava per venire, infatti da lì a poco accompagnati dai suoi mugolii di piacere cominciai a sentire i getti del suo sperma bollente dentro di me, come la volta precedente mi inondò come un fiume in piena, tolse il suo manganello da dentro al mio culo e il suo sperma cominciò a colarmi ovunque, feci per alzarmi ed andare in bagno a lavarmi ma mio marito mi bloccò, mi girò e così come ero, inondata, mi venne sopra e cominciò a scoparmi, certo non aveva le dimensioni del cazzo di Pino ma mi stava scopando in modo stupendo, mi fece godere almeno tre volte poi quando sentì che stava per godere a sua volta mentre io maneggiavo il mio cazzo preferito mi venne quasi a cavalcioni sul collo e menandoselo mi venne in piena faccia, avevo sperma ovunque, nei capelli, negli occhi, sul viso e mi stava colando dappertutto, senza pensare a tutto quello che stava gocciolando ai “piani inferiori”.
Stavolta nessuno mi fermò mentre andavo a fare una doccia.
Quando tornai i maschietti stavano parlando di me, sorridevano e i commenti nei miei confronti erano più che positivi, ero esausta e mi sdraiai sul bordo del letto, ma qualcuno non era ancora esausto come me, mio marito cominciò a titillarmi i capezzoli e Pino cominciò a farmi un ditalino, la stanchezza si dissolse nel nulla, cominciai a “sbrodare” nuovamente. Pino si alzò in piedi a fianco al letto la sua mano mi stava massacrando la figa e quando iniziò a passare il mio sperma dalla figa al buco del culo non mi ci volle molto a capire che intenzioni aveva, infatti mi fece mettere su un fianco mi sollevò una gamba che appoggiò sulla sua spalla e mi inculò per la seconda volta nel giro di poco tempo, - Devi rifarti del tempo perduto- mi disse e aveva ragione, sembrava che il suo cazzo mi arrivasse alla gola, mi sentivo completamente piena, ma il momento più esaltante fu quando per la seconda volta nella mia vita il suo bellissimo cazzo mi venne nel culo.
Dopo esserci ripuliti ci rivestimmo e ci salutammo con in ognuno di noi la certezza che ci saremmo sicuramente rivisti.
Dopo le avventure con il mio amante, io e mio marito avevamo reciprocamente capito bene che entrambi ci amavamo ancora e + di prima avevamo bisogno di situazioni piccanti per tenere ben unita la nostra coppia, aveva sempre avuto ragione mio marito ed io avevo sempre rimandato per paura di non so bene cosa, oramai però non stavamo facendo che mettere in pratica fantasie che mi sussurrava mentre mi mi scopava.
Quasi superfluo dire quante decine di volte ho dovuto raccontare a mio marito i dettagli di quanto accadutomi con il mio amante Pino ,di quando a quei tempi ero una sua dipendente, ho cercato di essere il più precisa possibile ma qualcosa di sicuro ho dimenticato perchè durante quei momenti non è poi che la mia lucidità fosse completa presa come ero a godermi quella situazione.
Mio marito mentre stavamo cenando mi ha chiesto: - Domani sera è prefestivo che ne diresti di telefonare a Pino e vederci un film al cinema a luci rosse?- Perchè no, gli ho risposto, la cosa mi incuriosiva, non ero mai stata in un locale simile. Mio marito mi ha dato "preziosi" suggerimenti per l'abbigliamento spiegandomi anche il perchè e visto che sembrava tanto pratico gli ho dato retta, tacchi a spillo, autoreggenti, minuscolo perizoma, maglietta aderente senza reggiseno, gonna a portafoglio e visto che ancora non era poi sto caldo un leggero impermeabilino a ricoprire il tutto. Siamo saliti in macchina e ho notato immediatamente che si stava dirigendo verso l'autostrada, - dove vai- gli ho chiesto, - andiamo in un cinema in provincia, la nostra città è troppo piccola e sia tu che io siamo abbastanza conosciuti, meglio allontanarci- Non aveva tutti i torti poi alla fine un cinema è sempre un cinema se è anche un pò lontano che importa.
Durante il viaggio non ha fatto altro che palparmi ed infilarmi le dita nella figa per sentire se era bagnata, certo che era bagnata, come avrebbe potuto non esserlo e lui carino mi ha apostrofato dicendomi: - sei proprio una gran puttana, ma così ti adoro e mi mandi la testa fuori fase, ti amo - è fatto così ed ora non lo cambierei con nessuno al mondo.
Siamo arrivati nel cinema scelto da Pino e mio marito in meno di 1 ora, siamo entrati decisi e la cassiera vedendomi è rimasta non poco stupita di avere una donna come cliente ma secondo me non ero nè la prima e nemmeno sarei stata l' ultima e la motivazione a mio parere era la medesima per tutte.
Ci siamo seduti in galleria nella fila immediatamente dietro la balaustra, mio marito si è seduto alla mia sinistra ed io mi sono tolta l' impermeabilino che avevo apoggiandolo sulla sedia alla mia destra, gente pochissima, donne ..... io!
Dopo una decina di minuti ho visto l’ombra del mio amante Pino a percorrere la fila vuota e sedersi nelle poltrona a fianco del mio impermeabile, - Ci siamo - mi ha sussurrato mio marito, ma io ancora non ci credevo, - Accavalla un pò le gambe e fagli vedere un pò di coscia - Ho ubbidito e per tutta risposta mi è arrivata una leggera carezza sul seno destro, ho stretto il braccio di mio marito per fargli capire che stava accadendo qualcosa, proprio in quel momento è finito il primo tempo e si sono accese le luci in sala, Se vuoi "giocare", mi ha detto Pino, quando torna il buio togli l'impermeabile dalla poltrona e mettilo sulle gambe, appena è iniziato il secondo tempo ho fatto quello che mi era stato suggerito
La sua mano ci ha messo poco a scivolare tra l' impermeabile e la gonna e le sue carezze erano delicate e quasi timorose, non mi sono mossa e quindi è diventato più "audace", ha trovato in fretta la spaccatura della gonna e la sua mano era sulle mie calze ma per poco, è arrivato alla nuda carne in un attimo. Stavo piantando le unghie nel braccio di mio marito per fargli capire che la cosa stava avendo un seguito e mio marito per tutta risposta mi guardava in viso per cercare di capire le mie reazioni, il mio amante prendeva sempre più confidenza e in men che non si dica è arrivato al mio perizoma, ho stretto ancora più forte il braccio di Mario che ha capito al volo, anche la sua mano è finita sotto l' impermeabile e mia ha allargato le gambe, in quel modo la mia figa era tutta a disposizione del mio amante.
Pino ha cominciato a sgrillettarmi con inimmaginabile sapienza ed io, serve sottolinearlo?, ero eccitatissima, mio marito ha smesso ti tenermi aperte le gambe e di brutto mi ha infilato due dita nella figa, ho fatto molta fatica a non urlare venendo per la prima volta, poi ha preso la mano di Pino e praticamente gli ha imposto di penetrarmi a sua volta mentre lui si dedicava al mio grilletto, ero un lago di sperma, e sono venuta a ripetizione più volte, poi il mio dolce amante mi ha preso la mano destra e l' ha appoggiata sui pantaloni, indovinate dove, bell' arnese almeno al tatto ma lì in un cinema che ci potevo fare?
"Pino " doveva conoscerlo bene quel cinema infatti si è avvicinato ancora di più e mi ha sussurrato nell' orecchio: - se al tuo marito va bene vai nei bagni delle donne ci sono tre porte vai in quella più lontana dalla porta d' ingresso e aspetta là - Ho ripetuto la proposta a mio marito ed il suo - Vai pure - era per me più che scontato.
Mi sono alzata e ho seguito le indicazioni di Pino, mi sentivo molto osservata dalle poche persone presenti ma il pensiero che tutti sapessero quello che stava per accadere mi eccitava ancora di più.
Bagni molto ben tenuti e puliti almeno questo mi dava coraggio, dopo pochi minuti ho sentito bussare delicatamente alla porta ho aperto e mi sono trovata faccia a faccia con il mio amante, preamboli non ce ne sono stati molti, mi ha infilato la lingua in bocca, mi ha slacciato la gonna che è volata in terra e sempre baciandomi mi ha messo spalle al muro sollevandomi una gamba e facendomela appoggiare sul coperchio del water, si è slacciato la cintura dei pantaloni che sono finiti dove era la mia gonna e così in piedi contro il muro come una puttana da camionisti mi ha infilato il cazzo nella figa alzandomi la maglietta per avere le mie tette a portata di bocca, mi scopava in modo quasi violento e per questo mi teneva una mano dietro la testa in modo che ad ogni sua affondata di cazzo non la sbattessi contro il muro, era una situazione per me assolutamente impensabile anche nelle più fervide delle mie fantasie erotiche perciò venivo in continuazione, lui sembrava molto resistente infatti mi aspettavo venisse molto prima di quando poi è accaduto, avevo tutto il suo e il mio sperma che mi colava ovunque, mi sono chinata che gli ho pulito bene il cazzo con la lingua e proprio mentre stavo compiendo questa "operazione" nuovamente si è risentito bussare alla porta, era mio marito.
Una volta entrato anche lui di certo gli spazi disponibili non largheggiavano ed è sato il momento dei saluti, c' era per l' occasione qualcosa di grottesco e di ridicolo al tempo stesso, io mezza nuda, Pino con i pantaloni calati e l'asta al vento e mio marito vestito di tutto punto, - che ne pensi allora di questa troia che è mia moglie - è stata la domanda che mio marito gli ha rivolto e lui con molta calma e signorilità ha risposto: - primo è una gran bella donna, secondo sa far sesso in modo meraviglioso, terzo è veramente importante per la vostra coppia che amiate entrambi queste situazioni veramente disgressive ma eccitanti, vi divertite assieme e mai nessuno dei due sentirà la necessità di tradire l'altro - Bene, ha risposto mio marito, allora adesso ci divertiamo in tre.
Si è seduto sul coperchio del water e mi ha fatto montare sul suo cazzo col viso rivolto verso di lui e mentre mi stavo impalando ha detto a Pino - inculala la mia mogliettina - Figuriamoci se Pino se lo è fatto ripetere mi ha un pò bagnato il buchetto con la saliva e mi ha penetrata piano piano fino alle palle, mi inculava e intanto mi mungeva le tette proprio come fossi una vacca, mentre mio marito cercava intanto di leccarmi i capezzoli mano a mano gli capitavano a portata di bocca, un inferno di piacere insomma, non posso dire quante volte sono venuta io ma finalmente ho sentito prima mio marito venirmi nella figa e poco dopo Pino venirmi nel culo, mi sentivo ridotta ad uno straccio, ma ero appagata e felice, mi sono ripulita alla bell'e meglio con carta inumidita con acqua e ho cercato di rimettermi per quello che fosse possibile in sesto, pensavo fosse finita lì ma Il mio amatissimo amante è sbottato - Quando hai bussato per entrare tua moglie me lo stava leccando e lo faceva molto bene, mi piacerebbe chiudere questo incontro con un bel pompino di tua moglie – Mio marito mi ha chiesto se avevo capito e intanto mi spingeva la faccia verso il cazzo di Pino il quale a sua volta si era seduto ed io ho cominciato a leccarglielo, mio marito mi teneva per i capelli ed in pratica mi dava il ritmo, visto che era già venuto più volte ho dovuto "lavorare" parecchio sull' uccello di Pino per portarlo nuovamente al piacere ma non avevo dubbi di riuscirci e così è stato, non finivo più d' ingoiarlo, mi ero inginocchiata davanti a lui e glielo leccavo con tutta l'abilità di cui ero capace, a sentire i suoi gemiti di gusto la cosa non gli spiaceva affatto, mio marito intanto era in piedi e si masturbava mi era venuto in pieno viso. Sentivo Pino dentro la mia bocca che stava pulsando in modo frenetico ed immaginai che stesse per venire, infatti è venuto in bocca pure lui ma a differenza di mio marito i suoi fiotti di sperma non finivano mai, e per la prima volta nella mia vita sono venuta senza avere nulla dentro alla figa, ho deglutito il tutto con molta naturalezza, cosa che con mio marito non avevo mai fatto, nemmeno pochi momenti prima, non avevo mai ingoiato sperma, con quello di Pino mi parve la cosa più naturale del mondo. Ci siamo nuovamente ricomposti e per primo è uscito mio marito dicendomi che andava a prendere l' auto per caricarmi direttamente all' uscita del cinema, poi è uscito Pino salutandomi con un bacio mozzafiato e mi ha detto di chiamarlo in qualsiasi momento desiderassi, poi con il massimo dell'indifferenza possibile viste le circostanze sono uscita io e come promessomi mio marito era davanti all' ingresso del cinema a starmi ad aspettare con l' auto, sono salita e siamo ripartiti alla volta della nostra città, ad un certo punto mio marito ha fermato l' auto mi ha baciata con molta passione e mi ha ripetuto: - sei una moglie meravigliosa, ti amo da impazzire, non cambiare mai - Caro maritino mio non mi sfiora nemmeno l'anticamera del cervello di cambiare, tu sei felice ed io mi diverto che di più non si potrebbe e per giunta con il tuo consenso e pensare che al matrimonio ci sono voluta arrivare vergine, si cambia nella vita, voglia se si cambia.
Lasciatemi commenti se mi piacciono racconterò altre storie di vita vissuta ciao a tutti.
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17 years ago
blu150582,
44/44
Last visit: 10 years ago
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Senza titolo
Salve!!siamo appena ritornati dalla vacanza io mi chiamo Gennaro..mia moglie Mena..già ha scritto dei racconti..ma questo è un mio desiderio..a me piacerebbe vederla alle prese con un'altra donna...mentre io e suo marito le guardiamo e poi intervenire e fare sesso a 4..ma Mena non è di questo avviso..a lei piacciono solo gli uomini sani seri e grossi di circonferenza...e a me tocca solo guardare!!e seghe..
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3
17 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
La serata in piazzetta
Stavamo soffrendo il caldo io ed il mio amichetto peloso, allora cosa si fa? Scendiamo in piazzetta, un giro rapido, uno sguardo intorno alle panchine e tac, subito una bella studentessa.
'ciao bella come mai sola qui?'
lei compiaciuta 'soffrivo un pò il caldo?'
'il caldo?' rispondo io, e allora se venissi a letto insieme a me ed al mio amichetto qui, ti scioglieresti come un ghiacciolo nel forno a 200 gradi'
lei incuriosita 'attento! non mi dire che è una provocazione, altrimenti potrei risponderti che sei soltanto un buon oratore e che sarebbe il forno a bruciare la tua baguette'
'Io -per smorzare- sento già il calore umido del forno, cosa ne dici di rinfrescarci un pò e di prenderci un bel gelato' (così giusto per vedere come lo avrebbe leccato). Lei accetta la proposta e allora, cono alla mano, vidi quello che non avrei mai immaginato.
Le sue labbra aprendosi mostravano una lingua di raso rosa, bella carnosa ed altrettanto salivosa, che scivolava in maniera ipnotizzante ed armoniosa su è giù per i gusti multicolore del cono che teneva in mano. Guardandola leggermente annebbiato nei pensieri e non molto lucido nel mantenere la discussione su toni ragionevoli, sentivo il mio amichetto che diventava simile alla pietra lunare, percependo con l'occhio addirittura qualche bagliore, mentre tentavo di sbirciarle i seni prosperi e sagomati dalle fessure della canottiera a righe verticali rosso e avorio, tesa all'altezza dei capezzoli inturgiditi. Finito il gelato le proposi una bibita fresca a casa mia, lei accettò dopo qualche battuta rivolta aa alimentare quel clima erogeno che si era creato. La mattina dopo la svegliai presto come mi aveva chiesto, mi confessò di avere ancora con il mio sapore nella bocca ed io le dichiarai di gustare ancora il suo e così ci baciammo appassionatamente per interminabili minuti!
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1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Stefania parte seconda
Ci stendemmo e ci riposammo, le chiesi se aveva fame, lei disse di si. Le dissi che se voleva potevamo mangiare nell'agriturismo, lei rispose che aveva paura che qualcuno la riconoscesse, le dissi che avrei preso un tavolo appartato e che se arrivava qualcuno di sua conoscenza, data la disposizione della porta avremmo potuto vederlo in anticipo e ritirarci in camera. Lei acconsenti e insieme , dopo una risciacquata, ci recammo a pranzo come due sposi in luna di miele. Mangiammo di gusto, guardandoci negli occhi, sorridendo felici, consapevoli che la giornata non era finita. Al termine del pranzo, come due pazzi ritornammo in camera, appena entrata mi saltò addosso, mi spogliò e iniziò un fantastico pompino, le chiesi se lo aveva mai fatto completo...mi disse "scherzi???...con mio marito????", "ma con te è diverso e voglio provare questo ed altro", ammiccò ambiguamente, "dovrai farmi passare una mia fantasia", "quale?" le chiesi, e lei disse che era una cosa forse stupida ma era un suo sogno ricorrente. Mi disse che voleva essere legata al letto senza possibilità di muoversi ed essere alla mercè di un uomo che poteva farle di tutto senza che lei potesse fare niente..Capirai, mi invitava a nozze. La lasciai un momento sul letto, mi rivestii e andai in macchina a prendere alcune corde che ho sempre per i casi di emergenza. Rientrai, mi rispogliai e con decisione le legai le mani alla spalliera del letto lasciandole le gambe libere, in questo modo era alla mia mercè, ma potevo rigirarmela come volevo. Così distesa iniziai a leccarla, a baciarla, a mordicchiarle i capezzoli fino quasi a farle davvero male...Glielo misi in bocca spingendo in profondità e ritirandolo quando a lei salivano i conati, nel frattempo continuavo a toccarla per farla eccitare ancora di più, semmai ce ne fosse stato bisogno. Lo sai cosa ti faccio adesso? Ti inculo..un lampo di terrore attraverò i suoi occhi, mi disse di no, che non l'aveva mai fatto..che era sporco. Volevi realizzare il tuo sogno?, ora ti accontento, le presi le gambe e me le portai sulle spalle bloccaldone con le mie braccia, in questa posizione era totalmente alla mia mercè. le dissi di rilassarsi che se l'avessi fatta male sarei uscito subito, puntai la cappella sul buchino inviolato e forte della precedente lubrificazione della sua figa iniziai a spingere. Entrò solo la cappella e mi pregò di smettere. Sapevo che se fossi uscito non sarei più rientrato, rimasi fermo lasciandola abituare alla ingombrante presenza..pian piano si rilassò e millimetro dopo millimetro le fui tutto dentro fino a che lei senti le palle sulle sue chiappe..."Oh dio mi hai inculata tutta...non lo credevo possibile...fà male ma è sopportabile..."..."vuoi che esca?"..."Se lo fai ti ammazzo...solo fai piano e fammi abituare". Iniziai dei lenti movimenti di entrata e uscita, ad ogni affondo vedevo le sue smorfie di dolore, il viso rosso, stavolta per la sofferenza. Iniziai a carezzarle il clitoride, le dissi che presto il dolore sarebbe passato e avrebbe goduto come non mai, nel frattempo arrivavo alla sua bocca per baciarla dicendole che ora era una troia completa, quasi una femmina da letto, mancava solo una cosa che avremmo fatto dopo. Nel toccarla mi accorsi che si bagnava sempre di più, con le dita sentivo il mio cazzo attraverso la sottile parete. Certo era una posizione faticosa per entrambi, ma dovevo insistere..Iniziò a gemere, stavolta per il godimento. Sentivo lo sfintere pulsare, accelerai il ritmo. Iniziò a godere col culo, le abbassai le gambe e presi a scoparla come in figa e nel frattempo le mettevo il pollice nel buco davanti. "Oh Dio...E' BELLISSIMO...FA' ANCORA UN Pò MALE MA NON TI FERMARE...SFONDAMI!!! APRIMI IN DUE...MI SENTO UNA ZOCCOLA E MI PIACE", continuavo a scoparla....me la rigirai a pecorina con le mani sempre legate al letto. Adesso ti faccio volare e me la scopai come avevo imparato con Sara...due colpi dietro e due davanti. Certo la cosa non era molto pulita, ma in quel momento pensavo solo a godere e a farla godere. Continuai così per un pezzo...lei oramai urlava senza ritegno dicendomi che era la mia zoccola, che si sentiva tanto puttana che era bellissimo farlo con me e tradire il marito. "Cosa mi sono persa in tutti questi anni...continua, inculami, fammi male...ma fammi godere ancora". Me la trombai in culo e figa per almeno un'altra ora, cambiando continuamente posizione. A volte scivolavo sotto di lei che era sempre legata al letto e me la facevo impalare. Col cazzo in culo, vedevo la sua figa bella larga con quelle stupende piccole labbra che pendevano e che mi divertivo a tirare di lato. Poi non facendocela più la inondai l'intestino di sperma. Si accasciò su di me, tutta sudata e stravolta dagli orgasmi. All'improvviso tutta agitata mi pregò di scioglierla, lo feci velocemente e lei di corsa si chiuse in bagno. Sentii rumori inequivocabili, quando usci mi disse "ma quanta me ne hai fatta?...mi hai fatto un clistere" Le risposi che la colpa era sua e che desideravo tanto farlo. Si accucciò accanto a me e mi disse che si sentiva tutta rotta, fica, culo, schiena, specie la fica che stranamente, al contrario del culo, le bruciava e che non sapeva se ce la faceva a fare un altro round, che l'avevo distrutta e che come prima esperienza exraconiugale era stata bellissima, intensa ma che forse poteva bastare. Le dissi di non preoccuparsi, che anche se io ne avevo ancora voglia sapevo ciò che dovevamo fare. Mi guardò sorniona e mi sorrise accucciandosi tra le mie gambe, iniziò a succhiarmelo divinamente. Difficile descrivere le sensazioni che provavo, le dicevo come fare, come far frullare la lingua, come mettere da parte i denti, come succhiare ed aspirare...so solo che dopo un tempo che mi parve interminabile esplosi nella sua bocca e mentre ingoiava il mio succo sentivo che mi aspirava anche l'anima. A quel punto anche io erò distrutto e decidemmo di andare via con la promessa di rivederci presto e così accadde...Un'unica domanda mi frullava nella mente, l'avevo messa incinta???.Ma queste sono altre storie.
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1
17 years ago
scopodonnexsetteore,
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Last visit: 6 months ago
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Lui e ancora lui
Quanto vorrei non abitare così lontano da Lui. Ricevere una telefonata durante un impegno di lavoro o nel bel mezzo della notte che mi dica: “ti voglio qui tra dieci minuti”, mollare tutto all’istante e correre a casa Sua.
Salutarlo e senza troppi convenevoli prestarmi a soddisfare una Sua impellenza.
Lasciare che affondi con foga dentro di me ogni Sua insofferenza e delusione e fantasia e voglia… Ogni Suo bisogno di liberarsi e alleggerirsi, di consolarsi e di svagarsi…
Per poi rialzarmi, ringraziarlo e prendere la porta d’uscita in preda all’euforia di essergli stata utile, di avergli dato piacere e godimento… :-)
Vorrei potergli garantire una immediata disponibilità, anche quando di fatto per una semplice questione di chilometri non mi è possibile.
Anche questo è il motivo che mi spinge a desiderare così profondamente la presenza di altre figure femminili. L’autenticità di questo desiderio è tale che si realizza proprio mediante l’offerta di altri corpi, di altre menti…
Io mi sento parte dell’appagamento che Gli è servito dalla prestazione di altre femmine. Perché voglio soltanto che Lui possa soddisfarsi sempre, nell’effettivo momento in cui gli si presenta una necessità; senza ripiegare in altro (in donne più protagoniste o meno consapevoli) il Suo istinto sessuale.
Ricordo il nostro primo incontro “concreto”, dove sapevo che non avremmo parlato come le altre volte ma sarei andata a casa Sua.
Sul treno l’agitazione era tale che ad ogni fermata avrei voluto scendere. Invece ho seguitato a restare inchiodata al mio posto numero ottantasette, incapace persino di rimettere le gambe sui piedi per andare al bagno. Che poi non sopporto fare la pipì su un mezzo in movimento…
Mi sentivo così piccola ma così incapace di trovare un nascondiglio. E forse era perché non volevo affatto nascondermi. Quando sono giunta a Firenze non facevo che sperare di avere ancora qualche minuto, giusto per avere il tempo di assumere nuovamente un atteggiamento dignitoso e non fare trapelare il nervosismo. Ma ricordo di non avere fatto cinque passi: e Lui era lì, davanti a me…
Mentre camminavamo per strada quel giorno, continuavo a pensare di non essere all’altezza di camminare al Suo fianco. E più vedevo gli sguardi delle donne che passavano sbavargli addosso, più mi pareva incredibile che io fossi lì, con Lui. Per questo stavo due passi dietro...:-) Certo, Lui è anche molto alto, per cui ha il passo più lungo…
Leggendomi ora penserà che sono una sciocca:-) Del resto Lui è sempre tanto gentile, accomodante, modesto…che non può comprendere l’effetto del Suo fascino, che mi riduce ad una pulce!:-)
Adesso passo il tempo sperando di svegliarmi e che sia già ora di prendere quel trenino della felicità, comunemente chiamato eurostar... :-)
E durante il viaggio, è come se fossi a casa mia: conosco ogni posto a memoria (poi non è così difficile, ad ogni carrozza si ricomincia!). E anche se all’arrivo a Firenze un po’ di agitazione c’è sempre, posso passare il resto del viaggio scrutando l’utenza femminile alla ricerca di una new entry:-) Ora, una volta arrivata, non faccio che avviarmi con passo sostenuto (anche se con i tacchi figliole mie…) nella speranza di ridurre la distanza tra la stazione e casa Sua. Ho il solo istinto di dare qualche occhiata qua e là alla marea di turiste femmine, che però non posso rapire e ammutolire affinché non obbiettino, per poi estrarle dalla borsetta e donargliele quale omaggio. Non sapete cosa darei perché funzionasse così…
Niente spiegazioni, niente condizioni, niente percorsi, indirizzi, costrizioni, opere di convincimento, solo la giustizia che Gli è resa dalla natura!
Sarebbe fantastico! :-)
Vorrei poter concretamente condividere con l’intero universo femminile il piacere e l’interezza che dona lasciarsi guidare dalle Sue mani così capaci. L’eccitazione di lasciarsi trasportare dalla fermezza e dalla premura della Sua mente tanto matura e consapevole di ciò che vuole da una donna…
Certo, poi Lui è così esigente che metà (solo?!) di detto universo finirebbe nel cestino all’istante!:-|
Ma del resto, la selezione è un processo naturale…
blog: http://blog.libero.it/soloperpiacere
9
1
17 years ago
daniela4JT,
29
Last visit: 15 years ago
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Gli effetti del fumo
Mentre lui se ne sta trepidante a godersi quel sublime momento l’altro gli fa – Allora Claudio, ti piace la nerchia che ti entra nel culo? – Questo intervento così fuori luogo lo indispone. All’improvviso non vuole più saperne di quel rozzo animale che gli sta addosso e lo tratta in un modo così volgare proprio sul più bello. Cerca di sfilarsi dalla posizione in cui si trova, ma il compagno lo tiene stretto, preme su di lui con tutto il suo peso e lo fa finire sdraiato sul materasso. Durante questo movimento la verga continua la sua corsa e gli finisce tutta dentro. Ormai non è più in grado di liberarsi e il grosso arnese gli sta conficcato saldamente nel didietro. Le sensazioni prodotte da quella presenza però non gli dispiacciono affatto e quando il compagno inizia a muoversi ondeggiando la cosa diventa ancora più gradevole. Così se ne sta fermo e lascia fare. Mentre lo fotte l’altro prosegue nel suo gioco perverso e gli sussurra all’orecchio – Claudio, dov’è il cazzo? – – Mmmm..., mmmm... – Un mugolio è ciò che ottiene per risposta. Ma quello insiste – Allora me lo vuoi dire dov’è il cazzo? – – Ce l’ho nel culo, maledetto porco! – replica lui alla fine fingendosi adirato. – E ti piace? – continua il compagno implacabile – – Certo che mi piace, cosa credevi... – ribatte lui che ormai ha deciso di tenerselo dentro. – Allora tirati su che te lo faccio sentire meglio –. Lo solleva e se lo mette davanti in ginocchio, pianta di nuovo la verga fino in fondo e ricomincia a fotterlo. Vanno avanti così per diverso tempo godendosi l’un l’altro, ma per il sortilegio prodotto dall’erba che hanno fumato anche se sono entrambi eccitatissimi nessuno dei due riesce a venire. Alla fine Piero estrae il fallo, scende dal letto e rimane in piedi poco distante dal bordo. E’ ancora in piena erezione. Lui accarezza con una mano l’ingresso della cavità, vuole rendersi conto di quello che è successo. La verga ha lavorato bene, l’orifizio è rilassato e aperto. Istintivamente due dita entrano all’interno e cominciano a muoversi avanti e indietro, non si sa se per ricreare quella sensazione di pienezza che ora non c’è più o per preparare il passaggio a un’altra prova che presto inevitabilmente l’attende. Quando volta il capo vede che il compagno è pronto, allora si distende su un fianco facendo sporgere il culo fuori dal letto. Con la mano solleva una natica mettendo in mostra nel solco tra i glutei il luogo nel quale i loro corpi si sono uniti. Al suo amante non passa inosservato quel gesto che esprime disponibilità e desiderio, gli si avvicina, si abbassa per portare la verga all’altezza dell’apertura, spinge in avanti e lo penetra. Il cazzo entra ed è di nuovo il paradiso. Lui sospira mentre la sua mente non smette un attimo di pensare a quell’arnese che gli sta piantato nelle terga così duro, così piacevole, così necessario. Come è bello sentirlo dentro di sé. Piero aumenta il ritmo e questa volta è deciso a venire. Lui ha gli occhi chiusi, la bocca cerca faticosamente l’aria, sul suo viso disfatto per lo sforzo appare un’espressione di stupore incredulo mentre l’azione della verga gli procura godimenti che mai avrebbe immaginato di raggiungere. Nella stanza risuona un gemito sommesso che aumenta di intensità ogni volta che il suo amante lo penetra a fondo. Di tanto in tanto durante quell’assalto sente che il compagno gli fa male, ma dolore e piacere sono così strettamente uniti che dall’uno nasce l’altro ed alla fine è sempre il piacere che prevale. E allora si lamenta ma lo supplica di continuare. Si lamenta ma sostiene senza ritrarsi l’impeto del coito perché sente crescere la tensione che annuncia l’estasi e per niente al mondo vorrebbe che la cosa finisse prima del tempo. Per essere più libero nei movimenti Piero lo tira via dal letto e comincia a fotterlo in piedi. Lui si appoggia con le mani a una parete e si fa sbattere in un modo indecente: piegato in avanti a gambe larghe, il culo proteso verso l’asta che gli si pianta dentro a tutta forza. L’irruenza del suo amante adesso non ha freni, le sue spinte quasi lo sollevano da terra. Per fortuna è robusto e le sue natiche sono un cuscino che attutisce i colpi altrimenti Piero lo farebbe volare come un fuscello. Ma il godimento è grande, cresce fino a diventare incontenibile ed alla fine esplode in un orgasmo che lo scuote e lo spinge nell’incoscienza.
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17 years ago
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