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Orgoglio a pagamento..
Curioso come a volte nella vita, una casualità posso sconvolgere l’ordine normale delle cose, al punto di mettere in discussione tante certezze su cui abbiamo fondato il castello della nostra esistenza..è proprio quello che è successo a me quando avevo 14 anni, e da allora penso che la mia visione del mondo sia cambiata in modo a dir poco totale. Un giorno d’estate rimasi senza soldi nel cellulare, cosa non del tutto casuale ai ragazzini di quell’età. Senza chiedere il permesso, presi dalla borsa il cellulare di mia madre in un momento che lei era occupata dall’altra parte della casa per poter raggiungere il mio scopo senza essere ripreso. Lestamente, entrai nella sezione Messaggi dal suo Nokia e, senza quasi rendermene conto, cliccai sul link Messaggi in arrivo. Da quel momento la mia vita cambiò: c’erano parecchi sms di numeri che non aveva in rubrica e la cosa mi meravigliò, visto che mia madre aveva sempre dichiarato di essere totale nemica della tecnologia. Aprii il primo della lista, e recitava presso a poco così STA SERA ARRIVO PER LE NOVE, CIAO! Cosa voleva dire quel messaggio? Di chi era, cosa rappresentava? Mio padre era fuori per lavoro e non sarebbe rientrato prima di due giorni..io quella sera avevo la partita di calcetto e pertanto sarei stato occupato fino a tardi..che mio padre rientrasse prima? Improvvisamente dei passi dal corridoio..mio madre stava tornando! Chiusi tutto e buttai il cellulare nella borsa, per non essere colto con le mani nella marmellata da mia madre. Ma quelle parole non mi abbandonarono la testa, continuavano a ronzarmi dentro come un disco incantato. Un paio d’ore più tardi sentii mio padre, mi chiamò per farmi un saluto. Quando mi disse CI VEDIAMO DOPODOMANI fui quasi tentato di dirgli che avevo saputo diversamente, ma poi mi trattenni pensando fosse una sorpresa per me! Cercate di capire, a 14 anni porti ancora dentro l’innocenza della fanciullezza e vedi il mondo da una certa prospettiva, in cui tuo padre e tua madre sono i pilastri di tutto! Che bello, mio padre stava tornando!! Ero troppo felice, e decisi a mia volta di fargli uno scherzo.. la sera, invece di andare a giocare e prima che mia madre rincasasse dal lavoro, spensi tutte le luce e mi nascosi nel grosso armadio nella loro camera da letto che serviva per il cambio di stagione. Era di solido legno verniciato, ed il profumo delle essenze antitarme dentro era fantastico. PAPA’ MIO, ricordo anche che pensai. Poco dopo arrivò anche mia madre, erano le sette e trenta precise! Pensate un po’, per fare una sorpresa a mio padre volevo star chiuso nell’armadio per quasi due ore.. Che pazzia a ripensarci! Mia madre si fece una doccia, e a me il tempo non passava più chiuso là dentro. Cosa mi avrebbe portato papà, magari quel Cavaliere dello Zodiaco che mi mancava per terminare la collezione? Il tempo scorreva lento, finché alle 8 e 45 il campanello suonò. Avevo il cuore in gola, finalmente..avevo le gambe anchilosate dalla posizione scomoda..avevo sete, la polvere mi faceva bruciare la gola e dovevo anche andare in bagno..immaginate la sorpresa quando non sentii la voce di mio padre ma quella di un altro uomo!! Stavo per uscire dall’armadio arrabbiato con il mondo, quando qualcosa mi bloccò. La voce che sentivo era quella del Dott. XXX, il capo di mio padre. A lui non stava simpatico, e tante volte avevo sentito che lo apostrofava con nomignoli tipo QUEL CORNUTO, QUELL’IMBECILLE ed altri epiteti simili. Mia madre rideva quando lo sentiva parlare così, salvo poi riprenderlo in quanto ero presente anche io e non voleva sentissi un linguaggio scurrile. Di solite questi intermezzi si concludevano con una risata generale. “Ho chiamato Franco (mio padre) prima.. Gli ho detto che mi hanno confermato la fornitura dalla Germania, deve andare la domani e chiudere subito l’affare. Così non tornerà prima di sabato e venerdì sera possiamo vederci!”. “Ok” rispose mia madre “farò in modo di far uscire Fabio (io) in modo da esser soli”. Cosa avevo sentito? Papà sarebbe tornato fra 4 giorni e mia madre era contenta? Ero sdegnato, ma niente in confronto a quello che sarebbe successo dopo “Tua moglie dov’è?” “E’ da sua madre, ha avuto un altro attacco e sta morendo. Povera, le ho detto che ero in ufficio fino a tardi e non volevo essere disturbato” e mentre diceva questo, abbracciò mia madre e la baciò intensamente con la lingua. Crollò tutto..ero troppo piccolo per capire cosa effettivamente stava succedendo, e nella mia piccola testolina di bimbo immaginai che ora mia madre si sarebbe ribellata, allontanata, ritratta. Mia madre invece sembrava tranquilla, replicava al suo bacio con altrettanto trasporto. Io vedevo tutto questo dal buco della serratura, da cui avevo tolto accidentalmente la chiave prima di entrare, per non restare chiuso dentro come un coglione in caso tutto fosse saltato. “Spegni la luce, lo sai che mi vergogno” disse mia madre. “Sei troppo bella, non nasconderti nell’ombra – disse lui – sappiamo entrambi quello che stiamo facendo ed entrambi lo vogliamo, quindi non ha senso nasconderci. Ti prego..”. “ Va bene” disse lei, e si lasciò scivolare sul lettone. Lui le si sedette sopra, si slacciò lo zip dei calzoni da cui fece capolino un pene incredibilmente lungo. Non avevo mai visto un affare così, facendo la doccia con gli amici dopo le partite avevo già visto peni lunghi e altri meno, ma quello era spropositato! Il Capo di papà era un ometto sul metro e 70, grassoccio e pelatino. Avevo le guancie rosse e quelle poche volte che mi aveva parlato da vicino aveva un alito incredibilmente acre. Era nauseante. Ma quell’arnese, era incredibile. Faceva quasi ridere in relazione alla persona a cui era attaccato. Totalmente spropositato. Tutto il contrario di mia padre, che era alto e muscoloso. Era un impiegato, ma aveva fatto in gioventù tanta palestra ed ancora ora manteneva un fisico invidiabile. Era buono papà, mi faceva sempre ridere e ne ero gelosissimo. Mi era capitato di sentire qualche volta quando faceva l’amore con mamma, e mi ricordo che lei gridava tantissimo, a stento zittita da lui per non svegliarmi. Sembravano la coppia perfetta, perché mia madre ora era ridotta così? Il Capo fece per avvicinare il suo pisellone (duro come il marmo oramai) alla bocca di mia madre, ma lei si ritrasse. “Ti prego, questo no”. Lui sospirò “Facciamo così, te ne do 100, ok?” 100 cosa?? Mia madre lo guardò intensamente “Non sono una puttana!” disse seria. “No che non lo sei, sei una donna che fa sesso con il capo di suo marito per 50.000 lire a volta!” Questo era troppo, volevo piangere.. La realtà era peggiore di quello che mi aspettassi. Mia madre si prostituiva! Era una troia, come quel film che avevamo visto assieme qualche sera prima. Perché? Perché?? “Mi fai schifo – disse sdegnata – ed un giorno te la farò pagare!” “..ed io dirò tutto a tuo marito e lo licenzierò, sei contenta così?” Non ci potevo credere, mia madre stava iniziando a piangere. Stavo per saltare fuori e prenderlo a pugni..lo avrei ammazzato, nessuno poteva far piangere mamma. Era sempre mia madre, e in quella situazione totalmente incasinata quella era un ancora in mezzo ad un mare di merda! “Non fare così, non volevo – aveva la voce compassionevole – lo capisco che è un momento difficile e te stai facendo di tutto per tirare avanti. Sei una donna forte, ti ammiro! Ami tuo marito e non gli faresti mai pesare il fatto che non riesce a mantenere la sua famiglia, sei una grande donna. Quando le acque si saranno stabilizzate tra noi tutto finirà, promesso. Sarà il nostro segreto!” mentre recitava quelle parole, notai che si stava masturbando. Mia madre annuì, si asciugò le lacrime e lo guardò con lo sguardo fiero e gli occhi rossi “100.000 mila?” Lui annuì sorridendo. Allora mio madre titubante, prese il suo pisellone e lo iniziò a leccare sulla punta, prima lentamente e poi sempre più veloce, fino a metterselo tutto in bocca. Mia madre amava papà e stava facendo tutto questo per noi? I miei sentimenti erano confusi..sentivo odio, amore per mamma, voglia di spaccare tutto.. Ero un tornado, ma mi sembrò giusto non uccidere del tutto l’orgoglio di mia madre facendomi beccare a spiarla. Doveva sentirsi una merda ed io, benché avrei voluto urlarle in faccia tutto il mio disappunto per essere scesa così in basso con quel uomo tanto stronzo, decisi di soffrire in silenzio. A lui doveva piacere, perché sembrava quasi miagolasse dal godere. Mia madre succhiava quel cazzone con impegno, e pensai che non fosse il primo che entrasse nella sua bocca. Mia madre, mia madre. Colei che mi abbracciava sempre quando piangevo..colei che mi faceva ridere con le sue smorfie quando si infuriava..mia madre che stava succhiando un cazzo gigantesco al capo di papà per soldi. Pensai a mio padre, preso dal lavoro e lontano da casa da un capo che ne approfittava per scopargli la moglie per soldi! Immerso nei miei pensieri, non mi ero reso conto che lo stronzo aveva tolto i pantaloni a mamma e le stava massaggiando il clitoride. Non avevo mai visto una vagina, quella di mia madre fu la prima in tutta la mia vita. Avevo una certa esperienza derivante dall’aver consumato molte cassette porno masturbandomi, ma dal vivo era la prima che vedevo. Era incredibilmente pelosa, di un pelo riccio e nero come un corvo. L’interno era rossa e luccicoso. Doveva essere parecchio bagnato. Mia madre ansimò, chiuse gli occhi e buttò la testa all’indietro. Il capo scesa dalla posizione in cui era rimasto fino a quel momento, si sputò sul pene e penetrò ferocemente la mia mamma! Lei gridò, e quell’urlo ancora ora mi sembra di sentirlo nel silenzio della notte, prima di addormentarmi. Cominciò a scoparla con forza, e lei era inerme buttata sul letto con la camicetta tutta stropicciata e le mutandine calate a metà ginocchio. Vidi che aveva un neo gigantesco seminascosto dalla peluria, e quel particolare vece nascere in me una sorte di desiderio lento, primitivo. Mi iniziai a masturbare! Quel neo..solo mio padre lo aveva visto fin’ora, o chissà quanta altra gente. Forse fu quel particolare così intimo di mia madre ad eccitarmi, non saprei! So solo che ero arrapatissimo. Mia madre mugulava sommessamente, ed i soli rumori erano il ciaf ciaf del dentro-fuori e la panciona del capo che ballonzolava a destra e a sinistra. A mia madre scappò un AHHHH fra i denti, e questo fece ingrifare di più il capo che prese a pompare con maggiore forza. “Mettiti a pecora!” bisbigliò lui e lei obbediente ubbidì! Nella posizione in cui era, lei guardava l’armadio e son certo che per un breve attimo i nostri sguardi si incrociarono, perché lei nascose il volto nelle coperte. Lui era tutto sudato, mi sembrava quasi di sentire il fetore del suo sudore dentro all’armadio. Lui aveva la testa tutta rossa, sembrava imbizzarrito! Doveva avere la pressione a mille. “Ti piace vero? Niente a che vedere con quel coglione di tuo marito.. Te sei mia..Te sei mia..Sentilo tutto..Ti piace vero?” Mia madre non rispondeva, stava zitta impassibile. Gli piaceva, era evidente. Ad un certo punto lui si fermò stremato, e mia madre iniziò ad ondeggiare lei il bacino avanti e indietro. Stava godendo, e questo aumentò la velocità della mia masturbazione! La sua vagine pelosa..quel neo..ero in visibilio! Anni dopo mi sarei vergognato di quella passione, ma sul momento ne ero schiavo. Cambiarono posizione tre o quattro volte, in un crescendo sempre maggiore di sospiri e mugolii.. Quando mia madre salì sopra, era come impazzita. Faceva su e giù da quel cazzone con un impeto tale che il letto cominciò a sbattere. Finchè venne.. Fu un sospiro..quasi un lamento..ma fu decisamente forte! Durò circa trenta secondi, e fui certo che se fosse stato mio padre avrebbe gridato!! Non voleva farsi sentire da quell’essere, quella era l’unica emozione che voleva lasciare solo per mio padre.. però gli era piaciuto, e mentre rifiatava notai che aveva gli occhi umidi..aveva goduto come una porca, e questo la doveva far sentire ancora più sporca! Senza proferire parole, inizio a spompinare di nuovo quel cazzone. Lui iniziò a stimolarle l’ano, anche quello peloso e grondante piacere. Le infilò anche un dito dentro e mia madre questa volta urlò di dolore. Questo lo eccitò al punto da farlo venire, con un urlo fortissimo che mi chiedo come non abbia fatto a svegliare i vicini. Mia madre non fu lesta a togliersi in tempo, e lui le venne in bocca. Venni anch’io, schizzando le coperte ed i vestiti che a breve sarebbero stati liberati dalla loro prigione. Lui sembrava soddisfatto, e mentre mia madre vomitava nelle coperte il suo sperma colloso lo vidi sorridere da orecchio a orecchio. “Scusa, non ho resistito – disse mellifluo – per farmi perdonare ti darò altre 50.000”. Mia madre iniziò a piangere. Io mi compressi le orecchie per non sentire quel dolore.
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Dal padrone con sorpresa (parte1)
Il padrone mi aveva convocato per una sorpresa.
Mi presentai all'appuntamento come sempre puntuale, e depilato intimamente. Il padrone e' un uomo sui quarantacinque anni culturista di Trieste. Vuole lo schiavo depilato e aperto a giochi bisex.
Inizia come al solito in modo amichevole, parlando del piu' e del meno, fino a quando non mi intima "adesso iniziamo". Mi fa denudare e mi porta nella stanza dei giochi dove inizia
l'ispezione. Devo essere pulito, ben depilato e pulito nel retto. "sai che non mi piacciono i peli, vediamo se ti sei preparato bene". "Bravo hai fattu un buon lavoro, e i buco de culo come e'?" Mi infila il dito indice, svasa un po' e poi estrae e lo annusa. Il culo puzza ma non ci sono traccie della tua merda. Leccalo bene". Durante questa operazione non manca di sculacciarmi e tirarmi l'uccello. Inizia a spogliarsi e appena si libera delle mutande, mi mette giu' e mi infila l'uccello in bocca. "Fammi un pompino da bravo, lecca ciuccia". Ormai so come gli piace il pompino e se lo gode, ma ovviamente non vuole venire. Vuole segnarmi un po' il culo, e prima con la mano poi con la frusta inizia a a farmelo rosso. E cosi' che mi inizia a raccontare il programma della serata. "Questa sera c'e' una sorpresa. Una mia amica viene a trovarci ed e' una padrona. Le ho raccontato del mio schiavo e voule venire a giocare. Poi a lei piacciono i cazzi grossi e il tuo non e' per niente male. Credo che si fara' anche montare ma a modo suo!" e ridacchia. :dovrebbe arrivare tra una mezzora, intanto ti preparo". Siccome le piaccino gli schiavi con un bel cazzo, evito di travestirti da troia, anche se a me piaci molto cosi. Resti nudo, ma ti abbellisco un po'." Mentre sto coninuando a pompare di bocca, mi applica due morsetti ai capezzoli con catenella che li unsisce. "Godi eh, ti piace quando ti pinzo i capezzoli schiavo. Vedrai quanto ti faremo godere questa sera. Adesso ti metto qualcosa nel culo, perche'voglio che ti veda con il culo pieno. Ti infilo questo dildo stretto, vedrai che ti entra, mettiamo la crema
e su tutto." Un dolore lancinante, id dildo e piccolo, ma il mio culo ha bisogno di preparazione.
Comunque e' uno di qui but anali che una volta messi resta dentro e da solo fastidio. "Bene schiavo, e' ora di pensare alle tue palle e al tuo cazzo. Voglio legarti dei pesi e farti trovare
con il cazzo in gabbia." E cosi' mi lega le palle e vi applica 1Kg di peso. Inoltre mi lega come un salame l'uccello impedendo cosi' l'erezione. "adesso manca poco, ti siedi dentro sgabello in armadio con le mani legate, i pesi che ciondolano fuori dallo sgabello, e mi dispiace, ma per tutto il resto della serata sarai incapucciato perche' la ragazza non vuole farsi vedere!" E cosi', finisco del piccolissimo armadio d'ingresso che senza vestiti e' come una cella giusta per farmi stare sullo sgabello con i coglioni legati e stirati dal peso, con le manette ai polsi dietro la schiena e con un cappuccio che a malapena vedo i miei piedi e non oltre, inoltre sono nudo come un verme con un plug piantato nel culo e con le chiappe arrossate dalla fustigazione precedente. Quando si sente il campanello suonare il padrone mi impone assoluto silenzio e chiude la porta scorrevole dell'armadio. Nella casa c'e' un silenzio surreale. Sento dei passi di tacchi e poi una voce femminile che saluta molto calorosamente il padrone e che lo bacia. Dalla voce sembra una persona molto giovane. Il silenzio della casa e il fatto che mi trovo sull'atrio mi permette di sentire tutto quello che dicono almeno inizialmente. "Ti ricordi che ti ho parlato dello schiavo?" "Si, mi ricordo" "E qui!" "Ma no davvero? e dove, dai!" "Ma lo sai che non voglio farmi vedere" "Si non ti preoccupare, tu indossi questa, e lui e'incapucciato". Poi sento i passi di lei che si allontanano e loro che bisbigliano e che probabilmente iniziano a amoreggiare. Dopo qualche minuto sento i passi avvicinarsi e sento lei dire "Allora? Dov'e'?" Dentro l'armadio, aprilo" Sento la porta dell'armadio aprirsi e l'unica cosa che posso vedere sono due punte di scarpe nere presumibilmente con buoni tacchi. Lei ride,"E' un bello schiavo, sei sicuro che sia affidabile?" Vedrai che ti diverti, L'ho preparato per te ma per un'oretta o due reggera'. Vieni fuori schiavo. Mi fanno uscire e subito sento la mano di lei soppesarmi l'uccello e i coglioni."Certo che cosi' non ha l'aria di uno dotato. Sembra una salsiccia da fare ai ferri. Quanto e' questo peso?" "1 kg", "se tiro ti faccio male schiavo?" Il dolore inizialmente non e' grande, ma mano a mano che tira diventa insopportabile. "Ahhh, si fa male, molto male." Molto male "padrona!" e mi affibbia una sberla. Poi prende il cordini che avanza dal legame del mio uccello e inizia a tirarmi per la casa. "Mi e' venuta una idea" dice lui. "Giu' schiavo a quattro zampe. E io ubbidisco. Mi lega una corda ai coglioni e mi elimina il peso. Cosi' lo puoi portare al guinzaglio e consegna alla padrona le briglie.
Fine parte1. se vi piace pubblico anche le altre.
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14 years ago
bxslavebx, 33
Last visit: 4 months ago -
Tania e il desiderio (cap. XV XVI XVII )
CAPITOLO XV
“Secondo te gode o è una semplice farsa?”.
Davanti a noi una ragazza molto bella stava donando a quattro uomini le su grazie.
Il suo corpo bellissimo risultava una immagine ben nitida ai miei occhi e tutto il resto era offuscato, quasi non fosse così interessante e degno di approfondimento.
Era come se il corpo della ragazza fosse stato pitturato da Leonardo da Vinci mentre il resto della scena da un pittore futurista.
Le mani che esploravano il suo corpo e i membri che sparivano nelle sue cavità erano ininfluenti ai miei occhi e se uno mi avesse chiesto , “ ora in quanti la prendono” non sarei riuscito a rispondere.
Tania era zitta. Attenta a quello che stava succedendo, mi stringeva la mano ed osservava.
La ragazza era molto bella. Capelli lunghi biondo platino, un viso dolcissimo ed un corpo sinuoso ed aggraziato.
Non riuscivo a capire se la scena mi piacesse o no.
Come un oratore, che dopo un lunghissimo discorso, enfatizza le ultime parole per ricevere un consenso dalla platea attendevo il primo giudizio di Tania su quello che stavamo guardando.
Lei continuava ad osservare e non proferiva verbo.
Ora mi ero messo ad osservare Tania e notavo che non si soffermava come me su una visione globale ma spaziava ad osservare tutti i particolari.
Riformulai la mia domanda.
“Ma può piacere questo ad una donna?”.
“Non vedi che è in estasi?”. Aveva risposto senza nemmeno girarsi verso di me continuando a fissare la scena.
Vista la poca attenzione per quelle che potevano essere le mie impressioni mi ero girato e con gli occhi cercavo la coppia con la quale eravamo entrati nella parte privè.
Erano spariti.
Mi rimisi ad osservare.
“Da cosa lo noti?”.
“Non parla, non fa mugolii strani che denotano solo una commedia in atto ed è attenta a quello che gli fanno”.
Parlava sottovoce quasi che la sua voce potesse disturbare quella scena particolare.
Era lo stesso sguardo che aveva quando fissava qualche abito esposto in una vetrina che le piaceva.
Risi tra me e me.
“Si chiama gangbang in gergo questo tipo di atto sessuale”.
Volevo fare l’erudito.
Lei non rispose.
La bionda ora era rivolta verso di noi con il viso e avevo il suo sguardo a non più di un metro da me.
Ci osservava.
“E’ molto carina”. Lo dissi con un filo di voce mentre continuavo a fissarla negli occhi.
Un “energumeno” la stava prendendo da dietro e questo faceva si che il suo viso si muovesse in avanti ed indietro e ogni tanto quando il colpo era più forte spalancava gli occhi.
“Sembra che gli piaci”. Ora Tania mi fissava e cercava di carpire dalla mia testa se il mio interesse fosse rivolto al “quadro” che avevo davanti o alla ragazza.
Mi girai verso il suo volto. Era una maschera. Tania era in un chiaro stato lussurioso.
Ora mi accarezzava il petto e cercava come faceva sempre di stringermi un capezzolo sotto la camicia.
“Dove sono finiti gli altri?”. Dicendolo si guardava intorno.
Era bellissima. Nonostante tutto quello che stava succedendo aveva un’ aria da bambina che stonava con quello che stavamo ammirando e con l’ambiente.
La baciai sulla fronte in un gesto paterno.
Lei mi sorrise e si rigirò a guardare la scena.
Lo feci anch’io e mi accorsi che lo sguardo della bionda ora era a pochi centimetri dal mio.
Nel mentre si era avvicinata e ora ne potevo sentire il fiato ansimante.
Mi discostai un po’ pauroso e nel farlo trovai l’opposizione della mano di Tania che posata sulla mia spalla mi impediva di indietreggiare.
“Calmo, guarda”. Oddio, ci risiamo.
Ormai conoscevo questi stadi di lussuria. Avevo imparato quanto poteva essere imprevedibile una donna quando era eccitata.
“Tania non scherzare con il fuoco”
“Quale fuoco?”. Ora mi provocava e cercava di farmi crescere quell’eccitazione che fino a quel momento non mi aveva minimamente preso. La scena era carina ma molto al di là di quelle che erano le mie fantasie.
“Rilassati”. Lo disse con una voce strascicata e nello stesso momento mi aveva infilato una mano nei pantaloni agguantando le mie parti intime.
Due dei suoi boy ora si erano portati vicino a noi e cercavano di portare i loro peni nella sua bocca, ma lei continuava a fissare noi e sembrava che quello che gli capitava attorno e dentro di lei non la interessasse più. Ci fissava.
Li capitò una cosa imprevista.
Tania che aveva uno degli uccelli vicinissimo a lei lo prese in mano e lo avvicinò alla bocca della ragazza che non lo rifiutò e lo fece sparire all’ interno.
Continuava a fissare ora me ora Tania negli occhi e nel contempo succhiava avidamente il membro.
Tania che con una mano ora gestiva in modo astuto la mia virilità prese l’altro uccello e avvicinandolo alla bocca della ragazza cercava di obbligarla a cambiare il “ciucio”.
Ora non vedevo più nulla attorno a me.
Accarezzavo il culo di Tania e la sentivo sudato. Rispondeva alla mia carezza roteandolo di qui e di la. Era eccitatissima.
Io di più.
La ragazza non mollava dalla bocca il primo che gli aveva offerto Tania, la quale teneva in mano l’altro vicino alla bocca della venere bionda nell’attesa del cambio.
Improvvisamente accadde. Il membro, che non riusciva a trovare soddisfazione ed una bocca, venne innondando il viso della ragazza la quale non distolse per un momento il suo sguardo dai miei occhi. Si godeva il mio stupore ed eccitazione nel vedere questo.
Tania che si era ritrovata in mano questo pene che sprigionava il suo sperma strinse ancora più forte il mio fino a procurarmi dolore.
Lasciò scivolare dalla sua mano il membro che ancora pulsava e lo vedevo scendere e risalire con piccoli spasmi e cominciò a baciarmi forsennatamente.
Io al colmo della libido l’avevo appoggiata alla parete le sollevai le gambe e freneticamente la penetrai.
Per la prima volta dopo 5 anni la sentii urlacchiare senza ritegno.
Ora la prendevo senza curarmi se potevo farle o no male. Volevo possederla.
Lei con le gambe attorno ai miei fianchi mi dava il ritmo.
“Voltati e scopala che io mi faccio scopare dai quattro”.
Era al colmo della lussuria.
Più mi evocava queste fantasie più io perdevo la testa e colpivo con tutta la mia forza dentro al suo ventre.
Lei insisteva : “Dai girati, è li , fattela. Lo so che vuoi fartela ma io voglio essere posseduta dai suoi maschi”.
Gli occhi chiusi e la testa all’indietro ondulava scuotendo il bacino.
La presi per le anche penetrandola ancora di più. Ora la gelosia e la voglia di possederla si mischiavano.
Una gelosia sana, una gelosia di possessività.
L’orgasmo mi colse che una lingua mi stava leccando i testicoli.
Mi ritrassi spaventato dal ventre di Tania e nel girarmi mi ritrovai all’altezza del mio sesso la venere bionda.
Le innondai il volto per poi finire la mia opera in una bocca caldissima e carnosa.
L’urlo liberatorio, doloroso, piacevole, sublime lo lanciai per un minuto buono. Stringevo il viso della bionda che continuava a solleticarmi il pene con la lingua.
Si sollevò arrivando all’altezza del mio viso e finalmente disse qualcosa. “Grazie”.
Grazie.
Grazie.
“Grazie a te”.
CAPITOLO XVI
Trasgressione:
Illuminato dalla mia donna ho scoperto l’immenso
Marco
Verona 14/07/2006
CAPITOLO XVII
“Luca ci sei”. Giocherellavo con il mouse in attesa di una sua risposta. Che giornata uggiosa.
“Si Marco ci sono, ci sto pensando”.
Quanto era strano chiedere ad un magistrato trasgressivo se considerava uno scambio di coppia alla stessa stregua di un tradimento.
“Ma perché ti fai di queste pare?”.
Si in effetti aveva ragione anche lui, perché mi domandavo questo.
“Esiste una sentenza della cassazione che determina che per fedeltà viene considerato il rispetto dell’immagine del coniuge più che la fedeltà carnale.” .
“Ne consegue che se c’è accordo nel non considerare lesa l’immagine scambiando con un ‘altra coppia e considerando il tutto un gioco manca il reato”.
Leggevo.
“Molte volte i casi di infedeltà coniugale non vengono nemmeno sanzionati perché il più delle volte si dimostrano come conseguenza di atti che avevano già minato il matrimonio”.
“Quindi vuoi dirmi che al giorno d’oggi l’infedeltà coniugale non è più un reato?”.
“Diciamo che può incidere solo in termini economici”.
Carina questa cosa.
“Come è andata ieri sera?” . Era l’argomento che non volevo affrontare. Una serata stortissima.
“Molto male grazie”. Era vero. Una serata da dimenticare.
“Cosa non è andato?”.
“Tutto”.
Non sapevo da dove cominciare.
Mi guardavo attorno per cercare qualche spunto dal quale partire. “Allora. Diciamo che per prima cosa Gianni e Lorella non sono una coppia vera”.
“Scherzi?”.
“ Non scherzo”
“Ma se ce la smena da almeno 6 mesi che loro non sopportano le coppie create al momento”.
“Non dico che non sono coppia, ma sono amanti”.
“E va be dai , sono comunque coppia”.
“Se per coppia accetti il fatto che lui a volte esce con una e a volte con altre allora si”.
“Non è coppia allora”. Aggiunse un eh eh eh eh eh eh nella chat.
“Ma questo non è quello che ha fatto si che la serata non fosse bella, ti spiego”.
Gli raccontai di come era iniziata.
Che eravamo arrivati a Desenzano, avevamo parcheggiato vicino alla pizzeria e li avevamo riconosciuti dalla macchina.
Per cominciare non si erano descritti molto bene.
A sentire Gianni erano una coppia molto carina ed in forma e invece davanti avevamo un ragazzotto con i capelli lunghetti e spettinati e almeno 40 chilogrammi di troppo.
Ma poco male.
Lei che doveva essere bionda aveva i capelli neri e portava gli occhiali.
Al di là di questo sembrava comunque una bella donna.
Peccato che non riusciva a sorridere.
Anche lui aveva una certa repulsione al sorriso al contrario di quanti eheheh ahahahahha hihihihihi lanciava sulla chat.
Ma poco male.
Ci eravamo seduti a tavola e lui dichiarò di avermi riconosciuto e sapeva chi ero nella vita reale.
Sempre poco male.
Continuò dicendo che al contrario di me lui era della parte politica avversa. Gli dissi di non preoccuparsi che io avevo tantissimi amici che la pensavano come lui.
Al contrario lui , che nel frattempo aveva detto di essere sposato con una ricchissima donna ma che non amava ( avevo capito a questo punto perché viaggiava con un porsche) , non sopportava molto i “culi nobili” e per culi nobili intendeva le persone che fortunatamente erano nate ricche. Cominciavo a capire perché non sopportasse la moglie. “Chissà perché l’aveva sposata?”.
“Continua” . Mi immaginavo Luca che sornione sorrideva pensando al mio disagio a tavola.
“In poche parole Luca, dopo che io e Tania ci siamo ordinati due margherite e due coca cole, lui un filetto al pepe verde per lui e una pizza al tartufo per lei e una bottiglia di amarone perché era giusto innaffiare il filetto con un buon vino, ci è arrivato un conto di 160 euro”.
“Normale dai”.
“Si Luca, normale se avesse detto a quel punto pago io. Ma siccome eravamo in quattro ha deciso che si pagasse alla romana”.
“Morale caro Luca il “culo nobile”, siccome è capitalista, secondo lui, ha pagato 80 euro 2 margherite e due coca cole”.
Ridevo mentre scrivevo questo.
Ora immaginavo che anche Luca stesse ridendo e infatti lanciò dalla tastiera un bel po’ di sorrisi.
“Interessante individuo, da portare in vacanza”.
Ora ridevamo a più non posso .
Lo schermo si riempiva di faccette
“Ma sua moglie che tipo di attività ha?”.
“Ha o cinque o sei alberghi grossi qui a Verona, uno in Val di Fassa e uno a Cattolica”.
“Ha sposato un bel patrimonio”.
“Eh si”.
“Questa Lorella come è?”.
“Cosa vuoi che ti dica. Non ha sorriso tutta la sera, ha detto due parole relative al lavoro che fa e quattro sul fatto che le piace fare sesso con altre coppie. Ma questo lo ha detto imbeccata da lui.”.
“Favoloso”. In quel favoloso che aveva scritto in messenger c’era tutto il succo della serata.
“Alla fine cosa è successo?”.
“Tania che tutta la sera cercava di deviare il discorso su qualcosa di allegro e ogni tanto mi prendeva in giro per il ‘culo nobile’ con qualche battuta del tipo, ‘zitto tu che sei un culo nobile’, quando siamo usciti si è inventata un fortissimo mal di testa e siamo riusciti a svicolare via”.
Le faccine sul monitor si stavano inseguendo.
“Morale, siamo saliti in macchina ci siamo guardati e siamo scoppiati a ridere. Non riuscivamo più a smettere”.
“Prima o poi una ‘buca’ doveva capitarti”.
In effetti Luca aveva ragione, ma possibile che la buca mi fosse capitata alla seconda volta?.
“Luca, a dire il vero io e Tania abbiamo pensato che siamo stati fortunati a trovare voi come primo incontro , se fosse stato questo il primo non ci sarebbe stato un secondo”.
“Dai , dai, non fare il disfattista”.
“Marco , ho Gianni in linea in messenger, tu lo vedi?”.
“No”.
Quattro faccine e poi : “Caro Marco ti ha bloccato”.
“Dici che devo dispiacermene?”.
“Se fossi in te si”, Seguirono delle facce piene di rosso , un toro infuriato, un teschio.
“Sai cosa ti dico Luca, che forse è meglio così, almeno non ho da dare spiegazioni del mal di testa di Tania”.
“Marco devo andare, mi scrivi una delle tue famose frasi che così dormo meglio?”.
Ridendo scrissi : “Ci credi che la vita ieri sera rideva a crepa pelle e mi prendeva in giro pure Lei”
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marctania,
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Terme Romane
TERME..............................................................................................
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marzy76,
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Continua..quella sera a gubbio...
A QUESTO PUNTO IL DADO è TRATTO.....mi accomodo anke io sul letto pero' mi siedo stando dalla parte di mena...allora giulio mi dice di mettermi comodo ed allora mi tolgo il pantalone e mi stendo allungando una mano verso le tette di mena che sono ancora sotto la felpa ma da sopra si sentono i capezzoli duri...che si fanno piu' duri sotto le mie dita...a quel punto giulio chiede a mena se ha caldo e lei si toglie la felpa scoprendo un seno da infarto con una quarta di misura e i capezzoli grossi come ciliegie..io mi ci butto a tuffo..e inizio a ciucciarglieli avidamente..mentre giulio fa scendere la sua mano verso il basso lentamente dirigendosi verso il pube..e poi prosegue verso il basso...le sfila la mutandina..e comincia a massaggiarla tra le cosce..dove gia' lei e' molto bagnata..io smetto di succhiarle i capezzoli le prendo la mano e gliela dirigo verso il mio pisello che era al max della sua erezione...e lei cerca di fare un po' di resistenza guarda verso giulio che la rassicura con uno sguardo paterno e lei cosi' si lascia andare e mi comincia a segare lentamente...mentre giulio si posiziona in mezzo alle sue cosce per un cunnilingus io ne approfitto per provare a farmi fare un pompino dalla sempre piu' rossa in viso..mena..la quale a quel punto timidamente me lo comincia a leccare..e poi sempre piu' avidamente fino ad arrivare ad un punto di non ritorno allorchè mi chiede di scopare perchè non gliela fa piu'..giulio acconsente e si sistema sul letto in posizione seduta in modo da godersi la scena della sua mena che gode con un estraneo..tre o quattro min.dopo c'è un'esplosione di..godimento io sul pancino di mena, mena che ha tre o quattro sussulti e poi si abbandona sul letto sfinita e giulio che schizza..inavvertitamente...sporcando tutto il letto....col suo sperma...a questo punto s'erano fatte le due...e mi invitanoa dormire li' perche' dice giulio la strada e' brutta per tornare a perugia..io accetto volentieri...FINE del racconto..... ma la nostra amicizia continua!!!!!..........
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14 years ago
admin, 75
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Quella sera a gubbio...continua....
cercavo di osservare mena che sembrava,o meglio era,molto imbarazzata da tutto quello che diceva giulio...io evitavo di parlare per non aumentare l'imbarazzo...allora inventai una scusa...entrai in un bar per esigenze fisiologiche e così li lasciai soli...dopo quando ritornai fuori guardai in viso mena sembrava piu' serena...mi fece anche un bel sorriso..mi rincuorai...e stavo per dire che s'era fatto tardi quando giulio mi invito0 a seguirli in camera all'hotel dove loro stavano..accettai titubando un po' perchè era quasi mezzanotte e l'indomani mi toccava ripartire..ma la cosa mi stuzzicava abbastanza...allora ci incamminammo verso l'albergo...dopo pochi minuti stavamo nella loro stanza e giulio riprese il discorso di prima mentre mena era in bagno..mi disse chiaramente che io a mena piacevo e che per lui non c'era nessun problema perche' una delle sue fantasie era proprio quella di vedere mena godere insieme ad un'altro....anche perchè lui ormai aveva qualke problemino a farla godere per limiti legati all'eta'..a questo punto mena uscì dal bagno con una tuta da ginnastica felpata perchèaveva fredddo ed era l'unica cosa che s'era portata un po' piu' pesante...certo che così non era proprio arrapante..ma rimaneva sempre bella da..morire... cerco di prendermi un po' di tempo per capire come mi devo muovere vado in bagno e ci sto circa per cinque min.quando esco li trovo distesi
sul letto con giulio che le palpa il seno mentre si baciano...io cerco di far sentire la mia presenza tossendo...continua
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14 years ago
admin, 75
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Quella sera a gubbio
salve mi presento...sono un libero professionista sposato ma con il vizio del sesso..in particolare mi piacciono le donne sposate in cerca di diversivi...era il 2 ottobre e mi sono recato a perugia perche' c'era un convegno(sono un medico)verso le 20 ero libero di tornare in albergo o andarmi a fare un giro..ad un certo punto mi venne l'idea di andare a visitare gubbio...dissi tra me e me male che vada mi cerco un ristorante ceno poi ritorno in albergo e all'indomani me ne ritorno a casa...arrivato a gubbio...davvero una bel borgo medievale..mi feci un giro per i vari viicoli e vicoletti...ma non c'era nessuno per la strada anche perchè ormai erano le 22,allora decido di entrare in un ristorante dei consoli(anche albergo)bellissimo con stanze del trecento e tanta gente ai tavoli...siccome la sala era zeppa la cameriera mi dice che c'è posto alla sala superiore dove cenano i clienti dell'albergo..almeno così mi sembra di aver capito....comunque salgo alla sala superiore e mi accomodo vicino al tavolo di una coppia con lei bella mora molto carina giovane lui piu' grande sicuramente robusto capelli bianchi ma simpatico e gioviale...lei si chiamava mena lui giulio trentatreenne lei 53 lui....incominciammo a parlare del piu' e del meno...dopo un po' loro avevano finito di cenare ma mi riferirono che mi avrebbero aspettato per andare a farci una passeggiata a piedi insieme per...smaltire tutte le calorie....e cosi' facemmo...PER i vicoli di gubbio sarà il vino, sarà che iniziava a fare fresco,giulio incomincio' a parlare un po' di sesso...l'atmosfera si fece un po' piu'...intima..mi parlo' di una loro coppia amica che era stata in un prive' e che la cosa lo stuzzicava ma mena non ne voleva sapere...SEGUE-
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14 years ago
admin, 75
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Tania e il desiderio ( cap. XII XIII XIV )
CAPITOLO XII
“Piacere Emanuela, io sono Marco”.Mentre gli porgevo la mano mi ritrovai a guardarla.
Emanuela era una donna sui 35 anni, capelli neri lunghi e lisci, abbronzata e due occhi neri molto belli.
Aveva un vestitino nero, con una spallina sola, che gli copriva l’incollatura dei seni. Non credo che fosse lungo da coprirgli l’inguine.
Il portamento era molto elegante e il modo come si era presentata denotava una certa classe.
“Tania”. Ora era Tania che la scrutava e dal viso notavo una certa soddisfazione nel porgerle la mano.
“Siete nuovi? Non vi abbiamo mai visto qui.”
Fui io a tagliare i 10 secondi di silenzio che la domanda di Emanuela avevano creato.
“Siamo completamente nuovi dell’ambiente e di questo mondo, è la seconda volta che entriamo in un club privè”.
La prima lezione all’università ricordo che arrivai con 3 giorni di ritardo sull’inizio dell’ anno accademico.
Avevo un corso di sci in Austria che si era prolungato oltre la data.
Quando entrai nell’aula un po’ tutti ormai si conoscevano tra di loro e nell’attesa del professore chiacchieravano del più e del meno.
Sentendomi estraneo all’ambiente mi sedetti nel primo banco libero ed essendo l’aula di quelle che i banchi più vicini alla cattedra sono quelli in basso , dominavo tutta l’aula dall’alto.
Il professore entrando mi notò subito e avvicinandosi a me proferì : “ Lei in tre giorni non ha fatto amicizie, è un asociale?”
“No professore , per me è il primo giorno di Università, sono arrivato oggi”.
“ Lei non sa quanto pagherà i tre giorni persi, ogni giorno che si perde al mondo sono nozioni che si devono rincorrere ”.
Chissà perché in quel momento mi veniva in mente quell’episodio.
In effetti mi sentivo in ritardo su tutti quelli che erano in quel locale.
Il fatto che fosse stata una donna ad aprirmi gli occhi e non da solo mi faceva sentire un ritardatario.
A differenza del professore Emanuela fu più umana :” Meglio per voi, avete tutto da scoprire”,
Carina la cosa.
In effetti con il tempo mi sono reso conto del significato di quella frase.
Emanuela si scostò di due passi e lasciò lo spazio ad un ragazzo sorridente di poter porgerci la mano. “Io sono Paolo”. Sorrideva allegramente ed emanava molta simpatia.
“Possiamo offrirvi da bere?”
Risposi io :”Volentieri”.
Stavo notando la differenza dall’aver indugiato in piedi al bar e l’esserci viceversa appartati la settimana prima nei salottini.
Il rimanere li aveva dato quasi un senso di accettazione ad un approccio.
Io e Paolo ci sedemmo sugli sgabelli del bar tenendoci le due donne sulle ginocchia. Loro si erano messe a parlare vicine e nonostante la musica assordante stavano capendosi e vedevo che ogni tanto Emanuela accarezzava le cosce e le ginocchia di Tania.
Il tutto era molto intrigante e nello stesso tempo quasi naturale.
Ogni tanto qualche coppia veniva a salutare Emanuela e Paolo , questi si allungavano in baci e abbracci non dando però l’opportunità alle nuove coppie di conoscerci.
Paolo che aveva notato qualcosa nel mio sguardo che faceva trapelare una certa mia perplessità si affrettò a spiegare: “Questa sera scusate ma vi vogliamo tenere per noi, la prossima volta vi presentiamo tutti”.
Fu li che Tania si girò verso di me. Sorrideva divertita vuoi per le carezze di Emanuela, pensai, e vuoi per il fatto di essere considerata in qualche modo della merce rara.
“Noi siamo commercialisti” disse Paolo” abbiamo uno studio nel Padovano, e voi?”. Spiegammo le nostre attività e la conversazione era veramente interessante ed allegra.
Per quasi un’ora si parlò un po’ di tutto. Della società, del calcio, di politica e cosa principale di sesso. Si di sesso.
Di cosa succede in un privè, di situazioni nelle quali si erano trovati , di desideri, di aspettative.
Prima ancora che finisse la musica assordante e come la settimana precedente il volume si abbassasse Emanuela lanciò la proposta di spostarci nella parte oltre la tenda rossa.
Tania le annui subito con il capo, si sollevo dalle mie ginocchia e sempre sorridendomi mi fece cenno di seguirla.
Salto.
Nel superare la tenda rossa avevo Emanuela che allegramente teneva la mia mano tra i suoi seni mentre Paolo accarezzava il culetto di Tania e la spingeva verso la parte destra del privè.
La gente all’interno stava già cercando alacremente i compagni per la serata e c’ era un gran vociare a bassa voce.
“Ciao Tania”, “ Ciao ragazzi”.
“Ma guarda chi c’è”. Erano Andrea e Luisa insieme ad una coppia che non conoscevamo. Il lui di questa coppia stava copulando allegramente con Luisa nel corridoio e da dietro la penetrava. Lui era concentratissimo nel cercare il suo godimento mentre invece Luisa si godeva la penetrazione ma nel contempo salutava mille amici.
Tania continuava ad ammirare il mio modo di accarezzare Emanuela ora sul seno ora all’inguine e mi faceva segno con la mano tenuta a conetto avvicinandola alla bocca che non sarei sfuggito dal “pompino” di Emanuela.
Emanuela sorrise a Tania e avendone capitone le intenzioni si girò verso di me, si chinò, e cominciò a sbottonarmi i pantaloni.
La mia virilità uscì prorompente per finire in men che non si dica nella bocca di Emanuela che non curante di tutto quello che stava succedendo cominciò a succhiare procurandomi subito dei brividi.
Tania ora la aiutava spingendole la testa verso di me, ora si rivolgeva verso Paolo e lo accarezzava la dove il turgido cominciava a dolergli.
Tutto questo capitava mentre molte coppie sconosciute ed amiche ci passavano vicino e mi inducevano, scherzando, a dei saluti goffi.
“Dai Marco facci sentire l’urlo” .Emanuela voleva farmi venire indubbiamente. Ora mi faceva ridere e mi sforzavo di trattenere l’orgasmo per non fare la solita figura che io definivo di “merda” . L’urlo di Tarzan.
Tania era li vicino a me e aveva tantissime mani che la accarezzavano.
Non ne potevo più.
Sollevai Emanuela togliendole di bocca il mio pene la girai su se stessa e nel farlo la sentivo fremere. Ora non rideva più e i tratti del viso erano contratti.
Posai una mano sul suo sesso. Era un lago in piena.
Lei si sporgava con il culo verso di me e mi costringeva ad una penetrazione con le dita.
“Prendila” Era Tania che estasiata dal momento e dalla situazione mi invogliava a prendere Emanuela. “Spaccala amore”.
Maledizione. Maledizione.
Con una mano stringevo forte uno dei seni di Emanuela che vibrava e sudava.
“Si prendimi ti prego”. Lo disse con un filo di voce.
La serrai fin quasi a spezzarla, e la baciavo dappertutto. La rigirai. Quando appoggiai la testa sul suo ventre senttii che la pelle era impregnata del profumo che Emanuela usava abitualmente. Questo non poteva che significare una cosa pensai : Emanuela si era preparata a scopare quella sera.
Il che decuplico la mia eccitazione.
I soprassalti del corpo di Emanuela mi rendeva impossibile il trattenermi , ma non osavo farlo. Non sapevo se Tania avrebbe accettato veramente che io lo facessi.
Quasi si fosse resa conto del mio imbarazzo “Amore o la scopi o finiscila con una revolverata”.
Non sapevo se ridere. Risi ma nel contempo cercai il suo ventre con il sangue che mi batteva sulle tempie. Emanuela mi aiutava e con le gambe piegate si spostò verso di me.
Affondai in lei con una sola spinta rettilinea. Era apertissima, consenziente. Con le reni accompagnava i miei movimenti.
Ebbi l’impressione che mi si liquefacesse la colonna vertebrale e lasciai che il movimento venisse dettato dall’istinto animalesco.
Il brusio di tutta la gente mi arrivava come attraverso una nebbia. Sentivo distintamente una coppia vicino a noi che mugolava, avevamo dato il do.. Appoggiando il viso a quello di Emanuela lo sentii umido, stava piangendo.
Con la voce roca mi usci un : “ cosa non va, cosa non va”.
“ Va tutto bene , insisti, dai, ancora” . Adesso urlava. Incurante di chi c’era urlava. Sudava e il suo sudore era un miele, un dolce , un nettare degli dei.
Sentii le sue parti intime stringermi a morsa, stava venendo. La testa reclinata all ‘indietro e mugolava , mi malediva, mi adulava.
L’orgasmo mi stava prendendo e mi ritirai dalla morsa.
Il fresco dopo il calore di quel forno mi portò all’orgasmo conclusivo e in quel mentre mi ritrovai di nuovo al caldo.
Ora era Tania che con la bocca succhiava alla mia fonte.
Scoppiammo tutti a ridere. Eravamo grondanti di sudore e le ragazze erano completamente nude. Il tutto ci aveva preso in modo inaspettato e non eravamo nemmeno riusciti a raggiungere una delle stanze . Ridevamo.
Il salto temporale che vi ho fatto fare in questo capitolo è stato di 2 anni. Ma ne valeva la pena.
Era giusto che superando la tenda rossa foste a conoscenza di dove il rapporto con Emanuela e Paolo era arrivato.
Magari un’ altra volta, e se ne avrò voglia, racconterò anche la prima volta che con Emanuela e Paolo superammo la soglia della tenda rossa.
Cosa fece Tania in quel mentre prima di assaporarmi? Francamente non me lo ricordo , una delle poche volte che non ricordo. Ma poi è tanto importante? Semel in anno licet insanire”.
Ahhhh La vita. Quante cose ha da insegnarti e quante cose insegni te a lei. Quel giorno come tante altre volte si è girata dall’altra parte per non turbare la nostra privacy.
CAPITOLO XIII
“Era già l’ora che volge al disio i naviganti e intenerisce il core lo di c’ han detto a’ dolci amici addio”.
Ebbene si , l’entrata in questo mondo è stata un po’ come la partenza di un marinaio che saluta dalla nave parenti ed amici con l’ idea che potrebbe non rivederli. E in parte così è stato. Specie gli amici.
All’inizio tante telefonate per invitarci di qui e di la che poi pian piano si sono diradate. In loro l ‘ idea che si faceva strada che eravamo diventati dei pantofolai.
Ma d’altra parte molti di voi potranno in questo essere d’accordo con me che questo mondo è sicuramente molto più interessante del loro.
Concordo con il fatto che con i “babbani” si mangia bene, si beve bene, si cerca di rubare la donna dell’amico o del nuovo conoscente a sguardi ed ammiccamenti che in questo mondo trasgressivo difficilmente avviene. Però quanta ipocrisia e malafede.
Ricordo di quel periodo una settimana di montagna in quel di Madonna di Campiglio.
Si era in 6 coppie e relativi figli. Ho visto più corna in quel periodo che in una stalla. Ma che volete farci, loro sono sani e puri, i porcelli sono qui. Porcelli, ma senza corna.
Come vedete per merito di Tania ho imparato tante cose, anche a non giudicare le apparenze.
Qui puoi anche imprestare la tua donna, ma non te la rubano. Puoi anche farti imprestare dalla tua donna, ma ti restituiscono a lei.
“Tesoro, come si fa ad ordinare la colazione in camera?”.
Eravamo a Rimini per un mio lavoro e Tania mi aveva seguito in quella due giorni lavorativa.
Eravamo arrivati il giorno prima alle 17 e se non per uscire a mangiare avevamo fatto sesso dalle 18 alle 3 di notte. Non riuscivamo a staccarci l’uno dall’altra.
“Vediamo”. Presi in mano il Vademecum . “ Devi comporre il 9”.
La colazione che ordinò aveva più la fisionomia di un pranzo completo.
Dopo un po’ ci bussarono alla porta . Andai ad aprire e mi trovai davanti una donna bellissima e sensualissima che indugiava un po’ sulla mia vestaglia semi aperta.
Entrò , depositò il vassoio della colazione e indugiò sul servire o meno i caffelatte che avevamo chiesto.
La cosa era alquanto bizzarra. Di solito il servizio si riduce alla semplice consegna.
Era veramente una bella ragazza.
Poteva avere dai 24 ai 26 anni. Capelli neri raccolti in una coda da cavallo , viso abbronzato e ben truccato.
Poteva essere alta circa 1 metro e 65 centimetri e aveva una bellissima silhouette .
Visto che non proferivamo parola si discostò dal comò dicendo : “ Se non avete bisogno di altro tolgo il disturbo”.
Feci un accenno con il capo di assenso e allora lei si incamminò verso la porta e la chiuse dietro alle spalle.
Io e Tania ci guardammo interrogativamente.
“Forse ieri sera hai fatto una gaffe chiedendo alla sua collega se sapeva dove era l’ Extasia”. Si in effetti adesso mi stavo rendendo conto che il modo di fare della cameriera non poteva che essere legato alle mie domande su quel privè la sera prima.
Qualcosa di strano c’era nel comportamento.
“ E gli sguardi che ha lanciato a me e a te?
Mentre facevamo queste supposizioni avevamo cominciato a mangiare la nostra colazione e più il discorso andava avanti più si realizzava la convinzione che le nostre supposizioni erano esatte.
Ci veniva in mente che entrando aveva chiuso la porta dietro di se, cosa che un cameriere o cameriera non usa fare. Non aveva lasciato il vassoio nelle mie mani ma si era prodigata nel depositarlo sul comò.
Fu Tania che disse la frase che da li in poi ci diciamo spesso
: “Non abbiamo capito che voleva fare qualcosa con noi, che beduini che siamo”.
“Sai cosa facciamo? Ci facciamo portare altri due croissant?”
Tania sorridendomi prese in mano il telefono e con una tranquillità esasperante chiese che ci fossero portati altri due croissant.
Mise giù il telefono , si girò verso di me e si mise a ridere.
“Ora non rimane che attendere”.
Si era distesa sul letto in modo discinto. La vestaglietta lasciava scoperte tutte le gambe e un seno. Sembrava la maja desnuda.
“Adesso vediamo che uomo sei”. Ora provocava. Mi induceva a dimostrare la mia appartenenza al genere Homo Latinus.
“Tania, per favore. Se faccio una mossa e quello che abbiamo pensato non è vero questa mi stampa in faccia un bel cinque. E poi chi va a dire alla direzione che avevamo pensato che lei ci stesse?”.
Rideva divertita.
Due colpi battuti sulla porta ci distolsero dall’attesa.
Non sapevo più cosa fare.
Presi la decisione di fregarmene di tutto quello che si era pensato , di aprire la porta e farla entrare.
Mi sarei fatto consegnare le due paste e l’avrei rispedita nel corridoio.
Aprii la porta e mi si presentò di nuovo di fronte lo stesso sorriso e la bellissima ragazza di poco prima.
Il sorriso ora però aveva qualcosa di diverso, era provocante.
Sentii le gambe quasi cedermi.
Non mi offriva il piccolo vassoio, ma come precedentemente aveva fatto , cercava di entrare per depositarlo.
Non sapevo cosa fare.
Con la coda dell’occhio notavo che Tania non si era ricomposta e continuava a tenere la sua posizione poco consona a ricevere una comanda.
La decisione la prese la ragazza che mi scartò di quel tanto da permetterle di entrare
Come la prima volta chiuse dietro di se la porta e si addentrò nella stanza.
Sicuramente vide benissimo Tania e come si era posizionata su letto ma fece finta di nulla si apprestò a posare il vassoio.
Fatto questo rimase immobile guardandosi nello specchio che aveva di fronte e nel quale poteva vedere Tania sul letto che mi faceva cenno sorridendo di avvicinarmi e toccarla.
Credo che potete capire tutti il mio imbarazzo di quel momento.
Notavo che lei con la coda dell’occhio osservava i miei movimenti e rimaneva immobile.
Mi scrollai di dosso l’imbarazzo ormai nella consapevolezza che la ragazza sapeva che cosa stava succedendo e mi avvicinai.
Lei era sempre immobile ed ora mi osservava dallo specchio. Allungai una mano e le accarezzai un braccio.
Lei aveva chiuso gli occhi quasi a non voler vedere le conseguenze. Vedevo dallo specchio Tania che osservava divertita la scena e aveva ora uno sguardo languido e nello stesso tempo combatteva con qualcosa che non capivo.
La ragazza era sempre immobile.
Volevo accontentare Tania e rendere la mia carezza più audace, ma qualcosa dentro di me lo impediva.
Presi il coraggio dicendomi una frase stupida : “ Sia quel che sia”.
Mi appoggiai a lei da dietro e accarezzandole entrambe le braccia le cominciai a baciare il collo.
Tremava. Fremeva.
“ Tesoro, portala qua”.
Lei aveva riaperto gli occhi e mi guardava dallo specchio.
Aveva degli occhi bellissimi. Lo sguardo era tranquillo anche se pieno di incognite su quello che avrei e non avrei fatto.
Le presi un braccio e la trascinai con me sul letto.
Si lasciava condurre e non apriva bocca.
Una volta sul letto Tania le si mise sopra la faccia e cominciò a baciarla in bocca.
Io allora mi scostai un po’ e rimasi ad osservarle.
La scena era stupenda.
La ragazza allungo un braccio e cominciò lei ad accarezzarmi la mano e il braccio quasi cercasse in quel gesto un mio aiuto all’attacco di Tania.
Il tutto durò qualche minuto. Poi lei all’improvviso si sollevo a sedere e per la prima volta parlò : “ Purtroppo devo tornare a lavorare, posso tornare a trovarvi dopo?” .
Lo disse con una tranquillità come se avesse chiesto se desideravamo ancora qualcosa.
“Torna quando vuoi, noi siamo qui” . Era stata Tania a risponderle e dicendolo la ribaciò sulle labbra.
Mentre la vedevo uscire dalla stanza e con Tania che mi abbracciava tremante mi scoprii grande, grande,grande come non lo ero mai stato in vita mia.
Tutti i soldi del mondo non possono comprare certi momenti.
CAPITOLO XIV
Stavamo percorrendo la A4 in direzione Venezia. Il traffico era scorrevole e Tania distesa affianco a me parlava in modo un po’ alterato della programmazione televisiva.
A suo dire ci vorrebbero delle regole , una commissione, un super partes , che regolino tutto lo scibile che ci propinano.
“Ma chi controlla poi questo personaggio che dovrebbe regolare tutto ciò?”. Era chiaramente provocatoria la mia domanda. La classica domanda chi controlla i controllori. Demagogia pura.
“Per inquadrare il problema, dobbiamo innanzitutto distinguere chi sono i portatori di risorse e chi sono i portatori di interessi, così che ad entrambi sia riconosciuto il diritto di redigere un palinsesto. Ma così facendo si apre una serie ampia di possibilità: posso ottenere questo obiettivo attraverso una opportuna composizione degli organi , posso sostenere un sistema autonomo di conduzione delle risorse, riservando poi ai portatori di interessi e di risorse di valutare se gli obiettivi concordati sono raggiunti.” . Mentre dicevo questo ridevo. Sapevo cosa avrebbe fatto. Per un po’ ci avrebbe pensato per poi guardarmi e cambiare discorso per non creare una disputa. Mi diverte fare della demagogia per farla arrabbiare.
“Sai che è bello rivedere Serena”. Come avevo previsto mi guardava e aveva cambiato discorso.
“Si davvero, tre giorni con Serena e te saranno disastrosi ma interessanti” . Eh si, per l’occasione mi ero portato via una scatola intera di cibalgine. L’idea di avere per tre giorni Tania e Serena che mi avrebbero provocato all’inverosimile mi stuzzicava ma nello stesso tempo sapevo che reggerle non sarebbe stato facile.
Chi è Serena?
Serena è una ragazza di 31 anni piemontese divorziata. Si era sposata all’età di 25 anni per poi separarsi dopo un anno senza rimpianti di sorta. Ci raccontava che non amava proprio il suo ex marito ed anzi non capiva perché lo aveva sposato.
Tra loro si erano conosciuti a scuola, entrambi frequentavano un istituto tecnico per il turismo.
Dopo 7 anni di fidanzamento si erano sposati ma subito lei si era resa conto che la convivenza con quest’uomo non la soddisfaceva. Vuoi per la gelosia vuoi per una mancanza totale di sensibilità.
L’avevamo conosciuta qualche mese prima e dopo varie telefonate ci si era messi d’accordo per trascorrere insieme un weekend in Croazia in barca. Ora noi stavamo percorrendo la A4 e l’avremmo trovata al casello di Padova Est dove avrebbe lasciato la macchina per proseguire con noi. Lei veniva da Rimini.
Ebbene si, Serena è la famosa cameriera che voleva assolutamente imboccarci la colazione.
“Sai cosa penso?”. Tania mi distoglieva il pensiero.
“No, cosa pensi?”.
“Quando ci sarà il passante non ci preoccuperemo più dell’ora di partenza per raggiungere il Friuli o la Croazia”.
“Si vero”.
“Secondo te Serena si aspetta del sesso da noi o viene solo per passare tre giorni in allegria?”.
Era un pensiero che mi attanagliava da quando Serena si era proposta di passare con noi il weekend.
Da una parte mi inorgogliva tutto questo, dall’altro come ora per Tania mi domandavo anch’io se pretendesse sesso o amicizia.
“Speriamo che il suo scopo sia passare tre giorni con noi in allegria”. Era vero quello che dicevo. Non mi piaceva assolutamente l’idea di dover fare sesso per forza.
Il telefono stava squillando.
Serena ci comunicava di essere arrivata e che ci attendeva.
Il viaggio fu eccitante. Ora Serena da dietro abbracciava me e dopo un poco Tania. Sembrava un grillo.
Il fatto di essere con noi la rendeva euforica.
Ogni tanto intonavano la canzone di Patty Pravo “Pensiero stupendo” facendomi capire le loro cattivissime intenzioni per quei tre giorni. Io mi difendevo inventandomi un mal di testa fortissimo che mi avrebbe impedito di espletare le mie funzioni di maschio.
Serena era davvero bella, non me la ricordavo così bella.
Portava un paio di jeans attillati e una magliettina nera con la scritta : I can if you want, tutto un programma.
Non era mai stata su una barca a vela ma appena ci salì cominciò a sciolinare tutto quello che la coppa america era riuscita a imprimere nella sua testa, e non era poco.
“Serena, in questa barca si naviga nudi”, le disse Tania rivolgendole uno sguardo pieno di sottintesi.
“Non vedo l’ora cara mia, ho sempre desiderato fare del naturismo” e così dicendo senza neppure un minimo di pudore stava già spogliandosi.
Come dico sempre, beata ingenuità.
Stavamo navigando al largo di Brioni, L’ isola di Tito, e il tempo era bellissimo. Il mare sembrava olio, purtroppo non c’era un alito di vento e questo ci costringeva a procedere a motore.
Fu Tania a fare la prima mossa di quella tre giorni.
Mentre ero al timone e avevo disattivato il pilota automatico aveva preso per un braccio Serena e chinandola l’aveva fatta passare davanti a me in modo che potesse prendere tra le mani le redini della barca.
Dopo di che aveva staccato dal timone le mie mani e le aveva posate sui fianchi di Serena per poi stringere me da dietro. Un bel trenino.
“Adesso Serena tu porti la barca e non distrarti, e tu Marco approfittane”.
Il gioco era cominciato.
“Attenta agli scogli sulla destra e sta sempre attenta alle rotte di collisione”. Lo diceva con un’aria molto professionale quasi come se quello che stava succedendo fosse una vera lezione di mare.
Io imbarazzatissimo accarezzavo Serena e la sentivo liscia, disponibile e fragrante.
“Ti troviamo un bel maschietto cara Serena, dove stiamo andando è pieno di naturisti e puoi sceglierlo anche per la dotazione” . Ora rideva Tania dicendo questo.
“Cara Tania, con voi sto benissimo, non mi serve trovare un maschietto”.
“E va beh, ma non puoi pretendere che ti presto Marco per toglierti le ragnatele” : ridevano e mentre lo facevano io un po’ accarezzavo Tania e un po’ Serena.
“Facciamo così. Troviamo un maschietto per te e poi tu lo presti a me e io ti presto Marco”.
Eravamo arrivati allo scambio. Al baratto.
Nel frattempo ogni tanto correggevo le rotte di Serena che presa dal momento oppure per inesperienza tendeva a perdere la via stabilita.
Ad un certo punto mi venne in mente un gesto che Tania usava spesso fare per stupirmi. Posai la mia mano sul sesso di Serena e spinsi all’interno di questo un dito.
Lo sentii umido e pulsante.
Lei apri ancora di più le gambe per permettermi meglio di approfondire la esplorazione e nel farlo contraeva i muscoli in modo ritmico. La sensazione era bellissima.
Tolsi il dito da quel paradiso e voltandomi verso Tania glielo appoggiai sulle labbra.
“Questa è l’ambrosia di questa bellissima donna, assaggiane il sapore e beati di questo magico profumo”.
Tania non se lo fece ripetere e il mio dito sparì completamente nella sua bocca.
Io che speravo in una risata per distogliermi da tutto quell’imbarazzo capii che avevo fatto un autogol.
Era solo l’inizio di una tre giorni di sesso.
Forse era il caso che cominciassi a provare il viagra,
La vita è bella. Viviamola
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marctania,
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Tania e il desiderio ( cap. IX X XI )
Capitolo IX
Ci fu una volta che ad una tavola rotonda che disquisiva sulle verità della vita me ne uscii con una frase che fece arrabbiare mezzi filosofi ( l’altra metà era fuori a fumarsi una sigaretta o a bere un caffè o a cercare la verità guardando le cosce di qualche bella ragazza) : “ Ma siete sicuri che Socrate sia veramente esistito? Non è che Socrate sia un personaggio che esce dalla penna di Platone?”
Questo detto da un matematico fece imbestialire tutti gli emeriti accademici filosofici.
Le mie deduzioni nascevano da una necessità ben precisa dell’uomo, avere si un contraddittorio alle proprie idee, ma che questo(contraddittorio) dovesse essere indirizzato verso quelle cose delle quali non si è sicuri nemmeno se stessi.
D’ altra parte mi sembrava impossibile che, un uomo come Socrate, sempre alla ricerca della verità non volesse lasciare ai posteri qualcosa di quanto da lui “scoperto” e saputo.
Possibile che a noi siano arrivati solo pensieri suoi scritti da Platone?.
Convintomi in giovane età di questa cosa ho sempre cercato di trovare il lato metafisico e quindi anche antimetafisico in ogni persona.
C’è sempre un momento che un individuo annuncia la sua verità e nello stesso contesto ha sempre un momento di scoramento nel quale annuncia l’impossibilità di determinare una verità.
Il giorno che Tania, due giorni dopo la visita al Privè, mi disse : “ Forse hai ragione tu, non serve realizzare le fantasie, basta averle” io cercai di capirne le motivazioni.
La coppia che ci aveva inseguito nel locale aveva inciso nella sua decisione?
L’aver visto cosa succedeva all’interno l’aveva già soddisfatta?
Ora mi domandavo perché la coppia del Privè aveva insistito in quel modo .
Ci sono due cose infinite nell'universo: l'universo e la stupidità umana, e della prima non ne sono sicuro. Se dovessi rinascere, farei l'idraulico(A.E.)
“E se riprovassimo?” . Tutti nella vita dovrebbero avere la seconda opportunità.
“Tu lo vuoi?”. Mi fissava dritta negli occhi quasi a voler mettere a nudo tutte le mie impressioni di quella sera.
Io cercavo di cacciare l’immagine della bionda dalla testa quasi a vergognarmi che potesse essermi piaciuta e che lei potesse vederla come ad un cinema scope.
“Certo che lo voglio , ma per non far morire un tuo desiderio, per continuare a credere.”
“O per ricevere qualcosa di più dalla bionda?”. Ora sembrava l’inquisitrice. Una torquemada in gonnella.
Si era girata dandomi le spalle , non mi fissava più direttamente ma ora stava sondando il mio fiato, i miei tempi morti nel rispondere. Se avessi risposto dopo un minuto ero colpevole, dopo 55 secondi avevo un complice, dopo 30 secondi chissà.
Mi avvicinai senza proferire una parola e la cinsi a me.
Era agitata , non capiva e non voleva capire.
Quel mondo tanto desiderato ora era un inferno, un luogo pieno di insidie.
“Non era chiaramente una bisessuale, o forse anche si”.
Lo dissi e attesi la sua risposta.
Il suo cuore batteva forte. Fissava il muro e un quadro dove una donna nuda fissava il suo pittore tenendosi un seno in mano.
Ricordo il giorno che avevamo deciso di appenderlo quel quadro. Lo avevamo insieme a molti altri in cantina.
Quando li portammo su per decidere quali utilizzare saltò subito all’occhio di Tania. “Che bello. Astratto, corrente impressionistica eppure dipinto nel ‘900. Bella la modella”.
“Lo mettiamo in entrata?”. Lo dissi io più per provocare che per una convinzione che l’entrata fosse il suo luogo ideale.
Senza proferire parola sulle implicazioni che un quadro simile posizionato in entrata avesse rispose : “ Mettiamolo in salotto che ce lo gustiamo nei momenti tranquilli”.
Ora quel momento non era tranquillo.
“Quella modella secondo te sta guardando il pittore e lo vuole invogliare a fare del sesso oppure sta solo godendo del fatto che molta gente potrà vedere le sue nudità?”
Era zitta e non rispondeva , ma il cuore ora era meno veloce.
Stava pensando.
Dopo qualche minuto che mi sembrò l’eternità rispose con una voce ferma che non dava spazio e contestazioni : “ Sta solo guadagnando la paga di modella”.
“Sabato ci torniamo sai, c’erano troppe cose che ancora non abbiamo visto. Voglio esserci Sabato. Devo prendere possesso di quel posto. Voglio vincere le incertezze, Voglio vivere la Vita. Volli volli fortissimamente volli.”
Era un fiume di parole. Un fiume di certezze.
A parole è facile affrontare l’oceano e poi se lo guardiamo su una cartina non è nemmeno tanto grande.
“Luca ne è sicuro. Questa mattina in chat ha detto che avresti provato di nuovo ad affrontare l’arena.”
Si era girata verso di me e di nuovo mi fissava negli occhi.
“ Il tuo mentore sa sempre tutto”.
“Dai non scherzare. Mi affido a lui perché ci è passato da queste situazioni.”
“Però non sei il tipo da affidarti al giudizio degli altri”.
Mi sfidava. Voleva farmi sentire meno di quello che mi sentivo di essere.
“Questa volta voglio affidarmi”.
“E oltre al fatto che avrei detto che volevo tornarci cosa ti ha detto?”.
“Di entrare nell’arena coprendoti con l’artiglieria, di tenere sempre pronta la cavalleria ai fianchi e coprire le retrovie con la fanteria”.
Scoppiò a ridere abbracciandomi.
Gli era piaciuto lo schema difensivo alla Napoleone.
“Staremo solo sulla difensiva?”.
Mi stringeva i fianchi e mi baciava sul collo.
“ E no generale. Quando lei farà un cenno la sua guardia imperiale sarà pronta ad attaccare e non farà prigionieri sul campo”.
“Cavoli devo scappare, sono in ritardo di 30 minuti”. Avevo un appuntamento di lavoro al quale non potevo mancare.
Mi ero divincolato dall ‘ abbraccio e stavo mettendomi il cappotto. Nel mentre che mi stavo riassettando un po’ i capelli allo specchio dette gli ordini per preparare la campagna militare.
“Allora sabato si torna ma questa volta dirigo io nel corridoio”.
Non mi ricordavo di aver diretto io la prima battaglia.
E’ come quando vai dall’avvocato e ti spiega della causa e come potrebbe finire : “ Qui la vinciamo , li la perde”
E’ come con le donne. Se si vince si vince insieme ma se perdi lo fai sempre da solo.
Adoro le donne perché ti costruiscono la vita attorno , ma non te ne rendi nemmeno conto.
Capitolo X
Lucia aveva ingranato finalmente la marcia nella posizione automatica e Luca aveva tirato su il finestrino mentre Tania si era risistemata al suo posto e cercava di leggere il foglietto lasciatole dalla “Rosa”.
Lo girava e rigirava tra le mani cercando di carpirne la provenienza, il passato e il presente. Il futuro era incerto.
“Accidenti Tania, e tu saresti la inesperta?”. Luca lo disse quasi con orgoglio quasi fosse stato lui con i suoi suggerimenti datimi in mesi di chattate ad aver creato il “mostro”.
“Inesperta in cosa?”. Tania lo disse con un modo di fare da bambina viziata che ci mettemmo a ridere tutti.
Ci conoscevamo solo da 2 ore ma sembrava che ci conoscessimo da anni.
L’appartenenza ad un fantomatico mondo che ci portava a comprendere che il desiderio umano andava oltre il “desiderare in silenzio” o peggio “di nascosto” creava un feeling magico.
“Caro Marco “ era Luca che mi riportava dentro la macchina “ adesso spiega a Lucia chi sei e chi siete”.
Chi sono. Alla faccia della psicanalisi. Dove nasco, da dove vengo, dove vado. Difficile iniziare a spiegare chi sono.
“Cara Lucia hai di fronte un uomo che ha sempre avuto tutto dalla vita. Soldi, donne macchine, amici e si ritrova a dover gestire una donna che gli sta facendo cambiare totalmente la visione della vita. Però mi sento grande perché sono qui”.
Non so perché mi presentai in quel modo , ma così feci.
Potevo dire mille altre cose ma nel momento che dicevo questo e la mente mi suggeriva mille altre vie ed incroci mi veniva spontaneo dichiararmi per quello che in quel momento ero. Un uomo alla ricerca del mito dell’androgino.
Non fraintendiamo questo. Nulla a che vedere con Trans, Ermafroditi o quant’altro. Androgino quale essere che avendo la parte maschili e la parte femminile cercava la soddisfazione in coppia.
“Interessante , ma sbrigativo”. Lo disse guardandomi e con un sorriso provocatorio.
“ Ragazzi voi parlate e parlate ma intanto la notte fugge”. Era stata Tania a interrompere la parte di psicanalisi forse indispettita dall’interesse che Lucia stava dimostrando verso la mia spiegazione.
Lucia prendendo alla lettera Tania : “Se non pensate che corro troppo proporrei un drink da noi”.
Mi girai all’indietro verso Tania per carpire dal viso se la cosa la disturbasse o ne fosse felice.
“Non avete qui a Milano posti simpatici dove poter rimanere in macchina a chiacchierare e potersi scambiare qualche effusione?”. Si sentiva più sicura all’aperto che affrontare la chiusura di una porta alle spalle pensai.
“Ne conosciamo tanti, ma sono posti segreti”. Lucia stava sorridendo e si atteggiava ad agente segreto della Cia mentre proferiva questa frase.
Mi interessava la cosa: “Quanto segreti?”.
“Tanto segreti che la maggior parte che parcheggia e ci va non sa nemmeno che è un posto segreto”.
Mi ero girato verso Luca per capire cosa intendesse Lucia.
Luca faceva il sornione e guardava verso l’alto sorridendo.
Tania si era sporta in avanti con la testa superando lo schienale di Lucia e le aveva posato una mano sul seno. Lucia improvvisamente aveva scartato un attimo con il volante , si era un attimo persa, e si lasciava accarezzare.
Guardava Tania dallo specchietto retrovisore ora con sguardo da gatta. “ Cara Tania tu sei un enigma”.
L’aveva detto con un filo di voce, quel classico filo di voce che porta in se il compiacimento ma anche l’eccitazione che sale nell’umana persona inavvertitamente.
Tania aveva messo a nudo il seno di Lucia e se lo accarezzava.
“Per tutta la cena ho avuto voglia di farlo”.
Eravamo in pieno centro di Milano. Ad ogni semaforo che ci si doveva fermare io cercavo di coprire la scena agli occhi delle macchine che ci affiancavano. Facile se Lucia si fermava sulla parte sinistra della carreggiata, impossibile se si fermava sulla parte destra.
“Questo tra poco si sega”. Era stato Luca a dirlo invitandoci a guardare un automobilista fermo sulla nostra sinistra affianco a noi.
Ero sconcertato.
Questo incurante della strada e del semaforo guardava estasiato la scena che gli stava capitando nella macchina affianco. La macchina dove eravamo noi.
Non riusciva a scrollare gli occhi dal seno di Lucia che orgogliosa si protendeva quasi a voler superare la linea dello stop. Un seno bellissimo, abbronzato .
Tania continuava nel suo “palpeggiamento” incurante di tutto quello che stava capitando attorno.
Tania guardando nello specchietto Lucia disse:“E’ questo il posto segreto?”.
Tania, Tania cosa mi combini.
“Se mi fermo da qualche parte , mi giro e ti riesco a baciare diventa un posto segreto anche questo”.
Le due ragazze erano impazzite. C’erano solo loro nella macchina e tutto il resto del mondo era andato in pausa sigaretta.
Si ammiravano nello specchietto retrovisore e i loro sguardi erano languidi. Si scrutavano e le mani di Tania ora stavano scendendo sul corpo di Lucia e nel farlo il top di Lucia scivolava con loro.
Vedevo distintamente la mano di Tania infilarsi nell’inguine della “sventurata” che a fatica cercava di portare la macchina e la sua andatura ora non superava i 20 km all’ora.
Ad un certo punto ritirò la mano dal sesso di Lucia e me la porse sul viso fino a mettermi le dita sulle labbra.
“Questo è il calore , il sapore e il miele di questa bellissima donna, assaggia”.
Penso che se mi avessero fatto una foto in quel momento si sarebbe potuto vedere lo sguardo del primo uomo che vide lo Yeti.
La vita è piena di sicurezze e di certezze, ma fino a che non le conosci a fondo non farle tue potrebbero riservarti delle sorprese
Capitolo XI.
James girò il bottone della radio. La voce squillante dell’ annunciatore di Radio Club Privè fece vibrare la cassa della Aston Martin.
“Abbiamo un messaggio urgente da comunicare a tutti i soci dei club Privè”
Irritato James spense la radio. Se lo avessero fatto prima si sarebbe risparmiato un inutile spargimento di sangue.
Ora tutto l’ambiente era sul piede di guerra per ritrovare cp_da _favola e imputavano la colpa ad un non ben identificato singolo facente parte della Spectre.
Più il tempo passava più era improbabile ritrovare la coppia.
Correva a velocità sostenuta sulla statale 11. Aveva l’appuntamento al molo 10 di Peschiera con Marco e Tania, agenti segreti della SSPT.
La nebbia lo obbligava a tenere gli occhi puntati sulla strada.
Il ricordo andava alla mattina quando ricevette la telefonata da Mister M : “James, la regina ha bisogno ancora di lei. Ha una prenotazione a suo nome , a nome james Bond, senza copertura all’ Hotel Tre Corone di Verona. La missione è scoprire che fine hanno fatto gli agenti cp_da_favola che mancano dalla nostra agenzia di Verona da circa 10 giorni. Priorità assoluta”.
Quando una coppia per un certo periodo si prende un po’ di vacanza purtroppo l’unico che può farne luce è James Bond.
Le voci cominciano a divulgare le più disparate motivazioni e molte volte ti aspetti di sentire che … “ Ma davvero?”. “ non ci credo”. “ Te lo giuro”. “ E lui cosa ha detto?”.
Era un po’ che frequentavamo questo club ed avevamo conosciuto molte coppie simpaticissime e veramente carine.
La seconda volta che ci eravamo tornati Tania era entrata con molta circospezione e con meno entusiasmo della prima volta.
Entrando si era messa a scrutare le persone alla ricerca di qualcosa.
“Ma vuoi che ci sia anche questa sera la bionda?”. Lo avevo detto nella speranza di tranquillizzarla. “ Ma oltre a questo , visto che siamo fuggiti l’altra volta, vuoi che anche questa volta perdano la serata dietro a noi?”.
Non era convinta di quello che dicevo e lo si capiva o qualcosa d’altro la disturbava. Depositando la pelliccia non osava guardarmi negli occhi come se io fossi la colpa di tutti i mali del mondo.
Le posi la mano attorno alle spalle e si discostò quel tanto da poter gestire in autonomia il suo passo.
Cercai di capire cosa potevo aver fatto di male.
In macchina si era parlato del più e del meno e comunque non della serata.
Stufa di tenermi il broncio si girò e mi fissò negli occhi.
“Non l’hai vista?”.
“Chi?”
“La bionda”.
Oddio. C’era la bionda?
Cominciai allora a guardarmi attorno e notavo che lei mi fissava e non credeva minimamente a quello che facevo. Per lei stavo recitando.
C’erano almeno 200 persone. Cominciai con il guardare le più vicine al bar, niente.
In Pista , nulla. Ad un certo punti la vidi. Era in fondo alla sala a circa 60 metri da noi in mezzo ad altre persone, seduta sopra un uomo, e si vedevano si e no i capelli.
“Secondo te io togliendomi il cappotto, cercando di aiutarti a togliere il tuo , sono riuscito a vedere quel puntino di capelli in fondo alla sala?.
La sua gelosia mi feriva sempre.
Un giorno Gianmaria, marito di Sara, una coppia conosciuta in questo privè, mi disse : “La gelosia di Tania non ha limiti”. La verità è invece che Tania non è gelosa , è solo che vuole che le cose vadano esattamente come lei le ha previste. E come dargli torto.
La fissavo sorridendo adesso e questo la faceva sempre arrabbiare, e lo sapevo. Ma era troppo bella quando si arrabbiava.
Mi accorsi che la nostra disputa di sguardi non era passata inosservata e quasi tutti gli astanti erano intenti a controllare cosa sarebbe successo.
Una lei di coppia si avvicinò e allungando la mano verso Tania si presentò : “Piacere Emanuela”.
Fu come se dopo chilometri e chilometri di autostrada ad un certo punto trovi il casello. Era un punto di arrivo.
Lo so che chi sta leggendo a questo punto sta chiedendosi come si fosse conclusa quella sera e cosa implicò la conoscenza di Emanuela e Paolo. Ma purtroppo Tania sta scendendo dalle scale con la borsetta. E’ pronta per andare a mangiare fuori e non posso far attendere il “mio amore” nemmeno per il vostro piacere di leggermi.
Questa volta concludo il capitolo in anticipo e vado a vestirmi. Ebbene si, non sono ancora pronto, ma non ditelo a Tania.
Ma poi James Bond riuscì ad arrivare all’appuntamento al molo 10 di Peschiera? E soprattutto vi siete chiesti dove vi ha portato la vita?
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marctania,
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come è nata la nostra storia
un bel pomeriggio d'estate di 1 anno fa io e mio marito (lo zio) eravamo in vacanza con tutta la famiglia in una località sul lago di garda, insieme a noi c'era il fratello dello zio con i fgili, ma non tutti mancava il più grande ( il nipote).quel pomeriggio io e lo zio eravamo rimasti in casa soli e aprofittandone di questa cosa io in costume e lui anche abbiamo iniziato a scopare in sala sucessivamente poi spostandoci in camera da letto.abbandonando senza pensarci i costume sul divano.mentre eravamo in camera che lo facevamo mi accorgo di un ombra che ci gaurdava..dallo specchio vedo mio nipote con i pantaloni jeans e polo che si masturba con in mano il pezzo sotto del mio costune, io li per li volevo nascondermi e urlare ma ero talmente presa dal momento quasi arrivato all'orgasmo che mi resi conto che il fatto di esser vista da mio nipote mi eccitava di più tanto da venire quasi subito.a fine scopata gaurdo alo specchio e mi accorgo che lui non c'è più. faccio finta di nulla mi rimetto il costme che avevo lasciato in salotto e che era dove l'avevo lasciato, mio marito anche e poi 5 minuti il tempo di mettere su il caffè entra il nipote dalla porta di casa con la sua borsa. ci aveva raggiunto più tardi perchè problemii di lavoro e si fermava solo per un paio di giorni. ci salutammo baci e abbracci e il mio sguardo cadde sul suo uccello e il suo sul mio seno avevo i capezzoli durgidi e si vedevano.beviamo il caffè..lui dice: vado in camera a disfare un pò la valigia" e noi ok siamo qui.esce dalla camera e lo vedo in costume e gli chiedo : "dove vai?" e lui mi risponde: "in doccia". in quello stesso momento mio marito mi dice: "vado in bici un oretta così ho tempo prima di tornare per cena"..e io rispondo: "ok a dopo..."il nipote in doccia io in cucina da sola e penso che fare un pò timida un pò no curiosita sono li che penso..dopo un pò prendo coraggio vado verso il bagnio busso per più volte e lui non mi risponde. era sotto lo doccia non mi aveva sentito entrare faccio una pazzia mi tolgo il pezzo del cotume sotto e gli e lo lancio da sopra dentro la doccia..ero agitata e un pò nervosa lui fa tipo un esclamazione del tipo e che caz...è....e chiude l'alcqua apre la porta della doccia tira fuori la testa si gira e mi vede..sono li che con le mani mi copro la patata e penso ma che cazzo ho fatto sono stupida..e invece ecco che succede lui esce dalla doccia tutto bagniato con il suo cazzo duro in tiro ci avviciniamo appena vicino sento al sua mano e le sue dita dentro di me ero tutta bagniata e li inizia a masturbarmi e con l'altra mano mi prende la mano e me lo porta al suo cazzo. lo stringevo in mano duro gonfio pronto per esplodere mi abbasso mi metto in ginocchio davanti a lui e inizio a succhiarlo per bene tutto era un piacere sentirlo, un musclo così duro in bocca era da tanto che non lo sentivo.a un certo punto mi sento presa dalle spalle e mesa a 90 sul mobile dove c'è lo specchio e il su cazzo entra subito dentro al buco ero super bagniata era da tanto che non ero cosìlui inziò a tringermi le tette e a farmele uscire dal costume e una volta con i capezzoli in mano li prese e inizio a stigarli mentre da dietro sentivo senpre più spintaa un certo punto lo sento usicre all'improvviso lasciadomi senza fiato e vedo dallo specchio che si masturba pronto per venire..lo fermo mi prendo il suo cazzo e me lo rimetto dentro e lui mi dice: "sicura??"e io :"si traquillo"..dopo 10 secondi sento un lago e un pulsare dentro di me che era da tanto che non sentivo così forte un piacere mai visto e mai sentito. subito metto le mani sotto per eviatare che coli tutto ma era veramente tanto e mi accorsi che la mano piano piano si riempiva.nel frattempo lui si era sposto e aveva preso della cartaigenica e me la portò, io la rifiutai e inizia a lecacami la mano con lui sbalordito ed eccitato che mi gaurdava e mi diceva: "sei una porcella allora". finito lui tornò in doccia e io in sala per eviatre che qualcuno ci trovasse insieme.Usicto con l'ascigamano sulla vite che copriva la parte sotto vedo che il suo cazzo è ancora duro e fa effetto bogna sull'asciugamano. lui se ne va in camera e i lo seguo. si era già messo i boxer e io lo presi lo tirai fuori e inizia a succhairlo velocemente. lui si butto sul letto e io davanti a lu in ginocchio volevo il suo nettare di nuovo e dopo poco risuci ad ottenerlo, una bella spruzzata in bocca caldo e saporoso. mi rialzai e lui affiondo la sua bocca sul mio seno e inizio a suchiarimi il seno e a msturbarmi di nuovo lui mi disse: "già bagniata" ero super eccitata. con la sua mano mi fece venire stando in piedi davanti al letto un piacere enorme...stupendo
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AdamDTS,
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Tania e il desiderio (cap. VI VII VIII )
Capitolo VI
Io e Tania ci eravamo conosciuti per gentile interessamento di un mio collaboratore che un giorno l’aveva vista e subito aveva pensato che era la donna giusta per me.
Tania era una ragazza di mare, una triestina piena di vita e di voglia di vivere. Esternamente era una ragazza spigliata ma poi con il tempo mi accorsi che era una posa e che il suo modo di porsi così spregiudicatamente al prossimo derivava da una fortissima timidezza che cercava di vincere.
A Franco un giorno durante un viaggio a Monaco di Baviera avevo cercato di spiegare il mio modello di donna.
Bionda, occhi azzurri, amante del mare e ancora meglio nata in una città di mare. La volevo bella, molto bella e anche saggia, molto saggia. Volevo che gli occhi fossero espressivi e il viso mi ricordasse una fata. Non la volevo seria, ma la volevo fedele nelle intenzioni, calda ma nello stesso tempo consapevole che poteva ferire.
Ricordo che dopo la spiegazione mi girai verso Franco con aria seria. Lui mi fissò ridendo e disse : “ Credi ancora a Babbo Natale?”.
Erano passati tre mesi dal quel viaggio quando Franco arrivò nel mio ufficio trafelato e con passo veloce.
“Te l’ho trovata?”
Risposi con il viso da ebete : “Cosa?”
“La tua donna ideale”.
Mi misi a ridere e ricordo che dissi : “Credi ancora a Babbo Natale?”
“No, no è reale, o meglio credo che sia la tua donna ideale”
Farfugliava, cercava di spiegarsi ma la frenesia lo faceva straparlare, sembrava che avesse visto una fata.
“Ok, calmati e spiega”.
“Oggi sono dovuto andare in tribunale e mentre aspettavo che mi chiamassero per una testimonianza ascoltavo una conversazione tra una ragazza che si dichiarava praticante e quello che doveva essere un assistito del suo studio. Più la guardavo e più mi ricordava la descrizione che mi avevi fatto quel giorno in macchina andando a Monaco.”
“eh eh eh , ma dai”, continuavo a guardarlo ridendo.
“Si si credimi. Ho preso il coraggio ad un certo punto e le ho detto che tu hai bisogno di un buon avvocato per una tua causa”.
“Quale causa”, ormai ridevo anche con gli occhi.
“Ma che ti importa quale causa ce ne inventiamo una”.
“Tu sei tutto scemo”. Ridevo e fingevo di farlo passare per visionario.
“Ascolta, ti ho preso appuntamento nel suo studio per lunedì alle 10”.
“Ma stai scherzando”. Ora lo guardavo cercando di capire se scherzava e se era serio. Più lo guardavo e più mi rendevo conto che non scherzava. Franco era impazzito.
“E cosa le racconto, che un cane mi ha pestato un piede e che voglio vederlo in galera?”.
“Ma dai, vedrai che qualcosa ci inventiamo, ti accompagno io”.
Ero basito, avevo un appuntamento galante e di lavoro con una donna che non conoscevo e della quale dovevo essermi innamorato per interposta persona.
Da non crederci.
“Ma scusa, a me piace che ami il mare e che sia nata in località di mare”.
Si mise a ridere : “E’ una velista ed è nata a Trieste”.
Dicendolo mi aveva buttato un foglietto sulla scrivania, si era girato e chiudendo il pugno aveva sollevato il pollice in alto. Chiudendo la porta mi aveva fatto anche l’ occhiolino.
Presi in mano il foglietto giallo che mi aveva lanciato e lessi.
“Dottoressa Tania G. presso studio …….. cell 333 5654 XXX” . Questa o aveva fame di lavoro o aveva fame di uccelli per lasciare a uno qualsiasi il cellulare pensai.
Tra sabato e domenica ricevei e feci almeno 20 telefonate con Franco. Cercava di convincermi che non potevo mancare all’appuntamento del lunedì. Finalmente mi convinsi se non altro per fargli un piacere e mi inventai una specie di possibile causa che avrei potuto inscenare.
Il lunedì mattina trovai, sotto lo studio di Tania, Franco
che mi aspettava e salimmo. Tania non c’era e la signorina ci fece accomodare nello studio del collega titolare dello studio dove Tania lavorava come praticante.
Mi toccò raccontare la causa inventata che volevo che mi seguissero e mi sentivo uno scemo. Ogni tanto guardavo Franco e lo fulminavo con lo sguardo.
Poco dopo fummo distratti dalla porta che si apriva e mentre mi voltavo sentii cadere qualcosa per terra. Il mio sguardo corse sull’oggetto caduto, era un’agenda. Dietro all’agenda scorsi delle bellissime scarpe nere con tacco a spillo e delle gambe affusolate e bellissime. La ragazza si stava chinando per riprendersi l’ agenda e io nel tentativo di aiutarla mi ritrovai all’altezza del suo seno che cercava prepotentemente di uscire dal tailleur. Rimasi colpito da un profumo dolcissimo e alzando il viso ci incontrammo con lo sguardo. Rimanemmo penso più di 20 secondi a guardarci negli occhi, lei ancora china e io rivolto in una posizione scomodissima verso la sua figura.
“Tania, questi signori sono qui per una causa che vorrebbero aprire, la prendi in carico tu?”.
Lei si alzò, si ricompose e senza aggiungere altro disse: “ Si, è il genere di cause che mi piace”.
Non ci capivo più niente. Come faceva a sapere che tipo di causa avrebbe dovuto seguire?
Lei mi fugò tutti i dubbi, si girò verso di me e con aria timidissima disse : “Sono a sua completa disposizione”.
Io non so dove mi porta la vita, ma da quel giorno mi sono lasciato trasportare, e volentieri.
Capitolo VII
Noi, Luca e Lucia uscimmo dal ristorante che stavamo ancora ridendo. Era una bellissima notte di maggio, la temperatura era tiepida e la primavera invogliava a continuare la nottata in modo allegro e intrigante.
Ora per volere di Luca eravamo a coppie invertite. Lucia era sotto braccio a me mentre Tania accompagnava Luca.
Uscendo i camerieri ci avevano lanciato un saluto ossequioso, penso che qualcosa avevano sentito dei nostri discorsi e comunque la bellezza delle due ragazze non era passata inosservata.
Durante la cena a Tania era uscito spesso un seno e questo aveva procurato una certa eccitazione in Lucia ma anche nei camerieri che da li in poi ci servivano in coppia e si davano i turni per rimanere a nostra disposizione vicino al tavolo.
Tania aveva riso di gusto, le piaceva provocare e lo faceva con una nonchalance degno di una regina.
Arrivati alla macchina di Luca lui si girò verso me e Lucia che eravamo subito dietro e disse : “Facciamo un giro per la Milano by night?”.
“Se conosci qualche posto intrigante volentieri”.
“Potremmo fare un puttan tour!”.
Le ragazze annuirono all’unisono e questo rese Luca molto contento di aver avuto un ‘idea così brillante.
Sorridevo. Queste cose le facevo quando ero minorenne ma mai avrei pensato che avrei potuto farle da imprenditore affermato.
Salimmo in macchina sempre a coppie invertite. Lucia prese la guida della macchina di Luca, io mi sedei affianco a lei mentre Luca e Tania si sedettero nei sedili posteriori.
Luca dava le indicazioni a Lucia di come arrivare nei posti più interessanti e ci diceva “Li si che ce ne sono di belle”.
Sembravamo dei ragazzini.
“Quella è bellissima”. Era stata Tania a lanciare un urlo e indicava verso la nostra destra una ragazza con i capelli lunghi color platino. Era in compagnia di un’amica e stava parlando al cellulare. Lucia mise la freccia e rallentò l’andatura. “Si è carina”.
Luca dietro di me stava tirando giù il finestrino e Lucia si fermò. La ragazza finì la telefonata e si avvicinò al finestrino dove Luca nel frattempo si era preparato per cominciare la probabile trattativa.
Era veramente bella e poteva avere 22 o 23 anni. Alta e con due bellissime gambe. La pelle era chiarissima e il viso era molto carino. Con le mani stava sistemandosi i capelli mentre stava chinandosi verso Luca.
“Ma siete in 4, e avete già due donne”.
L’accento denotava che non era Italiana. Poteva essere ungherese e polacca.
Fu Tania che precedette Luca e avvicinandosi al finestrino sulla sua destra si mise a parlare con la ragazza : “Non ti piacciono le donne?”.
La ragazza rimase un po’ colpita dalla frase di Tania e ci guardò ad uno ad uno. Si soffermò poi sul viso di Tania: “Non ho mai avuto rapporti con donne”.
Il suo italiano era corretto e a parte la cadenza si sarebbe potuto dire che era di madrelingua italiana.
Avevo voglia che lo scherzo finisse. Per quanto fosse una bella ragazza, quello che rappresentava mi metteva un po’ a disagio. Lei ci guardava con uno sguardo gentile e il suo modo di fare era molto elegante. In qualsiasi altro posto la si sarebbe potuta scambiare per una studentessa straniera in Italia. L’abbigliamento era piuttosto sexy, ma non volgare. Moltissime ragazze che vanno in discoteca sono molto più discinte e più appariscenti.
“Ti ringraziamo, buona serata”. Avevo proferito il mio saluto nella speranza di indurre Lucia a inserire la D sul cambio automatico e andarcene.
Tania non era della mia idea. Quella sera era euforica e i giochetti con Lucia l’avevano eccitata. Si protrasse ancora un po’ verso il finestrino fino a sedersi in braccio a Luca e adesso stava allungando la mano verso la ragazza.
“Come ti chiami”. L’aveva detto con una voce mielosa e piena di sottointesi e la sua mano stava già scorrendo sulla coscia della “polacca”.
“Juliet”. La voce di Juliet era adesso rotta e meno decisa. La carezza di Tania la stava evidentemente imbarazzando ma non si ritraeva. Fissava Tania negli occhi e il suo sguardo era molto compiaciuto. Io girato verso di loro le osservavo e riuscivo a vedere anche Luca che era molto divertito della situazione e aveva bisbigliato un “Ahhh, però”.
La mano di Tania scorreva sulle cosce di Juliet con fare che solo una donna conosce. Ora indugiava verso l’inguine che ora usciva dalla minigonna leggermente sollevata da Tania e si poteva vedere le mutandine bianche trasparenti contornate da pizzo.
Juliet si era appoggiata al finestrino della macchina in una posa da contorsionista e adesso passava lo sguardo dal mio a quello di questa ragazza che con fare sapiente la stava conducendo all’eccitamento.
“Sei un bella ragazza”. Tania lo aveva detto con una voce sincera e con l’altra mano accarezzava il volto ora arrossato di Juliet.
Juliet a quel punto si scostò dalla macchina si riassetto e cercò di riprendere un po’ del suo controllo. Il suo volto denotava stupore. Lei, professionista del mestiere si stava lasciando coinvolgere in un gioco erotico e si stava anche eccitando. “Si frugò nella borsetta e tirò fuori un bigliettino.
Con fare nervoso lo posò nella mano di Tania: “E’ il mio numero di telefono, magari ci si mette d’accordo per qualche sera, non sempre lavoro”.
Credo che Tania non abbia mai usato quel numero, ma comunque noi avevamo conosciuto “Il Nome della Rosa”.
Capitolo VIII
Mi sono sempre sentito un fervente Cristiano, ma io credo in Dio non per fede ma per deduzioni scientifiche e logiche.
Ci sono molte cose che mi inducono a credere,: prendiamo l’infinito, il grado di pensiero a cui possiamo arrivare con la nostra mente che sicuramente non è casuale, la teoria della relatività, la mancanza di un vero tempo ma la consapevolezza che tutta la storia del mondo è possibile viverla in un lasso infinitesimo.
Da Cristiano, ma meglio ancora mi definisco un essere religioso che è a conoscenza che una cosa più grande di lui vige sopra la sua testa, ho sempre cercato di rispettare le disuguaglianze e i pensieri altrui nella convinzione che le diversità creano la ‘magicità’ della vita.
Quando chattando per la prima volta mi ritrovai a chiacchierare in internet con Luca ricordo che la prima cosa che mi scrisse fù : “Sei nuovo?”
“Diciamo che sono nuovo di questo mondo di chat”.
“Sei in coppia?”
“Nella vita reale si, qui sto cercando di capire che spazio potrei ritagliarmi. Ho una lei che vuole entrare in questo ambiente, io sto cercando di capire se è una cosa buona”.
“C’è di tutto in questo ambiente, come ti chiami?”
“Marco”.
“Marco, per prima cosa dovreste capire voi cosa volete”.
Bella domanda: cosa vogliamo, cosa cerchiamo, dove vogliamo arrivare.
“A dire il vero sto cercando di capire da cosa può derivare un certo desiderio di fare sesso non solo in coppia ma con qualche altro condimento”.
“Ti chiede questo?”.
“Diciamo che non chiede, ma esprime queste fantasie”.
Quella volta aspettai molto una sua continuazione, non capivo se stesse cercando delle frasi adeguate o se invece era impegnato con il suo lavoro.
Precedentemente a questa conversazione ne avevo fatte altre ma erano state ben magre.
Per lo più erano persone che cercavano in maniera diretta di fare sesso. Alcuni proprio ti chiudevano la finestra con un bel “Perditempo che non sei altro”.
Alcuni erano diretti : “Ma alla tua donna piace fare sesso anale?”. “Non avete mai provato a fare sesso in tre”.
Che squallore. Tutto si riduceva a un semplice gesto meccanico. Non cercavano sensazioni od emozioni. Oltre tutto non piaceva nemmeno l’incognita di un incontro casuale, doveva essere già tutto prestabilito. Se lei non faceva sesso anale che ci si trovava a fare?.
“So a cosa ti riferisci, ci sono passato anch’io”.
Finalmente qualcuno che mi capiva. La maggior parte alla quale dicevo che eravamo alle prime esperienze, o meglio alla prima, e riferivo quanto detto a Luca mi rispondeva :”E tu hai una donna che vuole fare la porca e non me l’hai ancora portata qui?”. Questa frase riassume in sintesi la maggior parte dei concetti che venivano espressi.
“E cosa hai fatto tu?”. Lo chiesi con un certo rispetto.
“Quello che sicuramente farai tu, l’ho assecondata, la accontento fin dove posso”.
Adesso volevo capire, avevo trovato finalmente una persona, un essere, un individuo che era passato dal mio stesso stadio embrionale.
Luca, mi spiegò in mesi di email e chattate quale era stato il loro percorso. Naturismo, esibizionismo, Croazia, Corsica , Privè, singole, coppie. Con il passare del tempo cominciavo a capire che i desideri di Tania erano desideri comuni, la differenza era data dal fatto che lei li esprimeva, la maggior parte delle donne no.
Con Luca si era creata una bellissima intesa. Ogni giorno in quell’ ambiente di Windows che è Msn Messenger ci si trovava. Io gli dicevo i miei progressi mentali e lui mi sciolinava le loro esperienze. Per lo più esperienze disastrose intervallate con esperienze esaltanti e piene di pathos.
“La maggior parte delle coppie vive questo mondo perché all’interno del loro rapporto non c’è più niente, sono le coppie da evitare”. Questa era una raccomandazione che Luca mi faceva spesso.
“Una coppia deve potervi dare qualcosa in cambio a quello che date voi, ma se non hanno niente da dare a loro stessi, cosa possono darvi?”. Fin troppo logico.
Ogni tanto mi dava contatti email di coppie con le quali loro avevano avuto dei begli incontri, ma io ero restio a contattarli, mi sembrava di rubare qualcosa a Luca.
Nasceva sempre di più in me la convinzione che il primo incontro che avremmo fatto sarebbe stato con Luca e Lucia.
A Tania ogni tanto riferivo cosa ci dicevamo in Messenger, ma in lei nasceva sempre di più l’idea che non avrei mai fatto il passo per accostarmi ad un mondo che secondo lei consideravo sporco e squallido.
“Ma tu sei geloso?”. Una sera Tania se ne uscì con questa frase mentre stavamo mangiando una buonissima tagliata di cavallo.
“Si sono geloso, ma sono più geloso di quello che pensi e non mi dici piuttosto che di quello che mi metti al corrente”. In questa frase c’era molto di più di una semplice risposta ad un mio stato emotivo. C’era un pensiero a monte di anni di riflessioni su cosa era per me la gelosia. Mi sentivo geloso quando parlavo e lei pensava ad altro, anche quando non dava sufficientemente peso ai miei problemi mi sentivo geloso, o forse era solo una forma di egocentrismo.
Non ero geloso quando facevano apprezzamenti su di lei direttamente davanti a me, anzi mi inorgoglivano,
Capitava spesso che qualcuno mi dicesse apertamente : “E’ proprio una bellissima donna”, o che l’apprezzamento arrivasse direttamente a lei con io che ascoltavo.
Un volta passeggiavamo per Rimini e stavamo entrando in una boutique. Un mendicante si era avvicinato per chiedere l’elemosina e io finsi di cercare qualche monetina. Tirai fuori le mani vuote dalle tasche in segno che purtroppo non avevo trovato niente.
Il signore ci guardò, poi si mise una mano in tasca e tirò fuori una moneta che poi scoprimmo essere un Leva Pesante, una moneta Bulgara. Fece il gesto di porgerla nella mano di Tania , la quale l’accetto, e nel fare questo disse : “ Un omaggio a una bellissima coppia, c’è una scia di amore dietro di voi e la vostra bellezza da serenità”.
Mi vergognai di aver finto di non trovare la questua.
“Ma se una donna cercasse di ‘scoparti’ e magari è anche una bella donna cosa faresti?”.
Tania era gelosissima, ma più che gelosa delle mie intenzioni quello che la preoccupava erano i desideri delle altre donne. Non si preoccupava che io avessi voglia di una donna, ma che una donna avesse voglia di me e mi circuisse.
Quelle volte che dicevo : “ Carina quella tua amica”, lei subito se ne usciva con un : “Vuoi che provo a vedere se riusciamo a coinvolgerla?”.
Al che io mi bloccavo, capivo perfettamente che non scherzava e che se dicevo di ‘si’ si sarebbe impegnata per realizzare l’ incontro.
Luca era un Giudice per le indagini preliminari mentre Lucia era un medico cardiologo. Non che la cultura c’entri molto con il sesso, ma con la sensibilità penso di si. Poi con il tempo mi accorsi che non era tanto la cultura, ma la maturità d’animo. Ho potuto conoscere persone senza un minimo di cultura, ma con una profondità eccezionale. Magari non riuscivano ad esprimere i concetti, ma quello che riuscivano a darti solo per il fatto che erano li presenti vicino a te era enorme. Viceversa ho conosciuto anche gente di cultura che la parola emozione l’avevano letta nei libri ma non sapevano minimamente cosa significava.
“Marco, torno a casa Lucia mi aspetta”.
“Aspetta Luca, domani ho deciso di portarla in un Privè”.
La risposta si fece attendere, pensavo ormai che se ne fosse andato e avesse lasciato acceso il Pc.
Dopo un poco : “Ho chiamato Lucia, le ho detto che faccio tardi, racconta”.
Ora a distanza di tanto tempo c’ è gente che dopo aver conosciuto Coppia_da_sbucciare ( nick di Luca e Lucia in internet) si permette di dire qualche maldicenza su di loro. Questo ammetto che mi fa piacere che avvenga perché mi permette di capire che è una coppia che sicuramente non ha niente da dare all’interno del loro rapporto e sicuramente non ha niente da dare a noi.
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marctania,
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Tania e il desiderio (cap. III IV V )
Capitolo III
Il sesso di gruppo mi ha sempre fatto venire in mente le orge romane. Chissà perché. O forse il perché lo so. Sono le uniche orge di cui si parla e ti parlano a scuola.
I romani non si vergognavano di questa pratica e anzi la decantavano.
Io e Tania ci conoscevamo già da 4 anni la volta che siamo usciti insieme da soli per la prima volta.
L’ appuntamento è stato un po’ rocambolesco e preceduto da piccole ripicche da una parte e dall’altra. Forse esisteva la paura che la serata potesse non andare come la si era immaginata per tanto tempo.
Il ristorante era molto carino e i camerieri molto professionali. Il cibo era all’altezza del ristorante e i piatti di pesce che si susseguivano si accompagnavano perfettamente al buonissimo vino scelto per nostra accondiscendenza dal sommelier.
Devo dire che fu la cena in cui mi sentii più a disagio. Lei mi stuzzicava continuamente e la mia virilità continuava a esplodere a dimostrazione che non ero insensibile alle lusinghe e alle belle donne.
Francamente non mi ricordo quanto pagai tanto ero preso da altri pensieri più interessanti. Il ritorno verso Verona fu ancora un tormentone. Lei continuava a provocare e io mi sentivo dentro una forza innaturale. Arrivati sotto casa sua cercai di prendere delle piccole iniziative ma queste venivano subito stoppate. Finalmente Tania si avvicinò e mi baciò con trasporto. Io da buon maschio italiano allungai allora le mani nel tentativo di afferrarmi a qualcosa che mi permettesse di rimanere in equilibrio e mi ritrovai con il suo seno in mano. Lei si distaccò subito con un’aria indispettita: “Non è un po’ presto per andare oltre?”. Sono le due di notte pensai scherzando, dovevo aspettare le tre?.
E’ strano dove ti porta la vita. Ero pronto per partire per una vacanza in barca di 20 giorni. Al mare l’equipaggio mi aspettava già da un’ora eppure io ero li che avrei aspettato volentieri l’ora fatidica delle tre per proseguire e andare oltre. Ma poi le tre era l’ora fatidica? Forse voleva intendere giorni, mesi, appuntamenti e chissà cosa altro.
Si sentivano distintamente le acque dell’ Adige che scorrevano mentre ci guardavamo negli occhi e questo creava un chè di armonioso intorno a noi.
Presi la decisione : “Tania, devo andare e sono in ritardo”.
Lei allora si avvicinò di nuovo e mi baciò. In quel bacio c’era finalmente tutta l’attesa di quattro anni. Sentii delle vibrazioni nuove e piene che non lasciavano dubbi e che soddisfavano tutte le attese. “Ci rivediamo?”. Mentre lo diceva mi fissava negli occhi. Io mi sentivo come un bambino che aveva appena rubato la marmellata. Non sapevo cosa rispondere e cercai di buttarla in ridere: “Se il tempo lo permette e se mi lasciano ritornare”. Penso che Ulisse non sarebbe stato capace di dire di meglio.
Durante il viaggio continuai a ripensare alle ore passate e l’immagine e le parole di Tania mi accompagnarono al punto che le 4 ore mi sembrarono un semplice viaggio verso il lago di Garda..
Il giorno dopo il pensiero dei venti, del mare e delle mete avevano cancellato la bella serata e così il giorno successivo. Il vento rinforzava e le manovre in barca erano sempre più difficili.
La sera finalmente mi ricordai che era il suo compleanno, presi il telefonino e composi il suo numero. Primo squillo, secondo squillo.
La sua voce : “ Pronto”
“Ciao bella, buon compleanno”
“Finalmente mi hai chiamata, è da questa mattina che aspetto la tua telefonata”
Un po’ in colpa : “Non ho potuto farlo prima, abbiamo faticato da Pola a Krk, il tempo è stato inclemente”. Cercavo di scusarmi ma nello stesso tempo mi domandavo perché dovevo farlo. In fondo c’era stato solo un bacio.
“Spero tu abbia passato una bella giornata?”
“L’ho passata con Paola a parlare di te, tutto il giorno”.
“Ma perché allora mi hai tolto le mani?”. In questa frase c’era tutta la mia incertezza, tutto il mio essere maschio che si domandava cosa ero io per lei. E poi si dice che siamo cacciatori. Ma se noi siamo cacciatori loro sono le prede che si fermano come sagome e attendono di essere colpite, ma se non vogliono farsi colpire scappano ad una distanza che il tuo fucile non le può raggiungere.
La sua risposta non si fece attendere : “ meglio desiderare che avere”.
Chiusa la telefonata mi dovetti sedere . Mi veniva in mente il mito dell’androgino, quell’essere completo dei fattori uomo e donna che fu diviso dagli dei perché considerato pericoloso. Per quanto avrei dovuto vagare prima che gli dei mi permettessero di ricongiungere le due metà?
Fino a poco prima l’immagine di Tania era solo un semplice pensiero, ora con una frase che implicava il desiderio stava riempiendo la mia mente di navigatore, di marinaio con una donna in ogni porto. Con il tempo e ripensandoci tutto questo l’ho collegato ad una frase di una coppia conosciuta in un privè nel milanese, Billy e Billina ( vi accorgerete che i soprannomi delle coppie sono alquanto carini) :”A volte i desideri di coppia vanno soddisfatti, a volte è meglio che rimangano dei desideri”.
Il secondo appuntamento lo programmammo al mare, su una barca. Erano passati 22 giorni dalla sera del bacio.
Partimmo subito per la navigazione anche per liberarci dell’imbarazzo che ci stava procurando il vederci dopo un lungo periodo. Il bacio era un ricordo lontano.
Mi dette una mano nelle manovre tanto da potermi accorgere che era una provetta marinaia.
Non successe nulla per tutta la giornata. Al ritorno in porto e nelle manovre di attracco la vedevo impaziente di qualcosa, ma non riuscivo a capire di cosa.
“Andiamo a bere qualcosa giù in dinette?”. Lo disse che un po’ di malizia e questo mi procurò un certo imbarazzo. Eravamo attraccati, dalla dinette si poteva osservare la gente che passeggiava sulla banchina e chiaramente loro potevano osservare noi. Ad un certo punto lei si avvicinò, posò il calice sul tavolino e si spogliò. Rimase nuda, abbronzata ad osservare la mia reazione.
“Ci possono vedere”. Penso di aver proferito queste parole balbettando. I miei occhi erano fissi sul suo corpo. Mi appoggio le mani sulle spalle spingendomi all’indietro sul divanetto.
Mi guardava fisso negli occhi e con un sussurro: “ Speriamo di dargli un bello spettacolo”.
Con le mani mi stava togliendo il costume e cercava la mia virilità. Misi finalmente le mani sul seno e questa volta la reazione fu di abbandono e non si ritrasse. Il seno era bellissimo, sodo e morbido nello stesso tempo e reagiva in modo percettibile ad ogni mia carezza. I corpi si stavano aggrovigliando e il sudore rendeva il suo corpo d’orato e lucido. Mi stavo lasciando andare, i sensi prendevano il sopravvento sulla razionalità.
Con un ultimo sforzo mi uscì di bocca un : “ Se guardano dentro ci vedono”.
Mi fisso dritto negli occhi, i suoi occhi azzurri brillavano, le sue mani stringevano forte le mie parti più care : “ Speriamo che una donna ci veda e venga a farci compagnia”.
Facemmo l’amore in tre, anche se eravamo in due. La terza andava e veniva nelle sue fantasie. Ora ci assecondava, ora ci guardava. Fu una cosa strana, intrigante e nello stesso tempo imbarazzante.
Riusciva a farmi credere muovendo le mani che ci fosse, ma ora non c’era tra di noi, adesso si e mi accarezzava. Ora il mio pene finiva nella bocca della sua ospite, ora stavo facendo l’amore con lei.
Io sudavo, i sensi mi prendevano completamente la mente, non sapevo che nome di donna ringraziare, la ospite non ci aveva detto il nome. L’orgasmo arrivò liberatorio. L’urlo penso che spaventò anche il marinaio della pilotina che stava entrando in porto che prontamente azionò la tromba con i due colpi.
Mi accasciai di lato a lei, ansimavo. Lei mi accarezzò la fronte, mi prese la mano e mi ascoltava il cuore che batteva sul polso.
“Ma chi era la tua amica”.
Gli occhi erano sorridenti, alzò la mano in alto e la aprì verso di me facendola girare di quel mezzo giro, il classico gesto che significa : ‘ e chi lo sà.
Secondo me lei sapeva chi era l’ ospite inaspettata, la sua mente l’aveva modellata, ma io non lo so e facilmente non lo saprò mai.
Ma questo non ha importanza. Da li a poco le amiche si sarebbero intensificate e molte volte venivano anche chiamate da un invito. Io cominciavo a subire questo gioco e volevo poterle dire : “ Ma quando facciamo l’amore in due”.
Più il tempo passava più mi accorgevo che le sue fantasie aumentavano. I nostri giochi non erano mai privati.
Non mi ricordo quando accadde ma una sera arrivò una richiesta precisa : “Perché non invitiamo una sera Manuela a giocare con noi?”.
Manuela era una collega di Tania. Una ragazza che secondo lei aveva delle mire ben precise nei miei confronti. Manuela era molto bella. Piccola di statura ma con un viso molto espressivo. Capelli neri, occhi vispi e un fisico bello e muscoloso al punto giusto. Molte volte loro due scherzavano con me in pubblico e mi facevano passare per l’uomo con due donne. Scherzando mi accarezzavano in ogni parte mentre la gente attorno ci guardava un po’ imbarazzata.
Fino a quel giorno era stato tutto uno scherzo, o forse non lo era mai stato uno scherzo.
“Ma se sei gelosissima”: risposi in maniera seria. Ogni donna che mi guardava era una maledizione caduta dal cielo. Se oltre tutto rispondevo allo sguardo mi sorbivo prediche infinite.
Che strano che è l’ animo umano.
“Ma sono io che scelgo, sono io che voglio. Non è un tradimento”.
Molto tempo dopo una coppia di Milano, joe & nani, usciti da una festa in una villa nel comasco, bevendo un caffè in un autogrill disse una cosa molto accorta : “ Noi giochiamo spesso e volentieri, Nani mi piace vedere che gioca con gli uomini, ma se fuori da questo mondo si permette di fare un apprezzamento su un uomo non la passa liscia”.
Il sesso per il sesso, l’amore e il sentimento per il proprio partner.
Fu il periodo che cominciai a leggermi i classici dell’erotismo. Mi studiai gli usi e costumi degli antichi greci e dei romani. Trovai che nelle terme romane esistevano delle entrate abbastanza nascoste e segrete dove le donne di una certa classe potevano entrare, infilarsi nell’oscurità e nelle nebbie dei fumi delle terme, e li assecondare nell’anonimato le loro voglie sessuali.
Poi il cristianesimo cercò di ovviare a questi desideri femminili di sesso e richiamò la figura del diavolo quale elemento che si impossessava delle donne rendendole vogliose e desiderose.
Cominciavo a capire la figura della donna, tutte le loro fantasie che nascevano da istinti naturali.
Un giorno presi la decisione. Era giusto che Tania avesse la possibilità di esprimere la sua sensualità e che provasse qualche fantasia.
Erano passati ormai 3 anni dal primo rapporto in barca e nel frattempo le fantasie erano sempre più ricche di situazioni. Mi ricordai di quello che era accaduto in ufficio qualche giorno prima con Francesca e mi misi al Computer. Cercai la chat in cui stava chattando Francesca, mi ricordavo un 77.
Scrissi 77 su google, ma niente, troppe pagine. Allora scrissi 77 e chat. Bingo.
Cominciai a chattare , cominciavo a capire un mondo fino a ieri sconosciuto.
Chi cercava maschi , ed era un maschio. Chi femmine, ed era femmina. Chi coppie ed era coppia.
Quelli che seguirono furono giorni intenti a capire sia lo spirito che animava questo gioco e sia le fantasie reali di Tania.
Un giorno sentii parlare di club privè. Cercai di capire cosa erano, cosa si faceva, chi li frequentava.
Ce ne era uno anche vicino a noi. A quel che si diceva era molto carino e dentro c’era da divertirsi.
Una sera a tavola la buttai li : “ Sai che esistono dei locali trasgressivi dove le coppie vanno a cercare sesso? Sembra che dentro giocano, guardano e ci sono anche giochi tra donne.”.
Tania mi fissava incredula. Mi sembrava di essere un altro uomo. Lo sguardo che aveva era diverso dal solito. Proferì poche parole, ma per lei liberatorie di un periodo che penso che lei abbia considerato l’ “oscurantismo” : “Prima o poi lo sapevo che mi avresti accontentata, sei troppo intelligente per non capire”.
Adoro le donne perché con loro non servono alchimie, equazioni, relazioni per farsi considerare intelligenti, basta capirle.
Capitolo IV
Era da un po’ che eravamo arrivati al luogo dell’appuntamento e stavamo aspettando impazienti l’arrivo di Luca e Lucia. Mancavano ancora 10 minuti alle 22 e l’eccitazione mista al disagio cominciava a impossessarsi della mia testa. Notavo in Tania una certa apprensione e ora la mano tremava mentre portava alla bocca la sigaretta.
“Ma da noi cosa vogliono?”.
“Credo che vogliano conoscerci e mangiare qualcosa”
Mentre parlava aveva tirato giù l’aletta parasole e si stava sistemando il trucco alla luce della lampadina di cortesia. La conoscevo bene, era nervosa. Conoscevo perfettamente quel suo modo di mordersi il labbro inferiore mentre cercava di distribuire l’ombretto.
“Sai cosa sto pensando, che se ti è risultato simpatico sicuramente deve essere una bella persona”
“Grazie della fiducia”.
Si girò verso di me, e adesso era calma, dolce come non mai.
Stava giocando con le gambe e se le accarezzava. Le piaceva provocarmi e la sua provocazione partiva sempre dall’accavallamento delle gambe. “Non mi sono messa le mutandine, spero che la cosa non sia disdicevole”.
La frase era stata buttata li a regola. Quasi sempre quando usciva non portava le mutandine, ma dirlo chiaramente mi portava a guardare la dove l’indumento mancava, caso mai non ci avessi fatto caso.
Aveva ricominciato il suo gioco di seduzione e tutto il resto, l’appuntamento, l’ orario, Luca e Lucia ora erano lontani anni luci.
Noncurante della gente che passava attorno la macchina lei come altre volte stava ricreando il suo micro mondo fatto di sguardi e allusioni.
Lo squillo del cellulare mise fine al suo giochetto.
“Ciao Marco sono Luca, dove siete?”
La voce di Luca era tranquillissima, si notava che erano avezzi a queste situazioni : “ Siamo parcheggiati davanti al ristorante, affianco ad una bellissima Ferrari gialla.”
“Si , adesso vi vediamo, parcheggiamo e siamo da voi”.
Mi girai verso Tania, ora era di nuovo agitata, si era ricomposta e cercava con un sorriso di apparire calma e rilassata.
“Scendiamo” e mentre lo dicevo aprii la porta e mi portai in strada.
Lei scese e vidi che cercava febbrilmente qualcosa in macchina. “Cosa cerchi?”
“Le sigarette”.
“Guarda che le hai in mano”.
“Ops, che sbadata”. Mi fece il suo solito sorriso da oca giuliva che piaceva tanto a lei ma ancora di più a me.
Ci mettemmo a ridere e lei girò intorno alla vettura e venne a mettere il suo braccio sotto il mio : “Andiamo mio cavaliere”.
Una coppia si stava avvicinando con passi affrettati, lui denotava una certa allegria nel passo. A occhio era un bel ragazzo. Jeans, camicia bianca fuori dai pantaloni e capelli neri. Poteva essere alto sul metro e ottanta. Girai lo sguardo verso Lucia. Rimasi senza fiato. Un po’ distaccata da Luca, avanzava con un passo deciso ma molto composto.
Era veramente molto bella. I capelli castani lunghi erano scossi dalla brezza della serata, la minigonna arrivava si e no all’inguine e le sue lunghe gambe affusolate ed abbronzate mi stavano ipnotizzando. Alzai lo sguardo verso un top bianco che arrivava appena sotto il seno, piccolo a quel che si vedeva, ma ben formato.
La guardai in viso e vidi un sorriso che in un attimo mi ridonò una tranquillità che dall’attesa dell’appuntamento avevo perso.
Guardai allora Tania e vidi che era intenta a scrutare Lucia.
Il suo sguardo andava dal compiaciuto, al dubbioso e però notavo un certo luccichio che francamente non avevo mai visto così accentuato nei suoi occhi.
“Scusate il ritardo, ma il traffico oggi è maggiore del solito”
“Figurati Luca, Ciao sono Marco”. Mi ero subito allungato per prendere la mano di Lucia e la portai verso la bocca per un baciamano. Lei si apprestò a ritirare la mano e mi abbraccio dandomi tre baci come se ci conoscessimo da moltissimo tempo.
Nel frattempo Luca stava facendo la stessa cosa con Tania.
Sembravamo veramente degli amici che non si vedevano da tanto tempo, ma che avevano vissuto insieme tantissime avventure.
A quel punto Lucia si avvcinò a Tania, la strinse a se e sentti distintamente cosa le disse : “ Sei veramente bella, le foto non ti fanno onore”
Tania abbozzò un “Anche te”. Io che sapevo che lei non aveva mai visto le foto di Lucia feci un sorriso tra me me e pensai, ‘ io le foto le ho viste, ma condivido”.
Fu Luca a quel punto a distogliere l’allegra brigata dall’imbarazzo : “Entriamo che ho prenotato il tavolo per le 22”.
Entrando detti un sguardo verso Tania. Le due ragazze si stavano tenendo per mano. Lucia, qualche centimetro più alta di Tania, la dirigeva all’interno del locale come se fosse la sua amica più intima. Io e Luca stavamo discosti di lato a loro e le seguivamo.
Ci sedemmo al tavolo che ci avevano assegnato e potei notare distintamente il bigliettino di riservato con il cognome di Luca scritto sopra. O mamma. Il cognome mi diceva qualcosa. Mi ricordava qualcosa che riguardava la sfera delle amicizie dei miei genitori.
Guardai in viso Luca per capire o ricordare qualcosa che mi potesse illuminare. Cercavo nei lineamenti qualcosa di noto e già visto.
Nel frattempo Lucia stava fissando Tania con un sguardo che era tra il sogno e l’estasiato.
“Siete di Verona?”. Lucia stava chiedendolo a Tania e mentre lo chiedeva la fissava dritta negli occhi.
Tania vedevo che era tranquilla e ricambiava lo sguardo senza imbarazzo.
“Cosa mi racconti di bello Marco?”. Luca stava cercando un colloquio con me ed io ero combattuto dal rispondere al suo invito o godermi quella situazione particolare.
Ora lo sguardo di Lucia era indirizzato indiscutibilmente verso la scollatura provocante di Tania. Stava mangiandosela con gli occhi. Non avevo mai visto un uomo guardare così una donna, figurarsi una donna.
“Non abbiamo trovato traffico in autostrada e devo dire che Tania mi ha deliziato con un discorso politico che mi ha fatto passare il tempo”.
Lucia si era girata verso di me. Ora mi stava scrutando. Sentivo il suo sguardo penetrarmi dentro. Stava leggendo direttamente nelle mie cellule grigie e stava catalogando tutte le mie imperfezioni scritte nei miei cromosomi.
Non volevo fissarla negli occhi e facevo finta di non essermi accorto del suo guardarmi.
La tenevo d’occhio fissando Luca.
Lei senza dire niente si rigirò verso Tania e protendendosi verso di Lei come nell’atto di sussurrarle nell’orecchio le disse: “ Hai un bell’uomo”.
A quel punto tutti aspettavamo una reazione da parte di Tania. Io cominciavo a sentirmi di nuovo imbarazzato.
Per fortuna la venuta del cameriere distolse noi commensali del continuare la conversazione.
Tania mi stava sorridendo e cercava a mo di muta di dirmi qualcosa. Io cercavo di leggere le sue labbra.
“sumo billi”. Sumo billi. Cosa voleva dire?.
‘Siamo i billi!’.
Con delle smorfie cercavo di farle capire che non avevo compreso.
Prese allora il coraggio e guardando in viso Lucia disse un : “Anche voi siete una bella coppia”.
Ero incredulo e fissandola giravo la testa impercettibilmente di qua e di la e le sorridevo. Ora era lei che fissava con un’aria da “avezza” Lucia. Era lei che aveva mille esperienze alle spalle, centinaia di incontri prima di questo.
Un giorno un mio professore universitario si avvicinò a me
“Marco, secondo me Serena Taddei ti vuole”
“Professore, sono qui per studiare non per divertirmi”
“Tu lascia fare alle donne, appena prende coraggio quella ti spolpa”
Ora vedevo distintamente lo sguardo di una donna nell’ intento di spolpare.
Tania era diventata prorompente. La vedevo che si muoveva sulla sedia e sapevo cosa stava facendo con le gambe. Lo faceva spesso anche con me.
Vedevo il viso di Lucia che adesso era imbarazzato, la tigre si stava trasformando in agnello. Stava subendo delle avances dalla mia donna e questo la stava imbarazzando ma nello stesso tempo la vedevo compiaciuta.
“Ti piacerebbe fare l’amore con me?”
Tania lo disse a Lucia continuando a fissarla negli occhi. Non la conoscevo proprio. Guardai Luca che divertito osservava la scena. Vedendosi osservato da me mi guardò e mi fece l’occhietto. Io continuavo a sorridere, mi sentivo fin stupido. I tavoli attorno non esistevano più, il cameriere era passato di nuovo a ritirare i piatti ma non si era fidato a proferire parola e se ne era andato via.
Cercai di riprendermi e guardarmi attorno ma tutto era offuscato.
Le due donne continuavano a fissarsi.
Fu Luca a quel punto che ci fece ritornare al ristorante dicendo : “Ci fermiamo all’antipasto o mangiamo qualcosa d’altro?”.
Ci mettemmo tutti a ridere. L’atmosfera attorno si stava di nuovo riempiendo di chiacchierii e di tavoli.
“Io una bella putanesca la prenderei”. Era stata Lucia a dire questa frase e la disse allungando un braccio e prendendo la mano di Tania nella sua.
Tania si girò verso di me : “Io questa me la mangio”.
Non so dove mi ha portato la vita ma francamente in quel momento non mi ricordavo nemmeno che lavoro facevo.
Capitolo V
La sera programmata per andare al privè tornai a casa dal lavoro molto tardi. Tania mi stava aspettando impazientemente e mi aveva già telefonato una decina di volte per ricordarmelo.
In ufficio avevo ricevuto le ultime raccomandazioni di Luca in chat. Non lo avevo ancora conosciuto dal vivo ma continuava ad essere il mio maestro occulto del mondo della trasgressione.
Erano le 21 quando riuscii a buttare il cappotto sul divano. Tania stava scendendo le scale con passo baldanzoso.
“Tesoro preferisci pasta o carne?”.
“Va benissimo una pastasciutta”.
Mi si presentò davanti in perizoma nero e nulla altro.
“Sto mettendomi la crema e ho già fatto la doccia”.
“Guarda che mi ha detto Luca che si entra verso le 23 23.30, abbiamo tutto il tempo per prepararci”
Si era seduta sulle mie ginocchia e mi stava sistemando la capigliatura tirandomela indietro.
Ero stanco, ma l’idea della serata mi stimolava. Era la sua serata, una serata desiderata da tanto tempo.
Cominciai ad accarezzarla mentre lei accendeva la televisione.
“C’è un bel freddo fuori”. Mentre lo diceva stava selezionando la pagina di televideo con il meteo.
“Si, d’altra parte siamo al 9 gennaio non si può pretendere”.
Le stavo accarezzando il seno, una cosa che facevo spesso tornando a casa mi alleviava tutte le tensioni della giornata.
Questa volta sentivo una vibrazione diversa, l’attesa della serata creava una certa eccitazione in lei. Mi andava di fare l’amore.
Allungai la carezza verso il ventre e più giù nell’interno delle cosce.
“Mi toccherà rifare la doccia”. Lo diceva con un filo di voce non so se per farmi eccitare ancora di più o perché era già calda.
Scostai il perizoma e trovai una piana umida che si propendeva verso di me. Arrischiai di muovere appena appena le dita e lei incominciò ad adagiarsi su di me. Ora sospirava, le gambe si aprivano e mi lasciavano esplorare in quello che piano piano stava diventando un dispensatore di miele. Era caldissima.
Mi veniva voglia di prenderla così senza ulteriori supplizi, ma volevo continuare il gioco, portala ad urlare di prenderla, di soddisfarla. Il suo corpo cominciava ad imperlarsi di gocce di sudore e brillava alla luce della televisione. Ora le mie mani correvano sul suo corpo esplorandolo dovunque per poi fermarsi per non portarla all ‘ orgasmo. Mi fermavo appena sentivo il suo respiro che diventava affannoso.
Lei allora urlava mi picchiava le ginocchia con i pugni.
Io la stringevo forte fino a farle mancare il respiro.
Lei si strusciava con la schiena sul mio pene e cominciavo a sentire indolenzimento. Cercavo di resistere e ogni volta riprendevo il mio gioco fatto di carezze. Le mie dita entravano adesso in lei senza trovare alcuna resistenza, ogni volta che entravo il suo ventre si protendeva verso di me nell’intento di simulare una penetrazione.
Per l’ennesima volta mi fermai al culmine del suo orgasmo. Questa volta lanciò un urlo, scatto in piedi e con movimenti frenetici cominciò a sbottonarmi i pantaloni. Raggiunto lo scopo si posizionò sopra di me a gambe aperte e si prese tutta la mia virilità in un colpo solo.
Cercavo di frenarla ma il suo movimento ormai era inconsulto. Preda dalla voglia stava andando verso l’orgasmo obbligandomi ad assecondare i suoi movimenti.
Venimmo insieme urlando. Dovetti tenerla perché non cadesse all’indietro per un bel po’. Il suo orgasmo non accennava a finire e anzi aumentava d’intensità. Io sentivo una morsa al pene che essendo già venuto anelava un po’ di pace. Il secondo orgasmo mi prese all’improvviso. La breve successione tra il primo e il secondo mi stava facendo impazzire. Mi sollevai con un colpo di reni e tenendola sempre in braccio con le gambe incrociate dietro la mia schiena la sbattei contro il muro urlando.
Cademmo a terra sul tappeto, esausti, sudati. Avevo tutta la camicia strappata. Rimanemmo sdraiati e ansimanti per un bel po’ poi guardai l’ ora su televideo. “Accidenti sono le 23”.
Quando arrivammo al Privè erano le 1. Tania era bellissima e molto sexy. Per l’occasione si era comprata un vestitino nero a mezza coscia molto elegante in seta. Come al solito aveva scarpe con tacco a spillo e, non lo sapevo, immaginavo che sotto non avesse niente.
La pelliccia le nascondeva il suo collo alto che a me piaceva molto baciare anche quando eravamo in macchina.
Una volta che stavamo andando da Roma a Ostia ad un certo punto una pattuglia della polizia ci superò e ci fece segno di accostare..
Sceso dalla macchina mi apprestai a lamentarmi del fatto che sicuramente non avevo infranto nessun codice della strada quando uno dei poliziotti che si stava avvicinando, scuotendo la testa, disse: “Sono 15 minuti che le siamo dietro ed è quindici minuti che lei bacia il collo della signora, favorisca la patente”.
All’entrata una signora ci chiese i documenti per la registrazione. Mi sentivo imbarazzatissimo e continuavo a guardarmi intorno per vedere se qualcuno poteva riconoscermi.
Il locale era molto carino, gli arredamenti tendevano al rosso e l’atmosfera era invitante. Il locale era pieno e la pista da ballo era stracolma di gente che ballava.
Le donne erano quasi tutte con abitini molto sexy e alla nostra entrata notai che molti volti si erano girati per guardarci.
La musica era molto alta, ma questo non sembrava disturbare le molte persone che al bar stavano chiacchierando tra di loro.
C’erano alcune donne molto belle che al nostro passaggio si giravano e prima squadravano me ma poi si soffermavano molto più volentieri sulla figura di Tania.
Ci andammo a sedere in un divanetto e presi la mano di Tania nella mia. Era calda.
Si avvicinò al mio orecchio. Aveva il viso eccitato e lo sguardo era quasi stralunato.
“Ma è tutta gente trasgressiva?”
“Credo di si”. Mentre lo dicevo mi guardavo attorno. Incominciavo a distinguere le coppie e riuscivo ad abbinare i maschi con le femmine.
Sembrava di essere in una normale discoteca, l’unica cosa che stonava era che alcuni abbigliamenti erano veramente succinti.
Ogni volta che arrivava una coppia nuova molte coppie si appropinquavano verso questa e partivano 1000 baci. Sembravano tutti grandi amici.
Il lui di una coppia affianco a noi nei divanetti ammiccava verso di noi con uno sguardo da lupetto. Il suo sguardo passava dal mio viso, per leggere qualche accenno di approvazione, a Tania.
Tania continuava a guardarsi intorno e si soffermava spesso ad osservare le persone che erano in pista.
Ora la musica era fortemente assordante e i corpi in pista si scatenavano e saltavano. Alcuni gruppetti scherzavano tra di loro e notavo molte carezze e alcune ragazze che avevano le mani di più uomini che le accarezzavano.
L’atmosfera era veramente intrigante.
Ogni tanto fissavo Tania che vistasi osservata si girava e mi lanciava un sorriso.
Si sentiva perfettamente a suo agio.
Io cominciavo a sentire addosso la stanchezza di una giornata di lavoro inattesa e di un super lavoro nel salotto, ma resistevo. Eravamo nel paradiso desiderato da Tania da molto tempo.
“Vuoi qualcosa da bere”. Tania mi prese la mano e sorridendo : “ Si un gin tonic, grazie”.
Andando verso il bar mi sentii di nuovo imbarazzato. Adesso si giravano in molti e mi stavo rendendo conto che il nostro ingresso non era passato inosservato.
Alcuni gomiti urtavano dei fianchi e subito dopo i volti si giravano verso di me.
Incominciai a pensare che Luca aveva divulgato il nostro arrivo in quel privè. Ma come era possibile che conoscesse tutte quelle persone?
Cacciai dalla mente quell’ipotesi.
Allora era qualcosa che avevo addosso che disturbava.
Abbassai la testa e cercai di controllarmi. Mi sembrava che tutto fosse al posto giusto.
Forse Tania mi aveva stampato il rossetto sulla guancia, capitava spesso.
“Due gin tonic, grazie”.
Il barman si avvicinò per prendere la tessera dove segnare le consumazioni e mi rivolse parola : “ Siete nuovi?”
“Cioè se è la prima volta che entriamo qui?”
“Si”.
“Si è la prima volta”.
Si voltò e incominciò a preparare i drink. Porgendomeli mi fece un sorriso : “ Siete una bella coppia”
Non sapevo cosa rispondere, mi sembrava che il barman stesse invadendo la nostra privacy comunque risposi con cortesia : “grazie”.
Arrivato al divanetto non sapevo come riferire a Tania il complimento del barista, mi risultava molto strana la cosa. Se non altro non mi era mai successa una cosa del genere.
“Sai che il barman ha detto che siamo una bella coppia”.
Tania mi squadrò come se fossi diventato scemo tutto un colpo, si mise a ridere : “ e lo dice a te?”.
Risi anch’io. Tutto sembrava irreale. Tutto quel rosso e quell’ atmosfera strana che regnava mi dava una certa euforia.
Pian piano però mi stavo rendendo conto che ero io che consapevole del posto dove mi trovavo stavo dando una tonalità diversa a tutto quello che mi circondava.
Se non avessi saputo in che posto mi trovavo avrei potuto tranquillamente pensare che ero in una normalissima discoteca.
Tania si alzò e si diresse senza dire niente alla pista da ballo.
Incominciò uno dei suoi balli che io chiamo sulla mattonella, cioè senza discostarsi mai di più di 20 cm.
Mi guardava e rideva. Ogni tanto ammiccava qualche bella coscia femminile e poi mi lanciava un occhiolino significativo.
Era al settimo cielo.
Continuavo ad ammirarla e mi accorgevo di non essere l’unico. Forse eravamo la novità. Stavano soppesando i nuovi arrivati.
Alle 1.30 precise la musica si abbasso notevolmente ed ora creava un sottofondo dei rumori e le voci degli ospiti.
I presenti sulla pista si stavano dirigendo verso i divanetti e poco dopo la pista era vuota.
Alcune coppie si stavano dirigendo verso una tenda rossa che sembrava essere un passaggio particolare.
A lato della tenda c’era un segnale luminoso che indicava che superata quella soglia non si poteva bere e la voce doveva essere tenuta bassa.
Ora che tutto il ritmo del locale era calato riuscivamo a parlarci.
“Penso che dietro quella tenda ci sia la parte interessante”. Lo dissi con un sorriso stampato nel viso che Tania ricambio.
“Andiamo a vedere?”. Mentre lo diceva aveva quasi le mani giunte e si notava una certa impazienza. Mi sembrava di rivedermi la notte di Natale, quando ci si metteva tutti davanti all’albero e si aspettava di aprire i regali.
Adesso ero io che volevo aspettare e le proposi di bere ancora qualcosa.
“Non ho sete di acqua, ho sete di conoscenza”.
“Dai, allora andiamo”. Mi alzai e le porsi la mano per favorirla nel seguirmi e lei si lasciò sollevare dal divanetto. Ora si era appiccicata a me e sentivo che cercava di farsi piccola sotto la mia spalla. Aveva desiderio di conoscenza ma nello stesso tempo cercava la mia protezione impaurita da qualcosa che forse considerava più grande di lei.
Incominciai a dirigermi verso la tenda e più ci avvicinavamo e più il cuore incominciava a battere forte. Mi sembrava di andare verso la prima linea, ancora un poco e mi aspettavo di sentire l’artiglieria pesante che creava un fuoco di sbarramento. Scostai la tenda di drappo rosso e ci ritrovammo al buio completo. Immediatamente mi fermai e cercai di capire e di riordinare le idee. Il cuore si stava calmando, l’oscurità mi permetteva di prestare attenzione agli altri sensi e il vociare e i risolini che si mescolavano tra di loro. A poco a poco gli occhi si stavano abituando al buio e si incominciava ad intravedere qualcosa. Nel frattempo Tania era silenziosa e si stringeva sempre di più al mio braccio. Prima di proferire parole volevo capire in che luogo mi trovavo. Feci due o tre passi in avanti e notando una luce che usciva da dei buchi in un muro mi accostai con il viso. Era una stanzetta piena di specchi e al centro c’era un grande letto rosso ottagonale. Sopra il letto c’erano due ragazze molto belle seminude che si abbracciavano. Feci posto a Tania la quale incollò il viso ad uno dei buchi e si scostò da me. La vista delle due ragazze le aveva dato un po’ di sicurezza.
Continuai con lo sguardo nella ricognizione Dovunque mi girassi vedevo sempre le due ragazze riflesse negli specchi e da molteplici direzioni. Le due ragazze si stavano spogliando a vicenda e mentre lo facevano si baciavano e si accarezzavano. Lo spettacolo che davano era eccitantissimo e ogni tanto cercavo di attirare l’attenzione di Tania verso di me per farle capire che mi piaceva. Lei non mi dava bado. Era incollata al buco come rapita da quanto stava vedendo.
Mi rimisi a guardare. Una delle due ragazze, un bellissima mora con i capelli lunghi, stava succhiando con delicatezza uno dei capezzoli dell’altra e con le mani le stava accarezzando il culo piccolo e sodo. L’ altra, un bionda con capelli lunghi con le meches aveva la testa reclinata all’indietro e guardava la scena dallo specchio sopra di lei. Era inginocchiata sul letto, le gambe leggermente allargate e appoggiava il sedere sulle sue caviglie. Aveva la pelle bianchissima e imperlata di sudore e incitava la sua amica a continuare.
La mora stava risalendo dal seno e arrivata all’altezza della bocca dell’amica le infilò la lingua dentro.
Ora i due corpi erano avvinghiati uno all’altro e le due lingue si muovevano velocemente dentro le bocche.
Tania ora mi aveva preso la mano e me la stringeva senza distogliere lo sguardo dalla scena.
Tutti intorno a noi erano in silenzio e dagli altri buchi si godevano il gioco saffico delle due ragazze.
Mi rimisi nel pertugio. Le donne erano completamente depilate e le loro mani correvano spesso tra le cosce dell’altra e ogni volta che succedeva dei forti mugolii uscivano dalla bocca della ragazza. Ero in trance.
I profumi dei corpi sudati arrivavano fino a me ed erano molto dolci e piacevoli.
Mi stavo inebriando di tanto spettacolo e cercavo di divagare con la mente per non rimanerne intrappolato.
“Non hai guardato abbastanza?”, dissi a Tania nella speranza di uscire da quella situazione.
Adesso i miei occhi si erano abituati all’oscurità e potei vedere bene quelli di Tania che si era girata verso di me. Erano brillanti, aveva una luce particolare e il suo viso aveva dei lineamenti rilassati.
Mi disse : “Guardiamo se succede qualcos’ altro?”
Le sorrisi e la presi sotto braccio, mi girai e cominciai a camminare per il corridoio. C’era un gran via vai di coppie che passeggiavano nel corridoio e che lanciavano occhiate interrogative da tutte le parti.
Ci infilammo in un corridoio più stretto e ci trovammo davanti una coppia che ci ostruiva il passaggio. Era una bella coppia, specialmente lei. Era bionda con i capelli vaporosi. Era più alta di un metro e settanta. Aveva un vestitino rosso trasparente che non le arrivava sotto l’inguine. Le autoreggenti lasciavano libero un po’ di coscia e aveva delle belle scarpe rosse. Il viso era veramente bello. Si era messa a fissarmi e non ci lasciava passare. Tania visto lo sguardo di lei che non cessava dal fissarmi si indispettì e cerco di scartarla. Questa allora si mise di fianco ma mentre passavamo allungo la mano e la posò sui miei pantaloni la dove la mia virilità era ancora scossa dalla scena lesbica.
Tania si accorse di quello che stava accadendo e mi tirò con uno strattone per permettermi di proseguire.
Passato il pericolo si fermò, si girò a vedere se la bionda era stata seminata e mi guardò dritto negli occhi.
“Ma quella era scema?”
Non sapevo cosa dire ma in effetti le davo ragione. L ‘ improvviso attacco non era piaciuto nemmeno a me e avrei preferito un abbordaggio più sensuale.
“Secondo me era ubriaca”.
Tornammo sui nostri passi e li ritrovammo. Appena superati mi girai e mi accorsi che si erano messi dietro di noi e ci seguivano. Se ne accorse anche Tania che allungò il passo.
Loro, con la coda dell’occhio, notai che avevano fatto altrettanto. Non riuscivamo a seminarli. Ci fermavamo e loro si fermavano e ci lanciavano occhiate, camminavamo e loro si piazzavano dietro di noi.
Tania cominciava a spazientirsi, non le piaceva questa donna che invece di interessarsi a lei aveva subito dato l’impressione di interessarsi al suo uomo.
Tutte le sue fantasie stavano svanendo e quel luogo che le era sembrato paradisiaco stava diventando un inferno.
Sentivo la sua mano sudata e la vedevo nervosa.
Aveva voglia di scappare. Anni e anni per arrivare in un posto come quello ed una donna qualsiasi stava rovinando tutto il suo sogno. Mi sentivo impotente e nello stesso tempo cercavo una soluzione. Guardavo il suo viso deluso e ora i suoi occhi erano velati di lacrime e cercavano di non guardarmi. Guardava un punto non ben preciso di fronte a lei forse alla ricerca di un pensiero che la risollevasse e la facesse sentire serena. Quella era la sua sera continuavo a pensare qualcosa devi fare. Sforzati, pensa.
La attirai forte verso di me, la abbracciai e mi avvicinai al suo orecchio: “Andiamo a fare l’amore a casa, mi sembri un gattino tutto bagnato, ho voglia di te”.
Scoppio in lacrime e questo pianto la liberò da tutta la rabbia che aveva in corpo. Dopo poco si asciugò le lacrime, si scostò, mi guardò negli occhi e le uscì un filo di voce
“Anch’io ho ancora voglia di te”.
Siamo sicuramente più deboli delle donne nelle situazioni normali, ma quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.
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marctania,
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Tania e il desiderio
Tania e il desiderio
E’ strano a volte ripensare dove ti porta la vita.
Mi considero un Viaggiatore di quelli che guarda fuori per scrutarsi dentro e questo mi porta spesso a cambiare le considerazioni su me stesso in funzione dei luoghi che visito.
Riparto dall’inizio.
Mi sono ritrovato ad un ‘età matura a combattere con la voglia femminile di complicità e trasgressione. Purtroppo, come la maggior parte dei “cristiani”, non avevo ancora capito che la Santa Inquisizione aveva relegato la donna al ruolo comprimario di “oggetto del desiderio”.
Una voce:“Ci sei?”. A volte mi tocca ritornare alla realtà della vita. “Si ci sono”.
Chissà perché abbiamo sempre bisogno di certezze.
Come dicevo la vera sensualità della donna l’ho scoperta avanti negli anni e devo dire che la cosa all’inizio mi ha turbato.
Le considerazioni sull’uomo cacciatore e virile hanno dovuto lasciare spazio alla realtà di un uomo preda e finalmente consapevole del suo ruolo di “oggetto” delle voglie della donna.
“Marco hai chiamato Luca? Ci aspettano al Privè?”. A volte mi domando se in realtà siamo noi maschi a condurre i giochi o se siamo solo delle pedine. “ Adesso li chiamo”.
Da qualche mese abbiamo cominciato a frequentare un locale particolare. C’e’ una sorta di ricerca delle emozioni in quel luogo che ti fa pensare e riflettere.
“Chiamali, altrimenti poi si arrabbiano”. Accidenti, perché mai dovrebbero arrabbiarsi? E’ un gioco in fondo, non ci si deve arrabbiare se un concorrente non può partecipare: “ Lo faccio subito”.
Ho chiamato, ho espletato il mio compito di maschio.
Come dicevo, c’e’ un’ aria di vita che aleggia in questi locali, qualcosa che ti induce a rilassarti e nello stesso tempo ti invoglia alla trasgressione.
Ci sono persone, delle quali non faccio nomi, che con la scusa del miele ti ammaliano con la simpatia e l’avvenenza.
“Tesoro sei pronto?”. Se rispondo di si mi viene giù con la borsetta in mano, se rispondo di no mi sento un urlo : “ Quasi”.
Chissà perché le donne hanno il potere di farti sentire sempre disordinato.
Sono ormai 5 anni che frequentiamo quello che molti definiscono il “mondo trasgressivo” e più passa il tempo e più mi accorgo che la vera trasgressione è quella che viene vissuta dalle coppie che riescono a gestire degli amanti. Qui di trasgressivo trovi il caffè con il miele.
Qui si vivono le fantasie comuni, quelle che hanno tutte, e dico tutte, le coppie normali.
“Se non ti sbrighi arriviamo tardi e finiamo per risultare maleducati”. Si condivido pure io quello che dice Tania, la vera maleducazione è approfittare della benevolenza degli altri. “ Devo solo mettermi il cappotto e sono pronto”. Non è vero, ma mai più le dico che devo ancora vestirmi.
Da quando la conosco ho scoperto tante cose. Tante cose.
Ricordo la prima volta che siamo entrati in un Privè. Che sensazione strana. Tutte le coppie dovrebbero provare ad entrare in un privè una volta nella vita.
Adesso devo incominciare a pensare a qualcosa di simpatico da scrivere sui Privè, me lo sono ripromesso.
Ricordo la prima volta che siamo entrati in uno di questi locali e ci è venuta incontro un venere bionda dicendoci : “ Ciao ragazzi, benvenuti”. L’accento era tipicamente Russo.
Maaaaaarrrrkkkkkk cosa posso dire?.
“Tesoro cosa posso dire sui Privè?”. Attendo la risposta.
“Che se ti sbrighi e molli il Pc andiamo a divertici”. Perché le donne sono così pratiche.
Come tutti i Viaggiatori Erranti anche io non esco dal luogo comune dell’unire l’utile al dilettevole.
Utile è muovere le gambe per poter visitare i luoghi, dilettevole è poter divagare con la mente.
Dovrei parlare di sesso e di trasgressione, ma la mente quando penso ai momenti vissuti “qui” corre sempre. Si dilunga, si perde, si compiace. Forse è questo il vero obblio, e se questo è il vero obblio allora la trasgressione è una cosa buona. Bravo io.
Mi piacerebbe un giorno poter essere una statua granitica, poter vedere senza essere notato.
Ci penso spesso a questa possibilità.
Devo parlare dei Privè, ultima divagazione.
Capitolo I
Le scarpe nuove mi dolevano un po’ e mi domandavo se sarei riuscito a sopportare il disagio per tutta la sera. Premevo sull’ acceleratore anche forse per alleviare il dolore. L’appuntamento era fissato per le ventidue ed erano appena le venti. Tania affianco a me era intenta a spiegarmi le sue considerazioni sulle nuove formazioni politiche. Guardavo ammirato le sue gambe abbronzate e le scarpe con tacco a spillo. Ogni tanto alzavo lo sguardo verso il suo viso e lo vedevo preso dal discorso che faceva. Gli occhi azzurri e belli stonavano con l’argomento. Mentre parlava la continuavo ad ammirare e mi risultava difficile collegare a quel corpo quelle parole piene di enfasi.
“Ma ti sembra giusto che ci possano prendere in giro in questo modo?”. Mi sono abituato a non considerare quello che dicono i politici. Ti dicono : “ Basta alle fabbriche che inquinano” e subito dopo ti dicono “ o produciamo di più o l’economia langue”.
Un giorno, avevo 13 anni, mia madre mi disse : “ Non puoi fare questo, il blasone impone……”.
Mi è rimasta sempre impressa questa frase e mi ha portato nella vita a molte considerazioni.
Ma mi devo comportare così perché l’ etichetta lo impone o perché è la mia indole che mi suggerisce il comportamento? Sono buono di natura o perché me lo impongono?.
I politici dicono le cose perché il colore lo esige o perché le pensano?
Siamo quasi a Milano. Il primo appuntamento intrigante e stiamo parlando di politica.
“Sto meglio con il rossetto rosso o più tendente al rosa?”. La adoro. Eravamo passati dai discorsi seri in cui i colori erano in guerra al colore delle sue labbra. Guardandola mi resi conto che il colore era veramente superfluo, ma sapevo anche che per lei era essenziale: “ Forse meglio tendente al rosa”.
Io guidavo e le scarpe nuove continuavano a darmi fastidio. Lei continuava il suo trucco e la luce dello specchietto di servizio mi dava la possibilità di continuare ad ammirarla. Girai lo specchietto retrovisore un po’ in modo che potevo guardarla da li. Era tranquillissima, come se stessimo andando a vedere un film al cinema o a trovare dei parenti. Nulla traspariva eppure stavamo andando al primo appuntamento “trasgressivo”.
Erano mesi che attraverso la chat avevo conosciuto Luca. Lui un Gip di Milano (Giudice per le indagini preliminari) aveva 35 anni ed era sposato con Lucia da 4 anni. Lucia l’avevo vista in foto.
Bellissima ragazza, 32 anni, mora, a sentire lui occhi verdi e alta 174 per 56 chili ( le foto in internet bisogna interpretarle o avere chi te le interpreta).
“Ma sono carini?”. A volte mi chiedo se le donne sanno veramente leggerti nel pensiero.
“Lei sembra molto bella, lui non lo so”.
Adesso cercava di scrutare dal mio viso se c’era un interesse preciso. “Bella quanto?”
O Dio, essere o non essere.Dire o non dire. Capire e capirsi.
“Non ho mai visto una donna che mi interessi più di te e da delle foto come faccio a dirlo?”
Noi uomini sappiamo salvarci in corner. Ma che poi sia veramente un corner o magari è solo un modo di eludere un discorso che non interessa?
Però c’era da ragionarci. Mi interessava questa Lucia, conoscerla, sentirne il profumo, o in definitiva il vero motivo di questo incontro era che siamo curiosi e propensi alle cose proibite?
“Ti è piaciuta in foto?”. Ecco appunto. La gelosia della donna è come un diesel. Parte piano ma quando parte consuma poco e non si ferma più. Noi siamo dei jet.
“E’ carina e Luca è molto simpatico”.
Intanto eravamo arrivati alla barriera di Milano. Il navigatore mi dava l’arrivo al ristorante per le 21.10, ma l’appuntamento era per le ventidue.
Adesso era assorta. Chissà a cosa stava pensando.
Glielo chiesi : “ A cosa pensi?”
“ Stavo pensando che oggi non mi hai ancora detto di più”.
“Di più di ieri”. La donna sa di essere amata, ma vuole sempre le sue certezze
Capitolo II
Una mattina stavo cercando di far passare il tempo, avevo un appuntamento da li a mezz’ora e in mezz’ora non avrei concluso niente. Allora entrai nella stanza delle mie collaboratrici che analizzano le strutture logistiche dei clienti.
Erano quattro ragazze molto carine. Alcuni miei clienti mi chiedevano spesso se io assumo in base alla bellezza o in base al cervello.
Mi avvicinai di soppiatto da dietro e mi accorsi che non mi avevano sentito entrare.
Francesca stava scrivendo alacremente battendo forte i tasti sulla tastiera. Era molto presa dal suo operato.
Guardavo lo schermo e nulla mi sembrava familiare. Non c’erano le solite videate. C’erano tante finestre grigie e lei ora scriveva in una ora nell’altra.
Mi avvicinai un po’ di più. Ora avevo un’aria furtiva. Volevo leggere e capire cosa occupava così febbrilmente Francesca al punto che non mi aveva sentito arrivare.
- Ma credi che io sia scema?”
- No, però potresti essere una troia.
- Non darmi della troia altrimenti chiudo
- Va be, allora sei una troietta.
Ma che cavolo stava scrivendo? Non volevo approfondire cosa c’era scritto nelle altre finestre, questa mi aveva già sconvolto. Francesca aveva 23 anni, una ragazza serissima, fidanzata da 5 anni. Molto bella, mora, alta. Molti clienti mi dicevano : “bella ma quando viene qui non da spazio, è una mezza suoretta”. A volte li lasciavo parlare i clienti anche se mi dava fastidio che pensassero alle mie collaboratrici come terra di conquista.
Francesca che si faceva dare della troietta da qualcuno? Impossibile
Stavo attendendo la risposta.
- Se io sono troietta tu sei il mio porco
Addirittura. Non riuscivo a crederci. Stavo pensando al suo fidanzato, Paolo. Stava chattando con lui?
“Francesca, ma con chi sei?”. Un fulmine a ciel sereno sarebbe stato meno dirompente.
Dovetti fare un passo indietro per non subire la sedia che cadeva all’indietro. Era scattata in piedi, le guance erano rosse. Mi squadrava immobile e non riusciva a proferire parola.
Adesso cominciavo a capire. Stava giocherellando in chat con qualcuno che facilmente non conosceva. Era un gioco, ma forse il gioco si stava spingendo un po’ oltre il confine del lecito.
Cercai di stemperare la tensione. “ Ma stai prendendo in giro qualcuno?”. In giro, mah. Il gioco sembrava abbastanza serio.
- Ci sei mia troietta?
Il suo amico continuava a scrivere.
“ecco, appunto. Mi sono presa un attimo di relax e sono entrata in questa chat”.
“Si ok, ma questo ti da della troietta”.
Per me Francesca era come una sorella. Non scherzo. Avevamo passato ore uno affianco all’altra a cercare di risolvere problemi dei clienti. Molte volte la vicinanza ci permetteva di sentire i nostri profumi. Avevamo passato nottate in alberghi sempre in stanze separate. “Buona notte”. “ Buona notte Francesca”. Sempre integerrima nel suo tailler. Nulla che potesse far trasparire un bel che minimo interesse alla sfera sessuale.
Ed ora. Ora era li che le davano della troietta e lei che si compiaceva di questo.
Mi accorsi a quel punto che lei stava riprendendo possesso del suo self control e che quello imbarazzato ero io. Ora l’aria che aveva in viso era sorniona e mi sfidava apertamente. Lei era la troietta e io il porco colto in flagrante stato “porcellante”.
Ero imbarazzatissimo pur non avendo fatto niente. Mi trovavo davanti alla troietta, che poi non era troietta. Oppure lo era?
Qualcosa mi uscì: “ Ma chatti spesso?”.
Cercavo di andare in contropiede. Lei era però già in difesa e mi aspettava.
“Mi piace stuzzicare”. Ennesimo colpo basso. Il suo sguardo era ferreo ma nello stesso tempo ammiccante. Eravamo ad una svolta. Subire o continuare l’attacco nonostante la difesa fosse piazzata?
Cercavo di trovare qualche parola, ma l’unica che mi risuonava nella mente era “troietta”. Non era il caso di farla uscire dalla bocca, sarebbe stato un autogol.
In quegli attimi mi risuonavano nella testa tutte le frasi sagge : “Mai unire il lavoro con il sesso”. “Se ti fai la collaboratrice l’azienda non è più tua”. “ Donne e motori gioie e dolori”.
Si era girata, ora mi dava le spalle. “ Adesso riprendo il lavoro. A propositi dei Mancini posso fare di testa mia?”.
Mammaaaa. Ero ancora li in piedi con le gambe che tremavano. Lei aveva ripreso tranquillamente sicurezza di se mentre io ero ancora intontito dal colpo subito.
Senza voltarsi disse un frase che per me rimarrà una pietra miliare sulla strada di Damasco: “ Il sesso è vita, ma il lavoro è un’altra cosa. Vuoi che uniamo le due cose?”
Beata ingenuità. Chiaramente stò parlando della mia.
Prossimamente i capitoli successivi
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marctania,
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Lo sperma party quanto è bello ingoiare sborra
Da quando avevo 13 anni mi trovavo occasionalmente con un paio di amici coetanei a casa mia o a casa loro per farci le seghe (come capita a tutti a quella età), la cosa si era portata avanti per alcuni anni sopratutto quando in me era nata la voglia di succhiargli i cazzi e loro molto tranquillamente si prestavano alla cosa. A 16 anni durante l'estate i miei erano andati un paio di settimane a trovare i parenti a Roma , in quei giorni i miei amici Marco e Paolo erano sempre a casa mia. Mentre guardavamo un film porno dove una ragazza ingoiava lo sperma di 5 uomini loro mi chiesero se anche io fossi disposto a fare una cosa simile, gli dissi che non l'avevo mai fato , la cosa non mi eccitava molto, cosi proposi che avrei provato ma facendo un passo alla volta. Andai in cucina e presi uno Yogurt dal frigo lo aprii e mi misi in ginocchio davanti a loro, cominciai a spompinare Paolo mentre Marco si segava, quando vidi che Paolo stava per venire presi il vasetto di yogurt e lo feci venire inzuppando tutto il cazzo dentro allo Yogurt, lo tiro fuori e assaggiai il suo cazzo allo yogurt....mmmmm, subito dopo tocco a Marco, lo feci venire sopra il vasetto senza inzuppare il cazzo, presi un cucchiaino e iniziai a mangiarmi quello yogurt al limone misto allo sperma, non trovai tanta differenza nel gusto ma la cosa eccitava loro e pure me. Nei giorni seguenti provammo la stessa cosa sugli spaghetti , poi sui merendini e su tanti altri alimenti, finchè venne il giorno di provare quel caldo nettare direttamente dalla fonte, ricordo quella di Marco era dolce mentre Paolo aveva uno sperma tendente all'acido , ma la cosa mi eccito da matti, era calda densa e la sentivo colare per la gola. Cercammo altri video del genere, avevamo visto una che ingoiava non so da quanti cazzi (saranno stati anche 60) , vedevo gli sguardi di Marco e Paolo eccitati al pensiero di poter fare una cosa simile, lo ero pure io. Li presi di sprovvista e gli dissi che volevo provare la stessa cosa perche mi eccitava da matti. Cosi ogni uno di noi fece un annuncio in internet, come luogo avevamo optato per la spiaggia della nostra citta durante una serata estiva. Dopo una settimana avevamo trovato 30 persone , piu ovviamente i miei amici. avevamo stabilito il giorno, luogo e ora La mattina del giorno stesso nel quale si sarebbe svolto lo spermaparty io e i miei amici andiamo in spiaggia a prendere il sole, parlando del piu e del meno e di quello che si sarebbe svolto durante la serata. Si avvicina un vucumprà per venderci i soliti braccialetti, gli diciamo di no ma insiste nel voler venderci qualcosa, parliamo del piu e del meno, gli chiediamo da dove veniva, era senegalese. A Marco improvvisamente gli viene un idea e ci fa l'occhiolino , gli dice da quanto non scopasse, lui dice da un anno, poi Paolo gli chiede se il detto che i neri lo hanno di notevoli dimensioni sia vero, lui ci dice che non tutti lo hanno grande ma che lui comunque lo ha enorme, ci mettiamo u po tutti a ridere, scherziamo, in battuta io gli dico dai fammelo vedere, per nostro sommo sbigottimento vediamo che lui non batte ciglio e si prepara nel farci vedere la mazza che si ritrova in mezzo alle gambe. Vediamo che sposta la merce e la mette di lato in modo che nessuno possa vedere, siamo tutti attorno, lui era in ginocchio, si sbottona i pantaloni di jeans e notiamo subito che non porta le mutande mostrandoci subito questa nerchia enorme la quale era pure in riposo, sempre scherzando gli dissi se potevo toccare quel cazzo, lui annui e disse che se siamo froci potevamo aiutarlo nella sua lunga astinenza, lo presi in mano ma non riuscivo a chiuderla da quanto grosso fosse, nel frattempo Marco gli disse cosa avrei fatto in serata e se voleva poteva partecipare.Era la prima volta che prendevo in mano un cazzo cosi grande, ma non duro molto, ci sentimmo osservati e lui chiuse subito i pantaloni. Continuammo a parlare della porcata che organizzavamo in serata e ci disse che sarebbe stato felice di partecipare. Accordammo l'ora e prima che se ne andasse disse che avrebbe portato pure 3 suoi amici connazionali. Quando se ne ando ci guardammo un po attorno e cosi ci accorgemmo di un uomo sulla sessantina (forse poco meno) che ci guardava, era da solo sdraiato a un paio di metri da noi, era molto magro alto e senza pelo, dopo un po si avvicino aveva un costumino rosso piu grande della sua taglia (forse il costume era della taglia minima ma lui era molto magro) e tendeva a stare basso tanto che era possibile notare mezzo culo e le palle. Quando fu li da noi ci chiese di accendergli una sigaretta, aveva visto e probabilmente ascoltato la conversazione con il nero. Paolo gli passo l'accendino, il vecchio si sedette vicino a me e mi disse su un orecchio :" Sei tu la troia?" io gli chiesi cosa volesse dire , al che lui mise le mani dentro i boxer di Paolo e dentro ai mii e ci disse che aveva sentito tutto anche se non aveva capito nei dettagli, nel frattempo la sua mano mi accarezzava il cazzo ed io ero eccitato. Marco confesso pure a lui la porcata che avevamo organizzato, il vecchio era un porco e voleva partecipare pure lui, desiderava tanto succhiare cazzi ma gli dissi che nonostante mi faceva piacere desideravo essere io il bevitore di cosi tanta sborra, senza problemi accetto e si rese disponibile a riempirmi la bocca pure lui. Finita la giornata in spiaggia tornammo a casa, mi preparai psicologicamente, avrei avuto di fronte ben 37 cazzi se nessuno tirava pacco. Beh andai in spiaggia la sera nel posto pattuito con un po di ritardo e sorpresa c'erano ben 42 persone (compresi i miei amici), la voce si era probabilmente sparsa in spiaggia (qualcuno avra sentito,mi sono detto). Notai subito che il vecchio aveva cominciato a succhiare i miei amici , chiesi subito se erano venuti e loro mi dissero non ancora.Mi diressi verso il gruppo di 4 senegalesi e li portai vicino al vecchio, mi spogliai completamente, cosi fecero tutti i presenti, cominciai a spompinare il vucumpra senegalese incontrato nel pomeriggio . Nel frattempo si formarono 4 file davanti a me e il vecchio ,ad un certo punto il vucumpra mi prese la testa e cerco di spingere tutto il cazzo in bocca, voleva fottermi l gola il nero, ma non ce la facevo, era troppo enorme , tossivo e sbavavo senza riuscire a prendere tutta quella nerchia in gola, un invitato si accorse della cosa e prese un lettino poco piu in là, mi sdraiai con la testa fuori dal lettino a pancia in su , solo cosi riuscii a fatica a prendere quel cazzo enorme tutto in gola , lui continuava a fottermi la gola, stavo soffocando, la bocca era spalancata e non riuscivo a muovere la lingua, lo sentivo tutto in gola, mi venivano i coniati di vomito ma riuscivo in malo modo a trattenermi..... ad un certo punto lo sentii tremare, stava venendo, bene mi dissi , aspettai a bocca aperta, non avrei mai pensato che riuscisse da solo a riempirmi la bocca, non contai gli schizzi ma so solo che per 20 secondi non si fermava mai di venire, sborrava in continuazione, getti molto forti di calda sborra densa, ingoiai lentamente per assaporarne ben il gusto, era dolce la sentivo colare lentamente per l'esofago fino allo stomaco. Mentre il vecchio spompinava i miei amici li sentii gridare in coro : " sto venendoooo". A quel punto allontanai il vecchio il quale continuo a spompinare un altro degli ospiti e mi misi in mezzo tra i miei amici, vennero insieme sulla mia bocca, non era ancora piena , dopo pochi attimi qualcun'altro comincio a venirmi in bocca, ne contai altri 3 dopo i miei amici, mi sentivo la bocca piena, cominciai cosi a ingoiare un po alla volta. Mmmmmmmmmm ero eccitatissimo , continuai con il succhiare cazzi e ingoiare, neppure un goccia sul viso,sembravo una pompa umana, finche ingoiavo notai che uno degli ospiti prese da uno zaino un paio di bicchieri e li fece girare, capii subito le intenzioni. Quelli che erano gia venuti sulla mia bocca cominciarono a segarsi e a venire dentro i bicchieri per l'ennesima volta. Ricordo che non avevo ancora finito di succhiare e ingoiare la sborra da tutti che mi sentivo pieno ma la voglia era tanta, ogni tanto ruttavo ero proprio pieno di sborra sullo stomaco. Il tutto duro circa un ora, mi sentivo esausto, mi presi 5 minuti per fare la pipi. Tornai in me e vidi che c'era un bicchiere pieno di sborra e l'altro bicchiere era fino a metà....li presi e feci due rapidi sorsi....mmmmmmm .... il mio unico e grande sperma part si era concluso....se ne andarono tutti..rimasi li con un po di dolore intestinale ma che riuscivo a sopportare bene ..ero realmente soddisfatto della cosa.
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14 years ago
porcellinoHAvoglia,
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Sarah a testa in giù
sarah a testa in giù; con il volto coperto da un foulard di seta, se ne stava sdraiata, a testa in giù. era il suo modo di vedere il mondo, ogni cosa sembrava diversa, i colori avevano altre sfumature, i pensieri sembravano reali, e reale era la seta sul suo viso, amava passarsi quel fazzoletto su tutto il corpo. la sua consistenza, così impalpabile era come una piuma. lei immaginava che a sfiorarle il corpo, fosse in realtà il tocco di una mano.
la sua poltrona stava davanti alla sua finestra sarah amava guardare fuori. vedeva un sacco di cose guardava il cielo, tutti i suoi colori, e sognava. si perdeva nei suoi pensieri, viveva in loro.
al crepuscolo, amava quell'ora, quando il suo essere si trasformava da anima semplice ad essere sensuale, chiudeva gli occhi, in modo che la sua anima vivesse per lei. ogni volta un pensiero diverso, una storia diversa da vivere, che nessuno le avrebbe mai portato via.
era difficile avere una doppia vita, donna di classe ed impeccabile di giorno, donna passionale e libertina di sera, quale trasformazione si insinuava nella sua mente, quella sera sarebbe stata, una dama.
una dama moderna, che ama farsi guardare.
il suo atteggiamento verso gli uomini era una continua sfida, li sfidava con gli occhi, con i gesti, con le parole. il suo modo sensuale di essere donna, riusciva ad amaliare anche i più duri, sarah non temeva i loro sguardi, non si sentiva in imbarazzo quando la guardavano con malizia, quando le bocche si schiudevano e lei avvertiva il suono della saliva che scendeva nella gola, lo sapeva cosa volevano. il suo corpo così sinuoso, elegante e sexi, mai volgare, faceva voltare tutti, il suo passaggio era motivo di silenzi, di frasi interrotte, di sospiri. il suo profumo era caldo, sapeva di donna!
e sarah adorava essere guardata. immaginava i pensieri, entrava nei locali dove poteva trovare sguardi maschili, mischiava il suo profumo all'odore di maschio, era così eccitante lasciarli con la voglia di toccarla, e lei era li a portata di mano.
quella sera si era seduta al bancone del bar. "...qualcosa di forte" aveva chiesto.
le gambe accavallate, la camicetta sbottonata per immaginare. le unghie laccate, la bocca lucida. i suoi occhi erano verdi, ma poche persone riuscivano veramente a vederli, lei non aveva una cosa bella, lei era bella. il suo essere era un alone chiaro, attirava tutto a se.
un uomo si era seduto accanto a lei. non parlava. la desiderava!
sarah sentiva la sua presenza,il suo odore. avvertiva la forza fisica che quell'essere emanava, sfiorò le sue dita mani curate. sarah non riusciva a volere un uomo qualsiasi. c'erano delle cose a cui non avrebbe mai potuto rinunciare, e la prima erano le mani curate. non avrebbe mai permesso di toccare il suo corpo, se non a delle mani curate.
stava fumando, sentiva la sigaretta bruciare sfrigolando e la gola che espirava fuori il fumo. era un bel sentire.
aspirava senza rumore, ingoiava il fumo e poi lo faceva uscire in silenzio. non si era buttato su di lei com'era abituata, stava in silenzio e la guardava. lo sentiva, sentiva il suo essere la sua forza la sua virilità, la sua pelle odorava di tabacco e mschio i suoi vestiti erano freschi, riusciva a sentire odore di sapone.
"vieni..." disse sarah.
quella sera faceva caldo, la finestra era aperta e sarah stava sdraiata sulla sua poltrona, si era spogliata, indossava solo la sua vestaglia di seta, le sue gambe scoperte, era un bel vedere per chi lo poteva fare, sentiva le mani accarezzare la sua pelle, erano dita gentili, partivano dai suoi piedi e scivolavano lungo tutto il suo corpo. la vestaglia si apriva ai lati, ma a nessuno interessava, il suo corpo ne traeva piacere, quel tocco gentile, le faceva provare sensazioni splendide, voleva essere guardata mentre il suo corpo provava piacere.
ogni sera mani diverse, volti diversi, uomini diversi. sarah chiedeva loro di amarla, di farla sentire donna, di non parlare ma voleva la loro presenza. amava farsi toccare, voleva essere posseduta dai loro corpi, essere presa con fermezza e poi scivolare via e provare piacere da sola, mentre loro guardavano e desideravano.
era un modo strano di fare l'amore, ma nessuno si era mai permesso di contraddirla. il piacere di sarah, diventava il loro, potevano toccarla, baciarla, succhiarla, entrare dentro di lei, ma nessuno poteva averla veramente. lui si stava spingendo oltre, la sua bocca era incollata alla sua schiena, in un lungo bacio, la sua lingua percorreva la sua spina dorsale, dalla nuca ai glutei, si fermava , e poi ricominciava, la sua lingua si faceva sempre più audace, non toccava mai gli stessi punti, cercava ogni piccolo punto facesse inarcare la schiena di sarah.
sarah voleva quell'uomo che continuava a leccarla, ed ogni tanto la mordeva, piccoli morsi per farle capire quello che provava. aveva preso un cuscino e l'aveva infilato sotto il bacino di sarah, e quale visione i suoi occhi potevano avere, il suo compito era provocare il piacere, era quello che voleva sarah!
aveva cambiato posizione, si era seduto ai suoi piedi ed ora, erano le sue mani a scivolare, aveva preso dell'olio, olio profumato, sapeva di lei. le sue mani scivolavano, le gambe lunghe, le natiche, la schiena e poi tornavano indietro lungo la colonna, si fermavano alla curva perfetta del suo sedere e passavano all'interno, quasi a violare il suo corpo...dolcemente.. senza fretta, solo a stimolare il piacere. sarah sospirava, e lui si sentiva in dovere di continuare, aveva allargato leggermente le sue gambe, o forse era stata lei a farlo.
voleva possedere il suo corpo, quel corpo desideroso di provare piacere di essere preso, aveva avvicinato il suo viso, al suo sesso, riusciva a sentire l'essenza del suo piacere, sentiva la sua femminilità, l'aveva toccata con la lingua, aveva sentito i suoi muscoli tendersi ed era entrato dentro di lei, era meraviglioso sentire il suo sapore, vedeva la sua schiena arcuarsi per permettergli di entrare di più, quale piacere, quale sensazione poteva fermare quel momento. aveva bisogno di entrare dentro di lei, di possederla di godere del suo corpo.
sarah era pronta, ad ospitarlo, ad accoglierlo, a farlo godere, voleva sentire tutta la sua eccitazione, voleva sentire il suo essere che si liberava dentro di lei, spingeva, sempre più a fondo con la lingua, sembrava volesse arrivare alla sua anima, dentro, sempre più veloce, con quelle dita che le stringevano i fianchi.
sarah gli aveva chiesto: ”dimmi come vuoi godere...qual è la tua fantasia?”. le sue mani l'avevano stretta, la sua bocca incollata alla sua pelle. ”voglio farti godere dietro.. voglio farti sentire un po’ troia!" l'aveva sollevata di peso e si era si è inginocchiato dietro a lei. forse, per qualche attimo la sua richiesta le era sembrata troppo laida, ma il desiderio, la voglia di sentirlo godere del mio corpo era più forte. le stringeva le natiche, la leccava , lei lo sentiva da tutte le parti, era completamente sotto il suo controllo. sentiva la sua eccitazione crescere, le sue mani che entravano dentro di lei da tutte le parti, davanti , dietro, le faceva male, ma le piaceva, e lui nel suo sentirsi animale, riusciva ad essere dolce, a non farle sentire qualcosa di diverso dall’essere una donna. le sue dita lunghe, ecco perché fin dall’inizio l'avevano attratta una, due, scivolavano dentro di lei nella parte più stretta. quella inviolata finora e stava crescendo la sua voglia di essere posseduta. ”Quando ti senti pronta, dimmelo tu...” sentiva i sensi annebbiati, sentiva il cuore che batteva velocemente, e aveva ripreso a toccarsi mentre sentiva le sua dita, la sua bocca, la sua lingua, e poi la rischiesta ”ora, sbattimi ora”. lo sentiva appoggiarsi e spingere, i suoi muscoli si erano contratti, a proteggere una parte del proprio corpo mai concessa a nessuno; spingeva piano e poi, in un istante l’aveva sentito entrare. aveva sentito le proprie gambe cedere dal dolore, mille luci dentro la testa, un dolore che si diffondeva in tutto il corpo. e le sue braccia che la reggevano, non riusciva a capire, pensava di svenire da un momento all’altro, e poi sentiva lui che si muoveva ”non avere paura...sono io, ti sto possedendo, sto prendendo tutto il tuo essere, voglio godere con te, lasciati andare, lascia uscire tutto il piacere che hai...mmm...sei donna, la mia troia”.
lui si muoveva sempre più veloce e sentiva i suoi fianchi sbattergli addosso ”toccati, continua a toccarti...” era diventato tutto frenetico, si sentiva sudare, sentiva le sue mani stringerle i fianchi, aumentare il ritmo, e non provava più dolore, solo piacere.
non ricordava in quale preciso momento, in quale istante il loro piacere si era fuso in uno solo, il loro movimento era diventato unico, lo sentiva gemere, stava godendo dentro di lei, con lei.
un’onda infinita propagata da un punto preciso e arrivata in ogni singolo angolo del suo essere...liquido, caldo, umorale, burroso.
poi le posizioni cambiarono e mentre quell'uomo riprendeva fiato, sarah si mise a testa in giù, un fazzoletto di seta in una mano e con l'altra si accarezzava, nessuno poteva sapere meglio di lei come darle piacere. sarah si toccava, si bagnava le dita mentre si toccava, entrava dentro se stessa non paga e poi ritornava a toccarsi, l'uomo la guardava ed era quasi paralizzato nell'osservare quei movimenti, sarah si stava procurando piacere da sola, ed era ogni volta più intenso, si stimolava, in un punto preciso, spingeva il bacino verso l'alto e metteva le dita dentro, l'uomo si era avvicinato, ma non osava interrompere quel rituale così intenso, avvicinò la sua bocca a quella di lei, e iniziò a baciarla.
la sua lingua affondava nella sua gola, quasi a soffocare i gemiti di piacere, mentre sarah si masturbava; lo faceva da sola e l'uomo continuava a baciarla a bere la sua saliva, a succhiare quelle labbra che lo facevano impazzire, sentiva il suo orgasmo orgasmo arrivarle dalla testa,attraversare i suoi fianchi, ed esplodere tra le sue gambe. improvviso, violento. fino a lasciarla senza fiato, sarah godeva di se stessa, delle sue fantasie, dei suoi mille uomini e delle sue mille storie, sarah amava essere guardata e desiderata, ma nessuno aveva mai potuto possederla prima. sarah si metteva sulla sua poltrona, a testa in giù, e guardava i colori del cielo, sentiva i profumi, desiderava gli uomini. immaginava i loro volti ed i loro corpi, sarah viveva tutte le sue fantasie come fossero reali, forse lo erano.
...sarah rimaneva a testa in giù mentre colava seme davanti sulla pancia verso il petto da dietro a scendere sulla schiena...pronta ad immaginare un'altra avventura.
g*
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14 years ago
admin, 75
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L\'avvocatessa
Era un sereno tardo pomeriggio di un venerdi novembre del 2009, il cielo era sgombro da nubi e il clima era autunnale, Edo era intento a degustare un caffè dall'aroma molto amaro, così come di suo gradimento, seduto al tavolino dell'american bar posto sul marciapiede di corso Garibaldi. Il passeggio era andante e misto, nell'attesa che qualcuno potesse attirare l'attenzione. Dalla sua parte sinistra una giovane donna passeggiava con passo spedito nella sua direzione, indossava un cappottino bianco, moderno e nuovissimo, un berrettino di lana dello stesso colore indossato più per tendenza che per necessità e dei collant poco velati neri metà coperti dagli stivaloni di color nero lucido con tacchi di 8cm. Lo sguardo era diritto e fiero aggrazziato da due grandi occhioni scuri che filavano sulla strada evitando sguardi indiscreti e poco graditi. All'altezza del fianco sinistro di Edo, accompagnata da una piacevole scia di un costoso profumo francese, istintivamente lui pronuncia parole chiare e decise a provocare imbarazzo "chissà cosa nascondi sotto quel delizioso cappottino", per un momento gli sguardi dei due si incrociano fissandosi intensamente, cercando di scoprire attraverso l'intensità degli occhi la profondità del carattere e dell'anima. "un semplice vestitino,risponde lei, e cosa nascondi invece lei sotto quell'aria da duro? La controdomanda aveva più il carattere della sfida più che della curiosità e la prontezza della risposta lasciava intendere una certa abitudine a ricevere avance da strada tant'è che la posizione del corpo era pronto a riprendere il passo spedito che aveva appena interrotto. "Mi chiamo Edo e mi chiedevo che sarei davvero onorato se lei fosse così disponibile da accompagnarmi nella degustazione del caffè." "Gentilissimo ma ho un pò di fretta devo correre nel mio studio" "la corsa verso il dovere nasconde spesso la repressione del proprio piacere!" Questa frase detta con molta fermezza lascia incerta la signorina che dimostra di nascondere stupendamente i suoi veri anni. Il viso ovale, liscio senza alcun trucco, le ciglia sottili delineano i contorni perfetti del naso e degli occhi che così come due olive greche sono incorniciate da sopracciglie lunghissime. Forse quell'uomo di mezza età dall'aria un pò strafottente ma dall'istinto da vero felino aveva visto giusto e da quando il suo ex come un fulmine a ciel sereno aveva scelto di maritarsi con quella puttana della sua migliore amica non aveva condiviso nessun attimo di distrazione con alcun'uomo ma che anzi il genere maschile aveva suscitato in lei un certo fastidio, ma, quell'Edo aveva qualcosa di irritante e di altrettanto attraente. "Bhe forse ha ragione ogni tanto il dovere può attendere, mi voglio giusto fidare perchè mi è sembrata una persona galante" soffermandosi accanto la sedia pronta per essere tirata indietro e pronta per farla accomodare con un movimento aggraziato. "Sono l'avvocato .......Cinzia e come le dicevo poch'anzi ho poco tempo per un caso penale che mi affligge e che devo studiare al più presto." Si intuiva un certo pentimento nella scelta di lei e Edo con molta serenità cercava di distrarla citando il vecchio Dannunzio e le sue maschere oltre che darle tutta l'importanza che il contesto lo imponeva confidandole di svolgere un ruolo sociale più umile del suo e soprattutto molto meno responsabile ma che gli dava il tempo per godere giorno per giorno ciò che la vita gli poneva all'attenzione perchè quindi non poter donare il proprio cuore per una sera? Cinzia pur apprezzando la compagnia di Edo mostrava una certa insofferenza, confidando che la sua vita è stata sempre improntata sulla razionalità e rettitudine non concedendosi nulla che potesse scalfire il proprio prestigio o il proprio nome a livello personale e professionale. Così fù costretta ad invitare Edo a proseguire l'interessante incontro presso il suo studio. L'ufficio era ubicato presso un palazzo d'epoca della Brindisi centro a non poca distanza da dove i due hanno fatto la loro conoscenza, era un bivani molto accogliente con le pareti fresche e lucide di colore rosa antico ben arredate con mobilio moderno color acero illuminato sapientemente con faretti soffusi. All'ingresso prendeva posto un armadio ad anta scorrevole che poteva accogliere i soprabiti dei clienti oltre che al suo bellissimo cappottino. Accanto la scrivania prendevano posto due accoglienti divani in pelle di colore nero antracite e il mobile bar ben interposto tra due scaffali in legno pieni di libi di testo di giurisprudenza. All'interno alcune bottiglie di crema di wisky e di limone oltre che di un pungente amaro che subito lei tenne a precisare che era riservato solo alle persone poco desiderate. Cinzia si accomodò con il proprio vestitino nero che mettevano in evidenza le sue curve e proponendo in evidenza un bel decoltè 4^misura. La conversazione tra i due prosegue su binari molto più confidenziali, raccontandosi un pò delle loro esperienze di vita, imparando ad apprezzarsi e aprirsi in un linguaggio sempre più aperto e disinibito. Lei ormai repressa da troppo tempo trascorso lontano da un'uomo lasciò addolcirsi dagli sguardi sempre più intensi di Edo proponendosi in accosciate sempre più invoglianti. Edo si propose di sedersi accanto a Cinzia sulla spalliera del suo divano ricevendo la pronta accoglienza di un abbraccio. La veduta dall'alto di quel decoltè e le aperture di gambe sempre più insistenti di lei lasciarono reagire Edo in un ingrossamento della propio pacco che non lasciò assolutamente indifferente Cinzia che prontamente mise le mani a tastare la durezza e la consistenza del membro. Si lasciarono andare in un bacio lussurioso e le due lingue si incontrarono in una danza del reciproco contatto, assaporandosi le labbra l'uno stretto all'altra, Edo scivolo con la lingua prima sul collo di lei e successivamente scendendo sempre più slinguando i seni e soffermandosi a degustare i capezzoli turgidi. Cinzia si sdraiò su di un fianco pronta ad accogliere il pene di Edo nella propria bocca e porgendo le proprie intimità a proseguire nell'introspezione della lingua vellutata di Edo. I due erano sudati e ansimanti pronti a ricevere nuovi e meravigliosi contatti delle mani e delle lingue, baciandosi vogliosamente i rispettivi sessi e dileguandosi in atti orali di eccelsa fattura erotica. Lei in un fiume in piena scoppiava dalla voglia di ricevere dentro Edo che gli propose di alzarsi e di girarsi in posizione supina appoggiandosi con le mani e con la parte superiore del corpo sulla spalliera del divano e lasciandosi penetrare in vagina dalla parte posteriore, i suoi colpi erano cadenzati e decisi e con grande esperienza Edo si accompagnava con l'aiuto delle dita sfregando il clitoride di Cinzia alternandosi ai colpi del suo cazzo. Non ci volle molto tempo che i due partner sentirono l'esigenza di lasciarsi andare in un ampleso così ben voluto e quasi liberatorio dopo il breve e intensissimo approccio amoroso. Cinzia alzo il capo e giro le palpebre all'indietro lasciando andare un grido soffocato, Edo invece cercò di reprimere senza successo la voce del proprio godimento uscendo e eiaculando sul ventre di una lei ormai soddisfatta. Gli amanti si lasciarono andare infine in un caloroso abbraccio e in un silenzio che lasciava intendere il dilemma tra la fine dell'inizio di una bella amicizia o l'inizio della fine di un incontro di quella sera.
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14 years ago
edobrindisi,
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Il regalo di mia moglie terza parte
10/11/2009
Terza parte del racconto di fantasia
Vedo una stanza con delle piccole finestrelle e al centro dei grandi materassi vicini dove potrebbero starci molte persone,è vuota e quindi apro la porta e spingo con dolcezza mia moglie invitandola ad entrare.In pochi secondi le sfilo la camicetta e inizio a massaggiarle il seno,poi la bacio con passione mentre le faccio scendere la gonna e visto che non indossava intimo rimane solo con autoreggenti e tacchi.La faccio mettere in ginocchio e dopo aver velocemente estratto il cazzo glielo infilo in bocca.Comincia a succhiarlo con una passione mai vista,è davvero molto eccitata.Noto che già tre o quattro uomini stanno guardando dalle finestrelle lo spettacolo che stavamo offrendo.La faccio distendere sulla schiena e comincio a leccarle la figa con trasporto.Tiene gli occhi chiusi mordendosi le labbra dal piacere.Noto che due uomini,molto silenziosamente e cercando di non disturbare,sono entrati e si sono messi un paio di metri dietro a lei per non spaventarla,hanno aperto la patta ed hanno estratto i cazzi cominciando a masturbarsi lentamente guardandoci.Infilai il cazzo nella figa di mia moglie iniziando a scoparla lentamente.La visione dei due spettatori che si masturbavano eccitava anche me,anche perché quello più giovane(35 anni circa)aveva un bel cazzo tozzo di almeno venti centimetri e l’altro(sui 55 anni) aveva un vero e proprio mostro:almeno 25 centimetri ma soprattutto largo quasi come una lattina di cocacola.Mentre scopavo mia moglie che mugolava dal piacere.”Allora,ti piace ancora il mio cazzo o quello che ti sei infilata prima ti riempiva meglio?”Mi piace sempre il tuo cazzo amore,però è vero,quello di prima era un po’ più grosso”.”Troia,allora ti piace il cazzo e più è grosso meglio è.Dillo che è così”.”Siiii,sono la tua troia e mi piacciono i grossi cazzi”.”Lo vorresti adesso un bel cazzone enorme prima in bocca e poi nella figa.Dimmelo!””Siii,magari,lo leccherei per bene e poi mi farei scopare”.Feci cenno al signore superdotato di avvicinarsi silenziosamente e appoggiarle il cazzo sulle labbra.Notai nel suo viso un’espressione di stupore ma non aprì gli occhi,in compenso tirò fuori la lingua cominciando a dare qualche colpetto per assaggiare la novità,poi comincio a farla scorrere avanti e indietro.A quel punto,il fortunato possessore di quel meraviglioso arnese,puntò la cappella per forzare l’ingresso nella sua bocca che sembrava non potesse accogliere un cazzo di quelle assurde dimensioni e lei spalancò allibita gli occhi scoprendo di avere all’ingresso della sua bocca un cazzo enorme,di quelli che solo il pensiero di accoglierlo in qualsiasi parte del corpo ti provoca un po’ di apprensione.Allunga subito la mano per saggiare le dimensioni e stupendomi gli sputa sopra, s’infila a fatica la cappella in bocca e comincia a segarlo con la mano e mi rendo conto che anche se le usasse tutte e due ne rimarrebbe scoperta ancora una bella porzione.E’ eccitatissima e quindi faccio segno anche al ragazzo di approfittare della sua bocca.Quando sente anche la punta dell’altro cazzo sulla guancia non sembra più molto stupita e continuando a segare il “mostro” si infila in bocca immediatamente anche l’altro bel cazzone comunque notevolmente più grosso del mio ed inizia un bel pompino alternando gli ospiti all’interno delle sue labbra.Faccio segno al più anziano di lasciarmi il posto e di scendere a leccarle la figa,cosa di cui ne è ben felice,ma ora voglio vederla impalata da quel mostro: dico all’uomo di alzarsi e venirmi vicino,prendo un preservativo di quelli in dotazione alla stanza e glielo infilo personalmente essendo curioso di toccare una bestia simile.Lui sorride,segno che gli fa piacere il mio tocco e soprattutto la mia autorizzazione a scoparsi mia moglie.Si posiziona tra le sue gambe e sono io a prenderglielo in mano e puntarlo sull’imboccatura della figa di mia moglie,lui spinge piano per far passare la punta e vedo l’espressione di mia moglie,che non smette comunque di imboccarsi con il mio e l’altro cazzo del giovane,impaurita ma allo stesso tempo estasiata.Ogni centimetro che avanza dentro di lei denota chiaramente il piacere che sta provando e non dimenticherò mai la sua espressione quando le palle dell’uomo hanno toccato le sue labbra,L’AVEVA TUTTO DENTRO.Lei impazziva di piacere ma io non meno di lei guardandola in questa situazione.L’uomo cominciò una possente scopata facendola urlare dal godimento nonostante continuasse ad avere la bocca piena dei nostri cazzi.Ad un certo punto l’uomo la fa girare di peso impalandola a fondo sopra di lui,io lascio che lei continui il pompino all’altro ospite e vado a leccarle il buchetto posteriore a pochi centimetri dal super cazzo che la sta scopando.Vedo la sua figa dilatata al massimo e mentre le passo la lingua sul culetto non disdegno di scendere fino alla figa,prima distrattamente e poi volutamente,leccando non solo le labbra dilatate dall’enorme pistone ma anche i suoi succhi appoggiando la lingua sul cazzo che entra ed esce lucidissimo da quella che sembra essere diventata una caverna.Forse vorrei sfilarlo da lì ed assaggiare io stesso il sapore di quel meraviglioso cazzo.Chissà,forse sarà un’esperienza che potrò fare in seguito con mia moglie,ma in questo momento mi interessa solo lei e voglio vederla godere come mai in vita sua.Ora mi punto dietro di lei e non senza difficoltà riesco infine ad entrare nel buchetto.Lei sembra impazzita,gode ormai senza ritegno piena dei nostri due cazzi e continua a sbocchinare con voluttà il cazzone del ragazzo.Dopo aver aperto un po’ la strada cominciamo ad alternarci io ed il ragazzo fra il culo e la bocca e non potendo ogni volta rimettere un
preservativo,lascio che la inculi senza facendole sentire bene la forma del suo cazzo.Nella mia testa sta balenando un’idea e dopo aver riempito a mia moglie il culo di sborra,invito anche il ragazzo a fare altrettanto.Il suo culo è bello largo e si vede lo sperma che le cola,la prendiamo di peso sfilandola dal cazzone che la stava ancora scopando e tenendola sempre in quella posizione le punto con le mani il “mostro” sul buchetto abbassandola fino a far entrare un pezzo di cappella.”Siete pazzi,fermatevi,mi spaccherebbe in due.”Incuranti delle proteste cominciamo ad abbassarla e complici le nostre inculate di prima e la nostra sborra lubrificante a sorpresa il cazzone entra molto più facilmente di quello che si sarebbe pensato.Sicuramente il dolore è notevole,ma dopo una sosta, non priva di smorfie di dolore a circa metà percorso,è mia moglie stessa che comincia a calarsi lentamente centimetro dopo centimetro fino ad appoggiarsi col culo sulla palle dell’uomo.Altra smorfia di dolore e con la mano appoggiata sul petto dell’uomo gli fa cenno di non muoversi.Sta facendo abituare il culo a quell’enorme presenza,poi comincia lentamente a muoversi imponendo lei i movimenti che diventano via via sempre più veloci e coinvolgenti fino a spingere all’indietro con forza per sentirsi sempre più piena.”Si dai impalami,fammi sentire fino in fondo il tuo meraviglioso cazzo,spingi!”Non la riconoscevo più,era travisata dal piacere e l’unica cosa che le importava in quel momento ere solo farsi riempire da quel cazzone.A sorpresa si sfilò di colpo e con la mano tolse velocemente il preservativo per poi riinfilarsi con un colpo solo fino in fondo.”Voglio sentirlo al naturale e voglio che mi riempi il culo di sborra”.A quelle parole le infilammo i nostri cazzi nuovamente duri in bocca menandoceli di gusto.La sentimmo urlare l’ennesimo orgasmo ed in quel mentre anche l’uomo fece un urlo liberatorio,scaricandole nel culo un’immensa quantità di sperma che sgorgava scivolando sull’asta dell’uomo.A quel punto anche noi scarichiamo tutto il nostro sperma sul suo viso,sulla lingua e direttamente in bocca per poi vederlo anche colare sul suo seno.Vedo che nonostante le sue ritrosie nel bere lo sperma ne ha invece ingoiato abbastanza, ma probabilmente in un momento così avrebbe accettato qualsiasi cosa.
Ci puliamo alla meglio con dei fazzolettini,ci rivestiamo facendo un cenno di saluto ai due i quali rispondono con un grazie ed allungandoci ambedue un foglietto con un nome ed un numero di cellulare: Antonio il super super dotato e Fabrizio il ragazzo.Usciamo velocemente dal locale,saliamo in macchina e restiamo in silenzio con un po’ di imbarazzo da ambo le parti.”Ti fa male?”.”Eh beh,direi.Sei contento adesso? Non ti da fastidio di avermi visto scopare con altri uomini?Non sei geloso?”. “Geloso si,fastidio no.E’ stata l’esperienza più bella della mia vita.Vederti spompinare e scopare altri uomini senza vergogna ne pudore e vederti godere in quella maniera è stata la cosa più eccitante che abbia mai provato,soprattutto quando sei riuscita a prendere completamente quel mostro nel tuo buchetto”. “Si si,buchetto una volta ormai,non ti dico come me lo sento in questo momento”. “ “Però mi sembra che tutto ciò non ti sia dispiaciuto, no?”. “Ah ah ah,spiritoso..”. “Spero che d’ora in poi ogni tanto si possa riprovare qualche esperienza simile,magari chiedendomi tu di realizzare qualche tuo desiderio che ti piacerebbe realizzare.” “Ma davvero saresti disposto a farmi ancora scopare da altri uomini?” “Sarei disposto a farti fare qualsiasi cosa ti passa per la testa pur di vederti godere come stasera,eri uno spettacolo da immortalare,un piacere per gli occhi ,eri bellissima,SEI bellissima e ti amo più di prima.” “Beh,se davvero non ti dà fastidio allora credo che ti accontenterò ed avrei già un paio di ideuzze per la prossima volta”. “ Così ti voglio amore,sei fantastica…a proposito questi due bigliettini tienili tu e segnali su un’agendina nuova dedicata a questo,magari possono servire.” “Antonio qual è dei due?”
“Quello che ti ha allargato il culetto amore”. La vedo mettere una crocetta sul foglietto di Antonio.
“Cosa fai,dai i voti?”. “ Spiritoso,è per ricordarmi qual è dei due.Il cazzo di Fabrizio è un cosidetto “signor cazzo”,ma per quello di Antonio non ci sono parole e nei prossimi programmi credo che lo terrò in considerazione.Anzi amore,visto che dici che non ti dà fastidio,posso parlare liberamente?”.
“Certo.” “Mi fa male tutto,ma non vedo l’ora di farmi scopare ancora da lui e di sentirmi riempire ovunque dal suo cazzo.Scusa ma mi hai voluto tu così,sai quanto mi piace scopare con te,ma il cazzo di Antonio è una cosa che una volta provato non lo dimentichi più.”Tranquilla amore,tutto quello che vuoi.Se ti piace così tanto potrai scopare con lui quando vuoi,solo vorrei che lo facessi con me presente o se proprio non potrai aspettare, almeno avvisami e promettimi al mio arrivo di raccontarmi tutti i dettagli.” “Grazie amore,ti amo tanto e rispetterò i patti,ma sappi che almeno una volta alla settimana voglio essere scopata dal cazzo di Antonio”.
Ci baciamo teneramente e ci avviamo verso casa dove,nonostante i dolori,concludiamo il mio compleanno con un’altra scopata commentando la sua impresa di stasera.
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Il regalo di mia moglie seconda parte
05/11/2009
Seconda parte del racconto basato sulle fantasie che vorrei veder realizzate.
Arriva il giorno del mio compleanno e rientrando a casa nel tardo pomeriggio trovo sul tavolo un regalo per me:contiene un paio di calzoni nuovi.Vado in camera dove trovo mia moglie che si stava rilassando sul letto prima di prepararsi per andare a cena e le faccio notare che non è quello il regalo che desidero.”Smettila,comincia a provarli per vedere se ti vanno bene,che poi non è detto che non ci sia un altro regalo per te”.Comincio a credere che forse mi accontenterà.Mi preparo e l’aspetto in sala guardando la televisione,entra nella stanza con addosso già lo spolverino,quindi non posso vedere come si è vestita,anche se le calze nere e i decolletè a punta con il tacco altissimo mi confermano che si è vestita in maniera sexy come è solita fare per la cena del mio compleanno.
Il bambino l’abbiamo lasciato a dormire dai nonni e visto che in ogni caso poi farò sicuramente sesso almeno con lei,mi sono anche procurato del viagra per fare una scopata memorabile.
Ci avviamo alla volta di una città vicina dove ho prenotato in un ristorante noto per l’ottima cucina a base di pesce.Arriviamo al ristorante dove lasciamo i soprabiti al guardaroba e finalmente vedo la mise di mia moglie: tacchi e calze sicuramente autoreggenti già l’avevo constatato,una gonnellina nera a tubino sopra il ginocchio con uno spacco posteriore mediamente alto e camicetta bianca di raso aderente slacciata sapientemente fino a sotto la base del seno come se fosse una lunga scollatura di un vestito aderente ma,essendo una camicia,l’aderenza c’è solo stando perfettamente eretta altrimenti si intravede perfettamente il seno che per la gioia dei miei occhi e non solo miei,non è coperto da nessun reggiseno di pizzo nero come mi sarei aspettato che,per quanto sexy,non è mai come vedere delle belle tette naturali che ballano a seconda dei movimenti.A dire il vero me ne ero già accorto quando togliendo lo spolverino ho visto i capezzoli che premevano il tessuto liscio dell’aderente camicia.Cominciamo a mangiare ed innaffiamo la cena con dell’ottimo vino bianco che non faccio mai mancare nel suo bicchiere,ben sapendo che se esagera un po’ le procura un po’ di euforia,cosa che potrebbe aiutarmi nel mio piano.Le faccio i complimenti per come è sexy facendole notare che ogni volta che il cameriere viene al nostro tavolo non riesce a togliere gli occhi dalla sua scollatura dimostrando di gradire molto la visione del suo seno,lei sorride e visto che per la parte sopra ha seguito la mia richiesta le chiedo se anche sotto è nuda e ha quindi accettato di provare l’esperienza del priveè.”Mah,chi lo sa,può anche darsi” è la sua risposta.A questo punto faccio cadere deliberatamente il mio tovagliolo dalla parte opposta del tavolo per potermi abbassare bene e guardare fra le sue gambe,istantaneamente le spalanca completamente e vedo con gioia la sua fighetta senza veli ,completamente depilata(probabilmente l’ha fatto nel pomeriggio) e già lucida,segno che la situazione la eccita.Mi rialzo,sorrido e le do un dolce bacio sulle labbra.”L’hai guardata bene?”,”si,e mi sembra più bella del solito,tutta da mangiare”.Lei mi ricambia con un altro bacio.Finita la cena accompagnata dal tanto vino e liquorini vari,mia moglie mi sembra allegra e abbastanza disposta a divertirsi.Arriviamo al club e dopo aver parcheggiato entriamo e ci apprestiamo a fare la tessera,vedo mia moglie molto imbarazzata e impaziente di togliersi dall’ingresso.Finalmente entriamo e ci accomodiamo ad un tavolo abbastanza defilato in un angolo in penombra,ordiniamo qualcosa di alcolico alla cameriera vestita,o meglio come mi fa notare mia moglie,svestita in maniera molto sexy e cominciamo a guardarci intorno curiosi di vedere come sono gli altri clienti e come si comportano.E’ presto e non c’è ancora nessun spettacolo,meglio così,non vorrei che mia moglie si imbarazzasse subito e volesse andarsene.Ci sono svariati singoli che girano guardando interessati le poche coppie presenti, un paio delle quali stanno ballando al centro della pista e non possiamo non notare che le donne sono vestite non sexy,ma addirittura oscenamente,praticamente mezze nude.Deve essere comunque una buona serata,perché contrariamente a quello che ho sempre sentito su questi locali,vedo solo un paio di singoli di età piuttosto avanzata ed una coppia comunque di aspetto gradevole,gli altri sono tutte persone giovani,dai 30 ai 45 anni al massimo ed alcuni sembrano anche interessanti,sia uomini che donne.Sospetto però che nel locale ci sia anche altra gente nella zona stanze adibite per gli incontri.
Qualche singolo ci passa vicino squadrando mia moglie ed accennando un sorriso,ma lei nonostante il vino l’abbia resa un po’ più rilassata,si guarda bene dal contraccambiare perché capisce che certamente si avvicinerebbero per cercare di conoscerla e sicuramente chiederle se vuole fare sesso con loro.In questa maniera è impossibile fare passi avanti,aspetto il momento favorevole per convincerla ad andare a curiosare nella zona scambi.Dopo aver bevuto lei una caiphirinia ed io una coca e rum e dandomi l’impressione di essere un po’ alticcia,le faccio notare un tavolo a pochi metri da noi dove una coppia ha fatto sedere un singolo che la donna sta masturbando mentre il marito,dopo averle fatto risalire quasi completamente la gonna,introduce due dita a fondo nella figa della moglie.Mia moglie è un po’ stupita,ma forse per la complicità dell’alcool ingerito,guarda incuriosità quello che i tre stanno facendo,anche quando la donna si abbassa e comincia un famelico pompino al loro ospite.Bacio delicatamente sul collo mia moglie ed infilo una mano sotto la gonna trovando la sua figa completamente bagnata,le giro il viso ed inizio a baciarla con passione accorgendomi da come usa la lingua nella mia bocca che è molto eccitata,infatti quasi subito sento la sua mano sulla patta che è sul punto di scoppiare.”Ah però” è il suo commento.Le propongo di andare a curiosare nella zona divisa da una tenda e lei mi chiede cosa c’è dietro.”Probabilmente gente che sta facendo sesso”.”E allora cosa ci andiamo a fare?”.”A curiosare un po’,nessuno ti obbliga a fare niente se tu non lo vuoi”.”Va be’ “.Ci avviamo e stando dietro di lei entriamo nella tenda trovandoci in un corridoio piuttosto stretto e con luci molto soffuse,arriviamo davanti a una stanzetta vetrata con una lunga panca e una ragazza anche piuttosto carina che sta leccando quattro cazzi da dei buchi in una parete.”E quella?”.”Credo si chiami Glory Hole,ti siedi li e fai pompini a tutti quelli che dall’altra stanza infilano il cazzo in un buco.Vuoi provare?Invece che stare quì a guardarti potrei andare di là ed infilare anche il mio e quando pensi di averlo riconosciuto mi dai un morettino per farmi capire”.”Ma scusa,non ti darebbe fastidio che ip prenda in bocca il cazzo a 4 o 5 sconosciuti?” “Da matti,però mi eccita fuori misura e anche a te sembra che faccia un certo effetto(mi sposto alla sua destra e siccome le avevo già fatto risalire la gonna fino a lasciare quasi tutto il suo splendido culetto scoperto, dal davanti infilo la mano fra le sue cosce fino e trovo la figa fradicia”.Nel frattempo il corridoio si è affollato e altre persone,soprattutto singoli,si sono fermate vicino a noi a vedere lo spettacolo dei pompini.”Qualcuno mi sta toccando il culo”,mi bisbiglia all’orecchio.”Ma si,per qualche palpatina,lascialo fare”.”Veramente in questo momento mi sta toccando la patatina,anzi ci sta proprio infilando le dita…mm”.”Be,mi sembra che non ti dispiaccia del tutto”.”AMORE,mi sta strofinando il coso sul sedere!”.”Decidi tu dove farlo arrivare,il sedere è tuo”.”Me lo ha messo tra le cosce e me lo sta strofinando sulle labbra della patata”.Ad un certo punto vedo che mia moglie mette la mano davanti piegandosi leggermente e spingendo indietro il sedere: oh cazzo,se lo è infilato nella figa,evidentemente non ha resistito a quel contatto.si muove tre o quattro volte per sentir scorrere l’inatteso ospite e poi si sfila di colpo girandosi per vedere in faccia l’intruso(un ragazzo presumibilmente attorno ai 40 anni),glielo prende in mano e inizia a masturbarlo sapiente lentezza,probabilmente per gustarsi anche lei il contatto con un cazzo nuovo e sconosciuto.Poi accellera il movimento e mentre gli massaggia le palle,lo sconosciuto,emettendo un rantolo di godimento,viene con quattro o cinque schizzi violenti che vanno a sporcare il vetro davanti a noi e un pochino sulla mano di mia moglie,la quale continua lentamente e delicatamente a muovere la sua manina lungo il cazzo dello sconosciuto chiudendolo e scappellandolo più volte fino a quando lo sente molle e trovandosi così la mano piuttosto sporca di sperma, a questo punto mi stupisce del tutto: l’uomo dice”grazie” e lei “prego”,poi gli mette la mano sporca del suo sperma davanti alla bocca e dice “lecca”.Lui ubbidisce e la pulisce bene con la lingua anche in mezzo alle dita.Lei sorride,si rimette a posto la gonna e ci allontaniamo per il corridoio.Le chiedo”ti è piaciuto?”.”Mi ha eccitato,ma ho più voglia di prima.Voglio che mi scopi”.
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Il regalo di mia moglie
05/11/2009
Racconto di fantasia
Il regalo di mia moglie part.1
Siamo una coppia sposata con un figlio piccolo,io ho 46 anni e mia moglie 41.Lei è piccolina ma nonostante l'età non più giovanissima è ancora una bella donna o forse dovrei dire una bella ragazza visto che non dimostra assolutamente la sua età.E' mora,capelli lunghi,belle gambine magre,un seno proporzionato ed ancora ben sostenuto,ha solo un po' di pancetta forse più dovuta alla sua postura che a un reale ingrassamento rimastole dalla gravidanza e qualche segnetto sul sedere che per una donna della sua età è più che normale,nonostante questo il suo culetto è ancora molto bello e desiderabile,sopratutto guardandola messa a carponi,una posizione da dove si può ammirare anche la sua spledida fighetta completamente rasata.Di sesso purtroppo ne facciamo raramente,colpa del bimbo sempre con noi ed anche del poco desiderio da parte mia.Purtroppo il mio poco desiderio è dato da un motivo molto semplice:come quasi tutti gli uomini il mio sogno è avere una brava moglie come lei nella vita quotidiana ed una vera donna trasgressiva dal lato sessuale e purtroppo come tanti posso godere solo della prima qualità.Fin dalle nostre prime uscite da fidanzati ho provato a coinvolgerla con discorsi trasgressivi,fotografie ed uso abbastanza regolarmente dei falli finti durante i nostri rapporti ma,purtroppo lei non si lascia andare,è sempre molto sforzata ed anche quando le strappo frasi tipo "dimmi che ti piace il cazzo",la risposta è "si,mi piace il cazzo,mi piace il TUO cazzo",per sottolineare di non mettermi in testa strane idee.Alla luce di tutto questo pensare che possa verificarsi una situazione trasgressiva che possa coinvolgerla è praticamente impossibile,visto anche la presenza di nostro figlio sempre con noi,programmare un incontro con un singolo autorizzato da mia moglie è ancora più impossibile e senza la sua autorizzazione rischierei solamente di non combinare niente e andrei incontro sicuramente ad un grosso litigio.A questo punto rimane solo una possibilità: una specie di ricatto.Da qui in avanti il racconto diventa di fantasia,quella fantasia che desidererei fortemente si potesse realizzare.
Si avvicina il periodo del mio compleanno e mia moglie come al solito comincia a chiedermi cosa desidero come regalo ed io come al solito le rispondo che non lo so e non deve preoccuparsi perchè non mi serve niente,lei si lamenta perchè io ho sempre questo comportamento e non voglio mai dirle cosa mi piacerebbe avere in regalo.Durante una delle nostre rare scopate mi viene un'idea: la sto scopando lentamente e le rigiro in bocca un cazzo finto,"fammi vedere come sai leccare il cazzo,leccalo di gusto come se fosse vero e sentissi il suo sapore,prendilo in mano e gustalo per bene" e nel dire ciò lo lascio in mano a lei che,forse per darmi un po' di soddisfazione comincia a farselo scorrere in bocca per bene leccandolo anche sui lati e sulla punta,"è così che ti voglio vedere,maneggiare un altro cazzo,vedere mentre lo prendi in bocca e poi scoparti assieme uno nella figa ed uno nel culo fino a sentirti urlare dal piacere".Lei sempre zitta,"è il mio sogno da sempre amore,lo sai,non voglio rimanere con questo desiderio insoddisfatto tutta la vita,devi darmi la possibilità di realizzarlo,tanto sai benissimo che prima o poi,volente o nolente, ti farò scopare da un altro,quindi meglio prima che se dovesse piacerci avremmo il tempo di recuperare le esperienze mancate"Lei zitta ma la sua figa era bagnatissima ed il mio cazzo duro come il ferro."Anzi,mi è venuta un'idea,visto che mi chiedi sempre cosa voglio per il compleanno,voglio andare assieme in un club priveè,per vedere se la cosa ti eccita un po' e ti viene la voglia di trasgredire almeno un pochino".Lei infastidita mi mette la mano davanti alla bocca e mi dice"smettila di parlare e muoviti".Mi rendo conto che la battaglia per convincerla è ancora lunga,finiamo la scopata con un orgasmo travolgente di entrambi e fine non se ne parla più.Le nostre due o tre scopate successive si svolsero nella stessa maniera:io che le dicevo di voler assolutamente in regalo la serata al priveè e lei zitta che scopava normalmente,a volte più calda a volte meno,ma tutto finiva lì.La scopata successiva,dopo averle leccato la figa fino a farla quasi venire,le infilo il cazzo fino in fondo e comincio a scoparla lentamente parlandole del mio regalo di compleanno e finalmente lei mi dice"però andremmo solo a guardare senza fare niente","se non te la senti guardiamo solo ma, conoscendoti e sapendo che non sei di ferro,secondo me se capita l'occasione non ti tirerai indietro"."Non ti darebbe fastidio vedermi con un altro?Non saresti geloso?""Da matti,ma è talmente forte il desiderio di poterti vedere in quella situazione che sono disposto a sopportare la gelosia.Soffrire un po' per godere tanto ed avere finalmente la moglie ideale:brava ed irrepprensibile nella vita e troia senza limiti nel letto".La scopata finì con un orgasmo da favola per tutti e due,lei aveva lasciato una macchia inequivocabile sul lenzuolo di quella che era stata la sua eccitazione nel parlare dell'eventuale esperienza che avremmo potuto vivere.
La scopata successiva le dissi"Io prenoto un bel ristorantino caratteristico in una vicina città dove c'è il priveè nel quale voglio andare,tu so benissimo che la sera del mio compleanno sarai comunque vestita come piace a me,quindi con gonna,tacchi alti,autoreggenti e magari una bella camicia slacciata al punto giusto,l'unica differenza sarà,che se hai deciso di farmi il regalo che desidero,non indosserai ne perizoma ne reggiseno ed allora io saprò che mi vuoi accontentare.Poi qualsiasi cosa succederà per me andrà bene:se non vorrai fare niente ce ne andremo,anche se non ti nascondo che poi magari tornerò alla carica con le mie richieste,se invece ti lascerai travolgere dalla situazione ed andrai ben oltre a tutto quello che io mi sarei immaginato,da parte mia non ci sarà nessun problema,perchè la mia unica fonte di eccitazione sei tu;meglio scoprire di avere una moglie troia e godersela in compagnia piuttosto che avere una santa e rimanere insoddisfatto,(come il detto:è meglio mangiare una torta in tanti che una merda da solo)."La scopata finisce con un altro orgasmo memorabile.Comincio ad intravedere qualche speranza sulla realizzazione del mio sogno....
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Una notte d\'estate.
Eravamo usciti quella sera, faceva caldo e in casa non si riusciva proprio a stare. Facevamo il solito giro per locali, quando decidemmo di fermaci.
Prendemmo due bicchieri di vino al banco e poi avevamo intenzione di rimanere lì, occupare un tavolo vuoto e fare i soliti discorsi sulle donne, il futuro e la nostra amicizia.
Ad un certo punto, mentre i bicchieri vuoti sul tavolo erano diventati tanti da non riuscire a portarne il conto (o forse ero io talmente brillo da non riuscire a contarli) si avvicinò al nostro tavolo una ragazza, non parlava italiano.
Era una ragazza di 35 anni Inglese, di Londra se non ricordo male. Aveva bisogno di un passaggio in albergo, ma fece presto a cambiare idea quando la invitammo al tavolo con noi. Parlava la sua lingua e ricordo Giulio non capiva una parola, io invece riuscivo a spiccicare qualche frase di senso compiuto grazie anche al fatto che avevo appena finito la scuola superiore ed ero fresco di studi.
Ormai erano diverse ore che eravamo lì tutti e tre a cercare di capirci e nostante le difficoltà linguistiche sembrava proprio ci stessimo divertendo.
Era giunta l'alba e a quel punto ci offrimmo di riaccompagnarla in albergo ma lei proprio non voleva andarsene e dopo poco, all'improvviso baciò Giulio sulla bocca con passione Venne con noi a casa e non feci a tempo ad aprire la porta che Giulio e Valery (così si chiamava la ragazza) si fiondarono in camera da letto.
Io dividevo la camera con Giulio, in quell'appartamento messo a disposizione dai nostri datori di lavoro, così quando i due occuparono la stanza, mi ritrovai a dormire sul divano.
Non riuscivo però a prendere sonno, quei due facevano un tale casino che sicuramente da un momento all'altro sarebbe salita a reclamare la vicina del piano di sotto, così andai sul balcone a prendere un pò di sollievo dalla morsa del caldo offerta dalla fresca brezza del mattino. Erano dieci minuti che Valery e Giulio si dimenavano, e ad ogni loro gemito sentivo uno strano fremito provenire dal profondo del mio intimo.
Anche la camera da letto affacciava sullo stesso balcone e ad un certo punto mi ritrovai a spiare, fra le fessure della persiana, l'immagine frenetica dei due corpi che si dimenavano. Ero eccitato!!! Mentre ero lì che guardavo lo spettacolo inatteso, mi appoggiai innavvertitamente alla persiana che si aprì mostrando inequivocabilmente la mia figura ai due amanti. Valery si girò di scatto, ma anzichè coprirsi e infuriarsi come mi aspettavo, mi fece segno di entrare e chiudere. Giulio aveva capito dall'alto dei suoi 30 anni e fece un ghigno consenziente impercettibile.
Anche io avevo capito... ma non mossi un dito, sia per paura del confronto, Giulio era risaputamente dotato a dismisura, sia perchè non avevo mai avuto un'esperienza simile e temevo che la timidezza giocasse contro la mia erezione.
Lei al mio esitare non si perse d'animo e anzi si alzò e venne verso di me. In quel momento notai il suo corpo snello, sudato, con i seni piccoli ma sodi, con due capezzoli larghi e turgidi, e pensare che non mi aveva impressionato quando l'avevo vista raggiungere il nostro tavolo in quel bar, eppure adesso era magneticamente bella non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso come se non avessi mai visto una donna nuda, o come se lei fosse la donna più bella del mondo.
Mi raggiunse mi prese per gli slip poi si voltò e inizio a tirarmi con quelli verso il letto. Si sedette mi abbasso le mutande e inizio a baciarmelo arditamente. Giulio in poco tempo, mentre lei era intenta ad assaporarmi, la mise carponi e la penetrò Non ricordò quante volte abbiamo raggiunto l'orgasmo quella sera, non ricordo nemmeno quante e quali posizioni abbiamo provato sfidando la forza di gravità, ma ricordo benissimo come mi sentivo: ero eccitato come non lo sono mai stato, ero eccitato a tal punto che il solo ricordo mi accende da capo ogni volta e mi accalora le guance.
Quella mattina quando, tutti e tre, ci svegliammo sul letto facemmo colazione insieme, e ridevamo e scherzavamo come la sera prima, come se durante la notte non fosse successo niente. Eravamo felici e sorridenti, il viso rilassato. Dopo accompagnammo Valery in albergo e quando ci separammo ci salutammo con il classico "See you soon"...
Non l'abbiamo più incontrata ma, nei nostri ricordi, non l'abbiamo mai riaccompagnata e rimane bella e eccitante come quella notte.
fine
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Una coppia speciale
Una coppia speciale
La visita con il primario amico di Mario era stata breve e il conseguente ricovero era stata solo un formalità, una cameretta singola, tranquilla, e mentre rientravo in camera dal bagno dove avevo indossato una leggerissima camicia da notte che arrivava appena al ginocchio, vidi entrare un giovane medico, alto, moro, con un pinzetto ben curato, mani ben curate, occhi scuri molto penetranti,” vieni Marco, che ti presento Anna, ”lui mi strinse la mano, e io mi accomodai sul letto. “ora vi lascio nelle sue mani”, disse il primario, “lui è lo specialista di questo tipo d’interventi, è anche più bravo di me”, detto questo ci lasciò soli. Mario e Marco si sono intesi subito, e questa è una cosa che ho sempre invidiato a mio marito, la semplicità di una stretta di mano gli è sufficiente per capire se con una persona c’è intesa o no, anzi a vederli sembravano amici da sempre. Con un semplice gesto mi invita a distendermi, io non so per quale motivo decido di provocarlo un poco, non che avessi bisogno di sentirmi desiderata da un uomo, amo mio marito alla follia, ma dato che fra noi esiste una fortissima complicità che ci permette sempre una certa autonomia e poi lui era li davanti a me la tentazione di provocare questo giovane medico è stata tanta. Distendo le gambe, mentre Marco si avvicina al letto io divarico un poco la coscia sinistra, e il merletto nero delle mie mutandine viene in bella mostra dato che la camicia da notte è veramente corta, sono sicura che il biondo del mio ciuffino di peli della mia fichetta semi depilata si deve vedere inequivocabilmente. Lui mi prende la caviglia, le sue mani mi danno un strano e piacevole effetto, mi immagino che lui mi tocchi tutto il corpo, e questo mi fa incominciare ad eccitarmi, giro lo sguardo verso Mario, lui mi osserva, ha intuito subito che voglio giocare con Marco, annuisce in segno d’approvazione, ”le faccio male qui?”, mi chiede Marco e continua a passare le sue mani sulla mia caviglia, “si, sento dolore anche più in alto”, rispondo cercando di osservare la sua reazione nel dover portare le sue mani lungo il polpaccio e mi accorgo che dal camice aperto si intravede attraverso la sottile stoffa di lino bianco un discreto gonfiore all’altezza dell’inguine, mi sento soddisfatta specie quando poi verifico che anche mio marito si stà eccitando, e questo sarà molto utile in futuro. “torno subito “ dice Marco ed esce dalla camera. “che intenzioni hai?, fino a che punto ti vuoi spingere con lui?” mi chiede Mario, “non lo so, è un bel ragazzo,” “ credi che questa sia la volta buona?”, mi chiede ancora, ”non lo so, forse”. Già la volta buona, dentro di me risuona ancora questa frase, io lo amo tantissimo, è tutta la mia vita, e da molto tempo portiamo avanti uno strano gioco, immaginiamo sempre di inserire un altro uomo nel nostro rapporto, ma per quanto mi sia impegnata ancora oggi non ci sono mai riuscita, mi prende una strana timidezza che rovina tutto, anche se di perfette occasioni ce ne sono state tantissime, specie l’estate quando andiamo la mare nelle spiagge nudiste,, io non ho nessun problema a mettermi nuda, a provocare i maschi che mi ammirano, si eccitano, ma poi al momento di lasciarmi andare tutto si blocca, salvo poi la sera dentro il nostro letto quando ci mettiamo fantasticare su come mi sarei lasciata scopare da questo o quello, magari insieme, allora mi eccito tantissimo e Mario mi sbatte fino a sfinirmi così tanto che alla fine quasi perdo i sensi. La porta si apre di nuovo, torna Marco, con una carrozzella, “andiamo a fare un’ecografia alla caviglia, poi se non dovesse bastare anche una risonanza magnetica”, io nel discendere il letto non perdo l’occasione di spalancare ancora di più le cosce e mostrare tutto al meglio , mi siedo e insieme a mio marito andiamo verso l’ascensore, mi trovo in una posizione più bassa rispetto a loro, e ho la perfetta visione dei due bozzi che entrambi hanno . Dentro l’ascensore loro parlano di cosa dovrò fare dopo l’intervento, io invece mi sento bagnare sotto, ho i loro cazzi a pochi centimetri da me, uno per parte, mi basterebbe avvicinare le mani per prenderli e portarli alle labbra, ma la porta che si apre mi distoglie dal lussurioso pensiero. Un piccolo studio e poi un nuovo letto, io ancora a mettere in evidenza il pizzo delle mutandine, Marco con fare molto professionale esegue l’esame, e io ho quasi la sensazione che in quel momento della mia fichetta in bella mostra non gliene importi nulla tanto è preso dal suo lavoro, ma il gonfiore che si vede all’inguine mi dice il contrario. Mi esamina a lungo, evidenzia tutto quello che mi dovrà fare, mi dice passo a passo quello che sarà l’intervento, del dolore e del tempo che mi ci vorrà poi per rimettermi in piedi, parla, e continua a passare le sue mani sulla mia gamba, poi torniamo in camera, stessa cosa dell’andata, in ascensore devo fare uno sforzo tremendo per non afferrare i loro cazzi gonfi che premono attraverso la stoffa dei pantaloni. Tornati in camera mi ridistendo sul letto sempre mettendo tutto in bella vista, lui indugia un poco poi ci lascia. Mario si siede sul letto, io allungo la mano e afferro da sopra la stoffa il suo cazzo ormai perfettamente eretto,” ti sembra il modo di far impazzire quel povero ragazzo?,” dice ridendo mentre io continua a segarlo lentamente, mi eccita questo gioco, sento le mutandine completamente fradice, “ aiutami a cambiarmi, e poi voglio andare in bagno”, e mi sfilo l’indumento intimo che lui prende, si porta alla bocca ,”hhhhhuuuuuummmmmm, che magnifico odore , questa sera quando ti telefono continuerò a sentire questo, inebriante profumo” , e fa sparire le mutandine dentro la tasca dei pantaloni, io mi metto in piedi e lui mi aiuta ad entrare nel bagno, mi appoggio a lui, sono eccitatissima, mi siedo sul bidet, apro l’acqua vorrei rinfrescarmi un poco, ma lui allunga una mano, mi infila due dita dentro e io in un secondo raggiungo un ‘orgasmo sconvolgente, ….. hhhuuuummmmm …… siiiiiiiiii …… vengo al solo contatto delle sue dita sulle labbra della mia fichetta, non avevamo mai creato una simile situazione, nemmeno dentro tutte le nostre fantasie ci era mai venuto in mente un simile gioco. La situazione è assolutamente eccitante, potrebbe entrare chiunque in camera, e forse è proprio questo che ci eccita, il rischio di essere scoperti, io alzo il capo, il suo cazzo è lì a pochissimi centimetri dal mio viso, non resisto, rapidamente apro la lampo e infilo la mano dentro, a fatica riesco a tirare fuori il suo membro durissimo, non è certo facile gestire un cazzo di circa ventitre centimetri di lunghezza quasi dieci di circonferenza, lo infilo in bocca, non prima di avergli detto” vieni, ho sete di te!!!!”, lui appoggia una mano sul mio capo, e incomincia a scoparmi in bocca con colpi cadenzati ma lenti, lui per queste cose è un vero fenomeno, sborra solo quando vuole lui, e solo quando io sfinita lo imploro di inondarmi tutta allora e solo allora viene, ma in questa determinata situazione desidero che venga subito. Gli bastano pochi colpi, lo senti gonfiarsi dentro la mia bocca, poi si ferma di colpo e allora io stringo le labbra intorno al glande e ricevo in bocca un fiume di dolcissima sborra .. hmumumhumum …. Un reciproco gemito ci accomuna nel piacere. Torniamo in camera, viene un’infermiera giovane e carina, nella sua divisa bianca si intravede un sottile perizoma e mentre si china su di me per alcuni prelievi vedo Mario che da dietro si gode lo spettacolo, io non sono gelosa, e trovo giusto che anche lui possa trovare in determinate situazione la sua fonte di eccitazione. Per il resto del giorno non si vede più nessuno, io mando Mario a pranzo, poi nel pomeriggio torna Marco, “ allora, domani mattina sarai la prima ad essere operata, “ e mentre dice questo guarda Mario, ”la tratterremo solo un paio di giorni poi la mandiamo a casa, e gli faremo poi un piccolo stivale di vetro resina leggero che ti terrà immobilizzata la caviglia, ma che ti permetterà anche di andare al mare, e potrai anche relativamente bagnarti, certo qui, e mentre parla mi scopre di nuovo le gambe e le divarica , resterà bianco rispetto all’abbronzatura del resto del corpo”, e mentre parla ora osserva con attenzione più le mie trasparenti mutandine che la caviglia, io guardo Mario, poi inarco la sinistra quasi a volermi tirare su, ma invece scivolo in basso con l’effetto voluto di far salire la camicia ancora più in alto, ora ha una visione di me perfetta, li suo cazzo preme con forza sui pantaloni, resta per qualche secondo in silenzio, poi con voce rotta dall’emozione aggiunge ”hai un corpo stupendo, assomiglia molto a quello della mia compagna,” io rimango un momento perplessa, “ sei sposato?”, “no, convivo con Susy, e lei è come te ama la provocazione, ma fatta in maniera diversa.” Giro lo sguardo verso mio marito, sono incuriosita, ma non trovo le parole quando interviene Mario “ è molto che vivete insieme?” “ da qualche anno, ma io ho con lei la stessa complicità che c’è fra di voi, e guardandomi aggiunge tu le piaceresti”. Resta ancora qualche minuto, poi ci saluta e restiamo soli, “ credi che ho esagerato?”, ma non credevo di ….. Mario mi sorride, “tranquilla, al massimo questa sera si scoperà la compagna con più impeto, e se sono complici forse le racconterà di te.” Lentamente passiamo il pomeriggio, poi mi portano la cena, e all’incirca verso le ventuno, mentre sono abbracciata al mio amore che guardiamo le luci della città in basso la porta si apre di nuovo, una splendida donna dai capelli rossi entra vestita di un leggerissimo vesti nero che la fascia mettendo in risalto un corpo decisamente ben fatto, splendido seno sicuramente una quarta piena, un bel culo tondo e dall’aria soda, dietro di lei a seguire entra Marco, “ buona sera colombi, passavamo da queste parti e Susy non ha resistito al desiderio di conoscerti, dopo che gli ho raccontato di te, anzi di voi”. Lei mi si avvicina, i nostri occhi si incontrano, stranamente per la prima volta io riesco subito a sentirmi in sintonia con una donna, le nostre mani si incontrano e stringono in un semplice ma significativo abbraccio, “ ciao, sono Susy, tu devi essere Anna, sai morivo dalla voglia di conoscere la donna che lo ha fatto stare tutto il giorno in tiro, abitualmente non è da lui, mischiare il piacere con il lavoro, ma sembra che tu abbia un qualche cosa che suscita il suo particolare interesse, ho forse è la forte complicità che avete che vi rende diversi da tutte la coppie che conosciamo.” Resto per qualche secondo abbraccia a lei, mi trasmette quel contatto una sensazione di assoluto piacere, cosa mai provata prima, specie con una donna, dato che io mai in vita mia ho mai preso in considerazione un qualsiasi pensiero saffico, mentre in questo momento mi sembra non solo di essere a mio agio, ma addirittura osservo le sue labbra e quasi desidero che lei mi baci, sono sconvolta ed eccitata allo stesso tempo. “sai mia cara Anna pensavo che visto che tu oggi ti sei divertita ad eccitare il mio uomo mi sembrava giusto ….. come dire … ricambiare il favore invitando il tuo cena con noi, e guarda che non accetto nessun rifiuto,” dice rivolgendosi a Mario. Io per un momento resto immobile, non mi aspettavo certo un simile sviluppo, poi guardo Mario e annuisco favorevolmente all’idea,” direi che non solo è una splendida idea, ma tu amore mio poi quando torni a casa mi chiami e mi racconti tutto”, mi giro lo bacio e poi tenendomi abbracciata a Susy percorro i pochi passi che mi separano dal letto dove mi siedo e lei mi aiuta a sollevare le gambe e mentre fa questo la sua mano scorre lungo la mia coscia e una lasciva carezza sul monte di venere mi provoca un dolcissimo fremito di piacere, lei si china su di me, “ riposati amore, ho grandi progetti da sviluppare con te, tranquilla, a lui gli farò lo stesso trattamento che tu hai fatto al mio, ma niente di più”, mi sussurra all’orecchio, mi bacia sulla guancia quasi all’angolo della bocca, poi prende i due maschi sotto braccio e mi manda un bacio e se ne vanno. Io mi distendo sul letto, ripercorro mentalmente la giornata, mi sembra che questa sia la volta buona, si forse con l’aiuto di Susy, è proprio forte, mi piace, forse la presenza di un’altra donna, mi eccito al pensiero, m’infilo una mano sotto le mutandine, sento ancora nell’aria il suo profumo, …. accidenti mi stò eccitando per una donna ….. non vedo l’ora di sentire Mario, spero che passi una bellissima serata, certo che siamo proprio strani io e lui, specie quando lui per lavoro si allontana da casa, la sera io mi metto a letto, e quando lui mi chiama sul cellulare insieme mettiamo le cuffie dell’auricolare per avere le mani libere, e una sera per ciascuno iniziamo ad eccitarci fino al raggiungimento del piacere, non importa cosa ci raccontiamo, fantasia o verità basta che chi narra riesca a far godere anche l’altro, e questa sera credo che lui mi farà impazzire visto che spetta a lui narrare. Sul tardi mi chiama, mi racconta di come lei gli abbia fatto stare tutta la serata il cazzo in tiro, è proprio sensuale, anche un banalissimo cucchiaino di dolce nel modo in cui lei lo mette in bocca può toglierti il respiro, sono una coppia molto affiatata, credo che con loro in futuro ci troveremo bene. Mi racconta di come avrebbe voluto infilarle il cazzo in bocca, sentire le sue labbra addosso, io mi eccito da morire, mi masturbo e pure lui raggiunge l’orgasmo, poi ci diamo la buona notte e cado preda di un sonno popolato di donne nude con cui io godo tantissimo. Il giorno dopo sono la prima ad essere operata, la cosa è abbastanza semplice, e Marco permette, con le dovute precauzioni a Mario di tenermi la mano durante tutta l’operazione , anche perché mi anestetizzano solo la caviglia destra. Tornata in camera resto sola perché mando Mario a casa a prendermi alcune cose che voglio indossare, quando verso mezzogiorno arriva Susy come un ciclone entra dentro la camera, è splendida, indosso un abito con alcune trasparenze che la rendono molto eccitante, si siede sul letto vicino a me mi chiede mille cose, io l’osservo parlare, mi eccita, è solare allegra, dinamica, travolgente un vulcano pieno di energia. Insieme poi arrivano Marco e Mario, lei li saluta calorosamente, poi chiede a Marco se ha tempo per pranzare con lei, ma lui è preso dal seguire le persone che ha operato durante tutta la mattinata, allora lei si gira verso di, “ credi che sarebbe chiedere troppo se ti porto Mario a pranzo con me?”, io faccio di no con il capo, Mario ride divertito, lei bacia il suo uomo, mi strige in un dolcissimo abbraccio e via. Marco si avvicina al letto, mi chiede se ho bisogno di nulla, io lo guardo, vorrei dirgli che avrei bisogno di trovare il coraggio di farmi scopare da lui, ma resisto entrambi sono una splendida coppia e io non voglio rovinare nulla. Lui si prende molto cura di me, nel pomeriggio passa spesso a chiedere come va, anche quando c’è Mario, e mi stupisco che non gli faccia nessuna domanda del pranzo, io ho chiesto a lui di raccontarmi per filo e per segno ogni momento, lui invece niente, la cosa mi stupisce , ma sono sicura che questa sera farà il terzo grado a Susy. La cosa è più interessante del pomeriggio è quando insieme a Mario mi portano la bagno, io devo fare pipì, loro mi aiutano a sedermi sul water, poi Mario mi abbassa le mutandine, e dato che non devo appoggiare il piede operato Marco che lo sorregge si gode in prima fila lo spettacolo della mia fica, poi mi aiutano a fare la cosa al ritorno, quando mi siedo di nuovo sul letto non posso fare a meno di strusciarmi appena un poco su i loro durissimi cazzi, con conseguenza che mi bagno molto. Passo una notte relativamente tranquilla, al mattino presto Marco si presenta per medicarmi lui personalmente la piccola ferita che ho alla caviglia, esegue tutto in maniera impeccabile, poi prima di andare mi rendo conto che sta cercando una scusa per poter dare l’ennesima occhiata alla mia fichetta, e io con la scusa di farmi aiutare a mettermi meglio gli faccio vedere tutto, con il prevedibile risultato che lui si ritrova con il cazzo disperatamente in tiro. Verso l’ora di pranzo ecco di nuovo Susy, sono sola, lei si avvicina al letto, si siede, indossa una gonna bianca e relativa camicetta dello stesso colore che lascia intravedere sia il sottile perizoma che ha e poi si nota anche che non indossa nessun reggiseno, “ Anna dobbiamo parlare,” esordisce lei, la sua bocca è vicinissima, potrei anche baciarla, ma resisto alla tentazione , anzi mi stupisco del desiderio che ho di lei, “ come avrai capito io e Marco siamo una coppia che ama sempre vivacizzare il proprio rapporto, e da un poco di tempo lui avrebbe piacere che io mi lasciassi andare anche con una donna, mentre Mario mi ha raccontato che tu hai qualche problemino a lasciarti andare con un altro uomo, questo potrebbe essere utile ad entrambe. Poi vorrei chiederti una cosa, avrai capito che io e Marco qualche esperienza con altre coppie l’abbiamo fatta, ma è la prima volta che ci divertiamo così, e in particolare stiamo facendo questo gioco separatamente, io mi diverto ad eccitare tuo marito e tu il mio, ma separatamente, non insieme come abbiamo sempre fatto. Io ieri ho provato un forte desiderio di lasciarmi andare con Mario, e sono sicura che se continueremo a giocare ad eccitarsi, prima o poi si passerà ad una fase di contatto, cose che credo tutti vogliamo, ma se succede tu come la prendi?, sei pronta?”. IL suo viso era raggiante nel parlare, io mi fissavo a guardare le sue labbra, “ io credo che se tu ti lasci andare la cosa per me non costituisce problema, forse sono io che devo decidermi, ma in ogni caso se a te va bene, a Marco non crea problema, non credo che Mario farà obbiezioni.” Nel dire questo le nostre mani erano unite, vicinissime, le nostre labbra quasi si sfioravano, e io mi sono avvicinata ancora di più, fino a toccare le sue labbra in un leggerissimo bacio, era più forte di me, sentivo l’inarrestabile desiderio di baciarla, lei è rimasta un momento stupita, forse non si aspettava questo, ma mi ha fissato negli occhi e poi ha incollato la sua bocca alla mia , la sua lingua si è insinuata dentro la mia bocca alla ricerca delle mai con la quale si è intrecciata in una danza fantastica, speravo che quel bacio non finisse mai. Quando ci siamo staccate, lei era come me emozionatissima, le brillavano gli occhi, avremmo voluto dire tante cose, ma la porta si è aperta e sono entrati Marco e Mario, ridevano, e dopo i relativi saluti Susy a abbracciato il suo uomo,” amore hai nulla in contrario se oggi torno a pranzare con questo splendido maschio?” , lui le ha sorriso, a fatto un cenno di assenso con il capo, lei mi ha dato un bacio, “ forse te lo strapazzo un poco, ” mi ha sussurrato all’orecchio, poi ha preso Mario sottobraccio e ridendo sono usciti. Marco si è avvicinato la letto, mi ha scoperto le gambe, ha osservato la fasciatura, ma contemporaneamente mi guardava fra le cosce dove un micro string non lasciava molto all’immaginazione, ho visto i suoi pantaloni gonfiarsi all’altezza dell’inguine. ” Mi aiuteresti ad andare in bagno,” lui ha avvicinato la carrozzella, poi mi ha aiutato a salici sopra, ovviamente tenendo ferma la caviglia e di conseguenza non si è perduto nulla dello spettacolo offerto della mia fica in bella mostra. Giunti in bagno mi ha aiutato a mettermi sul water, poi mi ha tirato giù lo string, io ero eccitatissima, lui aveva un bozzo pazzesco, a quel punto lui mi ha osservato urinare, e io mi sono stranamente eccitata ancora di più, mai con Mario mi era capitato di farmi guardare in questa situazione, mentre con lui mi è venuta così naturale, chi ha eccitato, e la stessa cosa è capitata anche a lui. Finito mi sono allungata, volevo della carta igenica per asciugarmi, ma lui è stato più veloce di me, ne ha preso un poco e ha portato la sua mano sotto di me, all’altezza delle labbra della mia fica, io stavo già colando di piacere, il contatto con le sue mani sono state eccitantissime. Ha lasciato cadere la carta e subito dopo ho sentito due dita che entravano dentro di me, oooooohohhhooo ……. Un lungo gemito liberatorio gli ha fatto intuire che avevo raggiunto un’orgasmo in maniera fulminea, mi sono girata, il suo cazzo stava per esplodere dentro i pantaloni, ma ero posizionata scomoda, lui ha intuito il problema , si è messo dritto davanti a me io con un semplice gesto ho portato il suo splendido cazzo, che lui aveva prontamente tirato fuori alle labbra. Di gradevole sapore, l’ho leccato un poco sul glande, poi lentamente lungo tutta l’asta, leggermente più piccolo di circonferenza di quello di mio marito era sicuramente lungo quasi come il suo, ma in ogni caso era perfetto, ……. Uuuuuhhhhhmmm ….. un lungo gemito è uscito dalle sue labbra quando lentamente me lo sono infilato in gola. Lui ha esitato un momento poi ha cominciato a pomparmi tenendomi le mani appoggiate sulle spalle, io ero un lago fra le gambe, la mia fica a preso a colare umori sempre più copiosi, e quando mi sono resa conto che lui era prossimo all’orgasmo ho serrato ancora di più le labbra, il premio non si è fatto attendere, una serie di copiose sborrate hanno inondato la mia bocca, mentre ingoiavo il suo nettare ho portato la mia mano destra fra le labbra della mia fichetta e con pochissimi gesti mi sono unita al suo piacere. Dopo avermi aiutato a ridistendermi sul letto lui è uscito, io ero sconvolta dal piacere provato, mi sarebbe piaciuto anche farmi scopare, ma la situazione non lo rendeva possibile, ma soprattutto ero molto felice di essere comunque riuscita a sbloccarmi, il futuro prometteva bene. Nel pomeriggio è tornato Mario, io l’ho guardato con uno sguardo molto interrogativo, e lui mi ha sorriso, e si è seduto sul letto, “ credo che la situazione avrà interessanti sviluppi, sai fra te elei non saprei che sia più brava nel succhiarlo, e tu che mi racconti?”, io gli ho raccontato tutto dettagliatamente, questo l’ha eccitato in maniera molto vistosa, poi lui mi ha detto che dopo il pranzo, velocissimo, si sono fermati con la macchina in un luogo un poco fuorimano, e lei non ha resistito alla tentazione di godere con le mani di lui, e poi gli ha succhiato il cazzo , facendogli provare molto piacere. Nel primo pomeriggio Marco è tornato, mi ha controllato la ferita, e dato che era tutto a posto mi ha detto “domani mattina ti mettiamo il piccolo stivaletti in vetro resina e poi ti mando a casa”. Nei cinque giorni successivi io e Susy siamo state ore la telefono, poi il sabato sera siamo andati casa loro, lei era raggiante, mi ha abbracciato e baciato in bocca davanti a Marco e Mario che hanno applaudito ridendo, poi dopo cene io e lei prima ci siamo messe a ballare lentamente poi siamo finite nude sul suo letto, e per noi è cominciata una serata fatta di tantissimo piacere, con i due maschi che ci hanno preso in ogni buco, e anche in doppia facendoci provare un piacere sconvolgente, ma la cosa più bella è che da quella serata è cominciata una splendida amicizia.
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14 years ago
admin, 75
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In autostrada
Questa avventura vissuta all'inizio dell'estate desideriamo descriverla con le sensazioni sentite sia da me, Victoria che da Marco.
Eravamo diretti al lago, la giornata era bella, e ci siamo fermati ad un autogrill per bere un caffè e fare benzina; non essendoci posto ci siamo fermati nell'area dedicata ai truck.
Scesi dalla nostra vettura vedo Marco che si dirige spedito verso un camionista che stava osservando le ruote del suo mezzo; senza neppure un perché lo seguo anch'io.
Marco saluta gentilmente quella persona e si mette a parlare alcuni minuti di questi enormi mezzi e poi gli esprime un desiderio: salire in cabina e sentire la sensazione che si prova a stare lassù.
Con un sorriso Roberto ( il camionista, uomo affascinante di 40 - 45 anni ) dice a Marco di salire pure e lui, non a fatica è salito e si è seduto alla guida.
Sceso mi dice: “sali anche tu, è da vedere, è un panorama interessante.”
Solo a quel punto ho capito esattamente cosa intendeva Marco, che effettivamente è affascinato da quei grandi mezzi, voleva che io salissi sul truck e nel farlo facessi vedere il mio panorama a Roberto.
Indossavo una mini color rosa antico a pieghe, una t-short bianca, un sandalino e la mia biancheria intima ( tanga ) era di pizzo anch'esso bianco.
Con un cenno delle sopracciglia feci intendere a Marco che non era il caso, dato l'abbigliamento, e di risposta sempre con un cenno delle sopracciglia e delle mani mi trasmise un messaggio chiaro che diceva “dai lo so che ti piace”.
E' vero, sono esibizionista, ed è anche vero che a Marco questa lo intrigava e decisi di andare in cabina.
Per salire, da cavaliere ( astuto ) Roberto si avvicinò e mi indicò dove e come appoggiare i piedi dato che ci sono tre passaggi da fare.
Io alzai la gamba per arrivare al primo gradino e già sentivo di essere tutta scoperta ma senza curarmi di ciò andai al secondo appoggio e su al terzo, ed eccomi in cabina.
MARCO. Era da tempo che desideravo questa situazione e essere li a viverla mi dava già eccitazione; quando Vittoria ha iniziato a salire Roberto e io avevamo uno splendido panorama da vedere; il tanga bianco infilato totalmente in mezzo alle natiche, la figa di Victoria a malapena contenuta dall'intimo e il suo bel culo lì da ammirare.
Roberto prima si gustò il panorama e poi si voltò verso di me e disse ”atletica” e nel frattempo le sue sopracciglia e gli occhi dicevano “mamma mia che spettacolo” ; che eccitazione per me.
La vista dalla cabina in effetti è notevole, avevo un senso di potere e di indistruttibilità e dissi “ bello spettacolo veramente” e Roberto di risposta “ anche qui dal basso”, ma io feci finta di nulla.
Pochi istanti e Roberto disse che se volevo potevo restare in cabina e capire veramente come si sta su un veicolo come quello, e dato che andavamo nella stessa direzione al prossimo autogrill scendevo, nel frattempo Marco ci seguiva con la macchina.
Una sola occhiata e già avevo visto che Marco era super arrapato a questa proposta e rispose che avrebbe preso il caffè, fatto benzina e ci avrebbe raggiunti.
E così mi avviai con Roberto su un fiammeggiante Scania.
In pochi chilometri avevamo parlato di molti argomenti: lavoro, famiglia, figli, impegni ecc.
Quando chiesi a Roberto se aveva mai visto cose strane mentre viaggiava mi disse che era curioso come da li in alto si possano scorgere situazioni intriganti, alcune volute ed altre no.
Mi disse che aveva visto uomini che guidavano con giornali pornografici aperti e nel frattempo si masturbavano, donne che al telefono si accarezzavano le gambe o in mezzo alle gambe; donne che a gambe aperte con la gonna sù giocavano con il vibratore mentre il marito nel superare il suo mezzo lampeggiava e rallentava; donne che facevano un pompino all'uomo alla guida e altre che si facevano scopare sul sedile posteriore e altro ancora.
In tutto ciò che diceva mi riconoscevo un po e con l'eccitazione in aumento gli chiesi se aveva mai caricato donne, ragazze.
Roberto mi rispose che in oltre 18 anni sulle strade le occasioni erano state veramente rare e che solo due volte, in viaggi dalla Germania aveva avuto a bordo compagnia con la quale divertirsi.
Mi venne spontaneo chiedergli che prezzo aveva un trasporto sul suo truck e Roberto sorridendo rispose “ è ad offerta”. ( che signore)
MARCO Sapere Victoria su quel bestione era eccitante perché sapevo che se Victoria aveva acconsentito a fare quel tragitto con Roberto significava che lo trovava intrigante e quindi lo avrebbe certamente stuzzicato ancora. Ma dato che il tragitto non poteva essere molto lungo cosa avrebbe voluto fare e poi realmente fatto?
Trovavo Roberto sornione e il fatto che guardasse la strada e poi guardasse me, per più volte, lo interpretai come se fosse in attesa di qualche cosa e allora feci quello che mi viene più spontaneo quando non sono alla guida: allargai leggermente le gambe, e passando sotto la cortissima gonna andai ad accarezzarmi la mia patatina in attesa di vederne gli sviluppi.
Anch'io guardavo la strada ma guardavo anche Roberto e notai che la sua mano sinistra aveva lasciato il volante e si stava posizionando sui suoi pantaloni proprio lì sul pene.
Mi sentivo lusingata ed eccitata e sentivo la mia vagina inumidirsi al contatto delle mie dita; tirai un poco sù la gonna per far vedere a Roberto come avevo spostato il tanga e ci fosse contatto fra il mio clitoride e le mie sapienti dita.
Non avevo più lo sguardo rivolto alla strada ma guardavo Robero e la sua mano che strusciava sui pantaloni che si erano rigonfiati e non poco; pensai che la dimensione della cabina era notevole e facendomi scivolare lentamente mi misi più vicino a lui e accostai la mia mano destra alla sua mentre con la sinistra continuavo a toccarmi.
Roberto aveva il cazzo duro e costretto nei pantaloni e lentamente gli feci scendere la cerniera e con mano esperta Roberto fece uscire il suo pene duro e dritto.
Pochi movimenti mi furono sufficienti per poterlo prendere in bocca e succhiarlo lentamente, lentamente e sentire il suo ansimare dal piacere.
Io li abbassata ma comoda col suo pene duro in bocca e la macchine che velocemente passavano al nostro fianco, era una libidine.
Il piacere durò poco perché Roberto disse “entriamo nella stazione di servizio Marco è dietro di noi”.
Staccai la mia bocca dal suo eccitassimo cazzo e poi molto lentamente lo riposi a fatica nella sua gabbia e mi sedetti al mio posto.
MARCO Con molta calma presi il caffè e feci il pieno perché non volevo incollarmi a loro; ero eccitato e mentre guidavo pensavo che magari Victoria, come spesso fa con me, adesso si stava masturbando o stava facendo una sega o un pompino a Roberto e che certamente dopo mi avrebbe raccontato tutto.
Nel parcheggio scesi da quel notevole esemplare di Scania e salutando Roberto gli ricordai che se voleva venirci a trovare era il benvenuto ma che non avevamo un posteggio per il suo mezzo.
Saliti in macchina raccontai tutto a Marco e alla sera scopammo immaginando che cosa potrebbe succedere se il viaggio fosse molto lungo? Come sono le cuccette?
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14 years ago
Victoria e Marco,
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Dalle mail allo scambio parte 2
Dalle mail allo scambio(parte seconda) (rACCONTO DI FANTASIA)
Il secondo giorno di permanenza di Angelo è iniziato nel migliore dei modi.Maria non ha più bisogno di incitamenti per essere coinvolta e vive questo secondo amplesso a tre con il massimo trasporto.Io e l'amico Angelo ci alterniamo nello scoparla in culo e nella figa,senza disdegnare delle fantastiche succhiate di cazzo elargiteci dalla sua bocca ormai sempre in attesa di essere riempita.Prima di terminare come la sera prima con una bella doccia di sperma sul suo dolce visino,decidiamo di farle riprovare due cazzi simultaneamente.Sapendo la passione di Angelo per il buchetto posteriore,decido di infilarla ancora a smorzacandela.Forse per il fatto di essere ancora un po' dilatata dalla sera prima,Angelo non fatica ad infilarla completamente con il suo cazzo.Vista la posizione un po' difficile,tocca ad Angelo dare il ritmo alla scopata mentre io lo tengo dentro senza muovermi ma gioendo dei movimenti impressi dall'inculata di Angelo.Sento il suo cazzo contro il mio divisi solo da un sottile strato di carne ed a ogni affondo le sue palle strusciano contro le mie.Ad un certo punto,dietro mio suggerimento,Angelo prova ad infilare anche il suo cazzo nella figa assieme al mio e con un po’ di pazienza ci riesce.La figa di Maria è completamente dilatata e lei ormai stravolta dal godimento ci urla di spingere di più e sfondarle la figa.I nostri cazzi si muovono con decisione dentro di lei sfregando uno contro l’altro.E’ una sensazione strana,ma piuttosto piacevole ed eccitante.Dicono che tutti abbiamo una parte nascosta di femminilità e siamo quindi tutti potenzialmente bisessuali.Non so se corrisponde a verità,gli uomini mi fanno schifo,ma il cazzo come oggetto in se stesso mi provoca curiosità ed una certa attrazione e probabilmente se me ne trovassi uno vicino alla bocca non disdegnerei di assaggiarne il sapore,d'altronde quando Maria mi infila due dita nel culo e a volte anche un fallo finto mentre la sto scopando,mi provoca degli orgasmi travolgenti.Anche Angelo mi ha confessato che sua moglie Michela a volte gli infila un dito in culo e la cosa,fatto da lei,è molto piacevole.Probabilmente è vero ciò che ho letto una volta:nel sesso non bisogna avere tabù,ma godere di tutto quello che può provocare godimento.Ci sfiliamo da Maria per farci portare all'orgasmo dalla sua lingua,ma mentre Maria cerca di imboccarli tutti e due contemporaneamente e quindi,con probabile voluta malizia,li tiene a contatto uno contro l'altro,sento ancora quella strana sensazione e decido di baciare Maria per sentire nella sua bocca il sapore di un altro uomo.Lei si sfila il cazzo di Angelo dalle labbra e mi infila la lingua in bocca tenendo ben saldo il cazzo in una mano,credo di essere sul punto di impazzire per questo suo ormai disinibito atteggiamento da troia e lei per confermare ciò prende l'iniziativa:senza smettere di giocare con la mia lingua,introduce il glande di Angelo fra le nostre labbra,per poi indirizzare il suo cazzo completamente nella mia bocca,imprimendo lei il movimento con una lenta masturbazione della sua mano.Angelo è un po' stupito,ma non reagisce lasciando proseguire il gioco.Maria,avvertendo dai sussulti di Angelo il suo imminente orgasmo,lo riprende in bocca accogliendo una dose smisurata di sborra che le cola dagli angoli della bocca e quando non vede più nemmeno una goccia,si gira di scatto e mi infila nuovamente la lingua in bocca.Ora so veramente che sapore ha un cazzo.Finalmente è il mio turno di farmelo succhiare e Maria lo fa in maniera davvero superba:prima si bagna due dita nella figa e mentre me lo succhia me le infila completamente nel culo.Vengo con una sborrata abissale che le copre completamente il viso.Angelo nonostante la variante che sicuramente non si aspettava,si dice molto contento della scopata.Finalmente la mia fidanzata è diventata troia come sognavo,abbiamo iniziato una bella amicizia con Angelo e prossimamente speriamo anche con sua moglie,non abbiamo più nessun tabù nemmeno fra uomini e quindi disponibili ( io sicuramente,Angelo ancora non mi ha detto cosa ne pensa) a provare qualsiasi esperienza ci suggerisca l'eccitazione del momento.Questa si che è vita:godere di tutti gli stimoli che il nostro corpo può ricevere.
Cbo63
5
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14 years ago
admin, 75
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Dalle mail allo scambio parte 1
Dalle mail allo scambio(parte prima) (RACCONTO DI FANTASIA)
Girando in internet ho conosciuto un amico di un paio d’anni più grande di me che ha avuto un’esperienza a tre con sua moglie,cosa che anche io ho sempre fortemente desiderato.Abbiamo ini ziato a confidarci tutte le nostre fantasie e i nostri desideri repressi diventando virtualmente buoni amici.Alla fine gli propongo di venire a trovarmi per provare a coinvolgere intanto la mia fidanzata.Racconto a Maria che mi ha contattato un mio vecchio sottufficiale dei tempi del militare con cui avevo stretto una bella amicizia e visto che doveva recarsi nella mia città per ragioni di lavoro avrebbe avuto piacere di incontrarmi.Il giorno dell’arrivo di Angelo gli vado incontro al casello per scortarlo a casa mia in modo di poter recarci al ristorante con una macchina sola.Prima di partire mi sono raccomandato di accontentarmi almeno questa volta e di farmi fare bella figura vestendosi sexy come piace a me,intimo compreso.Voglio che Angelo rimanga stupito della bellezza della mia donna.Nell’arrivare sotto casa assieme ad Angelo la avviso di scendere.Wow,a quanto pare mi ha accontentato:tiene una giacchetta sotto il braccio ed indossa una gonna sopra al ginocchio con un leggero spacco,calze velate nere,scarpe a punta con tacchi molto alti e una camicetta nera aderenteslacciata fino all’incavo del seno.Mi rendo conto dalla visione dei suoi capezzoli che non indossa il reggiseno,cosa che non ha mai fatto.Avrà deciso di accontentarmi o visto la mia insistenza sull’abbigliamento vuole ingelosirmi un po’?Fatte le presentazioni ci avviamo al ristorante.La conversazione in auto scorre molto piacevolmente e capisco che Angelo infonde simpatia a Maria.Cena a base di pesce ed innaffiata da molto vino,comincia ad instaurarsi una piacevole confidenza fra noi.Dopo esserci inventati un sacco di balle sul periodo del militare,Angelo comincia ad elargire complimenti a Maria sulla sua bellezza e sul suo abbigliamento sexy ed elegante.Siamo già tutti un po’ brilli e forse per questo motivo Maria sembra apprezzare in maniera particolare i complimenti di Angelo,i suoi capezzoli che spingono contro il tessuto della camicetta sono un segno inequivocabile.Torniamo a casa e prima che Angelo vada in albergo,lo invitiamo a salire per bere qualcosa e visitare la casa.Dopo aver bevuto un paio di brandy a testa l’atmosfera è ormai molto frizzante,l’alcool fa il suo effetto ed i discorsi cominciano a prendere una certa piega.L’alcool disinibisce ed anche Maria ride divertita agli apprezzamenti di Angelo di come sia eccitante con il pizzo delle autoreggenti che si intravede dallo spacco.Mi lamento con lui che purtroppo non si rende conto di come sia bella vestita in questa maniera sexy e che purtroppo mi accontenta raramente”.Maria ora era in piedi vicino a me.Dovresti vedere il bel culetto che ha come sta bene con il perizoma” e così dicendo mi alzo abbracciandola da dietro,le giro il viso per baciarla ed intanto con le mani sui fianchi faccio scorrere la sua gonna verso l’alto.Maria è stupita,ma l’alcool unito alla mia lingua ed alla mia mano che si è intrufolata nel perizoma la convincono a non reagire ed abbandonarsi alle mie intime carezze.Angelo ha estratto il cazzo e si sta lentamente masturbando.Io approfitto del suo stordimento,la piego a pecorina verso il divano e comincio a scoparla.Il suo viso è a pochi centimetri dal cazzo di Angelo,il quale lo punta verso le sue labbra,do un colpo più forte ed inevitabilmte la bocca di Maria ci sbatte contro.A questo punto fa quello che ho sperato,apre le labbra e comincia ad ingoiarlo ritmata dai miei colpi di cazzo.E’ fatta,da quel momento in poi ogni suo buco viene riempito alternativamente dai nostri cazzi.Le facciamo provare anche la doppia penetrazione e dopo tempo interminabile le scarichiamo in gola tutta la nostra sborra.Ormai è tardi e decido di invitare Angelo a dormire da noi.Maria non reagisce,forse è addirittura contenta della sua presenza in casa per non dover affrontare subito un eventuale discussione con me su quello che è successo.E’ mattina,sento bussare dolcemente alla porta:”avanti”,Angelo entra salutandoci educatamente.Ha un vassoio in mano con la colazione ed è completamente nudo e con il cazzo in tiro.Maria è un po’ imbarazzata,poi mi guarda per controllare la mia reazione e decide di agire:afferra in mano il cazzo di Angelo e comincia a fargli un pompino.Fantastico,si ricomincia.E pensare che adesso non è nemmeno ubriaca.Il prossimo passo sarà il coinvolgimento di Michela la moglie di Angelo,chissà che anche lei non sia una bella sorpresa come Maria. Cbo63
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14 years ago
admin, 75
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L\'orgasmo della tigre bianca
Ciao, vorrei raccontare la mia storia...
ho avuto la possibilità di viaggiare molto e
trascorrere un lungo periodo in Tibet ed Himalaya.
Proprio in quelle terre lontane mi è stato rivelato il segreto dell'orgasmo
femminile permanente, il cosiddetto Orgasmo della Tigre Bianca conosciuto
anche come "Orgasmo degli Dei".
E' riduttivo definire "massaggio" tale pratica antichissima che è uno dei segreti iniziatici meglio custoditi da
sempre.
Il rituale dell'Orgasmo della Tigre Bianca consente alla prescelta di vivere
una
sensazione unica e di difficile descrizione.
In sostanza la durata dell'orgasmo può essere protratta molto a lungo e può
durare anche più di un'ora.
Ovviamente non si tratta solo di prolungarne la durata ma vi è anche una forte
amplificazione della qualità e dell'intensità dello stesso.
Attenzione, non si tratta di orgasmi multipli ma di un orgasmo unico, intenso
e prolungato che non ha nulla a che vedere con il solito orgasmo sessuale.
Non a caso si parla di Orgasmo di Dio.
L'esperienza può concludersi addirittura con la perdita dei sensi e con uno
stato di trans vero e proprio.
Si tratta di un unico prolungato, intenso ed ininterrotto picco di piacere.
La donna raggiunge nuove vette, la perdita dei sensi e della memoria, la
consunzione totale, il delirio tantrico, l'estasi, l'abbandono, la
liberazione, la "sensazione" della "Genesi".
La donna resta sospesa in un continuo piacere extrasensoriale come se l'anima
abbandonasse il corpo, come se le viscere si sciogliessero o esplodessero.
I particolari e la reazione cambiano da donna a donna ma la sostanza è questa.
Il piacere diventa una linea retta verso il nirvana.
Il cervello razionale si abbandona, cessa il suo controllo sul corpo che è
invaso da sensazioni liberatorie (brividi), si hanno movimenti incontrollati
ed
emissione di suoni involontari, si percepisce un fortissimo piacere, si sente
il "fuoco dentro" e, successivamente, si gode un periodo di beatitudine,
tranquillità e appagamento.
La donna che ha vissuto questa iniziazione sarà una donna nuova, finalmente libera e completa.
Il rito migliora la funzionalità degli organi interni e potenzia la concentrazione.
Si tratta di un nuovo inizio, una nuova vita.
Infatti lo scopo del rituale non è sessuale, ma mentale ovvero rivelare alla
donna la propria coscienza di se e "liberarla".
Addirittura alcune donne che praticano spesso il rituale oltre a ringiovanire
cambiano anche fisicamente. Si dice che allunghi la vita e ritardi la menopausa.
Si tratta di stimolazioni tattili, che influiscono sugli aspetti psicosomatici del
massaggio, alternando tecniche potenti, sfioramenti delicati, rituali sacri,
manualità sensuali e meditative, attivazione dei chakra , punti marma ed altre
energie sottili.
E' stato detto che esiste una scala per misurare scientificamente il livello
di orgasmo che va da uno a quattro.
Si è osservato che la maggioranza degli esseri umani non raggiunge mai il 4°
livello.
Ebbene l'Orgasmo della Tigre Bianca rappresenta il quinto livello, oltre il
fuoco
tantrico, oltre il tocco tantrico.
La classificazione del piacere su base esclusivamente fisica è però limitante
e non è in grado di rappresentare la realtà del piacere data dall'orgasmo
"permanente".
Si tratta di applicare alla lettera una procedura che porta ad un risultato
preciso: la liberazione di energie vitali che conducono ad un orgasmo tantrico
sconvolgente e totale.
Raggiungere questo tipo di orgasmo e praticarlo nel tempo può avere effetti
"curativi" nella sfera sessuale e nell'equilibrio interiore, dona giovinezza
alla donna è può allungare la vita oltre sicuramente a migliorarla.
Il raggiungimento dell'orgasmo permanete non richiede necessariamente la penetrazione, anzi
addirittura in alcuni casi si raggiunge perfino in assenza di contatto con i
genitali femminili.
Si tratta di un orgasmo più mentale che fisico, e diventa così forte perché
legato a situazioni di rottura che provocano scariche di adrenalina e di
droghe
prodotte dal nostro stesso organismo.
Non si assumono droghe di alcun genere per raggiungere l'orgasmo di Dio, pensa
a tutto il nostro organismo e le energie che racchiude.
La donna sembra in trans, delira, si contorce, urla, perde i sensi e gode in
modo del tutto nuovo, inaspettato e totale.
Questo rituale segreto difficile da descrivere ma splendido da praticare, da
quando mi è stato rivelato mi ha sconvolto e cambiato in meglio la vita, da
allora per riconoscenza e su richiesta della persona che me lo ha svelato ho
iniziato una sorta di "missione" volta alla sua divulgazione.
Missione gratuita e disinteressata.
La donna che voglia scoprire il rituale della Tigre Bianca dovrà, preferibilmente, effettuare una serie di esercizi preparatori che durano 15/20 giorni.
Non ho la possibilità di ospitare e non incontro in albergo perchè il rituale
può essere svolto solo nella tranquillità delle mura domestiche.
L'incontro dura minimo un'ora ma francamente non vale la pena incontrarsi se
non si ha la disponibilità di almeno 2/3 ore.
L'incontro non dura mai più di 4 ore (5 ore è la soglia massima oltre la quale
può diventare troppo "pesante", si dice addirittura che si possa impazzire dal
piacere).
L'incontro avviene sempre di giorno, la camera deve essere buia ed illuminata
solo da candele, è indispensabile la possibilità di ascoltare una particolare
musica propiziatoria ed utilizzare incensi.
Non essendovi penetrazione, non vi è la possibilità di trasmettere malattie
veneree.
Una volta appreso il rituale può essere ripetuto infinite volte e divulgato alle persone di fiducia.
La donna ha bisogno sempre di un maschio che la assista, non può raggiungere
tale orgasmo da
sola.
Ribadisco che non vi è alcun costo da sostenere, lo effettuo gratuitamente per
il puro piacere di farlo e perchè credo che la divulgazione di questo rituale
possa migliorare il mondo e la società in cui viviamo.
La complessità tecnica, la "pulizia e purezza dell'intenzione" e l'evoluzione
spirituale necessarie per effettuare questo rituale segreto, rendono
necessario affidarsi ad un vero Maestro come me iniziato direttamente in
oriente.
La purezza d'intenzione deve essere reciproca di chi effettua e di chi riceve
il trattamento.
Il rituale non può essere effettuato in serie, cambierà e si
trasformerà da persona a persona poiché ognuno ha un corpo ed un'energia
diversa. Inoltre anche effettuato sulla stessa persona il risultato non sarà
mai
lo stesso perchè l'energia cambierà con esso di volta in volta.
Chi esegue un massaggio tantrico è una persona che ha lavorato molto su se
stesso/a riconoscendo ed accettando la propria luce e la propria ombra, dotato
di una profonda sensibilità interiore, capacità di connettersi alla radice
della vita e di svuotarsi come un bambù cavo della grezza energia umana per
divenire strumento di energie vitali superiori.
L'Orgasmo della Tigre Bianca è una "porta" che si apre su una nuova dimensione , sulla percezione di una
sessualità meditativa e una sensualità sensoriale molto profonda.
Per fissare l'appuntamento necessito di un recapito telefonico e chiamerò con numero visibile.
Ci sono diversi livelli di piacere, più l'incontro è lungo più è completo.
L'Orgasmo della Tigre Bianca fino ad oggi è stato esclusivo appannaggio
dell'Ordine della Tigre Bianca, viene svelato dopo un percorso iniziatico e
spirituale che dura almeno nove anni. Far parte dell'ordine è molto difficile e
c'è una rigidissima selezione con prove lunghe e difficili.
Sono pronto ad interrompere la tradizione secolare e svelarvelo al primo
appuntamento.
L'orgasmo "permanente" per me non è il punto d'arrivo ma un punto di partenza,
è ovvio che chi continuerà a svolgere un percorso personale iniziatico potrà
raggiungere traguardi spirituali elevatissimi.
Presto partirò nuovamente, quindi c'è poco tempo a disposizione per provare questa esperienza.
E' indispensabile comunicarmi la città dell'incontro prima di ogni altra cosa.
Dopo una verifica telefonica invierò una mail con la descrizione del rituale e di tutto ciò che è necessario.
A presto,
Drago Verde
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14 years ago
dragoverde379385,
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Università
Sono in aula studio.
il pensiero è tutt'altro che nello studio.
sono con il portatile ed i siti aperti sono del tutto arrapanti
di fronte a me la mia collega non fa altro che guardare
ci guardiamo già da qualche mese, ma la cosa finisce lì anche perchè sono impegnato
seduto, per fortuna, non si vede quanto sono eccitato
cerco di pensare ad altro e l'unico modo è l'esame che da qui a breve farò
finalmente si torna alla normalità e mi viene in mente che dovrei parlare con il prof. per il tirocinio
mi alzo, lei mi nota, mi guarda, mi chiede se mi va un caffè nelle macchinette, le rispondo che prima devo andare dal prof, magari dopo
mi risponde che anche lei deve andare a parlargli e che mi raggiunge tra un po'
si alza per andare in bagno; è davvero carina
gonnellina fin sopra le ginocchia, belle gambe, bel culo, ma soprattutto belle tette
mi piacciono le tette grosse, tonde, anche un po' calanti (non è il suo caso)
io vado dal prof
entro, è solo
mi siedo, gli dico che ho bisogno di fare il tirocinio ma lui inizia a parlare di altro
nel suo pc intravedo siti che nulla hanno a che fare con lavoro, università o altro
intanto bussano alla porta dell'ufficio
è la mia collega
si siede sulla sedia accanto a me
il prof la guarda con gli occhi sbarrati, subito l'atmosfera si fa diversa
il prof ride, la osserva e ancora ride
lei seduta si fa notare, magliettina scollatissima e gambe ben in vista
il prof ha 45 anni, io 30, la collega 27
si inizia a parlare di università e di orari, di tempo dedicato allo studio e ad altro, allo sport, ai partner
lei non è fidanzata, io SI e lei butta giù qualche battuta su di me e sul fatto che io sia impegnato
il prof rincara la dose e se ne esce con questa frase: "siete carini insieme, vi vedo come coppia"
anche io in effetti, lei mi piace
subito si ride e lei per nulla imbarazzata mi guarda e mi accarezza una gamba
il prof se ne accorge, nota che c'è feeling tra me e lei
ci chiede se abbiamo mezz'oretta da passare nell'ufficio
acconsentiamo
è pomeriggio tardi, di venerdì per giunta, e negli uffici c'è desolazione
molti fuori sede sono tornati a casa e molti prof andati
lui chiude la porta dell'ufficio con la chiave e chiede alla mia collega se io le piaccio
lei ovviamente intuisce, capisce a che punto vuol arrivare
e risponde che le piaccio e si siede sopra di me
il prof è già ben accomodato sulla sua poltrona
lei mi accarezza e sorride
le sue tette sono sempre più vicine e si notano
mi bacia sul collo, c'è silenzio, non parla nessuno
le metto una mano in mezzo alle cosce
è già duro da un po', non appena il prof ha chiuso la porta ;)
lei è senza mutandine, le avrà tolte prima di entrare quando è andata in bagno
è bagnata, bagnatissima
accarezza il mio cazzo dentro i pantaloni
il prof è quasi invisibile
mi sbottona, lo prende in mano ed inizia a segarmi
lo prende bene in mano, è duro e grosso e le piace
le esco una tetta ed inizio a leccarla
è grossa, non mi entra in bocca
è morbida, una bella pelle, è profumata
il prof guarda ed in silenzio fa spazio sulla scrivania dell'ufficio
ne approfitto e la uso per far sedere e poi sdraiare la mia collega
è ancora vestita e non ho intenzione di spogliarla
mi piace la donna semivestita
la gonna è alzata e piegata attorno alla vita, le tette sono già fuori
la magliettina ha ceduto a quelle sue enormi tette
continuo a leccarle le tette, non riesco a staccarmi
l'unico modo e pensare di leccare altrove
e così faccio
scendo scendo scendo
e mi ritrovo davanti alla sua figa
timidamente depilata
bagnata, un odore forte ma piacevole
inizio a leccarla dolcemente
lei è bordeaux in viso, è brava perchè gode e non urla
in silenzio respira profondamente ed ansima per quello che è possibile in uno studio di un prof in una facoltà universitaria
le apro la figa, le lecco proprio lì, dove è più evidente
CLITORIDE
insisto, non capisce più niente
muove i piedi in maniera disordinata, tende la punta dei piedi
le metto un dito dentro la figa, poi due, poi tre
continuo a leccarla e ad infilare le dita
dentro fuori dentro fuori
godiamo, io lei e il prof
lui intanto guarda, non dice nulla, non fa nulla
stacco la testa da quello splendore, mi metto accanto a lei
con una mano, evidenzio il punto da stimolare, con l'altra stimolo
il dito scivola bene, le stimolo il clitoride (o la clitoride)
è grosso, evidente, bagnato, roseo, bellissimo
nel frattempo la mia lingua stimola i capezzoli di quel gran paio di tette
lei gode, si strofina alla scrivania, ansima
LE PIACE
mi guarda negli occhi e mi chiede di non fermarmi per nulla al mondo
e chi smette!!!!!!!!!!
ad un certo punto non respira, diventa rossa, trattiene il fiato, mi prende la mano, ma non per fermarmi, solo per farmi capire di non smettere
inizia ad irrigidirsi ed ecco che appare LO SQUIRT
una fontanella esce dalla sua figa
inizia a bagnare tutto, la poltrona di fronte, la pianta accanto, a terra, sulla scrivania
il prof non dice nulla, osserva interessato, ma non mi ero accorto che aveva il cazzo in mano ed era venuto sulla sua camicia
la fontanella va avanti per qualche secondo
poi smette, mi toglie la mano, mi guarda, mi bacia e mi dice: "grazie"
si rialza, sul tavolo appaiono dei fazzolettini
lei li usa per asciugarsi
idem il prof
messo in ordine, nel silenzio totale
il prof se ne esce con un grazie per la visita e con un "ci rivediamo lunedì" (io e lui), per parlare meglio del tirocinio
la mia collega esce, io la seguo e scendiamo in aula studio
non si parla molto, quasi per niente
in ascensore la vedo appagata, sorridente ma in silenzio
io mi rendo conto di essere allo stesso modo appagato
ma con un dubbio: lei è venuta, il prof è venuto ed io?
consapevole di essere stato altruista
vado a risedermi al mio posto, in aula studio, lei al suo
come se non fosse successo nulla, tutto prosegue come se non fosse accaduto nulla
ma forse è normale, solitamente in questi casi non si parla mai nell'immediato
sono sicuro che il discorso uscirà un altro giorno
è tardi, raccolto tutto e vado via, lei anche
Ci dividiamo e ci diamo appuntamento per lunedì in aula studio per un'altra noiosa giornata di STUDIO!!!
Vorrei scusarmi per eventuali errori di ortografia o di forma
ma l'ho buttato giù senza rileggere e quindi correggere
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14 years ago
doublect,
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Last visit: 12 years ago
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Vendicativa
Nudo e in ginocchio, davanto ha te che hai solo tolto la gonna e lo slip.vedo sul letto una grossa cinghia da uomo. So già che con quella sfogherai su di me chissà quale torto subito. Il tuo pube lo esibisci come un pene,me lo porti fino alle labbra, so che non riuscirò facilmente a leccarlo. Di profanarlo non se ne parla nemmeno! Ha inizio il balletto del tuo piacer ti diverti a eccitarmi, ora mi legherai le mani dietro la schiena.Sarò alla tua mercè, ma in fondo lo voglio.finalmente ti fai baciare i piedi,e succhio con languore le tue dita, me le infilo in bocca quasi fossero un enorme pene.So già che quando sarai eccitata,mi farei mettere a pancia in giù sul letto e dovrò contare le scudisciate! Una,
due dieci, ti diverte veder la pelle rigonfia.Ora arriva il momento atteso. mi trascini in bagno e mi prendi per i capelli.Ora mi obblighi a leccarti dietro, quai a probre a sfiorare la tua bella natura.M a ora il momento tanto attesi steso nella vascha , ti accovacci sulla mai faccia .Sono secondi interminabili e pio finalmente scede un nettare buono, ma non posso bere.Ora ti fermi so che arriva l ultimo fiotto quello che finalmente dovro bere!
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Io, l\'amico di famiglia
ero venuto a casa tua perchè mi trovavo li di passaggio...
tu mi inviti a casa tua per un saluto e ti fai trovare con un vestito molto corto, cortissimo, ti copre appena il pube.
sento il tuo profumo inebriante e riesco anche ad ascoltare la tua voglia.
mi chiedi di seguirti in camera da letto, mi prendi per mano e saliamo le scale e non posso fare a meno di alzare la testa e guardarti fra le gambe.
non resisto alla tentazione, ti prendo dai fianchi e metto subito la mia lingua fra le tue gambe, sento quanto sei bagnata, come sei eccitata, niente di più bello che gustare la tua voglia.
finalmente sento il tuo sapore, caldo, delicato, eccitante, il sapore di una vera donna mentre da sopra tuo marito ci chiama: "venite in camera da letto..."
mi prendi la mano e raggiungiamo la camera da letto e li ad accoglierci c'è tuo marito.
ti prende, ti abbraccia e ti bacia, ci aspettava, è eccitato quanto noi.
io sto li ad osservarvi, mi eccito insieme a voi, nel vostro nido d'amore, è bello entrare nella vostra intimità, nelle vostre fantasie... lui ti alza il vestitino e allarga le tue natiche fino ad arrivare a toccare la tua figa ormai umida.
mi avvicino, mi metto dietro di te, ti bacio il collo e scendo sfiorando la tua schiena con la mia lingua desiderosa di te fin quando non arrivo a sentire ancora il tuo sapore, adesso è più forte, sei più bagnata, sei più porca.
lui si siede si spoglia e tu inizia a succhiarlo mentre io sono sempre dietro di te a leccarti, senti la mia lingua che va su e giù fra le tue gambe e più la muovo velocemente più lo succhi forte...
poi vai a sederti su di lui offrendomi le tue spalle nude e sensuali. mi avvicino e mentre lui ti tiene dai fianchi e ti tira verso di se io ti bacio le spalle e le me mie mani scendono sul tuo seno.
sento i tuoi capezzoli duri, mi piego per succhiarne uno, lo stringo tra i denti e sento un tuo gemito, poi ti prendo dai capelli e ti tiro la testa dietro mentre affondo nella tua bocca la mia lingua.
mentre ti bacio sento i tuoi gemiti di piacere dovuti ai colpi di tuo marito e sento quanto ti piace stare in mezzo a due uomini, siamo li per farti godere, per darti il massimo piacere e tu sei li a prendere il meglio di noi.
continuo a scendere, vedo il cazzo di tuo marito mentre entra ed esce dalla tua figa, sei bagnatissima, sei molto eccitata, io allargo e tue natiche e ti metto la lingua nel culo.
sento che ti piace, inizi ad andare più forte e io spingo sempre di più la lingua dentro di te.
mi alzo e posando la mia mano sulla tua schiena tu ti pieghi in avanti cosi posso finalmente entrare dentro di te, ho tanta voglia di scoparti e di farti godere.
sei super eccitata e il mio cazzo non trova difficoltà ad entrare nella tua figa...
adesso ne hai due dentro, ti senti sfondare, inizi a gridare di piacere, ne vuoi ancora, sempre più profondo, vuoi sentirli enbrambi dentro di te.
è bellissimo sentire la ta figa stringere i nostri membrei, è una sensazione stupenda per me, per lui, ma anche e soprattutto per te, finalmente riesci ad averne due dentro che ti riempiono, che ti sfondano e che ti fanno sentire porca.
ma non sei soddisfata ancora e mentre noi ti scopiamo tu ti metti un dito nel culo..
io lo tolgo dalla figa e pian piano cerco di incularti. sento che che ti fa male ma con dolcezza e delicatezza lo spingo dentro...
è un piacere aprirti dietro, sentire il tuo culo allargarsi mentre il mio cazzo piano piano si fa strada dentro di te...
e cosi sei ancora piena, ancora due dentro di te, uno nella figa e uno nel culo, l'eccitazione è ai massimi livelli e il piacere non tarda ad arrivare...
entrambi svuotiamo il nostro piacere dentro di te riempiendoti di tutta la trasgressione che abbiamo creato
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Massaggio hot
Parcheggio e di corsa mi infilo nel portone, salgo velocemente le scale, consapevole che mi aspetta un appartamento caldo e accogliente.
Appena apro la porta però è come entrare in un forno. Il termostato del riscaldamento autonomo segna 26 gradi e i caloriferi vanno a duemila, cercando di ricacciare l'inverno fuori dalla porta e dagli spifferi alla finestra.
-Sono a casa!- Strillo alla casa silenziosa. intanto mi tolgo la giacca e comincio a sbottonare la camicia.
Sei in camera da letto. Nuda, a parte gli slip. Leggi un libro di anatomia.
I piedi, per aria, li dondoli alternatamente e la tua pelle è ricoperta di un leggero velo di sudore. L'aria sa di te, del tuo odore.
-Giornata pesante?- Chiedo
-Mh mh- Annuisci -Ho studiato un sacco.-
Ma io so che non è così. Non credo di andare molto lontano dalla verità se azzardo l'ipotesi che fino a poco fa eri al Pc, il tuo palmare sul comò me lo conferma, a leggere racconti erotici, a scriverne uno magari o a parlare con uno dei tuoi amici virtuali... in ogni caso hai da poco finito di masturbarti.
Osservo il tuo giovane corpo e visualizzo la scena che mi sono perso... caldo... eccitazione...
-Che ne dici di un massaggino rilassante allora?- Ti chiedo.
-MMMh, un massaggio completo? siii.- Rispondi, con i tuoi occhioni azzurri sprizzanti di entusiasmo.
Mi domando se ti ho mai parlato dei miei massaggi completi... se sai cosa vuol dire... se sai cosa t'aspetta.
Mi spoglio rapidamente, restando anche io in slip, recupero l'olio della Durex dal mio comodino e mi inginocchio sul letto, affianco a te, che continui a studiare imperterrita.
Al contatto dei polpastrelli con la pelle sussulti e, quando muovo le dita lungo la tua colonna vertebrale, mugoli e ti stiracchi all'indietro, come la tua gatta.
Applico un po di pressione, sollevo e poi pigio di nuovo le dita, suonando il tuo corpo come il tuo amato pianoforte ma le note che producono i miei gesti sono i tuoi sospiri, che sono più potenti di qualunque sinfonia mai composta. A questo punto per te è impossibile continuare a studiare, il tonfo del tomo di Anatomia sul pavimento mi conferma che sei pronta a lasciarti andare. Allora mi sposto dietro di te, mi tolgo e ti tolgo gli slip, sistemandomi a cavalcioni sul tuo sedere.
Comincio a muovere le mani unte sulla tua schiena, risalendo lentamente fino alle spalle, sciogliendo la tensione dai tuoi nervi. Il tuo respiro si fa lento e regolare, ti stai rilassando ed eccitando contemporaneamente, tieni gli occhi chiusi e le tue labbra sono arricciate in un leggero sorriso di piacere.
Le mani raggiungono il collo, fin dietro le orecchie mentre con entrambi i pollici esercito una leggera pressione ascensionale sulla prima vertebra cervicale.
Intanto, ne sono sicuro, senti la pressione del mio cazzo nel solco tra le natiche, il tuo leggero movimento di bacino è un tacito invito ma è ancora presto, molto presto, per quello.
Mi occupo delle spalle e delle braccia, mentre ti mordicchio il lobo dell'orecchio, sussurrando parole che servono ad eccitarti ancora di più.
Ora il tuo bacino preme contro il mio, mi vorresti subito ma io deludo le tue aspettative e comincio a scendere lungo i tuo corpo.
Con le mani lungo i fianchi, fino a lambire i seni, con la bocca lungo la spina dorsale, con calma, senza fretta.
Quando raggiungo il sedere sia con le mani che con la bocca, comincio una doppia stimolazione. Mentre impasto delicatamente i glutei, separandoli dolcemente, la lingua entra in contatto con il clitoride. Sei un lago. Risalgo lungo la fessura, spingendo la lingua dentro il più possibile, finché non raggiungo l'ano e comincio un lento movimento rotatorio alternandolo a prepotenti spinte per infilarmi dentro il tuo fiorellino, la mia sala giochi preferita, la tua arma più efficace nei miei confronti.
Ripeto il movimento un paio di volte ed ora i movimenti del tuo corpo denotano l'urgenza di essere posseduta, tuttavia non chiedi e comunque non sarebbe ancora il momento.
Abbandono a malincuore le tue chiappe e comincio a massaggiare le tue lunghe e bellissime gambe. L'olio da a tutto il tuo corpo una lucentezza meravigliosa e, mentre massaggio le cosce e poi i polpacci, mi godo lo spettacolo di te sdraiata pancia sotto, completamente sciolta nelle mie mani.
Quando arriva il turno dei piedi cominci letteralmente a godere delle mie dita. Con i pollici percorro la pianta dei piedi e contemporaneamente mordo e succhio le dita sentendoti gemere e godendomi il suono del tuo piacere. Ora è arrivato il momento di prenderti e le mie mani ripercorrono a ritroso il percorso sul tuo corpo unto. Polpacci, cosce, glutei, schiena, spalle e quando il mio bacino arriva a contatto col tuo entro dentro di te senza la minima esitazione.
-SIIIII- Strilli, quando arrivo in fondo e resto fermo lì. Le mani sono di nuovo sul collo e comincio a scoparti lentamente ma tu stai già fremendo e stringi il lenzuolo mentre l'orgasmo ti fa perdere il controllo. Allora io mi ritraggo e ti sento protestare per la sottrazione ma è un attimo e già ho messo una mano a prendere il posto del cazzo, stimolandoti il clitoride e penetrandoti dolcemente con le dita. Contemporaneamente il cazzo ha cominciato a spingere contro la muscolatura anale che, rilassata com'è, si schiude senza opporre resistenza e mi lascia libero accesso al tuo delizioso culetto. Solo a quel punto mi sdraio sopra di te, trasferendo tutto il mio peso in questa meravigliosa penetrazione anale che già ti vede sulla via di un secondo potentissimo orgasmo. Ti scopo senza riguardo, come piace a te, come io adoro. Ora tu strilli, continui a dire sì e fai salire il mio piacere ad una velocità impressionante. Sposto il peso sull'altro braccio, per cambiare la mano che ti scopa davanti. Porto le dita che sanno di te alla tua bocca e tu cominci a succhiarle. A quel punto vengo come un fiume in piena dentro di te, scatenando il tuo secondo orgasmo.
Esausto mi butto dalla mia parte del letto, mi stai guardando, hai un indecifrabile espressione di estasi ed eccitazione dipinta in volto.
-Sei stato grande.- Mi dici.
Io ti bacio, poi ti bacio la fronte e mi ricetto lungo disteso, ancora ansimante. -Grazie.- Ti rispondo
-La faresti una cosa per me?- te ne esci di colpo.
-Un altra?- Dico sarcastico.
-Beh è anche una cosa per te...- Aggiungi facendo la gattona.
-Spara.- Continuo allora, curioso.
-Mi scoperesti la bocca?-
Sorridi della mia espressione stralunata. -Prego?- Biascico.
Sei già con la bocca su mio cazzo mentre rispondi. -Guardavo un video. Non voglio solo succhiartelo, voglio che sia tu a usare la mia bocca, senza freni, violento, come preferisci. fino in fondo, fino a venirmi in gola. ti prego.-
La risposta te la da il mio cazzo, che è già nuovamente duro tra le tue labbra.
-Agli ordini.- Dico, mettendomi in piedi davanti al letto mentre tu ti sistemi in ginocchio accanto al bordo.
E' un momento di follia erotica, afferro la tua amata testolina e senza ulteriori tentennamenti ti spingo il cazzo in bocca, applicando una moderata pressione sulla nuca per fartelo scorrere sulla lingua finché il tuo naso non affonda nei mie peli pubici. ti tengo lì, consapevole che sei in assenza d'ossigeno, sento le contrazioni della tua gola, gli urti di vomito che il tuo corpo produce per liberare le vie respiratorie.
Mi ritraggo in un fiume di saliva, lasciandoti un momento d'aria prima di affondare di nuovo e poi lo rifaccio ancora. Non fai una piega, anzi cominci a masturbarti freneticamente, a quel punto il mio movimento di bacino è diventato velocissimo, tu sbavi sempre di più e intanto cominci a gemere dal piacere che ti dai da sola con le dita.
Sei incredibile. Appena penso di averti sbalordito con un nuovo giochino sessuale ecco che tu fai qualcosa di due volte più estremo, scoparti la bocca come nel peggiore filmato della rete e sentire che tu addirittura ne trai piacere è così bello, che sono costretto a venire, con la tua faccia spinta contro il mio pube riverso nella tua gola il mio secondo orgasmo.
Restiamo così, immobili, per qualche secondo poi mi ritraggo e il mio cazzo, già in fase di rilassamento, sguscia fuori dalle tue labbra, insieme ad un lungo rivolo di saliva mescolata a sperma.
La tua espressione è il ritratto della felicità. Sei davvero incredibile.
Ci baciamo a lungo, è bello sapere che abbiamo ancora un sacco di cose da scoprire, l'uno dell'altra.
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14 years ago
romano29,
29
Last visit: 12 years ago
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La maschera rossa
LA MASCHERA ROSSA
Non potevo pensare di stare seduta ancora in camera a cercare di dimenticarlo, non ci riuscivo... in realtà non mi era mai passata...infatti nelle notti più calde andavo a farmi il bagno nuda e pensavo a Chiarly mentre mi masturbavo e godevo come non mai...
Allora presi il telefono e cominciai a chiamarlo...
tu tu tu tu squillava!
:''Pronto?'' disse
:''Ciao uomo del mio piacere sessuale... come stai?
:''Lady! come hai avuto il mio numero?''
:''Lo sai tesoro non mi devi sottovalutare!
:'' Hai raggione bellezza... mi sei mancata...
:''Anche tu! che ne dici di vederci oggi tra un'ora magari? io ho viglia di fottere e tu?
:''Non aspettavo altro bella volevo sentirmi dire proprio queste parole...
:''Sai dove si trova il castello abbandonato...?
:''Si!''
:''Allora vadiamoci li!ho molte sorprese x te Chiarly!
:''ok maialina! c vediamo li!!!!
Non mi senbrava vero, FINALMENTE POTEVO STARE CON CHI DESIDERAVO E LUI ERA TUTTO CIò CHE MI FACEVA USCIRE DI TESTA!!!
Arrivai al castello con un mantello nero e la mia maschera rossa sul viso... tutte le ragazze erano pronte e lui arrivò di li a poco...
:''Non mi sembra vero...ma lady dove sei!... LADY!
:''ECCOMI''
Chiarly stava al centro della stanza diroccata a tutte noi in cerchio andavamo verso lui..,
:''Oggi sei in Mio potere! spogliatelo e cominciate a farlo godere... ma guai a voi chi lo farà venire verrà punita severamente dalla contessa LADY B!!!!
QUESTE FURONO LE MIE PAROLE!
:''ordino che voi donne iniziate a leccarlo, voi altre a succhiare le sue parti più virili, e voi ancora a scullacciarlo... che si cominci!!!
Chiarly era pieno di donne che lo adulavano... mentre io dal mio trono lo guardavo e mi facevo leccare l'anima da due belle brunette...
Chiarly mi chiamava a gran voce e diceva di essere il mio servo...
A quel punto con un solo gesto le ragazze ,dai mantelli neri e le maschere bianche,si fermarono... scesi dalle scale e andai verso il mio uomo... feci scivolare il mio mantello, ma tenni la mia MASCHERA ROSSA ed ero completamente nuda... mi sdraiai su di lui e cominciai a leccarlo... poi con un'altro gesto arrivò, con una delle mie donne, l'oggetto del nostro piacere...
:''ecco mia signora... disse mi leccò le labbra e si allontanò...
il nostro doppio pene era formidabile e cavalcai il mio Chiarly, godeva e io urlavo di piacere , i nostri corpi erano uno a volevo di più e di più ancora... venivo coppiosamente...
e lui un attimo dopo di me... mentre prendevo il suo pene ... lo leccavo e feci la sua schiava... mi ordinò di farlo arrivare fino in fondo... e mi feci venire in faccia...le nostre bambine si masturbavano guardandoci...
La notte fu lunga e piena di orgasmi multipli...
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14 years ago
admin, 75
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Ho voglia di ciliegie
era solita salire su quell'albero, la vedevo salire a piedi scalzi, si arrampicava fino al suo ramo preferito si metteva seduta e ci rimaneva le ore.
ultimamente, portava con se una bottiglia d'acqua e il suo auricolare. sicuramente la sua musica, faceva da contorno al suo passatempo preferito, le ciliege, riusciva anche a ballare su quel ramo, era strana e adorabile e non sapeva quanto mi piacesse guardarla!
a volte si metteva in piedi e cercava di prendere i frutti alti, quelli più rossi, quelli più succosi. ed era in quei momenti che la mia fantasia prendeva possesso dei miei pensieri, la guardavo, vedevo le sue gambe sempre scoperte, portava sempre gli short le sue magliette che diventavano di un colore indefinito, ci puliva le ciliege e le sue mani, e vedevo i suoi occhi così grandi e luminosi.
...non c'era giorno che le mie fantasie non fossero alimentate dalla sua presenza. se solo lei avesse immaginato, tutte le volte che guardavo la sua bocca mangiare, la sua lingua assaporare, e i suoi occhi deliziati, e il suo modo di pulirsi le mani, le metteva sopra il suo seno e le strusciava addosso al suo corpo mettendo in evidenza le sue forme, poi un giorno quell'angelo, pensò bene di bere l'acqua e farsela cadere addosso, doveva essere fredda perché riuscivo a vedere i brividi sulla sua pelle i capezzoli che si inturgidivano e la mia eccitazione che cresceva. lei rideva, stava ridendo, fino a farsi venire le lacrime, rideva della situazione, poi in un attimo si girò verso di me, mi guardava, quindi mi vedeva, non poteva essere, io ero nascosto, ma le sue labbra mi dicevano vieni, non sentivo, e non riuscivo a rendermi conto, ma non potevo rinunciare a lei. ero ai piedi del suo albero.
bloccato sul da farsi, immoto. e lei mi guardava dal suo ramo. stavo salendo da lei senza capire. guidato dal suo profumo, dal suo essere, ci trovammo l'uno di fronte all'altra. seduti sullo stesso ramo. era splendida, ancora più sensuale di come la vedevo, la sua bocca così carnosa, i suoi denti bianchisimi, i suoi occhi, mi stavo perdendo in lei, mi disse:
- salivo su questo ramo perché tu mi potessi vedere...
- ...non l'avrei sperato, ma
- ssshhhh...non rovinare tutto.
le accarezzai i capelli e la costrinsi ad avvicinare la sua bocca alla mia, la sua lingua era rossa e le sue labbra così morbide, così carnose, sentivo il suo sapore, stavo esplorando ogni angolo della sua bocca, i suoi denti, il suo palato, e lei non era da meno mi cercava, mi voleva, toccava i miei capelli e mi teneva la testa quasi non volesse lasciarmi andare
- amami
- scendiamo
l'aspettavo, aspettavo che le sua gambe nude fossero più vicine a me.
l’aiutai a scendere stringendole i fianchi, quasi con la paura di vederla svanire, e invece sentivo le mie mani stringere il suo corpo. non la lascia andare la tenni stretta, il suo corpo aderiva al mio, sentivo la sua maglietta bagnata, inizia a baciarle il collo le orecchie, volevo sentire i suoi sapori, volevo impossessarmi del mio angelo, era appoggiata all'albero le sue braccia sul mio corpo, sulla mia schiena. sentivo le sue unghie graffiarmi, le sfilai la maglietta, e la mia la seguì. il suo corpo, la sua pelle così morbida ,appena ambrata dal sole, la sollevai, e le sue gambe si chiusero sui miei fianchi, ora potevo prendere i suoi seni, potevo morderli e succhiarli, lei si teneva sul mio collo mentre la sua testa si lasciava andare indietro, la volevo, volevo il suo corpo, volevo impossessarmi di lei!
la sdraiai sull'erba mentre la mia bocca continuava a cercarla.
da quanto tempo desideravo questa donna? i miei pensieri continuavano a cavalcare mentre le mie dita slacciavano i suoi pantaloncini, lei mi aiutò, sollevandosi un poco per sfilarglieli, ora potevo contemplare il suo corpo. era perfetta, la sua nudità non la preoccupava. mi guardava, e so ciò che vedeva nei miei occhi, ci voleva poco prenderla così, ma io non volevo sprecare un singolo attimo di quella occasione. come se avesse letto nei miei pensieri, si alzò e inginocchiata ai miei piedi mi sbottonò i jeans, me li tolse e sedutasi su di me, iniziò a baciarmi, prima la bocca poi il collo la sua lingua non si fermava, cercava il mio corpo come fosse un frutto proibito. il suo bacino si muoveva lentamente, come fosse un'altalena, lento, si stava bagnando, si stava eccitando su di me, senza che io facessi niente, per un attimo pensai che non potevo resistere ancora molto, non ce l'avrei fatta.
le mie mani sui suoi fianchi la guidavano nella sua danza, poi la sua bocca scese, rimase sospesa così, ed io trattenni il fiato perchè l'unica cosa che desideravo era la sua bocca, volevo essere ingoiato da lei, succhiato, fino a non poterne più, e così fece. credo che sensazione più forte non potevo provare, era brava, mi prendeva con le sue labbra e sentivo la sua lingua che si impossessava di me, le sue mani non smettevano di toccarmi, potevo esplodere da un momento all'altro, e la scostai, le dissi di fermarsi, i suoi occhi erano quelli di una donna, di una donna che sa qual'è il suo potere, che il sesso non lo fa, lo crea, continuava a guardarmi, ma le sue mani ora cercavano il suo corpo, ed io ero immobilizzato di tanta sensualità in quei gesti, si stava toccando, le sue dita scendevano tra le sue gambe, si sfiorava e poi risaliva fino alla bocca. succhiava le sue dita.
poi riscendeva, l'invito era più che chiaro, le mie dita stavano nella sua bocca e poi scendevano sul suo corpo, sono entrato dentro di lei con la lingua e l'ho sentita fremere, era calda, bagnata. ho cercato il suo clitoride, e mi sono impossessato di lei, le sue labbra, quelle labbra, la mia lingua ha leccato ogni cosa, per poi entrare dentro di lei, mentre la sua schiena si inarcava dal piacere, continuava a toccarsi, con dei movimenti circolari prima lenti e poi più veloci e io continuavo a penetrarla con la lingua, toccati anche tu mi disse, e io lo feci, come fosse un gesto abituale tra di noi, la sentivo gemere, sentivo che mi voleva, mi stavo lasciando andare e sentivo che il mio piacere non si sarebbe trattenuto ancora. con un colpo di reni mi allontanò da lei e la ritrovai seduta su di me, prendimi mi disse.
...ed io la presi...
non con dolcezza, non con delicatezza, ma con tutta la forza che avevo. si muoveva sopra di me, e la sentivo gemere dal piacere, poi senza nessun preavviso, si girò di spalle e rientrai dentro di lei guidato da lei, lo sapevo cosa voleva, voleva continuare a toccarsi, in modo da raggiungere il doppio del piacere, guardavo le sue natiche che si muovevano su di me, ogni tanto si sollevava un pò ed io riuscivo a vedere il mio menbro sempre più duro, la guidavo in quel movimento sempre più frenetico e sentivo che lei si toccava sempre più veloce, poi mi chiese di urlare, mi disse:
-...urlami tutto il tuo piacere, urla quello che sono per te, fammi godere del tuo piacere...
e così un'esplosione, un lampo di luce, un urlo che non era di un essere umano, ma di un essere che non si controlla che esprime fisicamente il suo piacere.
il suo corpo era teso su di me...
il suo orgasmo ancora non finiva. sentivo la sua carne i suoi muscoli contratti, ed il suo urlo, il suo piacere, il nostro...
si sdraiò accanto a me, il suo respiro era ancora veloce, i suoi occhi guardavano il cielo, solo ora ne intuivo il colore, era tutto quello che avevo sempre sognato quello che desideravo ogni giorno la baciai e le dissi che per me era un angelo.
i suoi occhi mi scrutarono e mi sorrisero. ho voglia di ciliege.
g*
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14 years ago
admin, 75
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Due cazzi per mia moglie
03/04/2009
FANTASIE SU MIA MOGLIE
Ieri sera, mentre il bambino dormiva, quindi uno dei rarissimi momenti di tranquillità, rientra mia moglie da una cena con amiche e si siede con me sul divano a guardare la televisione.
Iniziamo a toccarci e finiamo a scopare. E’ tanto che non lo facciamo, sono molto eccitato e decido di provare a ritrovare un po’ di quella complicità indispensabile per fare del buon sesso in una coppia. Mancando due giorni al mio compleanno le dico cosa veramente vorrei come regalo: mentre non lesino complimenti per il suo fantastico culetto ed il suo bel seno le chiedo di cominciare ad essere più sexy nel vestire(sempre, non solo per occasioni speciali), quindi autoreggenti, niente reggiseno visto che non ne ha assolutamente bisogno e sta su benissimo da solo essendo ancora bello tonico(mi fa impazzire abbracciarla e sentire il seno bello morbido al tatto delle mie carezze) e se possibile,qualche volta sorprendermi evitando di mettere il perizoma e farmi trovare la sua bella patatina rasata all’aria, impudicamente bagnata e bella aperta pronta a ricevere il cazzo. Le ho detto che la cosa più eccitante per un uomo è avere una donna disinibita e porca e soprattutto poterla guardare mentre si comporta da porca e vederla godere. Le ho detto di lasciarmi almeno parlare e fantasticare mentre scopiamo e possibilmente di partecipare anche lei con un po’ di fantasie(sono solo fantasie per eccitarsi…poi chissà, magari un giorno mi sorprenderà…possibilmente prima di diventare vecchi e rimbambiti). Io amo mia moglie e proprio per questo non ho bisogno di cercare altri svaghi, anzi ciò che mi eccita è esclusivamente centrato su di lei: il pensiero di scoparla assieme ad un altro, vederla dedicarsi al suo cazzo, toccarlo e leccarlo per poi farsi scopare davanti ai miei occhi mentre ci alterniamo i suoi buchi per poi prenderla contemporaneamente davanti e dietro……mmmmmm…..mi fa impazzire!!!
Ogni tanto capita di leggere su internet qualche storiella di mogli che regalano al marito per il compleanno la tanto sospirata scopata in tre( che poi sono loro ad avere due cazzi a disposizione,di chi è il vero regalo?), alcune addirittura organizzando loro e facendogli la sorpresa; questo da mia moglie credo sia impensabile, ma se avesse i numeri per fare una cosa del genere, mi porterebbe al settimo cielo, sia per l’emozione del triangolo ma anche perché finalmente avrei al mio fianco la donna dei sogni(non solo miei, ma di qualsiasi uomo), brava e perfetta con la famiglia e la vita di tutti i giorni ed eroticamente disinibita e aperta a tutto ciò che riguarda il sesso nella coppia.
Certamente so che questa sorpresa per il compleanno non ci sarà, ma in qualsiasi altro momento volesse farla l’apprezzerò comunque, perché vederla godere senza limiti scopata senza sosta da due uomini dediti solo al raggiungimento del suo massimo piacere è il mio sogno, che spero non rimanga tale lasciandomi l’insoddisfazione di non aver provato questa esperienza.
Amore soddisfami, ti prego.
Ti amo tanto
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14 years ago
admin, 75
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Peccato che l\'auto si fosse fermata
ciao, ho fatto questo sogno.....
la mia auto mi lascia in panne, e la fortuna mi manda in soccorso un'auto che accosta e l'uomo al volante mi domanda se ho bisogno di un passaggio. non sapendo che altro fare accetto.
mi accomodo nel sedile posteriore dell'auto dove note è seduta una donna, "probabilmente la ragazza del conducente", penso! ma non riesco a spiegarmi come mai è seduta nel sedile posteriore.
Durante il tragitto la ragazza mi si avvicina e mi sussurra nell'orecchio; "sai che sei un ragazzo carino, ma sei tutto bello così?" io rimango un pò sorpreso per l'affermazione. Non ho ancora avuto il tempo di ringraziare che sento una mano che dolcemente mi accarezza la coscia; capisco dove vuole arrivare la ragazza, a questo punto guardo lo specchietto retrovisore e noto gli occhi dell' uomo al volante che sembrano sorridere, lui se ne accorge che l'ho guardato e mi dice: " fai come fossi nella tua auto!" . a questo punto guardo la ragazza negli occhi, lei mi sorride, abbasso lo sguardo per guardarla fisicamente e noto che con la mano alza la gonna e mi fa notare che non indossa le mutandine: capisco cosa stava facendo prima che io fossi caricato. Le sorrido e le strizzo l'occhio come per dirle: " voglio vedere dove vuoi arrivare!" . le sorride nuovamente come se fosse più rilassata e mi bacia.
il mio pene nei pantaloni si fa sempre più grosso, fino a che non mi fa male perchè nn sa più da che parte espandersi, io abbaso gli occhi sui miei jeans e lei se ne accorge, sia di dove guardo, sia delle dimensioni. senza toglire gli occhi dalla mia lampo sposta la mano lungo il bastone che ormai pareva uscire dalla tasca sinistra dei miei pantaloni, il compagno dal sedile davanti ci spia e dice: "scaldamela che dopo lei, quando mi fermo,ci divertiamo!". sposto nuovamente l'attenzione sulla donna e.............
Il resto non vorrei immaginarlo, voi cosa ne pensate?
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14 years ago
amatore90,
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Last visit: 8 years ago
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Travestimento
mai avrei pensato ad una cosa simile. Le donne sono sempre state al primo posto nella mia vita e nella mia testa. Ma c'e sempre una prima volta.
Era un fine estate le giornate erano ancora abbastanza calde, ma non vi era piè il solleone. Mentre passeggiavo con il mio cane sulla spiaggia, tra una duna vedo una coppia che sta amoreggiando. Cerco di cambiare strada ma il mio cane va incontro a loro. Richiamo il cane, ma niente da fare lui va proprio li. Mi avvicino e giunto nei pressi chiedo scusa e mi accorgo che la coppia e formata da due ragazzi. Uno di questi con lunghi capelli l'avevo scambiato per una ragazza. Rimango un po sorpreso ma niente di piu. Il mio cane inizia a giocare con loro e si scambia alcune parole. Forse la situazione il fatto di trovarmi davanti a qualcosa di diverso fa si che mentre parlo uno di loro guardandomi mi dice" come mai ti e diventato duro ti sei eccitato". Effettivamente il mio uccello era diventato duro. Divento rosso e non so cosa dire. I due ragazz iniziano a ridere e insieme di dicono - guarda e pensa -. Iniziano nuovamente a baciarsi e poi iniziano un lungo 69. Io sono in piedi davanti a loro, la mia eccitazione aumenta sempre di piu. Ad un certo punto uno dei due si mette a pecora e l'altro da dietro lo incula iniziando un piacevole movimento. Sono eccitato, tiro fuori il cazzo e mi avvicino a loro. Il ragazzo biondo mentre si fa inculare apre la bocca ed inizia a farmi un pompino. Piacevole stupendo, tanta e l'eccitazione che dopo 5 minuti un'esplosione di sborra gli riempe la faccia. Nello stesso momento anche l'amico aumenta il ritmo e gli riempe il culo. Lui si alza con ancora la sborra in faccia e nel culo, e guardandoci viene facendosi una sega.
Senza dire niente ci salutiamo.
Sono ritornato sul posto ma non li ho piu trovati.
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14 years ago
diegovalle,
34
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Al negozio di scarpe
Vivo a roma e sabato scorso mi sono recata in un negozio di scarpe in un centro commerciale. Mentre mi accingevo a provarmi degli stivali c'era un uomo che accompagnava la moglie anche lei intenta ad acquistare delle scarpe.Quest'uomo di aspetto gradevole ha iniziato a guardarmi insisetentemente nonostante la presenza della moglie notevolmente infastidita.Ovviamente quello sguardo su di me aveva acceso una seppur lieve curiosità e lusingata da questa corte un pò sfacciata mi sono sentita autorizzata a rispondere alle avances.La faccia della moglie infastidita aveva ancor più scatenato la motivazione a lasciare andare i miei sensi. ed allora ho iniziato a muovermi in modo provocatorio. In un primo momento mi sono piegata in modo da mettere in evidenza il mio poderoso culo poi mi sono seduta a provare gli stivali e mentre calzavo una delle scarpe ho allargato la gamba facendo vedere l'autoreggente. La moglie si è accorta della mia provocazione e lo guardava con astio e lo ha trascinato in un altra posizione. Poco dopo l'uomo faceva capolino da dietro alcune scaffallature ed io , maggiormante al sicuro dallosguardo della moglie, ho dato il meglio di me anche perchè non vi erano altri clienti. Mi sono aggiustate le autoreggenti anche se erano a loro posto , ho misurato le scarpe allargando le gambe spudoratamente in modo che vedesse che non indossavo l'intimo.Poco dopo mi reco a pagare e mentre ritiro la merce trovo un biglietto con un cellulare.
Esco e provo a fare quel numero incuriosita da chi poteva essere e non mi meraviglio quando scopro che è l'uomo del negozio.
Mi chiede di recarmi ai bagni del centro commerciale ed io, tra la curiosità e l'eccitazione come un automa mi reco al bagno come mi aveva ordinato.
Come mi vede mi fa un segno di segurilo ed ancora una volta eseguo automaticamente gli ordini . Come entro nel bagno mi sbatte , girandomi e piegandomi con forza verso il lavabo mi solleva la gonna e inizia a toccarmi in mezzo alle gambe. Ammutolita e impaurita ma eccitata favorisco le sue lascive carezze. Le dita scorrono ora nella mia vagina ormai completamente bagnata . A questo punto prendo l'iniziativa chiudo il bagno mi piego in ginocchio .Frettolosamente slaccio i bottoni dei pantaloni e tiro fuori un grosso membro duro ed umido impossessandomi immediatamente con la mia bocca. Lo spompino lungamente fino a quando viene con un fiotto di sperma che riempie la mia bocca.A quiesto punto mi arrabbio convinta che possa rimanere all'asciutto. le stampo la mia bocca sulla sua minacciandolo di dirlo alla moglie se non mi scopava immediatamente. Infatti gli ridiventa immediatamente duro e me lo infila nella fica ormai sbrodolamte e con pochi colpi di bacino ho un primo orgasmo.Ma non mi basta mi giro e pretendo che me lo schiaffi in culo e per invogliarlo glielo mostro aperto allargandolo con le mani e invitandolo a penetrarlo
Questa volta impiega un pò di tempo e a me non dispiace affatto perchè questa terza sua venuta la sento nelle viscere proprio quando ho un orgasmo vaginale stimolato da quel pene enorme che mi riempie il culo. MI ricompongo ed esco dal bagno , sperando di non essere vista dalla moglie ma nello stesso tempo con la voglia di incontrarla nuovamente e dire che suo marito mi aveva fatto tutti e tre i buchi.Pauline
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6
14 years ago
innocentesirena,
49/49
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The end
Ti odio perché ti amo. Ti odio perché l’odio è l’altra faccia di quella medaglia chiamata sentimento.
Come esiste il buio in contrapposizione della luce, come il dolce è contrapposto all’amaro, così l’odio trova ragion d’esistere perché vi è stato amore.
Ed io ti ho amata tanto. Ed ora ti odio perché mi hai tolto la possibilità di continuare ad amarti.
Ed anche tu sicuramente mi odi perché mi hai amato. Ohh se ci siamo amati. Solo le nostre anime, i nostri cuori sanno quanto ci siamo amati, quante volte ci siamo donati l’un l’altra la nostra essenza.
Mi odi perché sono riuscito a tirarti fuori quello che non riuscivi a confessare neanche a te stessa. Mi odi perche ti ho fatto vivere i tuoi desideri più reconditi.
Mi odi perché la tua fantasia è volata alta come un’aquila.
Mi odi perche ti ho liberata dalle catene della noia, della routine e della falsa morale e ti ho portato sulle cime ardite del piacere dove tutto quello che da noi era voluto, era lecito.
Vedo ancora nella mia mente, come una foto digitale quei brevi pomeriggi invernali, consumati dentro la macchina che a cagione veduta era diventata la nostra alcova ambulante….
Davanti ad un mare tempestoso, con i marosi che si abbattevano sulla battigia come due amanti focosi.
I nostri occhi che brillavano di gioia, le nostre lingue cercarsi, lottare, avvinghiarsi….
Poi ….uno sguardo maligno…. le palpebre dischiudersi, le mani intrufolarsi, mentre dentro lentamente, le fiamme cominciavano ad ardere.
Oppure tu prona sul mio equatore mentre ti imbevevi della mia linfa di maschio.
Il tuo coprire gli occhi con occhiali ed arrossire davanti al prtiere quelle poche volte in cui l'albergo ad ore è stato teatro delle nostre performance.
E…quante volte le poltroncine dell’ultima fila del cinema hanno assorbito i tuoi umori.
Quanti sogni abbiamo fatto insieme ben sapendo che sarebbero rimasti sogni.
Quanta adrenalina abbiamo prodotto e consumato nella paura che arrivasse tuo marito. Per le mie fughe dal lavoro e le scuse per mia moglie.
Quante volte mi hai strappato l’anima con l’eco dei tuoi siii.
Ma poi è arrivato il giorno del triste risveglio.
Come in un qualsiasi gioco d’azzardo, quando tiri troppo le corde della fortuna, così si spezzò l’incantesimo del nostro amore.
Tuo marito scoprì tutto e ti pose il suo diktat.
L’annuncio del nostro addio fu come anticipato da un presagio.
Solo poco tempo prima ti avevo fatto conoscere i Doors, la cui musica più volte accompagnò i nostri amplessi, mischiandosi ai nostri gemiti e lamenti…. ed il giorno del nostro ultimo incontro, mi chiedesti di portare il loro CD.
E quel giorno in macchina, mentre la triste voce di Jim Morrison cantava “this is the end, my beautiful friend the end, i’ll never look into your eyes again….” in quei terribili 11 minuti che dura la canzone, mi comunicasti tra le tue lacrime che si mischiavano alle mie, la fine della nostra storia.
Tra la passione forte, libera, travolgente, irrazionale ed il freddo calcolo matematico, dettato dal raziocinio, scegliesti il secondo.
Ti odio per la tua scelta, ma cosa avrei potuto offrirti??? Non le stupide convenzioni della società, ma la cruda maledetta realtà avrebbe fatto di noi due zingari del piacere.
Ti odio perché prima mi hai fatto bere a profusione dall’aurea coppa del piacere, quella coppa cui sempre assieme ci siamo abbeverati. Ed ora sono qui solo a soffrire la sete e la fame…
Ma ti amo, e sono sicuro che anche tu mi odi e mi ami.
E sono sicuro che a lungo ti risuonerà nelle orecchie quel riff finale di Jimi …”thiiiis iiiis theee eeeend”.
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14 years ago
admin, 75
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La più bella che ho sentito
una coppia da tempo scambista etero, lui 45 lei 39, entrambe di bell'aspetto, un giorno intrapprese una discussione, lei sosteneva che il numero di scopate fatte da lui erano più che altro merito suo, decisero così di aprire una sfida della durata di un mese.
la sfida ovviamente prevedeva il maggior numero di conquiste fatte e lui accettando impose alcune regole nel gioco.
1 non con chi già si conosce nella vita quotidiana
2 non con il primo che capita chiudendo gl'occhi e tappando il naso
3 non due volte con la stessa persona
4 ovviamente per lui non mercenario
contro la statistica vinse lui 4-3 e tutto finì con buon gusto e allegria ma un giorno lui si trovò, senza capire come, davanti al posto di lavoro una 27 enne che aveva conosciuto in un locale durante il mese, lei si propose nuovamente e lui restando vago sfuggi con la scusa della fretta, l'episodio si ripete e lui sfuggendo per l'ennesima volta racconta l'accaduto alla moglie, alla quale venne in mente un escamotage non proprio principesco ma eccitante, quello di sorprenderli volutamente in fragrante.
lei si fece ancora viva e lui le spiegò di essere felicemente sposato, disse di saperlo perchè li aveva visti al circolo tennis più volte ma di cercare solo sesso senza creare complicazioni.
fissarono quindi un appuntamento a casa di lui.
venne il momento, e appena giunti in casa, poco dopo, giusto il tempo di un caffè, la moglie entrò trovandoli abbastanza al loro posto completamente vestiti, la ragazza zittì per alcuni secondi poi si alzò e si presentò senza dichiarare per quale contesto fosse li e cosa l'accumunava al marito.
la moglie molto maliziosamente chiese a lei se aveva già giocato a tennis con il marito, perchè le sembrava di averla già vista in quell'ambito, anche se in realtà lo aveva appreso da lui.
la ragazza si sciolse e molto maliziosamente incrociò lo sguardo di lui dicendo "si si ed ero venuta per organizzarne un'altra"
bene disse la moglie, tiriamo fuori le palle e giochiamo, lasciando scivolare una mano sui pantaloni di lui.
risata soft e poi rivolgendosi a lei disse " allora che fai? dovevi andare o ti fermi un po'? " da subito la ragazza zitti poi esclamò "non so che cos'è un doppio? noi due contro di lui o che altro? " poi alzandosi verso di lei disse "a me piacerebbe io contro di te con lui arbitro " e senza dare tempo alla risposta la baciò sulla bocca per poi limonarla.
il più imbarazzato era il marito (mio conoscente che mi raccontò tutto questo) e sapendo delle preferenze sessuali della moglie rimase molto sorpreso e a quel punto curioso.
le due belle donne si profusero fino a tirarsi nude e la moglie rimase passiva nel fare ma eccitata come non mai per l'effetto dell'intraprendenza della giovane.
a questo punto la moglie mentre veniva leccata a dovere inizia a darsi da fare con il marito e finì che in tre fecero di tutto e di più.
io trovo questa storia eccitante come poche, vera non posso sapere ma conoscendo i personaggi molto molto probabile.
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0
14 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Quella strana ragazza
Era un Sabato,qualcuno pensera' i soliti weekend che si passano
per scaricare la tensione accumulata durante ua settimana di lavoro,e cosi' pensavo anch'io prima di incontrare quella strana ragazza!!!!
Decido di uscire da casa,andare un po' a svagarmi giusto per non pensare troppo ai problemi che possono soffocare una normale vita,non so dove andare,e cosi' senza neanche rendermene conto mi ritrovo al solito disco pub,pieno di ragazzi che sembrano distanti da me mille miglia!!!Mi siedo,ordino la solita birra scura,e dando le spalle al bancone osservo poco attentamente,quasi fosse solo un sogno,cio' che mi accade intorno,i teenager che ballano,qualcuno che ride con il suo gruppo di amici,qualche coppia che si ferma a baciarsi....insomma il solito quadro!!!!Nell'osservare distratto,mi accordo che a due posti lontano da me,c'è una ragazza che mi osserva,i suoi occhi sembrano spiarmi attentamente,e appena si accorge che ho notato il suo sguardo insistente abbassa gli occhi,quasi imbarazzata!!!Incomincio ad osservarla,e molto carina e la domanda che mi sorge è come mai una bella ragazza non ha nessun galletto che gli gironzoli intorno!!!continuo ad osservare,giusto per essere sicuro che non sia in compagnia di qualche uomo,onde evitare l'ennesima rissa che andrebbe a sfociare per i soliti motivi di gelosia....no,è sola!!!
Allora mi alzo,e tanto per essere sicuro,vado in pista a ballare per vedere la sua reazione,ecco si alza,si avvicina in mezzo alla ressa di gente,mi da le spalle e pian piano si unisce a me,ho il suo sedere che mi si strofina sul mio pene,e non risco a controllare la naturale reazione,mi si alza,e ormai ho tutto il sangue che ha lasciato il mio cervello...lei è divertita,forse neanche lei si aspettava tale e naturale reazione!!!Noto che molti ci osservano quasi infastidti da cio' che stavamo facendo.
Improvvisamente lei si gira,e senza che capisci qualcosa me la ritrovo dietro il mo sedere!!!E li mi accorgo che aveva un qualcosa di duro tra le gambe.
all'inizio non so cosa fare,non so cosa pensare,e mi fermo un'attimo per cercar di raccogliere l'idee....lei si accorge di tutto cio' e mi sussurra all'orecchio se la cosa mi avesse infastidito,ed io,senza pensarci molto sopra,mi giro e incomincio baciarla....ora è lei che è stupita,quasi sconvolta dall'inaspettata reazione,mi dice solo ed un semplice wow....decidiamo di andare nei soliti divanetti,a sederci uno in braccio all'altro,ma a turno...per fare in modo che ognuno di noi avesse la sua buona razione di cazzo...non ce la facevo piu',e neanche lei...mi chiede di andare nei bagni,non me lo faccio ripetere due volte ed andiamo!!!Li ci chiudiamo dentro,e senza accorgemene mi ritrovo il mio pene dentro la sua bocca,la sua lingua mi bagna da per tutto,mi lascia senza fiato,le mie mani gli passano tra i capelli,gli reggono la testa con la speranza che la cosa non finisse mai!!!!Poi mi chiede:
"perchè non me lo fai anche tu?"non l'avevo fatto prima un pompino,non avevo mai avuto rapporti orali,anche se il desideio di averli era fortissimo!!!mi inginocchio davanti a lei,il suo cazzo è duro,sembrava volesse esplodere,e senza pensarci due volte lo prendo in bocca,avvisandola che per me era la prima volta!!!Lei mi guidava,mi diceva cosa e come fare,e da come mi prendva la testa mi accorgevo che forse la cosa stava andando abbastanza bene!!!Lei mi chiede di andare casa sua.andiamo,e appena arrivati ,non facciamo in tempo a chiudre la porta che ci saltiamo letteralmente addosso...lei mi prega di infilarglielo dentro,e senza indugi,la sbatto faccia al muro e toltogli il tange,gli alzo la gonna,e comincio a scoparla come un toro...non mi reggo piu'.e lei grida,forte...ancora,ancora e ancora...e mentre me la scopo gli faccio una sega!!!Ora è lei ad averlo duro,mi chiede se mi va di farmi infilare,gli dico di si,e gli dico di far piano pero' perchè dietro ero vergine!!!Lei mi porta sul letto,ci spogliamo a vicenda continuandoci a baciarci e a leccarci,poi mi mette a pecorina sul letto,e bagnatosiil dito con la saliva incomincia a massagiarmi il buco del culo!!!Poi sento che sta cominciando ad infilarlo,pian piano...il dolore è forte ma il desiderio di prenderlo è molto di piu'!!!Cosi' comincia a scoparmi....mi fa male ma è altrettanto bellissimo!!!Andiamo avanti cosi' scopandoci a vicenda per tutta la notte!!!!Ed è da quella notte che quella "Strana ragazza"Mi ha aperto ad un mondo a dir poco meraviglioso!!!
Jollybsx
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14 years ago
admin, 75
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Il mio bel camionista
Salve quello che vi sto per scrivere è una storia vera e risale a circa sei mesi fa, prima che scoprissi questo magnifico sito.
Dato che ho la passione del travestimento e non conoscevo il modo per fare incontri di tanto in tanto la sera mi travestivo e giravo un po per la z.i. per poter fare incontri.
Quella sera mi preparai per benino con perizoma,calze autoreggenti,tacchi,parrucca e mini corta e mi recai in giro ,ad un tratto vedo un camion che girava lento da quelle parti lo supero ,lui mi nota e mi suona io mi fermo, lui scende si avvicina lo vedo un bel quarantenne fatto veramente bene e dai pantaloni si vede che messo propio bene e mi dice se mi va di fare un giretto con lui,io accettai subito senza nemmeno persarci un attimo, mi dice di salire sul suo camion.
In un attimo chiudo la macchina e salgo nel suo camion mi fa togliere le scarpe e mi fa accomodare nella sua cuccietta accanto a lui si presenta dice che si chiama m. e subito mi da un bacio mozzafiato, io in quell'attimo non capisco piu nulla gia mi sento bagnare lo inizio a toccare sulla patta e vedo che gia lo tiene in tiro e sembra che i pantaloni stanno scoppiando mentre lui mi sposta il regiseno e mi inizio a mordere i capezzoli,gli sbottone il pantalone e gli abbasso i boxer ed esce fuori un cazzo che non lo avevo mai visto uno di quelle dimensioni sara stato sui 24 cm ma non per la lunghezza ma per lo spessore non riuscivo a tenere la mano chiusa comunque a quel vedere non capii piu nulla e subito mi chinai sopra e lo incominciai ad asaporera aveva un gusto buonissimi (dicono che i camionisti sono un po sporchi ma lui aveva un profumo di pulito)lui a vedere quello che gli stavo facendo si alza davanti a me e me lo ficca in bocca e mi inizia a scopere la bocca ma come un fero toro ci sa fare quasi soffocavo ma la voglia era tanta volevo essera la sua puttana e lui mi stava trattando da tale. Dopo buoni 15 min che mi stava scapando la bocca me lo toglie si butta adosso e mi bacia e il suo cazzo inizio e strusciare vicino il mio buchetto burroso col disiderio di ricevere quel bastone tutto dentro fino allo stomaco inizia a scendere con la bocca sui mie cappezzoli e ancora piu giu fino a che arriva al mio culetto gia un po aperto dal desiderio e sento che la sua lingua inizia ad intrufolarsi nel mio buchetto inizio a gemere e lui nel sentirmi mi dice ti piace troia devi vedere tra un po che ti apro in due con il mio cazzo ed io inizio a gemere come una cagna lui risale mi bacia e sento il suo cazzo che inizia a spingere vicino il mio culetto e mi dice lo vuoi io gli rispondo si non ce la faccio piu scopami toro.
Lui a sentire questo mi alza le gambe sulle sue spalle e mi punta il cazzo al buco e con un colpo secco me lo fionda dentro provai un dolore incredibile mi volevo svincolare ma lui era sopra di me e non riuscii a muovermi lui non se ne frego del dolore che stavo provando ed inizio a scoparmi con foga io gridavo dal dolore e mi uscirono alcune lacrime ma dopo un po che mi pompava il mio culetto si era aperto per bene ed inziavo a sentire le sue palle che ad ogni colpo violento che mi dava toccavano vicino alle mie natiche dai gridi diventarono gemiti di piacere lui se ne accorse che mi ero aperta per benino e mi incomincio ad incalzare ancora con piu foga e mi diceva che ero piu troia della cognata che ogni tanto si scopava perche la moglie il suo culo non glielo dava dopo circa 20 min. che lo tenevo dentro lo sentii anzimare e dopo un po sentii un calore dentro di me mi riempi tutto il culo di sperma tanto che era quando lo tiro fuori ne usci un bel po pero lui con la sua bella cappella lo riagruppo e lo inseri nel mio ano e inizio a scoparmi di nuovo il suo cazzo era rimasto eretto e ricoincio subito dinuovo sembrava che non gli era bastato la verita anche io lo volevo ancora andammo avanti per circa 3 ore senza fermarci nemmeno un secondo venne per ben 4 volta ero piena del suo sperma d'appertutto sia nel culo che in bocca alla fine ci fumammo una sigaretta eravamo esausti ci ricomponemmo e ci salutammo come una stupida non ci lasciai nemmeno il mio numero non lo piu rivisto ma lo penso spesso ed ho il desiderio di ricontrarlo.
spero che questa storia vi sia piacuta in futuro ve ne raccontero altre baci
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14 years ago
alas79,
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Il carabiniere
Salve qeullo che vi sto per raccontare e una storia che mi e' capitata qualche giorno fa.
Quella sera stavo a casa e mi venne una voglia di cazzo e non sapevo che fare allore decisi di travestirmi. Mi misi calze autoreggenti, mini, un top, stivali, parucca e mi truccai per benino e scesi un po in giro in macchina nella mia zona dove si fanno incontri, con la speranza di trovare qualcuno.
Stavo girovagando un po e vidi che mi solpassava una macchina die carabinieri, la cosa strana e che a bordo della macchina era uno solo, rallento mi guardo e poi se ne ando. Ebbi un po di paura sapete stare da travistita, non mi piace avere problemi comunque la paura passo e continuai a girare, dopo un po ecco dinuovo la macchina, mi vide giro' e mi segui avevo paura stava quasi dietro di me non sapevo cosa fare, presi coraggio e mi fermai d'altronde non stavo facendo niente di male stavo in giro in macchina lui si accosto abbaso il finestrino e mi chiese cosa facevo in giro vestita cosi. Gli risposi che stavo facendo un giretto in cerca di compagnia. Lui mi rispose se mi andava di fare un giretto con lui, non me lo feci ripetere due volte e accetai.
Mi disse che pero stava con la macchina di serzio e ci dovevamo spostare in un posto piu tranquillo e dovevo seguire acconsentii e partimmo.
Mi porto' in una stradina di montagna isolata scendemmo dalla macchina, subito lui molto diretto venne vicino mi abbraccio e cominciammo a limonare, mi metteva mani d'appurtutto stava come un assatanato ed io non capivo piu nulla stavo in balia di lui era cosi bello, sapete non capita tutti i giorni trovare un maschio in divisa cosi virile come era lui.
Si slaccia la cintura e si abbassa i pantaloni e mi ordina di abbassarmi e succhiare, io mi abbasso e vedo il suo membro era una cosa bellisima lungo sui 23 cm e bello largo, non mi faccio pregare e me lo infilo in bocca e lo spompino alla grande sono molto brava su questo e sento dai suoi gemiti che gradiva il servizio poi un po che lo ciucciavo e gli succhiavo le palle mi blocca la testa e inizia a scoparmi la bocca me lo fa sentire fin in gola ma la cosa mi piace tanto.
Me lo toglie da bocca e mi fa alzare, mi fa mettere a pecorina sul cofano della sua macchina mi abbassa il perizoma e inizia a leccare il mio fiorellino e a darmi schiaffi sul culetto, mi dice che sono una troia becca cazzi ed io lo incito perche la cosa mi piace da matti,si alza e mi punta la sua cappella al mio buchetto gli dico di mettere il preservativo e di fare piano ma lui mi risponde che e lui che decide che fare e me lo infila tutto di un colpo, stento un dolore lucinante e grido di fare piano, ma lui non se ne frega e inizia subito a scoparmi di brutto dopo un po incomincio ad avere piacere e lo incito a scoparmi. Mi scopa come un vero toro e mi dice di allargare le mie chiappe e andare indietro con il culetto verso di lui e me lo fa entrare fino un fono e mi continua a scopare per una buona mezzora. Poi me lo toglie dal culo e mi ordina di inginochiare e me lo mette in bocca dicendomi che una troia come me se lo aveva guadagnato il suo nettare e mi disse di berla tutta arrivarono sei sette schizzi e li dovetti ingoiare tutti fino all'ultima goccia glielo ripuli e ci ricomponemmo e ci salutamo.
Chisa se lo incontrero piu avrei veramente piacere.
spero che vi sia piacuto e scusate se ci stanno errori ma e la prima volta .
ho altre storie da raccontarvi che mi sono capitate ve le raccontero' in futuro ciao.
Un bacio da alessia79.
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14 years ago
alas79,
30
Last visit: 2 years ago