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In sauna
Vivevo a Roma ed un pomeriggio in cui avevo del tempo libero decisi di andare in sauna. Sentivo il bisogno di espellere un po’ di tossine, per cui andai all’Hilton a Monte Mario. Era una bella sauna, studiata bene, con una parte per gli uomini ed una per le donne, con un ingresso, un salone con i lettini da riposo, e, per chi desiderava della privacy, delle stanzette con un lettino un comodino, e la possibilità di chiudere la porta. C’era una zona spogliatoio con degli armadietti ove riporre le proprie cose, chiusi a chiave, e poi c’era la zona sauna e bagno turco con, prima, la zona docce e la vasca di acqua ghiacciata. Una volta spogliatomi, riposti i miei vestiti nell’armadietto assegnatomi alla cassa, mi avvolsi un asciugamano attorno alla vita e mi avviai alle docce. La giunto me ne feci una, rapida e poi entrai in sauna. La sauna era fatta a V con al centro la stufa e poi, sia a sinistra che a destra, due serie di panche, una più bassa e subito dopo una più alta, a gradinata. La porta d’ingresso alla sauna era dotata di una finestrella che permetteva di vedere il lato sx della V e parte del lato dx. Pertanto andai a posizionare il mio asciugamano sul gradone basso della parte dx, non visibile dalla porta e, nudo, mi ci distesi tenendo le gambe piegate così che, chi entrava, poteva avere una bella visione del mio culo e del mio membro, leggermente eretto. Dopo qualche momento entrarono due uomini, uno più giovane (direi sui trentacinque anni) ed uno sulla cinquantina, ambedue, notai, ben dotati. Si sedettero sulle panche di sinistra. Mi guardarono ed io, facendo finta di non notare i loro sguardi, mi passai la mano sul culo, massaggiandomelo ed accarezzandomelo, stuzzicando lo sfintere, poi ritornai a braccia allungate lungo il corpo. I due continuavano a guardarmi e notai che il più giovane, mentre si stava masturbando, accarezzava il membro del più anziano, che si stava erigendo fieramente. A quel punto l’anziano si alzò dalla panca e si diresse verso di me: Io stavo fingendo di avere gli occhi chiusi ma, tra le palpebre, osservavo tutti i movimenti. Il tizio mi si avvicinò e…. gli comparve in mano una bottiglietta di olio Baby Johnson, se ne versò un po’ sulla mano e…. mi unse il culo. Feci un finto sobbalzo, come se fossi stato preso alla sprovvista e ci guardammo negli occhi. Lui, intanto, mi aveva infilato due dita nel culo e mi stava trapanando; fece un gesto al suo compagno e quando questi, che nel frattempo aveva continuato a masturbarsi ed ora era in completa erezione, giunse vicino tolse le dita dal mio culo e, sempre senza parlare, lo invitò ad incularmi. Lubrificato ed allargato com’ero stato non gli fu difficile, rialzandomi le gambe sulle sue spalle, penetrarmi completamente, fermarsi un attimo e poi iniziare un va e vieni che mi portò a mugolare per il piacere che mi stava dando. Nel frattempo quello più anziano aveva iniziato ad ungere il culo di colui che mi stava inculando arrivando, di lì a poco, ad incularlo a sua volta. Il tizio aveva un cazzo di tutto rispetto ma riuscì, comunque, a farglielo entrare con una certa facilità dal momento che, sicuramente, era una pratica abituale tra di loro: il più giovane era la femmina dell’altro, erano una coppia di fatto. Dopo qualche minuto iniziai a godere, schizzandomi addosso tutta la sborra che fuoriusciva dal mio uccello e pertanto il mio sfintere incominciò a contrarsi, portando il mio sodomizzatore a provare quel piacere che lo fece godere, digrignando i denti e spingendosi ancor più nel mio culo. Dopodiché, mentre il suo maschio continuava imperterrito a possederlo, si piegò verso di me, iniziò a leccare tutta la mia sborra dal mio torace e poi ….. mi baciò, infilandomi tutta la lingua nella bocca, cercando di incrociare a mia lingua. Il bacio, per me, è un punto importante in un rapporto sessuale e pertanto finì per rispondere con estrema libidine al suo bacio, iniziando a godere nuovamente. Il più anziano, nel frattempo, smise di inculare il suo partner, lo fece uscire dal mio culo e, a sua volta, mi inculò, trovando all’inizio un po’ di difficoltà nel farlo ma riuscendo, alla fine, a penetrarmi completamente, anche se con un po’ di dolore da parte mia. Si fermò, per darmi modo di abituarmi a quella grossa intrusione e far sì che il dolore arrecatomi si affievolisse e, quando per le contrazioni del mio sfintere capì che mi ero abituato, iniziò a possedermi, con una certa veemenza. Mi stava letteralmente sbattendo arrivando sino in fondo possedendomi totalmente, mandandomi fuori di testa per il piacere che mi stava facendo provare e dopo qualche minuto, iniziò a riversarmi nel culo un vero torrente di sborra. Nel frattempo il più giovane mi aveva dato da succhiare il suo membro e quando il suo compagno iniziò a godermi nel culo lui fece lo stesso nella mia bocca. In tutto questo tempo, da quando cioè il più anziano aveva iniziato a incularmi, non mi ero accorto che erano entrati un paio di altri tizi che stavano facendo da spettatori interessati, smanettandosi i membri allegramente. Coloro che mi stavano usando non si erano minimamente scomposti, continuando uno ad incularmi e l’altro facendosi sbocchinare. Quando colui che mi inculava scaricò tutta la sua sborra nel mio culo e dopo un po’ se ne uscì, i due nuovi arrivati mi rigirarono a pancia sotto e uno si mise seduto davanti a me offrendo il suo attrezzo alla mia bocca e l’altro, mettendomi in ginocchio, mi inculò… Aveva un cazzo meno grosso dell’anziano ma molto più lungo, per cui ebbi l’impressione che mi arrivasse in gola. Non mi avevano dato nemmeno il tempo di riprender fiato, ero completamente elettrizzato, stavo andando fuori di testa, completamente illibidinito dalle sensazioni che mi stavano facendo provare, completamente alla loro mercé, senza forze, ma con una voglia pazzesca che continuassero, che non mi dessero tregua. Approfittando del fatto che ero in ginocchio quello giovane della coppia precedente infilò la sua testa sotto di me ed iniziò a succhiarmi il cazzo, voracemente, portandomi in breve a sborrargli in bocca, sborra che lui deglutì senza alcun problema, anzi continuando a succhiarmelo al punto che, pur con un uccello in bocca, blaterai un “ Basta… per favore…”
I miei seviziatori godettero, mi riempirono di sborra che a quel punto stava fuoriuscendo da tutte le parti e…. rimasero ancora in me. Stavo impazzendo dal piacere, ero completamente elettrico. Colui che era ancora infisso nel mio culo mi torturò i capezzoli, facendomi provare altre scosse. Eravamo tutti un bagno di sudore, completamente grondanti. Mi sfilai e, con le gambe tremanti, uscì dalla sauna ed andai sotto la doccia, per riavermi. Anche gli altri erano senza forze, per lo sforzo fatto in un ambiente così caldo, ma quando finì di farmi la doccia la coppia di fatto mi requisì e mi portò nella lo stanzetta di riposo per palparmi ancora un po’ ed accordarci su quando rivederci a casa loro.
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8 years ago
admin, 75
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Sesso al cinema
Sesso al cinema
Luciana. L’avevo conosciuta diversi anni prima, quando eravamo stati presentati dai nostri “mentori” Nino e Leo (vedi racconto “Quarto seguito a “Ecco come fu.. “) e dopo la loro morte, tristi, ci eravamo avvicinati ancor più. C’era tra noi, già da allora , una intensa intesa sessuale e, pur essendoci una differenza d’età (lei aveva 4-5 anni più di me), a letto la signorina gradiva molto le mie avances ed il mio modo di scoparla. Pertanto ci vedevamo abbastanza spesso, anche perché era andata ad abitare da sola (aveva iniziato a lavorare come infermiera in ospedale) e pertanto c’era un letto disponibile. Quel giorno Luciana decise che voleva andare a vedere un film in un cinema “D’essai”, il Lumiere. Andammo al primo spettacolo. C’era poca gente e ci sedemmo nell’ultima fila di sinistra, completamente decentrata dall’ingresso. Non appena le luci si spensero la Luciana si avvicinò a me e, baciandomi, iniziò ad accarezzarmi “il pacco” facendo rizzare il mio compagno di giochi mentre io iniziai a masturbarla. Ebbi modo, così, di riscontrare che era senza mutande e che non aspettava altro che le pastrugnassi la fica. Non appena iniziai a farlo, mi aprì la lampo dei pantaloni, me lo tirò fuori ed iniziò a smanettarmelo. Quando lo ebbe portato alle sue giuste dimensioni, si inchinò verso di me ed iniziò a succhiarmelo, voracemente. Ma solo per qualche momento. Dopodiché, soddisfatta delle sue dimensioni e durezza, si rialzò la gonna e venne a sedersi sulle mie gambe, volgendomi la schiena, impalandosi. Rimase ferma per qualche momento, assestandoselo meglio nella fica, quindi… iniziò un lento su e giù godendoselo fino in fondo. Intanto io le avevo preso i seni stuzzicando, in particolare, i capezzoli che aveva sensibili e che non ci misero molto ad inturgidirsi così che iniziai a stringerglieli un po’ di più, facendo sì che iniziasse a mugolare facendomi capire che le stavo dando piacere, sino a quando iniziò a cavalcarmi con più intensità sino a sussurrare un “godooo… pazzesco, sto godendo da matti… “ e bagnandomi le palle con i suoi umori. Mi trattenni dal godere ! Volevo poter continuare la scopata, sapevo che lei non sarebbe uscita, che dopo qualche minuto avrebbe ripreso a cavalcarmi. Ed in effetti così fu. Passato qualche minuto, trascorso praticamente appoggiata e tremante sul mio torace, riprese a muoversi su di me, sfilandoselo e rinfilandoselo, prima lentamente, poi con un ritmo più accelerato facendomi capire, prendendo le mie mani e riportandosele al seno, che voleva che ricominciassi a torturarle i capezzoli, cosa che feci con estremo piacere. Dopo una decina di minuti di tale movimento iniziò a contrarre la fica, succhiandomi di fatto l’uccello e portandomi a riempirla con la mia sborra così che, al secondo schizzo, rispose iniziando a tremare e godere come una pazza, facendo fatica a trattenersi dall’urlare il suo piacere. Le passai dei fazzolettini per asciugarsi mentre si alzava per risedersi al suo posto, stravolta. Io ero con il fiatone per l’intensità dell’orgasmo avuto, vuoi per il piacere, vuoi per il fatto che l’averlo fatto in un luogo dove altri avrebbero potuto vederci, aveva acuito il piacere per una forma di esibizionismo nascosto. Nonostante il piacere appena provato, io ero ancora in erezione. Lei se ne accorse ed iniziò ad accarezzarmi il membro, con delicatezza. Una volta che ebbe ripreso un ritmo normale di respirazione, si inclinò verso di me e…. se lo prese in bocca, iniziando a succhiarmelo con delicatezza ma molto intensamente. Godeva a sentirselo crescere in bocca, solleticando il frenulo e poi andando a suggere le palle. Mi portò al punto che stavo per goderle in bocca e… lì si fermò. Tenendolo stretto tra le labbra ma non dandomi la possibilità di godere. Ferma per alcuni minuti riprese poi a succhiarmelo voracemente portandomi, in breve, a goderle in bocca, cosa che lei gradì molto inghiottendo tutto ciò che le riversavo nella bocca. Poi… mi baciò, scambiando con me i miei umori ! Libidine, pura libidine. Ci rilassammo guardando un po’ del film e l’intervallo dello stesso, guardandoci negli occhi e cercando di nascondere il desiderio che avevamo, ma dopo un po’, quando iniziò il secondo tempo, ricominciò a masturbarmi e, una volta che lo portò alle giuste dimensioni, si risollevò dalla poltroncina, si rialzò nuovamente la gonna, si spalmò il culo con della pomata e…. si inculò in un unico movimento. Oddio… che bella sensazione! Ritrovai il mio membro avvolto da un fodero a sua misura che, con brevi contrazioni, lo stimolava all’eccesso.
Iniziò a fare un “su e giù” spettacolare. Feci fatica a trattenermi per cercare di far sì che fosse lei la prima a godere , ma ci volle un buon quarto d’ora, tempo che lei usò con vari “Sì… così… dammelo tutto… oddio, che bello… sei pazzesco, hai la giusta dimensione di cazzo…. Mi stai facendo godere da matti..” ed iniziò a godere come una fontana, bagnandomi tutto.
Le riversai in culo tutta la sborra che avevo ancora nelle palle e…. ci fermammo così.. affannati… completamente soddisfatti e… impossibilitati a fare altro. Ci ricomponemmo e, respirando affannosamente, attendemmo la fine del film.
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8 years ago
admin, 75
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Piacere dominante 2
Piacere Dominante 2
Dopo quella prima serata a tre… le signore ci presero gusto. Avevano sperimentato un nuovo modo di godere e, pur continuando a desiderare di essere chiavate, amavano lesbicare arrivando ad essere completamente succubi del fatto di darsi e provare piacere, nel fare sesso in tutte le sue forme. Erano diventate delle erotomani senza limiti e perciò mi ritrovai ad essere cercato in continuazione per poter fare sesso liberamente con me e, nei miei momenti di pausa, continuare tra di loro senza tregua. Una sera (ormai, evidentemente, si erano accordate tra di loro dal momento che si presentavano da me in coppia) vennero, suonarono, attesero che gli aprissi e, non appena entrate, si spogliarono nell’ingresso e si presentarono davanti a me, che le stavo attendendo seduto sul divano. Si sedettero con me, una per lato, ed iniziarono, alternandosi, una a sbocchinarmi e l’altra a succhiarmi i capezzoli e poi baciarmi, lingua in bocca, lasciandosi torturare i capezzoli. Erano due tipe somaticamente molto diverse. Di altezza uguale (circa 1,60 – io ero 1,83) ma mentre Eva aveva i seni piccolini, direi una seconda ma con bei capezzoli che, una volta stuzzicati, si ergevano e diventavano grandi come la prima falange di un dito indice e presi in bocca davano la sensazione di suggere una oliva greca, Sonia aveva dei seni grandi, una quarta abbondante, soda, con capezzoli più piccoli ma comunque moto sensibili. Il culo di Sonia era più conformato, bello sodo, quello di Eva avrebbe avuto bisogno di aggiungerci due fettine sulle natiche. Comunque… inculabile. Alternandosi nel farmi il pompino e baciarmi mi portarono quasi sull’orlo di godere ma… non volevo dare loro tale soddisfazione e pertanto le fermai, ordinando loro di lesbicare. Intanto le guardavo e, riprendendo il controllo del mio piacere, visto che si erano messe a fare uno splendido 69, iniziai a fottere quella che stava sopra, così che l’altra potesse osservasse dal vivo la penetrazione, nel mentre continuava a succhiare il clitoride dell’altra. Colei che stavo fottendo (non ricordo più chi fosse delle due) iniziò a mugolare facendo ben capire il piacere che stava provando, sino a quando, sull’azione congiunta mia e dell’altra, iniziò ad urlare che la stavamo facendo godere, chiedendo tregua perché la stavamo facendo impazzire ma noi, sadicamente, continuammo finché si accasciò inerte, senza forze per il troppo piacere. Ma non smisi di chiavarla. … e lei continuò a godere, cosa che reputavo impossibile. Poi, mi fottei l’altra, senza ancora aver goduto mentre quella che avevo appena fottuto si riaveva ed iniziava a baciare, lingua in bocca, colei che era sotto di me, finché anche questa iniziò a smaniare e godere come una fontana. Dopo un po’, ripreso fiato, mi tirai addosso Eva che, tutta felice, si impalò sul mio cazzo, iniziando a muoversi ed a chiavarsi da sola. Sonia, che delle due era quella un po’ più trasgressiva, prese dalla sua borsa qualcosa che, lì per lì non capì, ma dopo qualche momento la vidi indossare uno strap-on con un fallo interno, che si mise decisamente in fica, ed uno esterno che. dopo un attimo, appoggiò al culo di Eva, dopo averglielo lubrificato, e, spingendola di più sul mio torace mentre si stava chiavando con il mio attrezzo, glielo infilò in culo in un battibaleno, strappandole un urletto di dolore. Una volta preso il ritmo con cui Eva si stava chiavando su di me, iniziò ad incularla con colpi forti e decisi, portandola, dopo qualche minuto, a dire: “Oddio, mi state facendo impazzire…. Godoooo…. Godoooo…” e si accasciò tutta tremante su di me, mentre Sonia continuò ad incularla finché non iniziò, anche lei, a godere dichiarando il suo piacere. Avevo creato un trio libidinoso, che però, dopo qualche mese, mi venne a noia ed a cui misi termine, una sera, chiamando i carabinieri per denunciare una situazione di stalking a cui ero sottoposto da parte di due tizie. Le trovarono in strada che ancora stavano suonando al mio campanello.
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8 years ago
admin, 75
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Ho incontrato gli dei (terza puntata)
La camera di Lucia e Salvatore affacciava sul frontespizio dell’albergo e guardava sul mare da un terrazzino che consentiva di cenarvi se si fosse voluto. Vi si accedeva attraverso un ampio vestibolo sul cui lato destro si apriva la porta di una spaziosa camera da bagno.
Il letto matrimoniale all’americana, come il mio, era di almeno tre piazze.
Lucia vi stava distesa coperta da un leggero lenzuolo di lino che modellava le sue forme accendendo la fantasia di chi, come me la desiderava, con un forte senso di colpa nei confronti del marito.
Con la bottiglia di champagne in una mano e tre coppe nell’altra, le domandai come si sentisse esprimendole il mio rammarico di non aver goduto della sua presenza all’ora di cena.
Mi rispose che era dispiaciuto anche a lei ma che era stato meglio così perché ora stava molto meglio e meglio ancora avremmo potuto salutarci ora.
Si levò dal letto e tutti miei sensi ne subirono un colpo quasi fatale.
Indossava un top da notte nero che ingaggiava una lotta impari per contenere il suo seno perfetto e nondimeno per coprire i suoi glutei dei quali superava appena l’attaccatura alla coscia.
Nall’alzarsi spinse avanti una gamba ed intravidi per un attimo i peli del pube.
Muovendosi nella stanza con la leggerezza d’una gazzella, con una disinvoltura che io non riuscivo più ad avere, raggiunse l’armadio e ne trasse una corta vestaglia, sempre nera, che indossò ..... per coprirsi.
Poi si diresse verso il terrazzino, sistemò i flut sul tavolo, mi tolse la bottiglia dalle mani e cominciò lei stessa ad armeggiare per stapparla.
Al flop del sughero seguì uno spruzzo che le bagno il viso, la vestaglia, il top e la pelle del collo e del seno. Lei scoppiò in una risata un po’ eccessiva ed innaturale; versò lo champagne e brindammo ridendo.
Poi, all’improvviso, mi getto le braccia al collo e mi baciò sulle labbra spingendo il suo corpo bagnato contro il mio.
Ne percepii il tepore mentre la sua lingua frugava nella mia bocca e lei mi mordicchiava le labbra.
Era praticamente quasi nuda e spingeva la sua fica caldissima contro il mio cazzo in procinto di sfondare slip e calzoni pur di entrare nel suo corpo stupendo.
Il tutto si era svolto così fulmineamente che avevo dimenticato il marito.
Con la coda dell’occhio lo vidi seduto sul divano della camera, con il cazzo in mano, che sembrava godersi la scena.
Intanto Lucia, freneticamente mi aveva abbassato slip e pantaloni e si era inginocchiata innanzi a me.
Impugnò il mio cazzo e cominciò a leccarlo con delicatezza sul frenulo, carezzandone la cappella con le labbra calde sulle quali ripassava la lingua per recuperare ogni goccia di liquido che ne usciva per l’eccitazione.
Poi allungò le labbra e lo ingoiò quasi fino alle palle, tanto che lo sentii battere in fondo alla sua gola.
Ero talmente arrapato dalla situazione che se le avessi consentito di continuare l’avrei fatta annegare riversandole in bocca una cascata di sperma caldo che lei sembrava desiderare.
Allora glielo sfilai dalle labbra, la presi in braccio, la denudai totalmente e la stesi sul letto a pancia in giù.
Ero certo che se l’avessi guardata negli occhi, il mio cazzo sarebbe esploso sulla sua faccia.
Ma io me la volevo godere. Cominciai a leccare lo champagne che aveva sul collo mordicchiandola delicatamente anche sui lobi ed infilando la lingua nelle sue orecchie. Fremeva e si lamentava ormai quasi incosciente nella situazione che doveva aver vissuto altre volte innanzi al marito che la guardava masturbandosi.
L’dea che la donna che avevo quasi idolatrato per tutta la settimana potesse essere così puttana, mi eccitò maggiormente e, mentre le leccavo e contemporanemente le accarezzavo la schiena, le misi un dito in bocca che lei cominciò avidamente a succhiare bagnandolo.
Allora, raggiunto il suo bel culo, glielo passai sulla fica cercando il clitoride; lo infilai appena tra le piccole labbra ritirandolo ancor più lubrificato e lo accostai al suo ano infilandoglielo pian piano.
Sussulto con un gemito di piacere, ma non si ritrasse ed io cominciai a muoverlo su e giù con una lentezza che le consentiva di percepirne tutti i movimenti e le facesse pensare che presto l’avrei inculata.
Mi spostai verso i suoi piedi e comincia a leccarli. Passai poi alle caviglie, ai polpacci, alle cosce, fino alla fica.
Allora la girai e lei mi aprì immediatamente le cosce, mostrandomela in tutto il suo roseo splendore che occhieggiava attraverso il pelame scuro che fortunatamente, per i miei gusti, non aveva rasato.
Le baciai l’interno delle belle cosce, calde e lisce, le leccai gl’inguini leggermente sudati e scostai il pelo con misurata lentezza.
Volevo che desiderasse la mia lingua prima e il mio cazzo che aveva già ponderato, poi.
Le baciai delicatamente la fica spennellandola con la lingua finché cominciò a guaire ed a fremere, spingendola contro la mia bocca; allora gliela infilai tra le piccole labbra che colavano il nettare profumato e denso della sua voluttà, che ebbi il piacere di ripulire in punta di lingua, succhiandomi poi le due dita che le avevo infilato nella fica simulando un cazzo, mentre le titillavo il clitoride.
Cominciò ad urlare che mi voleva dentro di se, che voleva sentire il mio sperma caldo nella sua fica, nel suo culo, nella sua bocca, dovunque volessi sborrare.
Voleva essere la mia schiava che avrebbe subito qualsiasi nefandezza mi fosse venuta in mente.
Immaginate l’effetto di quelle parole.
Lasciai la sua fica e la presi per i capelli mordendole le labbra e baciandola rabbiosamente mentre sentivo la sua mano che cercava il mio cazzo e, trovatolo, lo guidò nella fica.
Poi la spinse violentemente in avanti e ci s’inchiodò al punto che sentiì la cappella quasi entrarle nell’utero.
Mi teneva le mani sui glutei e mi tirava dentro di se con tutta la sua forza, impedendomi di chiavarla come avrei voluto.
Respirava a fatica e mi tirava dentro di se come volesse prolungare all’infinito la sensazione del mio cazzo che l’aveva riempiva con tanta sgarbata violenza.
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8 years ago
millumino3dimmenso,
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Ho incontrato gli dei (quarta puntata)
A questo punto Lucia raggiunse l’orgasmo. Urlò per liberarsi del fiato che aveva trattenuto e la sua bellissima fica cominciò a stringere e ad allargarsi, a chiudersi e schiudersi intorno al mio cazzo durissimo conducendolo ad una esplosione di sperma di cui lei dovette sentire i fiotti caldi perché urlo con la stessa frequenza dell’ eiaculazione poi mollo tutto e quasi svenne, come svuotata di qualsiasi energia.
Mi era successo lo stesso e mi lasciai cadere sul letto, al suo fianco, senza forze, ma sentendo di amarla per l’intensità del piacere che mi aveva donato, prima esasperando per una settimana il mio desiderio, poi facendolo esplodere in pochi intensissimi momenti di totale annichilazione.
Anche Salvatore era venuto in contemporanea e guardava la moglie con la gratitudine di chi gode di una complicità così totale che gli consente di godere guardando la bellissima amata che scopa con un altro uomo.
In realtà avrebbe voluto partecipare anche lui, magari dandoglielo in bocca, toccandola, sborrandole sulle labbra o indosso, ma tutto si era svolto così rapidamente che nessuno di noi tre aveva avuto modo di pensare, di capire cosa stava avvenendo.
Era solo stato bellissimo! Non avevo mai visto un donna godere in quel modo e capii che si era lasciata andare completamente, forse rassicurata dalla mia signorilità; dal fatto che, pur avendo lei capito quanto mi piacesse, non avevo mai tentato advances o soltanto allusioni.
Certamente ne aveva parlato col marito cukold e mi avevano preparato la magnifica trappola, si fa per dire, del mal di testa, della sera prima della partenza.
Sicché il giorno dopo, non vi sarebbe stato l’imbarazzo d’incontrarci pensando a quanto era accaduto la sera prima.
Avrei voluto restare con loro ma Lucia era così rilassata che, per quanto desiderassi godermela con più tempo e migliore attenzione, preferii andar via, magari a farmi una sega per placare il mio desiderio di lei.
Non mi trattennero, ma restammo d’intesa che ci saremmo rivisti a Napoli o a Salerno.
Ma questa è un’altra storia!
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8 years ago
millumino3dimmenso,
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Piacere dominante
Piacere Dominante
Stavo vivendo da solo. Mi ero separato da mia moglie ed ero ritornato a Trieste.
Avevo conosciuto, al mare, una tizia assieme alla figlia piccola, e avevamo iniziato una specie di relazione; ogni tanto lei veniva a trovarmi a casa. Andò a finire, pertanto, che … andammo a letto. Lei era particolarmente “geisha”, disposta a tutto pur di soddisfare i miei desideri. Particolarmente abile nel farmi i “bocchini”, risucchiandomi ogni stilla di sperma ed ingoiandolo fino all’ultima goccia.
Io, all’epoca, sapevo far durare a lungo le mie scopate e ciò la mandava in estasi. Era tutto merito di coloro che mi avevano fatto conoscere i piaceri del sesso, omosex o etero che fosse, e mi avevano insegnato a controllare il piacere e godere solo quando il partner era soddisfatto. Prima regola: far godere il partner.
Il piacere principale nasceva dal sentire il godimento dell’altro e portarlo allo sfinimento. Una sorta di piacere sadico. Sapere di averlo sottomesso. In questo la tizia, che chiamerò Eva, era perfetta. Sottomessa, godeva da matti ed era pluriorgasmica ! Ciò, naturalmente, acuiva quel lato sadico che avevo scoperto in me e mi portava ad usarla come meglio credessi. Era diventata una sorta di “schiava” personale, tanto che, dopo averla legata al tavolo da pranzo, nuda, con le natiche completamente esposte, mi divertivo a penetrarla in tutti i suoi orifizi e poi, quando iniziava a godere a fontana, uscire e lasciarla lì a desiderare di essere nuovamente penetrata. E magari… uscivo di casa, lasciandola in quella posizione, non proprio comoda, per qualche ora.
Ogni volta mi inventavo qualcosa di nuovo: incularla mettendole nella vagina un vibratore acceso, che acuisse il suo piacere, o viceversa metterglielo nella vagina ed il vibratore nel culo, oppure… metterle nel culo le palline cinesi, quelle vibranti, e star a guardare le sue reazioni mentre me lo facevo succhiare. Godevo nell’usarla, senza farle del male fisico, che non concepisco, ma torturandola facendola godere e portandola oltre i suoi limiti. Alla fine mi stancai di lei e le dissi di scomparire ma lei….. iniziò a seguirmi e spesso a venire, la sera, a suonare al mio citofono.
Una sera, stanco del suo modo di fare, decisi di farla entrare e … sottometterla totalmente. Pertanto… feci scattare l’apri portone (avevo visto, guardando oltre le persiane che dopo aver suonato era ferma in mezzo alla strada e guardava le mie finestre) e lei lo udì e …. si avviò verso di esso. Io nel frattempo avevo lasciato la porta d’ingresso accostata e la luce accesa in soggiorno.
Entrò, lentamente, quasi spaurita, e si diresse verso la luce. Sul tavolo del soggiorno avevo fatto a tempo a lasciare un foglio con su scritto, a caratteri cubitali… SPOGLIATI ! Io la guardavo dal buio della cucina, alle sue spalle. Vide il messaggio, appoggiò la borsetta a terra e… iniziò a spogliarsi. Si denudò completamente ! Io mi gustavo la scena. Quando fu completamente nuda le dissi: “Ora appoggiati al tavolo !” E lei, ubbidiente, da vera schiava, lo fece. Solo allora mi avvicinai a lei, le accarezzai il culo, allargandoglielo un po’ ed arrivando a toccarle la fica iniziando a masturbarle il clitoride sin quando iniziò a mugolare “Sì… così…. Ti prego… fammi godere… ho voglia di te… sono tua, completamente tua…. ti prego… prendimi !” Io continuai a masturbala, senza darle tregua né accontentarla. Alla fine, accondiscendendo alle sue reiterate richieste, snudai il mio cazzo e…. la inculai. Aveva imparato presto a godere anche solo con la penetrazione anale, ma in quel caso, mentre me la inculavo, stavo continuando a masturbarle il clitoride il che la portò, in breve, a godere come una fontana.
La portai a chiedere tregua, ma non gliela diedi, portandola così ad avere un secondo ed un terzo orgasmo e, al quel punto, la riempì di sborra ! Ormai non sapeva più fare a meno di me e ogni due/tre sere veniva a suonare al mio portone. Qualche volta le aprivo, ed allora la scena si ripeteva, altre la lasciavo in strada.
Nel frattempo avevo conosciuto un’altra ragazza, più giovane, che mi sembrava avesse le caratteristiche di una geisha. La chiamerò Sonia. Non era vergine ma aveva avuto solo un amante, colui che l’aveva sverginata ma che non aveva saputo farla godere. Pian piano la sottomisi facendola impazzire dal piacere, dedicandomi a lei, suggendole la vulva sino a portarla all’orgasmo e…. continuando a farla godere, fin quando non sveniva dal piacere. Quando non poté più fare a meno del piacere che le davo la legai al tavolo, come Eva, e…. la lasciai a desiderare di essere posseduta, portandola a chiederlo con tutte le sue forze.
Una volta che riuscì a condizionarla come volevo… le feci incontrare. Una sera che Sonia era da me ed avevamo cenato assieme, mentre mi stavo accingendo a legarla al tavolo suonò Eva. Sonia, perplessa, mi chiese chi potesse essere, a quell’ora, a suonare alla mia porta. La portai a guardare dietro le persiane, indicandogliela, spiegandole cosa voleva e dicendole che, quella sera, sarebbe stata la nostra geisha.
Guardandomi negli occhi, sottomessa, mi disse: “Tutto quello che desideri !”
Così aprì il portone e, come al solito, lasciai la porta aperta. Dopo poco sentimmo il portone che si apriva e richiudeva e poi… la porta d’ingresso. Ci facemmo trovare in soggiorno, nudi. Eva arrivò e, vedendoci, venne prima vicino a me, si inginocchiò e me lo prese in bocca. Iniziò a succhiarmelo facendomelo diventare duro poi…. mi guardò negli occhi e vedendo che le accennavo Sonia…. Si diresse verso di lei, iniziò a leccarla tutta finendo per succhiarle il clitoride. Sonia si sedette, allargando le gambe per farsi leccare e succhiare meglio ed io… iniziai ad inculare Eva. Sonia vedeva tutta la scena e …. iniziò a godere sotto i colpi di lingua di Eva. Poi si distese a terra, si infilò sotto Eva e, guardando da vicino l’inculata, iniziò a leccarle la fica, cosa che portò Eva a riprendere a leccare la vulva di Sonia che gradì molto la cosa. Avevo sotto di me due geishe pronte a darsi piacere per darlo a me come meglio gradivo. Quando sentì Eva godere, senza eiaculare mi sfilai e. arrivato dalle parti di Sonia, le rialzai le gambe e, mentre Eva continuava a leccargliela, me la inculai. Sonia, davanti a quella doppia provocazione, iniziò a dare i numeri, iniziando a godere emettendo gemiti ed urletti, chiedendo di fermarci, di darle tregua, ma noi invece aumentammo le nostre stimolazioni. Stava impazzendo e iniziò nuovamente a godere, senza tregua. A quel punto la riempì di sborra e, uscendo, presentai il mio membro ad Eva per farmelo pulire. Come lo vide vicino alla sua bocca…. smise di leccare Sonia e… se lo risucchio tutto, voracemente, goduriosamente, assaporandolo, e alzò lo sguardo verso di me per vedere se gradivo la cosa. Glielo feci capire con lo sguardo e glielo affondai ancor più nella bocca. Sonia, intanto, ancora intontita dal piacere provato, trovandosi praticamente davanti agli occhi il mio culo, iniziò a leccarmelo e, pian piano, infilando tra le mie chiappe la sua lingua, giungere ad infilarmela nello sfintere facendomi provare sensazioni stupende.
A quel punto…. mi sfilai dalla bocca di Eva e ripresi fiato. Loro… si guardarono negli occhi e pensando di farmi felice… ripresero a lesbicare tra di loro. Ormai erano due schiave dei miei desideri, avevano capito che vederle lesbicare mi faceva felice e perciò ce la misero tutta per offrirmi uno spettacolo unico.
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8 years ago
admin, 75
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Ho incontrato gli dei (seconda puntata)
Era capitato per caso che, sulla spiaggia, i nostri ombrelloni fossero piantati sulla stessa prima fila, quasi sul bagnasciuga, ma a distanza di tre, quattro posti.
Questa dislocazione agevolò la mia conoscenza con Lucia e Salvatore, così si chiamavano, e non posso nascondere che la simpatia, la bellezza ed il feeling che si era creato con lei, cominciarono a turbarmi non poco.
Anche nei confronti del marito, avvocato salernitano, sentivo una notevole simpatia che però raffreddava il mio interesse per lei che aveva attirato tutta la mia attenzione sin da qualche ora successiva al baciamano che avevo sentito di farle da vecchio gentiluomo del sud.
Stimavo che avesse intorno ai 45 anni, quell’età in cui le belle donne offrono al mondo tutto il meglio di se stesse.
Una bellezza gestita con classe, senza l’ostentazione aggressiva che avevano avuto da giovanissime misurandosi con se stesse e le coetanee nella provocazione, la conquista ed i giochi acerbi di passione e d’amore; una sessualità maturata dall’esperienza e dalla coscienza di se stesse, che si autoreferenziava degli sguardi ammirati degli uomini e delle stesse donne.
In somma quel quid che le rendeva tanto interessanti da trovarle mentalmente compagne e complici di qualsiasi esperienza possibile.
Lucia, poi, aveva un corpo magnifico che denotava anche un temperamento sportivo che lo manteneva in magnifica forma.
Le cosce, rotonde e lunghe, erano dotate di una muscolatura appena accennata che si esibiva dal bacino al ginocchio in una dimensione che non poteva non continuare con la medesima eleganza di forme, esprimendosi in una caviglia sottile su di un piede perfetto che avrebbe valorizzato qualunque tipo di scarpa, anche per chi non fosse stato amante del genere.
Vita stretta, bel seno rotondo e sodo che ansimava dopo una bella nuotata o una corsetta sulla spiaggia, capelli biondi che incorniciavano un ovale perfetto illuminato dal candore dei denti e da due occhi del colore del cielo.
Ma il marito mi era molto simpatico e sembrava cercare la mia compagnia.
Potevo mai desidera sua moglie?
Mi accadeva, quindi potevo ma, non dovevo.
Quella sera m’invito a mangiare al loro tavolo e ricordo che la serata passò gioiosamente con lei più bella che mai.
Anche tavola mostrava tutta la sua classe che moltiplicava per mille la sua bellezza.
Era un piacere vederla mangiare. Diritta sulla sedia, entrambe le mani sul tavolo, mai gomiti o il braccio. Impugnava forchetta e coltello con le dita, a mo’ di piume leggere; i gomiti stretti ai fianchi, e si muoveva con piccoli gesti misurati e gentili. Talvolta incrociavamo lo sguardo e mi gratifica di un sorriso accennato, che illuminava il suo viso del chiarore degli occhi cerulei ammiccanti e della luce dei suoi denti bianchissimi.
Quasi ne percepivo l’alito profumato e caldo ed a malapena riuscivo a contenere l’irrefrenabile desiderio di stringerla tra le braccia e baciarla con tutta la passione che sentivo per lei.
Così trascorremmo la settimana diventando un terzetto fantastico, quasi sempre insieme, anche in qualche escursione nei dintorni e qualche cenetta a lume di candela in qualche tipico localino del posto.
E lei mi sembrava sempre più bella. Dovevo controllare la disinvoltura con la quale ci rapportavamo l’un l’altra ed evitavamo di parlare della loro partenza alla fine della settimana che avevano goduto sul luogo.
Era chiaro che ci saremmo rivisti a Napoli o a Salerno, ma temevamo, almeno io, che il nostro, come tante conoscenze estive, sarebbe finita lì senz’altro seguito.
E la cosa mi sembrava estremamente crudele, anche perché non sapevo con quale plausibile scusa avrei potuto riavvicinarli.
Sarebbe partiti il sabato mattina e come ormai solito, avremmo cenato insieme.
Invece al tavolo venne solo Salvatore perché Lucia aveva un forte mal di testa ed avrebbe cenato in camera. Però dopo cena potevo salire a salutarla, anche per concordare come e dove ci saremmo rivisti una volta ognuno della propria città, con il proprio lavoro etc. etc.
A cena Salvatore fu molto cordiale ma bevve qualche bicchiere di vino in più. Mi sembrò che lo facesse perché era sfuggito al controllo della moglie, che mi disse di amare come mai gli era successo. In assenza di lei, apprezzai non poco la sua confessione e lo confortai dicendogli che lo capivo perché Lucia mi era parsa subito una donna fantastica, bellissima e dotata di una classe non comune, che avrebbe fatto innamorare chiunque avesse avuto la fortuna del suo interesse, ma anche chi di quella fortuna non avesse goduto.
E lui mi diede ragione raccontandomi che quasi tutti suoi amici, prima o poi, chi più, chi meno, erano stati innamorati di Lucia.
Temendo che “la canzone venisse a me”, finsi di non capire.
Dopo frutta e dessert, guardandomi bene dallo stringere i tempi, bevemmo un paio di cognac e salimmo in camera da Lucia, portandoci una bottiglia di Veuve Clicot per brindare alla nostra bella amicizia.
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8 years ago
millumino3dimmenso,
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Ho incontrato gli dei (prima puntata)
Avevo lavorato intensamente tutto l’anno ed avevo deciso di godermi il riposo di cui avevo bisogno, da solo, visto che mia moglie sarebbe stata negli Stati Uniti tutta l’estate per un master in economia.
Volevo godermi la vacanza. Avevo prenotato per quindici giorni una suite in un bell’albergo a cinque stelle in una nota località del Salento e non vedevo l’ora di godermi il mare caraibico che bagna quelle bellissime coste; arrostirmi al sole e scaricare tutte le tensioni che avevo accumulato durante l’inverno nell’esercizio della mia professione medica.
Dopo un viaggio di circa 500 km da Napoli, raggiunsi in serata il posto prescelto; parcheggiai l’auto, ed al fattorino che mi venne incontro, feci prelevare le valige dal bagagliaio perché me le portasse in camera, autorizzandolo a ché la cameriera al piano le svuotasse sistemando tutte le mie cose.
Diedi uno sguardo in giro per orientarmi, lasciai un po’ di contante nella cassaforte dell’albergo; salii in camera per una doccia e cambiarmi per la cena che sarebbe stata servita di lì a poco.
Indossai un pantalone di lino bianco, camicia bleu, scarpe di tela da barca dello stesso colore della camicia, un pulloverino di filo azzurro chiaro, attraversai la hall ed entrai nel ristorante dell’albergo già occupato da una trentina di persone.
Alto un metro e ottantatré, ero già un po’ abbronzato perché in città uso il motorino; i capelli bianchi dei miei quasi sessanta supponevo mi donassero il fascino dell’uomo “interessante”; la mia professione di chirurgo di successo aggiungeva quel tocco di mistero di chi suppone le responsabilità di chi lavora con la vita delle persone.
Sicché mi veniva normalmente perdonato qualche chiletto accumulato innanzi alla buona tavola di quei miei pazienti che, grati della guarigione raggiunta grazie alle mie cure, m’invitavano a casa loro dove le mogli, spesso anche molto carine, gareggiavano in intingoli e manicaretti.
Mi guardai intorno senza cogliere molto di particolare, salvo qualche bella donna a tavola con marito e figli o col marito soltanto.
Ero ancora un bell’ uomo. Le donne mi piacevano molto e ne avevo avute parecchie nella mia vita, ma questa volta, pur credendoci poco anch’io, mi ero ripromesso una vacanza di tutto relax e senza alcuna tensione. Neanche erotica.
Perciò incrociai appena lo sguardo con un paio di mariti e le loro mogli e sedetti per ordinare la cena.
Il maitre in guanti bianchi raccolse le mie indicazioni e poco dopo due camerieri cominciarono a servirmi frutti di mare crudi accompagnati da un Sauvignon ghiacciato e leggermente frizzante.
Poi linguine con taratufoli e filetti di sogliola freschissimi, quindi un filetto di rana pescatrice all’acqua pazza, guarnito di gamberi reali su di un letto di rucola fresca e quasi crocchiante.
Il tutto una vera delizia.
Sorvolo su frutta e dessert perché, nel frattempo mi ero accorto che i coniugi della coppia che occupava due tavoli più in là, mi guardavano come se mi conoscessero; parlottavano tra loro, e lei mi sorrideva garbatamente con fare distratto quando incrociavamo lo sguardo.
Pensai che mi conoscessero ma, in realtà non ci feci molto caso, per quanto lei avesse un bel volto, un accattivante sorriso ed anche dal mio posto di osservazione era evidente un decolleté spregiudicato che mostrava seni, se m’è consentito, anatomicamente perfetti.
Ma ero appena approdato al luogo bellissimo e non avevo alcuna intenzione di corteggiare donne sposate.
Sicché mi recai nel salone dov’era anche la televisione e mi lasciai andare su di una comoda poltrona che mi accolse con la premura e lo stile che si trovano solo negli hotels di ottimo livello.
Accorse un cameriere e gli ordinai un Cardinal Mendoza che mi fu servito alla temperatura giusta ed addebitato al conto della mia camera.
Ne gustai il delicato profumo ed il gusto vellutato e rotondo; poi mi guardai intorno godendomi la bellezza ed il buon gusto della sala e del suo arredamento, pregustando un soggiorno in cui anche tutta la servitù mi avrebbe coccolato esaudendo ogni mia richiesta dei loro servizi.
Crogiolandomi in questi pensieri, mi accorsi che, innanzi a me, stava passando la coppia che avevo casualmente notato nella zona del ristorante e, immediatamente tutti i miei buoni propositi svanirono come neve che si sciogliesse al primo sole primaverile.
Entrambi sul metro e settanta, abbigliati con sobria eleganza estiva.
Incrociammo nuovamente lo sguardo e lei mi sorrise di nuovo.
Mi sembrò inopportuno che lo facesse ma forse mi conosceva; forse erano soli e volevano fare amicizia; forse............
All’impiedi era un meraviglioso esemplare femminile.
Indossava una gonna scura, quattro dita sopra il ginocchio, con un piccolo spacco laterale che faceva intravvedere una coscia ben fatta, lunga e rotonda, già leggermente abbronzata e che s’intuiva liscia come la seta.
Le ginocchia rotonde e il polpaccio ben proporzionato si assottigliava alla caviglia verso il bel piede calzato di un elegante sandalo di pelle argentata, su di un tacco non eccessivo, che le slanciava le gambe esaltandone la bellezza.
Percepì la mia ammirazione come tutte le belle donne che conoscono il seducente linguaggio del loro corpo e mi sorrise di nuovo come per comunicarmi che se n’era accorta e compiaciuta.
Mi sembrò che, per completare il mio omaggio, dovessi lasciare la poltrona e presentarmi alla coppia.
Mi accostai a loro, all’impiedi e chiesi se ci conoscessimo.
Ma non era così, io di Napoli, loro salernitani, ma non c’era stata occasione.
Accostai le mie labbra al dorso della mano che lei mi aveva teso ed il calore ed il profumo della sua pelle investirono i miei sensi ed i lobi temporali del mio cervello.
Mi ci soffermai forse un attimo più del dovuto ma lei non sottrasse la mano.
Il marito, invece, sorridendo mi chiese se volessi rubargli la moglie.
Ridemmo tutti e tre e ci salutammo quasi come buoni amici che si conoscevano da tempo.
Ma io ero in tumulto.
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8 years ago
millumino3dimmenso,
32
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Costretta legata ad un letto.. 3 parte
Tornò a casa qualche ora dopo, io ero rimasta tutto il tempo legata al letto.. lo sentii rientrare, posare le chiavi sul tavolo, andare in cucina e aprire il frigo... probabilmente bevve qualcosa o controllò cosa ci fosse a disposizione.. accese la televisione e si mise a guardare un film probabilmente.... cambiava spesso canale..... dopo un bel po' finalmente venne in camera, sempre con quel suo sorrisino odioso, e mi scoprì del lenzuolo.. “Buonasera...” accarezzandomi il corpo fini con la mano in mezzo alle mie gambe.. io le chiusi di colpo “No per favore...” “Che c'è?" mi diede un sonoro schiaffo sulla coscia “..non ti piace più quando ti tocco la fica, puttana?” “Devo andare a fare pipì... sono ore che mi tieni qui! Lasciami almeno andare in bagno...” lui inarcò il sopracciglio sorridendo “Ah, devi fare la pipì?” mi allargò le gambe con un gesto deciso, mettendosi con il viso in mezzo a loro cominciò a leccare, prima solo con la punta della lingua, poi iniziò a succhiare e penetrarmi con un dito, girandolo all'interno, mentre con la lingua continuava a stimolare il clitoride e con l'altra mano mi strizzava un seno, tenendolo nella sua mano stretta e chiusa.. mi sembrava di impazzire... sentivo il piacere invadere il mio corpo ma al tempo stesso avevo paura che con l'orgasmo potesse uscire anche dell'altro... cercavo di ritardare il momento, ma quel porco godeva a mettermi in difficoltà, e continuava a leccare e penetrarmi, fino a che mi arresi al piacere e venni mentre la sua lingua era ancora fra le mie labbra.... fortunatamente mi uscì solo qualche goccia, ma al porco non sembrò dispiacere, anzi.... si alzò, mi slegò i polsi e mi fece alzare.. “Vieni con me!” ordinò. Obbedii e lo seguii in bagno. Mi fece mettere a cavalcioni del bidet, senza però farmi sedere... strusciò il suo cazzo turgido contro la mia fica e solo quando mi diede lui il permesso potei urinare.. lui lo fece con me, contemporaneamente... sentivo i due flussi unirsi, proprio nel punto in cui partiva il mio........ “Adesso siedi!” ..mi sedei sul bidet e mi strusciò il suo cazzo sulle labbra “Apri!”. Io rifiutai. “Apri, stronza!” mi prese per la nuca e me lo sbattè a forza in bocca. Io feci un'espressione di disgusto, non mi piaceva quel sapore. Sapeva di lui, di me, delle nostre urine. Ma a lui non interessava, continuò a farsi fare un pompino. “Se non lo fai bene ti punisco!”. Avevo paura, così feci il meglio che potei. Alla fine mi venne in bocca. Il suo sperma era talmente tanto che mi colava fuori. Lo tirò fuori dalla bocca e gli ultimi schizzi li mandò sul viso e sulle tette. Mi accarezzò i capelli, soddisfatto “Adesso pulisci tutto come stamattina, da brava.....” .. passò il suo dito sul mio viso, per raccogliere quegli schizzi e me lo fece succhiare “Ti piace eh.... sei proprio una troietta coi fiocchi tu....”.
Finito il trattamento mi riportò in camera da letto “Torna al tuo posto! Mettiti a pecorina, da brava.....”. Io tornai sul letto mentre lui si tolse i vestiti, prese la cintura e la schioccò in aria.. io lo guardai terrorizzata “Che cosa vuoi farmi?”
“Te l'avevo detto che ti avrei punita..” “Ma..” “Zitta!” la schioccò di nuovo, questa volta dritta sul mio sedere “..tu devi essere educata.....” mi frustò nuovamente “...ammansita..” di nuovo un colpo “...come una brava pecorella...” un altro colpo “...che quando lo dico io si trasforma in una brava puttana....” un colpo “...mi hai capito?”. Annuii. Mi arrivò un nuovo colpo “Non ho capito la risposta!” “Si....”. Un colpo “Più forte, puttana!” “Si..” “Ancora di più!” Ancora un altro colpo. “Sì!”. Un colpo “Ecco così.... dì che sarai la mia puttana!” . “Lo sarò..”. Colpo “Dillo bene!” “Sarò la tua puttana!” . Colpo “Brava.....” . Colpo. Sentivo il sedere bruciarmi e pizzicarmi. Doveva avermelo fatto veramente rosso.
“Adesso dimmi di scoparti!”. Colpo. “Scopami...”. Mi arrivò un colpo. Poi un altro e subito un altro ancora. “Non ci siamo capiti! Tu devi essere una puttana!” colpo “E come le chiedono le cose le puttane?” “Scopami! Voglio essere scopata da te! Devi scoparmi! Devi rompermi tutto! Voglio che mi scopi adesso!!”. Istintivamente mi toccai la fica.. stava gocciolando.. quel porco maniaco mi faceva eccitare terribilmente qualsiasi cosa facesse! Sarebbe stato la mia rovina... Mi palpò il sedere, strizzando le natiche doloranti e cambiando improvvisamente il tono “Ecco.. adesso cominci a capire....” si avvicinò col viso al mio ano. Lo baciò, lo leccò. Entrò con un dito. “E' proprio stretto il tuo culo... te lo sfonderò tutto.....” . Mi lasciò qualche attimo da sola in camera. Tornò con un enorme cetriolo in mano “Spero che tu abbia fame dopo.... questa sarà la tua cena....”. Io rimasi in quella posizione, combattuta sui sentimenti da provare.. una parte di me era spaventata da tutta quella situazione che agli occhi di chiunque sarebbe apparsa pericolosa e surreale, ma un'altra parte di me era tremendamente eccitata, nonostante non avessi mai pensato che il dolore fisico avrebbe potuto procurarmi così tanto piacere.
Lo sentii umettarmi nuovamente l'ano, servendosi dei miei stessi umori che trovava in abbondanza fra le mie gambe.
Improvvisamente mi infilò dentro un dito. Lo sentii rovistare dentro di me. Un attimo dopo divennero due e poi tre. “Ti piace, eh? Si... lo so che ti piace... muovi il culo, da brava... fammi vedere come ti piace.....”. Ubbidii. Mi diede uno schiaffo sulla natica introducendo un altro dito “Così.... continua..... si... dai che ti piace....” . Mi piaceva e al tempo stesso faceva male. Il mio sfintere lo voleva espellere, ma lui continuava a penetrarmi, muovendo le dita, allargandomi, facendo spazio anche al quinto dito. Mentre si muoveva così dentro di me ebbi un orgasmo improvviso, l'ondata di calore mi sorprese ed emisi un forte gemito di piacere. Avevo tutta la sua mano dentro, sentivo che era fin sopra il polso.. mi toccò davanti: la fica era gonfia e totalmente bagnata. Sentii che la sfiorava con il cetriolo, quindi con decisione me lo mise dentro. Dovette girarlo e spingerlo più volte. Lo tirava quasi del tutto fuori mentre girava, quindi lo rimetteva dentro. Ogni volta quei movimenti mi procuravano ondate di piacere ed anche il mio culo ormai si era abituato ad essere dilaniato da quella mano possente. Quando il cetriolo era entrato dentro cominciò a muoverlo, su e giù, sempre più forte. “Adesso continua tu.... fammi vedere come ti masturbi.... puttanella che non sei altro...”.
Sempre con la sua mano nel culo e l'altra che mi schiaffeggiava, cominciai a masturbarmi con gusto.. ebbi due o forse più orgasmi.. avevo sentito una forte ondata di calore e piacere.. subito dopo un'altra.. e poi ancora.. ancora.... non volevo smettere, non volevo che smettesse...... estrasse la mano, si posizionò dietro di me e tenendomi per i fianchi cominciò finalmente a incularmi col suo cazzo ormai duro. Mi diede un sonoro schiaffo “Non ti ho detto di smettere! Continua a masturbarti, forza!” . Ripresi la mia attività, fino a che non mi disse lui di smettere, cosa che avvenne solo dopo essermi venuto dentro.. quindi mi venne vicino e mi baciò, infilandomi la sua lingua tutta in gola e accarezzandomi il viso “Adesso da brava ripulisci tutto.......”. Io obbedii senza replicare mentre lui riponeva il cetriolo sul comodino. Quando lo ebbi ripulito a dovere mi fece sdraiare accanto a lui “Ti fa ancora male li giù?” . Io annuii. Un attimo dopo lui era col viso fra le mie gambe aperte, con la lingua che si prendeva cura della mia fica, tutta rossa e dolorante. Non ebbi un altro orgasmo, ma mi rilassai cullata da quelle coccole speciali.
Mi lasciò andare soltanto il mattino seguente. Quella sera cenammo nel letto. Quel cetriolo, adeguatamente lavato e sbucciato, fu parte del mio pasto. Ma il mio aguzzino fu stranamente gentile e mi offrì anche dell'altro.
Mentre mangiava una porzione di dolce mi chiese di fargli un pompino: i dolci e i pompini erano le cose che più amava nella vita. Glielo feci tornare duro. Quando finì il suo dolce mi fece sdraiare, tornò con la lingua fra le mie cosce e mentre con una mano, un dito dopo l'altro, tornò a penetrarmi, provocandomi un doppio orgasmo – clitorideo e vaginale... estasi!!! - contemporaneamente, con l'altra mi strizzava e torturava un seno. Disse che per quella sera il mio culo aveva già sofferto abbastanza, quindi quando fu sazio dei miei umori mi scopò.
Quella notte dormii accanto a lui, senza manette. Aveva capito che ormai ero totalmente in sua balia e poteva farmi qualsiasi cosa. E in effetti, quella notte non dormimmo molto. Sentivo sempre il suo cazzo che si strusciava contro di me e le sue mani che mi accarezzavano e penetravano dove meglio credevano.
Il mattino, dopo un'abbondante colazione, a base di caffè, latte, biscotti e pompino, con pulizia a seguire, lo salutai con un lungo bacio, mentre la sua mano mi accarezzava sotto la gonna.
Ero diventata la sua puttana.
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8 years ago
ladybutterfly,
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Costretta legata ad un letto.. 2 parte
Quando aprii gli occhi non sapevo dire che ore fossero. Mi aveva svegliato una sensazione piacevole di cui solo una volta uscita dal dormiveglia capii l'origine.. aprii gli occhi e lo vidi: il mio aguzzino era chino su di me, la sua lingua stimolava ogni più remoto antro della mia fica. Era la prima volta che venivo leccata in quella zona, e la cosa mi stava provocando un brivido paradisiaco che faticavo a contenere. Lui probabilmente se ne accorse perchè lo sentii sorridere soddisfatto e leccare con più gusto. Aprii gli occhi e vidi che le mie mani erano ancora legate alla testiera del letto, come la sera precedente. Provai a chiudere le gambe “Ma che sta facendo?” , provai a ribellarmi, ma lui le teneva ben aperte e la mia resistenza era vana. Mi guardò e sorrise, di nuovo quel sorriso di chi si vuol prendere gioco di me. Si spostò accanto a me, “Buongiorno zoccoletta...” accarezzandomi un seno con la mano e baciandomi l'altro “Hai dormito bene?” ..sentii la sua mano percorrermi il corpo e arrivare di nuovo fra le mie gambe.. io le richiusi, tentando di ribellarmi.. non mi avrebbe violato ancora.. ma lui mi guardava con quel suo sorrisino, muovendo le dita fra le mie grandi labbra inferiori “Questa notte non facevi tanto la ritrosa...... ho sentito come ti piaceva mentre ti toccavo, sai? Anche se facevi finta di dormire...”
Era vero. Quella notte il porco era rimasto a dormire accanto a me.. lo avevo sentito muoversi, il suo respiro su di me, il suo corpo nudo contro il mio. Per tutta la notte il suo membro era stato a contatto con la mia pelle, mentre la mano del porco, a suo piacimento, mi toccava, mi esplorava. Io fingevo di dormire: lo sentivo stringermi i seni, baciarmeli, leccarmeli, percepivo le sue dita che si facevano strada dentro la mia vagina. Io non volevo dargli soddisfazione, cercavo di controllare i sospiri di piacere, ma quando sentivo la sua mano allontanarsi da me, stringevo le cosce, fingendo dei movimenti involontari nel sonno, costringendola a rimanere dentro di me.
“A parole puoi dire quello che vuoi, ma io conosco il corpo di una donna.. ti piace essere toccata.. ti piace come ti leccavo poco fa...” mentre diceva così la sua mano ancora mi esplorava “... ti piace quando i ragazzi ti leccano la fica?” “Veramente è la prima volta.. non mi hanno mai leccata” “Ah..” sorrise soddisfatto “..però ti piaceva....e magari vorresti anche che continuassi, eh..?” . Io non risposi, ma i miei occhi timidi erano eloquenti: imploravano, urlavano che ricominciasse. Lui lo capì e tornò col viso fra le mie gambe. Questa volta non feci obiezioni, anzi le mie gambe erano molli e si arrendevano sotto le sue mani. La sua lingua calda mi esplorava, mi accarezzava, mi eccitava. Ebbi il mio primo orgasmo senza bisogno di penetrazioni. Il porco bevve tutti i miei umori assetato.
“Mmh.. sei proprio una verginella coi fiocchi tu..” “ Io non sono vergine..” “Una che non è mai stata leccata per me lo è.... adesso vieni qui... forza!” .. mi piegò le gambe, costringendomi a mettermi seduta.. si mise davanti a me, il suo membro davanti al mio viso. Capii immediatamente cosa dovevo fare. “Fammi un pompino! Voglio godere io adesso! Prima di andare a lavoro..”. Mi spinse la testa contro il suo pene, facendomelo inghiottire quasi tutto d'un colpo: lo sentii sbattere contro la gola ed ebbi quasi un conato. Tenne la mano dietro la mia nuca, accompagnandone il movimento. Ben presto si rese conto che non era necessario guidarla: mi piaceva quello che stavo facendo. Lo succhiavo, baciavo la cappella, la mia saliva cominciava a mischiarsi con i suoi umori, premevo volontariamente il mio viso contro il suo corpo, soffermandomi per diversi secondi con il pene tutto bene dentro, fino in fondo, finchè non mi mancava l'aria ed ero costretta a riprendere fiato. Accelerai il ritmo guidata dal crescendo del suo eccitamento espresso anche a voce alta.
Mi venne in bocca. Continuai a succhiargli il pene anche dopo la fine del suo godimento, quando esausto mi accarezzò i capelli dicendomi “Sei stata bravissima.... adesso vado a farmi una doccia.. quando torno dal lavoro ci penso io a te...” “Aspetta..”. Il mio tono era remissivo, di supplica. “Che c'è?” mi chiese. Io non risposi. Mi avvicinai di nuovo al suo pene sporco del suo stesso sperma: lo leccai, lo inghiottii. Glielo ripulii ben bene, mi leccai le labbra con la punta della lingua e sorrisi. “Adesso puoi andare. Io ti aspetto qui.”
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8 years ago
ladybutterfly,
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Ancora tua
Emmanuelle stava tornando dalla segreteria del suo studio quando improvvisamente sentì le note di "minuetto" provenire dal suo cellulare lasciato sulla scrivania....le gambe le si immobilizzarono, un pugno allo stomaco le impedì di respirare....non sentiva quella suoneria da circa due anni. Un turbinio di emozioni la invase, nessuna delle quali però la avvicinò neanche per un attimo all'idea di cancellare o non rispondere al messaggio.
"Hai vinto tu". Lei sapeva bene a cosa si riferiva ma si crogiolò nell'opportunità di sentirglielo spiegare.
Lui aveva provato in tutti i modi a tenerla lontano ma alla fine era tornato a cercarla, voleva riprendersela e non aveva troppi dubbi sul fatto che l'avrebbe trovata pronta e responsiva, forse incazzata, un pò ferita, ma sicuramente disponibile. E questo lo faceva impazzire.
Tutto ricominciò.
L'attesa, le fantasie, il desiderio, la perversione di un rapporto in cui dominato e dominatore non erano chiaramente distinti.
Lui potente nella consapevolezza di avere sempre un posto caldo tra le sue gambe, lei sedotta da 30 anni di tensione sessuale. Lui che la sera fantasticava sulle possibili esperienze erotiche in cui, con un po' di pazienza, l'avrebbe potuta condurre. Lei che la notte lo sognava e si svegliava sudata e vogliosa.
Nonostante tutto ciò ci vollero mesi prima di riuscire ad organizzare l'incontro, mesi in cui ognuno per sé o insieme dedicarono moltissimo tempo a tenere vivo il desiderio reciproco.
Ma poi il momento arrivò.
Era una giornata fredda, Emmanuele sentiva rimbombare sul marciapiede il suono dei suoi tacchi e provava a sincronizzarlo con quello del cuore che batteva all'impazzata. Continuava a pensare all'incontro, a tutte le cose da dire, alle paure, poi se lo immaginò tranquillo sul treno, a leggere il giornale, a differenza di lei, assolutamente padrone dei suoi sensi e delle sue intenzioni, e questo bastò a tacitare tutte quelle voci nella mente. Si focalizzò sull'idea di tutto il godimento che avrebbe provato e buttò fuori di sé il resto. Niente avrebbe dovuto minare quella giornata.
Di conseguenza spense il cellulare.
Non sto qui a perdermi nei dettagli dei primi istanti... si rinnovò immediatamente per lei la certezza che l’attrazione nei suoi confronti fosse la più potente che avesse mai provato in vita sua, per lui il bisogno impellente d’esserle dentro.
Non ebbero il tempo di chiudersi la porta della stanza d'albergo alle spalle che già la mano di lui era in mezzo alle cosce di lei e lei....prontamente le aprì.
Subito si sentì redarguire: "ahi ahi Emmanuelle...sei proprio dispettosa, perché ti ostini a mettere gli slip? Mi sembrava fossimo d'accordo...."
"Ti sembrava male!" rispose, con un pizzico di astio.
Allora invece di sfilarli, lui se li attorcigliò intorno al pugno, facendo penetrare il filo del perizoma tra le labbra, e cominciò a strusciarli avanti e indietro, guardandola dritto negli occhi, aspettandosi un cenno di dissenso che questa volta non sarebbe arrivato. Anzi il respiro di lei divenne più ritmico e profondo, ma soprattutto, a sorpresa, sostenne quello sguardo avido fino a che lui non cedette alla fame del suo sapore.
La gettò sul letto, e una alla volta, le posizionò le gambe, piegate, aperte, poi infilò la testa sotto il vestito e andò dritto al suo recesso già infinitamente bagnato. La lingua si spinse dentro, leccando e facendosi strada tra i tessuti sensibili. I fianchi di Emmanuelle si muovevano senza posa, e il corpo implorava in silenzio di averne di più.
"Dio" rantolò lui "Ho desiderato posare la bocca sulla tua fica quasi ogni giorno, da quando ti ho conosciuta".
La sua lingua morbida e vellutata guizzò sul clitoride turgido. Lo succhiò con delicatezza e leccò con ardore. Lei si contorse mentre l’orgasmo la scuoteva. "Guardami negli occhi quando vieni per me" e lei, con fatica, li aprì e lì agganciò ai suoi.
La stanchezza durò pochi istanti, Emmanuelle si mise seduta e lo osservò in ogni più piccolo dettaglio, lo conosceva bene ma le sembrava al contempo sempre uno sconosciuto. E questa incongruenza la eccitava da morire: un volto, un corpo noto e al tempo stesso così tanto mistero da scoprire.
Lo avvicinò a sé tirando per la cintura dei pantaloni e cominciò a sbottonargli la camicia, lentamente, senza fretta. D'altra parte lei aveva già potuto godere di uno stupefacente orgasmo, poteva prendersi del tempo. Lui no invece, lui era ancora infinitamente eccitato e quel temporeggiare era una tortura. Emmanuelle lo capì non appena gli sfiorò il cazzo da sopra ì jeans e lo sentì pulsare. Ma non le bastava, voleva fottergli il cervello. Si avvicinò all'orecchio e con non poca fatica gli sussurrò: "ora mi scopi, forte, mi vieni dentro e ti riprendi ciò che è tuo: me!"
Le entrò dentro ad occhi aperti per non perdersi nemmeno un istante di quel momento, di quella connessione, di quel piacere così a lungo rinnegato. "Abbandonati a me e godi" disse con voce rassicurante. E cominciò a pompare, prima lentamente, disegnando col bacino languidi cerchi, poi sempre più rapidamente, parlandole a fatica nell'orecchio, in modo che ĺei mai avrebbe potuto scordare quella voce.
Non ci fu niente di gentile nei loro movimenti, niente di romantico, solo istinto puro e sfrenato. Tutta la tensione accumulata in quei mesi, scaricata in respiri affannati. Il godimento così intenso da togliere il fiato, le fronti imperlate di sudore, i loro movimenti aggressivi e scomposti, come se non potesse essere mai abbastanza, mai troppo profondo, mai troppo intenso. L’asta strizzata dalle ondate di piacere di lei. I testicoli contratti, schiantati contro la sua carne morbida e calda. Emmanuelle venne gridando e lui la seguì, affondando nel suo ventre come se volesse seppellirsi in lei, riversando tra le sue gambe il fiotto caldo di sperma.
Rimasero stesi, sporchi dei loro fluidi appiccicosi, a parlare per diverso tempo. Quasi la fame si fosse saziata e potessero dedicarsi a ricostruire anche l'intimità emotiva tanto minata dai recenti trascorsi. Ma anche con le parole non riuscivano ad allontanarsi troppo dalla tensione erotica che li coinvolgeva.
E poi ricominciarono. Lui la penetrò ancora e ancora.... Scivolava dentro di lei, come fosse il suo rifugio e lei, ogni volta, lo accoglieva con entusiasmo. A volte la trovava già abbondantemente bagnata, altre volte la allargava con le dita e la masturbava sapientemente. Accompagnava l’intrusione ritmica dell’anulare e del medio con piccoli cerchi precisi sul clitoride, piegato su di lei, mentre con la lingua giocava con i seni esposti. Non smetteva finché non vedeva il suo viso, di solito composto, stravolgersi di piacere e finché non l'aveva fatta gemere, chiedendo più o meno esplicitamente di entrarle dentro e scoparla nuovamente.
Emmanuelle guardò l'orologio, sapeva che a breve si sarebbero separati nuovamente per chissà quanto tempo, mesi....forse anni. Non amava fare la prima mossa per cui la prese alla larga. Gli accarezzò a lungo le cosce e poi afferrò il suo membro ora morbido, lo prese in bocca, lo assaporo ' con voluttà, sapeva degli umori di entrambi.
Iniziò a giocare con la punta turgida, seguì la grossa vena inferiore con la lingua, dolcemente, attentamente. Dalla base alla punta, lo leccava e accarezzava, tremendamente alimentata dal suo godere. Era estasiata dal sentirlo crescere rapidamente ad ogni passata di lingua. Aveva le guance rosse, e lo leccava ansimando, chiudendo la bocca lateralmente sull’asta, sensuale, appassionata. Lui le afferrò la testa con entrambe le mani e cominciò a muoversi nella sua bocca accogliente, sempre più veloce. Solo un attimo si fermò, godendosi lo spettacolo della bocca piena del suo cazzo. Emmanuelle sapeva che stava per venire, in altre occasioni si sarebbe scostata ma...in quella no, lo volle prendere completamente, bere il suo seme. Lui s’inarcò per spingersi meglio nella sua bocca e la riempì, guardandola ingoiare a occhi socchiusi.
Quando ebbe finito, Emmanuelle prese un fazzoletto bagnato e glielo passò sul membro che piano piano si stava rilassando, lo fece con delicatezza, con la solita paura di sbagliare, magari di infastidirlo o fargli male. Lo fece con estrema dedizione, pensando "sono venuta al mondo per soddisfarlo" e su questo, invece, non nutriva alcun dubbio.
Fu con quest'ultima consapevolezza che lo lasciò alla stazione, con questa e con i tanti nuovi ricordi che l'avrebbero svegliata di notte, vogliosa e sudata da lì in poi.
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8 years ago
Maja71,
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Alla costa dei barbari 5
Alla costa dei barbari 5
Qualche giorno dopo, come da accordi presi in spiaggia, il “secco” si presentò a casa nostra. Io, la sera prima, avevo preparato un pranzetto gustoso e piccantino in modo da non doverci pensare quando il secco sarebbe venuto ed essere completamente liberi di divertirci con lui, ma nel contempo avere la possibilità di rifocillarci alla bisogna.
Ci prendemmo un caffè e poi ci dirigemmo, immantinente in men che non si dica, in camera da letto per dare il via alle danze erotiche. Sia io che Monica eravamo eccitati e vogliosi,, non vedevamo l’ora di spogliarci e farci possedere da quel magnifico, grandissimo chiavatore.
Giunti in camera ci spogliammo, quasi con frenesia, e non appena il secco fu nudo Monica si fiondò sul suo cazzo, iniziando a suggerlo in maniera vorace. Io, guardandoli iniziai a masturbarmi e, inchinatomi dietro a Monica, iniziai a leccarle la fica arrivando sino al buco del culo. Il secco allontanò la bocca di Monica, si distese, l’attirò su di se e la fece impalare sul suo cazzo dicendole: “Eccolo, prenditelo e giocaci come meglio ti aggrada.” Lei si posizionò sopra di lui e si impalò, aggiustandoselo tutto con rapidi movimenti delle natiche; rimase ferma per un bel po’, gustandoselo fino in fondo. Quindi… dopo una decina di minuti… iniziò un sali e scendi su quello splendido totem che la portò, in breve, ad emettere suoni disarticolati per il piacere che provava. Io, dietro di lei, iniziai a stuzzicarle il buco del culo e, prendendo un po’ di Luan, a massaggiarglielo ed allargarlo con calma, arrivando ad infilarle tre dita nel culo che andai a divaricare per aprirla meglio. Il secco, intanto, le aveva preso in mano i seni e glieli stava pastrugnando, torturandoglieli e stringendole i capezzoli, tanto che lei iniziò, per il piacere che le stava procurando, a godere scuotendo la testa e urlando “ Sì, così,… mi fai impazzire….” E schizzò fuori dalla fica un fiotto di densa crema che sembrava quasi sperma. E si accascio sul petto del secco, una massa inerte e disarticolata. Nel mentre io non mi ero fermato dal masturbarle l’ano, pratica che, pur nella sua goduria, aveva dimostrato di gradire.
Era pronta, perciò, per il secondo atto. Il secco si sfilò da sotto a lei. La fece distendere sul letto (lei era ancora semincosciente per il piacere provato) le salì sopra e…. se la inculò. Una volta penetratala completamente, si fermò aspettando di cogliere qualche segno di vita ma vista la mancanza di reazione da parte di lei iniziò ad incularla, lentamente, con pazienza, senza fretta, colpi lunghi e successiva estrazione quasi totale, affondando nuovamente in maniera completa.
Dopo una decina di minuti di questa pratica lei iniziò a dare segni di riaversi, mugugnando parole senza senso inframezzate da qualche “Sì… così… ancora… Dio che bello..” Iniziò anche ad agitare un po’ il culo, andando ancor più incontro al cazzo che la stava possedendo. Il secco aveva iniziato ad accelerare i colpi, affondandoli ancor più, portandola a chiedere di farla godere. Infilai la mano sotto di lei ed iniziai a sgrillettarle il clitoride, e ben presto la portai a godere urlando “sìììì… mi state facendo impazzire…. Godoooo …. Ancora… continuate…. Ecco… vengoooo … o mio Dio, mi state facendo morire… “ e svenne !
Il secco uscì dal suo culo e le godette sulla schiena, spalmandole la sborra addosso ! Una quantità incredibile ! Io ero eccitato da matti e mi fiondai sul suo cazzo per succhiare e leccare gli ultimi schizzi che stava emettendo, assaporando con gusto il suo piacere, cosa che lui gradì molto. Io rimasi con il suo cazzo in bocca, cercando di farglielo rimanere turgido. In questo il secco era incredibile: non gli si ammosciò neanche un po’ e dopo qualche minuto iniziò a chiavarmi in bocca come se non avesse appena goduto. Pazzesco ! Io ero al settimo cielo: iniziai a succhiarglielo voracemente ma, ad un certo punto, lui mi fermò dicendomi: “Succhi divinamente ma non ti voglio godere così…. Devi sottostare anche tu alla legge del cazzo e… farti inculare.” Immediatamente smisi di succhiarglielo e mi posizionai spalle al letto, rialzando le gambe che lui si mise sulle spalle, e offrendogli il mio culo che lui, prendendo un po’ di crema che avevo appoggiato sul comodino, mi lubrificò per bene e quando capì che ero pronto, guardandomi fisso negli occhi, mi disse: “ Ecco, bella troietta, ora ti faccio mia…” e me lo infilò tutto dentro in un colpo solo. Poi si fermò gustandosi il mio cercare di recuperare il fiato ed il mio contrarre lo sfintere. Quando fu certo, dalle pulsazioni del mio retto, che mi ero abituato alla penetrazione e non sentivo più dolore, iniziò ad incularmi con un lento va e vieni che mi portò quasi alla pazzia poiché avevo iniziato a bramare una maggior penetrazione, ad essere posseduto come la troia qual ero. Invece continuava con il suo lento andirivieni, facendomi agognare di sentirlo godere, di riempirmi completamente con la sua sborra. Andò avanti così per una buona mezz’ora, mandandomi fuori di testa al punto che avevo iniziato a dirgli “Godi, ti prego… riempimi… fammi tua..” Ma lui, sadicamente, (d’altronde aveva goduto poco prima) faceva orecchie da mercante e continuava ad incularmi allo stesso ritmo. Monica, nel frattempo, si era riavuta e lo aizzava a continuare ad incularmi senza ascoltare le mie proteste ed aveva iniziato a torturarmi i capezzoli, aumentando così il mio stato di erotizzazione. Stavo dando i numeri. Mentre lo faceva si girò verso di lui e lo baciò, infilandogli in bocca tutta la lingua e duellando con la sua, ma così facendo provocò in lui una scossa che lo portò a godermi dentro riempiendomi con un clistere di sborra.
Finalmente !! Dovette fermarsi per riuscire a scaricare tutto ciò che aveva nelle palle. Io ero esausto ma sazio ! Come avevo sentito che si stava scaricando dentro di me avevo iniziato anch’io a godere, con schizzi lunghi ed abbondanti, che mi erano ricaduti addosso ma avevano colpito anche lui sul mento. Ci fermammo a riprender fiato e Monica andò a prendere una spremuta per dissetarci un po’.
Dopo una mezz’ora mi accorsi che il compagno di giochi del secco dava ampi segni di risveglio e lui incominciava ad essere irrequieto: aveva iniziato a palpare Monica in maniera possessiva e la stava sgrillettando.
La fece rialzare e la portò nuovamente in camera da letto facendomi cenno di seguirli. Lì giunti mi fece distendere sul letto, ordinò a Monica di farmelo rizzare e, una volta soddisfatto del risultato, la fece impalare sul mio cazzo piegandola verso di me. In quella posizione il culo di Monica si offriva in bella vista ai suoi desideri e dicendomi “Tu hai una culo splendido, ma quello della tua donna mi attizza da morire”… le umettò il buco del culo con della pomata e, una volta contento del risultato, la inculò in un’unica mossa. Mi trovai, così, ad incontrare attraverso il sottile velo divisorio tra culo e fica, con il cazzo del secco.
Una sensazione particolare che Monica sembrò gradire moltissimo. Ce la fottemo a grandi colpi, tanto da farla biascicare “Così… fottetemi…. di più… ancora…ancora… di più…. Dio che bello…. Mi fate impazzire…. Non vi fermate… continuate… più forte…. Ecco, così…. Godoooo…. Godooo…”
E le sborrai dentro, mentre il secco, come un martello, continuava a stantuffarla, a non darle tregua, infaticabile, insaziabile. Monica godette senza limiti di continuità, ululando tutto il suo piacere, senza fermarsi. Godeva e… continuava a godere, senza sosta. Quando sentì di averla portata al limite… godette anche lui, scaricandole nel culo una cascata di sborra. Ristette per un po’, ancora ben turgido dentro di lei e poi….. le pisciò nel culo facendole assaporare un nuovo piacere che la portò ad urlare “Oh mio Dio… non avevo mai provato una cosa così !” … Ma nel contempo la fece scattare e correre in bagno per liberarsi.
Al suo ritorno decidemmo che era ora di mangiare qualcosa. Pertanto ci mettemmo a tavola ad assaporare ciò che avevo preparato la sera prima, il tutto accompagnato da uno splendido vinello (un Gutturnio, un po’ frizzante, che ben si accompagnava). Prendemmo il caffè, ci fumammo una sigaretta e poi io e Monica ci guardammo negli occhi e capimmo che avevamo ancora voglia del secco. Lui si era goduto i nostri sguardi ed aveva capito perfettamente che era lui il nostro padrone, che ci aveva in pugno e poteva fare di noi ciò che meglio gli aggradava. Eravamo succubi dell’erotismo che sapeva trasmetterci e che ci condizionava.
Perciò si alzò da tavola e mise il suo attrezzo (che era già in erezione) davanti al volto di Monica dicendole: “questo è il tuo dolce di fine pasto. Assaporalo per bene !” E nel contempo mi invitava ad avvicinarmi e, una volta vicino a lui, mi metteva< una mano sulle chiappe ed iniziava a masturbarmi il culo mentre mi baciava. Come ebbi già modo di dire, pur nella sua bruttezza emanava un erotismo pazzesco e, a quel punto, baciarlo era una cosa normale. Tra l’altro… sapeva baciare come sapeva scopare. Un maestro. Monica gli stava succhiando il cazzo mettendoci tutto il suo sapere in fatto di bocchini e nel farlo, stando ancora seduta a tavola, si stava sgrillettando a spron battuto, mugugnando dal piacere.
Nel mentre, con l’altra mano, gli stava stuzzicando lo sfintere, cosa che lui dimostrò di gradire, riuscendo ad infilargli almeno un dito e portandolo a goderle in bocca senza che lei se ne facesse scappare una goccia. Il tutto lo percepii attraverso i suoi baci che mi fecero sentire tutto il suo piacere.
Una volta goduto mi lasciò andare per rifiatare ed io potei baciare Monica per assaporare un po’ dello sperma del secco. Che libidine ! Eravamo tutti ad uno stadio pazzesco di erotismo, di goduria e di lussuria. Avevamo superato ogni limite e il livello al quale eravamo giunti non ci bastava più ma…. c’era uno stadio ancor più avanzato ?
Dimostrando una volta di più di essere una vera e propria macchina sessuale, il secco ritornò, in breve, in erezione reclamandomi come sua prossima vittima sacrificale e prendendomi e spingendomi dal culo, mi riportò in camera da letto dove mi fece distendere, posizionò le mie gambe sulle sue spalle, prese dal comodino un po’ di Luan, me lo spalmò per bene dentro e fuori il mio culo, si posizionò in maniera acconcia tra le mie gambe e…. me lo infilò con un unico movimento in avanti, facendomi fare una grossa inspirazione. Dio… che bello sentirsi penetrare da quello splendido cazzo, usato a dir poco in maniera sublime. Ristette per qualche minuto dentro di me per darmi il tempo di assuefarmi all’intrusione e godermelo tutto, poi…. iniziò con un lento va e vieni, come sua consuetudine, per farmi desiderare di essere posseduto.
Dopo una decina di minuti di questa tortura ero già pronto ad urlargli di possedermi più a fondo, in maniera più energica, ma avendo capito che era questo ciò a cui aspirava (sentirmi pregare di essere posseduto, di farmi sua) mi trattenni per non dargli soddisfazione, ma era dura. Mi stava portando alla pazzia, ero una bambola di pezza tra le sue mani. Monica, nel frattempo, aveva avuto una bella pensata: visto che prima, mentre lo stava sbocchinando, era riuscita a stimolarlo ed a infilargli un dito nel retto, si era munita, senza che lui la vedesse, di uno strap-on che le avevo regalato tempo prima per usarlo nei nostri giochi e preso del Luan aveva iniziato a massaggiargli il retto, stimolandolo ed insinuandogli pian piano prima un dito e poi anche un secondo senza che lui dimostrasse fastidio. Anzi… aveva iniziato a fottermi in maniera più decisa, sembrava che la cosa lo stimolasse. Una volta che lo ebbe stimolato per bene gli si avvicinò e, pian piano, dopo avergli allargato le natiche come per guardargli il buco, gli si avvicinò, gli appoggiò lo strap-on al buco, facendo finta che fosse di nuovo un dito e poi….. glielo infilò in un colpo solo. La cosa si ripercosse nel mio culo, poiché fece un salto in avanti che quasi mi sfondò. Per un attimo respirò a fondo, fermo, poi senza dire ne “Hai… ne Bai “ riprese ad incularmi in modo sostenuto, nel mentre Monica, adattandosi al suo ritmo, lo inculava brutalmente.
Fu così che, dopo un po’, iniziò a digrignare i denti, a dire “Mi stai facendo impazzire!” e dopo qualche altro momento urlare “Godoooo… oddio come godooo…. Bestiale… non ho mai goduto tanto…” iniziando a scaricarmi in culo una sborrata pazzesca, un vero e proprio torrente in piena che mi portò a godere anch’io e schizzare tutto il mio nettare sul letto. Monica continuò a chiavarlo ancora per qualche momento finché non godette anche lei, ma rimanendo ancora ben infissa dentro di lui.
Passati dieci minuti finalmente quel groviglio di corpi si sciolse, Monica uscì da lui, lui da me e ci distendemmo sul letto a riprender fiato.
Alla fine… ci guardammo negli occhi e…. quasi contemporaneamente ci dicemmo “Cazzo… che goduta… non avevo mai goduto tanto !”
Andammo a farci una doccia e ci ripromettemmo di riprovarci quanto prima.
P.S.: Graditi commenti, anche sui racconti da me già pubblicati. Grazie
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8 years ago
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A sabaudia - 2
A Sabaudia – 2
La mattina dopo ci svegliammo e …. fu come se fossimo una coppia da sempre. Bacini, un po’ di carezze, un po’ di eccitazione ma…. dovemmo sbrigarci perché i tempi erano corti ed io dovevo andare in cantiere.
Fu quasi automatico accordarci per vederci a pranzo e decidere che sarei andato a stare da lui. Nonostante la violenza con cui mi aveva stuprato mi sentivo desiderato e ciò mi provocava uno stato di sottomissione ed un desiderio di darmi a lui completamente. In un battibaleno era diventato il mio uomo e mi sentivo di essere sua, desideravo essere posseduta, permettergli di prendermi ed assoggettarmi ai suoi desideri.
Iniziò, così, una vita di coppia. Solo nel week-end ritornavo ad essere il marito di una donna, rientrando a Roma per due giorni. Durante la settimana ero in parte un geometra professionista ed in parte la “femmina” di un maschio possessivo che mi palpava e mi prendeva ogni volta che lo desiderava, possedendomi con maschia energia.
Normalmente, dopo avermi baciato lussuriosamente, mi stendeva sulla schiena, mi rialzava le ginocchia portando le mie gambe a poggiarsi sulle spalle e, fissandomi negli occhi, mi penetrava profondamente, iniziando a muoversi dentro di me lentamente, cercando di leggere nel mio sguardo il piacere che riusciva a darmi. Piacere che, dopo un po’ di quell’andirivieni, mi portava a chiedergli di aumentare i colpi, di fottermi come una troia qual ero, di farmi sentire quanto mi desiderasse e riempire la mia “fica” con il suo sperma. Ed allora scatenava tutta la sua libidine, aumentando i colpi, portandoli in maniera più forte, possedendomi totalmente, sino ad arrivare a sborrarmi dentro in quantità industriale e schizzandomi le ultime gocce sul viso, così che le potessi leccare e condividerle, poi, con lui con un bacio libidinoso che mi portava a godere. Fu un anno di sesso continuo. Mi aveva aperto il culo totalmente, lo aveva reso così elastico che ogni tanto si divertiva a infilarmi la mano e scoparmi con essa mentre mi martoriava i capezzoli con la bocca. La mia parte “femminile” era più che soddisfatta e mi portava a gratificarlo con dei pompini che lo mandavano fuori di testa.
P.S.: Sono graditi i commenti, positivi o negativi che siano, anche sui racconti da me già pubblicati. Grazie
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8 years ago
admin, 75
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In collegio
Sciack……. era la decima cinghiata che mi arrivava sulla spalle. Diedi un urlo. Mi avevano sorpreso, mentre facevo l’amore con un altro ragazzo mio coetaneo lui era riuscito a scappare ma volevano sapere da me come si chiamava. Ero legato completamente nudo con le braccia e gambe divaricate ad un arco di legno e l’Assistente del direttore del Collegio mi stava frustando con la cinghia dei pantaloni per farmi parlare.
PASSIONE INFERNALE
All’epoca dei fatti avevo 14 anni e mi ero già accorto di essere diventato uomo. Frequentavo un mio compagno di banco Claudio mio coetaneo un tipo biondo, senza peli, efebico ma con un cazzo notevole (23 cm.) e con una pella vellutata. Era scoppiata la passione tra noi. Era successo durante una punizione che avevamo subito entrambi. Durante la lezione eravamo disattenti. Fummo portati dal Direttore in quale prima ci fece inginocchiare e poi ci fece mettere le mani sotto le ginocchia, ovviamente sul davanti delle ginocchia. Dopo due ore in questa posizione ci diede 40 spalmate a testa.
Le spalmate consistevano i colpi dati sul palmo delle mani con un riga di legno. Nacque tra noi una intima amicizia e quando avevamo occasione facevamo l’amore ma sempre di nascosto sapevano che se ci scoprivano ci avrebbero punito severamente la pena era di 150 frustate sui genitali e sul petto con il frustino corto di cuoio. Io all’epoca avevo un fisico asciutto come può essere il fisico di un adolescente il mio cazzo era leggermente più piccolo di Claudio (19 cm.) ma circonciso quindi sempre scappellato il che costituiva elemento di attrazione infatti Claudio mi aveva visto il cazzo mentre eravamo a pisciare all’orinatoio e mi aveva sorriso da quel momento avevano iniziato a vederci di nascosto. Lo facemmo di notte nella sacrestia della chiesa annessa al Collegio fu bellissimo. Uscimmo di nascosto dalla camerata e scendemmo al pianterreno la sacrestia era sempre aperta. Ci spogliammo completamente nudi io mi avvicinai a lui e lo baciai sulla bocca mentre le sue dita mi tormentavano i capezzoli i nostri cazzi erano duri come granito. Poi io cominciai a lavorargli i suo pettorali e le nostre cappelle si sfiorarono. Quella notte non ci inculammo a vicenda ma facemmo un 69 che durò oltre un’ora e poiché ci piaceva sfidare il Direttore quando sburrammo non ci preoccupammo di pulire. Eravamo due pazzi incoscienti sapevamo che poi se ci avessero scoperto il fatto di averlo fatto nella sacrestia avrebbe raddoppiato la pena da 150 a 300 frustate sulle tette e sul cazzo con il frustino corto di cuoio (1). Io avevo visto due ragazzi subire quella pena era tremendo per coprire le loro urla il sacrestano suonava le campane.
Il giorno dopo scoprirono le macchie di sburro in sacrestia il direttore Don ……..un prete devotissimo fece pulire e benedire la sacrestia e poi ci fece un assemblea invitando i colpevoli a presentarsi promettendo in cambio clemenza ma nessuno si presentò. La sacrestia venne chiusa con un lucchetto e venne disposto un servizio di sorveglianza notturna che veniva fatta dal suo assistente un certo Tommasino un sadico malvagio e il tirapiedi dell’assistente Alfonso un ex collegiale fallito che sbarcava il lunario facendo le pulizie assistendo il sacrestano e aiutando l’assistente nelle punizioni ed interrogatori dei collegiali.
A turno questi due si alzavano intorno alle ore 2 o 3 del mattino e facevano il giro della camerata cercando di individuare le brande vuote. La sorveglianza durò una settimana poi come tutte le cose fu allentata ma noi stemmo buoni per altri due o tre giorni poi facemmo di nuovo l’amore insieme ma questa volta a me venne in mente una idea diabolica in occasione che Il Direttore era andato fuori per una cena serale con i suoi amici. Quindi avevamo tutto il tempo di far l’amore io e Claudio e lo facemmo nel letto del direttore e lasciammo le lenzuola sporche di sburro. Ma non ci inculammo sapevamo che l’assistente ci avrebbe fatto fare da un medico una visita igienica e si sarebbero accorti che avevamo il culo sfondato e sotto le mazzate avremmo potuto parlare come era successo a quei due ragazzi di cui avevamo assistito tutti noi alla loro punizione. Gli avevano trovato il culo rotto dopo una decina di cinghiate i ragazzi avevano parlato. Il giorno dopo subirono la solita pena: 150 frustate sul petto e sui genitali con la frustino corto di cuoio. Ma noi due sapevamo che se ci scoprivano ci aspettavano 300 frustate perché avevamo fatto l’amore in sacrestia.
L’amore nel letto del direttore fu bellissimo oltre al senso della trasgressione io e Claudio sburramo tre volte la terza volta fu bellissimo perché facemmo il gioco dei froci napoletani ci legammo con lo spago le cappelle poi cappella contro cappella, lingua in bocca mentre con le dita io strizzavo i capezzoli a Claudio e lui li strizzava a me…………………….un litro di sburro usci dai nostri cazzi. Quando sentimmo la macchina del direttore che entrava nel cortile ci alzammo andammo nel suo bagno a pulirci e uscimmo dalla sua stanza mentre sentivamo che saliva le scale ci mettemmo a letto. Dopo un po il direttore accese la luce della camerata e si mise ad urlare che se prendeva i colpevoli avrebbero subito delle punizioni tremende. Per una settimana stemmo tranquilli poi la lussuria prese il sopravvento costruimmo dei pupazzi di pezza da mettere in branda e andavamo a fare all’amore nella aula vicino la sacrestia avendo cura questa volta di non lasciare traccia. La cosa andò avanti per due mesi il trucco dei pupazzi funzionava. Ma una notte le cose si misero male. Qualcuno fece la spia. Io e Claudio scendemmo le scale con solo un asciugamano intorno alla vita. Aprii la porta dell’aula, era buio, poi la luce si accese istintivamente gridai a Claudio di scappare, Claudio scappò al piano di sopra in camerata ma io venni preso.
Mi portarono nella stanza degli interrogatori era una stanza sotterranea attigua all’aula. Mi fecero togliere l’asciugamano e rimasi completamente nudo venni legato ad un arco a doppia L con le braccia divaricate e le gambe divaricate. Sollevarono le funi in modo da avere i piedi leggermente sollevati da terra e le braccia in trazione in questo modo avrei sentito di più le frustate. Entro Alfonso con secchio pieno d’acqua e comincio a sciogliere in questo secchio un pacco di sale doppio da un chilo. L’assistente si tolse la cinghia dai suoi pantaloni, era una cinghia di cuoio larga 3 cm.. Si avvicinò e mi chiese se volevo dargli il nome dell’altro ragazzo che stava con me io gli risposi in tono di sfida che da me non avrebbe saputo niente. Fece un cenno ad Alfonso il quale prese la spugna imbevuta di acqua e sale e mi bagno le spalle. Sentii lo scoppio del cuoio della cinghia sotto la scapola sinistra ma il primo colpo fu come se la carne si addormentasse poi dopo qualche secondo avvertii il dolore. Un dolore tremendo in quanto l’acqua e sale aveva raddoppiato la mia sensibilità. Alfonso si avvicino con la spugna lui bagnava e l’assistente colpiva con la cinghia, le spalle, le natiche, le cosce nella parte interna, i polpacci, dopo un sei o sette colpi diedi il primo urlo. Eravamo arrivati alla decima cinghiata, undicesima e io urlavo a squarciagola anche perché la cinghia mi aveva colpito la cappella del cazzo, dodicesima cinghiata anche stavolta quel bastardo dell’assistente mi aveva colpito i genitali questa volta ero svenuto. Dopo trenta cinghiate venni slegato e mi diedero da bere ero tutto un dolore ma non avevo un segno addosso, merito dell’acqua e sale, venni invitato di nuovo a parlare ma io risposi singhiozzando che da me quel nome non l’avrebbe mai saputo allora lui mi rispose con queste parole
“Adesso cambieremo musica e tu parlerai brutto frocetto sarai torturato con le gocce di fuoco” (2).
Venni legato sul tavolo in posizione di squartamento gambe e braccia divaricate ero legato in maniera da non poter fare il minimo movimento poi l’assistente prese della schiuma da barba e mi fece una rasatura intorno all’ombelico e alle zizze dove avevo una leggera peluria. Prese una bottiglietta con un contagocce e mi colo una goccia di liquido vicino all’ombelico poi con il dito fece un leggero massaggio in modo da far assorbire l’alcool in maniera superficiale cioè l’ombelico era umido non inzuppato d’alcool. L’assistente preso un fiammifero acceso e lo passo sull’ombelico l’alcool residuo prese fuoco. Diedi un urlo tremendo il fuoco durò meno di un secondo ma il dolore era insopportabile, la seconda goccia fu sul capezzolo destro altre urla e svenimento. Quando rinvenni l’assistente mi stava facendo lo stesso lavoro sul capezzolo sinistro con l’alcool, fiammifero sfrigolio della fiamma urla tremende da parte mia e ulteriore svenimento. Rinvenni e l’assistente mi fece lo stesso trattamento al capezzolo destro. Poi l’assistente prese una pinza e comincio a strizzare il capezzolo sinistro già dolorante per la scottatura. Altre urla, pianti e svenimento. Fece lo stesso lavoro al capezzolo destro svenni di nuovo. Quando l’assistente si accosto con il contagocce verso la la cappella del cazzo cedetti e gli dissi il nome di Claudio. Anche lui venne interrogato e torturato ma alla decima cinghiata disse tutto. Ci fecero riposare un paio di giorni e poi fummo portati nell’aula e davanti a tutti gli altri collegiali subimmo 100 (50 e 50) colpi di frustino corto di cuoio sul petto e sui genitali ovviamente il sacrestano dovette suonare le campane per coprire le nostre urla………
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8 years ago
sorgiorgio,
63
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Non è mai troppo tardi
Come tutti, nella vita ho avuto delle esperienze sessuali, e sono sempre state positive, per di più durate per lunghi periodi e qualche volta scappatelle senza storia. Pensavo che oramai la stagione fosse finita, le coppie cercano singoli giovani e fighi, come dargli torto, anch'io trentenne/quarantenne avevo avuto l'eta d'oro.
Grazie a questo sito, ho ricevuto una mail, confesso non attesa da una coppia 55enne, dopo qualche scambio epistolare, decidiamo di prendere un aperitivo per fare conoscenza.
L'inizio e sempre traumatico specialmente per una coppia alle prime armi. Sara stato l'aperitivo un po' troppo carico di gin, ma siamo subito entrati in sintonia, la moglie si capiva che era una persona di cultura, anche se sembrava titubante, chiaramente nessuno doveva sentirsi in obbligo e sinceramente una serata passata a parlare di cose intelligenti non è sprecata.
Il marito, lo chiamerò Mario, sembrava impaziente, vedo che fa cenno ad Aurora, ero pronto a salutarli, quando Lei mi invita a casa loro che è vicino al locale dove siamo.
Arrivati in casa Aurora si congeda da noi, quando ritorna dopo dieci minuti, era uno splendore con un corto babydoll trasparente.
In pochi minuti ci siamo ritrovati nudi sul letto e mentre io baciavo Aurora, Mario mi succhiava il cazzo in modo superlativo, cosa che io ho ricambiato. In certe occasioni quando mi trovo in situazioni cosi eccitanti perdo il controllo.
Aurora ci ha voluto entrambi dentro di Lei, la sua eccitazione era contagiosa, poi io leccavo Lei mentre Mario leccava me.
Il tempo è passato troppo veloce, oramai dovevamo lasciarci, erano trascorse quasi tre ore.
Quando ci siamo salutati Aurora mi ha detto....la prossima volta sara' meglio e ti farò una sorpresa, Mario ha sorriso, ed io aspetto una vostra telefonata.
La telefonata è arrivata dopo 11 giorni di attesa, e la sorpresa anche, ma questa è un'altra storia.
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8 years ago
solocoppiedecise,
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Complice inconsapevole al centro commerciale
Era stata una settimana un pò pesante al lavoro e dato che ho un pò di ferie da smaltire, venerdì avevo deciso di concedermi un giorno di distrazione.
Così, spinto anche dalla necessità di dover far un pò di acquisti, decido di passare la mattinata al centro commerciale.
Nella mia zona, per esperienza, ho notato che un paio di questi cc sono frequentati da coppie piuttosto esibizioniste.
In particolare nel periodo estivo avevo notato un bel giro di cavigliere e vestiti provocanti delle relative donne....ma non avevo mai potuto approfondire e verificare questo aspetto...
Così decido di recarmi in uno di questi centri che reputavo più "trasgressivo", in modo da unire l'utile al dilettevole.
Qualche minuto dopo le nove ero già in giro per negozi, osservando vetrine.
Ho notato subito una coppia di mamma e figlia, ma il mio sguardo si era posato sulla mamma, con stivaletto, calze grigio scuro a fasciare due gambe toniche, per terminare con una gonna aderente sopra al ginocchio, di quelle che fasciano sagomando perfettamente i glutei...direi una bella milf tra i 40 e 45 anni...l'ho osservata mente erano dentro un negozio di bigiotteria, poi mi sono un pò allontanato per non essere sgamato e mi sono ritrovato con lei che mi veniva incontro...
LEI, due gambe affusolate, fasciate da intriganti parigine, stivaletti neri con tacco ed un vestitino corto verde militare con zip centrale che lasciava abbastanza scoperte le cosce.
Procedeva con passo deciso nella mia direzione, con capelli lisci a caschetto che si muovevano a ritmo del suo passo. Quando eravamo ormai a pochi metri, ho incrociato il suo sguardo, due occhi da cerbiatta, che fissavano un punto davanti a sè, quasi ignorandomi.
Non ho potuto far a meno di fermarmi ed osservarla procedere spedita. Ho invertito la mia direzione e l'ho vista fermarsi al bar....Erano circa le 10, giusto l'ora per un caffè.
In quel momento c'era un pò di confusione al bancone del bar, quindi con la scusa di pagare il caffè, mi sono avvicinato alla cassa...lei era su uno sgabello, gambe accavallate con cosce in bella vista, uno spettacolo per i miei occhi...aveva notato che la guardavo e non mi sembrava le dispiacesse... ho preso il mio caffè e mi sono poi spostato rimanendo in zona, osservando le vetrine ma senza perderla di vista. Ma non ero il solo ad averla notata ed ammirata.
Dopo qualche minuto, l'ha raggiunta il suo compagno, azz, non era sola...hanno parlato tra loro, forse gli avrà detto che aveva un pò di occhi addosso.
Mi sono fatto coraggio, e ho provato a seguirli.
Sicuramente lei si è accorta subito della mia presenza e non mi è sembrata infastidita. Sono entrati in un negozio, li ho osservati dalla vetrina, poi ho notato che lei aveva scelto dei capi e sono entrato, avvicinandomi alla zona dei camerini.
Lei era già entrata con lui che gli passava dei capi, una minigonna e una camicetta. Dal mio punto di osservazione, riuscivo ad intravederla perchè aveva lasciato leggermente aperta la tendina del camerino... la situazione stava diventando molto eccitante ma temevo che la commessa mi beccasse.
Così, dopo un pò, mi sono spostato. Lei aveva terminato di provare e uscendo dal negozio mi passò affianco, sempre ignorandomi.
Mi sorgeva un dubbio, mi ignora perchè non si è accorta di me? e la tendina l'avevano lasciato leggermente aperta appositamente?
Continuai a seguirli, sempre con discrezione, non volevo che mi prendessero per un maniaco.
Siamo entrati in uno store di abbigliamento uomo/donna, mi sono avvicinato a lei e anche lei tendeva ad avvicinarsi nella zona in cui mi trovavo, con il suo compagno che la lasciava sola...potevo così ammirare da vicino la sua silhouette, il vestitino non era aderente, ma seguiva le curve del suo corpo, evidenziando un bel culo...non riuscivo però a capire se indossasse le mutandine. Il reggiseno, invece, glielo avevo intravisto mentre si cambiava nel camerino.
Ad un certo punto, si reca nella zona intimo, sempre a pochi metri da me, e si abbassa sulle ginocchia per vedere delle calze, mostrandomi abbondantemente le cosce non più coperte dal vestitino, incrociando il mio sguardo... in quel momento ho avuto conferma che volevano giocare e le piaceva quel gioco. Lui era molto discreto, ha sempre evitato di incrociare lo sguardo e questo mi faceva capire che la mia presenza non lo infastidiva, ma sicuramente gli piaceva che la sua donna si mostrasse.
Si continua con il giro per i negozi, con tappa successiva in un negozio griffato di abbigliamento per donna, compreso calzature. Resto fuori per cercare di capire se entrare o meno.
Si rivolgono ad una commessa che dopo poco le porta degli stivali cuissard, modello sopra al ginocchio per intenderci.
La vedo sedersi rivolgendosi verso la vetrina, mi sposto in modo da averla davanti a me, accavalla le gambe, si sfila i suoi stivaletti, stende la gamba per tirarsi su la parigina, il vestitino è ormai tutto su...la guardo in viso, poi la fisso sulle gambe che accavallandole mi mostra tutto...tutto...intravedo un piccolo ciuffetto che mi conferma l'assenza di intimo...calza gli stivali, sta divinamente, si alza, si avvicina allo specchio, poi ritorna a sedersi esibendosi in un nuovo show... alza gli occhi per vedere l'eccitazione e il desiderio nel mio sguardo...ancora un altro paio di stivali, un altro ancora....al quarto paio mi accorgo che la commessa alle sue spalle mi ha notato, ritorno in me, ormai sono da troppo tempo davanti quella vetrina, decido di allontanarmi.... forse non vedendomi più, decidono di uscire dal negozio... sono troppo eccitato, mi sta facendo impazzire.... Continuiamo a girare per negozi, ora è la volta di uno store di calzature...vuole riprendere lo stesso gioco...lui le porta gli stivali, sempre sopra il ginocchio, mi avvicino a loro, lei si siede, rivolgendosi sempre verso di me, ci guardiamo, inizia ad accavallare le gambe, infila gli stivali mostrandomi il suo tesoro, quasi svengo...purtroppo il gioco dura poco, se li sfila, si ricompone ed escono dal negozio.
Qualche minuto, esco anch'io, e siamo di nuovo in giro per la galleria...altro negozio di abbigliamento, mi avvicino alla zona uomo e, dopo poco, li vedo dirigersi nella mia direzione, con lei che entra in un camerino.
Il camerino ha la solita tenda, ma questa volta è bello ampio e largo... anche ora la tenda viene lasciata semichiusa, la intravedo...tutta nuda, solo un reggiseno nero indosso, a coprire le sue tettine, una seconda bella soda. Lui si allontana per prendere un altro capo, mi posiziono meglio, e al suo ritorno lei lo fa entrare, lasciando la tenda nella stessa posizione...vedo lui che tira fuori il suo cazzo, non capisco bene cosa sta per succedere, poi vedo lei, davanti a lui, si inginocchia, gli prende il cazzo in bocca e si gira per guardarmi....succhia avidamente il cazzo, prendendolo tutto in bocca...il suo sguardo è troppo eccitante, ed anche il mio cazzo inizia ad indurirsi...pochi secondi e si rialza, si volta, appoggia le mani al muro della cabina, piegandosi leggermente in avanti e lui inizia a scoparla, prendendola per i fianchi...pochi colpi, anche perchè il rischio è alto, fuori ci sono solo io ma loro non possono saperlo, sono il loro complice inconsapevole che tiene sotto controllo la situazione...il suo sguardo è ormai da vera porca, ha una gran voglia e me lo fa capire con i suoi occhi....
Lui si stacca, si rivestono ed escono...sono ancora più confuso ed eccitato, non posso credere che stia succedendo per davvero....
Ci spostiamo in un'altra zona, li vedo parlare tra loro, forse sono indecisi su cosa fare o forse iniziano a infastidirsi per la mia presenza...decido di lasciarli, credo di essere stato fin troppo fortunato e mi dirigo al bagno.
Mentre mi sto lavando le mani, entrano entrambi dirigendosi in un bagno per disabili... non posso crederci, la porta si richiude alle loro spalle, resto in attesa di cosa possa succedere... ormai sono passati alcuni minuti, li sento parlare, la porta accenna ad aprirsi per poi richiudersi, ancora voci... che fare? qualche colpo di tosse per far capire che sono ancora lì, ma niente... mi faccio coraggio, busso alla porta, "occupato?", sento qualcosa, ma non capisco, poi la porta accenna a riaprirsi, prendo la maniglia, apro la porta, sento un pò di resistenza, infilo la testa, sono a pochi centimetri dal viso di lei, è tutta nuda, piegata a 90° con lui che la scopa da dietro...tiene la maniglia della porta, ma ad un mio nuovo accenno di voler aprire, lascia la presa, permettendomi di entrare... mi dice di non toccarla, di guardare soltanto senza toccarmi...l'eccitazione è tanta e quindi accetto le condizioni...indossa solo gli stivaletti con le parigine, il reggiseno leggermente abbassato evidenzia un seno piccolo ma sodo con areole scure e piccole e due capezzoli turgidi e dritti a conferma della sua eccitazione...
Mi sfioro il cazzo da sopra il jeans, lui se ne accorge e mi fa segno di liberarmi....la tiene per i fianchi e la sta scopando alla grande.
Libero il mio cazzo, è già grosso e duro, le vene sono gonfie di desiderio, inizio a toccarmelo...mi posiziono davanti a lei che si appoggia al piccolo lavandino, ho il cazzo vicino al suo viso, lei mi guarda negli occhi, con lo stesso sguardo eccitato del camerino, poi abbassa lo sguardo sul mio cazzo...forse vorrebbe prenderlo in mano, magari avvolgerlo con le sue labbra facendomi sentire la sua lingua vogliosa, l'eccitazione è tanta, lui la sta sbattendo sempre più forte, lei accenna qualche mugolio...nel bagno affianco entra un uomo, fortunatamente per poco tempo...
Ancora qualche colpo e lui esce, il suo cazzo è pieno di umori di lei, doveva essere veramente fradicia...
Con una voce un pò bassa e con un pò d'affanno, lei mi dice di sparire e di non farmi vedere più...mi rivesto, esco dal bagno e mi allontano...ormai sono le 12.00 circa, in conclusione non ho comprato nulla ma è stato tutto molto eccitante.
Non so se erano lì per esibirsi o altro, nè se fossero già pratici di questi giochi... ad ogni modo, è stato bello essere loro complice in questa avventura.
Mi è dispiaciuto solo essere dovuto sparire senza conoscere i loro nomi, nè lasciargli i miei contatti magari per ripetere questa esperienza...
Se leggendo questo racconto vi riconoscete, sono stato io il vostro complice!
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8 years ago
admin, 75
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Cercando una padrona
Scorrendo le schede del sito, la sua, le era subito balzata agli occhi. Era quello che cercava: bisex a/p, con decine di foto in cui indossava intimo eccitante e provocante: latex, maschere fetish, stivali e scarpe con il tacco alto, corpetti e lingerie. Come se non bastasse numerosi video mostravano il suo grosso cazzo mentre si masturbava esplodendo schizzi di sperma che poi spandeva o “spalmava” con voluttà. Anche l’annuncio era all’altezza delle sue ricerche e delle sue aspettative: matura come piaceva a lui, assolutamente versatile e disponibile a giochi di ruolo soft. Da tempo cercava una così; una a cui sottomettersi, in modo non violento ma sia cerebrale che fisico, come una puttana ma anche da poter, switchando, trattare allo stesso modo. Un desiderio, quello di giocare con la “sottomissione” che era andato crescendo e maturando nel tempo e ora era diventato manifesto, irrefrenabile proprio come il cazzo che sentiva gonfiarsi negli slip leggendo l’annuncio. Fu con eccitazione, ma anche con poca speranza, visto che sul sito abbondavano i grafomani inconcludenti, che le scrisse il primo messaggio. Un messaggio nel quale esprimeva un misto di eccitazione, ammirazione, deferenza e dove dettagliava i suoi desideri in caso di incontro: le si sarebbe gettato ai piedi chiedendole di imporgli un collare e implorando ordini, poi avrebbe baciato e leccato le sue scarpe e i suoi piedi soffermandosi con la lingua negli interstizi tra le dita, sarebbe risalito sulle sue splendide gambe usando la lingua e le mani, sentendo il nylon che le avvolgeva e il calore del suo corpo, fino ad arrivare al suo cazzo. Le avrebbe con devozione succhiato le palle a lungo e poi sarebbe passato al suo membro, ormai duro e caldo. Avrebbe fatto su e giù lentamente con la lingua, un lento saliscendi alternato all’uso della sua bocca vorace che l’avrebbe inghiottito. Poi sarebbe venuta la volta del suo buco del culo che avrebbe esplorato e ammorbidito con la lingua e riempito si saliva prima di assaggiarlo con il suo cazzo voglioso… Durante la scrittura del messaggio aveva dovuto fermarsi più volte per l’eccitazione. Momenti in cui la sua mente guidava la sua mano che si muoveva lentamente su e giù per il suo membro.
Inaspettatamente la risposta arrivò, nel giro di un paio di giorni. Una risposta pienamente in linea con il messaggio e che già entrava nel gioco, accettando il ruolo di “padrona” e apprezzando quanto proposto. Da lì fu un susseguirsi di mail in cui lei, da perfetta padrona, lo metteva alla prova e gli chiedeva di fare cose: inviargli e condividere video porno dove magnifiche trav. si facevano riempire il culo da prestanti maschi, comprare intimo che poi lui avrebbe indossato, secondo i suoi comandi, durante il lavoro sotto gli abiti maschili, girare mini-video da inviarle in cui si masturbava, commissionargli foto secondo il suo desiderio. Ad ogni “obbedienza” corrispondeva un premio: un nuovo video nel quale usava un grosso dildo su di sé, o magnifiche foto dove il suo sperma schizzava copioso. Un crescendo, in parallelo al quale aumentava inesorabilemente la sua eccitazione e durante il quale il desiderio di obbedire, e di nuovi ordini che lo spingessero sempre un po’ più in la, si faceva sempre più fermo, consapevole e irruente. Poi finalmente venne l’incontro che fu completamnte all’altezza delle aspettative e di quanto si erano scritti: lei gli impose il guinzaglio e poi gli ordinò seccamente di eccitarla così come promesso, lui lo fece e l’eccitazione, densa di comandi e piccole punizioni, crebbe fino a quando entrambi esplosero. Prima lui, nel suo splendido culo dal quale poi leccò e bevve il suo stesso sperma che condivise subito, in un bacio furioso, nella bocca di lei. E poi lei che gli venne, copiosa, in bocca e anche in questo caso giocarono a lungo con lo sperma che passava da una bocca avida all’altra. Fu fantastico, si pulirono e tornarono a indossare normali abiti maschili sotto il quale però la sua padrona gli impose di continuare a indossare la lingerie utilizzata durante il rapporto, compreso il perizoma su cui avevano rovesciato lo sperma, denso di saliva, dopo averci giocato baciandosi. Lo fece con enorme piacere e con la consapevolezza che la sua “carriera” di schiavo switch e versatile, puttana per una padrona dolce e decisa insieme, era solo all’inizio
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8 years ago
erroll, 50
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Mai dire mai
Recentemente mi sono iscritto ad una chat d’incontri che ho trovato casualmente e mi permette di colloquiare solo con persone che si trovano nelle vicinanze. Pertanto dopo aver impostato una foto intera che mi ritrae in spiaggia ed aver specificato OVER 50, ho iniziato a utilizzarla. Inizialmente venivo contattato solo ed esclusivamente da una marea di gay e qualcuno che si presentava come coppia ma che poi, alla resa dei conti la moglie era impegnata o qualsivoglia motivo si proponeva da solo. Un giorno, mi contatta un profilo con una foto di donna in costume che apparentemente fisicamente era accettabile ma il viso rimaneva in ombra e nonostante ingrandissi la fotografia mi veniva difficile vedere i suoi lineamenti. Un po’ sospettoso le anticipo di essere tassativamente etero che se quindi si nascondeva un gay era solo tempo perso. Lei mi garantisce la sua femminilità e a prova mi manda una registrazione vocale. Da quel momento, ogni volta che mi vedeva in linea, puntualmente iniziava a conversare finchè abbiamo toccato l’argomento SESSO e i propri gusti. Dopo una settimana intensa di messaggi abbastanza piccanti e provocanti, fissiamo un incontro in un bar locale. Devo ammettere la mia grande delusione perché i lineamenti del viso per me sono molto importanti e non corrispondevano ai miei gusti. In tutti i modi, con molta educazione e diplomazia, ci siamo seduti in un tavolino e mentre consumavamo un caffè abbiamo serenamente dialogato scoprendo anche di avere delle conoscenze in comune. Dopo di chè la salutai inventando una scusa con la promessa che ci saremo risentiti. Dopo circa mezzora mi manda un messaggio nel quale mi scrive che si era resa conto della mia delusione chiedendomi di essere sincero e corretto perché le interessavo tanto. Non esitai un attimo e le risposi sempre con la massima educazione e correttezza che purtroppo non rientrava nei miei canoni ma che comunque visto e considerata la sua straordinaria intelligenza non mi dispiaceva intrattenere un rapporto di amicizia. Per farla breve mi aveva ringraziato per la sincerità e concordava per un eventuale amicizia se pur dispiaciuta del fatto che si era illusa a seguito dei nostri discorsi sul campo sessuale che corrispondevano alle esigenze di entrambi. La bionda nn si arrese e da allora non perdeva per messaggiarmi e riprendere i discorsi sui gusti sessuali finchè alla fine mi disse: ma almeno provare no?, per dissuaderla le rispondo che si potrebbe provare cosi per toglierle lo sfizio chiarendo di non aspettarsi null’altro e che nn volevo poi sentirla dire che la utilizzavo solo svuotarmi i coglioni, come altre hanno fatto in passato. La prima volta è avvenuto a casa sua, devo essere sincero, mi ero presentato solo perché aveva insistito tanto anche se devo ammettere che un po’ ero incuriosito della sua arte amatoria tanto dichiarata ma allo stesso tempo ero cosciente che sarebbe stata anche l’unica volta che avremmo dato sfogo alle nostre voglie. Bene, non ci crederete ma la signora ha superato alla grande il test, veramente una donna passionale in tutti i sensi, fa dei pompini divini, gode ripetutamente come un vulcano, è assatanata e disinibita, adora farsi filmare e fotografare, con e ha scoperto il naturismo, cosa che aveva sempre desiderato da una vita. In sostanza, ognuno di noi ha la propria vita e le proprie amicizie ma quasi quotidianamente ci incontriamo per dare sfogo un po’ di sesso sfrenato. Ah dimenticavo, va in estasy quando gliela lecco, sostiene che utilizzo lo stesso modo del bacio in bocca, ovvero delicatezza e passione coinvolgente, ma dopo il primo orgasmo lo vuole e pretende tutto dentro in figa sostenendo che le pulsazioni le procurano una goduria immensa..
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8 years ago
admin, 75
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La mia prima gangbang
Era una calda estate ed ero in ferie con una amica...
Al mare conosciamo un gruppo di persone interessanti.
Si parla, si ride e si scherza. Si decide di andare a bere qualcosa la sera.
La mia amica dopo l'aperitivo butta li un : e se ci facessimo una gangbang???
Io ero alla prima esperienza del genere.
In poco tempo io la mia amuca e i 5 ragazzi ci ritroviamo in camera.
Prima si sono divertiti con la mia amica in 4 perche il 5° stava trombando e fistando me....
Dopo poco a lui si sono aggiunti gli altri
Due sui capezzoli, uno in bocca, una mano dentro la figa. Un cazzo in culo e la mia amica che mi leccava il clito, Insomma alla fine a turno i 5 stalloni mi hanno scopata, fistata, inculata e morsa sia nei capezzoli che nel clito. La mia amica si sditalinava....
A un certo punto uno dei cinque mi penetra nella figa e chiama uno dei suoi amici... e li parte una doppia penetrazione in figa. Due stalloni di dimensioni notevi in figa.... mi fecero un po male. Ma devo dire che ho goduto come non mai.....
Io e la mia amuca dopo quella sera iniziammo a fare sesso... anche con lei è stato super.
Ma ve lo racconterò un altra volta....
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8 years ago
admin, 75
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La mia prima volta
La mia prima volta risale al 1996.
Avevo appena finito di fare la.doccia.
Non so come ma l'uomo di mia madre era entrato in bagno.
È stato un attimo.
Me lo sono ritrovato addosso. E io. Al posto di respingerlo , lo ho incoraggiato.
Ricordo ancora la sua lingua sui capezzoli rosei e turgidi.
La sua mano sulla figa che mi accarezzava e il suo cazzo enorme , eccitato che premeva sul mio ventre.
Ricordo che mi tirò su una gamba e mi penetrò subito.... con tale foga che godettte subito.
Dopo mi portò sul divano. E mi penetrò prima nella figa ormai wuasi sverginata e poi nel mio culetto.
Ricordo che si fece pure spompinare x bene.
Poi, aprì il cassetto e tirò fuori del lubrificante...
Lo cosparse sulla figa e infilò le dita dentro....
Mi aprì la figa dilatandola da far male. E io godevo....
Poi tolta la mano iniziò a leccarmela.... poi risalì sui capezzoli...
E rinizio a scoparmi fino a che non venne sul mio clitoride.....
Lo rifacemmo altre volte. Ma come si dice : la prima volta... non si scorda mai
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8 years ago
admin, 75
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Pomeriggio libero 2 trans
Eravamo distese sul letto e io ancora avevo il culetto aperto dopo aver ricevuto quel cazzo a dir poco equino e sentivo che la voglia non era finita: volevo un’altra dose di carne dentro di me.
L’amica si avvicinò e iniziò a carezzarmi le natiche e le cosce e prese il mio uccello ancora turgido.
Infatti io non avevo goduto per niente, o almeno lo avevo fatto ma con il mio culetto ancora dolorante.
Stefania, questo il suo nome, aveva iniziato a menarlo e a mungerlo facendolo passare tra le dita e a stringerlo per bene come se volesse far uscire il latte.
“Hai un bel cazzo davvero; ma preferisco di più il tuo culetto bianco; vedrai ora come ti faccio schizzare tutto spingendolo dal di dentro”.
Non capivo cosa volesse dire ma la lasciai continuare iniziando a gemere mentre aumentava la velocità del suo menare.
Era un’altra stupenda donna, bionda e alta come la trans; due occhi azzurri penetranti e un viso dolce e un corpo profumato.
Iniziò a spogliarsi: un seno turgido con i capezzoli rosa che rimanevano dritti. Ma quando tolse la minigonna di pelle nera, e rimasta senza slip potei notare un gigantesco cazzo.
Era molto più dotata di quello che avevo già provato: scendeva semi turgido fino alla coscia e aveva una cappella rosea quasi come un pugno chiuso.
Rimasi all’inizio sbalordito e dopo compiaciuto nell’avere di fronte quel cazzo profumato a pochi centimetri dal mio viso, ma dopo iniziai a pensare che il mio povero culetto avrebbe dovuto lavorare sodo e si sarebbe aperto a dismisura.
Non volevo avere lacerazioni; solo godimento. Ma la cosa non mi piaceva per niente. Ero titubante e balbettavo senza sapere cosa dire.
“Prendilo in bocca e fallo diventare duro; vedrai che ti piacerà tantissimo” disse Stefania mentre lo spingeva sulle mie labbra forzandomi ad aprire la bocca e ingoiare quel fardello di carne.
Come una troietta lo ingoiai e iniziai a provare di pomparlo per bene cercando di stare attenta a non stringerlo con i denti ma era impossibile. Infatti lei si lamentò che non riuscivo a tenerlo dentro e che non pompavo bene. Ma era troppo grande, specialmente la cappella e dopo un poco inizia a sentire dolore alla mandibola a furia di tenerlo dentro la bocca.
Lo tenevo con due mani e lo baciavo per tutta la lunghezza; poi scendevo dal filetto fino alle palle per risalire sopra il prepuzio con la lingua e assaporavo quella pelle bianca e profumata per poi ingoiare di nuovo quel palo duro come il ferro.
Si era indurito a tal punto che non capivo se era di ferro o quella carne viva era di cemento; con due mani rimaneva ancora diversi centimetri che cercavano di farsi spazio dentro la mia bocca.
I primi umori iniziavano ad uscire e io con la lingua li afferravo per deglutire tutto.
Si era eccitata in maniera esagerata e gemeva ad ogni colpo di lingua e al calore del mio palato; lo premevo e succhiavo come fosse un lecca lecca di fragola facendomi mancare il fiato.
“Basta ora; sto quasi per venire ma non voglio ancora; girati che voglio spaccarti il culo come si deve” mi disse e spingendomi prima di fianco e poi sollevandomi il culetto mi posiziona sopra il letto.
Avevo le gambe aperte e le mani distese davanti a me: il bacino sollevato e l’altra trans mi teneva la pancia con una mano e con l’altra mi tirava una natica per far vedere il buco ancora aperto.
Chiusi gli occhi e aspettavo quel pugno di cappella che era pronta a farmi godere come non avevo mai fatto: la sentì poggiare sul culetto e premere in maniera terrificante dentro di me. Iniziai a gridare che non ce la facevo e sentivo troppo male: sentivo che lo sfintere era arrivato al limite e si stava lacerando. La trans iniziò ad aprirmi le natiche per favorire l’ingresso di quell’ariete premendo sui glutei per addolcirmi il dolore e sputando sopra quel bastone per lubrificarlo.
Un ultimo colpo e dietro ero rotto: scivolò di scatto dentro il mio intestino impalandomi e sconquassandomi tutta. Iniziai ad urlare e a pregare di tirarlo fuori ma lei, fermatasi un attimo, iniziò a stantuffarmi dolcemente facendo scivolare centimetro dopo centimetro quel cazzo enorme in avanti e dietro abbracciandomi al collo per tenermi stretta.
Affondava i colpi più giù ad ogni discesa e l’intestino si dilatava e muoveva a dismisura. Ormai ero rotto dietro e solo la lunghezza di quel pene spingeva dentro di me lo stomaco e la pancia. Lo sentivo ad ogni colpo dato.
Cercavo di dimenarmi ma lei mi teneva stretta da collo con le braccia facendomi sentire, oltre al cazzo dentro di me, i suoi seni turgidi sulla schiena e abbracciandomi era come se fossimo una cosa sola.
Sentivo il suo peso; i suoi seni; il suo cazzo che mi dilatava.
Ero in balia di loro e nessuno mi avrebbe aiutata e nessuno di loro avrebbe smesso fino a quando non avrebbero goduto entrambe.
Dopo un po’, avevo perso ormai la cognizione del tempo, inizia a sentire che tremava; l’orgasmo era vicino perché si era irrigidita e i colpi erano divenuti più forti.
Ad un tratto un grido di godimento uscì dalla sua bocca e un calore intenso iniziò a pervadermi lo stomaco.
Il seme mi aveva riempita tutta e lo sentivo che si faceva strada dentro l’intestino regalandomi un piacere e una sensazione mai provata.
Stefania si accasciò sulla mia schiena con il cazzo che ancora mi regalava sensazioni fantastiche.
Il calore era dentro di me e mi faceva sentire bene. Rimase con il cazzo dentro per lunghi minuti fino a quando non lo sentì sgonfiarsi: una sensazione unica rimanere così con quel cazzo semi turgido dentro di me.
Avrei dormito in quella posizione accovacciata e lei dentro che mi riscaldava e mi faceva da tappo per evitare che mi sporcassi tutta. Abbracciata a me da dietro senza dire una parola continuava a muoversi e a baciarmi sul collo come se ancora non avesse avuto il suo momento.
Mi prese dai fianchi e mi sollevò per far spazio all’amica di mettersi sotto di me; ero sdraiato sulla pancia di lei e con Stefania con il cazzo dentro sulla schiena che mi rivolgeva parole di elogio per quella venuta sul culo ma ancora voleva vedere fino a che punto sarei arrivata.
L’altra trans, Monica, era eccitatissima sotto di ma e aveva puntato il cazzo sul mio culetto cercando di farsi strada sullo sfintere ormai distrutto e, premendo piano piano con il seme che usciva e fungeva da lubrificante, si fece spazio e mi penetrò con un colpo secco.
Avevo due cazzi dentro: uno lungo e semi moscio e l’altro duro che iniziava a pomparmi da sotto con una velocità impressionante.
Io ero in estasi e lo strofinio del mio cazzo sulla pancia di Monica mi fece godere come non mai iniziando a bagnarla sui fianchi e sporcando le lenzuola.
To be continued
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Pomeriggio libero
Avevo il pomeriggio libero da impegni di ogni genere ed ero solo in casa.
E dopo il lavoro, come al solito, la mia voglia di sesso era aumentata dopo aver visto diversi annunci di trans e mi decisi di incontrarne una in particolare.
Una stangona di circa un metro e novanta dalla pelle di colore d’ebano, con lingerie finissima e capelli neri lunghi aveva attirato la mia attenzione.
Appartamento non distante da dove abito io e quindi facilmente raggiungibile anche a piedi, circa 5 minuti di strada con piacevole passeggiata tra i negozi.
Le foto molto attraenti, in pose sexy, denotavano una persona dalle curve femminili molto accattivanti, ma rimasi sorpreso di più quando guardai le foto hot.
Un bastone di carne dal colore nero chiaro che arrivava oltre il suo fianco da sdraiata. Rimasi colpito e immaginai che non era per niente reale pensando che il foto ritocco avesse fatto la sua parte.
Forse più per curiosità mi decisi di andare a trovarla e feci la chiamata.
La voce era sensuale e molto calda e mi disse che era libera e si sarebbe dovuta preparare. Anche io dissi che mi sarei preparato lasciandola nella sua curiosità e perplessità senza dire di più.
Scesi in garage sotto casa dove ho un armadio con i miei vestiti e le mie cose e tirai fuori la valigia con i miei indumenti più segreti.
Indossai un paio di calze autoreggenti che feci scivolare sulla mia pelle bianca liscia e depilata; un reggicalze nero e sopra un perizoma sempre nero; una guepiere che mi strinse i fianchi e il tutto coperto da una tuta da ginnastica comoda da togliere sul luogo; un paio di scarpe da ginnastica e un giubbotto per coprirmi dal freddo con cappello. Ero pronto e pulito e mi incamminai verso l’uscio dello stabile.
Camminavo normalmente come una persona normale ma sotto ero eccitato e mi sentivo una grandissima troia che va all’appuntamento dalla sua amante con il cazzo che fuoriusciva dal perizoma.
Infatti ero preoccupato che qualcuno si accorgesse di quella mia situazione e tenevo stretto il giubbotto chiuso sul davanti per evitare che qualcuno mi scoprisse.
Non nascondo il freddo che sentivo ma il calore dentro di me aumentava ad ogni passo che facevo dirigendomi nell’appartamento della mia amante.
Giunto dopo circa 10 minuti suonai al campanello e una voce mi indicò di salire al terzo piano, cosa che feci in fretta per evitare di incontrare delle persone.
Al pianerottolo vidi che la porta era semiaperta e senza bussare entrai dentro salutando quella figura femminile che mi aspettava.
Dal vivo sembrava molto più alta e mi trovai una donna a tutti gli effetti con una vestaglia di seta e un profumo che mi prese alla testa.
La baciai sollevandomi sulle punte e lei mi carezzò il viso sorridendo. Le feci i complimenti perché le foto secondo me non le davano giustizia e dal vivo era molto meglio e lei sorridendo mi prese per mano facendomi accomodare sul salotto.
Fatto ciò, tolse la vestaglia e rimanendo solo con le calze e il perizoma rosso iniziò a girare per farsi ammirare ancora di più. Io continuai nei complimenti e cercavo si sbirciare tra le gambe per capire se quello che avevo visto in foto rispecchiasse la realtà o non si trattava di foto ritocco.
Lei capì i miei desideri e toltosi il perizoma fece cadere fuori un fardello di carne che quasi arrivava al ginocchio. Rimasi a bocca aperta per lo stupore e avvinatasi verso di me iniziò a baciarmi e a condurre la mano su quel bastone di carne caldo penzolante.
“Ti piace? Inizia a menarlo con la mano che diventa grosso e poi lo assaggi con la bocca” continuando a baciarmi sulla bocca e sul collo e iniziandomi a spogliare.
Tolto tutto lei rimase sorpresa dal mio abbigliamento e ridendo per la sorpresa mi disse: “ Non pensavo che ti saresti presentato così; la sorpresa l’hai fatta tu a me; ora capisco cosa intendevi per prepararti però così non sei completa, ti ci vuole una parrucca e delle scarpe che io posso prestarti, vieni di là” e prendendomi per mano mi accompagna in camera da letto dove mi fa indossare le scarpe, parrucca e inizia a truccarmi.
“Ora sei completa e diventerai la mia troietta per questo pomeriggio; mi voglio divertire con te e fare divertire anche qualche mia amica”.
Non capivo bene cosa intendesse dire ma prese il cellulare e fece qualche chiamata mentre, facendomi inginocchiare, iniziò a pomparmi la bocca con lentezza.
Io ero su di giri e sentivo quel cazzo che si induriva tra le mie labbra e la mia gola; mi soffocava quando premeva fino in fondo e iniziava a farmi male la bocca per quanto l’ho tenuto dentro. Lo afferrava con due mani per cercare di limitare l’ingresso in gola per non strozzarmi ma lei, premendo sulla testa con le mani mi spingeva verso di se incitandomi a prenderlo tutto.
“Vedrai quando lo sentirai dentro il culetto come ti apro e ti rompo, altro che bocca, li ti arriverà in gola ma da dietro” sorridendo e premendo mentre mi sculacciava sulle natiche che si arrossivano ad ogni colpo.
“Poi mi dirai di volerne ancora e per questo sta arrivando una mia amica che abita sopra per farti la festa in due; non vorrai più andare via da qui e quando lo farai sarai sfinito”.
La cosa mi preoccupava un poco ma ero incuriosito ancora di più dalla situazione. Mi disse di mettermi a pecorina sul bordo del letto e dopo avermi passato una crema sul buchetto e avermi infilato un dito prima e poi due e tre mi disse che ero pronto a riceverlo.
Inarcai la schiena il più possibile e mettendo le mani davanti a me con il culetto alzato al massimo dato che lei, anche in ginocchio, era molto alta e iniziai a sentire che la cappella premeva sul mio buchetto.
Non era molto grossa e penetrò facilmente lo sfintere ma quello che mi preoccupava era il resto: infatti aveva una cappella piccola, quasi a punta e quindi sarebbe entrata molto facilmente ma il resto era a forma di cono.
Man mano che arrivava verso la base quel cazzo si allargava a dismisura raggiungendo una larghezza impressionante come quella di una lattina e per di più era di circa un 24 centimetri.
Inizia a sentirlo dentro che scivolava facilmente all’inizio ma poi sentivo che mi stava aprendo come una mela e le pareti del mio culetto si dilatavano a dismisura.
Iniziai a gemere di dolore ad ogni centimetro che scendeva; poi ritornava su per penetrarmi e guadagnare il mio intestino.
Ad ogni colpo la pressione diventava più forte e il buchetto si allargava fino a slabbrarsi e avviluppare quel tronco che mi faceva andare in estasi; sentivo i colpi sulla schiena e il diaframma mi spezzava il fiato e ad ogni uscita la depressione tirava fuori le viscere come se volessero uscire.
Gemevo sotto quei colpi e chiedevo di fare piano ma lei forse per ripicca continuava a stantuffarmi forte fino a quando non sentì che le mie chiappe sbattevano sul suo bacino; 24 cm erano dentro e lo sfintere era ormai rotto al punto che lo sentivo slabbrato ogni volta che tirava fuori quel bastone di carne olivastra.
Provavo un piacere mentre scivolava dentro spezzandomi il fiato e ancora più piacere quando scivolava fiori per tutta la lunghezza. Un calore mi assaliva dentro, sui fianchi e sulla schiena quando iniziò a penetrarmi velocemente avanti e dietro.
Ormai ero aperto totalmente e i miei muscoli si erano rilassati ed abituati a quelle dimensioni notevoli di quell’amante prepotente ma nello stesso dolce come il miele.
“Sei una femmina in calore; sento il caldo del tuo culetto dentro e gemi come una cagna in calore” diceva mentre pompava e stingendomi i fianchi e la pancia.
Ad un tratto mi girò di schiena sul letto e prese le gambe portandole sulle sue spalle e continuando a pomparmi iniziò a baciarmi sulle labbra.
A quel punto la penetrazione era al massimo; lo sentivo spingere dentro con forza che i colpi si ripercuotevano sulla mia pancia e schiacciandomi il ventre con la mano sentivo i colpi da dentro.
Capì che stava arrivando dato che tremava ad ogni affondata e ad un tratto, di scatto, me lo porse sulla bocca.
Io da gran troia lo presi tutto aspettando che il liquido caldo entrasse dentro di me: un colpo, due e i fiotti di sperma iniziarono a scendere in gola e fuori dalla bocca.
Sembrava un idrante il cui getto non finiva mai e mi sporcò il mento e il collo: un liquido caldo e amaro scendeva dentro di me e con la lingua cercavo di non sprecarne nemmeno una goccia.
Ero assetato e bevvi tutto con avidità.
Dietro sentivo che stavo sbrodolando dal culetto e pulsando ancora non riuscivo a chiudere le natiche e il buco perché ero rotto e la sensazione mi faceva comunque piacere.
Accasciatasi sopra di me e continuando a baciarmi diceva che le era piaciuto tantissimo e io sorridendo rispondevo che era piaciuto di più a me.
Mentre la carezzavo e parlavo di questo una voce altrettanto femminile rispose a quelle parole:
“Pure io mi sono divertita a guardarvi; ma ora anche io voglio la mia parte di piacere con te”.
Durante l’amplesso nessuna delle due si era accorta che l’amica del piano superiore era scesa e piano piano si era goduto la scena.
Ma è un’altra storia…….
Auguri di Buone feste e Buon 2017
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8 years ago
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L'altra routine
Riguardo la foto.....quel cazzo dritto così pronto che già così mi fa immaginare tutto il piacere che potrebbe donarmi e.....nn riesco a prendere sonno. Continuo a pensare a cosa vorrei fargli....a cosa vorrei che lui facesse a me.....il sangue comincia a pulsarmi la' in basso, smanio. ....
La casa è silenziosa, solo il respiro dei bambini che dormono, mi alzo e prendo il vibratore dalla scatola. ...nn resisto. ...ho bisogno di un orgasmo. .....mi sdraio e comincio a passarlo lungo tutto il mio sesso mentre in testa mi scorrono immagini di tutti i generi. ...più o meno esplicite. ...miele sui capezzoli succhiati con veemenza, mani che frugano ovunque, anche un' orgia saffica ad un certo punto......certo se mi concentro invece sul ricordo è più facile. .....un amplesso con le mie braccia bloccate dalle sue....sono tremendamente bagnata....passo il vibratore davanti e sopra al clitoride e lì so che a breve sentirò gli spasmi....
Dopo l'orgasmo....un giramento di coglioni infinito.....tutto questo parlare e parlare e parlare....spaccare il capello in quattro delle proprie voglie e fantasie....e di cosa farei e non farei....tutta questa eccitazione sprecata.....conclusa con un'arida masturbazione.....non ha alcun senso.
Ha ragione LUI devo trovarmi un amante, non posso continuare ad aspettare, il tempo passa......
Anche la mattina dopo questa sensazione è ancora viva, sono sempre eccitata, continuamente, guardo gli uomini che mi passano accanto e, se ne vedo uno che mi può piacere, mi soffermo....fantastico. .....non posso andare avanti così.
Prendo il telefono e......nonostante non sia quello che voglio fino infondo....mando un messaggio a Giancarlo, dopo circa 4 anni....mando un fottuto messaggio a Giancarlo. Semplice e abbastanza chiaro: posso offrirti un aperitivo?
Ci mette più di 2 giorni per rispondere "quando vuoi" e so che gli è costato parecchio, ma mi sento lusingata che abbia risposto. ...dopo il modo in in cui sono sparita.
Ci diamo appuntamento a San Lorenzo in una vineria a metà strada tra casa mia e casa sua.....è come incontrarsi in territorio neutro, giusto per capire dove vogliamo o possiamo andare a parare. Arrivo per prima, la solita ansiosa, lui dopo 10 minuti.
Più magro, un accenno di barba, i capelli un pò più corti...."sempre un bell'uomo" penso.
Sarei curiosa di leggere i suoi pensieri, di sapere cosa gli balena nella mente quando mi vede. È buffo.....non c'è imbarazzo, come se non fosse passato così tanto tempo, e riprendiamo a parlare come fossimo solo stati in pausa. La stessa sintonia confrontandoci sul lavoro, la stessa tendenza ad evitare i discorsi scomodi. ....il suo atteggiamento però è diverso, lo sento freddo, disponibile ma freddo.
È facile scivolare sulle confidenze, quelle più private e....infondo siamo entrambi qui per questo. Dopo un paio di Spritz e tante chiacchiere, non c'è bisogno di dire altro, riprendiamo la vecchia routine....due auto che si muovono verso la stessa meta.
L'appartamento è come lo ricordavo, perfettamente in ordine, quasi mi aspettasse, ed io....mi sento a casa.
Mi dirigo verso la dispensa e scelgo una bottiglia di vino, ma non mi da il tempo di trovare l'apribottiglie. Dietro di me Giancarlo mi accarezza, lo sento già eccitato. Le sue mani mi sfiorano con una lentezza disarmante, dietro il collo, sulle scapole, lungo i fianchi, una mano stringe una natica, l'altra costeggia l'elastico di un'autoreggente. Si avvicina al mio sesso ed io....allargo le gambe, il massimo che posso, vista la gonna stretta. Ma non affonda....continua a girare intorno, mentre io ne ho sempre più voglia.
Poi con entrambe le mani mi tira i capelli, mi torce la testa per poter mordere il collo esposto....non so se lo fa perché sa quanto questo mi piaccia o per punirmi del passato. Opto per la seconda, visto che mi volta con forza e guardandomi negli occhi, si slaccia i pantaloni. Il suo membro è eretto e pulsante. Lui, sempre per i capelli mi fa inginocchiare, Sono tentata di ribellarmi ma.....sono anche molto eccitata e sono sicura che con un buon pompino lui plachera' la rabbia che ha covato verso di me.
Lo assaporo con calma....partendo dalla punta, scendendo e risalendo.....sento che gli piace ma....non vuole darmi questa soddisfazione, mi guarda serio, stringendo di più i miei capelli e sforzandosi (ne sono sicura) di non emettere un gemito. È frustrante da morire ma....io continuo, impegnandomi di più, leccandolo dalle palle alla punta e aiutandomi con le mani. Lo gusto appieno, lo guardo, dal basso, cercando un aggancio ma.....lui, glaciale, mi trapassa.
Non riesce però evitare l'orgasmo che lo scuote. Il suo sperma è ovunque su di me.
Giancarlo si scusa a mezza bocca ed io trovo così uno spiraglio "e di che?" rispondo sorridendo, e fingendo di non aver colto la sua aggressività mi sfilo il vestito. Resto in guepiere davanti a lui, tanto il mio corpo lo conosce a memoria, in ogni angolo segreto, deve solo riprendere l'antica dimestichezza. Funziona. È spiazzato.....più rilassato sicuramente.
Mi prende per mano e mi porta in bagno, butta un asciugamano per terra davanti al lavandino e con una lentezza devastante comincia a lavarmi....il viso, il collo, il décolleté, infila un dito nel reggiseno, intorno al capezzolo, che punzecchia e stringe. Ora sono pulita e.... tremendamente eccitata.
Mi morde.....sa quanto questo mi scaldi.....sentire il suo desiderio un pò animalesco....il bisogno di prendermi e possedermi.....e non riesco a trattenere il mio piacere.
Lui mi sfila lo slip, si inginocchia, mi allarga con le mani e comincia ad assaggiarmi, in mezzo alle natiche, scivolando avanti e indietro dal mio sesso all'ano. Mi vengono meno le gambe e mi allungo sul lavandino. La sua lingua è fantastica, insaziabile, delicata e vigorosa al tempo stesso ed io sto per raggiungere l'orgasmo. Gli prendo la mano e lo aiuto ad infilare un dito dentro di me così che in questo modo posso impazzire.....ed è quello che accade....è fuoco dentro, il mio sesso pulsa fortissimo, i miei sensi sembrano venire meno e gemendo con foga, mi lascio andare. A questo punto mi penetra, e sono così bagnata da avere difficoltà a farlo rimanere dentro..... il suo movimento è possente, quasi violento, sento che se potesse vorrebbe attraversarmi completamente....avvinghiato ai miei seni, li stringe, mi fa male ma nn ci penso....ho solo il desiderio di lasciarmi andare di nuovo....come un pezzo di carne....come un fascio di pelli che gode del totale abbandono. Sì è un abbandono totale....è un "fai di me quello che vuoi, anche se sei incazzato da morire...anche se odi me e il mio corpo, anche se odi il desiderio che provi per me...". Con voce roca, tra una spinta e l'altra mi sussurra nell'orecchio: "contenta ora? Sei qui per questo...volevi questo...!!" E come faccio a spiegargli che no, non volevo questo, volevo altro che non potevo avere e lui era solo un mezzo, un mezzo per sfamare la voracità del mio sesso, per curare i graffi nella mia anima. Per fortuna Giancarlo è dietro, immerso in un amplesso che sembra senza tempo ed io nello specchio guardo il mio rimmel un po' colato. Fa fatica a venire di nuovo, lo sento che con la testa è altrove. Per fortuna col suo cazzo è dentro di me però. La mano che prima stringeva il seno scende, mi stringe il bacino, aiuta il movimento, quel su e giù che diventa sempre più veloce, frenetico...finché l'orgasmo non mi pervade, ed è potente, mi scuote dall'interno, mi sento liquida, tutte le emozioni si disperdono, e le lacrime scendono copiose. Subito dopo anche Giancarlo viene, il suo seme mi cola tra le gambe, appoggia la sua testa sulla mia schiena e mi bacia teneramente il collo. Tutto sembra tornato magicamente indietro...per qualche secondo siamo nuovamente amanti, leggeri complici di una routine parallela. Non lo so se è cio' che voglio, ma certo dopo questa scopata ho davvero bisogno di un buon bicchiere di vino. In cucina, è già pronto un calice di Amarone che mi aspetta...in questo io e Giancarlo siamo sempre in sintonia!
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8 years ago
Maja71,
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Prima esperienza
Appena single, nuovamente - due matrimoni, 4 figli - 5 anni fa ho reiniziato una nuova vita sessuale frequentando all'inizio coppie (m/f). Una esperienza sconvolgente e coinvolgente. Già dalla prima volta una coppia mi fece notare come il mio corpo, ancorchè da maturo,, era efebico, snello senza peli, liscio e mi convinsero a depilarmi tutta ed indossare intimo femminile. Diventai trav.
Ovviamente la coppia in questione mi fece subito mettere al lavoro (bocca, pecorina e quant'altro) mi piacque molto.
L'esperienza migliore con una delle prime, una coppia trovata su Web, amanti, sono venuti: lui 50enne, attivo e molto dotato - lei 40enne in forma.
Dopo conoscenza e convenevoli d'uso abbiamo iniziato a giocare: in due - io e lei - abbiamo iniziato a succhiare/leccare il membro di lui (20 cm, molto largo)...lei, intrigata da come lo leccavo, mi ha detto: lo vuoi prendere?
Non ho esitato neanche un secondo (anche se a quel tempo ero all'inizio del mio percorso da passiva ed anche perchè la mia seconda moglie amava scoparmi con strapon, cosa che è sempre piaciuta, così che ero già "apertina")... mi son messa a pecora e..zac... me lo ha infilato tutto... ho emesso un sospiro sia di dolore ma anche di gioia..... mi ha pompato come non mai, aprendomi (come si dice: come un'albicocca) riempiendomi tutta anche di sborra (non ho fatto in tempo ad opinare:sesso sicuro o no)...ho goduto tantissimo, mentre la moglie si dilatinava il clito.
Tornata dal bagno lui era di nuovo duro (lungo e grosso) dentro la moglie, nel culo, a pecora che, giustamente ansimava...allora mi sono infilata sotto di lei iniziando a leccarle la fica (mi piace molto e sono brava), fino a che lei è venuta in modo incredibile facendomi bere (paradisiaco) i suoi succhi....... a quel punto lui.... ha sfilato il cazzo dal culo della compagna e mettendomelo in bocca ed ha unito i suoi fiotti di sborra ai succhi della compagna. Ho bevuto tutto...un ottimo cocktail.
Congedandosi, lui ha detto: una delle migliori scopate della mia vita
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8 years ago
admin, 75
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Gravina di catania: a casa della mia sweet
Come ho sempre fatto, quanto segue è frutto di vita realmente vissuta e scritto di “botto”, senza alcuna cura dell’itaGliano. Ormai sono passati due anni da quando ho conosciuto la mia sweet. Non sto a raccontarvi come è scattata la voglia d’incontrarsi o i primi incontri; bensì vi racconto una delle svariate volte che sono andato a casa loro. Si a casa loro, in quanto lei è sposata e il marito molto complice con la moglie e quindi consenziente. Per questo lo ringrazio vivamente per la fiducia che mi ha dato, mi dà e spero vorrà darmi in futuro. Ormai siamo diventati grandi amici con lei, mentre con lui ci siamo visti una sola volta in occasione di una pizza; giusto per conoscerci e capire se poteva fidarsi di me. Dopo i primi incontri avvenuti tra macchina e hotel, lei un giorno mi invita a pranzo, in quanto la prole era fuori in gita, il marito in trasferta per lavoro e quindi era da sola. Ovviamente non posso rifiutare e accetto volentieri. L’invito arriva dopo oltre un anno d’incontri e quindi già c’è tanta fiducia, stima e molta amicizia. Passo da Savia, nota pasticceria di Catania e acquisto alcuni dolci, giusto per non presentarmi a mani vuote, anche se mi sarebbe piaciuto regalarle in quell’occasione una bella cavigliera da farle indossare rigorosamente al piede destro (purtroppo il tempo è tiranno, ma troverò modo e tempo per farle questo omaggio). Come un orologio svizzero arrivo puntuale sotto il portone, l’adrenalina a mille, il cuore pulsa il sangue al cervello sempre come se fosse il primo incontro. Mando il solito sms: “Troia sto salendo dalle scale”. Arrivo al piano e trovo la porta socchiusa, apro e……….trovo lei completamente nuda nel corridoio seduta su un cuscino; cosce aperte che si stava masturbando con il fallo in gomma. A quel punto come se invece di avere due braccia avessi i tentacoli, con una mano chiudo la porta a chiave dando forse tutte le mandate, con una tolgo camicia, con l’altra mi sfilo i pantaloni, con l’altra gli porgo il cazzo in bocca mentre lei continua ad infilarsi il cazzo di gomma in fica. Siamo entrambi nudi, sdraiati sul pavimento del corridoio. Le lecco la fica, la mia lingua va su e giù tra le grandi labbra, inizia a fremere e mi sussurra: “Porco……..continua! Continua…..arrivo”. A quel punto oltre a leccarla, le infilo anche due dita dentro e con movimenti molto lenti, rotatori e decisi inizio a masturbarla, mentre con la punta della lingua continuo a titillarle il clitoride. Inizia a colare…..un fiume di umori, fino a…..quando squirta, inzuppando il cuscino con i suoi umori. Ci alziamo, la abbraccio e finalmente ci baciamo e salutiamo. L’abbraccio pieno di passione, le lingue che si cercano nelle nostre bocche, una lingua meravigliosamente ancora vogliosa. Mentre continuiamo a palparci ci spostiamo verso la camera da letto ma…..con la coda dell’occhio intravedo quel divano rosso. Come un toro la getto a pecorina su quel divano e ricomincio a leccarle la fica. Movimenti sempre lenti….ora il buco del culo, ora la fica, le palpo i glutei, i fianchi, istanti di fermo e nuovamente una slinguazzata sul buco del culo, nuovamente silenzio e fermo, una titillata sulle labbra della fica. Lei ricomincia a fremere e….a colare. Il caldo dell’estate unito al movimento fisico inizia a farsi sentire, lei si alza mi fa sedere sul divano, posiziona il ventilatore verso di noi con il climatizzatore a palla. Si avvicina, s’inginocchia e…..mi guarda negli occhi sussurrandomi: “Guarda porco! Guarda la tua troia come ti spompina”! A quel punto, nella mia mente comincia a suonare un ritmo frenetico alla Played a live dei Safri Duo (noto gruppo musicale che ha adattato musiche di Bach e Chopin a suoni tribali – precisazione dovuta per farvi capire il tipo di persona che sono). A quel punto dandomi le spalle, la faccio impalare sul mio cazzo e cominciamo a scoparci. Lei si sbatte verso di me ed io la sbatto verso di lei. I sudori colano su quel divano rosso di pelle che alla vista, come un toro, si accesero gli istinti animali che ho dentro. Un movimento deciso, passionale accompagnava i nostri corpi durante quel suo terzo amplesso seguito dalla mia prima lunga e copiosa sborrata dentro la sua stretta e meravigliosa fica. Sfiniti ci siamo asciugati, ricomposti e…..abbiamo iniziato a pranzare. Un meraviglioso pasticcio di lasagne da leccarsi i baffi, seguito dal secondo e…dai dolcetti che avevo portato io. Questi ultimi, alla fine, utilizzati per inzuppare la mia cappella nella mouse e fargliela mangiare unitamente ad un bel pompino. La prendo la faccio sedere sul tavolo e ricomincio a scoparla. Dopo i primi colpi, mi fermo e le chiedo: “Lui dove si siede”? Lei mi guarda e mi fa segno verso la direzione esatta. Inutile dirvi in quale punto del tavolo abbiamo proseguito…….. Dopo l’ennesimo suo squirt, ci siamo trasferiti nella camera da letto, ben climatizzata. Lenzuola blu, luci soffuse e…..abbiamo ripreso a fare l’Amore……
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8 years ago
BULLSICILIA158863,
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A lezione da una trans
Era una serata primaverile , avevo appena compiuto il mio 19mo compleanno e stavo gironzolando in auto per le vie di Mestre alla ricerca di una trans per poter trascorrere qualche ora in compagnia , avevo già avuto esperienze da travesta dall'eta di 15 anni quando con un mio coetaneo facevo la parte della sua amante , usando le cose di mia madre e mia sorella ,ma questo lo racconterò un altra volta , cosi per le vie di Mestre incontro una bellissima trans vestita molto bene non volgare sembrava più una segretaria che una prostituta , mi avvicino abbasso il finestrino e chiedo il prezzo per una cosa tranquilla senza fretta , accetto e la faccio salire e mi dirige verso il suo appartamento , in quel periodo avevo i capelli lunghi e biondi alla moda rock , ero magra ma da sempre avevo questo sedere bello tondo e un po pronunciato quasi da ragazza sudamericana . Saliamo nell appartamento e nell ascensore mi dice che si chiama Claudia ed e' Italiana di Padova , i miei occhi erano fissi sul suo seno racchiuso nella camicetta di seta bianca , quando entrammo nell appartamento mi offri da bere e iniziammo a chiacchierare , nel frattempo aveva avviato un film porno con trans bellissime , parlando mi chiese cosa mi piaceva fare e se avevo delle fantasie particolari , e noto che stavo seguendo con interesse una scena del film nella quale un ragazzo con un cazzo enorme si faceva succhiare da due trans , mi mise la sua mano nel mezzo delle mie gambe e mi sussurro all orecchio se mi sarebbe piaciuto essere al posto di quel ragazzo , io un po imbarazzata gli rispondo che mi sarebbe piaciuto di più essere una delle due che succhiavano e gli dissi che avevo già avuto esperienze e che mi sarebbe piaciuto essere trasformata in donna da lei quella sera . Claudia si alzo dal sofa e mi prese per mano accompagnandomi in camera da letto e mi mostro il suo guardaroba , mi disse di spogliarmi e di andare al bagno a fare una doccia che nel frattempo avrebbe scelto dei vestiti da farmi indossare , quando tornai in camera sul letto trovai 4 scelte di abiti e varie lingerie , mi guardo e mi chiese come mi piaceva vestire , vuoi essere elegante o vuoi essere provocante e zoccola ? optai per la seconda e Claudia mi rifilo uno sculaccione e mi indico' un reggiseno rosso in pizzo e un paio di culotte abbinate reggicalze e calze nere , iniziai a vestirmi con il suo aiuto , ero eccitatissima dall'esperienza che stavo vivendo , dopo mi chiese se preferivo il vestitino rosso oppure la minigonna nera con una camicetta di seta bianca , io scelsi il vestito rosso con manica lunga , mi accorsi vestendolo che era cortissimo nascondeva giusto i ganci dei reggicalze e cosi guardai Claudia e lei mi lancio un sorriso , a quel punto visto che lei calzava un 41 e io un 40 mi porto nella camera della ragazza che divideva l'appartamento e mi mostro scarpe e stivali di vario tipo , mi indico' che secondo lei mi sarebbero state bene un paio di sandali con piattaforma e tacco 13 , dissi che mi piacevano e volevo indossarli , provai a camminare e mi sentivo davvero sexy , Claudia nel frattempo mi correggeva e mi aiutava a prendere confidenza con la camminata , mi prese per mano e mi riporto in camera dove mi mise una collana e dei bracciali e visto che avevo i buchi ad entrambi i lobi un paio di orecchini a cerchio , poi subito inizio a truccarmi e mi mise per ultimo un rossetto di color rosa , ero pronta mi condusse allo specchio che era in entrata , non credevo ai miei occhi ero bellissima e sexy, Claudia mi accompagno in salotto e mi fece sedere sul sofa , mi disse di accavallare le gambe , inizio a complimentarsi con me e con se stessa per il risultato . Iniziammo a chiacchierare e mi chiese se mi sentivo a mio agio , cosa provavo e cosa mi sarebbe piaciuto fare cosi vestita , risposi che mi sentivo benissimo un sogno e che mi sarebbe piaciuto fare sesso con lei e un ragazzo o con due ragazzi addirittura , cosi mi propose se mi andava di fare sesso con dei suoi clienti , io avrei aspettato in salotto mentre lei scendeva in strada a lavorare , quando sarebbe tornata avrebbe chiesto al cliente se voleva che partecipasse una sua amica senza pagare alcun sovrapprezzo . Accettai la proposta e rimasi con lei sino alle 5 del mattino a fare sesso con i suoi clienti , fu davvero la mia prima esperienza da troia , da quel momento mi Chiamarono tutti Monica
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8 years ago
admin, 75
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Ultima sera d'estate
Ti piacerebbe farlo con loro? Questa è solitamente la prima domanda che ci facciamo io e Mara quando abbiamo voglia di trasgredire. Da premettere che uno dei paletti che abbiamo (non al 100%) è quello di evitare di “giocare” con coppie che conosciamo bene, con amici per intenderci (anche se c’è una coppia in particolare che..). Anche perché una volta capitò e non abbiamo un buon ricordo.
Prima di passare alla storia è doveroso dirvi che siamo una coppia giovane con alcune esperienze e che prediligiamo il soft (almeno nei primi incontri). Anche se siamo per il gioco di sguardi, per far scorrere le serate normalmente per poi concederci un divertimento aldilà delle pretese, senza troppe restrizioni per capirci..
Detto questo, penso che il primo scopo per ognuno di noi sia far avverare la maggior parte delle fantasie che normalmente vagano per la nostra mente; quando poi inaspettatamente succede quello che mai si sarebbe pensato, bhè questo è il massimo.
Quest'anno siamo stati in vacanza a Malaga con una coppia di amici. Una coppia con la quale condividiamo quasi tutto, siamo praticamente sempre insieme e ci conosciamo da una vita.
Il nostro intento era di fare una vacanza piuttosto tranquilla, ovviamente all'insegna del divertimento ma non della trasgressione. Altrimenti avremmo scelto di andare da soli per non correre il rischio di essere scoperti.
Per non dilungarmi troppo, le due settimane sono passate in maniera tranquilla, mare , relax, scherzi, discoteche e divertimenti vari. La sera prima di partire decidemmo di fare una sorta di festa privata nella villa che avevamo affittato.
Per l'occasione invitammo alcune coppie che avevamo conosciuto lì, c’erano due coppie spagnole una inglese una portoghese e una italiana. Abbiamo comprato degli stuzzichini, da bere, abbiamo messo della musica e passato una serata diversa. Tutto funzionò secondo i piani.
Calata la notte rimanemmo noi 4 e non nascondo che le ragazze erano un po' brille ma non del tutto.
Allora tra una risata e un’altra, qualche altra sigaretta qualche altro bicchierino decidemmo di spegnere le luci e continuare a ballare per un po’.
Provate ad immaginare la scena: salone con ampio divano-letto, luci basse, abiti da discoteca , qualche drink in più e la musica a palla. Bhè per noi era tutto normale anche perché durante le nostre serate di trasgressione molte volte ci troviamo in questa situazione.
Iniziamo a ballare, ognuno con il proprio partner, qualche bacio, qualche mano che scende giù fin quando inaspettatamente le ragazze ci lasciano e si mettono a ballare da sole. Bhè fin qui tutto regolare, diciamo che la cosa non ci stranì neanche quando salirono sul tavolo del soggiorno (anche se non nascondo che dall’abitino bianco e un po’ rigonfio della ragazza del mio amico l’intimo verde tiffany mi risaltò subito all’occhio).A quel punto noi rimasti soli ci sediamo e ci accendiamo una sigaretta(sembrava una scena da night-club). In cuor mio io speravo che le cose girassero come più volte io e Mara avevamo fantasticato.
Il tempo della sigaretta, guardo Mara che mi fa un cenno come per dirmi “andate di la” a quel punto colgo l’occasione e porto l’amico di la a prendere uno spumantino dal frigo. Onestamente io non so cosa successe di la ma quando tornammo rimanemmo scioccati.
Le ragazze erano sul divano, completamente in intimo e con molto gusto si baciavano e si toccavano dappertutto.. Allora io guardo Lui che mi sembra totalmente tranquillo e abituato a tutto ciò, insieme ci avvicinammo, ci sedemmo ai lati delle nostre Lei e continuammo a goderci lo spettacolo mentre iniziammo a toccarle..
bhè inutile spiegarvi che furono loro a comandare il gioco, prima scesero giù in mezzo alle nostre gambe e poi presero il cazzo in mano, iniziarono a succhiare finchè non avvenne l'inaspettato ..
La mia lei si precipitò sul cazzo dell'amico e la sua lei venne da me. Un pompino spettacolare (sicuramente anche per lui) ..
Alla fine scopammo alla grande per più di due ore (ognuno col suo partner)..
Il finale fu da urlo, quando dovevamo venire, vedere le due lei che continuavano a baciarsi fu il giusto finale per un qualcosa di inaspettatamente bello :)
Ma la cosa che più mi stupì successe dopo quando tra una risata entrambi raccontammo le nostre trasgressioni notturne e scoprimmo di avere anche questo lato in comune..
Inutile dirvi che questo ora succederà spesso ;)
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8 years ago
noi2giovanii,
27/27
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A villa borghese
Una sera, finito di lavorare tardissimo (lavoravo da libero professionista, come disegnatore, in uno studio di architettura lì vicino) andai a fare una passeggiata. Qualcuno mi aveva detto che si poteva fare qualche incontro interessante.
Entrando dalla parte di Viale delle Belle Arti, subito dopo la Galleria Nazionale di Arte Moderna, sulla curva, prima dell’inizio della salita del tram in Via Ulisse Aldrovandi, notai del movimento sulla destra, in un sentierino che saliva verso la collina. Iniziai a percorrerlo e vidi, oltre la siepe, appoggiate al muretto di recinzione, alcune persone. Mi soffermai a guardare, abituando pian piano gli occhi al buio della zona, e mi resi conto che era un gruppo di tre persone: due uomini ed una donna. Un uomo era seduto sul muretto mentre la donna, piegata a 90° gli stava facendo un pompino, e dietro a lei c’era un uomo che, sollevatale la gonna, se la stava scopando allegramente. La cosa iniziò ad eccitarmi e continuai a guardare.
Dopo una decina di minuti il tizio che se la stava scopando si sfilò da lei, si ricompose e passandomi davanti mi diede una pacca sulla spalla. A quel punto mandai a quel paese la timidezza e mi avvicinai. A due passi da loro mi fermai cercando di capire se la mia presenza li disturbasse, ma visto che tutti e due mi diedero uno sguardo e non fecero una piega, mi avvicinai ulteriormente, appoggiai una mano sul culo di lei e le alzai la gonna. Era senza mutande ! Iniziai ad accarezzarle il culo. Un bel culo, ben conformato, sodo e accarezzandolo tutto incominciai a inserire la mano tra le natiche, sfiorandole la rosellina, scendendo ed arrivando alla fica che trovai bella carnosa ed umida per la fuoriuscita della sborra dell’ospite precedente. La sgrillettai un po’, quindi, con le dita bagnate dal liquido seminale del tizio, andai ad inumidirle il buco del culo, masturbandoglielo un po’ ed iniziando ad infilarle prima uno, poi due ed infine tre dita per allargarglielo, cosa che lei mostrò di gradire, quindi snudai il mio uccello, gli misi un preservativo e lo infilai in quel nido ospitale. Una volta entrato mi fermai per assaporare bene quel nido d’amore che, pur non essendo più vergine era accogliente ma non troppo largo. Aderiva perfettamente al mio cazzo dandomi belle sensazioni. Incominciai ad incularla con la giusta frequenza ed si iniziarono a sentire mugolii di piacere da parte della donna.
Allora presi un ritmo diverso, accelerando ed affondando i colpi finché lei tralasciò per un momento di fare il pompino ed iniziò a dire: “Sì.. così… oddio che bello… mi sta trapanando divinamente… godoo… godoooo !! Ma mentre godeva non mi fermai. Volevo sentirla godere ancora. Quando ero in quei stati di erotismo, ero capace di andare avanti per un tempo infinito riuscendo a controllare il mio piacere.
Lei mugolando si rituffo sul cazzo del tizio seduto sul muretto e riprese a spompinarlo mettendoci un impegno che, in breve, portò il tizio a goderle in bocca.
Lei, mantenendo la presa su quel cazzo che le riempiva ancora la bocca, si lasciò andare appoggiandosi alle cosce del tizio, mentre io, continuando ad incularla, le aveva preso in mano le tette e gliele stavo impastando torturandole i capezzoli.
Sembrava impazzita: continuava a mugolare biascicando parole incomprensibili, lasciandosi ormai fare da me tutto ciò che avessi voluto. Infine iniziò nuovamente a dire “Sto per godere di nuovo… non ti fermare… mi stai facendo impazzire… ecco… sto venendo… ecco… godoooo !! Solo a quel punto mi lasciai andare e le sborrai nel culo una quantità pazzesca di sborra, che iniziò a tracimare. Quando il mio cazzo, iniziando ad ammosciarsi, si sfilò da quel culo accogliente e godereccio, lei si girò verso di me e mi baciò in bocca. Non mi ero accorto che nel frattempo un tizio si era avvicinato a noi e colse proprio quel momento di estrema libidine, approfittando che ero con i pantaloni calati, per iniziare a palparmi il culo, tirarmi verso di se e farmi sentire che razza di “pacco” avesse tra le gambe. Ora… essendo io bsx, non disdegnai l’approccio e, appoggiandomi con le braccia al muretto, offrì le mie terga al nuovo ammiratore che immediatamente, inumidendosi le dita, iniziò un lavoro di penetrazione onde agevolare il seguito. Quando capì che mi aveva allargato a sufficienza, resosi conto che stavo cercando di agevolarlo in tutti i modi, mi presentò il suo compagno di giochi introducendomelo lentamente e con attenzione, viste le dimensioni, arrivando ad infilarmelo completamente ed iniziando immediatamente a stantuffarmi, facendomi provare brividi a non finire.
Nel frattempo la tizia, completamente illibidinita, si accucciò davanti a me dando il via ad un pompino spettacolare nel mentre si masturbava, accucciata com’era, il clitoride. Giungemmo a godere quasi contemporaneamente. Il primo fui io che mi scaricai in quella bocca famelica, causando consequenzialmente il godimento di lei e. avendo per il godimento iniziato a contrarre lo sfintere, provocare quello di lui, che mi scaricò in culo un torrente di sborra. Riprendemmo fiato e mentre ci ricomponevamo lei mi baciò lussuriosamente sussurrandomi un “Grazie”.
PS.: Per cortesia… lasciatemi un Vs. commento, sia che vi sia piaciuto che non. Grazie.
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8 years ago
admin, 75
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Ai giardini di via r. gessi 2
Come al solito, quando ero in crisi con la mia donna, sentivo il bisogno di “consolare” il mio ego andando a cercare qualcuno che mi facesse sentire desiderato/a e… mi inculasse. Come spesso facevo in quei casi mi diressi verso i giardini di Via R. Gessi, zona proficua di caccia. Dopo mezzanotte si trovava sempre qualcuno voglioso di un pompino o di un culo disponibile. Pertanto anche quella sera ci andai e, una volta posteggiato nelle vicinanze, mi diressi con molta calma guardandomi attorno ed osservando ben bene i vari movimenti che notavo e che avrebbero potuto darmi indizi su quale potesse essere la zona di caccia più proficua.
Mi feci buona parte della zona, camminando prima all’esterno dei giardini e dei vari sentieri, per farmi notare, poi iniziai ad addentrarmi in essi sempre con molta calma e scrutando bene tra le fresche frasche. In queste occasioni, se la temperatura lo permetteva, mi vestivo sempre solo con una semplice tuta sportiva, senza niente sotto, in modo di avere facilità di calarmi i pantaloni (e alla bisogna rialzarmeli velocemente) e, aprendo semplicemente la giacca della tuta, ritrovarmi praticamente nudo. Ad un certo punto notai, nel buio quasi totale del sentiero che stavo percorrendo, nel vago controluce creato dall’illuminazione della strada sottostante, che c’era qualcuno fermo su un’aiuola, dietro una siepe. Facendo un colpo di tosse per svelare il mio arrivo, con molta calma mi diressi in quella direzione, osservando bene e cercando di capire cosa stesse facendo. Notai come sembrasse che mi stesse guardando (nel buio non avrei potuto giurare che lo stesse facendo) ma “sicuramente” si stava masturbando. Mi avvicinai sino ad arrivargli vicino: continuava a masturbarsi e decisamente mi stava guardando mentre lo faceva. Prendendo ciò come un invito allungai il braccio e gli presi l’uccello in mano, mentre lui toglieva la sua che allungava immediatamente verso il mio culo, iniziando a palparmelo. Aveva un uccello di una bella stazza, decisamente lungo e abbastanza grosso ma, soprattutto… molto duro, consistente, dava piacere tenerlo in mano e masturbarlo. Lui continuava a impastarmi le chiappe e nel farlo deve essersi accorto che ero senza mutande, fatto sta che dopo qualche minuto salì alla cintura elastica dei pantaloni ed iniziò a farmeli scendere. Io, nel frattempo, avevo abbassato la zip della giacca per ritrovarmi a torace nudo e capezzoli all’aria.
Immediatamente l’altra sua mano scattò verso i miei capezzoli iniziando a torturarmeli, mentre con quella che mi teneva sul culo iniziò un’opera di penetrazione tra le mie chiappe, andando a cercare la mia fichetta che trovò morbida e lubrificata cosa che gli permise, pertanto, di penetrarmi prima con due dita e poi con tre ed iniziare un lento lavoro di allargamento. Quando pensò che le condizioni fossero ottimali mi rigirò, mi fece inchinare un po’ in avanti e me lo infilò tutto, con un unico movimento. Feci una lunga inspirazione un po’ per il dolore determinato da quella introduzione così immediata, e molto dalla massa che mi invase completamente. Lo feci fermare, per avere il tempo di abituarmi a quel corpo estraneo che mi riempiva completamente e lui si prese tutto il tempo. Solo quando sentì che il mio sfintere iniziava a contrarsi iniziò a muoversi ed io incominciai a provare brividi lungo tutto il corpo. Ci sapeva fare, sapeva come usare al meglio quello splendido oggetto che si ritrovava tra le gambe. Alternava colpi morbidi a colpi più forti ed io stavo andando in orbita. Per quanto cercassi di non far rumore, non seppi evitare di emettere dei mugolii di piacere dando soddisfazione al tizio. Lo notai dalla leggera variazione nel ritmo con cui mi inculava e dalla maggior penetrazione che stava usando. Iniziai a schizzare il mio piacere ed il mio culo incominciò a comunicargli, con le contrazioni, il piacere che mi stava dando.
Questo, alla fin fine, lo portò a godere schizzandomi nel culo una quantità industriale di sborra. Finito di eiaculare rimase ben infisso dentro di me ed iniziai a sentire il suo cazzo che si muoveva non in senso orizzontale ma bensì allargandosi e restringendosi, come fosse una specie di pompetta, e alzandolo ed abbassandolo, dandomi sensazioni incredibili che, pur stando fermi, mi portarono nel giro di una decina di minuti ad avere un secondo orgasmo. Non mi era mai successa una cosa del genere. A quel punto penserete che si sia sfilato dal mio culo? Ma neanche per idea. Sempre tenendomi per i capezzoli e riprendendo a torturarmeli, ricominciò ad incularmi, con calma, quasi con sadismo, sempre senza parlare. Fu un’opera di demolizione: mi portò ai limiti della pazzia e dopo non so quanto tempo (ormai avevo perso la cognizione del tempo, ero uno straccio tra le sue mani) mi riempì nuovamente di sborra. Rimase fermo qualche minuto, si sfilò dal mio corpo e dandomi una pacca di ringraziamento sul culo si ricompose e se ne andò, lasciandomi lì, distrutto e… beatamente appagato. Mi ricomposi anch’io e camminando su una nuvoletta per il piacere provato…. mi avviai verso casa.
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Alla costa dei barbari 4
Alla sera. Belli rilassati sul letto, Monica iniziò a ripercorrere i fatti della giornata e dopo avermi chiesto com’era andata la mia ricognizione sul terrazzamento, mi raccontò che subito dopo che me n’ero andato, mentre si stava masturbando, le si era presentato davanti il tizio con cui l’avevo trovata a fare il 69, il quale guardandola mentre si masturbava le aveva detto che gli sarebbe piaciuto molto leccarle la fica e sentirla godere nella sua bocca. A questo dire non aveva saputo resistere e con la voglia che si ritrovava addosso lo aveva invitato a distendersi e gli era andata sopra per farsela leccare tutta, bagnata già com’era, iniziando a succhiargli il cazzo che, aveva notato, non era niente male. Mentre era intenta a fargli il pompino, godendo per come le stava succhiando il clitoride, si era sentita appoggiare una mano sul culo e la voce sexy del “secco” dirle. “Certo che hai anche un culo da favola e due tette stupende” e nel dire ciò le aveva appoggiato ill suo cazzo tra le natiche, aveva bagnato due dita nella fica passandole poi sul buco del culo, stimolandolo a rilassarsi ed infine infilandole nel culo tutto il suo manganello sino in fondo, prendendo in mano le tette, con cui la tirava verso di se, impastandole e iniziando subito a stantuffarla, portandola in un baleno ad avere il suo primo orgasmo. Continuando con il suo ritmo, con metodo, facendole sentire ogni centimetro di quel cazzo spettacolare, l’aveva fatta letteralmente impazzire e non sapeva più quante volte avesse goduto. Mi disse che avevo avuto ragione, quando le avevo detto che un pacco non bisogna valutarlo dalla confezione, ma bensì dal contenuto. In effetti – disse – una volta passato il primo shock dato dal primo impatto, era un piacere scopare con lui e ci si dimenticava di com’era fatto e solo al pensiero…. Si stava bagnando di nuovo ! Lo sguardo le si era fatto lucido, libidinoso, quasi non la riconoscevo rispetto a qualche settimana prima, in cui pur accettando le mie uscite era quasi… contegnosa, ritrosa. Ora sembrava che la sua libidine fosse esplosa tutta in un sol colpo. Al che le chiesi “ Ti andrebbe di farlo venire a casa e dividercelo da buoni amici per tutto il giorno, in pace dallo sguardo di altri’”
Mi rispose che farlo davanti ad altri, sapendo di essere guardata, le aveva dato delle emozioni forti, che non si aspettava, ma che poterlo avere in privato la… emozionava molto ed avrebbe apprezzato di averlo tutto per noi, visto anche che riusciva a godere più volte a distanza di poco tempo. Era convinta che avrebbe saputo darci forti emozioni. Le confessai che . quel giorno, prima di andarsene lui mi aveva chiesto se il giorno dopo saremmo nuovamente andati in spiaggia e che io gli avevo risposto “Probabilmente sì, se il tempo non cambia.” Saputo ciò vidi nei suoi occhi uno sguardo libidinoso e pertanto le dissi “Così potremmo chiedergli se sarebbe disposto a venirci a trovare a casa”. Immediato ci fu un: “Sì, sì, andiamo e chiediamoglielo.” Mi abbracciò, mi baciò intensamente, a tutta lingua, eccitandomi, dopo di che visto il mio stato salì sopra di me infilandosi in fica il mio cazzo ed iniziando a cavalcarmi sino a che non iniziò a mugugnare “Sì, così, dammelo tutto, sborrami dentro, riempi questa troia che ha voglia di te e di altri cazzi.” E mentre lei godeva schizzandomi tutto, venni come un torrente in piena, riempiendola con sua grande soddisfazione. Ci addormentammo, sazi, abbracciati.
Il giorno dopo mi accorsi che lei era quasi impaziente di uscire, di arrivare alla spiaggia, mettendomi urgenza dicendomi “Dai, sbrigati… perdiamo ore di sole…”
Arrivati trovammo che il posto, che ormai consideravamo “il nostro posto” era fortunatamente libero e perciò piazzammo le nostre cose (materassino, asciugamani, le bibite in ombra) e contenti come ragazzini, pieni di aspettative goderecce, andammo a farci una nuotata. C’era già chi ci aveva notato ed aspettava di curiosare e vedere le nostre “performance”. In quelle tre giornate in cui avevamo frequentato il posto eravamo stati già fotografati, catalogati e valutati da quella fauna che si aggirava abitualmente da quelle parti.
Usciti dal mare, dove nel frattempo avevamo colto l’occasione per accarezzarci molto intimamente, ci asciugammo e ci mettemmo a prendere il sole.
Passammo così una mezz’oretta durante la quale avevo osservato un certo andirivieni nel sentiero sopra di noi, con gente che, arrivata in prossimità del nostro posto, rallentava per osservarci meglio. Monica mi disse: ”Forse è il caso che vai a farti un giretto” - guardando in una certa direzione verso il mare – “così forse trovi qualcun altro che apprezzi le tue grazie” ma mi resi conto che stava guardando sempre più intensamente da una certa parte e, senza farmene accorgere, ci guardai anch’io, realizzando che, ad una quindicina di metri da noi c’era, disteso, quel bellissimo ragazzo del secondo giorno che, guardando fisso verso Monica, girato sul fianco rivolto verso di lei, si stava masturbando. “Ok. – dissi- vado a farmi un giretto, così avrai modo di gustarti il ragazzotto”. E mi allontanai, controllando la situazione senza darlo a vedere e realizzando che, non appena mi ero allontanato, il ragazzuolo si era alzato e diretto verso Monica con il membro in erezione.
Vidi, in distanza, “il secco” che stava arrivando lungo il sentiero e mi feci notare che stavo andando sul terrapieno. Dopo poco, mentre mi stavo spalmando il Luan sulla mia fighetta sopraggiunse lui che mi apostrofò con un “Ecco, bravo, preparati per bene perché stamattina non ho ancora goduto e perciò sarai la mia prima scopata e la prima…. È sempre la migliore !” Trovammo un angolino comodo, dove poterci distendere, così poté alzarmi le gambe, mettersele sulle spalle ed infilzarmi con un unico movimento, facendomi mancare il fiato nel sentirmi riempito completamente. Ero in apnea. Magnifico ! Stava fermo dentro di me, guardandomi negli occhi, godendo del possesso e del fatto che fossi la sua troia.
Lo fissavo e… non vedevo la sua bruttezza, vedevo solo un essere che mi stava facendo impazzire con le sensazioni che riusciva a trasmettermi con il suo cazzo. Ero una “phoemina” piena di voglia, grata al suo signore perché la possedeva e la faceva sentire sua. Mossi un po’ il culo per assestarlo meglio nel mio buchino, che non era più “ino” ma quasi “one” ed a quel punto, grazie anche a qualche contrazione del mio sfintere che lo stimolò, iniziò ad incularmi come sapeva fare lui. Non basta avere un cazzo notevole, bisogna saperlo usare e lui mi stava dimostrando di essere un maestro ! A momenti lento, tanto che quasi quasi mi veniva di dirgli “Più forte, più veloce!”, a momenti più veloce, a momenti movimenti più corti, a momenti più profondi. Mi stava torturando, me lo stava facendo agognare, lo volevo tutto, sino in fondo, che mi riempisse invece… mi faceva sospirare il godimento. Mi portava sino ad un passo dall’orgasmo e poi… riusciva a bloccare il mio piacere, a bloccarmi l’orgasmo a cui ormai bramavo di giungere. Iniziai a scuotere la testa, mi pareva di impazzire, avevo iniziato a scongiurarlo di godere, di riempirmi, di farmi scaricare quel piacere che stavo provando portandomi all’orgasmo ma lui, sadicamente, continuando a guardarmi negli occhi ed assaporando il potere che aveva su di me…. continuava ad ararmi in profondità, facendomi impazzire dal desiderio di lui.
Nel frattempo si era riunito un gruppo di persone, intorno a noi. Me ne resi conto vagamente. Lui le ignorava semplicemente, attento solo a sottomettermi completamente e portarmi alla pazzia. Quelli attorno a noi, affascinati dall’azione costante e tremendamente sensuale di quella inculata, si stavano masturbando sinché ci fu un primo che godette, scaricandosi e schizzandomi addosso tutto il suo godimento e ciò diede il via ad un catena di schizzi e di sborrate che mi arrivarono addosso in sequenza e che, a quel punto, portarono finalmente anche lui a godere dentro di me riempiendomi con un clistere di sborra, talmente tanta che ebbi la sensazione di sentirmela in bocca. E finalmente… godetti anch’io, urlando GODOOO… e schizzando in alto tutto il mio piacere ( che mi ricadde addosso, ovviamente), ma sentì un OHH di ammirazione per l’altezza raggiunta, visto che raggiunsi uno di coloro che mi erano attorno sulla spalla. Il mio sfintere stava dando i numeri: contrazioni a non finire che “il secco” dava segno di apprezzare molto, visto che lo aiutavano a rimanere in erezione. Stava quasi sul punto di ricominciare a fottermi quando gli dissi, quasi con terrore: “ non ti azzardare a ricominciare, sai !?”
Al che il gruppo di spettatori iniziò a dire: “Sì, fotti ancora questa troia, hai visto come ha goduto ? Fottila, falla impazzire, fa che si ricordi di te !” Io cercai inutilmente di sfuggirgli, ma un paio di loro si inginocchiarono e mi tennero ferma mentre lui, sorridendo, ricominciava a fottermi con colpi lunghi e profondi riportandomi a provare un piacere pazzesco che mi tolse tutte le forze e mi fece abbandonare al suo fare. Ci fu chi approfittò immediatamente del fatto che ero a bocca aperta per respirare avendomi tolto praticamente il fiato con la sua azione e mi riempì la bocca con il suo cazzo costringendomi, quasi, a sbocchinarlo. Mi lasciai andare ed iniziai a fare un bocchino al tizio, che gradì molto, commentando che ero una vera troia, che una come me faceva la felicità di molti e pertanto dovevo essere usata. Lui, imperterrito, perfettamente padrone della situazione, mi stava veramente portando alla pazzia. Abbandonando per un attimo di spompinare quello che mi aveva infilato il cazzo in bocca Iniziai a pregarlo di darmi tregua ma venni immediatamente tacitato da un altro che mi diede da succhiare il suo. Due di loro mi diedero i loro cazzi in mano e vollero che li masturbassi, mentre seguivano affascinati il movimento di va e vieni del secco e lo incitavano con “Più forte, fottila più forte questa troia…. Non vedi quanto le piace? Ormai sei il suo signore e padrone, puoi fare di lei ciò che vuoi ! Fottila, fottila, falla godere di nuovo.. !”
E lui iniziò veramente ad affondare i colpi riuscendo a portarmi all’orgasmo, cosa che non avrei pensato, visto come e con che quantità avevo goduto prima e vista la mia libido condizionata dal diabete. Invece, ad un certo punto, iniziai prima a sussurrare, poi a voce più alta dire: “Sìì, così, fottimi ancora, ancora… dai che stai per farmi godere… dai… così… ecco… sto venendo… sii… Godoooo !!!” ed iniziai a schizzare una, due, tre, quattro volte, schizzi lunghi, copiosi. Ero distrutto e mi abbandonai senza forze e in quel momento lui uscì da me ed incominciò a schizzarmi addosso tutta la sua sborra, sborra che mi arrivò anche sulla bocca e che io immediatamente me la leccai, raccogliendomela anche dal torace per poi leccarmi le dita. Una volta che si fu scaricato completamente si inchinò verso di me e mi baciò, profondamente, cercando con la sua la mia lingua ed iniziando a succhiarmela voracemente. Poi si rialzò e guardandomi profondamente mi disse: “ sei proprio una gran troia, riesci a farmi godere in una maniera incredibile. Bisogna che ci vediamo più spesso.” Si rialzò del tutto ed iniziò a ripulirsi con delle salviettine che tolse dalla borsa che aveva con se, lanciandomene un po’. Ero tutta cosparsa di sborra di vari avventori che mi gratificarono di tutta una serie di sorrisi e di grazie per lo spettacolo. Ero senza forze, ma mi resi conto che, probabilmente, Monica era preoccupata, non vedendomi tornare, poiché erano passate quasi due ore da quando l’avevo lasciata. Mi ripulii e facendo cenno al secco di seguirmi gli dissi: “Ti devo parlare, vieni con me.” E lui, mettendomi una mano sul culo, con fare possessivo, mi venne dietro. Giungemmo alla nostra postazione, ma mentre stavamo per arrivare vidi sgusciare fuori ed allontanarsi il giovin ragazzo. “Ah, bene – pensai tra di me – allora non è stata in ansia.” Entrammo nell’area e lei, candidamente, disse: “Ah, sei qui… cominciavo a preoccuparmi !” Poi, vedendo con chi ero in compagnia, sorrise e disse: “Giusto bene… vi siete divertiti? Ora fate divertire un poco anche me!” Dissi: “Prima di iniziare qualsiasi cosa… chiedigli se è disposto a venire, qualche volta, a casa nostra per giocare tra di noi, senza altri attorno !” Avemmo una risposta immediata, positiva, che però gli fece dire, subito dopo: Sì, ma intanto.... ho appena finito di farti il culo ora dammi la possibilità di gustarmi quello della tua donna!” ed a quello parole lei, grandissima troia, immediatamente si mise alla pecorina offrendogli il culo che lui, senza indugio penetrò perché era già in erezione. Incredibile !!
La sera poi, a letto, rivivendo la giornata le chiesi: “Ma il bel ragazzotto, che avevo visto venir da te, non ti aveva soddisfatta ? Ho visto che se ne andava quando tornavo…?” Monica mi rispose: “Sì, mi ha fatto godere molto, ha voluto prendermi in tutte le posizioni, gliel’ho anche succhiato ma…. Cosa vuoi… il secco, come lo chiami tu, è tutta un’altra cosa!”
PS.: Vorrei tanti commenti, grazie.
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8 years ago
admin, 75
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Negozio in centro 2
Ormai ogni minuto della giornata la trascorrevo pensando alla serata passata in compagnia della mia signora e di come mi aveva trasformato e fatto godere.
Anche al lavoro pensavo a quella bellissima serata in cui ero diventata Alessia; si infatti scelsi questo nome quando avrei trasformato la mia persona; un nome che mi ha eccitato sempre perché femminile e molto sexy allo stesso tempo.
Non vedevo l’ora di ritornare a casa, farmi una doccia e indossare sotto la tuta la lingerie più sexy ed elegante e andare agli appuntamenti nel negozio.
Lei mi mandava sms di quando poteva essere disponibile e io cercavo di liberarmi degli impegni per poter godere delle attenzioni della mia signora.
Non era una Mistress e non mi comandava a bacchetta; pure lei godeva di quegli amplessi con me in qualità di donna.
Lei era lesbica: avere una fighetta di donna da esplorare oppure un culetto di travestita la eccitava allo stesso modo.
Poi io il mio culetto lo chiamavo la mia fighetta dato che da travestita, oltre alla bocca, potevo donare solo quello per essere scopata e penetrata in fondo per dare gioia alla persona di turno.
Dopo un paio di settimane che ormai ero diventato un cliente fisso dato che lì compravo di tutto, anche in orari normali da persona normale, mi arriva un messaggio alquanto enigmatico: “Indossa lingerie che hai comprato oggi; l’abito te lo do io con tacchi e parrucca; ti preparo per qualcosa di straordinario verso le ore 23:00, baci Stefania.”
Stefania, la mia signora, mi aveva incuriosito ed eccitato in modo pazzesco. Cosa sarà mai questa cosa straordinaria?
Comunque, tutto eccitato il giorno non vedevo l’ora di arrivare a casa e prepararmi.
Giunta la sera, ero davanti al negozio con sotto la tuta e scarpe da ginnastica un bel completino composto da una stupenda mutandina brasiliana bianca che esaltava il mio culetto sodo; delle calze autoreggenti sempre bianche con gli orli merlettati; un reggiseno a balconcino per esaltare i capezzoli sul davanti; dei guanti sempre bianchi che coprivano le braccia fin quasi ai bicipiti.
Giunta al negozio, Stefania mi aprì la vetrina e mi ordinò subito di togliermi la tuta, indossare la parrucca e le scarpe con tacco e un abito lungo bianco con svasature sotto e che lasciava scoperta la schiena fino al culo per prepararmi al trucco e farmi sfilare come sempre.
Dopo il trucco andai nell’altra stanza dove era stata preparata una passerella con tappeto rosso e con faretti che impedivano la vista.
Iniziai a camminare sul quel tappeto quando ad un tratto sentì applaudire dalla parte del buio. Capì che c’era un’altra persona che mi stava ammirando e io ero lì proprio per lei.
Strinsi gli occhi per capire chi fosse la figura che ora stava venendo verso di me accompagnata da Stefania e dopo un paio di secondi non potetti che rimanere di stucco.
Una donna ben vestita con tailleur grigio e un body azzurro dal quale svettavano due seni durissimi; calze velate nere su scarpe lucide.
I capelli neri corvino nascondevano a metà il viso dove due labbra rosso fuoco mi sorridevano nell’avvicinarsi verso di me. Gli occhi scuri sorridevano come se stessero già gustando i momenti che sarebbero venuti dopo.
Gentilmente si presentò con un bacio delicato sulla mia bocca e complimentandosi con me e con Stefania e di quanto era stata fortunata ad avere una donna come me iniziò a toccarmi dappertutto e nello stesso tempo a trascinarmi sopra il divano del negozio.
Capì subito che stasera sarei stata posseduta da questa creatura ammaliante e la cosa già mi aveva portato l’eccitazione alle stelle.
Con la lingua leccava ogni parte del mio corpo: il viso, le labbra, il collo e le unghie strusciavano la mia schiena nuda facendomi rizzare le pelle.
Io assecondavo come una troia e gemevo alle sue carezze e ai suoi baci mordendomi le labbra.
Mi prese la testa e strusciandosela sul corpo mi forzò a baciarla dappertutto e a mettermi in ginocchio davanti a lei.
Premendo con la bocca sul suo bacino iniziai a sentire un certo rigonfiamento e sollevatasi la gonna dal body fece svettare un bellissimo cazzo che da moscio sembrava la proboscide di un elefante.
Rimasi in un primo momento sbalordito perché mai avrei pensato che una creatura così femminile potesse nascondere quell’aggeggio di quelle dimensioni e che comunque le dimensioni erano davvero enormi.
“Inizia a leccarlo e a farlo indurire come sai fare tu “ esclamò Stefania e continuando “ oggi ti tocca un cazzo reale e di grosse dimensioni; questo è un regalo che ti voglio fare per come sei stata brava in queste settimane; oggi hai bisogno di qualcosa di reale e non del solito toys di gomma e senza vita”.
Ero già eccitatissimo e sentivo lo sfintere che pulsava per il sangue irrorato; reclamava già quella proboscide e sentivo il bisogno di essere riempita per tutto e dappertutta.
Aprì la bocca ingoiando la cappella e con la mano iniziavo a segarla per farlo indurire; cresceva dentro fino in gola piano piano e non riuscivo a tenerlo tutto dentro.
Lo leccavo sul prepuzio, l’asta e sotto; lo ingoiavo ungendolo con la saliva e succhiavo per farlo crescere ancora di più.
Due mani non riuscivano a coprirlo e a chiuderlo; immaginavo come avrei goduto con quel palo dentro e le sensazioni che mi avrebbe regalato.
Stefania dietro di me già lavorava con le dita e con la vasellina sussurrandomi che mi avrebbe aiutata nella penetrazione e che lo avrei sentito scivolare dentro fino alla gola.
Dopo circa un quarto d’ora che lavoravo di lingua e che era diventato gigantesco, entrambe mi fecero alzare e mi fecero poggiare in piedi sulla parete con moquette.
Io mi piegai un poco e con le braccia e i gomiti piegati, con le gambe allargate e il culetto all’indietro aspettavo di essere scopata da quella meravigliosa trans dal cazzo asinino.
La mia fighetta anale svettava dietro all’insù e non aspettava altro di essere dominata e presa.
Iniziai a sentire che il glande si faceva strada tra i glutei e spingendo verso su mi premeva sulla fighetta cercando di farsi spazio.
Era troppo grosso e la crema mi aiutò a ricevere la cappella con un dolore quasi sopportabile. Iniziò a premere verso su e io inarcando la schiena cercavo di rilassarmi ma tremavo tutta e le gambe quasi mi cedevano.
Stefania mi abbracciò sui fianchi e mi reggeva: Capiva e penso sapeva che le dimensioni erano enormi; forse aveva provato pure lei quel mostro asinino e cercava di proteggermi a modo suo incoraggiandomi e baciandomi sulla bocca.
La pressione sulla fighetta si faceva sempre più forte fino a quando lo sentì dentro iniziando ad affondare dentro l’intestino.
Mi sentivo sollevare dalla forza dei colpi ricevuti e quasi non toccavo per terra; era possente nei colpi e lo stomaco mi si muoveva tutto.
Gemevo e ansimava sotto quei colpi e baciavo la lingua di Stefani che quasi cercava di soffocare i miei lamenti e grida di dolore e piacere.
La trans mi aveva cinto con il braccio sui fianchi per contrastare i miei movimenti sussultori e spingendomi verso giù ogni volta che affondava il cazzo sul mio culetto ormai aperto a dismisura.
Sentivo le sue cosce calde sulle mie dietro; le calze di entrambe si riscaldavano a vicenda scivolando sulla pelle eccitata.
Iniziavo a sentire i brividi che arrivavano alla testa e mi abbandonai inerme sorretta da entrambe aspettando che lei iniziasse a godere e a regalarmi quei fiotti di sperma dentro di me.
Durò una mezz’ora quella scopata e quando lei iniziò a tremare capì che stava per venire.
Strinsi i muscoli della fighetta per accelerare l’orgasmo e a muovermi verso di lei.
Un caldo liquido invase il mio intestino: lo sentivo dentro che riempiva le mie viscere prima e poi iniziai a sentire che colava sulle mie cosce e le calze.
Tremavo tutta e baciai con forza Stefania sulla bocca come se volessi ringraziarla di quello stupendo regalo che mi aveva fatto.
Lei sorrideva e aveva capito che mi era piaciuto e la stessi ringraziando e mi disse :” non ti preoccupare; ci saranno altre serate come questa e altre sorprese per te”.
Continuò a baciarmi e ad accarezzarmi fino a quando non ci sedemmo tutte e tre sul divano e scoppiammo a ridere di felicità.
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Negozio in centro
Mi trovavo in giro per la città a guardare negozi e, come al solito, ero attratto da quelli che mostravano manichini in lingerie sexy e accattivante.
Non ero tanto pratico del genere e ai tempi non esisteva nemmeno internet dove potevo documentarmi in merito.
Preso dal coraggio mi faccio avanti ed entro in un negozio dove non c’era tanta gente.
Lo scelsi proprio per questo motivo per non sentirmi imbarazzato nell’osservare quegli indumenti che mi eccitavano tantissimo.
Li toccavo per palpare la stoffa e nello stesso tempo immaginavo il contatto con la mia pelle e le sensazioni che avrebbero potuto darmi.
Ad un tratto si avvicina la commessa: una signora sulla quarantina, ben vestita, con gonna fino alle ginocchia nera plissettata, calze velate e sotto due scarpe nere con tacco appuntito.
Una camicetta di seta nera un po’ sbottonata che faceva intravedere un bel seno abbondante e senza reggiseno, dato che nel camminare si muoveva a destra e a sinistra.
I capelli lunghi castani e due occhi azzurro mare che sembrava ti penetrassero fino nell’anima; truccata leggermente e rossetto color rosso fuoco che esaltava sia le labbra che la lingua quando ti parlava.
Con gentilezza mi chiese cosa stessi cercando dato che aveva notato il mio gironzolare nei corridoi e toccato la merce.
Io con un po’ di rossore dissi che volevo fare un regalo alla mia donna ma non sapevo cosa scegliere e nemmeno la misura.
Lei mi fissa con gli occhi e sorridendomi mi dice che se fossi passato per l’ora di chiusura mi avrebbe dedicato tutto il tempo possibile per indirizzarmi ad scegliere il meglio.
Stupito un poco per quell’invito e anche perché ormai mancava poco meno di tre quarti d’ora alla chiusura risposi di sì e che sarei ritornato.
Passeggiando in giro pensavo a cosa avrei mai potuto dire e le motivazioni delle mie scelte per la lingerie e abitini che erano nel negozio e continuando a gironzolare, trascorso il tempo dovuto, ritornai nel negozio.
La porta era chiusa e le tendine abbassate e stavo facendo cenno di andare via quando la signora mi apre dicendomi di accomodarmi.
Il negozio con le luci soffuse e il silenzio regnava assoluto senza lo stereo acceso di quando ero arrivato per la prima volta.
Il tavolini erano pieni di abitini e lingerie alla rinfusa e lei non aveva messo in ordine o, al massimo , lo avrebbe fatto nel momento della chiusura.
Prendendomi per mano mi accompagna dall’altra parte del negozio dicendomi che saremmo stati più tranquilli e che mi avrebbe mostrato di tutto.
Giunti nella parte finale del negozio inizia a mostrarmi perizomi, guepiere e sottoveste con una miriade di calze e reggicalze, nonché minigonne da abbinare e camicette ed elencando le proprietà delle stoffe pregiate e delicate mi disse che erano tutte per la mia taglia.
A questa osservazione rimasi sbalordito e balbettando cercavo di spiegare che era per un regalo ma lei, con tono più autoritario mi disse che aveva capito che erano per me e che le sarebbe piaciuto vedermi come una troietta in calore.
Io divenni rosso e senza aggiungere altro dissi che aveva ragione e lo avrei fatto.
Lei avvicinatasi al mio viso e strusciandomi il seno sul petto e con la bocca vicina alla mia iniziò a dire che aveva capito che ero una troietta e che questa sera sarei stata in suo possesso e mi avrebbe trasformato come desiderava lei.
Iniziai a spogliarmi e quando nudo lei apprezzò il mio fisico ma soprattutto il mio culetto che palpò con le mani e pizzicando i glutei.
Il suo sguardo era cambiato e gli occhi sprizzavano gioia e nello stesso tempo si illuminavano come se aveva cacciato bene e la sua preda era ormai in suo potere.
Mi fece indossare le calze con riga posteriore e un reggicalze; poi un perizoma trasparente con filo dentro il solco del culetto, una guepiere e un kimono di seta nero.
Finita la vestizione prendendomi per mano mi porta dentro una stanzetta e mi fa sedere davanti ad uno specchio e inizia a truccarmi e dopo mi ordina di indossare una parrucca bionda che aveva presa da un manichino e delle scarpe nero lucido con tacco altissimo.
“Ecco ora sei pronta per sfilare, alzati e ammirati quando sei troia così vestita” esclamò accarezzandomi la spalla e il viso.
Non credevo ai miei occhi: ero diventata una donna che sprizzava voglia da tutto il corpo e i miei occhi truccati ammiccavano verso di lei contenta per quello che aveva fatto.
“Vieni di là e inizia a camminare, voglio fotografarti mentre ti muovi e sculetti per la sala”.
Andata dall’altra parte, mi muovevo in quella nuova situazione ancheggiando e provando le pose più oscene: mi mettevo sulla sedia accavallando le gambe ora e aprendole dopo ad ogni scatto della macchina fotografica.
Ad un tratto mi comanda di mettermi a cavalcioni sopra una panca ordinandomi di allargare le gambe e di mimare uno smorza candela come se sotto avessi uno stallone di razza.
Dopo un po’ lei si siede dietro di me e spingendomi da dietro con una mano mi immobilizza in avanti e rimango con il culetto per aria verso il suo bacino.
Sento un oggetto che mi preme sui glutei prima e poi cerca di farsi spazio all’interno.
Durante la sfilata non mi ero accorto che oltre a prendere la macchinetta la signore aveva indossato uno strapon e ora lo sentivo premere sullo sfintere.
Le dimensioni della cappella sembravano enormi e con la mano portata dietro volevo appurare realmente quanto era grosso. La cosa mi eccitava ma allo stesso modo mi preoccupava dato che non ero abituato a grosse dimensioni.
Infatti appena afferrato da dietro potetti capire che era grosso quasi come una lattina della bibita e iniziai in un primo momento ad avere delle paure.
Non volevo essere lacerato dietro ma la voglia e la troiaggine che mi assaliva mi spingeva ad inarcare di più le gambe e posizionare il culetto all’insù per facilitare la penetrazione.
Spostato il filetto del perizoma iniziai a sentire che premeva e a farsi spazio per deflorare il mio culetto per certi versi vergine viste le dimensioni.
Lei ansimava e faceva foto durante la pressione e mi incitava a rilassare i muscoli per sentire meno dolore.
Stringevo le labbra e le mani sulla panca mentre sentivo che il culetto si allargava fino a quando con un rumore sordo capii che la cappella mi aveva aperto.
Lei si fermò per farmi prendere fiato sussurrandomi che ormai mi aveva sverginato e piano piano avrei provato prima dolore ma poi un piacere immenso.
Iniziò ad affondare con dolcezza per poi tirarlo un po’ fuori per poi di nuove dentro guadagnando centimetri dopo centimetri dentro il mio culetto che ormai reclamava l’intero oggetto del desiderio.
Mi sentivo inchiodato su quella panca e lei ormai stantuffava dolcemente prima e poi con foga lo infilava dentro tutto in un solo colpo.
Ad ogni penetrazione l’intestino si allargava e ogni qual volta usciva fuori era come se stessero uscendo pure le viscere.
Il piacere ormai aveva preso posto e iniziai a gemere come una cagna sotto quei colpi; alzavo la schiena e mi leccavo le labbra come se volessi un cazzo in bocca per aumentare il piacere.
“Vedo che ti sta piacendo da impazzire e stai godendo alla grande” mi sussurrava appoggiando il seno sulla mia schiena; “ormai sei mia e ti farò godere di piacere”.
Dopo una buona mezz’ora ero in balia della signora e la testa mi girava dal piacere; iniziai a venire sulla panca e a tremare alla grande.
Lei tirò fuori quel strapon e raccolta la mia sborra con le dita me la offrì sulle labbra e la bocca.
Bevvi il mio nettare leccando e succhiando le dita come a volerne altra.
Rimanemmo un po’ così abbracciati e dopo alzatasi mi prese per mano per pulirmi e baciandomi mi disse che ci sarebbero state altre sere come quella se io avessi voluto.
Indossai i miei vestiti e andai via tutta truccata.
Arrivata a casa meno male che era sera inoltrata e nessuna mi aveva vista in quelle condizioni, feci una doccia e andai a letto ancora tremolante dall’eccitazione.
Iniziai a masturbarmi e venendo sulla mia mano portai quel nettare pensando che fossero le dita della mia signora.
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Il camionista turco
Era stata una giornata di discussioni con la mia compagna e come succedeva in quelle occasioni sentivo il bisogno, quasi fosse una sorta di punizione, di andare a cercare qualche cazzo che mi si inculasse. Perciò, verso le 23, me ne uscì di casa, vestito unicamente con una tuta sportiva, così da potermi spogliare con facilità.
La serata era tiepida, ideale per uscire con tale abbigliamento. Mi avviai verso il parcheggio dei TIR, all’entrata del Porto Franco Nuovo. Avevo sentito dire che i camionisti turchi che si parcheggiavano lì in attesa di un imbarco sui traghetti per la Turchia erano di bocca buona e tendenzialmente omosessuali.
Arrivato nei pressi parcheggiai e mi diressi a piedi verso quell’assembramento di Tir che vedevo ad un centinaio di metri. Erano posteggiati ordinatamente, uno a fianco all’altro, con tra loro uno spazio di circa due metri, due metri e mezzo, e qualcuno, in quello spazio, si stava preparando da mangiare. Evidentemente era arrivato da poco e non aveva ancora cenato. Man mano che transitavo in prossimità mi accorsi che qualcuno mi osservava, altri se ne disinteressavano, alcuni erano già bui, con le tendine abbassate e qualcun altro era con la luce accesa all’interno che guardava la televisione. Uno, dall’alto della cabina, osservò il mio approssimarmi e decise di uscire. Sceso dal mezzo, facendosi notare da me, si diresse nello spazio semibuio con il Tir vicino. Era in canottiera e mutande. Si tirò fuori l’uccello ed iniziò ad urinare, stando ben attento a farmi vedere tutto. Una volta che ebbe finito, se lo sgrullò, prese una spugna da un secchio d’acqua appeso al camion e si risciacquò l’uccello. Poi se lo segò un po’ per farlo diventar duro, lo rimise nelle mutande e si diresse verso la cabina, dove dall’angolo del muso io avevo osservato tutta la scena. Notò, evidentemente, che mentre lo guardavo nei suoi movimenti di masturbazione mi ero involontariamente passato la lingua sulle labbra e perciò, una volta aperta la cabina, mi fece segno di salire. Era un tizio sulla cinquantina, con spalle e torace da lottatore, possente, massiccio, ma nell’insieme per nulla volgare e piuttosto interessante. Non mi feci ripetere due volte l’invito ed iniziai a salire e lui mi aiuto mettendomi subito una mano sul culo, spingendomi, approfittando per darmi una bella palpata. Tutto chiaro: lui era il maschio ed io la femmina. Una volta entrati tiro giù le tendine, cosicché non si vedesse nulla dall’esterno, e mi invitò a gesti a spogliarmi e distendermi sulla cuccetta, la quale era un letto a due piazze, comodo, enorme. Non mi aspettavo che l’ambiente potesse essere così grande.
Sì, d’accordo, non ero mai salito su un Tir e pertanto fu una piacevole scoperta. D’altronde, dovendo passare tante ore ed a volte molti giorni sul mezzo, avevano bisogno di comodità. Una volta nudi si inginocchiò davanti a me facendomi capire che avrebbe gradito gli facessi un pompino. Avvicinai la testa al suo membro aspettandomi di sentire odore di urina invece,,, sorpresa, era quasi profumato. Evidentemente quella spugna che si era passato sul membro e sul pube, dopo aver urinato, non era intrisa di sola acqua, ma conteneva anche qualche detergente profumato. Lo imboccai vogliosa cercando di farlo diventar duro prima possibile poiché mi era presa la smania di essere posseduta. Era già in un discreto stato di erezione, evidentemente gli facevo voglia, ed in breve riuscì a portarlo alle sue giuste dimensioni: piuttosto lungo, non grosso ma ben conformato e, soprattutto, duro come l’acciaio. A quel punto mi rialzò la testa, mi bacio a tutta lingua in bocca, quindi mi prese le gambe, le appoggiò sulle sue spalle, prese un po’ di crema lubrificante, me ne spalmò un bel po’ sullo sfintere infilandomela anche dentro, masturbandomi un po’ il culo, dentro/fuori con due dita, dopodiché mi puntò l’uccello sul buco e me lo infilò con un colpo solo. Ebbi una inspirazione profonda, poiché inattesa la modalità della penetrazione che, peraltro, grazie al fatto che non aveva un cazzo grosso, non era stata per nulla dolorosa. Iniziò a possedermi con colpi lunghi, profondi, che mi diedero l’impressione mi arrivasse fino in gola, dandomi splendide sensazioni che mi portarono a mugolare dei “Sìì… così… ancora… oddio com’è bello…. Sii, fottimi… sono la tua troia… affonda i colpi…” e lui, come se avesse capito il mio desiderio iniziò a colpirmi più forte, più a fondo, portandomi ad avere un orgasmo lunghissimo accompagnato dal suo riempirmi il culo con una sborrata lunghissima. Rimase dentro di me, con il mio sfintere che si contraeva in continuazione causa l’orgasmo avuto, ma che così facendo lo aiutava a mantenersi in erezione, poiché lo stimolava da pazzi, facendomi capire che apprezzava moltissimo. Sempre rimanendo ben infisso dentro di me, si piegò verso il mio volto e mi mise tutta la lingua in bocca, baciandomi in maniera lasciva ed eccitante. Come ebbi già modo di dire per me il bacio è la massima espressione di erotismo e, ogni volta che bacio qualcuno, mi elettrizzo. Stava quasi facendomi godere di nuovo. In quel momento sentimmo bussare alla porta della cabina ed una voce che, in turco, chiedeva qualcosa. Era un collega del tizio che rispose (evidentemente invitandolo a salire) e un attimo dopo la porta si aprì ed un tizio salì.
Io rimasi basito, sconvolto: ero ancora a gambe larghe con infisso il cazzo del camionista, ancora in piena erezione. Ci fu uno scambio di battute, davanti alla scena che si presentava al nuovo tizio. Non ne capì una parola ma non credo di sbagliare di molto pensando si siano detti: “Ti ho visto salire con questo tizio, ho immaginato che stavate facendo qualcosa, visto che avevi chiuso le tendine, e mi sono chiesto se forse non avevi bisogno di una mano per far godere la troia che avevi fatto salire” – e che la risposta non sia stata molto diversa da: “ Sì, è veramente una troia e, anche se l’ho fatta godere per bene, forse possiamo farla godere di più.” Il nuovo venuto si spogliò, mostrando un bel cazzo, anche questo non grosso, già ben eretto, che comunque mi mise subito in mano per farne aumentare la consistenza. Nel frattempo colui che mi stava ancora inculando, dimostrando notevole maestria, forza ed agilità, si rovesciò sulla schiena tirandomi addosso a se senza far uscire il suo membro dal mio culo, cosicché mi ritrovai sopra di lui con ben infisso quel cazzo che tanta soddisfazione mi aveva dato sino a quel momento, offrendo le spalle al nuovo venuto che colse subito l’occasione per palparmi ben bene il culo, aprirmi le natiche, prendere della crema e spargerla tutta intorno all’ano cercando di infilarmi (riuscendoci) prima un dito nello spazio minimo che c’era tra le pareti del mio sfintere ed il cazzo che continuava a possedermi, e poi riuscendo ad infilarmene anche un secondo. D’accordo che il tizio che mi stava inculando non aveva un cazzo grosso, anche se ben formato, ma comunque non avrei pensato potesse riuscirci ed invece…. Qualche minuto dopo avermi masturbato così, sfilò le dita, mi appoggiò il suo cazzo e, piano piano, riuscì a farsi un po’ di spazio (io da parte mia cercavo di farmi più morbida possibile per agevolarlo) e finalmente scivolò dentro. Mi sentivo “invasa”, posseduta totalmente, e iniziai a respirare in modo accelerato, godendo di questa penetrazione che non avevo mai avuto modo di apprezzare. Stettero fermi per un po’ dandomi modo di abituarmi a questa penetrazione. Evidentemente erano cose che avevano già avuto modo di sperimentare, c’era troppa complicità ed orchestrazione nei loro gesti. Iniziarono, finalmente a chiavarmi, entrando ed uscendo all’unisono dal mio culo che si stava sempre più rilassando ed abituando a questa doppia penetrazione, portandomi in breve a goderne da matti ed iniziare a biascicare incitamenti che non so quanto capissero, ma che comunque li portarono ad accelerare le frequenze sin quando mi fecero venire ed iniziai a schizzare sborra sul petto del proprietario del camion che, a tale vista, ne raccolse un po’ sulla punta delle dita e poi se le succhiò, ma subito dopo mi attirò a se baciandomi e passandomene un po’ facendomi gustare la mia stessa sborra. A quel punto, accelerando ancor più, di comune accordo, il ritmo mi scaricarono in culo due sborrate, quasi contemporanee, che mi riempirono oltre ogni dire. Ripresero fiato e mentre i loro membri iniziavano ad ammosciarsi, si sfilarono dal mio culo e quello che mi stava alle spalle si sdraiò dandomi una pacca sul culo. L’altro mi offrì delle salviettine detergenti, mi ripulì e… ringraziando, li salutai. Scesi dal camion con le gambe tremanti. Provai altre volte ad andarci e vedere se li ritrovavo; ebbi altri incontri ma loro non mi capitò più di incontrare.
Che goduta, che serata.
PS.: Graditi commenti.
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8 years ago
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Nei giardini di via romolo gessi
Erano un paio di giorni che ero teso, nervoso. Quella sera, poi, io e la mia compagna Monica, che sapeva del mio essere bsx, ci trovammo a discutere per futili motivi al punto che lei sbottò: “Se hai voglia di farti inculare, se hai bisogno di sentirti femmina non c’è bisogno che diventi nervoso e fai stare male tutti. Prendi, esci e vai a cercare qualcuno che ti dia soddisfazione.”
Aveva ragione, così verso le 23 mi misi una tuta, senza nient’altro sotto, mi misi in tasca qualche preservativo ed un pacchetto di fazzolettini, montai in macchina e mi diressi verso Via Romolo Gessi dove ci sono dei giardini con dei sentierini in salita che, all’epoca, avevano una vegetazione rigogliosa che creava naturalmente dei separé dove mimetizzarsi per fare cose osé. Mi posteggiai nei paraggi e a piedi mi diressi verso uno di questi sentierini. Con una certa cautela iniziai a percorrerlo. Con cautela poiché la pavimentazione era sconnessa e pertanto, dato il buio, bisognava fare attenzione a come appoggiare i piedi, onde evitare di rompersi una caviglia. Nel controluce dato dall’illuminazione della strada sottostante mi accorsi che, in una certa zona c’era del movimento. Mi ci diressi e, una volta arrivato, mi accorsi che un tizio era chinato, con i pantaloni abbassati e masturbandosi stava facendo un pompino ad un altro tizio. Mi avvicinai e…glielo presi in mano iniziando a masturbarlo io mentre quello che veniva sbocchinato stava inserendo delle dita nel culo di colui che lo succhiava. Iniziai a calarmi i pantaloni della tuta e a quella vista colui che stava palpando il culo a quello che lo sbocchinava interruppe l’azione e volle palparmi il culo. Notando la mia disponibilità (anche perché prima di scendere dalla macchina mi ero unto per bene il culo con del Luan) trovò facile inserire delle dita, prima una, poi due e poi tre nel mio culo ed iniziò a fottermi con quelle finché non decise che era ora di incularmi e, allontanando colui che gli stava facendo il pompino, puntò il suo cazzo sul mio sfintere e vi entrò con una certa facilità, dato che mi resi totalmente disponibile spingendo verso di lui. L’altro si girò verso di me ed iniziò a farmi un pompino, masturbandosi forsennatamente. Nel frattempo qualcun altro aveva notato quel piccolo assembramento e si avvicinò con interesse. Capito di cosa si trattava snudò il suo attrezzo e accostandosi iniziò a palpare prima il culo di quello che mi spompinava, poi rivolse il suo interesse al mio culo, constatando come colui che mi inculava me lo stesse riempiendo per bene ma…. non appena questi godette e fuoriuscì dal mio culo, si affrettò a mettersi un preservativo e prendere il suo posto, infilandomelo tutto, tanto che sentì i suoi coglioni sbattermi sulle chiappe. Intanto… io ero venuto nella bocca di quello che mi stava spompinando, che aveva tranquillamente ingoiato tutto ciò che gli avevo riversato in bocca e che ora, appoggiato ad un muretto, si rilassava osservando il tutto masturbandosi. Era arrivato ancora qualcun altro. Ad un certo punto c’erano sette/otto persone attorno a me che si alternavano ad incularmi, senza darmi un momento di tregua. Ero alla loro mercé ma godevo come un pazzo. Nemmeno nelle mie fantasie più accese ero arrivato a tanto e la situazione era ancora in evoluzione. Mentre, ad un certo punto, un paio se ne andarono, ne arrivò uno che mi costrinse, mentre qualcuno continuava ad incularmi, ad inchinarmi per fargli un pompino. Mi ritrovai, così, davanti agli occhi qualcosa che non pensavo potesse esistere, qualcosa di asinino. Saranno stati perlomeno 28/29 cm. di cazzo con un diametro di almeno 6/7 cm. Facevo fatica a metterlo in bocca, rischiai di slogarmi la mascella per farmelo entrare, ma una volta fatto una sensazione pazzesca ed una voglia irrefrenabile di provare a prenderlo in culo.
Lo sbocchinai un po’ e poi gli dissi papale papale: “Voglio che provi ad incularmi, con molta delicatezza. Se alzo la mano fermati, perché se provo dolore mi blocco e non ne veniamo a capo.” Mi rispose semplicemente con un OK.
Si posizionò (io nel frattempo mi ero cosparso di Luan), me lo puntò e, delicatamente, iniziò a spingere per entrare mentre io nel contempo spingevo come se dovessi defecare. Con un po’ di dolore ( ma alla fin fine non tanto, evidentemente il desiderio di riuscire a farmi chiavare da un cazzo del genere aveva avuto ragione del problema) riuscì a prenderlo tutto in culo, ma a quel punto gli chiesi di fermarsi un attimo, di darmi il tempo di abituarmi a quella “invasione”.
E lui lo fece, rimase fermo tenendomi per i fianchi, quasi avesse paura che volessi scappare. (Poi mi confesserà che in pochi erano riusciti a prenderlo senza urlare per il dolore.) Dopo un po’, abituatomi all’intrusione, iniziai a provare piacere, mi sentivo totalmente posseduto ed il mio lato femminile ne era felice per essere riuscita a farsi riempire da un attrezzo del genere. Questa consapevolezza fece sì che in primis il mio sfintere iniziasse a contrarsi, quasi per valutare appieno le dimensioni dell’ospite, e poi che iniziassi a muovermi per farmi inculare. Ciò fece la felicità del proprietario di tanta magnificenza che iniziò prima lentamente, ma dopo qualche minuto (forse una decina) si mosse affondando i colpi, riempiendomi completamente e dandomi la sensazione che mi arrivasse in bocca.
Gli altri, tutti eccitati davanti a tale prestazione seguivano chi masturbandosi e chi facendosi fare un pompino, anche da me approfittando del fatto che per riuscire a prendere meglio quella stanga ero piegato in avanti, appoggiandomi con le braccia alle ginocchia. Non so quanti cazzi ho succhiato, né mi rendevo conto del tempo che passava. Il mio sodomizzatore, felice di aver trovato qualcuno da fottere, era incontenibile, una resistenza enorme che, da una lato mi stava dando sensazioni fortissime, mai provate, e dall’altro però mi stava uccidendo, iniziavo a non riuscire più a reggermi in piedi. Iniziai a contrarre lo sfintere per provare a stimolarlo di più e portarlo all’orgasmo e…. alla fine ci riuscì, ma ero al limite della resistenza. Si sfilò cautamente, per non causarmi dolore e mi ringraziò baciandomi lussuriosamente in bocca. Ebbi modo, così, di raddrizzarmi e di fare qualche movimento per sciogliere la schiena anchilosata.
Mi resi conto, in quel momento, che si era creato un capannello di una decina di persone e che erano già passate due ore da quando ero arrivato lì. Non avevo avuto nemmeno la forza di tirarmi su i pantaloni, ero ancora a culo scoperto e di questo ne approfittò un tizio interessante che iniziò a palparmelo con gusto, ad introdursi tra le natiche e, facendomi appoggiare le braccia sul muretto, mi inculò con perizia. D’altronde con quel po’ po’ di buco lasciato dall’inquilino precedente, non doveva essere difficile penetrarmi. Mi scopò senza interruzione per almeno mezz’ora. Il mio sfintere cominciava a bruciarmi un po’ ma il tizio non dava alcun cenno di voler godere. Secondo me aveva preso del Viagra, per poter riuscire ad avere una prestazione del genere. Iniziai ad implorarlo di godere e darmi così un po’ di tregua. Lo fece, uscì dal mio culo, mi tirò su i pantaloni ma mi prese per un braccio e mi portò via dal gruppo che stazionava ormai lì e mi portò in un’altra parte dei giardini, più nascosta, mi baciò in bocca lungamente ricominciando a palparmi il culo, calandomi nuovamente i pantaloni, mettendomi un po’ di pomata sullo sfintere e… inculandomi nuovamente. Era un diesel, inarrestabile ed io subivo senza la forza di reagire, succube o anestetizzato, non saprei, dal fatto di essere stato usato in quel modo e di aver goduto tanto. E godetti come una fontana, mentre lui continuava a rovistarmi l’intestino con il suo attrezzo. Per fortuna che dove mi aveva portato c’era una recinzione in legno, su cui mi appoggiai per riuscire a sostenere la prova a cui mi stava sottoponendo. Ero percorso da continui brividi in testa, che sembravano scosse. Ero elettrizzato al massimo e non sapevo più chi ero, dov’ero. Ero un ameba nelle mani di una forza della natura che mi stava distruggendo con il piacere che mi stava procurando, che stava però diventando doloroso. Ad un certo punto si fermò, senza godere. Non ce la faceva più neanche lui. Ci salutammo. Quando rincasai era domenica, mi avevano chiavato per quasi quattro ore, ero distrutto ma beato e…. dormì sino alle 13. Non mi è mai più capitata una serata del genere. Mitica !!
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8 years ago
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In crociera
Voglio raccontare una esperienza vera vissuta qualche settimana fa mentre ero in crociera sul mediterraneo di 12 giorni insieme a mia moglie.
Siamo una coppia di 55 io e 53 lei, ben portati, la mia lei una donna piacente, e fuori da ambienti scambisti.
L'imbarco era previsto da Genova per il primo pomeriggio, effettuate tutte le procedure saliamo a bordo e prendiamo possesso della nostra cabina e depositato i bagagli facciamo un giro per vedere la nave.
Già dal primo momento mi accorgo che vi sono coppie di tutte le età, e poggio lo sguardo su una donna di circa 45 anni, mora, straniera, con un bel seno (penso una seconda abbondante) un culo sodo e un sorriso malizioso.
Veniamo convocati sul ponte per le prove di evacuazione e con mia gioia mi accorgo che nel nostro gruppo vi è anch'essa con il marito. Veniamo radunati a gruppi di circa 50 persone e maliziosamente faccio in modo di capitare dietro di lei per godermi lo spettacolo, faccio attenzione che mia moglie non si accorga di niente e lentamente, approfittando della calca arrivo a sfiorare il suo culo, prima piano e vedendo che lei non reagisce sempre più audacemente comincio a palpare. Lei fa finta di niente e dentro i miei jeans comincia a gonfiarsi il cazzo. Terminata la dimostrazione, si rientra in cabina per poggiare i salvagente, avevo talmente voglia che appena entrati non lascio scampo a mia moglie, facendola sedere sul bordo del letto mi piazzo davanti e tirando fuori l'uccello mi faccio fare un pompino. Ad occhi chiusi pensavo alla straniera e non volendo venire subito, la feci sdraiare sul letto e affondato il viso tra le sue gambe, mi dedicai al suo bottoncino e alle grandi labbra. Mia moglie raggiunse l'orgasmo due volte e io gli venni sulle tette. La serata si concluse con me che in ogni angolo della nave cercavo di trovare lei.
Passarono alcuni giorni senza più vederla, ma una mattina mentre con mia moglie ero dentro a una delle vasche idromassaggio vennero a farci compagnia la straniera con il marito....quale occasione più ghiotta?
Dopo il primo ciclo nell'idromassaggio mia moglie uscì e andò a stendersi sulla sdraio mentre io rimasi ancora. Con gioia mi accorsi che la signora si era scambiata il posto con il marito e venne a sistemarsi sulla mia destra. Come la sera di qualche giorno prima iniziai pian piano con un leggero massaggio sulla natica, poi poggiai la mano sul ginocchio. La sua pelle era liscia e piano cominciai a salire, ma lei senza scacciarmi mi fermò sulla coscia. Capii subito che la parte da me interessata era occupata dalla mano del marito che frugava tra il suo costume, allora indirizzai la mia mano sul seno. Non tardai a trovare due capezzoli duri e gonfi. Con i polpastrelli cominciai a pizzicare.
All'improvviso lei mi prese la mano e la portò verso il basso.
Il suo costume era scostato ed ebbi modo di infilare dentro la sua figa sia il dito medio che anulare continuando ad andare avanti e indietro. Non sono certo che il marito non si fosse accorto di niente, ma senza aspettare che l'idromassaggio si spegnasse andai velocemente a farmi una fredda in modo da poter nascondere la mia erezione. Fortunatamente mia moglie si era messa a pancia in giù a prendere il sole e non si accorse di nulla.
Durante il resto della crociera ebbi modo di incontrarla casualmente nel corridoio delle cabine.....ci scappò solo un veloce lingua a lingua, ma niente di più.
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8 years ago
nespolino61,
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Alla costa dei barbari 3
Alla Costa dei Barbari 3
L’esperienza di quei due giorni in spiaggia ci riavvicinò.. Lei mi chiese “Ma non sei geloso che godo con altri ?” al che le risposi: “Amore, visto che non posso più darti piacere come vorrei, perché dovrei essere geloso? Io ho a cuore il tuo piacere ed il tuo essere soddisfatta. Se questo posso raggiungerlo facendoti scopare con altri… è un piccolo scotto da pagare !” (Era pur vero che, nell’occasione, avevo scoperto una nuova faccia del piacere, guardare e godere del piacere altrui). A questo mio dire si emozionò, mi abbracciò e mi disse che avrebbe avuto piacere poter riprovare quelle sensazioni, riandare alla spiaggia nudista e vedere quali altre possibilità di piacere potevano esserci. Pertanto ci organizzammo per il sabato successivo e se il tempo lo avesse permesso… ci saremmo andati. Evidentemente la cosa solleticava entrambi, perché notai una certa “fregola” in lei.
Il sabato venne e la giornata era splendida, un sole accecante ed una leggera ventilazione che invogliava a stare all’aperto. Arrivammo presto, sperando di riuscire a trovare libera quella nicchia. Così fu e felici ci mettemmo comodi. Forti dell’esperienza precedente ci eravamo portati anche un materassino, per non rovinare le nostre ginocchia, e qualche asciugamano in più. Nonché fazzolettini, salviettine detergenti, bibite e panini vari, onde trascorrere tutta la giornata al sole, farci qualche nuotata e…. speravamo…. anche qualcos’altro.
Dopo un’oretta che eravamo lì vedemmo le prime ronde passare sopra il sentiero osservandoci e valutandoci. Qualcuno si fermava sopra la nostra postazione (non è che si vedesse proprio bene, la nostra postazione, c’erano un po’ di frasche che mimetizzavano un po’ il tutto, ma insomma… si intravvedeva abbastanza) e notavamo che cercando di vederci coglievano l’occasione per masturbarsi. C’era qualcuno interessante ma volevamo avere il tempo di fare una piccola cernita.
Dissi a Monica (la mia compagna): “Vado a farmi un giro per curiosare cosa succede su quel terrazzamento sopra il sentiero” e mi rispose “Vai, io intanto mi masturbo un po’, sono eccitata”. Mi avviai e salendo sul sentiero notai che qualcuno osservava con interesse la mia mossa e si avviava verso la spiaggia. Dal sentiero trovai un accesso al terrazzamento e lì giunto… trovai una fauna mista di persone che si muovevano da una zona ad un’altra con gli attributi in completa erezione e, nel passare vicino a qualcun altro, c’erano spesso carezze verso l’altro. Mi posizionai in un angolo un po’ appartato e, dal borsello che avevo portato con me, estrassi un po’ di pomata, mi spalmai ben bene il culetto e poi, adagiatomi su un tronco che cresceva a 45° rispetto al terreno, mi infilai un bel vibratore nel culo e lo accesi, a mezza velocità. Tutto questo mio “fare” attirò l’attenzione di un paio di tizi che, sempre smanettandosi l’uccello, si avvicinarono e quello più “spigliato” mi prese i capezzoli tra le dita iniziando a torturameli. Io stavo continuando a masturbarmi il culo con il vibratore ma l’altro, a quel punto, mi arrivò vicino, me lo fece togliere e, alzandomi le gambe sulle sue spalle, mi inculò. Oddio che piacere ! Mi sentii sciogliere mentre l’altro che continuava a torturarmi i capezzoli, non contento di ciò mi appoggiò il cazzo sulle labbra spingendomi a fargli un pompino. Mi sentii completamente usato e la cosa mi eccitò molto, facendomi sentire una vera troia. Dopo una decina di minuti iniziai, senza essermi toccato, a godere e riversarmi addosso tutta la sborra che avevo portando gli altri a commentare “La troia sta godendo, guarda come gode!” portando anche loro ad eiaculare e riversarmi, in bocca e nel culo, tutto il loro piacere. Che bello, che goduta! Mi ripulì con le salviettine che mi ero portato nel borsello e decisi che per quel momento poteva bastare e che era il caso di chiamare Monica ed andarci a fare una nuotata. Pertanto scesi dal terrazzamento e mi avviai verso la nostra postazione ma, avvicinandomi, udii una sorta di mugolii. Avvicinatomi con cautela vidi Monica impegnata in un bocchino ad uno disteso sotto di lei che le stava praticando lo stesso servizio mentre dietro…. udite udite… c’era il tizio secco e brutto che la stava montando a pecorina tenendola per le tette che impastava con evidente soddisfazione di Monica. Li lasciai fare ed andai a farmi una nuotata.
Dopo un’abbondante quarto d’ora che, oltre a nuotare, avevo usato per lavarmi bene il culo, cercando di far uscire la sborra che lo riempiva, mi riavvicinai alla nostra postazione e…. li trovai che stavano ancora trombando. Quatto quatto mi avvicinai iniziando a fare qualche carezza a Monica che girò la testa verso di me e con occhi pieni di libidine mi rivolse, nonostante la bocca piena, un sorriso continuando a sbocchinare il tizio sotto di lei. Il secco, infaticabile, continuava ad ararla con il suo attrezzo ma alfine, quando lei iniziò ad ululare dal piacere, le scaricò in pancia tutto il contenuto dei suoi coglioni. E si fermò, immobile, respirando con affanno.
Il gruppo si sciolse. Monica, stravolta, si mise su un fianco respirando a fatica e mi prese una mano portandosela sul cuore. Il tizio con cui aveva fatto il 69 era disteso con sulla faccia un sorriso da ebete per il piacere che evidentemente aveva provato.
Il secco… si girò verso di me e con uno sguardo libidinoso, con la sua voce sexy, mi fece “Allora… la vuoi o no, la tua parte?” Gli guardai il membro e lo vidi in piena erezione, voglioso di farmi il culo. Lo guardai negli occhi e gli dissi “Ma non hai appena goduto ?” e lui mi rispose… ”Sì, ma è appena la prima della giornata!”
Mi inchinai verso di lui e gli presi in bocca quello spettacolo di cazzo che si ritrovava tra le gambe. Iniziai a sbocchinarlo e lui si distese comodo, lasciandomi fare ma dopo un po’ si rialzò dicendomi “Splendido, succhi meglio di una donna, ma io non voglio godere così, voglio godere della tua fighetta, aprire quel tuo bel culetto e sfondartelo !” Pertanto mi fece distendere sulla schiena, mi prese le gambe sotto le ginocchia e se le portò sulle spalle, puntò il mio buco del culo e stava per infilzarmi come un tordo quando lo fermai dicendogli “Aspetta, così ci facciamo male, e non godiamo nessuno dei due. Lascia che mi metta un po’ di crema.”
Mi spalmai per bene con del Luan e poi mi ridistesi dicendogli “Ecco… ora fammi tua.” Non ci mise neanche un attimo per riprendermi le gambe, riportarle sulle sue spalle e… infilzarmi con il suo spiedo facendomi fare un respiro profondo per il modo in cui mi riempì. Si fermò, dandomi il tempo di abituarmi all’intrusione, poi, guardandomi fisso negli occhi, iniziò a stantuffarmi, prima molto lentamente, affondando in me sino in fondo e poi estraendolo quasi completamente, per poi riaffondarlo fino in fondo nelle mie viscere e… ripetendo, subito dopo, il movimento. Su e giù, su e giù facendomi provare brividi pazzeschi perché lo sentivo tutto.
Mi possedeva completamente. Monica era seduta in un angolo e si stava godendo la scena masturbandosi, incitandolo a chiavarmi più forte, a trattarmi da quella troia che ero. Ad un certo punto non resistette più e si avvicinò a noi e inginocchiata, per la libidine, mi prese l’uccello in bocca ed iniziò a succhiarmelo, facendomi impazzire. Colui che prima stava facendo il 69 con lei, vedendola così, con quello splendido culo enorme in primo piano, ebbe un’erezione fortissima e, avvicinatosene, iniziò a toccarle il culo, ad aprirle le chiappe, a bagnarle lo sfintere ed a infilarle prima un dito, poi due, poi tre ed infine… ad incularla, con gran godimento di Monica che dimostrò tutto il suo apprezzamento agitando il culo per assestare meglio il cazzo che la stava possedendo ed andando incontro allo stesso per farsi inculare ancor meglio. Andammo avanti così per un bel po’ finché il tizio che inculava Monica non godette per primo, riempiendole il culo e facendola sbrodolare dal piacere tanto che la cosa si riversò sul suo modo di succhiarmelo facendomi godere a tal punto che, per il piacere, il mio sfintere iniziò a contrarsi dando al “secco” la sensazione che gli stessi facendo un pompino con il culo, tanto che iniziò a dire “ Ma tu non hai una fighetta, hai una bocca… sì, così, succhiamelo tutto… ecco.. sto venendo…” ed iniziò a scaricarmi nel culo un torrente di sborra!
Ripreso fiato ci ricomponemmo tutti ma dall’alto del sentiero ci giunse un applauso.
I due se ne andarono ed io e Monica andammo a farci un bagno rigenerante. Eravamo tutti e due distrutti e pieni di… sborra. Fatto il bagno ci mettemmo a rifocillarci e quindi ci distendemmo, mano nella mano, a prendere un po’ di sole.
Stavamo sonnecchiando, sazi, quando dopo un po’ ci sentimmo chiamare da un “Scusate, non vorremmo disturbarvi, ma vorremmo conoscervi.” Era una coppia, piuttosto attraente, sui 40, che ci dissero di averci osservati da lontano, con un binocolo, da una specie di promontorio che, un centinaio di metri più in la, si sporgeva dentro il mare e, conseguentemente, dava una visione in diagonale della nostra alcova e pertanto gli aveva permesso di osservare le nostre performance.
Si presentarono (ma non ricordo i nomi, a distanza di tanto tempo) e ci dissero (parlava soprattutto lei) che gli sarebbe piaciuto poter fare dei giochini con noi, essendo loro entrambi bsx. Nel mentre parlava lei stava osservando soprattutto il seno di Monica ed alfine non resistette ed allungò una mano accarezzandoglielo. Presa alla sprovvista Monica non reagì al che la tizia prese completamente in mano un seno di Monica e, palpandoglielo a fondo, avvicinò il viso ed iniziò a succhiarle il capezzolo. Vidi Monica rovesciare la testa all’indietro dal piacere ed allungare una mano per stringere a se la testa che le stava succhiando così bene il capezzolo, facendola bagnare. Il tizio, intanto, guardando la moglie nelle sue avance, aveva iniziato a masturbarsi ed io approfittai subito del fatto per avvicinarmi e prenderglielo in bocca. Iniziai a sbocchinarlo con gusto e mentre lo facevo incominciai a palpargli il culo sino ad arrivare a stuzzicargli lo sfintere, cosa che lui mostrò di gradire. Nel frattempo le due femmine si erano sdraiate, una sopra l’altra, in posizione di 69, e ci stavano dando dentro, di gusto, lo si capiva dai mugolii che provenivano dall’intreccio ! Siccome quella sopra era la tizia abbandonai momentaneamente il cazzo che stavo succhiando, mi posizionai dietro di lei e la infilzai, poi mi girai verso il tizio e lo tirai a me, per continuare a fargli il pompino.
Me la godetti un mondo e quando il cazzo che stavo succhiando iniziò a riempirmi la bocca di sperma pastoso, dolce, gustoso, godetti riempiendo la fica della donna che, avendo qualcuno che contemporaneamente le stava martoriando il clitoride, iniziò a dare i numeri dal piacere e godette da impazzire, mentre stava con quattro dita dentro la fica di Monica, portando a godere anche lei.
Ci mettemmo a sedere, tutti sudati e la lei della coppia disse “Vi avevamo apprezzati da lontano, ma da vicino… siete fantastici, siete una coppia libidinosa da impazzire. Vogliamo frequentarvi.” E detto ciò ci lasciarono un biglietto da visita e se ne andarono. Li abbiamo rivisti più volte.
Commentate. Grazie
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8 years ago
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Alla costa dei barbari 2
Alla Costa dei Barbari 2
Nel mentre che il tizio se n’era andato a nuotare, chiesi alla mia compagna se le andava di prepararmi all’incontro. Non appena ebbe ripreso una respirazione normale disse “Sì, ora ti preparo. E’ stato bellissimo! Mi ha fatto godere da matti e spero riesca a fare la stessa cosa con te !” Ed iniziò ad ungermi lo sfintere mentre io la preparavo mentalmente al fatto che colui che l’aveva fatta godere in quel modo ed aveva nel contempo una voce particolarmente sexy non fosse, all’aspetto, all’altezza delle aspettative. Che non si aspettasse un adone ma le dissi che spesso, un regalo incartato alla buona, poteva contenere qualcosa che andava ben al di là della confezione. Non ci eravamo accorti, nel mentre lei mi stava preparando, che avevamo un pubblico che dal sentiero ci stava osservando e che uno di loro, visto com’ero posizionato a 90° con lei che mi stava introducendo un dildo per allargarmi un po’, scese, arrivò da noi e senza alcun indugio tolse il dildo e…. mi inculò, con un unico movimento, facendomelo arrivare alle tonsille. Ansimai cercando aria a bocca aperta sia per la sorpresa che per il dolore causatomi. Sentii i suoi coglioni sbattermi sulle chiappe e poi…. rimase fermo. La mia donna, sorpresa dall’azione dello sconosciuto rimase per un momento a bocca aperta ma poi, realizzando la situazione e l’opportunità di vedermi finalmente inculato, si posizionò davanti a me a gambe larghe e spinse la mia testa sulla sua fica affinché gliela leccassi.
Cosa che, passato il primo momento doloroso, abituatomi all’intruso e mosso un po’ il culo per sistemarlo meglio iniziai a fare con molto piacere. Lei era con lo sguardo attratto completamente dai movimenti del tizio che, nel frattempo, aveva iniziato a chiavarmi con un movimento lento e profondo. Pian piano il dolore iniziale si tramutò in piacere ed iniziai tra una slinguata e l’altra alla fica, a mugolare dal piacere. Lei si girò e venne sotto di me per succhiarmi il cazzo, che nel frattempo si era rizzato, per avere una visuale completa della mia sodomizzazione e massaggiare le palle del tizio, che diede cenno di apprezzare l’iniziativa. Lo sentii dall’aumentata grossezza del suo pene che continuava, con metodo, a devastarmi, portandomi ad avere i brividi per il piacere procuratomi.
Iniziai a smaniare, a chiedergli di darmi tregua, di godere ed uscire perché non ce la facevo più sia per la posizione, in ginocchio sui sassi, sia per il troppo piacere che stavo provando. Stavo eiaculando in continuazione in bocca della mia compagna che, ingorda, inghiottiva tutto finché si staccò biascicando.. “Oddio, sto godendo di nuovo come una matta, mi state mandando al manicomio, è stupendo !!”
In quel momento sentì il tizio godere e scaricarmi in culo un vero clistere di sborra, mentre il mio sfintere iniziava a contrarsi per il piacere.
In quel momento si udì una voce profonda, sexy, dire “Eccomi qua ma vedo che avete già dato inizio alle danze. Non fa nulla, ormai sono pronto e perciò mi prendo quanto richiesto “ .. e allontanando il tizio che aveva appena finito di incularmi, si posizionò dietro di me, si sputò sul cazzo per bagnarlo un po’ (io non ne avevo bisogno, ero un lago) e me lo infilò tutto, facendomi sobbalzare perché, benché fossi stato allargato a dovere, la sua dimensione era notevole. Alla faccia del timido !
Fu tutta un’altra cosa: sarà stato per la stazza, sarà stato per il modo di muoversi, fatto sta che fin da subito provai sensazioni mai provate, che non saprò descrivere.
Tutta una serie di brividi percorse il mio corpo ed iniziai a borbottare “Sìì, così… oddio… come chiavi bene… ora capisco perché lei aveva goduto in quella maniera… sei incredibile… non ti fermare… continua a chiavarmi, che mi fai morire…. Ma non venirmi dentro… voglio che mi vieni in bocca !” A quelle parole il tizio si sentì ancor più a suo agio e mi rispose, con quella sua voce profonda, che mi eccitava da matti: “Sarò ben felice di accontentarti ma c’è ancora tempo !” Mi accorsi, nel frattempo, che la mia donna si stava masturbando furiosamente guardando la scena con sguardo libidinoso. La cosa andò avanti per almeno una ventina di minuti, le mie ginocchia non ce la facevano più ma resistevo perché non volevo che la cosa finisse, anche se il mio ano iniziava a bruciarmi un po’, ma il piacere che provavo era…. Una goduria infinita. Ma tutto ha una fine e ad un certo punto si sfilò da me per darmelo da succhiare, cosa che feci con molto gusto per ringraziarlo del piacere che mi aveva dato e… per assaporarlo. Come immaginavo….. Il tizio era brutto da vedere ma aveva un ottimo contenuto: una sborra densa, dolce, gustosa… da intenditori. La mia donna, che aveva appena finito di avere l’ennesimo orgasmo, mi si avvicinò per baciarmi, lingua in bocca, e cercare di rubarmi le ultime gocce di sperma. La sera, a casa, la mia compagna era di un languido pazzesco e, tra una moina e l’altra, mi chiese: “Domani ci ritorniamo?” La guardai e vidi nei suoi occhi uno sguardo libidinoso che non aveva mai avuto, aveva sempre fatto un po’ la ritrosa. Le risposi “Se ti fa piacere… ben volentieri “.
L’indomani ritornammo lì, trovammo libera la stessa postazione e dopo un po’ mi accorsi che un ragazzo (avrà avuto una venticinquina d’anni, o poco più) si era disteso ad una decina di metri da noi e ci osservava. Feci notare la cosa alla mia compagna che, dopo averlo osservato ben bene, mi disse: “Ma è bellissimo, guarda che occhi che ha !” In effetti aveva due occhi che riflettevano il colore del cielo, languidi, dolci, e guardavano la mia compagna con desiderio. Visto che aveva al polso un orologio, ed io in quel momento no, trovai la scusa di chiedergli “Che ore sono?” Al che lui, facendo finta di non aver ben capito la domanda, si alzò e si avvicinò. Giunto vicino a noi si accucciò per dirmi “Cosa mi ha chiesto ?” e nel far ciò avemmo il modo di posare gli occhi sui suoi attributi al che gli chiesi “Ho visto che osservavi la mia compagna. Ti piacerebbe farci l’amore ?” Gli si drizzò immediatamente il pene e la mia compagna disse “ Ecco la risposta” e con fare languido si distese e allungò le braccia invitandolo a farsi più vicino. Non appena si distese accanto a lei presi un preservativo, allungai la mano per prendergli il cazzo dandogli due menate e lo aiutai ad infilarsi nella fica già bagnata di lei. Mentre iniziava a fotterla, gli accarezzai, per un momento, le natiche che aveva stupende, glabre, toste, perfettamente sferiche. Sembravano quelle del David di Donatello.
Lei, mentre la stava chiavando, se lo guardava, se lo rimirava consapevole di non aver mai avuto, tra le mani, un giocattolo così bello e tanta bellezza la portò ad avere un orgasmo devastante, che la squassò tutta, al punto che non seppe trattenersi ed iniziò a urlare il proprio godimento. Io li osservavo e mi masturbavo, finché, vedendo lui godere, non venni copiosamente addosso a lei che se lo attirò completamente addosso, mentre era ancora dentro di lei, ed iniziò a baciarlo in modo famelico. A tutto ciò lui rispose (beata gioventù) rimanendo eretto e riprendendo, dopo un po’, a fotterla energicamente, a fondo, quasi con violenza e con possesso. Sapeva di averla in pugno, continuando a guardarla fissa negli occhi, con quegli occhi color del cielo. Non seppi resistere: mi chinai verso il suo culo ed iniziai a leccarglielo. Sembrò gradire la cosa ed allora mi posizionai meglio ed incominciai a spingere la lingua sempre più verso il solco delle natiche cominciando, pian piano, ad infilargliela in mezzo, sino ad arrivare al suo buchetto che cominciai subito a stuzzicare, cercando di penetrarlo con la lingua. Mi accorsi, da alcuni brividi che lo scossero, che la cosa gli piaceva ed allora allargai di più le sue natiche andandoci dentro con tutta la lingua, chiavandolo così. Ciò diede il via ad un orgasmo squassante che si ripercosse sulla mia compagna che ebbe un orgasmo talmente forte da portarla a dire “Basta, basta… sto impazzendo…”
A casa mi disse che le avevo fatto passare due giornate fantastiche e mi ringraziò facendomi un pompino da applausi nel mentre mi masturbava con un dildo.
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8 years ago
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Alla costa dei barbari
Alla Costa dei Barbari
L’ultima compagna che ho avuto sapeva che ero bsx. Nel momento in cui, per il diabete, la mia libido è scemata, come anche il mio desiderio per lei, è viceversa, aumentato il mio desiderio di sentirmi “femmina” ed essere posseduto. In qualche occasione le è piaciuto fare la parte del maschio e, anche grazie ad un strap-on che le avevo comperato, mi fece suo provando piacere nell’incularmi. A quel punto le prese la voglia di vedermi “montato” da un vero maschio e a furia di parlarne venne anche a me la voglia di fare qualcosa a tre dove essere anch’io parte femminile.
Pertanto iniziai a pensare come poter risolvere la cosa e realizzai che, forse, andando alla Costa dei Barbari (spiaggia naturista ma anche nota zona gay) avremmo potuto risolvere la questione. Perciò organizzai, per il primo fine settimana, una gita in tale località per fare il bagno, abbronzarsi nudi e prendere conoscenza dei luoghi. Il sabato mattina, dotati di panini e di bibite, lasciammo la macchina a Sistiana a Mare e ci incamminammo, lungo un sentiero che seguiva la costa, a due passi dal mare, verso il punto dove mi avevano detto si faceva naturismo. Dopo un bel po’ che camminavamo iniziammo a vedere i primi segni, le prime persone in costume adamitico. Persone che, però, non dimostravano alcun interesse per noi. Fatto ancora un pezzetto di strada incominciammo a notare atteggiamenti un po’ più interessati e, soprattutto, che c’era, alla sinistra del sentiero che stavamo percorrendo, verso monte, un quasi secondo sentiero, un terrazzamento, seminascosto tra la vegetazione, in cui si intravvedevano persone in atteggiamenti inequivocabilmente “tendenziosi” sia tra uomini che tra coppie.
Ad un certo punto notai una piccola discesa verso la spiaggia ed una specie di conca, recintata da massi e pali, che poteva essere un ottimo punto per distenderci a prendere il sole, creando un po’ di privacy. Scendemmo e distendemmo i nostri asciugamani, mettendo le vivande all’ombra. …E ci spogliammo. Lei ebbe un momento di ripensamento… non l’aveva mai fatto …. Ma poi si lasciò trascinare dalla voglia di trasgressione e si denudò. Avevo notato, nel frattempo, che una certa fauna aveva seguito con interesse le nostre manovre dall’alto del sentiero e che nessuno di tali personaggi era rimasto indifferente al seno particolarmente prosperoso della mia compagna (portava una sesta abbondante) ed al suo culo abbondante ma non moscio, anzi pur nella sua abbondanza, perfettamente conformato e sodo. Notai, tra tutti, un tipo segaligno, bruttino, ma con un cazzo magnifico che se lo stava tranquillamente segando, senza alcuna remora. Mi venne voglia di vederlo chiavare la mia donna, solo che dovevo fare in modo non lo vedesse in faccia, altrimenti si sarebbe “smontata”, doveva solo sentirselo dentro. Perciò mi misi schiena a terra e la tirai su di me per fare un sessantanove e quando notai che si era lasciata andare e stava godendo appieno il mio succhiarle il clitoride trovai il modo di fare un cenno al tizio che, avevo notato, stava seguendo le nostre manovre con estremo interesse, continuando a masturbarsi. Capito il mio cenno di avvicinarsi, mentre scendeva verso di noi, dissi alla mia compagna “Ora non ti voltare, altrimenti questo tizio, molto timido, scappa. Chiudi gli occhi e tra poco ti sentirai penetrare da un cazzo magnifico. Tu continua a succhiarmelo, lasciati andare e… godi, amor mio !” Il tizio si inginocchiò dietro la mia compagna, si infilò il preservativo che gli passai, le mise una mano sul culo e, mentre io le allargavo le chiappe, dilatando la figa, glielo infilò con un unico movimento sino alle palle e lì si fermò per godere del possesso. La mia compagna fece un respiro profondo, mentre veniva penetrata, ingoiando ancor di più il mio uccello.
Io avevo avuto modo di godermi tutta la penetrazione e quando lui, finalmente, iniziò a muoversi mi arrivò una prima scarica in faccia degli umori della mia donna che si era sbrodolata, iniziando a provare piacere. Si muoveva con grande calma, gustandosi in toto quella chiavata, mentre lei muoveva il culo per assestarselo ancora meglio nella fica, iniziando a mugolare per il piacere, facendomi sentire con le labbra tutto ciò che provava. In breve.. riuscì a farmi godere e inghiottì tutta la mia sborra. Poi rialzò la testa dal fiero pasto ed iniziò a godere mugolando “Sì, così… ancora… è magnifico, mi sta facendo impazzire… grazie amore di questo regalo, lo hai scelto bene! Spero riesca a continuare ancora un po’ perché sto per godere di nuovo… Sìì… così… eccomi… Godoooo ! “ …e venne anche lui, digrignando i denti ! Lei si distese, distrutta, con lui ancora dentro. Lo guardai e gli dissi “Bravo, ma dopo bisogna che inculi anche me !” Una bella voce profonda mi rispose “Non c’è problema, vado a farmi una nuotata e ci vediamo tra un po’.”
E se ne andò a nuotare, senza che lei lo avesse visto in faccia. Era ancora distesa, tutta tremante.
PS.: Il seguito alla prossima
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3
8 years ago
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Il mio eros
Vivo questa parte della mia vita trasgredendo sessualmente. E' qualcosa che dovevo provare, curioso di tutto quello che non è canonico sotto il profilo della normale educazione sessuale impartitami. Sento battere il cuore ogni volta che si crea quel sottile contatto cerebrale con chi si riconosce nelle tue parole nelle tue immagini. Mi da felicità il sottile gioco di sedurre la mente di una donna di una coppia. Mi attraversano brividi di puro piacere quando sei corrisposto dalla lei di coppia o dalla amica che contatti. Oppure quando complice con lui ne riesci ad eccitarne le voglie. La mia mente si accende ed è percorsa da mille fantasie quando si trasferisce la propria personalità all'altro mostrando il proprio eros. Trasferisce piaceri intensi alla parte animale e sensuale del mio essere uomo. Ho sete di immagini di maliziose parole di vedo non vedo. Ah che bellezza il vedere come una donna sa essere elegante nel sedurti. Ah che gioia farla salire su di ritmo corteggiandola con le parole e le impressioni che ti lascia dentro. Usare parole dolci, ma anche forti, alla ricerca della chiave naturale di trovare in lei il piacere reciproco di eccitarsi. Adoro osservare quel reggicalze nero che lascia lo stacco della pelle, il tacco alto che slancia la caviglia. Lo sguardo complice, le mani, le curve di un corpo femminile che si inarca, due labbra rosse, due occhi che si accendono e maliziosi ti provocano. La parte più intensa è la prima conoscenza è il battito animale dove in assenza di odori virtualmente due menti si incontrano. Come tessere di un mosaico le parole pesano nel capirsi se tutto è in linea con l'altro. Divino tutto questo, mi eccita, mi porta all'incontro. Amo il sesso vero non virtuale. Il preludio all'incontro è però quel qualcosa di inscindibile a tutto il resto quale prima parte emozionale di verifica di eventuali affinità elettive percettive. Sesso puro, sesso quello che cerco di trovare, ma non fine a se stesso. L'insieme del gioco di menti e gli attimi intensi di puro sesso che vivo si incrociano sempre. Si combinano e lasciano emozioni pure. L'adrenalina di attimi di intenso piacere non si limitano al piacere di un contatto, ma rimangono impressi dentro la mente. Come pezzi di vetro sparsi si ricompongono le immagini di una bocca aperta sul tuo sesso, di un contatto delle labbra, di uno sguardo peccaminoso, di una penetrazione intensa e dolce, di braccia aperte , di sorrisi di parole forti di dolcezza infinita, di perversi pensieri, di silenzi e attimi sospesi che solo chi ne conosce il significato non ha bisogno di parole per esprimerne il piacere intenso che penetra la mente la pelle. Vivere tutto questo ti entra dentro, ti spacca il cervello, ti porta al piacere di vivere. Sarà la leggerezza del piacere dell'essere che è in me, ma tutto questo è il mio eros.
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TANTRAMASSAGGE,
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Al giardino pubblico
Ero andato al Giardino Pubblico per passare qualche ora in pace e respirare un po’ d’aria pura. Mi ero portato un libro, amo leggere. Ad un certo punto sento un impellente bisogno fisiologico; di conseguenza mi alzo dalla panchina e mi avvio verso le toilette. Non c’è nessuno, mi accosto ad un orinatoio ed inizio a pisciare. Mentre sono sul più bello della minzione arriva un signore di una certa età, non molto alto, che si posiziona davanti all’orinatoio affianco a me, tira fuori dai pantaloni il suo uccello ed inizia a menarselo guardandomi, Vedo il tutto con la coda dell’occhio e faccio l’indifferente ma dopo un attimo sobbalzo perché inaspettatamente il tizio ha iniziato a palparmi il culo. Va avanti così per una decina di minuti ed io mi sto decisamente eccitando quando sentiamo l’avvicinarsi di passi alle toilette. Lui smette immediatamente di palparmi, rinfodera il suo uccello ed esce. Me la prendo un momento comoda ma non appena il nuovo venuto si posiziona davanti ad un orinatoio, sgrullo il mio membro, lo rimetto nei pantaloni ed esco. Poco più avanti mi risiedo su una panchina libera per rimettermi a leggere ma mi si piazza davanti l’anziano che mi stava palpando poco prima che…. con fare simpatico… mi dice “Guarda in che stato mi hai messo” piazzandomi davanti la lampo dei suoi pantaloni che sembra scoppiare per l’affare in erezione che a stento contiene. Alzo gli occhi e gli chiedo “E’ colpa mia ?” e lui di rimando: “ Sì, è colpa tua, mi ecciti da matti e se avessi la possibilità di averti solo per me per un’ora non ti darei pace, ti chiaverei per un’ora senza interruzione !” Mi sembrava una persona seria ed allora lo sfidai: “ Dimostramelo, abito qui vicino e ti do la possibilità di farmi vedere se ne sei capace, mi hai fatto venir voglia di essere inculato !”
“Andiamo” mi rispose. Tempo cinque minuti fummo a casa mia, andammo in camera, ci spogliammo e immediatamente prese a baciarmi, leccarmi, strizzarmi i capezzoli e palparmi il culo. Presi del Luan dal comodino e mi spalmai per bene lo sfintere, dentro e fuori e a quel punto lui mi fece sdraiare sulla schiena, mi rialzò le gambe allargandole e, posizionatosi fra le mie cosce, lentamente si abbassò sinché riuscì a puntare il suo cazzo sul mio buchino. Devo dire che aveva un cazzo magnifico, non esagerato ma comunque di dimensione considerevole, non troppo lungo ne troppo grosso ma…. Importante, veniva voglia di succhiarglielo.
E guardandomi negli occhi inizia a penetrarmi, si ferma un attimo godendo di quanto conquistato, poi riprende a penetrarmi arrivando sino in fondo. Mi sento riempito, invaso, posseduto ed emetto un sospiro di piacere. Inizio a stringergli il cazzo con lo sfintere, come se glielo stessi succhiando. Gli piace… resta fermo per un po’ godendo della sensazione di pompino che gli sto dando, poi inizia a stantuffarmi, lentamente, godendo di ogni cm. della penetrazione. Dopo un po’ inizia ad aumentare la cadenza e la forza ed io comincio a dare i numeri, troppo forti sono le sensazioni che mi sta trasmettendo… MI sento aperto, posseduto, inerme davanti a quella forza della natura che non mi da tregua. Inizio a chiedergli di godere, di mettere fine a quel supplizio ma lui, sordo a tutte le mie implorazioni, continua a violentarmi sempre guardandomi negli occhi, dimostrando di avere una notevole resistenza fisica, cosa che, data l’età, non avrei immaginato. Non so quante volte ho goduto, senza neanche toccarmi l’uccello. Mi ha distrutto, consumato, portato sull’orlo della pazzia ma, finalmente, mi riempì il culo con una splendida sborrata che mi fece urlare dal piacere. Lentamente, con molta calma, si sfilò da me e mi si distese al fianco, baciandomi lussuriosamente. Mi aveva chiavato per più di un’ora. Mi feci dare il suo numero di telefono e almeno una volta a settimana lo chiamavo per farmi dare un’altra ripassata.
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admin, 75
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