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La panettiera
Come abitualmente , al mattino , mi recavo nella consueta panetteria per comprare pane e qualche stuzzichino per l' aperitivo...quel giorno ci fu una sorpresa... Il cambio di gestione.
Al posto della solita signora simpatica e grassottella mi ritrovo a darmi " la spaccatella quotidiana " una bella morettina niente male , fisico asciutto , uno sguardo da cerbiatta nella rugiada , capelli neri raccolti , una bocca carnosa e sensuale ....
" ......Congratulazioni per la nuova attivita' , signora...."
" signorina , prego!"
" Pardon ....." meglio ancora pensai .....
Ma il nostro rapporto quotidiano non ando' oltre lo scambio di saluti,le previsioni del tempo, il resto , l'apprezzamento sulla qualita' della biovetta piuttosto che dello sfilatino....per mesi....
Fino a quella sera che mi accorsi di essere rimasto senza pane e sperando che la panetiera fosse ancora aperta dato che era quasi l'orario di chiusura...mi precipitai nella tromba delle scale e arrivai con il fiatone davanti la sua serranda ... CHIUSA ;
" ....Porcaputtana!!!" sentii imprecare da dentro il negozio.
" ....Signorina , tutto bene? " " .... ah , e' lei?Sono rimasta chiusa dentro la serranda elettrica si e' bloccata e sono qui , il retro e' chiuso dall'esterno e non ho le chiavi..... CHIAMI I POMPIERI!!!!"
" Provo a tirarla su a mano...."
cosi' feci , mi tolsi giubotto e vai dibicipiti.... ERA PRATICAMENTE BLOCCATA!
ma riuscii a tirarla su di una trentina di centimetri... Da dentro il negozio la signorina panettiera gridava come una matta e mi innervosiva ancora di piu'; " .... Stia calma! "
mi accovacciai e riuscii ad entrare nel negozio strisciando come un ghepardo...
" .... E allora come e' successo? "
".... Niente e che ho premuto il telecomendo per fare scendere la serranda un po' giusto per chiudere la cassa e al momento di uscire non e' piu salita su!" mi passo' il telecomando e schiacciai ripetutamente il pulsante per azionare la serranda in apertura , ma nessun segnale di vita;
invitai al signorina ad uscire strisciando come avevo fatto io ma neanche a parlarne non ne voleva sapere di uscire dal negozio da un passaggio cosi' stretto.
Il telecomando evidentemente con le pile scariche non funzionava e quando per l'ennesima volta provai a schiacciarlo .... Si mise a funzionare ....la serranda ando' giu' definitivamente , cosa ancora piu'grave che non c'era la maniglia all'interno per tirarla su almeno di un po'....." il telefonino ha un telefonino???"
"Cazzo e' nel giubotto fuori!!! e il suo?" " SCARICO!!!"
bloccati !
iniziammo a scherzare sulla situazione per sdrammatizzare ; entrammo in sintonia , mi parlo' della sua giornata io della mia ... Ci sedemmo sulle ceste del pane ... Stavamo bene.
Il tempo passava e non ci preoccupavamo piu' di essere recuperati, lei appoggio 'la testa sulla mia spalla, iole presi lemani per scaldargliele...lei sollevo' la testa improvvisamente mi guardo' negli occhi e mi stampo' un bacio che diede il via allo spoglarello di entrame , continuando a baciarci , gettavamo maglioni camice pantaloni dappertutto .... presi a leccargli la fica , bella rasata bagnata e succosa, lei impiedi appoggiata agli scaffali godeva come una troia ; venne quasi subito , tremava di piacere, mi alzai la girai le presi le grandi tette con le mani e senza navigatore satellitare ,essendo gia' bella lubrificata , la penetrai .... Si abbasso' appoggiandosi sulle ceste per prenderlo tutto ...poi ancora con le mani direttamente a terra... BELLISSIMO!cabriolet
Uscii dalla sua caldo fica e poggiai il mio modesto grosso cazzo sul suo buco del culo... Ma li mi disse no , si alzo' mi bacio' si inginocchio' davanti ame e mi fece un gran bel pompino appassionato che al culminedel piacere la schizzai in viso piu' volte , lei riprese a succhiare senza curarsi della sborra calda che aveva in faccia.....
ripulita con clinex di recupero... ci rivestimmo , scherzammo ridendo eccitati....
Da fuori : " .... Ciccia sei li'?" " si amore .... C'e' anche un cliente..." " .... ho il duplicato del telecomando in macchina aspetta...."
e chi si muove....
La serranda su' , recuperai il giubbotto , salutai lei e lui dopo un breve racconto sui fatti e mi incamminai verso casa...." ... Signore! dimentica le sue spaccatelle......"
messaggisubliminari
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3
17 years ago
admin, 75
online -
L a balera del liscio
Il sabato sera la Carla e Gianni andavano sempre a ballare alla balera della vicina cittadina della Romagna.
Quando si erano sposati, vent'anni orsono, lui aveva 30 anni e lei 18.
Non avevano avuto figli, ma a quel tempo non avevano voluto approfondirne i motivi. In fondo a loro andava bene così.
Quel sabato sera in balera mentre erano ancora seduti al tavolino loro riservato, un uomo si avvicinò per invitare Carla a ballare. Fece anche un gesto a Gianni, per chiedere il suo assenso.
Carla si alzò e si diresse verso il centro della pista seguita dall'uomo, poi voltandosi assunse la posizione di ballo. Era un tango.
Notò subito, Carla, il bell'aspetto dell'uomo e il modo elegante con cui era vestito. Era molto alto e ben proporzionato. Bel volto scavato e abbronzato; occhi magnetici grigi. Da lui emanava un buon odore di cuoio e tabacco.
Ballava bene e aveva una presa sicura e decisa e Carla vi si abbandonò nel ballo, facendosi trasportare.
Dopo il primo ballo, si presentò per un secondo e per un terzo ballo e la Carla, ogni volta accettava.
Quando lo vide ballare con un 'altra ci rimase male e sentì un moto di stizza. Ma poi lui tornò ad invitarla e Carla ne fu stranamente molto felice.
Anche Gianni apprezzava la compagnia di quell'uomo quando fra ballo e ballo si sedeva con loro a chiaccherare del più e del meno.
Ma Carla, man mano sentiva dentro di se uno strano rimescolio e quando alzandosi per tornare in pista sentì chiaramente umido nelle mutande, capì che quell'uomo le piaceva più di quanto fosse necessario.
Carla e Gianni facevano l'amore ormai ogni 15 giorni ed era un sesso di routine, dove ognuno pensava a se stesso.
Carla era rimasta sconvolta da un film porno che aveva visto dove un uomo dotatissimo possedeva una donna. Quel pene le era rimasto impresso, perché era almeno il doppio di quello del marito e durante il rapporto se lo immaginava e riusciva a godere pensandoci.
Ora Carla era fra le braccia dell'uomo e sentendosi stringere un pò di più, cercò per un attimo di allontanarsi, ma la decisa stretta di lui, l'aveva riportata ben salda fra le sue braccia.
Guardò preoccupata verso il marito al tavolo, e vedendo lui che le sorrideva e annuiva, si lasciò stringere.
Rimase di sasso quando glielo sentì. Era come una grande pannocchia di granturco premuta contro il suo ventre. Una presenza forte e dura che la premeva.
Nella sua testa si sentì confusa e sorpresa: voglia di fuga e voglia di attacco lottavano fra loro, ma vinse la voglia di starci e spinse avanti il bacino, premendolo contro quella voluminosa e invogliante massa palpitante.
E lo guardò negli occhi e ne fu rapita e ammaliata. La paura le passò e non distolse lo sguardo, anzi lasciò che il suo, magnetico, la penetrasse.
Ballando erano giunti in fondo alla sala e li, dietro una colonna, lui la baciò.
Le gambe di Carla cedettero e se lui non l'avesse sostenuta, sarebbe caduta.
Anni di libidine accumulata e repressa, emerse propotemente e la sopraffece.
Al tavolo si chiese come il marito non notasse il suo turbamento, ma la cosa in fondo la rassicurò e al ballo successivo, fece in modo di condurre l'uomo verso il fondo sala, dove sapeva bene che c'era una porticina di servizio che dava su un corridoio, dove un'altra porta dava l'accesso al locale scope.
Giuta in fondo sala, smise di ballare e fissò lui negli occhi per cercarne l'intesa. Avutola, scostò il tendaggio e aperta la porticina, lo trasse con se tenedolo per mano.
Breve corsa e furono nell'angusto locale scope. Li, lei si fece prendere fra le braccia e subito furono baci famelici. Senza staccarsi dalla sua bocca, si mosse per alzarsi le sottane e calare le mutande ormai fradice e nel risollevarsi, aiutò lui a liberare il mebro.
Fu stupefatta nel vederlo: Grosso, molto grosso non riusciva a cingerlo con le dita, e lungo. La cappella come un grosso porcino era violacea e gonfia. Esitò un attimo per la sorpresa, prima di essere sconvolta dalla voglia di essere penetrata.
Lui la sollevò e presole la coscia gliela sollevò, portandosela al bacino.
Fu un attimo, lui chinadosi un pò, le abboccò il membro alla vulva ormai gonfia e viscida di umori e spinse.
Urlò, Carla, un urlo e un ruggito. Sembrava una belva ringhiosa.
Lui dava forti spinte e in un attimo lei si sentì morire. Una scarica di energia le partì dalla nuca e scese lungo la spina dorsale per tutto il corpo, facendola scuotere come un alberello sutto il vento di tempesta.
E venne, venne e venne ancora senza fine, a ondate. Se lui non l'avesse sostenuta tenedola saldamente per il culo viscido e bagnato, sarebbe caduta per terra.
Quando l'ansimare veloce si calmò, si ribaciarono in bocca e si ricomposero.
Tornati in pista videro il marito seduto ancora tranquillo e beato.
Al tavolino parlarono un pò prima di congedarsi e da sotto il tavolo, l'uomo le passò il suo biglietto da visità.
Nell'accomiatarsi lei si sporse verso di lui per un bacetto di convenevoli e all'orecchio gli disse: "Domani ti chiamo. Ti voglio!"
A casa si spogliarono come sempre velocemente.
Carla in bagno si lavò la vulva impiastricciata. Non si era resa conto se lui fosse venuto o meno, presa com'era dal suo orgasmo folle. Ma le sebrò di no.
Sperò che il marito non la cercasse e fu felice quando lo vide già a letto quasi addormentato.
Si distese, ma a qul punto il marito con uno scatto, le fu vicino e la baciò sulla bocca, poi, staccandosi e guardandola con uno sguardo di desiderio, si curvò verso il suo ventre e le schiuse le coscione sensuali e piene.
La vulva ancora tumefatta si schiuse al suo sguardo. La bocca di Gianni ora era attaccata alla vulva come una ventosa e succhiava con avidità.
Carla sperò che l'uomo non le fosse venuto dentro, ma credendo che ciò non fosse avvenuto, rilassò il perineo e spinse per farsela leccare bene e soddisfare il marito.
Dalla pozza della cervice, lungo il canale vaginale un grumo di sperma vischioso, mischiato al suo muco fu presto nella bocca del marito, che ne percepì chiaramente il sapore e l'odore.
Lui era come impazzito e leccava, succhiava, aspirava gemendo di piacere.
Poi alzò la testa e si avvicinò al volto di Carla, che con sgomento percepì subito il fortissimo odore dello sperma.
"Amore mio" mormorò con voce roca il marito "Che buon sapore che hai laggiù stasera. E' inebriante, sai? Oddio come mi piace il tuo sapore stasera mmmmmm, troppo buono" e si rituffò fra le sue cosce.
Carla non si rendeva ben conto di cosa stesse accadendo, ma l'istinto la guidò e scociandosi al massimo, sollevò il bacino offrendosi schiusa alla bocca avida del marito... e gli venne in bocca contorcendosi e riempiendogli la bocca di umori. Poi ricadde esausta.
Il marito ora le era di nuovo vicino al volto, sostenedosi sul gomito.
La guardava con amore e lei si era del tutto tranquillizzata.
"Amore, senti, sabato sera ho una riunione sindacale, allora ti porto alla sala da ballo, poi vado alla riunione. Li c'è Mario (l'uomo della serata) che ti farà ballare. Senti, io non farò in tempo per venirti a prendere. fatti accompagnare a casa da Mario, mi raccomando. Poi mi raccomando anche di offrirgli un bicchierino, non mandarlo via. Mi aspettate su in casa e io, quando la riunione finirà ti telefonerò per sentire se volete un gelato. Capito?"
Ci volle un attimo rima di decidere alla Carla, ma poi...: "Amore, stai tranquillo, mi farò accompagnare e poi lo faccio salire in casa e aspettiamo la tua telefonata"
Con un bacio della buonanotte si addormentarono.
Peccato che la Carla non sapesse usare il computer, sennò probabilmente avrebbe trovato una cartella con dentro la copia della seguente inserzione: 'Marito impotente contatterebbe bell'uomo di classe che gli corteggi la bella moglie all'oscuro della cosa. Solo gentiluomini di classe, ma ben dotati e virili. Io sempre assente. Inviare foto e dettagliare gusti.'
E la risposta, preceduta dalla foto: quella dell'uomo della serata, Mario'
12
1
17 years ago
Maurovali,
63
Last visit: 16 years ago
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Nascita di un cuckold
Abitavo a Firenze, ma in quel periodo lavoravo a Bologna in trasferta settimanale.
Era un giovedì e il giorno dopo avevo una visita ad un importante cliente. Sarei rientrato a Firenze nel pomeriggio di venerdì.
Alle 20 rientro in albergo e in camera ricevo la telefonata di mia moglie.
A quel tempo non c'erano i cellulari.
Lei è allegra e felice e devo dire col senno di poi, un pò strana.
"Quando torni amore?" mi chiede.
"Domani pomeriggio. La mattina sono in centro a Bologna".
"Ti aspetto, allora...mi telefoni quando stai per arrivare?"
"Certo, lo sai che ti telefono per sapere se hai bisogno di qualcosa prima di arrrivare a casa"
"Senti amore, cosa fai ora?"
"Vado acena, poi a vedere un film e poi rientro, come sempre verso mezzanotte"
"Amore," sussurra mielosa "Vai al cinema porno per la solita seghina?"
"Si amore, lo sai che amo il porno"
"Certo, lo so, lo so... Fai pure, lo sai che a me sta bene... Ma poi ci sentiamo quando rientri, vero? Anzi! chiamami prima di entrare al cinema, così mi dici cosa fanno di film ah ah ah"
"Va bene, amore a dopo"
Vado acena nel ristorante dell'albergo, ma li mi raggiunge una telefonata del cliente che disdice l'appuntamento.
A quel punto decido di rientare. Inutile rimanere li per niente. Avevo voglia di trombare mia moglie.
Lascio tutto in albergo, dovendo rientrare la domenica sera. Quindi faccio la valigia e la lascio al bureau, liberando la camera.
Provo a telefonare a casa, ma mia moglie non risponde. Allora parto.
A quel tempo, Bologna Firenze un'ora o poco più.
Sono le 21,30, quindi stimo casa prima delle 11. Mia moglie sarà di certo alla tivù, penso. E guido veloce sulla Sole.
Mi fermo per un caffè, ma la cabina telefonica era occupata da viaggiatori di un pulmann, quindi proseguo.
Parcheggio sottocasa e guardando verso le finestre vedo le luci spente della cucina e della sala, che danno sulla strada, come la camera, dalla quale però usciva la luce bassa dell'abatjour.
Ho pensato che fosse alla tv di camera e salgo svelto le scale, fino al terzo e ultimo piano.
La chiave stà per entrare nella serratura...quando sento un gemito venire da dentro casa. Tendo l'orecchio incuriosito e il gemito si ripete diverse volte. Non è forte, evidentemente viene dalla camera che è in fondo al corridoio.
Sono stordito. Non mi rendo conto. Capisco che è mia moglie a gemere, ma perché? Cosa sta facendo?
L'idea che possa esserci qualcuno con lei fatica a farsi strada. Mi risulta inaccettabile...impossibile.
Ma non ci sono dubbi: mia moglie sta gemendo di piacere. Eppoi sento la voce di lui. Una voce maschia. Ma allora è vero! Mia moglie sta facendomi le corna.
Mi manca l'aria e un ho violento ronzio nelle orecchie. La saliva è scomparsa. Mi sento svenire.
Un urlo mi preme nel petto, ma non riesce a uscire, Stò impazzendo.
Che fare? Precipitarmi dentro e uccidere? No! voglo vedere!
La chiave gira lentamente nella serratura e la porta si schiude piano. piano.
Sono dentro. Ora i gemiti sono forti. Lui incita lui e lui incita lei.
Sento il cigolio del letto sotto i colpi. La sta trombando con foga, forte.
Il corridoio è al buio e la porta di camera socchiusa. Per terra vestiti di lui e di lei sparpagliati sul pavimento del corridoio.
Uno specchio rimanda l'immagine del letto, sul quale ci sono loro. Si loro. In amore sul letto matrimoniale. Mia moglie con un uomo.
Mi pare di vivere un sogno, o meglio: un incubo.
Lo sgardo indugia sulla coppia. Ora mia moglie è sopra di lui. La vedo di spalle. Curva mentre lo bacia. Impalata. Ma lui cos'ha fra le cosce? Un membro grosso, largo, infilato in lei, che lo sta cavalcando.
Entra e esce e sembra non finire mai: è gonfio e turgido e quando per un istante esce, lo vedo per intero. La cappella è larga violacea e si rituffa subito dentro di lei, che lo accoglie con un ruggito di voglia.
La paura di essere visto prende il sopravvento e invece di attaccare, fuggo ritornado silenziosamente sui miei passi.
Aspetto in auto con la testa in fiamme. Voglio vedere chi è.
Un'ora dopo vedo le luci del bagno eccendersi, poi quelle della sala, poi del corridoi e infine la luce scale.
Il portoncino si apre e lo vedo. Un bell'uomo alto, elegante, brizzolato.
Faccio un piano. Vado ad una cabina telefonica e chiamo casa.
"Pronto?...ah, sei tu amore? dove sei? A firenze?! Ma come a Firenze....Ah, mi hai chiamato prima? Forse era dalla Carla un attimo...arrivi subito?... va bene, dai, amore, ti aspetto...sai, stavo per andare a dormire... sono così stanca..."
Meno di 5 minuti e salgo.
E' in vestaglia e mi abbraccia. Vado verso la camera, ma vedo il letto senza lenzuola.
"Amore, stavo per cambiare le lenzuola, mi dai una mano a rifare il letto?"
Sorrido e annuisco, mettendomi da una parte del letto e la noto... una macchia vasta di umido sul coprimaterasso. Lei non deve averla vista prima e appena si rende conto, fa di tutto per distrarre la mia attenzione.
Io fingo di cascarci e dopo poco, rifatto il letto, andiamo in sala per rilassarci un pò.
E li, che spunta dal cuscino del divano, la cravatta. Non la mia cravatta. La sua cravatta.
Lei per un attimo si blocca, ma poi: "Ecco dove l'aveva messa! Sai amore è venuto il marito della Carla per aiturami a far funzionare il lampadario che non si accendeva e mentre io e la Carla si prendeva un aperetivo, lui è montato su e mi ha riparato il lampadario".
Ovviamente accetto la scusa e dopo un pò andiamo a letto.
Ma cosa sta succedendo dentro di me? Ma non capisco... Non sento dentro l'odio giusto per massacrarla di botte, come mai?
Eppoi le che si toglie la vestaglia e mi guarda maliziosamente...Troia! Troia! Schifosa traditrice, troia.
Si stende e spenge subito la luce cercandomi e venendomi vicino... la troia.
Vuol fare l'amore, la troia. E io? Ma che cazzo è quet'erezione dolorosa?
Ma come, l'ho beccata con un altro e invece di strangolarla, mi eccito?
Non ho il coraggio di baciarla in boicca e allora mi rivolto e vado con la testa fra le sue cosce per sfuggirle, per prendere tempo. La troia impugna il mio cazzo e se lo porta alla bocca: "Oddio amore com'è bello duro, mmmmm, non lo avevo mai sentito così duro" e lecca avidamente.
Il suo sesso sa di sapone intimo, di pulito, ma dopo pochi istanti l'odore cambia. Qualcosa le cola da dentro e non sono certo solo i suoi umori. Ora lo sento bene: è odore di sperma mischiato coi suoi umori.
E che faccio io, curnuto, invcece di colpirla? Attacco la bocca alla sua vulva e succhio. Succhio, aspiro, lecco, mordicchio piano, rilecco avido e piango. Si piango. Lecco, succhio, piango e le vengo in bocca scosso da tremiti e sussulti.
"Amore, è stato bellissimo, sai, sentirti venire nella mia bocca, mmmmm" mi sussurra lei maliziosa e provocante "Ma che fai, amore, hai le lacrime? Che dici?! di gioia? Sono contenta che tu mi ami così, sai, amore mio?"
Inizio a parlare. Non credo alle mie parole: "Sai amore? Ieri notte ho fatto un sogno sconvolgente... Non mi vergogno a dirlo, solo che riguarda te... Non posso dirtelo, ma sono stato felice e... non capisco cosa mi sia successo in sogno...Non ci credo neppure io... No, non insistere... mi vergogno di me stesso e ho paura che se te lo dico ti arrabbieresti"
Lungo tira e molla, poi: "Va bene, ma non arrabbiarti, non giudicarmi male...prometti?... Insomma ho sognato che sono rientrato a casa e ti ho vista con un altro...No! Non arrabbiarti, sennò smetto di raccontare... Si, insomma eri con un uomo che facevi l'amore e sai io cosa ho fatto?.... Non ci crederai... Si insomma ti ho spiata e mi ci sono eccitato da matti!...Ecco! Vedi che ti arrabbi? Ma nooo, mi sono eccitato, ti dico, ma proprio tanto eccitato e... mi sono fatto una sega paurosa...speravo che non fineste mai....Com'eri bella... mamma mia, com'era bello vederti fare l'amore con lui.... Dimmi: sono un pazzo pervertito, vero? Dimmelo pure..."
Lei taceva. Per un pò si era bloccata, ma poi aveva preso a carezzarmi, piano la testa.
"Amore, sono sogni i tuoi...fantasie oniriche, sogni...." io la stringevo a me sospirando. Avevo di nuovo l'erezione.
"Pensa se tu mi ci vedessi davvero, come rimarresti male... Ma che fai, sei eccitato di nuovo?! Ma quando mai... Oddio amore..ma allora è vero! Ti piacerebbe davvero, davvero che ti tradissi con un altro?...Si va bene, amore, ti credo, giuro che ti credo...Lo vedo che ti eccita da morire... ma non vorrei che poi tu ci rimanessi male, vedendomi davvero con un altro. Ma si amore, io amo te, stai tranquillo, amo te. Sarebbe solo una storia di sesso con un altro uomo... sai anche noi donne abbiamo le nostre voglioline... E magari una bella trombata con un corteggiatore...una botta e via... Oddio come sei focoso...Ho capito! le corna ti fanno stare bene davvero.... Si, amore, si, stai tranquillo... te faccio le corna se vuoi, te le faccio. vedrai che belle corna ti faccio, così ti ecciti e ti fai tanti bei segoni, vero? Si, ora ci penso...Un uomo che mi piace ci sarebbe...Si anche io piaccio a lui... Senti, facciamo una cosa: La settimana prossima, quando mi inviterà a uscire gli dirò di si e ci esco... O meglio...lo invito a casa, così capisce subito che sono disposta a starci, va bene, amore?...Che porcello che sei,,, Ma guarda come sei eccitato mmmm. Intendiamoci, però: non fare storie, dopo, va bene? Giuramelo!
Ero impazzito e la trombavo come un folle.
"Si, cornutone mio, si, tromba cornutone mio, vedrai come ti farò felice... Si certo, Lui mi piace...mi piace molto... Sai, amore? anche io ho da dirti una cosa, ora che so che a te piace... Cosa?! Sai che da un anno non mi facevi quasi più godere? Ricordi che sei venuto sempre stanco da fuori, ricordi? Eppoi sempre con la pornografia... e io zitta...ricordi? Ebbene, io ti amo tantissimo ma siccome non ne potevo più dalla voglia di cazzo....Si! L'ho fatto! Ti ho messo le corna...Si, Con lui, si. Anche lui ha una moglie che non lo soddisfa da anni, e insieme ci siamo consolati...ecco tutta la verità... Amore mio"
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17 years ago
Maurovali,
63
Last visit: 16 years ago
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Appuntamento al buio
Non ricordo bene se Giulia la contattai io per prima o se fu lei a rispondere al mio annuncio....sta di fatto che la sintonia ,il feeling , la verve che traspariva dalle mail ci accomuno' subito tanto da combinare un'incontro.......
I dettagli fisici trascurai di chiederglieli in quanto mi aveva gia' stregato con il suo fascino raccontandomi di lei , delle sue voglie , le sue esperiemze....perfino la voce non conoscevo ..la intuivo...la sentivo muta dentro di me.
Il tempo passava inesorabilmente scandito dal batticuore tipico dell'eccitazione per un grande evento , in bocca il sapore amarognolo del tradimento , mi estraniavo dai contesti recitando il copione di un'altro attore ...l'avevo cercato solo nella mente e adesso avevo l'occasione di vivere un'incontro nuovo.....la possibilita' sentire un concerto di sensazioni in versione live.
Raggiunsi il luogo dell'appuntamento con largo anticipo per prendere confidenza con l'ambiente ed eventualmente accorgermi di lei se avrebbe fatto lo stesso....con aria circospetta vivisezionavo con gli sguardi la clientela del bar compresi i maschietti , temendo che " la donna del mistero " in realta' fosse un omone barbuto pederasta....
Stavo sorseggiando il mio campari quando....." ciao! " a momenti mi va di traverso " ...ciao! " : nel mezzo un'abisso di sensazioni....
Occhi grandi scuri espressivi , sguardo vispo , gran sorriso , capelli cortini castani , alta come me ma con i tacchi , molto femminile , gonna , prende punti , calze speriamo autoreggenti , impazzirei solo all'idea....
Ci presentiamo ufficialmente , i soliti convenevoli di rito , scherziamo sulle mail che ci siamo spedidi....conversazione leggera e atmosfera rilassante..... Giulia mi piace....e' libera..
Beviamo e ribeviamo fino a quando ci accorgiamo che il tempo a disposizione per entrambe e' scaduto e che e' finita l'ora d'aria ...presto torneremo negli usi e costumi piu' consoni .
La invito per un'altro bicchiere , mi dice no , " ...mi accompagneresti alla macchina... e' tardi. "
Percorriamo il viale alberato illuminato dai classici lampioni giallognoli parlando di stupinaggini e sapendo cosa potrebbe accadere sfuggiamo ciascuno sui propri stati di coscenza per spingerci a vicenda un passo piu' avanti.... sempre di piu'...
Arrivati alla macchina mi chiedevo se l'avrei piu' rivista o se lei avrebbe voluto incontrarmi ancora , ma le mani e poi le bocche sempre piu' vicine parlano per noi in un eterno bacio .... ci diciamo tutto e niente...
il posto isolato ....le mie mani sutto la sua gonna ....sento il suo culo sodo dentro il palmo delle mie mani .... la giro ....lei si appoggia alla macchina , mi sbottono i pantaloni , sollevo la gonna .....la penetro piano , dolcemente per farmi sentire.....la sento , ci muioviamo all'unisono nella danza piu' antica del mondo .....bellissima.
Viene da me come io vengo con lei ...straordinaria intesa , Giulia si volta verso di me guardandomi stupita di tanto ardore , la guardo .....
I minuti successivi passano tra l'imbarazzo e l'affanno....tra poco torneremo agli usi e costumi che piu' ci appartengono , l'ora d'aria e' finita ....le domande che vogliamo porci a vicenda non hanno risposte e se le hanno gia' le conosciamo....
Messsaggisubliminari
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1
17 years ago
admin, 75
online -
Cena con sorepsa
Era la prima volta che rispondevo ad un annuncio di una coppia, che cercava un singolo bsx; non è che mi ritenessi un bsx, ma la cosa mi incuriosiva, oltre che eccitarmi.
Il primo incontro fu organizzato in un bar del centro, così, tanto per conoscerci meglio; evidentemente, dovetti sembrare di loro gradimento, perchè subito mi invitarono a cena, presso la loro casa.
Quando suonai alla loro porta, ero forse anche un pò impaurito, e la cosa non passò loro inosservata: mi misero subito a mio agio, offrendomi vari aperitivi, e mettendo su un Cd di musica molto coinvolgente.
La cena filò via liscia e veloce, la serata era allegra e loro molto simpatici; io bevetti un bel pò di vino, oltre a due bicchierini di grappa, che mi aiutarono a sciogliere definitavamente la tensione
Fu così che mi invitarono a seguirli nell'altra stanza, nella loro stanza da letto; era molto grande, dai caldi colori e con luci piuttosto soffuse.
Non mancavano oggetti di varie forme e dimensioni, che sicuramente loro utilizzavano per darsi maggior piacere.
Lei, mi si avvicinò, e cominciò a spogliarmi, mentre lui armeggiava con qualcosa che non riuscivo a distinguere.
Quando anche loro furono nudi, non potetti non notare che erano davvero belli, statuari quasi; lui si avvicinò a me con qualcosa in mano che assomigliava ad un collare: me lo applicò al collo e, dalla catenella che ne discendeva, erano appese due polsiere, che servirono a fermarmi le mani dietro la schiena.
Io non chiesi il perchè di quella messinscena, me la aspettavo.
Mi fecero stendere sul letto, e cominciarono a toccarmi ovunque: lei si mise a stuzzicare il mio sesso, stringendolo forte, lui prese a mordermi i capezzoli, molto forte, fin quasi a farmi male
Poi si concentrarono su di loro, cominciarono a baciarsi, a toccarsi in maniera sempre più intima, fino a quando lui non la fece stendere, e non la penetrò, con quel suo pene davvero considerevole.
Io ero bloccato con le mani dietro la schiena, non potevo fare altro che guardare loro due che, al mio fianco, stavano facendo l'amore con una foga inaudita, quasi bestiale
La logica conseguenza fu che, da lì a poco, raggiunsero contemporaneamente un orgasmo che, vedendo i loro corpi tremare convulsamente, doveva essere stato violentissimo
Lei, esausta, girò la testa verso di me e, sorridendo, allungò la mano, fino a toccare il mio pene, iniziando una lenta masturbazione.
Poi, quando lui si fu scostato da sopra, lei si alzò sulle ginocchia e, lentamente, si avvicinò al mio viso, fino a quando non si sedette con il suo sesso sulla mia bocca: voleva che la ripulissi, che la leccassi completamente, a fondo, mi obbligò a farlo.
Quando ritenne che avessi portato a termine quello che lei aveva voluto, si allontanò, sedensosi dietro la mia testa, con le sue cosce attorno al mio collo, impedendomi di muovermi: fu così che anche lui mi venne davanti, e non ci volle molto a capire che cosa avrei dovuto fare
Il suo pene aveva cominciato la fase ...calante, e lei mi ordinò di prenderlo in bocca, per ripulirlo ma, soprattutto, per riportarlo in erezione
Era la prima volta che nella mia bocca entrava un pene di un altro uomo: sentivo il sapore acre del suo sperma, mischiato con gli umori di lei
Quel benedetto, non ci mise molto a tornare duro e turgido: era davvero grosso, facevo fatica a tenerlo tra le mie labbra, mentre lui aveva cominciato un lento movimento nella mia bocca
Si spostò e, mentre lei mi teneva sempre ferma la testa, si allontanò e mi sollevò le cosce, cosce che lei mi tenne i n alto con le sue mani.
Lui prese dal comodino una bottiglietta, e ne versò parte del contenuto sulla sua mano, poi, con le dita, cominciò a umettarmi il buco del mio ano: ero atterrito, immaginando quello che mi stava per fare
Lei cominciò ad aizzarlo, lo istigava a penetrarmi, a farmi male, a godere dentro di me: lui avvicinò quel suo grosso affare al mio culo, e cominciò a spingere, dapprima lentamente, poi sempre più deciso, forte
Io mi sentii aprire, sentii il suo pene farsi largo tra le mie carni, entrare, sempre più a fondo
Il bruciore era insostenibile e lei, per non farmi urlare, pensò bene di sedersi nuovamente sul mio viso, coprendomi la bocca, costringendomi a baciarle il suo sesso, a leccarla
Lui cominciò a muoversi sempre più velocemente, sempre più a fondo, e io avrei voluto urlargli di fermarsi, ma non potevo, bloccato come ero.
Quando finalmente raggiunse l'orgasmo, dette delle spinte talmente violente e profonde, che mi sembrava potesse uscirmi dalla bocca.
La mia testa girava, non riuscivo più a connettere: lui uscì lentamente da dentro di me, e il bruciore che sentii fu ancora più acuto.
Fu allora, che lei mi lasciò andare le cosce e, sempre senza muoversi, seduta come era sul mio viso, iniziò a masturbarmi con foga, fino a farmi raggiungere un orgasmo, mai provato prima
Ero pieno di dolori e, anche se non fossi stato legato, non sarei riuscito a muovere un solo muscolo
Lei mi sorrise ancora e, mentre lui si era steso al mio fianco, si alzò dal letto, avvicinandosi ad uno di quegli altri attrezzi, di cui era piena la stanza: prese un doppio dildo, di quelli che hanno due punte, e se lo legò, con una cinghia, ai fianchi.
Un lato di quel dildo, le penetrò nella vagina, facendola sobbalzare, mentre l'altro puntava minacciosamente verso di me
Lui, a questo punto, mi sollevò, e mi fece inginocchiare ai bordi del letto, viso in giù: poi, mi si sedette davanti, e vidi quella sua bestia nuovamente in direzione della mia bocca
Con le mani, mi strinse le mascelle, e mi obbligò ad aprire la bocca, infilandoci il suo pene, e spingendomi la testa fino a infilarmelo tutto dentro
Lei, nel frattempo, si era avvicinata dietro di me, e cominciò a penetrarmi con la parte del dildo che fuoriusciva dalla sua vagina: faceva ancora più male perchè, più lei spingeva dentro di me, più dall'altro lato, entrava e usciva dalla sua vagina, procurandole, evidentemente, una grande eccitazione
Ero completamente preso, immobilizzato, con un pene enorme in bocca, e con un dildo che mi stava nuovamente sfondando l'ano, spinto da una splendida, quanto crudele, femmina
Arrivarono assieme: lui, nella mia bocca, litri di sperma che fui costretto a bere, fino all'ultima goccia, lei, grazie a quel dildo sprofondato dentro di me
Quando li salutai, pensai tra me e me che, nonostante la mia fervida immaginazione, mai avrei potuto supporre quello che avevo passato con loro due
Se mi piacerebbe rifarlo ?.... SI
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17 years ago
legami69,
37
Last visit: 11 years ago
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Per luisa
scrivi tante cose su questo sito, parli prevalentemente di sesso di qualsiasi genere. ti sembra normale,eccitante, perche' con la fantasia riesci ad eccitarti e se va bene avere degli incontri piu' o meno soddisfacenti che credi e pensi siano emozioni. poi improvvisamente la casualita' ti mette in contatto con una inserzione che non hai mai letto in questo sito, che parla si di passioni, ma con un garbo che ti colpisce e la curiosita' ti spinge a verificare.. ecco scopri il significato della parola.. EMOZIONE.. grazie dolce luisa. oggi mi hai regalato qualcosa di speciale che non provavo da un po' di tempo nel mio cuore.. un piccolo raggio di sole che si chiama tenerezza
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17 years ago
admin, 75
online -
Possibile
E' possibile mai che per incontrare una coppia ci voglio tutti questi soldi???
Una coppia mi a riferito per telefono, che per incontrarci e prendere un caffè insieme, o una serata in un club, mi costa dalle 200.00 euro a salire....
Un'altra coppia invece sempre per telefono, mi disse che provedevano loro a tutto, caffè, hotel, ma io dovevo soltanto contribuire ad una spesa pari a 220.00 euro.
Ma sta gente cosa si è messa intesta???
Ma non esiste una coppia che fa sesso solo per il piacere????
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17 years ago
enzolino1, 31
Last visit: 3 years ago -
File 00003: figa di colore
...Ho ritrovato una vecchia amica.
Ero in giro per la città quando ho ritrovato una vecchia amica, la chiameremo M, single di colore (non mercenaria) impiegata in un agenzia viaggi della città.
Appena l'ho vista, mi è tornato il buon umore, e a lei la voglia. Ma saltiamo i convenevoli. Mi ha portato a casa sua. La mitica vecchia casa di sempre, ogni angolo è per me conosciuto. Offerto da bere, si è avvicinata e mi ha baciato. Ricambiato, ho fatto subito il "marpione della situazione", gli ho messo la mano tra le cosce e lei con un sorriso voglioso, mi ha detto: "aspetta". Io ero seduto sul divano con il bicchiere in mano, lei si è alzata, mentre mi guardava, ha incominciato a spogliarsi, rimanendo con la sua pelle liscia e calda di desiderio, con un tanga azzurro a filo..Si è girata mi ha mostrato il culetto, allargando le natiche. Si è aperta...La temperatura saliva quando con la lingua mi tentava..Poi si è prima seduta sopra di me, io ancora vestito, poi si è dedicata a baciarmi con passione.
Mi sono sentito praticamente in balia della sua voglia, piano piano mi ha aperto la camicia, e mi ha incominciato a baciare ovunque sul mio petto villoso, poi è scesa,aprendomi e sbottanandomi, si è inginocchiata, prendendomi la mia asta nella sua bocca....Mi stringeva e giocava co in miei capezzoli, la porcellina...Ero in tiro..troppo in tiro...mi sono alzato e spogliatomi, ho preso M, che intanto rideva, su di giri, e lo "sbattuta" su quel divano accogliente, azzurro. Gli ho strappato il suo tanga a filo, e gli ho allargato le cosce, la sua passerina rosa depilata mi invitato ad una lunga e profonda leccata.
Mi sono dedicato molto a lei, ho leccato le sue labbra, poi il suo clitoride ho sentito si è indurito sempre di più ed il piacere saliva....mentre la leccavo ho ricambiato il favore di trattare le sue tette ed i suo capezzoli.
Sentivo che gli piaceva...
Guardandomi mi ha chiesto di essere scopata...Appoggiata l'asta corsara, nella sua vagina ormai bagnata, l'ho pompata alla grande. Sentendola gemere ed urlare di piacere...Mentre la scopavo, le nostre labbra si incontravano, ed incontravano il nostro corpo...Poi si è girata e si è fatta scopare alla pecorina. Ma ero troppo duro...l'ho voluta mettere sul tappeto e prendedola di lato gli ho alzato la coscia e l'ho inculata , non prima di averle fatto assaggiare le mie mani nei pertugi...Mentre l'inculavo, con una mano le solleticavo il clitoride e le tette, avvinghiati la troietta gli piaceva farsi baciare sul collo, anche se io qualche morso glie' l'ho dato.
Appoggiata a pecora l'ha preso anche nella figa bagnata...poi mi ha detto di sdraiarmi e lei si è messa sopra, offrendomi lo spettacolo della sua sensualità esotica.
Si è seduta sulla mia faccia e mi ha fatto leccare, mi ha tolto il preservativo ed in un 69 mi ha succhiato bene l'asta, facendomi schizzare sul suo viso..l'ha presa tutta..Intanto lei si dimenava godendo...Che porcella, mi ha davvero svuotato... Mi è piaciuto perchè mi ha invitato poi a fare una bella doccia insieme a lei, ed i nostri corpi si sono ritrovati ancora...complice il sapone e l'acqua calda.....M che gran baldracca che sei..Sei davvero una grande e bella Pantera...
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17 years ago
CICCIOPORCELLO,
39
Last visit: 3 years ago
-
Nadia
L’incontro con Nadia è stato talmente coinvolgente per me che ne sono uscito leggermente turbato. Nel mio girovagare a caccia di sesso facile ho sempre incontrato fanciulle più o meno giovani, più o meno gnocche, più o meno porche, più o meno capaci di autentico erotismo. Non mi ero mai imbattuto in una che invece di farsi scopare, ti soffoca con la sua fica grondante umori, fino a che non giunge all'orgasmo.
Ora, il sesso facile è facile anche perchè non ti poni il problema di dare piacere, semmai ti concentri sul tuo piacere. Ebbene, Nadia capovolge tutti gli schemi e ti ruba il piacere in ogni modo. Il suo orgasmo è durato cinque (cinque!!) minuti, lasciando una larga macchia sul letto. Ma la cosa che mi ha eccitato più di altre è che questo orgasmo la tipa l’ha cercato tenendomi la testa piantata tra le sue cosce, per finire seduta sulla mia faccia. E quando, un paio di volte, ho accennato una piccola protesta, le sue mani mi hanno prontamente ricondotto sulla sua pulsante passerona. Questo modo di fare mi ha attizzato più di un pompino. Si è instaurato un arrapante gioco delle parti in cui ogni volta che sollevavo il capo per riprendere fiato venivo richiamato all’ordine e “costretto” a rituffarmi giù. Per poi essere schiacciato dalle sue natiche, serrate sul mio naso. Fortuna che, dopo un’indicibile fatica durata circa un'ora, finalmente, l’ho sentita vibrare, percossa da una scossa elettrica. E una brodaglia tiepida ha cominciato a irrorarmi bocca e muso, senza che potessi scansarmi. Come un soldato deciso a portare a termine la sua missione sono rimasto in apnea per un tempo infinito a ricevere quel fiotto dolce e intenso, rimanendo con la bocca incollata ai suoi sussulti (che se ancora ci penso mi viene duro). Solo quando ho sentito le sue mani spingermi via mi sono staccato e, stordito, mi sono accasciato sull’altro lato del letto, esausto ma ancora virilmente in attesa di ricevere la mia quota di poacere fisico. Mi stavo chiedendo come cazzo avevo fatto a soccombere in quel modo quando Nadia si è rifatta sotto, simpaticamente, con il chiaro intento di adempiere al suo dovere. Non mi sono fatto pregare e tutto è ritornato nell'alveo che preferisco, quello di un incontro uomo-donna in cui è la donna ad essere passivo oggetto di piacere. Dopo essermi abbandonato nella sua bocca spalancata, ho preteso di sintonizzarmi sul mio canale preferito: RAI2. E lì finalmente ho scaricato tutta la tensione. Nadia, se ti incontro un'altra volta, sta sicura che ti inchiappetto prima che tu possa fiatare.
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17 years ago
DEM67,
40
Last visit: 17 years ago
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Giulia
Avevo un conto in sospeso con Giulia. L’ultima volta, 5-6 sei settimane addietro, mi aveva portato in cottura a smorzacandela, stabilendo lei il ritmo delle danze. Cosicché quando l’avevo messa a 90 gradi per incularla, non avevo fatto in tempo a posizionare la cappella… che ero esploso come un pivello. Perciò, me l’ero segnata. “Pronto? Sì amore mio, vediamoci tra un'ora, sì...al motel dell'ultima volta, ok...a cena ci andiamo dopo...va bene". Aveva accettato il mio programma senza battere ciglio. Yuh!! Belle chiappone dorate dal sole d’Ipanema, stavolta vi apro come un cocco! Alla reception mi dicono che la signorina è già in camera. Allora non ero solo io ad avere voglia. Giulia, mi accoglie con abitino rosso corto, che lascia totalmente scoperte le sue gambe da gazzella. E’ dimagrita. Le scarpe alte slanciano la sua figura. E’ proprio una bella femmina di 1 metro e 80. Solo le orbite scavate degli occhi lasciano a desiderare, facendola apparire volgare, quasi un troione in disfacimento. Glielo dissi tempo fa di curare il trucco degli occhi, ma evidentemente, non mi ha ascoltato.
Iniziamo le danze sul lettone. Giulia conosce certi giochini con la bocca che mandaerebbero in paradiso chiunque. Dopo averti ripassato scroto, palle e randello con la lingua, srotola il condom con la bocca e inizia a pompare. E’ brava, è capiente, è tranquilla. Ma è anche furbetta. Dopo i preliminari, con voce suadente ti fa: “Vado io sopra”? Se ci caschi, sei finito: la puttana serra le cosce e comincia a chiavarti a ritmo forsennato. Tu sei lì, quasi immobilizzato, che cerchi di ragionare, di accennare una reazione, di impostare una strategia, ma non puoi fare altro che stringere le sue tettone rifatte e sbattere il pube sulle sue chiappone dorate dal sole d’Ipanema. E poco dopo, soccombere. Quindi: “Vado io sopra”? “No, no, facciamo a pecora”. E poco dopo, molto poco dopo: “Facciamo culo”?
Ora, non voglio essere pedante, ma anche inculare una come Giulia, se non sei almeno uno e ottanta, è mica uno scherzo. E’ questione di… come dire? “Geometrie”. Lei poi ci mette del suo, per renderti più arduo il compito: non è apertissima, non usa lubrificanti e, soprattutto, non fa niente per aiutarti a trovare il punto GG, quello della Geometria Giusta. Si mette a culo all’aria e buonanotte al secchio.
Da notare che il suo “Culo all’aria”, vista la stazza della tipa, rimane a circa un metro e cinquanta da terra. Tu, se non sei un metro e ottanta, con il tuo cosino ritto, rimani a circa un metro da terra. Come colmare questo dislivello? Questo è il problema da geometra che ti poni, mentre lei, culo all’aria, sembra voler dirti: “Vuoi il mio culo? Sono cacchi tuoi”. Perciò è fondamentale dedicare, prima dell’assalto, una buona manciata di minuti a slinguazzare l’occhio bruno al centro delle chiappane dorate dal sole d’Ipanema che, dal suo metro e cinquanta di quota, ti guarda quasi negli occhi, attizzandoti ulteriormente. E Giulia, almeno in questo, non si sottrae: anzi, sembra gradire. Poi, essendo fortemente sconsigliato provare qualunque assalto stando con i piedi a terra (si otterranno solo miseri inzuppamenti e innocui stropicciamenti), occorre salire sul letto con entrambe le zampe, portare il corpo in avanti a coprire la schiena di Giulia e da lì, alla cieca, cercare l’ingresso giusto. Trovato l’ingresso, i problemi non sono finiti, perché la tipa, anche se involontariamente, comincerà a cambiare configurazione, portandosi gradualmente quasi a 180 gradi, dai 90 iniziali. Non è un male: se nel frattempo, non vi ha sputato fuori, ce l’avete in pugno e potrete consumare un lauto pasto comodamente seduti.
Standole sopra in questo modo e tenendole le chiappe ben aperte ho avuto la mia vendetta. Non è stata l’inculata ideale, ma credo che ancora le bruci il culo.
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17 years ago
DEM67,
40
Last visit: 17 years ago
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La mia liberta\'
Io sono uno spirito libero e dopo tutte le restrizioni alla mia libertà avevo deciso di non concedere mai più ad alcuno gli esigui spazi che ero riuscito a ritagliarmi , fino a quando... ho conosciuto te l'unica e la sola evasione che mi sono mai concesso. Piu' di una evasione stavi diventando il mio pensiero fisso cominciavo a sentire il tuo profumo ovunque e speravo di vederti ma la passione è un vento feroce che non puoi controllare ma io pur di volare mi sarei lasciato travolgere ... forse solo per un attimo ma quello era il nostro piccolo grande mondo nel quale stavo iniziando a fidarmi di te .
Grande la nostra intesa , non solo a letto , non ci si parlava per giorni , non ci si vedeva per settimane ma quando ci incontravamo i nostri corpi reclamavano piacere e ci si scambiava l'anima dal piu' intimo e profondo . Respirarti , assaporare il gusto del tuo piacere baciarti la figa per ore per farti poi scoppiare come il nostro vulcano in unn crescendo di piacere , amare la tua figa il tuo culo , possederti fin dentro l'anima e donandoti la mia liberta' evadere dalla mia vita donandotela completamente, ma... non e' stato abbastanza . Ama la mia liberta' e' tua.
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17 years ago
admin, 75
online -
La moglie del poliziotto 2°
Un saluto a tutti!! eccomi di nuovo qua a raccontare la mia storia segreta con la donna che vi ho descritto nel primo racconto(ho visto che lo avete letto in molti, Grazie!!)
Passarono circa 3 o 4 giorni da quella notte indimenticabile di sesso con quella donna sposata di nome Natalie e la mente mi riportava sempre indietro a quei momenti vissuti quella notte in hotel, poi io avevo 22 anni e lei ne aveva 37 e per un ragazzo di quella età è uno dei desideri più forti fare sesso con una donna pigrande e gia matura.
Aspettavo impazientemente quei giorni un nuovo incontro con lei, aspettavo che lei mi chiamasse e avevo il timore che quella notte sarebbe stata l'ultima.
Ero impaziente, volevo chiamarla ma avevo paura di rovinare tutto, perchè lei mi aveva detto di non chiamarla in quanto non poteva correre il rischio che il marito venisse a scoprire qualcosa.
passavo in continuazione sotto casa sua con la macchina, con la speranza di incontrarla.... ma nulla..... niente.....
lei non chiamava ed io non riuscivo ad incontrarla.
Ma dopo 3/4 giorni mentre ero a cena con Valentina la mia ragazza...
ecco che squilla il telefono....
era Natalie, non risposi perchè Valentina si sarebbe accorta...così dopo qualche minuto feci finta di andare in bagno, mi alzai e andai a richiamare subito lei.
Erano circa le 22 e lei mi diede appuntamento per le 1:30 davanti all'ingresso dell'autostrada, gli chiesi: dove andiamo ? e lei rispose: "questa sera sarò cattiva, preparati perchè sono molto cattiva, ci vediamo dopo, ciao" e richiuse.
tornai al tavolo da Valentina già eccitatissimo e il cuore palpitava fortemente dall'emozione...finimmo di mangiare e poi con una scusa gli dissi che non misentivo bene, così riaccompagnai Valentina a casa verso le 24:00 e attesi al bar l'1:30.
Mi recai all'ingresso autostradale alle 1:00 e dopo un'attesa che sembrava interminabile arrivò lei con la sua auto.
Parcheggia la macchina nel parcheggio di un Motel di fronte l'ingresso dell'autostrada e salì sulla mia auto.
Aveva un abito lungo marrone, con una spaccatura davanti dove si intravedevano le sue splendide gambe una scollatura abbondante e un paio di stivali neri col tacco molto alto.
Mentre il mio sguardo cadeva sul suo corpo lei mi disse:" questa sera sono molto cattiva"
io risposi" in che senso?" e lei"ti voglio vedere soffrire e godere".
Mi fece prendere la strada che porta nelle campagne vicino Pescara, io continuavo a chiedergli dove stavamo andando ma lei mi diceva "sono cattiva questa sera e non te lo dico".
Mentre guidavo allungai la mia mano destra alla ricerca del suo seno, ma lei fermava le mie intenzioni ed io non capivo!!
Dopo circa 20 minuti arrivammo in una casa in campagna, una villetta molto bella e grande, mi disse che era di amici loro, ma che vivevano in america e venivano qui solo a trascorrere il Natale.
Entrati in casa mi fece sedere sul divano, mi disse "fumati l'ultima sigaretta".....Mi fumai la sigaretta quasi con un tiro solo!!!.
Finito di fumare mi fece alzare e mi fece spogliare facendomi restare solo con la maglia, poi mi disse di rimanere in piedi.
Si avvicina a me e prende una corda dalla sua borsa, mi lega le mani dietro la schiena stringendole abbastanza...
Lei rimase vestita, si avvicina e comincia ad accarezzare il mio corpo, si mise dietro di me sfiorandomi con il seno la schiena,per poi passarlo sulle mie mani legate che cercavano di entrare nei suoi vestiti per toccare il suo seno e suoi capezzoli, sentivo le sue mani che si infilavano sotto la mia maglia e incessantemente continuavano ad accarezzarmi, leva le mani da sotto la maglia si inginocchia dietro di me e sento la sua lingua sulle mie mani legate, la passa tra le mie dita e comincia a succhiarle e morderle, succhia tutte le mie mani che erano bagnate dalla sua saliva, mentre da dietro mi toccava il mio cazzo che era durissimo, passava la sua mano tra le mie gambe nel mio sedere mentre le mie dita dentro la sua bocca mi facevano sentire il suo calore.
Parlava dicendomi"voglio che il tuo corpo sia mio, lo voglio possedere, voglio bagnarti da tutte le parti con la mia figa, la voglio passare su tutto il tuo corpo, voglio vederti venire e spalmarmi il tuo sperma sopra di me".
Ero eccitatissimo e il mio sesso era duroe bagnato, volevo toccarmi ma non potevo in quel momento, mi sentivo un suo schiavo, mi sentivo inferiore a lei.
Dopo un pò lei si ferma e mi dice di seguirla, salii le scale che portavano alle camere, mi slega le mani mi toglie la maglia, mi fa sdraiare sul letto e mi lega le mani ai bordi del letto. spegne la luce e mi dice "aspettami senza chiamarmi".Mi faattendere una decina di minuti(non so cosa stesse facendo).
Passati quei dieci minuti risale sopra, accende la luce ed era nuda, indossava solo gli stivali e un paio di mutandine rosse con il filo dietro.
Si siede vicino a me ai bordi del letto e comincia a toccarmi il pene mentre mi fissava negli occhi, lo accarezzava ,poi comincia a toccarmi da per tutto mi toccava e leccava dai piedi fino alla testa.
arriva con la sua lingua sul mio cazzo duro e la mia cappella gonfia e comincia con la lingua a leccarmi le palle, le mordeva e le succhiava, vedo la sua lingua che gira intorno al mio sesso bagnato, poi ferma la punta della sua lingua nel buco del mio cazzo cercando di entrare.
Comincia a succhiarlo, faceva su e giù,si fermava,mi leccava la cappella e ricominciava a succhiarlo con forza, mentre vedevo che con una mano si toccava.
In quei momenti ero come andato in trans.....stavo per venire....gli ho detto"sto venendo", lei si ferma di colpo si alza si leva gli stivali e si siede sul mio petto, sposta le mutandine rosse allarga le gambe e comincia a toccarsi il clitoride davanti ai miei occhi, quasi sulla mia faccia, si tocca con il tacco degli stivali facendolo entrare e uscire....ero in suo possesso non potevo toccarla non potevo nulla....ero legato e lei si masturbava davanti ai miei occhi....lei come per dispetto continuava a masturbarsi sul mio petto e sentivo il suo liquido sul mio corpo... ogni tanto mi passava la sua figa bagnata sulla mia faccia ma subito la tirava indietro.
Si gira di schiena e comincia a passare la sua figa su di me sulle mie gambe, arriva ai miei piedi e si lascia penetrare dal mio dito mentre lei si muove sopra il mio piede...e il mio dito si muove dentro di lei...la stavo scopando con il piede...
Si ferma.....si gira...e con il suo sesso comincia a risalire il mio corpo strisciandolo sulle mie gambe fino ad arrivare al mio pene...
comincia a strisciare la sua figa sulle mie palle... e dopo qualche istante lascia entrare il mio cazzo dentro di lei...comincia a muoversi su e giu e roteare sopra di me, mentre allunga i piedi per passarmeli sulla faccia....si ferma con un piede sulla mia bocca accarezzando le mie labbra...mentre la mia lingua leccava il suo piede....poi lo fa entrare nella mia bocca....continua così per un po....facendo uscire ed entrare il suo piede dalla mia bocca....e vedevo che la sua eccitazione saliva quando mi penetrava la bocca con i piedi....
Si ferma tira fuori il mio cazzo dalla sua figa....
risale il mio corpo strisciando la passera sul mio petto.... si rimette seduta mio petto, si toglie le mutandine e porta la sua mano sul suo buco del fondo schiena, nuovamente davanti ai miei occhi, comincia a penetrarsi con un dito, poi lo tira fuori me lo mette in bocca, dicendomi"succhialo porco", lo leva dalla mia bocca e lo rimette dentro il suo buco, lo fa entrare prima poco per poi penetrarlo tutto dentro.
Si gira mettendosi a 69 e inizia a leccarmi di nuovo.....
Si ferma nuovamente va giù in cucina ma questa volta risale subito e portava in mano un mestolo di quelli di legno.
Mi slega le mani dandomi il mestolo e mi dice:"ora voglio che mi sfondi dietro con questo,prima però voglio farti venire"
Sale sopra di me e comincia a scoparmi prima lentamente per aumentare la sua velocità, fino a farmi raggiungere l'orgasmo, gli dico "dai continua che sto per venire"...così si ferma e porta la sua bocca sul mio cazzo che sta per esplodere....mentre me lo succhia mi da dei colpetti ale mie palle...e dopo qualche attimo raggiungo l'orgasmo schizzando inizialmente nella sua bocca, per poi sopra il suo seno che aveva portato sul mio cazzo,.....prende quel mestolo e lo passa nel suo seno pieno di sperma per lubrificarlo....
Mi ripassa il mestolo e mi dice:"dai sfondami dietro"....si sdraia sul letto allarga le gambe e con la lingua gli comincio a leccare la sua figa tutta bagnata.... mentre inizio a far entrare quel mestolo di legno dentro il suo buco più intimo, fino ad infilarlo quasi tutto dentro, mentre con l'altra mano gli infilo due dita dentro la sua figa e con la lingua gli stimolo il clitoride.... lei era un lago, muovo in contemporanea le dita dentro il suo sesso e faccio roteare il mestolo dentro il suo buco, senza farlo uscire lo muovo per scoparla....sento i sui gemiti di piacere sempre più forti e insistenti, il suo corpo era in balia di un orgasmo bellissimo e vedevo la sua faccia immersa dal piacere che stava provando in quel momento....la sua figa era ormai un lago dove io,con la mia lingua,prendevo quel liquido dolciastro per sentire tutti i suoi umori per assaporarli nella mia bocca....arriva il suo orgasmo tra urla di piacere e immersa dal sudore provocato dal caldo e dall'intensità di quel rapporto.
Prima di andare mi fermai sul divano mentre lei risistemava la casa...
Scese sotto e mi vide seduto sul divano ancora nudo...
Si siede sopra di me girata di spalle e cominciamo nuovamente a muoversi sul mio cazzo che era rimasto ancora duro....
Erano le 4 passate e se non era per l'orario avremmo continuato non so fino a quando...
Andammo via verso le 4:30 e prima di salutarla mi disse"a settembre vado a fare un corso di lavoro per 4 giorni a Salò, vieni anche tu, ti prendi una stanza nello stesso albergo" , senza esitazioni gli risposi di si.....
dopo un bacio molto lungo che ha provocato qualche toccata ai nostri sessi ci salutammo....
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17 years ago
admin, 75
online -
Una lievitazione incredibile.
La mia prima esperienza bisex ho avuto la fortuna di viverla con una coppia meravigliosa tanti anni fa.
Lui si eccitava nel maneggiare e succhiare il mio coso, prima di infilarlo
nella passera della sua compagna, continuando a leccare e succhiare
per lunghissimo tempo, e dopo qualche incontro volli anch'io provare, scoprendo così quanto era eccitante avere due sessi diversi a portata di bocca.
Navigando in rete ho avuto altre bellissime (poche) esperienze sia con coppie che con trans/travestiti.
Ultimamente, dopo un paio di mail e qualche telefonata, mi accordo con un travesta, disponibile a ricevermi nella sua dimora abituale, e
quando mi apre la porta, si presenta una fichetta piccolina, esile con
due gambe da sballo coperte da autoreggenti, la gonna ultracorta lascia intravedere una porzione di coscia bianca, soda, e più in alto un piccolissimo rigonfio, paragonabile al monte di venere femminile o ad un ricco ciuffo di peli.
Allora penso di trovarmi di fronte ad un eunuco, castrato, che solitamente e peggio delle peggiori femmine; ma ormai non potevo più tirarmi indietro e lasciai che la serata prendesse il suo corso.
Mi fece accomodare su di un divanetto, di fronte c'era un piccolo tavolo con già pronti bicchieri e qualche bottiglia per gli onori di casa.
Katia, così si era presentata, si girò verso il tavolino chinandosi per versare da bere, ed in quella posizione mostrò un culetto da favola, le sue chiappe nascondevano il sottilissimo cordoncino che reggeva il perizoma.
Si gira verso di me, mi porge il bicchiere e allargando le gambe si mette a cavallo delle mie ginocchia, appoggiandosi poi completamente
al mio petto e dando inizio ad un'eccitantissimo slinguamento che andava dal collo all'orecchio.
Armeggiando molto delicatamente e senza mai smettere di lavorarmi con la lingua, dopo pochi minuti mi ritrovai a petto nudo e stava già armeggiando per sfilarmi definitivamente pantaloni e boxer.
Mi sollevai qualche centimetro dal divano per facilitargli l'operazione e subito sentii il suo alito caldo a pochi millimetri dalla mia cappella, sperando quindi che la prendesse istantaneamente in bocca, ma invece cominciò una lunga ed estenuante sega, condita da tanti piccoli baci lungo l'asta che oramai era diventata acciaio temperato.
Non resistevo più e quindi la pregai di prenderlo tutto in bocca, guidando la sua testa tra le mie mani, e lei ubbidì, ma nel frattempo slacciò il cordoncino che teneva in posizione il suo perizoma e come d'incanto mi ritrovai il cazzo incappucciato da un preservativo e lei che si stava sedendo dolcemente su di me voltandomi le spalle.
Questo attimo, in cui presi coscienza di cosa stava avvenendo, fermò
la mia imminente sborrata, e il caldo del suo buchetto che avvolgeva ormai per intero il mio uccello, e il caldo delle sue chiappe sode che sbattevano delicatamente contro il mio pube, mi portarono in un paradiso di goduria.
Katia stava pompandosi da sola, molto lentamente, un sù e giù che ormai avrebbe potuto durare anche più di un ora, poi mi prese una mano e portandola sul suo pube mi chiese di toccarla.
In quel veloce frangente nella mia mente immaginai cosa avessi trovato lì davanti, se non un po' di pelle molliccia, o peggio ancora una fica artificiale; effettivamente quando la punta delle mie dita arrivarono sul suo sesso avvertii una piacevole sensazione di qualcosa di molto caldo e comunque una specie di mini pistolino da neonato che non sapevo come trattare per paura di romperlo.
Con mia grande sorpresa dopo qualche maneggiamento, la cosa che stava nella mia mano stava svegliandosi, resuscitava, incredibilmente assumeva una consistenza innervata e sentivo che cresceva, fino a raggiungere ragguardevoli misure sia in lunghezza che di diametro.
Vi giuro non mi sarei mai aspettato una tale lievitazione e quindi ci presi molto gusto e continuai a masturbarlo velocemente ma con anche la voglia di prenderglielo in bocca.
Intanto sentivo Katia che cominciava a gemere sempre più forte fino a raggiungere uno stato di piacere anale che solamente chi ha provato può capire.
Io avevo raggiunto un equilibrio di eccitazione in grado di controllare ancora per molto tempo la mia sborrata.
Katia si sfila dal mio cazzo, toglie il preservativo ma poi mi si para davanti, in piedi a gambe larghe, menandosi il suo vigoroso e durissimo uccello proprio davanti alla mia faccia e allora non posso fare a meno di prenderglielo in mano, tirarlo verso la mia bocca, cominciando a succhiarlo gustosamente.
Lei apprezza moltissimo la mia pompa, poi si china verso di me e mi sussurra all'orecchio: "voglio scoparti anch'io, vuoi?".
Erano anni che non provavo un esperienza penetrativa da passivo e quindi ciò mi preoccupava un po', ma intanto lei tra mille contorsioni era arrivata ad accarezzarmi le chiappe e forzava affinchè la mia posizione gli desse modo di toccarmi anche il buchetto.
Sfilai il suo uccello dalla bocca per dar modo a Katia di giocare un po' col mio culetto e subito sentii l'umido della sua lingua, con la punta me lo stava penetrando.
Durò un tempo che mi parve infinito, finchè non sentii un dito che mi stava allargando e per rendere estremamente piacevole questa nuova dilatazione, ciucciava avidamente la mia cappella.
Mi prese poi per mano fino a stendermi in un grande letto, continuò ancora per diversi minuti il suo gioco di lingua e di dita, poi infilato un condom si piazzò di fronte a me alzandomi le gambe fino a portarle sulle sue spalle e molto dolcemente mi infilò.
Un inculata meravigliosa, la sentii sborrare nel mio culo e intanto me lo menava fino a che sentì la sborra montare, si abbassò sul mio uccello a bocca aperta per prenderla tutta continuando a succhiare e leccare fino alla fine del mio rantolo.
Grazie Katia.
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17 years ago
admin, 75
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Cio\' che desidero...
Donna matura tra i 40 e i 50,molto formosa su tutto il corpo,quarta o quinta di seno o piu',minigonna aderente e toppino aderente scollato,smalto rosso acceso sulle mani e i piedi,zoccoletti con tacco,completino intimo sexy...sdraiati sul letto e chiudi gli occhi,voglio farti sognare.Mi spoglio nudo,solo vederti per me è piacere.Ti baccio le labbra con dolcezza,voglio farti rilassare.Vado giu'...voglio assaggiarti e spogliarti pian piano e far crescere in te solo piacere.Il profumo dei tuoi piedi mi eccita,ti sfilo gli zoccoletti,ti lecco la pianta del piede fino a salire sulle dita e succhiarle una ad una.Il tuo respiro mi invita a continuare.Salgo con la lingua sulle gambe,fino alle ginocchia,che sapore...ti levo la gonna,ti sfilo le mutandine,è uno spettacolo da invidia,ti lecco le coscie e quando arrivo all'interno il tuo respiro cresce e la mia eccitazione sale,sento l'odore del tuo sesso,mi spingo con la lingua nel suo interno,sento il sapore cosi buono di quel tuo liquido che mi fa capire che ti piace,respiri sempre piu forte,sei bella,divina.Ti levo il top ti lecco l'ombelico,la pancia,salgo...levo il reggiseno ed esplodono fuori i tuoi seni cosi grandi e cosi dolci,li lecco dai capezzoli tutti intorno,sento il tuo respiro sulla mia testa,sei nuda,sei stupenda,cosi come ti voglio.Ora devi godere,godere lentamente...mi lecco le dita e mentre ti bacio con passione ti tocco la dove provi piu piacere,finche non raggiungerai il massimo,poi lecco sulla mia mano cio' che sa di te.Ora sono eccitato,sono pieno del tuo piacere,ti bagno le labbra con la mia saliva e delicatamente ti ci appoggio il mio sesso,senti il suo odore,il suo sapore,con le tue mani da fata lo accarezzi,lo gusti come un gelato,ed ecco il mio piacere,quello che tu hai fatto cresciere,ti riempie il viso le labbra le mani.La mia dea mi ha fatto godere,ora sono felice...ora...possiamo ricominciare...se tu lo vorrai.
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17 years ago
admin, 75
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Avevo la bocca piena
Tutte noi ragazze eravamo attratte dal nostro insegnante di
armonia ,32 anni alto con gli occhi azzurri,e tutte noi fantasticavamo
su come potevamo soddisfarlo.
La mia compagna di banco lo sognava nudo con ilsuo pene immerso nella sua bocca che passiva riceveva fino in gola ,ed io invece pensavo a come potesse essere piacevole sentirsi leccata in tutte le parti del corpo.
UN giorno finita la lezione mi diressi verso l'autobus quando una macchina si fermò davanti a me ,era lui ,mi chiamò
ed io come d'istinto iniziai a fare la trietta inchinandomi sul finestrino dell'auto ,mi disse di salire ed io salii .
non successe nulla mi accompagnò a casa e mi disse se nel pomeriggio vole vederlo per una spiegazione dello studio delle armonie .
Inutile dirvi che accettai di incontrarlo propio qui dove sto asapettando
pupetta.
Lui arrivò ,montai in macchina e mi condusse vicino all'hilton in una rotonda appartata io ero eccitatissima ,fermata la macchina ,
iniziò prima a parlare e poi vedendomi tremolante mi infilò la sua
lingua in bocca facendola roteare nella mia gola ,chiusi gli occhi
ed iniziai a succhiare quel piccolo pene che mi toccava il palato e la gola e mentre succhiavo mi sentii prendere la mano ed accostarla al suo sesso nascosto tra i pantaloni che si ingrossava a dismisura.
Ormai ero sua poteva fare di me ciò che voleva pensavo fosse arrivato il mio momento edallora lo tirai fuori dai pantaloni e mi trovai tra le mani un sesso enorme dall'odore acre che mi faceva eccitare ancora di più.
Ero bagnata e lo volevo lo desideravo , ma qui capii che tutto quello che avevo provato prima erano giochi infantili, mi prese la testa fra le sue mani e me la spinse verso il suo enorme sesso ,voleva darmelo
in bocca ,era la prima volta ,ma ricordando qualche filmino porno che il mio fidanzato mi fece vedere,iniziai a mordere il glande che si muoveva ad ogni mia sollecitazione lui fu violento e mi spinse la testa più giù ed io traccannai la sua asta fino alle tonsille. più risalivo per respirare e più lui mi spingeva il suo sesso in bocca fino ai testicoli che accarezzavo con dolcezza.
Ormai ero sua preda e non serviva più spingermi facevo tutto da sola
inboccandolo e insalivandolo andavo su e giù con un ritmo incalzante
quando era arrivto a gonfiarsi a dismisura per la mia bocca lo lasciai
e girandomi di lato in macchina tirai giù le mutandine egli offriila mia
passera bagnata ormai pensavo che per me non ci fosse più scampo
mi sentii apoggiare il suo grosso pene nella mia fessurina ma aimè
era stretta per quelle dimensioni infatti non riuscì a sverginarmi
tanto era il dolore di ricevere quel randello,ho provato o se ho provato ma niente non entrava ed allora mi rigirai e lo ripresi in bocca pur
di farlo venire facevo fatica a succhiarlo ma ce la misi tutta ,ormai io avevo già goduto ,e mentre risaliva l'eccitazione ,sentii il suo gemito
lo spinse nella gola e mentre lo sperma mi riempiva la bocca io cercai di sfilarlo ma è qui che capii la sottomissione nei confronti di un uomo
lui era al massimo e ormai incurante dei miei rigurgiti continuò ad affondare la sua grossa cappella nella mia gola mi teneva la testa ed io non potevo scappare e non scappai perchè lo trovavo piacevole
sentirmi il suo seme scendermi giù ingoiai tutto e più ingoiavo e più quel grosso pezzo di carne schizzava liquido nel mio stomaco,continuai a pomparlo fino a che non mi si sgonfiò tra le labbra e fino ache non venni un'altra volta cercando di immagginare di essere trapanata da quel dardo infuocato.
Dio che esperienza da allora continuai ad accontantarlo con la mia bocca capendo che ormai il coltello era passato dall'altra parte
e il gioco non lo conducevo più io.
jenny
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17 years ago
jenny69,
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In libreria di pomeriggio
I libri mi hanno sempre affascinato, spesso durante il tempo libero giro
per la città in cerca di una libreria. Adoro passare ore a guardare le
novità e le varie sezioni. I libri di narrativa, filosofia, storia,
saggistica. A volte in mezzo a tante cose si riesce a trovare qualcosa di
interessante. Ma questo accade ormai sempre più raramente. Credo che il mercato dell'eitoria sia molto inflazionato. Tutti scrivono ma pochi
riescono a dire qualcosa. Ero annoiato dal pomeriggio e dopo aver passato quasi tutto il giorno a ciondolare per casa mi decisi ad uscire. L'inverno è lungo ma il piacere di fare due passi è più forte anche del brutto tempo. La galleria di Milano è uno dei migliori salotti della città dove ci si può sedere e prendere un caffe o passare qualche ora dentro alle varie librerie che li trovano giusta collocazione. Ero entrato in una di
queste infatti quel pomeriggio, ad attrarmi verso l'interno era stato un
libro sul mondo mistico dei celti. Cercai con cura la sezione e individuai
il libro che avevo visto in vetrina. Non seppi resistere alla tentazione
di sfogliare quelche pagina per comprenderne il contenuto. Metre ero li
notai che una delle commesse dalla gonnellina troppo succinta
nell'abbassarsi per rassettare dei libri nei piani più bassi degli
scaffali, metteva in evidenza le sue mutandine bianche nettamente visibili
anche attraverso le calze. Alla vista di quello spettacolo non potè fare a
meno di rivolgerle la mia attenzione. Il libro fra le mie mani era solo un
pretesto ormai per rimanere qualche minuto in più e per scoprire qualcosa di più. Ma qualcuno notò il mio atteggiamento, un ragazzo dai capelli cinerei e gli occhi chiari, di corporatura media che mi sorrise trovandosi nella posizione più sfavorevole per godersi quell'evento. Stava guardando infatti, la sezione di storia che si trovava sulla parete alla sinistra oltre la solerte commessa. Sorrisi anche io, confermando quanto lui aveva già intuito. Dopo un pò la commessa uscì dal reparto richiamanta da un suo collega. " E' sorprendente quanto a volte si possa scoprire in questi luoghi." Si presentò con cordialità. " E vero non si smette mai di meravigliarsi" affermai. Ma risposi solo per cortesia, non avevo veramente voglia di instaurare un dialogo. Ma lui continuò a parlarmi incurante delle mie mezze risposte. Cominciai così a chiedermi il motivo di quell'interesse. Il suo aspetto era più che ordinario ma qualcosa negli occhi mi dicerva che non era tutto quello che vedevo davanti a me. Fini così, un pò per cuoriosita che per altro per dargli retta. Fu così che
uscimmo e ci fermammo a bere un caffè. Giacomo aveva una vita ordinaria, un lavoro all'ufficio delle entrate e una casa nella quale viveva da solo, pochi amici. Eppure mentre mi parlava, li in quel caffè, qualcosa mi sfuggiva della sua personalità apparentemente normale. C'era qualcosa nei suoi occhi che a volte si illuminava e che io nonostante mi impegnassi non riuscivo a cogliere. Girammo insieme per la città parlando di molte cose, ma il tempo ad un certo punto si dimostrò inclemente e cominciò a piovere a dirotto. Ero uscito senza un'ombrello come Giacomo del resto. Ci riparammo sotto ad un palazzo ed un pò mi seccai per essermi fatto coinvolgere in quella situazione. " Bene penso che chiamerò un taxi, magari ci si vede un'altra volta, sempre in libreria." Ma Giacomo non fu dello stesso avviso. " Casa mia e qui dietro l'angolo, magari puoi venire e ti presto un'ombrello, se cammini per altri cento metri c'è la
metropolitana." Stetti li a pensare qualche secondo incalzato dalle sue
insistenze poi accettai e ci dirigemmo verso casa. Effettivamente eravamo
vicini. Salimmo le scale sino al secondo piano ed entrai con lui mentre
accendeva le luci in un bel corridoio. Sarei voluto andar via, poi mi
convinse a togliermi il soprabito e ad accettare un bitter. Ci sedemmo nel
salotto. Giacomo attirò la mia attenzione sulla sua collezione di CD
veramente impressionante. Aveva un'enormità di CD selezionati, gran parte di importazione e tutti di generi vari. Mise un CD di musica ambient e abbassò le luci. Mentre guradavo i vari titoli inclinando la testa una
volta a destra una volta a sinistra come si fa quando i titoli scritti in
verticale sono un pò sparpagliati mi accorsi che Giacomo mi aveva messo
una mano su di un fianco e che mi stava molto vicino. Solo in quel momento mi accorsi che aveva delle labbra ben delineate e carnose. Si avvicinò alla mia bocca e leccò dolcemente le mie labbra. Sentì un fremito e il mio pene ingrossarsi, non ci fù l'istinto che ci si aspetterebbe ma una scarica di lussuria. Apri la bocca e lo baciai voluttuosamente confermando la turgidità della mia erezione. Lasciammo entrambi i bicchieri. Ora comprendevo il luccichio dei suoi occhi. Mi tolse la giacca e la camicia e cominciò a baciarmi il petto slinguazzando sui capezzoli. Più volte lo fermai per approfittare delle sue labbra e succhiargli la lingua. Finalmente il mio cazzo fu libero e Giacomo sballonzolò più volte il glande prima di succhiarlo vorticosamente. Vedevo la sua schiena e il suo culo liscio e sodo inaspettatamente glabro, muoversi e ondeggiare. Più volte mi guradò tenendo ben saldo in mano il mio cazzo mentre mi guardava fisso negli occhi con un'impeto di perversione. Ero eccitatissimo, ma lui riuscì a trattenermi, leccandomi fra le coscie e i testicoli. "Aspettami.." lo vidi scomparire per alcuni minuti mentre io non riuscivo a frenare la mia eccitazione. Mi chiesi cosa ci facevo li, con un cazzo dritto come un paletto? Giacomo riapparve lasciandomi completamente meravigliato. Aveva indossato una guepiere e delle calze a rete, il suo corpo era completamente trasformato, del tutto simile a una donna. Anzi il suo culo mi faceva venire la febbre. In mano aveva un cazzone di gomma che stentai a credere potesse mai aver usato. Ticchettanto sul pavimento con i suoi tacchi a spillo venne su di me che ero steso sul divano e continuo a spompinarmi. Non riuscivo a togliere gli occhi dal suo culo. Quanto lo volevo ! E lui lo aveva capito. Si girò prono sulla poltrona e mi invitò a sfondarlo aprendosi le chiappe. Non esitai. Mi misi dietro di lui e gli puntai la mazza verso il buco strofinandovi il glande più volte. Con un colpo deciso fui dentro e cominciai a spingerlo fino a farlo entrare tutto. Giacomo si muoveva e cercava di agevolare la penetrazione. Trovammo il ritmo ma non volevo godere e cercai di tenermi qualche istante in modo da far passare la frenesia dell'attimo. Vi riuscì, ma Giacomo non voleva rimanere senza. Apri un cassetto e dopo aver estratto un tubetto di crema lo spalmò con cura sul cazzone di gomma. Un'affare enorme di circa trentacinque centimeti. E poi lo posizionò sul pavimento impalandovisi sopra. A quello spettacolo cominciai a masturbarmi per calmare il mio cazzo che strepitava. Giacomo prosegui facendolo entrare per quasi tre quarti dentro il suo culo. Poi mi fece segno di avvicinarmi e freneticamente, mentre impazzava balzando su quel cazzo enorme, mi prese a sbocchinare. Sentivo la lingua che roteava strofinandomi il prepuzio e gli affondi che eseguiva alternandoli ai risucchi. Pensando a quel cazzone che gli sfondava il culo venni copiosamente nella sua bocca. Ma non riuscì a calmare la mia erezione. Giacomo bevve tutto ed estratto quel mostruoso attrezzo dal culo mi mostrò il buco aperto e dilatato da quell'azione. Impazzito non riuscì a reprimermi, inclinai Giacomo sul tavolo e lo scopai con forza sino a quando non sentì di nuovo i canali dello sperma ingrossarsi per eruttare di nuovo. Venimmo insieme mentre lui si masturbava cozzando con il culo contro la mia pancia. Poi sfiniti e tremanti ci lasciammo andare sul divano.
Frequento spesso le librerie e da quando conosco Giacomo, bhè ancora di più.
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17 years ago
admin, 75
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Questo racconto è dedicato a te
Tutti giorni passavo per quella strada dove Ti conobbi e dove iniziò la storia....
sono dell'idea che la DONNA è una esibizionista nata ma nn tutte le donne lo sanno e se lo sanno fanno finta di niente...o comunque fino a quando qualcuno nn le faccia scoprire il loro vero EGo ....
la maggior parte degli uomini pensa a raggiungere il proprio orgasmo lasciando la loro donna a bocca asciutta...
Un giorno dicevamo ..vidi un nuovo negozio di fiori e incuriosito mi fermai ed entrai... c'era una ragazza di 30 anni mora carina magra e timida molto timida... ma .. la sua timidezza fu provocante...
Mi chiese il tel per chiamarmi per la consegna di una pianta per confermarmi l'ora... in realtà mi scrisse un sms" , poi un secondo e iniziammo il gioco...fino a che ci trovammo casualmente nello stesso ristorante.. lei era con il marito e io con una amica..
indossava abiti semplici poco provocanti .. e li capii cosa voleva... VOLEVA ECCITARE L'UOMO ESSERE AL CENTRO DELL'ATTENZIONE MA NN SAPEVA COME FARE... le consigliai di cambiare look, gonna tacco collant camicetta senza reggiseno (nn ha seno ... capezzolo molto grosso)... il look cambiò e anche la clientela cambiò... aumentò.....!! dal look esterno le consigliai di usare nuova biancheria intima più eccitante .. e anche suo marito iniziò a starle più vicino... aveva in mano il mondo tutti gli uomini la riempivano di complimenti... ma ecco la svolta..........................................................................................................................................Una sera andammo fuori a cena.. era bellissima sicura timida ma falsamente timida sapeva ciò che voleva ... AVEVA VOGLIA DI FARE FINALMENTE LA TROIA PERCHE' IL SESSO E' DONNA E LA DONNACHE CONDUCE IN REALTA' L'UOMO E LA BENZINA.......
VOLEVA DUE UOMINI TUTTI SUOISOLO PER LEI AVEVA CAPITO CHE UN UOMO NN LE BASTAVA PIU'...
Al ristorante il proprietario notò subito le autoreggenti che indossava color viola e guepierre trasparente con vestito intero aperto sul davanti...FINE PRIMA PARTE
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17 years ago
admin, 75
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La signora delle pulizie
Laura è la signora delle pulizie, La mia vicina di casa me là presentò sapendo che cercavo una signora delle pulizie. Lei piacente ma non più giovanissima mi sembro da subito gioviale e seria. Da quando ero ritornato a vivere da solo era un pò difficile gestire le cose di casa e il lavoro. Ma Laura si dimostrò da subito efficente. Finalmente non trovavo più disartri al mio ritorno da lavoro. E periodicamente si occupava anche di portarmi la biacheria in lavanderia. Così dopo il primo mese non lasciai più le chiavi dal portiere ma decisi di darle a lei direttamente. Ricordo che mi sorrise e accettò le chiavi senza troppo scomporsi. I suoi occhi neri e i seni ancora pieni si mossero all'unisono lasciando che vedessi che nonostante i suoi quaranta anni in lei fremeva ancora una donna che sotto l'abbondante camice nascondeva voluttuosità inaspettate. A volte Laura si faceva aiutare da suo marito Paolo. Economincamente non dovevano passarsela così bene ma a me la cosa non dava fastidio e poi casa era sempre perfettamente pulita e in ordine. Di tanto in tanto, Laura mi faceva trovare sul tavolo della cucina qualche pasticcio con un biglietto che mi incoraggiava ad assaggiare. Insomma non mi potevo proprio lamentare ne di lei ne del suo lavoro.
Capitò che per lavoro dovetti recarmi a Londra per circa tre giorni. Avevo prenotato l'areeo frettolosamente e non avevo avuto il tempo di avvisare praticamente nessuno poichè per questioni urgenti il viaggio fù organizzato nel giro di circa sei ore. Ma una volta in aeroporto mi ricordai di un impegno serale che avrei avuto al mio ritorno. Tenevo molto a quell'impegno e il vestito che intedevo indossare era da lavare. Così chiamai Laura al telefono avvisandola che sarei ritornato solo fra tre giorni e la pregai di portare labito in questione in tintoria. Mi rispose affabilmente come al solito accertandosi che non mi preoccupassi della cosa e che certamente avrebbe provveduto lei alla cosa. Volai fino a Londra seguendo una serie di riunioni e impegni che si susseguirono senza troppi scossoni. Alla fine della fiera il secondo giorno avevo già finito i miei impeghi e dall'albergo telefonai in aeroporto per vedere se potevo anticipare il volo. Fu così che tornai in Italia un giorno prima rispetto al previsto. Erano circa le undici del mattino quando inboccai la rampa di scale che conduceva verso l'uscio di casa. Come al solito apri la porta e mi tolsi il soprabito riponendolo nel piccolo armaio all'ingresso, fu li che per un istante mi sembrò di sentire un gemito. La cosa mi incuriosì e mi avviai lentamente verso al camera da letto. La porta era accostata, aprì lentamente ma era tutto apposto. Pensai di aver sognato ma non appena fui nel corridoi udi di nuovo un gemito questa volta più netto, era sicuramente di una donna. Mi accorsi che la porta del salotto era appena socchiusa e che le tapparelle esterne erano abbassate poichè la lampada sulla madia era accesa. Lentamente mi avvicinai e aprì la porta scoprendo Laura e il marito Paolo completamente nudi in una posizione nella quale faticai qualche istante a riconoscere quale fosse il corpo dell'uno e quale dell'altro. Con un sussulto si ritirarono entrambi quando accesi la luce. Laura era vistosamente arrossita, ma notai immediatamente la forma perfetta dei seni e i capezzoli rosa con delle grandi aureole. Paolo aveva il pene semi rigido e luccicante di umori vaginali. Loro cominciarono a chiedermi scusa e Laura coprendosi alla bene meglio ripeteva come una bambola rotta " Non mi mandi via, ho bisogno di lavorare, la prego !" Poi iniziò a piangere mentre Paolo non curante della sua nudità cercava di consolarla. Non ero arrabbiato, ma mi seccava molto che avessero scelto casa mia per scopare. Improvvisamente lei recuperando un attimo di lucidità mi disse: " Cosa possiamo fare per non perdere il lavoro ?" Guardavo un seno che le fuoriusciva dalla maglietta appena appoggiata sull'altro e il fianco scoperto bianco e rotondo. Paolo sembrava intimorito e non intervenne almeno sino a quando la moglie non tirò anche lui in ballo avvicinandolo a me. Per una frazione di secondo non capii, poi Paolo cambiò espressione e languidamente appoggio una mano sul mio petto cercando il capezzolo. Lo lasciai fare mentre Laurà aveva già afferrato il mio cazzo e si accingeva a spompinarmelo per bene. Non tardai ad avere una mega erezione mentre i vestiti mi volavano via di dosso come i petali di una margherita. Paolo cominciò a baciare e leccare il mio petto mentre Laura mi faceva gemere con degli affondi che prendevano il mio cazzo fino alle palle. Quando anche lui scendendo pian piano arrivò al mio ombellico. Laura gli offri la mia mazza e lui cominciò ad assaggiare la mia cappella mentre la moglie massaggiava con la lingua l'asta del mio pene gonfio fino a scoppiare. Dandosi il cambio a turno mi spompinarono per qualche minuto mentre io infilavo un dito nel buco burroso fra le chiappe di Laura. Paolo tornò ad avere un'erezione ed a quel punto mi fecero sedere sul divano. Laura si posizionò sul mio pene eretto offrendomi la vista del culo e infilandoselo ritmicamente nella fica. Non l'avevo mai vista da quell'angolazione, aveva un culo fantastico tanto che assecondandola nel suo movimento gli infilai tutto il pollice nel buchetto trepidante e scivoloso. Paolo si faceva spompinare, poi quando fu sul punto quasi di godere si tirò indietro e con un movimento leggero e veloce tirò Laura che io tenevo saldamente afferrata per i fianchi. Come in un ballo in cui si cambia dama mi ritrovai ad inculare Paolo mentre Laura lo sbocchinava per farlo godere. Sfondai con foga il culo di Paolo eccitato dalla situazione ma quando stavo per venire me ritrassi dal suo buco e offrì il cazzo lucente alla bocca di Laura che lecco tutto con eccitazione mentre si torceva i seni. Allora quando tutto fu ripulito feci stendere Paolo sul divano e obbligai Laura ad un bel sessantanove con lui. Attesi qualche istante che il ritmo fosse giusto e poi mi avvicinai al culo di Laura, puntando la cappella del mio pene sul suo buchetto. Senti la testa del pene entrare mentre il marito di tanto in tanto mi dava qualche colpetto alle palle con la ligua. Pompai il suo culo con tanto gusto e foga fino a quando non sentì che lei si apriva per ricevere ancora. Fu in quel momento che sentì lo sperma corrermi alla punta del pene per eruttare all'esterno. In un'incastro estrassi fuori il cazzo dal suo culo e lo infilai nella bocca di Paolo dove eruttai senza ritegno mentre lui bevve tutto sino all'ultima goccia. Ancora infoiato sentì Laura gemere e allora la inculai di nuovo per sbattela fino a venire ancore mentre Paolo gli leccava la fica fradicia di umori. Godemmo più volte quella mattina, sino al pomeriggio. Poi Laura preparò da mangiare e li compresi che non solo sapeva scopare benissimo ma cucinava anche in modo eccellente. Che uomo fortunato che era Paolo ad avere una moglie così.
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17 years ago
admin, 75
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Il sole fuori
Alcune delle sensazioni più eccitanti che abbia provato risalgono allo scorso anno. Probabilmente non sono così eccitanti ma a me danno sempre un brivido quando ci ripenso. Abitavamo in città allora (poi abbiamo scelto di trasferirci fuori) e la nostra era una delle tante palazzine di una zona residenziale di una grande città. Tutto ebbe inizio un sabato mattina. Mio marito aveva accompagnato le bambine dai suoi e si sarebbe fermato lì con loro per pranzo. Io non andai, avendo un impegno nel primo pomeriggio che non potevo, né volevo, rimandare. Appena uscirono di casa mi feci una doccia. Uscii dal bagno indossando il mio accappatoio bianco per tornare in camera da letto e vestirmi. C’era un bellissimo sole, così decisi di aprire le finestre per far entrare più luce. Mi accorsi che la finestra della palazzina di fronte si stavano aprendo proprio in quel momento. Lì avevo già visto altre volte una giovane ragazza di una ventina d’anni. Era spesso in compagnia del suo ragazzo, sembravano molto innamorati e spesso si spostavano sulla terrazza a fumare e a parlare. Mi vide che la stavo osservando e mi sorrise, continuando ad aprire anche la portafinestra. Aveva una semplicissima tuta indosso. Rimasi affacciata alla finestra prendendomi una sigaretta per godermi il sole. Lei, con apparente noncuranza sistemò il suo letto, spostando i cuscini e le coperte ripetutamente. Poi aprì l’armadio e tirò fuori alcuni vestiti, riponendoli sul letto. Senza girare lo sguardo verso di me ma sapendo benissimo che ero lì, affacciata, tolse la felpa della tuta e poi i pantaloni. Rimase con una canottiera chiara e un piccolo tanga. Sistemava i suoi capelli, si guardava allo specchio, fingeva di valutare i vestiti da mettere. Quella ragazza mi stava eccitando, sentivo la mia pancia, lo stomaco, il basso ventre, misi la mia mano sul mio corpo nudo. Ma non volevo perdermi un solo momento. Era bellissima e sapeva come muoversi. Poi si tolse dalla mia visuale, pensavo che avesse finito, così presi un’altra sigaretta per fumarmela e calmare un po’ dei miei desideri. Anzi, per prolungarli ancora un po’. E invece lei tornò di nuovo ai piedi del letto con in mano qualcosa che non riuscivo a distinguere e che posò sul letto, accanto ai vestiti. Tolse la canottiera, liberando un seno magnifico. Non era vicinissima ma potevo vederlo, o forse immaginarlo nitido. Rimase qualche attimo solo con il tanga, girandosi un po’ su stessa. Mi faceva salire una gran voglia di toccarmi, ma mi accontentavo del piacere degli occhi. Poi tolse anche il tanga e prese quello che aveva posato sul letto. Un altro tanga, che infilò, guardando allo specchio come stava sul suo culetto giovane. E il reggiseno per contenere il suo seno. La mia mano mi sfiorava la fica bagnata, eccitatissima. Lei si vestì con una gonna e una maglia nera, poi, come se nulla fosse accaduto, si sedette sul balcone, accendendo una sigaretta rivolta verso di me. Mi sorrise di nuovo, io ricambiai ma non ci dicemmo niente.
Decisi allora che era giunto il mio momento di farle conoscere il mio corpo. Mi spostai dalla finestra e lasciai cadere l’accappatoio, dandole le spalle. Feci tutto quello che lei aveva fatto davanti ai miei occhi. Indossai un completino di intimo, una gonna, una camicetta. Tutto molto lentamente, godendomi il piacere di essere guardata da una giovane ragazza.
Quando ebbi il coraggio di riposare lo sguardo verso il balcone di fronte la vidi che era in piedi, dietro la portafinestra. Mi fece un cenno di salutò con la mano e abbassò le serrande.
Feci lo stesso, mi sdraiai sul letto togliendomi i vestiti e rimasi sola con le mie mani che rivivevano quell’esibizione…
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17 years ago
claudiax67,
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1941 - colpo al cuore
Ricordo tutto molto bene. Era gennaio. Gennaio del 1941. La guerra era entrata nel periodo di massima intensità ed io ero un giovane tenente della 7° compagnia di fanti sabotatori. Il mio plotone era composto da 8 uomini ed eravamo dislocati a Grezieu la Varenne fortunatamente fuori dalla zona calda, dove la battaglia infuriava violenta e sanguinaria. La linea Maginot aveva ceduto e le truppe naziste stavano calando nel cuore della Francia, incuneandosi fra le nostre prime linee.
Mi ero staccato, durante una perlustrazione, dalla mia compagnia e mi ero perso in una borgata disabitata. A ridosso di una vecchia casa diroccata c’era un soldato tedesco carponi che piangeva e pronunciava parole incomprensibili a bassa voce tra i singhiozzi. Ricordo il suo viso. Perfettamente. Non l'ho mai dimenticato. Pallido, liscio, pulito, con grandi occhi verdi. Sembrava spaventato, indifeso, ma quando abbassai il mio fucile e gli tesi la mano in segno di pace, lui alzò la sua Luger e fece partire un colpo che mi raggiunse al torace. Pochi centimetri dal cuore. La fitta dolorosissima mi fece stramazzare a terra. E mi maledissi per la mia stupida intenzione di volerlo aiutare anziché ucciderlo immediatamente. Da terra, vidi che si avvicinava e i suoi scarponi infangati erano vicini al mio volto. Girai la testa mi sforzai di guardarlo... La vista mi si era annebbiata e la testa mi pulsava all'impazzata ma intravidi quegli occhi verdi meravigliosi. Mi passò per la mente un pensiero balordo: pensavo che era bello morire così, ucciso da un essere umano con occhi così belli.. La paura di morire mi avvolse e sentivo le forze abbandonarmi. Vidi un ultima volta il soldato che mi guardava in silenzio, si toglieva l'elmetto e faceva scendere una cascata di lunghi capelli corvini... Prima di chiudere gli occhi pensai che quel soldato sarebbe stato una bellissima donna. Persi i sensi, e quando mi risvegliai mi trovavo all'ospedale da campo del 22° plotone. Non seppi mai chi mi aveva tratto in salvo. Comunque in virtù della mia ferita che ancora oggi mi duole in quanto mai completamente rimarginata, avevo chiuso con il fronte. Sarei stato rispedito a casa. In qualche modo, quel soldato mi aveva salvato la vita.
Ed ora, sempre in qualche modo, sono qui, quindici anni dopo a Grezieu la Varenne, intento a sorseggiare un calice di cognac al Café Chantal e con una sigaretta nazionale fra le dita. Sto pensando ancora a quel ragazzo che mi aveva ferito. Non riesco a dimenticarlo.
Ero sicuro che aveva bisogno di aiuto e che io sarei stato capace di aiutarlo. Sto guardandomi intorno e nel buio della sala, mentre la musica soffusa dell'orchestra accompagnava l'attesa dell'esibizione della soubrette, vedo ad un tavolo vicino al mio una figura di donna che sedeva in sola compagnia di un bicchiere di vino bianco.
Sono solo anch’io al tavolo. Sono solo da anni, da sempre. Forse perché il mio cuore non si è mai sanato da quella ferita provocata dall’eterea immagine di quel soldato. Con quel viso delicato, perfetto, con quegli occhi verdi così tristi e così belli… Tremo al pensiero, ma devo ammettere che mi sono innamorato di quel soldato e la mia mente è sconvolta. Siamo nel 1956 e se un pensiero del genere trapelasse, sarei sicuramente contestato, bollato ed escluso dalla società. Eppure… un insana passione mi spinge a fantasticare dolci pensieri con quel soldato dai lunghi capelli neri, e nel mio profondo, anche fantasie erotiche. Mentre accasciato a terra piangeva, gli avrei abbracciato dolcemente le spalle, accarezzato delicatamente il petto, e avrei posato le mie labbra sul suo collo bianco e senza imperfezioni. Gli avrei tenuto le mani per ore, gli avrei tolto quegli scarponi infangati e avrei massaggiato e baciato i suoi bianchi piedini arrossati dalle lunghe sere in piedi davanti al forno e le sue piccole dita stanche..
Mi alzo dal mio tavolo e mi dirigo verso il tavolo della donna sola. Incrocio il suo sguardo che mi appare per nulla intimorito. Sguardo che rivela meravigliosi occhi chiari. Come già avevo visto.
Chiedo se posso farle un po’ di compagnia in attesa dello spettacolo e lei accetta, con fare delicato. Mi presento e lei risponde che già mi conosce. Lei si chiama Micol mi guarda e non mi dice altro di lei. Solo che è triste e sola. Le dico che mai avevo visto occhi più belli dei suoi, anche se in parte mento, poiché occhi di pari bellezza li vidi quindici anni fa al fronte. E’ solo osservandola attentamente che noto quanto questa donna sia bella. Bella come un mattino di primavera, bella come la fine della guerra, bella come un abbraccio di una amica. Non riesco a distogliere lo sguardo da lei. E provo la stessa sensazione di quando mi trovai di fronte a quel soldato.
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso nemmeno quando estrae una Luger e mi spara un colpo. Questa volta al cuore.
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17 years ago
admin, 75
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Anche io un pomeriggio di sesso......
Voglio passare un pomeriggio di sesso sfrenato con mia moglie, approfittandone per mettere in atto un piano da lungo tempo studiato fin ai più dettagliati particolari.
Accendo tutte candele profumate nella camera da letto cosicchè, quando lei entrerà, inevitabilmente cadrà sulle ginocchia con la bocca aperta in un grande "O" di stupefatta e vogliosa meraviglia e dove io le infilerò il mio succoso cazzo.
Poi preparo corde e fruste con le quali la porterò alle soglie del paradiso dei sensi.
Preparo uno squisito pranzetto ed attendo trepidante il suo arrivo....
Appena entra mi dice: "Sta bruciando qualcosa? Che accidenti hai combinato?" ......poi si guarda intorno sospettosa e, vedendo la tavola apparecchiata subito si irrigidisce e, con la dolcezza di un sergente istruttore dei marines mi apostrofa "cosa devi farti perdonare?".....
Finalmente, dopo aver colto lo sguardo triste dei miei occhioni verdi, lei si rilassa, va in bagno ed io la seguo per farle capire che la desidero da impazzire. Lei mi chiude fuori dal bagno e mi ordina di allontanarmi, cosa che io ovviamente non faccio! La sento pisciare e ,ad occhi chiusi,
sogno di vedere la sua figa aperta e grondante.......una potente deflagrazione mi riporta, sgomento, alla realtà........
"Razza di maiala" le dico,subito pentendomi temendo che la sua certa ritorsione consista nel negarmi la figa per un quinquennio......
"T'avevo detto di andartene!" è la sua risposta,tra il serio ed il faceto...
Lei esce dal bagno e viene a tavola. Golosamente, guardandomi fisso negli occhi con fare da vera troia, lei mangia il risotto in busta che avevo preparato, seguito da due ricchi sofficini (per il vero erano sofficini con ustioni di terzo grado.....d'altronde non sono un cuoco!)
L'acqua gasata l'aveva completamente mandata su di giri e tutti i suoi freni inibitori erano completamente partiti......il lungo rutto che lei emise soddisfatta dai lauti manicaretti, mi confermò che era pronta per essere posseduta a lungo.........
La trascino in camera da letto e lei, vedendo le candele accese, si incazza e mi dice "ti sei fatto una puttana stamattina fin che ero al lavoro?"
Estasiato dalla sua voglia d'amore la sbatto sul letto con violenza e le abbasso le mutande, dopo averle strappato la gonna.
Mi tuffo avido sulla sua figa per baciarla,succhiarla,leccarla.........
...ma cazzo!.......era si andata al bagno,ma mica s'era lavata!!!!
l'odore non era dei più fragranti, il lieve sentore di baccalà in umido, mi lasciò inebetito e con la bocca amara.......
Decisi di farmi succhiare l'uccello e le posizionai la cappella sulla bocca.
Lei gira il volto, labbra strettamente serrate e bocca cucita come un mafioso sotto interrogatorio....
"No,no" dice lei "se me lo metti in bocca guarda che vomito"
In quel momento mi scoprii a pensare che forse il rapporto che ci univa si fondava più sulla stima reciproca che sull'amore.
Impazzito dal desiderio, le strappo tutti i vestiti. Lei si incazza perchè erano vestiti seminuovi, appena presi al mercatino dei cinesi....
Ora è tutta nuda, in mio pieno potere, e la infilzo come un'oca allo spiedo (o forse è meglio "come una porchetta allo spiedo"?) e pompo e spingo e monto e lei subisce e sbuffa e mi sposta perchè la schiacco coi miei 100 kili di uomo da un metro e novanta......
Il profumo delle candele è ubriacante, l'odore dei sofficini bruciacchiati, insinuatosi perfidamente in camera da letto, è stomachevole, l'odore di lei che non s'è lavata è potentemente corrosivo e soporifero.
Ma lo strofinamento meccanico della mia cappella dentro la sua figa ci porta ad un orgasmo reciproco e portentoso.
Mi accorgo della sua goduria dai capezzoli che lampeggiano nella penombra e dall'incessante fuoriuscita di liquidi dalla sua figa.
(solo dopo ho capito che,schiacciata dal mio peso e oppressa dalla troppa minerale gasata bevuta, lei mi aveva pisciato nel letto).
Finalmente mi tolgo da dentro di lei col cazzo ancora duro e pronto alla replica. Lei si alza e va al bagno. Chissà, penso, adesso si laverà la figa così dopo me la gusto bella fresca.
Gli inequivocabili rumori che giungono a ferirmi le orecchie, mi chiariscono invece che lei, tutta nuda sul letto poco dopo il pranzo, s'è presa del freddo al pancino ed il pancino ha reagito nell'unico modo a
lui conosciuto.
Bah, che vita di merda.
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I più attenti e curiosi si chiederanno : "che fine hanno fatto le corde e le fruste?"
State tranquilli miei cari cyberamici, amanti della letteratura erotica, coppie in cerca d'ispirazione o semplici onanisti segaioli.
Le conservo per voi.
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17 years ago
alto1volume,
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Last visit: 11 years ago
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Un pomeriggio di sesso
Un giorno, approfittando di stare solo in casa , mi sono organizzato per trascorrere un dolce pomeriggio di sesso con mia moglie. Per l' occasione decido di fare qualcosa che non sia la solita scopata. Cosi' in mattinata comincio i preparativi. Un bel pranzetto con relativa bottiglia di vino. Metto tante candele profumate in camera da letto, per creare un ambiente soft. Con un diffusore di oli essenziali, mi organizzo in maniera di avere , al momento opportuno, una calda crema per il corpo, per cospargere quello di mia moglie. Poi preparo quattro funi e un foulard per bendarla e legarla al letto. E' tutto pronto. Finalmente mia moglie rientra dal lavoro. Subito avverte nell' aria qualcosa di speciale. Dopo aver mangiato con gusto e aver bevuto del vino bianco frizzante, ci avviammo in camera da letto. Le candele hanno reso l'aria gradevolmente profumata. comincio a bendarle gli occhi, lei accetta con piacere di stare al gioco. La spoglio delicatamente, quando è completamente nuda la faccio sdraiare sul letto. Con delicatezza le lego i polsi e le caviglie ai quattro angoli del letto. Anch'io mi metto nudo, gia' i preparativi mi hanno eccitato. Inizio cosi' a cospargerle il corpo con la calda crema, partendo dall' ombelico per poi salire lentamente ai suoi morbidi seni. Li' inizio a tintinnarle i capezzoli, che al contatto col calore della crema e allo sfregolio delle mie dita, cominciano a drizzarsi tutti. Con le mani ridiscendo all'interno delle cosce, sfiorando le labbra della sua vagina , che gia' sento bagnata. Dopo averla accrezata l'interno delle gambe, le mie dita cominciano a giocare all' interno della figa. Mettendomi in ginocchio sul suo viso, gli strofino la cappella del mio cazzo sulla bocca e lei prontamente comincia a leccarlo con avidita'. Non mi lascio soprafare da quel dolce piacere e ritiro il mio cazzo dalla bocca di lei. La bacio e succhio, con vigore i suoi seni mordendole i capezzoli che oramai son durissimi per l'eccitazione. Con la testa scendo fra le sue cosce e le lecco tutta la figa, la sento inondata per l'eccitamento, per renderle questo momento ancora piu' gradevole, con le dita la carezzo tutto intorno e dentro. Adesso sento che è pronta per avere il suo regalo. Lei sempre bendata , prova un gran piacere quando gli comincio ad infilare dentro la figa , una bella zucchina grossa e dura, e comincio a farla andare su e giu' a mo' di cazzo. Continuo questo dolce movimento e con l'altra mano le strapazzo forte i seni. A questo punto il mio cazzo è bello duro, lei finalmente ha goduto, e allora è arrivato anche per me il momento di godere. Le metto due cuscini sotto la schiena in modo da poter avere facile accesso al buco del suo meraviglioso culo. Bagno la cappella del mio cazzo con la saliva provo a infilaglielo dentro. Dopo qualche mancato tentativo, trovo la giusta via, e allora parto con un dolce su e giu', fino ad arrivargli dentro, con mia grande goduria. Sfilandole il cazzo dal culo vedo un rivoletto di sperma che le scende giu' per il culo, con un fazzolettino la pulisco , e in quel momento baciandola le chiedo se gli era piaciuto.................Ovviamente la risposta è stata si!!!!!!!
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17 years ago
francescaepaolo269012,
43/43
Last visit: 5 years ago
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L\'amante
Un battito …d’ali…di mani… del cuore… che importanza ha. E’ il segno che la vita pulsa nelle mie vene, che ancora posso sciogliere il ghiaccio che vetrifica le mie emozioni, ammorbidire il cinismo che uso come scudo, addolcire le parole che sputo come dardi di veleno per ferire te e che invece uccidono me, un masochistico boomerang che uso per lavare le mie colpe e che spero ogni volta riesca a colpirmi. Ci riesco. Anche adesso. Sono quasi felice del dolore che mi provoca ripensare a te, come se la mia attuale sofferenza mi privasse dalla colpa. Rido, no…mi derido.Mi sdoppio per concedermi la possibilità di autocriticarmi, guardarmi con distacco e considerarmi un’imbecille.
Sono passati due anni dal nostro primo incontro. Guardavo rapita le tele di Gauguin. Sei entrato nella sala sicuro, come nella mia vita. Uno scambio di sguardi, un impercettibile sorriso, hai passato una mano tra i capelli lunghi e già volevo essere quella mano. Ti vedevo fumare e speravo tu respirassi anche me.
Gauguin non esisteva più, quella stessa sera ero tra le tue braccia. Volevo nutrirti col mio seno, mi aprivo a te donandoti amore incondizionato. Ti offrivo ogni parte del mio corpo, geisha innamorata. Godevo per ogni tuo bacio, per il profumo del tuo sesso sulle mie mani, per il sapore del tuo seme. Non osavo lavarmi dopo aver fatto l’amore per conservare il tuo odore sulla pelle, reliquia di quegli attimi. Il pensiero del tuo desiderio mi procurava un brivido di voglia nel ventre ogni volta.
Ti baciavo con avidità, tu ridevi e mi dicevi “mi violenti…” Non mi hai mai detto “ti amo”. Ripetevi “ti voglio”, “ti desidero”, “sei mia”, ma amavi Lei. La tua Scelta. Di lei mi parlavi: le vostre liti, i suoi difetti, le difficoltà fra voi. Ascoltavo col cuore stretto mentre costruivi un muro invisibile tra noi.” Ormai ho fatto una scelta, non posso offrirti di più”. La tua trincea per difenderti dal mio Amore totalitario. Mi accontentavo.
Poi ti ha scoperto! In una telefonata mi hai mostrato la tua viltà. Non potevi rinunciare a lei, perderla avrebbe distrutto la tua vita, piangevi e supplicavi il suo perdono. Codardo.
Volevo anch’io la possibilità di dimenticarti. Ti è bastata una frase: “E’ stato bello, ma adesso per me sei niente!”… NIENTE!? Penso che sulla terra ci siano più di cinque miliardi di persone e credo fermamente che ognuna abbia un suo valore, anche piccolo. Io no. Io ero Niente. Ed essere niente per te era tutto per me. Magra consolazione pensare di non essere l’unica donna a soffrire per una relazione troncata. Dovremmo sentirci solidali per l’incapacità di essere amate? Le donne non si compatiscono tra loro. Sanno ricominciare.
Tic-tac. E’ il tempo che passa e ti porta via. Il tuo ricordo sbiadisce. Il rancore di ieri, che oggi è amarezza, domani sarà niente. Tu sarai niente. Finalmente.
Finisco il racconto e un capitolo della mia vita si chiude. Per sempre.
Ancora un battito d’ali. Posso volare.
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17 years ago
admin, 75
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Schiava d\'amore
Nervosa, rivelava ancor di più, come una indiscrezione, il fuoco interno di cui bruciava. Lara, così svelta, inavvicinabile, era già nella Tua trappola. Osservavo il movimento che per l’impazienza le prendeva alla lingua, passava e ripassava sulle labbra in preda a un turbamento evidente. L’ansia la brandiva, era inquieta. Tesa. Era affascinata dai Tuoi occhi, vibrava del piacere di sedurre e di essere sedotta.
Già mi credevo di sentire quel suo odore bagnato e torbido, stordente e basso, che le sue cosce sprigionavano. La possibilità di essere sorpresa, con il compagno vicino, accresceva la sua vibrazione in modo quasi febbrile e quasi… la sentivo già gemere, straziata davanti a Te, con le gambe aperte. Il fatto di avere Te a inseguirla con lo sguardo ad ogni movimento, ne ero certa, le faceva apparire tutto nuovo e complesso.
Era difficile per lei mantenere l’equilibrio della voce e dell’andatura, ogni volta che era costretta a scusarsi e a allontanarsi. Poi doveva tornare, passandoti davanti, trovandosi travolta dall’onda lievitata dal suo stesso odore, di cui pareva permeata tanto già se ne coglievano gli effluvi. Era difficile per lei non ridacchiare e non ondeggiare i capelli, quando, si dava il caso, le parlavi. Il Tuo era uno sguardo freddo, fermo nel suo e Lara, sembrava scalpitare, una bestia le ruggiva dentro. Ne riconoscevo già la soggezione dal modo in cui la braccavi e l’adoravo, Lara – l’adoro – ogni volta la rendevi trépida, stanata dalla sua stessa smania.
L’adoravo e al contempo mi rendeva pazza, attanagliandomi dal desiderio e dalla gelosia…, da cui non mi sarei mai sottratta, così come non ci si può sottrarre all’estasi che trascina. Lara, che mi era sempre parsa di natura mite, di fronte a quell’aggressività flessuosa e insistente, intensa e riservata, abbassava le difese. Disorientata. Sembrava cambiare. Se mi avvicinavo per ascoltarla, un sentore di garofano copriva appena il sopravvenire del suo sudore tiepido, mentre l’alito, zuccherato dalla bibita cui si accaniva, mi giungeva più caldo. Vanigliato come i suoi capelli, meno pepato del succo che capivo, già inebriava la sua valle.
Sotto la gonna, Lara, già senza mutande, manifestava un odore di pulito e d’alghe di mare che risaliva al petto, un profumo càndìto che l’attraversava dal reggiseno sbottonato e le prendeva al collo, dove tacevo e mi prolungavo più volte al gusto, per riportarlo poi a Te come mi avevi chiesto.
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17 years ago
admin, 75
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Avevo 16 anni
Arrivai all'appuntamento con pupetta molto in anticipo
e mentre aspettavo sotto il grande albero che costeggia
la villa sulla salita per arrivare allo zodiaco,mi
vennero in mente tanti ricordi di quando ero una bimba
e di come quel posto mi ricordasse le mie prime esperienze
sessuali.
Avevo sedici anni e frequentavo il conservatorio d S.Cecilia
studiavo pianoforte.
fino ad allora avevo avuto qualche approccio con il sesso
maschile ma solo manualmente e nella mia pussy avevo permesso
che mi infilassero solo le dita .
Però mentre smaneggiavo il membro del mio fidanzatino e sentirmelo
crescere fra le mie dita piccolle e affusolate, non nascondo che
un tremito tra le gambe lo avvertivo e allora iniziavo a menarlo più
velocemente ed in quel momento capivo che ero una donna e che come
tale potevo in quel momento far arrivare alle stelle un
ragazzo eccitato.
A me non serviva nemmeno che mi toccasse a quell'età venivo solo
strusciandomi la patatina tra le coscie e venivo senza dire nulla
quando mi sentivo bagnare le mie manine da adolescente del liquido caldo
che raccoglievo nel palmo della mano e lo pulivo con un kleenex.
Fino ad allora avevo avuto diciamo il coltello dalla parte del manico
il gioco lo conducevo io e mi divertiva vedere il mio ragazzo con la
voglia negli occhi e mi bastava solo un'occhiata,e dai suoi pantaloni
si vedeva chiaramente crescere rapidamente ilsuo sesso e poi farmelo prendere
nella mia manina per accontentarlo.
Ma ben presto capii cosa significasse essere vicino ad un vero uomo.
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17 years ago
jenny69,
39
Last visit: 14 years ago
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Non solo e sempre per vedere la tv
Carlo è un caro amico, spesso lo incontro nel quartiere e ci salutiamo, parlando del più e del meno. Essendo della stessa età abbiamo molto in comune, anche haimè una vita non tanto facile alle spalle visto il divorzio che ancora di più ci accomuna come compagni di sventure. Due giorni fà ero uscito per fare un pò di spesa, ed eccotelo li, dal fruttivendolo. Devo ammettere che è ben messo, mediamente alto, ma con un sorriso ammaliante, credo che ben poche donne saprebbero resistervi.
Parlando del più e del meno mi lamento con lui che non passa mai a trovarmi anche se me lo promette continuamente. E lui con occhi sorridenti ammette che infine è proprio così ma che stavolta intende rimediare. Ci avviamo verso casa con il proposito di continuare le nostre chiacchere davanti ad un caffe ed io ne approfitto per farmi dare qualche consiglio sul decoder digitale che ho appena comprato. Sarà strano ma dopo ore di lettura del manuale d'uso continuo a non capirci un tubo. Finalmente ci sediamo ed io preparo il caffè mentre Carlo armeggia con il televisore e il decoder. Mentre si abbassa noto stranamente che i suoi fianchi fasciati nei jeans somigliano tremendamente a quelli di una donna. Ondeggiando lo mette bene in mostra, tanto che per alcuni secondi mi fisso sul suo culo. Improvvisamente però il decoder finalmente inizia a funzionare e lui si rialza chiedendomi il telecomando. "Hai visto che alla fine sono riuscito a farlo funzionare !" Cerchiamo entrambi per alcuni minuti il telecomando senza fortuna dopo di che Carlo decide di intervenire a mano sul decoder per cambiare qualche canale. Oh,oh....eccoti un bel porno con un mega pompino. Lui che si era abbassato per manovrare i tasti del decoder mi guarda sorridendo e nei suoi occhi intravedo una luce di meraviglia mentre mi osservava guardandomi da quella posizione. Non riesco a nascondere la mia eccitazione ricordando il suo culo di poco prima e immaginandolo nudo. L'erezione che avevo in atto stupisce anche me, ma non Carlo che sicuro avvicina la sua mano alla mia patta. Lo lascio fare e chiudo gli occhi immaginando quello che seguirà. Mi eccito ancora di più tanto che non esito a porgli una mano sulla testa ed ad avvicinarlo. I suoi occhi eccitati e trasformati, mentre le immagini sul televisore si sovrapponevano alle immagini della mente era qualcosa che mi sconvolgeva. Con trepidazione e stupore, Carlo mi tira il cazzo fuori e comincia a leccarlo tamburellando con la lingua su tutta la sua lunghezza. Di colpo un affondo mi toglie il fiato e lui lo prende completamente in bocca succhiando vorticosamente. Lo allontano per qualche secondo guardando i suoi occhi che oramai erano eccitati e lucidi. Senza parole ci spogliamo e meravigliato vedo che Carlo e completamente rasato. Il suo cazzo è eccitato come il mio. Lui si gira e mi mostra un culo sodo e tondo senza uno screzio, perfetto e liscio. Gli massaggio dolcemente le chiappe mentre con l'altra mano accresco la mia erezione. Poi tintillo dolcemente il suo buchetto già umido. Sul tavolo gli ortaggi comprati dal fruttivendolo sono sparsi ormai un pò dappertutto. Una grossa zucchina richiama la mia attenzione. La prendo e tasto la sua virilità per sentire la sua eccitazione. Sento il liquido seminale che rende vischiosa la sua cappella. E' molto eccitato ed anche io, geme e inarca la schiena. Mettendomi di lato, ed umettando le mie dita comincio ad allargare il suo buco caldo e scivoloso. Si muove ritmicamente quando infilo un dito e poi un'altro. Con la bocca lecco la punta della zucchina e poi l'avvicino al suo buchetto. Lo sento gemere quando entra la punta e la sua mano afferra il mio cazzo per menarlo man mano che faccio affondare centimetro dopo centimetro la zucchina fino a farla sparire. Tutta dentro, così lo obbligo a sedersi e avvicinando il mio cazzo alle sue labbra lo scopo in bocca fino a farglielo prendere sino alla radice. Per alcuni minuti rende la mia mazza scivolosa sino al momento in cui penso che sia pronto. Con uno scatto tolgo tutto dalla tavola e metto disteso Carlo su di essa. Maneggiando il suo cazzo estraggo la zucchina ormai fradicia. Poi, salgo anche io su tavolo e sostenendo le sue gambe sulle mie spalle gli sfodo il culo con il mio palo, arrapato come un animale in calore, lo pompo bene incontrando di tanto in tanto la sua lingua con la mia bocca. Sento il suo culo allargato che fascia il mio cazzo mentre lo stantuffo. le palle che gli sbattono sul culo mentre mordicchio i suoi capezzoli. Incontenibilmente sento che sto per arrivare e cerco di trattenermi sapendo di non poterlo fare perchè Carlo mi tira a se incitandomi a sbatterlo. Godiamo insieme mentre io gli sborro nel culo ormai umido come una fica dilatata. Insieme respiriamo esausti e sconvolti. Sapendo che questo è solo l'inizio di una nuova e vera amicizia. Non sempre e solo per guardare insieme la TV.
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17 years ago
admin, 75
online -
La prima volta.
L’appuntamento era stato concordato alle 21,00, dinanzi al ristorante Calipso.
Era una serata settembrina meravigliosa e nel cielo, reso terso da un insolito vento tiepido simile agli alisei del pacifico, luccicavano centinaia di stelle; una cosa insolita per Milano, soffocata perennemente da una coltre di smog.
Arianna e Alessandro erano entrambi nervosi e l’anticipo con cui erano arrivati, non predisponeva alla calma.
Arianna, fasciata in un tailleur rosso, che metteva in risalto il suo seno rigoglioso, fingeva interesse davanti ad una libreria adiacente il ristorante, mentre Alessandro leggeva distrattamente il menù appeso alla vetrina, stringendo i pugni ritmicamente.
“ Guarda Ale, c’è quel libro di Celine che sto leggendo!”
“ Cinico ma grande scrittore.” rispose Alessandro osservando una coppia che stava entrando nel ristorante.
“ Mi piacerebbe scrivere un libro” continuò Arianna
“Soggetto?”
“Il bello delle donne ed il brutto degli uomini!” rispose sorridendo Arianna.
“Rieccola la femminista” sbottò Alessandro “ come se voi donne foste perfette!”
“ Certo che no, ma noi siamo più sincere e consce dei nostri limiti.”
“ Si vabbè: adesso non vorrai propinarmi la solita storia sui maschi erotomani e superficiali?” replicò Alessandro cingendola ai fianchi e baciandola sul collo.
“ E daii, che mi fai venire i brividi!”
“ Uffà, ho sposato una frigidona!” sussurrò Alessandro sorridendo.
“ Come no; prova a presentarmi qualcuno che somigli a Clooney e poi ne riparliamo!” rispose maliziosamente Arianna.
Quella scherzosa scaramuccia verbale aveva stemperato la tensione dell’attesa, che però ricomparve quando s’avvidero d’una coppia che si avvicinava loro.
Arianna prese sottobraccio Alessandro, stringendolo con forza e pentendosi d’essere là.
“ Speriamo siano loro” pensò Alessandro perché la donna gli piaceva.
“ Speriamo non siano loro” pensò Arianna sudando.
“ Erano loro!”
Le poche foto scambiate tramite internet cancellavano ogni dubbio.
Arianna avrebbe voluto fuggire e un impeto di rabbia gli sovvenì quando s’accorse del sorriso beato che attraversava il viso di Alessandro.
Lei malediva la sua accondiscendenza, mentre lui già immaginava pratiche poco caste, rimirando la donna che appariva più bella rispetto alle fotografie.
“ Arianna e Alessandro?” domandò gentilmente l’uomo.
“ Siamo noi!” rispose baldanzoso Alessandro mentre Arianna gli torturava il braccio.
“ Piacere, io sono Lidia e lui è mio marito Marco.”
“ Piacere.” Rispose Arianna con un filo di voce.
La vergogna la pervadeva e l’insicurezza del momento le faceva immaginare i pensieri più negativi sulla sua persona da parte di Lidia e Marco.
Mentre cercava di dominarsi, sperava che le vampate di calore che l’assalivano, non le avessero tinto le gote di rosso porpora esponendola al ridicolo.
“ Entriamo?” domandò sorridendo Lidia e, senza aspettare la risposta, prese Arianna sotto braccio e la invitò gentilmente a seguirla.
Lidia s’era avveduta dell’imbarazzo di Arianna e facendola accomodare accanto a sé gli domandò:
“ Era da molto che ci aspettavate?”
“ Cinque minuti.” Rispose Arianna
“Noi abbiamo dovuto fare le corse perché mio figlio deve partire per Londra e ci sta facendo impazzire con i preparativi”
“Poi” continuò Lidia abbassando la voce” certe volte Marco è peggio di me e s’attarda alla toilette come fosse un’attore!”
“Ah, se fosse così anche Alessandro” sospirò Arianna “ devo scegliergli i vestiti e pettinarlo: se fosse dipeso da lui, stasera sarebbe venuto in bermuda!”
“Beh, a quanto vedo hai buon gusto e il tuo tailleur è magnifico!”
L’estrema affabilità di Lidia stemperò la tensione di Arianna che ora, più rilassata, riusciva ad apprezzarne l’avvenenza.
Non era più giovanissima ma emanava un fascino magnetico che gli infondeva sicurezza.
Indossava una camicetta bianca e una gonna blu sopra il ginocchio, un abbigliamento sobrio ma molto elegante che Arianna apprezzava moltissimo.
Si stupì di non aver pensato affatto all’uomo che stava parlando con Alessandro come fossero vecchi amici.; lo osservava con malcelata curiosità e rimase colpita dall’estremo garbo con cui si esprimeva, una pacatezza che si rifletteva nei movimenti lenti ma eloquenti. Indossava un vestito antracite che metteva in risalto la sua mascella quadrata che ricordava un eroe greco; non un Achille o Ettore ma piuttosto un Ulisse o un Paride, più stratega che guerriero. Tutto in lui emanava saggezza ed era perfettamente accoppiato con Lidia.
Alessandro invece, in linea con il suo carattere da animatore Valtour, già tendeva a tracimare ponendo decine di domande, formulandone di nuove quando ancora gli interlocutori non avevano finito di rispondere alla precedente. Lui è fatto così, quando delle persone lo interessano le tormenta con cascate di domande!
Fortunatamente i nostri commensali non mostravano segni d’insofferenza e rispondevano piacevolmente alle domande.
Il clima s’era disteso e, gustando un meraviglioso risotto all’ortica, Arianna ebbe la sfrontatezza di bere un bicchiere di Chianti che deflagrò in lei poco dopo; essendo astemia, non reggeva la minima dose d’alcol e ora Alessandro la guardava divertito mentre il viso le si tingeva di rosso e si lasciava andare ad interminabili chiacchiere. Passare dalla coca-cola al Chianti ebbe benefici effetti sulla compagnia!
“Mi sono chiesta” esclamò Arianna con fare serioso per nulla credibile “ se anche voi aveste provato titubanza nell’incontrarci, un senso di inadeguatezza e rimorso?”
“Succede a tutti” rispose calma Lidia “ ed è un sentimento più che legittimo: le aspettative sono impegnative e interagiscono con aspetti della nostra personalità molto delicati.”
“ Concordo ma non si dovrebbe esagerare!” s’intromise Alessandro e, per nulla intimorito dall’occhiataccia di Arianna, continuò:
“Io penso che una coppia solida possa affrontare qualsiasi prova e che non debba nascondersi dietro ipocrite motivazioni. Se una coppia desidera provare nuove emozioni, ed io penso che quasi tutte lo vogliano, non deve aver paura di fallire!”
“Attenzione però!” lo interruppe deciso ma con voce pacata Marco “ l’equilibrio di una coppia è delicato, perché noi maschietti spesso viviamo la sessualità in maniera diversa, proiettando le nostre aspettative sulle nostre compagne che hanno altre sensazioni e fantasie. L’universo femminile è molto diverso dal nostro, e trasporre i nostri desideri come fossero i loro, è un grossolano errore che può provocare molti danni!”
“Ti sta bene!” pensò felice Arianna.
“Se tu sapessi, Alessandro, quale lungo percorso abbiamo affrontato io e Marco prima di riuscire a vivere serenamente incontri con altre persone, non ci crederesti.” Disse Lidia stringendo dolcemente la mano ad Arianna.
“Io temevo di non essere più desiderabile ai suoi occhi e temevo qualsiasi novità, anche se le mie fantasie abbondavano. Sebbene fossimo sposati felicemente da molto e il desiderio di Marco nei miei confronti non fosse calato, avevo molte difficoltà solo ad immaginare altre persone tra noi.”
“E come avete fatto?” domandò curiosa Arianna
“Abbiamo parlato, confessati desideri, aspettative, rischi e solo dopo estenuanti titubanze abbiamo deciso di provare. Ora, a posteriori, possiamo dire che queste esperienze ci hanno rafforzato confermando la solidità del nostro rapporto.”
Arianna seguiva rapita da cotanta saggezza, mentre Alessandro si sentiva a disagio per la sua boutade precedente.
“Noi però non consiglieremmo mai ad una coppia di provare!” continuò Lidia “ Nessuna forzatura è lecita e le motivazioni si devono trovare solamente all’interno della coppia!”
Il tono quasi ascetico di Lidia lasciò tutti per qualche interminabile secondo in silenzio; Marco guardava Lidia e l’approvazione si leggeva nei suoi occhi.
Tutto quello che avevano detto era vero e loro l’avevano sperimentato a metà pensava Arianna.
Una la differenza e non trascurabile: non avevano ancora la controprova della loro solidità!
Certo il tenore del confronto con Alessandro era stato molto più acceso a causa dell’estrema semplicità con cui lui affrontava la questione, e proprio questa leggerezza aveva causato non pochi problemi. Perché lei provava gelosia ad immaginare lui con un’altra mentre lui no? Sebbene fossero tutti e due propensi a provare, l’attesa era stata vissuta in maniera opposta. Fortunatamente Lidia e Marco s’erano rivelati una coppia straordinaria.
Ora erano lì e ci stavano anche bene!
Fu allora che Arianna si sentì vicina alla materializzazione dei suoi desideri e fantasie che la emozionavano da anni. Il lungo percorso, non privo di disagi, che l’avevano portata a capire la sua attrazione per le donne, poteva ora liberamente esprimersi.
Le numerose delusioni riportate da virtuali contatti con persone false erano ora svaniti e Arianna, accarezzando la mano di Lidia, gli sorrise felice.
Sibilla&pegasus.
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17 years ago
sibilla30pegasus, 49/49
Last visit: 9 years ago -
Prima o poi doveva succedere
Era quasi un anno che mi portavo dietro il cruccio di un'amicizia "particolare" finita improvvisamente, anche se senza rancori. Mi spingevo in qualche pomeriggio "vivace" con un ragazzo ma senza particolari expoit. Ma i giorni passavano e continuavamo a vederci. Era chiaramente in difficoltà con me, era un etero "prestato" al mondo dei bisex e non riusciva mai a nasconderlo completamente. Durante i suoi tentativi di leccarmelo però si dedicava molto al mio buchetto: leccate, un dito dentro (anche due...) e quant'altro.
Da una parte era chiaro che lo volesse, dall'altra era troppo timido e spaventato per chiedermelo. Provai per la prima volta dopo tanto tempo il gusto di sentirmi desiderato in quel modo ed il sottile ma importante piacere di potermi concedere concedendo anche un piacere così intenso, non potevo però far finta di niente di fronte alla paura di provare dolore ed una parte di me non lo voleva. Per qualche tempo ancora non gli diedi nessun segnale anche se ci pensavo spesso, poi un giorno mi presentai da lui con un paio di birre "disinibitorie" ed un'idea in testa. Pochi convenevoli, giù la bottiglia e poi a letto. Un pompino di ordinanza a lui e poi mi sdraio attendendo di essere contraccambiato, lui come al solito è titubante sul mio pisello ma attento al mio sedere ed io aspetto che faccia il suo (godendomela) prima di tirare un respiro profondo, di allontanare la sua testa dalle mie gambe e di girarmi a pancia in giù con un cuscino sotto. "Dai, prova a metterlo dentro...ma fai piano eh !" "ma...sicuro?" "non mi ci far pensare troppo, dai...".
Sono fermo e sento le sue gambe sulle mie, sento ancora le sua lingua e poi le sue mani sulle natiche...poi sento il suo pisello puntare sul mio culo, lo sento spingere, sento quella strana sensazione per cui non è lui che sta entrando ma io che mi sto allargando e quel dolore tanto temuto è soffocato dalle sensazioni che provo. Ne è entrato poco a giudicare da quello che sento ma lui si inizia a muovere lentamente....solo che....sta tremando e.....direi che stia venendo ! Va bene, va bene così, va bene lo stesso perchè tanto prima o poi doveva succedere....
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17 years ago
admin, 75
online -
Due amiche
La prima volta che ho avuto un rapporto con una ragazza risale a quando avevo 22 anni. Ora che di anni ne ho quasi quaranta ricordo con grande eccitazione quei momenti. E’ stata la prima volta, non l’ultima. Da allora ho esplorato il corpo femminile altre volte, pur rimanendo fondamentalmente etero. Ho avuto esperienze bisessuali e in tre. Ma ho anche avuto diversi uomini, mi sono sposata, ho avuto due bambine. Ma la voglia di sentire l’odore della pelle liscia di una donna, la delicatezza delle carezze, la sintonia che si crea, quella è rimasta. E credo che mi rimarrà per sempre. Di quella prima volta ricordo bene l’inizio. La mia amica del cuore era a casa mia, i miei genitori erano usciti a cena e noi lì, nella mia camera, a preparare un esame universitario. Ma quella sera non studiammo… iniziammo a parlare dei nostri ragazzi di allora, lei mi confessò che non provava l’orgasmo con lui, era troppo frettoloso e lei diceva di avere bisogno di tempi lunghi, di dolcezza. Bevemmo un po’, quella sera. Scendemmo nei particolari più intimi, le dissi quello che mi piaceva mi facesse il mio ragazzo, della mia passione per il sesso orale. Le raccontai di come mi piaceva farmela leccare da lui (era bravo, ricorderò sempre il gusto degli orgasmi che mi dava con la sua lingua…). Chiesi alla mia amica se con il suo ragazzo aveva provato a farsi toccare e poi leccare a lungo. Mi disse che non lo faceva mai, non le sembrava così intenzionato e lei non aveva troppa voglia di insistere. Ci guardammo negli occhi, uno sguardo che solo due amiche intime come noi riescono a condividere. Le dissi di sdraiarsi, volevo provare a darle quello che il mio ragazzo dava a me. Mi guardò con l’aria di chi non aspettava altro e si sdraiò sul mio piccolo letto. Iniziai a spogliarla molto lentamente. Sfiorai per la prima volta le labbra di una donna. Poi con la lingua ne seguii il contorno. Incontrai la sua lingua. Ci baciammo dolcemente. Ma la sua e la mia eccitazione stava salendo sempre di più. Le alzai la maglietta che portava sempre senza reggiseno, avendo un seno molto piccolo. Ma molto bello, toccai i capezzoli con le dita, poi con la bocca. Le piaceva, mi disse che le stava piacendo molto. Mi fece sentire brava, delicata ed eccitante allo stesso tempo. Slacciai i suoi pantaloni e misi una mano tra le sue gambe, nella sua peluria, mentre continuavo a sentire il suo seno tra le labbra. Infilai un dito tra le sue gambe, sentivo i suoi umori. Era bagnata, eccitata. Sentivo il suo clitoride tra le mie dita. Lo sfiorai, penetrai con un dito in lei. Stava aumentando i suoi sospiri di piacere. La volevo leccare, volevo sentirne il sapore, l’odore. Abbassai i suoi pantaloni e le sue mutandine e avvicinai la bocca alla sua fighetta. La guardai per un po’, continuando a toccarla. Poi misi le mie labbra su di lei assaporando tutto quello che il suo piacere le stava dando. Muovevo la lingua come piaceva sentirlo a me quando il mio ragazzo mi leccava, lei godeva, stava perdendo tutti i freni inibitori, parlava, mi incitava ad andare avanti. Poi aumentava l’intensità dei movimenti, spingeva il bacino verso la mia bocca e gridò. Gridò di piacere, con la mia bocca tra le la gambe. Rimasi ancora lì, carezzandola dolcemente. Averla fatta godere mi riempì di piacere. Mi avvicinai al suo viso. Mi sdraiai accanto a lei. Mi diede un bacio sulla guancia e mi ringraziò. Ma ero io che dovevo ringraziare lei. Avevo scoperto il piacere di una donna e lo avrei cercato nel tempo sempre di più…
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17 years ago
claudiax67,
37
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Dedicato a te...
Eccoti qui, a leggere di nascosto da chi ti conosce bene, i racconti peccaminosi di questo sito.
Sì, sì, guardati bene intorno, che nessuno se ne accorga che sono qui, con te.
Pronta con la mano sull'ALT-TAB per richiamare un'altra applicazione sul video al primo rumore sospetto.
Non pensavi che ti avrei scoperta, eh?
Con le guance tutte arrossate e quella sensazione di calore al bassoventre, e quel languido prurito tra le gambe, in quella fichetta che già da un po' stai stimolando con strette ripetute delle cosce, accavallamenti di gambe, oppure, spingendo un po' indietro il culetto burroso, e cercando di strofinarla contro il duro della sedia.
Non credevi che ti scoprissi, eh?
Con quella bocca asciutta e il respiro corto, e quella voglia di leccare le labbra, che devi trattenere per paura di essere vista...
E le tette? Che dire delle tette che stai appoggiando al bordo della scrivania per stimolare i capezzoli? Attenta, qualcuno potrebbe vederli spingere impazziti contro la stoffa del tuo vestito.
Porca, ecco quello che sei. Una gran maiala.
Da quanto tempo non ti fai scopare?
Quante volte, piccola puttanella, ti sei sorpresa a pensare a quando ti sei sentita riempita per l'ultima volta da un bel cazzo duro e venoso?
Quando è stata l'ultima volta che hai sentito la rugosità delle sue vene gonfie stimolare il tuo sesso?
Quand'è stata l'ultima volta che la tua lingua ha roteato intorno ad una bella cappella gonfia, leccando gli umori trasparenti dal suo buchino voglioso?
E di te? Vogliamo parlarne? La tua fica è bollente. Non ne puoi più.
Ma certo non puoi perdere il tuo contegno. Il tuo decoro.
Con il tuo tailleur castigato da impiegata. Chissà cosa accadrebbe se venissi scoperta.
Chissà i tuoi colleghi maschi cosa farebbero.
Brutta porca. Pensa se adesso entrasse uno di loro e ti leggesse in faccia la tua eccitazione, la tua voglia.
Faresti finta di nulla. Cercheresti di nascondere il tuo stato d'animo e negheresti ogni allusione.
Eppure ne avresti una gran voglia, maiala. Avresti voglia che entrasse il tuo collega più carino, che si accorgesse che stai grondando umori dalla fica, che chiudesse la porta a chiave e ti violasse.
Strappandoti le mutandine e rovesciandoti sul tavolo.
Vorresti sentire la sua lingua saettare su tutto il tuo corpo e nella tua bocca. La vorresti sentire anche sul buchino dietro, ché ti piace tanto, anche se non lo vuoi mai ammettere.
Vorresti sentire la sua cappella violacea tra le tue labbra e il suo cazzo spingersi fino in fondo alla tua gola, ritmicamente, ripetutamente. E vorresti sentirlo gonfiarsi e pulsare dentro di te, fermandoti poco prima dell'eruzione del suo seme, per fartelo mettere dentro da dietro, a pecorina. Fino in fondo al tuo ventre.
Si, sono qui con te e ti vedo. Adesso una tua mano sta torturando i tuoi seni, dietro quella scrivania, mentre l'altra sta premendo contro la stoffa delle mutandine. Ah, ma che porca! Le hai già spostate di lato!
Le dita disegnano un piccolo cerchio intorno al bottoncino duro, che ti manda piccoli brividi lungo la schiena e nella pancia.
Porca che non sei altro. Menati pure il grilletto, e godi della vischiosità dei tuoi umori.
Infila le tue dita nel tuo caldo antro e poi lecca il tuo stesso sapore, porca.
Perché tu ami sentirti così: una vera porcella.
Ora appoggia le dita che hai bagnato con la tua saliva sul buchino del culo, mentre maneggi il bottoncino con l'altra mano. E togli quella cazzo di mano dall'ALT-TAB della tastiera. Anzi, fai una bella cosa: stampa questo racconto, nascondilo in borsetta e vai in bagno, così sei sicura che nessuno ti vede. Attenta: ricomponiti un po', non vedi che hai il viso rosso come una maiala?
Sei arrivata in bagno? Chiuditi bene, apri la camicetta e lascia uscire le tette. Poverette... non ne potevano più di stare così strette. Prendile in mano e cerca di leccarti i capezzoli. Se ci arrivi, dai loro dei piccoli morsi, altrimenti, strizzali un po' con le dita. MMMHHH, vedi come si rizzano? Com'è bella questa sensazione, tra il dolore ed il piacere, che ti strugge il seno.
Comunque se ne dica, hai proprio delle belle tette. Meglio di quella stronza della tua collega che usa i reggiseni imbottiti per farle sembrare migliori. Godi della vista delle tue tette, e pensa come sarebbe bello se ci fosse un bel cazzone in mezzo a loro.
Bello duro, con le vene gonfie e la cappella contro le tue labbra.
La tua mano sta accarezzando le palle gonfie, piene di sperma. Hai voglia di liberare quello sperma dalla sua prigione, e sai anche come fare, troia.
Con consumata perizia cominceresti prendendo in bocca solo la cappella, giocando con le labbra intorno al suo bordo, mentre lecchi il filetto, sotto, con la lingua, e mentre con la mano massaggi il bastone per tutta la sua lunghezza.
Ma sì, troia! Ricomincia pure a menarti il grilletto, ora. Levati le mutande e siediti sul cesso del tuo ufficio a gambe larghe, la schiena rivolta verso la porta e la faccia verso il muro.
Non ti eri mai seduta così su un cesso, vero? E' eccitante sedersi a cavalcioni, a figa aperta e sentire il fresco dell'aria sulle sue labbra umide, vero?
Atttenta! Hai chiuso bene la porta?
Allora, vaccona: stavamo parlando di un bel cazzo gonfio e venoso puntato tra le tue labbra.
Non troppa fretta, cara. Stiamo parlando delle labbra di sopra! Adesso lo stai prendendo tra le labbra più a fondo. Ti sta riempiendo la bocca. Fatichi, da quanto è largo, ma LUI ti prende la testa con la mano e te lo spinge dentro, fino in fondo alla gola.
Ti vengono dei conati di vomito, e lui lascia la presa, ma tu sei porca e torni ad ingoiarlo, famelica, fino a quando le tue labbra sfiorano i suoi peli del pube e l'attaccatura delle palle.
Puttana! Ce l'hai tutto in bocca. Non ti sei mai sentita così maiala come oggi.
Ma chissà se nella borsetta hai qualcosa per riempire il vuoto che senti nel ventre... e placare così quel languore che ti pervade...
Ecco quello che ci vuole. Quella bomboletta di deodorante!
Controlla attentamente che non ci siano parti irritanti. Spesso la plastica del tappo ha delle bavette intorno che potrebbero farti male.
Voltati con le ginocchia verso la porta e tieni un po' la bomboletta tra le cosce strette, per scaldarla, mentre con un dito massaggi il bottoncino da dietro, passando per il buco del culo.
Tutto a posto? Ecco il tuo uomo che si mette sotto di te, con il cazzo bello duro che svetta verso il cielo. Appoggia ora la bomboletta verticalmente al coperchio del water chiuso, tenendola dritta con una mano. Se non ti eri tolta prima le mutandine, spostale di lato. Ora lecca tutto il coperchio della bomboletta, ché lo inumidisci un po'. Quanto sei bella, mentre, tutta rossa, cerchi il tuo piacere! Pensa, se fosse il suo cazzo!!! Adesso impalati. Poggia piano piano la punta della bomboletta alle tue labbra. Stavolta quelle di sotto. Scendi piano piano, Ecco che entra. E' un po' grossa, vero? ... ma a te piacciono i grossi cazzi, non è vero, puttana? Adesso puoi anche leccarti le labbra, troia. Tanto sei in un cesso, e nessuno ti vede. Attenta a non ansimare troppo, però...
Ecco, entrano i primi 5 centimetri. Senti la tua figa allargarsi inesorabilmente, come se una grossa cappella si facesse strada dentro di te. Ecco... altri 5 centimetri. Ma com'è grosso!!!
E che bella sensazione sentirlo scivolare tra le pareti della figa!!!
AAAHHH, altri 5 centimetri. Te la godi, eh, troia? Lo fai entrare piano per goderti la sensazione di allargamento, eh?
Sai che una bomboletta è lunga almeno 20-25 centimetri? Ah, che bello se trovassi un cazzo così grosso e lungo. Spingila ancora più dentro, fino a quando sentirai il tappo contro il collo dell'utero.
E adesso alzati, senza togliere la bomboletta, alza il coperchio del Water, siediti sopra l'asse a cavalcioni, tenendo la bomboletta dentro con una mano e inizia a muoverla, prima piano, poi sempre più veloce, ritmicamente.
Ora piscia! Pensa di pisciare su un bel cazzo duro e nodoso. Il calore della tua piscia ti inonda la mano, ma che importa. E' troppo eccitante pensare di pisciare su un cazzo bello gonfio (ammesso che tu ci riesca ancora a pisciare, arrapata come sei).
Continua a muovere quella bomboletta. Anzi, tieni la bomboletta con 4 dita e gira la mano in modo che la base del pollice massaggi il clitoride ogni volta che spingi la bomboletta a fondo...
Ecco... così sei davvero porca.
Manca solamente un tocco magico, per farti godere.
Leccati uno o due dita dell'altra mano e, da dietro, inumidisci il buchino, massaggiandolo per dilatarlo, brutta vacca!.
Ecco, così, spingi piano piano. Ecco che i primi centimetri di dito entrano nel culetto, bello stretto!. Fermati un attimo con l'altra mano, se no il culetto è troppo stretto e il dito non entra!.
Ecco! E' dentro. Riprendi ora a muovere entrambe le mani. La bomboletta ti riempie fino all'utero, la base del pollice massaggia il clitoride, e le dita dell'altra mano ti massaggiano l'interno dell'ano. Pensa che sotto di te c'è uno straniero, uno che non conosci, ma che ti sta impalando da quella porcona che sei. Pensa al suo grosso cazzo con la cappella violacea che sta pompando dentro la tua passerina. Guarda! Ti ha perfino messo due dita nel culo.
Ora il suo grosso cazzo sta pulsando sempre di più.
Nel frattempo, con le dita nel culo, goditi anche le tue contrazioni. Pensa che un uomo, quando ha il cazzo nel tuo culo e tu ti masturbi le sente perfettamente, e massaggiano tutta l'asta, in un fremito indescrivibile.
Ecco... il suo cazzo si gonfia. Percepisci che si gonfia. Lui sta iniziando a pompare più veloce.
Tra poco sarai riempita di sborra. Tutto il tuo ventre gronderà della sua sborra. La sua sborra ti riempirà la fica e poi colerà sulla tua mano e tu poi la leccherai...
Forza, più veloce, sempre più veloce....
GODI, VACCA! Finalmente si aprono le cateratte. Uno schizzo lo senti, prepotente, contro l'utero, e anche tu stai godendo, porca! Le tue tette sballonzolano fuori dalla camicetta, mentre il tuo ventre si contrae ritmicamente e quella vampata di calore sale su, riempiendo di brividi la tua schiena e scaldandoti tutta la pancia.
Come sono le tue mani? Tutte bagnate, eh, troia?
Ma guardati: una perfetta impiegata in tailleur con il viso sconvolto dal godimento, la lingua che passa sulle labbra, le guance in fiamme, a cavallo di un cesso con le tette fuori dalla camicetta, i capezzoli oscenamente in vista, una bomboletta di deodorante nella figa e due dita nel culo.
Sei proprio una puttanella, ma mi auguro questa volta di essere riuscito a farti godere.
Se è così, ti prego, dimmelo.
Scrivimi a [email protected]
Anch'io voglio godere pensando a te, mentre ti masturbi in ufficio.
Se mi scriverai un messaggio eccitante, mi massaggerò anch'io lentamente, fino a donarti i caldi e bianchi fiotti del mio seme.
Che ne dici? Lo so, piccola porcella, che sei già tornata al computer e stai già battendo il mio indirizzo di posta. Ti risponderò volentieri.
A presto.
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17 years ago
ARGENTOVIVO271930,
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Noi - quarta parte
“Lasciarsi trasportare dal desiderio, che c’è di male?” lo dicevo sempre a mia moglie e lei lo diceva a me. Un giorno tornò dall’ufficio un po’ turbata, mi sembrava stanca, triste. Le chiesi cosa la preoccupava. Non mi rispose subito, mi guardò con aria seria e poi mi disse “ti ho tradito”. Mi sedetti sulla poltrona, invitandola a fare altrettanto, vicino a me. “perché?” le chiesi. La sua risposta mi spiazzò, ma non troppo. “mi è venuta voglia, non è stato niente, solo divertimento, mi ha preso l’eccitazione e sono stata al gioco. Anzi sono io che ho condotto il gioco”. Le chiesi di raccontarmi tutto. Il cuore mi batteva, ero preda di strane sensazioni. Un misto di gelosia, incazzatura e altro. E di quell’altro non riuscii a darmi una spiegazione, almeno non immediatamente. Anche se un’idea ce l’avevo. Mi aveva sempre eccitato la sua intraprendenza in fatto di sesso, come riusciva a farmi accettare il fatto che la cosa principale per lei era godersi la vita, fare quello che le piaceva. E le piaceva il sesso, in ogni suo aspetto. Così la feci raccontare: “oggi sono rimasta sola in ufficio all’ora di pranzo con un mio collega, ti ricordi, ti avevo parlato di lui, quell’uomo di mezza età, molto affascinante. Mi ha sempre provocato, fin dal primo giorno in cui sono entrata in quell’ufficio. Sa di essere affascinante e sa come stuzzicarmi. Abbiamo cominciato scherzando a parlare di sesso, di tradimenti, dell’importanza di lasciarsi andare, senza falsi pudori. Mi ha detto che l’ho sempre attratto, che gli piaceva la mia bocca. Si era fatto serio, non stava più scherzando e mi stava lusingando con i suoi complimenti. Non gli ho nascosto il mio essere una persona libera da pregiudizi e da condizionamenti. Ho voluto stupirlo e così improvvisamente gli ho detto che sarei stata capace di prenderlo in bocca anche a uno sconosciuto se solo mi fosse presa la voglia. Lui è rimasto spiazzato dalla mia audacia, ha esitato un po’ e poi mi ha chiesto se anche di fronte a qualcuno che conoscessi mi sarei comportata allo stesso modo. Gli ho detto di sì, che quando ho voglia di sentire un cazzo nella mia bocca cerco di averlo. Ma che non è che ne ho sempre voglia. Ma in quel momento la avevo, così mi sono avvicinata a lui, guardandolo negli occhi. Si è seduto sulla sedia che aveva accanto e ha allargato le gambe. Ho slacciato i suoi pantaloni e li ho fatti scendere fino alle caviglie, poi ho messo le mie mani sulle sue mutande, era eccitatissimo, aveva uno sguardo incredulo. Mi sono inginocchiata e ho fatto uscire la punta della sua cappella. L’ho leccata, l’ho toccata con le dita e l’ho di nuovo leccata. Ho fatto uscire tutto il suo cazzo dalle mutande. Ha un bel cazzo, era buono, saporito, duro. Non è grande ma lo volevo succhiare tutto. Sai quanto mi piace fare la porca, sentirmi desiderata, sentirmi una brava pompinara. Gli volevo lasciare un bel ricordo. Un pompino in pausa pranzo. Mi eccitava l’idea, mi piaceva quel cazzo di un uomo maturo. Mi piaceva quel pompino. Ho iniziato a infilarmelo nella bocca, a muovere le labbra e la lingua. Sentirlo dentro mi dà sempre una sensazione unica, lo sai, vero?” non trovavo le parole per dire niente. Capivo quella sensazione che non ero riuscito ad individuare in precedenza. Mi eccitava da morire. Quella porca di mia moglie. Io l’amo così. Mi eccita così. “l’ho leccato per un po’, l’ho sentito parlare, dirmi che sono brava, che lo stavo facendo impazzire, che voleva godere nella mia bocca per farmi sentire quanto… l’ho succhiato, ho sentito che stava venendo, mi teneva le mani sulla testa, stringeva di più. Ha goduto nella mia bocca, ho sentito il suo sapore, il sapore del suo sperma, i suoi gemiti per quello che gli avevo fatto. Avevo voglia e l’ho fatto” l’ho guardata negli occhi. “Hai fatto bene, se ti andava, ti sei divertita, no? Ho voglia di te, ora….”
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17 years ago
lentezza,
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Il mio caporeparto
Mia moglie da non molto ha cambiato lavoro,si occupa del prodotto finito ovvero il controllo finale prima di essere immesso sul mercato.
La vedo soddisfatta di questo suo impiego,mi racconta dell'allegria fra colleghe e la cosa mi fa piacere,il bello della vicenda avviene una sera,quando lei mi dice che per una cena aziendale possono partecipare anche i rispettivi,accetto l'invito e devo confessare che e' stata una serata all'insegna dell'allegriacon tantissime risate a non finire.L'attenzione casca su mia moglie che e' sempre vicina a una sua collega,il pensiero fa si' che mi sento irrigidirmi man mano che la scruto,era un falso allarme,arrivati a casa una scopata con l'idea di vedere mia moglie alle prese con l'altra.
Poco tempo fa' mi dice: Dimmi una tua fantasia sessuale.
Mi piacerebbe vederti scopare........... e lei mi interrompe dicendomi Con un'altro?prendo la palla al balzo e acconsento.
La settimana scorsa si ripropone chiedendo conferma della mia fantasia e' sempre si le dico,allora come uno sconosciuto mi invita a cena la sera successiva,ci prepariamo e vedo lei che in bagno si rasa la figa, vestendosi usa il meglio della lingerie,mutandine brasiliane trasparentissime un reggiseno a balconcino un coordinato niente male,indossava una maglia-camicia biancae nera ,una mini che piu' mini era impossibile insomma una bambolina di cristallo ,ci avviamo alla macchina e i primi occhi la spogliano mi sentivo orgoglioso di una donna cosi porca,saliti in auto mi dice andiamo a cena con il mio capo tu aspetta e vedrai al momento giusto con un cenno intervieni .Arivammo al ristorante,sedendosi la gonna si alzava sempre piu' e lei indifferente lasciava perdere,ad un certo punto una toccata di mano fra loro e per puro caso(si fa per dire) a lui casca il tovagliolo vedo mia moglie che sospira di piacere e mi fa cenno che l'ha toccata,il cazzo e' gia' in fase di decollo,finita la cena e facendo lo stupido opto per andare a casa,ma il capo di mia moglie insiste per un drink a casa sua,aveva abboccato sapendo che mi piaceva vedere la puttana di mia moglie alle prese con due uccelli,arrivati a casa sua mia moglie mi fa cenno di stare fermo,lei si sbottona per farsi vedere i seni e gli afferra il pacco che era da tempo di marmo gli estrae l'uccello e se lo pompa io mi segavo aspettando il segnale di lei .
Vedo le dita bagnate di umori della passera ,mentre mi avvicino mia moglie si gira e mi dice aspetta che me lo metta in culo,si fa inculare dal quel cazzo durissimo,vedendo la sofferenza e la goduria di quella troia, una volta entrato mi dice sbattimelo nella figa,continuammo cosi a scopare fino a notte tarda ed ora mi ritrovo con l'amico di mia moglie che me la scopa (sempre in tre)con grande soddisfazione
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17 years ago
admin, 75
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La panchina
Anche quella sera ci ritrovammo a Forte, Pamela ci aspettava sotto casa ed io e Luca parcheggiamo lì vicino, per gustarci la serata.
Non avevo avuto nessuna avvisaglia di cosa sarebbe successo, ma la faccia di Pamela nascondeva qualcosa di eccitante per me.
Un bacio di saluto e ........... dalla finestra della casa compare lei ........ Patrizia; donna avvenente sulla quarantina che saluta tutti e mi colpisce con uno sguardo furtivo al quale resto di sasso.
Ci chiede se può unirsi a noi tre per la consueta passeggiata, in quanto le bambine sarebbero state in compagnia della nonna.
Ci incamminiano lungo le strade alberate e chiassose di quei giorni di agosto nell'interno di Forte.
Io e Patrizia camminiamo avanti scherzando e ridendo, ignari di quello che di li a poco ........ ci avrebbe riservato il futuro.
Arrivando al pontile .......... Luca e Pamela ci lasciano ...... per il consueto loro momento di intimità ......... e noi ........ continuamo fino al termine.
Solo una pachina è mezza libera ed allora decidiamo di sederci.
Patrizia ..... si siete sulle mie ginocchia e ..... continuamo a parlare, ma questa volta ........ siamo un pò più maliziosi.
Il tempo scorre e gli occhi si intrecciano furtivi ed ansiosi di sensazioni vive ........ le nostre bocche si uniscono in un bacio lungo, appassionante e voluto.
Le labbra di Patrizia così dolci e morbide, la sua lingua che dolcemente si muove cercando la mia e ricambiando gli umori che aumentano l'erotismo e l'eccitazione.
I baci si susseguono ........ le carezze sul corpo di lei ....... i vicini si scostano per lasciar l'intimità a quei due ragazzi.
Ci muoviano alla ricerca di un posto intimo di un momento ancor più piacevole di quello che al momento era disponibile.
La spiaggia di Forte ....... i lettini e le sdraio solitarie ........ il mare che rumoreggia alla luna il suo dolce canto e ........ i nostri corpi che si cercano e si desiderano in un sol corpo.
Ci sdraiamo sul lettino ed io ......... gonfio i voglia inizio a baciarle il collo ......... le spalle nude e ......... quei seni grossi e turgidi che fuoriescono dal reggiseno in un sol colpo.
La lingua di lei si muove alla ricerca del mio corpo ......... ma ..... non le rimane che accarezzare la mia testa e ......... godere della mia lingua che ormai era diventata padrona del suo sesso.
L'orgasmo fu intenso e desiderato .........
Ma la mia lingua continuò insistente tra le sue cosce e quelle labbra, gli umori aumentarono e il suo corpo si fece ......... elettrico e dalla bocca sospiri ed ansimi ne uscirono.
Un nuovo orgasmo ancor più intenso .......... lascio fuoriuscire altri umori e con una voce flebile mi ........ cercò.
Ormai gonfio di voglia ........ e bagnato per l'eccitazione del momento ........ mi avvicinai alla sua bocca e ....... mentre le nostre lingue si contorsero all'unisono ........ il membro entro tra quelle labbra calde, umide e vogliose.
L'intensità e la voglia durò ......... e mentre le bocche continuavano a baciarsi senza staccarsi .......... il membro si muoveva all'interno riscaldando e aumentando gli umori della vagina ...........
Il culmine fu immenso, violento e prolungato ....... e non ci rimase che abbandonarci all'estasi insieme.
Erano passate le quattro del mattino quando facemmo rientro e quella serata fu solo l'inizio della nostra storia.
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17 years ago
carino6423,
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La moglie del poliziotto
ciao a tutti volgio scrivere questo racconto che è un pezzo della mia vita vissuta...
Cominciamo da quando avevo circa 18 anni quando vicino casa mia venne ad abitare una coppia sposata con due bimbi piccoli, lui era un agente di polizia e lei una donna bellissima, mora capelli rosso scuri quasi neri, ma con sfumature rosse.
La vidi la prima volta con i figli piccoli al bar dove di solito mi incontravo con gli amici, ed era di una bellezza incredibile poi aveva uno sguardo da donna veramente assetata di sesso.
vestiva spesso con tacchi alti e mini gonne....e in giro dopo un pò di tempo cominciò a circolare la voce che era ninfomane.
comunque passarono un po di anni con queste voci sul suo conto sempre in vigore....e questa donna di nome Natalie la incontravo spesso in centri commerciali o in auto. Un giorno ero davanti al bar con un mio amico e lei si avvicina chiedendo una sigaretta, gli diedi la sigaretta, la accese, poi ci salutò e ando via. Il giorno successivo era di sabato, la incontrai in un Centro commerciale come promoter, mi fermai a salutarla e scambiai qualche parola, mentre la stavo per salutare mi disse che lei alle 13.00 avrebbe finito di lavorare e gli avrebbe fatto piacere offrirmi un aperitivo. In quel momento mi cominciò a salire l'eccitazione perchè avevo capito che si stava creando una situazione molto eccitante.
Andammo a prendere l'aperitivo al bar del centro commerciale sui tavolini vi erano posati dei biglietti per l'ingresso in alcune discoteche della zona, lei prese questo biglietto e mi disse che questa sera sarebbe andata con una sua amica in questa discoteca sul mare.
Alla fine dell'aperitivo ci salutammo la ringraziai dell'aperitivo che ha voluto per forza pagare e andai via.
La sera andai in questa discoteca mi feci un giro per cercarla e la vidi ballare con questa sua amica con un fisico molto bello, io feci finta di non vederla e dopo un pò mi vide lei e mi venne a chiamare, andai al loro tavolino, dove mi offrirono da bere del prosecco, feci portare un'altra bottiglia di prosecco per dei nuovi brindisi, ero eccitatissimo e anche la presenza di questa sua amica mi stimolava la fantasia....a un certo punto della serata rimanemmo soli su questi divani all'aperto e mi sentii il suo fiato e la sua lingua tra il collo e l'orecchio, mi disse che aveva voglia e che il marito non c'era mai a casa. Mi diede appuntamento alle 2:00 sotto il suo palazzo e che con una scusa lasciava l'amica e tornava a casa. Alle 2 ero li sotto, salì velocemente sulla mi auto e ci allontanammo, mentre guidavo comincio a toccarmi e baciarmi ancora dietro l'orecchio mentre con una mano mi palpava sopra i jeans il mio membro. Ero eccitatissimo e anche lei.... mi fermai di colpo ai bordi della strada mentre tutti e due ci toccavamo reciprocamente....ero quasi in trans....ed ero bagnatissimo...con la mano gli tocco la sua figa ed anche lei era bagnatissima....riprendiamo comunque la strada in direzione San Benedetto per trovare un hotel... il viaggio dura circa 40 minuti, lei mi sbottona i jeans e comincia a leccarmelo, sentivo il calore della sua bocca e la sua lingua che mi leccava la cappella...io con la mia mano destra frugo nelle sue gambe e con il dito faccio quello che vorrei fare con la lingua....l'eccitazione è sempre più forte e ho il cuore che mi palpita fortemente...mentre la penetro con un dito lei affianca un suo dito al mio mentre è dentro di lei....poi lo tira fuori me lo mette nella mia bocca per farmi sentire il sapore dolciastro della sua figa....in quell'istante sento che sto per veniere e che anche lei sta per raggiungere l'orgasmo dopo qualche attimo lei dice "sto venendo dai veniamo insieme!!" il mio sperma schizza fuori bagnando tutte le sue mani che se le passa tra le labbra....Arrivammo in hotel con i nostri bollenti spiriti ancora più eccitati....prendiamo l stanza n.322 appena entrati si leva la camicia e il suo seno ora è nudo...un seno bellissimo... resta con i tacchi e la gonna mi sbottona la camicia e mi fa sdraiare per terra....si toglie una scarpa mentre lei resta in piedi e passa il suo piede sulla mia testa e sulla mia faccia dove la mia lingua cercava di raggiungere il suo piede che sfuggiva....si inginocchia mi sbottona i jeans e si siede sul letto con me ancora per terra, non voleva che mi alzassi....comincia a toccarmi con un piede il mio cazzo durissimo...poi si leva anche l'altra scarpa e passa l'altro piede sulla mia bocca mentre la mia lingua passava tra le sue dita....poi con tutti e due i piedi mi masturba mentro io a terra stavo impazzendo...l'eccitazione mi aveva fatto entrare in trans ed ero in balia del piacere....poi scese dal letto si leva la gonna e finalmente posa la sua figa sopra la mia faccia.... sento il suo sapore sul suo perizoma nero....si ferma sulle mie labbra,con le dita sposto lo slip e la mia lingua comincia a muoversi sul suo clitoride lentamente...lei intanto con la sua lingua e le mani continua a farmi impazzire...la mia lingua lecca lentamente le sue labbra gonfie, la penetro con la lingua sempre molto lentamente e sento i sui gemiti di piacere sempre più forti....poi gli passo un dito dietro mentre continuo a leccare e penetrarla con la lingua...ho un pò di timore perchè non so se lei possa accettare quel dito che passa sul suo sedere...lei come aver capito mi dice continua non fermarti, voglio essere la tua porca... cosi gli metto prima il dito nella figa per bagnarlo e poi lo riporto dietro pronto per farlo entrare....lentamente la penetro dietro...e sento lei che comincia a muovere la sua bocca e el sue mani sul mio cazzo sempre più velocemente....muovo la mia lingua dentro di lei e anche il dito dietro....sento che sta raggiungendo un nuovo orgasmo e anche io sto per venire....ho la bocca piena del sapore del suo sesso....sono istanti di piacere immenso che solo vivendoli si possono raccontare.....dopo qualche attimo sento il suo liquido e la sua voce "vengo-vengo-sto venendo" la mia faccia e ricoperta del suo liquido dolciastro e dopo qualche attimo anche io raggiungo l'orgasmo nella sua bocca....
Restiamo per terra qualche istante prima di uscire fuori nel balcone a fumare...una volta fuori mi prendo la sigaretta, ma prima di accenderla lei la prende se la passa nella figa facendola entrare appena e poi mi dice"così è più gustosa"....
incredibile quella donna che tutti gli uomini avrebbero voluto scopare ora era mia....la storia segreta con Natalie è durata per 2 anni circa poi si è trasferita in Umbria perchè avevano trasferito il marito....Non ci siamo più visti ne sentiti....
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17 years ago
admin, 75
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Lo stupro
Amelia si alzò da terra non badando al corpo che pareva gridare di dolore e grondare lacrime di sangue. Il bosco sembrava ancora più orribile ora che il lupo era andato via a pancia piena. I frammenti di camicetta coprivano la leggerezza del suo seno. Non voleva nemmeno ricordare il volto di chi le aveva tolto il suo essere donna per sempre.
In una brillante serata di Maggio era salita su quella macchina che sfavillava di se, e aveva trovato in quel robusto ragazzo moro, qualcosa di molto speciale. Cosa non ci fa fare la rabbia, quella che parte da dentro e raggiunge l’anima rubandola anche al diavolo. Avrebbe riso il mattino dopo, ricordando le carezze di un amante speciale, a chi le aveva massacrato il cuore. Il buio si fece sempre più pesto,ed i rami sempre più fitti e pungenti.
Camminò fino a giungere sul ciglio di una strada di campagna, dove forse, un buon caronte l’avrebbe portata fuori dall’inferno. La sua mente le proiettava un violento flashback di lei che urlava mentre un manesco giovane pensava solo a sfogare il suo io. Le aveva strappato i vestiti, rotto la gonna azzurra, ferito un labbro. Lei aveva usato tutta la sua forza per ribellarsi, era cattiva e grintosa, ma forse, non abbastanza. Il sentire una cosa estranea e rifiutata dentro se stessa, e per la prima volta, le fece provare un irrefrenabile impulso di vomitare. Avrebbe voluto morire lì fuori, piuttosto che farsi uccidere dentro.
Ogni tanto, al viso del feroce ladro di sogni, si sovrapponeva quello dell’uomo amato, che aveva iniziato a violentarla, ma solo nell’anima. Proprio quando si accorse che il freddo era penetrato nel suo flebile corpo una macchina si fermò.
Era un uomo stanco e anziano, dall’accento lento e dai modi raffinati. Non servì nessun racconto, il signore capì il passato guardando i vestiti squarciati, e lo sguardo rassegnato di chi vorrebbe bruciare il mondo ma è troppo spaventato per accendere un fuoco.
Adesso, dentro a quella macchina, Amelia capì che nel mondo esistevano due tipi di carnefici:quelli bestiali, che usano la forza per spezzarti,e quelli cerebrali, che usano il cervello per mandarti dai primi. La porta del pronto soccorso le parve distante e paurosa,di colpo si chiese se la cosa giusta fosse proprio andare in quel luogo e raccontare la notte più brutta della sua vita. Il signore, dopo averle chiesto se aveva bisogno di altro, si avvio verso casa. Piangeva Amelia,voleva sfogare il suo dolore. Il viso del suo uomo era ancora davanti ai suoi occhi: aveva bisogno di lui? L'avrebbe capita? Non sapeva che la ferita più grande doveva ancora arrivare. Compose il numero, una voce distaccata le annunciò che era in corso un party,quindi era meglio che si sentissero più tardi. La sua disperazione valeva meno di un Martini. Il cuore si gonfiò di odio, il ventre si chiuse in un collerico addio, e gli occhi divennero ancora più bui delle tenebre. I dottori del pronto soccorso, la sottoposero a tante, troppe domande, le medicazioni alleviarono poco e nulla il male, e lei, che vagheggiava nei suoi pensieri, si rese conto di come fosse brutto avere il veleno al posto del sangue.
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17 years ago
admin, 75
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La modella
Ma sarò davvero capace di farla? Di alzarmi la gonna e chiedere un prezzo, e vendermi a pezzi perché intera non voglio, e l’anima in fondo non è fatta di carne. Ma davvero sarò capace di farla? Come le tante sui bordi di strade, affollate di notte che sciamano in coda, e riscaldano al fuoco la merce migliore? Oddio come sono patetica, non so perché penso a quelle figure, in fin dei conti mica devo battere in strada, nessuno l’ha chiesto e nessuno lo vuole!
Sono qui che rispondo e cerco parole, dentro la mia stanza e fuori c’è neve, mio marito che legge a solo due passi, e Valentina che dorme dentro la culla. Fisso lo schermo e mi sento a disagio, leggo e rileggo la sua ultima offerta, devo solo decidere e rispondergli certa, con un sì od un no perchè il resto non conta. Lui mi offre un rimborso ed è così che lo chiama, perché delicato mai parlerebbe di soldi, mi rapisce e mi prende il suo modo di dire, per farmi sentire davvero a mio agio. Mi riscrive l’offerta ed io ne ho davvero bisogno, devo partire per Vienna per un servizio importante, è la svolta che cercavo da mesi e da anni, e non ho un euro per pagarmi il soggiorno. E come il destino che raramente m’aiuta, lui è spuntato tra le tante email che ricevo, dai miei fans inconcludenti sparsi nel mondo, che mi dicono bella e mi chiamano amore.
Faccio la modella e lui vuole conoscermi, mi dice che mai ne ha vista una più bella, perché lavora nel campo e se ne intende, e in nessun’altra mi giura ci ha fatto dei sogni. Perché ho un sito per farmi ammirare, un punto com dove espongo le foto, e lui mi ha scritto davvero estasiato, colpito da quella con la veletta e il capello. Per giorni mi ha condotta nel suo gioco di ruolo, e dopo parole fitte di corte, è spuntata l’offerta come un atto dovuto, che ora davvero non mi fa dormire la notte.
Ma sarò davvero capace di farla? Non l’ho mai fatta e lui sa che non sono un’esperta, che al massimo posso mettermi in posa, la gonna che s’alza la bretellina che cala, il seno che ammicca tra il vedo e non vedo. Che cambierebbe davvero? Mi spaventa l’idea, mi spaventa l’offerta! E’ davvero così tanto labile il confine? Un piccolo passo senza pensare, e trovarmi nel ruolo che non avevo previsto, da madre e modella che già cozzano insieme, a prostituta di classe perché è questo che vuole.
Mi ha trasportata leggera per vicoli e ponti, fino a convincermi in fondo che non c’è nulla di male, ad offrirmi ad un uomo che guarda e si sazia, e mi inquadra con gli occhi senza farmi una foto. E poi in crescendo dicendomi oltre, che lui non compra ed io non vendo, se tutto sommato non passa di mani, la merce che intatta rimane sul banco.
Mi ha scritto 500 come ultima offerta, semplice e netta in lettere e in cifre, ed io ho sentito un brivido intenso, perché per meno non m’avrebbe convinta. Mi ha detto 500 senza pensare, 500 per me come fossero rose, come un mazzo tempestato di rosso, che mi offre non appena scendo dal treno.
Lui è di Roma ed io di Milano, andrei apposta per fare il servizio, perché è la versione ufficiale e mio marito ci crede, e devo solo pensare dove lasciare mia figlia. Mi ha detto due ore perché non ci vuole più tempo, e quelle più lunghe le passo all’andata a pensare, al ritorno felice dondolata dal treno, a contare convinta che se voglio riesco.
Sono 500 e non sono uno scherzo, tutto il resto non conta non avrebbe alcun senso, lui dice che è un gioco trasgressivo e intrigante, che coinvolge soltanto le nostri parti infantili. Mi ripete che dopo sarà tutto come prima, ma lo so che lo dice per non farmi sentire una troia, sì proprio quelle di prima ai bordi di notte, che scaldano la merce come castagne per strada.
Mi ripeto che dopo sarò sempre modella, di nudo e glamour con in più l’occasione di Vienna, perché sono 500 come i baci che offro, a mio marito la sera senza avere ritorno! Mi ha detto che non vuole fare l’amore, che è solo il gusto di pagare una donna, che non batte la strada ma fa la modella, che non gira per alberghi ma si lascia pagare! Mi scrive che di donne ne ha prese a mandrie, ma quello che vuole non è una mucca di carne, ma una donna che a pezzi scopre ad arte, il seno le gambe il dietro che ama.
Alle volte mi sento scema davvero, perché ho questi dubbi che mi dilaniano dentro, in fin dei conti è come se stessi facendo un servizio, se davanti ci fosse un fotografo esperto. Non vuole altro ed io ci credo, perché è particolare e me lo dice ogni sera, perché non è col sesso che s’appaga un uomo, non è con la figa che mi sento più bella.
Mi vuole vestita con la veletta e il cappello, con un vestito a tubino che mi fascia i fianchi, ed un paio di calze con la riga che corre, un paio di tacchi alti e importanti. Mi vuole vestita tutta di nero, perché il rosso che vede sia sulle mie labbra, che spunta evidente dalla retina velata, e valga quel prezzo che lui mi ha offerto.
Mi porta in un posto a due passi dal centro, un tugurio a due stelle di nome Samantha, per rendere il gioco ancora più vero, perché quel posto è frequentato da quelle, sì proprio da quelle che scaldano merce, per la coda che aspetta e non raffreddare le voglie. M’ha detto due ore ma anche poi meno, perché dipende da quanto ci metto a spogliarmi, a fargli ammirare un pezzo e poi l’altro, il ricamo intrigante e la coscia più chiara, e lui che rimane disteso sul letto, che fuma e che pensa di farsi una donna, rimanendo distante a due metri dal sogno.
E già! Che sogno sarei se poi mi prendesse, perché mi vuole eterea volatile e sparsa, uno strascico lungo che rimanga per sempre, come un profumo che resta di fiore mai colto. Guardo mia figlia e mi guardo allo specchio, sto scrivendo l’email per dargli conferma, domani alle sette al terzo binario, vestita di nero senza valigia.
Domani alle sette, lui con un mazzo di rose, che mi guarda estasiato per la scelta che ha fatto, che lo guardo convinta e gli domando per dove, è previsto il servizio della signora di classe, vestita di nero col capello e veletta. Domani alle sette che scendo dal treno, e lui che m’aiuta per via dei tacchi, sottobraccio corriamo perché andiamo di fretta, perché ho solo due ore ed un treno m’aspetta.
Domani alle sette ed invio conferma.
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17 years ago
admin, 75
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La voglia
E’ una sera di maggio, nel parco, a Forte Antenne, sotto un cielo insanguinato al tramonto di nuvole scarne, allungate nell’estasi dei primi calori d’estate. Sulla strada scura del vespro non un avventore e neppure un gatto, quando al di là d’una curva d’asfalto, accecante coi suoi fanali d’occhi, lenta s’affaccia un’auto rossa, tra le fronde sporgenti degli alberi, sul viale che passa. In sottofondo, il fosco stridere d’una civetta in dialogo, abbarbicata al ramo e alla vena inquieta d’un battito cardiaco nell’ultima sua ansa di tristezza, e la corsa celere dello scoiattolo, allontanatosi s’una pianura fuori mano alle porte d’una notte solitaria.
E’ l’ansia raminga che accompagna quando l’amore abbandona. Pochi lampioni di sentinella, pochi metri di fari ancora accesi sino alla rientranza della strada laterale. Le labbra alla bottiglia e l’invadente calore infame fra le gambe. “Voglia perché m’assilli?” “Voglia perché non mi dai tregua?” Lei scende sinuosa sull’acciottolato, scaltra con i suoi tacchi da dieci centimetri e mezzo; non hanno cedimenti le sue caviglie mentre tendono nervose verso l’alto. Lei volta su se stessa con palesata grazia, muove sostenuta allungando muscoli e pelle come una ballerina contratta nella posa, ed ogni movimento l’abbraccia intimamente nelle ossa fino al punto da farle dire: “la voglia mi prende le gambe”. “La voglia mi scioglie sui passi”. “La voglia mi guida già inerme”. “La voglia mi chiama danzatrice di veli”.
La voglia stasera è la sua Signora e Padrona, la voglia le chiede di mettersi in mostra come una passeggiatrice di strada. E già s’alza il suo vestito stretto. Lei poggiata sul cofano al buio, con le gambe aperte, i tacchi come piantati nel terreno. E le mani alla vita ancorate d’attesa, gli occhi attenti da gatta alla strada che nel gomito la nasconde dalla via principale, nell’impaziente follia che sotto s’accumula come nuvole al cielo preparando violenta l’improvvisa pioggia. Arriva poi un’auto, un’altra e un’altra ancora, lentamente com’è nell’ansia il tempo. La prima le illumina le gambe e sembra bloccarsi. Poi quasi immobile, coi fari tesi, avanza sulla preda con la luce furiosa e le scopre sul volto la sfida.
Sorriso e sguardo, di sfacciata presunzione, di lei tutta ancora decisa e pronta per squassare quella voglia di smania da cui mai si sente lasciare. Che ora la vuole. La vuole a camminare. Felina, sfrontata ma sola, tra le ombre che le annientano il mondo e le sue mani furtive e frementi che le accarezzano morbide i fianchi, morbose tra i passi, mentre le muove sul vestito dall’alto, sul seno, allacciato fin sotto sul collo. Un’auto si ferma. Un uomo scende. Forse vuole capire, ma lei indietreggia alla sua stessa voglia. Non vuole conoscerlo, né adesso né poi, né lui né gli altri, così s’allontana nel fiume che intanto le sfocia. Alla portiera è già in fuga, ma veloce in un’alzata di spalle lo vede, l’uomo è pentito e ripiega, senza abbandonare la presa degli occhi, a passo di gambero. Forse ha capito, è d’accordo. Lei decide di sì e riparte pulsante, e come su un palco sospirato a teatro inizia a far recitare i bottoni con pose d’artista. Intrigo di mani che s’avvinghia in sensuali movenze impregnate di voglia, e ancora morse lascive, e invitanti mugolii sommessi che reclamano la sua danza del corpo, carnale, viziosa. E lei, lei, che accoglie gli sguardi stranieri sulla via dei solchi, accoglie le dita impazzite fin dentro nei pozzi, sbottona piano la veste e poi svelta la apre. La spalanca, con le gambe tese che colano voglia e camminano del loro strusciare nell’aria il respiro di lui, dell’altro, del loro muoversi all’ombra e nel sangue che sale e li monta.
“La voglia mi spoglia”. “La voglia mi bagna”. “La voglia m’impone di girarmi di spalle a cercala dove s’annida più stretta”. E lei sale in ginocchio sul cofano caldo, si piega all’abbaglio del faro e con la luce del raggio poi affonda. “La voglia mi squaglia”. “La voglia mi scoppia”. Lei s’arresta e si svuota per sentire che pulsa. E’ l’attimo in cui si ferma nel palpito, per trattenerlo sul margine, per dilatarlo. Lei si gira, si struscia e giù scivola lungo il nero paraurti, s’avvicina alla portiera aperta che attende e lì prende il suo regalo per loro. Sul suo seno, che scopre, sulla pelle eccitata, sulle sue areole rosse, sui suoi chicchi rubino, si stringe, si strizza, s’appende e s’avvita, un rosario di perle violacee che con furia la morde di piccoli morsetti.
“La voglia mi umilia, mi comanda”. “La voglia m’impiega, m’ostina al dolore”. Lei geme alla bocca aperta di lui, alla mano dell’altro che spreme e allo sguardo perso di tutti che alla mente l’avvolge. E ricomincia, risale sull’auto e s’apre, s’allarga stavolta di fronte e poi sfonda. La catenella oscilla tra i capezzoli vigili mentre lei lubrica tra le labbra la sgrana, perla a perla, e tra le labbra la tira fino a strapparsi in lamenti, finché s’inarca stravolta d’una forza che sfascia, e poi di colpo al salire dei gemiti di lui, del respiro più ansimante degli altri, scoppia, insieme a loro scoppia. Di botto esplode. Gode. Non ci sono parole a seguire, né più sguardi per loro, lei nuda riparte in auto, le mani strette al volante, la collana preziosa al seno, e la sua voglia ancora a palpitare. La sua voglia assillante che l’ha corrotta puttana. Non ci sono parole a coprire il tormento del suo Amore lontano, a coprire un grido di strappo lacerante al petto.
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17 years ago
admin, 75
online -
Alcros
Mara, una ragazza alquanto silenziosa, misteriosa e terribilmente timida...così la descriverebbero superficialmente gli amici, ma loro non sanno...."oh no non sanno!"-si trova a pensare la diciannovenne dal corpo minuto, i lineamenti affilati ed il seno prosperoso.
Lentamente sfiora le sue curve davanti allo specchio, tenta sguardi sensuali ed ammiccamenti invitanti. Le sue dita s'insinuano nel suo sesso traendone quel dolce nettare che con delizia porta alle labbra per gustarlo avidamente.
"Sì, ho proprio tanta voglia"- sussurra, prima di rivestirsi in tutta fretta per uscire.
Per la strada passa inosservata, nessuno la degna di uno sguardo, in fin dei conti chi potrebbe pensare che sotto il cappuccio di quella larga tuta possa nascondersi il volto di una ragazza.
Arrivata ai piedi di un'antico palazzo disabitato, Mara si guarda attorno per assicurarsi di non essere seguita, indi si appresta a varcare l'uscio. Percorre la stretta volta di scale, sino ad arrivare all'ultimo piano, incede verso una sconnessa porta blu e una volta raggiunta col palmo della mano picchia su di essa per tre volte :"cappio" - mormora, mentre il cuore comincia a batterle così forte da toglierle il fiato. Al pronunciarsi della parola, il rumore di una catena ed un tonfo sordo accompagnano l'aprirsi della porta e due figure vestite di nero ed il volto celato da una maschera in lattice le compaiono davanti.
[il racconto segue appena ho tempo ] ^___^
5
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17 years ago
admin, 75
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La voglia
Mi ero appena svegliato, in ritardo, quella mattina. Mi diressi verso il bagno e fui abbagliato da una visione. Mia moglie che si truccava allo specchio. Aveva indosso un paio di stivali e calze autoreggenti. Una maglia nera e un perizoma sottilissimo nero, un sottile lembo di stoffa che separava le due natiche. La gonna era appoggiata su uno sgabello al fianco del lavello. Lei era piegata leggermente in avanti per avvicinarsi allo specchio; il suo culo si offriva ai miei occhi. La già prorompente eccitazione del mattino si trasformò immediatamente in voglia irrefrenabile. Mi avvicinai salutandola, baciandola dietro al collo. “ciao amore…sono già in ritardo, non farti strane idee” mi disse tarpandomi le ali. “va bene, ma quando ci rivediamo stasera…” dissi io un po’ deluso.
La giornata di lavoro la passai ricordando quell’immagine, aspettando di rientrare a casa per poter dare seguito a quanto desideravo fin dal mattino.
Le mandai diversi messaggi a cui rispose immediatamente promettendomi che la sera avrebbe placato le mie voglie. D’altra parte lei era così, non si tirava di certo indietro di fronte alle mie richieste di sesso. Spesso era lei a prendere l’iniziativa a provocarmi, a stuzzicarmi. Le piaceva vestirsi per attrarre qualche sguardo su di sé e poi tornare a casa la sera e raccontarmi di come era stata desiderata. Le piaceva essere desiderata, stare al centro dell’attenzione di uomini e anche di donne. Voleva essere il centro del desiderio sessuale di chi stava vicino a lei, voleva che chi la vedeva potesse pensare di scoparsela, di toccare il suo culo eccitante, il suo seno morbido. E le piaceva ripetermi questo mentre scopavamo, raccontarmi che si sente eccitata all’idea che qualcuno la desideri, uomo o donna che sia. E quanto poi le piaccia fare l’amore con me, solo con me, che queste sono solo le sue fantasie, i suoi strumenti per eccitarsi. Non le ho mai creduto completamente, so bene che qualche scappatella se l’è concessa, come penso che sia naturale, ma questo non mi disturba, anzi, aggiunge un po’ di pepe al tutto.
La sera tornai a casa prima di lei e l’aspettai, volevo solo godermela, toccarla, scoparla.
Arrivò finalmente, la invitai a metterci in finestra per fumare una sigaretta, raccontandoci la giornata trascorsa. Mi misi accanto a lei, affacciati sulle finestre dei palazzi circostanti il nostro appartamento. Inizia a carezzarle la schiena mentre parlava, a massaggiarla in maniera sempre più esplicita. Lei sorrideva e continuava a parlare. Mi spostai dietro a lei, dicendole di rimanere così. Ne ammirai la bellezza, i fianchi, il culo, la schiena. Alzai la gonna, sfiorandole la pelle, poi iniziai a stringere le sue chiappe tra le mie mani. Passai le dita seguendo il sottile filo del perizoma che così mi aveva eccitato. sentire il suo culo tra le mie mani mi eccitava sempre di più, le dissi di continuare a guardare fuori dalla finestra, nelle case illuminate dei vicini, di fare come niente fosse. Mi inginocchiai dietro di lei, volevo sentire il suo sapore tra le mie labbra, baciarla, leccarla, farla godere. Spinse il suo culo verso di me, come ad invitarmi ad approfittarne. Sfilai il perizoma e la leccai a lungo, sentendola sempre più eccitata. Il sapore della sua fica mi riempiva la bocca e mi andava al cervello. La sentii venire sulla mia bocca, stringendo le gambe e trattenendo i gemiti…
Poi mi staccai da lei, la guardai, con la gonna alzata, il culo nudo rivolto a me, la finestra aperta e il suo volto sorridente girato verso di me. Mi slacciai i pantaloni e mi avvicinai di nuovo. Entrai dentro di lei per spingere, con le mani sul suo culo, stringendolo. Quello che volevo dalla mattina ora era lì, io dentro di lei, i suoi sospiri, il suo corpo, i miei movimenti, i suoi movimenti, l’odore del sesso… e venni dentro di lei. Spingendole dentro tutta l’eccitazione che era stata capace di darmi. Poi accesi un’altra sigaretta per fumarcela insieme affacciati alla finestra.
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17 years ago
lentezza,
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Last visit: 16 years ago
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Quello che meno ti aspetti.
Questa storia è realmente accaduta questa estate quando io e la mia Gigia eravamo in vacanza.
Eravamo in vacanza nella riviera ligure, io e mia moglie (Gigia), dopo aver lavorat tutto l'anno come matti era giusto avere 10 giorni tutti per noi, così speravo, ma al secondo giorno di vacanza arriva QUELLO CHE MENO TI ASPETTI, come.....?
Eravamo in spiaggia e verso le 14 Gigia mi dice che doveva andare in camera perchè aveva bisogno della toilette e che appena fatto sarebbe tornata, infatti aveva lasciato tutta la sua roba in spiaggia, il fatto che andasse alla toilette dell'albergo non mi poneva preoccupazioni inquanto non si trovava a suo agio in quelli della spiaggia. Passati 10 minuti non vedendola tornare la chiamo al cellulare e non ho risposta, preoccupato mi dirigo all'albergo. Nella hall ad attendere l'ascensore c'è anche una signora della nostra età (45 anni circa) saliamo insieme e anche lei scendeva al mio stesso piano, (la mia camera era situata in fondo al corridoio) e dunque uscito dall'ascensore mi dirigo alla mia destra e la signora di seguito. Arrivato vicino alla porta la vedo socchiusa e sento dei mugolii uscire dalla medesma scruto in silenzio e noto la mia Gigia a pecorina sulla sponda del letto montata da un uomo sulla cinquantina brizzolato, del mio stupore se ne accorge anche la signora che mi seguiva e attirata dal mugolio si avvicina e con suo stupore si trova davanti la stessa mia scena, si gira e inizia a piangere. Allorchè io chiedo il motivo e lei tra la rabbia e l'incredulo mi dice che sopra a quella TROIA c'è suo marito. Nel sentire quelle parole cerco di sfruttare l'occasione per dar pan per focaccia e dopo varie insistense convinco anche la signora a rendere cornuto colui che la resa cornuta. Senza aspettare più di tanto entriamo nella loro camera e inizio a baciarla nel collo scendendo ai capezzoli e nel mentre un mio dito gli trillazzava il clitoride, nel sentire che era arrivata l'ora la faccio mettere a pecorina e con mia gioia inizio a pomparla di brutto facendogli emettere dei gridoli misti a piacere e dolore. Tornato nella mia camera che nel frattempo era stata liberata dall'uomo ma con mia moglie che era a letto a riposarsi, aveva asserito che non si sentiva molto bene aveva dei dolori alla pancia, mi dirigo al bagno per farmi una doccia. La sera passa con normalità come la sera precedente e dopo cena una serata in discoteca. L'indomani a colazione ci incrociamo con i nostri amanti, la signora mi saluta con un sorrisino mentre la mia Gigia abbassa gli occhi, mentre facciamo colzione dico a Gigia che ho notato come il signore che abbiamo incociato la guardata e come lei ha abbassato gli occhi come se si vergognasse di qualcosa, lei mi ha risposto che la sera quando era andata a stendere i teli nel terrazzino, aveva notato nella stanza vicino il signore che faceva l'amore con sua moglie e lui se ne era accorto e gli aveva sorriso, tutto qui, prendendo a palla a balzo gli dico che mio sarebbe piaciuto vedere quell'uomo alla prese con lei e in posizione alla pecorina, lei con fare turbato mi dice ch sono tutto pazzo e chiudo li il discorso...
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17 years ago
bilgia,
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