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Fantasia \"dal medico \"
Mi piacerebbe venire in un ambulatorio medico, fuori orario magari di notte, e andare nel bagno della sala di attesa, finire di travestirmi e uscirne completamente troia di aspetto e nel profondo.....
mi siederei in sala d' aspetto... ad aspettare che voi decidiate come usarmi......
mi piacerebbe che nell'attesa..... mentre saro seduta e scosciata....o appoggiata alla finestra ......o chinata a raccogliere qualcosa...... o mentre sfoglio imbarazzata ma con l'acquolina in bocca un giornale porno che gentilmente mi avrete lasciato a disposizione tra i giornali della sala d'aspetto.......... gli infermieri mi facessero delle proposte oscene...... che si comportasseero come dei veri porci quando capiscono che una paziente è cosi troia da godere ad essere trattata come tale..... chei si avvicinassero a toccarmi il culo........o che mi facessero "arrossire" mostrandomi il cazzo fuori dal camice mentre mi vengono a comunicare che tra poco il dottore mi visiterà.... che mi passassero davanti con vassoi pieni di cazzi di gomma enormi o con frustini o creme lubrificanti che mi facciano gia immaginare coma sara la visita.
Io cerchero di essere piu troia possibile vergognandomi e imbarazzandomi per i modi con cui mi tratterete ma facendovi capire perfettamente che ho voglia di fare la troia... che ho voglia di cazzo....
Poi quando sarete pronti mi inviterete ad entrare in ambulatorio.....
io al cospetto del dottore saro ancora piu imbarazzata perchè gli infermieri continueranno a palpalmi il culo anche entrando e di nascosto del dottore..... io per l'imbarazzo non diro nulla e lascero fare per non creare casini e imbarazzi peggiori.....svicolero e mi siedero sulla sedia davanti al dottore che mi chiedera guardandomi anche lui con occhio da porco..... quali sono i miei sintomi.....
io iniziero dicendo che ho delle strane sensazioni ..... che ultimamente mi succedono cose strane ma che sono imbarazzata a parlarne di fronte ai due infermieri...... ma il dottore mi dra di non preoccuparmi sono personale fidato e serio...... ma mentre io iniziero a parlare loro non smetterannno di mostrarmi la lingua e il pacco di nascosto senza farsi vedere dal dottore
Io comincero a dire che sempre piu spesso mi succede di avere degli attacchi di eccitazione irrefrenabile che mi spingono a comportarmi come una puttana in qualsiasi luogo mi trovi......e che questo mi stava causando dei seri problemi ....dato che l'ultima volta mi sono fatta sbattere da quattro magazzinier in un supermercato col rischio di essere vista da tutta la gente e denunciata per atti osceni
Gli infermieri a queste parole si faranno ancora piu audaci......e il dotttore mi ordinera di spogliarmi e di mostrargli i sintomi per bene .....di fargli vedere quali sono le cose che faccio ......... come mi muovo quando mi prendono questi attacchi.......e quindi a che stadio si trova la malattia
io mi spogliero dei gia succinti abiti via la minigonna con fare da troia mostrando bene il culo sia al dottore che agli infermieri...... via anche la camicetta ....... restero davanti a voi in calze reggicalze tacchi alti reggiseno e perizonma.....
e continuero a spiegare che a volte mi succede di avere voglia di mostrarmi in pose oscene al primo maschio che capita e cosi mi abbassero a raccoglire qualcosa per mostrare cosa mi capita
poi diro che sempre di piu la voglia mi assale e che a volte ad esempio quando vado al mare mi metto alla pecorina senza mutande davanti a dei maschi sperando che mi dicano o mi facciano qualcosa
e mi mettero alla pecorina sul lettino del dottore ansimando e muovendomi come una vera troia eccitata
e diro al dottore che anche adesso sono vittima di un attacco e che se mi vuole esaminare da vicino sono a sua disposizione.....
il dottore con uno sgiardo agli infermieri dira .......verificate lo stato di eccitazione della signorina
loro si avvicineranno e prenderanno il vassoio cono i cazzi di gomma e me lo porgeranno
e mentre io mi affrettero a prenderne uno in bocca facendomi vedere vogliosa come una vera vacca....loro inizieranno a sculacciarmi e a palparmi il culo .... in bella mostra data la posizione
constatando che qualsiasi cosa loro faciano io continuerò a gemere e a dire "ssssiiiii vede..... è cosi che sono troia dottore".....prenderanno del lubrificante e mi ungeranno bene il culo infilandoci ogni tanto senza riguardo ...come dei veri porci anche due tre dita
io gemerò e mi muoverò come una baldracca in calore e inizierò a chiedere "cazzo cazzo voglio il cazzo"
e cosi il dottore che fino ad allora era rimasto serio ad osservare cambierà completamente tono dicendo
"Va bene signorina o forse dovrei dire brutta zoccola troia rottainculo la sua malattia è molto avanzata e per il suo bene dovremo farle un trattamento intensivo....... ora " -e da qui iniziò a darmi anche del tu-" io e i miei
infermieri ti chiameremo e ti tratteremo come una puttana del tuo calibro merita ......ti faremo sentire la piu troia delle puttane ...... dovrai dire basta perchè avrai tanto cazzo da nausearti......ti rimarrà l'odore di cazzo addosso per una settimana... e non ne vorrai piu per un mese....... solo allora, prima di altri attacchi, tornerai da noi per un altro trattamento"
e cosi dicendo tirera fuori il suo cazzone smisurato e mentre un infermiere mi infilerà un cazzone di gomma nel culo lui mi prenderà la testa e mi ficchera tutto il cazzone in gola fino alle palle soffocandomi per qualche istante e dicendomi " ecco zoccola......è cosi che devi essere troia.... piena di cazzo in tutti i buchi........" e ancora giu in gola...... togliendomi il fiato .......mentre anche gli infermieri si tireranno fuori il cazzo e continueranno a farmi il culo rosso e bollente con le sculacciate e ad allargarmelo col cazzo di gomma....
Saro troia ed eccitata come mai e appena il cazzone del dottore, padrone della mia bocca, me lo permetterà chiedero di trattarmi come una troia .......che sono una zoccola rottainculo....che vofglio cazzo cazzo e ancora cazzo
e cosi farete di me quello che vorrete .....mi faro inculare in tutte le pose e a turno da tutti e mi potrete vedere anche con i cazzi di gomma piu grossi ben piantati nel culo......faro bocchini ingoiando i vostri cazzi fino alle palle ..... mi sborrerete in faccia e addosso ... mi insulterete...mi sculaccerete....mi tratterete come la vostra schiava di sesso.... mi piscerete addosso in faccia e magari anche in culo a cazzo dentro
saro cosi troia e aperta per voi ...che mi metterete anche due cazzi in culo contemporaneamente mentre un altro mi scopera in bocca a tutto cazzo..... e godrete come dei porci facendomi sentire una vera bagascia nata per essere fottuta da tutti i cazzi del mondo
insomma eccomi
se la cosa vi eccita fatevi sentire
non vedo l'ora di poter essere la vostra troia
Mikela Bonetto
7
5
17 years ago
MikelaTrav,
39
Last visit: 13 years ago
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La cuoca, sigarette, freddo e delizie....
Quei giorni, me li ricordo freddi, pieni di neve. Era proprio quello che si dice un tempo da lupi. Dove eravamo andati noi, tra l’altro i lupi c’erano veramente. Eravamo partiti tutti insieme con dei miei amici, per un convento dalle nostre parti. Dovevamo rimanere lì, qualche giorno, in ritiro. Era dicembre se non ricordo male. Ci avventurammo con una macchina l’unica che avevo allora, dove, dal riscaldamento entrava una puzza di benzina incredibile, il tubetto del carburatore schizzava a più non posso e che faceva i suoi trenta, quaranta dignitosi chilometri all’ora in salita, ma tutti stavamo con una voglia matta di passare un po’ di tempo insieme.
Ci avventurammo per la stradina di montagna, tra le curve, e i ghiacci. Fortunatamente era passato lo scanzaneve. Dopo qualche traversia, soste di raffreddamento motore e svariate pause goliardiche, arrivammo nel paesino. Praticamente era disabitato, non un’anima viva a cercarla casa per casa. Eravamo fermi davanti al convento che si estendeva tra corridoi e giardini e bosco, quasi da un lato all’altro del paese.
Gli altri arrivarono in serata, qualcuno già ci aveva preceduto. Non eravamo molti comunque e ci conoscevamo tutti.
Quando entrammo ognuno si sistemò in una celletta di frate singola. C’era un materasso e basta. Lenzuola, copri-cuscino, tutto da casa. Un lavandino per stanza, con l'acqua calda, una piccola scrivania, una lampadina per il comodino e quelle coperti marroni militari, ruvide e pesanti, in quantità smisurata.
Col freddo che faceva, poi, capimmo perché.
Ero tutto eccitato, me ne gironzolavo tra i corridoi. Mi affacciavo di cella in cella, facevo gli scherzi. Il padre superiore che ci accompagnava, mi dava qualche sberla, bonariamente!
Andai ai piani di sotto, dove c’erano le cucine, la sala per la ricreazione, lo sgabuzzino. Insomma, mi misi ad ispezionare tutto. Mi perdevo tra corridoi e cunicoli. Il freddo intorno, la neve ovunque.
Sentii da lontano il “campanello” che suonava, praticamente una fune legata ad un campanaccio. Mi precipitai verso la grande porta d’ingresso. Vennero pure gli altri per aprire e per accogliere gli ultimi arrivati. Per aiutarli a portare i bagagli, per accompagnarli.
Lì, quasi ci si perdeva.
Al solito si disse: “Ciao”, “come va?” e tutte queste belle cose.
- Non chiudete! – disse uno – c’è ancora qualcuno fuori, forse la cuoca.
La conoscevo già la cuoca! Scontrosa, bruttarella, nel senso di: priva di ogni gusto, annoiata.
Non esistono donne brutte, esistono donne che non sanno capire la loro bellezza.
Che palla, tutte le volte. Era peggio lei che il padre superiore.
- E’ nuova – mi dissero.
Mi fermai, e tornai sui miei passi. “Nuova?” pensavo. E sinceramente la cosa mi incuriosiva.
Uscii per aiutare quella sconosciuta che già mi incuriosiva. Non so perché. Mi immaginavo una novità, e speravo sinceramente che lo stile di quella cuoca nuova non fosse lo stesso della vecchia. Mentre uscivo, sulla porta incontrai una ragazza, meravigliosa. Ci salutammo tra le righe perché non ci conoscevamo.
Mi tirai di lato per farla passare col suo borsone.
“Cazzo!” pensai, e ripeto, “cazzo”, ma andai avanti lo stesso. Probabilmente era qualche amica di una nostra amica.
Lì per lì, però, era un’altra la persona che mi interessava. Arrivato fuori, non vidi nessuno. Dove stava la cuoca nuova?
Mi voltai indietro, e vidi di nuovo quell’angelo con la borsa in mano che mi guardava e mi diceva: - scusa, ma si deve chiudere? –
Io ovviamente stavo come un ebete che la guardavo.
“Scusa si deve chiudere?” pensavo tra me, “cioè” mi dicevo “tu sei un angelo e mi stai parlando?”. Cazzo che botta!
Qualc’un altro rispose per me!
Avevo collezionato la mia prima figura di merda, ma sapevo che gli occhi che mi avevano fulminato sul portone e la cuoca nuova erano la stessa persona.
Da brivido…
Poi, mi misi a pensare. “Tu”, mi dicevo “con una così! Non ti montare la testa!”
La guardavo da dietro, lei, così spensierata, a tratti seriosa, che rideva alle battute degli altri, ma senza scomporsi anche per fingere un po' di distacco, che si faceva guidare tra i corridoi. Poi, lì per lì ci perdemmo di vista nel generale trambusto.
Ognuno per i fatti suoi. Riunione generale, direttive, spiegazione delle regole e via dicendo.
Nei giorni successivi, ci conoscemmo meglio, ma sempre in generale e sempre in mezzo agli altri. Credo che avessi già qualche rivale, ma non mi davo per vinto.
Una sera, forse la seconda, avevo finito le sigarette. Io, si fumava di nascosto. Avevo dei riti che rendevano tutto meraviglioso. Le regole ferree del convento il controllo del padre superiore, rendevano tutto molto intrigante. Ogni piccolo gesto di trasgressione, diventava una grande avventura.
Cominciammo a trasgredire io e la mia bella, quando a tavola ci guardavamo negli occhi o facevamo gli stupidi col sale o le oliere, a carezzarci la mano, a mandarci segnali.
Ero stracerto, che lei avesse delle sigarette. Avevo notato qualche sua sparizione, un appartarsi nascosto.
Quella sera insomma gliele chiesi.
- Mi sono portata una stecca – mi disse.
“Una stecca?” pensai tra me e me “tu così spavalda, così birichina, tu sei la donna che volevo”.
Seppi rispondere soltanto: - grande, sei stata proprio intelligente!
Classica risposta da cretino.
Credo che avevo collezionato la mia seconda figura di merda.
Il termometro delle possibilità andava su è giù ormai, impazzito.
Non so come, ma mi coinvolse in una confidenza molto più grande di quella che mi aspettavo. Avevamo il nostro segreto adesso, il nostro segreto, capite?. Non farci scoprire, tenerci per noi le nostre cose.
Alla sera, dunque appena possibile, correvamo fuori, attraversavamo il chiostro e andavamo su per certe scale, al buio, in una stanzetta con la porta aperta. Avevamo scoperto tra l’altro che un muro era caldo, perché corrispondeva dall’altro lato, secondo noi, a due termosifoni che stavano in un bagno e quindi nel corridoio.
Lì, non so come, ci tenevamo a volte abbracciati, ci tenevamo le mani, per stare caldi, ridevamo di stupidaggini senza senso. Si stava così, viso a viso, a sentirsi il respiro l’uno dell’altra.
Non so perché s'era creata fra noi questa cosa di starcene così vicini.
A volte, me la stringevo a dosso un po’ di più, a lei si vedeva che le piaceva, la sentivo sinuosa, nervosa. Aveva qualche anno più di me, ma eravamo come cretinetti, tutti e due.
Non so, ma forse questa era la parte più bella della giornata. Sentirsi quel corpo, sinuoso e nervoso addosso, quel tirare il naso insieme per il freddo.
Ci eccitavamo a vicenda in modo più o meno velato, ci stuzzicavamo praticamente fino all’accesso. Strofinarsi sul collo, baciarsi sulla punta del naso, sul collo, leggermente…
Durante il giorno eravamo irreprensibili. A volte anzi ero perfino triste, quando non mi considerava, ma lei era molto più furba di me, che già davo su di giri.
Una sera, non mi ricordo quale, di sicuro l'ultima per lei, comunque quella in cui, in casi come questi ti giochi il tutto per tutto, eravamo andati al nostro momento di giochi. Praticamente farci una fumatina era diventata una semplice scusa. Ci strusciavamo. La regola era: vietate le mani.
Non l’avevamo mai detto, ma in pratica era sott’inteso.
Non so se riesco a rendere, la sensualità, la perversione, ma anche l’eccitazione che si nascondeva in quel gioco. La vostra esperienza, potrà aiutarvi a capire meglio.
Quella sera però, feci il bastardo. Mentre lei era vicino a me, guancia a guancia, quindi figuratevi l’eccitazione che colava da tutte le parti, mi misi con la mano in giù davanti a me. Nel frattempo, sentii che lei si spingeva sul mio cazzo, perché lentissimamente, se lo appoggiava addosso, come per sbaglio.
Io cercavo di indurirlo ancora di più quando si appoggiava.
Il gioco era: fare certe cose, ma come se non le avessimo fatte per niente.
A farla breve, la mano la misi dove lei si aspettava di trovare il mio coso.
Si spostò un pochino in avanti. Non trovò il cazzo che l’aspettava, ma la mia mano. Dentro di me facevo calcoli di misure e distanze, fanno ridere queste cose, forse!
Credo che ci presi abbastanza bene, perché colsi abbastanza vicino al clitoride. Me ne accorsi perché lei sussultò un pochino. Non si ritrasse però, perché era così eccitata.
Cominciai ad insistere sul collo. Lei mi abbracciò intorno con le braccia. Mi sentivo le tette addosso. Pareva una botta di allucinogeni. Prendemmo a baciarci.
Con l’unghia del pollice scorrevo sui suoi jeans, sulla fica, da sopra a sotto, e viceversa, cercando di creare una leggera vibrazione che la faceva eccitare ancora di più.
Era quel raschiare sui pantaloni che la eccitava, e io lo sapevo.
Capii che eravamo al limite quando sentii la sua mano che spingeva la mia sul suo buchetto.
A fatica ci dovemmo separare perché qualcuno poteva sorprenderci o comunque cercarci.
Ci vergognavamo tutti e due di guardarci, ma eravamo pazzi, come ubriachi delle gioie che ci eravamo date e di quelle che ci volevamo ancora regalare. Era come un calore, che ci travolgeva, una passione che ci aveva preso. Volevamo tirarci indietro, ma ci guardavamo e ci dicevamo che saremmo andati fino in fondo. Quel nostro guardarci, quel nostro desiderarci, non ci bastava più ormai. Eravamo l’uno dell’altro senza freni. Mi sentivo le labbra calda di lei su di me, il suo sapore sulle mie labbra. Avevo addosso una specie di tremore, come quando ti capita un'esperienza da pazzi.
Ci dicemmo che quella notte ci dovevamo vedere. C’eravamo detti, “per parlare”, entrambi sapevamo che avevamo addosso una voglia matta di fare l’amore. Ci nascondevamo le cose, ma ce le dicevamo chiaramente.
La sera, tirammo il più possibile, ma in genere si andava al letto molto presto perché gli orari erano abbastanza ferrei.
Eravamo tutti nelle nostre cellette. Lei chiese, come c’eravamo detti già, al padre superiore, visto che comunque lei non stava con noi il giorno di poter rimanere ancora per aggiustare la cucina. Non ci furono problemi.
Da parte mia, corsi subito in camera, accostai la porta, ma non serrai il chiavistello. Spensi la luce, ed attesi che finisse il via vai nei bagni, che tutte le luci si spegnessero nelle stanze, e che ogni abitante del convento fosse nel suo letto.
Le porte erano alte un paio di centimetri da terra ed erano tavoloni, non porte, quindi ti potevano sentire benissimo.
Dovetti aspettare ancora un po’.
Uscii fuori, nel buio del corridoio, e accostai la porta dietro di me.
Era il buio totale, ovunque. Le celle erano sistemate sui due lati del corridoio che da una parte era chiuso. Dall’altra in fondo c’era l’uscita. Lì c’era la stanza del superiore, che stava con le orecchie alzate sveglio fino a tarda notte nei suoi studi, sensibile ad ogni tremore.
Ci misi un eternità per attraversare tutto il corridoio. Scarpe in mano, scivolavo solo con i calzini, a tentoni, nel buio totale. Solo uno starnuto poteva tradirmi. Quando fui davanti alla stanza del superiore, avevo il cuore a mille.
“Se mi becca ora sono fottuto” dicevo tra me e me.
Non si sentiva un solo fruscio, solo qualcuno che dormiva. A tentoni, scesi la scala di pietra che sbucava su un lato della cucina. Mia unica guida la lucetta rossa dell’interruttore della luce scale, in fondo.
Praticamente in preda a mille sentimenti, agitazioni, eccitazioni, mi feci quella discesa.
Quando arrivai al piano di sotto, lei era lì che stava veramente mettendo in ordine la cucina. Me la guardai prima sulla porta, non mi aveva sentito. La abbracciai da dietro, mentre si accorgeva che andavo da lei. Subito fu un baciarci a fior di pelle.
Parlavamo a voce bassa. Quel solo bisbigliare, bastava ad eccitarci, quella situazione, così pericolosa era l’estrema punta di una passione che ci stava travolgendo.
Andammo poi, oltre il salone dove si mangiava, ci chiudemmo alle spalle una porta. Poi ci trovammo in una stanza attigua, dove stava un ripostiglio. Un grosso tavolo appoggiato al muro, armadi strapieni di coperte e naftalina, pentole, libri, sedie ammucchiate, le lampade dei comodini mezze arruginite, reti del letto, stoviglie, di tutto di più. Accendemmo la luce.
Avevamo paura di essere scoperti, la porta era a vetri e da fuori si vedeva. Attaccai una lampada del comodino alla presa e ci gettammo sul pavimento sotto il tavolo, ma la luce era comunque forte.
Lei disse che era freddo.
“Cazzo” pensai nuovamente “qui va a finire che non si fa nulla”.
Presi le coperte, e le misi sotto di noi. Quel freddo pavimento ora diventava caldo, morbido addirittura.
Qui mi riconosco una trovata geniale. Misi tutt’intorno al tavolino le altre coperte. Fino a toccare per terra. E' una mia tecnica sviluppata negli anni, davvero consigliata. E si creò come una piccola stanzetta con la lampadina dentro. Cominciò addirittura a fare un po’ caldo.
Una cosa è sicura, giusto per fare una battuta: eravamo ricoperti tutti da queste cacchio di coperte marroni che erano divenute una ossessione, tipo in certi racconti di Ionesco, per chi li conosce, o qualche suggestione alla Hitchcok.
Parlammo tutto il tempo, come matti, un po’ ci tenevamo stretti, un po’ parlavamo. Era un continuo toccarsi. Spogliarsi lentamente, sempre con maggior foga.
Il mio dolce amore, si abbandonava fantasticamente.
Era difficile stare seduti per via che ti sbatteva la testa sul fondo del tavolo. E si stava l’uno di fianco all’altro. La luce della lampadina la misi dietro un risvolto della coperta. Legammo la lingua, l’uno con l’altra. Le mani si muovevano su le strade che tracciava la nostra fantasia. La lingua tracciava sui nostri corpi le vie più brevi per darsi il piacere.
La strinsi con la schiena appoggiata su di me, circondai i suoi capezzoli di carezze e mi feci aiutare dalle sue mani. Poi tenendola ferma sul collo giunsi tra le sue gambe e finalmente cominciò a mugolare di brutto
Si ruppe un po’ la timidezza. Si scatenò un senso di perversione quasi inaspettato. Mentre ci baciavamo le dita scorrevano tra la sue coscie, sul suo succo profumato e oleoso.
Anch’io volevo la mia parte.
Le dovetti spingere un po’ la testa per darle coraggio. Poi continuò da sola. Forse senza tanta bravura, ma certo con un fascino senza limiti. Le tenevo la testa. Poi gliela alzavo, glielo toglievo dalle labbra e le dicevo che era bellissima. Lei mi guardava soltanto. Poi , tenendolo in mano glielo respingevo dentro, di lato.
Me la guardavo tutta, appoggiata su di me e accovacciata sulla sua gamba. I capelli di lato, per nascondermi quello spettacolo.
Divino cazzo.
Era eccitatissima. Spensi la luce.
Ci possedemmo a vicenda, lentamente, a colpi ritmati, gustando tutto, a fondo. Ci parlavamo bisbigliando, commentando quasi ogni movimento.
Non avevamo il coraggio di allontanare il nostro viso, l’uno dall’altro, anche se era buio.
Lei si girò da sola, si mise in ginocchio con le gambe molto aperte, le braccia un po' allungate in avanti. Rimanemmo a lungo in quella posizione.
Mi chiedeva di venire, ma era bello tirare il più possibile. Quando fu sopra di me, (tra varie testate) era irrefrenabile, e dovetti stringerle la bocca col palmo della mano, per non far sentire il mugolio dell’orgasmo che la stava circondando. Bella tesa, sudata, scatenata a tratti.
Io non volli che continuasse.
Riaccendemmo la luce. Come si diceva in un opera che ora non mi ricordo, era una rosa sbocciata, e il suo viso era adesso d’un candore celestiale. Le strinsi la testa col braccio e mi toccai davanti a lei. Lei diceva che non l'aveva mai visto fare così, e che così da vicino. Questo credo eccitasse entrambi. Le avvicinai un po’ il viso quando venni. Non riuscivo a chiederle di prenderlo sul viso. Quando le arrivò qualche goccia che non si aspettava tremò un po’, ma poi rimase come estasiata. Era un ghiaccio da rompere quello.
Quando la guardai era ancora eccitata. Tornammo a baciarci a toccarci. Quando riuscii ad andarle sopra, cominciai a baciarla con più furia, fin sul ventre. Lei capì che volevo leccarla. Mi strinse la testa con le mani, per impedirmi di scendere. E mi tirava verso l'alto., ma senza troppa convinzione. Figurarsi se mi fermavo.
Dovetti accorciare i tempi di discesa, e prenderle subito il clitoride tra le labbra. Si sciolse subito, com’è naturale. E cominciò essa stessa ad aprire le gambe. Con l’aiuto delle mie dita dentro di se, venne come non mai, dico, come non mai cazzo!
Se poteste immaginare quanto fosse graziosa, un po’ inesperta, ma calda, pronta…Bisognava cacciarglielo quello che voleva.
Chiuse le gambe subito, quando venne, come si vergognasse, per tenermi abbracciato.
E dico, quell’abbraccio cosa mai poteva sostituirlo? Cosa?
Le sue labbra diedero pace ai miei sensi. Operava con più disinvoltura adesso, con più spigliatezza, ma era una cosa fantastica. Ragazzi, cazzo e dico cazzo!
Quanto tempo rimanemmo così a guardarci? Non lo so. In quel tempo che non era più tempo, in quell’atmosfera che era mondo in un mondo dove vivevano tutti gli altri esseri umani. Noi che per quel tempo, c’eravamo fatto il nostro mondo e ce l’eravamo goduto fino alla fine.
Per un momento se ne era andata ogni più piccola sbavatura di QUESTO mondo. Quello stare l'uno con l'altro, liberamente, senza vincoli, in un intesa che non voleva finire mai, avevano aperto davvero le porte a quell'angolo d'universo ove tutte le creature possono davvero toccare la felicità.
Il giorno dopo, solo io e lei avevamo il naso chiuso! OOppppSSSS!!!
Un saluto a tutta la comunità. A presto ragazzi, ciao!
[email protected]
6
0
17 years ago
rico819,
26
Last visit: 12 years ago
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La nostra prima volta con.........(seguito)
L'eccitazione aveva preso il sopravvento, le nostre fantasie, mai realizzate e coltivate per tanto tempo, erano, finalmente, diventate
realta'.
Una realta', che andava oltre ogni previsione, a portata di mano,
cazzo e fica, avevamo oltre una coppia, molto calda, anche la loro
amica, un trio esplosivo, molto esperto in materia di sesso.
I gemiti, i sospiri, erano diventati sempre piu' intensi, il mio cazzo, sempre piu' duro, stava esplodendo, fortunatamente, mia moglie
Lucia, mentre io continuavo a scavarle con le mani la fica, tutta
bagnata di umori, lo tiro' fuori e con rabbia ed eccitazione, comincio'
a menarlo, sempre piu' forte.
Il gioco, piaceva a tutti, ma bisognava andare oltre, ci penso' Olga,
che da vera padrona di casa, con una mano, s'introdusse tra le
mutandine di mia moglie e assieme alla mia, comincio freneticamte ad accarezzarla, un intreccio di dita, erano impegnate in quella passera, che, per la forte eccitazione, scoppio in un lungo ed intenso orgasmo.
L'invito di Sandro a consumare la cena, risulto' vano, c'era troppa
fame di ben altra carne!
A quel punto, mentre Sandro e Tiziana, erano impegnati, a terra,
sui tapperi, in un succulento 69, Olga, come un'affamata, si mise in ginocchio e con la bocca, volle gustare e leccare tutti gli umori, che
quell'orgasmo esplosivo, aveva generato in mia moglie.
Mi spogliai del tutto e posizionandomi, dietro Olga, cominciai ad
accarezzarle le natiche, un culo stupendo, era spalancato, pronto per essere inculato.
Dilatandolo, lo leccai, con intensi colpi di lingua, lenti e forti allo
stesso tempo, con lo scopo di lubrificarlo al massimo, mentre con le dita le accarezzavo la fica, tutta depilata.
Olga, era al massimo dell'eccitazion, mi imploro' d'incularla, voleva il cazzo, le mani non le bastavano piu'!
L'accontentai, alternando colpi intensi, lenti e violenti allo stesso tempo, con questo ritmo, riuscii ad infilarle il cazzo tutto nel
deratano, si dimenava come un ossessa, con lo stesso ritmo
slinguava mia moglie, che in preda forte eccitazione, urlava dal
piacere,, invitandomi a venire e sborrare tutto il mio seme nel culo di Olga.
Quei corpi, quelle immagini, quell'atmosfera, quel culo, il vedere mia moglie al culmine dell'eccitazione, all'estasi, erano emozioni
intensissime che mi procurarono, un godimento grandissimo, bestiale, mai provato prima, sborrai tutto il mio piacere, nello sfin-
tere, dilatato all'iverosimile, con fiotti d'intenso sperma.
Mia moglie, si divingolo' dalla lingua di Olga , e alzandosi afferro' il mio cazzo, ancora duro, e incomincio' a.....
11
4
17 years ago
renzo1e1lucia188404,
70/70
Last visit: 11 years ago
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Il progetto (1° parte)
Il Progetto (1° Parte)
Mia moglie, quel giorno tornò sconvolta . Era tutta rossa in viso ed aveva anche un po’ i capelli scompigliati. Appena arrivò in ufficio si diresse alla macchina distributrice d’acqua e bevve un lungo sorso.Io la guardai un po’ stupito,poi ripresi il mio lavoro,stavo realizzando un progetto abbastanza importante,che forse avrebbe potuto cambiare le sorti della nostra azienda,e forse della nostra stessa vita.
“Caro………..” mi disse “come sai oggi dovevo incontrarmi con l’Ingeniere xxxxxxxxxx,”
“Infatti….” Risposi Io “……..ebbene..?” Le chiesi senza distogliere gli occhi e l’attenzione dal mio progetto.
“Ebbene…..” continuò Lei “..ebbene,dopo che gli illustrato tutto il nostro progetto e chiesto le basi finanziarie indispensabili per il finanziamento lui è rimasto un po’ perplesso,ed ha iniziato a tergiversare,dicendo che di progetti come il nostro ne ha pieni i cassetti,ed anche se riconosceva che era un progetto interessante,ancora non riusciva a vedere,diciamo,il proprio rendiconto personale…….”
“Che bastardo…”risposi
“Eh si proprio un bel bastardo…” rispose lei e da come lo fece io la guardai e lei continuò
“Io,per il bene della nostra azienda ho insistito,perché so quanto vale il nostro progetto ed i significato che può avere per te……..,per la nostra vita…….,per la nostra azienda…………”
“E.quindi……”dissi io
Devo premettere che mia moglie è una donna attraente,arguta e molto intelligente,è bionda e cosa che mi fa veramente impazzire,ha una quinta magnifica,che tette,anche il culo non è male.Io nelle mie fantasie sessuali,anche per ravvivare un po’ il nostro rapporto,sono 20 anni che siamo sposati,due bellissimi bambini,ci siamo sposati giovanissimi,io 25 lei 23,fantascico dicendole che mi piacerebbe vederla alla presa con altri cazzi,anche di dimensioni più imponenti del mio.Lei mi ha sempre detto che uno è più che sufficiente e che non ha bisogno di altro e che le mie sono fantasie da pervertito.Una volta,tornando da una cena di lavoro,i bimbi erano dai nonni,in una famosa città d’Italia,notammo l’insegna pubblicitaria di un night club con privè.Io le proposi di andare dare un’occhiata,solo per curiosità.Lei non ne voleva sapere,solo dopo mille e mille insistenze sono riuscita a convincerla,ma fu molto serafica.Non ti mettere in testa strane idee o creo un casino tale che neppure te lo immagini.Conoscendola capii che non potevo rischiare.Una volta entrati ci guardammo un po' intorno.l'atmosfera era molto soft ed il locale molto carino,ci dirigemmo verso il bar ed ordinammo due sorbetti.La gradazione era leggermente alcolica,anche mia moglie me lo fece notare.Dopo poco ci avvicinò un signore distinto sulla sessantina ben portati,molto elegante e gentile,ci disse essere il gestore del locale e ci chese se era la prima volta che frequentavamo un locale di quel tipo.Io risposi che naturalmente era la prima volta e che eravamo un po' curiosi.Mia moglie sorseggiava il suo liquore guardando di sott'ecchi pra me,ora questo distinto signore.Dopo esserci liberati dai soprabiti,il gestore fece i complimenti a mia moglie,effettivamente stava veramente bene in quell'abito da sera,nero con gonna e giacca leggermente a “V” con uno scollo abbastanza generoso appena velato da un top nero semitrasparente che per tutta la serata mi aveva eccitato e che ora il gestore sembrava notare con soddisfazione.Ci fece notare i divanetti,quelli son divisorie per i preliminari del privè e poi ci disse che salite le scale c'erano delle stanze alcune con delle ampie finestre per poter osservare,altre decisamente più riservate,per i divertimenti un po' di tutti i gasti.Il tipo ora si era fatto vicino a mia moglie e cingendole i fianchi,sfiorandole il seno ci condusse ai divanetti.Duarnte il percorso,incrociammo lo sguardo di diversi uomini,anche di alcune donne.Sempre molto soft,con la coda dell'occhio vidi che il gestore non disdegnava di sfiorare e di ammirare il seno di mia moglie,la quale sorseggiava il suo liquore senza dar segni di impazienza.Ci accomodammo ed anche qui lo sguardo lungo del gestore cadde sullo scollo di mia mogliee ci spiegò che le prime conoscenze avvenivano proprio su quei divanetti e si gestiva la cosa come meglio si riteneva,da un'abile conversazione oppure a qualcosa di più intrigrante.Dopo poco si alzò diede un bacio sulla guancia a mia moglie e secondo me si soffermo un po' troppo sul collo e forse le sussurrò qualcosa all'orecchio,io chiesi ma la sua risposta fu che il tutto era frutto della mia immaginazione.Allora io presi a baciarla sul collo ed appoggiai la mano sulla sua coscia,risalendo piano piano sotto la gonna,mia moglie sorseggiava il suo liquore e si affusolava,io arrivai con la mano alle culotte,mia moglie le adora e li mi accorsi di non essere solo.Un'uomo sulla cinquantina,anch'esso molto elegante,brizzolato,stava risalendo l'altra coscia di mia moglie fin sotto la gonna,lei mi guardò intensamente e poi mi baciò e limonammo quasi come due adolescenti,sentii la mano di lui arrivare dove era la mia e continuare a risalire fino alle tette,dove la insinuò nella giacca iniziando a palparle e giocerellare coi capezzoli.Era la prima volta che mani diverse dalle mie esploravano il corpo di mia moglie,la quale abbandonò la testa all'indietro e io mi tuffai sul suo bellissimo collo,aprendogli un po' di più le coscie,palpandole la figa con più decisione,mentre l'ospite continuava a palparle le tette ed anche lui la baciava sul collo.Vidi lui poi prenderle la mano ed appoggiarla sul suo pacco,lei rimase un'attimo ferma e poi iniziò a strusciarlo,fino a fare dei movimenti molto eloquenti,come una sega,allora io le spostai le culotte e con un dito la penetrai,lei sussoltò,ma era fradicia di umori ed aveva il respiro affannato,lui si abbassò la cerniera e liberò il suo cazzo veramente notevole.Lei abbassò un attimo gli occhi e poi lo afferrò ed inizò a segarlo dolcemente.Un altro uomo si era avvicinato da dietro i divanetti ed aveva già estratto il suo cazzo duro e lo strusciava sulla guancia di mia moglie che aveva sempre la testa all'indietro sulla spalliera del divano,anche io mi ritrovai questo cazzo a pochi centimetri e mi ritrassi.Mi alzai e lo spettacolo che vidi mi lascò a bocca aperta.La mia adorta mogliettina era seduta su un divano di un privè,con la testa all'indietro,con un perfetto sconosciuto che le stava palpando le tette e leccando il collo,con un altro che le strusciava il cazzo duro sul viso ed un altro che aveva preso il mio posto e che ora le allargave le cosce,le spostava le culotte ed iniziava a leccarle la figa,mia moglie aveva il respiro affannato,si vedeva il ritmo delle sue tette magnifiche alzarsi ed abbassarsi e quando disciuse la bocca per il godimento,il tipo che le strusciava il cazzo sul viso lo infilò e lei iniziò un pompino da favola.Avevo il cazzo di marmo.
.............(continua)..............
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17 years ago
admin, 75
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La giovane cognatina
Visti i numerosi impegni di lavoro, io e mia moglie, abbiamo deciso di affidarci ad una collaboratrice domestica per le pulizie di casa (almeno per una volta la settimana).
Abbiamo calcolato bene la spesa e ci siamo dati dei limiti, non essendo ricchissimi, quindi abbiamo iniziato ad incontrare persone che rispondevano al nostro annuncio sul giornaletto locale.
Nessuna però ci accontentava o per il volto poco rassicurante o per gl'orari che non ci andavano molto bene.
Noi volevamo una persona per il fine settimana o in un giorno in cui potesse esserci qualcuno in casa, perchè non ci si fidava a lasciar una persona sconosciuta in casa nostra, così dopo numerosi contatti, c'è venuta un idea!
La sorellina di mia moglie, Simona, era una ragazza giovane, una studentessa al secondo anno di studi e senza un lavoro, però con le necessità di ogni ragazzo/a della sua età e ci siamo ricordanti, per un discorso fatto poco tempo prima del fatto che cercasse un lavoretto per non pesare troppo sulla famiglia: quale occasione migliore!
Subito non era entusiasta: si sa... fare la "donna delle pulizie" non è il massimo, però non c'è voluto molto per convincerla. Alla fine avrebbe guadagnato i suoi bei soldi ogni settimana, giusti per farsi un bel weekend con gli amici e potersi comprare quel mare di vestiti che la vestivano poco ma costavano una fortuna. E' una di quelle ragazze fissate con la moda e la discoteca...
Così inizia la sua prima esperienza lavorativa. Mercoledì mattina alle 7. Io sono a casa, anche se mi disturbava un po' così presto, però non c'era soluzione diversa: per lei il fine settimana non era proprio concepibile e il mercoledì avrebbe poi avuto lezione alle 10 all'università, qundi, escludendo i momenti in cui non c'era nessuno in casa... ecco raggiunto l'accordo.
Ed eccoci al primo mercoledì. Ci sono io a casa, come ogni mercoledì, visibilmente assonnato per l'ora, visto che mi alzo più tardi quando vado al lavoro. Apro la porta ed eccola già vestita come una velina ripresa da un gionale scandalistico all'uscita di qualche discoteca: cavolo, anche durante la settimana!
Era una giornata freddina e così le dico: "ciao simo... ma senti un po', non fa un po' freddo per andare vestita in quel modo!" ...avevo preso il vizio della sorella, che la rimproverava spesso. Lei mi risponde che c'è abituata e inizia il lavoro. Io, intanto mi stendo sul divano, provato un po' dal sonno e la osservo quando passa.
Certo che ha proprio un bel fisichino la mia cognatina... è alta più o meno come mia moglie, un po' di più, però vestita in quel modo mi scatena strane fantasie che si sentono subito col gonfiore tra le gambe, imbarazzante.
Decido così di ritirarmi in camera da letto e me la immagino nuda... avrà un seno sodo e grande a giudicare dalle rotondità e un culettino a mandolino come piace a me... mi faccio una sega e me la immagino mentre mi succhia il mio cazzo... O dio! A cosa sto pensando?!
La settimana seguente stessa scena e così per un paio di volte, fino a che non decido di lasciarle le chiavi, così posso dormire un po' di più, chiedendole di fare i lavori meno rumorosi per la prima ora...
Così arriva il mercoledì mattina, entra in casa, la sento che si sistema e si prepara un caffè... inizia a spolverare e a lavare i vetri. Sta eseguendo i suoi compiti nel massimo rispetto del mio sonno, ma ormai sono sveglio e la sento bene, ma non voglio farle sapere che sono sveglio.
Ho il cazzo durissimo, solamente sentendo che mi sta girando intorno nella casa, vedo muoversi la maniglia della camera da letto, eccola, verrà a vedere se sto dormendo, per risistemare anche la camera da letto: fingo di dormire e mi giro da un lato. Non mi accorgo che mi esce il cazzo dai boxer, ma ormai non posso farci niente... entra e mi guarda. Ho gl'occhi socchiusi nella penombra della camera. Si avvicina per vedere se sono sveglio e vede, stupita il membro tra le lenzuola arruffate... Mi passa una mano davanti agl'occhi e simula un colpo di tosse, guardandosi intorno.
Quella visione non le dispiace... ogni tanto gli da uno sguardo e a sorpresa, non ci posso credere... sposta un po' le lenzuola per godersi meglio il mio cazzo che sentivo pulsare insistentemente. Sto scoppiando: non resisto... Immagino che si stia eccitando anche lei, altrimenti non starebbe lì impalata a fissarmi e a fissare il mio uccello!
Sono un uomo di quarant'anni, non sono atletico e un modello, ma ho il mio fascino e tra le mie doti fisiche c'è sicuramente quella di avere un pene di dimensioni più che rispettose per un uomo. Mia moglie aveva avuto un espressione di stupore come quella dipinta sul volto della sua sorellina in questo momento e ricordo bene quello che è successo poi dopo.
Eccoci fermi ora a questa immagine: io disteso nel letto che fingo di dormire e lei che muore dalla voglia di vederlo ancora meglio e chissà con quali fantasie... vestita con un jeans attillatissimo e un top bianco, ombelico scoperto per mettere in mostra il piercing di qualche settimana fa e il tribale sulla schiena, scalza per non fare rumore... che faccio? ora voglio proprio vedere come se la cava: "buongiono simo... che fai qui?" e apro gli occhi... Lei impietrita balbetta che era venuta a vedere se ero per caso sveglio per risistemare la camera da letto e io le rispondo che mi ero accordo già da alcuni della sua presenza e che per vedere se ero sveglio sarebbe bastato molto meno tempo... Ora un po' di paura aveva preso anche me.
Simo: "senti, okey... scusa... è che sono venuta qui e volevo capire bene se eri sveglio.."
Io: "...se ero sveglio o più semplicemente vuolevi vedere questo!" e dicendo così, levai le lenzula dal mio corpo scoprendomi per intero e mettendo in mostra il membro al massimo della sua grandezza. "su, non te ne devi vergognare!E' normale provare attrazione per questo, non trovi?"
Simo: "ma clau... ma che fai? Sei pazzo?!"
Dicendo così non la faccio arretrare e la blocco per un braccio, cerca di divincolarsi, ma senza opporre poi troppa resistenza, penso. Ormai io ho un solo desidero, venirle tra quelle due tette che le stanno esplondendo costrette in quel top minuscolo.
Le guido la mano con violenza sul mio cazzo: lei sembra scioccata ed impaurita; trema, ma si percepisce anche la sua eccitazione.
Ha la gola strozzata, come se volesse urlare, ma non ci riuscisse: prima che ciò accada le prendo la nuca e premo le mie labbra contro le sue con forza, baciandola. Le sue labbra sono morbide, chiuse ermeticamente. E' una rigida bambola tra le mie mani.
La mia mente ormai è completamente disconnessa: nulla mi può fermare!
Nel frattempo, con l'altra mano, la invito a iniziare una sega; sente il mio cazzo pulsare, duro... maestoso, la mia lingua che cerca di insinuarsi con forza tra le labbra che ora si sono schiuse: le nostre lingue si incrociano e iniziano una lotta appassionata...
Tolgo la mia mano dalla sua appoggiata sul mio cazzo. Ora non oppone più resistenza: era dura lottare tra paura e piacere, ma come spesso accade l'ha vinta il piacere anche questa volta.
Passa poco e me la ritrovo con la testa tra le gambe e la sua calda lingua che gioca con la mia cappella in fiamme... Mostruosa di mattina!
Ora mi osservo lo spettacolo. Ha iniziato un pompino coi fiocchi e se lo sta godendo anche lei... l'allontano un attimo per togliele il top e lei si slaccia i jeans. Un sogno pericoloso divenuto realtà.
Due tettone mi guardano dritto negl'occhi: gliele succhio e le stringo i capezzoli, lei inizia ad ansimare, come se stesse già raggiungendo l'orgasmo.
La sfioro tra le gambe ed è fradicia! Il mio dito la tocca e penetra nell'umida fessura: da tempo non sentivo quella sensazione. Si sentiva la sua giovane età dal buchino ancora giovane...
La prendo e me la metto sopra: un urlo di piacere mentre la penetro.
Sto scopando con la sorella di mia moglie. Me la ricordo quand'era più piccola... non mi immaginavo mai più di arrivare a questo! Ma ora non mi importa e me la voglio godere fino in fondo.
Simona sta godendo, la mia mano soffoca le sua grida di piacere... tra poco la riepirò del mio caldo seme...
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17 years ago
BUNCIA, 39/40
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Lettera a juan
La voce di Igoia al cellulare mi ha eccitato moltissimo. Juan non ti nascondo che, appena terminata la conversazione, ero tutto bagnato. Un lungo filo d'argento imperlava le mie cosce. In preda a strane voglie, mi sono spogliato completamente nudo, ho preso dal frigo un grosso cetriolo, l'ho cosparso di vasellina e me lo sono infilato piano piano su per il buco del culo. Poi, sdraiato sul letto, stando bene attento a non far sgusciare via il cetriolo, ho messo due mollette da bucato ai capezzoli, ormai turgidi e scuri, ho chiuso gli occhi e, masturbandomi dolcemente, ho iniziato a fantasticare.
Spiavo te, Juan, dalla porta del bagno. Da uno spiraglio ti vedevo mentre ti facevi la doccia. Ti guardavo insaponarti e, appena hai cominciato a lavarti l'uccello, ad insaponarti le palle e il culo, ho tirato fuori il mio pisello. Con la paura che Igoia arrivasse da un momento all'altro, ho cominciato a menarmelo come un porcello, infilandomi anche un dito dietro. Guardavo rapito il tuo corpo sotto l'acqua, nel sapone... le tue mani. Non capivo più niente e sentivo che da un momento all'altro il mio sperma sarebbe schizzato fuori... sarei riuscito a trattenere l'urlo di piacere che sentivo sempre più salirmi in gola, ti saresti accorto di me, cosa avrei potuto dire a mia discolpa?...
Igoia, intanto, con il suo passo da pantera, silenziosa, si era avvicinata. Me la ritrovo improvvisamente alle spalle. Indossa dei guanti neri. Con una mano, rapida, mi tappa la bocca, con l'altra mi afferra per le palle, stritolandomele. Cado in ginocchio con i jeans alle caviglie che mi impediscono qualsiasi possibilità di fuga. Assestandomi un calcio da dietro cado a faccia in giù sul pavimento del bagno, spalancando la porta.
"Questo porco ti stava spiando Juan... il maiale ti guardava col cazzo in mano, ma adesso gliela faccio passare io la voglia..."
Igoia tira fuori dall'incavo del seno due cordicelle sottili, mi serra i polsi, legandomi un braccio ad una maniglia di un mobile e l'altro alle maniglia della porta. Mi ordina di rialzarmi, mettendomi in ginocchio. Con le braccia aperte, sospese tra le due maniglie faccio fatica ad alzarmi.
"Mi fanno male i polsi, ti prego padrona slegami!!!... Inginocchiati lurido cane che spii mio marito, su in ginocchio ho detto!!" Una frustata mi colpisce le natiche, che bruciano. Finalmente riesco ad inginocchiarmi. Igoia mi divarica le gambe lasciandomi le caviglie imprigionate nei jeans, catene improvvisate.
"Continua pure a guardare Juan mentre si lava, desidera pure il suo superbo cazzo, ma adesso caro il mio frocetto, visto che ti piace tanto il pisello, ciuccia questo..." E mi mette in bocca, tirandomi su per i capelli, un grosso fallo di gomma che si è attaccata ai fianchi.
"Bagnalo ben bene, usa tutta la saliva che riesci a trovare, perché sto per infilartelo in culo e non solo la punta ma tutto, fino al tuo lurido stomaco!!!"
Lo stacca dalla mia bocca e, fulminea, mi è dietro, pronta ad incularmi, mentre mi obbliga a profondermi in scuse con te, Juan, per essermi azzardato a spiarti.
"Dille che non lo faccia, così mi farà male..." Igoia, implacabile, mi allarga le natiche, poggia la punta del fallo nel mio buco e con mossa decisa mi sfonda il culo facendomi gemere di dolore, che pian piano si trasforma in un piacere sottile, tradito da gemiti e sussulti, ma ad ogni mio gemito Igoia, continuando a prendermi da dietro, è lì pronta a sculacciarmi sonoramente, a mani nude, fino a strapparmi suppliche e pianto.
All'improvviso ho avuto un orgasmo violento espellendo il verde ortaggio strappandomi le mollette con le mani impastate di sperma e tra le convulsoni ho riaperto gli occhi... erano bagnati di lacrime.
A presto. Un bacio Kandido.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
La mia prima volta
La mia prima fantastica avventura da singolo con una splendida coppia. Dopo aver atteso il tanto sospirato momento, finalmente il sogno stava per diventare realtà. Avrei incontrato la coppia conosciuta tramite un annuncio da me pubblicato ed al quale sinceramente non avrei mai creduto che qualcuno potesse rispondere. Al contrario era accaduto! Due persone amabili, gentili e spigliate. Quella sera con largo anticipo mi presentai nel parcheggio convenuto, sotto la loro residenza milanese, al loro arrivo le presentazioni ufficiali e il battito cardiaco diventava più veloce. Lei donna splendida, piena di fascino e decisamente bella, lui altrettanto affascinate. Ci dirigiamo verso un ristorante e si cena parlando, cercando di capire qualche cosa in più di noi e per verificare se vi fossero i presupposti per terminare la nostra serata in allegria. Ascendo dal locale, mi propongono di salire da loro, ci speravo ed accettai immediatamente, ma ancora dentro di me mi chiedevo perché io? La fortuna stava girando. Entrammo in casa, bella elegante e di classe ci sedemmo io su un divano e loro in quello che mi stava di fronte. In un attimo lui maestro di vita fece in modo di stemperare la tensione che si era creata data dalla mia inesperienza, basto un gesto…. la fece alzare, la tiro a se dolcemente me dava le spalle, lui alzo lentamente ma inesorabilmente la gonna scoprendole un culetto fantastico. Messo a nudo mi esclamò “ che ne dici del culetto di mia moglie?” cosa potevo rispondere se non che fosse fantastico!! Incalzo lui dicendomi “mettici una mano toccalo e dimmi se ti sembra anche sodo oltre che bello, mi alzai comincia ad accarezzarla toccandola dolcemente si giro e mi bacio sulla bocca appassionatamente, era come se ci si conoscesse da sempre. In un attimo e non ricordo nemmeno come ci ritrovammo nudi con lei stesa sul divano ed io che la leccavo incitato da lui che mi dava che consigli su come le piaceva essere toccata. Ero al settimo cielo quando mi prese il cazzo in bocca e comincio a succhiarlo avidamente, inginocchiata davanti a me che ero seduto sul divano e con lui che le stava toccando la fica da dietro. Di scatto si volto verso il marito lo spinse a sedere sul divano opposto a quello dove stavo io e si tutto sul suo cazzo, ma prima di farselo sparire tra le labbra con una foga irriconoscibile mi disse scopami!! Non me lo feci ripete e prendendola per i fianchi comincia a stantuffarla da dietro la sua fica era calda bagnata e stretta. Gemeva lui la incitava e le chiedeva se le piaceva avere due cazzi solo per lei, se godeva succhiando il suo e con il mio tutto dentro.. riusciva a tra i gemiti a dire solo si si si ancora. La situazione era talmente eccitante, nuova e bella per me. Con la stessa veemenza usata in precedenza ora ero io ad essere spinto su divano e lui incitato a scoparla, le piaceva farsi prendere alla pecorina. Sembrava che volesse aspirarmi il cazzo da tanto succhiava. Ero al settimo cielo, ma allo stesso tempo sull’orlo di un orgasmo mai provato prima, si accorse del mio stato, che pronto ad eruttare una montagna di sperma, feci per sollevarle la testa ma lei avida si conficco il cazzo fino in gola facendomi sborrare tutto nella sua magnifica bocca, il marito anche lui al capolinea la riempi di sborra fino in fondo alla fica. Dopo aver bevuto tutto il mio succo si alzo mi prese il viso mi fisso ,i diede un languido bacio e mi disse “Porco!” lo esclamò con un tono talmente complice che ebbi un sussulto ed un fremito in tutto il corpo. Per essere la mia prima era andata più che bene, avevo provato un esperienza nuova totalmente appagante…. Grazie d’avermi letto tornerò con altre confessioni di storie vissute Furbetto66
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Una sera in tavernetta
ciao a tutti siamo una coppia lei 35enne lui 50enne una sera sono
uscito kome capita' tutti i venerdi sera con amici a cena al irentro verso l'una entro in casa vado dritto in bagno, poi camera da ' letto sopresa mia moglie nn ce' mentro mi attingo ad andare al piano mansarda sento dei gemiti che vengono dalla tavernetta vado giu' e' trovo una sopresa mia moglie con un ragazzo di colore lui dritto lei inginocchiata che spompinava il suo arnese dopo un po' mi ha guardato e' mi ha detto nn hai mai capito quanto sono zoccola e' quanto mi piace farti cornuto poi la serata e' continuata sotto i miei occhi un po' increduli e' un po' eccitato ....
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17 years ago
charlone52,
38
Last visit: 9 years ago
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prima gang con amica!!!
Prima gang con ragazza conoscente...!! Ma non consci....che la reggina era mashaa ragazza di alex....
con i miei amici e con loro....?
Condividiamo gli stessi interessi e, tra questi, una grande passione per le Gang Bang.
Una sera,volevamo vedere un film porno,? con una coppia che voleva giocare con piu maschietti" e l incontro si faceva come al solito a casa sua......essendo una persona molto libera,solare e vera...la coppia che aspettavamo non arrivava.. ma non avevo capito che era la sua ragazza..ed ad un certo punto.....se ne esce così......
vi piace la mia ragazza"?
e tutta per voi... io saro partecipe e qualche volta interverro..... Lei fantastica; capelli lisci nerissimi, occhi verde smeraldo, due tette ben proporzionate e sode e poi, il suo punto di forza, un culo che ci potresti mangiare dentro.
lui ha sempre cercato di aiutarmi.
Mi confida:"Credo che mashaa un maschio solo non basti,lei è molto esigente. Ho visto che guardava molto compiaciuta un film porno gang bang che avevamo affittato. Che ne dici di darmi una mano per soddisfare quell'insaziabile? Questa volta voglio vincere io la partita".
Io e Alex e anche felix il mio amico cioccolattino.... felix abbiamo condiviso tante esperienze ......ma belle con ragazze come lei e difficile trovarle e specialmente amiche molto piu difficile,forse perche questo tipo di fantasie...sono nascoste?.. come ci vede ci abbraccia, ci bacia, ci accarezza il viso con le sue mani fatate e ci fa:" Adesso andate a prepararvi" Io e Alex andiamo in bagno a spogliarci.
Siamo un pò imbarazzati,del solito proprio perche è la prima volta che un nostro amico ci concede questo... ci vediamo nudi. Impugnamo i nostri cazzi e andiamo in camera da letto dove Mashsa ci aspetta completamente nuda sul letto.
Lei è completamente disinvolta, tranquilla.
E' molto ochetta ed è per questo che Alex questa sera ha intenzione di riempirla di sperma.
E anch'io ho una voglia matta di farla urlare di piacere.
Cominciamo con i preliminari.
Ci sdraiamo accanto a lei, ci scambiamo dei bacetti, le palpiamo e le ciucciamo le sue belle tettine sode.
Scendiamo giù con le mani fino alla sua bella fica. Ma è ora di passare ai fatti. cominciamo con una doppia penetrazione, io in fica e Alex in culo.
Siamo godendo alla grande, ma alla troia non basta. Bisogna osare di più.
Alex toglie il cazzo dal suo culo d'acciaio e lo mette dentro la fica.
WOW, una doppia penetrazione vaginale, come nei film porno.
E' un pò imbarazzante per noi far strofinare i nostri cazzi bagnati l'uno sull'altro, ma siamo determinati a vincere la partita.
Alex non si trattiene più e spruzza 4-5 getti di sborra che io sento nella mia coppola, che intanto continua a spingere nel tentativo di dare godimento..
Dopo un pò è il mio turno di allagarle la fica. Decidiamo di passare al culo.
Penetrare il culo di di mashaa è una sensazione fantastica, unica.
Dopo essere venuti ormai un paio di volte io e Alex siamo un pò stanchi.
I nostri cazzi smosciati chiedono una pausa.
Ma masha ci provoca:" Tutto qui? Ma perchè a voi maschietti vi si scaricano subito le batterie? Io sono ancora all'antipasto" Ma pensa un pò!!! Noi eravamo cotti e quella troietta ci prendeva per il culo. Ma Alex aveva previsto tutto. Va ad aprire la porta del salone e dice:" Ragazzi, potete venire".
Vedo arrivare completamente nudi gli altri 4 componenti del gruppo ......
In tutto facciamo 6 cazzi.
Basteranno per vincere la finale mondiale del " Una contro tutti"? Comincio ad avere dei dubbi e a comprendere il povero Alex....se
Cazzi al centro, l'arbitro fischia l'inizio della partita.
Siamo un pò imbarazzati all'idea di far venire a contatto i nostri cazzi e di vederci le chiappe nude.
mashaa ne approfitta per passare subito all'attacco.
Per lei è il paradiso.
Comincia a pizzicare, a schiaffeggiare e a mordicchiare i nostri culi morbidi e i nostri cazzi turgidi. I nostri cazzi li usa come dei sacchi da box.
Ma è l'ora di passare al contrattacco.
Alex la distrae;le afferra la testa con decisione e le mette il cazzo fino in gola.
Io ho tutto il tempo per prepararmi e lanciarle uno schizzo di caldo sperma nei capelli.
Ragazzi, proprio come nei film porno.
Che goduria!!!
Adesso siamo in pareggio e pronti a vincere questa finale.
Ci mettiamo in circolo, uniamo i nostri turgi cazzi e urliamo:" Tutti contro mashia e Francesca contro tutti".
Siamo i 6 cazzoschettieri della Regina mashaa. Io e Alex lasciamo la penetrazione ad altri 2.Ci spugnettiamo davanti alla sua faccia.
Adesso siamo noi a darle dei colpetti con i nostri turgidi cazzi. 4 cazzi sulla faccia!!! Francesca è finalmente felice. Facciamo delle piccole gang-bang.
Tutti e 6 in fila, prima in fica poi in culo.
Il gran finale.
Tutti e 6 maschietti con i nostri pisellini intorno a mashaa per una bella esplosione simultanea sulla faccia.
Ragazzi, sborrare tutti insieme su mascha è una sensazione unica. riempita di sperma forse la donna e appagata....finalmente sazia.?
Quindi se ce donna interessata ad essere la nostra reggina troia,?fatecelo sapere
E ne organizziamo una....?
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17 years ago
7sadus,
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Last visit: 10 years ago
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Non immaginavo? (o ) ( o)
Non pensavoarrivasse a tanto. (@) (@)
Eccomi qui, pronto ed eccitato al raccontarvi.
vi premetto che e una storia successa almeno 5 anni fa che lo scambio di coppie esisteva ma solo su fermoposta-o quei giornali di annuncihard ...internet gia esisteva ma tipo le foto non si potevano caricare sul pc.. perche non erano digitali.. Io Sono Sauro trentaduenne romano,manager presso una societa e catene alberghiere.
Al giudizio di tutti sono un bel ragazzo, curato, pudico ed educato.
Sono una ragazzo serio, fidanzato da 10 anni con un bellissima,donna ho sempre avuto la testa sulle spalle. e o anche una figlia bellissima..con la mia donna.a volte me ne vergogno se leggete altri racconti sempre miei vedete le bravate che combino con i miei amici ganghisti....... e sono sempre stato molto attento a tutto quello che mi circonda...non mi sono mai sbilanciato.... Sono il classico ragazzo con una
, una vita semplice, senza tanti vizi ne perversioni...
Un giorno, per caso, incontro Mashaa, una ragazza mia coetanea, bellissima, sensuale, provocante ed attraente.
Mashaa e' diventata subito la mia amante, la mia perversione velata in questi anni, la mia liberazione, mi ha portata ad essere quello che non mi ero mai immagginato, mi ha spinto ad essere e diventare un vero e proprio partner di giochi, ad amare il sesso in tutte le sue forme, a rendermi dipendente della sua perversione.
Tutto inizia una sera, appuntamento in un locale famoso romano, chiaccheriamo del piu e del meno, beviamo, ridiamo, ci scopriamo, ci conosciamo. Mi rendo conto che sono attratta da lei, dal suo profumo e dalla sua pelle.
Mashaa se ne rende conto, la diverte mettermi in difficolta con domandine spinte, mi rendo conto che vuole giocare ed io, stranamente accetto.
Forse perche e' una donna, non saprei, ma decido di liberarmi, di non pensare piu, di lasciarmi andare o meglio...di giocare con lei...
Sono le 23.30, ecco la sua proposta...
"Andiamo in un prive'? Che ne dici?"
Ed io, non immagginando il seguito, tranquillamente le rispondo :"andiamo" e siamo andati all olimpo un club discoteca a 2 passi da Roma
Entriamo
Troiette inculate
I migliori video clip e database di foto sul genere anal, e non solo.
» anal sexin questo locale e ci dirigiamo subito al bar, sono in difficolta e Mashaaa se ne rende conto, decide di prendere la situazione in mano. Ordiniamo da bere e mi rendo subito conto che Mashaa e' conosciuta da tutto il personale.
Mi presenta al barista, un ragazzo carino ma come al solito non aggiungo altro che un :"ciao mi bisbiglia che Claudio il barista ha un gran bel cazzo, non so cosa risponderle e lei, troia, mi bacia, mi fa sentire la sua lingua e mi dice che erano giorni che non aspettava altro che assaporarmi...e non solo io......
Adoro sentire la sua lingua entrare in contatto con la sua...sono caldissimo, voglioso...eccitato come un cammello siberiano
Entriamo mano nella mano nel salone del locale, vediamo 4 coppie e un paio di single...
Mashaa non si sofferma nel salone e prosegue verso delle stanze, luce soffusa, film porno in proiezione...
La seguo.
Entriamo nella prima stanza, mi distende e comincia a baciarmi, chiudo gli occhi e in un attimo mi ritrovo nudo con la lingua calda di Mashaa che passa ovunque sul mio corpo..e poi me lo succhia e Dopo pochi attimi mi rendo conto che riesce a far sparire il mio cazzo con la sua bocca e poco dopo di essere circondato dalle 4 coppie e dai due ragazzi che si masturbano in piedi davanti a noi, Mashaa mi guarda e invita i due giovani ad unirsi a noi...
Se ne occupa lei, io sono li, pietrificato.
Comincia un lavoro di bocca accurato, prende tutto il cazzo in bocca, gustandolo tutto, in successione succhia il secondo ragazzo, con la stessa passione.
Mentre li spompina, mi guarda, ride e mi chiede se voglio favorire...io gli dico non esiste..io sono etero e lei lo sa bene....
E Una coppia si avvicina e la sua lei spompina lme. il suo lui mi prende da dietro, mi lecca, mi prepara. Io sono ancora con il cazzo in bocca di una cicciona chesapeva cosi tanto spompinare che sto per esplodere e lla cicciona mi dice che lei voleva bere,..vedo Mashaa spompinare un'altro uomo...In un attimo siamo 4 poi 6 poi 8...non ricordo...
i, godo come non mai, Mashaa prende cazzi in bocca, sculacciate e in branco cominciano a prenderla, e scoparla. Sento delle sensazioni fortissime, sono in piedi e mi sto inculando mashaa e a rotazione la stanno sfinculando anche 3 ragazzi ha tre uomini da soddisfare, ho paura ma godo, mi sento un cornuto ,ma la verita e che lei e una tizia conoscita proprio per questi giochi.. Le donne del gruppo mi fanno dei complimenti, mi incitano, mi insultano, mi fanno assaporare le loro lingue, non capisco piu dove sono.
Ho male, al cazzo me lo hanno proprio arrossato e a mashaa gli stanno rompendo il culo e urlava come una troietta in calore ma lo voglio, voglio di piu.
la nsultano, la sbattono, la girano, la sculacciono, e anche a me mi leccano il bucio der culo cosa mai provata e che non mi ha fatto mai nessuno.. ed io mi eccito sempre di piu...a un certo punto
Non vedo piu Mashaa, l'ho persa di vista, la chiamo e lei mi risponde ma non la vedo. Mi risponde, divertiti, goditi tutte queste fiche questi cazzi...facci vedere che sei unromano..e intanto la i cavalcano per due ore, avra assaporato lo sburro di almeno 5 cazzi lo ha bevuto tutto,a tutti e 5 l hanno innondata la figa, il culo, la faccia, i capelli i seni, era piena di sborra emanava un odore di farina bagnata ...riappare mi lecca il cazzo e un po di sperma secco spalmato sul mio cazzo o la bava della cicciona che sbavava come un mastino napoletano...;-)mentre tutti si rivestono facendoci i complimenti. Bella coppia che siete! Sono distrutto il mio cazzo non da piu cenni di vita... disteso sul letto,e Mashaa inzuppata di sperma cheuna tizia ancora continua a leccare, e' il nostro momento, ci baciamo appassionatamente.
Rimaniamo li per un po', non riesco ad alzarmi ma sono le 4 del mattino e devo raggiungere casa.
Mi rivesto con Mashaa che continua a fissarmi e sorridere in quel momento o capito che il sesso si deve vivere in tutte le sue forme, ormai sono o meglio, come dice leiil suo partner di giochi Mi chiede:" Ti e' piaciuto?"
Rispondo: "SI, mi e' piaciuto, tanto"
Bene, risponde, sono contenta.....con questa storia spero vi siete eccitati...ne ho molte altre da raccontare spero di prendere il via e scriverle.....e se per mia sfortuna Mashaa la vedo ogni morto de papa causa lavoro e lontananza lei adesso sta a zurigo....per me in quel contesto era stata la mia prima ammucchiata.. devo confessarvi che mi ha proprio fleshiato una cosa cosi..e a volte penso che le donne sono porche quanto noi se non di piu.... siamo quasi animali in calore che non sanno piu intendere e volere. -----.----------------------------------------.----------..-----------------------------------------------..-se volete mandatemi commenti spero di non avervi annoiato...spero di conoscere un altra ragazza di roma per condividere storie di questo tipo.. magari...!
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17 years ago
7sadus,
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La prima volta
Voglio raccontare la mia prima volta da passivo. Perché essendo sposato e non avendo amici gay, non l'ho mai raccontata, invece, almeno per me, è importante raccontarsi.
Avevo 18 anni. Non mi ero mai stato con un uomo, non mi piaceva nemmeno l'idea di abbracciare o baciare un uomo, ma avevo, fin da ragazzino, la fantasia segreta di farmi penetrare e di prenderlo in bocca.
Facevo le stagioni estive come cameriere negli alberghi. Quella era la mia prima stagione in un albergo di Cattolica. Venedo dalla provincia di Pesaro, i proprietari mi davano un letto assieme all'altro personale che veniva da fuori.
È stato proprio con il mio datore di lavoro. Da subito, fin dal colloquio in aprile, ha capito che ero gay, o quanto meno bisex. Lo ha capito lui prima di me. Io con lui mi sentivo un poco in soggezione e lui ci giocava su questa cosa. Mi faceva sempre stare sulla corda, riprendendomi spesso per molte cose sul lavoro. Quando vedeva che mi abbattevo, allora mi consolava, dicendo che si vedeva che ero un bravo cameriere, mi mancava solo l'esperienza. Una sera che si era attardato con noi camerieri sulla terrazza a bere della birra assieme, sono rimasto solo con lui. Per caso. Faceva caldo e si era alzata una brezza freca dal mare. Mi sono appoggiato alla balaustra guardando verso gli scogli. Lui si è alzato e si è messo dietro me, appoggiandosi alle mie natiche e stringendomi con le mani i fianchi. Sono rimasto sbalordito, non me lo sarei mai aspettato. Sentivo che era eccitato e che faceva di tutto per renderlo palese. Non sapevo come reagire, ero , appunto, sbalordito. Siamo rimasti così per diversi istanti, poi lui ha appoggiato la bocca al mio orecchio e mi ha sussurrato: "lo so che ti piace". Quando l'ha detto è come se io lo capissi per la prima volta, e lo sbalordimento si trasformava in eccitazione. Avevo però paura, non mi sentivo pronto per vincere il tabù dell'omosessualità. Cerdo che quello, sulla balaustra, durante il silenzio fra noi, mentre il suo cazzo duro sotto i calzoni pingeva inmezzo alle mie natiche, sia stao il momento deìcisivo. Se mi avesse forzato in qualche modo mi sarei opposto, invece è rimasto così, le mani sui miei fianchi. A lungo. Poi mi ha sbottonato i calzoni, li ha abbassati, assieme alle mutande, si è chinato, e aprendo le chiappe con i pollici ha cominciato a leccarmi il buchetto.
È stata una delle emozioni più intense della mia vita.
Io mi piegavo sulla balaustra, offrendo sempre più il mio buchetto alla sua lingua esperta. Mi ero eccitato e stavo scoppiando.
Quando si è reso conto di poter fare quello che voleva si è fermato, mi ha tirato su slip e calzoni e mi ha detto: "andiamo in lavanderia".
Siamo andati in lavanderia, senza bisogno di dire nulla appena ha chiuso la porta abbiamo cominciato a spogliarci tutti e due, ognuno per conto suo. Io tremavo dalla voglia e dalla paura. Ho sentito, mi ricordo, l'odore forte del suo cazzo, prima ancora di vederlo, infatti eravamo al buio, solo dalla finestra aperta entrava la luce della sera. Poi lui mi ha detto: "inginocchiati". Io mi sono inginocchiato fra le sue gambe e visto il cazzo in tutto il suo vigore. Era abbstanza lungo, ma soprattuto largo, un cazzo virile, totalmente diverso da quello da signorina che ho io. L'ho annusato socchiudendo gli occhi, e ho allungato la lingua. L'ho letteralmente assaggiato. Poi l'ho preso in bocca, avidamente, tenendo sempre gli occhi chiusi. Lui rimaneva fermo, ha appoggiato una mano aperta sulla mia testa. Quella presa mi voleva allo stesso tempo rassicurare e ordinare di fare quello che facevo. Do po un po', mi ha detto di alzarmi: "Appoggia le mani al tavolo e chinati". Io gli ho detto: "È la prima volta", e lui: "Lo so".
Chinato così, sentivo il buchetto lubrificato dalla saliva che mi aveva spalmato sulla terrazza, le natiche si offrivano da sole, tutta le mia attenzione era lì dietro, a quella emozione nuova che sentivo: mi stavo offrendo totalemnte, desideravo che mi prendesse. Ha appoggiato la punta bagnata del suo cazzo al buco, mi ha stretto i fianchi, e piano ha cominciato a spingere. Non aveva fretta, millimetro dopo millimetro sentivo che quella cosa dura stava entrando dentro di me e io pensavo "mi incula, mi incula". Più lo pensavo più mi eccitavo. Poi è arivato il momento in cui bisogna spingere, mi ha stretto ancora di più i fianchi e si è infilato per qualche centimetro. Ho sentito la natiche allargarsi, un dolore forte, ho gridato, ma anche di piacere. Poi mi ha inculato a lungo. La cosa che mi ha impressionato di più è stato il piacere che provavo, e i miei gemiti. Dalla mia bocca uscivano gemiti che mai avrei pensato di produrre: i gridolini di dolore si mescolava agli ansimi di piacere. Quando ormai era vicino all'orgasmo ha cominciato a scoparmi energicamente, io gridavo, poi si è scaricato dentro di me. Non ho sentito lo sperma che spruzza dentro, come invece mi ero sempre immaginato, ma quando lui è uscito un fiotto caldo ha cominciato a colarmi fra le gambe divaricate. "Questa estate sarai la mia ragazza, vuoi?", mi ha detto. Io mi sentivo benissimo. Certo che lo volevo.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Il mio capo
Questa mattina vado un po' di fredda. Quest'aria gelida di primavera è inaspettata.E dire che mi son svegliata e, a differenza, di molte altre mattine, mi sono preoccupata della temperatura esterna, però non è servito a niente:sto morendo di freddo.
Arrivo in ufficio: un lavoro di burocrazia come tanti; un luogo con l'ufficio del direttore e tre grandi sale con cinque postazioni per ogni sala. Io mi trovo lì al mio posto, come ogni giorno da ormai più di sei mesi. Ho iniziato per lo stage universitario e hanno deciso di assumermi con uno di quei contratti a tempo determinato. Giusto il tempo di sfruttarmi ancora un po' avevo pensato io e invece, col tempo e con l'amicizia di alcune colleghe ho scoperto che il direttore badava molto all'aspetto fisico e avrei quindi potuto ringraziare il mio corpo per questo posto. Ma nulla mi ha mai dato da pensare, anche perchè spesso andavamo in giro insieme: lo aiutavo a sbrigare alcune commissioni per la città, dicendomi che mi serviva per orientarmi meglio, nel caso mi avesse poi chiesto un giorno di ripetere quei tragitti da sola.
E anche oggi, come altre volte, appena mi vede arrivare, mi avvisa subito che saremmo andati da alcuni dei soliti clienti.
Non ne avevo proprio voglia di ritornare al freddo, però è il mio lavoro e quindi eccomi di nuovo al freddo: tremo e si vede benissimo. Lui se ne accorge subito e mi dice: "vista la fredda giornata, direi che potremmo andare in auto, intanto dovrei anche andare per faccende personali a P. (posto in collina ad una ventina di chilomentri di distanza) e se non ti dispiace potresti accompagniarmi"... "Certo!Oggi è una giornata freddo e avrei dovuto vestirmi meglio" e lui:"ah,ti sarai vestita poco, ma ti assicuro che stai benissimo".
Spesso tra le conversazioni ci scambiamo battute di questo tipo, anche lui è un bell'uomo. Un quarantacinquenne alto, brizzolato, con un fisico allenato grazie alla passione per lo sport e l'alpinismo, sempre ben vestito e con un ottimo odore. Io, del resto, non sono poi da meno. Ventiseienne alta e slanciata, ex giocatrice di pallavolo e a differenza delle mie compagne di squadra, con un seno ingombrante per quello sport: uno tra i motivi per i quali ho smesso all'età di diciannove anni: mi sentivo sempre gli sguardi addosso e la cosa mi imbarazzava molto; sono molto timida.
E proprio la storia della mia vita e della mia passione svanita per la pallavolo era diventato argomento del nostro viaggio alla località dove si trovava una sua casa e dove doveva controllare se erano andati ad eseguire dei lavori di manutenzione. Avevamo svolto il lavoro e finito abbastanza presto. Siamo giunti nella sua bella "casetta" in collina."Direi una villa piuttosto" e mi sorride... con piscina e un bel prato. Si accorge che non era andato ancora nessuno a riparare la grondai, così fa un paio di telefonate in modo un po' alterato e quando lo vedo così lo trovo molto attraente.
In quello stesso istante mi balzano alla mente strane scene, frammenti di storie che si vedono solo nei film: il capo ti porta nella casa in campagna, da sola, con una scusa e adesso... chissà, mi offrirà una promozione in cambio di... ma no!Erano solo fantasie... adesso torneremo in ufficio.
Termina la telefonata e mi dice: "non ci si deve mai fidare, vedi?! Adesso aspetterò qui fino alle 16, visto che mi han detto che sarebbero sicuramente venuti e se non ti dispiace, potresti rimanere qui e prenderti mezza giornata libera. Naturalmente non te la scalo dallo stipendio" e mi sorride... allora, non avendo scelta, annuisco e decido di rendermi almeno un po' utile, vedendo che stava trafficando un cucina per improvvisare un pranzo... Rovistando tra gli armadietti mi dice: "senti, se non ti dispiace, per evitare che arrivino mentre non ci siamo, ti va se ci mangiamo qualcosa qui, magari ci facciamo una pasta o preferisci qualcos'altro?"
"no, la pasta va benissimo, però lascia che ti dia una mano"
Lui: "va bene, ma infilati questo..." e mi allunga un grembiule, per evirare le macchie.
Mi sfilo la giacca e rimango con la camicia. I miei capezzoli si erano induriti sia per il freddo, che per la strana situazione che stava diventando eccitante, ma lui non se ne accorse; riprendemmo il discorso della mia carriera sportiva, giungendo alla fatidica domanda: "Ma perchè hai smesso?!"
Io: "beh, stava diventando troppo impegnativo e poi, crescendo ho visto che il mio fisico non era adatto allo sport"
Lui (sorpreso): "Ma come?!Sei alta e forte mi sembra... cosa non va in te?" ...e su quella domanda mi volto e lo vedo con un sorrisino malizioso in volto..
Io: "...c'è poco da ridere. Io ci son stata malissimo per queste due tette ingombranti!"
Con questa frase è come se si fosse rotto il ghiaccio... che non c'era prima, ma qui forse si è sciolta maggiormente la situazione, iniziando a prendere una strada inaspettata.
Lui: "insomma, saranno un ingombro per la pallavolo, ma non dirmi che non ti piace guardarti allo specchio"
Io: "no,col tempo poi ho capito.."
Lui: "capito cosa?"
Io: "capito che alla fine servono"
Lui: "continuo a non capire..."
Io a quel punto mi son liberata di una curiosità: "alcune voci, mi hanno detto che mi hai assunta per il mio corpo.. è vero?!"
Lui sorride e si avvicina: "Ma no!Chi ti ha detto questo?!Sicuramente qualche vecchia bacucca. Io ti ho assunta perchè sei una ragazza sveglia e poi perchè sai cucinare..." e lì scoppia la risata generale..
La conversazione riprende e prosegue, sfiorando altri argomenti, anche molto personali e si pranza e poi ci si rilassa un po' sul divano con la TV accesa. Non sono ancora le due e noi abbiamo ancora due ore da far passare...
Sembravamo aver finito gl'argomenti, quando, ad un certo punto, spinta da un forza incontrollabile, gli salto letteralmente addosso e lo faccio mio. Lo rapisco con un bacio e gli accarezzo i capelli.
Sarà quel suo profumo, la situazione, il vinello... lo desideravo con tutta me stessa. Lui non oppone resistenza anzi, dopo qualche attimo immobile e impietrito dalla situazione inaspettata, mi prende immediatamente le mani e le porta sul suo pacco, che sembra esplodere.
Ci baciamo senza staccarci per qualche minuto, mi alzo e gli dico: "scusami... ma non sono riuscita a trattenermi"
Lui: "vorrai mica fermarti adesso?!"
Nel suo sguardo si leggeva la voglia che aveva di scoparmi, io non ero da meno. Mi sfilo il grembiule, cercando un movimento sensuale e incomincio a sbottonarmi la camicetta. La mia quarta inizia a mettersi a nudo...
Ora sono inginocchiata davanti a lui, seduto sul divano, gli massaggio quel gonfiore e lo libero da ogni impedimento, fino ad arrivare alla visione sorprendente del suo pene in erezione: maestoso, pieno di vene gonfie di sangue; lo stringo tra le mani e si sente il battito del cuore accelerare ad ogni mia mossa... è il momento di prenderlo in bocca e assaporare il suo sapore. Faccio fatica a prenderlo tutto: lo lecco partendo dalle palle pelosissime e arrivo alla cappela gonfia e rossa, lì mi concetro, la bacio e la stuzzico in punta con la lingua. Si sta godendo questo momento e a giudicare dai suoi mugolii di piacere, non gli sarà capitato spesso un pompino di quel tipo... Con le mani mi accarezza la schiena e mi slaccia con maestria il reggiseno, liberando quello che desiderava da quando ha saputo i motivi per i quali ho abbandonato il mio sport (ne sono sicura).
Mi alzo un po' e mi infilo il suo cazzo in mezzo alle tette, lo stringo tra i due seni e mi muovo su e giù... voglio che mi schizzi addosso... ma è resistente: un sogno.
Non avevo mai incontrato un uomo della sua età prima d'ora. Devo dire che la mia amica Giulia non si inventava delle palle quando mi raccontava delle scappatelle col suo vicino di casa...
Mi stacco e mi spoglio ancora dei pantaloni e del perizoma che apprezza con lo sguardo... lui, si sfila la camicia e si lascia baciare e accarezzare.
Mi fa coricare sul divano e mi sale sopra: è giunto il momento... Quel suo grosso cazzone mi penetra prepotente e si fa sentire, gigante, fino all'intestino... Sto per scoppiare. Mi scopa dolcemente e dopo poco, inzia a stringermi i capezzoli e a mordicchiarmi la pelle. E' tutto così eccitante! Ora mi pompa con ritmo più insistente e io in poco tempo raggiungo il mio orgasmo più intenso... sto vivendo un sogno. Lo vedo staccarsi raggiungere la mia bocca, chiedendomi con quel gesto di concludere la nostra scappatella nella mia bocca. Glielo prendo con piacere e sento una colata calda sulla mia lingua e sul palato, spessa e salata, la accolgo volentieri e la lascio scivolare giù per la gola: un gusto nuovo e indimenticabile. Ne vado matta!
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17 years ago
BUNCIA, 39/40
Last visit: 12 years ago -
La vita e una strada...parte seconda...primo rappo
eccomi di nuovo qui come sempre mi scuso per la ortografia ecc...cmq cominciamo.
quella dolce sera del 24/04/2006 faceva caldo, io. la mia lei e piu due coppie stavamo andando a mangiare un pizza insieme....quanto era bello passeggiare con lei mani nella mano, una leggera brezza sfiorava i nostri visi cosi felici di stare insieme,spensierati ma fuggitivi come due amanti. siamo entrati nella pizzeria: due chiacchiere, una pizza, una risata, le dolci effusioni ed emozioni che provavo mentre lei lasceva cadere la mano da sotto il tavolo, finendo sui miei pantaloni....era un emozioni unca quasi nn riuscivo a capire che succedeva....sara sata la birra, la novità non lo so pero mi piaceva e mi e pure diventato duro ;-)--- infatti cosi per scherzare gli dissi: i bagni sono in comune vuoi farci un salto. lei rispose va bene prma entro io poi dopo poco mi segui.....si alza la vedo scomparire dietro la porta e conto fino a 100......1....2....3...4...5....6... e......mi alzo saluto i miei amici e gli dico ci vediamo dopo....vado d corsa nel bagno busso alla porta e mi apre bella come il candida come una rosa ma maliziosa come poche. io entro la prendo in collo e inizio a baciarla...le labbra...il collo dietro le orecchie e intanto lei ansmava come non mai e...piu la feceva piu mi eccitava... poi all'improvviso mi ha guardato negli occhi...e stato come un fulmine al cel sereno...non so cosa abbia capito ma fatto sta che è scesa altezza cintura....e.....dolcemente cn a sua mano di fata a preso il mio membro e ha cominciato ad accarezzarlo, giocarci con la punta della lingua sopra l estremità.... e poi come una magia......giu tutto in bocca in un secondo solo....quasi ero stralunato perche quelle cose le avevo visto solo nei film(e avete capito che film intendo). dopo un po di tempo che continuava a giocare con iil mio membro eretto come la torre di pisa ho preso il comando... l sdraiata per terra sopra la mia maglia...la mia lingua la scrutrava in ogni milimmetro del suo corpo...dalle labbra al collo dal seno a suoi capezzoli grossi e duri come noci fino all'ombelico e dolcemente gli sfilavo le mutandine....poi...non so come ho fatto ma ho iniziato a giocare con il suo dolve clitoride che pulsava come fosse una batteria la mia lingua si muoveva veloce e scrutava quel bel sesso caldo e profumato come una rosa.....dopo con il viso mi sono alzato l ho guardata negli occhi e le ho detto TI AMO ADESSO SARAI MAI......dolcemente l ho appoggiato il membro all'apertura di quella caverna umda e calda come un vulacano...sono entrao e iniziavo a muovermi su e giu come una danza a ritmo prima di pianoforte...molto lentamente e poi come tamburi molto piu forte e deciso...lei sotto i miei colpi si scioglieva...com e ra bello vederla ansimare, godere, sciogliersi..era una magia, un gioco di sguardi,,,di sogni,di passione complicita, risate e timidezza,come due bambini era una favola, un incantesimo...ma purtoppo quell'incantesimo fini....ma ne migliore dei modi, si venne insieme con un lamento quasi strozzato silenzioso dovuto al posto dov eravamo...ma era fantastico stupendo...ci siamo ricomposti usciti dal bagno ed eravamo scomparsi per 40 minuti... abbiamo raggiunto il nostro tavolo con i nostri amici che ci vedevano in viso lei fresca come la rugiada al mattino e io bhe.....si......felice come una pasqua ;-) adesso vi saluto e vi aspetto al prossimo racconto...la mia strada-vita mi ha portato li quella sera in quel bagno con lei ed e stato fantastico ma adesso vi aspetto alla prossima fermata un bacio tutti e ricordate sempre la prima volta perche come lei non c 'e nessuna ;-)
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17 years ago
alexx21,
23
Last visit: 11 years ago
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Moglie troia 3
tradisco mio marito da 20 anni prima con suo zio che veniva a dormire a casa nostra quando veniva dalla germania mio marito usciva alle 3 del mattino e io mi infilavo nel suo letto lo facevo godere da matto mi arrivava in figa e bocca.poi se ne accorto e mi ha fatto fare la troia per strada e con isuoi amici.oggi abbiamo un rapporto splendido e lui vuol sapere tutto le scopate che mi faccio come avvengono.finora avro preso diecimila cazzi e bevuto dieci litri di sborra, per il 23 giugno anniversario di nozze mio marito sta organizzando una gang bang con otto persone mio marito stara con la telecamera in mano.un saluto a tutti
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7
17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
La nostra prima volta con una coppia e la loro ami
Tutto inizio quella sera in cui andai a prendere mia moglie (Lucia, 40 anni ) dal parrucchiere. Uno di quei parrucchieri che riceve per appuntamenti, per mancanza dell' energia elettrica, il suo turno salto', cosi' dovetti aspettare piu' di mezzora.
Dopo le presentazioni di rito, lui Sandro ( il parrucchiere ) sui 40 anni, alto un fisico d'atleta, lei Olga ( la moglie ) anche lei parrucchiera sui 35, un corpo giunonico, da schianto, con seni da 6^ misura.
Restammo noi 4 soli, parlando del piu' e del meno, con molti
interessi in comune, tra cui il cinema.
Sandro disse che aveva una vera e propria cineteca, con films
per tutti i gusti e tutte l'eta' e che visto l'hobby comune sarebbe
stato contento d'invitarsi una sera a casa loro per vedere qualche dvd.
Accettammo ben volentieri, con la promessa di ritrovarci il sabato
sera successivo.
In macchina mia moglie mi chiese " che significava per tutti i gusti
e per tutte l'eta'? ".....gli risposi io: " hanno sicuramente qualche video porno".
La sera dopo aver chiavato, mia moglie mi disse che nel caso in
cui avrebbero preso dei dvd porno, ben volentieri l'avrebbe visto,
nel modo come ne parlava si vedeva che era molto eccitata.
Arrivo il sabato, alle 21,00 a casa di Sandro e Olga, ad aprirci
erano Olga e una sua amica, Tiziana ( 38 anni ), con Sandro nelle
vesti di cuoco.
Presentazioni e baci, una casa grandissima, con ampio salone, con
divani e tappeti, accuratamente coordinati, di fronte un ampio schermo, che lasciava intravedere la passione per il cinema dei
padroni di casa.
Veramente un grande videoteca, con cassette e dvd, tutte catalogate.
Con orgoglio Sandro ci mostro tutto il catalogo, veramente tutti i generi ne erano contenuti, dai best sellers, ai film di guerra,
dall'avventura al porno, si anche quelli porno, tutti sapientemente
scelti. Dai cult porno al genere amatoriale.
" Che dvd vediamo?", disse con voce calda la padrona di casa.
Rispose il marito, " la scelta va agli ospiti".
Mia moglie disse " non ho mai visto film hard amatoriali ", " sono
incuriosita di vedere delle persone normali fare l'amore " , anch'io
rispose Tiziana, la loro amica.
Ci sistemammo nei divani, buio nella stanza, iniziarono a scorrere
le immagini, era un'orgia, cui avevano partecipato anche Sandro e
Olga, e tutti i partecipanti, 7, erano con mascherine.
Cazzi, fiche, culi, sborrate a fiumi, cavalcavano la scena, avvicinai
la mano tra le cosce di mia moglie, scostai le mutandine, era tutta
bagnata fradicia, iniziai a farle un ditalino.
Con la coda dell'occhio, mi accorsi che anche Sandro si stava dando da fare, una mano per la moglie e l'altra per Tiziana.
L'atmosfera era a mille.
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3
17 years ago
renzo1e1lucia188404,
70/70
Last visit: 11 years ago
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La vita è una strada
piccola premessa scusate se manca di punteggiatura o errori ortografici.....ma visto che si parla di me preferisco scrivere senza rendere conto a niente altrimenti non è più spontaneo.
Buon pomeriggio a tutti mi chiamo juri e ho 19 anni. Adesso sono un ragzzo tranquillo aperto.allegro,vivace, e molto voglioso ;-). ma incvece 6a nni ero una persona tendente al suicidio a stare sempre in casa a stare male per ogni cosa. per ogni momento passato in quei tempi; solo malinconico, triste,disperato; avevo solo un desiderio:MUORIRE. ma ora tutto e diverso non so come, perche e quando ma adesso il mi desiderio e: VIVERE l esatto contarrio di quello che volevo.tutto questo lo devo alle esperienze passate negli anni. ho provato le gioie e i dolori dell'amore (anche se credo che l'amore a 19 anni sia difficile a trovare) ho incontrato tante persone....che...mi hanno fatto soffrire...piangere....ma acnhe ridere e scherzare. dopo tutto questo ho capito che LA VITA E UNA STRADA perche nn sai mai che ti può capitare alla prossimi svolta.. io ho trovato molte cose ad esempio due anni fa ho fatto un corso nel settore turisitco e h trovate due amiche splendide che poi sono diventate mie sorelle, ho trovato la ragazza con cui ho fatto sesso la prima volta....e poi ho trovato la strada della mia vita cioè il lavorare con la gente e scambiare opionioni idee nei villaggi.realizzare sogni delle persone che vengono in angenzia di viaggi per realizzare il sogno della sua vita. dicendo questo pensate a quello che ho detto se e vero che la vita e una strada e che vale la pena giorno per giorno di percorrerla e andare sempre avanti.fare quello che uno si sente senza pensarci ed ascoltare sempre il CUORE. se volete...raccontatemi pure la vostra STRADA a presto per il prossimo viaggio
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17 years ago
alexx21,
23
Last visit: 11 years ago
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Intermezzo
Sale sul bus. La aspetta un lungo e noioso viaggio per arrivare in facoltà, ma oggi piove troppo e troppo forte per andare in scooter. Per fortuna, lei sale vicino al capolinea, la gente è poca e fa tempo a trovarsi un posto in coda, in un angolo. Sa che poi, strada facendo, l’autobus si riempirà come un uovo, ma lei già si sta estraniando dal mondo che la circonda... ha troppi pensieri.
La pioggia non fa che acuire il suo stato d’animo inquieto.
Ripensa alla serata di ieri, in discoteca, a quella festa della sua amica, e a quel ragazzo che per tutta la sera le è girato attorno, come uno squalo che puntava la sua preda... ma senza mai sguainare i denti e afferrarla.
Ricorda gli occhi di lui indagarla, si sente ancora nuda, come se già osare la canottierina sulla pelle e la mini stretch non l’avessero già esposta abbastanza... ma sotto gli occhi di quel ragazzo era come se il tessuto svanisse e il suo corpo non avesse segreti per lui.
Si era sorpresa eccitata da quello sguardo, da quel suo sfiorarla come per caso per poi ritrarsi, dal non poter poi nemmeno nascondere la sua emozione quando, passando davanti a uno specchio del locale, aveva notato i propri capezzoli eretti ed evidenti sotto il tessuto leggero della canottierina, e la voglia fortissima che su quei capezzoli si posasse la sua bocca...
Avrebbe voluto che quello sguardo e quello sfiorarsi diventassero qualcos’altro...qualcosa di più.
Ma la serata era finita tranquilla, com’era iniziata, e era tornata a casa sola, e delusa.
Si accorge, adesso sul bus, che in realtà non ha mai smesso di pensare a lui e a cosa poteva succedere, o meglio: a cosa lei avrebbe voluto che succedesse...
Le e’ bastato ripensarci, quasi distrattamente, e si scopre ancora eccitata.
Sente che quel pensiero non la lascia, che ha ancora addosso le sensazioni della sera prima, le stesse vibrazioni, le stesse voglie insoddisfatte, e decide di lasciar correre la fantasia...
La gente è aumentata, ma il suo posto nell’angolo le lascia un pò di tranquillità, e lei ne approfitta. Anzi, la situazione, l’idea, la voglia di provare qualcosa che mai le era neppure passato per la mente le dà coraggio.
Sistema il grosso giaccone sulle gambe, le allarga un poco e insinua una mano tra le pieghe della gonna corta a portafoglio.
Si accarezza le cosce... e sente subito che è quel che il suo corpo voleva, ma che non si era concessa la sera prima per la troppa stanchezza e questa mattina per la troppa fretta. Ora però ha tutto il tempo...
Sente la pelle calda sotto le sue mani. Non sono le mani di lui, ma sanno come regalarle quel che le serve e che lei vuole regalarsi ora.
Si volta verso il finestrino, nascondendo il viso agli altri occupanti dell’autobus, e si impone di controllarsi. Non pensa che potrà restare del tutto inespressiva, ma perlomeno dovrà evitare di gemere... pensa che ci riuscirà.
Nel dubbio... per fortuna ha la sciarpa addosso, stretta sul collo e sul viso, e la userà per soffocare i suoni del suo piacere.
La mano le sfiora una coscia, poi l’altra. Si accarezza sull’esterno, poi scende e arriva tra le gambe, e prende ad accarezzarsi avanti e indietro, ogni volta avvicinandosi di più agli slip.
L’autobus segue il suo tragitto, fa le sue fermate, sale la gente e il bus lentamente si riempie, ma lei è indifferente a tutto questo... Il suo viaggio la porta altrove.
La mano raggiunge finalmente lo slip, lo sfiora e lo sente umido. Indugia un momento, poi si decide e prende a carezzarsi sopra lo slip più decisa.
Sente il calore sotto il pizzo, sente in sè di nuovo la voglia di ieri sera, ripensa alle mani di lui...Afferra lo slip e lo scosta più che può.
Riprende ad accarezzarsi la figa, con movimenti ampi e lenti, premendo quando sfiora il clitoride, esitando quando supera la figa e lambisce il buchino, per poi tornare a premere e a forzare dolcemente le labbra che lentamente iniziano a cedere e a diventare umide.
Si decide, con un dito va a sentire tra le labbra che succede... si trova bagnata, non riesce a rallentare e prende a muovere il dito lungo le labbra, poi le dita diventano due e il movimento più profondo. Trova il clitoride, le dita bagnate gli scivolano sopra facilmente, lo sfiora all’inizio, sussultando, poi prende a massaggiarlo e si abbandona alle scosse di piacere che le giungono in risposta. Lo sente crescere, ancora lo coccola per un poco, respirando forte contro il finestrino appannato che guarda fissa già da un pò senza peraltro vedere nulla di quel che scorre oltre il vetro, e continua a tormentare il clitoride.
Poi non resiste oltre...
Si alza la sciarpa sulla bocca, come se avesse freddo, quando invece si sente calda come una brace nel forno a legna... e la morde, respirandoci dentro e soffoncandoci i gemiti che le sfuggono sottovoce.
Le dita lasciano il clitoride, scendono e in un attimo sono a premere sulla fica... poi entrano.
Si penetra con un solo gemito, a fondo, e subito si muove. L’immagine, il desiderio, il sogno che quel sedile dell’autobus siano le ginocchia di quel ragazzo e le dita siano il suo membro le fanno chiudere gli occhi e accellerare il ritmo.
Le dita vanno veloci e ongi volta fino in fondo, le sente bagnate ma non le basta, sente i capezzoli duri da tempo e non può farci niente, vuole solo placare la fantasia e la voglia...
Si immagina le mani di lui che mentre lei gli si muove sopra dandogli le spalle la cingono da dietro e le afferrano i seni, si immagina il sesso di lui esplorarla mentre lei guida le danze e insieme si masturba massaggiandosi il clitoride...ma le sue dita nella figa ora sono tutto quello che ha, e non le bastano più.
Scivola un poco sul sedile, come per mettersi a dormire, ma alzando le ginocchia poggiandole allo schienale davanti in realtà libera dall’impaccio del sedile il buchino.
Scende con l’altra mano, quella contro il vetro, passa sotto la coscia, scosta le mutandine e sfiora il buchetto per un attimpo... la scossa che sente le dice che fa la cosa giusta.
Senza rallentare il ritmo dell’altra mano tra le gambe, si accarezza intorno il buchino, lo sfiora, lo preme dolcemente...
Poi si immagina ancora con lui, ancora sulle sue ginocchia, ma piegata in avanti, con il dito di lui che le accarezza il buchino impaziente e curioso... Si rende conto di quanto lo desidererebbe dentro di lei, e lo fa con quel che ha.
Affonda il dito nel buchino, e prende a muovere anche quello.
Ora geme più forte, soffocata dalla sciarpa, facendo fatica a trattenersi per non farsi sentire, ma ormai la fatica che resta è poca...
Sente che la strada è quasi al termine. Accelera la corsa delle dita nella fica all’unisono di quello nel culetto, più veloce, più decisa, più a fondo...
Le sembra di sentire il rumore del palmo della mano che sbatte contro le grandi labbra, bagnate e bollenti, ogni volta che fermano la corsa delle dita, le contrazioni aumentano, ora dietro gli occhi chiusi la sua fantasia la convince che nel suo buchino non si muove il suo dito ma il sesso di lui...
Si immagina piena di lui, del suo sesso teso e bagnato e delle sue dita che la esplorano e la riempiono, immagina lui che la chiama, che la vuole, che si lascia andare in lei...e finalmente viene.
Mentre accaldata a dismisura e con il viso in fiamme cerca di calmarsi, riesce a notare a malapena di essere quasi arrivata... la prossima è la sua.
Si sistema in fretta la gonna, lascia lo slip ammucchiato tutto da un lato, avrà tempo dopo... e poi le piace sentirsi bagnata tra le cosce.
Si fa largo a fatica tra la gente, gente che non conosce e che giurerebbe mai vista salire sul quell’autobus...lei è stata altrove, finora.
Sta arrivando alle porte centrali, senza badare tanto a chi ha accanto, quando si sente dire ‘ciao’, e trasale. Si volta: è il ragazzo della festa.
Si sente avvampare, e resta congelata.
Non l’aveva visto... Lui invece? L’aveva vista? E cosa aveva visto?
Lui sfodera un sorriso abbagliante, le dice “Permetti?”, dolcemente le prende la mano che lei aveva usato per masturbarsi, le porta al naso e ci sente sopra l’odore di lei, poi fissandola prende le due dita più ‘attive’, le lecca lentamente e poi le succhia... poi le dice sorridendo “Sai di buono...”.
Lei non riesce a pensare ad altro che “Ha visto tutto...”. Ancora non riesce a muoversi... Sente l’orgasmo ancora tra le gambe, lo slip che sotto la gonna le lascia nudi la figa e il buchino ancora caldi e bagnati, si sente nuda...
Lui le parla ancora: “Mi piacerebbe divorarti, una volta o l’altra... Magari stasera, se vuoi. Per ora, questo è per te”.
Le porge un biglietto col suo numero di telefono, lei lo prende meccanicamente, ma lui non ritrare la mano, anzi, la accosta al suo viso. Lei sente che odora di sesso, resta stranita per un attimo, poi lui le confessa: “Sai, ero di fronte a te e ti guardavo... e non ho potuto fare a meno anch’io di...” Un velo di imbarazzo nella voce.
Lei è sopresa, e insieme eccitata e raggiante, quel che lei aveva fatto pensandolo lui l’aveva fatto guardandola e immaginandola... Il pensiero per un attimo la riscalda: mentre lei si masturbava, anche lui faceva lo stesso, e per causa sua!
Un bel risultato, non c’è dubbio! Sorride al ragazzo, un sorriso caldo e rilassato, si sente meravigliosamente, ora... ora che sa che è suo.
Il bus si ferma di colpo, i loro sguardi faticano a lasciarsi, si sfiorano per un attimo le mani, quella di lei sporca del suo orgasmo e quella di lui odorosa del suo sesso...
Lei deve scendere e lasciarlo, ora che lo ha appena trovato, ma non le pesa: è solo un breve intermezzo, questa sera è lontata solo poche ore.
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17 years ago
sessodolce234269,
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Dal dentista
Il dottore e’ nell’altro studio, in leggero ritardo. La segretaria fa accomodare il ragazzo nell’altro studio e lo fa accomodare sulla poltrona. “Il dottore arrivera’ subito, intanto tu rilassati”
La segretaria ha visto che e’ nervoso, ma forse farlo aspettare gia’ su quella specie di strumento di dolore e tortura non lo aiutera’... e infatti e’ cosi’, ma lei non se ne accorge, o non se ne cura.
Uscendo chiude la porta dietro di se’, e il ragazzo resta solo. Sente pero’, dall’altra parte del muro, il rumorino inconfondibile del trapano...
Non gli resta altro che cercare di convincersi che lui ha BISOGNO del dentista, anche se e’ la prima volta che si decide a venirci e’ gia’ fortissima la tentazine di scappare via.
E’ impegnato in una specie di training autogeno, una sorta di preparazione a quello che dovra’ succedergli, quando si apre la porta, ed entra una ragazza in camice bianco.
Lui sobbalza visibilmente, e lei lo nota. Il ragazzo invece nota che il camice fascia stretto un corpo molto ben fatto, e lascia scoperte lunghe gambe affusolate.
“Sono l’assistente del dottore, buongiorno!”
I due sono coetanei, poco piu’ di vent’anni, e se si fossero incontrati in un contesto diverso, chissa’... Questo lo pensano entrambi.
Lei cerca di metterlo a suo agio, si informa, saputo che e’ la sua prima volta si sforza di tranquillizzarlo, ma nonostante lo sforzo di risultare tranquilla e rasserenante vede che non ci riesce.
Dal suo punto di vista, per il ragazzo vedersela passare di fianco, sentirne il profumo e indovinarne il taglio della biancheria sotto il camice di certo non lo aiuta.
Quando lei non si accorge che, trafficando con una scatola di materiale si e’ sbottonato il camice per un paio di bottoni, il ragazzo inizia ad essere nervoso anche per altro, oltre alla prospettiva del trapano che sente incessante dall’altro studio. Poco dopo lei si avvicina di fianco alla poltrona, e un po’ per sdrammatizzare un po’ per portarsi avanti col lavoro, mette al collo del ragazzo una specie di grande bavaglino. Si accorge che il ragazzo le guarda la scollatura, e anche che il seno e’ quasi scoperto. Le scappa da ridere, un po’ per la gaffe un po’ per l’evidente imbarazzo del ragazzo, che aumenta quando lei si rialza e nota nei pantaloni del paziente un altro, inequivocabile segno del suo imbarazzo.
Un po’ la intenerisce cosi’ terrorizzato, un po’ si sente in colpa per averlo messo ancora piu’ in crisi, e si decide.
Chiude a chiave la porta, torna di fianco al lettino e lo guarda negli occhi, restando con il camice semiaperto sui seni straboccanti dal reggiseno di pizzo.
“Vedo che non stai pensando solo al dentista, pero’... eh?” Decisa, gli appoggia la mano sulla patta dei pantaloni, e lui sobbalza, quasi fa per rialzarsi dalla sedia, ma...
“Ssssst!” Lo zittisce, e si china a dagli un veloce bacio sulle labbra. “Stai tranquillo... Vuoi dirmi davvero” e inizia a muovere la mano sulla stoffa tesa dal sesso del ragazzo, gonfio e duro “che ti dispiace?”
“E a proposito...” con l’altra mano slaccia ancora un bottone del camice, liberando il reggiseno, e subito dopo lo sbottona dal basso fino a scoprire le mutandine “...mi piace il bianco... E a te? Piace?”
Lui non ha la forza di parlare, ma la faccia e altre parti del suo corpo esprimono a sufficienza il suo parere.
Lei prende a stringere la patta dei pantaloni del ragazzo, e si sente eccitata dalla situazione e dall’espressione di lui, fino a iniziare ad accarezzarsi tra le gambe.
“...devo fare tutto io?” La ragazza sta cercando di sbottonare i pantaloni di lui, che finalmente si scuote e si da’ da fare. Poco dopo, lei stringe in mano il suo sesso eretto e lo masturba lentamente, e ripete la domanda avvicinandosi di piu’ alla poltrona. “Devo fare tutto io?”, si sfila gli slip mettendoli nella tasca del camice e allarga un poco le gambe, prende una mano del ragazzo e la appoggia al sesso caldo.
Adesso la mano di lei sul suo sesso si fa piu’ decisa, accompagna quella di lui tra le sue gambe, prima timida e morbida, poi piu’ calda e decisa. Finalmente lui si decide, e quando appoggia due dita al suo sesso lei chiude gli occhi. Resta senza fiato per un attimo quando lui affonda, e riprende a muovere la mano sul sesso di lui seguendo il ritmo delle sue dita.
I respiri accelerano, i gemiti sono soffocati, il piacere sale... lei sente il sesso del ragazzo tendersi sotto i movimenti della sua mano, e dentro di se’ sente crescere il piacere.
“Puoi fare di piu’...” Il ragazzo ha gli occhi ciusi, ma non gli serve guardare per estrarre lentamente del suo sesso le dita inzuppate del piacere di lei, e per spostarle di poco... Quando lei sente il suo dito premere, riesce solo a sussurrare. “Ecco...”, e lui entra. Lei accelera la mano e lui la sua, il piacere dei due monta insieme, e quando lui sente il palmo della mano bagnarsi dell’orgasmo di lei, la ragazza sente il sesso di lui contrarsi ed esplodere...
Restano per qualche attimo ad ansimare, silenziosi, poi lei si piega su di lui, lo bacia sulla bocca e velocemente appallottola il bavaglino che e’ servito per raccogliere qualcosa che non e’ stata saliva...
Si riabbottona il camice, ma lascia vedere al ragazzo che lo slip resta nella tasca...
Sblocca la porta, giusto in tempo per sentire nell’altra stanza il dottore lasciare l’altro paziente alle cure dell’altra assistente. Dopo qualche attimo, il dottore entra, e con un sorriso saluta il paziente.
Gli chiede se e’ tranquillo, ma risponde l’assistente: “Si, dottore... il ragazzo e’ rilassato adesso... Vero?”
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17 years ago
sessodolce234269,
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Pirillino !!
IO e la zia
di peppe
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Mi accingo a raccontarvi come è nata la mia passione per i piedi femminili e la totale sottomissione alla donna. Tutto è cominciato quando ero bambino ed una zia, molto carina, direi in termini più materiali, bbona, venne a casa in assenza dei miei. Lei, bella, alta e, naturalmente, sui tacchi a spillo, entrò e mi chiese dove fosse mia madre, accomodandosi sul divano; io risposi che era uscita. Ricordo che ero seduto su una poltrona di fronte al sofà, e lei si tolse le scarpe ed appoggiò i piedi sulle mie ginocchia. In quel momento io sentì un forte odore che, in qualche modo, mi piaceva e cominciai a sentire una sorta di eccitazione. Poi mi chiese ancora dove fosse andata la mamma e, mentre parlavo, la Zia cominciò a carezzarmi il viso con i piedi, facendo aumentare il profumo e la mia eccitazione.
Trascorse qualche tempo ed io non pensai più a quanto accaduto quel pomeriggio; poi, un giorno, la Zia tornò a casa e mi trovò steso sul divano a causa di un ginocchio che mi doleva. Mentre il marito era in un’altra stanza a chiacchierare, Lei rimase a farmi compagnia e, come sempre si tolse le scarpe. Quel pomeriggio Lei portava degli stivaletti, molto arrapanti solo a guardarli, e quando li tolse, l’odore era molto più intenso della prima volta; era come se la Zia provasse gusto a non lavarsi i piedi per renderli più profumati. Chiedendomi come mai fossi bloccato sul divano da un po’ di giorni, durante la mia risposta lei mi passò i suoi deliziosi e profumatissimi piedini su tutto il viso, indugiando particolarmente intorno alle labbra. Io, allora, dissi che non riuscivo a parlare e Lei, senza battere ciglio, mi chiese di massaggiarglieli.
A questo punto, quello che la prima volta era stata una leggera eccitazione, questa volta si trasformò: in men che non si dica mi venne duro. Appena la Zia se ne accorse disse: "Allora ti piacciono i miei piedi?!" "Bene…allora succhiali e baciali!!!". Io rimasi sconvolto ma non risposi e, quando Lei mi infilò una delle estremità in bocca, io cominciai a succhiare. L’odore dei suoi piedi ormai si era impossessato di me; il mio pene era diventato una roccia e la Zia se ne accorse. Mentre io continuavo a baciarle e succhiarle i piedi avvolti in un meraviglioso paio di collant, che credo non cambiasse da qualche giorno visto il profumo, la Zia, con una crudeltà unica, prese uno stivaletto e lo sbatté forte sul pene, rimproverandomi che non era una cosa da fare davanti alla Zia, quella. Poi si infilò gli stivali e andò nell’altra stanza.
Trascorsi ancora dei mesi, un pomeriggio la Zia mi disse di raggiungerla a casa perché mi avrebbe dato delle cose da portare alla mamma. Giunto a casa della Zia, io speravo di poter assaporare nuovamente il sapore dei suoi profumatissimi piedini. E così fu.
Entrato, la Zia per prima cosa mi chiese se ero ancora eccitato per quanto successo qualche mese prima; io Le dissi di si e Lei, in un attimo, mi disse: "Bravo!! Ma non capisci che non devi? Ora vieni qui e mettiti a pancia sotto sulle mie ginocchia!!". Io eseguì l’ordine e Lei mi impose di abbassare pantaloni e boxer. "Non ti scoprire il pirillino, mi raccomando" disse la Zia; poi prese le sue pantofole, rigorosamente aperte e con i tacchi alti e, appena io mi poggiai sulle sue ginocchia, cominciò a sculacciarmi. "Ricordati" disse, "Ogni volta che Io vorrò toccarti con i piedi e farmeli baciare e leccare, tu non dovrai scomporti" e nel frattempo mi sculacciava sempre più forte. "Ora se sarai bravo", aggiunse la Zia, "Ti permetterò ancora di baciarli e leccarli".
A quel punto le mie natiche erano diventate di un bel colore rosso e Zia disse che avrei dovuto imparare a controllare l’eccitazione, soprattutto davanti a Lei; fece una breve pausa e poi mi disse: "Adesso inginocchiati e baciami i Piedi". Io, contentissimo, eseguì quanto mi fu ordinato e andando via la Zia mi ordinò di tornare l’indomani.
Credo che la notte seguente sia stata una delle più lunghe della mia vita, pensando a quanto mi stava accadendo e a ciò che mi sarebbe accaduto il giorno seguente. Con questi pensieri, ovviamente praticai dell’autoerotismo pensando a Zia Rosaria.
Il giorno dopo, giunto a casa, trovai la zia con una minigonna ascellare che, nonostante i suoi 55 anni, le donava moltissimo ma, la cosa che guardai per prima fu che scarpe indossasse: stivali al ginocchio con tacchi stratosferici. Immediatamente Zia Rosaria mi disse di entrare, mi fece togliere i pantaloni e ordinò di sedermi sul tappeto, davanti ad una poltrona. Dopo qualche convenevole si sedette, si accese una sigaretta che cominciò ad aspirare in modo molto voluttuoso e si sfilò uno degli stivali, imponendomi di poggiarci su la faccia: "Respira forte, bello di zia, e fatti entrare il mio profumo fino al cervello", disse con piglio molto autoritario. Inutile dire che la sua immagine, quei piedi meravigliosi e quel profumo mi provocarono un’erezione senza fine, dimenticando quanto la Zia avesse detto il giorno prima. Dopo che avevo aspirato tutto quanto, Lei sfilò anche l’altro stivale e mi impose di fare altrettanto; fu allora che successe l’impossibile: fu così forte l’eccitazione, infatti, che cominciai ad innaffiare i miei boxer. "Bene, vedo che hai completamente dimenticato quello che ti ho detto!!!" urlò la Zia, "Hai dimenticato che io posso chiederti quello che voglio e tu DEVI controllare i tuoi istinti?". In quel momento mi crollò il mondo addosso, anche perché non sapevo come tornare a casa dal momento che i boxer erano totalmente inondati.
A questo punto cominciò la punizione: Zia Rosaria mi ordinò di stendermi a pancia in giù sulle sue ginocchia; prese le sue pantofole e, con una, mi sculacciò fino a ridurre le mie povere natiche a brandelli, l’altra, invece, me la mise sotto il naso ordinandomi di respirare profondamente. La qual cosa dovevo per forza fare, dati i colpi inferti al mio culo. Dopo circa mezz’ora di punizione la Zia mi impose di stendermi sul letto, dicendo che sarebbe tornata dopo poco. "Spero che dopo ciò che è successo ti ricorderai di controllare questa specie di pirillino che ti ritrovi tra le gambe", disse in modo severo la Zia; poi mi invitò ad inginocchiarmi davanti a lei e mi chiese di lavarle i piedi con la lingua. "Mi raccomando", disse, "Se riuscirai a controllarti, riceverai un premio". Come se la richiesta fattami poc’anzi non lo fosse. Così le sfilai le calze, che non ho potuto fare a meno di odorare, presi uno dei piedi e cominciai prima a baciarlo, poi tirai fuori la lingua e cominciai ad usarla; ad un certo punto la Zia disse con tono severo ed un leggero ghigno: "Bravo il mio nipotino, adesso quella linguetta del cazzo la devi infilare tra le dita!!! TI HO DETTO CHE DEVI LAVARMELI I PIEDI!!!!!!!!" urlò. A quel punto infilai la lingua tra le dita e sentii il sapore e l’odore fino allo stomaco ma, anziché essere disturbato, la cosa mi piacque oltremodo e lavorai su un solo piede per circa mezz’ora. Poi passai al secondo. La Zia si accorse che il mio pirillino era cresciuto di nuovo ma per premiarmi mi disse: "Bravo hai lavato bene i piedi della Zia. Sappi che sarai sempre tu, d’ora in poi, a lavarmeli. Visto, però, che non riesci a controllarti, adesso la Zia ti farà un regalo". Io già pensavo ad una punizione, quando la ravo il mio nipotino, adesso quella linguetta del cazzo la devi infilare tra le dita!!! con tono severo ed un leggero ghigno: "Zia afferrò violentemente il pirillino. "Vieni qui; adesso agiterò questo cazzetto finché non verrai e lo farai sui miei piedi…poi li laverai!!!". Al sol pensiero mi sentii male. Non avevo mai saggiato lo sperma e temevo questo momento. Intanto, però, la Zia aveva cominciato ad agitarlo e, contemporaneamente, mi fumava in faccia. Questa cosa mi procurava un’eccitazione maggiore e, praticamente subito, venni, inondando i piedi della Zia. Immediatamente Lei mi ordinò di lavare nuovamente i suoi piedi…con la lingua ovviamente, ed io subii anche questo. Finito il lavaggio la zia mi disse "Di andare a fare in culo" e che mi avrebbe aspettato il pomeriggio successivo.
Quando, il giorno dopo, mi stavo recando dalla zia, pensavo a quello che mi sarebbe accaduto: punizione o premio; comunque sarebbe andata mi avrebbe fatto piacere, considerando che, ormai, adoravo i piedi della Zia e adoravo qualsiasi cosa Lei mi facesse.
Entrato in casa, Zia Rosaria mi disse subito che quello sarebbe stato un pomeriggio lungo, che non avrei più dimenticato. "Scusa, vado un attimo al bagno", mi disse e, dopo qualche istante, mi chiamò. Io chiesi il permesso per entrare e udii un "Si". Appena Le fui davanti disse: "Ho appena fatto pipì, INGINOCCHIATI E LAVAMI LA PASSERA!!!!". Avvicinandomi al sesso della Zia sentì l'odore del piscio ma, come il giorno prima il sapore e l'odore forte tra le dita dei piedi, non mi diede alcun fastidio, anzi. Cominciai a leccarLe la passera ed in pochi istanti tutta la pipì era sparita, l'avevo leccata tutta e con piacere. Un piacere evidente che traspariva dai pantaloni e quando la Zia se ne accorse mi disse di staccarmi e mi diede due schiaffi, violenti. Poi Aggiunse: "Ancora non hai imparato a controllare questo pirillino". "Ma questa volta imparerai!!". Mi ordinò di spogliarmi e stendermi su un tavolo di legno che aveva in tavernetta.
Ovviamente io ubbidii e, quando Lei giunse, aveva una candela tra le mani; "Vediamo", disse, "Se con la cera bollente questo cazzetto perde la sua potenza". Detto fatto, una pioggia di cera cominciò a scendere sul pirillino che diventò un clitoride sviluppato. Non contenta, la Zia mi chiese di fare quello che avevo fatto poco prima per la passera, per l'altro buco. A quel punto io provai a dire no ma fu un'ecatombe. Lei prese uno scudiscio e cominciò a segnare il mio corpo, prediligendo le parti intime, con tantissime frustate, poi si sedette sul mio volto e, quindi, fui costretto a farle il bidè. E mentre leccavo, la Zia non perdeva occasione per lasciare uscire dell'aria; fortunatamente solo aria.
Quando fu soddisfatta, si alzò e disse: "Non credere che sia finita qui; come ti ho detto, non dimenticherai facilmente questo pomeriggio". Poi prese un guinzaglio, me lo mise al collo e si fece seguire, proprio come se fossi stato un cagnolino. Qualche istante dopo, la Zia si accomodò in poltrona e mi ordinò di tenerLe i piedi caldi respirandoci su, naturalmente inalandone il profumo, o accostandovi il viso; mi fu, infatti, tassativamente vietato toccarli o baciarli.
Trascorsa qualche ora, Lei disse che mi avrebbe mostrato un paio di scarpe. "Che ne pensi, Pirillino?", ormai - per Lei - questo era diventato il mio nome. Io dissi che erano molto belle, anche se molto usate. "Meglio", disse la Zia, "Così sono anche più profumate...SENTI!!?", e mi mise sotto il naso le scarpe che già a distanza emanavano un buon odore. "Ti piace, vero ? Vedo che il pirillino tende a muoversi, ancora!!!". Aveva ragione Zia Rosaria, il pene ancora reagiva, nonostante fosse coperto di cera. "Adesso la Zia ti farà bere qualcosa che dovrebbe abbatterlo definitivamente". Con terrore vidi che si portò una delle scarpe, un decolltè con tacchi a spillo, sotto il sesso e ci pisciò dentro. Poi accostandomi la parte dove poggerebbe il tallone alle labbra mi disse: "BEVI!!". Io sentivo l'odore forte della pipì e non avrei mai voluto fare una cosa del genere, ma non seppi dire di no. E bevvi.
A questo punto la Zia, dopo qualche istante, disse "Bravo Pirillino, sei il mio cagnolino preferito e, per quanto hai fatto, meriti un premio, anche se ti ho già premiato abbastanza". In un attimo sentì la lingua della Zia nella mia bocca e fu un bacio che durò alcuni secondi. Poi disse "Il pemio più grande, però, te lo darò domani; adesso lavami i piedi e vattene a fare in culo". Inutile dire che quando tornai a casa mi masturbai perché non ci fu una sola cosa fatta quel giorno che non mi fece arrapare. E contento cominciai a pensare al giorno dopo.
L’indomani, andando a casa della Zia, pensavo a quale regalo avesse potuto farmi e, pensando alla sua crudeltà, mi vennero in mente le cose più assurde. Quando bussai alla porta la Zia mi aprì e mi si parò davanti con una vestaglia rossa trasparentissima, aperta sul davanti, che celava un completo intimo molto eccitante, composto da un reggiseno ed una gonnellina leggera con spacco, di colore nero. Guardando la cosa che più mi incuriosiva, le scarpe, con grande sorpresa vidi che portava delle scarpette sportive. Come sempre, ormai, Lei mi invitò ad entrare e, sempre fredda e con tono austero, mi disse: "Pirillino, ti aspettavi le mie pantofole con tanto di tacco a spillo, vero?". Io non risposi e dopo una piccolissima pausa continuò: "Invece la Zia ieri, quando sei andato via, ha indossato queste scarpe e non le ho più tolte. Sono uscita, sono andata in palestra, ci ho dormito, ho fatto spese questa mattina e ora ho intenzione di toglierle. Sappi che sarai tu a toglierMele e, subito, a lavarMi i piedi. Sappi pure che l'odore sarà ricco, trattandosi di scarpette da ginnastica. Spero, quindi, che il tuo pirillino non reagisca, altrimenti sarà un altro pomeriggio duro!!!".
Allora mi inginocchiai ai Suoi Piedi e cominciai a slacciarLe le scarpe. Per controllare la mia reazione, Zia Rosaria, prima che cominciassi l'operazione, naturalmente, mi fece spogliare ed io cominciai. Tolta la prima scarpa, vi giuro che non si poteva resistere. L'odore, ma per me era profumo, era fortissimo; non avevo mai sentito niente del genere. La Zia, immediatamente, mi schiacciò il piede tra il naso e la bocca dicendomi: "Senti che buono, Pirillino; avanti, ADESSO LAVALO!!!". Io istantaneamente cominciai a leccare il Piede della Zia assaporandone ogni dito, ogni spazio, ogni millimetro. Lei era contenta, Le si leggeva in faccia una enorme soddisfazione per avermi sottomesso ed eccitato allo stesso tempo. Dopo aver impiegato mezz'ora per il primo Piede, passai al secondo; anche in questo caso ne respirai tutto l'aroma, leccandolo millimetricamente. Trascorsa ancora mezz'ora, completai il lavoro e La Zia si accorse che il pene aveva ancora una volta reagito. "Questa volta ti pentirai amaramente di non aver saputo controllare le tue pulsioni", disse, e mi ordinò di seguirla in bagno. Qui, io fui costretto ad entrare nella vasca, dove la Zia pisciò sul pene e, non contenta, mi ordinò di mettermi a quattro zampe, come il suo cagnolino preferito. A questo punto io cominciai a tremare, vedendoLa realmente arrabbiata. Ma subito mi tranquillizzai quando, improvvisamente e con voce gentile, mi disse che mi avrebbe accarezzato, naturalmente con i Suoi meravigliosi Piedini, quel lurido cazzetto. La Zia fu davvero magnanima perché mi concesse anche di annusare le calze che aveva tenuto per un giorno intero nelle scarpette e di toccarmi, contemporaneamente.
Ad un certo punto il dramma: sentì un dolore lancinante, un'irruzione, qualcosa di indescrivibile ma, al tempo stesso bellissimo; qualcosa che forse avevo sempre desiderato: MIA ZIA mi inculò con l'alluce. Mi chiavò per circa un quarto d'ora; io non sapevo cosa pensare, ma era bellissimo. Essere scopato dalla propria Zia, MIA ZIA, con i suoi piedi dopo essere stato completamente sottomesso. Gli oggetti del mio desiderio che mi penetravano. La più ovvia conclusione: dovetti lavarLe gli alluci, dopo.
Spero che la storia di MIA ZIA vi piaccia e, soprattutto vi auguro di viverne una uguale.
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17 years ago
Shoe3fetish,
31
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La mamma dell\'amiko
Ciao sono PEPPE, oggi è successa la cosa più bella della mia vita: dovevo andare a casa da un mio amico a prendere dei libri per l'università. Arrivato sotto casa suono, mi annuncio, il portone si apre ed io salgo. Non appena entrato dentro l' appartamento il mio amico mi dice che doveva uscire, che era solo in casa e sarebbe stato fuori circa un'oretta e che potevo attenderlo li da lui. Io dico che non c'è problema e lo saluto. Dopo circa 15 minuti che sono sul divano a guardare la tv sento schiavare il portone di casa e vedo che la mamma del mio amico sta rientrando ( una donna di 45 anni, mediamente bella, ma che indossa sempre collant neri velatissimi con riga dietro ); la aiuto a posare le buste della spesa e ci sediamo sul divano a chiacchierare del più e del meno. Durante la parlata noto, con il cuore a 1000 battiti al secondo, che toglie e rinfila ritmicamente i decolletè mostrando i suoi deliziosi piedini ( 35 o 36 di numero !!!! ); mi sento sempre più eccitato ed impacciato, finchè lei non nota che le guardo sempre i piedi. Il caldo saliva sempre più e mentre cercavo di fare il vago lei mi dice all'improvviso: "non hai mai visto i piedi di una signora? sembra che tu hai gusto nel guardarli!!! " Io rosso dalla vergogna e dalla paura di una sua brutta reazione gli rispondo:" è casuale che i miei occhi cadano sempre sui suoi piedini", e lei "uno che li chiama piedini vuol dire che muore dalla voglia di baciarli!", a quel punto gli confesso la mia eccitazione di fronte a degli zuccherini di piedi come i suoi, e lei mi fa: "se non dirai nulla a nessuno te li faccio massaggiare, ti va?", ed io:"certo che si, signora". Mi metto seduto per terra di fronte a lei che intanto si era sistemata per bene sul divano; prendo le sue gambe le tolgo le scarpe e noto la chiazza di sudore caldo all'interno, sono sempre più eccitato; dopo un minuto che accarezzo quei stupendi piedini morbidi e che emanano un'odore favoloso di collant e sudore lei mi dice:" ti piace guardare più la pianta o le dita?", "entrambe" dico io, e lei:"baciali pure se vuoi, a me piace avere un giovane come te ai miei piedi". Non appena dette queste parole mi fiondo con la bocca e la lingua sui suoi piedini coperti da un morbidissimo nylon. A quel punto lei ritira i piedi e mi a:"Oddio scusami ho tutti i piedi sudati della camminata, smetti, se puzzano!" Io a quel punto, tremante dall'eccitazione le dico: "signora voglio annusare la favolosa puzza dei suoi piedi, mi fa arrapare un casino", e lei " sei proprio un porcello, allora annusali forza, aspira tutta l'aroma, lava dal sudore i miei piedi ed i miei collant"...che odore ragazzi!!!! Dopo qualche istante mi mette l'altro piede sul pene (tirato fuori non appena sentito il contatto ) e mi fa venire sui suoi piedi. E' una storia vera e credo che andrò più spesso a prendere i libri dal mio amico. Ciao.
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17 years ago
Shoe3fetish,
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Cognata o padrona ?
COGNATA O PADRONA?
di PEPPE
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La mia padrona, sino ad allora era stata per me una amica di famiglia e soprattutto una amica di mio fratello; il legame con mio fratello era sin troppo forte e destò subito dubbi che rimasero in piedi, fino a quando mi rivelò di avere con lui una relazione da più di un anno. Da quel momento cominciammo una sorta di rapporto telefonico, vista la elevata distanza che ci separava, con telefonate simpatiche e condotte coi toni amichevoli di due amici di vecchia data.
Era tale la tranquillità che in una giornata afosa del luglio 2000, le rivelai la mia passione per i piedi femminili. La cosa le piacque subito e dopo non molto tempo mi spedì alcune foto delle sue dolci estremità ed io per ringraziarla le promisi che la prima volta che ci saremmo visti, glieli avrei massaggiati.
Una sana passione per le estremità delle donne è stata sempre vissuta da me in chiave masochistica e lei, intelligente come la maggior parte delle donne, non ci mise molto per capirlo.
Un giorno in una delle tante telefonate mi chiese se ritenevo il massaggio dei piedi una pratica da servo ed io le risposi di si e che per i suoi piedi le avrei fatto da schiavetto in qualunque momento.
La cosa all’inizio fu vissuta con spensieratezza e il discorso veniva ripreso ogni tanto, anche perché la cosa che più le premeva era diventare mia cognata non certo la mia padrona.
Finalmente arrivò il giorno del nostro incontro, lei indossava un paio di stivaletti neri sin dal mattino e quando finalmente mi mostrò i suoi piedi sentii odori che m’inebriarono….ma su questo mi rimetto ai giudizi di chi è feticista come me…
Nessun contatto riuscii a stabilire, anche perché mi sentivo un po’ di merda verso mio fratello….neanche stessi desiderando di avere un contatto con parti più intime…
Molto tempo più dopo, quando ormai ero rassegnato a lasciar perdere, si presentò la vera occasione. Per una certa ragione, che vi risparmio i dettagli, dovetti offrirle una cena….eravamo soli ed io cominciai a dirle che mi avrebbe fatto piacere prendermi cura dei suoi piedini stanchi, a fine serata.
Chiusi in macchina, si tolse i suoi stivaletti con cerniera e le sue minicalze velate, e poi con grande maestria si passò sui piedi due salviette profumate. Alla fine delle operazioni mi mise i piedi sulle gambe, si accese una sigaretta e mi disse:
"dai peppe…vediamo cosa sai fare!"
Me ne presi cura e a giudicare dal suo sguardo, la cosa piacque anche a lei e l’indomani prima di riaccompagnarmi alla stazione, mi concesse ancora questo onore solo che da pazzo le chiesi se potevo pure baciarli, per ringraziarla. Lei mi rispose:
"certo che puoi, però non capisco cosa ci sia da ringraziare…"
Farfugliai qualche parola e poi, prendendo il coraggio a due mani le dissi:
"perché sei la mia padrona….ed io non sono degno di toccare i tuoi piedi…"
Si fece una risata e la cosa finì lì, con l’odore dei suoi piedi che mi rimase i testa per giorni.
Passò un periodo di tempo abbastanza lungo, durante il quale io divenni il suo servetto e lei la mia padrona….purtroppo virtuale.
Io intanto vivevo la mia vita sessuale e non mi sognavo nemmeno di fare cose simili, con lei mi sentivo a mio agio perché sapevo che era e sarebbe stata sempre, solo una amica.
Lei cominciò, con l’ordinarmi di inginocchiarmi dinanzi a lei per renderle omaggio…sfilò il sabot e io le baciai il piede un po’ sudato e odoroso mentre lei parlava comodamente al telefono.
In macchina poi, ideò un gioco: lei mi faceva annusare uno dei piedi con gli occhi bendati, se non indovinavo quale fosse dei due, me li metteva entrambi in faccia per interminabili venti secondi.
Dopo quella serata, di tanto in tanto ci si ricordava della cosa e si dava la colpa alla massiccia dose di alcool ingerito...sapevamo entrambi che no era così.
Come ogni pazzo masochista, qualche mese fa ebbi la cattiva idea di regalarle il libro di Masoch "Venere in Pelliccia".
Il libro ha risvegliato in lei una tendenza sadica che temo stia uccidendo questo rapporto, anche perché lei come la bellissima Wanda non prova nulla per me, ritenendomi solo un amico ed io purtroppo non sono innamorato di lei, ma sono attaccato a questo "gioco" che mi permette di sfogare un certo istinto fino ad ora represso.
Le mie paure sono fondate perché lei mi sta minacciando di dire tutto a mio fratello, Non so se ci scherza ma la cosa mi fa sentire umiliato perché penso che un rapporto di questo tipo non lo sopporterei,
Adesso per tenerla buona mi fingo divertito all’idea che lei mi descrive nel dettaglio, in cui io vestito da Sissy-Maid mi presento a lei per servirla,
Che fine farò?
Aiutatemi…
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17 years ago
Shoe3fetish,
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Have a break
Il pomeriggio e’ afoso, lo studio non fresco quanto vorrei.
Le ore di lavoro sono state fruttuose pero’, il progetto e’ andato avanti e il bozzetto e’ pronto per la presentazione al cliente... sono soddisfatta.
Ci meritiamo qualcosa di fresco, decidamente, giusto per un po’ di relax prima di tornarsene a casa per cena.
Dopo questi mesi di collaborazione, stiamo per vedere il frutto del lungo lavoro fatto.
Ho preso qualcosa da bere nel frigo, e sono andata alla finestra, a provare se si sente un po’ d’aria.
A parte la musica di Roy Paci, a basso volume, lo studio è silenzioso.
Son ferma a guardare il porto antico, a scaricare la mente, a riflettere su cosa già vorrei cambiare del lavoro finora fatto, quando sento le sue mai sui fianchi.
Non pesano, non premono, il contatto e’ lievissimo... sono semplicemente li’.
Non mi muovo... non ne ho quasi la forza, e non mi va.
Nemmeno quando le sentospostarsi sulla schiena e salire, lemtamente verso le spalle... non reagisco.
Non ne sento la necessità, questo un po’ mi sorprende, ma lo accetto.
Le mani leggere salgono, giungono sulle spalle, mi scostano i capelli lungo e mi massaggiano le spalle. Mi ci voleva proprio! Chiudo gli occhi e mi godo il tocco leggero sui muscoli tesi del collo, cerco di rilassarmi e mi sento sciogliere la tensione degli ultimi giorni. Abbasso la testa e lascio che le dita scorrano sulle spalle, sul collo, poi ancora sulle spalle.
Poi cambiano direzione: vengono sul viso, mi accarezzano le guance, le labbra... sento un corpo vicino al mio, non addosso, ma molto vicino.
Mi irrigidisco, e le mani tornano a accarezzarmi le spalle e poi la schiena.
Scendono sui fianchi, e mi volto. Faccio per dire, a malincuore, quello che sento di dire, ma non ci riesco. Le mani sui fianchi mi attirano alla sua bocca, e mi bacia.
Il contatto con le labbra mi blocca, e il bacio finisce di colpo. Ma le mani sui fianchi mi accarezzano, mi stringono, e mi lascio andare. Di nuovo mi bacia, ma questa volta non mi stacco. E’ un bacio dolce, lungo, una confessione, un’ammissione, una domanda...ala quale rispondo assecondando questo bacio inatteso.
Quando finisce, decido di tornare a voltarmi verso la finestra...e aspettare, con lo sguardo sul porto e la mente in attesa. La decisione adesso è sua, è il suo torno, io ancora non so cosa faro’...
Le sue mani non tardano. Tornano sui fianchi, mi accarezzano e dopo una esitazione... mi sollevano la maglietta sulla pancia. Quelle mani sulla pelle sono leggere, come sono leggere dopo qualche attimo le sue labbra sulle mie spalle, e sul mio collo. Io non mi muovo, ma mi sento abbastanza bene per restare ferma li’.
Le mani sulla pancia salgono, arrivano ai seni, e prendono ad accarezzarli sotto la maglietta. Non hanno fretta ne’ indecisione, stringono i seni con dolcezza e sicurezza. Poco dopo mi solleva la maglietta sopra il seno, riprende ad accarezzarmi entrambi i seni, stavolta sente i capezzoli irrigidirsi sotto il tessuto leggero e sente il mio respiro inziare a cambiare. In un attimo slaccia il reggiseno e lo solleva sopra i seni, prendendo i seni in mano con decisione, cercando i capezzoli con le dita, pizzicandoli appena, stuzzicandoli tra le dita, disegnando le areole con le punte delle dita, stappandomi qualche respiro piu’ corto. Adesso non penso piu’ a niente, la stanchezza è svanita e queste mani mi fanno sentire bene.
La lingua che mi scorre sul collo lecca il salato del sudore del pomeriggio, mi cerca l’orecchio, mi bacia le spalle...mentre il seno tra le sue mani si sta bagnando di altro sudore.
Quando una mano scende sul fianco e prosegue sulla coscia per un attmo mi scuoto.
Ma anche quelle carezze sono dolci, lente, anche quando seguono la curva della gamba e si spostano verso i bottoni della minigonna.
Mi accarezza la pancia, poi mi sbottona i primi bottoni e scende, lentamente, verso l’inguine.
Quando sfiora le mutandine mi sfugge un respiro mozzato a metà. SI ferma...ma non dico niente, e la mano riprende a muoversi. Scende, riprende le sue carezze leggere ma costanti e sicure, e sono io che stacco una mano dal davanzale e finisco di sbottonarmi.
La gonna cade a terra, le gambe e le cosce sono imperlate di sudore, al calore della giornata adesso si sta aggiungendo un altro calore, quello che sente la sua mano quando scende decisa e precisa dentro le mutandine. la prima scossa mi lascia senza fiato, le sue dita si muovono caute e delicate, sfiorano il clitoride per un momento e poi proseguono, scendendo poco pu’ in basso.
Seguono le labbra su e giu’, premendo appena, accarezzandole, muovendosi con dolcezza e impazienza... Mi volto quando posso e cerco la sua bocca, quando le nostre lingue si trovano le sue dita affondano.
Sento che le sue dita si bagnano, che cercano, che trovano... poi torna su, e con gli umori appena raccolti riprende a carezzare il clitoride. Lo carezza, lo sfiora, lo preme, e ogni volta il respiro si blocca. Quando inizia ad accelerarsi, anche l’altra mano lascia il seno e scende. La attendo con impazienza, quando sento che e’ arrivata tra le gambe lascio le sue labbra e respiro a fondo, lascio che il ritmo dei respiri aumenti e che i miei ansimi seguano il ritmo delle sue dita dentro e fuori...
mentre mi si muove contro io gli accarezzo i fianchi e le gambe, ma comunque mi resta alle spalle, vuole condurre il gioco... oppure potersi godere quello che faro’ io in cambio.
Il gioco delle dita continua, piu’ veloce, piu’ lento, piu’ profondo, piu’ leggero...e all’improvviso cambia.
Si sposta, mi viene quasi di fianco... io non capisco, finche’ non sento che la mano che lascia il clitoride passa sui reni, e carezzandoli scende...Il suo viso mi scruta da sulla mia spalla, la mano accarezza i glutei e poi scende, segue il solco, liberandolo dal perizoma, scostandolo lentamente, fino ad arrivare in mezzo alle gambe.
Sento le dita di entrambe le sue mani sul mio sesso, accarezzarlo, massaggiarlo, sporcarsi dell’umore che sta colando, mentre resto in attesa...
Finalmente. Sento due dita premere sul mio sesso, poi tre, e poi entrare affondando e levandomi il fiato.
Subito dopo, ancora in apnea, sento l’altro prenere sull’ano e subito dopo affondare con decisione.
Non ho tempo di gemere che subito le dita prendono a muoversi, decise e profonde, e perdo il controllo dei miei respiri. Ho voglia di godere, e mi occupo io del clitoride.
I respiri salgono di intensita’ e di ritmo, le dita li seguono, le mani sul mio corpo mi spingono a correre piu’ forte, le mie e le sue fanno a gara... e finalmente la corsa si conclude.
Mi lascio il tempo di riprendere il controllo dei mei respiri, con ancora quelle mani tra le gambe a sentirmi calda e bagnata, e finalmente riesco a voltarmi. Non ho niente da dire, i miei occhi parlano per me, mentre nei suoi leghgo compiacimento, un po’ di rimprovero per non essermi lasciata andare subito come avrebbe voluto, e anche una maliziosa attesa per quello che dovro’ fare in cambio.
Nei miei occhi legge gratitudine per il piacere che mi ha regalato, e l’inquietudine per la sfida con me stessa che sto per affrontare.
Mi decido, e parto con decisione: cerco la sua bocca, la sua lingua, quando si appoggia alla scrivania con una mano le accarezzo il seno attraverso la camicetta e con l’altra le alzo la gonna e le scopro il sesso gia’ umido.
Quando le soffoco con un bacio profondo il suo primo gemito che le strappo penetrandola, mi rendo conto che si e’ finalmente accorta che io sono molto, molto competitiva...
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17 years ago
sessodolce234269,
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Coccole con vista
Visti i commenti sul forum, specifico: ho scritto questo racconto un po' come piccolo regalo un po' come suggerimento 'programmatico' per una donna 'speciale', ma non ho fatto a tempo a farglielo leggere, e tantomeno a metterlo in pratica (purtroppo)
Commenti e critiche sono richiesti ;-)
Buon divertimento!
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Finalmente, sei venuta a trovarmi. La mattina autunnale e' soleggiata ancora calda, la gente in giro e' poca, e per oggi ti propongo di portarti sul castello, il belvedere che domina tutto il paese... una tappa obbligata per chiunque venga qua. La giornata e' indicata, la salita e' un po' impegnativa e su mio consiglio ti metti comoda: sotto il costume e le scarpe da tennis, sopra una canottiera e gli shorts. Anche io mi metto in maglietta e pantaloni della tuta, che snelliscono ;-) Da casa mia alla strada che sale e' un attimo, ti lascio precedermi un po' perche' gli scaloni di pietra all'inizio sono alti e ripidi, e un po' per... guardarti il sedere ;-)
In breve arriviamo dove il sentiero spiana, ti lascio prendere fiato (con questa scusa lo riprendo anche io ;-) e ti lascio andare avanti, mi devo rilegare le stringhe che si son slacciate e mi fermo dal cancello. Ti raggiungo dopo poco, sei ferma dal primo punto panoramico, appoggiata al parapetto di legno. Ti arrivo alle spalle, ti cingo i fianchi e poggiando il mento sulla tua spalla ti do' un bacio leggero sul collo. Ti illustro il paese e la costa dall'alto, baciandoti ogni tanto, un po' sul collo e un po' sulla nuca, quando sposto le mani dai fianchi a sfiorarti il seno ti stacchi e ti giri. "Allora?" Mi sgridi, sorridendo, per risposta ti do' un bacio sulla bocca ma ti stacchi quasi subito... Riprendiamo la salita, ti sto a fianco perche' nonostante gli scalini in legno il sentiero e' comunque ripido e un po' scosceso. Finalmente spiana, siamo sul promontorio... rimani incantata dalla vista, incorniciata da ulivi, che spazia per piu' di 180 gradi sul mare. Ti porto sul belvedere, ti lascio girare per guardarti bene il panorama, per goderti il cielo terso e il mare azzurrissimo, finche' non ti raggiungo e ti abbraccio. "Sei contenta? Ti piace?" Tu sorridi e mi rispondi, con gli occhi luminosi e allegri: "E' bellissimissimo!" Ci baciamo, restiamo a lungo abbracciati a baciarci ancora e poi ancora e ancora. Io ci provo... scendo con le mani sui fianchi, e poi le infilo negli short per accarezzarti il sedere, ma tu ti stacchi e mi ripeti di nuovo, sgridandomi: "Allora..." In tutta risposta il ti prendo i seni in mano, tu spalanchi gli occhi, salti indietro e incroci le braccia sul seno: "Risponde la segreteria telefonica..." Non ti va che ci veda gente, inutilmente ti ricordo che qua nessuno ti conosce e che semmai se ci vede qualcuno che conosce ME io ci guadagno mille punti... Mi tieni il broncio e non ti lasci abbracciare. Tento di farmi perdonare, mi riavvicino e ti bacio leggermente sulla guancia e poi sulle labbra, ti prometto di fare il bravo e ti guido alla scala della torre. La porta per fortuna e' aperta, da in cima alla torre si vede un panorama ancora piu' aperto e emozionante, ti assicuro che non ho secondi fini e col tuo sorriso da poca fiducia annuisci, poco convinta... o forse con la stessa mia idea ;-) Saliamo le scale a pioli di ferro, stiamo entrambi attenti e finalmente spuntiamo alla luce. La vista e' mozzafiato... I merli sono alti e profondi, formano una specie di parapetto, ma ti permettono di goderti trecentosessanta gradi di panorama splendido! Anche io, che da tempo non salivo, sono affascinato. Hai notato che ho chiuso la porta alle nostre spalle, appena entrati, e che e' difficile essere sorpresi da altri visitatori senza che li sentiamo salire, per cui quando ti abbraccio da dietro e ti bacio il collo e dietro le orecchie mi lasci fare. TI faccio voltare, ti bacio con passione e tu finalmente ricambi. Restiamo abbracciati, la tua lingua che insegue la mia e le tue mani sulla mia schiena che tengono stretto a te mi eccitano, e te ne sarai accorta... Quando scendo e insinuo appena le mani sotto l'elastico degli shorts mi stacco un attimo e ti chiedo: "E adesso? Posso o mi fermo?" Mi guardo sorridendo e mi rispondi: "Non lo so..." Riprendo a baciarti e a accarezzarti e a stringerti il sedere da sopra il costume, poi mi decido e infilo le mani nel costume, accarezzando la tua pelle nuda e calda. A te non spiace... me lo dici con la tua lingua mentre ci baciamo di continuo. Mi stacco, mi allontano il poco che serve per poterti guardarti il busto, sotto la canottiera i capezzoli spuntano duri. "Ah, ma allora ho fatto bene!" Te lo dico toccandoti i capezzoli con le dita, e poi prendendo dolcemente i seni nelle mani. "Non lo so... Ma anche a te e' piaciuto, vero?" Sottolinei la frase toccandomi il sesso gonfio nei pantaloni. "Ah...Allora..." Visto che tu continui a toccarmi da sopra la tuta, io scendo con la mano sulla pancia e poi tra le gambe... sei calda, ho voglia di toccarti ma mi devo accontentare di accarezzarti da sopra gli shorts. La cosa non mi impedisce di sentire il tuo sesso caldo e morbido, azzardo e infilo una mano dentro gli shorts. Non mi dici nulla quando prendo a toccarti da sopra lo slip del costume, e con le dita riesco a premere e ad accarezzarlo con abbastanza decisione per vederti scossa, cosi' ti decidi e abbassandomi i pantaloni della tuta e lo slip inizi a masturbarmi... Sento un rumore, ci stacchiamo in un attimo e cerchiamo di ricomporci, io guardo nella botola ma non c'e' nessuno. Falso allarme! Quando mi rigiro, tu sei di nuovo a guardare il panorama, ma sei ancora eccitata, e anche io, e te ne accorgi quando ti abbraccio da dietro stretta stretta... Anche adesso riprendo ad accarezzarti, mi lasci fare ora che sei sicura che non ci sono pericoli, e non mi dici nulla anche quando infilo le mani sotto la canotta e sollevandola riesco a prenderti i seni e a massaggiarteli. Le tue mani mi accarezzano i fianchi, le infili sotto la maglietta e le sento sulla pelle, mentre ti bacio e ti lecco il collo e lascio una mano a stringerti un seno mentre l'altra scende tra le gambe. Riprendo da dove ho lasciato, lo slip e' indubbiamente caldo e umido, lo scosto e riesco a toccarti come meriti... Impiego poco a farti gemere, mi basta trovare il clitoride e prendere a massaggiarlo, e dopo poco scendo a sentirti bagnata e caldissima. Senti le dita sul tuo sesso, mi basta spingere poco per affondare e sentire il tuo miele e per farti genere piu' forte... Tu sposti una mano dal mio fianco alla mia pancia, mi scosto quanto serve per lasciarti infilarla nella tuta. Mi unisco ai tuoi gemiti quando afferri il mio sesso duro e mi masturbi con decisione. Le rispettive mani si muovono in sintonia, e l'eccitazione sale di pari passo. Mi decido... Sposto le mani sui tuoi fianchi, ti faccio abbassare in avanti, con le mani appoggiate ai merli, poi con decisione ti abbasso shorts e slip da dietro. Ti accarezzo il sedere nudo, poi infilo una mano tra le gambe e ti accarezzo il sesso bagnato e caldo, dopo un attimo appoggio due dita e affondo facilmente, muovi i fianchi e ti chini di piu' in avanti. Mentre ti masturbo, con una mano che infili tra le gambe prendi a occuparti del clitoride. Sento che siamo al punto giusto... Mi abbasso tuta e slip quanto basta, e appoggio il sesso duro sul tuo sedere, lo appoggio sul solco e te lo strofino addosso, poi scendo e lo appoggio alla tua mano, tu lo prendi e senza perdere tempo lo accosti al tuo sesso. Io con le mani ti accarezzo i fianchi, poi lentamente mi accosto e ti penetro. I tuoi gemiti accompagnano i miei movimenti, accelero e dopo rallento, poi lo sfilo dal tuo sesso e lentamente torno a infilarlo e riprendo a muovermi veloce. Il tuo movimento accompagna il mio, ti muovi avanti e indietro insieme a me. Sento il piacere che monta, seguo i tuoi gemiti coi miei Siamo entrambi a buon punto, ma mi fermi... Non ti muovi dalla tua posizione, ma riesco a sentirti ansimare: "Voglio di piu'..." e con la mano prendi il mio sesso bagnato del tuo piacere, lo stringi, mi masturbi per qualche secondo e lo sposti un poco... Ho capito, e non voglio deluderti. Mentre riprendi a masturbarti, io premo appena il mio sesso al tuo buchino. Lo sento cedere, lentamente e con attenzione affondo, il tuo gemito piu' lungo mi accompagna mentre entra nel tuo ano fino in fondo. Sei stretta e calda, come mi hai sempre detto, e mi muovo lentamente, con attenzione... quando ti sento rilassarti, accelero un poco, e tu mi assecondi. i tuoi gemiti accelerano, il piacere monta, prendi a muoverti tu contro di me e acceleri... Anche la mia eccitazione sale, i miei gemiti seguono i tuoi. Mi lascio andare, prendo a muovermi veloce, e quando ti sento venire dopo poco anche io mi abbandono e sfogo il mio orgasmo dentro di te. Resto in te per qualche secondo, cercando di riprendere fiato, come stai cercando di fare anche tu, e prima di ricompormi ti bacio e ti dico: "Grazie..." Dopo qualche tempo, quando abbiamo finalmente ripreso un briciolo di autocontrollo, con un ultimo bacio lungo e caldo salutiamo la torre e scendiamo sul belvedere. Restiamo ancora un po' a goderci il panorama e il sole, e poi, un po' per l'ora tarda un po' per l'appetito e la sete che ci son venuti, riprendiamo la via del ritorno, senza fretta. Solo quando vedi che ho chiuso il cancello con un lucchetto che apro e mi rimetto in tasca capisci perche' nessuno ci ha disturbato. Ti avvicini, mi baci e mi dici piano: "Chissa' com'e' bello guardare il tramonto da lassu'..."
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17 years ago
sessodolce234269,
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A maddalena
una calda notte romana,una notte appiccicosa e umida,
di quelle da passare sotto un ventilatore.
E Maddalena,indaffarata e stanca,sudata e vogliosa....
Già,vogliosa dopo un periodo di lontananza,di notti
insonni e sola in quel lettone accogliente.
Andiamo a fare due passi????
Perchè no,l'idea di un po di refrigerio poi mi faceva stare meglio.
Il giardino è un andirivieni di bambini che giocano,
persone che parlano e coppiette che appartate si toccano,
si baciano,si rincorrono nei loro desideri.....
e il suo,un desiderio folle di me,del mio corpo
e del mio sesso.
Ci appartiamo ai piedi di un albero distante
e ci sdraiamo per terra,come bambini e le nostre mani
iniziano a cercare le forme,le voglie,il priobito.
Il mio sesso voglioso ed eccitato riempie i pantaloncini corti
che le sfiora lentamente e poi apre con decisione fino a
catturarlo con la mano in una presa dolce ma decisa.
la sua bocca avida si avvicina e lo ingioia fino in fondo
mentre con la mano libera prende la mia e se la infila sotto
il perizoma fradicio di umori. La sua bocca incessante
percepisce l'imminente arrivo dell'orgasmo allora si alza
in piedi e con le mani si appoggia all'albero,
si sfila il perizoma e porta il mio cazzo ormai enorme
fino al culo pronto ad accoglierlo.....
movimenti lenti,cadenzati dai battiti del cuore,
movimenti che portano entrambi sul ciglio di orgasmi tanto desiderati
fino allo scatto per prendere lo sperma in bocca e berlo avidamente
senza sprecarne una goccia.....
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17 years ago
admin, 75
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Comprami
Il telefono che squilla, la lavastoviglie che non funziona, il gatto che reclama il suo cibo. In televisione le solite televendite, tra la posta le puntuali bollette, il letto ancora da rifare. Stop! Stacco il telefono, svuoto la lavastoviglie, spedisco il gatto in terrazza, spengo la tv, sbatto la posta in un cassetto e il letto si rifarà da solo. Stop! Se il buongiorno si vede dal mattino quella sarebbe stata una giornata di merda. Mi butto sul divano in mutande, provo a toccarmi un po' per rilassarmi, ma niente, ero un boscaiolo senza la sua sega. Stop! Allora me ne sto inerme a guardare il soffitto e lentamente chiudo gli occhi, mi assopisco piano piano, dolcemente e.... briiii briiii... il citofono! Eh no, mi rifiuto, chiunque sia non sarà mai più importante del mio divano. Briii briiii.... e due, non sarà mica il postino? Esiste la cassetta della posta apposta no? Briiii briiii...e tre, quindi non è il postino. Ma allora chi cazzo rompe i coglioni alle dieci del mattino? Mi alzo e mi affaccio alla finestra. Un venditore ambulante, di colore. Sono sorpreso, incuriosito e improvvisamente risvegliato. Lo faccio salire, non mi vesto neanche e rimango mezzo nudo. Gli apro la porta con un sorriso smagliante. Lui mi guarda stranito. E' davvero carino, giovane e scuro scuro, con gli occhi più neri che abbia mai visto e due labbra enormi. Lo faccio entrare e lo faccio accomodare in cucina. Apre subito quel borsone enorme che si portava dietro e comincia a mettermi sul tavolo l'impossibile: collane, mutande, cerotti, cd, fazzoletti, cinture, bonghi. Intanto gli offro un succo di frutta. Mi mostra tutto. Mi dice di essere nigeriano e di avere ventisette anni. Non lo ascolto, lo desidero e basta. Il cuore mi batte, sono agitato e non so cosa fare. Poi di getto, con l'idea di non aver nulla da perdere, almeno che non mi puntasse un coltello alla gola, gli offro di comprare cento euro di merce se mi avesse mostrato il cazzo. Così, deciso,brusco,intraprendente, fuori di testa, allucinato. Lui mi guarda come se fossi un pazzo maniaco.Io sorrido, in quel momento si accorge che ero in mutande. Fa per rimettere tutto nel borsone, indispettito, irritato. "Mi piacciono gli uomini e vorrei solo vederti nudo,tutto qui", gli dico quasi piagnucolando, e aggiungo" ti dò cinquecento euro". Che follia! Mi alzo, vado in un cassetto e gli mostro tanti biglietti arancioni. Lui smette di riempire il borsone e mi dice: " Io piaccio a te così tanto? Solo vedere nudo?" Annuisco,con gli occhioni da cucciolo ferito, con un mezzo sorriso sulle labbra, vergognoso e improvvisamente intimidito. Dov'era finito tutto il mio coraggio? "Ok", mi dice, " cosa fare io?" Ecco il mio coraggio ritornare. La lavastoviglie si accende improvvisamente. Gli faccio cenno di seguirmi e lo porto in bagno. "Spogliati, puoi farti una doccia" E lui comincia a spogliarsi tranquillamente: il giubbotto, la camicia, le scarpe, i jeans, la maglietta, i calzini. Era in mutande davanti a me. Quegli slip bianchi su quel corpo nigeriano così scuro e lucido come l'ebano, quella corporatura tonica e prestante, quel profumo selvaggio che mi inebriava fino a perdere la lucidità. Intanto squilla il telefono. Se ne sta lì quasi nudo davanti a me, vedo il suo imbarazzo e mi dispiace, allora mi tolgo io le mutande e con il mio solito malizioso sorriso lo invito a seguirmi. E' finalmente nudo. Rimango incantato davanti a quel cazzone nero che era strizzato negli slip e quelle palle grosse che penzolano informi in uno scroto abbondante. Tutti quei peli ricci e fitti mi facevano impazzire. La cappella chiara circoncisa e quel culo così sodo e muscoloso in cui avrei voluto subito soffocarmi. Sento il gatto che miagola. Per aprirgli l'acqua calda gli passo vicino e il mio cazzo già duro e bagnato sfiora la sua gamba, ho un sussulto. Entra nella vasca e comincia a bagnarsi, non è assolutamente eccitato ma in fondo non era quello che volevo. Il mio cervello aveva già avuto una serie infinita di orgasmi nel momento in cui quel ragazzo ha messo piede in casa mia. Mi appoggio al lavandino, lo guardo incantato, non resisto, e da quel metro e mezzo che ci divide comincio a masturbarmi dolcemente. Lui fa finta di niente. S'insapona, si bagna. Di nuovo un attacco di follia : "Posso lavarti?" gli chiedo con la voce spezzata. Non mi risponde, è come se gli fosse indifferente. Non mi fermo,prendo la spugna e comincio a passargliela sul petto,delicato.Lui se ne sta immobile, pietrificato. Allora faccio a modo mio. Lascio cadere la spugna nella vasca, mi verso del bagnoschiuma nelle mani e gliele passo sul petto,massaggiandogli i capezzoli, girando intorno all'ombelico, sfiorandogli il pube.Non reagisce. Allora m'inginocchio per non spezzarmi la schiena e comincio a passare le mie dita insaponate sul suo cazzo, premendolo per tutta la sua grossezza, contornandone la cappella e con due mani stringere le sue enormi palle e girare, premere, tastare, tirare. Sento che tra le mie mani la pressione sale, comincia a irrigidirsi, diventa sempre più sodo, si allunga a dismisura. Lui ha gli occhi chiusi. Ormai è gonfio e potente, lo masturbo con due mani, con l'acqua che scorre e la schiuma che scivola. Lui dischiude i labbroni in un labile fremito. Avvicino la mia faccia tra le sue gambe e lo inghiotto. Non mi sta in bocca, è grosso e caldo. Succhio la cappella con avidità e lo masturbo sempre con due mani. Lo tengo in bocca e frullo con la lingua, la mia saliva si mescola alla schiuma. Voglio godere,voglio impazzire, il mio sogno si sta realizzando nella mia bocca. Allungo una mano nella vasca e prendo quel tubo di bagnoschiuma, lui non si accorge, ha gli occhi chiusi e si lecca le labbra. Io accovacciato davanti a lui mi infilo quel tubo bagnato nel culo, diretto, senza dolore, per essere riempito dentro oltre che davanti. E'ora, non è più immobile,sta fremendo,sta vibrando nella mia bocca, è ora, con le mani mi afferra la testa e spingendomi nella gola viene, e sento la sua sborra bollente e acidula che scalda le tonsille, quasi soffocato dal cazzo e dal suo succo butto giù tutto, aspirando avidamente l'ultima delle sue gocce, fino a sentirlo ammosciare in bocca. Silenzio, ho il respiro affannato, il tubo ancora nel culo. Adesso è lui che sorride. Termina la doccia, m'infilo l'accappatoio. Si riveste. Torniamo in cucina. Beviamo un succo di frutta. Mi sembra tranquillo. Gli dò i suoi cinquecento euro. Mi ringrazia ma sono io a ringraziare lui. Mi lascia l'intero borsone e se ne va.
La mattinata ha finalmente preso una piega diversa, ma ora che la lavastoviglie funziona e il gatto ha mangiato, che ho risposto al telefono e in tv c'è Costanzo, come le pago le bollette?
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17 years ago
admin, 75
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Impressioni sul massaggio sensuale di coppia
Questo corso è indicato per le coppie, per i singol si entra in una lista di attesa fin che verranno fatte le coppie,
svolto nei week end in date da concordarsi.
Per qualsiasi chiarimento [email protected] Cell.338 2083718
Le impressioni di alcune Coppie che hanno partecipato ai corsi
ROMINA E MICHELE,
casualmente abbiamo conosciute due, simpatiche persone speciali, ci viene proposto, di partecipare a una prova, del di massaggio di coppia.
Dopo qualche titubanza e timidezza, fiduciosi di poter migliorare il nostro legame, ci lasciamo convincere.
LEI, R.
piacevoli, dolcissime, nuove sensazioni,
Al primo contatto, due mani forti e sicure, estremamente sensibili e delicate, con lentezza e calma mi hanno regalato sensazioni dolcissime … nel ”massaggio di coppia” di cui ignoravo l’esistenza. la parola “di”…coppia! devia l’attenzione,e viene scambiato per atto fisico tra coniugi, Questo massaggio a corpo nudo, protetto, da teli morbidi, in ambiente riscaldato, invece rende piacevole l’abbandono.
Con la “particolare” tenerezza non invasiva del contatto, dolcemente rilassata e protetta, sono tornata indietro nel tempo, quando bambina, restavo incantata nell’ammirare la dolce tranquillità con cui la mia micia si prendeva teneramente cura dei suoi gattini con poche ore di vita, la sensazione provata di affettuosa protezione, è estremamente piacevole e stupefacente!
LUI, M.
Io sportivo, abituato a un massaggio decisamente energetico, incredulo…mi sono lasciato cadere in una stupefacente surreale dimensione, due dolci e tenere mani, scorrevano sapientemente su di me, la mia epidermide, impreparata mi regalava morbide sensazioni, che proverò a spiegare.
Il massaggio di Copia, che ora definisco “affettivo”, lento e rilassato permette di spostare le attenzioni mentali, dalla mente al corpo, lentamente e semplicemente le tensioni ci lasciano, e ci trasportano in un'altra dimensione, dove riusciamo meglio a percepire ed appagare i bisogni del partner, cancelliamo con rilassata tranquillità, eventuali sensazioni sgradevoli, e ci riappropriamo di bellissime sensazioni sconosciute o dimenticate.
R , M,
Al termine della prova, guardandoci negli occhi, ci siamo stupiti delle sensazioni provate, e siamo ora ansiosi di scambiarci reciprocamente momenti di rilassato abbandono reciproco!
Sconvolgente e gratificante esperienza, da riprovare!
A due meravigliosi amici grazie!
CLAUDIA E DANIELE
C.
L’ambiente piacevolmente riscaldato, ha favorito l’affiorare in me di incredibili sensazioni, questo tipo di massaggio provato per curiosità, mi ha stupito, la manualità dolce, e sicura dell’istruttore nell’insegnarmi, ha permesso alla mia epidermide di inviarmi sensazioni mai provate, il lento fluire del massaggio mi ha trascinato in un dolce mare tropicale, distesa sul bagnasciuga, rilassata dal dolce infrangersi di un onda dolce calda e tranquilla, la sabbia finissima mi avvolgeva in un tenero dolce abbraccio.Questa nuova esperienza, sono curiosa di dividerla al più presto con D. affinché insieme noi ci si possa rilassare con altrettanta semplicità
D.
Comodamente disteso su un soffice tappeto, protetto da un telo, la dolce sicura manualità, mi ha fatto perdere la nozione del tempo, e mi sono ritrovato concentrato ad assaporare solamente le sensazioni, che la mia pelle faceva riaffiorare in me, i ricordi di quando bambino scatenato sempre nei guai, a fine giornata mi rifugiavo tra le braccia di mia madre, per scivolare lentamente in un sonno profondo e dolcissimo.Penso che il massaggio sia una fantastica opportunità di riappropriarci dei nostri ricordi più segreti, da condividere con molta naturalezza con la persona amata.
C.D. E' stato uno stupendo ed emozionante corso che ci ha permesso di ritrovare un'armonia di Coppia , così appena tornati a casa abbiamo potuto sperimentare quello che abbiamo appreso anche ai nostri figli (saltando qualche passaggio particolare). Grazie di tutto C.D.
Ciao mi chiamo Rebecca ho 33 anni e sono sposata da 2 con Filippo, ho conosciuto l’esistenza del MASSAGGIO DI COPPIA casualmente; navigando in internet alla ricerca di informazioni riguardo a terapie alternative sono approdata sul sito di OLISTIKA e mi ha subito colpito il “Massaggio di Coppia” tra i vari massaggi che OLISTIKA proponeva nei suoi programmi, ne ho letto immediatamente la descrizione e mi ha a dir poco incuriosita, così ho voluto saperne di più. Così ho contattato OLISTIKA e ho deciso di frequentare il corso per imparare a fare questo massaggio.Con il mio entusiasmo ho contagiato anche mio marito Filippo così abbiamo fatto il corso insieme…E stato elettrizzante! Un’esperienza unica! E’ un massaggio fantastico perché nella sua semplicità di esecuzione è accessibile a tutti (anche ai non addetti ai lavori!) ed è di una efficacia inaspettata
REBECCA E FILIPPO
Ho sempre conosciuto solo l’esistenza dei massaggi più comuni come il rilassante, l’estetico, il linfodrenante, lo shiatzu ecc. quelli eseguiti nei centri benessere, per altro molto validi, ma il Massaggio di Coppia ha decisamente avuto per noi una marcia un più. E’ un massaggio che entra nel profondo crea un contatto sia fisico che emotivo l’una con l’altro difficilmente raggiungibile in altri modi. Riesce a sciogliere eventuali tensioni e rigidità di ogni origine, riavvicina la coppia in una sorta di complicità, di gioco, dona un grande senso di appagamento nel dare e ricevere piacere attraverso il tocco, l’accarezzamento, l’esplorazione dolce e totale del corpo. A motivo della vita frenetica e stressante, il lavoro, la famiglia ecc. si perde di vista l’importanza sia fisica che psicologica che può avere questo tipo di incontro e approccio col partner per una sana e appagante vita sessuale. Sono convinta che attraverso il Massaggio di Coppia molte persone come me saranno aiutate a risolvere i propri problemi intimi o di comunicazione col partner, lo dico con convinzione perché è quello che ho sperimentato io personalmente, in quanto a motivo di una serie di circostanze negative avevo accumulato un grado di stress così elevato che mi impediva di riuscire a lasciarmi andare completamente durante i momenti intimi e questo stava diventando un problema sia per me che per mio marito.
Devo dire che grazie al corso di Massaggio di Coppia nel giro di 1 mese con mia grande gioia (nonché di mio marito!) ho risolto completamente il mio inconveniente. Perciò mi sento di consigliare di tutto cuore a chiunque avesse problemi del genere, o anche solo bisogno di rilassarsi, voglia di coccole, aggiungere qualcosa di più stuzzicante al proprio rapporto di coppia o anche solo per curiosità, di fare questa particolare e profonda esperienza come un viaggio attraverso le sensazioni, le emozioni e i piaceri che il nostro corpo può donarci ma che noi abbiamo quasi dimenticato.
Ringrazio OLISTIKA e…. Auguro a tutti Buon Viaggio!!!… Ciao Rebecca e Filippo
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17 years ago
admin, 75
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Moglie troia 3
sto organizzando per il 23giugno anniversario di matrimonio gang bang con 8 persone e in questi giorni ho incominciato a scegliere i fortunati concorrenti. gia ho scelto 2 persone uno ha un cazzo di 28cm in bocca non sono riusciuto a prenderlo ma nella figa e entrato quasi tutto che mio marito non riusciva a credere come avesse potuto entrare quel palo nella mia fighetta.ho incontrato 7 persone che non li ho mandati via a mani vuote gli ho fatto bocchini e seghe.stasera devono venire 5 persone di colore chissa come andra a finire.per il 23giugno al piu bravo daro il mio culo che e stato profanato solo 5 volte.ciao
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17 years ago
admin, 75
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Microstoria di follia e vendetta.
Microstoria di follia e vendetta.
La ragazza passava, o meglio, danzava sul marciapiede opposto alla sua pasticceria, quattro volte al giorno: alle 9, 12.30, 15.00 e 19.30.
Tre mesi erano passati da quando Orlando l’aveva notata per la prima volta, quasi soffocandosi con un babà dall’emozione, e da allora, il tempo era scandito dal suo passaggio.
Talvolta capitava che una cliente s’attardasse negli acquisti facendogli perdere l’appuntamento ed il contrattempo lo rendeva così nervoso da non potergli parlare. La passione dedicata alla fanciulla aveva assunto aspetti patologici che pure la moglie, solitamente la più sprovveduta, aveva potuto non notare.
Le sue rimostranze scivolavano via inascoltate perché Orlando era il tipico maschio che avrebbe fatto la gioia dei repubblichini mussoliniani; egli era infatti un fiero maschilista, razzista e, ovviamente, considerava le donne esseri inferiori!
Il suo matrimonio era costellato di tradimenti con prostitute e clienti mentre la moglie, se dapprima lo aveva sopportato, talune volte gli aveva reso la pariglia.
Quella femmina non aveva stregato solo Orlando, ma anche Luigi, Totò, Alessandro e Alberto, amici di lunga data che avevano condiviso le lunghe battute di caccia e i pestaggi a travestiti e prostitute. Erano tutti commercianti benestanti che disprezzavano le regole, gli immigrati e gli omosessuali, evadevano senza remore le tasse e sottopagavano i dipendenti.
La ragazza aveva notato ben presto quale tormento provocava il suo passaggio e, consapevole sirena, ammaliava gli uomini ampliando i suoi ancheggiamenti, lanciando lunghi sguardi ironici ed ammiccando con le labbra.
“Gli sfonderei il culo a quella troia” sussurrava Luigi
“A chi lo dici” rincarava Totò “ io gli sborrerei in bocca e la obbligherei ad ingoiare tutto!”
“Calmi ragazzi.” esortava Orlando che era il leader, “non è detto che non succeda.”
“ Magari.” sospirava Alessandro, tastandosi l’inguine assorto in pensieri sconci.
La storia andò avanti senza significativi cambiamenti finché un giorno la ragazza passò solo al mattino presto e poi più; la cosa non preoccupò dapprima Orlando, che pensò a qualche imprevisto, ma quando anche nei giorni successivi essa eluse gli appostamenti, l’agitazione divenne tangibile. Orlando perlustrò, nei pochi momenti che l’attività gli lasciava, i quartieri limitrofi ma senza esito. Non sapeva dove lavorasse ed ora malediva la sua inettitudine.
Il lunedì sera, dedicato al poker, il gruppo espresse disparate congetture sull’accaduto ma nessuna di esse risultava plausibile; decisero dunque di pedinarla per scoprire l’arcano.
La scelta cadde su Totò, unico erede dei supermarket “Prizzi” con molto tempo libero.
L’attività investigativa ebbe presto successo: la ragazza aveva un fidanzato con cui pranzava e che la riaccompagnava alla sera a casa.
Il gruppo reagì come un bimbo al quale fosse stato sottratto un gioco ma poi, veemente, emerse il distorto maschilismo e una nuova riunione fu convocata.
“Dobbiamo rinunciare alla nostra vacchetta” esordì mestamente Totò.
“Col cazzo che ci rinuncio” rispondeva Alessandro “io quella me la voglio scopare!”
“Anch’io vorrei ma come?” diceva pensieroso Luigi.
“Ragioniamo ragazzi” esortava Orlando “sappiamo che tutte le donne sono delle troie e questa non fa eccezione.”
“Vi ricordate mia moglie,con il suo mal di testa cronico,che mai me la dava e poi la sorpresi a fare la civetta con il macellaio?”
“Ricordo” disse sorridendo Alberto”e quante botte gli desti!”
“Talmente tante da beccarmi una denuncia da quella vacca.”
“ E la mia che faceva gli occhi dolci a quel senegalese” rincarò Alessandro “vi ricordate quante gliene abbiamo suonate a quel lurido negro?”
“Belle soddisfazioni ma che non ci aiutano a trovare una soluzione.” disse mestamente Luigi.
“Non possiamo farci soffiare una tale figa da un fottuto ragazzino brufoloso.” disse rabbioso Orlando.
“Hai ragione, cosa proponi?”
“Diamo una lezione allo sbarbato?”
“ Non serve” rispose Orlando “dobbiamo escogitare qualcosa di più efficace.”
“Vi ricordate quel bellissimo trans sulla Aurelia che lavorammo per una notte in quel casolare”? chiese Orlando grattandosi il mento
“Che divertimento” disse ridendo sguaiatamente Totò
“Ecco dobbiamo fare qualcosa di simile ma molto, molto più raffinatamente”
“ Dobbiamo escogitare un piano perfetto che giri come un dodici cilindri”.
Orlando ormai pensava ad alta voce noncurante dei presenti; vagava per il retrobottega cercando di cogitare un’idea valida.
Ormai era tardi e si congedarono fissando al lunedì successivo un nuovo incontro.
Le riunioni si succedettero numerose alternando i ritrovi ora nel negozio dell’uno ora in quello dell’altro per non destare sospetti con le rispettive famiglie.
Tutti erano consapevoli che la decisone era ardua ed impegnativa, ma l’impunità che li aveva assistiti finora nelle loro bravate,aveva tolto loro ogni senso del limite.
Fu discusso un piano operativo nei minimi particolari senza nulla tralasciare al caso.
Esso prevedeva l’uso di un furgone noleggiato da un extracomunitario con regolare permesso di soggiorno incaricato da un altro personaggio a sua volta mandato da un ricettatore senegalese dal quale il gruppo comprava merce rubata commissionandogli, talvolta,anche furti mirati.
Sebbene molto dispendioso, questa catena avrebbe fornito loro un valido alibi e qualora qualcosa fosse andato storto; sarebbe stata la parola di un pregiudicato nero contro quella di benestanti bianchi.
La casa scelta per consumare la bravata fu quella estiva di Alessandro, una villetta a poche decine di chilometri dalla città in una zona frequentata esclusivamente nei periodi estivi.
La data fu fissata un lunedì,serata in cui potevano assentarsi fino a tardi; inoltre i due ragazzi ogni lunedì sera si appartavano in una zona quasi sempre deserta nel grande parcheggio del centro commerciale, un posto dove avrebbero potuto agire con discreta sicurezza. Il ragazzo sarebbe stato neutralizzato con del cloroformio procurato da un amico infermiere di Totò e lautamente compensato,e la ragazza caricata sul furgone.
Arrivò il fatidico lunedì: la ragazza transitò come al solito; il furgone era già parcheggiato, poco lontano, in una via secondaria; cloroformio, calze, passamontagna e manette pronte.
Orlando, nonostante le numerose scorribande vissute, era molto nervoso; litigò con la moglie e con un paio di clienti. Le ore parevano cristallizzate e Orlando continuava ossessivamente a ripensare al piano , cosa che non lo aiutava certo a stemperare la tensione.
E l’ora arrivò!
Con una scusa lasciò l’incombenza della chiusura alla moglie, raggiunse il furgone dove lo aspettava Luigi e partirono. Lungo il percorso caricarono Alessandro, Totò e Alberto.
Parcheggiarono poco lontano dall’uscita usata dalla ragazza e poco dopo arrivò il ragazzo.
“Allora ragazzi, se avete dubbi o la cacarella, ora è il momento di parlare!” disse Orlando.
Nessuno parlò ma i gesti scaramantici ed i tic si sprecarono.
“Eccola!” gridò Totò indicando la ragazza che, a passo spedito, si avvicinava all’auto del fidanzato.
Tutti la seguirono in silenzio: era una bellezza mediterranea, dai capelli ed occhi neri, con un seno prorompente: indossava una minigonna con collant fumé, un corto giubbotto e aveva gli stivali.
L’erotismo che sprigionava quel corpo diede forza al gruppo che si ritrovò più deciso.
Luigi aspettò che l’auto si dirigesse nel luogo consueto e dopo un paio di minuti parcheggiò il furgone a circa 200 m dall’auto. Scesero tutti tranne Luigi,il quale doveva avvicinare il mezzo all’auto ad azione compiuta; indossarono le collant sul viso, i guanti e si avvicinarono sparpagliati alla macchina.
Orlando e Totò si avvicinarono sul lato guida mentre Alessandro e Alberto sul destro.
Orlando frantumò il finestrino con un martello e lesto disinserì la chiusura; il ragazzo,dapprima stordito,tentò di uscire dall’auto ma Totò gli inondo il viso di cloroformio schiacciandogli un asciugamano sul viso. Contemporaneamente Alberto aveva trascinato la ragazza fuori dall’auto e, aiutato da Totò e dopo un breve colluttazione, l’aveva ammanettata e imbavagliata.
Sistemarono il ragazzo addormentato sul sedile posteriore, con una pila segnalarono a Luigi di avvicinarsi, caricarono la ragazza e partirono.
“Ma quanto siamo bravi?” urlò Totò ebbro di emozione.
Orlando gli diede un violento spintone facendogli cenno con un dito sulle labbra di tacere. Le voci erano riconoscibili e perciò nel piano era contemplato l’uso di paradenti per alterare il tono,e Totò non l’aveva ancora imboccato.
Nessuno più parlò e gli unici rumori rimasero quelli della ragazza,che sdraiata ai loro piedi, si agitava convulsamente.
Dopo circa mezz’ora arrivarono alla villetta in riva al mare; la luna all’orizzonte spezzettava i suoi raggi a migliaia nelle increspature dell’acqua e l’atmosfera bucolica mal si addiceva alla situazione.
Alessandro controllò che nessuno dei vicini fosse presente e invitò i compari ad entrare nella casa. Luigi parcheggiò il furgone dietro delle dune di sabbia sormontate da macchia mediterranea.
Entrati nel salone, debitamente svuotato dalla mobilia per evitare qualsiasi riconoscimento tranne un lungo divano ricoperto da un telone plastificato e una coperta blu e 2 tappeti sul pavimento, imboccarono i paradenti, e si posero in piedi dinanzi alla ragazza mentre arrivava Luigi. Una luce alogena alle spalle degli uomini illuminava a giorno la ragazza che faticava a rimanere seduta ammanettata com’era e seguiva i rumori con brevi scatti della testa cercando di capire cosa stesse succedendo intorno a lei. Si spogliarono nudi e ad Alessandro e Orlando furono coperti dei tatuaggi con dei cerotti. La ragazza fu sbendata e il violento getto di luce la investì accecandola.
“Ascoltami bene zoccoletta” parlò Orlando con voce gutturale falsata dal paradenti,” non vogliamo farti del male, anzi, vogliamo solo scoparti e poi riportarti a casa felice e contenta!”
La ragazza,strizzando gli occhi,tentava di focalizzare le fisionomie degli uomini ma vedeva solo ombre sfocate.
“Allora chiariamo bene i termini della serata” continuò Orlando
“Se partecipi senza far la cretina, godrai, ti divertirai e ti beccherai un bel regalo, se invece volessi fare l’eroina, prenderai un sacco di botte e ti scoperemo lo stesso!”
“A te la scelta; ora ti libereremo e non sprecare fiato a gridare, prenderesti solo delle sberle e non ti servirebbe a nulla perché nessuno potrebbe sentirti.”
Totò liberò le mani e le caviglie dalle manette e la ragazza non si mosse; poi lentamente si tolse il bavaglio e, schermandosi gli occhi con il palmo della mano, sobbalzò quando s’avvide dei 5 uomini nudi. Quest’ultimi con sorrisi beoti, stavano toccandosi i membri già semiduri.
“Siete dei folli!” urlò la ragazza “finirete in galera!”
Alberto gli sferrò un violento schiaffo sulla guancia che si tinse di porpora. Alessandro si avvicinò e gli appoggio le mani sulle cosce tentando di divaricargliele. La ragazza gli sferrò un violento calcio sulla tibia facendo urlare l’uomo di dolore; riavutosi si scagliò sulla sventurata colpendola con schiaffi sul corpo e sulla testa chinata per proteggersi.
“Basta ora!” intervenne Orlando
“Ma quella troia mi ha quasi rotto in osso!”
“Forse non hai capito ciò che ti ho detto?” gli disse Orlando con calma e avvicinando il viso a quello della ragazza.
“Hai visto cosa succede se ti ribelli?”
La ragazza sembrava ormai rassegnata; il suo sguardo era mutato sostituendo la fierezza alla tristezza.
“Allora vediamo se hai capito?” disse Alberto avvicinandogli il membro alle labbra .
La ragazza non si mosse e allora l’uomo tenendosi il cazzo gli spinse rudemente la nuca verso la violacea cappella; la forte pressione indusse la ragazza ad aprire la bocca e Alberto glielo spinse finché poté. Nonostante la ragazza si dimenasse Alberto rimase in quella posizione qualche secondo finché Totò non gli disse “Che fai vuoi soffocarla; non vorrai toglierci il divertimento?”
Alberto gli sfilò il membro dalla bocca e la ragazza tossì violentemente.
“E’ delicata la troietta!” disse Luigi ridendo sguaiatamente.
La spogliarono lasciandola solo con le autoreggenti che aveva indossato per facilitare il fidanzato e gli stivali. Vedere quella pelle così liscia e chiara stagliarsi sulla stoffa blu del divano e il suo generoso seno con grandi capezzoli fece impazzire i cinque.
Orlando la prese per le cosce e la fece scivolare finché il bacino non fu sul bordo del divano e la penetrò deciso. La ragazza ebbe un gemito subito soffocato dai membri di Alberto e Totò che si erano inginocchiati ai suoi lati e glieli premevano sulle labbra.
A Totò bastarono pochi secondi e inondò di sperma il mento e la gola della poverina seguito poco dopo Alberto e Orlando che gli venne dentro senza preoccupazione. La prima scopata terminò quando anche Luigi la innaffiò dall’alto della spalliera del divano e Alessandro, sostituito Orlando le riempì a sua volta la figa.
Alessandro, patito di fotografia scattò alcune foto alla ragazza resa irriconoscibile dallo sperma sul viso e poi fu mandata a lavarsi nella toilette insieme ad Alessandro come controllore.
Ci fu bisogno di una lunga pausa nel quale gli uomini bevvero della birra parlando come fossero al bar e quando la ragazza finì la doccia e rientrò in salotto, trovò gli uomini seduti sul divano a cosce larghe che si masturbavano. Alessandro li imitò.
“Allora ciccia, spompinaci un po’ così ti scopiamo ancora!” disse ridendo Orlando
La ragazza ancora gocciolante li guardava stupita e non riusciva a muoversi; Alberto si alzò e la prese per i capelli costringendola ad inginocchiarsi tra le cosce di Orlando.
“Forza troia!” disse Alberto spingendola con un piede sulle natiche.
Iniziò a suggere il membro lentamente mentre gli altri commentavano divertiti la tecnica. Quando fu il turno di Totò l’uomo inarcò la schiena mostrandogli l’ano.
“Forza leccami il culo.” Le urlò, ma dovette intervenire Alessandro che le spinse il viso tra le natiche. La pratica infervorò il gruppo e ben presto la ragazza fu obbligata a leccare tutti gli uomini.
“Ed ora la voglio inculare!” disse Orlando compiaciuto
Alessandro e Luigi presero la ragazza per le braccia che urlava e aiutati da Totò e Alberto, che gli tenevano le cosce aperte, la misero sopra il membro di Orlando.
“Bastardi” urlava la ragazza tentando di divincolarsi ma 4 uomini erano troppo per lei e dopo poco iniziò a cedere alla loro spinta e Orlando, appena il culo fu vicino con un colpo secco la sodomizzò.
Un urlo soffocato di dolore uscì dalle labbra della ragazza mentre l’uomo,per nulla impietosito,cominciò a fargli scorrere il cazzo per tutta la sua lunghezza sempre più rapidamente. Alberto si posizionò tra le cosce della ragazza per penetrarla ma le continue convulsioni glielo impedivano; allora le mollò due ceffoni sul viso che, calmandola,gli permisero di penetrarla.
Luigi e Totò, in piedi sul divano ai lati della ragazza, si masturbavano vicino al viso mentre Alessandro filmava tutto.
Totò come la solito resistette poco e segnò il bel viso con lunghi fiotti di sperma e mentre Luigi stava per venire a sua volta, un poderoso frastuono blocco la scena.
La porta blindata in fondo al salone, tra nuvole di fumo acre, si abbattè sul pavimento con un rumore assordante; dietro di essa, con una velocità impressionante 4 uomini con giubbetti neri, passamontagna e piccoli mitra irruppero nel locale posizionandosi ai lati del gruppo.
“Fermi tutti! Siamo dei carabinieri” tuonò una voce
La scena tragicomica era rimasta fissa come una fotografia nella sua oscenità e tutti gli attori fissavano inebetiti le armi che li puntavano.
La prima a riaversi fu la ragazza che con uno scatto si liberò dai membri e corse verso il militare più vicino accucciandosi ai suoi piedi singhiozzante.
Nel frattempo erano entrati un ufficiale,capitano dei carabinieri,con due sottoufficiali; l’ufficiale capo disse:
“Sono il colonnello Guarneri dei ROS! Seguite le istruzioni e nulla vi accadrà.”
“Ma questa è violazione di domicilio privato” sbottò Orlando riavutosi per primo dallo shock cercando di coprirsi le intime parti.
“Che io sappia l’orgia non è proibita ancora nel nostro paese!” continuò riacquistando la freddezza del paracadutista.
Le sue parole però furono smentite dalla ragazza che lasciate le gambe del militare corse incontro all’ufficiale gridando concitata:
“ Che Dio vi benedica, questi bastardi mi hanno rapita e violentata!”
“Ma cosa stai dicendo?” disse Orlando tentando di alzarsi dal divano ma subito bloccato da un militare.
“Si calmi signorina, è tutto finito.” Rispose il capitano mentre uno dei sottoufficiali passava alla ragazza un lenzuolo per coprirsi. I carabinieri fecero rivestire tutti e poco dopo una camionetta blindata portava gli uomini al commissariato di zona.
DUE MESI DOPO.
Aula 59 del tribunale di Livorno – sezione C
Il giudice Fracassi sta emettendo le ultime parole della sentenza:
“……e vista la volontà espressa dagli imputati Galeazzi, Pestalozzi, Ricasoli, Mendola e Ravasi di scegliere il rito abbreviato e di patteggiare la pena, questo tribunale li condanna a 10 anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Gli eventuali danni richiesti dalla parte lesa, saranno presentati in sede civile ed in altro processo.”
Alla sentenza Orlando imprecò rumorosamente mentre tra gli altri lo sconforto fu profondo, provocando lacrime e addirittura, nel caso di Totò, uno svenimento.
Le mogli degli imputati tentarono di scavalcare le transenne per raggiungere i consorti ma furono prontamente bloccate dai carabinieri e non restò loro che inveire contro la ragazza che stava uscendo, scortata da due agenti, da una porta secondaria.
UN MESE DOPO.
Sala incontro detenuti del carcere di San Gimignano-------
“Ciao amore; oddio come sei magro!” esordì Antonella sedendosi dietro lo spesso vetro che la separava dal marito.
“ Se solo vedessi cosa ci danno da mangiare vomiteresti:” rispose piccato Orlando.
“Se potessi verrei al tuo posto.” disse Antonella appoggiando la mano aperta al vetro.
Orlando, che mai era stato un sentimentale, imitò la moglie con la mano
“Hai bisogno di qualcosa?”
“Un pizzicotto che mi risvegli da questo brutto sogno!”
“….e tutto per una misera puttana” continuò Orlando fissando il vuoto.
“ oh povero caro, quanto sei stato stupido a farti coinvolgere da quei fannulloni dei tuoi amici!”
“Anto non rompere!” reagì rabbiosamente l’uomo “ non ti sembra stia pagando abbastanza?”
“Scusa ciccio caro, ma soffro così tanto la tua mancanza da perdere talvolta la testa! Ti amo tanto.” Soggiunse la donna con un sorriso.
“Anch’io” rispose con gli occhi velati Orlando.
“Senti caro” disse la donna fissandosi le mani che stringeva ossessivamente “c’è un altro problema che dovrebbe essere risolto alla svelta!”
“Oh cazzo, che altro c’è?”
“Non ti arrabbiare. Adesso io uscirò e verrà una avvocatessa,che abbiamo assunto tutte noi,per spiegarti con parole più appropriate la questione.”
Si salutarono e Antonella uscì. Poco dopo entrò una donna sulla quarantina, molto elegante e slanciata con una ventiquattro ore.
“Come mi piacerebbe scoparmela.” Pensò Orlando.
“Buongiorno, sono l’avvocato Massironi e sono stata incaricata…”
“So già tutto” la interruppè bruscamente Orlando che fremeva dalla curiosità di sapere cosa succedesse” mi dica!”
“Il problema” rispose la donna sistemandosi elegantemente sulla scomoda seggiola” è il risarcimento che la difesa della ragazza richiederà e che presumibilmente sarà molto alto!”
“Cioè?” chiese allarmato Orlando
Significa che questa causa potrebbe intaccare profondamente i vostri beni e risparmi.”
“Ma che sta dicendo?” urlò rabbioso Orlando sporgendosi verso la vetrata” non l’abbiamo mica uccisa quella troia!”.
“Forse lei non ha capito bene la gravità della questione.” Continuò con voce calma la donna” Si tratta di sequestro di persona, stupro con violenza di gruppo e con la pesante aggravante della premeditazione!”
Orlando, fissando il pavimento e mordicchiandosi il labbro nervosamente, pensava smarrito alle parole dell’avvocatessa, poi come se avesse trovato uno spiraglio chiese:
“Perché ha usato il condizionale? C’è una via d’uscita?”
“Perché è possibile intestare tutte le proprietà e i conti bancari a sua moglie e diventare nullatenente!” rispose la donna con tono distaccato.
“Oh cazzo!” esclamò Orlando fissando la donna senza più nessuna brama sessuale.
“Deve però decidere adesso perché a giorni la difesa presenterà la richiesta di risarcimento e il giudice, che per sua sfortuna è una donna, bloccherà tutti i beni degli imputati, per poi riservarsi la decisione.”
“Quella schifosa puttana!” mugugnò accigliato Orlando.
“Mi creda il reato di cui vi siete macchiati è particolarmente inviso ai giudici e le richieste sono quasi sempre accettate.”
“E gli altri?” chiese Orlando sperando che i suoi compari avessero resistito stoicamente.
“Hanno tutti accettato.” Rispose lapidaria la donna.
TRE MESI DOPO – MAGGIO
Porto di Genova.
Uno tiepido sole faceva risplendere gli antichi palazzi arroccati sui pendii; il porto brulicava di uomini intenti a svariate attività mentre nel cielo sfrecciavano acrobaticamente i gabbiani e i rondoni.
Il bianco ed immenso transatlantico, alto come un grattacielo, copriva buona parte dell’orizzonte ed era assediato da camion e furgoni che lo rifornivano d’ogni bisogno.
Centinaia di turisti sparivano nella pancia della nave tramite larghe scale venendo accolti calorosamente da hostess e steward; molti altri già ammiravano il panorama dai ponti sulla poppa.
Ancora poco e la nave sarebbe salpata.
Sul ponte centrale di fianco alla piscina, un gruppo di eleganti signore, noncuranti del fervore intorno a loro, spettegolavano allegramente gustandosi coloratissimi cocktails.
“Ma quanto ci mette Marzia a sistemare i bagagli?” chiese Sara
“Tranquilla, starà facendo la vamp con quello steward niente male.”
“Mi preoccupa invece Giuliana, non si è ancora vista.” Disse Erica abbassandosi gli scuri occhiali per meglio guardare il ponte.
Ma proprio in quell’attimo apparse dalla vetrata della hall Giuliana,con un cappello in paglia dalle larghe falde e occhialoni perlinati.
“Benarrivata gioia.” Esclamò Roberta.
“Scusatemi ragazze ma forse ho esagerato con le valigie e quel povero tassista a momenti moriva d’infarto.” disse sbuffando la giovane ragazza.
“Ah, ecco la nostra principessa del foro! Adesso ci siamo proprio tutte.”
“Ragazze stasera non aspettatemi” disse sorridendo Delia
“ Ma come hai già cuccato?” chiese stupita Antonella.
“Perché dubitavi?” rispose civettuola Delia mentre tutte ridevano.
“Non ti invidio proprio.” Disse Elisa la più giovane del gruppo.”Io per almeno sei mesi non vorrò più sentire parlare di uomini.”
“Ti capiamo ma vedrai che ti passerà rapidamente” chiosò Marzia.
“Non penso proprio, ho ancora il sedere che mi brucia!”
“Beh, penso che per 100.000 euro ne sia valsa la pena.” Disse Erica
“Certo lo rifarei ma vi assicuro che non è stata una passeggiata e poi quei .sveglioni di carabinieri hanno anche tardato.”
“Nella tua situazione è comprensibile, ma ricorda che le fasi del piano dovevano essere cronologicamente congruenti. “Quando i maritini ti hanno portato via, Marzia ha telefonato anonimamente da una telefono pubblico fingendosi un’automobilista che aveva assistito al rapimento e aveva seguito il furgone fino fuori la città. Poi la volante aveva soccorso il ragazzo e,svegliatolo facilmente perché il cloroformio era stato preventivamente annacquato, aveva riscontrato la veridicità della segnalazione. Un elicottero della polizia si era alzato in volo e aveva sorvolato la strada segnalata dalla misteriosa denuncia alla ricerca del furgone. Una seconda telefonata anonima aveva segnalato la presenza di uomini sospetti nella zona della villa di Alessandro e l’elicottero già sulla zona, aveva avvistato il furgone sulla spiaggia. Il tempo di organizzare una squadra speciale e l’irruzione.” Spiegò Antonella
Inoltre i cari maritini,dovevano avere il tempo di consumare la bravata per aggravare la posizione penale.” aggiunse Erica.
“Verissimo e la posizione si è aggravata molto “ continuò Delia” e avreste dovuto vedere le facce dei poveretti quando gli dicevo che avrebbero perso tutto
.”Siamo troppo forti ragazze!” esclamò Sonia
“E’ bastata l’avvenente Elisa e il posizionamento di registratori nei retrobottega dei bravi consorti per incastrarli bene.” continuò Marzia
“e in più i fessi si sono anche filmati.”
“Bene ragazze” disse con voce decisa Antonella alzandosi e tendendo un bicchiere di champagne
“brindiamo alla nuova vita!”.
Tutte le donne si alzarono e tesero le braccia facendo tintinnare i bicchieri.
“A tutte noi, la Grecia ci aspetta!”
sibilla&pegasus
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1
17 years ago
sibilla30pegasus, 49/49
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Con iaia al ristorante
Quello che segue è un racconto scritto qualche anno fa. Era la seconda parte di un "trittico", del quale ho perso (stupidamente) la prima ("Svolta (nella mia vita sessuale") e la terza parte ("Sotto esame"). Si tratta di vicende di fantasia, ma che ho dedicato a quella fantastica Donna che (aveva soli 15 anni) mi ha sconvolto la vita sessuale: Iaia.
L'ambientazione è un po' "banale", ma spero che vi piaccia lo stile.
Una buona lettura a voi.
Che vi piaccia o no, sarei grato se lasciaste dei commenti: aiutano a "perfezionare" le ambizioni di chi punta a migliorarsi. Grazie.
Dopo l'esperienza nel cottage del mio migliore amico, che ha realmente segnato tutta la mia vita sessuale in maniera inequivocabile, ci sono state tantissime occasioni particolari che hanno costellato la mia relazione con Iaia, rendendoci agli occhi di amici e semplici conoscenti come coppia aperta e "godibilissima".
Voglio raccontarvi di quella volta che andammo a cena nel ristorante di un amico comune.
Era gennaio e faceva freddo, anche in una cittadina di mare come la nostra.
Forse non capitava spesso che nevicasse, ma posso assicurarvi che nelle giornate di tramontana il freddo ti tagliava la pelle come un rasoio e ti penetrava nelle ossa.
In serate come quelle Iaia si copriva con dei dolcevita aderenti, che non lasciavano troppo all'immaginazione, disegnando con perfetta profilatura il suo seno.
Pur non avendo gambe da pin-up, non abbandonava quasi mai la gonna, sotto la quale gli immancabili Camperos le davano quel tocco di "ragazzaccia" che amava ostentare.
Non si truccava mai in maniera appariscente, anche perchè odiava dover essere schiava del trucco.
Il freddo e quindi il contrasto con il calore del ristorante avevano comunque donato alle sue gote un rossore "naturale" che metteva in risalto il verde dei suoi occhi e la sensualità delle labbra carnose.
Con la sua solita effervescenza, non appena accortasi della presenza, nel locale, di Luigi, il fratello del proprietario, Giovanni, mi abbandonò in mezzo alla sala con il suo piumino d'oca in mano e si precipitò ad abbracciare l'amico che non vedevamo da mesi.
Luigi era iscritto all'università e passava molto tempo lontano dalla nostra città per ragioni di studio. Veniva di solito per le vacanze di Natale e di Pasqua, difficilmente in quelle estive, preso com'era dagli esami.
Era nostro amico da anni. Uno di quegli amici "ereditato" dalla conoscenza con Iaia, in quanto loro si conoscevano da quando erano ragazzi, abitando le famiglie nel medesimo palazzo. Erano cresciuti assieme e so che qualche scintilla tra i due c'era stata, qualche anno prima. Cose da ragazzini, comunque.
"Luigiiiiiiii!" fu il saluto di Iaia mentre correndo si gettava letteralmente tra le sue braccia. Gli stampò un bacio sulle labbra lasciando Luigi in leggero imbarazzo.
"Noi ci salutiamo sempre così!" disse lei ridendo, quasi a volersi scusare, mentre io ero più divertito che indispettito.
Abbracciai a mia volta l'amico, scambiando qualche chiacchiera prima di scoprire che anche lui doveva ancora mangiare.
Era piuttosto tardi, dopo il cinema di prima serata, e non c'erano molti posti liberi nel locale, piccolo ma molto accogliente. Lo invitammo a sedersi con noi, anche se il tavolo che Giovanni ci aveva fatto preparare era piccolo e posizionato in un angolino del locale. Nonostante i suoi tentativi di declinare l'invito, Iaia lo prese sottobbraccio e strusciando le sue tette contro il suo braccio riuscì a vincere la sua resistenza.
Dicevo che il tavolo era in un angolo del locale. Non era il massimo della comodità, a volerci stare in tre. Per evitare spostamenti di sedie e troppo traffico in mezzo alla gente che già mangiava, ci siamo limitati a spostare il tavolo più a ridosso dell'angolo, approfittando della cassapanca che occupava parte della parete e che poteva essere usata come sedia suppletiva.
Lasciammo che Luigi raggiungesse la sedia contro l'altra parete, dove si sedette tentando sempre più timide proteste. Sulla cassapanca c'era Iaia ed io, di fronte a Luigi, avevo di spalle il resto del locale.
Vicino al nostro tavolo c'era un altro piccolo tavolo con due coppie di anziani ed una tavolata di una decina di ragazzi e ragazze che programmavano una settimana bianca, ridendo e scherzando.
"A proposito di settimana bianca! Ma lo sai che Luigi è uno sciatore provetto?" disse Iaia agganciandosi alla discussione dei chiassosi vicini di tavolo.
Siamo stati insieme ad una settimana bianca, io lui e suo fratello Giovanni, qualche tempo fa.
"Già!" commentò laconicamente Luigi, lievemente imbarazzato.
Di fronte al mio sguardo interrogativo fu Iaia a spiegare il motivo di tale imbarazzo.
"Fu quella volta che usciti dalla discoteca, con qualche grappa di troppo in corpo, ci ritrovammo tutti e tre in camera loro, a dormire nello stesso letto." ricordò ridendo ...
"E che al risveglio ..." stava per continuare.
"Ti prego!" disse Luigi seriamente intenzionato a lasciar cadere la cosa.
"Ma dai!! Cosa vuoi che sia!!!" riprese lei.
"Cosa successe al risveglio" domandai incuriosito io, mentre già l'idea di Iaia fra due fratelli mi faceva svegliare un pizzico di eccitazione: pregustavo già una situazione torbida, condita da scene di sesso sfrenato.
"Quando mi sono svegliata mi sono ritrovata sdraiata sul fianco sinistro, con Giovanni di fronte a me, pancia sotto, profondamente addormentato e Luigi che mi teneva stretta a se, con una mano sul mio seno sinistro ed il suo corpo aderente al mio ... con una sensibile erezione che spingeva contro le mie chiappe.
A differenza di Giovanni che era completamente vestito, io ero in slip e camicia, niente reggiseno e Luigi era in boxer e nient'altro.
Aperti gli occhi impiegai qualche minuto a ricordare la genesi e a riassumere la situazione. Mi mossi con il culo all'indietro per accertarmi di quanto avevo sentito dietro di me e sentii il suo cazzo durissimo appoggiato lungo il solco delle mie chiappe. Lui era addormentato ..." iniziò a raccontarmi con la sua consueta dovizia di particolari.
Vedevo la scena come se l'avessi di fronte a me, in quel momento.
"Vorrei vedere chi, al contatto con il tuo corpo e palpandoti una tetta non avrebbe un erezione!!" commentò Luigi, un po' per giustificarsi ma più per trasformare la situazione in "neutra" per lui, partito in svantaggio per via del racconto imbarazzante.
"E come è andata a finire?" chiesi non senza un tremito nella voce, che tradì al tempo stesso l'eccitazione di cui iniziavo ad essere preda e il timore che questa cosa si fosse esaurita così. D'altra parte Iaia non me ne aveva mai parlato, pertanto non doveva essere stata una situazione così scabrosa.
"Niente!" rispose lei "Non appena mi mossi si svegliò sia Luigi che Giovanni. Luigi, forse inibito dalla presenza del fratello si è rivestito con una velocità da box Ferrari al pit-stop e siamo scesi tutti e tre a fare colazione!"
Ridemmo per la battuta e per sciogliere un po' l'imbarazzo di Luigi.
La tavolata ci aveva preceduto di pochi minuti nel locale, quindi c'era da attendere ed il ragazzo, addetto ai tavoli della parte di locale ove sedevamo, ci avvertì della cosa portandoci delle bruschette insieme ad un po' di verdure in pinzimonio e chiedendoci cosa volessimo bere.
Chiedemmo una bottiglia di vino bianco, produzione di un contadino di nostra conoscenza che faceva il vino da se e ne imbottigliava diverse bottiglie per i suoi clienti più affezionati.
Come il ragazzo si allontanò percepii che il gioco di Iaia stava per riprendere.
"Vedo che ricordi bene quella settimana bianca" la stuzzicai io, sperando che lei riportasse il discorso sul binario a sfondo sessuale che aveva iniziato a stuzzicarmi.
"Certo! Mi sono divertita tantissimo ed è stato l'anno che ho messo gli sci ai piedi per la prima volta" disse Iaia. "Fu proprio Luigi a darmi le prime lezioni. Credo che abbia iniziato a prendere gusto nell'abbracciarmi da dietro proprio sulle piste" aggiunse ridendo.
"Beh, ma con la salopette di certo non avrai potuto constatare la sua reazione a quei contatti" dissi io provocatoriamente.
"Ti sbagli!" rispose lei, mentre Luigi addentava un pezzo di bruschetta al pompodoro.
"Un paio di volte ho finto di scivolare solo per potermi aggrappare a lui e verificare lo stato del suo attrezzo!"
A momenti la bruschetta finì di traverso al povero Luigi. Non era al corrente di questa cosa, evidentemente e dopo aver recuperato tossendo le briciole di pane dal profondo della sua gola, chiese: "E che risultato hai ottenuto?"
"In nessuna delle due occasioni ho potuto riscontrare la stessa erezione di quel mattino ..." rispose lei.
"... era superlativa. Provavo mentalmente a misurare quella erezione. Era appoggiato alla mia schiena e percepivo distintamente attraverso la stoffa dei suoi boxer che il suo cazzo doveva avere una bella consistenza, anche in lunghezza" aggiunse cogliendo la palla al balzo.
"Prima che si svegliasse sono anche riuscita a spostarmi leggermente in avanti e ad inserire tra le mie chiappe ed il suo cazzo la mia mano aperta. Ebbene, quando la punta del dito medio raggiunse il suo scroto, la punta del suo cazzo si appoggiava quasi a metà del mio avambraccio ... Ora io non ho una mano enorme, ma sono certa che si trattasse di un cazzo notevolissimo!" chiuse il suo intervento addentando la sua bruschetta e guardando nei miei occhi la reazione alla sua descrizione.
Sorrise con malizia quando si accorse del mio sguardo che indugiava sulla sua mano e sul suo braccio scoperto parzialmente dalla manica del dolcevita, tirata su.
"Però!" esclamai come compendio di racconto e misurazione.
Luigi sorrideva in silenzio, consapevole vittima sacrificale di quel gioco.
"Chissà se anche in questo momento gli hai provocato una di quelle erezioni!?" dissi come se non intendessi niente di più che porre una domanda.
In realtà mi eccitava l'idea che anche Luigi fosse eccitato dal fare porco ed aperto di Iaia. Se avessi potuto, per soddisfare la mia curiosità sarei andato io stesso a verificare il suo sesso.
"Inizia a fare molto caldo, qui!" disse, in tutta risposta Luigi.
Sollevando il tovagliolo in movenza di ventaglio, spostò la tovaglia quel tanto che bastò per scoprire la parte alta delle sue gambe e la sua patta.
Complice del gioco, vedendo me e Iaia fissargli il pacco in maniera interrogativa, abbassò la mano e si prese il cazzo attraverso la stoffa del pantalone, denunciando un'erezione mooooolto consistente.
Iaia si sfregò le mani, passandosi in maniera porca la lingua sulle labbra.
"Non so tu, Luigi, ma io accetterei volentieri una .... mano d'aiuto per calmare la mia eccitazione!" dissi ridendo ed ammiccando ad entrambi.
Iaia si avvicinò al tavolo, facendo in modo da avvicinarsi alle nostre gambe, sotto di esso, e da appoggiare le sue tette ben tornite sul desco.
"Ragazzi!" bisbigliò, facendo in modo che entrambi seguissimo il suo esempio, avvicinandoci a nostra volta al tavolo. "Posso avere un po' della vostra ... attenzione?" chiese allungando nel contempo la mano verso il mio cazzo.
Lo accarezzò attraverso la stoffa, girandosi verso di me e pronunciando queste frasi che difficilmente potrò dimenticare.
"Lee, sai cosa mi piacerebbe fare adesso? Vorrei avere i vostri cazzi nelle mie mani e vorrei accarezzarli a lungo per godere del contatto con due pali di carne calda!" La troia sapeva come portarmi dalla sua parte. Sapeva che adoravo le sue porcate e che mi faceva impazzire anche solo come me le proponeva. Sorrisi senza commentare, aspettando che andasse avanti.
"E lo voglio fare qui, adesso. Sarebbe facile finire di mangiare e poi andare a casa e farlo con la massima comodità! No. Voglio che si stia scomodi e con alta possibilità che dai tavoli vicini si percepisca ... qualcosa.
Voglio studiare la vostra abilità nel dissimulare il piacere. Il gioco che vi propongo è questo: io vi masturbo fino a farvi venire e voi non dovete tradire in alcun modo la situazione agli occhi degli altri" propose.
Non attese nemmeno una risposta, allungò la mano destra verso il pacco di Luigi e iniziò a lavorare sulle due cerniere per estrarre i cazzi.
"Adesso continuate a bisbigliare con me, altrimenti allontanandovi mi mettereste in difficoltà!" aggiunse, palesando così il fatto che ci aveva già "intrappolati" entrambi.
In effetti non potevamo allungarci troppo sotto il tavolo senza dare nell'occhio, nè potevamo pensare di passare la serata in quella posizione come dei cospiratori.
"Dobbiamo organizzarci" fu la sola cosa che riuscii a dire, mentre le sue dita scorrevano lungo la mia asta, accarezzando con fermezza e voluttà.
"Si, ma come?" aggiunse Luigi, senza aiutare molto la conversazione, ma di certo abbastanza bravo a mascherare il maneggio che Iaia gli stata propinando.
A tagliare la testa al toro ci pensarono le due coppie di avventori, che giudicarono di aver passato abbastanza tempo nel locale e si alzarono, lasciando vuoti i loro posti.
Non dovemmo fare molto (a parte ricomporci): la nostra posizione era così scomoda che subito il ragazzo dei tavoli ci preparò quei deschi per permetterci una "Soluzione più comoda" disse, suscitando un'ilarità esagerata in noi tre.
Una volta che il tavolo fu pronto, sul lato lungo, spalle al muro, presero posto Luigi e Iaia. Io mi accomodai sul lato corto, al fianco di Iaia mantenendo la tavolata alla mia sinistra.
"Stavamo dicendo?" disse Iaia per riprendere ... "in mano" la situazione.
E così, mentre io e Luigi studiavamo una posizione che al tempo stesso paresse naturale e permettesse a Iaia di "impugnare" ... la situazione come desiderava, Iaia prese un ravanello dal mucchietto di verdura, lo intinse nel preparato del pinzimonio e ci giocò oscenamente con labbra e lingua.
Il mio cazzo ebbe un nuovo guizzo, mostrando tutta la rinnovata vitalità. Immaginai che lo stesso stesse accadendo a Luigi.
Quella gran troia le studiava tutte.
Non solo con la mossa del ravanello ci aveva riacceso la libido, ma dal modo in cui lo teneva aveva fatto colare qualche goccia di olio tra le dita e ne aveva approfittato per lubrificare le sue mani.
Non ci fece attendere troppo.
Dopo aver preparato le mani, riprese la sua duplice azione.
La sua mano era ancora più calda e morbida sul mio cazzo e si muoveva sapientemente piano, soffermandosi di tanto in tanto, lasciando la cappella completamente scoperta, indugiando, altre volte, con l'indice sulla cappella stessa, sollecitando tutti i centri di piacere lì posizionati.
Stava mantenendo un ritmo lento ma costante, che non avvicinava all'orgasmo, senza dubbio, ma che impediva al cazzo di rilassarsi.
Senza dare troppo nell'occhio, seguivo il movimento della sua altra mano.
A giudicare dall'ampiezza del movimento, si doveva trovare al cospetto di una gran mazza. Intuivo il movimento del suo polso, ben nascosto dalla tovaglia, e per un istante mi soffermai a studiare la situazione.
Senza aver programmato una singola scena della serata, eravamo al ristorante di un amico, con Iaia che stava masturbando me ed un altro cazzo contemporaneamente, con intorno una discreta "folla" di estranei, compreso un cameriere che ogni tanto ci passava accanto, facendo aumentare i nostri battiti.
Nel frattempo le nostre discussioni continuavano a variare argomento. Più che altro si cercava di trovare dei temi che ci permettessero dei doppi sensi spinti.
Quando lasciai i miei pensieri, infatti, Iaia stava parlando (forse) del locale e disse: "E' proprio come me lo ricordavo: lungo e caldo ..."
La sua voce stava sempre più assumendo quella tonalità torrida che lei assumeva quando era particolarmente eccitata.
Dopo l'ennesima pausa a glande completamente scoperto, l'indice sollecita la fuoriuscita di un'abbondante dose di liquido prespermatico. Rapidamente Iaia passa indice e medio a mo' di forbice lungo l'intera asta, raccogliendo con le due dita quelle gocce di liquido trasparente. Esegue questa manovra con rapidità e precisione.
Poi mi guarda negli occhi, porta le dita quasi distrattamente alle labbra e lecca via gli umori, dando a Luigi un'inequivocabile dimostrazione di cosa stesse facendo.
Lo vidi contrarsi per un istante. Dopo pochi istanti lei stava ripetendo l'operazione, succhiando le dita della mano destra.
Nell'assaporare il liquido, lei chiuse gli occhi, mugolando leggermente, come se stesse assaggiando chissà quale prelibatezza.
Era chiaro che stava esagerando la situazione per il nostro piacere, ma sono comunque convinto che provava sincero piacere a fare quello che stava facendo.
Prima che potesse rimettere mano sui nostri cazzi tesi, al nostro tavolo si presentò il cameriere, con la bottiglia di vino richiesta. L'avevamo quasi dimenticata.
Domandò, rivolto a me, a "capotavola": "Chi assaggia?"
Riuscii a stento a trattenermi: "Lei!" dissi con prontezza. "Chi meglio di lei?" aggiunsi.
Detto ciò scoppiammo a ridere tutti e tre, lasciando in difficoltà il cameriere.
Lui non si mosse e Iaia fece una faccia risentita e si rivolse al cameriere: "Pensi che non sappia assaggiare?". Mentre pronunciava questa frase scelse tra la verdura un sedano. Senza passarlo nel pinzimonio lo avvicinò alle labbra e fissando negli occhi il cameriere simulò un golino al gambo di sedano. Vidi il ragazzo ingoiare saliva in maniera ... imbarazzata. Lei proseguì intingendo il gambo nel pinzimonio per poi leccare il gambo in una maniera che sono sicuro abbia procurato un'erezione allo stesso cameriere.
Mentre il cameriere si decideva a versare l'assaggio a Iaia, vidi con la coda dell'occhio che alcuni ragazzi della tavolata si davano delle palesi gomitate, indicando il nostro tavolo.
Erano tre i ragazzi che sedevano uno di fianco all'altro dalla parte del tavolo con la migliore visibilità del nostro terzetto.
Stavano parlottando tra loro, scambiandosi opinioni e battute.
La scena del vino si concluse portandosi dietro come risultato il fatto che il cameriere non tolse più gli occhi di dosso da Iaia (almeno fintanto che poteva).
Tra quella guardia stretta e le pietanze che iniziavano ad arrivare, l'azione di Iaia sui nostri cazzi si interruppe. Non voleva che ci ammosciassimo, perciò continuò delle azioni alternate, ma soprattutto usò il suo talentuoso modo di parlare per mantenerci in uno stato di eccitazione pazzesco.
"Se solo potessi spingere le cappelle dei vostri cazzi durissimi tra le mie labbra serrate, vi continuerei a masturbare con le mie labbra" era solo un esempio delle cose che ci diceva sorridendo, come se parlasse del più e del meno.
Oppure diceva "Non ho ancora deciso quale dei vostri cazzi gradirei di più nel culo!
Il tuo, Lee, è molto duro e sa darmi delle sensazioni sublimi quando passa lo sfintere, ma quello di Luigi è davvero un pezzo pregiato. Per prendere il suo nel culo dovrei metterci tutta la mia arte, ma ne trarrei la soddisfazione di esserci riscita, oltre al fatto di godermi un cazzo di queste dimensioni!"
Sembrava che parlasse di vestiti, illustrandoci la difficoltà di scegliere quale mettere tra due che le piacciono particolarmente.
Io e Luigi cercavamo, di rimando, di allungare le nostre mani sul suo corpo e lei ci lasciava fare fino a quando non percepiva il rischio di essere scoperti. Immediatamente prima che il cameriere portasse il sorbetto, avevamo raggiunto la massima conquista: le mie dita accarezzavano il clitoride e penetravano tra le labbra dandole l'ebrezza di una penetrazione, mentre sentivo quelle di Luigi che, inumidite degli abbondanti umori di Iaia si spingevano verso il basso, a perlustrare la sua zona anale.
Lei si muoveva sulla sedia alla ricerca della posizione migliore. La notai muoversi per permettere la contemporanea penetrazione delle mie dita nella sua vagina e di quelle di Luigi nel suo sfintere. Cercavo di muovermi come meglio potevo, per non dare troppo nell'occhio. Con le dita che si muovevano dentro di lei percepivo alla perfezione i movimenti delle dita di Luigi nel suo culo.
Per lui doveva essere lo stesso, perchè dopo poco iniziammo a giocare ognuno con le dita dell'altro, attraverso la sottile membrana di separazione tra i due canali di Iaia.
Lei ansimò un "Bastardi!" mentre cercava un diversivo nel versarsi e bere del vino.
La movenza della sua mano sul collo della bottiglia, invece, le ricordò i due cazzi ed iniziò a masturbare la bottiglia leggermente, mentre chiudeva gli occhi nell'estasi del gioco di dita.
Il nostro stazionare nelle vicinanze di Iaia, il suo godimento ad occhi chiusi e il suo osceno su e giù (pochi secondi, per la verità) della mano sul collo della bottiglia risvegliarono l'attenzione del cameriere da un lato e dei ragazzi dall'altro.
Lei si riprese e cercò di darsi un maggiore contegno, pur continuando a muovere il bacino, inarcando la schiena e roteando piano le anche. Questi movimenti, uniti alle contrazioni dei muscoli vaginali ed anali sembravano voler stritolare le dita mie e di Luigi.
La scena stava progressivamente sfociando nel surreale: due ragazzi con il cazzo in tiro, fuori dalla patta, nascosto agli sguardi dalla sola tovaglia stanno sditalinando selvaggiamente, in una doppia penetrazione "digitale" una ragazza, avvicinandosi sempre più ad un orgasmo che andrà dissimulato per evitare "complicazioni" con avventori e camerieri.
Lei si versò del vino. Poco, in realtà, perchè la bottiglia era quasi vuota.
"Non c'è più vino" esclamò lei.
"Peccato perchè avevo proprio voglia di bere" aggiunse fingendo contrarietà.
Altro guizzo dei nostri cazzi, eccitati dal messaggio di Iaia.
"Ci mancherebbe che tra due gentiluomini non ci sia chi si premuri di versare da bere ad una signora!" esclamai in preda all'eccitazione.
Luigi colse al volo e prese il calice di Iaia. Dando un'occhiata in giro si assicurò di non essere visto e portò il calice fuori dalla portata degli sguardi, sotto il tavolo. Iaia riprese il massaggio al suo cazzo, conscia della carica erotica di quello che stava per accadere.
Sapeva di dover dare un maggiore impulso a Luigi per farlo venire. Il massaggio non poteva essere troppo accentuato, nè in ampiezza nè in velocità, per via del luogo pubblico. Allora si avvicinò ancora al tavolo, leggermente spostata verso Luigi e cominciò a chiedere con l'aria più ingenuamente porca che si possa immaginare: "Lee. Ti dispiace se adesso Luigi mi riempie il calice di sborra?" disse, dando risalto alla parola sborra pronunciandola in maniera troiesca, in contrasto con il resto della frase, che sembrava invece la richiesta innocente di una bimba.
"Ti prometto che dopo che avrò bevuto il suo sperma, poi mi farò riempire il bicchiere anche da te!" aggiunse compiacente.
"Tu sai quanto mi piaccia assaporare piano il seme di un uomo, appena uscito dal suo cazzo. Se solo potessi lo berrei direttamente dalla fonte, giocando con labbra e lingua sulla sua asta, frizionando la cappella col palato e con la gola" diceva questo continuando il movimento di mano.
"Invece sarò costretta a far sborrare Luigi nel bicchiere. Non potrò nemmeno questa volta avere la gioia di essere scopata dal suo enorme cazzone. In nessuno dei miei buchi ... Però potrò bere il suo sperma ancora caldo, come fosse nettare. Mmmmmm!" continuava a provocare con voce calda e sensuale.
"Dimmi: dove lo vorresti, adesso, se solo fossimo in un altro posto?" chiesi provocatorio.
"Non vorrei essere in un altro posto. Questa situazione mi piace così com'è. Ho in mano uno dei cazzi più maestosi cha abbia mai avuto il piacere di conoscere. Sono con il mio uomo che mi incita ad essere porca e a dare il meglio della mia troiaggine. C'è un vasto pubblico che può solo intuire che sono in uno stato di eccitazione tale da fare un vero e proprio sforzo per non impalarmi su questo cazzo e chiedere a tutti gli uomini di schizzarmi addosso ..." disse.
"No non credo che potrei vivere eccitazione maggiore. Forse essere riempita mi darebbe più appagamento. Non più eccitazione. Quindi rimango in spasmodica attesa di sentire le pulsazioni del suo cazzo, di mirare la sua cappella dentro il calice e raccogliere la massima quantità di sperma per poi liberamente berlo al cospetto di tutti".
Fu tale l'enfasi delle sue parole e il calore nel richiedere la sborra da bere che Luigi iniziò a palesare la sua eiaculazione. Lei continuò il lavoro di mano, mentre lui gestiva il calice. Luigi fu bravissimo a far finta di niente. A parte la stretta della sua mano ai danni del tovagliolo, che potevo notare solo io al tavolo, per il resto sia il suo corpo che il suo viso rimasero abbastanza rilassati, considerando le attenuanti generiche.
Altra occhiata a 360 gradi ed ecco comparire il calice sul tavolo, di fronte a Iaia.
La quantità non era forse stratosferica, ma il liquido denso raggiungeva la metà del calice e rappresentava una discreta dose per un'estimatrice come Iaia.
Lei allungò subito la mano e prese il calice, si atteggiò a sommelier mentre lo agitava leggermente "Discreta consistenza!" disse con piglio accademico
Lo mise controluce "Colore pulito, leggermente torbido!" continuò scherzosamente
Lo accostò alle narici, annusando con grazia "Fragranza penetrante ..." decise.
Poi lo portò alle labbra e ne assaggiò appena un goccio.
Con fare porco lasciò che le labbra rimanessero bagnate per un po'.
Finse un aria pensierosa, mentre impercettibili movimenti delle mandibole mostravano come stesse giocandoci con la lingua, per passare tutto lo sperma sul palato, al fine di togliere gli altri sapori.
Degluttì vistosamente, regalandoci un'espressione estasiata.
Poi si passò lentamente la lingua sulle labbra, togliendo le tracce di sborra residua e regalandomi una delle viste più eccitanti di cui era capace.
Si accorse che il cameriere arrivava per chiederci eventuali dessert e altro da bere.
Lei non nascose il proprio calice, assolutamente consapevole delle conclusioni che avrebbe sicuramente tratto il cameriere.
Congedammo il cameriere e notammo che anche dalla tavolata si prestava attenzione al bicchiere di Iaia.
Lei riprese l'assaggio, introducendo metà del contenuto residuo in un unica soluzione. Un sottile filo di sborra si allungò dal bicchiere alle labbra e lei lo staccò con un guizzante colpo di lingua. La rapida visione della sborra nella sua bocca ebbe un effetto devastante in me ed in Luigi che vidi ingoiare la saliva in maniera rumorosa. I tre ragazzi della tavolata strabuzzavano gli occhi ed avevano la bocca semiaperta in espressione incredula.
Lei assunse un'espressione ancora più goduriosa e porca a questa seconda sorsata.
"E' ancora deliziosamente caldo!" disse dopo aver ingoiato la seconda dose.
Io non resistetti e presi il mio calice portandolo sotto il tavolo, riprendendo a masturbarmi con la massima discrezione possibile.
Lei sollevò il calice per la terza volta. Ne finì il contenuto, capovolgendolo e lasciando scolare fino all'ultima goccia sulla sua lingua protesa.
Già così era l'estasi. Quando poi vidi il suo dito raccogliere altre piccole parti dall'interno del bicchiere iniziai a sborrare copiosamente e quasi dolorosamente nel bicchiere, a mia volta.
Pur con il massimo di attenzione, fui colto dal cameriere proprio nell'atto di tirare fuori da sotto il tavolo il calice di sperma.
Lo vidi scuotere la testa, come ad indicare il suo rifiuto a credere ai suoi occhi. Poi lo vidi sparire dentro la cucina, mentre con una mano non riuscì a trattenere l'impulso di toccarsi il membro evidentemente eretto.
Iaia riprese il suo gioco con la sborra depositata da me stesso nel secondo calice.
La conoscevo bene e sapevo che in queste situazioni la sua carica erotica va tenuta sotto controllo altrimenti finisce con l'esplodere con effetti non meglio prevedibili.
La vedevo riprendere i movimenti ondulatori e capii che Luigi la stava ringraziando per lo show con un doppio ditalino (anale e vaginale). Perse quasi ogni ritegno e nell'assaporare la mia sborra più volte si girò verso la platea della tavolata a mostrare la sua bocca impiastricciata di liquido seminale, prima di ingoiare con voluttà e flebili mugolii eccitantissimi.
Con l'ultima dose di sborra che le scendeva lungo la gola vidi il suo corpo in preda ad un fremito continuo che mi annunciava in maniera inequivocabile che stava avendo il suo orgasmo.
Era spettacolare vedere lei, di solito piuttosto esplicita nel manifestare il suo godimento, godere in silenzio.
Il suo viso era paonazzo e perse la parola per qualche minuto.
Si riprese gradualmente, aiutata dalla mousse al cioccolato che nel frattempo arrivò dalla cucina.
"Mi spiace togliermi il magnifico sapore della vostra sborra ..." disse "ma il cioccolato è un altro dei piaceri di gola ai quali non riesco a rinunciare. Magari più tardi ve ne chiederò ancora!"
"Di cioccolato?" disse Luigi con aria finto ingenua di chi mostra di non aver capito!
Giù risate.
Dopo il dolce ed il caffè, io e Luigi prolungammo il piacere di quella cena con l'ammazzacaffè, Iaia declinò l'offerta della casa.
Dietro al cameriere che portava i nostri amari, Giovanni stesso portò un bicchiere anche per Iaia.
"Mi sono permesso di portare qualcosa da bere anche per te, Iaia"
Si trattava di una crema di limoncello, a giudicare dall'aspetto.
Quando Iaia prese il bicchiere si accorse subito che non lo era. Il bicchiere non era freddo come si addice ad una crema di limoncello. Guardò Giovanni con aria interrogativa.
"Filippo, il cameriere, mi ha accennato a cosa accadeva di qua. Così io e lui abbiamo pensato di rendere omaggio alla tua fantastica troiaggine con questo "ammazzacaffè" ..." disse con la massima calma Giovanni. Era stranamente sicuro che lo avrebbe gradito.
Lei non battè ciglio ed iniziò a sorseggiare anche quello sperma.
"Ho sempre ritenuto che fossi una gran troia, spesso litigando su questo con Luigi che era innamorato di te. Adesso credo che anche lui abbia avuto la sua dimostrazione" aggiunse Giovanni, non con tono offensivo, ma solo accompagnando l'atto oscenamente perverso di Iaia.
"Devo aggiungere che sei non solo una gran troia, ma oserei dire una fantastica troia! Per me sarà sempre un piacere averti nel mio locale e sai che un ammazzacaffè offerto dalla casa lo troverai sempre!" concluse sorridendo.
Nel frattempo Iaia si riempì la bocca con l'intero contenuto del bicchiere.
Ci giocò con la lingua e mostrò grazia e piacere estremo nel degluttire quel prezioso liquido. Si guadagnò le parole di Giovanni atteggiandosi a grande intenditrice di sborra e ringraziandolo per l'offerta e per le "belle parole" che aveva espresso su di lei.
Ero sempre più cosciente che molti erano i limiti che avremmo abbattuto durante la nostra relazione.
Salutammo gli amici in maniera ancora più calorosa di quando entrammo e mentre ci apprestavamo ad uscire, uno dei ragazzi della tavolata si avvicinò e lasciò un biglietto nelle mani di Iaia.
C'era scritto "Grazie!" in caratteri cubitali e portava i nomi dei tre deliziati dalla vista di Iaia, un numero di telefono ed un'ultima frase "Noi saremo qui tra due sabati"
Grazie per aver letto fin qui e per il tuo commento. Lee
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17 years ago
admin, 75
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Zitto e taci!
Suono la porta di casa tua per vederti, non ho resistito a restarti lontano piu’ di qualche ora. Sono conscio che ti stai preparando per la festa alla quale tra un paio d’ore ci uniremo, ma i miei sensi ti raclamano urlando e scandendo il tuo nome: A-les-san-dra!!!
Mi apri e il tuo sguardo trasmette una sensazione gradevole, legata a cio’ che e’ inatteso e che piace, mescolata a contrarieta’ perche’ sai che i tuoi ‘preparativi’ subiranno un ritardo e cio’ non rientrava certo nei nostri patti.
Indossi un body nero che espone, evidenziandoli, i tuoi seni generosi e ampi da cui si intravvedono i capezzoli, decisamente, extralarge che tanto amo stringere, dolcemente, tra i denti. Questi ‘pioli’ eleganti, conficcati in perfetti cerchi dal colore acceso, sottolineano tutta la tua femminilita’ e il capo di abbigliamento da te indossato ne impreziosisce i profili.
Riconosci i tipici tratti del ‘desiderio’ disegnati nel mio viso cosi’ decidi di farmi scontare questa mia manchenevolezza esclamando:
“Dato che non sei stato ai patti facendo il bambino cattivo, togliti la giacca e sistemati qui sulla sedia...subito!”
Conosco troppo bene quel tono che non ammette repliche, cosi’ mi tolgo la giacca e rimango con la maglia di color bianco lucente, elasticizzata, che fa risaltare la muscolatura. E’ stata una mossa premeditata poiche’ so’ bene che i pettorali e tutto cio’ che si trova in loro prossimita’ e’ “materiale” che adori.
Mi siedo ma non posso far a meno di notare che i ‘birilli’, posti tra i tuoi seni, hanno aumentato il loro volume. Mi passi dinnanzi e strusci la parte oggetto delle mie attenzioni sulla mia faccia mentre mi leghi i polsi, portati dietro alla schiena, allo schienale.
Mi fissi, noti il mio interesse per le tue magiche rotondita’ superiori esibite come fossero meloni perfetti, dall’odore e dal sapore inebriante, disposti nella vetrina del fruttivendolo di fiducia dentro ad una fine cassettina che lascia trapelare parte della paglia che gli avvolge.
Con la gamba alzata minacciosamente spingi la sedia facendola cadere sul suolo, ora mi trovo supino e, capisco di essere, alla merce’ dei tuoi istinti.
“Bene...adesso cominciamo questo giochetto...voglio vedere crescere il tuo desiderio fino a poterlo cogliere...tu non puoi far nulla se non subire...” mi dici e, contemporaneamente, allargando le gambe mi fai scivolare tra di loro in modo da regalarmi una vista della tua figura ‘da sotto’. Osservo chiaramente il tuo perizoma ridotto che viene tirato verso l’alto per farlo aderire alla pelle con lo scopo di far scorgere, ai miei occhi, le forme del tuo sesso.
Ti abbassi, lentamente, piegandoti sulle ginocchia facendo ruotare, a bassa velocita’, il bacino in ogni direzione fino a sfiorarmi la bocca. Lasci che non ci sia contatto con le mie labbra perche’ desideri che le mie narici possano riempirsi del profumo del tuo sesso.
Inspiro a ripetizione perche’ voglio catturare prima possibile quella fraganza che tanto mi fa impazzire...di cio’ tu ne sei a conoscenza.
Giochi con le ginocchia decidendo se regalare alla mia bocca il contatto con quella parte di te che hai stabilito di farmi assaporare. Ruoti il bacino, ti strusci ad intervalli regolari con tutte le mie ‘parti esterne’ e ti fai solleticare dal mio naso quella zona piu’ profonda capace di offrirti ‘scosse’ davvero intense di piacere.
Gli effetti di questa strana danza sembrano affiorare notando che si propaga per l'aria circostante l'odore del frutto di cio' che stai saggiando. Piccole goccioline cominciano a scivolare lungo le cosce giungendomi a bagnare via via il mento, la bocca e qualsiasi altra parte del mio viso che viene a contatto con quella parte di te che adoro.
La mia lingua impazzita decide di uscire allo scoperto per cibarsene, assomiglio ad una rana in attesa di acchiappare, al volo, l’insetto di turno.
Finalmente decidi di lasciarti andare, cominci ad accarezzarti i capezzoli con le mani decisa a cogliere quanto piu’ piacere riesci...ansimi...aumenti la velocita’...con una mano lasci un seno per scostare l’indumento di sotto godendoti appieno l’aderenza con la mia parte.
Divarichi maggiormente le coscie per agevolare i miei baci...”Siii cosi’ ti prego continua a muovere quella lingua perfetta fuori e dentro me...dai, daiii...cosiii’...solo tu sai farmi impazzire in questo modo...daiii...siii... li’ nel profondo...”
Intervalli, sapientemente, tutto questo disponendo in ogni direzione il tuo busto e scegliendo i punti di contatto tra la mia lingua e la tua pelle. Ami tutto, non ponendo limite al piacere...
“Dai Ale, fatti succhiare l’altro buchetto...” ti imploro ma tu replichi stizzita:
“Zitto! Decido io cosa e in che modo farmi LISCIARE...tu DEVI SUBIRE senza scelta...continua...”
Ora ti fai sfiorare il clitoride... affondi quando decidi che e’ tempo che la mia lingua vada ad insinuarsi altrove...saltano tutte le strategie e inizi a muoverti sempre piu’ forsenattamente come se stessi ‘sprintando’ nella gara olimpica dei 100 metri piani.
Non ti curi piu’ di nulla di cio’ che ti sta attorno, pensi solo e unicamente a ricevere il massimo piacere da ogni fibra coinvolta in tutto questo movimento...“Siii non smettere...uhm...piu’ a fondo dai...”.
Capisci che si sta avvicinando il momento del piacere estremo, sta per arrivare a prenderti per rapirti...ora sei al massimo...
“Dai ancora poche spinte e il tuo ‘miele’ riempira' la mia bocca...” penso intensamente smaniando perche’ tale condizione si verifichi. Parole, respiri ed urla si alternano come fossero pistoni di chissa’ che oggetto meccanico...
“ECCOMIIIIII....” odo, capisco che hai toccato il cielo con un dito dopo poco, infatti, travolta dal piacere ti sento lasciarti cadere totalmente sopra le mie labbra, quasi soffocandomi, con il tuo peso mentre ti svuoti di tutto il tuo succo.
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17 years ago
admin, 75
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Penetrami!
La tua voce riecheggia ancora nelle mie orecchie mentre pronuncia quell’ordine perentorio velato di dolcezza come la glassa di un pasticcino:
“Penetrami... ti prego non resisto...”
In quel momento hai deciso di far, dolcemente, oscillare il bacino con quelle due fossette principesche, poste leggermente sopra i glutei, che sembrano ammiccare maliziosamente.
Sei nella posizione ideale per stimolare ogni mio senso, mi sento avvolgere nella polvere elettrica con cui hai disseminato l’aria, sento pulsarmi ogni organo che e’ entro me avvertendone i palpiti di smania che nutre per unirsi a te...
“Siii... non resisto ti prego fammi sentire come il tuo strumento ‘principe’ il solo capace di regalarti quel piacere cosi’ intenso e spesso quasi fosse nebbia calata, improvvisamente, per rapirti dal mondo, siii...sento l’eccitazione che comincia a scorrermi dentro...uhm...ecco il suo profumo...” mi annunci attendendo di sentire il mio corpo caldo e teso che, finalmente, possa entrare in contatto con il tuo.
“Assaggiami in ogni mia parte, sii, perche’ nulla vada disperso...riempiti la bocca di tutto quel piacere che sto riversando all’esterno...siii...”, cosi’ cogliendo questo guanto di sfida, decido di raccogliere dalla tua fonte di, cotanto, godimento quel nettare prezioso capace di identificare univocamente il tuo stato d’animo. Scosto dolcemente quelle labbra inferiori, completamente lisce, gonfie e luccicanti per recarmi nella parte piu’ interna di te, mietendolo e, passandomelo con pazienza tra le dita. Successivamente, lo annuso come si trattasse di un fiore dal profumo intenso e mi succhio un paio di dita. Ripeto l’operazione cospargendomi interamente la parte iniziale di quel sesso che diviene immagine di una chiave arrugginita, bisognosa di lubrificante, necessaria per poter aprire la serratura.
“Ohhh...entra...entraaaa” mi inciti, continui ad ondeggiare i fianchi urtanndo la mia parte bassa...avverto che senti il profumo della mia pelle e delle gocce di sudore frutto dell’eccitazione. Ho il corpo che sembra ricoperto di rugiada e che riflette la luce sprigionando bagliori tutt’attorno.
“Ohhh...lo sentiiii...bellissimo...” ho spinto leggermente e ti sono dentro.
Le parole non riescono ad uscirmi di bocca per l’intensita’ di cio’ che sto provando, mi sembra di avvertire persino i battiti del tuo cuore trasmessi dalle tue contazioni tantoche’ riscontro che le pareti mi sono cosi’ incollate che mi giunge alla mente la visione di un treno mentre attraversa a, malapena, una galleria scavata nella roccia.
Non voglio che questa intensita’ fisica cessi cosi’ comincio anch’io a muovermi facendo ballare le anche. A tua volta, la voglia che detieni di continuare il processo ti spinge a venirmi incontro provocando l’interazione tra quella tua linguetta di carne reattiva e le mie sfere.
“Continua...ti prego, non smettere...lo voglio dentro fino in fondo...dai...siii...cosiiii’... ecco...ancora...ancora...uhhhh....” dici mentre non smetto di muovermi ‘a mille’ dentro te.
Le mie braccia ti afferrano i fianchi e seguono il roteare del tuo tronco, tutto cio’ mi catapulta a quand’ero ragazzo presenza, quasi costante, nei bar in cui esistevano ancora i flipper. Queste macchine venivano strappazzate con tenerezza dai miei avambracci per evitare che comparisse il messaggio: ‘TILT’.
Adesso la mia bocca ti sta lisciando la pelle posta sopra la colonna vertebrale e non si stacca da te mentre le tue mani cercano il tuo sesso per provare quella pienezza di sentimento che solo la sollecitazione, ripetuta, del 'lombrico' ti assicura.
“Much...much...” sento che ti stai succhiando le dita e, infatti, dopo una manciata di secondi me le offri porgendomele, oltre la schiena, con una mossa da contorsionista. Questo perche’ desideri che possa apprezzare e godere di quel succo favoloso che stai producendo.
Mi ecciti e l’effetto tangibile e’ l’aumento repentino del numero di colpi nonche’ dell’intensita’ con cui questi sono sferzati. Stiamo creando un processo in perfetta armonia, dove la giocosita’ dei movimenti e’ pilotato dalla tenerezza del sintemento che ci anima.
“Siii lo sento dentro, siii e’ tutto dentro...daiii...ohhh...sento i tuoi ‘campanelli’ che sbattono contro il mio ‘bottoncino’...dai non smettere...ancoraaaa” ti lasci sfuggire quasi fosse una preghiera recitata con l’enfasi massima al fine che possa esser esaudita istantaneamente.
Percepisco che il piacere da te provato e’ al massimo tantoche’ sei rapita da quel desiderio energico che mai ti sogneresti di lasciarlo, infatti, ruoto e mi muovo verso l’esterno in modo da stimolarti ogni tuo punto.
“Siii...bellissimo...e’ qui...dai ancora...sto per...sto peerrr...” a quelle parole non so resistere e sento che il mio seme mi sta salendo dal piu’ profondo di me, da quelle parte recondita dove il mio io inizia ed esclamo:
“Eccooo...veeennnggoooooo....siiiii” mentre i movimenti continuano ancora per altri interminabili secondi e le tue mani mi trascinano verso te, ancor piu’ in te. Hai la testa appoggiata sul materasso mentre ti sollevi poggiandoti sulle spalle. Capisco che ti stai facendo avvolgere totalmente da quel mio mare sotteraneo che ti ha invasa tutta e ti riscalda internamente.
Sono esausto cosi’ crollo, teneramente, adagiando il mio corpo al tuo, piegando le gambe e venendo ad assumere la tipica posizione di due cucchiai rovesciati e sovrapposti. Tra un po’ le forze mi abbandoneranno e dovro’ uscire da te per stendermi al tuo fianco, resisto ancora ma non ho idea per quanto ancora riusciro’ a reggere.
Intuisci tutto cio’ cosi’ contrai i muscoli della 'porta d'ingresso' per trattenermi mentre i tuoi sensi sono ebbri di felicita’.
Con gli occhi chiusi, la tua mano si sposta verso il ventre, procede oltre e poco dopo appare, in direzione opposta, mentre si dirige verso la bocca. Trascini sulle labbra due dita che tengono raccolto quel sapore di te che e’ la ciliegina posta sulla torta per assicurarne la perfezione.
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17 years ago
admin, 75
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Senza guardarmi
Il cielo stellato, i miei passi silenziosi, una calda notte d'estate e l' acre odore di piscio che si leva dall'asfalto. Passeggio curioso e attento tra enormi ruote scure, container e telonati dalle scritte straniere, slave, rumene, greche, olandesi, tedesche. Mi sembra di avere sottomano tutta l'Europa. Buffo , eppure è solo l'area di sosta dietro un autogrill. Decine e decine di tir parcheggiati uno in parte all'altro, come per farsi per compagnia. Il silenzio interrotto solo dalla musica in lontananza del benzinaio e da qualche auto che sfreccia in autostrada alle quattro di mattina. I camionisti dormono tutti. Cammino, m'intruffolo come un gatto tra un camion e l'altro, giro a destra e a sinistra, mi volto, mi fermo, tiro le orecchie per percepire qualche rumore e poi di nuovo passeggio tra una sigaretta e l'altra. Fa caldo, non ho sonno, l'odore del piscio dei camionisti sulle loro ruote mi turba il cervello. Divento ansioso, sbottono la camicetta, mi passo un dito sulle labbra. Comincio a passare in rassegna i camion uno per uno, guardo nelle cabine ma tutte le tendine sono tirate. Dormono. Un ratto esce di colpo da un bidone dell'immondizia, faccio per andarmene rassegnato quando ad un tratto sento aprire e sbattere una portiera. Mi dirigo veloce verso quel rumore,in cabina una luce è accesa. Mi avvicino silenzioso passando di ombra in ombra. Vedo una sagoma muoversi,aguzzo lo sguardo. E'un camionista sceso da un tir con una targa olandese. Gli passo vicino facendo finta di niente, si accorge di me e mi fissa in un modo che non mi piace. E'giovane, trenta o trentacinque anni, biondo, barba incolta. E'in mutande, degli slip neri e delle ciabatte ai piedi. Si è svegliato per il caldo o perché deve partire? Si accende una sigaretta e rimane lì fermo a guardarmi con sospetto. M'infilo tra i camion per andare nel retro del suo, dove non c'è nessuno. Tengo le distanze, abbasso i jeans fino a scoprire un po' il fondoschiena. Accendo subito un'altra sigaretta per smorzare la tensione. Lo vedo venire verso di me, nell'ombra, tra il suo tir e quello a fianco. Si ferma,sembra non badarmi, comincia a pisciare su una ruota, la cicca in bocca,le mani nelle mutande, ma io nel buio non riesco a vedere nulla. Voglio avvicinarmi ma ho paura, mi allontano.Lui fa per risalire nel camion ma vedo che prende qualcosa, un secchio, lo riempie d'acqua e torna verso il retro del camion. E'sotto la luce della luna,lo vedo bene. Fa finta di niente,come se non ci fossi. Si toglie le mutande. Il cuore mi batte forte. Il suo corpo è tonico,delle forti braccia muscolose tatuate, le gambe ben piazzate e un cazzo grosso circondato da una folta peluria chiara. Comincia a lavarsi, a detergersi col sapone, a bagnarsi dai capelli ai piedi,si strofina, si massaggia. Non credo ai miei occhi.Lui non mi guarda eppure sa che lo sto fissando.Vedo che insiste a lavarsi il cazzo,lo scappella, lo gira , si passa la mano sotto le palle. Gli si sta gonfiando,lo vedo mentre penzola semi turgido tra le sue cosce. Comincio ad avvicinarmi lentamente,voglio vedere quello che fa.Non si scompone. Sono a due metri da lui,mi avvicino. Un metro e non mi guarda ma sa che sono lì. Mezzo metro e sono in mezzo alla pozzanghera con l'acqua che mi schizza addosso. Sono in parte a lui, il suo cazzo è duro e alto come se mi puntasse. Nessun centimetro e ho la mano sulla sua cappella. Smette di lavarsi,finalmente mi guarda, m'inchino per chiedergli scusa e affondo la mia bocca sul suo cazzo profumato fino a sentirlo alle tonsille. E'grosso e pulsante,difficile da tenere in bocca. Faccio per appoggiare una mano sul suo culo ma lui me la leva con decisione e comincia a scoparmi in bocca,nudo in mezzo ai suoi colleghi sopiti con un ragazzo bagnato in ginocchio nella pozza insaponata. Non geme,trattiene tutto,sento i suoi primi liquidi sulla lingua,è eccitatissimo. Si ferma,si sposta al buio tra i camion, mi volta con forza e mi abbassa i pantaloni. Preme dietro di me, mi tira per il perizoma. Sfilo dalla tasca un preservativo, lo apre,se lo infila,mi sputa nel culo e punta il suo cannone nel mio ano. Spinge e spinge.Mi viene da urlare e lui prende le sue mutande sporche e me le infila in bocca.Ho la testa schiacciata contro una ruota di un camion, a novanta gradi con il puzzo di piscio proprio in bocca e il mio cazzo duro che mi sbatte contro le palle.Lui è deciso,a volte violento, mi fa male ma mi piace. I suoi colpi secchi, e poi veloci. Mi sembra d'impazzire,sborro senza toccarmi.Lui si ferma, è venuto.Mi libera il buco,si riprende le mutande,mi dà una pacca sul culo e risale senza guardarmi nella sua cabina.Stordito mi ricompongo, faccio per andarmene ma sento qualcosa, mi volto e vedo lì nell'ombra vicina,una sagoma. Un uomo si sta segando,aveva visto tutto, è grasso e peloso, senza capelli e con due baffi esagerati. Mi fa cenno di seguirlo. Mi avvicino a lui, se lo mena velocemente, anche lui col cazzone, non resisto, glielo afferro un attimo ma poi me ne vado. Anche nel buio, come un gatto, ci vedo benissimo.
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17 years ago
admin, 75
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In agriturismo a cavallo
CIAO VI VOGLIO RACCONTARE UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA.
UN FINE SETTIMANA DI LUGLIO CON MIA MOGLIE DECIDIAMO DI ADARE AL MARE QUIDI PASSO DALLA NOSTRA AGENZIA E PRENOTO PRESSO UN AGRITURISMO IN COLLINA MA VICINO AL MARE CON PISSINA CAMPI DA TENNIS E MANEGGIO.
ARRIVATI A IN QUESTO BELLISSIMO POSTO POSIAMO LE VALIGE IN CAMERA E ANDIAMO SUBITO A VEDERE I CAVALLI E PRENOTIAMO PE LA MATTINA STESSA UNA ESCURSIONE A CAVALLO.
ALLE ORE 10 CI CAMBIAMO MIA MOGLI CON UN PAIO DI GINS ATTILLATISSIMI CHE GLI ENTRAVANO NEL CULO E NELLE FICA CON UNA MAGLITTA ADERENTE CHE SI VEDEVANO I CAPEZZOLI DA LONTANO.
MONTATI A CAVALLO SI PRESENTA UN RAGAZZO DI COLORE UN MULATTO CHE CI DICE DI ESSERE LA GUIDA E DI ESSERE NOI TRE SOLI AD ANDARE A CAVALLO.
CI INCAMMINIAMO LUI AVANTI MIA MOGLIE DIETO DI LUI ED IO PER ULTIMO E VEDEVO CHE IL RAGAZZO NON LE STACCAVA GLI OCCHI DI DOSSO E OGNI TANTO LE FACEVA UN COMPLIMENTO ISOMMA DOPO UNA MEZZORA DI CAMMINO CI CONDUCE IN UNA SPIAGGIA TRA UN ISENATURA DI UNA MONTAGNA CHE SOLO A CAVALLO O APIEDI POI RAGGIUNGERE.
ARRIVATI LEGHIAMO I CAVALLI SOTTO A DEGLI ALBERI CI SPOGLIAMO LASIANDOCI IL COSTUME PRENDIAMO I TELI DA MERE E CI METTIAMO VICINI ALLA RIVA A PRENDERE IL SOLE RIVOLTI CON LO SGUARDO VERSO I CAVALLI
AD UN CERTO PUNTO VEDIAMO VENIRE VERSO DI NOI QUEL RAGAZZO IN COSTUME E MENTRE CAMMINA LI SI NOTA BENISSIMO UN BELL PACCO TRALE GAMBE CHE SUBITO MIA MOGLI LO FISSA E VEDO IN LEI UNA CERTE ECCITEZIONE MA FACCIO FINTA DI NIENTE
SI SISTAMA VICINO A LEI E MIA MOGLIE MI CHIEDE SE LE SPALMO LA CREMA SOLERE MA è LA COSA CHE ODIO DI PIU PECHE TI RIMANE LE MANI APPICCICATE TUTTO IL GIORNO CON LA SABBIA.
NON FA UNA PIGA SI GIRA VERSO DI LUI SI DLACCIA IL REGGISENO E IL RAGAZZO LI SI AVVIVINA E INIZIA A SPALMARLE LA CREMA MASSAGGIANDOLA
DOPO POCHI MINUTI VEDO CHE LUI SI STA ECCITANDO E CHE GLI STA PER USCIRE DAL COSTUME E CHE MENTRE SI PIEGA PER MASSAGGIARE GLI SI APPOGGIA FREGANDISI SU MIA MOGLIE
VEDO LEI CHE MIGUARDA CON UNA ECCITAZIONE CHE LE SI INTRAVEDE NEL SORRIDERMI E FACEDOMI CAPIRE CHE A VOGLIA DI QUL CAZZO
PASSO ALL'AZIONE IO E GLI DICO A MIA MOGLI PERCHE VON TI FAI DARE LA CREMA ANCHE DAVANTI COME GLIELO DICO SI GIRA E CON LE SUE STUPENDE TETTE SI SDRAIA DAVANTI A LUI IO INIZIO A LECCARGLIELE LUI RIMANE QUALCHE SECONDO FERMO E POI MIA MOGLIE ALLUNGA UNA MANO DENTRO IL SUO COSTUME E LO TIRA FUORI ERA VERAMENTE SUPERDOTATO UN CAZZO ENORME CON UNA CAPPELLA LUCIDA E DUE PALLE BELLE GONFIE.
SFILA IL COSTUME HA MIA MOGLIE SI PORTA LE GAMBE APPOGGIATE SULLE SPELLE E INIZIA A PENETRARLA CON QUL BEL CAZZO
MIA MOGLIE INIZIA HA GODERE COME NON MAI DOPO POCO IL RAGAZZO LO SFILA E LA INONDA DI SPERMA
MIA MOGLIE MI DICE CHE HA ANCORA VOGLIA DI QUEL CAZZO MA ERA PINA DI SPERMA VA NEL MARE A LAVARSI E VEDO CHE LUI LA SEGUE IO RIMANGO LI DAVANTI A LORO CON IL CAZZO IN MANO ECCITATO DI TUTTO QUELLO CHE ERA SUCCESSO E DI QUELLO CHE MI ASPETTAVA DI VEDERE INFATTI LUI LA PRENDE LE DIVARICA LE GAMBE LA MONTA SOPRA I E LEI CON LE MANI AGGRAPPATE AL SUO COLLO INIZIA FRENETICAMENTE AD ANDARE IN SU E IN GIU GODENDO COME UNA PORCA.
SI VEDONO SOLO DAL PETTO IN SU MA INMAGINO CHE COSA SUCCEDE AL DISOTTO , SENTENTO GODERE MIE MOGLIE COME NON LAVEVO MAI SENTITA PRIMA E IO MI SPARO UN BEL SEGONE.
FINITO TUTTO CI RIVESTIAMO MONTIAMO A CAVALLO E TORNIAMO A CASA E DA QULLA VOLTA NON ABBIAMO TROVATO PIU UN'OCCASIONE PIACEVOLE COME QELLA.
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17 years ago
admin, 75
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Primo incontro
in una sera d'estate come di consueto andavo a ballare il latino americano,in quella sera conobbi il mio attuale marito:mi chiese di ballare una salsa e subito dopo uscimmo a prendere una boccata d'aria nel giardino sottostante al locale ad un certo punto mi afferro' per i capelli ovviamente senza farmi male lo tiro' fuori e altro che boccata d'aria si fece prima fare un pompino poi mi alzo' la gonna e me lo mise in culo stranamente per me era la prima volta che mi succedeva una cosa simile pero' vi posso assicurare che ogni volta che ci penso..........a tuttoggi noi abbiamo un ristorante e non vi dico alla prima occasione mio marito ed io facciamo delle scopate certamente non d'avanti ai clienti ma sotto sotto...datemi un commento su questo episodio tutti mi dicono che sono una gran porcona.ma a me piace sentirlo e chi piu' ne ha piu' ne metta baciiiiiiiiiiiiiiiii
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17 years ago
sfrenatar,
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Sexy week end in barca a vela
………………….Una conoscenza intrigante un colloquio con una amica…… la sua richiesta di sapere se la penso........……. Il racconto di un incontro casuale….
bhe sai come vanno certe cose......magari la stagione adesso è un po' fresca avevo in barca 3 coppie e usa amica di una delle coppie...... dopo cena in rada a golfo stella.... Elba..... quando la luna aveva solo un quarto..... gli altri sono andati a dormire........ mentre sono rimasto gustare il cielo con la ragazza ...
i suoi occhi ricordavano i tuoi del profilo..... faccia sbarazzina ....molto giovane intorno ai 30 ma non li dimostra come te del resto...... ( credo) mi sembravi tu...poi chissà perché ...forse per l'ora ho pensato che stavi con tuo marito........ rapida sostituzione dei soggetti, ho invitato a ragazza ad appoggiarsi al mio torace con la schiena mentre stavo seduto con le gambe allungate sulla panca del pozzetto per farle vedere Sirio che stava vicino alla luna
lei si è spostata ed è venuta a sedersi tra le mie gambe appoggiando la sua schiena al mio torace, con la mano gli ho indicato la stella mentre lei mandava indietro la tesa e poteva sentire il mio respiro sul collo,........ eri tu?! ... si è rilassata e ha lasciato che le mie labbra si avvicinassero al suo orecchio sussurrandole la descrizione del cielo..... intanto una mia mano la ha avvicinata .... stava scivolando..... prendendola sotto i seni....... avendo cura di non toccarli.........e tu stavi con tuo marito.....la reazione non ha lasciato dubbi e la mano a forma di coppa le ha circondato il seno avendo cura di sfiorare il suo capezzolo sotto sopra la maglia che intanto stava ben alta evidenziando la sua posizione...
la sua testa si è leggermente girata verso di me offrendomi il suo orecchio...... dalla percezione delle parole siamo passati alla percezione della mia lingua che ha iniziato a giocare con l'orecchio..... un suo respiro profondo....... di rilassamento.... l'altra mano si è presa cura dell'altro seno da sotto la maglietta...... e le dita hanno cominciato a prendere e lasciare i capezzoli facendoli scoppiare da quanto si indurivano.......... tuo marito intanto stava accarezzandoti all’ interno delle cosce avendo cura di sfiorarti con il pollice il tuo clitoride che si stava alzando....questo il pensiero.....
lei voleva girarsi... ma gli ho impedito di farlo e la mia lingua ha iniziato a scorrerle dietro l'orecchio e alla bare sella nuca avendo cura di salire verso il centro alla bade sella tesa dentro i suoi capelli, intanto anche l altra mano era scivolata sotto la maglia e scesa sull'ombellico,.... lei si stava inarcando in avanti appoggiando solo se spalle al mio torace...... la mano è scesa ancora sotto l'ombelico spostandosi a destra sulle ossa del bacino avvolgendole.... avendo cura di non sfiorare il pelo del suo corpo.......la mia stretta gli impediva di girarsi...
perché non me lo racconti..... ehhh ehhhh..... avanti ancora la mano si è insinuata all'interno del gambule dei pantaloni ed ha iniziato ad accarezzare l’interno della coscia......lei iniziava a cercare di divincolarsi dalla stretta dell'altra mano che passava da un seno all'altro e 2 dita ogni tanto si prendevano cura dei suoi capezzoli contemporaneamente schiacciandoli all’ interno dei seni mentre le altre dita li spingevano verso l'alto.........l'altra mano intanto iniziava ad insinuarsi sotto le mutandine dal basso..... avendo cura di sfiorare il buchetto del sedere....
ho allentato un po la stretta per consentirle di girare la testa mentre la lingua continuava il suo percorso sul collo adesso sulla sua gola in ascesa verso la bocca.... che intanto emetteva dei piccoli sospiri lasciando uscire ogni tanto la lingua a bagnare le labbra……
Perchè subito?.... il corteggiamento è bello assaporato e desiderato con intensità.....la mia lingua ga iniziato a scorrere sull'esterno delle sue labbra intanto lei si stava girando..... non era piu inarcata in avanti la mano che stava sopra i seni le aveva preso a massaggiare la nuca e ' l'altra era ritornata ad accarezzare l'interno delle cosce, i pantaloni che erano sorretti da un elastico intanto stavano scivolando...... le dita cominciavano ad arruffarle i peli e il pollice a prendersi cura del suo clitoride....... la lingua continuava a girare sulle labbra mentre lei con la sua cercava di incontrarla.....
la mano che le accarezzava la nuca era scesa verso il fondo della schiena e stava alzando la maglietta..... che si lascio prendere e salire.......... i suoi seni adesso erano liberi per il bacio della luna e del vento fresco..... la sua pelle non èra + liscia ma piena di brividi di freddo....quando la maglietta passo dalla tesa.....la mia lingua si insinuo nella sua bocca.......a trovare la sua.......mmmmmmmmmmmm fu cio che usci come suono....
le sue mani libere cominciarono ad accarezzare la faccia e la schiena dove avevano cura di fare sentire scivolare le unghie leggermente.......le lingue intanto combattevano la loro battaglia e la mano all’ interno delle mutandine continuava la sua esplorazione...... lei si alzo in piedi nel pozzetto e la mia bocca si trovo all'altezza dei suoi capezzoli che furono subito scaldati dalla mia bocca, le mie braccia l sorressero la schiena che si stava inarcando a testa indietro offrendomi completamente i suoi seni..........la mia lingua si muoveva intorno a loro partendo dalla bare e salendo ai capezzoli......... le sue mani intanto avevano preso i seni avvicinando i capezzoli che volevano essere succhiati insieme.....
tuo marito intanto con le mani stringeva i tuoi seni e tu li spingevi contro la sua bocca........ con un rapido movimento gli hai tolto i seni e gli hai offerto il tuo fiore che lui ha iniziato a succhiare dal clitoride......
la ragazza stava stringendosi i seni in una morsa che doveva darle dolore e piacere allo stesso tempo, i capezzoli erano da lei stretti in una morsa tale che sembrava volerli strappare e li portava alla mia bocca ....ho sostituito le sue dita con i miei denti mentre la lingua si prendeva cura della loro punta oramai rossa e durissima........ ....intanto la luna stava a guardare e il vento si era calmato....... la mano che si occupava del suo clitoride era stata bagnata... in modo abbondante ed il mio vagabondo non era + tale e stava cercando moto proprio la strada per uscire dalle mie mutande.....
la mia maglia fu letteralmente strappata,........., io reo sempre seduto sulla panca del pozzetto, lei mise un piede sulla panca aprendo cosi le cosce.....con un chiaro invito alla mia bocca, le sue mani lasciarono i seni e spinsero la mia testa verso il suo ventre......... le mie mani spinsero le presero una coscia e la fecero salire sulla panca del pozzetto..... la nuova posizione era magica,le presi le mutandine e tirandole verso l'alto le feci sparire all’interno della sua fessura avendo cura di strusciarle sul clitoride che pur gia bagnato fu rinfrescato dalla saliva della mia lingua.........
in quella posizione ero dominato completamente, le mie mani non potevano che accarezzare i sioi seni dal basso mentre lei con avidità spingeva il suo monte di venere sopra la mia bocca facendomi reclinare indietro la testa...... intanto non si sentiva più il rumore del mare ma solo il nostro rumore...... che èra stato percepito inconfondibilmente dalla coppia che stava dormendo nella cabina sotto la panchetta del pozzetto....... in quella posizione non mi potevo muovere era lei che spingeva in modo deciso e forte, le mutandine erano l'unico modo per controllarla..... le stavo tirando con tutta la forza che avevo e più tiravo + le strusciavano all'interno della passerina e le massaggiavano il culetto anche lui oramai aperto.....mi sono divincolato da quella posizione alzandola letteralmente con lo slipp e sorreggendole la schiena appoggiandola sulla panchetta......lei emise un forte grido di dolore e piacere al tempo stesso.....
avevo ripreso il controllo della situazione........ appena stesa sulla panca ....e io in piedi nel pozzetto sentii le sue mani che si stavano occupando dei mie pantaloni che non esitarono a scivolare insieme ai boxer......... non riuscii a capire quanto tempo sia trascorso ma il vagabondo era sparito all'interno della sua bocca......
cosi sdraiata sulla panchetta dura apri completamente le sue gambe ... e la sua fica nascondeva completamente le sue mutande al suo intermo, mi inginocchiai sulla panchetta avendo cura che lei non perdesse il vagabondo che curava con molta ingordigia all'interno della sua bocca..... emettendo ogni tanto rantolini di soffocamento tanto ne eraavida......le mie mani spostarono il sui slip che lascio posto alla mia lingua pur restando presente dentro dilei....
le presi il clitoride con la lingua e lo spinsi sopra ai mie denti..... a quella presa il suo bacino si inarcò verso la mia bocca che continuo con quel gioco sottile di lingua che spingeva e lasciava e i denti accarezzavano vioi dolcemente vuoi con forza....... dopo qualche giro di giostra fu inequivocabile il suo piacere........ .... la sua bocca pur essendo non libera emise un grande urlo soffocato dalla mia spinta...... le sue cosce cominciarono a grondare e il bacino a sussultare violentemente in preda a un orgasmo molto forte.....
le mie dita intanto avevano preso possesso della sua vagina e del suo buchetto posteriore.....
all’orgasmo ne segui un secondo immediatamente dopo e poi un terzo……… si era liberata del mio vagabondo che le stava sondando la gola…. Le avevo concesso un allentamento della pia pressione……..quando potè parlare chiese con voce alta che mi voleva dentro……. Oramai anche gli altri occupanti della barca erano a conoscenza di cosa stava accadendo nel pozzetto……. Dalla cabina opposta alla nostra panchetta, e da dove si poteva anche vedere fuori i rumori lasciavano chiaramente intendere che qualcuno stava seguendo l’esempio…..
alla sua richiesta mi girai avendo cura che il vagabondo rimanesse in prossimità della sua bocca e le mie palle strusciassero sopra i suoi seni……. Che lei prese e strinse immediatamente attorno ad esse mentre continuava a giocare con la sua lingua sulla mia cappella che era letteralmente pronta ad esplodere tanto era diventata grossa……
scivolai verso il suo ventre e il pene si perse tra i suoi capezzoli intanto la mia lingua aveva ripreso a percorrere la sua fronte sudata scendendo sopra i suoi occhi…..lungo le sue tempie……. Ritrovò l’orecchio….e poi la sua bocca….. le sue mani inequivocabilmente mi stavano facendo scendere verso il suo bacino, adesso le palle strusciavano sul suo clitoride completamente fradicio………. Un attimo e il vagabondo fu letteralmente inghiottito dalla sua fica …….. all’ingresso corrispose un urlato siiiiiiiiiiiii dai di più ……. Iil ritmo divenne insostenibile le sue natiche si alzavano dalla panchetta a cercare il cazzo che puntualmente affondava rigettandole violentemente sopra la bocca di lei era libera di dire qualsiasi cosa…… io dovevo corrispondere la sensazione che avevo in gola e senza + ritegno …… prendimi tutto dai cosìììì siiii….
La sua testa si dibatteva sulla panchetta a destra e a sinistra, i suoi capezzoli erano baciati dalla luna io in ginocchio sulla panchetta la avevo afferrata per il bacino e la infilavo letteralmente sollevata sul mio vagabondo…. Ilo sbattere del suo culetto sulle mie palle era inequivocabile come il rumore dello sfregamento bagnato tra la sua fica e il mio cazzo……… stava avendo un altro orgasmo…… anche io ero oramai arrivato ….. non riuscivo + a controllare…….. gli urlai se volesse bere …….. il suo inequivocabile siiiiiiiiiiiiii mi fece cambiare immediatamente posizione ritornando al 69 non potevo lasciarla sola a gustare il piacere anche io volevo nuovamente sentire il suo nella mia bocca…….. appena affondai la mia lingua nella sua fica sentii che il mio cazzo stava subendo letteralmente una violenta aspirazione…… stava soffocandosi……. Noooooooooo sssssssssssssssiiiiiiiiiii in un attimo sentii i suoi umori riempirmi la bocca, il suo bacino sussultare e il vagabondo scoppiare come un tappo di una bottiglia di champagne le mie palle erano bagnate dalla sua saliva e dal residuo che inevitabilmente gli era sfuggito……. Entrambi spossati………. Dopo qualche minuto di abbandono……… le bocche si incontrarono e si scambiarono i sapori gustati….. prima……. Tutta la barca si era svegliata e stavo oscillando ma non per la risacca ma per alcuni movimenti che provenivano da sotto coperta……
fine del primo tempo....... eri tu ?! chissà sicuramente piacevole........con altri successivi ....... durante la notte....ma chissà perché mi so trovato a pensare a te..... forse perché quella ragazza infondo era montata in barca solo la mattina...... e durante la giornata di navigazione aveva solo dimostrato interesse ad apprendere alcuni segreti del navigare..... chissà......Tu non mi hai detto niente...... un bacio
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17 years ago
jmcruise,
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Last visit: 16 years ago
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La mia prima.....marchetta
Alla fine, dopo averci pensato e ripensato, essere stata quasi sul punto di tirarmi indietro, ho accettato.E' stato intrigante,lussurioso,perverso, un pò doloroso e indubbiamente remunerativo, già perchè alla fine ci sono anche scappati due regalini niente male, ma andiamo con ordine.
Durante tutto il viaggio con il mio capo porcellone, non abbiamo fatto altro che parlare della decisione che dovevo ancora prendere. Infatti non ero ancora decisa se accettare o meno. Lui non mi spingeva ne in un senso ne nell'altro, si limitava ad ascoltarmi, ribadendo che la decisione doveva essere solo mia e che in qualsiasi caso il nostro rapporto non sarebbe cambiato. Durante il viaggio ci siamo fermati un paio di volte e ci sono scappate anche due sveltine niente male, cosi' tanto per alleggerire un pò la tensione (:-)
Siamo arrivati a Dobbiaco nel primo pomeriggio, il tempo di cambiarci nell'albergo che ci era stato prenotato, e andare all'appuntamento con il cliente per la firma del contratto e per rivedere gli ultimi punti. L'incontro è stato assolutamente informale, come se nulla fosse, ci ha accolti in azienda, ci ha presentato i suoi collaboratori ecc.ecc.. L'unica cosa, ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano, probabilmente lui si chiedeva se avessi accettato ed io lo studiavo un pò.
Come ti ho detto non è un bell'uomo, interessante forse, alto, decisamente sovrappeso, mani grandi e grassoccie, labbra carnose, capelli brizzolati tagliati cortissimi, pelle che si arrossava facilmente, e, a giudicare dai peli che ricoprivano le mani doveva essere anche molto peloso. Mentre parlavano degli ultimi ritocchi al contratto, io cercavo di immaginarmelo nudo, intento a possedermi,quel grosso corpo che mi saliva sopra, immaginavo le sue mani che mi esploravano con rudezza e mi aprivano, immaginavo il suo fiato su di me.....tutte queste considerazioni ogni tanto venivano interrotte dal mio capo che mi chiedeva informazioni. Alla fine il contratto è stato firmato.
Il dr. Franz, questo il nome del cliente, s’intrattenne con noi ancora per una mezz’ora circa, poi ci congedammo dandoci appuntamento per la sera, avremmo cenato nel ristorante dell’hotel dove avremmo passato la notte. Non dissi una parola durante tutto il tragitto, arrivammo all’hotel e ognuno di noi si ritirò in camera.
Qui trovai una sorpresa, sul tavolino da notte c’erano due pacchetti accompagnati da un biglietto.
Nel primo trovai un rossetto di un rosso molto acceso, nell’altro un collarino di raso nero con al centro uno splendido cammeo dalla foggia antica, il biglietto era del dr.Franz che dopo alcune frasi gentili, mi chiedeva, nel caso avessi accettato la sua proposta, di indossare il collarino e di passarmi il rossetto sulle labbra, presentandomi così alla cena, lui avrebbe capito.
Mentre leggevo il biglietto il telefono della stanza suonò, era il mio capo che mi chiedeva che intenzioni avessi. La mia voce, stupendo anche me stessa, rispose che avrei accettato.
Mi ritrovai , come in trance, a prepararmi con cura, era come se un’altra persona lo stesse facendo e io stessi solo ad osservare.
Mi feci una lunga doccia, mi massaggiai a lungo il corpo con un olio al the verde e cominciai a vestirmi. Mi misi un body nero, molto scollato sul davanti che comprimeva un po’ il seno e lasciava praticamente scoperti i capezzoli, ero elettrizzata e anche eccitata, indugiai davanti allo specchio mentre indossavo il perizoma e le autoreggenti , indossai l’abito nero che avevo portato, di linea dritta, lungo appena sopra al ginocchio , senza maniche, scollatura generosa , sopra una giacchetta corta con maniche a tre quarti, mi truccai con cura, il rossetto era veramente molto forte, non era nel mio stile, cercai di mascherarlo un po’ passando la lingua più volte sulle labbra, mi spazzolai i capelli , mi spruzzai un po’ di profumo, mi agganciai il braccialetto, calzai le scarpe rigorosamente con il tacco alto,per ultimo, indossai il collarino, la prova, il marchio, evidente della mia prima “marchetta”. La mia fighetta si stava inumidendo, e avevo sempre quella sottile eccitazione che non mi aveva ancora lasciato.
Bussarono alla porta, era il mio capo, lo sguardo stralunato, e l’imprecazione che si lascio’ scappare, mi confermarono che ero pronta e appetibile.
Salimmo sull’ascensore, ero tesissima, il mio capo appoggio’ le labbra sul mio collo, sussurrandomi che sarei stata una meravigliosa puttana e una splendida cavalla da monta.
Entrammo nel ristorante, il dr. era già seduto, quando ci vide, si alzò, stringendomi la mano, il suo sguardo andò subito al collarino. Ero sempre più imbarazzata, ma la tensione si sciolse quasi subito, il dr. si rivelò un affabile e intelligente conversatore, la cena trascorse piacevolmente, devo dire che bevemmo anche abbastanza. Incrociai diverse volte le sguardo del dr. su di me, solo gli occhi tradivano la sua eccitazione, approfittando di un attimo di assenza del mio capo, mi chiese di andare a ripassarmi il rossetto, mi alzai e mi diressi verso il bagno. Quando tornai, il mio capo e il dr. smisero di parlare, si alzarono e mi vennero incontro. Lo sguardo del dr. scese sulle mie labbra e il sorriso di compiacimento mi confermò che era soddisfatto di quello che vedeva. Li seguii, in direzione dell’ascensore, salimmo tutti e tre, io in mezzo, dietro di me il dr., il mio capo mi dava le spalle. Mentre salivamo al piano sentivo il fiato del dr. sul mio collo, la porta si apri’ e il mio capo, ci salutò con un cenno del capo, feci per seguirlo, ma la mano ferma e autoritaria del dr. mi fermò, noi saliamo, disse. Le porte si richiusero, eravamo soli ora, l’ascensore sembrava lentissimo, lui era sempre alle mie spalle, con una mano mi attirò a se, facendomi aderire al suo corpo, grazie di aver accettato, mi sussurro’, mentre faceva scivolare l’altra mano nella mia scollatura. La mano grassoccia e sudaticcia, trovò subito un capezzolo, un grugnito di approvazione fu l’unico commento. Le porte si aprirono, lui uscì per primo facendomi strada lungo il corridoio, si fermò davanti all’ultima porta l’apri’ e facendosi da parte m’invito’ ad entrare. La luce era soffusa, la stanza era molto bella , divisa in due ambienti, un piccolo salottino con un divano, un tavolino sul quale era appoggiato un cestello con una bottiglia di vino , il pavimento era interamente ricoperto di tappeti dalle tinte calde che richiamavano il colore degli spessi tendoni della finestra che si affacciava direttamente sul lago. Era veramente una vista splendida. Per un attimo mi ero dimenticata del perché ero lì, il rumore della bottiglia stappata mi riportò alla realtà.
Senza una parola, il dr.Franz mi porse il bicchiere invitandomi a brindare con lui. Mi rivelò che mi aveva desiderata fin dalla prima volta che mi aveva vista, aveva desiderato la mia bocca , mentre diceva queste parole le sue dita grassoccie e sudate passavano sopra le mie labbra. Questo contatto mi provocò subito una sensazione mista di ribrezzo e piacere, sensazione che mi accompagnò per tutto il tempo che rimasi con lui. Gli leccai le dita, ne presi due in bocca e cominciai a simulare un pompino, lui biascicò qualche parola in tedesco che non capii ma potevo solo immaginare.
Tolse le dita dalla mia bocca e le sue mani si aggrapparono ai miei seni, mi aiutò a spogliarmi, lasciandomi con l’intimo e impedendomi di togliere le scarpe. Mi attirò a sé, infilò la sua lingua dentro la mia bocca e cominciammo a limonare mentre le sue mani non si staccavano dai miei capezzoli, li strizzava, li tormentava, mentre la sua lingua esplorava la mia bocca, mi baciò sul collo, dietro le orecchie, lasciando scie di saliva, io lasciavo fare, passiva, aspettavo un suo ordine, una sua richiesta. Non dovetti aspettare molto, con entrambe le mani mi prese la testa e la spinse verso la patta dei pantaloni. M’inginocchiai, gli slacciai la cintura i pantaloni caddero sul pavimento, gli abbassai le mutande, un grosso rotolo di carne, non ancora del tutto eretto mi si presentò. Rimasi un attimo interdetta, non mi aspettavo un cazzo e dei testicoli di quelle dimensioni.
Il cazzo era praticamente un bastone leggermente storto, scuro, che terminava con un accenno di cappella uncinata quasi delle stesse dimensioni. I testicoli erano grandi e pendenti, gonfi e rossastri.
La sensazione di ribrezzo mista a eccitazione s’impossessò di nuovo di me.
Alzai lo sguardo, il suo viso, complice anche il vino che avevamo bevuto era rosso e sudato, sempre fissandolo appoggiai le labbra su quel rotolo di carne, passai le dita sotto i testicoli e cominciai a massaggiargli lo scroto, aprii la bocca e cominciai a baciarlo, molto lentamente lungo tutta la lunghezza, scendendo anche sotto le palle, le presi in bocca, cominciai a succhiarle, mentre le dita accarezzavano il bastone. Le sue mani mi tenevano la testa e seguivano i miei movimenti.
Sapevo quello che voleva, risalii con la bocca, lasciando una scia di saliva, e cominciai a prendere in bocca il cazzo, non era ancora del tutto in erezione, questo cominciava a preoccuparmi, era già grosso così una volta “in tiro” come sarebbe stato? Aprii la bocca, mi sentivo oscena, cominciai a leccarlo, davo piccoli morsi, con la lingua seguivo le venature, per poi risalire sulla cappella leccandola in tondo, con le mani soppesavo i testicoli, li accarezzavo, li stringevo. Il cazzo cominciò a crescere, mi riempiva la bocca, lui spingeva con il bacino e lo faceva entrare fino in fondo, ogni tanto mi sembrava di soffocare e mi allontanavo un po’, poi riprendevo, leccavo e succhiavo, lui m’incitava a continuare, mi dava della puttana, della troia, mi diceva che mi avrebbe aperta in due con il suo cazzone, che mi avrebbe scopata per ore. Quasi con cattiveria mi tolse il cazzo dalla bocca e mi porse nuovamente il rossetto. “troia, rimettiti il rossetto” mi ordinò, mentre lo accontentavo, cominciò ad accarezzarmi il viso con il membro ormai duro e rigido. Era veramente grosso, la situazione mi stava eccitando più del previsto.
Terminata l’operazione del rossetto, mi dedicai nuovamente al mio pompino, cominciai a masturbarlo con la bocca e con le dita, lo lavoravo con velocità e devozione, assaporando il momento in cui mi avrebbe riempito la figa. Ogni tanto facevo entrare un dito nel suo ano, provocandogli gemiti di piacere e strappandogli insulti in tedesco e in italiano.
Ad un tratto mi aiutò a rialzarmi, mi accorsi così che si era spogliato quasi completamente, lo aiutai a togliersi del tutto i pantaloni e le mutande, nonostante la pancia pronunciata, il cazzo svettava che era una meraviglia. Era veramente molto molto peloso, si lasciò cadere sul divano e mi attirò sopra di se, mi fece sedere a cavalcioni su lui, dovetti allargare le gambe in modo osceno per riuscirci, non mi penetrò, si limitò a farmi appoggiare la figa fradicia sopra, stava sudando copiosamente, prese i miei seni con le sue grosse mani e li fece uscire del tutto dal body che ancora indossavo, cominciò a strusciarci la lingua e la bocca, prese i capezzoli in bocca, li succhiava, li mordeva, mi accarezzava le natiche, le stringeva tra le sue mani. Stavo veramente perdendo il controllo della situazione, avevo una voglia esagerata di godere di sentirmi penetrata dal quel rotolo di carne. Ansimavo insieme a lui.
Scopami ti prego, gli sussurrai, scopami, sbattimi, sono la tua puttana fai di mi quello che vuoi.
Ero totalmente infoiata. Con un sorriso beffardo, staccò la bocca dai miei seni e prendendomi con prepotenza per i capelli disse “non ancora puttana,non ancora”. Vai in camera e aspettami, mi ordinò. Gli obbedii subito, mi diressi verso la camera seguita da lui, aveva preso il cestello del ghiaccio con la bottiglia di vino. Feci per spogliarmi, ma con voce decisa mi vietò di farlo, e m’impedì anche di togliermi le scarpe. Mi spinse sul letto, allargai oscenamente le gambe, in modo che potesse vedere quanto ero eccitata e bagnata, prendendo il cazzo dall’attaccatura, cominciò a strofinarmi la figa con la cappella uncinata, muovevo il bacino cercando di farlo entrare di più ma lui si ritraeva e continuava il suo perverso gioco.
Senza che me ne rendessi conto aveva preso la bottiglia, rovesciò un po’ di vino sulla mia passera e si chinò a succhiarlo….faceva dei rumori osceni con la bocca, sentivo la sua lingua spessa che mi esplorava e succhiava il clitoride, dava delle leccate profonde, alternandole ad altre più veloci , mi stava facendo letteralmente impazzire.
Hai la figa bollente, sei proprio una troia di classe, vediamo come ti comporti adesso, mi disse, cominciando a penetrarmi con la bottiglia di vino. Il collo entrò praticamente subito, mi penetrava facendola ruotare, questo mi procurava un po’ di dolore, ma niente in confronto al godimento che mi stava dando. Riuscì a farla entrare più della metà, poi si fermò, me la lasciò dentro, prese il ghiaccio dal cestello e cominciò a passarmelo sui seni, sulle labbra, intorno alla figa dilatata, scendendo anche sul buco del culo. Il ghiaccio si scioglieva in fretta e si mescolava al mio piacere, ero un lago. Con un cubetto di ghiaccio cominciò a penetrarmi il buco del culo, e intanto passava il suo cazzo in mezzo alle natiche, io aiutandomi con le mani muovevo la bottiglia. Passò dall’altra parte del letto, dandomi il cazzo nuovamente da succhiare, si mise in posizione di un 69, senza coricarsi totalmente sopra di me, mi avrebbe schiacciata certamente. Mi avventai sul cazzo e cominciai con un gemito a succhiarlo,leccarlo, stringerlo, muovevo velocemente la bocca, lo facevo entrare ed uscire con voracità dalla bocca, anche lui accelerò il ritmo, con una mano continuava a spingere e muovere la bottiglia, con l’altra continuava a sodomizzarmi con le dita e i cubetti di ghiaccio, sentivo il buco del culo che si stava dilatando, sfregavo la testa sotto i suoi testicoli, li stringevo fra le mani, “continua puttana, continua s sbocchinarmi, troia, sei fantastica”, disse. Mi sentivo veramente così, e non me ne vergognavo, anzi. Lo sentivo ansimare e sudare sopra di me, il suo corpo era bagnato fradicio, un misto di sudore, di ghiaccio, dei miei umori. Il mio primo orgasmo arrivò senza che riuscissi a fermarlo, vengo vengo vengo, gridai come impazzita, mentre lui mi schiaffeggiava la figa e le natiche. Fu un orgasmo stupendo, che non mi fece calmare, anzi, ne volevo ancora ancora e ancora. Continuavo a sbocchinarlo con devozione, la lingua passava e ripassava su quell’asta, intorno alla cappella, continuavo a masturbargli i testicoli, erano tesissimi, pieni gonfi e caldi. Un gemito più prolungato degli altri, mi confermò che stava per esplodere anche lui, aumentai il ritmo della bocca lo volevo dentro, si fermò un attimo poi affondò il cazzo cacciandomelo in gola, pensavo di soffocare, era enorme e gonfio, un fiotto spesso lungo e caldo mi riempì la gola. “Bevi puttana,bevi, ingoialo tutto, troia” urlo’, sembrava che non dovesse finire mai, continuava a sborrare, mi accorsi che una parte della sborra mi colava dalle labbra, la raccolsi con le dita, e cominciai a leccarle guardandolo dritto negli occhi.
Era rossissimo in volto, grondava sudore come un toro, mi osserva mentre mi leccavo le dita piene del suo piacere. “Sei proprio una gran puttana, non ne hai ancora abbastanza vero?”
No! Gli risposi. Ne voglio ancora…ti voglio ancora, e questa volta ti voglio dentro di me.
Potrei farti molto male, lo sai vero?
Posso sopportarlo, la voglia di essere scopata ancora da te è troppa per rinunciare. Gli risposi, mentre mi accarezzavo con noncuranza in mezzo le gambe. Avevo ancora la bottiglia dentro, la tolsi e me la portai alla bocca, cominciai a succhiarla e leccarla, sapeva di me, del mio orgasmo, lui lasciava fare, accarezzandosi l’uccello semi moscio. Gli offrii la mia figa, aperta e bagnata, mi alzò le gambe, incominciò a strusciarlo contro le grandi labbra, mentre mi baciava le gambe ancora con le autoreggenti, sfregava la faccia sopra, arrivò con la bocca ai miei piedi che indossavano ancora le scarpe, le leccò, mentre spingeva il bacino contro la mia passera che si stava nuovamente bagnando.
Il cazzo riprese vita, lo sentivo crescere appoggiato alle grandi labbra, si stava gonfiando nuovamente, con le mani, cominciai a guidarlo dentro di me……lo vuoi vero? Mi chiese con la voce roca. Si…ti voglio dentro….lo stavo quasi implorando, riempimi, allargami, spaccami , ma voglio sentirlo dentro di me…..gemevo e gocciolavo….gli offrivo senza ritegno i miei capezzoli, la mia figa tutta me stessa, mi stava facendo letteralmente impazzire. Lui continuava il suo gioco, il cazzo continuava a pulsare contro le mie grandi labbra, ma non si decideva a farlo entrare….lo vuoi puttana? Lo vuoi dentro?…..lo vuoi anche nel culo vero? Vuoi che ti riempia tutti i buchi vero?…dimmelo puttana dimmelo….mi chiedeva, e io, quasi rendermene conto continuavo a rispondergli di si….sempre si….lo avrai puttana, lo avrai dentro….e m’implorerai di uscire…..quasi mi minacciò, con la voce sempre più roca….
Si staccò da me, andò in bagno, ritornò praticamente subito, in mano aveva la boccetta del sapone liquido, capii subito cosa avrebbe fatto…..
Mi fece alzare, mi leccò sul viso, sul collo, in mezzo ai seni….continuava a strofinare il cazzo contro di me….ero completamente soggiogata dalla situazione, quasi senza rendermene conto, mi girò e mi fece appoggiare al bordo rigido del letto…devo essere uno spettacolo perverso e eccitante, le calze e le scarpe sporche di sperma, mugolando apro la figa….”vai cazzone ….fottimi tutta…..ho veramente perso ogni inibizione…sento che appoggia la cappella alla mia figa fradicia, inizia a spingere….mi sembra di sognare….sento la mia figa che si apre…si allarga…sembra quasi strapparsi….colpo dopo colpo entra…mi sembra veramente di impazzire….non finisce più, ha una cazzo veramente enorme….mi sento la figa piena…la pancia anche….lui inizia a fottermi con decisione, colpi decisi, mi sbatte bene godendosi la mia figa fino in fondo, spinge con le reni e me lo fa arrivare in fondo, io mugolando lo incito a sfottermi bene, lo voglio tutto…..Il porco mugola e ansima come un toro….continua a dare colpi decisi mentre mi domanda…”ti piace troia, lo senti il cazzone duro….? Lo guardo…quasi in segno di sfida gli rispondo…siiii….ma dammi colpi forti, …spaccami per bene….rompimi la figa..daiii…..Lui con un sorriso ironico mi rimette sotto…si ferma un attimo…lo fa uscire quasi tutto e poi con due o tre colpi fortissimi mi ripianta il rotolo di carne in figa….mi sento quasi arrivare la cappella all’utero….mio dio…quanto sto godendo….scopata per bene alla pecorina, le mani appoggiate al letto mi godo la sua monta….ho la figa impazzita dal piacere ….la testa mi gira….godo quasi a svenire…a questo punto lui inizia a sfilarmelo dalla figa….mi giro a guardarlo quasi a chiedergli cosa stia facendo…..Puttana…..troia…hai un culo splendido…ti voglio inculare…provo a respingerlo….comincia a farmi un po’ paura…è veramente troppo grosso …gli dico…ti prego…mi farai male….Ti piacerà puttana….vedrai quanto di piacerà….ti prego fai piano però….è l’unica cosa che riesco a dire….sei già stata inculata, puttana, lo vedo dal buchetto che sembra già abbastanza sfondato….mi risponde….non erano grossi come te però…..è l’unica cosa che riesco a dire….mi zittisce con una sculacciata, mi rigiro, afferro per bene il bordo del letto… divarico per bene le gambe…e mi rimetto a pecorina. Lui prende un po’ di sapone e se lo spalma sul cazzone…poi mi appoggia la cappella al culetto…mi prende per i fianchi, me li stringe tra le mani…e con colpetti delicati inizia ad aprirmi il culetto….sento la cappella che spinge…il buchetto si apre….lentamente….molto lentamente… sento che mi dilato…ormai la cappella sta passando…dio come godo…mentre lui sempre delicatamente prosegue con i colpetti…dolci….delicati…lenti…sembra impossibile che un omone e un cazzone così grandi siano in grado di manovrare con questa dolcezza….è veramente bravo…lo sta mettendo in un modo talmente lento che invece che dolore…sto godendo come una pazza….Poco dopo la cappella è dentro….inizia a mettermi il cazzone…..mi sento svenire…qui comincio a provare dolore, cerco di ritrarmi…chiudendo il buchetto….ma due grosse sculacciate e una tirata di capelli per niente gentili, cagna…..mi grida….non provare a tirarti indietro….mi fanno desistere….cerco di rilassare al massimo tutti i muscoli dello sfintere….lui continua…cm dopo cm inesorabile….sento il mio culetto che si spacca…la pancia è piena…faccio fatica a respirare….gemo…mugolo …ansimo come una pazza…sono piena di cazzo di svenire…...non è ancora tutto dentro…cerco di aiutarlo, mi apro il sedere con le mani…piantata sui tacchi a spillo cerco di facilitarlo nell’entrata….non ce la faccio più è troppo grosso…mi sento morire…lui continua, ansima e suda….ancora due o tre colpetti poi finalmente sento le palle… che si appoggiano alla mia figa…è tutto dentro …..lui mi guarda sorridendo “che troia magnifica sei” ci sei riuscita, sei riuscita a prenderlo tutto dentro….sei veramente sfondata….non riesco nemmeno a sculettare per come sono piena, e il peggio deve ancora venire….ora m’inculerà…darà colpi.. mi fotterà come gli pare…ho appena finito di pensare questo che lui si pianta sui piedi…mi serra i fianchi ed inizia ad andare su e giu..mi sento veramente morire, il bastone mi scivola dentro e fuori dal culetto per metà, stringendomi per bene i fianchi mi incula in un modo stupendo…mi sembra di impazzire…ho il culetto in fiamme, il sapone mi ha aiutata…ora è dentro e mi sta montando in modo superbo….si muove bene, ci sa fare ad inculare il porco…mi stringe i fianchi e mi guida nell’incularmi..colpi decidi…di reni…spinge fino in fondo…è davvero bravo…mi sta fottendo come un vero maestro..godo da impazzire. Mi appoggio con le mani al bordo…gemo e ansimo in modo pazzesco…un ahhhh….sommesso e cupo mi sfugge dalla gola…mentre il porco mi dà colpi su colpi….me lo sento fino al cervello…dio che cazzo…mi sento scoppiare la pancia…lui va avanti, dei miei rantoli….mi incula senza sosta…colpi continui..il mio sederino ormai è completamente sfondato, colpo dopo colpo mi spacca il sedere….io lo prego di continuare…mi godo il cazzone tutto nel culo..una serie di brividi alla schiena mi fanno capire che sto godendo in modo meraviglioso. Lui ansima, e va avanti. Mi appoggia una mano sulla spalla, per spingere ancora di più, sento il buchetto che si sfascia….mio dio …sono aperta come una vacca…lui inizia ad aumentare la foga…ormai io rantolo continuamente….gemo..incito…godo…riesco a girarmi….lo guardo…sei stupendo…sei uno splendido toro….mi stai fottendo in maniera splendida….senti quanto mi stai facendo godere?….spaccami tutta…sto delirando….lui sorride e con un paio di colpi secchi mi fa riabbassare e rigirare la testa…pensa solo a godermi….e lo sta facendo davvero in modo superbo…..sono scossa da orgasmi continui..ormai fa quel che vuole,…sono totalmente sua. Il cazzone mi scivola fino alle palle…poi riesce per almeno la metà, poi me lo ribatte dentro con colpi secchi ad ogni colpi il buchetto si slabbra di più, dio che culo mi sta facendo…..è un toro… mi incula senza fermarsi..ho la sensazione di essere alla pecorina da un eternità…., avrò avuto tre o quattro orgasmi di fila con questo bastone…sono esausta…..lui continua..è duro da morire il porco..non viene mai…è duro sia di cazzo che di orgasmo…inizio lentamente a sculettare per farlo godere prima, ma non è facile..con quel bastone nel culetto…muovermi è difficile…sono impalata piena di cazzo ..è davvero enorme. Mi giro lentamente con la testa…lo guardo…e con un filo di voce lo imploro…ti prego…ora sborra…non ce la faccio più ….mi hai sfondata completamente…..ora sborra ti prego…..lui sorride beffardo…mi da uno sculaccione sul sedere e ridendo mi risponde….l’hai voluto tu..ora lo prendi…non sei stata tu a dirmi…prima….VAI CAZZONE FOTTIMI TUTTTA….non mi hai detto….INCULAMI TUTTA!….beh lo sto facendo….e cosi’ dicendo mi da un colpo più forte degli altri..un urlo mi soffoca la gola…,l’ho sentito tutto dentro!….mi rimetto appoggiata con le mani al letto…e li ricomincia a sfottermi..colpi continui..ormai sono suo ostaggio..fa quello che vuole…mi stringe il seno..mi stringe i fianchi..fa pesare il suo grasso corpo su di me….e m’incula come vuole…un ennesimo orgasmo mi riprende….lui è un martello affonda quel bastone tutto nel culetto….m’incula come un vero toro…colpi secchi..di reni..mi affonda la cappella fino alla pancia….sono esausta e mi giro ancora…lo supplico…stavolta quasi piangendo…”sborra ti prego…sono esausta…ti prego sborra..e finisci di fottermi…ti prego!….Ok dice lui..bene e sia! Mi stringe i fianchi quasi a farmi male, si prepara per bene…poi inizia a darmi colpi come un treno…..colpi forti…secchi…decisi….le palle sbattono sulla mia figa fradicia…..mi sembra di morire.. …mi sento sfondare ormai oltre ogni limite…ho il sedere totalmente sfondato che quel bastone esce quasi del tutto e poi mi si ricaccia dentro fino alle palle senza nessun problema…mi tratta come la peggiore delle troie. In un ultimi sussulto rigodo…un altro orgasmo…dalla mia figa fradicia ancora una volta escono gocce e gocce di piacere…..ho la figa che e’ un lago..lui lo sente,,,,sente le mie contrazioni per l’orgasmo…sente che godo ancora una volta….ora è eccitantissimo dal mio godere…decide di venire..e con una serie di colpi furibondi….finalmente…sborra! un gemito violento accompagna la sua venuta…e schizzi violenti…continui di riempiono il culetto …sento un fiotto di sperma caldo..denso..che mi arriva quasi in pancia…gli ultimi colpi mi lasciano esausta….appoggiata ai tacchi faccio fatica a tenermi in piedi. Che inculata fantastica…al limite dello stremo…finalmente esce….centimetro dopo centimetro fa uscire dal mio culetto ormai letteralmente sfondato il suo stupendo bastone….quando esce emetto una fortissimo gemito…quasi una liberazione per il mio culo dilatato da morire..mentre un fiotto di sperma misto a sangue mi fuoriesce dal buchetto ….lui si appoggia con tutto il peso sopra di me….mi morde l’orecchio…ci ficca la lingua dentro….”troia….ti ho rotto per bene questo tuo magnifico culo!…sei fatta per essere inculata….cagna! Lo sento pesante…sopra di me….la gambe cominciano a cedere….devo sdraiarmi….lo faccio mentre lui si dirige verso il bagno.
Butto un occhio allo specchio che ho davanti al letto, quasi non mi riconosco, rossa in viso, il trucco sfatto, il rossetto sbavato, i capelli arruffati, indosso ancora per metà il body, i seni però sono usciti fuori, la autoreggenti sono sporche di sperma, mi ha trattata proprio come una puttana penso.
Chiudo gli occhi esausta….mi sveglia la sua voce, riapro gli occhi, lui è già vestito, è chino sopra di me, sei stata f antastica, mi dice, mentre mi passa nuovamente la lingua su tutto il viso e da un’ultima strizzata alle tette. Resta pure quanto vuoi, la camera è pagata per tutta la notte, dice, io devo andare, porterò con me questo, mi mostra il mio perizoma, me lo passa sulla figa ancora piena di umori poi se la porta alle labbra, se lo strofina sul viso passandoci la lingua, saranno delle seghe fantastiche con questo ricordo, mi dice baciandomi, A domani, e così dicendo esce dalla stanza.
Mi alzo, mi dirigo in bagno, mi butto sotto la doccia….quando ritorno nella stanza, sul tavolino trovo un astuccio accompagnato da un bigliettino. Sei stata veramente una puttana all’altezza della situazione, questo è per ringraziarti delle magnifiche sborrate, sperando un giorno di ripetere l’esperienza. La prossima volta che ci incontreremo, probabilmente, ti chiederò di indossare quello che troverai nell’astuccio. Dr. Franz
Apro l’astuccio…dentro…delle palline cinesi in argento.
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7
17 years ago
admin, 75
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Vecchio casale abbandonato
E’ una piacevole giornata di primavera e spinto da un'irrefrenabile voglia di farmi un giro in bicicletta per la campagna, decido di rispolverare la vecchia citybike riposta in cantina prima dell’inverno.
Polvere, ragnatele, ruggine… non so nemmeno io quante cose la ricoprino, però la voglia di assaporare il risveglio della natura e di approfittarne per iniziare a perdere qualche chiletto in previsione della prova costume è tanta.
Finalmente eccomi, spensierato, pedalare sulla mia bici. Mi lascio la città alle spalle e mi avventuro nell’unica strada con poco traffico e con un paesaggio decente. Dopo qualche chilometro svolto nella solita stradina di campagna e mi faccio il mio giro tra i campi verdi… Ogni tanto si incontra qualche agricoltore oppure qualche altro sportivo, ma, malgrado il sole, le giornate sono ancora fredde e la gente in giro non è molta ed inoltre è un giorno della settimana e non tutti sono liberi come me a quest’ora. Io per fortuna ho smontato dal turno di notte e fino a domani pomeriggio sarò libero!
Conosco questi posti a memoria e nella mente, da sempre, mi faccio le stesse domande, vedendo quella pianta enorme e mezza rinsecchita, mi chiedo quanti anni possa avere e se si tratta di una pianta sola o di due piante unite dal tempo e poi mi chiedo quale sia il nome di tutti quei casali che si incontrano e che non hanno via e indirizzo.
Alcuni abbandonati, altri ben ristrutturati e parecchi ormai conosciuti agriturismo in tutta la provincia. Uno in particolare, bellissimo e trascurato ormai da molti anni a giudicare dallo stato.
E’ un piccolo edificio che mi ha sempre incuriosito, ben nascosto, da una fitta vegetazione e arrampicato su di un colle. Ci si arriva solo con una stradina, percorribile con la bici o con una jeep, perché vista la pendenza, anche un trattore farebbe fatica a salire fin qui.
Ed eccomi arrivato. Il mio paradiso per le ore di pennichella d’estate e per i momenti tristi della mia giovinezza: quanti ricordi in questo posto che mi ha visto cambiare col passare degl’anni, ma lui è rimasto sempre uguale.
Rimango subito sorpreso da un cartello nuovo che spicca all’ingresso e da una catena di plastica bianca e rossa: “proprietà privata”… qualcuno doveva aver deciso di risistemare il casale e la cosa mi stava disturbando un po’.
Non ci avevo mai visto anima viva e me lo sentivo mio quel posto e sapere che qualcuno mi stava dicendo di restare fuori… non mi andava giù, così scavalco la catena e cerco di andare a scoprire qualcosa in più.
Una macchina parcheggiata al sole e silenzio, un pickup bianco… “beh, se mi vedono dentro, posso sempre dire che sono entrato per chiedere informazione, fingendo di essermi perso…” quindi proseguo e sbircio dalle vecchie finestre… vedo che dentro qualcuno aveva già pulito un po’ l’ambiente e inizio a sentire dei suoni, come dei lamenti. Provengono dal piano di sopra. Che qualcuno si sia fatto male?! In fondo era un edificio molto vecchio e potrebbe esser crollato qualcosa, meglio andare a vedere...
Sempre in silenzio proseguo nella mia intrusione e avvicinandomi, capisco sempre più che quelli non sono lamenti ma gemiti di piacere di una donna…
Sale la mia curiosità e la mia adrenalina è a mille. Arrivo in cima alle scale e ora i versi sono più forti e più insistenti, arrivo di fronte alla stanza nella quale dovrebbe esserci la scena che mi sto immaginando. La porta è socchiusa, ma aperta al punto giusto da poter vedere bene cosa sta accandendo: uno spettacolo inaspettato davanti ai miei occhi!
Quasi da non credere, un set, probabilmente per un video pornografico amatoriale: due ragazze su un materasso bianco, nuovo e pulito, crepe e ragnatele tutt’intorno e alcuni ragazzi che le stanno palpando e leccando.
Sono giovanissimi, avranno vent’anni o poco più e sono tutti belli. Le ragazze sembrano due modelle, una tinta di viola, con rossetto e smalto nero con quello stile dark che tanto va di moda adesso. Un seno meraviglioso libero e ballonzolante davanti ai miei occhi.
Per fortuna hanno le luci del set sparate in faccia e non mi vedono, ignari della mia presenza dietro la porta.
Però incomincio a chiedermi se in realtà l’abbiano presa veramente quella casa o affittata oppure se non l’abbiano semplicemente occupata abusivamente.
Passa poco tempo e i miei dubbi vengono sciolti.
Una delle due ragazze non sta “recitando” bene e un ragazzo, che non vedo, si lamenta, spiegando che devono sbrigarsi, perchè è un rischio restare lì (han paura che qualcuno scopra tutto) ed ecco che a me viene la fantastica idea di fingermi proprietario e di entrare in scena poco dopo.
Quei corpi mi stavano provocando e magari mostrandomi come l’autorità, chissà… potevo ottenere qualcosa.
Così entro in scena, spalanco la porta con violenza e grido “ma cosa?! Chi siete e cosa fate nel mio casale!!?”
Si ferma l’immagine, una fotogramma fermo per qualche secondo: impietriti sul letto, in piedi, dietro le due telecamere e mezzi nudi… alla fine uno balbetta qualcosa… “ma noi… pensavamo che … indomma… scusi…”
E IO: “scusarvi?! Ma siete impazziti… adesso vi denuncio tutti Io!!!”
E così è andata avanti per qualche minuto o meno, il tempo era rallentato per la paura di entrambi.
Improvvisamente prende l’iniziativa una delle due ragazze, forte della sua bellezza, quella che non riuscivo a vedere bene prima.
Era piccolina, capelli neri, magnifici occhi verdi e aveva addosso un reggiseno che evidenziava alla perfezione un seno generoso e un perizoma in tinta col reggiseno nero, calze in rete autoreggenti e anche lei truccata pesantemente: sembrava una giovane prostituta…
Timida si avvicina e mi dice dolcemente… “su dai, possiamo accordarci in qualche modo..” (aveva notato il mio sguardo e non so... era sveglia qeusta!)
Ed era quello che volevo sentirmi dire… e sentirmi fare, perché nello stesso istante in cui ha pronunciato quella frase mi ha preso in mano il pacco, visibilmente gonfio.
Indossavo una tuta e non era semplice nascondere la mia eccitazione.
I ragazzi iniziano a sorridere compiaciuti e in poco tempo la situazione era come quando la spiavo dall’esterno solo che ora c’ero anch’io nella stanza e più precisamente al centro della scena.
Mi sbattono sul letto e la bionda mi porge una tetta alla bocca… inizio a leccarle il capezzolo e lei comincia a gemere di piacere, con una mano inizio a perlustrarle i buchi: è bagnata e visibilmente eccitata.
Sono veramente belle e troie queste due!
L’altra mi ha già sfilato i pantaloni e tirato fuori il cazzo! Duro e fiero, stupita dalle dimensioni, me lo prende in bocca e incomincia il pompino inesperto. Era alle prime armi e si sentiva, non era bravissima, ma solo l’idea di avere quei due magnifici corpi a mia disposizione mi fece esplodere in poco tempo in un orgasmo abbondante nella sua bocca.
Me l’ha leccato e succhiato per bene: ripulito ed ero di nuovo pronto, ma questa volta decisi di prendermela tutta; la giro e la infilzo con il mio paletto di carne, l’amica mi porge le sue labbra umide e inizio a stantuffare una e a leccare l’altra.
Ora siamo tutti al culmine del piacere…
Immagino gl’altri che riprendono e che si gustano la scena e così si continua per un po’ e si ripete il tutto invertendo le parti e le persone.
Passa un intero pomeriggio e devo dire che mai mi sarei aspettato un regalo così grande da quel posto che avevo sempre adorato e che ora amavo ancora di più.
Prima di andare, però mi son preso le cassette delle videocamere, per evitare che mia moglie scoprisse la mia scappatella, visto che quelli l’avrebbero sicuramente venduto, e poi, cosa che sto facendo anche in questo momento, per aiutarmi a ricordare i particolari... per gustarmi le scene a casa...
I ragazzi, non obiettarono e mi diedero le videocassette, si scusarono ancora, mentre le ragazze mi salutarono con un lungo bacio in bocca e ringraziandomi per non averle denunciate. Una delle due, la morettina ha persino voluto lasciarmi il suo numero di cellulare…
Evidentemente si erano divertite anche loro!
…un giorno, con i risparmi di una vita, questo posto lo farò mio!
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3
17 years ago
BUNCIA, 39/40
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Fughe e ritorni
Mentre l ' aspettavo ero intento a passeggiare su e giù davanti alla finestra del salotto, accendendo una sigaretta dietro l ' altra, eccitato e intimorito da quello che sarebbe successo. Indossavo una maglietta bianca che facesse intravedere le forme dei miei muscoli e un pantalone bianco, leggero, in bilico sull ' inguine. Si capiva che non avevo le mutande. Appena uscito dalla doccia profumavo di muschio bianco. Ero un angelo in attesa. A un certo punto sento fermarsi una macchina. Era lui. Attraversa il mio giardino, lo guardo attraverso le tende, non l ' avevo mai visto, era moro con le tempie sfumate d' argento. Il campanello suona. Apro la porta. Uno di fronte all'altro. L' angelo di fronte all' imminente peccatore. Ci diamo la mano,scambiamo un sorriso e ci presentiamo. Sapevo già che ci stavamo piacendo. Mi raccontò molto di lui, troppo forse, della moglie, del figlio, del lavoro. Non volevo portarlo su quei discorsi, era troppo rischioso,poteva ripensarci e fuggire da me. Lui voleva lasciarsi andare tra le braccia di un ragazzo e sarebbe stata la sua prima volta. Non sapeva cosa gli stesse accadendo, perché a quarant'anni gli fossero venuti in mente certi desideri,certe fantasie proibite, eppure era venuto da me per capire, per capirsi. Il caffé era stato consumato e con esso qualche sigaretta,i discorsi esaurirono e incombe il silenzio,quello imbarazzante tra due uomini che si vogliono ma non sanno come cominciare. Sapevo cosa gli sarebbe piaciuto. Mi alzo e gli faccio cenno di seguirmi. Siamo nella mia stanza, una leggera penombra illuminata da un paio di candele accese, l'incenso che fluttuava nell'aria, un tango dei Gotan Project in sottofondo. Lo lascio solo qualche minuto perché potesse spogliarsi e mettersi a proprio agio. Apro la porta e lo trovo lì ,sdraiato sul mio letto tra le lenzuola scure, supino con indosso un asciugamano rosso che gli avevo preparato sulla sedia. Mi avvicino dolcemente come un gatto pronto a fare le fusa,mi siedo accanto a lui e appoggio le mie mani sulla sua schiena, facendo colare una scia d'olio profumato. Il mio massaggio è dolce e forte allo stesso tempo,una carezza proibita che ti entra nei muscoli sciogliendoli ed eccitandoli. La sua schiena era mia,come il suo collo,le sue braccia, fino a scivolare sulle gambe.Lui non poteva vedermi,non poteva vedere quello che mi stava crescendo sotto i pantaloni. Mi piaceva attraversare la sua peluria e il mio cuore batteva all'impazzata. E la mia mano sale,sale scivolando sulle cosce, correndo silenziosa sotto l'asciugamano.Sento i suoi gemiti,i suoi sussurri.Era il momento. Sentivo con le dita la fessura del suo fondoschiena, azzardo e tocco di sfuggita il suo buco,una scossa ci pervade entrambi. Dolci le sue palle nel mio palmo,ci gioco,accarezzo,tiro e di nuovo deciso torno con due dita sul buco, girandoci intorno. Così sfilo quell'asciugamano,l'ultima barriera.Appoggio le mie labbra tra le sue chiappe e aprendogliele entro con la lingua nel suo buco, a fondo, nutrendomi di lui, dei suoi odori, dei suoi sapori.Si agita sotto di me, si dimena sul letto,lotta contro la mia lingua impertinente e viziosa che se lo voleva leccare tutto. Il suo buco ormai bagnato,le sue palle bollenti,ed ecco il suo cazzo spuntare turgido puntato sul materasso. Lo prendo per i fianchi e lo faccio girare, il suo cazzo ormai è mio,caldo nella mia bocca,bagnato sulle mie labbra. Stava per venire,la prima volta che una bocca maschile,bella e giovane come la mia,era pronta ad accogliere il suo sperma. Entro con due dita nel suo culo e lui esplode, la sborra calda mi scivola in gola, la mia mano spinge con forza dentro di lui. Le sue urla, il suo ansimare, il mio mugolio soffocato dalla bocca piena.Silenzio. Era sconvolto, io sfinito con la faccia tra le sue gambe, con la bocca e il naso impiastrati dallo sperma tra il pelo del pube. Silenzio. Ed ecco che va in bagno a pulirsi e mi lascia solo, ancora vestito ma bagnato.Non mi parla, il suo sorriso è scomparso. In viso ha l'espressione di chi si sente colpevole e imbarazzato. Si riveste in fretta. Mille dubbi e perplessità lo stanno inseguendo e lui fuggì dalla mia casa. Lo capivo bene. Un angelo come me ha creato un nuovo peccatore, le mie tentazioni sono sempre molto profonde. Sorrisi soddisfatto guardandomi allo specchio. Lui tornò da me. Sono passati sette anni e continua a tornare. La moglie,il figlio, il lavoro. Il rimorso e scappa. Ma poi torna sempre.
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17 years ago
admin, 75
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Solo una fantasia???
Da quando frequento questo mondo di trasgressione fatto di tante "sole" e poche "gioie" ...ho sempre avuto una fantasia...sicuramente banale,non originale ma quella che piu' mi gira per la testa...!!!
Ho avuto la fortuna di aver avuto esperienze con delle coppie persone gentili e trasgressive...ma il pensiero che più mi gira nella mente è questo:
Conosco una coppia su internet...loro amano esibirsi e io amo guardare!!!
Non in un appartamento, albergo, prive' ma un'auto una semplice auto che sia di giorno o di notte non fa' differenza...
Ci diamo appuntamento in un posto isolato ma non troppo...
loro mi fanno salire sulla loro auto iniziano a giocare tra di loro io li guardo eccitato ed estasiato...e inizio a masturarbarmi...vedo lei godere mentra lui la monta...io discreto rimango li a fantasticare se arrivera' il mio turno di ricevere qualche attenzione da questa splendida donna...
e dopo che i 2 raggiungono il massimo del piacere lui da' il permesso a lei di rendermi partecipe del gioco e iniziamo agiocare con lui che guarda fino a che lei non raggiunge un nuovo orgasmo ed io impazzisco dal piacere...poi discretamente scendo e lascio loro appagato , felice e grato di aver realizzato questa mia BANALE fantasia...
un saluto a tutti!!!
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
La grigliata di carne
Tutto quello che vi racconto è successo veramente otto anni fa con una coppia di miei amici (all'epoca fidanzati) che conosco da più di vent'anni e quindi amici con i quali ho avuto sempre una grande confidenza.
Quello che successe allora non si è più ripetuto nonostante continuiamo a frequentarci ancora. Non so bene il motivo per il quale accadde questa situazione, forse perchè mi ero lasciato da poco con la mia ragazza e fu un modo particolare che i miei amici vollero attuare per consolarmi.
Bho, non lo so. Perchè non è più ricapitato? Non so neanche questo e non mi va di chiedere a loro perchè non mi è mai piaciuto essere invadente.
Periodo estivo (agosto) ci troviamo a Marina di Ragusa sia io, per un paio d'orette di lavoro, sia la coppia di miei amici che invece sono in ferie. Dopo aver terminato il mio lavoretto vado a casa di mia sorella, mi metto in costume e vado in spiaggia a prendere un pò di sole. Mentre sono disteso al sole mi telefona il mio amico Marco (nome inventato) e mi dice che quella sera i nostri amici avevano organizzato una grigliata di carne a Ragusa. Gli dico che per me va bene e chiedo se mi potevano dare un passaggio per tornare a Ragusa in quanto la mattina mi aveva accompagnato un mio collega di lavoro e quindi ero senza auto.
Marco mi dice che sarebbe passato a prendermi sul presto, alle 15:00 del pomeriggio , perchè loro avevano delle faccende da sbrigare prima della serata. Mi vengono a prendere verso le 15:00 di pomeriggio a casa di mia sorella e quindi salgo in macchina, Mara (nome inventato dell'allora fidanzata del mio amico) si siede sul sedile posteriore cedendomi il posto accanto al guidatore.
Siamo ancora tutti in costume, partiamo... Mara dal sedile posteriore si affaccia verso noi per parlare mettendosi tra i due sedili anteriori. Si parla del più e del meno ma Mara sporgendosi tra i due sedili anteriori attira la mia attenzione e non riesco a togliere gli occhi dal suo seno sballonzolante. Marco dirige l'auto verso la strada che porta a Ragusa e nei pressi di una discoteca io incomincio a dire in tono scherzoso: Senti Mara parliamo da circa 10 minuti ma ci credi che non ricordo niente di quello che abbiamo detto? Ricordo solo due belle coppe di champagne che mi sballonzolano davanti e mi si sta surriscaldando il cervello.
Mara accenna una delicata risata e mi ringrazia del complimento ma continua a sporgersi tra i sedili tutta contenta di aver suscitato un così profondo interesse.
E mi dice: addirittura surriscaldare il cervello, ma deve essere da un bel pò che sei a secco?
Io: Si, è vero, sono a secco ma ti giuro che altri 2 minuti di questo sballonzolare di tette e salto sul sedile posteriore.
Lei una risatina.
Marco, rivolto a me: al solito tuo, tutto fumo e niente arrosto, vorrei vedere cosa faresti.
Io: scherza, scherza, forza su, prendi la stradina parallela a questa strada, si...si....quella che sbuca vicino alla casa in campagna di Fabio e fermati con la macchina in quel terreno con la casa di masseria abbandonata, si...si quel posto che tu ben sai.
Marco stando al gioco: si,si, voglio proprio vedere cosa farai.
Mara in silenzio (forse incomincia a pensare che facciamo sul serio). Marco imbocca la stradina di campagna e dopo circa un km prendiamo una trazzera sulla destra fino ad arrivare in quel terreno con la casa abbandonata.
Marco ferma la macchina posteggiando dietro un muro della casa in modo da essere coperti dalla vista di sconosciuti e mi dice: vediamo, ora che fai?
Io (ormai non potevo tirarmi indietro): ora ti faccio vedere.
Scendo dalla macchina e salgo dietro dove c'è Mara.
Lei mi dice scherzando: bhe e ora che vorresti fare?
Io: non lo hai ancora capito?? Guarda che sorta di cosa mi ritrovo tra le gambe, da quando siamo partiti con la macchina, grazie al tuo seno sballonzolante (il rigonfiamento era ben evidente sotto il mio costume). Lei aguzzando gli occhi e sorridendo dice: addirittura... non sapevo di poter fare questo effetto così celere.
Io, non so come, visto la mia timidezza, le prendo la sua mano e la appoggio sopra il rigonfiamento del mio costume.
Dopo un attimo di imbarazzo generale Mara incomincia a palpare il rigonfiamento essendosi eccitata per tutta la situazione vunutasi a creare.
Io mi dico, o ora o mai più, sfilo il mio costume restando a gambe aperte con il mio membro ben eretto offerto alla vista di Mara.
Lei guarda Marco un pò titubante sul da farsi ma non notando in lui nessuna contrarietà mi prende il membro con la mano e poi si abbassa con la testa per prenderlo in bocca. Le sue labbra calde iniziano a scorrere sulla cappella lentamente ed io mi gusto lo spettacolo guardandola e nella mia testa penso "non posso crederci, una mia amica nonchè ragazza di un mio caro amico mi sta...mi sta....mmmmm".
Allora allungo la mia mano verso le natiche di Mara provando ad intrufolarmi sotto il costume ma visto la posizione scomoda non riesco ad entrare bene con le dita ed allora lei capendo cosa voglio fare, stacca la bocca dal mio pene e sale con le ginocchia sul sedile e si riabbassa per riprenderlo di nuovo in bocca. Così facendo si mette alla pecorina sul sedile e ricontinua a prendermelo in bocca ed allo stesso tempo io, con la mano, posso andare sulle sue natiche (che ora sono ben aperte data la posizione) e posso far scorrere le mie dita prima sul suo buchino secondario e poi più giù sulla patatina tutta bagnata dall'eccitazione. Dopo averla toccata in abbondanza con estremo piacere sia mio che suo dico a lei: visto che sei così bagnata che ne dici di farti una bella cavalcatina? Mara non se lo fà dire due volte eccitata com'è, si stacca dal mio pene, si toglie la mutandina del costume, mi scavalca con una gamba posizionandoti sopra di me, io le tengo le natiche ben aperte con le mani per far vedere tutta la scena a Marco che è al posto guida e lei si abbassa facendosi scivolare dentro il mio pene. Mi sento il pene avvolto dal caldo e confortevole ventre di Mara e mi gusto le sue natiche accarezzandole con le mie mani mentre lei va su e giù lentamente sopra di me. Lei si sbottona il reggiseno del costume e se lo toglie restando davanti ai miei occhi con le tette nude, poi si abbassa verso il mio viso per strofinarmi il seno sulla faccia e quindi sento sia il calduccio del ventre di Mara sul pene e sia il seno caldo e morbido sulla faccia e incomincio a mordicchiarle i capezzoli duri tale è l'eccitazione. Lei è quasi al culmine e mentre si muove ritmicamente sopra di me incomincia a dire: sto venendo.... sto venendo ... siiii.....siiii...vengo......mmmmm
Lei se ne viene inondandomi le gambe di umori vaginali così abbondanti da macchiare pure la tapezzeria e resta ferma qualche minuto esausta. Poi mi dice : vuoi venire pure tu? Io (immaginando cosa vuole fare) dico : si , voglio venire anche io , si, ti voglio venire in bocca. Lei allora si rimette sul sedile alla pecorina e si abbassa sul mio pene per riprenderlo in bocca. Marco adesso vede (quando lei si mette alla pecorina) che sorta di buco che ha tra le gambe e avrà pensato
8anche se non me l'ha mai detto) "però.....non avrei mai creduto che il mio migliore amico mi riducesse la mia ragazza così".
Dopo qualche minuto anche io incomincio a raggiungere l'orgasmo: siii...siii. cosii.....sto venendo.....vengo..vengoooooo. Ed ecco che vedo fuoriuscire ai lati della bocca di Mara il mio denso sperma che va a colare lungo la mia asta, lei tenta di riceverlo tutto in bocca ma il getto è molto abbondante ed è costretta a togliere la bocca per evitare di soffocare ma poi si rigira la mia cappella sulla faccia impiastricciandosi tutta. Alla fine (con mio grande stupore, forse lei e lui lo facevano usualmente) si stacca dal mio pene e cerca il mio viso per baciarmi con la sua bocca piena ancora del mio sperma infilandomi la lingua in bocca profondamente e dopo di che mi dice "grazie per questa oretta passata in modo molto gradevole".
Ci ricomponiamo e riprendiamo la strada per Ragusa parlando di tutto ma non toccando mai l'argomento che era accaduto poco prima, la sera ci vediamo con gli amici per la grigliata di carne e salsiccia e che abbuffata che ci facciamo soprattutto io e Mara... dovevamo recuperare le energie perse... he..he..he
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ragusa69,
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