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La mela del peccato


LA MELA DEL PECCATO





Eravamo lì, completamente nude, sedute in mezzo a quel grande letto matrimoniale, a ridere e scherzare come due ragazzine investite dall’euforia di voler provare un’esperienza nuova….quasi imbarazzate, nonostante la nostra profonda conoscenza reciproca, la totale complicità che caratterizzava il nostro rapporto da quando eravamo piccole, e nonostante la consapevolezza di aver annoverato il sesso tra le nostre passioni più grandi.
Sghignazzavamo per mascherare il senso di smarrimento che si prova nell’affrontare un discorso così intimo e fuori dai “canoni di comportamento della maggioranza delle persone”, almeno di quelli che vengono esternati e resi “pubblici” dalle stesse. Ma eravamo comunque su di giri, e la razionalità, che spesso ci riporta con i piedi per terra, facendoci attivare i così detti “freni inibitori”, era stata accantonata….quella era la nostra realtà…la realtà di quel momento, ed avevamo intenzione di godercela fino in fondo, mettendo da parte gli strascichi di quell’educazione autoritaria e prevaricatrice che aveva caratterizzato la nostra infanzia.
Finalmente eravamo riuscite a riunire i nostri mariti…per realizzare quello che ci sembrava il nostro sogno più grande: farci fotografare insieme, realizzare un servizio erotico nel quale il corpo e la mente delle due sorelline avrebbero fatto da protagonisti, sotto lo sguardo attento e, speravamo, intrigato dei nostri uomini.
Mio marito era stato felicissimo della mia proposta…”capirai, ha sempre nutrito un “debole sessuale” per la mia bella sorellina”, dicevo tra me e me…ed il pensiero di vederlo eccitato di fronte al suo corpo nudo, mi aveva sempre entusiasmata.
Iniziarono a scattarci delle foto, ciascuno con la propria macchina fotografica…
L’imbarazzo iniziale scolorì come per magia nel momento in cui cominciammo ad avvicinarci, per trovare una posa che ci permettesse di far immortalare entrambi i nostri corpi dall’obiettivo fotografico.
Le nostre schiene ora erano unite ed avevamo entrambe le braccia le une agganciate a quelle dell’altra, con il viso riverso dietro, ciascuna sulla spalla destra dell’altra, i piedi uniti, appoggiati sul letto, con le gambe semi piegate…sembrava volessimo fonderci in un unico essere, nudo, in cui la sensazione tattile era espressa dal tepore della pelle che emanavano le nostre schiene unitamente al leggero solletico provocato dai nostri capelli sciolti.
Per un istante tornai indietro nel tempo…mi ricordai delle volte che avevamo unito i nostri corpi, o perlomeno parte di essi, quando eravamo “piccole” e ancora non conoscevamo il significato profondo della parola “sesso”, ed agivamo istintivamente, così come hanno fatto molti fratelli e sorelle (per non parlare dei cugini/e…) . Mi ricordai in particolare di quella volta in cui, entrambe appena adolescenti, durante una vacanza, stavamo per addormentarci sullo stesso letto quando un impulso irrefrenabile ci fece abbassare il pigiama (iniziai io poi lei fece lo stesso). Senza dirci nulla ci mettemmo di schiena, in modo che le nostre natiche potessero sfiorarsi a vicenda…un ricordo che conserverò sempre dentro di me, per le emozioni tenere e genuine che ancora mi fa provare.
Gli istanti immortalati scorrevano con estrema naturalezza, così come lo erano i nostri discorsi, le nostre battute, le provocazioni sottili lanciate sui nostri mariti che continuavano ad esternare un imbarazzo deliziosamente eccitante (che perfide le donne……)
Fu proprio il loro imbarazzo che ci fece “cambiare programma”…le situazioni fotografate si fecero sempre più reali, ad ogni scatto la nostra temperatura corporea sembrava aumentare ogni volta che sfioravamo l’una il corpo dell’altra….iniziai ad immaginare quanto maggiore calore ci fosse nelle sue parti più intime…nella sua bocca, per esempio. Quella bocca che avevo osservato miliardi di volte, che mi aveva parlato, attraverso la quale la mia “sorellina” mi aveva confessato tutti i suoi “peccati”commessi, espresso i suoi pensieri più osceni, esternato le sue fantasie più estreme, al riparo dal giudizio degli altri…noi due, insieme, da sole, ci eravamo sentite totalmente a nostro agio e, soprattutto in pace con la nostra coscienza.
Il peccato…in quel momento era lei la mia “mela del peccato”, ed era lì accanto a me, riversa sul letto e perfettamente consapevole di quanto avrei desiderato possedere il suo corpo e la sua anima, a completamento naturale di un percorso di attrazione mentale tra due esseri che non può prescindere, secondo il mio punto di vista ed in base alle mie esperienze vissute, dall’unione fisica (almeno con il pensiero).
E…visto che l’occasione fa l’uomo ladro e la donna porcellina (rivisitazione pungente ma simpatica di un famoso detto popolare), colsi subito la palla al balzo.
Mi avvicinai a lei (che nel frattempo si era seduta e stava conversando con mio marito) da dietro, ed iniziai, senza proferire parola, ad accarezzarle i capelli biondi, sfiorandole con le mani il collo e le spalle che in un istante si coprirono di brividi. Afferrai al volo il “segnale” lanciatomi dal suo bellissimo corpo e mi abbandonai ai miei sensi…la girai e la baciai con passione, assaporando la sua saliva, frugando con la mia lingua per cercare la sua, per farle “sentire” il mio incontenibile desiderio nei suoi confronti . Gemeva mentre la baciavo, un gemito soffocato dalla mia bocca che stava possedendo la sua, la mia lingua che le stava scopando la gola, la mia voglia che stava penetrando la sua esclusiva (secondo lei) eterosessualità che invece, con questa esperienza, si stava tramutando in palese bisessualità.
Aprì le gambe ed iniziò a masturbarsi….i nostri mariti avevano già perso il controllo da parecchio, e se ne stavano lì con il loro cazzo dritto che spuntava dalle patte dei rispettivi pantaloni, accarezzato accuratamente dalle loro mani vogliose.
Ascoltavo lo sciacquettio provocato dalle sue dita che penetravano con vigore la sua virtù oramai completamente bagnata…non resistetti. La feci sdraiare nuovamente e le divaricai le gambe sollevandole con le mani…affondai la mia faccia nella sua fica depilata quanto basta per aver lasciato scoperto il clitoride, l’apertura del suo sesso e dell’ano. La sua vagina aveva un sapore delicato, per niente acidulo, come spesso accade durante i giorni di tempesta ormonale. Il suo piacere aveva una consistenza liquida, abbastanza trasparente, un po’ appiccicosa ed estremamente gradevole.
Le sue piccole “grandi labbra” si muovevano sollecitate dalla mia lingua, che raccoglieva il succo odoroso posatosi su di esse…contemporaneamente lei stuzzicava avidamente i suoi capezzoli con le mani che erano diventati sporgenti ed avevano assunto una colorazione più accesa, tipica della reazione da parte di quella parte del corpo alle stimolazioni esterne.
Ora volevo scoparla veramente….volevo che godesse del mio cazzo, del cazzo che non ho, di quel cazzo che avrei sempre voluto affondarle dentro.
Presi un fallo di gomma di grandi dimensioni…con la sua totale disponibilità, come quella donata mentalmente dalla cagnetta alla sua padroncina, lo affondai dentro di lei…ruotandolo lentamente, facendole prima riconoscere la parte del glande con il tatto della sua fica, per poi continuare ad inserire tutto il resto.
Non feci in tempo ad effettuare più di tre spinte che venne, accompagnando il suo orgasmo con delle grida acute e liberatorie che appagarono i miei sensi, nonostante non mi stessi procurando piacere fisico, ma stessi semplicemente godendo del suo….
L’orgasmo di mia sorella spezzò il silenzio di “quell’incestuoso rapporto sessuale” e ci fece tornare tutti e quattro “sulla Terra”…eravamo soddisfatti di quello che era accaduto, ed eravamo consapevoli, nessuno escluso, ma soprattutto noi due, che quello sarebbe stato solo l’inizio di un libro di cui avremmo avuto modo di scrivere molte altre pagine.
Decidemmo tacitamente di smetterla qui…e di continuare a fare foto.
“Come prima esperienza con la mia sorellina, poteva bastare…”, pensai tra me e me.
Lei la sua soddisfazione massima fisica l’aveva avuta….la mia invece, il mio orgasmo fisico, era rimandato alle prossime volte….
Il pensiero di riaverla ancora, ed ancora, ed ancora, godendo ogni volta di una situazione nuovamente stimolante stuzzicava la mia fantasia ed si fondeva divinamente con il mio concetto personale di erotismo e sessualità.

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