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Sesso & misteri
Ancora prima di sposarci, durante i nostri 10 anni di fidanzamento, avevamo maturato, sotto l'aspetto sessuale, una buona esperienza. Ci rendemmo conto, sin d'allora che occorreva uno slancio per apportare innovazioni alla routine. Bene la trama mi incuriosì. Presto iniziai a fantasticare con la mente. Pensai subito che sarebbe bello godersi un'altra donna e, allo stesso tempo, sapere che mia moglie (allora fidanzata) se la spassasse con un uomo misterioso.
Quando facevamo l'amore - ricordo bene che era per un momento di massima eccitazione - le dissi: "Ti piacerebbe farlo in 4?".
La risposta fu dapprima evasiva, quasi per forza, ma venne fuori un si.
Tutto finì con le parole, ma nella mia mente iniziarono a fantasticare vertiginosamente mille pensieri. Allora comprai un settimanale regionale specializzato di annunci. Sfogliai velocemente tutte le voci che non mi riguardavano e indirizzai il mio interesse nella rubrica relazioni sociali. La scelta, come solitamente accade in questi casi, è sempre difficile.
Scelsi uno di quegli annunci. Tutto avvenne in una fase di incontrollabile eccitazione; strano, ma vero, la mia mente era già proiettata in un letto con la scena di un bel gioco di coppie. Scrissi molto, non mi limitai affatto a rispondere con il classico "siamo interessati al vostro annuncio....ecco i nostri numeri per contattarci". In quello scritto impressi i miei stati d'animo: la foga di maturare quei desideri era tanta e indescrivibile. L'indomani, pertanto, spedii la mia maxi lettera, per l'esterefatto destinatario che avrebbe dovuta leggerla. Attesi con ansia la risposta.
Questa non tardò a giungere. Un giorno squillò il mio cell. La voce decisa di un uomo (come mia prima impressione era quella di una coppia navigata) mi rivolse un invito: ragazzi cosa fate sabato sera? Che ne dite di bere qualcosa insieme? Risposi che per me era tutto ok, ma non dissi lui che avevo un grosso nodo da sciogliere. La mia fidanzatina non era al corrente di quel che stavo combinando.
Dovevo trovare una soluzione, in quanto non potevo correre da solo. Alla fine, dopo un lungo braccio di ferro, lei accettò la mia proposta. Durante il nostro primo viaggio cercavo di darle coraggio: "dai, in fondo, non stiamo andando in un altro mondo, ma a conoscere una coppia di amici".
Una volta che si erano pacati i nostri animi giunse quel momento. Ci siamo incontrati e ci hanno subito invitato ad andare in un hotel di alta classe. Un ambiente sobrio, raffinato e molto signorile. I sogni iniziarono a materializzarsi. La nostra prima coppia era niente male, anzi. Lei una 40enne bionda, alta, tacchi a spillo, con reggicalze che trasparivano da una mini corta. Lui, 44enne, moro, ben messo, fisico atletico e perfetto cultore di arti marziali. La mia lei, notai fra me, che era interessata al dialogo. Io, invece, corsi in fretta. Pensavo che l'appuntamento in quello hotel doveva tramutare la nostra prima esperienza. Niente da fare era solo il primo sexy appeal. "Ci risentiremo presto, mi disse la coppia misteriosa........discutiamone prima, no? Penso che sia la cosa più corretta per entrambi!" Fu in effetti proprio così. Al secondo appuntamento fummo invitati a cena. Trascorsero almeno un 15 giorni. Dopo quella cena ci dissero: "volete salire a casa nostra? I nostri figli sono fuori e rincasano tardi". Ok, rispondemmo noi. Stavolta, però, il mio stato di eccitazione crebbe a dismisura. Come solitamente accade in questi casi, il vero dilemma era quello di rompere il ghiaccio.
Chi avrebbe iniziato per prima? Io dissi al padrone di casa: "Tocca a te, siamo a casa tua, no?". Mi rispose che avevo ragione. Ecco la prima ricetta dello scambio: musica dolce e soffusa, una videocassetta interessante e luci spente in un soggiorno, con la luce in penombra che arrivava dalla Tv. Tutto ebbe inizio con il ballo di un lento. La 40enne bionda, seno V misura e suoi tacchi erano stretti a me, le mani di entrambi iniziarono a palpare e, quando m'acccorsi che la mia fidanzata dopo alcuni minuti di preliminari slegò la cintura ed iniziò a lavorare con l'arnese in bocca andai in visibilio. Mai, dico mai, avevo provato una sensazione così piacevole: da una parte ero geloso e impaurito per quanto stava accadendo e, dall'altra, ero al settimo cielo. Ci spostammo poi in camera da letto e il gioco fu fatto.
Ci piacevamo in 4, stavamo tutti bene e ci spogliammo tutti nudi. La seconda super sensazione la provai nel momento in cui possedevo la mia fidanzata e l'uomo misterioso glielo porgeva in bocca. Notai che lei era molto attenta e impegnata. Ci teneva a non sfigurare. Lui godeva davvero, io altrettanto. Il gioco proseguiva bene fino al punto di invertire nuovamente i ruoli. E poi, alla fine, la liberazione. Lui venne come un'onda nella bocca della mia fidanzata. La 40enne ci sapeva fare davvero: una pompinara come Lei non l'avevo mai conosciuta. Molto brava nel praticare il fellatio. Una donna carica di erotismo, passione e voglia di scopare.
Una pratica a me sconosciuta, in quanto, da fidanzati non avevo mai avuto questo privilegio: un'eiaculazione per via orale. L'uomo misterioso, si. Per me fu lo stesso. Come se fossi io. Al nostro rientro eravamo entrambi turbati, ma in altrettanto modo soddisfatti. Per ben 12 anni siamo andati avanti così: ci vediamo una, due volte al mese e, perfino, al nostro matrimonio invitammo quella coppia. Oggi, a distanza di tempo, tutte le volte che lo faccio con mia moglie, sussurro lei la frase: ti piace in 4? Lo vorresti quello suo in questo momento? Mia moglie risponde sempre si ed accelera i suoi orgasmi a ripetizione. E pensare pure che quando lo facciamo in macchina (in 4 si intende) è ancora più eccitante. Mia moglie al fianco dell'autista in autostrada che glielo succhia con vigore. Io sistemato dietro e senza pensiero alcuno per la guida, che mi faccio spompinare dalla signora.
Due orgasmi in un tragitto di 30 km, oltre a una bella venuta in un'area di sosta. E le storie continuano. Il tempo e l'esperienza ci hanno adesso indotto a mutare qualche abitudine. Ci vuole una nuova coppia. Detto fatto. Fu per caso che su internet chattando con una donna che siamo arrivati al punto di parlare di scambio, e che, alla fine, avevo il piacere di incontrare una coppia come noi. Ci siamo incontrati per quattro o cinque volte, ma siamo ancora agli inizi. Un turn over dettato più dalla necessità, per dare ancora una sterzata al nostro rapporto (oggi coniugale), a quello che, nonostante frequentassimo una coppia, stava anch'essa diventando routine. I nostri nuovi amici sono in ferie. Al loro rientro accadrà qualcosa di bello, perché ne abbiamo già parlato. Lei è una donna meravigliosa che, forse, cela dentro di se un pizzico di grande mistero.
Mistero questo che, per una donna in se per sè attraente, è solo quel delirio che potrebbe fare esplodere i sensi di due coppie alla ricerca di nuovi stimoli. Io e mia moglie da un parte e la coppia nostra amica dall'altra: noi siamo alla ricerca di momenti intriganti per fare maturare queste fantastiche esperienze.
Queste esperienze, in sintesi, li traduco e sintetizzo sulla scorta di alcuni principi:
a) giocando con altre coppie s'innesta un meccanismo indefinibile che aiuta a rafforzare e saldare qualsiasi legame.
b) nessuna tentazione estranea al matrimonio (tradimento coniugale) aleggia nelle nostre menti (mia e di mia moglie)
c) la voglia di conoscere nuove coppie lubrifica, come l'olio in un motore, segreti e passioni.
d) tutti i momenti antecedenti e conseguenti i primi incontri sono belli e indescrivibili
e) ritrovarsi in un flirt e incrociare gli sguardi è un'emozione unica! Provatela anche voi che avete letto queste parole. Non ve ne pentirete.
Oggi siamo orgogliosi di essere favorevoli allo scambio. Un invito lo rivolgiamo a chi non ha ancora provato: fatelo! Non ve ne pentirete e ci prenderete gusto!
Voi cosa ne pensate?
45
16
18 years ago
perbenisti, 52/52
Last visit: 1 year ago -
Una serata passionale
una sera mentre stavo tornando a casa, dopo essere stato dalla mia ragazza, passo da una strada buia e ad un certo punto... vedo una macchina con una donna che era bellissima... mi avvicino... le chiedo il nome ma quando si gira mi accorgo che era un travestito.. bè ho pensato "lasciamo perdere"! ma questo travestito mi si avvicina al finestrino.. (credetemi sembrava una donna bellissima).. mi dice: bè perchè non provi una nuova esperienza?? ed io ho pensato... bè proviamo... ebbene vi devo dire è stata una cosa fantastica.. irripetibile... certo la mia vita va avanti in modo normale e la mia ragazza non sa niente... ma da quel giorno.. ogni tanto esco il fine settimana e vado da un travestito... nonostante non avrei mai pensato di poter avere esperienze diverse.. ma credete: E' STATO FANTASTICO!!!
4
1
18 years ago
ti1aspetto1by1moro,
24
Last visit: 18 years ago
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Mia moglie piena di un altro
Tutto é cominciato due anni dopo sposati, anche se v'é da dire che ognuno conosceva le esperienze che avevamo visssuto entrambi prima di sposarci. Mia moglie allora ventiseienne con un fisico da sballo, come oggi che ne ha trentotto, sempre molto porca e provocatrice, non perdeva occasione per far vedere il ben di Dio che portava sotto i vestiti, e lo faceva sempre in modo molto malizioso, a volte indossando minigonne vertiginose con sotto perizoma supereccitanti, non portava quasi mai il reggiseno, altre volte con vestiti lunghi però del tipo con la spacca sui lati o i bottoni davanti lasciando aperto i bottoni o la spacca in modo da far vedere che sotto non portava le mutandine, ecosì non si perdeva occasione per fare porcate un po ovunque, nei locali da ballo, al ristorante, nei cinema, dal benzinaio ecc., capitò una giorno che ci fermammo con l'auto nei pressi di un laghetto in montagna, c'era poca gente sebbene fossimo oramai in estate, il nostro intento era quello di sdraiarci e rilassarci un po, senza però lasciar perdere nessuna occasione come era accaduto in altre occasioni dove ci si era spinti anche in giochi molto piccanti, provocando altri uomini e avolte rendendoli partecipi , come ad esempio mostrando mia moglie senza mutandine e fare in modo che chi era presente si masturbasse davanti a lei, qualche volta era lei stessa a prendere in mano i cazzi di quegli uomini fino a farli sborrare. QUELLA volta sembrava non dovesse succedere nulla fino a quando, in quel posto quasi deserto, eravamo comodamnete sdraiati sul plaid, arrivò un 'uomo sui trent'anni, chiedendo se potevamo scattargli qualche foto con la sua macchina fotografica, non ci furono problemi, lui era in costume e si notava che sotto vi era un bel gonfiore, mia moglie lo aveva notato subito ed io mi accorsi ch aveva cambiato aspetto sembrava eccitata e quasi vogliosa di voler vedere cosa c'era sotto quel costume, scatatte varie foto, l'uomo chiese se volevamo anche noi qualche foto di quella giornata, e cosi ne facemmo un paio in coppia, poi alcune da soli, e mia moglie quando si alzò, non so se lo fece apposta, ma fece notare che sotto al suo scamiciato estivo portava un paio di minuscole mutandine trasparenti che non ricoprivano nemmeno per metà la folta peluria nera della sua figa, anche quell'uomo se ne accorse e si complimentò , allorché mia moglie porca come sempre, visto che aveva già preso confidenza, disse "...ma non vedo cosa c'é di speciale, ce la avrò come tutte le altre...." ci fu un momento di imbarazzo poi l'uomo ribatté " come tutte le altre un corno ... tu sei super " e avvicinandosi a lei chiese, rivolgendosi ame , se poteva fotografarla senza mutandine, per tenere la foto come ricordo, io dissi che poteva fare tutto quello che voleva (intendendo le foto) così spostandosi insieme a noi in una parte ancora più isolata del boschetto intorno al lago, fu lui a togliere le mutande a mia moglie, e lo fece in un modo che mi eccitò particolaramente, sembrava volesse dire " ....ho voglia di scoparti ..." mia moglie cominciò ad essere più porca del solito.. mentre lui scattava le foto disse .... "ma dimmi un po, poi ti meni il cazzo per me, vero ?" quando guarderai le foto ripenserai che adeso sono qui nuda davanti a te e che ti piacerebbe mettermelo dentro." l'uomo disse che era meravigliosa, e incurante della mia presenza tirò fuori un cazzo enorme, mai visto prima, duro e lungo pieno di vene con due palle gonfie dalla eccitazione che mia moglie gli aveva provocato, mia moglie che non aveva mai visto tanto ben di dio, glielo prese in mano e cominciò a menarlo, poi mi chiese se poteva farsi chiavare perché no resisteva piu, quando io risposi che anch'io la volevo vedere riempita da quel cazzo, mi ringrazio, si sdraiò per terra sul plaid, fece mettere il preservativo a quell'uomo, e lo attirò su di se facendosi penetrare, il cazzo era enorme e nonostante la figa di mai moglie fosse abbastanza bagnata dall'eccitazione il cazzo faticò ad entrare ma poi uan volat entarto cominciò a pomparla e a scomparire dentro di lei in modo meravifglioso, doveva essere oltre i ventiquattrocentimentri, mia moglie godeva a ripetizione, ed io godevo nel vederla godere, ma poi volli soddisfarli fino in fondo, chiesi a lei se aveva voglia di sentirlo dentro di sé nudo quel cazzo, e se desiderava sentirlo esplodere nella sborrata dentro di lei? ... lei mi disse "...si che lo desidero, ma poi... si che non prendo la pillola...se poi ci rimango...." io le disssi , devi godere, sarà più bello vedrai, quello che accadrà non conta , adesso devi godere, lei mi baciò e in un secondo fece sfilare il preservativo a quel suo amante occasionalele, che era sul punto di venire, così affondò di nuovo il cazzo in figa a mia moglie pompandola fino a quando no arrivò l'orgasmo, lui afferrò mai moglie per le chiappe e scaricò in lei uan quantità enorme di sborra, lei godeva e nellos tesso tempo diceva....si é meraviglioso, riempimi...fammi piena...inondami..." e quando l'uomo ebbe svuotato la sua quantità enorme di sborra in pancia a mia moglie, dalle labbra della figa colava il liquido del godimento di quel maschio mescolato a quello di mia moglie, lungo le cosce, mentre io mi sparavo un segone enorme andando a spruzzare la sborra in mezzo alle gambe di mai moglie ancora piena di quell'uomo che l'aveva fatta godere come non mai e l'aveva messa incinta, si frequentarono ancora perché mia moglie non riusciva più a fare a meno ogni tanto di quel cazzo così enorme, i loro rapporti erano sempre senza alcuna protezione, lei voleva farsi sborrare dentro da quel uomo, e di lui restò incinta ancora, poi si persero di vista, da allora mia moglie ha avuto altre storie ma iniziò anche a prendere la pillola per non sfornare un figlio dopo l'altro, adesso a 39 anni lei é ancora piacevole ed una gran scopatrice, mi fà godere come un pazzo quando si fà chiavare davanti a me, o quando ritorna a casa dopo una serata passata con un'altro uomo e mi fà sentire la sua figa inzuppata della sborra di un'altro, naturalmente prende sempre tutte le precauzioni sulla salute di chi la scopa per non avere problemi, io quando la scopo le ricordo quei momenti meravigliosi di quando é stata fecondata da un'altro ed anche lei gode all'idea di essere riempita, così le ho chiesto se desidera provarci di nuovo a restare incinta di un'altro, lei mi ha baciato a lungo dicendomi grazie amore, e mi ha confidato che il suo nuovo amante che é anche il suo datore di lavoro, vuole farle fare un figlio, adesso non vedo l'ora che me la mettano di nuovo incinta, vi racconterò la nuova storia di quando mai moglie Gloria sarà di nuovo incinta
7
2
18 years ago
admin, 75
Last visit: 22 hours ago -
Lettera e ringraziamenti (@) (@)
ciao a tutti questa e stata un e mail mandatami qualche giorno fa.....Caro sauro ,
come ti ho accennato quando ci siamo visti lei ama gli uomini dotati, duri,
decisi e dominanti; pur essendo una donna elegante, di classe e raffinata si
eccita molto se trattata da troia ed umiliata sessualmente, vedrai che
ubbidira' a tutti i tuoi ordini e fara', se richiesto con decisione ma senza
violenza, qualsiasi cosa; gradisce il turpiloquio ,anche il piu' pesante,e
l'ho vista molto eccitata quando lil maschio di turno le ha fatto ripetere a
voce alta davanti a tutti e...soprattutto al cuckold...quello che vuole e le
piace senza mezzi termini nel modo pi' osceno possibile.
kost adora essere inondata di sperma in faccia, sulle tette, sul culo e
sulla fica (dopo...l'inondazione le piace sentirsi ordinare di pulire bene
il cazzo con la bocca e con la lingua...!) ; le piace molto il sesso anale,
quindi anche se inizialmente lo rifiutera', non bisogna darle retta
invitando il cornuto a preparare il culo con la lingua e con la vasellina ed
ordinandole di aprire le chiappe con le sue mani e procedendo poi
decisamente e lentamente alla introduzione- purche'la fase iniziale sia il
piu'delicata ed indolore possibile- poi si puo' andare avantii con decisione
facendole dire a tutti dove le e' stato infilato il cazzo! lo
dovra'ripetere ad alta voce, vedrai come si eccitera'!
lei ama le luci soffuse e musica di sottofondo, le piace anche essere
bendata o fare sesso in bagno magari davanti ad uno specchio.
Quindi in definitiva le piace farsi piu'i maschi assieme ed essere l'unica
donna, ama le doppie e triple penetrazioni, farsi inculare e farsi venire
dietro sul culo davanti sulle tette e sulla bocca. Ama leccare il cazzo
sgocciolante di sperma. Le piace esibirsi in luoghi pubblici. Ama le mani
infilate dietro e davanti. Ama essere l'oggetto di piu' uomini che possono
fare con lei tutto cio che vogliono. Le piacciono gli uomini decisi che la
sbattono energicamente con forza ed impeto. le piace essere un po'
violentata.
Non ama invece la mancanza di rispetto durante gli atti sessuali e la
violenza estrema. Non le piacciono le sberle, i sadomaso piu violenti e le
cose strane tipo pissing ecc.
Quando ve la sbattete potete tranquillamente trattarmi da ...marito
cornuto,servizievole ed umiliato... non abbiate alcuna remora o timore ,lei
si divertira' e eccitera':una volta il bull di turno mi ha ordinato di
metterle la vasellina per incularla bene , lei si e'eccitata da morire tanto
che lui mi ha poi ordinato di aprirle le chiappe per agevolarlo ed
assistere e videoriprendere da vicino alla penetrazione! devo dite che
anch'io mi sono eccitato e, come un vero cuckold,ho ubbidito all'ordine
successivo di leccarle ben bene il buco di culo dopo la monta; quando le ho
leccato il culo il bull non aveva ancora sborrato ma c'era un forte sapore
di vasellina e di gomma del preservativo, sapore non proprio piacevole, ma
eccitante; alla fine, come al solito,kost ha aperto la bocca e si e' fatta
sborrare in faccia e sulla bocca ed il bull le ha ordinato di baciarmi
sulla bocca con il preciso scopo di umiliarmi facendomi assaporare il seme,
e' inutile dire che ho avuto un orgasmo istantaneo e lei ha assaporato il
piacere di rivincita e di potere su di me mentre il bull commentava "bravo
cornuto assaggia la mia sborra"!!
che ne pensi?? se hai qualche fantasia o richiesta particolare da fare.....bene adesso viene la parte piu bella si e presentata la coppia...vi premetto che la coppia mi aveva accennato che voleva tre cazzi super,,se era possibile anche di colore..,.,..ebbene si.. questa gran puttanona a coronato il suo sogno nascosto da anni....-..-----.------------sapete gli o trovato 2 singoli di colore il quale uno e in questo portale ma per motivi di privasy non publico neanche il nick....e un altro che e un mio amico medico francese, che ha un cazzo abnorme quasi asinino....be ragazzi,ci siamo fatti trovare in camera con i cazzi barzocchi,,il resto non mi va di raccontarlo....pero potete immaginare una donna allupata di cazzi veramente nodosi pieni di amore,..che cosa e successo..io a volte penso che le donne il vero e proprio sogno nascosto, e quello di provare queste ore di piacere con piu uomini...e vi dico che a momenti noi uomini ci mettono (out of order) be; la volete sapere una cosa questa coppia mi manda un e mail al giorno per ringraziarmi e mi dicono che ogni sera si vedono il filmino girato in quella occasione... ciao questo e solo un piccolo racconto spero di scriverne altri piu che alo se mi va.,..;-)
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18 years ago
sauro4, 33/41
Last visit: 16 years ago -
Una giornata fantastica
Salve, premetto che non sono uno scrittore quindi non aspettatevi una scrittura corretta. Era da più di un'anno che non facevamo niente del genere,si parlava solo e basta io molte volte mi arrabiavo perchè incotravamo singoli ma non si faceva niente a me saliva il sangue alla testa ed era oggetto di discussioni alla fine arrivammo a un'accordo lei disse che l'avrebbe fatto x l'ultima volta e poi basta come sarebbe venuto senza impegno,io accetai optammo x un ragazzo di roma ci incotrammo a fiuggi lei in macchina si vedeva che doveva andare al capestro la cosa non mi piaceva va be arrivammo a fiuggi lui stava aspettando un bel ragazzo pulito carino ci conoscemmo posammo la sua auto e andammo a fare un giro ci fermammo in un bar si cominciava a chiaccherare vedevo anna presa da quel ragazzo ottimo oratore andammo in giro lei comincio a farsi notare lei ha un bel culo ogni tanto lo toccavamo poi andammo in centro commerciale gli sguardi si facevano sempre più spinti lui vide un bel vestito da sera gli propose di provarlo lei accettò era una favola lo comprammo si passeggiava alla fine lei disse andiamo in albergo sono eccitata da morire io pensavo stesse fingendo lei disse di no anzi ci fece toccare con mano era fradicia non capimmo piu niente io portavo l'auto e lei lo baciava come una troia non capivo piu niente arrivammo in albergo prendemmo 2 camere dopo un minuto lui era da noi la troia ci fece accomodare sul letto e disse vado in bagno noi eravamo al settimo cielo uscì con una tuta comprata da lei a mia insaputa una dea stupenda e disse voglio i vostri cazzi mario e io stavamo impalati si decise lei mario aveva un cazzo enorme comincio a leccarlo gli fece un pompimo micidiale poi tocco a me lui stava gia in fica lei urlava da matta mai vista cosi mario disse vorrei metterlo in culo era grandissimo aveva paura ma non sape direi di no si mise a pecora aveva il culo che senbrava una fontana una botta e via lo aveva quasi tutto dentro ando avanti x una mezzora alla fine andammo a fare la doccia io peroccupato pensavo lei stesse male invece non era sazia indosso l'abito regalato da mario andammo a cena era fantasica andammo in un ristorante carino eravamo pochi di noi ci mettemo appartati lei disse sono senza slip non si capiva niente sotto quel tavolo bevemmo un po eravamo brilli tutte e tre ritornammo in camera e non dico quello che fece scopammo x 2 ore aveva il cazzo dappertutto la sborramo tutta alla fine appagata volle dormire insieme lei in mezzo al mattino verso l10 mi svegliai vide che stava facendo un pompimo a mario invece di incazzarmi mi eccitai pero disse solo in bocca xrche mi fa male tutto finimmo ce ne andammo lei mi confesso che non si era mai sentita cosi e ogni tanto lo facciamo finalmente e sfatato un tabù
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0
18 years ago
complicidoc, 41/41
Last visit: 10 years ago -
Parigi...
Si era spogliata nuda in attesa del prossimo cliente…
Indossava solamente una sottoveste di seta nera ed un paio di calze nere
finissime, che lasciavano intravedere il sesso caldo e invitante….
Così era irresistibile,
con i lunghi capelli castani tenuti scompostamente da una matita
che lasciava scendere lunghe ciocche sulle spalle…
Il suo viso aveva lineamenti dolci, femminili...
occhi da gatta che parlavano da soli,
la pelle morbida e liscia.
Quella notte indossava orecchini di perle…
che le adornavano le orecchie,
avvezze a sentirsi sussurrare gemiti e richieste di ogni genere.
Viveva negli anni Trenta,
fumava sigarette col bocchino nero e i bocchini li sapeva fare bene,
tanto bene che la proprietaria della “Casa” di Piacere, dove lei lavorava
la promuoveva come la migliore.
Si era fatta un nome all’interno della Casa,
tanto che tutti i clienti più affezionati chiedevano di lei e solo di lei.
Non era certo il tipo di donna che si poteva incontrare facilmente
in un simil luogo,
ma il destino avverso
l’aveva costretta a questo per vivere!
Ovviamente, le altre ragazze erano invidiose…
e tentavano di screditarla ogni volta fosse loro possibile…
con soprusi e angherie degne del nome che portavano….
Ma lei non si scoraggiava.
Persisteva nel suo mestiere, quello più antico del mondo…
con puntualità e impegno.
Perfetta e precisa amministratrice di se stessa nel lavoro…
una gran artista sognatrice nel suo intimo.
Di giorno artista,
di notte puttana.
Viveva sola in un appartamento nel cuore della Parigi,
in quell’epoca pulsava di vita e di denaro.
Amava divertirsi, non solo con gli uomini che incontrava per mestiere.
Anche la sua vita privata era alle stelle.
Però questo non le impediva di sognare: quando avrebbe incontrato il suo Uomo,
quello che l’avrebbe portata via da quel destino infame e dorato?
Era forse quello che stava per entrare adesso?
Alla vista del suo cliente le speranze svanirono in un lampo…
Era alto e muscoloso, la camicia aperta faceva intravedere un petto villoso,
le gambe lunghe arcuate terminavano in un paio di trasandati e sporchi scarponi.
Il volto era coperto da un cappuccio nero, che lasciava intravedere gli occhi perversi al di là di feritoie oblique.
Era spaventata.
Non solo dal cappuccio che le impediva di vedere il volto del suo cliente,
ma anche dai chiari segnali di poca signorilità…
che trasparivano dal suo altero atteggiamento.
“Bene, sei già nuda, mi risparmi la fatica di spogliarti”
Fu la prima frase che quell’uomo le disse…
Era ammutolita e pietrificata, tremava di paura.
La Direttrice del bordello,
una donna grassa e dall’aspetto volgare,
solitamente non le mandava individui del genere,
ma era evidente che questo pagava bene…
“Allora? Sei muta, brutta puttana?
Io non mi formalizzo sai!
L’importante è che scopi bene!”
“Paura, eh, puttana?”
D’un balzo, l’uomo scattò verso di lei afferrandola e la scaraventò sul pavimento…
Gridò aiuto,
ma nessuno pareva udirla…
“Girati di culo, puttana!”
E lei tremante obbedì.
Il cliente allora la penetrò con violenza,
lasciando il suo corpo ormai nudo…
su quel gelido pavimento…
Urlò il suo dolore, il corpo livido dai colpi violenti e dalle chiazze scure
per le botte
che prendeva ad ogni sua penetrazione…
ma ancora una volta nessuno parve sentirla.
L’uomo era rozzo e violento e ansimava con voce rauca …
per lei disgustosa.
Singhiozzava, ma il cliente non ebbe pietà di lei e infierì
in modo ancora più violento.
Fece su quella bellissima ed elegante donna
ogni stimolo che il suo corpo volle,
mentre nel silenzio scendevano lacrime lungo
le morbide guancia di lei…
Fu un tempo per lei interminabile,
e quando ebbe esaurito ogni sua violenza…
sbuffando di fiacchezza uscì,
lasciandola non prima di averla umiliata
gettandole i soldi tra le dolenti cosce.
Vedendo uscire l’uomo ancora incappucciato in un saluto sbrigativo,
una delle altre ragazze s’insospettì e corse nella sua camera.
La vide così, nuda…
la sottoveste lacerata,
prona sul quel pavimento che piangeva…
Il corpo violato,
tutto insozzato dallo sperma del cliente…
e la pelle candida divenuta ormai scura per le botte
e la schiena solcata da profondi segni.
Lanciò un urlo così forte che tutte le “colleghe” corsero a vedere.
Chi gioiva, chi piangeva, chi rideva…
Ma una c’era tra loro un’amica in quel covo di vipere…
Aveva un cuore e un’anima e, alla vista dell’amica,
si precipitò verso di lei e la soccorse.
Le ripulì il corpo con un candido fazzoletto,
la girò verso di se e l’abbracciò teneramente.
“Che ti è successo le chiese..”
Ma non una parola uscì dalle labbra di lei…
Si lasciò solo andare tra quelle braccia amiche
nelle quali si sentì finalmente al sicuro…
Le due ragazze restarono sole.
Si tenevano strette…
L’amica la accarezzò dolcemente,
cingendole le spalle e lasciando che il suo capo le si appoggiasse ancor di più
contro di lei ...
Con l’indice le sollevò il viso per il mento…
e dolcemente le baciò le labbra rosa bagnate di lacrime.
Con un gemito di sollievo,
anche lei ricambiò il suo bacio, con la lingua ancora tremante…
Fu un bacio lungo e appassionato,
che le coinvolse entrambe.
Poi le mani dell’amica, scivolarono dolcemente sul suo seno,
stimolandole i capezzoli che uscirono subito turgidi e vogliosi,
pronti per essere leccati.
Si chinò a leccarli con avidità ,
regalando all’amica un gemito di piacere dopo tanto dolore…
La baciò lungo tutto il corpo,
fino a raggiungere il sesso vigorosamente violato, ancora tremante…
Leccò il suo clitoride,
piano,
lentamente,
dolcemente,
fino a quando sentì i suoi muscoli contrarsi in un orgasmo intenso e voluttuoso…
Poi leccò le sue cosce, seguendo la pelle morbida e dolce al suo sapore,
ora pulite e profumate…
Le carezze sensibili e calde dell’amica la rilassarono…
e finalmente emise un sincero respirò di puro piacere….
Questa volta furono lacrime di gioia a solcarle il bel viso.
I grandi occhi verdi si rivolsero dolcemente alla sua compagna, inondandola di affetto,
che venne ricambiato con un altro bacio,
questa volta più profondo.
Qualcuno,
dietro un paravento nascosto, spiava…
Era un uomo affascinante…
Entrambe erano da tempo attratte da quel viso giovane e sofisticato .
Non era un cliente,
era una presenza che le aspettava sempre all’uscita
della “ Casa “.
Non era certo il tipo d’uomo che aveva bisogno di cercare
compagnia a pagamento,
ma da loro era morbosamente attratto…
Si era inoltrato nella “ Casa “ all’insaputa di chiunque…
Le aveva osservate nella scena …
e si era masturbato cercando di rimanere una presenza oscura…
Loro provarono piacere ancor di più,
si presero gioco di lui e continuarono
a provocarlo nelle loro sinuose
movenze femminili
sole…
Almeno così lui credeva.
Rimase lì ammaliato.
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18 years ago
bill3black, 38/39
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Vacanze locale
In quella località di vacanze c’ era un locale molto riservato e divertente, così mi feci convincere ad andare per curiosità, tanto da quelle parti nessuno poteva riconoscere.
Ballando e ogni tanto mi alzava la gonna da dietro, facendo vedere le mie mutandine dicendo di mostrarmi un po’, anche se ero imbarazzata la situazione era piacevole. Seduti in penombra mi baciava con la gonna alzata e ho sentito una mano che mi accarezzava dietro, lui ha detto di lasciarlo fare e ho iniziato a fargli una sega, poi si è avvicinato l’ altro dandomi il cazzo in mano e ho continuato a menarlo a tutti e due.Lui mi ha aperto completamente la camicetta e tirata su la gonna semidistesa sulla poltrona in penombra e mi sono venuti sulle cosce e sul seno.
Amo scambiare confessioni e racconti veri assieme a belle foto con signore come me e coppie
scrivetemi a:
ddistinta@email.it
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18 years ago
distinta, 47/47
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Ieri in ufficio
è venuta una mia vecchia amica... si è sposata 4 anni fa con cretino più giovane che sapevo non l'avrebbe scopata a dovere, ma lei era così innamorata! non me la dava più già da quando si era fidanzata, e non me l'ha data in questi 4 anni, ma ieri mi confidava di essere ormai quasi ritornata vergine, si ricordava esattamente i giorni dell'anno in cui ha scopato! lei! una gran figa, sensualissima, multiorgasmica, un fisico giunonico tipo la marini e si metteva in discussione come donna, non sapeva più di piacere agli uomini!
dovevo porci rimedio! così dopo il caffè siamo risaliti in ufficio e così, a tradimento ho tirato fuori il cazzo e gliel'ho presentato in tutta la sua vigorìa, e dopo 3 secondi ce l'aveva in bocca... mhmhmhm che pompino.... peccato che dovevamo scappare x i nostri rispettivi impegni sennò...
che ridere, appena finito ha chiamato il coglione per dargli i miei saluti!! non vedo l'ora che passi a trovarmi ancora, il che avverrà nei prossimi giorni, poi vi aggiornerò.
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18 years ago
admin, 75
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Ritorno dalle ferie
Abbiamo sempre dovuto fare le vacanza in luglio od agosto, periodo canonico e l'anno scorso le abbiamo fatte in quest'ultimo mese. Visto che si deve sopportare la calca dei vacanzieri agostani, almeno il trasferimento dal Nord a Sud, e viceversa, lo facciamo nelle ore centrali quando c'è meno gente per il gran caldo; con l'aria condizionata, però, non ci sono problemi.
La vacanza era stata bellissima, in un villaggio pugliese, salvo il gran caldo reso sopportabile dall'aria condizionata nelle camere; non mancarono le conoscenze di altre coppie e singoli con i quali, complice l'atmosfera vacanziera, instaurammo amicizie intense che ci portarono a grandi momenti di sesso.
A malincuore lunedì mattina lasciammo i compagni ed il villaggio, non solo per il posto ma soprattutto per i rapporti che si erano instaurati. "Pazienza, magari ci saranno occasioni di rincontrarsi" dicemmo.
Il tempo era ancora meraviglioso e molto caldo già al mattino e questo fu il problema iniziale del viaggio di ritorno di mia moglie: non aveva più vestiario estivo, visto che le frequenti uscite con i "compagni di giochi", in ville private o sulla spiaggia, l'avevano obbligata a cambiarsi più frequentemente senza la possibilità, gli ultimi giorni, di poterli lavare.
Sicché dovette indossare qualcosa di chiuso e pesante che mia moglie, previdente, porta sempre con sé nel caso di bruschi cali di temperature ma, chiaramente, questo non era il momento. Fortunatamente in macchina c'è l'aria condizionata e la cosa si fece più sopportabile.
Dopo un paio d'ore di viaggio, decidemmo di fare una sosta in uno di quelle rare zone di sosta senza autogrill; questa pareva molto bella perché situata su un pianoro sovrastante l'autostrada stessa e dunque abbastanza tranquilla. A dire il vero il traffico era proprio scarso tanto che in quest'area eravamo completamente soli.
Ci servimmo dei servizi e decidemmo di stare per un po' seduti al fresco delle grandi piante che davano un certo sollievo a mia moglie, coperta come era dall'abito intero a pantalone.
La quiete fu interrotta dall'arrivo di una vecchia ma grande auto americana, occupata da giovanotti di colore. Posteggiarono accanto alla nostra jeep e, dirigendosi verso i servizi, ci dettero un'occhiata, con particolare riguardo a mia moglie (che è proprio una 32enne gran figa con un fisico favoloso); uno di loro disse qualcosa nel loro idioma che fece ridere il terzetto. Probabilmente avevano fatto qualche commento su mia moglie che, però, non era molto in vena di apprezzare, un po' per il caldo ed un po' perché avevano rovinato la quiete.
Uscirono dai servizi, e si sedettero al tavolo poco discosto dal nostro, continuando a scambiare frasi e sguardi verso mia moglie, e con sorrisi smaglianti con i loro denti bianchissimi.
Uno di loro, si rivolse a mia moglie, sempre con un gran sorriso accattivante, e con il classico e simpatico accento, a cui siamo abituati per cliché, di una persona del continente africano le disse: "Signora, non hai caldo vestita così tanto? È estate!". Certo che mia moglie, che era incazzatissima per questo, non apprezzò molto l'osservazione e gli lanciò uno sguardo da strali.
Imperterrito, egli aggiunse "Ho io qualcosa che ti può aiutare!" e andò alla macchina, aprì il grosso cofano del baule, rovistò all'interno e ritornò con un qualcosa che porse a mia moglie. "Prendi, vedrai che starai meglio e non sarai più arrabbiata".
Sarà la gentilezza del gesto, sarà la simpatica cadenza, il gesto ebbe l'effetto di ridurre la tensione a mia moglie che prese l'oggetto che si rivelò essere un vestito a tubo con spalline a spaghetti e che dalle dimensioni appariva proprio ai minimi termini.
"Beh, visto che è un disastro con questo vestito, ne approfitto. Grazie mille" rispose mia moglie che si diresse ai servizi per cambiarsi.
Di lì a poco si presentò sulla porta della piccola costruzione. A dir poco stupenda, tanto da farmi sobbalzare il cuore e rizzarmi l'uccello! Il vestito era cortissimo, mettendo a nudo le sue stupende gambe abbronzate; anche nella parte superiore il vestito copriva poco sopra il seno..
L'abito era molto aderente al corpo e faceva risaltare le sue forme sinuose e quelle due meravigliose tette.
Non c'era che dire: eravamo tutti estasiati e probabilmente tutti infoiati. Almeno, io lo ero. E questa eccitazione aumentò dopo che ella fece una piroetta per farmi vedere (ma credo che volesse mostrarsi anche agli altri) come le stava, nel complesso. Il tessuto era molto leggero e un po' trasparente facendo intravedere che mia moglie indossava solo un tanga nero, molto ridotto.
Ella si diresse al nostro tavolo e si sedette rivolgendo uno sguardo riconoscente al giovanotto che le disse: " Stai meglio, adesso, con questo vestito, vero? Se ti piacciono, ho altri vestiti così nella macchina. Vieni a vedere! " E si alzò attendendo che anche mia moglie facesse lo stesso.
Breve esitazione con sguardo intenso rivolto a me: quello sguardo è quello di quando la sua fessura comincia a bagnarsi per la voglia di cazzo. Certamente il vestito aveva dato il segnale. Sicché si alzò e si diresse verso l'automobile.
Anche da dietro, con quel vestito cortissimo che quasi le faceva uscire le chiappe, era stupenda. Anche gli altri due si diressero verso la macchina, confabulando fra loro e sorridendo in modo maliardo.
Ebbi un certo presentimento ma la cosa non mi diede assolutamente nessun fastidio, anzi, il cazzo mi si indurì ancora di più.
Mia moglie, incuriosita dalla merce contenuta nel baule ed incurante dell'esiguità del vestito che indossava, si chinò verso l'interno del baule della macchina, facendo salire il vestito da dietro e scoprendo la metà delle due chiappe. Sembrava non avesse addosso niente, visto che lei indossava solo quegli string il cui filo si nasconde fra il solco delle chiappe.
La mossa le fu fatale! Sei mani cominciarono a palparle dapprima il culo, la schiena e le gambe, in seguito le allargarono le chiappe scoprendo il filo degli string che copriva a mala pena il buco del culo. Uno strappo al filo e scoprirono i due buchi che presero a massaggiare a piene mani.
La reazione di mia moglie fu quella di divaricare le gambe per farsi massaggiare meglio la figa ed il buco del culo. A me l'uccello non stava più nei pantaloncini, lo tolsi iniziando a mastrurbarmi.
Come detto inizialmente l'amore di gruppo è per noi una cosa normale ma mi arrappa sempre vedere mia moglie che si fa fottere da più uomini contemporaneamente. Ma qui la situazione era del tutto imprevista.
Intanto, le avevano sfilato le spalline e fatto scendere la parte superiore del vestito fino alla pancia, in modo da scoprire le sue meravigliose tette che qualcuno cominciò a massaggiare, tintillando i capezzoli durissimi (nel frattempo mi ero spostato nella mia macchina per vedere meglio la scena).
Il giovanotto che le aveva offerto il vestito, ad un certo punto, si tolse i pantaloni ed abbassò gli slip, sfoderando un cazzo di quelli incredibili. Stendendosi sul sedile posteriore, ma con la parte bassa del corpo fuori dal veicolo, disse qualcosa a due compagni che sollevarono mia moglie e, conducendola verso l'amico, la fecero piegare fino a farle mettere la bocca sulla grossa capella.
Mia moglie incominciò a succhiarlo con avidità, soffermandosi ogni tanto a rimirare quel grosso e lungo randello; ero certo che non vedeva l'ora di infilarselo nella sua figa.
Figa che qualche istante dopo venne riempita dal cazzo di uno dei due ragazzi che cominciò a scoparla. Fece pochi movimenti e si ritrasse per non venire; anche lui non era poco fornito ma era talmente vicino al culmine che gli stava dritto come un palo.
Il suo compagno, allora, lo sostituì immediatamente prendendo un ritmo più lento ma con penetrazioni profonde che facevano gemere mia moglie dal piacere che, intanto, continuava a spompinare con dovizia.
Colui che la stava scopando, con il dito cominciò a solleticare il buco del culo, fino a infilarlo tutto dentro.
Quando si accorse che i muscoli si erano rilassati perché pronti, sfilò il suo cazzo e glielo affondò nel culo con movimenti lenti ma decisi.
Di lì a poco, mia moglie prese a sussultare mentre il giovanotto lo toglieva dal culo per metterglielo nella figa; cinque o sei colpi e poi dentro nel culo. Così per un po’ fino a quando l'uomo disteso in macchina non disse qualcosa.
Allora lo scopatore del momento tolse il suo manico dalla figa, prese quasi di peso mia moglie per i fianchi, la sollevò portando la figa in corrispondenza del cazzo enorme e durò e la lasciò facendo in odo che si impalasse. Termine giusto perché non avevo mai visto la figa di mia moglie così dilatata.
Ella stava proprio godendo a più non posso prendendo possesso di quel pezzo di carne con movimenti ondulatori facendolo penetrare fino in fondo. Ma fu ben presto impedita da questi movimenti perché quello che l'aveva scopata fino a poco prima occupò in contemporanea il buco del culo.
Questa mossa contribuì ad aumentarle il piacere, contorcendosi ed emettendo dei gridi simili ai rantolo ad ogni affondo nei due buchi presi in contemporanea. Ma anche questa possibilità le venne tolta dal terzo che entrato nel veicolo dalla parte opposta le schiaffò il suo cazzo in bocca.
Non riuscii a trattenermi e venni tantissimo, godendo della goduria che mia moglia dava e si prendeva. Evidente che l'arte del pompino per mia moglie è magia perché di lì a poco si fece riempire la bocca di sperma che in parte lasciò uscire ed in parte bevve leccandogli la cappella per pulirla..
Pochi istanti dopo anche gli altri due inondarono la figa e d il culo, rantolando per piacere ricambiati dai sussulti del corpo di mia moglie. Quando si ritrassero, vollero farselo pulire bene dalla bocca e mia moglie li accontentò mentre, abbassata come era, vedevo fuoriuscire una quantità di sperma incredibile.
Le regalarono altri vestiti, tutti molto corti e trasparenti e degli string da abbinare ad essi; rivolgendosi a me, mi dissero che avevo una gran bella troia di moglie e che ero troppo fortunato.
Questo già lo sapevo.
Adesso, quando mia moglie incontra una persona di colore, ricorda la storia dell'autostrada e spesso mi confessa che ne vorrebbe di cazzi neri come quelli. Chissà se riuscirò a regalarle un incontro con tre o quattro neri. Certo è che il solo ricordo la eccita da morire!
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18 years ago
marpa8550,
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I tre camion
Stavolta le ho preparato una sorpresa. Sapeva che avevo in mente qualcosa, forse perchè le ho detto:
"vestiti come sai tu". E lei, ubbidiente come al solito, mi ha assecondato. Lo so che le mie parole
le hanno dato un fremito di eccitazione e che le sue gambe hanno dato spazio ad un'ondata di calore irrefrenabile,
degno di una ninfomane repressa dietro una maschera di perbenismo....
Così sono andato a prenderla in macchina e sono stato soddisfatto di vedere la sua mini aderente, che suggeriva il
culo morbido ed accogliente, le sue autoreggenti, leggermentein vista, e la sua camicia bianca, impaziente di sbottonarsi
davanti a lingue avide di capezzoli turgidi di eccitazione. I tacchi alti sottolineavano la caviglia, in uno slancio
di piacere quando Genny spalanca le gambe a cazzi ignoti...
Non sapeva dove l'avrei portata, nè come avrei usato il suo corpo da raffinata ed esigente troia, ed era proprio questo
che la faceva colare tra le cosce...
Io invece avevo le idee molto chiare.
Era il nostro primo viaggio dall'Abruzzo alla toscana; non vedeva l'ora di tornare, dato che il posto deserto in cui
si trovava non le permetteva di esprimersi completamente. Infatti tutti gli uomini disposti a scoparla si trovavano a troppe
ore di macchina per dire loro "vieni a fottermi SUBITO, perchè Alessio mi ha fatto colare di voglia"...
Quindi mi ha chiesto di portarla in un posto + ragginugibile da uomini arrapati, da coppie fantasiose o .... da entrambi.
Volevo mettere alla prova la sua voglia di cazzo. Ancora una volta.
Nel nostro viaggio ci siamo fermati ad un autogrill e mentre io facevo la coda alla cassa, lei cercava qualcosa da mangiare.
Io di tanto in tanto mi giravo per osservare se i suoi abiti e la sua classe sortivano l'effetto voluto.
Non dubitavo: vedo due tipi proprio alla cassa dietro di me, piuttosto grezzi, sulla quarantina, barba incolta e accento
del sud, che sottovoce commentavano il suo bel culo,e mi accorgo della volgarità con cui lo facevano.
Peccato che lei non sentisse, convinto della sua immediata eccitazione a quelle parole infoiate.
La faccio rimontare in macchina e mentre proseguiamo il viaggio le racconot l'avvenuto. Come sapevo: ha cominciato
a bagnarsi mentre fantasticavo con lei su cosa sarebbe potuto accadere. Mentre gemeva con una mia mano tra le cosce,
le ho detto di bendarsi: infatti stavamo arrivando alla meta della mia fantasia.
Una piazzola di sosta, all'imbrunire, dove si fermano spesso i camionisti a riposare dal viaggio.
Lei non sapeva dove ci trovavamo, ma era coscente di cosa rappresentasse la benda: è la nostra compagna quando la faccio
scopare da cazzi sconosciuti. Non sapeva ceh ancora non c'era nessuno nella piazzola, ma l'idea di essere vista mentre
si toccava la faceva fremere di paura, di eccitazione. Tutta la sua porcaggine stava affiorando come volevo io.
Volevo che si preparasse a quello che volevo per lei. Così ho continuato a toccarla e a parlarle....
Mentre lei gemeva è arrivato un camion che si è fermato un po' più avanti di noi. Appena fermo ho messo in moto e mi
sono accostato a lui, in modo che l'autista vedesse la mia Genny, umida, bagnata e gemente, mentre la mia mano
le ravanava oscenamente tra le cosce. Ho abbassato il finestrino e le ho detto di alzarsi la gonna, esibendo una
gamba fuori dal finestrino. Così, a gambe spalancate e con la fica depilata grondante voglia di cazzo, l'ho offerta al
camionista stanco del viaggio, ma infoiato come un cane in calore per quello spettacolo.
Ma da lui non mi aspettavo una mossa, che si è rivelata una splendida idea: proprio quello ceh speravo.
Il caro amico, prima di scendere dal suo bolide, ha chiamato, via radio, degli amici camionisti con cui avevano
appuntamento proprio in quella piazzola.... Ma eccolo davanti al finestrino, a poche decine di centimetri dalla mia
calda Genny, gemente come una puttanta dovrebbe sempre fare.
Il camionista, incredulo, aveva la mano sul pacco, una verga non male, che forse avrebbe saziato la mia vogliosa compagna.
Ha aperto lo sportello e io gli chiedo se vuole fotterla; il suo sorriso e il suo cazzo mi hanno risposto megio di tante
parole. Così in pochissimo tempo, ho sentito i gemiti della mia zoccola soffocare sulla cappella di quel cazzo. Le mani
di lui le reggevano la testa, come per approfittare avido di un pasto gratis ceh da troppo tempo sognava.
E' proprio mentre le palle cominciavano a sbattere sul mento di Genny che altri due camion ci accerchiano: ecco i rinforzi!
Lo dico a lei che mi risponde, sfilandosi un attimo quel pezzo di carne dura dalla bocca:" Dì loro di fottermi, ti prego".
I due erano già lì quando ha pronunciato quelle parole, e fu allora che capirono cosa intendeva il loro collega quando
disse: "ho una troia ceh non vi immaginate proprio davanti agli occhi".
Io dissi loro di portarla fuori dalla macchina e di appoggiarla sul cofano, piegata in avanti. Nessuno poteva vederci
perchè i camionisti avevano accerchiato la macchina con i loro TIR; ma lei questo non poteva saperlo. Era infatti convinta che
ci fosse un pubblico a godersi la scena.
E lo spettacolo avrebbe effettivamente meritato un pubblico: lei a pecora sul cofano, con la gonna tirata su, le autoreggenti
scomposte che le calavano a causa delle 8 mani (incluese le mie) che le frugavano tra le gambe. Loro tre in coda ceh facevano
la fila aspettando il turno per divaricare il suo culo, avvezzo a grandi misure, ma sempre ritroso all'inizio.
I suoi urli da cagna in calore che chiedeva "ancora" in continuazione, avrebbero attirato l'attenzione anche di un prete.
Così i tre maiali se la sono fottuta a turno e le hanno riempito il culo di sperma caldo, ceh le ho visto colare tra le cosce
proprio sulle calze scomposte.
Toccò a me, ovviamente, concludere il gioco scopandomela nella fica, dove in tre saremmo stati contemporaneamente comodi.
Dopo averla fatta gridare di un orgasmo che sembrava infinito e straripante, le ho riempito la bocca con il mio sperma caldo
di cui lei, abile e attenta bevitrice, non ha sprecato neanche una goccia.
Saluto i camionisti che ci liberano la strada per farci ripartire e, una volta in macchina, sbendo Genny che mi bacia,
ringraziandomi e facendomi sentire il sapore del mio sperma.
Cosa ci aspetterà in toscana?
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18 years ago
admin, 75
Last visit: 22 hours ago -
Al sexy shop
L'altro pomeriggio ero in giro per il centro,saranno state le 19,30.
I miei pensieri finivano per avere uno sfondo sessuale ero eccitato
e mi ritrovavo a fissare il pacco dei pantaloni dei passanti,il petto,
immaginavo situazioni particolari...
Passeggiando,mi ritrovo alla stazione,a fianco c'è un sexy shop...vado!!!
Non esito a suonare alla porta a specchio,sorvegliata da una telecamera sopra la mia testa...L'apertura automatica fà scattare la serratura,entro,chiudendomi la porta alle spalle.
Il negozio sembra vuoto...mi guardo intorno e,camminando osservo le copertine delle videocassette..corpi nudi,tette,cazzi,ingrovigliamenti..
La mia eccitazione aumenta..piu avanti,una vetrinetta espone cazzi e vibratori per tutti i gusti,grossi,piccoli,enormi,neri,doppi...
a fianco c'è una cesta con varie riviste porno,ne prendo una..è una rivista gay,incelofanata..il mio cazzo si indurisce ancora di piu..mi eccita,un senso di trasgressione.
Non faccio a tempo a girarmi che il commesso mi chiede "Ti piacciono?"
Io divento paonazzo,gli chiedo se posso aprirla,lui mi accontenta togliendo la pellicola trasparente. Comincio a sfogliare e sento una mano che mi stringe il sedere...mentre guardo le foto,il commesso mi bacia sul collo...il lobo,mi morde l'orecchio e mi sussurra "Sai di sesso!!"
Ansimando gli dico "Volevo comprare un cazzo di lattice..."
Dalla tasca tira fuori un mazzetto di chiavi e apre la vetrina e mi fà "Quale vuoi vedere?".. Indico quello con la ventosa,sarà più di 20 cm ma non è larghissimo,ha anche le vene,sembra vero.
Lo prendo e comincio a succhiarlo.Lui mi guarda e si slaccia i jeans,cala i boxer e lo tira fuori..io succhio avidamente il cazzo di gomma mentre guardo la sua mano che va su e giu..poi,non so da dove tira fuori un preservativo,lo infila..e io mi inginocchio,mi sbottono e tiro fuori il mio cazzo,non ti tico com'era duro e bagnato. Lui mi mette una mano sulla nuca e con l'altra si impugna l'arnese lo avvicina alla mia bocca e..ahmm.
Sento il suo cazzo che si gonfia nella mia bocca,spinge a fondo il pube,
mi pompa come un forsennato...io,con una mano gli tengo la palle,con l'altra meno il mio cazzo durissimo e umido.
Ad un certo punto mi tiene la testa con tuttedue le mani gli affondi si fanno piu frenetici..sento la cappella che si gonfia tra le mie labbra...
geme..sento la sborra che riempe il gondone..aumento la mia sega..
il mio cazzo esplode in uno schizzo..
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18 years ago
DeliziosoMaschietto,
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Last visit: 16 years ago
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Il suo primo incontro
Era tanto. La nostra lontananza era diventata soffocante e troppe volte abbiamo goduto io e lei,
coppia sessualmente inseparabile, immaginandolo.
Finalmente è successo. Tutto è stato come previsto.
Tutto è stato
eccitante, emozionante come sognato. Forse di più.
Lei, bellisima, vestita di nero, bendata e distesa sul letto.
Si toccava con me al telefono mentre il suo cuore (insieme al mio) fremeva, scoppiava, ansimava nell'attesa di udire i suoi passi.
Erano passi insicuri ed emozionati di un ragazzo 24enne. Mai visto il viso, solo la foto della sua dote.
Parlo con lui al telefono mentre genny, stesa sul letto continua a toccarsi la fica umida per le mie parole e per l'attesa dell'evento.
Lui era emozionato, eccitato ed incredulo. Gli dico: "lei è la mia troia, ma te la offro adesso perchè ha voglia di cazzo"
- intanto lui trasale e so che gli si gonfia - "ma per farla diventare troia anche con te, devi farle tutto ciò che ti dirò".
Lui ha capito il gioco e accetta scaltramente le regole: sa che può solo godere e divertirsi.
La faccio sfiorare, la faccio fremere nell'attesa di sentirsi toccata.
La faccio spogliare da lui; e in un attimo si trova nuda a gambe larghe davanti ad un uomo che non conosce,
di cui non vede neanche il viso, e non lo vuole vedere. Si, perchè io lo stavo usando come gioco per eccitare lei: lui era la mia marionetta, usavo la sua bocca,
la sua lingua e le sue mani per ecciatarla come avrei fatto io. E mentre guidavo il gioco sentivo i gemiti di entrambi.
Lui ha capito subito che doveva essere dolce ma deciso, sfiorarla con passione. Lui ha capito che doveva fare come dicevo:
leccarla a lungo e succhiare il suo clitoride come un capezzolo gonfio e duro.
Solo quando ha avuto la bocca libera dalla sua fica fradicia, ha potuto chiamarla puttana, come io stesso gli ho detto di fare.
Ma il giovane, incredulo all'esistenza di tanta porcaggine, al realizzarsi del suo più spinto sogno erotico, al consumarsi di una voglia così oscena,
non ha retto e le è venuto in bocca con un fiotto di sperma caldo, in parte finito nella raffinata gola della mia genny, in parte disperso sul viso e sul collo di lei.
Si, lo ha succhiato per molto tempo, mentre lui, istigato da me, la insultava; ma l'eiaculazione del giovane è stata troppo intensa.
E soltanto un paziente lavoro della bocca di lui e di 3 dita ha portato lei ad un orgasmo intenso, ma non ancora totalmente appagante.
Dopo le grida di lei per l'intenso orgasmo, lui, ubbidiente è andato via salutando educatamente.
Ma dopo poco la voglia della mia inappagata genny, le si è intrufolata tra le calde gambe e la mia voce, per lei linfa sessuale,
l'ha fatta godere ancora, ancora e poi ancora.
Adesso immaginiamo il prossimo incontro e aspettiamo di riunirci io, lei, e chissà quanti altri......
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18 years ago
admin, 75
Last visit: 22 hours ago -
In ufficio
Dicono che sono sexy e piace esibirmi nei luoghi e situazioni giuste con discrezione con persone che apprezzano e non invadenti. Indosso abiti e biancheria sexy anche in ufficio e in una pausa rimasta con amico scherzavo un po’ lasciando guardare. Dopo avermi ammirato le cosce sentii da dietro una mano sulle tette e rimanendo l’ altra si infilò sotto la gonna su per le cosce fino agli slip mentre mi baciava. Continuò a baciare e palpare le tette che aveva tirato fuori dal reggiseno, mentre mi prendeva la mano portandola sul cazzo grosso e duro, sapendo che lui si sarebbe eccitato al racconto di cosa avevo fatto oltre l’ esibizionismo mi lasciai un po’ andare. Continuai con la mano mentre mi diceva c di farlo godere fino a schizzarmi sulle tette.
Amo scambiare corrispondenza del genere e belle foto con signore e coppie esibizioniste e con esperienze intriganti.
scrivetemi:
ddistinta@email.it
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18 years ago
distinta, 47/47
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Dedicato a mirellaforte
Mi costa molto confessarlo, ma ora non ho più la forza di nasconderlo: “sono stata sedotta da una donna!”.
Non doveva succedere, era successo solo nei sogni, con lei, donna fatale e senza volto. Ma il sogno si è fatto realtà: la donna fatale ha il volto della suocera di mio figlio, mi fa volare, mi fa godere come nessuno mai.
In un pomeriggio di calura nell’ultima estate marina, ero sola in casa con la mia consuocera quando lei, con fare materno, mi propose una doccia rinfrescante prima della consueta siesta.
Inizialmente mi sembrava una richiesta normalissima che io accetto di buon grado. Con grande indifferenza lei si spoglia e mi precede nella doccia, invitandomi a fare altrettanto, quindi mi denudo anch’io e la raggiungo in cerca dell’agognato refrigerio.
L’acqua è tiepida, deliziosa. Nelle nostre nudità la mia amica si complimenta per i miei seni, grossi e duri, e per la mia deliziosa peluria nera. Non posso essere che compiaciuta, ma nello stesso tempo un po’ sorpresa e anche incuriosita, e gentilmente contraccambio rispondendole che anche lei, alla sua età, è ancora una bella donna; di certo l’età lascia i suoi segni, con seni cadenti e peluria sfumata.
Come tra buone amiche, con innocente sorriso mi chiede gentilmente di massaggiarle la schiena, richiesta che assecondo volentieri. Non posso non notare quanto gradisce il tocco delle mie mani, e visibilmente eccitata quasi mi supplica di continuare anche sulle gambe, promettendomi che presto avrebbe contraccambiato il mio delizioso massaggio.
Non immaginavo cosa stava per accadere: è il suo momento e la mia amica mantiene la promessa prendendosi cura di me.
La sua prima attenzione sono le mie spalle, poi la schiena, e con fare amorevole mi chiede di voltarmi; assecondo la sua richiesta quando le sue mani, all’improvviso, cadono sui miei seni: sono sorpresa, il mio sguardo si fonde nel suo ma la lascio fare, sento i capezzoli indurirsi, ma non voglio che smetta, non ora.
Sono in trance, le sue mani corrono inesorabili ed inarrestabili verso il basso, sento le sue labbra sui miei capezzoli, una sua mano tra le mie gambe e l’altra cingermi in un dolce abbandono che vivo con piacere immenso. Lasciarsi andare, abbandonarsi, con gli occhi chiusi, parole sconnesse, deliri dell’anima.
Mi ha asciugato con delicatezza estrema ed ora la mia mano è nella sua, ha condurmi nella sua camera da letto.
“Fai di me quello che vuoi” sono state le mie ultime parole, per poi rimanere sdraiata sul letto per un tempo infinito e dar vita ad un piacere immenso, inarco la schiena urlando, un ultimo gemito, un cadere nel nulla.
Non ho più 57 anni, è la mia nuova adolescenza con l’amore di una donna in un mondo di piacere assoluto.
Questo racconto è dedicato con affetto alla dolce Mirellaforte.
Il presente racconto è una riscrittura di una sua confessione a Desiderya.
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18 years ago
kabir65,
43/39
Last visit: 16 years ago
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Orgasmi in caserma..
Porca troia se mi attizza il Domenico.
Cazzo ne so, sarà il fascino della divisa, di viso non è un granchè, ma il fisico mi piace e poi la testa, quella si che mi manda proprio fuori.
Ma puttana eva, è pure sposato con due figli e oltretutto ha anche 50 anni, ben portati, ma sempre 50 sono.
Eppure..cazzo che uomo, proprio coi coglioni quadrati!
E poi la sua voce..quella si che riesce davvero a farmi uscire di testa.
CosI’calma, cosi’ sicura, ma soprattutto sensualissima; mamma mia che voce, mi farei fare di tutto da lui.
Chissà quante me ne farebbe, quante ore di sesso sfrenato passeremmo insieme..
Cazzo, stasera al telefono abbiamo parlato di sesso in maniera molto esplicita e formale..puttana se ero un lago!!
Scommetto che anche lui si stava eccitando, era stupendo parlare cosi’ apertamente di sesso con lui; magari la situazione, che cavolo ne so, forse appunto il fatto che i discorsi erano molto formali, è bastato a trasformare la nostra telefonata in una conversazione altamente erotica, che mi ha fatta bagnare tutta.
Già me lo immagino quando mi bacia con tutta la sua passione e grande esperienza, semplicemente favoloso!
Poi mi tocca da tutte le parti mentre lentamente continuo a baciarlo e a parlargli di sesso spinto.
Già me lo vedo mentre mi toglie il reggiseno e inizia a leccarmi i capezzoli che diventano durissimi, poi li succhia e li lecca di nuovo mentre con la mano continua ad infierire sulla mia figa, già stra bagnata, senza pietà.
Io che continuo a baciarlo leccandogli le labbra prima con dolcezza molto con calma per massimizzare il piacere e poi con decisione, un po’ aggressiva per farlo impazzire di piacere. Per poi ritornare all’eroticissima dolcezza e lentezza immancabili.
Lui non ne può più delle mie torture e comincia a spogliarmi sempre mentre continuo a leccarlo dolcemente in bocca e succhio la sua lingua piano piano.
A questo punto mi strappa di dosso quello che ancora resta dei miei vestiti e comincia a muovere la sua lingua pazza per tutto il mio corpo.
Si sofferma sulla pancia, zona che mi manda davvero fuori, e succhia con forza attorno all’ombelico.
Poi, nonostante le mie proteste, non ce la fa più a trattenersi e si spinge con la lingua sempre più in basso dove leccando sposta il mio sottilissimo perizoma in pizzo nero da vera pornodiva, e comincia finalmente a dimostrarmi tutta la sua esperienza.
Dolcemente mi lecca il clitoride che sta già per scoppiare, ancora prima di sentire su di lui la lingua favolosa di Domenico.
Poi decide di mandarmi davvero fuori succhiandolo lentamente, mentre io sono un lago e non mi riesce proprio di stare ferma con le gambe.
Allora decide di punirmi e infila la sua lingua esperta nelle profondità della mia figa allagata, fino a farmi urlare dal piacere.
Però fa il cattivo, non vuole darmi tutto subito, cosi’ dopo questo breve regalo risale e mi sottomette sbattendomi in bocca tutta la sua lingua piena delle mie venute e io a quel punto non riesco davvero a smettere di allagare il letto.
Mentre mi bacia piano facendomi assaggiare tutto il mio sapore, mi infila le mani sotto il sedere e prosegue a farmi bagnare tutta.
Poi finalmente le cose cambiano perché si invertono i ruoli.
Salgo sopra di lui e con uno sforzo pazzesco cerco di baciarlo dolcemente.
E’eroticissimo anche per lui, riesco anche ad accorgermene dalla durezza del suo cazzo che è davvero vicinissimo all’esplosione.
Adesso però mi sono proprio rotta i coglioni di fare la brava e vado sul pesante, lo bacio con decisione mentre lui mi tocca da tutte le parti e io godo come non mi è mai successo prima.
Poi gli vieto di muoversi mentre scendo lentamente con la lingua sul suo collo che prova brividi di piacere; devo trattenermi per non succhiare violentemente, ma ci riesco alla grande, perché la dolcezza mi fa uscire di testa più di qualsiasi volgarità.
Ci vuole un po’ di tutt’edue, l’ho sempre pensato.
Poi scendo con la lingua più in basso e ci trovo ad aspettarmi un cazzo durissimo che desidera solo assaporare le mie labbra.
Sbottono i pantaloni e poi, prendendolo tutto in mano, parto prima con la lingua piano piano sulla cappella, poi lo lecco tutto quanto e siccome Domenico lascia intuire il suo gradimento, di sorpresa incomincio a succhiare forte.
Sta davvero impazzendo, ma io non ho ancora deciso di smetterla e proseguo la mia opera d’arte succhiandolo esageratamente, andando anche su e giù con la mano.
A volte mi fermo per prenderlo in giro e gli impongo di baciarmi o non continuo.
Lui mi salta addosso, lingua in bocca, mani sul culo e cazzo durissimo che sfrega sul mio clitoride bagnato.
Lo mettiamo dentro mentre continuo a baciarlo piano e il mio lago raddoppia la sua capacità.
Continuo a venire mentre lo lecco lentamente sul collo.
Poi mi rompo i coglioni e allora salgo io e me lo scopo di brutto.
Mentre continuo ad essere un lago, mi chiede di fermarmi perché sta per venire.
Alla fine mi prende a pecorina ed è talmente bello che mi viene dentro quasi subito.
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18 years ago
erotika06,
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Sesso in acqua
L'acqua è uno degli elementi che da sempre fa parte della nostra vita, l'uomo inizia la sua esistenza nell'acqua, per nove mesi è immerso nel liquido amniotico all'interno del grembo materno e dall'acqua non si discosta mai, essa infatti non solo è vita (senza l'acqua non potrebbe esistere la vita) ma viene utilizzata per mille scopi, ci bagniamo con essa tutti i giorni, è fonte di divertimento e tanto altro, insomma l'essere umano ha con l'acqua un rapporto veramente particolare e per tale motivo essa non poteva restare fuori da un argomento importante come il sesso.
Fare sesso in acqua è una delle fantasie più diffuse in entrambi i sessi, nella doccia, nella vasca da bagno (magari con l'idromassaggio) e in mare. Mentre le prime due situazioni in genere vengono realizzate in un ambiente familiare, generalmente nella propria casa e al riparo da sguardi indiscreti, nel fare sesso in mare alla luce del sole si aggiunge un'altra importante componente...farlo tra la gente senza che nessuno se ne accorga (a meno che non si scelga di farlo su di un'isola deserta o in una calda e buia notte d'estate), soddisfare il proprio senso di esibizionismo in maniera del tutto particolare, la consapevolezza del non essere soli ma nel contempo quel senso di protezione che l'essere immersi in acqua ci regala donano al sesso in mare un qualcosa in più, quel pizzico di trasgressione che fa aumentare l'eccitazione e il desiderio (per quelle persone a cui piacciono certe situazioni).
Per quanto riguarda l'aspetto sensibilità c'è da dire che l'acqua riduce le sensazioni corporee, noi tutti ne abbiamo esperienza, anche nei normali gesti della vita quotidiana. Questo è vero anche per ciò che concerne le sensazioni sessuali che in acqua sono attutite, confuse e meno nette, con questo non voglio dire che siano anche meno piacevoli, ognuno dovrebbe sperimentarlo e verificare su se stesso ciò che prova, infatti anche da questo punto di vista non siamo tutti uguali e c'è chi adora fare sesso in acqua e chi, una volta provato, ne rimane deluso. Forse per quest'ultima tipologia di persone sarebbe più indicata la doccia per via della diversa modalità di esposizione al liquido.
Fare sesso in acqua fa provare sensazioni che difficilmente si provano al di fuori di essa, l'essere bagnati e scivolosi rende tutto più "morbido" e anche l'orgasmo assume dei connotati completamente differenti, arriva quasi all'improvviso ed esplode nella sua totale potenza...
Il consiglio che mi sento di dare a tutti voi è quello di provare questa esperienza, fatelo nel privato della vostra casa o in mare "davanti a tutti", non rinunciate a sperimentare solo perchè qualcuno ve ne ha parlato male o solo perchè pensate che possa non piacervi...e come sempre, buon divertimento
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18 years ago
xamantex,
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2. 24cm di ciccia
Il trillo del telefono mi svegliò alle prime ore del pomeriggio, non ricordo esattamente l'ora, ero ancora stordito quando mi decisi ad alzarmi ed andare a sentire chi fosse che insisteva tanto.
Non ero riuscito ad addomentarmi prima dell'alba, tanto ero carico di adrenalina per la sconvolgente esperienza che avevo vissuto quella notte; respiravo ancora quegli odori, rievocavo quelle immagini, ascoltavo le loro voci, ne rivivevo ogni emozione: l'imbarazzo, lo stupore, l'eccitazione, il turbamento, il dolore, i sapori, l'umiliazione, il piacere, la passività, l'orgasmo.
Ero consapevole di aver vissuto un'esperienza che mi avrebbe stravolto la futura vita sessuale, soprattutto perchè ne avevo provato un piacere e un'appagamento mai provati prima.
"Ciao, come stai? Tutto bene?"
Ancora mezzo addormentato, cercavo di realizzare chi fosse dall'altra parte del telefono: "Oh, ci sei? Sono la Barby, tutto bene? Ce l'hai con me?"
Il solo realizzare di chi fose mi risvegliò in un istante, ma l'emozione e le sensazioni che di nuovo stavano prendendo possesso della mia mente mi bloccarono, riuscii solamente a balbettare: "No, no, stò bene".
"Sicuro? Non si direbbe".
"Si, si, stò bene", furono le uniche parole che riuscivo ad emettere, mentre la mia mente stava rivivendo le sensazioni della notte precedente.
"Niente, volevo solamente sapere se andava tutto bene. Spero che non abbiamo esagerato ieri sera. Non ti abbiamo mica offeso, vero? Cioè, se volevi potevi fermarci, ma a noi è sembrato che tu fossi d'accordo".
"Si, si, nessun problema".
"Anzi, a dire la verità, ci è sembrato che ti piacesse pure, almeno a vedere come reagiva il tuo pisello", aggiunse.
Finalmente riuscii a mettere due parole di fila: "Diciamo di si, ma non lo sò ancora. Cioè, stò cercando di capire quello che mi è successo, non me rendo ancora conto."
"Capisco, ma guarda che non è successo niente di male, ti abbiamo fatto scoprire un altro lato del sesso, e magari anche l'altro lato del maschilismo di cui sai essere degno rappresentante. Volevamo solamente darti una lezioncina, forse abbiamo esagerato, ma non credevamo nemmeno noi di trovare così tanta collaborazione da parte tua. Senza offesa, ti sei comportato da vera troia!".
Ormai mi stavo ammorbidendo e risposi: "Te lo dicevo che se fossi nato donna sarei stato una gran maiala!"
Poi ripresi, con tono rilassato e sarcastico: "Certo che come prima lezione non c'è male, mi avete fatto un bel culo!"
"Ma te sei proprio matto", rispose ridendo, "non ci posso credere, praticamente ti abbiamo violentato e te ne stai lì a scherzare, te sei proprio matto!".
"E che devo fare, denunciarvi? No, d'altra parte è vero, tutto sommato mi è piaciuto, anche se non riesco a muovermi dal dolore, ma che cazzo ti sei messa tra le gambe, povero il mio culo sverginato."
"Che troia che sei. Senti perchè non passi da noi? Magari facciamo la lezione numero due?"
"no, non credo che reggerei un'altra esperienza del genere a così poca distanza di tempo".
"Dai scherzavo. Vieni qua, si fà due chiacchere, magari si esce un pò, ti aspetiamo".
"Mmm, và bè, ci vediamo tra un pò. Il tempo di mangiare qualcosa e vengo da voi".
Alle quattro del pomeriggio stavo di nuovo salendo le strette scale che portano al loro appartamento, e tornai con il pensiero alla sera prima, quando le salii con aria scansonata, ignaro di quello che mi aspettava, per poi ridiscenderle completamente stravolto.
Questa volta ricevetti un'accoglienza normale, cordiale, entrambe mi abbracciarono e baciarono da amiche, come sempre tra noi, poi si sincerarono della mia serenità e mi invitarono a sedere.
Passando davanti a lei, Simona mi palpeggiò leggermente il sedere, chiedendo sarcasticamente: "E il sederino, come và?"
"Brucicchia!", la mia risposta, seguita da una risatina generale.
La conversazione volse inevitabilmente sull'incontro della sera precedente, il tutto nella classica atmosfera amichevole di complicità, che sempre c'era stata tra noi, con la differenza che questa volta tutti e tre condividevamo la stessa esperienza.
Mi chiesero cosa ne pensassi e risposi che dopo un primo momento di smarrimento, con non poco turbamento, ho scoperto con piacere la sessualità passiva, ho trovato piacere nell'essere dominato e posseduto, ho avuto qualche difficoltà ad accettarlo, ma ero profondamente eccitato dai loro corpi muniti di fallo, e dall'idea di esserne abusato, di come ho goduto nel sentirmi riempire la bocca fino alla gola e sfondare il sedere, di come ogni pompata dentro di esso fosse al tempo stesso gioia e dolore, di come mi piacesse essere insultato e chiamato troia, perchè in quel momento mi sentivo e volevo essere proprio una troia.
"In effetti, potresti fare concorrenza a noi due!", scappò detto a Simona.
"Devo ammettere che non sembravi proprio alle prime armi, parlando tra di noi ci è venuto il dubbio che lo avessi già fatto", aggiunse Barbara.
"No, vi assicuro, non mi era mai passato per la testa, anche perchè non avrei mai pensato a una possibilità del genere con una donna."
"E con un uomo?", ancora Simona.
"No, assolutamente no. Vabbè che me lo sono fatto mettere in culo, ma non per questo sono buco!", ribattei deciso.
"Eh, ma di ciccia è tutta un'altra cosa, specialmente quando lo senti che si gonfia fra le tue mani, o in bocca senti le vene pompare il sangue, o quando ti riempe di calda cremina, dai retta a me, che sono più troia di te, è tutta un'altra cosa."
Alle parole di Simona, seguì una copiosa risata, interrotta da Barbara.
"Ti và di provarlo?"
"No, mi spiace, uomini no, te l'ho detto, non mi attira per niente l'idea".
"E donne con il pisello? Mai sentito parlare di trans?"
"Certo" - intervenne Simona - "si potrebbe portarlo da Victoria", poi rivolto a me: "E' belissima, se non lo sai non potresti mai dire che non è una donna, secondo me è perfetta, ti sembrerà davvero di essere scopato da una donna, ma con un pisello di ciccia, secondo me ti piacerà!".
"Non mi parlate di essere scopato, che già mi ritornano i dolori".
"Vabbè, intanto vieni a conoscerla poi deciderai", chiuse il discorso Barbara, tirandomi per un braccio, mi fece alzare e uscimmo di casa, mentre Simona telefonava a Victoria per avvertirla del nostro arrivo.
Arrivammo nel palazzo alla periferia nord della città, dove ci aspettava Victoria, nel suo appartamento all'ultimo piano.
Entrammo e lei ci venne incontro: accompagnata dal ticchettio degli altissimi tacchi dei suoi stivali neri, ci venne incontro quella che sembrava in tutto e per tutto una bellissima donna, mulatta, lunga chioma nera e riccia, alta almeno 180cm, con spalle leggermente sproporzionante allo slanciatissimo fisico, sul quale prepotentemente si ergevano due generosi seni, stretti in un bustino di cuoio nero, dal quale si calavano dei laccettini che reggevano le calze nere, che fasciavano le lunghe e affusolate gambe. Sotto un perizoma nero, il cui rigonfiamento tradiva la sua vera natura.
Salutò cordialmente Simona e Barbara, poi mi esaminò e mi disse:
"Benvenuto tra noi".
"Grazie, buonasera".
"Benvenuto tra noi troie intendevo, tra noi ci si dà del tu."
"Mettetevi pure a sedere, tu intanto vai in quella stanza e spogliati, poi vieni qua che ti faccio un pò lavorare, visto che offrono loro".
Le sue parole mi suonarono inquietanti, quale sarebbe stato il mio lavoro? Comunque feci come mi disse, il clima sembrava piuttosto amichevole e non mi posi più di tanto il problema.
Tornai completamente nudo verso la sala, dove nel frattempo Simona e Barbara avevano pereso posto sui divanetti che davano verso una vetrata dalla quale si poteva vedere quasi tutta la città.
"Vieni bello, vieni di quà", Victoria mi chiamò da dietro un bancone adibito a bar, "prendi questi bicchieri e servi da bere alle due signore".
Presi i due bicchieri con le mani e mi stavo dirigendo verso di loro, ma fui bloccato con una stretta al braccio destro.
"Razza di maleducato, non vorrai mica che le signore bevano con dei bicchieri toccati dalle mani di una troia? Sul vassoio li devi portare e non ti permettere mai di avere un contatto con loro, nemmeno indirettamente, senza che ti sia espressamente richiesto."
La guardai sorpreso per quelle parole, poi presi il vassoio e mi avvicinai ai divani, dove li porsi a Simona e Barbara che presero i rispettivi bicchieri.
Ritornai al banco per riporre il vassoio, e guardai Victoria, in attesa di disposizioni.
"Devi sapere, che una troia, non deve solamente sapere aprire le cosce, o qualcos'altro, come nel tuo caso, ma deve anche saper essere servizievole e comportarsi con le buone maniere, se vuole essere trattata bene. Quindi se vuoi imparare ad essere una vera troia, fai quello che dico, fallo bene e in silenzio."
Fui di nuovo assalito da un misto di eccitazione, turbamento e curiosità, annuii.
"Bene, sembra che capisci al volo, adesso vieni con me che facciamo un bello spettacolino per le ragazze".
Mi prese per un braccio e mi accompagnò fino a davanti i divanetti dove si trovavano Simona e Barbara; a guardare i loro sorrisetti, sembravano impazienti di assistere allo spettacolo.
Si fermò proprio di fronte a loro nel mezzo, offrendogli il fianco sinistro, mi posizionò davanti a lei e poi appoggiando una mano sopra la mia testa e spingendola verso il basso mi fece inginochiare.
Dritto davanti ai miei occhi avevo il suo perizoma nero, lo guardavo curioso e turbato dalle dimensioni del rigonfiamento, aspettando un suo ordine che subito arrivò.
"Su da bravo, sfilami le mutandine, e scopri che bella sorpresina c'è per te!"
Con le dita delle mani afferrai ai lati l'elastico del perizoma e lentamente lo abbassai, dovendo tirarlo un poco in avanti, per poter farne uscire il voluminoso contenuto. Era incredibilmente grande, solamente nei film pormo avevo visto qualcosa di simile, ne rimasi allibito e spaventato, soprattutto perchè non era neanche in erezione e lo trovavo già sufficentemente grande.
Continuai a sfilare lentamente le mutande, senza distogliere lo sguardo da quel grosso pene, avvicinandomi quasi a toccarlo nella manovra di farle passare sotto i piedi di Victoria.
"24 cm di carne di prima qualità, tutta per te, sei contento?"
Alzai lo sguardo verso di lei, in silenzio.
"Però prima te li devi guadagnare" - aggiunse voltandosi e chinandosi leggermente - "fammi sentire come usi bene la lingua sulla mia passerina!"
Con le mani allargò le natiche, offrendomi l'orefizio anale, quella era la sua passerina.
Vedendomi indugiare, portò il suo sedere sul mio viso e con una mano blocco la mia testa ben attaccata ad esso.
"Non farmelo ripetere due volte, altrimenti divento cattiva, fammi vedere come usi quella lingua, mi hanno detto che sei bravo".
Allungai la mia lingua verso l'orefizio, e cominciai a leccarlo, prima intorno, poi con ennergiche passate che si infilavano facilmente al suo interno, visto anche l'ampia dilatazione, poi spinsi il mio viso fino a premerlo tra le due natiche e infilai la lingua all'interno, agitandola per massaggiarne le pareti all'interno. Il mio naso respirava l'odore della pelle di Victoria, era profumata, lavata di fresco; liberandomi da ogni timore di impurità e quindi da ogni inibizione, avvolsi il buco, che era incredibilmente elastico, proprio come una vagina e ne mordicchiavo le labbra e alternavo slinguate a succhiate. Questo per circa un quarto d'ora, fino a quando Victoria tornò in posizione eretta e mi liberò della possente presa della sua mano.
Allora mi fermai e rimasi in ginocchio a guardare la perfezione del suo fondoschiena, la sinuosità del suo corpo, l'eleganza delle sue gambe, la maestosità della sua schiena che terminava in quegli enormi spalloni. Davanti a me non vedevo un ex-uomo, ma una femmina, una bellissima femmina, di cui avevo avuto il piacere di assaporare il sapore e il profumo della sua pelle.
Sentii muovere tra le mie gambe, il mio pene che, nella posizione che avevo assunto, era rimasto bloccato tra le due cosce, stava tra di esse facendosi strada, per raggiungere l'erezione, ispirato da quella visione.
"Ragazze mie, ma questo è davvero bravo!", disse Victoria rivolgendosi a Simona e Barbara, che si stavano godendo lo spettacolo sedute sui divanetti.
Mi voltai verso di loro, mi guardarono sorridendo.
Simona aveva la gonna sollevata e la mano infilata sotto le mutandine.
Barbara invece era seduta assorta verso di noi, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia.
"Adesso fammi sentire le tue mani, le voglio una sulle palle, l'altra sul cazzo, me lo devi fare diventare duro come un sasso!
Poi te lo farò assaggiare".
Disse senta voltarsi.
Mi avvicinai un poco, passai una mano in mezzo alle cosce fino ad afferrare il sacco dei genitali e lo avvolsi dentro la mano, sollevandolo; l'altra mano la passai davanti, oltre il fianco sinistro, fino ad afferrarne il membro.
Non era solamente enorme, sollevandolo potetti costatarne anche il peso di quella massa muscolare, il cui diametro rendeva anche difficoltoso stringerlo con la mano.
La mano sinistra cominciò a muoversi lungo tutta la sua lunghezza, lentamente, con presa sicura ma non energica, mentra la destra , da sotto masaggiava e spingeva i testicoli a strusciare sotto di esso.
Lentamente lo sentivo crescere dentro la mia mano, irrigidirsi ed emettere brevi e improvvise vibrazioni.
Quando sentii che era quasi giunto all'erezione, rafforzai la mia presa e presi a muovere la mano sinistra più velocemente, mentra con la destra ancora massaggiavo i testicoli, schiacciandoli contro la base del pene.
Dopo qualche secondo lo sentivo duro come legno, non lo potevo vedere, potevo solamente immaginare le sue dimensioni, la sua consistenza.
Muovevo la mia mano sempre più forte, mi soffermavo un poco a stuzzichare la capella, ottenendo degli scatti improvvisi del pene, e quando tornavo ad impugnarlo sentivo le vene gonfie, pulsare sotto la mia mano. Anche la mano destra, trattenendo con il palmo i testicoli, premuti verso la sua base, con le dita cominciò a saggiarne la potenza.
Lo sentii di nuovo vibrare e fare due movimenti repentini verso l'alto. Da uomo, sapevo che era vicino all'orgasmo e rallentai leggermente, per ritardarne l'effetto. Victoria mi afferrò la mano, e la spinse di nuovo velocemente, poi si voltò e subito dopo un getto di sperma mi raggiunse in pieno volto, chiusi gli occhi, un attimo prima che ne fossero totalmente ricoperti. Quando li riaprii, sentivo il caldo liquido colarmi lungo la faccia, mentre ancora il lungo pene nero ne schizzava ancora verso di me, impregnandomi il collo e il petto. Ululati di gradimento si udivano in direzione delle due spettatrici.
La mano destra di Victoria si posò sulla mia testa, la strinse in una potente morsa e la spinse verso l'enorme pene, che ancora sputava liquido.
Dovetti aprire completamente la bocca per poterlo accogliere dentro di me. Tenevo gli occhi socchiusi, dopo che la salinità di alcune gocce di sperma che mi erano finite dentro mi procurarono un leggero bruciore. Il mio viso era quasi completamente ricoperto dal liquido che scendeva verso la mia bocca, fino all'interno delle mie labbra, agiugendosi a quello che nel frattempo raccoglievo all'estremità di quei neri 24cm di carne.
Nonostante la salinità, il sapore del suo sperma mi risultò gradevole, meno amaro del mio, così che mi fù più facile ingoiarlo e succhiarlo avidamente.
Solamente la cappella mi riempiva la bocca, era impossibile accoglierne di più, cosi dopo averla ripulita di ogni residuo di liquido seminale, me ne liberai per continuare il lavoro per tutta la lunghezza del pene.
Stava perdendo consistenza e durezza, ma manteneva ancora dimensioni di tutto riguardo e continuavo a succhiare e passare le mie labbra in ogni lembo di pelle, ogni tanto mordicchiandolo, o di nuovo avvolgendo la cappella con la mia bocca, per risucchiare le ultime gocce che ancora fuoriuscivano.
Ne ero follemente goloso, quando ormai le emissioni erano esigue, lo strinsi ancora con la mano e cominciai di nuovo a masturbarlo, mentre con la bocca succhiavo e ingoiavo lo scroto; ogni volta che sentivo una gocciolina bagnarne la punta, di nuovo mi ci rigettavo e la risucchiavo avidamente.
Andai avanti per una ventina di minuti buoni, nel silenzio totale, la mia avidità aveva stupito anche loro, che rimasero assorte ad osservare la scena.
Poi il pene di Victoria perse del tutto consistenza e lo lasciai adagiarsi al centro di quell'incredibile corpo di donna.
Con le mani raccolsi lo sperma che ancora stazionava sul mio viso, per poi risucchiarlo tutto.
Poi tirai indietro il busto, in posizione eretta, ma sempre in ginocchio, ai piedi di Victoria. Alzai lo sguardo verso di Lei.
Mi stava guardando con aria stupita, con la bocca aperta, come se dovesse parlare, ma non proferiva parola.
Simona e Barbara si sciolsero in un applauso, ridendo soddisfatte.
Allora Victoria commentò: "Signore mie, questa è una troia con i fiocchi, voi due un lavoro del genere non me lo avete mai fatto!"
Poi rivolgendosi a me: "Non può essere vero che è la prima volta che vedi un cazzo, tu ci stai prendendo per il culo. Dì la verità!"
A quel punto persi ogni mia inibizione e mi lascia andare in un lungo commento.
"No, lo giuro. Per me era la prima volta, mai avrei pensato fino ad oggi di poter fare una cosa del genere. Ma è stato incredibile, mi è piaciuto da matti, non volevo più smettere di succhiartelo e di morderlo. E il tuo sperma, ha un sapore troppo buono. E' stato bello davvero, avevi ragione tu Simona, sentirlo crescere, pulsare, godere, sentirne l'odore, i muscoli irrigidirsi e vibrare, le vene pulsare è qualcosa di unico.
Eppure quante volte l'ho fatto con il mio, ma non è nemmeno paragonabile, con il sentire gonfiare il muscolo di un altro, per giunta grazie a te. Wow, grazie ragazze, in due giorni mi avete fatto scoprire un mondo totalmente nuovo, a cui mai avrei avuto accesso, se non fosse stato per voi."
"Non c'è di che, ma certo che anche tu sei stato stupefacente, e chi se l'aspetta che eri un maiale in questo modo!", rispose Simona ridendo.
Mentre Barbara aggiunse: "Io sono totalmente allibita, ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai spolpato un cazzone di 24 cm per 16, mica un cono gelato!"
"Vabbè basta, ora vatti a fare una doccia, nel bagnetto là dietro, poi ci vestiamo per uscire, per premio stasera vieni a cena con noi, facciamo un bel quartetto di maiale!", chiuse il discorso Victoria, con successiva risata generale.
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18 years ago
admin, 75
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Fabiana, e tre
Avevo scopato con due uomini contemporaneamente, mio marito, Marco, e il suo amico Sergio, un uomo più anziano di noi, fisico atletico, piacevole, molto, ma molto dotato, resistente, fantasioso e soprattutto un gran porco. Sergio era riuscito a diventare subito padrone della situazione e nostro “padrone” sessuale: io gli avevo dato la verginità del mio culo e avevo fatto in modo che avesse anche quella di Marco. Quando mi aveva chiesto di essere la sua puttana mi ero sentita “lusingata” e quando aveva detto che anche mio marito doveva essere una sua puttana, mi ero eccitata da morire. Due ore fa ero una brava mogliettina, castigata anche nel vestire, adesso ero ancora moglie innamorata di Marco, ma sessualmente libera, libera di dare sfogo ai desideri sessuali che avevo represso, libera di essere una vera troia, esibizionista e schiava del desiderio degli uomini. Marco mi aveva sempre detto che questa era la mia natura e portandomi Sergio era riuscito a farla uscire. Lo avevo visto eccitato, complice e contento e questo mi aveva stimolato a liberarmi del tutto.
Adesso stavo andando da Giorgio, il vicino che mi avevo prestato l’insalatiera che avrebbe dovuto servire per la cena e una mini di pelle di sua moglie, perchè Sergio aveva detto che avevo due belle gambe e con la mini avrei fatto impazzire gli uomini. In effetti con lui e Marco aveva funzionato. Indossavo la mini, perchè Giorgio mi aveva chiesto di fargli vedere come mi stava, ma sotto non avevo nulla, perchè Sergio mi aveva fatto ammettere che avrei voluto farmi scopare anche da Giorgio e mi aveva detto di farlo, da sola da lui (poi avrei raccontato tutti i particolari) o con tutti e tre, portandolo in casa mia. Sopra indossavo una camicetta corta e trasparente, senza bottoni, appena intrecciata. Ero praticamente nuda, eccitata e con la figa e il culo aperti da due ore di scopate. Mi ero portata l’insalatiera da restituire e gli hot pants elasticizzati che indossavo la prima volta, perchè avevo intenzione di lasciargli la gonna. Giorgio abita al nostro stesso piano, nella porta di fronte e le camere da letto sono contigue, per cui avrebbe potuto sentire tutto, io lo speravo.
Quando mi vide rimase a bocca aperta, continuava a guardarmi il seno e le gambe: “Ti ho riportato l’insalatiera e...la gonna. Ti avevo promesso di farti vedere come mi stava.... Ah ti metto via io l’insalatiera se vuoi”, avevo fatto apposto a dire di metterla io al suo posto, perchè così avrei avuto modo di chinarmi, perchè andava riposta nello sportello più basso della cucina. Con un filo di voce mi rispose: “Si... grazie.... si” Me lo lasciai alle spalle e mi diressi veloce in cucina; volevo che mi spiasse da dietro. Aprii lo sportello, allargai le gambe e mi piegai con la schiena per riporre l’insalatiera. Ovviamente la gonna era salita tanto da lasciare tutto bene in vista, sentivo il suo sguardo addosso e con la coda dell’occhio mi girai per vedere cosa faceva. Era imbambolato con lo sguardo fisso sulle mie intimità aperte, così feci finta di avere qualche difficoltà per rimanere un po’ più a lungo in quella posizione. “Potevi darmi una mano” dissi rialzandomi e girandomi verso di lui. Era eccitatissimo, lo si vedeva chiaramente dal rigonfiamento sotto la tuta. “Non mi dici nemmeno come mi sta?” proseguii. Balbettò qualcosa di incomprensibile, poi finalmente riacquistò il dono della parola: “Domani chiedo a Giulia (sua moglie, che era uscita, come ogni venerdì, con le amiche) dove l’ha presa e te ne compro una. Sei perfetta, sei straordinaria con la gonna, sei da impazzire, un pericolo pubblico se giri per la strada, perchè tutti si volteranno a guardarti” “Ehi fermati, troppi complimenti, non credo di meritarli, sei un adulatore... mi confondi...”
“No, è tutto vero, forse meno, non capisco perchè non ti metti la gonna. Sei troppo giusta così”
“Non è che prima hai sbirciato, sai sono venuta com’ero e non ho messo nulla sotto. Di solito uso il perizoma...” lo provocai.
“Ma scusa, non mi avevi detto che c’era quell’amico di tuo marito, Sergio, mi pare”
“Si”
“Ed eri così?”
“Anche”
“Come anche?”
“Cosa mi fai, l’interrogatorio? Piuttosto non hai risposto alla mia domanda, allora hai sbirciato prima o no?” Lo stavo guardando, passando dagli occhi al rigonfiamento nei pantaloni, facendo in modo che si accorgesse che lo guardavo lì. “Dimmi la verità, perchè mi sa che hai fatto il porco”.
“E va bene, ho guardato...”
“E cosa hai visto...”
“Tutto. Ma dimmi è come penso?”
“Non so cosa pensi, ma credo di si.” Mi piaceva provocarlo e volevo che mi desiderasse più di ogni altra cosa, per questo ‘giocavo’ con lui, “Se hai già visto tutto posso cambiarmi qui, così ti lascio la gonna e mi rimetto i miei pantaloncini”, gli dissi girandomi e sfilandomi la gonna. Ero nuda e, cercando di mettermi gli shorts, esitai un po’, rimanendo in una posizione decisamente provocante. Sentii le sue mani sui miei fianchi: “Non ce la faccio più, me lo stai facendo scoppiare....perchè lo fai?”.
Girandomi per offrirgli la bocca da baciare gli risposi: “Perchè lo voglio!” e nel frattempo gli prendevo il cazzo in mano. Era cotto al punto giusto. Sentivo la sua lingua nella mia bocca, sul collo, sul seno, sui capezzoli. Poi mi prese per i fianchi e mi appoggiò con la schiena sul tavolo, mi penetrò così, scopando con foga, dicendomi che lo facevo impazzire. Non era solo la figa che voleva, mi fece girare, appoggiare i piedi per terra e la pancia sul tavolo, gambe ben aperte. Si chinò a leccarmi il buchetto dietro e poi mi appoggiò la sua cappella, pensando di trovare un po’ di resistenza ed invece entrò tutto subito: “Che bel culo sfondato che hai, dimmi la verità, l’avete fatto in tre prima, te l’hanno aperto così loro?”
“Si me li sono scopati tutti e due, ma il culo l’ha avuto solo Sergio, mio marito non me l’ha ancora fatto. Sergio è stato il primo e tu sei il secondo”, sapevo che questo l’avrebbe eccitato ancora di più e pensai che era venuto il momento di fargli la domanda che mi premeva di più, “Ti andrebbe di proseguire questa conversazione di là da me?”.
“Vuoi farlo con tre uomini assieme? Oh non ti facevo così troia, sei una gran bella sorpresa. Certo che mi va. Qualsiasi cosa per te”. Lo lascia continuare ancora un po’, poi lo presi per il cazzo e mi avviai verso casa. “Ma non vorrai andare così?”
“Perchè no? Chi vuoi che ci veda e se ci vedono chi se ne frega”, risposi, in fondo mi eccitava l’idea di essere vista, così come mi eccitava il pensiero che altri capissero che stavo con tre uomini contemporaneamente, “E poi Giulia rientra tardi”. Rientrai in casa, nuda, tenendo per il cazzo Giorgio, che aveva in mano i nostri indumenti. Passando il pianerottolo avevo provato un brivido di piacere, pensando che l’altro inquilino, un pensionato ancora giovanile, avrebbe potuto vederci dallo spioncino. Marco e Sergio, al mio rientro trionfale, dimostrarono subito il loro gradimento con un’erezione immediata, avevo tre cazzi a disposizione e intendevo godermeli fino in fondo: “Si è già preso un ricco antipasto, soprattutto mi sembra che abbia apprezzato il mio culetto, vero Giorgio?” annunciai.
“E’ un sogno, metterglielo dentro ti da una grande soddisfazione, ma anche la figa, così calda e bagnata...”. Lo interruppi: “E non hai ancora provato la mia specialità!”, così dicendo mi ero seduta sul cazzo di mio marito e avevo offerto il culo a Sergio, che si era accomodato rapidamente. Come mi piaceva sentirlo dentro, la sensazione dei due cazzi che quasi si sfregavano dentro di me era inebriante, da svenire. A Giorgio avevo riservato la bocca, adoravo fare i pompini, credo di averli fatti da sempre e tutti si ricordavano di quanto ero brava. In pochi minuti avevo già avuto il primo orgasmo e credo di aver urlato il mio piacere, staccandomi un attimo da Giorgio e ne avevo approfittato per dire che li volevo sentire godere, che volevo la loro sborra. Giorgio fu il primo, anche lui gridando che ero la miglior sbocchinatrice che avesse mai conosciuta e che voleva che bevessi tutto. Fu un piacere accontentarlo; non lo avevo mai fatto, così fino in fondo, ma mi rendevo conto che avevo perso qualcosa, per questo pulii il cazzo di Giorgio per bene fino all’ultima goccia, poi mi chinai su mio marito e lo baciai, con la bocca ancora sporca di sborra, perchè volevo condividere con lui quel piacere e la cosa doveva essergli piaciuta tanto, perchè lo sentii svuotarsi dentro di me. Sergio invece continuava a incularmi, sempre più forte, sentivo le sue palle sbattere contro di me, mi sembrava che mi avesse aperta in due tanto mi aveva dilatata. Raggiunsi un altro orgasmo e fu devastante perchè Sergio liberò tutto il suo piacere inondandomi il culo, prima di uscire continuando a sborrare. Mio marito si sfilò da sotto, io, invece, rimasi lì, completamente inebetita dal piacere, inginocchiata sul letto, con culo e figa in bella mostra. Ed infatti erano tutti e tre lì a guardarmi: “Cazzo, che buco largo che hai, ci passano due dita e non le senti nemmeno...” mi disse Marco infilandole davvero. “Adesso è un gran culo” aggiunse Sergio. “Così largo è strepitoso, vedrai come te lo guarderanno d’ora in poi... e come lo desidereranno” chiuse Giorgio.
Dentro di me sorridevo, stavo pensando che dovevo rinnovare il guardaroba e alle minigonne che avrei messo per andare in ufficio, in fondo sono l’unica donna tra quindici uomini....
“Dovremmo vederci più spesso” disse Giorgio e Sergio: “Io Fabiana la vorrei ‘vedere’ tutti i giorni”. Marco mi guardò e interpretò benissimo il mio pensiero: “La nostra casa è sempre aperta per voi... e non solo la casa.... sei d’accordo Fabi?”
“Più che perfetto. Apertissima... e non solo qui a casa... con me le vostre fantasie diventeranno realtà”. Era vero, ma queste sono altre storie.
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18 years ago
admin, 75
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La mia ragazza fa un pompino
Sto insieme alla mia ragazza da circa 8 anni..il nostro raporto scorre regolare e senza troppi sussulti...si parla di matrimonio e dei soliti progetti sul futuro (casa, figli, lavoro....etc....etcc) Siamo una coppia stabile e affiatata anche a letto....lei conosce i miei gusti ed entrambi sappiamo come far godere l'altro..anche se lei a letto rimane un pò inibita per quanto riguarda il sesso orale...lo fa raramente e mal volentieri mi fa un pompino ogni tanto con la scusa che non le piace il sapore del cazzo in bocca....!!!!
Dopo questa breve ed esaustiva parentesi...sentite cosa mi è accaduto di vedere 2 settimane fa!
Siamo andati in vacanza in un agriturismo in Toscana assieme ad un altra coppia di amici ed ad un vecchio amico di infanzia di Alessandra... ragazzo per bene fidanzato a sua volta con un altra tipa ed insospettabile, modi gentili e molto affezzionata alla mia Alessandra, nulla comunque che mi avesse mai inspospettito nei suoi comportamenti.
Dopo una abbondante cenetta decido di fare assieme alla coppia di ns amici una passeggiata nei dintornii dell'agriturismo ..Alessandra e Luca rimangono in casa in quanto stanchi e indaffarati a risistemare un po il dopo cena.
Esco con Marco e compagna e facciamo un po di cammino su per un sentiero...i dui cominciano a sbaciucchiarsi amorevolmente e via via capisco che è meglio lasciarli un po soli piuttosto che fare il terzo incomodo, con la scusa del fresco di fine serata decido di rientrare da solo verso l'agriturismo ....arrivo vicino la casa e invece di entrare d'istinto mi fermo davanti la finestra che dava sulla cucina .....luce spenta e illuminata solo dalla luce dell'altra stanza....vedo Alessandra di fronte a Luca che lo stuzzica un po sembra volesse scherzare....guardo meglio le due sagome e vedo che la mano della mia ragazza e dentro la Zip del suo amichetto il quale sembra un po contrariato o quantomeno preoccupato per la situazione. Alessandra ride e continua a stuzzicare il suo cazzo...di colpo lo sbottona e si inginocchia davanti ...un cazzo enorme e ancora moscio gli si presenta davanti, con fare esperto lo infila tutto in bocca e cominica a fare un pompino degno di una porno diva al suo amico!!!!!! Io dietro il vetro sono estereffato non so cosa fare la osservo mentre scatenata sale e scende sul cazzo del suo amico....lo masturba con le due mani lo rimette in bocca e con la lingua rotola sulla sua cappella....accellera i colpi fino a quando LUCA afferra la sua testa la immobilizza e gode dentro la sua bocca!! Rimane immobile per qualche istante..Alessandra si rialza ridacchia un po e apre spalanca la bocca per far vedere di avere gia ingoiato tutto il suo nettare. Luca si riveste in fretta fa segno alla mia ragazza con la mano che lei è completamente pazza!! Io mi allontano di nuovo mi fermo poco piu in la fumo una sigaretta e faccio passare un po di tempo...rientro in casa e li ritrovo seduti in soggiorno a rivedere le foto scattate in giornata sulla macchina digitale. Impassibili e insospettabili come sempre. Alessandra mi si avvicina mi bacia e mi dice "amore vieni a vedere che ganze le foto di oggi!".
Da allora sono ancora sotto choc e non so cosa fare
...continuo a far finta di niente !
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18 years ago
admin, 75
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Sogno perverso
La sua schiena è inarcata e la testa reclinata completamente all’indietro, la bocca socchiusa ansima come se stesse facendo un grande sforzo, il viso ha un'espressione concentrata.
Spinge in fuori il seno con capezzoli eretti dalla passione e ondeggia.
I fianchi si muovono sensualmente mentre sale e scende facendosi penetrare dal pene di un altro uomo. Le entra completamente dentro e lei spinge verso il basso come se non le bastasse nonostante le generose dimensioni. Sale e lo lascia bagnato dei suoi umori tanto è eccitata. Pare non avere fine la sua cavalcata, lei geme, ansima, ruota la testa in ogni direzione completamente persa nel piacere che prova.
Quando finalmente viene lo fa urlando e aumentando il ritmo, pare che intenda farsi sfondare da lui. Continua a saltare sul suo membro sin quando non finisce di godere poi salta via e lo prende tra le labbra, inginocchiata, davanti a lui. La sua testa si muove su e giù con le guance incavate, poi lo lascia uscire e lo lecca languidamente. Ritorna ad ingoiarlo sin quando sente che è arrivato al limite allora lo lascia e si mette a novanta gradi offrendogli le terga. Lo prega di prenderla nuovamente, si fa penetrare mentre lo incita a svuotarsi dentro di lei. Accetta i suoi colpi frenetici e gode nuovamente quando lo sente venire nel suo ventre. Poi resta immobile in quella posizione e aspetta che io la prenda mentre è ancora calda e bagnata dal rapporto con l’altro. Lei ama sentirsi penetrare mentre è lubrificata dal seme di un altro uomo e gode nel riceverne altro. Il sogno è sempre questo, con le dovute varianti della mia fantasia:
Mia moglie, una bella donna molto sensuale, gode con un altro uomo, scopa con lui liberamente incurante della mia presenza. Si lascia fare di tutto e ogni volta s’inventa un amplesso diverso, un finale diverso.
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18 years ago
admin, 75
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Fabiana, la svolta
La nostra vita sessuale è cambiata per uno strano scherzo del destino. Con mia moglie eravamo sposati da due anni e da poco ci eravamo trasferiti in un paese della provincia bolognese, per motivi di lavoro e tra le poche persone che frequentavamo c’era una coppia quasi coetanea (trentenni) con i quali condividevamo il piano della casetta di campagna. Quella sera Fabiana (mia moglie) aveva chiesto a Giulia (la vicina) di prestarle una cassetta con la registrazione di un film che non eravamo riusciti a vedere in tv alcune sere prima. Dopo cena, comodamente seduti sul divano abbiamo fatto partire la cassetta, ma invece del film abbiamo iniziato a vedere le evoluzioni sessuali di Giulia con suo marito ed un altro uomo. Debbo dire che Giulia era un gran bella donna e che i due maschi erano ben dotati, tanto che mia moglie, superato lo choc iniziale, aveva voluto continuare a vedere il filmino, mostrando un interesse molto particolare. Io, vedendo Giulia soddisfare in ogni modo i due uomini, mi ero eccitato e mi era venuto spontaneo chiedere a mia moglie se lei avrebbe fatto la stessa cosa, e mentre lo chiedevo avevo allungato una mano a cercare la sua figa. Per questo mi aspettavo la risposta, era bagnata fradicia e le sue parole non mi trovarono impreparato: “Perchè conosci qualcuno che lo farebbe? O pensi a Giorgio (il marito di Giulia)?”. “Giorgio potrebbe essere una valida alternativa, ma lo sai che Sergio muore dalla voglia di farlo ed è anche esperto in materia...”risposi. Sergio è un mio amico/cliente (45 anni e un fisico da atleta) con il quale ci si vedeva spesso nei week end, ospiti nella sua casa sulle colline tra Modena e Bologna.
“Davvero mi desidera? Te l’ha detto lui o lo pensi tu?”, chiese Fabiana con una voce resa roca dal desiderio.
“Me l’ha detto lui, ma tu lo faresti con lui?”, continuai ad indagare io, sempre più interessato.
“Tu portamelo, poi vediamo come va..., ma non promettergli nulla, invitalo solo, magari a cena... non so... sono molto indecisa”.
Inutile dire che quella sera abbiamo fatto sesso eccitatissimi, ognuno, penso, con le proprie fantasie.
Il giorno dopo avevo chiamato Sergio e l’avevo invitato a cena, per il venerdì successivo. Sergio arrivò in anticipo, precedendo di poco Fabiana, che ci disse: “Faccio una doccia e sono da voi”. Quando tornò rimanemmo a bocca aperta, aveva indossato un paio di short gialli ridottissimi, elasticizzati che aderivano come una seconda pelle, anche perchè sotto non portava nulla, e lasciavano trasparire il folto pelo nero. Sopra un mini top, appena a coprire il seno. Voleva provocare e ci era riuscita, ma sapeva anche che gli uomini impazzivano per il suo culo e così “Come mi stanno, li ho comprati oggi, ma non li avevo provati....” disse girandoci le spalle e allargando le gambe quel tanto che bastava per farci vedere che gli short entravano a dividere le chiappe, facendo risaltare la sua sessualità. Io ero già in tiro e Sergio non era da meno, ma il gioco lo stava conducendo lei. “Cosa facciamo da mangiare? Pensavo ad una bella insalatona...”.
“A me va benissimo e in hot pants sei divina”, rispose Sergio e io annuii.
“Vado a chiedere a Giulia se mi presta la loro insalatiera, perchè la nostra è piccola...” aggiunse e a me venne spontaneo chiedere: “Vai così?”
“Perchè?”, chiese, fingendo stupore, “Avete detto che sto benissimo!”.
“No, sei perfetta, non vorrei che gli venisse un colpo, sei sempre in pantaloni...” mi affrettai a ribattere, avevo capito che voleva stuzzicare anche Giorgio, ma non avevo idea di dove volesse parare. Sergio aggiunse: “Non capisco perchè con due gambe così ti ostini a portare i pantaloni, quando con una mini saresti da urlo e così fai resuscitare i morti”.
“I pantaloni sono più comodi, con la mini dovrei stare attenta, anche solo ad accavallare le gambe e poi lo sai che ho quel vizietto...” rispose guardandomi maliziosa e uscendo per andare da Giorgio.
“Che vizietto?” mi chiese Sergio.
“Quello di stare a gambe aperte” gli spiegai.
“Bel vizietto, un motivo in più per farle mettere delle mini, o sei geloso?”.
“No, anzi l’idea mi ha sempre stuzzicato, mi eccita che gli altri la guardano e poi la desiderano ed invece sono io che la possiedo. A volte mi eccita anche pensare che possa andare con un altro o farlo in tre”, gli risposi, facendogli capire che la serata poteva prendere una certa piega. Vidi che Sergio aveva inteso. “Difficile non desiderarla ...se poi ti si presenta così... me lo sta facendo scoppiare!”
“Giulia è fuori con le amiche, ma Giorgio è stato gentilissimo, quando gli ho detto che volevo chiedere a Giulia se mi prestava una delle sue mini, mi ha fatto scegliere quella che mi piaceva di più, però vuole che gli faccia vedere come sto. Dopo, quando gli riporto l’insalatiera, potrei metterla, cosa dite? Adesso la provo per voi”. Fabiana era rientrata raggiante con una mini di pelle, parlandoci mentre andava in camera a cambiarsi, per tornare rapidamente a mostrarsi con quel fazzolettino di pelle, che faceva risaltare le sue lunghe gambe. Sergio era partito, tanto da riuscire appena a dire “Non ho parole....”, ma il rigonfiamento nei pantaloni parlava per lui. Fabiana se ne era accorta e volle infierire: “Ho un dolorino, qui alla cervicale e mi scende lungo la schiena, tu sei bravo a fare i massaggi, mi dicono, ... non potresti provare a farmelo passare”. Così dicendo si era seduta su di lui. Sergio aveva iniziato a massaggiare collo e spalle, quando mia moglie si tolse il top “Così riesci meglio” si giustificò. Sergio cercava di mantenere un controllo, sempre più precario, le sue mani tradivano la voglia di stringere i seni, ma, ancora una volta ci pensò Fabiana: “Grazie, mi sento già meglio, ma adesso mi sembra che sia tu ad avere bisogno di rilassarsi e credo proprio di sapere come fare” disse, prendendo per mano Sergio e portandolo verso la camera da letto, “Vieni anche tu” aggiunse. Appena varcata la soglia della camera, si era girata verso Sergio e l’aveva baciato, mentre con le mani gli slacciava i pantaloni. In un attimo gli aveva tirato fuori il cazzo, già duro all’inverosimile e si era chinata per succhiarlo, mentre completava l’opera di spogliazione. Era brava con la bocca e Sergio stava apprezzando moltissimo quel “trattamento”, quando decise di contraccambiare e la coricò sul letto leccandole la figa. Essere leccata faceva impazzire Fabiana, ma, evidentemente, il desiderio di avere quel grosso cazzo dentro era più forte, tanto che fece salire Sergio, allargò le gambe all’inverosimile, gli prese il cazzo in mano e se lo appoggiò alla figa. Sergio non aspettava altro, spinse con delicatezza, ma si ritrovò tutto dentro in un attimo, senza resistenze, tanto che gli venne spontaneo dire: “Sei fradicia, nei avevi proprio voglia, tanta voglia....”
Fabiana mi guardò ed il suo sguardo valeva più di mille parole, si capiva tutta la voglia che aveva, il piacere che stava provando e nello stesso tempo cercava la mia complicità per poter rispondere e dare libero sfogo alla sua natura. Le feci capire che mi piaceva quella situazione e il mio cazzo duro era lì a testimoniarlo, così lei, tra gemiti di piacere, iniziò a dire: “Si... lo volevo... tutto... scopami... si... scopami... così... così...”. Sergio era sempre più eccitato e la stava veramente scopando con forza quando si fermò e la fece mettere alla pecorina, facendo in modo che lei gli succhiasse il cazzo ed offrendomi la sua figa, aperta e bagnata come mai era successo. Le entrai tutto anch’io in un colpo solo e provai una sensazione incredibile nel sentirla larga e fradicia. Lei era completamente partita, stava impazzendo dal piacere e ci tenne a farlo sapere: “Si due cazzi tutti per me... è fantastico!”. Dopo un po’ cambiammo ancora posizione, Sergio la fece sedere su di lui ed io, in piedi, mi facevo sbocchinare. Fabiana si scopava Sergio con foga, si vedeva che le piaceva davvero e questo rendeva tutto ancora più eccitante. Invertimmo le posizioni, adesso ero io ad essere scopato, mentre Sergio le spingeva la testa per farselo succhiare tutto. Poi Sergio le si mise dietro e Fabiana si chinò sempre più verso di me. Pensavo che Sergio la stesse accarezzando dietro (Fabiana era ancora ‘vergine’ di culo, aveva provato con un suo ex e non le era piaciuto, per cui, al massimo, si faceva mettere un dito), ma vedendo che mi sorrideva maliziosa e compiaciuta, le chiesi: “Cosa sta facendo?”. Lei non aspettava altro: “Me lo sta mettendo dietro.... oh! Oh! Si... si... me l’ha messo dietro... si tutto, toccami... senti....”. Mi prese le mani e me lo portò sul suo culo, per farmi toccare con mano che lo stava prendendo tutto, fino alle palle. Ero eccitatissimo: “Ma lo sa che è il primo a incularti?” mi venne da dire. A quelle parole Sergio si esaltò: “Davvero non lo avevi mai preso? Non ci credo, è entrato così bene!”.
“Si, sei il primo a mettermelo dentro tutto, a scoparmi anche dietro.... mi sono aperta perchè lo volevo, volevo dartelo... si... sfondami anche li... ti prego sfondami...”, Fabiana era ormai schiava del piacere e sembrava molto vicina all’orgasmo e noi non eravamo da meno. Io facevo fatica a trattenermi: “Si, sfondala, voglio che si capisca che l’ha preso, che ha il culo aperto e voglioso, voglio che quando si mette i pantaloni si veda che le chiappe sono larghe....che quando è al mare in perizoma tutti vedano il buco bello largo...”
“Fai come dice”, incalzò mia moglie, “fammi godere così...”
A quel punto Sergio perse ogni inibizione e fece esplodere la sua vera natura: “ Si, ti sfondo tutta, ma voglio che tu sia la mia puttana... vuoi essere la mia puttana, vero?”. Fabiana mi guardò e al mio cenno gli rispose. “Si sono la tua puttana... la tua troia..”
“Vuoi godere, vero, puttana?”
“Si , fammi godere”
“Allora mettiti alla pecorina e succhia il cazzo di tuo marito mentre lui ti lecca la figa e le mie palle, anche lui deve diventare una mia puttana, voglio che siate le mie puttane, anche tu lo vuoi vero?”
Fabiana si mise immediatamente alla pecorina e mi fece mettere come voleva Sergio, rispondendo:”Si anche lui sarà una tua puttana, lo farà per me, per il mio piacere e anche per il suo...vogliamo essere le tue troie, diglielo Marco, diglielo anche tu...”
Io ero completamente in balia della situazione, eccitato come non mai e non feci fatica:”Si siamo le tue puttane”, anche se non avevo ben capito come. Ma non tardai a comprendere.
“Allora Fabiana toccagli il buchetto, stuzzicalo, leccaglielo e poi infila le tue dita dentro, allargalo, fagli desiderare qualcosa di più...”. Fabiana ubbidì ciecamente e io non riuscii a ribellarmi, anzi mi piaceva e sentivo che mi aprivo alle sue dita. Sergio aveva la situazione in pugno “Si, godi troia, ti piace prenderlo nel culo, ti fa godere... vuoi che lo faccia anche a Marco vero, dimmi che devo sfondare anche lui, dimmelo...”. Fabiana, a quelle parole, raggiunse l’orgasmo: “Si, mi fai godere, sono la tua troia, la tua puttana... si sfonda anche lui... è qui che ti aspetta... voglio vederti, voglio vedere mentre glielo metti dentro tutto...” così dicendo mi stava facendo prendere il suo posto, mentre lei si metteva davanti a me per farsi leccare tutta. Sentii il cazzo di Sergio appoggiarsi al mio buchetto e la cosa mi dava piacere, tanto più che Fabiana, con la scusa di succhiarmi il cazzo, stava aiutando Sergio ad entrare, accarezzandomi e aprendomi le chiappe. Con pochi colpetti me lo ritrovai dentro tutto e quella situazione mi piaceva: Sergio mi inculava e sditalinava Fabiana, che a sua volta me lo succhiava, toccandomi dietro per sincerarsi che lo prendessi tutto. Sergio ci stava dando dentro di brutto, quando Fabiana disse: “Mi stai facendo godere di nuovo... sarebbe bello godere tutti e tre, tu nel suo culo e lui in bocca, per farmi sentire che gli piace”.
Sembrava che non aspettassimo altro, Sergio urlò: “Gli riempio il culo di sborra” e io sentii i fiotti caldi che non parevano finire mai, mentre riempivo la bocca di mia moglie. Fabiana ebbe un secondo orgasmo e appena ebbe la bocca libera fece sapere a tutti: “Due cazzi tutti per me, mi piace avere due cazzi dentro di me... adoro i cazzi”. Sergio la interruppe: “Pensa come ti piacerebbe averne tre, uno per ogni buco...cosa ne dici?”.
“Sono la tua puttana, anzi siamo le tue puttane, vero amore? Se tu lo vuoi...”. Era vero, una situazione con più uomini mi intrigava e supportai le parole di mia moglie: “Si, siamo le tue puttane e se vuoi...”. A Sergio non pareva vero, era di nuovo in tiro: “Fabiana, di la verità, un pensierino a Giorgio l’avevi fatto prima, ti sarebbe piaciuto portarlo di qua o te lo saresti fatto anche da solo a casa sua?”, mentre parlava le era entrato nuovamente dentro la figa, era sopra di lei e la guardava per capire se rispondeva sincera. Fabiana mi guardò e capii che Sergio aveva colto in pieno i suoi desideri, per cui le feci capire la mia complicità e lei si lasciò andare ancora una volta: “Si, tutte e due le cose, mi piaceva come mi guardava lì e se ci avesse provato, probabilmente l’avrei lasciato fare e mi era venuta voglia di invitarlo con noi, ma non sapevo come avreste reagito”.
“Si sente che lo vuoi, ti bagni quando ne parli. Adesso ti allargo ancora un po’ dietro poi vai da lui a fargli vedere come ti sta la mini e poi decidi tu, se farti scopare da lui o portarlo qui”. Inutile dire che la stava già inculando di nuovo e andò avanti per una decina di minuti, con colpi sempre più potenti e ritmati. Quando uscì il buco rimase aperto, bello largo, tanto da far entrare un dito senza toccare le pareti. Sicuramente non si sarebbe richiuso del tutto prima di arrivare da Giorgio e questo rendeva Fabiana estremamente eccitata. Si mise la mini e il top e andò a trovare Giorgio, senza mutandine, praticamente era poco più che nuda.
Sergio mi disse: “Mi eccitano queste situazioni”. “Sono d’accordo, è proprio eccitante, non mi era mai capitato di averlo così duro e di lasciarmi andare tanto” “E questo è solo l’inizio” chiosò Sergio. Ma come è andata dopo ve lo faccio raccontare da Fabiana nel prossimo appuntamento.
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18 years ago
admin, 75
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Immaginazione, fantasia e realtà...
.... lui entra... gli occhi gli si chiudono dal sonno... è tutto buio.... ma subito nota qualcosa di strano... la chiama, ma lei non risponde... "mah, starà dormendo.. è tardino in effetti!" .... si leva il cappotto e mentre fa per appoggiarlo allo "scorrimano-appendiabiti" sente qualcosa sotto i piedi... lo raccoglie e .... sorride..... un brivido di eccitazione lo percorre dentro i pantaloni (nonostante la stanchezza...) .... Mentre comincia a salire le scale nota una luce soffusa che viene dall'alto e dopo qualche scalino un percorso di fiammelline che gli fa strada.... quà e là, accanto alle fiammelline altri piccoli "oggettini" della stessa "famiglia" di quello che aveva raccolto in fondo alle scale.... l'eccitazione sale sempre più... non sa cosa aspettarsi... si immagina comunque lei.... lei nuda?? ... lei semi-nuda?? sarà sola?? o in compagnia?? ma in compagnia di chi se la immagina?? ....... un uomo?? una donna?? .... no, in quel momento è sola... e tutto quello che vede è per lui... ma lui è arrivato tardi e lei, mentre lo aspettava.... ormai eccitatissima al solo pensiero di quello che gli avrebbe fatto al suo arrivo......... ......mmm... ke voglia ke aveva di quell'uomo.... voleva il suo cazzone tra le labbra... voleva giocarci un pò con la sua linguina vogliosa.... lo voleva succhiare tutto e farglielo diventare durissimo.... durissimo durissimo fino a farlo impazzire di piacere ..... lui le avrebbe chiesto di fermarsi un attimo, nn voleva darle subito tutta la sua sborra... no, voleva scoparsela anche.... per ore... per tutta la notte.... ma lei nulla... non sembrava volerlo accontentare e continuava a succhiarglielo tutto... gli stringeva le palle come per far salire la sua sborra perchè ne era avida.... fino a che, nel momento in cui lui avrebbe cominciato a gemere per l'imminente piacere, lei avrebbe lasciato "libero" il cazzone ormai durissimo... allargato le gambe... - la sua fica bagnatissima... anke lei eccitatissima... lo voleva dentro... voleva sentirsi riempire.... - e ci si sarebbe messa a cavalcioni sopra e se lo sarebbe scopato ...........
....ecco, mentre lei lo aspettava e si immaginava tutto questo nn poteva che eccitarsi.... era così bagnata ed eccitata che aveva cominciato a toccarsi e a giocare con i suoi giocattolini..... e ha goduto goduto goduto tanto..... fino a che, alla fine, stremata... - lui ancora nn c'era -..... si era addormentata.....
... e lui, immaginando lei in quel momento chissà dove... vestita come e in che posizione, eccitato da tutta quell' atmosfera, prende a salire le scale guardandosi attorno.... arriva su e la vede sdraiata sul letto in guepiere, calze sexy ... senza slip..... E' sdraiata a pancia in giù.... con le gambe leggermente aperte.... e la sua splendida... morbida e calda fica sembra lo stia aspettando..... lui si accorge che lei dorme... dorme davvero.... per un attimo le fa tenerezza... la immagina mentre lo aspettava preparando l'atmosfera che lo aveva accolto... la immagina mentre si metteva indosso quel completino sexy ...... e ora come un angioletto vestito da diavoletto dorme..... ma è questione di un attimo... la sua eccitazione non è certo venuta meno.... anzi, appena si risofferma sulla fica appena appena "socchiusa" non resiste ..... comincia a sfiorarla delicatamente con le dita e intanto la ammira, eccitandosi sempre di più...... lei non è bagnata ... lei dorme davvero..... continua a toccarla senza ancora "insinuarvisi" dentro..... la accarezza e lei, sebbene ancora dorma, comincia nel sonno ad accorgersi di qualcosa tant'è che comincia a muoversi appena..... allarga le gambe ancora un pò e lui la aiuta a farlo.... intanto si avvicina con la lingua e le da una vigorosa leccata con tutta la lingua fuori e la bocca aperta ... mmm... come la desidera.... continua però a toccarla con le mani..... infila piano piano un dito...... si sta bagnando.... il dito è tutto dentro e comincia a muoverlo.... nel frattempo la lecca dappertutto con il dito sempre dentro che la masturba sempre più energicamente..... lei ormai è sveglia ma è completamente in balia di lui... delle sue mani... è nel pieno dell'eccitazione e a nulla potrebbe opporsi in questo momento.... lui capisce che lei sta per godere.... eccola.... eccola.... ecco un orgasmo intensissimo che le fa sentire i brividi lungo tutto il corpo...... A questo punto lui leva il dito dalla fica e ci infila subito, senza alcuna esitazione, il suo cazzone durissimo.... durissimo proprio come quando lei gli aveva fatto quel pompino meraviglioso (si, quel pompino prima se lo era immaginato.. ;-))) ... ma ormai immaginazione e realtà non si distinguono più.... del resto di cosa è fatto il sesso se nn di tutto questo appunto.... immginazione e realtà... fantasia.... odori ... sapori... profumi.... carne.... corpi.....) ..... e la scopa.... lei sempre a pancia in giù..... gambe aperte e lui sopra.... col suo cazzone dentro di lei.... che la fa godere di nuovo prima di riempirla della sua calda sborra.........
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18 years ago
raff7,
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I. la scommessa
Mai mi sarei aspettato che un semplice scherzo, una sciocca scommessa con un'amica collega, mi avesse cambiato la vita, stravolto completamente la mia posizione di fronte al genere Femminile e i rapporti con le Sue rappresentanti.
Erano circa dieci anni che lavoravo con Barbara; poco dopo espletato il servizio militare venni assunto e assegnato nell'Ufficio nel quale era impiegata, insieme alla Sua amica Simona ed un giovane capo-ufficio,i cui rapporti con Loro erano piuttosto difficili.
Beh, al primo impatto, non potetti che rallegrarmi di ritrovarmi in un ambiente giovanile e in compagnia di due ragazze carine, che mi accolsero da subito con simpatia.
Simona, allora ventiseienne, non particolarmente bella, ma con due splendidi occhi color nocciola, e un fisico esile ma morbido e sensuale, era la più spigliata e gioviale, ma, nel caso, sapeva essere anche molto severa e decisa, e quando decideva di colpire, colpiva sempre duro. A farne le spese fù proprio il capo-ufficio, che in seguito ad una crisi isterica, successiva ad una discusione con Lei, venne trasferito in un altra filiale.
Barbara invece, più giovane di due anni, era più ingenua e meno aggressiva, ma allo stesso tempo era di un cinismo estremo, e non perdeva occasione per lanciare pesanti freddure; fisicamente magra e slanciata, ma con un bel generoso seno che sapeva ben risaltare con scollature e reggiseni che lo sostenevano e valorizzavano.
Visti i rapporti con il capo-ufficio e, le reali capacità di quest'ultimo, Simona e Barbara autogestivano la loro attività, ed ebbero vita facile nel prendermi sotto la Loro protezione, gestendo anche la mia attività.
Io Le assecondavo in ogni Loro richiesta, vuoi per il mio carattere introverso, vuoi per una certa reverenza nei Loro confronti, in quanto colleghe anziane, ma anche belle fanciulle.
Ben presto, tra di noi, si consolidò un buon rapporto di amicizia, con Loro due nella parte delle amiche più anziane che guidavano il pischellino alla scoperta del mondo; ed io, riconoscente, disponibile ad assecondarLe in ogni Loro capriccio, ma sopratutto facendomi carico dei lavori più antipatici.
Al di fuori del lavoro, ci frequentavamo saltuariamente, in occasione di qualche pizzata tra colleghi, oppure, ancor più raramente una cena a casa Loro (spesso dopo che le avevo aiutate a sbrigare qualche lavoretto di fatica!).
Abitavano insieme, in un appartamento su due livelli, appena fuori le mura.
Per il resto ognuno aveva la propria vita, le proprie relazioni (per Loro, anche due matrimoni falliti, quasi in contemporanea), le proprie esperienze, per Simona anche un nuovo lavoro.
L'argomento sesso occupava spesso i nostri dialoghi, ma sempre e solamente sotto forma di provocazioni, battute sarcastiche, consigli, racconti, confessioni, ma mai, nonostante una dichiarata attrazione fisica, oltre le parole; era come un tacito accordo del nostro rapporto di amicizia.
Spesso si divertivano a provocarmi con atteggiamenti e/o parole, alle quali rispondevo nella più sana tradizione maschilista, non risparmiandomi sbirciatine nelle Loro generose scollature e tra le Loro gambe, spesso lasciate in vista da complici gonne.
Per questo, giudicai innocuo sfidare Barbara, per un banale episodio di lavoro che non stò ad argomentare, in una scommessa, nella quale alle mia richiesta di un rapporto sessuale, Lei non solo accettava, ma rilanciava:"Va bene, accetto. Ma, se perdi, sarò io a scopare te!".
Non detti molto peso alle sue parole, la presi come sempre, come una ennesima provocazione, mai avrei preteso un pegno del genere e mai avrei pensato che lo avesse fatto lei.
Inutile aggiungere che la scommessa la vinse lei.
"Oh, avevo ragione io. Ti aspetto stasera alle dieci a casa mia, puntuale!".
"Come scusa?"
"I debiti di gioco si pagano, quindi ti aspetto stasera per riscuotere il mio premio, lavato e profumato mi raccomando. Mica sarai un ringambone?"
"Eh no, ringambone mai. Ci sarò!"
Non ero proprio famoso per la mia puntalità, e anche quella sera, anche se in preda alla curiosità di sapere cosa mi avrebbe riservato, arrivai tardi.
Ero convinto che non sarebbe accaduto niente di particolare, sarei stato la vittima sacrificale di uno scherzo crudele, provocato e deriso, ma niente di più concreto, come finora erano stati rapporti tra noi, il chè non mi creò un ansia particolare.
Suonai il campanello alle 22.17, rispose Barbara: "Sei in ritardo!".
Salii le strette scale che portavano all'appartamento che condivideva con Simona, tranquillo e fischiettando, scostai il portoncino lasciato socchiuso e mi incamminai lungo il corridoio che portava all'ampio salone, dove si trovavano sedute, ognuna su un divano; Simona mi dava le spalle, mentre Barbara era sul Divano rivolto verso la parete del proseguiva dal corridoio e al cui angolo opposto, si trova un caminetto in pietra.
"Eccomi qua!", esclamai sorridente.
"Che cazzo c'avrà da sorridere" disse Barbara ridendo, rivolta verso Simona.
Simona rimase in silenzio e a sua volta sorrise sollevando per un momento le spalle.
"Allora, sei venuto a pagare il debito, bravo. Comincia a spogliarti!"
"Come?", risposi.
"Lo sai qual'è il tuo debito, mica lo vorrai fare vestito! Avrai mica vergogna?"
Sorrisi e cominciai a spogliarmi, prima la maglia, poi scarpe e pantaloni. Rimasi davanti a loro in mutande e calzini e feci un gesto con le mani come per dire: fatto!.
"No, no, tutto. Ti devi togliere tutto, fatti vedere come mamma ti ha fatto."
"Ma davvero? Volete davvero che mi spogli completamente?"
"Scusa, ma tu scopi da vestito?"
"Perchè, vorresti dire che io te stasera scopiamo per davvero?"
"No, voglio dire che io scopo te, è diverso!"
"Cioè?"
"Finisci di spogliarti, poi vedrai."
Mi tolsi prima le calze, poi accennai a togliermi le mutande, cercando con gli occhi la conferma che lo volessero davvero.
Simona abbozzò un sorriso in silenzio, mentre Barbara mi incoraggiò con un "Vai, vai, e toglile!"
Ero un poco in imbarazzo, mi trovavo seminudo davanti a due belle e sensuali ragazze, sulle quali avevo spesso fantasticato, ma mai provato realmente il desiderio di concretizzare. Invece, erano proprio loro a chiedermi di denudarmi davanti a loro.
Le mutande si rigonfiarono, lasciando intravedere tutta la mia eccitazione per l'anomala situazione, Barbara le indicò ridendo: "Oh Simo, guarda là, qualcosa si stà muovendo!"
"Mmm, ma allora al pischello non gli dispiace", fù la sua risposta.
"Non sono mica buco", contestai, in un rugurgito maschilista, mentre con un rapido gesto me le sfilai, lasciando alla loro vista la mia dotazione, in piena erezione.
"Niente male" - esordì Barbara, con gli occhi fissi tra le mie coscie - "ho visto di meglio, ma devo dire che sei messo bene."
Anche Simona, con aria divertita, osservava il mio pene ben eretto.
Poi Barbara si alzò, e venne dietro di me, affondò una mano sul mio fondoschiena, poi la ritrasse per colpirlo violentemente.
"Niente male anche il culetto, bello sodo, proprio come piace a me".
"Grazie", risposi.
"Okey, basta parlare, tu adesso devi stare zitto e fare quello che ti diremo di fare, non ti dispiace vero se partecipa anche Simona?"
Con il capo feci segno di no.
Intanto, con il corpo si appoggiò al mio, sentivo i suoi seni spingere sulla mia schiena, mentre le sue mani si aggrappavano al mio torace, spingendomi verso di lei. Cominciarono a muoversi lungo tutto il mio corpo, prima sui pettorali, poi sui fianchi , fino alle cosce, sfiorandomi l'inguine e procurandomi un brivido che per un istante mi fece vibrare.
"Ma come sei sensibile, ancora non ti ho nemmeno toccato".
Adesso le mani, passavano dietro le cosce e risalivano nuovamente fino ad accarezzare i glutei. Mentre le altre dite facevano ben presa sui miei muscoli, i due pollici si avvicinarono alla cavità anale, giocandoci e aprendola, spostando la parte dei glutei che la nascondeva.
Fui assalito da strane sensazione, da una parte un lieve timore per queste strane attenzioni, verso tale zona, dall'altra una sensazione di piacere per quelle dita che giocavano e accarezzavano il mio corpo.
Rimasi immobile, in silenzio, totalmente assorto ed eccitato da quei movimenti e quelle sensazioni. Girai lo sguardo su Simona che stava osservando la scena dal divano, che mi apostrofò: "Stai tranquillo, non ti fà niente". Rimasi in silenzio e tornai a guardare davanti a me, mentre Barbara, si abbassò e portò la bocca all'altezza dei suoi pollici, che tenevano aperto il mio buchino e ci sputò sopra.
Ebbi un gesto di stizza, e con un lieve e rapido scatto, spostai in avanti i miei fianchi, liberandomi dalla presa delle sue mani.
"Ma che stai facendo?", le chiesi scocciato.
Simona si alzò dal divano e venne davanti a me, mentre Barbara mi riaferrava i fianchi con le mani e li riportava verso sè.
"Stai tranquillo, se ci lasci fare, vedrai che ti divertirai anche tu", mi disse Simona, portando la sua mano sul mio viso e facendola dolcemente scendere fino al mio petto, mentre la destra si stringeva sul mio pene, che prese nuovo vigore e si gonfiò nella sua morsa. I suoi occhi color nocciola mi guardavano fisso, mentre la sua mano si muoveva sul membro. Totalmente stregato dal suo sguardo e domato dalla sua mano, lasciai che Barbara continuasse a giocare con il mio sedere.
Sputò di nuovo, poi la mano destra lasciò il mio fianco, e subito dopo sentii l'indice farsi strada intorno al buco.
Con un leggero movimento circolare, lo stava allargando, e pian piano avanzava al suo interno.
Instintivamente contrassi i glutei, di tutta risposta ricevetti una colpo a mano aperta sul gluteo sinistro: "Buono, non ti faccio del male", mi rimproverò Barbara.
La cosa mi stava eccitando, e ne ero un pochino turbato; cercavo di convincermi che tale piacere, in verità, fosse dovuto a Simona, invece dentro di me sentivo che era la sensazione di quel dito che stava abusando del mio culo che mi stava eccitando, sentirlo giocherellare con il mio buchino, sentire il freddo umido della saliva di Barbara che lubrificandolo ne facilitava il passaggio.
Di nuovo il dito si avvicinò al buchino, ormai quasi asciutto. Un altro sputo lo raggiunse, e cominciò ad affondare. Lo sentivo entrare, ma questa volta non contrassi i muscoli, non lo sentivo come un intruso, ma saperlo dentro di me, sentirlo muoversi dentro di me, mi procurò piacere.
La mia concentrazione si ripose solamente su di esso, sul dito di Barbara, che mi stava esplorando, dimenticai che davanti a me, un'altra donna, mi stava masturbando.
Quando il dito fu completamente dentro, cominciò a muoversi dentro di me, la sensazione era come un solletico, fino a quando lo diresse verso la prostata e cominciò ad accarezzarla.
Il piacere aumentò, il pene ebbe un scatto e si gonfiò ancor più.
Adesso il dito si muoveva ancor più velocemente, nella stessa maniera in cui avevo mi era capitato di masturbare qualche donna, adesso era Barbara a masturbare me, il mio sedere.
Instintivamente mi chinani leggermente in avanti, come per facilitare il movimento; Barbara affondò ancor di più il dito e lo muoveva ancor più velocemente, mentre con la mano sinistra, ora mi stringeva forte la chiappa, ora la colpiva violentemente.
Ero ormai in preda all'eccitazione, Simona si abbasso e avvolse il mio pene con la sua bocca. Subito dopo esplosi in un orgasmo che le riempì la cavità orale, costringendola a detrarsi, mentre la cappella continuava a spurgare gocce di sperma.
Barbara sfilò il dito da dentro di me, mentre ancora gemevo di piacere, mi afferrò per i capelli e tirandomi indietro, mi fece sollevare la testa, abbassandomi un pò: "A quanto pare ti è piaciuto. Adesso apri la bocca, che Simona deve renderti la tua cremina".
Totalmente inebetito aprii la bocca, Simona avvicinò la sua e riversò dentro di essa tutto lo sperma che la riempiva.
Su, da brava puttanella, bevilo tutto. Non è così che piace a voi maschietti?"
Per la prima volta, avevo in bocca dello sperma, potevo sentire il suo sapore amaro, la sua densa corposità. Ne trovai disgusto, decisi di degluttirlo velocemente. Ma il suo sapore e la sua densità rimasero nella mia gola, procurandomi leggeri conati di vomito.
Mentre cercavo di eliminare quella fastidiosa presenza in gola, degluttendo saliva, Simona si spogliò completamente e si adagiò sul divano sinistro.
Poi allargò le gambe e mi ordinò:"Vieni a rifarti la bocca, su da bravo, leccamela un pochino. Ti riesce?"
Mi avvicinai e mi inginocchiai davanti a lei, poi accostai la testa in mezzo alle sue cosce, tenendo il mio sguardo fisso nel suo, sorridendo, lei si lasciò scivolare in avanti poi mi afferrò per i capelli e spinse la testa verso la vagina: "Su, da bravo, fammi un bel lavoro".
Tirai fuori la lingua e cominciai a passarla prima sulle labbra, poi piano piano in mezzo ad esse, ora spennelleandola, ora spingendola al suo interno. Di tanto in tanto, facevo aderire la mia bocca e ne aspiravo gli umori, spalancandone le labbra, e infilando rapidamente al loro interno la lingua, alla ricerca dei suoi liquidi.
La sentivo gemere, e ne ero orgoglioso, quello era un lavoro che sapevo fare, una cosa di cui mi ero vantato spesso anche con loro, e i dolci umori di Simona mi stavano ampiamente ripagando e rifacendomi il gusto in bocca.
Allungai una mano verso i suoi seni, che come collinette allietavano il mio orizzonte quando sollevavo lo sguardo. Al di sopra di esse due capezzolini, marroni e turgidi.
Alungai la mano verso di essi, ma con un rapido movimento del piede, appoggiato alla mia spalla, Simona mi spinse indietro: "Che cazzo fai? Chi ti ha detto che puoi toccare?", brontolò con aria piuttosto severa e decisa.
Intimidito abbozzai: "Scusa, non credevo di far niente di male, in fondo stiamo facendo del sesso insieme".
Interruppe Barbara: "No, noi stiamo scopando te, tu fai la parte della puttanella, quindi sati zitto e fai quello che ti diciamo di fare, niente più".
"Adesso chinati e leccami i piedi!", tuonò di nuovo Simona.
Così feci, mi chinai e cominciai a passare la mia lingua, ora sul collo dei suoi piedini, ora in mezzo alle dita smaltate di un bordeaux scuro, ora sul palmo, a seconda di come Lei li dirigeva ed orientava.
Mentre ero chino, impegnato in quel lavoro, sentii appogiarsi sul fondoschiena la suola di una scarpa, proprio nel mezzo.
Accennai a girarmi per capire, ma la mia testa fu afferrata e riportata nella posizione in cui si trovava.
Subito dopo sentii toccarmi di nuovo vicino alla cavità anale, ma questa volta non era un dito, nè una mano, era il tacco di quella scarpa, più precisamente era uno stivale che rivestiva i piedi di Barbara e che Lei si divertiva a dondolare, ora avvicinandolo, ora allonatandolo dal buchino.
Poi Simona trasse a sè la testa e la strinse nella morsa delle sue gambe, con i polpacci la teneva ben forte sotto le sue cosce.
A quel punto lo stivale smise di dondolare e il tacco cominciò ad affondare dentro di me.
Questa volta non aveva lubrificato, e il tacco, seppur a spillo, duro e rigido, non fù molto delicato con le mie interiora.
Lo sentivo graffiarmi, ma la mia mente corse ad immaginare la scena, e fui di nuovo preso dall'eccitazione.
Credo che ne fosse entrato almeno la metà, dei suoi dieci centimetri, quando di nuovo cominciò a dondolare, in un misto di dolore e piacere.
"Brava troietta, così mi piaci", commentò Barbara.
"Allora era vero quando dicevi che se nascevi donna, saresti stato una grande maiala, eh?".
Non solo stavano abusando del mio didietro, cosa che mai avrei pensato di permettere a nessuno, non solo mi stavano usando come giocattolo, ma si prendevano anche gioco di me. Avrei potuto liberarmi di quella morsa quando e come volevo, uscire da quella situazione, ma ne ero incredibilmente attratto ed eccitato, stavo provando piacere nell'essere calpestato della mia mascolinità, usato ed abusato, deriso ed umiliato.
Poi con un ultimo affondo deciso, infilò gran parte del tacco dentro il buco, ebbi uno scatto in avanti e lanciai un lamento.
Questa volta il dolore era stato grande, sentii come una lama all'interno, poi cominciò a sfilarlo piano piano, lasciando dietro di sè una sensazione di bruciore.
"Adesso voltati e pulisci bene il tacco".
Mi girai, era seduta sull'altro divano, anche lei completamente nuda, le gambe accavalate, gli stivali di pelle nera erano gli unici accessori che indossava.
Con un dito mi indicò il tacco che aveva abusato di me: "Su bello, ciuccialo bene bene, lo rivoglio ben pulito e lucidato."
Lo guardai un pò schifato, c'erano chiaramente dei residui delle mie feci che si erano spalmate lungo i dieci centimetri di tacco cromato.
Alzai lo sguardo su Barbara, che aggiunse: "Sù dai, è tutta roba tua, mica me la vorrai lasciare lì. Fammi vedere come sai lavorare di lingua".
Ormai ero completamente inebetito e mi avvicinai allo stivale, l'odore delle mie rimanenze raggiunse il mio olfatto e per un istante mi fermai. ma non ebbi il tempo di ritrarmi, che Barbara appoggiò il tacco sulla mia bocca, spingendolo al suo interno.
Lo sentivo spingersi fino alla gola, avvolto di cremosa materia amara che altri non era che le mie feci.
Stetti qualche istante fermo, immobile, poi cominciai il lavoro.
Prima lo feci sfilare, facendo bene aderire le mie labbra, e succhiando lo sporco che ne oscurava la brillantezza.
Poi strofinai con energia la lingua fino a togliere ogni residuo che ne fosse rimasto attaccato, poi di nuovo lo avvolsi con la mie labbra e lo infilai fino a sentirmelo in gola, per poi farlo uscire ed entrare più volte. Stavo simulando un coito orale, e la cosa più incredibile era che mi venne naturale, spontaneo. Per questo, anche se stupefatto per quello che stavo facendo, continuai a farlo senza timori, tuttaltro provando una grande eccitazione e piacere.
"Ma te sei una troietta nata!" - escamò Barbara - "Sicuro di non averlo mai fatto prima".
"Stai a vedere che abbiamo scoperto che sei un finocchietto", intervenne Simona.
"Sai Simo, mi sà proprio che sarà più facile di quello che pensavamo, vado a prenderli, tu intanto preparalo."
Barbara si alzò e scomparì dietro il muro che separava la sala dal cucinotto, mentre Simona mi fece adagiare con il busto sulla spalliera del divano, in ginocchioni sul guanciale.
"Adesso fai il bravo che ti facciamo diventare una vera signorina!", mi disse mentre con un mano ungeva la cavità anale con un liquido bianco.
La mia immaginazione non arrivava a tanto, cosa intendeva per farmi diventare una signorina, cos'altro volevano dal mio sedere?
"Co-come diventare una signorina?" balbettai.
"Su, non vorrai mica passare la vita a fare pompe agli stivali, ci vuole qualcosa di più sostanzioso per una bella maialina come te!".
Usavano il femminile rivolgendosi a me, e seppur anomala, la cosa non mi turbava.
Nel frattempo dal cucinotto riapparve Barbara, aveva ancora i suoi stivali neri, con luccicanti tacchi cromati, ai piedi, ma questa volta non erano gli unici accessori a vestirla.
Portava una specie di sospensorio, le cui cinghie nere intorno alla vita, sostenevano, in mezzo alle sue cosce, all'altezza dell'inguine, una protesi, piuttosto realistica, di un fallo, nera anch'essa. Un bell'esemplare in gomma, di membro maschile, le cui dimensioni erano piuttosto sostanziose, se non altro se confrontato alla mia dotazione.
Nella mano destra ne teneva un'altro, di dimensioni più piccole, diciamo già più paragonabile al mio, che tenendolo sollevato, faceva leggermente volteare in aria, tenendolo per le cinghie, mentre si avvicinava al divano dove mi trovavo.
Passò il fallo a Simona, poi si rivolse a me: "Adesso potrai dare il meglio di te, con questi due bei cazzoni."
Sentii un brivido dentro di me, adesso la mia immaginazione era stata illuminata, intuii come sarei diventato signorina.
Ma, con mio estremo stupore, ormai non ne avevo timore, tuttaltro ne provavi desiderio, scoppiavo dalla voglia di essere di nuovo umiliato, mi eccitava l'idea di essere scopato, nel vero senso della parola, da due belle donne, sentirmi femmina nelle loro mani, e tra le loro gambe.
Barbara si posizionò davanti a me, e tenendomi la testa con una mano, appoggiò il suo fallo di gomma, sulla mia bocca.
Io lo avvolsi con le mie labbra e lei cominciò a muoverlo dentro e fuori, urlandomi parole degne del peggior puttaniere.
Nel frattempo Simona dietro di me indossò il suo sospensorio e fermandomi i fianchi con le mani, lo accostò all'ano, poi con una mano lo appoggiò sulla cavità e con movimento lento cominciò a penetrare.
Stavo vivendo una incredibile situazione, in un certo qual modo parte dell'immaginario erotico maschile si stava concretizzando, soltanto che stavo rivestendo il ruolo sbagliato, ero la troietta che si faceva scopare da due cazzi, mentre nelle mie fantasie io ero uno dei due scopatori attivi.
Ma ciò non attenuò la mia ecitazione, e l'adrenalina cominciò a dar nuovo vigore ai miei muscoli, riportando il mio pene nella massima erezione.
Avevo due splendide ragazze, una davanti a me, una dietro, due che fino ad allora erano state colleghe, amiche, complici, ma che adesso stavano riversando su di me, alcune delle cose che avevo fantasticato di fare io a loro.
Una mi stava riempiendo la bocca con un grande fallo di gomma nero, mi urlava di essere una grande troia, di doverglielo leccare bene e tutto, di farle vedere quanto mi piaceva e ne fossi golosa, il tutto sembre rivolgendosi a me al femminile.
L'altra, mi stava sverginando il culo, con un fallo legato in vita, mi stava scopando come una femmina, sentivo il suo membro entrare ed uscire dal mio sedere, lo sentivo accarezzare la prostata, sentivo i colpi dei suoi fianchi sui miei glutei, quando il ritmo si fece più veloce.
Sentivo il mio pene scoppiare di piacere, e allungai una mano per saggiarne la sua durezza, ma mollai subito la presa, nel timore che la reazione fosse stata l'eiaculazione, e volevo continuare a godere di quel momento, godere da femmina.
Non sò per quanto continuarono, almeno una decina di minuti, quando Barbara scostò il suo membro dalla mia bocca e si diresse dall'altra parte del divano.
Anche Simona sfilò il suo, e mentre Barbara si sedeva sull'altro divano, lei mi prese per un braccio e mi fece alzare, mi portò davanti a Barbara,per poi farmi voltare, e posizionando le mani sulle mie spalle, mi spinse in basso, invitandomi a sedere sul fallo di Barbara, che con la mano destra stava tenendo ben eretto e pronto ad inserirsi dentro il mio sedere.
"Adesso vediamo quanto glielo hai allargato, Simo."
Sentii l'enorme cappella appoggiarsi tra i due glutei, e tra essi farsi strada, ma istintivamente li avevo contratti, e per questo ricevetti due belli schiaffoni sulla chiappa sinistra.
Poi Barbara, prese la bottiglietta del liquido lubrificante, lo passo sul suo fallo, e con le mani allargò i glutei che si erano fatti più morbidi.
A differenza di quello di Simona, il fallo di Barbara faticava molto di più a farsi strada, lo sentii sfondare il buco, e provai un gran bruciore, come se lo avesse strappato.
Poi, lentamente lo affondò dentro di me. Lo sentivo riempirmi, il suo passaggio al mio interno non era più una carezza, ma un vero e proprio sfondamento, mi stava letteralmente allargando.
Arrivata ad un certo punto si fermò, ma avendolo avuto in bocca fino a pochi istantoi prima, sapevo che non era entrato del tutto, che ancora ce ne era. Ed ecco che lei di lo sfilava, lentamente, fino a farlo uscire quasi del tutto, fino a quando la parte superiore della cappella facesse capolino al mio interno. Poi di nuovo dentro, delicatamente, un pò più profondamente, sfondando qualche centimetro in più del mio sedere. Di nuovo fuori, e di nuovo dentro, fino a quando, il calore delle sue cosce scaldo le mie chiappe. Un violento colpo d'anca e ce lo avevo tutto dentro. Lo sfilava un poco e di nuovo un colpo d'anca violento, poi ancora, poi ancora, sempre più rapidamente, fino a quando il miei sfinteri cedettero ogni resisetnza e i colpi si fecero più rapidi e frequenti.
Fu allora che Simona infilò il suo fallo, ancora intriso dei miei umori, dentro la mia bocca e, tenendomi la testa con le mani, al ritmo dei colpi di Barbara, lo spingeva e lo detraeva dentro di essa.
Le dimensioni del fallo di Barbara mi procurarono nuovo piacere, che sommergeva completamente il dolore delle parti sfondate; mentre i suoi colpi mi facevano saltellare su di lei, mentre la mia bocca si ingoiava il fallo di Simona, gemevo come una troia, stavo godendo, stavo provando una sensazione mai provata, e che mai avrei creduto di poter provare, o di avere il coraggio di provare.
Le sentivo ridere, gemere, o burlarsi di me, ma non me ne curavo, stavano regalandomi qualcosa di strepitoso, stavo godendo come un femmina, stavo sentendo dentro di me, la potenza della sessualità, ed era grazie a loro, tutto era loro permesso, in cambio di quel dono.
D'improvviso Barbara rallentò, e con la mano destra mi afferrò il pene, lo stringeva e lo rilasciava, come per mungerlo, e difatti, subito dopo schizzai fino a colpire Simona davanti a me, dritta nel petto, dopo che mi ero liberato della sua presa inarcandomi sulla schiena nel gesto di godere.
Il resto mi colava lungo il pene, fino a posarsi sulla mano di Barbara che ancora continuava il suo movimento, fino a quando non ne usciva più una goccia.
Simona prese di nuovo la mia testa con entrambe le mani e la portò all'altezza dei suoi seni, che come un miraggio si mostravano davanti ai miei occhi, che, annebbiati dai fumi del piacere, pian piano mettevano a fuoco e videro i suoi turgidi capezzoli ergersi dalla sommità delle due piccole e sode tette, cosparse del mio liquido seminale.
Sapevo già quale sarebbe stato il mio prossimo compito, senza che mi fosse suggerito, mi affrettai a ripulirle, con lunghe ed energiche linguate, su tutte le rotondità dei suoi seni, passando per il solco che li divideva e risucchiando tutto il liquido che le solcava, fino ad arrivare ai capezzoli, di cui potetti verificare la durezza e rigidita, e che feci sparire nella mia bocca, per risucchiarne ogni mia impurità.
Nel frattempo Barbara mi fece sollevare e sfilò il suo membro dal mio sedere, che tornando a coprire lo spazio violato, mi rilasciava dolorose sensazioni.
Si spostò di lato e passò la mano intrisa del mio sperma sul fallo di gomma, spalmandola per tutta la sua superfice, poi mi fece inginocchiare sul pavimento e spinse la mia testa verso di esso.
Cominciai a leccarlo, e mentre avidamente succhiavo il mio liquido, mi resi conto che non provavo più il senso di disgusto che avevo provato solo pochi minuti prima, la prima volta che lo avevo avuto in gola. Lo leccavo avidamente e ne ripulii ogni sua parte, anche dove trovavo attaccato qualche grumolo di feci, poi per finire il lavoro lo avvolsi nella bocca e cominciai a pomparlo, prima lentamente, poi sembre più velocemente.
Solamente allora vidi che dietro l'attaccatura del fallo che mi stavo ingoiando, ce ne era un'altro simmetrico, più piccolo che si infilava dentro la vagina di Barbara; alzai gli occhi verso di lei e la vedevo godere al ritmo delle mie pompate, fino a quando non mi prese per i capelli, scostò la protesi e mi schiacciò la bocca tra le sue gambe, dalla cui cavità vaginale sgorgava un liquido cremoso, che mi affrettai a succhiare e gustare.
Quando fù appagata, mi sollevò la testa, mi guardò fisso negli occhi, e disse: "Adesso fatti una doccia e vattene, la festa è finita!"
Non privo di dolori per i trattamenti subiti, ma appagato per le incredibili emozioni che avevo pouto vivere con quella esperienza, raggiunsi il piccolo bagno di servizio, dove con un bel getto di acqua fredda allievai i bruciori conseguenti ai trattamenti subiti.
Poi presi la porta e me ne tornai a casa, dove mi attendeva una notte insonne, a ripensare attimo per attimo, emozione per emozione, movimento per movimento, a questa incredibile esperienza.
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18 years ago
admin, 75
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Di nuovo sessualmente femmina
ciao a tutti sono kristina purtroppo negli ultimi tre anni travesta in privato perchè mi sono sposata (con donna).
dunque come dicevo nelle righe sopra oramai sono tre anni che non esco en femme ma sono kristina solo in pvt nei ritagli di tempo che sono sola, e giocare con il mio unico fallo di lattice.
cmq per farla breve e iniziare quello che mi è successo racconto con immensa gioia che il martedi grasso ultimo giorno di carnevale del 2006 sono stata di nuovo con un uomo dopo una astinenza di tre anni piu o meno. tutto inizia che si decida con altre 2 coppie di amici di andare a festeggiare il martedi grasso a un locale che facevano una festa mascherata.La mia scelta del costume naturalmente mi pare ovvia (travestirmi da donna) con sommo stupore di mia moglie che quando gli chiedo se è il caso di depilarmi accetta anche di aiutarmi dopo il primo tentativo di dirmi se ero sicuro. e cosi inizia il travestimento per la prima volta ufficiale mi depila petto avambracci natiche fino a un quarto di coscia (fino al limite delle calza nere con reggi, perizoma reggiseno a balconcino, minigona di tessuto fino e una camicetta scollata molto sexybianca. poi inizia il trucco con un fondo tinta molto leggero occhi pittati di nero e matita sulle labbra unico inconveniente le scarpe che mia moglie chiede alla vicina che ha un 41e mezzo (io porto un 42) con tacco da 11 con scollatura un pò strettine ma molto belle. alla fine della preparazione mia moglie rimane un pò a guardarmi per dirmi ma sei sicuro non ti vergogni con i nostri amici? io faccio un pò di parte mi guardo certo cosi conciata un pò si, gli rispondo cmq va bene preparati anche tu che ci aspettano.
raggiungiamo i nostri amici al locale (vicino frascati) scesi dalla macchina le loro facce sono quelle della presa in giro totale con battute naturalmente non proprio consone da dire qui.solo luca lo chiamerò cosi fà un apprezzamento leggero riferendosi al mio di dietro ma dando merito alle scarpe. si entra nel locale si beve si spizzica qualcosa si parla del piu e del meno fino a quando dico agli altri che vado in bagno per un bisognino fisiologico e luca si aggrega con me per lo stesso motivo. appena entrati in bagno luca mi mette una mano nel mezzo del sedere (praticamente me la sento in mezzo alle chiappe avendo una minigonna molto leggera e il peri in mezzo alle chiappe) esclamando a pà (il mio nome maschile abbreviato) hai proprio un bel culo!! Luca ma sei scemo gli rispondo leva stà mano!!lui di subito mi risponde: e dai stò scherzando andiamo. vabbè risposi.usciamo dal bagno e mi dice diciamo agli altri che ci andiamo a fumare una sigaretta fuori. ok risposi detto fatto ci ritroviamo fuori al freddo a fumarci una sigaretta appoggiati alla sua macchina una jeep cayenne.comincia a farmi i complimenti per il costume che sono molto sexy etc etc quando all'improvviso mi prende la mano e se la mette sulla patta del suo costume (uomoragno)e comincia a strofinarla, sento il suo pisello tosto e gli dico levando la mano scherzando che ciai li carzoni sporchi??? e scoppiamo a ride imbarazzatissimi mentre gli dico luca ma sei proprio scemo e arrapato!!! llui diventa rosso come il costume che aveva in dosso, allora gli dico senti entriamo in macchina che fà freddo (io ero abbastanza leggera) che continuiamo a parlare. lui acconsente ci accomodiamo e gli dico dove eravamo rimasti!!!gli calo i calzoni e gli tiro fuori la sua mazzae comincio a ma sturbarlo lui imbarazzatissimo balbentando mi diice pà ma che ca... stai a fà??? io gli rispondo non era questo che volevi?? lui si...ma... niente ma.. ed è solo linizio.gli chiedo se ha dei cappottini lui dice di si ne tira fuori uno e me lo dà. gli dico adesso mettiti comodo e non ti muovere srotolo con la bocca nel suo pisello il cappottino e comincio a pompare da sotto a sopra. durata 2 minuti e lo sento venire. me lo guardo un pò incazzata e dico tutto quà??luca imbarazzatissimo non sapeva cosa dire. spero che ti farai perdonare gli dico ancora e luca risponde si.. si..
gli sfilo il cappottino e comincio a masturbarlodi nuovo dicendogli di prepararmi per il dietro e infilarmi prima uno e poi due dita nel buchino.quando vedo che ricomincia ad essere un pò balzotto mi dà un altro cappottino e glielo infilo stavolta con le mano mi metto sopra di lui allinizio sdraiata la paura che ci vedeva qualcuno era reale e di cominciare a infilarlo quando vedo e sento che non ci riesce gli dò una mano nellindirizzarepoi comincio un movimento ondulatorio che piano piano lo sento entrare con un leggero bruciore ogni volta che avanzava dentro una volta che lho sentito che una buona parte era entrata mi dà una botta che sinceramente mi tolse il fiato per un attimo, lui mi guarda con aria di sfida ( nel senso adesso ti ho rotta)e mi dice sono perdonato?? io in quel momento di sottomissione non sapevo cosa dire lunica cosa che gli dissi era quella di non muoversi che mi aveva fatto male.provo a muovermi ondulantesento dolore e piacere ma non resisto ma stavolta il dolore era di piu del piacere quindi dopo un pò mi sfilo il suo pisello dal sedere dolorante(probabilmente non era preparato bene) vedo la sua faccia preuccupata gli dcio tutto bene tranky luca.ci ricomponiamo e un pò io dolorante (ma cmq le scarpe mi giustificano il camminamento) e luca ci riavviammo presso il locale e prima di entrare gli dicoa luca ahòòòò ti devi fare perdonare ricordalo!! e luca si si pà!arriviamo al tavolo ci rimettiamo come se niente fosse con gli altri che erano in pista aballare.La fine è che poi luca in una serata di molta intimità quando le moglisono andate al cinema e noi dovevamo vedere la Partita Luca si è fatto perdonare di piu di quello che credevo.
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18 years ago
admin, 75
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Finalmente antonella!!!
Oggi è stato un giorno da ricordare, finalmente dopo anni di pensieri peccaminosi e di masturbazioni a tema, la donna che ho sempre desiderato mi si è concessa totalmente.
Incuranti ambedue del fatto di essere sposati abbiamo infranto ogni regola ed ogni tabù.
Antonella………… una super quarantenne, capelli biondi mossi, due tettone da urlo (5° misura), un culo burroso ed accogliente, due gambe da favola, ma, soprattutto una gran voglia di cazzo repressa ormai da anni……. Si…….perchè la signora è sposata con un minchione di prima categoria e, a detta sua…….mini dotato.
Ho sempre ammirato quella donna per la sua femminilità, per la sua carica erotica, per il suo modo di camminare su tacchi altissimi (cosa che a me fa impazzire).
Questa mattina con una scusa banale mi sono recato a casa sua, approfittando del fatto che il suo adorato maritino fosse al lavoro.
Arrivato davanti alla sua porta, suonai il campanello. Subito lei mi aprì. Mi trovai davanti Antonella vestita in un modo arrapantissimo. Una camicetta bianca con una scollatura mozzafiato oltre la quale si intravedeva un reggiseno di pizzo nero. Una gonnellina nera sopra il ginocchio con spacco laterale, calze velate color castoro ed un paio di decollete nere scamosciate con tacco a spillo in metallo dorato (da vera puttana). Entra pure mi disse……. Ti faccio subito un caffè vuoi? Certo! Risposi io……. Anche se le mie intenzioni erano altre!!!!
Antonella si diede subito da fare come sempre ed iniziò a preparare il caffè.
Sai……… stavo per uscire mi disse, a cosa debbo l’onore della tua visita?…… fortuna che sono arrivato in tempo, dissi io……… ora con calma ti spiego tutto non preoccuparti Anto!
Vederla trafficare ai fornelli vestita in quel modo mi fece rizzare il cazzo, mi alzai dalla sedia e lentamente mi avvicinai a lei. Appoggiai le mie mani sui suoi fianchi ed iniziai a strusciarmi sul suo culo facendole sentire tutta la mia eccitazione. Lei rimaneva immobile come pietrificata, ma sentivo il suo respiro aumentare sempre di più. Era il momento giusto…. La zoccola ci stava!
Avvicinai la mia bocca al suo orecchio e le sussurrai in un orecchio…….Non sarebbe meglio prendere qualcos’altro invece del caffè? Sono stufo di masturbarmi pensando a te………… E mettendole una mano sotto la gonna arrivai finalmente a toccarle la fica! La signora indossava un minuscolo perizoma di pizzo nero ed un paio di autoreggenti……….. la sua Bernarda era già fradicia ed il mio dito scivolò agevolmente dentro di lei. Sentii subito un suo gemito di piacere e, dopo poco mi disse con voce eccitata………..Quanto ho desiderato questo momento……voglio essere tua…….tua completamente……..fammi impazzire porco!!!!!
A quelle parole ogni tipo di inibizione scomparve in me. Le sbottonai velocemente la camicetta, giù il reggiseno….. e le tirai fuori le sue grandi mammelle, palpandole con foga. La girai verso di me, determinato più che mai a leccare e succhiare quei turgidi capezzoli.
Antonella si dimenava ed ansimava sempre più……. Dalla sua bocca uscivano parole di incitamento sempre più oscene………Succhiami le tette bastardo! Non era quello che volevi??? Succhia! Succhia! Non fermarti!!!!
E no!!! Mia cara puttana………ora basta con questi giochetti da adolescenti!!!....... ora si fa sul serio!!!
A quel punto le misi due dita in bocca per inumidirle con la sua saliva e, subito dopo, scostandole il perizoma dalle chiappe, le infilai un dito nel culo senza tanti complimenti.
Notai subito che la signora aveva un buchino ancora stretto, segno lampante che non aveva preso molto cazzo nel 2° canale. Ma, notai ancora di più che stava gradendo molto la penetrazione.
Quella gran vacca si dimenava ormai come un’anguilla. La presi quasi di forza e la feci sdraiare sul tavolo, allargandole per bene le gambe e spostandole le mutandine.
Fatto ciò mi chinai verso la sua passerona rosea e li, ficcai la mia lingua, usandola come una sciabola…….. iniziai a succhiarle il grilletto ormai teso e gonfio, alternando passate di lingua su tutta la vulva, per poi penetrarla il più possibile con la lingua stessa.
Era meraviglioso!!! Assaporare i suoi umori di donna, e, all’unisono sentirla godere come una cagna!
Continuai quel trattamento per circa dieci minuti buoni, poi mi fermai. Passai velocemente dall’altra parte del tavolo avvicinandomi alla sua testa.
Mi abbassai lentamente i pantaloni e le dissi: Ora tocca a te mia cara…….fammi vedere quel cornuto di tuo marito cosa ti ha insegnato in tutti questi anni di matrimonio……
Antonella, vedendo il mio pistone in tiro rimase sbalordita e disse: Mio Dio…….. cosa mi aspetta!!!!! Ma tu non hai un cazzo…….hai un palo tra le gambe!!!!
Io sorridendo risposi: per ora prendilo in bocca, che poi anche tu lo avrai……..in mezzo alle gambe!!!!
Lei non se lo fece ripetere…. Lo prese subito in bocca ed iniziò a succhiarlo come una vecchia puttana. Non avevo mai provato nulla di simile prima! Antonella succhiava ed io cercavo di spingere il mio cazzo sempre più in fondo nella sua gola, fino quasi a soffocarla. Ingoialo troia……ingoialo tutto!!! Le dicevo con voce bassa ed ansimante. Ad un certo punto, sfilai il cazzo dalla sua bocca e glielo sbatacchiai per bene sul volto e poi sul seno, muovendolo come se stessi usando una frusta……..
Piano piano mi ritrovai davanti alle sue magnifiche gambe aperte, velate da un paio di autoreggenti color castoro e, meravigliosamente completate da delle decolletè nere scamosciate con tacco a spillo in metallo dorato. Il mio bastone era pronto! Durissimo!
Il momento era giunto…….. stavo per fare quello che per anni avevo solo sognato…….chiavare Antonella!!!!
La guardai dritta negli occhi e le dissi: Preparati Anto! Sta per entrare un treno nella tua galleria!!!
Siiiiii!!! Rispose lei……… Fammelo sentire tutto il tuo treno!!!!! Chiavami porco!!!! Chiavami ora!!!!!!!
Le spostai nuovamente il perizoma………
Appoggiai la mia grossa cappella alla sua fregna calda ed umida………
Iniziai la penetrazione……. Lentamente…….molto lentamente. Il mio cazzo durissimo si faceva strada dentro quella caverna umida, come un coltello caldo nel burro.
La puttana gemeva di piacere……….. Quanto è grosso!!!! Quanto mi piace!!!! Arriva fino in fondo tesoro!!! Spaccami la fica!!!! Sono la tua Troia!!!
Arrivai in fondo alla sua fica, fino al collo dell’utero, per qualche secondo mi fermai.
Iniziai poi a muovermi lentamente dentro di lei……. Avanti e indietro…….avanti e indietro……Poi sempre più velocemente.
Più forte!!!! Gridava lei……Più forte!!! Più veloce!!! Spaccami la fregna bastardo!!!! Non è quello che volevi???
Sentendo quelle parole mi infoiai come un animale. Iniziai a scoparla quasi con rabbia, Antonella incassava i miei colpi godendo come una pazza. Ad ogni affondo le sue grosse tette sobbalzavano, muovendosi come le onde di un mare in tempesta, sentivo i suoi tacchi a spillo sulle mie chiappe……….. era eccitantissimo!!!!
Entravo ed uscivo dal suo corpo con una facilità estrema. La sua figa era bagnatissima e dilatata al massimo!
La pompai così per una decina di minuti poi le dissi: Vieni con me puttana! Andiamo in camera da letto…… Ora viene il bello!!!
Lei si alzò e mi condusse verso la camera da letto……. La feci sedere sul letto davanti a me e glielo ficcai nuovamente in bocca incitandola a leccarlo e succhiarlo ancora un po’…….
Dopo qualche minuto di bocca le dissi: Ora basta!!!! Alzati e spogliati zoccola!!! Voglio che lasci solamente le calze e le scarpe! Lei obbedì all’istante, si levò la camicetta, la gonna ed il reggiseno.
Ora inginocchiati sul letto le dissi………. Ti voglio alla pecorina!
Lei si voltò…….si inginocchiò sul letto e mi offrì la stupenda visione delle sue chiappone larghe.
Non persi tempo, salii anch’io sul letto e la ingroppai. Era come montare una cavalla selvaggia!!! Una vera troia……… una donna con la D maiuscola….
Antonella incassava i miei colpi gemendo e godendosi come una pazza le dimensioni del mio arnese.
Dopo averla fatta godere per bene, sfilai l’uccello da quella meravigliosa fica, le allargai il più possibile le chiappe ed iniziai una lenta preparazione al suo buchino del culo. Leccavo con infinita cura e pazienza inumidendo il suo canale. Lei mi disse: E’ bellissimo!!! Dai leccami il culo….. penetrami con la tua lingua tesoro…..
Mi feci leccare ben bene il dito indice, dopo di chè misi il mio dito nel suo stretto culetto. Quella gran puttana non disdegnava il trattamento. Ad un certo punto le sfilai per un attimo una scarpa e le feci entrare dentro piano piano il tacco a spillo. Aspetta!!! Mi disse….. mi sembra di capire che sei molto interessato al mio culo vero? Io non l’ho mai preso dietro ma…… penso sia interessante.
A quel punto non mi feci pregare molto. Le sfilai il tacco dal culo, le rimisi la scarpetta ed allargandole bene le natiche iniziai a prepararla per il suo primo rapporto anale.
Avvicinai la mia lingua al suo sfintere leccandolo lentamente e cercando di penetrarlo con la lingua stessa. Più leccavo e più quel buchino si dilatava.
La troia gradiva molto il trattamento ma di li a poco qualcosa di molto più sostanzioso della mia lingua sarebbe scivolato li dentro.
Ad un certo punto lei mi disse: Aspetta!.......
Con una mano aprì il cassetto del comodino e tirò fuori un vibratore……… Prima mettimi questo nel culo…….. è molto più piccolo del tuo pisellone……. Mi aiuterà a non sentire troppo dolore.
Chiesi ad Antonella se avesse della crema emolliente per preparare il canale. Sempre dal comodino uscì anche quella.
Ne spalmai un po’ sul vibratore e poi, con il dito, le riempii per bene il culo.
Appoggiai la punta del vibratore al suo sfintere e piano piano cominciai una lenta ed inesorabile penetrazione. Quel piccolo aggeggio di plastica scivolava agevolmente dentro di lei.
Arrivai fino in fondo al canale rettale e li lo tenetti fermo per alcuni minuti, poi iniziai a muoverlo su e giù.
Ti piace prenderlo nel culo? Le dissi. Siiiiiiii!!!!!! Rispose lei, ma voglio il tuo cazzo nel mio culetto…….. voglio che tu mi rompa il culo…….. lo voglio sentire fino in gola il tuo siluro……fottimi nel culo!!!!! Scopami il culo dai!!!!!!
Sentendo quelle parole la voglia di inchiappettarla salì alle stelle. Levai immediatamente il vibratore e lo gettai sul letto. Passai davanti a lei e la obbligai a prendere in bocca il mio cazzo per farmelo succhiare ancora un po’ prima di sbatterglielo nel culo.
La troia succhiava e leccava come un’ossessa. Il mio pisellone diventava sempre più duro pregustando la penetrazione che da li a poco sarebbe avvenuta. Arrivato al limite dell’erezione, andai dietro di lei e le dissi: l’ai vouto tu……….. allarga bene le chiappe troia…….. ora ti rompo il culo, alla faccia di quel senza cazzo di tuo marito!!! Lei rispose: Siiiii! Spaccami il culetto!!! Ma fai piano………non farmi male!
Il mio uccello era durissimo. 25 cm di carne stavano per invadere il suo retto. Appoggiai la cappella al suo sfintere ed iniziai a spingere……. Centimetro dopo centimetro scivolavo dentro di lei. Il suo culo era molto stretto e con fatica riuscivo a penetrarlo. Dio mio!!!!! Disse lei……ma è enorme!! Mi stai spaccando!!!! Mi fa male!!!!
Incurante dei suoi lamenti andai fino in fondo e mi fermai. La presi con una mano per i suoi lunghi capelli biondi e, facendola voltare verso di me le dissi con voce roca ed eccitata: lo senti Anto??? Lo volevi nel culo??? Eccoti accontentata!!!! Lo senti quanto è grosso??? Ora te lo lucido per bene il tuo culetto vergine!!! Dette quelle parole cominciai a muovermi dentro di lei lentamente. Sentivo il mio cazzo fare sempre meno fatica, il suo canale si stava adattando alle dimensioni del mio uccello ed il suo iniziale dolore si stava tramutando in piacere. Si!!!!!! Siiiiiiiiii! Mi piace!!!! Fa un po’ male ma è molto bello!!! Inculami !!!! inculami porco!!!! Sono la tua troia!!!
Antonella intanto si masturbava velocemente, sgrillettandosi il clitoride gonfio come un palloncino.
La chiavai a lungo nel culo sfondandoglielo a dovere tra grida di piacere e di dolore.
Era completamente mia, ogni tipo di inibizione era ormai caduta. Stavo per venire, le mie palle erano gonfie di liquido bollente, ma non volevo sborrare nel suo culo. Arrivati a quel punto una bella spagnola era quello che ci voleva!
Le levai il cazzo dal culo e con una spinta la rivoltai a pancia in su. Velocemente salii a cavalcioni su di lei ed appoggiai il mio siluro proprio in mezzo alle sue meravigliose mammelle.
Le strinsi forte con le mani schiacciandole con forza, fino a quando il mio cazzo non sparì, completamente avvolto tra quelle meravigliose tettone. Pochi movimenti mi bastarono per raggiungere l’orgasmo più intenso e prolungato della mia vita. Una copiosa eruzione di sborra bollente le si riversò sul collo e sul volto. Velocemente ne raccolsi con le dita un bel po’, gliele ficcai in bocca e la obbligai ad ingoiarne il più possibile.
Finimmo esausti sul letto del peccato promettendoci a vicenda che nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza del fatto e che tutto si sarebbe dovuto ripetere prima possibile.
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18 years ago
sexforwomen,
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Ci mancò poco che diventasse realtà...
Avevo 14 anni ma ero già formosa,glabra e troia come adesso.
D'estate adoravo e adoro andare in bicicletta per stradine di campagna,perchè apprezzo la pace di quei luoghi ove ogni tanto il silenzio è rotto solo dal canto delle cicale tra la fitta vegetazione.
Vestita con un paio di pantalocollant aderentissimi e una maglietta,quel giorno ero partita alle 9 del mattino e dopo una mezz'ora avevo abbandonato la strada principale per inoltrarmi su un sentiero minore che dopo un pò non era più nemmeno asfaltato.Li le automobili cominciavano ad essere rare:ne avevo incontrate solo tre nei 45 minuti che avevo impiegato fino a quel momento per percorrerla,ed i rumori della strada principale ormai lontana non erano più avvertibili da un pezzo.
Su questo sentiero vi erano alcuni tratturi che si inoltravano ancora più in profondità nella campagna e ad un certo punto decisi di imboccarne uno.Era davvero stretto,tanto che un'automobile difficilmente sarabbe potuta passare.Però era immerso nella vegetazione ed il sole filtrava con qualche difficoltà regalando un pò di refrigerio a chi come me fosse passato di lì.
Anche su questo mi ero inoltrata oramai per una buona mezz'ora e non avevo più incontrato anima viva.La stradina si inoltrava semprè più lontano tra mille curve e qualche ulteriore deviazione,tanto che ad un certo punto temetti di potermi perdere.
Ma quell'atmosfera quasi surreale cominciava ad ecccitarmi e provavo strane sensazioni:io completamente sola in mezzo alla natura.Cominciai a fantasticare e presi a concentrarmi sulle sensazioni che mi dava la sella della bicicletta.Era piuttosto stretta e allungata ed aveva la tendenza ad infilarsi tra le natiche.Cominciai a chiedermi che sensazioni avrei provato se invece della sella,tra le mie natiche si fosse un giorno "infilato"...qualcos'altro...Mi scoprii eccitatissima e mi tornò in mente l'episodio vissuto un giorno dell'anno scolastico precedente.
Quel giorno avevo chiesto il permesso di andare in bagno.Entrai per fare quel che dovevo e ad un certo punto sentii vociare.Erano due bidelli ben noti nella scuola per essere dei nulla di buono e anche un pò delinquenti.Avevano ormai forse anche più di 45 anni.Improvvisamente aprirono la porta dietro la quale ero io.Forse non mi avevano sentito.
Per farla breve,mi trovarono con la tutina calata mentre stavo per ritirarla su.Alla mia vista ci fu un attimo di silenzio.Tirata su la tutina aderente in fretta e furia,andai al lavandino per rinfrescarmi e uno dei due fece all'altro:"hai visto che bel culo che c'ha (mio nome)? Liscio e morbido proprio come quello di una femmina".E nel pronunciarle mi mise lentamente e con lascivia la mano destra tra le chiappe spingendo il pollice più avanti che potè in direzione del mio ano.La tutina aderentissima ed elastica lasciò passare senza alcuna resistenza quel dito calloso che mi sentii qualsi del tutto dentro.
Quelle parole mi esplosero in testa e unitamente a quel dito nel mio corpo mi sentii violata.Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo:volevo solo tornare in classe.Corsi via,fuori dal bagno mentre sentivo quei due ridere della loro bravata.
Ma invece di causarmi un trauma psicologico,quell'episodio aveva avuto il potere di cominciare a farmi interrogare sulla mia sessualità.
Perchè avevo cominciato ad avere certe fantasie?
E perchè quando andavo in palestra al pomeriggio,nelle docce mi accorgevo di quanto fossero grossi i membri degli altri (nelle docce c'erano uomini di varie età oltre ai ragazzi) mentre il mio era così piccolo?Perchè la cosa mi eccitava?E come mai il mio corpo aveva forme così tonde e morbide,sena peli tanto che spesso mi sentivo addosso gli sguardi degli altriin quelle docce...?
Tornai al momento che stavo vivendo e decisi di poggiare la bicicletta al tronco di una albero per esplorare un pò a piedi quella meravigliosa vegetazione.
Improvvisamente ebbi l'impulso irresistibile di spogliarmi completamente e tornai alla bici per poggiarvi gli indumenti che poi consisteva solo di un pantacollant aderentissimo che continuava sopra in una specie di canottiera.
Così,completamente nuda passeggiai sull'erba morbida quando improvvisamente vidi più in là una radura che si apriva tra la vegetazione ed un piccolo casolare mezzo diroccato da dove veniva qualche rumore...
Incuriosita mi nascosi dietro ad un cespuglio ed ebbi presto modo di vedere sbucare da dietro un muro,un uomo poderoso a torso nudo con la pelle molto abbronzata dal sole.Aveva barba e palesemente non era italiano.Sembrava più un marocchino o qualcosa del genere.
Stava lì a zappare la terra con addosso solo un pantalone sudicio e due scarpe grosse da muratore anche queste logore.Era molto villoso in petto e quella vista mi mise una specie di calore addosso.
Dovetti fare qualche rumore,perchè improvvisamente quel maschione smise di lavorare e venne verso il cespuglio dove mi trovavo io.
Cominciai non dico a correre ma ad alzare il passo:ero tutta nuda e morivo di vergogna al solo pensiero di farmi vedere così da quel tipo.
Ma purtroppo (o per fortuna) inciampai e caddi sull'erba mentre il maschione si avvicinava.
Feci appena in tempo a voltarmi per rialzarmi e me lo ritrovai lì a fissarmi in piedi.Rmasi a terra impietrita.
Lui subito disse in italiano stentato e con aria seccata:"Questa proprietà.Tu cosa fare?"
Io non seppi proprio cosa rispondere e rimasi lì nuda con la pisellina da fuori divenuta se possibile ancora più piccola per lo spavento.
Lui allora mi fissò zitto e mi squadrò dalla testa ai piedi,fermando lo sguardo sulle mie rotondità.
Evidentemente aveva subito capito com'ero fatta,perchè mi chiese a bruciapelo:"Vuoi vedere cazzo?"
E nel dirmi queste parole si abbassò la cerniera dei pantaloni mettendo fuori un coso ciondolante e due coglioni davvero grossi.
Io non sapevo che cosa pensare e lo vidi mentre si metteva i pugni sui fianchi lasciandosi ciondolare dalla patta quel membro che cominciava ad ingrossarsi sopra due coglioni grossi e pelosi.
Vivevo come in un sogno e osservai me stessa mentre,ancora a terra,allargavo le cosce.
"Ma cosa sto facendo"? pensavo...possibile che io sia così puttana?
"Vieni qui" mi ordinò il maschio "e tu prendi bocca".
Mi avvicinai in ginocchio in preda ad un sogno,ma non sapevo cosa stavo facendo...mi guidava solo l'istinto.
Presi nella mano sinistra quel cazzo negro e duro...non avevo mai tenuto in mano un vero cazzo di maschio così grosso,mentre con la destra a coppetta gli presi i coglioni palpandoli e saggiando la loro grossezza.
"Tu piace cazzo,si vede",disse.
"Dai prendi in bocca",disse ed io assistetti allo spettacolo di me stessa che accoglieva tra le labbra quel coso grosso e nodoso.
Lo presi in bocca e comiciai a fare quel tipico movimento avanti e indietro che finora avevo visto solo in qualche filmetto porno.
E similmente mi sentii una mano callosa dietro la nuca che assecondava il movimento,proprio come avevo visto nei filmetti.
E così feci il mio primo bocchino quasi senza accorgermene.
Quando fu soddisfatto mi stacco dal suo cazzo e mi fece capire di mettermi a pecora.
Io gli dissi che non lo avevo mai fatto e che avevo paura e lui si allotanò un attimo e tornò con una bottiglietta di olio d'oliva che usava evidentemente per il pranzo.
Mi fece mettere a pecora ed io mi ci applicai con tutta me stessa,lasciandomi andare e inarcando la schiena più che potei per offrigli le mie parti intime e strusciando le tettine sull'erba fresca con le braccia distese in avanti e il resto del corpo all'insù poggiato sulle ginocchia.
Allargai le cosce più che potei e chiusi gli occhi concentrandomi sulle dolci sensazioni che provavo.
Sentii le sue dita allargarmi piano le chiappe e sentii il calore dell'olio che mi ungeva.
Sentii le sue dita che provavano a intrufolarsi nell'ano per provare ad allargarlo.Sempre un pò più inprofondità...sempre un pò più in profondità.
Mi sentii penetrare da quelle dita più di una volta e provai sensazioni dolcissime che mi costrinsero a gemere come una puttanella.
Poi improvvisamente non sentii più nulla per qualche istante.
Ero pronta.
All'improvviso sentii appoggiarmi tra le natiche qualcosa di più grosso di un dito e sentii cominciare quel coso a spingere...a spingere...a spingere...in direzione del mio ano.
Poi emisi un gridolino,la mia femminilità si dischiuse improvvisamente e fui montata per la prima volta...così fui fatta femmina per la prima volta e ingravidata da un marocchino o chissà chi altro era.
P.S.
Questa storia è vera fino al bocchino...poi non ebbi il coraggio di continuare e scappai via.
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18 years ago
trojetta,
37
Last visit: 2 years ago
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Lei
eccovi la prima parte di una mia avventura capitata pochi anni or sono che ha cambiato in tutto la mia vita. Se ora noi siamo in questo sito lo dobbiamo solo agli sviluppi di questa vera avventura.
L E I
Finalmente Lei è arrivata, con la figlia e con il marito, per passare l’estate a casa mia.
Stupenda, con una vaga somiglianza alla famosa Jennifer, alta un metro e settanta circa, occhi da fatina buona, pelle abbronzata di natura per la sua origine non italiana, capelli neri, lunghissimi, un visino rotondo e molto bello, le labbra carnose rosse danno un colore erotico al suo volto, la voce suadente con uno strano accento straniero che non saprei definire, diverso da quello che hanno tutti gli altri suoi connazionali, le tette dure anche se da terza abbondante, un bel culetto sodo, un aria generale di gran porca e ne sapevo qualche cosa, un corpo sinuoso che lasciava immaginare roventi movimenti erotici
L’avevo vista una sola volta e mi è entrata subito nel sangue.
Lei sposa di Ivan un cugino di mia moglie, emigrati in Italia dalla Romania e sistemati in un paesetto del Piemonte dove lavorano.
A Pasqua del 2003 siamo saliti al nord ospite con la mia famiglia a casa sua, per conoscerli visto che io non li conoscevo e mia moglie non conosceva la cugina acquisita, loro si sentivano spesso telefonicamente e così avevano deciso di passare la pasqua insieme.
Mia moglie mi aveva convinto a fare questo viaggio, lei che da undici anni vive in Italia sentiva il bisogno della sua gente, io non né avevo voglia però mi ero lasciato convincere anche perché pensavo di passare una settimana a Milano dove loro mi dicevano che abitavano, avrei approfittato del viaggio per rivedere alcuni miei parenti a cui sono molto affezionato e poi avrei avuto la possibilità di rivedere il MILAN a San Siro, e cosa più importante avrei portato allo stadio mio figlio Nicola di 9 anni, che proprio Milanista non è, quindi pensavo, che la bellezza dello stadio, la coreografia dei tifosi, il vedere la squadra dal vivo, avrebbe fatto crescere in lui lo spirito Rossonero e devo dire che in questo mio intento sono riuscito.
E così partimmo dalla Calabria in treno con quelle maledette tradotte da terzo mondo che in Calabria si ostinano a chiamare treni, carrozze così brutte non le avevo viste nemmeno nei film Western, comunque non era il caso di andare con la macchina, con l’inverno e due bambini piccoli, proprio non era il caso.
Dopo un viaggio tranquillo arrivammo alla stazione centrale di Milano, trovammo ad attenderci il cugino di mia moglie, un ragazzone simpatico e di buona conversazione e prima amara sorpresa loro non abitavano a Milano ma in un paese della provincia di Novara. Così ci sorbimmo un’altra ora e mezza di auto per arrivare a casa percorrendo l’autostrada dei laghi, mia moglie e il cugino continuavano a parlare in Rumeno ed io già maledivo il giorno che mi ero lasciato convincere a fare questo viaggio, pensando a una settimana di noia e di torture da passare chiuso in un appartamento nel freddo inverno Piemontese, per fortuna non fu così.
Appena la vidi sentii un tuffo al cuore, lei ci salutava dal balcone di casa sua con in braccio la figlioletta di tre anni, ed anche se indossava abiti pesanti per la rigida giornata invernale mi apparve subito sexy.
In casa al tepore del riscaldamento mi apparve in tutta la sua femminilità indossava jeans a vita bassa e un pullover chiaro. Dopo i convenevoli di rito e le presentazioni incominciammo ad entrare sempre più in confidenza.
Il marito Ivan in quei giorni era spesso fuori per lavoro, faceva il muratore e tranne il giorno di pasqua e pasquetta doveva lavorare perché dovevano consegnare una commissione ed erano in arretrato. La figlioletta di tre anni quasi coetanea alla mia girava per casa con la sua nuova cuginetta felice per questa nuova amica di giuochi e per il non dover andare per qualche giorno all’asilo.
Lei G. ci faceva da cicerone per il paese portandoci in giro, ci accompagnò anche a Varese da alcuni miei parenti ma non volle venire a San Siro, li andammo solo io e mio figlio, anche se mia figlia piccola è più milanista del grande.
Come ho già detto e come continuerò a dire lei G. è stupenda
Più la guardavo e più mi piaceva, aveva un suo modo di fare dolce e sensuale, il suo sorriso era un trionfo della natura, il suo incedere una sinfonia per il suo muoversi da gatta in calore.
Passai i primi giorni della settimana ad osservarla e a cercare il suo sguardo, la cercavo sempre, la coprivo di attenzioni e di gentilezze, anche se dovevo agire con molta calma e circospezione perché non conoscevo la sua possibile reazione, ma alla fine del terzo giorno ho avuto impressione che anche io le interessavo in alcuni momenti mi è sembrava che mi provocasse, per esempio le sue mutandine uscivano sempre un poco troppo dal suo pantalone quando ci ritrovavamo da soli in una stanza, oppure sentivo che si strusciava apposta quando entravamo in contatto per i corridoi di casa.
Comunque mai ho notato il suo sguardo nel mio, io la cercavo ma lei mi sfuggiva.
Un pomeriggio mentre io ero in soggiorno a leggere un libro e lei girava per la stanza mettendo in ordine, notavo che si stirava il più possibile per far uscire le sue mutandine, continuava a piegarsi e quindi il suo tanga faceva capolino facendomi impazzire, all’improvviso, mentre la guardavo estasiato avvertii una presenza, il marito, che prima chiacchierava in cucina con mia moglie, entrò nella stanza e parlandogli in Rumeno la rimproverò per quelle sue cose intime che uscivano fuori dai pantaloni, lei rispose stizzita al marito, mentre tirava giù la maglia, invitandolo a non fare il geloso, io capii tutto il Rumeno non lo parlo ma oramai lo capisco abbastanza anche se io continuo a far credere di non capire una parola.
Comunque questi suoi gesti sessualmente provocatori potevano essere solo mie fantasie, mie speranze anzi sicuramente lei agiva in buona fede e quindi era solo la mia testa a cercare in gesti suoi innocenti un filo di speranza di riuscire a dar sfogo alle mie voglie.
Non avevo possibilità di fare il primo passo, perché questo poteva causare una sua reazione negativa e potevo perdere anche quel filino di speranza e magari causare liti in famiglia oltremodo non opportune vista la situazione, non mi piaceva fare la figura del maniaco approfittatore dell’ospitalità che ci era stata offerta.
Dovevo soffrire e sperare in silenzio, sperare in un miracolo o chissà in cos’altro, in un suo cenno, in un suo invito altrimenti tutto sarebbe rimasto nel dubbio, vago, un sogno in cui il sesso sarebbe rimasto solo a livello platonico e non reale, le ore sfrenate di sesso tra noi solo immaginate, pensate, realizzate solo nella mia fantasia e niente più.
Ma un giorno il miracolo accadde.
Una mattina dopo una nottata passata nel suo letto, ceduto a noi per ospitalità, vengo svegliato dall’odore del caffè, mi alzo e in pigiama vado in cucina, lì mia moglie assonnata fumava la prima sigaretta, di lei nessuna traccia,
-ciao - dico a mia moglie, - è pronto il caffè?-
- due minuti- fa lei
- Ok!- Vado una attimo in bagno –
e senza attendere altro mi avvio ma li sulla porta del bagno eccola, meravigliosa stretta in un accappatoio rosa, con una asciugamano che si strofina i capelli bagnati
- buon giorno, bella - faccio io
- ciao Mà- mi dice lei,
- ti lascio il bagno-
e sorridendomi procede verso la cucina.
Appena entrato in bagno noto subito una cosa che prima non avevo mai visto, il cesto della biancheria sporca, mi avvicino e tremando lo apro, trovo subito il tesoro che cercavo, una sua canotta e il suo reggiseno, lo prendo e l’annuso un poco ma ecco le sue mutandine, nere merlettate, tipo string, le avevo intraviste ieri sera mentre facevano capolino dal suo jeans a vita bassa, sono arrotolate su se stesse, le prendo e trepidante le apro e le annuso, l’odore della sua carne mi fa girare la testa, sono rosso in viso e ….
- è pronto il caffè, -
urla mia moglie dalla cucina.
Ritorno in me e cerco di riacquistare la calma, in un attimo, mi lavo la faccia, e riprendo le mutandine di lei, le stringo nel pugno, cosa faccio, le rimetto a posto o le porto via con me?? Mille dubbi mi assalgono, ma il mio tesoro è troppo importante, decido di tenerle per un po’, poi le rimetterò a posto, esco dal bagno e vado in camera da letto, dove le nascondo? Nel mio pantalone, troppo rischioso, decido per infilarle nella mio necesser per la barba, riesco e vado in cucina, loro, mia moglie e lei parlano nella loro lingua, io ufficialmente non capisco una parola, parlano di un loro parente in Germania e ridendo mi dicono che la prossima volta andiamo tutti lì,
- no, faccio io questa estate venite voi in Calabria, -
- sì veramente aggiunge mia moglie,-
- è un’idea, fa lei, mia figlia ha proprio bisogno di un po’ di sole e di mare
- ok allora siamo d’accordo dico io speranzoso, mentre sorseggio il caffè, immaginando già il suo corpo in costume da bagno.
- no, dice lei, dobbiamo parlarne con mio marito IVAN,
- Figurati se lui non è d’accordo, dice mia moglie, dai che ci divertiamo al mare.
- Vediamo, dice lei e alzandosi aggiunge
- - vado a vestirmi,
- Anche noi, - gli dice mia moglie.
E così ci alziamo dal tavolo della cucina e andiamo in camera,
- vado a farmi la barba, dico a mia moglie uscendo dalla stanza
ma la porta del bagno è chiusa, torno dentro e aspetto un po’ discutendo con mia moglie sulle cose da fare in questi giorni che restano di ferie, dobbiamo comprare questo, e questo altro, comprare il regalo ai tuoi, ai tuoi nipoti e incomincia con un elenco di spese che non finisce più,
- và bene – rispondo io
rassegnato allo shopping permanente che durerà questi giorni, intanto sento che il bagno si è liberato e così mi avvio per fare la barba,
Lei è nel corridoio mi guarda con occhi diversi dal solito, non sorride, è strana, come se con il suo sguardo, analizzandomi da capo ai piedi, cercasse di scoprire qualcosa, una risposta, una risposta a un suo dubbio.
Gli faccio un cenno di saluto e mi chiudo nel bagno certo di poter avere alcuni minuti di privaci per godere delle sue mutandine, del suo odore prima di rimetterle a posto, sono belle mi eccitano molto, le odoro e sento il suo sapore di donna nelle mie narici, le guardo attentamente e con gioia vedo un pelino nero impigliato nei merletti, lo prendo e lo guardo come se osservassi una reliquia, sono eccitatissimo e decido di darmi una botta di gioventù, decido di masturbarmi pensando a lei con le sue mutandine strette sopra il mio volto.
Appagato dall’eiaculazione violenta, liberatoria, che dopo giorni di castità forzata incominciava a pesarmi, cerco calmo e rilassato di tornare alla realtà dopo i momenti di erotica fantasia, a malincuore prendo le mutandine e dandogli l’ultimo bacio mi accingo a rimetterle a posto, apro il contenitore della biancheria sporca e…
Maledizione non c’è più niente, il contenitore è vuoto, mi accorgo solo adesso che la lava-panni è in moto, il suo ronzio mi perfora il cervello, mi sento come un bambino scoperto a rubare la marmellata. Cosa faccio ora? Sicuramente avrà notato che le sue mutandine non ci sono, ecco il perché di quel suo sguardo indagatore, sono fottuto, che faccio? Lasciarle di nuovo nel contenitore non cambia niente, saprà che le ho prese e poi rimesse a posto, lasciarle in un angolino del bagno no le avrebbe viste prima, posso metterle dentro la lava-panni è un’idea, giusto le metterò lì. Potrà credere di essersi sbagliata e di non averle viste al momento di caricare la lavatrice.
Chiudo l’interruttore del lavaggio ed il rumore che prima mi sembrava assordante s’interrompe di colpo lasciandomi col silenzio delle mie paure, mi accingo ad aprire l’oblò quando….
- Marco cosa succede? Perché la lavatrice si è spenta?-
mi interroga la sua voce da dietro la porta del bagno.
Maledizione mi tiene sotto controllo
- Niente, inavvertitamente ho spostato la presa della lavatrice –
rispondo io mentre rimetto in moto l’elettrodomestico.
Cosa faccio? Mi tiene d’occhio. Il panico mi assale, le butto nella tazza e tiro l’acqua, forse è una soluzione, dolorosa ma è una soluzione, tardiva ma è una soluzione.
Lei oramai avrà avuto la conferma che ho io le sue mutandine, il fatto che mi controllava è una conferma che tra le sue ipotesi la soluzione di mettere lo slip nella lavapanni c’era e quindi quando io ho fermato il lavaggio lei ha avuto la conferma del mio furto.
Che figura! Chi sa come mi giudica, cretino che non sono altro, dovevo lasciarle subito ma non avevo previsto che lei metteva in moto la lavapanni oggi stesso.
Di buttarle oramai non ha senso, le nasconderò io e me le porto in Calabria succeda quello che succeda.
La decisione è presa, in poco tempo svuoto il contenitore del sapone da barba, non mi piace il sapone nelle bombolette, e dentro la scatolina verde della Proraso metto le mutandine, vediamo che succede.
Apro la porta del bagno e lei è lì nel corridoio, parlotta con mia moglie, mi osserva, non sorride, vado in camera dove i bambini giocano, mi saltano addosso, li abbraccio e li bacio tutti e tre sono i miei due figli un maschietto e una femminuccia di quattro anni e poi c’è la figlia di lei di tre anni, vado in camera da letto, mi vesto, metto nella valigia il mio tesoro e vado in cucina per un altro caffè, torno indietro, guardo il mio necesser per la barba, devo trovare il modo di sapere se qualcuno fruga tra le mie cose, decido di mettere in stretto ordine le cose che ci sono dentro e il pirulino della cerniera lampo la incastro dentro la lampo stessa.
Soddisfatto vado per il secondo caffè.
-caro adesso andiamo per negozi, soli soletti perché i bimbi restano con lei- mi comunica mia moglie indicandomi Lei che con un sorrisino forzato mi osserva.
- va bene usciamo- dico io prendendo il cappotto.
Salutati i bambini, eccomi per strada a scoprire negozi in questo paese piemontese, compriamo delle cose inutili da regalare a parenti e amici giù in Calabria spendiamo soldi e io capisco sempre meno di quello che succede la mia mente e lì in casa racchiusa in quella scatoletta verde.
Vengo riportato sulla terra dalla suoneria del mio cellulare, un nuovo numero sono tentato a non rispondere comunque
-pronto-
- Ciao Marco – un tuffo al cuore mi percuote tutto ho riconosciuto subito la sua voce
-scusa se ti disturbo, ma volevo sapere se tornate a mangiare o se mangiate fuori- aggiunge con la sua voce dall’accento strano ma delizioso, la immagino sorridere.
- aspetta chiedo a mia moglie - faccio io.
Decidiamo di tornare, anche per non lasciarla da sola in balia delle tre piccole pesti, glielo comunico e la saluto e lei di rimando mi fa,
- Meno male avevo paura che mi volevi lasciare sola , a presto, ciao-.
Sarà la mia fantasia ma la sua voce aveva un non so che di erotico, mi è sembrato che quel “a presto, Ciao” aveva un suono diverso più caldo, da lasciare immaginare lussuriose cose, sarà la mia fantasia.
Sarà la mia fantasia ma perché ha chiamato me e non ha chiamato il cellulare di mia moglie, oltretutto loro due hanno l’opzione con cui possono comunicare gratis?
Nuove speranze si aprono all’orizzonte.
Di ritorno a casa con pacchi e pacchetti siamo assaliti dai bambini che però ben presto ritornano ai loro giochi, scarichiamo il comprato in camera da letto e…. mi accorgo che la valigia è spostata prendo il necesser e noto che la chiusura lampo non è chiusa fino alla fine, sono certo qualcuno ha girato nella mia borsa e non sono stati sicuramente i bimbi, apro e trovo la scatolina del sapone lasciata aperta, mi vuol far sapere che lei sa, ma le sue mutandine ci sono ancora.
Perché non le ha riprese? Forse ha accettato questo mio desiderio?
Rimetto tutto a posto e rosso in viso vado a sedermi nel soggiorno, lei è intenta a cucinare e dopo un po’ con mia moglie incominciano ad apparecchiare.
A tavola mentre si chiacchierava delle solite cose, lei rivolgendosi a me dice con quel suo strano accento,
- A Salvatore questa sera vorremmo andare in una discoteca qui vicino-
mentre mia moglie ride sotto i baffi che non ha, perché conoscendomi sa che io odio andare in giro per locali chiassosi.
- Va bene –
mi trovo costretto a dire tra lo stupore di mia moglie, ma lei non sa che farei di tutto pur di restare vicino a sua cugina.
Passato il pomeriggio nel dolce far niente e nello giocare a ramino, la sera verso le dieci mentre già cominciavo ad appisolarmi, preparati i bimbi per la notte e dati in consegna a una loro amica, dovetti far fede alle promesse ed eccomi in giro a piedi nel freddo della sera in marcia verso la discoteca, per fortuna poco distante da casa.
Appena entrati la musica da disco ci investe, non è molto alta, scegliamo un angolino isolato e su un divano a circolo con al centro un tavolino ci accomodiamo.
Siamo disposti cosi io, mia moglie, lei e il marito.
Come al solito le donne hanno subito il bisogno di andare al bagno e dopo ordinato quattro birre bionde si alzano e vanno via, lei è stupenda vestita con una gonna corta da un lato e più lunga dall’altro e arriva a un palmo sopra il ginocchio, con uno spacco alla sua sinistra su, calze a rete stivali, body nero merlettato molto sexy con una scollatura molto vistosa, è proprio una gran figa.
Arrivano le birre e di seguito arrivano loro, intanto io per parlare con il cugino mi sono avvicinato a lui ed ecco la sorpresa, lei si siede al mio fianco e mia moglie al fianco del cugino.
Vedermela al fianco e sentire la sua gamba urtare e restare contro la mia è stato un tutt’uno con il mio diventare rosso per l’eccitazione. Parliamo del più e del meno, della Romania e dei parenti lontani, la mia gamba scivola di fianco alla sua, cerco un contatto più esplicito, il divano dove siamo seduti mi permette di strusciare verso di lei senza dare nell’occhio, mi scivola un tovagliolino e con la mano cerco di afferrarlo, urto la sua coscia, le sue calze a rete lei ha un impulso ad allontanarsi il contatto si rompe non sento più la sua gamba contro la mia, si alza e con mia moglie vanno fuori a fumare.
- chi sa che cosa si raccontano –
sbotta Ivan scolando la seconda birra bionda.
Comunque la serata scivola via tranquilla, la discoteca come la chiamano loro è poco rumorosa poco affollata.
I tavoli con i divani sono quasi tutti occupati ma pochi ballano.
Tornate vogliono ballare e mio cugino le accompagna in pista io resto tranquillo al tavolo ad osservarle anzi ad osservarla nel suo muoversi cadenzato, mi invitano a seguirli in pista ma non è cosa mia non mi è mai piaciuto questo ballare muovendosi e basta mi piace molto di più il ballo dei miei tempi, il ballo dove si restava avvinghiati con la ragazza di turno cercando di muoversi giusto il necessario nel far sì che i corpi si strusciano uno contro l’altro e basta e senza uscire dalla mattonella in cui si è incominciato a ballare.
Adesso no! Impazziscono tutti per i balli di gruppo, mi sembrano tante scimmie che si muovono insieme, non c’è sentimento, non c’è amore non c’è niente in quel dimenarsi tutti insieme inquadrati come un plotone di soldati.
Dopo un poco ritornano accaldati per il tanto saltare questa volta al mio fianco siede mia moglie da una parte e il marito dall’altra, scolata la birra si passa al bacardi, e intanto prende corpo il progetto di passare l’estate al mare da noi in Calabria.
La musica diventa più lenta, è il turno delle coppie di farsi avanti sulla pista mia moglie mi costringe mio malgrado a ballare, comunque è quasi come il ballo della mattonella ma senza la tensione giovanile, dopo un paio di pezzi cerco di ritornare al divano ma mia moglie, lei e il marito, che ballavano al nostro fianco, mi fermano,
- dai balliamo ancora un poco anzi scambiamoci di coppia- fa lei prendendomi per mano e dirigendomi verso il centro della pista.
Incominciammo a ballare, sentivo il suo corpo sotto le mie dita, il suo respiro era un poco accelerato, la stringevo con delicatezza e lei si lasciava andare tranquillamente, cullati dal dondolio del ballo lento ad un certo punto sentii una sua gamba che per un attimo si infilava tra le mie, a sentire il mio pene che al contatto ebbe un altro sussulto gonfiandosi ancora, osservavo il suo seno che mi appariva in tutto il suo splendore. Alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi, in cui io mi persi sperando, ma lei invece incominciò a raccontarmi la sua vita, della sua vita passata in Romania, i disagi di una vita difficile, le disavventure patite al suo arrivo in Italia come profuga, arrivata da sola in un paese straniero, mi raccontò dei primi anni passati in Italia sfruttata da tutti e con il dovere di aiutare i suoi genitori anziani rimasti in patria, mi raccontò del suo incontro con Ivanl, della decisione di vivere insieme, del cambiamento in meglio della sua vita grama in una vita normale rispettata e benedetta dalla nascita della loro bambina e della paura che possa un giorno perdere questa tranquillità conquistata per il ritorno dei una parte del suo passato o di qualche nuova disgrazia, io cercai di consolarla e rincuorarla assicurandola che oramai era al sicuro qui in Italia e che avrebbe sempre avuto il nostro aiuto in ogni momento.
poi mi chiese
- allora Marco cosa mi dici, ti piace questa città? E della mia famiglia che mi dici, che impressione ti ho fatto?-
si la cittadina è carina e voi mi sembra che siete messi abbastanza bene, e poi tu sei stupenda, sei molto bella, molto sexy mi piaci molto e sono felice di conoscerti, vorrei conoscerti meglio perché mi piaci proprio. gli dissi io e aggiungendo tante altre cose belle tentando di farle capire la voglia che avevo di un’avventura con lei. Non potevo rinunciare ora dopo che il ghiaccio era rotto, dopo che le mie intenzioni erano state scoperte con il furto delle mutandine decisi di agire, dovevo tentare il tutto per tutto.
- ho notato che mi guardi sempre e mi fa molto piacere però è pericoloso ….. fece lei pensierosa, Grazie per le cose belle che dici.
mi disse abbracciandomi e continuando a ballare.
Restammo ancora per qualche minuto a ballare in silenzio mentre io pensavo a cosa fare, dall’alto guardavo il suo seno e decisi di tentare una cosa più esplicita guardai la coppia composta da Ivan e mia moglie erano abbastanza lontano e tutto spostati sulla nostra sinistra e così decisi di agire, pian piano alzai la mia mano destra arrivai sotto alle sua tetta sinistra e cominciai a palparla, la stringevo delicatamente e sentii il capezzolo farsi di pietra.
lei alzo lo sguardo e disse
- no ti prego stai fermo, ho paura, anche se mi piace, ho paura-
- non ti devi preoccupare, non ci possono vedere dissi io
- loro no- disse indicando la coppia formata dai relativi nostri coniugi, ma aggiunse – qui è pieno di miei connazionalei e noi ci conosciamo tutti.
- Hai ragione scusa, dissi io allontanando la mano, ma mi piace molto giocare nell’erotico.
- Anche a me piace aggiunse lei ….. se non è pericoloso…. E se non và aldilà di alcune cose si può fare, disse lei facendomi felice.
Riprendemmo a ballare tenendoci un poco più stretti e ridendo molto.
poi il ritmo cambiò e noi dividendoci venimmo accerchiati da decine di ragazzi che si tuffavano sulla pista per ballare, la musica prese ad aumentare di volume, lei girandosi mi tese la mano che io afferrai e poi stringendo la mia lei girò il braccio dietro di sé , le mie nocche erano a contatto con il suo sedere ne sentivo il solco delle natiche sotto il sottile strato della gonna, trainandomi in quella posizione mi guidava verso il nostro tavolo ancora lontano, non resistetti aprii la mano e le toccai il culo, lei si fermo un attimo, poi riprese a comminare mentre la sua mano stringeva il mio pollice e le mie dita erano posate sulle sue natiche.
- perdonami –
le sussurrai mentre eravamo in vista del tavolo lei si girò dolcemente e mi sorrise, il suo sorriso mi tranquillizzo e mi esaltò perché la vedevo disponibile a nuovi giochi erotici.
Anche mia moglie e il cugino stavano accomodandosi al tavolo, lei si insinuò vicino a mia moglie e io mi sedetti accanto a lei, la sua gamba prese a spingere verso la mia, chiacchierando abbassai la mano sinistra sotto il tavolo, la penombra del locale favoriva i movimenti, la mia mano raggiunse la sua gamba scostai l’orlo della gonna e risalii piano piano lungo la sua coscia, lei non si mosse continuando a ridere con mia moglie.
- si è fatto tardi –
disse mia moglie guardando l’orologio.
Erano le 01.30, bevemmo un'altra cosa e canticchiando tutti e quattro abbracciati tornammo verso casa, L’alcol ingerito cominciava a fare effetto.
Entrati nell’ascensore cercammo di fare meno rumore possibile, non volevamo svegliare tutto il palazzo, in casa salutammo l’amica che ci aveva guardato i bambini e ci riunimmo per un ultimo liquorino.
Sorseggiando un cognac intorno al tavolo si riprese a progettare il loro soggiorno estivo in Calabria, oramai era tutto deciso,
- io vado aletto, scusatemi ma devo alzarmi alle sei per andare al lavoro -
disse Ivan alzandosi e dirigendosi verso il bagno, noi restammo a chiacchierare, a fare progetti.
Dopo qualche minuto fu il mio turno e augurando la buona notte mi avviai, uscendo dal bagno le trovai nel corridoio con mia moglie che ridendo, mentre entrava in bagno, mi comunicò che la mattina saremmo andati a Milano per un altro giro di shopping. Io e lei rimasti soli nel corridoio nell’ augurandomi la buona notte mi prese la mano e io non resistendo la baciai, una bacio leggero, un bacio quasi solo a sfiorarle le labbra, lei restò immobile con un sorriso forzato sulle labbra, la sua mano ancora teneva la mia
- no, non possiamo!-
mi sussurrò lei, lasciando la mia mano,
gli presi la sua e gliela baciai,
- ti prego, lasciami, disse-
obbedii e lasciai la presa, la guardai negli occhi supplicandola, lei si prese la faccia tra le sue mani, poi allungo la sinistra verso di mè, mi avvicinai le presi la mano baciandola, lei si lasciò abbracciare e dolcemente la baciai sulle labbra e poi intrufolai la mia lingua tra i suoi denti che si dischiusero lasciandomi entrare.
Il rumore dello sciacquone del bagno ci riportò alla realtà, ci allontanammo mentre la porta del bagno si apriva e mia moglie usciva, salutammo ancora e andammo a dormire.
Per tutta la notte la sognai, sognavo i suoi baci, il suo corpo, sognavo di spogliarla tutta per poi prenderla da dietro in quel suo culetto meraviglioso che avevo avuto la gioia di toccare, sognavo di leccarle la figa e di scendere giù fino a leccarle i piedi, la sognavo girata con il suo culo sulla mia faccia e io che affondavo con la lingua dentro di lei, la sognavo in ginocchio mentre con il mio cazzo in bocca, mi rendeva felice,
- no, non possiamo!-
urlò qualcuno
- no, non possiamo!-
mi svegliai in un lago di sudore, il mio pene era eretto e quasi mi faceva male per la tensione, ci misi qualche minuto a capire dove ero, il respiro cadenzato di mia moglie mi annunciò che tutto era avvenuto solo nella mia testa, mi alzai e andai in bagno erano le quattro, tornai al letto e incominciai a girarmi a destra e a sinistra senza riuscire a prendere sonno, dopo un poco mi sembrò di sentire strani rumori provenire dalla camera da letto di Ivan, ma io continuavo a girarmi nel letto senza riuscire a dormire, ancora pochi minuti e una porta si aprì, era Ivan che andava al bagno,
- la birra si fà sentire- pensai io, rientrato lui la porta della sua camera da letto si riaprì di nuovo, questa volta doveva essere lei, la porta del bagno si chiuse alle sue spalle, io saltai giù dal letto e in mutande mi avvicinai alla porta della camera da letto, nel buio più totale, cercando di non fare nessun rumore la aprii leggermente, la lasciai socchiusa mettendomi a spiare il corridoio illuminato da una vacua luce di cortesia, poco dopo lei uscì dal bagno e arrivata davanti alla mia porta si fermo un attimo, era stupenda, a piedi scalzi le sue gambe salivano come due colonne, una leggera sottoveste rosa la copriva rendendola ancora più bella, un attimo dopo sparì dalla mia vista.
Tornai nel mio letto e ricominciai a rigirarmi immaginandola tra le mie braccia, l’eccitazione continuava a crescere, mi avvicinai a mia mogli e la cominciai a stuzzicare, lei dopo qualche minuto si svegliò,
- che cosa fai?, stai fermo, non possiamo nel loro letto-
- dai ho voglia-
le risposi io facendogli sentire il mio pene,
- e se ci sentono? Dai non possiamo, potremmo sporcare-
- facciamo con calma e attenzione-
anche se a malincuore mia moglie cedette alle mie voglie, la presi da dietro, lentamente cercando di non far rumore, ma il movimento dei nostri corpi produceva qualche cigolio, sembrava lo stesso rumore che poco prima proveniva dall’altra stanza, in poco tempo le venni dentro e ci pulimmo con fazzolettini di carta che posai a terra, poi il sonno ci sorprese ancora abbracciati.
- sveglia dormiglione, buon giorno Marco-
la sua voce carezzava il mio timpano, sogno ancora, pensai
- coraggio svegliati, dobbiamo andare a Milano-
la sua mano mi scosse con fermezza, aprii gli occhi lei era seduta sul mio lato del letto, sorridente come sempre mi porse la tazzina del caffè e passandomi la mano nei capelli disse
- dobbiamo sbrigarci, è già molto tardi –
si alzò e notò i fazzolettini.
Indietreggiando, sorridendo agitando il dito indice avanti e indietro e mormorando a modo di rimprovero disse
- non si fanno queste cose, cattivoni, vi ho sentiti stanotte disse lei sorridendo.-
- anch’io –
le dissi mentre lei usciva.
Nel bagno ripresi le sue mutandine, il profumo del suo sesso ancora resisteva, il cesto della biancheria sporca era ancora la, lo aprii, era vuoto.
In pochi minuti eravamo in auto direzione Milano, Ivan mi aveva lasciato la sua auto e così ci dirigemmo verso la grande metropoli, al mio fianco lei che doveva guidarmi per le strade che io non conoscevo, dietro mia moglie i tre bimbi che facevano un grande baccano.
La giornata era tiepida ed era veramente bello camminare per Milano.
I nostri obbiettivi erano il Duomo e la Rinascente, arrivati i bambini incominciarono a rincorrersi tra lo stuolo dei piccioni in piazza Duomo, noi li seguivamo con lo sguardo tenendoli sempre d’occhio, lei e mia moglie parlavano spesso nella loro lingua, ad un certo punto mentre lei rincorreva i bambini mia moglie si è avvicinata e mi ha detto in un orecchio,
- hai visto! Ieri ci ha sentiti far l’amore, per fortuna Ivan dormiva e meno male che non gli ha dato fastidio, anzi mi ha detto che si è divertita-
-fregatene –
ho risposto io, però non riuscivo a capire il senso delle sue ultime parole, lei intanto tornava verso di noi radiosa come sempre con i bimbi al seguito, avevano fame e decidemmo di andare a mangiare.
Lì vicino c’è un mega non so cosa dove fanno la pizza e quindi ci dirigemmo lì, preso il tavolo e ordinato il cibo ci sedemmo finalmente a mangiare, lei era di fronte a me e spesso incontravo il suo sguardo che non sfuggiva più come i primi giorni ma anzi mi cercava, spesso la cercai con il piede però lei si scostava sempre.
Usciti dal locale ci dirigemmo alla Rinascente, i bimbi impazzivano per le scale mobili cosa rara da noi in Calabria, lei e mia moglie si diressero verso il reparto intimo, interessato le raggiunsi, girovagavo tra gli indumenti appesi e tutte quelle guepiere, mutandine recisemi mi eccitavano molto mia moglie entrò in una cabina a provare qualcosa e io mi avvicinai a lei,
- in questi posti mi viene sempre il mal di testa-
esordii io
- già sono molto cari- rispose lei
- no non è per questo-
- e allora??-
- e che mi eccitano molto-
- già me ne sono accorta, anzi mi sono sparite un paio di mie mutandine-
- si le ho prese io, scusami ma non ho saputo resistere-
- nemmeno questa notte hai saputo resistere con tua moglie-
- ho fatto l’amore con lei ma eri tu nella mia testa e poi ti avevo sentita fare sesso con tuo marito e infine ti ho spiata uscire dal bagno con quella sottoveste rosa, non volevo masturbarmi ancora come ho fatto con le tue mutandine e ho approfittato di mia moglie.- dissi io tutto di un fiato
- senti non possiamo farlo, -disse lei abbassando lo sguardo, e aggiunse
- anche se mi prendi molto non voglio sbagliare di nuovo, ieri mentre facevate l’amore io ti ho pensato molto e mi sono masturbata con al fianco mio marito e anche se avevamo smesso da poco di scopare, ma il sentirti mi aveva eccitato enormemente-
- ho voglia di tè- dissi io mentre dal camerino usciva mia moglie, ci guardo sospettosa eravamo rossi in faccia però prese dell’altra biancheria e torno nel camerino.
Lei intanto guardava un completino e rivolgendosi a me disse
- cavoli che prezzi costano troppo-
- posso comprartelo io, chiesi-
- già rispose lei voi uomini volete comprarci queste cose e poi volete vedercele addosso e noi non possiamo,-
- non fa niente voglio regalartele-
- mi prometti che non mi chiederai mai di mostrarti come mi stanno addosso-
- no, non posso prometterlo – dissi io – però io non insisterò.-
- va bene comprameli –
e mi diede un completo reggiseno, tanga e reggicalze di colore bianco, io mentre di fretta andavo alla cassa ci aggiunsi delle calza autoreggenti, un'altra mutandine tipo perizoma nero che avevo visto prima e una guepiere con perizoma color rosso.
Con in mano il sacchetto tornai da lei, vidi mia moglie da lontano e nascosi il sacchetto sotto il cappotto, una commessa osservò la scena divertita, doveva aver capito tutto.
Mi avvicinai alle due cugine che parlavano divertite,
- guarda Sà,-
fa lei mostrandomi una sottoveste rosa simile a quella che aveva lei la notte precedente,
- a tua moglie deve stare d’incanto-
- a dire il vero mia moglie dorme nuda e non usa queste cose che a dirti la verità mi piacciono molto- risposi divertito
- finitela voi due, mi prendete in giro- disse ridendo mia moglie
- comunque vado a provarmela-
e si avvio per l’ennesima volta nei camerini.
- Ecco – le dissi mentre gli porgevo la busta con le cose che avevo comprato
lei prese la busta e accorgendosi che era abbastanza voluminosa la aprì
- tu sei pazzo, ma quanto hai speso?-
- poco se serve ad alimentare e a coronare un sogno –
I bambini intanto ritornarono da noi, mia moglie usci definitivamente dai camerini, mi consegno gli acquisti ed io mi diressi verso la cassa per pagare, loro intanto salivano al piano superiore. Le raggiunsi poco dopo e passammo diverso tempo nel girovagare su e giù tra i piani del negozio acquistando quello che serviva.
Dopo tre ore, ormai carichi di buste e pacchetti ci dirigemmo verso il bar e i servizi posti all’ultimo piano, ordinammo caffè per noi e pasticcini per i bimbi, mi alzai e cercai il bagno e anche lei mi seguì e insieme ci recammo verso i servizi poco distanti.
Svoltato l’angolo mi accorsi che eravamo soli mi girai e la guardai negli occhi, le mie mani salirono al suo viso e un bacio sulle labbra le dichiarò tutta la mia voglia, lei mi accolse tremando, aprì le labbra e la sua lingua si insinuo nella mia bocca danzando con la mia, entrammo nel bagno degli uomini. Non c’era nessuno chiusi la porta di uno dei camerini e cominciai a baciarla lei ripeteva
- no, no-
ma il suo corpo mi diceva il contrario, le tirai fuori una tetta, dura bellissima e cominciai a succhiarle il capezzolo irto e duro come una pietra, le infilai una mano tra le cosce lei dischiuse dolcemente, una sua mano si impossesso del mio cazzo attraverso i pantaloni, salii con la mano e finalmente le aprii il pantalone, mi inginocchiai e giocai con la lingua con i peli neri della sua figa, tornai a succhiarle il seno, infilai la mia mano nei suoi jeans, e raggiunsi le sue mutandine rosa sotto quelle le mie dita arrivarono alla sua figa, un vero laghetto di umori era bagnatissima a questo contatto la sua bocca balzo verso la mia la sua lingua si fece sempre più intraprendente fino a scavarmi in gola ma tutto fini,
- scusami, non posso, non voglio –
e scostandomi riuscì a scivolar fuori dalla nostra alcova, cercai di seguirla ma si rifugiò nel bagno delle donne, mentre una anziana signora usciva, tornato nel bagno degli uomini mi ricomposi, le mie mani erano ancora bagnate del suo sugo, decisi di non lavarle per avere ancora il suo odore con me.
Tornai al tavolo mia mogli appena mi vide si alzò e con i bambini si diresse a sua volta verso i bagni, passò circa un quarto d’ora e nessuno si faceva vivo, dopo un poco tornarono tutti, lei sorrideva ma evitava il mio sguardo, pagai il conto e uscimmo, raggiunta la macchina alle ore 17,00 circa partimmo per rientrare a casa.
La raggiungemmo due ore dopo loro dormivano tutti, sui bambini e su mia moglie non avevo dubbi, dormivano sempre in macchina, bastavano pochi chilometri e giù cascavano dal sonno, ma sono convinto che lei fingeva.
Arrivati a casa ci dedicammo a fare le valigie le vacanze giungevano al termine e il giorno dopo saremmo ripartiti per la Calabria, lei per tutta la serata non mi rivolse mai la parola e mai lo sguardo, alla fine verso le undici stavamo bevendo il bicchierino della staffa prima di andare a letto, Ivan come al solito si alzò per primo, la mattina doveva lavorare e poi il pomeriggio avrebbe accompagnato noi al treno, mia moglie andò in cucina a fumare, lei si avvicinò e mi disse,
- mi dispiace ma non voglio tradire mio marito non lo merita, tu mi piaci molto ma non voglio perdere lui, voglio però farti un regalo ma mi devi promettere di stare molto attento, dammi il tuo cellulare e quando esco io dal bagno vai subito tu-
- va bene – dissi mentre lei metteva in tasca il mio cellulare.
Il mio cellulare è un Nokya 8710 tra i primi a fare le foto, durante le vacanze diverse volte avevamo scattato foto con il cellulare ripromettendomi poi di scaricarle al mio computer appena rientrati a casa.
La danza del bagno raggiunse il suo culmine, uscito IVAN, mia moglie si catapultò dentro poi entro lei e impiegò parecchio tempo tanto che mia moglie si chiese due o tre volte se per caso lei non si sentisse male.
Comunque alla fine uscì e io tremante mi diressi verso il bagno, nel corridoio incrociandola lei aveva lo sguardo basso e il viso rosso, chiusi la porta alle mie spalle e osservai con attenzione. Del cellulare nessuna traccia, mi venne in mente di cercarlo nel cesto della biancheria sporca ed aperto il cesto notai un pacchetto adagiato in fondo, aperto il pacchetto trovai il cellulare avvolto nelle mutandine rosa che prima aveva lei addosso, sentii subito il profumo della sua figa sugosa, c’era anche una lettera che diceva
- Carissimo Marco questa settimana che giunge al termine è stata stupenda perché con le tue attenzioni, con il tuo corteggiarmi mi hai fatto sentire veramente importante, oltre a questi piccoli regali io al momento non posso darti altro, avrei voluto far l’amore con tè ma non abbiamo tempo e oltretutto nè mio marito e né tua moglie se lo meritano. Ti prego di distruggere quanto prima sia le mutandine che le foto che mi sono fatta con il cellulare, non è stato facile ma il bruciare dei miei sensi e i miei sentimenti per tè lo hanno permesso.
Dimenticami e vivi la tua vita con felicità. Un bacio G.-
La rilessi con calma, la speranza non era morta, presi il cellulare e aprii la cartella delle foto, una prima foto mi mostrava la parte superiore del corpo con il seno scoperto, la seconda, il suo bacino con le mutandine rosa addosso, la terza le mutandine un pochino abbassate che lasciavano intravedere il pelo nero della sua figa, l’ultima il suo culo stupendo incorniciato con le mutandine rosa.
Stupende meravigliose, le foto erano qualcosa di inimmaginabile, impazzivo di gioia, eravamo fatti l’una per l’altro era questa la verità, due innamorati del sesso che per caso si sono ritrovati incatenati in due famiglie diverse.
Mi masturbai immediatamente leccando le sue mutandine e baciando il displey del cellulare con le sue foto, immaginandola mentre mi faceva un pompino, venni violentemente.
In un batuffolo di carta igienica raccolsi tutto il mio sperma, e stavo per buttarlo ma mi venne un’idealo, posizionai con calma nel cesto della biancheria vuoto.
Volevo scoprire se eravamo sulle stesse frequenze, vedere se era porca fino in fondo. Proporle un’altra provocazione.
Spostai le foto in una cartella secondaria cancellandone tracce dalla prima cartella e uscii dal bagno loro erano nel corridoio mia moglie augurò la buona notte e stiracchiandosi si avvio verso la camera da letto invitandomi a seguirla, lei mi fissava negli occhi le feci un lieve inchino sorridendole e battendomi il cuore, mormorai un grazie senza suono ma leggibilissimo dal labiale, lei mi sorrise e mi fece ciao con la mano, nello girarmi per chiudere la porta della stanza le indicai il bagno.
Mentre mi spogliavo sentii i suoi passi dirigersi verso la porta del bagno, entrare, e poi più niente, passarono venti minuti buoni poi lo sciacquone mise fine alla mia attesa, che aveva fatto per venti minuti nella stanza da bagno?
La stanchezza vinse i miei pensieri e mi addormentai, la notte passò senza altre emozioni.
I bimbi entrarono rumorosamente nella mia stanza, salendo sul letto e coprendomi di baci.
- Svegliati Papino –
La mia piccola mi chiama sempre così malgrado la mia mole.
- che oggi dobbiamo partire-
già, oggi si parte, questa settimana dai risvolti erotici purtroppo finisce oggi, ma restano alcune ore almeno per capire se lei ieri sera in bagno si è lasciata ancora andare.
Mi vestii in fretta e andai in cucina, la caffettiera emetteva il suo tipico borbottio,
-buon giorno- belle esclamai rivolto alle due donne intente a parlottare e a fumare.
- ma cosa avete sempre da raccontarvi voi due?- chiesi.
- ciao, cose da donne- fu la risposta di mia moglie,
-ciao-
rispose lei, aveva lo sguardo triste e abbasso subito gli occhi, aggiungendo
- siamo tristi perché oggi ci dividiamo! –
-Coraggio è per pochi mesi poi con l’estate staremo di nuova insieme-
disse mia moglie abbracciando la cugina.
Il caffè non era ancora pronto e mi diressi in bagno, il mitico contenitore della biancheria sporca, scrigno prezioso delle nostre fantasie erotiche era vuoto.
Uscii, il caffè era pronto mia moglie aveva finito di far fare colazione ai piccoli e decise di fare la doccia, restammo soli con i piccoli che giocavano nel corridoio, lei era di spalle e lavava tazze e tazzoni
Incominciai a parlare e le dissi
-grazie, mi hai fatto veramente un grande regalo.-
lei rispose
-ora mi vergogno molto, mi giudicherai una puttana, ma ieri, la giornata passata insieme, le tue attenzioni, i tuoi regali, le tue carezze nel bagno della rinascente mi hanno eccitato da morire, hanno cambiato qualcosa in me, però ora mi sento male, non dovevo farlo, mi giudicherai una troia.-
-no! Non devi nemmeno pensarlo, i sensi eccitati possono far fare tante cose, ma io ti rispetto perché i miei sensi mi hanno fatto fare cose che io non ho mai fatto, non ho mai rubato mutandine è stata la prima volta, e non ho mai tradito mia moglie, ma con tè lo farei perché ti ho desiderata dal primo momento e poi io mi sono masturbato due volte, ieri sera in bagno e non mi capitava da tanto tempo.-
lei tacque e chinò il capo
- dimmi la verità, dissi io, ieri sera in bagno, ti sei masturbata? –
lei restò immobile, sempre girata di spalle poi improvvisamente senza rispondere si girò di scatto cercando di uscire dalla stanza,
la bloccai con un braccio, lei si lasciò catturare, con dolcezza la spinsi a sedersi sulla mia gamba destra,
- ti prego non scappare, sei troppo importante per me, sei la cosa più bella capitatami, peccato che non ti ho incontrata prima, ma da quando ti ho visto ti desidero da morire, mi sei entrata nel sangue e impazzisco nel non averti, è terribile ma la nostra condizione ci impone un certo riguardo, se avremo possibilità faremo sesso altrimenti lo faremo solo con il nostro cervello e con i nostri sogni, io ti chiedo di non interrompere questi sogni, non voglio dividere la tua unione e nemmeno posso dividere la mia ma il cervello, l’idea non ha legami, il potere del pensiero è enorme e io immaginerò per tutta la vita quello che potrebbe succedere in una notte di sesso con te, immaginerò sempre le tue carezze e i tuoi baci, non interrompere questo sogno. Dissi io poggiato con la testa alla sua nuca-
lei non rispose, ed io continuai
- non interrompere il sogno ma aiutalo a crescere, innaffialo con l’acqua dei nostri sensi, che bello sapere che tu ieri sera ti sei masturbata, dopo di me nello stesso posto, è un legame fortissimo uno stare insieme anche se divisi, che bello avere tue foto o la tua biancheria intima, che bello sapere i tuoi pensieri erotici come io ti dico i miei, ti prego non interrompere questo gioco ma accettalo e usalo anche tu senza vergogna libera i tuoi sensi, in parte lo hai fatto altrimenti le foto non le facevi ora però continua, poi un giorno se capiterà questo sogno lo coroneremo senza forzare la mano ma con naturalezza e gioia.
- Tu mi tenti in mille modi, rispose lei dopo un po’, ed in effetti mi sono già lasciata andare molto ma ho paura ad andare oltre, è pericoloso potremmo essere scoperti, anche se questo gioco erotico portato all’eccesso mi piace mi fa sentire viva, ma ho paura oggi ho tremato perché tuo figlio aveva il tuo cellulare in mano e cercava le foto fatte a Milano.
- Non ti preoccupare le tue foto le ho nascoste in una cartella segreta ma le distruggerò appena arrivati in Calabria , dissi io per rincuorarla, come distruggerò le mutandine, e poi noi se facciamo le cose con calma nessuno scoprirà niente, ti prego accetta questo patto.
- Adesso avremo mesi di lontananza e quindi non rischiamo niente proviamo, accetto lei alla fine.
Era ancora seduta sulle mie ginocchia e la baciai dolcemente,
- ecco, questo in questo momento è pericoloso. Disse lei alzandosi.
Aveva ragione e a malincuore la lasciai andare, ma le chiesi
- allora mi dici cosa hai fatto nel bagno ieri sera-
lei si girò verso di me sorridendo, e disse
- non avevo capito perché mi avevi indicato il bagno, appena entrata cercavo qualcosa ma non trovavo niente pio ho guardato nel cesto e ho trovato quello che io pensavo fosse un biglietto, appena toccato però ho capito cos’era, e si sei un gran porco però anch’io non scherzo perché l’odore del tuo sperma mi ha costretto a masturbarmi.-
- l’odore o il sapore del mio sperma? Dissi io incalzandola
- bastardo, mi disse sorridendo, sei proprio come me, va bene confesso ho assaggiato con la punta della lingua il tuo sperma, e poi ho succhiato la carta, era questo che volevi vero??
- si, annuii io mentre mia moglie entrava in accappatoio nella cucina.
Tutta la giornata passò a finire i preparativi per la partenza, l’aria di tristezza sembrava aver coinvolto anche i bimbi che erano più quieti del solito.
I nostri sguardi si incrociarono spesso, un paio di volte le nostre mani si sfiorarono ma niente più nessuna occasione di restare soli ci venne concessa.
Alla fine montammo tutti in macchina direzione Milano Centrale il treno aspettava solo noi.
Il momento dei saluti fu molto triste, ci abbracciammo stringendoci forte le mani, notai una lacrima che le rigava la guancia, poi si butto di nuovo tra le braccia di mia moglie e piangendo guardava me.
Ci lasciammo così, con la promessa di rivederci ad Agosto.
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18 years ago
marco30ornella,
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Last visit: 17 years ago
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La vedovella
Quella che sto per raccontare è una storia realmente accaduta ad inizio febbraio tra il sottoscritto e una vedova di 59 anni. L’ho conosicuta a casa di un mio cliente, sono un consulente informatico, e svolgo anche visite a domicilio.
La signora, Anna, sorella di questo mio cliente si mostra subito interessata al mio lavoro e per tutto il tempo non fa altro che farmi domande su domande, mi parla di una figlia lontano e dei soldi che spende in telefonate.
Io le propongo di utilizzare skype, cosi’ telefona e vede la figlia e nipoti gratis. Lei accetta ma a una condizione che le dia delle lezioni private a casa sua.
La settimana dopo sono a casa sua, mi accoglie con un sorriso, il caffe sul fuoco, era vestita normalmente con una veste leggero per la casa, ma chissa xché appena entro il mio cazzo ha un sussulto.
Dopo aver installato, il modem, internet, e aver telefonato alla figlia, mi chiede, dopo avermi fatto giurare di non rivelare niente a suo fratello, di mostrargli alcuni siti porno... sono 5 anni che è vedova e da 7 nn ha un orgasmo decente.
Passiamo in rassegna vari siti, visioniamo vari mpeg, scene di scopate, inculate, ompini e altro.... A questo punto decido di rischiare il tutto x tutto e gli infilo una mani tra le gambe, invece di protestare, serra le gambe, e mi da un bacino sulla guancia.
Doveva avere un lago nella fica, era tutta bagnata, la tiro a me e le affondo la lingua in bocca, lei dapprima risponde passivamente poi inizia a mulinare la lingua, infilandomela fino alle tonsille
Inizio a svestirla lentamente, la bacio sul collo, sul seno, le succhio le mordicchio i capezzoli e... qui Anna viene per la prima volta emettendo rantoli e gridando “dio santo, dio santo”, ma nn mi fermo qui le sfilo gli slip e affondo la lingua nella sua fica pelosissima, devo dire che seppur matura ha un buon odore e dopo altri due minuti zac, secondo orgasmo... magari fossero tutte cosi penso tra me e me
A questo punto tiro fuori il cazzo e lei si avventa contro, iniziando un pompino con una foga che non ho mai visto, in due minuti è andata un centinaio di volte dalla cappella alle palle, accidenti se non glielo tolgo faccio la figura del pivellino meglio passare all’attacco, x cui la spingo sul letto e le dico, adesso ti scopo come una troia. Tutto quello che vuoi ma niente parolacce, il tono deciso mi fa desistere da dirne altre, per cui dopo aver giocato un poco con la fica e con il clitoride glielo infilo fino alle palle.
Non pensavo fosse così stretta, ma sono bastate poche spinte perché la fica si adattasse al mio cazzo e un orgasmo la scuotesse tutta, sembrava avesse le crisi epilettiche.
Adesso tocca a me, mi dice e si impala sul mio cazzo prima davanti e poi mostrandomi la schiena, a un certo punto si è fermata e ha iniziato a contrarre i muscoli vaginali, ho dovuto pensare a qualcosa di butto per non riempirla la fica di sborra. Superato il momento critico la giro e la prendo a pecorina, e anche qui altri oragasmi. Ora però dopo aver fatto il giro del mondo col mio cazzo voglio sfondarle il culo. Anna nn vuole dice che nn l’ha mai dato a nessun nemmeno alla buonaanima inoltre da due giorni nn va in bagno, ma dopo l’ennesimo orgasmo acconsente. Mi infilo 1 preservativo e inizio a forzare il buchetto, ma sarà stato x i troppi orgasmi, lei nn ha sentito nessun dolore anzi solo piacere, e indovinate ha avuto un altro orgasmo. :L’ inculata è durata circa 5 minuti sento che sto x arrivare e voglio sborrarle in bocca, mi tolgo il preservativo, sporco di cacca, e glielo infilo in bocca pochi colpi di lingua e le verso una quantita industriale di sborra in bocca,
da allora ci siamo visti altre volte, ma questa è un’altra storia, se volete...
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18 years ago
admin, 75
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Moglie pudica
Dopo aver infranto il muro dell’inibizione di mia moglie, ero un uomo felice.
Ogni volta che facevamo l’amore era una cosa nuova e bella, ed io non ero più costretto a sognare di nascosto ma rendevo Anna partecipe delle mie voglie e delle mie fantasie. E, cosa incredibile, lei partecipava attivamente a questo gioco, eccitandomi ed eccitandosi.
Il giorno del mio 30° compleanno festeggiammo alla villa dei miei genitori, sul mare, e lei per l’occasione aveva acquistato un vestitino terribile, cioè fantastico !!! Aveva una bella scollatura che lasciava intravedere molto, quasi tutto, ed anche il più santo dei miei amici era incapace di non guardarle le tette. Anche la minigonna non era niente male, attillata abbastanza da mostrare in pieno le sue belle forme. Insomma, ero eccitatissimo e non riuscivo a nasconderlo. Mia cognata (sua sorella) mi avvicinò e mi disse : “tua moglie è oscena “ , io gongolavo e le dissi che ero contento di ciò: lei si allontanò scuotendo la testa. La sera, nel letto, mentre la possedevo con passione , le confessai che mi sarebbe piaciuto sfilarle la camicetta, slacciarle il reggiseno e liberare la sua fantastica quarta misura, esponendo quei seni eccitantissimi alla vista di tutti. Insomma, le confessai che mi ero molto eccitato all’idea che tutti potessero vederle il seno. Mi disse che ero matto, ma poi volle venire lei sopra ed iniziò una cavalcata sconvolgente. Furiosa ma dolce, veloce e poi lenta, accompagnandola con gemiti e sospiri che mi facevano pensare di essere un superdotato ! La guardavo e morivo dal piacere nel vedere questa splendida donna dimenarsi su di me, guardandomi intensamente con occhi appannati dal piacere. L’orgasmo fu lungo e potente, e subito dopo si accasciò su di me coprendomi di baci. Era fantastica, bellissima, ed io ero orgogliosissimo di lei. E proprio per questo non temevo, anzi desideravo che altri potessero vederla nuda.
Ogni volta che capitava l’occasione, le dicevo che le sue tette erano da infarto (giuro, è la pura verità!) e che era veramente uno spreco che le potessi vedere solo io. Lo dicevo per eccitarla e anche perché mi eccitava tantissimo l’idea che lo facesse veramente, non perché volevo davvero che altri la vedessero , ma perché mi eccitava proprio il pensiero che lei volesse farlo.
Passò del tempo ed iniziammo ad andare in maniera assidua al mare, sempre in compagnia dei nostri 2 figli, quindi senza velleità di alcun genere. Un giorno mia sorella ci offrì l’occasione di passare la mattinata da soli, e noi decidemmo di impiegarla per andare al mare in un posto che non era il solito, era un po’ più distante ma siccome non ci eravamo mai stati giudicammo che fosse il caso di dare un’occhiata. Era un giorno infrasettimanale, quindi c’era poca gente, per la maggioranza famiglie con figli. Ci sistemammo nei pressi di una giovane coppia di fidanzatini, lei biondina , carina, lui non me lo ricordo! Dopo tutta la mattinata trascorsa tra bagni , partite a carte e chiacchere, arrivò l’ora di andare via. Il costume non si era ancora asciugato, ed Anna manifestò l’intenzione di recarsi in uno spogliatoio per mettersi il costume asciutto. Con sguardo malizioso le dissi “perché non ti cambi qui?” e lei, guardandomi con aria di sfida, rispose “pensi che non ne sia capace?” – “No” replicai tranquillo, ed era vero, non la ritenevo assolutamente capace di spogliarsi in pubblico. Mi guardò divertita, e, senza proferire parola, si guardò intorno. Scelta la direzione in cui non c’erano bambini (cioè quella dei fidanzatini ) , con noncuranza si slacciò il laccetto che le passava sul collo, e la parte superiore del suo costume intero nero (…non lo dimenticherò mai quel costume…) scivolò via, lasciando in una frazione di secondo lei col seno al vento e me senza fiato.
Sorridendo mi disse :” Allora, signor scettico, che ne dice? Valgo il prezzo del biglietto? Vuole che me lo tolga completamente, o le basta che quel bel moretto mi mangi con gli occhi solo le tette?:
Ero pietrificato : mia moglie sembrava perfettamente a suo agio in quella situazione, anzi avrei giurato che le piaceva proprio! Se si stava eccitando solo la metà di quanto mi stavo eccitando io, era una gran troia! Guardandola, sentivo il cazzo uscirmi dal costume , lei se ne accorse e mi disse : “ehi, non rubarmi la scena! Allora, cosa vuoi che faccia, mi rivesto o vuoi che stia così per un po’?”. Più la guardavo, e più ero incapace di staccarle gli occhi di dosso, proprio come il ragazzo che avevo alla mia sinistra il quale si sforzava di far casualmente cadere lo sguardo su Annalisa. Le porsi entrambe le mani, nella sinistra avevo un asciugamano e nella destra un reggiseno. Dissi “ voglio che faccia quello che ti senti : se prevale l’imbarazzo vestiti , se invece ti eccita fatti guardare ancora asciugati per bene ”.
Facendo finta di nulla si guardò di nuovo un po’ in giro, poi lanciandomi un’occhiatina arrapantissima afferrò delicatamente l’asciugamano, cominciando a passarselo voluttuosamente sul seno e sulla pancia. “sei eccitato?” mi chiese. “Da morire” risposi con la voce rotta dall’emozione. Il fatto che mia moglie si stesse eccitando nel farsi guardare da sconosciuti mi sembrava la cosa più arrapante del mondo, si stava comportando da vera porca. “Allora guardami, porco. Osserva come la tua mogliettina si mostra a tutti questi sconosciuti……mi sto bagnando!”
“Sei una vera troia – le dissi – ora che torniamo in macchina mi farai un bel pompino con ingoio, così impari ”. Lei, incurante delle mie minacce, continuava a mostrarsi tranquillamente ormai in tutte le direzioni. La minacciai “guarda che non resisto più, ho il cazzo che mi esplode, se non ti copri ti tolgo anche il resto…”. “si, ci credo proprio…” mi rispose ridacchiando. Stavolta toccava a me sorprenderla, ero talmente eccitato che non pensai ad eventuali problemi legali e, avvicinandomi lentamente, la accarezzai sui fianchi e tranquillamente ( per modo di dire : quasi tremavo per l’emozione ! ) le tirai giù tutto il costume. Ero fuori di me, non solo mia moglie era completamente nuda su una spiaggia con un sacco di persone che la guardavano, ma ero stato io a mostrarla in tutta la sua bellezza !!! Notai che per l’occasione si era depilata in maniera veramente perfetta, (chissà che non ci avesse fatto un pensierino già da casa…) e le dissi “ sei una bellissima puttan!
a, ora che tutti ti hanno vista come mamma ti ha fatta , sei pronta per vestirti e andare a far sfogare il tuo maschio preferito? ” Mi guardò sorridendo e disse, infilandosi le mutandine “andiamo a scopare, marito mio. Vedrai come ti combino !!! “
Andando via , ci sentivamo accompagnati dalle occhiate di rimprovero delle donne e di approvazione degli uomini. Giunti alla macchina , non riuscimmo ad evitare di toccarci ovunque come due ragazzini che scoprono l’altro sesso per la prima volta. La toccavo e lei gemeva come se la stessi cavalcando , ed anch’io mi rendevo conto di sospirare forte quando me lo afferrava senza molti complimenti. Dovemmo accontentarci di questo , altrimenti alla fine una denuncia per atti osceni in luogo pubblico non ce la toglieva nessuno. Purtroppo bisognava andare a prendere i bambini , ma io ero sicuro che non avrei MAI potuto resistere fino a sera. Glielo dissi, ad Anna guardandosi intorno mi disse : “ sai che facciamo ? ….parcheggiamo ! “ – “ tu sei completamente pazza – risposi subito – dove vorresti farlo ? “. Mi fece notare che c’erano tantissime macchine ammassate nel parcheggio di un ristorante annesso ad un famoso lido : “ è ora di pranzo , quanti andranno via ? “. Notando la mia titubanza , decise di essere convincente. Si tolse velocemente gonna e mutandine , rimanendo nuda sotto , ed iniziò a toccarmi tra le gambe. “ Vorrei che mi scopassi furiosamente. Trattami come una vera puttana , ho una voglia matta di vederti godere. “
Parcheggiai al volo trovando giusto un posticino tra due camper, sistemai due parasole sul lunotto anteriore e posteriore e mi spogliai anch’io. Non feci neanche in tempo a girarmi che sentii una splendida sensazione di caldo-umido sull’attrezzo che si era ingigantito a dismisura nel corso della mattinata. La mia mogliettina iniziò un pompino dolcissimo, fantastico , ma io avevo voglia di penetrarla e le dissi di smetterla che non avrei resistito niente. “Ho detto che ti voglio veder godere “ – rispose decisa – ed in modo deciso incrementò il movimento della sua testa. Venni subito copiosamente , ero troppo eccitato per resistere anche solo 5 minuti. Lei non si fermò , ma continuò a spompinarmi riuscendo a non farmelo ammosciare , ed io mi sentii un divo del cinema porno.
Le dissi “ adesso ti faccio vedere io…” e lei rispose “ ecco, bravo , proprio quello che volevo ! “
Le sollevai le gambe e la penetrai subito con vigore , facendola ansimare così forte da preoccuparmi che qualcuno potesse sentirci (i vetri erano un po’ aperti per il troppo caldo). Lei mi chiedeva di trattarla come una bambola gonfiabile, voleva che pensassi solo al mio piacere, ma era impossibile per me non pensare anche al suo godimento. Ciononostante, stantuffavo come un matto, mi sentivo un martello pneumatico, e Anna mi supplicava di godere a piu’ non posso. Alla fine decisi di accontentarla, e grugnendo come un animale iniziai a godermela sul serio, senza prestare attenzione a non venire troppo presto. Questo mio cambiamento ebbe un effetto immediato su di lei, che rispose ai miei grugniti godendo in maniera animalesca, come non le avevo mai visto fare. Ebbe un orgasmo incredibile, che non finiva mai, e lo accompagno’ con versi e gemiti ad alta voce che portarono anche me sull’orlo dell’abisso : lei capì e mi incitò a darci dentro più forte, e quando mi sentì irrigidire disse :”vieni fuori” , io lo estrassi e lei mi masturbò sulla sua pancia (aveva ancora le gambe sollevate) dicendo : ” sporcami tutta amore mio !! “.
Fu fantastico, e quando terminammo ci ripulimmo e corremmo via (arrivava qualcuno) senza sapere se avevamo dato spettacolo o no.
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18 years ago
admin, 75
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Voglio assomigliare alla mamma
Adesso ho 24 anni, ma fin da piccola ho capito cosa significa la parola sesso! Ho visto mia mamma far sesso con tanta gente anche con due alla volta le ho, visto succhiare tanti di quei cazzi che un'attrice porno a confronto e una dilettante! Noi siamo tre fratelli due femmine ed un maschio, tutti figli di padri diversi. Quindi in casa mia ci sono stati piu’ uomini che in un spettacolo per soli uomini! Io sono la piu’ grande, poi ce mio fratello 5 anni piu’ giovane di me e poi una sorellina di 14 anni. Come dicevo in casa nostra entrava tanta gente e andava a parlare con mia mamma in salotto, io tutte le volte li spiavo e non li vedevo parlare, ma scopare o vedevo mia mamma con il cazzo in bocca finche non lo faceva venire! Avevo ancora circa dieci anni, ma crescevo e piu’ crescevo piu’ mi eccitavano quelle scene. Allora andavo in camera mia sotto le coperte e finivo lì quello che avevo cominciato dietro la porta del salotto dove c'era mia mamma con quello di turno! Avvolte qualcuno restava a dormire li, ma la mattina scappavano via come dei ladri! Gli anni passavano ed era tutti i fine settimana sempre la stessa cosa, io iniziavo a formarmi il seno il culetto, e qualcuno iniziava a guardarmi diversamente! Ma mia mamma non permetteva a nessuno di esagerare con me. Un giorno conobbe un uomo, questo iniziò a venire a casa tutte le sere, non era un bel uomo ma era simpatico. Lei se ne innamorò, spiavo anche loro e lui oltre che simpatico avevo anche un bel cazzo dritto lungo e grosso, (capisco anche perchè mia mamma se ne innamorò) mi eccitavo a vedere mia mamma con quel cazzo in bocca o in mezzo alle gambe. Spiavo lui anche in bagno quando era da solo, andavo a fare il bagno, quando c'era lui in casa e la mia mamma era al lavoro, nella speranza che mi spiasse anche lui. Lasciavo la porta senza giri di chiave cosi anche per sbaglio poteva entrare. cosi successe un giorno sentii bussare alla porta, pensavo fosse mio fratello e gli risposi che era occupato, invece era lui, e mi disse: ok aspetto, un brivido mi attraverso la pelle ma rimasi zitta. Dopo un pò mi disse se dovevo ancora stare ancora tanto, perchè doveva solo lavarsi i denti. Io con voce soffocata gli risposi che poteva entrare, (tanto ero immersa nella vasca e non poteva vedermi). Lui entrò e mi chiese scusa, non le risposi gli chiesi solo se la mia mamma era rientrata, e lui mi disse di no, chiedendomi come mai e se mi serviva qualcosa; gli dissi che mi serviva lei per farmi lavare la schiena. Lui posò lo spazzolino si avvicinò e mi chiese: posso farlo io? Non mi diede neanche il tempo di rispondere, prese la spugna si mise sul bordo vasca e inizio a massaggiarmi la schiena, ( aveva capito tutto) io mi chinai in avanti sulle ginocchia cosi nascondevo anche il seno. Lui mi passava tutta la schiena ma quando scendeva verso il basso sentivo le sue dita sfiorarmi il sedere. Ero imbarazzatissima ma anche eccitata, mi chiese se mi fosse piaciuto e se mi stavo rilassando, gli risposi con la testa di si. lasciò la spugna e mi passava solo dell'acqua addosso, mi accarezzava ed ogni volta che si avvicinava al culetto avevo dei brividi, lui se ne accorse allora scese ancora piu' giu ed io mi inchinavo sempre di piu’ per fargli spazio alla mano. Riprese la spugna e mi versò della schiuma sulle braccia mi alzò il collo e me ne fece colare anche sul seno, ed iniziò a massaggiarmi il collo e le braccia ed ogni tanto si avvicinava al seno sfiorandolo con la mano. Poi prese il bagno schiuma tolse il tappo, ma cadde dentro l'acqua feci per prenderlo, ma feci anche finta di non riuscire a trovarlo, all’ora lui infilo il braccio dentro l'acqua lo prese e nel tirarlo fuori me lo appoggio alla patatina, io ebbi un sobbalzo, come una scossa. Mi guardo e mi diede un bacio sulla testa, si verso un pò di bagno schiuma sulla mano e mi massaggiò il collo poi il petto poi passò alla pancia attraverso il mio seno e mi disse di distendermi. Avrei fatto qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto. Mi appoggiai con la testa al bordo vasca e mi rilassai, ero tutta nuda lì davanti a lui e non mi vergognavo affatto. Mi accarezzò dappertutto si soffermo un pò sui seni, mi prese la mia mano ed insieme scendemmo giu alla patatina e mi disse di toccarmi come quando ero sola, mi piace vederti toccare ti ho spiata tante volte e so anche che mi spii, quando sono in bagno, (cioè, sapeva tutto) avrei voluto sprofondare. Però iniziai a toccarmi da sola, mentre lui mi stringeva i seni, avevo gli occhi chiusi e mi sentii avvicinare qualcosa alle labbra, era la sua mano iniziai a baciarla poi presi un dito e lo infilai in bocca. Mi chiese se lo spiavo anche quando era con mia mamma . Gli risposi di si, mi chiese cosa avevo visto, tutto, gli risposi! E cosa ti e piaciuto di piu’ ? Vedere la mamma in ginocchio davanti a te. Non mi disse nulla, ma era eccitatissimo, mi prese la mano e la portò sul suo cazzo, non mi ero neanche accorta che lo aveva già tirato fuori. Era enorme mi lascio la mano ed io iniziai ad accarezzarlo, lui si tolse i pantaloni si alzò in piedi entro in vasca e mi disse: succhiamelo troietta! Lo presi con tutte e due le mani iniziai a baciarlo, gli leccai la punta e poi piano, lo infilai tutto in bocca!!! Lui con una mano appoggiata alla parete e l’altra sulla mia testa spingeva quel bel grosso cazzo nella mia bocca, mi sentivo riempire tutta e stato un momento bellissimo, lo leccavo lo succhiavo lo accarezzavo, per me in quel momento quel coso era tutto, era quello che avevo sempre desiderato e finalmente era tutto mio. Avrei voluto prenderlo ovunque, ma in quel momento lo volevo solo in bocca e al solo pensiero che mi sarebbe venuto in faccia, mi faceva sentire tanto troia. Nel frattempo ebbi un orgasmo e inizia a toccarmi e godere, lui si godette la scena tirò il cazzo fuori dalla mia bocca iniziò a menarlo chiamandomi troia e dicendomi che ero la sua troia ( anzi la sua piccola troia ), mi infilò due dita in bocca ero eccitatissima, non fece in tempo a dirmi che stava venendo che un primo schizzo mi arrivo dritto in bocca, tirai fuori la lingua e lui da sopra mi schizzava in faccia e in bocca. Mi sentivo al settimo cielo, mi sentivo schiava di quel uomo avrei fatto tutto quello che mi avrebbe chiesto. Mi colava tutto in faccia lo presi con la mano e lo spalmato sulle labbra, iniziai a leccarlo e succhiarlo toccandogli le palle, lui mi tolse il cazzo dalla bocca e mi fece leccare quelle palle pelose, ma tanto morbide. Gli chiesi se ero stata brava, lui mi accarezzò la guancia e mi disse che ero stata bravissima e che ero la sua piccola troietta. E da quel giorno non ebbi piu' niente da invidiare a mia Mamma, avevo quello che aveva lei ed soprattutto ero come lei, cioè Troia.
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18 years ago
tapiro,
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Mi racconto - 1 parte
Con il sesso sono stata abbastanza precoce. Quando ho fatto il primo pompino avevo poco più do tredici anni. Frequentavo la terza media e lui faceva il quarto ginnasio. Mi venne quasi immediatamente in gola ed io mi trovai ad ingoiare la sua cremina. Mi piacque il sapore. Dopo un anno persi la verginità ad opera di un amico di diciotto anni. Contrariamente a molte ragazze, io non avvertii alcun dolore quando mi penetrò e riuscii a godere. Il culo me lo aprì un ragazzo olandese durante l’estate tra il penultimo e l’ultimo anno delle superiori. All’università ebbi moltissimi uomini e conobbi quello che sarebbe diventato mio marito. Mi innamorai immediatamente di quel ragazzo taciturno, intellettuale, elegante. Dopo poco scoprii che a lui piaceva esibirmi. Mi regalò il primo reggicalze e me lo fece indossare con una gonna lunga con un lunghissimo spacco sul davanti. Andammo a cinema e mentre ero seduta la gonna lasciava vedere il reggicalze e, dato che non mi aveva fatto mettere le mutandine, la patatatina . I maschi mi guardavano vogliosi, ed io ero eccitata da morire. A casa scopammo con passione furibonda. Da allora spesso cominciammo a fare esibizionismo sempre più spinto, io ero arrapata da impazzire e lui mi propose di farlo con un altro davanti a lui che avrebbe guardato. La cosa mi lasciò esterrefatta, ma piano piano lui mi convinse, e così mi ritrovai a letto con uno sconosciuto che mi stantuffò per bene in tutti i buchi davanti al mio fidanzato, facendomi urlare dal piacere.
Fu poi facile passare alle gangbang nelle quali molti maschi abusavano di me in ogni modo, sempre davanti al mio lui e sempre con mio grandissimo godimento.
Ci siamo sposati ed abbiamo continuato come da fidanzati, organizzando gangbang e bukkake.
Un giorno per caso su internet scoprimmo un sito francese di un organizzatore di gangbang alle quali speso partecipavano maschi di colore. Guardavo spesso le foto di quelle gangbang e dentro di me nacque la voglia di una gangbang di colore.
Ne parlai con mio marito che si entusiasmò all’idea che io fossi montata da maschi di colore. Non perse tempo: inviò una mail all’organizzatore descrivendogli cosa cercavamo.
Lui, Laurent, fu molto gentile e ci rispose subito, chiedendo una mia foto. Mio marito gli inviò una foto nella quale ero ritratta con addosso un reggicalze e a cosce aperte.
Laurent rispose facendomi i complimenti e ci disse che la cosa si poteva organizzare. Alla sua proposta di inviarci le foto dei neri che mi avrebbero scopata rispondemmo di no: volevo una sorpresa.
Prendemmo gli accordi per il nostro viaggio a Parigi e sul numero dei maschi: ne volevo otto.
Il 27 dicembre prendemmo da Roma il volo per Parigi. Sia io che mio marito eravamo emozionati.
Arrivammo ad Orly e lì trovammo Laurent ad attenderci con in mano un mazzo di fiori per me. Faceva molto freddo ed io fui contenta di avere addosso la pelliccia. Ci accompagnò in albergo e ci disse che sarebbe venuto a prenderci quella sera alle otto.
Dopo pranzo riposai nel comodo letto, poi mi preparai per la serata. Mio marito mi depilè accuratamente la fica e le ascelle, feci un bagno e poi comincia a vestirmi. Indossai un bellissimo reggicalze di pizzo nero con calze velatissima con la riga. Poi misi un abito lungo, nero, scollato e trasparente: non indossai né perizoma né reggiseno, ma misi un paio di scarpe con il tacco altissimo e sottile.
Laurent arrivò puntualissimo e mi fece i complimenti per come ero vestita. Ci portò con l’auto all’appartamento dove era fissato l’incontro, in pieno centro della città, a due passi dalla Torre Eiffel.
Io e mio marito prendemmo l’ascensore per arrivare al secondo piano, suonammo il campanello e venne ad aprire la porta un nero molto bello. Si presentò e mi baciò sulle guance. L’appartamento era adibito a ufficio, era molto spazioso e aveva un divano-letto già aperto. In quella stanza c’erano gli altri sette ragazzi, tutti bellissimi e neri come il carbone. Mi vennero incontro e mi baciarono, ci offrirono dello champagne e poi mi fecero sedere sul letto. Uno di loro infilò la mano nella scollatura del vestito e iniziò a carezzarmi le tette, stringendo delicatamente i capezzoli. Un altro mise le mani sotto il vestito e cominciò a carezzarmi la fica. Fu l’inizio. Mi tolsero il vestito lasciandomi nuda con le calze, il reggicalze e le scarpe, poi si spogliarono. Rimasi sbalordita: i loro cazzi, anche se ancora mosci erano enormi. Mi ritrovai a succhiarli mentre mi facevano fremere con le loro carezze. Mi scoparono uno per volta nella fica, facendomi godere, poi mi incularono a turno e poi ancora cominciarono a possedermi contemporaneamente nella fica e nel culo, con doppie penetrazioni che mi fecero godere molte volte. Vedevo mio marito fotografare e filmare mentre quegli otto maschioni abusavano di me. Finirono di usarmi dopo tre ore, scaricando il l,oro sperma nella mia bocca assetata. Ero esausta ma felice. I ragazzi si rivestirono ed andarono via. Quando poco dopo arrivò Laurent, io ero ancora nuda, con le cosce spalancate e il uco del culo oscenamente aperto. Sorrise nel vedermi in quelle condizioni e mi chiese se ero soddisfatta. Mi alzai dal letto e lo abbracciai. Gli abbassai pantaloni e mutandine e gli feci un pompino con ingoio.
Laurent mi chiese se volevo lavarmi, ma io risposi di no, Senza indossare il vestito, che mise nel borsone di mio marito, indossai la pelliccia e chiesi di tornare in albergo.
Arrivarti in albergo, mi tolsi le scarpe e la pelliccia e così, ancora piena degli umori dei maschi mi buttai sul letto e mi addormentai di colpo.
La mattina successiva, quando uscii nuda dal bagno dopo aver fatto la doccia vidi che arrivato Laurent che stava chiacchierando con mio marito. Lo salutai con un bacio sulla bocca e nuda com’ero mi sedetti al tavolino per fare colazione. Mio marito mi chiese che Laurent aveva proposto di andare a pranzo in un locale particolare a S. Denis, un locale molto trasgressivo. Accettai con entusiasmo. Chiesi cosa dovevo indossare e Laurenti mi rispose “il meno possibile”. Così misi una guepierre azzurra, con calze a rete larga, stivali con tacco a spillo e mentre stavo mettendo il perizoma Laurent mi fermò. “Va bene così”, mi disse. Indossai la pelliccia e uscimmo.
Arrivammo a S. Denis, e ci avviammo a piedi verso il locale. Mentre camminavo la pelliccia si apriva e mostrava le gambe avvolte dalle calze con la guepierre. Sentivo i commenti pesanti dei maschi che mi vedevano e la cosa piaceva sia a me che a mio marito.
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18 years ago
ladylovegangbang,
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L\'intima origine di un desiderio
L’intima origine di un desiderio
Parte 1:
Estate. Stagione che accende la passione, a maggior ragione se si ha diciassette anni, una tempesta ormonale in corso e poche esperienze sessuali all’attivo.
Per questo, ancora prima di partire per le vacanze, la mia mente partoriva situazioni e futuri incontri così eroticamente dettagliati che finivano con la conseguente, inevitabile, prepotente erezione da dover accontentare. La mia mano si dedicava con le più intime carezze nell’ancestrale arte dell’autoerotismo. Amplessi maturati in un onirico harem dove non c’era ragazza capace di resistermi ed ognuna di loro era pronta ad accogliere in qualsiasi angolo del proprio corpo il caldo e denso frutto del mio desiderio; un prezioso nettare che invece finiva per essere accolto o dalla tazza del water o da qualche fazzoletto di carta preparato per l’occasione.
Ero un ragazzo carino e sebbene non fossi appariscente quanto il “fusto” di turno che le ragazzine ammiravano e se ne contendevano le attenzioni, avevo le mie ammiratrici. Nonostante tutto, però, i momenti che dedicavo a me stesso avevano qualcosa di speciale, di intimo, che ancora non ero riuscito a provare durante gli incontri di sesso che fino ad allora avevo avuto con le ragazze.
Forse perché ad alimentare le mie fantasie c’era una particolare fissazione che diventava sempre più insistentemente presente: avevo una autentica passione per i piedi femminili! È insolito, certo, perché la mèta naturale dei miei coetanei, per chi ancora non l’avesse provato, era il sesso completo con la propria ragazza, mentre il mio punto di esaltazione era quello di avere tutti per me un paio di piedini da “consumare” di baci e carezze.
Non so dire esattamente quando si presentò per la prima volta il desiderio, ne cosa lo avesse generato, sta di fatto che sempre più spesso il culmine dei miei orgasmi solitari lo raggiungevo immaginando che fossero un paio di piedi attraenti ad abbracciare e scuotere il mio membro fino a portarlo al traguardo del piacere, anziché la mia mano. Ero arrivato persino a mettermi in bocca il mio alluce e leccavo, per quanto potevo, il mio piede sognando che fosse l’estremità di una delle tante donne che vedevo ogni giorno e che, quasi a volermi stuzzicare intenzionalmente, indossavano provocanti sandali o scarpe aperte catturando la mia attenzione.
Ero forse malato? All’inizio avevo provato a condividere questa fantasia con le ragazze con cui flirtavo, nella speranza che, incuriosite, l’accontentassero, ma gli esiti si erano rivelati più o meno disastrosi; si passava dal “ma che sei, una specie di pervertito?” a “perché, non ti piace quello che ho tra le gambe?” e così via. Dopo di solito calava il gelo, o iniziavano a ridere, o si mettevano a piangere. Non capivano; ma del resto io stesso non riuscivo a spiegarmi la natura di quella morbosa attrazione e visti gli esordi decisi di lasciar perdere covando dentro di me quel desiderio che sfumava lentamente in una frustrante privazione.
Pensai che l’imbarazzo dato dall’inesperienza fosse la causa di tutto, un’insicurezza che mi faceva concentrare su una parte del corpo solitamente non presa in considerazione, forse temendo di non riuscire a fare una bella figura nei rapporti…diciamo convenzionali. Ma ancora non avevo neppure intuito la vera natura di quella “mancanza” che di li a poco si sarebbe rivelata in tutta la sua chiarezza.
Quell’estate di tanti anni fa, come ogni anno, avevamo progettato le vacanze di famiglia scegliendo una località che offrisse l’opportunità di rilassarsi ai nostri genitori e abbastanza svaghi per me e Claudia, mia sorella gemella. Decidemmo per il terzo anno consecutivo di passare le vacanze sul lago di Garda, dove ormai avevamo fatto amicizia con altre famiglie divenute abitudinarie di quel posto e sia io che mia sorella eravamo riusciti a ritagliarci una serie di amicizie estive che ritrovavamo ogni anno.
Dopo circa quattro giorni di villeggiatura, finalmente ebbi il coraggio di osare e scoprii che se solo non avessi esitato così tanto avrei potuto avere già l’anno prima un incontro intimamente ravvicinato con Judith, una ragazza tedesca conosciuta l’estate precedente e che sembrava ansiosa quanto me di approfondire questa conoscenza.
Stavamo facendo una passeggiata lungo il lago quando le nuvole cominciarono a prendere possesso del cielo e inutilmente mi augurai che la pioggia non rovinasse la serata.
Avevo appena infilato la mano destra sotto la maglietta di Judith , risalendo lungo la pancia fino ad incontrare il piccolo ma appagante seno ed ero perso nell’accarezzarlo, sentivo il battito del suo cuore che accelerava e andava a tempo con il mio. Con i polpastrelli le stuzzicavo e stimolavo i capezzoli, che adesso erano diventati duri e lievemente sporgenti; intanto mi godevo la sua mano delicata e per niente inesperta che, infilatasi nei miei pantaloni, si prendeva cura del mio membro. Quasi volesse rendermi la piacevole tortura che le stavo infliggendo, ricambiava i miei movimenti sul suo capezzolo con altrettanti, identici, sulla cappella che sussultava di piacere.
Ed ecco il lampo, seguito dal tuono. Gli araldi dello scroscio che dal cielo avrebbe lavato via la speranza di concludere nel migliore dei modi la serata! Provai a trattenerla ma non ci fu verso, così l’accompagnai per un tratto finché non raggiunse il campeggio e dopo un fugace bacio corsi a mia volta verso l’albergo dove alloggiavo.
Entrando vidi qualche cliente ancora in giro, alcuni che giocavano a carte, altri semplicemente intenti a scambiare le ultime chiacchiere prima di ritirarsi in camera.
Salutai cordialmente e appena arrivato nel corridoio vidi mia sorella, rientrata anche lei a causa della pioggia, e i nostri genitori che stavano andando nella loro camera. Dopo aver dato loro la buonanotte io e Claudia ci accingemmo a fare lo stesso.
-Sono fradicia…- disse Claudia entrando nella stanza e togliendosi le scarpe -…Ma tu guarda ‘sto cavolo di tempo.-
Io intanto ero andato a fare pipì nel bagno della camera.
-Come sei silenzioso… serataccia?-
-Era partita bene, e se non fosse stato per la pioggia sarebbe finita anche meglio!- Le dissi a mezza bocca mentre facevo cadere le ultime gocce.
Era già successo altre volte e come temevo stava succedendo di nuovo; quando venivo stimolato senza poi concludere con l’eiaculazione, cominciavo ad avvertire un dolore all’inguine, che lentamente si concentrava sui testicoli fino a diventare insopportabile. Normalmente mi masturbavo per lenire il fastidio ma con mia sorella che si apprestava a viaggiare dalla camera al bagno l’unica soluzione era stendermi sul letto e sperare che si placasse da solo. Non potevo certo menarmelo di fronte a lei.
-Dai, racconta!- Continuò Claudia -Voglio sapere tutto!- Era entrata in bagno in reggiseno e mutandine per appendere i vestiti bagnati.
Non era certo la prima volta che vedevo mia sorella seminuda, anzi, era capitato più volte di vederla come mamma l’ ha fatta mentre di cambiava o andava a farsi il bagno; il “prurito” che avevo al basso ventre di quella sera, però, mi fece avere un piccolo, quasi impercettibile impulso e per un attimo anziché mia sorella fu una ragazza decisamente attraente che vidi coperta da quel delizioso completino intimo. Durò meno di un secondo e subito mi scese addosso una sensazione di disagio, come se avessi violato la sua intimità, e mi sentii un idiota.
-Allora…ci sei? Certo doveva essere proprio speciale questa ragazza, guarda come ti ha ridotto. Dai, sono troppo curiosa!- Stava armeggiando con le mollette e si era voltata nel dire le ultime parole.
-No, niente di speciale, è solo…beh, è piuttosto carina e sembrava anche molto spigliata.- Cercai di troncare il discorso, il mio uccello era talmente sensibile che il solo ripensare a Judith lo faceva sussultare con il conseguente risultato di un ritorno di erezione, imbarazzante dato il momento, e l’aumento del dolore che riuscivo sempre meno a mascherare.
-Come siamo freddi!- Mi disse ironica -Sei sicuro che va tutto bene, a parte il mancato divertimento?-
Dato il rapporto molto unito che avevamo avuto fin da piccoli,non c’erano stati mai stati grandi segreti tra di noi, perciò ci raccontavamo ogni cosa, anche delle esperienze con l’altro sesso, era normale quindi che fosse sorpresa dal mio atteggiamento.
-Si, scusa Claudia… va tutto bene…- Mentii.
-…ho solo un po’ di fastidio alla pancia e allo stomaco, forse ho esagerato col bere.-
Almeno avevo trovato una scusa per il dolore.
-Oh, mi dispiace, posso fare niente? Ti vado a prendere qualcosa, un tè magari…spero sia ancora aperto il bar.-
-No, davvero, grazie, adesso mi vado a stendere e vedrai che mi passa.- La tranquillizzai.
-Se hai bisogno del bagno dillo, non ti fare problemi…hai la nausea?-
Era sempre stata premurosa nei miei confronti, questo il motivo della sua insistenza, ma in questo modo risultava sempre più difficile reggere la storia che avevo montato. Non ero mai stato capace di dirle bugie e alla fine cedetti.
-A dire il vero non ho bevuto…è solo che…- Non sapevo come dirglielo.
- …pancia e stomaco sono a posto, il dolore è di altra natura.-
Claudia era di fronte a me, con un espressione risentita, preoccupata e interrogativa allo stesso tempo.
- Ma allora…stai male o no?- mi disse ora in tono deciso.
-Va bene, tanto più ci giro intorno e peggio è; il fatto è che stasera con Judith ci siamo abbandonati a delle carezze sempre più intime e sul più bello si è messo a piovere, quindi non abbiamo concluso, capito?-
L’avevo detto tutto d’un fiato, senza pensare che in quel modo non avevo chiarito granché.
-Si, questo l’avevo intuito, quello che non capisco è perché stai male. Avrai un’altra occasione domani, mica ti devi disperare.-
Ora il suo sguardo faceva tenerezza, non ci arrivava proprio o forse non era molto esperta di problemi maschili. Le dovevo una spiegazione migliore.
-Non so se è una cosa comune, ma mi succede che quando vengo stimolato per un po’ senza…sfogarmi, mi prende un dolore all’inguine, in particolare ai testicoli, e ti assicuro che mi piego in due!-
Un po’ di rossore sulle guance tradì l’imbarazzo che Claudia provò nel sentirmi dire quelle cose. Come ho detto ci eravamo sempre confidati, ma con la crescita le nostre confidenze intime erano diventate meno dettagliate; era pur sempre una persona del sesso opposto che avevamo davanti, perciò non era come confidarsi con l’amico o l’amica.
-Se era solo questo potevi dirlo subito…- Disse con un tono che tentò di sembrare sicuro.
-..Non devi farti problemi, sono tua sorella, mica un estranea.-
Era sincera e adesso stava anche acquistando disinvoltura.
-Hai ragione, ma sei pur sempre una ragazza e mi imbarazza parlare esplicitamente di sesso con te. Almeno così credevo…in effetti sono più spontaneo di quanto pensassi.- La guardai e le sorrisi.
Lei ricambiò il sorriso, che fu ancora più ampio del mio, e mi abbracciò teneramente. Poi si mise a sedere sul suo letto, accanto al mio, con le gambe incrociate.
-Anche a me quando vengono le mestruazioni capita di essere piegata in due dal dolore, vado avanti a moment…ma sei sicuro che non ci puoi fare niente?-
-Beh, l’unico modo che conosco è quello di finire…da solo, mi spiego?- Confessai.
-Devi masturbarti? Ma allora fallo, scusa, chi te lo fa fare di tenerti il dolore. Bastasse questo per calmare i dolori mestruali avrei risolto tutti i problemi.-
Il mio sguardo attonito era eloquente.
-Perché ti stupisci? Credevi che solo i maschi si masturbassero?-
-No…non so…non credevo che fosse una pratica molto diffusa tra le ragazze.-
-Siamo più riservate, è vero, ma il fatto di non sbandierarlo ai quattro venti non vuol dire che non lo facciamo.-
-E… ti piace molto?- domanda stupida!
Ma ero curioso, la barriera inibitoria che fino ad allora avevamo implicitamente costruito negli anni era crollata, sgretolando le vergogne relative. Ora eravamo in vena di confidenze.
-Che discorsi, certo che mi piace, perché a te no?-
-Sicuro, anzi, spesso riesco a provare più piacere da solo.- Inconsciamente mi stavo aprendo pian piano, come se parlassi con me stresso.
-Anche a me succede lo stesso, a volte, figurati che…- Si interruppe un attimo e indicando con l’indice il mio basso ventre disse -Senti… ma se parliamo dopo che hai fatto non è meglio? Lo dico per te.-
-Hai ragione, solo che adesso mi sembra una situazione troppo grottesca. Insomma, dovrei andare in bagno e toccarmi sapendo che sai quello che sto facendo, per poi tornare di qua a parlare con te?-
- Non dirmi che non l’hai mai fatto a casa!- Ribatté lei.
-Si, ma almeno a casa non sapevi che mi stavo masturbando… dai, così mi vergognerei!-
-Mmm…vediamo…ho trovato! E se lo facessi qui, davanti a me?- Mi propose.
-Ma sei matta?? Ti ho detto che mi vergogno a farlo in bagno con te di qua, figurati se mi stai vicino e mi guardi!-
-Ma dai, sarebbe una specie di gioco, insomma, tu risolveresti il problema e condivideresti questa cosa con me. Secondo me sarebbe meno imbarazzante.-
-Sarà meno imbarazzante per te, forse, ma credi che mi sentirei a mio agio a menarmelo con te che osservi la scena?-
Passò un attimo in cui Claudia sembrò concentrata nel cercare una soluzione.
-E se fossi io a…toglierti il dolore?- La frase le uscì in completa naturalezza, come se fosse la cosa più comune di questo mondo.
-Ma ti rendi conto di cosa dici??- Avevo capito bene? Non poteva averlo detto realmente.
-Beh, che c’è di male? In questo modo non starei solo ad “osservare la scena”.-
-Non ci credo! Mi stai dicendo che vuoi farmi una sega? Ma sei mia sorella!-
-Io non ci vedo niente di male, mica andiamo a letto insieme, sarebbe solo un massaggio in una parte che ti fa male, quante volte mi hai massaggiato la schiena, o il collo. Comunque, senti, mi sono rotta di essere trattata da pervertita, io volevo darti una mano, fai come ti pare!-
Si alzò e fece per andare in bagno.
-Vuoi… darmi una mano?-
Ci guardammo, di colpo il mio sguardo allibito svanì, così come mutò lo sguardo risentito di Claudia. Un sorriso si affacciò sulla bocca di entrambi pensando all’ironia involontaria della frase, e di colpo scoppiammo a ridere!
-Ma…sei sicura?- Le chiesi serio non appena le risa si placarono.
Ero disteso sul mio letto con la schiena appoggiata al muro. Contrariamente all’esuberanza che aveva voluto dimostrare poco prima Claudia si avvicinò incerta, tradendo un po’ di imbarazzo ora che effettivamente tutto ciò che aveva detto sembrava accadere davvero. Comunque non si tirò indietro, si sdraiò su un fianco accanto a me, mi passò una mano nei capelli.
-Si, sono sicura.- Disse in tono altrettanto serio.
Non si era ancora messa niente ed aveva ancora il solo intimo addosso. Percepivo il contatto del seno con il mio braccio, della sua coscia che sfiorava la mia, e inaspettatamente provai una sensazione diversa nei suoi confronti, che andava oltre il normale rapporto tra fratello e sorella e neppure paragonabile a quello che avevo provato con altre ragazze.
C’era un alone di complicità che ci avvolgeva e faceva apparire il resto del mondo lontano anni luce, un gioco di intesa che ancora doveva realmente prendere vita ma che entrambi avvertivamo e al quale ci andavamo pian piano abbandonando. Stavamo vivendo forse uno degli aspetti ignoti del complicato legame che unisce due gemelli, una indissolubile unione nata nel ventre materno che avevamo condiviso nello stesso momento e che ci aveva posto in una condizione di intimità che andava al di là della comprensione umana, racchiudendo aspetti dell’esistenza destinati a sconvolgere il corso della nostra vita, se solo avessimo provato ad assecondarli. Ed eravamo ancora inconsapevoli di quanto lontano ci avrebbe condotto questo percorso.
Un attimo di incertezza, poi, con un timido sorriso, Claudia spostò lo sguardo dal mio viso lungo il mio corpo e finalmente si posò sul mio sesso. Avevo indosso solo gli slip ed il piacere che il contatto con il corpo di mia sorella mi provocava si rispecchiava, ed era perfettamente intuibile, sul mio membro, anche se coperto dal leggero strato di cotone. Per un istante entrambi aspettammo che l’altro facesse la prima mossa, e vista la maggior sicurezza dimostrata fin dall’inizio, mia sorella si rese conto che spettava a lei.
La sua mano sinistra si lasciò andare al primo esplicito contatto con il mio corpo. Lentamente cominciò ad accarezzare il mio pene senza spogliarlo, con movimenti delicati, premurosi, ma quando incontrò i miei testicoli ebbi un piccolo irrigidimento.
-Ti fanno molto male?- Mi disse senza interrompere le sue carezze.
-Adesso sono molto sensibili.- Le risposi
Claudia spostò il bordo degli slip scoprendoli, sembrava contemplarli.
-Sembrano molto gonfi.- Mi disse mentre li massaggiava amorevolmente con movimenti circolari usando i polpastrelli.
-Normalmente non sono così.- Le risposi, e la mia voce tradì l’emozione che quel tocco mi procurava.
Mia sorella stava prendendo sempre più confidenza con la situazione.
-Vediamo come sta l’ammalato.- Mi sussurrò nell’orecchio. E così dicendo tolse l’indumento che ostacolava e impediva la vista del mio uccello ormai agonizzante e desideroso di attenzioni.
Imbarazzato la osservai, la faccia si era fatta più seria, forse si era pentita? Il timore che tutto sfumasse in un imbarazzante disagio fece rilassare la mia zona calda che rapidamente stava abbandonando il temprato vigore verso una condizione di rilassamento.
Come se avesse letto nella mia mente, Claudia volle tranquillizzarmi e mi stupì dicendo
-É bellissimo, sai?-
Con estrema naturalezza cominciò ad accarezzarlo, con il palmo, con il dorso della mano ed infine lo impugnò con una tenerezza che mi colpì. Scoprì il prepuzio, esponendo la cappella alla luce dell’abat-jour. Cominciò un lento movimento, poi accelerò, rallentò di nuovo, lo sentiva crescere nella sua mano, fece passare il pollice sul glande, ormai paonazzo, che luccicava per la fuoriuscita del liquido. Mi faceva sussultare ad ogni movimento, sapeva come prenderlo e muoverlo, come se fossi io a farlo. Non ci parlavamo, forse entrambi temevamo di spezzare l’incantesimo di cui sembravamo essere rimasti vittime. Ma i nostri sguardi si incrociavano, si contemplavano, mentre la mano di Claudia pompava il mio uccello con una prepotente dolcezza che nessuna ragazza prima di allora mi aveva fatto provare.
La guardavo, il suo volto ora era fisso, completamente assorto nell’ammirare il mio membro. Abbassai lo sguardo e mi soffermai sui suoi capezzoli, che sporgevano dal reggiseno, provai la tentazione di stringerli tra le dita, di strizzarli, ma senza rendermi conto che la soglia del lecito si stava sgretolando di attimo in attimo, esitai dal farlo.
-Ti piace?- La voce di Claudia ruppe il silenzio.
-É bellissimo…tu sei bellissima.- Ormai non sapevo neanche quello che dicevo e le frasi uscivano senza filtro.
Sentivo lo sperma che montava dai testicoli, il respiro farsi sempre più affannoso e come se anche lei provasse le stesse sensazioni, la sentii ansimare debolmente. Aveva messo, probabilmente senza rendersene conto, la sua coscia sinistra a cavallo delle mie gambe, lasciando l’altra distesa, e ora sentivo il calore del suo sesso coperto dalle mutandine sulla mia pelle. Ero vicino, stavo per esplodere e non riuscivo a parlare, immerso in quell’oasi di piacere.
Claudia aveva impugnato il membro alla base con una mano mentre con l’altra mi carezzava e grattava lievemente i testicoli. Aveva appoggiato la testa sul mio torace e non perdeva un attimo di vista lo spettacolo che lei per prima aveva messo in scena; intanto muoveva il bacino e il suo inguine compiva un ritmico sfregamento contro la mia coscia. Ero in balia degli eventi, il razionale aveva dichiarato la sua sconfitta e le mie azioni erano istintive. Senza accorgermene la mia mano era andata a sfiorare la schiena di Claudia, e poi sempre più giù, verso l’abisso, incontro al luogo dove ogni dogma sarebbe stato stravolto e nel quale la parola “fratelli” avrebbe avuto un significato diverso, o forse dove il significato di ogni parola si sarebbe perso, affogando nell’oblio dell’estasi.
La mia mano era tra le sue natiche, sode e morbide ancora protette dalle mutandine, e senza violare quella sottile barriera, come un treno in corsa senza controllo, la mia non-volontà guidò il braccio ancora più giù, fino a sentire il contatto con l’antro della perdizione, dove le mie dita condivisero le umide tracce del piacere che mia sorella stava versando. Osai, ed assaporai il contatto con la sua carne, aggirai l’ostacolo e una volta trovata la chiave, esplorai il suo scrigno sul quale, sconfitto e inebriato dai sui umori, ricambiai le carezze che lei con tanta premura mi stava donando;
e come disse il poeta “… il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Un onda di calore mi avvolse, il cuore pompava più forte. Claudia se ne accorse e con un filo di voce cominciò ripetere -Vieni, dai, vieni!- E finalmente il mio pene ebbe lo spasmo decisivo che fece schizzare fuori tutto il mio seme.
Il mio vulcano in eruzione sprigionava un caldo fiume di lava bianca, che si andava ramificando sulla mano di Claudia, perseverante nel suo movimento, intenta a far uscire fino all’ultima goccia che scendeva lungo il mio pene come la cera da una candela accesa. La sentii stringere sempre di più le sue gambe in una morsa che imprigionava la mia gamba mentre l’orgasmo mi appagava, la sentii scuotersi in spasmi frenetici e la mia mano, tra le sue gambe, cominciò a bagnarsi ancora di più.
-Ahh…non smettere, ti prego.- Le dissi. Mi sentivo esausto, svuotato, ma non volevo che mia sorella abbandonasse la presa, privandomi di quel tenero abbraccio.
-Quanto ne avevi…- Realizzò con voce roca -…povero piccolo, era un tormento tenerlo tutto dentro eh? Adesso come stai?-
-Credo di non essere mai stato meglio!- Risposi con un filo di voce.
Era vero. Mia sorella era riuscita a farmi godere di più di quanto fossero riuscite a fare le ragazze che avevo avuto fino ad allora o di quanto riuscissi a fare io stesso nei miei paradisi di solitudine. Solo in quel momento mi resi conto di non aver pensato alla mia ossessione, ma di essermi goduto quei momenti con la mente completamente sgombra da ogni cosa.
Mia sorella mi sorrise, con superba maestria non aveva interrotto bruscamente il contatto, ma rallentando poco alla volta i movimenti stava rendendo meno traumatico il distacco della sua mano con il mio pene, ormai appagato.
La guardavo giocarci, osservavo le sue mani completamente bagnate e appiccicose dalla mia crema che continuavano ad accarezzarmi la pelle.
Quando entrambi ci fummo ripresi, e la poesia del momento si stava nuovamente mischiando con la realtà, mia sorella si staccò da me.
-Vado a prendere qualcosa per pulirti, non ti muovere.- E dopo avermi dato un fugace bacio sulle labbra, andò in bagno.
La sentii aprire l’acqua del rubinetto, poi un cigolio, ed ecco che la vidi riapparire con della carta igienica.
Feci per prenderla ma Claudia mi bloccò -Lascia, faccio io, tu continua a rilassarti.-
Non obbiettai. E lasciai che ripulisse minuziosamente ogni angolo del mio corpo dove c’erano le tracce del mio orgasmo.
-É piaciuto anche a me, sai?- Lo aveva detto continuando a pulire, senza guardarmi, a voce bassa, quasi temesse di svegliare qualcuno -…era come se lo facessi per la prima volta, anzi, è stato ancora più bello della prima volta che l’ho fatto.-
-Ti…sei eccitata?- La frase mi era uscita senza pensarci.
Si fermò un attimo, poi mise da parte la carta igienica, guardandomi.
-Sono venuta insieme a te!-
Fu un colpo in pieno stomaco.
-Io…ti ho toccata tra le gambe, non ho saputo resistere…ho sentito che ti sei bagnata…- non sapevo che dire! -…non ho potuto fare a meno di accarezzartela.-
Ero impacciato, mia sorella mi aveva appena confessato di avere goduto grazie a me e non riuscivo a capire dal suo tono se questo oltre ad esserle piaciuto da morire l’aveva anche messa a disagio. Per questo le mie parole sembravano quasi volerle chiedere scusa per un gesto che non era stato deciso ma era nato sul momento.
-Guarda che mica ti devi giustificare. Sei stato dolcissimo, sensuale, sembrava sapessi esattamente quali erano i movimenti che la mia piccola desiderava.-
-Allora non sei pentita?-
-Pentita? No, affatto. Sono solo scossa perché quello che è nato come un gioco mi è piaciuto più di quanto immaginassi…e ho bisogno di assimilare questo fatto.-
Le diedi un attimo perché riordinasse i suoi pensieri. Avrei voluto abbracciarla, dirle che le volevo bene, che mi sentivo vicino a lei più di qualsiasi altra persona. Ma qual’era la cosa giusta da dire, o da fare? Era una situazione inverosimile quella in cui ci trovavamo, e non c’erano stati amici o genitori o libri ad averci preparato ad affrontarla, com’era successo per altre cose.
Era la vita certo, ma una parte di quella vita che molti rifiutano, alcuni negano persino che possa esistere, che però esisteva in quel momento, esisteva per noi, e ciò bastava e renderla più “vera” di qualsiasi tappa presente, passata o futura che avremmo dovuto affrontare.
-Cosa vuoi che faccia?- le chiesi infine
-Voglio che tu mi stia vicino. Abbracciami, ti prego.-
La risposta alla mia domanda era la più semplice, e come nella maggior parte dei casi, la più efficace. La strinsi tra le mie braccia, e fummo una persona sola, come quando eravamo nella pancia di nostra madre, indissolubilmente uniti.
L’intima origine di un desiderio
Parte 2:
Il raggio di sole che filtrava da una fessura della persiana svegliò me per primo. Nonostante il caldo della stagione eravamo rimasti nella stessa posizione in cui evidentemente la sera prima ci eravamo addormentati. Guardai il viso di Claudia, gli occhi chiusi ancora immersi nel sonno e ciò che poteva apparire come una fantasia prese subito il giusto aspetto della realtà. La sera prima avevo fatto sesso con mia sorella! Era inutile girarci intorno e far finta che si era trattato di qualcosa di diverso, di tentare di sminuire l’accaduto. A questo punto non aveva senso mentire a se stessi o cercare una giustificazione che placasse la moralità che dal profondo faceva capolino e mi puntava il dito contro. Ma una cosa andava precisata, sebbene ancora non avessi l’esperienza per diversificare adeguatamente le due cose, non avevamo fatto sesso; io e Claudia avevamo fatto l’amore, era un’emozione particolare che aveva coinvolto entrambi e la cosa mi aveva dato una sensazione che mai avevo provato fino ad allora.
Il pensiero successivo sarebbe stato naturalmente interrogarsi su come sarebbe stato da oggi in poi il nostro rapporto, ma tutto sfumò bruscamente non appena sentii la sua voce che ancora ostacolata dal sonno mi disse“buongiorno”.
-Buongiorno.- Le risposi, e una mano andò a sfiorarle i capelli per poi proseguire sulla guancia.
-Come hai dormito?- Mi chiese.
-Benissimo e tu?- Sembrava una conversazione formale, e di questo ce ne rendemmo conto entrambi.
-Mai dormito meglio.-
-Senti Claudia, credo che ne dovremmo parlare…si insomma, non possiamo far finta di niente.- Ero impaziente di vedere qual’era la situazione, e cosa avrei dovuto aspettarmi.
-E chi vuol far finta di niente? Io no di certo.- Era adorabile alla luce del mattino e dalla sua voce, che improvvisamente aveva acquistato il tono forzatamente sveglio dato il problema che sembrava affliggermi, traspariva comunque la necessità di più tempo per connettere bene.
-Sono stata splendidamente ieri sera e non intendo certo ignorare la cosa solo perché tu sei mio fratello. Voglio dire, sei stato l’unico capace di farmi sentire in quel modo, è una cosa difficile da gestire, la affronteremo insieme, ma questo non vuol dire che dobbiamo accantonarla e far finta che non sia successa. Ha significato molto…- Fece una pausa e si incupì leggermente -…almeno per me.-
Era di una tenerezza disarmante. Forse le sembravo distaccato? Poteva forse sembrare che la notte prima la ricordassi solo come uno “svuotamento di coglioni”? Le avevo dato quell’impressione?
Niente era più lontano dalla verità. Mi aveva sconvolto quello che ci era successo ma il lato positivo superava di gran lunga il suo opposto, dovevo farglielo capire e il modo in cui provai a farlo mi sembrò il più naturale.
La baciai.
Posai le mie labbra dolcemente sulle sue e il gesto fu talmente spontaneo da non chiedermi neppure per un attimo se fosse il più opportuno. Claudia non se lo aspettava e all’inizio lasciò che fossi solo io a baciare lei, subendo quel contatto, ma non ebbi neppure per un secondo l’impressione che ne fosse disturbata. La mia bocca sfiorò le sue labbra serrate poi si aprì leggermente per richiudersi subito, nel più classico dei movimenti. Pian piano si lasciò andare e mi rispose aprendo a propria volta la bocca che pur senza parlare mi confessò i propri pensieri. Quasi a volersi scusare per l’apparente impassibilità iniziale, fu proprio Claudia la prima a muovere la sua lingua e mandarla come un ambasciatore dei sentimenti a cercare la mia; si trovarono, si abbracciarono e come in un tango fecero si che due bocche, premute l’una contro l’altra, rendessero superflua qualsiasi parola.
Ci staccammo, i nostri occhi lessero tutto ciò che avevamo dentro, lo assimilarono, provai a sorridere e Claudia fece scivolare via una lacrima da quel mare verde nel quale avrei voluto tuffarmi.
Ci baciammo di nuovo, e questa volta fu ancora più coinvolgente.
-E adesso…?- Le chiesi, come se lei avesse tutte le risposte.
-Vedremo, intanto voglio godermi questi momenti.-
-Sono le nove e mezza, tra un ora smettono di servire la colazione, hai fame?-
-Eccome, ma ho paura che tutto si perda se adesso mi stacco da te.- Sembrava smarrita.
-Perché non ci diamo una rinfrescata? Poi decidiamo se salire oppure no, che ne dici?- Tentavo di essere rassicurante e forse ci riuscii.
-Va bene, ma…senti perché non ci infiliamo nella vasca e facciamo le cose con calma, male che vada faremo colazione al bar.- L’audacia della sera prima stava tornando.
-Direi che è un ottima idea, vieni.- Era fatta! Pur senza dircelo apertamente volevamo entrambi conoscere le sensazioni che i nostri corpi ci procuravano e del quale avevamo avuto solo un fugace accenno, era inutile rimandare o pensare ad altro.
Quando ci alzammo, vidi Claudia come non l’avevo mai vista prima, con gli occhi di un ammaliato contemplatore, anziché di un fratello. I suoi passi incerti, ancora bloccati dal recente risveglio, andavano verso la porta del bagno, ed io la seguii.
-Io…dovrei fare pipì.- Mi disse con un leggero imbarazzo
-Vuoi che aspetti fuori?- Lo dissi con una punta di delusione; la possibilità di vederla in un gesto così intimo adesso che l’avevo scoperta in tutta la sua provocante sensualità era troppo invitante. Non con la bramosia di un assatanato voyeur, ma con la complicità di un amante.
Claudia dovette percepirlo e se coltivava un minimo di titubanza a farlo davanti a me, il mio tono quasi deluso e il pensiero di quello che avevamo fatto solo poche ore prima rendeva impossibile far prevalere il suo senso del pudore.
-Io intanto preparo la vasca.- Le dissi, e così feci mentre mia sorella, non in completa disinvoltura abbassò le sue mutandine facendole scivolare fino alle caviglie. Nell’attimo che passò prima che si sedesse intravidi il suo inguine, coperto da una peluria corvina. Se ne accorse e mi rivolse un timido sorriso, prima di abbassare lo sguardo a terra e concentrarsi in quello che doveva fare.
Senza distogliere la vista da lei aprii il rubinetto dell’acqua e sentii la sua vescica che si liberava. Era così eccitante, può sembrare una cosa sporca, da pervertiti, ma in quel momento non avrei esitato a precipitarmi tra le sue gambe per ricevere quella pioggia dorata direttamente sul mio viso. Scacciai il pensiero e cercai di rifiutarlo ma senza riuscirci. Cosa mi stava succedendo?
Appena ebbe terminato, Claudia si alzò e accennò a tirarsi di nuovo su le mutandine, poi ci ripensò
-Che stupida, mica devo indossarle per fare il bagno.- La voce tremava per l’imbarazzo.
Altre volte era capitato di entrare in bagno mentre l’altro stava facendo i propri bisogni, non c’era mai stato nessun tipo di problema, ma ormai era tutto diverso. Noi eravamo diversi.
La sera prima sembrava un sogno, adesso con la luce del mattino e la freschezza della ragione sembravamo aver fatto un passo indietro. Ma questo non ci scoraggiò.
-Allora sarà meglio che le tolga anch’io.-
Mi tolsi gli slip e vidi che anche mia sorella contemplava il mio sesso con lo stesso sguardo che io avevo riservato a lei. Io comunque fui meno pudico e lasciai che mi vedesse in tutta la mia nudità. Claudia si avvicinò alla vasca che ormai si era riempita.
-Prego.- Le dissi e con un gesto galante le offrii il privilegio di immergersi per prima.
Il suo corpo, adesso che si era tolta anche il reggiseno, era nudo davanti a me e non era possibile restarne indifferenti. Anche se provai ad essere disinvolto, la mia erezione sempre crescente era eloquente.
Raggiunsi Claudia in acqua, mentre lei cominciava a versare il bagnoschiuma per creare la soffice spuma bianca che avrebbe celato in parte i nostri corpi.
Ci rendemmo subito conto che la cosa che desideravamo entrambi non erano le parole, o chiarire quello che provavamo, eravamo troppo eccitati e volevamo sentire il contatto dei nostri corpi. Il pretesto di un casto bagno in comune si infranse nel momento stesso in cui ci spogliammo.
Come svegliato da un coma, mi accorsi solo in quel momento di quanto meravigliosi e attraenti fossero i piedi di Claudia. Un brivido mi scosse, come potevo averli ignorati fino ad allora? li fissavo e in un attimo il mio fallo si fece di marmo.
-Ti piacciono i miei piedini?- Mi disse mia sorella facendo muovere le dita.
-Sono bellissimi… e irresistibili.- Le risposi e presi a massaggiarli entrambi con le mani.
Eravamo uno di fronte all’altra, io avevo divaricato e allungato le mie gambe, i miei piedi poggiavano sul bordo opposto della vasca e sfioravano i sui suoi fianchi. Claudia aveva adagiato le gambe sul mio addome, sentivo i suoi polpacci sul membro e certamente lei percepiva tutta la mie eccitazione.
Non ebbi neanche modo di accorgermene che mi ritrovai a baciare quelle invitanti estremità. Quando con stupore realizzai di avere il suo alluce in bocca e di succhiarlo come un neonato farebbe con il capezzolo della madre, alzai gli occhi pronto a trovare uno sguardo stupito che si chiedeva se fossi un pervertito. Ma con maggiore stupore vidi che Claudia era completamente abbandonata alle mie attenzioni, gli occhi chiusi, la testa leggermente abbandonata all’indietro e il respiro più affannato. Continuai con più convinzione, le leccavo i polpastrelli, passavo la lingua tra un dito e l’altro, finalmente stavo coronando la mia fantasia e la realtà era più appagante di qualsiasi immaginazione.
-Vuoi che ti faccia venire con i piedi?- Mi chiese ad un tratto, con la voce roca.
-Si…ti prego.- Ero quasi supplichevole.
Claudia abbassò i piedi che andarono ad abbracciare il mio membro ormai prossimo a godere.
Prima mise a contatto con il mio ventre il destro, lasciando che la pianta diventasse un morbido giaciglio sul quale appoggiare il mio fallo, poi con l’altro piede cominciò a carezzarlo. Lo faceva andare su e giù, soffermandosi quando sulla cappella, che tormentava con l’alluce, quando sui testicoli.
Quando le dissi che ero vicino a godere imprigionò il membro tra le sue abili estremità e cominciò un ritmico scorrimento. I talloni che colpivamo lievemente i testicoli e le dita di entrambi i piedi intorno alla mia cappella, come una collana di perle, furono irresistibili e di li a poco esplosi in quello che fu l‘orgasmo più appagante della mia vita fino ad allora.
Claudia mi guardava, compiacendosi dell’immenso piacere che mi aveva regalato.
-Non pensavo che i miei piedini potessero fare un simile effetto, non avevo mai fatto una cosa del genere, sai?-
Ero ancora stordito, e il grande desiderio che quella situazione mi aveva provocato faceva si che la mia erezione non accennasse a diminuire nonostante fossi appena venuto.
-Io…anche per me era la prima volta, anche se lo desideravo da un sacco di tempo.- Riuscii a dirle.
-Era tanto che desideravi i miei piedi?- Chiese Claudia stupita.
-Beh, non proprio i tuoi, a dire il vero, però ho sempre avuto un’attrazione per questa parte del corpo senza mai poter soddisfare questo desiderio…- Sembrava delusa -…ma sono felice di aver aspettato tanto e averlo fatto con te!- Ora la delusione era sparita.
-E a te è piaciuto?-
-Tantissimo, voglio dire, non avevo mai pensato che farmi leccare i piedi e usarli…al posto delle mani potesse essere così eccitante, ma tutti i ragazzi hanno questa attrazione?-
-Non credo, anche se non ne ho mai parlato con nessuno, anche perché le volte che ho provato a chiederlo alle mie ragazze la reazione è stata ben diversa dalla tua!- Mi stavo intristendo ricordando le volte che mi avevano fatto sentire un pervertito.
-Ora ci sono io, non ti dovrai più preoccupare di confessare le tue fantasie.- Claudia si spostò dal bordo opposto della vasca e venne sopra di me. Ora la mia erezione era a contatto con il suo ventre, mentre ci scambiavamo dei baci pieni di desiderio. Sentivo il suo corpo scivoloso su di me e il cuore mi andava a mille.
-Lo faremo di nuovo! Tutte le volte che vorrai.- Mi disse tra un bacio e l’altro -Anzi, voglio che tu riprenda a leccarmi i piedini, era come se tu avessi in bocca il mio clitoride tanto era il piacere che provavo! Com’è possibile?-
-Non lo so, ma non chiedo altro.- Tutto questo era meglio di un sogno, stentavo a crederci.
Ripresi a succhiare e baciare quegli splendidi oggetti del desiderio, e man mano mi feci più audace andando a cercare con la mano il clitoride che carezzavo senza smettere il mio compito orale. In breve tempo la sentii scuotersi e abbandonarsi al più travolgente orgasmi che avessi mai visto.
-Oddio! Mamma mia, non mi era mai successo di averne uno così forte. Sei straordinario.-
Ammiravo gli scatti che faceva durante l’orgasmo, mi sembrava impossibile riuscire a sortire un tale effetto su di lei…
Passata la scarica venne più vicina, girandosi e mettendo le sue spalle a contatto con il mio petto. La abbracciai, lisciando il suo corpo come se fosse una statua d’argilla da modellare, conoscendo per la prima volta a fondo il corpo di colei che aveva condiviso con me la vita, prima di ogni altro.
Perdemmo il senso del tempo, ancora oggi non so quanto restammo in quella vasca completamente isolati dal resto del mondo, perché in quel momento c’eravamo solo io e lei, immersi nel tepore di un liquido caldo, come diciassette anni prima, sconvolti per quello che avevamo scoperto di provare l’uno per l’altra ma desiderosi di non lasciarlo svanire per nessuna ragione al mondo.
Quello fu solo l’inizio del nuovo aspetto delle nostre esistenze; prima che nostra madre ci partorisse eravamo convinti, anche se era una convinzione immacolata, priva di ragionamento e dettata dalle sole intuizioni primordiali, che il ventre materno fosse l’intero mondo e noi due i soli ad abitarlo.
Ora, in quella vasca, la sensazione era molto simile. Ci sentivamo così diversi, così uniti e nessun altro avrebbe potuto entrare a far parte di quello spicchio d’eternità.
Anche se fu solo l’inizio di un rapporto i cui giudizi morali spesso tendono a far sembrare squallido e perverso, sapevamo entrambi che ciò che rappresentava andava ben oltre il superficiale aspetto dell’appagamento fisico. C’era qualcosa, un ingrediente che è posto all’origine della vita e che non si deve cercare di identificare, di spiegare, poiché ce lo lasceremmo sfuggire. La sola cosa che deve essere fatta è abbracciare quella sensazione e lasciare che ci porti dovunque desidera. Lontano o vicino che sia, sarà pur sempre il luogo nel quale tutto ha avuto inizio.
Potrei dire adesso cosa accadde dopo, come si evolse il nostro rapporto dopo quella magnifica estate, e forse varrebbe la pena di raccontarlo, ma un aspetto della storia merita di essere spiegato prima di ogni altro.
C’è un piccolo anello che lega ogni cosa e il mio morboso desiderio nei confronti delle estremità femminili, così come l’appagamento che Claudia prova nel farseli baciare, non fa eccezione. La risposta è un gesto, comune a tutti i neonati, un azione istintiva, quella di mettersi il pollice in bocca e succhiare. Basta questo semplice atto per riportare l’ordine in una mente ancora troppo vulnerabile al caos e trasmetterle un senso di benessere e tranquillità. E capita che se a condividere il ventre materno ci sia qualcun altro, per un semplice fatto di posizioni inverse, sia più facile portarsi alla bocca il dito del suo piedino, piuttosto che quello della propria mano.
Estasi…benessere.
Sicuramente con il passare del tempo queste due parole assumono un significato diverso ma dentro di noi, forse celato nell’inconscio, quel gesto che impariamo prima di ogni altro, capace di adattarsi al mutare dei nostri desideri, rappresenta un’ancora di salvezza. Un piccolo dono regalatoci dalla natura per ricordarci in ogni momento della nostra vita l’aspetto più bello della vita stessa.
Fine
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1
18 years ago
miralfirin,
32
Last visit: 11 years ago
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I colleghi di mio marito
Io lavoro nell' ambito ospedaliero e mio marito è pilota militare di
elicotteri è in servizio
a Viterbo noi siamo di Roma zona nord ci siamo trasferiti li in modo da
avvicinarci un pochino al
suo lavoro ma non intendevo assolutamente trasferirmi in provincia anche se
devo riconoscere che i ritmi sono molto meno convulsi però anch'io ho il mio
lavoro le mie amicizie e se ci allontaniamo troppo rischio di perdere tutti
i contatti...........noi abbiamo un rapporto molto aperto
in varie occasioni abbiamo giocato con alcuni suoi colleghi tutti ragazzi
selezionatissimi per cui ti lascio immaginare, la prima volta è successo a
casa nostra con due suoi amici di corso dopo aver cenato ci siamo trasferiti
in salone ed abbiamo allestito il tavolo per una partita a
poker e non ricordo com'è andato il discorso ma uno dei tre ha buttato lì di
fare un gioco molto intrigante ossia uno strip-poker un pò per curiosità per
vedere dove si andava a parare un pò perchè inconsciamente mi reputo una
gran porca m'intrigava l'idea di essere la sola donna del gruppo così
accettammo tutti di buon grado. Ma come sai in tutti i
giochi ci sono delle regole e in quello la regola era che chi aveva il punto
più basso si toglieva un'indumento
sta di fatto che dopo pochissime mano io già ero nuda con indosso solo una
schiarpina azzurrina di seta intorno al collo mi venne il sospetto che si
erano accordati ma non lo sottolineai più di tanto la cosa mi eccitava
fortemente......ora Ettore uno degli amici di Vittorio (mio
marito) propose che se avessi continuato a giocare visto che non avevo più
nulla da togliermi e avessi perso avrei dovuto pagare una penitenza che
avrebbe deciso colui che aveva il punto più alto......se devo essere sincera
non è che mi impegnai moltissimo per vincere la mano anzi scartavo
appositamente im modo da dovermi trovare con uno schifo di carte sta di
fatto che io puntualmente persi ed Armando.....l'altro dei tre avesse il
punto più alto, per cui doveva essere lui a decidere......ora penso che fu
assalito dalla timidezza perchè non si decideva a fare la
proposta la stava portando alla lunga in maniera esasperante allora decise
di intervenire Ettore che mi sembrava il più smaliziato di tutti e propose
dato che loro erano ospiti e noi i padroni di casa che avessi pagato la
penitenza con Vittorio e propose di sbottonarlo e farmi vedere da tutti
mentre glielo prendevo in bocca.....tra
risatine e finti imbarazzi accettai mi avvicinai a Vittorio carponi in
ginocchio davanti a lui con molta calma gli sbottonai i pantaloni e nel
farlo guardavo negli occhi
Ettore che mi attraeva in maniera particolare anche Armando non era male ma
le mie attenzioni erano rivolte più per
Ettore lui mi ricambiava con sguardi pieni di lussuria infilai la mano
dentro la patta e notai che
Vittorio aveva raggiunto un'erezione che non gli era gongeniale feci fatica
ad estrarlo dalle mutande quanto era diventato grosso eccitatissima dopo
averlo accarezzato e sbaciucchiato con molta delicatezza notai che anche i
nostri amici avevano un notevole rigonfiamento tra le gambe e presa
dall'eccitazione mi avvicinai con la bocca alla cappella di Vittorio che nel
frattempo era diventata violacea ed iniziai un lentissimo ed ecitantissimo
pompino come mai mi era capitato di fare..............la situazione era di
un erotismo estremo e presa dall'eccitazione allungai una mano sul cazzo di
Ettore
che neanche dopo un secondo già svettava fuori dai pantaloni e vederlo così
grosso
non mi meravigliò sembrava come se gia lo avessi visto altre volte forse
durante la serata incosciamente chissà quante volte l'ho immaginato nudo
davanti a me,
ora non era una fantasia ma la realtà lo strinsi forte e sentii che era di
una consistenza notevole mi staccai da Vittorio per dirigermi con la bocca
verso quella meravigliosa meta......Armando era rimasto imbambolato e ancora
tutto vestito si decise ad unirsi a noi solo dopo che Vittorio mi fece
salire su di lui e Ettore in piedi mi
pompava in bocca l'eccitazione mi stava facendo scoppiare il cervello credo
che caddero tutte le mie riservatezze e ordinai ad Armando di sistemarsi
dietro di me e di infilarlo anche lui dentro la mia fica insieme a
Vittorio......mi ritrovai con due cazzi in figa ed uno che mi stava
soffocando dopo alcuni minuti che sembravano un'eternita sentii un fiotto
caldo che mi riempiva la bocca feci per ritrarmi ma mi sentii afferrare da
una stretta
fortissima che mi serrava la testa in modo da non permettermi di
indietreggiate con la testa fui obbligata a ricevere quella quantità enorme
di sborra tutta in bocca e una buona parte fui costretta ad ingoiarla per
non
soffocare nello stesso momento Armando decise che in due nella fica erano
d'impaccio lo sfilò e lo diresse verso il mio culetto capii quello che mi
aspettava ma tale
era l'eccitazione che agevolai la sua manovra con dei lenti movimenti di
bacino in men che non si dica me lo ritrovai tutto nel mio culetto stretto e
devo essere sincera mi ha inculata con tanta delicatezza e allo stesso tempo
decisione che non sentii nessun dolore iniziarono a pomparmi uno davanti e
l'altro dietro dopo pochi colpi mi sentii rienmpire in tutti i
buchi........ci accasciammo sul tappeto esausti e guardandoci negli occhi ci
prese a ridere..........e ci ritrovammo così il mattino seguente come amici
di vecchia data invece era la prima volta che li
vedevo............
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18 years ago
dany360,
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Al cospetto di una dea
Chiudo gli occhi…
nella mia camera da letto l’unica fonte di luce che interrompe l’oscurità è il led dello stereo che lampeggia…
e ben presto anche quello cessa di esistere.
Solo, nel silenzio e nel buio, comincio a sentire qualcosa e non mi rendo immediatamente conto che si tratta del mio cuore.
I battiti, cadenzati e profondi, sembrano sempre più amplificati e tutto ad un tratto mi trovo in un posto diverso…che non conosco.
Un fascio di luce parte dall’alto, taglia la stanza e quando ad esso se ne aggiungono altri formando una ragnatela casuale, intuisco che sono in un salone vuoto;
senza che me ne accorgessi i battiti del mio cuore sono diventati le note di un basso…e solo nel momento in cui sento partire la voce riconosco i Led Zeppelin, "dazed and confused"…
Mi volto, credendo di trovare davanti a me un palco con un gruppo che suona, magari proprio loro…del resto sono in un sogno e nei sogni accade anche l’impossibile; ma ciò che vedo è una figura, nascosta quasi interamente dall’oscurità.
Sento che sei tu…so che sei tu…non può essere altrimenti.
L’unica cosa che riesco a distinguere bene sono le gambe, dei totem che la luce fa sembrare candide come la luna; sono accavallate, ma non appena sei certa di aver ottenuto la mia attenzione, cambi di colpo posizione, allargandole in un gesto tanto sensuale quanto esplicito.
- vieni…- mi sussurri.
Sei completamente nuda…come ipnotizzato mi avvicino, adesso il mio cuore non segue più il ritmo della canzone, accelera e sembra impaziente di uscire dal torace.
- Sono qui…- ti dico mentre mi avvicino. In questo luogo dove le parole qui e ora perdono ogni significato.
- Fammi sentire che ci sei, allora …- sussurri di nuovo.
Eccomi di fronte a te, ti porgo la mano, che tu accetti come invito a metterti in piedi…ti alzi e le nostre labbra adesso si trovano a pochi centimetri di distanza.
Sento il tuo respiro, si mescola con il mio… senza ulteriori indugi mi sporgo in avanti poggiando la mia bocca sulla tua, cogliendo quel frutto che con altrettanta voglia mi concedi. C’è un attimo, breve ed infinito, di attesa prima che le nostre lingue comincino una danza lenta, primordiale, partorendo un intreccio caldo e morbido che rende superflua ogni ulteriore parola.
Le nostre mani si cercano, esplorano i corpi che si stringono ancora di più l’un l’altro; ormai travolti dalla passione ci abbandoniamo al desiderio…la mia lingua continua ad esplorare la tua bocca, esce, carezza dolcemente il tuo labbro superiore…
Di colpo ti abbandoni, lasciando andare indietro la testa, offrendomi il tuo collo come una preda consapevole al cospetto di un vampiro. Vi poggio sopra le labbra, lo bacio, traccio con la mia lingua sentieri nei quali perdermi e lentamente ne assaporo ogni centimetro fino a scendere ancora più in basso.
Mi stacco solo un attimo, per contemplarti e ammirarti in tutta la tua bellezza. Con una fugace carezza ti sfioro dolcemente dietro la schiena, lungo la linea delle scapole, e la tua pelle reagisce al tocco con un brivido; poi lascio che le mie mani siano come una valanga che dolcemente ma inesorabile percorre la scosceso pendio del seno per condurmi lungo le sue alture, fonte preziosa di vita, fino a raggiungere le rosee vette dove i tuoi capezzoli, turgidi ed eccitati aspettano le attenzioni delle mie labbra.
Estasiato, mi abbasso verso quegli adorabili pinnacoli e comincio a mordicchiarli delicatamente, prima di concedermi il lusso di strizzarli più forte e strapparti un gemito…al quale prontamente seguono le premurose carezze della mia lingua.
Ormai in ginocchio, davanti al tuo ombelico…carezzo la tua pelle, percorro le curve dei fianchi mentre bacio il tuo ventre…assaporando ogni istante che mi separa dal più desiderabile Dono che puoi offrirmi.
Sono di fronte al paradiso…lo vedo luccicare di rugiada nella poca luce rubata…mi avvicino e offro un casto bacio sul monte di venere…quasi a chiedere il permesso di profanare un tempio sacro.
- Fammi godere…tesoro. – mi dici con la voce roca data dall’eccitazione, come se avessi intuito la mia richiesta.
Comincio a baciare i contorni delle grandi labbra, l’interno coscia…per poi andare a cercare il clitoride. Lo trovo già gonfio e carico di desiderio, ma voglio torturarti ancora un po’; appoggio la lingua appena più in basso, sull’impercettibile sorgente dal quale sgorga il fiume dorato, ruotandola appena, per poi scendere fino alla gola della perdizione.
Ti penetro lentamente con la lingua… ti desidero e sento che mi ricambi, agitandoti freneticamente.
-Mangiamela! Non resisto, sei perfido.- mi chiedi, impaziente.
Si, lo sono! Torno su, verso il clitoride ormai esasperato e comincio a leccarlo con dei colpetti di lingua. Ad ogni tocco sento il tuo sesso contrarsi liberando i suoi umori.
-Mi fai scoppiare, strappamela a morsi!-
Non resisto ulteriormente e mi tuffo in quel lago salato dal quale non vorrei mai separarmi…
La musica in sottofondo accelera la cadenza e senza smettere di carezzarti le cosce, le caviglie, continuo a muovermi sul tuo sesso sentendo l’imminenza dell’orgasmo.
Mi fermi…prendi la mia testa e la porti di fronte al tuo viso, lasciandoti andare ad un nuovo bacio nel quale assapori il piacere che hai liberato per me.
Le tue mani carezzano il mio petto, l’addome e scendono…ansiose di incontrare il mio membro. Le carezze delicate lo fanno sussultare ad ogni passaggio, è turgido, carico di voglia e desideroso di godere con te, per te. Lo impugni decisa e cominci a far scorrere la mano su e giù.
- Voglio sentirlo dentro di me…- mi provochi.
E senza attendere risposta…che peraltro non riuscirei a concederti, perso come sono nella tua travolgente carica erotica…mi spingi indietro, facendomi sedere sulla sedia…
Alzi una gamba…porti il piede all’altezza delle mie labbra e giochi con il mio viso sfiorandolo con maliziose carezze, quindi lasci che la mia bocca aperta accolga la tua attraente estremità e omaggi le tue dita smaltate, dolci ciliegie scarlatte, occupandosi di ognuna con minuziosa cura…mentre tu, provocante come nessuna, con la mano carezzi il tuo fiore bagnato.
Nessuno dei due riesce a prolungare oltre l’attesa…ti prendo per i fianchi, tirandoti verso di me. Allarghi le gambe, preparandoti per il contatto…scendi lentamente verso il mio fallo che ormai sembra sul punto di esplodere…
Senti il glande entrare in contatto con la tua carne…lasci che i due sessi si assaporino, poi dolcemente scendi decisa fino a farti impalare, accogliendo dentro di te ogni centimetro dell’obelisco eretto in tuo onore.
Le nostre grida di piacere si fondono, coprono la musica e scandiscono una corsa sempre più veloce e decisa…sento il tuo calore avvolgere il mio sesso, lubrificarlo e ti stringo ancora di più al mio petto…
Il mio membro si fa strada dentro di te…preme contro le tue intime pareti…ci baciamo, mordiamo…ed ecco che finalmente l’orgasmo monta, impetuoso…
una corsa dove entrambi saremo vincitori appagati…eccomi, il fuoco mi pervade…sento le tue natiche sbattere contro di me…finalmente…sto venendo… urlo tutto il mio piacere mentre un fiume di sperma ti inonda, riempiendo il tuo grembo e allagandone ogni anfratto…
Il mio seme è il culmine dell’eccitazione e sento delle scariche che ti fanno vibrare, ormai travolta dall’orgasmo.
Una nuova ondata di umori, quella decisiva si mescola alla mia crema bianca…e raggiungendo l’apice del piacere anche tu, appagata, gridi tutta la tua voglia.
Mentre l’eco degli orgasmi rallenta i battiti dei nostri cuori…mi sorridi, ci baciamo…passo una mano tra i tuoi capelli sudati e ti faccio una carezza….ti stringi nuovamente a me e mi sembra di sentire la tua voce…si, è proprio la tua voce che mi dice…
-…sono tua…-
Ma tutto ad un tratto ogni suono si fa più ovattato…le luci sfumano dolcemente verso il nero…
anche il tuo contatto sembra più leggero…
Apro gli occhi…
nella mia camera da letto l’unica fonte di luce che interrompe l’oscurità è il led dello stereo che lampeggia.
(sogno dedicato a Mayadesnuda... sensuale musa ispiratrice)
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18 years ago
miralfirin,
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Last visit: 11 years ago
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Sogno che diventa realtà
Mi chiamo G. e sono il lui di una coppia cosidetta "clandestina" in quanto Erika è infelicemente sposata.
Il nostro rapporto dura da 15 anni per cui è più di un legame. Lei ha 45 anni ma ancora bella, "soda", lunghe gambe e bel culo, un tipo mediterraneo; io non sono un granché fisicamente, ma molto cerebrale nel sesso.
Il nostro feeling sessuale c partito subito alla grande e si c concretizzato con gli anni, sempre tenuto vivo con nuove esperienze .
Oggi vi voglio raccontare di un episodio accaduto non molto tempo fa .
Durante i nostri rapporti sessuali ricorreva spesso da parte sua un desiderio di avere accanto a sé una donna che partecipasse alla scopata, che la toccasse, le leccasse la fica, facesse sesso anche con me; la sola condizione c che lei non fosse attiva.
Non mi ci è voluto molto per capire che non erano sogni dovuti all'eccitamento del rapporto ma un desiderio inconscio che io assolutamente dovevo realizzare perché la cosa l'arrapava moltissimo.
A questo punto entra in scena Luana che c una mia collega di lavoro, da almeno 10 anni. Il nostro rapporto di amicizia si c rafforzato con gli anni, tanto che presto passammo a confessioni intime anche molto spinte.
Non mi vergogno a dire che molte cose le ho imparate da lei e credo che anche lei molte cose le abbia "sperimentate" grazie a me. La cosa ci ha coinvolto a tal punto che spesso sembrava che si "agisse" solo per il desiderio di raccontarcelo il giorno dopo. Un gioco che, anche se non glielo mai detto, puo' essere "sfruttato" in maniera migliore; tra me e Luana non c'è stato niente di fisico, non perché non ci avessi mai pensato, ma il rischio di rovinare il nostro stupendo rapporto c troppo grande.
A lei confido tutto, ed anche la ricorrente fantasia di Erika era divenuta una nostra conversazione. Da le a proporle di partecipare alla realizzazione del "sogno" il passo fu breve.
Luana, dopo tante titubanze, accettò solo di partecipare passivamente, nel senso di assistere ad una nostra scopata solo da spettatrice.
Erika, messa al corrente della mia idea, all'inizio era riluttante ed anzi molto contrariata, ma dopo tante mie insistenze sembrava che la cosa potesse nascere.
Un inciso mi c dovuto: organizzare l'incontro non c stato semplice, anzi difficilissimo. Mentre Erika faceva un passo avanti, Luana ne faceva due indietro e viceversa. La cosa sembrava non prendere mai il via.
Finché un giorno mi buttai: convinta Luana decisi di organizzare l'incontro all'insaputa di Erika. Il tutto non mi faceva essere molto tranquillo perché già un'altra volta una mia "sorpresa" non fu presa molto bene da lei e si rischiò di
chiudere il rapporto.
La chiamai un pomeriggio d'estate. Molti dei nostri incontri avvenivano in un piccolo ufficio composto da due vani: in uno c'era una scrivania e un lettino e nell'altro, molto più piccolo, un lavandino e degli armadi.
Quel giorno lei arrivò inconsapevole di cosa le avevo preparato, con un vestito estivo a fiori e niente sotto come al solito.
Luana era nascosta sul secondo vano ed aspettava un cenno da me per entrare in scena.
Tutto cominciò in modo normale, Erika si tolse il vestito rimanendo nuda, era molto abbronzata, bellissima; nella stanza, intenzionalmente, non c'era molta luce; lei si mise sopra il lettino e cominciò ad allargare le gambe facendomela vedere come piaceva a me, poi come consuetudine cominciò a masturbarsi con un cetriolo (consiglio a tutti di usarlo avvolto da un preservativo: c favoloso, economico, pulito, morbido quanto il lattice e delle dimensioni che uno vuole); di solito la scena mi arrapava e me lo faceva venire duro tanto che la mossa successiva era un bel pompino. Quel giorno il tutto non fu di effetto sperato, la mia mente era occupata dalla riuscita della "sorpresa", il mio cazzo non era un granché, tant'è che me lo prese in bocca non per sua voglia ma quasi per aiutarmi a renderlo duro.
A questo punto decisi, con una parola gir stabilita, di far entrare nel primo ambiente Luana, che era vestita con un camice lungo, con sotto solo reggiseno e mutandine; l'entrata fu orribile, Luana entrò come una guardia svizzera e si posizionò nella sedia della scrivania a guardarci senza nessuna espressione sul viso.
Erika accortasi dell'intrusa mi strinse forte i fianchi quasi a farmi male per farmi capire la sua rabbia, aveva ancora il mio cazzo in bocca ma la sua testa era premuta contro di me in modo da non farsi vedere il viso.
Non vi dico in che stato mentale e fisico mi ritrovavo. Chiaramente il cazzo non mi veniva duro per niente, lei continuava ma invece di una pompinara sembrava uno struzzo che volesse nascondere la testa.
Poco dopo presi l'iniziativa: cercai di staccare la sua bocca in modo che riprendesse a succhiare in maniera "decente"... dopo molto forzare cominciò a pompare leccandomelo a dovere, ma sempre nascondendo la testa, fino a che quando fu "abbastanza" duro si voltò mostrando il suo splendido culo, verso il muro e me lo mise dentro alla pecorina.
Si dimenava in maniera insolita ed affrettata, il suo intento era di farmi venire il prima possibile, ma io non ero nelle condizioni giuste; non sapevamo cosa facesse Luana che era dietro di noi, ma dall'ultima occhiata non aveva cambiato atteggiamento né espressione.
Anche nella mia mente si era venuta a formare la convinzione che la cosa fosse un fallimento totale e che prima si finiva meglio era per tutti.
Cominciai anch'io a fotterla con violenza, lei face in modo che la penetrassi con tutto il cazzo, ma non riuscì a trattenersi, ed allora sentii come dei rantoli
strozzati, evidentemente la violenza della scopata produceva il suo effetto, lo vedevo da come si muoveva: ora ancheggiava il suo splendido culo, in modo da sentirlo tutto e in diversi modi.
Fu a quel punto che mi voltai per far capire a Luana se la cosa le cominciava a piacere; la vidi con una gamba appoggiata sopra la scrivania le gambe completamente scoperte e la sua mano scura per la penombra toccare il bianco candido delle mutandine sopra il pube con movimenti leggeri.
Ora cominciai ad arraparmi davvero, la cosa la comunicai all'orecchio di Erika invitando a guardarla.
- "Vedi, non godiamo solo noi..." sono le uniche parole pronunciate quel pomeriggio.
Con la mano le voltai il viso e le feci notare la scena, poco dopo lei me lo sflilò tenendomelo in mano, mi fece sedere sopra il lettino e venne sopra me ma con la schiena verso di me ed il viso e la fica verso Luana.
Giocò con il mio cazzo spennellandolo sulla sua fica.
Io ero eccitato ma incazzato perché non riuscivo a vedere tutta la scena, dato che Erika mi copriva.
Vidi solo che la mano di Luana aveva scostato le mutandine, ma non riuscivo a vedere bene la sua fica.
Poi Erika, intuii, fece un cenno a Luana che si alzò e venne verso di noi; io ero sempre più incazzato dal fatto che non riuscivo a godermi la scena, pur avendo un cazzo durissimo.
Erika prese il mio cazzo e dopo averci gir giocato se lo mise dentro; poi liberatasi le mani, prese le braccia di Luana per i polsi e se li fece passare sul corpo, facendosi toccare il seno e delicatamente spostandole sempre più in basso.
Io non riuscivo a rendermi conto fino a che punto e dove si faceva toccare.
Finché sentii le sue mani che mi sfioravano le palle con un movimento dal basso verso l'alto.
A questo punto eccitato come mai dal fatto che Luana mi toccasse, venni quasi subito.
Erika me lo levò da dentro e sentii le mani sul mio cazzo premere per farmi venire come un matto.
Peccato... la mia rapidità non fu niente in confronto a come Erika si riveste e se ne andò immediatamente, tanto che io avevo appena recuperato le mie mutandine e lei era gir fuori della porta.
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18 years ago
admin, 75
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Viaggio a siviglia
Per la prima settimana di maggio avevamo organizzato un viaggio di 7 giorni a Siviglia. L'idea era venuta a mia cugina Serena, di 29 anni, che subito aveva coinvolto la sua amica Teresa, di 27 anni, e me, che ho 32 anni.
L'idea di passare una settimana da solo con due belle ragazze mi entusiasmava, tanto più che era parecchio che volevo provarci con Teresa, una bella ragazza con i capelli neri e un fisico slanciato che non mancava di far girare la testa agli uomini ovunque si presentasse.
Purtroppo, due giorni prima di partire, Teresa dovette andare in Argentina per tre settimane, per motivi di lavoro inderogabili, così per Siviglia partimmo io e la mia cuginetta da soli.
Dopo il viaggio aereo, arrivammo in albergo e qui, per risparmiare, tenemmo la matrimoniale che avevano prenotato le due ragazze e rinunciammo alla singola. Io avrei quindi dormito nel lettone con Serena. I primi due giorni filarono lisci..... l'intimità tra Serena e me cresceva, lei si faceva vedere tranquillamente in mutandine e reggiseno da me, ma la cosa era sempre rimasta nei binari della normalità (anche se durante la notte, quando ero sicuro che lei dormiva, allungavo le mani sul suo culone).
La terza sera decidemmo di andare in un locale dove si ballava latino-americano (lei è una vera patita e se non l'avessi accompagnata ci sarebbe andata senz'altro da sola): io mi preparai per primo e scesi ad aspettarla nella hall. Dopo 20 minuti Serena scesa, ma quello che vidi mi lasciò esterrefatto.... Indossava una gonna nera che le arrivava sopra il ginocchio ma con uno spacco laterale fino al fianco, che lasciava intravedere tutto il bordo delle autoreggenti. Completavano il quadro due scarpe nere con il tacco e una maglia nera trasparente che le copriva solo i capezzoli: non portava neanche il reggiseno ma le due tette, che aveva di dimensioni ragguardevoli (porta una quarta generosa) si reggevano su senza problemi. Appena entrammo nel locale, Serena fu subito fatta oggetto delle occhiate dei maschi del luogo, tanto che mi sussurrò in un orecchio: "Non mi lasciare neanche un istante, sennò questi non mi fanno tornare più in albergo!".
Per tutta la serata ballammo insieme, io molto impedito, ma lei non faceva caso ai miei errori, anzi ne ridevamo insieme, e ci godevamo la serata un mondo. Tuttavia l'atmosfera si stava riscaldando, l'intimità tra le varie coppie andava aumentando visibilmente e anche noi non facevamo eccezione, perché ballavamo sempre più stretti e i miei apprezzamenti sul suo corpo ormai non si contavano più. A lei però non sembravano dispiacere, anzi mi ringraziava ogni volta dicendo che ero davvero carino con lei. Mentre ballavamo un lento presi il coraggio a quattro mani e le sussurrai in un orecchio:
"Stanotte non riuscirò a chiudere occhio"
"Perché?" mi chiese con un sorriso
"Perché dormirò nello stesso letto di una donna bellissima ma non potrò dimostrarle quanto la trovo bella e seducente"
"Chissà??" mi disse "dipende tutto da te: sai tenere i segreti?" mi chiese ammiccando
Le risposi boccheggiando come un pesce, senza dire una parola; lei scoppiò a ridere, mi scoccò un bacio sulle labbra e mi disse "sei tanto caro, ti meriti una ricompensa!".
Alle quattro finalmente, assordati dal rumore, decidemmo di andarcene: usciti dal locale, la strada era piena di maschi che aspettavano qualche pollastrella che uscisse sola, allora lei mi abbracciò e mi disse "dai, fai finta di essere il mio ragazzo"
"Ti prendo in parola!"
Rientrati in albergo, salimmo subito in camera. Io ero deciso a sfruttare la situazione, per cui senza smettere di abbracciarla, le chiesi: "e la ricompensa promessa??"
"Che ne pensi di un bel massaggio tonificante ?"
"Purché sia veramente completo" le risposi con un sorriso
"Vedrai, cuginetto caro......"
Detto questo mi sbottonò la camicia e me la tolse in un attimo, dopodiché mi tolse anche i pantaloni attillati che portavo: rimasi solo con gli slip dai quali fuoriusciva la punta del mio cazzo, già abbondantemente eccitato.
Lei adorante mi disse: "hai una bella stanga, piccolo" e sapevo che non mentiva perché arriva a ben 25 cm. Io non rimasi inattivo: la liberai della gonnellina e della maglietta trasparente e la feci sdraiare a pancia in su sul lettone. Dopodiché mi tolsi anche gli slip, e mi misi a cavalcioni su di lei gettandomi con la bocca sui suoi capezzoli.
Ben presto lei prese a muggire di piacere mentre mi accarezzava i capelli dolcemente con le dita, dopo 5 o 6 minuti di quel trattamento venne lanciando un gridolino stridulo. Ma io ero solo all'inizio, le tolsi le mutandine e le calze e presi ad accarezzarle l'interno delle cosce, umido e appiccicoso, finché le infilai prima uno e poi due dita nella fica, penetrandola sempre più profondamente e torturandole il clitoride senza sosta. Lei mi dovette essere estremamente grata di quel trattamento perché continuava a implorarmi: "dai non fermarti, scopami così, senza sosta....". Dopo circa 10 minuti, lei venne angosciosamente, silenziosamente, graffiandomi la schiena e marchiandomi come un torello.
"Ora sta a te fare qualcosa per farmi godere, cuginetta" le dissi "non puoi mica continuare così!!". Lei mi sorrise, mi face sdraiare a pancia in sotto e ingoiò il mio bigolo, leccandolo avidamente dalla cappella fino alla base e aiutandosi anche con le mani per aver ragione di quella bestia di 25 cm. Quando mi accorsi di star per venire, le misi una mano sulla nuca e glielo spinsi tutto in bocca: lei stava quasi per soffocare ma resistette e, quando con una scossa elettrica le sborrai in bocca, lei ingoiò tutto fino all'ultima goccia.
Dopo 10 minuti ero equipaggiato per una nuova ripresa, allora le aprii le cosce e guidato da lei le puntai la cappella sulla spacca pelosa, dopodiché la penetrai lentamente, facendole entrare tutto il randello peloso nella fregna gocciolante di umori. Quindi presi a scoparla, alternando colpi duri e secchi, che la squassavano, ad altri più lenti e penetranti. Lei si godeva la cosa e mi implorava di non fermarmi. Intanto la mazza mi era cresciuta sempre di più, fino a superare i miei 25 cm proverbiali.
Lei godeva e urlava. A un certo punto mi prese per le natiche e mi spinse tutto dentro di lei, finche non gridò "Vengooooo". Io però ancora non ero sazio di lei, per cui la girai e appoggiai il mio cazzo ancora duro al suo culo. Lei non aprì bocca, io intanto cominciai ad accarezzarle il culo passandole il dito nel solco.
Lei si giro' dicendomi ..... questo no, sono vergine lì, non l'ho mai fatto..."Serena, mi hai fatto impazzire, per tutta questa sera, e poi ti sei fatta scopare come solo una mignotta sa fare... ora non puoi tirarti indietro se voglio farti il culo... dai non ti farò male!!"
"ok, ma dimmi come fare, non farmi soffrire troppo, ok??"
"Fidati di me, piccola" era fatta, la troietta era più desiderosa di me di farsi fare il culo. Intanto continuavo ad accarezzarle lo sfintere, poi mi abbassai e con la lingua glielo leccai tutto, inumidendo la rosetta fino ad allargarla. Quindi la feci piegare un po' in avanti, le allargai le chiappe, poggiai il mio cazzo sul suo buco e diedi una spinta. Cazzo, il suo culo cedette subito alla mia mazza, era stupendo sentire i muscoli dell'intestino fasciare la mia asta pulsante.
La cominciai a fottere senza pietà, spingendo finché non raggiunsi il fondo del culo. Era fantastico, a tratti tiravo fuori il cazzo quasi del tutto per poi rificcarlo dentro fino in fondo fino a sentire le sue chiappe sbattere sul mio inguine. Lei intanto aveva imparato a muovere il culo contro la mia asta per farsi penetrare ancora più profondamente.
Alla fine sentii arrivare dai coglioni lo sperma, allora la penetrai tutta e rimasi fermo finché uno spruzzo bollente, angoscioso, lunghissimo, non la riempì tutta.
Ero esausto, rimasi così per 5 minuti, dopodiché lei si girò, mi sorrise passandomi una mano tra i capelli increspati e mi disse: "Amore, i prossimi tre giorni li passeremo quasi tutti a letto, lo sai???"
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18 years ago
admin, 75
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La mamma della mia ragazza mi ha sedotto
ciao a tutti la storia che vi sto per raccontare a dell incredibile so di non essere il primo ad aver affrontato una situazione del genere ma tra e l'essere vittima al sentito raccontare c'e un abisso voi non vi potete immaginare le sensazioni che ho potuto provare in quel momento vi racconto cosa e successo ero a casa dei suoceri (molto giovani con una madre veramente bella ed attraente seno prosperoso vestita aderente con una camicia bianca ed il reggiseno di pizzo trasparentissimo )che stavo aspettando .......che rientrasse dal parrucchiere quando squilla il telefono di casa per avvisare che tardava per la troppa gente di qualche 20 minuti in piu del previsto ( io ero piu che contento in quel momento che tardasse perche soli il marito solitamente in quanto lavora fuori citta rientra quasi sempre alle 21 percio l'anzia che arrivasse e mi trovasse (in quanto io non l'abbia mai conosciuto a causa dei suoi tardi orari)a casa solo con sua moglie non mi toccava assolutamente ero super rilassato arrivo al dunque la madre mi parla di cosa mi piace di sua figlia ed io ho colpito la palla al balzo sbilanciandomi e dicendogli che di sua figlia mi piaceva tutto sopratutto le sue gambe perche uguali a quelle della madre e poi feci subito una piccola battutina e dissi enon solo !!!!! e lei divento rossa la misi in imbarazzo ed allo stesso tempo anche io ero imbarazzatissimo e quando una donna e a disagio :) VEROOOOO!!!!!!! e lei mi disse ma perche cos'anno di speciale le mie gambe sono delle gambe normalissime quando disse cosi mi sali un brivido su per la schiena inspiegabile ed io risposi ma cosa sta dicendo lei a delle gambe innanzi tutto drittissime e lei chino la testa tiro su la gonna a spacco mi apri un' anta d'essa scoprendo fino al linguine la coscia e mi disse ma dici sul serio ed io risposi dico sulserio poi prima che ricoprisse il tutto gli dissi vede sai quali sono le parti che mi piaccion di piu della sua gamba lei alzo la testa e mi disse quali?????ed io gli dissi puntando il dito in direzzione della gamba ma non facendogli capire appositamente il punto in maniera che mi chiedesse di fargli vedere piu precisamente qual parti infatti cosi accadde mi disse fammi vedere meglio dove io mi alzai e mi dirissi fronte a lei mi chinai e con il dito gli sfiorai la caviglia facendoglielo scivolare su per l'interno polpaccio salendo su ancora piu suarrivando al ginocchio e fermandomi dicendo mi fermo anche se sarei continuato a salire perche il pezzo piu bello era piu su e lei mi disse ma quale e questo pezzo ancora piu rossa di prima ed io gli dissi guardi signora non vorrei toccare troppo e lei mi disse non preoccuparti fammi vedere ed io con mano tremante appogiai dinuovo il dito sull'interno coscia e lo feci arrivare fino al linguine dicendogli vede e qui che dicevo io alzai la testa per vedere la sua reazione e la sua faccia era una palla di fuoco mi sentii a disagio tolsi di colpo la mano e lei mi disse allora ti piace molto la mia coscia ed io dissi sono le piu belle che io abbia mai visto e lei con un sorriso mi disse si ma hai detto non solo cosa ti piace ancora di me :) mi fece un sorriso ed io dissi signora mi scusi ma non vorrei essere volgare sa lei mi dice ricordati che dei complimenti specialmente se fatti da un bel ragazzo come te sono sempre bene accetti ed io dissi guardi mi vergogno un po ma visto che ci siamo gli e lo dico il suo meraviglioso sedere e lei mi disse ma daiiii quanti piu belli del mio circolano per le strade ed io risposi signora anche li vedo una particolarita che non vedo in nessunaltra e lei di nuovo mi disse e qual'e ed io risposi mi dispiace ma in questo momento non saprei come farglielo vedere lei dice e percheeee,? ED IO :) ma perche con quella gonna aderente era difficile spiegare qual era la sua parte piu bella in quel momento squillo il telefonoe lei dallo spavento fece uno scatto e non solo lei mi posso giurare la tensione era al massimo dentro la mia testa bestemiai e dissi adesso a causa di questa tel tutto e finito vedrai ed invece non appena attaccato il telefono lei mi guarda ridendo e con un sorriso alla giulia robert mi dice ****** gli asterischifarebbero capire che si trattava della mia ragazza che avrebbe tardato ancora immaginatevi la mia contentezza e quella della madre attacca il telefono mi dice siediti pure sul divano cosi stai piu comodo ed io mi alzai e mi sedetti nel divano mi disse ti accendo un po la tv ed io riposiii?si se vuole lei ando davanti al televisore che basso all'altezza delle ginocchia si chino senza flettere le gambe diciamolo proprio scusate la parola ma a pecorina ed io subito feci la battutina per aprire discorso e dissi mamma mia signora cosi svengo l ei senza rialzarsi sposto il culo a destra e usci la testa a sinistra facendomi vedere pure il suo seno pendente perche prosperoso e mi disse sempre con quel suo sorrisino ma dai cosa vai dicendo ed io senza perdere un secondo dissi gli e l'ho detto che ha un sedere da paura sa io soffro di cuore e mi misi a ridere anche lei rise e mi dice ma dai cosi non si vede niente l'hai detto tu prima no? ed io risposi si proprio cosi e lei mallarga le gambe facendo salire la gonna e mi dice allora mi fai vedere quale parte ti piace piu di tutte ? ed io mi alzai mi dirissi dietro di lei e sempre con il dito gli e lo passai sulle due rughe che dividono la coscia dal sedere e dal linguine PS sentivo il calore al sol passare sotto la sua f......nelle mani e il profumo dei suoi ormoni che la sua e la mia pelle emanavano in quel momento facendo un tuttuno un vulcano in eruzione credetemi non avevo nessun rimorso per quello che stava succedendo non ostante io ero innamoratissimo della figlia ma sua madre mi faceva un sessoe gli dissi vedi questo e bellissimo e lei mi dice ma come fai a saperlo se non loovedi col solo toccare non puoi sapere ed io gli risposi aspetti ha ragione tiro un po su la gonnae pian piano gli e la feci salire su fino all altezza dell l'umbellico lei fece due movimenti il primo verso destra il secondo verso sinistra come se volesse che gli e lo piantassi ma cercate di capire in quel momento che imbarazzo fifa che avevo si rialzo di scatto e disse ma cosa sto facendo io ci rimasi di M ...... sarei voluto scomparire dalla faccia della terra pensai adesso checasino che scoppia mamma mia mi agitai e incominciai a chiedergli scusa lei mi disse n non e colpa tua andava avanti ed indietro e si mise a sparechiare il tavolo ioomi alzai e dissi forse signora e meglio che io vada e lei mi disse ma no stai tranquillo io vado a farmi un bagno tu fai come se fossi a casa tua lei sali le scale per dirigersi nel piano di sopra (in toilet) ed io pensai che faccio me ne vado ma qualcosa dentro di me miidisse no stai il ferro va battuto caldo allora mi risedetti sul divano abbassai la tv in maniera di sentire quando cessasse il rumore dell acqua che cessasse quando la vasca si sarebbe riempita e dopo 10 minuti ecco l'acqua cessa di schiantarsi contro se stessa dissi !!!ci siamo la madre comincio a cantare ed io qurioso e voglioso saliii e quando arrivato in cima alle scale vidi la porta del bagno mezza aperta e il dolce suono del suo cantare mi giungevano all orecchio chiedendomi di scoparla e farll sentire una porca a 4 zampe come un micetto mi dirissi verso la porta del bagno e grazie ad un muro a specchio che rifletteva tutta la loro jacuzzi potevo osservarla se vogliamo dire spiarla ed ecco che ad un certo punle lei si distende immergendosi fibo sotto il mento nell acqua e solo la mano sinistra che abbracciata alla jacuzzi non la faceva scivolare sul fondo e con l'altra invece si masturbava lei si accorse che la stavo spiando io mi misi in ginocchio mi abbassai i pantaloni e mi incominciai a masturbare piano piano appoggiai una mano sulla porta per far si che lei ed io sapessimo con sicurezza che ci stessimo osservando dallo specchio e quando lei si attorciglio la lingua passandosela cono movimenti direzionali a destra e a sinistra delle sue labbra !!!!!!!!!!! il resto se vorrete ve lo raccontero in privato la chiamatemi se vorrete sapere come e andata a finire spero la mia storia vi sia piaciuta cmq nin quanto realmente ac non e finita anzi e stato un inizio ad una storia di sesso sfrenacadutomito
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11
18 years ago
admin, 75
Last visit: 22 hours ago -
La mia prima volta
avevo 14 anni,indossavo gia calze e mutandine da anni,li compravo ai negozzi dicendo fossero di mia madre,vidi un film porno e invidiosissimo di quelle ragazze che godevano cosi tanto che erano cosi tanto desiderate,decisi di provare...mi chiusi in bagno e da quel giorno mi son infilata nel mio buchino di tutto.è stato quello il giorno della mia svolta penso.prima ho iniziato con degli edivenziatori(mi faceva male,ma mi piaceva sempre di piu)poi son passata alle bombolette dei profumi e cosi via!adoro essere donna sentirmi addosso quei vestiti fatti di quei meravigliosi filati pregiati...
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2
18 years ago
admin, 75
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Sono come mia mamma
Adesso ho 24 anni, ma fin da piccola ho capito cosa significa la parola sesso! Ho visto mia mamma far sesso con tanta gente anche con due alla volta le ho, visto succhiare tanti di quei cazzi che un'attrice porno a confronto e una dilettante! Noi siamo tre fratelli due femmine ed un maschio, tutti figli di padri diversi. Quindi in casa mia ci sono stati piu’ uomini che in un spettacolo per soli uomini! Io sono la piu’ grande, poi ce mio fratello 5 anni piu’ giovane di me e poi una sorellina di 14 anni. Come dicevo in casa nostra entrava tanta gente e andava a parlare con mia mamma in salotto, io tutte le volte li spiavo e non li vedevo parlare, ma scopare o vedevo mia mamma con il cazzo in bocca finche non lo faceva venire! Avevo ancora circa dieci anni, ma crescevo e piu’ crescevo piu’ mi eccitavano quelle scene. Allora andavo in camera mia sotto le coperte e finivo lì quello che avevo cominciato dietro la porta del salotto dove c'era mia mamma con quello di turno! Avvolte qualcuno restava a dormire li, ma la mattina scappavano via come dei ladri! Gli anni passavano ed era tutti i fine settimana sempre la stessa cosa, io iniziavo a formarmi il seno il culetto, e qualcuno iniziava a guardarmi diversamente! Ma mia mamma non permetteva a nessuno di esagerare con me. Un giorno conobbe un uomo, questo iniziò a venire a casa tutte le sere, non era un bel uomo ma era simpatico. Lei se ne innamorò, spiavo anche loro e lui oltre che simpatico avevo anche un bel cazzo dritto lungo e grosso, (capisco anche perchè mia mamma se ne innamorò) mi eccitavo a vedere mia mamma con quel cazzo in bocca o in mezzo alle gambe. Spiavo lui anche in bagno quando era da solo, andavo a fare il bagno, quando c'era lui in casa e la mia mamma era al lavoro, nella speranza che mi spiasse anche lui. Lasciavo la porta senza giri di chiave cosi anche per sbaglio poteva entrare. cosi successe un giorno sentii bussare alla porta, pensavo fosse mio fratello e gli risposi che era occupato, invece era lui, e mi disse: ok aspetto, un brivido mi attraverso la pelle ma rimasi zitta. Dopo un pò mi disse se dovevo ancora stare ancora tanto, perchè doveva solo lavarsi i denti. Io con voce soffocata gli risposi che poteva entrare, (tanto ero immersa nella vasca e non poteva vedermi). Lui entrò e mi chiese scusa, non le risposi gli chiesi solo se la mia mamma era rientrata, e lui mi disse di no, chiedendomi come mai e se mi serviva qualcosa; gli dissi che mi serviva lei per farmi lavare la schiena. Lui posò lo spazzolino si avvicinò e mi chiese: posso farlo io? Non mi diede neanche il tempo di rispondere, prese la spugna si mise sul bordo vasca e inizio a massaggiarmi la schiena, ( aveva capito tutto) io mi chinai in avanti sulle ginocchia cosi nascondevo anche il seno. Lui mi passava tutta la schiena ma quando scendeva verso il basso sentivo le sue dita sfiorarmi il sedere. Ero imbarazzatissima ma anche eccitata, mi chiese se mi fosse piaciuto e se mi stavo rilassando, gli risposi con la testa di si. lasciò la spugna e mi passava solo dell'acqua addosso, mi accarezzava ed ogni volta che si avvicinava al culetto avevo dei brividi, lui se ne accorse allora scese ancora piu' giu ed io mi inchinavo sempre di piu’ per fargli spazio alla mano. Riprese la spugna e mi versò della schiuma sulle braccia mi alzò il collo e me ne fece colare anche sul seno, ed iniziò a massaggiarmi il collo e le braccia ed ogni tanto si avvicinava al seno sfiorandolo con la mano. Poi prese il bagno schiuma tolse il tappo, ma cadde dentro l'acqua feci per prenderlo, ma feci anche finta di non riuscire a trovarlo, all’ora lui infilo il braccio dentro l'acqua lo prese e nel tirarlo fuori me lo appoggio alla patatina, io ebbi un sobbalzo, come una scossa. Mi guardo e mi diede un bacio sulla testa, si verso un pò di bagno schiuma sulla mano e mi massaggiò il collo poi il petto poi passò alla pancia attraverso il mio seno e mi disse di distendermi. Avrei fatto qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto. Mi appoggiai con la testa al bordo vasca e mi rilassai, ero tutta nuda lì davanti a lui e non mi vergognavo affatto. Mi accarezzò dappertutto si soffermo un pò sui seni, mi prese la mia mano ed insieme scendemmo giu alla patatina e mi disse di toccarmi come quando ero sola, mi piace vederti toccare ti ho spiata tante volte e so anche che mi spii, quando sono in bagno, (cioè, sapeva tutto) avrei voluto sprofondare. Però iniziai a toccarmi da sola, mentre lui mi stringeva i seni, avevo gli occhi chiusi e mi sentii avvicinare qualcosa alle labbra, era la sua mano iniziai a baciarla poi presi un dito e lo infilai in bocca. Mi chiese se lo spiavo anche quando era con mia mamma . Gli risposi di si, mi chiese cosa avevo visto, tutto, gli risposi! E cosa ti e piaciuto di piu’ ? Vedere la mamma in ginocchio davanti a te. Non mi disse nulla, ma era eccitatissimo, mi prese la mano e la portò sul suo cazzo, non mi ero neanche accorta che lo aveva già tirato fuori. Era enorme mi lascio la mano ed io iniziai ad accarezzarlo, lui si tolse i pantaloni si alzò in piedi entro in vasca e mi disse: succhiamelo troietta! Lo presi con tutte e due le mani iniziai a baciarlo, gli leccai la punta e poi piano, lo infilai tutto in bocca!!! Lui con una mano appoggiata alla parete e l’altra sulla mia testa spingeva quel bel grosso cazzo nella mia bocca, mi sentivo riempire tutta e stato un momento bellissimo, lo leccavo lo succhiavo lo accarezzavo, per me in quel momento quel coso era tutto, era quello che avevo sempre desiderato e finalmente era tutto mio. Avrei voluto prenderlo ovunque, ma in quel momento lo volevo solo in bocca e al solo pensiero che mi sarebbe venuto in faccia, mi faceva sentire tanto troia. Nel frattempo ebbi un orgasmo e inizia a toccarmi e godere, lui si godette la scena tirò il cazzo fuori dalla mia bocca iniziò a menarlo chiamandomi troia e dicendomi che ero la sua troia ( anzi la sua piccola troia ), mi infilò due dita in bocca ero eccitatissima, non fece in tempo a dirmi che stava venendo che un primo schizzo mi arrivo dritto in bocca, tirai fuori la lingua e lui da sopra mi schizzava in faccia e in bocca. Mi sentivo al settimo cielo, mi sentivo schiava di quel uomo avrei fatto tutto quello che mi avrebbe chiesto. Mi colava tutto in faccia lo presi con la mano e lo spalmato sulle labbra, iniziai a leccarlo e succhiarlo toccandogli le palle, lui mi tolse il cazzo dalla bocca e mi fece leccare quelle palle pelose, ma tanto morbide. Gli chiesi se ero stata brava, lui mi accarezzò la guancia e mi disse che ero stata bravissima e che ero la sua piccola troietta. E da quel giorno non ebbi piu' niente da invidiare a mia Mamma, avevo quello che aveva lei ed soprattutto ero come lei, cioè Troia.
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18 years ago
admin, 75
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Pareo party
Pareo Party
Il party stava avendo un grande successo, la padrona di casa aveva curato ogni dettaglio, eleganti lillium dai lunghi steli disposti in enormi vasi, ghirlande variopinte appese in giardino, petali sparsi sul pavimento e sui tavoli, nelle colorazioni più calde ed estive, dal bianco al giallo tenue, al giallo oro all’arancio fino al granato. Piccole candele profumate e grandi ceri in ampolle di vetro nelle stesse nuances dei fiori emanavano profumi dai toni orientali, un’atmosfera rilassata avvolgeva gli ospiti nei loro originali parei.
Tutti gli invitati infatti avevano aderito con entusiasmo all’idea del pareo party e si erano sbizzarriti nell’esibire splendidi parei quasi facessero a gara a chi portava il più originale, saccheggiando probabilmente i bazar orientali della zona o riciclando gli acquisti fatti a Bali, in Thailandia o solo dall’Indiano che batte le spiagge del luogo durante la stagione estiva.
Il risultato era degno di una coreografia accuratamente studiata da un professionista, la padrona di casa e la sua amica, con la quale aveva preparato tutto, si scambiarono un’occhiata di soddisfazione.
Il buffet era delizioso, colorati vassoi colmi di prelibatezze frutto dell’appassionato lavoro pomeridiano delle due organizzatrici.
Si erano divertite ad elaborare ricette, a sperimentare gli abbinamenti più ricercati, e avevano realizzato un menu degno delle grandi occasioni col preciso intento di scatenare un’atmosfera torbida e passionale che i cibi altamente afrodisiaci notoriamente promettono : un trionfo di raffinate crudité: ostriche, scampi, cicale, gamberetti, granseole e frutti di mare, pinzimonio di verdure, delicati carpacci di pesce spada, tonno, salmone con frutta fresca e rucolina selvatica, tenere aragostelle alla catalana, blinis e caviale beluga maestosamente affogato in una coppetta di cristallo colma di ghiaccio tritato come vuole la migliore tradizione.
Cosa c’è di più morboso e provocante che affondare le dita nel caviale, succhiarle gustandosi ogni granello delle preziose uova nere e poi rituffarcele e infilarle nella bocca di lui che ti sta di fronte e che ti implora di farlo godere e gustarsi la sua espressione deliziata da tanto piacere? E continuare a imboccarsi a vicenda con tutto il resto : ostriche che richiamano oscene vulve, scampi crudi dalla carne vischiosa, vongole dal profumo penetrante di fica e sorseggiare champagne annaffiandosi dal collo ai piedi e leccarsi i rivoli che scivolano sui corpi abbronzati?
Mentre in sottofondo, sonorità etniche molto sensuali accompagnano il baccanale e gli sguardi degli invitati incominciano a divenire maliziosi, intriganti ed inequivocabili.
Il braccio di un ospite cinge il fianco della sua compagna, la stringe a sé e inizia una danza sinuosa, un’altra coppia si bacia appassionatamente in un angolo nascosto, altri scompaiono in giardino, si accoccolano fra soffici cuscini di seta multicolori e continuano ad imboccarsi e a strafogarsi di ostriche e ubriacarsi di champagne scoppiando in fragorose risate.
La padrona di casa viene coinvolta in una accesa disquisizione circa la migliore qualità delle ostriche, la sua amica annoiata dalla discussione, si abbandona alla musica e si rifugia nei suoi pensieri. Ad un tratto coglie lo sguardo di uno sconosciuto che la osserva insistentemente
E’ un bell’uomo, un fisico prestante che non ostenta affatto, ostenta bensì uno sguardo magnetico, gli occhi sono azzurri trasparenti, ciglia così lunghe da sembrare posticce, i capelli sono cortissimi, brizzolati.
“Deve essere appena arrivato, non avrei potuto non notarlo prima!”
Dimentica immediatamente le sue fantasie catturata da questa novità intrigante. Si studiano a vicenda, lui non molla, la sta sfidando? Accetta subito la sfida, si sta già eccitando all’idea di come catturarlo e stupirlo. Sfodera uno dei suoi sguardi ammaliatori supercollaudati. Dopo alcuni interminabili minuti di tale farsa, decide di spiazzarlo e all’improvviso si dirige verso il bagno, entra lasciando la porta socchiusa. Lui la segue calamitato da quello sguardo irresistibile. Si infila nel bagno per niente intimorito ma visibilmente incuriosito. Lei è appoggiata alla vasca, la testa reclinata all’indietro, scioglie il nodo del pareo, divarica le gambe scoprendo la sua fica protetta dal suo cespuglietto corvino, lo provoca inumidendosi le labbra con la lingua con fare lascivo, poi comincia a giocare col suo clitoride, sfregandoselo con le dita di una mano. Lo attira a sé, gli infila le dita dell’altra mano in bocca per bagnarle e se le passa nella fica. Pure lui apre il suo pareo, il suo membro già turgido spunta direttamente : non porta la biancheria intima! Lei glielo prende in bocca e glielo succhia delicatamente, giocando con l’asta, gli lecca le palle e gliele ingoia fin che può e poi riprende a succhiarglielo facendoglielo tirare fino a che gli fa male e si muove ritmicamente su e giù con la bocca mentre lui accompagna il movimento premendole dolcemente sulla nuca. Le infila le mani nei capelli, la invita a fermarsi, a voltarsi e la penetra da dietro ad un ritmo frenetico, eccitatissimo dalle mani di lei che si insinuano ovunque e che continuano a titillarsi il clitoride fino ad esplodere di piacere. Non ancora sazia, si volta di nuovo e incomincia ad accarezzarglielo e poi lo avvolge con la mano ed aumenta il ritmo finchè sente che sta per esplodere pure lui, allora apre la bocca e si beve il suo fluido caldo leccandosi gli angoli della bocca per non perdersi neanche una goccia.
Ancora avvolti nel torpore dell’amplesso, si accorgono che due occhi al di là della porta socchiusa li stanno spiando. Chi sarà mai? La padrona di casa! L’amica, di lei e di lui.
Per niente imbarazzati delle loro nudità e men che meno della situazione in cui erano stati colti, sorridono compiaciuti di fronte a quell’estemporanea e i loro sguardi si incrociano intendendosi all’istante.
La invitano ad entrare senza timore. Lei è attonita ma incuriosita e come stregata, si avvicina lentamente chiudendosi la porta dietro di sé.
Lui le va incontro, le leva di mano la bottiglia di champagne e, sussurrandole all’orecchio di stare tranquilla, incomincia a baciarla, ad accarezzarla e lei si scioglie subito al contatto con le labbra di lui, è completamente nelle sue mani, farebbe qualsiasi cosa. Allora lui le prende una mano e gliela fa appoggiare sul seno dell’amica, la quale a sua volta contraccambia il gesto emettendo un gridolino di piacere. Si guardano, sorridono, non provano alcun imbarazzo. E continuano ad accarezzarsi lentamente, procurandosi brividi intensi ed interminabili mentre lui le osserva eccitato. Se ne accorgono e dunque spostano le loro attenzioni sul corpo di lui. Una lo bacia sulla bocca mentre lui le stuzzica i capezzoli, l’altra lo lecca sul collo, sul petto, indugia intorno all’ombelico, lo massaggia nella zona pelvica, e poi incomincia a succhiarglielo e con una mano cerca la vulva della sua compagna che in perfetta sintonia si era sistemata in piedi accanto a lei creando un insieme armonioso che coinvolgeva tutti e tre perfettamente.
Poi la padrona di casa che lo stava baciando lo fa stendere sul tappeto, si porta sopra la faccia di lui offrendogli la sua fica da leccare, la sua amica invece si siede sopra di lui e incomincia a cavalcarlo, lui impazzisce di piacere, le sue mani scorrono per tutto il corpo della prima, le afferrano violentemente il culo e glielo spalancano permettendo all’amica di infirlarci prima le dita e poi, dopo averlo ben lubrificato, un bel dildo di gomma. Poi le due amiche si danno piacere l’un l’altra strofinandosi come gatte in calore, toccandosi, leccandosi ovunque, e infilandosi il dildo a vicenda e lui che le guarda e poi si avvicina e se lo fa leccare contemporaneamente da tutte e due e con le mani le aiuta a toccare tutti i punti sensibili, poi ne prende una da dietro mentre questa lecca la fica dell’altra stesa sotto di lei. E continuano impazziti, in un vortice di godimento a scoparsi, a masturbarsi a vicenda, a leccarsi, scambiandosi continuamente i ruoli e le posizioni per consentire a ciascuno di godere pienamente e provare tutte le sensazioni possibili.
Dopo un tempo indefinibile, incuranti del resto degli ospiti, riempiono d’acqua la vasca, versano delle essenze orientali che formano una schiuma gonfia e profumata e si immergono tutti e tre ridendo felici di quell’unione magica e appagante e brindano alla loro amicizia passandosi l’un l’altro la bottiglia di champagne e progettando insieme il prossimo party!
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18 years ago
sammyandcris,
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