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senza1pensieri 36/36 y.o.
Couple
Bologna, Italy
Last visit: 16 years ago
Miscellaneous Fetish Cuckold Threesome Swingers

Il rientro

Le vacanze sono trascorse, ci siamo tenuti in contatto chiamandoci di
tanto in tanto e inviandoci messaggi stuzzicanti, accendendo l’uno all’
atro desideri irrefrenabili ed una grande voglia di possedersi ancora.
Sei venuto da me, ecco che attraverso la piazza: ho i capelli sciolti
che ondeggiano sotto un fievole alito di vento, e dai tuoi occhi leggo
la gioia nel rivedermi. Ti butto le braccia al collo e stringo il tuo
corpo contro il mio, il tuo profumo pervade le mie narici, mi è
mancato, mi è mancato il tuo corpo morbido e mi sono mancate le tue
teneri labbra che in questo momento si stanno poggiando sulle mie per
schiudersi tra qualche attimo in un avvolgente bacio.
È sempre bello rincontrarsi e riscoprirsi: “hai una nuova luce” mi
dici, ti chiedi cosa ho combinato durante le vacanze dato che al
telefono non mi sono sbottonata.
Stasera ho una gran voglia di parlare, ho parlato per tutta la cena
raccontandoti le piccole birichinate che ho fatto e tutti i desideri
che le tue chiamate mi hanno suscitato.
La serata sta giungendo quasi a termine, siamo in macchina e ci
dirigiamo verso casa mia, ti volti a guardarmi e noti il mio sguardo su
di te, la mia bocca raggiunge il tuo orecchio e sussurrando ti dico:”
non voglio andare a casa, dirigiamoci sui colli”. Senti la tua mano
poggiarsi sulla tua gamba, vicinissima all’inguine, senza pensarci due
volte ti dirigi verso i colli sperando di trovare al più presto una
stradina dove poterci fermare. La mia mano cerca il tuo pene, emetto
uno squittio di meraviglia sentendo la tua rapida erezione, lo stringo
attraverso la stoffa dei pantaloni, so di doverlo liberare al più
presto, e mentre i tuoi occhi cercano un posto adatto, scosti la mia
mano e fai scendere la cerniera, ma non basta, allora slacci la cintura
e sollevandoti calo pantaloni e boxer fino alle ginocchia. M’impossesso
del tuo pene con entrambe le mani, lo avvolgo, lo stringo, lo
massaggio. Ecco che la mia passionalità si impossessa di me, il mio
viso inizia a cambiare forma, non sono la Carla di qualche ora fa,la
mia bocca cerca la tua, ma devi guidare, allora esploro il tuo collo, i
guizzi della mia lingua ti fanno fremere.
Sbottono la camicia , l’apro, la spalanco, sei discinto e pressoché
nudo, fremi sempre più nel sentire la mia bocca scendere, appropriarsi
di un tuo capezzolo, suggerlo. E’ una cosa che ti fa impazzire e alla
quale non resisti, premi sul mio capo, non mi faccio pregare e scendo
rapidamente, il mio alito precede di poco il calore della mia bocca. E’
con sguardo smarrito, quasi disperato che cerchi una stradina,senti la
mia bocca aprirsi, scendere, ingoiarti, le mie labbra vanno su e giù
sul tuo cazzo. Ecco una strada sterrata, volti, è poco più di un
sentiero, i sobbalzi della macchina non fermano il mio fellatio, il
timore di lasciarmi sfuggire l’oggetto dei miei desideri mi inducono ad
aspirarlo, a succhiarlo quasi ne fossi affamata. Non so come hai fatto
a resistere sento che stai per raggiungere l’orgasmo tenti di fermarmi
ma continuo a suggerti, a far andare la bocca ed un sorriso malizioso
si posa sulle mie labbra quando sento lo zampillo colpire la mia gola,
sollevo il capo e con gioiosa meraviglia aiuto il tuo orgasmo menando
con la mano il tuo cazzo, la mia bocca cala, ti ingoia, risale, cala
nuovamente . . . So che ti piace la bocca in quegli ultimi movimenti,
accarezzi i miei capelli mentre succhio il tuo seme fino all’ultima
goccia. Dolcemente sollevo il capo e mi baci, nella bocca lo sperma ha
un sapore particolare, non ti vergogni di leccare le mie labbra
luccicanti.
Mentre mi raddrizzo sul sedile, scendi dalla macchina inciampando nei
pantaloni, li togli e ti strappi quasi di dosso la camicia, mi guardi.
Sei nudo, completamente nudo, il chiarore della luna piena rischiara la
radura di una luce pallida che permette di vedere ogni cosa, più in là
è ferma una macchina, le portiere sono aperte, la luce ne illumina l’
interno dove una coppia si è interrotta dal fare all’amore e i due sono
volti verso di noi e ci guardano. Scendo, faccio il giro della vettura
e ti vengo incontro. Resto meravigliata nel trovare il tuo pene ancora
semi eretto, lo prendo con entrambe le mani, lo massaggio in modo
talmente soave che acquista subito consistenza, guardo l’altra coppia
che rassicurata ha ripreso il suo piacere. Capisci che sono eccitata,
la possibilità di essere vista da estranei ha acuito la mia libidine.
Non mi oppongo alle tue mani che hanno iniziato a spogliarmi, lo fai
senza fretta con gesti lenti, quasi che il denudarmi facesse parte di
una liturgia.
Il luogo è deserto, gli unici rumori sono i canti delle cicale, vicino
a noi ci sono alcuni tavoli da pic nic dalle spesse assi di legno,
sembrano messe lì apposta per aiutare le effusioni degli amanti, l’ora
inoltrata rende estremamente remota la possibilità che qualcuno possa
disturbarci.
Prendi la mia mano e mi conduci verso uno dei tavoli, mi sollevi
facendomi sedere. Mi lascio andare sui gomiti e sollevo le gambe
poggiando i piedi ai lati del mio sedere. “Cielo quanto sei bella”
esclami, le tettine dai capezzoli tesi puntano in modo impertinente il
cielo stellato, la mia espressione di una dolcezza infinita contrasta
col mio sguardo di sfida. Cogli l’invito delle mie cosce che si aprono
e ti chini fra di esse immergendo il viso a gustare la mia figa, la tua
bocca la copre, la tua lingua entra in essa ad assaporare i succhi
della mia eccitazione, e le tue orecchie odono i miei gemiti di
piacere.
Ma un altro rumore copre la mia voce, quella della femmina che in
ginocchio sopra il tavolo accanto al nostro cerca di resistere alle
spinte del maschio che sopra lo stesso tavolo la sta prendendo alla
pecora, entrambi ci stanno guardando apertamente come a prendere spunto
dalle nostre evoluzioni.

Le mie dita si insinuano sotto la tua bocca ad allargarmi la vulva per
dartela aperta mentre con piccoli scatti del bacino vengo incontro alla
tua lingua. Il liquido asprigno che invade la tua bocca e che assapori
come fosse un liquore ti dice dell’avanzamento del mio piacere, anche
le mie grida ti dicono che manca poco . . . Il momento è troppo bello
perché termini così presto, scendi con la lingua seguendo i miei umori
fin fra le mie chiappette e quando con questa incontri le pieghine del
tuo buchetto contratto ti accorgi delle mani scese ad aprirmi le
natiche. Sono tutta un fremito, dalla mia bocca escono parole di
supplica, sto per venire. Risali a ritroso il cammino percorso, ora la
figa ha un sapore più intenso, con un movimento offro il clitoride alla
tua bocca, lo lecchi, lo mordicchi, lo succhi, mi muovo
disordinatamente come a sfuggirti ma le mie mani ti tengono premuto
contro di me . . . Urlo mentre mi inarco completamente, passi le mani
sotto il mio sedere e mi mantieni sollevata mentre banchetti con la mia
figa. Con un ultimo grido mi faccio pesante e vengo in spasimi che mi
fanno fremere. Lentamente riapro gli occhi ti guardo e ti sorrido, non
mi avevi mai vista così, ho un espressione diversa,di beatitudine,
felicità.
Ti avvicini al mio corpo sognando, insieme a me, i momenti di passione
che ci accompagneranno per tutta la notte.

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