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Couple
Venezia, Italy
Last visit: 16 years ago
Miscellaneous Fetish Cuckold Threesome Swingers

Una visita speciale

UNA VISITA UN PO' SPECIALE

Era stata una giornata un po' pesante, per me quella sera, e mi ero steso sul divano senza pensieri ne' fantasie di alcun tipo tanto che non avrei mai potuto immaginare ciò che sarebbe accaduto quella sera. Erano si e no le otto di sera quando ricevetti una telefonata da un mio caro amico che gestisce una agenzia per visite a domicilio da parte di assicurazioni private. A dir la verità non avevo molta voglia di uscire a fare visite domiciliari ma me lo chiese implorando in quanto non riusciva a trovare un medico disponibile. Dovetti cedere, a malincuore, credendo di dover visitare una delle solite vecchiette rompiscatole che non hanno altro da fare che chiamare il medico ogni banale problema di salute. Misi giù la cornetta e mi preparai. Mi feci una doccia veloce, mi vestii e nel giro di venti minuti ero gia' in auto verso la mia destinazione. Dovetti ricredermi quando sull'uscio di casa, un po' di pessimo umore, mi accolse una donna stupenda con due occhi da far invidia al più luminoso degli zaffiri, con un corpo da favola, piccolina si, ma perfettamente armonica nelle sue forme. I capelli erano non molto lunghi ma neri e morbidi, alla vista, come quelle nuvole piene e pannose che si vedono dal finestrino dell'aereo quando ci voli sopra. Aveva addosso solo un accappatoio rosso fuoco che lasciava trasparire delle gambe sinuose e tornite come scolpite nel marmo. Ad ogni passo le gambe uscivano dalla fenditura dell'accappatoio in un vedi e non vedi magico. Rimasi, lì per lì, stupito da tanta bellezza che, con tutta probabilità, anche lei si accorse del mio atteggiamento un po' imbecille se vogliamo, tanto che accennò un sorriso divertito. Mi accompagnò nella sua stanza da letto informandomi nel frattempo dei suoi disturbi. Mi descrisse i sintomi che si limitavano ad un banale senso di pesantezza all'addome soprattutto a sx e soprattutto alla sera dopo una giornata di lavoro trascorsa in piedi. Si distese sul letto e scoprì quel corpo scultoreo e marmoreo da lasciarmi con il fiato sospeso in un altra dimensione per qualche secondo. Non è facile descrivere ciò che vidi, su un foglio di carta, ma volendo provarci userei solo due parole “semplicemente stupefacente”. Portava solo un perizoma di pizzo nero di dimensioni ridottissime e non portava il reggiseno. I seni erano due collinette appena accennate sul torace ma di dimensioni adatte al suo fisico, perfetti nella loro dimensione e forma e soprattutto quei due capezzoli rosati erano la vera e propria ciliegina sulla torta. Dalle mutandine non fuoriusciva peluria ma si intuiva dalle trasparenze dell'indumento che aveva un pube nero con peli riccioluti e vellutati come fossero di seta pregiata. A vederla così ci si poteva immaginare un quadro di talmente bello da innescare una sindrome di Sthendal. Cominciai a palpare l'addome così teso e vellutato da assomigliare, al tatto, ad una seta Indonesiana. L'ombelico sembrava una perla incastonata. Era un insieme di opere d'arte concepite da artisti contemplativi e sinergici unitisi per creare l'opera finale, l'esempio, la regina di tutte le opere. Ma fu solo la natura a creare ciò che è incredibile da mente e da mano umana. Constatai una modesta colite che creava i disturbi di cui soffriva e consiglia un farmaco di cui feci anche la ricetta e nel ringraziarmi mi chiese un consiglio per un piccolo fastidio addebitabile ad un pelo pubico incarnito che di tanto in tanto si infiammava e mi volle mostrare dove. Con mio immenso stupore (cose da infarto acuto) allargo le cosce e si scostò le mutandine lasciando alla mia vista una vulva da brivido, senza dubbio una delle piu' splendide e meravigliose che abbia mai visto, talmente bella da sembrarne orgogliosa ad esporla così spudoratamente. Feci per mettermi il guanto ma lei mi disse che non importava tanto mi ero appena lavato le mani e li, in quel momento capii che stava succedendo qualcosa. Infilai appena la punta del dito in quella vagina calda e umida per prendere tra le dita quella piccola insignificante cisti, tanto che sospettai lei l'avesse fatto di proposito, per il piacere di essere guardata e toccata. Confermai la diagnosi consigliando di non radersi per un po' in quella zona e usare creme antibiotiche. Stavo per togliere il dito quando lei dimenandosi sensibilmente mi chiese di tenere ancora il dito lì . Non so quale forza arcana mi spinse a farlo, ma ero talmente eccitato che sudavo sesso da tutti i pori della pelle. , e lei . Iniziai a infilare dolcemente il dito in quella fessura calda e bagnata dall'eccitazione ed entravo ed uscivo con dolcezza mentre lei cominciava a dimenarsi sempre più violentemente in preda ad una sorta di mistica forza sconosciuta. Non resistetti molto alla voglia di scoparla, ma i preliminari erano cosa indiscutibilmente più preziosa e intima, quindi più eccitanti. Cosicchè, sempre con le mutandine scostate a lato della sua principesca vulva, chiesi il permesso di suggere quel regale succo che fuoriusciva copioso , . Non riuscii però a gettarmi a capofitto sulla fonte, mi presi il permesso di cominciare leccando l'interno cosce, era così vellutato e morbido da mandarmi in visibilio. Cercavo, non riuscendoci, di restare legato alla realtà ma era indubbio che stavo entrando in un altra dimensione fatta di sesso allo stato puro, senza difetti, senza limiti sino a quel momento, ero sbarcato, finalmente nel pianeta dell'erotismo. Non è descrivibile la sua reazione allorquando appoggiai il mio viso sulla sua figa, a bocca aperta e con la lingua completamente srotolata che cercava di sopravvivere cercando il liquido tanto amato. Infilavo la lingua più infondo che mi era umanamente consentito nella sua calda vagina, poi uscivo e davo violente ma allo stesso tempo dolci pennellate partendo dall'ano per arrivare al suo clitoride eretto e super sensibile per poi prenderlo tra le labbra in una sorta di fellatio con il suo piccolo scrigno di piacere. Ripetevo e ripetevo queste mosse mentre lei a gambe completamente aperte si contorceva in una specie di convulso lussurioso che non le dava fiato e quando le riusciva infilava una gamba tra le mie gambe cercando con il piede il mio membro ormai al dente. Cominciai, non so come, a spogliarmi mentre con la lingua continuavo a torturarla tra quelle dolci pieghe, ricavando più succo possibile dalle sue piccole labbra congeste, anche perchè il suo sapore non aveva eguali. Era un po' acidulo ma allo stesso tempo dolce, un sapore mai sentito prima, da inebriare chiunque lo avesse assaggiato, si poteva paragonare a quello delle fragole mature. Mi ritrovai nudo steso sul letto ma, ripeto, mi ritrovavo in posizioni assurde senza sapere come esserci arrivato tanto fuori dal tempo e dallo spazio in cui mi ritrovavo. Cominciò lei a leccarmi i capezzoli, l'ombelico e l'interno cosce mentre quegli occhi azzurri mi fissavano intensamente come io fissavo lei sino al culmine quando prese con due dita dolcemente il mio uccello e senza dire una parola scomparve tra le sue labbra per poi riapparire in un andirivieni che non mi lasciava scampo. Quando poi si soffermava sulla cappella leccando con quella dolce lingua la punta per poi prenderlo in bocca nuovamente, ecco, in quel momento avrei anche potuto morire, non mi importava più niente, ero nell'ade. Si soffermava poi sulle palle per poi scendere e risalire ma vi fu un momento in cui si accucciò tra le mie cosce e allargandomi le gambe scese a leccarmi l'ano. Ero sconvolto, ero senza più remore, senza più dignità, ero un uomo in balia degli eventi, era lei, in quel momento, il mio destino. Ma poi ritornava su con movimenti veloci e riprendeva tra le sue labbra il mio cazzo ormai paralizzato dalla paura di non essere più tra le sue labbra. Era quasi un dolore piacevole tanto ero duro quando in un istante dopo avermi bagnato bene l'ano con la lingua ed essere risalita in fretta per riprendere il mio cazzo tra le fauci, mi infilò, come un fulmine a ciel sereno, un dito nel retto. In quel momento il tempo si fermò, gli istanti non trascorsero più, la mia vita ebbe un istante di freeze, soprattutto quando, ancora nella sua bocca, cominciai a venire copiosamente con potenti getti di seme e, dato che era molto che non avevo un orgasmo, le riempii la bocca sino quasi a soffocarla tanto che nonostante bevesse avidamente il mio miele, ne vidi un filino uscire dalla bocca e scivolare dolcemente sull'asta fino a riposarsi sulle mie palle. Durò poco quel riposo in quanto, quando lei vide quel rivolo di seme solitario, con la lingua lo ripose nella sua bocca splendidamente sazia di sperma. Non riuscii però a rilassarmi a causa della situazione così magicamente eccitante, per cui avevo ancora il cazzo duro da far paura. La presi dolcemente per i fianchi e sollevandola la distesi sul letto. Senza dire una parola spalancò quelle stupende gambe lasciando esposta tutta la sua femminilità. Non la penetrai subito, prima le strofinai la cappella tra le grandi labbra e quando arrivavo al clitoride aveva come un sussulto di piacere. Non resistetti molto però, una forza mistica mi spinse, appena sentii la cappella che si infilava nella sua calda vagina, a impegnare il mio cazzo in tutta la sua lunghezza nelle sue viscere. Fu splendido vederla contorcesi, quasi agonizzante, quando fu riempita di cazzo fino all'inverosimile. Sembravo un treno lanciato a tutta velocita' su un binario morto, felice di non sapere dove portasse quella strada ormai intrapresa. La ripresi per i fianchi e la sollevai, sempre penetrandola, e mi distesi sul letto con lei sopra che cominciò a stantuffarmi. Pareva una amazzone in groppa al suo cavallo mentre lo lanciava a tutta velocita' per cercare assolutamente il piacere a lungo agognato. Le chiesi di dissetarmi con la sua saliva e la vidi avvicinarsi alle mie labbra baciandomi intensamente con la lingua quando sentii la sua saliva riempirmi la bocca e li mi accorsi che il suo culmine stava arrivando. Lo raggiunse mentre le tenevo un dito dentro l'ano che entrava e usciva felicemente e dolcemente dopo averlo lubrificato con il fluido che fuoriusciva copiosamente dalla sua vagina. Si distese esausta, ma io non avevo intenzione di lasciarla riposare e mi misi a leccare di nuovo il clitoride arrossato e gonfio che chiedeva pietà. Ma non riuscivo a staccarmi da esso come un poppante che cerca il latte dal seno materno. Succhiavo e con le dita cercavo il tesoro del suo piacere finchè credetti di averlo trovato: e venne nuovamente facendomi bere il suo orgasmo. Erano getti di liquido caldo e denso che assaporavo avidamente pensando che ora era totalmente mia. La guardavo in faccia e bevevo fino a esserne sazio. Ma sazio non ero cosicche' la ripresi per i fianchi e mettendola a carponi la penetrai nuovamente. Il movimento a volte lento a volte veloce la faceva contrarre, si muoveva, arrancava nel letto emettendo gemiti di piacere quasi disumani: pareva stesse per piangere dal piacere sino a che, vedendo il suo buco del culo esposto e pulsante, presi la fatidica decisione e riempiendomi le dita di saliva cercai di entrare con l'indice nel suo ano e vidi con piacere che non si ritrasse. Anzi inarcò ancor di più la schiena per farlo entrare meglio. Uscii con il cazzo dalla sua figa grondante e pian piano spinsi la mia cappella che era addirittura viola dal piacere in quel stretto e delicato buco: dopo una piccola resistenza iniziale entrai senza molta fatica e cominiciai a pomparla nel retto con suo sommo piacere. Dopo un po' estrassi la spada dal suo mitico fodero e la girai a pancia in su e, mettendole un cuscino sotto la schiena, la ripenetrai nel culo mentre con il pollice le torturavo piacevolmente la figa. Ad un dato punto sentii i suoi muscoli pelvici contrarsi e dal cazzo mi venne una sensazione di calore che mi salii sino al cervello e mentre lei gridava il suo ennesimo orgasmo venni anch'io riempendola di seme copioso e caldo. Eravamo esausti dalle fatiche consumate e dopo una rimessa a punto veloce mi rivestii e la salutai dicendole che se aveva ancora bisogno mi poteva chiamare direttamente. Le porsi così un biglietto da visita e la salutai come non fosse successo niente. Le mie gambe mi tenevano a fatica ma raggiunsi casa con il cazzo ancora duro. Decisi di masturbarmi pensando a lei e fu una delle seghe più belle della mia vita e quando cercai di ricordarmi il suo nome non ci riuscii. Pensai che in preda all'eccitazione forse l'avevo dimenticato. O forse non me l'aveva neppure detto. Fattostà che la ricorderò per sempre come una delle più belle storie della mia vita.












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