{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/en\/stories-add","title":"Add story","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Add story","checkDeactivatedProfile":true}
-
Capitolo 1
Luca già da bambino amava indossare i vestiti della matrigna, sentire il soffice tocco delle calze velate sulle gambe ancora lisce, infilarsi con pudore i reggiseni di pizzo nero, calzare le scarpe di vernice rossa della festa in maschera, truccarsi con rossetti e fondotinta. Poi arrivò la pubertà e con essa la prima peluria sul corpo ed i primi istinti consapevoli, che contrariamente agli amici, lo spingevano curiosamente a frequentare gli spogliatoi della palestra dove si allenava con i compagni di classe, fu qui che in un torrido pomeriggio di giugno conobbe il piacere fisico supremo. L’altro era di due anni più vecchio, continuamente conteso fra tutte le ragazze dell’istituto, e come darvi torto il bell’antonio era alto moro ed atletico, il massimo sulla piazza. L’allenamento era durato più del solito, gli altri si erano velocemente cambiati ed erano tutti usciti in fretta e furia, in tele c’era la nazionale di calcio. Il bell’antonio, non interessato al calcio, se l’era presa comoda ed ora si stava asciugando i capelli al phon attaccato alla parete, era coperto solo dall’asciugamano stretto in vita, sul petto le goccioline d’acqua sfuggite alla veloce asciugatura, brillavano rischiarate dalla luce della specchiera, i piccoli capezzoli erano turgidi ed i muscoli tonici dopo l’allenamento. Luca guardava avidamente il corpo dell’amico, in quel momento sentì che più di ogni altra cosa avrebbe voluto essere una di quelle belle smorfiose che ronzavano attorno ad antonio per poterlo soddisfare in ogni suo capriccio. Nell’estasi luca non si era accorto che antonio già da qualche istante lo stava guardando nello specchio ed aveva notato la sua inequivocabile attenzione. Luca si incendiò istantaneamente, abbassò lo sguardo, in quel momento avrebbe voluto essere lo spazzolino del cesso e non più la bella smorfiosa vogliosa. Antonio, per nulla imbarazzato si avvicinò silenziosamente all’amico, quando fu nel suo raggio visivo si sfilò l’asciugamano che cadde dolcemente a terra. Antonio dimostrò di essere anche sotto all’altezza della situazione. Il cazzo era già eretto, le vene pulsavano, il glande era rosso e grosso; con voce decisa antonio disse “puttanella, inginocchiati al tuo signore e lucidagli la cappella con la tua lingua vogliosa ed esperta.
Luca era come inebetito, le gambe gli tremavano, la voce di antonio sembrava arrivare da un’altra stanza, il cuore in gola pompava a mille, la faccia paonazza non lasciava dubbi sulle sue reali intenzioni, finalmente il sogno di mille solitari palpamenti nella sua cameretta chiusa a doppia mandata si stava avverando, questa volta non si sarebbe trovato in bocca uno di quegli improbabili oggetti inanimati compagni di tante seghe, questa volta un vero cazzo pulsante avrebbe trovato la sua calda ed accogliente tana nel suo cavo orale. Nel frattempo il bell’antonio si stava spazientendo, non capiva perché quella puttanella non gli zompasse sul suo grosso membro eretto così passò all’azione, mise una mano dietro la nuca alla sua troietta e con risolutezza lo costrinse ad avvicinarsi al glande. Luca dischiuse le labbra, con la lingua avida lecco la cappella che si era ingrossata a dismisura poi aprì la bocca e s’ingolò il tarrello di antonio.che inizio a mugolare di piacere, era il primo pompino di luca ma sembrava non avesse fatto altro per tutta la vita, le labbra scivolavano esperte, ritmiche, su e giù, su e giù, antonio continuava, fra un mugolio di piacere e l’altro ad incitare la sua puttanella in calore e luca si sentiva ormai al settimo cielo. Ad un tratto luca avvertì un brivido e sentì la mano di antonio spingergli la nuca, un attimo dopo un caldo liquido gli pervadeva la bocca, antonio stava venendo ed imponeva alla sua puttanella di bere il caldo succo del godimento, bevi tutto senza farne cadere neanche una goccia ripeteva, la sbrodolata di antonio era veramente ciclopica e dalla bocca di luca cominciò a colare un fiotto di sperma. Finito di godere antonio estrasse il membro dalla bocca di luca, se lo asciugò con cura nell’accappatoio dell’amico, gli sorrise malignamente, e disse: “t’avevo ordinato di bere tutto senza perderne goccia ed invece guarda per terra, c’è un lago di sborra, inginocchiati e lecca tutto per bene, puttana”, luca ancora frastornato si inginocchio e fece quanto impostogli dal rude amante. Antonio rimase a verificare che la troia eseguisse il suo ordine alla lettera, poi si vestì in fretta ma prima d’andarsene disse a luca di chiamarlo perché un pompino così meritava più di un bis. Luca corse a casa infoiato come mai, si rinchiuse nella sua cameretta, indosso la parrucca rossa, le calze autoreggenti, il perizoma, e la guepierre abilmente sottratta alla matrigna, si dipinse le labbra con un rossetto glamour e si guardò allo specchio, si portò l’accappatoio alla bocca e ne lecco lo sperma rimasto poi scostò il perizoma ed iniziò a masturbarsi, bastarono pochi secondi ed un fiume in piena inondò il comodino, da quel giorno luca si sarebbe sempre più spesso trasformato in lucrezia.
3
1
18 years ago
tvladypr,
39
Last visit: 9 years ago
-
La prima volta
erano da un paio di anni che fantasticavamo su questo gioco devo essere sincero ero piu io che anna dopo varie conoscenze con singoli andati tutti a vuoto o x cause loro che si presentavano in un modo poi li vedevi diversi o x causa di anna che trovava sempre una scusa x scappare un giorno risposi a un'annuncio in un last minute di uno steward di passagio a napoli lui mi richiamo lo incotrai prima io la sera prima era un bel ragazzo a modo piu o meno come me ci mettemmo daccordo che lo saremo andato a prendere x il pranzo ovviamente anna non era tanto felice della cosa il giorno dopo passai sa anna x prenderla e infatti stava vestita normale non una cosa che potesse eccitare il nostro amico lo andammo a prenderlo in hotel lei come lo vide fece un volto che prima non aveva mai fatto oddio che sia la volta buona lui volle andare a mangiare una pizza siamo a napoli gia nel locale la conversazione si faceva interessante all'improvviso anna si alzo e disse vado in bagno al ritorno un viso radioso mi faceva fare un cazzo pazzesco va vicino a gianni e gli mise il perizoma che indossava in mano non capivo piu niente uscimmo dal locale e anna esclamo non mi piace come sono vestita gianni subito disse andiamo a comprare qualcosa di eccitante nei paraggi sta un sexy shop comprammo una tuta bellissima anna volle subito andare in hotel arrivammo prendemmo una bottiglia dal frigo bevemmo lei ando in bagno a vestirsi non vi dico come usci ci fece svenire io non l'avevo mai vista cosi e la conoscevo da 6 anni noi eravamo seduti entrambi sulle poltrone venne vicino era eccitatisima comincio a toccarci i cazzi se li prendeva in bocca tutti e 2 ando avanti x una mezzora gianni era ben fornito ci porto sul letto io la scopavo e gianni in bocca e viceversa alla fine anna voleva che gianni gli sfondava il culo e io dovevo vederla l'idea mi eccitava la giro la mise a pecora gli lecco il buco e infilo un cazzo di piu di 20cm urlava come una matta x un quarto d'ora gli fece il culo di fuoco io godetti 2 volte alla fine la sborro in bocca con il cazzo tutto sporco lei lo puli a dovere gianni rimase esterefatto che tuttora ci sentiamo ancora per noi e rimasta l'unica volta
3
6
18 years ago
complicidoc, 41/41
Last visit: 10 years ago -
La signora e il muratore
La Signora e il Muratore
Un lungo viale fiancheggiato da alti cipressi conduce ad un classico casolare in pietra che, come altri mille nel cuore della Maremma toscana, dalla sommità di un colle domina elegante e solitario la campagna sottostante e la vista spazia fino al Tirreno. Nelle limpide giornate di tramontana invernale o grazie ai freschi ponenti primaverili, i profili delle isole dell’arcipelago si stagliano nitide all’orizzonte manifestandosi panoramicamente grandiose.
La Signora si gode un aperitivo in solitudine sul patio della villa, in una tarda serata primaverile, insolitamente tiepida, che prelude all’imminente estate, mollemente sdraiata con grazia sugli impeccabili cuscini color écru di un’elegante chaise longue griffata, da un affusolato Riedel di cristallo, il fine perlage dello champagne stuzzica il suo nobile naso, lo sguardo fisso ad un orizzonte conosciuto che puntuale rispetta il copione giornaliero e tuffa un disco arancione dentro il mare, alle spalle si offre l’immutabile ma pur sempre sorprendente spettacolo insulare nella sua forma migliore, i contorni esaltati dai rossi del tramonto.
Mentre assiste all’eterno rito, assapora sorso dopo sorso l’effetto inebriante che si diffonde nelle sue membra, adora lo champagne per questo tocco delicato ed erotico, si sente come pervasa da una brama di sesso dolce fatto di baci, carezze infinite. Chiude gli occhi e percepisce netta la sensazione di un’immaginaria mano che la sfiora dalla testa ai piedi, scivola delicatamente lungo il raso della vestaglia che avvolge il suo corpo libero da orpelli di lingérie, nudo, libero di godere, indugia sulle cosce, sul culo morbido, i capezzoli si rizzano al tocco e spuntano come virgulti dalla sottile seta pregiata. Se li sfiora con il calice di champagne ghiacciato, un brivido di piacere la pervade fino in fondo, sente la sua fica pulsare di voglia, accarezza, palpa, strizza le sue mammelle generose e la fica impazzisce di desiderio, si contrae istintivamente sulla chaise longue, spingendo indietro il bacino e allungando irresistibilmente una mano verso il punto bisognoso di attenzioni ma…..suona il telefono….per un attimo quasi sembra non accorgersi, tanto è catturata dall’autoerotismo ma poi lo squillo perdura e suo malgrado si distrae e si alza svogliatamente dalla sua rilassante quanto eccitante posizione e si avvicina al portatile che aveva dimenticato sul muretto della piscina.
Sa già chi può essere, aspetta ospiti per il weekend, saranno le telefonate di rito che i suoi disinteressati amici le fanno, per corteggiarla e per esprimere la loro gratitudine per i suoi frequenti inviti in quel paradiso campagnolo. Telefonate insulse tipo: “ciao cara, come stai? Cosa stai facendo? Beata te, noi qui a Milano muoriamo dallo smog, tu respiri l’aria buona, non vediamo l’ora di venire a trovarti, non vorrai tenerla tutta per te vero?”oppure : “cosa fai bella castellana tutta sola? Fra poco veniamo a farti un po’ di compagnia, Giorgio ti lascia troppo a lungo sola, dovrebbe stare attento, una donna come te non passa inosservata” e via dicendo….lusinghe, ruffianate tanto per scroccare un invito, ma al di là di tutto a lei fa piacere, non sono poi così male i loro amici, forse è un po’ indurita perché sta troppo sola, infatti impazzisce di gioia quando ha la casa piena di gente, le piace quando si ritrovano tutti insieme nella grande cucina che ormai è diventata un salotto per via dell’abitudine di ammucchiarsi tutti lì, quelli che cucinano e quelli che guardano, quelli che sorseggiano un aperitivo, quelli che spettegolano, al punto che lei vi ha fatto piazzare dei divanetti rendendo così quel locale il fulcro della casa e il luogo più salottiero della zona.
Le piace organizzare coreografici party ai bordi della piscina, sbizzarrirsi ogni volta nel proporre un genere diverso, senza voler sorprendere a tutti i costi ma curando ogni dettaglio, scegliendo personalmente i menu, le apparecchiature, le scenografie dei fiori, le candele colorate, le decorazioni, il sottofondo musicale.
Come nell’arte, di cui è una grande appassionata ed esperta, adora i contrasti: la potenza, la vivacità di colori intensi imbrigliati in forme morbide, oppure l’opposto: monocromi minimalisti che spaziano in forme improbabili; così può offrire pasta e fagioli, tagliere di salumi e formaggi con un sangiovese servito nei fiaschi mandando le sonate per organo di Bach a tutto volume o un maturo Jovannotti, oppure proporre stuzzichini, crudité, giapponeserie varie e far passare un rap blasfemo, o ritmi gitani, ma sui suoi trionfali spaghetti ai frutti di mare la sinfonia prescelta è quella dei Carmina Burana.
Oltre all’arte, anche la musica per lei è una fonte di grandi emozioni e di sussulti erotici. Diversi ricordi, immagini, flash di situazioni passate purchè sottolineate da un motivo musicale, riaffiorano vividi anche dopo molti anni non appena sente un paio di note di quella stessa musica, anche di sfuggita, in qualsiasi momento, dalla radio o da qualsiasi altra fonte.
Innumerevoli canzoni e brani musicali le ricordano la stessa persona, per esempio il suo corteggiatore di sempre al quale non ha mai ceduto incapace di tradire solo col corpo ma capace, non senza sofferenza, di controllare l’impulso al tradimento affettivo, coerente con la sua scelta di unicità di rapporto, supportata da una solida base di reciproco rispetto , di interessi ed obiettivi comuni, comprovata da una riuscita convivenza di quindici anni, dettata dalla comune ricerca di piacevolezza ed armonia del vivere.
Il pensiero corre da Giorgio, suo marito, a Roberto, il suo spasimante storico.
Giorgio è un avvocato milanese molto stimato, un uomo colto, brillante, fisico asciutto, ipersportivo, un aspetto garbato, modi eleganti, carattere pacato ma con imprevedibili guizzi di follia che lo rendono sempre interessante e vivace, come quando le telefonò mentre era in procinto di buttarsi da un aereo col paracadute per la prima volta in vita sua. Oppure torna con due biglietti d’aereo per la Thailandia e lei ha due ore per fare le valigie e disdire i suoi impegni ma questo poi nel tempo è diventato la norma dei loro viaggi.
Roberto è un dongiovanni spudorato, di bell’aspetto, dal fisico scolpito da ore di palestra, dallo sguardo fiero, strafottente ed autocompiaciuto tipo “ehi Baby ecco il tuo stallone” ma con un pizzico di autoironia nella conversazione alquanto arguta che lo rende stupefacente.
Non è sempre stato facile resistergli, a volte il suo fascino stalloniano l’ha fatta seriamente vacillare.
Ma che coincidenza! Mentre è assorta in questi pensieri, Radio Monte Carlo sta passando gli Unforgettable, riconosce subito le prime note di Jealous Guy interpretata dalla languida voce di Brian Ferry, e sorride ripensando ovviamente a Roberto, la prima volta che lo vide.
Erano in vacanza alla Maddalena e amici di amici li avevano trascinati ad una festa, in una splendida villa, unica delicata presenza in una baietta solitaria, qualche anno addietro,dove l’anfitrione si stava esibendo in una esilarante, riuscitissima interpretazione di quello spilungone ululante che è Brian Ferry. Loro arrivarono a festa e ad esibizione già iniziata, si fecero spazio fra la moltitudine di invitati, trovarono un varco e si posizionarono in prima fila increduli per lo spettacolo: lui troneggiava da un palco innalzato ad almeno due metri dal suolo, una luna pregna come una prossima partoriente inondava di luce la scena, un dinoccolato Roby-Brian accompagnava la struggente melodia con mosse sinuose e molleggiate, esagerando ironicamente l’enfasiva interpretativa, alle spalle il mare rifletteva un magico luccichio rendendo un quadro cinematografico fantascientifico, come studiato magistralmente da un abile scenografo. I nuovi arrivati erano estasiati e divertiti.
Poi il suo sguardo si posò inequivocabilmente su di lei e lei sentì un trapano forarle le viscere, una saetta colpirle direttamente la fica, si guardò intorno come a controllare che nessuno avesse notato il suo scuotimento, poi tranquillizzata si godette quella sensazione intensa, eccitata dalla segretezza obbligata, ricambiandolo con uno sguardo tra lo sbigottito e il lusingato, un mix incomprensibile a molti ma che non poteva sfuggire allo scafato ammaliatore, che malizioso si allungò dal palco verso il pubblico, o meglio verso di lei, lagnando un “I didn’t mean to hurt you……I’m just a jealous guy……..” e quello fu l’inconfutabile segnale dell’inizio di una persecuzione caparbia e infinita.
Ricorda perfettamente che quella notte presa da un raptus erotico, fece l’amore in modo animalesco con suo marito che si godette divertito l’impennata porcellosa. Raggiunto il loro villino in affitto, non lo fece neanche varcare la soglia, gli si strofinò addosso mentre erano ancora in giardino, voleva continuare a godersi quella fresca serata incredibilmente eccitante come solo certe serate estive sanno essere. Gli premette i seni contro la schiena e con le mani da dietro incominciò ad accarezzarlo ovunque, in modo fremebondo, assetata di sesso, si premeva contro il suo corpo con veemenza, il piacere era dolore e il dolore era piacere.
Gli ordinò di prenderla a quattro zampe, come una cagna, a picchiarla con gusto sulle sue belle natiche abbronzate e lui l’assecondò alzandogli il pizzo della lunga gonna nera, scostandole il tanga e penetrandola rapidamente, sbattendola e sculacciandola violentemente come lei supplicava, infoiato a bestia dai suoi gridolini e incitazioni sboccate come non mai : “fottimi come un toro, sfonda questa fica ingorda, così dai, fammi male, colpiscila, sì……e ora lo voglio nel culo, fammi godere, sfondami……” e lei godette in modo smisurato, e subito si girò e si stese supina sul prato e pretese che lui le sborrasse addosso come aveva visto nei film porno, e sentì il suo fiotto caldo inondarle il ventre ancora ansimante per gli spasimi dell’orgasmo, ridendo a squarciagola ebbra di godimento. Non c’era musica in quel momento ma le note di Jealous Guy risuonavano nella sua mente.
La mattina seguente nessuno dei due commentò l’episodio e la vita continuò come sempre ma lei fu scossa da quell’impeto erotico che non le apparteneva, eppure le era piaciuto infinitamente perdersi così incontrollatamente ma non ne volle parlare per paura che potesse tradirsi e lasciar intendere a Giorgio che la causa scatenante fosse un altro uomo che ovviamente si impose subito di cancellare dai suoi pensieri.
Ma da allora iniziò a soffermarsi spesso sulle rubriche riguardanti il sesso di riviste che aveva sempre disdegnato, leggeva tutte le lettere delle lettrici alle psicologhe che sfogavano le loro turbe, le loro perversioni, confessavano tradimenti, piangevano fallimenti sentimentali.
Ascoltava con interesse attonito i racconti delle sue frivole amiche della palestra mentre si sfondavano a GAG (Gambe/Addominali/Glutei) durante l’inverno con il solo scopo di esibire tanga mozzafiato l’estate successiva, non pensavano ad altro che ammiccare ai bei ragazzoni che gonfiavano i loro muscoli, si eccitavano come troiette affamate di sesso appena uno di loro le degnava di un piccolo sguardo, e riportavano il giorno successivo le loro performance sessuali incredibili, fatte di numeri di amplessi e di centimetri di falli.
Tutto ciò la deprimeva, non c’era atmosfera, gioco, corteggiamento, solo carnalità. Non che la disdegnasse ma per lei il contorno era fondamentale, queste erano divoratrici di cazzi e niente di più.
Si chiedeva se non fosse un’obsoleta, inguaribile romantica.
A 44 anni era una donna più che appetibile: alta, fisico snello ma muscoloso, risultato di anni di ginnastica artistica quando era ragazza, ma con le rotondità femminili ben proporzionate, un bel seno sodo e alto che non avrebbe mai visto il bisturi di un chirurgo e un culo prominente a brasiliana che tutte le sue amiche le invidiavano soprattutto perché troneggiava fiero da un paio di gambe lunghissime e perfette, capelli biondi, cortissimi che evidenziano un ovale perfetto dall’incarnito costantemente dorato dal sole in cui spiccano dei begli occhi grandi, verdi, la bocca piccola ma carnosa. Un aspetto elegantemente sbrarazzino.
Ora manteneva la forma fisica con GAG, STEP, AEROBICA, LATIN DANCE, JAZZERCISE….tutte le moderne diavolerie del fitness la divertivano un mondo e saltava da un corso all’altro instancabilmente. D’inverno. Con la bella stagione si trasferiva nella loro villa maremmana e si dedicava esclusivamente agli sport all’aperto: equitazione, bicicletta, jogging e poi tanto mare e tonificanti nuotate.
La sua vita era completa ed appagante, aveva un figlio in piena agitazione adolescenziale ma affettuoso come un cocker, un marito che l’adorava e sopperiva la sua latitanza dovuta agli impegni di lavoro con lunghe telefonate, regali improvvisi sempre azzeccati, bellissimi viaggi intorno al mondo.
Aveva mille hobby e interessi culturali, l’arte in primo luogo, la lettura, la scrittura in cui si dilettava componendo brevi poesie o racconti intimisti.
Eppure c’era un’inspiegabile vena malinconica nei suoi pensieri.
Di tanto in tanto si stupiva per alcune avvisaglie di insoddisfazione, di irrequietezza e da un po’ di tempo le lusinghe di Roberto e gli sguardi maliziosi di altri uomini la infastidivano ma la inquietavano nel contempo scatenandole turbamenti sessuali incontrollabili.
Si chiedeva se non fosse tutto troppo perfetto e pertanto monotono? Che la normalità fosse così difficile da riconoscere ed apprezzare? Che il suo autocontrollo e fermezza la stessero trasformando in un mostro di coerenza?
Ed ecco che per fortuna, un secondo squillo interrompe quel flusso di pensieri nefasti che riescono a minare le menti più brillanti e sensibili insinuando il tarlo corrosivo dell’eterno dubbio.
“Pronto?
“Sì pronto, buona sera signora, sono il muratore, mi ha dato il suo numero il geometra Sacchi, la chiamo per quel lavoro di ristrutturazione, se le va bene io posso incominciare lunedì prossimo”
“Oh che meraviglia, perfetto! L’aspetto lunedì allora, alle h 9.00 va bene? Discuteremo i dettagli quando è qui, sa dov’è la villa vero?”
“Sì sì, certo….a lunedì, grazie e buona sera”
“Buona sera, grazie a lei”
“Benissimo” pensa e distoglie definitivamente la sua mente da quei pensieri che avrebbero finito per rattristarla, si versa ancora un po’ di champagne, sorride al ritrovato ottimismo, si guarda intorno, è sola, nuda, in una notte strepitosa, si impegna a trovare la concentrazione per proseguire quello che le telefonate e gli amarcord avevano interrotto.
Si versa qualche goccia di champagne tra i seni e seguendo col dito il rivoletto lo convoglia verso il pube, il sesso ha ripreso a contrarsi al tocco ghiacciato, si porta il dito alla bocca succhia lo champagne e lo lubrifica abbondantemente di saliva e se lo introduce nella fica che non ha comunque bisogno di essere inumidita, poi lo riporta istintivamente verso il viso, annusa il suo odore penetrante e inizia a strofinarsi il clitoride e con l’altra mano cerca i capezzoli, i suoi interruttori del piacere, prende un cubetto di ghiaccio e li tortura per farli rizzare e tirare al massimo, e un lampo di perversione la attraversa, guarda la bottiglia di champagne, perché no? Non l’ha mai fatto…..scarta completamente la stagnola, ripulisce il collo della bottiglia, la tuffa di nuovo per qualche istante nel secchiello del ghiaccio e poi se la infila dentro e incomincia a menarla, a pomparsela dentro finchè ci va, godendosi il gelo nella figa bollente, e l’urto della pancia rigonfia della bottiglia contro le pareti esterne della vulva. Le cosce spalancate, la testa reclinata all’indietro, si contorce liberamente, ansimando smaniosa come a volersela infilare completamente, e pompa, pompa impazzita fino a farsi male e si titilla il clitoride ad un ritmo incalzante che monta mentre sente sopraggiungere l’orgasmo e poi si arresta, si trattiene, prolunga l’estasi, e poi si libera da quella gustosa tortura scoppiando in un fragoroso orgasmo, urlando alla notte il suo immenso godimento.
“Autoerotismo sotto le stelle…..mmmmmmm……questo è volersi bene!” pensa e sorride compiaciuta per la libertà del gesto, sì, ogni volta che lo pratica avverte un senso di libertà e pienezza, ritenendolo inoltre, semplicemente un atto d’amore verso se stessi.
Appagata e felice se ne va verso l’interno della villa e raggiunge la sua camera e si butta sul letto così come si trova senza neanche togliersi la vestaglia, senza nemmeno infilarsi sotto le lenzuola e sprofonda in un sonno ristoratore costellato di sogni dorati, di situazioni ovattate, cullato da musica soffice, ininterrotto fino al mattino.
La musica diventa acuta, un trillo fischia fastidioso e insistente nelle sue orecchie, nel profondo del sonno non realizza, ma ad un tratto spalanca gli occhi e si alza di scatto: “merda! Il muratore! Non ho messo la sveglia………” corre giù verso l’ingresso, accende il videocitofono e lo scruta,sì, deve essere lui : “mi scusi non sentivo, le apro subito” e poi di corsa a infilarsi qualcosa di più adeguato, non ha tempo di vestirsi, si dà una sciacquata al viso stropicciato dal sonno e imbambolato dallo champagne, si riassesta velocemente i capelli, si leva la vestaglia di raso decisamente sexy e si infila una jellaba marocchina molto sobria scelta fra la paccottiglia appariscente del Suq di Marrakesh e le ciabattine arabe con la punta riversa all’insù. Non si guarda nemmeno allo specchio, è una mise collaudata, da castellana anticonformista misurata e poi non sta ricevendo ospiti, è un muratore, diamine, ma la classe non è acqua.
Apre il portone e lui è già lì che aspetta :
“Buongiorno Signora”
“Buongiorno. Prego entri, posso offrirle un caffè?”
“No grazie, molto gentile, l’ho appena preso al bar, mi mostra il lavoro?”
“Sì, mi segua…..”
Attraversano un lungo corridoio e in fondo lei apre una porta che dà su una stanza enorme:
“Ecco vede, questa stanza è esageratamente grande, vorrei ricavarci un bagnetto all’interno così aumento lo spazio ospiti, non sa quanti ne arrivano d’estate”
“Non c’è problema, la stanza è davvero grandissima, si può ricavare uno spazio notte molto ampio e un bagno neanche tanto bagnetto, ma avrà già un progetto penso?”
“No, sinceramente non ho pensato a scomodare l’architetto per una cosa così semplice”
“Certo, lo dicevo per correttezza, mi lasci prendere due misure e poi le faccio una traccia sul pavimento di come potrebbe venire”
“Perfetto, proceda pure, io nel frattempo vado a prepararmi un caffè, è sicuro che non lo vuole?”
Lui la guarda allontanarsi e sorride facendo segno di no con il capo e mettendosi lesto all’opera.
Mentre aspira a fondo il penetrante aroma del caffè, riflette tra sé : “speriamo bene, mi sembra così giovane, avrà sufficiente esperienza? però il geometra Sacchi me l’ha raccomandato dicendo che è serio ed affidabile, vedremo……”
In dieci minuti aveva già tracciato sul pavimento uno schema di come sarebbero venuti bagno e camera e lei gli aveva dato il suo benestare, i lavori potevano avere inizio.
La casa non era ancora stata completamente aperta dopo il riposo invernale, aveva fatto ripulire solo le stanze che lei avrebbe occupato e per il resto, a lavori ultimati avrebbe chiamato un’impresa.
Per il momento era libera e sola. Si gustava quella pace quasi irreale. Non c’era nessuno tra i piedi, né domestici, né donne delle pulizie, lui armeggiava chiuso nella camera, lei organizzava il suo soggiorno campagnolo. Programmava le visite ai confinanti, tutti tedeschi e svizzeri alternativi, originali, simpaticissimi. Li avrebbe invitati per brindare ai nuovi locali ovviamente, ogni scusa è buona per un brindisi.
Doveva fare una lista di tutto quello che le serviva per riempire la dispensa, telefonare al giardiniere per la potatura delle piante e per sistemare i vasi con i nuovi fiori. Telefonare al tecnico per la manutenzione della piscina, insomma aveva il suo bel da fare per preparare la casa per l’assalto di parenti e amici.
Si sdraia sulla sua chaise longue, luogo delle sue perversioni notturne, ride tra sé ripensando alla sera precedente, ma ora, alla luce del sole si concentra nel lavoro tutta compita e seria.
All’ora di pranzo il muratore fa capolino : “Signora io devo andare, ritorno fra un’ora circa”
“Va bene….ma….va a pranzo? Sta lontano? Se vuole può mangiare un boccone qui, la cucina non offre ancora molto ma un piatto di spaghetti al pomodoro glieli preparo volentieri”
“Grazie, lei è molto cortese, sì vado a mangiare qualcosa velocemente ma devo anche caricare del materiale…grazie comunque magari un altro giorno approfitto…grazie….a dopo”
Pensa: “Mamma mia com’è timido….comunque meglio così non avevo voglia di buttare la pasta….io mi sgranocchio qualche roschetta al mais e mi mangio un po’ di frutta”
Nel pomeriggio lui arriva fino sotto casa con il furgone e scarica il materiale. Lo osserva prendere grossi sacchi di cemento che saranno altrettanto pesanti e caricarseli sulle spalle senza batter ciglio come fossero cuscinetti gonfi d’aria. Ha uno sguardo serio, corrucciato, forse la fatica, forse questo lavoro non gli piace, ma a che diavolo pensa? Non sono affari suoi.
Comunque non riesce a distogliere lo sguardo da quell’andi e rivieni di sacchi sulle spalle. Al quarto round nota qualche rivoletto di sudore colargli dalla fronte, e anche le porzioni di schiena, e le possenti spalle che fuoriescono dalla canotta sono imperlate di sudore, non può fare a meno di notare i bicipiti gonfi nello sforzo, sono delle montagnette di muscoli! Poi lo scruta di nuovo dall’alto al basso: il muratore ha un fisico scolpito dal duro lavoro, massiccio ma slanciato, un torace ampio ma non gonfio come quei culturisti bombati, un culo ritto e dai pantaloni spuntano due piedoni che calzeranno minimo il 43! Età indefinibile, 28? 30? 35? Ha un viso grande, piuttosto squadrato dai contorni marcati, carnagione olivastra, occhi piccoli e neri, penetranti, capelli corti scurissimi, perfetto stereotipo mediterraneo, masculo direbbero i siciliani, uno sguardo come indurito da chissà quali preoccupazioni o problemi di vita (si diverte a scovare i risvolti psicologici delle persone attraverso l’aspetto del viso, valutando l’intensità dello sguardo); eppure c’è un guizzo infantile in quello sguardo, nel modo di muovere il capo in segno di assenso o diniego, una timidezza esagerata e quasi ridicola per un fisico così colossale che lo addolcisce.
“Che vizio che ho di analizzare le persone! L’importante è che faccia un buon lavoro” pensa. Sarà il relax totale che si sta godendo che la stimola ad indugiare su quest’analisi del personaggio? “Beh…che male c’è? C’è chi fa le parole crociate!”
Verso sera riappare, visibilmente provato dal lavoro, saluta timidamente e se ne va quieto come è arrivato.
Prima di cena la Signora riceve le solite telefonate di rito, del marito, del figlio, dell’amica Francesca e poi anche di Roberto.
E’contenta di sentirlo. E’ un interlocutore brillantissimo e poi quel suo costante stuzzicarla e provocarla con la sfrontatezza e sicurezza che prima o poi sarà capace di far crollare la fortezza, la diverte molto, civetta un po’ ma con grazia , senza volgarità.
Questa volta però Roberto la eccita parecchio e accorgendosi di poter lasciar trapelare questo nuovo stato d’animo di cui il marpione approfitterebbe al volo, preferisce inventare una scusa “suonano al cancello ti devo lasciare, scusa ciao, ciao” e tagliare la pericolosa conversazione.
Cosa le sta succedendo? Cos’è questa strana inquietudine che appare a sprazzi?
Si sta proprio annoiando? O sta entrando nella banale classica crisi di mezza età?
Ha superato i quaranta con un brio e una vitalità da fare invidia a una diciottenne, ma poi non è questo il punto, non l’ha mai sfiorata l’idea di fare questi paragoni. “Che idee assurde!!
Training autogeno ecco cosa ci vuole…o altro champagne? No stasera niente champagne, meglio una bella tisana rilassante per conciliare il sonno”.
La tisana di tiglio e valeriana non le fa neanche il solletico e il suo sonno è disturbato dalle ultime inquietudini proiettate in immagini e situazioni paradossali come solo quelle oniriche del resto possono apparire. Al risveglio non ricorda molto dei suoi strani sogni solo un vago senso di spossatezza ma niente di grave che una doccia non possa cancellar via in un baleno.
Ed eccola fresca e pronta ad affrontare la nuova giornata.
Il muratore suona il campanello alle h 8.30 e lei questa volta è già in attesa sulla porta.
“Buongiorno”
“Buongiorno Signora, bella giornata eh?”
“Oh sì una meraviglia, speriamo che questo tempo si mantenga per qualche giorno”
“Le previsioni dicono buono fino a tutto il fine settimana”
“Perfetto! Forse arrivano mio marito e mio figlio con degli amichetti, per fortuna il lunedì se ne saranno andati così lei non avrà il piacere di assistere al terremoto che combinano!”
Lui sorride e abbassa la testa, cioè fine della conversazione, non è molto ciarliero, quei convenevoli gli sono costati un certo sforzo, un “Buongiorno” era più che sufficiente.
Si mette al lavoro, non ha tempo da perdere in chiacchiere, lui! Però è leggermente turbato e rimugina: “questa riccona è proprio bella, bella come la Sharon Stone, elegante, gentile, mi mette persino in soggezione, va beh…ora mi chiudo nella camera a lavorare…….”.
Dopo neanche mezzora, la Signora appare: “la posso lasciare solo un paio d’ore?”
“certo, non ho paura a stare solo”
Lei sorride divertita: “certo che no, se ha bisogno di qualcosa, questo è il numero del mio cellulare, e se ha sete o fame, sa dov’è la cucina, le ho lasciato sul tavolo della frutta, dei crackers, biscotti, acqua, succhi di frutta, va bene?”
“Anche troppo, vada pure, non c’è problema, arrivederci”
“A fra poco” e richiude la porta dietro di sé.
Lui a capo chino continua a mettere un mattone sopra l’altro.
Gli viene sete.
Va in cucina e si beve un po’ di succo di frutta, non tocca altro, non vuole certo dare l’idea dell’approfittatore.
Si guarda intorno e osserva ogni dettaglio. Il giorno precedente, appena arrivato non aveva avuto il tempo di ammirare quella splendida casa.
La cucina è strana, sembra più un salotto, chi diavolo mette i divanetti in cucina? Mah….questi ricconi sono strani o sono strani i loro architetti, tutte checche.
L’occhio va a cadere in fondo alle scale che probabilmente conducono alla zona notte.
“No! Non ci pensare nemmeno, non è corretto curiosare nell’intimità delle persone…no” ma è già a metà scala, spinto da un’insolita curiosità. Normalmente non si interessa alle case dove lavora ma questa è speciale, una casa così bella non l’aveva ancora vista, aveva fatto lavoretti in minuscoli annessi agricoli che i krukki si accaniscono a voler ristrutturare pur di avere un buco nella campagna toscana, visto le case in paese ma banali per non dire sciatte.
Ma non è solo la curiosità verso lo stile architettonico della casa o l’arredamento, il design dei mobili o i quadri alle pareti. Si rende perfettamente conto, non è abituato a bluffare con se stesso, che ciò che lo spinge in realtà è il desiderio di scoprire un dettaglio che riguardi la Signora.
Ispirato trova immediatamente quella che si rivelerà essere la Sua camera.
E’ una camera ampia e luminosa con un altissimo soffitto a volte, al centro troneggia un grande letto, sul pavimento di legno sono stesi bellissimi tappeti orientali, uno specchio esagerato che copre un intero lato della stanza e dei puff colorati, dei cuscini sparpagliati ovunque, un tavolino in ottone ricamato, dev’essere marocchino come i puff, montagne di libri in terra e sopra un cassettone in legno, non se ne intende ma sarà sicuramente antico. Ma i mobili? Gli armadi? Dove tiene i vestiti? Scorge la porta, che apre una cabina armadi grande come la zona giorno di casa sua, zeppa di vestiti, scarpe, borse, giacche, giacchine, camicie, t-shirts, maglioncini, tutta roba firmata, sicuramente. Si guarda intorno come per paura che possa arrivare qualcuno e comunque avverte una giusta inquietudine, sta facendo qualcosa di molto scorretto, dovrebbe andarsene immediatamente da lì. Esce dalla cabina armadi ma dalla porta sbagliata, entra nel bagno privato di Lei. Non sa resistere. Si avventa sui profumi, annusa deliziato ma non riconosce il suo profumo, forse non le è stato così vicino da sentirlo. “Ora basta, torna al lavoro imbecille!”
Ripassando dalla camera nota un particolare che gli era sfuggito, il letto era ancora sfatto e sopra le coperte scintillava alla luce del sole qualcosa di rosso. Si avvicina e lo tocca estasiato. Una morbidissima, scivolosa vestaglia in raso di seta (non che riconosca la pura seta ma non osa immaginare che sia sintetica!) che è una goduria da palpare. Istintivamente se la porta al viso e la strofina sulle guance e affonda il naso ed ecco che riconosce il suo profumo o meglio il suo odore!
Ha un fiuto eccezionale. Non c’è profumo, c’è il ricordo del suo corpo, probabilmente la indossa nuda e questo pensiero gli dà un brivido istantaneo.
Scuote la testa, va verso la finestra, la spalanca e respira una boccata d’aria fresca.
“Va bene! Stop. Al lavoro!”
Si immerge totalmente nella sua attività e perde la cognizione del tempo, controlla l’ora : “come mai non è ancora qui? Aveva detto un paio d’ore….è già mezzogiorno! Cosa faccio? Vado via o rimango? E come posso? Lascio tutto aperto? Non mi ha detto nulla….ma sì torna bene…rimango, pilucco due crackers e un po’ di frutta così non perdo tempo ad andare a casa e ritornare”
Si sdraia sul pratino davanti alla piscina e si gode il panorama in tutto il suo splendore e silenzio interrotto soltanto dal cinguettare di qualche passerotto a cui getta alcune briciole e si diverte ad osservare la loro reticenza nell’accettarle ma nel contempo non resistono al richiamo del cibo.
A braccia incrociate dietro la nuca, si perde nella contemplazione dell’azzurro e si rilassa, chiude gli occhi, vede la Signora arrivare verso di lui con la vestaglia di seta rossa, gli si accavalla sopra il membro indurito , gli sorride elegantemente perversa…….
“Oh vedo che ogni tanto si riposa eh? Bene mi fa piacere…..”
“Merda è arrivata! Oddio c’ho il cazzo duro che spunta dai pantaloni, speriamo non si accorga! Mi siedo un attimo e tiro su le ginocchia….”
“Mi…..mi scusi…..se mi sono permesso ma non vedendola arrivare ho pensato che sarebbe stato meglio rimanere e come vede ho approfittato delle provviste che mi ha lasciato, grazie”
“Ha fatto proprio bene! Ma quello era l’aperitivo, col lavoro che fa non si sfamerà certo a crackers e frutta! Venga a vedere cosa ho portato dal mercato, che ne dice di un bel panino con la porchetta? E di un bel bicchiere di vino rosso?”
“Dico che sarei stupido a rifiutare!” e per fortuna il cazzo gli si affloscia…
“Bene, sistemo un attimo le borse della spesa, lei stia lì, glielo porto io”
Dopo pochi minuti lei arriva con un vassoio con sopra i panini, i bicchieri e il fiasco del vino e si siede anche lei disinvolta sul prato, gli porge il panino e poi addenta il suo voracemente.
Non parlano. Divorano la loro saporita porchetta emettendo solo dei mugolii di godimento e si sorridono con gli occhi.
“Era deliziosa, anche il vino è molto piacevole, grazie ha avuto un pensiero molto carino”
“Beh dal momento che l’avrei presa per me ho pensato che magari anche a lei potesse piacere”
“Ovviamente, ai muratori non può non piacere la porchetta, un cibo così popolare, al contrario mi meraviglio che la mangino anche le persone di classe” dice con tono un po’ polemico.
“Le persone di classe sono quelle che non fanno differenze di classe e non vivono di stereotipi!” alza il bicchiere in segno di brindisi e sorride divertita.
Lui contraccambia il sorriso, abbassa la testa e torna al lavoro senza dire altro sicuro di aver fatto una gaffe e di essere stato anche un po’ ingrato.
Lei invece non ci fa molto caso, non è la prima volta che qualcuno le fa praticamente un complimento dicendole che non è così snob come potrebbe apparire a prima vista.
Nel pomeriggio aspetta il tecnico della piscina così entro sera magari può concedersi anche una nuotata.
Per il momento si stende sulla sua sedia e si mette a leggere un libro.
Il muratore sta preparando la malta fuori nello spiazzo dietro alla camera e lei riesce a scorgerlo.
Lo osserva dare badilate energiche al mucchio di calce e cemento. I bicipiti sempre più gonfi, a testa bassa.
Ma ritornando al suo libro non può notare che quella testa di tanto in tanto si gira verso di lei a guardarla di soppiatto, ad osservarle ammirato le lunghe gambe già dorate dal sole che spuntano dagli shorts di lino grezzo per concludere: “nell’inverno andranno alle Maldive…” e mentre è lì che esegue queste rozze operazioni se la raffigura uscire dall’acqua nuda come la Venere di Botticelli, non è completamente ignorante lui, c’è andato in gita agli Uffizi a Firenze quando faceva le medie…….
Non riesce a togliersi dalla mente le immagini che si susseguono come ripetuti scatti fotografici di lei in pareo su una spiaggia di talco bianco accecante, selvaggia ma con un tocco di femminilità romantico e seducente: un fiore di ibiscus rosso all’orecchio……bellissima…..come una dea……”sarà il vino che mi fa vaneggiare in questo modo? Figuriamoci ne ho bevuto un bicchiere….no è lei che mi calamita…..non devo guardarla……”
La Signora alza lo sguardo dal libro e incrocia quello di lui proprio in quell’istante, con naturalezza lei gli sorride e gli grida da lontano “tutto bene? Non si riposa un po’?”
Lui fa un cenno di saluto con il braccio e disegna un ok con le dita della mano.
Ma lei si alza e va verso di lui.
“Ma fa tutto da solo? Non è massacrante? Non potrebbe avere un aiutante?”
“No….preferisco lavorare da solo, gli aiutanti quando hanno finalmente imparato e possono davvero aiutarti se ne vanno a lavorare in proprio o per una ditta!”
“Capisco!”
“Non si preoccupi, sono abituato e ben allenato, ho fatto boxe per tanti anni…….”
“Che nobile sport….antico….atavico direi…..io penso che la boxe sia la quintessenza del genere umano no?”
“Mi scusi?”
“Scusi lei non volevo metterla sul filosofico ma mi è venuto spontaneo pensare alla boxe come rappresentazione dell’eterna lotta per la sopravvivenza, tutto qui, mi scusi….vado sempre oltre…..lo so è una mia abitudine astrarre sempre i concetti, idealizzare…….. non la disturbo più, la lascio lavorare in pace….”
Lui vorrebbe dire qualcosa di intelligente sulla boxe ma quella donna lo mette a disagio, non perché si atteggi a saccente o snob, anzi è cordiale, informale, ha un’eleganza innata, non ostentata, forse proprio per questo lo turba. E’ una donna con la D maiuscola e lui di donne così in vita sua ne ha incontrate poche. La cosa migliore è annuire e starsene zitti al proprio posto. Sicuramente.
Lo salva il tecnico della piscina che arriva al momento giusto, velocemente esegue la sua manutenzione e se ne va in neanche un’ora ma giusto il tempo per farla allontanare da lui.
“Chissà se inaugura la piscina e riesco ad assistere ad un suo tuffo” si chiede e traccheggia con la malta nella speranza di sbirciarla in costume.
Eccola infatti che compare subito con un accappatoio candido aperto, da cui si intravede un costume intero sportivo all’apparenza castigato ma che aderente al suo corpo splendido diventa il più sensuale dei costumi, una seconda pelle, che mette in risalto dei muscoli ben levigati, gambe snelle lunghissime. Lascia cadere l’accappatoio scoprendo delle spalle possenti, da nuotatrice professionista e poi la meraviglia più assoluta, un culo da calendario Playboy che lo fa rimanere a bocca aperta e col fiato sospeso per qualche secondo. “Cazzo!” esclama quasi a voce alta e poi si trattiene “che carrozzeria! E non è di primo pelo la Signora, la quarantina l’ha passata di sicuro….chissà se è tutta naturale, come mamma la fece o se quel corpicino ha conosciuto il bisturi di qualche chirurgo di grido che rimette in sesto le dame dell’alta società….come mi piacerebbe darle una controllatina da vicino……” e il cazzo si rizza di nuovo……gli tira in modo bestiale……ha una voglia che non riesce a controllare, si rimpiatta un po’ ma riesce comunque a scorgerla mentre verga l’acqua della piscina con potenti bracciate, incomincia a strusciarselo, e poi a menarselo vigorosamente, per liberarsi da quella eccitante tortura, e annaffia la malta con un fiotto di sperma, soddisfatto dall’idea di lasciare una parte di sé murata in quella casa e si ricompone rapidamente.
Lei fa capolino da un bordo della piscina, vi si aggrappa e allunga il capo verso di lui e lo vede lì in piedi, inebetito a fissarla.
Si scambiano un lungo indescrivibile sguardo che cela tutto e niente : sbigottimento? Incredulità? Imbarazzo? Sorpresa? Fastidio? Piacere? Desiderio?
Poi lei riprende a nuotare e lui sistema la sua roba e se ne va.
Quella notte, a loro insaputa, elaborano praticamente lo stesso sogno.
Lei ciondola da una spalla del muratore, l’ha caricata sulla spalla come un sacco di cemento, cosa che aveva desiderato appena l’aveva visto caricare quei sacchi, la impugna per il culo, la tiene salda e poi la scaraventa in piscina, si tuffa e la monta come un toro inferocito aggrappato ai bordi e lei che trottola sopra di lui e gli stringe le braccia al collo e poi molla la presa, si immerge, cerca con la bocca il cazzo enorme, se lo succhia e lo pompa in apnea e di nuovo riemerge e ritrottola mostrandogli questa volta il suo mitico posteriore, al quale lui non resiste, cerca il pertugio e scivola dentro aiutato dall’acqua e dalla totale apertura e rilassatezza della sua sirena.
Teme di farle male ma la delicata ballerina acquatica lo vuole, spinge le sue giottesche chiappe sempre più su ad indicare che ne vuole ancora, ancora e allora lui glielo sbatte dentro fino in fondo, la colpisce come lei inequivocabilmente gli indica finchè la vede contorcersi in smorfie di dolore-piacere che le fanno girare il capo verso di lui e fulminarlo con uno sguardo porco-perverso che lo eccita ancora di più ed è un crescendo continuo fino all’esplosione finale, lei reclina il capo all’indietro spalanca la bocca come ad urlare tutto il suo godimento ma non esce un suono, e pure lui esplode in un orgasmo fragoroso ma paradossalmente al silenziatore.
Il silenzio del sogno.
Lui, mentre lei nuota tranquilla nella sua piscina, si tuffa e le piomba addosso col cazzo ritto, senza tanti preliminari, la blocca, la cinge con le sue braccione muscolose, glielo appoggia sulla pancia, glielo preme sulla fica, lei incredula e sorpresa non riesce a realizzare, si dimena con gambe e braccia, si toglie gli occhialini, si stropiccia gli occhi, si trova di fronte il muso del muratore che gli sta premendo contro il suo cazzo durissimo? Come osa questo maiale? Vieni qui porca, lo so che lo vuoi….non fare la scontrosa….non si rifiuta un cazzo così, ho rifiutato la porchetta io? Ecco ora tu ti pappi questo sfilatino, questa salsiccia…….No…..No…..No……ma il costume è già sparito, strappato dall’irruento muratore e il cazzo si infila dentro l’aristocratica fica senza tanti indugi, dritto alla meta, come un siluro.
Ah…non lo volevi eh? Senti come se lo inghiotte questa golosona……quelle d’alto bordo sono le più maiale…..fanno le sostenute per farli arrapare a bestia i maschi, così si fanno sbattere come vogliono…così? Ti piace se ti sbatto così? Non parli eh? Non dici niente? Lo so che godi, senti bene…fino in fondo….tieni…così……ah……vengo…..vengo….dai piccola muoviti dai…..voglio sentirti urlare…vieni dai…….e finalmente lei sorride lasciva e tradisce il suo godimento. In silenzio.
L’indomani quando lui arriva, si salutano a testa bassa, e distolgono immediatamente lo sguardo come per paura che possa trapelare qualche segno delle proprie reciproche fantasie notturne.
Entrambi hanno un atteggiamento consapevole, colpevole, mesto ma non sanno che è dovuto allo stesso motivo.
Il muratore inizia la piastrellatura del bagno, lei si affaccenda alle sue abituali mansioni rimanendo distanti e in silenzio per ore, ognuno assorto nel proprio lavoro e nei propri pensieri.
All’ora di pranzo lui non si affaccia nemmeno, lei non ha fame e non si accorge del tempo che passa. La giornata è molto ventosa, non può stare in giardino e si mette al computer a scrivere, una controllata alla posta, una sbirciatina al messenger casomai ci fosse qualche amica che si annoia in ufficio e avesse voglia di chattare un po’ con lei, non trova nessuno, decide di riprendere un racconto appena abbozzato, sente che è la giornata ideale per scrivere e ci si mette d’impegno.
Infastidita dal rumore proveniente dalla camera, nel pomeriggio decide di dare un’occhiata:
“Come procede? Posso curiosare?”
“Come no!? Venga pure”
“Bene….direi che sta venendo proprio carino”
“Potessi averla io una camera così spaziosa con il bagno attiguo”
“Beh effettivamente come camera per gli ospiti è esagerata ma dal momento che lo spazio c’è, sfruttiamolo no?”
“E io sono a sua disposizione per soddisfare ogni suo ordine, Madame” lo dice in modo lezioso e subito si pente temendo che lei lo possa interpretare come uno sfacciato invito, quale in realtà è.
“Sicuramente la chiamerò ogni volta che avrò bisogno di un suo intervento dal momento che è proprio preciso e veloce come mi aveva assicurato il geometra” ribatte lei fingendo di non aver colto il significato recondito di quella frase ma stampandogli un sorrisetto ironico come a dire “ho capito quello che intendi ragazzaccio”.
“La ringrazio per il complimento, sono contento che sia soddisfatta del lavoro” insiste lui stucchevole, incapace di trattenersi.
A questo punto lei decide che bisogna dargli un taglio e lo schernisce un po’ a carognetta:
“Aspetti un po’….non è mica finito! Lo dirò ad opera completata se sarò soddisfatta”
“Allora mi impegno particolarmente” e sorride divertito.
“Le va una birretta fresca?”: lo prende alla sprovvista.
“Perché no ma solo se mi fa compagnia” : non molla…..sente che è un momento da sfruttare e non se lo vuole perdere per niente al mondo.
“Naturalmente! Chiara o scura?”
“Rigorosamente chiara anzi bionda….grazie” e vorrebbe aggiungere “come te” e si scrolla di dosso un po’ di polvere, si sciacqua le mani e pregusta sia la birra che l’ostessa
“Venga in cucina” gli urla lei da lontano.
E l’inevitabile pensiero di lui: “Verrei ovunque cara eccome se verrei, soprattutto dentro di te” ma cerca di frenare la propria eccitazione, concentratissimo a non sbagliare un colpo.
“Ma….mi dica un po’….se posso essere curiosa….come mai ha lasciato la boxe?” gli chiede porgendogli una bottiglia di birra.
“Sa…dopo anni di sacrifici e pochi risultati, uno è consapevole dei propri limiti e quindi è inutile insistere” e si rinfresca con una lunga sorsata direttamente dalla bottiglia
“Se intende il raggiungimento del successo, la carriera professionista sono d’accordo ma perché non ha continuato anche a livello amatoriale?”
“Perché di qualcosa bisogna vivere e con questo lavoro non posso certo fare anche la boxe la sera!!”
“Ah certo ha ragione, scusi le ho fatto una domanda sciocca……vuole un’altra birra?”
“Lei vuol farmi smettere di lavorare!!!!”
“Ormai sono quasi le cinque può anche staccare un po’ prima no? Tanto ho visto che ormai siamo a buon punto altrimenti mi finisce il lavoro in anticipo, mai successo con nessuno!!!” dicendo questo mentre stappa la bottiglia, questa le scivola e col cavatappi si ferisce la mano emettendo un gridolino alla vista del sangue.
Lui scatta immediatamente e le si avvicina prendendole la mano per ispezionarla : “S’è fatta molto male? Faccia un po’ vedere? Mettiamola subito sotto l’acqua fredda…..” e la prende per la mano e la trascina letteralmente verso l’acquaio. L’acqua ripulisce la mano dal sangue che nonostante il piccolissimo taglio al dito indice, sgorga abbondantemente, il getto gelato le procura sollievo e se ne sta lì immobile col braccio teso e la mano sorretta da lui sotto l’acqua che scorre. Sorride timidamente e anche lui ricambia il sorriso e non resiste all’impulso di accarezzarle il viso ancora bianco per lo spavento, le è ormai vicinissimo, sente lo stesso odore della vestaglia rossa, ma non è arrapato come l’altra volta, si sente pervadere da un sentimento dolcissimo, come ad abbracciarla a coccolarla per ore.
Senza più riflettere ormai, segue il suo istinto, la cinge alla vita, l’avvicina a sé e poi le ritira il braccio dall’acqua e si porta la mano alla bocca e inizia a succhiarle il dito continuando a guardarla dritta negli occhi godendosi ogni singola reazione del suo volto, senza lanciarle sfide, sguardi ammiccanti o altro, semplicemente l’osserva curioso.
Lo spavento, l’emozione, la sorpresa la fanno sussultare, non ha tempo di riflettere e forse non è necessario, il brivido provocato dalla sua bocca mentre succhia il dito ferito l’inebria e la stuzzica al punto da desiderare che non molli mai la presa anzi che continui, che se le infili tutte le sue dita in bocca, che le lecchi, le mordicchi la mano che la fa uscire di tesa e poi che salga su lungo il braccio fino ad arrivare alle spalle e al collo a farla impazzire di desiderio.
E mentre queste immagini corrono nella sua mente in un baleno , ormai ha deciso di sciogliere gli ormeggi, è tra le sue braccia, quelle braccia muscolose che ha desiderato l’alzassero come i sacchi di cemento, quelle braccione che hanno dato pugni a sacchi pieni di sabbia, ora diventano la più delicata delle morse, dolcezza e potenza insieme al cui pensiero emette un sospiro, prende coraggio, gli offre l’altra mano e le altre dita da succhiare mentre assapora l’odore di lui, odore maschio, odore di pelle umida di sudore, intenso, penetrante, afrodisiaco.
Diligentemente lui le passa in rassegna tutte, intuisce e asseconda il suo desiderio, le mordicchia i bordi delle mani, le braccia, le spalle, il collo e lei geme sotto questi eccitanti baci, rovescia all’indietro il capo, persa totalmente nelle sue braccia ma a questo punto lui l’afferra con decisione per la nuca e la porta in avanti, verso di lui a due millimetri dalle sue labbra, lei ha già la bocca socchiusa in fremente attesa di un bacio, lui la trattiene così per un tempo che a lei pare lunghissimo, e con gli occhi lo supplica di placare la sua sete, di baciarla come nessuno ha fatto mai. Lui estrae la sua lingua e la passa sulle labbra di lei, la lecca agli angoli della bocca, la ritrae e si gode l’attesa mentre le si preme addosso con tutto il corpo, vuole farle sentire la sua voglia, grossa, dura, palpitante.
Al contatto con il membro del possente muratore lei non riesce a trattenere un “Ooooohhhhh” di piacere. A questo punto lui la bacia, un bacio profondo, immenso, lunghissimo e continua a tenerla avvinghiata stretta a lui continuando a strusciarle addosso il cazzo, roteando il bacino, dandole dei colpettini in avanti che lei accetta, vuole….lo vuole…..inebriata dai suoi effluvi.
Sì la sua fica sta impazzendo di desiderio, desiderio irrefrenabile, incontrollabile, totale.
Si stacca a sorpresa da lui indicandogli di stare indietro ansimando per il piacere e la paura che una tale situazione le provoca ma è troppo eccitata per pensare. Gli sfila la maglietta e finalmente libera quei pettorali michelangioleschi che si trattiene dal toccare, per il momento, gli sbottona i pantaloni e gli fa cenno di continuare da sé a toglierseli. Lui esegue. Lo osserva da lontano come si osservano le statue nei musei, gli gira intorno con occhio critico. Dalle mutande spunta una protuberanza di notevoli dimensioni. Lo cinge da dietro, lo sfiora sensualmente ovunque dalle spalle, lungo la schiena, lungo le cosce fino ai talloni, poi risale si sofferma su quelle natiche marmoree contro le quali calca addosso il pube e gli preme contemporaneamente le sue morbide tette contro la schiena, allunga le mani a cercare la sua forte verga e inizia ad accarezzarlo da sopra la stoffa delle mutande che la eccita tantissimo, lui a sua volta l’afferra per le natiche all’indietro e la schiaccia ancora più forte contro le sue.
Si stanno torturando a vicenda, fanno crescere un desiderio smisurato, sono in perfetta sintonia, intuiscono i reciproci desideri, si sentono perfettamente a loro agio, non vi è ombra di timore, di pudore, c’è totale abbandono, naturale impulso a godere il più possibile.
Non dicono una parola, come nel sogno.
Lei abbandona la piacevole morsa, lo prende per un braccio e lo porta fuori.
Si dirige verso la piscina.
E lì danno vita al sogno, in tutte le sue varianti e oltre.
Lui si spoglia completamente e si lascia ammirare in tutta la sua virilità e potenza alla luce smorzata del tramonto, e le ordina con lo sguardo di spogliarsi a sua volta.
Lei con gli occhi fissi a quell’arma tesa e pronta a colpirla, si slaccia l’abitino dalle spalle e lo lascia scivolare giù fino ai piedi liberando il suo bellissimo corpo che lui aveva già spiato. Si sdraia invitante sulla chaise longue, lui la segue, la monta delicatamente, le sfila il reggiseno e libera quelle splendide, morbide tette, le succhia i capezzoli, le lecca facendo dei cerchi tutt’intorno, li mordicchia, vorrebbe serrare più forte ma teme di farle male invece lei lo invita a stringere, a torturarla che le scariche elettriche si diffondono istantanee alla fica affamata.
La sfiora ovunque, indugia sulle cosce, all’interno, si avvicino alla sua fica pulsante, la cerca, la sfiora esternamente, la sfrega col palmo della mano, la preme, sente le sue pulsazioni, lo vuole dentro di sé.
Ma prima lui preferisce gustarsela un po’con la bocca. Le sfila il tanga, si china a baciarla, le lecca le labbra, gliele apre leggermente, cerca il clitoride teso dal desiderio, lo mordicchia e poi lo struscia e lo lecca e lei geme di piacere, ancheggia smaniosa, spinge in avanti il pube a schiacciargli la fica contro il muso, vuole sentirlo, forte, duro, dentro.
E lui finalmente l’accontenta, infila la fessura bagnatissima, glielo spinge dentro veloce, forte come lei desidera, la colpisce ripetutamente, lei spalanca le sue lunghissime gambe come ad invitarlo ad adandare sempre più in fondo, e lui pompa ritmicamente godendosi quella fica completamente aperta tutta per lui. Le afferra le gambe, le porta su verticalmente tenendole per le caviglie, le fa ruotare leggermente da un lato e dall’altro manovrando le gambe come il timone di una barca col perno infilato in un ingranaggio lubrificatissimo e caldo, trova un’ angolazione che a lei sembra piacere ancora di più tanto ansima e geme senza alcun freno. Lei di nuovo gli offre le dita da succhiare che durante l’amplesso le aumentano il piacere e da sola si strizza i capezzoli e si palpa le tette, gli mette le mani sulle natiche e avverte la tensione dei muscoli mentre spingono dentro di lei.
Poi lui la ribalta a quattro zampe e la pompa da dietro ancor più violentemente e mentre lui affonda lei si sfrega il clitoride e sente giungere alcune saette di piacere che vanno in crescendo e poi non resiste, aumenta lo sfregamento, lo incita a serrare il ritmo, sente sopraggiungere un orgasmo fantastico, montare lentamente e sempre più vicino, sempre più forte, sempre più forte, così….di più….ancora…..sì…..sì….eccolo…..esplode……gode, urla….sì urla fortissimo……e lui la segue immediatamente e si libera della voglia di lei inondandole la fica con una sborrata colossale emettendo un profondo rantolo di godimento, impugnandole e strizzandole quelle chiappe fantastiche.
Poi si buttano nudi nella piscina e lì veramente materializzano le loro visioni notturne galleggiando e annaspando nell’acqua.
Non ancora sazi, lui la prende elegantemente fra le braccia e la trasporta fino alla sua camera, tutti e due gocciolanti, la butta sul suo letto, la vuole scopare là sopra.
Lei capisce che lui era già stato in quella stanza dalla sicurezza con cui vi si dirige e non le dispiace affatto scoprire che lui l’aveva spiata e che covava quella voglia da alcuni giorni.
La vestaglia di raso rossa era appoggiata sul cassettone di legno, lui la raccoglie e gliela infila e poi prende ad accarezzarle sensualmente tutto il corpo da sopra il tessuto lucido e scivoloso, che si appiccica al corpo ancora bagnato.
Lei si gode la scena riflessa nel grande specchio della parete frontale e si vede in ginocchio sopra al letto con la sua vestaglia preferita da cui spunta il capo nerissimo del suo sconosciuto amante che le divora letteralmente passera e tette con una voracità cannibalesca e lei si gusta quegli spasimi di piacere smisurato, e poi, spinta da un desiderio fortissimo lo stende sul letto e lo cavalca selvaggiamente ritmando a proprio volere, dosando le spinte, contraendo i muscoli pelvici intorno a quel meraviglioso membro che affonda fiero dentro di lei, si trattiene, esce, gioca con la cappella, dentro e fuori, esegue dei cerchi, lui mugola di piacere e la impugna per il culo, la incita, lei si preme contro il pube di lui e strofina all’impazzata il suo campanellino orgasmico ed esplode di nuovo, ancora……ancora…..sì…….sempre più forte, arriva al cuore, al cervello, le annebbia la vista, è un paradiso. Lui non ancora totalmente appagato, la alza con le sue potenti braccia la ribalta sul letto le salta sopra e dopo un paio di affondi, ecco che finalmente ache lui sembra giungere alla meta, pronto a godersi il premio finale ma…..si ritrae…..sembra indugiare, lei quasi non capisce ma poi si gode la fontana di sperma che lui le getta addosso, sulla pancia, fra le tette e lei per confermargli l’apprezzamento di una tale conclusione, ci infila le dita, ci gioca, se lo spalma tutto addosso e poi se le lecca con gusto. E ridono entrambi felici ed appagati continuando a rimanere in silenzio, a scambiarsi solo sguardi.
Il primo ad addormentarsi è lui….è notte ormai…..e lei lo guarda dormire, senza pensieri, la sua mente è libera, è solo pace ovunque, nel corpo e nello spirito. E si addormenta pure lei.
La mattina successiva al suo risveglio, lui non è più lì nel letto, guarda l’orologio: “ le dieci! Mio Dio ma oggi doveva venire l’idraulico!”……si infila una maglietta e scalza fionda giù per le scale quando sente un chiacchierio sommesso. Spia dal buco della serratura dentro la camera in costruzione. Lui è lì insieme all’idraulico. “gli avrà aperto lui? Cosa gli avrà inventato? Ma niente….semplicemente che lui era già arrivato prima….certo! Allora mi preparo con calma, anzi se non mi faccio vedere è meglio”
Esce a fare delle commissioni, lascia un biglietto avvisandoli che non sarebbe tornata fino a sera.
Non ha niente di preciso da fare o da comprare ma ha bisogno di uscire. Andrà al mare, sì, una bella passeggiata sulla spiaggia.
Passeggia per chilometri, poi stanca si ferma in un piccolo bar dove fervono i preparativi per la stagione balneare incombente, chiede se si può mangiare qualcosa, loro rispondono che non sono ancora molto forniti ma se si accontenta di una focaccina mozzarella e pomodoro gliela preparano in un minuto. “Perfetto” dice lei “e una birra, grazie” e ripensa alla birra galeotta e senza alcun imbarazzo ripercorre le immagini delle loro performance notturne. Di nuovo un senso di pace infinita. Nessuno scrupolo, rimorso, ripensamento, nessun pensiero, niente. E’ felice.
L’inquietudine che la disturbava negli ultimi tempi è svanita completamente.
E’ bastata una scorpacciata di sesso? Forse…..non le interessa interrogarsi oltre…..è felice, guarda il mare, addenta la sua focaccina e si beve una fresca birra chiara. I piccoli grandi piaceri della vita.
Poi si immerge nella lettura di un libro e rimane in quel bar sulla spiaggia fino al tramonto che non si lascia scappare e che ammira in tutta la sua magnificenza.
Rientra alla villa.
Lui sta caricando il furgone.
Si affaccia alla camera e ispeziona il lavoro. L’esecuzione è ammirevole. E’ soddisfatta.
Prepara il libretto degli assegni. Il conto è appoggiato sul tavolo della cucina, legge la cifra, riempie l’assegno e lo chiude in una busta.
Poi esce e si avvicina al furgone, solo in quel momento lui si accorge della sua presenza, la guarda con occhi dolcissimi, abbozza un sorriso.
“Il lavoro è finito Signora, ora può dirsi soddisfatta?”
“Decisamente sì. Questo è per lei e mille grazie” e gli allunga la busta.
“Allora quando ha bisogno sa dove trovarmi, è stato un piacere lavorare per lei Signora”
“Mi chiamo Margherita”
“E io Angelo”
Si scambiano un ultimo sorriso:
“Grazie Angelo. Arrivederci”
“Arrivederci Margherita”
Lo osserva montare sul furgone e lo segue con lo sguardo mentre ripercorre il viale fino al cancello in fondo alla discesa e non le sfugge che lui sta facendo altrettanto sbirciandola dallo specchietto retrovisore.
Si volta, rientra in casa sospirando appagata:
“Bene! Anche questa è fatta, camera e bagno pronti! Ora devo chiamare la donna delle pulizie, completare l’arredamento, sollecitare il giardiniere, e organizzare finalmente la prima festa della stagione…..o meglio….la seconda…..” e sorride maliziosa per il suo bellissimo segreto.
5
2
18 years ago
sammyandcris,
43/39
Last visit: 15 years ago
-
Ricordo di una mattina di fuoco
Erano passate dapoco le 9,00 avevo una voglia di diventare Anna e di una piccola avventuretta. Ho messo i sexy indumenti femminili nello zaino mi sono recata da un amico che di solito mi porta a scorrazzare in giro per sesso. Uscita dal bagno di casa sua, indossavo un vestitino nero corto e aderente, sotto una tuta nera a rete, perizoma di pizzo, e scarpe con tacchi da troia. Ci siamo recati in un parco dove di solito si trovano uomini ben disposti a questo genere di storie. Non girava molta gente. Ci siamo messi dietro un albero, gli ho tirato fuori il cazzo molle e chinatami sulle ginocchia ho iniziato a spompinarlo e sentivo che mi si gonfiava in bocca e diventava sempre più duro; lo leccavo avidamente, caldo e grosso mi entrava in bocca e lo sentivo in gola. Lo succhiavo e di tanto in tanto gli leccavo le palle mentre con una mano spingevo le natiche verso di me. Ad un certo punto è arrivato il primo amico del luogo; ha aperto la patta e mi ha ordinato di prenderlo in bocca; era già duro. me lo sbatteva dentro come se mi scopasse, fino a farmi sentire senza fiato.Me li spompinavo a turno entrambi. Ad un tratto ho sentito una mano che mi toccava la spalla e scendeva piano fino al culo; era un terzo puledro. Ero al centro di tre ometti col cazzo duro che volevano sbattermi da troia. sentivo le mani che mi alzavano la gonna e mi strappavano le tutina velata; avevo un cazzo in bocca, uno nelle mani ed un altro pronto dietro. Mi sono alzata e appoggiata con le mani al tronco dell'albero; avevo il buchetto che fremeva, voleva il cazzo dentro. Sentivo una lingua che lo lubrificava e a tratti sputava saliva. Era pronto. 19 cm di palo mi stanno entrando dentro. Inizio a godere mentre mi scopa. Mi sento troia più che mai. Ne voglio uno anche in bocca. Subito accontantata. Mi spompino il terzo. Dietro intanto si danno il cambio e io sento alternarsi quello da 19 e quello da 22 che mi posseggono. Ne vorrei ancora e mi accontentano altri due sconosciuti. Ormai sono in preda ai loro colpi. Li sento in profondità. Mentre si cambiano i turni mi insultano: Troia prendi questo cazzo, sei proprio una puttana, ma che culo sfondato. Siamo andati avanti per mezz'ora circa. Col culo rosso e aperto. Mi sono girata verso di loro; erano pronti a riempirmi di sborra. Avevo il vestito addosso quasi strappato dalle prese dei machi. Iniziamo col primo mi sbatte il pene sulla lingua e sulle labbra, sta per venire... Bevi troia, e ho già la bocca bianca di sperma; il secondo e poi il terzo... ingoio quel che posso, l'eccesso mi esce fuori mentre spompino gli ultimi due che mi inondano il viso. Anche io avevo il cazzo duro. Uno di loro mi dice di levarmi il vestito... Ubbidisco. Mentre prendo il mio fra le mani per venire sento un liquido caldo che mi bagna dal viso in giù. Mi stava pisciando addosso. Mi sego fino a venire mentre mi doccio con le loro pipi. Ora sono all'apice del piacere e mi sento ancora più troia e più usata. Vengo e naturalmente dalle mani bevo anche la mia sborra. Mi rivesto e col mio amico vado a fare una doccia. Bella esperienza oggi... Domani si vedrà
BACI
4
1
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Inghilterra
Tornavo da una delle mie solite passeggiate, adoravo l'Inghilterra in primavera, i fiori selvatici fiorivano negli allevamenti e nei rupi lasciando che il loro profumo inondasse il paesaggio.
Mi fermai come mio solito al Pub di Kim, un indiano trapiantato ormai da tre generazioni nello Yorkshire, entrando sentivi subito di essere straniero, un italiano nelle più fervide tradizioni inglesi, quasi un' offesa, tranne che per Kim che con il sul sorriso orientale scongelava l'indifferenza degli altri clienti.
Presi dalla tasca dei pantaloni una sigaretta piuttosto ammaccata
e mi accomodai sullo sgabello vicino al bancone chiedendo la solita doppio malto.
Sorseggiavo tranquillo quando una voce di donna improvvisamente tuono grave il mio nome, non ebbi nemmeno
il tempo di voltarmi, che venni scaraventato in terra e ammanettato.
Senza rendermene conto ero già nella piccola e diroccata
stazione di polizia, ero seduto in una stanza, solo, con gli unici tre agenti di servizio in quel paesino sperduto, che mi fissavano.
Cercai di riordinare le idee, ma fu tutto inutile, ero ancora confuso e spossato, e il mio corpo era percorso da una specie di formicolio, dentro di me era chiaro il sentore che qualcosa stava per accadere.
Venni spogliato completamente e fatto inginocchiare, li supplicavo nel mio stentato inglese di non farmi nulla.
La prima risposta fu una manganellata e a quella ne seguirono altre e altre ancora fino a farmi svenire.
Me risvegliai nel silenzio di una cella senza finestre e illuminata dalla debole luce di un neon, spettrale fu la prima parola che mi venne in mente.
Soffocati lamenti provenivano dal corridoio, ma non sembravano di sofferenza,era piacere, qualcuno godeva emettendo rantoli ritmici. Con fatica mi alzai dal pavimento, il mio corpo era ricoperto di lividi, e le contrazioni muscolari anche del più banale movimento procuravano lancinanti dolori. Mi appesi alle sbarre e mi tirai su stringendo i denti e lasciando che le lacrime di dolore mi solcassero il volto, sporsi lo sguardo attraverso la grata e vidi nella semioscurità un uomo e una donna scopare, lei era poggiata su una scrivania e a gambe larghe offriva il suo frutto migliore all’uomo, che possente la sbatteva ringhiando il suo piacere.
Rimasi per qualche minuto, imbambolato, a guardare la scena cercando di distinguere meglio le due figure, quando nel tentativo di sporgere ancora di più lo sguardo feci cadere una ciotola da un tavolo vicino alle sbarre. Il rimbombo metallico risuonò in tutto il corridoio, i due si voltarono immediatamente verso di me, ora il gelo si faceva sentire ancora di più, ma non era una sensazione fisica, era qualcosa che partiva da dentro, da quella parte di noi stessi che non governiamo e che continuamente ci regala emozioni, gioie e dolori. I due rapidamente si rivestirono e vennero verso la mia cella. Due sbirri erano due sbirri, lei bionda alta circa 1,70 le labbra carnose e un corpo da favola fasciato nella stoffa ruvida di quella divisa, lui invece doveva essere almeno 1,80 bruno con un fisico veramente possente. “Merda, questa volta sono veramente nei guai” fu l’unico pensiero che riuscì a scavalcare la paura. Arrivati davanti la mia cella, la donna estrae dalla cintura il manganello e inizia a sbatterlo contro le sbarre, il rumore e assordante e non lascia presagire niente di buono, quando, con mio grande stupore,improvvisamente la ragazza, si infila in bocca il manganello, e inizia a succhiarlo e a leccarlo come un cazzo. Lo lascia scorrere tra quelle labbra carnose, facendo girare vorticosamente la lingua sulla punta. Il ragazzo intanto prende dalla tasca un preservativo e lo porge alla collega, che con un gesto rapido e da vera esperta scartoccia e infila sul manganello. Non riuscivo a capire, la ragazza non aveva certo bisogno di masturbarsi, ma tutto mi fu orrendamente chiaro quando il ragazzo denudato si mise a pecorina sul pavimento e con entrambi le mani si apriva le chiappe. Aveva un buco nero e grinzoso, si vedeva anche che era già stato sfondato parecchie volte, nell’aria c’era già odore di sesso, di sudore, di umori. La ragazza salì a cavalcioni e con un unico gesto infilo nel culo del suo collega almeno 15cm di manganello, il ragazzo emise un urlo incredibile, forse si sarà sentito per almeno un isolato, la ragazza invece per nulla intimorita dal dolore arrecato cominciò un sadico avanti e dietro che accelerava man mano che il culo si dilatava. Quelle immagini, l’atmosfera strana mi avevano fatto eccitare, lo tirai fuori e iniziai una lenta masturbazione, la ragazza mi fissava passandosi più volte la lingua tra le labbra e pronunciando grugniti di piacere quando il ragazzo ormai allo stremo grida “sborrooooo”
Schizzando un vero fiume bianco sul pavimento, “Puttana” gli grida la ragazza, “Adesso chi pulisce” con una voce roca e soddisfatta dalla precedente goduta il ragazzo indica me!
“Porca Vacca” pensai e adesso? Non ebbi il tempo di pensare alla risposta che avevano aperto la cella e ammanettato nuovamente i polsi dietro la schiena.
Quella puttana di sbirra mi prese per i capelli e mi costrinse a camminare a carponi, gridando “Asino cammina” e quando cercavo di far resistenza a quell’umiliazione mi calciava nelle costole. Arrivati d’avanti alla pozzanghera di sperma, mi mise un piede in testa e spinse verso il basso spiaccicando la mia faccia in quella poltiglia! “Aspetta gridò il ragazzo, a me sembra troppo poco da bere, pisciamo!!!” la ragazza annui soddisfatta, lui si posizionò d’avanti alla mia faccia mentre lei si mise dietro poggiando la sua figa calda sulla mia schiena.
Iniziarono a pisciare, il bastardo mirava alla faccia mentre la troia dietro di me faceva scorrere il suo fiume giallo verso il mio culo.
Lo tenevo duro come non mai, finita la pioggia dorata mi fecero bere tutto dal pavimento.Mi rinchiusero nuovamente in cella, lordo e puzzolente di piscio mi addormentai…il risveglio fu incredibile ero nella mia stanza d’albergo, profumato e pulito come non mai!Contento del fatto che fosse stato solo un incubo feci per alzarmi dal letto, ma un dolore lancinante mi sorprese, il mio corpo era ricoperto di lividi…
2
1
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Gang...band
Appoggiato sull'uscio della porta dello studio di registrazione,Alex se ne stava solo,con l' ultimo tiro da chiedere alla sua sigaretta e la bottiglia di birra quasi terminata. Dentro anche gli ultimi fuochi del party organizzato per festeggiare il primo sospirato contratto con la casa discografica stavano spegnendosi. Almeno così sembrava.
Per Alex,vent'anni e un diploma in tasca,il basso aveva rappresentato l'amico più fidato,il rifugio più sicuro ed accogliente nelle sue ribelli fughe dalla realtà. Lo stesso discorso poteva valere anche per Uzoma,il possente batterista nigeriano di Ibadan,e per Tiziano e Lorenzo,rispettivamente chitarrista e voce del gruppo.
"Certo che stasera Jenny è proprio in tiro" sospirò Tiziano all'orecchio di Alex. "Già - rispose quest'ultimo - mi sta facendo girare davvero la testa!Cosa darei per...", "Ragazzi - intervenne Jenny quasi a proposito - mi raccomando,quando se ne andranno tutti non scappate,vi vorrei in sala prove!Chiaro?!".
Jennifer,per tutti Jenny,con i suoi 34 anni e la sicurezza della donna in carriera,non era solo la manager del gruppo ma rappresentava per i ragazzi il vero e proprio oggetto delle loro fantasie sessuali più sfrenate. Quella sera se ne riusciva particolarmente a capire il perchè...
I suoi piedi,dalla forma sottile e allo stesso tempo morbida,risaltavano adagiati sulle scarpe infradito col tacco alto. Lo smalto rosso fuoco delle unghie le dava quel tocco di calore e di carica erotica che non poteva passare inosservato. Salendo su con lo sguardo,le sue gambe così affusolate e le sue cosce sode,dure e lisce come il marmo,lasciavano ampie praterie in cui l’immaginazione avrebbe potuto cavalcare veloce. La gonna del suo completo,difatti,non arrivava che a metà coscia e,stretta com’era,metteva in risalto la rotonda pienezza del sedere carnoso ed invitante. Quel paio di chiletti in più di troppo che si potevano notare,la rendevano ancora più desiderabile conferendole l’assolutezza erotica della bellezza imperfetta. Imperfetto,invece,non poteva essere il suo seno,una terza piena piena,che risaltava fra le rotondità della camicia e della giacchetta aperta.
“Certo,come vuoi Jenny!” risposero i due ragazzi che sentivano su di loro gli occhi vellutati del loro “capo”,scuri come i boccoli dei suoi capelli che confusamente le scendevano sulle spalle.
Quando anche l’ultimo degli invitati decise di andare via finalmente rimasero tutti e cinque da soli nella saletta.
“Bene!” disse Jenny muovendosi fra i ragazzi col fare di una gatta.
“Finalmente soli! Vi ringrazio ragazzi perché mi avete dato una grandissima soddisfazione! La conclusione di questo contratto è molto importante anche per me e per la mia carriera! Ma ora basta parole,è arrivato il momento di farvi il mio speciale ringraziamento…so bene di dovermi sdebitare…”
Così dicendo iniziò lentamente a far scendere le sue mani calde lungo le gambe,toccandosi vibrante di voglia fino ad arrivare alle caviglie. A questo punto si avvicinò ad Uzoma e Lorenzo,seduti sul piccolo divano della saletta.
“Forza ragazzi,non vorrete deludermi…ora inizia lo spettacolo!Forza,su,aiutatemi a toglierle…”. Immediatamente i due ragazzi le sfilarono le infradito annusandole quasi con avidità,mentre Alex e Tiziano,in piedi ed increduli si godevano lo show. Girandosi verso di loro,Jenny iniziò lentamente a sfilarsi la giacca e la camicetta cosicché gli altri due fortunati poterono godersi il suo sedere burroso. Rimasta con gli ultimi due bottoni da slacciare,si avvicinò ad Alex,mentre Tiziano la cingeva da dietro.
“Dai Alex,ora tocca a te…sono rimasti gli ultimi due bottoni…non mi aiuti amore?Dai,strappameli via,non farmi aspettare!”. Aperta la camicetta Jenny rimase col suo reggiseno rosso,lavorato e tanto leggero che mostrava quasi del tutto le sue tette.
“Ora vi voglio tutti vicini,ragazzi. Quante volte ho sentito il vostro sguardo su di me…pensate che non me ne sia mai accorta?Ma…stasera…sì,stasera avrete quello che,immagino,avreste sempre sognato…Sapete bene quanto io sia esigente!!Bene,sappiate però,che se decido di farmi una bella scopata…beh,ragazzi…ahahahah…allora lo divento ancora di più!”.
Detto questo calò la zip della gonna e rimase davanti a loro con lo scippino di pizzo rosso che copriva con una semplice fettuccia il suo bel culo da fottere.
I ragazzi,sconvolti ma coscienti del loro potere,non ci misero tanto a buttare via i loro vestiti,quasi come se bruciassero.
Nel frattempo,col suo fare da animale in calore,Jenny sculettava davanti a loro piegandosi sulle ginocchia ed infilando le sue dita dentro gli slip per iniziare a stimolare il suo piacere.
“Mmmmm…non c’è la faccio più ragazzi!” gridò tutta presa dai suoi istinti.
Uzoma,il più veloce,si avvicinò per primo a lei mostrandole il suo arnese da monta già in tiro e così incredibilmente sproporzionato su cui risaltava una cappella gonfia come un uovo.
“Uzo!!Che cazzone che hai amore!!!L’ ho sempre immaginato,sai?Mmmm…non vedo l’ora…”,e così dicendo Jenny iniziò a stringerlo sentendolo pulsare nella mano.
Il batterista nero di Ibadan,con l’aiuto di Tiziano,stava ormai togliendole di dosso il reggiseno. Sganciati anche gli ultimi ganci le tette di Jenny uscirono fuori con violenza,quasi con rabbia per tutto quel tempo che rimasero nascoste. Le poppe nude del loro “capo” erano magnificamente sode e gonfie di sesso,con dei bei capezzoloni scuri e turgidi che non chiedevano altro che essere ciucciati. Uzoma e Tiziano non si fecero scappare l’opportunità,mentre Jenny si dedicava a passare e ripassare con le mani le aste dei due ragazzi. Alex e Lorenzo non resisterono dall’iniziare la loro masturbazione,anche se,ben presto,come animali gelosi, reclamarono il loro spazio.
Arrestando la sua azione Jenny ne approfittò per sfilarsi,come nulla fosse,gli slippini.
Alex,fuori di sé dalla voglia,d’accordo con gli altri,la fece inginocchiare mettendola a pecora. Lui e Uzoma,disinteressandosi al momento della sua passera pelosa in cui risaltavano le labbra belle gonfie,si posizionarono davanti a lei intenti a ricevere la loro doppia pompa.
Così,mentre era intenta alla sua spompinata,gli altri due,dietro di lei,iniziarono a leccarle la miciona già pronta a colare,e il buchetto posteriore.
Jenny,quasi impazzendo di piacere,inarcava e scuoteva con vigore il suo bel culo per sentire meglio il lavoro delle lingue su di lei,mentre era impegnata a ciucciare con foga la sacca delle palle di Alex e Uzoma.Questi ultimi,ansimando sempre più di vera goduria,entrarono in piena trance quando Jenny,accogliendo nella bocca le loro cappelle, decise di aumentare i giri,succhiandole con ritmo sempre più sostenuto e facendole sparire alternamente dentro di lei.
Smesso di ciucciare,Jenny decise di alzarsi non appena Uzoma e Alex finirono di leccare i suoi umori sempre più grondanti.
“E’ giunto il momento…è ora che inizi la monta!Dai…fottetemi...Uzoma,tu rimani giù,ti voglio per primo…dopotutto,con quel pisello che hai,direi che te lo meriti…”
Effettivamente il nigeriano aveva un cazzone smisurato,tosto ma soprattutto spesso,con una cappella imponente. La preferenza di Jenny per Uzoma caricò ancor di più il ragazzo;sdraiato a terra,pronto a scaricare tutta la sua potenza,teneva il suo bolide puntato ben in alto. Jenny si buttò su di lui senza alcuna inibizione,calandosi pian piano;con esperienza si fece scivolare dentro di lei quella ventina di centimetri di furia nera. Non appena riuscì ad avvertirne l’intera presenza iniziò una lenta cavalcata mentre,appoggiandosi con le mani contro le muscolose gambe di Tiziano e Lorenzo,era intenta a spompinare i due ragazzi. Alex intanto si stava dedicando ai piedi della manager;come estasiato li carezzava e li portava alla bocca ciucciandone le dita. Jenny si muoveva con tutta la sua esperienza:ora si alzava imperiosa su quella straripante verga africana per poi ridiscendere velocemente facendo sbatterne le palle contro di sé,ora si contorceva tenendosela tutta dentro. La sua figa fumava per la velocità e la forza della chiavata.
Uzoma,arrivato al punto di massimo sforzo,le venne dentro con tutta la sua potenza ;
Jenny in preda agli spasmi,sentendo l’esplosione di lava bollente invaderla completamente,cacciò fuori delle urla disumane di vera goduria.
Nonostante avesse la micia ancora calda per la furiosa cavalcata,Jenny si mise a pecora ed invitò Alex a fotterla da dietro. Ora toccava al bassista approfittarsi di lei.
Trattandola come se fosse stata l’ultima troia dell’universo,incominciò a montarla con un buon ritmo costante, tendendola per i lunghi capelli che le scendevano sulla schiena. Il suo pisello era uno stantuffo regolare che dettava il tempo alla stessa spompinata che Jenny aveva nel frattempo ripreso. Accorgendosi,però,che i suoi due amici non ne avrebbero avuto più per molto,da bravo bassista iniziò a variare ritmo e ad affondare,sempre più di frequente,le sue potenti spinte.
Così,Tiziano e Lorenzo vennero di prepotenza sulla faccia della manager,inondandola ed innaffiandola della loro crema.
Alex,invece,spinse con forza gli ultimi colpi dentro di lei,sconquassandola e provocandole brividi di piacere incontenibili.
Non ancora sazia,e con la consapevolezza di non aver ancora provato il massimo,Jenny alzò lo sguardo implorante verso Uzoma e Alex. Con la voglia di chiudere in bellezza,agitò il culo in cui risaltava il buchetto rosso e già ben lubrificato. Questa volta a sdraiarsi fu Alex,che sentì quasi immediatamente la figa di Jenny risucchiare dentro il suo pisello,impalandola. Questa,mettendosi a carponi,lasciò ben in mostra a Uzoma l’obiettivo da centrare;con la sua lunga mazza il nigeriano iniziò a spingere lentamente e a forzare man mano che entrava tutta quanta sfondando gli argini. Fu proprio lui a dare il giusto ritmo a quel double,mentre Jenny mugolava come una cagna in calore. Uzoma incominciò a montarla pian piano per poi affondare il colpo improvvisamente e senza controllo,quasi giocando con quelle inesauribili variazioni di potenza. Alex,invece,adeguandosi al ritmo,poteva godere delle bocce calde che gli cadevano sulla faccia.
Tiziano e Lorenzo,seduti sul piccolo divano,ammiravano il tutto,tirandosi una sega spettacolare,seppure ormai non ne avessero quasi più.
Jenny infarcita dei cazzi dei due ragazzi e sentendo venir meno il suo controllo ad ogni ripetuto affondo,fu improvvisamente sovrastata da un mix di dolore e goduria che la fece letteralmente impazzire. Le sue urla divennero disumane quando sentì l’esplosione calda di Uzoma inondarle l’intestino. Il suo corpo fu allora scosso da un orgasmo della forza di un uragano che la fece tremare tutta,in preda ai suoi spasmi.
Alex,anche lui arrivato al limite,estrasse il suo pisellone dalla passera in fiamme di Jenny e,alzatosi,sbrodolò tutto sulla faccia della donna ormai esausta.
Terminata l’ultima scena,il film mandava ormai i titoli di coda…la mia ragazza finiva di leccare le ultime gocce di me…
2
3
18 years ago
angel3rebelde,
38
Last visit: 17 years ago
-
Gang
Premetto subito che questo parte, della mia fantasia, quella più profonda, nascosta e sicuramente repressa. Per adesso non voglio spingermi oltre il bel rapporto che sto vivendo con un ragazzo eccezionale, naturalmente fatte salve le fantasie e le nuove esperienze che ora ho voglia di ricercare assiduamente e che ho inserito nel mio annuncio e alle quali aspetto mille e una risposta. Detto questo, comincio a parlare di me e della mia pseudo-storia.
In privato, sono un travestito, mi dicono bella, sensuale e da monta.
Scrivo questa storia perché vorrei che una infinità di uomini si masturbassero eccitati per quello che hanno letto.
Sono un ragazzo 25enne, ormai laureato, ma all’epoca dei fatti, che fra poco racconterò, ero uno studente universitario di scienze politiche, alla facoltà di Napoli, di anni 21.
Però prima devo accenarvi a qualcosa che riguarda la mia adolescenza, premessa irrrinunciabile per una completa comprensione della mia storia.
Sono stato e sono un ragazzo normale, fisicamente intento. Normale nel senso di non effeminato e insospettabile in questa mia natura celata.
Normale quindi, ma pure carino, alto, prestante, fisico longilineo, però con un grande difetto in questa mia mascolinità, il culo. Ho un culo da donna, me lo dicono tutti, rotondo, sodo, che forma una perfetta attaccatura con le cosce, un culo insomma da prendere, da violentare.
E’ stato il mio “ingombrante” culo da femmina ad aprire pian piano, già all’età di sedici anni, una voragine nella mia personalità sessuale apparentemente univoca. Passavo ore a fissarlo e mi eccitavo con ciò e finivo per masturbarmi. Vestivo il mio culo con perizoma, lo ingabbiavo in un reggicalze, lo valorizzavo con una sottoveste o baby-doll (cose che all’inizio sottraevo a qualche zia avvenente), tutto ciò al solo fine ripeto di masturbarmi. Non cercavo su riviste porno l’ispirazione per una sega, mi bastava guardare il mio culo.
Ad un certo punto però ho sentito altro, un prurito sessuale nuovo, sconvolgente, assolutamente innato. La colpa o il merito (lascio giudicare a voi) è da attribuire ad un mio amico coetaneo.
Allora avevamo diciott’anni ed eravamo in un negozio di profumi nei giorni precedenti a San Valentino, infatti lui doveva acquistare un regalo per la sua fidanzata.
Senza accorgermene mi ero messo chino sul bancone della cassa, poggiato sui gomiti, la schiena inarcata e il culo inevitabilmente all’aria. Non era la prima volta che mi sorprendevo in queste posizioni, ma non destavano in me molta preoccupazione inconsapevole allora di quello che sarei diventato.
Ad un certo punto sentii una forte pressione contro di me da dietro e allo stesso tempo sentii una punta più dura che premeva tra le mie natiche.
Il mio amico, in una maniera molto disinvolta e intelligentemente equivoca, era dietro anto da farmi sentire che il suo cazzo si stava via via ingrossando.
La sensazione fu sconvolgente, sembrava che il buco del mio culo si stesse bagnando, lubrificando per permettere al cazzo di entrare, ero a pecorina e sentivo che avrei potuto godere se fossi stato impalato come una troia.
L’immaginazione non ebbe seguito reale, il mio amico non fu chiaro nel suo gesto ed io ero troppo influenzabile per fidarmi delle mie sensazioni, tant’è che tra Claudio e me non c’è stato mai niente.
Al di là di questo per me fu la scintilla, gli albori di una nuova mia dimensione che solo ora, a distanza di tanti anni, vivo a pieno.
Il passaggio mentale dal sognare di essere scopata tra le natiche e l’immaginare un cazzo tra le mani o in bocca fu brevissimo.
Cominciai sempre più a sviluppare queste fantasie nella maniera in cui la mia indole mi dettava.
Se fossi stato con un uomo volevo non solo riempirmi la bocca del suo cazzo ma anche bere la sua sborra. Speravo di essere scopata di fronte ad uno specchio, speravo in un cazzo enorme che a fatica entrava nel mio culo, tanto da farmi male…..ero estasiato dall’immaginare il cazzo che mi riempiva, dall’immaginare che il mio orefizio era allo stremo della sua dilatazione. Sognavo spesso un cinema dove fare un pompino durante la proiezione del film, in mezzo a tutti e sotto gli occhi di tutto. Avere le labbra sporche di sborra.
Immaginavo il mio uomo che mi prendeva ai fornelli oppure mentre facevo le pulizie.
Mi piaceva l’idea di una troia, di una puttana, quelle vere che non si fanno pagare il cui solo interesse è sentirsi donna, nata per soddisfare gli uomini.
A queste fantasie poi più in là aggiunsi alcune idee di sadomaso molto soft, mi sarebbe piaciuto essere tirata per i capelli quando fossi stata scopata a pecorina, o essere tenuta immobile con la testa per evitare che la mia bocca sfuggisse ad un caldo spruzzo di sborra. Ancora immaginavo di avere i polsi legati, o meglio ancora di essere stretta in uno di quei nodi che fanno del corpo un angolo retto e così essere distesa di fianco sul letto e prenderlo dietro.
Imaginavo quello strumento in parte simile ad una ghigliottina che non ti permette di fare il minimo movimento, quello che ti posiziona a 90 gradi, che ti blocca la testa e i polsi allo stesso livello, e che ti obbliga a prenderlo dietro e in bocca a chiunque voglia, dato che la tua di volontà è annulata. Con tutte queste fantasie la prima e più diretta conseguenza fu quella di curare il mio corpo, acquistavo creme, trucchi, lingerie, tacchi a spillo e parucche, mi depilavo. Volevo essere una troia insaziabile. Come per magia, questa sfrenata attività cerebrale si trasferiva sul mio culo rassodandolo ancora di più, quasi come che pensare di essere sfondata da nerchie violacee mi modellava il sederino da vera puttana in calore.
Avevo una doppia vita insomma, ma non nel senso di vite separata, svesti una e indossi l’altra, ma nel senso che queste due vite mi accompagnavano ( e mi accompagnano) contemporaneamente senza soluzione di continuità.
A scuola prima e all’università poi, indossavo (e indosso; ora al lavoro) reggicalze, perizoma, calze velatissime, sottovesti, tutto celato sotto panni maschili.
Ancora un altro dato è interessante della mia adolescenza, un po’ di pazienza e arrivo dritta alla storia.
Premetto che la scuola l’ho frequentata in un paesino di provincia, ecco perché la mia attività sessuale era nulla, lavoravo solo di immaginazione. Fino al momento in cui ho pensato di potermi divertire con pratiche masturbatorie un po’ sofisticate. Acquistavo chili di melanzane (nere e grosse; per la penetrazione è la cosa migliore dopo il cazzo e prima dei falli finti).
Le fissavo in modo tale che inevitabilmente una mi finiva nel culo e l’altra nella bocca, in modo da avere le mani libere e potere assumere così ogni posizione. Ero la troia di due grossi cazzi che mi scopavano in reggicalze e tacchi a spillo. A volte mi masturbavo e mettevo la sborra sulle due melanzane, era eccitante, quei fiotti caldi su quella superficie nera, sembrava che stessi realizzando le mie più perverse fantasie, bere sborra e il culo rosso dalle dimensioni di quel cazzo di colore. Continuavo così per ore, cambiando posizioni, alla fine ero sfinita.
Tutto ciò mi accompagna ai miei ventuno anni. Era una mattina universitaria come tutte le altre, corsi, amici e qualche caffè tra lo spacco di una lezione e l’altra. Indossavo sotto i jeans un reggicalze di pizzo nero e delle calze velate color carne con la riga verticale sul dorso delle gambe, la culotte era di colore nero doverosamente portata sopra al reggicalze (infatti pensavo che una troia non può essere scopata senza reggicalze, quindi in quelle occasioni doveva essere agevole sfilare lo slip), sopra avevo un corpetto anch’esso nero a tono col reggicalze. Aggiungo che era una giornata di inverno, e che i maglioni di lana e il freddo aiutano a indossare gli indumenti intimi.
Nonostante la mia voglia di vivere una esperienza vera con cazzi di carne grossi e turgidi, stavo molto attento a non piegarmi troppo per paura che il perizoma saltasse fuori dai pantaloni.
Ad un certo punto della mattinata andai in bagno, il bisogno era di quelli impellenti, di quelli che richiesero un accurato svestimento e susseguente rivestimento ( i bagni erano molto sporchi, avevo premura a che i miei vestiti non toccassero da qualche parte). Sfilai la culotte e sbottonai il reggicalze per sfilare le calze sotto al ginocchio.
Quando ebbi finito dovetti ripetere il rito all’incontrario.
Avevo appena tirato su la culotte quando un ragazzo entrò nel bagno senza bussare (le serrature erano rotte ed io mi ero distratto).
La visione che gli si presentò fu quella del mio culo addobbato da cagna.
Fu un attimo, lui richiuse la porta in un istante ed io non riuscii a vederlo in faccia.
Ero in preda alla disperazione, mi vergognavo, avevo paura delle conseguenze, il mio timore era di passare per il travestito della facoltà di scienze politiche. Era il primo contatto tra Federica (il nome che in seguito sceglierò per la mia parte femminile) e la realtà esterna.
Rimasi in bagno per alcune decine di minuti, la cosa che più mi innervosiva era il non averlo visto in faccia, di non poterlo riconoscere per parlargli e di pregarlo di non dire niente.
Quando uscii il bagno era deserto, anzi l’università era deserta, raccolsi le mie cose e andai a casa (un appartamento in affitto).
Quelle successive sono state le ore più brutte della mia vita, non sapevo che fare, tant’è che per tre giorni successivi saltai tutte le lezioni.
Il giorno che mi decisi di ritornare in facoltà ero convinto a metterci una pietra sopra, sarebbe stata la mia parola contro la sua, del resto a scienze politiche avevo avuto contatti con ragazze e non sarebbe stato difficile sostenere la mia tesi di ragazzo eterosessuale.
Passarono due giorni senza che mi accorgessi di qualcosa di strano, i miei amici erano normali ( del resto poteva essere anche uno di loro) fino al punto in cui ho pensato di essermi potuto sbagliare, magari quel ragazzo che credevo mi avesse visto aveva solo percepito la presenza di una persona nel bagno e si era subito ritirato senza vedere alcunchè. Invece no, non mi sbagliavo.
Una mattina di ritorno in aula studio e riaprendo il testo di diritto pubblico c’era un biglietto che diceva:
– ciao, hai un sedere da favola, ti ho vista nel bagno l’altro giorno e ti ho tenuto d’occhio in quelli succesivi… mi intrighi fino al punto da farti una proposta. Abito in un appartamento che dà su via Duomo, insieme ad altri tre compagni, tutti desiderosi di conoscerti. Non siamo bellissimi ma credo che a te interessino le dimensioni, uno con un culo e con vestiti così non può non sognare di essere rotto in culo. Riflettici ora stesso e lascia la tua risposta nel testo e recati di nuovo al bar. Se accetti, allora potremmo divertirci, se no stai sicuro, il tuo credo sia un segreto e con me puoi stare tranquillo-
Immaginate voi le mie sensazioni, la troia aveva fatto centro, ero eccitato, desideroso di dire si, perché no, il solo pensiero che quel bastardo mi aveva pedinato tutti quei giorni mi faceva inumidire il culo e sbavare dalla voglia.
Poi sarebbero stati quattro, mamma mia quattro cazzi tutti per me, in un appartamento in cui sicuramente vogliono che sia vestita da puttana, mai avevo osato immaginare tanto. Al pensiero di cosa avrei potuto fare in quell’appartamento la vista mi si offuscò. Al di là del sesso, c’era l’aspetto di vestirmi, truccarmi, camminare in mezzo a persone vere in tacchi a spillo. Avrei potuto liberare ogni fantasia, dalla cameriera sexy ad uno stupro di gruppo.
Correvo troppo però con l’immaginazione, bisognava riflettere fare la cosa giusta. E avevo poco tempo, mi era stato detto di decidere subito e dovevo farlo.
Bisognava ponderare i pro e i contro (se fosse stato uno scherzo per farmi uscire alla luce?), ma non riuscivo ad essere lucido, come potevo.
Scrissi di pugno un biglietto:
- spero di potermi fidare di te, la tua, la vostra proposta è il meglio che potessi immaginare, a te la prossima mossa-
Uscii dall’aula e andai verso il bar, ero rigido, avrei voluto guardarmi intorno, ma temevo che avrei fatto un passo falso e rovinato tutto.
Per non dilungarmi, quando tornai c’era un indirizzo e un appuntamento e un –non mancare puttana-
L’appuntamento era per la sera seguente, sabato sera, trascorsi le ore facendo acquisti, rosetto, phard, smalto, una parrucca bionda per il resto possedevo già tutto.
Mi rimaneva solo una cosa da fare, un bel clistere per pulirmi l’ano per evitare brutte sorprese.
Mancava mezz’ora, uscii di casa e cinque minuti prima delle 9 suonavo al portone dei quattro.
Il bello fu che non ci fu nessuna sorpresa, erano davvero quattro ragazzi in un appartamento, non bellissimi ma carini, vestiti bene e profumati. Mi si presentò il mio osservatore sconosciuto, era il più grande di età, aveva 25 anni e fu lui a mettermi a mio agio.
I toni e le parole erano dure (sembrava ci fosse uno accordo tra di loro, e io fui felice che lo rispettassero, significava che gli ero piaciuto): - vuoi cambiarti puttana?- -come dobbiamo chiamarti, troia?- -ti basta troia?- feci cenno loro di si, tremavo dal piacere, dalla situazione, ero una cagna in calore che non riusciva manco a parlare.
Andai in bagno e mi vestii in modo eccitante, non troppo volgare, ma da signora di classe, da mantenuta, da signora il cui marito le organizza sesso di gruppo a sua insaputa.
Quando mi videro rimasero letteralmente di stucco.
Cominciammo col parlare del pìù e del meno, come in un comune gioco di ruolo dove ognuno faceva la propria parte alla perfezione.
Ad un certo punto mi presero e mi portarono in una stanza dove per terra c’era un grande materazzo, mi ordinarono di inginocchiarmi senza svestirmi.
Loro intanto si erano posizionati attorno a me in piedi, e si accingevano a fare quel gesto che solo le femmine vedono con i propri occhi ad una distanza di pochissimi centimetri, quello in cui gli uomini si sbottonano e tirano giù i pantaloni e si svestono dello slip, e il loro arnese è ancora caldo e non del tutto turgido. Ero circondata e la mia bocca era a misura di quattro cazzi.
-sbottonaci i pantaloni e ti raccomando, troia, fai in modo che che la tua bocca no rimanga mai senza cazzo-
Cosi feci, annullai quella poca distanza che ancora separava la mia bocca dalle loro cappelle. Due erano mastodontici, con un glande ben definito e di un colore purpureo che io avevo solo immaginato, gli altri due erano normali, ma no li disdegnai nemmeno per un momento.
-come sei brava, allora sei esperta, sei un puttanone di quelli che ti succhiano pure l’anima- era sempre il più grande a parlare.
Davo il meglio di me, due in bocca e due che me li tiravo con le mani, estasiata da quello che mi capitava e che mi sarebbe capitato. Non mi fermavo mai, i cazzi diventavano sempre più grossi ed io non trattenevo quei geminti strozzati dalle aste che mi riempivano la bocca.
Continuammo molto, il tempo per far drizzare quattro cazzi e portarli alla soglia dell’eiaculazione.
Mi ordinarono di alzarmi e di togliermi la gonna e la camicetta, e pure il perizoma non fu più di loro gradimento.
Rimasi in corpetto che era un tutt’uno col reggicalze, tacchi a spillo, e faccia da troia con la bocca insaporita da alcuni segnali di eiaculazione. Mi alzai per un momento, mi sentivo slanciata, femmina e con un culo ingombrante che parlava da solo.
Mi portai davanti ad uno specchio per ripigliare il trucco, ero osservata, scrutata da quattro ragazzi che intanto si menavano il loro bastone con le mani….sapreste dirmi una situazione più eccitante? -fai presto puttana, muoviti o vengo lì a prenderti per i capelli!- Mi sbrigai come una brava ragazza ubbidiente. Uno si sdraiò per terra col cazzo all’aria, si mise un preservativo e mi disse di salirgli a cavalcioni sopra, in altre parole ero inginocchiata sul suo cazzo e tutti e due formavamo due linne perpendicolari. Lo guardavo in faccia mentre si apprestava ad affondare il suo fendente, gli altri erano un po’ in disparte, quasi come avessero ricevuto l’ordine di stare lontano fino a che non mi avrebbe inculato pensando che sarebbe stato lungo e problematico.
Il mio culo però fece poca resistenza, era come lubrificato, e la sensazione di quel mio primo cazzo in culo fu paradisiaca, mi sentivo piena come un dolce alla crema, andavo su e giù in un ansimare chiaro e forte.
-ragazzi datevi da fare, questa è più aperta di puttana cinquantenne-
Uno mi si mise davanti in piedi (l’altro col cazzo enorme, uno era già nel mio culo) e disse – fai un bel pompino altrimenti ti sbatto fino a domattina- non avete idea che forza ha il ricatto nella mia condizione di troia e schiava. Altri due me li ritrovai a menarli con le mani. E’ la condizione più bella che avessi mai provato. Anche a loro piaceva infatti iniziarono un turpiloquio senza precedenti.
-prendile la testa- uno suggeriva all’altro
-falle entrare pure le palle- e ancora – vacca meriteresti già una doccia di sborra-
continuarono così finchè ognuno non avesse ricoperto tutte e quattro i ruoli di quella stupenda posizione.
-ti piace alla pecorina, eh?-
Ero come drogata (per modo di dire), in completa balia di quei quattro, oramai mi trascinavano per le braccia, mi afferravano i capelli, mi strattonavano come un oggetto. Mi portarono in cucina.
Uno di loro mi premette forte sulla schiena tando da farmi cedere su un tavolo, ero alla pecorina il mio primo desiderio, mi resi subito conto che le mie pratiche solitarie erano lontane anni luce dalla realtà, quando sentii penetrarmi dietro era la sensazione delle sensazioni, era la posizione mia naturale, lo prendevo tutto, sembrava che pure i coglioni stessero entrando. Poi quel cazzo in bocca che mi arrivò di schianto fu l’apoteosi, gli altri due guardavano il mio profilo di puttana sottomessa, i tacchi a spillo che mi slanciavano in modo perfetto, il reggicalze era la ciliegina sulla torta.
Gà dopo tre o quattro colpi bene assestati e la bocca piena di cazzo, mi sentivo svenire, mormaravo, misti a mugolii delle parole incompresibili, mi sforzai però a farmi sentire e capire. – chiesi di essere afferrata per i capelli- Loro, quasi come infastiditi dalla mia richiesta fecero di più, mi legarono le mani dietro la schiena e mi obbligarono a mantenere la pecorina fino a loro nuovo ordine. Non capivo nulla, ero con la pancia poggiata sul tavolo, le mani legate e il culo in bella vista, mentre loro si allontanarono chi a fumare una sigaretta chi a fare una telefonata. Mi era stato ordinato di non muovermi per nessuna ragione. –ragazzi eccola lì la nostra puttana, chi ne voglia approfittare non faccia complimenti, è vostra in qualsiasi momento- Ero una merce, potenzialmente sarei potuta stare lì per ore, loro sarebbero potuti uscire lasciandomi lì con un ordine preciso. Potenzialmente, insomma loro potevano venire, scoparmi e andarsene. Ciò durò con mio grande rammarico solo un’oretta, ma è stata una delle esperienze più belle. Il culmine lo raggiunsi poco dopo, quando mi ritrovai uno che mi scopava da dietro e tre bei cazzi grossi e rigonfi di sperma tutti davanti alla mia fiaccia. Tutta indaffarata, mi sentivo piena e al culmine del piacere. Cambiavo continuamente il cazzo che mi riempiva la bocca, fino al punto che eiaculai senza stimolazione una diretta stimolazione? Pensai. Stavo arivando come fanno le donne, fu il coronamento di un sogno.
-guardate la puttana ha sborrato, è ora-
E’ ora? Ora per cosa? Non feci in tempo a pensarlo che mi ritrovai seduta sulla sedia e quei quattro che si sparavano una sega a 10 cm dalla mia faccia.
-ti va così? Eh, ti va?-
Non risposi, aprii la bocca e cacciai la lingua.
Prima dell’onda di sborra sentii solo –mamma, questa è proprio troia-
Ero tutta fatta di sborra, dalla faccia, alle cosce, al petto… provai la sborra di un altro quando mi ordinarono di pulire per bene le loro aste. Dopo di questo ci calmammo, mi fecero i complimenti e mi dissero che potevo lavarmi.
Mi fecero una ultima proposta: -ti va di dormire con noi? Uniamo due materazzi per terra-
Dissi di si però al solo patto che fossi tornata a casa per un momento per prendere nuovi indumenti intimi, per la notte, dissi: -se devo dormire con voi da donna, non posso rinunciare ai miei vestiti-
Uno di loro si offrì di accompagnarmi.
Trascorsi la nottata, rannicchiata tra più uomini, c’era che teneva la mano sul mio culo, chi più audace durante la notte, mi invogliava ad andare sotto le coperte e ad addormentarmi col suo cazzo in bocca, insomma finalmente ero femmina e troia.
Quando domenica mattina (non potevo trattenermi oltre in quell’appartamento, avevo altro da fare quella domenica) uscì da quell’appartamento ero come rotta, non riuscivo a camminare, mi bruciava il culo, dovevo leggermente allargare le gambe per poter dare i passi… per fortuna avevo fatto una doccia poco prima che aveva calmato in parte i mie bruciori. Anche in quel momento non avevo rinunciato al mio abbigliamento femminile, calze autoreggenti bianche, slip bianco trasparente e una sottoveste dello stesso colore che aderiva alla schiena e si inarcava sulle natiche ( un po’ come quella di colore celeste che indosso in una delle mie foto nell’annuncio). Il sabato sera quando ero uscita accompagnata da uno dei miei “violentatori” mi ero preoccupata di prendere non solo l’occorente sexy per la notte ma anche quello per il giorno successivo, quando ti sborrano adosso in quattro ci vuole un intero guardaroba!
Ero quindi per strada, una troia ambulante, sembrava che tutti mi guardassero, sembrava che si vedesse solo la mia femminilità, solo il mio culo sotto quello slip trasparente.
Ma un segno realmente visibile di quei giorni passati da puttana c’era e forse nel mio intimo decisi inconsciamente di non rimuoverlo (tant’è che sotto la doccia me ne dimenticai). Parlo del rimmel agli occhi… insomma camminavo per strada con un filo di mascara che solo dopo a casa mi resi conto di avere, forse per questo mi sentivo tutti gli occhi addosso. Altri giorni sarebbe stato un motivo di assoluto imbarazzo e di forte preoccupazione, ora pensavo che quel rimmel poteva essere un segnale non verbale capace di comunicare il mio fine settimana da femmina. Volevo che, chi mi guardava, sapesse dei due giorni trascorsi in quell’appartamento, volevo per questo che si sentisse legittimato a inveirmi contro chiamandomi puttana o a farmi qualche gradito apprezzamento.
Una volta a casa mia ripensavo all’ultimo momento passato in quella dei quattro. All’uscio della porta mi venne ad accompagnare solo il più grande , quello che per intenderci aveva organizzato tutto, quello che poi aveva convinto gli altri tre. Mi disse – hai una bocca stupenda, posso darti un bacio per salutarti?- fino a quel momento non avevo mai pensato al bacio, quello bocca a bocca. Non era nelle mie fantasie da donna, o meglio da troia, una come me bacia il cazzo , ma la bocca? Fu uno stordimento che durò poco, perché lui disse – allora Federica, posso baciarti?- Federica era il nome che loro avevano scelto per me quello stesso giorno, ed io a quelle parole portai la bocca in avanti, pronunciando le labbra e baciai Giuseppe ( questo il suo nome). Lui in maniera più audace passò la sua lingua sul mio labbro inferiore, dopodichè mi disse – adesso puoi andare-.
Non ci dicemmo più niente, non un appuntamento, non un cenno al fatto che ci saremmo potuti rivedere, quando pensavo ciò ero già per strada a camminare con fatica.
A casa poi, quel giorno, mi dedicai interamente a me, feci di nuovo una doccia calda e mi misi delle creme e degli olii per calmare i bruciori e rassodare la pelle….. avevo comunque sempre la sensazione di avere un cazzo piantato nell’ano. Ora più di prima, ero legittimata a sentirmi donna, di guardare il mio culo allo specchio, di guardare gli uomini sapendo di poterli fare impazzire.
Dovetti aspettare martedì, se non ricordo male, per rivedere Giuseppe alla facoltà.
Mi chiamò subito in disparte e mi disse – senti, ho una idea, e tu non puoi dire di no-
-dimmi- dissi io.
-sai che qui ogni giovedi fanno festa gli universitari, lo sai, vero?-
-certo- risposi
-allora ci andiamo insieme, io, Emanuele (era l’altro suo coinquilino più spigliato) e (questo lo disse ridacchiando) Federica-
Non capii subito cosa volesse intendere, o meglio speravo che non si trattasse proprio di quello, cioè di uscire per strada e andare in discoteca vestita da donna. Speravo di no perché non ce l’avrei fatta a rifiutare.
Lui continuò come se io avessi già capito e accettato tutto.
-allora, io sono della provincia di Avellino e torno a casa giovedì mattina dopo che ho fatto un esame, ritorno a Napoli in serata con la macchina e ti passo a prendere, tu intanto ti prepari come una vera donna, e ti raccomando devi superare te stessa, e insieme noi tre andiamo in discoteca-
Non si fermò a questo.
- gli unici tuoi due problemi secondo me, mi riferisco a se riesci a passare per donna, sono i capelli, non puoi andare in giro con una parrucca finta, e il seno che non hai poi per il resto credo non ci siano problemi-
E cominciò un elenco che faceva notare un acuto spirito di osservazione, io ero nel fattempo come in un paradiso di sicurezza e eccitazione, il mio uomo si preoccupava di tutto, io dovevo solo eseguire.
-depilati anche sulle braccia; smaltati le unghie con un colore non troppo appariscente, preferibilmete lucido; cerca di sfoltirti un po’ le sopracciglia, ma non troppo altrimenti poi il giorno dopo si nota; indossa una gonna lunga, almeno fin sotto le ginocchia, di colore nero, con sotto calze nere; scarpe chiuse, il tacco a spillo va bene, visto che ci sai camminare; giovedi poi ti porto un bel cappotto da donna, lo prendo da mia madre, e una sciarpa così la tieni stretta sul collo; il trucco deve ssere più naturale possibile ed elegante; sotto poi metti quello che vuoi….ah, indossa una maglietta nera a mezzemaniche con il collo alto-
-non ce la posso mai fare- dissi io – è da pazzi!- ero però eccitata come una cagna.
Lui non si scompose, come se si aspettasse un mio iniziale rifiuto e mi disse due cose – non preocuparti, innanzitutto vengo con la macchina quindi sono esclusi bus e camminate a piedi, poi ricorda che una discoteca è l’ideale, le figure non si distinguono chiaramente, lì potrai dimenarti come vuoi. Aggiunse, non preoccuparti penso a tutto io.
Mi convinse. E lui si preoccupò veramente di tutto.
La cosa più importante, anche economicamente (da quanto traspariva era un figlio di papà) che fece, fu acquistare una parrucca vera, la prese usata però su un giornale che a napoli mette in contatto persone che vogliono acquistare cose di seconda mano. Era stupenda, capelli lunghi castano scuro, un po’ mossi…
Un’altra cosa che ricordo fu che eravamo sotto carnevale, approfittando della festa acquistò un seno finto di silicone. A questo punto avevo veramente tutto.
C’era solo un ultimo problema, dovevo vestirmi a casa loro e così facemmo.
Quella sera, verso le otto, Giuseppe era sulla autostrada che porta a napoli, io facevo la doccia in un clima di totale eccitazione, da uomo posso dirvi, che una puttana quando sa che quella sera sarà sicuramente scopata ( per forza doveva capitarmi) si fa la doccia con una sensualità straripante, il contatto col sapone provoca stordimento, l’acqua calda sembra essere del nettare di sborra che ti scende sulla schiena e scompare fra le natiche.
Sentii bussare, -dimmi Emanuele- era l’unico inquilino in casa.
-apri la porta, Giuseppe sta per arrivare, e ha detto che devo darti una ripassata-
Ripassata? Voleva scoparmi nel bagno, il pensiero della mia pella liscia e profumata, ancora bagnata e i vapori della doccia mi fecero dire – cosa? Vuoi scoparmi?-
- voglio solo un pompino veloce -.
Uscii dalla doccia, presi una asciugamano e la avvolsi attorno a me coprendo pure i capezzoli, con un’altra ci fasciai la testa come se avessi dovuto raccogliere lunghi capelli bagnati, solo a quel punto aprii la porta.
Quando Emanuele mi vide, disse che l’asciugamano messa sul corpo in quel modo era stupenda, lasciava intravvedere solo un po’ di culo, mentre era stretta sulla vita.
-inginocchiati, e vedi di farlo bene-
Era il mio primo pompino fine a se stesso, nel senso che non avrebbe avuto un seguito.
Il pompino fine a se stesso era una delle mie più grandi fantasie, perché ci ritrovo molto della mia personalità da troia, è veloce, praticabile in luoghi insoliti, sei inginocchiata davanti a lui, sei impegnata solo nel dare soddisfazione, lui può fare quello che vuole mentre tu glielo fai ( se ci riesce) come ad esempio farsi la barba, leggere un giornale. Tu sei una troia piegata alla sua volontà e alla sua mazza.
Con Emanuele non ero inginocchiata, le ginocchia non tocavano per terra, il dorso delle mie cosce poggiava sul dorso dei polpacci.
Mentre lo spompinavo, mi toccavo l’orefizio del culo, mi penetravo col medio della mano sinistra.
L’altra mia mano seguiva i movimenti della mia bocca. Quando succhiavo, la destra era ferma sulla base del suo pene, quando lo baciavo o gli leccavo le palle allora gli sparavo contemporaneamente una sega. Lo volevo tutto, nel senso tutto in bocca, fino a quei coglioni gonfi e grossi ( mi piaciono i coglioni grossi), così acchiappavo con le mani le sue natiche e spingevo in un senso e con la testa nell’altro. Sentivo l’istinto involontario del rigurgito ma non mi ritaevo indietro, buttavo gemiti strozzati già in gola. Lui fece il resto, mi afferrò i capelli e non mi permise di muovermi da quella posizione, avevo un cazzo fino in gola. –fermati puttana, stai ferma stai ferma….- lo ripeteva sempre più anzimando.
Stava sborrando, e lo stava facendo direttamente nel mio esofago.
Per la prima volta hanno sborrato direttamente nella mia bocca.
Lui disse – muoviti troia, mica vuoi far aspettare l’altro tuo uomo?-
Io, da brava schiava, mi andai a preparare.
Appena ebbi finito( smaltai anche le unghie dei piedi nonostante non si vedessero) sentii entrare nell’appartamento Giuseppe. Dopo poco andai in cucina dove loro mi spettavano. Mi dissero che ero quasi perfetta, c’era un solo problema, si vedeva il mio cazzo da sotto la gonna attilata.
-cosa porti sotto?- mi chiese Giuseppe
-Un perizoma, l’ho comprato per stasera- risposi
-Mi dispiace, ma devi metterti qualcosa di pìù avvolgente davanti, ce l’hai?-
Pensai ad una culotte, e così feci.
Il cappotto che mi portò, era bellissimo, si stringeva in vita con una cintura, insomma non nascondeva il mio culo.
Indossai la sciarpa e dei guanti, le uniche cose scoperte che si vedevano di me erano le caviglie e i polpacci e naturalmente la faccia leggermente nascosta dalla sciarpa.
-ecco così sei perfetta- mi dissero quasi in coro.
Poi Giuseppe aggiunse – ora togliti il cappotto e la sciarpa, ancora è presto per uscire, fammi vedere come sembri e come ti muovi una volta in discoteca-
Così feci, camminai su e giù per il corridoio per mostrare che coi tacchi a spillo me la cavavo, mi feci trasportare da una musica immaginaria alzando le braccia all’aria e incrociandole sopra la testa,
loro mi osservavano e facevano commenti reciproci. La gonna che indossavo era aderente da togliere il fiato, ma non era corta, non si vedevano le ginocchia, arrivava appena sotto di essi.
Ad un certo punto, Giuseppe si mise dietro di me e seguiva il movimento del mio bacino. Sentivo quel pacco enorme che cresceva sul mio culo, non posso dire che mi fece eccitare perché erano più di due giorni che ero all’apice della eccitazione..
-muoviti troia- mi diceva, io chinavo la testa sulla sua spalla in modo da porgergli il collo. Era avvinghiato a me, non mi faceva respirare.
-Emanuele, vieni qui, mettiti davanti a questa puttana, così balliamo in tre-
in un attimo mi ritrovai tra due uomini, sentivo i cazzi, sia dietro sia davanti.
-ringrazia che non voglio rovinarti il trucco, altrimenti ti passavo il mio bastone sulla tua faccia-
disse Emanuele.
-senti Emanuele- aggiunse Giuseppe- il culo questa troia non l’ha truccato, diamole un assaggio di quello che le spetta-
Fui presa con violenza, mi trascinarono sul davanzale della finestra che dava sulla via principale.
Mi ordinarono di mettermi a pecorina, anzi mi ci misero loro, della finestra erano chiusi solo i vetri, non le veneziane. Chiunque, difronte, avrebbe potuto vedere la scena, ma nemeno il tempo di preoccuparmene che sentii tirarmi giù la culotte e lacerarmi il culo. Emanuele mi stava scopando tra le natiche impegnandosi pure a tenere su la gonna.
Ansimavo come una femmina, dicevo porcate tanto era l‘eccitazione.
Avevo i palmi delle mani poggiate sul davanzale con le unghie appena smaltate, le braccia erano rigide e mi slanciavano il corpo non in un perfetto angolo retto. Il resto dello slancio, con il culo a misura del cazzo di Emanuele, me lo davano i tacchi a spillo.
Non so se avete mai avuto modo di vedere un cazzo che entra ed esce dal culo (io a volte mi sono filmato), beh, quando esce, la carne elastica dell’orefizio si vede, è lucida, vivida per lo sfrecamento del cazzo, attillata fino allo spasmo attorno al pene, quasi come se tentasse di non lasciare andare lo stantuffo che entra.
Mi scopò in quella posizione molto a lungo, io emettevo dei gemiti di piacere.
-non ho mai sentito una donna fregnare così, brutta sgualdrina, ora lasciala a me- disse Giuseppe che intanto si era fatto crescere il cazzo fra le mani.
Si sedette su una sedia e mi ordinò di accomodarmi sopra al suo uccello dandogli le spalle.
Loro stavano attenti a non toccarmi il trucco, penso sia questa la ragione per cui l’altro non mi mise il cazzo in bocca.
Mentre giuseppe mi scopava, dissi ad Emanuele di avvicinarsi. –voglio almeno tirarti una sega-
Feci in tempo solo a dare un paio di smanacciate, perché Guseppe oltre a smettere di incularmi ordinò di smetterla perché avremo avuto modo di continuare.
Quando mi ricomposi erano le 10, ed ero più eccitata di prima.
Alle 10 e qualcosa per la prima volta uscii di casa completamente travestita, entrammo subito in auto direzione discoteca.
Giuseppe mi disse solo una cosa prima di scendere, di essere disinvolta, e di non proferire parole, e mi assicurò che sarebbe andato tutto bene.
Quando scesi dall’auto mi accorsi che c’era una folla esagerata, sollevai la sciarpa fino a coprire il naso, e presi Giuseppe sotto braccio, Emanuele ci seguiva subito dietro.
Con mio grande stupore mi rendevo conto di incrociare sguardi maschili, poi dopo Emanuele mi dirà che addirittura alcuni ragazzi si giravano per guardarmi il culo.
Una volta entrati stavamo come sardine in scatola, almeno nel corridoio che portave alla pista.
-togliti il cappotto, e resta con il foulard- ordinò Giuseppe.
Da quel momento in poi, fu l’eperienza più eccitante che ebbi mai fatto… sentivo sfiorarmi da mani sul culo, sentirmi dire - bona , dove vai- , persone che mi ballavano vicino….soprattutto quando Giuseppe mi disse di andare in pista da sola.
Ringrazierò Giuseppe tutta la vita per quello che ho provato quella sera.
La cosa più bella è che potevo muovermi come una donna in mezzo a tutta quella gente, per esempio quando andai con Emanuele a prendere qualcosa al banco delle consumazioni, non esitai un attimo ad accennare la pecorina poggiando i gomiti sul bancone.
Giuseppe ogni tanto mi sussurrava qualcosa nelle orecchie, altre volte si avvicinava per baciarmi il collo o toccarmi le cosce. Nel frattempo consumavamo delle bevande, dei liquori, ed era eccitante osservare il segno del mio rossetto sul bicchiere.
Mi sentivo in calore, non vedevo l’ora di essere scopata, penetrata, dare sfogo alla femmina che era in me.
Ma non mi sarei mai immaginata quello che sarebbe successo.
Giuseppe aveva organizzato o stava per farlo una situazione molto eccitante.
Si avvicinò a me dicendomi che non potevo rifiutarmi.
-a cosa?- dissi.
-ho parlato con due ragazzi qui fuori, ti stanno aspettando, ho detto loro che sei trans in procinto di operarti definitivamente, e che eri ansiosa di tirargli una sega…. Non ti chiediamo e non ti chiederanno altro, fidati.
Sono qui fuori nel parcheggio, io ti accompagno ma poi ti lascio lì-
Giuro non volevo farlo, o meglio volevo ma avevo osato già molto, qualche freno inibitorio in me era rimasto.
Non feci in tempo a pensarlo, che Giuseppe mi strattonava già per il braccio.
-dai muoviti, vai lì, ti fai venire nelle mani e ritorni da noi-
Lo feci, ed è una delle cose pìù eccitanti che mi siano rimaste. Camminavo nella penombra in mezzo a file di macchine, impiegai poco per raggiungerli. Erano in una punto che Giuseppe mi aveva indicato prima di andarsene. Li salutai solo con un cenno di testa, lo si drizzarono in piedi.
Non dicemmo nulla, come una donna navigata tirai loro giù la cerniera dei pantaloni e presi in mano gli uccelli. Con la sinistra mi limitavo ad accarezzarlo per farlo indurire, solo con la destra ero in grado di produrre quei movimenti che avrebbero portato lo sconosciuto a sborrare. Toccò dunque prima a uno e poi all’altro, ebbi cura di non sporcarmi, ma di riempirmi le mani del loro sperma. Uno di loro mi porse un fazzoletto di carta e mentre mi pulivo ritornavo già in discoteca.
Era tardi quando decidemmo di andare. Fui io ad insistere, avevo voglia, la sega a quei due mi aveva bagnata.
Quando entrammo in macchina, Giuseppe che si accingeva alla guida, mi disse di sedermi dietro con Emanuele. Così feci, appena partiti, Giuseppe imparti un altro ordine – spompinalo fino a che non senti fermare la macchina.
Finalmente era giunto il momento di cominciare a sfogare l’eccittazione che tutte le palpate della serata e l’incontro con quei due sconosciuti mi avevano dato.
Mi coricai sul sedile posteriore su un fianco, poggiato sul gomito sinistro. Sbottonai i pantaloni di Emanuele e infilai la mano per far uscire quell’uccello. Fu un pompino lento e lungo, cadenzato. Rimanevo per minuti con la bocca piena di cazzo senza muovermi e senza che lui si muovesse.
Mi tolsi la gonna, finalmente ero in reggicalze di pizzo nero ( un regalo di Giuseppe), continuavo a prendere in bocca il cazzo del suo amico, a baciargli il pube e le palle, anzi quella sera mi accorsi che mi piaceva prendere le palle in bocca e succhiarle, di passarci e ripassarci la lingua sopra.
Qualche volta che poi mi sono filmata, mi sono accorta di eccitarmi quando vedevo la protuberanza sulla guancia, segnale inconfondibile che scopavo un cazzo con la bocca.
Fu eccitante pure quando Emanuele con le mani mi afferrò la testa tenendola ferma, e facendo lui i movimenti su e giù. Fu travolgente, la mia bocca come una fica con due grosse e carnose labbra vaginali.
La macchina si fermò in un posto scuro e deserto, era già tutto organizzato da Giuseppe, in pratica non saremmo andati a casa, mi avrebbero scopata in macchina in un posto dove amoreggiano le coppiette.
Quella notte, la posizione che mi sconvolse di più, fu quando mi dissero di poggiare le ginocchia sui sedili anteriori, uno per ogni sedile, con la faccia però rivolta verso il lunotto posteriore.
-ecco brava, ora inarca verso il basso la schiena tra i due sedili fin quando puoi-
Cercate di immaginare, ero cul culo all’aria, poggiato sulle ginocchia e con la testa ad un piano molto inferiore a quello del culo, in pratica la mia bocca era a misura del cazzzo di chi si sarebbe seduto dietro, mentre il mio culo era di chi si sarebbe inginocchiato come me sui sedili anteriori.
La cosa più eccitante era poi la morsa che i due sedili esercitavano sui miei fianchi.
Mi sentivo costretta, imprigionata, in balia di loro due.
Ma fu una mossa di Emanuele a lasciarmi senza fiato, mi passò una cinghia sui fianchi, la fece scivolare sotto la leva del freno a mano e diede uno strattone potente cinturandomi letteralmente sulla schiena.
Quel bastardo mi aveva legata, immobbilizzata alla pecorina, riuscivo a muovere solo la testa, le braccia mi servivano per alleviare il dolore della cintura.
Ero insomma legata alla leva del freno a mano, nella oscurità della notte si vedeva solo il chiarore del mio culo rotondo, sodo e voglioso.
Con mia grande sorpresa e approvazione, cominciarono col sedersi entrambi sul sedile posteriore.
-prendili nella tua calda bocca, marchia i nostri cazzi col tuo rossetto da troia-
Non potevo fare granchè, non riuscivo a muovermi, ma questo era quello che loro volevano. Nel momento in cui un cazzo mi finiva in bocca, difficilmente, senza il loro volere, riuscivo a ricacciarlo fuori.
-per quanto sei puttana, dovresti stare così tutta la notte- mi dicevano
Non so se ho mai sognato e voluto tanta forza, tanta violenza…….ma ormai ero appunto violentata, nel momento in cui le manifestazioni della tua volontà sono inibite, allora ti stanno facendo una violenza, ti stanno prendendo con la forza.
In quel momento sentivo piacere misto a paura, a dolore, a vergogna perché provavo pure eccitazione.
Poco dopo Emanuele venne dietro, e diede un colpo violento per deflorarmi l’ano.
Io cadevo sotto ogni colpo, non riuscivo a proferire parola, né ansimavo in maniera chiara, i miei erano mugolii, quei pochi che riuscivano a filtrare dalla mia bocca piena di cazzo e di liquido preeiaculatorio.
Emanuele sembrava posseduto, dava dei colpi talmente forti che mi sentivo svenire.
-puttana, ti scopo il culo, prova a liberarti se ci riesci, guarda è tutto dentro…..-
Mi stava facendo male, ed io non riuscivo a dire niente, come se non bastasse, Giuseppe mi teneva per i capelli in modo che avessi sempre il suo cazzo dentro la bocca.
Ad ogni colpo nel culo emettevo un mugolio, sentivo le natiche squarciate come da una grossa spada…. Sentivo dolore si, ma tanto piacere tant’è che arrivai…
Il mio cazzo sborrò tanto che sembrava una fontana.
- troia fottuta, mi hai sporcato la macchina, puttana, adesso meriti di essere sbattuta ancora più forte, dai Emanuele, facciamole vedere chi comanda-
da quel momento cominciò la cosa più bella che fino ad allora avessi mai provato: da un lato c’era Emanuele che mi rompeva il culo, e dall’altro all’unisono e con una cadenza costante, Giuseppe mi scopava la bocca, teneva la mia faccia stretta nelle sue mani e premeva giù quando Emanuele affondava il colpo, e tirava su quando Emanuele si ritirava.
Nell’arco di un minuto, venivo riempita e svuotata di cazzo per circa 30 volte.
Il risultato finale lo si ha solo se si considera che i minuti furono dieci o poco più.
Mi riempirono la bocca e il culo di sperma e mi lasciarono così, con i cazzi che si sgonfiavano tra le mie membra.
Tornammo a casa loro, feci la doccia e ci adormentammo sfiniti, erano quasi le sei.
3
1
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Car-parking
“ CAR-PARKING ”
La linea che delimita il confine tra un successo ed un insuccesso è sottile, talmente sottile che molte volte, pur prestando il massimo dell’attenzione, compiamo qualcosa di inopportuno ed è presto fatto si prevarica il confine e quando c’è ne accorgiamo è ormai troppo tardi e diventiamo gli artefici di un insuccesso.
Quanto sopra è bene tenerlo presente sempre, in ogni azione che compiamo ed in ogni situazione, anche e soprattutto in questo Magico Gioco di Intriganti Trasgressioni.
Sono trascorsi molti anni (circa 15), da quando in modo del tutto casuale mi avvicinai a questo gioco, i luoghi insoliti ed in modo particolare i car-parking, costituiscono per il sottoscritto un autentico Ritorno al Passato e pertanto di tanto in tanto come il Figlio al Prodigo, quando la disponibilità di tempo me lo consente, faccio un giro nei car-parking alla ricerca di Emozionanti Trasgressioni Non Preconfezionati.
Giorno 27-Gennaio-2006 ore 13;00, circa nel corso di uno dei miei giri, in un car-parking, notai un fuori strada, i cui occupanti erano posizionati lungo i sedili posteriori, le loro sagome rilevano la presenza di una Bella donna tra i 35 ed i 40 anni, bruna con i capelli lunghi e mossi, ed un Uomo di circa 50anni.
Esaminai rapidamente la situazione e decisi di parcheggiare la mia auto perpendicolarmente alla loro, in modo da poter vedere le loro evoluzioni e contemporaneamente mostrarmi loro, dopo circa una decina di minuti (il classico tempo di studio), gli occupanti del Fuori Strada, decisero di dare inizio ai giochi e lo fecero con classe, grande erotismo e soprattutto in modo esplicito, in quanto LUI tolte la gonna alla sua LEI, la pose sotto il mio sguardo in perizoma e calze autoreggenti di color bianco.
Di lì a breve Lei diede vita ad un Pompino D.O.C. con movimento lento e deciso, lo riuscivo ad intuire dal movimento lento della testa, ciò ben presto determinò un avanzamento di libido nel suo compagno che per contraccambiare iniziò ad accarezzarla, nelle parti intime e questa ulteriore azione comportò non solo il movimento ondulatorio del bacino di Lei, ma anche la mia eccitazione.
Letteralmente preso dall’eccitazione dopo essermi slacciato ed abbassato i pantaloni iniziai a masturbarmi in modo da farmi vedere, infatti Lui notando la mia azione abbassò il finestrino in modo, che entrambi (Lei un po’ a fatica si era girata di viso verso di me), potessero vedermi, ma cosa………., LEI era bendata con un foulard scuro, sinceramente una storia del genere non avevo mai avuto il piacere di viverla, pur avendo ripeto una certa esperienza a fatica cercavo di controllarmi al fine di portare il più possibile, a mio vantaggio la situazione, compiendo i movimenti giusti al momento giusto.
Non so se chi leggerà, questo mio, riesce a comprendere lo stato d’animo in cui ero, ma credetemi è pura Adrenalina Trasgressiva è qualcosa di Magico.
Lui a questo punto fece alzare Lei ed iniziò a sbottonare lentamente la camicia di colore bianco, poi la tolse e d’avanti ai miei occhi svettarono due seni straordinari, che ben presto divennero il centro delle attenzioni del suo LUI.
Ed Io eh Si pensai “Caro Mio Chi Mostra Gode e Chi Guarda Crepa, ma No………., Aiuta gli Altri A Godersela”.
Compreso il gioco, mi mossi con Audacia ed Eleganza (ponendo la mia Auto in obliquo, rispetto la loro, ed abbassai il finestrino, e mi posi in ginocchio sul sedile del passeggero ed iniziai a far ampi cenni con lo sguardo, di compiacimento nei loro confronti), Lei dietro indicazioni del suo compagno, si pose d’avanti al finestrino e con il viso posto nella mia direzione iniziò a bagnarsi le labbra con la lingua e di tanto in tanto simulava un pompino.
Di lì a poco Lui scese dall’auto e dopo avermi fatto segno di controllare il sopraggiungere di altre auto, si pose d’avanti allo sportello dal quale LEI si mostrava e dopo averla baciata in bocca, aprì lo sportello e la fece scendere, era straordinariamente Intrigante e Bella, quindi dopo averle sfilato il perizoma la pose a carponi per mostrarmi la figa che era scura e priva di peli, a tale visione senza far rumore aprii lo sportello e mi posi in piedi d’avanti alla mia auto con i pantaloni abbassati ed il membro ben in vista e ripresi a masturbarmi, LUI vedendo la mia azione, fece cenno di non muovermi e di controllare sempre se sopraggiungeva qualche auto, il che avrebbe determinato la fine del gioco…..forse.
LUI non era inesperto del gioco e la dimostrazione la ebbi quando aprì anche lo sportello del conducente e presa LEI per mano la pose a carponi con il viso rivolto verso di me, posizionandosi tra i due sportelli in modo da proteggersi dalla vista di qualche guardone.
Con Colpi decisi e violenti, diedero inizio alla loro scopata, mentre IO ero sempre intento a masturbarmi e con passi lenti iniziai ad avvicinarmi, LUI proseguiva e di tanto in tanto schiaffeggiava LEI sui glutei, giunto ormai ad un paio di metri da loro potei sentire anche le loro voci, estasiante LEI che diceva “VISTO CARO COME TI AMO, MI FACCIO SCOPARE DA TE IN QUESTO MODO”.
A tale frase LUI rispose “Tesoro sai c’è un Singolo che da tempo ci osserva”, e LEI lo incalzò dicendo “Guardasse pure, ma Tu non fermarti continua a scoparmi”, invito che venne colto al volo da suo compagno, il quale in modo imperterrito continuava a scoparla e sicuramente preso dall’eccitazione, mi fecce cenno di avvicinarmi ulteriormente a LEI.
Ero così giunto a meno di un metro e LEI iniziò ad avvertire la mia presenza ed infatti chiese al suo LUI cosa stesse succedendo e questi le rispose “Nulla Amore, non succede nulla c’è solo il Singolo di cui ti ho accennato ed ora è solo a pochi passi da TE, se ti và allunga la mano e masturbalo”.
LEI rispose “ Se è vero che c’e un Singolo d’avanti a Noi, Tu Vuoi che Io gli faccio una sega???”
LUI a tale frase disse “ Lo sai Amore, cosa Desidero”, a queste parole LEI allungò la sua mano e aiutata dal suo Compagno, iniziò a toccarmi con molta delicatezza.
Io dopo aver dato un’occhiata per verificare che nessuno sopraggiungesse, mi avvicinai ulteriormente, a tale movimento LUI intuì i miei desideri e disse “Dai Amore Delizia il Ns. Amico con le tue Labbra”.
Che musica sublime divenne quella frase, per le mie orecchie, LEI colse al volo l’invito del suo compagno ed iniziò ad avvolgere il mio membro con le sue Labbra decisamente carnose ed abili, ma quando accompagnò tale movimento, con quello della lingua lungo il mio membro ed infine discese con la bocca aperta sul mio membro, che veniva così ingurgitato quasi del tutto, per me ebbe inizio una piacevolissima tortura!
LUI a tale visione preso dall’incremento dell’eccitazione raggiunse l’orgasmo in modo copioso su i glutei della sua Compagna, la quale mi afferrò per i glutei ed incrementò la velocità del movimento con la testa, resisterle sarebbe stato inopportuno ed infatti feci in tempo ad estrarre il membro dalle sue labbra voraci e con il primo schizzo le bagnai il viso!
LUI con una prontezza inverosimile aveva i fazzolettini in mano si adoperò a pulirne il viso , quindi mi congedò con un saluto dandomi un fazzolettino per pulirmi e LEI, zero non disse nulla, mi sorrise prima di ritornare in auto.
Incredulo ritornai nella mia auto dalla quale ridiscesi dopo poco per sciacquarmi con l’acqua che porto sempre in auto, mentre ero intento alla pulizia del mio membro ed a ricompormi, con la loro auto i due Amici si avvicinarono e lo fecero con la parte del passeggero rivolto verso la mia direzione, LEI aprì il finestrino ed ancora bendata mi salutò dicendomi “Grazie era da molto tempo che volevamo vivere una tale esperienza , ma purtroppo fino ad oggi non era stato possibile, per diversi motivi, se in futuro ci dovessimo ritrovare qui o altrove puoi avvicinarti tranquillamente, sai….proseguì il suo esperto Compagno, “LEI è molto brava con la bocca, ma se Ti comporti con Discrezione ed Eleganza vedrai che è favolosa anche quando scopa” con un suono di clacson mi salutarono!
Cosa aggiungere, i Car-Parking ed i Luoghi Insoliti in genere, sono I LUOGHI REALI per Vivere Giochi di Trasgressione, ma purtroppo è da un po’ di tempo (ultimo quadriennio), che vengono frequentati da Gente (Singoli) il cui Comportamento Denota Molta Ignoranza, Volgarità ed Approssimazione e ciò determina la riduzione del numero di Coppie che Decidono di Vivere Momenti Trasgressivi, Lungamente Fantasticati, ma non per queste persone il gioco deve finire, basta saper attendere il momento e soprattutto il Singolo Giusto
Che Abbia le TRE C “ Cervello, Classe e C…..” !
2
2
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Amica conosiuta in chat
E' un giorno come tanti altri,mi sono alzato da poco e dopo aver fatto colazione mi collego alla solita monotona chat!Girovagando nel web mi salta agli occhi l'indirizzo di una donna con il nick uguale al mio ma al femminile.incuriosito da tutto ciò cominciamo a messaggiarci e scopriamo che non abitiamo molto lontani,distiamo soltanto una ventina di km.La tipa pretende una mia foto,l'accontento senza problemi,e ne chiedo una sua,ma niente da fare non mi vuole accontenatre mi lascia solo il numero del cell.A questo punto una sorpresa,mi propone un appuntamento al buio,ovvero al semibuio in quanto lei sà chi sono io(visto che le ho mandato una mia foto)ma io non ho la più pallida idea su chi possa essere lei.Indeciso fino all'ultimo istante,mi reco a salerno davanti ad un bar,luogo scelto da lei per il nostro incontro e appena giunto li le faccio uno squillo.Dopo poki minuti ke stavo li ad aspettare ecco che da lontano vedo in una X5 una fica stratosferica,e penso tra me e me"magari fosse questa"!Detto fatto,lei bellissima scende dalla macchina ed è vestita in modo più che provocante.Gonna nera con spacco lunghissimo tacchi a spillo e reggiseno a balconcino che tiene su un abbondante quarta misura.Si avvicina e mi si presenta,piacere Gena,!Il cuore mi rimbalza in gola,gli sguardi degli altri uomini presenti nel bar sono tutti per lei,e io ne vado orgolioso,prendiamo un caffè e mi dice di seguirla con la macchina(come potrei non farlo).Dopo pochi minuti ci fermiamo davanti ad una villa da favola!Apre il cancello posteggiamo le auto e entriamo in villa.Non appena ci troviamo uno difronte all'altro comincia a baciarmi in maniera molto focosa,non posso fare a meno di fare altrettanto e le mie mani cominciano ad accarezzare il suo sedere così sodo e perfetto da sembrare di marmo.Spinti dalla passione la prendo tra le mie braccia e ci rechiamo nel giardino della villa.La passione e la voglia stanno facendomi perdere la testa,ci rotoliamo tra la fresca erba del giardino mentre ci baciamo ardentemente,non ci siamo detti una sola parola da quando ci siamo incontrati e questo mi eccita ancora di più,Gena vuole solo scopare ed è questo quello che desidero anche io!Mi spinge la testa fra le sue gambe e mentre mi accarezza i capelli le lecco la fica,che è bagnata all'inverosimile,gode la troia,ma non vuol solo subire,quindi si gira e facciamo un bel sessantanove!In meno di trenta secondi le arrivo inevitabilmente in bocca, non lascia cadere una goccia mentre ansima di piacere!Dopo la classica sveltina,se così si può definire ci accomodiamo in casa,e che casa.Mentre mi mostra il suo splendido appartamento il mio cazzo si è già ripreso ed è pronto a sfondarla,infatti non appena arriviamo nel bagno non posso fare a meno di sfilarle la gonna e il perizoma ormai bagnatissimo e metterla a pecorino con le mani poggaite vicino la vasca idromassaggio.La puttana ha davvero una gran bella fica e vista da dietro è un piacere per gli occhi e per il cazzo che entra ed esce dalla sua fica.Dopo averle assestato un bel po di colpi niente male,le passo la lingua nell'ano in modo da prepararlo ad essere penetrato.Infilo il mio arnese nel suo splndido,magnifico sedere e mentre con le mani le accarezzo i capezzoli turgidi, comincio lentamente a colpire.Ad ogni colpo affondato la troia si inarca con la schiena in modo da sentire tutto il mio cazzo dentro.La sfianco per circa un quarto d'ora dopo di che non posso fare a meno di portarla in camera da letto .Mi accorgo che sto per arrivare quindi mi fermo e comincio a leccargliela,Gena è ormai fuori di se.Si "libera"dalla posizione nella quale eravamo e mi cavalca con una grinta straordinaria,mai visto una cosa simile,io e lei siamo una cosa sola incastrati l'uno dentro l'altra,e mentre mi cavalca continuo a giocare e a succhiare i suoi splendidi capezzoli!Adesso però sto proprio per arrivare e siccome non mi piace "subire"la voglio finire come piace a me.La metto al centro del letto,le faccio poggiare le sue cosce sulle mie spalle e la sfondo a più non posso,finisco in un orgasmo strordinariamente intenso e lungo,indimenticabile!Vado via e lei mi dice che non vuol più vedermi perchè la troia è sposata(il marito è spesso fuori per lavoro)ma non vuole relazioni stabili,quindi non tradisce mai due volte con lo stesso uomo!Io penso che sia un peccato,ma tuttavia non mi posso lamentare perchè una trombata così non so se mi capiterà più in tutta la mia vita!
2
1
18 years ago
moromediterraneo,
24
Last visit: 9 years ago
-
Cinema
Qesta storia è vera, e non mi è successa solo una volta ma visto che mi piace è capitata più volte. Amo andare nei cinema a luci rosse, anche se ormai sono pochi, sedermi nelle ultime file e vedere cosa succede. Io adoro portare le autoreggenti sotto i jeans. Cosi sucede che spesso trovo chi ci prova. Una volta mi sono messo reggicalze, calze e perizoma e sono andato a vedere un film. Come sempre mi sono seduto nelle ultime file. Dopo poco tempo mi si avvicina un tipo, io resto impassibile, e inizia ad accarezzarmi una gamba. Poi si fà più audace e sale, sempre più su fino ad accorgersi che ho i pantaloni slacciati e il cazzo bello duro che esce dalla patta. Tutto eccitato cerca di andare oltre, e quando si accorge come sono sotto si infoia di brutto. Il risultato di questa esperienza è che si sono aggiunti altri bei maschioni e io ho potuto succhire e bere per un bel pò, per non parlare di come mi sono ritorvato il culo il giorno dopo...
Dolorante ma felice...
5
5
18 years ago
poseido70,
35
Last visit: 18 years ago
-
In scogliera
un giorno abbiamo deciso di andare al mare in un posto nuovo , era una scogliera che conoscevamo ma mai frequentata, dopo aver percorso un sentiero di accesso ci siamo accorti che in lontananza c'era gente man mano che ci avvicinavamo notavamo che erano uomini, e coppie ,e con stupore erano tutti nudi. non ci siamo formalizzati, anche perchè avevamo già deciso di prendere il sole
in piena libertà, e la presenza di altri non ci disturbava. passando accanto ai singoli sentivamo i loro occhi su di noi e questo non ci procurava fastidio anzi,ad un certo punto katia mi dice che si voleva fermare su uno scoglio piatto sotto di noi, così prendendo posto ci siamo spogliati e abbiamo iniziato a prendere il sole. ad un certo punto katia mi disse se avevo visto il singolo che era sopra di noi, io gli risposi di no e anche se guardavo da quella posizione
non lo vedevo, così chiesi dov'era lei mi rispose che lo aveva visto prima di scendere così dicendo mi incuriosì e facendo finta di guardare il paesaggio mi alzai e potei notare il ragazzo in questione. Era abbastanza giovane 30-35 anni fisico muscoloso ma non troppo, insomma un bel ragazzo, poi guardai più in basso,in mezzo alle gambe e notai il suo arnese( forse ho capito cosa voleva dire katia quando mi disse se lo avevo visto ) aveva un cazzo di notevoli proporzioni, era a riposo ma gli arrivava a metà coscia e io rimasi sbalordito dalla sua dotazione. Mi risedetti e dissi "l'ho visto" e lei mi rispose "bel ragazzo vero?", "già sopratutto quello che ha in mezzo alle gambe" dissi io "scemo" mi rispose e si girò a pancia sotto a prendere il sole tutta nuda.
Le ore passarono e devo dire che ci sentivamo diversi occhi adosso, qualche singolo più audace faceva capolio e guardava se combinavamo qualche cosa ma furono tutti deusi,ma tutta questo era molto eccitante.
La giornata andava finendo molte persone se ne erono andate e notai alzandomi che lì vicino eravamo rimasti noi e il singolo che ci aveva incuriosito al nostro arrivo,la cosa mi fece venire voglia di fare qualche porcata, così facendo finta di niente mi inginocchiai vicino a katia e iniziai a spalmarle l'olio solare sul corpo, quando iniziai a scendere verso il pube ben depilato lei inarcava la schiena e sospirava di voglia,ma subito aprì gli occhi e mi disse di smetterla perchè c'era troppa gente e non aveva voglia di dare spettacolo ma subito la rassicurai dicendogli che eravamo rimasti da soli, così si rilassò ed aprerse leggermente le gambe, questo mi faceva capire che potevo continuare, così iniziai ad infilarle le dita nella fica ormai grondante di umori e dopo essermi bagnato benele dita iniziai ad aprirle il culo come piace a lei.Dal canto suo mi prese il cazzo ed iniziò a succhiarlo a più non posso, ormai avevamo perso tutti i freni inibitori, così la feci girare a pecorina ed iniziai a scoparla, in quella posizione mi ritrovai a poter vedere il singolo che era sempre lì, così guardandolo gli feci cenno di avvicinarsi in silenzio. Paolo (così abbiamo scoperto che si chiamava) venne vicino senza fare rumore così katia per il momento non si accorse di niente,lui si sedette su uno scoglio lì vicino, lo spettacolo a cui assisteva lo gradiva molto in quanto il suo cazzo stava raggiungendo dimensioni equine. Continuando a sbattermela nella fica mi avvicinai all'orecchio di katia e le dissi che avevamo compagnia, fece un sobbalzo e si girò verso Paolo che era lì a due passi dal suo viso ormai con il cazzo duro che gli raggiungeva l' ombelico, a quella visione katia rimase di stucco per alcuni secondi poi girandosi piano piano stando attenta ad non farmi uscire dalla sua fica si mise davanti al singolo. Il porco si fece leggermente in avanti ed aprendo le gambe favorì la mia lei nel suo intento.
Katia prese a leccare quel bastone di carne per tutta la lunghezza passando poi alle palle scendendo giù fino al buco del culo di Paolo io da dietro mi godevo la scena e vedevo che anche il nostro amico se la godeva. Ad un certo punto Katia si è girata verso di me e mi disse di infilarglielo nel culo che non ce la faceva più e voleva godere, così gli unsi bene il culo con un pò d'olio solare e glielo infilai in un solo colpo tutto dentro, lei ansimò spalancando la bocca così Paolo lo mise dentro fin che potè, era un momento magico lei si sentiva al massimo, io che la pompavo nel culo e il nostro amico casule che la pompava in bocca. Dopo dieci minuti venimmo tutti e tre quasi contemporaneamente prima katia che si fece una venuta che superò il minuto, poi Paolo che gli sborrò in faccia quasi un bicchiere di sperma poi io che gli sborrai in culo tutto quello che avevo
3
0
18 years ago
katia1e1lorenzo,
40/41
Last visit: 18 years ago
-
Il buio
Il petalo di raso cremisi gli era arrivato in una busta grigio perla. La calligrafia elegante e rotonda sulla busta lo aveva colpito. L’inchiostro color seppia poi gli
aveva fermato il respiro in gola. E ora stava lì con quel petalo delicato nell’incavo della mano senza il coraggio di girarlo e leggere cosa vi fosse scritto. Lei. Non poteva che essere lei. La dea. Afrodite, solo a sussurrare quel nome il corpo gli vibrava come una canna scossa dal vento. Ma doveva leggere. Erano passate settimane da quell’incontro magico e da allora lui non era più riuscito ad entrare in un bagno senza rivederla. Nuda di fronte a lui. I seni coi capezzoli eretti. Sfrontatamente orgogliosa della sua sensuale bellezza.
Camera da letto. Il petalo non diceva altro, ma nella busta aveva trovato una chiave e un foglietto, grigio perla anche quello, su cui erano state vergate delle istruzioni precise: Venerdì 18 alle 22, Five Season Hotel suite rouge. Nella camera troverai tutto l’occorrente per prepararti. Non c’era firma. Ma Claudio non ne aveva bisogno. sapeva che era lei. Sofia. Sarebbe andato. Non aveva scelta, del resto non l’aveva mai avuta con lei. La voglia di lei era tale che se ne sentiva permeato in ogni cellula del suo corpo e la sua mente era torturata dal ricordo del suo calore e del suo profumo. Perché non era già venerdì?
Venerdi 18 ore 22. Five Season Hotel. Suite Rouge.
Buio. La stanza è attraversata da una sola lama di luce che taglia il buio. La lampada posta in fondo alla camera su un tavolino basso di cristallo ne è la fonte.
Il letto sembra spiccare nella stanza. La sua struttura di ferro lavorato da mani abili brilla dove la lama di luce lo colpisce.
Claudio è inginocchiato su un lato del letto. Nudo. I suoi polsi sono tesi in avanti bloccati dalle manette e fissati con una corda di seta alla testata del letto. Una fascia nera di raso gli avvolge la parte superiore del capo. Coprendogli gli occhi.
Il culo dell’uomo spicca nella penombra della stanza. Bianco e luminoso.
Silenzio. Totale intenso. Il respiro esce accelerato dalle labbra di Claudio. La sua mente è torturata dall’attesa di lei. Un’Attesa densa, corposa, invitante e seducente. L’attesa del piacere. L’attesa del dolore. Mescolati resi più intensi l’uno dall’altro.
Spam. Un solo colpo secco. La porta della stanza si spalanca. Il corpo dell’uomo s’inarca verso quel rumore …mentre un sorriso gli si apre sul volto.
Tic Tic Tic. Il rumore dei tacchi di acciaio di Sofia sul pavimento di marmo lucido della stanza penetra il cervello dell’uomo, pompandogli brividi di anticipazione su per le vene.
- Mi piacciono gli uomini obbedienti - la voce della donna fende il silenzio, come un coltello penetra nella carne. Claudio si sente penetrato, violato da quella voce. Il suo respiro accellera. Il suo cazzo si tende. Il suo culo si contrae. Sofia si avvicina.
E’ nuda ad eccezione dello strapon di lattice nero che le fascia il pube.
Luce. La donna accende la lampada collocata vicino al letto rivelando sulla parete di fronte un grande specchio molato. Si osserva compiaciuta nello specchio.
I seni alti coi capezzoli turgidi. Il ventre piatto. E lo strapon che spicca lucido ed eretto, laddove lei di solito è morbida, calda, accogliente.
Afferra la testa dell’uomo per i capelli e lo libera della benda. Claudio la guarda. I suoi occhi s’incollano a quelli di Sofia nel riflesso dello specchio. Il sorriso si allarga ancora di più sul volto dell’uomo alla vista della donna e del desiderio potente che la domina.
Tenendolo per i capelli Sofia fa scorrere le unghie laccate di rosso lungo la spina dorsale di Claudio, graffiandola e poi lecca i graffi alla ricerca del sapore del sangue. Il primo dei sapori dell’uomo che intende fare totalmente suoi.
La donna scende con la lingua ad esplorare le natiche dell’uomo, le morde lasciando i segni dei denti nella carne. Nello specchio lo vede mordersi a sangue le labbra per non urlare la sua voglia.
- E ora sentiamo se sei pronto per me - La voce della donna è secca e violenta nel silenzio. Mentre con un dito scivola nel culo aperto davanti a lei. A sondare la voglia. Un dito. E poi due. E poi tre. Claudio si tende all’indietro incontro a quelle dita che lo frugano come mai è stato frugato. La donna cola desiderio liquido sotto lo strapon. Ormai la voglia di entrare il quel culo, di sondarne a fondo l’intimità rovente la divora.
- ORA - . La parola agisce come una frustata sui nervi tesi di entrambi. Sofia afferra i fianchi di Claudio vi affonda con le unghie e appoggia la capella dello strapon al culo dell’uomo, la sfrega sul buco. E poi un colpo secco di reni. Dentro. La sensazione è devastante. L’uomo urla per l’invasione desiderata e temuta spingendo i fianchi verso la donna, stringendo il culo. Sofia oscilla in avanti sui tacchi a spillo che luccicano. Esce ed entra cercando il ritmo della propria voglia di possesso. Claudio l’asseconda fremendo ad ogni colpo, rotazione, frizione che porta la donna un po’ di più nelle profondità del suo culo. Il silenzio ora è denso di umori, odori, sospiri e rotto dai gemiti e dallo sfregarsi dei corpi.
Il dildo piantato nella fica di Sofia risponde colpo su colpo a quelli con cui lei affonda nella carne calda e accogliente del culo di Claudio. La donna gronda sborra calda e la sua fica si contrae ad ogni colpo.
Nello specchio illuminato il cazzo dell’uomo svetta duro e fremente pronto ad esplodere tutto il suo piacere per il possesso della donna.
Ancora un colpo. Sofia si ritrae e rifonda con violenza mentre l’orgasmo cola sulle sue cosce e sulle natiche offerte, violate dell’uomo. Il cazzo di Claudio esplode schizzando sborra sullo specchio.
Mentre crolla sulla schiena di Claudio, Sofia sorride, lo stesso sorriso che illumina il volto dell’uomo.
- Come secondo round non c’è male- Claudio non sa nemmeno lui come abbia fatto a trovare il fiato sufficiente nei polmoni per pronunciare quelle parole, ma con tono ironico prosegue – Sono certo che puoi fare molto meglio di così comunque… -
Il corpo di Sofia sussulta scosso da una risata sulla schiena di Claudio e la stanza si riempie del ricco e liberatorio suono delle risa dei due.
2
1
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
La mia coinquilina..
Mi sono trasferito in città da poco e all’inizio stavo in una casa in un residence che la ditta affitta quando per trasferimento un dipendente cambia città. La sistemazione era molto piacevole ovviamente ma di breve scadenza. Infatti si può rimane li solo per due mesi il tempo necessario per trovare una casa in affitto in città.
I tempo era quasi scaduto e non avevo ancora trovato nulla, cercavo ma trovavo sempre stanze in case che assomigliavano più a vecchie stalle che ad abitazioni vere. Un giorno a mensa parlando con una collega le esposi la mia situazione e la mia disperazione perché alla fine ero sicuro che sarei finito in una topaia.
Il giorno seguente la mia collega appena mi vede mi fa grandi cenni di andare da lei perché doveva parlarmi, entrato nella sua stanza mi disse:
"forse ho trovato una soluzione hai tuoi problemi!" e un sorriso illuminò il suo volto
"sono tutto orecchi" dissi con un punto interrogativo stampato sulla faccia
"nel mio palazzo c’è una studentessa che affitta una camera, la casa è carina e anche la ragazza mi sembra molte gentile e una tipa tranquilla.. e poi l’affitto è bassisimo. 150 euro al mese.."
"una ragazza? Sei sicura che non voglia un’altra studentessa? Mi è capitato più di una volta di fare dei viaggi per vedere casa e poi sentirmi dire, mi spiace ma solo ragazze.. quindi non vorrei fare un ennesimo buco nell’acqua" pensavo che la discussione fosse chiusa e invece." Ne sono certa, per due anni è stato da lei un suo collega di università, ora lui si è laureato ed è tornato a casa, quindi penso proprio che non sussista il problema"
riluttante perché poco convinto della cosa accettati e prendemmo appuntamento per il giorno seguente.
Il giorno dopo appena finito l’orario di lavoro mi recai a vedere la casa., la mia collega mi accompagno su e suonò il campanello. Ad aprire era una ragazza alta sul metro e settanta, capelli castano-rossi lunghi ma tenuti su da un mollettone, e occhialini da classica studentessa. Dopo le presentazioni la mia collega scesa al suo appartamento ricordandomi che ero invitato a cena da lei, Anna, questo è il nome della mia coinquilina, mi fece cenno di seguirla che mi avrebbe fatto vedere la casa.. appena girata l’occhio spermatozoico andò immediatamente a vede il fondoschiena della ragazza e quello che vidi mi piacque molto. Infatti nei suo pantaloni attillati bianchi della tuta potevo ammirare un bel sedere sodo e ben fatto, un particolare poi rese quella visione ancora più eccitante, non avevo visto il segno di nessun tipo di slip sel gluteo, pensa che non avesse le mutandine e ciò provoco uno stato di agitazione molto forte. Feci il giro della casa, vidi la mia stanza grande a dire il vero, mi mostro la sua stessa grandezza, e la cucina.. mentre eravamo in bagno si chino per raccogliere non capii ma cosa, ma quello che vidi mi fece impazzire.. chinandosi mi mostrava il suo bellissimo sedere ma non era solo quello che mi fece eccitare, aveva un piccolo buco nei pantaloni proprio alla cucitura del cavallo dal quale faceva capolino un ciuffo di peli scuri..
Ora ero certo che non portasse le mutandine.. mi eccitai e un gonfiore riempi i miei pantaloni… rimessasi in piedi la vidi guardare verso la patta dei miei pantaloni e notare il gonfiore, pensai a che figura di merda avevo appena fatto, ma i capezzoli duri che ora volevano quasi bucate la t-shirt bianca mi fecero capire che la cosa non l’aveva infastidita affatto… rimasi li un po immobile visto che la situazione era molto molto carica.
Finimmo di parlare dei dettagli dell’affitto e devo dire fu molto duro, in tutti i sensi, perché non riuscivo a staccare gli occhi da quei capezzoli e avevo una gran voglia di liberarli da quella maledetta magliettina.
2
2
18 years ago
REXGIORGIO,
38
Last visit: 18 years ago
-
Guasto alle tre
Erono le tre di notte quando ritornavo in macchina da una serata passata con gli amici. Percorrevo un viale pieno di alberi e la luce irradiata dalle lampade era molto soffusa. Ad un tratto l’auto si fermò. Mi accinsi a farla ripartire ma niente. Scesi ed apri il cofano ma non notai nulla di anomalo. Il cel era scarico. Ero perso di li non sarebbe passato nessuno. Ma non mi scoraggiai e passò una macchina e cercai aiuto ma non si fermo, ne passarano tante altre finchè una si accosto poco d’istante dalla mia. Mi avvicinai e quando andai per chiedere aiuto vidi al volante una donna sulla quarantina e un uomo che presupponevo che era il suo compagno al suo fianco. Lei era vestita con un abito blu e aveva un decoltè da far impazzire chiunque l’avrebbe osservato. Aveva una mini che intravedeva il perizoma e delle gambe bellissime. Viso da cerbiatta, occhi ammalianti. Tanti cattivi pensieri mi erono passati in quel momento, mi sarebbe piaciuta possederla, baciarla, averla. Comunque come se non fosse successo nulla chiesi se potevano portarmi verso un posto più vicino per telefonare. Lei guardò lui e lui acconsenti e salì in macchina. Io nello specchietto guardavo lei che venivo ricambiato da quello sguardo ammiccante. Ad un certo punto lui disse dopo esserci presentati. Perché non vieni a casa nostra così ci eviti di girare per trovare un cabina telefonica. Io avevo già il mio gioiellino che pulsava a sentire l’odore di quella donna. Mormorai qualcosa ma lui prese la parola e disse: ok, allora andiamo a casa nostra .Gia fremevo pensavo a qualche fantasie di quelle che si vedono sui siti internet. Lei mi guardava nello specchietto e io ricambiavo. Mi girava la lingua tra le labbra e io osservavo e pensavo a quanto avrei voluto prendere la sua testa e con le mani portarla sul mio affare per farmelo succhiare.
Arrivati a casa loro, scesi per primo e a seguito scese lei con le sue lunghe gambe scollate. Chiuse l’auto e mi si avvicinò mentre Luigi ( così si chiamava quell’uomo ) faceva finta di non vedere. Mi toccò l’uccello e sentìì che era durissimo ed esclamò: lo sai cosa voglio vero!?
Io : non saprei- risposi con aria imbarazzata ma senza togliergli la mano da li.
Lei: voglio che mi scopi appena arrivi sopra con la complicità di Luigi.
Io: Come con la sua presenza ? – a me invece la cosa mi eccitava tantissimo ed era quello che avevo sempre sognato di fare;
lei: si con lui- intanto si era avvicinato e mi tocco sulla spalla per dire di salire sopra senza fare troppo commenti;
Salimmo sopra e lei mi diede da tenere il suo cappotto. Aveva un culo da favola si vedevano i peli della sua fica che uscivano un po’ dal perizoma e mi sentivo eccitato.
Appena aprimmo la porta ed entrai mi struscio il suo culo sul mio pisello e li non ci vidi più e l’afferrai baciandola e mettendo la mia mano tra i suoi seni mentre Luigi l’accarezzava e la cominciava a spogliare tirandogli giù la gonna o quello che secondo me era un lembo di stoffa mentre la portava verso il salotto ove c’era il camino acceso e un grosso divano molto capiente. Le tirai giù il reggiseno e vidi i suoi capezzoli turgidi dritti e il suo seno morbido. Lo palpai nelle mie mani lo leccai, lo succhiai, mentre ero sul suo lato destro mentre l’altro giocava con l’altra parte succhiadolo e cominciando a toglierle il peri insieme a me mentre mi toccava il pisello sbottonato dalle sue mani. Le toccai la patatina ed era tutta bagnata la sfioravo con le mani mentre si attorcigliava tutta. A un certo punto dissi che la volevo leccare, A me è sempre piaciuto leccare la fica della donna. Si corico sul divano mentre io mi accingevo ad aprirle con le mani le grandi labbra e piano piano l’apri tutta e allungai dentro la lingua per assaggiarla tutta la feci entrare dall’unica fessura che vedevo la mossi dentro e fuori la girai dentro mentre lei apriva sempre di più le gambe e cominciò a succhiare Luigi mentre si dimenava tutta e la sentivo gemere. Ma io non mi staccavo la leccavo volevo sentirla godere. Ad un punto gridò ma io continuai senza sosta, volevo sentire tutti i suoi umori e così venne dimenandosi tutta mentre l’altro la chiamava troia, e lei si eccitava maggiormente. Lei tutta godente disse .. li voglio sentire voglio essere riempita tutta li voglio tutte e due dentro. Di colpo si giro sul marito e gli salto addosso e cominciava a muoversi sopra mentre i suoi seni andavano su e giù e si picchiava il culetto con le mani dicendo.. sono un troia, sono la puttana vostra, tu fottimi il culo entra dentro schifoso!! Avevo il pisello duro ma vedevo il suo buchetto largo e mi piaceva e di colpo lo misi dentro. Si incastrò perfettamente lo muovevo in sintonia con l’altro mentre gli prendevo i capelli e gli dicevo: ecco il cazzo prenditelo tutto sei una lurida troia puttana…
Ma non feci a dire tutto il vocabolario che le venni dentro nel suo culetto cosi tanto rotondo e sodo che di sicuro non potetti dimenticare per mesi e mesi.
Era la mia prima esperienza trasgressiva ed è stata bellissima e ogni volta che passo da quella strada penso sempre a quella misteriosa sera e alla sue evoluzione.
Saluti a tutti i lettori e le lettrici, questo è il mio primo racconto quindi siate magnanimi.
3
2
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Sesso violento con trav
avete mai provato la gioia di realizzare un vostro desiderio?è stupendo...circa 3settimane fa ricevo un messaggio.come sempre risp...da quel momento ci siamo scambiati diversi messaggi e finalmente ci siamo visti...sai la prima volta è brutto x me perchè mi vergogno a nn conoscere l'altra persona...ma fui messo subito a mio agio e così prendemmo un bel aperitivo e parlammo un bel pò...nei prex messaggi io avevo detto a lui che mi sarebbe piaciuto filmarmi...lui allora mi disse che era possibile se volevo...il cuore andava a 3000...mi diede appuntamento x sera e mi feci trovare..ero un pò impaurita..un filmino....con chi?arrivammo a casa e mi fece trovare degli indumenti in lattice....sn strafighi e credetemi risaltavano il mio corpo...arrivarono 2 suoi amici...ero truccata e vestita da super troia...mi fecero vedere la stanza e mi chiesero cosa avrei voluto fare...io risp tutto e così fù....franco accese la telecamera e cosi i 2torelli incominciarono a spogliarmi dolcemente e nulla faceva presagire la loro foga successiva...io li spogiai e vidi subito 2 super cazzoni...il regista disse che potevo iniziare...incominciai a baciare i loro membri e subito dopo incominciai a succhiare...ero un vortice eccitata dall'idea di essere ripresa....incominciarono a insultarmi e a trattarmi da schiava...leccai i loro orifizi e mentre succhiavo 1 l'altro incomincio a inumidirmi il buchetto...era davvero bravo...prima un dito poi 2 e poi 3....mi dimenavo come una pazza e avevo in bocca l'altro cazzo!muovevo il culetto pregustando l'impalata....nn aspettai molto...luca mi prese con forza i fianchi e mi penetrò tutta con forza...gridai come una pazza e lo tolsi dal culetto....ma lui incominciò a schiaffeggiarmi e mi disse che ero sua e dovevo fare tutto quello che volevano....e mi diede due ceffoni...capita la situazione nn dissi niente...ero un corpo senz'anima...mi riprese dai fianchi e mi penetrò di nuovo tutta di forza....senti ancora dolore perdevo anche del sangue....ma lui continuava e io ferma terrorizzata....fecero di tutto anche la doppia penetrazione....nn dissi una parola mentre mi scopavano e riprendevano...mi scoparono a turno e più mi scopavano più mi picchiavano...dopo alcune ore mi lavarono pure con la loro pipì...finito tutto mi rivesti e scioccata andai via.. ma perche nn posso vivere il sesso in modo libero e piacevole....perchè mi devo trovare sempre in queste situazioni...io voglio vivere la mia condizione di trav in maniera pulita facendo sesso in maniera porca si ma nn con questi picchi di violenza...che poi so di essere troia ma almeno trovassi persone che mi portino a fare determinate cose...un bacio
3
0
18 years ago
cosenzabsx,
30
Last visit: 2 years ago
-
Le terme
In una settimana di fine estate decisi di passare un bel w.e in compagnia per festeggiare il mio 37esimo compleanno , io ed il mio migliore amico prendiamo le nostre moto e ci portiamo verso la toscana,nei pressi del mare c'è una stazione termale di mia conoscenza e come prima tappa decidiamo di passare la giornata e la serata sul posto.
Indossato il costume da bagno ci buttiamo nella calda acqua sorgiva termale contenuta in una enorme piscina all'aria aperta, dopo circa un'ora di bagno ci portiamo all'interno di una grotta dove c'è una cascata indicatissima per farsi massaggiare dall'acqua che scende impetuosa.
Dopo qualche minuto che siamo sotto la cascata, entrano nella saletta due donne sulla sessantina, sono curate e probabilmente molto danarose lo si capisce dall'aspetto, sono ancora delle belle donne nonostante l'eta e inoltre da giovani dovevano essere anche delle gran belle fighe...restano in attesa che la cascata si liberi ma io ed il mio amico stiamo troppo bene li sotto e ci protraiamo parecchio, per questo motivo faccio un cenno di invito alle due signore ormai spazientite, inaspettatamente accettano.
Si sistemano ambedue davanti a noi e,non so spiegarmene il motivo ma la cosa ha cominciato ad eccitarmi e con un sorrisetto di intesa scopro che anche il mio amico è in sintonia con me...
Cominciamo a giocare, allungando un piede lo faccio passare sopra quello dellla signora davanti a me e con stupore scopro che lei non dice nulla allora insisto..
Forse non si è accorta penso con tutta quell'acqua che scende, mi avvicino e le appoggio il cazzo nel costume leggermente turgido sulle natiche e ancora non ricevo riscontro...
A allora vado a fondo, sempre da dietro faccio passare un dito all'interno del costume e sento la peluria della figa al tatto, lei si volta di scatto e mi guarda con fare aggressivo e stupito ma non si sposta....
Nel frattempo noto che il mio amico sta facendo gli stessi giochini con l'altra donna.
Che fare ora? La cosa è diventata davvero intrigante ma al tempo stesso è pericolosa...
Inoltre è arrivata un'altra donna sempre della stessa età che ha capito tutto e ci osserva divertita da fuori, ma a me piacciono le cose pericolose ed allora procedo, abbasso il costume e il cazzone grosso e duro esce allo scoperto, comincio a farlo passare tra le gambe della signora che per tutta risposta porta le mani dietro e me lo prende in mano cominciando a segarmi,sono eccitato come una scimmietta e quando arriva il momento più bello le due donne con un gesto di intesa scappano via lasciandoci con i cazzi duri fuori dal costume mentre la signora arrivata dopo ci guarda scuotendo la testa.....
Decidiamo di seguirle all'esterno nella piscina ma loro con sorrisetti ambigui si defilano ogni volta che ci avviciniamo,dopo circa un'ora di inseguimenti escono dalla piscina ed entrano nello spogliatoio per andarsene.
Un cenno di intesa e decidiamo di seguirle sin dentro ,arriviamo che sono già nelle loro cabine a rivestirsi e noi spudoratamente le apriamo e con gesto felino balziamo all'interno, Magda, la donna che mi segava sotto la cascata indossa solo il reggiseno sopra due tettone enormi,non avevo mai visto il corpo di una donna di quella età e devo dire che inaspettatamente ho avuto una erezione prorompente..
Lei si abbassa e comincia a prendermi in bocca il cazzo con una naturalezza ed una delicatezza mai sentita prima,usa dei movimenti lenti e precisi passando il mio cazzo per l'intera lunghezza, dalla mia cappella salgono come delle piccole scosse elettriche....
Una sensazione mai provata prima con donne della mia età, mi lecca le palle e mi spompina con una classe incredibile, vengo.... Le inondo la bocca di sborra e lei avidamente continua a spompinarmi quasi non volesse mai smettere nella sua nobile arte...
La sera stessa siamo fuori a cena tutti e quattro e la notte la passiamo insieme,sinceramente scopare magda non è stato il massimo, l'età si fa sentire ed i seni non sono più turgidi come una volta così come il corpo ma le sensazioni provate quando il mio cazzo entrava nella sua bocca appagavano tutto...il mio 37esimo compleanno è trascorso così, grazie a Magda...una splendida 55enne di Verona,ciao.
Ps.. Sogno sempre di reincontrare una donna come Magda...se qualche donna si riconosce mi scriva.
2
0
18 years ago
tony,
47/41
Last visit: 10 years ago
-
Voyeur per caso
Ho 35 anni. Ho una vita tranquilla dedicata al lavoro ed alla famiglia e ho sempre vissuto la mia sessualità in modo normale,almeno fino a due anni fa. Già, due anni fa ho vissuto un episodio che in qualche modo mi ha aperto gli orizzonti della sessualità ed ho iniziato, prima da solo, poi con mia moglie, a vivere nuove esperienze e a realizzare, fino ad oggi almeno in parte, le nostre fantasie.
Mi trovavo a Firenze, ed una sera decisi di andare a piazzale Michelangelo per assaporare un po' di fresco in una calda serata estiva. Parcheggiai l'auto e mi avvicinai verso le panchine. Diedi un'occhiata distratta al panorama, accesi una sigaretta e mi sedetti rivolto verso il panorama. Fui distratto da una coppia che mi passò davanti. Lei era una bella donna, alta circa 1,60, indossava una maglietta bianca su una mini gonna di jeans che lasciava intravedere un bel paio di gambe, rese ancora più slanciate da un paio di scarpe bianche con un tacco alto e sottile. Lui la cingeva con la mano destra sul fianco, e passandomi davanti lasciò cadere vistosamente la mano sul fondoschiena, palpeggiandola con decisione. Scorsi che contemporaneamente
mi guardò con un mezzo sorriso. Non capii sul momento cosa volesse significare. Voltai lo sguardo verso di loro e li scorsi entrare in un'auto. Nel salire sull'auto la signora fu molto generosa nel lasciarsi ammirare le gambe. Non fece nulla per evitare che scorgessi anche lo slip bianco. Ebbi la sensazione che anche lei, entrando mi lanciò uno sguardo accompagnato da un leggero
sorriso. Mi alzai e fingendo di passeggiare mi avvicinai all'auto. Il finestrino del passeggero era aperto e scorsi la mano dell'uomo accarezzare le gambe della signora; percepii che avevano sentito i miei passi avvicinarsi e con stupore notai che l'uomo continuava con le sue carezze insinuando la sua mano fino agli slip della signora; lei dischiuse le gambe per permettere
alla mano di scostare il lembo merlettato dello slip e di scoprire una enorme quantità di peli neri. Mi sentii scoppiare la testa, sentivo rigonfiarmi tra i pantaloni. Decisi di accendermi una nuova sigaretta e di affiancare l'auto dall'altra parte.
Così mi avvicinai da dietro verso il lato del guidatore. La scena continuava, ma questa volta anche la mano di lei armeggiava tra le cosce dell'uomo, aprì la cerniera e gli tirò fuori l'uccello che maneggiava con sapienza. Non appena
affiancai il finestrino la vidi inchinarsi con la testa sul suo uccello, e facendo questo gesto mi lanciò un'occhiata di compiacimento. Rallentai
il passo ed ebbi modo di guardare la sua bocca che succhiava con gusto. Fu a quel punto che mettendomi le mani sul mio membro , mi appartai a qualche metro e lo tirai fuori. Avevano visto tutto, ma invece di fermarsi presero nuova energia. Lei si inginocchiò mostrandomi il suo generoso fondoschiena. A questo punto lui, guardandomi, le scostò il minuscolo perizoma permettendomi così
di guardare la signora dal di dietro.
4
2
18 years ago
coppiacampana162459, 47/47
Last visit: 10 years ago -
Il patto
Forse era una pazzia. Ma, del resto, quando mai non c’erano state pazzie, colpi di testa e un continuo corteggiare il pericolo nella mia vita.
Border-line - ricordo ancora – come mi aveva definito un vecchio professore del liceo. Aveva ragione. Mi è sempre piaciuto camminare sull’orlo del precipizio. Il pericolo mi manda brividi di piacere lungo il corpo. E dunque…. Nessuno stupore o meraviglia era possibile leggere sul mio viso mentre in un’assolata mattina di autunno mi dirigevo verso un bel bar del centro. Sorridevo accarezzando la borsa che tenevo a tracolla. Dentro era accuratamente conservata la pergamena che era alla base di quel sorriso.
Il patto. Mi sentivo scossa da violenti brividi d’’eccitazione che si scioglievano in piacere liquido tra le mie cosce mentre ci pensavo. I capezzoli turgidi premevano contro la seta sottile della camicia da uomo che indossavo.
Il patto. Il solo fatto di averlo firmato…mi aveva lasciato per giorni avvolta in una nebbia di eccitazione continua. E ora. Ora era finalmente arrivato il giorno. Il giorno in cui avremmo iniziato a verificare la tenuta del patto
Il primo giorno del nostro gioco. Del gioco, che mi vedrà protagonista con un perfetto sconosciuto. Una follia appunto, anche e soprattutto per la natura del patto di una semplicità e durezza assolute.
“I sottoscritti … liberamente e nel pieno possesso delle loro facoltà mentali stabiliscono che dal prossimo 22 ottobre fino ad esaurimento della sfida in atto NON rifiuteranno alcuna richiesta, ordine, o umiliazione a cui verranno sottoposti dall’altro di qualsiasi natura o genere esse siano (pubblica o privata, legale o illegale). Il primo che per una qualsiasi ragione rifiuterà di esaudire la richiesta dell’altro verrà considerato perdente dunque costretto a pagare il pegno stabilito, nei tempi e nei modi concordati tra le parti.”
Mi ripetevo quelle parole assaporandone tutta la potenza devastante mentre a passo sempre più veloce raggiungevo il bar dove avrei guardato negli occhi finalmente il mio compagno di follia.
Certo…non era veramente uno sconosciuto. Conoscevo la sua voce, le sue idee, il suo immaginario erotico così simile al mio. Il suo modo di sentire, vivere il piacere e la sua ironia. Ma in realtà non lo avevo mai visto…eppure. Eccomi li a tremare di desiderio folle e violento. Il desiderio di consegnare le chiavi del controllo totale sul mio corpo e la mia mente, nelle mani di un altro e, in cambio ottenere il controllo sul suo corpo e sulla sua mente.
E la certezza interiore – quella che era la ragione più vera e profonda del mio sorriso – assoluta, schiacciante che lui seduto a quel tavolo, aldilà della porta davanti a cui mi trovavo provava la stessa identica cosa.
Bene…lisciai una grinza inesistente sul tubino nero che mi fasciava i fianchi torniti e spinsi con decisione la porta dietro la quale si celava il mio uomo del destino.
Non vedevo l’ora di leggere nei suoi occhi lo stesso miscuglio di desiderio e sorridente autoironia che illuminava i miei.
Il locale era affollato e un cameriere che mi vide scrutare con lo sguardo la folla mi sorrise complice come a suggerire che avrebbe tanto voluto essere lui la persona che stavo cercando. Lo individuai al primo colpo. Era seduto rilassato ad un tavolino d’angolo e giocava in modo apparentemente casuale con una scatola di sigari. I suoi gesti erano misurati ma comunque carichi di un energia contenuta a stento. Un ‘energia che parlava di desiderio e di follia che mordono le viscere e invadono l’anima. La quiete prima della tempesta insomma. Sorrisi scrutandolo bevendo avidamente le forme del suo corpo con lo sguardo come la mia mente aveva in precedenza bevuto avidamente le sue parole.
Mi avviai con un passo deciso fendendo la folla della pausa pranzo che si accalcava nel locale. Sollevò lo sguardo azzurro come il cielo ad incontrare il mio non appena arrivai al tavolo. Sorrisi guardandolo fisso negli occhi e sentii la forza del sorriso che illuminava quelle iridi azzurre avvolgermi e scuotermi fino alle viscere. Non ci eravamo ancora sfiorati, eppure la forza del desiderio reciproco era tangibile.
Mi sedetti e nel farlo sfiorai con i miei seni gonfi dai capezzoli appuntiti il suo braccio. Sussultò come se si fosse scottato. Era diverso da come lo avevo immaginato. Ma la forza del suo sguardo no. La violenza trattenuta della voglia che vi vibrava dentro era esattamente come me le ero figurata, in quelle lunghe ore davanti allo schermo del mio mac.
Gli afferrai la mano e intrecciando le dita alle mie iniziai a succhiargli la punta del pollice… “Sei splendida , seducente e vibrante come le tue parole non vedo l’ora di chiudermi in una stanza con te e gettare al chiave”. Lasciai che la sua voce mi accarezzasse la pelle mandandomi brividi di eccitazione in tutto il corpo e poi…Mentre il fuoco tra le mie gambe diventava incandescente e la fica si apriva per lasciare che il clitoride gridasse la sua voglia con forza, premendo contro la seta sottile del mio perizoma, lo afferai per una mano e m’incamminai decisa verso il retro del locale. “Tesoro andiamo a suggellare il nostro patto in modo adeguato” - gli dissi trascinandomelo dietro con sul volto dipinto uno stupore divertito e intrigato.
“ Si…mia regina prigioniera”. Fu quasi un sussurro ma mi trasmise una scossa elettrica, che mi fece tremare da capo a piedi. Regina prigioniera, già, due parole che racchiudevano tutto il senso del nostro patto, del nostro gioco se poi era veramente solo un gioco….
Arrivai sul retro del locale, dava in un piccolo cortile, tipico delle vecchie case di ringhiera della mia città. Era deserto e anche scarsamente illuminato, la nebbia ovattava poi magicamente i contorni degli oggetti sfumandoli. Lo spinsi contro il muro e affondai la mia lingua nella sua bocca mentre le mie mani gli artigliavano il culo e lo premevano contro di me con forza. Mugolava nella mia bocca mentre le sue mani scorrevano avide sulla mia schiena sotto il cappotto e sollevavano con decisione l’orlo del tubino nero. Gli morsi la lingua con forza. Il suo cazzo reagì istantaneamente e… mi ritrovai nel giro di pochi secondi senza fiato, schiacciata contro il muro: le gambe divaricate, la gonna sollevata sulle cosce, il tanga lacerato e poi, le sue mani sui fianchi che scivolavano sul mio culo che sporgeva offrendosi. E il colpo violento. L'affondo totale che mi apriva. La capella nelle viscere. Piena finalmente. Colma di quell’uomo, che ora mi mordeva l’orecchio, e che avevo desiderato ferocemente per mesi. La fica colava di riflesso alle contrazioni del culo. Le mie urla. Improvvise. E subito soffocate dalla sua mano. “Godi piccola … godi da quella magnifica troia che sei…” La sua voce mi sussurrava incessante all’orecchio Spinsi con decisione il culo contro il suo cazzo. Ruotandolo. Assecondando le sue spinte. Sentendolo affondarmi nelle viscere e marchiarmi l'anima. Mentre io marchiavo al sua indelebilmente accogliendo il suo piacere fino all’ultima goccia, trattenendo il suo cazzo nel mio culo caldo fino all’ultima impercettibile vibrazione dell’orgasmo.
Lì contro quel muro. All'aperto. In pieno giorno. Nel caos della città.
Come immaginavo dovesse essere. Così era stato.
4
2
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Le avventure di francesca - capitolo 1
LE AVVENTURE DI FRANCESCA
di GATTO LAP LAP
Capitolo 1
Siamo in inverno, nevica da giorni a Parigi, e Francesca ha trovato lavoro in un albergo come cameriera per alcuni mesi di vacanza alla pari. La Direzione dell’Albergo le fornisce alloggio in una soffitta calda e confortevole, dove è stata ricavata la sua stanza.
Francesca è contenta del suo lavoro, e si diverte particolarmente durante il servizio in cucina: il cuoco Carlo è un omaccione, grasso come il suo mestiere impone, molto scherzoso con lei e le due cuoche, Luisa e Marta che lo aiutano nel lavoro. Francesca, i primi giorni, non ha amato molto i suoi scherzi, ma col passare del tempo ha imparato ad apprezzare il suo ottimismo e il suo amore per le donne, che lo portano spesso a fare scherzi e battute grossolane sul sesso, provocando le risate delle due cuoche. Con Lei l'uomo non è mai andato oltre alle battute, ma probabilmente col passare del tempo avrebbe potuto anche cominciare ad allungare le mani, e questo pensiero mette in moto una strana sensazione nel cuore della ragazza: un misto di paura e curiosità. Pur avendo 21 anni ed avendo avuto già esperienze sessuali con diversi ragazzi in Italia, Francesca prova un poco di timore di fronte ai modi aperti e un po’ volgari di Carlo, un uomo maturo e non sposato sulla quarantina, certamente più esperto e smaliziato di lei. Al timore però si aggiunge anche un pizzico di curiosità: chissà quante esperienze ha avuto un tipo così aperto e pieno di vita, chissà quante storie d’amore e quanti ricordi……
La curiosità di Francesca riguardo i suoi nuovi colleghi di cucina non avrebbe dovuto aspettare molto: la sua attività lavorativa le avrebbe presto riservato esperienze molto “particolari”. La prima di queste esperienze ha luogo nel primo pomeriggio di un normale giorno lavorativo, al termine delle attività legate al pranzo dei clienti dell’albergo, quando oramai le sale sono vuote ed il ristorante silenzioso.
Durante il pranzo dei cuochi in cucina, Marta inizia a prendere in giro Francesca a causa di una sua dimenticanza, dicendo che l’amore le ha fatto perdere la testa per un ragazzo francese molto carino, conosciuto alcuni giorni prima, con cui fra l’altro Francesca era uscita già un paio di volte. Anche Carlo e Luisa iniziano a provocare la ragazza, con aria di rimprovero ma nascondendo in realtà sorrisi e sguardi divertiti. Francesca, come spesso succedeva in compagnia dei tre cuochi, si rilassava, si confidava, e rispondeva con fare risentito alle provocazioni, divertendosi a fare il muso o fingendo un imbarazzo a cui nessuno credeva. Oggi, quasi per scherzo, le due cuoche, d'intesa, decidono di prenderla per le braccia e di bloccarla contro il tavolaccio della cucina, mentre il cuoco inizia a farle il solletico dappertutto …
… poi, per gioco, le mani rudi dell’uomo le slacciano i pantaloni e li tirano fino a terra, lasciandola in mutandine piegata sul tavolo con il sederino esposto agli sguardi divertiti dei tre cuochi.
Ridono tutti della situazione, come se Francesca dovesse pagare simbolicamente per la dimenticanza, ma lentamente le risate lasciano il posto al silenzio e la cosa diventa più seria, come se lo spettacolo offerto dalle mutandine di Francesca diventasse interessante per altri versi, al punto che nonostante le proteste di Francesca le cuoche continuano a tenerla ferma.
Francesca si dimena, ma il gioco ha un po’ preso la mano al cuoco, che inizia a palpeggiarla sul sedere sodo ridendo con le cuoche, raggiungendo il bordo delle mutandine fino a stringere fra le dita e pizzicare, oltre la stoffa leggera, le labbra turgide della sua passerina.
Le due cuoche si sono accorte dell’eccitazione del capo cucina,resa evidente dalla protuberanza sotto il grembiule, ma hanno anche visto che la ragazza non sembra così disperata delle carezze che sta ricevendo il suo sederino, quindi facendosi l’occhiolino, continuano a tenere ben ferma Francesca nella stessa posizione, e decidono di stare al gioco, per contenere l’irruenza del cuoco e per vedere come va a finire.
La cuoca Marta, nascondendo un sorriso, osserva severa:
“La nostra Francesca oggi ha dimenticato di lavare e pelare le carote, Luisa, come la mettiamo ?! Penso che abbia i pensieri troppo occupati dal suo nuovo amico del cuore … penso che debba imparare che prima viene il dovere e poi il piacere, non trovi?”
Luisa, la più anziana, incalza con dolce fermezza:
“Hai ragione Marta! Qui ci vuole proprio una lezioncina da ricordare! Carlo perché non prendi le carote che sono su quel tavolo? Faremo un giochino con Francesca, in modo che non abbia a dimenticare in futuro i suoi impegni di lavoro!”
Il cuoco Carlo non crede alle proprie orecchie, non si fa pregare due volte e corre a prendere un cesto pieno di grosse carote appena arrivata dalla campagna, nodose e piene di peluria arancione, con tanto di folta chioma verde lunga almeno 60 cm e lo posa sul tavolo di fronte a Francesca, che incredula è ancora è distesa in avanti, trattenuta da Marta e Luisa …… “Cosa volete farmi? Siete diventati matti?”
“No di certo ragazzina” risponde Carlo in tono ufficiale”stiamo pensando alla tua educazione professionale…non è vero Marta?”
Marta prende il mattarello, lo avvolge in un panno, lo posa appena sopra il sederino di Francesca e, legandolo con un po’ di spago ai cassetti del tavolo, blocca i movimenti della ragazza. In questa posizione Francesca è obbligata a mostrare il suo sederino alle due cuoche ed a Carlo, che riprende a “massaggiare” la sua pesca rotonda e soda con le grosse mani.
“Certo Carlo, tu tieni ferma Francesca e continua a massaggiarla con cura. Tu Francesca dovrai solo stare ferma e cercare di imparare la lezione. Se ti lascerai andare scoprirai che imparare cose nuove può diventare interessante!”
Francesca non può credere a quello che succede, è indignata, eppure forse grazie alla stima che si era creata in quelle settimane di lavoro fra lei, Carlo, Marta e Luisa, non è spaventata al contrario si sente protetta da quelle persone quasi come una nipote che viene sgridata in modo bonario dagli zii … in quella posizione, appoggiata con il busto sul tavolaccio della cucina, con le gambe leggermente divaricate e le sole mutandine a coprire le sue intimità sotto gli sguardi di Carlo e le risate di Marta e Luisa, Francesca sente crescere sempre di più il calore tra le sue gambe, non riesce a tenere fermo il sederino sotto il mattarello e non può nascondere i segni dell’eccitazione: ormai le sue mutandine sono tutte bagnate.
Luisa, intanto, sceglie tra le carote più grosse dal cesto tre esemplari di tutto rispetto, spesse almeno 4 centimetri, piene di peluria e nodi grossi come noccioline e complete di folti ciuffi di foglie, e le mette davanti a Francesca. “Adesso signorina faremo un gioco per tre volte. Tu dovrai indovinare quanto è lunga la carota che sceglierà uno di noi dal cesto e che appoggerà sulla tua fessura attraverso le tue mutandine. Se indovinerai potrai rimediare alla tua dimenticanza e “lavare” simbolicamente una ad una queste tre carote con la tua fontanella più segreta; se sbaglierai dovrai pagare pegno con una penitenza a sorpresa. Andremo avanti fino a che non avremo lavato tutte queste tre carote.
“Vi prego! Vi scongiuro! Mi vergogno tanto, prometto che non mi dimenticherò più dei miei impegni di lavoro! Carlo ti prego!” Francesca si rivolge a Carlo con aria di innocenza, cercando di far leva sul suo ascendente femminile, ma inutilmente. Il buon Carlo è fin troppo preso dal sederino sodo di Francesca che continua a palpeggiare ansimando con foga sempre maggiore, fino ad arrivare a slacciarsi la cerniera dei pantaloni ed a dar sfoggio del suo manico in erezione, grosso almeno quanto la carota più grossa del cesto. Marta e Luisa, sono colte per un attimo di sorpresa a causa delle dimensioni del pene di Carlo, ma si riprendono subito …”Carlo, caro puoi sospendere il massaggio di Francesca e riposarti adesso! Potrai esprimere più tardi il tuo entusiasmo!“ interviene Marta “E’ giunta l’ora del primo indovinello!”
Luisa preleva una bella carotona e la posiziona sulla calda fessura bagnata di Francesca, la muove lentamente su e giù sfregando le mutandine dal buchetto posteriore fino alla clitoride eretta e sensibile … Francesca inizia a muovere ritmicamnete il sederino, aprendo le gambe sempre più… “ahhh” ansima Francesca senza riuscire trattenersi “ahhhh!” mugola cercando di aprirsi sempre più alla carotona che le solletica la passerina ed il buchetto posteriore che comincia a rilassarsi ad aprirsi come il bocciolo di un fiore … La cuoca domanda “Dimmi dimmi marachella, quando è lunga questa bella carotella?”.
Francesca ci pensa un po’, poi risponde decisa ”Trenta centimetri”
“Mi spiace signorina” risponde Luisa con il metro da sarta in mano “Risposta sbagliata! Ora la prima penitenza a sorpresa!”, e da un barattolo di lardo sulla mensola prende un po’ di grasso con le dita, sfila le mutandine a Francesca e inizia a lubrificare il buchetto del suo sederino, che si apre e si rilassa completamente; Marta infila poi gradualmente e con ritmo una delle tre carote, piena di nodi e peluria ruvida … “ahhhi mi fa male!” Francesca stringe istintivamente le chiappe, ma la carota è ormai entrata ed il dolore iniziale scompare per lasciare posto prima al piacevole pizzicore della peluria ruvida della carota che Marta fa scorrere dentro e fuori, poi al piacere della penetrazione anale che cresce sempre più. Francesca ansima e si sente riempire tutta piano piano “ahhh Carlo… ahhh Marta… la sento tutta fino in fondo!!!”. Luisa intanto massaggia sapientemente la patatina di Francesca che viene improvvisamente ed a lungo, bagnandole la mano di umori caldi … che le colano lungo le cosce.
Il godimento per Francesca è arrivato all’improvviso come un’onda travolgente, lasciandola appagata e piena di meraviglia: non aveva mai goduto così tanto prima d’ora. E’ forse la posizione provocante in cui si trova, esposta a culetto nudo e sottomessa alla volontà di Marta Luisa e Carlo, o forse il fatto di essere sottoposta ad una punizione da parte di persone adulte, con le quali Francesca ha sempre avuto un rapporto di reciproca stima, ma la sua eccitazione non scende, al contrario. Il primo orgasmo provocato dalla sapiente masturbazione di Luisa è stato come una liberazione, e la sua passerina ancora inviolata continua ad essere turgida, bagnata e pulsante sotto gli sguardi dei tre cuochi.
“Francesca la risposta ha sbagliato e la prima carota ha ben lavato!” esclama Luisa mentre la ragazza ansima e riprende fiato dopo l’orgasmo “passiamo ora alla seconda, Marta tocca a te!”. Marta sceglie con cura la sua carota dal cesto e la posa sulla passerina della ragazza che dopo qualche istante esclama “Stavolta sono sicura: quaranta centimetri!”.
“Anche stavolta ti sbagli Francesca!” le risponde Marta “La tua penitenza sarà ora data dalle foglie di questa turgida carota” e prendendo una delle due carote rimaste davanti a Francesca inizia a fustigarla con dolcezza sul culetto sodo “ ahhii, ahhii…” esclama Francesca mentre Marta continua a frustarla sulle chiappe, senza risparmiare il buchetto posteriore e lo spazio che lo separa dalla passerina tutta bagnata. Francesca muove il culetto agitandosi per sfuggire ai colpi, ma una strana sensazione di calore inizia a farsi sentire … piano piano il movimento del culetto rallenta e inizia a seguire il ritmo dei colpi leggeri di Marta … che sono tutt’altro che dolorosi, e solleticano la fantasia di Francesca, sempre più eccitata… A questo punto, ormai eccitate dal godimento della ragazza, le cuoca Luisa slaccia la patta di Carlo per succhiare la verga dura e nodosa come fosse un cono gelato e, dopo essersi raccomandata di far piano, la indirizza verso la fessura bagnata di Francesca, massaggiandogli le palle a dovere. L’enorme pene di Carlo entra lentamente nella patatina di Francesca che ansima e lo incoraggia mentre viene riempita completamente” Ahhh Mi piace Carlo, spingilo in fondo, ahhh Fino in fondo così! Ancora… tutto … così … hhh …!”. Carlo inizia pompare, incoraggiato da Francesca che ormai ha perso ogni inibizione ed è prossima al secondo orgasmo, fino a farla venire fra i sospiri e le urla di piacere sul tavolaccio della cucina, sotto gli sguardi di Luisa e Marta che si masturbano eccitate. Carlo estrae la verga ancora palpitante per schizzare abbondantemente nella fessura tra le chiappe della ragazza.
Dopo alcuni minuti Francesca si rialza e Luisa le si avvicina massaggiandola e carezzando il sederino, ancora nudo e palpitante, e con tono scherzoso le dice “Allora, la nostra piccola Francesca ha capito la lezione di oggi?”, Francesca risponde “… non so come ringraziarvi delle cose che mi avete insegnato oggi, a presto!” e ritorna verso la sua camera, sperando in cuor suo che la lezione non sia finita così…
4
1
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
10 anni per averla
10 anni per averla
Dedica:
Alle signore Giuli (Tonis nel racconto) e Quandomai (Giovanna nel racconto) per la loro gentilezza, semplicità e per la bellezza raffinata ed altamente conturbante allo stesso tempo del loro corpo e viso oltre che all’ ululante uomo delle notti meneghine…Don Lupox da Milano ; Anche a mia moglie che mi sopporta da tanti anni.
Non me ne vogliano gli/le altri/altre ma tutti non ci stavate …….Un saluto particolare a chi sa di riceverlo.
Premessa: Alcuni anni fa mi venne lo “schiribizzo” di andare a pescare nei laghi del centro italia e li’ conobbi un altro pescatore di mezza età con cui feci amicizia e che mi racconto una storia alquanto difficile da credere ma che si rivelò vera per motivi che lascio a Voi capire. I particolari ovviamente non me li ricordo ma la trama benissimo.
Quindi l’ambienterò in luoghi a me cari, con nomi fittizi come se fossi stato io a viverla. E’ ovvio che è tutta fantasia .
Personaggi:
Io cioè Gualtiero detto Pesca e Gianni detto Lupox per la sua mania di ululare quando passavano ragazze particolarmente belle e mio amico dalla più tenera infanzia abitanti a Cameri comune di manco 10.000 anime a pochi km da Novara. Pescatori accaniti e donnaioli….anzi ex donnaioli ma sempre e comunque amanti delle donne interessanti. Attualmente 20 anni dopo la fine di questi fatti siamo abituali frequentatori di farmacie…anzi di una sola che ci ha fatto l’abbonamento: 13 scatole di Viagra al prezzo di 10!!! Dicono che vi sia in circolazione qualcosa di più potente ma a Noi basta quello….
Di origini operaie/contadine attualmente abbiamo attualmente tanta tanta tanta“grana” e pensiamo solo a trombare e pescare & solazzi vari. Gianni è un uomo dall’intelligenza straordinaria con una umanità e genialità straordinaria che unita all’improvvisazione ed a un pizzico di pazzia che lo portava a fare dei “numeri” incredibili per conquistare la “bella” di turno. Licenza media e attestato regionale “venditore edile” conquistato per meriti ciulatori ….Fisico asciutto da atleta. Un po’ sognatore… Io sono normale ma più pratico; “ragiunat” diplomato, fisico normale tendente al robusto, conquistatore di figa, anzi ex conquistadores, colla mente e l’astuzia (almeno cosi’ dicono…boh) invece che col fisico…
Un po’ irascibili entrambi con qualche rissa giovanile all’ attivo. Date tante, prese idem almeno inizialmente…
Le donne? Scoprirete Voi i personaggi….I nomi sono Tonis (Giuli) e Giovanna (quandomai)
Antefatti erotici
A 13 anni riesco a toccare e leccare le tettine per qualche tempo a una mia compagna di banco. Anche un ditalino li feci ma lei masturbarmi non volle…
Lupox qualche mese dopo ci prova colla stessa e questa gli fa pure una pompa….Bah! Gasato si presenta nudo alla matura ma avvenente vicina di casa interpretando male delle carezze amorevoli della tipa sulla sua testa. Ne ricaverà un calcio nei “gioielli” e una manica di botte dal padre.
Dopo qualche storiellina con paesane ecco che piomba in paese LA SVEDESE!!! Anzi Italo-Svedese in ferie dallo zio. Potete immaginare altissima, bionda, con poco seno (una terza appena appena) , aria da dura che in bicicletta scorazzava per le
vie del paese che effetto potè avere sui giovani ormoni cameresi…Altezzosa pareva ignorar tutti ma una sera la vedemmo arrivar in una stretta viuzza… Ululando il suo amor Lupox a terra si distese…escoriazioni varie prese ma qualche giorno dopo anche il “pelo” della SVEDESE!!! Lo tirò bello spompato nel giro di una settimana e cosi lo dovetti sostituire…E’ dura, ogni tanto, esser veri amici
L’appetito vien mangiando e cosi difficilmente erano senza ragazze. Mai ci innamorammo però....a dir il vero una mezza “scuffiotta” Lupox se la prese per una prof. 40enne della classe vicina, tal Noemi, nonché moglie del direttore Perandù dell’ Istituto Formazione Operatori Edilizia che non insegnava a fare case ma a venderle o quantomeno ad agire nell’ambito edilizio nel settore vendite. Il Perandù era anche titolare con fratelli di un grosso magazzino edile in Trecate e trattava case e terreni. Lupox impazziva per le nere di capelli!!! Io per le bionde!!! Forse per gelosia nei confronti di una sua allieva piacente che si credeva più bella di Lei e a cui Lupox prestava attenzione si fece trombare dal giovin virgulto in piedi nel bagno mugolando di piacere facendo attenzione che l’ inesperta concorrente ben sentisse. GRAN TROIA la Prof!!! Stranamente non si preoccupò che anche il Perandù potesse sentire la stessa cosa….Godette veramente e a Lupox offri un posto nella ditta a scuola finita. Sebben preso dalla nera di origine calabrese più del normale passò dal vender piastrelle a vender case in un battibaleno. Ogni tanto “tappava qualche spiffero” di qualche cliente femmina e in breve tempo e colle provvigioni un bel gruzzoletto si stava facendo.. Poi intervenne il Perandù drasticamente e si scoprò l’arcano….ad una festa a Lupox un bel palo gli mise in mano…Di rimando il prode Gianni un destro sul naso gli pianto. Lo soccorsi io ed in bagno un bel “bollito” anche io gli diedi…mai avesse parlato senò sapeva cosa gli sarebbe aspettato!!! Ci mettemmo in società ; Lui a comprare e vendere ed io ad amministrare. Sia la prima che la seconda segretaria brutte le scegliemmo; sul lavoro niente distrazioni!!!! A 25 anni eravamo già ben ricchi ma qua accadde il FATTO!!!
IL FATTO
Quella sera di primavera verso le 18 eravamo a Novara e stavamo andando a prender l’aperitivo al Bar Borsa dopo aver fatto un affare. Davanti a Noi si scaglio una figura femminile che ci fece trasalire; Altezza media , capelli nerissimi medio lunghi, e seno prosperoso anche se il giubbottino non lo faceva trasparire bene. Dir che era bellissima era poco ma aveva lo sguardo triste, estremamente triste…Non ci vide manco tutta intenta nei suoi pensieri. Lupox parti di corsa come un treno lanciando un ululato a me mai sentito. Qualche secondo dopo senti un grido di dolore alle mie spalle….il BASTARDONE aveva fatto di corsa il giro dell’ isolato e aveva cominciato a salire le scale che portano al porticato ed aveva fatto finta di inciampare proprio dinnanzi a Lei che naturalmente lo aveva soccorso. Lo lasciai fare e da lontano li guardavo. Riusci’ a portar la ragazza al Bar; Lui parlava parlava . La tristezza della ragazza dopo un po’ spari, qualche sorriso compare assieme anche ad una fragorosa risata. Eran diventate le 20 oramai e mi stavo un po’ stufando; Avevo già bevuto 3 aperitivi, mangiato 2 pacchetti di noccioline e raccontato al barista 3 volte la storia vera del luccio di 6 kg che prendemmo in inverno e quella inventata dell’altro da minimo 15 che ci era sfuggito. Nel bar irruppe un signore di mezza età con un giovinotto similar ad HULK….
La ragazza si gettò fra le sue braccia e poi fra quelle del ragazzone : “Pensavamo che eri sparita…adessi vieni con Noi”. La ragazza andò verso Gianni e gli diede un bacio in fronte “ Grazie degli attimi di felicità che mi hai dato ma purtroppo devo andare”. Lupox la prese per un braccio ma HULK lo spinse via…Mentre se ne andavano la ragazza mando un saluto a Lupox e gridò “ Tonis mi chiamo Tonis…sei un autentico tesoro..peccato che non ne possa usufruire”.
Gianni era sgomento, io pure . Venne verso di me e dopo un grappino mi disse “ Abita a Firenze ed era dagli zii, domani riparte!!! E’ la mia dea Maya della città di Uxmal. Setaccerò Firenze da capo a piedi ma la ritroverò!!! Gualtiero adesso so cosa è l’amore fatale ed ancestrale-“.
Apri una agenzia a Firenze anche se gli affari glieli curavo ancora io.
Passavano i mesi e anche un anno ma le ricerche erano vane. Pescava poco e trombava ancor meno. Si concedeva una puttana di lusso ogni tanto ma nulla più. Quando lo andavo a trovare lo vedevo sempre più col morale basso. Io non capivo…non ero mai stato innamorato forse!
Due anni dopo …e tocca a me!!!
Passai l’estate a carpe e l’ inverno senza andare a pesca dedicandomi al trombaggio di un paio di donzelle che conobbi in quel periodo…una non era più tanto giovane e manco tanto bella ma aveva 2 tette giunoniche e MON DIEU che pompe che faceva!!! Andar a lucci da solo non mi ispirava un gran che …Feci solo un giro nel Po a Casale dedicandomi alla pesca solo un paio d’ore e girovagando per il Monferrato; Trovai una vecchia cascina in disuso e pensai che sarebbe stato un buon affare comprarla, ristrutturarla, metterci un fattore e dedicarla a luogo di trombaggio per me e Gianni quando sarebbe rinsavito. Stavo ragionando come un capitalista…io uomo delle campagne stavo tradendo la mia ideologia social comunista e me ne vergognai un po’. Mi dissi che l’utopia era utopia e la realtà era realtà; presi i dati necessari per riuscire ad identificare la proprietà e li consegnai ad una delle segretarie col compito di contattare poi la proprietà.
A primavera inoltrata però ricominciai la pesca ed individuai sull’ Agogna a Caltignaga una splendida vecchia trota fario di sicuro oltre i 3 kg. La insidiai col verme, col pesciolino morto manovrato ma nulla. Decisi cosi di provare colla bilancia; Tecnica efficace ma noiosa che prevede anche ore di attesa collo sguardo puntato sull’acqua ad aspettare che il pesce prescelto passasse sulla rete. Quel giorno era già dall’alba che stavo là; ne avevo i testicoli pieni ma la “regina” era in caccia…vedevo poco distante i movimenti delle sue cacciate in acqua bassa sui vaironi e piccole lasche. Erano oramai le 10 e sentii un vociare femminile fra le fra le piante e le frasche della sponda opposta; senz’altro qualche donzella che cominciava a venire a prendere i primi soli…Tutto ad un tratto un corpo femminile sbucò seminudo e si lancio in acqua fino alle ginocchia ridendo!!!
-“NOOOOOOOOO” fù il mio grido subito ritratto in gola dalla vista di un qualcosa che mai mi ero immaginato che esistesse!!! Alta, bionda, con due gambe perfette ed il viso di un angelo dell’inferno indossa solo le mutandine da bagno ed ostentava un seno da sballo che manco tentò di coprire colle braccia quando si accorse della mia presenza-
“Scusa Pescatore ma non mi ero accorto della tua presenza. Quandomai imparerò ad essere meno sbadata?”.
Impietrito davanti a cotal bellezza non proferii parola e Lei guardandomi con aria maliziosa disse “Quandomai prendesse qualche pesce me lo potrebbe regalare; I miei genitori e il mio fratellone ne vanno pazzi; Quandomai fosse una trota sarebbe apprezzata anche da me…sa io ho dei gusti raffinati in ogni campo…”.
Ripresomi dallo sgomento gli dissi “ Senta signorina Quandomai Lei passi di qua ogni tanto che non si sa mai…Il pesce c’è l’ho anche adesso ma solo per Lei…”. Rise di gusto. “Quandomai l’università mi lasciasse altri giorni da dedicare al relax lo farò…”.
Smontando l’oramai inutile attrezzo da pesca proferei “Signorina Quandomai può anche studiare prendendo il sole se vuole”. Capendo che un po’ la sfottevo per il suo dire sempre quandomai mi rispose “Le ho detto che amo le cose raffinate e sarei distratta ed anche Lei lo sarebbe se non è gay quindi pensi a prendere il pesce prima. Quandomai le capitasse una bella trota però passi pure a prendere un aperitivo al bar della piazza del paese che a quell’ ora mi trova sempre. Ma solo se ha la trota…***Mi saluto, si girò e quasi svenni davanti al suo culetto…Sentii l’altra voce femminile al di là delle frasche che gli diceva “Giovanna sei sempre la solita….devi far impazzire tutti eh…” e Lei di rimando “ Quandomai prendesse veramente la trota magari magari magari poi gli faccio assaggiare la mia di trota…il tipo è di mio gusto e sembra pure sveglio” e grido a squarciagola “Mi chiamo comunque GIOVANNA, hai capito pescatore, GIOVANNA”. Feci la Caltignaga –Cameri in stato comatoso…realizzai subito che mi ero innamorato veramente per la prima volta. Ma “quandomai” era una donna pericolosa..capace di far fare ad un uomo quello che voleva. Presi la canna da Mort Manieè alla Svizzera ed andai a prendere 3 trote di taglia normale sul Sesia a Romagnano. Mica aveva detto che dovevano essere trote dell’ Agogna!!! Alle 18 ero già al bar di Caltignaga e Lei era là attorniata da 3 maschi. Uno lo conoscevo ed all’ingresso mi salutò subito “Olà Gualtiero che buon vento”. Lo chiamai a me e gli dissi “Smamma subito tu e i tuoi 2 compari…”. Memore di una manica di botte che rifilammo a quella compagnia anni fa io e Lupo il tipo saluto Quandomai e si tiro appresso gli altri 2. Uno era un po’ restio ma visto il mio sguardo filò via anche lui.
Giovanna aveva una camicetta sbottonata ove il suo fantastico seno strabordava quasi fuori…Una classica esibizionista!
Gli diedi il cestino di vimini colle trote avvolte in fresche frasche e gli dissi:
”Le trote per te sono qua; la trota per me dove è?” . Ero sempre stato intimidito dalle troppe belle ma Giovanna era più che bella…era un dea e con gli dei bisogna dimostrare coraggio.
“Quandomai fossero anche buone magari la vedrai almeno…assaggiare non sò; Continua a pescare nel solito posto che potrei decidere di ascoltare il tuo consiglio e studiare al sole…la trota mia è sempre al suo posto cmq ”.
Il mio sguardo fini di pare ping pong fra le sue gambe e le tette e si diresse fiero verso i suoi occhi; “Signorina Quandomai io torno a pescare, pianterò anche una tenda sul posto ma non faccia andare a prendere il burro da sua madre in montagna per cucinare le trote….Non sono un tipo dalla troppa pazienza anche per una “marmorata” (trota di pregio rara) come Lei” copiando una frase che disse Lupo qualche anno prima .
Mi saluto con la manina e uno sguardo da vero angelo dell’ inferno e se ne andò col cestino. Anche il cestino si era presa oltre al mio cuore!!! Il cestino di vimini del nonno ammapatè si era preso e io non gli avevo detto nulla””. Ero diventato proprio rincoglionito!!! Cmq piazzai l’indomani una tendina nella postazione di pesca; Non c’è ne sarebbe stata neanche bisogno…Alle 15 Giovanna avanza fiera sulla piccola spiaggietta vicina col cestino di vimini in mano indossando un paio di calzoni corti e una camicetta bianca; Si getto a nuoto nel torrente ed usci dall’acqua come fosse Venere. La camicetta bagnata faceva vedere benissimo il suo seno!!! Una donna intrigante come mai!! “Le trote erano ottime; eccoti il cestino, ti aspetto per l’aperitivo stasera, adesso vado a studiare.”. Si giro per tuffarsi ma gli presi un braccio, la girai e gli infilai la lingua in bocca stringendola a me. Il pene era gia duro e glielo premevo appena sopra il suo boschetto. Un lungo travolgente bacio ci impegno per qualche minuto fino a quando le mie mani scivolarono sul seno. Lo stampo della sua mano destra mi rimase sulla guancia sinistra per qualche minuto…
“Quandomai volessi altro da Lei caro signor pescatore glielo comunicherò durante qualche aperitivo serale al solito bar” mi disse tuffandosi con aria fiera e Maliziosa. Mentre se ne andava urlai “Gualtiero, son Gualtiero”!!!
Furono 2 mesi di aperitivi, poi anche di amari assieme a una sacco di discussioni di ogni tipo. Ci raccontammo le nostre esperienze passate; Non era più vergine da un bel po’; usciva da una lunga esperienza risultata poi negativa con un medico dell’ospedale e quindi capii. Mi disse anche che però solo io l’avevo attratta immediatamente e che era ben contenta di aver scoperto un bel cervello in me anche. Non gli raccontai della storia di Lupo e Tonis. A pensare al mio grande amico mi veniva un groppo in gola. Ci scappava qualche appassionato bacio ed un altro paio di fotografie della sua mano sulla mia guancia. Una sera gli dissi anche “Ohhh Quandomai la prossima volta cambia mano…vorrai mica che resti celebroleso solo da una parte?” Mi rispose : “prendi altre trote piuttosto che il mio fratellone le altre le ha gustate bene e ne vorrebbe ancora …”.
-“Di alla mamma di preparare la padella, il burro e una sedia in più per domani sera; voglio provare anche io la cucina di tua madre. Il vino bianco lo porto io.”
Il suo volto si illuminò, mi bacio sulla fronte e disse “Era quello che aspettavo; Non avevi capito che sono pazza di te anche io?” Fece 2 passi verso l’uscita del bar si girò “La penultima villetta fuori paese sulla strada che và a Sologno; verso le 18 riesci ad averle pescate?
Alle 9 del mattino 5 splendide fario del Terdoppio erano già nel mio frigo!!! Alle 17.30 ero davanti alla villetta; suonai il campanello e venne ad aprire una figura a me non nuova. Era l’incredibile Hulk di quella sera al Bar Borsa di Novara!!! Rimasi sbigottito tanto che l’enorme ragazzo disse “ Va beh che mia sorella è una figa incredibile ma restare cosi’ davanti al fratello…”. Mi ripresi un attimo. Di certo non mi aveva riconosciuto. Arrivo anche Giovanna che mi presentò alla mamma e al babbo. Dopo qualche chiacchera restammo soli mentre la madre spadellava e i 2 maschi finivano dei lavoretti nell’orto. Gli raccontai la storia di Lupo e Tonis che ancora gli era oscura.
“Tonis è mia cugina, la figlia del fratello di mia madre; ogni tanto viene a passare qualche gg da noi. Abitano vicino a Prato ma studia o meglio studiava a Firenze. E’ da qualche anno che è sempre triste, depressa ma non so il perché. Ti faccio parlare dopo cena con mia madre. Ma velocemente che dopo voglio a prendere l’amaro al bar e anche…” Il mio volto si illumino d’immenso e Lei ancora “beh le tue mani e tua bocca sul mio seno…speravi di più?”. MON DIEU se mi faceva friggere come quelle trote in padella!!!
Dopo cena la signora Barbara spedi il marito e il figlio a Novara a prendere il gelato proprio in una gelateria dall’altra parte della città….”Ecco da chi ha preso Giovanna…” pensai.
“Tonis a 15 anni è stata aggredita in giardino da 3 balordi mentre era sola; l’hanno picchiata e stavano cercando di violentarla. Uno di loro aveva il pene già appoggiato sul suo sedere per sodomizzarla quando, per fortuna, tornarono i 2 cani pastori ed azzannando i malviventi li fecero fuggire. Da allora rifiuta qualsiasi contatto con qualsiasi maschio che tenti di corteggiarla. “
Si fermo un attimo, bevve un sorso di grappa e riprese:
”Solo io e i suoi genitori lo sappiamo; Mio fratello non ha voluto dare in pasto alla stampa nulla e fece denuncia ad un suo amico magistrato in tutta segretezza. Neanche mio marito e i miei 2 figli lo sanno…beh adesso Giovanna o come la chiami tu quandomai (e qua gli scappò un sorriso)lo sa!!. Cmq se il tuo amico è riuscita a farla sorridere forse è l’uomo giusto. Tu telefonagli e io vedo se riesco a farla venire qua ed a farli incontrare…Altre trote le puoi procurare?”
Gli risposi “Suocera… Ops signora mi dica quandomai le vuole… Ops quando le vuole e le trote saranno belle che nel cestino. Quandomai ha trovato miglior pescivendolo e pure gratis in vita sua?”
Giovanna mi guardo seria: “quandomai ti ho detto che ti sposo? E poi smettila di prendermi in giro con stà storia”. Si accorse di aver detto ancora una volta la magica parola e scoppiamo tutti a ridere.
La cosa si organizzò in qualche giorno non senza fatica. Io Non dissi nulla a Lupo che fino a poche ore prima ed anche la zia fece lo stesso con Tonis. Nel giardino attistante la villa i 2 si videro e si gettarono fra le braccia e scoppiarono a piangere; Piangevano loro, la zia, Giovanna e pure anche Hulk che nel frattempo era stato erudito assieme al padre dei fatti. Quel giardino per qualche giorno non dovete essere innaffiato!!! Furono 15 gg spensierati quelli di fine settembre. Tutti e 4 assieme passavamo le belle giornate sulle rive di qualche acqua a ridere, scherzare, pescare ed anche a pomiciare . Tonis lasciava mezzo suo corpo in balia di Lupo ma quando la mano del mio amico scendeva verso le mutandine si irrigidiva e si toglieva spaventata. Cmq era già qualcosa. Giovanna ebbe orgasmi multipli con la mia mano e io con la sua. Un pomeriggio i 2 decisero per una gita sul lago d’Orta. Siccome era quasi la chiusura della trota che avrebbe iniziato il periodo degli amori proposi a Giovanna una pescata-pomiciata sul luogo del nostro incontro allo scopo di insidiare per l’ultima volta quell’ anno la “vecchia” trota che avrebbe dovuto essere ancora in quel posto. Pomiciammo un po’ nel boschetto adiacente ma non troppo. Lei cmq si bagno le mutandine. Io era stranamente teso e non riuscii a farmi venire. Decidemmo quindi di passare alla pesca. Arrivando più vicino all’acqua vidi le sue cacciate in acqua bassa!!
Pensai “E’ mia!”; innescai un bel verme e tenendomi lontano dalla riva lo feci posare nel luogo delle cacciate . Una tremenda botta fece flettere il cimino. Aveva abboccato!!! Era Lei di sicuro!! La lasciai sfogare tenendo ben in tiro la lenza; qualche salto fuori d’acqua tipico della specie fece fare gridolini di meraviglia a Giovanna che mai aveva assistito a scene di quel tipo. Finalmente dopo 15 minuti sfinita si lascio trasportare fino in acqua bassa dove il mio guadino la accolse. Era una stupenda fario dai puntini rossi di oltre 3 kg ; quasi certamente una femmina. Giovanna mi diede una bacino “quandomai c’è ne fosse bisogno la cena per un po’ è assicurata”. Gli risposi “ Inizia per lei la stagione degli amori, facciamogliene fare un’altra almeno..”. Riposi il guadino in acqua, lo girai sottosopra, e la trota filo via verso la sua tana.
“ Un simil atto d’amore ne merita un altro” mi disse Giovanna. Mi spoglio completamente e mi fece distendere. “Chiudi gli occhi amore mio adesso. La tua quandomai ti farà un regalino…”. Idealizza i una bella pompa finalmente ma furono le labbra della sua ciccina ad avvolgere il mio pene. Apri gli occhi e lei era su di me e tenendosi per le braccia si muoveva ritmicamente sul mio corpo. Era bella come venere ed anche di più. Vidi i segnali del suo orgasmo ma non riuscii o non volli togliermi e le inondai le viscere di sperma. Mi bacio la fronte e disse “Ti amo immensamente e quandomai fosse che sono rimasta incinta ci sposiamo subito; adesso fumati una delle tue belle sigarette che poi riprendiamo. Non vorrai che la prima volta ne facciamo solo una?”””
Ne avevo solo una di sigaretta e decisi di utilizzarla nel probabile intervallo fra la seconda e la terza……
Il buio stava calando e andai a prendere la pila in auto. Al ritorno la scopai nella posizione classica e ancora una volta gli venni dentro….questa volta scientificamente direi. La sigaretta fù consumata come appena dopo la terza scopata. La quarta venne da sé anche se io proprio non riuscii a finirla….
Fini’ l’estate
I 2 andarono a convivere vicino a Firenze e presero pura una psichiatra ma Tonis era sempre molto reminiscenze. Si lasciava leccare anche la “ciccina”, si bagnava tutta , ma quando Lupox propendeva verso di essa il suo affare si ritraeva e non diciamo cosa faceva anche se solo le sue mani un po’ di più si avvicinavano all’ano…Andavamo a trovarli ed eravamo talmente in confidenza che non si faceva pudor a girar nudaper casa con me li’. Un giorno dissi a Giovanna: “ Fossi io Lupox la violenterei…magari diventa un contro schoc”. Era un po’ che avevo un similar stampo della mano sulla mia guancia!!!!
Passò un anno: Io e Giovanna ci lasciammo. Ci amavamo da morire ma litigavamo sempre. Avevamo 2 caratteri ribelli ed ancor troppo selvatici. L’ultima volta gli gridai “ TI MANGERO’ IL CERVELLO prima o poiiiiiiii”. La tensione a casa Lupox/Tonis saliva ed anche loro litigavano. Quandomai si rimise col dottore. HULK accompagnato dai suoi mi pregarono di salvarla da quelle grinfie .
Passò un altro anno di stavi ed avvenimenti vari di seconda importanza. Lupox dietro consiglio della 40esima “strizzacervelli” (mai un uomo volle Tonis come psichiatra) la sposò. Non potevamo mancare io e Giovanna.!Ero parecchio nervoso; era mesi che non la vedevo e cominciavo a dimenticarla…ma non per più di una ora. Giunsi a Prato per via del traffico solo al pranzo già iniziato. Salutai gli sposi e vidi HULK, seduto vicino al dottore, Giovanna come una dea al suo fianco e una sedia libera al di là. Il giovanotto che conviveva con una tipa in carne che io gli presentai mi adorava. MI si avvicinò e mi disse in un orecchio “La sedia vicino a Lei è per te! Salvaci !!! Credo vogliano sposarsi.” Mi sedetti , salutai tutti. Giovanna mi rivolse un sorriso a 34 denti e il dottore un “piacere di conoscerla; Giovanna mi ha molto parlato di Lei sa. Purtroppo per Lei Ragioner Gualtiero ha scelto me” con un sorrisino ironico. QUESTO ERA TROPPO!!! Andai in bagno e mi lavai un po’ per togliermi il sudore del viaggio ma soprattutto per chiarirmi le idee. Tornai al tavolo e mi sedetti; Mentre il dottore illuminava del suo sapere i conviviali una posata di quandomai cadde. Tre decimi di secondo e avevo la testa infilata fra le sue cosce allargate. Non ci stetti molto e andai nell’ampio giardino del ristorante dietro una alta siepe; dopo qualche minuto anche Giovanna era li’. Senza proferir parola si alzò la gonna e si girò.
Gli dissi “L’ultima preferisco non farla. Starei male tutta la vita!!””
Torno in sala e io dietro di Lei. Sali su un tavolo fra i commensali stupiti. Era un po’ pazza anche Lei!
“Signori devo annunciare anche il mio matrimonio!!”” Il sorriso del dottore si illumino d’immenso “ Io e Gualtiero il tempo di fare le carte e ci sposiamo!”:
Fù il putiferio!! Il dottore fece per scattare ma HULK lo fece volare…Un paio di parenti del dottore fecero per intervenire ma il nostro direttor della sede fiorentina, tal Sparty , con 2 belle bottigliate in crapa li fermo. Una rissa ad un matrimonio…che goduria!!!!!. Pagai di tasca mia i danni al ristoratore pure. Poi Giovanna fiera mi rivolse ancora la parola “Quandomai ne indovini una? Ah l’ultima doveva essere? Fino al matrimonio l’ultima sarà…..ma fai le carte in fretta!!!”.
Passò un anno ancor , quasi due ma le cose fra Gianni non funzionavano e cosi’ si separarono. Lui parti per il centro america dove viveva allo sbando come un poveraccio. Pure armato girava con una piccolo revolver tascabile. Ogni tanto telefonava ai genitori e a me. Tonis era sparita!!! La rivedemmo un paio d’anni dopo. Voleva assolutamente parlare con Gianni ma Noi gli spiegammo che non sapevamo dove era e nessun recapito manco telefonico ci aveva lasciato. Al successiva telefonata Lupox al nome di Tonis interruppe la conversazione. La pover donna si ripresento e sapendo in lacrime se ne andò.
Lupox dopo qualche tempo aveva la voce più serena. Viveva con una povera tribù cilena e una donna gli alienava il dolore.
Ed accadde il fattaccio….10 ANNI DOPO!!!!
Lupox cuore d’oro volle vendere tutti i beni fiorentini per regalarli alla tribù. Sparty si occupò delle trattative e dopo qualche mese rividi il mio amico. Smagrito quasi smunto, un barbone a lui inconsueto, era però di cipiglio fiero. Sapeva di dover tornare a Firenze per le firme del contratto ed era abbastanza teso. Il gran direttore e puttaniere Sparty per lenire la tensione ci propose di andar la prima sera in una villa di puttane dove ogni tanto si presentava una donna misteriosa e bellissima che col volto coperto sempre si dava in pasto al miglior offerente a prezzo base d’asta stratosferico. PUTTANA si’ ma di classe la donna. Solo il culo non dava. A Lupox la cosa parve non interessare molto e ci accompagno solo per non restare in stanza da solo. Alle 23 l’atmosfera alla villa era alle stelle. Tutti i maschi erano eccitati e pure le puttane non eran da meno. La “signora in nero” era sempre un evento. Il cachet arriva a parecchi milioni che pare la donna desse in beneficenza.
La misteriosa donna lascio cadere la tunica nera e immediamente sbiancai in volto e quasi senza ragionare mi girai verso Lupox e gli mollai un tremendo cazzotto sul volto intuendo cosa stava facendo; Cadde svenuto ma non ero riuscito ad impedirgli di esplodere un colpo del revolver che teneva sempre nel taschino della giacca. Guardai verso Giuli, perché di Giuli si trattava!!!!!!!!!! Lo avevo capito subito dal piccolo neo sulla coscia oltre al fatto che il suo corpo ben lo conoscevo, ed essa era distesa per terra con un rivolo di sangue che gli scendeva dal fianco sinistro. Accorsi verso di Lei e vidi che era solo ferita di striscio. Probabilmente ero comunque riuscito a deviargli la mano a Gianni visto che la sua mira era quasi perfetta e da quella distanza l’avrebbe presa in pieno di sicuro. Nel frattempo era successo il fuggi fuggi generale e solo Sparty era rimasto e stava soccorrendo Luigi. Gli intimai di legargli le mani, imbavagliarlo e portarlo in una altra stanza. Sparty intuendo qualcosa di grave ubbidi’ senza fiatare. Svegliai Giuli e mentre gli lavavo e medicavo in qualche modo la ferita e l’aiutavo a rivestirsi mi racconto della storia piangendo come una fontana. Io aprii la porta in modo che Lupox legato ed imbavagliato sentisse. Avrei valutato dopo cosa fare.
Laureatasi aveva fatto pratica in uno studio con una anziano avvocato e il figlio. Ad un fine festa approfittando del fatto che era mezza ubriaca il figlio gli strappo i vestiti e alla pecorina la violentò mentre il padre in bocca glielo infilava. Lei dopo urla di terrore provò un immenso piacere. IL SUO DESTINO SI ERA COMPIUTO!!! Io glielo avevo detto a “quando” ed una sberla mi ero preso…. Finita la triste o forse benefica serata riflettè a lungo sulla cosa. Decise di riprovare con uno sconosciuto e cosi seppe anche Lei che il c…. sapeva apprezzare. Venne da me ma non oso dirmi tutto. Lavorava, lavorava ma ogni tanto i brividi del piacere doveva cercare sempre pensando che LUpox fosse l’amante di turno e cosi’ con l’aiuto di una amica organizzava ogni tanto la messa in scena. Piansi, quella volta piansi anche io mentre dissi a Sparty di liberare Gianni.
Lupox si avvicinò a Tonis e la guardo intensamente. Il silenzio regno per qualche minuto. Presi Tonis da parte e gli sussurai una cosa nell’ orecchio. Ella sbianco!!! Poi andò da Lupox e disse “ qualcosa per te è rimasta se ancora mi vuoi?”.
Io accompagnato da Sparty andammo nell’altra stanza. Un urlo disumano giunse…Sparty fece per precipitarsi ma lo trattenni e gli dissi “L’ano gli ha riservato!!”. Le grida diventarono mugolii di piacere e poco dopo Lupox e Tonis entrarono e a momenti mi ammazzavano dalla felicità per la soluzione trovata.
Lasciammo Sparty per i lidi novaresi. Gli lasciammo pure la direzione di tutti gli averi. Noi 4 adesso potevamo solo godere!
IL FINALE
Viviamo felici e contenti. Le donne rimasero incinte in breve tempo. Dopo un po’ lo scambio di coppia divenne naturale . Adesso stiam pensando io e Lupox di farci qualche amante….Le due donne stan per diventar nonne e ai poveri mariti non ci pensano più.
Eh si’ perché Amos il figliol loro a 17 anni ben ha pensato di metter incinta Maya la nostra figliola…
Quante mazzate in capo gli ho dato!! A chi? A Lupox ovviamente!!!
15
3
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Aaron
Mi chiamo Elena ho 28 anni, sono ragioniera in una ditta ed ho grandi soddisfazioni professionali essendo entrata come primo lavoro ed essendo oggi responsabile di tutta la parte amministrativa.
Grazie al mio capo, alla mia testardaggine, a due master fatti in estate a Londra.
Sono quindi indipendente, vivo da sola pratico molto sport nuoto tennis palla a volo.
Sono 168 peso 58 kg capelli castani occhi azzurri ho la quinta di seno.
Ho avuto qualche relazione in passato durata sei mesi, ma oggi preferisco avventure o week end, storie senza coinvolgimenti sentimentali, per me è molto importante fare sesso con un uomo molto muscoloso.
In genere cerco fuori dell’ambiente in quanto non voglio maschi appiccicosi e che “per caso” m’incontrano al solito ristorante o pizzeria.
Ho molti amici, amiche con cui ho solo un rapporto amichevole sportivo ma non sessuale.
Ultimamente chatto per cercare qualcuno d’interessante, ma fin’ora non mi è capitato nessuno: sono tutti come tu li vuoi solo nelle foto poi quando fai un incontro realizzi che sono totalmente diversi. Il mondo maschile della Chat da molta importanza alla dimensione del cazzo e poco al fisico.
Ho conosciuto Aaron in aereo, eravamo seduti accanto e vi confesso che ero stupita da quest’uomo alto, enorme e nero,con un viso piacevole ed un look distinto.
Mi ha colpita con la sua gentilezza mai invasiva, ed uno spirito tipicamente anglosassone ma mediterraneo. Il volo di rientro dall’america ci ha dato modo di conoscerci e scherzare, lui è un caraibico studi in America funzionario di una multinazionale e viene in Italia per lavoro.
Mentre aspettiamo i bagagli a Malpensa, mi chiede se ceniamo insieme a Milano, non
ho voglia di andare fino a Milano, ed Aaron mi piace quindi gli dico”andiamo a colazione qui nei dintorni ” lui accetta con entusiasmo.
Sono le 11,30 di sabato, quando ritiriamo bagagli e macchina, ci avviamo verso il Ticino, c’è un posto tranquillo dove si mangia bene.
Durante la colazione continuiamo a parlare del mondo, del clima, di sport.
Insiste per pagare lui il conto.
Apro la macchina ed appena entriamo mi abbraccia mi bacia, io rispondo convinta e con entusiasmo, è la prima volta che bacio un uomo di colore labbra grandi e morbide, abbracciandolo mi rendo conto che Aaron è un fascio di muscoli e mi eccita molto.
Decidiamo di andare da me, appena a casa dentro mi bacia e comincia a spogliarmi, io spoglio lui.
Nudi, mi rendo conto che Aaron, non ha un grammo di grasso è un fascio di muscoli, i pettorali sporgono enormi da spalle larghe e fasciatissime, gli addominali formano una tartaruga perfetta,le gambe muscolosissime ed un cazzo grosso, enorme.
Lui comincia a leccarmi tutta dai capezzoli, le tette, l’ombelico, mi prende per le ascelle mi alza mi mette a cavalcioni sulle sue spalle ed affoga la sua bocca nella mia figa mi bacia e lecca intensamente, sono fradicia ed eccitatissima mi riprende per le ascelle ed abbassandomi mi trovo la sua grossa cappella puntata sulle mie labbra sgocciolanti di saliva e umori.
Mi sento slargare le labbra, mi penetra deciso e forte, lo sento duro dentro la mia figa.
Le sue braccia imponenti mi sollevano e mi abbassano su quell’enorme cazzo. Comincio a sentirlo fortissimo, mi succhia i capezzoli , mi mangia le tette….vengo forte sul suo cazzo che s’indurisce di più.
Mi porta in camera da letto sempre dentro di me come fossi un giocattolo, ha un fisico da bodybuilder ed è fortissimo, ci sdraiamo mi è completamente dentro, sento le sue mani dappertutto, sento tra le mani muscoli esagerati forti duri mi scopa fortissimo…godo ancora.
Mi sta pompando fortissimo ogni colpo fino in fondo, vado in estasi sto venendo a ripetizione come una fontana.
Mentre mi pompa gli succhio i capezzoli lecco i pettorali stringo le sue natiche contro la mia figa lo voglio tutto dentro. Si alza a squadra mi attacco con le gambe ai suoi fianchi le braccia al collo e lo scopo dentro la figa, determino il ritmo, lo sento enorme e duro si abbassa mi appoggia al letto e mi pompa furiosamente lo sento durissimo e grosso mentre continuo a venire lo sento inondarmi la figa, riempirmi con getti caldi e forti, mi rigira mi ritrovo sopra di lui mentre continua a venire e rimane durissimo continua a pomparmi forte.
La mia figa cola sperma ed umori ma lui continua pomparmi duro, usa il cazzo delicatamente tiene tra le mia grandi labbra la grossa cappella, mi struscia il clitoride con il filetto poi tutto dentro fino alle palle……è fantastico continuo a venire.
Lo sfila e me lo ritrovo in mezzo alle mie tette la cappella mi sfiora la bocca la lecco e la succhio forte.
E’ un cazzo pieno di vene con una cappella grossa rosata infilo la lingua nel suo buchino
Gli piace scoparmi tra le tette con un pompino ….viene nella mia bocca , ingoio la sua sbora e mi ritrovo la sua lingua in bocca a baciarmi leccarmi succhiarmi..
Mi lecca tuttala figa il culo le tette mi succhia i capezzoli e li strizza gentilmente tra i denti, mi lecca il collo mi succhia le orecchie sento che il suo cazzo di nuovo duro, lo struscio sul clitoride, mi piace tantissimo sentire il suo filetto contrastare il mio clitoride, Aaron fa strusciare tutto il suo cazzo contro il mio clitoride dal filetto fino in fondo, vedo il suo cazzo duro arrivare fino al mio ombelico.
E’ veramente enorme, lo voglio subito tutto dentro mi penetra forte deciso fino in fondo godo appena mi tocca la radice. Sento le sue palle battere contro, lui mi rovescia sopra e mi scopa forte ma delicatamente, resta avvinghiato alla mia bocca, mi stringe le tette con delicatezza,è tutto dentro restiamo fermi lui dentro di me , la mia figa lo succhia avida.
2
6
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
... la direzione ...
E’.
Immaginalo.
Lui e’.
Concentrati e immaginalo, per ora, solo per quello che e’.
Un polpastrello; appartiene ad un dito indice. Indica una direzione nei cartelli e nelle convenzioni. Ma riceve e provoca sensazioni tattili.
Ora immaginalo. Piu’ concentrata. Di piu’. Socchiudi gli occhi.
Ti si sta avvicinando; ma non riesci piu’ a metterlo a fuoco tanto e vicino al tuo occhio destro, tanto che istintivamente lo chiudi. Lui ti carezza la palpebra, poi la guancia, con un leggero movimento a spirale. Arriva alle tue labbra, gioca, indugia, poi gioca con la tua lingua, poi basta.
Fugge rapido giu’, fra i tuoi seni. La camicia cede, i tuoi capezzoli cedono al fascino di un gioco misterioso sotto e fra i tuoi seni, l’ombelico, il pancino, il collo, gli incavi delle tue braccia e delle tue spalle, quindi interessante perche’ probabilmente diverso dal conosciuto.
Non piu’.
Ora e’ passato alla tua nuca, alle tue orecchie.
A lungo, a lungo … ehi, purtroppo si e’ spostato. Sta tracciando lentamente ma decisamente una superlativa retta lungo la tua schiena, sembra abbia una direzione in mente (forse ha anche una mente).
E’ arrivato dove voleva. Sembra ci siano molte cose da apprezzare nei dintorni. Ma pur indagando a fondo per lunghissimi minuti, senza pace e sosta, ritmicamente, mostra nuovi interessi. Il tuo reggicalze e’ di pizzo cosi’ elaborato e fine da sembrare un gioiello. Altri gioielli ai quali e’ interessato sono le tue calze di seta. Bordi e superfici vengono saggiati con curiosita’ mista ad una evidente conoscenza, anche se lui e’ caldamente percettibile. E presente, anzi multipresente (e’ strana come sensazione). Ora sale e tu sei sdraiata sul letto ormai da parecchio tempo. Ti aspetti, anzi ti auspichi che avvenga qualcosa … Lui indugia con le tue cosce, le tue anche, i tuoi fianchi, torna a giocare con le tue labbra, il tuo collo, la tua lingua e …
Questa volta succede qualcosa di irreparabile, mai accaduto oggi con tanta gravita’: cade dentro le tue piccole labbra, ma non da solo. E’ accompagnato da altri 3 polpastrelli, che allargano la tua intimita’ ed approfittano anche di altre disponibili, vicine proprieta’ prive’ … continuamente freme, allarga, carezza, penetra, sfiora, suggerisce, accenna, forza e poi … vorresti sapere a chi appartiene il polpastrello?
A qualcuno che conosci. Bene a fondo.
All’individuo con il passamontagna che e’ entrato nella tua stanza quella notte in cui lo hai desiderato, quando hai lasciato volutamente la porta aperta … e che successivamente, per caso ha ascoltato le tue impressioni da cronista di quella speciale esperienza.
Ha mani decise, curate, regolari quindi belle in un uomo.
Ed anche una voce già sentita.
2
0
18 years ago
claudio3rz,
47/47
Last visit: 16 years ago
-
L’appuntamento di carla.
Un banale parcheggio e’ il luogo stabilito, l’ora va bene per pranzare. Lei sale sull’auto di Marco, che e’ uguale a tante, cioe’ invisibile nella moltitudine. Lei ha un tailleur piu’ provocante, questa volta. La gonna corta non consente reggicalze, pensa lui.
Scelgono un posto frequentato da gente che lavora in ufficio, anche se ha l’aspetto di una trattoria di campagna. Si raccontano cose di scarsa importanza, solo per ascoltare il tono di voce dell’altro. Qualsiasi argomento avrebbe scarsa importanza in quel frangente. Non sanno dire cose banali, in realta’ non sono concentrati sulla comunicazione verbale, perche’ sanno che cosa e’ importante fra loro.
Non sazi ma di ottimo umore, decidono che e’ meglio andare.
Carla e’ un po’tesa, lui potrebbe essere un pazzo, una persona pericolosa. Ma e’ troppo curiosa di sapere che cosa sta per succedere.
Infatti c’e’ un motel di ottimo livello nelle vicinanze. Lei lo conosce, ma fa finta di esserne sorpresa e un po’ a disagio. Una volta in camera continuano a parlare di argomenti insensati, seduti sul letto sino a quando gli sguardi non si incontrano veramente.
E’ a quel punto che avviene qualcosa. Le labbra si incontrano, anzi si incollano. Si spogliano reciprocamente con strani rallentamenti seguiti da accelerazioni. Ci impiegano piu’ del previsto a ritrovarsi seminudi, perche’ lui e’ evidentemente compiaciuto delle autoreggenti lunghe, una sorpresa nonostante la minigonna (questa volta e’ un’attenzione di Marco perche’ il segno sospetto della presenza di calze lo aveva notato mentre pagava il conto poco prima).
Carla pensa che qualcosa di strano stia per accadere, ma nello stesso tempo non si fa eccessive illusioni, si e’ trovata altre volte in simili situazioni. Solo che Marco ha qualcosa di diverso; non riesce a mettere a fuoco “quale”, quindi una certa tensione esiste.
Ed e’ a quel punto che Marco comincia a parlarle, anzi ad annunciare probabili azioni; ma sussurrando dentro le orecchie, circondandola di carezze ed abbracci forti. Lasciandola e guardandola da diverse angolazioni, per poi ricominciare a dirle delle frasi, anche incomprensibili, sempre dentro le orecchie, come se non parlasse con lei ma a qualcosa che e’ dentro di lei.
Lei e’ seduta, indossa ancora perizoma e reggiseno, calze e scarpe. Lui le chiede di abbracciare il cuscino, faccia in giu’, perche’ deve massaggiarla. E’ a quel punto che simula di avere a disposizione olio di mandorle ed una sua segreta miscela di olii essenziali, usando saliva e carezze in sostituzione. E’ l’introduzione al loro prossimo incontro, le dice.
La schiena, il collo, le radici dei capelli, molti angoli impensabili, le palme delle mani, le dita dei piedi, l’interno delle cosce e delle grandi labbra cominciano a fare conoscenza con Marco. Il perizoma e’ stato strappato in una frazione di secondo, fatto inavvertibile. Il reggiseno e’ sparito tempo prima, in un vago ricordo. Non insieme alle scarpe, che lei ha mantenuto per vezzo. Mentre si sta rilassando, a tradimento riceve con un colpo deciso il membro del maschio. Dopo un breve ambientamento, il rito che sembrava avere tempi rispettosi e programmati riceve un’accelerazione crescente. Carla si ritrova sopra di lui, ora; conduce il gioco con i colpi del suo bacino, mentre lui l’aiuta a mantenere un ritmo incalzante, a tratti parossistico. I capezzoli e i seni vengono carezzati con foga, con violenza perche’ i capezzoli si induriscono inizialmente per un po’ di dolore e anche troppo coinvolgimento. Mentre il buchino “dietro” di lei viene approcciato da un dito curioso; lei mostra una complice indifferenza all’intima provocazione, foriera di evoluzioni tematiche. Ora le bocche si cercano nuovamente, avide di passione sensuale. Lui continua a sussurrare frasi incomprensibili. Ma facendo piu’ attenzione Carla scopre che lui fantastica un dominio schiavizzante su di lei, le dice cose “porche” secondo i piu’, assolutamente complimenti e coccole scaturite da una passionalita’ realmente in atto secondo Marco.
Carla decide di accettare quello strano lessico perche’ ne comprende la natura esclusiva, privata, ose’. Anzi l’aiuta a godersi le penetrazioni e la festa di liquidi che si sente fluire fuori, fra le cosce.
Ora lei sente la voglia di venire, e prima di riuscire ad organizzarsi in un ragionamento di inibizione, scoppia in un orgasmo violento, liberatorio. A quel punto Carla capisce che sta accadendo qualcosa in Marco: lui le chiede fermezza, intensita’, concentrazione. E di restare immobile, con il membro fra le cosce. Specialmente fra qualche minuto, quando riprendera’ a muoversi dentro di lei. Lei dovra’ sopportare la tortura nei primi minuti, perche’ il movimento sessuale presto le procurera’ una nuova eccitazione, piu’ intensa, inconsapevole, interiore.
Carla comincia finalmente a capire che ha incontrato un raro maschio tantrico, seriamente orientato alla ricerca del piacere e del miglioramento continuo del loro rapporto. Un ricercatore purissimo di energia vitale e di felicita’ nel rapporto tra uomo e donna. Cioe’ di Amore.
La piacevole tortura continua per ore. Bevono e si nutrono di cio’ che trovano nel frigobar. La notte e’ ormai fonda, ma non riescono a staccarsi se non per brevi momenti di sfinimento, nei quali si conoscono meglio, parlano di aspirazioni, delusioni, successi. E ridono del mondo, perche’ finalmente vivono un momento in cui e’ possibile farlo. Ovviamente entrambi erano ufficialmente fuori casa quella notte. Il mattino li trovera’ avvinghiati e con meno di 1 ora di sonno in corpo. Ma molti lividi invisibili, per l’intensita’ delle penetrazioni e dei baci hardcore.
Marco l’ha accompagnata alla sua auto, coperta di umidita’ della notte. La colazione insieme li ha fatti sentire coppia. Ma anche amanti segreti. Bellissimo. Eccitante.
“Chiamami quando vuoi, tesoro!” esclama uno dei due per soddisfazione e voglia di complicità.
Si, perche’ sta arrivando la voglia di rivedersi, di ri-collegarsi intimamente, già mentre si stanno salutando.
4
0
18 years ago
claudio3rz,
47/47
Last visit: 16 years ago
-
Il sogno di carla
Carla vive a Milano, lavora a Milano, sogna a Milano.
Sogna specialmente quando non dorme. La sua eccessiva sensibilita’ – deve essere per forza vero perche’ tutti le dicono la stessa cosa, specie chi dice di volerle bene, maggiormente chi le dice Ti Amo – le ha causato con evidenza dei danni. Non ha impacchettato nel senso convenzionale la sua vita. Ossia marito, figli, suoceri, vacanze organizzate, “convenscion” fra coppie sposate a causa di figli con ogni sorta di ricorrenze da festeggiare non appartengono al panorama di Carla.
Colpa sua, e’ chiaro. Con tutte le storie che ha avuto. Con tutte le cicatrici che ha creato e si porta dentro. Poverina, peccato, non ha ancora trovato forse quello giusto, anche se ultimamente la storia con Giorgio sembra durare. Si sara’ stancata finalmente di fare la matta?
“Ma Carla - lo dicono e se lo dicono tutti quelli che l’hanno conosciuta intimamente – quella si che era l’amante piu’ speciale, intensa, straordinaria che abbia mai avuto. Solo che era pazza, aveva reazioni strane, si rabbuiava o piangeva per niente. Si litigava per delle sciocchezze, e pensare le ho fatto un sacco di regali, la portavo in posti importanti, sai una grande fica attratta forse anche dal mio stile di vita, fra l’altro siamo stati spesso dove c’erano anche i Vip … no, non poteva funzionare. Ho ricordi speciali di lei, anzi mi piacerebbe sapere cosa fa adesso. Ma e’ stato meglio cosi’, anche se sul momento e’ stato terribile. Non sapevo piu’ come dirlo a me stesso e ad agli amici che mi ha lasciato cosi’, senza un motivo chiaro, di punto in bianco. Forse non sa neanche lei cio’ che vuole. Anzi e’ sicuramente cosi’. Infatti ormai credo stia per compiere 40 anni; ma non ricordo la data, beh era del Sagittario, quindi … no, non ricordo proprio.”
Carla desidera, non sogna. Solo che lo fa a livelli incomprensibilmente alti per la media mondiale convenzionalmente censita dall’inizio della vita sociale in ambiente scuola, lavoro, amicizie varie, circolo sportivo, quotidiani, web, etc.
Che cazzo desidera, tanto che nessuno riesce a capire cio’ che vuole, visti i risultati accumulati nei suoi primi 40 anni?
Carla desidera cio’ che ha sentito dire esistere dai genitori, dai ragazzi che la toccavano, dai media, anche dai Baci Perugina, la piu’ planetariamente nominata delle parole: AMORE.
Il problema e’ che Carla e’ una ragazza sveglia, che ha avuto problemi, anche economici e quindi un po’ per conquistare indipendenza reale (= sicurezza) un po’ perche’ come tutti e’ obbligata, lavora in una grande compagnia nel settore informatico. Ormai, in 9 anni ha fatto una certa carriera, tanto che le succede di avere rapporti di lavoro con alcuni Grandi Clienti, come Responsabile di supporto post-vendita. Orari allucinanti, spesso per problemi da risolvere con colleghi di oltreoceano per fortuna non le lasciano troppo tempo per pensare.
Ma quando lo fa – perche’ le piace soffrire per rinforzarsi, dice lei – scopre di soffermarsi sempre di piu’ sulle vere ragioni del perdurare di infinite situazioni di insoddisfazione.
Carla vuole vivere l’Amore nel senso piu’ intimo e completo di cui e’ capace. Solo che gli stereotipi diffusi, specie quelli occidentali, rifuggono e demonizzano il mettere in aperta discussione ricerche interiori che considerino la sfera sessuale come Punto di Partenza e non di arrivo per darsi energia e felicita’ (bagliori di luce, ovviamente, variazioni; la luce fissa non esiste in questo campo, gli occhi si abituerebbero e non vedrebbero piu’ le variazioni, che sono l’Energia reale).
Secondo lei l’Amore parte dal DNA, poi da sensazioni chimiche sconosciute, poi ci si inventa ragioni razionali ed emotive, poi ci si accorge che i linguaggi parlati non funzionano piu’ perche’ qualcuno non ha interesse a Comunicare con l’altro e la Storia finisce. Ma Carla, tutte le volte che ha provato ad affrontare questi temi ha avuto sguardi increduli o piu’ spesso inespressivi.
Per fortuna la rassegnazione non e’ un termine a lei conosciuto. Secondo gli altri per sfortuna.
Giorgio, il suo partner, e’ un riferimento. Inamovibile ma gioviale, buono ed allegro, generoso e compatibile con ogni sua sfuriata, con un bel fisico per la sua eta’. Ma quel che piu’ conta un porto sicuro, una stabilita’ granitica negli orientamenti generali e nel suo modo di concepire la vita.
Quel che piu’ conta? Carla vorrebbe … un sacco di situazioni “strane” … ma Giorgio lavora su altre frequenze, piu’ basse, piu’ lente. Il suo difetto principale e’ una differente velocita’ di pensiero e di azione. E poi e’ molto buono. Ecco cio’ che non va. Pero’ gli altri … le piace provocare gli uomini per gioco, ma crudelmente perche’ e’ troppo facile metterli in difficolta’, farli entrare in contraddizione appena aprono bocca. Ed anche se decide (ormai rarissimamente, troppe delusioni) di andare oltre, le situazioni scontate non si menzionano piu’. Banalita’, superficialita’, sesso rapido riciclabile da gettare nel contenitore rosso che tanto il camion “degli operatori ecologici” lo ritira domattina. Sei venuta? Sono venuto. Bene, la nostra storia funziona da Dio. Ti amo, mi ami, e’ chiaro.
Stronzate, Carla ne ha la nausea, ma la forza interiore per cercare Amore e’ indomabile quanto il suo attaccamento alla vita, anzi meglio: e’ l’essenza della sua vitalita’ a prevalere. Cosi’ va avanti, con un po’ di malinconia e qualche risata, il superimpegno lavorativo, sociale, ma anche interiore.
Vuole il Riscatto della sua vita, vuole almeno dire a se stessa che ci ha provato, se non dovesse riuscirci. La vita e’ breve, e puo’ esserlo piu’ di quanto convenzionalmente lo si creda.
Capire che Esiste cio’ che si desidera e’ una grande cosa, forse piu’ importante del possesso di cio’ che si desidera.
Di queste cose e’ convinta Carla. Per queste cose soffre ed ha sofferto.
Ma la vita, quella lavorativa, oggi le riserva una delle cose piu’ sgradevoli: ultimo tentativo per recuperare un cliente con un potenziale molto interessante perche’ in costante crescita, specie di recente. Le ultime tre forniture di volume per quei computer di fascia SOHO hanno dato problemi di affidabilita’ enormi: difettosita’ nei dischi, compatibilita’ software, modem integrati troppo delicati, con guasti manifestati dopo poche ore di funzionamento. Il cliente ha chiesto un appuntamento “chiarificatore e per comunicare importanti decisioni”.
Non era mai stata nella sede della Xxxxxx Sistemi SpA. A dispetto del notevole fatturato e’ di piccole dimensioni, un edificio moderno ma sobrio, difficolta’ di parcheggio, caldo. I collant probabilmente nel pomeriggio dimostreranno i loro limiti, ma ad un appuntamento dato a mezzogiorno con questo ordine del giorno Carla non poteva andare con aria informale. Tailleur quello serio, gonna piu’ lunga del solito e trucco operativo, leggero. Nulla di straordinario e fuorviante (indicherebbe scarsa concretezza a fronte di problemi reali), bensi’ massima concentrazione su di una partita forse gia’ persa.
Non c’e’ l’Ing. Mazzucotelli come stabilito a riceverla, Amministratore e fondatore della Societa’, bensi’ il Dr.Marco Bezzi, strettissimo collaboratore in qualità di Direttore Commerciale ed autore delle ultime performance di crescita.
Appena Carla comincia ad affrontare la situazione, si rende conto che i suoi punti di riferimento interiore hanno ricevuto un attacco da forze impari. Questo Dr. Marco la guarda negli occhi ma, anziche’ aggredirla come era scontato (situazione alla quale era pronta), comincia ad esplorare le cause possibili di tale scadente performance in un’azienda tanto importante quanto la multinazionale di Carla. Pur gia’ conoscendo di fama l’interlocutore come uomo di ghiaccio, protagonista di una recente ristrutturazione costata parecchi posti di lavoro (ha buttato fuori anche la sua amica Francesca, poverina!), Carla si aspetta qualche trucco, qualche frase dura. Niente, Marco parla con cordiale calma di problemi gravi, ma ricercando elementi positivi e costruttivi.
Carla ascolta ma non sente … annuisce mentre affiora il Sogno quando meno doveva accadere … comincia a fantasticare perche’ quegli occhi le stanno parlando di altri argomenti. Il cattivo ragazzo Marco (deve esserlo davvero) la penetra subdolamente, chiedendole di parlarle di segreti inviolabili anche da se stessa. Lei si stacca da quello sguardo avvinghiante, lo sente troppo pericoloso, le fa paura.
Ora tocca a lei confermare verbalmente le aperture di credito professionale elencate dalla controparte.
Non riesce a guardarlo negli occhi, l’induzione alla deconcentrazione e’ troppo alta. Lui se ne accorge e la toglie di imbarazzo, distogliendo allora lo sguardo. Strano, lui accogliendola non le ha neppure offerto un caffe’. A quel punto Carla ha finito di confermare che tutti i problemi sono stati risolti nelle linee di produzione e che gli effetti dell’accaduto verranno bilanciati da una riduzione dei prezzi e da un bonus speciale costituito da … si ritrovano in piedi, l’incontro e’ ormai terminato.
Positivamente, stranamente, paradossalmente.
E come dopo un Sogno, Carla si ritrova a dare la mano ad una persona stra-ordinaria, diversa, magnetica. E sente un fremito giu’, si sente “strana” proprio li’ sotto. Se lo domanda, mentre lui interrompe di colpo i convenevoli, tace mentre la stretta della mano cresce, si fa piu’ decisa, quasi prepotente. Carla prova a sorridere, prova a fissare i suoi occhi, ma scopre di avvicinarsi nella sua direzione di qualche millimetro.
Marco la sta penetrando con gli occhi. Le sorride mentre avvicina il suo viso, in una mossa certamente rischiosissima per lui. Ma sembra determinato a giocarsi la reputazione ed avvicina le sue labbra a quelle molto sensuali di Carla. In lei arrivano dubbi prepotenti in pochi decimi di secondo, spazzati immediatamente dalla sua vitalita’ cosi’ intensa da sembrare irrazionale, illogica anche a se stessa.
A quel punto l’esplosione delle sensualita’ superiori dei due. Mentre il bacio ha una forza ed una grazia da gladiatori, le mani di entrambi si cercano, trovano bottoni e cerniere, abbracci e carezze erotici, percorsi indugianti di reciproca conoscenza dei punti piu’ eccitanti. Carla trova il membro di lui, lo accarezza senza estrarlo dai pantaloni. Lui compie cio’ che e’ necessario a questo punto: le dita che stavano facendo conoscenza superficiale con il suo clito cominciano a forare, strappare i collant. La gonna va su, la scrivania e’ vicina, lui la solleva e la pone su di essa. Il clito fa ora conoscenza della lingua di Marco, ma e’ un’apparizione che giudica troppo breve (dal suo punto di vista). L’azione e’ stata strumentale alla subitanea penetrazione dell’uccello di Marco, che prende a sprofondare la yoni di Carla con un ritmo variabile, facendola gemere e poi desiderare qualcosa a cui teme di dover rinunciare da un momento all’altro. Non c’era chiave nella porta, possono essere sorpresi, lui potrebbe venire subito e lei sentirsi usata per caso, anche se piacevolmente.
Invece lui si ferma, la solleva e si sdraia sul parquet, mentre lei si gode il palo che l’ha infilzata e chiede di farsi strizzare i bei capezzoli durissimi. A quel punto e’ proprio Carla a condurre il gioco, con lui strumento di piacevole tortura, ed il gioco prosegue, prosegue e … ahhh, Carla non riesce piu’ a trattenersi e gode con un fremito ripetuto, stranamente piu’ lungo del solito. “Strano”, pensa “non lo conosco neppure, ora succedera’ qualcosa di negativo, vedrai”. Mentre si aspetta che lui cominci a godere.
Ma non avviene. Invece comincia a stringerla, ad accarezzarla, a cercare una pinzatrice per aggiustare la gonna scucita vistosamente. Le chiede anzi se si sente bene, se e’ a suo agio nella situazione ed in quel preciso istante. Carla riflette: ovviamente no, abbiamo fatto una pazzia, forse evitabile, meglio aggiustarsi i vestiti al piu’ presto.
A quel punto lui comincia a corteggiarla. Nel senso che definisce ne’ strano ne’ pazzo l’accaduto, ma semplicemente inevitabile. E le dichiara il suo interesse sincero, autentico, per una donna che ha risposto correttamente e naturalmente ad un discorso non scritto comunicato da Marco.
La cosa DEVE avere un seguito, e’ chiaro ad entrambi, anche se entrambi sono gia’ impegnati, convivono, hanno menage e nuclei sociali costituiti, ufficialmente stabili.
Stabiliscono di conoscersi meglio, che dovranno rivedersi, che e’ bene stabilire il giorno esatto quando sara’ possibile ad entrambi.
Carla ha anche capito che non e’ stato un incidente casuale. Quel tipo avrebbe potuto incontrarlo in Metro, in Banca, in coda al Cinema, ma sarebbe successo qualcosa per forza. Ed ha capito che Marco riserba molte sorprese perche’ ha molti contenuti, e’ stranamente calmo, deciso, ha un fine determinato ma non riesce a focalizzarlo. C’e’ una strana Forza in lui. Della quale ha paura e quindi se ne sente attratta, come quando era bambina.
L’unica cosa seria che puo’ fare e’ scoprirlo continuando il Gioco.
Passano due giorni. Carla ha momenti di pausa nel lavoro che le consentono riflessioni sull’episodio perlomeno singolare.
In un momento di simili fantasie squilla un SMS, da lui, che propone luogo e ora.
Carla risponde solo OK, non ha il coraggio di aggiungere altro.
3
0
18 years ago
claudio3rz,
47/47
Last visit: 16 years ago
-
T come treno, t come troia
Mia moglie Barbara ¨¦ rossa in viso, e non solo per via del riscaldamento molto alto. In effetti abbiamo ancora i giubbotti addosso, e lo scompartimento ¨¦ ben riscaldato. Un po¡¯ sar§Ñ la tensione, un po¡¯ magari anche l¡¯imbarazzo¡ insomma, ¨¦ una discreta vacca ma non deve essere stato facile dire quello che ha appena detto.
Neanche per lo sconosciuto seduto di fronte a lei deve essere facile credere alle proprie orecchie: ha una faccia tra l¡¯incredulo e il divertito, continua a guardare alternativamente Barbara e me.
Barbara, con le guance rosse, sembra una Heidi versione porno, ha gli occhietti furbi e un po¡¯ di lucidalabbra e l¡¯uomo davanti a lei probabilmente non riesce a convincersi di averla appena sentita pronunciare la frase: ¡°Le andrebbe di farsi fare un pompino?¡±.
Io, quando ho sentito la frase, ho saputo che avevo perso la scommessa.
La serata che abbiamo organizzato io e mia moglie Barbara fa parte delle nostre recenti corv¨¦es di sesso fuori dagli schemi: da un anno a questa parte ci stiamo concedendo trasgressioni che hanno sempre occupato le nostre fantasie, ma che prima non avevamo mai avuto il coraggio di mettere in pratica¡ e anche alcune a cui non avevamo mai pensato, come questa del treno, che per¨° ci piace molto e che ogni tanto rifacciamo.
I giochi sul treno li abbiamo provati altre tre volte¡ il concetto, grossomodo, ¨¦ di parcheggiare l¡¯auto vicino alla stazione di Torino, in settimana, nel tardo pomeriggio; salire su un treno che ci porti in qualche localit§Ñ a 70 - 100 km dove cenare in pizzeria o trattoria, e poi tornare indietro con un treno regionale, solitamente poco frequentato, possibilmente l¡¯ultimo della sera¡ cercare uno scompartimento dove ci sia un uomo da solo (¡°anche due, se vuoi¡± le ho detto tra il serio e lo scherzo), che Barbara deve stuzzicare fino a combinarci qualcosa, possibilmente davanti a me, nello scompartimento, mentre io controllo che non arrivi nessuno e, se la situazione lo permette, mi sego beatamente...
Sembra facile, ma in realt§Ñ lo ¨¦ un po¡¯ meno: c¡¯¨¦ molta gente che ha paura, istintivamente, di essere tirata in mezzo a qualcosa di pericoloso, soprattutto su un treno semideserto che fila tra le campagne piemontesi. Insomma, c'¨¨ un po' di diffidenza...
La prima volta ¨¦ stata in primavera dell¡¯anno scorso¡ naturalmente Barbara ha girato mezzo treno, finch¨¦ ha trovato uno che fosse di suo gradimento, e finalmente l¡¯ha trovato. Un ragazzo sui 25 anni fisicamente abbastanza prestante, che ha raccolto con una certa sfacciataggine gli sguardi della mia lei¡ quando io mi sono allontanato di proposito, fingendo di andare alla toilette (questo mia moglie me l¡¯ha raccontato al ritorno dalla serata, mentre me la scopavo in preda a un¡¯eccitazione notevole), il tipo ha cominciato a toccarsi il pacco con ostentazione, reggendo con aria spavalda gli sguardi da zoccola di mia moglie.
Quella sera ¨¦ andata bene, dicevo, soprattutto per essere stata la prima¡ il tipo era di gradimento di Barbara, aveva un uccello pi¨´ che discreto e sembrava molto fiero di guardarmi mentre lo metteva in bocca alla mia troietta, e particolare che interessa a quella porca di mia moglie, il sapore del suo sperma era molto piacevole.
Quando ero tornato dalla toilette (dove ero rimasto alcuni minuti per dare il tempo alla mia troietta di provocare a dovere) Barbara aveva ormai avviato le cose nella direzione giusta, si era seduta vicino a lui, che ha avuto mezzo secondo di stupore quando io sono tornato, ma poi si ¨¦ subito messo a suo agio. Lei ha cominciato a tastargli il pacco, lui mi ha guardato un po¡¯ incerto, ma io gli avevo fatto una faccia come dire ¡°vai tranquillo¡±, e lui non si ¨¦ fatto pregare.
In quel momento il treno si ¨¦ fermato a una stazione dove sono scese due persone e non ¨¦ salito nessuno.
Neanche un minuto, il treno ¨¦ ripartito, Barbara ha palpato ancora un po¡¯ il pacco al tipo, poi ha stuzzicato maliziosamente la zip dei pantaloni, e credo che il tipo stesse gi§Ñ morendo dalla voglia¡
Io mi sono alzato e mi sono messo praticamente sulla soglia dello scompartimento, con le spalle al corridoio, in modo da potere controllare la situazione, ma anche da potere vedere le prodezze di mia moglie. Ho visto che lo scompartimento a sinistra del nostro e i due a destra erano vuoti¡
- Tranquilla, non c¡¯¨¦ nessuno¡ - ho detto piano
Barbara ha abbassato la zip slacciato la cintura, sbottonato i jeans attillati; ha estratto il cazzo gi¨¤ duro del giovane e si ¨¦ messa a spompinarlo.
Lui aveva un bel cazzo, abbastanza lungo e robusto, dalla pelle chiara, e aveva due coglioni gonfi e poco pelosi che la mia vacca ha leccato guardandomi ostentatamente. Poi, dopo avere lungamente spompinato con passione il cazzo del fortunato sconosciuto, si ¨¦ fatta una bella bevuta di sborra e ha continuato a succhiare, senza dare l¡¯impressione di volere smettere: le piaceva proprio quel cazzo¡ comunque il tipo non si ¨¦ lamentato troppo, l¡¯ha lasciata fare e poco prima di arrivare alla stazione successiva le ha sborrato in bocca una seconda volta, gemendo e sbuffando di piacere. Barbara si ¨¦ tirata su e ha dato al tipo un giornale per coprirsi (di pulirsi non aveva bisogno, lei ha bevuto anche l¡¯ultima goccia), ha aspettato che il treno ripartisse, e poi, mentre il tipo ancora si stava ricomponendo, si ¨¦ accosciata davanti a me e mi ha fatto un pompino dei suoi praticamente davanti al naso del tipo ancora ansimante; ha succhiato con foga selvaggia, portandomi rapidamente all¡¯orgasmo, e quando ha capito che c¡¯ero, ha aperto la bocca e tolto la mano¡ fa cos¨¬ quando vuole che io mi seghi schizzandole in faccia, e io naturalmente l'jo accontentata: me lo sono menato tenendo la troietta per i capelli, e le ho sborrato in faccia davanti allo stupefatto compagno di viaggio, uno schizzo dopo l¡¯altro, per poi chiudere la porta dello stabilimento dietro di me e potermi risistemare¡
Quella notte siamo tornati a casa infoiati come animali, Barbara ha voluto essere scopata in figa e nel culo, e secondo entrambi ¨¦ stata una delle nostre serate migliori¡
Ma questa sera il gioco ¨¦ diverso, scusate se ho divagato. Questa sera abbiamo fatto una scommessa: ci saremmo seduti in un scompartimento vuoto, e attendendo che qualcuno venisse a sedersi. Il primo uomo che si siede nello scompartimento Barbara dovr¨¤ abbordarlo esplicitamente. Non importa se ¨¦ giovane o vecchio, magro o grasso, e Barbara dovr§Ñ abbordarlo offredogli un pompino. Usando proprio questa parola: pompino. E il tipo dovr§Ñ farselo fare l¨¬ davanti a me... abbiamo messo questa clausola perch¨¦ la seconda volta che abbiamo tentato il gioco non ¨¦ riuscito, Barbara ha provocato diversi uomini che forse erano in soggezione davanti a me, e abbiamo passato la serata in treno senza combinare un tubo (poi quando siamo tornati alla macchina siamo andati a scopare in una zona di guardoni e Barbara ha smanettato uno sconosciuto in piedi fuori dall'auto, meglio di niente!).
La terza volta, invece, l¡¯unico che ha abboccato era un uomo sulla quarantina, abbastanza distinto e curato nell¡¯aspetto, che per¨° si ¨¨ diretto verso il bagno strizzando l¡¯occhio alla mia troietta, pensando che io non me ne accorgessi, non capendo che tipo di gioco facevamo. Lei mi ha guardato con aria interrogativa, non sapeva se io avrei accettato¡ Io sapevo che quello ¨¦ il tipo di uomo un po¡¯ piacione che manda in visibilio le troiette come la mia, mi dispiaceva un po¡¯ non assistere, ma mi dispiaceva anche limitare nel gioco quella deliziosa succhiacazzi che ¨¦ la mia lei.
- Vai e divertiti¡ - le ho detto strizzando l¡¯occhio.
- Posso farmi rompere il culo? ¨C mi fa lei con un sorriso da sborrarle in faccia.
- Mmmhh¡ se non te lo rompe troppo, che dopo voglio giocarci anche un po¡¯ io¡
Insomma, lei ¨¦ andata di l¨¤, si sono chiusi nel bagno, gli ha tirato fuori l¡¯uccello e lo ha succhiato fino a farlo diventare duro, poi gli ha dato un preservativo e si ¨¨ girata di spalle chinandosi in avanti, nei limiti del poco spazio.
- Ha detto mio marito che puoi mettermelo dietro ma senza sciuparmelo troppo, che poi vuole farci un giro anche lui¡ - ha detto Barbara girandosi di spalle e abbassandosi la tuta sportiva (¨¦ una scelta di comodit¨¤, si abbassa e si rialza in fretta, e ci entra comodamente una mano).
- Siete una bella coppia di porci, eh?
- D§Ñi, mettiti il preservativo e fammelo sentire tutto¡
Lui ha frugato nel portafogli, le ha fatto vedere la tessera di donatore Avis¡
- Non preferisci senza quel pezzo di gomma? ¨C le fa, insalivandosi la cappella
Lei si ¨¦ sfilata il pantalone della tuta da un piede e ha messo il ginocchio sul lavandino, gesto che valeva quanto un s¨¬. Lui le ha strappato le mutande, si ¨¨ abbassato e le ha messo la facci in mezzo alle chiappe, annusando e leccando il buco scuro e invitante; poi si ¨¨ rialzato, ha puntato e gliel¡¯ha messo nel culo spingendo con forza fino alle palle, iniziando subito a scoparla con foga animale, e venendole dentro in poco tempo (alla mia lei piace molto ricevere lo sperma nel culo) mentre lei gemeva e ansimava contro lo specchio, appannandolo¡ poi l¡¯ha fatta girare, si ¨¦ abbassato davanti a lei, le ha messo due dita in figa e l¡¯ha leccata con come un assetato a una fontana, facendola venire molto in fretta a sua volta.
A lei quella terza serata ¨¦ piaciuta molto, dice che le piaceva l¡¯ambiente che la faceva sentire una puttana, e anche quel gesto delle mutande strappate, dice che quel sesso a perdere ci vuole, di tanto in tanto¡ come darle torto, anche io poco tempo fa mi sono lasciato fare un pompino con ingoio da un altro uomo, davanti all¡¯auto, mentre mia moglie, seduta sul sedile del guidatore, si faceva un ditalino guardando la scena...
L¡¯unica cosa ¨¦ che a tutti e due quella terza sera in treno ha lasciato il rimpianto di non avere potuto giocare insieme¡ insomma, vedere un altro uomo che si incula la mia Barbara, che la monta con colpi decisi, mi arrapa moltissimo, forse anche di pi¨´ che vederla fare pompini (piccolo segreto: per reciproco accordo la figa ¨¨ solo mia), per¨°¡ insomma, mi piace guardare, e magari metterglielo in bocca mentre l¡¯altro le allarga le chiappe e glielo fa sentire tutto nel culo¡
Ecco perch¨¦, dicevo prima di divagare nuovamente, abbiamo fatto la scommessa: sarebbe stato il primo che capitava, sarebbe successo tutto nello scompartimento, e lei avrebbe dovuto trovare il coraggio di proporlo senza mezzi termini, usando la parola pompino, o espressioni analogamente esplicite.
Quando ci si ¨¦ seduto davanti il primo passeggero, ho avuto sentimenti contrastanti. E' vestito in modo classico, un tipico impiegato sulla cinquantina leggermente soprappeso e con la faccia da brava persona, tendente un po¡¯ al fessacchiotto.
Da una parte ero sicuro di vincere la scommessa, e questo mi faceva allettava non poco, ma dall¡¯altra pensavo che Barbara non avrebbe avuto il coraggio di abbordare un simile pesce lesso, che oltre a non piacerle magari era pure il tipo che ci denunciava. E se anche barbara avesse avuto il coraggio di abbordarlo questo si sarebbe scandalizzato oppure spaventato, e non si sarebbe concluso un tubo¡
La serata, tra l¡¯altro, non ¨¦ cominciata benissimo: nel primo scompartimento vuoto che abbiamo provato, dopo un po¡¯ ¨¦ arrivata una signora piuttosto matura che io mi sarei fatto (Barbara, che sa di queste mie fantasie, mi ha guardato con giocosa aria di sfida, come dire: vuoi provare tu?); siamo usciti e abbiamo cambiato scompartimento.
Nel secondo, dopo un po¡¯ si ¨¦ seduta una filippina con due bimbe e un bimbo¡ altro cambio!
Nel terzo arriva questo pesce lesso, Barbara ed io abbiamo ancora i giubbotti addosso, ci guardiamo come dire: ¡°lasciamo perdere?¡±.
Io e lei siamo seduti uno di fronte all¡¯altra nei posti di mezzo, in un modo o nell¡¯altro il tipo si deve sedere di fianco a uno di noi. Si siede davanti a me e di fianco a lei.
Poi lei si sbottona un po¡¯ il giubbotto, ¨¦ rossa per il caldo e per la vergogna (anche le zoccole come la mia, ogni tanto¡).
Si sporge verso la rivista che lui sta leggendo, fingendo di sbirciare un articolo, lui si gira la vede a pochi centimetri dal proprio volto, forse ne sente il profumo, sicuramente ¨¦ in imbarazzo.
Lei prende fiato, non credevo che lo facesse, ma in un attimo gli ha sussurrato: ¡°Le andrebbe di farsi fare un pompino?¡±.
Lui mi guarda per un attimo, guarda lei, si sta chiedendo se ha capito male, ma quando risponde ci rendiamo conto che l¡¯apparenza spesso inganna. Io pensavo gli venisse un collasso, ma decisamente lo abbiamo sottovalutato¡ ha esitato solo il tempo di assicurarsi di non fare figure di merda, poi ha detto, con tono tranquillo:
- Dipende¡ gratis o a pagamento?
Prima che io possa rispondere, ¨¦ Barbara a farlo: ¨¦ sempre stata porcellina molto pronta di figa e di bocca, ma anche di cervello, se ¨¦ per questo¡
- 50 euro ti seguo in bagno, se invece ti piace il rischio te lo faccio gratis qui, a mio marito piace guardare¡
- Ma se arriva qualcuno?
- Mio marito controlla e ci avvisa, nel caso ti copri con la giacca¡
- Beh, scusa, a me piace farmi guardare ¨C dice a sorpresa il tipo tastandosi il pacco ¨C e lui piace guardare, mi pare che convenga a tutti stare qui¡
Guarda Barbara con aria lasciva e continua a tastarsi il pacco, decisamente l¡¯avevamo sottovalutato. Come ti fregano le facce tranquille¡
Io comincio ad essere arrapato, il tipo evidentemente pure¡ Barbara dice:
- D§Ñi, tiralo fuori¡
- Lo vuoi vedere?
- S¨¬, fammelo vedere¡
- Vuoi che te lo metta in bocca?
- Non vedo l¡¯ora¡
Lui si sbottona, lo tira fuori e comincia a segarsi lentamente, ansima piano... ha un cazzo niente male, non molto lungo ma tozzo, con un¡¯asta bella solida e leggermente curvata verso l¡¯alto, con la pelle pi¨´ scura di come si sarebbe detto guardandolo in viso. La cappella ¨¦ carnosa, molto scura, piacevole da vedere mentre sta per sparire nella boccuccia famelica di lei¡ Sempre segandosi con la sinistra, il tipo passa la mano destra dietro la nuca della mia puttanella e le tira la testa verso il suo uccello, che ora ¨¦ duro e dritto¡ La vacca apre la bocca, il cazzo le scivola fra le labbra, lui tira ancora la testa verso il basso, finch¨¦ il naso di mia moglie ¨¦ contro i suoi peli, immagino che la cappella di lui sia ormai contro le tonsille.
Barbara tossisce.
Lui la lascia andare un po¡¯, poi tira di nuovo e d¨¤ un colpo con bacino, gemendo per il piacere.
Barbara tossisce ancora, poi dice: s¨¬, mi piace, fallo ancora¡
Io guardo intorno, non c¡¯¨¦ nessuno, mi tasto il cazzo duro attraverso i pantaloni, sono arrapato come una bestia¡ il tipo tiene ancora per un po¡¯ il collo di Barbara, spingendolo verso il basso e dando colpi di anche come se la stesse scopando. Lei ansima, io la conosco e so quanto le piace quel trattamento¡
Poi il tipo le lascia il collo e allunga la mano a toccarle il culo, insinua facilmente una mano sotto la tuta ma non riesce a fare granch¨¦. La mia vacca allora si inginocchia sul sedile, ora ¨¦ culo all¡¯aria, cos¨¬ riesce a spompinare meglio e allo stesso tempo riesce a farsi frugare meglio sotto le mutande¡
Lei ora pompa con brio, lui sente il buchetto ruvido del culo, lo stuzzica col dito, tira fuori la mano dal pantalone di lei si insaliva il dito¡ vedo che ha le mani tozze, le dita grosse, d¨¤i, penso, mettile un dito in culo¡.
- Succhia bene la tua signora¡ - mi dice lui guardandomi, con la voce rauca per il piacere
- E¡¯ una brava troietta, vero?
Lei ansima per un attimo, pi¨´ forte, dice, e capisco che lui le sta infilando il dito nel culo.
- D§Ñi, s¨¬¡
- Lo vuoi tutto? ¨C fa il tipo
- S¨¬iii¡ vorresti incularmi?
- S¨¬, ma adesso continua, che ti do il dessert¡
A queste parole lei pompa come una dannata, io sono talmente arrapato che do un¡¯occhiata in giro, vedo che non c¡¯¨¦ nessuno, rientro e chiudo lo scompartimento.
Tiro le tendine, poi passo dietro a mia moglie, le abbasso il pantalone della tuta, tiro fuori il cazzo e sto per cominciare a scoparmela, quando sento annunciare una stazione, e dico agli altri che dobbiamo ricomporci.
- No, ¨¦ la mia¡ - fa il tipo con voce lamentosa per il piacere che la bocca di Barbara gli sta dando¡ - che facciamo?
Lui ¨¦ confuso, ma Barbara continua a spompinare come se non avesse sentito una parola. Fuori, in corridoio sentiamo i passi di qualcuno che si prepara a scendere.
Il treno sta rallentando, Barbara invece accelera¡ lui le sfila il dito dal culo e la prende di nuovo per la testa, lei succhia come sa fare, pochi secondi, il treno rallenta ancora, lui ansima, ha un sussulto, e poi capisco che sta tirando una sborrata notevole in bocca a quell¡¯ingorda di mia moglie.
Sento il rumore di lei che deglutisce, lui geme, lei d¨¤ le ultime smanettate e ciuccia ancora, si vedono le prime luci, il bacino di lui si decontrae, Barbara si sposta, fa schioccare la lingua in modo provocante e dice:
- Niente male, eh? Una bocca pi¨´ puntuale di un treno!
Il tipo si ricaccia l¡¯uccello lucido e ancora pulsante nei pantaloni, si sistema alla meno peggio e si lancia fuori dallo scompartimento. Si volta indietro solo un attimo, come se si ricordasse per un attimo qualcosa, ma non sa cosa dire¡
- Grazie, scusate se devo scappare cos¨¬, speriamo che ci si incontri di nuovo¡
-S¨¬ ¨C fa lei ¨C ma la prossima volta tocca a lui¡
Il tipo ¨¦ gi§Ñ andato, forse non ha sentito, e comunque non credo che avrebbe capito senza un minimo di spiegazioni¡ Il fatto ¨¦ che ¨C non ve l¡¯ho detto? ¨C i termini della scommessa erano i seguenti: se vinceva lei, come ha vinto, anche io avrei dovuto fare un pompino, eventualmente offrendo il bis tipo che lei aveva spompinato, che in questo caso per¨° ¨¦ scappato al volo¡
Se invece vincevo io¡ vabb¨¦, ma tanto la scommessa l¡¯ho persa, no?
Barbara mi guarda e dice:
- Allora? Che si fa? Manca ancora un po¡¯ a Torino¡
- Dobbiamo andare a cercare qualcuno che voglia farsi fare un pompino da me? ¨C le dico
Lei ci pensa un po¡¯, poi mi risponde:
- Ma, no, a pagare c¡¯¨¦ sempre tempo, e io i debiti di gioco non li dimentico¡ perch¨¦ invece non mi porti in bagno e mi fai sentire ancora un po¡¯ troia?
- Muoio di metterti la lingua nel culo¡
- Solo la lingua?
E si incammina verso il bagno, sculettando le fantastiche chiappe sode in mezzo alle quali, fra pochi attimi di impazienza, le pianter¨° l¡¯uccello.
3
2
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Trav scopato da gruppo
è strana la vita....mesi a ricevere e-mail e niente incontri....è proprio vero che quando meno te lo aspetti.....ero al mare a Tropea e un pomeriggio nn sapendo che fare metto uno dei miei tanga e mi metto sulla sdraio sul terrazzo...il terrazzo mi sembrava al riparo da qualunque sguardo curioso perchè in posizione strategica....mi sbagliavo e lo capii il giorni dopo...uscendo il pomeriggio x una camminata mi fermai in un bar...avevo un pantaloncio e sotto un bel perizoma..mi sedetti facendo attenzione a nn far uscire il perizoma...di fronte a me erano seduti due ragazzi che incominciarono a fissarmi...ero a disagio mi controllai il perizoma ma nn si vedeva niente..appena bevuto il caffè pagai e andai via e voltandomi vidi i ragazzi ridere.ero stranito..la sera andai sul corso e avevo un pantalone che rendeva onore al mio culone...aspettavo degli amici ed ero in un bar..all'improvviso il cameriere mi portò un mojto..io dissi di nn aver ordinato nulla e il cameriere mi disse che era stato pagato da un ragazzo.chiesi chi era e mi indico un ragazzo...era uno dei due del bar..appena andato via il cameriere il ragazzo si avvicinò e si presentò,era russo e fece subito una battuta sul fatto che mi piaceva prendere il sole con un tanga...sprofondai dalla vergogna ma lui capendo mi disse che stavo molto bene e incomiciò a fare domande e quando io dissi che mi travestivo completamente lui sembrò impazzire..e mi disse che stavano facendo una festa e se volevo andare però da travestito.ero disorientato ma la voglia di fare l'amore era troppo forte...andai a casa e presi le mie cose e andai con lui...arrivammo in un piccolo appartamento dove nn c'era ancora nessuno..mi disse di spogliarmi e cambiarmi...andai in bagno e misi calze guipiere tanga neri e un vestitino molto succinto..misi tacchi a pillo ed ero quasi 2 metri..appena uscita da bagno sorpresa...c'erano 5 ragazzi e uno di colore...ebbi paura volevo scappare ma dall'altro lato avevo una voglia....si avvicinarono tutti e mi incominciarono a palpare..stavo impazzendo era un misto di paura ed eccitazione..in un batti baleno mi tolsero il vestitino e mi fecero inginocchiare....ero circondata!si tolsero i pantaloni...mamma mia che cazzi...incominciarono a chiamarmi puttana e senza accorgemene avevo il primo cazzo in bocca in rapida successione incominciai a succhiarli tutti e in particolare quello nero...aveva un sapore diverso...uno mi infilo le sue dita nel culetto x lubbrificarlo...il più anziano allora mi fece sedere su di lui e senza mezze parole mi infilò il suo palo di carne...che male gridai dal dolore ma questo eccitò gli altri che mi scoparono a turno...il ragazzo di colore fu l'ultimo....aveva un cazzo enorme..il mio culo era già dilatato ma quando mi penetrò lui gridai come una pazza....nn veniva più mi scopò per 20 minuti di fila...quando finì ero stremata e andai in bagno x farmi una doccia credendo che fosse finita..mi sbaglia perchè dopo la doccia mi ripresero..io volevo andar via ma nn fu possibile mi legarono le mai e ricominciarono ero terrorizzata...l'ano era completamente aperto cosi fecero una cosa che io nn avevo mai fatto...io ero legato e cosi mi infilarono prima 1 e poi 2 cazzi nel culo....gridai ma più pompavano e più mi piaceva....proseguirono x altre 2 ore alla fine mi sborrarono tutti in faccia...senza neanche la doccia mi portarono in macchina e mi lasciarono mezza nuda in spiaggia...a malappena ritornai a casa via mare...feci più docce nn potevo nemmeno camminare...sentivo ancora i loro cazzi...nn usci di casa x 4 giorni....ero distrutta e umiliata
3
2
18 years ago
cosenzabsx,
30
Last visit: 2 years ago
-
Quattro ragazzi per un travestito
Premetto di essere un travestito in privato, mi dicono bello, sensuale e da monta.
Scrivo questa storia perché vorrei che una infinità di uomini si masturbassero eccitati per quello che hanno letto.
Sono un ragazzo 25enne, ormai laureato, ma all’epoca dei fatti, che fra poco racconterò, ero uno studente universitario di scienze politiche, alla facoltà di Napoli, di anni 21.
Però prima devo accenarvi a qualcosa che riguarda la mia adolescenza, premessa irrrinunciabile per una completa comprensione della mia storia.
Sono stato e sono un ragazzo normale, fisicamente intento. Normale nel senso di non effeminato e insospettabile in questa mia natura celata.
Normale quindi, ma pure carino, alto, prestante, fisico longilineo, però con un grande difetto in questa mia mascolinità, il culo. Ho un culo da donna, me lo dicono tutti, rotondo, sodo, che forma una perfetta attaccatura con le cosce, un culo insomma da prendere, da violentare.
E’ stato il mio “ingombrante” culo da femmina ad aprire pian piano, già all’età di sedici anni, una voragine nella mia personalità sessuale apparentemente univoca. Passavo ore a fissarlo e mi eccitavo con ciò e finivo per masturbarmi. Vestivo il mio culo con perizoma, lo ingabbiavo in un reggicalze, lo valorizzavo con una sottoveste o baby-doll (cose che all’inizio sottraevo a qualche zia avvenente), tutto ciò al solo fine ripeto di masturbarmi. Non cercavo su riviste porno l’ispirazione per una sega, mi bastava guardare il mio culo.
Ad un certo punto però ho sentito altro, un prurito sessuale nuovo, sconvolgente, assolutamente innato. La colpa o il merito (lascio giudicare a voi) è da attribuire ad un mio amico coetaneo.
Allora avevamo diciott’anni ed eravamo in un negozio di profumi nei giorni precedenti a San Valentino, infatti lui doveva acquistare un regalo per la sua fidanzata.
Senza accorgermene mi ero messo chino sul bancone della cassa, poggiato sui gomiti, la schiena inarcata e il culo inevitabilmente all’aria. Non era la prima volta che mi sorprendevo in queste posizioni, ma non destavano in me molta preoccupazione inconsapevole allora di quello che sarei diventato.
Ad un certo punto sentii una forte pressione contro di me da dietro e allo stesso tempo sentii una punta più dura che premeva tra le mie natiche.
Il mio amico in maniera molto disinvolta e intelligentemente equivoca me lo aveva poggiato sul culo.
La sensazione fu sconvolgente, sembrava che il buco del mio culo si stesse bagnando, lubrificando per permettere al cazzo di entrare, ero a pecorina e sentivo che avrei potuto godere se fossi stato impalato come una troia.
L’immaginazione non ebbe seguito reale, il mio amico non fu chiaro nel suo gesto ed io ero troppo influenzabile per fidarmi delle mie sensazioni, tant’è che tra Claudio e me non c’è stato mai niente.
Al di là di questo per me fu la scintilla, gli albori di una nuova mia dimensione che solo ora, a distanza di tanti anni, vivo a pieno.
Il passaggio mentale dal sognare di essere scopata tra le natiche e l’immaginare un cazzo tra le mani o in bocca fu brevissimo.
Cominciai sempre più a sviluppare queste fantasie nella maniera in cui la mia indole mi dettava.
Se fossi stato con un uomo volevo non solo riempirmi la bocca del suo cazzo ma anche bere la sua sborra. Speravo di essere scopata di fronte ad uno specchio, speravo in un cazzo enorme che a fatica entrava nel mio culo, tanto da farmi male…..ero estasiato dall’immaginare il cazzo che mi riempiva, dall’immaginare che il mio orefizio era allo stremo della sua dilatazione. Sognavo spesso un cinema dove fare un pompino durante la proiezione del film, in mezzo a tutti e sotto gli occhi di tutto.
Immaginavo il mio uomo che mi prendeva ai fornelli oppure mentre facevo le pulizie.
Mi piaceva l’idea di una troia, di una puttana, quelle vere che non si fanno pagare il cui solo interesse è sentirsi donna, nata per soddisfare gli uomini.
A queste fantasie poi più in là aggiunsi alcune idee di sadomaso molto soft, mi sarebbe piaciuto essere tirata per i capelli quando fossi stata scopata a pecorina, o essere tenuta immobile con la testa per evitare che la mia bocca sfuggisse ad un caldo spruzzo di sborra. Ancora immaginavo di avere i polsi legati, o meglio ancora di essere stretta in uno di quei nodi che fanno del corpo un angolo retto e così essere distesa di fianco sul letto e prenderlo dietro.
Con tutte queste fantasie la prima e più diretta conseguenza fu quella di curare il mio corpo, acquistavo creme, trucchi, lingerie, tacchi a spillo e parucche, mi depilavo. Volevo essere una troia insaziabile. Come per magia, questa sfrenata attività cerebrale si trasferiva sul mio culo rassodandolo ancora di più, quasi come che pensare di essere sfondata da nerchie violacee mi modellava il sederino da vera puttana in calore.
Avevo una doppia vita insomma, ma non nel senso di vite separata, svesti una e indossi l’altra, ma nel senso che queste due vite mi accompagnavano ( e mi accompagnano) contemporaneamente senza soluzione di continuità.
A scuola prima e all’università poi, indossavo (e indosso; ora al lavoro) reggicalze, perizoma, calze velatissime, sottovesti, tutto celato sotto panni maschili.
Ancora un altro dato è interessante della mia adolescenza, fino ai 21 anni, data della storia che ancora non vi ho raccontato, un po’ di pazienza.
Premetto che la scuola l’ho frequentata in un paesino di provincia, ecco perché la mia attività sessuale era nulla, lavoravo solo di immaginazione. Fino al momento in cui ho pensato di potermi divertire con pratiche masturbatorie un po’ sofisticate. Acquistavo chili di melanzane (nere e grosse; per la penetrazione è la cosa migliore dopo il cazzo e prima dei falli finti).
Le fissavo in modo tale che inevitabilmente una mi finiva nel culo e l’altra nella bocca, in modo da avere le mani libere e potere assumere così ogni posizione. Ero la troia di due grossi cazzi che mi scopavano in reggicalze e tacchi a spillo. A volte mi masturbavo e mettevo la sborra sulle due melanzane, era eccitante, quei fiotti caldi su quella superficie nera, sembrava che stessi realizzando le mie più perverse fantasie, bere sborra e il culo rosso dalle dimensioni della melanzana. Continuavo così per ore, cambiando posizioni, alla fine ero sfinita e sentivo delle voci che mi dicevano, - quanto è puttana, scommetto che avrebbe preso due cazzi contemporaneamente nel culo-.
Arrivo così ai 21 anni, baldracca, sfondata e mai sazia.
Era una mattina universitaria come tutte le altre, corsi, amici e qualche caffè tra lo spacco di una lezione e l’altra. Indossavo sotto i jeans un reggicalze di pizzo nero e delle calze velate color carne con la riga verticale sul dorso delle gambe, la culotte era di colore nero doverosamente portata sopra al reggicalze (infatti pensavo che una troia non può essere scopata senza reggicalze, quindi in quelle occasioni doveva essere agevole sfilare lo slip), sopra avevo un corpetto anch’esso nero a tono col reggicalze. Aggiungo che era una giornata di inverno, e che i maglioni di lana e il freddo aiutano a indossare gli indumenti intimi.
Nonostante la mia voglia di vivere una esperienza vera con cazzi di carne grossi e turgidi, stavo molto attento a non piegarmi troppo per paura che il perizoma saltasse fuori dai pantaloni.
Ad un certo punto della mattinata andai in bagno, il bisogno era di quelli impellenti, di quelli che richiesero un accurato svestimento e susseguente rivestimento ( i bagni erano molto sporchi, avevo premura a che i miei vestiti toccassero da qualche parte). Sfilai la culotte e sbottonai il reggicalze per sfilare le calze sotto al ginocchio.
Quando ebbi finito dovetti ripetere il rito all’incontrario.
Avevo appena tirato su la culotte che un ragazzo entrò nel bagno senza bussare (le serrature erano rotte ed io mi ero distratto).
La visione che gli si presentò fu quella del mio culo addobbato da cagna, infatti nel rivestirmi avevo dato le spalle alla porta.
Fu un attimo, lui richiuse la porta in un istante ed io non riuscii a vederlo in faccia.
Ero in preda alla disperazione, mi vergognavo, avevo paura delle conseguenze, il mio timore era di passare per il travestito della facoltà di scienze politiche. Era il primo contatto tra Federica (il nome che in seguito sceglierò per la mia parte femminile) e la realtà esterna.
Rimasi in bagno per alcune decine di minuti, la cosa che più mi innervosiva era il non averlo visto in faccia, di non poterlo riconoscere per parlargli e di pregarlo di non dire niente.
Quando uscii il bagno era deserto, anzi l’università era deserta, raccolsi le mie cose e andai a casa (un appartamento in affitto).
Quelle successive sono state le ore più brutte della mia vita, non sapevo che fare, tant’è che per tre giorni successivi saltai tutte le lezioni.
Il giorno che mi decisi di ritornare in facoltà ero convinto a metterci una pietra sopra, sarebbe stata la mia parola contro la sua, del resto a scienze politiche avevo avuto contatti con ragazze e non sarebbe stato difficile sostenere la mia tesi di ragazzo eterosessuale.
Passarono due giorni senza che mi accorgessi di qualcosa di strano, i miei amici erano normali ( del resto poteva essere anche uno di loro) fino al punto in cui ho pensato di essermi potuto sbagliare, magari quel ragazzo che credevo mi avesse visto aveva solo percepito la presenza di una persona nel bagno e si era subito ritirato senza vedere alcunchè. Invece no, non mi sbagliavo.
Una mattina di ritorno in aula studio e riaprendo il testo di diritto pubblico c’era un biglietto che diceva:
– ciao, hai un sedere da favola, ti ho vista nel bagno l’altro giorno e ti ho tenuto d’occhio in quelli succesivi… mi intrighi fino al punto da farti una proposta. Abito in un appartamento che dà su via Duomo, insieme ad altri tre compagni, tutti desiderosi di conoscerti. Non siamo bellissimi ma credo che a te interessino le dimensioni, uno con un culo e con vestiti così non può non sognare di essere rotto in culo. Riflettici ora stesso e lascia la tua risposta nel testo e recati di nuovo al bar. Se accetti, allora potremmo divertirci, se no stai sicuro, il tuo credo sia un segreto e con me puoi stare tranquillo-
Immaginate voi le mie sensazioni, la troia aveva fatto centro, ero eccitato desideroso di dire si, perché no, il solo pensiero che quel bastardo mi aveva pedinato tutti quei giorni mi faceva inumidire il culo e sbavare dalla voglia.
Poi sarebbero stati quattro, mamma mia quattro cazzi tutti per me, in un appartamento in cui sicuramente vogliono che sia vestita da puttana, mai avevo osato immaginare tanto. Al pensiero di cosa avrei potuto fare in quell’appartamento la vista mi si offuscò. Al di là del sesso, c’era l’aspetto di vestirmi, truccarmi, camminare in mezzo a persone vere in tacchi a spillo ( cosa che oramai mi veniva naturale). Avrei potuto liberare ogni fantasia, dalla cameriera sexy ad uno stupro di gruppo.
Correvo troppo con la fantasia, bisognava riflettere fare la cosa giusta. E avevo poco tempo, mi era stato detto di decidere subito e dovevo farlo.
Bisognava ponderare i pro e i contro (se fosse stato uno scherzo per farmi uscire alla luce?), ma non riuscivo ad essere lucido, come potevo.
Scrissi di pugno un biglietto:
- spero di potermi fidare di te, la tua, la vostra proposta è il meglio che potessi immaginare, a te la prossima mossa-
Uscii dall’aula e andai verso il bar, ero rigido, avrei voluto guardarmi intorno, ma temevo che avrei fatto un passo falso e rovinato tutto.
Per non dilungarmi, quando tornai c’era un indirizzo e un appuntamento e un –non mancare puttana-
L’appuntamento era per la sera seguente, sabato sera, trascorsi le ore facendo acquisti, rosetto, phard, smalto, una parrucca bionda per il resto possedevo già tutto.
Mi rimaneva solo una cosa da fare, un bel clistere per pulirmi l’ano per evitare brutte sorprese.
Mancava mezz’ora, uscii di casa e cinque minuti prima delle 9 suonavo al portone dei quattro.
Il bello fu che non ci fu nessuna sorpresa, erano davvero tre ragazzi in un appartamento non bellissimi ma carini, vestiti bene e profumati. Mi si presentò il mio osservatore sconosciuto, era il più grande di età, aveva 25 anni e fu lui a mettermi a mio agio.
I toni e le parole erano dure (sembrava ci fosse uno accordo tra di loro, e io fui felice che lo rispettassero, significava che gli ero piaciuto): - vuoi cambiarti puttana?- -come dobbiamo chiamarti, troia?- -ti basta troia?- feci cenno loro di si, tremavo dal piacere, dalla situazione, ero una cagna in calore che non riusciva manco a parlare.
Andai in bagno e mi vestii in modo eccitante, non troppo volgare, ma da signora di classe, da mantenuta, da signora il cui marito le organizza sesso di gruppo a sua insaputa.
Quando mi videro rimasero letteralmente di stucco.
Cominciammo col parlare del pìù e del meno, come in un comune gioco di ruolo dove ognuno faceva la propria parte alla perfezione.
Ad un certo punto mi presero e mi portarono in una stanza dove per terra c’era un grande materazzo, mi ordinarono di inginocchiarmi senza svestirmi.
Loro intanto si erano posizionati attorno a me in piedi, mi trovavo circondata e la mia bocca era a misura di quattro cazzi.
-sbottonaci i pantaloni e ti raccomando, troia, fai in modo che che la tua bocca no rimanga mai senza cazzo-
Cosi feci, quando li tirai fuori uno ad uno erano profumati e già in parte rigonfi, due sembrarono mastodontici e con una cappella che io avevo solo immaginato, gli altri due erano normali, ma no li disdegnai nemmeno per un momento.
-come sei brava, allora sei esperta, sei un puttanone di quelli che ti succhiano pure l’anima- ear sempre il più grande a parlare.
Davo il meglio di me, due in bocca e due che me li tiravo con le mani, estasiata da quello che mi capitava e che mi sarebbe capitato. Non mi fermavo mai, i cazzi diventavano sempre più grossi ed io non trattenevo quei geminti strozzati perché la bocca era piena di cazzo.
Continuammo molto, il tempo per far drizzare quattro cazzi senza farli sborrare.
Mi ordinarono di alzarmi e di togliermi la gonna e la camicetta, poi quando lo videro mi dissero di levarmi il perizoma.
Rimasi in corpetto che era un tutt’uno col reggicalze, tacchi a spillo, e faccia da troia con la bocca insaporita da alcuni segnali di eiaculazione.
Uno si sdraiò per terra col cazzo all’aria, si mise un preservativo e mi disse di salirgli a cavalcioni sopra, in altre parole ero inginocchiata sul suo cazzo e tutti e due formavamo due linne perpendicolari. Lo guardavo in faccia mentre si apprestava ad affondare il suo fendente, gli altri erano un po’ in disparte, quasi come avessero ricevuto l’ordine di stare lontano fino a che non mi avrebbe inculato pensando che sarebbe stato lungo e problematico.
Il mio culo però fece poca resistenza, era come lubrificato, e la sensazione di quel mio primo cazzo in culo fu paradisiaca, mi sentivo piena come un dolce alla crema, andavo su e giù in un ansimare chiaro e forte.
-ragazzi datevi da fare, questa è più aperta di puttana cinquantenne-
Uno mi si mise davanti in piedi (l’altro col cazzo enorme, uno era già nel mio culo) e disse – fai un bel pompino altrimenti ti sbatto fino a domattina- non avete idea che forza ha il ricatto nella mia condizione di troia e schiava. Altri due me li ritrovai in mano, a menarli con le mani. E’ la condizione più bella che avessi mai provato. Anche a loro piaceva infatti iniziarono un turpiloquio senza precedenti.
-prendile la testa- uno suggeriva all’altro
-fargli entrare pure le palle- e ancora – vacca meriteresti già una doccia di sborra-
continuammo così finchè ognuno non avesse ricoperto tutte e quattro i ruoli di quella stupenda posizione.
Passammo i cucina.
-ti piace alla pecorina, eh?-
Ero come drogata (per modo di dire), in completa balia di quei quattro, oramai mi trascinavano per le braccia, mi afferravano i capelli, mi strattonavano come un oggetto.
Uno di loro mi premette forte sulla schiena tando da farmi cedere sul tavolo, ero alla pecorina il mio primo desiderio, mi resi subito conto che le mie pratiche solitarie erano lontane anni luce dalla realtà, quando sentii penetrarmi dietro era la sensazione delle sensazioni, era la posizione mia naturale, lo prendevo tutto, sembrava che pure i coglioni stessero entrando. Poi quel cazzo in bocca che mi arrivò di schianto fu l’apoteosi, gli altri due guardavano il mio profilo di puttana sottomessa, i tacchi a spillo mi slanciavano in modo perfetto, il reggicalze era la ciliegina sulla torta.
Dopo tre o quattro colpi bene assestati e la bocca piena di cazzo, mi sentii svenire, stavo eiaculando, ma come, senza stimolazione? Pensai. Stavo arivando come fanno le donne, fu il coronamento di un sogno.
-guardate la puttana ha sborrato, è ora-
E’ ora? Ora per cosa? Non feci in tempo a pensarlo che mi ritrovai seduta sulla sedia e quei quattro che si sparavano una sega a 10 cm dalla mia faccia.
-ti va così? Eh, ti va?-
Non risposi, aprii la bocca e cacciai la lingua.
Prima dell’onda di sborra sentii solo –mamma, questa è proprio troia-
Dopo di questo ci calmammo, mi fecero i complimenti e mi dissero che potevo lavarmi.
Mi fecero una ultima proposta: -ti va di dormire con noi? Uniamo due materazzi per terra-
Dissi di si però al solo patto che fossi tornata a casa per un momento per prendere nuovi indumenti intimi, per la notte, dissi: -se devo dormire con voi da donna, non posso rinunciare ai miei vestiti-
Uno di loro si offrì di accompagnarmi.
Durante la notte, a turno mi svegliavano chi per un pompino, chi per chiacchierare.
Trascorsi là l’intera domenica e molti altri giorni.
6
10
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Il giovedì universitario
Ho già scritto una storia nella rubrica orgie, quindi questa ne costituisce il seguito.
Il racconto precedente è intitolato “Quattro ragazzi per un travestito”.
Sono meravigliato ( ma forse è la specialità di internet) del numero di persone che in un solo giorno hanno letto il mio primo racconto, meravigliato e eccitato all’idea di quello che ho potuto suscitare…. Ecco dunque la continuazione.
Vi dicevo del mio primo week-end da vera donna, due giorni e una notte di autentica passione e troiaggine da parte di mia.
Quando domenica sera uscì da quell’appartamento ero come rotta, non riuscivo a camminare, mi bruciava il culo, dovevo leggermente allargare le gambe per poter dare i passi… per fortuna avevo fatto una doccia poco prima che aveva calmato in parte i mie bruciori. Anche in quel momento non avevo rinunciato al mio abbigliamento femminile, calze autoreggenti bianche, slip bianco trasparente e una sottoveste dello stesso colore che aderiva alla schiena e si inarcava sulle natiche ( un po’ come quella di colore celeste che indosso in una delle mie foto su A69). Il sabato sera quando ero uscita accompagnata da uno dei miei “violentatori” mi ero preoccupata di prendere non solo l’occorente sexy per la notte ma anche quello per il giorno successivo, quando ti sborrano adosso in quattro ci vuole un intero guardaroba!
Ero quindi per strada, una troia ambulante, sembrava che tutti mi guardassero, sembrava che si vedesse solo la mia femminilità, solo il mio culo sotto quello slip trasparente.
Ma un segno realmente visibile di quei giorni passati da puttana c’era e forse nel mio intimo decisi inconsciamente di non rimuoverlo (tant’è che sotto la doccia me ne dimenticai). Parlo del rimmel agli occhi… insomma camminavo per strada con un filo di mascara che solo dopo a casa mi resi conto di avere, forse per questo mi sentivo tutti gli occhi addosso. Altri giorni sarebbe stato un motivo di assoluto imbarazzo e di forte preoccupazione, ora pensavo che quel rimmel poteva essere un segnale non verbale capace di comunicare il mio fine settimana da femmina. Volevo che, chi mi guardava, sapesse dei due giorni trascorsi in quell’appartamento, volevo per questo che si sentisse legittimato a inveirmi contro chiamandomi puttana o a farmi qualche gradito apprezzamento.
Una volta a casa ripensavo agli ultimi momenti passati in quella dei quattro. All’uscio della porta mi venne ad accompagnare solo il più grande , quello che per intenderci aveva organizzato tutto, quello che poi aveva convinto gli altri tre. Mi disse – hai una bocca stupenda, posso darti un bacio per salutarti?- fino a quel momento non avevo mai pensato al bacio, quello bocca a bocca. Non era nelle mie fantasie da donna, o meglio da troia, una come me bacia il cazzo , ma la bocca? Fu uno stordimento che durò poco, perché lui disse – allora Federica, posso baciarti?- Federica era il nome che loro avevano scelto per me quello stesso giorno, ed io a quelle parole portai la bocca in avanti, pronunciando le labbra e baciai Giuseppe ( questo il suo nome). Lui in maniera più audace passò la sua lingua sul mio labbro inferiore, dopodichè mi disse – adesso puoi andare, sai ancora di sesso-.
Non ci dicemmo più niente, non un appuntamento, non un cenno al fatto che ci saremmo potuti rivedere, quando pensavo ciò ero già per strada a camminare con fatica.
A casa poi, quella sera, mi dedicai interamente a me, feci di nuovo una doccia calda e mi misi delle creme e degli olii per calmare i bruciori e rassodare la pelle….. avevo comunque sempre la sensazione di avere un cazzo piantato nell’ano. Ora più di prima, ero legittimata a sentirmi donna, di guardare il mio culo allo specchio, di guardare gli uomini sapendo di poterli fare impazzire.
Dovetti aspettare martedì, se non ricordo male, per rivedere Giuseppe alla facoltà.
Mi chiamò subito in disparte e mi disse – senti, ho una idea, e tu non puoi dire di no-
-dimmi- dissi io.
-sai che qui ogni giovedi fanno festa gli universitari, lo sai, vero?-
-certo- risposi
-allora ci andiamo insieme, io, Emanuele (era l’altro suo coinquilino col cazzo grande) e (questo lo disse ridacchiando) Federica-
Non capii subito cosa volesse intendere, o meglio speravo che non si trattasse di quello, cioè di uscire per strada e andare in discoteca vestita da donna. Speravo di no perché non avrei saputo come dire di no.
Lui continuò come se io avessi già capito e accettato tutto.
-allora, io sono della provincia di Avellino e torno a casa giovedì mattina dopo che ho fatto un esame, ritorno a Napoli in serata con la macchina e ti passo a prendere, tu intanto ti prepari come una vera donna, e ti raccomando devi superare te stessa, e insieme noi tre andiamo in discoteca-
Non si fermò a questo.
- gli unici tuoi due problemi secondo me, mi riferisco a se riesci a passare per donna, sono i capelli, non puoi andare in giro con una parrucca finta, e il seno che non hai poi per il resto credo non ci siano problemi-
E cominciò un elenco che faceva notare un acuto spirito di osservazione, io ero nel fattempo come in un paradiso di sicurezza e eccitazione, il mio uomo si preoccupava di tutto, io dovevo solo eseguire.
-depilati anche sulle braccia; smaltati le unghie con un colore non troppo appariscente, preferibilmete lucido; cerca di sfoltirti un po’ le sopracciglia, ma non troppo altrimenti poi il giorno dopo si nota; indossa una gonna più lunga del normale di colore nero, con sotto calze nere; scarpe chiuse, il tacco a spillo va bene, visto che ci sai camminare; giovedi poi ti porto un bel cappotto da donna, lo prendo da mia madre, e una sciarpa così la tieni stretta sul collo; il trucco deve ssere più naturale possibile ed elegante; sotto poi metti quello che vuoi….ah, indossa una maglietta nera a mezzemaniche con il collo alto;-
-non ce la posso mai fare- dissi io – è da pazzi!- ero però eccitata come una cagna.
Lui non si scompose, come se si aspettasse un mio iniziale rifiuto e mi disse due cose – non preocuparti, innanzitutto vengo con la macchina quindi sono esclusi bus e camminate a piedi, poi ricorda che una discoteca è l’ideale le figure non si distinguono chiaramente, lì potrai dimenarti come vuoi. Aggiunse, non preoccuparti penso a tutto io.
Mi convinse. E lui si preoccupò veramente di tutto.
La cosa più importante, anche economicamente (da quanto traspariva era un figlio di papà) che fece, fu acquistare una parrucca vera, la prese usata però su un giornale che a napoli mette in contatto persone che vogliono acquistare cose di seconda mano. Era stupenda, capelli lunghi castano scuro, un po’ mossi…
Un’altra cosa che ricordo fu che eravamo sotto carnevale, approfittando della festa acquistò un seno finto di silicone, a questo punto avevo veramente tutto.
C’era solo un ultimo problema, dovevo vestirmi a casa loro e così facemmo.
Quella sera, verso le otto, Giuseppe era sulla autostrada che porta a napoli, io facevo la doccia in un clima di totale eccitazione, da uomo posso dirvi, che una puttana quando sa che quella sera sarà sicuramente scopata ( per forza doveva capitarmi) si fa la doccia con una sensualità straripante, il contatto col sapone provoca stordimento, l’acqua calda sembra essere del nettare di sborra che ti scende sulla schiena e scompare fra le natiche.
Sentii bussare, -dimmi Emanuele- era l’unico inquilino in casa.
-apri la porta, Giuseppe sta per arrivare, e ha detto che devo darti una ripassata-
Ripassata? Voleva scoparmi nel bagno, il pensiero della mia pella liscia e profumata, ancora bagnata e i vapori della doccia mi fecero dire – cosa? Vuoi scoparmi?-
- voglio solo un pompino veloce -.
Uscii dalla doccia, presi una asciugamano e la avvolsi attorno a me coprendo pure i capezzoli, con un’altra ci fasciai la testa come se avessi dovuto raccogliere lunghi capelli bagnati, solo a quel punto aprii la porta.
Quando Emanuele mi vide, disse che l’asciugamano messa sul corpo in quel modo era stupenda, lasciava intravvedere solo un po’ di culo, mentre era stretta sulla vita.
-inginocchiati, e vedi di farlo bene-
Era il mio primo pompino fine a se stesso, nel senso che non avrebbe avuto un seguito.
Il pompino fine a se stesso era una delle mie più grandi fantasie, perché ci ritrovo molto della mia personalità da troia, è veloce, praticabile in luoghi insoliti, sei inginocchiata davanti a lui, sei impegnata solo nel dare soddisfazione, lui può fare quello che vuole mentre tu glielo fai ( se ci riesce) come ad esempio farsi la barba, leggere un giornale. Tu sei una troia piegata alla sua volontà e alla sua mazza.
Con Emanuele non ero inginocchiata, il dorso delle mie cosce poggiava sul dorso dei polpacci.
Mentre lo spompinavo, mi toccavo l’orefizio del culo, mi penetravo col medio della mano sinistra.
L’altra mia mano seguiva i movimenti della mia bocca. Quando succhiavo, la destra era ferma sulla base del suo pene, quando lo baciavo o gli leccavo le palle allora gli sparavo contemporaneamente una sega. Lo volevo tutto, nel senso tutto in bocca, fino a quei coglioni gonfi e grossi ( mi piaciono i coglioni grossi), così acchiappavo con le mani le sue natiche e spingevo in un senso e con la testa nell’altro. Sentivo l’istinto involontario del rigurgito ma non mi ritaevo indietro, buttavo gemiti strozzati già in gola. Lui fece il resto, mi afferrò i capelli e non mi permise di muovermi da quella posizione, avevo un cazzo fino in gola. –fermati puttana, stai ferma stai ferma….- lo ripeteva sempre più anzimando.
Stava sborrando, e lo stava facendo direttamente nel mio esofago.
Ingoiai per la prima volta lo sperma, con loro quattro mi ero limitata a farmi sborrare in faccia.
Ad Emanuele per la prima volta fecero un pompino con ingoio, aveva poco meno di 20 anni.
Lui disse poi – muoviti troia, mica vuoi far aspettare l’altro tuo uomo?-
Io, da brava schiava, mi andai a preparare.
Appena ebbi finito( smaltai anche le unghie dei piedi nonostante non si vedessero) sentii entrare nell’appartamento Giuseppe. Dopo poco andai in cucina dove loro mi spettavano. Mi dissero che ero quasi perfetta, c’era un solo problema, si vedeva il mio cazzo da sotto la gonna attilata.
-cosa porti sotto?- mi chiese Giuseppe
-Un perizoma, l’ho comprato per stasera- risposi
-Mi dispiace, ma devi metterti qualcosa di pìù avvolgente davanti, ce l’hai?-
Pensai ad una culotte, e così feci.
Il cappotto che mi portò, era bellissimo, si stringeva in vita con una cintura, insomma non nascondeva il mio culo.
Indossai la sciarpa e dei guanti, le uniche cose scoperte che si vedevano di me erano le caviglie e i polpacci e naturalmente la faccia leggermente nascosta dalla sciarpa.
-ecco così sei perfetta- mi dissero quasi in coro.
Poi Giuseppe aggiunse – ora togliti il cappotto e la sciarpa, ancora è presto per uscire, fammi vedere come sembri e come ti muovi una volta in discoteca-
Così feci, camminai su e giù per il corridoio per mostrare che coi tacchi a spillo me la cavavo, mi feci trasportare da una musica immaginaria alzando le braccia all’aria e incrociandole sopra la testa,
loro mi osservavano e facevano commenti reciproci. La gonna che indossavo era aderente da togliere il fiato, ma non era corta, non si vedevano le ginocchia, arrivava appena sotto di essi.
Ad un certo punto, Giuseppe si mise dietro di me e seguiva il movimento del mio bacino. Sentivo quel pacco enorme che cresceva sul mio culo, non posso dire che mi fece eccitare perché erano più di due giorni che ero all’apice della eccitazione..
-muoviti troia- mi diceva, io chinavo la testa sulla sua spalla in modo da porgergli il collo. Era avvinghiato a me, non mi faceva respirare.
-Emanuele, vieni qui, mettiti davanti a questa puttana, così balliamo in tre-
in un attimo mi ritrovai tra due uomini, sentivo i cazzi sia dietro sia davanti.
-ringrazia che non voglio rovinarti il trucco, altrimenti ti passavo il mio bastone sulla tua faccia-
disse Emanuele.
-senti Emanuele- aggiunse Giuseppe- il culo questa troia non l’ha truccato, diamole un assaggio di quello che le spetta-
Fui presa con violenza, mi trascinarono sul davanzale della finestra che dava sulla via principale.
Mi ordinarono di mettermi a pecorina, anzi mi ci misero loro, della finestra erano chiusi solo i vetri, non le persiane. Chiunque difronte avrebbe potuto vedere la scena, ma nemeno il tempo di preoccuparmene che sentii tirarmi giù la culotte e lacerarmi il culo. Emanuele mi stava scopando tra le natiche impegnandosi pure a tenere su la gonna.
Ansimavo come una femmina, dicevo porcate tanto era l‘eccitazione.
Avevo i palmi delle mani poggiate sul davanzale con le unghie appena smaltate, le braccia erano rigide e mi slanciavano il corpo non in un perfetto angolo retto. Il resto dello slancio, con il culo a misura del cazzo di Emanuele, me lo davano i tacchi a spillo.
Non so se avete mai avuto modo di vedere un cazzo che entra ed esce dal culo (io a volte mi sono filmato), beh, quando esce, la carne elastica dell’orefizio si vede, è lucida, vivida per lo sfrecamento del cazzo, attillata fino allo spasmo, quasi come se tentasse di non lasciare andare il pene che entra.
Mi scopò in quella posizione molto a lungo, io emettevo dei gemiti di piacere.
-non ho mai sentito una donna fregnare così, brutta sgualdrina, ora lasciala a me- disse Giuseppe che intanto si era fatto crescere il cazzo fra le mani.
Si sedette su una sedia e mi ordinò di accomodarmi sopra al suo uccelo dandogli le spalle.
Loro stavano attenti a non toccarmi il trucco, penso sia questa la ragione per cui l’altro non mi mise il cazzo in bocca.
Mentre giuseppe mi scopava, dissi ad Emanuele di avvicinarsi. –voglio almeno tirarti una sega-
Feci in tempo solo a dare un paio di smanacciate, perché Guseppe oltre a smettere di incularmi ordinò di smetterla perché avremo avuto modo di continuare.
Quando mi ricomposi erano le 10, ed ero più eccitata di prima.
Alle 10 e qualcosa per la prima volta uscii di casa completamente travestita, entrammo subito in auto direzione discoteca.
Giuseppe mi disse solo una cosa prima di scendere, di essere disinvolta, e di non proferire parole, e mi assicurò che sarebbe andato tutto bene.
Quando scesi dall’auto mi accorsi che c’era una folla esagerata, sollevai la sciarpa fino a coprire il naso, e presi Giuseppe sotto braccio, Emanuele ci seguiva subito dietro.
Con mio grande stupore mi rendevo conto di incrociare sguardi maschili, poi dopo Emanuele mi dirà che addirittura alcuni ragazzi si giravano per guardarmi il culo.
Una volta entrati stavamo come sardine in scatola, almeno nel corridoio che portave alla pista.
-togliti il cappotto, e resta con il foulard- ordinò Giuseppe.
Da quel momento in poi, fu l’eperienza più eccitante che ebbi mai fatto… sentivo sfiorarmi da mani sul culo, sentirmi dire - bona , dove vai- , persone che mi ballavano vicino….soprattutto quando Giuseppe mi disse di andare in pista da sola.
Ringrazierò Giuseppe tutta la vita per quello che ho provato quella sera.
La cosa più bella è che potevo muovermi come una donna in mezzo a tutta quella gente, per esempio quando andai con Emanuele a prendere qualcosa al banco delle consumazioni, non esitai un attimo ad accennare la pecorina poggiando i gomiti sul bancone.
Era tardi quando decidemmo di andare. Fui io ad insistere, avevo voglia dei loro cazzi.
Quando entrammo in macchina, Giuseppe che si accingeva alla guida, mi disse di sedermi dietro con Emanuele. Così feci, appena partiti, Giuseppe imparti un altro ordine – spompinalo fino a che non senti fermare la macchina.
Finalmente era giunto il momento di comincaire a sfogare l’eccittazione che tutte le palpate della serata mi avevano dato.
Mi coricai sul sedile posteriore su un fianco, poggiato sul gomito sinistro. Sbottonai i pantaloni di Emanuele e infilai la mano per far uscire quell’uccello. Fu un pompino lento e lungo, cadenzato. Rimanevo per minuti con la bocca piena di cazzo senza muovermi e senza che lui si muovesse.
Mi tolsi la gonna, finalmente ero in reggicalze di pizzo nero ( un regalo di Giuseppe), continuavo a prendere in bocca il cazzo del suo amico, a baciargli il pube e le palle, anzi quella sera mi accorsi che mi piaceva prendere le palle in bocca e succhiarle, di passarci e ripassarci la lingua sopra.
Qualche volta che poi mi sono filmata, mi sono accorta di eccitarmi quando vedevo la protuberanza sulla guancia, segnale inconfondibile che scopavo un cazzo con la bocca.
Fu eccitante pure quando Emanuele con le mani mi afferrò la testa tenendola ferma, e facendo lui i movimenti su e giù. Fu travolgente, la mia bocca come una fica con due grosse e carnose labbra vaginali.
La macchina si fermò in un posto scuro e deserto, era già tutto organizzato da Giuseppe, in pratica non saremmo andati a casa, mi avrebbero scopata in macchina in un posto dove amoreggiano le coppiette.
Quella notte, la posizione che mi sconvolse di più, fu quando mi dissero di poggiare le ginocchia sui sedili anteriori, uno per ogni sedile, con la faccia però rivolta verso il lunotto posteriore.
-ecco brava, ora inarca verso il basso la schiena tra i due sedili fin quando puoi-
Cercate di immaginare, ero cul culo all’aria, poggiato sulle ginocchia e con la testa ad un piano molto inferiore a quello del culo, in pratica la mia bocca era a misura del cazzzo di chi si sarebbe seduto dietro, mentre il mio culo era di chi si sarebbe inginocchiato come me sui sedili anteriori.
La cosa più eccitante era poi la morsa che i due sedili esercitavano sui miei fianchi.
Mi sentivo costretta, imprigionata, in balia di loro due.
Ma fu una mossa di Emanuele a lasciarmi senza fiato, mi passò una fune, uno spago, non ricordo bene, sui fianchi, lo fece scivolare sotto la leva del cambio e diede uno strattone potente facendo un primo nodo sulla schiena e poi un altro ancora.
Quel bastardo mi aveva legata, immobbilizzata alla pecorina, riuscivo a muovere solo la testa, le braccia mi servivano per alleviare il dolore della corda.
Ero insomma legata alla leva del freno a mano, nella oscurità della notte si vedeva solo il chiarore del mio culo rotondo, sodo e voglioso.
Con mia grande sorpresa e approvazione, cominciarono col sedersi entrambi sul sedile posteriore.
-prendili nella tua calda bocca, marchia i nostri cazzi col tuo rossetto da troia-
Non potevo fare granchè, non riuscivo a muovermi, ma questo era quello che loro volevano. Nel momento in cui un cazzo mi finiva in bocca, difficilmente, senza il loro volere, riuscivo a ricacciarlo fuori.
-per quanto sei puttana, dovresti stare così tutta la notte- mi dicevano
Non so se ho mai sognato e voluto tanta forza, tanta violenza…….ma ormai ero appunto violentata, nel momento in cui le manifestazioni della tua volontà sono inibite, allora ti stanno facendo una violenza, ti stanno prendendo con la forza.
In quel momento sentivo piacere misto a paura, a dolore, a vergogna perché provavo pure eccitazione.
Poco dopo Emanuele venne dietro, e diede un colpo violento per deflorarmi l’ano.
Io cadevo sotto ogni colpo, non riuscivo a proferire parola, né ansimavo in maniera chiara, i miei erano mugolii, quei pochi che riuscivano a filtrare dalla mia bocca piena di cazzo e di liquido preeiaculatorio.
Emanuele sembrava posseduto, dava dei colpi talmente forti che mi sentivo svenire.
-puttana, ti scopo il culo, prova a liberarti se ci riesci, guarda è tutto dentro…..-
Mi stava facendo male, ed io non riuscivo a dire niente, come se non bastasse, Giuseppe mi teneva per i capelli in modo che avessi sempre il suo cazzo dentro la bocca.
Ad ogni colpo nel culo emettevo un mugolio, sentivo le natiche squarciate come da una grossa spada…. Sentivo dolore si, ma tanto piacere tant’è che arrivai…
Il mio cazzo sborro tanto che sembrava una fontana.
- troia fottuta, mi hai sporcato la macchina, puttana, adesso meriti di essere sbattuta ancora più forte, dai Emanuele, facciamole vedere chi comanda-
da quel momento cominciò la cosa più bella che fino ad allora avessi mai provato: da un lato c’era Emanuele che mi rompeva il culo, e dall’altro all’unisono e con una cadenza costante, Giuseppe mi scopava la bocca, teneva la mia faccia stretta nelle sue mani e premeva giù quando Emanuele affondava il colpo, e tirava su quando Emanuele si ritirava.
Nell’arco di un minuto, venivo riempita e svuotata di cazzo per circa 30 volte.
Il risultato finale lo si ha solo se si considera che i minuti furono dieci o poco più.
Mi riempirono la bocca e il culo di sperma e mi lasciarono così, con i cazzi che si sgonfiavano tra le mie membra, per almeno mezz’ora.
Tornammo a casa loro, feci la doccia e ci adormentammo sfiniti, erano quasi le sei.
3
1
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
La telefonata
Luca era felice di possedere il numero di telefono di Laura. L’incontro nel parcheggio di Linate l’aveva lasciato molto piacevolmente impressionato. La classe ed il temperamento di quella donna non potevano lasciare indifferente nessun uomo al mondo. Decise di chiamarla alle 10 del mattino, in piena attivita’ lavorativa. “Luca, ciao, tesoro …”- inizio’ -“Prima di tutto devo farti una domanda: sei sola nel tuo ufficio?”.
“Si, Luca. E’ bello sentirti cosi’ presto. Perche’ me lo chiedi? Se ci fosse qualcuno che poteva sentire la nostra conversazione te l’avrei fatto capire comunque.”
“No, non e’ per questo. E’ invece per fare un gioco, subito. Anzi, abbiamo pochissimo tempo. Ti chiedero’ di fare qualcosa, se non sei d’accordo dimmelo immediatamente.
Perche’ comincia da adesso. Slaccia solo 2 bottoni della camicetta e scopri la tua spalla destra. … Ok. … Ora devi baciarla dove ti e’ possibile, ma con trasporto, con le labbra, usando molto la lingua ………la spalla la vorrei tutta bagnata… …………………………………………………………… ………………………………………………………………… ……………………………………………………………………. Bene. Mano sinistra, dito medio. Il polpastrello sfiora la tua spalla bagnata, si intinge di umido, si sposta verso il basso, sul capezzolo. Li’ indugia, poi sfiora tutto il tuo seno attraverso movimenti casuali, semicircolari, sensuali. ……………………………………………………………………………………………………….. Quando ritrova il capezzolo, si fa aiutare dalle altre dita che hai inumidito e lo bentratta un po’…………………... sino a bagnarti dentro per cio’ che stai ascoltando del tuo corpo ……… con l’altra mano sfila la camicetta e continua a toccarti il capezzolo ….. adesso immagina di vederti allo specchio e guardati quanto sai essere bella ………. Per oggi solo un bacio telefonico, Laura, ti chiamero’ presto”. Clic.
1
0
18 years ago
claudio3rz,
47/47
Last visit: 16 years ago
-
Sorpresa in aeroporto.
SORPRESA IN AEROPORTO.
Linate, 9 di sera con il solito catino di nebbia.
Da Fiumicino Luca e' partito con il solito ritardo, ma dopo mezz'ora di attesa nel cielo di Linate il dirottamento su Malpensa viene accolto con delusione tragica.
Le auto nel parcheggio di Linate sono la prima meta da raggiungere, per questo i taxi scarseggiano per i troppi passeggeri esasperati dal ritardo imprevisto. Luca si lascia convincere a dividere il taxi con una certa Laura (capelli rossi, aria riservata, seriosa, ma elegante).
Gia' in autostrada, a Castellanza, nota che lei distrattamente avvicina le snelle e flessuose gambe nella sua direzione. Sul momento pensa di essere pieno di stupide fantasie, ma quando lei distratta sottopone la presenza di un bordo in pizzo sulle calze cosi' elegantemente messe in mostra e' chiaro che Luca comincia ad avere pensieri e problemi.
Le preoccupazioni positive arrivano realmente quando lei chiede se sarebbe cosi' gentile da accompagnarla alla sua macchina, una volta in parcheggio, data la tarda ora.
Lui acconsente, ma quando lei lo bacia con una passione da amplesso, il problema sul tavolo e' ormai chiaro.
Prima si avvicinano all'auto di lui, e' la piu' vicina. Entrano e scoprono di avere fretta di mordersi e lei di ricevere con molta decisione e calore, anche prima del previsto. Lui sembra durare, ma poi si ritrae improvvisamente perche' la situazione e' anche troppo stimolante e coinvolgente (non vuole arrivare subito come un ragazzino).
Laura non si scompone, anzi gli prende in mano la situazione e ingoia avidamente e ripetutamente lo scettro dubbioso. Questa volta sorpreso davvero Luca perde drammaticamente il controllo, e la festa si svolge in 20 secondi solo per lui. Blatz!!! Vergogna.
Laura a quel punto compie un gesto ancor piu' grandioso, nonostante il dramma (malignamente provocato, l’abbiamo capito, pero’ …). Gli mette in mano il suo biglietto da visita, sussurrandogli nell'orecchio queste parole: adesso che hai sbagliato devi sdebitarti, chiamami presto solo sul cellulare perche' voglio da te esattamente tutto quello che mi merito!
Laura dimostra cosi’ di sapersi pappare il cervello di Luca. E Luca capisce di essersi imbattuto in un grossissimo problema, di quelli che la notte non e’ piu’ un’amica se Laura non c’e’.
Cedere ad un dominio di questo genere puo’ essere da paradiso, a patto di saper ricambiare pan per focaccia. Una donna cosi’ simpatica e’ imperdibile, quindi Luca dovra’ dimostrare chi e’.
Guai ad annoiarla o a lasciarle per troppo tempo l’iniziativa. Si sentirebbe sola quando fa l’amore con Luca, proprio mentre deve sentirsi portata per mano nel Paese delle Meraviglie.
E Luca sa come. Ormai da oltre un anno, la prende e lei lo riceve a fondo quando meno se l’aspetta, per lunghe ore senza che il marito di Laura sospetti alcunchè ...
4
1
18 years ago
claudio3rz,
47/47
Last visit: 16 years ago
-
Luogo insolito
ciao,
racconto volentieri la mia avventura.....la scorsa settimana a peschiera borroemo...la zona vicino alla pista di linate(di cui non ricordo il nome) ..zona cimitero.
Era un giovedi notte ...circa le 24.....quando ..tornando da milano..decido di farmi un giretto in qst parcheggio.....
Arrivando...noto solo qualche macchina....ma nientedi interessante...cosi parcheggio , psengo le luci e attendo qualche minuto....
Dopo circa 10 minuti.....mentre ammiravo gli aerei in pista..vedo avanzare una stangona verso la rete davanti a me.
Si appoggia alla recinzione...facednomi ammirare le lunghe gambe avovlte da collant neri....una mini gonna molto mini.......
Accendo i fari per ammirarla meglio......e noto una gran faccia da zoccola......era un bellissimo trav.... .
Accortasi delle mia gioia...inizia a sfilare davanti a me....alzando la gonna....e facendomi ammirare il suo gran bel culone avvolto in un misero perizoma......
Giuro....non ci capivo piu nulla......ero eccitatissimo........cosi sono scesa dall'auto....e ho iniziato a giocare con lei......Dopo qualche preliminare....lo caricata in auto come una vera zoccola... e poi vi alscio immaginare che cavalcata...
Finalmente la zona si è popolata come i vecchi tempi
1
1
18 years ago
hellas,
39
Last visit: 13 years ago
-
Il bagno
Osservo il mio corpo riflesso nello specchio della cabina armadio. Stivali neri, alti qualche cm sotto il ginocchio con un tacco a spillo di acciaio, le magie di Cesare Paciotti, per un congruo corrispettivo riesce trasformare una calzatura da puttana, in una squisito capolavoro trendy. E, poi, risalendo con lo sguardo, calze di seta lievi come un soffio sostenute da un reggicalze sottile di pizzo nero. E poi…niente altro ovviamente, il mio cornetto portafortuna di brillanti pende nel solco tra i seni, liberi.
Afferro la pelliccia di visone che ho buttato su una sedia della cabina armadio e la stringo in vita con la cintura rialzando il bavero intorno al collo.
Scendo le due rampe di scale che mi separano dal taxi di corsa nonostante i 10 cm di tacco a spillo degli stivali che non semplificano certo l’andatura…Ma l’adrenalina e l’eccitazione scorrono come una droga inebriante nella mie vene, da quando ho preso al decisione di abbandonarmi all’istinto e di farti una sorpresa.
Salgo sul taxi di volata. Un lembo della pelliccia si solleva scoprendomi la coscia fino a quasi il gancio della giarrettiera. Il sorriso sul volto del taxista nel salutarmi si allarga istintivamente. Sorrido di rimando pensando al tuo di sorriso.
Mi accomodo e accavallo le gambe. Perché non sperimentare con il taxista l’effetto del dubbio? Del resto il taxi è buio all’interno e l’autista potrà aver il sospetto, ma non la certezza della mia nudità. Accavallo e riaccavallo le gambe un paio di volte. Gli occhi dell’autista sono incollati allo specchietto retrovisore. Mentre gli do l’indirizzo del tuo ufficio sento che l’eccitazione si fa fuoco liquido tra le mie cosce e un calore diffuso soffonde di rossore la mia pelle. Abbasso il bavero della pelliccia e l’autista ha un sussulto mentre i suoi occhi salgono dalle gambe al solco tra i miei seni. Giocherello con il cornetto di brillanti mentre il suo sguardo si fa avido e il sospetto diventa quasi certezza nella sua mente. Sorrido.
Il taxì è già arrivato. Mentre il mio sguardo osserva l’ingresso del palazzo tutto vetri del tuo ufficio. Mi chino in avanti per porgere i soldi della corsa al taxista e gli regalo la visione del mio seno con il capezzolo turgido che si staglia deciso sotto la pelliccia.
Scendo avvertendo lo sguardo dell’autista che mi segue avido. Entro nel palazzo. Sorrido al portiere che mi si avvicina sollecito e gli do il tuo nome. Mi indica un ascensore cromato tutto vetri anche lui. Mi avvio sorridendo nel pregustare lo stupore dei tuoi occhi. Quinto. Sesto. Settimo piano. L’ascensore corre mentre il desiderio cresce dentro di me. I capezzoli sono ormai così turgidi da provare fastidio anche per la morbida pressione della pellicia che li copre appena. La mia fica cola voglia liquida da quando sono scesa dal taxi. Il sangue ribolle. E la mente..la mente sorride soddisfatta. Ottavo piano. Scendo. Percorro il corridoio coi pavimenti di marmo lucido, cullata dal suono ticchettante dei mie tacchi. Ti vedo al di là della porta a vetri, che separa l’open-space dal corridoio. Gesticoli animato parlando al telefono poi sollevi lo sguardo e distrattamente ti volti verso il corridoio. Ti sorrido. Mentre vedo il tuo corpo irrigidirsi e, il tuo sguardo diventare incandescente. Apro il bavero della pelliccia in modo che tu possa vedere il solco dei seni e iniziare a capire.
Un tuo collega mi osserva incuriosito. Sento il suo sguardo avvolgermi di domande inespresse. A fatica sposto lo sguardo da te a lui e gli sorrido. Entro nell’open space e sempre sorridendo mi dirigo verso di lui. La sua scrivania è la prima dopo l’ingresso. Mi appoggio coi palmi della mani sulla scrivania mi chino leggermente in modo che il suo sguardo contempli i miei seni turgidi e assolutamente liberi sotto la pelliccia. E….”Mi scusi credo di essermi persa, cercavo la toilette delle signore di questo piano, mi può aiutare ?” sorrido ammiccante al tuo collega mentre con la coda dell’occhio non ti perdo di vista. Sei agitato, confuso e soprattutto eccitato. Fremi nell’attesa della mia prossima mossa. “Certo signora in fondo al corridoio prima porta destra, vuole l’accompagni?” Il tuo collega ci prova. Ovvio. E’ anche un bell’uomo. Ma io sono qui per te. Voglio il tuo cazzo. Ora. Subito. Violentemente a fondo dentro di me. “Grazie credo di poterla trovare da sola adesso”. Rispondo lentamente e sorridendo al tuo collega. Mi raddrizzo. Ti guardo intensamente. Mi volto e esco senza dirti una parola. Conto mentre mi avvio lungo il corridoio stretto e illuminato al neon.
- Uno – hai posato la cornetta del telefono che ancora avevi in mano.
- Due – hai spento il cellulare sulla scrivania –
- Tre - ti sei avviato sorridendo verso la porta dell’open space
- Quattro - sei uscito e con passo rapido stai percorrendo il corridoio verso la toilette
- Cinque - sei entrato nella toilette delle signore con un sorriso ambiguo sul volto.
- Sei – la porta del bagno che ho scelto si spalanca con forza
Ti afferro per la cravatta e ti spingo contro il mio corpo nudo, la pelliccia giace in un mucchietto insignificante ignorata ai miei piedi, le mie mani scorrono avide sul tuo culo, mentre il tuo cazzo si modella perfettamente contro il calore bollente della mia fica. Silenzio. Solo il nostro respiro rotto e i gemiti soffocati. Abbasso la zip. Il tuo cazzo scatta fuori libero. Non c’è traccia di biancheria sul tuo corpo. Sorrido mentre affondo i denti nella tua spalla. Mi aspettavi dunque....le tue dita affondano nel calore umido della mia fica, affondo le unghie nel tuo culo mentre inizi a muoverle. Spingendoti contro di me con lo stesso ritmo che tu stai usando per farmi impazzire.
Esplodo rapidamente sulla tua mano. Sorridi. Maledetto bastardo, mentre lecchi le dita bagnate dal mio piacere guardandomi dritto negli occhi.
Mi giro appoggiandomi con le mani alla parete e strusciando lentamente il mio culo morbido e la fica colante contro il tuo cazzo duro. Mi afferri per i fianchi. Ecco ora sei esattamente dove volevo tu fossi. Sorrido io ora. Mentre con un colpo di reni, fluido, mi riempi il culo . Mi mordo le labbra per non lasciarmi sfuggire un gemito e spingo indietro il culo per assecondare le tue spinte.
Mi tieni solidamente per i fianchi e mi scopi il culo con rabbia, voglia e feroce possesso. Mi lascio prendere godendo ogni istante di quella furia. Alimentandola anzi: ruotando il culo, assecondando le tue spinte stringendo i muscoli per sentirti affondare meglio nelle mie viscere. Esplodiamo insieme. La mia sborra mescolata alla tua mi cola per le cosce e riga le calze....
Ti stacchi. Senza una parola. Il cazzo ha la capella ancora umida di sborra. Lo reiserisci nei pantaloni. Ci guardiamo. Raccogli la pelliccia da terra e mi aiuti a reindossarla. Sono avvolta dall’odore del nostro piacere mescolato. Le tracce segnano il mio corpo e il tuo nello stesso modo. Ancora silenzio. Sorridi sfiorandomi la labbra con un bacio. Esci dal bagno. Riprendo a contare mentre mi rifaccio il trucco davanti allo specchio del bagno…
- 1 - Esci dal bagno con un sorriso soddisfatto stampato in volto
- 2 - Percorri il corridoio con passo elastico godendo dell’odore del mio corpo che ancora ti avvolge
- 3 - Entri nell’open space strizzando l’occhio al tuo collega della prima scrivania a destra
- 4 - Ti siedi alla tua scrivania e non puoi fare a meno di inspirare dalle tue mani l’odore della mia fica che vi è rimasto incollato
- 5 - Guardi l’ora sul display del cellulare che hai appena riacceso 14.40
- 6 - Sono passati solo 10 minuti ma la tua giornata ha cambiato colore e… sapore
- Esco dal bagno, percorro lentamente il corridoio, passo davanti alla porta a vetri dell’open space sorridendo e strizzando a mia volta l’occhio al tuo collega della prima scrivania destra. Entro in ascensore e sorrido. Anche la mia giornata ha cambiato sapore. Ora ha il tuo, penso, mentre lecco lentamente le mie dita che portano ancora tracce del nostro piacere mescolato.
2
5
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
La crociera
******************************************************************************************************
QUESTO RACCONTO E' FRUTTO DELLA FANTASIA DI RICCARDO E DI JESSYCA
*******************************************************************************************************
TITOLO: La crociera
“ Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Era uno di quei periodi neri per la mia vita, sai quando non riesci a capire molte cose e ti senti un po’ depresso, avevo bisogno di stare un po’ da solo per riflettere su di me, insomma volevo rendermi conto se la mia vita era quella che volevo, oppure era solo una conseguenza di scelte fatte da giovane con incoscienza e soprattutto senza il senno di poi.
Decido allora di fare un bel viaggio, vado in agenzia da un amico e chiedo proprio a lui cosa mi consiglia, Riccardo se ti vuoi rilassare ti consiglio una bella crociera nel mediterraneo e poi guarda mi è arrivato proprio adesso il fax che stanno facendo delle offerte, ok allora prenota, voi siete due adulti ed una bimba, no Francesco vado da solo, quindi un solo adulto, mi stai prendendo per il culo? No!
Vado da solo hai capito bene.
Chiedo quanto viene, pago e me ne vado.
Dopo qualche giorno mi chiama per avvisarmi che è arrivato la conferma di prenotazione con il biglietto, passo a ritirare il tutto il pomeriggio dello stesso giorno.
Arriva finalmente il giorno della partenza, vado al porto mi avvicino alla banchina dove è attraccata la nave, consegno il biglietto, salgo a bordo e cortesemente mi indicano dov’è la mia cabina.
Arrivo nella cabina aggiusto le mie cose ed esco a prendere un po’ d’aria, fa molto è normale siamo alla metà di Luglio, la giornata è bella il mare calmo insomma ci sono tutti i presupposti per iniziare bene questa crociera, sono molto tranquillo e rilassato, guardo il mare ed intanto penso al motivo perché mi trovo lì.
Finalmente salpiamo, vedo il porto allontanarsi sempre più, non ci credo ancora dopo dieci anni di matrimonio con una moglie possessiva finalmente un po’ di libertà, è solo mezza giornata che sono solo e mi sento già meglio, finalmente avevo ritrovato la grinta e l’energia di qualche anno fa, mi sentivo un altro avevo una gran voglia di divertirmi.
Vado a cambiarmi e con gran fretta torno sul ponte dove cerano due belle piscine con molta gente che già stava facendo il bagno, non ci pensai due volte ed immediatamente appoggio il salviettine su una sdraio e mi tuffo, rimango una mezzora buona in acqua poi esco per prendere un po’ di sole.
Sono sdraiato con gli occhi chiusi quando ad un certo punto sento: E’ occupato? Apro gli occhi e vedo una ragazza pressappoco della mia età, molto carina, bionda e con un bel fisico.
Io rimango li fermo come un cretino, incredulo di quello che mi sta succedendo, allora lei mi ripete la domanda: E’ occupato oppure no ? Io mi riprendo subito, no è libero.
Lei con la sua vocina molto sensuale mi dice un grazie che mi fa incuriosire non poco, rimango in silenzio ed ogni tanto la guardo è davvero una bella gnocca, noto che porta la fede al dito, e devo dire che la cosa un po’ mi dispiace, avrei voluto provarci vista la sua bellezza.
Non parlo, intanto il tempo passa ed arriva l’ora di pranzo, raccolgo le mie cose vado a farmi una bella doccia mi vesto in maniera sportiva e vado al ristorante.
Sono seduto da circa dieci minuti, quando vedo entrare proprio lei, si avvicina ad un cameriere chiede qualcosa e vedo che indica proprio il tavolo dove sono seduto io.
Indossa un abito molto aderente e tra l’altro anche molto corto, cammina verso di me guardandomi e sorridendo, si avvicina e mi dice: penso proprio che questo sia il mio posto.
Io da gentil uomo mi alzo e faccio accomodare prima lei poi mi risiedo, la cosa strana è che il tavolo è per due, infatti come vi avevo accennato prima lei porta la fede, a quel punto mi viene spontaneo domandargli : scusa porti la fede ma tuo marito non c’è ?
Lei risponde con aria misteriosa : No, questo viaggio l’ho vinto con una ditta che mi fornisce i prodotti, ed era solo per una persona così sono venuta da sola.
Ricky : Comunque piacere io mi chiamo Riccardo per gli amici Ricky, e tu come ti chiami ?
Jessy : Io mi chiamo Jessyca per gli amici Jessy.
Ricky : Che lavoro fai?
Jessy : La parrucchiera, ho notato che anche tu porti la fede ?
Ricky : Si ma mia moglie non c’è.
Jessy : Bene, così non rischiamo con scenate di gelosia.
Jessy: Io e mio marito non andiamo molto d'accordo in questo periodo...sà le solite crisi del 7° anno...siamo sposati dal 98...
Jessy: senti già che siamo casomai ordiniamo...io prendo un roast beef e del vino rosso....tu?
Ricky: Abbiamo gli stessi gusti anche per me del roast beef e del vino rosso “novello”
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Iniziamo a mangiare ed il vino rosso scalda le anime...sono piuttosto eccitata...ho davanti a me un uomo che mi piace...lo scemo di mio marito fuori dai piedi.. insomma una situazione decisamente hot......Finito il pranzo mi inviti ad una passeggiata sul ponte. Ti seguo curiosa....Di lì a poco finiamo nell'area dietro le hall del 4° piano....il + alto della nave....proprio un bell'angolino nascosto che sicuramente conoscevi....non mi ci hai certo portata per caso...
Mi fissi con intensità...ti avvicini a me che sono appoggiata alla balaustra. Pochi attimi e mi sei addosso....ti appoggi a me e il mio abito attillato fa si che io senta come sei eccitato...mentre tu puoi sentire il mio sesso così vicino....tremendamente vicino.. separato solo da un sottile strato di cotone e dal mio perizoma così tanto mini...al tuo!
Mentre mi baci il collo inizio a sentire quella voglia terribile che si scatena in me in situazioni come questa....
Inizi a strusciarti a me mentre mi baci...sento il tuo sesso appoggiato deliziosamente alla mia micina...ti strusci apposta per farmelo sentire...mentre le tue labbra e la tua lingua sono incollate alle mie...frulli la lingua nella mia bocca stupendamente...sono partita...inizio a scendere con la mano sui tuoi pantaloni...cercando la zip che schiude il tuo cazzone...ormai lo chiamo così...quando mi parte la voglia divento anche piuttosto porca!
Scendo lentamente la zip...tu continui a limonarmi stupendamente...mentre con una mano ti sei fatto strada nel mio scollo...hai una mano sulle mie tette e stai strizzandomi con decisione un capezzolo...la cosa mi fà godere come una pazza....
Infilo la mano nel tuo pantalone..la zip calata non mi ostacola...pochi secondi e sono al tuo slip....una piacevole sorpresa mi attende....mi ritrovo...abbassando lo slip...un superbo cazzone duro...sei decisamente e stupendamente ben messo!
Inizio a farti una sega...mentre tu hai abbandonato le mie tette per puntare decisamente alla mia fica...intrufolandoti sotto il mio abito eccoti al mio peri...lo scosti con due dita e inizi a toccarmi con dolcezza la fica..che scopri già bagnata dei tipici umori prodotti dalla voglia che una femmina in calore così dimostra....
mentre mi limoni inizi a titillarmi il cli...facendomi ansimare e godere come una pazza...io ti stò segando magnificamente...sento che anche tu inizi a gemere....mentre l'asta pulsa nella mia mano...
Mi guardo intorno furtiva..non c'è nessuno...ho una voglia da impazzire....pochi secondi e mi inizio ad abbassare....mi inginocchio lentamente fino a ritrovarmi il tuo fantastico cazzone duro davanti al nasino...dio che favola 6....ho una voglia di leccarlo che mi fà diventare scema!
Tu mi guardi dall'alto...i nostri sguardi si incrociano...mentre tu mi domandi:"jessy...che fai...?"
Mi vedi avvicinare la mia bocca al tuo cazzo....ho le spalline dell'abito che tu mi hai abbassato...le tette sono fuori...l'immagine ti crea ancora maggiore eccitazione...mentre inizio a leccarti la punta...dandoti un brivido di piacere...ma la cosa è reciproca...un violento brivido di godimento lo sento anche io...mentre inizio a leccarti il glande...a tette nude..sul ponte della nave...con mio marito chissà dove....la cosa mi eccita da morire!
Insalivo l'asta....tu godi come un porco...la mia lingua lecca le tue palle sode....sei piuttosto in astinenza...dalla durezza e dalla pienezza delle tue palle deve essere molto che non vieni...la cosa mi dà ancora + godimento...adoro sentirmi sborrare per bene sul viso ed in gola...dopo aver fatto uno stupendo pompino....
Inizio ad andare con le labbra delicatamente chiuse sull'asta...su e giù...il cazzone mi scivola per bene tra le labbra....salgo e scendo dolcemente...la saliva lubrifica l'asta....inizio a gemere e mugolare per il godimento che provo....ho un cazzone stupendo in bocca...stò facendo un pompino che mi fà godere come una pazza....la fica mi freme dal piacere che provo...tu mi guardi in estasi...stai godendo molto....lo vedo....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Godo come non mai mi sta facendo un pompino da favola, ho le palle piene di sborra che voglio scaricare nella sua bocca, ma voglio resistere il più possibile, non mi avevano mai succhiato il cazzo così divinamente e poi anche lei meritava di godere.
Mentre continuava a spompinarmi vedo arrivare della gente, immediatamente arretro di un passo sfilando il cazzo dalla sua bocca e mi ricompongo, e lo stesso fa lei, si aggiusta al meglio e ci spostiamo.
Gli sussurro nell’orecchio che ho voglia di lei, ma da vera troia mi dice anch’io ho voglia di te ma voglio farmi desiderare quindi rimandiamo tutto a stasera.
Passiamo una buona parte della giornata insieme, ridendo e scherzando ma il mio pensiero è sempre occupato da un chiodo fisso, riprendere da dove c’eravamo fermati.
Arriva quasi l’ora di cena, ci diamo appuntamento al ristorante, vado a farmi una doccia, mentre sono sotto l’acqua penso al pompino che mi stava facendo sul ponte della nave ed immediatamente la nerchia diventa dura, le palle mi fanno male, l’eccitazione e tale da farmi venire il desiderio di farmi una bella sega.Prendo in mano il mio randello e comincio e segarmi molto lentamente per poi aumentare il ritmo, mi fermo di colpo e penso, è da tanto che non mi faccio una sega, se sborro adesso ne avrò meno per lei così interrompo la masturbazione e a fatica esco dalla doccia e mi rivesto in maniera elegante ma sportiva allo stesso tempo.
Esco dalla mia cabina e mi dirigo al ristorante, entro e mi vado a sedere al mio tavolo, lei non è ancora arrivata, è normale le donne si fanno sempre attendere.
Dopo quasi mezzora che la sto aspettando arriva, indossa una mogliettina molto corta ed aderente, si nota che non porta il reggiseno, si intravedono i capezzoli duri che lasciano l’impronta sulla maglietta, la gonna molto corta aderente segue la forma dei suoi fianchi e un paio di sandali allacciati con delle stringhe di cuoio sul polpaccio.
Nel vederla così vestita mi torna immediatamente nella testa il ricordo di quel pompino interrotto, l’eccitazione sale, l’asta diventa dura e immediatamente sento un brivido che corre lungo la schiena.
Cerco di restare calmo, ordiniamo mangiamo e dopo cena ci dirigiamo sul ponte a guardare il mare, la serata è bella e c’è la luna piena, un venticello scompiglia Jessyca tra i capelli, rendendola ancora più attraente, mi avvicino alle sue labbra con le mie e inizio a baciarla, lei non si oppone e si lascia andare,
ci baciamo per una decina di minuti poi le chiedo di andare nella mia cabina.
Lei sorride, ehi non correre prima ci divertiamo un po’ poi se te lo meriti………….
Ok, cosa facciamo?
Andiamo un po’ in disco e poi vediamo.
Va bene, vai avanti tu, fammi strada.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Arriviamo in disco...la pista è piena...tutti scatenati in un ballo sfrenato...mi butto in pista e tu mi segui subito...
La musica è latino americana...mi piace molto..inizio a ballare sculettando e muovendo dolcemente i fianchi...in breve ho 4 o 5 maschiotti che mi ronzano intorno...ricky ha un bel da fare a tenerli a bada...hihihi!
Il trucco giusto..i sandali che mi slanciano ancora meglio il sedere...le cosce nude abbronzate....i capelli sciolti e mossi mi fanno sembrare ancora + fica di quello che sono....e poi mamma mia...anche il resto diciamo fà la sua figura....la mini...e la maglietta aderente esaltano le mie forme....ballo con dolcezza ed il mio sederino splendidamente fatto a mandolino la fà da padrone...ho gli occhi di molti appiccati al mio culetto...che splendidamente muovo sculettando con piccoli scatti a dx e sx....
Le tette sode mi ballano su e giù...i capezzoli ogni tanto spuntano dalla maglietta...me ne accorgo e rialzo le spalline...tu hai gli occhi fuori dalle orbite....per come sono tremendamente fica in questa situazione.....
Mi metti le mani sui fianchi da dietro...ed inizi a ballare con me....tirandomi a te....io ti lascio fare...pochi attimi e sento chiaramente il tuo pube appoggiarsi al mio sedere...mi tieni stretta stretta....ballandomi dietro....Mi giro e ti schiocco un bacio in bocca....mmh....la mia lingua inzia a limonarti....qualche secondo e sento chiaramente il tuo cazzone che preme sul mio culetto.....dio che voglia hai!
ti lascio fare...tu ballando mimi come se mi stessi inculando....inizio a sentire caldo..la situazione è terribilmente erotica...hai un cazzo duro da far paura e me lo stai facendo sentire molto bene sul sedere....spingi come se volessi bucare la mia mini!sento che cerchi il mio buchetto....se fossimo in cabina non avrei avuto scampo...me lo sarei ritrovato duro tutto nel culetto...e ti confesso che la cosa mi andrebbe da morire!!
finisce il pezzo...ti prendo per mano e mi dirigo verso l'uscita....voglio rinfrescarmi le idee e sbollirti la voglia..ma sarà dura....
Usciamo...una piccola passeggiata e siamo di nuovo sul ponte...grosso modo dove eravamo oggi.....Mi appoggio alla balaustra....un attimo e mi sei addosso...mi baci con passione....appiciandoti a me....di nuovo sento il tuo splendido cazzone duro..questa volta mi premi decisamente sulla fica...mamma mia...6 terribile!
Inizi a limonarmi con voglia....la tua lingua si incolla alla mia....le tue mani mi frugano sotto la mini...trovi il perizoma...lo scosti...lasciandomi la mini leggermente alzata davanti.....ti lascio fare..sono troppo presa da te....e poi stò godendo della situazione...e parecchio....
Velocemente ti abbassi la zip...mentre continui a limonarmi magnificamente...metti la mano dentro...una frazione di secondo e lo tiri fuori...nemmeno il tempo di capire che fai e sento la tua cappella appoggiarsi alla mia fica....dio mio...mi vuoi scopare lì...sul ponte!Con una mano prima mi avevi scostato il peri.....ora invece appoggi con decisione la cappella alla mia fica...strusci un pò...trovi le grandi labbra...sono già fradicia...non ci metti molto a capirlo....ti assesti con le gambe e lentamente inzi con colpettini dolcissimi a penetrarmi....Dio che favola 6....mi stai scopando sul ponte....ma lo fai con una dolcezza meravigliosa...mentre con la lingua continui a limonarmi!
Colpetto dopo colpetto ti prendo....l'asta entra lentamente nella mia fica....cm dopo cm prendo il tuo splendido cazzone tutto nella fica....mentre ti bacio con passione.....Dopo meno di un minuto....sento le tue palle sode che si appoggiano alla mia fica...dio...me l'hai messo tutto dentro....stupendoooo....mi sento pienissima...mentre tu continui a limonarmi....
Mi stacco dalle tue labbra....ti guardo dritto negli occhi....e ti dico:"dio ricky...6 stupendooo...mi hai presa tutta senza nemmeno farmene quasi accorgere.....ho un cazzone da sballo piantato nella fica...lo sai?"
mi sorridi e lentamente inizi ad andare su e giù..facendomi uscire un gemito....mentre ti rimetto la lingua in bocca....lasciandomi scopare stupendamente in piedi lì sul ponte.....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Sarà la situazione, sarà la brezza del mare che ti accarezza le gote e ti scompiglia i capelli che ti rendono ancora più bella ed eccitante al mio sguardo, rendono la scopata ancora più intensa, il movimento altalenante della nave accompagna il mio movimento ormai o preso il ritmo e ti pompo con foga e passione.
Ad un certo punto ti accorgi che non siamo soli c’è un'altra coppia sul ponte,mi fai notare la situazione, io mi blocco un attimo, tu ti avvicini con le tue labbra al mio orecchio e mi sussurri “ dai facciamogli vedere quanto siamo porci” e mi inciti a riprendere a scoparti.
Cominci di nuovo a mugolare di piacere, ma stavolta con voce più alta in modo che la coppia ormai vicino a noi senta quanto stai godendo, mi volto verso la coppia che ormai è a pochi metri da noi, i nostri sguardi si incrociano, lui ha uno sguardo soddisfatto ma nello stesso tempo invidioso lei invece sembra schifata dalla situazione, io continuo a scoparti, la presenza di quei due mi fa eccitare ancora di più, sento la sborra ribollire nelle mie palle e ti annuncio il mio orgasmo, tu mi supplichi di resistere ancora qualche attimo, rallento il ritmo e la forza delle pompate in modo da allontanare l’orgasmo, gemi come una puttanella, stai godendo come una vacca, sbrodoli, hai la figa che gronda di piaceri.
La lei della coppia che ci sta guardando prende il marito per un braccio lo tira per portarlo via da lì, ma il marito non si muove e come pietrificato, ha lo sguardo fisso continua ad osservarci, tu te ne accorgi ed alzando un po’ la voce dici: Scommetto che piacerebbe anche a te farti una scopata simile.
Lui non risponde ma con la testa fa un cenno che lascia capire benissimo la sua risposta, lei si arrabbia con il marito che rimane lì immobile a fissarci.
Tu capisci la situazione e rivolgendoti a lei dici: Non ti incazzare con lui è normale che ci guarda, molto probabilmente non lo soddisfi abbastanza e quindi cerca il piacere guardando altre coppie che scopano, in maniera diversa dal solito.
Lei ora è su tutte le furie, e senza pensarci due volte ti risponde: Senti puttanelle, troia e succhia cazzo, non sono fatti che ti riguardano di come scopiamo noi e poi mi fate solamente schifo.
Tu replichi dicendo: ci scommetto che non ti sei mai fatta inculare, e tanto meno ti sei mai fatta sborrare in bocca.
Lei: certo che no! Certe schifosate io non le faccio!
Jessy: Scusi la signora certe schifosate non le fa, bhè sai che ti dico, penso che tuo marito certe schifosate le farebbe eccome se le farebbe.
Il marito non parla, io continuo a scoparmi Jessyca e lei mi annuncia il suo orgasmo, è un orgasmo molto intenso tanto da farla urlare.
La signora dice al marito dai andiamo lasciali fare questi due depravati, il marito non sembra intenzionato ad andarsene, ma lei con insistenza lo allontana.
Tu da gran puttana che sei la chiami: Aspetta santarellina c’è una cosa che voglio farti vedere così impari a far godere tuo marito, ti abbassi apri lentamente la bocca e avvolgi lentamente l’ asta con le tue labbra, pompini come non avevi mai fatto prima con dolcezza e sensualità, forse per far vedere alla signora come ti piace succhiare un cazzo, ti fermi un attimo mi guardi in faccia e dici: dai Ricky fagli vedere come mi sborri in bocca.
Nel sentirmi dire così non resisto più ed inizio a schizzare, ti spruzzo in bocca quattro o cinque fiotti di sborra calda, poi continuo a sbrodolare, che sborrata fantastica, tu ti alzi e ti avvicini a lei aprndo la bocca e mostrandogli come hai raccolto tutto il mio seme in bocca.
Lei ti guarda con aria schifata, tu lo ingoi e le dici: non sai cosa ti perdi, poi con aria soddisfatta ti volti e ritorni vicino a me.
Ci ricomponiamo, rimaniamo lì sul ponte abbracciati a guardare il mare poi mi guardi e cominciamo a limonare ancora.
Dopo quasi un quarto dora ci stacchiamo, tu sei molto bella e mi fai eccitare di nuovo, ma ho tutto il cazzo ancora indolenzito, ti propongo di andare in disco a fare ancora un po’ di pazzie.
Tu accetti ma prima di rientrare mi guardi dritta negli occhi e mi baci dicendo: Sei fantastico hai assecondato i miei desideri avrei voluto trovarti prima sicuramente mi sarei sposata con te, e non con quel pesce lesso di mio marito, ma tu credi che sono una puttana?
No Jessyca, non sei puttana sei troia è ben diverso, penso che una donna o un uomo in certi momenti non deve mettere freno alle sue fantasie, solo perché ha vergogna, ma deve lasciarsi andare hai suoi desideri più nascosti, solo così può trovare quello che cerca nel sesso.
Passiamo tutta la notte in disco, ormai è l’alba dopo una notte così ci vuole un po’ di riposo decidiamo di andare a dormire qualche ora ci diamo appuntamento per il pranzo, prima di salutarci tu con un sorriso malizioso mi dici:Stavo pensando, perché oggi non ci sediamo al tavolo con la coppietta che ci ha visto scopare sul ponte, secondo me la lei ha una gran voglia di farsi scopare da te?
Ricky: E cosa te lo fa pensare?
Jessy: Da come ti guardava, si vedeva lontano un chilometro che ti desiderava, fidati sono una donna, e certe cose le donne le capiscono.
Ricky: Mi stai proponendo di fare una cosa a quattro?
Jessy: Perché non ti andrebbe?
Ricky: Certo che mi andrebbe.
Jessy: Ok allora oggi ci sediamo con loro, fai fare a me e vedrai che non te ne pentirai.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
andiamo a mangiare nella sala da pranzo della nave....molti tavoli pieni...ad un certo punto adocchi la coppietta del ponte..lui ti sorride molto caldamente...lei abbassa la vista al tuo passaggio...Ti fermi e chiedi se c'è posto al loro tavolo.Lui immediatamente dice di si...mentre lei sbuffando replica:" ma con tutti i tavoli che ci sono...proprio qui si deve mettere??"
Tu sorridi e ti siedi...dicendomi:"Ricky mettiamoci con i nostri amici...scambiamo 2 chiacchiere....no?"
Ci sediamo e ci presentiamo....Io mi presento per primo:piacere sono ricky...lui mi dice di chiamarsi Claudio...Jessyca si presenta a sua volta alla lei che scocciata dice di chiamarsi Antonia.
Dopo poco rompiamo il ghiaccio con un brindisi...finalmente Antonia sorride...e Claudio non smette di mangiarsi con gli occhi Jessyca.
Il vino...lo spumante...i liquori alla fine del pasto rendono l'atmosfera molto + delicata e intima...e permettono alle due donne che prima erano nemiche di fare quell'amicizia che è ovvia per potersi conoscere intimamente....Ecco che infatti Jessyca chiede ad Antonia il perché di quel suo atteggiamento puritano...Le domanda:
"Anto...mi dici perché prima eri così schifata dal mio pompino?E' una cosa che fà godere lui e fà godere molto anche te...se non lo sai..."
Ed ancora...:"e guarda che anche essere inculate dal proprio uomo provi un godimento stupendo....ti senti completamente sua...e lui gode forse di più che a farlo normalmente con la fica...se non lo sai.. chiediglielo..."
Antonia sorride e dice che ha ricevuto un educazione religiosa molto rigida...e questo l'ha resa un pò moralista e molto retrograda....
Jessyca le sorride e le dice che ci pensa lei a farle passare certe strane educazioni....
Poco dopo ci alziamo dal tavolo...Jessyca ed Antonia spettegolano sulle attrici sexy...io e Claudio parliamo della vacanza e delle nostre rispettive donne....
Riandiamo sul ponte...e da lì parte l'invito per l'ultimo bicchiere nella cabina di Claudio ed Antonia.
Entriamo...io mi siedo vicino a Ricky e Claudio vicino ad Antonia.
Sarà stato il bourbon… sarà stato il limoncello..mi riviene voglia...inizio a baciare con dolcezza il collo di Ricky...mentre la fica mi si bagna dalla voglia....
Claudio mi guarda come ipnotizzato....morirà dalla voglia di provare una vera troia come me...non quella suora rivestita di Antonia....Antonia osserva la cosa stupita ma a questo punto anche divertita...credo stia cominciando a capire cosa si è persa in questi anni di castità...
Inizio a limonare Ricky che sembra ancora + voglioso di prima...eppure ha sborrato da poche ore...ma la voglia che gli metto lo ricarica come non mai....allungo una mano alla sua patta....ha già il cazzo duro come marmo...mmhh....
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
La cosa mi eccita molto, tiro fuori il mio cazzo e lo porto immediatamente alla bocca di Jessyca, Antonia rimane immobile, me non mi sembra poi così schifata come lo era stata in precedenza, anzi sembra guardare con interesse come Jessyca mi succhia l’asta.
A quel punto Jessyca si allontana da me, prende Antonia per mano e la fa avvicinare a me, dicendogli: ti piace il cazzo del mio uomo?
Antonia: Si, è anche più lungo e più grosso di quello di mio marito.
Jessyca: A si! E allora perché non lo succhi per bene come stavo facendo io.
Antonia si avvicina con la bocca al mio pene ormai duro come un palo di ferro, apre leggermente le labbra e comincia a darmi dei col pettini alla cappella la cosa mi piace molto, poi pian piano se lo infila in bocca e comincia a pomparmi, Jessyca la guarda e le dice:Non sei proprio come me a fare i pompini ma con un po’ di esperienza vedrai che impari.
Antonia risponde: bhè per essere la prima volta mi sembra che non vado molto male?
Ricky: No di sicuro mi stai facendo un bel pompino.
Claudio non parla forse è scioccato nel vedere la moglie che succhia il cazzo di un altro uomo, resta immobile steso sul letto a segarsi, io mi accorgo che lui si sta masturbando ed invito Jessyca a fargli un pompino dei suoi, lei non se lo fa ripetere due volte e immediatamente si avvicina a Claudio e comincia a spompinarlo.
Antonia guarda la scena e sembra apprezzare molto, infatti aumenta l’intensità del pompino che mi sta facendo, godo come un pazzo, sono ormai vicino all’orgasmo, vorrei scaricarle in bocca tutto il mio sperma, ma voglio scoparmela quella santarella, gli sfilo la nerchia dalla bocca e la faccio stendere sul letto a gambe aperte.
Mi stendo sopra di lei e comincio a limonare, appoggio il mio cazzo contro la sua figa ormai bagnata, faccio una leggera pressione giusto per farglielo sentire che c’è ma non la penetro.
Inizio a baciarla sul collo, lei ansima e si muove con il bacino per farmi entrare dentro di lei, ma io sto molto attento a non farlo scivolare dentro, voglio farglielo desiderare il più possibile in modo che lo desideri più di ogni altra cosa al mondo.
Continuo a baciarla e scendo fino al seno, inizio a titillargli i capezzoli con la lingua, sono duri e grossi, ne prendo uno in bocca ed inizio a mordicchiarlo,lei inizia a godere di più, e mi supplica di scoparla, io continuo a non dar peso alle sue suppliche.
Scendo ancora continuando a leccarla mi soffermo un attimo vicino all’ombellico poi ricomincio a scendere, inizio a leccargli l’interno coscia, lei si muove e ansima, sta godendo, tra poco perderà ogni freno inibitore e diventerà la più peggiore delle troie, la cosa mi eccita da morire, mi volto per vedere cosa stanno facendo Jessyca e Claudio, vedo che stanno già scopando, Jessy è a pecorina e Claudio le sta dietro, la sta pompando lei gode e ansima e lo incita a spaccargli la figa.
Antonia mi chiama dicendomi: Dai Ricky non pensare a quello che fanno loro pensa a farmi godere voglio essere la tua troia.
Nel sentire quelle parole mi eccito ancora di più, le porto la mia cappella davanti all’apertura della micina e dopo avergliela strusciata un po contro le grandi labbra la infilo in quella fessura vogliosa, lei emette un sussulto di piacere, apre ancora di più le cosce per agevolare la mia penetrazione, la sua figa è talmente bagnata che mi ritrovo con tutta l’asta dentro di lei, ha gli occhi socchiusi e dice delle parole a bassa voce io non riesco a capire il significato, allora le chiedo: Cosa stai dicendo?
Lei mi risponde dicendomi: Ho detto che questo è un vero cazzo non quel cosino che si ritrova mio marito.
Ricky: Stai godendo come una vacca, allora ti piace il cazzo e io che pensavo fossi una santarellina.
Antonia: Si, sto godendo come una troia in calore, ho tutta la fica piena di cazzo, voglio che mi scopi a più non posso, dai sfondami con il tuo cazzone, fammi sentire donna dai ti prego voglio farmi spaccare tutta.
Ricky: Se vuoi sentirlo tutto allora girati a pecora che ti scopo da dietro.
Antonia: Io mi giro ma mi devi promettere che non mi inculi.
Ricky: Ti prometto che per adesso non ti inculo poi vediamo.
Antonia: Non solo per adesso, sempre non mi devi inculare ok?
Ricky: Comincia a girarti, poi vedrai che ti faccio anche il culo e tu non ti rifiuterai.
Antonia: Va bene però se mi inculi fallo piano sono vergine.
Si posiziona a pecora io mi metto dietro di lei e molto lentamente entro nella sua figa ormai dilatata,comincio a pomparla e lei asseconda il mio movimento andando avanti e indietro, aumento il ritmo delle pompate e la forza con cui spingo, mugola e dice cosa da vera troia.
Mentre la sto martellando guardo Jessyca che ora è sopra a Claudio, lo sta cavalcando, gode molto anche lei, continuo la mia scopata con Antonia e continuo a guardare cosa fanno gli altri, vedo che Jessyca prende la borsetta e tira fuori un tubetto di vaselina, lo apre e si unge per bene il buchetto, poi si alza fa uscire il cazzo dalla figa lo appoggia al culo e si impala lentamente, sta ferma un attimo in modo che il suo buchino si dilati per bene poi comincia a fare su e giù, Claudio gode tantissimo, la prende per i fianchi per accompagnare il movimento di Jessyca, anche lei gode e ogni tanto le scappa un gridolino di piacere.
Io continuo a guardare la scena, e faccio notare anche ad Antonia che il marito si sta inculando Jessyca, ma lei niente sembra proprio che non voglia farsi sverginare il culo.
Senza che Antonia mi veda faccio segno a Jessyca di passarmi la vaselina, apro il tubetto lo avvicino allo sfintere di Antonia e ne verso un po’, lei sente un liquido che gli cola sul buchetto e mi chiede: Ricky cosa stai facendo?
Niente non preoccuparti ti ho solo messo un po’ di vaselina, così se ti viene voglia di prenderlo in culo sei già lubrificata.
Antonia: Non se ne parla nemmeno di farmi scopare il culo, sono vergine ed ho paura che mi fa male.
Ricky: Non preoccuparti che farò molto delicatamente, ti sverginerò il culo con delicatezza e vedrai che poi sarai tu a supplicarmi di spingere più forte.
Non risponde segno che ha una mezza idea di prenderlo in culo, continuo a scoparla tenendola per i fianchi, poi comincio a stuzzicargli il buchino ( preda da me tanto ambita) con il dito, lei subito contrae i muscoli stringendolo, allento un po’ la pressione per farla rilassare, in modo che il buco si dilati nuovamente,come mi accorgo che si è rilassata comincio di nuovo a spingere con il dito, stavolta però lei non contrae i muscoli ed il mio dito entra nel suo culo.
Continuo a scoparla in figa e a sditalinargli il culo spingendo sempre più in fondo il dito, ora è tutto dentro e comincio a muoverlo in avanti ed indietro, lei apprezza molto questo movimento e comincia a godere come una cagna.
Mugola e ansima, muove il bacino per agevolare la penetrazione sia del mio cazzo nella sua fica e sia del mio dito nel suo culo.
Dopo qualche minuto che stiamo scopando così si avvicinano Jessyca e Claudio.
Jessyca: Dai togliti che adesso se la scopa un po’ il marito, ormai e bella calda l’hai preparata bene.
Io mi tolgo da dietro ad Antonia e Jessyca fa stendere sul letto Claudio gli prende in mano il cazzo e fa salire sopra la moglie facendola piegare in avanti.
Comincia a spiegarle come cavalcare il marito per sentirlo di più, quando ad un certo punto mi fa segno di posizionarmi dietro ad Antonia, io capisco subito vuole che gli infili la nerchia in culo mentre il marito la scopa in figa.
Sono dietro Jessyca impugna il mio cazzo e lo dirige dritto verso il culo di Antonia, io gli apro le natiche per godermi tutta la scena, Jessyca mi fa segno di cominciare a penetrarla, appoggio la mia cappella gonfia, di colore violaceo allo sfintere e comincio a spingere.
“Il pezzo seguente è scritto da Jessyca”
Antonia sente la cappella sul buchetto...ma resta in godimento...non dice nulla...di lì a breve la scena è favolosa...Ricky inizia a penetrarla mentre il marito la fotte divinamente nella fica...Mi godo la scena da spettatrice...magnifica Antonia...faceva la santarellina ed invece ha 2 cazzi uno in fica ed uno nel culetto...e gode come una pazza!!
Ricky entra lentamente...Antonia si piega in avanti...bacia con passione il marito...mentre Ricky con colpetti decisi le stà spaccando il sederino...mhh...
Le mani sui fianchi di Antonia...il lento movimento di bacino di Ricky che la penetra con dolcezza...ed ecco che finalmente l'ha preso tutto in culo....la signora....!!Dopo poco se ne accorge ed inizia a sbuffare e mugolare come una pazza....piena di cazzo com'è!
Si alza con la testa ed inizia a muoversi con i fianchi...agevolandoli entrambi nello scoparla....hai capito la signora...e dava a me della puttana!!I capezzoli sono gonfi e dritti...segno che stà godendo moltissimo...e dal viso la cosa è ben visibile...ogni tanto si passa la lingua sulle labbra per come gode....è davvero una donna molto calda...e pensare che voleva negarsi tutto questo piacere!!
Il marito è vicino a venire...diminuisce i colpi nella fica della moglie...mentre Ricky la stà inculando magnificamente...colpi secchi..decisi...ogni tanto Antonia si lascia andare a degli urletti tra il dolore ed il piacere in fondo era vergine ed ha preso un bel cazzo nel culetto....è sverginata di brutto ora la signora!!
Poco dopo ecco che il marito con una serie di mugolii le sborra nella fica....lei resta su di lui qualche istante....la sborra le cola dalla fica sul pube del marito...mhh....la voglia si rifà strada in me...ma sono curiosa di vedere Ricky quando verrà.
La martella ancora....lei stupendamente a pecorina si gode la monta...mentre il marito scivola in avanti lei appoggia le ginocchia al letto....restando magnificamente a culo in fuori...senza parlare fà vedere a Ricky come lo vuole tutto...mette ancora di + il sedere proteso verso di lui per far si che la scopi ancora meglio...mentre abbassa la testa sul cuscino mostrando i magnifici capelli sciolti.
Ricky non si fà attendere troppo....il sederino di Antonia è ben stretto e lo fà godere molto...pochi colpi e finalmente sborra...A quel punto io lo invito ad uscire dal culetto di Antonia....mi metto in ginocchio davanti a lui ed apro le labbra....pochi istanti e ricevo la cappella gonfia e vogliosa di Ricky che in un attimo inizia a sborrarmi sulle labbra e sulla lingua...delicatamente appoggio la lingua al glande e mi godo una sborrata stupenda....rapidi schizzi densi e caldi mi scivolano in gola...mugolo come una puttana sentendolo sborrarmi così...Lui gode moltissimo...me ne accorgo dai versi e dai rantoli che fà.Poco dopo lecco le ultime gocce dal suo magnifico cazzone...mentre si appoggia al letto sfinito.
Deglutisco con un sommesso "MMMMHHHH" i densi schizzi....il pancino è pieno del suo seme....ne aveva tanta il porco ed io adoro finire un pompino con l'ingogio...fà parte del mio essere tremendamente puttana se mi ci metto!
Antonia resta sdraiata sul letto....sfinita da quella monta deliziosa....il sedere all'aria..il buchetto dilatato...placata e decisamente soddisfatta....ora anche lei come me è una rottainculo...ma devo dire che da come godeva la cosa le è piaciuta un casino!Il marito anche lui ha goduto come un porco..io credo che vedere la moglie inculata nella sua cabina lo abbia eccitato non poco...ecco perchè quando è venuto godeva così tanto...
“Il pezzo seguente è scritto da Riccardo”
Sono steso sul letto, mi sento sfinito ho goduto come un porco, era da tempo che non mi facevo una scopata simile, guardo Jessyca, che è stesa al mio fianco, poi mi volto e vedo che Antonia non c’è mentre Claudio si sta rivestendo.
Poi noto antonia che esce dal bagno con aria molto soddisfatta.
Jessyca: Anto, mi sembra che ti è piaciuto farti rompere il culo, o sbaglio?
Antonia: Mi è piaciuto eccome, d’ora in poi ogni volta che farò sesso mi farò inculare di brutto.
Jessyca: E facevi la santarellina, anche se dalla faccia si vedeva che si nascondeva una troia da far paura.
Le due andarono avanti la conversazione mentre io e Claudio ci eravamo già rivestiti, usciamo dalla cabina e diamo appuntamento al bar alle signore.
Dopo quasi un’oretta arrivano tutte e due noto che Antonia indossa un abbigliamento molto sexy,
si avvicinano e Jessyca dice: Le ho prestato qualcosa io ormai si deve vestire da troia, ha dimostrato di esserlo e quindi……
Scoppiamo in una risata e brindiamo.
Nei giorni seguenti abbiamo fatto sesso ancora tutti insieme, ma purtroppo come tutte le cose belle c’è un inizio e c’è una fine e questa è la fine della crociera.
FINE
Questo racconto è stato scritto da due amici virtuali una donna e un uomo, ci siamo conosciuti quasi per caso nel web ed è nata questa splendida amicizia, tutt’ora ci scambiamo e-mail con i nostri desideri più nascosti, le fantasie più strane e le nostre esperienze di vita di coppia.
Un grazie a tutti coloro che anno letto il nostro racconto.
Per commenti scrivete ai seguenti indirizzi di posta elettronica :
[email protected]
[email protected]
5
2
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Lo strizzacervelli - parte prima
durante il servizio di leva cominciai a fare uso di droga, una sera esagerai e mi ritrovai ricoverato all'ospedale militare. mi disintossicarono e, grazie a conoscenze di famiglia, anzichè congedarmi mi mandarono in convalescenza fino alla fine del periodo di leva. mandarmi in comunità sarebbe stata un'onta per la famiglia, ma il rischio che ricominciassi convinse i miei a mandarmi da un terapeuta. cominciai così a fare due sedute settimanali da questo giovane psicologo che mi sembrava mi avesse preso molto in simpatia. quando gli raccontavo delle mie esperienze giovanili, o delle avventure omosessuali, di quello che avevo fatto con il mio prof di latino e sua moglie, dei trans, del fatto che durante la leva mi ero prostituito per pagarmi la droga, insomma di tutto quello che riguardava il mio rapporto con il sesso lui sembrava glissare e mi diceva sempre che non era importante, che mi serviva solo per sentirmi in colpa e che tutte quelle cose se le avessi fatte solo per il piacere di farle e non per potermi poi colpevolizzare non starei così male a pensarci. a furia di parlare in questi termini delle mie esperienze arrivò a propormi un esperimento, ci saremmo masturbati ed avremmo poi verificato come mi sarei sentito. ci togliemmo pantaloni e slip e ci sedemmo accanto sul materasino su cui a volte mi faceva stendere durante le sedute. "come stai?" mi chiese "sono un po' imbarazzato" "guarda il mio cazzo e dimmi cosa pensi". abbassai lo sguardo e guardai il suo cazzo. non aveva un cazzo molto grosso, era moscio ma mentre lo guardavo e gli dicevo cosa pensavo lo vidi animarsi ed in breve diventò duro. era abbastanza lungo, completamente scappellato ma sottile e curvo da un lato, ma la cosa che mi colpiva era la sua consistenza: da come veniva su dalla sua pancia doveva essere durissimo. "mi sembra molto duro a giudicare da come sta su" "prova a toccarlo, non ti preoccupare". allungai la mano e verificai che effettivamente era molto duro. per toccarlo mi ero abbassato verso il suo cazzo anche con il corpo e lui me lo fece notare "come mai ti sei chinato per toccarlo quando sarebbe bastato allungare di più il braccio? così hai avvicinato la tua bocca, te ne sei reso conto?" "non lo so perchè l'ho fatto, mi è venuto così" "prova ad immaginarlo" "forse ho voglia di prenderlo in bocca" "perchè?" "mi piace la sensazione di avere un cazzo duro in bocca" . a quel punto lui mi disse di sentirmi libero di fare quello che volevo, che lui non avrebbe interferito. allora mi abbassai ancora di più e gli presi il cazzo in bocca. ero curvo di lato e quando cominciai a succhiarglielo mi muovevo a fatica, ma poi lui si stese ed io mi aggiustai fra le sue gambe. il pompino gli piaceva, sentivo che vibrava quando gli facevo i giochi di lingua che sapevo fare, "se continui così mi farai venire....." io smisi di pomparlo e continuando a smanettarlo gli dissi che non c'era problema, "guarda che io sborro tanto, proprio tanto" "non ci sono problemi, a me la sborra piace". così lui si rilassò e dopo un altro paio di pompate cominciò a venirmi in bocca. mi fece almeno 10, 15 schizzi di sborra molto liquida in bocca, io per abitudine ingoio la sborra mentre me la schizzano dentro, senza aspettare che finiscano, e quello mi salvò, perchè non sarei mai riuscito a tenere tutta la sua sborra in bocca fino alla fine. finito il pompino si tirò su e mi chiese come stessi. "sono eccitato, vorrei venire" "scaricati tranquillamente, non farti problemi. posso fare qualcosa per aiutarti?". "mi piacerebbe venire con il suo cazzo in bocca e vorreiche lei mi tenesse la testa fra le mani come se mi stesse scopando in bocca". lui si alzò e presa la mia testa fra le mani si mise a scoparmi in bocca con il cazzo ancora grande ma smollato che mi continuava a colare sborra in bocca. dopo essere venuto anche io ci rivestimmo e ci raccontammo come avevamo vissuto l'esperienza. quello che venne fuori era che non mi sentivo in colpa per quello che avevamo fatto e che non avevo l'impressione di aver fatto una cosa sporca come mi capitava di solito. fu la prima volta di una serie in cui facemmo sesso durante la seduta, all'inizio gli facevo un pompino con l'ingoio mentre mi smanettavo, ma la cosa, sempre con la motivazione del tentativo di rivivere in un contesto "pulito" esperienze passate che ricordavo con disprezzo, andò oltre. dopo i pompini cominciammo con il culo. gli avevo raccontato di come mi avessero inculato fin da quando ero piccolo e di come presto avessi cominciato ad incularmi da solo con vari oggetti, e da qui lui mi propose di rivivere l'esperienza. la volta successiva portai in seduta un paio dei miei giochini, all'epoca abitavo ancora con i miei e non potevo certo tenere in casa plug o falli, erano un dentrificio in dispenser, una confezione di bagnoschiuma e una bottiglietta di profumo. lui mi chiese di mostrargli come li usavo, di immaginare di essere da solo nella mia stanza e di fare come se lui non ci fosse, lui mi avrebbe osservato e avrebbe preso appunti per parlare dopo dell'esperienza. cominciai con lo spogliarmi, poi mi accovacciai e mi bagnai per bene il buco del culo con la saliva spingendo in fuori come per cagare. dopo essermi bagnato per bene dentro e fuori cominciai a sditalinermi il culo per farlo allargare un po' alla volta, prima con un dito poi con due, tre e quattro. a quel punto passai al dispenser. lo ciucciai prima e poi cominciai ad incularmi con quello. passavo spesso dal culo alla bocca per lubrificarlo e dopo un po' passai al bagnochiuma. stessa trafila bocca-culo per un po' per arrivare al pezzo forte che era la bottiglietta di profumo. dopo essermi inculato per qualche minuto con quella con dei lunghi affondi dentro-fuori cominciai a smanettarmi il cazzo che nel frattempo era diventato duro come il marmo. con una mano mi smanettavo, con l'altra ni inculavo e mi ero infilato in bocca il dispenser. venni quasi subito raccogliendo la sborra in una mano. a quel punto lo guardai, ero peraticamente seduto sulla bottiglietta di profumo, avevo sputato il dispenser e ansimavo guardandolo. "continua. voglio che tu faccia tutto come se stessi solo a casa tua" lo fissai negli occhi "di solito mi lecco la sborra dalla mano", lui anuì ed io lo feci, dopo avere imgoiato la mia sborra mi tolsi la bottiglietta dal culo e cominciai a sistemarmi, poi presi i miei giocattoli e andai a lavarli in bagno. tornato nello studio mi sedetti in silenzio e gli chiesi come era andata, ero molto imbarazzato, non sopportavo il silenzio "cosa pensi mentre fai queste cose? quali sono le fantasie che fai?" "dipende. oggi ho immaginato un gruppo di trans superdotati che mi inculavano e si facevano spompinare fino a farmi bere la loro sborra". "ma cosa provi a bere la tua sborra?" "mi piace. mi piace il gesto perchè immagino che ci sia qualcuno che mi costringa a farlo, immagino che la sborra sia la sua, ma anche il sapore mi piace molto".
la conclusione fu che evidentemente avevo il buco del culo particolarmente sensibile e che quindi mi piaceva che fosse stimolato e che le fantasie riguardo i trans servivano a rendere equivoca una cosa che era invece semplicemente una questione di gusto, così anche l'ingoiare la sborra era collegato semplicemente al fatto che mi piaceva, e se per berla facevo un pompino non c'era nulla di male, sarebbe stato lo stesso se fossi andato in un particolare bar per il fatto che li il caffe era più buono. mi fece lasciare li nello studio i miei giochi e ci salutammo. la volta successiva mi propose di giocare insieme, sarebbe stato lui ad incularmi con i miei giochi. mi spogliai e mi misi a quattro zampe, mi allargai il culo con le mani e sentii le sue dita che prima mi lubrificavanoe poi cominciavano ad entrarmi dentro. poi fu la volta del dispenser, ma dopo un paio di inculate più profonde lui si fermò. "cosa fai se il dispenser si sporca?" "niente dottore, lo ciuccio un po di più per bagnarlo meglio perchè se si sporca scivola male e continuo" "fammi vedere come fai" e il dispenser mi viene porto verso il volto. sulla punta e lungo il fusto c'erano dei segni marroni, senza smettere di allargarmi il culo ciuccio il dispenser dalle sue mani "che sapore ha?" "è amara dottore, ma non si sente molto" "continua allora, fallo tornare pulito coma quando sei da solo" e il dispenser cominciò a muoversi con più decisione nella mia bocca fino a quando gli parve pulito, poi me lo riinfilò dentro e ricominciò ad incularmi con quello. quando si risporcò me lo diede da ciucciare mettendolo a terra davanti a me e cominciò ad incularmi con il bagnoschiuma. il bagnoschiuma aveva un rilievo intorno al tappo che quando non ero perfettamente pulito si riempiva di merda, cosa che puntualmente capitò dopo poche pompate. il bagnoschima prese il posto del dispenser nella mia bocca e nel mio culo entrò il profumo. per spingere meglio mi schiacciò giù con una mano sulla schiene e mi infilò la bottiglia dentro facendomi lamentare "ti ho fatto male?" "solo un po dottore, ma non si fermi, posso venire?" "certo che puoi, cosa vuoi che faccia?" "mi afferri le palle mentre mi spinge la bottiglia dentro, così fa più forza" io mollai le chiappe e cominciai a smanettarmi, ma mi venni in mano praticamente subito. rimasi per un attimo con la faccia appoggiata a terra, la bottiglia infilata nel culo e la mano piena di sborra. "avanti" disse lui "pulisciti e rimetti a posto" mi leccai la mano e sempre con la bottiglia nel culo mi tirai su. mi rivestii, andai in bagno a lavare tutto e quando tornai lo trovai dietro la scrivania. "questa è la cosa più grande che ti infili dentro?" "no dottore, ho anche delle cose più grandi" "e come scegli cosa infilarti?" "di solito comincio dal dispenser che è il più piccolo e poi vado avanti fino all'ultimo, non li ho portati tutti perchè sono tanti" "vorrei vedere il più grande" "va bene dottore, la prossiam volta lo porto" "e poi dovremmo parlare un po' di quello che fai quando i tuoi giocattoli si sporcano" "si dottore".
3
0
18 years ago
sottomesso38,
39
Last visit: 16 years ago
-
Capodanno in discoteca
============================================================================
PREMESSA:
QUESTI RACCONTI SONO SOLO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA E QUINDI NON SONO REALI.
============================================================================
CAPODANNO IN DISCOTECA.
Era la sera del 31/12/2005 ed io e mio marito eravamo ancora piuttosto indecisi.Ci avevano invitati ad una cena
in un ristorante degli amici....altri ci avevano dato appuntamento alla disco LA BAIA DEI PIRATI...ed altri ci
avevano invitati a casa loro per un brindisi della mezzanotte....
Io ero piuttosto eccitata...avevo comperato un abitino scollato molto sexy...lasciava quasi completamente la
schiena nuda...fin quasi al sedere...e davanti un ampio scollo decisamente sexy faceva da contralto al vertiginoso
stacco che mostrava la schiena nuda....Un paio di scarpine con tacco a spillo,un perizomino rosso di buon augurio
sarebbero stati il tocco finale...decisamente ero una gran fica e la serata mi sarebbe piaciuta di sicuro...Messa
così in tiro dovunque sarei andata avrei fatto faville....hihihi!
Un buon bagno caldo...poi una crema per il corpo...infine trucco...capelli ben in piega...rossetto...dopo 1 ora di
preparativi ero pronta.Mio marito vedendomi uscire sgranò gli occhi...dicendomi:"Cazzo jessyca...che strafica sei...
mamma mia....stasera ti dovrò stare appresso se non voglio che qualcuno ti violenti!"
Ridacchiando risposi che mi ero messa solo un pò in tiro per capodanno....e nulla +...
Riguardandomi un'ultima volta allo specchio notai che senza reggiseno l'abitino faceva con gran facilità uscire una
buona parte del seno...addirittura se saltellavo facevano capolini i capezzoli...la cosa mi eccitò ancora di +...
la mia troiaiggine prendeva il sopravvento in certe situazioni...ed il pensare che ballando avrei mostrato il seno avrebbe
eccitato sicuramente diversi ragazzi presenti nella disco...mettendomi così al centro dell'attenzione....cosa che
mi piaceva e parecchio....La troia che era in me e che avevo a lungo controllato...sentivo bene che quella sera
aveva voglia di scatenarsi.....e la cosa non mi dispiaceva affatto..anzi....Tutto sarebbe stato possibile ma solo una volta
messo da parte l'ingombro di mio marito....
Decidemmo di andare alla BAIA DEI PIRATI...una disco distante una 50ina di km da casa nostra...l'estate è la meta preferita dei
vacanzieri e l'inverno aperta solo per le grande occasioni...tipo capodanno appunto.Lì ci attendevano gli amici che
avevano prenotato un tavolo per la serata.In macchina mi guardai allo specchietto...ero perfetta...trucco giusto...abitino
perfettamente aderente...capelli lisci...insomma stavo veramente bene.Mio marito guidò con calma ed alle 11 eravamo lì.
Salutammo gli amici...ci accomodammo al tavolino..eravamo in 6...3 coppie...e dopo i soliti convenevoli aspettammo la
mezzanotte.Allo scoccare ecco il rito del brindisi...gli auguri...i cin cin..baci abbracci...le solite cose....Io
aspettavo invece che si scatenasse la frenesia della disco per lanciarmi in pista....con quell'abitino avrei creato lo scompiglio
ed in breve sarei stata messa in un cerchio di uomini eccitati nel vedermi ballare così sexy...
Dopo poco il DJ lancia i primi dischi...l'atmosfera si inizia a scaldare...la gente si butta in pista alla grande...mio
marito è al tavolo che discute di calcio...politica...le solite rotture di palle....Io lancio un occhiata alla moglie di
Piero...uno dei 3 mariti delle 3 coppie presenti al tavolo e gli dico:"si và a ballare??"
Lei annuisce...ci alziamo e dopo poco siamo in pista!Il ritmo è elevato...eccoci impegnate in un latino americano...inzio
a sentire la musica entrarmi nel sangue...e con quella anche altre voglie si fanno lentamente strada in me.Dopo poco ne ho
addosso un paio...che si strusciano via via mentre il ritmo avanza...il mio abitino mostra generosamente il seno e il
profondo scollo posteriore mostra quasi lo spacchettino iniziale del mio sedere...e la cosa manda in estasi queli che mi
ballano intorno!
Dopo qualche altro ballo di Dance ecco che la mia amica molla...non è allenata a stare molto in piedi...io che sono parrucchiera
invece in piedi ci stò dalla mattina alla sera e quindi reggo a meraviglia.Mi lascia sola....non chiedevo di meglio...
ecco che il primo dei miei fans si fà sotto...guardandomi si avvicina e mi dice:"sei strepitosa...lo sai?Hai un abitino
che è uno schianto...6 la + bella fica della disco..lo sai?"
Lo guardo...non è brutto...anzi...piuttosto carino...con un bell'abito...e poi quella faccia da schiaffi che in genere
mi eccita...quello sguardo quasi a dire:"dai puttana....lo sò ti piaccio...non tirartela e lasciami fare...."...ed
in genere in questi casi la puttana che è dentro di me...nel mio lato oscuro...inizia a uscire allo scoperto.
Gli sorrido....e gli rispondo:"grazie...diciamo che per una serata speciale mi sono messa un pò in tiro...tutto qui"
Lui mi sorride e con una mano mi cinge il fianco per iniziare una salsa scatenata...Lo guardo dritto negli occhi....il mio pensiero
è di quelli che non lasciano scampo...ho voglia di cazzo e questo è il mio tipo....Lui sembra leggermi nell'anima...di lì a
poco inizia a stringersi a me...in un modo lento ma costante...Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro:"guarda che al tavolino c'è mio marito...non strafare....almeno non ancora....."
La lampadina gli si accende negli occhi...molla la presa e inizia a ballare + lentamente e meno da assatanato..io gli sorrido
facendogli capire che la cosa mi andrebbe e non poco.
Lo lascio un attimo in pista...dicendogli..."Aspettami..vado a vedere che fà mio marito"
Arrivo al tavolino e lo trovo un pò alticcio...diversi giri di grappe...spumante e mirto lo hanno messo un pò sull'intontito...
hihihi...non chiedevo di meglio...gli amici parlano scherzano...ed io mi rituffo in pista...dove c'è chi mi aspetta e non
solo per ballare.
Rieccolo...sorridendo mi riabbraccia e avvicinando le labbra al mio orecchio mi dice:"approposito..mi chiamo Davide...e tu?"
Io jessyca gli rispondo...Altro sorrisetto malizioso..e poi mi fà:"vieni al bar...ti offro il cin cin di capodanno...se ti và"
Gli rispondo di si...mando però avanti lui per non dare nell'occhio....faccio il giro largo sgusciando via senza farmi vedere
dal tavolino dove sono gli amici.Pochi attimi e sono al bar...lui mi aspetta già.Mi offre un gin lemon...beviamo con calma
parlando del + e del meno...Lo guardo negli occhi....voglio fargli capire che ho voglia di sesso...che sono lì non certo per il gin lemon o per sentire che lui fà il meccanico in un officina e che è fidanzato con una di MILANO.....
Mi fissa..pochi attimi...e capisce che cosa il mio sguardo gli dice.....Jessyca ti và di vedere la terrazza?Vieni...è uno spettacolo il mare questa sera......Mi prende la mano...lo seguo in silenzio....Apre una porta in ferro e poco dopo siamo su una veranda chiusa da vetri...divani che credo d'estate facciano parte di un sala privè...e dalle vetrate ora chiuse si vede benissimo il mare...
Resto lì affascinata dallo spettacolo....quando sento che con dolcezza mi abbraccia da dietro...poi le sue labbra sul mio collo...mi stringe con passione e inizia a leccarmi il collo lentamente...Mi giro ed in un attimo incontro le sue labbra....un lungo bacio appassionato...mentre sento che inizia a prendere confidenza con il mio corpo....
Mentre limoniamo con passione lui si accorge che il mio vestitino mi lascia ben poco coperta...allungando una mano mi esce un seno...intrufolandosi nello scollo posteriore in un attimo ho l'altra sua mano sul mio sedere!!
Mi abbassa le spalline....il seno è scoperto..inizia a leccarmi i capezzoli mentre mi fà appogiare alla spalliera del divano...io stò perdendo ogni inibizione....Davide mi piace e sono parecchio su di giri!
allungo una mano verso i suoi pantaloni....cerco la zip.....eccola scendere in un attimo....intrufolo la mano cercando il suo cazzo....scosto la camicia...mi infilo nel suo boxer...eccolo....duro e magnificamente eretto....Lo tiro fuori dai pantaloni....e resto sorpresa...ha un gran bel cazzo....splendidamente eretto e piuttosto lungo...sicuramente oltre 20cm...ho l'acquolina in bocca!!
Lo faccio appoggiare al divano...spostandomi...lo guardo dritto negli occhi mentre lentamente piego le gambe...inginocchiandomi davanti a lui....Gli slaccio la cintura...facendo cadere i panta ai suoi piedi...poi gli calo i boxer....mugolando dalla voglia.....Pochi istanti e mi ritrovo un cazzone da sogno in erezione davanti al nasino...non chiedevo di meglio...un bel ragazzo e con un gran bel cazzo...mmhh....decisamente il capodanno comincia bene.....
Lo guardo dritto negli occhi ancora una volta....lui a sua volta mi guarda...incrociamo gli sguardi...un attimo di silenzio...poi mi dice:"dai...lo sò che lo vuoi...è da quando eri in pista che l'avevo capito...hai voglia di cazzo stanotte...vero jessyca??"
Si gli rispondo...è vero...e tu mi sei piaciuto subito....così scanzonato e così porco.....sai?
E lui mi risponde a tono:"dai puttana....guarda che cazzo ti faccio leccare....fammi vedere se sai fare un pompino...dal viso e dal vestito giurerei che sei una gran troia....ma la prova del nove è da come mi farai il pompino...."
Io sempre in ginocchio lo guardo e con un sorrisino beffardo gli rispo...."beh...te ne accorgerai....secondo me resisterai ben poco....sappilo....."
Dopodichè inizio a leccargli lentamente l'asta....leccatine leggere..colpettini di lingua...ha un cazzo superbo...duro...piuttosto largo e con una cappella da sballo....Lecco piano piano tutta l'asta...un filo di saliva la ricopre...lo sento respirare e dei piccoli gemiti gli escono quando lecco...segno che è sensibile.Infine mi insalivo le labbra...l'asta è già bagnata...ora la farò scivolare in bocca....Socchiudo le labbra...appoggio la cappella alla lingua e lo guardo ancora negli occhi...lui è come stregato da quell'immagine...io...una bella fica....gli stà a tette di fuori.....in ginocchio e con il suo cazzone davanti alle labbra...decisamente gli sembrerò una magnifica puttana in quel momento.....Lentamente mi infilo il cazzone in bocca....mentre un MMMMHHHH di piacere mi esce dalle labbra....stò godendo come una troia nel sentirmi quel cazzone da sballo in gola!
Cm dopo cm me lo mando in gola....la cappella quasi mi soffoca...ma lo voglio prendere tutto....voglio arrivare a posare la punta del nasino tra i peli del suo inguine....Ancora pochi cm e ci sono...OOOOHHH.....MMMHHHH....ecco...l'ho preso tutto in bocca....che cazzo...mi soffoca quasi...è strepitoso!
Arretro la bocca e ne faccio usicre qualche cm...e poi comincio ad andare su e giù con le labbra....lentamente salgo fino alla cappella e poi riscendo fino a oltre metà asta...mmhh.....che favola di cazzo ha questo ragazzo!!Inzia a sbuffare....sento che stà godendo molto.... se lui mi potesse toccare sentirebbe che ho la fica fradicia dal godimento...tirare un pompino così mi fà godere come una vera puttana da strada!
Lecco le palle...sode e dure...piene di sborra....rilecco l'asta arrivando fino alla cappella....poi mi fermo....Guardandolo gli chiedo:"beh...che ne dici?sono brava?"
Lui mi guarda dall'alto...e mi risponde....."dio jessyca....che straordinaria pompinara che sei...mamma mia....sei favolosa!"
Lo guardo e ridacchiando riprendo il mio pompino....lecco il glande....socchiudendo le labbra mi spingo in gola il cazzone....lentamente riprendo il mio su e giù...Sento che gode...ma non immagina quanto stia godendo io...ho la fica un lago e se uno adesso me lo mettesse dentro avrei un orgasmo magico dopo 2 o 3 colpi!!!
Mi ferma....mi fà alzare....mi abbraccia con dolcezza e mi inizia a limonare con passione....poi mi gira...mi appoggia alla spalliera del divano...mi alza il vestitino sulla schiena facendomi restare a pecorina appoggiata al divano.Uno specchio davanti al divano riflette la nostra immagine...Pochi attimi e mi scosta il perizoma...per un attimo mi guarda la fica....poi me lo cala ai piedi....io lo vedo dallo specchio....eccolo che impugna il cazzo avvicinandosi a me...sento la cappella che si ferma un secondo sulle labbra della mia fica....un attimo dopo con un paio di colpi decisi mi penetra...facendomi sfuggire un deciso:"AHHHHH.......SIIIIIIIIIII!!!"
Entra in me....altri 2 o 3 colpi per spingermi il cazzo fino in fondo....ora mi sento la fica piena....mmmhh....mi ha penetrata con decisione e senza tanti preamboli....si ferma un attimo per assestarsi con le gambe...mi poggia le mani sui fianchi...Poi mi guarda nello specchio....il solito sorrisetto scanzonato...mentre mi dice..."che troia...sei....hai la fica fradicia di voglia per avermi tirato il pompino....vero??"
Lo guardo mentre inizia a scoparmi...mi dà dei colpi dolci ora....dopo avermi penetrata con forza...lo sento tutto dentro di me mentre gli rispondo:"si...ero fradicia di voglia...e tu me la stai levando...sei stupendo...scopami davide...scopami tutta...."
Inizia a scoparmi con dolcezza....le mani sui fianchi non stringono + di tanto...lentamente spinge fino in fondo....sento le sue palle appoggiarsi alla mia fica....poi lo ritrae un pò...e poi ricomcia a spingermelo dentro....un movimento molto dolce...mentre mi guarda nello specchio con passione.
Sono appoggiata alla spalliera del divano....mi stò godendo una monta deliziosa...quando sento bussare alla porta....Davide immediatamente esce da me...si rialza i panta...io mi rimetto giù il vestitino....mentre lui chiede:"CHI E??"
Davide siamo io e Giulio....si sente rispondere da dietro la porta.....Stavamo chiedendo dove fossi finito...e sapendo che spesso vieni qui a fumare una sigaretta volevamo sapere se eri qui....almeno ci allunghi 2 MARLBORO che siamo rimasti senza...
Davide apre la porta per rassicurarli....entrano un secondo,,,gli dà le sigarette....Giulio lo guarda e gli chiede:"ma sei con una signora....perbacco...scusaci per l'intrusione!"Mario...l'altro dei due mi guarda con gli occhi sgranati....deve aver pensato:"guarda che fica ha preso davide....cazzo!!"
No...non è nulla...stavamo chiaccherando....risponde Davide.
Giulio guarda ai miei piedi e vede il perizomino rosso mio....un attimo e capisce che cosa stavamo facendo.....Io arrossisco e faccio finta di nulla....mentre anche Mario si accorge del mio perizoma alla caviglia.
Giulio prende Davide da una parte....e parlottano un pò...pochi istanti e chiamano anche Mario....io non riesco a capire che cosa stà succedendo....Infine si avvicinano tutti e tre....Davide mi stringe la vita baciandomi con passione....poi si avvicina al mio orecchio e mi dice:"jessyca...si sono accorti che stavamo scopando...hanno visto il tuo perizoma...mi chiedevano se potevi far vedere anche a loro che razza di puttana sei....."
mentre parla mi spinge verso il basso....pochi istanti e risono in ginocchio...mentre davide si slaccia i panta e mi schiaffa nuovamente il cazzone splendidamente eretto di nuovo davanti al nasino....Ma questa volta non è il solo....Mario senza proferir parola si è abbassato anche lui i pantaloni...un secondo cazzone....leggermente + piccolo del precedente svetta vicino alla mia guancia!
Li guardo un istante....la voglia che ho è tantissima.....ormai la puttana che ho a lungo tenuta a bada è fuori...prima era solo un assaggio....ora di cazzo ne ho quanto ne voglio....
Senza dir nulla inizio a spompinarli...prima uno e poi l'altro....lecco le cappelle con voglia...la troia che è in me ormai non la fermo +...si è scatenata e la fine è segnata...finirò a scopare di brutto con tutti e 3!!
Spompino quei 2 cazzi con godimento...mugolando e godendo come una puttana....quando ecco che anche giulio si avvicina...si cala gli slip....e mi sbatte davanti agli occhi il suo cazzo....una cosa da sogno...+ grosso e lungo di quello di davide....spalanco gli occhi per il godimento....sarà almeno 3 o 4 cm + lungo di quello di davide...mio dio...è strepitosamente dotato!!
Mi mettono in cerchio....ho 3 cazzi da sballo da spompinare....lecco la cappella a giulio che da solo mi riempie la bocca...che cazzo da sogno.....Poco dopo davide mi ripiazza a pecorina sul divano....questa volta mi leva il vestitino..resto in tacchi a spillo nuda....perfettamente in tenuta da troia quale sono!!
Davide mi risbatte il cazzone nella fica....un mugolio sommesso mi sfugge....mentre giulio dal davanti del divano mi sventola il suo magnifico cazzone davanti al nasino....poi si avvicina e me lo sbatte in bocca....stò prendendo 2 cazzi magnifici...non male per la serata di capodanno!
Mario si sega....guardandomi così presa....ma sò che non gli basterà di certo....
Poco dopo la situazione cambia....Davide si sdraia sul divano...mi prende e mi fà calare sul suo cazzone....mi impalo lentamente guardandolo negli occhi...voglio che veda che razza di puttana sono.......Impugno il cazzone di davide....e mentre lo guardo dritto negli occhi appoggio la cappella alla mia fica...lentamente scendo su quel cazzone...socchiudo gli occhi e mi lascio sfuggire un ben deciso:"AHHHH....SIIII....TUTTOOOOO....."
Sento le aplle di davide sulla mia fica....me lo sono preso tutto fino alla radice....mmhh....inizio a godere sul serio ora....Davide inizia lentamente a scoparmi di nuovo...prendendomi per i fianchi mi muove su e giù...ad ogni colpo lo prendo fino alle palle nella fica....non immagina come godo quando lo sento fino in fondo dentro....
Poco dopo giulio si avvicina....inizia a leccarmi la schiena....poi scende....mi abbassa lentamente in avanti il busto ed inizia a leccarmi il buchetto del sedere....dio che bello...sento la sua lingua rasposa che lentamente mi schiude il buchetto.....la saliva entra nelle pieghe del buchetto....mi sento bagnare dentro per com'è bravo a leccarmelo......
Dopo qualche minuto si inizia a bagnare la cappella....mi prende per un fianco con la mano...appoggia la cappella al mio culetto....Mi volto di scatto e gli dico:"ma che fai?Sei pazzo?Hai un cazzone troppo grosso!!"
Stai tranquillla mi risponde lui.....una puttana come te vedrai come gode....lasciami fare.....E poi senti...hai un culo da sogno...spettacolare..a mandolino.....perfetto....sporgente....bello sodo...non mettertelo in culo sarebbe un delitto.....credimi....un culo come il tuo è difficile da vedere....
Mi rigiro....mentre davide per distrarmi aumenta il ritmo della scopata....mi poggia una mano sulla spalla e spinge in giù...infilandomi tutto il cazzo nella fica...fin quasi alle palle!!Godo molto da quella penetrazione...ormai ho deciso di lasciarli fare quello che vogliono....mi stanno trattando da perfetta puttana...e la cosa mi eccita terribilmente!
Poco dopo sento ben distintamente la cappella di Giulio sul mio buchetto del culetto.....Piccoli colpi...decisi..continui....sento il buchetto schiudersi....un senso di piacere misto al dolore si fà strada in me....mentre lui và avanti piano piano....un colpo dopo l'altro....colpi lievi...delicati...ma continui.......
Sento la cappella entrarmi dentro....un ben deciso:"OOOOOOHHHHHHH........" mi sfugge dalle labbra....mentre Giulio mi dice."che brava puttana sei....dai...piano piano te lo dò tutto...."
E così è...piano piano...rispinge ancora...dolcemente....sento il suo cazzone scivolarmi dentro....il buchetto si dilata...si allarga sotto i suoi colpi....mi sono appoggiata a davide che mi stà limonando con passione....le noste lingue si intrecciano mentre giulio continua ad incularmi lentamente.....
Mugolo...gemo....davide se ne accorge...ma continua a limonarmi...ormai sono in mano loro....e se devo essere sincera mi stanno facendo godere come una pazza!!
Giulio và avanti...ormai l'ho preso tutto nel culetto...sento chiaramente le sue palle sulle labbra della mia fica...ed infatti un "AHHHHHHH.......siiiiiiii....l'hai preso tutto...troia!!!" gli esce dalle labbra mentre si assesta nel mio sederino ormai pieno di un cazzone da urlo.....
Inizia a muoversi...bagna il buchetto del mio sedere dilatato da morire con altra saliva e poi inizia ad andare su e giù....mi incula con dolcezza....mentre davide ha ripreso a scoparmi dopo essersi fermato un pò per permettere a giulio di penetrarmi per bene.....
Mi alzo appena appena con il busto.....mentre giulio mi stà inculando con maggior forza ora...colpi secchi...decisi....sento il buchetto dilatarsi....ho nel sedere un cazzone da sballo....sarà largo almeno 15cm e lungo + di quello di davide...mamma mia...che vacca mi stanno facendo diventare questi ragazzi!!!
Ad occhi chiusi mi godo la scopata di Davide...che con forza riprende a fottermi....giulio mi stà inculando con passione....stò godendo come una pazza.....quando ecco che sento davanti alle labbra una cosa che conosco molto bene....
Apro gli occhi e mi ritrovo il cazzo di Mario....che in un attimo mi sbatte in bocca il suo cazzo duro.....
Mi guardo per un attimo nello specchio.....sono piena di cazzo....mamma mia!!!che capodanno coi fiocchi.....scopata...inculata...e spompino un terzo cazzo....sono una gran puttana...lo ammetto!
Davide và avanti ancora un pò...è molto che regge...alla fine inziia a fremere...e di lì a poco gemendo mi sborra nella fica....godendo come un pazzo mi schizza in fica diversi copiosi getti di sborra....mentre viene mi limona con la lingua....godo molto nel sentirmelo sborrare dentro.....
resta così quanlche secondo poi lentamente esce da sotto...lasciandomi a pecorina con giulio....Mi stà facendo morire....giulio...mi incula con una forza stupenda..colpi continui..martellanti...mi stringe i fianchi con forza...ora poi che non ha + l'impedimento di davide è libero di muoversi....mi tiene sotto a pecorina e mi stà montando nel sedere come un vero toro!
Godo molto...un pirmo accenno di orgasmo si fà strada in me....sento che stò per venire!!Giulio và avanti ancora....ancora colpi...mi schianta il sederino con quel suo cazzo da primato....ancora colpi...infine inizio a vibrare....sento un formicolio alla fica...infine vengoooooo!!Un "OOOOOOOOHHHHHHH......SIIIIIIIII......AAAAAAAHHHHHH" mi esce di getto dalle labbra.....mentre la fica mi si bagna terribilmente!!!
giulio se ne accorge...e fermandosi un attimo mi dice:"che troia sei...+ uno ti incula e + godi!!sei proprio una puttana di razza...lo sai??"
ahhh...siiiiiiii...è vero.....rispondo io.....mi stai facendo impazzire....lo sai?Mi stai sfondando letteralmente il culetto...ma stò godendo come una vacca alla monta...lo sai???
Lo specchio riflette la mia immagine.....mi guardo e mi vedo con i capelli smossi dai colpi di giulio...ho uno sguardo dove si legge il mio stupendo godimento.....sono sbattuta a pecorina....le braccia appoggiate alla spalliera lasciano libere le tette che sbattono sotto i colpi di giulio.....ho un cazzo da sogno ben piantato fino alle palle nel culetto....ed un altro..massimo...che ogni tanto mi mette il cazzo in bocca per farsi tirare un pompino.....
Mi guardo pensando a che razza di puttana sono....inculata...scopata e a fare pompini a tre ragazzi appena conosciuti in discoteca la notte di capodanno....e mio marito è di là brillo che sonnecchia....solo una puttana sarebbe capace di tanto!!
I pensieri lasciano il posto al godimento...sento il culetto in fiamme sotto i colpi di Giulio....imperterrito mi incula con passione... và vanti ancora un pò....poi lo sento vicino....Si pianta per bene con i piedi....mi stringe per bene i fianchi ed inizia a darmi colpi a ripetizione...violenti...mi scuote tutta cacciandomi quel suo paletto di carne sempre + dentro nel sederino....una serie di colpi fortissimi preannunciano l'orgasmo....Inizio a gemere con lui....il dolore di quei colpi...il culetto che mi si stà sfondando per bene...il godimento di sentirmi un cazzone del genere tutto nel sederino fanno si che nel momento in cui giulio mi sborra nel culetto anche io ho un secondo meraviglioso orgasmo!!
Sento gli schizzi di sborra di giulio arrivarmi profondi nel pancino...mentre di nuovo la fica mi cola dal piacere che ho provato....un orgasmo magnifico...e questa volta quasi anale.....Inizio a gemere....."SSIIIIIII.....OOOHHHHHHH.....SIIIII.....VENGOOOOOOO!!!"....ed i miei gemiti si mescolano a quelli di Giulio che mi stà sborrando nel culetto tutto il suo piacere....Mi giro e lo guardo...è stupendo...il viso stravolto dal piacere... mi guarda con passione....mentre con gli ultimi colpi mi fà sentire quel suo strepitoso cazzone fino in fondo nel sederino...in quegli attimi mi sento profondamente sua...mentre gli ultimi fiotti di sborra mi inondano il pancino...
"Che magnifica zoccola sei jessyca.....hai goduto e sei venuta mentre ti stavo venendo nel culo...sei proprio una gran troia...godi e vieni anche quando ti inculano!!" mi dice giulio in un ultimo sussulto di piacere.
Si rilassa un attimo appoggiandosi a me...mi bacia il collo....mi giro e gli offro le labbra....ci baciamo con passione per qualche istante....Poi Giulio lentamente mi sfila quel suo grosso cazzone dal sedere....mi sento come svuotare il pancino mentre lui esce.....
Massimo si fà sotto....non mi lascia nemmeno il tempo di riprendermi che già mi mette il cazzo in bocca....vuole godere anche lui.....
Sono stanca....mi hanno scopata...inculata....ma ho ancora la forza di far morire questo ragazzo....in fondo ha saputo aspettarmi e poi lui non mi ha nemmeno scopata!
Lo spompino con dolcezza...lentamente lecco l'asta....lecco le palle e la cappella...affondo le labbra dolcemente...mi guarda mentre lo spompino...mi tocca le tette che dolcemente ballano al ritmto del mio su e giù con la testa....lo sento che gode nel vedermele ballare.....Ancora pochi affondi...in breve lo porto all'orgasmo.....con pochi gemiti mi sborra in gola....piegando le gambe per come l'ho fatto godere.....Un "MMMMHHH" soffocato di godimento mi sfugge.....ogni volta che mi sento sborrare in gola godo...ed anche con lui è stato così....Rapidi fiotti di sborra mi arrivano sul palato..sulla lingua...calda...densa...godo molto nel sentirmela scivolare in gola....lecco la cappella mentre il cazzo gli si affloscia tra le mie labbra....Alla fine tutti e tre si rivestono....sono esausti...ed io con loro....Mi passano dei fazzolettini di carta....mi ripulisco la fica...il culetto...mamma mia com'è sfondato!!!Giulio mi sorride dicendomi che ho davvero un gran bel culo....a mandolino..sporgente....e che ha goduto molto a rompermi il culetto.....Conclude dicendo che sono una puttana di razza....ho preso in culo un gran bel cazzone ed ho goduto come una troia....difficile trovare puttane come me....La cosa mi eccita ancora di +....adoro essere considerata una puttana....specie da sconosciuti....
Ridono tutti e 3 mentre io sorridendo mi rivesto......che troia sono stata....puttana in un modo pazzesco!!
Mi rimetto in sesto i capelli....rimetto su il vestitino..il peri....mi sistemo per bene...come se non avessi fatto nulla...I 3 ragazzi piano piano escono dalla terrazza....uno alla volta si rimescolano alla folla della disco...resto sola con davide..che mi bacia ancora.
Mi lascia il suo numero del telefono cellulare...dicendomi che mi vuole rivedere...che gli piaccio troppo...che prova qualcosa x me....
Lo bacio con dolcezza....gli rispondo che lo chiamerò.....mi è piaciuto molto...sia lui che gli altri....
Riappaio in pista....mi ributto nel ballo......come se nulla fosse.....
Qualche minuto dopo ecco Piero..uno dei 3 amici del nostro tavolo....Mi dice che mio marito si sente poco bene...ha vomitato al bagno perchè ha bevuto troppo.....
Lo portiamo alla macchina...io Piero e la moglie di Piero....salgo e mi dirigo verso casa...Mio marito dorme tra i fumi dell'alcool....tra 20 minuti lo metto a letto....
Che capodanno...mamma mia....il dolore che sento al culetto mi ricorda la splendida serata passata in quella terrazza....e le gocce di sborra che mi colano dalla fica sono il segno che non è stato un sogno ma la splendida realtà della troia che posso essere se ci mi metto e se ne ho la voglia!!
JESSYCA
Per commenti e giudizi scrivete a:
[email protected]
3
5
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Beatrice sotto la doccia ...rilassatrice
Questo è il seguito del racconto «Beatrice stuzzicatrice».
Riepilogo della puntata precedente:
Vengo invitato a casa della mia amica Beatrice per risolverle un problema con il computer. Mentre sto lavorando le mi stuzzica strusciandomi sulla faccia un paio di mutandine. Poco dopo mi mette la gonna in capo e gode delle mie attenzioni. Sfinita dall'orgasmo si ricompone e va in bagno a farsi la doccia. Mentre mi rimetto a lavorare sul suo computer la sedia si incaglia sulle sue mutandine lasciate sul pavimento. Le raccolgo e mi accingo a portargliele in bagno.
Se non lo avete fatto, vi consiglio di leggere prima l'episodio precedente. Vi piacerà ;-)
Tanti auguri per un felice 2006 e buona lettura!
---- BEATRICE SOTTO LA DOCCIA ...RILASSATRICE ----
Aprii lentamente la porta ed entrai. L’aria calda e umida mi invase, il bagno era spazioso, pulito e c’era tanta luce che entrava da una grande finestra, velata e diffusa da una tenda gialla piuttosto fine. La stanza era del colore giallo dei girasoli, un rivestimento di piastrelle bianche si alzavano per un metro e mezzo di altezza e quelle più alte erano decorate con motivi orientali di colore verde e azzurro, in tono con il pavimento. L’atmosfera era calda e misteriosa per quel velo di nebbia che il vapore caldo della doccia aveva creato. A sinistra un armadietto, poi il lavandino con sopra una grande specchiera incorniciata da tante minuscole lampadine accese, più distante il bidet e il water. Nell’angolo a destra, l’acqua scrosciava e tra i vetri opachi del box doccia la sagoma confusa di Beatrice traspariva in una macchia di colore scuro e rosato. Mi chiedevo se quei vetri fossero opachi per il vapore dell’acqua calda o perché erano fatti in quel modo. Il pensiero che in quella macchia di colore vaga e indefinita ci fosse il corpo nudo della mia amica, bagnato, abbronzato e sensuale mi fece muovere qualcosa dentro i pantaloni, allora cercai di distogliere lo sguardo e non pensarci.
Senza muovermi dalla soglia della stanza le dissi, a voce piuttosto alta per sovrastare il rumore della doccia: «Hai dimenticato un pezzo: dove te le metto?»
«Ma che hai lasciato la porta aperta? Mi sembra di sentire freddo» Non era la risposta alla mia domanda, comunque feci un passo avanti e mi chiusi la porta alle spalle. Mi venne da pensare: “come ha fatto a sentire freddo chiusa nel box doccia con l’acqua calda che le cade addosso?” Mi avvicinai alla doccia e le ripetei la domanda: «Dove te le metto le mutandine?»
«Lì, sul panchetto dove ci sono anche gli altri panni, vicino al lavandino… l’hai visto?»
Detti una rapida occhiata intorno nella stanza e sotto il lavandino vidi un groviglio informe di panni sopra qualcosa che sembrava, a vedere dalle gambe che uscivano, il panchetto che mi aveva detto.
«Ah, si!» risposi incamminandomi in quella direzione. Tenevo l’indumento appallottolato nella mano e prima di lasciarlo cadere sopra gli altri panni lo stesi, ammirandolo un’ultima volta. Tra la biancheria disordinata sopra il panchetto riconobbi la gonna di lino e il reggiseno di pizzo nero e rimasi a contemplarlo fino a quando mi sentii chiamare da Beatrice: «Miki!» - silenzio - «MIKI!!» ancora più forte.
«Ohi, che c’è?» risposi avvicinandomi verso il box doccia.
«Ah ci sei sempre! Pensavo fossi andato via…»
«No, ma ora vado, c’ho il computer che sta facendo la scansione l’antivirus…»
«Me lo fai un favore fra che sei qui? …mi insaponi la schiena?»
«Eh?» risposi perplesso.
«Sì dai… fra che ci sei ti sfrutto!»
«Poi ti rimetto tutto in conto… eh!» reclamai fingendomi sacrificato.
«Mammamia come sei sfaticato!»
Mi avvicinai. Solo una lastra di vetro mi separava da lei, una lastra opaca di minuscole goccioline d’acqua che velavano l’immagine del suo corpo e io tornai ad immaginarne le forme, suggerite dai colori rosati della carne e da quello più scuro dei peli pubici che confusi trasparivano attraverso il vetro. Qualche goccia più grossa si distaccava pesante dalle altre e scendeva giù lasciandosi dietro una scia limpida dalla quale la forma confusa di quel corpo acquistava dettaglio e nitidezza.
Mi avvicinai ancora un po’ e bussai con il dorso della mano sul box doccia.
Beatrice fece scorrere un vetro sovrapponendolo a un altro e rimase voltata di spalle. Con il braccio sinistro si copriva il seno e con la mano destra, quella con la quale aveva aperto, prese la spugna insaponata e me la pose.
«Aspetta – le dissi – sennò faccio il bagno!» indietreggiai di qualche passo e mi abbassai per togliermi le scarpe e i calzini, mi arrotolai un po’ i pantaloni bene sopra le caviglie e tornai a posizionarmi dietro a lei appoggiandomi con la mano sinistra al vetro della doccia.
Presi la spugna, lei si scoprì la schiena portandosi i lunghi capelli in avanti, poi si mise la mano davanti a coprirsi il pube.
Iniziai a insaponarle le spalle, la spugna scorreva liscia sulla sua pelle morbida e bagnata. La insaponavo come faccio quando lavo la mia automobile: “scarabocchiandole” la schiena con la scia di sapone che la spugna si lasciava dietro ogni volta che la strizzavo un po’ di più. Scarabocchiavo e cancellavo, scarabocchiavo e cancellavo di nuovo, andavo in alto intorno al collo e le spalle, poi scendevo fino alla vita e ai fianchi. Lì i miei occhi si posavano sempre sulla forma biancastra lasciata dal costume dopo l’abbronzatura. Impressa sul suo culetto ne metteva in evidenza le forme tonde e sode delle natiche. Non potevo più guardarlo perché avevo già i pantaloni gonfi e le guance rosse di lieve imbarazzo, sentivo addosso un calore che non era dovuto solo all’acqua, che calda scrosciava sul petto di Beatrice, ne percorreva il corpo e le cadeva ai piedi, rimbalzando in tante piccole gocce che arrivavano a bagnarmi i piedi.
«Gratta! Più forte!» mi ordinò risoluta.
«Diobòno! – esclamai – ora ti gratto io per bene!» replicai malizioso e le premetti la spugna dietro le spalle, con decisione e forza tanto che lei si sbilanciò in avanti, senza spostare i piedi distese le braccia e si appoggiò alla parete della doccia, finendo con la testa sotto il getto dell’acqua. «Ah… bene!...» sospirò con l’acqua che le cadeva sui capelli scuri, le scendeva sulle spalle e delicatamente le accarezzava tutta la schiena fino a insinuarsi tra i glutei e correre lungo le gambe fino ai piedi.
Io rimasi fermo, ad aspettare che tornasse nella posizione di prima.
«Dai, continua, perché ti sei fermato?»
«Mi schizzo tutta la maglietta così!»
«Levatela, te la rimetti dopo. Che hai freddo?»
«Allora aspetta…» mi abbassai un po’, allungai il braccio e appoggiai la spugna ai suoi piedi, nel piatto della doccia; mi allontanai, tolsi la maglietta e la lanciai in direzione dello sgabello, mandandola a finire sopra le sue mutandine, feci per tornare alla mia opera e rimasi senza fiato nel vedere che Beatrice si era appoggiata con entrambi i gomiti al portaoggetti di fronte a lei, attaccato alla parete della doccia, ma nel fare questo si era piegata con il busto ancora di più in avanti e aveva sporto il sedere verso di me, si faceva cadere l’acqua dritta sulla colonna vertebrale subito dietro il collo. Teneva le gambe strette e diritte e suo culetto ritto invitava ad essere preso a morsi. Mi avvicinai fingendomi indifferente, ma il mio corpo non lo era affatto e lo sentivo stretto dentro i miei slip, con il sangue che mi martellava dentro le tempie e scandiva un misterioso conto alla rovescia.
Mi abbassai a raccogliere la spugna, percorrendole con la faccia, a pochi centimetri di quota, la coscia destra, dalla natica fino alla caviglia. Avvertivo il calore e il profumo della sua pelle. Raccolsi la spugna e alzai lo sguardo. Lei era voltata a sinistra, con la tempia appoggiata alla parete della doccia. Le vidi i seni liberi penzolare dal suo petto, e la punta scura di un capezzolo far capolino dalla rotondità del seno destro. Risalii perlustrando le sue cosce e tra le natiche intravidi timida la carnosità della vulva, strinta e scura come il baule di un pirata che conserva il suo tesoro adagiata sul fondo buio di un abisso. L’acqua che le scorreva addosso accentuava le forme perfette del suo corpo e le rendeva la pelle lucida come la porcellana.
Ripresi a strusciare la spugna con forza sul suo corpo; aggrappato con una mano fuori dal vetro, mi allungavo sopra di lei per arrivare alle spalle e poi scendevo giù, ai fianchi, alla vita, a sfiorarle il sedere e di nuovo su, scarabocchiandole il corpo di schiuma biancastra.
Beatrice aveva la testa appoggiata e gli occhi chiusi, era rilassatissima.
«mmh… Bello!...» sospirava ogni tanto.
Fare forza sulla spugna con il braccio teso era faticoso.
«Ohiohi che fatica! Aspetta un attimo…» dissi con il fiato corto, più per l’eccitazione che per lo sforzo fisico.
«No, dai, continua…» mi implorò Beatrice senza scomporsi, con la testa oltre lo scrosciare dell’acqua e gli occhi sempre chiusi.
Cambiai braccio e ripresi a lavorare.
Ogni volta che scendevo non potevo fare a meno di contemplarle il fondo schiena, ed ero incantato dalle due fossette ai lati della colonna vertebrale che risaltavano sul suo fisico asciutto. Provai a farmi un po’ più audace e passai una rapida spugnata sulla zona superiore del sedere, dove finiva l’abbronzatura e la pelle iniziava ad essere bianca. Nessuna reazione.
Al giro successivo di nuovo un’altra spugnata, un po’ più ampia quasi da disegnarle la rotondità delle natiche. Di nuovo niente. Beatrice era completamente assopita e rilassata. Ogni tanto sospirava e ondeggiava un poco i fianchi, da lì capivo che era ancora viva (e che le piaceva)!
Dopo altre tre o quattro passate complete, dalle spalle allo stacco delle natiche e ritorno, volli rischiare e, una volta vicino, decisi di compiere un giro completo della natica sinistra.
Questa scivolò tonda, liscia e soda sotto la mia spugna e Beatrice non si scompose. Salii un po’ e ridiscesi subito, prima che fossi arrivato alle spalle. Le detti di nuovo una spugnata sulla natica e ci misi un po’ di forza, per essere sicuro che se ne accorgesse. Di tutta risposta Beatrice sospirò con un leggero mugolino di piacere. Spostai la spugna sull’altra natica e iniziai a massaggiare anche quella. Accarezzare con la spugna quel culetto così perfetto, esposto e bagnato mi aveva provocato un’imponente erezione che premeva contro la stoffa dei miei calzoni e quasi ne soffrivo.
«Ti piace così?» chiesi a Beatrice.
«…sì...» rispose lei con un filo di voce sommesso dallo scrosciare dell’acqua.
Le percorrevo la schiena premendole con la spugna lungo la colonna vertebrale, su fino alle spalle, poi scendevo disegnando delle ampie S fino al sedere, un massaggio fugace alle natiche e poi di nuovo su, contandole tute le vertebre del corpo. Serpeggiavo con la spugna mentre salivo, a volte anche mentre scendevo e lei assecondava i miei movimenti ondeggiando con il sedere e con i fianchi.
A un certo punto la vidi liberare un braccio e scendere con una mano lungo il corpo, accarezzandosi languidamente; divaricò un po’ le gambe mentre ondeggiava e le vidi le dita della mano far capolino tra le cosce.
Presi ad accarezzarle il sedere con entrambe le mani, con una tenevo la spugna, con l’altra le massaggiavo la natica a mano nuda. Beatrice mugolava e ansimava per il piacere che provava mentre il suo braccio si muoveva e scomposto sotto il suo corpo.
Continuando ad accarezzarle le natiche mi accovacciai piegandomi sulle ginocchia. L’acqua le scorreva intorno ai fianchi e le scivolava sul sesso. La sua mano agile e esperta lo perlustrava giocherellando con le grandi labbra, le apriva e le stringeva, l’una all’altra, intrufolava qualche dito e ne percorreva il canale fino al clitoride. Con una mano insaponata e la spugna stretta nell’altra, scesi con le carezze dalle natiche alle cosce. Beatrice ondeggiava e piegandosi sulle ginocchia mi sbatteva il sedere in faccia, mentre continuava a darsi piacere con la sua stessa mano. Le massaggiai un po’ le cosce, poi lasciai cadere la spugna e risalii di nuovo sulle natiche con entrambe le mani nude. Le guardai tra le gambe il frutto proibito, gonfio di piacere e rimasi a contemplarlo per qualche istante. Dalla posizione della sua mano e dal movimento delle dita intuivo che si stesse titillando il clitoride. Afferrai con dolcezza le natiche e gliele scostai verso l’esterno, mettendole in mostra il buchetto e l’ingresso della vagina completamente bagnato e parzialmente aperto dalla pelle tirata. Ogni tanto un rigagnolo d’acqua partiva dalla schiena e si insinuava nella stretta valle, accarezzava con dolcezza l’ano e le bagnava il fiore, gocciolando a terra dalle grandi labbra ricoperte da una leggera peluria nera che il rigagnolo d’acqua metteva in risalto arricciando i peli in piccoli ciuffi scuri e bagnati.
Mi avvicinai ancora di più alla sua intimità e mosso dall’istinto e dal piacere allungai la lingua tastandone con la punta il sapore. Beatrice sembrava non essersi nemmeno accorta di quella soffice carezza, tanto era assorta dal suo dolce accarezzarsi. Lo feci di nuovo, intrufolando il naso tra le natiche divaricate e affondando un po’ di più la lingua nella sua candida ferita. Stavolta avvertì il mio gesto e mugolando spinse il sedere verso di me. Io accolsi l’invito e con la faccia ormai bagnata dall’acqua e forse non solo da quella iniziai a lapparla avidamente tra le labbra del sesso, come un leone assetato davanti una pozza d’acqua fresca. Con le mani le tenevo i glutei ben divaricati e intanto lei si stuzzicava il clitoride con movimenti veloci e esasperati delle sue dita. Le sue urla di piacere si confondevano con lo scrosciare dell’acqua e la sua vagina colava umori caldi e appiccicosi sulla mia lingua ruvida che si faceva strada dentro di lei, tra le grandi labbra gonfie e carnose e quelle più piccole, indifese, rosse e congestionate dal piacere. I suoi movimenti divennero poi scomposti, faticavo a mantenere il contatto con il suo sedere e quasi mi si sedeva sulla faccia quando affondavo la lingua. Iniziò a gridare più folte, a ripetizione, a tremare. Sentii le dita della sua mano toccarmi il mento come a cercare la mia bocca, poi due si fecero strada seguendo la mia lingua e entrarono dentro. Entravano e uscivano velocemente mentre io le leccavo e ogni volta che uscivano le sentivo umide e fradice d’umori. Sentivo il delicato profumo del suo piacere diffondersi intorno a me tra il profumo del bagnoschiuma, poi affondai nuovamente la lingua, le sue dita la seguirono e venne, urlando e tremando.
Rimase immobile. Il silenzio era rotto solo dallo scrosciare dell’acqua e dal nostro respiro affannato. Mi distaccai dalle sue natiche, lasciandole per qualche secondo l’impronta rossa delle mie mani. Mi tirai indietro e rimasi seduto sul pavimento ad ammirarla. Lei stette immobile, con le dita dentro al suo sesso, poi piano piano le sfilò tirandosi dietro un luccicante filo di umori, accostò le gambe e si ricompose. Chiuse l’acqua e il silenzio divenne quasi imbarazzante. Io avevo i pantaloni fradici per gli schizzi d’acqua e il sesso gonfio. Lei si voltò coprendosi con un braccio il seno e con la mano il pube.
«Sei bellissima» riuscii a dirle con un filo di voce.
Lei era rossa in viso «mi prendi l’accappatoio attaccato alla porta?» chiese molto seria.
Mi alzai, con un po’ di difficoltà. I muscoli delle gambe mi facevano ancora male per la scomoda posizione di prima e i jeans bagnati mi allegavano alle cosce impedendomi un po’ nei movimenti. Presi l’accappatoio, bianco, molto ampio, e glielo portai. Lo aprii, lei si voltò e la aiutai ad indossarlo.
Se lo chiuse, fece un nodo al cordoncino in vita e si voltò verso di me, scrutandomi dal capo ai piedi per poi fermarsi a guardarmi i pantaloni.
«Guarda come ti sei bagnato…» mi disse, con la faccia triste e lo sguardo basso, l’aria dispiaciuta come se si sentisse in colpa.
«No, fa niente… fuori è ancora caldo. Asciugheranno.»
«Togliteli che te li asciugo con il fon, si fa prima» replicò tenendo sempre lo sguardo basso sopra i miei jeans. Avevo la sensazione che guardasse proprio lì in mezzo, sul bozzo che premeva dentro la stoffa e mi sentii in imbarazzo.
«no.. non importa, davvero. Piuttosto… te, tutto bene?...»
«e te? …tutto bene te?» mi chiese fissandomi negli occhi sorridendo sotto i baffi.
La sua domanda mi trovò impreparato e balbettai una specie di risposta: «io? Io… sì, non so cosa dire… non mi aspettavo questa cosa…»
«sicuro che stai bene? Mmmh…» Insistette mordendosi maliziosamente un labbro mentre si avvicinava lenta verso di me.
Io non capivo, o non volevo capire.
Beatrice si fermò vicinissima in piedi davanti a me, sentivo il suo fiato sulla mia faccia. Mi guardò dritto negli occhi e appoggiò le dita della mano sul mio petto. Pensai che volesse spingermi più lontano, invece fece scivolare la sua mano giù lungo il mio corpo, sotto le costole, sugli addominali, mi sfiorò l’ombellico e si fermò alla cintura dei pantaloni.
Mi guardò di nuovo negli occhi e mi ripeté la domanda: «non credi che questi pantaloni vadano un po’ asciugati?» Il suo sorriso malizioso cancellava ogni dubbio circa le sue intenzioni.
Senza distogliere lo sguardo dai miei occhi iniziò a slacciarmi la cintura aiutandosi anche con l’altra mano, poi la sfilò dai pantaloni e me la mise intorno al collo. Sentii la fibbia fredda sul mio petto accaldato e ebbi l’istinto di muovermi. «sta’ fermo!...» mi sorrise lei con aria da furbetta.
Ritornò a occuparsi dei bottoni sganciandoli lentamente uno ad uno senza abbassare lo sguardo.
Io le accarezzavo dolcemente le braccia.
Intrufolò una mano sopra la stoffa dei miei boxer, tastando a mano piena il mio attributo. Io imbarazzatissimo ero diventato rosso e stavo immobile, cercando di controllare la mia eccitazione.
Lei esclamò con aria sorpresa: «mmh…! Hai anche gli slip umidi…» e con aria da mamma che rimprovera il bambino capriccioso aggiunse: «Dovremmo asciugare anche quelli!»
«non sono slip – riuscii a malapena a dire – sono boxer» e fu la cosa più intelligente che mi venne in mente di dire per nascondere il mio imbarazzo.
«Ah, si? Fammi un po’ vedere…» e scese ad inginocchiarsi davanti al mio sesso.
«pessima risposta!» pensai tra me e me. E nel vedere lei così vicina al mio sesso e sentire le sue mani che mi abbassavano piano piano i pantaloni mi fece diventare il pene duro come non mai, e premeva nella stoffa tanto che si poteva vederne la forma come fosse stato nudo.
Quando mi ebbe portato i pantaloni alle caviglie, risalì con le mani, accarezzandomi dolcemente le gambe fino alla vita, poi mi accarezzò con il naso il pene da sopra la stoffa.
Ridiscese abbassandomi di qualche centimetro l’elastico dei boxer, fino a farmi uscire un po’ di pelo nero, poi mollò la presa e iniziò ad accarezzarmi avidamente i glutei, a stringerli, ad affondarci le unghie mentre mi guardava con la faccia all’insù e un ghigno aggressivo ed eccitato.
Si tirò su di scatto e mi comandò: «Sfilati per bene i pantaloni.»
Io obbedii senza replicare, alzai la gamba sinistra e liberai la caviglia e il piede dalla stoffa dei jeans; lo stesso feci con la gamba destra. Lei dette un calcio ai pantaloni e li fece volare fin sotto al lavandino.
Allungò le mani a prendere gli estremi della cintura che avevo intorno al collo e mi tirò violentemente vicino a lei. Eravamo così vicini che sembravamo in procinto di baciarci, invece si rimise in ginocchio, fece nuovamente scivolare le sue mani lungo il mio corpo fino all’elastico dei boxer. Li afferrò e con un movimento deciso me li calò fin sotto le ginocchia liberando il mio membro che la colpì in faccia.
«Accidenti! – esclamò – e questo non sarebbe un problema? Non posso mandarti a casa in questo stato: che figuraccia ci faccio se i tuoi ti scoprono in bagno a masturbarti? Penseranno che ho fatto la porca, che te l’ho fatto diventare duro… No! Non devono pensare questo di me… Dobbiamo prendere provvedimenti!» Parlava da sola, contemplando la mia erezione.
Io ero imbarazzatissimo, fermo, immobile, respiravo calcolando ogni millimetro cubo di aria che tiravo nei polmoni.
Alzò lo sguardo verso di me, mi puntò il dito contro e mi disse con tono autoritario: «Non ti preoccupare: vedrai che la tua amichetta sa come far fronte a certe emergenze e ti salverà!» Detto questo avvolse il mio pene turgido con la sua morbida mano e iniziò a masturbarmi. Faceva scorrere indietro la pelle scoprendomi in buona parte il glande, lo contemplava eccitata, poi lo rivestiva e lo scopriva di nuovo. Era violaceo e lucido per alcune gocce di sperma che avevo sentito uscire dopo le precedenti erezioni. Con l’altra mano mi accarezzava la natica e la coscia. Io le accarezzavo i capelli ancora bagnati e il mio sguardo si insinuava nell’ampia scollatura dell’accappatoio e ogni tanto riuscivo a intravederle i seni. «Ti piace?» mi chiese improvvisamente alzando lo sguardo.
«Si.» Risposi secco, sorridendogli e accarezzandole più amorevolmente la testa.
Dopo la mia risposta aumentò il ritmo e mise più forza nel movimento della sua mano, che mi tirava la pelle fino alla base dell’asta, il glande si scopriva interamente e il frenulo tirava quasi a farmi male, sempre più violenta e sempre più veloce.
Mentre godevo di quella sua attenzione, scesi con le mani lungo il collo e le aprii la scollatura dell’accappatoio, facendoglielo scivolare dalle spalle. Beatrice si ritrovò con i seni esposti che ballonzolavano con i movimenti cadenzati del suo braccio. Alla vista di quelle forme e dei suoi capezzoli scuri e turgidi sentii un colpo al basso ventre e un calore crescermi dentro. L’orgasmo stava per esplodermi dentro come un serbatoio di benzina nel quale è appena stato gettato un fiammifero acceso. Volevo avvertirla che stavo per venire e darle il tempo di spostarsi.
«Bea…» bisbigliai con aria sofferente cercando di trattenerlo il più possibile. Lei si interruppe un attimo lasciandomi scoperto il glande, tirò fuori la lingua colandoci sopra un po’ di saliva e lo fece sparire dentro la sua bocca. Tenendo le guance strette iniziò a pomparmi sincronizzando il movimento della testa con quello della mano che lavorava sulla parte dell’asta rimasta fuori dalla sua bocca. A sentire il calore della sua bocca avvolgermi il glande ormai troppo sensibile, non riuscii a resistere e dopo pochi secondi l’orgasmo si liberò in me con una serie di sussulti incontrollabili e pompando fiotti di seme caldo dentro la sua bocca. Tremai sulle gambe emettendo un rantolo liberatorio e con gli occhi chiusi le accarezzai dolcemente la testa. Finito tutto. Aprii gli occhi e la guardai. Lei aveva ancora il mio sesso nella sua bocca e mi guardava con gli occhi all’insù, poi se lo sfilò piano piano tenendo le labbra strette e lo lasciò adagiarsi nella sua posizione naturale. Si alzò guardandomi e andò a sputare il mio seme nel lavandino. «Ma quanto ce ne avevi?!» disse dopo essersi sciacquata la bocca, guardandomi dal riflesso dello specchio. «E’ colpa tua!...» risposi sorridendo soddisfatto.
Beatrice era quasi dispiaciuta: «Scusa ma non mi andava di ingoiare, non l’ho mai fatto…»
«No, ci mancherebbe… mi sarebbe bastato anche venire in un fazzolettino…»
«Le cose o si fanno per bene o niente!» replicò orgogliosa della sua prestazione voltandosi verso di me. L’accappatoio le era scivolato ai gomiti e si era aperto. Io la guardai con ammirazione.
«Sei niente male!» le dissi. Non capì subito, ma quando si guardò addosso e realizzò di essere nuda si coprì voltandosi in fretta.
Scoppiai in una sonora risata. «Dopo quello che abbiamo fatto ti vergogni a farti vedere nuda?»
«Che c’entra?! Un po’… sì!» e si ricompose l’accappatoio addosso.
Io mi tirai su i boxer e mi avvicinai verso di lei. La presi delicatamente per le spalle e la feci voltare. «Ti voglio bene» le dissi guardandola negli occhi, e ci abbracciammo teneramente.
4
1
18 years ago
mentapeperita,
39
Last visit: 16 years ago
-
Luana e fabio
LUANA E FABIO(1)
Fabio, un ragazzo algerino, trentEnne alto 190 cm per circa 80 kg.
Un armadio di ragazzo proporzionale è il suo cazzo,
la sua forza fisica e la sua voglia di sesso.
Precoce ma ripetitivo, sempre in tiro e abbondante.
Lui dice basta quando tu non ce la fai più… quando sei stremata ed esamine.
Ti assicuro che da sotto di lui puoi uscire anche con una costola rotta.
E successo!
L'ho sconosciuto tramite un annuncio scritto dietro ad una porta
di un cesso pubblico sull'autostrada Napoli Roma.
Allora abitavo ai Castelli e lui ad Ardea quindi non molto lontano.
Ti confesso che al primo incontro
vado sempre un po' insicura (sarà cosi anche per l'altro).
Ci sarà… gli piaccio… mi piacerà… sarà un bell'incontro,
sarà un delinquente… etc.
Gli fisso un appuntamento in un posto non eccessivamente isolato
e abbastanza illuminato sulla via Nettunense
all'altezza di Valmontone, non lontano da casa mia
e non molto lontano da casa sua.
Aspetto che scende prima lui dalla macchina… cerco di inquadrarlo
e farmene un'idea prima che fisica
(quella me la sono fatta subito, era bello e possente)
del tipo di persona… è un bravo ragazzo… posso fidarmi…
Abbasso il finestrino… "Ciao bella (mi squaglio),
posso darti un bacio? (mi liquefo)
S'infila con la testa nel finestrino, mi lascio fare…
Intanto per valutare non tanto le sue dimensioni
(oddio se ci sono anche quelle non è male)
ma il suo interesse, gli metto la mano sulla patta…
indossa una tuta abbastanza ampia
il suo cazzo non è durissimo ma è a metà strada
e ti garantisco… anche la mia dolce e soave mano
ha faticato ad afferrarlo.
E' fatta! Penso.
Con modo da femmina troia apro la portiera della macchina,
mi faccio precedere dalle mie bellissime gambe
velate da collant neri autoreggenti,
un vestitino cortissimo nero… lui mi osserva con molto interesse
e intanto con la mano si posiziona qualcosa in continuo crescendo
perché nella vecchia posizione stava scomodo.
Quando il suo sguardo arriva al mio viso, con tratto da troia,
faccio scorrere lentamente la mia lingua sul mio labbro superiore…
i suoi occhi brillano e le sue mani fremono
e suppongo il suo cazzo scoppia.
Chiudo la portiera dietro le mie spalle e mi appoggio alla macchina,
mostrandomi molto femminile, remissiva e docile.
Noto che quest 'atteggiamento lo eccita.
Attimi di sguardi incrociati, scrutamento reciproco, imbarazzo,
ma convinta che in entrambi il pensiero era
(da parte mia "prendimi " e da parte sua "sarai mia ").
Rompe il ghiaccio lui… "Posso abbracciarti", con voce flebile e smielata:
Fabio Sisia abbracciami!
Mi abbraccia con forza, passione, mi spinge contro la macchina,
sento il suo enorme cazzo sotto il mio seno (finto),
mi faccio avvolgere immergendomi tra le sue forti e robuste braccia
(lui cm 190 io cm 174),
sento una sua poderosa gamba immersa in mezzo alle mie cosce…
riesco a mala pena a dargli un bacio sul collo…
al mio smack mi stringe ancora più forte.
Penso è fatta gli piaccio e mi strapiace.
E ' ancora lui a riprendere la parola, deciso e sicuro di se,
aveva capito che tremavo e fremevo per lui:
"Luana ti voglio subito, sarai mia!".
Dolcemente e con qualche battuta di ciglia gli dico:
"Si', Fabio… anche io ti voglio! Ma non qui".
Riprende: Non oso chiederti di andare a casa tua
e io non ti posso ospitare, seguimi,
conosco un posto appartato e tranquillo…
ci vado ogni volta che devo scopare,
non è molto lontano da qui… sull'Ardeatina". "Ok ti seguo!".
Lo seguo!
Ci fermiamo in una strada dietro ad un casetta dell'Enel
da dove si vedono scorrere le macchine sull'Ardeatina.
Erano circa le 22.00, piena estate, caldo d'aperta campagna…
ideale per una buona e sana scopata.
Ferma la macchina, fermo la macchina. Gli vado incontro
e ci fermiamo tra la sua e la mia macch
ina.
Mi dice: "Tranquilla, qui non viene mai nessuno e poi stai con me!"
Mi piace il suo fare… sicuro di se di quello che vuole
e di quello che mi può offrire.
Mi prende di peso e mi fa sedere
sulla parte anteriore della mia macchina,
metto i miei tacchi a spillo sul paraurti,
si curva su di me… sento il suo cazzo proprio tra i miei glutei…
duro, poderoso e prepotente.
Mi bacia su collo sul viso, in bocca,
la sue mani tirano su il mio vestito, rimango in tanga.
Le mia mani tentano arrivare al suo cazzo
che è incollato al mio sedere… non ci riesco,
si rende conto si raddrizza e si scosta,
tento di tirare giù la tuta, il cazzone e fuori dagli slip
per più della metà e qui permettimi una pausa
per una sommaria descrizione.
Dico sommaria perché in fondo i cazzi sono tutti uguali,
può variare la grandezza,la robustezza,
ma ti assicuro quello che varia e chi lo porta
e noti la differenza solo quando lo senti
in mano, in bocca, in faccia, dentro.
Comunque sarà stato un 22x18 (non esagero) dritto,
con una cappella proporzionata ma bella grande.
Faccio fatica a prenderlo in mano, si accorge:
con la mano sinistra mi afferra ad un fianco
e mi tiene incollata alla macchina,
con la mano destra si abbassa la tuta e tira giù gli slip.
Svestito il fratellone, sposta il filo del mio tanga,
lo riposiziona tra i miei glutei e va su e giù,
mi bacia mi accarezza, mi avvolge.
Ad un tratto si ferma (quasi mi spaventa) e mi dice:
"Mettimi il preservativo, voglio scoparti…
voglio farti sentire femmina… ".
Si allontana di qualche passo scendo da quella posizione,
tento di abbassarmi perché voglio sentire in bocca quella mazza enorme,
mi dice: "No adesso no, se cominci di bocca me ne vengo subito…
bagnami solo con la lingua la cappella " cosa che faccio
(e come potevo non farlo) mentre con una mano gli accarezzo
una gamba mentre con l'altra cerco di prendere le palle…
enorme, sode in una mano non c 'entravano.
(Perché abbiamo solo due mani, in certi momenti ce ne vorrebbero,
forse, dieci per toccaretutto quello che c 'è da toccare).
Prendo la mia borsettina con tutto l 'occorrente…
preservativo, fazzolettini umidificati e l'immancabile lubrificante.
Quasi inginocchiata, davanti a quella statua,
gli metto il preservativo a fatica
mentre le mani afferrate, le mie spalle mi stringe a sé.
Cerco di lubrificare bene il cazzo,
mentre sento il mio culetto stringersi ma con il desiderio
profondo di accogliere quella prepotente creatura,
mi blocca: "Fermati, altrimenti mi fai venire…
la prima vengo subito…" Dal tono della voce, maestosa e maschile,
e dalle parole capisco che ci sarà un seguito
e quindi devo fare di tutto di non eccitarmi troppo
e soprattutto di non venire.
Apro il mio tubetto di lubrificante
mi faccio cascare un po' di gocce sulle dita e lo spalmo sul buchetto.
Mi rendo conto che non è abbastanza, provo a prendere altro lubrificante…
Mi ferma con una mano e con l'altra mi tira giù il tanga.
Mi dice: Non mettere troppo lubrificante, altrimenti diventi troppo larga…
"Che scopata è se non ti spacco il culo,
ti faccio male e poi ti faccio godere ".
Gli dissi: "Guarda sono una donna, non una vacca da scannare"
quasi ribellandomi e pensando al dolore…
Mi disse ancora, con tono maestoso, convincente,
ma nello stesso tempo persuasivo,
mentre la sua mano mi accarezzava il viso:
"Guarda che una scopata è un inizio di dolore con un finale di piacere!
Credimi ti piacerà… ne vorrai ancora e mi cercherai ancora!".
Quasi sconcertata e confusa dissi: "Speriamo… "
"Girati, ti voglio prendere alla pecorina ".
Docilmente come una pecora che non sa se va al macello
o in un prato d 'erba fresca.
Mi aiuta a posizionarmi con le ginocchia sul paraurti,
l 'addome sul bordo del cofano
e la braccia distese.
A dir poco tremavo, ma ero rilassata e serena,
cosciente di stare sotto un esperto,
consapevole e sicuro di volermi fare male
ma di darmi tanto piacere e dolcezza.
Si pianta dietro di me, con la mano sinistra afferra la mia mano,
la stringe e la tiene ferma sul cofano;
con la mano destra accarezza i miei glutei
(massaggiandoli), piano piano con l 'indice scende fino al mio buchetto,
gli gira intorno con il polpastrello, lo massaggia, piano lo fa entrare,
mi scopa per qualche attimo con l 'indice
(forse per scrutare la posizione e l 'elasticità).
Sento togliere il dito e avvicinarsi qualcosa di veramente enorme,
l 'appoggia dolcemente, (non c 'è rudezza)
nel suo fare intanto con l 'altra mano, posizionato il cazzo
davanti al buco, si libera e mi afferra l 'altra mano.
Continua dolcemente, sento il suo respiro sul mio collo e al mio orecchio
(una cosa che m 'inebria e mi fa uscire fuori di testa)
Spinge dolcemente fino al punto di allargare il buco ma non entra,
aspetta che mi rilasso,
mi sussurra parole dolci all'orecchio
e mi chiede se lo voglio.
Gli dico: "Si… si, si, lo voglio (gli potevo dire di no!)
non ce la faccio più lo voglio…"
Mi muovo, cerco di alzarmi con il busto, con il suo torace,
mi spinge sul cofano.
Mi chiede: "Sei pronta?, dimmi che mi vuoi… dimmi che vuoi godere…"
Il mio respiro e le mie parole diventano affannose, gementi.
Con la sua bocca mi morde il lobo dell'orecchio,
mi sento penetrare anche dal suo respiro…
sono in estasi con la cappella piantata davanti al mio buco del culo…
Mi sento i polsi stringere… sento…il ventre rilassarsi…
in un colpo solo, fermo, deciso e forte
mi apre ed entra con tutta la sua potenza.
D'istinto mi stringo, mi dimeno, mi tiene ferma,
urlo, mi pesa sul corpo, sento urlare anche lui
insieme a colpo sferrato da una macchina potente e sicura.
L'urlo reciproco è unisono.
Il dolore mi fa perdere i sensi…
ma non fino al punto di non sentire niente…
Sento una enorme mazza dentro di me,
tutto il peso del suo corpo sopra di me,
il respiro, di un leone fiero con la sua preda tra i denti,
nel mio orecchio, i polsi stringermi da due mani
che sembrano tenaglie, una voce fiera che mi dice:
"Come stai Luana…?" ed io con una voce
pregna di dolore e di piacere rispondo:
"N o n p o t r e i s t a r m e g l i o…!"
In effetti non è stata una frase di circostanza:
cosa c'è di meglio che essere posseduta da un maschio
bello, dotato… ma soprattutto posseduta
da una persona che ti desidera…
che desidera darti il massimo del suo piacere
e averne altrettanto da te.
In più la giusta dose di rudezza e dolcezza maschile.
Da lui e da questa penetrazione ho imparato
che in fondo un atto sessuale e soprattutto
infierire e ferire: in fondo un coltello (cazzo)
che s'infila in una ferita (bocca, figa, culo),
la bellezza dell'infierire e ferire dipende da come lo si fa.
Un violentatore infierisce e ferisce soltanto;
un amante infierisce e ferisce con passione e dolcezza.
Dopo la mia affermazione d'enorme benessere,
continua a muovere il suo bacino,
con dolcezza e determinazione, mentre sento, con enorme piacere,
la mia cavità anale svuotarsi e riempirsi.
Il ritmo si fa sempre più frenetico e deciso,
i colpi sono sempre più forti e profondi,
il mio dolore si fa sempre più misto a piacere
fino a diventare solo piacere.
Mi auguro che hai provato questo piacere
o che hai fatto provare questo piacere…
non puoi chiedere di più…
Intanto il suo respiro diventa sempre più intenso,
il suo peso diventa sempre più pieno,
il mio corpo attutisce in pieno i colpi,
il povero cofano nella macchina non so…
Il suo respiro diventa un lamento di piacere
ed io lo accompagno con parole dolci e d'incitazione,
il mio corpo vorrebbe seguire il suo ma non ne ho il tempo…
appena fuoriesce me lo risento di nuovo dentro e sopra.
I suo lamento comincia ad essere urla
che coincide con la fine del colpo sferrato e in quel preciso
istante non posso che attutire il colpo (non ho via di scampo)
la mia bocca emettere un lamento di piacere,
il mio cervello e il mio corpo liberare scariche d'energia.
Le sue urla sono sempre più frequenti i suoi colpi sempre più profondi…
Sono stremata…
Mi stringe più forte, bloccata come sono (mani e bacino sul cofano)
non posso che godere e predispormi nel miglior modo possibile
ad accogliere il frutto del suo piacere dentro di me.
La sua stretta è sempre più forte sento sopra di me
un animale che scarica tutta la sua forza
e la sua energia dentro di me…
Il suo corpo ormai freme e mi avvolge, il suo respiro e affannoso,
le sue parole sconnesse, il suo cazzo e più duro,
i colpi sono forti e decisi, ad un tratto
"Luana vengo… vengo… Luana sei mia… Luana… prendimi tutto… "
sento lo sperma che attraversa la sua uretra, lo sento scorrere
sulle pareti del mio ano prima frequente e poi a fiotti
e lui che cade sopra di me, mi morde
sul collo, (stramazzo di piacere, urlo) è doloroso
è il massimo della goduria.
In un attimo mi allenta la mano riesco a sfuggirgli
mi aggrappo al tergiacqua che spezzo… (ma che me frega…).
Ha scaricato dentro di me non solo il suo cazzo,
il suo succo, il suo desiderio, la sua passionalità,
la sua forza, la sua potenza, la sua mascolinità,
ma soprattutto il suo amore…
I suo colpi rallentano ma non si fermano,
le sue mani mi accarezzano la testa, il collo, la schiena,
il bacino, mi prende il bacino lo attira a se…
I suoi movimenti diventano più lenti, più sinuosi,
soavi…è soddisfatto!
Il leone ha ferito la sua preda con l 'arma della sua regalità…
e felice perché ha dato tutta
la sua energica potenza alla sua femmina.
La sua vittima è ferita e felice di aver accolta l 'arma del suo feritore,
consapevole di aver dato
tutta se stessa al suo maschio.
Il suo corpo è adagiato sulla sua vittima,
con il cazzo ancora duro dentro la sua femmina,
con le mani accarezza i capelli (parrucca)
gira la testa e si perde in un lungo bacio di tenerezza.
Qui i pensieri e le parole si perdono nella spossatezza dei corpi
e nella pace dei sensi.
La sua cavalcata è stata breve, intensa e devastante,
si ritira e dentro il mio ano fa in tempo
ad entrare una brezza leggera e rinfrescante.
Mi gira, mi abbraccia e si perde, ancora, in un bacio,
intenso, profondo e ristoratore…
Non so quanto è durato…
Di classico in questo primo round c 'è stato soltanto la sigaretta
che dopo aver acceso la sua, accende anche la mia,
e dopo averla accesa con le sue mani stringe la mia
(non è stato il solo a farlo
anche altri ragazzi arabi me lo hanno fatto
- sarà un gesto affettuoso della loro cultura).
Abbiamo parlato per circa mezzora, a me piace sempre chiedere della provenienza,
cultura, usi e costumi, storia, è un modo di capire, condividere, acculturarsi,
è una forma di viaggiare, studiare…
--------------------------------------
Vuoi conoscermi, vuoi comunicare con me: [email protected]
3
1
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Lo scrigno della dea
Accidenti a me… e al momento in cui avevo deciso di scegliere un nick dalle suggestioni classiche per entrare in una chat erotica…se non lo avessi fatto…ora non mi sarei trovata in quelle strane circostanze…BEH veramente forse non mi sarei trovata proprio in quelle..ma in altre circostanze “strane” sicuramente si…E’ INEVITABILE….
Ma …Afrodite Dea mitologica del Piacere non può incontrare per la prima volta il suo AMANTE in uno scenario meno che perfetto…la Divinità ha i suoi prezzi!!!!!!
Così ho trovato un posto perfetto discreto ma elegante…con tutti i confort necessari ma…non poteva bastare ..dovevo incarnare perfettamente la dea dei tuoi sogni…e per farlo mi ci voleva…UN ‘IDEA…e una più PERFETTA E IMPROBABILE INSIEME di quella che mi accingevo a mettere in pratica non avrei potuto trovarla…
Si …ormai conoscevo i tuoi gusti e le tue fantasie e quelle che ancora non conoscevo…le avrei conosciute presto…così avevo preparato accuratamente lo scrigno della dea…un piccolo bauletto che avevo scovato in un negozietto di cristalli a Praga…e lo avevo riempito di piccoli lembi di seta rosso rubino e su ciascuno di essi avevo scritto un luogo o il nome di un oggetto…ti avrei fatto scegliere un petalo e poi ti avrei chiesto cosa volevi che ti facessi in quel luogo o con quell’oggetto…
Naturalmente mi ero preparata con cura per l’occasione….indossavo un tubino nero di seta aderente e lungo al ginocchio con una scollatura rotonda davanti e sostenuto da sottili bretelline che s’incrociavano sulla schiena nuda fino quasi alla base…era chiaramente un vestito che non prevedeva altro…oltre ad un paio di sandali dorati col tacco a spillo e il cinturino alla caviglia…
Avevo deciso di aspettarti in camera… e avevo messo al centro del basso tavolino di mogano del salottino lo scrigno della dea…io invece mi ero seduta sulla comoda poltrona di pelle rosso scuro,lo stesso colore delle mie labbra e delle mie unghie..
La stanza era in penombra…e la luce rendeva dorata la pelle nuda delle mie gambe…la prima cosa che avresti visto entrando….le noti struggenti del mio blues preferito permeavano l’aria… e anche se tu non eri ancora lì un caldo languore aveva già iniziato a diffondersi in tutto il mio corpo…
Clack…il rumore inatteso della chiave che girava nella toppa mi aveva mandato un fiotto di adrenalina su per il corpo rendendomi improvvisamente consapevole dei capezzoli inturgiditi che premevano contro la seta sottile del vestito e dell’umido calore tra le mie cosce accavallate…Finalmente....la mia mente non sembra capace di concentrarsi su altro che su questa parola mentre tu entravi nel mio campo visivo e lo chock della conoscenza reale lasciava per un momento paralizzati entrambi…
I tuoi occhi percorrevano avidamente il mio corpo…scrutandolo per vedere se la tua immaginazione gli aveva reso giustizia e a giudicare dal bagliore intrigante che li accendeva…mi sembrava fossi soddisfatto della realtà, come del resto lo ero io…
“Ciao…tesoro… - .sussurrai scavallando lentamente le gambe in modo che dalla tua prospettiva lo spettacolo fosse….inequivocabile – ero qui tutta sola ad aspettarti e ho avuto un’idea, perché non prendi il mio posto in questa comoda poltrona che ti spiego…” Mentre parlavo mi ero alzata lentamente e ti avevo raggiunto sfilandoti la giacca e prendendoti per mano ti avevo sospinto leggermente verso la poltrona e mi ero poi girata e chinata per sollevare lo scrigno della dea dal tavolino…il movimento aveva fatto aderire alle mie natiche la seta leggera del vestito fugando ogni dubbio residuo sulla nudità del mio corpo al di sotto di esso.
“Sono appena arrivato e…mi stai già facendo impazzire….” - le parole ti erano uscite quasi contro voglia dalla labbra in un sussurro roco che mi aveva acceso al pelle nuda della schiena di brividi di desiderio…
“E siamo solo all’inizio tesoro – ti avevo risposto mentre mi raddrizzavo e aprivo il coperchio dello scrigno della dea offrendotelo – ora scegli uno dei petali nello scrigno e dimmi cosa c’è scritto sopra…non te ne pentirai..è una promessa”
“Idromassaggio…ma cosa?????” avevi domandato intrigato tuo malgrado da questo modo di condurre il gioco tra di noi…
“Ora ti spiego tesoro- avevo sussurrato sedendomi sul tuo grembo e riposando lo scrigno della dea sul tavolo…lo scrigno è pieno di petali con nomi di oggetti o luoghi che si trovano in questa stanza… ora tu mi devi dire che cosa vuoi che faccia esattamente da sola o con te o anche solo a te nel luogo che hai scelto… e poi lasciarti andare al piacere”.
La stretta delle tue mani sulla mia vita si era improvvisamente rafforzata e, tu mi avevi baciato appassionatamente frugandomi la bocca con la lingua quasi cercando di capire dove fossi disposta ad arrivare e poi rialzando la testa mi avevi detto: “Voglio due cose…mentre mi rilasso nella vasca prima voglio vedere come ti dai piacere.. e poi quando sarai arrivata al limite dell’orgasmo voglio che tu venga da me a scoparmi come entrambi desideriamo da molto…”
Un calore incandescente e liquido mi si era diffuso tra le cosce mentre parlavi…mi ero alzata e prendendoti per mano ti avevo condotto in bagno…le mie mani prudevano dalla voglia di spogliarti, ma…”No..faccio da solo…sono ansioso di godermi lo spettacolo – mi avevi detto –in un minuto eri rimasto nudo e senza darmi il tempo di contemplarti come avrei voluto eri entrato nella vasca mettendoti comodo.
Mi ero allontanata di qualche passo, voltando le spalle alla vasca, e avvicinandomi ad una comoda poltrona rivestita di seta dorata collocata li vicino…avevo afferrato le spalline dell’abito e le avevo fatte scorrere dolcemente lungo le braccia,.scoprendo lentamente la schiena e la base delle natiche e poi le avevo fatte scivolare più giù finchè il vestito era caduto ai miei piedi e tu avevi potuto godere della vista del mio corpo ormai totalmente esposto al tuo sguardo. Mentre sentivo che il tuo respiro si era fatto improvvisamente più accelerato mi ero avvicinata alla poltrona e girandomi mi ero seduta sul bordo a gambe larghe, guardandoti negli occhi con intensità avevo sussurrato: e ora goditi lo spettacolo…”. Quindi appoggiandomi comodamente allo schienale avevo iniziato a passare le unghie scarlate di una mano lungo l’interno della coscia…mentre con l’altra mano tormentavo uno dei capezzoli appuntiti…pizzicandolo e graffiando l’areola con la punta dell’unghia. Sentivo i tuoi occhi seguire con avidità i miei gesti e il rumore del mio sangue mi riempiva le orecchie…mentre la temperatura nella stanza saliva, avevo fatto scivolare un po’ più su la mano che giocava sulla coscia, alla ricerca del mio clitoride gonfio e spingendo in avanti il bacino le mie dita avide avevano finalmente incontrato il morbido calore, iniziando subito a premere su di esso con lievi movimenti rotatori che mi mandavano brividi di piacere lungo la schiena.
“Penetrati con le dita..voglio vederle sparire nella tua figa bellissima – l’ordine pronunciato bruscamente…mi aveva scosso nel profondo…e senza fermarmi a riflettere avevo obbedito penetrandomi con tre dita e muovendole avanti e indietro velocemente mentre dalle mia gola uscivano ansiti di piacere…”Sono vicinissima all’esplosione” - ero riuscita a sussurrare mentre…interrompevo il torrido massaggio a cui mi ero dedicata per riportare al mia attenzione totalmente su di te…
“Vieni qui e scopami ma prima dammi le tue dita voglio gustare il sapore del tuo piacere – reagendo al comando sussurrato con voce resa roca dalla passione…mi ero sfilata rapidamente i sandali e mentre ti offrivo le mie dita mandide del mio piacere mi ero seduta a cavalcioni su di te nella vasca accogliendo dentro la mia figa bollente la tua asta turgida: “OHHHHHH” – un sospiro di puro piacere mi era sfuggito dalla labbra alla sensazione di pienezza che avevo provato sentendoti a fondo dietro di me – ma non potevo indugiarvi dovevo muovermi e cosi’ sostenendomi con le mani al bordo della vasca e con le punte erette dei seni che sfregavano contro il tuo petto avevo iniziato a muovermi scivolando su e giù sulla tua asta sempre più turgida e dura, dapprima lentamente poi man mano che il piacere aumentava sempre più velocemente alla ricerca dell’appagamento finale.
Ormai eravamo sempre più vicini al punto di rottura e, tu assecondavi i miei movimenti inarcando il bacino per venirmi incontro e spingerti ancora più a fondo nel mio calore. Mi fermai bruscamente con solo la cappella trattenuta all’interno dalle contrazioni del mio utero e m’impalai di nuovo e mentre l’orgasmo esplodeva in me senti il tuo cazzo riempirmi di sborra mentre le nostre labbra si cercavano e le nostre lingue s’intrecciavano freneticamente….
Non so come trovai la forza di staccare per un momento le labbra dalle tue e di sussurrarti all’orecchio.” …E questo è solo l’inizio”.
4
3
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
L odore del sesso
ciao, sono lucretia.
vi consiglio di vedere la mia fotogallery prima di leggere il racconto... é
importante visualizzare i personaggi durante la lettura... ho aggiunto
una foto alla gallery che é un fotomontaggio, ma rende bene l idea.
ah, questo racconto leggetelo solo se amate il genere, o se siete veramente
dei maiali...
devo afreuna premessa: a me la coca mi rende veramente famelica... mi da una
eccitazione starordinaria, mi annienta i freni inbitori e, per avere del PIACERE
posso fare di tutto...
quella sera un mio amico, era passato per casa mia, aveva un po di coca,
non sapeva dove andare per tirarla ed é venuto da me... dopo un paio d ore
non resisto piu , sono eccitatissima, guardavamo film porno e tiravamo. verso
le 11 il tizio se ne va, e mi lascia li da sola. apro l armadio, scelgo un completo
di merletti neri, perizoma e reggiseno... reggicalze rosso fiamma, calze nere velatissime
con la riga dietro e indosso un paio di tacchi a spillo altissimi rosso fuoco, bellissime scarpe! l eccitazione sale guardandomi allo specchio; ancheggio
e cerco di soddisfarmi con un vibratore che ho, ma anche se di svariati centimetri,
non mi da il gusto che voglio... la sostanza mi gira dentro, mi toglie la razionalita
e i pensieri diventano uno unico: voglio mettere almeno le labbra su un vero pisello!
ma a quell ora dove trovarne? era tardi per i benzinai e troppo presto per i camionisti... che fare?
mi viene un idea, scendo col cappotto e sotto niente vestiti,
resto cosi come sono e vedo di rimorchiare qualcuno che passa, anche uno
di quelli che portano fuoti il cane... gia il cane: ho sempre avuto la curiosita
di farmi fare da un bel cane grosso... in alcune occasioni ho anche un po mastrurbato lo schnautzer
della vicina, ma sempre cosi di fretta e con la paura...
vabbe scendo, passo il portone e cammino lentamente sotto i balconi del palazzo,
allo scuro. c era solo il rumore dei tacchi sul marciapiede e io spandevo una scia
di profumo dietro di me.
dopo qualche tentativo di approccio con vari tizi di passaggio, finalmente
arriva il mio uomo! lo vedo da lontano; cammina lento e al guinzaglio
porta un bellissimo pastore tedesco, molto grande e di razza.
camminano soli, nella penombra, il tipo e il cane al fianco. appena mi stanno accanto il cane scarta
un poco e mi si avvicina, col naso puntato,
scodinzola e magari gi piace il profumo. con la scusa attacco bottone, dico
che non sto battendo e ridiamo un po. lui sembra starci...
il cane si ferma e infila il muso sotto al cappotto, alza un poco la testa
e si intravedono le calze nere, fino all elastico che le tiene dietro, rosso
come le scarpe! il tizio le nota e nota anche che non ho vestito,
e la convesazione vaga che avevamo avuto fin li cambia decisamente
direzione...
lui racconta che adora il suo cane, lo sente come un segno di grande
virilita e dice che pure lui non e da meno, fornito e sempre voglioso.
lo invito a casa mia e accetta subito. parlano ho capito che prova una strana ecitazione parlando del cane,
come se fosse una sua estenzione di potenza,
gli brillavano gli occhi mentre mi raccontava delle sue monte da riproduzione
e io, ormai eccitata al massimo mi facevo vedere interessatissima alla cosa,
ai dettagli, a tutto...
saliamo, io davanti, il tizio dietro con gli occhi piantati sul mio culo che sporge
dal cappotto allacciato, col cane che ci seguiva. a casa mi tolgo il cappotto,
di spalle al tipo e scompaio in camera mia. indosso un abito lungo di
garza nera trasparente.
in salotto ci sediamo, offro della vodka russa gelata. io mi siedo su una
sedia di fronte a lui che sta sul divano. musica classica, gireg. inizia a provarci decisamente, ma io ero distratta dal cane.
ludwig, annusa in giro. a questo punto devo dire che i ricordi si confondono,
ma sono sicura di aver iniziato a carezzare il cane, prima sul petto,
poi sempre più' giu, lentaamente fino alla pancia.
in quella zona tra la coscia e la pancia, che li, ai cani, gli piace molto! il padrone
si eccita, l 'idea che il suo animale possegga una donna lo fa morire. dice che
non ci aveva mai pensato prima, ma che la cosa lo faceva impazzire. si slaccia
la patta e io ci ifilo la mano. lo sento crescere e noto che lui ha lo sguardo
incollato alla mia mano sinistra che é ormai arrivata al traguardo. io indosso dei guanti rossi fino al gomito.
lascio il pisello umano e mi dedico solo a quello
bestiale! il ripo se lo tira fuori e comincia a masturbarsi, mi dice cosa devo fare e come farlo...
sento il pisello animalesco tra le dita, sotto i guanti. faccio scorrere la
mano sulla lunghezza di quel cazzo, tra i peli. mi muovo un po stringendo
la mano sul pisello, il cane si blocca a zampre divaricate, abbassa un po i
l muso e si lascia fare.
continuo a muovere la mano e vedo apparire, finalmente il vero affare
di ludwig, un pisello grande come quello di un marocchino, ma a punta
e rossissimo.
percepisco l odore della bestia che cambia, e vedo che il suo cazzone,
tra le mie dita, e divetato veramente bello grosso! il tipo mi ordina di
prendere in bocca l affare del lupo... l odore é troppo forte, ma sono
arrapata a morte e desidero tanto fare almeno un pompino a quell animale! avvicino la testa all addome
del cane, e me lo trovo di fronte a pochi centimetri
dalla bocca, un pisello di cane lupo arrapato proprio li, a due centimetri...
socchiudo gli occhi, mi avvicino ancora e lo prendo tra le labbra! e liscio
e caldo, a punta, con la cappela che si gonfia... lo lecco, prima intorno
alla cappella, poi me lo faccio scorrere tra le labbra, fino a meta...
poi lo faccio uscire piano, tirando indietro la testa ma tenendo le labbra
strette intorno a quel paletto rosso... mi pare che si stia ingrossando ancora.
il cane ansima ma resta immobile cosi com é... contunuo il lavoro di bocca,
avanti e indietro, dentro e fuori, dentro e fuori, lo massaggio con la lingua
e lo succhio quando mi resta solo la punta tra le labbra... dentro e fuori...
intanto vedo che il tizio si é alzato, é nudo e ha tra le mani la cinta dei pantaloni...
io adoro essere frustata e insultata e vederlo cosi con la cinghia che
mi sussurra: dai brutta porca succhiaglielo, leccaglielo! puttana, troia...
mi eccita ancora di piu ... stacco la bocca e gli imploro di frustarmi, di punirmi
se il suo cane non gode abbastanza... riprendo il pompino e subito arrivano
tre o quattro cinghiate, forti, sulle spalle e sul culo... i nervi mi si incendiano e sono pronta a farmi sbattere.
il tipo mi fa alzare in piedi, mi fa appoggiare allo
stipite della porta, crocefissa, e mi colpisce ancora altre volte. segni r
osso scuro mi segnano le spalle e le chiappe.
poi, dopo il trattamento con la cinghia, sempre insultandimi mi fa mettere
a pecorella sul tappeto, lui sbracato sul divano, io con le braccia appoggiate
al divano in modo di poterglielo succhiare, il culo proteso.
capisco l antifona e ho appena il tempo di ungermi il bucoo del culo che
la bestia, fino a quel momento calma mi arriva dietro e mi annusa tra
le chiappe. forse l odore della margarina che uso per unguento gli piace
e mi da due o tre linguate tra le chiappe. quella lingua rasposa mi fa
morire e mi rilassa il buco, che ora é pronto a ricevere il suo bel
premio canino! il tipo da due o tre ordini al cane, che non capisco..
sono impegnata a ciucciare il bastone umano, con molto piacere e
passione glielo sto leccando, intorno la cappella, e lungo l asta che é
dritta e gonfia, sembra sull orlo di esplodere! adesso lo prendo tutto
tra le labbra, fino alla gola e lo faccio uscire piano, e coi denti,
delicatamente lo gratto, dalla base alla punta... lui geme. glielo tengo
in mano, e gurado che sta facendo il cane che adesso non vedo...
sta dietro di me, e ad un certo comando si avvicina, si alza sulle zampe
posteriori, si appoggia con quelle anteriori a me e ansimando, con la
spada completamente estratta e gonfia cerca di prendermi, cosi, a pecorella.
osservo la scena da uno specchio che mi da la nostra immagine di profilo...
con la destra aiuto il lupo a trovare la strada giusta, con la sinistra masturbo
il padrone... é una questione di attimi: il cane s avventa su di me, io
mi abbasso un po divaricando le cosce, e mi appoggio quella punta rossa e gonfia,
GRANDE E ANIMALE, AL BUCO DEL CULO. cazzo, lo sento appoggiarsi
e spingere. il mio culo (che é gia rotto da tempo) non offre troppa
resistenza; ce l ho dentro... lo vedo dallo specchio, la bestia che inizia
a spingere, e senza troppi complimenti me lo mette tutto! oddio
come godo: sento un gran cazzone di cane che mi sfonda il culo, e ho tra
le labbra un pisello dritto e bollente! la bestia di dietro mena dei gran colpi,
violenti animaleschi e rapidi... dentro fuori dentro fuori dentro fuori e mi
tiene dai fianchi con le zampe... mi sta veramente inculando alla grande!
sento gocce di bava che mi colano sulla schiena... dentro furi dentro fuori...
inizio a gemere da piacere... sento ondate di piacere che s irradiano dal buco
del culo fino alle spalle, alle gambre all inguine. l animale aumenta il ritmo,
e a me aumenta il piacere che va ad ondate successive... c é' da dire che i cani anche se hanno un cazzo grosso
e lungo e duro, ce l hanno sempre
comunque liscissimo e quando ti entra, non fa male; lo senti che scorre
bene, che ti allarga, che ti apre e ti fa godere. mi guardo allo specchio
e mi vedo sormontata dal lupo che ormai sembra pazzo, mena colpi furiosi
col bacino. lo spinge tutto dentro fino alla base e poi lo tira fuori tutto,
fino alla punta, poi te lo risbatte dentro tutto e cosi via... io sto quasi
venendo!
mi ricordo dell umano perche gli vedo il cazzone dritto nello specchio,
lo sto tenendo alla base col pollice e l indice e lo stringo forte... gli si é
gonfiato a dismisura, la cappela e rossa scura e le vene sul bastone sono
tutte uscite e si vedono pompare sangue a tutta forza... basta solo che
avvicini le labbra ancora alla cappella umana, quasi non mi entra piu
in bocca! e sento il tipo che mugola un siiii, sto venendo, brutta troiaaa ...
gli struscio veloce la punta della lingua sul buco della cappellona e..
ecco il primo spruzzo! mi centra sul viso, e sento la sborra bollente... muovo
la mano, e lui schizza ancora piu forte, uno spruzzo bestiale che supera la
mia testa e mi va a bagnare la spalla destra... ne sento il rumore: splach!
e altri spruzzi mi colpiscono e mi colano dal viso...
anche il lupo à arrivato! si sente da come mugola, e si sente dalla grandezza
del suo cazzo e si sente da come me lo sbatte dentro... infatti all mprovviso
si blocca con la mazza infilzata tutta tra le mie chiappe, si irrigidisce
e lo sento tremare... sta sborrando anche lui.. lo guardo allo specchio: eccezionale lo vedo venirmi dentro
allo specchio. l immagine riflessa mi fa talmente eccitare
che non resisto piu neanche io, il bastone animale mi provoca un orgasmo formidabile!
fremo a anche io e muovo i circolo le chiappe, per sentire quel
cazone che mi devasta il culo, per sentire la sbarra rossa che mi posside! il
cane mi schizza una o due volte dentro, tanto che allo specchio vedo un filo
liquido biancastro che inizia a colarmi tra le chiappe, sulle cosce, sulle calze... ma un riflesso di piacere
mi fa fare uno scatto improvviso e la sbarra del cane
scivola fuori.. lui non gradisce tanto e s avventa cercando di infilarla
di anuovo, ma riesce solo a farmela scorrere tra le chiappe! gli va bene anche c
osi e continua a pompare sborra! ooooh benedetto specchio! la scena che
vedo é cos: io sto a pecorella, in lingerie nera e rossa, cosce larghe,
ho un pisello tra le mani che scola sborra sui guanti, uno schizzo bianco
sulla spalla destra che sta colando, le gocce fin sul braccio, altri schizzi
scolano dai capelli e dal mento, ho un pastore tedesco gigante che mi tiene
da dietro per i fianchi e mi fa scorrere tra le chiappe il suo cazzo lunghissimo
e grosso e rosso... vedo la sua sborra che schizza fuori e mi imbratta la schiena,
le chiappe e scola sulle cosce... si muove sempre piu lentamente, e alla fine
si stacca, si allontana e si sbraca crollando al pavimento.
sono libera, e cerco di alzarmi... ho le ossa rotte, mi fa male dappertutto,
sono distrutta! devo anche dire, pero, che nessuno mai, nemmeni i
miei migliori partner neri, senegalesi i nigeriani, sono mai riusciti a farmi
godere cosi tanto come un bellissimo pastore tedesco, ludwig, e il suo
padrone..
ah, alla fine, non ho piu rivisto nessuno dei due! come al solito...
ciao, sono lucretia.
40
28
18 years ago
admin, 75
Last visit: 2 days ago -
Gli inizi - parte terza
quando arrivai alle scuole medie finì il periodo di affidamento alla mia vicina e i miei mi diedero le chiavi di
casa. finite le lezioni tornavo a casa, scaldavo il pranzo che mia madre aveva preparato, facevo i compiti e poi
andare in cortile a giocare con gli altri bambini. noi maschietti eravamo divisi in gruppi, le bande, e i gruppi
erano assolutamente gerarchici, c'erano i capi che erano quelli più grandi e decidevano a cosa si giocava e poi
gli altri, e quando i capi non c'erano venivano fuori i secondi, poi i terzi, i quarti, non era una gerarchia
esplicita, consapevole, si procedeva automaticamente in ordine di "carisma" e di forza fisica e le dispute
gerarchiche si risolvevano con zuffe alle quali il gruppo assisteva come testimone per sancire la superiorità del
vincitore. inutile dire che io, un po' perchè ultimo arrivato, un po' perchè effettivamente poco carismatico, un
po' per scarsa prestanza fisica ero nelle ultime posizioni della gerarchia, avevo sotto di me solo i più piccoli
di età o di fisico. ciascuna banda aveva il proprio covo, la "base" che era il luogo dove ci si ritirava per
regolare i conti o per partire verso spedizioni punitive contro le altre bande. c'erano chiaramente i giochi
soliti, noi maschietti giocavamo con le biglie, a nascondino, figurine, le biciclette, naturalmente c'era il
pallone, a volte si giocava con le bimbe alla campana o a rincorrersi, le bambine invece erano un unico gruppo, e
ciascuna di loro aveva un flirt con un maschietto, di una o banda piuttosto che di un'altra, e questo flirt
poteva durare un pomeriggio o diversi mesi. poi c'era la "cantina buia" per dirla alla baglioni, che nel nostro
caso era una zona di campi e prati incolti con alcune cascine abbandonate. di notte lungo le strade che
costeggiavano questi campi si potevano vedere le prostitute che si appartavano con i loro clienti, ma di
pomeriggio erano praticamente i nostro regno. i giochi più divertenti si facevano li, quando si riusciva a
convincere una bambina a venire alla base della propria banda. le basi delle bande più forti erano nelle cascine
abbandonate, quelle più piccole si dovevano accontentare di costruire di solito sotto un albero nelle parti
incolte, una capanna con i materiali che si trovavano abbandonati in giro o che venivano rubati ai contadini
della zona. lungo i cigli della strade capitava spesso di trovare riviste pornografiche, e quando capitava queste
venivano raccolte e portate nella base della banda di chi le aveva trovate e costituiva il bottino di ciascuna
banda, bottino che era spesso causa di battaglie fra le bande. così nacque la mia passione per la pornografia, io
con un altro bambino andavamo spesso nella nostra base (una capanna) a sfogliare quelle riviste e a masturbarci.
vedendo quelle scene con pompini, inculate, sborrate, mi venivano in mente i giochi che facevo con massimo solo
qualche mese prima e presto convinsi il mi amico a fare gli stessi giochi, così cominciammo a spompinarci a
vicenda, a infilarci le dita nel culo finchè non cominciammo ad incularci. all'inizion erano i pompini la cosa
che ci piaceva di più, godevamo come matti e ingoiare non era mai un problema visto che entrambi sborravamo
pochissimo, ma anche incularci presto cominciò a piacerci molto, i nostri cazzetti ci scivolavano dentro anche se
avevamo i culi molto stretti, e dopo pochi colpi ci sborravamo dentro con piccoli rantoli di piacere, finchè non
successe che ci sorpresero due dei capi della nostra banda. erano i due più grandi, avranno avuto 15-16 anni (io
ne avevo una decina) e quando ci sorpresero io stavo inculando il mio amichetto (mi pare che si chiamasse ale).
chiaramente si misero subito a prenderci in giro pesantemente ma poi cominciarono a realizzare che potevano
approfittare della situazione, e così mi trovai coinvolto nella prima orgia della mia vita. ci incularono
entrambi dopo aver preteso due pompini. i loro cazzi erano molto più grossi dei nostri, niente a che vedere con
quelli dei giornali, ma erano di dimensioni adulte per così dire, con i peli e tutto il resto, rispetto ai nostri
che erano coperti da un cespuglietto di peletti biondi sembravano enormi, ma avendo entrambi il buco del culo ben
lubrificato dalle nostre reciproche sborrate, non avemmo problemi a prendere dentro i loro arnesi. l'inculata si
estese un po' a tutti i componenti del gruppo che, essendosi sparsa la voce, cominciarono a pretenderla come atto
di sottomissione da parte di chi era inferiore a loro per rango. in realtà non era una novità assoluta, noi
sapevamo che già altri ragazzi di altre bande si inculavano a vicenda o inculavano i "sottoposti", ma nel nostro
gruppo divenne quasi un rito di iniziazione per tutti i nuovi. diventò anche un modo per coinvolgere le bambine
nei nostri giochi, a volte la usavamo come regola per le bimbe che flirtavano con noi e addirittura qualcuna fu
sottoposta anche ad una serie di inculate/scopate in successione da tutto il gruppo, tanto che una di loro prese
nel culo tanta di quella sborra che alla fine si accovacciò e la cagò fuori mischiata alla merda. ma non fu la
sola, capitava anche che qualcuno venisse punito per sgarbi all'interno della banda con una inculata multipla e
ricordo che una volta toccò anche a me. la situazione si stabilizzò presto, i capi inculavano chi volevano, e
ciascuno degli altri si inculava uno dei suoi inferiori fino a un ragazzino (salvatore) che invece lo prendeva
nel culo da tutti. con questo io andai anche oltre. era uno dei pochi inferiore a me per rango e io mi vendicavo
su di lui tutte le volte che inculavano me. in realtà a me non dispiaceva essere inculato, anzi, e anche se ero
uno dei pochi che durante l'inculata si masturbava e godeva, sono sicuro che anche a molti altri sentirsi aprire
il culo piacesse, ma il tacito accordo era questo: essere inculati era umiliante e faceva male, bisognava
rifiutarsi, opporre resistenza ed accettarlo alla fine solo sotto minaccia di pestaggio, quindi tutti subivamo
con rabbia, vera o supposta (bel gioco di parole vero?) sfogandoci poi quasi immediatamente con il primo che
avevamo a tiro, e in questo gioco io che invece godevo a farmi inculare non potevo permettermi di darlo a vedere,
e siccome lui spesso mi sfotteva facendo notare a tutti che io mi segavo mentre lo prendevo nel culo, per non
passare per frocio o addirittura sotto di lui come gerarchia lo punivo duramente e gli facevo fare cose che
andavano ben oltre quello che il gruppo accettava come punizione. un giorno il capo in persona mi stava
inculando, io ero a terra e mi gustavo il suo cazzo che mi apriva il culo menandomi furiosamente con gli occhi
chiusi, finchè, sentendo lui che mi lanciava il cazzo nel culo mugolando per gli ultimi colpi dell'orgasmo, non
venni rumorosamente anche io, ma quando ansimante riaprii gli occhi vidi lui che mi guardava ridendo. il capo lo
mandò a cagare e se ne andò pulendosi il cazzo, io invece mi tirai su e senza nemmeno sistemermi i pantaloni lo
aggredii costringendolo a terra. lui rideva e diceva che avrebbe detto a tutti che mi piaceva prenderlo nel culo
e che mi menavo per non fare capire che era l'inculata che mi faceva godere. ero veramente spaventato che questa
cosa diventasse di dominio pubblico, avevo terrore di diventare il frocetto del gruppo, lui si divincolava e
cercava di liberarsi, cercò anche di mordermi ma io ero più grosso e più forte di lui e riuscii a colpirlo. lui
si arrese, si mise a piangere e mi giurò che non lo avrebbe mai detto a nessuno, ma io ero troppo terrorizzato da
questa eventualità per credergli, dovevo avere uno strumento di ricatto. gli ordinai di stare giu, gli misi il
culo in faccia e gli ordinai di leccarmelo. lui piangeva chiedeva pietà continuando a giurare che non avrebbe
detto niente a nessuno ma io lo colpii di nuovo, e lui cedette, cominciai a sentire la sua lingua che mi lambiva
il culo, si manteneva sulle chiappe ma io gli ordinai di leccarmi il buco stortandogli i polsi, così lui non ebbe
scampo e cominciò a leccarmi il buco. mi piacque molto, ci presi gusto e cominciai a spingere ordinandogli di
continuare, così mi resi conto che gli stavo cagando in faccia la sborra del capo, lui piangeva, io continuavo a
stortargli i polsi e a tenerlo giù finchè non sentii la merda premere per uscire dal culo, la paura si era
trasformata in rabbia e tanto era stata la paura tanto era adesso la rabbia, gli cagai in faccia con cattiveria,
volevo umiliarlo come mi ero sentito umiliato io vedendolo ridere di me mentre godevo. scaricargli la mia merda
in faccia mi fece lo stesso effetto di un orgasmo, passai da una rabbia cieca e cattiva ad una sensazione di
calma spossata, lo lasciai e mi alzai. lui piangeva, aveva conati di vomito, si sollevo e la merda gli scivolò
via dal volto lasciandolo con grosse chiazze. io mi rimisi a posto e gli intimai di non dire niente a nessuno di
quello che aveva visto altrimenti avrei detto a tutti che gli avevo fatto mangiare la merda. lui piangeva e
sputava, si puliva il volto con le mani e poi se le guardava piene di merda. gli tirai lo straccio con cui mi ero
pulito il culo e me ne andai dicendogli che avrebbe dovuto pulire tutto prima di andare via. ma n
3
0
18 years ago
sottomesso38,
39
Last visit: 16 years ago