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Lo sfogo
Il motore rombava forte nella notte, la macchiana lo stava portando verso casa a gran velocità lungo l'autostrada. Lui era stanco. Quel giorno era stato pesante e i chilometri lo avevano spinto lontano più del solito, ma era il suo lavoro e lui lo faceva bene, perchè gli piaceva, nonostante gli avesse preso tutto, e perchè in fondo aveva solo quello.
I chilometri erano ancora tanti, sarebbe tornato a casa tardi, ma questo non avrebbe infastidito nessuno, perchè nel suo appartamento in periferia non ci sarebbe stato nessuno ad attenderlo.
La sua ragazza l'aveva lasciato stanca di vederlo solo nel weekend, sempre se il lavoro non gli chiedesse anche quello, e lui non aveva tempo per le pubbliche relazioni. I suoi 30 anni, pensva, li portava bene nonostante lo stress, e qualcuna prima o poi si sarebbe accorta di lui. Sì, l'avrebbe incrociata, d'altra parte col lavoro che faceva aveva la possibilità di conoscere sempre persone nuove. Certo, incontri di poche ore, ma era pur sempre meglio di niente.
Erano passati tre anni da quando lei uscì in lacrime sbattendo la porta. Sì, gli voleva ancora bene, ma lui non avrebbe rinunciato al suo lavoro per lei. E gli costò caro!Non l'avrebbe più rivista.
Intanto la riga tratteggiata lo stava ipnotizzando, la radio non passava nulla di suo interesse e l'aveva spenta, nemmeno la luce del display gli faceva compagnia. Già, compagnia. Nella sua mente si era convinto che di lei non avrebbe mai più avuto bisogno, che non ne avesse mai avuto, ma per il cuore non era così.
Lei aveva lasciato un segno indelebile e pur rinnegandola, lui sapeva che non l'avrebbe mai dimenticata. Ed era in momenti come quello, quando il lavoro non impegnava la sua mente, che i ricordi riemergevano. E quella notte si facevano sentire più forti del rombo del motore.
Come? Come poteva dimenticare il suo dolce sorriso, il profumo dei suoi lunghi capelli neri, le sue forme sinuose avvolte nelle lenzuola i pomeriggi d'estate? Passava ore a guardarla dormire dopo essersi saziati l'uno delle grazie dell'altra. Contemplava ogni singola perla di sudore che lentamente accarezzava la sua pelle. Si perdeva nel suo respiro. Si chiedeva come una creatura così celestiale potesse bramare tanto i piaceri della carne nei loro risvolti più peccaminosi.
Lei, che tra le braccia di Morfeo sembrava essere così innocente, non aveva inibizioni di alcun tipo quando amava il suo uomo. Sì. Lei era sua! E avrebbe fatto tutto per lui. Faceva tutto per lui!Si era donata anima e corpo, in tutto e per tutto.
Impazziva di piacere nel dargli piacere. In quel momento le luci abbaglianti di una macchina che percorreva l'autostrada in direzione opposta gli fecero distogliere l'attenzione da quei pensieri. Bendì quei fari liberatori, ma così come la sua mente respingeva il ricordo di lei, tanto più insistentemente il cuore glielo riproponeva.
Psiche dovette arrendersi ad Amore, e subito irruppe il ricordo delle labbra di lei, vogliose, calde, umide, lo avvolgevano stretto mentre con la lingua gli offriva tutti gli stimoli di cui era capace per placare la sua sete di piacere con il frutto del godimento di lui. E lui in quei momenti l'adorava perchè lei come sempre si sarebbe girata andando a ritroso vesro di lui per essere soddisfatta dalla sua lingua e dalle sue dita.
Dio quanto gli piaceva sentire crescere tra le sue dita la sua eccitazione, sentire sul suo petto grondare il suo piacere, per poi farlo culminare affondando con avidità la sua lingua tra le sue natiche fino a sentirla gridare.
"Basta!" gridò contro se stesso. Si malediva e rinnegava con più forza l'evidenza della sua debolezza.
Il cartellone dell'autostrada intanto gli indicava la via, scese la rampa facendo stridere le ruote. Le mani afferravano stretto il volante mentre il cuore sembrava volesse uscire dal suo petto tanto batteva.
Era tardi, ma non voleva tornare a casa. Aveva bisogno di sfogarsi, ma era troppo tardi per trovare la compagnia di quella bottiglia di brandy che strizzandogli lo stomaco l'avrebbe aiutato ad evadere per un'altra notte. Frenò di colpo.
La strada era deserta. Fece inversione e accelerò verso il buio per trovare quello che si era sempre promesso di non cercare.
La strada portava tra i campi e i fari fendevano l'oscurità in una ricerca frenetica che terminò la curva successiva.
Si scorgeva nell'oscurità una figura avvolta in un lungo impermeabile. Accostò. Scese. Non disse nulla, le mise in mano quanto lei chiedeva, quindi, prendendola per un braccio la fece piegare con le mani contro il cofano della macchina. L'impermeabile cadde e divaricando le gambe la ragazza gli offriva lo sfogo che stava cercando. Estresse dai pantaloni tutto il suo rancore, lo appoggiò sull'ano di lei e con rabbia lo introdusse di scatto per intero. Lei urlò di dolore cercando di respingerlo.
Ma lui germendola digrignava i denti più di lei perchè voleva trasmetterle il suo rancore. E lo fece con violenza. Non c'era nessuno nei dintorni e le urla di lei si perdevano nell'aria fino a quando si sentì riempire da un caldo brivido. Si separarono e mentre lei piangendo spingeva per espellere quel brivido come fosse un parassita lui risalì in macchina e se ne andò.
E tornò il silenzio come se nulla fosse successo.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 12 hours ago -
La mia prima volta con un uomo
La mia prima volta che ebbi un rapporto con un uomo risale: a circa 30 fa. Nel pieno dell'adolescenza è provato che il rapporto tra coetanei comprende anche il rapporto sessuale. Mi è piaciuto molto sia dare che ricevere. Ma la mia passione per l'uomo è cresciuta negli ultimi 3 anni. Intendo dire che mi sono addentrato col cuore e con l'anima in questa mia nuova identità di Travestito. Non sono stati molti gli incontri avuti tramite internet. ma tutti quanti vissuti con calore e passione. Ora sono sempre in cerca non della perfezione; ma di momenti vissuti realmente! Mentre le mie ultime fantasie non ancora realizzate sono: Quelle di partecipare ad un'orgia nella quale sia io il centro dell'attenzione. Il resto del racconto spero di scriverlo presto.
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17 years ago
Maria1900, 47
Last visit: 16 years ago -
Un negozio particolare...
Ero a casa sola come al solito da un mese a questa parte.…mi ero da poco trasferita a Milano.
La noia mi assaliva e il mio ragazzo era perennemente impegnato in innumerevoli trasferte di lavoro che duravano anche giorni ….la voglia …ce l’avevo addosso voglia di tutto….di cibo salato dolce…di godermi la vita… di qualunque cosa potesse aiutarmi a superare la noia.
Dopo aver provato tutto…. essere uscita anche 10 volte a comprare cose assurde dal gelato alle bevande più strane aver fatto zapping giornali chat ……ora mi era venuta voglia di sesso…di quel sesso che ti soddisfa ma che dopo poco dimentichi …di quello che ne vorresti sempre per godere e far passare il tempo.
Esco ancora mi vesto passo davanti a ogni negozio….cercando di trovare qualche vecchio amico
qualcuno che avesse voglia come me…di soddisfarsi e di dimenticare…in fondo io avevo la mia vita e penso che anche gli altri ce l’abbiano per quanto noiosa o piena di piaceri o di dolori possa essere.
Qualcosa passeggiando aveva attirato la mia attenzione, oltre ai bei ragazzi che si notavano per strada passeggiare con le fidanzate nei dintorni dell’universita’,un negozio…un negozio particolare …beh di questi tempi nulla è più stano o particolare…ma io non ci ero mai entrata……sulla porta c’era scritto ‘entrata vietata ai minori’ e anche degli orari di apertura insoliti….
Beh mi decido a entrare anche se di giorno penso che tutti si tenessero ben lontani da li.
Era un negozio molto bello grande…..e la merce esposta ..beh diciamo che poteva soddisfare in tutti i sensi le mie voglie….inizio a girare….. alle 18 era ancora presto, credo, per incontrare qualcuno…. sto un bel po’ dentro guardo tutto dalle videocassette ai giochini e l’intimo….poi verso le 19 mi decido a uscire però con qualche ricordo della mia visita li ….posto in cui credo che tornato il mio ragazzo non avrei messo più piede…visto che lui immagina me solo come una bambinetta pronta solo a soddisfarlo e a ricevere piacere da lui solo quando ne ha voglia senza immaginare neppure quanti suoi amici sono stati contenti di condividere delle belle serate con me.
Alla cassa c’è una tipa niente male…beh di sicuro se ci fosse ststo qualche ragazzo con me avrebbe sicuramente commentato eccitato l’abbigliamento molto provocante della tipa…minigonna che copriva ben poco del sedere e maglia trasparente con reggiseno nero borchiato e stivali altissimi neri lucidi….beh noto che mi fissa ….forse per gli articoli che ho comprato degni di una teenager
vogliosa….un vibratore le palline dell’amore e un completino molto poco coprente con il buco proprio li…..per essere pronta a una sveltina dentro un bagno di qualche cinema o dietro un albero al parco….da tenere sotto un’insospettabilissima gonna di jeans…
Perché io sono cosi’,insospettabile, ho sempre voglia ma non lo do a vedere…non mi striscio continuamente al mio tipo per farglielo diventare duro…sono molto piu’ stronza passo il mio tempo libero a cercare nuovi “amici” .
Al mio ragazzo basta una volta e già è soddisfatto…non so come mai…sara’ l’unico sulla terra.
Beh tornando alla commessa…continua a fissarmi…mi secca un po’ sto fatto sembra che in un negozio cosi’ non abbia mai visto una donna comprare oggetti per il suo piacere….ad un certo punto mi guarda negli occhi io abbasso lo sguardo..non lo reggo non so il motivo.
Si gira sui suoi tacchi e va nel retro con il mio pacchetto.
Torna poco dopo….. ha in mano il mio completo…e con un’aria un po’ strana me lo porge e dice:
-Non per farle un’osservazione ma secondo me …questo reggiseno non le sta….la invito a provarlo essere sicura…x levarla dall’imbarazzo di dover tornare…sa com’è qui entra molta gente solo verso le 24 o più tardi e vorrei evitarle di incontrare gli abituè di questo posto…sono poco ospitali con le nuove entrate ..o meglio sono ospitali solo se le nuove entrate sono disponibili…
Con un’aria un po’ sorpresa e non so se arrabbiata o grata entro nel camerino e provo il reggiseno…notando che la commessa aveva ragione..era un po’ piccolo la mia 5° abbondante non entrava tutta….glielo porgo e le chiedo se ha qualcosa della mia misura da mostrarmi…lei poco dopo torna mi porge 3 completini intimi molto carini ma un po’ strani forse troppo…comunque li provo….voglio qualcosa di nuovo……
Sento ad un tratto una voce maschile che discutendo con la commessa le dice che è venuto a darle in cambio…per la sera…..
Sento lui che le chiede se c’è qualcuno nel negozio..e lei risponde che c’è una donna nel camerino che ha bisogno di un suo parere…..
Comincio a provarmi il primo completo e praticamente nuda mi osservo allo specchio…mi sta proprio bene …mi dico….sicuramente chiunque lo vedra’ per primo non avra’ il tempo di dire “a” che il suo corpo avra’ risposto alla grande agli stimoli esterni….dati soprattutto dalle mie belle gambe, dai mie seni prorompenti e infine dalla mia calda liscia e vogliosa fessura….
Beh qualcuno che mi potrebbe dare un parere c’è……è appena entrato..
Con una vocina innocente chiamo la commessa ben sapendo che è andata via….e sento il ragazzo che risponde:
-Salve signora sono il nuovo commesso del negozio…se ha bisogno di qualunque cosa ci sono io…la mia collega ha finito il turno.
Io con voce poco dispiaciuta gli dico:
-Ah buonasera…mi imbarazza un po’ la cosa ma mi dovrebbe dare un suo parere sul completo…..la commessa me l’ha gentilmente lasciato da provare ma non sono convinta…..posso allora …se apro non riderà vero?
Lui risponde:
-Signora sono abituato a dare pareri…non si preoccupi….
Ero già eccitata all’idea di farmi vedere da uno sconosciuto….sapendo…anzi meglio sperando una sua reazione….o meglio erezione…
Le mie voglie si erano quadruplicate e poi la sua voce era sexy e dura mi piaceva…..
Apro la porta del camerino….vedo davanti a me un ragazzo…anzi uno spettacolo … di circa 25 anni… moro…occhi verdi… fisico palestrato ma niente di pompato o artificiale…spalle larghe…insomma ne valeva la pena….
Il negozio era deserto ancora erano le 19 e 30 ……
Mi guarda vedo che si ferma sul seno e poi sulla mia figa mi osserva….sembra poco interessato al completo…e mi dice:
-Le sta davvero bene…. ma io la preferirei senza se fossi il suo tipo…comunque complimenti!!
Allora mi avvicino a lui…lo vedo molto imbarazzato….
Allora con molta tranquillita’ gli dico:
-Visto che il mio tipo per ora non c’è non ti va di vedermi….senza…e poi se non ti va mi aiuti almeno a slacciarlo…..sai non vorrei romperlo..
Noto i suoi occhi…è molto interessato piu’ alla prima proposta che alla seconda…e anche i suoi pantaloni dicono lo stesso…..
Si mette dietro di me…mi slaccia il reggiseno e inizia a baciarmi il collo e a leccarmi…il mio sedere struscia contro i suoi pantaloni…
Le sue mani mi prendono i seni li stringono….le mie invece si mettono tra il mio sedere e i suoi pantaloni…..inizio ad accarezzarlo…è caldissimo….la sua voglia è pari alla mia….una sua mano intanto è scesa…tra le mie gambe..sposta il perizoma ridottissimo..e si insinua dentro..le sue dita sono grosse ….le sento muoversi dentro…..mi giro…tiro su la sua mano dalle mie gambe..non voglio venire subito….mi metto le sue dita in bocca sento il mio sapore …le succhio…
Poi comincio a scendere gli slaccio la camicia….e i pantaloni…….piano bottone per bottone..poi comincio a tirarli giù…..mi striscio sui sui boxer….e infilo le mani dentro…lo sento ora è bollente ha voglia di me…è duro..enorme…lo lecco sul collo mentre con le mani inizio a stimolarlo..lo accarezzo sulle palle…e poi salgo….
Con la lingua invece scendo…..percorro tutto il petto…e arrivo ai boxer li tiro giù …..la mia voglia sarà soddisfatta ora….e penso anche x bene….è eccitatissimo e io sono tutta bagnata ho l’impressione che i miei umori scendano tra le gambe……..entriamo nel camerino..lui si appoggia al muro e io mi inginocchio davanti a lui……..inizio con le mia lingua calda a percorrerlo tutto…dalla base alla punta…più volte sento che mi dice a voce bassa di continuare..ha gli occhi chiusi mi accarezza la testa e quando arrivo alla punta ..e lo metto in bocca inizia a spingere un po’ lo sento entrare la mia bocca lo accoglie……è caldo e liscio….il suo respiro si fa sempre piu’ forte ..ma non voglio che venga cosi’ voglio sentirlo dentro… voglio sentirlo liberarsi e godere dentro di me…ricomincio ad accarezzarlo con le mani …e poi risalgo mi alzo…sento le sue mani che scendono tra le mie gambe…..lo vedo nello specchio …si sta piegando per assaggiarmi…x leccarmi…..è davanti a me…mi ha fatto sedere…il su viso è tra le mie cosce….la sua lingua sul mio clitoride lo muove lo lecca e poi scende e infila la lingua nel mio buco …sento i miei umori
che scendono e la sua lingua che li accoglie…e poi con le dita inizia ad accarezzarla e ne fa scivolare due dentro….e poi continua a leccarla e passa dietro…mi lecca anche li ……
lo vedo eccitato sfinito la nostra voglia di godere è al massimo…..gli dico di prendermi ora…..mi mette a gambe divaricate con le mani appoggiate al muro….e in un colpo …tra i miei umori lo sento scivolare dentro….mi riempie….e lui si muove contro di me mentre con le mani mi accarezza la pancia e scende mi tocca il clitoride…lo muove e ogni volta è un brivido…..
mi lecca il collo…. il suo respiro caldo…. Gli grido che sto per venire ….e lui si sbatte contro di me più forte …. Leva le mani dalle mie gambe mi prende i seni….li muove …e io comincio ad ansimare forte lui rallenta e riprende….vuole che il mio piacere non si liberi vuole godersi tutte le mie contrazioni…….gli prendo la mano e me la faccio scendere ancora tra le gambe….finchè…..il mio piacere non arriva …e lui ancora dentro di me…si ferma…col suo corpo sente i miei movimenti e gode … finalmente dentro di me….sento tutto che scende…lui che ansima……lo faccio scivolare fuori…e piano scendo …lo voglio sentire ancora …lo voglio pulire voglio sentire il suo sapore ancora…….lo lecco….sento che scende è caldo e sa anche di me…della mia voglia del mio calore…….
Ancora nuda mi giro…….. lo guardo… lo bacio …..gli lecco l’ultima volta le dita e mi vesto davanti a lui……..
Usciamo dal camerino sono le 21 ancora nessuno è entrato a comprare è ancora deserto….prendo il mio pacchetto….pago i miei giochini…e il completo…e poi prima di uscire..guardo il ragazzo gli porgo il pacchetto e dico:
- Ascolta stasera sono sola…avrei voglia di qualche consiglio sull’abbigliamento e sull’uso dei giochini …ti va?
Con aria stupita… lui risponde:
-Alle 23 sarò da te x i consigli e….. porterò qualcuno x un’esperienza che non potrai dimenticare……la mia amica sara’ contenta di toccare quello che osservava tanto prima….
E’ il mio primo racconto si gradiscono commenti….da tutti voglio sapere se è eccitante o se mi devo impegnare di piu’….
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13
17 years ago
admin, 75
Last visit: 12 hours ago -
Scampio coppia
ciao a tutti io e la mia ragazza vorremmo diverticci un po del solito sesso e credo ache voi quindi noi siamo caldi e pronti ciao massima serieta..............mirracomanro.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 12 hours ago -
Pompin silvago
....Sbagliando numero conobbi S. una bellissima ragazza mora di Castiglione della Pescaia, ci sentimmo per qualche tempo, poi decidemmo d'incontrarsi.
All'incontro avvenne sulla Siena/Grosseto, e appena le strinsi la mano, mi fece salire sulla sua auto ed andammo a giro per un po'.
....All'ora di pranzo, mi portò al ristorante "La Fortezza" nella parte vecchia, ed ordinammo della bistecca alla brace e dell'insalata, parlammo, parlammo.. Poi mi pagò il pranzo e decidemmo di tornare dove avevo lasciato l'auto.
Al momento dei saluti, lei (al posto di guida), mi mise una mano tra i pantaloni e mi guardò con grande interesse ed avidità, forse anche molto arrapata del mio "finto" stupore... Mi fissò...ed in pochi minuti mi trovai con la mia asta di 19cm fuori dai pantaloni e lei che rideva e me la massaggiava...
Che dovevo fare?...A quel punto..gli dissi di favorire e come se avesse avuto una sete bestiale, si mise a succhiarla, a leccarla...E diventava sempre più dura...Le presi la testa e la guidai in quel pompino-dessert.
Succhiava e gemeva, poi si spostò ancora con l'auto fino ad un posto isolato lungo la statale...Era caldo mi ricordo..una bella giornata...Mi invitò fuori..Lei si mise davanti a me si tirò fuori le sue belle tette dai capezzoli duri e turgidi..Me le offri, le succhiai avidamente...e senza tregua avevo la mia mano dentro le labbra di venere, che tra l'umido ed il poco pelo, facevano dimenare quel corpo, femninile..Poi il pompino continuo...Lei in ginocchio ed io in piedi...Non ci stette più...ormai nuda, allargò le sue cosce e si fece pompare...alla grande..I suoi gemiti ed i suoi urletti di goduria si fecero sempre + forti fino ad un orgasmo che mi bagno tutto anche me...Mi obbligò a ripulirla con la lingua.....
La volta mia fu più eccitante..perchè dopo che era venuta, nel ripulirla la facevo ancora "soffrire di piacere"...La mia lingua esperta, calda, grossa ed avvolgente...entrava come un mini-cazzo e ripuliva tutto avidamente..
Lei giocava con i suoi capezzoli ed a occhi chiusi si faceva suoi sogni...
S..risalì sull'auto ci salutammo..Qualche volta la sento ed ora dopo tanti anni è un amica, un po' sfortunata in amore, che vorrei riprovare...
S..che splendida vacca che sei stata ti ricordo sempre con piacere...
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17 years ago
CICCIOPORCELLO,
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Last visit: 3 years ago
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La sconfitta di morfeo
Speravo in una serata fatta di foto artistiche e fantasie erotiche travolgenti. Invece la stanchezza mi inchioda al divano impedendomi di partecipare ad una festa e di terminare con il finale piccante, che volevo riservarti. Cioccolato piccante sul tuo corpo.Il tuo piatto preferito.
Mi distraggo dal sonno leggendo racconti erotici e dopo poche righe mi ritrovo tutta bagnata.
Mi catapulto in un mondo parallelo, inforco il mio portatile e inizio a scrivere.
Pazzia? No! Semplicemente io.
“..sono sdraiata sul soffice tappeto acquistato in Tunisia durante la nostra ultima vacanza. La legna arde nel caminetto e il mio uomo è di nuovo lontano per un viaggio di lavoro.
Ho invitato un amico che non vedevo da molto tempo, nella nostra nuova casa tra i boschi. Iniziamo a raccontarci quello che è successo in questi mesi, quando improvvisamente lui mi sussurra che sembro una piccola orchidea tropicale.
Mi irrigidisco. I complimenti non li accetto volentieri.
Il mio amico mi offre nuovamente da bere, cambia argomento e porta i miei pensieri lontani da situazioni imbarazzanti. Mi fa sentire a mio agio.
Mi sento svenire dal sonno.
Il mio amico mi sta massaggiando delicatamente la schiena. La stoffa sottile della camiciola amaranto mi permette di sentire il tocco dei suoi polpastrelli.
Mi abbandono al piacere delle sue carezze, al retrogusto barricato del vino appena bevuto e al profumo di legno bruciato, che ha ormai invaso il salone.
Non so più cosa mi sta capitando. Tutto è ovattato.
Scopro a poco a poco tutti i punti sensibili del mio corpo: spalle, piedi, fianchi, .. Tutto vibra in seguito al correre delle sue dita.
Mentre mi bacia la schiena sento il suo membro sempre più duro che preme sul mio corpo.
Il desiderio di sentirlo dentro la mia fica oramai umida e grondante è sempre più elevato.
Non faccio proposte.
Aspetto la sua prossima mossa. Lo vedo esperto sul da farsi. Sembra proprio che soddisfi i miei desideri.
Di lì a poco mi solleva il vestito e scostando il tanga mi penetra nella vagina da dietro, mentre delicatamente mi massaggia i capezzoli turgidi anche loro desiderosi di tanta premura e fino ad allora trascurati.
L'orgasmo provato è molto intenso. Lui non si è fatto neanche sfiorare. Non ho timore, solo gioia.
Dal risveglio dal mondo di Morfeo mi trovo sola, la cenere nel caminetto, due bicchieri sporchi di vino e il tanga umido.”
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17 years ago
cioccolatopiccante,
30/30
Last visit: 2 years ago
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La prima volta di giulia
La prima volta…
Salve ragazzi, sono Giulia:
Adoro accettare le provocazioni, ecco perché ho deciso di parlarvi della nostra prima volta, da un punto di vista squisitamente femminile.
Vi risparmio la premessa di cui è stato così minuzioso mio marito Carlo, e vengo direttamente al momento dell’incontro in quel winebar che difficilmente dimenticherò…!?
Quella sera ero decisa carica e consapevole della mia volontà di sedurre, questo sia per dimostrarlo a me stessa, sia per dimostrarlo a Carlo, che da qualche tempo, magari solo provocatoriamente, la metteva in discussione.
Volevamo, se le persone fossero state giuste, semplicemente divertirci………………………………
Neanche per il mio matrimonio avevo avuto più cura di me stessa, negli ultimi tempi avevo intensificato i miei appuntamenti dall’estetista, dal visagista e dal parrucchiere, ci tenevo a fare bella figura e soprattutto a far fare bella figura a Carlo, e poi non volevo sfigurare nei confronti di Anna, di cui avevo la percezione essere una donna particolarmente affascinante!?
Al locale Claudio ed Anna già ci attendevano, ci salutammo in modo molto formale, una semplice stretta di mano, durante la quale gli occhi fecero tutto il resto, cercando di raccimolare più dati possibili dal punto di vista estetico ed empatico… … …!?
Claudio mi colpì subito, per la sua cordialità e la sicurezza dei modi, che nascevano sicuramente da esperienze passate ma anche da una notevole dose di libidine.
Conversammo e bevemmo senza preoccuparci tanto da quello che poteva circondarci, eravamo troppo concentrati su noi stessi, io sugli altri tre del gruppo e gli altri su di me, nulla sembrava fosse casuale.
Notavo come Carlo si prodigasse in sorrisetti maliziosi e timide avances per Anna, conosco i suoi gusti e sapevo che non gli erano sfuggiti quell’aspetto mediterraneo di Anna, la sua pelle ambrata, i suoi capelli liscissimi e soprattutto quel sedere enorme…?!
Decisi di farlo ingelosire un po’, versai da bere sia a Claudio che a me stessa, porsi il bicchiere al mio amico, brindammo e così invitammo a fare anche all’altra coppia che a ruota ci seguì, bevvi tutto in un sorso e nel sorridere, sentii la mano di Claudio sulla mia coscia accarezzarmi con sicurezza, gettai uno sguardo su Carlo, a cui non era sfuggito il gesto, gli sorrisi con malizia, poi mi voltai perché Claudio mi sussurrò qualcosa di irripetibile all’orecchio… che mi fece sorridere compiaciuta.
Di lì a poco vidi Carlo ed Anna allontanarsi nella direzione della toilette, Claudio approfitto di quella assenza per baciarmi alla gola, mi allontanai più d’istinto che per pudore. Ci domandammo cosa ci piacesse l’uno dell’altro, Claudio mi disse che gli piaceva la mia scollatura, i miei occhi la proporzione delle mie forme, mi disse che secondo lui, dovevo avere una bella fichetta, mi chiese se gliela facevo vedere!? L’insicurezza mi portò a ridere, e fu proprio in quell’attimo che sentii le mani di Claudio cingermi i fianchi per spingermi a sedere sulle sue ginocchia, stavo ancora ridendo come una sciocca che vidi arrivare Carlo ed Anna che con un AHH sembravano quasi volerci dire: :!?
Ci intrattenemmo ancora in quel locale, la serata andava avanti piacevolmente, tra ammiccamenti e provocazioni varie, sembravamo fare a gara a chi fosse più sicuro di se.
Verso le 24.00 p.m. Claudio ci invitò presso casa sua a Salerno, ci arrivammo dopo poco, mentre Carlo e Claudio si intrattennero in salotto a parlare chissà di cosa, Anna mi mostrò la casa, durante tale visita, mi chiese, se era davvero la prima volta, se avevo mai avuto un rapporto con una donna, e soprattutto cosa pensavo di suo marito Claudio…?! Gli rifeci le stesse domande…?!
Mi sentivo molto stanca, avevo bevuto oltre i miei limiti ed ero pervasa da una forte sonnolenza, mi appoggiai sulla spalla di Carlo, mi ricordo che lo baciai, poi caddi vinta dal sonno.
Non ricordo precisamente quanto dormii, ricordo che mi risvegliai di soprassalto nella semioscurità del salone, ed ero da sola, barcollante mi alzai alla ricerca di Carlo, sentii dei rumori provenire dalla stanza da letto, mi avvicinai ad essa furtivamente, sentivo dei gemiti di piacere, non sapevo cosa fare, avevo intuito cosa stava succedendo e non volevo essere invadente, ma quando tra quei gemiti individuai quello di Carlo, l’istinto o forse la curiosità mi spinse ad affacciarmi.
Vidi Anna, con la bocca alle prese con il pene di Carlo praticargli un voluttuoso pompino, mentre Claudio da dietro gli spingeva il suo pene in una figa che di lì a poco mi accorsi essere praticamente glabra.
Dopo un po’ vidi Claudio avvicinarsi “minacciosamente” a me, non ebbi neanche il tempo di razionalizzare la situazione, Carlo mio marito stava scopandosi Anna davanti ai miei occhi, che fui nuda e in meno che non si dica mi ritrovai il pene di Claudio in bocca, lo succhiai dapprima lentamente e poi sempre più eccitata da quello che vedevo, più da quello che praticavo, con esasperante volutà.
Lo devo ammettere ero eccitatissima, caddi come una foglia morta può cadere a terra, e Claudio da dietro mi penetrò con dolcezza, sotto gli occhi persi di sua moglie e quelli languidi di Carlo.
Sentii dopo diverse spinte di piacere, Claudio sfilarsi il preservativo per potermi inondare la schiena del suo caldo sperma, sfiniti giacemmo sul parquet.
Vi sembrerà strano, feci l’amore tutta la notte con mio marito Carlo, la mia non è un ‘ipocrita visione dei fatti, bensì la consapevole sensazione di non aver desiderato mai mio marito come allora, perché era stato di un’altra sotto i miei occhi, perché ero stata di un altro sotto i suoi occhi, perché non c’è tradimento quando ci sono sentimenti veri, perché lo adoro più di allora e lo seguirei e lo seguirò in ogni sua consapevole scelta, perché lo amo… … … come la prima volta… … …?!
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17 years ago
caraalice,
42/42
Last visit: 15 years ago
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Sola
Sola, nella mia stanza, le luci spente, la finestra socchiusa, in un pomeriggio d’estate.
Stesa sul letto, respiro piano, mi lascio accarezzare dalla brezza leggera che passa, ribelle, dalle feritoie della persiana. Chiudo gli occhi lentamente, assaporando ogni attimo che passa, lasciando correre il tempo, per isolarmi da tutto e da tutti.
Gli occhi finalmente chiusi, la bocca leggermente socchiusa, accarezzo le labbra con la punta della lingua umida, passandola più volte, sospirando…
Le mani, prima calme, iniziano a muoversi accarezzando i capelli lunghi sciolti e la fronte, per poi scivolare più giù, andando a raccogliere con la punta delle dita le gocce di saliva che sono rimaste sulle mie labbra. Non resisto alla tentazione di succhiarmi il dito, e sull’indice umido che mi accarezza le labbra. Mentre lo avvolgo nella mia bocca, i miei pensieri si rivolgono a te, o mio amante lontano, ai tuo occhi scuri, alla tua pelle abbronzata e alle tue mani forti e calde.
Mi lascio completamente andare, come se fossi tra le tue braccia.
Immagino le tue labbra che dopo avermi baciato con passione, scendono con dolcezza sul collo riempiendolo di piccoli baci appassionati e decisi. Le mie mani affondano sulla tua schiena, le mie unghie si impossessano della tua carne e la stringono forte a te, mentre tu non demordi, continui a baciarmi, a scaldarmi.
Inizio ad ansimare, le tue labbra arrivano al semplice reggiseno di cotone, i tuoi denti spostano delicatamente la stoffa e la tua lingua comincia a stuzzicare il mio capezzolo turgido dall’eccitazione. Lo lecchi e lo succhi velocemente, mentre un gemito di piacere mi sfugge dalle labbra, e il mio bacino si spinge involontariamente contro il tuo.
La mia eccitazione sta salendo. Mentre penso a questo le mani cominciano a sfiorare l’interno coscia, le dita cominciano a bagnarsi dei miei umori che ormai mi allagano gli slip. Decido di togliermeli con un rapido gesto.
Le mie dita si appoggiano sul clito ormai rosso e gonfio dall’eccitazione. Comincio a muoverle lentamente in modo da prolungare sempre di più il mio piacere, lo titillo, lo stuzzico prima piano poi veloce, mi arresto, quando sento che sto per esplodere.
Mentre mi sfioro, immagino la tua bocca che dai capezzoli scende verso l’ombelico e poi sempre più giù in esplorazione verso il mio monte di venere.
Sento il tuo calore, il tuo fiato che avanza sempre di più, le tue mani che sfiorano i miei glutei e si soffermano sulle grandi labbra.
Dischiudi dolcemente il mio bocciolo pregustando l’attimo in cui la tua lingua si appoggerà sul mio clito. Ansimo e gemo, l’ansia fa crescere la mia eccitazione e tu questo lo sai bene!
Mi ritrovo la tua lingua all’improvviso dentro di e, sussulto di piacere mentre la sfregi contro il mio clito scappellato, che tu trattieni con le dita. Mentre lo succhi e lo baci, cerchi di guardarmi negli occhi. I nostri sguardi si incrociano, i miei occhi azzurri si perdono dentro i tuoi occhioni neri. Mi sento travolgere dall’onda dell’eccitazione, una tempesta, il vento del desiderio scuote il mio viso. L’eccitazione mi assale e vengo. Vengo sotto i colpi della tua lingua tagliente, ma allo stesso tempo dolce, vengo perdendomi nei tuoi occhi, gemendo il tuo nome, cercando di allontanare la tua testa, per poi stringerla a me, vengo inarcando la schiena per offrirti ancora meglio io mio bacino, il mio tesoro che tu ti prendi dandomi un immenso piacere.
Ansimo e gemo, trattengo il fiato per poi sospirare e sospirare ancora.
Ti stacchi dalla mia passerina ormai allagata e mi fissi negli occhi. I miei sono socchiusi, l’orgasmo è stato intenso e bellissimo.
Apro gli occhi, mi ritrovo sola nella mia stanza, le gambe spalancate, le dita bagnate fradice e un respiro profondo e ansimante. Vorrei averti qui adesso o mio signore,sentire veramente le tue mani su di me, il tuo respiro che diventa affannoso quando il lo prendo in bocca. Si sarebbe bellissimo prendere in bocca adesso il tuo uccello duro, leccare la cappella gonfia e calda, scivolare con la lingua lungo tutta l’asta per poi arrivare alle palle, leccarle dolcemente e ritornare su.
Dischiudere le labbra sulla punta, farlo scivolare lentamente tutto dentro, le tue mani che si appoggiano sulla mia testa, che mi danno il ritmo, io che lo sento tutto in gola.
Sentire esplodere dentro di me la tua cappella, il tuo succo vitale che mi invade, che mi bagna le labbra. Come un assetato con la lingua raccolgo tutte le gocce del sacro nettare, le ingoio famelica e riprendo a succhiarlo per averne ancora e ancora!
Sono qui che ti aspetto mio amante, aspetto le tue carezze i tuoi baci, l’estasi e il piacere che ci porteranno in un mondo tutto nostro, lontano da tutto e da tutti, dove ci saremo solo io te ed il nostro piacere.
Ti aspetto…
Ti voglio….
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17 years ago
admin, 75
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Fili
“..una bimba canta la canzone antica della donnaccia, quello che ancora non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia…”
La musica di Dè Andrè riempie la mia stanza di note dolci e nostalgiche. Sono stesa sul letto, in reggiseno e slip, l’aria calda estiva filtra dalle persiane semichiuse. Sono in penombra, in attesa.
Nonostante il caldo sono tutta un tremito, tremo dall’emozione. Non mi è permesso alzarmi dal lettone, devo stare in attesa, ferma e immobile. Stamattina avevo trovato un suo biglietto sotto la porta in cui mi informava che sarebbe venuto da me verso le quattro di pomeriggio, e di attenderlo in camera, in penombra vestita solo con slip nero e reggiseno nero.
Sono le 15.58, di solito Lui è sempre così puntuale, così preciso, così unico.
Sento la porta aprirsi, e dei passi calmi e decisi dirigersi verso la mia camera.
Velocemente mi infilo la benda per gli occhi, non voglio disubbidirgli come ho fatto una sola volta in passato, le sue punizioni possono essere terribili.
Si avvicina al mio letto, tendo le orecchie e il mento, nell’attesa di qualche parola.
Invece lui immobile, mi osserva e sorride compiaciuto. Penso! Sono bendata, il nero mi avvolge, non posso vedere ma posso sentire la mia eccitazione che si mischia alla sua, danzando insieme nell’aria. Ecco che una sua mano inizi a sfiorarmi la bocca, che si tende subito a succhiare le sue dita e a passarle con la lingua. Indugio sui polpastrelli, poi succhio tutto il dito, facendolo arrivare fino in fondo. Mi spinge le dita in gola, sa che mi piace e ne approfitta spudoratamente.
L’altra mano comincia a sfiorare i capezzoli e li fa diventare come due chiodini, mani esperte che si occupano dei miei seni. Le Sue mani sono uniche, mi tocca, mi stringe i capezzoli, fino a quasi farmi male, gemo ma poi quando molla la presa vorrei che me li prendesse ancora e ancora più forte e con più ardore. Piano piano mi slaccia il reggiseno, l’attesa mi sembra lunghissima. Io che avrei voglia di essere presa e sbattuta subito, mi offro a questa dolce tortura perché lui è il mio Signore. Una lingua lecca i miei capezzoli mentre una mano continua a torturare un mio capezzolo che ormai sento quasi violaceo dal dolore misto al piacere.
“Sei una puttanella vogliosa” mi dice infilando all’improvviso una mano tra le mie cosce. “Sei bagnata e hai lavato tutti gli slip” mi dice togliendomeli con uno strattone. “Ecco senti” mi dice sbattendomi gli slip in faccia, e io inzio a sentire il mio profumo di femmina vogliosa e in calore.
Qualcosa si leggero ma resistente inizi a fasciare le mie caviglie. Non capisco che sta succedendo.
“Porcellina, adesso non mi scapperai” mi dici con voce da finto cattivo. Provo a muovere le gambe ma le sento bloccate. Due foular di seta mi tengono bloccate le caviglie al letto.
Sono stesa a pancia in su, senza reggiseno e senza slip, le ginocchi leggermente alzate e le caviglie legate al letto e lui che respira affannosamente per la voglia. Se potessi lo prenderei subito in bocca ma non posso. Lui è il Mio Signore e decide lui per me.
Qualcosa di freddo comincia a scivolare tra i miei capezzoli. Un cubetto di ghiaccio inizia a far indurire i miei capezzoli fino allo spasimo. Brividi di freddo e di piacere mi accarezzano i sensi. La bocca comincia a leccare un cazzo immaginario, mentre le mani a stento stavano ferme, tale era la mia voglia di toccarmi e di darmi piacere. Di finire questa tortura. Ma il Mio Signore volevo prolungare la sua tortura.
Il cubetto di ghiaccio scivola lentamente verso il mio clito, lo tocca, lo bagna, lo fa indurire dal piacere. Gemo leggermente e muovo il bacino in direzione del ghiaccio, lo voglio sentire ancora e ancora, quel freddo meraviglioso che mi da così tanto piacere. Il Mio Signore toglie il ghiaccio e lo rimette, mi fa impazzire. Mi bagno senza ritegno, mi eccito e lui mi stimola ancora di più, ansimo ma lui la smette per qualche secondo. Poi il cubetto viene spinto verso la mia passera e entra senza problemi. Il contrasto è micidiale. Il freddo del ghiaccio si mischia al caldo bollente dei miei piaceri. Ho la passera in fiamme. Il ghiaccio sciolto cola insieme ai miei umori. La tua lingua non perde un secondo e si tuffa a capofitto a raccogliere i miei umori. Sento che passa veloce veloce e penetra per assaggiare il mio sapore misto caldo e freddo. Poi si sposta sul mio clito che sta pulsando come un ossesso. Appoggi e premi e ti fermi, poi ti muovi e dai veloci leccate che mi fanno impazzire. Sento che il mio clito si sta ingrossando a dismisura, sta per esplodere. Un forte gemito mi scappa e tu capisci che sto per venire. Ti stacchi e non mi fai raggiungere il massimo piacere. Ti diverti a torturarmi così, ben sapendo che non posso muovere le mani, trattenute dai fili invisibili della sottomissione, della mia gioia di donarmi a te come tu vuoi.
Dopo pochi minuti riprendi a leccarmi il clitoride e due dita si infilano dentro la mia passera bagnata, le muovi pianissimo e premi verso il mio clitoride che viene ancora torturato dalla tua lingua appuntita che mi trapana la carne. Gemo e mugolo di piacere e inizio a muovere il bacino verso la tua testa per far aderire la tua lingua ancora di più al mio clito.
L’orgasmo questa volta arriva violento e inaspettato, grazie alle tue profonde leccate e alle tue dita che incessanti continuano a muoversi velocemente. Scatti muscolari e brividi lungo la schiena mi fanno muovere in modo innaturale, mi sento svuotata e riempita allo stesso tempo. Le tue dita nel frattempo diventano tre e una quarta si insinua dentro il mio stretto orifizio. E la tua lingua non la smette e mi tortura.
Gemo e cerco di divincolarmi, sto andando in estasi dal piacere
“Si godi piccola, godi come non mai” mi sussurri soddisfatto tra una leccata e un'altra.
Dopo pochi minuti mi lasci, stacchi le dita, e piano piano la smetti con la lingua e mi guardi soddisfatto mentre i miei gemiti vanno scemando lentamente.
Sono a gambe aperte, il clitoride rosso che pulsava come non mai, i miei umori che scendevano copiosi dalla mia passera aperta e lucida della tua saliva, mentre l’altro buchino inizia a richiudersi.
Ogni tanto qualche spasmo muscolare mi ricorda l’estremo piacere che mi hai dato
Lentamente mi sciogli e io accarezzo le caviglie che presentano un segno rossastro e leggermente dolorante.
Non mi togli la benda dagli occhi
“Resta qui e conta fino a 100 e poi puoi toglierti la benda dagli occhi” mi dici…
1 2 3 4…..
…97 98 99 100.
Con uno scatto mi levo la benda e mi guardo intorno…
Te ne sei andato, proprio come sei arrivato, in silenzio….
Sei scomparso ma so che tornerai.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 12 hours ago -
La scuola
Il mio primo "rapporto" l'ho avuto a 14 anni. In classe con me c'erano due ragazze (Simona e marina) che erano già formose. Infatti sembrava che avessero per lo meno 17 anni dalla grandezza del loro seno a dal loro corpo. Io ero innamorato di entrambe ma sembrava che loro non mi cosiderassero neanche come amico. Un giorno, a scuola, ero in bagno quando un mio compagno idiota aprì la porta mezza sfasciata. In quel momento vidi Simona che mi guardava allibita. In effetti avevo il pene in erezione poichè avevo trovato un "giornaletto" in bagno e lo avevo sfogliato (a quell'età potevo solo guardare giornaletti) ed era veramente lungo e grosso. Non vorrei vantarmi ma probabilmente avevo il pene più grosso della scuola. Simona era entrata per sbaglio nel bagno dei maschi e si era trovata davanti al mio pene. Mi sentivo veramente un idiota quindi misi tutto nei calzoni e corsi in classe. Poco dopo rientò anche la mia compagna e mi guardo sorridendo e arrossendo. Una volta arrivata al posto la vidi raccontare tutto a Valeria che sembrò eccitarsi all'idea. Parlarono un po' poi risero e mi guardarono. Non ero molto più basso di loro però non mi sentivo al loro livello quindi mi dimenticai di tutto. La scuola era quasi finita e dopo qualche giorno eravamo tutti a casa, lontani da quell'inferno. Simona e Valeria organizzarono una festa per la fine dell'anno così mi recai a casa di Simona dove si doveva festeggiare. Arrivato trovai altri compagni e facemmo festa fino alle 9:30. Era presto ma Simona disse che il giorno dopo doveva partire e non voleva viaggiare stanca. Tornammo a casa ed io accompagnai Valeria per un piccolo tratto di strada. Sotto casa sua lei mi disse che mi doveva ridare un libro che si era dimenticata dai restituirmi, così salii anch'io. A casa sua c'era sua sorella che aveva 26 anni e parlammo finchè la sorella se ne andò. Non sapevo ancora come sarebbe continuata la serata; dopo cinque minuti arrivò Simona che disse una cosa nell'orecchio a Valeria la quale si avvicinò a me chiedendomi quanto era lungo il mio pene. Lo disse scherzando e io non risposi. Ma un secondo dopo mi chiese timidamante se lo poteva vedere. Non sapevo cosa fare ma Simona si avvicinò a me e mi disse che da quando me lo aveva visto aveva voglia di toccarmelo. Io mi tirai giù i calzoni dai quali balzò fuori il mio pene che era in erezione totale. Entrambe iniziarono a toccarlo e a ridere. Valeria disse che era la prima volta che vedeva un cazzo vero che era eccitatissima; non mi controllai più e misi una mano sotto la sua mini gonna. Credevo che lei si arrabbiasse invece si levò e mutandine e si lasciò toccare mentre insieme a Simono mi faceva godere massaggiandomi il membro. La sua fica era bella, senza troppi peli e liscia: non mi contenni e iniziai ad accarezzarle la parte interna della vagina. Riuscii a fare entrare tre dita poi venni fermato da Simona che voleva lo stesso trattamento. Io l'accontentai ma non controllai la situazione: dopo due minuti eravamo tutti e tre nudi e io infilavo il mio pene una volta in Valeria e una in Simona. Ero inesperto al massimo ma le due godevano non poco. Ero eccitatissimo ma mi dovetti fermare perchè dal mio peneiniziò ad uscire tantissimo sperma che cadde sulla pancia e sul seno di Valeria. Li finì tutto. Mi vestii e tornai a casa.
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17 years ago
napoletano3dok,
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Borgata abbandonata vissuta da lei
Arrivati al rifugio sento subito un impeto di catapultarmi fuori: di camminare tra gli alberi e la neve. Di abbandonare lo stress della città e di ritrovare un più intimo contatto con la natura.
Soprattutto di stare al tuo fianco, uomo dei boschi, così mi viene da chiamarti.
“Forse per via di una camicia a quadrettoni e del luogo che ci accoglie.”
Arrivati alla borgata, quale crediamo essere la meta, mi sorprendi con il tuo fugace bacio.
“Forse il più bel bacio appassionato che tu mi abbia mai dato.”
Mi avventuro tra le case diroccate, sperando di essere travolta di passione, di essere messa al muro. Ma ti sei fermato a quel bacio. Peccato!
Ora non ho voglia di prendere iniziative. Desidero sia tu a farti avanti.
Folli pensieri mi assalgono.
“Non posso resistere di arrivare al rifugio, la strada è ancora troppo lunga.”
Il luogo mi ispira passioni misteriose. Compare l'idea di essere sorpresi da abitanti di altre borgate con il binocolo puntato,da residenti della stessa borgata o da qualche animale di passaggio.
“Tutto questo mi eccita moltissimo.”
A questo punto il desiderio di una nuova folle avventura erotica prevale sul viaggio alla scoperta di nuovi luoghi.
Varco la porta di una casa, la curiosità mi fa pensare a quello che è successo quando un incendio ha fermato il tempo. Raccolgo una vecchia chiave. Un souvenir di quella giornata.
Vedo che vuoi uscire, ansioso di trovare il posto adatto per una nuova avventura. Allora ti guido lontano dalla strada asfaltata, che ci porterebbe ad un altra borgata, verso un prato alle pendici degli alberi.
Esploro la zona. Sarebbe perfetta se fosse un po' più nascosta.
Bastano pochi minuti sdraiato sul prato e ti addormenti.
“Non mi voglio arrabbiare. Ma dove è finito quel gioco di sguardi e di intesa? “
Non posso guardarti riposare. Altrimenti ti salterei addosso.
“Cerco di farti riprendere dalla stanchezza che hai accumulato.”
Allora vado in giro esplorando la zone.
Gli scarponi sono fradici. Ho camminato a lungo e i pensieri più strani mi son venuti alla mente.
“Ma voglio che sia tu a catturarmi nella trappola del sesso.”
Non resiste, al mio ritorno continui a dormire.
Da bambina impertinente inizio a farti i dispetti: ti mordo le orecchie, le labbra e ti salto addosso con tutto il mio peso.
“La lotta è sempre un buon motivo per finire a fare l'amore.”
Mi assicuro del tuo risveglio solo quando mi porti a fianco al larice e inizi a baciarmi.
Mi sento nuda agli sguardi. Questa volta non mieccitano più. Ma come per magia dalla valle si sta alzando la nebbia. Sembra che l'uomo dei boschi abbia tirato le tende dal basso verso l'alto. Una spessa tenda bianca opaca e umida.
“Niente altro è stato così puntuale.”
Lunghi baci vogliosi si accompagnano ben presto con duri colpi del tuo membro nella mia profonda, accogliente, calda e umidissima fica.
Non sento il freddo, ma soprattutto non sento dolore dei tuoi ripetuti colpi della schiena contro la dura e fessurata corteccia..
“Quando il piacere prevale sul dolore o il dolore si trasforma in piacere capisco che sono subentrata in uno stato di stordimento.
Oggi voglio essere posseduta.”
Gli chiedo di sbattermi, di non trattenersi per paura di farmi male. Si sorprende e si eccita. Questo mi eccita ancor di più e ci vuole poco che arrivi all'orgasmo.
“Lo ricorderò come molti altri.”
Il piacere è ancora intenso. Desidero che l'uomo dei boschi possa ricordare questa avventura come unica.
“No alla routine ci diciamo sempre.”
Glielo prendo in bocca, come desidera. Delicatamente e poi velocemente mi muovo, cerco di avvolgertelo per proteggerlo dal freddo.
Dopo poco lo riprende. Penso di non essere sufficientemente brava: il freddo e la posizione mi fanno muovere con difficoltà. Lo lascio fare.
Si sbatacchia il cazzo come meglio desidera, allora gli lecco le palle, così sensibili che devo fare molta attenzione.
Con le dita arrivo al suo culo,
“So che gli piace, so che gode da impazzire quando gli metto un dito nella fessura proibita.”
Ansima, mi incita a continuare, si muove freneticamente e alla fine il suo sperma mi finisce su per il naso. L'inclinazione della mia testa gli fa raggiungere subito la gola e quasi mi fa soffocare. Un grido lo riporta alla realtà.
Si pulisce e mi lascia in solitudine a cercare di riprendermi dal piccolo shoc. Guarda goduto il panorama e ripensa ad un altro fantastico e meraviglioso orgasmo.
Mi promette una lunga notte. In realtà cade addormentato dopo un ennesima discussione di lavoro giunta sul suo cellulare. Qui tra i boschi dove cerca pace, relax e sesso.
Aspetterò la prossima sorprendente e goduriosa scopata.
“Non posso permettermi di avere risentimenti negativi verso l'uomo dei boschi che mi aiutato a tirar fuori tutte le fantasie che avevo deposto con cura e parsimonia nel baule dell'eros.”
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17 years ago
cioccolatopiccante,
30/30
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La cameriera dei miei
La storia che vado a raccontare è realmente accaduta.
I miei genitori da circa 2 anni avevano una donna delle pulizie, piacente di circa 45anni, che lasciava intravedere attraverso i Jeans un ventre abbastanza accogliente, ma non avevo mai pensato a lei come ad una femmina.
In quel periodo essendomi separato da mia moglie coabitavo con loro; quella mattina non lavorando ero a casa ,erano circa le 10,00 ed io alzandomi dal letto mi recai in bagno per lavarmi.
Stavo tranquillamente facendomi la doccia,quando la porta si aprì,era la donna delle pulizie,si affacciò proprio mentre stava lavando i genitali,avevo il cazzo in mano e stavo lavando la cappella,essa a quella vista sgranò gli occhi, fu in quel momento che incrociando il suo sguardo,la vidi come una femmina da monta,seppi dopo, che il marito da parecchi anni era sofferente di cuore, quindi potete immaginare la voglia che le monto in testa e dentro l’utero, il mio sesso come vivo sentendosi osservato si drizzò svettando in tutta la sua lunghezza,essa tentò un timido tentativo di scusarsi, ma io la precedetti,guardandola dritta negli occhi e dicendogli, non si preoccupi, avrà senz’altro visto altri uomini nudi, essa arrossì, da quel momento non sognai altro che riempirla e lavorarla come a me piaceva….. cioè portarla al punto di non ritorno,in cui l’unica cosa che importa ad una donna e essere riempita per bene e sentirsi la carne pastrugnata fino nel più profondo del suo essere.
Sapevo per esperienza infatti che quasi tutte, anche le più ritrose se scaldate nel giusto modo,diventano delle femmine, che mettendo da parte il naturale pudore, sono esse stesse che ti supplicano di essere penetrate,riempite e sbattute senza ritegno, in quella fase possono anche accogliere il membro più largo e lungo anzi lo bramano, per sentirsi porche.
Il Mercoledì feci in modo che in casa non ci fossero i miei genitori, essa arrivò, signor…è solo oggi, si le risposi e vidi che mostrava chiaramente di non sentirsi a suo agio, ma iniziò a lavorare come nulla fosse, dopo un po’ andai nella stanza dove era, indossavo un paio di pantaloncini senza nulla sotto, e chiaramente si poteva osservare il mio sesso gonfio, notavo, il suo viso che arrossiva sempre di più.
Le ponevo delle domande come nulla fosse e la vedevo che respirava a fatica, a quel punto mi dissi: è cotta!
Mi accostai a lei abbracciandola e leccandole il collo,tentò una timida resistenza, ma poi crollò lasciandosi andare, sempre continuando nel mio lavoro di lingua,le accostai la mia mano sul pube e sentii attraverso i jeans la sua carne cedevole, mi sembrava che il suo spacco si aprisse,essa vibrò ed emise un lungo sospiro, le slacciai i jeans che caddero sul pavimento, scostai lateralmente l’orlo delle sue mutande,accarezzando il monte di venere, con la mano aperta, in un movimento circolare,sentivo i suoi lunghi peli, lo spacco della sua capiente fica ed il clitoride che attraverso le sue labbra umide faceva capolino, era bagnata fradicia, la sua timida natura era vinta e lei era in mio possesso, me ne accorsi perché allargò le cosce come per invitarmi a penetrarla, dalla sua bocca un lungo lamento ooooohhhhhhh siiiii daiiiii siiiiiiiiiiiiiiiiiahhhhhh, era come io l’avevo sognata, vinta ed in mio potere.
Andammo in camere da letto, la spoglia completamente,aveva un seno ancora piacente anche se non più fresco, abbondante con dei grandi capezzoli, che presi subito nella mia bocca, facendo scorrere su di essi la mia lingua, essa ormai ruggiva tutto il suo piacere,la sua vulva pulsava in maniera spasmodica e grondava sborra,avvicinai il mio viso alla sua fica, e inizia movimenti rotatori con la mia lingua che le allargava la carne, essa non connetteva più, ruggiva,urlava, allargava le cosce a dismisura, si dimenava nel grande letto,cercando di incollare la sua fica alla mia bocca che continuava a leccarla penetrarla, ad un tratto mi afferrò la testa con le mani e spinse il mio viso a sé, come se volesse farsi penetrare da esso, sembrava un invasata e l’unica cosa che mi restava da fare per lavorarla come a me piaceva, cioè non farla godere subito,.era legarla al letto,tolsi la testa dalla su slabbrata fica diventata di un rosso violeaceo, nooooooo, esclamò essa e subito cercò di penetrarsi con le sue mani, ma io la bloccai, legando le braccia alla testiera della letto, mi guardò in maniera languida, fammi godere ti prego, e quello che voglio,stai tranquilla ti farò recuperare i tuoi anni di astinenza, e continuai il mio lavoro legando le sue caviglie all’in su,verso la sua testa, così
che fosse allargata al massimo, la guardai, era da impazzire, la sua grossa fica era totalmente aperta,
le grandi labbra, penzolavano in giù come due grandi ali, totalmente bagnate dei suoi umori, l’imbocco della sua vagina era totalmente aperto e mostrava il lungo canale che portava dentro il suo essere, dentro quel buco nero che conduceva al suo utero, i suoi umori colavano ormai copiosi sulle lenzuola bagnate fradicie, la sua fica pulsava il suo buco si apriva e chiudeva smanioso, ed essa implorava l’orgasmo.
Avvicinai la mia mano allo spacco, introdussi un dito poi un secondo, poi un terzo, la carne cedevole, lubrificata si apriva sotto la mia pressione, essa si dimenava, poi chiusi il pugno a mò di cazzo ed iniziai a penetrarla, penetrarono le mie dita, che girai in essa,allargandola ancora di più,
poi iniziai la penetrazione del palmo della mano e picchiettando fui dentro di essa sino al polso, essa ruggì, e venne copiosamente allagando la mia mano, non avevo mai visto una donna buttare fuori dal sua fica tanta sborra, rimasi fermò un po’, poi mi misi a cavalcioni sulla sua testa, sempre con il polso dentro di lei, e quando il mio cazzo teso allo spasimo fu sulla sua bocca la penetrai, essa allargò la bocca ed io iniziai a fotterla,nel contempo il mio polso iniziò a rimuoversi in lei, in modo rotatorio,le mie dita allargavano la sua caverna, sentivo l’interno che si contraeva e muovevo le dita,accarezzando la sua carne, essa ruggiva, guaiva, piangeva, urlava ,tremava tutta come scossa da corrente elettrica, il mio cazzo continuava a penetrare la sua bocca arrivando ormai alla sua gola, mi accorsi che la stavo soffocando ed uscii un po’ da lei, che comunque continuò un sapiente lavoro di lingua come da esperta bocchinara, io per l’eccitazione, spinsi il mio braccio ancora più dentro di lei, arrivando a toccare con le mie dita il suo utero, che sentivo pulsare, aprirsi e chiudere e gli infilai dentro un dito, sentivo le sue ovaie, insomma la sua natura era squassata da me, ma lei gradiva molto questo lavoro, e godeva come una bestia ferita.
Poi diedi dei possenti colpi dentro la sua bocca, muovetti tutte le mie dita in lei e mentre scaricavo la mia sborra nella sua gola, sentii la sua fica pulsare e lei mugolare, sborrare, sborrare, sborrare in un modo che sembrava che i suoi orgasmi non dovessero mai finire, poi si acquietò sul letto come svenuta, e rimase in quel modo per un paio di minuti con le orbite all’insù, persa in mondo fatato.
Al suo risveglio mi abbracciò felice, tra di noi oggi non c’è amore ma solo voglia di godere, essa diventa ogni giorno più porca e mi chiede ogni giorno di più.
Ci vediamo una volta la settimana, ormai a casa mia e mi ha chiesto di penetrarla con una zucchina e vorrebbe vedere se riesce a farsi infilare da una grossa melenzana………..nel prossimo racconto vi informerò di come vanno le cose, e se lei e riuscita a prendere in sé il capiente ospite.
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17 years ago
admin, 75
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Padronvale: la clonazione
Di tom. Se vuoi scrivermi, lodarmi, criticarmi, uccidermi scrivi a [email protected].
Il professor Markov sapeva che la discoteca era un luogo chiassoso, pluriaffollato e rumoroso, ma non se l’aspettava così frastornante. Due soli minuti di quella musica ad altissimo volume erano bastati a mandargli in pappa il cervello. La gente che ballava, unita alla danza grottescamente scombinata delle luci psichedeliche, gli stava facendo girare la testa. Non era abituato a quei luoghi. Il laboratorio in cui aveva trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita era tutta un’altra cosa. Un angolo di paradiso al riparo dalla frenesia, dal rumore e dall’invadenza.
Girovagò seguendo itinerari disordinati fra i corpi in movimento quando all’improvviso…eccola laggiù. Il suo obbiettivo. La ragione per la quale si era spinto fino a quella bolgia di perdizione. La osservò per bene. Specie biologica: Homo sapiens. Sesso: femminile. Etnia: bianca caucasica. Segni particolari: straordinario senso dell’equilibrio, visti i tacchi su cui stava ballando.
Le si avvicinò a grandi passi, la provetta in una mano e le pinzette nell’altra. Lei era voltata di spalle. Quando le fu sufficientemente vicino, allungò le pinzette e le prese un ciuffo di capelli. Ebbe solo il tempo di ritrarre la mano.
PadronVale si voltò con un movimento felino, fulminandolo con i suoi occhi neri e profondi.
“Che cosa stai facendo?” chiese con voce altera e superba.
“Acc…” Le pinzette erano vuote e lei si era accorta di lui.
“Cosa fai con quelle pinzette in mano? Eh?! Rispondi, porco! Vorresti portarti via un ricordino?”
“Ecco, io…”
La padrona lo artigliò per il colletto della camicia e lo schiaffeggiò con forza.
“Ora te lo do io, un regalino! Vedrai per quanto ti resterà!”
Lo sbatté violentemente sul pavimento della discoteca e senza farsi problemi gli salì sopra il torace con entrambi i piedi. I tacchi dei suoi stivali neri e lucidi sembravano armi realizzate appositamente per torturare gli ignari schiavetti che fossero finiti sotto i suoi piedi. Markov pensò alla divinità che lo stava calpestando in quel momento come ad una sadica torturatrice del Mossad in forma di angelo nerovestito.
Una miscela elettrizzante, in altre circostanze. Non la pensò così mentre le suole della padrona andavano su e giù, dal torace alla pancia, e di nuovo dall’addome al petto. I tacchi giunsero più volte in prossimità della sua gola.
“Allora, collezionista di capelli altrui…come ci si sente sotto i miei stivali?” chiese la padrona senza smettere di sorridere.
“Aaaargghhh…” disse Markov.
“Questo ululato vuol dire che ti trovi bene? Lo credo. Sei nell’ambiente adatto ai vermi come te. Sotto i miei piedi. Che altro potresti volere?”
“Piet…”
La padrona compì un salto e ripiombò sulla faccia del poveretto. Poi un altro e un altro ancora.
“Per ora basta. Ma lo sai che a ballare sopra di te ci si stanca subito? Non sei affatto comodo!”
Non appena la padrona scese dal suo corpo, Markov tentò di rimettersi in piedi. Due ragazze vestite come Vale lo presero prontamente per le spalle e lo mantennero in ginocchio.
“E tu dove credi di andare, furbetto?” chiese una di loro.
Calzava scarpe col tacco e indossava una minigonna.
Markov tentò di indietreggiare, fallì e fu scaraventato con la faccia per terra, proprio a pochi centimetri dalla punta degli stivali di Vale.
“Già che sei lì, spregevole maniaco fallito, datti da fare. Lucidami un po’ gli stivali, che dopo torno a ballare”
Al povero dottor Markov non rimase altro che obbedire. Lo fece sotto la pioggia costante degli insulti e dei colpi di tacco delle amiche della padrona. Dal canto suo quest’ultima si accese una sigaretta e fumò tranquillamente.
“Guarda com’è bravo” disse una delle compagne “Lecca come un cane”
“Tu dici? A me sembra che manchi di pratica” disse l’altra.
“Dai, cane, continua. Anche la suola, mi raccomando”
“Secondo me ha bisogno di un po’ di calci ben assestati per spingerlo a dare il massimo”
“Ragazze, lasciatelo lavorare” disse Vale “Già come cane da lecco fa schifo. Poi, se lo maltrattate così, finisce che gli stivali, invece di pulirmeli, me li rende ancora più schifosi”
Dopo qualche minuto la padrona si stancò di quel trattamento. Allontanò Markov con un calcio in faccia e disse “Su la testa, cane”
L’uomo si sollevò appena.
La padrona allungò la mano in cui teneva il mozzicone della sigaretta e gliela spense sulla fronte.
“Ecco, meglio non lasciare rifiuti in giro” disse.
Si voltò e seguita dalle sue compagne, se ne tornò a ballare.
“Guai a te se ti fai ancora vedere da queste parti, hai capito?” si raccomandò la dominatrice con le scarpe dal tacco alto.
Markov schizzò subito in piedi e fece per correre via. Si fermò dopo qualche passo, esistante. Tornò indietro, raccolse il mozzicone della sigaretta e lo fece sparire nella provetta di vetro che si era portato dietro.
Trenta secondi più tardi Markov lasciava la discoteca con la promessa di non rimetterci più piede.
Fuori dal locale la dottoressa Pinkerton attendeva impazientemente. Era una giovane ricercatrice bionda e carina. Portava i capelli a caschetto e gli occhiali. Quando Markov uscì dalla porta sul retro vacillando come un ubriaco gli andò incontro con fare allarmato.
“Professore!” esclamò “Ce l’ha fatta? E’ riuscito a prendere un campione di DNA del soggetto?”
Markov estrasse la provetta di tasca e la mostrò alla collega.
Sulla sua faccia sudaticcia e sconvolta comparve un accenno di sorriso.
“Ecco”
“Una sigaretta?”
“L’ha fumata il soggetto”
“Allora abbiamo la sua saliva”
“Esatto”
“Possiamo procedere con l’esperimento”
“Proprio così”
“Complimenti, professor Markov. Lei è un genio. E’ stato difficile?”
Markov sollevò le spalle.
“Difficile? E’ solo una ragazzina! Pfui! Ci vuole altro per mettere in ginocchio la scienza!”
“Vedo” assentì la dottoressa Pinkerton “Ma…e quei lividi che ha sul collo?”
“Ehm…bazzecole…ora andiamo in laboratorio, dottoressa Pinkerton. Che la fase due dell’esperimento abbia inizio!”
Sei settimane più tardi…
I recenti progressi dell’ingegneria genetica erano stupefacenti. Riprodurre un intero organismo a partire da pochi filamenti del suo DNA richiedeva solo pochi giorni e utilizzando quella nuova tecnica di coltura in vitro a sviluppo accelerato, era possibile completare la crescita del clone in poche settimane.
Il dottor Markov guardò la sua opera attraverso il vetro cilindrico della camera di sviluppo ed esclamò “Oh, quale mirabile visione! Quale meraviglia! Ora lo vedi, se non mi danno il premio Nobel!”
“Cali, professor Markov, cali” mormorò alle sue spalle la giovane dottoressa Pinkerton “Le ricordo che il nostro esperimento è solo iniziato. E poi l’hanno dichiarato illegale in quarantaquattro stati, Bangladesh compreso”
“Dottoressa Pinkerton, non rompa i coglioni, per cortesia!” esclamò il grande scienziato “Ciò che abbiamo creato in questo laboratorio aprirà la strada ad una nuova era della sperimentazione scientifica…manipolazione cromosomica di organismi pluricellulari, terapie geniche applicate alle malattie ereditarie, creazione di ibridi genetici adatti a stili di vita estremi per arrestare la desertificazione del pianeta, nonché creazione di gran bei pezzi di fie per quando ho voglia di farmi fare una pompetta o due”
“Lei è un vero filantropo” disse la dottoressa Pinkerton “Non è che più avanti potremmo creare anche qualche bel pezzo di topolone? Che so…a me piace tanto quello che ha fatto Anakin Skywalker nel remarke di Guerre Stellari, ha presente?”
“E come si chiama?”
“Boh?”
“Ma se non ricorda neppure il nome! Dottoressa Pinkerton! Eccheccazzo! Lei non è una professionista seria! Rigore, ci vuole! Rigore e razionalità! E poi, se per il DNA di una sgualdrina da night-club ho rischiato la pelle, te lo immagini andare a prendere quello di un divo di Hollywood!”
“Ho capito, vai. Mi attacco a playgirl”
“Perché? Io non vado bene?”
La dottoressa Pinkerton represse un rutto ed una smorfia.
“Sì, vabbè, andiamo avanti con l’esperimento che è meglio, va’…Che si fa ora che il clone ha raggiunto l’età e le dimensioni dell’originale?”
“Lo liberiamo”
“E poi?”
“Eeeehhhh….e poi! E poi! E poi, lo vedi che bel pezzo di cinghialotta che è? Ecco, per intanto la metto a buo pillonzi e la trapano come un…”
“Professor Markov, mi chiamano dall’Università” disse la giovane assistente, interrompendo prontamente l’augusto mentore “La lascio solo per un po’…non faccia danni, eh? Che poi in terra ci spazzo io!”
“Vada, vada, dottoressa Pinkerton” sibilò Markov, sfregando fra loro i palmi delle mani con espressione da ramarro.
Non appena l’assistentina se ne fu andata, il grande scienziato pigiò un bottone alla base della camera di sviluppo e quella s’aprì, facendo defluire il liquido che conteneva e lasciando all’asciutto il clone di PadronVale.
Markov si avvicinò al cilindro e quello salì verso il soffitto svelando una ragazza priva di sensi, abbandonata sul piano della camera di sviluppo.
“E ora voglio proprio vedere cosa mi fai, maledetta zittellaccia con i tacchi troppo alti! Dimmelo ora che i devo leccare le suole degli stivali. O provaci!”
La prese per le spalle e la scosse senza premura.
La ragazza parve destarsi come da un lungo sonno.
“Oh, alla fine ti sei svegliata. Sai parlare?”
“Mmm…? Chi sei?”
“Bene, sai parlare. Sai camminare?” chiese Markov, spingendo la sua creatura verso il pavimento. Il clone scese coi piedi sul freddo assito in pietra, vacillò per un attimo e ritrovò la stabilità.
“Perfetto. Sai anche stare in piedi. Ora…sai fare un mugolone come Dio comanda?”
La ragazza si volò verso l’infallibile scienziato.
“Benissimo. Allora accucciati e datti da fare. Ho voglia di svuotare le palle nella tua bocca da quando mi hai trattato come una merda in quella squallida discoteca di drogati e alcolizzati”
Fece per mettere una mano sulla nuca di Vale per spingerla giù, ma quella fu più veloce. Si sottrasse alla mossa di Markov e replicò con una precisa ginocchiata al basso ventre.
“Mugolone, eh? Brutto verme schifoso! Te lo do io, il mugolone!” esclamò la padrona.
Sollevò un piede e lo pose sul collo dello scienziato.
“Ma…ma come…?” tentò di obbiettare l’uomo “Tu non dovresti comportarti così! Dovresti essere passiva e servizievole. Le esperienze ed i ricordi ti sono stati cancellati!”
“E infatti chi ricorda nulla? Ma te mi fai schifo lo stesso!” disse la padrona, ruotando con forza il piede sulla gola di Markov “E guarda qui, scalza e nuda in questo laboratorio che puzza di acetone e formaldeide! Non lo vedi che prendo freddo ai piedi?”
“Ma porca di quella….”
Un pestone deciso sul mento di Markov.
La Dea ripeté “Non lo vedi che prendo freddo ai piedi?”
“Mmmffgg…s…sì…”
“E come si dice, in questi casi?”
“Scusa”
Il piede della padrona si sollevò dalla gola dell’uomo per ripiombare subito dopo sulla sua faccia. La guancia di Markov fu raggiunta dal tallone della ragazza.
“Come si dice? Scusa? SCUSA?”
“Scusi! Scusi…”
“E poi?”
“Scusi, mia padrona…mamma mia, ma chi me l’ha mandata questa?!”
“Ecco, così va meglio”
Sollevò anche l’altro piede da terra e lo andò a poggiare sul corpo dello scienziato.
“Non ti spiace se ti uso come zerbino, vero?”
“Veramente…”
Un calcio in faccia.
“No, padrona”
Sporgendosi un poco verso l’appendiabiti, Vale raccolse uno dei camici da laboratorio e lo indossò.
“Questo non mi piace proprio, ma per il momento andrà bene. Almeno finché non avrò trovato qualcosa della mia misura” disse la padrona.
“Scusi, padrona…”
“Che cosa vuoi?”
“Potrebbe scendere dalla mia schiena?”
“Assolutamente no! Anzi, è ora che qualcuno ti dia una lezione” disse la dominatrice. Assestò un calcio di tallone sulla faccia dello schiavo ed iniziò a calpestarlo tutto come un tappeto. Nelle movenze feline e aggraziate somigliava alla padrona che l’aveva scotennato in discoteca. Ma questa, perlomeno, camminava su di lui a piedi nudi, provocandogli meno dolore.
“Sai cosa ci vorrebbe, razza di verme schifoso?” chiese la ragazza.
“No…”
“Scarpe”
“Eh?”
“Ma non scarpe normali. Scarpe col tacco. Stivali. Per farti apprendere prima”
“…”
“Ne hai?”
“No, padrona”
“Procuratele”
“Come? Da qua sotto sarà un po’ difficile”
“Hai ragione. Prima però ho visto una ragazza”
“La mia assistente”
“Li andrà a prendere lei. Chiamala”
Markov raccolse il telefonino di tasca e digitò un numero.
“Pronto? Dottoressa Pinkerton? Sì, sì…l’esperimento è stato un successone. Il mugolone? Ehm…veramente…forse è meglio se viene di persona. Ah, una cosa…faccia presto!”
Quando la dottoressa Pinkerton entrò nel laboratorio, Vale stava fumando una sigaretta. Era la seconda. La prima l’aveva spenta sulla faccia di Markov dopo aver usato la sua bocca come portacenere. Lo scienziato le scava facendo la poggiapiedi mentre la padrona, comodamente adagiata su uno dei sedili del laboratorio, attendeva il ritorno della Pinkerton.
L’assistente di Markov vide la scena e rimase comprensibilmente stupefatta.
“Ma…professore! Alla faccia del mugolone!”
“Stia zitta, dottoressa Pinkerton…che ho la schiena mi fa un male cane…”
La padrona, tanto per aggiustare la schiena di Markov, sollevò una gamba e colpì la nuca dell’uomo con una tallonata.
“Silenzio, stupido vermiciattolo. Tu, con gli occhiali, vieni qui”
La Pinkerton si avvicinò.
“Mi servono delle scarpe e dei vestiti” disse la Dea.
“Sì, subito” rispose la dottoressa, iniziando a spogliarsi.
La padrona la fermò subito con un cenno della mano.
“Ma mica i tuoi, scema! Non lo vedi come sei vestita? Nemmeno per un pigiama party, mi vestirei così! Vai a comprare qualcosa di elegante. In nero. E delle scarpe, naturalmente. Col tacco. Oppure, ancora meglio, degli stivali”
“Sì”
“Muoviti” ordinò la padrona.
La dottoressa schizzò fuori dal laboratorio nel giro di un secondo.
“E tu, nel frattempo, come potrei utilizzarti?”
“Oh, no! Pietà…la supplico padrona…”
“Niente pietà…adesso mi porti un po’ a cavalluccio per la stanza. E quando sarai sfiancato a morte ti calpesterò fino a sbriciolarti tutte le ossa!”
La Pinkerton tornò dopo un’ora circa. Markov aveva trottato per mezz’ora e Vale l’aveva sbattuto come un tappeto per la restante mezza.
Le condizioni del professore erano a dir poco preoccupanti. Piccolo, terrorizzato, ridotto a una larva gemente e agonizzante.
“Oh, ce ne hai messo di tempo!” esclamò la Dea, vedendo tornare l’assistente di Markov “Credevo che questo verme non avrebbe fatto in tempo a vederti tornare”
“Ecco quello che mi avevi chiesto”
La padrona afferrò la Pinkerton per i capelli e la mandò a raggiungere il suo capo.
“Innanzitutto mi dovrai chiamare padrona. Poi, da qui in avanti, dovrai darmi sempre del lei”
“Sì, padrona. Come desidera, padrona” rispose la ricercatrice.
La padrona si risedette sul sedile e appoggiò di nuovo i piedi sulla schiena di Markov.
“Tu, schiava. Prima di indossare calze e stivali bisogna dare una pulita alle piante dei miei piedi. Accucciati in ginocchio e provvedi”
“Sì, padrona”
La Pinkerton si inginocchiò, raccolse uno straccio bagnato e fece per avvicinarsi alle estremità della Dea. Non appena fu abbastanza vicina la padrona le rifilò un calcio in faccia che la fece saltare all’indietro come un gambero.
“Con lo straccio ci fai le faccende di casa, sguattera. Usa la lingua. Sui miei piedi, i vermi come te usano solo la lingua”
“Sì, padrona” disse l’altra.
Umiliata e dolorante, la scienziata si prostrò ai piedi della dominatrice e iniziò il suo avvilente compito di massaggiatrice. Leccò con cura le piante dei piedi, rimuovendo con cura e dedizione ogni traccia di polvere. Il sudiciume fu prontamente inghiottito affinché non andasse a offendere nuovamente la delicata pelle della dominatrice.
Poi toccò alle dita e agli spazi fra esse. Andò a cercare le minute piegoline dei talloni e il profilo ben levigato del dorso dei piedi. Infine, quando le estremità di Vale furono perfettamente pulite, la padrona ordinò che le fossero messe le calze e gli stivali.
La Pinkerton la aiutò ad indossarle. Poi, usando il corpo martoriato del professor Markov come poggiapiedi, Vale terminò di rivestirsi.
Il clone, adesso, era uguale all’originale.
“Bene, adesso vado un po’ in giro a vedere il mondo di fuori. Ho voglia di fare un po’ di movimento e di divertirmi. Voi ripulite questa topaia, che al mio ritorno la voglio lustra come uno specchio”
Markov e la Pinkerton risposero all’unisono, in ginocchio di fronte alla loro padrona e con il capo debitamente piegato verso il basso “Sì, padrona. Eseguiremo ogni suo ordine”
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17 years ago
tom,
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Last visit: 15 years ago
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La borgata abbandonata
Avrei scommesso di cominciare questo diario con il nostro incontro a base di cioccolato piccante, a cui abbiamo dedicato il nostro nickname. Eppure è bastato aspettare qualche settimana, e già il numero di appuntamenti degni di diventare racconto è cresciuto a dismisura.
La parola è per natura lenta, meditata. Affidarle il compito di mantenere la velocità del desiderio è sconsiderato. Affidiamo a questo diario il resoconto di alcuni dei nostri incontri. Ci piacerebbe in futuro postare anche delle foto inerenti, oppure leggere i commenti di altre coppie con suggerimenti o possibili varianti da sperimentare in un futuro.
Nonostante si fosse parlato a lungo di un weekend al rifugio, la partenza fu come improvvisa. Anche la neve divenne inaspettata, ma fu dolce nel sorprenderci.
Val Maira: boschi innevati, borgate in pietra dignitose nel loro essere cadenti, gente solitaria e fiera. Qualcosa nell'aria sapeva di sole e pelle bagnata.
Appena arrivati, sistemiamo le nostre borse in stanza e decidiamo di fare una passegiata fino alla frazione più vicina.
Il cielo è incredibilmente terso; nonostante sia novembre, il sole rende l'aria primaverile e gradevole.
Penso solamente a sgranchirmi un po' le gambe. Lei mi cammina vicino, ogni tanto mi si avvicina, stuzzicandomi con un bacio o una carezza.
Camminiamo in mezzo alla strada: solo di tanto in tanto una macchina ci costringe ad accostare, serrando il passo.
Arriviamo alla prima borgata: una manciata di baite e cascinali arroccati lungo un crinale innevato. Da nessun camino esce del fumo; non ci sono imposte aperte: un villaggio apparentemente abbandonato.
Lasciamo la strada principale e ci avventuriamo per il sentiero che, salendo, trafigge il gruppo di case. Alcune sono vuote e chiuse; altre, la maggior parte, sono aperte e abbandonate.
La curiosità ci porta ad esplorare quella più accessibile. Entriamo da una porta divelta e ci ritroviamo in una vecchia cucina. Pentole, posate, vasi: mucchi di oggetti giacciono abbandonati a terra.
Torniamo all'esterno. Quello che resta di un vecchio muro a secco è un riparo naturale dai pochi occhi indiscreti che passano dalla strada sottostante. Il luogo perfetto per quello che ho in mente.
Comincio ad eccitarmi, e a guardarla con crescente desiderio. Chissà cosa starà pensando. Sembra assorta nel catalogare piccoli oggetti dimenticati, vecchi giornali, utensili caduti in disuso.
Un vecchio soffitto crollato ha trasformato i muri di una casa in un labirinto a cielo aperto. Il Minotauro ha deciso di essere affamato.
Le sfioro il bacino e la trafiggo con gli occhi. Lei raccoglie lo sguardo e mi sfugge, camminando con passo deciso verso la salita che conduce alla fine della borgata. La affianco e le cingo i fianchi con un abbraccio. Non andrà lontano.
C'è un larice solitario, poco oltre le ultime case, che ferma la sua corsa. La schiaccio contro la corteccia, e incomincio a baciarla con frenesia. La sua lingua nella mia bocca mi fa immediatamente dimenticare l'inverno e la neve che ci circondano. Non è stagione per i preliminari.
Le slaccio i pantaloni e glieli abbasso insieme alle mutande; tiro fuori il mio cazzo, già duro, e glielo infilo dentro al primo colpo. La sua fica è grondante e affamata come non mai. Non è stagione per le buone maniere, e comincio a sbatterla con crescente violenza contro il tronco, fino a sentirla gemere.
Ma invece di invocare pietà, mi sussurra: -sbattimelo dentro più forte che puoi-
E così faccio fino a quando non la sento pronta ad urlare.
Ma proprio nel momento in cui saremmo stati più esposti e vulnerabili dalla vista altrui, una foschia improvvisa si alza dal fondo valle e si dirige verso di noi.
Ci fermiamo di colpo. Stiamo per essere inghiottiti da una nuvola che divora dapprima i boschi, poi la borgata, infine il prato innevato che ci circonda.
-Sei il signore dei boschi? Hai comandato alla foschia di proteggerci?-
Riprendo a muovermi dentro di lei e le sussurro: -sì, perchè ho ben chiaro cosa voglio-
Dopo averla fatta venire sfilo il mio cazzo, e mi metto al suo posto, con la schiena contro il larice. La faccio inginocchiare. -vuoi qualcosa di caldo?- Lei non mi risponde, avida com'è nel succhiarmelo subito tutto, facendo attenzione a non lasciare un singolo centimetro troppo solo al freddo di novembre.
Dopo qualche minuto le stacco, a fatica, la bocca dal mio membro, e incomincio a masturbarmi mentre lei mi succhia i testicoli. Poi con la lingua si avvicina al buco del culo, ma è davvero un'impresa troppo ardua in quella posizione. Non tarderà a soddisfare altre voglie. Nel frattempo vedo che lei incomincia ad avere freddo, immagino che senza un bel cazzo dentro la fica sia difficile resistere ad una temperatura così rigida. Non rimane altra soluzione che sborrarle in gola. Le infilo nuovamente l'uccello tra le labbra, e comincio a dimenarmi sempre più forte, sempre più veloce.
Poco prima dell'orgasmo mi distendo contro l'albero e mi godo la foschia che ci circonda, il profilo dei larici poco distanti, il riflesso grigio e blu della neve.
Vengo di colpo, all'improvviso, e sento lei che si ritrae di colpo, quasi tossendo: devo averla inondata quando meno se lo aspettava, soffocandola con il mio sborro.
Finisco di venire sulla neve, mentre lei ingoia quello che le è rimasto in bocca.
-Prepara la tua fica, questa sarà una lunga notte-
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0
17 years ago
cioccolatopiccante,
30/30
Last visit: 2 years ago
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Che spasso!!!!!
E’ sabato pomeriggio, un amico di famiglia mi aveva chiesto di dargli una mano a casa sua per dei lavoretti, i classici del sabato pomeriggio e siccome non ha molta dimestichezza con gli attrezzi fai da te mi ha chiesto di aiutarlo.
Mi fa piacere dargli una mano ogni tanto, è una bravissima persona, buona famiglia, sposato con una figlia.
Ed eccomi li in casa sua, cercando di sistemargli un armadio un po’ vecchio, ma pur sempre utile da riempire di qualsiasi cosa non serva più ma che non si butta mai via.
Sua moglie è al lavoro, fa la commessa in un negozio; sua figlia in camera sua sul computer a fare chissà chè.
Noi siamo li che proviamo di montare le ante dell’armadio, ma come al solito non fila mai liscio niente; mancano alcune viti e dei fori per assestare bene le ante.
Porca paletta, non va mai bene niente- mi fa lui- vado in utensileria a prendere ste benedette viti e la punta, tu in tanto monta l’altro mobile.-
E cosi lui parte e va a prendere tutto il materiale occorrente, mentre io comincio a studiare come montare l’altro armadio. Ma dei rumori colpiscono la mia attenzione, vengono dalla camera di Alice, la figlia di Giorgio.
La cosa mi incuriosisce e piano piano mi avvicino alla porta chiusa.
Non posso far altro che guardare dal buco della serratura.
Cosa vedono i miei occhi!!!
Alice che si sta togliendo i jeans e si mette a gambe aperte davanti al computer!
Ha 20 anni, castana, occhi chiari, un bel fisichino e un bel viso, magra, avrà una taglia 42, niente male insomma.
Non capisco le sue intenzioni, cerco di non fare rumore, non vorrei essere scoperto e interrompere così lo spettacolo.
Noto una cosa però, sopra la scrivania vedo una web-cam che forse è la chiave di tutto….
E infatti lei ogni tanto si tocca in mezzo alle gambe e ogni tanto digita sulla tastiera.
Avevo afferrato tutto, si stava masturbando on- line con chissà chi! Mentre il giochino va avanti e di sicuro io non mi muovo da li, suona il cellulare di Alice.
Si, sono a casa, se vuoi puoi passare- risponde al telefono.
Di li a poco suona il campanello, io scappo nell’altra stanza per non essere colto in flagrante e lei va ad aprire.
E’ Caterina, una sua amica di scuola, che conosco solo di vista.
Appena entra in casa si rinchiudono tutte e due in camera di Alice.
Ecco che le sento parlottare e sghignazzare da vere amichette, non posso far altro che tornare nella mia postazione dal buco della serratura.
Alice è ancora in mutande e a quanto pare aveva già spiegato alla sua amica cosa stava combinando.
A quanto pare la cosa era estremamente interessante anche per Caterina che in due minuti si tolse di dosso i suoi pantaloni di velluto e si mise anche lei a gambe aperte sulla scrivania.
Lo spettacolo era da non credere, vedere di nascosto due 20enni e i loro giochini erotici, ma era solo l’inizio.
Cominciarono a toccarsi, a far finta di masturbarsi, ognuna la sua vagina, con in dosso le mutandine e la mano che affondava dentro, lasciando a chi guarda, quella voglia di vedere di più ma che nello stesso tempo vorrebbe non vedere…
Le mani cominciavano a prendere un certo ritmo costante e avrei scommesso che le dita erano finite dentro le loro giovani fichette, ma loro non demordevano e continuavano con le mutandine a nascondere il fatto! La situazione si faceva sempre più intrigante e i loro dolci visi cominciavano ad avere strane espressioni di godimento; a quel punto, quasi contemporaneamente tolsero le loro mani dalle rispettive mutandine e l’una la infilò nella mutanda dell’altra.
C’era complicità nella cosa ed era a beneficio di entrambe che iniziarono a prendere la cosa sul serio.
Si alzarono dalla scrivania e andarono sul letto, si spogliarono completamente, due corpi fantastici in preda ad una sfrenata voglia di sesso.
Erano nude, iniziarono a baciarsi, Alice cominciò a leccare i capezzoli a Caterina, ma non era contenta, presa Alice, la buttò sul letto e allargatogli le gambe si butto con la bocca in mezzo al suo sesso.
Alice era in preda ad un attacco di godimento, era già un po’ che se la menava, quindi era vicina all’orgasmo che non tardò ad arrivare.
Si capì da come la sua voce iniziò ad ansimare e non voleva assolutamente che Caterina smettesse di leccare.
E io?
Ebbene si, io ero là fuori dalla porta che non resistevo più.
Avevo già tirato fuori l’uccello, era durissimo, non resistevo dalla tentazione di masturbarmi anch’io.
Le ragazze continuavano nella loro perversione e io nella mia.
Non ce la facevo più, mi staccai dalla porta per masturbarmi meglio, chiusi gli occhi per immaginare le due bamboline avvolte nel loro piacere e godere con loro…
Ma ad un tratto…..
E tu cosa stai facendo!!!!
Alice, sentendo dei rumori forse causati dalla mia esagerazione di godimento, mi aveva scoperto.
Lei era nuda davanti a me e io ai piedi della sua porta con l’uccello in mano! Rimasi senza parole, ancor di più quando lei, vista la situazione, si inginocchiò verso di me e iniziò a leccarmelo.
Ero allucinato!!!
Mentre lei me lo succhiava, vedo Caterina venire verso di noi per capire cosa stia succedendo.
Capisce al volo la situazione e non si fa alcun problema, vedendo Alice protesa in ginocchio verso di me, si accascia pure lei e inizia a leccargliela da dietro. Era una cosa libidinosa!
Stavo facendo sesso con due ragazze vogliosissime di sesso con alcun tipo di pregiudizio!
La scena era fantastica, ero in visibilio di fronte a cosi tanta eccitazione.
Alice poi, smise di leccarlo e mi saltò a cavalcioni, infilandoselo dentro; il mio uccello venne completamente risucchiato e avvolto dalla sua vagina umida, grazie anche alla leccata di Caterina e cominciarono una serie di movimenti pelvici di una goduria estrema! Ero steso completamente per terra, con Alice sopra di me a smorza-candela.
Caterina, che non aveva nessuna intenzione di stare li a guardare senza far niente, venne dritto al mio viso e si sedette quasi sopra di me, sbattendomela i faccia!
La mia lingua cominciò ad affondare e a leccare le stupende labbra di quella fica desiderosa di godere.
Era fantastico sentire i lamenti goduriosi delle due bamboline, ormai anch’io ero al limite, quella situazione mi aveva eccitato così tanto che ero durato pochissimo.
Allora spostai Caterina da sopra di me e feci capire ad Alice che stavo per venire.
Ecco, ecco, ci siamo… stò per venire ecco VADO VADO …!!!
Si tolse appena in tempo; tutto il mio sperma esplose in alto cadendo sulla mia pancia.
Le due amiche sembravano soddisfatte di ciò che era successo e di sicuro anch’io.
Sentimmo dei passi salire le scale, forse era Giorgio, il padre di Alice.
Loro scapparono dentro in camera e io di corsa in bagno.
Mentre mi lavavo, ripensavo alla cosa incredibile che mi era appena successa….. il mio msn e' [email protected]
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1
17 years ago
napoletano3dok,
29
Last visit: 12 years ago
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Una esperienza in più
Ti dò un bacio intenso come il desiderio che provo.
Passi le mani tra i miei capelli,mentre un tuo bacio diventa più avido.
Del tutto padrone nella mia bocca,
sembra che tu voglia entrarmi dentro,divorarmi,arrivare al mio cuore.
Ma che fai?Fermo è già tuo.
Mi fa paura l,,intensità che avverto.
Allora ti prendo una mano,alzo un pò la gonna e me la infilo.
Poi ti guido su,più su...lungo le gambe insieme a me.
Abbandoni la testa all,,indietro a occhi chiusi.
Un tuo sorriso.Nascosto.Un mio sospiro,forte e chiaro.
La tua mano,la porto ancora più su.Senza fretta sulle mie mutandine.
Eccole.
Le sposti leggermente e ti perdi con le dita nel mio piacere.
Sospiro più forte.
Ti apro i jeans e li tiro giù veloci,avida anche qui,come non mai.
Dolcemente lo trovo.
Mi fermo.Mi guardi negli occhi e sorridi.
Ti lecco la bocca.Ti mordo.Ho fame.Ho fame di te.
Mi appoggio,ti spingo,tengo la mia fronte contro la tua,
sorrido,sospiro,comincio a muovermi con la mano su e giù,,
perdendomi affamata nei tuoi occhi e tu nei miei...
Poi mi sflilo le mutandine,
ti dò un ultimo bacio leggero
e
ti faccio una carezza con la mano sotto il mento.
Mi metto sul letto a quattro zampe,
mi scopro da dietro alzandomi la gonna e mi giro verso te.
Ti prego,prendimi con forza.Ti prego,ti giuro,ne ho voglia.
Ubbidisci,
comincio a urlare
e
quasi svengo dal piacere,
dal desiderio,
dall,assurdo di quella situazione,
dall,amore di ciò che non credevo possibile.
Finito::sei ancora affannato di piacere nel ricordo
e
quasi ti manca il respiro...
Dopo questo:_il mio IO,dandoti del lei afferma:_
(STIA ATTENTO,,è PRATICAMENTE IMPOSSIBILE NON INNAMORARSENE!)
8
5
17 years ago
admin, 75
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Al mare
La nostra prima volta è stata al mare. Ravvivavamo i nostri rapporti con fantasie in cui inserivamo altri uomini, a volte personaggi dello spettacolo, a volte conoscenti, ma mai avevamo preso inziative. Poi, un giorno, in villeggiatura in Puglia, due anni fa, la mia bella quarantenne sembrava attirare in spiaggia gli sguardi maschili, sebbene indossasse un normale due pezzi. Mi accorsi che era lusingata delle occhiate di apprezzamento e scherzando le proposi di accettare la corte di qualche uomo più intraprendente. Accadde così un giorno che, mentre io leggevo il giornale a riva, in mare lei conobbe un giovane, di qualche anno inferiore alla sua età. Scambiarono solo qualche parola, ma la coincidenza volle che, al ritorno nel nostro alberghetto, dove ci fermavamo per il pranzo, ad un tavolo era seduto anche quel giovane, ospite del medesimo hotel. Dopo aver salutato mia moglie con un cenno, forse spinto dal sorriso con cui lei ricambiò il saluto, venne al nostro tavolo e, presentandosi a me, chiese ad entrambi il permesso di sedersi con noi. Parlammo tutti e tre di noi in una normale conoscenza da villeggiatura, ma mi accorsi che mia moglie era turbata. Facendo attenzione mi avvidi che, essendo in bermuda, quel figlio di puttana faceva stursciare la sua gamba nuda su quella di mia moglie. Quando il pranzo terminò ci disse che tutti suoi abiti si erano stropicciati nel bagaglio e che avebbe dovuto stirarli, non avendo purtroppo il ferro da stiro. Ebbi una intuizione: gli proposi di venire in camera dove gli avremmo prestato il nostro ferro da viaggio. Quando salì con noi, mia moglie, che credo fosse un pò eccitata, gli chiese se fosse molta la roba da stirare e che, sebbene stanca, avrebbe potuto aiutarlo. Ne approfittò subito, e mentre lei liberava la scrivania della camera lui tornò in bermuda a torso nudo, con due pantaloni e due camicie, dicendo di voler far da sè. Mia moglie però gli prese gli indumenti e cominciò a stirare, mentre io mi sdraiavo sul letto e il nostro ospite si accomodava indolente su una sedia. Vedendo mia moglie sudare leggermente mi fu spontaneo proporle di togliere il copricostume, tanto sarebbe rimasta in due pezzi come in spiaggia. Era quindi in costume, china con il bel seno a vista su una camicia, quando ci annunciò la presenza di una macchiolina. Entrambi ci avvicinammo e tutto divenne naturale, dal momento che senza neppure accorgercene cominciammo prima a sfiorarci, poi a toccarci ed infine ad accarezzare il corpo di mia moglie che, smesso il ferro, si abbandonò alle nostre carezze ad occhi chiusi. Fui io ad abbassarle il costume, lui ad aiutarla a togliere il reggiseno e mentre la baciavo facendomi cadere le braghe lui di spalle a lei, nudo, aveva già appoggiato il cazzo tra le sue belle, carnose e larghe natiche, leccandole il collo. Mia moglie non capiva più niente. La voltai e la spinsi giù, con le mani sulle spalle, in ginocchio davanti a lui. Emerse un uccello enorme, inverosimile, ma mentre a me quella vista aveva suscitato imbarazzo e stupore, mia moglie sembrò accendersi di curiosità e compiacimento tanto che, stringendolo nel pugno ed accarezzandolo, senza scomporsi, sotto il mio sguardo attonito, aveva cominciato un lento pompino leccando con la lingua aperta quel cazzo in tutta la sua lunghezza e mettendosi la cappella in bocca per poi tornare a leccare e imboccare, leccare e imboccare, leccare e imboccare. Lui era in estasi e si distese sul letto in modo che lei continuando la sua opera mi porgesse il culo. Io le misi il cazzo, ormai reso ridicolo nel confronto, nella fica, ed appena la penetrai mi accorsi che il suo pompino diveniva vorace, quasi volesse ingoiare tutta quell'asta di carne senza riuscirci. Ebbe quindi un sussulto, si alzò da lui, si voltò verso di me e con una smorfia sul volto che non avevo mai visto, in un misto di aggressività e godimento, quasi un animale in calore, una puttana per vocazione, si fece penetrare nella fica esprimendosi in un verso di soddisfazione, sedendosi su di lui, inglobando facilmente, come non avrei mai pensato, tutto intero quel cazzo mostruoso. Contemporaneamente, avvinghiandomi, pretese il mio cazzo in bocca avventandosi quasi famelica su di me e spompinandomi così violentemente da farmi persino male. Le venni in bocca e mentre ingoiava il mio sperma che comunque colava dalle labbra la sentii rantolare con quell'enorme cazzo nella pancia di cui vedevo le palle quasi legate direttamente alla sua fica. I giorni successvi scopò principalmente con lui, ammettendomi talvolta al talamo, dove scoprii che il suo sedere, da me mai profanato, era divenuto accogliente tanto da consentirle di dedicarsi con facilità alla doppia penetrazione, che sembrava le piacesse molto. Al nostro ritorno in città continuammo a scopare immaginando la presenza del mostro, sino al giorno in cui mia moglie mi chiese di avere altre esperienze analoghe, insistendo tanto che ora non posso fare a meno di compiacerla.
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17 years ago
admin, 75
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La cameriera
Altre stuzzicanti sorprese....
Mi guardo un pò in giro in cerca di indizi.... sia in camera che in sala ma... non vedo nientre di strano....
Dopo circa 10 minuti sentiamo bussare alla porta, lui indossa la sua vestaglia di raso nera e va ad aprire...
- Bene! Metta tutto qui, la richiamerò io appena abbiamo terminato.. Grazie...
Non so chi sia venuto a bussare e cosa abbia portato per noi...
Ma ho la netta sensazione che sia la prossima sorpresa!!!!
Torna in camera da me, nel suo sguardo colgo un guizzo di eccitazione....
- Lety.... Apri il primo e SOLO il primo cassetto del comò!!! Ma aspetta a farlo... voglio ancora assaporare la tua bocca... le tue labbra... la tua lingua...
Si siede sul letto e mi bacia... ogni suo bacio è.... travolgente... eccitante.... da "pelle d'oca"...
Si alza guardandomi divertito... cos'ha in mente stavolta????
- Ti aspetto di là...
Esce così dalla camera... con le mani che mi tremano dall'emozione apro il cassetto..
Vestito nero... corto .... scollatissimo... grembiule bianco... calze autoreggenti e reggicalze neri...
Ah!!!! Vuole che gli faccia la cameriera!!!
Indosso il vestito, ho le tette quasi tutte fuori, le calze col reggicalze e scarpe decoltèe nere...
Metto il grembiulino... uno spruzzo del mio profumo preferito (Sicily.. Dolce e Gabbana) dietro le orecchie e sono pronta a calarmi nei panni di una cameriera...
Esco dalla camera e lui è seduto sul divano..
- Desidera Signore???
Si volta di scatto... rimane lì immobile come a voler fissare la mia immagine per sempre nella sua mente... poi sorride...
- Vorrei pranzare vista l'ora...
- Provvedo subito Signore...
Noto che vicino la porta c'è un carrellino con delle pietanze coperte, acqua, vino e una tovaglietta bianca..
Lo prendo e lo avvicino al tavolino da fumo di fronte al divano...
Mentre poso la tovaglietta sul tavolino mi metto di fronte a lui... allargando un pò le gambe ... mi abbasso... lasciando intravedere che sotto la gonna sono completamente nuda....
D'istinto lui allunga una mano per toccarmi....
-Abbassati.... Allarga le gambe... Voglio leccarti così in piedi.... Appoggiata solo al tavolino...
Lui insinua la sua lingua nella mia fica umida e calda per poi passarla sul clitoride e iniziare a succhiarlo.... ma si ferma.. non vole tutto e subito in 3 minuti!!!!
Mi alzo... prendo l'acqua e il vino, il piatto di portata, apro il coperchio e.... vedo solo un vassoio di fragole con al centro la panna montata....
- Prendi il vassoio e portali sul letto in camera... spogliati e poi sdraiati sul letto!!!! Ti voglio nuda!!!
Mi spoglio completamente.. mi sento un pò a disagio senza niente addosso....
Sono sdraiata e lui mi benda mentre mi bacia....
Allarga leggermente le mie gambe... sento il suo respiro sul mio pube.... la sua lingua esce per una rapida leccata al clitoride...
Prende il vassoio e spalma la panna sulle mie labbra (devo resistere a non leccarla subito), sui capezzoli, sull'ombelico e sulla mia fica...
La sua lingua passa sulle mie labbra iniziando a leccare la panna.... appoggia la fragola strusciandola sulle mie labbra e la mordiamo insieme....
Ci scambiamo un bacio.. lungo.... appassionato...
Passa ai miei capezzoli.... Prima sul sinistro, lo morde... subito... con aggressività...
Mmmmmmmmm........ siiiii... siiiiii
Poi lo stesso trammento lo riserva al destro....
Passa la fragola sui capezzoli turgidi e poi torna sulla mia bocca aggredendola di morsi...
Sento la sua lingua scendere fino all'ombelico... leccare la panna e arrivare fino alla mia fica...
Il suo respiro è caldo...
La sua lingua inizia a togliere la panna sulla fica e... lentamente... si insinua dentro... poi sul clitoride... leccandolo sempre più velocemente.......
...... è eccitante essere bendata... le sensazioni sono amplificate al massimo...
Lui continua sempre a leccarmi e succhiare il clitoride....
- Voglio farti godere con la lingua!!!! Voglio sentirti uralre.... gridare di piacere....
Dopo qualche minuto dalla bocca esce un urlo incontrollabile... il mio corpo è scosso da questo intenso orgasmo....
E lui è lì che lecca subito tutti i miei umori....
Mi sento esausta... è stato fantastico....
- Alzati ma non toglierti la benda.... Succhiamelo e fammi godere cameriera!!!
Mi alzo.. mi gira ancora un pò la testa...
Lui si siede sul letto con le gambe aperte... mi metto di fronte a lui...
Il suo cazzo è duro... sembra che stia per esplodere da un minuto all'altro....
Lo prendo in mano e inizio lentamente ad andare su e giù.... su e giù.... lui prende la mia testa con le mani e mi avvicina al suo membro.... apro la bocca... lo prendo subito tutto in gola mentre con la lingua lo lecco....
Inizio a spompinarlo... con le sue mani accompagna il movimento della mia testa... della mia bocca sul suo cazzo...
- Mmmmmmmmmmmmm siiiiiiiii..... sei una troia... la mia cameriera troia!!!!
Lecco la cappella dura...... turgida........ mmmmmmmmm.... mi piace succhiarlo....
La mia lingua scorre lungo tutta l'asta... lentamente....
Lo voglio assaporare tutto...
E' impaziente... me lo rimette di nuovo tutto in bocca.....
Vuol venire... non resiste più...
Lo accontento....
Aumento il ritmo sia con le mani che con la bocca....
Il suo cazzo si ingrossa... inizia a gemere....
Sento arrivarmi fino in fondo alla gola la sua sborra calda....
- Oh siii... sssssiiiiiiiiiiiiiiiiii.... Bevila tutta.... Bevila...
Il suo orgasmo è lungo... copioso....
- Ho bevuto tutto Signore.... fino all'ultima goccia....
Lui mi guarda felice...
- Ti amo Lety....
- Anch'io Bambi... infinitamente....
Mi alzo .... sono stanchissima, anche lui è esausto...
Ci infiliamo nel letto... Meglio riposare un pò...
Ci abbracciamo... sento il suo respiro farsi regolare... si è addormentato...
Un minuto prima di dormire anch'io, penso a cosa mi farà fare dopo, in quale personaggio dovrò calarmi....
Ho fatto la scolaretta..... la cameriera...... e ...... dopo????
Esausta chiudo gli occhi... felice.... e........
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17 years ago
admin, 75
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Fare di necessità virtù!
Premetto: le lingue straniere non sono mai state il mio forte!
Avevo da poco conosciuto un ragazzo, direttore di un albergo sulla riviera romagnola, e benchè io non sia mai stato molto amato dal genere maschile che per uno strano gioco del destino che mi ritiene altezzoso, confondendo il mio carattere un pò introvero per "snobbismo" (potendomelo permettere ma non essendolo assolutamente), tra di noi nacque una bella amicizia. Io stavo molto simpatico a lui, anche a me stava simpatico, se non fosse per la sua attitudine a sentirsi il piu' bello del mondo. Questo a me stava bene (io son meglio di lui, e questo, per quanto assurdo possa sembrare, nei suoi modi di fare accentuava il mio essere!) e più di una volta, quando non avevo voglia di uscire con la mia comitiva (troppo numerosa), si usciva in due, io e lui. Ci eravamo conosciuti perchè lui divideva il suo appartamento con alcuni ragazzi e ragazze, e con una di queste io ogni tanto ci passavo la notte, abitando vicini e avendo nel sangue entrambi il sapore del sesso. Bastava uno squillo sul cellulare e dopo un minuto si era insieme.
In una di queste serate da lungomare romagnolo che io e lui dividevamo al sapore di cubalibre e suoni e luci e occhiate è successo il fatto che sto' per raccontare.
Mentre eravamo in un locale, io ubriaco a ballare intorno ad una comitiva di ragazze e lui a sorseggiare non so cosa davanti al bancone del bar, intravedo una ragazza a dir poco bellissima: alta almeno un metro e ottanta, capelli biondi e occhi azzurri, due tette da paura, un sedere di quelli che solo la fantasia maschile sa intravedere, il tutto confezionato da un abitino corto, aderente e scollato! Se in questo momento il mio racconto lo stà leggendo un uomo, sa che tipo di pensieri una visione del genere può suscitare! se lo sta leggendo una donna, anche, credo! ;-)
Si avvicina al bar e vedo che il mio amico comincia a parlarci. A quel punto mi sono avvicinato anche io al bancone ed ho ordinato da bere un cubalibre ed una fragoloska, forte del fatto che le ragazze bevono quello!
Appena il barman mi passa i bicchieri, passo a lei uno dei due che guardando all'inizio stupita (ancora non sapeva che io e il tipo con cui parlava stavamo insieme), alla fine accetta, dopo uno sguardo che credo di non dimenticare mai!
Ed ecco arrivato alla premessa. era una ragazza russa che era lì per motivi di studio. Il mio amico mi fa : "Oh, vedi che questa ci sta, organizzati anche tu!". Aveva trascurato un particolare: mentre lui mi parlava lei si era strinta a me e con la mano libera mi stringeva il fianco. non sapevo che fare: "rubare" la ragazza al mio amico mi sembrava da bastardi, ma mi sembrava anche da coglione non accettare una così palese richiesta! siccome lui conosceva l'inglese gli chiesi di chiederle se aveva voglia di venire a casa mia (non ci pensai sù un minuto, mi sembrava quella la cosa più logica da fare e indovinate un po'? Lei accetto'! Ci accompagno' lui a casa mia (lui aveva la macchina e io no).
Appena scendemmo lui andò via sgommando, credo per accentuare e rendere evidante la sua irritazione, ma non mi sentivo in colpa, era stata lei a scegliere me! salimmo a casa mia, (per fortuna i miei coinquilini già dormivano) io le offrì da bere e ci chiudemmo in camera mia, si parlava solo a monosillabi! sapevo che sarebbe bastato un mio gesto e lei sarebbe caduta tra le mie braccia, ma volevo prolungare il piacere che quella situazione mi dava! le guardavo la scollatura e le gambe e lei mi sorrideva, non vedeva l'ora mi sentirla mia. Mettemmo un po' di musica, con la scusa le chiedevo se conoscesse quei cantanti, e ad un certo punto ci ritrovammo distesi sul letto a baciarci, non ricordo neanche come! ..................continua....................
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17 years ago
admin, 75
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Io e fabio
LUANA E FABIO(1)
Fabio, un ragazzo algerino, trentenne alto 190 cm per circa 80 kg.
Un armadio di ragazzo proporzionale è il suo cazzo, la sua forza fisica e la sua voglia di sesso.
Precoce ma ripetitivo, sempre in tiro e abbondante.
Lui dice basta quando tu non ce la fai più… quando sei stremata ed esamine.
Ti assicuro che da sotto di lui puoi uscire anche con una costola rotta.
E successo!
L'ho sconosciuto tramite un annuncio scritto dietro ad una porta di un cesso pubblico sull'autostrada Napoli Roma.
Allora abitavo ai Castelli e lui ad Ardea quindi non molto lontano.
Ti confesso che al primo incontro vado sempre un po' insicura (sarà cosi anche per l'altro).
Ci sarà… gli piaccio… mi piacerà… sarà un bell'incontro, sarà un delinquente… etc.
Gli fisso un appuntamento in un posto non eccessivamente isolato e abbastanza illuminato sulla via Nettunense all'altezza di Valmontone, non lontano da casa mia e non molto lontano da casa sua.
Aspetto che scende prima lui dalla macchina… cerco di inquadrarlo e farmene un'idea prima che fisica (quella me la sono fatta subito, era bello e possente) del tipo di persona… è un bravo ragazzo… posso fidarmi…
Abbasso il finestrino… "Ciao bella (mi squaglio), posso darti un bacio? (mi liquefo)
S'infila con la testa nel finestrino, mi lascio fare… Intanto per valutare non tanto le sue dimensioni (oddio se ci sono anche quelle non è male) ma il suo interesse, gli metto la mano sulla patta… indossa una tuta abbastanza ampia il suo cazzo non è durissimo ma è a metà strada e ti garantisco… anche la mia dolce e soave mano ha faticato ad afferrarlo.
E' fatta! Penso.
Con modo da femmina troia apro la portiera della macchina, mi faccio precedere dalle mie bellissime gambe velate da collant neri autoreggenti, un vestitino cortissimo nero… lui mi osserva con molto interesse e intanto con la mano si posiziona q alcosa in continuo crescendo perché nella vecchia posizione stava scomodo.
Quando il suo sguardo arriva al mio viso, con tratto da troia, faccio scorrere lentamente la mia lingua sul mio labbro superiore… i suoi occhi brillano e le sue mani fremono e suppongo il suo cazzo scoppia.
Chiudo la portiera dietro le mie spalle e mi appoggio alla macchina, mostrandomi molto femminile, remissiva e docile.
Noto che quest'atteggiamento lo eccita.
Attimi di sguardi incrociati, scrutamento reciproco, imbarazzo, ma convinta che in entrambi il pensiero era (da parte mia "prendimi" e da parte sua "sarai mia").
Rompe il ghiaccio lui… "Posso abbracciarti", con voce flebile e smielata:
Fabio Sisia abbracciami!
Mi abbraccia con forza, passione, mi spinge contro la macchina, sento il suo enorme cazzo sotto il mio seno (finto),
mi faccio avvolgere immergendomi tra le sue forti e robuste braccia (lui cm 190 io cm 174),
sento una sua poderosa gamba immersa in mezzo alle mie cosce… riesco a mala pena a dargli un bacio sul collo…
al mio smack mi stringe ancora più forte.
Penso è fatta gli piaccio e mi strapiace.
E' ancora lui a riprendere la parola, deciso e sicuro di se, aveva capito che tremavo e fremevo per lui:
"Luana ti voglio subito, sarai mia!".
Dolcemente e con qualche battuta di ciglia gli dico:
"Si', Fabio… anche io ti voglio! Ma non qui".
Riprende: Non oso chiederti di andare a casa tua e io non ti posso ospitare, seguimi, conosco un posto appartato e tranquillo… ci vado ogni volta che devo scopare, non è molto lontano da qui… sull'Ardeatina". "Ok ti seguo!".
Lo seguo!
Ci fermiamo in una strada dietro ad un casetta dell'Enel da dove si vedono scorrere le macchine sull'Ardeatina.
Erano circa le 22.00, piena estate, caldo d'aperta campagna… ideale per una buona e sana scopata.
Ferma la macchina, fermo la macchina. Gli vado incontro e ci fermiamo tra la sua e la mia macch ina.
Mi dice: "Tranquilla, qui non viene mai nessuno e poi stai con me!"
Mi piace il suo fare… sicuro di se di quello che vuole e di quello che mi può offrire.
Mi prende di peso e mi fa sedere sulla parte anteriore della mia macchina, metto i miei tacchi a spillo sul paraurti,
si curva su di me… sento il suo cazzo proprio tra i miei glutei… duro, poderoso e prepotente.
Mi bacia su collo sul viso, in bocca, la sue mani tirano su il mio vestito, rimango in tanga.
Le mia mani tentano arrivare al suo cazzo che è incollato al mio sedere… non ci riesco, si rende conto si raddrizza e si scosta, tento di tirare giù la tuta, il cazzone e fuori dagli slip per più della metà e qui permettimi una pausa
per una sommaria descrizione.
Dico sommaria perche' in fondo i cazzi sono tutti uguali, può variare la grandezza,la robustezza, ma ti assicuro quello che varia e chi lo porta e noti la differenza solo quando lo senti in mano, in bocca, in faccia, dentro.
Comunque sarà stato un 22x18 (non esagero) dritto, con una cappella proporzionata ma bella grande.
Faccio fatica a prenderlo in mano, si accorge: con la mano sinistra mi afferra ad un fianco e mi tiene incollata alla macchina,
con la mano destra si abbassa la tuta e tira giù gli slip.
Svestito il fratellone, sposta il filo del mio tanga, lo riposiziona tra i miei glutei e va su e giù, mi bacia mi accarezza, mi avvolge.
Ad un tratto si ferma (quasi mi spaventa) e mi dice:
"Mettimi il preservativo, voglio scoparti… voglio farti sentire femmina…".
Si allontana di qualche passo scendo da quella posizione, tento di abbassarmi perché voglio sentire in bocca quella mazza enorme, mi dice: "No adesso no, se cominci di bocca me ne vengo subito… bagnami solo con la lingua la cappella" cosa che faccio (e come potevo non farlo) mentre con una mano gli accarezzo una gamba mentre con l'altra cerco di prendere le palle… enorme, sode in una mano non c'entravano.
(Perché abbiamo solo due mani, in certi momenti ce ne vorrebbero, forse, dieci per toccaretutto quello che c'è da toccare).
Prendo la mia borsettina con tutto l'occorrente… preservativo, fazzolettini umidificati e l'immancabile lubrificante.
Quasi inginocchiata, davanti a quella statua, gli metto il preservativo a fatica mentre le mani afferrate, le mie spalle mi stringe a sé.
Cerco di lubrificare bene il cazzo, mentre sento il mio culetto stringersi ma con il desiderio profondo di accogliere quella prepotente creatura, mi blocca: "Fermati, altrimenti mi fai venire… la prima vengo subito…" Dal tono della voce, maestosa e maschile, e dalle parole capisco che ci sarà un seguito e quindi devo fare di tutto di non eccitarmi troppo e soprattutto di non venire.
Apro il mio tubetto di lubrificante mi faccio cascare un po' di gocce sulle dita e lo spalmo sul buchetto.
Mi rendo conto che non è abbastanza, provo a prendere altro lubrificante…
Mi ferma con una mano e con l'altra mi tira giù il tanga.
Mi dice: Non mettere troppo lubrificante, altrimenti diventi troppo larga…
"Che scopata è se non ti spacco il culo, ti faccio male e poi ti faccio godere".
Gli dissi: "Guarda sono una donna, non una vacca da scannare" quasi ribellandomi e pensando al dolore…
Mi disse ancora, con tono maestoso, convincente, ma nello stesso tempo persuasivo, mentre la sua mano mi accarezzava il viso:
"Guarda che una scopata è un inizio di dolore con un finale di piacere!
Credimi ti piacerà… ne vorrai ancora e mi cercherai ancora!".
Quasi sconcertata e confusa dissi: "Speriamo…"
"Girati, ti voglio prendere alla pecorina".
Docilmente come una pecora che non sa se va al macello o in un prato d'erba fresca.
Mi aiuta a posizionarmi con le ginocchia sul paraurti, l'addome sul bordo del cofano e la braccia distese.
A dir poco tremavo, ma ero rilassata e serena, cosciente di stare sotto un esperto, consapevole e sicuro di volermi fare male
ma di darmi tanto piacere e dolcezza.
Si pianta dietro di me, con la mano sinistra afferra la mia mano, la stringe e la tiene ferma sul cofano;
con la mano destra accarezza i miei glutei (massaggiandoli), piano piano con l'indice scende fino al mio buchetto, gli gira intorno con il polpastrello, lo massaggia, piano lo fa entrare, mi scopa per qualche attimo con l'indice (forse per scrutare la posizione e l'elasticità).
Sento togliere il dito e avvicinarsi qualcosa di veramente enorme, l'appoggia dolcemente, (non c'è rudezza) nel suo fare intanto con l'altra mano, posizionato il cazzo davanti al buco, si libera e mi afferra l'altra mano.
Continua dolcemente, sento il suo respiro sul mio collo e al mio orecchio (una cosa che m'inebria e mi fa uscire fuori di testa)
Spinge dolcemente fino al punto di allargare il buco ma non entra, aspetta che mi rilasso, mi sussurra parole dolci all'orecchio
e mi chiede se lo voglio.
Gli dico: "Si… si, si, lo voglio (gli potevo dire di no!) non ce la faccio più lo voglio…"
Mi muovo, cerco di alzarmi con il busto, con il suo torace, mi spinge sul cofano.
Mi chiede: "Sei pronta?, dimmi che mi vuoi… dimmi che vuoi godere…"
Il mio respiro e le mie parole diventano affannose, gementi.
Con la sua bocca mi morde il lobo dell'orecchio, mi sento penetrare anche dal suo respiro… sono in estasi con la cappella piantata davanti al mio buco del culo…
Mi sento i polsi stringere… sento…il ventre rilassarsi… in un colpo solo, fermo, deciso e forte mi apre ed entra con tutta la sua potenza.
D'istinto mi stringo, mi dimeno, mi tiene ferma, urlo, mi pesa sul corpo, sento urlare anche lui insieme a colpo sferrato da una macchina potente e sicura.
L'urlo reciproco è unisono.
Il dolore mi fa perdere i sensi… ma non fino al punto di non sentire niente…
Sento una enorme mazza dentro di me, tutto il peso del suo corpo sopra di me, il respiro, di un leone fiero con la sua preda tra i denti, nel mio orecchio, i polsi stringermi da due mani che sembrano tenaglie, una voce fiera che mi dice:
"Come stai Luana…?" ed io con una voce
pregna di dolore e di piacere rispondo:
"N o n p o t r e i s t a r m e g l i o…!"
In effetti non è stata una frase di circostanza: cosa c'è di meglio che essere posseduta da un maschio bello, dotato… ma soprattutto posseduta da una persona che ti desidera…
che desidera darti il massimo del suo piacere e averne altrettanto da te.
In più la giusta dose di rudezza e dolcezza maschile.
Da lui e da questa penetrazione ho imparato che in fondo un atto sessuale e soprattutto infierire e ferire: in fondo un coltello (cazzo) che s'infila in una ferita (bocca, figa, culo), la bellezza dell'infierire e ferire dipende da come lo si fa.
Un violentatore infierisce e ferisce soltanto; un amante infierisce e ferisce con passione e dolcezza.
Dopo la mia affermazione d'enorme benessere, continua a muovere il suo bacino, con dolcezza e determinazione, mentre sento, con enorme piacere, la mia cavità anale svuotarsi e riempirsi.
Il ritmo si fa sempre più frenetico e deciso, i colpi sono sempre più forti e profondi, il mio dolore si fa sempre più misto a piacere fino a diventare solo piacere.
Mi auguro che hai provato questo piacere o che hai fatto provare questo piacere…
non puoi chiedere di più…
Intanto il suo respiro diventa sempre più intenso, il suo peso diventa sempre più pieno, il mio corpo attutisce in pieno i colpi, il povero cofano nella macchina non so…
Il suo respiro diventa un lamento di piacere ed io lo accompagno con parole dolci e d'incitazione, il mio corpo vorrebbe seguire il suo ma non ne ho il tempo…
appena fuoriesce me lo risento di nuovo dentro e sopra.
Il suo lamento comincia ad essere urla che coincide con la fine del colpo sferrato e in quel preciso istante non posso che attutire il colpo (non ho via di scampo) la mia bocca emettere un lamento di piacere, il mio cervello e il mio corpo liberare scariche d'energia.
Le sue urla sono sempre più frequenti i suoi colpi sempre più profondi…
Sono stremata…
Mi stringe più forte, bloccata come sono (mani e bacino sul cofano) non posso che godere e predispormi nel miglior modo possibile ad accogliere il frutto del suo piacere dentro di me.
La sua stretta è sempre più forte sento sopra di me un animale che scarica tutta la sua forza e la sua energia dentro di me…
Il suo corpo ormai freme e mi avvolge, il suo respiro e affannoso, le sue parole sconnesse, il suo cazzo e più duro,
i colpi sono forti e decisi, ad un tratto
"Luana vengo… vengo… Luana sei mia… Luana… prendimi tutto…"
sento lo sperma che attraversa la sua uretra, lo sento scorrere sulle pareti del mio ano prima frequente e poi a fiotti
e lui che cade sopra di me, mi morde sul collo, (stramazzo di piacere, urlo) è doloroso è il massimo della goduria.
In un attimo mi allenta la mano riesco a sfuggirgli mi aggrappo al tergiacqua che spezzo… (ma che me frega…).
Ha scaricato dentro di me non solo il suo cazzo, il suo succo, il suo desiderio, la sua passionalità, la sua forza, la sua potenza, la sua mascolinità, ma soprattutto il suo amore …
I suo colpi rallentano ma non si fermano, le sue mani mi accarezzano la testa, il collo, la schiena, il bacino, mi prende il bacino lo attira a se…
I suoi movimenti diventano più lenti, più sinuosi, soavi…è soddisfatto!
Il leone ha ferito la sua preda con l'arma della sua regalità… e felice perché ha dato tutta la sua energica potenza alla sua femmina.
La sua vittima è ferita e felice di aver accolta l'arma del suo feritore, consapevole di aver dato tutta se stessa al suo maschio.
Il suo corpo è adagiato sulla sua vittima, con il cazzo ancora duro dentro la sua femmina, con le mani accarezza i capelli (parrucca) gira la testa e si perde in un lungo bacio di tenerezza.
Qui i pensieri e le parole si perdono nella spossatezza dei corpi e nella pace dei sensi.
La sua cavalcata è stata breve, intensa e devastante, si ritira e dentro il mio ano fa in tempo ad entrare una brezza leggera e rinfrescante.
Mi gira, mi abbraccia e si perde, ancora, in un bacio, intenso, profondo e ristoratore…
Non so quanto è durato…
Di classico in questo primo round c'è stato soltanto la sigaretta che dopo aver acceso la sua, accende anche la mia, e dopo averla accesa con le sue mani stringe la mia (non è stato il solo a farlo anche altri ragazzi arabi me lo hanno fatto - sarà un gesto affettuoso della loro cultura).
Abbiamo parlato per circa mezzora, a me piace sempre chiedere della provenienza, cultura, usi e costumi, storia, è un modo di capire, condividere, acculturarsi, è una forma di viaggiare, studiare…
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Vuoi conoscermi, vuoi comunicare con me: [email protected]
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17 years ago
luanatravroma,
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Cose strane della vita
stavamo ingiro per caserta, siamo entrati in un bar e li è successo la cosa più bella che mi poteva accadere:
noi eravamo al banco mentre una bellissima donna mi osservava esco per fumare una sigaretta lei mi raggiunge e inizio l'approccio tutto ok parliamo del più e del meno e poi la invito per un giro con noi lei accetta.
mentre eravamo in auto e a dire il vero ci stavamo crepando dalle risate lei ci invita a casa sua noi accettiamo.
giunti a casa sua lei ci fa mettere comodi e dice di voler andare in bagno, tutto regolare fino a quando esce dal bagno in compagnia di due donne stupende, iniziano a fare uno spettacolo di lesbo ma ci accirgiamo che una era transex proprio lei bellissima io ho inziato a partecipare con lei e poi abbiamo iniziato tutti prosecco risate e sesso sano è stato bellissimo ma purtroppo nn ho incontato più quella persona stupenda sono andato anche a casa sua mi si era trasferita e nessuno sa dove chi sa se per caso legge questo annuncio ti dico grazie ho passato la serata più bella della mia vita un bacio grosso
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17 years ago
admin, 75
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La sedia
non so bene il motivo ma direi che l'incontro è stato un vero e proprio successo.
mi trovavo al bar davanti ad un bel caffè ed il giornale, che stavo leggendo attentamente, e mi sentivo osservato, anzi direi che mi stavano puntando ......... alzai lo suardo, scostando gli occhi dal giornale e vidi due occhi neri su di me, guardai meglio, e vidi lei, Serena, una donna sulla quarantina vestita con stivali, calze velate, gonna corta, camicetta rosa leggermente aperta che lasciava intravedere il reggiseno di pizzo che tratteneva a fatica quei due seni.
Ricambiai lo sguardo, un sorriso usci dalle sue labbra e ....... ci sedemmo vicini.
scherzammo un poco, parlammo di noi ....... e ......... sembravamo amici di vecchia data.
feci alcune battute maliziose che lei ricambiò .......
ci alzammo e le nostre mani si cercarono per incamminarsi verso il mare.
il mare d'inverno è stupendo e romantico, passeggiammo un poco, le nostre mani si accarezzavano e si cercavano, i nostri sguardi si facevano desiderosi, ci baciammo.
le nsotre lingue si muovevano all'unisono, si cercavano ed esploravano la bocca dell'altro, le nostre mani si accarezzavano ed abbracciavano e cercavano lembi di pelle da accarezzare e graffiare.
la camicetta si sbottonò e le mie mani si insinuarono alla ricerca di quei seni caldi e di quei capezzoli turgidi che uscirono dal reggiseno ormai slacciato.
cercammo un posto appartato e ....... ci spogliammo nudi.
Mi misi dietro di lei ed iniziai a baciarle il collo e le spalle, baciavo e mordevo tutto il braccio ...... arrivando fino alla mano ed alle dita, mentre la mia mano le accarezzava i seni ed i capezzoli.
la su pelle si incrrespò ed i capezzoli di indurirono, la mia bocca si muoveva su quel corpo e quella pelle liscia e profumata come se stesse raccogliendo i frutti di quella passione.
ci sdraiammo e iniziai a baciarle i seni ed a succhiarle i capezzoli, mentre le mie mani cercavano il suo clitoride e le sue labbra, bagnate di umori ......... mordicchiai il ventre e mi stesi su di lei a 69.
il mio sesso era nelle sue mani, anzi entrò tutto nella sua bocca calda e la sua lingua che, inizò a leccare quella cappella dura e bagnaticcia.
la mia bocca si apri accogliendo il cito e succhiandolo vogliosamente, mentre le mie mani si insinuavano dentro alla fica e ....... al culo.
le mani si muovevano sinuose dentro di lei, mentre le bocche e le nostre lingue accoglievano tutti gli umori provenienti dai nostri sessi.
i corpi si contrassero insieme ed insieme un mugolio venne fuori dalle bocche ......... nel mentre si riempirono di sperma ed umori provenienti dai due sessi.
il piacere fu intenso e violento che i due corpi si afflosciarono uno sull'altro.
le bocche si cercarono e ....... i baci e le lingue continuavano il piacere.
da fuori solo il rumore del frangersi delle onde penetrava la quiete dell'amplesso, e i mugolii dei baci e delle voglie riempivano la stanza.
il tempo passava ed i sessi si eccitavano nuovamente alla ricerca di nuove emozioni e di appagamento.
questa volta Serena si sedette su di me e ......... prese in mano quel membro, voglioso di un posticino caldo, e lo infilò tutto facendolo sparire dentro alla sua fica.
le sue labbra trattenevano quel membro cercando il piacere nel movimento altalenante che stava facendo, quasi fosse stata seduta su una sedia.............
le mie mani si muovevano su quei grossi seni e sui capezzoli turgidi, mugulii di piacere uscivano dalla bocca di Serena che ......... nel piacere del movimento sentiva sensazioni nascoste mai provate.
si sentiva la troia di quell'uomo che le stava dando piacere ed al quale aveva dato piacere poco prima, riempiendosi la bocca del suo sperma caldo.
il ritmo cadenzato .... aumentò sempre più ed un urlo di piacere uscì dalla sua bocca.
a quel punto Carlo .......... aumentò i colpi facendole sentire tutta la voglia di darle gioia e piacere, Serena urlò di nuovo sotto i colpi di Carlo e ...... si stese su di lui che, con un colpo di reni si rigirò e ......... appoggiandosi le gambe sulle spalle riniziò quel movimento cadenzato.
bastarono pochi colpi che dalle due bocche un ennesimo urlo di piacere si elevò nel silenzio della stanza ed il fiotto caldo di sperma riempiì tutta la vagina.
passarono i minuti con i due corpi avvolti dal piacere e le bocche unite in baci languidi.
Carlo e Serena si rivestirono e ....... uscirono sulla spiaggia ........ mano nella mano ........
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17 years ago
carino6423,
37
Last visit: 11 years ago
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Seducente ed eccitante...
La portai in un ristorante di classe, la riempii di complimenti, la feci sentire una regina e una Dea, la feci ballare tra risate intimidite di lei che non voleva poi...
Salimmo in macchina e tra risate e sorrisi guidai la macchina su per una stradina arrivammo in una piazzola al buio dove si vedeva un bel panorama illuminato... e mentre guardava il panorama si girò verso di me, e mi baciò... L’accarezzai sui capelli, il viso la schiena. Iniziai a baciarla, le presi il viso tra le mani dolcemente e le dissi: mi fai impazzire sei così bella, poi le sussurrai girati e masturbati... mi guardo lussuriosamente vogliosa e desiderabile...Un altro bacio e iniziò a sentirsi eccitata la sua lingua si spostò sul mio collo,verso l'orecchio... Si tirò su il vestito mostrando le cosce lisce e calde, si tolse il perizoma e iniziò a masturbarsi facendo entrare la mano, tutta la mano tra le labbra e mi guardava... Eccitato iniziai dolcemente a cercarle i seni, iniziai a stuzziacare i capezzoli, li sentivo duri, turgidi e lunghi... Non resisteva più iniziò a slaciarmi i pantaloni nel mentre tirammo giù i sedili... me lo prese in mano e poi in bocca ed iniziò a spompinarmelo pochi minuti o forse secondi venni in bocca e la vide ingoiare tutto e mi disse:"fammi tua"
...Mi salì sopra io mi spinsi con il peso verso i sedili posteriori e le sbattevo il pene nella figa... Entrò dentro in un solo colpo e iniziai a muovere il bacino lentamente e poi sempre più violentemente, ebbi un orgasmo mentre continuavo continuavo poi le feci cambiare posizione, cambiammo sedili con lei giu... Iniziai a cavalcarla e rivienne stavolta nella sua figa... Poi ancora 2 coccole e la portai a casa.
Non ancora contenta e sazia mi fece entrare a casa sua ed iniziarono nuovamente i baci e mi ritrovai nudo con lei davanti a me che si spogliava mostrandomi il suo splendido corpo caldo e mi venne incontro, la baciai guardandole in quegli incredibili occhi vogliosi, quella bellissima bocca rosa e poi morsi i suoi capezzoli e le baciai la pancia, le leccai l’ombellico e poi infilai 4 dita nella figa sentendola che era bagnata... Mi alzai e le sussurrai all’orecchio:
- voglio il tuo sederino...-
e la misi a pecora... Sputai sul suo buchino e inizia a esplorarlo facendo girare il mio cazzo nel suo culetto. I mugoli diventarono dei propri gridi di piacere e venni dentro il buco... Esausti gli dissi che sarei andato a farmi un bide, lei mi chiese se me lo poteva fare lei, gli dissi di si e me lo prese in bocca succhiandolo per bene, ciucciandolo e mi ripulì il tutto...
La misi in letto e le rimboccai le coperte sussurrandole...
- Dormi sei stata fantastica... ti amo..
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17 years ago
casanovalessandro,
31
Last visit: 17 years ago
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Il suo primo squirting...
Appena aprì la porta, capì subito che non sarebbe stata una giornata come le altre...
Mi accolse con un perizomino e reggicalze, le tette al vento e, mmmm. Al che io ovviamente già avevo una gran bella erezione. Entro in casa e subito cominciamo a baciarci e mi spoglia arrapata, vogliosa ed eccitata... Mi fa rimanere praticamente nudo, mi butta sul divano e si mette sopra di me... Poco dopo siamo completamente avvinghiati... Comincio a stuzzicarle le lebbra, le accarezzo i bordi delle labbra, le stropiccio dolcemente i peli della fighetta, mentre lei è intenta a baciarmi, limoniamo, la saliva si mischia alla saliva e io le accarezzo la pelle della pancia così liscia, per poi scendere e iniziare a entrare con 2 dita nella fighetta, il clitoride lo sento ingrossarsi, tendersi sotto le mie dita, sento la fica che si apre, che si bagna... appiccicosa e viscida...
A quel punto le infilo dentro 1 dito, poi 2 poi tre, lei ansima forte, le faccio entrare sempre più forte, più veloce, a girargliele dentro in profondità fino a farla venire con un grido tanto acuto, che sicuramente i vicini avranno sentito. Poi lei prende la mia mano, se la sfila dolcemente, e comincia a leccare via i suoi umori. Io la guardo, lei mi guarda e lecca con la sua linguetta rosa, mi avvicino e lecco anch’io... A questo punto scende sul mio cazzo, e comincia a spompinarmi, prima forte, poi piano, forte piano forte piano forte piano forte piano forte piano fino a che non sento il cazzo in tensione e la sborra salire. Le dico di fermarsi, la faccio girare a pecora e glielo infilo nel culo velocemente con una spinta forte e decisa, sento un suo gridolino e comincio a stantuffarla lei viene altre 2 volte. ...non facendocela + le vengo dentro in culetto... mmmmm quant'è bello vedere la mia sborra che cola tra le chiappe del culetto, vederla scendere lentamente fino a bagnarle la fica, scendere a confondersi con i suoi umori, mi eccita sempre... Mi alzo, la bacio e vado a lavarmi. Quando esco dal bagno la vedo sul divano...con un’intera mano nella fica e godeva come una matta.
Mi avvicino a lei, lei ha gli occhi socchiusi, sta godendo, apre e chiude le gambe e gira la mano completamente dentro di lei, in profondità... Mi torno praticamente subito duro, mi faceva impazzire...
Mi avvicinai al suo orecchio e iniziai a morderlo, a leccarglielo a succhiare e mordicchiare il lobo e a sussurrarle:
- Brava, così... ti piace quella manina, pensa alla manina, pensa alla manina dentro di te... Su avanti, senti come godi, dai... sentila in te, tutta bagnata, è quello che vuoi, si così, si così brava, vuoi godere, si su dai, godi, con quella manina , godi vai in profondità e godii -
Lei aprì gli occhi e subito mi prese il cazzo in bocca, cominciò a ciucciarlo con foga, prendendolo tutto in bocca, fino in gola, vedevo le lacrime scendere, quasi si stesse strozzando. Mi faceva male dopo che sono venuto mi fa sempre un po’ male quando si indurisce...
Quando accellera il ritmo sia della sua mano dentro quella fica appiccicosissima, sia della sua bocca, venimmo praticamente insieme io nella sua bocca, vedevo colare la sperma dagli angoli della sua bocca, e 1 chiazza scura sul divano si allargava, cadde stremata sul divano, sudata, con ancora la sperma sulla e nella sua bocca ... era il suo primo squirting... ed era totalmente appagata e goduta...
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17 years ago
casanovalessandro,
31
Last visit: 17 years ago
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Una fantasia.... forse presto una realtà.....
Ho sempre avuto un debole per le donne , tanto che, da adolescente durante il sonno vivevo intense storie di sesso, in sogni talmente reali, da svegliarmi nel pieno della notte completamente bagnato da orgasmi non cercati….
Voi mi direte… che c’è di strano? a tutti i maschietti di questo mondo piacciono le donne, e con tutte le belle fighe che si vedono in giro, non solo fantastichiamo di finirci a letto, ma oggi è sempre più facile che ne capiti l’occasione.
Ma la trasgressione e i canoni di concepire la bellezza non per tutti sono uguali e io ho una vera passione, desidero fare sesso con donne molto più grandi di me, donne dai seni maturi, esperte, disinibite, con tanta voglia di godere.
Mi sono reso conto di questa mia ossessione quando a 14 anni, iniziai a spiare le zie e pensando a loro mi sono goduto le prime memorabili seghe.
La zia ……….. era la preferita, al mare usava solo gli slip e devo dire anche molto piccoli… l’unica che potevo ammirare senza sotterfugi… che metteva in evidenza contornate dal perizoma due belle chiappe, un seno piccolo leggermente smagliato e sceso, ma valorizzato da due capezzoloni neri e grossi.
Come mi piaceva quel corpo non più giovanissimo, impazzivo dal desiderio e mi sarei attaccato a quei capezzoli per poterli succhiare, morsicare, eccitarli con la lingua, avrei voluto strappare quel perizoma per poter assaporare quel frutto maturo (cosa che mi fa impazzire e non vorrei mai smettere di fare!!!) ma l’unica cosa di tangibile che poteva rimanermi di quei momenti indimenticabili, come potrete immaginare, un imponente erezione che mi costringeva a stare lunghi periodi coricato sulla sabbia a pancia sotto aspettando una difficile resa o a farmi delle lunghe nuotate, che lentamente mi riportavano alla normalità.
Gli anni passavano e non riuscivo a soddisfare le fantasie che mi attanagliavano la mente, nel frattempo ho conosciuto diverse donne mature, ma come riuscire a dirgli vorrei scoparti, come proporsi a delle signore che avevano spesso un età superiore a quella di mia madre, mi facevano impazzire dal desiderio, ma la timidezza e l’inesperienza bloccavano ogni mia iniziativa.
Il racconto che sto per scrivere è solo frutto delle mie fantasie ma spero renderà bene l’idea su cosa cerco ed ho sempre cercato…..
Risposi ad un annuncio su desideria, era l’annuncio di una donna un pò avanti con l’età che cercava amicizia….. mi proposi… ma senza alcuna speranza di risposta….. spesso gli annunci denotano l’esternazione di una propria voglia ma tra fantasia e realtà c’è sicuramente un passaggio non semplice da oltrepassare….
Fui enormemente stupito quando, entrato nel sito, lessi che avevo un messaggio da parte sua… lo aprii… diceva.. “potrei essere interessata… ho allegato una mia foto, se dopo averla guardata, ti andrà ancora di incontrarmi fammi sapere”
Il messaggio denotava insicurezza… aprii la foto…. La guardai attentamente… apparteneva ad una donna certamente matura, non bellissima ma molto attraente…
Ritengo e sono convinto che, raggiunta una certa maturità, la donna acquisti un fascino ed una bellezza che va ben oltre i normali canoni standard dettati dall’estetica…. Ed è proprio di questa bellezza che io sono alla ricerca.
Risposi spiegando quale fosse il motivo per cui le avevo inviato il messaggio e le descrissi cosa stessi cercando….
Ebbi un balzo al cuore quando dopo qualche minuto mi arrivò la sua risposta… “se per te va bene potremmo conoscerci questa sera, a casa mia, bevendo un buon caffè….”… concordammo per le 20.30…
Adesso ero al suo portone, dovevo solo suonare al citofono, ma il cuore mi batteva fortissimo… suonai… rispose dicendomi a quale piano fossi dovuto scendere dall’ascensore….
Tremavo… di fronte alla porta di casa… suonai il campanello, si aprì la porta….
Era proprio come in foto…….. la osservai.. era ben vestita e visibilmente in difficoltà…
ci accomodammo sul divano ed iniziammo a parlare del più e del meno… dopo qualche minuto e qualche battutina umorista che ruppe il ghiaccio, si congedò per andare a preparare il caffè promesso….
Tornò con due tazzine fumanti e si accomodò sul divano accanto a me…. Potevo sentire meglio il suo inebriante odore….
Guardandola negli occhi accarezzai la sua gamba salendo lungo la coscia, la sentivo morbida, vellutata, arrivai fin dove finiva l’elastico delle autoreggenti.
Socchiuse gli occhi, le sue labbra si aprirono ed io mi avvicinai per cercarne il contatto.
Ci abbracciammo con le bocche unite, le nostre lingue si cercavano, si intrecciavano, lei rispondeva con passione ad un bacio travolgente.
Ero risalito sino ad incontrare gli slip già fradici di umori , premevo sulla fica con la mano aperta… lei per offrirsi meglio allargo lentamente ulteriormente le cosce, abbandonandosi alle mie carezze.
Infilai le dita sotto l’elastico incontrando la sua fica abbondantemente bagnata, sentivo esplodermi dentro le mutande.
accarezzavo tutto il suo corpo, scostai i lembi della scollatura e i capezzoli saltarono fuori, grossi, turgidi, rosei, invitanti come due ciliegine, mi ci attaccai, succhiandoli, lambendoli con la lingua.
Il vestito scivolò morbidamente alla vita, scoprendole un seno un pò cadente ma stupendo, qualche piccola smagliatura… ero eccitatissimo mi faceva impazzire.
La sentii irrigidirsi per un istante, forse al pensiero che quel seno maturo non mi fosse piaciuto, ma si rilasso presto quando vide quale passione e trasporto riuscisse a suscitare in me…
Si alzò per sfilarsi il vestito, rimase solo con uno striminzito perizoma che le fece risaltare la rotondità dei glutei… era stupenda con quelle autoreggenti e le sue scarpette dal tacco a spillo vertiginoso.
Nuda …….. era ancora più bella di come l’avevo immaginata… si chinò su di me e sbottonandomi i pantaloni si impossessò del mio cazzo già in tiro….. senza perdere tempo lo portò alla bocca.
Le sue labbra, la sua lingua, mi facevano impazzire, lo inghiottiva spingendoselo in gola, avevo la netta sensazione che la sua bocca calda e ingorda fosse nata solo per fare pompini.
Il cazzo spariva completamente nella sua bocca, mentre l’altra mano mi stringeva i testicoli…. teneva gli occhi chiusi succhiandomi e leccandomi tutto il palo in lungo e in largo gustandolo come se tra le labbra non avesse la mia cappella ma un gustoso gelato in pieno agosto.
L’orgasmo stava per sopraffarmi e mi dovetti fermare, era ancora troppo presto per farle assaggiare la sborra, prima volevo gustarmela.
La feci accomodare sul divano e lentamente le sfilai gli slip e tenendole le cosce spalancate mi inginocchiai davanti a lei posando le mie labbra su quel frutto tanto desiderato e grondante di umori….
Era un lago da cui bevevo, la lingua scavava in profondità, entrava e usciva da quella caldissima caverna, mi soffermavo sul clitoride che svettava desideroso di attenzioni, lo leccavo lo morsicavo. Non riuscivo a staccarmi…
Senza resistenza le mie dita entrarono in lei, le spingevo profondamente e lei muoveva il bacino per sentirmi meglio.
Gemeva, i suoi sospiri erano come un afrodisiaco, mi incitavano a continuare, sembrava dicessero mi stai facendo godere, insisti sei bravo.
Non ne poteva più, mi ero accorto del suo orgasmo dalle sue contrazioni sulle dita da come agitava il suo corpo e ora mi chiedeva il cazzo a gran voce.
Pigliami, sbattimi ti desidero, ho voglia di cazzo, dai oraaa.
Voleva condurre il gioco… si alzò poggiando una gamba sul tavolo, in quella posizione era oscenamente aperta, i sui buchi erano in primo piano.
Mi avvicinai e dopo aver puntato la sua bellissima figa con un colpo secco la penetrai… scivolò dentro senza nessun impedimento, ora mi muovevo lentamente dentro di lei.
Mi stringeva con la vagina, la sentivo contrarsi dandomi una stupenda eccitazione che ricambiavo aumentando il ritmo della scopata….. la tenevo stretta per i fianchi.
Gemeva, i sospiri man mano andavano ravvicinandosi, urlava, si dimenava sino a che non esplose in un orgasmo liberatorio…
Lo voglio dietro, esclamo con voce decisa…. Ero estasiato!!!
Lo disse chinandosi sul tavolo ed allargandosi le chiappe…………………..
Iniziai leccandole avidamente il buco… era davvero stupenda in quella posizione..
Adesso era pronta a riceverlo e con l’aiuto di una crema lubrificante preparai il cazzo per fargli superare le resistenze del suo buchino stretto.
Vedere il suo buchino dilatato era un forte richiamo….
Avvicinato il fallo al buco del culo spinsi sino a che non sentii l’anello anale cedere e risucchiarne la grossa cappella.
Mi fermai per farla abituare a quel corpo estraneo, lo sfilai per poi ripenetrarla, adesso era privo di ogni resistenza sentivo il cazzo sprofondare…..
Mi meravigliai per facilità con cui era entrato data la non indifferente dimensione del mio cazzo…. ora lo stantufavo prepotentemente andando avanti e indietro.
Si irrigidì, forse sentiva il dolore della penetrazione ma il piacere era più forte del dolore…. si lasciò andare a gemiti incontrollati ogni volta che raggiungeva un orgasmo, ne sopraggiungeva uno appresso all’altro.
Era da circa mezzora che mi facevo …………. in tutti i suoi buchetti e non resistetti più, sfilato il cazzo dal culo, lo porsi alla cura delle sue labbra ed ebbi in pochissimo tempo un orgasmo prorompente…. lei con la bocca aperta cercò di bere tutti gli schizzi di sperma che le arrivarono…..
Una scia di sperma le colava lungo una guancia per poi scivolare sul suo stupendo seno…..
Le vidi uno sguardo diverso, una luce diversa le illuminava gli occhi… ne trasparivano soddisfazione e gioia… si… credo che quello fosse lo sguardo.. dolce e soddisfatto.. di chi dopo tanto tempo e sacrifici ha goduto di un momento da troppo tempo dimenticato………
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17 years ago
solomatura,
34
Last visit: 15 years ago
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Sexy!
Ero intento a guardare la copertina di un film di Brian De Palma quando, alla mia destra, notai l’indicazione: “Cinema erotico”. Una targa avvertiva la clientela che i film nello scaffale erano vietati ai minori di 18 anni. Mi allontanai dalle scaffalature che custodivano film trhiller e senza alcun imbarazzo incominciai a osservare le copertine dei film porno.
Scartai i film che mostravano coiti di donne con animali e quelli gay. Mi avvicinai allo scaffale che custodiva film lesbo e cominciai a curiosare fra i titoli.
Tutt’a un tratto la porta d’accesso al locale si schiuse ed entrò una donna. Girai il capo nella sua direzione e la guardai intrigato dal fatto che era sola. Lei chiuse la porta alle spalle e si mise a curiosare fra i titoli delle videocassette poco distanti da dove ero fermo.
Le immagini delle copertine che mi capitarono fra le mani erano donne nude fornite di corpi senza difetti. Ero intento ad ammirare l’immagine di due bionde, ritratte sulla copertina di una videocassetta, quando la donna che qualche istante prima aveva messo piede nel locale, inaspettatamente:
Non capisco perché voi uomini scalpitate dalla voglia di guardare un film lesbo. Non vi piacciono quelli con delle sane scopate?
La guardai da capo a piedi prima di darle risposta. Bella non lo era affatto, ma sfrontata sì. E aveva uno strano modo di fare. Forse era lì per farsi sedurre da qualcuno, o forse no.
- Le piacciono i film lesbo?
- Sì, che c’è di strano.
- A me fanno schifo.
- Ognuno ha i suoi gusti, magari a lei piacciono quelli gay.
- Preferisco gli uomini veri. I froci li detesto.
- Ah! E a lei cosa piace?
- Sono qui per caso, non ho nessuna intenzione di comperare o prendere in affitto nessun materiale pornografico esposto qui...
Non so come, né perché, ma ci ritrovammo a camminare affiancati uno all’altra sul marciapiede, come se dovessimo andare tutt’e due in un posto preciso. Qualcosa della sua persona mi affascinava e non sapevo spiegarmi cos’era.
Quando mi ritrovai dinanzi al caseggiato della mia abitazione guardai verso l’alto, in direzione del mio appartamento, e mi accorsi di avere lasciato le luci accese in una delle stanze.
- Abito qui. - dissi. - indicando un grosso portone di legno.
- Carino come posto, è a due passi dal centro storico.
- Andiamo su?
- Mi offri da bere? - disse dandomi per la prima volta del tu.
- Sì.
Salimmo a piedi le scale che conducevano al terzo piano ignorando l’ascensore fuori uso. L’appartamento era nel medesimo disordine di quando l’avevo lasciato.
- Abiti da solo? - disse prima di liberarsi del giubbotto di pelle che portava addosso, dopodiché sprofondò col culo su uno dei due divani.
- Sì. –
Mi avvicinai al tavolino posto a fianco del divano dove stava seduta e accesi l’abat-jour sistemata sul ripiano. Spensi le luci del lampadario e la stanza entrò in penombra.
- Manca solo un po’ di buona musica.
Andai a sedermi accanto a lei e ci guardammo fissi negli occhi. Non si scostò quando la baciai, e nemmeno si ritrasse quando le appoggiai la mano sopra il ginocchio e cominciai a carezzarle la coscia. Indossava le autoreggenti e mi fu facile raggiungere il bordo delle mutandine. Quando mi arrischiai a infilare le dita sotto il tessuto lei si scostò e si mise in piedi.
- Ti spiace se vado in bagno?
- E’ di là, nel corridoio, ti accompagno.
La precedetti fino alla porta della stanza da bagno. Mi premurai di accendere la luce e lasciai che mettesse piede nella stanza, dopodiché mi allontanai.
Avevo il cazzo duro e una grande voglia di scopare. Ritornai a sedermi sul divano e rimasi in attesa del suo ritorno. Quando comparve sulla porta del salotto era nuda. Guardai con curiosità il suo corpo e mi accorsi che non era fatta male. Le tette, piuttosto piccole, a forma di calice, mostravano le punte dei capezzoli spesse e appuntite. I fianchi stretti si allargavano in modo armonioso sul bacino. Mostrava un triangolo fitto di peli scuri fra le cosce. Le gambe non troppo lunghe, seppure affusolate. I capelli neri che fino a poco prima avevo visto raccolti dietro il capo, a coda di cavallo, apparivano sciolti e le cadevano sulle spalle. Mi sollevai dal divano e le andai incontro. Anche lei si avvicinò. Quando mi fu vicina le cinsi le braccia attorno alla vita, l’attirai a me e la baciai.
Era molto eccitata, lo capii dal modo in cui cominciò a tremare poco dopo che ci baciammo. Attraversò con una mano la cintura dei miei pantaloni e mi strinse il cazzo fra le dita. Staccò le labbra dalle mie, sollevò il capo, e mi guardò dritto negli occhi, poi cominciò a menarmi il cazzo.
Mi ritrovai nudo, sdraiato sul tappeto, con lei seduta sulle mie cosce, nella posizione dello smorzacandela, senza poterla penetrare nella fica. Non mi era mai capitato che una donna mi obbligasse a fare sesso in quel modo. Le sue mani stringevano i miei testicoli. Il dolore provocato dalla pressione delle dita era accompagnato da un delizioso piacere. Ci sapeva fare più di qualsiasi donna con cui mi era capitato di scopare.
Sdraiato sul tappeto la guardavo, inerme, mentre stava seduta sopra di me e non smetteva di guardarmi negli occhi. Da quella posizione condusse le mie mani alle tette. Incominciai ad accarezzarle, a strofinare le dita sui capezzoli appuntiti e spessi per l’eccitazione, a stuzzicarli con le dita, a tirarglieli. Seguitammo a lungo a toccarci in quel modo accrescendo in entrambi la voglia di scopare. Nessuna donna prima di lei mi aveva masturbato cazzo e testicoli contemporaneamente.
Ansavamo entrambi per l’eccitazione e i nostri corpi erano imperlati di sudore. La feci mettere di fianco a me, cingendole le braccia dietro alla schiena e l’attirai verso di me. Quando le nostre labbra giunsero a contatto fui attraversato da un lungo brivido alla schiena. Abbandonò le dita dal cazzo e si strinse forte a me. Le nostre lingue vennero a contatto e iniziammo a solleticarle una contro l’altra fintanto che mi prese il cazzo nella mano e fece naufragare la cappella nella sua fica.
Era bagna così calda, morbida, fradicia e appiccicosamente viscida, ed il mio cazzo non erano da meno. Stesi le sue braccia sul pavimento e la obbligai a rimanere immobile attribuendomi il compito di condurre al meglio la scopata, e mi la lasciò fare. Incominciai a muovere il bacino in modo sinuoso. Quando cercò di assecondarmi, decisa a entrare in sincronia con i miei spostamenti. Affondò a più riprese le unghie nel mio petto scaricandomi addosso una sequela di gemiti e tremori.
- Sto venendo! - dissi quando mi trovai ad essere prossimo all’orgasmo.
- Sì… vienimi dentro… ti prego, dentro... dai...
Non ritardai la sborrata e venni dentro di lei. E mi diede un morso al collo quando incominciò a tremare tutta, anche lei aveva raggiunto l’orgasmo. Me la ritrovai accartocciata sul mio petto ad acquietarmi dopo che avevo raggiunto l’apice del piacere. La girai e iniziai ad affondare le guance fra le sue cosce e incominciai a prendermi cura del clitoride con le labbra spompinandolo, mordendolo delicatamente, succhiandolo e non tardò a raggiungere un altro breve orgasmo in poco tempo.
Trascorremmo il resto della notte a scopare, entrando e uscendo dalle cavità dei corpi.
Esausti ci addormentammo quando l'alba era prossima e la sua fica aveva smesso di lubrificarsi e di bagnarsi.
Aprendo gli occhi ritrovai il suo volto nel guanciale accanto al mio e mi domandai cosa ci facesse quella donna nel mio letto.
A mezzogiorno eravamo tutt’e due alzati, pronti a fare colazione.
Quando la salutai, mentre usciva dalla porta di casa, sapevo che non ci saremmo più rivisti: nemmeno conoscevo il suo nome...
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1
17 years ago
casanovalessandro,
31
Last visit: 17 years ago
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La mia passione: il sesso con una donna matura
"Caspita! Oggi devo andare da Monica e Giuseppe" fu il mio primo pensiero appena mi svegliai
"Che palle" dissi tra me e me.... Monica e Giuseppe sono amici di famiglia, hanno 51 e 56 anni. Quando vado lì mi annoio
infinitamente, tanto che osservo tutti i particolari della casa, i soprammobili, gli orologi e....Monica. Sì, Monica, 48 anni, di origini sarde ma
residente in provincia di Messina con suo marito e suo figlio. Monica non è quello che si può definire una gnocca, ma è molto carina e si tiene ottimamente
per la sua età. E' minuta, alta circa 1.60, suppongo una seconda di seno (perfettamente proporzionata al suo corpo), capelli mossi rosso-castani, e una
stupenda carnagione abbronzata. Lei è l'unico motivo per cui malgrado la noia, ogni tanto, faccio 1 ora di macchina ad andare
e 1 a tornare solo per andare lì a bere il caffè e chiacchierare,ma quella volta
fu diverso...mentre come al solito stavo zitto e mi guardavo in giro, soffermandomi su Monica più e più volte, e mi accorsi con sorpresa che rispondeva
ammiccante a quello sguardo, come per incitarmi a spingermi oltre....ma non eravamo soli, e nonostante la possente erezione dovetti trattenermi, continuando a guardarla, e lei continuava a eccitarmi solo con lo sguardo.
Dopo un pò ci siamo alzati per andarcene, e durante i saluti, mentre tutti si salutavano e chiacchieravano con Giuseppe, io mi chinai su Monica per il classico
bacio sulla guancia, che si da prima di andare via, ma lei invece di porgermi la guancia mi diede la sua bocca, e mi trovai a contatto con le sue labbra,
quel magico momento durò un paio di secondi, che sembrarono un infinità, ma nessuno ci scoprì. Mentre tornavo a casa i miei pensieri
erano rivolti solo a Monica....ero eccitato...ho sempre avuto abbastanza successo con le donne della mia età , ma il solo pensiero che potesse succedere qualcosa con una donna con molti più anni dei miei
mi eccitava da morire. Inutile dire, che arrivato a casa mi dedicai a un segone liberatore.
Io sono alto 1.80, sono uno sportivo e perciò ho un fisico atletico, capelli castani
corti e occhi castano chiaro, insomma....non mi posso lamentare, e mi eccitava da morire immaginarmi a penetrare Monica, molto
più matura di me. La mattina dopo, il 10 agosto, seppi che Monica e Giuseppe ci avrebbero raggiunto per cena per poi andare a vedere i fuochi
d'artificio, una tradizione estiva della zona. Io acconsentii, ma dissi che non sarei andato a vedere i fuochi,
visto che peggiorano ogni anno come qualità e non mi sembrava il caso di buttare 1 ora e mezza del mio tempo per annoiarmi e farmi divorare dalle zanzare.
Verso le 19 arrivarono Monica, Giuseppe e il figlio. Monica indossava uno stupendo abito rosso da sera, attillato, con una generosa scollatura e
soprattutto una gonna molto corta, che mostrava le cosce ben tornite e sensuali, inoltre indossava dei sandali da donna con tacchi vertiginosi.
Durante la cena, mentre si parlava della serata, comunicai ai presenti la mia decisione di andare a casa invece di andare a vedere i fuochi, i commensali
cercarono di convincermi a ripensarci ma io rimasi fermo nella mia decisione. Qualche minuto dopo, Monica, con mio grande stupore, disse
di sentirsi stanca e di non voler prender parte nemmeno lei alla serata, dicendo che sarebbe rimasta a casa. Io mi illuminai e dentro di me esultai di
gioia. Prima di uscire i miei mi raccomandammo di non scappare subito a casa e di non ignorare l'ospite e di intrattenerla.
Io acconsentii, avendo intuito che quella della stanchezza era una scusa, anche se pensavo che mi avrebbe solo provocato senza fare nulla,
visti i 17 anni di differenza che ci separavano, e visto che ha un marito e un figlio, insomma...ero abbastanza rassegnato a una serata di eccitanti
allusioni ma che si sarebbe conclusa con un nulla...beh, mi sbagliavo. Una volta usciti i miei genitori offrii un aperitivo
a Monica, e poi ci sedemmo sul divano, chiacchierando del più e del meno con la tv accesa, era bellissima, con quel trucco leggero sul viso, che correggeva
i suoi naturali difetti, quel vestito da sera e quello sguardo provocante. Come inevitabile, l'argomento cadde sulle relazioni amorose, mi chiese
se avevo una ragazza e senza esitazione mi chiese anche se a letto fosse brava, io le dissi la verità, le dissi di sì, ma dissi anche che mi sarebbe piaciuto
provare con una con più esperienza che avrebbe saputo condurmi a nuove e più alte vette di piacere. A quel punto Monica sorrise, spense la tv, e mi disse
che si era accorta delle attenzioni che le dedicavo, che le faceva piacere, e che ora mi avrebbe insegnato a godere con una donna di grande esperienza.
Il mio cazzo, non enorme ma di buone dimensioni (18 cm) voleva prepotentemente uscire dai pantaloni, il cuore mi batteva a mille e iniziavo a sudare. Lei prese
l'iniziativa, iniziammo a baciarci con passione, le lingue che si avvolgevano e si cercavano avidamente, poi scese, mi tolse la maglietta, mi baciò il torace
e gli addominali, poi scese ancora, mi slacciò i pantaloni, abbassò i boxer e finalmente tirò fuori il mio cazzo, la cappella era ormai violacea e svettava
prepotentemente verso l'alto, in preda all'eccitazione, lei lo prese in mano, lo accarezzò, poi si abbassò e iniziò a esplorarlo con la lingua...la cappella,
l'asta, i testicoli, leccò tutto mentre io mugolavo, poi lo prese in bocca e con un movimento costante ed eccitante lo pompò per bene, quando stavo per venire
si fermò, ora era giustamente il suo turno di godere. Ormai ero completamente nudo, ricominciammo a slinguare con passione, poi scesi, le aprii dietro la zip
del vestito e glielo sfilai, ora era davanti a me in reggiseno e perizoma. Iniziai a baciarle il collo, poi scesi, le slacciai il reggiseno e cominciai a
leccare le sue tette e i suoi capezzoli, dedicai molta attenzione al seno, che è una delle mie parti femminili preferite, poi scesi ancora, la girai e iniziai
a baciarle affettuosamente il sedere...infine, finalmente, le sfilai il perizoma e iniziai a leccarle il clitoride. Monica vibrava
e mugolava dal piacere, che grande sensazione far godere una donna matura, io continuavo ad accellerare e dopo un pò venne...ma questo era solo l'inizio,
avevo intenzione di farla venire più e più volte quella sera. La stesi sul divano, appoggiai la cappella all'entrata della sua figa vogliosa ed entrai in un
colpo solo...lei sorridendo emise un forte gemito di piacere, poi incominciai a pompare e spingere con regolarità, stando ben attento a non venire per primo
rovinando il tutto, lei godeva ad alta voce, mordicchiandosi il labbro e a volte chiudendo gli occhi per sentire il piacere con maggiore trasporto...dopo un
pò, venne di nuovo. A quel punto passò lei a condurre il gioco, mi fece stendere sul divano e si mise sopra di me, impalandosi sul mio cazzo voglioso di
scaricarsi, iniziò a muoversi regolarmente su e giù, abbastanza veloce, io godevo da pazzi e le massaggiavo le tette con le mani, lei ogni tanto abbassava
il busto, mi dava un passionale bacio di 3-4 secondi e poi si rialzava e riprendeva la sua cavalcata, godendo ad alta voce...dopo un pò, in preda al piacere
puro, non ce la feci più e con un profondo urlo le scaricai il mio sperma dentro la figa....3...4...5...6 schizzi...non so quanti con precisione, ma non
avevo mai sborrato così tanto e con tanta irruenza....fuochi d'artificio, si esatto, si sentivano i fuochi d'artificio che erano la cornice migliore per quel
momento paradisiaco. Ma non era finita lì, Monica era golosa di sesso, e voleva godere anche da dietro, prese in mano il mio cazzo, lo ripulì dalla sborra
leccandolo con passione e poco dopo il mio bastone era ancora sull'attenti e pronto a godere e far godere. Monica si mise a 90 gradi, sporgendo sensualmente
il culo, invitante, io appoggiai la cappella sull'ano e iniziai a entrare lentamente, a quanto pare non l'aveva preso da dietro molte volte visto che le
faceva un pò male, ma presto si abituò e incoraggiò i miei movimenti sporgendosi indietro col culo e godendo ad alta voce, incitandomi a continuare...un
altro altissimo grido di piacere mi disse che era venuta per la terza volta...a quel punto stavo venendo anch'io, allora estrassi il cazzo dal suo culo,
la stesi sul divano e iniziai a passarglielo sulle labbra e sui capezzoli...pochi secondi dopo le venni prepotentemente sul viso...Eravamo stremati,
ci accomodammo nudi sul divano, io protettivo col braccio intorno a lei, lei la testa appoggiata sulla mia spalla, e di tanto in tanto ci baciavamo teneramente.
Quando i fuochi iniziarono a smorzarsi, indice che stavano per finire, ci fecimo entrambi un bidet e ci rivestimmo. Quando tutti rientrarono, eravamo seduti sul divano a guardare la tv, entrambi
con un espressione beata sulla faccia...
E' stata un'esperienza incredibile e spero di poter trovare un'altra donna matura per poter riprovare la stupende emozioni che solo tanta esperienza vissuta può regalare...
msn [email protected]
9
4
17 years ago
solomatura,
34
Last visit: 15 years ago
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Un orgasmo lungo un brivido...
...da circa un anno mi capita di sentire qualcosa dentro... come una voglia irrefrenabile di sesso, perversione e trasgressione e ogni volta che ci penso mi sento eccitato, la mia bocca si riempie di saliva e sento persino l’odore del corpo femminile: i feromoni! Incominco così a guardare film porno...proprio io che schifo quelle cose ora le guardo... e mi piace, mi eccita... vedere donne vogliose, arrapanti... nn ce la faccio più, sto scoppiando, nn posso resistere a lungo... Comincio a masturbarmi, a far scorrere le mie dita lungo il corpo come se fossero le dita di una donna, a guardarmi nudo voglioso, immaginando di osservare una figa bagnata! Come se fosse una donna a guardarmi o a desiderarmi, a desiderare di voler infilare le mie dita avanti, nella vagina appiccicosamente gustosa, di strusciare e solleticare il clito, di accarezzare le labbra e dietro, di desiderare di voler leccare il culetto di una donna, di volerlo esplorare... Di volerlo sentire dentro di lei provocando un piacere che mi invade il corpo...Mi ritrovo eccitato per un non nulla e nn riusco a pensare altro che al sesso...! Mi sto sentendo con un ragazza... Un giorno, preso da una voglia improvvisa decisi di dare sfogo ai miei impulsi, la raggiungo, busso alla sua porta... lei nn capisce mi guarda e si chiede cosa ci facessi lì, io nn riesco a spiaccicare una parola, andiamo in camera... In maniera tranquilla... chiudo la porta, mi tolgo la maglietta e la bacio... incomincio a limonarla lentamente, a morderle il collo, a leccarle il lobo, a mordeglielo, le labbra... le mie mani scorrono sulla sua schiena e poi accarezzo i suoi seni e i suoi capezzoli stringendoli tra le dita incominciano a reagire... li sento... duri... Guardandola fissa negli occhi le apro le gambe, le tolgo la gonna e le sfilo le slip bianche a fiorellini e inizio a baciarla con la lingua... le piace... Oh, si che le piace... la vedo, dal suo viso pieno di goduria, ogni volta che la mia lingua la solletica in profondità fa entrare nella mia bocca i suoi umori, lei chiude gli occhi e il respiro aumenta. Ogni volta aumento la velocità... la sento sempre più morbida e bagnata e appiccicaticcia... mi fermo... mi alzo... Ero io che dovevo provare piacere, nn lei... la abbasso verso il mio cazzo tenendole la faccia premuta contro... la sua lingua era così... così... il sesso orale è così delicato ed eccitante, tanto che se fatto bene porta come nel mio caso all'orgasmo...incomincio a penetrarla prima lentamente, poi sempre più forte... sento le sue labbra gonfie, vedo i suoi capezzoli dritti bagnati dai miei baci mentre glieli succhio... Lei fa strani scatti dati dall'immenso piacere che le sto procurando... mentre stiamo lì per terra a scopare come dei matti , la faccio girare e glielo metto in bocca... mi muovo ritmicamente avanti e indietro nella sua bocca, fin giù un gola... Ansimo dall'eccitazione... Sento l’orgasmo e vedo che dalla sua bocca esce un liquido caldo... Sono venuto nella sua bocca...
Nn ho più rifatto una cosa del genere... certo è... che ogni qual volta che ci penso... perfino a raccontarvelo il mio cazzo si eccita... cerco quel piacere in tutti le donne che mi porto a letto senza trovarlo... ancora... e ancora...
10
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17 years ago
casanovalessandro,
31
Last visit: 17 years ago
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Vergine
cerco nuove esperienze
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17 years ago
sampei25972,
37
Last visit: 17 years ago
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Il batterista
Venerdì tredici, una giornata come tante altre, Reika aveva lavorato fino a tardi e davvero non aveva voglia di far niente, forse un po' depressa avrebbe voluto dormire, di un lungo e rinfrancante sonno.
Nonostante tutto alle nove si preparò accuratamente, aveva scelto biancheria nera molto sexy anche se era convinta non sarebbe servita a gran che quella sera.
Si marcò gli occhi con un eye liner pesante e con dell'ombretto grigio per dare risalto ai suoi occhi neri in modo da rendere il suo sguardo caldo e misterioso.
Sarebbe andata ad un concerto quella sera, avrebbe speso soldi senza che ne avesse la minima voglia, ma del resto era venerdì e dopo la giornata chiusa nel grigiore del suo ufficio un po' di divertimento ci voleva.
Sulla strada per il locale aveva sbadigliato e quasi si era addormentata, annoiata, terribilmente annoiata.
Erano le nove e mezzo e nell'entrare un assordante rumore di batteria in prova le aveva quasi straziato i timpani.
Come una sonnambula si aggirava tra la gente sorseggiando di tanto in tanto la sua birra.
I suoi amici già eccitatissimi per il concerto le davano un po' fastidio, quindi decise di sedere al bancone e finire li la sua serata mortalmente annoiata.
Senza che se ne accorgesse due neri occhi intensi la guardavano dall'altra parte, di fronte a lei un imponente uomo sorseggiava un'acqua tonica e la fissava. "Non è davvero male" pensò tra sè Reika, anche lei lo guardò e dall'imbarazzo non riuscì a reggere il confronto con quello sguardo di fuoco.
Fece l'ennesimo giro tra la gente, ma quegli occhi ormai indelebilmente stampati nella sua mente sembravano seguirla ovunque, lo sentiva avrebbe scopato quell'uomo la sera stessa.
Riuscì a sedere accanto a lui, era il batterista che provava quando era arrivata al pub.
Il sorriso dell'uomo era davvero avvolgente, avrebbe voluto buttaglisi addosso ma una sorta di inibizione adolescenziale si era impadronita di lei. Idea!
Avrebbe comprato un disco e con la scusa dell'autografo avrebbe attaccato bottone con lui.
L'uomo si chiamava Vinny, aveva le braccia completamente tatuate, orecchini su entrambi i lobi ed una voce talmente eccitante che sin dalle prime parole Reika sentì spogliarsi da quell'accattivante richiamo erotico. Vinny era newyorkese e seppure in un inglese molto maccheronico Reika riusciva ad esprimersi e ben presto gli fece capire le sue intenzioni.
Con la mente annebbiata dall'alcol, ad un tratto tirò a sè il volto dell'uomo e lo baciò a lungo.
La lingua di Vinny esperta e avida dei suoi baci la avvolgeva sondandole i recessi più intimi della sua anima, le girava la testa e la voglia di quelle forti mani dappertutto crebbe a dismisura.
Purtroppo il concerto stava per cominciare e Vinny sembrò scomparire così come era apparso.
Ora solo la sua musica inondava il locale di quel suono metallico ed assordante, e Reika come presa da un cieco sonnambulismo restò per tutto il concerto a fissare i movimenti ritmici di Vinny e smaniava per quel tocco. Non se lo sarebbe lasciato sfuggire per nulla al mondo.
Dopo circa due ore il suono assordante era finito e Reika vagava alla ricerca dell'uomo.
Era li davanti a lei e neanche se ne era accorta, afferrò solo poche parole, lui le aveva detto che aveva voglia di scopare in cucina con lei, ma dato l'andi-rivieni che c'era si diressero in bagno.
Eccitata come una quindicenne alle prime armi Reika si fece condurre per mano da Vinny nei recessi più profondi della perversione.
La porta si era appena chiusa e già lui le sbottonava la camicia, l'unica parola in italiano che riuscì a dire fu "minchia", le enormi tette di Reika gli piacevano da impazzire e senza perdere tempo con le sue mani grandi e forti prese a "stropicciarle" i capezzoli mentre la baciava.
Le bollenti labbra di Vinny e il suo odore di maschio così eccitante le fecero subito perdere la testa e ora era lei che perse le sue inibizioni spingeva Vinny a succhiarle le tettone.
Quasi svenne quando la bocca dell'uomo, come se si dissestasse dalla fonte del piacere, le avvolse il turgido capezzolo, intanto la sua mano si era insinuata sotto la gonna e con fare molto esperto le toccava la fica bagnata di
piacere, insinuando le lunghe e forti dita dentro delicate e ansiose di dare piacere allo stesso tempo.
Su e giù le dita di Vinny sondavano i recessi più profondi di Reika e lei ormai drogata del suo sesso gemeva sempre più.
Lo voleva, doveva succhiare il cazzo di quell'uomo, solo per una sorta di candore virginale non lo aveva ancora cercato nè toccato.
E sorpresa Vinny aveva il pircing sul cazzo, quella novità assoluta eccitò da morire Reika, baciava avidamente il torace dell'uomo e con mani esperte mandava su e giù il suo cazzo, piano piano si diresse verso l'enorme dura mazza e la prese tra le sue labbra succhiandola senza sosta.
Sembrava non se ne sarebbe staccata mai più ma senza che se ne fossero accorti fuori della porta c'era una confusione pazzesca, un enorme coda di gente che voleva servirsi del bagno e calci e spallate cercavano di sfondare la porta.
Interrotti sul più bello Reika e Vinny cambiarono destinazione.
Forse il suo camerino sarebbe stato più tranquillo, ma chissà perché non ci avevano pensato prima.
Calda e desiderosa di sentirsi pervadere da quell'enorme cazzo Reika riprese a succhiare l'asta di Vinny e senza farselo dire due volte allargò le gambe e se la infilò dentro.
Vinny colpiva con forza incredibile, mentre con le sue meravigliose mani le toccava ancora le tette, al limite estremo del piacere, Reika non riuscì più a controllarsi e venne gemendo in maniera animalesca sudata e sazia di quel cazzo stupendo.
Quasi contemporaneamente anche Vinny venne e tra gemiti e rantoli inondò di sborra bollente le tette della donna.
Non poteva non approfittarne ancora, voleva sentire quell'enorme e regale pene dappertutto, Vinny la girò di spalle, baciandole il culo e leccandole la fica bagnata del dolce miele del piacere che aveva appena provato.
Dolcissimo con la punta della lingua le lecco l'ano e poi quasi invasato preso completamente da quelle sfere perfette la inculò strappandole un grido di dolore che ben presto si perse tra i gemiti di piacere, con la mano libera Reika toccava il suo clitoride ma non bastandole allungò la mano verso le bacchette della batteria e se le infilò tutte due nella fica, ormai non le interessava se qualcuno la potesse sentire, gridava, urlava di piacere e innumerevoli orgasmi la sconvolsero.
L'aveva appena conosciuto e già adorava il corpo di quell'uomo, lo baciava ovunque, così forte e statuario, lui invece sembrava ipnotizzato dalle sue tette e pretese quasi le ordinò di metterselo li tra le due grosse colline e farlo godere.
Questo nuovo aspetto, il suo dare ordini era eccitantissimo, con grande maestria, Reika avvolse con il suo seno il cazzo di Vinny; le venne voglia di guardare l'espressione del suo volto, lui era bellissimo perso in un'eterea allucinazione quasi fosse fatto del suo erotismo.
L'espressione di grande piacere stampata sul volto dell'uomo fece godere Reika di un dolce languido orgasmico piacere.
Stanchi e soddisfatti di quella lunga maratona del sesso restarono abbracciati e si baciarono a lungo dolcemente quasi fossero amanti da sempre, l'ora del rientro era arrivata, Reika quasi fuggì via confusa felice dell'accaduto e purtroppo consapevole che il primo vero uomo della sua vita come una meteora era apparso, le aveva sconvolto l'esistenza ed era poi sparito. Non lo avrebbe rivisto mai più.
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1
17 years ago
porcellina772007,
33/33
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Il maestro
Il cellulare squilla.... All'inizio non mi rendo conto se sto sognando o meno... Accendo la luce... Guardo la sveglia: Le 2 di notte??????
Chi può essere a quest'ora???
Chi se non il mio amore!!!
Ho quasi paura a rispondere, sapevo che era a cena con tutto il team per il quale corre e non so cosa fare.... alla fine rispondo.
-Pronto amore??? Oggi sono 4 mesi che stiamo insieme, preparati che domattina alle 10 ti vengo a prendere che dobbiamo festeggiare!!!
Senza che potessi dire niente lui riattacca!!
Non so se arrabbiarmi per avermi svegliata nel cuore della notte o essere felice x la sorpresa che mi attenderà di lì a poche ore...
Sono le 7... entro nella doccia... apro l'acqua calda... prendo il docciaschiuma al cioccolato e alla nocciola.... inizio a passarmi la spugna addosso soffermandomi sul seno.... sui capezzoli turgidi.... sul ventre... non riesco a trattenermi e inizio a toccarmi.... Sfioro dapprima il clitoride lentamente... poi inizio ad aumentare il ritmo sempre più forte... inserisco 2 dita dentro.. le muovo veloci mentre con un dito strofino il clitoride... Sono eccitata... il respiro si fa sempre più affannoso e dopo qualche minuto vengo.... sento i miei umori bagnarmi le dita e scendere lungo le cosce... mmmmmmmmmmm....... se lui fosse qui x leccarmi.....
Ho fatto tardi.. mi asciugo in un attimo.. corro in camera.. indosso un abito nero corto e sotto una guepière nera e calze autoreggenti senza perizoma (mi eccita ogni tanto non indossarlo).
Ore 10 lui arriva puntuale sulla sua mercedes SLK nera... è bellissimo... indossa un completo grigio con sopra un cappotto nero...
Entro in macchina e mi bacia subito appassionatamente...
- Vedrai che sorpresa amore ti ho preparato!!!
Arriviamo davanti l'Hotel Excelsior, ha prenotato una suite... Saliamo al 5° piano... eccola... suite passion.. il nome è adatto!!!
Apriamo la porta, le stanze sono talmente belle che ci lasciano senza fiato... di fronte a noi c'è un divano in pelle bianco e un caminetto in stile '800, anche la camera è nel solito stile, il letto è un bel baldacchino con ai lati delle tende di voile bianche e il bagno ha una vasca enorme fatta apposta per contenere due persone...
Mi fa sedere sul divano e dalla tasca del cappotto estrae una benda nera... me la fa indossare dicendomi di lasciarmi andare e farmi fare tutto quello che lui mi chiede...
Sento le sue mani che mi accarezzano le gambe, me le fa aprire... accarezza il pizzo delle calze.. mi sfiora il pube e quando si accorge che sono senza perizoma dalla sua bocca esce un gemito... le sue dita si insinuano dentro di me... sono bagnata...
Comincio ad ansimare... irrigidendomi tutta.... mi piace... mmmmmmm
Si ferma e mi toglie la benda.. mi fa cenno di non chiedere niente dicendo mi di andare in camera e aprire l'armadio e "vestirmi" con quello che troverò lì dentro!
Incuriosita apro l'armadio e trovo una minigonna bianca e blu a pieghe, calze autoreggenti bianche, reggicalze, top in pizzo ...
Un gioco di ruolo?? MMMM stuzzicante....
Mi vesto in fretta non voglio farlo aspettare...
Quando torno di là trovo ad attendermi una lavagnetta, un gesso e lui con in mano una bacchetta di legno..
-Buongiorno Letizia vieni alla lavagna! Bene stamani avrai un'interrogazione sia orale che scritta... Scrivi quello che vorresti che un uomo ti facesse a letto in maniera molto soft però!
Divertita mi metto a scrivere:
Vorrei che un uomo mi prenda con forza, che mi sbatta sul letto.... che mi strappi gli abiti di dosso e che si tuffi sui miei capezzoli, che li morda e nel frattempo che mi penetri e che le sue spinte siano forti e vigorose.... che mi metta le mani sotto il sedere e... SKIOK!!!!!
Mi arriva una frustata... faccio per dire qualcosa e me ne arriva un'altra...
-Silenzio!! Voglio che tu ti metta sulle mie ginocchia per poterti sculacciare perchè quello che hai scritto è troppo volgare e non dovevi!!!
Eccitata mi metto a pancia in sotto sulle sue ginocchia e lui inizia a sculacciarmi...
-Chi ti ha insegnato quelle cose??? Chi???? Sono solo io il tuo maestro!!!
-Nessuno dico io, è solo una mia fantasia!!
Smette di sculacciarmi e gioca col mio buchetto, si porta 2 dita alla bocca e le inumidisce con la saliva e lentamente le fa entrare nel mio culetto.. mmmmmmmmm... allargo le gambe e lui aumenta il ritmo... mmmm siiiiiiiiiiiiiii....
Mi fa spostare senza togliere le dita da dentro, mentre lui rimane seduto e lo aiuto a slacciarsi i pantaloni mentre io resto fra le sue gambe.
-Passiamo all'orale e vediamo cosa sai fare!
Abbasso i boxer e il suo cazzo si erge in tutta la sua durezza!!
Inizio a sfiorarlo con le mani.... passo la lingua tutta intorno alla cappella turgida mentre con le mani inizio ad andare su e giù... su e giù... arrivo con la lingua lungo tutta l'asta.. lo prendo tutto in bocca, succhiandolo, leccandolo tutto .... fino in gola....
Lui si irrigidisce... ansima... sento il suo cazzo ingrossarsi e a quel punto mi ferma...
-Basta... brava piccola.... E ora passiamo alla pratica!!
Mi prende tra le braccia e mi adagia sul letto... mi viene sopra...
-Ora studieremo il sesso!!!
-Non vedo l'ora maestro...
Mi allarga le gambe e inizia a leccarmi, la sua lingua è veloce... calda...mi succhia il clitoride...mmmmmm... oh si... siiiiiii.... ancora!!!!
Mi scopa con la lingua mentre io mi tocco... accarezzo il clitoride.... ma lo vuole lui e mi toglie la mano.. inizia a succhiarlo di nuovo.... sento che sto per venire... voglio godere... ma lui si ferma di nuovo!
-E' presto... cerca di avere pazienza!!! Veniamo insieme vedrai come sarà bello!!!
Si mette sopra... mi penetra.... le sue spinte sono subito forti e i suoi baci appassionati...
Sento le sue mani che si posano sul mio seno.... si ferma... mi fa togliere il top...mi rifà sdraiare e torna sopra di me....
Mi penetra subito.. il suo cazzo è enorme e durissimo....
La sua bocca si impossessa prima del mio capezzolo sinistro e poi di quello destro...
-Oh si.... continua....
Poi mi prende le gambe e me le fa mettere sulle sue spalle..
-Sentirai come ti sfondo adesso!!!
Effettivamente sembra quasi che mi arrivi alla gola...
Spinge sempre più forte, la sua bocca cerca la mia...
-Spingi, gli dico, spingi più forte... sto per venire...
Me lo pianta tutto spingendolo a più non posso, ansimando, irrigidendosi....
Le sue spinte mi portano al settimo cielo e quando sto per venire apro gli occhi per guardarlo invece di chiuderli (voglio che veda tutto il mio godimento e tutto il mio amore)..
Un urlo esce incontrollato dalla mia bocca, le mie mani gli graffiano la schiena mentre lui ha il suo infinito orgasmo..... godiamo insieme....
Bellissimo....
Ci abbracciamo e ci baciamo per un lungo lasso di tempo...
Guardo l'orologio sono le 14....
- Amore abbiamo tutto il pomeriggio e tutta la notte per "giocare" e non è finita qui....
Non ci sarà più il maestro ma.... altre stuzzicanti sorprese...
Sono curiosa ed eccitata al tempo stesso... chissà cosa mi riserverà dopo.....
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2
17 years ago
admin, 75
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L\'ufficio ..... malandrino
Mi trovavo a quella riunione di lavoro che non sapevo come mi avevano incastrato.
Ero appena rientrato dalle ferie, due settimane di vacanze al mare, e mi hanno subito buttato nella mischia.
Davanti avevo fior di dirigenti ed io misero funzionario non volevo fare la figura dell’ignorante.
Nel gruppo dirigente c’era una bella donna, teneva banco sulla riunione e doveva essere un pezzo grosso, al quale tutti, si rivolgevano con rispetto.
La guardavo, le piazzavo i miei occhi, facevo perno sul fatto che magari riuscivo ad incrociare i suoi e magari potevo ottenere qualcosa in più di quello che mi ero prefissato.
Quando fu il mio turno, iniziai a parlare e ……. come per incanto tutti quanti mi ascoltavano, sembrava che pendessero dalle mie labbra, avevo attirato l’attenzione ed ancor più la sua, la dottoressa Bianchi.
Era una donna sulla cinquantina, capelli neri, due occhi chiari che venivano fuori da quegli occhiali rossi valentino e una camicetta rosa che lasciava intravedere quel reggiseno ed un bel seno.
Era seduta e non potevo amirare le sue gambe ed il suo vestito, ma essere guardato così, mi faceva arrossire e sentire una voglia dentro di me.
La riunione durò fino a dopo pranzo, che puntualmente trascorsi al bar sotto, insieme a tutti ed a Lei, cosicché potei ammirare quella gonna sopra il ginocchio con un piccolo spacchetto e le calze velatissime che ricoprivano le sue bellissime gambe.
Mi fermai per un attimo a parlarle e riuscimmo a far amicizia, aveva notato il mio modo di esprimermi ed ancor più il modo di essere, ci guardavamo e reciprocamente capimmo che non poteva finire lì la giornata.
Rientrammo ed alla fine della riunione mi invitò nel suo ufficio.
Mentre salivamo in ascensore, nella calca con altri colleghi, lei era molto vicina a me e …….. sentii la sua mano toccarmi la patta e …….. il culo.
I nostri sguardi si incrociarono e annuirono.
Avevamo voglia di …….. rimanere soli per donarci reciprocamente.
La segretaria, molto carina e disponibile, capì, appena entrammo che …….. eravamo occupatissimi per il resto del pomeriggio.
Un bacio lingua a lingua mentre aprivamo la porta ……… ci accompagnò all’interno di quell’ufficio …….. che vidi meglio solo dopo diverso tempo.
Appena entrati nell'ufficio la dottoressa Bianchi con le spalle poggiate sulla porta e la lingua del giovane collega infilata nella bocca, chiuse a doppia mandata la stanza. Il membro del giovane le premeva sul pube e le mani si insinuavano ovunque. Con fatica la donna riuscì a staccarsi e obbligò gil giovane a sedersi sulla poltrona direzionale del suo ufficio. Con il dito sulla bocca gli fece l'inequivocabile segno di fare silenzio. Lentamente si tole la giacca e la leggera camicetta: i seni rimasero nudi, sodi e con i capezzoli già eretti. Poi si alzò la gonna fino a mostrare le sue sexy calze, tenute su da un erotico reggicalze. Si sedette davanti al giovane e presa una penna, iniziò a passarla attorno alle sue labbra, poi la fece discendere verso il seno roteando con la punta attorno ai suoi capezzoli. Carlo nel frattempo era immobilizzato a ma con il membro che urlva per uscire fuori dai pantaloni. La mano libera della manager si diresse verso la propria intimità, scostò il perizoma e iniziò ad allargare le labbra vaginali, mostrando gli umori e avvicinando la penna tra le labbra della sua fica. Una volta allargata la sua fica con una mano, con l'altra iniziò a far entrare ed uscire lentamente la penna dalla sua vagina. A Carlo sembrava di assistere ad un film porno, la sua eccitazione era ormai alle stelle. Si liberò degli indumenti e fece uscire il suo membro fuori, rosso e marmoreo. Poi prese la mano della donna e la aiutò a far entrare l'improvvisato strumento erotico nella fica della donna. Lo fece però con veemenza: entrava ed usciva infilandogliela fino in fondo. La penna era fino in fondo alla fica e le mani dei due pastrugnavano in tutti i modi il clitoride e le labbra fradice di umori ....
prese l'altra mano e inizio a menarsi il cazzo su e giù come se stesse scopando, in quel mentre avvicinò la bocca alla fica della dottoressa Bianchi e ........ allungò la lingua alla ricerca di quel clitoride gonfio e pieno di umori ......... la dottoressa fece un balzo, al sentire quella lingua che si muoveva sul suo clitoride, dandole sensazioni e vibrazioni.
la penna si muoveva all'unisono, le due mani si imbrattavano di umori e scopavano quella fica ...... ormai fradicia e grondante ...........
i mugulii aumentavano ed il clitoride si faceva sempre più gonfio o voglioso di dare piacere alla dottoressa
Carlo continuava a muovere la sua mano lungo il suo membro rendendolo più gonfio e bagnaticcio
la dottoressa emanò un urlo "godo" smorzandolo in quando si rese conto che era nel suo ufficio ed anche perchè Carlo si era alzato e aveva infilato anche il suo cazzo dentro a quella fica fradicia di umori.
Le mani, la penna e quel cazzo che si muovevano dentro alla sua fica ....... le davano vibrazioni e sensazioni di appagamento
Carlo la appoggiò alla scrivania ...... levo la penna dalla sua fica, appoggiò le sue gambe alle spalle la prese per i fianchi ed iniziò a scoparla
il suo cazzo duro e voglioso si muoveva ritmicamente dentro di lei, appagandola e facendola sentire una vera troia ..........
La dottoressa venne un'altra volta, ma questa fu ancor più lunga ed elettrica della prima, la sua fica grondava di umori.
La dottoressa Bianchi era venuta ma il giovane aveva ancora il membro duro e voglioso di venire. La donna allora prese il cazzo dell'uomo e lo attorcigliò attorno alla bretellina del suo reggicalze. Il sesso di Carlo era così stretto nel mezzo, con la punta ancora più ingrossata che strofinava tra le labbra della fica della donna che intanto si era sistemata in piedi. Le sue dita corsero velocemente verso il culo del giovane, iniziando a massaggiargli l'ano con movimenti rotatori per poi proseguire e stringergli i testicoli con veemenza. Il giovane non sapeva cosa fare, in quel momento la sua mente non aveva consapevolezza ma solo desiderio: voleva sborrare sulla donna. Carlo sfilò il cazzo con fatica dal reggicalze della donne e si sedette sulla scrivania, quindi fece mettere la dottoressa Bianchi a pecorina offrendogli il cazzo da spompinare.
Nello stesso istante in cui la donna prese in bocca il cazzo, ormai paonazzo, Carlo le infilò due dita nel culo e uno nella fica. La donna aspirava talmente forte che all'uomo sembrò che le palle volessero uscire fuori. Non aveva mai provato quelle sensazioni, un pompino così non credeva potessere essere fatto! Quando percepì che l'onda di crema bianca stava ormai salendo come uno tsunami, prese i capelli della donna e tirò indietro la testa. Uno schizzo potente inondò prima la faccia e poi i capelli di quella incredibile troia, che intanto mugulava, avendo nella fica quattro dita di Carlo, che inconsapevole era praticamente entrato completamente dentro quell'inesauribile fonte di sessualità ...
L’eiaculazione di Carlo portò all’affondamento delle dita nella fica della dottoressa Bianchi che, in preda ad un altro orgasmo mai provato si distese sulla scrivania e ripetutamente si mosse come elettrizzata eiaculando dalla fica un liquido bianco, come fosse un cazzo. Carlo, si affrettò a ricevere quel liquido biancastro continuando a muovere le sue dita dentro a quella fica fradicia ed al culo.
Il momento di eiaculazione dei due fu così grande che urlarono il loro piacere, così facendo non si erano accorti dell’entrata della segretaria che, con le dita tra le labbra stava masturbandosi davanti a tale piacere.
La loro visione ed il loro piacere portò Carlo a discostarsi dalla dottoressa, ormai satura di emozioni, ed ad avvicinarsi alla segretaria ……. Sostituendole quelle dita col suo membro duro e voglioso di esplodere dentro la sua fica.
Con movimenti roteanti dentro alla fica, piena di umori, e la posizione a pecorina a cui Carlo aveva segregato la segretaria, ebbero subito l’effetto desiderato dai due; una prima eiaculazione e poi una seconda ancor più violenta, fecero godere anche la segretaria ed ancor più …… fecerò in modo che Carlo aumentò i colpi dentro a quella fica.
Le bocche delle due donne si leccavano e baciavano, la fica della dottoressa, sbrodolava liquido biancastro sulla scrivania e Carlo continuava il suo andare avanti ed indietro dentro a quella fica, in attesa della nuova eiaculazione.
Sentì la sua cappella gonfiarsi ed il momento che si stava avvicinando, dette due colpi violenti dentro a quella fica, sentendo un gemito di dolore da parte della segretaria, e ………… tirandolo fuori ……. Si avvicinò alle bocche delle due donne inondandole di sborra calda.
Lo schizzo di sborra finì sulle bocche, le lingue, i capelli e gli occhi delle due donne che, avide di quel succo iniziarono a leccarsi per non perderne il sapore.
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4
17 years ago
carino6423,
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Il terzo incomodo
Con Giulio ci eravamo conosciuto tramite un annuncio su un giornale locale. Aveva 57 anni e nei miei sogni da troia avevo sempre immaginato di esserlo con un uomo maturo. Dopo diversi contatti telefonici che avevano vinto le mie titubanze (sono un affermato dirigente di azienda e, quindi, necessito della massima discrezione) ci eravamo finalmente incontrati ma solo per una prima conoscenza. Al secondo incontro la mia voglia era ai massimi livelli tano che avevo indossato sotto gli abiti normali un sensualissimo perizoma nero che esaltava il mio splendido culetto, con calze a rete e reggicalze. Ma lui non aveva un posto al chiuso dove portarmi, così ci siamo appartati in macchina ma giusto il tempo di fargli vedere il mio splendido culetto e di accarezzare il suo superbo cazzone che, poi, l'arrivo di una macchina aveva rovinato tutto. Ci siamo lasciati con addosso una voglia pazzesca e lui mi ha promesso che avrebbe trovato un posto. Così pochi giorni dopo mi ha comunicato che potevamo andare nella casa di campagna di un suo amico fidato, assicurandomi che lui non ci sarebbe stato. Il giorno prefissato mentre andavamo in quella casa mi ha detto che invece il suo amico non era partito ma che potevo fidarmi, lui ci avrebbe dato la camera senza fare alcun problema. Ero imbarazzato ma la voglia era troppa e quando siamo arrivati mi sono tranquillato. Franco era un uomo sui 50 anni, mlto minuti con barba e baffi, mi ha subito tranquillizzato e messo a mio agio. Senza perdere tempo sono andato in camera a prepararmi, per indossare l'intimo sexy (perizoma, calze, reggicalze ed una sottoveste nera di pizzo) per poi chiamare Giulio quando ero pronta. Appena entrato era evidente la sua eccitazione, senza perdere tempo gli ho sfilato la camicia ed ho iniziato a baciare e leccare il suo corpo maschio, mentre le mie mani andavano a cercare il suo bel cazzone già grosso e duro. "Hai un culo fantastico" mi ha sussurrato all'orecchio mentre mi palpava le chiappe. Gli ho tolto i pantaloni appoggiando le mie labbra sui suoi slip gonfi, ho iniziato a laccarlo tra le cosce per poi sfolargli gli slip e prendere finalmente il suo bel cazzone tra le mie labbra. Si è sdraiato sul letto ed io mi sono gettata tra le sue gambe, piegandomi a 90° per leccarglielo tutto, lo leccavo e lo succhiavo con passione mentre lui mi incitava dicendomi che ero davvero una gran troia, una pompinara insuperabile. Ero eccitatissima il sapore del suo cazzo mi faceva impazzire ma ad un certo punto ho sentito uno strano rumore e mi sono bloccata. Mi sono girata e in fondo al letto c'era Franco, poco distante da me che si stava toccando sopra i pantaloni. "Non ti preoccupare guardo solamente" mi ha detto per rassicurarmi. Ero troppo eccitata per fare obiezioni, ho annuito e ho ripreso a succhiare con foga il cazzo di Giulio che capita la situazione ha esclamato "Se vedi che cazzone che ha Franco ti viene voglia di prendere anche il suo, dai Franco fagli vedere...". In un attimo si è sfilato pantaloni e slip e davvero aveva un cazzone fantastico, grosso e lungo, con due splendide palle gonfie. "Ti piacerebbe vero troia prendere anche quel cazzone" mi diceva Giulio che aveva capito da come gli succhiavo il cazzo che la situazione mi eccitava. In un attimo ho sentito il cazzone di Franco strofinarsi sulle mie chiappe, lo volevo anche se ero terrorizzato dalle sue dimensioni. Senza dire nulla ha iniziato a leccarmi il buco del culo finchè ho sentito la sua cappella turgida e dura forzare il mio buchetto. Era dentro di me e avrei voluto urlare per il dolore ma Giulio con le mani mi teneva la testa per mettermelo tutto in bocca. E' rimasto fermo dentro di me per un pò di tempo, poi ha iniziato a spingere prima dolcemente, poi con sempre maggiore foga, L'intenso dolore iniziale via via ha lasciato spazio ad un piacere indiscrivibile, mi sentivo la troia più felice del mondo con un cazzo nel culo ed uno in bocca. Poi Giulio ha detto a Franco che voleva anche lui mettermelo nel culo, si sono dati il cambio ed ho iniziato a succhiare il cazzone di Franco che a fatica riuscivo a tenerlo in bocca. Giulio da dietro stuzzicava con la cappella il mio buchetto ma esitava a penetrarmi, mi sculacciava le chiappe e mi sembrava di impazzire per l'eccitazione. Finalmente, poi, è entrato dentro di me ed ha iniziato ad incularmi con una foga straordinaria per poi venirmi dentro. Poco dopo anche Franco non ha resistito ed ho sentito la sua calda sborra inondare la mia bocca. Esausta sono crollata a letto e mi sono addormentata. E' stata un'esperienza fantastica che, purtroppo, non ho più ripetuto
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17 years ago
labbrabollenti,
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L\'altare
La piccola piazza nel quartiere della Giudecca era immersa nel silenzio caldo e umido di una notte estiva carica di odori indefiniti, fruscii e sospiri che attraversavano lo spazio perdendosi nel cielo stellato, mentre una enorme luna bianca inondava di luce azzurrina la facciata semidiroccata dell’antica chiesa gotica che chiudeva il fondo della piazza.
Un grande rosone alto al centro della facciata ornata di gargoyle e pinnacoli, sembrava una bocca rotonda, dischiusa in un urlo fischiante tra denti concentrici.
Sudato nella mia leggera camicia di cotone bianco, mi accorsi con sorpresa che il grande portone ligneo era socchiuso.
Qualcuno, forse qualche banda di ragazzini in vena di bravate, aveva divelto le assi che bloccavano le ante, per infilarsi, magari a caccia di lucertole o dei topi, immensi e feroci, che infestavano quel quartiere desolato, abitato dai fantasmi urlanti del pogrom che, in ere lontane, aveva distrutto in mezzo alle fiamme l’intera comunità ebraica della città, orrore di un’epoca di intolleranza razziale.
Incuriosito, anche se vagamente impaurito, attraversai l’uscio monumentale della chiesa, e mi ritrovai in una grande navata centrale, coperta di erbacce, e a cielo aperto.
Dal rosone alle mie spalle, la luce della luna illuminava l’abside e l’altare principale, suggerendo la sensazione di una scena teatrale.
Mi accorsi di un movimento sull’altare, e mi avvicinai furtivo, nascondendomi dietro una delle poche colonne ancora in piedi, colto da una indefinibile paura, mista ad eccitazione.
Sull’altare due corpi si avvinghiavano l’un l’altro, in un amplesso feroce, inconsapevoli della mia presenza.
Una donna, distesa sulla schiena sulla pietra profanata, il corpo bianco e sudato dalle forti braccia voluttuose, i seni turgidi, enormi, ornati da capezzoli nerissimi ed eretti, il viso gettato all’indietro, la bocca lascivamente aperta a mostrare denti bianchissimi, mentre dalla gola un gemito roco di sensualità si spandeva nell’aria opaca di umido pulviscolo, lunghi capelli neri come la notte più nera scendevano fino a terra , le cosce aperte e rivolte al cielo, accoglievano, nella fica fremente la lingua del maschio.
A quel punto, distratto a forza da quel corpo magnifico, mi accorsi che l’essere che la sovrastava aveva ben poco di umano.
La sua lingua, lunga e saettante, divisa in due sulla punta, le titillava il clitoride, e contemporaneamente si insinuava nel buco pulsante strappandole gemiti di infinito piacere, il corpo, scuro e coperto di una fitta peluria, aveva spalle enormi, una serie di protuberanze sulla spina dorsale, mentre cosce possenti si innestavano nei glutei enormi .
Tra le gambe un cazzo enorme, nero, dalla cappella sporgente e rossastra, si muoveva come animato da vita propria, mentre dalle spalle due nere ali membranose si schiudevano a tratti, in sintonia con i gemiti della femmina.
La testa, ornata di creste e punte era coperta da riccioli neri, e intravedevo un lungo naso aquilino, un mento puntuto e due occhi gialli ferini.
Ad un tratto l’essere balzò sull’altare profanato, e con un flessuoso, unico movimento
impalò la femmina con quel cazzo mostruoso, mentre un urlo quasi bestiale usciva dalla gola di lei, piacere misto a dolore, godimento, lussuria.
Pompando su e giù con forza, le natiche di pietra sconquassavano quel corpo bianco
devastandone i recessi, bagnati di piacere e di sangue, mentre lei sembrava persa nell’estasi terribile dell’amplesso.
Alla fine in un parossismo di infinito piacere bestiale, l’essere raggiunse l’orgasmo, con un ruggito profondo, echeggiante sulle pareti della chiesa, e scoprendo zanne terribili, squarciò il ventre della donna facendo riversare le viscere fumanti sulla pietra, nera di sangue sacrificale, poi una mano artigliata affondò nel suo magnifico petto, strappandole il cuore, ancora vivo, e lo addentò, con piacere bestiale.
Inorridito, ma nello stesso tempo eccitato, mi accorsi di avere in mano il mio cazzo dolorante di eccitazione, e che mi stavo violentemente masturbando.
L’essere, finalmente appagato, si accorse della mia presenza, e, con un unico balzo mi raggiunse e mi afferrò, portandomi verso l’altare.
Con un solo gesto spazzò via i miseri resti della donna, e mi stese lì, pietrificato dall’orrore.
Con mia somma sorpresa, mi accorsi che pian piano il suo corpo subiva una trasformazione, il petto possente si ammorbidiva, gonfiandosi a dismisura, i fianchi si arrotondavano, i lineamenti si ammorbidivano, somigliando sempre più alla donna sventrata accasciata sul pavimento.
Ma quel cazzo enorme era sempre lì, sovrastato ora da una meravigliosa vagina grondante liquidi lussuriosi, invitante e selvaggia.
L’essere, ormai trasformato in una figura femminile, si mise a cavalcioni su di me, impalandosi sul mio pene duro come il marmo, mentre il suo, trovato il mio buco fremente, mi sfondava il culo, provocandomi un dolore lancinante, che si trasformò in un piacere indicibile.
Muovendosi su e giù, contemporaneamente scopava e veniva scopato,penetrante e penetrato, un abisso senza fondo di sensazioni mai provate.
Alla fine, contemporaneamente, sborrammo, l’uno nell’altro, urlando e gemendo di piacere, in un lunghissimo, irrefrenabile orgasmo bestiale.
Mi risvegliai, accorgendomi, mentre la vista si snebbiava, che stavo guardando la scena, l’interno della chiesa, l’altare ormai lavato dalla pioggia notturna , da una notevole altezza.
Il mio corpo sembrava paralizzato, riuscivo appena a muovere gli occhi.
Davanti a me, dall’altro lato dell’abside, una figura di donna alata, di grigia pietra, mi guardava sogghignante, e allora mi accorsi che anch’io, come lei, ero solo una figura di pietra, un gargoyle, accovacciato e sognante, in eterna attesa della prossima vittima da sacrificare sull'empio altare.
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17 years ago
admin, 75
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Conoscenza in internet
La conobbi su internet,la sua fica mi aveva preso il cervello,per mesi fu sul mio monitor ed ogni volta che accendevo il computer era lì,mi compariva davanti e mi faceva fantasticare,la sentivo calda ,vogliosa di godere,piena di sborra aperta e vogliosa di essere penetrata prepotentemente e riempita all’inverosimile, le immagini di lei riempita da cazzi di gomma,
mi facevano sognare il momento in cui, dopo averla legata ad un letto, io stesso l’avrei riempita,
sfondandole la carne,slabbrandola all’inverosimile e dopo averla pistonata per bene, le avrei piantato, un vibratore fin dentro l’utero,che squarciando il suo essere,l’avrebbe fatta tremare
in un orgasmo infinito.
Un giorno di un lungo inverno fui finalmente davanti al suo portone,ciao mi disse attraverso il citofono,Sali al secondo piano, troverai la porta aperta,accomodati, dopo pochi minuti fu nell’ampio salone,indossava una camicia da notte trasparente,che lasciava intravedere il suo corpo nudo, intravedevo la sua grande fica ricoperta dai lunghi peli neri, il monte di venere sodo portava ad uno spacco da cui svettava il suo clitoride, che gonfio faceva capolino,come un piccolo cazzo.
Il mio a quella vista divenne grande, grosso, bramoso di uscire dai calzoni, per sentirsi libero e svettare come un randello di carne pulsante.
Essa si accorse della mia erezione,mi si accosto e tirandolo fuori dai calzoni, lo impugnò con maestria voluttuosaio ricambiai le attenzioni e infilai la mia mano nella sua fica e con il palmo iniziai a roteare in un massaggio,catturando il suo clitoride tra il pollice e indice massaggiandolo come se gli stessi facendo una sega.
Poi allungai il dito medio verso il suo spacco e iniziai a rotearlo, penetrando di tanto in tanto
Il suo allagato canale.
Finimmo sul tappeto e mi misi su di lei nella classica posizione del 69, ed affondai il mio viso nella sua fica che grondava umori, presi il suo clitoride tra le mia labbra, lo suggevo, lo titillavo, poi tirando fuori la lingua iniziai un movimento circolare, allargando le sue grandi labbra, facendomi strada verso quel canale che mi avrebbe condotto all’interno della sua carne pulsante,dentro quel nido Caldo che urlava piacere, essa era persa nelle sue sensazioni, e ululando roteava gli occhi all’insù, osservandola vedevo solo il bianco delle sue pupille, in quell’attimo mi scostai dalla sua fica che era allagata dalla sua sborra, essa protestò tutto il suo disappunto…….ooohhohoo nonnnooooooo fammi godere,ma io continuai a non sfiorarla, sotto di me il suo bacino,si contorceva cercando di incollarsi nuovamente alla mia bocca, in quel momento per tutta risposta afferrai un enorme fallo che mi trovai accanto e lo introdussi in leigiù sempre più giù, lo roteavo facendomi strada e penetrando il suo essere arrivai a colpire il suo utero e picchiettando lo apersi penetrandolo con quel fallo……………essa ruggiva,tremava,scalciava,sembrava una bestia ferita, ma le sue non erano sofferenze,ma bensi spasimi dovuti ai ripetuti orgasmi………..la osservavo e vedevo la sua testa roteare all’impazzita come un ossessa……….aoaoaoahohohoho sisisisisissi di più dai scassami squarcia il mio essere aprimi siiiiii lo vogliooooooooooooo tutto dentro, stava per esploderemo in quel momento fermai il mio movimento e la vidi danzare all’insù fottendosi da sola, allora visto che non aveva intenzione di smettere ed io reclamavo la mia parte di piacere,non mi restò altro che piantarle il mio cazzo teso alla spasimo dentro il suo culo l’anello di carne
Venne dilatato ed io fui dentro di lei, in un canale fibroso che mi cingeva e pulsava al pari della sua grandiosa ficona che in quel momento era dilaniata da quel dildo azzurro.
Sentivo attraverso la sottile parete la sua fica dilatata al massima il dildo che sbatteva contro il mio cazzo,essa era persa gli orgasmi si ripetevano in continuazione ed ormai faceva andare il dildo su e giù all’impazzata,ruggiva,urlava godeva fu in quel momento che piantandogli il cazzo fino alla radice
Le riempii il culo della mia calda sborra abbattendomi su di lei con tutto il mio peso, essa ruggi urlando di piacere scossa come da una scarica elettrica
Dopo un po’,calmammo i nostri sensi, il dildo usci dalla sua carne ferita, la abbracciai,osservando
La sua fica e con mia grande meraviglia, dal vivo vidi lo stesso spettacolo che per mesi avevo sul mio monitor, la sua grande fica piena dei suoi stessi umori.
dopo un pò, che eravamo abbracciati il mio cazzo tornò a gonfiarsi,sbattando contro una sua gamba essa per tutta risposta
Iniziò a bagnarsi di nuovo, toccavo il suo sesso che sentivo allagato,infilai un dito poi il secondo, sentivo la sua carne cedere,aprirsi chiusi le dita a mò di pugno, inziando un movimento rotatorio che mi fece largo tra la sua fica aperta,scivolosa,allagata e fui dentro di lei, sentivo il suo interno spugnoso che abbracciava la mia mano, avanzando in lei la penetrai, iniziando a rovistarle l’interno che si bagnava sempre di più, roteavo il mio polso che ormai era dentro di lei, le sue cosce ,oscenamente aperte mi mostravano le sue grandi labbra slabbrate e la sua fica gonfia,essa ruggiva sembrava una bestia ferita, ululava tutta il suo piacere, mentre io avanzavo il polso dentro di lei, sentendo ormai l’utero contrarsi in spasimi animali, ssiiiiii daiiiiii non smeeeterreee nooooo dai continuaaaaaa oohhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii, quella troia aveva ormai perso ogni controllo ed era solo una macchina da sesso, una cagna che reclamava…piacere,piacere, e gli orgasmi si susseguivano con i suoi ruggiti che mpre più alti riempivano la stanza.
Le sue grandi labbra aperte,portavano alla sua caverna di carne,a quell’antro bagnato e pieno della sua sborra,era aperta,scivolosa,potevo ormai facilmente penetrare in lei, volevo che passivamente poteva trarre piacere dalle mie manipolazioni,per cui la legai al letto, le braccia alla testiera e le sue gambe aperte al massino legate all’in su, in quella posizione non poteva serrare le cosce per lenire il prurito della sua caverna che ormai goccialava sborra come una fontana, il suo clitoride era di un rosso violaceom gonfio al massimo… la sua caverna pulsava in contrazioni spasmodiche… ripresi la penetrazione e la mia mano fu di nuovo in lei, fino al polso,pastrugnavo il suo interno, contemporaneamente avvicinai il mio viso e con la lingua leccavo il clitoride,procurandole scariche elettriche che la facevano sobbalzare, sentivo i suoi sospiri che divenivano sempre più alti e intensi,
dimenava il suo bacino con movimenti rotatori, alzandosi verso il mio viso,per essere penetrata ancora di più…. Allontanai il mio viso dalla sua ficona, inginocchiandomi sul letto, sempre con il mio polso dentro il suo essere, avvicinai il mio cazzo al suo viso, i suoi occhi sgranati, videro la mia asta di carne pulsante e la sua bocca si aprì,accogliendomi dentro sino in gola, lavorandomi per bene l’asta di carne
io ancora più arrapato per il trattamento che mi stava riservando, rovistai la sua fica con la mano che roteava in lei, e spinsi il mio polso ancora più in profondità, sentiii il suo utero aprirsi e lo penetrai con due dita, questo movimento gli procurò un nuovo orgasmo ed essa urlò nuovamente, scossa come colpita da corrente elettrica, ebbe un paio di sussulti e poi si accasciò sul materasso, come svenuta..gli occhi facevano intravedere solo il bianco delle sue pupille, rivolte all’insù, venni copioso nella sua gola in urlò bestiale eruttando in lei tutta la sborra che la mezz’ora di attesa aveva accumulato in me e mi accascia sul suo viso.
Dopo un paio di minuti di deliquio, ritornammo in noi, e ci abbracciammo soddisfatti, ripromettendoci di ridarci quando possibile tutto il piacere, che quegli incontri di sesso ci procurava.
Prossimo racconto: “esaudisco il suo desiderio nascosto”
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17 years ago
admin, 75
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L\'odore del sesso
Nadia entrava e usciva dalla mia vita come fa il vento dalle finestre nel mese di Maggio , quando la primavera e' forte come la voglia di starsene in giro e non rientrare mai a casa .
Mi ero seccato di questo rapporto a corrente alternate , fatto di litigi e ripicche , di sesso sfrenato e di interminabili attese............
Fu in quel periodo che conobbi Elisa , con la quale cercavo rifugio nelle lunghissime chiacchierate in macchina regolarmente finite con una bella scopata o magari un pompino , tutto molto libero e senza impegno.................
Una sera , dopo cena Elisa mi raggiunse a casa per un caffe' , Nadia era via per lavoro , approfittammo dalle sua assenza per vederci comodamente e in tranquillita'.
Dopo caffe' e grappino mi avvicinai a Elisa per sfiorarle il viso con una calda carezza , lei si alzo' si inginocchio' mi tiro' giu' i pantaloni della tuta e inizio' a succhiarmelo , baciandomi le palle e leccandomi la cappella con la sua lunghissima lingua che sbucava dai suoi denti bianchissimi che avevano da cornice una bocca con un rossetto marcato ............I suoi capelli biondi e ricci andavano a tempo con il suo ingoio a fondo .......si sollevo' sulle gambe come per pisciare mi giro' e si mise a leccarmi le natiche , poi mi mise una mano sulla schiena per indicarmi di piegarmi , impugnai le caviglie mentre sentivo la sua lingua passarmi lentamente sull'ano e poi giu' a leccarmi le palle.
BELLISSIMO , super eccitato mi gettai sotto la sua gonna ricambiando il servizio con una slinguata che andava dalla sua fica super rasata e il suo buco del culo che caldo emorbido era gia' pronto per essere preso.
Si teneva forte con due mani allo schienale della sedia quando ad un certo punto si abbasso' per succhiarmelo ancora e fu un 69 incredibile perche' venimmo insieme ...............
Quando ci rialzammo ce l'avevo ancora durissimo e mentre lei si sistemava i voluminosi capelli e si asciugava la bocca sbavandosi il rossetto misto a sborra....... gli sollevai la gonna gli strappai gli string con violenza , l'abbassai sul tavolo , gli divaricai le gambe , una l'appoggio' sulla sedia e me la inculai umida e scivolosa...........VENIMMO INSIEME DI NUOVO.
Tutto sulle note rock di James Blunt .
Stanchi e silenziosi gustavamo il momento secco degli amanti e l'imbarazzo affranto di chi si ripromette che sarebbe stata l'ultima volta.
Dalla porta dell'ingresso si sente la chiave girare lentamente ma decisa come chi conosce bene la serratura.
NADIA!!!
Elisa ed io ci guardammo impauriti le misi una mano sulla bocca e gli indicai la camera da letto.............
Nadia entro' sbuffando per il fastidio della pioggia e tra l'affanno delle scale e un caloroso saluto appoggio ' la sua borsa sul mobiletto dell'ingresso.
La raggiunsi " ...come mai gia' di ritorno?..."
"... ho perso il treno e quello dopo e' a mezzanotte........ arriverei proppo tardi a Milano dunque partiro' domattina presto. Non sei contento? ........... mi sembri stranito. stai bene? "
".......sto bene , mettiti seduta ti faccio un caffe' caldo....."
" ..........io , approfitterei invece per sotterrare l'ascia di guerra e fare pacina pacetta che ne dici?" Nadia nel pronunciare quelle parole aveva un tono caldo e voglioso , mentre si avvicinava a me si sbottonava la camicetta facendomi intravvedere le sue tette perfette , capezzoli turgidi , si sfilo' la longette facendosela scivolare sui fianchi e calciandola la spedi' sul divano.........reggicalze e decolte' nere.....camicetta bianca aperta . si avvicinava a me , si sciolse i capelli nerissimi ci abbracciammo e in un eterno bacio d'amore si sentiva tutta la sua voglia...........
quando si stacco' con voce tremolante mi disse:" . che buon sapore che hai . sei caldo e profumi di sesso .......... non ti avevo ancora visto cosi'."
".......... vedi ? ti sorprendo sempre ........"
Gli inforcai le gambe prendendomela in braccio come una bambola , si aggrappo' a me continuando a baciarmi ...........la penetrai e la scopai sbattendola con energia a me .
Dopo un po' la sdraiai sul tavolo e iniziai a laccarmela come un cucchiaino di miele .......... gemeva e godeva tenendosi forte al tavolo.....nella camera da letto Elisa sentiva tutto.
Nadia sollevo' le gambe all'impossibile per permettermi di metterglielo nel culo ......... con una mano si sgrillettava.........venimmo insieme e sborrai sul suo pelo.
Si alzo' sfinita' , e tutta indolenzita mi disse :"...........caspita sei un toro stasera.......meno male che sono rientrata se no' chi approfittava di questo stallone infoiato.......vado a fare una doccia adesso....WOW!"
Come udii' lo scroscio dell'acqua andai da Elisa , la feci uscire facendogli segno di stare zitta e recuperata la borsetta sulla sedia dall'altra parte del tavolo usci' di casa senza fare rumore.
Quando Nadia usci dal bagno con solo l'accappatoio addosso noto'nel lavello i due bicchierini per la grappa , uno sporco di rossetto non disse niente, venne solo piu' vicina e mi annuso' insistentemente.
Non mi chiese niente , prendemmo a scopare di nuovo , di tanto in tanto durante il rapporto si fermava per annusare l'odore degli umori di Elisa sulla mia bocca.
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1
17 years ago
admin, 75
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Fallo e piedi.
Finalmente arrivo' il giorno che tanto attendevo.La mia ragazza lavorava quella sera ed io ero riuscito a fissare un appuntamento con una coppia irregolare che avevo conosciuto in chat.Io sono un 28enne bisex orale passivo e amante dei piedi femminili,loro una coppia di amanti di 34 anni lui e 40 lei.Arrivo palpitante all'indirizzo comunicatomi,raggiungo l'appartamento e ad aprirmi la porta trovo un uomo in vestaglia e infradito,molto affascinante,ci stringiamo la mano e ci presentiamo dal vivo,mi invita ad accomodarmi in salotto e mi intrattiene chiacchierando e mettendomi a mio agio in attesa che la signora porti il caffè.Dopo circa 10 minuti entra dalla porta del salotto una donna,in vestaglia di seta nera con degli splendidi zoccoletti con la fascia bianca lucida e uno smalto rosso molto bello con le unghie appena lunghe e perfette,mora con i capelli lunghi sciolti sulle spalle,posa i caffe' sul tavolo e ci presentiamo.Prendiamo il caffe' e chiacchieriamo,i loro gesti e movimenti del corpo mi piacciono.Si alza lui e spegne la luce lasciando accesa solo una piccola lampada che creava un ambiente molto rilassante e mette una musica molto soft.Loro sono seduti su un divano davanti a me,iniziano a baciarsi e a toccarsi erano bellissimi ed eccitantissimi,lei si gira mi guarda sorridendo e mi invita a spogliarmi completamente,non me lo faccio ripetere,mi avvicino a loro in piedi con un erezione molto intensa,lei mi chiede di occuparmi del suo uomo...mi inginocchio mentre i due si baciano,scopro la vestaglia di lui e ne sbuca fuori un pene bellissimo ed eretto,lo accarezzo eccitato ed inizio a leccarlo dolcemente lei mi accarezza la testa,sentivo piacere nella mia bocca,ero felice lo succhiavo con passione,poi mi chiede di baciarle i piedi....stupendi,profumati,inizio a succhiare le dita mentre lui si china sul sesso di lei ed inizia a leccarla,lei sospira e sussura che vuole godere e raggiunge il suo obbiettivo con le dita e la lingua del suo lui.Poi afferra quel meraviglioso fallo tra le dita dei suoi piedi e mi dice di leccare...che sogno....piedini stupendi e pene insieme da leccare,ero eccitatissimo e voglioso,dopo un po di minuti lui stava per venire e lei mi scosta la testa,una serie di densi schizzi zampillano da quel monumento e ricoprono i piedi,che spettacolo!!!Lei con voce sensuale mi chiede di ripulire il tutto e io goloso inizio a leccare i suoi piedi pieni di sperma denso e buono fino a pulirli del tutto,poi mi dedico a pulire il pene fino all'ultima goccia,lei mi fa i complimenti e manda lui a farsi la doccia,a quel punto mi dice di sedermi sul divano vicino a lei,inizia a toccarmi il pene con i piedi e a farmi eccitare ancora di piu,le comunico che sto per venire...lei si ferma,si china col viso verso il mio fallo e lo inizia a succhiare dicendomi di dissetarla....intanto con la mano mi sollecita l'ano...ci metto poco ad inondarle la bocca di sperma....lo lecca tutto anche quello colato giu sui testicoli.Ero estasiato e soddisfatto.Non dimentichero' mai quell'esperienza.
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17 years ago
admin, 75
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Uno sconosciuto
Era tarda notte e stavo rincasando. Pioveva, ricordo, e sulla strada che porta a casa mia, un lungo viale buio, non c’era anima viva.
Ero a piedi e camminavo svelta, nonostante i tacchi a spillo.
L’ingresso, nello stabile in cui vivo, è in comune con gli altri inquilini. Inserisco la chiave nella fessura del portoncino quando, alle mie spalle, vedo una luce. Sono i fari di un automobile che puntano dritti verso di me. Mi volto, cerco di capire se si tratta di qualcuno che abita lì.
La macchina si ferma, un uomo sulla cinquantina scende.
“Vai a dormire?”, mi chiede mentre si avvicina.
“Sì,”, dico. “Ma chi sei?”.
“Ah, ti ho notata, prima, al Good. Sei un trav, vero?”.
“Sì, perché”.
“Mi chiedevo se avevi voglia di un po’ di cazzo”.
Era vicino, quando mi disse questo.
“Sì, tesoro. Ho voglia di bere un po’ di sborra, stanotte”.
“Bene, perché io ne faccio tanta. Preparati”, mi dice.
“Dai, vieni dentro”, faccio io. “Prima che ci senta qualcuno”.
Entriamo nel mio appartamento. Lui sfodera subito il cazzo. E’ duro, un’asta lunga e tesa. Ha una cappella grossissima.
Poi si toglie i pantaloni e le mutande.
“Voglio che mi succhi le palle, troia”, dice.
Mi chino davanti a lui e inizio a ciucciargli i coglioni.
“Prendili bene in bocca, vacca, altrimenti mi arrabbio”.
Ha le palle grosse come due meloni. Mi riempiono la bocca. Le tiro verso di me, mentre le ingoio.
“Succhiale come si deve. Voglio che me le lecchi, vacca”.
Lecco quei grossi coglioni.
Poi mi prende per i capelli e mi costringe ad ingoiarle tutte, quasi soffoco.
“Continua a ciucciarle, puttana, e ficcati qualcosa in culo”.
Non ho niente sottomano. Lui nota una bottiglia aperta sopra i tavolo.
“Su per il culo, tutta”.
Scosto il perizoma e mi siedo sopra la bottiglia.
“Giù, tutta, fino in fondo, voglio vedere che culo sfondato hai, puttana”.
Il collo della bottiglia mi invade il culo. Arrivo fino a metà. Ho l’ano aperto, sento dei dolori lancinanti.
“Tutta ho detto”, e mi spinge giù con forza.
Sento il buco del culo che si apre in due.
“Ti piace, eh, troia?”.
Non riesco a dire niente perché ho ancora i suoi giganteschi coglioni in bocca.
“Basta con i coglioni, vacca, adesso succhia il cazzo, fino in fondo”.
Predo il cazzo in bocca fino in gola. Lui continua a spingermi la testa. Ho qualche conato. C’ho il cazzo in gola.
La bottiglia è quasi tutta su per il culo. Lui mi prende il cazzo e comincia a menarmelo. Ce l’ho duro come l’acciaio.
“Sto per venire, vacca”, mi dice. “Apri la bocca, spalancala”.
La apro del tutto.
Mi viene in bocca, una sborrata lunga, calda, con diversi fiotti.
“Bevi, vacca, bevila tutta”.
La ingoio.
Lui, velocemente si riveste.
Se ne va senza salutarmi. Rimango lì, con la bottiglia nel culo, e mi sego.
E poi mi metto a letto.
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17 years ago
admin, 75
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Io e il mio padrone
Un sabato sera come tutti gli altri, erano ormai le 11,00 e nella confusione del lavoro non avevamo scambiato neanche una parola presi come eravamo a dar da mangiare ad una scalmanata orgia di clienti. Io nel mio ormai non più bianco grembiulino e lui sempre più con i nervi a pezzi.
Dopo ore ed ore finalmente l'ultima ordinazione.
Erano ormai le due passate; prese una sigaretta la poggiò sulle labbra e diede fuoco; ora che la settimanale battaglia era finita tornò a sorridermi e a scherzare come al solito.
"Stanca?" - mi disse.
"Si sono a pezzi, mi ci vorrebbe una buona bottiglia di vino o magari una bella scopata!" - rispondevo sempre così, era il nostro modo di scherzare, forse l'idea di andare a letto con lui mi aveva sfiorata qualche volta, ma mai ci avevo pensato sul serio...
Alle tre e mezzo eravamo fuori, e via nella notte al solito bar per la colazione prima di andare a dormire.
Infondo ero stanca di quella routine, il week-end era per me sempre più noioso, i miei amici fuggivano per chissà quali mete e io invece rintanata in quella cucina a lavorare come una schiava!
Non avevo alcun genere di stimolo.
Quel magico sabato invece accadde l'inimmaginabile:
"Facciamo un giro?" - mi chiese.
"Certo, non ho voglia di andare a dormire".
Il mare era calmissimo e durante il tragitto, lui aveva continuato a parlarmi del suo matrimonio fallito e di quanto avesse sofferto, dio quanto era carino così serio e romantico allo stesso tempo; nonostante la differenza d'età stavo bene con lui, 11 anni non sono pochi!
Ma neanche tantissimi, perchè no!
Ad un certo punto mi chiese da quanto tempo non andassi a letto con un uomo, uno vero si intende (beh di veri uomini non credo di averne mai avuti).
"E' da molto" - riposi.
"Ti masturbi?" - era una domanda che non mi metteva mai in imbarazzo anche perché nelle nostre scherzose conversazioni saltava sempre fuori l'argomento
"Seghe, pompini ditalini ed affini", ma il modo in cui me lo chiese mi provocò il classico colpo allo stomaco e sentii un inaspettato caldo - umido tra le gambe.
"Ti interessa?"- sorrisi maliziosa.
Nel frattempo non mi ero accorta che ci ritrovavamo di nuovo davanti alla porta del locale in cui lavoravamo.
"Non voglio scopare con te!" continuai, e in parte era vero, ancora mi spaventava l'idea di lasciarmi andare tra le braccia di un trentaquattrenne,
"Ho voglia solo di baciarti di sentire che sapore hanno le tue labbra".
Non avevo ancora finito che già la sua lingua mi arrivava fin giù in gola.
Il modo in cui la sua lingua si attorcigliava alla mia mi faceva girare la testa e già non vedevo l'ora delle sue mani su tutto il mio corpo.
"Andiamo dentro" - mi disse.
"Spogliati" - non ero abituata ad essere dominata così da un uomo ma il tono della sua voce mi impediva di fare diversamente.
Avrei voluto fuggire via da quella situazione, ma ormai ero rapita dal suo modo di fare.
Quasi mi strappò di dosso i pantaloni
"Biancheria nera, non mi piace, la prossima volta bianca, mi eccita di più, Troia. Ora versami da bere"
"Cosa bevi padrone?" - chiesi sorridendo.
"Sheridan" - era nudo anche lui e il suo enorme e nerboruto cazzo svettava al di sopra di un fitto vello di riccioli neri.
Quando mi avvicinai per porgergli da bere le sue mani si delicatamente toccarono le mie tette,
"Sono bellissime" mi sussurrò,
"Dai adesso fatti un goccio di sheridan" aveva bagnato la sua asta nel bicchiere e con decisione tirandomi per i capelli me lo infilò in bocca.
Non avevo mai succhiato un cazzo più buono di quello, il suo glande mi riempiva completamente la bocca
"menalo mentre succhi troia, sei proprio una gran troia!" ansimava, mi staccò dal suo dolcissimo flauto e stringendomi per i capelli, prese a sbattermelo in faccia mentre se lo menava su e giù con veemenza
"Dimmelo che sei troia, dimmi che sei la mia cagna!"
"Si sono la tua cagna sono la tua troia padrone" non resistevo più, la mia fica ormai in fiamme pretendeva attenzioni, ma lui niente quindi presi a sditalarmi, mentre lui se lo menava facendolo sbattere sulla mia lingua.
"Sei una gran troia dai fammi vedere come ti sditali". mi sdraiai sul tavolo e con le gambe ben aperte gli offrii uno spettacolo mai visto, le mie dita velocissime battevano sul clitoride ed un onda di piacere mi scosse cominciai a gridare; lui intanto si era avvicinato per leccarla insinuando la sua lingua ovunque mentre scosso da un forte gemito mi inondava le tette di sperma viscido e bollente, asciugandosi poi sulle mie labbra.
Ancora ansimante mi disse
"Sabato prossimo lo facciamo in cucina" ...
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17 years ago
porcellina772007,
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Una passeggiata al parco
Era domenica pomeriggio, all'ultimo sole leggero di novembre. Avevo voglia di una boccata d'aria, dopo aver passato tutto il pomeriggio in casa guardando un po' di televisione e chattando su alcuni siti erotici. Un po' annoiato dai soliti scambi di messaggi in fin fine inconcludenti, decisi di staccare e di fare un giro al parco centrale della città.
Presi la macchina e in una decina di minuti arrivai al parco sempione. Parcheggiai a pochi passi da uno dei vialetti di accesso, e mi incamminai nel parco. Dopo qualche centinaio di metri, mi sedetti e mi misi a guardare intorno.
La coppia che si teneva per mano, due signori anziani che camminavano discutendo probabilmente di sport o di politica, un gruppo di ragazze in bici e una ragazza bionda, che passeggiando passa proprio davanti alla mia panchina.
Alta circa un metro e settanta, forse qualcosa di più. Capelli castano chiari ricci e folti a cadere fin sotto le scapole, un maglioncino di lana fine, vaporoso, con una discreta scollatura su una seconda di seno ravvivata da un push-up che ben faceva il suo lavoro. Gonna corta nera e un paio di autoreggenti a rete che impreziosivano le lunghe gambe dritte e ben tornite. Non potei fare a meno di osservare la sua piccola sfilata sotto i miei occhi, girando la testa da una parte all'altra a seguire la sua camminata flessuosa e provocante. Ebbi l'impressione che quando passò davanti a me, rallentò appositamente il passo per farsi osservare meglio. L'aveva visto benissimo che la stavo guardando, ci eravamo incrociati gli sguardi per un secondo e notai che anche lei mi aveva squadrato in quel breve attimo d'incontro. Fu solo un secondo, ma percepii una carica erotica fortissima. Come se in quel momento avessimo fatto l'amore. Ovviamente fu questione di un attimo e subito dopo al voltare del suo sguardo rientrammo nella situazione reale... Io a continuare a godermi la sua camminata, lei ad agitare il culo in modo palesemente provocatorio. Un culo tra l'altro niente male. Ben affusolato sui fianchi, a scendere a mandolino col disegno delle chiappe ben evidenziato sulla gonna stretta e corta indossata con consapevole maliziosità.
Voleva essere guardata, e sono sicuro che le piaceva l'idea di suscitare eccitazione in me che la stavo gustando come un vino prelibato. Proseguì la camminata per qualche passo, e poi si sedette sulla panchina a pochi metri di fronte alla mia. Una volta seduta gettò un'altro sguardo veloce verso di me. Voleva essere sicura che la guardassi. Ed effettivamente non poteva essere altrimenti. Le sorrisi, e lei ricambiò. Tirò fuori un libro dalla borsetta e si mise comoda, per così dire, leggendo. Sapeva bene che la stavo guardando. Mentre lei leggeva, il mio sguardo seguiva tutta la lunghezza delle sue gambe accavallate, fino alla gonna leggermente arricciata in quella parte della coscia dove gli autoreggenti finivano di abbracciare la gamba. Pochi centimetri più in mezzo, immaginavo la sua intimintà... ero giusto assorto in questa fantasia, quando ecco che abbassa il libro dagli occhi, appoggiandolo in grembo, e mi guarda. Io continuo a guardarla. Negli occhi, sulla scollatura e insistentemente sulla scosciatura maliziosa... Lei scavalla le gambe con lentenzza e attenzione e mette le gambe vicine con le coscie l'una contro l'altra. Io torno a guradarla negli occhi, e poi ancora scendo con lo sguardo squadrandola con attenzione e voluttuosità. Credo che sia eccitata quanto me, dal fatto che la sto osservando così provocatoriamente. E' palese che le sto accarezzando il seno e le coscie con gli occhi...
Lei apre leggermente e lentamente le gambe. Il mio sguardo si fissa sulla penombra sotto la sua gonna, come se il resto del mondo in quel momento non esistesse più. Le apre sempre di più, e la sua intimità che prima era solo descritta dalla mia fantasia, si palesa fra i controni incerti dell'ombra sotto la gonna. Percepisco, ma non vedo. Intuisco ma non ho conferme. Il pene si gonfia nelle mutande, e anche lei... come me... non può vedere ma percepisce. Percepisce la libidine che cresce dentro di me. Mi guarda. Mi alzo mi siedo affianco a lei. Non ci siamo detti neppure una parola. La bacio sulle sue labbra morbide e invitanti. Lei spalanca la bocca come se volesse accogliere qualcosa di ben più grosso della mia lingua... è vorace. Le succhio il labbro inferiore e ricambio la disponibilità dimostrata infilandole la lingua con vigore, rudemente. Con passione ed eccitazione. La sento fremere fra le mie mani che le sorreggono la nuca e la schiena appena sotto le scapole. Lascia scorrere una mano lungo i miei jeans fino a risalire sul rigonfiamento. Lo massaggia leggermente eccitandosi nel sentirlo già ben duro.
Continuo a baciarla sferzandola con la lingua e appoggiandole una mano sul fianco del seno.
Poi mi distacco repentinamente. La guardo. Ha la bocca ancora leggermente socchiusa, mi guarda affamata e desiderosa di continuare quel che stavamo facendo. Leggo quasi sorpresa nei suoi occhi, per quel bacio così intenso e turbante. Credo che come me, in questo momento sia come leggermente ubriaca. Inebriati l'uno dell'altra. Mi alzo, la prendo per mano e la porto verso la macchina.
"Vieni, andiamo via".
"Dove?" mi risponde lei.
"In un posto che ti ecciterà ancora di più"
Saliamo in macchina, e inizio a guidare verso un grande parcheggio di mia conoscenza. Ormai il sole è calato del tutto e dove non ci sono lampioni la luce è sempre più fioca.
Guido per altri dieci minuti. Intanto lei si infila una mano fra le coscie e vedo che ci da dentro... io la guardo... "hai proprio voglia eh?"
- "Sì, mi hai fatto bagnare parecchio, ma dove hai imparato a baciare in quel modo?"
"E' la donna... Dipende da quanto sei donna. E' anche merito tuo e della tua femminilità se ti ho baciato così bene. Mi ispiri e mi ecciti. Il solo guardare il tuo modo di muoverti mi dà carica erotica..."
Vedo che la sua mano si massaggia lì in mezzo con delicatezza, quasi a tenerla calda. Io dal canto mio sento l'uccello spingere fra i jeans come se li volesse strappare.
Finalmente arriviamo in questo parcheggio di periferia, ampio e scarsamente illuminato.
Ci sono parecchie macchine che girano al suo interno. Poche parcheggiate e almeno una decina che girano in tondo incrociandosi a ripetizione. E' un parcheggio di scambisti e lo conoscevo perchè qualche tempo prima ci ero andato da single alla ricerca di una coppia interessata a coinvolgere un terzo.
"A proposito, io mi chiamo Stefano"
- "Monica..." disse con voce distratta mentre guardava fuori dal finestrino il gran via vai di macchine.
- "Mmmmmm...." - mugolò Monica, "vedo che conosci posti interessanti !"
Accosto la macchina, spengo il motore e lascio accese le luci di posizione.
Reclino i sedili velocemente e lo spazio diventa notevole. Mentre reclino il sedile di Monica, mi guarda con gli occhi pieni di voglia. Il cazzo mi diventa duro come un sasso, e ora mi fa quasi male nei pantaloni. Le prendo la testa e l'avvicino alla cintura. Monica capisce e mi slaccia i pantaloni. La mia voglia traborda dai boxer, ritta e lucida... la cappella rosa e gonfia arriva appena sotto l'ombelico. E' un bel cazzo grosso, pensa Monica e lo capisco da come lo guarda e lo accarezza. "Ho voglia di cazzo !" mi dice....
"Allora assaggialo !" Le prendo delicatamente la testa fra le mani e accompagno i suoi movimenti sul mio uccello caldo e turgido. Sento la sua lingua scorrere lungo lo scroto e fin su, sulla cappella... che poi viene avvolta fra le labbra succhiata con delicatezza e passione.
E' reclinata su di me, e la gonna ora è completamente sollevata sopra al culo. Allungo la mano accarezzandole le ultime vertebre fino all'osso sacro e scendendo ancora verso l'ano mentre lei mi spompina ancora delicatamente. Ora il mio dito scorre lungo la linea fra le chiappe fino a cercare il buchetto del culo. Indugio con le dita intorno al suo ano, e sento crescere in lei l'eccitazione. Mugula ogni tanto, mentre me lo lecca. E io insisto con le dita sul suo buco del culo. Glie lo massaggio e le strofino sempre più insistentemente lo sfintere. Poi affondo il dito nel culo. Sento la sua mano stringere con forza il pene, quasi a volersi aggrappare. Un suono gutturale proviene dalla sua gola. Ora inizia a spompinarmi con voracità... si ficca il palo tutto fino in gola, quasi fino a soffocarsi leggermente... lo vuole sentire tutto dentro... l'ultimo pezzo proprio non riesce a prenderlo in bocca. Ma insiste infilandoselo sempre più in gola. Inizio ad ansimare e a sudare anche io. Inizio ad agitare il dito nel culo e noto che più lo agito e più lei me lo succhia duro.
Sono eccitato a tal punto che le tiro fuori il dito e le sollevo la testa verso la mia faccia.
Le ficco la mano in mezzo alle coscie iniziando a masturbarle la vagina con la stessa mano che poco prima le dava piacere nel culo. Lei mi guarda con la bocca aperta e la lingua fuori come se lo volesse ancora...
Io però non le do il cazzo, ora no. Le porto la mano con cui la stavo masturbando ferocemente verso la sua bocca. E' bagnata di sudore e di piacere e le faccio leccare voluttuosamente il dito. Poi la bacio in bocca lasciando il dito fra le nostre lingue.
Inizio a masturbarmi guardandola negli occhi, lei allora si scosta di poco e allarga le gambe verso di me, iniziando a sgrillettarsi ricambiando lo sguardo intenso di godimento.
Ci masturbiamo guardando a vicenda l'eccitazione che suscitiamo nell'altro, ancora per qualche istante... poi le scosto la mano inizio a leccarle furiosamente il clitoride. Monica non si trattiene e inizia a mugulare, "lo voglio nel culo, mettimelo nel culo...!"
"Sei una vera vacca, cazzo ! quanto sei troia, quanto sei troia...!" Lei si gira a pancia sotto, abbracciando il sedile dell'auto. Io la copro da dietro e senza indugio glie lo appoggio sullo sfintere. Spingo leggermente e la sento mugolare. Bagno il cazzo con la saliva e spingo ancora... la cappella affonda nell'ano con qualche resistenza. Sento il suo culo stringermelo come una morsa. Lei sente il cazzo affamato di lei che la stantuffa dietro.
"Aahhh, aahhhh, aahhhh...." mugola lei
"Senti il cazzo come ti vuole!, senti come ti fa godere...!! prendilo, prendilo tutto!!"
- "Si, si, si"... il tono di voce di monica si fa sempre più gutturale
Io le prendo i seni fra le mani mentre ormai mi appoggio a lei solo tramite il pube e l'uccello e inizio a massaggiarle i capezzoli, baciandola sul collo da dietro.
Il mio cazzo sente le contrazioni della sua fica attraverso il buco del culo, o almeno così penso. Lo prende in culo con vero piacere, e gode persino fin nella fica questa gran porcella.
Intanto dal lunotto posteriore vediamo entrambi che un bel maschio a petto nudo ci sta guardando... Gli faccio cenno di venire e lui si avvicina alla portiera posteriore. La apre, si toglie anche i pantaloni e le mutande e si butta nell'orgia a tre.
Ha dei bei pettorali ben definiti, è alto sull'uno e ottanta e decisamente ha un bel fisico. E anche un cazzo di tutto rispetto.
Monica sta ancora godendo del mio cazzo nel culo, quando il nuovo arrivato le ficca in bocca il suo uccellone. Monica ora danza sotto il mio corpo al ritmo dei nostri due cazzi che la riempiono di piacere. Le piace sentirsi al centro dell'attenzione, è una vera maiala e sa come godere appieno di una bella serata di sesso.
Mugola sempre con maggior vigore. Io e il ragazzo ci guardiamo e spingiamo ancora più forte. Monica sta letteralmente impazzendo dall'eccitazione e dal piacere.
Si dimena come una puttana e spinge con il culo per sentirlo sempre più a fondo.
Ad un certo punto ha un orgasmo... che sale e sale e si fa più intenso... riesce quasi a gridare dal piacere nonostante abbia un cazzo in bocca che glie la riempie quasi del tutto.
L'amico sta venendo, e sentirla venire a sua volta lo eccita ancora di più... Monica sente il mio cazzo spingere nel culo come un vibratore impazzito, e il cazzo che ha in bocca la stantuffa fino in gola facendola sentire porca e desiderata. Gode e gode tanto. Anche io sento che l'orgasmo non è lontano ormai. L'amico le viene in bocca e lei si lecca le labbra durante gli ultimi strascichi del suo orgasmo. Ma Monica ne vuole ancora. "Stefano", mi dice... "Fai qualcosa anche con lui, vi voglio vedere che fate sesso per me..."
Io sono etero e devo dire che non faccio sesso con gli uomini... ma quella volta ero così eccitato che ogni inibizione sessuale stava svanendo. Lui era appena venuto, però, quindi tirai fuori l'uccello dal culo di Monica e mi sollevai da lei mettendomi in mezzo ai due sedili anteriori. Quasi in ginocchio. Monica si abbracciò a me palpandomi le natiche e lasciando scorrere la sua mano sui miei pettorali. Il ragazzo capì e credo senza neppure troppa riluttanza si piegò sul mio uccello prendendomelo in bocca. Era la prima volta che un uomo mi spompinava, e Monica lo aveva capito. Si abbracciò a me ancora più forte, godendosi la scena e guardando questo tizio che mi leccava l'uccello e se lo prendeva fra le labbra. Monica mi guardò e disse: "è la prima volta vero?"
"Sì, ti piace guardarci? ti piace sapere che lo stiamo facendo per te...? "
Monica non rispose ma iniziò a masturbarsi lievemente il monte di venere.
La eccitava l'idea di aver chiesto e ottenuto, solo per lei, che due ragazzi altrimenti etero facessero uno spettacolo sessuale dedicato a lei. Non la eccitava esattamente il fatto che un ragazzo stesse spompinando un altro uomo. Non era eccitata dal rapporto omosessuale in sè. Era eccitata dal fatto che stessimo facendo qualcosa di inusuale, mai fatto prima, solo per lei. Solo per il suo godimento. Dopo qualche minuto di pompino, spostai il ragazzo dal mio uccello e gli dissi che poteva rimanere, ma visto che era venuto poteva solo guardare, ora.
Lui annuì e restò a guardarci in silenzio.
Abbracciai Monica, quindi, e premetti il mio petto contro il suo seno, contro i suoi capezzoli eccitati e sensibili. La baciai nuovamente con la stessa passione con cui la baciai al parco e lei nuovamente si abbandonò in uno stato di estasi che la bagnava fra le coscie. Spinsi il mio pube contro il suo, premendo il membro duro e venoso contro il suo monte di venere.
La sollevai leggermente e le infilai l'uccello ormai dilatato e gonfio oltre il suo limite nella sua fica bagnata e calda.
Lei sentì scivolare la mia carne dentro di lei, percepì la cappella insinuarsi fra le grandi labbra e poi fin dentro la vulva. Fino in fondo. Fino ai coglioni.
Spalancò gli occhi come se fosse la prima volta che prendeva il cazzo, e mi sorrise compiaciuta... Iniziai a spingere e a muovere il bacino in senso circolare per farle sentire il cazzo in ogni parte della figa. Volevo che lo sentisse tutto, oltre quello che poteva immaginarsi e che difficilmente altri uomini le avrebbero fatto provare.
Monica mugolava dal piacere e mi chiedeva di non fermarmi..."Fammi godere, cazzo ! fammi godere come una puttana...!" io davo colpi sempre più ritmati e potenti. Lei gridava sempre più forte.
"Vieni qui, vieni qui" disse all'altro che intanto si stava riprendendo e iniziava a masturbarsi guardandoci. Lui si avvicinò e lei iniziò a masturbarlo con la mano, furiosamente. Gli sbatteva l'uccello in modo impressionante, quasi come se lo stesse frustando. Lui gemeva un po' da piacere e un po' dal dolore... forse. Però gli piaceva e stava al gioco. Io continuavo a spingere il cazzo fin dove potevo, e avevo iniziato a schiaffeggiarle con gentilezza i seni. Quando iniziai ad occuparmi dei seni in quel modo Monica si bagnò a tal punto che sentii colare il suo liquido fin sotto le mie palle, in modo copioso e quasi continuo... era incredibile quanto fosse eccitata e vogliosa di cazzo quella donna !
Ormai non ne potevo più neppure io, e sentivo il cazzo esplodere dentro di lei. Dovevo venire e dovevo inondarla... Sentii che anche lei era nuovamente vicina all'orgasmo e dissi al nostro amico di masturbarla fra le grandi labbra mentre io la stantuffavo. Monica godette a tal punto da graffiarmi la schiena con una mano, e stringendo il cazzo dell'altro così forte da farlo gemere.
Io tirai fuori il mio cazzo appena in tempo per sborrarle addosso e inondarla... il nostro amico restò col cazzo mezzo duro senza venire una seconda volta, ma credo che fini il lavoro da solo sulla sua macchina poco dopo.
Io e Monica restammo in estasi per qualche minuto sdraiati in macchina, quando restammo soli.
Eravamo nudi uno affianco all'altro. Eravamo venuti entrambi, lei due volte, facendo cose che non avremmo immaginato di finire a fare. Ma che ci piacquero non poco. Lei ruppe il silenzio girandosi verso di me e disse: "certo che sei un vero maiale, non ti fermi davanti a nulla quando si tratta di sesso eh?". Io risposi: "Sei così donna... Sei così donna che persino quando un maschio mi succhia il cazzo, su tua richiesta, in realtà sto facendo l'amore con te."
Monica sorrise e socchiuse gli occhi, assaporandosi il momento.
Io mi girai verso di lei per gustare la splendida donna con cui vissi una delle esperienze sessuali più coinvolgenti della mia vita.
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17 years ago
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