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Il clistere alla moglie dell'ingegnere
ho fatto questo annuncio perché vorrei ripetere l'esperienza. Circa tre mesi fa entrai in contatto con un amico conosciuto su Desy. Mi disse che voleva vedere la moglie farsi fare un clistere. Disse che lei era titubante ma che forse con uno che ci avesse saputo fare forse si sarebbe lasciata andare. Lui è un inegegnere di 55 anni che lavora molto all'estero e lei una professoressa di 52 molto carina. Mi diede appuntamento per un mercoledì mattina. Arrivai a casa sua e fu lui ad aprirmi la porta, ci salutiamo e mi porta in camera da letto dalla moglie che stava sdraiata sul letto. Mi presenta come un amico medico e io stavo nella parte. Le chiedo che sente, che tipo di dolore e poi comincio a visitarla, ad auscultarla. Con le mani la visito tutta. Chiedendole scusa le chiedo di abbassare la gonna per visitarla bene, le toccavo pancia, seni, cosce, aveva perizoma nero molto sexy e una fica gonfia da fai indurire il cazzo come il ferro. Dopo averla visitata ben bene le dico che è costipata e che deve fare un clistere. Lei era titubante ma la mia insistenza la sblocca. Cosi si mette appoggiata al letto e io le chiedo di togliere le mutandine. Poi prego il marito di intiepidire due litri di accua o di latte, lui portò acqua. La verso nel contenitore del clistere, poi prendo la cannula e piano la inserisco nello sfintere della moglie. Vedevo la cannula entrare e vedevo benissimo la fica pronta alla monta. Poi verso quasi due litri di acqua tiepida, sentivo il piacere di lei..si poteva toccare... finito tolgo piano la cannula e prego il marito di portarmi una bacinella. Intanto dicevo alla moglie di stringere agli stimoli. La faccio sedere sul letto tenendo in alto le gambe e metto la bacinella sotto i glutei e le dico di evacuare tutto. Vidi il buco del culo aprirsi e uscire tutta l'acqua a spruzzi, vidi lei godere notevolmente. Finito di evacuare la pulisco con uno straccetto e glielo pianto dentro...non ho mai goduto cosi forte inculando una donna...il marito si segava..ho sborrato tutto sulle tette...
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9 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Casa al mare 2014
Ho un appartamento al mare a Follonica, che sono solito fittare nei mesi
estivi. Lo scorso anno , nei primi giorni di giugno mi arriva una richiesta
di disponibilità dell'appartamento per la settimana dal 15 al 22 giugno.
Rispondo dando la disponibilità e prezzo. Mi dicono che sono interessati
a prendere l'apopartamento e mi chiedono se possiamo vederci su skype
per avere ultieriori informazioni sull'appartamento. Un pò sorpreso,
accettai e la sera , dopo le 22: 00 ci ritroviamo su skype in videochiamata.
Era una coppia lei 40enne e lui con una decina di anni in più. La prima cosa
che notai, oltre al fatto che lei era una donna molto attrente, era il decoltè
della signora, la maglietta aderente lasciava intravedere un bel seno
prorompente, si trattava di una 4^ abbondante, su un corpo esile.
Parlammo dell'appartamento, diedi loro tutte le informazioni richieste, e mi
confermarono la loro volontà di bloccare l'appartamento. la mattina del
sabato 15 giugno ci rtroviamo in prossimità dell'appartamento , consegno
le chiavi e salgo su con loro per mostrare l'appartamento. Dopo avere
visitato l'appartamento ci fermiamo nel soggiorno-cottura, mentre lui
appoggiato sul tavolo compila l'assegno per il corrispettivo dell'affitto, lei,
anche quella mattina con maglietta aderente scollata e con gonnellino
corto, seduta sul divano accavalla le gambe caturando la mia attenzione.
Prendo l'assegno e mentre lei mi chiede dele informazioni sulla spiaggia
divarica le gambe facendo salire ancora di più il gonnellino facendo
intravedere lo slip nero che idossava sotto. Non potei fare a meno di
eccitarmi e, la mia eccitazione fu notata subito da entrambi, dato che
indossavo un un bermuda leggero ed un comodo box, quindi si vedeva
benessimo la mia patta bella gonfia. Notai il sorriso malizioso di lui rivolto
alla moglie paola, così mi disse di chiamarsi. Un pò imbarazzato salutai ed
andai via. Per un buon dieci minuti mi rimase il cazzo turgido , avevo
davanti gli occhi ancora la scena di lei che divarica le gambe facendole
vedere per bene e lasciando indravedere persino lo slip con un fare molto
ma molto sensuale. Mi chiesi se avesdsi sbagliato ad andare via o se invece
avessi dovuto osare un pò. Il giorno dopo, verso le 19, mi arriva una
chiamata di Paola, mi dice se posso andare a casa perchè non riesce a far
partire la lavatrice. Arrivo, salgo su, viene lei ad aprirmi , mi dice che sono
appena rientrati dal mare e che il marito è ancora in doccia. Lei mi mostra
la lavatrice edopo aver aperto il portellone centrale, chinandosi , inizia ad
armeggiare all'interno della centrifuga, dicendo che non carica l'acqua.
Nel chinarsi il copricostume che portava e che aveva uno spacco laterale,
lasciò in bella mostra il suo bel culo da sballo , che a fatica stava dentro il
costume brasiliano giallo canarino. Il mio cazzo ebbe di nuove un
immediato sussulto, che lei notò subito, e sorridendo mi disse ...vedo che
ti faccio un certo effetto. Non mi ci volle molte per capire che era un chiaro
invito. Prontamente risposi , non mi succede così con tutte , ma solo con
quelle ben fatte come lei. Sorridendo, e levando il copricostume, mi disse ,
allora ti faccio vedere meglio... e tu cosa mi fai vedere? In meno di
2-3 secondi , levai bermuda e box , e misi in bella mostra il mio cazzone
turgido e ritto. Paola allungò subito una mano ed iniziò a farlo andare su
e giù e con l'altra mi accarezzava le palle. Intanto sentii aprire la porta del
bagno , il marito di Paola entra in cucina , in accappatoio chiedendo di
poter assistere allo spettacolo. Intanto chiedo a Paola di appoggiarsi al
tavolo, e dopo averle sfilato il costume da bagno, da dietro le lecco
avidamente culo e figa , figa e culo. Il marito intanto inizia a segarsi con
vemenza. Dopo averla fatta bagnare per bene tocca a Paola ricambiare,
inizia a spompinarmi con un'abilità da vera troiona, fino a farmi sborrare.
Provo a staccarmi per non venirle in bocca , ma lei non mi lascia , vuole
che le sborri in bocca...è favolosa!!! Vado in doccia a lavarmi e ritorno in
cucina-soggiorno col cazzo ancora turgido, trovo Paola che stà
spompinando il marito. Decidiamo di andare in camera da letto.
Il marito si mette sdraiato sul letto e fa salire Paola sopra di lei, a mo di 69,
e mentre le lecca la figa con le mani le apre le natiche e mi fa vedere che
è aperta anche di dietro. Mi stà invitando a prenderla da dietro. Mentre mi
avvicino col cazzo in mano per metterglielo in culo, è il marito che da sotto
allunga una mano e lo prende per portalo lui stesso tra le natiche di paola
e lo spinge dentro. E' la prima volta che un uomo mi prendeva il cazzo in
mano..per metterlo nel culo della moglie....è stato estremamente eccitante.
Il mio cazzo entrava ed usciva dal culo di Paola, ogni tanto il marito lo
prendeva in bocca per leccarlo e rimetterlo nel culo della moglie.
Paola ha capito che stavo per venire di nuovo, mi ha fermato ed ha chiesto
di metterglielo in figa. La figa di Paola era fradicia di umori , il mio cazzone
turgido, bello grosso in circonferenza, ci scivolava dentro molto facilmente.
Ad un certo punto il marito mi dice che non devo sborrare in figa ma che
vuole vedere la mia sborra sul corpo di Paola. La inondo di sborra
calda...pur essendo venuto una seconda volta ...ho sborrato una enorme
quantità di sperma. E' stato fantastico. Il venerdì sera, prima della
ripartenza, mi hanno concesso il bis. Gran bella coppia, spero tanto che
anche questa estate riesca a fittare l'appartamento ad una coppia
vogliaosa...magari frequentatrice di questo bel sito.
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9 years ago
admin, 75
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Allucinazioni
Non sapevo che volto avesse, non l’avrei saputo finché non l’avrebbe deciso lui. Lo aspettavo in quella stanza ampia e luminosa in cui ero stata introdotta da un uomo sorridente che mi consegnò le chiavi, ammiccando. Finsi assoluta indifferenza e scrutai ogni angolo una volta dentro.
Lui sarebbe arrivato tra un’ora, e non capivo perché avrei dovuto aspettare tutto questo tempo, ma mi accorsi che era il tempo giusto per mettermi comoda e cominciare a calarmi mentalmente in tutto quello che sarebbe successo, e soprattutto il mio corpo si preparava schiudendosi lentamente e vibrando come una corda di violino. Vibrare ad un pensiero, ad un certo tipo di pensiero era più eccitante della visione di qualsiasi cazzo… Era difficile da veicolare come visione, ma lui, il signore che di lì a poco sarebbe sopraggiunto, pareva aver compreso il mio codice senza la necessità che lo spiegassi.
Feci scorrere l’acqua sul mio corpo come per prepararlo a qualsiasi evenienza. Evitai di soffermarmi su qualsiasi punto, nonostante la voglia di invaderlo ovunque. Di là, al centro della sala, c’era solo un cuscino per terra con sopra una benda. Il letto era immacolato, pronto per essere disfatto. Così pensavo almeno, ma ebbi modo di ricredermi…
Con le gocce che mi scorrevano ancora lungo la schiena e le gambe, diedi un’occhiata ansiosa all’orologio e mi accorsi che mancavano solo pochi minuti al suo arrivo. Potevo cominciare l’attesa ufficiale così come me l’aveva ordinata.
Lasciai socchiusa la porta e andai ad inginocchiarmi sul cuscino. La benda era così lunga che riuscii ad avvolgerla attorno ai miei occhi per ben due volte. L’oscurità mi invase, ma invece che terrorizzarmi del buio cominciai a sentirmi a mio agio, conscia che in quella dimensione avrei potuto sentire tutto meglio, senza farmi condizionare da ciò che avrebbero visto i miei occhi: era un limite che decadeva per fare spazio a tutto ciò che sarebbe potuto accadere.
Ormai doveva mancare davvero poco, forse una manciata di minuti o secondi. Il ticchettio dell’orologio scandiva quello del mio cuore che pulsava all’unisono con l’altro cuore, quello in fondo alle gambe.
Quando sentii il rumore di passi farsi sempre più vicino, mi si annebbiò ogni forma di pensiero. Quello era il momento. Stava per spalancare quella porta, prima ancora di spalancare me.
Quando la porta si richiuse, il silenzio continuò. L’uomo non disse una parola ma mi sentivo osservata, scrutata, avvolta dal suo sguardo.
Quando decise finalmente di avvicinarsi, il suo respiro non ebbi il tempo di sentirlo perché fui stravolta dalla sua lingua che si insinuò nel mio orecchio provocandomi una scossa… il classico fulmine a ciel sereno. Di sereno rimase ben poco a quel punto. Mi si inturgidì tutto di botto, come se già non lo fossi abbastanza di mio… Continuò a non toccarmi per diversi minuti ma la sua presenza lì, vicina vicina, era come se mi stesse già riempendo.
Sentivo il fruscio dei suoi abiti che cadevano insieme ad ogni mio pudore. Il suo cazzo era già eretto, non lo vedevo, ma ne sentivo il profumo… Ed ad un tratto ne sentii pure la consistenza quando cominciò ad accarezzarmi il viso, le spalle, persino la benda che avevo sugli occhi con quella cappella enorme che sembrava essersi fatta carico di tutti quei discorsi che non si stavano facendo in quel silenzio denso, denso come la sensazione di bagnato che ormai mi percuoteva… Era un continuo scivolare verso di lui.
Penso che feci il miglior pompino della mia vita in quelle condizioni: non vederlo il cazzo che si immetteva tra le mie labbra mi faceva indugiare a scoprirne ogni venatura, ogni minimo dettaglio come se dopo dovessi raffigurarlo… Lui gemeva, ma senza pietismo: era padrone pure in quello. Tutto era come se gli fosse dovuto.
Ad un certo punto la musica cambiò. Mi aspettavo che non mi penetrasse, me l’aveva già fatto intuire nei nostri discorsi precedenti. Non sarebbe stato sempre così, ma prima di riempirmi mi avrebbe fatto (è proprio il caso di dirlo) penare un bel po’…
Mi sentii guidare vicino all’enorme finestra che sovrastava la stanza. Mi piegò e mi ispezionò con una cura e una delicatezza che mi facevano fibrillare ancora di più. Penso che in quel momento potesse accorgersi benissimo di quanto fossi sgocciolante, e ciò non poteva che compiacerlo… come se ce ne fosse bisogno!
Cominciò a solleticarmi con una piuma che mi infastidiva tanto quanto era in grado di farmi sussultare… Ma non fu questo il colpo di scena, bensì il colpo di grazia che mi venne dato senza preavviso proprio lì… Insomma sentii un cazzone infilzarmi alla sprovvista e me lo sentii arrivare subito in pancia… Non aveva remore, stantuffava senza sosta trovando in me terreno fertile… Mi prosciugò in un nonnulla.
Mi sentivo le viscere in subbuglio, spossata ma non di una spossatezza apatica: era come se tutto avesse contribuito a sciogliere alcuni nodi nel mio corpo, rendendolo libero, accogliente, ancora più predisposto ad altre mille varianti. Ma so che non potevo aspettarmi che tutto il repertorio venisse esaurito in quel primo incontro… Il mio nuovo padrone sapeva bene che per legarmi a lui il filo della curiosità era quello più potente e per questo semplice motivo lo destreggiava al meglio.
Continuai a spomparlo così come avevo iniziato a fare… E mentre mi si riempiva la bocca del suo caldo nettare, un altro getto caldo mi finì in faccia… Solo a quel punto capii che non eravamo stati da soli… Ma non mi fu concesso di sapere altro. Era stato lui o l’altro a penetrarmi? Non l’avrei mai saputo…
Rimasi bendata e imbrattata finché i due non si rivestirono… Il mio padrone, sì penso proprio fosse lui, mi baciò sul collo facendomi una lunga carezza tra le cosce che ancora sentivo rammollite…
Quando se ne andarono trovai un biglietto sul tavolo con su scritto il luogo e l’ora del prossimo appuntamento. Una volta tolta la benda il mondo mi apparì diverso: più "bagnato" di quanto avessi mai immaginato...
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9 years ago
admin, 75
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Incontro con il soldato
Mi ha contattata lui, una richiesta di conoscenza molto garbata, galante direi, mi invitava a berci un calice di vino rosso parlando di noi, mi assicurava che era quello delle foto.
Le foto, erano proprio quello che mi turbavano, dicevo tra me e me, saranno originali? sarà realmente lui? e quel meraviglioso cazzo è suo?
Incrocio le dita ed accetto l'invito, ci incontriamo in un gradevole posticino pulito ed accogliente, quando lo vidi mi accorsi immediatamente che era proprio lui..... l'impatto iniziale è proprio quello che mi ha stupito di più si dimostrava proprio galante e cortese pur essendo io ancora non preparata come trav, ero un uomo in quel momento.
Una volta presentatoci mi recai in bagno a prepararmi non con poca emozione, il pensiero era fisso... manca solo vedere se quel meraviglioso arnese appartiene a lui pensavo.
Una volta pronta, truccatissima, calze reggicalze tacchi a spillo collane bracciali orecchini unghia smaltate, sfilavo per lui che estasiato mi faceva complimenti per la mia femminilità.
cominciammo a sorseggiare il vino che lui aveva accuratamente preparato parlando di ciò che ci sarebbe piaciuto fare, io gli dissi se potevo immediatamente mettere in atto il mio desiderio ed al suo si mi inginocchiai davanti a lui sul divano e delicatamente sbottonai i pantaloni e cominciai ad accarezzare dolcemente quello che c'era dentro e capii immediatamente che era tutto vero, iniziai a spompinarlo con una golosità inaudita sentendo quello stupendo cazzo diventare sempre più duro, e più duro diventava e più mi eccitavo e più lo spompinavo e più lui si contorceva di piacere infatti dopo un po si avvicinó e cominció a leccarmi il culo ed il clitoridone facendomi fremere come una troia, non vedevo l'ora di ricevere quella splendida minchia nel culo, e quando ció avvenne godei in maniera sublime, era splendido bello possente maschio virile ma allo stesso tempo delicato controllato mi inculava e mi segava contemporaneamente, la goduria era estrema, il nostro amplesso duró circa un'ora e mezza fino a quando decidemmo di sborrare insieme, presi con cura il suo cazzo e mentre lui mi masturbava lo sbocchinavo sentendolo vibrare sentendo che stava arrivando aumentai lo slinguamento della cappella e questo fece di che sborrassi lui vedendomi sborrare mi sborró tra le labbra mentre io gli leccavo avidamente la cappella, fu indescrivibile la goduria che provammo ci lasció esausti ma soddisfatti, ci siamo promessi, mi sembra ovvio, di reincontrarci.
A questo punto andai in bagno e mi feci la doccia per tornare ad essere maschietto dopo qualche minuto mentre avevo ripreso le forze lo vidi entrare nudo in bagno chiedendomi se poteva sdocciarsi con me, certamente risposi e lui entrando nella cabina inizio subito a farmi un pompino non credevo ai miei occhi il cazzo mi si pietrificò quasi immediatamente e lui ne approfitto mi infiló magicamente un profilattico si giró e con uno sguardo misto di fascino passione e desiderio mi chiese se lo avessi voluto inculare, non di accorse che ancora prima di finire la richiesta stantuffavo già la mia nerchia dentro di lui.
Fu qualcosa che non avrei mai immaginato, ho goduto di nuovo alla grande e quando stavo per sborrare lui mi fermó mi tolse il profilattico e ricambio il pompino ricevuto da me facendosi sborrare in faccia e leccandomi la cappella contemporaneamente anche lui, che si stava masturbando giá mentre lo inculavo, venne nuovamente a questo punto ci lavammo a vicenda e ci baciammo appassionatamente.
che incontro da sogno.
Grazie per essere mio amico. .
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9 years ago
trixie2012, 40
Last visit: 8 years ago -
Settimo seguito a “ecco come fu…”
Settimo seguito a “Ecco come fu…”
“Mi sta bene” – gli risposi - “Però in cambio ti chiedo una cosa: qualche volta devi riuscire a farmi nuovamente scopare con la Luciana. Ho voglia di sentire anche il piacere di una donna.” “Questo non è un problema, anzi, visto il regalo che mi hai fatto dedicandomi questo weekend, la chiamo subito e la faccio venire domani.”
Dopo aver passato una notte abbracciati, da amanti, in cui mi risvegliavo da quello che non era un sonno ma un dormiveglia, visto che spesso mi svegliavo per le carezze che mi elargiva o per il fatto di sentire che me lo puntava sul culo, stando di fianco, e me lo introduceva per poi riaddormentarsi lasciandomelo dentro. Ero talmente aperto, ancora, dopo la chiavata di Giulio, che gli riusciva facile introdursi, nonostante le sue dimensioni. Ed io, felice, lo accoglievo dimenandomi un po’.
Al mattino, ancora insonnoliti, glielo presi in bocca dichiarando: “Ho bisogno di un po’ di panna” e glielo succhiai sino a lasciarlo sfinito, completamente svuotato.
Ci alzammo ed andammo a fare colazione: per me un caffellatte con delle brioche che si fece portare su dal bar. Verso le dieci suonò il campanello: era la Luciana, che come mi vide mi corse incontrò e mi baciò in bocca, a lungo. Venni così a sapere, tra un discorso e l’altro, che erano stati proprio “lo zio Nino” e Leo ad iniziarla al sesso ed a sverginarla, facendole conoscere tutti i piaceri del sesso, compreso quello saffico avendole fatto frequentare una loro amica bisex, una quarantenne porcona come loro. E mentre venivo a conoscenza di questi particolari lei mi teneva stretto e mi accarezzava il membro per sentire, man mano che proseguivano i racconti, come riuscisse a farmelo drizzare. Non ci voleva molto: già come l’avevo vista mi si era drizzato, non proprio al massimo ma, comunque, di tutto rispetto. Ora, tra i racconti ed il suo smanettamento, si trovava al massimo del suo splendore. Leo disse: “Ragazzi andate di là, che starete più comodi.”
Andammo, di corsa, in camera da letto e qui ci spogliammo vicendevolmente, con bramosia, godendo del piacere di scoprire un pezzetto dell’altro. Alla fine, guardandoci negli occhi, lei si distese e mi attirò su di se. Era talmente bagnata che entrai in lei come entrare nel burro con un coltello caldo, ed in effetti il mio “coltello” era bollente e lei era veramente un panetto di burro. Una volta entrato mi distesi tutto su di lei, che mi accolse tutto aprendosi totalmente sino ad avvinghiarmi con le sue gambe, offrendomi la bocca per un bacio intensissimo, tanto che stavo quasi per godere pur stando fermo. Ma riuscì a trattenermi, smettendo per un momento di baciarla e respirando a fondo. Una volta ripreso il controllo iniziai a stantuffarla lentamente, profondamente, godendo del fatto che si inarcava contro di me per il piacere che le stavo dando. Ed iniziò a godere. Sbattendo la testa da una parte e dall’altra, smaniando, dicendo “Sii.. che bello, continua così…. Ancora, ancora… continua, non ti fermare…. “ Alla fine, come folgorata, crollò sul materasso a braccia aperte, gambe oscenamente aperte perché, completamente senza forze, non riusciva più a tenermele intorno alla vita, a stringermi a se.
Io rimasi in lei, puntellandomi sulle braccia, guardandola e godendo del fatto di essere riuscito a soddisfarla. Mi sentivo Superman. Approfittando del fatto che era senza forze mi sfilai, la rigirai a pancia sotto ed iniziai a masturbarle il culo e ad introdurre, pian piano, prima un dito, poi due, allargandoli tra loro in modo da allargarle il buco, dolcemente, con libidine, guardando nel contempo come riuscivo ad allargarglielo. Iniziò a fremere ed a dire “Siii… Inculami, avevi promesso che l’avresti fatto.” Mi inumidii l’uccello, approfittando di ciò che fuoriusciva dalla sua fica, e glielo infilai, in un colpo solo. Aspirò a fondo, come se le fosse mancata l’aria, ma non protestò, anzi iniziò a muovere il culo a destra ed a sinistra per sistemarselo meglio dentro, per sentirlo tutto. Leo, che in tutto questo tempo era rimasto a fare il guardone masturbandosi, a questo punto si avvicinò e sussurrandomi all'orecchio “Io ho mantenuto la promessa, ora vengo a riscuotere la mia parte” - prima mi mise un sacco di crema sul mio orifizio e poi …. Mi entrò dentro affondando in me in un unico colpo, senza pause. Luciana sentì il mio cazzo aumentare di volume ed iniziò a godere anche perché le stavo, mentre la inculavo, masturbando il clitoride. Iniziarono così una serie di contrazioni del suo culo che mi portarono, in un attimo, a godere e riversare in lei un torrente di sperma. Chiaramente ad azione corrisponde reazione e il mio culo iniziò a contrarsi, succhiando così il cazzo di Leo che pertanto venne anche lui. E rimanemmo così. Incastrati l’un con l’altra, beati. Pian piano i cazzi iniziarono ad ammosciarsi e scivolarono fuori dai culi in cui erano infissi. Ci distendemmo, per riprendere fiato e a quel punto Leo, guardando l’orologio, disse “Ragazzi, non sentite fame? E’ ora di andar a mangiare qualcosa. Rinfreschiamoci e usciamo, vi porto in un bel posticino." Quando ritornammo dal pranzo, satolli e un po’ brilli, Luciana volle riprendere da dove avevamo lasciato, dicendo: “Ho voglia di essere riempita completamente”. Pertanto mi mise con le spalle sul letto, mi montò sopra e si impalò. Una volta preso possesso del mio cazzo, sistemandolo in modo da sentirlo tutto, chiese a Leo di incularla. Era la prima volta, per me, di provare una tale situazione: sentire, attraverso la membrana che divide il culo dalla fica, il movimento di un altro cazzo. Fu una sensazione unica, indescrivibile. Luciana, dopo un po’ che la trapanavamo, iniziò a dare i numeri, a sragionare, urlando che eravamo incredibili, che ne voleva ancora incitandoci a continuare e…. venne una prima volta, e….. venne una seconda volta, senza soluzione di continuità e quando si accorse che stavo per venire mi minaccio che se non lo tiravo fuori subito e non gliela avessi fatta bere …. mi avrebbe ucciso. Uscii immediatamente e glielo misi in bocca, e lei, come un’affamata, continuando a farsi inculare me lo ciucciò al punto che stavo impazzendo perché non lo lasciava più. Finalmente anche Leo venne, riempiendole il culo completamente e lei… si afflosciò, come una bambola gonfiabile a cui hanno tolto il tappo. Vista l’ora, chiesi a Leo di poter fare una telefonata a casa ed avvisare i miei che, causa un guasto al pullman, non sarei stato a casa prima delle 21, e di tenermi la cena in caldo. Poi, con l’aiuto di Leo e Luciana iniziai ad imbastire una storia da raccontare ai miei che, sicuramente, mi avrebbero chiesto di raccontargli dove ero stato. Mi feci una doccia assieme a loro, continuando a stuzzicarci, mi rivestì, presi la mia borsa da viaggio e Leo ci accompagnò, ambedue, rimanendo d’accordo che di lì a due giorni ci saremmo rivisti con Nino, che avrebbe approfittato del fratello per rendersi libero un giorno in più per stare con noi. Un bacio in bocca e ci salutammo.
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9 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Sesto seguito a “ecco come fu…”
Sesto seguito a “Ecco come fu…”
Ero inebriato dal fatto di sentirmi così desiderato da guadagnarmi persino dei soldi e non capivo, nella mia ingenuità, che questo era un modo ulteriore, oltre a quello di scatenare la mia sensualità, per possedermi, per avermi in suo potere. Ma tant’è: mi stava plagiando ma…. mi piaceva, mi sentivo euforico e …. lo desideravo.
L’idea che mi aveva messo in testa di passare tutta una giornata assieme stava lavorando, come un tarlo, nella mia mente, anche perché volevo vederlo quanto prima. Pensa che ti ripensa la mattina dopo (era un venerdì) gli telefonai dicendogli: “ Ho riflettuto su quello che mi hai chiesto. Se per te va bene dico ai miei che domani e dopodomani sono in gita”. Dall’altra parte sentii un “Evvaiii !!” “Non mi fai felice… mi fai strafelice !!” E così ci accordammo: dovendo far vedere ai miei di andar via presto, in pullman, avrei potuto esser da lui già alla 07.30.
Mi disse che non c’erano problemi, prima arrivavo, più contento era e che mi avrebbe fatto passare due giorni fantastici.
La mattina dopo arrivai da lui alle 7.30, come previsto, e lo trovai in accappatoio appena docciato e profumato, che mi accolse con un profondo bacio in bocca e mi portò in cucina a fare colazione, facendomi trovare un bel caffè appena fatto ed una brioche calda. “Per la mia bella troietta” – disse. Una volta fatta colazione, con lui che nel frattempo mi toccava, mi accarezzava, mi palpava, eccitandomi, mi espose il suo programma: saremmo montati in macchina ed avremmo fatto una gita sino a Grado. Lì arrivati saremmo saliti sulla barca di un suo amico e saremmo andati a prendere il sole in un casone, dove poi avremmo mangiato pesce fresco, appena pescato, e poi, con calma, saremmo ritornati a casa, ci saremmo fatti una doccia, e ci saremmo rilassati guardandoci un video porno. Avuta la mia approvazione, ci preparammo, montammo in macchina e partimmo. Strada facendo non la smetteva un attimo di accarezzarmi. Stuzzicarmi ed eccitarmi, prendendomi il cazzo in mano e menandomelo, tanto che mi sentii in dovere di fare altrettanto finché non spinse la mia testa sul suo cazzo obbligandomi (si fa per dire, dato che a quel punto desideravo farlo) a prenderglielo in bocca ed iniziare a fargli uno splendido pompino. Ce la misi tutta per farlo godere e, nonostante i suoi sforzi per resistere, mi venne in bocca urlando “Sei una bocchinara nata, mi fai impazzire”.
Arrivammo, bene o male, a Grado, parcheggiammo ed andammo a cercare la barca del suo amico, ormeggiata all’isola della Schiusa. Trovatala, salimmo a bordo e ci sentimmo chiamare dal suo amico che si trovava di sotto a controllare il motore assieme al suo mozzo, uno splendido ragazzo ventenne. L’amico di Leo era il classico pescatore, un po’ tozzo, gambe arcuate, molto peloso, la pelle color del cuoio, ma con un fascino selvaggio. Me ne sentii attratto. Partimmo, con il motore che borbottava “blum, blum, blum” forse a cinque nodi all’ora, e dopo una mezz’oretta arrivammo al casone, di proprietà del pescatore che chiamerò Giulio. Facendoci scendere, ci disse: “Fate quello che volete, che intanto io e Filippo (il suo mozzo) andiamo a controllare le nasse, vedere cosa è rimasto impigliato nelle reti e poi iniziamo a preparare il pranzo.” Presi degli asciugamani da mare che ci eravamo portati dietro andammo sulla spiaggetta dell’isolotto e ci distendemmo, spogliandoci completamente. Dopo un po’ che ero disteso a pancia sotto sentì una mano che mi accarezzava il culo ed una voce che diceva “Che culo stupendo che hai. Ogni volta che lo guardo mi fa impazzire. Mi ecciti da morire. Ho voglia di mettertelo dentro!” Al che mi ritrassi, vergognoso, dicendogli: “Fermati, mi vergogno, c’è Giulio, il tuo amico, che potrebbe vederci”. Al che mi rispose: “Figurati che problema, lo sai che Filippo è la sua femmina? Magari sarebbero contenti di guardare e… forse… di partecipare. Dai, non fare la smorfiosa, con Nino e me assieme non hai avuto problemi.” Era vero, ma Nino lo conoscevo da un pezzo, Giulio e Filippo era la prima volta che li vedevo, anche se mi avevano fatto un certo effetto. E intanto Leo aveva iniziato a leccarmi la schiena e, insalivandomi tutto, era sceso sino al culo che aveva iniziato ad allargare per andarmi a leccare il buco del culo. Ed iniziai ad andare in “brodo di giuggiole”, a lasciarmi andare, a provare brividi di eccitazione, ad essere succube delle sensazioni che sapeva darmi. Incominciò, così, ad infilarmi le dita nel retto, a stuzzicarmi la prostata, e farmi mugolare dal piacere sino a portarmi a chiedergli di darmi il suo cazzo da ciucciare, cosa che fece immediatamente, girandosi sottosopra con immenso a piacere, infilandomelo subito in bocca ma non smettendo, nemmeno per un attimo, di leccarmi il buco del culo ed infilarci dentro almeno tre dita. Ero in orbita, non capivo più niente, erotizzato al massimo così che non mi accorsi che nel frattempo Giulio ed il suo mozzo erano rientrati e, dopo averci guardati per un po’, dicendo “Bravi porcellini, ci volevate lasciare fuori dal gioco?” si unirono a noi. Giulio mi diede subito il suo da ciucciare, mentre Filippo si appropriò di quello di Leo.
Giulio ce l’aveva più corto di quello di Leo ma era un vero e proprio “Tronco”, massiccio, largo quasi il doppio. Feci fatica a metterlo in bocca, rischiando di slogarmi la mascella per riuscire ad aprire la bocca. Nel frattempo Giulio mi palpava le natiche e, pian piano, vi infilava le dita in mezzo, titillandomi lo sfintere e sentendo che, un po’ alla volta, questo si stava rilassando, cedeva permettendogli di infilarci quelle dita, tozze, che mi procurarono brividi pazzeschi. A quel punto richiamò Filippo, dicendogli: “ Preparamela, questa troietta, assieme a Leo, perché non voglio farle male ma voglio che goda quando le entrerò dentro e le romperò il culo.” In effetti, l’idea di essere penetrato da quel bastone mi spaventava ma nel contempo mi … eccitava. E Filippo si mise di buzzo buono a leccarmi, bagnarmi, impomatarmi, infilarci le dita e poi il suo cazzo che, ad onor del vero, era comunque un “signor cazzo”. E mentre mi chiavava Leo iniziò ad infilarci ancora un dito, poi un secondo e, alla fine, facendo mettere Filippo spalle a terra ed io disteso sopra di lui, alzarmi le gambe e, pian piano, cercare di infilare anche il suo. Ci riuscì, parzialmente, ma comunque riuscì nell'intento di allargarmelo ulteriormente.
Io ero …. Su una nuvola, non avrei mai creduto possibile di riuscire a ricevere tanto ben di dio. Tutto questo “smanettamento” si fece sentire sul mio modo di succhiare l’uccello di Giulio che cominciò a segnalare il suo gradimento appoggiandomi la mano sella testa e borbottando “Dio, che bocca, che pompinara pazzesca. Questa troietta è nata per far pompini !” E Leo gli rispose: “Sentirai, poi, che culo !” Ero al settimo cielo, questi complimenti mi inorgoglivano, ed ero sempre più erotizzata. A questo punto, dopo aver rischiato di venirmi in bocca, Giulio allontanò tutti, mi mise a pecorina e dopo avermi unto il culo ulteriormente, me lo appoggiò su quello che, in quel momento, sembrava un foro enorme e… iniziò a spingere. Cercai di rilassarmi al massimo ma era così grosso che mi scappò un “Ohii… mi fai male !!” Si fermò, lo tolse, ritornò ad incremarmi dentro e fuori, ne spalmò anche sul suo uccello e ritornò a puntarmelo dicendomi “Spingi in fuori, come se dovessi cacare” e nel mentre lo facevo…spinse e…. con un mio urlo…. si ritrovò dentro tutto, sino in fondo. Pazzesco, mi sentivo squarciare, non avevo mai provato un simile dolore ma, nel contempo, mi sentivo inebriata dalla sensazione di essere riuscita a ricevere un simile bastone. Ero tutta contratta e lui, da vecchio marpione, se ne rimase ben fermo. Sentiva le mie contrazioni determinate dal dolore provato e iniziò a muoversi solo quando sentì che le mie contrazioni si erano fermate ed il mio sfintere iniziava a rilassarsi. A quel punto, artigliandomi le spalle per tenermi ancorata a lui, iniziò a fare un lento va e vieni, facendomi sentire tutta quella grossa trave che avevo in culo e, quando sentì che iniziavo a godere di questa penetrazione, iniziò a sconquassarmi con colpi poderosi dicendomi: “Te lo apro tutto, questo meraviglioso culetto, vedrai che dopo questa passata non proverai più dolore, sarai per sempre aperta.” Provavo ancora un po’ di dolore, ma un po’ alla volta il piacere lo superò ed iniziai a mugolare e dire “Siiii…. ancora…. ancora….. voglio anche un cazzo da succhiare…” e immediatamente mi arrivò quello di Filippo che, nel frattempo, Leo si stava inculando beatamente. Incominciammo a godere, in sequenza: prima io, poi Filippo che venne riempiendomi la bocca, poi Leo riversando un torrente di sborra nel culo di Filippo e, per ultimo, Giulio che non la smetteva più di rovistarmi il culo con quel suo bastone, ma alla fine me lo riempì, a tal punto che iniziò a tracimare. Quando uscì non avevo più un buco del culo ma una voragine in cui Leo, per prova, riuscì ad inserirmi tutta la mano, sino al polso.
Dopo una decina di minuti, impiegati per riprender fiato, andammo a farci un bagno per rinfrescarci. Una volta asciugati Giulio e Filippo entrarono nel casone e si misero a preparare il pranzo. Nel frattempo io e Leo, distesi all'ombra, ci stavamo dispensando carezze e baci, teneri, profondi, sensuali. Il mio culo era una voragine e mi bruciava un po’. Lo dissi a Leo che immediatamente mi girò a pancia sotto ed iniziò a spalmarmi una crema lenitiva, dentro e fuori, massaggiandomi il retto. Poi, abbracciato a lui, con la testa sul suo petto, distrutto dalle emozioni, mi assopì.. Mi risvegliò il boato della voce cavernosa, ma non priva di sensualità, di Giulio che ci chiamò “Tutti a tavola, scansafatiche!”
Aveva preparato degli spaghetti, piccanti, ai frutti di mare, e poi del pesce ai ferri: mormore, sarde, sgombretti. Squisito! Mangiammo tutto con voracità mentre Giulio mi guardava con palese interesse nel mentre ostentava il possesso di Filippo toccandolo, palpandolo e, di quando in quando, baciandolo in bocca. Sorseggiando un meraviglioso Malvasia che, personalmente, mi rese ebbro, l’atmosfera si rese ancor più erotica, cosicché, quando Giulio si girò e mi prese il viso tra le mani, baciandomi e infilandomi immediatamente la lingua in bocca, non opposi resistenza abbandonandomi tra le sue braccia e rispondendo con lussuria al bacio. Ero proprio una gran troia. E ne ero orgogliosa, mi sentivo rabbrividire dal piacere di esserlo. Leo, nel frattempo, lasciandosi succhiare il cazzo da Filippo, come fosse un cono gelato, mi osservava per valutare sino a che punto mi aveva reso troia e fossi in suo potere. Giulio mi strizzava i capezzoli e, continuando a baciarmi, aveva iniziato a masturbarmi. Quando sentì che ero bello eccitato mi distese sul divano e, alzatemi le gambe, mi disse:” Ora vediamo se ti ho aperto per bene”. Mi incremò ben bene e, appoggiatomelo, puntò il suo grosso, grosso cazzo ed iniziò a spingere. Forte dell’esperienza precedente non feci alcuna resistenza ed iniziai a spingere come se dovessi defecare. Il mio retto si aprì al massimo e, seppur con un po’ di dolore (poca cosa in confronto a prima) riuscì ad accoglierlo dentro di me e, una volta entrato, a fargli un pompino anale. Giulio rimase basito: “Questa troietta non ha un culo, ha una bocca! Senti come lo succhia bene!” Leo, che nel frattempo aveva iniziato ad incularsi Filippo che si era spostato per essermi vicino e riuscire così a baciarmi, rispose “Te l’avevo detto!” Fu un tripudio di gemiti, di piaceri elargiti, di godute favolose. Venne l’ora di salutarci e, sfiniti, una volta ritornati alla macchina, prima di salutarci definitivamente, Giulio si rivolse a Leo dicendogli: “Riportacela, qualche volta, questa troietta” e Filippo, rivolgendosi a me, sottovoce, “Mi piacerebbe passare qualche ora con te”.
Ripartimmo. Strada facendo ero come ubriaco: il culo mi bruciava un po’, ma meno di quanto avrei pensato, ma continuavo a rivivere le sensazioni vissute e Leo, mentre guidava, con una mano mi stuzzicava i capezzoli mantenendo vivo il mio stato di erotizzazione, ogni tanto passandomi la mano sul cazzo, strizzandomelo un po’.. Grandissimo figlio di p….. Prima di arrivare a casa sua si fermò davanti ad un ristorantino che conosceva ed andammo a cena. Mangiai poco, ma con gusto. In compenso Leo non faceva altro che riempirmi il bicchiere. Quando finalmente arrivammo a casa sua, io ero brillo. Tanto che dovette sostenermi per fare le scale, prendere l’ascensore ed entrare in casa. Qui mi mise seduto sul divano e…. mi baciò. Un bacio morboso, terribilmente sensuale, condito da un “Grazie, oggi mi hai reso veramente felice! Sia perché mi hai regalato questa splendida giornata ed anche quella di domani, sia perché sei stata disponibile con i miei amici, permettendomi così di saldare un debito. Questo fa di te la mia puttana e so che ti potrò usare per i miei scopi. Ti sta bene? Altrimenti quella è la porta e te ne puoi andare anche subito !”
(continua)
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Quinto seguito a
Quinto seguito a “Ecco come fu…”
Ero completamente svuotato, distrutto, ma galleggiavo su una nuvola, beato, come fossi drogato, tante erano le sensazioni vissute, prima tra tutte quella di aver “scopato” per la prima volta una ragazza. Mi feci una doccia, per riuscire a ritornare nel mondo reale, li salutai, dandoci appuntamento per il giorno di chiusura del bar. Andavo verso casa e mi sembrava di volare, ero ancora preso dalle sensazioni forti vissute. Mettendo le mani in tasca del giubbetto, trovai un biglietto con dentro diecimila lire e un messaggio da parte di Leo: “Pago sempre le mie troiette e non posso aspettare tanti giorni prima di vederti. Ti desidero troppo. Telefonami che ti dico come venire da me. Voglio vederti già domani, se la tua fighetta non ti brucia troppo”. E c’era il numero di telefono. L’indomani mattina, andando a scuola, gli telefonai. Era sveglio da poco e fu sorpreso che lo avessi chiamato così presto, ma felice che lo avessi fatto. Mi diede l’indirizzo e rimanemmo d’accordo che nel pomeriggio sarei andato da lui. Quando arrivai mi accolse con un: “Ohh, finalmente riesco a vederti da solo. Sai, Nino è un amico ma anche se è grazie a lui che ci siamo conosciuti, e non disdegno di fare all'amore in tre, preferisco, se posso, averti solo per me.” e continuò; “Mi sei entrata nel sangue, come ti penso mi eccito e desidero abbracciarti, baciarti, possederti!”
E presomi il volto tra le mani iniziò a darmi piccoli baci su tutto il volto, sul collo, sulla bocca, a leccarmi nelle orecchie facendomi venire i brividi, a darmi piccoli morsi sul collo sino ad arrivare poi a suggermi le labbra ed infilarmi la lingua in bocca, iniziando a scavare dentro alla ricerca della mia sino a succhiarmela, facendomi tremare dal desiderio che un simile bacio mi metteva addosso, facendo rizzare il mio pisello che prese immediatamente in mano e cominciò a strizzare e segare attraverso i pantaloni. E mi aprì i pantaloni, facendomelo uscire per poi inchinarsi e prendermelo in bocca. Iniziò a succhiarmelo, imboccandolo tutto, leccandomi le palle, stringendomi le chiappe ed iniziando, mentre mi succhiava, ad accarezzarmi il culo (ormai mi aveva calato i pantaloni) e allargarmi le chiappe sino a riuscire a massaggiarmi lo sfintere, delicatamente, morbosamente, sensualmente ed io…gli venni in bocca ! Iniziai a tremare, come colpito da una scossa. Leo quasi mi prese in braccio e mi portò in camera da letto ed iniziò a spogliarmi. Le gambe non mi reggevano e mi fece distendere, si spogliò allungandosi a fianco a me ed iniziò ad accarezzarmi tutto, leccandomi, scendendo dal viso ai capezzoli, non perdendo l’occasione di succhiarmeli mordendoli un po’, continuando a scendere leccandomi tutto e poi, rigirandomi, iniziare a leccarmi il culo, finendo per infilarmi la lingua tra le chiappe e stuzzicarmi il buco, insalivandolo per bene sino ad infilarmi dentro la lingua. Poteva farmi quel che voleva perché ero senza forze: subivo, passivamente, mugolando dal piacere. Sempre accarezzandomi, per non darmi il tempo di recuperare lucidità, prese dal comodino la pomata, credo fosse del Luan, che iniziò a spalmarmi intorno allo sfintere e, pian piano, a mettermene, con due dita piene di crema, dentro al retto, incremando abbondantemente e stimolandomi con le due dita, allargandole dentro al buco, arrivando poi ad infilarmene anche tre. Infine, stimolatomi ben bene, mi infilò un dildo, bello grosso, quasi come il suo cazzo. Fatto ciò mi rimise spalle al letto e ricominciò a baciarmi, a tutta lingua, riprendendo a masturbarmi. Io ero elettrico, mugolavo e non capivo nulla, tanto era il piacere che mi stava dando. Poi, girandomi sul fianco mi mise il suo cazzo in bocca, si giro a mo’ di 69, imboccò il mio pisello ed iniziò a masturbarmi il culo muovendo il dildo che avevo ancora infilato nel retto. Erano pazzesche le sensazioni che mi stava dando, non avevo mai provato stimoli del genere, ero tutto un brivido di piacere, succhiavo il suo cazzo come se fosse motivo di vita, quasi adorandolo, e nel contempo gli stimoli che mi stava dando con la masturbazione del mio culo mi stava portando in estasi. E lui, da quel gran marpione che era, cogliendo lo stato in cui mi trovavo, continuò a succhiarmi il pisello e a masturbarmi il culo con quel dildo che mi stava facendo andare fuori di testa. Risultato: mi fece godere nella sua bocca e, dal piacere, il mio sfintere iniziò a contrarsi, senza soluzione di continuità, al punto che mugolavo come un pazzo, rischiando di mordere il cazzo di Leo che venne anche lui, copiosamente. Senza darmi tregua mi sfilò il dildo, mi rimise spalle sul materasso, si infilò tra le mie gambe, me le sollevò portandole sulle sue spalle, una posizione che lui adorava perché gli dava la possibilità, inculandomi, di guardarmi negli occhi riuscendo, così, a leggere le sensazioni che mi dava, possedendomi, in tal modo, completamente. Mi voleva sua, totalmente. Si stava mettendo d’impegno per plagiarmi, per far sì che fossi succube della sua sensualità, del suo sapermi far godere, e ci stava riuscendo; per ribadire il concetto rifece quello che, finora, aveva dimostrato solo lui di saper fare: piegarsi su se stesso, mentre mi inculava, iniziando a farmi nel contempo un bocchino pazzesco. Mi sentivo morire, godevo a non finire, ero tutto un tremore, arso dal desiderio di dargli il massimo piacere per contraccambiare quello che stava dando a me. Non so per quanto andò avanti così, per me il tempo si era fermato, non sapevo più chi ero, dov'ero, ma alla fine riuscì a farmi godere nuovamente, cosa che non ritenevo possibile. Rialzò la testa dal “fiero pasto” e mi guardò negli occhi, soddisfatto di vedere come mi aveva ridotto! Ero una bambola di pezza, senza alcuna capacità di muovermi, respiravo affannosamente, neanche avessi fatto dieci km. di corsa. E mi guardava, continuando a tenere il suo cazzo infilato nel mio retto. Come mi aveva già detto una volta, fatta la prima goduta riusciva a controllarsi per ore. Era così che riusciva a farmi impazzire dal piacere e l’aveva detto già la prima volta che non avrei potuto più fare a meno di lui. E continuava a guardarmi, restando sempre dentro di me, facendo muovere il cazzo con delle contrazioni che stimolavano il mio retto, facendomi sussultare.
Alla fine, però, si rese conto del tempo che passava e che io avrei dovuto ritornare a casa. Per non crearmi problemi si arrese all'evidenza e si sfilò dal mio culo, con molta cautela per non crearmi troppo dolore. In effetti dolore ci fu, ma nel contempo anche un senso di vuoto: non avrei voluto lasciarlo, ero completamente succube del desiderio che avevo di lui. Prendendomi il viso tra le mani, guardandomi fisso negli occhi, dandomi un bacio sulle labbra, mi disse: “Ora capisci quanto ti desidero? Capisci che vorrei averti ogni momento? Vedi se riesci, un giorno, a fare a meno di andare a scuola, magari dicendo ai tuoi che andate a fare una gita con la scuola, e dedicarmi tutta la giornata. Promettimi che cercherai di farlo”. Ed io promisi, chiedendogli quando ci saremmo rivisti. “Quando vuoi” – mi rispose – “basta che mi telefoni il giorno prima” E con un ultimo bacio lussurioso mi mandò a casa, infilandomi in tasca quelle che poi avrei scoperto essere altre diecimila lire. Sedotto e…. corrotto!
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Quarto seguito a “ecco come fu…”
Quarto seguito a “Ecco come fu…”
Quella notte non riuscì, praticamente, a dormire. Troppe erano le sensazioni che andavo rivivendo ed enorme era l’attesa per il giorno che andava ad incominciare ed in cui, al pomeriggio, mi sarei rivisto con Nino e ci sarebbe stato anche Leo.
Il culetto, nonostante tutta la crema che ci avevo spalmato, continuava a bruciarmi e pensava con un po’ di preoccupazione a quello che mi aspettava nel pomeriggio ma anche…. Con trepidazione e desiderio. Il fatto di essermi sentita così desiderata mi aveva inorgoglito e mi faceva sentire ….Phoemina !! Tant'è ! Arrivò il pomeriggio e, con il cuore che andava a mille dall'emozione, tanto che me lo sentivo in gola, mi ritrovai a suonare al campanello di Nino. Mi aprì, salii e, questa volta fu Leo ad aprirmi, abbracciarmi e dirmi: “Mi sei mancata, mia bella troietta!” …e palpandomi il culo mi portò immediatamente in camera da letto, dove Nino, già nudo e disteso, se lo stava masturbando. Come mi vide disse: “Finalmente sei qui, non vediamo l’ora che ce lo succhi come sai fare tu!” Leo mi stava già spogliando e, una volta nudo, mi spinse tra le braccia di Nino il quale, immediatamente, mi prese il viso e lo trasse a sé per infilarmi subito la lingua in bocca. Nel frattempo Leo si era spogliato e disteso a fianco a me, iniziando a massaggiarmi la schiena, i glutei, le gambe.
Nino finì di baciarmi e, distendendosi a fianco a Leo, disse: “Ed ora succhiacelo, e …facci godere!” Mi ritrovai così ad avere davanti agli occhi due splendidi coni gelato che iniziai a leccare, succhiare, adorare! Cominciai, uno alla volta, a leccare sino alle palle, risalire ed imboccare un po’, ricominciare a leccare, stavolta scendendo sino al buco del culo, stuzzicare un po’ il perineo, risalire e rimboccare il tutto. Prima uno, poi l’altro, alternandomi nel gioco e, mentre leccavo uno, segavo l’altro con la mano. Pian piano sentii che li stavo facendo salire di pressione. Nel mentre li sbocchinavo stuzzicavo i loro sfintere con morbidi massaggi con un dito insalivato. I loro cazzi svettavano, aspettando le mie slinguate e le mie imboccate e, un po’ alla volta, li portai a godere, prima uno che inghiottii completamente, poi l’altro, facendo la stessa cosa. Si afflosciarono come dei palloncini che si svuotano.
Li sentii respirare con affanno. Ero riuscito nell'impresa. Mi sentivo una “gran troia”. Ci misero un po’ a ritrovare il fiato: evidentemente li avevo fatti godere per bene. Una volta ritrovato il fiato Leo mi apostrofò con un: “Dove ti eri nascosta, tutti questi giorni? Non volevi accettare il fatto che non puoi più fare a meno di noi? Che ormai sei la nostra troietta ?” ed io… “ In effetti sono piena di dubbi, c’è una parte di me che ancora non accetta questo mio lato femminile, che si pone un sacco di domande e, non ultimo, il fatto che vivo con i miei e non vorrei si accorgessero di come sono. Inoltre non ho la piena disponibilità del mio tempo e mi devo sempre inventare un mondo di scuse”. Leo, guardandomi fisso, disse: “ Ok, questo lo capiamo, e da parte nostra non avrai mai nulla da temere, saremo discreti, ma ciò non toglie che dobbiamo metterci d’accordo su come fare per vederci più spesso possibile perché, almeno per quanto mi riguarda, …. Ti voglio, anche ogni giorno. Mi sei entrata nel sangue, se solo ti penso … mi si drizza e… mi devo masturbare.”
Intervenne Nino: “ Anche per me è così. Mi scoccia ammetterlo ma … sei come una febbre… e non riesco a pensare ad altro rimedio che… averti fra le braccia e baciarti, incularti, succhiarti.” A quel punto allargai le braccia e dissi: “Su come vederci ci penseremo dopo! Adesso amatemi, accarezzatemi, baciatemi, FOTTETEMI “
E uno da una parte, l’altro dall'altra iniziarono ad accarezzarmi, succhiarmi i capezzoli sino al punto da farmi urlare dal piacere, stimolarmi la “fica” ( sì, perché a quel punto era una fica, non più un buco del culo) sino a mettermi, poi a pecorina e, mentre uno me lo metteva in bocca, l’altro (sempre con molta delicatezza e incremandomelo per bene) me lo metteva nel culo e, una volta entrato completamente, vi si fermava, aspettando di sentire che avevo gradito in “toto” l’invasione. Una volta che sentiva che il mio sfintere iniziava a contrarsi su quel paletto infisso nelle viscere, il lui di turno iniziava a muoversi, a sfilarlo quasi totalmente per poi rinfilarlo fino in fondo. Quando chi mi stava montando “sentiva” che stava per venire si sfilava, lasciandomi con un vuoto pazzesco ed un buco del culo larghissimo, lo ammirava per un po’ e si dava il cambio con l’altro.
In questo modo erano sempre in tiro e mi stavano facendo letteralmente impazzire.
I momenti peggiori erano quando uscivano e mi lasciavano pieno di desiderio, e quando… mi rinfilavano dentro il loro bastone, al ché era come …. godere. Una cosa pazzesca. Stavo dando i numeri… mugolavo dal piacere… avevo i brividi in testa… non so se ero cosciente o meno, continuavo a sbocchinare il lui di turno, senza sapere più chi era che sbocchinavo e chi quello che mi inculava. Mi stavano facendo impazzire. Completamente preso dalle sensazioni di piacere non sentivo neanche più il bruciore al retto. Ero talmente aperto ed incremato che, credo, sarebbero riusciti ad entrarmi anche con tutto il braccio. Fui io il primo a godere e questo, evidentemente, si trasmise alla mia bocca che succhiando maggiormente portò Nino a godermi in bocca (era lui che stavo sbocchinando in quel momento) e successivamente al mio culo che iniziò a succhiare violentemente, contraendosi, il cazzo di Leo che iniziò ad urlare “Vengooo… Godoooo…. Oddio…. Pazzesco…..Mi fai morire… “ Il mio culo sembrava non volesse più farlo uscire, continuava a contrarsi ed a succhiarlo, ancora… ed ancora… E mi ritrovai con Nino che cercava la mia bocca e mi baciava, ingordamente, possessivamente, causandomi un’altra erezione ed un altro orgasmo, rendendo Nino oltremodo felice nel sentire che riusciva a darmi tali sensazioni di piacere. Leo mi reclamò. Non era ancora uscito da me e con l’orgasmo che avevo avuto grazie a Nino non avevo fatto altro che continuare a succhiarlo con lo sfintere, mantenendolo in stato di erezione e pertanto …voleva possedermi ancora. Si sfilò, mi mise a spalle sul letto, mi sollevò le gambe appoggiandole alle sue spalle e… me lo rinfilò dentro, in un attimo. Il tutto causandomi una forte inspirazione ed avendo l’impressione di sentirmelo in gola. Che cazzo stupendo !!! E guardandomi fisso negli occhi, mentre molto lentamente mi fotteva, disse: “ questo, ricordalo, riesco a farlo solo io e pochi altri, pertanto… godi, troietta. Sei mia!” e si incurvò sino a prendere in bocca il mio pisello ed iniziare a farmi un pompino da urlo mentre continuava ad incularmi. Con pazienza, con metodo, fermandosi non appena aveva la sensazione che stavo per godere. Mi portò sull'orlo della pazzia, anche perché, come non bastassero le sensazioni che mi stava regalando, ci si mise anche Nino che prima mi succhiò i capezzoli, portandoli al massimo della sensibilità, e poi, sempre stuzzicandomeli con le dita, iniziò a baciarmi come sapeva fare lui, con libidine e possessività, sino a succhiarmi la lingua come fosse un pene. E nel baciarmi iniziò a masturbarsi sino a quando, nel momento che io stavo godendo in bocca a Leo e questi si stava scaricando nel mio culo, riempiendomi completamente, godette anche lui riversando la sua sborra sul mio petto e poi anche sul mio viso.
Eravamo sfiniti. Il mio culo bruciava, ma nel contempo continuava a contrarsi per le sensazioni avute. Dopo aver ripreso fiato andammo a farci una doccia e …. Sotto la doccia, quasi quasi me lo stavano puntando di nuovo addosso. Al ché dissi :”Basta, me ne devo andare, altrimenti non so che giustificazioni dare”.
Questo li fece desistere e ci potemmo rivestire. Prima di salutarci rimanemmo d’accordo che ci saremmo rivisti dopo un paio di giorni. Nino avrebbe chiesto (di nuovo, ma Leo non lo sapeva) a suo fratello di sostituirlo al bar.
Due giorni dopo:
Suono il campanello, mi aprono il portone, salgo e… sulla porta… trovo una ragazza di una ventina d’anni. “Ciao, - si presenta – io sono Luciana.” Rimango basito e farfuglio qualcosa. Mi fa entrare e mi porta in soggiorno, dove ritrovo Nino e Leo. Davanti alla mia faccia perplessa, Nino si sente in obbligo di darmi una spiegazione. “Sai, sappiamo che a te piacciono anche le ragazze e perciò volevamo farti un regalo: questa è mia nipote, con la quale ogni tanto abbiamo un rapporto, perché è una bella porcellina, alla quale abbiamo parlato di te e vorrebbe conoscerti.”
E lei si venne a sedere sulle mie gambe dicendomi: “ Zio Nino mi dice che baci meravigliosamente! Mi fai provare?” e ciò detto incollò la sua bocca sulla mia cercando, sin da subito, di penetrarmi con la lingua. Come ho già detto più volte, il bacio è per me il massimo dell’erotismo, e perciò iniziai subito a duellare con la sua lingua, al punto che il mio compagno di giochi si sentì coinvolto e diede segni di presenza che non sfuggirono alla Luciana: essendo seduta su di me sentì subito questa presenza che premeva sotto le sue cosce.
Senza smettere di baciarmi mi fece alzare e mi trascinò in camera. Qui giunti iniziò a spogliarmi, mentre Nino e Leo, che ci avevano seguiti, spogliarono lei.
Una volta che fummo tutti e due nudi, lei mi trascinò sul letto e mi fece chiaramente capire che voleva essere leccata. A gambe divaricate me la offriva in tutta la sua oscena bellezza: aveva delle labbra carnose, umide, già bagnate dal piacere, ed un clitoride che sembrava un piccolo cazzo e sul quale mi ci fiondai iniziando a suggerlo come se gli stessi facendo un pompino. Lei incominciò a smaniare, borbottando “Sii …. Così…. Succhia, tesoro, succhia …. Oddio, che bello… succhi divinamente…. Che lingua che hai…Ha ragione zio Nino, hai una bocca da favola… Dio, che bello…!!”
Nel mentre mi davo da fare su quella fica stupenda, eccitato da morire, sentii mani tenere e gentili accarezzarmi la schiena, le spalle, i glutei, due da una parte, due dall'altra, e nel mentre mi spalmavano olio profumato sulla pelle, sino a versarmene un po’ in mezzo alle chiappe ed iniziare a massaggiarmi lo sfintere, iniziando ad inserirmi qualche dito. Ciò non faceva altro che acuire il mio desiderio di penetrare quella splendida fica e così fu: ad un certo momento, evidentemente in base a qualche segnale intercorso tra lei ed i due orchestratori, mi allontanò la testa dalla fica e mi trasse a se, facendosi penetrare.
Una volta entrato dentro di lei, con un profondo sospiro suo, mi avvicinò nuovamente al suo viso e ritornò a baciarmi profondamente. Evidentemente era stata istruita sul fatto che il bacio mi erotizzava al massimo. Fatto sta che il mio compagno di giochi aumentò il suo turgore ed io iniziai a muovermi, lentamente, come avevo imparato dai miei chiavatori, dentro di lei. Nel contempo, i miei amanti avevano continuato a massaggiarmi il culo, allargandomelo sempre di più, inserendo man mano un dito in più, uno da una parte uno dall'altra, da buoni amici, arrivando ad inserirmene due a testa (e facevano quattro), dandomi nel contempo piccoli morsi sulle chiappe che mi facevano provare lunghi brividi. Quando videro che ero pienamente preso dalla scopata decisero che era ora di incularmi e, prima Nino, che aveva il cazzo un po’ più sottile, mi penetrarono. Normalmente, quando venivo penetrato, al primo momento il mio cazzo si inibiva, ma in quella situazione rimase turgido e potei continuare a chiavare quella splendida fica, con una sensazione in più. Nino, una volta entrato, come al solito si era fermato, per cogliere le mie sensazioni. Una volta colto il mio ritmo e sentito che lo stavo accogliendo con desiderio, iniziò a muoversi assieme a me, amplificando i miei movimenti e spingendo fino in fondo nel momento in cui io tornavo indietro da lei. Così facendo me lo faceva sentire tutto ed avevo, elettrizzato com'ero, i brividi in testa e cominciavo a mugolare. Lei aveva alzato le gambe portandole ad abbracciare il mio corpo, completamente aperta. Nel mentre stavo quasi per godere lei ci fermò, facendomi uscire e dicendo: “aspettate… gli metto un preservativo, così dura un po’ di più”. E me lo mise. In effetti, così perdevo un po’ di sensibilità e la cosa era più lunga. Ma Nino, stimolato particolarmente dalla situazione, venne, riempiendomi il cullo con una tale quantità di sperma da farla traboccare dal mio culo. Leo, che non aspettava altro e che nel frattempo aveva potuto solo smanettarselo, non appena Nino uscì dal mio culo ci si fiondò sopra e, aiutato sia da come me lo aveva allargato Nino, sia dalla lubrificazione determinata dalla sua sborra, me lo penetrò in un batter di ciglia, tanto che, nonostante le sue dimensioni fossero maggiori di quelle di Nino, quasi non me ne accorsi. Io ero in paradiso: stavo chiavando, per la prima volta in vita mia, una splendida fica ed in più ero posseduto da un fantastico cazzo che mi stava facendo provare tali sensazioni che…. Venni!! Ebbi un orgasmo spaventoso! Godevo, e… godevo e… godevo, senza soluzione di continuità ed il mio sfintere pulsava, stringendo e succhiando il cazzo di Leo che a quel fare si stava ingrossando ancor più, possedendomi totalmente, infilandomi sino in fondo, facendomi impazzire dalle sensazioni che mi dava, mentre nel contempo la fica di Luciana si contraeva sul mio cazzo, succhiandomelo come fosse una vera bocca, perché anche lei stava godendo da pazzi. Lei si abbandonò completamente, sfinita dal piacere. Io, nonostante l’aver goduto, ero ben infisso dentro di lei, turgido, godurioso perché Leo era ancora ben infisso dentro di me e mi stava facendo sentire tutti i cm. del suo cazzo, muovendosi anche a dx e sx per allargare ulteriormente il mio culo. Quando, alla fine, decise di godere mi riempì come non aveva ancora mai fatto e quando finalmente decise di uscire si fermò, tenendomi allargate le chiappe, per ammirare il buco, largo, ampio, che aveva creato nel mio culo, buco che ancora si contraeva per le sensazioni provate. Richiamò l’attenzione sia di Luciana che di Nino su quella vista e, dopo un “Ohhh” di meraviglia, ambedue si fiondarono a leccarlo. Luciana, da quella porca che era, mi intrufolò dentro anche tre dita, stimolandomi la prostata e dicendomi: “La prossima volta voglio anche che mi inculi.” (continua)
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Terzo seguito a "ecco come fu.."
Terzo seguito a “Ecco come fu…”
I giorni a seguire furono una specie d’inferno: una parte di me si rifiutava di accettare il fatto di essere bisessuale, l’altra invece ripercorreva, momento per momento, tutte le sensazioni provate in quei due giorni passati con Nino e Leo desiderando riprovarli. Erano riusciti a mettermi una specie di fuoco addosso, soprattutto perché avevano stimolato il mio ego che necessitava di sentirsi amato e desiderato. Bramavo di risentire le loro carezze, le loro mani che mi accarezzavano e… i loro cazzi che mi possedevano. Colmo dei colmi, cosa che nelle mie fantasie avevo sempre allontanato quasi con repulsione, ora desideravo succhiare quei magnifici cazzi e sentirli godere tra le mie labbra, arrivando persino ad inghiottire il loro sperma come fosse panna. Fu così che, straziato da queste lotte intestine, dopo cinque giorni mi ripresentai al bar, da Nino, che immediatamente mi portò nello scantinato per baciarmi in bocca, come sapeva fare lui, e dirmi che ero stato cattivo a lasciarlo tutti quei giorni senza mie notizie. Davanti ad una dichiarazione del genere mi sentii sciogliere e, dal quel furbacchione che era, Nino seppe di avermi in pugno, di aver toccato un nervo scoperto, e mi fece promettere che già all'indomani sarei andato da lui: avrebbe fatto in modo di non essere al bar, pur non essendo giornata di chiusura, facendosi sostituire dal fratello. Il giorno dopo ancora, giornata invece di chiusura, avrebbe potuto stare ancora con me. Così dicendo mi fece capire quanto mi desiderava.
All'indomani andai da lui ma mentre pensavo che avrei trovato anche Leo, non fu così. Nino mi accolse da solo, dicendomi che non aveva avvisato Leo, che lo avrebbe invitato per l’indomani ma, oggi, mi voleva tutto per se e…mi abbracciò, baciandomi il collo, leccandomelo, dandomi succhiotti per poi finire a baciarmi in bocca, con tutta la lingua dentro, duellando con la mia per finire a succhiarmela come fosse un cazzo. … ed io ero senza forze, completamente in balia del suo desiderio, completamente disarticolato, finché non mi portò in camera ed iniziò a spogliarmi, togliendosi l’accappatoio che indossava al momento del mio arrivo. Ed il suo cazzo svettava, turgido, splendido, tra di noi. Non potei fare a meno di prenderlo in mano ed iniziare a fargli una lenta sega. Nel far ciò sembrava che quel cazzo aumentasse ancora di grandezza, sicuramente determinato dal fatto che mi stava desiderando in maniera bestiale. Nino, tenendomi per le chiappe, continuava a slinguarmi in bocca, succhiando la mia lingua e dandomi delle sensazioni ancor più forti. Poi, dopo un po’, mi abbassò la testa portandomi ad imboccare il suo cazzo e fargli un pompino. Dopo un po’, sempre con l’uccello di Nino in bocca, ci distendemmo, posizionandoci in un 69 ed anche lui iniziò a spompinarmi. Era inesauribile, ce l’aveva sempre duro ma alla fine, riuscii a farlo godere: mi riempì la bocca con una calda crema che inghiottii ingordamente. Io, nel frattempo, avevo già goduto due volte: una prima quando eravamo ancora in piedi a baciarci.
Ci prendemmo una pausa. Nino continuava a fissarmi negli occhi, per tenermi in suo potere, quasi ipnotizzandomi mentre continuava ad accarezzare tutto il mio corpo ma, pian piano, avvicinandosi sempre di più al mio culo che, una volta aperte le chiappe, con un dito inumidito iniziò a massaggiarmi intorno al buco, cercando con il movimento rotatorio di allargarlo pian piano, sino a che, quasi in automatico risucchiò dentro di se prima un dito, poi un secondo che, poco alla volta, allargò così da dilatarmi il buco finché non sentì che era completamente rilassato.
A quel punto mi mise a pancia sotto, mi infilò un cuscino sotto alla pancia in modo da farmi tenere il culo un po’ sollevato e, disteso dietro di me, iniziò a leccarmi la rosellina, massaggiandola con la lingua sinché non riuscì ad infilarmela dentro. E mi portò ad avere un altro orgasmo. …e lo imploravo di non smettere, nonostante mi facesse impazzire, sinché mi portò al punto di chiedergli di incularmi, che non ne potevo più di desiderare di sentirmi riempito, di sentirmi posseduto, di essere… “la sua femmina”. Lui non aspettava altro: si rialzò, prese un po’ di crema che mi spalmò per bene dentro e fuori il culo, spalmandosene anche un po’ sul cazzo, e senza por tempo in mezzo si posizionò tra le mie chiappe, prima facendomelo solo sentire puntato, e poi mi puntò il suo uccello al centro del mio pozzo della lussuria. Sentii la cappella appoggiarsi all'ano ed iniziare a spingere lentamente fino a vincerne la resistenza e penetrarmi nel retto, poi quando sentì le contrazioni del mio sfintere colmo di desiderio, iniziò a spingere, lentamente, lentissimamente. Restò alcuni istanti immobile e subito dopo mi sfilò dal culo la punta del cazzo, per poi infilarmela ancora, sempre lentamente, ma questa volta qualche centimetro più a fondo. Iniziai ad ansimare e a mugolare, mentre lui ripeteva ancora e ancora l’operazione, ogni volta affondandomi sempre più nel culo il suo grosso arnese.
Devo dire che Nino, una volta che riusciva a portarmi ai livelli di libidine e di desiderio che lui voleva, diventava quasi sadico, me lo faceva agognare facendomi arrivare al punto di gridare “Inculami, …per favore.. inculami.” A quel punto me lo affondava in un sol colpo fermandosi non appena arrivato in fondo, quando le sue palle sbattevano sulle mie chiappe, anzi, proprio sul mio buco. L’ultima spinta fu, infatti, la più decisa, quella con cui mi piantò nel culo il suo cazzone fino alla radice, strappandomi un rantolo di godimento. ….E lì si fermò, per più di qualche minuto, tenendomi fermo per i fianchi. Poi, una volta capito che mi ero ben abituato alla sua intrusione e che il mio sfintere iniziava a contrarsi come per fargli un pompino anale, incominciava a fare un lento su e giù che faceva durare a lungo, tenendo sotto controllo il suo orgasmo (alla sua età bisognava risparmiare i colpi ma allungare i tempi di orgasmo) sinché, dopo una mezzora di questa tortura iniziava ad affondare i colpi alternando colpi morbidi a colpi forti, cominciando a sussurrarmi “Sei la mia troia, ora ti apro tutta, ti godo”. All'improvviso sentii che Nino sfilava rapidamente il cazzo dal mio culo, che rimase spalancato essendosi ormai adattato alle dimensioni notevoli del godurioso ospite. Un attimo dopo me lo ripiantò tutto nel culo con un’unica spinta, veloce e profonda, per poi estrarlo ancora, e ancora ripiantarmelo durissimo fra le chiappe. Ruotai le spalle afferrandomi un gluteo e tenendolo allargato, mentre lo guardavo in estasi sfilare ancora il suo uccello dall'accogliente nido. Rimase a guardare il mio buco che era ormai oscenamente sfondato davanti a lui. “Ragazzi che meraviglia…” sussurrò. “Ti piace?” mugolai io “E allora cosa aspetti? Prendilo… Dammelo ancora…” Mi afferrò saldamente i glutei e li spalancò ancora di più davanti a sé, facendomi sentire che il buco del mio culo era ormai davvero capace di accogliere il suo enorme cazzo con facilità degna di una troia navigata. Tenendomi allargate le chiappe e muovendo il bacino fece sì che la cappella infuocata si appoggiasse ancora al mio ano, e con un colpo secco me lo piantò ancora una volta a fondo nel retto, ricominciando subito dopo a fottermi come un vero stallone in calore. “Prendi troietta!” rantolava mentre mi sfondava, “Prendilo tutto! Te lo apro per bene questo culetto da troia!”. E io come una troia mugolavo di piacere ad ogni affondo del suo cazzo, continuando ad incitarlo a sbattermi come una vera troia deve essere sbattuta. “Dai, dai… Così…!” lo spronavo, “Inculami… sfondami… riempimi!” “…Ahhhh … siii….. vengoooo .. vengooooo“- urlò - portando anche me a godere nello stesso momento, sentendomi riempire da quella che non era una sborrata, ma una cascata di sborra. Pazzesco, ero tutto un fremito, non capivo più niente, borbottavo parole incoerenti allungando le mani dietro di me per trattenerlo dentro. Lo sentivo pulsare, mentre finiva di scaricare quel torrente che mi aveva riversato dentro e, ciononostante, non dava alcun cenno di cedimento, non sembrava volesse ammosciarsi. Mi confesserà più tardi che aveva preso una pillola per durare di più perché aveva già deciso, il giorno prima, che voleva “farmi la festa”. Per questo non aveva invitato Leo: dovevo essere sua e solamente sua. Come se non avesse appena sborrato, tenendomi stretto a se si rigirò sino ad avere le spalle sul letto ed io disteso sopra di lui, con il suo randello sempre conficcato nel culo. A quel punto mi disse: “Ora, facendo attenzione a non farlo uscire, mettiti seduto sopra di me ed inizia ad incularti da solo. Fammi vedere quanto sei troia”. Mi sistemai meglio appoggiando le mani all’indietro e spostando leggermente i piedi in avanti per potermi meglio sostenere e poter cavalcare agevolmente. Iniziai a muovermi su e giù su quel cazzo poderoso, dapprima lentamente, due o tre volte, per riprendere confidenza con il grosso ospite, ancora una volta meravigliato che il mio culo lo accogliesse con tanta naturalezza, poi man mano più velocemente, incitato dal Nino con un “Brava… hai un culo fantastico,… sembra fatto apposta per il mio cazzo!” Accelerai ancora sino a che, con un urlo non mi abbandonai completamente affondando ancor di più il suo cazzo e schizzando una poderosa sborrata. Non riuscendo più a stare eretto, mi riversai su un fianco e, finalmente, quella bestia uscì dalle mie viscere.
Ero uno straccio, senza forze, scosso da brividi di piacere che Nino, da buon sadico, acuiva strizzandomi i capezzoli che avevo oltremodo sensibili. Un po’ alla volta rientrai in me, ripresi coscienza ed a quel punto Nino andò a prendere due whisky per ridarci un po’ di tono. Poi ci rinfrescammo e ci rivestimmo e dandoci appuntamento per il giorno dopo, dicendomi che ci sarebbe stato anche Leo ma di non parlarne del fatto che ci eravamo visti, ci salutammo e tornai a casa, con la testa ancora tra le nuvole.
(continua)
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Secondo seguito a "ecco come fu...
Secondo seguito a “Ecco come fù…”
Scoprirono, così, che se stimolato nella maniera giusta e, soprattutto, se baciato da una lingua che cercasse in profondità la mia venivo erotizzato al massimo e potevo godere in continuazione, ancor più se giustamente stimolato a livello anale.
Dopo essersi presi una mezz’ora di pausa per recuperare un po’ di fiato e dissetarsi un po’, facendomi bere un Whisky & Saure, ricominciarono ad accarezzarmi e Leo iniziò a baciarmi profondamente, sì che ero di nuovo tutto un fremito anche perché, nel frattempo, Nino mi stava leccando il culo e con tre dita piene di una crema emolliente ed antidolorifica mi stava allargando nuovamente e più di prima il culo, quasi volesse entrarci con tutto il braccio. Il bacio di Leo era di una sensualità pazzesca, profondo, invadente, possessivo e, ad un certo punto, si staccò dalla mia bocca per dirmi: “ Adesso ti farò provare qualcosa che non dimenticherai mai”!!
Venne sopra di me, in ginocchio tra le mie gambe, e guardandomi negli occhi rialzò le mie gambe, tenendole sotto i ginocchi, le posizionò sulle sue spalle e, piano piano, posizionò il suo membro tra le mie gambe cercando l’anello del mio buco del culo. Piano piano lo trovò e vi indirizzò il suo cazzo che, centimetro dopo centimetro, prese possesso del mio sfintere, il tutto facilitato dalle operazioni di allargamento e lubrificazione fatte precedentemente dal Nino il quale, nel frattempo, si godeva la scena masturbandosi lentamente. Devo dire che in tutti questi frangenti, sia Nino che Leo erano stati attenti a non forzare la cosa, a cercare di penetrarmi con molta cautela. Evidentemente, con l’esperienza che avevano, avevano capito che se avessi provato dolore mi sarei contratto ed il tutto sarebbe diventato difficile.
Una volta entrato (e lo era completamente, in quella posizione) Leo si fermò, limitandosi a muoversi a destra e sinistra per allargare ulteriormente il mio muscolo anale. Un po’ alla volta il mio culo si abituò all'intrusione ed il mio sfintere iniziò ad avere delle contrazioni che fecero la felicità di Leo, che iniziò a borbottare: “ Siii… così… succhiamelo tutto…. Ancora….” E incominciò a muoversi, dentro di me, lentamente, un centimetro alla volta, sino ad arrivare quasi a sfilarlo del tutto, per poi rinfilarmelo tutto completamente e ricominciare d’accapo lo stesso movimento.
Dopo un po’ inizio ad accelerare il movimento, ma nel contempo riuscì a piegarsi a tal punto, mentre continuava ad incularmi, da riuscire a prendere in bocca il mio cazzo, che non era al massimo del suo splendore, ed iniziare a farmi un pompino con i fiocchi. Sarà stato perché non mi sarei mai aspettato una cosa del genere ma il mio alter ego ebbe una tale impennata da passare immediatamente ad uno stadio di massima eccitazione, tanto che in poche slinguate sentì che Leo, eccitato dalla mia reazione, era pronto a riempirmi il culo di sborra e ciò non fece altro che accelerare i miei tempi e riempire, ancora una volta, la bocca di Leo di sborra, che inghiottii con piacere, scaricando, nel contempo, tutta la sua nel mio culo. Davanti a tale risultato Nino, che nel frattempo aveva continuato a masturbarsi guardandoci, godette schizzandomi sul volto. Eravamo esausti, al massimo della libidine.
Guardammo l’orologio: erano passate quasi quattro ore da quando avevo suonato il campanello. Decidemmo che era ora di salutarci. Ci mettemmo sotto la doccia e, dopo esserci rivestiti, nel salutarci mi misero in mano due pacchetti di sigarette e… diecimila lire. Andai via felice, anche se il culo, nonostante tutte le pomate che avevano usato, mi bruciava un po’.
(continua)
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9 years ago
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La vicina di casa
Da tre anni abito in un nuovo appartamento sito nelle immediate vicinanze del mio lavoro. Sono Mario, ho trentacinque anni, e faccio il conducente di mezzi del sevizio pubblico. Sono alto uno e ottanta cinque, moro, occhi scuri spalle larghe e fisico ben curato e sessualmente mi definiscono ben dotato. Non sono sposato. Il mio lavoro mi offre spesso l’occasione di incontri interessanti dai quali ne ricavo avventure che soddisfano appieno la mia marcata voglia di sesso vissuto ne modo più porco possibile. Nell’appartamento sopra il mio vive una coppia con lei una bella donna, alta capelli scuri, una terza molto abbondante di seno, belle gambe, ma che vive in maniera dismessa, quasi a non voler essere osservata, schiva, lui poi è il classico tipo molto serio, riservatissimo e d’indole molto docile. Credo che in casa sia lei a “portare i pantaloni”. Con loro ho solo scambiato qualche saluto quando ci s’incontra al rientro o sulle scale, anche se una sera sono rimasto a osservare lei che saliva dopo di me e ho potuto ammirare il suo bel culo, anche se, indossava un abito che poco lo risaltava. Con lui ho scambiato qualche parola di più alle riunioni del condominio, ma solo questioni inerenti l’argomento, anche se mi è sembrato un timido fuori luogo. Un pomeriggio stavo ritornando a casa dopo il lavoro, e a causa dell’immancabile cantiere sulla tangenziale decido di fermarmi a bere un caffè nell’area di rifornimento. Quando sono giunto davanti al bar vedo la mia vicina di casa che guarda sconsolata dentro il cofano aperto della sua vettura. Il titolare del distributore le spiega che ha un tubo rotto e che solo l’indomani il meccanico dell’officina che c’è lì, potrà aggiustarlo. Lei si gira, mi vede ed io mi avvicino.
“ mi scusi, la vedo in difficoltà, le posso essere utile?” - dico sorridendole.
Lei mi guarda come se fossi un soccorritore che la salva dal naufragio.
“ oh grazie, non saprei come tornare a casa, la mia auto si è rotta e il mio cellulare ha la pila scarica.”
Le offro un caffè, che lei accetta, al bar ci presentiamo. Scopro che si chiama Giuseppina, ma lei preferisce Giusy, sposata con Claudio, ha un figlio ormai grande che vive all’estero. Si rilassa e lentamente riprendiamo il cammino verso casa. Immediatamente ci ritroviamo in fila che procede lenta.
“ accidenti al solito cantiere, questa strada è diventata un vero rebus, sai quando la prendi ma mai quando la lasci. “ mi dice.
“ si, è vero, ma in tante volte che faccio la fila questa sera è la prima volta che non ho fretta di tornare.” – gli rispondo facendole un sorriso.
Lei intuisce il complimento, sorride, poi si gira verso il finestrino osservando il tramonto dietro grosse nuvole.
“ Lei è sempre così gentile con le donne a cui da un passaggio?” – m’incalza con malizia.
“ no, solo con le belle signore che abitano nel mio stesso palazzo, e una in particolare, che spesso ammiro .” ribatto io.
Lei mi guarda fisso negli occhi, poi sorride.
“voi uomini sempre pronti stuzzicare quando ve n’è l’occasione, come mai un bel ragazzo come te, non ha una moglie e dei figli?” - Mi chiede passando dal lei al tu.
La guardo, sorrido e contrattacco.
“ come mai una bella signora come te, con un fisico da sballo vive una vita dismessa, mantenendo un basso profilo, quasi avesse paura di essere notata, quando potrebbe stendere il sole, se lo volesse? “
Lei sorride, poi con un tono decisamente triste replica.
“ sono passati i tempi in cui amavo andare fiera della mia bellezza, oggi mi limito a fare la moglie, vivo del mio lavoro, e cerco di farmi notare il meno possibile, e poi non è vero che ho un corpo da sballo, tu che ne sai?”
La guardo e decido di affondare il colpo.
“ credimi, sei una bella donna, io farei le carte false per averti fra le mie braccia. Invidio tuo marito che può averti tutte le notti nel letto, a me è bastato ammirarti una volta mentre salivi le scale per eccitarmi, poi mi sono dovuto segare per calmarmi.”
Lei mi guarda fingendo stupore e indignazione, ma poi sorride.
“ si figurati se una vecchia come me ti eccita!, sai quante donne più giovani ti porti a letto.”
Insisto e attacco giocando il tutto per tutto.
“ scherzi!! Tu vecchia! Ne vorrei di “ vecchie” come te, e poi guarda, il solo averti qui me lo fa tirare!”
Lei si gira e osserva stupita la mia mano che evidenzia il pacco già duro.
“ smettila di dire scemenze, e dai che la fila è finita, andiamo a casa.”
Pochi minuti dopo siamo nel parcheggio del palazzo, dove, lui ci accoglie preoccupato. Bastano poche parole di lei per calmarlo, lui mi ringrazia, e insieme saliamo le scale di casa, poi quando arrivo al mio pianerottolo, mi giro e vedo lei che evidenzia il movimento del corpo per salire, facendo risaltare il suo meraviglioso culo salendo dietro di lui. In cima si gira, mi sorride e fa l’occhietto divertita. Passando dei giorni e la vedo solo di sfuggita, quando annaffia le piante sul terrazzo e quando va al lavoro, sempre scambiandoci un breve cenno di saluto. Una mattina che riposavo, la sera avevo finito tardissimo il mio turno, mentre mi facevo la doccia, sento suonare alla porta. Metto un asciugamano legato alla vita e vado ad aprire. Immaginate il mio stupore quando me la trovo davanti.
“ puoi prestarmi del caffè?”- mi chiede guardando stupita il mio corpo nudo.
Mi rendo subito conto che si tratta di una scusa, la faccio entrare e la invito in cucina, dove, inserisco una cialda nella macchina del caffè e ne porgo una tazzina a lei che lo beve in silenzio, mentre mi osserva. Bevuto, mi giro per mettere la tazza nel lavandino quando sento improvvisamente le sue braccia cingermi da dietro da sotto le ascelle e le sue mani stringere i mie pettorali, mentre il suo seno si schiaccia contro la mia schiena. Restiamo un momento immobili, poi mi giro la guardo e le nostre bocche si uniscono in un bacio carico di desiderio e passione, mentre le nostre lingue si toccano, s’inseguono, si succhiano facendo presagire la potenza del desiderio che si è impossessato di noi. Dopo un lungo attimo mi stacco da lei e passo le mie labbra sul suo collo. Le succhio il lobo dell’orecchio, le accarezzo la nuca, lei geme, poi si stacca da me e mi fissa .
“ lasciami andare via, o non me ne andrò più.” - mi dice con un filo di voce terribilmente languida.
La mia risposta è eloquente, la prendo in braccio e la porto in camera, dove, la deposito sul letto e la spoglio velocemente. Nuda è un vero spettacolo, il ventre quasi piatto, i seni belli grossi e duri che non hanno un minimo di cedimento, le cosce lisce e ben tornite e un bellissimo triangolino di pelo che m’invita a leccarlo tutto. Mi distendo su di lei. Sento il fuoco del suo ventre al contatto del mio cazzo duro sullo spacco della fica che già si è inumidita. Lecco i seni, li mordo e le strappo un primo gemito di piacere. Poi lentamente scivolo verso il basso, indugio sull’ombelico e lei al limite mi afferra i capelli e mi spinge verso lo spacco, esito ancora un attimo e lei m’implora.
……daiiii tiii pregoooo!!!...non resitoooooo……
Incollo la mia bocca sulle sue fradice labbra da cui stà, sgorgando del nettare prelibato che lecco, succhio e raccolgo con la lingua insinuandomi fra le pieghe del suo sesso già ridoto a un lago. Afferro con le labbra il clito durissimo e molto pronunciato, lo succhio e lei parte nel primo orgasmo.
….uuuhhmmmuumhmumhmumhmmm….sssiiiiiiii…..ODDIOOOOooo..vengoooooooo!!!!!.....
Trema scossa da brividi di piacere, il suo corpo s’inarca e poi crolla di colpo, per poi tendersi ancora mentre io continuo a lappare il nettare che sgorga copioso. Mi tiene la testa schiacciata sulle sue labbra ed io lecco e succhio come un dannato, strappandole un nuovo orgasmo. Gode, geme e urla di non fermarmi, tende di nuovo il suo corpo ad arco poi cade di colpo immobile, quasi svuotata di ogni energia. Resto stupito dalla facilità con cui l’ho fatta godere. Improvvisamente lei ha un guizzo, si gira e si distende al rovescio, s’impossessa con decisione del mio cazzo durissimo e lo inizia succhiare, leccare, e segare a due mani. Scorre la lingua lungo l’asta poi infila le palle in bocca, le succhia, poi risale e imbocca la cappella tenendola ben stretta fra le labbra mentre la lingua si muove come un serpente impazzito. Subito mi rendo conto che la tipa sa il fatto suo, ne ho conosciute poche di donne capaci di succhiare il cazzo così, come la più consumata delle bocchinare. Poi di colpo sale su di me lo imbocca fra le labbra del suo fradicio sesso. Resto immobile e lei s’impala da sola, e scopro che è strettissima. Resto stupito da ciò, sento, il mio cazzo aprirsi letteralmente la strada dentro di lei che spinge in basso il suo corpo mentre la bocca si apre per gridare, ma nessun suono ne esce. Scivolo profondamente dentro di lei. Quando sbatto con la punta sul fondo, lei gode e trema scossa da una scarica di piacere che mai ho visto provare a una donna.
……..aaaahhhhhh……..ooooooossssiiiiiiiii!!!!!!....vengooo!!!...vennnngggggoouuuummmmm…..
Le lascio assaporare fino in fondo l’orgasmo, poi le afferro i seni le torturo i capezzoli durissimi. Lei dopo un momento mi fa inarcare le gambe, si appoggia su di esse con la schiena e incomincia a ondeggiare aavanti/indierto senza sfilarsi un solo millimetro di cazzo da dentro. Ben presto gode, trema e si scuote per il piacere. La guardo estasiato, perdo il conto di quante volte ha gridato vengo, poi la distendo di lato. Lei si stringe a me, mentre io la scopo con un movimento lento ma costante, deciso, lei gode ancora. Cambiamo spesso posizione, poi lei s’inginocchia e m’invita a prenderla da dietro.
“ è da tanto che non mi montano da dietro, un tempo era la mia posizione preferita. “
Mi metto dietro di lei e infilo lentamente tutto il mio cazzo fino in fondo. L’afferro per i fianchi e incomincio un lento ma costatante pompaggio che le procura subito altro piacere. Gode, si dimena e sculetta assecondando i miei affondi, poi scossa dall’ennesimo orgasmo si lascia afferrare da me per i seni. La sollevo, in ginocchio le impasto le mammelle con i capezzoli duri come chiodi, poi al massimo della porcaggine le porto una sua mano sulla fica.
“ toccati che godi di più.” Le ordino perentorio.
Lei scorre la sua mano sulle labbra, sfrega con le dita il grilletto e scivola fino a sentire le mie palle che massaggia lentamente. Dopo aver goduto, si distende supina, alza le gambe fino a toccare le mie spalle con i talloni.
“ prendimi così!! Voglio vederti mentre godi, sborrami dentro! Dai è da tanto che non sento il piacere di un caldo schizzo di sborra dentro di me.!!!”
Sono al limite anch’io, ma voglio strapparle l’ennesimo orgasmo. La pompo con decisione e al suo grido le sborro dentro.
…sssiiiii…ddaaaiiiiiii….venggoooooo….VENGOOOOOO ancoraaaaaaaaa….
…si eccomi!!!!..sborrooo schizzooooo!!! Oraaaaa…….
…OOODDDIIIOOOOOOO che belllooooo….ti sentooo!!! Sei bolllenttteeee….
Lentamente ci distendiamo e riprendiamo fiato, lei nota dalla radiosveglia che sono quasi tre ore che la sto scopando.
“ devi andare a casa?” - le chiedo.
“ no, oggi non viene a casa in albergo hanno un convegno e resterà fuori fino a sera. “
Le offro di mangiare insieme, lei accetta, ma prima c’infiliamo sotto la doccia, dove ricominciamo a baciarci, toccarci. Lei mi sega, mi succhia e si struscia come una gatta in calore, poi quando sono di nuovo in tiro, mi porta in cucina, dove, prepariamo, fra baci toccamenti un piatto di pasta. Per mangiare, sempre nudi, lei mi fa sedere, poi s’impala sul mio cazzo e volgendomi le spalle prende con una forchetta due rigatoni, uno per lei e uno per me, mentre continua a muovere i fianchi ben piantata sul mio cazzo. Mentre mangiamo scopando mi racconta un po di lei. A diciassette anni si era innamorata del socio di suo padre, un maschio molto fascinoso, che l’ha iniziata al piacere del sesso. Le ha insegnato tutto, sverginandole sia la fica che il culo. Ne era così presa da lui che lo assecondava in ogni desiderio. Scopavano in ogni posto o momento, e per non aver problemi lui le sborrava o in culo o in bocca, gradendo molto la sua bravura nel succhiare il cazzo. La sua tresca non era sfuggita a sua moglie che ha minacciato un casino, e poi che era lei che finanziava la loro impresa, i suoi genitori non trovarono di meglio che farle sposare Claudio, uno di sei anni più grande che già lavorava qui come cuoco. Per dispetto lei l’ultimo mese prima di sposarsi si era fatta ingravidare dal suo amante. Con Claudio si era trovata davvero male. Ottimo marito, ma una frana a letto, lui non appena appoggiava il cazzo sul suo pelo gia schizzava senza nemmeno darle il tempo di un minimo godimento. Per un po ha pensato di tradirlo, ma aveva da poco ottenuto una cattedra come insegnante e non voleva creare casini. Una sera stanca della solita schizzata di lui si è ribellata.
“ così non si può continuare!! Tu ai appena goduto, e allora adesso mi lecchi e fai godere anche me, altrimenti domani la darò al primo che passa!”
Lei aveva esitato un attimo, ma vista la sua risolutezza aveva eseguito un perfetto lavoro, per molto tempo era diventato il loro “gioco”, tu vieni, allora pulisci ed io godo. Col tempo si era dedicata sempre più alla cura del figlio, che era cresciuto sano e forte, oggi è un ufficiale di Marina. Poi smette di mangiare, si solleva e mi trascina di nuovo in camera.
“ ho fame ancora di te!” - mi dice sorridendo.
Torniamo a letto, ora siamo entrambi consapevoli che sarà diverso, siamo più calmi, rilassati, ora vogliamo più il piacere che sfogare la nostra voglia. Lei si diverte succhiarmi, è fantastica, lo infila tutto in gola con estrema facilità, poi mi guarda e mi sorride.
“ dai fammi il culo! Ma, fai piano, sono tanti anni che nessuno lo sfonda più.”
Mi metto dietro di lei, lo lecco, succhio e umetto con la lingua, infilo dentro un dito poi due. Lo sento un attimo rigido, poi lentamente si rilassa, e lei insiste che la prenda. Infilo la punta dentro, e lentamente cercando di non farle male spingo dentro il mio palo. Lei mi fa fermare un momento, poi inaspettatamente spinge con forza il suo corpo all’indietro e s’impala di colpo.
….hhhhaaiiii…fermmoooo…cazzooo coem sei grosso…mi spacchi!!!!...nnoo..dai muoviti ma piano…..
Le limo lentamente il buco, che si dilata sempre più, fin quando la sento godere. Ci distendiamo di lato, le metto una mano davanti e le torturo il bottoncino, questo le procura altro piacere. Infilo l’altro braccio sotto di lei e le metto due dita in bocca, mentre ne pianto uno anche in fica.
“ immagina che tre maschi ti stanno scopando !” – le sussurro all’orecchio. Lei ha un violento orgasmo, indice di una fervida fantasia, che l’ha subito eccitata.
… uumuhmhh…ssiii porci depravati sfondatemmiiiii…venggoooo!!!........
Trema e gode in maniera completa. Mi fa distendere e salita su di me di spalle mi fa inarcare le ginocchia, vi si appoggia e muove lentamente il culo scopandosi facendo restare me immobile, mi guarda e si masturba con la destra mentre con l’altra mano si tocca il seno, mi guarda vogliosa e passa la lingua sulle labbra in maniera molto eccitante. Poi con me disteso lei si gira con sempre il cazzo in culo, usandolo come perno, mi attira su di se mi chiede di venire ancora.
“ credo che sarà un po difficile, mi hai spremuto a dovere.” – le dico con falsa modestia.
Lei mi guarda maliziosamente e poi si sfila, si distende e incomincia una delle pompe più fantastiche che abbia mai ricevuto. Mi succhia incavando le guance, lo infila in fondo alla gola, poi lo sfila lentamente facendomi sentire i denti che lo “ rigano”. Mi procura un mix di dolore e piacere sconvolgente. Per ben due volte si ferma quando sente che stò per venire. La terza volta le afferro il viso fra le mani e incomincio a scoparla in bocca affondando tutto il cazzo in gola. Mi ferma, poi sorride.
“ ce ne hai messo di tempo per deciderti a scoparmi in bocca!!! Quando vieni lo voglio assaporare bene.”
Lascio libera la sua testa, lei appoggia le mani ai miei fianchi e detta il ritmo, poi quando sto per venire lo blocca con le labbra e mi fa schizzare in bocca. Lo succhia, spreme e munge le palle con la mano fino a che non esce anche l’ultima goccia, apre la bocca e mostra orgogliosa la sua lingua ricoperta della mia semenza, l’assapora poi l’ingoia. Si distende su di me e mi bacia. Restiamo per circa un’ora distesi a parlare del futuro, che ci riguarda, poi se ne va. Per tre giorni il mio lavoro mi tiene lontano da lei, poi al ritorno m’invita a cena. Resto un momento indeciso, ma lei mi assicura che non ci sono problemi, lui sa tutto e non ha nessuna obbiezione nei miei confronti, anzi mi reputa una persona a modo. Quando suono alla sua porta, mi apre lui, mi saluta cordialmente e trovo la casa immersa in un’atmosfera romantica, luci soffuse la tavola imbandita con candele accese. Lei appare bellissima, mi bacia in bocca con trasporto poi ci sediamo a tavola e lui ci serve una cena buonissima. Ci scambiamo coccole e finito di mangiare andiamo in camera, senza che lui ci dia il minimo disturbo.
“ scopa qui, nel mio letto .” - mi dice lei spogliandosi.
La scopo con ardore e passione, le faccio urlare ripetutamente il suo piacere. Le sfondo anche il culo e le riempio la bocca di sborra. Quando è sazia mi rivesto sommariamente, e lui mi accompagna alla porta, ringraziandomi per il piacere che ho procurato a sua moglie.
Da quella sera sono passati otto mesi in un crescendo d’intense emozioni. Ha cambiato il suo look, in particolare quando esce con me, abbigliamento molto succinto e tacchi vertiginosi. Il suo primo carsex l’ha sconvolta. Piegata a novanta, appoggiata, al cofano dell’auto con me dietro che le sfondavo il culo mentre lei ha succhiato e fatto godere cinque maschi. Un’altra volta sull’autostrada l’ho fatta scopare da tre camionisti contemporaneamente che l’hanno sbattuta come una puttana facendola godere tantissimo. Poi le ho fatto conoscere i privè. La prima volta ha passato due ore a godere fra le braccia di una donna, esperienza che l’ha veramente affascinata. Le è piaciuto così tanto, che la volta dopo ha voluto provare anche il Gloryhole, è impazzita dal piacere di succhiare piu di dieci cazzi che uscivano dai buchi nel muro per poi farsi sborrare in viso e sulle tette. Non contenta si è fatta scopare da due tipi MOLTO dotati che l’hanno aperta veramente. In estate siamo andati in Corsica insieme, solo io e lei. Provare a stare nuda fra la gente l’ha fatta eccitare tantissimo, a volte ci dovevamo trova re un posto appartato per scopare da quanto si bagnava. Prima del ritorno le ho organizzato una Gang, con altri cinque maschi . Siamo stati un pomeriggio intero a scoparla per poi ricoprile il suo corpo di calda sborra, il tutto documentato da foto che poi lei ha mostrato a lui che ne è rimasto molto compiaciuto. Col tempo ha capito quale sia il rapporto fra loro. Con me lei fa sesso, forte, trasgressivo, a volte estremo, ma con lui ha un’intesa fortissima. Me ne sono reso conto dopo alcune volte, quando la scopo a casa sua, e mentre lei gode sul mio cazzo, lui ci osserva in silenzio nella penombra della camera, e quando lei gode volge lo sguardo verso di lui che annuisce soddisfatto. È innegabile l’amore che ha per questa donna che venera come una dea. Circa tre masi fa è giunta nel nostro condominio una giovane coppia, lui un ragazzone sempre impegnato a fare mille sport, mentre lei un tipino dall’aria timida. Alta di media statura, bionda con due labbra molto invitanti, seno piccolo, forse meno di una terza, due gambe snelle e ben tornite sormontate dal suo pezzo forte: un culo perfetto! Che lei evidenzia con indumenti che ne risaltano la bellezza. Giusy mi fa notare che la ragazza indugia a lungo con lo sguardo quando mi vede passare, Io ammetto che un bel pensierino su quel culetto l’ho fatto.
“ ti piacerebbe averla nel letto con noi?” - mi chiede all’improvviso.
Colto alla sprovvista resto sul vago.
“ ammetto che non mi dispiacerebbe, ma sono giovani e sposati da poco, dubito che si possa realizzare.”
Lei mi sorride maliziosa.
“ lascia fare a me, è una donna, e fra donne l’intesa è più rapida.”
Non so come abbia fatto, ma dopo una settimana era nel letto fra noi. Silvia, questo è il suo nome ha una passione profonda per leccare le donne, in particolare la fica, meglio se ben farcita di calda sborra, passione che ha subito contagiato anche Giusy. Per me questo va molto bene, per cui il nostro passatempo preferito è diventato questo: io ne scopo e faccio godere una, poi le inondo la fica , che è ripulita dall’altra, mentre quella che ha goduto provvede succhiarmi il cazzo per farlo tornare ben duro per scopare anche l’altra. Con la complicità di Giusy, le ho sfondato anche il culo, che era vergine. All’inizio si è un po lamentata per il dolore, ma con Giusy che le succhiava il clito con due dita ben piantate in fica il piacere ha avuto ben presto il sopravvento, e ora si lascia inculare tranquillamente, ma esige che le sborri sempre in fica.
Due mattine fa mi suonano entrambe alla porta, entrano che sono radiose e felici, Silvia sprizzava contentezza da tutti i pori, mi abbraccia sorridendo.
“ sono incinta!!!” - esclama con entusiasmo.
Resto un momento stupito, certo in questi mesi le ho farcito abbondantemente la fica di sborra, ma credevo usasse delle precauzioni. Lei legge il velo d’inquietudine sul mio volto, mi abbraccia più forte, e mi bacia.
“ tranquillo!!, non ci sono problemi, un cornuto che lo alleva ce l’ho anch’io!.”
Ridiamo tutti e tre di gusto e poi ci dedichiamo al nostro passatempo preferito.
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9 years ago
admin, 75
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Prime trasgressioni
Una, forse banale ma, piacevolissima esperienza realmente accaduta.
Siamo al rientro da un importante incontro di lavoro, io e mia moglie vista la giornata di primavera inoltrata e con un bel sole, decidiamo di rilassarci uscendo dall'autostrada e ci inoltriamo in una pineta che porta in un luogo meraviglioso che credo si chiami "Marina di Vecchiano" zona lido di Camaiore. Ero già stato una volta anni fa per una pausa pranzo e mi era piaciuto moltissimo il posto.
Arriviamo sul luogo e ci sono poche persone, il periodo ancora troppo presto per la balneazione, inoltre quel giorno la spiaggia era vietata al publico causa esercitazioni militari, in effetti per una oretta è stato un continuo di colpi d'arma da fuoco.
Ci fermiamo pertanto prima della spiaggia in prossimità di una piccola costruzione in legno che probabilmente funge da punto di ristoro nel periodo di balneazione.
Ci sediamo al sole appoggiati a questa casetta in legno, il sole, il caldo iniziano a farsi sentire e ci alleggeriamo un po' di abbigliamento, mia moglie resta in canottiera e gonnella leggera, anch'io tolgo un po di cose e resto in slip e canottiera. Il caldo procede e ci avvolge, mia moglie solleva sempre più la gonna e io ammiro, qualche persona che ogni tanto passa in zona ma siamo un po' appartati è solo chi intenzionalmente interessato a noi viene nella nostra direzione. Infatti un signore di bell'aspetto, con i capelli bianchi, timidamente si avvicina e si posiziona a pochi metri da noi, anche lui al sole ma riparato dalla vista dei pochi passanti in zona. Inizialmente mi sento un attimo infastidito, poi il fare molto discreto e signorile, prima ci mette a nostro agio poi sembra riesca ad intrigare mia moglie. Infatti si lascia accarezzare disinvolta, quasi compiaciuta, succede poi che le carezze prendono vigore sempre più fino al punto di addentrarsi in zone normalmente coperte. Il signore gradisce eccome, inizia così a massagiarsi il suo pacco, poi incoraggiato dal nostro fare e lasciar fare, piano piano estrae un bellissimo esemplare di attributo maschile. Ho pensato qua si fa grigia questa vorrà andarsene, pensando a mia moglie, invece se ne sta tranquilla a godersi le mie carezze, anzi, sembra ammirare è quasi gradire. Non mi lascio sfuggire l'attimo, ed accentuo il mio massaggiare le sue parti più nascoste prima le sue tette, fino a scoprirle a turni, poi scendendo inizio al massaggiare la passera facendo salire la gonna sempre più addirittura riesco a fare aprire un pò le gambe per far meglio vedere i passaggi molto sensuali sulla passera da sopra il perizoma, sempre più intensi fino a spostare un po alla volta il perizoma. Il vedere mia moglie che se ne sta lì ad ammirare un bellissimo attributo di un altro uomo e ancora più si sta lasciando massaggiare inumidendo sempre più la sua bella figa, mi fa letteralmente impazzire, non avevo provato un senso di eccitazione simile da tantissimo o forse non mai. Lei inizia a ricambiare i massaggi su di me ed estrae anche il mio più modesto cazzo anche se comunque molto gradevole a detta sua. La situazione si scalda sempre maggiormente, chi si bagna e chi si infradicia come la topa di mia moglie. Questa intrigante situazione procede sempre più coinvolgente per una mezz'ora buona, tra gemiti e grandi emozioni, in effetti una bella figa, aperta e continuamente stimolata, penetrata da sapienti mani, lì in bella vista mostrata allo sconosciuto faceva un grandissimo effetto sia allo sconosciuto che a me.
Succede poi che la stato di grande eccitazione generale si affievolisce un attimo e interviene il senso di dire: oddio ci siamo lasciati andare troppo, abbiamo esagerato, e ci si ricompone con un certo imbarazzo. Forse è proprio l'imbarazzo che ci porta ad alzarci ed allontanarci, naturalmente lo sconosciuto ci segue da vicino fino alla zona dove avevamo parcheggiato l'auto, saliamo, mettiamo in moto e ci avviamo, lo sconosciuto ancora ci segue e dopo aver imboccato la strada per attraversare la pineta ci invia segnali inequivocabili per seguirlo probabilmente in un luogo ancora più tranquillo dove forse avremmo potuto proseguire e forse andando anche oltre.
Il nostro senso del pudore o la nostra mentalità, non ci ha permesso di inoltrarci in questa ulteriore avventura. In più occasioni ho ricordato, e non credo solo io, questo episodio con nostalgia, forse pentito/i di non avere accettato di seguire quella persona. A volte credo ci si dovrebbe lasciare andare e vivere intensamente questi bellissimi momenti, peccato!!! La sera però giunti a casa, io e mia moglie, appena potuto siamo andati nel nostro lettone e abbiamo prodotto una delle scopate più belle in assoluto.
P.s. A volte ritorniamo sull'argomento e mia moglie mi chiede se, al prossimo viaggio di lavoro da quelle parti, mi può accompagnare, ....... credo che organizzerò quanto prima.
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9 years ago
ugo61,
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Seguito di ecco come fu..
Seguito a “Ecco come fù…”
Dopo quell'esperienza passai diversi giorni in piena crisi d’identità. Mi chiedevo chi ero, cosa mi fosse successo, desideravo comunque le ragazze ma…. Il mio lato femminile desiderava sentirsi … “desiderata”. Così, dopo un po’ di lotte intestine, alla fine cedetti e riandai al bar, da Nino, il quale, vedendomi, mi fece un sorriso grande come una casa e mi disse: “Speravo ti facessi vivo, anche Leo non fa altro che chiedermi di te.” Chiacchierammo un po’ e rimanemmo d’accordo che ci saremmo rivisti l’indomani, giornata di riposo del bar, nel primo pomeriggio a casa di Nino. All'indomani ero irrequieto, mi sentivo irresoluto se andare o no, ma alla fine mi ritrovai a suonare al campanello. Nino mi aprì il portone subito, quasi fosse in attesa vicino al citofono, e quando arrivai davanti alla sua porta mi fece subito entrare; non l’aveva ancora richiusa che già mi stava baciando, lingua in bocca, e lì tutte le mie paure scomparirono e mi sentii sciogliere. Ero tutto un fremito di desiderio, languido e sensualizzato al massimo. Ancora oggi, per me, il bacio è il massimo dell’espressione erotica. Mi baciò per una decina di minuti, inseguendo e duellando con la sua lingua con la mia, sino a riuscire a succhiarmela come se stesse facendomi un pompino, erotizzandomi al massimo: ero diventato una bambola di pezza tra le sue mani, non avevo più cognizione di niente. Poi, all'improvviso, mi sentii palpare il culo da mani che non erano quelle di Nino, che nel baciarmi mi teneva la testa per continuare il bacio. Erano le mani di Leo, che era uscito dalla cucina dove era in attesa e che, non sentendo più rumori, dopo che la porta si era richiusa, era venuto a vedere cosa stesse succedendo. Mi palpava il culo con delicatezza, con desiderio, con sensualità, iniziando a calarmi i pantaloni e le mutande. Lì, ancora in piedi nell'ingresso! Per calarmi bene i vestiti si accucciò e, facendo ciò, si trovò con la faccia all'altezza del mio culo ed iniziò a baciarmelo ed a leccarmelo, cercando, pian piano, di mettermi la lingua tra le natiche, iniziando così a slinguarmi ed inumidirmi lo sfintere che, per le sensazioni provate, iniziò a contrarsi e rilassarsi come se volesse essere penetrato.
Mi alzarono di peso e mi portarono in camera, adagiandomi sul letto. Io ero inebetito, percorso da brividi di piacere e loro fecero in fretta a spogliarsi e distendersi al mio fianco, uno per parte Avendo capito già dalla volta precedente che il bacio, per me, era motivo di grande emozione iniziarono, alternandosi, a baciarmi in bocca, profondamente. Mentre uno mi baciava, l’altro succhiava i miei capezzoli, mi accarezzava, mi masturbava delicatamente, senza fretta.
Leo, mentre mi succhiava un capezzolo, iniziò a morderlo, prima leggermente, poi un po’ più forte, dandomi delle vere e proprie scosse di piacere che mi arrivavano sino al cervello, elettrizzandomi. Nel contempo mi masturbava, scendendo ogni tanto sino al buco del culo che poi accarezzava e massaggiava inumidendolo, di volta in volta, con un po’ di saliva ed iniziando ad inserire prima un dito, poi un secondo, cercando di far rilassare sempre di più il mio sfintere. Poi mi inserì un dildo, un po’ più grosso di due dita, iniziando a muoverlo lentamente dentro di me, sempre continuando a succhiarmi i capezzoli che, ormai, erano così sensibili che bastava li sfiorasse per causarmi delle vere e proprie scosse di piacere. …E venni, copiosamente, una prima volta nella mano di Leo che subito se la leccò e volle poi, allontanando Nino, baciarmi in bocca per condividere la mia sborra. In tutto questo tempo, Nino aveva continuato a baciarmi profondamente, mettendomi in mano il suo splendido cazzo per farsi fare una sega. Aveva il cazzo così duro che sembrava acciaio e, dal momento che Leo lo aveva costretto a smettere di baciarmi, si posizionò dietro di me e, tolto il dildo, mi puntò il cazzo in mezzo alle chiappe e iniziò a spingere, gradatamente, sino ad entrare completamente dentro di me. E lì si fermò, godendo del fatto che il mio sfintere si contraeva, quasi fosse una bocca che gli stesse facendo un pompino.
Mi sentivo completamente riempito, invaso, posseduto ma soddisfatto dal sentirmi così desiderato, così … femmina. Ormai il mio culo chiedeva solo di essere chiavato. E Nino iniziò a chiavarmi, lentamente, godendo di ogni centimetro che mi affondava nelle viscere, con calma, quasi con sadismo avendo capito che ormai ero, tra le sue mani, una vera troia che desiderava solo di essere chiavata.
Me lo faceva assaporare tutto, sussurrandomi all'orecchio, mentre ci infilava dentro la lingua, “ Ecco, goditelo, assaporalo tutto, desideralo, chiedimelo di scoparti come la troia che sei!”. Io non ragionavo già più, mugolavo di piacere ma non potevo parlare perché, nel frattempo, Leo mi aveva chiuso la bocca con il suo cazzone e mi stava letteralmente scopando in bocca, in ginocchiato davanti a me e continuando a torturarmi i capezzoli. Venni per la seconda volta !! …e loro continuavano, lentamente, metodicamente, a scoparmi, avanti e dietro. Sembravano incontenibili, riuscivano a controllarsi nel non eiaculare proprio per riuscire a portarmi sull'orlo della pazzia. Ero tutto un brivido di piacere, di desiderio me, in un breve sprazzo di lucidità, riuscì a comandare il mio sfintere affinché accentuasse le sue contrazioni stimolando, così, maggiormente il pene di Nino che, alla fine, cedette e urlando iniziò a godere senza sosta, riempiendomi di sborra al punto che mi sentivo il sapore in bocca. Ma no… non era il sapore della sborra di Nino ma di quella di Leo che, sentendo godere Nino, aveva ceduto anche lui all'orgasmo.
Crollarono, ambedue, a fianco a me: Nino con ancora il cazzo nel mio culo mi aveva trascinato sul fianco, Leo appoggiando la sua testa su un mio capezzolo, continuando a leccarlo. Non mi davano pace, ero elettrico. Leo si rigirò, sul fianco, rimettendomi in bocca il suo cazzo e imboccando il mio che, dopo la seconda sborrata, era rimasto incredibilmente sull'attenti. Iniziò a leccarlo, coccolarlo, morderlo, succhiarmi le palle ed intanto accarezzava anche quelle di Nino, facendo sì che il cazzo rimanesse duro e ben infisso dentro di me. Il mio sfintere continuava, così, a contrarsi per l’effetto di quel piolo infisso dentro, trasmettendomi ulteriori sensazioni che, in breve, mi portarono a godere per la terza volta nella bocca di Leo che, leccatala tutta, si rigirò per baciarmi e condividerla, inghiottendo poi anche la mia saliva.
(continua)
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9 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Feticismo estremo
è una scena che posso descrivere bene perchè fatta realmente con due ragazze 21enni, un paio di anni fa.me disteso sul pavimento del mio bagno....lei e la sua amica a turno si accovacciano su di me e iniziano a riempirmi di sputi...molti vanno a centro e finiscono direttamente in bocca....altri (ma penso che lo fanno di proposito ) finiscono dentro gli occhi....che pian piano mi si socchiudono e non mi fanno più vedere nulla....poi ad una delle due ragazze viene in mente una idea ancora più estrema e perversa per rendere la cosa piu perversa....quella di usarmi come loro cesso completo. Cosi mi fanno stendere spalle a terra sul pavimento, a turno si siedono sulla mia faccia a mo di cesso...e iniziano prima a pisciarmi, obbligandomi a bere tutto.....poi finita quella la prima ragazza si gira dandomi le spalle...orienta il suo orifizio anale sulla mia bocca....inizio a sentire quell'intenso e strano odore...vedo il suo meraviglioso buchetto anale che pian piano si allarga...e già fremo di piacere al pensiero di quello che sto per subire....penso che nel giro di qualche secondo finalmente si scarica su di me...e cosi nemmeno faccio in tempo a realizzare che mi scarica una bella tortillas di "cioccolata calda" direttamente nella mia bocca, che mi tappa totalmente e mi arriva fino in gola....a quel punto la ragazza si alza per guardarmi in faccia... e compiaciuta mi ordina di ingoiarla tutta... e non lasciarne fuori niente. Poi sarà il turno della sua amica.........
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9 years ago
leccoleidietro,
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C'è sempre la prima volta
Che pomeriggio del cazzo, passato a pomiciare con Mariella ma niente di più, ho il cazzo durissimo. Quasi quasi vado su al Pincio, forse riesco a farmi fare un pompino. Cosa vuole questo?
“Scusa, mi puoi dire la strada per il Pincio?”
“Facile, è alla fine della salita.”
“Grazie!”
Ho paura che mi dovrò fare una sega stasera, non c'è anima viva. Ho voglia di gelato. Che bella Roma di sera, quassù c'è un panorama stupendo, tutta illuminata, finisco il gelato e vado a casa.
“Che città meravigliosa Roma!”
E' il tipo di prima.
“Certo che è bella!”
“Ciao, mi chiamo Luca, ti va di bere qualcosa insieme?”
“Certo, perché no?”
“Ma non sono solo. Ho un amico in macchina, si chiama Gino.”
Andiamo alla macchina, deve averne di soldi il tipo, vediamo come va a finire la serata, sicuramente vogliono scopare in tre.
“Ci vieni spesso al Pincio?”
“Quando capita!”
“Dove andiamo?”
“A casa di mio zio, vicino Piazza Farnese. Adesso lui si trova in vacanza non so dove. Ci veniamo spesso a Roma, abitiamo vicino Ancona, un paesino del cazzo. Qui veniamo per divertirci, ci piacciono i maschietti.”
“L'avevo capito!”
“Ad Ancona siamo troppo conosciuti!”
Siamo arrivati in via Giulia, si apre il portone, parcheggiamo la macchina. Che bel posto, il giardino interno sembra un bosco.
“Bel posto!”
“Proprio bello, andiamo su!”
Il palazzo è veramente bello, saliamo in casa. Veramente fica roba da non crederci una casa stupenda piena di oggetti antichi e di ricordi di viaggi molto belli. Gino si avvicina, mi mette una mano sul cazzo. Mi abbraccia e mi bacia, lascio fare.
“Prima facciamoci una sauna e una bella doccia.”
C'è anche la sauna in questo appartamento. Devono avere una barca di soldi gli zii. Li seguo, cazzo una camera solo per la sauna. Non si fanno mancare niente, box sauna, box doccia capiente, panchine e tavolino in legno.
“Beviamo qualcosa, la sauna ci mette un po' ad essere pronta.”
Gino torna con del Porto. Ci spogliamo completamente nudi, mi vergogno un po' delle dimensioni del mio cazzo confronto al loro. Quello di Luca moscio è quasi grande come il mio dritto. Anche Gino in quanto a cazzo non scherza. Entriamo in sauna. Mi metto tra di loro, Luca mi accarezza il cazzo, Gino mi prende la mano e l'appoggia sul suo. È duro e grosso, lo scappello e comincio a segarlo. La bocca di Luca è una ventosa fantastica.
“Ragazzi qui fa troppo caldo!”
Usciamo dal box sauna, fa veramente troppo caldo, mi faccio la doccia, ci si sta in tre qui dentro. Esco dal box e entrano loro. Gino si inginocchia e lo succhia a Luca. Mi asciugo e vado in sala, finisco il Porto. Aspetto, sono eccitato, che situazione intrigante. Arrivano.
“Vieni, andiamo in camera!”
Li seguo, il letto è enorme tutto in ferro battuto, attaccate ai montanti ci sono delle manette, mi lascio cadere sopra. Luca mi viene vicino, ha il cazzo durissimo ed enorme. Prende il mio e mi sega. Mi morde i capezzoli, mi piace, mi lecca la pancia. La sua lingua scivola, prende in bocca le palle e le succhia, cazzo che bello, sale fino alla cappella, la fa sparire. Li sa proprio fare i pompini. Mi lecca il culo, sento la sua lingua sul buchino. Gino si avvicina con il cazzo duro tra le mani, si mette in ginocchio sul mio petto, ho la sua cappella davanti la bocca.
“Succhiamelo, fammi sentire come sei bravo.”
Adesso che faccio? Non ho preso in considerazione uno sviluppo del genere, pensavo che avrei fatto come al solito l'attivo. Un pompino ci può stare, ho già preso in bocca il cazzo di Silvio, non deve essere diverso con Gino. Si sega davanti la mia bocca. Luca continua a succhiamelo divinamente, mi ha infilato un dito nel culo, lo spinge dentro e succhia. Prendo il cazzo di Gino, lo scappello e lo faccio sparire in bocca, l’esperienza fatta con Silvio serve. Mi piace sentirlo così duro, mi piace succhiarlo. Anche a lui piace molto il servizio che gli sto.
“Cazzo se sei bravo. Basta, così mi fai venire. Ora facciamo dei giochini, facciamo tutto noi, tu non ti devi toccare, ora ti mettiamo le manette.”
“Perché le manette?”
“E' un gioco, niente di strano, ci piacciono le cose normali. Ora ti metto questo fazzoletto sugli occhi, rilassati e lascia fare a noi.”
Lascio fare, sono eccitato e curioso, vediamo che succede, mi ammanettano mani e piedi. Cazzo, ma sono manette vere.
“Ma sono vere!”
“Certo, altrimenti ti liberi!”
“Perché, che volete fare?”
“Vedrai, ti piacerà molto.”
Mi bendano, non vedo niente, li sento parlare, sono completamente immobilizzato. Non avevo previsto neppure questo! Cazzo sono bloccato, me ne rendo conto solo adesso. Sono preoccupato, vuoi vedere che vogliono incularmi? Ho voglia di prenderlo ma questi hanno dei cazzi enormi. Sento una lingua che lecca un capezzolo e una bocca che morde l’altro, mi fa male. Una mano mi sega. Qualcuno si siede sul mio petto, ho una cappella vicino la bocca, è grande. Comincio a leccarla, la prendo in bocca, faccio fatica ma è dentro. Succhio, mordo è dura.
“Ecco bravo, così, succhiamela!”
Ho il cazzo di Luca in bocca, lo pompo. La lingua di Gino mi lecca dappertutto. ha le mie palle in bocca e le succhia. Cazzo che bello, mi fa saltare sul letto. Luca mi scopa in bocca a fatica, non riesco a prenderlo tutto dentro, ma mi piace. Gino comincia a farmi un pompino, sento la sua bocca chiudersi come una ventosa sulla mia cappella, è fantastico! Infila un dito nel culo e spinge.
“Lo sai che succhi veramente bene. Ti piace proprio.”
“Hai proprio un bel culetto.”
Gino smette di succhiarlo. Riesco a togliermi la benda, ho il cazzo di Luca in bocca, spinge, faccio fatica a tenerlo, arriva in gola, mi strozza. Gino si allontana, Luca mi sbatte in faccia il suo cazzo.
“L'hai portato?”
“Sì!”
“Adesso ti allarghiamo il culo!”
“Ragazzi non scherziamo, io sono vergine e voi avete dei cazzi enormi.”
“Bene Gino, abbiamo un verginello.”
“Non mi sembra tanto verginello, ha il culo abbastanza aperto.”
“Non sono mai stato inculato.”
“Che cazzo dici, ti ho infilato tre dita dentro. Ti piacerà.”
“Accontentatevi del pompino!”
“Voglio il tuo culo!”
Cazzo, in che situazione mi sono cacciato, questi mi rompono il culo.
“Dai ragazzi, non fate gli stronzi, per favore!”
“Guarda qui che ho!”
Gino ha in mano un barattolo di lubrificante, se lo mette sul cazzo.
“Ora ti faremo divertire.”
Il suo dito mi lubrifica il culo, lo sento spingere, stuzzicarmi il buchino. Mi piace, cazzo se mi piace. Le dita sono diventate due e poi tre. Spinge le sento, scivolano, stuzzicano, mi piace. Smetto di succhiarlo a Luca, continuo a segarlo.
“Hai un bel culetto allenato. Ti hanno già inculato.”
“Giuro, è la prima volta, fai piano.”
Ho paura, ma lo voglio, speriamo non faccia male. Ho solo preso cazzi di gomma ma molto più piccoli. Gino mi toglie le manette.
“Girati!”
Mi stanno per inculare ed io non faccio niente. Che cazzo posso fare? Mi metto alla pecorina, devo rilassarmi. Gino viene dietro, ho una mano sul fianco, appoggia la cappella sul buco, la sento, spinge, scivola via. Riprova, scivola via.
“Aspetta, faccio io.”
Prendo il cazzo in mano, lo avvicino al buco, sento la cappella che spinge, la sento, sta entrando, fa un po' male. Mi prende i fianchi e spinge, lo sento entrare, entra di spinta, è tutto dentro, comincia ad incularmi.
“Visto che è entrato? Fa male?”
“Un po', fai piano.”
Lo sento scivolare dolcemente, mi tocco il culo, è tutto dentro sento le sue palle. Luca si mette davanti a me, ho il suo cazzo duro sulle labbra, le apro e lo ingoio. Cazzo che situazione, un cazzo nel culo ed uno in bocca. Che battesimo del fuoco. Che bello, scivola, mi piace. Spingo anche io, lo voglio sentire tutto. Succhio Luca, mi scopa in bocca. L'hanno capito che mi piace. È incredibile, ho un cazzo enorme nel culo, scivola e non fa male, mi piace. Ho usato i surrogati giusti, quando lo racconto a Silvio.
“Non hai un culo, hai una fica! Sei una troia. Ti piace il mio cazzo vero?”
Cazzo se mi piace, Luca mi scopa. sono eccitatissimo, ho il cazzo che mi scoppia tra le gambe e nessuno dei due lo tocca, mi sembra di impazzire, è una tortura. Gino continua a incularmi.
“Sei un frocio, una troia, una zoccola!”
Ha ragione, sono una troia, una zoccola? Mi sento una troia e mi piace sentirmi così, essere trattato così. Mi sdraio, Gino mi allarga le gambe e lo rimette dentro.
“Sei una pompinara, succhia!”
Luca è seduto sul mio petto e spinge il cazzo nella mia bocca. Mi piace la sua cappella dura, ci gioco con la lingua. Mi tiene ferma la testa, spinge, ho la bocca piena di sborra. È la prima volta che mi sborrano in bocca, strano sentirla in bocca, ho sempre pensato che facesse schifo, invece no. Mando tutto giù, non posso fare altro, Luca non lo tira fuori, l'ho succhio fino all'ultima goccia. Anche questo non l’avevo previsto!
“Ti è piaciuta la mia sborra?”
Non rispondo, sono troppo concentrato sul cazzo di Gino che spinge sempre più forte, lo sento scivolare dentro, spingere sempre di più. Mi piace, mi fa impazzire, sto godendo da matti, comincio ha farmi una sega, cazzo se è bello. L'ho cinturo con le gambe, voglio la sua bocca. L’ho sfila e mi sborra in faccia, la sento colare sul mio viso poi me lo infila in bocca.
“Succhia troia... succhia tutto, bevi.”
Ho in bocca ancora il sapore della sborra di Luca, succhio, mando giù. Ci sdraiamo vicini.
“Mi sono proprio divertito, hai un bel culo, accogliente. Da quanto tempo batti?”
“Ci vado ogni tanto al Pincio, comunque questa è la prima volta che mi inculano.”
“Impossibile! Succhi troppo bene e hai il culo allenato!”
“Io, comunque, ancora non sono venuto!”
“Ti faremo sborrare noi tranquillo.”
Gino prepara una canna, ci siamo bevuti due bottiglie di vino. Sono su di giri. Mi tolgono le manette alla pecorina e mi ammanettano di nuovo. Luca mi viene dietro. Gli è tornato duro di nuovo. Ha il cazzo più grosso di quello di Gino.
“Ora sentirai qualcosa che non hai sentito mai, farò dolcemente.”
Sento la sua cappella spingere sul culo, fa fatica ad entrare.
“Tranquillo, rilassati che ora entra. Ecco lo senti entra.”
Lo sento, sento il mio culo che si allarga sempre di più. Lo sento scivolare dentro di spinta, fa male.
“Fai male, fermati.”
Continua a spingere. Fa male.
“Cazzo, piano, fai male!”
“Godi troia! Ti piace il mio cazzo, lo senti tutto vero? E’ un bel cazzo duro, tutto per te.”
Continua ad incularmi, il male è passato, mi piace sentirlo così, enorme che scivola dentro il mio culo, è da sballo mi sento tra le nuvole. Spingo anche io, lo voglio sentire tutto. Chi cazzo l'avrebbe mai pensato che fosse possibile avere un cazzo così grosso nel culo e invece mi sta inculando e mi piace da morire.
Me lo sta aprendo per bene, spinge sempre più velocemente, che bello. Che frocio che sono. Mi faccio una sega, mi piace troppo, sborroooooooooo. Spinge, lo tira fuori.
“Succhia tutto!”
Lo prendo in bocca che mi riempe di sborra.
"Succhia troia, succhia così, bevila tutta.”
Succhio e mi piace.
“Abbiamo trovato il nostro divertimento romano, disposto a tutto. Ti va di diventare la nostra puttanella?”
Certo che lo voglio, mi piace troppo.
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9 years ago
robbysex3modena,
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Cara,unregalo per te
Sono un dipendente statale ma da buon Italiano,mi occupo di un secondo lavoro,quello del massaggiatore(affine al mio lavoro da dipendente)il quale mi da molte soddisfazioni per lo scambio diretto di sensazioni che il corpo emana.
Qui comincia il mio racconto.
Circa dieci anni fa, non avevo la possibilità economica di aprire uno studio dove poter svolgere la mia professione di massaggiatore(avevo bisogno anche di farmi conoscere come tale),cominciai a farmi pubblicità attraverso dei volantini che personalmente imbucavo nella posta dei condomini.
Le richieste di lavoro non tardarono ad arrivare,visto che i clienti soprattutto di sesso femminile preferivano farsi massaggiare in un ambiente discreto quale la loro casa.
Con questa mia attività domiciliare gli affari andavano a gonfie vele soprattutto nel periodo primaverile, fase di preparazione fisica per le donne alla prova costume in prossimità dell’estate.
Ormai la mia seconda attività era avviata alla grande e non pensavo più ad aprire uno studio privato visto che il lavoro a domicilio era più piacevole e discreto.
Non nego che durante questi anni durante le sedute domiciliari,alcune signore,sotto loro richiesta hanno voluto approfondire l’intensità del massaggio chiedendomi non solo l’uso delle mie mani ma anche del mio corpo.
A fine marzo 2010,in prossimità delle feste Pasquali,vengo contattato telefonicamente da un uomo,il quale espresse il desiderio di incontrarmi privatamente in un Bar per propormi un lavoro che dovevo svolgere.
Dopo aver precisato tutto quanto per l’appuntamento, il giorno successivo ci incontrammo nel Bar che lui mi aveva indicato,mi riconobbe subito visto le precise indicazioni che gli avevo fornito del mio vestiario.
Io ero seduto ad un tavolino un po’ più appartato e lui prese posto di fronte a me ed era visibilmente imbarazzato(pensai tra me e me, vuoi vedere che mi chiede una prestazione sessuale? (Non fu cosi).
Chiedemmo un aperitivo per rompere il ghiaccio, mi presentai, lui si presentò con il nome di Massimo,gli elencai i tipi di massaggio che effettuavo,dopo di che lui mi disse che intendeva fare una sorpresa alla moglie, quella di regalargli un massaggio total body ma che lui doveva essere presente nel vedere la moglie massaggiata perche lo eccitava .
La richiesta mi fece incuriosire molto, accettai e gli dissi cosa doveva fare prima del mio arrivo, la cosa più importante gli spiegai era quella di creare un ambiente adatto al massaggio,la stanza dove avveniva, doveva essere ben riscaldata, luci soffuse,pochi mobili intorno e la moglie prima di ricevere il massaggio doveva effettuare un bel bagno caldo in modo da preparare il corpo a ricevere le fragranze degli oli che la pelle avrebbe assorbito.
L’incontro doveva avvenire il giorno di pasquetta visto che non avevano organizzato nulla e rimanevano da soli in casa,gli precisai che per tale giorno la tariffa sarebbe raddoppiata perche festivo,lui accetto senza battere ciglio, la cosa lo eccitava. Ci salutammo dicendoci che ci saremmo sentiti telefonicamente il giorno di Pasqua per confermare l’appuntamento .
Il giorno di Pasqua ci sentimmo telefonicamente ,facendoci anche gli auguri e lui confermo l’appuntamento alle dieci del giorno successivo,confidandomi che non era più nella pelle per quanto doveva avvenire.
Gli chiesi se aveva accennato qualcosa alla moglie e lui mi rispose dicendomi che alla moglie aveva detto che sarebbe arrivato un ospite che le avrebbe fatto una bella sorpresa.
Come d’accordo il giorno successivo mi presentai alle dieci all’appuntamento,bussai al citofono e mi rispose Massimo invitandomi a salire al secondo piano,con me portavo un borsone dove vi era tutta l’attrezzatura per effettuare il mio lavoro,Massimo mi aspettava già sull’uscio della porta dicendomi che la moglie era ancora in bagno.
Entrai,mi fece accomodare in un ampio salone e notai che Massimo aveva rispettato alla lettera le mie indicazioni,ambiente ben riscaldato,aveva posizionato delle lampade dove l’intensità della luce poteva essere regolata e al centro del salone c’era un grande tappeto persiano che dava più calore all’ambiente.
Nell’attesa che la moglie uscisse dal bagno,Massimo tutto elettrizzato mi chiese di bere qualcosa insieme a lui ,mi offri del cognac che accettai volentieri e gli chiesi se era pronto ,lui mi confido che aveva posizionato anche una telecamera nascosta che avrebbe ripreso tutto e mi chiese se io avevo dei problemi nel farmi riprendere mentre massaggiavo sua moglie,perche il suo desiderio era quello di vedere sua moglie fare sesso con un altro uomo, a tale confidenza mi eccitai anche io e chiesi a Massimo se già avevano avuto esperienze del genere,lui mi disse che durante i rapporti sessuali con la moglie gli aveva accennato le sue fantasie,quella di vederla fare sesso con un altro uomo e che lei si eccitava tantissimo all’idea ma rimaneva soltanto una fantasia sessuale ed era per questo che aveva ingaggiato me per vedere se la sua donna si sbloccava.
Dopo circa un quarto d’ora di attesa , si presento la moglie di Massimo,ancora in accappatoio, fu sorpresa nel vedermi perche non si aspettava la mia presenza a quell’ora del mattino visto che Massimo aveva mentito sull’ora dell’appuntamento che doveva avvenire circa due ore dopo,lui si appresto a presentarla dicendomi questa e Marta,una donna di statura media,mora con i capelli avvolti nell’ asciugamano che gli davano un non so che di orientale,un bel seno non grande ma ben fatto,era davvero una bella donna,ma Marta era visibilmente contrariata verso il marito perche non voleva conoscere il nuovo ospite in quello stato.
Massimo si affretto a spiegargli che la sorpresa era proprio nel fatto di farla trovare in accappatoio e che il suo regalo consisteva in un massaggio rilassante che io avrei dovuto fargli, al che Marta si rivolse bruscamente verso Massimo dicendogli che non sarebbe stata disposta a farsi massaggiare da una persona conosciuta appena da qualche minuto scusandosi verso di me per tali affermazioni,ma era la verità.
Io al quel punto mi alzai per andare via ma Massimo mi blocco dicendo a Marta che per tutta la durata del massaggio sarebbe stato presente anche lui,Marta ancora un poco titubante ma poi quando guardò negli occhi di Massimo e questi gli strizzo l’occhio facendogli capire che la cosa avrebbe fatto piacere anche a lui lei accetto di farsi massaggiare,mi chiese cosa doveva fare ed io prontamente gli dissi che si doveva solo rilassare e sentire il suo corpo avvolto dalle mie mani per trarne il massimo rilassamento.
Posizionai il materassino sul tappeto al centro del salone .ci appoggiai sopra un telo di cotone verde,feci abbassare le luci e la invitai a togliersi l’accappatoio e a sdraiarsi in posizione prona in modo che avrei iniziato il massaggio dalla schiena. Marta si tolse l’accappatoio e mostro uno splendido corpo,i seni entravano in una coppa di champagne,il ventre era piatto,due fianchi che armonizzavano tutto il corpo,le gambe affusolate ma leggermente muscolose che si attaccavano ad un culo ben sodo,indossava un perizoma che una volta stesa iniziai a sfilarlo ma Marta mi blocco subito al che Massimo ancora una volta la tranquillizzo dicendogli che non c’erano problemi e che il massaggio stando completamente nuda sarebbe stato più efficace,quindi io prosegui nello sfilare il perizoma e vidi la sua figa che era totalmente rasata con le piccole labbra sporgenti e carnose che mi fecero drizzare subito l’uccello.
Massimo si posizionò in modo da godersi tutta la scena e ogni particolare del massaggio,io mi posizionai dietro la testa di Marta e comincia a spandere delicatamente l’olio dalla schiena alle gambe,Marta era ancora rigida sotto le mie mani ma la rassicurai che presto si sarebbe rilassata.
Iniziai a massaggiarle la schiena,dove mi soffermai un pò di più proprio per farla rilassare e vidi che la tensione stava svanendo in Marta rilassandosi completamente sotto le mie mani,dicendomi che la cosa incominciava ad essere molto piacevole,mi spostai velocemente ai suoi piedi e ripresi a massaggiarla salendo lentamente su per i polpacci, le divaricai leggermente le gambe e le mie mani arrivarono all’ interno delle cosce dove lei incomincio a muoversi lentamente e di tanto in tanto si sentiva un piccolo mugolio di piacere,la sua figa era tutta fradicia di umori tanto che il telo verde sotto di lei era già bagnato, mi spostai ancora,verso i fianchi di Marta e cominciai a massaggiare il culo,facendo aprire e chiudere le natiche tanto che la figa anch’essa si apriva e chiudeva provocando un rumore piacevole tanto che era bagnata.
Massimo si stava godendo tutto lo spettacolo e tiro fuori il cazzo dai pantaloni e si comincio a segare, facendomi segno che era arrivato il momento di far girare Marta in posizione supina mentre lui avrebbe continuato a segarsi, invitai Marta a girarsi ,vide che Massimo si stava segando e si rivolse verso di me e vide che sotto la tuta avevo il cazzo duro come il marmo,al che Massimo gli disse, cara questo è il mio vero regalo per te,lei allora con gli occhi pieni di eccitazione mi accarezzo la patta con una mano e con l’altra comincio a masturbarsi,mi abbassai i pantaloni della tuta dove il mio cazzo si presentò in tutta la sua virilità e lei subito affondo la sua bocca sulla mia cappella andando su e giù lubrificando il cazzo con la saliva e con la sua lingua faceva da mulinello sulla mia cappella,io mi ritrassi ad un certo punto,ero cosi eccitato dalla situazione che non volevo arrivare subito,lei mi fece stendere giù e si mise a cavalcioni su di me,si apri la figa e la fece scivolare su mio cazzo che fu risucchiato e senti il mio uccello che le sbatteva contro l’utero mentre lei si dimenava,Massimo da dietro le stava leccando il buco del culo,e quando fu ben lubrificato prese il mio cazzo in mano e lo diresse verso il culo di Marta ma lei si alzo di scatto e si posiziono con la figa aperta davanti a lui e si appoggio con il culo sul mio cazzo facendolo scomparire lentamente nel suo ventre cosi facendo offriva il massimo dello spettacolo al marito,mi stava scopando prendendolo tutto nel culo ma all’improvviso si tolse e se lo infilo in figa dicendomi … ora … vienimi dentro …. allaga la mia figa bollente col il tuo sperma,non ci fu bisogno di ripetere la frase che il mio cazzo già stava eruttando un fiume di sperma e lei si alzo dal mio cazzo facendomi colare tutti i suoi umori sul ventre che lei si appresto ad asciugare con la lingua e con la bocca ancora sporca dei nostri fluidi si avvicino a Massimo e gli fece un pompino ma bastarono due colpi che Massimo le venne addosso inondando le sue tette di sperma. Marta e Massimo erano soddisfatti come lo ero anch’io visto che era una nuova emozione per me,ci ricomponemmo tutti e tre ,Marta torno in bagno per farsi una doccia ed io e Massimo restammo ancora un poco a chiacchierare sulle nostre emozioni e di ciò che avevamo provato,Quando Marta ebbe finito in bagno,ritorno nel salone Baciando prima Massimo e poi me sulle labbra dicendomi che il regalo le era piaciuto tantissimo e che la cosa si sarebbe ripetuta più spesso.
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9 years ago
yattaran,
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Progressi 2
Per il nostro secondo incontro aveva deciso per un cinema a luci rosse. Avevo cercato di dissuaderla, raccontandole delle volte in cui mi era capitato di andarci da solo. Tutti i maschi presenti, quando entrava una donna, da sola o accompagnata, iniziavano a circondarla, sedendosi davanti, dietro, occupando tutti i posti liberi nelle immediate vicinanze. Se cambiava di posto, immediatamente si rimetteva in moto lo spostamento attento e interessato dei maschi. A meno di volerlo espressamente, era impossibile non perdere la concentrazione sul film e riversarla sui guardoni. “Ma è proprio questo che voglio. Sentirmi guardata, desiderata. Vedere la loro eccitazione crescere in base ai miei movimenti. Provocarli, stuzzicarli”. “Guarda che possono essere tanti – le risposi – e quando sono eccitati possono essere invadenti, ti possono toccare, magari sborrarti addosso”. Cercavo di farle cambiare idea, ma lei sapeva bene quello che voleva. “Voglio sentire su di me tutti i loro sguardi arrapati, se poi qualche vecchio porco bavoso mi vorrà mettere le mani addosso, ci sarai tu a proteggermi. Sei o non sei il mio amante e cavaliere?”. Non mi rimase che acconsentire e portarla alla Casa di Adamo ed Eva, un sexy shop con annessa una sala proiezione a luci rosse che qualche volta mi era servita per ricaricare le batterie scariche di uomo annoiato. La passai a prendere alle 23 e anche questa volta mi lasciò a bocca aperta per la cura che aveva messo nei dettagli: abito leggero lungo, con un grande spacco che ad ogni passo lasciava scoperte gambe coperte da autoreggenti nere. La scollatura generosa poteva essere più o meno aumentata semplicemente abbassando l’abito sulle spalle. Niente scarpe coi tacchi, ma semplici e comode scarpe da tennis. Non mi ci volle molto per scoprire cosa portasse sotto: appena in auto, si girò verso di me, fece aprire lo spacco, si abbassò il vestito sui seni e mi disse: “Piacerò ai tuoi amici guardoni?”.
Lo spettacolo era talmente arrapante che mi fece dimenticare di colpo tutte le mie paure: la luce dei lampioni stradali lasciava intravvedere la presenza di un anello con un laccio che usciva dalla sua figa. Cosa si fosse infilata, me lo fece scoprire durante il viaggio quando, attirando a sé la mia mano, mi fece sentire il clic-clac di due palline cinesi. Niente slip, naturalmente. “Così se qualcuno volesse entrare, troverà già occupato. Toccare, vedere sì, ma per questa volta niente cazzi estranei. Spetterà a te, la mia prima scopata da adultera. Quando, non si sa ancora, staremo a vedere come si mettono le cose.”. Amanti, adulteri, ma ancora in bianco, tranne le rispettive masturbazioni al parco. Ma la strada da percorrere era lunga, ed i progressi da fare ancora enormi. Come sarebbe stata la serata? Sarei riuscito a resistere nel vedere orde di maschi masturbarsi davanti, dietro e attorno a quella che era la mia donna? Dovevo crescere (non si smette mai di crescere, neanche a cinquant’anni), dovevo imparare a godere senza pormi domande e senza farmi condizionare dalla mia mentalità monogama. Queste domande, unite alla presenza arrapante di Emme riempirono la mia testa durante il tragitto e diventarono sempre più martellanti davanti all’ingresso del locale. Ma la sua ferma decisione mi fece saltare il fosso: “Entriamo, che ho voglia di donarmi e di godere”.
Ci sedemmo in galleria, a metà della seconda fila. Dopo che gli occhi si furono adattati all’oscurità della sala, cominciammo a notare subito l’agitazione dei maschi presenti: saranno stati una ventina, sparsi un po’ dappertutto. Tranne un gruppetto, che stava già puntando una donna matura che era in compagnia di un uomo, i restanti iniziarono subito la marcia di avvicinamento. Li sentivo arrivare, spostarsi, sedersi, rialzarsi. Erano in continuo movimento. La presenza arrapante di Emme stava facendo effetto e lei si stava divertendo a provocarli. Aveva aperto le gambe e il vestito era salito lasciando in mostra due cosce stupende mentre le spalle scoperte lasciavano intravvedere il solco dei seni. Sapeva cosa fare per attirare lo sguardo dei maschi arrapati e anch’ io, se non fossi stato preoccupato dai grugniti e dalle ombre che ci circondavano, avrei avuto di che essere soddisfatto. Mi prese la mano e me la portò sul ginocchio. La carezza che mi venne spontanea di fare, risalendo verso il suo ventre, fece scattare nuovi rumori e altri spostamenti. Vedevo quelli di lato, immaginavo il numero di quelli che si erano portati dietro di noi. Alzò la sua gamba destra, quella più distante dalla mia mano, la scarpa sul bordo del sedile. Adesso il suo ventre era visibile, anche se in penombra. Qualcuno prese ad avvicinarsi sempre più, per trovare posto davanti a noi e godere meglio dello spettacolo. Io cercavo di guardare il film, ma ero troppo agitato. “Questi due di fianco hanno tirato fuori l’uccello” mi sussurrò in un orecchio. L’eccitazione dei guardoni stava diventando la sua eccitazione. “Spostiamoci più indietro, voglio vedere cosa fanno. Sono tutta bagnata”. A fatica riuscimmo ad alzarci: ora li intravvedevo anch’io. Erano più di dieci, alcuni nello spostarsi per lasciarci passare, continuavano a masturbarsi. Ci sedemmo a metà della sala e di nuovo tutti arrivarono a circondarci. Quelli che andarono a sedersi davanti a noi rimasero girati per ammirare il suo corpo che ora era ancora più scoperto. I piedi, ora ambedue sul sedile, permettevano di vedere la sua figa in mostra. I seni fuoriuscivano dal vestito e quelli dietro cominciarono a toccarli e a strizzarli, eccitandola ancora di più. Chi era più vicino arrischiò la risalita delle sue cosce e così cominciò a dimenarsi. Io la guardavo, vedevo il suo viso sconvolto dal piacere. “Uno mi ha già sborrato sul collo”, gemette a bassa voce. Indeciso sul da farsi, cominciai ad accarezzarle la caviglia, risalendo pian piano verso il punto dove era concentrata l’attenzione di tutti. Le mani che incrociai erano tantissime e tutte che frugavano nella sua figa grondante di umori. Le sue, di mani, abbrancavano a turno i cazzi che si strusciavano contro le sue tette, che cercavano di lasciarle una scia sul vestito, sulle cosce. Venne e godette con una frenesia che non le avevo mai visto. Come se non avessero aspettato altro, uno dopo l’altro i maschi che aveva così bene arrapato, cominciarono a venire, inondandogli i seni, i capelli, la schiena. Io me ne venni nei pantaloni. I maschi, svuotati del loro seme, persero tutta l’aggressività che li aveva portati a urtarsi, spingersi per cercare di toccare in più punti possibili quel corpo meraviglioso e sensuale. Anche noi, dopo esserci un po’ ricomposti, ci avviammo verso l’uscita. “Tu sei proprio un porco bavoso. Ho visto come hai difeso questa povera troia insaziabile. Ti sei goduto tutto lo spettacolo. E ora mi tocca girare per la città con il viso e i capelli tutti impiastricciati di sborra”. Con le gambe tremanti per la grande eccitazione, ritornammo alla macchina. Ma la nottata non era ancora finita, era troppo arrapata, la sua carica erotica anziché placarsi era smisuratamente accresciuta. “Quando uno di quei maschi mi infilava le dita nella figa, le palline finivano in fondo alla vagina e mi sentivo riempita. Che potere che avevo su di loro. Li ho fatti infoiare per bene.” Si portò la mia mano sul ventre e sul seno: “Senti come sono tutta appiccicosa. Ho voglia di restare così sudicia e di far vedere a tutti quanto sono vacca. Pensi che la gente possa accorgersi di quanta sborra ho su si me? Dai, scendiamo, andiamo a fare due passi. Voglio che tutti mi guardino, che capiscano quanti cazzi mi sono menata questa sera”. Io ero imbarazzato, ma fiero di essere riuscito a tollerare che la donna che era con me fosse stata guardata, toccata, insudiciata da tanti sconosciuti. Quando incrociavamo qualche passante, al pensiero che quello indovinasse cosa fosse a brillare sulle guance e sui capelli della mia compagna, il sentimento prevalente era l’orgoglio per quanto lei fosse disinibita e per come ero riuscito ad accettare una situazione che solo pochi giorni prima mi sarebbe parsa intollerabile. Passeggiando, eravamo arrivati in una piccola piazzetta con grandi alberi e un’edicola in un angolo. “Adesso voglio la tua, di sborra, voglio che mi lasci sulla fronte il tuo marchio”. Mi spinse contro la parete dell’edicola e mi slacciò i pantaloni. L’uccello era tutto appiccicoso per la sborrata al cinema. Me lo leccò, lo ripulì e cominciò ad armeggiare con la sua bocca insaziabile. Mi aspirava l’anima, mi mordicchiava, mi faceva sentire l’effetto dei suoi denti sul glande. Non mi rimase che aspettare l’inevitabile scarica finale tenendole premuta la testa ad ingoiare fino in fondo la mia carne turgida. Lo schizzo lo diresse lei verso la sua fronte, come aveva deciso. “Entreremo in albergo mano nella mano. Andrò io a chiedere la chiave al portiere di notte. Voglio che si accorga di cosa sia stata capace di fare questa giovane scrofa.” Non avevo altra scelta, ma ero anche estremamente felice dei passi compiuti. Alla reception c’era una ragazza, e il suo sguardo, nel porgerle la chiave, mi sembrò quasi d’invidia.
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9 years ago
ergiggi,
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Progressi
Non avevo mai tradito la mia donna. Trovarmi all’improvviso con un’amante bella, calda e molto porca, mi obbligò ad entrare in un mondo che avevo incontrato solo nei libri o al cinema, quello dell’erotismo e della sensualità sfrenata, quello del tutto è possibile.
I primi passi, quelli della conoscenza reciproca, della caduta delle inibizioni furono semplici dato che la carica erotica di Emme era esplosiva. Mi aveva scelto lei, era lei ad avere sempre bisogno di qualcuno che la assecondasse, che la facesse sentire unica e desiderabile. La scelta dei posti dove scopare era già un modo per prepararci ad essere arrapati in modo continuo.
La prima volta fu in un parco, dietro un albero con dei cespugli che celavano solo in parte i nostri movimenti, le nostre azioni. Era arrivata con un vestito ampio, trasparente. Si notava subito l’assenza di mutandine e reggiseno. In macchina si era portata la mia mano tra le cosce, per confermarmi quanto avevo intuito. Avevo guidato con la carica erotica sua che diventava la “nostra carica”, con le dita umide che mi rendevano appiccicoso il cambio. Aveva scelto lei il posto nel parco, vicino alla recinzione, non troppo lontano dai percorsi della gente comune, che non era lì per scopare, ma che avrebbe potuto vederci mentre giocavamo con i nostri corpi, ci stuzzicavamo scoprendo pezzi sempre più ampi di pelle. Lei ci sapeva fare, ero io ad essere titubante, impacciato, ancora timoroso di quanto la gente avrebbe potuto pensare di me, di noi. Mi avrebbe fatto passare in fretta queste ansie, questi impacci da piccolo borghese che non aveva mai scopato con un’altra donna, che non aveva mai tirato fuori l’uccello in pubblico, che non aveva mai esibito la propria amante agli occhi vogliosi di passanti occasionali. Appoggiati all’albero, abbassai le bretelle e il suo seno mi scoppiò in mano. Tette belle, sode, tette da manipolare, succhiare, stringere. Capezzoli da mordere e leccare. Il mio uccello era stato strizzato e messo a nudo, la sua mano lo manipolava con grande maestria. La sua sapienza erotica non sembrava essere quella di una venticinquenne quale era, ma di una donna matura, che sapeva dettare il ritmo ed i tempi con competenza e grande disinvoltura. L’abito cadde a terra, non riusciva più ad impacciare i miei movimenti, quelli delle mie mani che cercavano di scoprire il calore, la tenerezza di tutte le parti del suo corpo. Istintivamente, da inesperto, cercavo il suo taglio aperto, bagnato, liscio. Ma lei voleva anche altro, voleva che le trasmettessi il calore delle mie scoperte. Doveva essere tutto progressivo ed incalzante. I miei pantaloni erano finiti alle caviglie, le sue mani lavoravano il mio cazzo con lentezza esasperata, ma con tocchi che erano un invito al mio sangue perché si concentrasse su quei centimetri di carne elettrizzata. Il suo passo successivo fu di inginocchiarmisi davanti e di prenderlo in bocca. Aveva deciso che il nostro primo incontro fosse solo dedicato alle mani e alle bocche. Toccava a lei cominciare a bagnare la mia asta per farla scorrere sensualmente nella sua bocca calda e allenata. Sarebbe stato poi il mio turno di godere della vista, dell’aroma e della morbidezza del suo inguine, della sua ferita, del suo anello. Finimmo tutti e due sul prato, a macchiarci di verde le ginocchia, a godere di questo scambio di sapori. La mia lingua la fece venire per prima. Si inarcò, mi sbattè la figa sul mento, mi bagnò le guance dei suoi umori e rantolò un ahhhhhhhhh prolungato ed estasiato. Subito dopo riprese in bocca il mio cazzo, lo leccò in punta, dove cominciava ad uscire un liquido lucente, lo succhiò, lo toccò con furore e mi fece svuotare nella sua bocca. Non ci fu bisogno di ripulirmi, perché la sua ingordigia le fece ingoiare saliva e sperma. Eravamo a Milano, qualcuno ci notò, ma se ne andò quasi impassibile. Fossimo stati a Napoli, qualcuno avrebbe applaudito.
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9 years ago
ergiggi,
57
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Mio cugino
Che pomeriggio del cazzo, passato a pomiciare con Mariella ma niente di più, ho il cazzo durissimo. Quasi quasi vado su al Pincio, forse riesco a farmi fare un pompino. Cosa vuole questo?
“Scusa, mi puoi dire la strada per il Pincio?”
“Facile, è alla fine della salita.”
“Grazie!”
Ho paura che mi dovrò fare una sega stasera, non c'è anima viva. Ho voglia di gelato. Che bella Roma di sera, quassù c'è un panorama stupendo, tutta illuminata, finisco il gelato e vado a casa.
“Che città meravigliosa Roma!”
E' il tipo di prima.
“Certo che è bella!”
“Ciao, mi chiamo Luca, ti va di bere qualcosa insieme?”
“Certo, perché no?”
“Ma non sono solo. Ho un amico in macchina, si chiama Gino.”
Andiamo alla macchina, deve averne di soldi il tipo, vediamo come va a finire la serata, sicuramente vogliono scopare in tre.
“Ci vieni spesso al Pincio?”
“Quando capita!”
“Dove andiamo?”
“A casa di mio zio, vicino Piazza Farnese. Adesso lui si trova in vacanza non so dove. Ci veniamo spesso a Roma, abitiamo vicino Ancona, un paesino del cazzo. Qui veniamo per divertirci, ci piacciono i maschietti.”
“L'avevo capito!”
“Ad Ancona siamo troppo conosciuti!”
Siamo arrivati in via Giulia, si apre il portone, parcheggiamo la macchina. Che bel posto, il giardino interno sembra un bosco.
“Bel posto!”
“Proprio bello, andiamo su!”
Il palazzo è veramente bello, saliamo in casa. Veramente fica roba da non crederci una casa stupenda piena di oggetti antichi e di ricordi di viaggi molto belli. Gino si avvicina, mi mette una mano sul cazzo. Mi abbraccia e mi bacia, lascio fare.
“Prima facciamoci una sauna e una bella doccia.”
C'è anche la sauna in questo appartamento. Devono avere una barca di soldi gli zii. Li seguo, cazzo una camera solo per la sauna. Non si fanno mancare niente, box sauna, box doccia capiente, panchine e tavolino in legno.
“Beviamo qualcosa, la sauna ci mette un po' ad essere pronta.”
Gino torna con del Porto. Ci spogliamo completamente nudi, mi vergogno un po' delle dimensioni del mio cazzo confronto al loro. Quello di Luca moscio è quasi grande come il mio dritto. Anche Gino in quanto a cazzo non scherza. Entriamo in sauna. Mi metto tra di loro, Luca mi accarezza il cazzo, Gino mi prende la mano e l'appoggia sul suo. È duro e grosso, lo scappello e comincio a segarlo. La bocca di Luca è una ventosa fantastica.
“Ragazzi qui fa troppo caldo!”
Usciamo dal box sauna, fa veramente troppo caldo, mi faccio la doccia, ci si sta in tre qui dentro. Esco dal box e entrano loro. Gino si inginocchia e lo succhia a Luca. Mi asciugo e vado in sala, finisco il Porto. Aspetto, sono eccitato, che situazione intrigante. Arrivano.
“Vieni, andiamo in camera!”
Li seguo, il letto è enorme tutto in ferro battuto, attaccate ai montanti ci sono delle manette, mi lascio cadere sopra. Luca mi viene vicino, ha il cazzo durissimo ed enorme. Prende il mio e mi sega. Mi morde i capezzoli, mi piace, mi lecca la pancia. La sua lingua scivola, prende in bocca le palle e le succhia, cazzo che bello, sale fino alla cappella, la fa sparire. Li sa proprio fare i pompini. Mi lecca il culo, sento la sua lingua sul buchino. Gino si avvicina con il cazzo duro tra le mani, si mette in ginocchio sul mio petto, ho la sua cappella davanti la bocca.
“Succhiamelo, fammi sentire come sei bravo.”
Adesso che faccio? Non ho preso in considerazione uno sviluppo del genere, pensavo che avrei fatto come al solito l'attivo. Un pompino ci può stare, ho già preso in bocca il cazzo di Silvio, non deve essere diverso con Gino. Si sega davanti la mia bocca. Luca continua a succhiamelo divinamente, mi ha infilato un dito nel culo, lo spinge dentro e succhia. Prendo il cazzo di Gino, lo scappello e lo faccio sparire in bocca, l’esperienza fatta con Silvio serve. Mi piace sentirlo così duro, mi piace succhiarlo. Anche a lui piace molto il servizio che gli sto.
“Cazzo se sei bravo. Basta, così mi fai venire. Ora facciamo dei giochini, facciamo tutto noi, tu non ti devi toccare, ora ti mettiamo le manette.”
“Perché le manette?”
“E' un gioco, niente di strano, ci piacciono le cose normali. Ora ti metto questo fazzoletto sugli occhi, rilassati e lascia fare a noi.”
Lascio fare, sono eccitato e curioso, vediamo che succede, mi ammanettano mani e piedi. Cazzo, ma sono manette vere.
“Ma sono vere!”
“Certo, altrimenti ti liberi!”
“Perché, che volete fare?”
“Vedrai, ti piacerà molto.”
Mi bendano, non vedo niente, li sento parlare, sono completamente immobilizzato. Non avevo previsto neppure questo! Cazzo sono bloccato, me ne rendo conto solo adesso. Sono preoccupato, vuoi vedere che vogliono incularmi? Ho voglia di prenderlo ma questi hanno dei cazzi enormi. Sento una lingua che lecca un capezzolo e una bocca che morde l’altro, mi fa male. Una mano mi sega. Qualcuno si siede sul mio petto, ho una cappella vicino la bocca, è grande. Comincio a leccarla, la prendo in bocca, faccio fatica ma è dentro. Succhio, mordo è dura.
“Ecco bravo, così, succhiamela!”
Ho il cazzo di Luca in bocca, lo pompo. La lingua di Gino mi lecca dappertutto. ha le mie palle in bocca e le succhia. Cazzo che bello, mi fa saltare sul letto. Luca mi scopa in bocca a fatica, non riesco a prenderlo tutto dentro, ma mi piace. Gino comincia a farmi un pompino, sento la sua bocca chiudersi come una ventosa sulla mia cappella, è fantastico! Infila un dito nel culo e spinge.
“Lo sai che succhi veramente bene. Ti piace proprio.”
“Hai proprio un bel culetto.”
Gino smette di succhiarlo. Riesco a togliermi la benda, ho il cazzo di Luca in bocca, spinge, faccio fatica a tenerlo, arriva in gola, mi strozza. Gino si allontana, Luca mi sbatte in faccia il suo cazzo.
“L'hai portato?”
“Sì!”
“Adesso ti allarghiamo il culo!”
“Ragazzi non scherziamo, io sono vergine e voi avete dei cazzi enormi.”
“Bene Gino, abbiamo un verginello.”
“Non mi sembra tanto verginello, ha il culo abbastanza aperto.”
“Non sono mai stato inculato.”
“Che cazzo dici, ti ho infilato tre dita dentro. Ti piacerà.”
“Accontentatevi del pompino!”
“Voglio il tuo culo!”
Cazzo, in che situazione mi sono cacciato, questi mi rompono il culo.
“Dai ragazzi, non fate gli stronzi, per favore!”
“Guarda qui che ho!”
Gino ha in mano un barattolo di lubrificante, se lo mette sul cazzo.
“Ora ti faremo divertire.”
Il suo dito mi lubrifica il culo, lo sento spingere, stuzzicarmi il buchino. Mi piace, cazzo se mi piace. Le dita sono diventate due e poi tre. Spinge le sento, scivolano, stuzzicano, mi piace. Smetto di succhiarlo a Luca, continuo a segarlo.
“Hai un bel culetto allenato. Ti hanno già inculato.”
“Giuro, è la prima volta, fai piano.”
Ho paura, ma lo voglio, speriamo non faccia male. Ho solo preso cazzi di gomma ma molto più piccoli. Gino mi toglie le manette.
“Girati!”
Mi stanno per inculare ed io non faccio niente. Che cazzo posso fare? Mi metto alla pecorina, devo rilassarmi. Gino viene dietro, ho una mano sul fianco, appoggia la cappella sul buco, la sento, spinge, scivola via. Riprova, scivola via.
“Aspetta, faccio io.”
Prendo il cazzo in mano, lo avvicino al buco, sento la cappella che spinge, la sento, sta entrando, fa un po' male. Mi prende i fianchi e spinge, lo sento entrare, entra di spinta, è tutto dentro, comincia ad incularmi.
“Visto che è entrato? Fa male?”
“Un po', fai piano.”
Lo sento scivolare dolcemente, mi tocco il culo, è tutto dentro sento le sue palle. Luca si mette davanti a me, ho il suo cazzo duro sulle labbra, le apro e lo ingoio. Cazzo che situazione, un cazzo nel culo ed uno in bocca. Che battesimo del fuoco. Che bello, scivola, mi piace. Spingo anche io, lo voglio sentire tutto. Succhio Luca, mi scopa in bocca. L'hanno capito che mi piace. È incredibile, ho un cazzo enorme nel culo, scivola e non fa male, mi piace. Ho usato i surrogati giusti, quando lo racconto a Silvio.
“Non hai un culo, hai una fica! Sei una troia. Ti piace il mio cazzo vero?”
Cazzo se mi piace, Luca mi scopa. sono eccitatissimo, ho il cazzo che mi scoppia tra le gambe e nessuno dei due lo tocca, mi sembra di impazzire, è una tortura. Gino continua a incularmi.
“Sei un frocio, una troia, una zoccola!”
Ha ragione, sono una troia, una zoccola? Mi sento una troia e mi piace sentirmi così, essere trattato così. Mi sdraio, Gino mi allarga le gambe e lo rimette dentro.
“Sei una pompinara, succhia!”
Luca è seduto sul mio petto e spinge il cazzo nella mia bocca. Mi piace la sua cappella dura, ci gioco con la lingua. Mi tiene ferma la testa, spinge, ho la bocca piena di sborra. È la prima volta che mi sborrano in bocca, strano sentirla in bocca, ho sempre pensato che facesse schifo, invece no. Mando tutto giù, non posso fare altro, Luca non lo tira fuori, l'ho succhio fino all'ultima goccia. Anche questo non l’avevo previsto!
“Ti è piaciuta la mia sborra?”
Non rispondo, sono troppo concentrato sul cazzo di Gino che spinge sempre più forte, lo sento scivolare dentro, spingere sempre di più. Mi piace, mi fa impazzire, sto godendo da matti, comincio ha farmi una sega, cazzo se è bello. L'ho cinturo con le gambe, voglio la sua bocca. L’ho sfila e mi sborra in faccia, la sento colare sul mio viso poi me lo infila in bocca.
“Succhia troia... succhia tutto, bevi.”
Ho in bocca ancora il sapore della sborra di Luca, succhio, mando giù. Ci sdraiamo vicini.
“Mi sono proprio divertito, hai un bel culo, accogliente. Da quanto tempo batti?”
“Ci vado ogni tanto al Pincio, comunque questa è la prima volta che mi inculano.”
“Impossibile! Succhi troppo bene e hai il culo allenato!”
“Io, comunque, ancora non sono venuto!”
“Ti faremo sborrare noi tranquillo.”
Gino prepara una canna, ci siamo bevuti due bottiglie di vino. Sono su di giri. Mi tolgono le manette alla pecorina e mi ammanettano di nuovo. Luca mi viene dietro. Gli è tornato duro di nuovo. Ha il cazzo più grosso di quello di Gino.
“Ora sentirai qualcosa che non hai sentito mai, farò dolcemente.”
Sento la sua cappella spingere sul culo, fa fatica ad entrare.
“Tranquillo, rilassati che ora entra. Ecco lo senti entra.”
Lo sento, sento il mio culo che si allarga sempre di più. Lo sento scivolare dentro di spinta, fa male.
“Fai male, fermati.”
Continua a spingere. Fa male.
“Cazzo, piano, fai male!”
“Godi troia! Ti piace il mio cazzo, lo senti tutto vero? E’ un bel cazzo duro, tutto per te.”
Continua ad incularmi, il male è passato, mi piace sentirlo così, enorme che scivola dentro il mio culo, è da sballo mi sento tra le nuvole. Spingo anche io, lo voglio sentire tutto. Chi cazzo l'avrebbe mai pensato che fosse possibile avere un cazzo così grosso nel culo e invece mi sta inculando e mi piace da morire.
Me lo sta aprendo per bene, spinge sempre più velocemente, che bello. Che frocio che sono. Mi faccio una sega, mi piace troppo, sborroooooooooo. Spinge, lo tira fuori.
“Succhia tutto!”
Lo prendo in bocca che mi riempe di sborra.
"Succhia troia, succhia così, bevila tutta.”
Succhio e mi piace.
“Abbiamo trovato il nostro divertimento romano, disposto a tutto. Ti va di diventare la nostra puttanella?”
Beh, sarei un idiota a dire di no!
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9 years ago
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Violentato alle grotte
All'epoca avrò avuto al massimo quattordici anni, vivevo in un quartiere periferico, abitavo in uno di quei palazzoni dormitorio, l'ultimo dei palazzoni che confinava con una sterminata area incolta. Al centro di questa area c'erano delle grotte, e bande di ragazzini, una per ogni strada del quartiere, si battevano a fior di fiondate per la conquista di queste grotte. Era una questione di onore. Queste grotte passavano di mano in mano, anche diverse volte al giorno. Quel pomeriggio me lo ricordo bene, avevamo preparato un colpo di mano per la riconquista delle grotte, ma io avevo studiato tutto il pomeriggio.
Proprio studiato no, ero andato a casa di Silvio con l'intenzione di farlo, ma come al solito è finita in modo diverso, il pomeriggio l'abbiamo passato a fare sesso, cioè l'ho passato con il suo cazzo dentro il culo. Quando ho potuto raggiungere il gruppo era tutto finito, ma io non lo sapevo. Mi sono recato alle grotte sicuro di trovarli. Per arrivarci bisognava fare una discesa ripida in mezzo a tanta vegetazione, quando sono arrivato in fondo, ad aspettarmi c'era la banda dell'Amaro, un nostro acerrimo nemico. Mi hanno circondato, erano in quattro.
“Guarda chi c'è!? Ragazzi è uno di quei coglioni del Bar Vito!”
“Quale Bar Vito, non lo conosco, passavo di qui!”
Ho cercato di mentire, dicendo che ero venuto da poco ad abitare e che non conoscevo nessuno, ma uno di loro mi conosceva, frequentava la mia stessa scuola e sapeva dove abitavo. Mi hanno spinto dentro la grotta, dove c'era il capo della banda. Avevo sentito diverse storie su di loro e speravo non fossero vere. Mi hanno portato dal capo, un bullo che girava sempre in moto, era famoso perché rubava stereo dalle macchine. Ero molto intimorito e preoccupato, non vedevo l'ora di uscirne con il minimo danno.
“Marco, guarda chi abbiamo trovato, è uno del Bar di Vito!”
“Non gli è bastata la batosta di oggi, tornano pure!”
Ho provato di nuovo a raccontare che ero nuovo, e che quelli del Bar Vito non li conoscevo, ma quello stronzo che veniva a scuola con me mi ha smerdato.
“Lo conosco io sto stronzo!”
“Vabbè, che ci facciamo con questo stronzetto?”
“Mandiamolo a casa nudo!”
“Daje, sì, che forte!”
Ho cercato di scappare e di salire la scarpata, sono scivolato e loro mi sono saltati addosso, mi hanno bloccato portato di nuovo nella grotta.
“Stronzo, che pensavi di fare? Adesso so cazzi tuoi!”
All'interno della grotta, un tempo doveva servire da stalla visto che alle pareti c'erano fissati degli anelli di ferro, c'era di tutto, vecchi elettrodomestici, gomme, macchine sicuramente rubate. Avevo visto anche un vecchio pulmino wolkvagen, dentro c'era stata messa una brandina ed un materasso. Sono stato legato agli anelli di ferro, faccia alla parete.
Erano rimasti in tre, il capo ed altri due, gli altri erano andati via. Si stava facendo buio.
“Oh raga, che ci facciamo con questo?”
“Bruciamogli i vestiti e mandiamolo nudo a casa!”
“Sì, dai!”
“Inculiamocelo!”
“Sì, bell'idea!
Mi sono venuti addosso e mi hanno tolto i pantaloni, ho cercato di reagire, ma erano troppi.
“Che cazzo fate stronzi!”
Avevo solo la maglietta addosso, loro si erano abbassati i pantaloni ed avevano cominciato a farsi una sega. Il capo è venuto dietro di me.
“Adesso ti facciamo il culo. Dillo, a quei froci dei tuo amichetti, che cosa succede se li prendiamo!”
Ho provato a strillare, ma il posto era isolato e poi eravamo dentro la grotta, nessuno poteva sentire. Il capo mi ha messo una mano sulla bocca e mi ha dato un pugno sui fianchi che mi ha tolto il fiato.
“Sta zitto stronzo!”
Era meglio fare il bravo, in fondo non era la prima volta che venivo inculato, ma questa volta era diverso, molto diverso. Si sarebbe saputo in giro ed io avrei fatto la figura del frocio. Il capo mi ha preso i fianchi e mi ha fatto chinare, ero quasi in ginocchio, ho sentito il suo cazzo appoggiarsi al mio culo e spingere. Per fortuna non ero passato da casa a lavarmi, avevo il culo ancora pieno di lubrificante. L'ho sentito entrare di spinta, mi ha fatto male. Ho cercato di respingerlo ma lui ha continuato ad incularmi, dopo un po' il male è passato. Lo sentivo scivolare dentro e non mi dispiaceva.
“Ti piace il mio cazzo, vero? Senti come scivola! Siete tutti froci voi del Bar, tutti froci!”
Avevo gli occhi chiusi, quella situazione mi stava eccitando, quando ho riaperto gli occhi, avevo il cazzo degli altri due davanti al viso.
“Succhiacelo!”
Il capo mi inculava, ma non riusciva a tenerlo dentro.
“Cosi è scomodo, portiamolo di là!”
Mi hanno slegato e portato nel pulmino, mi hanno sbattuto sul materasso. Mi hanno legato di nuovo. Uno dei tre si è seduto sul mio petto e mi ha messo il cazzo davanti la bocca. La tenevo chiusa e quello mi ha dato uno schiaffo.
“Succhia stronzetto e non mordere, se lo fai ti spacco i denti!”
L'ho aperta ed ho cominciato a succhiargli il cazzo. Facevo fatica a tenerlo dentro quanto era grosso. Era una strana sensazione, mi piaceva averlo in bocca, finora avevo succhiato solo il cazzo di Silvio. Questo era decisamente diverso, più grosso e più duro, ma ho fatto finta che fosse quello di Silvio ed ho cominciato a succhiarlo come facevo con lui.
Il capo mi ha allargato le gambe, aiutato dall'altro tipo, ha infilato un dito ed ha cominciato a spingerlo dentro. Avevo la testa bloccata ed un cazzo che arrivava in gola, mi sentivo strozzare ma lui continuava a scoparmi in bocca. Le dita nel mio culo erano aumentate, le sentivo che me lo allargavano. Ho sentito la cappella del capo spingere, l'ho sentito entrare e scivolare meravigliosamente. Avevo il cazzo del capo nel culo, spingeva come un ossesso e lo sentivo tutto, scivolava e mi piaceva, era grosso, duro.
Giocavo con la cappella, la succhiavo, lo facevo arrivare in gola, era evidente che mi piaceva, avevo gettato la maschera.
“Senti come succhia il frocetto, allora ti piace il cazzo eh?”
Mi teneva ferma la testa, io succhiavo. Il cazzo del capo spingeva sempre più forte.
“Hai un culo stupendo.”
Il terzo ci guardava e si segava, aveva un cazzo enorme. Stavo pensando a quel cazzo quando la bocca mi si è riempita di sborra.
“Succhia, bevi tutto!”
Avevo la testa bloccata, ha mandato tutto giù e mentre succhiavo tutto anche il capo ha sborrato, l'ha tirato fuori, l'ho sentito scivolare via ed ha sborrato sulla mia pancia. Avevo il cazzo durissimo.
“Ragazzi, è proprio frocio, gli piace!”
“Adesso lo inculo io, però no così, giriamolo!”
Mi hanno slegato e fatto girare, ero alla pecorina, mi hanno legato di nuovo alla sponda della brandina. Quello con il cazzo enorme è venuto dietro di me. Con una mano mi teneva il fianco, con l'altra ha appoggiato la cappella al culo ed ha spinto. Ha fatto fatica ad entrare, l'ho sentito tutto mentre entrava, millimetro per millimetro. Non è stato violento, anzi, spingeva piano ma solo fino a quando non è entrato tutto, poi ha cominciato ad incularmi violentemente.
Faceva un po' male, ma in certi momenti il piacere era intenso. Il dolore era sopportabile, superato dal piacere. Loro potevano dire quello che volevano, che ero frocio, che mi era piaciuto, ma io potevo dire che mi avevano costretto. Questo pensiero mi rassicurava e mi sono lasciato andare, tanto valeva approfittarne.
Mi piaceva sentirlo scivolare dentro, volevo sapere fino a che punto era dentro di me, non era solo grosso ma anche lungo, spingeva, mi sono toccato il culo con le mani, ho sentito le sue palle. Era tutto dentro di me, tutto e scivolava! Il capo l'aveva nuovamente duro, si è avvicinato e me l'ha messo davanti la bocca.
“Fammi vedere cosa sai fare!”
“E' bravo capo, succhia benissimo!”
“Fammi vedere.”
Gli ho preso il cazzo in mano e l'ho scappellato fino in fondo. Era bello, cappella più piccola del resto del cazzo, l'ho fatta sparire subito in bocca ed ho cominciato a succhiarla. Chi mi inculava era instancabile, spingeva, lo sentivo tutto, scivolava. Scivolava anche la cappella del capo, la succhiavo, la mia bocca era una ventosa. Mi piaceva succhiarlo, mi piaceva essere inculato, mi piaceva essere lì con un cazzo nel culo ed uno in bocca, mi piaceva essere la loro troia.
Non mi sono accorto di avere la bocca piena di sborra, ero concentrato sul cazzo che mi scivolava nel culo. Il cazzo del capo spingeva, arrivava in gola e sborrava. Io succhiavo tutto, mi piaceva il sapore della sua sborra. Ero troppo eccitato. Il terzo si segava ma stava per venire, gli ho preso il cazzo in mano, ero legato ma con la mano ci arrivavo, ho fatto appena in tempo a prenderlo in bocca che ha sborrato. Ho mandato tutto giù
“Succhia tutto, così, bravo!”
Mi scoppiava, ho cominciato a segarmi, era durissimo, anche quello che mi scivolava dentro era durissimo, spingeva sempre più forte, era bello. Ho sborrato!
L'ho sentito scivolare fuori e sborrarmi sulla schiena. Non ci siamo detti niente, mi hanno slegato, mi sono rivestito e sono andato a casa. Si era fatto tardi
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9 years ago
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Stanza 407
Esattamente come nel racconto precedente, e lo sarà in tutti i successivi, utilizzerò nomi di fantasia perché le mie storie, anche se riadattate al fine letterario, sono tutte realmente accadute. Ma ogni riferimento ad altri fatti e ad altre persone sarà puramente casuale.
STANZA 407
“Luca ci aveva detto che Simona, sua moglie, non avrebbe mai capito le sue fantasie e assecondato le sue voglie”.
Conoscemmo Luca in un pub della capitale.
Quella sera io e Daniele eravamo li per caso.
Seduti al nostro tavolo, sorseggiavamo del buon rum, quando una donna, seduta di fronte a noi in compagnia del marito, scambiava sguardi con entrambi. Poi si alzò dal tavolo per andare in bagno e fece un sorriso a Daniele, il quale la seguì e la possedette per una decina di minuti all'interno della toilette. Poi entrambi tornarono ai loro posti e lei, con un sorriso nuovo, baciò il marito andando via.
Luca si gustò tutta la scena. Poi si avvicinò al tavolo e ci chiese il permesso di accomodarsi. Lo accogliemmo tranquillamente.
Si presentò a noi, un uomo sui 40 neanche compiuti, alto e affascinante, di buona corporatura e molto educato ed abile nel parlare. Sapeva il fatto suo e ci fu subito simpatico.
Ci disse di aver osservato tutto e ci chiese se ciò fu un caso fortuito o era frutto di organizzazione. Risposi io, Marco. Gli dissi che di solito le cose, per farle ben riuscire, le organizziamo. Ma che questa volta era venuta da se, come una schiarita in inverno o un oasi nel deserto. Rimase senza parole per un paio di minuti poi si sbottonò arrivando al punto.
Ordinammo altro rum. Non siamo grandi bevitori, ma quella sera il rum fu compagno e unico testimone delle parole di Luca.
Ci disse di aver fantasticato sul fatto di voler vedere la moglie posseduta da altri.
Le aveva detto spesso questa cosa mentre facevano sesso ma lei è sempre stata restia e gli rispondeva di piantarla. Ma un giorno, ad una festa di compleanno, una loro amica confidò a Luca che in realtà Simona, quando erano tra amiche e parlavano di sesso, parlava della cosa come una sua fantasia erotica, ridendo del fatto che il marito, Luca, ne parlava spesso, ma convinta che non avrebbe mai avuto il coraggio di metterla alla prova.
Luca ci chiese consiglio.
Gli dicemmo che Simona si vergognava di aprirsi con lui ma che sicuramente lo avrebbe fatto, solamente che ad alcune donne non piace programmare.
Ovvero se dovesse capitare … bene, se debbono organizzare la cosa si stressano e pensano a mille cose, dando poco spazio al vero piacere.
Luca ci disse che la settimana seguente sarebbero stati in un Hotel pontino per un meeting dell’azienda per cui lavora, che avrebbe portato con se la moglie, come tutti i colleghi, e che avrebbero preso una stanza vista la distanza rispetto a casa e l’ora tarda che sicuramente si sarebbe fatta trattandosi di una riunione con cena compresa.
Gli demmo piena disponibilità e organizzammo la cosa.
Arrivò quel giorno, Sabato.
Io e Daniele prenotammo nello stesso Hotel una stanza per due, cenammo in un locale limitrofo e poi tornammo a sederci al bar dell’ Hotel in attesa che Luca si facesse vivo.
Arrivò intorno alle 23:00, ci comunicò il numero della stanza, 407, e ci disse di salire al 4 piano, andare in camera e chiudere la porta. Aveva lasciato la porta socchiusa per farci entrare. Lui sarebbe arrivato con la moglie intorno alle 23:30.
Entrammo in camera e seguimmo il piano alla lettera.
Ci denudammo completamente e ci rinfrescammo viso, mani e giocattolo, nascondendo i vestiti in una sacca nell’armadio a muro.
Mettemmo una benda e un lettore mp3 con cuffiette sul comodino di fianco a un paio di manette felpate rosa.
Lasciammo accesa solo la lampada del bagno con la porta aperta a far luce sulla stanza.
Subito dopo ci mettemmo dietro le tende, che, fatte in velluto rosso e pesanti, nascondevano completamente le nostre figure, mentre essendo raccolte ai lati della grande vetrata la luce della luna dava un’atmosfera molto romantica.
Luca e Simona non tardarono ad arrivare, sentivamo già schiamazzare dal corridoio.
La porta si apri in maniera alquanto brusca, entrarono entrambi ridendo a squarcia gola e divertiti, prima Luca e poi Simona.
Evidentemente Luca l’aveva fatta bere più del dovuto.
Non avevamo ancora visto Simona, se non in una foto sul telefonino di Luca la sera del pub.
Sbirciammo attraverso la tenda senza far rumore e senza farci notare.
Simona era molto bella di viso e molto sexy di corporatura, magra al punto giusto, vita stretta, ma con forme generose tra seno e sedere. Alta circa un metro e settanta. Una bella bambolina come si dice.
Mora con capello lungo e raccolto in una coda alta. Era vestita con un jeans chiaro e una camicetta bianca a manica corta. Stivaletto marroncino poco sopra la caviglia, un foulard al collo celestino e lunghi orecchini che luccicavano muovendosi ai pochi raggi di luce.
Simona gettò la borsa sul divanetto e andò di corsa in bagno per una doccia.
Luca venne vicino la tenda e ci chiese se eravamo pronti, demmo il nostro consenso con un gesto, poi andò anche lui in bagno, si infilò nella doccia con la moglie per poi tornare entrambi qualche minuto dopo in accappatoio.
Si sedettero ai piedi del letto e scambiarono due chiacchiere sulla serata.
Luca: “come stai? Ti è piaciuta la serata”
Simona: “bene grazie, ho bevuto un pochino ma sto bene. Si mi è piaciuta, anche se all’inizio mi sono un pò annoiata. Non conosco nessuno”
Luca: “dai che ora ci divertiamo, ho preparato una cosa”
Simona: “cosa?” (domandò a voce squillante e sorridendo)
Luca iniziò a baciarle la spalla destra scostando appena l’accappatoio, poi le mise una mano sulla coscia accarezzandola delicatamente.
Luca: “hai un buon profumo tesoro”
Simona: “si quello del vino che ho bevuto, ahahah”
Luca: “hai anche una pelle morbida questa sera” – Luca scostò ancora l’accappatoio e iniziò a baciarle il seno sinistro, poi con la mano arrivò all’interno delle gambe e le sfiorò il pube iniziando a massaggiarlo.
Simona iniziava a gemere alternando piccole risatine di piacere.
Luca si mise in ginocchio davanti a lei e allargatole le gambe iniziò a leccarla. Simona con le mani le teneva la testa e inarcava il collo all’indietro muovendo appena la coda dei suoi capelli.
Tolse le mani e apri completamente il suo accappatoio togliendolo e lasciandolo cadere sul letto alle sue spalle. Gli si impennarono i seni mentre si sosteneva con le braccia ponendole dietro di se. Era una quarta piena con i capezzoli già irti. Noi da dietro la tenda facevamo del tutto per intravederla senza farci vedere, avevamo già il cazzo in tiro.
All’improvviso mentre già stava godendo Luca si arrestò di colpo. E alzando la testa e guardandola in viso disse:
Luca: “voglio che indossi l’intimo che ti ho fatto portare”
Simona: “ma ho appena fatto la doccia e sono già nuda, dai, che senso ha?”
Luca: “voglio che lo indossi, ti ho detto che ho preparato una sorpresa”
Simona si diresse verso il bagno sbandando un pochino tra l’aver bevuto e l’aver già assaporato la sua lingua dopo aver preso una piccola borsetta dal trolley.
Luca si girò verso le tende dove noi davamo in silenzio segni di approvazione, la situazione era già calda e ci stavamo eccitando guardandoli.
Prese gli oggetti che avevamo preparato sul comodino e li mise sul letto e si risedette, Simona non tardò oltre ad uscire dal bagno.
Era molto sexy.
Usci dal bagno fermandosi sulla porta poggiata con il gomito e sovrapponendo le gambe l’una sull’altra.
Simona: “tadaaa, che ne pensi?”
Indossava un completino composto da reggiseno in pizzo e slip alla brasiliana, con una piccola fascia reggicalze che sostenevano delle fantastiche calze a rete, tutto in due diverse tonalità di lilla che andavano a sfumare.
Era fantastica.
Simona: “allora? che ne pensi?”
Luca: “sei bellissima e arrapante”
Simona: “io direi più che sembro una troia” – Guardando Luca negli occhi e sorridendo maliziosamente mordendosi le labbra e inarcando le sopracciglia.
Luca: “beh sei la mia troia allora?”
Simona: “si sono la tua troia” – avvicinandosi a lui con passo felpato e provocatorio.
Luca la avvinghiò da seduto, mentre lei era in piedi davanti a lui che lentamente scostava il suo accappatoio bianco.
Luca: “aspetta, è ora della sorpresa”
La scostò delicatamente e prese gli oggetti. Simona non li aveva ancora notati.
Prese in mano la benda e le disse: “ti voglio bendata”
Prese il lettore mp3 con le cuffiette e aggiunse: “ho preparato delle musiche rilassanti, senza la voce, solo rumori del mare e di tranquillità”
Poi mentre prese anche le manette fu stoppato da Simona che replicò: “e vuoi che venga ammanettata, immagino”
Luca: “esatto, sei una troia perspicace vedo”
Simona: “lo sai che sono una troia sveglia, anche se ho bevuto”
Luca: “mi lascerai fare vero?”
Simona: “certo, oggi sono una troia, trattami da troia porco”
Luca si alzò dal letto, la bendò per prima cosa, poi iniziò a baciarla sulle labbra. La girò di spalle e baciandole la schiena si abbassò su se stesso per metterle le manette, non strinse troppo ma Simona diede un sospiro di eccitazione quando le serrò i polsi.
Poi la inginocchiò e le mise le cuffiette e premette il PLAY.
Luca: “mi senti?”
Simona: “poco, ma ti sento”
Luca alzò il volume, lo alzò abbastanza da sentire lui stesso il suono di onde che si infrangevano contro gli scogli e il cantare di gabbiani. E aggiunse: “ora mi senti, troia?”
Simona non rispose.
Si poteva iniziare.
Simona era in ginocchio ai piedi del letto in silenzio, continuava a mordersi la bocca alternandola all’aprirla del tutto per poi richiuderla come in cerca di qualcosa. Le braccia unite e i polsi legati dietro di lei e il petto tirato in fuori e alto.
Luca ci fece cenno di uscire dal nostro nascondiglio.
Scostammo la tenda e uscimmo allo scoperto con il cazzo in mano completamente dritto e duro.
Luca tolse il suo accappatoio e lo getto a terra.
Si mise dietro Simona baciandole il collo e palpandole i seni. Simona continuava a gemere in silenzio. Poi prese le coppe del reggiseno e le tirò giù, mostrando un seno bellissimo a me che ero in piedi di fronte a lei. Luca si tolse facendogli intuire dal movimento della mano sulla spalla che si sarebbe posto davanti a lei che già aveva nel frattempo spalancato la bocca, e si sdraiò sul letto toccandosi il cazzo che nel frattempo era diventato duro dall’eccitazione.
Io le misi il pollice in bocca e le feci tirare fuori la lingua, Simona era a bocca aperta con la lingua completamente fuori, presi il mio cazzo per la base e lo passai sulla sua lingua. Passai il glande rosso e gonfio sulla sua lingua. Lo passai un paio di volte, poi ci passai l’asta, lei lo cercava e al contatto lo leccava. Avrebbe voluto prenderlo tutto in bocca, me lo fece capire più volte. Ma non volevo che si accorgesse che non era quello del marito, mettendolo dentro e facendola pompare se ne sarebbe sicuramente accorta. Allora mi scostai, venne Daniele, che fece la stessa cosa. Le fece solo leccare il cazzo per bene. Poi venne Luca, che le mise di colpo il cazzo in gola.
Simona inizio a pompare mentre io le tenevo la testa per la coda dei capelli.
Luca si scostò di nuovo ma perché stava per venire. Presi il mio cazzo e lo strusciai sui suoi seni, stessa cosa fece Daniele subito dopo.
Luca tornò a sdraiarsi sul letto.
Mi misi davanti a lei e le leccavo i capezzoli mentre Daniele le massaggiava la fica.
La tirai su, in piedi e la misi col petto poggiata sul letto.
Le sue gambe leggermente piegate dalla poca distanza del ventre dal pavimento mi davano accesso al suo culo meraviglioso.
Presi gli slip e li tirai giù, facendoli strusciare piu volte sul reggicalze. E li tolsi, gettandoli via.
Le allargai il sedere e iniziai a leccare entrambi i buchi che oramai erano fradici di umori.
Lei gemeva moltissimo e raggiunse un primo orgasmo.
Poi misi un preservativo e entrai dentro di lei, dal gemere passo al silenzio per qualche secondo, mentre io la pompavo delicatamente e a tempo costante. Le presi di nuovo la coda dei capelli e la tirai a me. Si inarcò moltissimo, facendo dondolare i seni ad ogni mia spinta e inizio di nuovo a godere, con sospiri sempre più veloci.
Luca era sdraiato di fronte a lei, l’avrebbe voluta baciare o toccare, ma gli facevo cenno che ancora non era ora.
Poi all’ennesima spinta, mentre il mio cazzo era tutto dentro di lei, mi tolsi delicatamente.
Era il turno di Daniele, cazzo in tiro e preservativo già messo. Daniele la prese nello stesso modo e iniziò a scoparla.
Simona tornò di nuovo nel silenzio di poco prima, sempre per qualche secondo, poi, alle pompate di Daniele, riprese a godere e a respirare più velocemente.
Dopo qualche minuto, che Daniele la scopava da dietro, Luca si segava soddisfatto e io tenevo in tiro il mio cazzo in piedi accanto a lei, Daniele tolse il suo cazzo, la girò e la rimise in ginocchio. Simona era di nuovo sul pavimento, con la bocca aperta, sudata in volto e cercava ancora il cazzo con la lingua.
Luca dietro di lei le tolse le manette e le gettò sul letto, si mise seduto ai piedi del letto e le mise il cazzo in bocca.
Simona con molta calma, sicuramente aveva le braccia indolenzite, tirò su il braccio destro e iniziò a segare e a succhiare il cazzo di Luca. Era ancora inginocchiata a terra e con l’altra mano, carezzava il letto alla sua sinistra, come in cerca di qualcosa. Capimmo che si era, giustamente, accorta della situazione. O forse stava ancora cercando di capire.
Luca le tolse le cuffiette, ma ci fece cenno di stare in silenzio.
Simona come ebbe le orecchie libere disse: “ma quanto sei duro questa sera?”
Luca: “perché me lo domandi?”
Simona: “non lo so, ma sei strano”
Luca: “non ti piace?” – mentre Simona continuava bendata a segarlo e a succhiarlo tra una frase e l’altra.
Simona: “moltissimo, non mi hai mai presa cosi”
Luca: “sei molto eccitata?”
Simona: “mmmm, certo che lo sono, sono una troia eccitata vero?” – disse mantenendo il cazzo in bocca
Luca: “certo che lo sei, una troia eccitata”
Simona: “dimmelo di nuovo”
Luca: “sei una troia eccitata che sicuramente vuole altro questa sera vero?”
Simona: “si, questa troia vuole altro questa sera” – e continuava a leccare l’asta di Luca come a verificare le differenze sentite precedentemente. D'altronde i nostri erano tre cazzi totalmente diversi e con odori e sapori diversi.
Luca: “e cosa? … dimmi cosa vuole di più questa troia? vuole altri cazzi? Non le basta quello del marito?”
Simona: “no non mi basta, voglio altri cazzi, altri uomini che mi scopino”
Luca: “ne vuoi altri? Altri cazzi duri a scoparti?”
Simona: “si, li voglio” – senza staccarsi dal cazzo di Luca.
Daniele si sedette pianpiano accanto a Luca, io mi misi dietro di lei chinato e le massaggiai il seno e la fica, che era fradicia.
Luca le prese la mano libera e la indirizzò sul cazzo di Daniele.
In un attimo Simona si ritrovò con due cazzi in mano e io che la palpavo e massaggiavo.
Si azzittì immediatamente, mentre le sue mani si fermarono anche se impugnava stretti i due membri, e disse: “Luca, cosa succede?”
Luca: “come cosa succede? Si stanno avverando le tue voglie … non ne volevi altri di cazzi duri per te?”
Simona non rispose, era ancora zitta e con le mani ferme, ma la sua fica si dimenava toccata dalla mia mano.
Poi in preda ad un fremito e ad un picco di godimento, procurato dalle mie mani, disse ad alta voce sospirando di piacere: “no, non voglio” ed iniziò a segare entrambi i cazzi che aveva in mano.
Luca: “come non vuoi? Stasera sei la mia troia e io ti ho portato i cazzi che mi hai chiesto”
Simona: “si, ma non voglio” - iniziando a succhiare il cazzo di Luca
Luca: “si, tutti per te sei la mia troia questa sera”
Simona iniziò ad alternarsi tra il cazzo di Luca e quello di Daniele anche con la bocca, io la tirai su dai fianchi e la scopai di nuovo.
Simona era chinata su di loro e lavorava alla grande, mentre io la pompavo sempre di più.
Ogni volta che si staccava da uno per andare al secondo ribadiva: “non voglio, non voglio” ma era eccitata e presa dalla situazione come non mai.
Mi tolsi, uscii da lei e mi misi seduto con Luca e Daniele, Simona succhiava Daniele, segava Luca e segava anche me.
Poi la prendemmo la sdraiammo sul letto. Luca la baciava in bocca, mentre Daniele la penetrava.
Luca: “ti piace Simona?”
Simona: “si mi piace” – con tono affannato
Luca: “ora proviamo una cosa nuova”
Simona: “si, cosa?” – sempre in affanno
Daniele la girò su un fianco mentre continuava ad essere dentro di lei, Luca la baciava in bocca e io mi misi dietro di lei.
Delicatamente, molto delicatamente, mentre il suo profumo saliva ai miei sensi, le poggiai il cazzo ancora duro dietro. Al contatto Simona cercò di spingermi via con la mano poggiata sulla mia coscia, ma più spingeva lei più entravo io.
Simona: “no, ti prego Luca, lì no”
Luca: “questa sera si, le troie lo fanno e te sei la mia troia, vero?”
Alla pressione del mio cazzo dentro di lei e a quella di Daniele davanti, Simona rispose: “si, si, le troie lo fanno e io sono la tua troia, si, si, lo voglio”
Iniziammo a pomparla in due a tempo. Ci alternavamo costantemente dentro di lei.
Simona era all’apice della goduria, si dimenava cercando di non fare uscire nessuno di noi.
Poi prese in mano il cazzo di Luca e lo portò alla bocca.
La scena era stupenda, Simona aveva due uomini dentro di lei e succhiava il marito. Lasciandolo uscire dalla bocca solo per prendere aria, respirare e godere a gran voce.
Venne un’altra volta e disse “basta, non ce la faccio più”.
Daniele rispose: “come non ce la fai più? Davvero? Ci dobbiamo fermare?”
Al “fermare” io spinsi più velocemente e lei rispose “si, no, no … continuate, continuate”
Continuammo a scoparla ancora. Poi mi tolsi e usci da lei anche Daniele.
Simona si girò a pancia sotto sul letto intenta, a gomiti puntati, a succhiare Luca.
Luca le disse: “vuoi togliere la benda?”
Simona: “no, non la toglierò finche non saremo soli, io e te”
Daniele si mise sopra di lei e disse: “ne vuoi ancora?”
Simona: “certo che ne voglio ancora, sono una troia mai sazia, tanto troia quanto mio marito cornuto”
A quelle parole Daniele le diede un piccolo schiaffo sul sedere, io le presi la testa e la spinsi sul cazzo di Luca che era ancora più duro a quel linguaggio.
Daniele: “ora allora godi e fallo cornuto, dai”
Marco: “sei un cornuto Luca, stiamo fottendo tua moglie davanti a te”
Simona: “si fottete la moglie troia del cornuto dai” – soffocata dal cazzo di Luca e piena dietro da quello di Daniele.
Quelle parole furono l’apice della serata, Luca le venne in bocca subito, la riempi e lei mandò giù tutto.
Daniele la prese, la rimise in ginocchio ed entrambi le godemmo sulla benda, bagnando completamente il suo viso, che tracciando linee verticali precise con le guance scese sul suo seno bagnando anche i capezzoli e le calze.
Simona ripulì per bene i nostri giocattoli, poi sospirò pesantemente. Si gettò sul letto a pancia in su e gambe larghe dicendo: “buona notte ragazzi”
Luca ci fece cenno col capo di andare, prendemmo la nostra sacca dei panni, ci rivestimmo di corsa e, uscendo dalla porta facendo silenzio, sentimmo Simona dire: “cornutone?! fatti lasciare il numero di telefono perché se dovessi tornare troia ti servirà”
Luca: “vuoi che prima ti tolgo la benda?”
Simona: “no, anzi … comprane altre perché di certo non la lavo”
Sorridemmo e uscendo dicemmo: “grazie e buona notte”
Ancora oggi, li sentiamo e giochiamo tutti e quattro….. Simona, negli incontri, non ha mai tolto la benda … nemmeno una volta.
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9 years ago
MarcoBullperLei,
33
Last visit: 3 years ago
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Il superamento dei preconcetti
Ti ordino di presentarti all appuntamento indossando solamente autoreggenti, reggicalze, perizoma e reggiseno.
Il tutto nascosto da un lungo spolverino nero.
Nessuno potrebbe immaginare che sotto lo spolverino non ci siano vestiti, siamo solamente io e te a saperlo, e la cosa ti eccita parecchio.
Ci spostiamo in un locale per bere qualcosa chiacchierando del più e del meno per farti sentire a tuo agio, ad un tratto un attimo di silenzio, il mio sguardo così profondo ed intenso ti dà l impressione di non indossare neanche lo spolverino.
Con voce decisa ti ordino di andare in bagno, sfilarti il perizoma e ritornare al tavolo consegnandomelo tra le mani: noto che il tuo desiderio è tale da averlo già bagnato.
Continuiamo a chiacchierare, e dopo un po è giunto il momento di andare; prendo dal portafogli una banconota, la porgo nelle tue mani e ti ordino di alzarti ed andare a pagare sultano nell attraversare il locale. La cosa ti imbarazza, ma al contempo ti eccita poiché ti immagini totalmente nuda allo sguardo di tutti i presenti nel locale in quel momento.
Arrivati a casa ti tolgo lo spolverino sistemandoti, come si farebbe ad un manichino, con le mani aperte appoggiate simmetriche alla parete.
Le braccia sono ben distese, la testa verso il basso ed il tuo sguardo verso il pavimento.
La schiena inarcata, spinge il tuo fondoschiena verso il centro della stanza.
Le gambe leggermente divaricate.
Ti ordino di muovere lentamente il bacino facendo ruotare il sedere in senso orario, mantenendo immobili le braccia ed il tuo sguardo fisso sul pavimento.
Quando il movimento rotatorio eccede in velocità, la mia mano spalancata si abbatte con secca energia sul tuo fondoschiena.
Non devi assolutamente lasciarti scappare nessun gemito che il dolore ti provoca.
Di tanto in tanto ti sfioro il citoride.
Trascorso mezz ora dall inizio della la dance, ti chiedo: "vuoi che ti scopi maiala? "
E tu: "si scopri signore"
Lentamente comincio a togliermi i vestiti: camicia, scarpe, calzini, pantaloni, boxer.
Ogni capo di abbigliamento lo lascio morire sul pavimento: tu non puoi vedermi, ma attraverso il rumore puoi capire cosa sto facendo.
La mia erezione è pronta, mi avvicino a te avvicinò lo sfrego contro il tuo fondoschiena, facendoti sentire contemporaneamente il mio respiro sul collo.
"Non ti ho detto di smettere vacca", quindi colpisco il sedere con l ennesimo schiaffo.
Sporgo la mia testa sotto il tuo braccio mentre premo la mano tra le tue cosce.
Sei molto bagnata come mi aspettavo, il tuo viso ha gli occhi socchiusi e le labbra aperte, il tuo corpo vuole cazzo.
E non vuole un cazzo qualunque, ma di uno sconosciuto, sicuro di sé, capace di dominati, puniti, mettendoti al centro dell attenzione, costringendoti alla trasgressione delle tue abitudini e dei tuoi preconcetti.
Il mio uccello pulsante e gonfio ti preme contro la coscia, tu ansimi sentendoti completamente succube dei miei desideri.
Ti prendo da dietro, ti intuisco prossima all orgasmo, la mia mano ti prende i capelli e li tira verso di me, costringendoti la testa al indietro e la schiena più inarcata. Accompagno questo movimento a penetrazioni profonde, strappandoti urla di piacere.
Mentre il tuo corpo freme dalle ultime scariche di godimento, scivolo fuori ed eiaculo sul tuo sedere.
Il tuo cervello ed il tuo corpo si rilassano ricevendo l irriverente omaggio del mio sperma.
Doccia, vestiti, uscita discreta da casa, un caffè al volo insieme, un bacio sulla guancia.
"A presto."
Ti piace la mia storia? Vorresti realizzarla? Parliamone....
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9 years ago
hoyrse80,
38
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Pomeriggio con trans 3
Ormai Giusy era diventata la mia amante anzi forse il contrario…………..ero io la sua amante, infatti lei riceveva naturalmente tutti i giorni però si rendeva libera quando doveva vedere me. Con me godeva come una matta e le piaceva vedermi trasformata come una donna e quando mi prendeva in tutte le posizioni le piacevano i gemiti che emanavo ad ogni colpo dentro di me.
Ero la sua donna e come tutte le donne i desideri del partener erano quelli di mettermi in mostra per suscitare invidie e voglie che comunque erano prerogativa del proprio partener. Infatti lei più volte mi disse che voleva portarmi fuori e mostrarmi alle sue amiche per farle ingelosire.
Dico amiche ma si trattava sempre di Transgirl. Si incontravano in disco oppure a pranzo nei loro appartamenti magari per raccontarsi le varie avventure avute e spettegolando a destra e a sinistra. Mi aveva detto che parlava di me come una persona splendida e ancora di più a letto vantando il mio culetto e come mi aveva trasformata con lingerie femminili.
Non mi nascose che le amiche volevano fare la mia conoscenza e lei aveva accordato nonostante un pizzico di gelosia facesse capolino. Fu così che organizzo un pranzetto con tre amiche; le più intime per lei.
Il tema del pranzo era : “ tutti in vestaglia trasparente “ . Io ero già pronta con una guepiere bianca con calze bianche allacciate e un mini tanga che copriva poco davanti ma nulla dietro: un filo bianco inserito tra i glutei che tagliava in due il buchetto profondo. Sopra la vestaglia bianca trasparente come da accordi che arrivava fino alle cosce, due guanti bianchi, parrucca bionda corta e truccata divinamente da lei.
Ero tremendamente eccitata solo al pensiero ma nulla mi faceva presagire di quello che sarebbe successo, infatti io ero l’amante di Giusy e nessuna mi poteva scopare oltre che lei.
Giunta l’ora, con la tavola imbandita, sentì suonare il campanello e tre donne entrarono in casa. Tre stangone con mini vertiginose e tacchi a spillo. Andate nell’altra camera , spuntarono dopo circa una quindicina di minuti anche loro con vestaglie trasparenti, lingerie mozzafiato e tutte allegre per il programma pomeridiano.
Giusy ci presentò e senza nulla temere iniziarono a fare apprezzamenti e congratularsi con Giusy per la bella troietta che le era capitata tra le mani. Io mi pavoneggiavo e accennavo a movimenti femminili per mettere in mostra il mio corpo.
Ci sedemmo a tavola e durante il pranzo notavo gli sguardi sopra di me. Iniziai a notare pure i rigonfiamenti tra i perizomi delle T-girl mentre sparecchiavo e ogni tanto una di loro mi pizzicava il culetto facendo ridere le altre compresa Giusy che apprezzava per come mi comportavo.
Andato di là per prendere il caffè, una volta ritornato in sala sgranai gli occhi: erano tutte e quattro sedute sul divano con i loro cazzi fuori e menandoli avevano assunto dimensioni enormi. Giusy mi disse di avvicinarmi e sussurrandomi che erano molto amiche e parlando di me volevano tastare il mio corpo e il mio culetto. Lei non poteva dire di no dato che abitualmente si scambiavano le loro amanti.
Posai il caffè e inginocchiatomi iniziai a prenderli con le mani prima e poi con la bocca ad uno ad uno sentendoli ingigantire ancora di più. Mentre pompavo una tenevo per mano un cazzo dell’altra e la terza mi leccava dietro il buchetto. Giusy mi baciava le labbra per umidificarle e poi mi incitava a ingoiare quel trittico di carne saporita.
Avevo le mascelle indolenzite a furia di tenere la bocca aperta e succhiare, ma pensavo al culetto che, nonostante fosse ormai abituato, non sapevo se poteva tenere duro a quattro infoiate e dotate di alberelli in mezzo alle gambe.
Giusy mi spalmava la crema e sentendomi larga mi disse di mettermi a pecorina sul divano e la faccia in mezzo alle sue gambe con il cazzo in bocca; mi disse che avrebbe smorzato le grida durante la penetrazione. Ubbidì come in preda del godimento e iniziai a ingoiare il suo basto mentre già sentivo che il primo cazzo si faceva largo tra le mie chiappe. Prima indugiò un poco sullo sfintere ma dopo mi penetrò in un colpo senza fermarsi: sui 20cm tutti diretti dentro. Lì urlai ma Giusy mi tenne la testa con il ciuccio in bocca e smorzo il mio grido.
Iniziò a pompare prima lentamente e fino in fondo, indugiando alla radice e muovendolo di lato; poi con colpi per tutta la sua lunghezza sempre più forti e a fondo. Mi sentivo schiacciato sul cazzo di Giusy e gridavo ad ogni colpo. Poi lo sfilò e dopo tre secondi sentì un altro cazzo che cercava di entrare. Come il primo entrò con una botta secca fino a farmi sentire il rumore sordo del ventre sui miei glutei e dopo continuò a pomparmi senza sosta.
Dopo circa una decina di minuti ero caldissimo e il culetto mi bruciava. Non capivo più nulla ed ero nelle mani di quattro fameliche allarga culetti. Il terzo iniziò a spingere sullo sfintere e a giocarci; ma forse perché sapeva della grandezza del suo randello e io capì che ea la T-girl bionda perché già dalle pompe avevo visto che aveva qualcosa di impressionante: sui 25/26 cm e almeno grosso come una bottiglietta di acqua.
Ero largo ma appena iniziò ad affondare quella delizia sentì lo sfintere che si apriva e dopo le pareti dell’intestino che si allargavano a dismisura. Pensavo che avrei messo i punti perché ero spaccato e sarei andato in ospedale.
Lo sentì dentro perché ero riempito ma non era così: solo metà era entrato e spingeva fino in fondo per godersi quel culetto bianco e aperto a dismisura. Giusy guardava con occhi sbalorditi e mi sussurrava parole dolci: “ non credo ai miei occhi troietta mia; hai un culetto da favola e le mie amiche ora possono vederlo. Non sai quanto mi stai facendo felice in questo momento”.
Li allora rilassai i muscoli e inarcando la schiena io stesso diedi l’ultima affondata inghiottendo quel bastone perché volevo che Giusy fosse fiera di me. Aprì i glutei con una mano e con l’altra tirai il culetto della terza per spingere in fondo.
Il dolore era forte ma dentro sentivo una goduria indescrivibile; le gambe tremavano e mi volevo accasciare ma il palo dentro di me mi sosteneva. Iniziò a pompare senza fine al punto che ormai scivolava dentro fino alla radice senza problemi.
Rimanemmo lì fino a sera facendomi cambiare e provare tutte le posizioni. Poi arrivati al culmine ero spossata e sdraiata a facci in su sul divano e i loro cazzi enormi davanti. Iniziarono a menarsi per venirmi in faccia e farmi una maschera di sperma caldo. Solo Giusy mi penetro la bocca e venne in gola, d’altronde ero la sua donna e solo da lei potevo bere.
Andai a letto distrutta e dopo che le amiche andarono via Giusy mi raggiunse nel letto e iniziò a baciarmi la bocca sussurrandomi che ero stata fantastica e che non poteva fare a meno di me.
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9 years ago
admin, 75
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Pomeriggio con trans 2
Premetto che ho un corpo tutto liscio e depilato, ben formato e le curve molto appetitose; un viso pulito e due occhi scuri con labbra molto succose che le amiche mi hanno paragonato a quelle di una donna.
Certo in un corpo da uomo non fanno effetto ma le donne me lo dicono che ho belle labbra. Anche le gambe sono molto attraenti e il culetto bello rotondo e molto accogliente dopo le visite ricevute da vari toys di diverse dimensioni via via più grossi quando gioco da solo e specialmente dopo le penetrazioni della mia conoscenza trans.
Da qui nasce l’idea della mia amica trans di trasformarmi in una donna facendomi indossare abitini di un certo livello e sotto della lingerie sexy molto provocante. Indossare scarpe con tacco a spillo per sollevare le natiche e farmi sculettare in giro per la casa.
Infatti, dopo alcuni incontri, questa idea cominciò a piacermi sempre di più al punto che ogni volta che andavo da Giusy ( nome inventato della trans ) speravo che attuasse questo suo gioco e mi preparasse nel migliore dei modi.
Una tarda mattinata di un giorno festivo, giunto da lei, mi disse che era la giornata giusta perché era libera da impegni e voleva dedicarsi solamente a me.
Avevo il cuore in gola solo al pensiero e spogliatomi del tutto mi portò in camera da letto per la mano mostrandomi la gradita sorpresa: sul letto c’erano delle calze nere velate con reggicalze e un perizoma sempre nero con ricami di fiorellini sul davanti. Poi un body che mi stringeva i fianchi facendo aumentare le rotondità del culetto morbidoso.
Sopra a tutto questo avrei indossato una minigonna nera vellutata con un vistoso spacco laterale che lasciava intravedere i ricami delle calze con i ferretti e le cosce nude e bianche e sopra una giacca di colore rosso attillata sempre in vita mostrando il body sexy.
Le scarpe erano lucide e nere con un tacco medio alto che aumentava la statura e che mi sollevava i glutei spingendoli verso fuori.
Vestita da donna mi portò nella toelette per iniziare a truccarmi: per le labbra un rosso vermiglio, fard, ombretto e matita azzurra per i contorni degli occhi per aumentare la profondità e mascara per le ciglia nere.
Guardatomi allo specchio rimasi a bocca aperta nel vedere quella strafiga e iniziai a pavoneggiarmi assumendo delle pose a volte anche oscene passandomi la lingua sulle labbra e guardandola negli occhi.
Giusy mi disse che sarebbe voluta uscire e magari portarmi in un locale a ballare per vedere quanti uomini o donne avrei attirato ma io le risposi che non ero ancora pronto e dandomi un bacio con la lingua mi tirò a se.
Iniziava a scaldarsi dato che sentivo la lingua che esplorava la mia bocca ma ancora di più perché sentivo il suo bastone che si ingrossava ad ogni movimento di strofinio sul mio corpo.
Si fermò all’improvviso dicendomi che non era il momento e si doveva preparare il pranzo; avremmo avuto tutto il tempo nel pomeriggio e sera per lesbicare come due troiette.
Le ore passarono in fretta e dopo un pranzetto leggero ci sedemmo a sorseggiare in caffè in salotto con la musica in sottofondo.
Portò anche il rossetto per rifarsi le labbra e per rifarle a me dato che lo avevo leccato tutto e ci mettemmo a ridere e a fissarci negli occhi con una intensità molto più profonda.
Fu lì che mi disse che le piacevo molto e si sentiva attirata oltre che fisicamente anche mentalmente e vedeva in me la donna che la faceva arrapare e tirare al di fuori la parte maschia di lei. Lì capì che le piaceva oltre al culetto anche la figa e mi avrebbe scopata come una donna reale.
Infatti il suo arnese era già molto cresciuto ed eccitata iniziava a toccarselo guardandomi negli occhi: era l’invito per me a prendersi cura del suo mirabile cazzone con la mia bocca.
Da seduta la baciai e con la lingua iniziai a scendere sopra quei vestiti semi aperti e i seni fuori e dopo, piano piano, mi trovai la cappella davanti il mio viso e la bocca si aprì in modo naturale per ingoiare quella carne gustosa e profumata già bagnata di liquido spermatico.
Si ingrossava ancora di più e facevo fatica a tenerlo dentro; non riuscivo ad ingoiarlo tutto ma lo leccavo per assaporare il gusto del glande e della pelle liscia bagnata della mia saliva e del suo liquido che usciva ad ogni pressione della mia mano.
Mugulava ad ogni mio tentativo nel cercare di avviluppare quel cazzo enorme e ingoiarlo fino in fondo per poi tirarlo fuori tenendolo stretto con le labbra per poi andare di nuovo giù e muovendo la testa anche di lato. Nel frattempo mi aveva tolto la giacca e mi accarezzava la testa e le spalle scendendo sulla schiena con le unghie. Rigava le mie vertebre nel risalire lasciandomi i segni sulla pelle per poi arrivare sotto la gonna fino al culo premendoli sempre con le unghie e schiacciandoli per assaporare la morbidezza.
A quel punto feci di tutto per togliermi il perizoma e rimanere libero in modo che lei potesse arrivare al mio buchetto per essere ispezionato e preparato. Allungò la mano per prendere una crema e iniziò a lubrificarmi con le dita sussurrando che comunque ormai ero abbastanza largo e che non avrei sentito dolore come le prime volte.
Infatti ormai la mia fighetta anale era alquanto abituata anche se comunque il suo cazzo era sempre roba tosta e dura e doveva andarci piano all’inizio. Ero pronto ed eccitato al punto giusto che mi alzai lasciando controvoglia quel arnese per aprire la gambe e mettermi cavalcioni davanti a lei e strusciando la mia pancia andai giù fino a sentire la punta sul culetto. Non scesi subito ma iniziammo a baciarci e le lingue calde lottarono dentro le nostre bocche e quel palo che puntava tra le mie natiche e tenuto dritto con la sua mano iniziavano a darmi sensazioni indescrivibili.
Poi inarcai la schiena e poggiando le ginocchia sul divano di peso continuai a scendere verso giù tentando di accogliere quel cazzo enorme: i brividi salivano verso la schiena e anche un po’ di dolore nel sentirmi penetrata dolcemente.
Era dentro di me ma ancora non potevo muovermi; cazzo dicevo tra me e me, è sempre grosso. Sentivo che mi aprivo e lo sfintere si allargava a dismisura e le chiappa si dividevano in due.
Iniziavo a impalarmi e centimetro dopo centimetro lo sentivo che mi squarciava il culo e l’intestino si muoveva ad ogni colpo. Vedevo pure la pancia che si muoveva e potevo sentirlo con le mani dall’esterno nel basso ventre.
Arrivai fino in fondo e mi sedetti per mettermi comoda e iniziare quei movimenti rotatori e laterali; ero inchiodata a quel palo e non potevo più sganciarmi o muovermi più di tanto. Potevo solo andare in basso e in alto e messe le braccia attorno al suo collo continuai a baciarla e a muovermi in quelle direzioni.
Avevo il culetto in fiamme e lo stomaco dolente per i colpi che mi dava e gridando sulla sua bocca ad ogni colpo le dicevo di continuare sempre più veloce fino allo svenimento. Non capivo più nulla e anche lei si era infoiata da mordermi le labbra per tenermi ferma. Anche le sue dita premevano sui miei glutei e le unghie infilzate sulla pelle non mi davano comunque dolore, anzi aumentavano il piacere dirigendo i movimenti verso il suo sesso.
Mi sentivo un polletto infilzato che godeva a dismisura e il tronco dentro di me sconquassava l’intestino muovendomi lo stomaco.
Dopo una buona mezz’ora di colpi era arrivata al traguardo e capendo che stava per arrivare mi sollevai da quel palo per pulirlo con dei fazzoletti e prendere a pompare con la bocca.
Dopo 5 minuti un’onda di sperma riempì la mia bocca. Un caldo latte iniziò a scendere tra la gola e il sapore acre si sparse tra la lingua e il palato. Cercavo di tenerlo tutto dentro e deglutendo ingoiavo il suo membro per bere ogni goccia che usciva.
Avevo in bocca quel membro ora morbido e appiccicoso che la riempiva di carne succulenta; lo leccavo in ogni punto e giocandoci la guardavo negli occhi per vedere l’effetto. Mi tirò a sé e mi diede un bacio sulla bocca dicendomi che ero straordinaria e che non mi avrebbe lasciata facilmente ma che avrebbe voluto provare altro con me, uscire e andare a divertirsi.
Siamo rimaste insieme tutta la notte piene dei nostri umori sdraiati a letto per arrivare all’indomani per un altro giorno.
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9 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Pomeriggio con trans
Un pomeriggio d’estate sentivo una voglia dentro che non mi faceva rilassare. La voglia aumentava ogni minuto e il fatto di spulciare foto di trans su internet faceva aumentare il desiderio dentro di me.
Il mio culetto reclamava qualcosa di duro e grosso e lo sfintere pulsava come una vulva che si ingrossa nel momento dell’eccitazione per l’afflusso di sangue e ad ogni tocco i gemiti uscivano dalle mie labbra; ma non volevo masturbarmi con le dita…………proprio no, volevo un membro vero e reale.
Finalmente appare un annuncio di una stangona trans molto femminile e con un arnese con misure eccezionali. Penso che saranno foto ritoccate ma il sorriso mi attira e la chiamo per un appuntamento.
Faccio le mie pulizie del caso ( una lavanda per pulirmi totalmente ) e mi profumo come una puttanella che va al suo primo incontro.
Giunto sulla via, suono al citofono e una voce mi dice di salire al terzo piano; sull’ascensore sento anche il mio cazzo che inizia ad ingrossarsi cercando di immaginare la sublime creatura che avrei trovato in quell’appartamento. Arrivato sul pianerottolo vedo la porta che si apre e mi infilo dentro.
Un esplosione di profumi mi inebria la testa e quando la porta si chiude una mirabile donna si staglia di fronte a me. Le foto non le rendevano giustizia perché dal vivo il suo corpo sembrava davvero una donna.
Alta almeno un metro e ottanta con un seno misura quarta almeno, capelli biondi corti e un sorriso ammaliante; la voce dolce mi invita a seguirla nell’altra stanza e sculettando fa strada. Indossava un perizoma verde con pizzo e sopra una vestaglia da notte trasparente; solo il seno era libero di svettare fuori nella sua bellezza.
Ma ancora più forte era la mia curiosità nell’aver visto le foto che mostravano il suo membro e non vedevo l’ora di vederlo dal vivo e toccarlo.
Appena in stanza da letto, lei si gira e avvicinatosi a me mi inizia a baciare con la lingua; inizia a frugarmi dentro con avidità e mi invita a spogliarmi. Io accaldato inizio a togliere tutto e lei nel frattempo si sdraia sul letto togliendosi la vestaglia e il perizoma mettendosi di fianco e mostrando i suoi fianchi bianchi.
Sentivo un po’ di vergogna anche perché sei sempre con una persona che non conosci e la prima volta è sempre imbarazzante; mi corico al suo fianco e inizio a baciarla sul collo mentre lei aveva nel frattempo iniziato a toccarsi.
Con le mani la palpo tutta e con lo sguardo cerco di saziare la mia curiosità allungano anche il collo per vedere cosa aveva in mezzo alle gambe. Lei, accortasi dei miei movimenti , si gira per mostrarsi nella sua bellezza e nudità e tirando verso di me il suo cazzo.
Gli occhi si aprirono a dismisura nel vedere quella proboscide ancora moscia tra le sue mani e iniziai a pensare che avrei sudato parecchio per smorzare un candelotto di quelle dimensioni. Pensavo anche al mio povero buchetto che da li a poco sarebbe stato aperto da quel palo enorme; pensai sui 24 cm ma sicuramente largo come una bomboletta di schiuma da barba.
Mi invitò a prenderlo in bocca per assaporare il gusto e farglielo rizzare dato che da sola non gli piaceva farlo. Spalancai la bocca ma era difficile farlo entrare e i denti le rigavano il cazzo; iniziò a spingere ma sentivo che cresceva ancora di più e i sensi di vomito si facevano frequenti ad ogni pressione. Chissà dietro come avrei fatto.
Ormai era dritto come un pennone e dopo una ventina di minuti lei si muoveva scopandomi la bocca e sussurrandomi che ero bravo a pompe dato che era diventato come il marmo.
Ad un tratto mi disse che mi voleva scopare e mi ordina di girarmi a pancia in giù con le gambe allargate e di rilassarmi perché sapeva che era enorme. Mi iniziò a lubrificare con le dita e spingendo prima uno e poi due aprendoli e facendoli roteare per saggiare il mio orifizio e nel frattempo mi diceva che ero una troietta e che mi sarei divertito a sentire quel bastone dentro. Ogni tanto mi baciava il collo e le orecchie continuando ad allargarmi con le dita.
A quel punto capii che ero pronto e dopo alcuni secondi iniziai a sentire che lo puntava dritto sul culetto e iniziava a pressare sullo sfintere cercando di farsi strada. Io iniziavo a mugolare e godere sotto quella pressione e cercavo, con tutta la mia esperienza, di inarcare i glutei e rilassare i muscoli.
Poi quando la pressione si fece ancora più forte inizia a gridare e a dimenarmi pregandola di fermarsi perché iniziavo a sentire dolore. Era troppo grosso ed era da tanto tempo che non ricevevo un bastone dentro. Lei premendo con le dita sui glutei continuò senza ascoltarmi.
Inizia a gridare per il dolore e sentivo che lo sfintere stava x lacerarsi ma il glande era gia dentro e lei non smetteva affatto anzi al contrario continuava a pompare avanti e indietro per fare abituare il mio culetto.
Avevo le lacrime ed ero bloccato sotto il suo peso e sotto quell’ariete di carne che mi deflorava. Stai fermo esclamò che ormai sei allargato; solo che deve passare il bruciore ma è dentro per metà e ora inizia la festa.
Immaginavo quando si spacca una mela a metà e il rumore classico che fa: ecco io ero come la mela e mi sentivo diviso in due da quel bastone di carne che si faceva strada dentro di me e ad ogni pompata penetrava sempre più giù fino all’intestino.
Sentivo i suoi colpi e mi eccitavo quando lo tirava fuori per tutta la sua lunghezza e poi lo infilava fino alla radice: si ora avevo dentro circa 24 cm di carne dentro che mi allargavano e riscaldavano le pareti del culo ad ogni movimento. Inizia a gemere e il dolore lasciò spazio al piacere.
Sei una troia molto calda e vedo che ti piace essere aperto, mi sussurrò all’orecchio. Non avevo mai visto uno che lo prende così bene come te e che geme come una cagnetta in calore, continuò.
I colpi ora si facevano più forti e io ad ogni movimento gridavo soffiando con la bocca verso fuori stantuffando a risposta della pressione dentro il culo. Stringevo le lenzuola e gli occhi chiusi sentivo solo il fuoco dentro che mi prendeva anche la testa; non capivo più nulla e la incitavo a spingere ancora di più.
Ad un tratto il mio cazzo viene sulle lenzuola perché strusciava sotto e lei poco dopo lo tira fuori svuotandomi come un pistone e mi viene tra il collo e la guancia. Sentivo quel caldo liquido che mi colava dietro e mi raggiunge pure le labbra e la bocca dato che avevo la testa piegata di lato. Caldo e succoso lo ingoio e lo lecco.
Mi porge allora il suo cazzo e mi dice di pulirlo con la lingua infilandolo dentro la bocca; un sapore dolce e inebriante e un tronchetto che inizia ad ammoscirsi dentro di me.
Ci guardiamo negli occhi e ridiamo entrambi per l’oretta trascorsa insieme e rimaniamo sul letto. Lei mi sussurra che gli era piaciuto molto e che la prossima volta mi avrebbe fatto indossare lingerie femminile perché gli piaceva scopare una travesta ed essere scopata da una travesta.
Ma questo alla prossima puntata. Un baciotto
(tutto vero)
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9 years ago
admin, 75
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In trasferta
"Ok....va bene....c'è la posso fare....20 secondi di audacia imbarazzante. ...e poi...una volta lì. ..starò alla grande"
Questo era il pensiero che continuavo a fare mentre trascinavo il trolley per la strada.
Un trolley pesantissimo anche se si trattava solo di una notte. Il problema era che ancora non sapevo cosa mi sarei messa quindi.....mi ero portata tutto l'armadio. Avevo il tempo di andare in albergo, fare una doccia (magari gelata. ...che mi serviva proprio), decidere una volta per tutte cosa indossare o....non indossare e, presentarmi all'aperitivo. Doccia fatta, vestito scelto, lingerie anche.....pronta per uscire.
Sulla porta guardo il letto stracolmo della roba provata ....mi sfilo lo slip e.....lo butto insieme al resto...."uffa. ...ha sempre da chiedere qualcosa in più LUI" penso, sbuffando e sorridendo tra me e me.
Per la strada più volte mi fermo, mi guardo in una vetrina e mi chiedo se non è il caso di tornare indietro. ...di riavvolgere il nastro a qualche mese prima....poi sento la sua voce nell'orecchio, immagino le sue mani, un pò nodose che indagano il mio corpo e....riprendo a camminare.
È già lì, alla vineria, che aspetta....sempre al telefono con qualcuno...così lo posso osservare, lo immagino nudo, immagino il suo cazzo dritto che mi desidera e.....viola come un peperone mi vado a sedere al tavolo.
LUI continua a parlare come se non mi avesse vista e, mentre io cerco almeno di leggere il menù, per non sentirmi troppo fuori luogo, allunga una mano in mezzo alle mie gambe, mi sfiora il sesso.....distrattamente, solo per controllare se ho assecondato la sua richiesta, "bastardo, neanche un cenno di apprezzamento" penso. Quando riattacca però mi osserva con attenzione, mi stropiccio il vestito perché quello sguardo mi fa sentire nuda, come se fossi aperta, completamente, su un altare sacrificale. "Nervosa?" chiede, annuisco imbarazzata come una scolaretta al primo giorno di scuola.
Mi stringe la mano e comincia a parlare, so che vuole distrarmi, anche se non pensiamo ad altro entrambi. Dopo diversi bicchieri di vino e parecchie chiacchiere, in effetti mi sento molto più rilassata e tranquilla. Lo vedo che guarda oltre me, si sbraccia per farsi notare da qualcuno e poi….sento dietro, la voce profonda che sinceramente non ricordavo. Mi giro appena, timidamente, faccio fatica a riconoscerlo, sono passati davvero troppi anni. Ci salutiamo e quando si siede al tavolo so che dobbiamo nuovamente stemperare l'imbarazzo.....non è facile per niente. Però ci impegniamo tutti, raccontandoci qualche aneddoto di quasi 30 anni prima ma soprattutto bevendo abbondantemente.
"Va bene" fa ' l'altro: "qui ci sono le chiavi di casa.. ..io ripasso più tardi".
Tiro un sospiro di sollievo. ..una casa....tranquilla per un pomeriggio, la possibilità di sfogare tutti gli impulsi e i desideri di questi mesi...un sogno.....
L'appartamento è davvero accogliente. ...faccio un giro, più per sentirmi a mio agio che perché mi interessi. Ho bevuto parecchio e quasi barcollo ma.....sono comunque presente a me stessa....abbastanza per sapere bene cosa desidero, cosa sono venuta a prendere....o ad offrire.
LUI si avvicina, adoro il profumo, il corpo, lo sguardo, non ha ancora fatto niente e io già sento il languore nello stomaco, le gambe che cedono......allungo una mano....non desidero altro che sentirlo godere, che sentirlo dentro di me......
Il suo cazzo è duro, intrappolato nel pantalone ed io vorrei tanto che lo tirasse fuori e mi chiedesse di prenderlo ma....che fosse deciso, che si prendesse cura di me e del mio piacere ma che non mi proteggesse così tanto dai suoi impulsi.....perché sono loro che mi accendono. Sul divano mi fruga, mi apre, mi lecca facendomi godere come non mai. Faccio fatica a respirare, a volte ho paura di fargli male, tirandogli i capelli nella forza dell'orgasmo, perché mi sembra di morire dal piacere
Sento un rumore alla porta...l'amico sta entrando, infondo lo sapevo dall'inizio, ma....sinceramente ora non mi importa, sono in paradiso e la testa mi gira parecchio. Quando LUI finisce mi guarda negli occhi, si avvicina e nell'orecchio mi chiede un pompino. ...si apre il pantalone, lo tira fuori ed io.....ne ho una voglia tremenda, come un'affamato a cui mostrano una tavola imbandita.....mi piace come mi osserva mentre lo lecco in tutta la sua erezione e al tempo stesso mi piace che chiuda gli occhi e si lasci andare e sentirlo gemere.
L'amico si avvicina, dietro.....infila la mano sotto il vestito e.....le dita dentro di me. Mi dimeno senza troppo convincimento ma non cambia niente, anzi mi tiene con più forza con la mano libera, e questo sinceramente mi eccita molto. Provo a districarmi tra i due, da una parte adoro il suo sapore, sentirmi guidata dalle sue mani sulla mia testa, dall'altra il mio corpo chiede di fermarmi, di godere del piacere che mi stanno regalando. Sono infinitamente bagnata. Mi raddrizzo e aiuto quella mano a raggiungere i miei punti più sensibili......intanto LUI mi bacia profondamente. Lentamente mi gira e mi spinge verso l'altra erezione. L'ansia mi prende perché non lo conosco ma...il vino mi aiuta a tenere a bada i pensieri.....per cui lo accarezzo, come a prenderne confidenza. Guardo LUI che mi fa un cenno con la testa, non so bene se è una richiesta o un consenso, in realta' il messaggio è chiaro, per cui continuo. Lecco anche lui, dai testicoli fino alla punta, uso le mani e la bocca, lo succhio fino infondo, finché posso.....Ad un certo punto mi accorgo che LUI si è avvicinato, la sua testa vicina alla mia, mentre succhio, mi guarda con attenzione, mi osserva, si tocca. ...Poi torna dietro, mi entra dentro, con la mano mi stimola il clitoride, mi sento riempita, ed è bellissimo. Mi scopa forte, mettendoci l'anima. L'altro mi sfila il vestito e tira fuori il seno, si occupa dei miei capezzoli, succhiandoli avidamente. Non riesco a tacere, mugolo e gemo. ....vorrei tacere....ma proprio non ci riesco. LUI mi viene dentro, e mi piace anche sentirlo stanco sulla mia schiena.
Poi mi gira, lascio fare cercando di capire cosa vuole, e mi trovo supina, completamente aperta e già bagnata. Ora è l'altro che entra dentro di me....io allungo le braccia, cerco la testa di LUI, lo tirò a me.....deve sentire il mio piacere, voglio che i miei gemiti gli risuonino dentro.....
.....i miei gemiti.....mi agito......mi divincolo. .....mi sveglio.....cazzo!! Era un sogno.....di nuovo quel fottuto sogno.....sono giorni che si ripete. ....mi sveglio sudata, bagnata, confusa.....mi sa che domani preparo quel trolley!!
PER LUI e L’ALTRO se lo leggono…….mi sono divertita a scriverlo ;-)
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9 years ago
Maja71,
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Dopo il preambolo: l'orgia
Segue Preambolo d'Orgia.
Siamo tutti quattro nel letto. I corpi aggrovigliati, la pelle che strofina sulla pelle. Abbiamo i cazzi molli. L’orgasmo da poco goduto è ancora da metabolizzare. L’eccitazione fisica deve ancora tornare, ma quella mentale ci sta già coinvolgendo. Sul video davanti al letto scorre una compilation di pompini e sborrate, amplificate dal gemere del sonoro. La camera è quindi già piena di gemiti, ma non sono ancora i nostri.
Io e Carlo ci stendiamo sugli esterni del letto. Uno inverso all’altro. Il mio collega e Paolo si stendono, a loro volta inversi, su di noi. Mi trovo il cazzo di Paolo finalmente in bocca, mentre lui succhia quello di Carlo, che a sua volta spompina il mio collega, intendo a fare altrettanto su di me. È un sessantanove a quattro. Un quadrato erotico, un quadripompino.
Sento quel cazzo molle tra le labbra. Lo sento, aspirandolo più che succhiandolo. Percepisco sulla lingua la pelle senza turgidore. Egualmente sento il mio moscio intruppato nell’avida bocca del mio collega. Sento quel piccolo e moscio cazzo che per i miei colpi di lingua inizia a riempirmi la bocca, divenendo barzotto. Da barzotto sento che inizia a prendere forma e consistenza… inizia a riempirmi la bocca… inizia a pulsare di eccitazione. Sensazione che non è certo un piacere da orgasmo, ma comunque un godere raffinato. Ed altrettanto lo è il sentire contemporaneamente il mio passare da molle a barzotto e da barzotto a duro nell’altrui bocca. Sublime.
Per parecchi minuti siamo rimasti così. Tutti con un cazzo tra le labbra. Tutti con il cazzo nella bocca di un altro. Ai gemiti che giungono dal televisore, iniziano ad unirsi i nostri mugulii. Il rumore delle nostre bocche che succhiamo tutte insieme all’unisono. Continuiamo a spompinarci, con il breve intermezzo del mio collega e Paolo che si invertono. Ora sto succhiando il mio collega, mentre Paolo e andato sul mio cazzo. La sua bocca mi riporta immediatamente al magnifico pompino preliminare, quello che mi ha fatto per dar inizio alla serata. I cazzi, inutile dirlo, sono ormai duri. La fase di sfida del farli tornare su è durata abbastanza poco. Con un quadripompino come quello non c’è partita. Ma è stato eccitantissimo, è stata veramente notevole la sensazione appena vissuta. Non pensavo che succhiare un cazzo completamente molle e sentirlo crescere il bocca potesse essere così piacevolmente eccitante.
Dopo ancora un po’ di spompinate in formazione a quadrato erotico, ci scompaginiamo.
La geometria lascia il posto alla fantasia. Tutti succhiamo tutti. Tutti limoniamo con tutti. Culi e scroti, cazzi e capezzoli, divengono campo di gioco comune. Non riesco neppure a capire chi mi sta succhiano, sono troppo impegnato ad alternare tra le mie labbra due cazzi e quattro palle. Percepisco una lingua che si insinua nel buco del mio culo, mentre limono con Paolo e masturbo Carlo. Due cappelle spingono sulle mie labbra in contemporanea. Le prendo entrambe. Quasi non respiro più. Ogni anfratto della mia bocca è pieno di cazzo, di cazzo duro che pulsa. La lingua fatica a muoversi, compressa tra i due glandi turgidi. Una lingua intanto continua a muoversi sul mio culo, a leccarmi ogni piega, a tintillare sul buco. Mentre faccio un ditalino a Paolo, sento un dito penetrarmi. In questo momento c’è solo gioco versatile, gestualità fotocopia di tutti con tutti. Tutti siamo attivi, tutti siamo passivi.
E Paolo a cambiare il gioco. Vuol fare la nostra troia. Vuole cambiare i gesti. Vuole sottomettersi, trovando socio il mio collega, a me e Carlo.
Questo intramezzo cade a fagiolo. L’oltre un’ora di gioco in quel letto, ha fatto dimenticare al mio cazzo che è alla seconda volta serale. L’eccitazione ormai raggiunta è quella da primo colpo.
Ora il gioco cambia. Se prima tutti mugulavamo allo stesso modo, unendo il nostro gemere a quello che continua a promanare dal televisore, dove pompini su pompini si alternano a copiose spruzzate di sperma su facce e gole, ora due di noi mugulano e due hanno assunto il comando del gioco.
Dalla bocca di Carlo, al pari della mia, escono ordine secchi e precisi. I nostri due compagni di piacere sono solo più vacche in calore, troie infoiate. Due puttane a nostra disposizione. E ciò è quanto gli urliamo. Son le parole che usiamo con loro per eccitarli sempre più.
Carlo prende dal cassetto un frustino. Paolo e il mio collega si mettono a quattro zampe sul letto, uno a fianco dell’altro, chiappa contro chiappa. I culi aperti verso di lui. Io gli sono davanti. Passo il cazzo da una all’altra delle loro bocche. Appena sento una bocca prendere il ritmo della pompata, mi sfilo. Mentre lo faccio, non manco di usare il cazzo come un manganello. Lo sbatto sui due visi. Colpi violenti su fronte, naso e occhi. E loro gemono di piacere. Intanto Carlo, con studiata forza (poca) li frusta. Di tanto in tanto, la frusta, invece di colpire le natiche, si arrotola tra le cosce e va a lambire i coglioni. E loro gemono di piacere.
Posata la frusta, Carlo gli prende i cazzi. Uno per mano. Li tira in fuori verso di se. Quei due cazzi durissimi, sembrano ora code, due code tra le mani di Carlo. Li masturba lentamente. Mi affianco a lui e prendo io quello di Paolo. Li masturbiamo all’unisono. Ma non mi basta. Allora mi inginocchio e inizio a succhiarlo. Mentre lo succhio, la fronte si strofina sul suo culo. Altrettanto fa Carlo.
Adesso non gli urliamo più che sono due cagne in calore, due troie, due porche. Abbiamo entrambi le bocche piene dei loro cazzi. Cazzi che, sarà per la posizione, sarà per l’eccitazione, sono duri come pietre.
Vedo Carlo alzarsi ed andare a prendere qualcosa nel cassetto. Un preservativo. Velocemente infila il proprio cazzo in quella leggera guaina, poi si china a leccare il culo del mio collega. Vedo il mio collega fremere, mentre implora il cazzo. Allarga le cosce. Si inarca mentre Carlo lo sfonda. Un colpo violento e gli è completamente dentro. Infilo a mia volta un preservativo e con la mano insalivata, non mi va di leccare un culo, preparo alla scopata quello di Paolo. Lui mi incita ad incularlo, a scoparlo, a chiavarlo. Pongo la cappella sul suo orifizio. Con un colpo leggero, entro in lui. Mi urla di incularlo più forte. Mi chiede il cazzo fino in fondo. Lo accontento. Inizio a pompare quel culo senza ritegno e senza delicatezza. Di colpo in colpo sempre più violentemente. Nulla del mio cazzo resta fuori, tutto viene inghiottito da quell’ano famelico.
L’essere alla seconda volta ci consente di giocare senza venire, di pompare quei culi a lungo, di chiavare quelle due troie allo sfinimento.
Ad un certo punto, Carlo si sfila dal culo del mio collega. Mi invita a fare altrettanto. Ci cambiamo i preservativi e riprendiamo ad inculare quelle due troie, troie che ormai gemono senza ritegno, godono come baldracche sfondate. Io però ora penetro il mio collega, mentre Carlo pompa dentro Paolo. Li scopiamo per un po’… poi non resisto più. Sto venendo.
Paolo si accorge che rallento il ritmo ed inizio e gemere. Sente che sto per godere. Mi chiede di darglielo in bocca. Con la voce alterata dai gemiti mi chiede la sborra. Veloce esco del suo culo, mi tolgo il preservativo e gli schiaffo il cazzo in gola.
Non faccio quasi in tempo a infilarlo tra quelle sue morbide labbra, immediatamente inizio a spruzzare sperma. E come all’inizio di serata, anche questa volta Paolo si beve il mio succo del piacere. Mi tiene il cazzo in bocca sino a che anche l’ultima goccia è uscita. Lo lambisce delicatamente con la lingua, mentre lo stringe tra le labbra. Lo sento smosciarsi nel caldo della sua gola, umida di saliva e sperma. E mentre mi godo queste sublimi sensazioni post orgasmo, sento e vedo Carlo godere nel culo del mio collega. Lo vedo irrigidirsi mentre gli dà un ultimo violentissimo colpo, per poi accasciarsi sulla sua schiena, finendo di incularlo con colpi lenti. Ogni colpo un gemito. Ogni gemito una goccia di sperma che esce dal cazzo e riempie il preservativo. Un gemito che si unisce ai miei e a quelli del mio collega. Gemiti che si confondono con i mugulii a bocca piena di Paolo. Stiamo godendo praticamente in contemporanea. Io e Carlo di cazzo, il mio collega di culo, Paolo prima di culo ora di bocca.
Guardo l’ora e mi accorgo che son passate più di due ore da quando, con i cazzi molli, siamo saliti su quel letto. Non riesco a crederci. Mai avevo giocato così a lungo. Mai ero riuscito a resistere senza venire per tanto tempo. Mi accorgo ora di quanta scienza ci sia stata nel procurarci subito un orgasmo. Un orgasmo preliminare al gioco vero e proprio…
Ma non è ancora finita. La serata mi riserva ancora una sorpresa. Se Carlo ed io siamo lì con i cazzi ormai mosci, altrettanto non è per Paolo e per il mio collega. Noi abbiamo sborrato due volte, loro una sola. E non vogliono certo finire la serata senza spruzzare anche loro una seconda volta.
Paolo, con la lancia in resta, va in bagno. Lo seguiamo. Siamo tutti in bagno. Il mio collega seduto sul bordo della vasca e Paolo inginocchiato dentro la vasca. Entrambi si masturbano. Carlo si prende l’uccello in mano ed inizia a cospargere Paolo di pioggia dorata. Mentre li guardo in quel particolar gioco, che non mi eccita assolutamente, sostituisco la mano del mio collega con la mia. Lo masturbo. Sento che freme, sento il suo cazzo tendersi tra le mie dita. Sento infine la sua sborra uscire, goccia dopo goccia e colarmi calda sulla mano. Intanto vedo Paolo, fradicio della pioggia di Carlo, contorcersi e darsi qualche veloce colpo. Sborra, sborra gemendo, mentre Carlo riversa su di lui le ultime goccioline di pioggia.
Adesso siamo tutti venuti una seconda volta. Il mio collega va a prendere una bottiglia di spumante per un brindisi al dio eros, al piacere, alle copiose sborrate. Brindiamo tutti in piedi nella vasca, facendo una doccia collettiva, una doccia che comunque non riesce a toglierci dalla pelle quel sentore di godimento appena vissuto. Ci insaponiamo a vicenda. Le nostre mani tornano reciprocamente sui cazzi, ma questa volta solo per salutarli. Adesso è proprio finita. Una serata d’orgia, una serata di sesso talmente travolgente e coinvolgente, che mi ha portato a farmi solennemente promettete l’invito per la replica.
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9 years ago
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Preambolo d'orgia
Appena tornato da Catania (racconto “Da un collega ad un altro… con moglie”) ho telefonato al mio iniziatore (racconto "Iniziato da un collega"). Sulle prime ho malamente cercato di fare l’incazzato, per la mancata riservatezza su quanto era avvenuto tra noi. Un bluff subito scoperto. Da Catania era già stato informato per filo e per segno su quanto avvenuto, in uno con le parole di elogio e ringraziamento da me spese con la coppia, ora comune amica, proprio sul suo non esser stato discreto.
Ha comunque voluto stare la gioco, anzi ha voluto gestirlo. Alla mia poco credibile rimostranza, risponde infatti con un’ironica accettazione di colpa, accompagnata dalla disponibilità a subire una giusta punizione per questo. Giusta punizione che mi invita ad infliggergli andando a casa sua.
Combiniamo per la sera seguente.
Vado da lui pronto a giocare al rabbioso punitore. Non avevo con me alcun attrezzo punitivo, ma avevo già visto in un suo cassetto, le volte precedenti, una serie di gingilli, che ben avrebbero trovato spazio nell’armadio del divin marchese. Mai però usati, nonostante i ripetuti inviti a farlo del mio collega. E’ un genere di gioco erotico che non mi attrae per nulla, ma questa volta sarebbe stato diverso, li avrei usati. E non importa se l’usare frustini piuttosto che manette addirittura mi diseccita, li avrei in ogni caso usati per soddisfare la voglia del mio collega di sentirli su di se.
Un godimento suo, a scapito del mio, che volevo donargli, per ringraziarlo del grande regalo erotico che mia aveva fatto trovare pronto e servito a Catania.
Suono il campanello sulla strada e mi apre. Quando giungo sul pianerottolo trovo la porta socchiusa. Entro e richiudo la porta. Sento delle voci in salotto e, annunciando la mia presenza, vi entro.
Mi è chiaro, a questo punto, che il collega aveva organizzato un gioco per me nuovo. Un serata diversa da quella di cattivo punitore che avevo immaginato.
Sul divano trovo seduto il mio collega ed un suo sconosciuto amico, entrambi nudi. Inginocchiato sul pavimento davanti a loro, un altrettanto a me sconosciuto suo amico, anche lui nudo ed intento a giochicchiare con i cazzi dei due. Una leccatina all’uno ed una succhiatina all’altro… Due cazzi però molli, due cazzi che ciondolano sulle cosce. Cosa strana. Non ho mai visto il cazzo del mio collega molle in queste occasioni; abitualmente è già un po’ indurito quanto si spoglia, non parliamo poi di come subito si erge appena lo tocco… Ed anche lo sconosciuto succhiatore era eguale a loro; il cazzo molle che gli sbatteva tra le gambe.
Resto qualche secondo interdetto a guardare la scena. Poi vengo invitato a sedermi sulla poltrona contrapposta al divano. Mi siedo e continuo a guardare.
Vedo lo sconosciuto succhiare i due cazzi, leccare i testicoli dell’uno e dell’altro. Vedo le sue mani pizzicare i capezzoli dei due e vedo i due limonare tra loro. Mi fan sentire un fantasma. Mi sento uno spettatore che guarda un film porno in televisione, invece quella viva carne è a meno di un metro da me. Passano un paio di minuti e la scena continua. I due sul divano continuano a limonarsi, mentre si accarezzano i corpi. Quello in ginocchio continua a giocare di bocca su di loro.
La scena è fortemente eccitante e l’atmosfera che aleggia nella camera è pregna di erotismo. Ho il cazzo duro. Mi slaccio i pantaloni e lo libero; è l’unico cazzo duro in quel salotto. Inizio a masturbarmi come un guardone. Non oso intervenire nel trio, anche se la voglia di farlo sale sempre più.
Vistomi con il cazzo in mano, lo sconosciuto inginocchiato si stacca dai due e viene da me. Inizia a spompinarmi, mentre con le mani mi sfila pantaloni e slip. Mi tolgo la maglietta. Sono al fine completamente nudo come gli altri tre. Due sul divano che si accarezzano e continuano a limonare. Io seduto in poltrona con uno sconosciuto che mi delizia di un pompino. Sento la sua bocca aspirarmi il glande. La sua lingua gingillare con l’orifizio penico. Le sue mani accarezzarmi i testicoli, spingendosi sino al buco del culo. Ora mi sta facendo un leggero ditalino con una mano, mentre l’altra gioca con un capezzolo. La bocca sempre sul cazzo.
Il mio sguardo passa da lui ai due sul divano. Vedo che adesso sono entrambi seduti intenti a solo guardare me. Sono eccitatissimo. Devo immediatamente far cessare il pompino. Sento che manca poco al venire.
Chiedo allo sconosciuto succhiatore di smettere. Senza lasciare il cazzo, mi risponde che vuole bermi, vuole sentire la mia sborra in gola, sul palato, sulle labbra. Ed allora così sia. Peccato. Avrei voluto far durare ben di più il gioco, avrei voluto succhiare un cazzo anch’io.
Invece no. Le mie mani e la mia bocca son rimaste inattive, sin da subito quello sconosciuto mi ha preso il cazzo in bocca e l’ha succhiato. Ed ora sto venendo. Mi succhia il cazzo in modo divino. Nessuna mano sul cazzo, solo due labbra che lo artigliano e scorrono su e giù, con la lingua che gira velocissima sulla cappella. Sento lo sperma salire. Faccio appena in tempo ad annunciare la sborrata e subito il cazzo spruzza. Godo alla grande. La sua bocca sempre una ventosa. Neppure una goccia di sperma è fuoriuscita dalle sue labbra. L’ha bevuta tutta. Non contento, continua a suggermi, a darmi colpetti di lingua sul glande mentre lo strumento si ammorbidisce. Lo sento smosciare nella sua bocca e, ripresomi dall’orgasmo e tornato in me, vedo i due sulla poltrona seduti, composti l’uno a fianco dell’altro. Neppure quel guardare in diretta un così meraviglioso pompino li ha eccitati; i loro cazzi continuano a essere molli.
Lo sconosciuto che mi ha appena regalato il piacere si alza e va in bagno. Torna quasi subito. Ora si possono fare le presentazioni. Un bel modo di ricevere gli ospiti. Paolo e Carlo, due amici di vecchia data del mio collega. Una coppia nella vita, una coppia aperta nel gioco erotico.
Vengo a sapere che i tre, mentre mi aspettavano, si erano da poco regalati un bell’orgasmo. Ecco l’arcano motivo dei cazzi molli. Il compito di pareggiarmi a loro era stato dato a Paolo, a parer del mio collega, il miglior succhiatore d’uccelli al mondo. Un farmi venire subito quindi preordinato. Scopro poi che quei veloci orgasmi non sono finalizzati a se stessi, ma preordinati al massimo piacere. Questo è solo il titolo d’apertura del film. Un film da ora girarsi sul lettone tutti insieme. Un film con Carlo ed io nel ruolo di protagonisti maschili e il mio collega e Paolo in quello di succubi attrici femminili. Un film che, come anticipatomi da Carlo, avrebbe avuto un andamento lento, un protratto giocare con i corpi, reso possibile proprio da quell’aver già tutti appagato l’iniziale eccitazione. Un gioco fatto più di ricercata gestualità che di eccitata bramosia. Un giocare su cazzi molli da far eccitare nuovamente. Da far indurire lentamente.
Questa è la serata che il mio collega mi ha preparato. Fare sesso con tre uomini contemporaneamente. Sin’ora non avevo ancora provato un’orgia soli uomini; un altro gioco quindi nuovo per me. Una sfida poi il venire due volte consecutive, una sfida, vista l’età, non così semplice.
Per ora mi fermo qui. La serata, che in questo momento inizia, sarà oggetto di un successivo racconto. Anticipo solo che per tutti e quattro, nonostante la comune non certo più giovane età, non ci fu alcun problema a godere un secondo orgasmo. Un orgasmo goduto dopo aver ricevuto e regalato ogni forma di piacere. Un orgasmo di puro erotismo e non figlio di famelica eccitazione. Un orgasmo lungo e pregante. Un orgasmo ben più appagante di quello iniziale.
Quando ci lasciammo, eran probabilmente più provate le lingue che i cazzi e sicuramente provati erano i culi di Paolo e del mio collega, dove ci siam dilettati a turno io e Carlo.
Una volta si diceva: per godere bene, prima di andare a puttane bisogna farsi una sega. Posso tranquillamente dire che, per vivere a fondo l’erotismo, il venire subito, proseguendo poi il gioco, è certamente un’arte da coltivare. Come dire: “quando il gioco si fa interessante, entrino in campo i cazzi molli”.
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9 years ago
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Da un collega ad un altro... con moglie
Sono a Catania per lavoro, solita noiosissima riunione fiume, per di più nel caldo torrido del luglio siciliano. Un collega catanese mi propone di cenare insieme a casa sua. Accetto immediatamente e con gioia; aborro il cenare da solo in un ristorante.
Ci rechiamo così da lui. Un bella villetta isolata nella campagna, a pochi chilometri da Catania. La moglie, probabilmente avvisata della mia presenza, ha apparecchiato per tre nel patio tra piante di agrumi ed ulivi. Ammiro il giardino chiacchierando del più e del meno con la moglie, allorchè il collega, dopo essersi rinfrescato con una doccia, mi invita a fare altrettanto ed a togliermi la triste grisaglia da lavoro che indosso, sostituendola con il comodissimo caffetano stile arabo che mi porge, identico a quello che ha appena indossato lui.
Tornato in giardino rigenerato dalla doccia ed avvolto in quel soffice camicione, trovo l’aperitivo ad attendermi. Un meraviglioso rapitalà freschissimo, spruzzato di succo d’arancia e campari. Un po’ di classica ordinaria conversazione e poi la cena, rappresentata da un nutrito susseguirsi di piccoli assaggi di cibo siciliano, di cui la signora aveva svaligiato una gastronomia, serviti dal mio collega. E proprio osservandolo controluce, mentre passa dalla cucina al patio, noto che sotto il caffetano è completamente nudo. Faccio finta di nulla ed evito il più possibile di posare il mio sguardo su di lui, o meglio su quei suoi coglioni che intravedo ciondolare liberi attraverso il cotone.
Finita la cena, la sorpresa. Una sorpresa annunciatami tranquillamente mentre sorseggiamo il caffè.
E lei e non lui ad annunciarmela. Senza alcun imbarazzo, mi dice che la loro è una coppia molto libertina e molto bisex. Vedendomi alquanto interdetto nel sentirla dirmi ciò, subito aggiunge che di me san tutto… o meglio conoscono per filo e per segno quel vizietto erotico che tanto mi attrae. Sapendo che mi recavo a Catania, quel maledetto del mio collega torinese, quello che mi ha iniziato al gioco tra uomini, mi aveva preceduto con una dettagliata illustrazione di ciò che era avvenuto ed avviene tra me e lui. E non gli era stato complicato il farlo. Almeno una volta l’anno è a Catania ospite loro… e non sono solo visite formali. Al termine di una notata rovente propria di quelle visite, raccontò loro di me.
Tutto, invito a cena, caffetano, doccia… mi è apparso a quel punto pienamente preordinato. Una preordinazione certo non spiacevole, anzi. Al rientro a Torino non mi sarei arrabbiato con il collega per la sua scarsa riservatezza.
Mentre la signora di casa mi racconta ciò, vedo il mio collega sfilarsi il caffetano e risedersi a tavola come nulla fosse, completamente nudo davanti a me e sua moglie. Una nudità che quel patio nasconde a chiunque, meno che a noi due lì presenti. Una nudità resa particolarmente intrigante dal cazzo indurito… non che il mio sia da meno, ma è ancora nascosto sotto mutande e camicione.
Mi vien normale chiedere quel è il divertimento erotico che cercano… Invece di rispondermi, lui si inginocchia davanti a me, mi alza il caffetano e mi sfila lo slip. Il mio uccello è finalmente libero da ogni costrizione, libero di indurirsi al meglio. Senza quasi accorgermene, mi trovo il cazzo nella sua bocca. Per alcuni istanti assaporo, quasi in estasi tra i profumi del giardino, quel suo muoversi con la lingua sulla mia cappella, quel suo passarmi la lingua dal glande ai testicoli, quelle sue labbra che succhiano il mio pene, alternando il succhiare lento di pura bocca con l’aspirare veloce aiutato dalla mano.
Solo dopo alcuni minuti di quel piacevolissimo suo giocare sul il mio cazzo, cerco con gli occhi sua moglie.
È tranquillamente seduta su una poltroncina, intenta a guardarci ed ancor più intenta a masturbarsi. Vedo le sue gambe spalancate e la sua fighetta aperta. Vedo la sua mano stuzzicare lentamente il bottoncino del piacere femminile. Vedo, e sento, in contemporanea il mio collega sempre più intento a leccarmi ovunque.
Mi sfilo quindi anch’io il caffetano e resto nudo come lui. Entrambi nudi sotto gli occhi libidinosi di sua moglie. Nudi per il nostro e per il suo piacere. Vedendomi un po’ interdetto sul come continuare il gioco, effettivamente mi stavo chiedendo qual coinvolgimento ci fosse con la moglie, lei mi dice che ama soddisfarsi da sola… che la eccita enormemente guardarci. Che io e suo marito siamo gli unici attori in scena. Lei è solo una spettatrice, una spettatrice dello spettacolo erotico che sta iniziando. Lo stesso spettacolo che il collega di Torino, mio iniziatore, mette sempre in scena con suo marito quando è loro ospite a Catania.
E mentre odo ciò, la bocca del mio collega cerca la mia. Trovandola. È un umido ed eccitato limonare. Un limonare mentre le mani accarezzano i cazzi, strizzano i culi e pizzicano i capezzoli. Un limonare che finisce quando ci stendiamo sul pavimento per un lungo ed eccitantissimo sessantanove. Sento il suo cazzo durissimo fremermi in bocca, mentre io, che sono su di lui, lo scopo in gola. Ad un certo punto mi alzo. Il mio cazzo sta esplodendo, impossibile continuare con la scopata orale. Continuando sarei esploso, avrei riempito di sperma la sua bocca.
Ma non lo voglio ancora. Voglio continuare a giocare in quel giardino ricco di profumi ed intriso di erotismo. In quel giardino invaso dai gemiti della nostra spettatrice gaudente e godente. Godente per un orgasmo che si sta dando con la mano guardandoci.
Faccio appoggiare il mio amico al tavolo, con il viso verso la moglie. Lubrifico con l’olio d’oliva che è sul desco il mio cazzo e il suo buco del culo. Lo penetro. Prima con pompate lente, poi sempre più profonde e veloci. Lo scopo come una troia, mentre con la mano lo masturbo. Mentre lo pompo, gli urlo che è solo una vacca, una troia in calore, una porca che mi sto chiavando. Mentre lo pompo, vedo sua moglie con gli occhi sbarrati su di noi. La vedo manovrarsi velocissima la figa. La vedo e la sento venire quasi in contemporanea con me.
Mentre il mio cazzo, sfilato dal culo del collega poco prima dell’esplosione finale, spruzza sperma sulle sue chiappe, sento scorrere la sua sborra sulla mia mano. Anche lui sta godendo. Gli resto chinato sopra, con il cazzo che si gode gli ultimi sussulti dell’orgasmo, compresso tra la mia pancia e il suo culo. Resto così chinato per continuare a tenere in mano il suo cazzo. Per godere sino all’ultimo istante del piacere di sentirmi colare tra le dita la sua sborra, di sentire l’uccello smosciarsi poco alla volta, mentre lo pastrucchio intriso di sperma.
E lei che ci separa. Ci separa per bersi le nostre spruzzate. Prima mi lecca la mano grondante dello sperma di suo marito, raccogliendo con lenti colpi di lingua ogni goccia. Poi passa a leccare il culo di suo marito, per bersi anche la mia. Dopo ci guarda e, con occhio che palesa il godimento appena vissuto e con lingua che continua ad umettare le labbra di liquido del piacere, ci dice che le è difficile decidere se sia meglio lo sperma siculo o quello pedemontano… e lo dice annunciandoci che ci sarà tutta la notte per decidere…
Un chiaro ed inequivocabile invito a restare a dormire da loro, che accetto immediatamente. Il collega apre allora una nuova bottiglia di freschissimo vino bianco che sorseggiamo nudi sulle poltroncine del giardino, conversando ovviamente di sesso. E quale altro argomento poteva esserci dopo l’appena vissuto...
Poi doccia e tutti a letto, tutti nello stesso letto. Quella che nel patio era stata solo guardona, nel letto si trasforma in assatanata di sesso. Passa frenetica dal mio cazzo al cazzo del marito. Ci lecca incessantemente ovunque per farceli tornare duri come un paio d’ore prima. E mentre lei sugge il mio, io succhio quello di suo marito. Poi lui passa a spompinarmi, mentre riceve egual servizio da sua moglie. Quando entrambi siam pronti per il secondo tempo del gioco, si mette a quattro zampe. Suo marito sotto di lei a leccarle la fighetta, io dietro a leccarle il buchino del culo. Gode per l’ennesima volta sotto i nostri sincronizzati colpi di lingua. È un gioco a tre ove tutti danno piacere a tutti. Tra noi uomini però solo più il piacere delle bocche, il cazzo dentro lo vuole lei e li vuole tutti e due. La penetriamo in entrambi i buchini. Si mette alla pecorina. Le infilo il cazzo nella figa fradicia di umore caldo. La pompo come un forsennato. Intanto tengo su il cazzo del marito spompinandolo a dovere. Quando la sento gemere per l’orgasmo, mi sfilo da lei lasciando il posto al marito. La incula violentemente. Ho il cazzo che pulsa. La scopata appena fatta l’ha portato al limite di tenuta e vedere quell’inculata animalesca non aiuta certo a rilassarlo. La seconda sborrata è ormai in canna. Il mio collega la reclama in bocca. Non mi faccio pregare e lo infilo tra le sue labbra. Poche succhiate e gli riverso in bocca lo sperma. Lo trattiene, neppure una goccia fuoriesce. Poi, quando sente il mio cazzo smosciarsi, si china sulla moglie e gli riversa in bocca lo sperma appena ricevuto da me. Limonano per un po’, limonano con la mia sborra che gira tra le loro bocche, che impregna le loro lingue. Ed intanto lui continua a incularla. Qualche pompata ancora, poi lo vedo sfilarsi di colpo e tendere il cazzo alla moglie. Le lo prende tra le labbra e si beve il suo orgasmo, miscelando con la lingua il mio sperma e quello del marito.
A questo punto siamo esausti ed appagati e, finalmente, dormiamo. Prima di addormentarmi, invio però mentalmente un grazie al collega di Torino, al collega che mi iniziò al gioco tra uomini e che mi ha aperto la porta, a mia insaputa, su questa indimenticabile serata di sesso, di erotismo, di piacere. Una serata che lui ha più volte vissuto nella prima fase, ma che, a dire della signora di casa, con lei attiva tra loro non si è mai scaldata come la notte appena trascorsa.
Quando tornerò a Catania non prenoterò alcun hotel... per il piacere mio e il risparmio dell'azienda.
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9 years ago
admin, 75
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Iniziato dal collega
Con una mia amica ci divertiamo da tempo con altre coppie, qualche volta a tre con un singolo. Un divertirsi in origine etero tra uomini, trasformatosi in full bisex quando il lui di una coppia mi prese a sorpresa il cazzo in bocca; cosa da cui comunque non mi tirai indietro, ricambiandola. Tutto però limitato a qualche palpatina ed a un breve e minimo succhiarsi reciproco. Un bisex soft provato quella prima volta e poi ripetuto che mi intrigò però al provare di più, al provare al far sesso solo tra uomini, al far sesso senza donne nel gioco.
Ed allora volli provarlo. Sapevo che un mio collega non era etero o, quanto meno, non lo era totalmente. Una sera andai a trovarlo, con la scusa di voler vedere con lui una relazione per l'ufficio. Dopo aver svogliatamente letto la relazione, iniziammo a chiacchierare del più e del meno ed io condussi il discorso sul sesso in generale. Un mio fare che volevo rendesse evidente che ben altro era il mio interesse ad essere lì; non l'andamento del mercato immobiliare, ma corpi eccitati e membri induriti. Fui quasi certo che l'avesse capito quando, dal generico conversare di sesso, passò al personale, dicendomi che lui adorava farsi usare da un maschio come femmina sottomessa. Lo disse e subito scomparve per un paio di minuti in bagno. Fui totalmente certo del suo aver intuito quando, rientrato in salotto, disse che gli sarebbe piaciuto se io fossi stato quel maschio. Non mi feci ripetere due volte l'invito... era lì proprio per la voglia di sperimentare il sesso tra uomini. Una voglia di sperimentare un dare e ricevere piacere solo tra maschi per me ancora sconosciuto.
Pur essendo non certo di primo pelo nel gioco erotico, era eccitato come uno sbarbino alla sua prima volta… e d'altra parte per me era una prima volta, la prima volta di un gioco solo tra uomini.
Gli dissi allora di spostarci in camera da letto, dove che avrei potuto essere l'uomo che l'avrebbe usato.
Si alzò immediatamente e, mentre lo seguivo verso il letto, gli accarezzai il culo, così come fa un cliente con la puttana che lo porta in camera. Lo sentii fremere mentre lo palpavo, dicendogli che ora doveva farmi vedere quanto era troia, quanto gli piaceva subire il mio cazzo. Poche parole che subito gli indurirono l’uccello. Lo sentii crescere sotto la stoffa dei pantaloni, mentre la mia mano passava dal suo culo al suo inguine.
Gli ordinai di spogliarsi davanti a me, come una schiava che deve eccitare il suo padrone. Percependo la sua ormai scatenata libidine troiesca, mi sedetti allora sul bordo del letto a guardarlo, mentre uno ad uno si toglieva gli indumenti. Prima quelli maschili esterni che nascondevano a tutti il suo essere femmina, poi il raffinato intimo femminile, indossato quando scomparse in bagno, che evidenziava la sua natura di autentica troia, pronta a soddisfare le più sfrenate voglie di un maschio… ed io ero quel maschio che avrebbe soddisfatto. Il maschio che l’avrebbe usato per far sfogare il proprio cazzo su di lui. Il maschio che gli avrebbe regalato il suo sperma.
Più volte gli rimarcai quanto fosse troia, quanto quel suo corpo da puttana mi stesse eccitando, quanto quel suo accarezzarsi il corpo ormai nudo mi intrigasse sempre più ad usarlo quale schiavetta per il mio piacere. Sempre seduto a guardarlo mentre si accarezzava, passando dal cazzo ai capezzoli, lo incitai ad essere ancora più troia, così non mi bastava… lo feci mettere a quattro zampe e gli ordinai di avvicinarsi a me come una cagna in calore e di tirarmi fuori dai pantaloni il cazzo, ormai indurito da quel suo spettacolo di troia con uccello che si spogliava per me.
Non aspettava altro. Subito mi slaccio i pantaloni e, mentre mi sfilavo la camicia, prese tra le sue mani il mio cazzo. Neppure il tempo di vedermelo tra le sue mani, che subito sparì nella sua bocca. E mentre lo succhiava, mi alzai, facendo alzare anche lui. Ora eravamo entrambi nudi l’uno di fronte all'altro. Iniziammo a sfregarci i corpi, ad accarezzarci reciprocamente i cazzi, a strofinarli tra loro. Con un su e giù alternato, ci godemmo in bocca i rispettivi uccelli, mentre le mani strizzavano culi e capezzoli. Lui ad un certo punto mi baciò sulla bocca. Restai un attimo interdetto da quella lingua di uomo che mi lambiva le labbra, poi mi lasciai andare e limonammo ripetutamente. Dopo il succhiarsi e toccarsi reciproco senza donne presenti, anche il baciare un uomo non erano quindi più per me un qualcosa di sconosciuto. L'esperienza di quel nuovo gioco era stato provata e sempre più mi sentivo eccitato e coinvolto.
E quel coinvolgimento mi portava ad incitarlo ad essere sempre più vacca, sempre più puttana… e lui mi rispondeva con gemiti di eccitazione e piacere. Senza mai toglierci le mani dai corpi, ci trovammo sdraiati su un letto… mi stesi al contrario su di lui per un meraviglioso sessantanove… Ci succhiammo a fondo, con le lingue che passavano veloci dai testicoli al cazzo e dal cazzo ai testicoli. Una camicia di saliva ricoprì in un attimo i nostri coglioni ed i cazzi arrivarono quasi al delirio orgasmico. Ma non lo volevo ancora… volevo ancora giocare, volevo ancora vivere quell’eros che ci aveva portato in quel letto.
Mi alzai e, seduto sul bordo del letto, gli ordinai di toccarsi con entrambe le mani i capezzoli, di stringerli e pizzicarseli… poi, eccitato da quella visione, gli dissi che, da brava troia qual era, doveva fare a me la stessa cosa… senza però mai toccarmi il cazzo, quello era riservato al dopo… Giocò vari minuti con i miei capezzoli… alternando le mani alla bocca, le unghie ai denti nello stuzzicarmeli, mentre io, guidandolo e trattandolo da vacca in calore, gli palpavo palle ed uccello.
Era ormai oltre un’ora che giocavamo… sentivo il mio cazzo implorare lo sperma e percepivo egual implorazione dal suo. Lo feci allora mettere a quattro zampe sul letto, come una puttana navigata e rotta ad ogni pratica erotica e, mentre gli dicevo cosa pensavo di lui… del suo cazzo… del suo essere troia… con una mano lo sculacciai, mentre con l’altra gli presi il cazzo e lo masturbai in quella posizione, tirandoglielo verso di me. Dalla sculacciata passai poi a strofinare il mio cazzo sul suo culo continuando a masturbarlo. Mentre la mia mano scorreva sul suo cazzo, gli raccontai passo passo cosa stavo facendogli, come lo stessi mungendo come si fa con una vacca in calore, come il mio cazzo stessa strusciando sul suo culo rotto… e lui rispondeva gemendo di piacere, con gemiti sempre più inarticolati e forti… Fu a qual punto che sentii il suo cazzo pulsare e vibrare in tutta la sua durezza. Diedi a un paio di colpi più veloci e tra le mie mani sentii sgocciolare il suo sperma. Continuai a masturbarlo con il palmo sulla cappella, per non perdere neppure un goccia di quel liquido del piacere che mi stava inondando la mano. Gli lasciai il cazzo solo quando lo sentii ammorbidirsi… mentre il suo respiro poco alla volta tornava normale.
Ma se il suo cazzo aveva finalmente trovato il piacere, il mio era però ancora in attesa dell’apoteosi finale.
Si sdraiò sul letto e mi fece mettere a cavalcioni su di lui. Mentre mi deliziava a colpi di lingua palle e culo, mi disse di masturbarmi, strisciando il cazzo sul suo viso. Mi bastarono pochi colpi e gli spruzzai di sperma la faccia. Eccitato dal sentirsi colare sul viso lo sperma caldo che gli avevo appena riversato… quella gran cagna si protese infine sul mio cazzo e lo sfece smosciare tra le sue labbra, regalandomi quei finali brividi di piacere che hanno reso indimenticabile la serata.
Una serata ove appresi e sperimentai il godere tra uomini. Una serata poi seguita da altre, con il culo ad unirsi a mani e bocche quali strumenti di piacere... il culo del mio collega sempre pronto a ricevere il mio orgasmo. Da quella sera continuo infatti a divertirmi con la mia amica insieme ad altre coppie, anche se il gioco ormai è sempre autenticamente full bisex e non solo soft come prima, ma non manco mai di ritagliarmi anche qualche bel momento solo tra uomini. .
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9 years ago
admin, 75
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Cazzi di gomma a volonta
Prefetto che questa storia è verissima. Ero stanco della solita vita di coppia e quel giorno decisi di passare al sexy shop per prendere qualcosa di nuovo che potesse rendere il rapporto con mia moglie un po più piccante. Spesi qualche euro e tornai a casa consapevole che quegli acquisti fossero stati soldi buttati visto il puritanismo di mia moglie. Era sera e come sempre mi aveva detto che era stanca ed andava a dormire. Io con il cazzo moscio e angosciato ero deluso ma ormai ci penavo dal pomeriggio e cosi decisi di fregarmene. Dopo un po andai vicino al letto ed iniziai a baciarla nel sonno. Dopo un breve DAI LASCIAMI STARE insistette fino a che lei inizio ad eccitarsi sempre più.Dopo circa 5 minuti si giro a pancia sotto con la ficona sollevata come per dire LECCAMELA. Così feci. Era giunto il momento . al sexy shop avevo comprato un paio di cazzi di gomma. Era il momento di usarli. Non lo avevamo mai fatto ed ero pronto ad una scenata pazzesca ma dovevo provare. Lentamente appoggiati il primo cazzo sulla sua fica. Ecco pensai ora mi dirà di andare a fare in culo invece con mia sorpresa mi disse: OHHHH, CHE COSA È? Io lo spostati dalla fica e glielo mostrati senza guardarla . Sentii dire: OHHHH, CARO È CHE CAZZONE CHE MI HAI COMPRATO. Poi senza indugio me lo tolse dalle mani e se lo infilò nella passerona già bagnata. Vedevo quel cazzo di 21 cm allargargli la fica. Avevo preso coraggio. Nel frattempo lei godeva come una pazza e poi disse DAI METTIMI QUALCOSA IN BOCCA facendomi intendere che voleva il mio cazzo. Prontamente presi l' altro fallo e senza dire niente glielo misi in bocca. OHHHH, ANCORA UN ALTRO E QUANTO È GRANDE, QUESTO È ENORME!!! Penso bene di tirarsi quello più piccolo dalla fica per infilarsi quel missile che era almeno 28 CM. Io iniziai a madturbarmi. La vedevo in estasi. SIIIII SONO LA REGINA DEI CAZZI STASERA. COME MI SENTO TROIA . Io mi menavo il cazzo come un forsennato. VIENI SOPRAI QUESTI DUR CAZZI PORCO. Cosi feci. Sborrai fino alla ultima goccia sporcando completamente i falli col mio sperma. NON PREOCCUPARTI ORA LA TROIA PULISCE TUTTO PER BRNE. Cosi fece. Nemmeno una goccia era rimasta al di fuori della sua bocca. Ingoio tutto.
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9 years ago
calvobig,
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Segaiolo
stavo facendo un giro a piedi in un boschetto dalle parti di Massa, mentre passeggio vedo un'auto con dentro un uomo e una donna sui 45 anni andare in una strada sterrata, poi si fermano in un posto molto al coperto dagli alberi, dalla vegetazione. Volevo andare via ma la curiosità mi blocca, mi avvicino un poco e vedo che stavano baciandosi, era una coppia di tedeschi dalla targa. Mi prende un po di eccitazione, mi avvicino e vedo che stanno sempre più toccandosi. Il cazzo mi era venuto duro, mi avvicino di più fino a che mi accorgo che lei sta facendogli un pompino. Preso dall'eccitazione lo tiro fuori e conmincio a scappellarlo, volevo mi vedessero e provo... mi avvicino ancora un poco fino a pochi metri. A questo punto vedo il viso di lui che mi guarda e dice qualcosa a lei... dopo un poco lei apre la porta, la apre tutta e guardandomi kin facciao si abbassa ancora per spompèinarlo...aveva la gonna, io impazzivo. Erano sicuramente avezzi a ste cose. Lei allora si sollevala gonna da una parte per farmi vedere le mutandine, io mi segavo e facevo in modo che vedesse..mi guardava. Poi lei si spoglia completamente si sdraia e apre le gambe, lui sale sopra e tenendolo glielo penetra dentro. Era fantastico, mi avvicino segandomi a due metri, vedevo il cazzo entrarle in fica e lei che godeva tremendamente..lui la pompava e lei mi guardava il cazzo...siamo andati avanti cosi per un po, l'ha scopata in bocca, fica e culo..alla fine mi avvicino e mentre lui sborra dentro di lei io sborro con le mani davanti a loro..poi in silenzio me ne sono andato.
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9 years ago
segaiolo3schizzo,
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Da dany a daniella 4 parte
Rientrato in albergo trovai l'albergatore pronto a rientrare a casa sua e a lasciarci, come la notte precedente, tutto l'edificio a nostra completa disposizione. Dopo avermi assicurato di aver provveduto a sistemare tutta la mia roba nella mia nuova stanza che ormai direi fosse la suite dell'albergo, mi salutò e mi diressi verso la camera di Daniella...arrivato sulla porta bussai e lei mi venne ad aprire. Restai completamente a bocca aperta...un intimo rosso veramente eccitante...molto mini e anch'esso di pizzo...le unghie dei piedi e delle mani smaltate di rosso....la pelle completamente liscia e lucida...un lucida labbra rosa che accentuava anche se non di molto quelle labbra vogliose, le ciglia e le sopraciglia ben curate...e i capelli a caschetto neri.... "Wow" dissi.... "Sei una gran figa".... "Grazie tesoro".....
"Senti un pò" le dissi "è andato tutto bene...abbiamo firmato il contratto e quindi dobbiamo festeggiare"... "Davvero?" chiese lei "Certo" risposi.... "Ti va di festeggiare?"
"Mhm....tesoro....certo che mi va...facciamo tutto quello che vuoi" mi disse con un sorriso malizioso e da puttanella....
"Bene" risposi "è proprio quello che volevo sentirti dire...allora preparati....mettiti il vestito pi sexy e femminile che hai e andiamo a mangiare fuori"
"Ma che dici" ribatté lei "ma sei pazzo?non posso andare da nessuna parte vestita così"
"Senti un pò" risposi io "stamattina eri a disagio perchè non ti sentivi la persona che sei...ti senti donna in testa e vuoi essere trattata da donna...bene allora voglio andare fuori a festeggiare con la mia Daniella"
"Ma solo tu sai del mio segreto" ribatté lei... "Appunto" aggiunsi io "nessuno sa chi sei....così truccata e con i vestiti sexy gli altri vedranno solo una super figa"
L'idea la stava stuzzicando e allo stesso tempo eccitando...voleva provare a vivere una situazione del genere...lo si leggeva nei suoi occhi...voleva ardentemente vivere la sua femminilità anche fuori...ma il timore la facevano ancora titubare e così dirigendomi verso la mia stanza le dissi "Vado a farmi la doccia e a prepararmi...passo a prenderti tra un ora" in modo che non le dessi ancora opportunità di controbattere e si sentisse a questo punto costretta a prepararsi ad uscire come la volevo io.
Dopo un'ora passai a prenderla...quando si aprì la porta restai di sasso....cazzo una strafiga così non la avevo mai vista fino a quel momento...indossava i sandaletti tacco 12, le gambe nude e lucide, una minigonna che dava sul celeste lucido, una camicetta nera un pò aperta che facevano intravedere il reggiseno di pizzo nero, una leggera giacca sul color panna con al braccio una borsetta...e quel viso femminile ben curato con quei capelli a caschetto neri.
Ci avviammo al ristorante con lei che mi teneva sotto il braccio...il suo camminare si fece blando e fluido con un evidente sculettare da gran troia evidenziato da quella minigonna semi aderente che indossava...arrivati al ristorante fummo sotto gli occhi di tutti i presenti....il responsabile di sala pensando fossimo una giovane coppia in cerca di privacy ci fece accomodare in un tavolo semi nascosto che dava su un angolo della sala con alcune piante floreali che facevano da contorno per creare quel senso di riservatezza. Daniella era molto imbarazzata e si sentiva addosso gli occhi di tutti... "Che dici....avranno capito?" mi chiese.... "Capito cosa?" ribattei io, ma non fece in tempo a rispondere che arrivò il maitre per portarci i menù e iniziare a chiedere se volevamo ordinare da bere
"Buonasera signorina...buonasera signore...benvenuti al nostro ristorante...posso permettermi di fare i complimenti alla signorina?" disse il maitre guardandomi con modo gentile e rispettoso "Prego prego faccia pure" dissi io con tono un pò assente facendo finta di iniziare a sfogliare il menù "Si figuri che non voleva neanche venire...è tutto il giorno che non si sente bene e non voleva uscire perchè non si sentiva abbastanza piacente per andar a cena fuori...diceva di sentirsi brutta oggi" aggiunsi.... "Ma signorina cosa va a pensare....lavoro in questo ristorante da tantissimi anni e posso assicurarle che mai è capitato di avere come cliente una donna così carina come lei...sicuramente lei è una modella...lo si è capita dal suo modo di camminare e dal suo portamento...siamo onorati di averla come nostra cliente" disse il maitre...questo non fece altro che dar maggior sicurezza a Daniella che tutti l'avevano considerata come una vera donna e con voce docile e femminile ringraziò al maitre delle belle parole e che si sentiva lusingata.
La serata proseguì con una atmosfera sensuale....la cena fu completamente a base di pesce...i calici di vino bianco...e gli sguardi carichi di desiderio da parte di entrambi....
"Sei uno stronzo" disse ad un tratto Daniella.... "Perchè?" risposi io guardandola in modo stupito.... "Hai fatto in modo che il cameriere mi facesse i complimenti affinchè non mi sentissi a disagio e mi sciogliessi".....
"Hai visto che agli occhi di tutti sei una donna?...stasera sei più serena rispetto a stamattina...perchè finalmente stai vivendo la tua personalità..." dissi
"Grazie....sei un tesoro....lo apprezzo molto quello che hai fatto" e ci scambiammo un sorriso pieno di malizia e sensualità.
Finito di cenare rientrammo all'albergo...entrambi un pò brilli ci stringevamo a vicenda lungo il tragitto...potevamo percepire il desiderio dei nostri corpi...e non vedevamo l'ora di poter rientrare...varcata l'entrata della porta, appena chiusasi dietro di noi, ci scambiammo un lungo bacio appassionato dove le nostre lingue facevano a gara per poter entrare nella bocca dell'altro...mentre le mani iniziavano ad accarezzare qualsiasi parte del corpo fino ad arrivare le mie a sollevare quella minigonna e toccare quelle chiappe morbide e sode e le sue il mio cazzo che non vedeva l'ora di uscire da quei pantaloni...
"Vieni...ho una sorpresa per te" dissi...e ci dirigemmo verso la mia nuova stanza...aperta la porta entrammo e Daniella guardandomi stupefatta disse "E questa?come hai avuto le chiavi di questa camera?"
"Ricordi che ieri non avevo acqua calda nel bagno?" dissi.... "Il padrone mi ha offerto questa camera per farsi perdonare...guarda un pò qui?...letto matrimoniale...e qui nel bagno????doccia idromassaggio...."
"Mah...mah....è stupenda....e cosa vorresti fare in questa nuova camera" chiese Daniella guardandomi con un sorriso malizioso....
"Beh...per iniziare siediti e rilassati sul divano" dissi io...e mentre lei si sedeva sul divano io mi diressi al frigo-bar e presi una mini bottiglia di whisky...mi diressi sul divano e posti due bicchieri sul tavolino versai il whisky e ne porsi uno a Daniella....
"Sai una cosa?" le dissi "stavo pensando che d'ora in poi voglio andare a fare i viaggi di lavoro con te....l'unica condizione è che tu sia sempre vestita da donna come lo sei stasera".....
"Davvero?" chiese lei....
"Si" risposi.... "Nessuno ha sospettato di nulla...tutti ti hanno considerato una donna...ed è quello che volevi"
"Si....in effetti hai ragione" disse lei pensandoci un pò su... "Era il mio desiderio...per la prima volta non mi son sentita a disagio a mostrare la mia reale personalità....sono stata bene...mi son divertita...e devo ammettere che mi sono anche eccitata" e così dicendo entrambi alzammo in aria il bicchiere e brindammo alla serata...
Appoggiati i bicchieri sul tavolino ci guardammo e dopo un pò iniziammo a baciarci con passione...le nostre lingue che per l'ennesima volta si cercavano e si esploravano l'una con l'altra...le mani che percorrevano il nostro corpo...le mie all'inizio si fermarono all'altezza del petto, sganciarono un poco la camicia, sollevarono un poco il reggiseno ed iniziarono a stuzzicare quei capezzoli ormai turgidi...dopo di che continuarono a scendere e iniziarono ad accarezzare quelle gambe lisce e morbide sino alle chiappe...le sue ugualmente si intrufolarono dentro la mia camicia ad accarezzare il mio petto...poi dopo proseguirono fino alla patta, sganciarono il cinto, aprirono i miei pantaloni e si intrufolarono all'interno dei boxer e a impugnare il mio cazzo ormai eccitato...
Tutto ad un tratto si staccò dalla mia bocca e si inchinò verso il mio cazzo....iniziò a leccarlo roteando prima la lingua sulla punta della cappella...poi passandola lungo tutta la lunghezza dell'asta...e infine infilandoselo tutto in bocca fino in gola...
"Oh...si...Daniella....mhm....si così....quanto sei brava...."
"Ti piace?" chiese lei continuando il suo operare sul mio cazzo..... "Divinamente" risposi io "Hai una gran voglia di cazzo...me lo stai mangiando tutto....non so fino a quanto potrò resistere....uhm...siii"
"Vieni quando vuoi tesoro....voglio bere tutta la tua sborra....come ieri...." e ricominciò a pompare con avidità.....
"Aaahhh tesoro....mhm....siiiii....vengoooo.....ooohhh.....tieni....bevi tutto.....è tutta tuaaaaa" e venni svuotando una immensità di sperma nella sua bocca senza che lei ne fece uscire una sola goccia....
"Tesoro....mhm....che buona....è saporita.....la tua è stata la prima...ma son sicura che la tua è la più buona...mhm" e così dicendo finì di ripulirmi il cazzo dalle ultime gocce che fuoriuscivano.....
Poi ad un tratto mi alzai dal divano, la presi in braccio e la portai verso il letto....la poggiai con dolcezza, le sfilai i sandaletti e poi mentre mi guardava mi spogliai completamente....mi sdraiai al suo fianco ed iniziai a sfiorarle con dolcezza le gambe con la mia mano....le sollevai la minigonna e la lasciai così con il culo bene in mostra con addoso quel grazioso perizoma nero....poi iniziai a sganciarle la camicetta e a sfiorarle il petto....lei si eccitò ancora di più e si tuffò nuovamente a pomparmi il cazzo....questa volta divenne ancor più duro e mi chiese di penetrarla e di possederla come solo io sapevo fare....presi l'ennesimo preservativo dal beauty-case e me lo infilai...la feci mettere a pecora con la minigonna completamente sollevata...le scostai il filo del perizoma, le puntai il cazzo nel buco del culo e lo affondai con un colpo secco e deciso...
"Aaaaaahhhhhhh.....mhm.....siii cosììì.....siii tesoroooo".....mi diceva
Iniziai a stantuffarla in modo deciso e animalesco....sicuramente le stavo facendo un pò male ma non diceva nulla e anzi iniziava a contrastare il mio movimento affinchè il mio cazzo potesse entrargli ancor più nel profondo del culo....
Dopo che la stantuffai per più di mezz'ora lo sfilai fuori, tolsi il preservativo e glielo rinfilai dentro..
"Ah....mhm...che fai???hai tolto il preservativo???mhmmmmm"....
"Si" dissi io "voglio fecondarti....ah....mhm"
"Mhm....tesoro....che dici....mhm....lo sai che è impossibile....mhm"
"Si....lo so.....vuol dire che ti verrò dentro e ti feconderò fino a quando non riuscirò a metterti incinta....mhm.."
"Ah....tesoro....mhm.....che dici...mhm....va bene...vienimi dentro....riempimi tutta...voglio dart un bambino....mhm....siiii"
"Sto venendo....aaaahhhh....siiiii" e svuotai per l'ennesima volta una grande immensità di sperma ma questa volta dentro al suo culo....
Una volta svuotatomi completamente rimasi sdraiato completamente sfinito col cazzo ancora dentro al suo culo.... "Tesoro" disse lei "Sei stato grande....voglio darti un bambino...veramente....vienimi dentro tutte le volte che vorrai....." e ci scambiammo un interminabile bacio appassionato.
Dal giorno io e Daniella facciamo coppia fissa per i viaggi d'affari.
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9 years ago
alby78,
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Da dany a daniella 3 parte
La mattina seguente mi svegliai di buon ora, mi feci una doccia sempre nel bagno della stanza di Daniella e poi mi diressi nella mia camera per prepararmi...nel frattempo arrivò il padrone dell'albergo e prima di uscire feci notare la mancanza dell'acqua calda nel mio bagno...non sapeva come scusarsi e così mi propose di trasferirmi nella stanza migliore dell'albergo... "L'importante è che ci sia l'acqua calda in bagno per una doccia" diss'io.... "Oh non si preoccupi...venga che gliela faccio vedere" disse l'albergatore. E così mi portò a visitare la mia futura camera che si trovava all'ultimo piano...appena entrati mi ritrovai in una stanza con un divano su un lato del muro con tavolino e due sedie...di fronte un mobile con all'interno frigo-bar e sopra la tv....la camera da letto si presentava abbastanza bene: letto matrimoniale, un ampio armadio, di fronte al letto altro mobile con frigo-bar e tv con a fianco una piccola scrivania. Il bagno era uno spettacolo...un enorme piatto doccia con idromassaggio, potevano starci tranquillamente quattro persone, su un lato vi era un comodo gradino su cui sedersi o sdraiarsi e, cosa più importante, vi era l'acqua calda con temperatura regolabile.
"Le porterò personalmente io tutto il suo bagaglio in questa stanza....naturalmente non avrà nessuna differenza di prezzo il suo pernottamento e le chiedo ancora scusa per l'inconveniente causatogli ieri notte" disse l'albergatore.... "Grazie....accetto volentieri" risposi io.
Uscimmo con Dany per raggiungere il nostro nuovo cliente per presentare il nuovo progetto su cui la nostra impresa stava lavorando...nel corso della riunione le cose sembravano mettersi bene e concludere l'affare poteva garantire la produzione e quindi il posto di lavoro di tante persone nei successivi 2-3 anni....ma durante tutta la mattina non potei non notare l'atteggiamento di non agio e agitazione di Dany, cosa che tra l'altro stava ormai dando nell'occhio anche al nostro futuro cliente e al suo staff dirigenziale.
Durante la pausa pranzo fummo invitati dai nostri futuri collaboratori a mangiare con loro nella loro mensa aziendale e anche qui Dany era sempre irrequieta....accavallava di continuo le gambe, si sedeva in punta alla sedia e poi tornava indietro, aveva sempre questo movimento femminile che stava diventando ormai troppo evidente anche agli occhi dei presenti in sala....approffitando di una momentanea assenza per il bagno la raggiunsi e le chiesi spiegazioni di questo suo atteggiamento irrequieto. "Non lo so" mi disse "so solo che da ieri notte non mi sento più me stessa...hai scoperto il mio segreto, hai portato fuori la mia femminilità e il mio sentirmi donna e adesso mi sento a disagio a ricoprire la persona che sono e che vorrei essere...ma nello stesso tempo non voglio essere scoperta per non rovinare tutto e ho vergogna di rivelare la mia vera natura....."
"Facciamo così" dissi io "ora te ne torni in albergo...le cose qui sembrano a buon punto e credo che concretizzeremo il tutto a breve...dirò che non ti sentivi bene...tu nel mentre ti rilassi...ti fai una bella doccia e ti prepari da super figa"... come le dissi così i suoi occhi si illuminarono di gioia
"Davvero posso?" chiese.... "Ma certo...vai tranquilla...ti raggiungerò più tardi" e detto questo le diedi una pacca sul sedere dove percepì che aveva addosso un perizoma come quello che indossava la notte precedente. E così io proseguì la riunione con lo staff dirigenziale e Daniella tornò in albergo. Il pomeriggio passò in modo tranquillo e socievole, lo stato di agitazione di Daniella notato da tutti aveva contribuito ancor più a far credere che non si sentisse affatto bene e che si trovò costretta a rientrare in albergo perchè indisposta e questo non fece altro che favorire che la riunione proseguisse senza distrazioni e a concludere in modo positivo l'affare.
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alby78,
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Da dany a daniella ii parte
Andai verso il bagno....mi sfilai il preservativo e lo buttai nel cestino...entrai di nuovo in doccia e mi lavai di nuovo....una volta finito uscì dal bagno con solo l'asciugamano attorno alla vita e mi sedetti in terra a fianco alla mia nuova amichetta.... "Ma indossi anche abiti femminili?" le chiesi.... "Ma certo....te l'ho detto che in testa mi sento donna...e quando sono sola mi trasformo e mi comporto tale"..... "Allora dovrò vederti vestita così...mi incuriosisce..."
"Tesoro se vuoi lo posso fare anche ora" mi disse... "Come ora...in che senso?"..... "Aspetta...e vedrai" e così dicendo prese la valigia e si chiuse in bagno.....
mi alzai e mi diressi verso la tv....la accesi e poi scesi giù a cercare qualcosa da bere...trovai delle birre...così ne portai un paio su in camera....dopo un bel pò e alcune birre dopo la mia Daniella uscì dal bagno....completamente cambiata...indossava un vestito molto aderente in pelle nera che metteva a risalto le sue esili curve e quel culo voglioso di cazzo che avevo appena sverginato....un paio di autoreggenti velate....sandali con tacco dodici...e le unghie dei piedi smaltate di rosso....era uno spettacolo....
Si avvicinò a me in modo sensuale....si sdraiò sul letto al mio fianco e disse "Allora....che dici....così va bene?sono abbastanza donna?".... "No" risposi io "Per essere completamente donna devi essere anche puttana come prima" e così dicendo ci baciammo selvaggiamente....poi lei iniziò con la bocca a baciarmi il petto....sulla pancia...e arrivata sulla vita mi sganciò l'asciugamano, prese il cazzo in mano e iniziò a succhiarlo avidamente....succhiava divinamente, come una che da tanto tempo desiderava farlo e che finalmente poteva averlo tutto per se....non ci volle molto per farlo tornare duro....e una volta pronto mi disse "Vieni....siediti qui in terra..."
Io la obbedì....lei si sedette davanti a me...si levò i sandaletti....e con i piedi iniziò a segarmi.....incredibile....aveva un tocco molto sensibile e docile....come se lo avesse fatto tante volte e sapeva con quanta intensità lo doveva stringere....inoltre quello smalto rosso sulle unghie faceva si che crescesse in me ancor più l'eccitazione....
"Ti piace?" mi chiese...... "Mhm....si...è divino" risposi.... "Non sai da quanto tempo desideravo fare una cosa del genere....è una cosa che mi fa sentire puttana" ...... "E tu puttana sei....la mia puttana" e detto questo mi alzai, presi un altro preservativo dal beauty-case, me lo infilai e questa volta senza farglielo riprendere in bocca per lubrificarlo mi posizionai dietro di lei e puntatogli il cazzo nel buco lo affondai con un colpo secco e deciso....
"Ah....si.....così.....scopami tutta...." mi disse.... "Si mia puttanella....ti scopo tutta....la mia puttanella vogliosa di cazzo" ..... "Si...mhm....sono la tua puttanella vogliosa di cazzo....ah si....e tu mi potrai scopare tutte le volte che vorrai...sono tua....tutta tua....." e continuai a scoparla e affondarle il mio palo nel culo per più di un ora cambiando diverse posizioni come a una vera troia bisogna fare....
Quando fui sul punto di venire mi sfilai da dietro, tolsi il profilattico e le infilai il cazzo in bocca....e tenendole la testa con le mani le scopai la bocca fino a che non venni copiosamente con ingenti fiotti di sborra tenendole la testa bloccata con tutto il mio cazzo infilato fino alla sua gola affinché bevesse completamente il mio nettare....una volta scaricato tutto mollai la presa....e lei ancora un pò scioccata per quello che le avevo fatto mi disse "Non avevo mai bevuto lo sperma dell'uomo...."
"Ti è piaciuto?" le chiesi io......
"Si....molto....è buonissimo....ed era un altro mio sogno" rispose lei...e si abbassò nuovamente sul cazzo per ripulirlo completamente con la lingua e finire di ingoiare le ultime gocce di sperma che vi erano rimaste....dopo di che ci addormentammo.
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alby78,
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da dany a daniella i parte
Non era un periodo facile...mi ero lasciato da poco con la mia ragazza perché aveva un altro...cose che capitano dicevano gli amici...ma quale cose che capitano....ero furioso...incazzato nero...e quel periodo vedevo le donne solo come oggetto di soddisfazione sessuale...
Completamente preso dal lavoro la mia ditta mi mandò insieme ad un collega all'estero per concludere un importante contratto...fummo mandati in uno sperduto paesino di campagna (queste ditte che vogliono economizzare su tutto) e giunti all'albergo venimmo a conoscenza che fummo gli unici clienti e che il titolare arrivata una certa ora chiudeva lo stabile e se ne andava a casa sua...e così ci furono date un mazzo di chiavi affinché potessimo rientrare nelle nostre stanze...
Entrato in stanza imprecando contro tutto e tutti sperai solo che non si venisse a creare qualche problema durante la notte poiché, non essendoci nessuno, non si poteva risolvere l'inconveniente che si sarebbe potuto creare.
Dopo aver passato l'intera giornata a viaggiare, l'unico desiderio mio e del mio collega era quella di mangiare qualcosa e di andare a dormire dopo quella giornata così travagliata e piena di sorprese.
Dopo mangiato in una trattoria del posto rientrammo in albergo con le chiavi affidatici e ognuno si diresse verso la propria stanza...entrato nella mia volli farmi una doccia prima di andare a dormire...ma aimè...i timori che avevo avuto prima di andare a cena si erano materializzati...nudo in bagno costatavo che da me non vi era acqua calda...così mi misi l'asciugamano intorno alla vita, presi doccia shampoo e un baio di boxer e mi diressi verso la stanza del mio collega per chiedere a lui se nell'eventualità avesse avuto l'acqua calda mi potessi fare una doccia veloce da lui.
Arrivato sulla porta bussai e dissi "Dany sono io..."
"Un attimo solo...."mi sentì rispondere....e dopo un pò "Entra pure"
Lo trovai già sotto le coperte e gli dissi "Scusa Dany ma tu hai potuto fare una doccia?"
"Si" mi rispose lui...e senza aspettare altro mi diressi verso il bagno e dissi "Scusa da me non c'è acqua calda e approffito per farla qui....domani mi sente quel testa di cazzo" e senza restare a sentire la risposta del mio collega entrai in bagno e mi infilai sotto la doccia....
Dopo una doccia veloce uscì dal box doccia e inizia ad asciugarmi...mentre mi infilavo i boxer percepì che all'interno del bagno si sentivano odori come di deodoranti o di quelle creme per il corpo che solitamente usano le donne...vidi alcuni tubetti sul lavandino e iniziai a leggere quello che viene scritto nelle confezioni.... "Cazzo" pensai..."ma sono creme per il corpo da donna..." e mentre ne stavo per prendere un altro, il mio sguardo cadde su un paio di mutandine a perizoma di pizzo buttate in terra.....restai di stucco....uscì dal bagno con quel tubetto e quelle mutandine in mano e dissi "Dany ma che cazzo ci fanno queste cose da donna nel tuo bagno?".....ma mentre gli dicevo questo lo trovai davanti alla valigia con addosso un completo intimo da donna nero anch'esso di pizzo....
Il suo imbarazzo fu totale....divenne rosso...e non riuscì a pronunciare parola....non sapeva se correre di nuovo sotto le coperte a nascondersi o ormai restare perché scoperto con addosso quel completo....
"Ma che cazzo fai...ti piace indossare intimo femminile?" dissi io stupito...."Devo confessarti una cosa" rispose lui "Si indosso intimo da donna....e non solo...adoro anche vestirmi da donna perché nella testa mi sento donna...e quando son solo mi piace vestirmi così perché è in questi momenti che mi posso sentire come tale...essere una donna"...
Non sapevo che fare in quel momento....che rispondere.... l'unico che riuscì a fare e guardare come in effetti quell'intimo gli stava molto bene addosso...e quanto fosse liscia la sua pelle in tutto il suo corpo...cazzo sembrava una donna davvero...e dopo la recente delusione, il considerare la donna solo come oggetto di desiderio sessuale e quella visione "femminile" che si presentava dinanzi a me in quel momento...creò in me un pò di eccitazione.....
"Ti prego" disse lui...."Non devi raccontare niente a nessuno....ti prego"....anche la sua voce si fece più docile e più femminile in quel momento....
"Va bene" diss'io senza pensare più di tanto a quello che avrei poi detto..."Vuoi comprare il mio silenzio...non ci son problemi...ti senti una donna...fammi vedere quanto sei donna allora" e così facendo levai l'asciugamano che fino a quel momento indossavo legato attorno alla vita e misi in mostra il bozzo del cazzo mezzo eccitato sotto i boxer.
Dany rimase un pò stupito all'inizio...ma dopo un pò, forse perché si rese conto che non aveva altra scelta e forse anche dall'eccitazione, si abbassò dinanzi a me...iniziò piano piano a passare il suo delicato viso sul bozzo del mio cazzo percependone l'eccitazione e dopo un pò iniziò a mordicchiarlo...
"Cazzo....ma allora sei proprio una femminuccia" dissi io..."Su dai...leva i boxer e succhialo come una vera donna sa fare"...e detto questo mi abbassò i boxer, se lo infilò tutto in bocca segandomelo contemporaneamente con la mano...iniziò a farmi un pompino come una vera donna esperta di sesso sa fare....e il cazzo divenne duro come il marmo
"Ma tu guarda" pensai "se lo sta proprio gustando".......e così facendo continuai a notare quanto quel corpo esile e completamente liscio si avvicinava a quello di una vera donna accrescendo in me il desiderio sessuale....
"Lo hai mai preso nel culo?" chiesi io..... "Ho alcuni dildo e vibratori a casa...ma con un cazzo vero non l'ho mai fatto..." rispose lei.... "Vorrà dire che perderai la verginità con me" dissi io....e così mi staccai da lei...andai in bagno dove vi era il mio beauty-case e estrassi un preservativo che portavo sempre con me...non si sa mai a volte serve....
Lo aprì...mi infilai il preservativo e dissi "Ora riprendilo in bocca così lo lubrifichi di nuovo con la saliva"...non se lo fece ripetere...riprese a succhiare sempre più avidamente come una vera puttanella vogliosa di cazzo sa fare...sapendo di non poter resistere a lungo la feci girare a pecora...puntai la punta a quel buchetto e inizia a spingere.... "Oh....wow....quanto è stretto" dissi....
"Mhm...ah....piano ti prego...." ma non la stetti a sentire e appena la cappella fu dentro affondai completamente il cazzo in quel buco fino alle palle
"Aaaahhhh" disse..... "Che c'è.....non ti piace il cazzo in culo?" chiesi io "Mhm...si mi piace il tuo cazzo..." mi rispose.... "Ma allora sei proprio una puttanella vogliosa di cazzo....da oggi in poi ti chiamerò Daniella.....e sarai la mia puttanella vogliosa di cazzo"
"Mhm....si....sarò la tua puttanella.....la tua e solo tua....scopami.....si...così"...e dicendomi questo venni con imponenti fiotti di sperma che riempirono completamente il profilattico che indossavo.
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alby78,
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Dovere signora...
Mi chiamo Mario, ho trenta due anni e non sono sposata. Vivo in una grande città dove svolgo il lavoro di autista privato per conto di una compagnia che noleggia vetture di lusso con conducente. Dopo la famosa quasi totale abolizione delle così dette “auto blù ”, il mio lavoro è aumentato in maniera esponenziale. Sono tante le persone di tutte le età che preferiscono spostarsi avendo uno che si deve occupare della giuda mentre loro fanno mille altre cose. Di vicende strane ne capitano spesso, a volte li senti parlare di questo o quello, ma io mi faccio sempre i fatti miei, non sento, non vedo e non parlo. Uno dei fatti più curiosi è stato con un tizio che si è fatto spampinare dalla segretaria, per poi recarsi eccitato a casa dell’amante.
“ per piacere finisci tu, scopala che si è scaldata anche lei, mi spiace lasciarla così.” - mi ha chiesto quando è uscito per andare dalla sua amichetta con la tizia in auto già con le cosce aperte e senza mutandine. Non mi sono fatto troppi scrupoli, e le ho sfondato bene sia il bel figone che aveva e poi le ho riversato tanta sborra nel meraviglioso culo. Mi ha pure ringraziato per il sevizio ricevuto.
“ dovere signorina! ” – è stata la mia laconica risposta.
Da qualche tempo vi è fra le nuove clienti una davvero speciale. La signora Flavia è decisamente un gran bel pezzo di gnocca!
Alta corpo slanciato, terza abbondante di seno, occhi scuri come i capelli, e sempre molto elegante e indossa sempre gonne e calze auto reggenti con tacchi da infarto. La sua bocca ampia con labbra carnose ti stimolano ad infilarglielo in gola al solo guardarla. Le hanno sospeso la patente per che ha fatto un casino enorme: ha avuto un tremendo incidente contro una vettura delle forze dell’ordine mentre erano ferme a fare un posto di blocco, ma lei presa da mille pensieri, tre cellulari e un tablet nemmeno se ne era accorta. Ha tanti soldi, possiede una o forse più catene di negozi di abbigliamento sia intimo che pret-a-porter, e spesso si deve spostare da un negozio all’altro, per questo si è rivolta a noi. La prima volta che ho avuto l’incarico di portarla in giro per il mondo mi ha impressionato il suo modo di fare. Durante tutto il tragitto non ha fatto altro che parlare al telefono e scrivere sul tablet, poi giunti a destinazione mi ha solo chiesto di attendere che sarebbe arrivata subito. Il suo subito, come ho imparato poi, è di minimo due ore. Per alcuni mesi ho sempre avuto l’incarico di farle da autista, solo una volta è andato un collega più anziano e lei ha subito reclamato dicendo che si sentiva più tranquilla con me. La cosa mi ha lusingato un poco. Una sera mentre al porto a casa, mi chiede come poter fare per andare ad un ricevimento, sapendo che io più di un certo numero di ore non posso , per legge guidare.
“ sarei disposta a darti una lauta mancia, ma non voglio metterti in difficoltà.” – mi dice con un tono dolcissimo che mi fa diventare duro il cazzo.
“ non si preoccupi, mi dica la data e il luogo, al resto penso io.” – le rispondo deciso.
Lei mi da tutte le informazioni ed io l’indomani ne parlo con il capo, il quale sa che spesso dobbiamo fare degli straordinari e quindi ci lascia mano libera. Così le comunico la mia disponibilità e lei molto felice mi dice che non avrò a pentirmene. Tre sere dopo la accompagno in un lussuoso luogo di cultura, dove, so esserci un prestigioso ricevimento. Quando la vado a prendere a casa non posso non farle un complimento mentre le apro la portiera della macchina.
“ signora, lei è sempre molto bella, ma questa sera li stende tutti! “ - dico con un sorriso complice.
Effettivamente indossa un abito leggero fatto di drappeggi e tessuti che mentre le fasciano le sue splendide forme, con un gioco di vedo, non vedo, lasciano immaginare, senza nessuna volgarità lo splendido corpo che c’è sotto. Entrando mi dice che mi chiamerà quando vuole andare a casa, e che sono libero di andare dove voglio. Invece io parcheggio la vettura nelle vicinanze e mi metto a visionare, sul mio tablet, un film per ingannare l’attesa. Dopo circa un’ora mi dice che ne ha abbastanza e appena possibile la devo andare a prendere. Le rispondo che deve solo uscire che sono lì davanti. La vedo uscire con un tizio più o meno della mia età. Stanno discutendo animatamente e lui la tira per un braccio cercando di portarla verso la sua vettura.
“ ma dove vai??....ti porto io a casa, non m i fare incazzare che poi divento cattivo!!! “ – le dice lui con un tono minaccioso.
Esco dalla vettura, lei viene verso di me e lui quando mi vede ci va giù peso anche con me.
“ tu che cazzo vuoi?.. lascia e vattene che a lei ci penso io, non sono cazzi tuoi.”
Resto immobile e guardo lei che velocemente si avvicina a me.
“ aiuto, la prego, non voglio andare con lui è quasi ubriaco e poi non mi pace le cose che mi dice… la prego mi aiuti.” – la sua è proprio una supplica dettata dalla paura.
Paro la portiera dietro di me e la invito a salire, mentre mi frappongo fra lui e noi.
“ ei stronzo, che cazzo fai??..come ti permetti???..io ti rovino..lasciami sta troia che me la scopo io questa sera…”
Lui prova ad allungare una mano per afferrarla ed io intervengo bloccandolo con una mossa di difesa personale e lo schiaccio contro la mia macchina.
“ adesso basta!!!... vai a farti un giro o ti spezzo un braccio!!!...” - gli dico con un tono di voce deciso e duro.
“ bastardo, mi fai male!!!!..lasciami o ti faccio pentire!!!.. stronzo che non sei altro la vuoi tutta per te sta troia!!!!... lasciamiii!!! “
Non lo mollo e gli giro la faccia verso di lei.
“ chiedile scusa o ti spezzo il braccio!!”
Lui alla fine le chiede scusa e sia allontana mentre lei mi chiede di portarla a casa. Durante il percorso stranamente noto che è la prima volta che non parla, mi osserva in silenzio e non dice nulla. Giunti mi chiede di salire da lei perche con se non ha denaro. Le dico che non c’è problema, ma lei insiste. Appena dentro la sua meravigliosa casa, lei va verso un mobile e ne estrae due banconote da cento e me le da.
“ questa è la mancia per il suo disturbo, e questo ora è quello che voglio per il mio piacere.”
Detto questo, s’inginocchia davanti a me e rapidamente estrae il mio cazzo che ha una veloce erezione.
..wow… che bell’attrezzo che hai!!!...immaginavo che eri ben messo, ma questo supera di gran lunga tutte le mie aspettaive!!!!......
Lo infila in gola e io resto senza fiato. Lo lecca e lo succhia facendo aderire le labbra sul prepuzio, mentre fa un mulinello velocissimo con la lingua. Potrei sborrarle subito in gola, ma decido che questa sera me la voglio godere al massimo.
Si rialza emi trascina in camere sua, dove un grande letto ci attende e resto stupito dal fatto che vi è uno specchio sul soffitto. Mi rendo conto che sono nella tana del lupo, anzi della lupa, ma che venderò cara la pelle. Ci spogliamo velocemente, quasi strapparci gli abiti di dosso, monco bruciassero, poi ci avvinghiamo in un 69 da infarto. Infilo la testa fra le sue cosce e subito mi arriva al naso il suo profumo femmina in calore, sento la fragranza dei suoi umori. Li aspiro, sniffo quasi a volermi inebriare i sensi. Sento ancora di più gonfiarsi il mio uccello che ora scivola agevolmente fino in fondo alla sua gola. Lecco e le scanso le grandi labbra scivolando dal basso verso l’alto con la lingua fino ad arrivare al bottoncino che si gonfia quasi fosse un piccolo membro eretto e duro. Lo lecco, titillo, e poi lo avvolgo fra le mie labbra e lo succhio con vigore, mentre lei impazzisce e sfilandosi il cazzo dalla bocca vaneggia.
…muummhhhmmm ……sssiiiii ….ddaiiiii……..che volgio impazzireeeeee…..venggooooo!!!!.....mmmhhuu..
Riprende a leccarmi tutto. Sento scorre la lingua lungo tutta l‘asta e poi insinuarsi nel mio buco del culo, poi succhia le palle e torna a leccarmi tutto.
…ttiiii…voglioooooo!!!...scopammiii..fammi…… tuaaa…
Si gira, si mette a pecora e appoggia il viso sul materasso, poi allunga le mani dietro e mi apre la sua conchiglia bagnata e lucida che al solo guardarla c’è da avere un ‘infarto. Mi metto dietro di lei e l’infilo tutto d’un colpo dentro fino a che non sento aderire il mio corpo al suo. Urla e gode immediatamente.
…..sssisiiii….sfondammiiii…..sssiiiiiii…venggooo!!!....mi faiii godereeee!!!......
Mi lascio tentare dal prendere a sculacciate quel meraviglioso culo che mi ritrovo davanti. Impazzisce al primo schiaffo.
…sssiiiii---sculacciami…picchiami..sfondamiii…sono una vacca!!..una puttannaaa che vuole essere punitaaa….godddoooooo…..sssiiiiiiiii……cazzo daaiiii più forteeee………
La pompo e la sculaccio allo stesso modo, quando mi rendo conto che vi è un’altra persona lì con me , mi giro e vedo il tizio del parcheggio, nudo con un bel cazzo in mano che mi sorride e fa cenno di continuare mentre lui si posiziona davanti a lei e le pianta il cazzo in gola con durezza. Le tiene bloccata la testa e la scopa in bocca mentre l’inonda di oscenità che la fanno godere ancora di più.
Dopo un momentaneo attimo di imbarazzo riprendo a farla godere, e lei che non si è scomposta di un millimetro continua a incitarci a sfondarla sempre più. Andiamo avanti per tre ore a scoparla in tutti i modi possibili, persino due insieme davanti e poi anche nel culo. Dopo aver urlato un po dal dolore, ha goduto tantissimo. Alla fine, sazia, dopo averci spremuto fino all’ultima goccia, di sborra che ha ingoiato avidamente va in bagno a farsi una doccia. L’altro mi tende la mano e con un sorriso mi spiega.
“ lei è fatta così. Le piace creare una situazione eccitante, e poi che era te che voleva, ha coinvolto anche me. Io sono il direttore del suo marketing, e come sempre l’assecondo nei suoi giochi. Spero che non ci sia altro da aggiungere se non il fatto che domani ti tratterà come se nulla sia accaduto, fin quando le viene in mente un altro gioco e allora ti coinvolgerà di sicuro, l’ho vista poche volte godere così tanto, le sei piaciuto molto, ma ricordati quello che ti ho detto. “
Mi alzo, mi rivesto, lei entra in camera mi osserva un attimo, poi va verso un cassetto, lo apre e ne estrae una banconota da 500, la mette nel mio taschino.
“ questi sono per aver, dimostrato, efficienza, calma e determinazione nel soddisfare le richieste della cliente con una grande professionalità, spero di poter ancora contare su di te. Bravo! “ - mi dice con uno sguardo carico di ammiccanti promesse.
Prendo la cravatta e la giro in torno al collo, le sorrido, mi avvio verso la porta. Prima di uscire mi giro faccio un mezzo inchino e la saluto.
“ dovere signora”…
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9 years ago
admin, 75
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I miei genitori
azzz...in settembre ho visto i miei genitori scopare...mio papà ha 49 anni e mia mamma 3 di più, 52. Pensavano fossi ancora in discoteca ma ero rientrato prima perché il mio amico doveva alzarsi presto.Ero a letto quando sento i miei entrare, venivano da casa di amici. Sento che ridono, vanno in cucina, bevono e poi dopo essere andati in bagno vanno in stanza da letto. HIhi si sentivano sicuri! Dopo un poco sento dei gemiti nel dormiveglia, mi alzo e capisco che stanno facendo altro.Mi sentivo strano, non volevo guardare ma la curiosità era forte--mi avvicino alla stanza, avevano la porta aperta un poco e solo l'abajour accesa..cazzoooo!! Mia madre era contro il letto, appoggiata al letto, a pecorina, e mio padre dietro di lei che la stava chiavando. Non credevo che mkia madre gridasse tanto, non si erano mai fatti sentire ma forse stavolta perché pensavano non fossi in casa...mio padre dava colpi molyto forti e lei gridava di darglienbe più forti..ma quello che mi ha lasciato di stucco erano le frasi che dicevano!!! Mentre mio padre la scopava gli diceva "TROIA DIMMELO, DIMMELO PUTTANA, TI FARESTI SCOPARE DA MARCO? DIMMELO VACCA!!! e mia mamma diceva "SIIIII...SIIIIII" e mio padre ancora"TROIA DIMMI COMEEEEEE!!!" e mia mamma "NELLA FIGA! NELLA FIGA VORREI IL SUO CAZZO...DAI SFONDAMI..SFONDAMI.,.VORREI IL CAZZO DI MARCOOOO!!!" Cazzooo marco è il padre di un mio amico, erano andati da loro e ha la sua etò.. ho scoperto di avere un padre scemo e una madre troia, ma non pè finita!!! Dopo un po mio padre le chiede cosa farebbe e lei ha dettoo una cosa che mi frulla ancora per il cervello... ha detto " VORREI ANDREA...VORREI IL CAZZO DI ANDREA...DAI CORNUTO DAIII". Dovete sapere che Andrea è il figlio del loro amico e ha un anno meno di me, 19, è molto più alto di me ma più giovane..ero inebettito! Mio padre allora le chiede cosa farebbe e mia mamma dice" VORREI MI LECCASSE LA FICA..DAI SFONDAMI CORNUTO..VORREI CHE MI SCOPASSE..VORREI SENTIRE GLI SCHIZZI DI QUEL RAGAZZO DENTROOOOOO"" a quel punto mio padre ha sborrato e penso sia venuta pure lei. Torno a letto piano quando li sento parlare, torno e sento che parlano di Andrea e mia mamma ne è veramente atratta!!! si farebbe scopare, ma dicevano che non si puo perché è un conoscente e sarebbero casini..mio padre diceva che qualche volta la porta a fare un giro lontano e vorrebbe vedere un ragazzo giovane corteggiarla e poi scoparla. Mia mamma diceva che per lui farebbe tutto e mio papa diceva che voleva vedere la sborra dentro..cazzo sono tornato indietro e ho finto di rientrare in quel momento..a letto mi sono fatto una sega..credo che dopo mia madre si sia fatta chiavare da qualcuno....sicuramente!!!
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9 years ago
admin, 75
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Quella strana richiesta
Era la prima volta che entravo in una videochat un po' particolare,ma la cosa mi stuzzicava parecchio e non ci pensai due volte a esibirmi senza mostrare il volto...Ce ne era per tutti i gusti e dopo un po' che scrivevo con altre persone mi contattò un nick da uomo,dapprima facendomi i complimenti,dopodiché mi chiese una cosa un po' bizzarra: voleva sapere se ero disposto a farlo diventare cornuto (cuck come disse lui). Inizialmente la cosa mi sembrò strana ma pensandoci bene la situazione mi eccitava da morire,molto di più se avessi incontrato una donna sola! Non me lo feci dire 2 volte e ci scambiammo i numeri per darci appuntamento in un posto noto ad entrambi dove li avrei aspettati col camper in un tardo pomeriggio.Come arrivarono non riuscii a nascondere la mia emozione mista a eccitazione e la sorpresa di vedere un'elegante signora molto affascinante accompagnata da un uomo dai modi gentili e garbati.Si presentarono ed entrarono subito nel mio camper e dopo i primi minuti di conversazione d'occasione,la feci distendere e gli inizia un bel massaggio dalla testa ai piedi,passando le mie mani su quel bel corpo voglioso di attenzioni...Ad un tratto lei allungò la mano verso il mio sesso già duro che faticosamente nascondevo.In un istante ero già con la nerchia di fuori e lei non aspettò altro inginocchiandosi e portando la bocca all'altezza giusta cominciò un lungo e voglioso pompino.Con la coda dell'occhio intanto vidi lui che si era slacciato i pantaloni e aveva cominciato a segarsi guardandoci estasiato.La situazione mi eccitava da impazzire: vedere sua moglie che si faceva violare la bocca davanti a lui e lui gioire di questo era il massimo! La presi e la misi a 90 gradi e di colpo lui si avvicinò,me lo prese in mano e lo guidò nella fica bagnata di sua moglie...Ero impazzito! La montai come una pecorella e godeva come una cavalla! Lui intanto si faceva fare da sua moglie un bocchino da premio Nobel mentre ci guardavamo negli occhi,leggevo la sua lussuria e la sua voglia di vedere come era troia sua moglie e io mi infoiavo nel pensare che gliela stavo sbattendo come una cagna di fronte ai suoi occhi...Ad un certo punto non resistetti più,lo uscii e feci inginocchiare lei che era pronta a ricevere il mio seme che usciva caldo e forte,nel frattempo,sorpreso, vidi lui inginocchiarsi insieme a lei,lo bevetterò e succhiarono insieme...Dopodichè proseguimmo per altre due chiavate fantastiche e infine li accompagnai alla porta di dietro,ringraziandoli dell'incontro speciale,il primo di molti altri. Fu così che divenni il loro amico di fiducia...
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9 years ago
CAMPERISTALUSSURIOSO,
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Domenica a mere con amico
fabio (mio marito) come al solito era intento ad visionare i vari siti x organizzare una bella domenica al mare con una coppia o con un lui........certamente la nostra meta era come sempre una spiaggia della zona di agrigento famosa x il raduno di coppie e singoli trasgressivi.... dopo tanti contatti e varie promesse di incontro ...siamo contattati da una coppia e da un singolo....arrivati sul posto e dopo aver piazzato l'ombrellone con la nostra tendina da spiaggia azzurra...un bagno nell'acqua azzurra della spiaggia di torre ... dopo circa 5 minuti fabio veniva avvicinato da un uomo ( io ero al mare e vedevo la spiaggia con le dune ) il quale successivamente ero venuta a sapere che si era presentato e ci aveva chiesto se noi eravamo la la Cp LiberaSicilia.... certamente eravamo li poichè al suo dire la linea dei cell era saltata a causa della zona non coperta ( ERA VERO) ...dopo avev guardato da lontano i due nudisti (fabio e maurizio il singolo) mi sono incuriosita e mi sono avvicinata..... al mio arrivo sotto l'ombrellone.... (ragazzi non avevo che occhi per la dimensione del suo sesso) ci siamo presentati e dopo aver scambiato delle parole .. e stato invitato da fabio a stare con noi quel pomeriggio..... tra il suo discretto corteggiamento e la varie storie erotiche che i due uomini si raccontavano..mi ero eccitata e con invito di fabio che valorizzava le mie tette il bel moretto aveva allungato le mani sotto il sole e mi accarezzava le tette..... con addosso le 4 mani ero andata il tilt.. con il sole e il racconto di fabio il quale riferiva all'amico( per farlo eccitare o era vero la sua confessione) che gli piaceva vedere la moglie coccolata e posseduta da un altro ... io sono andata....vedendo il suo sesso abbastanza eretto e guardando quello di fabio.....mi sono buttata con le mie labbra nella sua cappella rosa...che delizia vederlo ingrandire sotto i miei colpi di lingua...mentre entrambi di accarezzavano tutto il colpo.
Ad un tratto poiche eravamo sempre nella spiaggia e i vari passeggiatori e singoli erano in transito.....fabio aveva deciso di lasciarci un attimo da soli per no dare sospetti ed si era avvicinato al bagnasciuga ....era bello finalmente potevo divertirmi con il mio amico singolo......le sue mani mi esploravano la mia vagina ed dopo circa 2 minuti ero con le coscie larghe e venivo leccata per bene...... arrivando fabio ci aveva visto che il gioco era andato avanti.e con dolcezza di un marito che tiene al godimento della sua lei mi sussurrava al mio orecchio " dai fatti cavalcare che ho voglia di vederti godere" mi sono girata e mettendo il dotato con le schiena sulla calda sabbia ...mi sono messa a cavalcarlo......non avevo sentito mai un attrezzo cosi duro e caldo....forse il sole di agosto e il suo dolce invogliarmi e gli occhi lucidi di mio marito che mi accarezzava il tutto il corpo.....sono Esplosa con tutti i miei liquidi di eros....
ma lui non era venuto...mi cavalcava con decisione e dolcezza , e mentre mio marito mi aveva infilato il dito nel mio dolce culo....mi sono ripresa la voglia di giocare con le dolce parole di eros che i due maialini mi sussurravano e con i loro desideri ,mio marito si era messo in avanti e mi poneva il suo sesso con tanta voglia...... venutomi sulle tette , e subito dopo anche il mio amante occasionale era venuto sul mio bel sedere... mi sono rilassata per circa 10 minuti sotto il sole e con il seme dei due amanti che si era seccato al sole......bagno assieme ai miei amanti e giochi in acqua( lascio a voi immaginare la manualità dei giochi)......a fine pomeriggio..una promessa di rivedere il nostro amico singolo ben dotato...anche di Modi......
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9 years ago
liberasicilia,
50/50
Last visit: 6 years ago