{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/en\/stories-add","title":"Add story","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Add story","checkDeactivatedProfile":true}
-
Piove
La pioggia sbatte sui vetri.
Le tende sono tirate, le lampade quasi tutte spente e la stanza è quasi nell'ombra.
(Certi pensieri non amano la luce)
La camera è ordinata, pulita.
E' grande, a due letti e le tinte scure che la dominano creano un'atmosfera pesante, perversamente pesante.
La tv è spenta, solo l'orologio che batte ingordo i secondi rompe il silenzio.
Lo sguardo gira e gira, si appoggia annoiato per tutta la stanza. Si distende, si accartoccia.
Una poltrona vicino alla finestra, di quelle grandi, comode, di velluto.
( Ancora quei pensieri)
Ti accarezzo.
Il tuo corpo è nudo, il velluto e la tua pelle sembrano fondersi.
Seduta, quasi abbandonata su quella poltrona, sei eccitante.
Mi avvicino e mi chino per baciarti.
Non voglio le tue labbra, la mia lingua le sfiora appena.
Voglio i tuoi lobi e poi giù, piano, il collo.
Lo bacio, leccandolo, lo misuro a piccoli morsi.
Mi piace il sapore della tua pelle.
Il mio respiro si fa sempre più morbido.
Mi lasci fare, sembro avere il controllo.
(Gioco delle parti)
Mi piace vederti chiudere gli occhi per assaporare il piacere.
Mi piace pensare di riuscire a darti piacere.
Anche il tuo respiro adesso rallenta, le tue dita si intrecciano alle mie,
sopra la tua testa.
Ti voglio.
Il mio corpo inizia a muoversi, lentamente. Ora sei tu che affondi su di me.
Le tue mani salgono alla vita e mi cingono. Ingorde, mi guidano nel gioco del ritmo.
Ti cavalco.
Il mio respiro e la tua bocca, il tuo alito caldo, la tua lingua. ti piace sentirtelo e non solo dentro ,
(Eccolo!)
Il letto è ancora intatto.
Ancora.e noi due che facciamo l'amore.
(Pensiero perverso)
Non posso sottrarmi.
Mi domini.
Tu questa volta, padrona assoluto del mio corpo.
Tu, sopra di me, mi possiedi, completamente, sapientemente.
Ancora, più forte.
Fino a che l'estasi non ti pervade e il mio corpo è scosso da un intenso
e violento piacere.
Ora puoi sciogliere i miei polsi e far scivolare la seta via dai miei occhi.
10
5
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Una donna per molti,....la sposa del mio uomo.
UNA DONNA PER MOLTI,….. LA SPOSA DEL MIO UOMO.
Finalmente era arrivato il giorno tanto atteso: la gang bang era sempre stata tra le mie fantasie sessuali più ricorrenti, e ci eravamo decisi al “grande passo”; io e mio marito avevamo parlato molto e a lungo prima di prendere questa decisione; in fondo si trattava anche del nostro primo incontro “reale”, ed ogni ipotesi era stata ampiamente discussa e vagliata.
Avevamo alle spalle mesi e mesi di incontri virtuali con coppie, singole e singoli, durante i quali avevamo avuto modo di “conoscere” molta gente; tuttavia erano state pochissime le persone con le quali avevamo chattato e “giocato” costantemente…..per lo più singoli, e durante questo tempo trascorso nel virtuale mi ero divertita a stilare simpaticamente una “classifica di gradimento” dei 10 singoli che mi avevano maggiormente incuriosita: 10 uomini che rispecchiavano i miei gusti personali non tanto per il loro aspetto fisico, quanto (e soprattutto) per il loro modo di fare, di proporsi, di interagire con me. (Mi considero una persona estremamente “cerebrale”, che non cerca il rapporto sessuale inteso come mera soddisfazione fisica: trovo altamente appagante anche tutto ciò che ruoto intorno l’atto medesimo: mi piace giocare, provocare, stuzzicare, esprimere la mia sessualità con tutti e cinque i sensi, senza alcuna inibizione superflua; adoro creare aspettative (sia per me stessa che per gli altri) attraverso il piacere sottile dell’attesa, per poi riversare quest’ultime al momento opportuno, come un lago che, saturo per l’enorme quantità di acqua accumulatasi con la pioggia, rompe l’artificiale diga contenitrice e manifesta tutto il proprio impeto naturalmente incontrollabile).
Di questi dieci singoli, i primi cinque sembravano calzarmi veramente a pennello: tra di essi c’era un uomo della mia stessa età, con il quale in assoluto avevo allacciato il rapporto “virtuale” più costante; era stato tra i singoli contattati subito non appena avevamo avuto modo di affacciarci sul mondo dei siti erotici e della chat più diffusa.
Mi aveva colpito subito positivamente….tra di noi si era subito creata (almeno dal mio punto di vista), quell’atmosfera rilassata che accomuna due persone che già si conoscono da molto tempo; mi aveva incuriosita, ed il mio interesse probabilmente scaturiva da un senso di attrazione immediata provata nei suoi confronti, nonostante fossimo entrambi consapevoli della natura non “reale” della nostra conoscenza.
Di questo bel gioco facevano parte anche gli altri quattro singoli compresi nella fatidica “top five”, e per essi era accaduta una situazione similare a quella del bel romano, il mio “brutto maiale”, come ero solita chiamarlo confidenzialmente: tutti e cinque, chi più chi meno, mi avevano dato l’impressione di essersi sempre mostrati per quello che realmente sono.
Comunque….tornando al discorso primario, era finalmente arrivato il momento tanto atteso.
Mio marito si era occupato, a mia insaputa, di contattare i singoli che avrebbero potuto partecipare al nostro gioco. Non avevo dunque la benché minima idea di quante persone sarebbero intervenute, né tantomeno conoscevo la loro identità. Ma conoscevo mio marito…ed il solo fatto di poter intuire chi fossero, mi eccitava da morire. L’unica titubanza che avevo per l’imminente incontro riguardava il “numero” dei partecipanti: essendo quella la nostra prima esperienza “reale”, non sapevo come avrei/avremmo reagito se si fossero presentati più di due singoli. In me erano presenti due sentimenti contrastanti: da una parte regnava sovrano il profondo, incisivo desiderio di fare sesso con più uomini, sotto lo sguardo malizioso ed intrigato di mio marito; dall’altra invece emergevano le mie titubanze, i miei timori per un evento così “insolito”; le mie remore si riferivano soprattutto al pensiero della reazione che avrebbe avuto il mio uomo : si sarebbe eccitato nel vedere sua moglie sfiorata da altri corpi che non fossero il suo?!?; oppure lo avrebbe sopraffatto quell’orgoglio, quel “senso di possesso” maschile che spesso si impadronisce del “sesso forte” in situazioni del genere?!?.
D’altronde, tra i due, era sempre stato lui che aveva espresso le perplessità maggiori sull’eventualità di passare dal gioco virtuale a quello reale anche se poi, in fondo, l’argomento lo aveva spesso incuriosito.
Finalmente raggiungemmo il luogo dell’appuntamento, e con mio enorme piacere capii che non si trattava di un club privè, ma di un tranquillo e molto più “intimo” appartamento, nel quale viveva uno dei singoli in questione; durante il tragitto mio marito aveva parlato al telefono con lui, per accertarsi che fossero già arrivati “tutti” prima di noi. A mia insaputa gli aveva anche proposto di farsi trovare già in stanza, in modo che potessi avere la certezza di chi fosse intervenuto solo all’ultimo momento.
Il cuore mi batteva all’impazzata, mentre salivamo le scale per raggiungere la porta d’ingresso dell’appartamento; mio marito era insolitamente su di giri…..mi provocava con il suo sorriso malizioso, mi “punzecchiava” con le parole; i suoi gesti, il suo modo di fare esprimevano quel senso dell’umorismo che sapevo appartenergli, ma che non aveva mai espresso in quel modo per me tanto prezioso e soprattutto “così adatto alla circostanza”.
Questo sua maniera di agire mi rendeva serena, sicura poter vivere quell’esperienza “liberamente”, di poter esprimere me stessa senza il timore di causargli un torto o comunque di renderlo partecipe di quella mia fantasia “controvoglia”, o solamente per “altruismo” nei miei confronti. Stava succedendo quello che avevo sempre desiderato….un incontro voluto da entrambi, per il piacere della coppia, per il piacere di tutti i partecipanti: avevamo raggiunto quel punto di “equilibrio reciproco” che ci rendeva coscienti del fatto che la nostra unione, il nostro rapporto, il nostro amore fosse la cosa più importante e che tutto il resto avrebbe “ruotato” piacevolmente intorno ad esso, certi della nostra natura rispettosa e speranzosi anche del rispetto nutrito nei nostri confronti da tutti i partecipanti.
Bussai sulla porta d’ingresso, in maniera sbrigativa; quando la porta si aprì, scorsi l’identità familiare di tre singoli conosciuti in chat attraverso alcuni siti erotici, nei quali gli stessi avevano pubblicato il loro annuncio. Lo stupore fu immediato….mio marito non si era smentito nemmeno in quella occasione, facendomi una gradita,….. grande sorpresa.
Mi disse che aveva provato a contattare anche gli altri e che non erano potuti intervenire chi per motivi oggettivi ( la troppa distanza), chi per altri (nella “top ten” avevo - sempre simpaticamente - inserito un fascinoso master che, per ovvie ragioni, non gradiva situazioni di sesso di gruppo).
Di fronte ai miei occhi attenti e compiaciuti c’erano tre singoli tutti per me e di lì a poco mi sarei trovata al centro delle loro minuziose attenzioni….mmmmmmm…..un pensiero che mi martellava i sensi e mi provocava un’eccitazione indescrivibile.
C’era il “mio Brutto maiale”, di Roma….l’uomo che in assoluto avrei voluto incontrare più di ogni altro; c’era il “mio Carnefice”, anch’egli di Roma; con lui condividevo, tra l’altro, la grande passione per le immersioni subacquee; spesso ci eravamo dilettati a simulare, chattando, incontri sessuali in fondo al mare, “giocando” sui ruoli dell’istruttore SUB e dell’alunna desiderosa di imparare da chi ne sa di più……
Con mio enorme, immenso piacere era intervenuto anche il “mio Mr. superdotato”, un trentenne di Milano che mi aveva subito colpito anche per la sua dolcezza infinita.
Tutti e tre avevano in comune il fatto di essere persone semplici, rispettose, non invadenti, dotate di uno spiccato senso dell’umorismo e…..non solo .
Iniziammo a chiacchierare e scherzare, anche per rendere l’atmosfera più “familiare”; tutti e quattro indistintamente mi prendevano in giro, ironizzavano sulla mia statura, sul fatto che di lì a poco si sarebbero divertiti a “rigirarmi come un pedalino”, associando la medesima espressione al mio “formato tascabile.”
Mi piaceva essere al centro dei loro pensieri osceni, dei loro desideri inconfessabili; la preda tanto “rincorsa”, il premio tanto “ambito”….era lì, davanti a loro, pronta ad appagare ogni loro senso.
Erano passati circa venti minuti tra risatine e battute quando mio marito fece notare che il tempo stava passando veloce….sorridemmo tutti.
Con quella battuta aveva dato loro “l’imput” necessario per iniziare; è come se nelle sue parole avessero trovato, a ragione, il tacito consenso di cui evidentemente avevano bisogno per poter dare inizio al gioco, per poter prendere l’iniziativa in una situazione palesemente imbarazzante per tutti.
Mio marito accese la telecamera, voleva riprendere il più possibile e sapevo che sarebbe intervenuto solo in un secondo momento.
“Brutto maiale” fu il primo ad avvicinarsi; si mise di fronte a me, fissandomi negli occhi; sapeva che fossi già eccitata; conosceva molte cose che riguardavano la mia sfera sessuale, quante volte avevamo chattato esprimendo reciprocamente i nostri gusti, le nostre fantasie. Si avvicinò al mio orecchio sinistro e mi sussurrò il soprannome che mi aveva simpaticamente affibbiato (troja virtuale), sottolineando il fatto che da quel giorno in poi avrebbe dovuto modificarne l’aggettivo.
Credevo che mi volesse baciare…lo desideravo intensamente, e lui se n’era accorto.
Non lo fece.
Prese invece la mia testa tra le sue mani e la fece scivolare lungo il suo dorso già nudo; l’odore della sua pelle entrò soavemente nelle mie narici affamate del suo profumo ed andò finalmente a sottolineare la sua identità; potevo esprimermi anche con l’olfatto, il tatto ed il gusto associando finalmente sapori, odori e sensazioni tattili ai tre uomini lì presenti.
Con le mani slacciai la cinta dei suoi pantaloni; aprii la cerniera ed estrassi la punta del suo cazzo già duro; le mie mani erano alquanto freddine (la mia tensione era palpabile) e loro bassa temperatura contrastava piacevolmente con il calore della sua pelle (almeno per quanto mi riguardava!); annusai a fondo il suo odore; iniziai poi a frugare e sondare ogni centimetro di pelle con i polpastrelli delle dita, che almeno per quel che mi ricordi è la parte del corpo in cui sono concentrati il maggior numero di sensibilissimi recettori tattili.
Avvicinai il mio volto ai suoi testicoli, posai le mie labbra su di essi, affondandovi poi tutta la faccia che veniva solleticata dai radi peli che li ricoprivano; il contatto tra le nostre pelli li fece subito ritrarre rendendoli più compatti e turgidi. Con la lingua “assaggiai” Brutto maiale in tutte le sue parti più intime: sfiorai il suo ano, inizialmente disegnando dei cerchi lungo la sua circonferenza; poi ne valicai l’entrata in modo delicato e superficiale; alzai la testa e mi diressi più in alto, passando, sempre con la lingua, dai testicoli all’asta fino al glande e viceversa, avendo cura di tastare con la mano la parte del suo organo genitale che man mano rimaneva “libera dalla mia bocca”.
I miei modi, le mie parole, i miei gesti avevano assunto fattezze che per nulla si addicevano a quelle di una “brava ragazza”; in quel momento tutti e quattro avevano di fronte una donna totalmente disinibita, istintiva, impulsiva, “sensuale”, in quanto ogni istante che passava i miei “sensi” venivano sollecitati cerebralmente dalla “sensazione” di libertà che provavo: libertà di poter esprimere ogni mia emozione, fisica e non con malizia e passione.
Mio marito era a circa due metri di distanza da noi e si stava visibilmente masturbando; aveva lasciato la presa sulla telecamera, ed aveva afferrato il suo cazzo eccitato con entrambe le mani; sapevo bene che la “fellatio” fosse tra le situazioni che maggiormente stimolavano la sua fantasia; ogni tanto ci lanciavamo delle occhiate complici e maliziose, e questo non faceva altro che aumentare la mia eccitazione che veniva “riversata” sul pene di Brutto maiale.
Ero completamente bagnata….Brutto maiale spingeva ritmicamente la mia testa sulla sua asta dritta….non riuscivo a respirare, la saliva fluiva copiosa dai lati della mia bocca, che tenevo aperta senza serrare le labbra sulla sua carne; spesso tossivo ed avevo i conati di vomito; il suo glande gonfio colpiva la mia gola con vigore, e ad ogni spinta i miei occhi si inumidivano e lasciavano uscire qualche lacrima.
I miei gemiti soffocati si accentuarono quando vidi avvicinarsi anche gli altri due singoli, cui mio marito aveva fatto cenno di “approfittare della situazione”.
Mr. superdotato e Carnefice iniziarono a spogliarmi: indossavo dei pantaloni neri attillati sui fianchi e sul fondoschiena, una camicetta bianca a righe trasparenti di taglio maschile, con colletto e polsini rigidi , scarpe nere a punta con tacco molto alto, autoreggenti nere velatissime con balza in pizzo, completo intimo nero e collarino di strass neri con inserto metallico centrale grigio scuro.
Carnefice sbottonò i miei pantaloni e li abbassò quel tanto che basta per lasciare scoperte le natiche, che iniziò a massaggiare con le sue mani grandi e calde: le stringeva e le tastava con tutto il palmo, sembrava quasi che il mio “ingombrante” fondoschiena riuscisse ad entrare completamente nella sua presa.
Ora ero in piedi circondata da tutti e tre “i miei uomini”; in pochi istanti mi ritrovai con indosso solamente le autoreggenti, le scarpe ed il perizoma; l’estremità dei loro arti superiori e le loro bocche si impadronirono del mio corpo….fu una sensazione molto gradevole poter sentire la mia pelle accarezzata da mani che non fossero quelle del mio uomo; mani sconosciute, mani che frugavano il mio corpo con un tocco “diverso” da quello sinora provato: un tocco che rispecchiava la differente personalità dei tre singoli lì presenti.
Mr. superdotato mi sfiorava dolcemente: le sue mani delicate e tiepide sembravano volessero “ridisegnare” i contorni della mia schiena, tanto fosse esplorata lentamente e minuziosamente; Carnefice aveva intrecciato le dita della sua mano con le mia, e l’aveva accompagnata sul suo dorso nudo, soffermandosi sulla zona compresa tra il petto ed il pube, avendo cura di non scendere più in basso dell’inguine….una “dolce tortura”, resa ancora più intrigante dal suo cazzo largo e duro che premeva contro l’esterno della mia coscia (in quel momento si trovava di fianco a me);
Brutto maiale, che era posizionato frontalmente alla mia persona, si rivelò possedere il tocco più audace….senza mezzi termini, con la sua mano decisa e ferma divaricò le mie gambe e accarezzò la balza dell’autoreggente nel punto in cui si univa con la mia pelle, esternando un sublime sospiro di approvazione; spostò il perizoma ed infilò il suo dito medio nella mia vagina; era talmente lubrificata che lo affondò fino in fondo e lo tenne fermo lì, immobile:
…”Ti senti abbastanza piena, troja”….mi sussurrò ansimando;
….”Non proprio, Brutto maiale”…., gli risposi con tono di sfida.
Di colpo sfilò il suo dito medio e lo appoggiò sulle mie labbra…i miei umori bianchi e densi lo avevano impregnato e si erano posati, in parte, sul mio labbro inferiore; con la lingua iniziai ad avvolgere il suo medio, spingendolo contemporaneamente dentro la mia bocca per poter assaporare a pieno il mio fluido biancastro e denso.
“Restituii” il dito a Brutto maiale, e posai lo sguardo sui loro sessi tesi e lunghi; il loro glande aveva un colore acceso, le vene che scorrevano sui lati delle loro aste erano gonfie e pulsanti di eccitazione.
Mr. Superdotato allontanò inaspettatamente gli altri due, mi voltò e mi fece sdraiare sul letto: assecondai la sua iniziativa con immenso piacere, divaricai le gambe e le sollevai, mettendo le mie mani sotto il mio bacino: volevo accogliere il suo enorme cazzo completamente, volevo godermelo in tutta la sua estrema lunghezza e circonferenza; sentii la sua grande cappella sfiorare l’apertura della mia vagina…esitò per qualche istante, forse aveva il timore di farmi troppo male in quella posizione così “aperta”…..ma io ero pronta, lo volevo, desideravo il suo cazzo intensamente; con la mano afferrai il suo pene e contemporaneamente spinsi il bacino in avanti, per invitarlo a penetrarmi.
Il mio gesto lo rassicurò, e affondò il suo enorme membro nella mia fica accogliente e scivolosa. Riuscii a percepire il suo glande che si faceva strada tra le pareti della mia virtù, il gradino della sua asta e a seguire tutto il tronco che riempiva completamente tutto lo spazio disponibile. Gemevo, ansimavo, il tono della mia voce era incontenibilmente alto, ogni nostra spinta era accompagnata dall’inebriante odore di sesso che nel frattempo aveva invaso la stanza.
Mio marito si avvicinò a noi, e fece cenno anche agli altri di seguirlo; sapeva che avevo voglia di sentirmi totalmente “piena”, e, in attesa del “momento opportuno” aveva precedentemente scostato dal muro un divano che si trovava nella stanza.
Brutto maiale si sedette su quel divano; dopo aver tolto il perizoma lo raggiunsi e mi sedetti sulle sue gambe, di fronte a lui, con le ginocchia appoggiate sui cuscini della seduta e le braccia allungate sulle sue spalle e sullo schienale del divano; Mr. superdotato e Carnefice si posizionarono, ovviamente, dietro il divano di fronte alla nuca di Brutto maiale.
Mio marito si avvicinò, si inginocchiò, e con la lingua lubrificò l’entrata del mio ano; solamente il pensiero di quanto stesse per accadere, unitamente alla stimolazione rettale, mi provocò un breve ma intenso orgasmo.
Il mio uomo si alzò ed affondò il suo bel cazzo nel mio pertugio posteriore; dopo pochi istanti anche Brutto maiale entrò nella mia vagina ed iniziò a muovere il suo bacino verso l’alto, mentre mio marito rimase immobile dentro di me, e viceversa.
Afferrai con ciascuna mano il pene di Carnefice e di Mr. superdotato: la mia bocca si spostava alternativamente sul membro dei due uomini in piedi dietro il divano e sulla bocca di Brutto maiale, che, nonostante il suo iniziale scetticismo espresso con smorfie varie, sembrò gradire il gesto.
Ogni mio movimento era accompagnato dalla mia voce; li chiamavo per nome, incitandoli a spingere i loro cazzi con tutta la forza che avevano; ora entrambi muovevano il loro bacino avidamente, spesso in maniera non coordinata, mio marito mi aveva afferrata per i capelli e la loro totale “perdita di controllo” stava creando quella situazione “estrema” che mi aveva sempre intrigata.
Venni parecchie volte.
Mi liberai da ogni loro presa e mi sdraiai sul letto; sapevano tutti e quattro che mi sarebbe piaciuto veder uscire il loro seme sul mio viso, e mi ero messa supina proprio per poterlo ricevere con la forza di gravità in loro favore. Mio marito aveva recepito il messaggio e si posizionò in piedi sul letto, mettendosi lungo il mio busto disteso; inondò la mia faccia di un piacere bianco e pesante che si andò a posare anche sul collo e sul seno.
Gli altri si avvicinarono e si comportarono nella medesima maniera, cercando di dirigere il getto sulla mia bocca spalancata……avevo gli occhi chiusi ed il viso completamente bagnato; per qualche istante godetti del “tepore” emanato dal loro sperma poi, con le dita, raccolsi i loro piaceri dalla mia pelle e li assaggiai….mmmmmmm….il sapore dei miei quattro uomini concentrato sulla mia lingua, nella mia bocca, lungo le pareti della mia gola.
“Una donna ” era stata “posseduta” da tre singoli nel corpo e nella mente;
“Come sposa”, mi sentivo “rivendicata” da un solo uomo, mio marito, che deteneva, oltre al mio corpo e la mia mente, anche il mio cuore e la mia anima.
14
3
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
La poltrona e l\'idraulico jet
LA POLTRONA E L'IDRAULICO JET
Mi chiamo Jessyca,ho 35 anni sono sposata da 7,non ho figli,faccio la parrucchiera.Sono alta 1,68 e peso 59kg,ho le meches bionde la 3a di seno e la mia parte migliore...a detta degli uomini che mi hanno avuta...è il mio fondoschiena.Ho anche un bel viso,occhi marroni profilo regolare,i capelli sono lunghi quasi fino alle spalle ed ho 2 cosce snelle e sode.
Sono sposata da 7 anni con un uomo che all'inizio era fantastico...poi con il passare del tempo la passione per lui si è spenta,ora passa le sue serate tra calcetto,pesca,caccia computer...trascurandomi sempre di +.
Eppure ho solo 35 anni,sono ancora piacente calda e focosa....gli sguardi degli uomini specie quando sono al mare con un bel costumino...o in disco con una mini mozzafiato sono molto eloquenti...mi mangiano con gli occhi,i + audaci guardandomi mi fanno ben capire che vorrebbero scoparmi con gli occhi e non solo......
Insomma il mio essere trascurata aveva aumentato la voglia di sesso in me di giorno in giorno....ho provato varie volte a farlo capire a mio marito...ma a nulla sono servite le mie provocazioni,il mio farmi trovare sdraiata a letto a pancia sotto,mostrandogli il mio culetto sodo ed a mandolino ben aperto e senza mutande...o farmi la doccia lasciando la porta aperta in modo che mi vedesse magari mentre mi insaponavo lentamente la micina......niente....indifferenza,trascuratezza e poco +.
Alla fine ero al limite....avevo la micina in calore e una voglia di cazzo addosso da morirci!!Lui era via per 3 giorni ed io ero sola e la cosa mi faceva non poco piacere.Sicuramente credo che la voglia me la sarei levata,ormai ero veramente in calore ed il desiderio di un uomo che mi scopasse come si deve ormai aveva preso il sopravvento su di me.Peggio per mio marito...dopo tanti segnali ora il ritrovarsi cornuto era la giusta punizione per avermi trascurata ed ignorata,in fondo se le meritava!
Era un sabato mattina...mi ero svegliata verso le 9 con un bel sole tiepido ed avevo deciso di farmi un bagno caldo per iniziare la giornata.Mi alzai,andai in bagno,presi l'asciugamano ed aprii l'acqua calda.
La lasciai scorrere per qualche minuto,poi misi la mano sotto il telefono della doccia.Un getto d'acqua gelida mi colpì la mano...Ma come....e l'acqua calda?Uno sguardo allo scaldabagno mi fece capire che c'era un problema....la temperatura dell'acqua era a 23°...lo scaldabagno era rotto...l'acqua era fredda ed eravamo di sabato...bella situazione!
Presi l'elenco del telefono,non mi restava che chiamare il pronto intervento idraulico nella speranza che qualcuno mi sarebbe venuto a sostituire lo scaldabagno....di sabato mattina la cosa mi appariva difficile ma dovevo tentare.L'idea di passare il week end senza farmi una doccia o lavarmi la testa era insopportabile....e poi sabato sera ero libera,lo scemo di mio marito non c'era ed avevo in progetto una serata disco trasgressiva con un amica...senza doccia la cosa non era francamente possibile!!
Scorro l'elenco...e l'occhio mi capita su un'inserzione di pronto intervento...si chiama idraulico jet....la descrizione dice sempre a disposizione,interventi rapidi ecc...ecc...
Decido per lui....alzo il tel e chiamo.Risponde una segreteria...accidenti...comunque lascio il messaggio e dò l'indirizzo...almeno se mi sentono sanno che ho un problema e sanno dove stò.
Riattacco.Faccio colazione e dò una rassettata alla camera,nella speranza che idraulico jet venga e mi risolva la sgradevole situazione.
Si fanno le 11.Ad un certo punto squilla il tel.Vado a rispondere ed una voce giovane e simpatica mi risponde dicendo di essere idraulico jet,di aver sentito la mia chiamata.Mi chiede da quanti lt è lo scaldabagno e che modello volevo come sostituzione,se il modello Elegant o Normale.Decido per il normale.Mi dice che sarà da me nel primo pom. x sostituirmi lo scaldabagno.
Meno male!!Mi ero rassegnata al peggio invece per fortuna il servizio funziona e avrò l'acqua calda per stasera.
Pranzo con la tv.....tra una notizia e l'altra attendo idraulico jet...sperando che non sia troppo caro.
Alle 3 meno un quarto mi suona alla porta...finalmente è arrivato!!
Ho addosso una vestaglia di seta blu scura,essendo piuttosto pesante non metto il reggiseno,addosso ho un paio di slip neri,mi sistemo in un attimo i capelli per essere presentabile ed apro.
Mi si presenta di fronte un ragazzo piuttosto belloccio....sul metro e 80,capelli corti biondi,occhi marroni,gran bel viso e fisico sportivo.Indossa una maglietta con scritto idraulico jet ed un paio di jeans piuttosto attillati.Scarponcini da lavoro e borsa con gli attrezzi completano il quadro della situazione.
Lo faccio entrare,lo saluto con simpatia.Andiamo in bagno....dà un'occhiata allo scaldabagno e mi dice subito che è partita la resistenza,nulla da fare...è irriparabile.Mi dice che nel furgone ha il sosituto...modello Normale come avevamo stabilito.Monta sulla sponda della vasca da bagno,apre il rubinetto e scarica l'acqua depositata....Dopo 10 min stacca dalla parete lo scaldabagno,lo fà rotolare fino alla porta e lo piazza sul furgone.Leva dall'imballaggio il nuovo,e con molta perizia lo mette al posto del precedente.Attacca la spina,attacca i flessibili....in meno di 45 min è tutto fatto...scaldabagno nuovo e tutto a posto.
Meno male!!A questo punto lo invito per un caffè...e gli chiedo quanto gli dovevo.
Mi dice con volce calda e molto sorniona che sono 150 euro sostituzione ed installazione...il ritiro del vecchio scaldabagno era gratis.Vado in camera da letto....prendo il portafogli e lo pago.
Poi andiamo in cucina x il caffè...glielo avevo promesso....Si parla del + e del meno...gli dico che mio marito è fuori città e tornerà solo dopodomani....lui mi dice che per oggi sono l'ultimo intervento che ha.
Mentre preparo la macchinetta con la coda dell'occhio lo guardo,è un bel ragazzo e mi stà osservando con nonchalances...credo di piacergli e lui piace e molto a me....
Mi presento....ci stringiamo la mano.Si chiama Roberto...ha 28 anni e fà questo lavoro da 3.Abita in città e spesso gli capitano di queste sostituzioni...gli scaldabagni si rompono con facilità perchè nel ns. comune abbiamo un acqua molto calcarea.Mentre parla lo osservo....credo abbia capito che mi piace...Senza essere osservata...mentre beve il suo caffè...allento leggermente il nodo della sottoveste,in modo che se mi chino lo scollo della veste si aprirà un pò facendo ben intravedere il mio seno...lo voglio far eccitare questo stupendo ragazzo...è un occasione che aspettavo da tempo...avere un bel ragazzo in casa e col marito coglione fuori dalle scatole!!
Finiamo il caffè...si alza e mi si avvicina per stringermi la mano.Faccio cadere la mia tazzina,mi chino per raccoglierne i pezzi e voilà ...come speravo ecco che un seno fà capolino dall'ampio scollo della mia vestaglia....
Raccolgo i cocci lentamente....il seno è generosamente fuori dalla mia vestaglia....e lì lo lascio....non la chiudo.....
Lui se ne accorge,un lampo di piacere e di desiderio gli illuminano il viso...Mi rialzo e con nonchalances molto lentamente rimetto a posto la vestaglia....faccio sempre molto lentamente rientrare il seno....intanto lo guardo dritto negli occhi...voglio vedere la sua reazione.
Mi guarda con un sorriso sornione....e si avvicina a me...non mi stacca gli occhi di dosso!!
Un attimo dopo mi è accanto...poso i cocci mentre lui avvicina le sue labbra alle mie....un istante dopo mi schiocca un bacio in bocca delizioso.....mentre mi abbraccia con dolcezza e passione.
Una sensazione meravigliosa mi avvolge....un senso di benessere,quelle braccia che mi stringono,la sua lingua che mi cerca,le sue mani che mi frugano....una senzazione stupenda che avevo dimenticato da tempo si riaffaccia ai miei sensi troppo a lungo sopiti.Nel frattempo con la coda dell'occhio vedo le scarpe con tacco a spillo che erano restate in un angolo lì in cucina......Mi stacco un secondo da lui....solo un attimo e le indosso....ora si che sono davvero una gran fica!!!Lui mi osserva e leggo nei suoi occhi che mi stà dando della grandissima troia....è quello che voglio e con lo sguardo glielo faccio capire.
Lo riabbraccio....ora mi accorgo che si dà un gran da fare...pochi attimi e le sue mani sono dentro la scollatura della mia sottoveste...mi stringe con dolcezza i seni...stropicciandomi i capezzoli...Inizio ad andare su di giri,una serie di OOHHH e di sospiri e mugolii gli fanno capire che stò godendo nel sentire le sue mani sul mio seno.
Non smette di baciarmi con dolcezza,mentre le sue mani iniziano a slacciare la cintura della mia vestaglia.Pochi secondi ed eccola che scivola ai miei piedi...lasciandomi in slip e basta....i miei seni sono incollati al suo petto ora....mentre le sue mani iniziano a frugarmi tra gli slip...è alla ricerca della mia fica,e quando la troverà sentirà che sono molto bagnata per come stà facendomi godere.
Anche io comunque non stò affatto ferma.Mentre mi limona con dolcezza scendo con una mano sui suoi jeans,arrivo alla zip...carezzo dolcemente intorno alla zip finchè non sento un delizioso gonfiore.E' eccitato e parecchio...il mio Roberto!!
Mentre mi inizia a calare gli slip...dopo aver trovato la mia fica bagnatissima....io gli slaccio la cintura dei jeans...che calano come i miei slip ai suoi piedi.
Dopo meno di un minuto sono nuda...mentre lui resta in boxer e maglietta.Gliela sfilo e con sorpresa noto che ha un gran bel fisico...muscoloso e tirato.La seconda sorpresa la trovo quando gli sfilo i boxer...mentre glieli sfilo mi scatta come una molla davanti agli occhi un cazzone da sogno.....eretto...duro....piuttosto largo....ed ha due stupende palle sode e dure...segno che è un pò che non viene....non potevo desiderare di meglio!!
Si leva gli scarponcini...siamo nudi uno di fronte all'altra...non riesco a staccare i miei occhi dal suo cazzo...ne sono ipnotizzata.
Se ne accorge...resta in piedi come una statua davanti a me...infine mi appoggia una mano sulla spalla e lentamente mi spinge verso il basso....pochi secondi dopo sono in ginocchio davanti a lui....ho il nasino a 2cm da quel fantastico cazzo...lui mi guarda dall'alto con il solito sorrisetto sornione...in quel momento ho la fica fradicia ed una voglia indescrivibile di prenderglielo in bocca!!!
Avvicina la cappella alla mie labbra...lo guardo dritto negli occhi...voglio che veda per bene che voglia ho di leccarglielo...me lo deve leggere negli occhi che sono una gran troia.....
Socchiudo le labbra ed accolgo con un lungo mugolio la cappella in bocca...un delicato ma ben chiaro MMMMHHH mi esce dalle labbra mentre inizio a leccare con una voglia pazzesca la cappella.Lui mi appoggia una mano tra i capelli ed inizia a farmi pompare con dolcezza quel meraviglioso cazzo che mi ha messo in bocca.
Godo come una pazza mentre inizio un dolce su e giù....l'asta scorre nella mia bocca aiutata dal movimento che mi fà fare con la testa...un continuo susseguirsi di MMMH...AHHH accompagnano il mio pompino...inutile negarlo o star zitta....stò godendo come una vera zoccola nel tirare quel favoloso pompino!!Vado avanti un pò....lo sento che gode....il ritmo lo decide lui....alterna affondi a leccate + brevi...Quando affonda non immagina come godo...mi sento quel cazzone da sogno che mi entra in gola...ne vengo quasi soffocata.Dopo un pò mi ferma....l'asta era durissima...segno che era vicino a venire....Mi rialzo e mi sdraio nella poltrona che era lì vicini a noi,lui mi è addosso,mi apre leggermente le cosce e sdraiandosi ai miei piedi inizia a leccarmi la fica con passione e gran voglia.Ci sa fare il mio Roberto...mi lecca proprio bene alternando colpi con la punta della lingua al clitoride ad affondi a lingua piena dentro le mie grandi labbra...godo come una vera troia mentre mi lecca...con due dita inizia ad aprirmi le labbra scoprendo il clitoride.Pochi attimi ed inizia a tempestarmelo di colpi con la punta della lingua,mi stà facendo impazzire...non vedo l'ora che levi la lingua e mi ci metta il cazzo!!!
Mi lecca ancora...infine è pronto...mi guarda con dolcezza e mi dice..."Jessyca ora ti voglio proprio scopare....6 favolosa...!!"
Mi fà alzare...si siede in poltrona...lo guardo un attimo...è delizioso!!Sta a cosce aperte,seduto in poltrona....con un cazzo dritto da favola...un delizioso paletto di carne svetta tra le sue cosce...sono in estasi al solo pensiero che mi siederò su di lui impalandomi quel cazzo da favola tutto nella fica!!!
Lo guardo dritto negli occhi mentre metto le mie cosce sopra le sue,lui chiude leggermente le sue cosce,io con una mano impugno la cappella e la appoggio alla mia fica,poi lentamente inizio a scendere su di lui.Mentre scendo inizio a baciarlo con passione,voglio senta come godo a prenderlo nella fica!Scendo e mentre lo faccio sento la mia fica che si schiude...cm dopo cm quel cazzo da sogno si fà strada in me....la mia fica abbondamente lubrificata dal piacere provato nel farmela leccare accoglie il suo cazzo senza fatica.Un lungo e profondo AAAHHHHH mi sfugge dalle labbra quando sento le sue palle appoggiarsi al mio pancino....segno che l'ho preso tutto fino in fondo nella fica....mi sono impalata superbamente tutta su di lui.L'immagine che vede è di una signora piuttosto carina impalata sul suo cazzo...con i tacchi a spillo spinge e si fà scopare superbamente...mi deve immaginare una magnifica troia ed in effetti con lui ora lo sono al 100%!!!
Inizio a muovermi facendo leva sulle mie cosce,lui mi bacia con passione,mi lecca i capezzoli ed il collo....io lentamente inizio ad andare su e giù su quel magnifico paletto di carne...ad ogni affondo sento la mia fica spaccarsi....lui non immagina come ci goda ad impalarmi così su di lui....me lo sento fin nel pancino ed ogni volta è un piacere immenso!
Mi appoggia le mani sul bacino ed inizia a spingermi verso di lui...colpo su colpo mi impala con forza....sento il suo pube incollato al mio...le sue palle che strusciano sulle mie grandi labbra...lo stò veramente prendendo tutto fino alle palle...dio come godo quando mi spinge a forza su di lui!!
Andiamo avanti così a lungo...mi scopa magnificamente...poi si ferma di colpo....e mi dice di alzarmi.Non capisco cosa voglia fare ma lo assecondo.Il suo cazzone esce dalla mia fica,mi alzo e resto in piedi davanti a lui.Sono nuda solo con le scarpe con i tacchi a spillo.Mi guarda con dolcezza,poi mi dice di girarmi...mi vuole vedere di schiena...
Mi volto appena e resto ferma dandogli la schiena....sono un pò stupita...non capisco cosa voglia fare e perchè mi abbia fatta alzare per girarmi....
Dopo pochi attimi giro la testa....sono curiosa di capire che stà succedendo.Lo guardo negli occhi...e lui mi dice:"Mio dio jessyca...6 favolosa....hai un culetto da sballo...a mandolino..sodo...sporgente...hai un culetto meraviglioso!!!"
In un attimo realizzo,il mio Roberto ha visto che ho un gran bel sedere e vuole assaggiarlo!!!
A questo punto la troia che è in me prende il sopravvento...non lo faccio + parlare....mi avvicino a lui di schiena e gli dico:"Porco...lecami per bene il culetto...insalivami...lubrificami per bene...."
Poi mi metto con il sedere vicino alla sua bocca....un attimo dopo la sua lingua rasposa inizia a leccarmi il buchetto del sederino...e non contento con le mani inizia ad allargami il sedere per leccarmelo meglio.
Godo di brutto....sentirmi stuzzicare il buchetto così è per me un piacere delizioso....e poi mi immagino quando mi siederò su di lui facendomi spaccare il culetto magnificamente da quel cazzo da favola!!!sono decisamente zoccola e quel ragazzo mi piace un casino...ogni freno inibitorio è perso e la troia a lungo addormentata ora è libera di sfogare tutte le sue voglie!!
Dopo avermi a lungo insalivato mi sento pronta.Sono in piedi sui miei tacchi a spillo....gli faccio chiudere le cosce,solo il suo cazzo magnificamente eretto resta in visione,con una mano impugno quel paletto di carne meraviglioso....apro per bene le gambe allontanandole l'una dall'altra...e lentamente avvicino la cappella al mio buchetto del sedere....Scendo lentamente...finchè non sento chiaramente la cappella appoggiarsi al mio buchetto.In quel preciso istante un brivido erotico intenso..come una scossa elettrica attraversa il mio corpo....un fremito di piacere mi assale,quella sensazione stupenda di sentirmi appoggiare la cappella al sederino mi elettrizza dalla testa ai piedi.
Appoggio la cappella al culetto....poi molto lentamente piego le ginocchia ancora un pò....un delizioso OOOOHHHHH mi esce dalle labbra mentre sento distintamente il buchetto che si apre....la cappella scivola dentro dilatandomi il buchetto...sento lo scalino della cappella che mi entra dentro....un godimento incredibile mi avvolge!!
Molto lentamente continuo a piegare le ginocchia...delicatamente la cappella è passata...ora inizio a prendere l'asta nel culetto....dio come godooooooo!!!!!!Mi mordicchio il labbro inferiore mentre chiudo gli occhi dando così ancora maggior risalto al mio godimento....ad occhi chiusi sento ancora di + la deliziosa sensazione di sentirmi impalare tutta!!!Mordicchio ancora il labbro mentre continuo a scendere su quel cazzone da sogno....mamma mia sembra non finire mai!!
Cm dopo cm scendo ancora....ormai il culetto è dilatato...godo da morire...infine sento le sue stupende palle che si appoggiano al mio buchetto...segno che l'ho preso tutto....oohhhhh l'ho preso tutto nel culetto....dio come mi sento piena!!Ora mi appoggio alle sue cosce....non devo + far leva sulle mie gambe....ora col il mio peso mi impalo tutta su di lui....è bellissimo!!
Roberto che fino a quel momento era rimasto in silenzio ora sbuffa di piacere....mi inizia a leccare la schiena...mi dice parole dolcissime....mi lecca il collo....è in estasi con me.
Faccio passare ancora qualche attimo,così facendo abituo il mio buchetto a quel cazzone e permetto al mio sederino di dilatarsi per bene...ho in mente di farmi inculare di brutto e quindi devo essere rilassata e pronta.....infine inizio a far leva sui miei tacchi,sulle mie gambe...inizio a salire lentamente di qualche cm per poi risprofondare tutta su quel cazzo che mi impala tutta.
Dopo qualche prova sono pronta....inizio a salire spingendo con le gambe....arrivo quasi fino alla cappella poi mi lascio andare abbastanza velocemente verso il basso....in pochi attimi cm e cm di cazzo mi scivolano nel culetto fino alle palle....è una sensazione indescrivibile sentirmi impalare così....godo come una zoccola e una serie di mugolii e urlettini contornano la scena ogni volta che salgo e riscendo.
Roberto è ammutolito dal godimento....gode come un porco e solo di tanto in tanto si lascia andare ad un SIIII JESSYCA SIII...mentre mi sente scendere di peso sul suo cazzo.Io sono in estasi....salgo e scendo ormai con un buon ritmo....mi stò facendo letteralmente rompere il culetto in un modo sublime....Ogni tanto un misto di dolore-piacere mi assale...mi mordicchio il labbro inferiore mentre scendo...il buchetto è si dilatato ma col peso del mio corpo sento chiaramente che si stà sfondando decisamente per bene...e la cosa mi dà un'ulteriore brivido di piacere.
Vado avanti ancora un pò...ad ogni discesa che faccio sul suo cazzo dalla bocca mi escono dei AHHHH......OOOHHH.....SIIIIIIII.......GODOOOOO.....è un'insieme continuo di godimento che ormai mi circonda nel farmi inculare tutta.
Roberto allunga di tanto in tanto una mano e mi strofina la fica....ho il clitoride turgidissimo segno che godo come una vacca nel farmi inculare tutta così!!!Lui seduto in poltrona,io piantata sui miei tacchia spillo...le mie cosce sopra le sue,la mia schiena sul suo petto....il suo stupendo cazzone tutto piantato nel mio culetto...un'insieme di cose che mi stanno facendo godere in un modo inimmaginabile....
Ad un certo punto sento che Roberto inizia a sbuffare...segno che è vicino a sborrare...
Ho il culetto in fiamme....il buchetto tremendamente dilatato...decido che è giunto il momento di farlo sborrare.
Mi punto sui tacchi....salgo e delicatamente faccio uscire dal mio culetto il suo cazzone...un AHHHHH mi esced alle labbra mentre sento il suo cazzo che esce dal mio sedere....un senso di bruciore intenso mi avverte che decisamente ora ho il sederino rotto...ci passo un dito e avverto chiaramente il muscoletto del buchetto slabbrato ed aperto....dio mio che buchetto dilatato mi ritrovo....resta aperto e sfondato mentre mi inginocchio ai piedi di roberto che resta in poltrona come un re sul trono!!
Ha il cazzo dritto...magnificamente eretto.....appoggio le mani alle sue ginocchia ed avvicino le mie labbra alla sua cappella....lo prendo in bocca ed inizio a tirargli un pompino da sogno...anche se sò che durerà poco,è troppo tempo che tiene duro...prima il pompino...poi mi ha scopata poi mi ha inculata insomma è molto vicino a sborrare.
vado su e giù con dolcezza..lentamente...lo voglio far impazzire come lui ha fatto stupendamente impazzire me.Lecco le palle...l'asta..la cappella....delicati colpi con la punta della lingua sul glande...inizia a sbuffare + forte....è vicino!!Infine eccolo....inizia a sborrare!!!istintivamente dalle mie labbra esce un OOOHHH SIIII SBORRAAAAA.....apro le labbra rimanendo a bocca aperta e nel mentre appoggio la lingua al suo glande....lo lecco piano piano mentre caldi schizzi di sborra mi colano in gola...altri mi arrivano sul viso....sulle guance...sul nasino.Lui gode forte....rantola dal piacere mentre mi dà della troia...della puttana....gli ultimi schizzi mi colano dalle labbra mentre lui risprofonda in poltrona vinto da un orgasmo magnifico.
Mi rialzo....deglutisco con un MMMHHH,voglio che senta come goda ad ingoiare la sua sborra denza a calda....
Lui resta in poltrona inebetito...io vado in bagno a sistemarmi ed a fare pipì.Mentre mi siedo sul water sento chiaramente il culetto ancora dilatato...dio che culo mi sono fatta fare dal mio stupendo amante...che grandissima troia sono stata con lui!!
Finisco....esco...apro l'acqua calda che finalmente esce senza problemi.Tappo la vasca e la lascio riempirsi lentamente.Lui si è alzato e rivestito,ma nel suo viso sono chiari i segni della battaglia avuta su quella poltrona.
Mi abbraccia...mi bacia con dolcezza dicendomi:"jessyca il mio numero ce l'hai...quando vuoi e quando non c'è lui...mi puoi chiamare..sappi che per te ci sono sempre!!"
Gli sorrido...lo bacio con dolcezza e gli rispondo che lo farò senza dubbio.
Esce mentre il sole tramonta....resto un attimo sulla porta...poi rientro per farmi quel benedetto bagno caldo....credo di essermelo proprio meritato.
FINE
Commenti,giudizi ed apprezzamenti di ogni genere sono sempre graditi.Sarei felici di leggerli perciò mandarmeli a:
[email protected]
62
13
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Il rientro
Le vacanze sono trascorse, ci siamo tenuti in contatto chiamandoci di
tanto in tanto e inviandoci messaggi stuzzicanti, accendendo l’uno all’
atro desideri irrefrenabili ed una grande voglia di possedersi ancora.
Sei venuto da me, ecco che attraverso la piazza: ho i capelli sciolti
che ondeggiano sotto un fievole alito di vento, e dai tuoi occhi leggo
la gioia nel rivedermi. Ti butto le braccia al collo e stringo il tuo
corpo contro il mio, il tuo profumo pervade le mie narici, mi è
mancato, mi è mancato il tuo corpo morbido e mi sono mancate le tue
teneri labbra che in questo momento si stanno poggiando sulle mie per
schiudersi tra qualche attimo in un avvolgente bacio.
È sempre bello rincontrarsi e riscoprirsi: “hai una nuova luce” mi
dici, ti chiedi cosa ho combinato durante le vacanze dato che al
telefono non mi sono sbottonata.
Stasera ho una gran voglia di parlare, ho parlato per tutta la cena
raccontandoti le piccole birichinate che ho fatto e tutti i desideri
che le tue chiamate mi hanno suscitato.
La serata sta giungendo quasi a termine, siamo in macchina e ci
dirigiamo verso casa mia, ti volti a guardarmi e noti il mio sguardo su
di te, la mia bocca raggiunge il tuo orecchio e sussurrando ti dico:”
non voglio andare a casa, dirigiamoci sui colli”. Senti la tua mano
poggiarsi sulla tua gamba, vicinissima all’inguine, senza pensarci due
volte ti dirigi verso i colli sperando di trovare al più presto una
stradina dove poterci fermare. La mia mano cerca il tuo pene, emetto
uno squittio di meraviglia sentendo la tua rapida erezione, lo stringo
attraverso la stoffa dei pantaloni, so di doverlo liberare al più
presto, e mentre i tuoi occhi cercano un posto adatto, scosti la mia
mano e fai scendere la cerniera, ma non basta, allora slacci la cintura
e sollevandoti calo pantaloni e boxer fino alle ginocchia. M’impossesso
del tuo pene con entrambe le mani, lo avvolgo, lo stringo, lo
massaggio. Ecco che la mia passionalità si impossessa di me, il mio
viso inizia a cambiare forma, non sono la Carla di qualche ora fa,la
mia bocca cerca la tua, ma devi guidare, allora esploro il tuo collo, i
guizzi della mia lingua ti fanno fremere.
Sbottono la camicia , l’apro, la spalanco, sei discinto e pressoché
nudo, fremi sempre più nel sentire la mia bocca scendere, appropriarsi
di un tuo capezzolo, suggerlo. E’ una cosa che ti fa impazzire e alla
quale non resisti, premi sul mio capo, non mi faccio pregare e scendo
rapidamente, il mio alito precede di poco il calore della mia bocca. E’
con sguardo smarrito, quasi disperato che cerchi una stradina,senti la
mia bocca aprirsi, scendere, ingoiarti, le mie labbra vanno su e giù
sul tuo cazzo. Ecco una strada sterrata, volti, è poco più di un
sentiero, i sobbalzi della macchina non fermano il mio fellatio, il
timore di lasciarmi sfuggire l’oggetto dei miei desideri mi inducono ad
aspirarlo, a succhiarlo quasi ne fossi affamata. Non so come hai fatto
a resistere sento che stai per raggiungere l’orgasmo tenti di fermarmi
ma continuo a suggerti, a far andare la bocca ed un sorriso malizioso
si posa sulle mie labbra quando sento lo zampillo colpire la mia gola,
sollevo il capo e con gioiosa meraviglia aiuto il tuo orgasmo menando
con la mano il tuo cazzo, la mia bocca cala, ti ingoia, risale, cala
nuovamente . . . So che ti piace la bocca in quegli ultimi movimenti,
accarezzi i miei capelli mentre succhio il tuo seme fino all’ultima
goccia. Dolcemente sollevo il capo e mi baci, nella bocca lo sperma ha
un sapore particolare, non ti vergogni di leccare le mie labbra
luccicanti.
Mentre mi raddrizzo sul sedile, scendi dalla macchina inciampando nei
pantaloni, li togli e ti strappi quasi di dosso la camicia, mi guardi.
Sei nudo, completamente nudo, il chiarore della luna piena rischiara la
radura di una luce pallida che permette di vedere ogni cosa, più in là
è ferma una macchina, le portiere sono aperte, la luce ne illumina l’
interno dove una coppia si è interrotta dal fare all’amore e i due sono
volti verso di noi e ci guardano. Scendo, faccio il giro della vettura
e ti vengo incontro. Resto meravigliata nel trovare il tuo pene ancora
semi eretto, lo prendo con entrambe le mani, lo massaggio in modo
talmente soave che acquista subito consistenza, guardo l’altra coppia
che rassicurata ha ripreso il suo piacere. Capisci che sono eccitata,
la possibilità di essere vista da estranei ha acuito la mia libidine.
Non mi oppongo alle tue mani che hanno iniziato a spogliarmi, lo fai
senza fretta con gesti lenti, quasi che il denudarmi facesse parte di
una liturgia.
Il luogo è deserto, gli unici rumori sono i canti delle cicale, vicino
a noi ci sono alcuni tavoli da pic nic dalle spesse assi di legno,
sembrano messe lì apposta per aiutare le effusioni degli amanti, l’ora
inoltrata rende estremamente remota la possibilità che qualcuno possa
disturbarci.
Prendi la mia mano e mi conduci verso uno dei tavoli, mi sollevi
facendomi sedere. Mi lascio andare sui gomiti e sollevo le gambe
poggiando i piedi ai lati del mio sedere. “Cielo quanto sei bella”
esclami, le tettine dai capezzoli tesi puntano in modo impertinente il
cielo stellato, la mia espressione di una dolcezza infinita contrasta
col mio sguardo di sfida. Cogli l’invito delle mie cosce che si aprono
e ti chini fra di esse immergendo il viso a gustare la mia figa, la tua
bocca la copre, la tua lingua entra in essa ad assaporare i succhi
della mia eccitazione, e le tue orecchie odono i miei gemiti di
piacere.
Ma un altro rumore copre la mia voce, quella della femmina che in
ginocchio sopra il tavolo accanto al nostro cerca di resistere alle
spinte del maschio che sopra lo stesso tavolo la sta prendendo alla
pecora, entrambi ci stanno guardando apertamente come a prendere spunto
dalle nostre evoluzioni.
Le mie dita si insinuano sotto la tua bocca ad allargarmi la vulva per
dartela aperta mentre con piccoli scatti del bacino vengo incontro alla
tua lingua. Il liquido asprigno che invade la tua bocca e che assapori
come fosse un liquore ti dice dell’avanzamento del mio piacere, anche
le mie grida ti dicono che manca poco . . . Il momento è troppo bello
perché termini così presto, scendi con la lingua seguendo i miei umori
fin fra le mie chiappette e quando con questa incontri le pieghine del
tuo buchetto contratto ti accorgi delle mani scese ad aprirmi le
natiche. Sono tutta un fremito, dalla mia bocca escono parole di
supplica, sto per venire. Risali a ritroso il cammino percorso, ora la
figa ha un sapore più intenso, con un movimento offro il clitoride alla
tua bocca, lo lecchi, lo mordicchi, lo succhi, mi muovo
disordinatamente come a sfuggirti ma le mie mani ti tengono premuto
contro di me . . . Urlo mentre mi inarco completamente, passi le mani
sotto il mio sedere e mi mantieni sollevata mentre banchetti con la mia
figa. Con un ultimo grido mi faccio pesante e vengo in spasimi che mi
fanno fremere. Lentamente riapro gli occhi ti guardo e ti sorrido, non
mi avevi mai vista così, ho un espressione diversa,di beatitudine,
felicità.
Ti avvicini al mio corpo sognando, insieme a me, i momenti di passione
che ci accompagneranno per tutta la notte.
9
1
17 years ago
senza1pensieri,
36/36
Last visit: 16 years ago
-
A milano da un giorno
sono a Milano per lavoro da due giorni, il primo accendendo il mio pc ho trovato un messaggio su Desyderia molto intrigante di un bel ragazzo milanese bendotato, che aveva apprezzato le mi foto e si rammaricava x la distanza che c'era tra noi ...ho chiesto il suo cellulare l'ho chiamato e gli ho detto di incontrarci al buio.....fuori un noto ristorante di Mi..........ha accettato subito. Avevo la pelliccia sotto completamente nuda e molto umida di piacere........alle 23 è arrivato con la sua mini.. sono salita e in piazza ho iniziato a succhiare il suo cazzo già duro e grande.......lui era eccitatissimo allora gli sono montata sopra e mentre succhiava ingordo i miei capezzoli turgidi me lo sono scopato come una cagna in calore........poi completamente bagnata e vogliosa mi sono allargata il culetto e con una botta sola l'ho infilato tutto nel culo dove lui ha sborrato con forza mentre toccando il mio clitoride mi faceva urlare di piacere.......poi sono scesa ho chiamato un taxi e l'ho lasciato lì ancora grondante di piacere.........
11
5
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
La prima esperienza di sottomissione
Prima esperienza di sottomissione.
E' iniziato tutto con internet.
Un rapido scambio di mail, qualche richiesta e alla fine la mail che da tanto aspettavo.
"Questo è il numero di Padrone Stefano, chiama.
" Non me lo feci ripetere due volte, il cuore batteva a mille.
Chiamai, la voce del padrone era forte e sicura.
Mi diede appuntamento per il giorno dopo.
Erano una coppia, Padrone e Padrona, avevano già uno schiavo, e dopo tanto tempo di fedele servitù volevano regalargli un giocattolo, e io ero quello che cercavano.
La notte dormii poco, l'agitazione cominciava a salire.
La mattina mi diressi verso la loro abitazione, l'indirizzo era chiaro, e fortunatamente molto vicino a casa mia.
Suonai, il cuore in gola, mi invitarono a salire.
Arrivato davanti al portone, una bella donna sulla quarantina mi fece entrare in casa, finalmente conoscevo i miei Padroni.
Non mi rivolse parola, si sedette sul divano vicino al marito.
Mi squadrarono in piedi, vestito.
Il Padrone ordino di spogliarmi, voleva vedere se avevo eseguito l'ordine di depilarmi.
Mi spogliai, prima la maglia, poi le scarpe, le calze, i pantaloni.
Rimasi in mutande, indugiai un attimo di troppo, e il Padrone mi sgridò, disse che dovevo fare esattamente qualsiasi cosa loro mi dicessero se non volevo incappare in punizioni.
Mi tolsi le mutande, mi sentivo per la prima volta a disagio.
Io solo, nudo davanti a due persone che mi fissavano. Si avvicinarono, e guardarono compiaciuti il loro nuovo gioco.
Le mani sapienti del Signore mi toccavano, i capezzoli turgidi dall'eccitazioni, vennero più volte tirati, il mio buchetto depilato accarazzato dolcemente, il mio sesso masturbato per pochi secondi.
"In ginocchio".
A quest'ordine mi misi a quattro zampe vicino al divano.
"Aspettaci qui" mi disse il Padrone.
I due Signori si allontanarono, dopo poco arrivarono entrambi, seminudi, con addosso soltanto l'intimo e in mano una bottiglia di buon vino, e due calici.
"Ora noi giocheremo un po', tu non devi fare niente finchè noi non ti diciamo nulla".
Detto questo appoggiarono sulla mia schiena i calici e iniziarono a parlare tra loro.
Dopo breve tempo, sulla mia schiena furono poggiati anche i loro deliziosi piedi.
L'oggetto principale del mio desiderio, i loro magnifici piedi, erano poggiati su di me.
Finalmente mi sentivo una creatura sottomessa.
Ormai era passata quasi mezz'ora e quella posizione iniziava a darmi fastidio.
La Signora se ne accorse.
"Inginocchiati davanti a me, e pulisci bene i miei piedi, e dopo i miei pulisci quelli del tuo Signore".
Obbedì, e con cura iniziai a leccare e baciare i piedi dei miei padroni. La mia lingua si insinuava tra le dita, sulla pianta profumata, come se fossi nel bel mezzo di un rapporto orale, succhiavo con avidità e dolcezza allo stesso tempo quelle splendide dita.
Le unghie lunghe e perfette si scontravano con i miei denti. Era il turno del padrone, il suo piede, grande ma completamente depilato, mi sfiorò la bocca, che lentamente si aprì fino a far entrare le sue lunghe dita.
Morbido come non avrei mai pensato, dal sapore del legno delle sue infradito, continuavo a baciare quei piedi che fino ad ora ero riuscito a vedere solo in foto.
Volevo masturbarmi, avrei voluto venire in quel momento.
Ma sapevo che avrei fatto una cosa sbagliata e non voluta, e mi trattenni.
"E bravo il nostro cane" disse la Padrona, "Ora vai in cucina, sul tavolo ci sono un po' di giochini li riconoscerai da te e mi raccomando, vai a quattrozampe".
Andai, per terra su una busta c'erano due cetrioli, diverse zucchine e alcune banane.
Senza indugiare presi gli ortaggi e li portai ai padroni, sapevo che a loro piaceva penetrarsi con la frutta.
"Vai in quell'angolo, potrai solo guardarci mentre giochiamo, e se ti tocchi verrai scudisciato a dovere capito?" Annuì con la testa e mi precipitai nell'angolo.
I Padroni iniziarono a giocare con gli ortaggi, non avrei mai pensato che anche l'ano del padrone fosse così aperto.
Non toccarsi fu una cosa durissima.
Vidi le loro facce felici, pieni di eccitazione e gioia.
La loro felicità, si concluse con una scopata eccezionale, ma proprio nel momento di massima eccitazione, il Padrone uscì dalla sua Signora, e le venne sui piedi.
"Vieni qui cane", mi avvicinai, "Pulisci i piedi della tua Padrona, e non sprecare nemmeno una goccia di questo nettare prezioso".
Ripulì i piedi della Signora, dal caldo seme del Padrone, non avevo mai assaggiato lo sperma, e quando lo finì tutto ne volevo ancora.
Mi sentivo una troia affamata di sesso.
"Bravo, ora però tocca anche a te giocare al nostro gioco preferito, sdraiati sul divano, piccolo".
Mi sdraiai come da ordini della Padrona.
Il Padrone mi prese i piedi e me li portò dietro la testa.
Avevo ormai intuito qual'era il mio destino.
Era la prima volta che venivo penetrato, un po' di paura prese il largo in me.
Mentre il Padrone mi legava e accarezzaza i piedi, la Padrona mi bagnò il mio buchetto con una sostanza oleosa, e poi con la carota, il più piccolo degli ortaggi iniziò a penetrarmi.
Subitò fù dolore, ma poi il piacere prese il suo posto, e piano piano la zucchina prese il posto della carota.
Il Signore mi accarezzava i piedi, e questa cosa mi rilassava.
"Vedo che anche se è la prima volta sei ben aperto" mi disse la Signora.
La mia risposta fu un mugolio di piacere, che il Padrone zittì mettendomi il suo scettro in bocca.
In quel momento sentivo l'estasi in me, il Padrone che mi comandava di succhiare il suo membro mentre le sue mani mi accarezzavano, la Padrona che ormai armata di cetriolo, mi penetrava con foga. Il Padrone venne dentro la mia bocca, bevvi tutto il suo dono.
Con violenza la Signora tolse il cetriolo da dentro di me, dovevo avere il buchetto allargatissimo.
Mi infilò dentro un plugin. "Per oggi abbiamo finito, questo è solo l'inizio, ti ho lasciato un regalino dentro di te, domani voglio ritrovarlo allo stesso posto".
In silenzio mi vestì e me ne andai, ancora eccitato e con una nuova parte di me in corpo.
34
4
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Maria
Io sono una di quelle che quando ne ammazzano una la chiamano puttana.
A diciotto anni lasciavo il paese, con poche lire in tasca e molte speranze. Erano in tanti a partire in quegli anni dopo la guerra, chi andava all’estero e chi come me saliva al nord. Ottenuto un indirizzo da un’amica mi ero sistemata all’ “Osteria del Naviglio” di Milano. Mio padre era morto da qualche anno per cirrosi e mia madre doveva badare ai fratelli più piccoli e con la misera pensione cercare di mandare avanti la famiglia. Avevo una formazione di parrucchiera in tasca e questo avrebbe dovuto assicurarmi da vivere, almeno così credevo. Ma il lavoro non arrivava e i soldi finirono. Ero una bella ragazza, con i capelli neri, lunghi e ondulati, un viso dolce ma innocentemente provocante. Di questo si era ben presto accorto anche il macellaio e non aveva impiegato molto a farmi capire che le bistecche avrei potuto pagarle anche in altro modo.
-Buon giorno signora, cosa le posso servire oggi?- dice il cameriere.
-Un buon caffè francese, come tutti i giorni, Jerome! Sono sei anni che frequento il “Bistro’ de la Tour Eiffel” e Jerome è sempre così gentile da chiedermi cosa desidero! Rimorsi? Non era il momento di guardare dentro la coscienza, io davo e ricevevo e tanto mi bastava. Dopo il macellaio si aggiunsero il fruttivendolo e i milanesi con le lire e così, quasi senza accorgermene, entrai nel giro. Spedivo qualche soldo a mia madre, poi, man mano che il tempo passava, il paese sembrava allontanarsi, quasi estraneo dai miei pensieri, poi ho smesso di scrivere e di soldi non ne ho più inviati. Nei momenti di stanca o per riprendermi dal freddo entravo nel bar, scambiavo qualche chiacchiera con Pepè, anche lui del mio paese, poi, man mano che le ore si facevano piccole, prendevo un caffè sempre più ristretto, almeno fin quando l’osteria non chiudeva; ogni tanto pagavo, la maggior parte delle volte contraccambiavo. No, non facevo distinzioni, non potevo scegliere, giovani, anziani, morti di fame e signori. Come ho già detto io davo e loro ricambiavano in moneta e questo era quello che mi importava. Pepè, a suo modo, mi voleva bene, sperava che andassi a vivere con lui, ma miseria con miseria avrebbe portato solo ulteriore miseria. Ogni tanto mi trasferivo in campagna, nelle locande di piccoli paesi lombardi, per la quindicina di battaglia; chi è del mestiere sa cosa vuole dire. Tornavo distrutta ma con una buona riserva in tasca la quale mi permetteva di non uscire per un paio di sere e di togliermi qualche sfizio. Tanto guadagnavo e tanto spendevo, finalmente l’agiatezza avrebbe avuto il sopravvento sulla povertà, mi sentivo orgogliosa di poter dire di avercela fatta, di essere arrivata al punto laddove il potere e l’energia effimeri del denaro ti fanno sentire improvvisamente una persona rispettabile e ti pone su un altro piano nella scala sociale, ma quante illusioni; dopo la guerra c’era fermento economico, i commerci riprendevano, arrivavano sul mercato i primi testimoni del progresso, l’utilitaria, la lavatrice e il frigorifero. Ricordo di essere stata una delle prime, almeno nel quartiere, a possedere un televisore e prima ancora ad acquistare una macchinetta per la preparazione del caffè con un gruppo a pistone, della quale andavo fiera. La portavo con me durante le settimane fuori Porta dove, quasi mai, si usciva dalla camera. Ho sempre abitato nel monolocale sopra l’osteria e consideravo il bar come il mio soggiorno,
praticamente un appartamento su due piani. Nei momenti di riposo trascorrevo ore, tra un caffè e l’altro, a riflettere sulle pazzie del passato e a tessere improbabili sogni per il futuro. Ripensandoci, la mia vita è sempre stata contrassegnata dal caffè che amavo e gustavo fino in fondo e gusto tuttora nelle diverse varianti: per anni la giornata è iniziata con un espresso cremoso, untuoso e carico di gusto, quello che buttavo giù d’un fiato e che mi copriva tutti gli odori e le porcherie della notte, che mi permetteva ancora una volta di voltare pagina, con la lingua pressata sul palato e gli occhi chiusi per assaporare, fino all’ultima sfumatura, gli aromi più nascosti, seguìto subito dopo da un caffè più lungo, che sentivo salire dolcemente al cervello per diffondersi in seguito su tutto il corpo e farmi capire che ero veramente sveglia; oggi lo preferisco alla francese, preparato nei due classici bricchi. Un mio cliente una volta mi aveva messo al corrente, a proposito di questa passione, di avere un amico che si chiamava Voltaire, almeno così mi pare, che del caffè diceva: - ho continuato ad avvelenarmi per più di cinquant’anni e non sono ancora morto -
-Lo zucchero per favore, Jerome!- E’ un bravo ragazzo ma tanto sbadato!
Sono rimasta a Milano per cinque anni poi lentamente ma inesorabilmente l’ambiente andava facendosi sempre più ostile, erano arrivate altre donne nel quartiere con i loro uomini a dettare legge; dovevo adattarmi alle nuove regole o altrimenti cambiare aria. Optai per la seconda soluzione. Pepè
era già partito, invaghitosi di una rossa del Lodigiano si erano trasferiti a Como dove, mi si diceva, avevano creato un loro giro. Per pochi soldi vendetti tutto e lasciai l’Italia per la Francia, senza rimpianti e senza mai voltarmi indietro. Mi rimase la macchinetta per il caffè, testimone di un periodo di speranze, di illusioni e forse anche di qualche occasione perduta. Qui a Parigi sembrava che la fortuna avesse trovato in me un punto di riferimento; le ragazze del sud esercitavano ancora un fascino particolare sugli uomini e anche Pierre fu attratto dai miei capelli e dal mio volto sempre dolce ma innocentemente provocante, nonostante le battaglie. L’avevo avvertito di lasciar stare - per la verità senza troppa convinzione -,di non coprirmi di vestiti e di gioielli, di non pagarmi l’affitto per un appartamento in centro...., ma lui aveva insistito, perso com’era nel mio corpo e nei suoi soldi. Andò avanti per tre anni. Incontravo Pierre un paio di volte la settimana, per il resto non avevo niente da fare; ci si abitua in fretta a frequentare i negozi delle grandi firme e i ristoranti famosi. Il venerdì era consuetudine trascorrere la serata da “Chez Maxim’s” divenuto luogo di mondanità e personaggi celebri e li avevamo il nostro tavolo fisso, sempre riservato. Pierre era figlio di un noto gioielliere parigino ed il personale ci copriva di attenzioni, ma sapevo benissimo che il marchio che mi portavo addosso era ormai indelebile: quando hai esercitato questo mestiere rimani bollata per tutta la vita e te ne accorgi da come i camerieri ti guardano e ti sorridono maliziosamente. Devo ammettere che si mangiava bene, sublimi erano le specialità di pesce e le uova di quaglia al caviale, superbo il caffè parigino, un misto di caffè, cioccolata, cognac e zucchero miscelati e guarniti con panna. Il tempo libero mi portò a scoprire anche luoghi per me fino allora sconosciuti, volevo improvvisamente far mia una cultura che per tanti anni mi era mancata e iniziai a frequentare assiduamente e morbosamente musei, teatri e librerie e li, fra i tanti, apprezzai il Verga e i “Malavoglia”. Rividi in padron ‘Ntoni mio padre e nelle viuzze di Aci Trezza riconobbi il mio paese e il mare, il mio mare. Sarei voluta tornare dopo tanti anni in Sicilia, magari in incognito, senza avvisare nessuno, assaporare ancora una volta l’aria di casa e fissare definitivamente nella memoria i luoghi e i profumi della mia adolescenza, ma gli avvenimenti precipitarono; il padre di Pierre venne a sapere delle strane frequentazioni del figlio e dei gioielli che sparivano dal negozio; nel giro di pochi giorni Pierre si trovò a Los Angeles a dover gestire una loro filiale. Improvvisamente mancarono i soldi, l’appartamento in centro e i gioielli che dovetti ritornare al padre infuriato e ancora una volta rimasi unicamente con la mia macchinetta con un gruppo a pistone. Annegavo nuovamente nel caffè la disperazione della solitudine e la paura di ritornare sul marciapiede, di dover ricominciare ancora una volta da capo. Adesso sono qui al “Bistrò de la TourEiffel”: fra poco qualcuno passerà a prendermi con la limousine e mi porterà al lavoro, come tutte le sere.
Giovedì 9 novembre 1961
LE FIGARO
STRANGOLATA DONNA AL BOIS DE BOULOGNE
Si tratta di una puttana di origine straniera nota nell’ambiente
con il nome di “Maria la caffettiera”
8
1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Nouvelle justine
Mia diletta nouvelle Justine,
ciò che temevamo si sta avverando e l’ora del distacco si avvicina a grandi passi.
Mia diletta nouvelle Justine, ti ricordi i primi tempi o come recita il Leopardi “il rimembrar delle passate cose” quando bastava un paio di calze a rete, un corsetto o un reggiseno imbottito per portarti al settimo cielo? Era sufficiente sfiorarti con la frusta di cuoio e scendere lentamente lungo il tuo corpo per sentire il vibrare dei tuoi sensi! Tutto questo non c’è più, i confini del piacere si sono allontanati a dismisura, le scariche di adrenalina si fanno più rare e i morsetti si stringono attorno alla carne lacerata, le corde lasciano i segni, le candele le bruciature. Mia diletta nouvelle Justine, questo non lo sopporto più. So di tradire il mio antico avo. Ti ricordi? Ti avevo parlato una volta di un parente, di un tale chiamato il Divin Marchese, ti ricordi? Non voglio cadere nella stessa trappola, lucido di mente ma internato in manicomio per il resto dei suoi giorni! Ti devo lasciare mia diletta nouvelle Justine, spogliamoci di queste maschere e continuiamo su strade diverse. Addio per sempre!
Tuo Antoine.
* * *
Antoine, dismessi gli abiti femminili, ne fece un fagotto e lo gettò nel Naviglio in piena.
9
1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
La badante
In quel periodo di feste andavo a trovare mio nonno che viveva con la badante, una rumena di 44 anni carina, formosa. Conoscevo abbastanza la sig.ra, ma in quei giorni l'ho conosciuta meglio. Un pomeriggio lei si addormentò sul divano, mio nonno stava riposando in camera sua, così, io rimasto in sala da solo con la sig.ra addormentata sul divano, incomincia ad osservarla, la sua gonna le si era tirata su oltre le ginocchia e dalla scollatura quasi le si vedevano i capezzoli, io mi eccitai subito a quella visione, il cazzo comincio ad ingrossarsi. Ad un certo punto, delicatamente le tirai la gonna ancora più su fino a vedere le mutandine bianche. L'eccitazione era tanta, non sapevo se approfittare della situazione, cosi mi sedetti sullo stesso divano e lentamente le toccavo il culo. Non potendo andare oltre, per non svegliarla decisi di lascirle un ricordo, così mi misi in piedi sopra la sua faccia e cominciai a segarmi fino a quando venni sborrandole sulla faccia.
L'indomani la sig.ra, mi chiese di andare in camera sua, voleva parlarmi. Mi chiese subito se sapevo niente di ciò che le era successo, io le risposi di essere io il colpevole, ma le dissi anche che lei mi aveva provocato e che la trovavo molto eccitante, anche nel momento stesso in cui mi parlava e che tale eccitazione me lo faceva diventare duro così glielo feci vedere. Lei imbarazzata e lusingata accetto le mie scuse, ma intanto io cominciavo a segarmi davanti a lei, chiedendole se le dava fastidio, lei mi rispose che più che fastidio era imbarazzo, allora le presi la mano e l'accompagnia sul mio cazzo duro facendole fare dei movimenti lenti e delicati. Continuava anche da sola, ma mi disse esplicitamente che non sarebbe andata oltre e di non illudermi. Tuttavia continuava a segarmi e con una mano le toccavo il culo. Continuò a segarmi per più di venti minuti, allora capii che per quel giorno potevo rimediare solo una sega. Cosi decisi di venire ma le chiesi solo di sborrarle in faccia le si piegò e fu così che le riempii nuovamente la faccia di sborra
12
1
17 years ago
amatoriale75228868,
32
Last visit: 17 years ago
-
Vero cuck
Ciao, siamo una coppia matura che ha sempre vissuto il sesso in maniera appagante, lei è bella, giunonica e molto disinibita, io sono una persona normale con dei begli occhi chiari che spesso hanno fatto girare la testa a qualche donna.Una sera,dopo aver fatto l'amore, ci siamo ritrovati a parlare di tutte quelle fantasie che avevamo e che non eravamo riusciti a soddisfare.Premetto che siamo una coppia molto aperta e disinibita ma non avevamo mai affrontato un discorso del genere.Quella sera, forse a causa delle ostriche e dell'abbondante vino bevuto, i nostri freni inibitori sono caduti, cosi' lei mi ha confessato che le sarebbe piaciuto farsi scopare da un altro uomo in mia presenza.Confesso che sono rimasto un po' infastidito da questa richiesta,ma allo stesso tempo il pensiero di vederla con un altro mi ha eccitato da impaxxire!Dopo qualche giorno, una persona che conoscevamo e che non ha mai nascosto l'interesse per mia moglie, è venuto a trovarci per un problema al suo computer.Dal suo ingresso ho subito notato una strana luce negli occhi di mia moglie,come se intendesse dirmi qualcosa...Non c'è stato bisogno di parole...Uno sguardo e lei ci lascia soli davanti al computer...Dopo appena qualche minuto ricompare...Perizoma, reggiseno e vestaglia trasparente nera, tre bicchieri di vodka in mano e un sorriso che la dice tutta sulle sue intenzioni!Roberto la guarda e poi guarda me, è un attimo e con un cenno del capo gli faccio capire di non preoccuparsi...Si alza e prende il bicchiere mentre Vanessa lo fissa dritto negli occhi...é un momento carico di tensione, io non so che fare ma so che a lei piacerebbe e allora mi siedo sul divano con il mio bicchiere in mano e abbasso la lampo dei pantaloni...è il segnale che vanessa aspettava!La vedo aprire la vestaglia e offrire lo spettacolo del suo candiso corpo agli occhi di roberto il quale, incredulo, comincia a stringerla a sè.Vedo le sue mani correre lungo i fianchi di vanessa mentre con le labbra e la lingua comincia un delizioso su e giu' sul collo...è il punto debole di vanessa che comincia ad ansimare eccitata mentre roberto la stringe a sèspingendo il suo cazzo imprigionato dai pantaloni contro la pancia di mia moglie..."ce l'hai gia' duro" dice lei, "si, ho aspettato per mesi questo momento e adesso ti voglio,ti desidero"...avevo il cazzo in mano e guardavo eccitato mia moglie inginocchiarsi davanti a roberto, piano slacciargli la cintura e la lampo e finalmente tirare fuori quel cazzo che aveva appena sentito sulla pancia...Incredibile!!! roberto ha un mostro di almenoo 24 cm!!la cappella rossa e gonfia!lo sguardo di vanessa si posa su di me e allora la incito "dai, fammi vedere cosa sai fare con un cazzo cosi', comincia a succhiarlo,fattelo arrivare in gola,fai la troia come so che ti piace fare!" "si amore, adesso ti faccio cornuto"è la sua risposta...dopo niente parole, la lingua comincia a saettare per la cappella turgida,su e giu' per quel bastone enorme di carne pulsante e poi in bocca ad insalivarlo per bene, a succhiarlo come io so che sa fare lei.Roberto mugola di piacere, è un pompino lentissimo e profondo.Ci spostiamo sul letto e via i vestiti, tutti e tr e nudi e con i sensi a mille!!!!vanessa è scatenata!fa sdraiare roberto e si mette a cavalcioni sulla sua faccia dicendo "dai fammi vedere come me la lecchi e tu vieni che te lo voglio succhiare"Mi avvicino e le metto il cazzo in bocca tenendola per i capelli, non mi controllo piu' "sei una gran troia,la mia troia che si vuol prendere due cazzi insieme,si fattela leccare e poi lasciati sfondare da tutto quel bel cazzone"Queste parole hanno un effetto dirompente sui suoi sensi, come pervasa da una carica elettrica si mette a cavalcioni su roberto e con una mano guida piabno il cazzone duro dentro la figa ormai un lago di umori.Mi metto dietro per osservare da vicino quella figa che conosco bene spalancarsi per accogliere quel membro mostruoso,lo vedo infilarsi piano fino in fondo mentre lei mugola di dolore e piacere, "si rob, fai piano ma mettilo tutto dentro,si cosi', ancora un po',si adesso c'è tutto che bello mi stai riempendo tutta"e comincia a mupversi con un ritmo frenetico...che spettacolo quel cazzo enorme che la sfonda...i loro movimenti sono incontrollati, ad ogni affondo la sento urlare fino a quando "vengo, vengo, sto venendo"urla accasciandosi letteralmente sul petto di rob...vedo il suo corpo sussultare negli spasmi dell'orgasmo,una, due volte e poi rilassarsi completamente...dopo qualche secondo lei si sfila il cazzo dalla figa e mi dice "adesso voglio che rob mi faccia male!lo voglio nel culo e tu ci devi aiutare.""non entrera' mai"le rispondo,ma dal suo sguardo capisco che non rinuncera' e allora prendo una crema che usavamo per noi e le dico"d'accordo troia, mettiti a pecorina che te lo faccio sfondare"intingo un dito nella crema e comincio a passarlo vicino al buco del culo...sento i suoi muscoli rilassarsi e piano le metto dentro prima uno, poi due e infine tre dita mentre rob sconcertato ed eccitato mi guarda..."dai, spaccale il culo come desidera!" lo vedo appoggiare la cappella mostruosa all'orifizio lubrificato...lo vedo spingere piano fino a fare entrare la cappella..."ahi, piano è troppo grosso,mi fai male basta, tiralo fuori"ma a quel punto rob era proprio andato e con un colpo solo le mette dentro almeno la meta' del suo arnese..."basta!basta!toglilo"urla lei,ma quelle invocazioni eccitano ancora di piu' me e rob e allora lo incito a non fermarsi "dai spingi!lo ha voluto e adesso se lo gode!"Un altro colpo e tutto il cazzo scivola dentro il culo di vanessa, un altro urlo e qualche lacrima..."dai che adesso passa, " e cosi' dicendo mi infilo sotto di lei e comincio a leccarle la figa! è stupendo! il cazzo di rob che le sfonda il culo passa a qualche cm dalla mia lingua mentre lecco gli umori della mia troiona che comincia ad assaporare il piacere di un cazzo in culo e la mia lingua che le succhia il clitoride... "siete due maiali, mi state facendo morire, non ce la faccio piu' voglio godere"ansima roberto e allora, con fare repentino vanesa si sfila il cazzo dal culo e comincia a succhiarglielo...mi guarda e,maliziosa,mi dice"ti va di aiutarmi?"Resto interdetto ma è solo un attimo, " dai, tu prendilo in mano e menalo mentre io continuo a succhiare la punta"...eccitato fino al parossismo acconsento, è enorme davvero!come ha fatto a prenderlo dietro?comincio piano a menarlo mentre vanessa a bocca spalancata lo fa entrare ed uscire fino alla gola...sento irrigidirsi roberto e accelero il movimento, "si dai vieni, riempila di sborra!" "si vengo, vengo" e poi un rantolo...getti copiosi di sborra inondano il viso di vanessa...la lingua raccoglie le goccioline mentre io continuo ancora a menarlo strizzandolo piano per far uscire anche l'ultima goccia...."sei stato fantastico amore,adesso vieni, scopami, voglio che mi fai godere ancora"e cosi dicendo si rimette a pecorina..."dai lo voglio ancora nel culo"non me lo faccio ripeter e con un solo colpo affondo nell'ano dilatato dal precedente orgasmo.La stantuffo nel culo mentre rob dice " si cosi maiali, fatemi vedere quanto siete porci, sei una troia vanessa, "Sto per venire e aumento il ritmo fino a quando finalmente esplodo anch'io..."vengo, ti riempo la pancia di sborra ", "si amore vieni rompimi, spaccami, fammi sentire la tua sborra!"Un lungo,interminabile orgasmo simultaneo...un fiume di sborra dentro il culo mentre spasmi dell'ano mi stringono il cazzo...Ansanti, sudati, sfiniti ci lasciamo andare sul letto....Non abbiamo piu' rivisto roberto, una scelta dolorosa ma inevitabile, si stava inamorando di vanessa mentre per noi è solo sesso...
17
4
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
La prima voltadi mia moglie
finalmente l altra sera ho portato mia moglie in un parcheggio che sapevo essere x coppie scambiste dopo 5 minuti che eravamo li è arrivata una macchina con un singolo ci ha guardato poi si è fermato è sceso si è avvicinato al finestrino dalla parte di mia moglie a questo punto gli ho tirato su la gonna era già senza le mutandine lui come ha visto la sua fica a cominciato a masturbarsi lei ha cominciato pure lei ha masturbarsi ho aperto il finestrino lui gli ha tolto la sua mano ha cominciato a masturbarla lei masturbava lui dopo un po mi ha chiesto se poteva andare dietro con lui cosi si sono seduti dietro lui gli ha leccato la fica poi lei gli ha fatto un lungo pompino poi si è messo il preservativo e ha cominciato ha chiavarla io mi stavo masturbando come un matto a questo punto lui ha fatto una sborrata fantastica poi si è ripulito ci ha salutato ed è andato via sono passato dietro io abbiamo fatto una chiavata fantastica era la prima volta di mia moglie gli è piaciuto vuole ripetere l esperienza
14
10
17 years ago
giov88, 55/55
Last visit: 1 year ago -
Una sera.... all\'improvviso!
Era il 2000, discoteca a Riccione tra le più belle.
verso la mezzanotte entro con i miei amici e, come fan tutti, ci si guarda intorno. Dopo un paio di drink e quattro chiacchiere con gli amici si va in pista e si comincia ad "agganciare" qualche ragazza.
Le 18enni non mi son mai piaciute e quindi puntavo a qualcosa (o meglio, qualcuno) di più interessante.
Poi, casualmente, noto una ragazza al bar (sulla 30ina), con un bicchiere tra le mani e gli occhi che vagavano qua e la in cerca di qualcosa.
Lei era molto bella, vestita bene e di gran classe. si comincia a parlare del piu e del meno e scopro che lei è di Milano ed era qui solo per qualche giorno. Si chiacchiera ancora, si ride, c'è feeling e mi dico.... Eccoci! Ho trovato quel che cercavo.
poi, all'improvviso, arriva un tipo sulla quarantina. Mi guarda male, si siede a fianco alla tipa e capisco che qualcosa non va.
Era il marito!
Era ovvio che una così non era libera.
Allora non demordo e comincio a parlare anche con lui dicendo che non sapevo che fosse sposata e bla bla bla.
Dopo pochi minuti il marito mi offre un drink e intuisco che la cosa è strana. mah, chissà. dopo un po di chiacchiere, risate, battute e cose varie faccio un complimento alla moglie davanti a lui. Non so perchè, ma l'ho fatto! forse l'alcool, forse no.
lo guardo e gli dico:" Hai una moglie stupenda, due occhi da angelo, fisico splendido, eccitante e sexy!".
Lui, stupito, mi dice che ne è a conoscenza (ovviamente) poi mi dice: Se non fossi qui, ci proveresti?
A quel punto volevo andare fino in fondo e rispondo:"Se non sei geloso ci provo anche davanti a te!".
i due si guardano, si sorridono e mi chiedono se mi va di andare con loro in centro città. ormai erano le 3! comunque accetto.
Vado in macchina con loro, apro lo sportello posteriore, mi siedo e vedo con piacere che anche lei sale dietro.
Ormai ci siamo. Dopo qualche metro, le mie mani corrono sulle sue gambe, sotto la gonna.... la palpo dappertutto e sento che si sta bagnando parecchio. poi le tocco i seni, le slaccio il reggiseno e la palpo baciandola.
a quel punto anche lei mi tocca, mi slaccia i pantaloni, lo prende in mano e comincia a stuzzicarmi......
Dopo poco il marito ci avvisa che siamo arrivati. si, ma dove?
il loro hotel!
ci ricomponiamo, saliamo in camera evitando il portiere notturno, e ci liberiamo di quei fastidiosi vestiti che ci coprono.
Lei si sdraia, mi avvicino e la bacio sul corpo con passione, poi le apro le gambe e le lecco la figa che gia era molto bagnata. lei comincia a gemere, a godere con la mia lingua e le mie dita s'infilano dappertutto.
Lui era li, a due metri da noi, che guardava compiaciuto.
poi con un colpo mi toglie gli slip e mi prende l'uccello. Mi mette il preservativo, ee lo infila dentro e comincia ad ondeggiare il corpo facendo strani versi...... ci diamo un po dentro, lei gode come una pazza, poi mi fa stendere sotto.
comincia a cavalcarmi come una dannata, si agita su e giu e poi chiede al marito di avvicinarsi. glie lo tira fuori e glie lo succhia alla grande.
poi si mette a pecorina e la cavalco mentre continua a succhiare il marito. la tentazione era troppo forte. un culo perfetto, depilatissimo, liscio......
le infilo un dito dentro, lentamente e comincio a penetrarla.
lei si gira, mi guarda e dice.... hey porco! vacci piano!
sorrido, ma continuo. dolcemente.
poi due dita, sempre piu dilatata.........
arrivati al dunque, lo tiro fuori dalla sua figa e glie lo punto dietro.
Entra perfetto, lentamente e lei chiede al marito di andare sotto.
Una doppia penetrazione fantastica!
il marito fermo, lei si muoveva poco e io da dietro la stavo praticamente sfondando.
il dolore misto al piacere era forte!
gridava come una pornostar ma poi..... visto che erano le 4 passate, prende il cuscino e si azzittisce..... almeno per qualche secondo.
poi viene di nuovo e c'è stata l'esplosione anche del marito.
a quel punto, mi sfila l'uccello dal culo, toglie il preservativo, se lo prende in bocca e mi fa venire dritto nella sua gola.
Ci guardiamo, tutti e 3 visibilmente stanchi ma soddisfatti, e ci facciamo i ccomplimenti a vicenda.
io la guardo e le dico che vorrei fare un altro giro!
lei compiaciuta si stendesul letto e dice: ok stallone, fai quel che vuoi!
e così, per un'altra ora la cavalco alla grande. Il marito, uscito dalla doccia, ci guarda e sorride.
Alla fine, ci fumiamo una sigaretta sul balcone, ci salutiamo dandoci un altro appuntamento ed andiamo a dormire.
oramai son le 7.
un nuovo giorno è gia cominciato!
[email protected]
15
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Ti amo, bastardo!
Lo sai che sei un intrigante bastardo, lo sai perfettamente senza che te lo dica io. Perché mi conosci talmente bene che sai già che con quel tuo sms di stamattina mi hai immediatamente fatta entrare nella dimensione dell’eccitamento che solo tu sai di poter smorzare. Sintetico come sempre: oggi siamo fuori. E’ la frase con la quale lui mi comunica che oggi avremo qualche ora tutta per noi. Non voglio sapere quanto tempo abbiamo a disposizione e quando. Mi basta sapere che ci sarà. Solo quello. Mi sono vestita con cura, perché mi ammiri con quel tuo sguardo caldo quando varcherò la porta. Ho messo l’intimo che piace a te, quello talmente impalpabile che potrei anche non indossarlo. Mi osservi mentre mi sfilo il cappotto, tendendo la camicia sul seno con fare malizioso e facendo finta di non vederti. Vedi i miei capezzoli che il freddo mette in rilievo al di sotto di essa, a perforare il velo del reggiseno. Guardi i miei polpacci fasciati delle calze leggere e ti chiedi se ho le auto-reggenti o il collant che tu tanto detesti perché non ti consente un tocco veloce. Hai bandito i calzoni dall’abbigliamento delle tue dipendenti, anche se in realtà lo volevi bandire solo dal mio, per sbirciarmi quando sono seduta di fronte a te con le cosce leggermente aperte e spiare la mia intimità dove tanto piace tuffarti con la lingua. Mi chiami con un cenno, mi inviti a prendere un caffè con te. Bastardo, lo so che vuoi fare…. Mi infili velocemente una mano sotto la gonna, verifichi che non abbia i collant, lo fai entrare un attimo dentro la mia fica che si è già bagnata, e ti succhi il dito, come se fosse la cosa più naturale del mondo; torni col tuo sguardo serioso e soddisfatto alla tua scrivania, lasciandomi un attimo con le gambe vacillanti ed imploranti di un contatto più lungo e diverso. Mi mandi una mail, mi comunichi che siamo fuori a pranzo con dei clienti, e mi ordini di sbarazzarmi degli slip. Cosa che io eseguo con poche contorsioni sulla sedia e faccio finire quel mucchio di tulle dentro la borsa. Usciamo e l’aria che sale sotto la gonna a soffiarmi la fica nuda mi eccita da morire e mi fa bagnare come una porca. Tu capisci i miei pensieri perché mi sorridi mentre mi cingi educatamente le reni per farmi passare la porta del ristorante. Mi fai sedere di fronte a te, per goderti la visuale del mio seno che tanto ami stropicciare forte. Al tuo ed al mio fianco stanno i clienti. Mi annoio mentre cerco di seguire la conversazione, sforzo la mia attenzione nel tradurre l’inglese con il quale dialogano. Sento qualche cosa salirmi le gambe: è il tuo piede. Sei un bastardo, ti sei tolto le calze, speriamo che nessuno se ne accorga, a novembre senza calze non è da persone normali…. Sali lentamente e guardi divertito la mia reazione, intuendo che già ho divaricato le cosce per agevolarti la cosa. Sono bagnata a quel contatto e vorrei scavalcare il tavolo e salirti di colpo su quel cazzo che immagino già pronto per me o a farlo diventare pronto in pochi secondi con le mie mani e la mia bocca. Mi hai poggiato il piede alla fica, lo muovi piano, su e giù, lentamente, mentre il rossore mi colora il viso e il mio petto inizia ad alzarsi più velocemente e mentre divarico ancora di più le gambe e scivolo il culo sulla sedia imbottita. Che fai ora? Bastardo, mi stai titillando il clitoride con l’alluce, lo stai muovendo con piccoli cerchi concentrici per poi alternarlo con lievi pressioni… L’orgasmo mi sta salendo, sento che sto per venire e non so come farò a contenermi per non insospettire i nostri ospiti. Mi chiedo come fai a restare così impassibile e continuare a parlare mentre mi stai facendo godere, stronzo che non sei altro, smettila…. No….. continua ti prego…. Ecco, sto godendo e te ne accorgi, mentre soffoco il mio urlo dentro al tovagliolo. Gli inglesi sono spaventati dal colore violaceo che ho assunto, pensano che mi sia andato di traverso qualche cosa e si alzano per aiutarmi. Se sapessero, invece, che un alluce sotto il tavolo mi ha fatto godere come una porca, che farebbero? Ti darebbero una mano, Lorenzo? Mi vendicherò presto, di questo scherzo, te lo stanno dicendo i miei occhi che sorridono e ti guardano adorante di queste sensazioni che mi regali all’improvviso senza che ti chieda. Ti amo, bastardo.
11
1
17 years ago
muyhermosa, 35
Last visit: 15 years ago -
Quando il letto batte contro il muro..
Quello che racconto è realmente successo tanto tempo fà, quando avevo tredici anni e il mondo lo vedevo ancora con gli occhi maliziosi e avidi della pubertà.
All'epoca la mia educazione sessuale era ancora scarna, non sapevo nulla di rapporti, preservativi o quant'altro, ma la mia immaginazione era vivida e la mia mano sempre scattante.
Mi masturbavo parecchio e in qualsiasi posto, quando mi andava, in strada o a scuola in pausa.
E non che fosse chissà cosa..bastava impugnare quella ancor giovane asticella fra le dita, massaggiare leggermente su e giù, e in men che non si dica uno schizzo caldo mi impregnava la mano con il suo aspetto lattiginoso e il profumo minerale.
Una notte non riuscivo a dormire, e non per un motivo particolare. Semplicemente Morfeo si stava dimenticando di me!
La casa era immersa nel buio, rischiarata solo dalla tremula luce lunare che entrava dalle finestre e dal abbaino in cucina. Io ero coricato nel lettino con gli occhi spalancati, e mi rigiravo a destra e a sinistra in cerca di sonno che non trovavo. Non potevo leggere nè guardare la tele per non svegliare tutti, e il mio umore stava precipitando a livelli infinitesimali. Ad un certo punto un tonfo..PUM! Mi alzo in piedi sul letto impaurito, pensando di essere assalito da un momento all'altro.
I ladri, penso d'istinto. Poi di nuovo quel colpo secco, come un battito attutito..PUM! Un altro..PUM! PUM! Terrorizzato più che mai, esco in corridoio camminando lentamente per non farmi sentire dai ladri, o da chiunque sia l'artefice di quei colpi strozzati. Cavoli, penso, arrivano dalla camera dei miei genitori. Il panico è totale, son paralizzato dal terrore. Devo far qualcosa, se gli stesse capitando qualcosa di brutto? Resterei solo con la mia sorellina ancora in fascie. Proprio mentre mi accingo ad entrare di colpo, sento la voce di mio padre sussurrare :'..stiamo talmente tanto senza sfiorarci, che a volte penso hai un altro!'. E mia madre, sempre in quel tono appena sospirato :'..il lavoro e i ragazzi mi sfiancano, non riesco nemmeno a trovare il tempo per radermi, figuriamoci se trovo tempo per un amante!'. E ridacchiando, ma sempre in quel tono fievole, mio padre risponde :'..infatti con tutto sto pelo tra i denti, sembra abbia masticato Chicco (in nostro gatto ndr)!'. Il terrore di poco prima era svanito. Sentivo un caldo tremendo fra le cosce, e il pene stava lentamente diventando della consistenza del marmo. Mio padre:'..sta volta è il tuo turno, vediamo se riesco a farti gemere come un tempo!. Io fuori non resistetti. Mi sfilai il pigiama, il mio pene non era mai stato così duro, sembrava roccia. Da dentro ripresero i colpi , ma ora compresi che cosa causava quel fastidioso rumore. Mio padre stava scopando mia madre, e quando lei inizio a gemere io non capii più nulla. Fù una sensazione strana, ma al tempo stesso stupenda. Io muovevo la mano in concomitanza dei colpi nel muro, e più mia madre gemeva più io provavo piacere. Ad un certo punto essa escamò :'..da dietro, prendimi da dietro!'. I colpi aumentarono di velocità, ora era un battere ritmico come le musiche dei tamburi di una qualche tribù africana. Quando mia madre venne, lanciò un mugolio strozzato come il pianto di un gatto. Anni dopo capii che mio padre doveva averle tappato la bocca per non farla gridare, ma tanto bastò. Mi bloccai, inarcai il corpo all'indietro e godetti del più grande orgasmo mai provato in vita mia. Rimasi quasi senza fiato, mentre un fiume di sperma colava dalla mano sul pigiama. Dovevo avere combinato un macello, ma sul momento non mi importava molto! Ero soddisfatto, avevo la mente sgombera, e dopo aver urinato e pulito le mani alla bella e meglio, tornai nel mio lettino. Meno di un minuto e ronfavo, senza sogni ma con un'espressione beata sul viso.
12
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Il muro
Di giorno. Mentre la città pulsa. Il sole ne scalda i muri grigi. E un dannato spicchio di cielo blu fa capolino dietro le guglie. Aveva le idee precise anche sul muro. Ne voleva uno antico. Trasudante storia e amori. Uno dalle parti del conservatorio. Uno della vecchia brera…Un muro che parlasse. Raccontasse dei corpi, che vi si erano poggiati contro. Degli amori, che si erano consumati in fretta alla sua ombra. Di lacrime e risate. Di umori e sapori. Un muro pieno di tracce. Un muro vivo. Come erano loro. Insieme.
Contro un muro così doveva sbatterla. Si aveva capito bene sbattere. Lo sapeva che lei non usava mai a caso le parole. E questa era quella giusta. Sbattere. Voleva sentire l’urto. Il suo corpo caldo, che assorbiva il freddo umido dei mattoni. L’odore di intonaco e piscio di cane. L’odore di vita della città. Della vita che si era consuma lì. Oltre quelle pareti. Dietro quelle finestre. Su quei balconi di molato ferro battuto. Doveva sbatterla. Il peso del corpo di lui che la schiacciava. Il suo fiato che le arrivava in faccia. Il freddo, che la penetrava. Sciogliendo brividi sulla sua pelle. Voleva sentirlo tremare. Non ci doveva essere controllo. Pensiero. Coscienza. La doveva sbattere. Coprire col suo corpo e riempire del suo sperma. Lì contro quel muro. Ne era capace. Lo sapeva. Non si sbagliava sugli uomini. Lei. Gli sarebbe piaciuto sbatterla. Avrebbe sorriso nel farlo. E lei avrebbe spinto il culo contro il suo bacino. Per sentirlo affondare. Avrebbe allargato le gambe e contratto la fica. Gli avrebbe succhiato il cazzo. Così. Mentre le artigliava i fianchi. Mentre l’aria, finalmente gelata, di questo pazzo inverno penetrava sotto la sua gonna. Sollevata. Lambiva il calore rovente sopra il bordo di pizzo delle calze. Avrebbe colato. Sarebbero usciti solo gemiti mescolati ad insulti dalle sue labbra. Un sibilo. E quella parola finalmente. L’aveva attesa. Lui l’avrebbe urlata con rabbia. Appassionata rabbia. Mentre l’avrebbe incalzata di colpi. Lei avrebbe sorriso nel sentirla. Le sue unghie avrebbero graffiato il muro.
Quella donna era diventata un’ossessione. Non sapeva nemmeno lui come. Lentamente. Inesorabilmente. Lei gli aveva intossicato l’anima. E ora. Eccolo lì. In pieno giorno. Con la mente vuota. O meglio piena solo della voglia di lei. Non avrebbe voluto essere lì. Non avrebbe voluto sentirsi così. Era furioso. Con se stesso. Con lei. E affondava nel morbido calore di quelle cosce con ritmica violenza. Si era scoperto a sibilarle con la voce spezzata dalla passione quella parola nell’orecchio. L’aveva sentita sorridere. E l’aveva odiata. Maledetta. Adorabile. Troia. Già non era da lui. Lui le coccolava le sue donne. Le faceva sentire delle regine. Le amava con passione. Ma era lui che controllava il gioco. La situazione. Dettava i tempi e i ritmi. Le guardava contorcersi in preda alla voglia che lui stesso aveva esasperato e poi le appagava. Lei no. Cazzo. Con lei era stato diverso da subito. E guarda dove era finito. Contro un muro di quella città, che lo aveva adottato. Con una donna che sua non sarebbe mai stata, ma dal cui odore non riusciva a staccarsi. Se lo sentiva addosso di notte. Mentre solo si rigirava nel suo letto. La odiava. L’adorava. Non lo sapeva. Se la sentiva dentro. Come nessuna prima. E temeva dopo. Eccola. Mugolava. Lui colpiva violento. Affondava senza rispetto e delicatezza. In preda solo alla voglia di possederla in qualche modo. Di piegarla. Di vedere lacrime e paura oltre la cortina della sua passione infinita. E lei mugolava. Come una gatta in calore. Come se lui la stesse accarezzando dolcemente. La voce di lei gli arrivava fievole coperta com’era dal traffico pulsante della città nell’ora di punta. Clacson, urla, frenate improvvise, bambini vocianti, signori distinti e signore eleganti. E loro lì. Contro quel muro. Lui dentro di lei. Lei che gli succhiava l’anima attraverso il cazzo. Ma tremava. Almeno un po’. Stavolta tremava. Non vedeva i suoi occhi. Non voleva vederli. Ma la sentiva. Era certo fossero lucidi. Di lacrime. Finalmente. Le avrebbe bevute quelle lacrime. Se ne sarebbe dissetato. Avrebbero lenito l’arsura che gli tormentava l’anima. Almeno per un po’. Leccava lento risalendo lungo l’arco della guancia di lei. Percorrendo a ritroso la traccia bagnata. Schiacciandola con tutto il corpo. Avvolgendola nel suo calore.
Piangeva. Nemmeno se n’era accorta. Credeva di averle esaurite molto tempo prima le lacrime. Non era in se del resto. Ma era il prezzo che sapeva avrebbe pagato per quella follia. Lucida. Cosciente. Follia. In fondo aveva sempre saputo che non ci sarebbe stata scelta alla fine. Doveva spingerlo oltre. Oltre il suo desiderio. Oltre la razionalità. Oltre la coscienza. Oltre lei. Oltre se stesso. Soprattutto. Era l’unico modo che aveva. L’unica possibilità. In quel modo le avrebbe creduto. In quel modo avrebbe capito. E forse. Forse avrebbe perdonato se stesso. Per averla voluta.
Lo sentiva affondare. Cattivo. Violento. Predatore. Il suo corpo si scioglieva di più ad ogni colpo. Il dolore cresceva di intensità. La sua fica piangeva lacrime di estasi. Ecco nella sua follia. Avrebbe voluto afferrarlo per i capelli e spingerlo tra le cosce. Farlo bere alla fonte. Lì. Contro quel muro. Bastardo. Si era accorta di ripeterlo come una litania. Una sorta di preghiera implorante. Inframmezzata da gemiti, quando lui affondava fino a farla sentire colma. Posseduta. Nulla dopo quel pomeriggio sarebbe stato come prima. Ma era ciò che voleva. La femmina predatrice in lei aveva ormai rotto ogni argine. Era inarrestabile. Impermeabile ad ogni ragionamento. Voleva il sangue. Quello di lui. E il suo. Mescolati. Per averlo avrebbe dovuto scatenare la belva in lui. Si proprio quella che ora affondava i denti nel suo collo, che artigliava i suoi fianchi. Mentre il suo cazzo cercava i confini del suo utero. Una lacrima le bagnò le labbra. Assaggiandola istintivamente si rese conto che gli argini dentro di lei erano davvero rotti. Quelli di lui si erano spezzati non appena l’aveva sbattuta contro quel muro. Tutta la tensione, la rabbia, l’impotenza, il dolore e la passione che turbinavano dentro di lui erano esplose. Non era più stato capace di pensare. Come lei aveva voluto. E come del resto era per lei stessa. Sentivano e basta. Le sensazioni sono innocenti. Limpide e cristalline anche quando rispondono ai nostri impulsi più oscuri. Lui sentiva la forza di lei piegarsi per accoglierlo. Lei sentiva il calore di lui bruciarla senza chiedere permesso. Finalmente. In entrambi il sollievo si era sciolto in lacrime. Si sbattevano. Contro quel muro. Avidi. Rapaci. Cullati dal battito impazzito del loro sangue nelle vene. Isolati dal desiderio. Ormai il culmine era vicino. I colpi di lui non le lasciavano requie. I reni le bruciavano e le cosce le tremavano per lo sforzo di trattenerlo dentro di se. Ancora. E ancora. Lui si spingeva sempre più dentro di lei. Sembrava volesse trapassarla. Le contrazioni dell’orgasmo la travolsero mentre il seme di lui la colmava. Non si accorsero di averlo detto. Dopo solo dopo. Mentre i respiri si calmavano. E la mente riprendeva coscienza della fredda eleganza del muro contro cui giacevano. Si sorrisero tra le lacrime. Ripetendolo. Ancora una volta.
9
0
17 years ago
muyhermosa, 35
Last visit: 15 years ago -
Vi faccio godere il sesso alle ragazze
salve a tutte,sono una persona di colore,voglio far godere il sesso ad una ragazza che la voglia di gustare uno di colore con discrezzione e in reservatezza.lasciate che vi faccio godere un momento indimenticabile.lasciate vostro messaggio su questo indirizzo [email protected]
11
0
17 years ago
vince07,
34
Last visit: 17 years ago
-
Tra una risata e un orgasmo (17 febbraio 2007)
Ieri sera. Non avevo mai visto Mauro. Solo brillanti e travolgenti conversazioni telefoniche, come fossimo vecchi amici. Mi aveva detto di portare la barba. Avevo risposto che non mi piacciono gli uomini con la barba. "Toglierò la barba - mi aveva assicurato - ma attenta a te, ho 45 anni ma ne dimostro almeno dieci di meno senza".
Appuntamento, ore 20,30 sotto casa mia. Si era rimasti d'accordo sul fatto di vestirsi in stile casual, niente di impegnativo... Ho optato istintivamente per una gonnellina fantasia rosa-violet in stile western, modello fintostropicciato abbinata ad una camicetta bordeaux aderentissima e dalla scollatura generosa... s'intravedeva quasi in reggiseno le cui spalline e il decollété erano completamente tempestati da piccole rose in rilievo.
Il primo impatto è stato lampante: i suoi occhi mi hanno subito confermato di piacere. E tanto.
Salita in macchina, il profumo che avevo addosso è sembrato inondare l'abitacolo, riempiedno le narici, fino ad arrivare ai polmoni. Una fragranza non troppo dolce ma neanche tanto speziata. Ma dava alla testa in maniera assai piacevole.
Dopo essersi sentiti tante volte al telefono, il gioco ha preso piede anche quando eravamo l'una al cospetto dell'altro.
Si, è vero, non dimostrava più di 34-35 anni... e a me che piacciono gli uomini di una certa maturità (anche visiva), veniva l dubbio che potesse essere dell'altro fra noi al di là della brillante complicità e dell'ironia.
Giunti al pub, una ragazza ci ha guidati fino a un tavolo appartanto in un angolo del grande salone, lui ha preso posto su una delle due sedie tenedo addosso il giubbino, io ho invece sfilato il cardigan nero ed immediatamente... i suoi occhi "lì", sulla florida scollatura.
"Hai un viso bellissimo", ha commentato estasiato. E a me scappava da ridere...
Pizza alla diavola per lui, pizza vegetariana per me; bruschetta alle olive per lui; bruschetta al pomodoro per me; supplì per lui, crocchette per me; fragole alla panna per lui, fragole al limone per me.
Ho chiesto se prendeva anche il dolce e mi ha risposto che di dolce bastavo io.
Cena deliziosa.. e lunghissima. Terminata alle 23,00. Una raffica di battute con la ragazza che serviva ai tavoli.
E' subito stato simpatico a tutti. Spiazzante anche, per chi non avrebbe certo previsto quel tipo di approccio a dir poco... informale.
Non ho mai riso tanto in vita mia... entrambi eravamo piegati in due dalle risate; quando è arrivata una comitiva di sedicenni, ho proposto di lasciare il locale.
Salire in macchina ed arrivare nuovamente sotto il mio portone è stato un attimo.
"Rimani dieci minuti", mi ha suggerito. Ed io sono rimasta.
La prima cosa che mi ha fatto notare è stata la non corrispondenza della mia età anagrafica con quella che dimostravo. "Non ti darei più di 27-28 anni", ha sottolineato. "Beh, meglio - ho ironizzato - vorrà dire che quando avrò 50 anni ne dimostrerò 45".
Mi ha preso le mani. Freddissime. Le sue caldissime.
"Sono congelata", ho sibilato.
"Vuoi che te le scaldi io?".
Che tepore meraviglioso... "Si, fa' pure!", ho replicato mentre le sue dita si spostavano verso il polso e riscendevano. E risalivano... alla fine mi ha attirata a sé e la sua guancia un po' pungente ha strusciato sul mio viso, raggiungendo presto il collo... Era tutto così serio, ora... Ho alzato un braccio fino a cincergli il collo... ho sentito la sua lingua insinuarsi in un orecchio: nessuno lo aveva mai fatto prima... e non credevo possibile potesse piacermi tanto.
Mi sono sentita gemere... era la mia voce! Non volevo che mi baciasse sulla bocca, ma la passione ha preso piede e quando si è impossessato delle mie labbra, le ha quasi serrate tra i denti, mordicchiandomi fino a farmi male tutte le volte che cercavo di sottrarmi all'intimità di quel contatto.
E intanto la sua lingua s'insinuava, esplorava... ho sentito la sua mano prendere la mia e portarsela sulla patta dei jeans... lo percepivo enorme sotto il tessuto dei pantaloni... e Mauro iniziava a mugugnare in tono concitato... Ha fatto scivolare impaziente la scollatura della camicetta verso il bacino, svelando un seno... ha tirato fuori il capezzolo dall'indumento intimo che lo conteneva e ha iniziato a succhiarlo... poi lo ha liberato del tutto, stringendolo in una mano. Era eccitato, diceva d'essere pazzo della mia pelle... ha tentato di schiudermi le gambe con un gesto esplicito, ma ho bloccato la sua mano, ritraendomi.
Ho detto che era forse meglio che scendessi dalla macchina. "Ancora un po'...", mi ha pregata lui portandosi nuovamente la mia mano sull'erezione che semprava voler esplodere dai pantaloni.
E ancora la lingua ad esplorarbi l'orecchio... l'ho accarezzato sotto la polo, scendendo giù, sempre più giù lungo il suo ventre piatto... l'ho visto protendersi verso le ie carezze quando ho raggiunto la cintura dei pantaloni... Li ha slacciati convulsamente e ha tirato fuori il suo membro eretto... enorme. Assecondamo i suoi baci, lasciavo che affondasse la testa tra i miei seni e intanto lo spompinavo... era sempre più lucido, sempre più grande... Ho nuovamente sottolineato che dovevo andare a casa, che continuare sarebbe stato peggio... "No... - ha farfugliato ansante - non te ne andare, lauré, non ce la faccio...". Mi sentivo grondare fra le cosce... ma non potevo fare sesso in macchina come una liceale. E non potevvo nemmeno lasciarlo salire a casa la sera del primo appuntamento. Quando ho alzato gli occhi sul suo viso, ho visto la sua espressione protesa al piacere che tacitamente supplicava, la testa reclinata all'indietro e il bacino che, con piccoli colpi, mi portava sempre più vicino al viso l'enorme pene.
Una lunga carezza è risalita dai testicoli durissimi ed ingrossati fino alla punta di quel cazzo imperioso, per riscendere ancora, sempre più lentamente. Masturbandolo.
Gemeva sempre più forte. Mi sono abbssata e l'ho visto in un nano secondo sparire nella mia bocca: avanti e indietro, su e giù per la mia gola... lucido di saliva e ormai scappellato lo sentivo spingere con sempre maggiore forza; ho accelerato i tempi, fino ad imprimere un ritmo febbrile a quel gesto... Mauro ha colpito con un pugno il tetto dell'abitacolo e un fiotto di sperma mi ha inondato il viso.
L'ho preso in mano, bagnato e ancora eretto: ho continuato a farlo scivolare nella mia mano, tra le mie dita, masturbandolo concitatamente intanto che altro sperma grondava fino al polso e lui si contorceva gridando con voce cavernosa al culmine dell'orgasmo.
La testa sprofondata tra i miei seni e la mia mano affondata fra i suoi capelli neri, siamo rimasti così per un tempo incalcolabile.
Finché non mi sono ripulita con un kleenex, ho aperto la portiera e non sono scesa dalla macchina.
"Quando ti rivedo?", mi ha chiesto con lo sguardo allucinato.
"Chiamami in settimana - ho suggerito - ma non ti assicuro niente, ho una settimana pienissima".
Voglio rivederlo. Ho già nostalgia di quell'erezione... Voglio portarlo ancora a quello stato di semincoscienza, lasciare che il suo splendido cazzo impaziente sprofondi tra le mie cosce. E cavalcarlo selvaggiamente. Montarlo per ore... fino allo spasimo.
E dire che sembravo troppo amici e troppo complici, tra goliardate e battutine irriverenti varie per concludere la serata con un pompino!
Mi è piaciuto vederlo godere. Ora però mi è rimasta addosso un'indecente voglia d'essere scopata selvaggiamente...
12
3
17 years ago
muyhermosa, 35
Last visit: 15 years ago -
Tette a mellone
come tutte le mattine 07.30 si presentava al bar ..un caffe macchiato con latte ..e gia mi arrapavo. era una bella donna molto fine con un seno che sembravano 2 melloni .lasciava una scia di squardi quando usciva .una mattina nel poggiare la tazzina sul banco cadde e la rovescia addosso mi venne d.istinto prendere subito una pezzuola x pulire divento rossa e molto nervosa disse ..che cazzo fa e sene ando .ridemmo tutti alla sua uscita ma il toccare quel seno mi aveva messo una pulce in testa dovevo scoparla .un giorno trovai il num del suo cellulare incominciai a mandare sms di buo giorno buon pomeriggio ecc.ecc. fino a quando non fu lei che con una scusa mi volle a casa sua sapevo che i suoi figli erano a scuola il maritino al lavoro.CI andai avevo il cuore in gola suonai mi venne ad aprire ...magnifica visione era con una camicetta trasparente si vedeva quel seno che avevo tanto sospirato un corpo da dea .non dissi niente la guardavo stupito..toccandosi i suoi frutti mi disse sono questi quelli che desideri ? senza una parola mi misi a succhiare i suoi seni restammo all.impiedi davanti la porta i suoi mugolii mi facevano impazzire scesi piu in giu era gia bagnata dal piacere la leccai fino ai piedi girandola su se stessa la misi alla cavallina e la penetrai .restammo tutta la mattinata a fare sesso non capivo piu niente .mentre ci riposavamo squilla il mio cellulare guardai il numero e arrossi lei sene accorse mi disse chi era risposi..fumo ..e arrossi era una bugia guardo il numero e disse ..io conosco questo numero ..era di una sua amica scopavo con questa lei capi che cera qualcosa fra di noi ingelosita mi disse se stavo anche con lei ..risposi.. no pero mi piacerebbe.SI era fatta l.ora che venivano i bambini dalla scuola ci salutammo e andai via il pomeriggio mi chiamo e mi disse che ero un bugiardo ....aveva parlato con la sua amica .L.indomani mi vidi con la sua amica mentre scopavamo mi disse che sapeva cosa era successo con una sua amica ..negai subito non volevo perdere una che ogni volta ti tira un pompino ti fa arrivare al 7imo cielo lei mi disse non negare x che la chiamo .risposi chiama ...la chiamo sul serio dopo una mezzora era li .MI sentivo impacciato alla sua presenza ma lei senza pudore si spoglio e nel mettersi a letto disse .TU mi dai il caffe e io il latte afferrai quei seni li leccai fino a farli diventare rossi intanto la ragazza che era con me incomincio a leccarle la sua fica lei diceva solo si si si scesi fino a trovare la lingua dell.altra e leccai anchio non capivo piu niente non so chi dei due aveva il mio cazzo in bocca leccavo come un forsennato avevo il cazzo che mi stava x scoppiare allargai prima con un dito la sua fica facendo su e giu poi con due poi con tre non so quante volte a goduto fino a quando non fu lei a dirmi ..fottimi ..infilai il mio cazzo in quella caverna gia bagnata e dopo pochi attimi stavo x godere lo usci per portarlo al suo seno ....
10
1
17 years ago
libertaaaaaa,
38/39
Last visit: 16 years ago
-
Piume d\'oca
In passato avevo già pubblicato questo racconto all'interno di un'altro sito. Spero di fare cosa gradita riproponendolo anche qui.
Miss Dada.
Una sera in una trattoria, partecipavo a una rimpatriata tra vecchi compagni di liceo, e tra una battuta e l’altra venni distratto dal tono di voce piuttosto alto e scontroso di una ragazza molto carina seduta ad un tavolo poco distante dal nostro.
La signorina era in compagnia di un’altra donna voltata di spalle rispetto il nostro tavolo, la quale non sembrava preoccuparsi troppo della baraonda prodotta dall’amica. Continuò la sfuriata per un bel pezzo, poi di colpo si alzò e si diresse velocemente verso la porta d’ingresso del locale ,che aprì e sbatté con forza dietro di sé. La donna, rimasta compostamente al tavolo, con un cenno rivolto al cameriere si scusò, ed egli annuì sorridendo.
Riguardando tutti i miei attempati compagni riemersero vecchi ricordi nella mia mente, sepolti ormai da anni; si rise a crepapelle raccontando per la millesima volta le stesse bravate, e si canzonarono i più sfigati proprio come all’ora. Purtroppo giungemmo alla conclusione della serata. Ero in piedi davanti al preistorico registratore di cassa della trattoria, intento a frugare all’interno del portafogli per trovare la banconota giusta e non mi accorsi che la donna del litigio si era messa davanti a me e mi fissava con insistenza. Ad un tratto una complice gomitata di quel grassone di Carlo mi distolse dall’esplorazione monetaria, sollevai lo sguardo e…..
Lola!Una nuvola di riccioli biondi incorniciavano un viso di porcellana con due occhi grandi e scuri come l’universo. Inseparabile amica dell’adolescenza, ebbi con Lola, subito dopo il liceo, una breve relazione che, una volta terminata, ci allontanò fino a questa sera.
Congedai gli amici frettolosamente e mi sedetti con lei ad un piccolo tavolino nella veranda della trattoria. Chiacchierammo a lungo del più e del meno, degli amori andati storti, del mio quasi matrimonio, della sua strana relazione ,della furiosa ragazza con la quale aveva litigato quella sera.
Inserii il numero del suo telefonino nella mia rubrica, e lei fece la stessa cosa, con la promessa di sentirci presto.
La rincontrai per caso poche settimane dopo, in un supermercato; era in compagnia della litigiosa ragazza della trattoria che almeno in apparenza sembrava calma e cortese. Amanda, questo il suo nome , seguiva Lola con le borse della spesa e una volta giunti vicino alla loro auto le posò a terra e si lanciò ad aprire la portiera per fare accomodare Lola. Sistemò poi tutta la spesa nel bagagliaio e corse a pagare il parcheggio. Accettai l’invito a cena per il martedì successivo e rimasi inebetito a guardare la loro auto allontanarsi.
Parcheggiai nel vialetto costeggiato da ombrosi platani, che conduceva ad una palazzina di tre piani, moderna e ben soleggiata. Suonai il citofono all'interno indicatomi sul bigliettino da visita di Lola ed attesi che qualcuno rispondesse. Nessuno rispose ma il portoncino si aprì con uno scatto seguito da un ronzio. Erano da poco passate le diciotto ma la calura di quella torrida giornata di fine luglio non si placava. Salii con calma le scale e giunto sull'uscio venni accolto da Lola con un amorevole abbraccio. L'appartamento era accogliente e spazioso, arredato con gusto e rinfrescato dalla leggera brezza delle colline affacciate sul lago. Non avevo ancora finito di ammirare i prestigiosi mobili quando Amanda uscì dalla porta della cucina con un vassoio in mano, mi salutò e si diresse sul terrazzo, da dove si poteva ammirare tutta la vallata. Io e Lola prendemmo lì l'aperitivo, comodamente seduti su sdraio in legno sulle quali erano fissati morbidi cuscini. La mia attenzione era continuamente attirata da Amanda, incredibilmente servizievole e sempre pronta a scattare prima ancora che Lola aprisse bocca, per servire l'aperitivo, portare gli stuzzichini ed infine apparecchiare la tavola per la cena e preparare la cena stessa. Allibito notai che addirittura Lola non muoveva un solo dito per aiutarla e, nonostante questo, Amanda si dava molto da fare.
Capii che avevano sicuramente messo a posto le cose tra loro e il risultato stava dando dei frutti incredibili. Incuriosito attesi che Amanda andasse in cucina a cuocere il risotto alle fragole, poi chiesi a Lola che cosa mai fosse successo. Sorrise sorniona, mostrandomi le dita di una mano e le mosse nell’aria come se stesse grattando qualcosa di invisibile. "Niente di sorprendente o di strano” mi rispose. "Sai quando da bambini ci si stuzzica facendosi il solletico? Ecco non ho fatto che questo. Ho legato Amanda su quel maledetto divano e le ho fatto il solletico per tutta una sera". Restai a bocca aperta: "Il solletico?"
Il sorriso di Lola divenne cattivo e pieno di maligna soddisfazione: "Proprio cosi il solletico. Ci sono alcune persone che impazziscono solo all'idea, Amanda è una di loro. L’ho scoperto perché una volta un amico comune le ha fatto il solletico sotto al piede per scherzo e Amanda è saltata per aria come se le avessero infilato una presa di corrente nella passera". Bene, quella sera mi sono premunita di spolverini, penne e piume di tutti i tipi e l'ho solleticata fino a farle venire le convulsioni . Ora mi basta minacciarla solo con un dito per vederla scattare come la servetta più pronta e obbediente del mondo. E , per vendicarmi di lei fino in fondo, ho deciso che per un pezzo sarà lei a sgobbare per tutte e due".
Amanda tornò per invitarci a tavola; in effetti ci servì lei per tutta la cena. Quindi sparecchiò e andò a fare il caffè. Lola era perfidamente raggiante.
Un po’ eccitato dal vino eccellente, un po’ incuriosito, le chiesi se mi poteva mostrare la sua...arte persuasiva.
Lola divertita, annuì strizzandomi un occhio: "Certo, non appena Amanda me ne darà la scusa..E’ bene tenerla sulla corda all'inizio, affinché impari a temermi a sufficienza".
Ancora non lo sapevo, ma nei suoi futuri programmi c'era la schiavizzazione progressiva e totale dell'amica, sempre attuando quell'inconsueto ma infallibile sistema punitivo. In seguito mi chiesi perché Amanda non fuggisse da questa situazione, in fondo la casa era di Lola, avrebbe fatto presto a raccogliere le sue quattro cose e scappare via.
Riuscii a comprendere solo più tardi che ad Amanda le cose andavano bene così. Probabilmente si era innamorata della sua carnefice e di questo pazzesco rapporto.Quella sera, comunque, quando Amanda tornò dalla cucina con il caffè non era ancora domata del tutto, perciò quando Lola protestò villanamente che il caffè faceva schifo, si inalberò inviperita e le gridò in faccia: "Insomma, basta! Mi tratti come una serva! Se il caffè non ti piace, fattelo da sola!".
Lola mi guardò in tralice e si alzò.Capii al volo che la sua scusa era servita allo scopo e mi piegai in avanti, osservando affascinato la scena che si stava svolgendo davanti ai miei occhi.
"Hai fatto un caffè schifoso per farmi dispetto e non accetti nemmeno una giusta critica" le sussurrò compiaciuta Lola: " Vedo che meriti un'altra lezioncina di buone maniere, amica mia".
Amanda impallidì mortalmente e fece per scappare via, ma Lola le piombò addosso e in due minuti la buttò sul divano, immobilizzandola poi sotto di sé senza troppa fatica. Era effettivamente molto più agile e fisicamente più forte di Amanda, resa debole e poco combattiva da anni di pigrizia e mollezze.
Prima le fece passare intorno ai polsi la cinta della vestaglia e poi glieli sollevò di forza sopra al capo, legandoli ad una estremità del divano. Poi prese un rotolo di corda che teneva a portata di mano e le legò insieme le caviglie, in modo che potesse agitarsi vanamente senza sfuggire al supplizio che l'attendeva.Quando Amanda si vide sopraffatta, divenne livida e iniziò a supplicare senza dignità l'amica: "Ti prego, il solletico no.... farò tutto....tutto ...quel che vuoi, ma non mi fare il solletico... non lo sopporto...per pietà, ti amo...ti prego...ti supplico....pietà , abbi pietà..."
La sua abiezione mi eccitò singolarmente. Mi piegai in avanti, osservando la scena avidamente, consapevole del turgore che mi stava esplodendo nei calzoni. Anche Lola sembrava stranamente eccitata, in un modo perverso e crudele, da pantera o da tigre. Prese ad aggirarsi intorno all'amica prigioniera, facendo una serie ininterrotta di " finte" con le mani protese in avanti ad artiglio.
"Ora vedrai... ti farò impazzire. Impazzire mi hai capito? Riderai fino a sputare i polmoni.... Ti scoppierà il cuore....diventerai matta".
"Pietà, ti supplico... sarò la tua serva, la tua schiava, il tuo zerbino... non mi fare il solletico...ti prego..".
Di colpo Lola smise di muoversi su e giù senza concludere nulla e scattò. Le afferrò le caviglie legate insieme sollevandole i piedi in una morsa d'acciaio e con la mano libera iniziò a vellicarle le piante nude esposte e scalcianti, insistendo con le unghiette aguzze al centro del piede e all'attaccatura delle dita. L'effetto fu strabiliante: Amanda smise di blaterare e si inarcò terribilmente.Poi ricadde sul divano squassata da una serie ininterrotta di rauche risate convulse e lì rimase, torcendo vanamente le mani e i piedi torturati, mentre le lacrime iniziavano a scorrerle copiosamente sul viso. Mai mi era capitato di vedere qualcuno tanto sensibile al solletico.
Implacabile, Lola la torturò per almeno una decina di minuti, prima di interrompere il supplizio e chiederle con un sorriso beffardo come andava.
Faticando a parlare tra i singhiozzi, Amanda riprese ad implorarla come un' animale in trappola.
"Non...ha,ha ...non..ahh... lo sopporto...sopporto….più...ah,.ahh...pie...tà ...t'imploro...ho,ho...".
"Non ti capisco.Ti stai divertendo, vero? Ridi da matti, no? Quindi ti diverti..." la derideva Lola "Noooo! la sua voce era stridula, contraffatta dalla sofferenza nervosa "Muoio...impazzisco!Basta.... farò quel che vuoi...Basta".
" Basta con le dita, dici? Lo so che preferisci di più il piumino di penne d'oca. Ora ti accontento…” rise spietata Lola e impugnò un piumino del tipo che serve per togliere la polvere, con un corto manico e un ventaglio di fitte piume rosa dall'altro lato. A quella vista, Amanda si mise ad urlare come una pazza.
"Noooo!Quello noo...ho,ho,ho,ho!Ah,ah,ah,aaahh!Ahahahaihihihuhuhh!"
L'urlo iniziale divenne una sequenza stridula e folle di risate squittenti e strozzate.
Lola le sventagliò pigramente le ascelle depilate e sensibili, poi scese lungo i fianchi sussultanti e si soffermò a lungo sui muscoli tesi del ventre contratto. Le piume accarezzavano la pelle delicata e facevano contrarre atrocemente i muscoli e i nervi ultra sensibilizzati. Su e giù, su e giù... pareva non avere mai fine.
"Ahahahah ahahah!E'...eheheh...Atroceeee!Ahahah! Bastaaaa!".
"Ti piacciono le carezzine sul pancino, vero?" la derideva Lola, tintillando con diabolica pazienza l'ombelico, e poi scendendo lentamente fino a sfiorare il pube.
"Ahahahaaaa! Noooooo oh oh!"
"Ma forse ti piace di più sotto i piedini, no?", e tornava a strofinare, stavolta con feroce energia, il piumino crudele sotto i piedi, che si torcevano e si inarcavano sospesi nell'aria.
"Ihihihih!Lì è terri...bileeee!Eheheg!Ahahahahah....Dio ...pietà.....!".
Lola le aprì a ventaglio le dita di un piede e vi insinuò dentro il piumino, sventagliandolo negli spazi interdigitali e all'attaccatura delle dita. Questa "innovazione" sembrò fare impazzire Amanda fino alla frenesia. Prese a sussultare come in preda ad un attacco epilettico, finchè non si arrese esausta, limitandosi a scuotere la testa debolmente e a soffocare dalle risa.
"Ahahahahah...ahahah,ahahah". Lola buttò via il piumino. Si sedette a cavalcioni sulla sua vittima e con le dita riprese il solletico sotto le ascelle. Amanda sembrò scuotersi dal suo riso monotono e quasi ipnotico e riprese a urlare e ad agitarsi freneticamente. Lola le fece danzare le unghie sui fianchi e quindi, ancora, sul ventre sussultante.
"Uhuhuhu!Uuuuaaaahh!Aaaaauuuhh!".
Amanda si inarcò incredibilmente, quasi sollevando con sè anche Lola, quindi ricadde per l'ennesima volta, con la saliva che le scorreva a rivoletti giù dagli angoli della bocca contratta nella smorfia grottesca della sua insana risata senza fine.
"Ahahahahahahahahahahahahahahahaaaaahhhh...."
Ormai il riso divenne un unico, delirante verso gutturale, animalesco.Gli occhi rovesciati non vedevano più. Muoveva su è giù, aprendole e chiudendole a scatti , solo le dita delle mani.
Lola respirò a fondo, soddisfatta, e finalmente si raddrizzò, interrompendo la tortura.
Dopo un po', il riso grave e folle rallentò e cessò. Amanda restò ansante, immobile, coperta di sudore, senza forze. Pian piano riuscì a sollevare le palpebre. Le sollevò e le abbassò freneticamente per un paio di volte, per liberare le ultime lacrime. Gli occhi, scuri e ancora lucidi, che mi si mostrarono, non erano però di una persona appena torturata fino alla pazzia. Erano occhi pieni di passione, d'amore, colmi d'eccitazione.
Lola la slegò, ma lei non mosse nemmeno un dito. Solo dopo un'altra decina di minuti, si riscosse. Si trascinò giù dal divano, camminò carponi come un grande cane roseo fino ai piedi di Lola. Si chinò e ne leccò uno, con umile e abietta devozione.
Lola si adagiò sulla poltrona, e con entrambe le mani si rinvigorì i capelli, allontanandoli dal collo accaldato. Amanda la seguì, e continuò la sua adorazione verso i piedi dell'amica. "Brava, la mia piccola Amanda, ti sei divertita vero?" esclamò tranquilla Lola. La sua voce era ora più dolce e garbata .Prese ad accarezzare Amanda, prima la testa, poi la schiena, fino ad arrivare al sedere dove si soffermò un po’ più a lungo. Amanda sembrava in trance. La sua lingua, lenta e amorevole, disegnava sulla pelle chiara dei piedi di Lola mille disegni astratti e il suo movimento era ipnotico e allo stesso tempo incredibilmente eccitante.Ad un tratto Lola smise di accarezzarla e intrufolò la sua mano tra le cosce di Amanda che sussultò divaricando leggermente le gambe per assecondare le intenzioni di Lola. La schiena, rosea e sudata , riprese a muoversi seguendo il respiro sempre più veloce e irregolare.
Smise di leccare i piedi di Lola, appoggiò il viso sul pavimento di marmo nero e inizio a contrarre e rilasciare i muscoli delle natiche come se volesse mangiare la mano di Lola. Dopo alcuni secondi inarcò la schiena sollevandosi nuovamente sulle braccia, mostrando il suo viso sempre più colorito e tempestato da minuscole goccioline di sudore. Emise alcuni, interminabili e infantili mugolii, poi si accasciò mollemente sul pavimento.
Era stato uno spettacolo atroce ed eccitantissimo nel contempo.
Lola mi fisso trionfante e mi chiese:"hai capito adesso?".
Ero scioccato. Farfugliai in fretta di sì e corsi in bagno a masturbarmi.
11
2
17 years ago
miss1dada202006,
30
Last visit: 15 years ago
-
La troia
La mia Padrona aveva organizzato un party, non sapevo i dettagli, non ero degno di essere tenuto al corrente; dovevo solo eseguire cio' che mi diceva.
Mi aveva preparato come se fossi una donna: avevo una parrucca nera con capelli lisci e lunghi, mi aveva truccato pesantemente con rossetto rosso lucido, lunghe ciglia finte, unghie finte rosse e lunghe nelle mani e mi aveva completamente e accuratamente depilato ovunque. Aveva speso anche molto tempo a truccarmi il viso con molto fondotinta e mi aveva applicato delle lenti a contatto che con la pupilla colorata a gialla a fessure tipo quella dei serpenti.
Mi aveva messo un collare a molla ai testicoli largo che me le teneva gonfie e distanti dal corpo e le teneva costamente in tiro.
Mi aveva vestito con una corta maglietta in latex aderente che arrivava all'ombelico, era bucata centralmente e ci aveva messo due seni in enormi in gomma allacciati come un reggiseno; la maglietta in latex nascondeva perfettamente i lacci che le tenevano salde e sembravano quasi reali.
Poi mi aveva messo le calze autoreggenti nere a rete e due scarpe laccate rosse con tacco a spillo dorato.
Una volta finito la mia Padrona mi guardo' compiaciuta e mi disse " Questa sera sarai una vera troia e farai tutto quello che ti diro'!" ; si diresse verso la porta e prima di uscire "ma non voglio che ti rovini prima del tempo", torno' indietro mi fece sedere su una sedia e mi lego' polsi e caviglie, " cosi' saro' sicura che rimmarai ferma e perfetta". Era compiaciuta e ora mi chiamava al femminile, in effetti a parte il cazzo con le due palle gonfie avevo ben poco di maschile.
Dopo poco sentii suonare il campanello, poi ancora e ancora... il campanello aveva suonato per 5 volte quindi almeno 5 persone erano arrivate.
Mi venne a prendere la mia Padrona, mi slego' e mi porto' nell'altra stanza; c'erano 9 uomini in piedi nudi, qualcuno aveva dei degli ornamenti in cuoio, qualcun'altro in latex. Lei si sedette alla sua poltrona e io mi inginocchiai al suo fianco. "inginocchiatevi!" disse, e tutti si inginocchiarono ubbidienti.
" Bene, voi siete aspiranti schiavi che avete chiesto di essere al mio servizio... oggi ho voglia di vedere la mia schiava al lavoro con voi e voglio vedere come ve la lavorate, dovete fare solo quello che vi dico di fare, niente di piu' niente di meno e non transigo esitazioni o iniziative; chi vuole ora puo' andare, chi resta dovra' restare fino in fondo."
Un ragazzo si alzo' " non sono gay, questo non e' quello che cerco"
"Bene, addio" disse la Padrona. Lui si vesti' rapidamente e usci' di casa, ora erano in 8... erano tanti ma gia' mi sentivo donna, mi sentivo troia e poi la mia Padrona era li' a guardarmi e questo mi eccitava.
"Mettetevi in cerchio e tenetevi a braccetto... e tu schiava vai nel mezzo inginocchiati e comincia a lavorarteli, li voglio vedere tutti duri... e voi dovete rimanere a braccetto, non toccatela!".
Mi alzai andai al centro, mi inginocchiai, c'erano cazzi ovunque mi giravo, qualcuno era in erezione qualcuno era moscio.
"Hai 2 minuti da adesso per farli diventare tutti duri"
Presi in mano il primo che avevo davanti e cominciai a succhiarlo, poi con le mani mi allungai a lato e mi misi a masturbare i due a lato, poi cominciai a girarmi e a prenderne un altro e pian piano sentivo quello in bocca che si ingrossava, mi spostai e ne presi un altro in bocca e continuai spostandomi a caso; la mia Padrona girava attorno al cerchio e controllava, mi guardava (mi eccitava sapere che il suo sguardo mi fissava).
Aveva un frustino in mano e ogni tanto lo menava sugli apprendisti, ogni colpo che tirava i cazzi faticavano a indurirsi, io cercavo di accelerare e gemevo di piacere mentre succhiavo.
"bene adesso tiratevi via!"
Loro si spostarono e lei mi frusto sul sedere "troia! sei una sporca troia! sei affamata di cazzi e te la faro' passare!... Alzati e mettiti con la pancia sul tavolo e tieni aperte bene le gambe", prese uno schiavo per i capelli " tu vai sul tavolo, siediti e fattelo succhiare! voi due andate a lato e fatevelo menare con le mani..."
Prese una boccetta di olio e lo diede a uno schiavo rimasto "ungila bene nel culetto che la prepariamo per lo sfondamento", poi prese due cinture elastiche e me le mise sulle coscie mentre l'altro mi stava ungendo le chiappe e il buco, intanto stavo cominciando a succhiare il cazzo che avevo davanti e stavo masturbando i due cazzi che avevo a lato. Apri' un cassetto e tiro' fuori due cinture elastiche mi si avvicino' e le lego strette sulle mie coscie.
Prese due schiavi e gli mise il cazzo sotto la cintura elastica, uno per coscia "voi scopatela cosi'" ...
guardo' un attimo gli altri... " tu! comincia a scopartela nel culo!"
"Tu siediti sulla sua schiena", quando si sedette... "infilaglielo sotto la maglietta e comincia a menare"... si volto' sull'ultimo rimasto. "vai sul tavolo e martellaglielo in faccia".
Ora Sentivo un cazzo che mi entrava dolcemente nelle culo, sulle coscie sentivo i due cazzi che si strusciavano ferocemente intanto avevo tra le mani due cazzi duri che masturbavo e uno in bocca che che cercavo succhiare per quanto potevo, mentre un cazzo mi sbatteva sulla guancia e sul collo, ero schiacciato sulla schiena da quello che se lo menava sotto la mia maglietta, se l'era infilato fin sotto la cintura che teneva le tette finte e spingeva appongiandosi con tutto il peso sulla mia schiena e mi facevano male i seni che premevano sul mio petto. La Padrona rideva, ogni tanto frustava qualcuno "dai troia! falli godere! non dirmi che sono troppi" e ogni tanto mi frustava nei punti che erano rimasti liberi del mio corpo.
Poi si arrabbio' con quello che mi fotteva nel culo "dai! porco! spingi, voglio che la sfondi!", sentii il cazzo che entrava con piu vigore e mi faceva male... "cosi' sfondala! ah ah ah ", lui spingeva sempre piu' forte e lo sentivo senpre piu' grosso fino che a un certo punto lui disse "ahh! vengo!", la Padrona arrabbiatissima lo tiro per i capelli "bastardo! chi ti ha detto di sborrare! si sborra solo quando io lo dico e solo se sono io che lo dico! la tua sborrata e solo un mio divertimento non e' un tuo piacere!" lo butto' in terra frustandolo sul cazzo che schizzava all'impazzata. "Levatevi dalla troia! troia vieni qui a vedere cosa hai fatto!" Mi alzai e vidi lo schiavo a culo in terra con tutta la pancia schizzata di sperma che colava... la Padrona stette qualche secondo a pensare poi si rivolse allo schiavo "vattene! non ti voglio piu' vedere", lui si alzo si vesti' e se ne ando'. "Mi sarebbe piaciuto fartelo leccare ma non era degno di ulteriore piacere ne di essere punito", si guardo' attorno... "bene, ricominciamo, adesso mettiti sul tavolo ma con la schiena e tu comincia a scopartela!, tu vai a farti una bella spagnola su di lei e voi mettetevi mettetevi in fila per scoparla! 5 colpi poderosi e poi date al cambio rimettendovi in fila!".
Mi sentivo una vera troia, sentivo un cazzo dietro l'altro che mi sfondava per qualche secondo per poi sentirne un altro, la mia Padrona era al mio fianco che mi guardava e rideva compiaciuta, ogni colpo che mi davano sentivo che mi schiacciavano i testicoli legati fino a farmi male, ma tutto quel dolore era anche piacere, era umiliazione mi faceva sentire al suo servizio, il suo giocattolo; vedevo l'enorme cappella turgida che si muoveva avanti e indietro vicinissima al mio viso per poi sparire tra le mie tette. La mia Padrona mi prese in mano il cazzo e lo tirava "sei una schifosa porca!!" e mi sputo' in faccia. " poi si giro' agli schiavi " quando finite di pomparla prima di rimettervi in fila sputategli in faccia a questa troia!" ...gli sputi che mi arrivavano sul viso e sentivo la la mia padrona che mi frustava sul cazzo e io gemevo piano... "dillo che ti piace! troia e che ne vuoi ancora!"... e io risposi "mhh, si ancora voglio essere sbattuta, ahhh umiliata per la tua ahhh gioia mia Padrona"...
Continuarono per qualche minuto fino a che la Padrona torno' con una bottiglia e la mise sul pavimento e disse "Spostatevi schiavi bastardi, adesso voglio che la troia si sieda a smorzacandela su questa bottiglia".
Mi alzai e mi diressi verso la bottiglia, aveva un collo lungo e sottile e mi ci adagiai sopra mentre uno schiavo la teneva ferma al pavimento come gli aveva ordinato la Padrona, si mise davanti a me alzo la gonna corta e mi mostro la sua regale figa, me l'appoggio' sulla fronte e sentii il caldo umido della sua fessura depilata. Si mosse leggermente tendola premuta sulla mia fronte e poi comincio' a urinare... era calda e mi stava colando su tutto il viso per poi discendere su tutto il mio corpo; sentivo adesso il suo caldo piscio che scorreva sulla mie palle per poi cadere sul pavimento.
"Adesso volgio vedere quanto riesci a far sborrare questi maiali! Li devi far sborrare solo con la lingua, gli leccherai il cazzo senza succhiarlo"
Adesso avevo un cazzo enorme davanti agli occhi e Lei mi disse "prendilo a due mani e tienilo ben scappelato in tiro e comincia a leccarlo... voglio vedere bene la tua lingua che lo lecca"
Tirai fuori la lingua piu' che potevo e cominciai a passarla sul buchino della cappella cercando di entrarci dentro, poi mi spostai con la lingua attorno demarcando la divisione tra asta e cappella... "Quando senti che sta sborrando appoggiatelo sulla fronte che voglio vedere la sua sborra scorrere sul tuo viso da maiala"
Insistetti ancora col buchino il cazzo era diventato turgido e gonfio, la cappella era diventata enorme, lo stringevo forte con le mani e si ingrossava sempre piu'; sentii un sobbalzo dello schiavo... uno schizzo impovviso mi bagno la lingua e lo spostai velocemente sulla mia fronte premendolo forte; sentivo lo sperma che colava sugli occhi per scendere sulle guancie e cadere sulle mie tette... "uhh bravo schiavo ottima sborrata... tu troia strizzalo bene perche' voglio che non ne vada perso... avanti il prossimo", avevo gli occhi annebbiati dalla sborra ma presi in mano il secondo cazzo e ricomincia allo stesso modo del primo e nel giro di qualche decina di secondi sentii lui gemere e lo spostai sulla fronte senza che mi schizzasse sulla lingua, altra colata sul mio viso, intanto incosciamente avevo cominciato ad agitarmi sulla bottiglia.
Ne arrivo' subito un altro, stesso trattamento e poi un altro, ormai non ci vedevo piu' e la sborra la sentivo ovunque, qualcosa cominciava anche a entrare dai lati della bocca. Ne presi un altro, non ci vedevo quasi piu' ma continuai, questo non diede nessun segno di orgasmo e all'impovviso un schizzo mi arrivo fino in gola, mi affrettai a metterlo sulla fronte e la mia Padrona rideva "ah ah ah, avevi sete ehh!?"
Presi il sesto cazzo senza vederlo e cominciai a leccarlo, andai a leccarlo su tutta l'asta e poi ritornai alla cappella, dovetti insistere parecchio ma anche questo alla fine cedette e mi sborro' sulla fronte.
Arrivo' il settimo e con questo premetti forte nel buchino cercando di entrare, insistetti fino che la punta della mia lingua entrava per un po', poi cominciai a leccarlo a facendo andare la lingua velocemente a destra e sinistra e anche questo senza preavviso mi schizzo sulla lingua, portai verso la fronte una ltro schizzo mi entro nel naso e finalmente fini' di sborrare sulla fronte; la mia Padrona era entusiasta e rideva mentre insultava me e lo schiavo di turno.
L'ultimo schiavo teneva la bottiglia e si fece sostituire da un'altro, ero completamente cieco, vedevo solo sfumature e sentivo colare liquido sul mio corpo, era sperma e l'urina della mia Padrona.
Presi in mano l'ultimo cazzo e ricominciai anche questo alla fine schizzo e mi prese un'occhio mentre lo portavo alla fronte, ma tanto ormai non ci vedevo piu' ugualmente.
"Adesso spalmatela bene tutta sul viso e su tutto il corpo" disse la Padrona
Con le mani cominciai a spalmarla sul viso e cercavo di pulire per quanto potevo gli occhi, poi le spalmai sulle tette, sulla pancia e sulle coscie; la Padrona torno' con uno specchio alto circa un metro e me lo mise davanti..."guardati troia! ah ah ah " e fece cenno a tutti schiavi di ridere. Mi sentivo umiliato e usato, ma ero eccitatissimo, mi piaceva vedermi in quello stato davanti a tutti e soprattutto essere in quello stato per la mia Padrona, le mie palle erano rosse e gonfie e la molla le aveva allungate pian piano, sentivo dolore ma l'eccitazione era tale che me lo tramutava in piacere, anche il mio cazzo era turgido e scappellato perche' la molla tirando aveva preso anche parte della pelle dell'asta e adesso stava scappellato tirando, non penso che sarei riuscito a rincappellarlo tanto; lo sentivo in tiro anche perche' la cappella restando in quella situazione era ingrossata parecchio... mi eccitavo ancora di piu' a guardarmi...
"L'unica che non e' venuta e la troia!.. mhhh... " disse la Padrona, si girava attorno pensierosa, sapevo che voleva farmi sborrare ma cercava il modo piu' umiliante possibile o forse la maniera piu' femminile che una donna puo' venire.
Il suo viso si illumino' e disse "alzati!", prese la boccetta dell'olio e mi unse bene il cazzo, le sue mani erano fantastiche, poi rovescio' un po' d'olio sul bordo del tavolo, mi tiro qualche frustata sul sedere, erano abbastanza forti da farmi sentire dolore e il mio cazzo si rilasso', da dietro me lo prese e lo tiro' senza complimenti dietro, me l'aveva quasi rovesciato e sbucava tra le natiche... "siediti sul tavolo!".. mi sedetti sul tavolo... ero seduto sul mio cazzo, due schiavi avevano preso lo specchio e me lo tenevano di fronte. Ero seduto sul tavolo a gambe leggermente divaricate da dove si vedevano solo le palle belle depilate, il cazzo era totalmente nascosto, lo sentivo tra le natiche che si ingrossava, l'olio lo faceva scivolare facilmente sul tavolo; mi vedevo tutta sporca di sborra, le mia gambe era sexy e femminili con le calze a rete nere e qualche rivolo di sborra. Il mio viso era ancora truccato anche se un po' sbavato, le mie labbra rosse erano molto sexy e le due tette enormi erano fantastiche; mi piacevo, ero una vera maialona, mi avevano scopato 8 uomini e li avevo fatti sborrare e adesso il loro succo era tutto su di me.
La mia Padrona si avvicino' prese le mie palle e me le ficco' sotto una coscia, faceva un po male ma adesso sembravo proprio una femmina in calore.
"Ora masturbati come la troia che sei, toccati e cerca di essere piu' arrapante possibile! Fingi di sditalinarti! pensa che la tua figa appoggia sul tavolo e devi lasciarci la scia del tuo umore come una lumaca !"
Misi una mano tra le gambe e mi accarezzavo l'inguine, con il dito medio affondavo tra le gambe sfiorando le palle nascoste e parte dell'asta del mio cazzo che stava esplodendo sotto la pressione, sentivo la cappella che usciva da dietro le natiche; mi muovevo dolcemente avanti a indietro sul sedere e sentivo il cazzo sotto che scivolava pian piano, erano molto eccitante e feci piano per non sborrare subito. Tirai fuori la lingua e la passavo sulle labbra mentre gemevo, con l'altra mano mi pizzicavo i capezzoli finti e intanto mi guardavo allo specchio e davo occhiate sfuggenti agli uomini che mi fissavano. La mia Padrona era divertita e continuava a insultarmi.. "Non hai avuto abbastanza cazzi e adesso ti fai da sola!? dai! voglio vedere la come riesci a bagnare il tavolo con la tua fica! Puttana!" si allungo' e mi sputo' in faccia". Io gemevo di piacere, l'orgasmo era ormai vicino quando lei col frustino mi diede un colpo dietro prendendo la cappella e io dissi "Ahhh!!! siiii!" e cominciai a muovermi meglio sul tavolo, il dolore mi stava fermando l'orgasmo ma il piacere era sempre in aumento, la Padrone prese lo schiavo con il cazzo piu' grosso e me lo fece schiaffare in gola "ingoialo tutto puttana!!", mi arrivava fino in gola, mugugnavo e facevo fatica a respirare. Mi vuovevo sul tavolo il dolore era passato, sentii le palle gonfie che cominciavano a pulsare... stavo sborrando!!! e continuavo a muovermi mentre la padrona mi teneva la testa e mi spingeva il cazzo piu' che poteva in gola, non respivavo, sentivo il mio cazzo che esplodeva sparando sborra sul tavolo... mi sentivo svenire, era solo l'orgasmo che mi teneva sveglio, mi sentivo come in un sogno, sentivo dolore e piacere, le mie palle si stavano svuotando. Mi sfilo' il cazzo dalla bocca, ricominciai a respirare affannosamente, la mia Padrona mi prese per i capelli e mi tiro via dal tavolo buttandomi a terra e guardo' ridendo sul tavolo "brava puttana! hai lasciato una scia sul tavolo come una lumaca", mi alzo per i capelli e mi fece vedere la mia sborrata, a prima vista ne avevo fatta un bel po'. "tira fuori la lingua!" disse tenendomi per i capelli e spingendo la mia testa sul tavolo.. "lecca puttana!", mi misi a leccare la mia sborra, la ingoiai pian piano, era mischiata all'olio.
La mia Padrona era soddisfatta, disse agli schiavi di rivestirsi e di andarsene, li avrebbe richiamati quando e se ne avesse avuto bisogno, mi disse anche a me di andarmi a cambiare e di andarmene; vedevo che era soddisfatta ed ero certo che avrei potuto ancora servirla in tutti i suoi magnifici capricci.
14
3
17 years ago
schiavetto71, 44
Last visit: 8 years ago -
Il destino
Tutto è cominciato circa un'anno fà, quando frequentando un corso di studi sono entrato a far parte di una classe di uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale, per cui l'impegno era tanto (lavoro, famiglia,studi, svago....), come tanta alla fine è stata la lussuria.......e tutto, come spesso accade, cominciò per caso.
Un giorno mentre eravamo a casa di alcune ragazze fuori sede a studiare per un esame, cominciò quello che per mesi interi sarebbe stata la mia avventura e che riempì la mia testa ed il mio corpo di passione e lussuria.
Eravamo due ragazzi e tre ragazze e mentre stavamo studiando mi soffermo a guardare Elena, di 10anni più giovane di me, mi accorgo che era concentratissima sul libro, i capelli scurissimi, lunghi fino alle spalle, arricciati, dal mio punto di osservazione vedo la sua bocca che gioca con una matita, ogni tanto la punta della lingua emerge dal lato. Mi perdo a guardare le sue mani, che immagino decise e al tempo stesso tenere, pronte ad accarezzare. Alzo gli occhi dalle sue mani e scopro che Elena mi sta guardando, i suoi occhi scuri serissimi si perdono nei miei. Devo fare qualcosa per togliermi da quella situazione di imbarazzo.
Corro in bagno. Apro l'acqua fredda, mi bagno il viso. "Non può
succedere a me" sussurrai chino sul lavandino. Mi alzo e dietro di me vedo Elena riflessa nello specchio. Mi giro e faccio un passo verso di lei, gli altri stavano studiando ma accortisi della situazione e complice la calura estiva, accamparono una scusa per allontanarsi un'attimo in cerca di refrigerio, da quell'appartamento che improvvisamente era diventato troppo piccolo per tutti quanti.
Com'è successo? Perchè sono vicino al suo letto, i miei vecchi jeans per terra, nudo, sotto la camicia le mani di Elena, perchè?
L'unica cosa che desidero adesso è sfilarle la maglietta attillata e
sentire i suoi seni sodi e ben fatti, in un attimo anche lei è nuda, al contatto con le mie dita i suoi capezzoli diventano turgidi, adesso voglio sfilarle la gonna e scoprire il suo sesso, giovane e fresco.
Perchè succede questo? Elena 27 anni, una ragazza irreprensibile, che come me vive una storia tutta sua. Solo il caso ci ha fatto incontrare, ma lo stesso caso ci stà facendo provare sensazioni così scottanti, maliziose, ma a questo punto chi se ne frega di tutto quello che può succedere.
Elena si stende sul letto, ed io accanto a lei, le mie mani percorrono tutto il suo corpo, piano lentamente, gli accarezzo il collo, scendendo giù ai seni, con la punta delle dita traccio cerchi sempre più stretti intorno ad un capezzolo, che si inturgidisce ancora di più, va incontro alle mie carezze, "è bellissimo" mi sussurra guardandomi.
Con le dita scendo più in basso, gli solletico il ventre, traccio altri
cerchi intorno all'ombelico. Sorride, gli faccio un pò di solletico.
Chiude gli occhi, aspetta il mio tocco. Piano la mano scende, trova il suo clitoride, già eccitato, turgido, il suo sesso è bagnato. Lo accarezzo piano con un dito ed una piccola scossa la percorre, la sua lingua intanto si posa sulle mie labbra, mi accarezza, scende più giù verso il mio petto. Percorre la stessa strada della sua mano, disegna anche lei dei cerchi sempre più stretti intorno ad un capezzolo, scende sul pube, raggiunge il mio pene.
Dentro di me mille sensazioni s'intrecciano, sono eccitato, sono spaventato, ma è il momento di lasciarsi andare completamente.
Allungo di nuovo la mano e trovo la sua fica, le gambe oscenamente aperte è tutta bagnata. Al tocco della mia mano un gemito esce dalle sue labbra, scendo a leccarla, non desidero altro che sentire il suo sapore. La mia bocca raggiunge la sua intimità, l'accarezzo con la lingua, piano piano la faccio scivolare nella sua fessura umida e vogliosa, avanti e indietro, muovendomi lentamente. La sua mano scende sulla mia testa, le sue dita si intrecciano con i miei capelli, mi dà il suo ritmo. La mia lingua percorre tutti i suoi orefizi e ne assapora ogni centimetro.
"Non resisto, ti prego" mormora cercando di sollevarmi la testa.
"Non ancora", rispondo tirandola leggermente verso di me, al tempo stesso la tengo ben stretta per i fianchi. Rallento un attimo, scendo ancora con la bocca, ricomincio a leccarla, a far scivolare la mia lingua tra i suoi buchetti. "ti voglio, ti prego" mi supplica.
La faccio salire sopra di me, la lascio scivolare sopra il mio sesso, lei
lo fa entrare molto lentamente. I nostri sguardi si intrecciano, mi
sembra di provare qualcosa che cercavo da molto tempo, le mie mani salgono a stringerle i seni, a giocare con i suoi capezzoli, mentre le spinte si fanno più forti. Mi sento trasportare in un mondo lontano, senza pensieri, lussurioso, eccitante, sono cavalcato, ecco un'onda alta, imponente, sento giungere un orgasmo fulminante. Elena se ne accorge, mi guarda negli occhi, "non ancora" sussurra. "voglio qualcosa di diverso da te", stranamente, ma credo di aver capito, non sempre si riesce ad essere lucidi e a pensare in certi momenti.
Di colpo mi fermo. La distendo a pancia in giù, diventa di burro malleabile tra le mie mani, le metto un cuscino sotto il ventre, mi metto sopra di lei, comincio a leccarle e mordicchiarle il collo, si dimena docilmente, la nostra eccitazione è alle stelle, non resisto più, le faccio sentire il mio sesso duro che preme contro il suo ano, trova la strada, niente può più fermarci. Mentre la penetro lentamente, una lacrima scorre sul suo viso, si fa rossa in volto, m'implora di non smettere "mi fa male, non ci sono abituata, ma è bellissimo", dopo poco l'orgasmo sta per arrivare per entrambi, l'onda che segue il ritmo delle mie spinte, lente e decise ci travolge, anch'io comincio ad ansimare, gemere sempre più forte e mentre stiamo per essere travolti sento il suo orgasmo arrivare, subito dopo il mio caldo sperma la invade.
Il mio nome, il modo in cui lo sussurra, mi fa godere, mi sento vivo, desiderato, la lussuria e la passione ci ha stremati.
Rimaniamo distesi, uniti, Elena mi da piccoli baci sul collo,
sull'orecchio, mormora mille parole tenere, i nostri corpi luccicano di
sudore, mille goccioline li ricoprono, mescolandosi agli umori del nostro rapporto. Mentre un languido torpore scende su di noi, cerco una posizione che mi permetta di sentire tutto il suo corpo accanto al mio e penso, sogno o cos'altro?
Ci guardiamo ed una leberatoria risata conclude una caldo e meraviglioso pomeriggio di luglio............
Spero che questa mia... storia, avventura, fantasia Vi sia piaciuta.
Vi mando un mare di baci ed aggiungo delle dolci carezze per ognuno di Voi.
Andrea.
9
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Dominazione a lungo attesa
Dominazione a lungo attesa
Trip to the hell
Scese dal treno.
Nervosa scrutava la pensilina in cerca di uno sguardo conosciuto, ma troppe persone aspettavano, camminavano, spintonavano, avrebbe voluto mandarli tutti al diavolo, loro, senza scopo, senza un fine, senza una guerra interiore da combattere strenuamente col proprio pudore, con la propria ansia da messa in gioco.
Finalmente, in fondo, proprio all’inizio del binario.
Attratta come da una calamita, soffermò i suoi occhi su di un uomo in attesa, anche lui insinuava il suo sguardo tra le persone, dietro i cappotti, le ventiquattrore, al di là del fumo di sigarette.
Incrociò il suo sguardo, ma in realtà non la vide. Lei però lo riconobbe e il cuore le sussultò e poi non batté più. Da un’infinità di giorni aspettava questo momento e si ritrovò a sentirsi turbata, in realtà quell’uomo non lo conosceva affatto, non era andata più in la di chiacchiere al telefono, fugaci momenti di passione rubati a vicendevoli impegni quotidiani.
Abbassò lo sguardo, fece una panoramica mentale del suo aspetto, percependosi a dir poco goffa e mal acconciata, trasse un sospiro e rialzando lo sguardo s’incamminò.
Ormai di tutta quella moltitudine di gente era rimasto ben poco e l’uomo, di cui fino ad un momento prima scorgeva solo una sagoma, si stagliava ora ben distinto ai suoi occhi.
Lui la guardo, in un primo momento perplesso, poi visibilmente compiaciuto di averla finalmente trovata e le sorrise, un sorriso sincero, quelli che fanno socchiudere gli occhi e che fanno sembrare che tutto il mondo stia gioendo della sua felicità. Le si riempì il cuore e sentì una vampata di calore che l’avvolse da capo a piedi e la fece fremere.
Lui aspettò che fosse lei a raggiungerlo, finalmente erano l’una accanto all’altro, poteva percepire il suo profumo, percepire il suo corpo, come se l’aura stessa fosse un’entità palpabile, capace d’avvolgere i corpi sensibili ad essa, in una calda coperta.
I suoi occhi, difficile fu sostenere lo sguardo, di occhi così penetranti e capaci di scivolarti dentro.
Non sapeva bene che fare, sopraffatta com’era da quel sentimento che le pulsava dentro, lasciò infine cadere la pesante borsa che reggeva su una spalla e gli buttò le braccia al collo, insinuò il viso rigato di lacrime tra il suo collo e il bavero della camicia e inspirò profondamente. Lui ricambiò prontamente il suo abbraccio, scivolando con le mani all’interno della giacca aperta, accarezzandole la schiena coperta solo da una maglietta e provando così la prima fugace sensazione del suo corpo.
La fece scostare quel tanto che bastava per guardarla nuovamente negli occhi e colto da una dirompente passione, la baciò. Pochi convenevoli, lingua contro lingua, in uno spasmo ansimante, occhi chiusi, mani che scivolano dal collo alle spalle, dita che si insinuano nei suoi capelli e che in un impulso di dominazione vennero tirati in modo da inclinarle la testa e dare spazio al collo bianco e lungo, ora ricoperto di baci e morsi al limite del dolore.
Era pronta, se la decenza pubblica lo avesse permesso, si sarebbe concessa in quell’attimo stesso di passione travolgente.
Lo seguì all’esterno della stazione.
Felice di essere finalmente sua per almeno due giorni, il viaggio in macchina lo trascorse come la gita tanto attesa verso il patibolo, una confusione di tutte quelle emozioni percepibili da un essere umano.
Chiacchierarono.
Arrivati a destinazione, lei scese dall’auto e aspetto composta che quell’uomo dall’animo oscuro e indecifrabile la raggiungesse dopo aver parcheggiato.
Salirono le scale, lei dietro in silenzio, sempre più agitata, consapevole che una volta entrata nella sua prigione urbana, avrebbe vissuto momenti di intenso godimento, ma anche tanta sottomissione e dolore che l’avrebbero accompagnata in tutti i suoi passi futuri.
< Una sorta di prova di resistenza > pensò, varcando la soglia di casa.
Le diede solo il tempo di richiudersi l’uscio alle spalle e la prese per le braccia stringendola forte, la sabbatté contro la porta e la baciò nuovamente, le stava facendo male. Le sfilò la giacca, mantenendo serrate le sue labbra contro quelle di lei, esplorando la sua umida bocca vogliosa di cotanto ardore. Lei non oppose resistenza, non avrebbe ottenuto la libertà, lasciò che le sue mani le accarezzassero i fianchi, la pancia, i seni che furono ricoperti a coppa, soppesati ed infine stretti in una morsa implacabile ed estremamente dolorosa, che le strappò un gemito soffocato tra le labbra insaziabili di quell’uomo così affascinante.
Una delle mani lasciò la presa, ormai il suo respiro s’era fatto vistosamente affannoso e mentre lei godeva da quell’improvvisa libertà, dita indagatrici le alzavano la gonna e s’insinuarono tra le labbra della figa abbondantemente bagnata d’eccitazione. Era completamente depilata, è una di quelle cose che la facevano sentire più a suo agio e più desiderabile ad occhio altrui, la mancanza di slip, che le coprissero le zone intime invece, era una richiesta, anzi un ordine, impartitoli direttamente da quell’uomo che stava violando le sue nudità.
Avrebbe voluto che la penetrasse lì, si sentiva fremere da capo a piedi e non riusciva a credere che l’oggetto dei suoi desideri, fosse ancora del tutto vestito, coperto ancora dalla giacca di pelle nera che emanava un profumo arcaico e conturbante. Avrebbe desiderato poter ammirare quel corpo che tanto aveva sognato ed invece no, rimaneva ancora celato al di sotto di strati di indumenti che avrebbe voluto strappar via con i denti, se le fosse stata data la possibilità.
In poco tempo si ritrovò completamente nuda, esposta e scrutata come fosse ad un’asta di schiavi, ma era appunto a ciò che agoniavano le sue carni e la sua mente, desideravano essere umiliate e sferzate dolorosamente per un unico scopo, quello di compiacere il suo padrone e in fondo all’animo, godere anch’essa.
In to the grave
Polsiere e cavigliere, agganciate le une nelle altre, la costringevano ora in ginocchio sul bordo del letto, le spalle e la testa girata da un lato, poggiavano sul materasso e le gambe ben aperte, l’esponevano all’umiliazione di un’esplorazione delle sue morbide carni pulsanti. Provava sincero piacere nell’offrire se stessa in quella posizione oscena e percepiva l’intensità di emozioni che anche il suo Signore provava nel toccarla e penetrarla con le dita. Si sentiva sempre più violata e coinvolta, stava pian piano perdendo la consapevolezza del suo essere e si stava tramutando sempre più in uno strumento per il suo ed altrui piacere.
Ansimava ed aspettava solo un ordine e quello arrivò, ma non fu verbale, bensì una manata ben assestata al fianco la fece cadere di lato, le furono liberati i polsi dalle caviglie. Strattonata bruscamente venne fatta cadere sul pavimento e messa in ginocchio, si ritrovò finalmente il suo cazzo davanti alle labbra. Desiderava da un’eternità di poter socchiudere le labbra e far scivolare la lingua lungo quell’asta liscia e turgida e di sentire quella presenza ingombrante ed estranea riempirle la bocca e toglierle il respiro. Si accorse in quel momento di star già leccando la punta del suo uccello, senza neanche essersene resa conto. Una reazione improvvisa dei lombi di lui, la colse di sorpresa e si ritrovò il suo cazzo per metà in bocca, le sue mani le avevano poi preso la nuca tirandole i capelli e stantuffando l’arnese in quella cavità viva.Per tutta risposta lei prese ad accarezzargli il culo, per poi piantarci le unghie ogni qual volta l’affondo diventava troppo violento e rischiava di indurle i conati.
Godeva di quella violenza gratuita, ma più di tutto godeva nel sentire lui eccitato e soddisfatto del suo lavoro di bocca.
Era al limite, la stava usando da tanto e già da un po’ tratteneva l’orgasmo, lei lo pregava con gli occhi di sborrarle in bocca, lui accolse le sue suppliche e venne. Un fiotto copioso le inondò la bocca, sentì sulla lingua il suo sapore e le piacque , chiuse gli occhi per godere a pieno di quel momento, si sentì onorata di essere stata usata e orgogliosa di non aver perso neanche una goccia del liquido sacro.
Eternal punishment
Decisero di uscire.
Finalmente. Da anni non vedeva più il mare, adorava il profumo della salsedine, lo stridio dei gabbiani in volo, lo sciacquettio delle onde sulle banchine del molo, era una commistione di sensazioni che l’ha sempre rilassata e fatta sentire parte dell’universo. Era con lui ora, vedeva il mondo che lui tanto amava con gli stessi occhi. Era splendido.
Mangiarono un piatto di pasta in un ristorantino e continuarono il breve giro.
Tornati a casa sua, non smisero di parlare di loro, dei desideri nascosti e di aneddoti divertenti. Lo guardava negli occhi e non riusciva a credere di aver aspettato così tanto prima di correre da lui. Non era amore quello che gli univa, ma un’intensa passione, armata di zanne aguzze che lacerava i loro ventri ad ogni occhiata.
Quella infame bestia ebbe ad un certo punto la meglio e proprio mentre lui stava terminando la frase, lei lo baciò.
Lui decise che colei che aveva avuto la sfrontatezza di interromperlo mentre parlava, dovesse essere duramente punita, le sarebbe servito da monito per eventuali errori futuri.
L’afferrò per un braccio cogliendola di sorpresa, non oppose resistenza, rimase solo turbata dal cambiamento repentino d’atteggiamento del suo Signore, capì immediatamente che l’aspettava un momento duro e doloroso, ma accolse nei suoi pensieri l’idea che se così lui desiderava, così sarebbe stato.
Si fece trascinare malamente dinnanzi ad una porta, lui le prese le mani e le fece appoggiare i palmi aperti sugli stipiti contrapposti, le allargò le gambe con un piede e le disse di non gridare, qualunque cosa lui le facesse. Un tremito del suo corpo, gli fece capire che lo stato di tensione che desiderava insinuare, era stato raggiunto. Le si avvicino e le sussurrò in un orecchio: ”lo sai che sei una nullità, non sei niente!”
Per tutta risposta ebbe solo un sospiro dalle labbra tremanti di lei ed una lacrima, che le solcò il viso. Il suo scopo era raggiunto.
Le si fece dietro e senza troppi preamboli le frustò la schiena, lei si inarcò in uno spasmo di dolore, buttò la testa all’indietro e trattenne un gemito a denti stretti. Ora tremava di più, sapeva cosa l’aspettava e sapeva che il suo Padrone non era sicuramente magnanimo, anzi godeva a vederti allo stremo e ti costringeva ad andare anche più in là.
Teneva la frusta arrotolata per parte della sua lunghezza, lo scopo infatti non era quello di lacerare le carni, ma di provocare fortissimo dolore senza lasciare segni permanenti. Assestò un nuovo colpo e questa volta le sue ginocchia si flessero e con il busto scivolò in avanti entrando per un pezzo all’interno del vano della porta. Un altro, poi un altro e un altro ancora, le sferzate si susseguivano violente e implacabili e ormai la sua capacità di trattenere le urla veniva meno. All’ennesimo colpo, lei cedette, urlò e poi chiese pietà con la voce rotta dal tremito e dalla stanchezza fisica, per tutta risposta le furono inferte altre tre frustate ravvicinate e più violente delle altre; cadde a terrà stremata, tremante, dalla sua bocca uscivano ancora gemiti per via del forte dolore che ancora provava alla schiena. Le si avvicinò, e le ordinò di alzare la testa e guardarlo negli occhi; per lei fu un ulteriore sopruso, dover guardare negli occhi il suo carnefice, con le lacrime che le fluivano copiose sul viso, lui sorrise soddisfatto, le si accucciò di fianco e con un dito raccolse una lacrima, che dal mento stava per precipitare a terra, se ne inumidì le labbra e poi la baciò.
L’aiutò a distendersi sul letto, la coprì con una coperta dato che stava tremando anche di freddo e la fece riposare. Le si distese accanto e la guardò addormentarsi.
Si svegliò e la casa era immersa in un silenzio assoluto, nessuna luce era stata accesa, nessun movimento o flebile brusio, era sola.
Ne approfittò per andare a lavarsi, si fece una lunga e rilassante doccia calda, per asciugarsi usò quel asciugamano che tanto sapeva di lui e le si riaccese il desiderio.
Ora ebbe l’occasione di esplorare l’appartamento, si vedeva che era un uomo a viverlo e a coltivare le sue suppellettili, profumava di vita, profumava di lui.
Presto tornò, convinto di trovarla ancora addormentata ed invece la vide seduta sulla sedia della cucina con addosso il suo asciugamano e con ancora i capelli bagnati e gocciolanti d’acqua profumata di shampoo, lei gli sorrise, lui le sorrise di rimando porgendole un sacchetto.
Mangiarono insieme i cornetti che era uscito a comprare e chiacchierarono un po’, lei però era visibilmente stanca, provata dal lungo viaggio in treno, dalla notte quasi sicuramente insonne trascorsa precedentemente alla partenza e dalle intense emozioni provate nelle ultime ore, ma a parte tutto si sentiva bene, un po’ meno sicura di se, quello si, del fatto che in quel luogo non tutto le era concesso e perdonato, ma ogni sua azione aveva una conseguenza a volte molto dolorosa sia fisicamente che emotivamente.
Si distese sul divano e la chiamò a se, lei quasi intuendo e precedendo le sue parole, si andò a sedere per terra, accanto a lui. Lui si spogliò e lei di conseguenza si tolse quel rettangolo di spugna che le copriva le zone intime e rimase nuda. Lui si prese il cazzo in mano e movendolo un po’ lo inturgidì, con un cenno le ordinò di prenderlo in bocca e lei senza fiatare lo fece, questa volta niente strattoni, niente penetrazioni soffocanti, ma solo arte. Mentre lui leggeva un libro, lei si dedicava a quel membro duro tra le sue mani e ne leccava l’estremità.
Fece scivolare la lingua lungo tutta a lunghezza, in su e in giù qualche volta, la sua lingua si fermò poi di colpo tra la fessura del glande e lì circoscrisse piccoli cerchietti, poi ritornò giù, mordicchiando questa volta il membro duro di lui. Una volta ritornata in punta, prese in bocca solo la cappella e ci fece girare attorno la lingua più e più volte. Sentendo pulsare quel cazzo dentro la sua bocca, non ce la faceva più, era eccitata e tutta bagnata, voleva scoparselo, ma senza il consenso del suo Padrone, non avrebbe mai potuto alzarsi e cavalcarlo, quindi fece l’unica cosa in sua possibilità, lentamente si fece penetrare interamente e si fece scopare la bocca da quel cazzo duro e lungo e ne godette come fosse la sua figa ad ingoiarselo.
Lui non volle venirgli nuovamente in bocca, la fermò di scatto e la tenne ferma con la bocca piena ancora di lui, appoggiò delicatamente il libro e lentamente si alzò. Lei dovette accompagnare tutti i suoi movimenti, dato che si trovava ad essere un’ingombrante prolungamento del suo pene. In ginocchio, con il collo tirato e con gli occhi che lo fissavano confusi ed eccitati, venne condotta a letto. Le fu dato il permesso, di far scivolare fuori della sua bocca quel cazzo tanto adorato e così poté finalmente chiudere le labbra e deglutire. Venne fatta sdraiare, le furono legate le mani sopra la testa e ordinato di tenere le gambe flesse e divaricate, venne poi bendata. Sentì la calda presenza del suo padrone tra le gambe e un fremito l’attraversò quando un dito di lui si accertò, toccandola tra le piccole labbra, del suo stato di eccitazione. Soddisfatto, le si mise sopra e la penetrò di impulso. Lei si inarcò, per la violenta sensazione di dilatazione e per la profonda gioia di essere finalmente fottuta da lui. La prendeva con vigore, godendo della sua forzata immobilità. Nei momenti più intensi, gli piaceva guardarla in viso, immaginare i suoi occhi chiusi al di sotto della benda e godere della sua bocca, dalle labbra turgide, spalancata in ansimi e gemiti di piacere. Ogni tanto le assestava uno o più schiaffi, in modo da tenerla sempre tesa e gioire dei sussulti di sorpresa e lieve dolore. Gli piaceva trattare così le donne, sentirle totalmente sottomesse al suo volere, poterle sfruttare per il suo puro godimento e non avere rimorsi delle loro lacrime, ma eccitarsi della loro sofferenza interiore.
Decise che avrebbe giocato con un’altra parte del suo corpo, le sfilò quindi il suo cazzo da dentro e la girò, la fece sistemare in modo da avere pieno accesso alle sue nudità. S’inumidì un dito e le penetrò il culo scavando in profondità, lei gemette. Dopo aver spinto avanti e in dietro quel dito per un po’, se ne aggiunse un altro, vennero poi ruotati al suo interno e in fine un altro si aggiunse, l’ultimo, prima di ricevere il suo cazzo. E fu così, che appena le dita furono estratte, al posto loro premeva ora per entrare nella sua pancia, un uccello duro e grosso. Venne spinto dentro senza nessun ostacolo, lei era pronta, desiderava essere usata e quella era la sensazione più forte che potesse desiderare, godette nel sentirlo scivolare dentro e quando ciò successe trattenne il respiro. Cominciò ad andare avanti ed indietro, prima piano, poi il ritmo divenne sempre più sostenuto, gli ansimi di lei s’intensificarono e divennero quasi grida ad ogni penetrazione, le piaceva così tanto che dovette mordere il cuscino per poter disperdere almeno parte di tutta quell’intensità. Alla fine lui venne, le riempi il culo di sborra calda, premette ancora qualche volta ed estrasse il suo cazzo ancora parzialmente duro. Le si distese accanto, ansimava ancora e guardandola negli occhi si mise a ridere, risero in insieme per un po’, infine si baciarono, un bacio stanco e languido.
The violence mine
Fecero tardi, chiacchierarono tanto, risero e si divertirono sapendo che quel tempo sarebbe durato troppo poco e quindi decisero di goderselo al massimo. Si coricarono l’uno accanto all’altra. Lei non riuscì a prendere facilmente sonno, la presenza di lui, il suo profumo e le esperienze della giornata la confondevano, facendola restare sveglia. Si ritrovò a pensare alla sua schiena, solo quel pomeriggio era stata frustata come una schiava, si chiese per un attimo,se le fossero rimasti dei segni che le ricordassero in eterno quel giorno, curiosa si alzò e andò in punta di piedi in bagno, per controllare allo specchio lo stato della sua pelle. Alla luce artificiale, girata di spalle, si rese amaramente conto, che nulla di quel giorno le era rimasto tatuato addosso, solo piccole linee solcavano la sua schiena, ma sarebbero scomparse presto. Si diede della cretina e della pappamolle, per non essere stata in grado di sopportare più a lungo le frustate, ma cosa sarebbe successo se l’avesse frustata più forte? Si ricordò con un brivido le urla e le lacrime versate in quella situazione, ma voleva di più, voleva un marchio da portare fieramente addosso a vita, un simbolo della sottomissione portata a quell’uomo lontano, che un giorno, armata di infinito coraggio lei andò a servire.
In quel momento si spalancò la porta del bagno e sull’uscio c’era lui che la fissava, lei si sorprese e si bloccò. Le si avvicinò, le prese la mano con cui lei si stava accarezzando la spalla destra, su cui facevano bella mostra leggere striature rossastre e la strinse a se da dietro, rimasero così davanti allo specchio. Ora poteva vedersi realmente accanto a lui, lo osservava dietro le sue spalle e nel frattempo ne sentiva il calore. Le chiese che cosa la stesse turbando e lei abbassò lo sguardo, vergognandosi dei suoi stessi pensieri, quando gli rialzò incrociò il suo sorriso. Prese il coraggio a due mani e gli spiegò, che desiderava portare un suo segno per sempre su di se. Lui abbassò lo sguardo, le guardò i seni nudi da dietro ad una spalla, quando lo rialzò, notò che lei era visibilmente commossa, gli occhi lucidi tradivano le emozioni forti che la tempestavano e si rese conto che doveva essere stato un grande sforzo, arrivare a chiedergli di procurarle un così forte dolore da lasciarle il segno, si rese conto anche di quanta fiducia e devozione riponesse in lui. Le mise le mani sulle spalle e la fece ruotare su se stessa, in modo che gli si venisse a trovare proprio di fronte, le baciò la fronte e le parlò francamente, le disse che qualsiasi metodo avrebbe usato per lasciarle un simbolo, sarebbe stata comunque una cosa molto dolorosa, al di là del punto sulla pelle che sarebbe stato marchiato, ma anche per la profondità del segno, che per rimanere indelebile, doveva essere al quanto profondo. Lei lo fissò negli occhi, trasse un sospiro e si disse pronta.
Tornarono a letto, si rimisero l’uno stretto all’altra e si addormentarono.
Il giorno dopo si svegliarono assieme, fecero una leggera colazione, ma non parlarono di ciò che era stato detto la sera prima.
Uscirono.
La portò alla Rocca, lei rimase affascinata da quel luogo così imponente, carico di storia e nel camminare accanto ai bastioni e all’interno dei corridoi, l’ansia la avvinghiò sempre più. Sentiva il peso della sua decisione, come se quelle mura le si stessero chiudendo addosso, come se il dolore di mille anime le ordinasse di superare i suoi limiti, che in realtà di limite ne esisteva soltanto uno ed era la morte.
Tornati a casa, l’atmosfera era ancora spensierata per la bella gita, approfittò allora di un suo momento di distrazione e gli si inginocchiò davanti con gli occhi bassi, lui se ne accorse immediatamente e rimase in ascolto.
“Ora” disse lei e poi più nulla.
Le ordinò di spogliarsi e lei obbedì, lentamente come se quello facesse parte di un rito di iniziazione. Una volta totalmente nuda, si inginocchiò nuovamente.
Lui si allontanò qualche minuto, al suo ritorno reggeva in mano un ferro dalla forma strana, lei seguiva ogni suo movimento con ansia e fissava quell’arnese con sincero timore, quasi paura.
Le si accucciò davanti e glielo porse, lei lo prese tra le mani e a quel punto capì immediatamente di che si trattava, era un marchio a fuoco, gli spiegò che lo avrebbe arroventato sui fornelli e che una volta incandescente lo avrebbe impresso con forza sulla sua pelle, stava a lei decidere dove.
Lo guardò negli occhi, gli riabbassò sull’oggetto nelle sue mani, che improvvisamente s’era fatto più pesante e ritornò a fissare il suo Padrone.
“sul braccio sinistro, Padrone, all’altezza della spalla” ed indicò il punto con la mano destra, accarezzandosi la pelle ancora integra e rosea.
Annui, la fece sedere su di una delle sedie della cucina, le mise tra i denti un paio di bassalingua sovrapposti, dicendoli di morderli forte e tentare di non gridare troppo e andò ai fornelli.
Un tempo lunghissimo di attesa, almeno a lei sembrò tale, la saliva le si stava accumulando all’interno della bocca, ma non osò togliere i legnetti che le impedivano di muovere la lingua e quindi di deglutire.
Si voltò, in mano reggeva un tizzone fumante, lei si prese di scatto il braccio all’altezza del gomito in modo da impedirsi di muoverlo durante l’operazione, per quanto lo teneva stretto le nocche le divennero bianche, voltò la testa dalla parte opposta. La prima cosa che sentì fu un intenso calore, poi quando il ferrò le toccò la pelle il dolore fu così intenso che quasi credette di svenire, urlò, non ci fu niente da fare, un filo di saliva le colava sul mento e quando tutto finì, ansimava vistosamente, si accasciò sul tavolo e rimase così parecchi minuti.
Le si avvicinò e le accarezzò la schiena, lei lo guardò, aveva gli occhi stanchi e arrossati, ma lui avrebbe giurato di non averla vista piangere ed infatti era così, non una lacrima scivolo pigra sul suo volto, nemmeno durante la marchiatura. Si tirò dritta, così quell’uomo così sicuro di se, quasi freddo in alcuni suoi atteggiamenti, le poté medicare l’ustione che le pulsava dolorosamente. Non si volle guardare allo specchio, aveva paura che vedendo quella deturpazione si sarebbe pentita e sarebbe scoppiata in una crisi di pianto isterico, quindi si lasciò spalmare delicatamente la crema e poi bendare con bianche garze.
Mangiarono. Lei tocco pochissimo cibo, il suo stomaco aveva deciso che per quel giorno non avrebbe più lavorato e lo assecondò con piacere, già in preda alla nausea.
Parlarono ancora parecchio e non capii se fosse stato il dolore provato, o la fredda determinazione dimostrata da lui, ma il risultato si rese presto evidente: si eccitò. Il suo respiro si rese più affannoso, lo guardava negli occhi, ma in realtà vedeva scene di sesso e decise che voleva essere soddisfatta. Aprì le gambe, mostrando senza vergogna la sua figa bagnata, lui accolse subito la richiesta e cominciò a toccarla lì, dove provava più piacere e a conferma di questo, ansimi le uscirono dalla bocca sensualmente aperta. Fu così che lui la prese e l’accompagnò a letto, la distese morbidamente e gli si fece sopra. La penetrò piano, godendo della pressione delle sue pareti vaginali e lei godette nel sentirsi riempire da lui, fecero l’amore a lungo, senza fretta e lei venne, finalmente venne, era dal momento stesso che lo vide al binario che voleva godere di lui ed ora stava accadendo e così urlò tutto il suo piacere, un urlo intercalato da forti ansimi e da smorfie di dolore da quanto fu intenso, poco dopo anche lui si concesse il giusto appagamento e le sborrò dentro. Le si accasciò sopra e rimasero così finche non arrivò il momento di andare.
Return to rationality
Il saluto alla stazione fu per lei terrificante, non riusciva a contenere le lacrime, lo stringeva a se, giurandogli che sarebbe tornata presto. Lui la guardava con affetto e le promise che ci sarebbe sempre stato. L’ultimo bacio poi, le rimase amaro sulle labbra. Salì sul vagone e lo guardò allontanarsi, non si voltò mai, sparì tra le persone, lei si sentì abbandonata, poi il treno partì.
Seduta nello scompartimento vuoto, ebbe tempo di pensare che era stato meglio così, se fosse stata lei a partire per prima, lasciandolo sul binario a guardarla andar via, si sarebbe sentita come una traditrice e non avrebbe potuto sopportare il rimorso di averlo abbandonato.
Stava ritornando alla realtà di tutti i giorni e si sentiva ancora confusa. Come avrebbe spiegato al mondo il segno che ora portava sulla pelle? Era fiera però di se stessa e si sentiva rinata, più forte e più determinata di prima, si rese felicemente conto che aveva sopportato l’inferno e ne era uscita vincente. Si sfiorò il braccio pensandoci e la stilettata di dolore le provoco un sussulto. Ne godette.
Era viva e più donna che mai.
Slave Beatrice
11
2
17 years ago
LightInDarkness,
40/40
Last visit: 10 years ago
-
Incontro con coppia bisex
ÿØÿàJFIFHHÿÛC
$.' ",#(7),01444'9=82!1AQaq"2‘¡±Á#3ÑBRráðb4C‚%&S²ñÿÄÿÄ%!1AQ"2aq¡ÿÚ?ít4$ÀÌä²3SªkChä ¢(˜EK+[ÕºƒÆM“—ˆôZ·mNÕÙ ºï²I^×4
îªÒ8ÈÂêåUªi€;²˜µ-5‘v§Hц[ã´ñ”TR°’ÂÑgóXêDe®ìNAGG0t ŠÈÁ‘tKΛ‡5¶Û‹P%o†X[ ïØú Gˆç2Þ.øþèãØI®¼ª"IbËY¶XÀ‘ Üb½½Qzh£1í$–÷¢ ü;*``{lIóÈ(¸XÈÿ¨ÀæfÅ]{*FRc·GáŸä—9‚;‚>Ü+%oÓò‘`€nýAP‰ídŽkKšÞA'·’U¯†'P ¸üªð”›e…ÑÆÛùȾvØþéäÔ´D/k¼·åaêzÛcŒŸ4]œ®kª|e¤Ò¶åÔ4À%K’6ÓÉìí¿‹mÛZ3†€GZÆ:ÛB×÷µäÚ¿ú“¶éãt‡Îè,§üyÔõ"0ÈÁã•Í—Ó^j~¼géî†~H(§c÷4:¶öõõEB#Ønk"ìp§Òe
DÜöÊ)±0´ö'7èN@ûª%o„(ÂÌäØ$ý‰8WZàÖí`&~è¸üR{ÃöI’¾Ù«0=Ä9á×òÖ~ǵ&~¼H΂}*€Ç5‚M®cH²:‘6û„Ò5¶¯î£E$¶(¦sp'>_u!3¥ÇˆÌò7ú¡ähÝò¹ïûqùª£ÁÏ-y4H#ðæìcGrNð>éÙ4Ëœ[á:ÍvÎmVÐ@
vU¸>·µ£¸îšŽá ò?t›
É{êÆÞ+7û!ä{ÝmkqÅù•[¦²~Æê¤w†‡S}i+(|·ä#5šª)Ül|ÆÉ6aÝùÏàœVLç}YÇÈû¶Ò©$—AÀ=æÓïuU•üGùþJc{…à*UÑ»ü'ìš!ĸ’¦’!=ÚI&´ÀtÉÒ@’T˜Ni-*®ü¤’D
õ@ÿ7ä’k i%B>¦’rÑdªLÛÅÙõB¾g}Ö»^Ù2ºÁÒŠ‡!jèÞ‹&Œ#›€äs‹Z:zi»÷Yc,ÕdaÂÁóWFiã4›¤ÎfÍX‹CA¡”[%m“„-±ºÕÔAå+
͇h©M3åmy Þíø¤ÊHÌÔ—»ØòW#ñl7 v2Ö’ÙÌh8w§Åß –ÿüe$òÕXáGß*
ÙG}¿uRéžíDÁînXË.à©vf·Cé{rrºØãlq†€:v6À€¢ùœn€ÑiUƒ–rry%¨}0‹.S3£ø£vÐãG+´–W9ÿîPîx#ÝKÚ6â[þ´¹ò¶BøŒä0™å6§sÁå(~wQíù«{9d¾
-6-Î}- r0-
f¸! ·„€4òŠ@ð‹§öBHIº¾è©šóV÷ÂÁÀp¥—`4¹ÎÍ{.{®B¢y p{át³^K¿ÙbuFƒ›Í‘gõH›lñÙ[óUE
ä×7f²v‘ÃÍ~(GCå¥Ô²‘Á%–V’I ‘'-ߢe8ÉÁ¯Tp…§!D^ÜýIÇÂK%Ž’nhÙöNûù*°7Dé©0$š’Àá ÅwüÒ¬¤’`+‘wI'I}è[´âSÄâÏ—Õl˜Í]cº©Ñ‡arž•œÿ(ÇPù&Žé„ŽÔHí3¥¤hÅ ŽFn£,gúoYÚŽ£¨”S# ù¹w/ÑÂáe€ß˜Pÿ¶iI³oÙCŒãÉ´p:}ú™Á!Î$òBíºoOM8¼Ê:-,0}Ö”ä ÕŠ|ÕxV÷[saR^(ÚƒßFíPéK°0Ù‹ùy¨t¹?ÄG4RéçwÊîW+§k¿ïn$×{*^Z5á{³¢Ô¸xG69Ï*Z#¼Œ‹÷Aêæ¨ =†J—O•¤Föœãº¶c%é¾Èåa¯hœQy±êŸLæ˜ø²ŒŒœ¡&`݇‹áëf•{há^ü¤æÆ¦þ*
kÂÜß’6h,ÆûÈiªÎl+ÇøG‘TÂ]TOº¹ÑÜÜÙýð—V
(Ýbùä×ü¤1hïú£^ÀÀsÛñA¼±£êê’à¤
6,yvX}@,‚E“•±¨•§ƒ…‡Ôßzy=;}Ô½‘åj=V~öâå™Ü±×Xá®.«Þê±ÏÔº!˜£‹•Tš8š,óŸuk“’©"†Ò>šû¦íp-?а'LtGÚÓÒT’ž£I|ð’tO|˜RYºì–ÀI¨öáI$Ú°$é“ÒI$õ Þ긛Åù+žÛû¨U5rìôÖ†kC*VÚ%;‰$a"Eä%C 'ù¤M
¼«$ »
‡X²‚¼öCJóôÐSsì©}wjRb™^8üÕ=í'¸÷óI¢†S%²™ÎæÐ"½7#]P9¬?0!u/‡Õe:Ú°ãÀá5òJ—Vý&«]ò8âîO$z"„MӼŋk¶ïpÚÓV2PM¯ânÁCh]›6ú|ÁÁ¹¿u·kY’}×-£¶ÊF|×C¥vyšÐw”›/duzºqÚ}²±õZ A³ïjZ‰ÚÝÎ6Iáf>æyp8òS’°ˆ¾R÷OVÖÞ0¦XÖ¹¢¨óyQ p2k’…ƒ)Ií-² $SÍØ ~*rËCšYzfÂGï•IJXÉ=DíkvݬN£u‚IÊŒóÙ²!÷ªG
11
0
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
La mela del peccato
LA MELA DEL PECCATO
Eravamo lì, completamente nude, sedute in mezzo a quel grande letto matrimoniale, a ridere e scherzare come due ragazzine investite dall’euforia di voler provare un’esperienza nuova….quasi imbarazzate, nonostante la nostra profonda conoscenza reciproca, la totale complicità che caratterizzava il nostro rapporto da quando eravamo piccole, e nonostante la consapevolezza di aver annoverato il sesso tra le nostre passioni più grandi.
Sghignazzavamo per mascherare il senso di smarrimento che si prova nell’affrontare un discorso così intimo e fuori dai “canoni di comportamento della maggioranza delle persone”, almeno di quelli che vengono esternati e resi “pubblici” dalle stesse. Ma eravamo comunque su di giri, e la razionalità, che spesso ci riporta con i piedi per terra, facendoci attivare i così detti “freni inibitori”, era stata accantonata….quella era la nostra realtà…la realtà di quel momento, ed avevamo intenzione di godercela fino in fondo, mettendo da parte gli strascichi di quell’educazione autoritaria e prevaricatrice che aveva caratterizzato la nostra infanzia.
Finalmente eravamo riuscite a riunire i nostri mariti…per realizzare quello che ci sembrava il nostro sogno più grande: farci fotografare insieme, realizzare un servizio erotico nel quale il corpo e la mente delle due sorelline avrebbero fatto da protagonisti, sotto lo sguardo attento e, speravamo, intrigato dei nostri uomini.
Mio marito era stato felicissimo della mia proposta…”capirai, ha sempre nutrito un “debole sessuale” per la mia bella sorellina”, dicevo tra me e me…ed il pensiero di vederlo eccitato di fronte al suo corpo nudo, mi aveva sempre entusiasmata.
Iniziarono a scattarci delle foto, ciascuno con la propria macchina fotografica…
L’imbarazzo iniziale scolorì come per magia nel momento in cui cominciammo ad avvicinarci, per trovare una posa che ci permettesse di far immortalare entrambi i nostri corpi dall’obiettivo fotografico.
Le nostre schiene ora erano unite ed avevamo entrambe le braccia le une agganciate a quelle dell’altra, con il viso riverso dietro, ciascuna sulla spalla destra dell’altra, i piedi uniti, appoggiati sul letto, con le gambe semi piegate…sembrava volessimo fonderci in un unico essere, nudo, in cui la sensazione tattile era espressa dal tepore della pelle che emanavano le nostre schiene unitamente al leggero solletico provocato dai nostri capelli sciolti.
Per un istante tornai indietro nel tempo…mi ricordai delle volte che avevamo unito i nostri corpi, o perlomeno parte di essi, quando eravamo “piccole” e ancora non conoscevamo il significato profondo della parola “sesso”, ed agivamo istintivamente, così come hanno fatto molti fratelli e sorelle (per non parlare dei cugini/e…) . Mi ricordai in particolare di quella volta in cui, entrambe appena adolescenti, durante una vacanza, stavamo per addormentarci sullo stesso letto quando un impulso irrefrenabile ci fece abbassare il pigiama (iniziai io poi lei fece lo stesso). Senza dirci nulla ci mettemmo di schiena, in modo che le nostre natiche potessero sfiorarsi a vicenda…un ricordo che conserverò sempre dentro di me, per le emozioni tenere e genuine che ancora mi fa provare.
Gli istanti immortalati scorrevano con estrema naturalezza, così come lo erano i nostri discorsi, le nostre battute, le provocazioni sottili lanciate sui nostri mariti che continuavano ad esternare un imbarazzo deliziosamente eccitante (che perfide le donne……)
Fu proprio il loro imbarazzo che ci fece “cambiare programma”…le situazioni fotografate si fecero sempre più reali, ad ogni scatto la nostra temperatura corporea sembrava aumentare ogni volta che sfioravamo l’una il corpo dell’altra….iniziai ad immaginare quanto maggiore calore ci fosse nelle sue parti più intime…nella sua bocca, per esempio. Quella bocca che avevo osservato miliardi di volte, che mi aveva parlato, attraverso la quale la mia “sorellina” mi aveva confessato tutti i suoi “peccati”commessi, espresso i suoi pensieri più osceni, esternato le sue fantasie più estreme, al riparo dal giudizio degli altri…noi due, insieme, da sole, ci eravamo sentite totalmente a nostro agio e, soprattutto in pace con la nostra coscienza.
Il peccato…in quel momento era lei la mia “mela del peccato”, ed era lì accanto a me, riversa sul letto e perfettamente consapevole di quanto avrei desiderato possedere il suo corpo e la sua anima, a completamento naturale di un percorso di attrazione mentale tra due esseri che non può prescindere, secondo il mio punto di vista ed in base alle mie esperienze vissute, dall’unione fisica (almeno con il pensiero).
E…visto che l’occasione fa l’uomo ladro e la donna porcellina (rivisitazione pungente ma simpatica di un famoso detto popolare), colsi subito la palla al balzo.
Mi avvicinai a lei (che nel frattempo si era seduta e stava conversando con mio marito) da dietro, ed iniziai, senza proferire parola, ad accarezzarle i capelli biondi, sfiorandole con le mani il collo e le spalle che in un istante si coprirono di brividi. Afferrai al volo il “segnale” lanciatomi dal suo bellissimo corpo e mi abbandonai ai miei sensi…la girai e la baciai con passione, assaporando la sua saliva, frugando con la mia lingua per cercare la sua, per farle “sentire” il mio incontenibile desiderio nei suoi confronti . Gemeva mentre la baciavo, un gemito soffocato dalla mia bocca che stava possedendo la sua, la mia lingua che le stava scopando la gola, la mia voglia che stava penetrando la sua esclusiva (secondo lei) eterosessualità che invece, con questa esperienza, si stava tramutando in palese bisessualità.
Aprì le gambe ed iniziò a masturbarsi….i nostri mariti avevano già perso il controllo da parecchio, e se ne stavano lì con il loro cazzo dritto che spuntava dalle patte dei rispettivi pantaloni, accarezzato accuratamente dalle loro mani vogliose.
Ascoltavo lo sciacquettio provocato dalle sue dita che penetravano con vigore la sua virtù oramai completamente bagnata…non resistetti. La feci sdraiare nuovamente e le divaricai le gambe sollevandole con le mani…affondai la mia faccia nella sua fica depilata quanto basta per aver lasciato scoperto il clitoride, l’apertura del suo sesso e dell’ano. La sua vagina aveva un sapore delicato, per niente acidulo, come spesso accade durante i giorni di tempesta ormonale. Il suo piacere aveva una consistenza liquida, abbastanza trasparente, un po’ appiccicosa ed estremamente gradevole.
Le sue piccole “grandi labbra” si muovevano sollecitate dalla mia lingua, che raccoglieva il succo odoroso posatosi su di esse…contemporaneamente lei stuzzicava avidamente i suoi capezzoli con le mani che erano diventati sporgenti ed avevano assunto una colorazione più accesa, tipica della reazione da parte di quella parte del corpo alle stimolazioni esterne.
Ora volevo scoparla veramente….volevo che godesse del mio cazzo, del cazzo che non ho, di quel cazzo che avrei sempre voluto affondarle dentro.
Presi un fallo di gomma di grandi dimensioni…con la sua totale disponibilità, come quella donata mentalmente dalla cagnetta alla sua padroncina, lo affondai dentro di lei…ruotandolo lentamente, facendole prima riconoscere la parte del glande con il tatto della sua fica, per poi continuare ad inserire tutto il resto.
Non feci in tempo ad effettuare più di tre spinte che venne, accompagnando il suo orgasmo con delle grida acute e liberatorie che appagarono i miei sensi, nonostante non mi stessi procurando piacere fisico, ma stessi semplicemente godendo del suo….
L’orgasmo di mia sorella spezzò il silenzio di “quell’incestuoso rapporto sessuale” e ci fece tornare tutti e quattro “sulla Terra”…eravamo soddisfatti di quello che era accaduto, ed eravamo consapevoli, nessuno escluso, ma soprattutto noi due, che quello sarebbe stato solo l’inizio di un libro di cui avremmo avuto modo di scrivere molte altre pagine.
Decidemmo tacitamente di smetterla qui…e di continuare a fare foto.
“Come prima esperienza con la mia sorellina, poteva bastare…”, pensai tra me e me.
Lei la sua soddisfazione massima fisica l’aveva avuta….la mia invece, il mio orgasmo fisico, era rimandato alle prossime volte….
Il pensiero di riaverla ancora, ed ancora, ed ancora, godendo ogni volta di una situazione nuovamente stimolante stuzzicava la mia fantasia ed si fondeva divinamente con il mio concetto personale di erotismo e sessualità.
18
4
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Ritorno da zia susy
(Chi ha letto gli altri miei racconti sa che da qualche tempo mi facevo fare seghe da mia zia Susy e che ero riuscito a fare la mia prima scopata con una mia cugina figlia di un'altra zia... ecco cosa succede dopo...)
Tornato a casa pensavo di riprendere a “frequentare” zia Susy cercando di convincerla a farmi qualche sega in più. La zia, senza volerlo, mi aiutò perché la prima sera che andai a trovarla mi chiese:
- Allora, come è andata con zia Rosetta? Ti sei annoiato? – e, prima che io potessi rispondere, aggiunse maliziosa – certo che non ti coccola come ti coccolo io, vero?
- Hai ragione zia – risposi prontamente – come te non mi coccola nessuna zia…
- E con tua cugina? Come è andata? È stata gentile con te?
- Beh… abbastanza… anzi, direi proprio di sì… è stata ‘servizievole’ – aggiunsi sottolineando l’ultima parola.
- ‘Servizievole’? In che senso Ninni?
- Beh, dai… hai capito, no? – dissi accennando a toccarmi la patta dei calzoni del pigiama.
- Come come? – insistette incuriosita – cosa intendi esattamente? Vieni qui vicino che me lo racconti…
Invitarmi accanto a lei sul bracciolo della poltrona era il suo modo di dirmi che mi avrebbe fatto una sega… anche se non ero più riuscito a farmelo prendere in bocca e nemmeno a farla venire… Comunque mi avvicinai, sperando di riuscire ad ottenere qualcosa, e mi sedetti sul bracciolo. La zia mi appoggiò subito la mano sull’uccello facendomi rizzare il cazzo che già si stava svegliando e mi chiese ammiccante:
- Ma allora, si può sapere cosa ti ha fatto Silvia? Ti ha toccato così? – e intanto cominciava ad accarezzarmi attraverso il pigiama.
- Non proprio ‘così’ – dissi – lei mi toccava sotto i calzoni, come fai tu qualche volta
- Ah si? – disse lei abbassandomi l’elastico dei calzoni del pigiama e liberandomi l’uccello che svettò duro ed umido – Ma dimmi un po’… ti toccava meglio lei o ti tocco meglio io? – e intanto cominciò a farmi una lentissima sega.
- Beh zia, sai… è difficile da dire… tu sei bravissima certo… ma lei… non so… - risposi cercando di farla ingelosire – lei si lasciava anche toccare…
- Perché? Io non ti ho mai fatto toccare il seno? – chiese un po’ seccata e tirando fuori le sue tettone. Rispetto a quelle di Silvia, le tette della zia erano bianchissime e morbide con i capezzoli duri e lunghi. Cominciai a toccargliele e a succhiarle mentre lei continuava con quella lentissima sega… onestamente zia Susy era decisamente più brava di Silvia con le mani… passava il pollice sulla cappella… poi stringeva l’asta… scappellava l’uccello fino in fondo… risaliva rapida… poi insisteva lentamente… insomma non sapevi mai cosa ti avrebbe fatto un secondo dopo e quello che faceva era sempre stupendo…
Nel frattempo si stava eccitando anche lei, cosa che non era più capitata dopo la prima volta; infatti la zia, a parte la prima volta, si era sempre comportata con me come una “professionista”: non era mai partecipe, era sempre perfetta, bravissima, mi faceva godere da impazzire, ma sembrava che lo facesse solo per fare un piacere a me… ma quella sera doveva essere scattato qualcosa… sarà stato il pensiero di Silvia… sarà che qualche volta evidentemente veniva voglia anche a lei… insomma era eccitata e cominciava ad agitarsi…
Lentamente fece scivolare la sua mano sotto la gonna fino ad accarezzarsi la figa attraverso le mutandine… io decisi di approfittarne e le dissi
- Sai zia che Silvia mi ha insegnato una cosa che secondo me potrebbe piacerti? - le sussurrai.
- Ah si? – rispose lei languidamente – Cosa?
A questo punto mi lasciai scivolare in ginocchio tra le sue gambe, le allargai le cosce e le scostai il lembo delle mutandine.
- Ma cosa fai? – chiese la zia accennando una finta protesta
Io non le risposi, ma le appoggiai la lingua sul clitoride che si intravedeva nel folto pelame nero e cominciai a leccarla come mi aveva insegnato Silvia: un po’ leccavo il grilletto, un po’ lo stringevo tra le labbra, un po’ lo mordicchiavo… poi qualche lunga leccata lungo tutto il solco… nel frattempo la zia si era sdraiata sempre di più sulla poltrona facendo sporgere il culo. Questo mi facilitava le cose e riuscii anche ad infilarle due dita nella figa senza mai smettere di leccare.
La zia godeva e smaniava… cominciò a muovere il bacino come se stesse scopando e io pensa che forse glielo potevo ficcare in figa. Senza smettere di leccare la passai le braccia sotto le cosce e le toccai il culo morbido… poi le alzai le cosce e le appoggiai sopra le mie spalle.
- Ma cosa fai Ninni? – cercò di chiedermi la zia, ma era troppo intenta a godere per farci caso più che tanto…
A questo punto smisi di leccare e prima che lei potesse rendersene conto le appoggiai la cappella proprio sul grilletto cominciando a sditalinarla con il cazzo.
- Oh Ninni… cosa fai? Sii… così… - la zia sembrava apprezzare il cambiamento di programma… così la sditalinai per bene. Lei godeva come una vera porca e continuava a muovere i fianchi. A un certo punto rallentai il ditalino con il cazzo sino a smettere per vedere come avrebbe reagito e lei mi prese subito il cazzo in mano manovrandoselo a piacimento… e cominciò un ditalino lento e dolce: faceva ruotare lentamente la mia cappella intorno al suo grilletto, poi interrompeva per riprendere nell’altro senso… poi la passava proprio sopra il grilletto che io sentivo sempre più duro… poi se lo passava dall’alto verso il basso e poi verso l’alto lentamente, facendomi letteralmente morire dalla voglia di fotterla… non ce la facevo più: mi presi il cazzo in mano e glielo ficcai nella figa ormai spalancata.
La zia non accennò nemmeno a lamentarsi, anzi sembrava gradire molto la nuova situazione. Io ero in ginocchio davanti a lei e la penetravo con dolcezza, lentamente, entrandole fino in fondo per poi arretrare fin quasi ad uscire… tenendole le cosce aperte le potevo vedere tutto il figone con il mio cazzo che andava dentro e fuori… ma la voglia di sbatterla mi assalì e cominciai a chiavarla furiosamente.
A questo punto la zia sembrò scatenarsi:
- Si, dai… così… più forte… scopami… - era la prima volta che la zia usava una ‘parolaccia’, lei diceva sempre ‘toccarsi’, ‘seno’, al massimo aveva detto ‘pisellone’… era proprio scatenata… aveva rotto i freni…
- Si zia, ti fotto… sei una gran porca – azzardai, eccitato dalle sue parole
- Siii… fottimi Ninni… fottimi… sono la tua puttana… mi fai godere come una troia… sbattimi la figa… - non credevo alle mie orecchie: la zia che diceva tutte quelle parolacce… mi eccitai da morire e mi scatenai anch’io:
- Si, sei una gran troia… ti piace fottere eh? E anche i pompini ti piacciono, vero troiona?
- Si, si… mi piace il tuo cazzo… mi piacciono i pompini e mi piace farti seghe e mi sono sempre eccitata facendoti seghe… poi mi dovevo fare dei gran ditalini pensando al tuo cazzone… siii… sbattimi…
“Allora le è sempre piaciuto” pensai… “solo che non voleva farmelo capire… che troia…”. La zia continuava a godere e cominciò a sborrare:
- sto venendo… siii… gooodo… sbattimi… sborro… siii…
Io le diedi gli ultimi colpi, ma volevo venirle in bocca e allora glielo tolsi dalla figa… mi sedetti sul divano li accanto con il cazzo in aria e le dissi:
- vieni qui a spompinarmi adesso, prendilo in bocca e fammi sborrare…
- si, eccomi Ninni… certo che te lo spompino… te lo lecco tutto questo bel cazzone che mi ha fatto godere la figa… sentiamo che buona sapore ha… sento il sapore della mia figa…
E così dicendo si mise in ginocchio davanti a me e cominciò un sapiente pompino, me lo leccò tutto, lo succhiò e dopo poco arrivai in fondo:
- ecco zia… dai che sborro… ti sborro in bocca… no… aspetta… ti voglio sborrare in faccia – le dissi togliendoglielo dalla bocca. Lei fu pronta a prenderlo in mano e cominciò subito a farmi una sega sulle sue labbra. Due colpi e la sborra uscì copiosamente schizzandola in faccia e sulle labbra:
- si Ninni, così… - sussurrò la zia con voce roca – sborrami addosso… sii così… sono la tua troia… mi piace la tua sborra…
E nel dire così mi leccò il cazzo, se lo prese in bocca e me lo coccolò lanciandomi occhiate languide e da vera porcona…
- e adesso che sai che la zia è una gran troia… mi scoperai ancora vero Ninni?
26
1
17 years ago
procione56,
50
Last visit: 15 years ago
-
Camera con vista
Ci siamo incontrati in un bar della principale piazza pedonale cittadina, uno dei bar storici, dove si respira ancora il fumo dei sigari e delle pipe dei grandi personaggi che hanno contribuito a crearne la loro tradizione.
Lei si è presentata con un tailleur dalla corta molto corta, da cui faceva capolino il pizzo delle autoreggenti nere; ai piedi un paio di decolleté nere, con il tacco a spillo di almeno 10cm; sotto la giacca una camicia bianca sbottonata giusto per lasciare intravedere le generose forme del seno, strette nel pizzo bianco del reggiseno.
Il Suo viso elegantemente truccato si contornava di lunghi capelli neri che scendevano fin sotto le spalle.
Si sedette ad un tavolino, il Suo compagno mi venne incontro senza esitazione al bancone del bar; dopo le presentazioni, mi invitò a raggiungere la sua Signora al tavolo.
La salutai educatamente, Lei contraccambiò con un sorriso, poi ci sedemmo.
Lei stette in silenzio quasi tutto il tempo, lui mi spiegò come volevano che si svolgessero gli incontri e dove, poi mi salutarono, affermando che mi avrebbero richiamato presto.
Finii di bere il drink osservandoli allontanarsi, inoltrandosi nella confusione della folla che scorreva nelle vie del centro, Lei si girò un paio di volte sorridendo, ricambiai sollevando il mio bicchiere in segno di saluto, divertito nell’assistere alla scena dalle teste degli uomini che si voltavano al Loro passaggio.
Pagai il conto, poi mi avviai anch’io per le strade cittadine; decisi di approfittare di quel pomeriggio assolato per passeggiare un po’ nella mia città, era tanto tempo che non lo facevo.
Non feci molta strada, ebbi a malapena il tempo di raggiungere la spoletta del fiume che sentii il telefono vibrare per un messaggio: “Tra due ore in albergo!”.
Rilessi incredulo il messaggio, mi guardai intorno istintivamente a cercarLi, convinto che mi stessero osservando. Ancora una volta detti un’occhiata al messaggio, sorrisi di soddisfazione, poi mi avviai verso l’albergo, che distava solamente poche centinaia di metri dal luogo dove mi trovavo.
Esplicate le procedure dell’accettazione, presi le chiavi e mi avviai alla camera, le cui finestre, con mia piacevole sorpresa, davano proprio sul fiume, offrendo una vista spettacolare.
Mi soffermai qualche minuto ad ammirarla, emozionato al tempo stesso per la bellezza del paesaggio che mi offriva e dell’appuntamento che si stava apprestando.
Mi rinfrescai con una doccia, per poi ritornare ad osservare fuori dalla finestra, in Loro attesa.
Più passava il tempo, più sentivo crescere dentro di me l’emozione e l’ansia per quell’incontro e, mi lasciavo andare in lussuriose fantasie e timorose insicurezze.
Con qualche decina di minuti di ritardo, bussarono alla porta, mi avviai ad aprirLa.
Afferrai la maniglia ed esitai, in preda all’ansia e all’eccitazione, consapevole che aprendo quella porta avrei aperto anche ad un nuovo mondo, un nuovo modo di rapportarmi al sesso e nei confronti delle Donne, nella fattispecie la Donna a cui stavo aprendo la porta.
Per prima entrò Lei, che mi sfilò davanti decisa e spedita, seguita dal marito, che impugnava una telecamera digitale. Lei si soffermò davanti al letto, mentre il marito, si pose a lato della porta d’ingresso, attivando la telecamera e inquadrandoLa.
Vestiva un lungo cappotto, fino quasi alle caviglie, le decolleté avevano lasciato il posto a degli stivaloni di pelle nera lucida, dal tacco fine e luccicante, alle mani dei guanti di seta nera.
Mi rallegrai pensando che fosse stata di parola, immaginandola vestita solamente della biancheria intima, sotto il cappotto.
Sotto lo sguardo indiscreto della telecamera del marito, si sfilò il cappotto, lasciandolo cadere sul letto dietro di Lei, confermando quanto avevo immaginato.
Gli stivali aderivano ai Suoi sottili polpacci, fasciandola fin sopra le ginocchia.
Le lunghe e affusolate gambe erano decorate dal pizzo nero delle autoreggenti.
Un piccolissimo perizoma Le copriva il pube ed evidenziava le sinuose forme dei Suoi fianchi.
Richiusi la porta dietro di me e rimasi silente ad ammirarLa.
Lei si guardò un po’ intorno, poi tornò con lo sguardo verso di me e mi chiese di spogliarmi.
Mi tolsi i vestiti, sotto lo sguardo di Lei e quello della telecamera che il marito aveva direzionato verso di me.
Rimasi completamente nudo davanti a Loro, con il pene già sufficientemente eretto.
Lei mi fece cenno di avvicinarmi, quando Le fui sufficientemente vicino mi fermò con un braccio, poi prese a camminarmi intorno, lentamente, tenendomi la mano sulla spalla e osservando ogni parte del mio corpo, quando mi fu di fianco, si chinò sulle ginocchia, focalizzando la Sua attenzione sul pene, che afferrò e accarezzò con una mano, ancora avvolta nel guanto di seta nero.
La mia asta si irrigidì e assunse le massime dimensioni, sotto le sapienti carezze della Donna, che sembrava soddisfatta del Suo lavoro e della mia dotazione.
Lo strinse con energia e lo mostrò fiera verso la telecamera, come se fosse un trofeo.
Si rialzò in piedi assumendo una posa autoritaria, con le mani sui fianchi e le gambe leggermete divaricate. Mi ordinò di sfilarLe il perizoma, lentamente, in ginocchio ai Suoi piedi.
Nel sfilarLe la mutandine, sollevò i piedi, portandoli fino alla mia bocca e ordinandomi di baciare la punta dei Suoi stivali.
Poi si sedette sul letto, le gambe leggermente divaricate a mostrarmi la bellezza del Suo pube finemente curato.
Adesso voleva che le leccassi gli stivali e sollevando una gamba alla volta, infilò i tacchi nella mia bocca, intimandomi di ciucciarli avidamente, sotto lo sguardo divertito di Lei e quello curioso della telecamera di lui.
Infine ripose le gambe a terra, le allargò, mi afferrò la testa e la spinse energicamente tra di esse, strusciandomi violentemente il viso sul Suo pube, infine arrestandola con la bocca poggiata sulla vagina e intimandomi di leccarLa e succhiarLa.
Cosa che feci, sempre sotto lo sguardo morboso e invadente della telecamera di Suo marito, per diversi minuti, duranti i quali le Sue mani si stringevano sulla mia testa e la spingevano vigorosamente tra le Sue gambe, quasi come a volerne essere penetrata da essa.
D’improvviso mi interruppe, mi fece scostare, alzandosi dal letto, dove mi spinse, sdraiandomi sulla schiena. Lei salì sul letto, sovrastandomi all’altezza dei fianchi, per poi piegarsi sulle ginocchia e impalandosi con il mio pene, al massimo dell’erezione.
Appoggiandosi con le mani sul mio petto, prese a cavalcarmi dapprima con delicatezza, per poi aumentarne sempre di più il ritmo e sfociare in una frenetica cavalcata, durante la quale, la mia zona pubica fu infradiciata dei Suoi umori, che colavano copiosi lungo la mia verga completamente impregnata.
Si fermò solamente quando avvertì il mio ventre emettere delle vibrazioni, preludio di un imminente orgasmo. Allora si sfilò, mi chiese di resistere un altro poco, si voltò portando di nuovo il pube sulla mia bocca, mentre la Sua avvolse il mio pene, movendosi su di esso, mentre una mano lo teneva stretto.
Mentre io la ripulivo dei Suoi umori, Lei mi provocava un copioso orgasmo che Lei raccolse fino all’ultima goccia con le Sua labbra e la Sua lingua.
Poi scivolò fino ai piedi del letto, dove si trovava Suo marito, che nel frattempo aveva liberato il pene, che impugnava ben eretto con la mano libera.
Lei ci si buttò sopra, avvolgendolo con le labbra ancora bagnate del mio sperma.
Continuando a segarlo con una mano, si voltò verso di me, invitandomi a unirmi a Lei.
Come ne fui all’altezza, volse la verga del marito verso la mia bocca, esortandomi ad accoglierlo.
Delicatamente lo avvolsi, con la lingua ne saggiai la consistenza e il sapore, poi iniziai a pompare lentamente.
Sentivo le vene gonfiarsi e pulsare al passaggio delle mia labbra, mentre Lei mi incitava e mi suggeriva come dare piacere al Suo uomo, tenendo ben stretta la base del pene con la mano inguainata e impiastricciata del mio sperma, sulla quale finiva la corsa della mia bocca, ripulendoLe il guanto avidamente con la lingua.
Sotto le Sue sollecitazione, aumentai il ritmo delle pompate, alternandone vigorose succhiate e leccate della cappella.
Guardai in alto e vidi la telecamera puntata su di me, abbassai lo sguardo imbarazzato e turbato da quella indiscreta presenza, ma non mi interruppi, tutt’altro, ci misi ancora più foga, tanto che Lei fece appena in tempo a sfilarlo prima che un abbondante getto di sperma fuoriuscisse, ricoprendomi il viso.
Fu Lei stessa a ripulirmelo prima con la Sua lingua, poi, portandomi in bagno, innaffiandomi della Sua urina.
Mentre io me ne stavo immobile in bagno, fradicio di un misto di sudore, sperma e urina, Lei si ripulì, si rimise le mutandine, indossò il cappotto e mi salutarono, rimandandomi ad un nuovo futuro appuntamento.
Da allora, passò più di un mese fino al primo successivo messaggio: “Domani in albergo, ok?”
Io dovevo solamente rispondere si o no, e farmi trovare nella camera d’albergo, sempre la stessa camera, quella con vista sul fiume,pronto ad assecondare le Sue fantasie ed esaudire ogni Sua richiesta, compresa quella di soddisfare anche l’esigenze di altre persone, di entrambi i sessi, che l’avrebbero saltuariamente accompagnata, sia da attivo che da passivo.
9
0
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Esperienza unica...
quanto scrivo è successo qualche anno fa, ma non smetterò mai di ripensarci e voglio rendere anche voi partecipi di questa emozione...era più di un anno che stavamo assieme e nonostante la differenza di età, o forse propri per questo, avevamo un rapporto fisico veramente appagante e completo. con l'andare del tempo ognuno di noi esternava all'altro le proprie fantasie soprattutto nei momenti di sesso sfrenato...niente ci era precluso e le fantasie galoppavano con noi. Fu così che cominciai a insinuarle la possibilità di fare una esperienza in un club privé. Passarono altre settimane e finalmente un fine settimana me la vedo arrivare in camera perfettamente truccata come solo lei sapeva fare, con un abbigliamento intimo che avrebbe fatto vedere rosso anche ad un cieco. Alla domanda, che intenzioni hai? la risposta fu: questa sera mi porti in un privé.
Ne scelsi uno abbastanza lontano dalla nostra zona. Ne avevo sentito parlare e anche bene. Frequentato da gente giusta, accogliente, spazioso. Decisi, glielo proposi e dopo una cena leggera nel nostro ristorante preferito, ci avviammo non senza una giusta tensione verso il nostro obiettivo. All'ingresso ci accolse il personale che fu molto gentile. Sbrigate le formalità d'obbligo, entrammo nel locale vero e proprio. Restammo sbalorditi. Curato, arredato con gusto retrò, luci soffuse, tavolini per accomodarsi e prendere un aperitivo, un digestivo, ascoltare buona musica suonata al pianoforte da un artista di piano bar veramente bravo. Non c'era molta gente, per lo più coppie e qualche singolo che girava in continuazione. Lei era splendida, fasciata in una minigonna indecente, con gli occhi che brillavano per il trucco e per l'eccitazione di trovarsi lì.
Dopo aver preso confdenza con il locale ed esserci fatti un'idea di come era disposto, le feci fare una visita ispettiva per meglio capire la disposizione della camere e degli angoli più interessanti. Scendemmo così una scalinata che portava al piano inferiore. subito la luce diminuì di intensità e furono necessari alcuni secondi per abituarci alla nuova oscurità. C'era anche un discreto via vai...persone (soprattutto singoli) che curiosavano nelle stanze, negli angoli, dove all'interno si intuivano più che intravvedere persone intente a varie attività di carattere ludico. Mentre lei si sporgeva per vedere meglio cosa stava succedendo in una di queste stanze, notai che almeno un paio di persone approfittò della situazione per palparle il sedere e sfirarle il seno invitante...lei cercò la mia manoe la mia presenza per dirmi cosa stava succedendo e io la rassicurai dicendo di lasciar fare finchè fossero stati semplici palpeggiamenti. Terminato il giro tornammo di sopra. Aveva necessità di bere qualcosa. Mi raccontò d'un fiato che era scossa e eccitata da quanto accaduto. non avrebbe immaginato che le avrebbe fatto questo effetto...si stava bagnando.
dopo una mezz'oretta decise di ripetere l'esperienza. Ci avviammo ancora di sotto. Nel frattempo la situazione si era animata. Si sentivano gemiti ddi piacere di donne che stavano godendo nell'essere penetrate o leccate...e uomini che grugnivano nel momento del piacere estremo.
Potemmo vedere una bella ragazza legata ad una croce obliqua che subiva le avances di un paio di bei maschi completamente nudi. Singoli che si masturbavano guardando coppie scopare in piccoli anfratti. una signora di una certa età seduta all'interno di un piccolissimo anfratto succhiare avidamente i membri di due maschietti in piedi uno di fronte all'altro.
Nella stanza principale c'era un letto rettangolare, non molto grande., attorno dei divanetti ad una certa distanza. Lei mi chiede di salire sul letone con lei e di leccarle la figa...la spogliai lentamente senza mai smettere di baciarla e stuzzicarla dappertutto...i vestiti erano sui divani, lei sdraiata sulla schiena ed io accovacciato in mezzo alle sue gambe leccavo e titillavo il suo clitoride gonfio.
Non passarono che pochi minuti e nell'alzare la testa per guardarla mi accorsi che attorno al lettone si erano radunate diverse persone. C'erano singoli, ma anche coppie. Alcuni avevano iniziato ad accarezzarle i bei seni, altri avevano tirato fuori il membro e se lo stavano massaggiando. Le coppie si sbaciucchiavano e leccavano fra di loro. La sentii lentamente scivolare più in su, fino ad essere con la testa sul bordo del letto. Non capivo, ma un'occhiata mi fece subito ricredere. Aveva catturato i due cazzi più prossimi a lei con le mani e girando la testa ora da una parte e ora dall'altra seli metteva in boca e li succhiava con avidità. La sua figa era un lago di piacere e di saliva. Ma non feci niente per cambiare posizione. Capivo che voleva essere lei la protagonista assoluta. Io dovevo essere solamente il suo angelo custode. Dopo le prime leccate, la gente attorno capì che era lì per loro. Le mani si fecero più audaci, le bocche più vogliose. I vestiti cominciarono a scomparire anche dai corpi degli uomini e delle donne che erano attorno a noi.
Lei si impadroniva di tutto quello che le capitava a tiro. Masturbava cazzi e ne leccava altri. Ogni tanto riusciva anche a baciare qualche donna più intraprendente sulla bocca. A bordo letto vedevo le femmine succhiare avidamente il cazzo del vicino che non sapevo se fosse quello del suo uomo o di un altro. L'atmosfera era incandescente. L'innocente perversione dipinta sul volto di Antonella aveva acceso i sensi a tutti. Arrivarono le prime gratificazioni sotto forma di gocce di sperma sulle sue tette. A mano a mano che riusciva a far godere il cazzo di turno, il suo corpo si ricpriva di una leggera lucentezza alla debole luce delle lampade. Era splendida. Madida di sudore e di piacere rubato a questi poveri ingenui, strumenti del suo piacere. Finalmente decise che ra giunto il momento di fare sul serio e forse aveva fatta la sua scelta. Ricadde su una coppia. Lei superba, fisico da top model, bionda, alta, sexi. Lui dotato, sempre in tiro, fisico asciutto e corporatura robusta. Bell'esemplare di maschio. Scendemmo dal letto e ci sdraiammo sui divani. Lui prese immediatamente possesso di Antonella in tutti i sensi. Le infilo il cazzo in bocca e le teneva la testa ferma scopandola lentamente su e giù. Per non essere da meno la bionda fece lo stesso con me. Ma io fui più cavaliere e ricambiai la leccata a mia volta infilando oltre alla lingua anche due dita e masturbandola e leccandola contemporaneamente. Avevo fatto bene. Era già pronta ad esplodere, cosa che avvenne puntualmente inondandomi la faccia dei suoi umori. Guardavo sempre cosa succedeva a fianco a noi e mi accorsi che Antonella era in posizione tale da essere penetrata a fondo dal bastone di lui. Inginocchiata sul divano, lui riusciva a infilarla fino in fondo e a ritrarsi. Vedendo il suo cazzo entrare e soprattutto uscire lucido dalla figa di Antonella, scattò qualcosa di animalesco in me. Glielo presi in mano e tirandolo fuori del tutto lo avvicinai alla mia bocca per succhiarglielo. Lui lasciò fare. Poche lappate. Un sapore di cazzo misto al profumo a me ben noto della figa di Antonella. Sublime. Poi glielo rimisi dentro, ma lui voleva di più e spostò il tiro nel buchino più piccolo. Provò a forzare e sentii Antonella mugolare e stringermi forte un braccio. Gli feci cenno di aspettare e mi abbassai a leccare il forellino di Antonella, che ben lubrificato si lasciò penetrare dolcemente dal mio dito. Pochi movimenti e mi ritirai, lasciando campo libero a lui e al suo poderoso arnese. Questa volta scivolò dentro di lei con inaspettata facilità. Lei era rilassata dal mio massaggio. Si lasciò inculare dapprima dolcemente e lentamente. Lui era infoiato e stava per esplodere. Lo vidi aumentare i colpi e finalmente scivolare fuori da Antonella lasciandole un cratere e riempiendolo di lucente sperma traslucido. Non finiva più di venire...io ero estasiato ed eccitato. Presi la bionda, la tirai verso di me e le piantai il mio rispettabilissimo arnese tra le cosce....tutto giù fino in fondo senza educazione e senza riserve. Venti, trenta copi ben assestati e nel ritrarmi le venni sul pancino e sul pelo biodo della figa. eravamo tutti stremati. Dopo una breve pausa il nsotro amico avrebbe voluto continuare, lì o a casa sua. Antonella era sazia. Mi disse che voleva andare. Ci salutammo e ci lasciammo i rispettivi numeri di telefono. Usciti, ci avviammo in macchina nel più completo silenzio. A metà strada lei disse: "ti è piaciuto?". Non risposi. "A me si, disse lei, però adesso ho voglia di fare l'amore con te". Fermai la macchina nella prima piazzola di sosta e facemmo l'amore come se fosse stata la prima volta. con dolcezza ma anche con libidine ritrovata. L'apostrofai in tutti i modi più volgari possibili e immaginabili e ad ogni insulto lei rispondeva "si, sono una troia", "si sono una cagna, la tua cagna"....fino all'esplosione di entrambi l'uno dentro l'altra.
Dopo un anno in cui avemmo numerose altre esperienze, ci lasciammo di comune accordo per sopravvenuti problemi. Ci sentiamo solo per telefono, ma da quando abbiamo smesso non abbiamo più fatto sesso assieme e lei ogni volta al telefono mi dice "ti ricordi di quella volta che......".
9
3
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
I pompini in autostrada
Questa é una storia assolutamente vera accaduta in settembre 2006 alla piazzetta di sosta dopo Chiasso (non quella col ristorante quella dopo coi cessi).
Tutto é successo cosi' velocemente... Non sono gay ma bsx passivo, cioe' quando vedo un uomo e mi piace voglio sottomettermi a lui. Stavo tornando dalla discoteca, ero voglioso, avevo litigato con la mia tipa e cosi ho deciso di fermarmi alla piazzola dell' autostrada per vedere se c' era qualcosa in giro,maschi, coppie, ecc. Scendo dalla macchina e niente... Vado ai cessi e niente, che palle mi son detto...
Poi vedo una macchina ferma con una famiglia a bordo. Moglie e figli dormivano, il maschio mi guardava mezzo sdraiato, seduto al volante. Ho gironzolato ancora un po' poi mi sono messo dietro il muretto dei cessi, sbirciandolo. Ecco che a quel punto lui é sceso, senza far rumore, nemmeno sbattendo la porta...
Appena l' ho visto mi sono subito sentito schiavo del suo cazzo, veniva verso di me, girandosi per controllare che la moglie dormisse, pacco gonfio, anfibi, camicia aperta, sui 30 anni, faccia interessata. Mi sono messo in ginocchio dietro al muretto e lui é arrivato... Avevo il suo pacco all' altezza della faccia, indossava dei jeans lerci... In un italiano stentato mi ha detto se "cercavo cazzo", ho risposto si toccandogli il pacco. Ho chiesto di dove era mi ha detto "turco ma vivo in germania", poi ha aggiunto "dai fai tu mio cazzo ha profumo forte io in viaggio da 2 giorni, se ti piace cosi prendi"...
Lui teneva la testa sporta fuori dal muretto per controllare la sua macchina, io ho cominciato a leccargli i jeans, sentivo la sua mazza dura e pronta... L' ho sbottonato velocemente, gli slip neri avevano odore di cazzo... Ho cominciato leccandogli le mutande lui non diceva una parola, leccavo leccavo le mutande tenendo posate le mani sul suo culo, atletico e duro, poi ho estratto il cazzo... Ke mazza dura, pronta, le palle gonfie... Mi ci sono buttato... Prima la cappella, poi tutta la sua abbondante mazza profumata di maschio in calore, pompavo succhiavo, leccavo.
Ho ingoiato le palle una ad una fino a riuscire a tenerle entrambe in bocca...D' un tratto si é staccato di colpo, fulminiamente si é abbassato i jeans dietro e mi ha detto "lecca il culo frocia". Leccavo il suo buco attraverso i suoi glutei duri e maschili, lui si segava sempre con la testa fuori dal muretto per controllare la macchina. Poi si é spinto contro di me, mi sbatteva il cazzo in faccia, me lo sbatteva in bocca, mi premeva fino a soffocarmi... Il suo cazzo duro, l' odore del suo cazzo, quei glutei maschili e duri e d' un tratto... La sborra! Uno schizzo, due, tre, e poi ancora in faccia sui capelli, sulla felpa, sui miei jeans... Non capivo piu niente...
Si é girato, ha pisciato e si e pulito con un fazzoletto... "Brava frocia io torno macchina non seguirmi"... Sono andato nei cessi apulirmi e farmi una sega, ero troppo eccitato e avevo ancora tutto il suo odore addosso...
27
1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Grazie cellulare!
Stavo tornando a casa in treno dopo aver passato qualche giorno da miei parenti.
Ero l' unico occupante di uno scompartimento da sei posti(ero salito nella prima carrozza ed era quasi vuota).
Dopo un paio d' ore di viaggio ho iniziato ad annoiarmi,fuori era buio e non potevo neanche guardare il paesaggio.Ho iniziato cosi a trafficare con il cellulare.
C' era un' atmosfera che non saprei definire(una vaga eccitazione)e ho iniziato a guardare dei filmatini porno che mi ero scaricato(soprattutto delle venute in bocca...).
Mi piace molto vedere un pisello che " depone " il suo caldo contenuto in una bocca che freme in attesa...
Cosi preso dalle mie fantasie non mi sono quasi accorto che ci eravamo fermati in una stazione e dopo una breve sosta ripartiti.
Quasi subito si apre la porta dello scompartimento ed entra un ragazzo che mi guarda e sorride;chiude la porta e si va a sedere dalla parte opposta a me in diagonale(io ero nel posto finestrino).
Decido di continuare a guardarmi la mia compilation di sborrate ingoiate anche in sua presenza,tanto non può vedere il display,e la cosa mi eccita non poco.
Con la coda dell' occhio vedo che sembra fissarmi ma faccio finta di niente...Dopo qualche minuto si alza,si toglie il giubbotto,lo mette nel portaoggetti e si stiracchia...
Seguendo la scena mi cade l' occhio sulla patta dei suoi pantaloni e vedo un rigonfiamento:quella è un' erezione!...
Alzo gli occhi...PATATRAC!!!...mi sta fissando e si è accorto del mio sguardo al suo cavallo!
Sono un po' imbarazzato ma lui sorride e mi fa: " Vedo che apprezzi le eiaculazioni!Ti ho visto quando eravamo fermi in stazione ed è da quando sono entrato che stai andando avanti nella tua visione! " ...
Rimango sorpreso ma prima di poter replicare mi dice che sul riflesso del vetro si vede tutto!
Non faccio in tempo ad imbarazzarmi che passa all' attacco: " Non hai mai provato ad assaggiare lo sperma? "
Mi passano nella mente mille pensieri e fantasie...Faccio per rispondere ma con rassicurante calma si alza e si avvicina.. " Mi sembra di leggerti nel pensiero... "
Si abbassa la lampo e mi ritrovo davanti al viso il suo membro con una gocciolina trasparente sulla fessura delle cappella...
A quel punto tutti i miei freni inibitori cadono e non posso far altro che prenderlo in bocca!..
Dopo qualche minuto che si muove avanti e indietro mentre lecco e succhio sento che s' irrigidisce e mi sento riempire la bocca di liquido denso e caldo...
Non allenta la presa delle sue mani con la mia testa e decido di ingoiare tutta la sborra!
Rimango stupefatto dal sapore dolce e fruttato!Sono eccitatissimo!!!
Esce dalla mia bocca,guardo su:sorride...Si prende il pene dalla base e lo " strizza " : vedo uscire dalla cappella una goccia bianca...Da una seconda strizzata piu vigorosa e la goccia diventa un gocciolone denso che pende verso il basso...verso la mia bocca...
Con uno scatto mi getto con la lingua a raccoglierla prima che cada e mi riattacco alla sua cappella...
Lo sento gemere dal piacere ed esplodo nei boxer senza sfiorarmi!
Ci sistemiamo,lo ringrazio x l' esperienza(è soddisfatto anche lui!)e mi propone altri incontri con alcuni suoi amici pronti a " sfamarmi ".
Ci scambiamo i numeri e ci salutiamo xché è arrivata la sua stazione.
Quando sono solo mi ritrovo a guardare il mio cellulare e sorrido xché senza il suo involontario aiuto non sarei mai riuscito a fare quest' esperienza che da tanto sognavo
8
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Al cinema
ciao a tutti questo racconto e realmente accaduto. noi siamo un coppia di 26 anni io 25 lei bellissima ragazza scura di capelli bel fisico 5 seno amante del sesso.eravamo al cinema ultima fila ci siamo accomodati vicino ad un signore normalissimo sulla cinquantina lei vicino a lui premetto ke era un normalissimo cinema nn a luci rosse.inizia il film e dopo circa una mezzora di film vedo la mano di quel signore appoggiata vicina alla coscia della mia ragazza( io e lei amanti dell esibizionismo e voyeurismo )io a quel punto nn mi rikordo piu niente del film gli okki erano fissi in quel punto il cazzo mi si gonfiava di brutto e la cosa ke anke la mia ragazza non mi diceva o faceva capire niente pensando ke io nn mi ero accorto di niente mi eccitava da morire.all improvviso vedo la mia ragazza ke si mette la giacca sulle gambe sotto aveva minigonna e autoreggenti nere e mutandine bianche per coprire i movimenti del tipo.vedevo cmq muovere sotto la giacca la mano di lui e lei facendo finta di niente si faceva toccare per bene e poi ho notato ke aveva anke lei la mano sul suo cazzo ke andava su e giu il tutto senza movimenti esagerati da farsi scoprire da me (pensavano)o da altri il tutto e finito li xke e finito il primo tempo.alla fine del film lei mi dice ke doveva andare in bagno e combinazione anke lui l ha seguita in quello degli uomini (penso)devo essere sincero il tutto e finito senza capire il finale vero e proprio ho lasciato lavorare la mia immaginazione e vi giuro non ho mai kiesto niente a lei e non gli ho mai fatto kapire ke mi ero accorto di qualcosa perche la cosa mi eccita ancora adesso da morire ed il bello e stato proprio ke lei nn sappia ke io ho visto.Quello che spero e ke possa trovare una coppia ke abbia voglia di provare questa bellissima cosa con me cioe mettermi al posto del tipo conosciuto casualmente al cinema.contattatemi su msn [email protected] oppure via email [email protected] contattatemi anke per raccontarci altre esperienze solo liguri vicini a genova pero ciao.
11
3
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
....confesso
Confesso che non so proprio farne a meno....oramai la mia maturità di donna e di femmina è totale e soddisfacente...ma non riesco a farne a meno....li ricordo proprio tutti...nessuno uguale ad un altro...ognuno con le sue specificità e sensibilità, ognuno con la sua forma inequivocabile ed unica, ognuno con un suo spessore, la sua dimensione e sensibilità....con i suoi tempi ed il suo modo meraviglioso di venire e godere....ognuno con il suo nettare di uomo....confesso di parlare di una pratica meravigliosa che mi accompagna dai miei primi desideri , dalle mie prime curiosità sessuali.
La prima conoscenza che una ragazza ha del sesso maschile è quasi sempre una conoscenza manuale....sentire quella forza della natura e provare a dominarlo a e vincerla, godere con tutti i sensi di una superba erezione di un bel cazzo....prenderlo tra le mani...sentirlo..., mangiarselo con gli occhi, inebriarsi di quel odore particolare che solo il cazzo ha .... ( non lo coprite con profumi eccessivi e deodoranti anonimi..la natura è unica) sentire in quel membro vivo e palpitante tutto il desiderio inarrestabile del sesso maschile...volerlo fare proprio...vederlo sconfitto tornare ....piccolo e molle mentre, tra le mani,...ti rimane il segno tangibile ed appetitoso di quel superbo arnese....il suo sapore...la sua voglia soddisfatta.
Confesso che da quando lo presi tra le mani per la prima volta o ...meglio da quando mi fu messo tra le mani per la prima volta....da allora per me è stato il desiderio più profondo...e ,piu di una scopata ,amo tenerlo tra le mani...gestirlo....fargli provare tutta l'esperienza e la potenza di una femmina...sentilo pulsare mentre il suo padrone ansima e sparla e dice porcate e vorrebbe tutto e tutto insieme...vorrebbe la tua mano...la tua bocca...il tuo culetto....la tua fighetta...vorrebbe chiavarti...prenderti da dietro..vorrebbe un pompino...come se tu non fossi una sola femmina e lui non avesse un solo cazzo...
Confesso che mi piacerebbe raccontarvi tutto quello che provo come femmina a masturbare un maschio...confesso che vorrei raccontarvi di tanti episodi...anche divertenti...ma sempre eccitanti...confesso che vorrei raccontarvi di tecniche ed astuzie femminili....confesso che adoro fare arrivare i cazzi con le mie mani...confesso tutto e ...non mi appello alla clemenza della corte.....
Ma ...temo che le mie confessioni possano interessare a pochi...ed allora pur confessando che continuerò a farmi tutti quelli che mi intrigano...ed attragono...(quanti.... tanti).....a curarmeli amorosamente con le mie mani....a farli gioire...confesso che vi racconterò proprio tutto tutto a cominciare dal primo....ma solo se interesserà a tanti di voi...ed allora se vi interessa conoscere ed approfondire questo aspetto dal punto di vista di una donna...scrivete il vostro gradimento....fatemelo sentire vivo e palpitante....come quando la febbre del vostro desiderio....sale insieme alla vostra asta....
Come premiio volentieri vi ...darò la mano...per un piacevole saluto.....ma...ora la mano la vado a dare al mio Marco.....
un bacione a tutti ed un ciaò a mano chiusa da
Donatella
53
59
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Un desiderio
Oramai è tempo , dice il mio desiderio.
Io ci parlo con lui ,lo acsolto e lo vedo, senza pudore ed ipocrisia.
Non faccio scorribande con lui anzi lo rispetto perchè mi affascina sempre di più .
Forse sarà l'età ?
Ve lo voglio presentare magari riesco a fargli fare amicizia,
si chiama: Incontro!
Voi direte :un nome banale che si riscontra nel quotidiano o nel personale....... giusto!!!
ed invece nò!
un desiderio come il mio è un po classico vestito con eleganza discreto ed onesto con uno stile morbido e dolce ,
riesce a scoprirsi con attenzione e passione quando trova l'altro desiderio,
che si chiama: femminile
Dire che è legato il mio è poco perchè non riesce ad avanzare, quando e pronto ....non trova mai l'altro !!!!
Parlo di quel desiderio femminile semplice e maturo,
vestito con classe ed erotismo rispettoso del ruolo che rappresenta catturandone ispirazione e bellezza naturale.
Si !
sei tu.... !!
l'altra faccia che sto cercando.
quella faccia che per giocare ama le intese ama il buon gusto ama le sensazioni, ama il piccolo gioco,ama i sospiri,ama il calore ,ama il contatto,ama il piccolo dialogo,ama sentire,ama essere ascoltata,ama essere vista,ama essere donna,.........
Potrei continuare all'infinito mà......preferisco incontrarti e farti conoscere il mio desiderio.
A presto .....
6
0
17 years ago
alfa155478,
37
Last visit: 12 years ago
-
Daniela trav for black men e superdotati
Il mio desiderio di cazzo nero mi porta sempre alla ricerca di luoghi con forte presenza di maschi neri, finalmente ricevo una dritta da un'amica trav che mi dice che c'è un cine porno frequentato da maschi neri africani. Mi preparo con un'abbigliamento molto provovocante, minigonna, stivali con tacchi a spillo 12cm, le mie tettine 2° misura naturale tutte esposte, trucco forte e parrucca bionda. Arrivo al cine e vengo accolta dal cassiere con un bel sorriso che mi tranquillizza molto, entro giro per la sala ci sono una ventina di persone ma non vedo nessun nero, entro nei bagni e vedo un ragazzone nero che sta pisciando, ha un bel cazzone già da moscio, senza esitare m'avvicino e glielo tocco, lui mi sorride m'inginocchio e attendo che finisca, lui m'avvicina la testa al suo cazzone e inizio a succhiarlo avidamente, quando è bello duro misura circa circa 22x17, mi metto un po di lubrificante al buco del culo mi giro e lui affonda dentro di me, provo un po di dolore misto a godimento e le mie grida di piacere attirano l'attenzione di altri maschi che entrano e mi offrono i loro cazzi, ho un cazzone nero nel culo e 3 che li spompino, uno alla volta mi sborrano in bocca e per ultimo il nero nel culo. Mi salutano ed escono io mi ritrucco e ritorno in sala, non ci sono molte persone ma con mia grande soddisfazione vedo 3 ragazzi di colore tutti alti e possenti mi faccio notare ma non mi avvicino e ritorno nei bagni attendo qualche minuto ed ecco che ne arriva uno, poche parole tira fuori il cazzone e me lo offre a succhiarlo, pochi minuti e entrano i suoi amici, si abbassano i pantaloni e inizio a succhiare anche i loro cazzoni, sto succhiando contemporaneamente 3 cazzoni neri godo come una troia, ma quando uno alla volta mi sfondano il culo e mi sborrano dentro non ho più freni inibitori e altri maschi presenti in sala si uniscono a loro e fanno di me la loro schiava troia, mi lasciano distrutta ma soddisfatta. Mi rifaccio il trucco ed esco, in sala c'è pochissima gente decido di uscire, arrivata alla cassa il cassiere mi chiama e m'invita a entrare nel suo box, è con il cazzo duro che si sta segando, cara ti voglio sborrare in bocca mi dice, m'inginocchio glielo prendo in bocca, dopo qualche minuto mi viene in gola e bevo tutto. Dopo essersi ricomposto mi dice vedo che ti piacciono i cazzoni neri visto che sei molto troia e disponibile quando ti va posso riunirti in sala con un bel gruppetto di maschi neri, naturalmente accetto e gli do appuntamento a breve, molto presto vi racconterò, ciao Daniela trav
14
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Mistero
nella vita non c è mai da stupirsi, sono sempre stato uno che ha sempre tradito sia da fidanzato che ora da sposato, il fatto è che ora da quando sono sposato oltre a mia moglie non riesco ad avere un rapporto normale con le mie amanti(che non sono state poche negli ultimi 4 anni, l ultima con qui ho ancora una relazione malgrado io non sia soddisfatto delle mie prestazioni credo che sia legata a me solo per via del sesso magari lei dica che sia per tutto il contesto, lei è stata sposata per 15 anni ed è separata da quest estate, dopo due giorni che ci siamo visti non ho avuto problema a fargli cadere quel muro che credeva di avere fino a quel momento, dato che è una con la mente ristretta su quel tipo di relazione lampo, sono passati 4 mesi da allora e lei è sempre piu legata, la cosa che piu mi fa stare male è che da lei come in passato mi è capitato, mi ha dato graduatamente tutto cio che una donna puo dare al compagno compreso il rapporto anale, lei non l aveva dato nemmeno al marito dopo 15 anni, l altra mattina andai a trovarla come spesso mi capita, di solito me lo dice lei quando andare a casa sua, e cosi passiamo 2 ore insieme, si fa trovare come piace a me in abiti sempre eccitanti che vanno dalla infermierina all cameriera, passando da reggicalze a mutandine che di solito non porta piu,è bello per me pensare di trovarla cosi, chi non vorrebbe stare li al mio posto, e invece tutto cio che sarebbe un sogno per me è quasi un dovere, la prendo sempre da dietro e vado sempre giu per leccargliela mentre magari mi prepara il caffe, gli infilo le mie 3 dita e gode da matta, non arriva neanche che il caffe esca e lei è gia venuta, quella fica depilata bellissima ai miei occhi, ma questo non basta per farmi eccitare, malgrado sia una donna bellissima, alla fine del rapporto gliel ho infilato in quel buco strettissimo talmente stretto che un po per il fatto che si asciuga un po per la strettezza ho ancora dei forti dolori,ma questo non è bastato a farmelo diventare duro come.....................mi capita in quel rapporto mediocre poco erotico come quello che faccio con mia moglie, con lei riesco a venire e ad avere un rapporto per tanti normale ma per me no, alla prossima ciao
9
0
17 years ago
il3principe3piangente,
41
Last visit: 16 years ago
-
La migliore
avevo 25 anni e ritornavamo da un matrimonio di una sua amica . all'epoca, 20 anni fa, avevamo una piccola soffitta . ricordo che era vestita in gonna e calze a rete.l'appoggiai sulla finestra, le alzai la gonna e le abbassai le calze. quando le dissi...vado a prendere un po di crema, mi rispose : VOGLIO SENTIRTI SENZA . la inculai delicatamente , lentamente e ricordo ancora adesso i suoi gemiti . volli contraccambiare il favore, presi il vibratore che usavamo insieme, e le chiesi di fare lo stesso a me ......non dimenticherò mai questo momento . vorrei un giorno trovare la donna giusta e riprovare questa splendida esperienza
14
0
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Razzista
fino all' altro giorno non ero mai stato razzista, ma dopo quello che ho scoperto non posso fare a meno di detestare la gente di colore.
ebbene si! dato che ho scoperto che da circa un mese a questa parte 4 nigeriani si sbattono mia moglie di santa ragione.
lei è maledettamente bella: capelli biondi con le meches, vita stretta, due belle tettone e un culo tondo e carnoso, abbastanza sodo, due belle chiappone sferiche che nessun uomo potrebbe fare a meno di volere palpare, e per finire due belle cosce carnose e dei piedi molto sexy.
mia moglie è una spendacciona: compra sempre tutto ciò che le capita, anche se sono cose futili, dato che è molto vanitosa; e talvolta compra anche alle bancarelle di ambulanti oggettini vari.
è qui che conobbe un ragazzone di colore di circa 2 metri, molto bello e muscoloso, che cominciò subito a farle la corte, di questo io mi accorsi vedendoli parlare un giorno mentre passavo dal mercato delle bancarelle; ma li per li non diedi importanza alla cosa.
lei, d' altra parte, non accennava mai alle sue nuove conquiste.
la cosa cominciò a infastidirmi quando lui, con la scusa di vendere a domicilio, iniziò spesso a passare da casa nostra mentre io ero al lavoro,e spesso veniva con altri 3 amici, entrambi alti e di bell' aspetto.
una volta, rincasando a casa prima del previsto, li sorpresi tutti sotto casa mia; si trovavano li con la scusa di vendere della merce a mia moglie, ed erano visibilmente imbarazzati dal mio arrivo.
ma io, anche in quell' occasione cercai di evitare di fare scenate di gelosia.
ma proprio ieri, rientrando a casa dal lavoro molto prima del previsto, mi sono pentito di non avere fatto un casino per quelle visite. infatti, entrato nel giardino di casa, ho sentito dei gemiti e dei sospiri provenire dal salotto: era quella grandissima zoccola di mia moglie che si stava facendo palpare come una cagna da quei 4 negroni.....
li vidi dalla finestra, e rimasi impietrito: non potevo crederci, dopo otto anni di matrimonio e di amore quella bagascia si stava strofinando non ad uno, ma addirittura a 4 uomini!!!!
e lo faceva di vero cuore...!!!
io, forse per la delusione, forse per non fare la figura del cornuto, me ne rimasi li in disparte a guardare lo scempio del corpo di quella stronza, che cominciò dapprima a farsi spogliare con voluttà, rimanendo in perizoma di pizzo nero, autoreggenti nere (mio regalo di san valentino) e scarpe nere col tacco a spillo.
rimasta seminuda i 4 la baciarono ovunque, leccandole la faccia e palpandole il culo e le tettone.
lei già godeva, ma il meglio doveva ancora venire: la fecero mettere in ginocchio e si fecero spompinare golosamente, lei pompava come una dannata, e loro le premevano la testa sui cazzi, per farglieli prendere fino alla base,facendola spesso soffocare e tossire, ma non le lasciavano tregua: le tenevano sempre la bocca occupata e a volte le sputavano addosso e le tiravano i capelli.
io ormai non facevo altro che guardare e provare schifo per me stesso.
dentro il gioco aveva preso una strana piega, che forse lei non aveva previsto: i 4 bravi ragazzi extracomunitari, di fronte a tanta troiaggine avevano preso a diventare volgari e anche un po violenti; mentre se la fottevano le urlavano frasi del tipo "ti piace grandissima puttana bianca? sei contenta di essere la nostra troia?quel cornuto di tuo marito non sa scoparti come facciamo noi, eh? sei solo una cagna una zoccola e una fottuta puttana!!!avanti ragazzi scopiamoci questa troiona coem si deve!e rompiamole anche il culo!!!
sentito questo, mia moglie incominciò a gridare, perchè aveva paura di prendere quei cazzi enormi nel culo, ma i 4 non le diedero scampo: dopo averla sbattuta tirandole i capelli e sputandole in faccia di continuo i 4 la presero di forza e la girarono a culo in su.
sdraiata sul tappeto mia moglie venne inculata con inesorabile tenacia: a turno i 4 le sfondarono il culo insultandola a più non posso, anche perchè lei, nel frattempo, aveva incominciato a godere.
accortisi di questo loro le riversarono addosso un mare di improperi e parolacce: "sei una troia col culo sfondato" "tieni zoccolona", e ancora "ti rompo il culo, cagna!".
mia moglie era ormai un pezzo di carne nelle loro mani, loro la stava facendo godere come una vacca, e lei era loro riconoscente, e gli disse: fatemi tutto quello che volete, bastardi!!
i 4 allora la misero a 4 zampe e mentre la sbattevano la schiaffeggiavano forte sulle chiappe, e, dopo un po, la fecero stendere sul tappeto e le dissero: lecca il nostro buco del culo, puttana schifosa!!
appena cercò di ribellarsi la presero a ceffoni e la tirarono per i capelli, costringedola a rimettersi sdraiata per terra, e si sedettero uno per uno, a lungo, sulla sua faccia bella e truccata.
mia moglie, una donna bella e di classe stava ora leccando il buco del culo di 4 negri poveri e sporchi.
i 4 ridevano e si divertivano come dei pazzi, mentre la poverina soffriva per la puzza del loro culo e per l' umiliazione che stava subendo.
ma ciò durò poco, dato che iniziò, con mia grande sorpresa, a prenderci gusto, e io, da dietro la finestra, potevo ora notare il suo impegno nel lustrare il culo di quei 4 stronzi.
quando ne ebbero abbastanza, dopo circa 40 minuti, la girarono e le sborrarono in faccia e sui capelli (fatti il giorno prima dal parrucchiere, per la modica cifra di 50 euro), e quando lei li sgrido per questo loro la schiaffeggiarono a dovere, ricordandole che, dopotutto, lei era solo una troia fottuta, e che quindi non gliene sbatteva un cazzo a nessuno dei suoi capelli.
e lei, da brava troia, sorrise e disse che loro avevano ragione.
ma che brava!!!!!
uno dei 4 allora disse: "vieni che te li ripuliamo noi i tuoi capelli del cazzo e quella tua faccia da zoccola"!!!
detto questo la trascinarono di peso nel bagno, e io mi spostai silenziosamente all' altra finestra per vedere cos' altro le potevano ancora fare....
la fecero sedere nella vasca e,dopo averla tappata, presi in mano i loro cazzoni, le pisciarno addosso.....lei strillava per lo scifo e loro, come di consueto, le mollarono due ceffoni che la facero ammutolire.
il oro piscio le stava sciogliendo il trucco rimasto sul viso, e stava inzuppando i suoi capelli e le sue autoreggenti e perizoma....
dopo di ciò i 4 la presero e, dopo averle fatto immergere la faccia nell' urina in cui sguazzava e avergliene fatta bere con la lingua, come i cani, una buona parte,(la vasca era infatti tappata) con violenza, le infilarono la testa nel water, dicendole: "ecco, cosi ti laviamo meglio puttana, ah!ah!ah!!!!"
lei quasi affogava ma, finito il trattamento e sputata fuori dell'acqua dalla bocca, rise di vero gusto, chiedendo loro con gli occhi dolci: "sono stata davvero una brava puttana?"
e uno di essi ripore: "guarda, per dimostrartelo te lo scriviamo sulla faccia (e così dicendo glielo scrisse sulla fronte con una matita dei suoi trucchi) e ti paghiamo anche ( e le gettarono ai piedi qualche centesimo di euro),che lei, da brava puttana, raccolse.
fecero tutti e cinque una gran risata, dopodichè i 4 si dileguarono( non senza averle sputato in faccia ancora una volta per uno), lasciandola li,per terra, in bagno.
io rincasai molto dopo, quando lei aveva già avuto modo di ricomporsi.
sembrava non fosse successo niente per lei, che aveva una naturalezza impressionante.
questo perchè, come scoprii dopo, non sarebbe stata l' ultima volta......
14
6
17 years ago
max3101,
36
Last visit: 17 years ago
-
La nebbia è andata via
Dopo qualche secondo di terrore, si fece coraggio e mi chiese "Antonio, ma ti rendi conto di ciò che può succedere?? passi per farmi vedere il seno--magari nuda--. Ma non posso nemmeno immaginare che qualcuno mi possa toccare!! ". Aiuto, il vecchio doveva venirmi incontro, altrimenti avrei perso tutto. E così è stato.
"Signora, per legge nessuno può imporre a chiunque di fare qualcosa contro la sua volontà", la interruppe il vecchio. Saggio, eheh, non c'è che dire. La verità non la può dire. La sanno in pochi: praticamente tutti quelli che combinano l'incontro. Anche Giulio la sapeva, la verità:
"Antonio, per convincere Sandra e qualche altra, senza farsene accorgere, hanno una 'ricetta' segreta. Una specie di droga, o di eccitante colombiano. Fanno tutto in modo organizzato: appena entrate si passa in una piccola stanza prima di entrare nel salone, ed in quel momento spruzzano in aria quella sostanza mista a fumogeno, per far apparire tutto come una trovata scenografica". Eccezionale, il vecchio. Era riuscito in un secondo a rassicurare la mia Sandra.
"Fiuu che mi credevo. Meno male. Ma comunque non mi fido. Antonio appena entrati tu devi precipitarti da me. Va bene il regalo, va bene farmi vedere in intimo, però ho paura".
"Ma figurati cara, geloso come sono, come potrei mai permettere a qualcuno di toccarti??". Falso. Falso e imbecille. Di essere geloso, lo sono sempre stato, ed anche di quelli pericolosi. Ma avevo il desiderio irrefrenabile di avere la mia Sandra disponibile a tutto, per me.
"Ora però ho bisogno di quel documento firmato, ma vorrei anche incontrarvi separatamente. Questione di cinque minuti." Sandra si allontanò ed usci dalla stanza.
era il momento giusto per avvertirmi delle novità più succose. "Sig. Antonio, ora le posso spiegare davvero come avviene il tutto. Sappiamo tutti e due il motivo della sua venuta. Non è il solo, anzi. La maggior parte delle coppie viene qui spinta dal desiderio del marito di "disinibire" la propria moglie o la propria fidanzata. In anni di esperienza abbiamo potuto sperimentare varie alternative, circa il prosieguo, e siamo arrivati ad un gioco molto intrigante. Tenga presente che ovviamente, nel salone sono quasi tutti uomini; a parte i nostri aiutanti, ci sono facoltosi imprenditori in vena di follie, ragazzi valutati attentamente in base a prestazioni e dimensioni e due ragazzi di colore effettivamente iperdotati. Le dico anche la situazione in salone: è un locale completamente pavimentato da materassini, con pochissima luce e tutti i partecipanti sono dotati di una maschera per evitare spiacevoli incontri. Non c'è quasi nessuna possibilità di riconoscere qualcuno. Senza sprecare altro tempo, anche perché la sua signora potrebbe avere qualche ripensamento, le spiego tutto: lei fa finta di entrare nel salone e va nella saletta privata. Tale saletta è dotata di un display con 4 numeri, che inizialmente partono da 0: tali numeri rappresentano le volte che la sua signora ha un orgasmo, che un suo partner le viene nel davanti, nel di dietro e in bocca. Per l'orgasmo di sua moglie lei deve dirci quali segnali del suo corpo possono farcelo intuire. La cosa intrigante è che sarà lei a decidere i numeri da raggiungere: infatti questi valori saranno poi evidenziati nel salone, per permettere ai nostri 'amici' di poter soddisfare il suo desiderio. Ultima cosa: ci sono due pulsantini removibili, sotto il display: lei deve solo premerli e posizionarli nel 'settore' che desidera. Rappresentano i nostri
'campioni' di colore: sarà lei che indicherà a loro come e se devono 'lavorarsi' sua moglie. Ovviamente, come per sua moglie, nemmeno per lei è possibile interrompere prima delle due ore: quindi nessun ripensamento".
Venni preso da una sensazione di terrore mista ad angoscia: per la prima volta sentivo mia moglie, colei con la quale ho diviso tutto, che amavo follemente, trattata come una baldracca da monta. Ma vi era anche quel desiderio di sapere come sarebbe andata a finire, talmente le immagini erano che avevo in testa erano distanti: la purissima Sandra e un'ammucchiata. Figurarsi. Vinse, neanche a dirlo, il desiderio di andare avanti, anche se sapevo già cosa avrei provato in quella saletta, con la gelosia latente che mi ha sempre contraddistinto.
"Ma mia moglie, appena non riuscirà a trovarmi, cercherà di scappare!", riuscii a dire, anche per prendere un po' di tempo, e cercare di respirare.
"Eheheh, vede amico mio, non lo farà per due ragioni: la porta che permette di entrare nella stanza non ha maniglie nel salone; poi, mio caro Antonio, la 'libella' fa miracoli e se ne accorgerà.. Eheheh"
"Ma ..la situazione igienica voglio dire tutti quegli uomini. Siamo sicuri?"
"L'unica persona che non ha consegnato il certificato per l'AIDS è proprio sua moglie, il suo amico Giulio ha garantito per lei e poi non avremmo potuto continuare il 'gioco', con quella richiesta. Gli altri sono tutti schedati e fanno il test ogni 15 giorni. Anche gli ospiti esterni maschili hanno dovuto mostrare un certificato idoneo".
"Sa, mi spiace restare in una stanza senza poter vedere nulla".
"E qui che sta il bello, sig. Antonio: non è come crede lei. Il salone è dotato di ben 15 videocamere, tutte a infrarossi: praticamente come se fosse giorno. Cinque videocamere saranno continuamente posizionate su sua moglie: 10 ore di riprese che le verranno consegnate all'uscita. E non è finita ancora."
"E cosa c'è ancora. Mi sembra di impazzire: non mi sta dando un attimo di respiro!"
"Eheheh ho quasi finito, non si preoccupi. Dopo le due ore lei avrà la possibilità di entrare per cinque minuti nel salone, dotato di occhialini ad infrarossi. Lei potrà vedere tutto quello che vuole mentre la sua signora non potrà vedere nulla, solo ombre. Le ricordo anche che tutti i miei collaboratori, i ragazzi di colore e i ragazzi che hanno superato la valutazione settimanale, sono dotati anche loro di occhialini ad infrarossi. A quel punto potrà prendere sua moglie e magicamente la porta si aprirà per poter uscire ed entrare nelle vostre stanze per il meritato riposo". Sghignazzava il vecchio, ne doveva aver viste di tutti i colori, ma devo ammettere che la serata l'avevano preparata proprio in modo ineccepibile. Senza dire altro, firmai il modulo.
"Ora entrerà mia moglie? "
"Certo, deve firmare anche lei"
"Cosa le dirà"
"Tutte e sole parole rassicuranti. In sostanza che si divertirà, che non deve aver paura ecc. E poi, dulcis in fundo le farò vedere questa cassetta" accese un videoregistratore posto sulla destra e il televisorino che aveva alle spalle prese vita: c'erano delle immagini allegre, di coppie nude o in intimo, con coriandoli e stelle filanti che la facevano da padrone.
"Una festa di carnevale??"
"Già, signor Antonio, non trova che una festa in maschera possa essere credibile? E' eccitante, c'è il nudo, e non fa paura, eheheh". Non faceva una grinza. Quasi come inebetito uscii dalla stanza e dissi a Sandra di entrare.
"Come mai tutto questo tempo?" mi chiese molto preoccupata.
"Non temere, ti fa vedere un filmino per far capire cosa succede. Tutto qui."
"Ok. Ma prima di firmare io leggo tutto. Va bene? "
"Certo, cara." aspettai una decina di minuti pensando alle migliaia di cose che sarebbero potute accadere, e se quel che stavo facendo e che stavo facendo fare a mia moglie, fosse la cosa giusta.
"Antonio, eccomi."
"Sandra, allora?" aveva un sorrisone: la cura del filmino aveva funzionato.
"Bene, un po' stravagante, ma a queste condizioni mi sembra molto simpatico. Forse hai avuto una buona idea: non ho capito però perché dobbiamo entrare separati"
"Credo sia una sorpresa, tipo siparietto"
"Ma io mi vergogno. Credo che starò per tutto il tempo in un angolo con le mani sul seno".
"Ehehehe chi lo sa, tesoro. Pensiamo solo a divertirci."
"Va bene amore. Spero solo di poterti far felice" partì un bacio dai mille significati. Fu il mio primo vero tradimento. Non le avevo mai mentito.
"Caro, ma non ti sembra che sia davvero esagerato?" si riguardava continuamente nello specchio della nostra stanza. Aveva il seno praticamente fuori dal reggiseno, i glutei gonfi che nascondevano il minuscolo perizoma nero. Su mia richiesta, si era depilata la passerina: il davanti del perizoma era volutamente semitrasparente, evidenziando la pelle chiara priva dei peli. Un bocconcino davvero arrapate: feci fatica per non saltarle addosso.
"Driiiin":il segnale. Lo squillo telefonico indicava di scendere al pianterreno, l'inizio della serata. Sandra sembrava rilassata, nonostante fosse coperta solo da quei pochi grammi di tessuto trasparente: c'era in effetti un caldo asfissiante, ma mia moglie non si mostrava in quel modo nemmeno in casa, per paura delle finestre, e quindi di qualche involontario guardone.
"Eccovi qui. Sandra, lei è davvero bellissima. Ha delle forme invidiabili". Sandra cambiò colore immediatamente: la sua timidezza è sempre stata un problema.
"Bene, signor Antonio: lei deve entrare dalla porta blu, lei signora dalla porta rossa. Una volta entrati vi troverete in un ingressino: ci sarà un po' di fumogeni che serviranno per la 'scena' ".
"Va bene" rispondemmo in coro. mi venne la pelle d'oca, nonostante la temperatura africana. Stavo per lasciare la mano di mia moglie. L'avrei ripresa solo dopo due ore, dopo chissà cosa. Per due ore sarei rimasto in uno stanzino, chiuso, con la consapevolezza che molte mani avrebbero toccato quel seno, quei glutei, la mia passerina. Mi diede un ultimo bacio.
"Caro, ci vediamo fra un secondo nel salone. Mi raccomando. Non fermarti. Lo si che mi vergogno, combinata in quel modo". Venne presa delicatamente con il braccio dal gestore e venne accompagnata davanti alla porta rossa. Questa si aprì lentamente e lei entrò. La porta si richiuse e con lei anche il mio cuore. Mi venne di nuovo quella maledetta sensazione di terrore.
"Non si preoccupi, venga: l'accompagno nella stanza. Ci sono altri due mariti come lei." come, altri due? allora diceva il vero il vecchio. Siamo in parecchi ad avere quel problema. Lo seguii come un automa ed arrivammo in una stanza anonima, senza mobili: solo tre sedie ed una parete con quei display. Intravidi subito un nome "Sandra" davanti all'unica sedia vuota. Era quella destinata a me. Mi voltai e notai i due miei colleghi di sventura: un signore sopra la trentina, ben distinto, alto. Poi un signore anzianotto, tarchiatello, sulla cinquantina.
"Sono italiani anche loro", mi disse. "Il primo si chiama Andrea ed è qui da quasi venti minuti. Il secondo da più di un ora, si chiama Lorenzo".
"Ora vi lascio. Sapete già tutto. Ma prima deve darmi i numeri da comunicare ai ragazzi." non sapevo cosa dire. Quali numeri. Non ci avevo pensato. Cazzo. Sparai a casaccio "Tutti 5". I due compagni di sventura si girarono di colpo: avevo sparato alto? troppo basso? Mi girai di colpo verso il gestore, che mi rassicurò: "Un buon numero. Complimenti".
Oddio. Mi sembrava di trovarmi come un bambino in attesa del dentista. Che sensazione sgradevole. Pian piano mi accomodai senza dire una parola sulla mia sedia. Tutti segni 0. Bene. Pensai. Ma erano passati solo 3 minuti. Cosa stava succedendo là dentro? girai nuovamente lo sguardo verso Andrea, alzai gli occhi per vedere il suo display: la sua donna era venuta 1 volta, ma i ragazzi si erano scatenati. Ben 7 volte erano venuti nel corpo di Loredana, sua moglie. Anche una volta nel culo. Ahhh il culo della mia Sandra. Non ci riuscirebbe nessuno a violare il suo di dietro. Nemmeno con un chilo di cocaina.
"Driiin". Cos'era? questo squillo mi era nuovo. Mi girai verso Lorenzo. Il suo score era aumentato: la sua Sofia aveva ingoiato un bel po' di seme da qualche giovincello. Incredibili i numeri di Sofia: era venuta 4 volte, 5 volte avevano abusato della sua fica, 2 volte del suo culo, e ben 7 pompini con ingoio. Incredibile.
"Driiin". Di nuovo. Mi girai verso Lorenzo. Chissà cosa aveva combinato Sofia, questa volta. Cazzo, nessuna variazione. Ma allora Andrea sicuramente lui. Osservai il suo display: nulla. Mi venne quasi un infarto: non riuscivo ad alzare lo sguardo verso il display di Sandra. Mi feci coraggio e vidi il primo "uno" stampato sotto la scritta "davanti". E' fatta. Uno dei ragazzi si era scopato mia moglie, il suo seme le stava riscaldando le pareti interne della vagina. Seme di uno sconosciuto. Sperma non mio. Oddio. Non sapevo cosa pensare, cosa fare: mi alzai di scatto, ero diventato bollente dalla rabbia ma anche dall'eccitazione. Osservai nuovamente Lorenzo, lui aveva dato i numeri alti all'inizio: un ora e quindici e la sua mogliettina si era fatta sbattere già 18 volte. Mi ci vollero 2 minuti buoni per calmarmi: gli squilli dei miei due compagni erano continui: Andrea era davvero molto sereno, mentre Lorenzo sembrava essersi fatto ancora più piccolo. Mi sedetti e proprio in quel momento arrivò il mio secondo squillo: secondo davanti, e erano passati solo 12 minuti! oramai mi rassegnai: ecco il terzo. Tutti davanti. Su questo c'erano pochi dubbi. Dopo quaranta minuti arrivò il primo ingoio di Sandra: ripensai a quelli che mi faceva, sempre malvolentieri, solo per farmi felice. Ora aveva nello stomaco una buona dose di sperma di un perfetto sconosciuto. E tre dosi nella fica. Il gestore me lo aveva assicurato: vedrete che con quella 'roba' nulla resiste. Iniziai a pensare alle cassette: da un lato le volevo bruciare, dall'altro avevo un desiderio irrefrenabile di vedere le performance di mia moglie. Ma mentre riflettevo ecco un doppio squillo: era oramai inconfondibile, era quello della mia Sandra: ma perché due? alzai gli occhi curioso e non riuscii a credere ai miei occhi: era stato violato il culo della mia Sandra, e per di più mentre lei si beveva comodamente il suo secondo succo di palle. Il culo di Sandra, quei glutei così morbidi, quel buchino così dolce, ero riuscito in tutti gli anni di matrimonio a leccarglielo solo due volte. Ora era stato sfondato da un ragazzo con un randello di carne. Vidi Lorenzo alzarsi: aveva lo sguardo perso nel vuoto: lo score di Sofia era incredibile. Erano passate due ore e lei era riuscita a bere dieci dosi di nettare, dieci volte era stata infornata nel davanti e 5 volte dietro. Lei era venuta per 3 volte. Per non pensare alla mia Sandra, mi feci coraggio e chiesi a Lorenzo "Scusi ma quante volte aveva stabilito?" lui si girò e con un filo di voce mi disse "mi voleva punire per un tradimento di un anno fa. Un semplice pompino in ufficio, capisce? Il numero lo ha stabilito lei. Per punirmi. Voleva battere il record del locale. Dieci di tutto. C'era quasi riuscita, la maledetta." mi salutò con un cenno del capo e lo vidi sparire dietro la porta aperta da un addetto: lui aveva finito il supplizio. Mi voltai verso Andrea: la sua Loredana si era fermata: nessun nuovo aumento, da più di dieci minuti. Mi girai verso il display di Sandra, fissando l'orologio: un'ora e venti. Alzai gli occhi e di nuovo mi venne un mezzo infarto. Era venuta 4 volte! Lei. La mia Sandra, che per venire una volta ho dovuto pregare per un mese e sudare sette camicie. Incredibile. Ma poi vedo gli altri numeri: cinque uomini le erano venuti nella fica, cinque nella bocca e quattro in culo. Fui preso da un raptus senza precedenti: presi entrambi i pulsantini, quelli dei ragazzi di colore e li misi nello stesso momento in corrispondenza del davanti e del di dietro. Oramai non ragionavo più. Mentre mi accingevo a fare ciò, anche il quinto aveva consegnato la sua cospicua dose di sborra nell'intestino della mia signora. Non riuscivo a immaginarla: con tutti quei ragazzi addosso che la sodomizzavano, la penetravano, le riempivano di sborra ogni buco. Venti minuti mancavano, oramai avevo fatto partire anche i negri; ero in piena crisi. Passavano i minuti, nessuno squillo. Andrea era andato via senza dirmi una parola. La sua Loredana aveva fatto le cose in grande, anche se gli ultimi minuti non aveva combinato nulla. Ad un certo punto fissai i pulsantini di Andrea e Lorenzo: nessuno dei due li aveva utilizzati. Oh mio Dio, forse avevo esagerato: forse loro sapevano che poteva essere un trauma troppo grande.
"Driiiin": squillo singolo. Il 6 in corrispondenza della fica di Sandra era lì a testimoniare che anche le palle enormi di uno dei due stalloni negri si erano svuotati nelle viscere della mia amata moglie. Ero esausto: mi venne in mente la storia dei '5 minuti' e mi misi a bussare come un pazzo sulla porta. Volevo entrare prima che anche l'ultimo si fosse scaricato dentro mia moglie. Forse potevo fermarlo, almeno lui. Mi aprirono subito, consegnandomi gli occhialini. Mi precipitai verso la porta rossa, che si aprì senza nessun problema. In un baleno mi ritrovai dentro: un caldo allucinante, una folla di ragazzi nudi sparsi a gruppetti nella stanza. Non persi un secondo. Cercai con lo sguardo mia moglie. Non riuscivo a trovarla. Con gli occhialini l'immagine era chiara, ma tutta rossa: i colori non si riuscivano a distinguere. Distinsi però delle urla di piacere impressionanti: non avevo mai sentito gridare Sandra in questo modo. Ma la voce era sua. Roca, ansimante, ma era la sua. Mi diressi verso le urla.
"Ahhhhhhhh sì bastaaaa no ancora non ce la faccio piùùù" frasi sconnesse. Eccola: finalmente la vidi, o almeno la intravidi fra un nugolo di ragazzi che la circondavano. Tutti ridacchiavano parlottando fra loro. Mi feci largo, e quando riuscii a crearmi un varco, i miei occhi non riuscivano a credere a ciò che vedevano. Mia moglie alla pecorina veniva letteralmente montata da un negro di almeno 190 centimetri, un gigante. Era tutto sudato, ma continuava a sodomizzare mia moglie con un arnese che era esattamente il doppio del mio. Colpi incredibili si abbattevano sulle natiche di Sandra: lei cercava di sorreggersi, ma a volte i colpi erano talmente forti che crollava a terra, per poi farsi rialzare dagli altri spettatori. Il viso era completamente ricoperto di una crema gelatinosa, non aveva più una cellula scoperta. Il negro mi prese per un braccio, senza smettere di sbattere Sandra, e mi avvicinò a se.
"Vedi tua moglie? Ora ti faccio vedere come abbiamo ridotto il suo culo" uscì l'enorme verga dal culo di Sandra: davanti a me avevo una voragine, ed in fondo si poteva addirittura vedere il liquido seminale di quelli che avevano già abusato del mio dolce proibito. Ma l'assenza di uccelli nel culo di Sandra durò un attimo: il negro introdusse il suo enorme cazzo nuovamente. In un sol colpo l'intera lunghezza della sua asta sparì nell'intestino di Sandra: rimasero fuori solo le enormi palle. Un paio di colpi e quell'armadio di ebano eruttò nel culo. Se possibile cercò di penetrarla ancora di più in quel momento: sembrava che il cazzo dovesse uscirgli dalla bocca. Per buoni venti secondi si sentivano solo le urla di liberazione del negro e quelle della mia Sandra, che era venuta ancora una volta. In pochi secondi comparvero degli inservienti che presero dolcemente la mia Sandra, la posarono su di una barellina da campo e la portarono fuori.
Io li seguii senza fiatare. Oramai paonazzo, le sensazioni che provavo erano incredibili ed inspiegabili. Vedere la mia Sandra essere montata, inculata da un cazzo nero così grosso, era stata una esperienza davvero troppo forte. Mentre seguivo gli inservienti con la mia Sandra, la testa mi girava in modo incredibile. Ero certo di stare per svenire, ma la mia forza di volontà mi imponeva di resistere: volevo assicurarmi delle condizioni di mia moglie. I due ragazzi, una volta arrivati nella nostra stanza, adagiarono Sandra sul letto e andarono via. Io mi avvicinai lentamente a lei. Incredibile: si era addormentata. Dopo quello che aveva passato, lei dormiva, ed anche serenamente. Le aprii le gambe: era interamente impiastricciata di sperma, ma quello che notai era incredibile: un rivolo di sborra stava lentamente uscendo dal culo e dalla fica di Sandra, scorrendo sulle cosce per poi fare capolino sulle lenzuola del letto. Aveva ancora l'ano completamente aperto: le misi due dita dentro con estrema facilità. Sentii bussare alla porta: andai ad aprire e mi si presentò davanti il gestore con dietro uno dei due ragazzi di colore.
"Questi sono suoi signor Antonio", mi disse, allungandomi una busta con delle videocassette dentro.
"E' rimasto soddisfatto del servizio? E' andato tutto come voleva, no?"
"Sssssì certo ma.."
"Niente ma godetevi lo spettacolo delle videocassette e ..vi auguro di ritornare presto". Si fece avanti il ragazzo di colore: sembrava ancora più grosso di quando lo avevo visto all'opera.
"Volevo solo dirle che ha una moglie favolosa. Lo potrà notare in videocassetta, comunque. Ma volevo chiederle, come ha fatto a lasciare sua moglie con il culo vergine? E' una cosa fantastica! pensi che abbiamo faticato a tenere tutti lontani. Molti però ne hanno approfittato, e non lo abbiamo segnato nel display, capirà". Mi salutarono e andarono via, senza aggiungere altro. Quindi il culo di mia moglie era stato lavorato da parecchi ragazzi. Al diavolo il sonno, coprii mia moglie con una copertina e misi la prima videocassetta, volevo gustarmi l'emozionante entrata. L'immagine era perfetta, e anche l'audio era chiaro. Ecco mia moglie che entra in mezzo a tutto quel fumo.
"Antonio, dove sei? Mi gira la testa. Non riesco a vedere nulla. Antoniooo" aveva la voce stranamente tremolante, segno che la droga stava facendo effetto. Neanche il tempo di chiamarmi nuovamente che da dietro la circondarono due mani enormi: presero immediatamente possesso del suo enorme seno, immediatamente liberatosi del reggiseno.
"Chi sei, tu? Tu non sei Antonio. Aspetta. Non esagerare. Chi sei?" Si girò e a tentoni cercò di riconoscere quello sconosciuto che continuava a tormentarle i capezzoli. Pian piano iniziò a toccare il petto muscoloso e senza un pelo.
"Non sei Antonio smettila con i capezzoli ti prego" nulla. Lei cercava di capire qualcosa e la voce si faceva sempre più tremolante.
"Aspetta, cerchiamo prima mio marito. Ti pregoo voglio capire chi oddio!!" le sue mai arrivarono proprio sul cazzo del ragazzo: in video si poteva vedere bene quello che la mia Sandra toccò, ed ebbe giustamente un mezzo infarto. Una proboscide di proporzioni immense, anche più grosso di quello del negro visto in diretta.
"Ma è quello che penso io? E' .. E' oddio--.." il ragazzo dolcemente fece mettere in ginocchio la mia Sandra: si trovò con il viso a pochi centimetri da quell'arnese. La curiosità e la droga fecero il resto: in pochi istanti la cappella del cazzone era preda della bocca casta e curiosa della mia Sandra. Iniziò piano, con brevi tocchi di lingua, per poi farsi sempre più profondi, fino a riuscire ad inghiottire un terzo del randello. Nel frattempo la camera passò dietro la Sandra:un bel ragazzo si stava lubrificando il suo arnese, grosso ma nemmeno paragonabile a quello che aveva in bocca mia moglie. Con fare subdolo ma efficace il ragazzo riuscì a posizionare la mia Sandra alla pecorina, mentre lei era intenta a stantuffare quel gioiello mai visto. In pochi istanti il ragazzo inserì il suo cazzo nella figa di mia moglie.
"Ohhhhhh" riuscì a dire Sandra, senza minimamente spostarsi da quella posizione. mai mia moglie aveva avuto a che fare con due cazzi. Continuava a giocare con il cazzone enorme, mentre il ragazzo come una furia la sbatteva per bene. Il culo di Sandra danzava in modo meraviglioso, come lo avevo sempre sognato.
"Ahhhhhhhhhhhh" il ragazzo, dopo due colpi di assestamento, aveva sborrato dentro mia moglie, la quale non si era mossa di un solo centimetro: aveva in mano un diamante e voleva tenerlo tutto per se. Dopo breve arrivò il momento del ragazzone con il randello incredibile. Fece le cose per bene: fermò la mia Sandra oramai in preda ad una foga senza eguali e la fece stendere, con la testa leggermente piegata all'indietro. Inserì il suo uccellone nella passerina bagnata di Sandra con molta difficoltà, era davvero enorme. Sandra assecondava i movimenti:ecco, finalmente era entrato e iniziò un su e giù lento ma profondo. Ogni volta che quell'arnese entrava nella figa della mia signora, i suoi occhi si spalancavano, fra l'incredulo ed il sognante. Ci volle pochissimo, la mia Sandra aveva lavorato bene di bocca, prima. Un urlo anticipò la sua venuta, e vidi mia moglie nello stesso momento godere per essere riempita per bene. Non finì di pulire il cazzo del ragazzo che le si avvicinò un signore piuttosto attempato.
"Ora vedrai cosa vuol dire godere" le disse, e senza dire altro la girò verso di lui e la penetrò. Iniziò lentamente, poi la velocità cominciò ad aumentare e poi ancora e poi ancora. Dopo un paio di minuti sembrava un martello pneumatico conficcato nella figa di Sandra che cominciava ad urlare come una forsennata. Le piaceva da matti quel modo di fottere, io non lo avevo mai saputo. La cosa andò avanti per diversi minuti, poi anche il signore attempato riempì la mia signora. Appena due minuti di calma, per consentire a mia moglie di riprendersi da tre sborrate: non riuscivo a riconoscere la mia pudica mogliettina, che odiava fare sesso. Che zoccola era, in realtà. Mentre era ancora stesa, senza una parola un signore sulla quarantina prese il suo cazzo e lo infilò nella bocca di Sandra. Iniziò a stantuffare in modo forsennato. Si vedeva che aveva una voglia repressa, quello lì. Ad un certo punto si fermò e le disse:
"Ora voglio che tu beva tutto" annuì con la testa, la mia mogliettina. Un urlo indemoniato avvertì dell'arrivo del seme: le riprese fecero un primo piano da film porno. Poteì chiaramente vedere la gola di Sandra muoversi in modo da deglutire lo sperma dell'uomo, che non la smetteva più di eruttare. Un fiume direttamente nello stomaco: avevo quasi la sensazione che stesse bevendo da una bottiglia. Almeno una decina di copiosi getti finirono nella gola di Sandra, che a fatica riuscì poi a respirare.
"Era tantissima. Ma quanta ne avevi nelle palle???" Nemmeno il tempo di riprendersi che si avvicinarono in due, non si potevano vedere chiaramente, ma sembravano ragazzi: senza dire una parola presero la mia Sandra e la posizionarono alla pecorina: il primo spinse il suo uccello nella bocca di mia moglie che immediatamente iniziò a ciucciare da brava porca. Intanto il secondo iniziò, senza farsi vedere da mia moglie, a lubrificarsi il cazzo di proporzioni ragguardevoli. Appena finito, piantò la sua mazza in figa, cominciando un andirivieni da svenimento. Il ritmo martellante si ripercuoteva nel pompino: la bocca di mia moglie era diventata praticamente una seconda vulva.
Dopo un paio di minuti, con mia moglie praticamente inebetita dal piacere che stava provando, il ragazzo uscì il randello dalla figa e lo posizionò in linea con il buchino del culo. Stavo per assistere alla sodomizzazione di mia moglie. Mille volte avevo sognato questo momento, anche se l'artefice, nei miei sogni ero io. La telecamera si posizionò in modo tale da produrre un primo piano da sballo: mia moglie era intenta a completare l'opera del pompino. Con un colpo di reni il cazzo entrò nel culo. Mia moglie si fermò di colpo, emettendo un urlo di dolore. Il ragazzo non si scompose. In modo naturale continuò a spingere nel culo di Sandra fino a penetrarla completamente. Il primo cazzo era entrato nel culo di mia moglie. E non era il mio. Mia moglie si bloccò, continuando ad urlare: il ragazzo iniziò a stantuffare nel culo piano piano. Nel frattempo il primo ragazzo riprese possesso della bocca di Sandra e ricominciò a scopare la sua figa personale. Sandra riprese il ritmo. Ora sembrava piacerle anche questa penetrazione. Non più urla ma di nuovo gemiti di piacere. Il movimento durò qualche minuto, dopodiché il ragazzo le venne nell'intestino. Ebbi un brivido intenso. mentre il primo spruzzava le ultime gocce di sperma nel culo, il secondo venne intensamente nella gola di Sandra: anche in questo caso deglutì senza batter ciglio, anzi: le doveva proprio piacere perché non si staccò da quel cazzo nemmeno dopo che ebbe finito di sborrarle in gola tutto il suo nettare. Ad un tratto la telecamera riprese il viso dell'ultimo ragazzo: oddio .era ..era non ci posso credere era quel bastardo di Giulio. Maledetto. Ora avevo capito tutto. Era stata tutta una scena per fottersi mia moglie. Non le aveva perdonato quel rifiuto, anni prima. E il bello era che l'aveva fatto coperto dall'anonimato. Venne inquadrato il secondo ragazzo, quello che aveva sfondato il culo di mia moglie: stavo per svenire. Era Angelo, o meglio Angelino. Il nipote diciottenne di Sandra. Giulio lo conosceva bene, e a mia insaputa aveva avvertito di tutto il nostro nipotino, che sicuramente non aspettava altro.
"Oddiooooo". Sentii dietro di me. Era mia moglie, si era appena svegliata ed aveva visto tutta la scena. Mi girai verso di lei, cercando di mettermi fra lei e lo schermo, ma troppo tardi.
"E' Angelino ..mio Dio mi hai fatto scopare anche da nostro nipote e da Giulio!!!"
"No cara, vedi. Mi è sfuggita di mano la situazione. Hanno organizzato tutto senza dirmi nulla--"
"Lurida carogna. Proprio una puttana, dovevi farmi diventare? Mi hanno penetrato dappertutto. Sono piena di seme. Ma davvero questo volevi?" non aspettò la mia risposta. Si alzò e, barcollando, indossò una vestaglia ed aprì la porta della stanza.
"Se entro 20 secondi non mi raggiungi in macchina, parto da sola."
"Aspetta amore, fatti almeno una doccia. Ragioniamo" macché, era già arrivata alle scale. Raccolsi tutto il possibile e le corsi dietro. Salutai con un cenno il gestore, fermo davanti al portone nero, e raggiunsi in macchina mia moglie. Senza dire una parola, avviai la macchina e partii. Le ore di viaggio passarono lentamente,..fra un "bastardo" ed un "te la faccio pagare". Appena arrivati, uscì dalla macchina dicendomi: "Tu vai a dormire in albergo, o dove cazzo vuoi. Domani ti faccio chiamare dal mio avvocato, per sistemare la nostra piccola insignificante pendenza". Entrò nel portone, sempre vestita della sola vestaglia. Notai il suo sedile completamente intriso di sperma: per tutto il viaggio ne era fuoriuscito dall'ano e dalla passerina. Ero frastornato. Per tutto il viaggio cercai un rimedio, un qualcosa per cercare di aggiustare le cose; ma la presenza di Giulio e di Angelino era stata davvero una sorpresa, per me.
"Eccola, finalmente, dottor De Angelis. Sua moglie è arrivata". Infatti ecco una Punto rossa. Non è sola. Lo immaginavo: c'è Giulio con lei. me lo sono meritato.
"Ciao a tutti. Scusate il ritardo. Toh c'è anche il cornuto" meritato, anche questo. Fisso la mia Sandra: sguardo allegro,vestitino succinto. Niente reggiseno. Ha proprio organizzato tutto. Intanto Giulio senza dire una parola sbaciucchia sul collo la mia piccolina, che ricambia con un ridolino.
"Bene, possiamo andare nel mio studio."
"Va bene, vi raggiungo subito. Devo solo pagare le consumazioni al bar". Ho mentito. Sono diventato bravo a mentire. Non riesco a salire le scale in loro compagnia. Mi concedo ancora qualche istante.
La nebbia è andata via, finalmente. C'è addirittura il sole. Io però sento freddo. Ancora tanto freddo.
FINE
13
0
17 years ago
max3101,
36
Last visit: 17 years ago
-
Zia bizzarra!
Sono un ragazzo di 27 anni, e qualche mese fa m’è successa una cosa un po’ strana e molto eccitante.
Ero dalla zia Roberta (zia acquisita), a bere un caffè.
Roberta è una donna attraente di 45 anni, molto simpatica e brava in cucina e quel pomeriggio era a casa da sola.
Bevendo il caffè iniziammo scherzosamente a parlare di sesso e perversioni.
Il discorso m’imbarazzava un po’ ma tutto sommato era solo una chiacchierata divertente!
La zia sembrava però un po’ strana e visibilmente eccitata.
Roberta , in maniera apparentemente incidentale, rovesciò il caffè sui miei pantaloni, e subito, premurosa si avventò a toglierli per levare la macchia. A quel punto ero visibilmente eccitato e nel giro di pochi secondi mi ritrovai col cazzo tra le sue mani e poi nella sua bocca.
Aveva fatto tutto lei!
Le sbottonai la camicetta per guardare le sue tette mentre leccava vogliosamente il mio cazzo.
Ero incredulo ed eccitatissimo, ma anche consapevole che chi mi stava davanti era mia zia!!!
Mi stese a terra, appoggiò il suo sedere sulla mia faccia e continuò a spompinarmi abilmente.
Le scostai le mutandine e inizia a succhiare la sua bagnatissima fica e a leccarle il culo.
A quel punto la zia mi tolse tutti i vestiti e mi disse di non preoccuparmi, a quell’ora non sarebbe arrivato nessuno…
Poi mi disse che voleva fare una cosa un po’ strana che io dovevo solo tenere la bocca aperta.
Si tolse completamente le mutandine e si mise sopra la mia faccia.
Iniziò una pisciata calda e lunghissima sulla mia faccia e sulla mia bocca.
Appena finito si fece di nuovo leccare la fica e riprese a spompinarmi.
Mi alzai con la faccia ancora bagnata e con quel gusto amaro in bocca, la girai a pecorina e iniziai lentamente a metterglielo nel culo.
Era un’esplosione di voglia e continuava a toccarsi finche la inculavo, finchè slabbratissima non venne.
A quel punto me lo riprese in bocca, succhiando velocemente e m’infilò un dito in culo.
Le venni su tutta la faccia e in bocca.
Si pulì la bocca con la mano e si succhiò le dita.
Ora pisciami in bocca disse, e io, dopo un po’ d’attesa, le riempii la bocca completamente di urina.
La zia mi disse di farmi una doccia e andare, quasi si fosse un po’ pentita, e si mise a lavare il pavimento della cucina pieno di piscia.
Mi lavai e me ne andai.
Da quel momento in poi non mi son più trovato solo con mia zia, ma fra di noi è rimasta una sorta di complicità un po’ imbarazzante ed eccitantissima.
L’immagine di lei nuda, di lei col mio sperma in bocca, di lei che mi piscia in faccia, resterà vivida a lungo nella mia mente.
Max
21
7
17 years ago
favoladimiele,
30/30
Last visit: 11 years ago
-
Coppia x me
ciao
questo racconto è di questa estate appena trascorsa.
io gestisco un albergo a 50 metri dal mare sulla litoranea di taranto, mentre ero indaffarato a organizzare una delle tante giornate estive, organizzazione delle stanze, spesa x i clienti ecc.....
si presenta una giovane coppia che aveva gia prenotato una stanza natrimoniale x un periodo di 15 gg.
gia mentre facevamo i vari passaggi x la registrazione, notavo che la lei della coppia sussurrava qualcosa a lui, un sorrisino e poi tutto finiva li.
arrivata sera la lei che chiamerò cinzia con una scusa mi dice che qualcosa che nn và nel bagno della loro stanza.
arrivato nella loro stanza mi accorgo che lui, che chiamerò luca, è ancora nel letto e con una faccia compiacente mi dice di andare a vedere con cinzia il problema.
appena entrato in bagno, cinzia in maniera quasi casuale mi sfiora con il suo seno, prosperoso e molto duro, io preso un po dall'inbarazzo le chiedo scusa ma lei di tutta risposta mi sorride e mi prende la mano portandomela sui suoi grossi capezzoli chiedendomi di massaggiarli dolcemente
a quel punto imbarazzato nn so che dire e cosa avrebbe detto il marito, nn faccio nemmeno a rendermi conto di tutto questo, quando sento il marito che mi invita sul loro letto.
cinzia a qul punto si leva la vestaglia e scopre tutta la sua bellezza con intimo divera classe, autoreggenti nere, perizoma quasi inesistente e reggiseno in pizzo nero a balconcino.
loro due iniziano a toccarsi e io li almeno inizialmente imbambolato a guardare questa bella donna che con gli occhi mi diceva di avvicinarmi,
rotto gli indugi............................fantastico
bene la coppia ogni sera mi chiedeva di raggiungerli e di passare dei bellissimi momenti tutti e tre insieme.
ancora adesso ogni tanto vengono a farsi dei bei weekend da me
p.s.
vorrei ripetere questa esperienza con una o piu coppie, anche questo periodo invernale avremmo tutto un albergo x noi.
invito rivolto anche alle donne se esistono dato che quelle poche che ho proposto se la tirano ciao.
nn amo le situazioni banali e scontate, la semplice scopata la faccio a casa con la mia compagna, ma solo gente seria e decisa che questo è un gioco e tale deve rimanere ciao
9
1
17 years ago
hotelplaseur,
38
Last visit: 14 years ago
-
Alicia
paro dal presupposto che ho una vita piena di affetti quindi normale....
la storia vera inizia 3 anni fa , era carnevale e come tutti sanno carnevale a viareggio è una grande festa .
era da tempo che avevo voglia di travestirmi ,e uscire in luoghi aperti per comportarmi da vera donna ,dentro di me cresceva questa voglia matta di sentirmi femmina ,di sculettare come una troia in calore per strada,sui miei tacchi a spillo .
l occasione era troppo invitante .
quindi il pomeriggio iniziai la mia trasformazione.
mi depilai completamente ,una bella doccia e pronta per raggiungere un posto tranquillo per travestirmi ....
alle 8 di sera arrivai a destinazione ,un luogo tranquillo,cominciai a spogliarmi ,ero eccitata ,stavo per diventare alicia,mi infilai un perizoma nero ,poi passai alle calze ,nere e a rete autoreggenti,,misi una gonellina corta molto attilata un reggiseno imbottito che mi faceva piu donna,e dulcis in fondo una parrucca rossa che mi dava un senso di troia... poi passai al trucco , che esaltava i miei lineamenti, e per finire secondo i miei gusti feci la cosa piu importante misi le mie bellissime unghie finte che danno quel tocco di puttana .....
era arrivato il tanto atteso momento di scendere per strada ,allora mi spostai con la macchina e raggiunsi un posto frequentato da gai coppie e trav,ero eccitata al massimo .
arrivai in questo luogo ,ero sempre piu eccitata, parcheggiai la macchina su questo viale alberato ,da li a poco cominciarono ad avvicinarsi macchine ,guardavano non dicevano nulla e si allontanavano ,a quel punto presi la decisione,mi sistemai ben bene scesi dalla macchina ,decisa ma emozionata ,cominciai a camminare lungo il viale ,sculettando come una vacca in calore ,stavo godendo come non mai , mi sentivo puttana..... nel mentre si avvicino' una macchina a bordo un 40 enne mi chiese di andargli vicino ,e io sgambettando come non mai arrivai accanto al suo finestrino .
mi disse hai delle bellissime gambe ,io lo ringraziai ,
poi con tono deciso mi disse ,vieni a fare un giro con me , la mia risposta fu rapida ... si...
presi la mia borsetta ,aprii la porta della sua macchina e salii,era un momento eccitantissimo ,mi sentivo una puttana con il suo cliente .
ci presentammo ,e mentre guidava vedevo i suoi occhi sul mio corpo ,il viaggio fu breve ,ci appartammmo quasi subito
appena fermati lui passo subito al sodo si slaccio' i pantaloni e mi disse ; DAI TROIA FAMMI UN BEL POMPINO... io non esitai ,il suo arnese era gia pronto gli misi il preservativo e cominciai a pompare ,lo succhiavo come voleva lui ,prima gli passavo la mia lingua su tutto il cazzo poi scendevo e succhiavo le sue palle ,poi implorava di prenderlo in bocca,e io eseguivo il suo volere,lui intanto con le sue mani toccava il mio corpo caldo ,,ma il momento piu bello e' quando comincio' adarmi con le sue belle mani delle pacche sulle chiappe via via sempre piu forti ,e mentre lo faceva mi urlava di tutto ... succhia troia ,puttana ,sei una puttana,piu mi insultava epiu mi colpiva con le sue mani io godevo.
non resistivo avevo voglia di essere scopata si...scopata ,e allora mi levai di bocca il suo cazzo e gli dissi, ora scendiamo dalla macchina ,mi metto a pecorina e mi scopi.....
non esito' un secondo scendemmo dalla macchina ,mi appoggiai sul cofano della macchina ,a pecorina ,mi lubrificai il mio buchetto ,e gli dissi ora fai quello che ti pare.....
mi entro' dentro in un attimo ,e comincio' ad alternare colpi forti con colpi piu dolci ,mi teneva i fianchi con le sue mani ,e con voce eccitata riprese ad insultarmi ,io mi sentivo una troia in calore ,e cominciai ad urlare si scopami scopami scopami continuammo per minuti e minuti ,fino a quando usci dal mio culo caldo e comincio' a masturbarsi e di li apoco venne.... è stata un esperienza bellissima ,vorrei ripetere di nuovo .... ciao alicia
9
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago