Non sapevo che volto avesse, non l’avrei saputo finché non l’avrebbe deciso lui. Lo aspettavo in quella stanza ampia e luminosa in cui ero stata introdotta da un uomo sorridente che mi consegnò le chiavi, ammiccando. Finsi assoluta indifferenza e scrutai ogni angolo una volta dentro.
Lui sarebbe arrivato tra un’ora, e non capivo perché avrei dovuto aspettare tutto questo tempo, ma mi accorsi che era il tempo giusto per mettermi comoda e cominciare a calarmi mentalmente in tutto quello che sarebbe successo, e soprattutto il mio corpo si preparava schiudendosi lentamente e vibrando come una corda di violino. Vibrare ad un pensiero, ad un certo tipo di pensiero era più eccitante della visione di qualsiasi cazzo… Era difficile da veicolare come visione, ma lui, il signore che di lì a poco sarebbe sopraggiunto, pareva aver compreso il mio codice senza la necessità che lo spiegassi.
Feci scorrere l’acqua sul mio corpo come per prepararlo a qualsiasi evenienza. Evitai di soffermarmi su qualsiasi punto, nonostante la voglia di invaderlo ovunque. Di là, al centro della sala, c’era solo un cuscino per terra con sopra una benda. Il letto era immacolato, pronto per essere disfatto. Così pensavo almeno, ma ebbi modo di ricredermi…
Con le gocce che mi scorrevano ancora lungo la schiena e le gambe, diedi un’occhiata ansiosa all’orologio e mi accorsi che mancavano solo pochi minuti al suo arrivo. Potevo cominciare l’attesa ufficiale così come me l’aveva ordinata.
Lasciai socchiusa la porta e andai ad inginocchiarmi sul cuscino. La benda era così lunga che riuscii ad avvolgerla attorno ai miei occhi per ben due volte. L’oscurità mi invase, ma invece che terrorizzarmi del buio cominciai a sentirmi a mio agio, conscia che in quella dimensione avrei potuto sentire tutto meglio, senza farmi condizionare da ciò che avrebbero visto i miei occhi: era un limite che decadeva per fare spazio a tutto ciò che sarebbe potuto accadere.
Ormai doveva mancare davvero poco, forse una manciata di minuti o secondi. Il ticchettio dell’orologio scandiva quello del mio cuore che pulsava all’unisono con l’altro cuore, quello in fondo alle gambe.
Quando sentii il rumore di passi farsi sempre più vicino, mi si annebbiò ogni forma di pensiero. Quello era il momento. Stava per spalancare quella porta, prima ancora di spalancare me.
Quando la porta si richiuse, il silenzio continuò. L’uomo non disse una parola ma mi sentivo osservata, scrutata, avvolta dal suo sguardo.
Quando decise finalmente di avvicinarsi, il suo respiro non ebbi il tempo di sentirlo perché fui stravolta dalla sua lingua che si insinuò nel mio orecchio provocandomi una scossa… il classico fulmine a ciel sereno. Di sereno rimase ben poco a quel punto. Mi si inturgidì tutto di botto, come se già non lo fossi abbastanza di mio… Continuò a non toccarmi per diversi minuti ma la sua presenza lì, vicina vicina, era come se mi stesse già riempendo.
Sentivo il fruscio dei suoi abiti che cadevano insieme ad ogni mio pudore. Il suo cazzo era già eretto, non lo vedevo, ma ne sentivo il profumo… Ed ad un tratto ne sentii pure la consistenza quando cominciò ad accarezzarmi il viso, le spalle, persino la benda che avevo sugli occhi con quella cappella enorme che sembrava essersi fatta carico di tutti quei discorsi che non si stavano facendo in quel silenzio denso, denso come la sensazione di bagnato che ormai mi percuoteva… Era un continuo scivolare verso di lui.
Penso che feci il miglior pompino della mia vita in quelle condizioni: non vederlo il cazzo che si immetteva tra le mie labbra mi faceva indugiare a scoprirne ogni venatura, ogni minimo dettaglio come se dopo dovessi raffigurarlo… Lui gemeva, ma senza pietismo: era padrone pure in quello. Tutto era come se gli fosse dovuto.
Ad un certo punto la musica cambiò. Mi aspettavo che non mi penetrasse, me l’aveva già fatto intuire nei nostri discorsi precedenti. Non sarebbe stato sempre così, ma prima di riempirmi mi avrebbe fatto (è proprio il caso di dirlo) penare un bel po’…
Mi sentii guidare vicino all’enorme finestra che sovrastava la stanza. Mi piegò e mi ispezionò con una cura e una delicatezza che mi facevano fibrillare ancora di più. Penso che in quel momento potesse accorgersi benissimo di quanto fossi sgocciolante, e ciò non poteva che compiacerlo… come se ce ne fosse bisogno!
Cominciò a solleticarmi con una piuma che mi infastidiva tanto quanto era in grado di farmi sussultare… Ma non fu questo il colpo di scena, bensì il colpo di grazia che mi venne dato senza preavviso proprio lì… Insomma sentii un cazzone infilzarmi alla sprovvista e me lo sentii arrivare subito in pancia… Non aveva remore, stantuffava senza sosta trovando in me terreno fertile… Mi prosciugò in un nonnulla.
Mi sentivo le viscere in subbuglio, spossata ma non di una spossatezza apatica: era come se tutto avesse contribuito a sciogliere alcuni nodi nel mio corpo, rendendolo libero, accogliente, ancora più predisposto ad altre mille varianti. Ma so che non potevo aspettarmi che tutto il repertorio venisse esaurito in quel primo incontro… Il mio nuovo padrone sapeva bene che per legarmi a lui il filo della curiosità era quello più potente e per questo semplice motivo lo destreggiava al meglio.
Continuai a spomparlo così come avevo iniziato a fare… E mentre mi si riempiva la bocca del suo caldo nettare, un altro getto caldo mi finì in faccia… Solo a quel punto capii che non eravamo stati da soli… Ma non mi fu concesso di sapere altro. Era stato lui o l’altro a penetrarmi? Non l’avrei mai saputo…
Rimasi bendata e imbrattata finché i due non si rivestirono… Il mio padrone, sì penso proprio fosse lui, mi baciò sul collo facendomi una lunga carezza tra le cosce che ancora sentivo rammollite…
Quando se ne andarono trovai un biglietto sul tavolo con su scritto il luogo e l’ora del prossimo appuntamento. Una volta tolta la benda il mondo mi apparì diverso: più "bagnato" di quanto avessi mai immaginato...
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97422
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17 years ago
valerio,
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