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BUNCIA
BUNCIA 39/40 y.o.
Couple
Italy
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Il mio capo

Questa mattina vado un po' di fredda. Quest'aria gelida di primavera è inaspettata.E dire che mi son svegliata e, a differenza, di molte altre mattine, mi sono preoccupata della temperatura esterna, però non è servito a niente:sto morendo di freddo.
Arrivo in ufficio: un lavoro di burocrazia come tanti; un luogo con l'ufficio del direttore e tre grandi sale con cinque postazioni per ogni sala. Io mi trovo lì al mio posto, come ogni giorno da ormai più di sei mesi. Ho iniziato per lo stage universitario e hanno deciso di assumermi con uno di quei contratti a tempo determinato. Giusto il tempo di sfruttarmi ancora un po' avevo pensato io e invece, col tempo e con l'amicizia di alcune colleghe ho scoperto che il direttore badava molto all'aspetto fisico e avrei quindi potuto ringraziare il mio corpo per questo posto. Ma nulla mi ha mai dato da pensare, anche perchè spesso andavamo in giro insieme: lo aiutavo a sbrigare alcune commissioni per la città, dicendomi che mi serviva per orientarmi meglio, nel caso mi avesse poi chiesto un giorno di ripetere quei tragitti da sola.
E anche oggi, come altre volte, appena mi vede arrivare, mi avvisa subito che saremmo andati da alcuni dei soliti clienti.
Non ne avevo proprio voglia di ritornare al freddo, però è il mio lavoro e quindi eccomi di nuovo al freddo: tremo e si vede benissimo. Lui se ne accorge subito e mi dice: "vista la fredda giornata, direi che potremmo andare in auto, intanto dovrei anche andare per faccende personali a P. (posto in collina ad una ventina di chilomentri di distanza) e se non ti dispiace potresti accompagniarmi"... "Certo!Oggi è una giornata freddo e avrei dovuto vestirmi meglio" e lui:"ah,ti sarai vestita poco, ma ti assicuro che stai benissimo".
Spesso tra le conversazioni ci scambiamo battute di questo tipo, anche lui è un bell'uomo. Un quarantacinquenne alto, brizzolato, con un fisico allenato grazie alla passione per lo sport e l'alpinismo, sempre ben vestito e con un ottimo odore. Io, del resto, non sono poi da meno. Ventiseienne alta e slanciata, ex giocatrice di pallavolo e a differenza delle mie compagne di squadra, con un seno ingombrante per quello sport: uno tra i motivi per i quali ho smesso all'età di diciannove anni: mi sentivo sempre gli sguardi addosso e la cosa mi imbarazzava molto; sono molto timida.
E proprio la storia della mia vita e della mia passione svanita per la pallavolo era diventato argomento del nostro viaggio alla località dove si trovava una sua casa e dove doveva controllare se erano andati ad eseguire dei lavori di manutenzione. Avevamo svolto il lavoro e finito abbastanza presto. Siamo giunti nella sua bella "casetta" in collina."Direi una villa piuttosto" e mi sorride... con piscina e un bel prato. Si accorge che non era andato ancora nessuno a riparare la grondai, così fa un paio di telefonate in modo un po' alterato e quando lo vedo così lo trovo molto attraente.
In quello stesso istante mi balzano alla mente strane scene, frammenti di storie che si vedono solo nei film: il capo ti porta nella casa in campagna, da sola, con una scusa e adesso... chissà, mi offrirà una promozione in cambio di... ma no!Erano solo fantasie... adesso torneremo in ufficio.
Termina la telefonata e mi dice: "non ci si deve mai fidare, vedi?! Adesso aspetterò qui fino alle 16, visto che mi han detto che sarebbero sicuramente venuti e se non ti dispiace, potresti rimanere qui e prenderti mezza giornata libera. Naturalmente non te la scalo dallo stipendio" e mi sorride... allora, non avendo scelta, annuisco e decido di rendermi almeno un po' utile, vedendo che stava trafficando un cucina per improvvisare un pranzo... Rovistando tra gli armadietti mi dice: "senti, se non ti dispiace, per evitare che arrivino mentre non ci siamo, ti va se ci mangiamo qualcosa qui, magari ci facciamo una pasta o preferisci qualcos'altro?"
"no, la pasta va benissimo, però lascia che ti dia una mano"
Lui: "va bene, ma infilati questo..." e mi allunga un grembiule, per evirare le macchie.
Mi sfilo la giacca e rimango con la camicia. I miei capezzoli si erano induriti sia per il freddo, che per la strana situazione che stava diventando eccitante, ma lui non se ne accorse; riprendemmo il discorso della mia carriera sportiva, giungendo alla fatidica domanda: "Ma perchè hai smesso?!"
Io: "beh, stava diventando troppo impegnativo e poi, crescendo ho visto che il mio fisico non era adatto allo sport"
Lui (sorpreso): "Ma come?!Sei alta e forte mi sembra... cosa non va in te?" ...e su quella domanda mi volto e lo vedo con un sorrisino malizioso in volto..
Io: "...c'è poco da ridere. Io ci son stata malissimo per queste due tette ingombranti!"
Con questa frase è come se si fosse rotto il ghiaccio... che non c'era prima, ma qui forse si è sciolta maggiormente la situazione, iniziando a prendere una strada inaspettata.
Lui: "insomma, saranno un ingombro per la pallavolo, ma non dirmi che non ti piace guardarti allo specchio"
Io: "no,col tempo poi ho capito.."
Lui: "capito cosa?"
Io: "capito che alla fine servono"
Lui: "continuo a non capire..."
Io a quel punto mi son liberata di una curiosità: "alcune voci, mi hanno detto che mi hai assunta per il mio corpo.. è vero?!"
Lui sorride e si avvicina: "Ma no!Chi ti ha detto questo?!Sicuramente qualche vecchia bacucca. Io ti ho assunta perchè sei una ragazza sveglia e poi perchè sai cucinare..." e lì scoppia la risata generale..
La conversazione riprende e prosegue, sfiorando altri argomenti, anche molto personali e si pranza e poi ci si rilassa un po' sul divano con la TV accesa. Non sono ancora le due e noi abbiamo ancora due ore da far passare...
Sembravamo aver finito gl'argomenti, quando, ad un certo punto, spinta da un forza incontrollabile, gli salto letteralmente addosso e lo faccio mio. Lo rapisco con un bacio e gli accarezzo i capelli.
Sarà quel suo profumo, la situazione, il vinello... lo desideravo con tutta me stessa. Lui non oppone resistenza anzi, dopo qualche attimo immobile e impietrito dalla situazione inaspettata, mi prende immediatamente le mani e le porta sul suo pacco, che sembra esplodere.
Ci baciamo senza staccarci per qualche minuto, mi alzo e gli dico: "scusami... ma non sono riuscita a trattenermi"
Lui: "vorrai mica fermarti adesso?!"
Nel suo sguardo si leggeva la voglia che aveva di scoparmi, io non ero da meno. Mi sfilo il grembiule, cercando un movimento sensuale e incomincio a sbottonarmi la camicetta. La mia quarta inizia a mettersi a nudo...
Ora sono inginocchiata davanti a lui, seduto sul divano, gli massaggio quel gonfiore e lo libero da ogni impedimento, fino ad arrivare alla visione sorprendente del suo pene in erezione: maestoso, pieno di vene gonfie di sangue; lo stringo tra le mani e si sente il battito del cuore accelerare ad ogni mia mossa... è il momento di prenderlo in bocca e assaporare il suo sapore. Faccio fatica a prenderlo tutto: lo lecco partendo dalle palle pelosissime e arrivo alla cappela gonfia e rossa, lì mi concetro, la bacio e la stuzzico in punta con la lingua. Si sta godendo questo momento e a giudicare dai suoi mugolii di piacere, non gli sarà capitato spesso un pompino di quel tipo... Con le mani mi accarezza la schiena e mi slaccia con maestria il reggiseno, liberando quello che desiderava da quando ha saputo i motivi per i quali ho abbandonato il mio sport (ne sono sicura).
Mi alzo un po' e mi infilo il suo cazzo in mezzo alle tette, lo stringo tra i due seni e mi muovo su e giù... voglio che mi schizzi addosso... ma è resistente: un sogno.
Non avevo mai incontrato un uomo della sua età prima d'ora. Devo dire che la mia amica Giulia non si inventava delle palle quando mi raccontava delle scappatelle col suo vicino di casa...
Mi stacco e mi spoglio ancora dei pantaloni e del perizoma che apprezza con lo sguardo... lui, si sfila la camicia e si lascia baciare e accarezzare.
Mi fa coricare sul divano e mi sale sopra: è giunto il momento... Quel suo grosso cazzone mi penetra prepotente e si fa sentire, gigante, fino all'intestino... Sto per scoppiare. Mi scopa dolcemente e dopo poco, inzia a stringermi i capezzoli e a mordicchiarmi la pelle. E' tutto così eccitante! Ora mi pompa con ritmo più insistente e io in poco tempo raggiungo il mio orgasmo più intenso... sto vivendo un sogno. Lo vedo staccarsi raggiungere la mia bocca, chiedendomi con quel gesto di concludere la nostra scappatella nella mia bocca. Glielo prendo con piacere e sento una colata calda sulla mia lingua e sul palato, spessa e salata, la accolgo volentieri e la lascio scivolare giù per la gola: un gusto nuovo e indimenticabile. Ne vado matta!

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