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esperienze che ti cambiano la vita
Ci sono notti in cui non riesco a dormire che mi vengono fantasie strane voglie, e queste voglie o fantasie prima o poi devono essere esaudite.Così non riuscendo a dormire il mattino seguente mentre sono al lavoro con un bel po' di sonno mi metto a cerca questo desiderio che ho, ovvero essere lo schiavo zimbello il loro gioco quello che sia di due trans.Inizio a far una ricerca qui in provincia molte trans escort e sinceramente arrivato a non dormire per questa cosa mi sono detto i soldi non fanno la felicità e poi se fossero anche 100/150€ dico pace ma almeno non mi tormenta più sta cosa. Inizio a far un giro di telefonate subito nei paesi limitrofi al mio e man mano allontanandomi sempre di più, dicendo che sono passivo che avrei voluto farlo con due trans se avessero potuto fare sta cosa per me ovviamente pagando.Una mi da lo spiraglio di salvezza ovvero doveva sentire la sua amica se le andava bene l'idea; non ci potevo credere mi ha chiesto se mi poteva richiamare dopo qualche minuto perché ovviamente doveva sentir la sua amica. dopo una mezz'ora ricevo la telefonata della vita era lei mi diceva che erano d'accordo ma il fatto che dovevo passare a prendere una di loro e andar a casa dell'altra, e che problema c'era... Nessuno. In pausa pranzo corsi subito a casa doccia doccia interna un bel perizoma e il tubo del lubrificante salgo in macchina chiamo la trans mi dà l'indirizzo così la potevo passar a prendere. Arrivato sotto casa gli faccio uno squillo, esce dal portone e non credevo che fosse così bella capelli neri corvino, una camicetta rossa che lasciava a vedere un bel decolte un jeans attillato e una sneakers bianca ci presentiamo due baci sulla guancia e mi chiede se sono pronto risposta "ovviamente, sono nato pronto" e allora vai mi guida da questa sua amica che si trovava a pochi km da lei.Suona il citofono e salimo al 4 piano entriamo in casa lei era con un vestito tipo quelli estivi molto blandi leggeri e infrarido capello ricciolo e carnagione mulatta ci presentiamo i soliti due baci. Una volta salutati decisi di fare un po' il giullare o meglio far scendere la tensione mi guardai un po' in giro subito chiesi di andare in bagno e poi se mi potevano preparare un foglio una penna e due sacchetti di carta o qualsiasi contenitore, entrambe si guardarono un po' stranite come dire che cosa vuole fare questo ma poi la proprietaria di casa dice va bene e mi indicò il bagno, entro in bagno e cercando di far il più veloce possibile mi sono messa nel mio culo il tubetto della Durex con il perizoma che me lo teneva dentro e chiuso tutto dal pantalone passato questo tempo uscì loro erano al tavolo mi avevano preparato il foglio di carta la penna e due barattoli vuoti mi son seduto anchi e presi il foglio che ne ho fatto tante striscioline su ognuna volevo che ognuno di noi scrivesse una pratica sessuale che le piaceva che voleva realizzare oppure sperimentare, inizia io e le cose che volevo erano bareback, fisting, pissing, creampie anale, doppia penetrazione, pompini, ne feci il più possibile per aver più chance per far qualcosa che potesse piacermi a me tutti quelli sulle pratiche sessuali finirono in un barattolo mentre nell'altro andavano i nomi delle due trans con cui iniziare la pratica. Una volta finito mi alzo dalla sedia ed esclamò che ne dite di metterci più comodi e nel frattempo far un bel caffè?? Mi rispondono bell'idea la padrona di casa fece la mossa di alzarsi ma la fermai subito dicendo stai comoda e mettiti comoda la cucina e li e non ci vuole una scienza a trovare il caffè e la moca, così mi alzo mi sono messo comodo ovvero sono rimasto in perizoma e il tubetto della Durex che mi allargava le chiappe mentre ero in cucina anche loro si mettevano più "comode" ovvero la padrona di casa, che aveva il vestito è rimasta in reggiseno mentre la sua amica tolti i jeans e camicetta aveva delle autoreggenti verde fluo con il piede tagliato entrambe avevano il loro cazzo a penzoloni si sono risedute e si stavano massaggiando il loro cazzo ognuno il suo. Io nel frattempo piega un po' di qui cerca il caffè accendi il gas ero ritornato al tavolo dicendo ora che siamo comodi si può estrarre a sorte il biglietto, ovvero dovete estrarre tre biglietti a testa da questo barattolo ovvero quello delle pratiche sessuali e uno dai nomi totale 6 biglietti più un nome, il primo fu creampie anale a seguire benda bareback webcam pissing e doppia penetrazione, alcuni scritti io altri no e sinceramente mi preoccupava un po' il lato webcam.La moca era salita così ci siamo presi il caffè, e una volta finito dico e ora dove iniziamo mi guardano e mi dicono non sarà uscito ma senza un pompino i nostri cazzi non diventano duri, nessun problema sposto la sedia e vado sotto al tavolo inizio dalla padrona di casa che a sua volta si sposta con la sedia così da dar il mio culo alla sua amica lo prendo in bocca senza usar le mani sento che man mano cresce mentre la sua amica mi sposta il filo del perizoma da aver così in bella vista il tubetto della Durex me lo toglie e lo rimette dentro e gli dice guarda che e bello accogliente e io mentre mi dedicavo al cazzo con la bocca mi scappa una mezza risata. La trans con il cazzo in bocca si alza e mi dice andiamo a metterci più comodi così mi alzo entrambe avevano una erezione pazzesca due cazzi enormi uno più grosso dell'altro non sapevo piu quale dei due fosse più lungo o più largo comunque portarono in camera si buttarono nel letto una prese in perizoma che aveva sul comodino e me lo mise sulla testa da coprirmi gl'occhi metre l'altra si tolse la calza e mi lego il perizoma in modo che non potesse muoversi o togliere sento una che scende dal letto dicendo ora accendiamo la webcam e andiamo sul mio sito preferito e io potendo ancora parlare dicevo no se mi riconoscono? ma nella mia testa mi dicevo amen meglio una vita felice che una vita di rimpianti e lei mi rispose alla mia domanda "cosa è uscito dal barattolo webcam mi dispiace ma le regole le hai dettate tu...Sentivo il mouse che clicca a più non posso la sua amica nel frattempo mi schiaffeggiava il culo con il cazzo ero in preda ad eccitazione paura e voglia il mix perfetto per farmi uscire il tubetto della durex dal culo e sedermi sul quel cazzo enorme entro in un colpo solo giù fino in fondo sentivo le sue palle attaccate alle mie lei chiamo "teso" la sua amica che diceva accipicchia aspettarmi no? Vai con la diretta ora e cominciamo ero in ginocchio la trans era dietro e mi stava iniziando a scopare mentre l'altra mi ha messo il cazzo in bocca me lo faceva arrivare in gola tra saliva e liquido del cazzo ero bagnatissimo. La trans che avevo il cazzo in bocca dice ora tocca me così si tolse l'altra e mi penetrò l'altra ero a pecora così quella che prima avevo in culo si sdraio davanti a me e mi mise il cazzo in bocca, succhiavo quei cazzi come se non ci fosse un domani come se fosse l'ultima esperienza della mia vita dopa una decina di minuti che sembrava che il mio culo fosse mezzo anestetizzato quella che avevo in culo lo tolse e mi disse dai siediti su di lei ovviamente entro a briglie sciolte, lei dicendomi "ora prendo la webcam vediamo quante visualizzazioni facciamo Non avevo la piu pallida idea di cosa stava facendo mi ha messo la mano sulla schiena da spingermi quasi a far uscire il cazzo della sua amica mi punto il suo e io con tono un po' preoccupato dicevo guarda che non entra e lei mi disse non ti preoccupare ché piano piano entra. Così un po' alla volta mi sono trovato due cazzi nel culo un bel po' di male ma sopportabile di testa perché avevo due cazzi nel culo che mi scopavano. Però loro era un bel po' stretto così tanto che nel giro di pochi minuti una delle due aumento il ritmo dicendo di resistere che stava godendo pochi secondi dopo una stretta di chiappe con le mani e un urlo di piacere una mi aveva riempito il culo fino all'altuma goccia, si tolse mi rimaneva ancora un cazzo da far godere. La trans che si era tolta si alzò dal letto mentre la sua amica mi stava scopando mi tolse la benda con il perizoma, finalmente vedevo qualcosa girai subito la testa verso il PC mi vedevo ero su un sito ed ero in diretta aveva messo la webcam sul mio culo forse da far vedere la doppia penetrazione un po' eccitazione del momento inizia a cavalcare piu veloce la trans sotto di me e lei mi diceva piano che vengo pianooooo così da farla godere e non ci mette molto che anche lei mi sborro dentro. La trans che era venuta prima mi chiese cosa vuoi imbuto o doccia?? Io gli domandai per cosa? La risposta "per il nostro piscio" o mio dio ero stremato non sapevo manco come alzarmi e così ho detto fai te.... Così uscì dalla stanza andò in cucina tornando con l'imbuto in mano mi giro e me lo ha messo in bocca prima una e poi l'altra hanno pisciato mi hanno riempito non solo la bocca ero estasiato da quel momento una volta scaricato la loro vescica siamo andati in cucina per una sigaretta e saldare in conti tiro fuori tre pezzi da 50€ entrambe si guardano e ridono una di loro prende i soldi e mi dice di baciarle il cazzo così diedi un bacio ma nel frattempo mi ha messo i soldi nel culo arrotolati mi diceva dai ora vestiti e andiamo a far un aperitivo così fu stato così con i soldi nel culo ancora pieno di sborra mi rivestii perizoma pantaloni ecc andai con loro a fare aperitivo e una volta finito tutto andavo a casa a togliere i 150€ e farli asciugare tanto per la benzina andavano bene
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10 months ago
cerialebsx,
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Last visit: 10 months ago
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i miei compagni nigeriani
Qualche anno fà avevo nella mia squadra come compagni due nigeriani ai quali spesso dopo gli allenamenti davo un passaggio a casa. Loro avevano visto spesso la mia ragazza (in quei tempi non eravamo ancora sposati) vestita in maniera sexy perchè di solito dopo gli allenamenti lei veniva a prendermi ed uscivamo. Da premettere che la mia fidanzata è una porcona e le piace farsi guardare per cui il suo abbigliamento abbonda di minigonne mozzafiato stivali o scarpe con tacchi ed esclusivamente autoreggenti dato che è allergica ai collant. Spesso e volentieri apre le cosce anche senza farlo apposta (anche se non credo a questa cosa) e aspetta che qualcuno le guarda la fica. quella sera lei era particolarmente stronza e iniziò a fare qualche battutina sugli uomini di colore e sulla diceria che siano ben dotati e loro non le toglievano gli occhi di dosso; pioveva molto e eravamo bloccati nel traffico quando uno dei due cacciò fuori alcune birre e ne offrì anche alla mia ragazza che appena beve un poco non capisce piu niente. Io ero eccitato lo ammetto da questa cosa e fù la prima volta che divenni cornuto cosi in pubblico , in macchina come se fosse una cosa normalissima. Accadde che loro iniziarono a metterle le mani addosso mentre lei rideva e beveva e mi guardava mentre io ero piu eccitato di lei e i miei compagni di squadra avendo capito la cosa non smettevano e uno di loro si tolse il pantalone della tuta restando con uno slip bianco da cui si vedeva tutto e la mia ragazza iniziò a masturbarlo prima dalle mutande e poi lo cacciò fuori e lo prese in bocca. Quasi non entrava tanto era grosso e l'altro intanto palpava il seno di roberta e le mordicchiava i capezzoli. io guidavo e me lo facevo in mano finchè svoltai in una stradina di Lago Patria e fermai la macchina in una zona appartata. La mia fidanzata aveva abbassato il ribaltabile e oramai si faceva baciare e leccare ovunque mentre i due si alternavano a strizzarle i capezzoli e a morderla tra le cosce. Poi uno dei due cercò di penetrarla ma lei rinvenne e disse di no. O meglio chiese se avevo dei preservativi e al mio no si fermò e disse che non voleva ora . Loro dissero che era una stronza e volevano almeno godere e lei iniziò con la bocca a ciucciarli bene fino a farli sborrare entrambi ed anche lei ebbe vari orgasmi mentre io avevo inzuppato le mutande per essermi masturbato a lungo. Roberta disse che la prossima volta se li sarebbe fatti però con il preservativo. Ancora oggi ricordo questa esperienza che portò ovviamente la mia fidanzata a diventare una vera troia sia con questi miei compagni di squadra che con altri e dopo circa sei mesi di giochini con vari singoli lei usci incinta e decidemmo di sposarci anche se il figlio non era sicuramente mio.
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7 years ago
Elena e marito cuckold,
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Last visit: 5 years ago
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La prima volta ad una festa privata
Allora da premettere che ero diventata già un bel puttanone come mi chiamava il portiere del nostro parco; mi tenevo mio cognato oramai da qualche tempo e spesso appena mio marito andava al lavoro lui veniva a casa e si metteva a letto con me per delle scopate memorabili; inoltre avevo fatto la porca con i nigieriani e mi ero fatta fare da vari amici e in vacanza dal capo animatore di un villaggio nonchè da alcuni ragazzi per cui effettivamente un bel puttanone lo ero diventato. A mio marito oramai lo tenevo sottomesso e lo avevo trasformato in un cuckold di accompagnamento per cui ero molto libera. Comunque una sera venimmo invitati ad una festa privata in una villa ed era sottinteso che ci sarebbero stati tanti single e che le porcate ed il godimento sarebbe stato tanto. Convinco facilmente il mio cuckold ed andiamo; mi vesto con minigonna di pelle tacchi alti , calze e reggicalze e una maglietta trasparente di pizzo senza reggiseno e sopra la pelliccia ed andiamo. appena entriamo vedo su un divano una donna con due uomini vicino che la toccano su tutto il corpo e la cosa già mi eccita; volevo ovviamente godere anche se non sapevo fino a che punto sarei andata e comunque non volevo farmi scopare in culo ma ahime alla fine della serata non sono riuscita a evitare questa cosa. Ci sedemmo su un divano e mio marito andò a prendermi da bere e qualche rusticino. Subito si accomodò vicino a me un uomo di una certa età molto distinto che mi offrì un cioccolatino nudo che io stavo prendendo quando lui mi bloccò la mano e avvicinò il cioccolatino alla mia bocca con la sua... ed appena aprii la bocca lui mise anche un suo dito in bocca... molto eccitante come cosa.. il sapore era misto di cognac o forse gin o altro liquore molto forte ed anche di sborra... sapore che conoscevo bene oramai per i tanti pompini fatti; dal suo dito passò alla sua bocca e quel bacio mi eccitò ancora di piu... non vedevo intanto mio marito. Ci sedemmo sul divano e mentre mi baciava mi toccava le cosce per arrivare ben presto alle mie mutandine già belle bagnate ed io cercai il suo pacco e inizia a masturbarlo dal pantalone. Mio marito lo intravidi che parlava con un altro tipo e intanto il bel tipo che mi stava toccando e baciando si era aperto la cerniera e ora lo stavo masturbando a pelle come d'altronde stavano facendo in altri divani altre signore quindi continuai a farlo. lui mi disse che voleva scoparmi e io dissi di no perchè nessuna stava chiavando in quel momento ma erano solo giochi di mano o di bocca ma lui con un fare svelto mi tolse le mutande ed io capii che non potevo evitare la cosa. Mi misi a cavalcioni su di lui che me lo infilò dentro senza neppure il preservativo ma eravamo entrambi talmente eccitati che poche botte dentro ed ebbi il primo orgasmo insieme a lui che sentivo che mi schizzava dentro. Mentre ero avvinghiata con lui sento delle mani sulla schiena e vedo un bel ragazzo di colore che cerca la mia mano e mi mette il suo arnese in mano... qualcosa di davvero grosso. Scendo dal cazzo del maturo che oramai aveva svuotato tutto nella mia fica e sento colarmi la sua sborra mentre il ragazzo di colore mi spinge su un divanetto mi allarga le cosce e me lo mette dentro... sento un dolore nonostante sono bagnatissima perchè era di dimensioni davvero mai viste da me. Con la bocca intanto il ragazzo di colore mi prende in bocca i capezzoli e inizia con dei morsetti che me li fa diventare come dei chiodi. Intravedo mio marito che se lo sta facendo in mano con i pantaloni abbassati e la cosa mi fa eccitare sempre di piu. il nero mi infila pure un dito nel culo e capisco le sue intenzioni e gli dico di noooo con quel cazzo mi avrebbe rotta davvero tutto ma lui è forte non riesco a svincolarmi ; intanto un0altro uomo con il cazzo duro ma piu piccolo tipo una sigaretta si avvicina e mi salva perchè scosta il ragazzo e dice che tocca a lui incularmi e tra i due sicuramente mi è andata meglio perchè questo tipo anche se bruttino senza capelli molto rozzo , tiene un cazzetto secco e lungo e me lo infila tutto nel culo ... è un porco e mi prende per i capelli chiamandomi puttana ma la cosa mi eccita e ho un secondo orgasmo insieme a lui che mi riempie il culo. Mio marito lo vedo che sta con i pantaloni abbassati e le mutandine mie che gli avevo fatto mettere e le calze anche lui per sembrare una bella puttanella e vedo che sta facendo un po di giochi manuali e orali . Avevo le calze piene di sborra bianca ed ero senza piu camicetta e gonna... le mutande non sò che fine avevano fatto .. tanti occhi addosso... pensavo di averla scampata e cerco di ricompormi per andare in bagno... ma vengo presa dal ragazzo nero che stavolta mi mette a pecora e me lo mette in culo; un dolore misto al piacere... lo lascio fare anche se sò che mi stava allargando il buco del culo in maniera esagerata. Alla fine lui viene tutto dentro di me... che bello... anche se dolorosa come cosa... vado in bagno e vedo che mi ha rotta a sangue ... mi disinfetto recupero la minigonna piena di sborra e la camicetta mi rimetto la pelliccia .. vado da mio marito che sie ra ricomposto anche lui e che mi stava cercando ed andiamo via. A casa mi faccio mettere la cremina nel culo ed anche nella fica che questa sera aveva davvero dato tanto.
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7 years ago
Elena e marito cuckold,
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Annunci last minute
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17 years ago
SexyCommunity,
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17 years ago
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annunci erotici su SexyCommunity
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17 years ago
SexyCommunity,
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Chat SC e VideoChat
La Chat e la VideoChat di SC sono disponibili GRATUITAMENTE a tutti gli utenti registrati al portaleper accedere devi fare il login su SC vedrai in basso a destra la Chat e VideoChat con tutti i tuoi amici onlinecliccando sul link DISPONIBILE ti si aprirà una finestra nella quale potrai scegliere il tuo stato fra:Disponibile : i tuoi amici ti vedranno online e potranno chattare videochattare con teImpegnato : i messaggi verranno archiviati e li riceverai appena diventerai disponibileInvisibile : vedrai gli amici online ma sarai invisibile a loro (non potranno contattarti)Offline : cliccando questo link la chat verrà disabilitata (non potrai ricevere ne inviare messaggi)Potrai inoltre settare una frase per il tuo Status che sarà visibile a tutti i tuoi amici!per usare la Videochat basta cliccare l'icona a forma di videocamera presente nel box messaggi (quindi clicca su un utente per aprire il box messaggi e li vedrai i link: Smile, Cancella chat, Videochat)cliccando la videochat il tuo interlocutore riceverà una richiesta di videochat da parte tua, nel caso accetti si aprirà ad entrambi la sessione di videochat dove potrete sia chattare in modo testuale (con il box sulla colonna destra) sia vedervi dal vivo tramite la videocamera del Vs pc direttamente nella finestra centrale
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17 years ago
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Modificare o aggiungere immagine principale
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17 years ago
SexyCommunity,
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16 years ago
SexyCommunity,
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il pronto soccorso.......
Davanti a me, sulla scrivania, ho una copia di Novella 2000. Alla mia destra c'è un blocco di carta per fotocopiatrice, due o tre matite, una gomma ed una calcolatrice. Mezzanotte è passata da poco. E' una notte afosa; mi restano ancora sei ore di lavoro prima di porre termine al turno di notte. Il telefono si mette a squillare. Richiudo le pagine della rivista che sto leggendo e sollevo la cornetta del telefono. - Pronto Urologia - dico, con voce assonnata. - Sono il dottor Gobetti del Pronto Soccorso - sostiene l'uomo che sta all'altro capo del telefono - Abbiamo un'urgenza per il vostro reparto. Avete disponibilità di letti? - Sì, due - mi faccio garante. - Bene! Fra pochi minuti i portantini saranno lì con un paziente. La comunicazione s'interrompe. Il medico ha riposto la cornetta senza concedere alcun'altra informazione. . Il reparto in cui presto servizio è di tipo specialistico. Qui confluiscono le urgenze che hanno come pertinenza l'apparato genito-urinario. Sempre più spesso, specie di notte, accogliamo soggetti affetti da perversioni. In un recente passato ho assistito al ricovero di pazienti con patologie davvero particolari come nel caso di un uomo che alla ricerca di un piacere solitario, si era infilato nell'uretra un metro di sottile filo elettrico. Per sua fortuna il chirurgo, superando non poche difficoltà , era stato in grado d'estrarlo in endoscopia dalla vescica dove si era raggomitolato su se stesso. Non più tardi di venti giorni fa si è presentato al Pronto Soccorso un paziente con il pene completamente scorticato. L'uomo ha dichiarato di essersi procurato quel tipo di lesione girando nudo per casa. A suo dire una porta dell'abitazione, sospinta dal vento, gli aveva schiacciato il pene contro lo stipite. Dopo gli accertamenti del caso è stato appurato che le cause del danno erano da attribuirsi a morsi di animale, probabilmente di un cane: il suo. Alla luce di questi precedenti ogni volta che sta per giungere un'urgenza, sono preda di una certa apprensione, specie di notte quando in reparto sono l'unica infermiera in servizio. . Mi dirigo nella camera del medico accolta da una caterva di male parole e gli comunico che sta per giungere un nuovo ricovero. Faccio ritorno in reparto e mi ritrovo dinanzi la porta dell'ascensore nell'attimo in cui due portantini spingono una barella fuori del vano mobile. Impazienti di sbrigare il loro servizio nel minore tempo possibile chiedono dove possono deporre lo sgradito ospite. Il viso dell'uomo è segnato dalla sofferenza e dal dolore. Faccio cenno ai due di seguirmi e li conduco nell'ambulatorio delle emergenze. Poco dopo sopraggiunge il medico di guardia. Legge il foglio d'accompagnamento rilasciato dai medici del Pronto Soccorso, poi si rivolge a me. - E' un caso di priapismo. Rimasti soli col nuovo ospite iniziamo a spogliarlo degli indumenti. Ogni suo movimento è accompagnato da gemiti di sofferenza. Impieghiamo un po' di tempo prima di riuscire a calargli le mutande. Quello che appare ai nostri occhi non è un gran bello spettacolo. Il pene, di dimensioni superiori ai 20 cm, si erge dritto come se fosse un'asta. Il colorito è bluastro, probabilmente per il persistere di sangue venoso all'interno dei corpi cavernosi. Il tessuto ematico non riesce a defluire correttamente nel circolo venoso causando la tumefazione dell'organo sessuale. - Mi spieghi, con calma, cosa le è successo - chiede il medico. Intimorito ed imbarazzato dall'inusuale situazione l'uomo inizia a raccontare. - Dottore anche lei è un uomo. Può bene immaginare come vanno certe cose. Stavo facendo l'amore ed avevo il pene duro come poche altre volte, ma non riuscivo ad eiaculare. M'impegnavo, ma non venivo. Ho continuato mezz'ora a cavalcare la mia donna, poi ho percepito un certo dolore. Ho estratto il pene dalla vagina e solo allora ho notato il colore bluastro dell'epidermide. Ho lasciato trascorrere un po' di tempo nella speranza che il pene si sgonfiasse, ma non c'è stato niente da fare. Più trascorreva il tempo, più il pene diventava scuro ed aumentava il dolore, così ho deciso di recarmi al Pronto Soccorso. - Ha fatto uso di sostanze eccitanti? - Bhè... un'ora prima del rapporto ho ingerito alcune compresse di Viagra. - Quante? Spero che sia a conoscenza che esistono confezioni con dosaggi differenziati da 25-50-100 mg. Una dose massiccia potrebbe provocare gravi disturbi. - Credo di averne ingerito cinque compresse da 100 mg. Ci tenevo a fare bella figura, non capita tutti i giorni di trovarsi fra le braccia una donna come quella che avevo nel mio letto. Ascolto la conversazione con una certa indifferenza, ma dopo quest'ultime rivelazioni inizio a seguire i loro discorsi con più attenzione. L'uomo è un tipo sulla quarantina d'anni, con i capelli leggermente brizzolati specie sulle tempie. Gli abiti accartocciati ai piedi del letto sono eleganti e raffinati. Il viso, spigoloso e asciutto, si coniuga alla perfezione con il corpo muscoloso e all'apparenza agile. Distratta dai miei pensieri sono riportata alla realtà dalle parole del medico. - Si rende conto che ha ingerito una dose massiccia e pericolosa? I danni avrebbero potuto essere ben più gravi, ma chi glielo ha fatto fare? Il paziente resta muto, una lacrima gli riga la guancia. Gira il capo sul cuscino per nasconderla, ma è troppo tardi. - Lo mettiamo a letto - ordina il medico rivolgendosi a me - possibilmente in una camera singola. Somministragli 10 gocce di Contramal ogni 12 ore, inoltre fagli un impacco di pomata di Voltaren attorno al pene. Fai attenzione a non depositare la pomata sul glande. La mucosa è sottile e delicata, il farmaco potrebbe provocare delle irritazioni. Ah... metti anche una borsa di ghiaccio sulla parte dolente. Domani il primario dirà cosa è meglio fare. . Provvedo a fare indossare al paziente un camicie di carta e lo trasbordo sulla barella, dopodiché lo conduco in camera. Per evitare che il pene venga a contatto con le lenzuola, inserisco un archetto metallico a livello del bacino, in modo da lasciarlo libero nei movimenti. Avvolgo attorno al pene alcune garze impregnate di Voltaren e vi deposito sopra la borsa di ghiaccio. Prima d'uscire dalla stanza mi viene spontaneo porgergli un bacio sulla guancia, per il quale mi ringrazia. . Torno in clinica dopo che ho goduto del turno di riposo settimanale. - Tutto bene? - Chiedo a Sandra, la mia collega di lavoro, quando prendo servizio - A proposito, come sta il paziente col priapismo? E' andato a casa? - Purtroppo no! Non sta bene. Ha un dolore atroce, lo potrai costatare di persona quando andrai a medicarlo. Ci scambiamo le consegne e dopo che se n'è andata eseguo un giro del reparto per verificare se i pazienti hanno problemi. - Come sta signor Cervetti - dico, appena varco la porta della stanza del malcapitato. Il viso del paziente non è dei più allegri. Se al momento del ricovero mi aveva dato l'impressione di essere solo preoccupato ora appare addirittura terrorizzato. Inizia subito a piangere. Le lacrime gli scendono copiose sul volto e disegnano rivoli gemmati sulle guance. La scena mi commuove. Mi siedo al bordo del letto e gli accarezzo le guance asportandone le lacrime. - Sono contento che lei sia tornata. Sto male, molto male. - Non stia a fare il tragico. Le cambio la medicazione e vedrà che starà meglio. Scopro le lenzuola e tolgo l'archetto metallico che serve a tenere sollevato il lenzuolo. Delicatamente asporto le garze. Il pene appare di un colorito più violaceo rispetto a quando l'avevo visto l'ultima volta. Con difficoltà cambio la medicazione provocandogli un certo dolore. - Signor Cervetti, non deve preoccuparsi. Domani mattina, come ho avuto modo di leggere in consegna, la sottoporranno ad un piccolo intervento chirurgico. Lo farà in anestesia locale, dopodiché tutto tornerà normale. - Dice così per incoraggiarmi, lo so che non sarò più come prima. - Bhè! Di certo non potrà sostenere la stessa attività che l'abuso di Viagra le consentiva, ma ritornerà ad essere una persona normale, glielo assicuro. Ho già assistito pazienti con patologie analoghe alla sua. - Lei è molto dolce, ma come posso crederle. - Deve avere fiducia, vedrà che tutto si risolverà per il meglio. La saluto, auguri per domani. Ciao! Ciao! Lo lascio imprimendogli un bacio sulla fronte, poi esco dalla camera. Sono trascorsi dieci giorni dall'intervento chirurgico con cui è stata disostruita la causa meccanica che provocava l'ostruzione dei corpi cavernosi. Il rapporto che intrattengo col signor Cernetti si è fatto confidenziale, così quando ho un attimo di tempo mi reco nella sua stanza per tenergli compagnia. Prendendo servizio per l'ennesimo turno di notte apprendo dal libro delle consegne che le sue dimissioni sono prossime. - Allora ci siamo. Domani è il gran giorno. Finalmente te ne torni a casa, sarai felice no? Roberto, questo è il suo nome, sta supino sul letto e mi guarda con occhi lucidi. Da giorni non sono più abituata a vederlo così triste. Improvvisamente inizia a piangere come un bambino. - Sono un fallito, non riuscirò mai più ad avere rapporti con una donna. Presa da sentimenti materni mi siedo al lato del letto ed inizio ad accarezzargli il dorso della mano che tiene distesa sopra il copriletto bianco. Appoggio la guancia sulla mano e inizio a sfiorarla con le labbra inondandola di baci. Afferro l'elastico del pigiama e lo abbasso facendo scivolare i pantaloni ai suoi piedi. Ha le gambe pelose, proprio come piacciono a me. Mi getto a capofitto fra le cosce e inizio a leccarle, stuzzicandolo di tanto in tanto con dei morsi alla radice dei peli. Il gonfiore sotto gli slip non mi trova impreparata. Mi alzo in piedi e con disinvoltura abbasso il tessuto delle mutande verso il fondo del letto. L'uccello che soltanto pochi giorni prima mi aveva impressionato per la deformità ora si erge pieno di grazia. Mi fermo ed osservo le forme di colorito bruno ed immacolato che lo caratterizzano dopo che l'intervento lo ha rimesso a nuovo. La mia bocca, golosa ed avida, piena di saliva, anela ad assaporare quel rotolo di carne. Inizio con lo strofinare le dita sullo scroto e ne soppeso la consistenza. D'impulso provo a leccargli le palle, poi senza fretta risalgo alla radice dell'uccello, fino alla cappella. Ad ogni leccata sento il corpo di Roberto vibrare di piacere e questo accresce il desiderio di mordergli la cappella. Stringo il cazzo fra le dita e inizio a farle scorrere, lentamente sulla superficie del cazzo. Inumidisco la cappella con la saliva per rendere più facile lo slittare della mano. Quando la punta della lingua sfiora la cappella, l'uomo emette gemiti di piacere. - Si... Si... Mi piace... mi fai godere, mi fai godere. Lecco l'uccello e massaggio le palle come una forsennata. Estasiata ho persino l'impressione di perdere i sensi e smarrire il lume della ragione, preda di un delirio d'irresistibile piacere. Le pulsazioni dell'uccello paiono accelerarsi a contatto con le mie dita. Lo infilo nella mia bocca avida e lo succhio. Un movimento sussultorio del suo bacino accompagna la penetrazione nella gola. Le mie mani e le labbra entrano in simbiosi con il movimento delle sue anche. Il cazzo entra ed esce dalle mia bocca in maniera rapida. Con la lingua sfioro l'orifizio uretrale solleticandolo di nuovi piaceri. Tengo fermo il cazzo con la mano e inizio a leccargli il frenulo. Sento l'uccello contrarsi in spasmi d'inaudito piacere. Lo ingoio fino a spingerlo contro le adenoidi nel fondo della gola. Con le labbra posso sfiorarne la radice, tanto l'ho ingurgitato. E' gradevole assaporare il profumo che emana un cazzo quando è sfregato, ha una fragranza tutta particolare che emana solo negli attimi che precedono l'eiaculazione. Lo sento contrarsi e subito dopo sborrarmi in bocca. L'uomo irrigidisce il corpo trascinandomi con lui in un vortice di piacere. Ho un orgasmo e mentre gusto il seme ne ho un altro ed un altro ancora. Dopo avermi sborrato in bocca non lo estrae fuori subito facendo in modo che possa godere fino alle ultime pulsazioni. Non lascio disperdere alcuna goccia del prezioso nettare. Lecco con cura quel poco che n'è fuoriuscito dalle labbra. Infine l'uccello perde di consistenza. Roberto è perfettamente guarito ed è tornato normale. Mi rialzo dal letto ed apro i bottoni del camice. Prendo da una tasca una forbice e abbasso un po' le mutandine. Taglio un ciuffo di peli attorno alla fica e glieli porgo. Lo saluto, sicura che non lo rivedrò mai più. . Noi infermiere viviamo costantemente circondate dalla sofferenza e dal dolore, ma non riusciamo mai a farci l'abitudine. Ecco perché abbiamo tanto bisogno d'amore.
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Il marito medico...e la moglie infermiera
Stavo passeggiando con la mia bicicletta nuova regalatami qualche giorno prima per il mio diciannovesimo compleanno, per le strade del mio paese. Il sole primaverile accarezzava la mia pelle dandomi una piacevole sensazione. Mentre ero immersa nei miei pensieri uno stridio improvviso di gomme ed un botto. Mi ritrovo per terra senza capire cosa stava succedendo.
La mia bici nuova è per terra vicino a me con la ruota davanti completamente storta. Sento dolore ad una gamba ed un braccio. Dalla grossa automobile ferma nel mezzo dell’incrocio esce un signore di 45 che mi aiuta ad alzarmi.
“Ti sei fatta male? Come stai? Dobbiamo chiamare l’ambulanza?â€
Lo guardo in viso comincio a rendermi conto di quanto successo. Stavo attraversando un incrocio dove avrei dovuto dare la precedenza e l’auto mi era piombata addosso. Per fortuna andava abbastanza piano ed il signore alla guida è riuscito ad evitare il peggio. Ha colpito la ruota davanti della bici ed io cadendo mi sono graffiata gomito e ginocchio.
“Sto bene, la ringrazio. Non mi sono fatta nulla!â€
Il signore nota i graffi e la bici rotta. Mi dice che lui è un medico e sua moglie un’infermiera. Abitano a poche decine di metri dal luogo dell’incidente e mi invita a casa loro per farmi medicare. Mi lascio convincere dai modi cortesi. Carica la bici rotta nel bagagliaio e mi fa salire in macchina.
“Mi chiamo Luca e tu?â€
“Io Manuela†rispondo abbozzando un sorriso. E’ gentile, cortese ed anche un bell’uomo. Sicuramente più di un metro e ottanta, capelli corti e un’abbronzatura invidiabile per il periodo.
Dopo pochi istanti entriamo in un garage sotterraneo. Luca parcheggia l’auto nel suo box e mi fa strada per andare in casa. Entriamo nell’ascensore e pigia il tasto 8, ultimo piano.
Suona alla porta ed una signora sui 40, bionda, molto bella, con un grembiule bianco da infermiera ci apre la porta.
“Ciao Cristina†esordisce Luca “ho avuto un piccolo incidente con Manuela e ora ha bisogno di essere medicataâ€.
Allungo la mano in segno di saluto. Cristina prende la mia mano e con uno splendido sorriso mi fa accomodare in casa.
“Vieni cara†mi dice indicandomi una porta “Aspettami nello studio che prendo il necessario per disinfettarti ed arrivo subitoâ€.
Lo studio è composto da un lettino, una scrivania, un mobile, una poltrona. Appeso alle parete un certificato di laurea di Luca e diversi attestati di Cristina. Cristina entra con in mano dei flaconi e del cotone. Dietro di lei Luca che si siede alla scrivania e comincia ad armeggiare con il computer. Cristina mi guarda il braccio escoriato. Inumidisce il cotone con uno dei flaconi ed inizia a passarlo sul gomito.
“Brucerà un pochino ma vedrai che guarisci in frettaâ€. Finito l gomito guarda il ginocchio. I pantaloni sono lacerati.
“Credo dovrai toglierti i pantaloni per poterti disinfettare il ginocchioâ€. Mi slaccio i jeans e mentre sto per toglierli guardo prima Cristina e poi Luca. Cristina capisce il mio imbarazzo e mi dice:
“Luca è un ginecologo e non credo che si scandalizzi a vederti in mutandine. Ma se vuoi lo faccio uscireâ€. Luca si gira verso di noi abbozzando un sorriso. Mi sento una ragazzina scema e vergognosa.
“Non c’è bisogno che esca dottore†rispondo e abbasso i pantaloni. Resto con il mio perizoma bianco, le calzine si spugna e la mia magliettina di cotone corta. Mi sdraio sul lettino e Cristina inizia a curarmi il ginocchio. Luca non sta più scrivendo al computer ma è rimasto girato a guardare l’intervento della moglie. Cristina è molto delicata e brava. Massaggia la parte ferita con i sui medicinali. Finito di medicarmi si accorge che ho una piccola escoriazione anche all’altezza dell’anca. Prende dell’altro cotone e mi deterge quel piccolo graffio con la mano mentre mi poggia l’altra sulla coscia quasi all’altezza dell’inguine. Non posso fare a meno di notare il suo tocco. La mano non è semplicemente poggiata ma mi massaggia impercettibilmente la coscia. E’ molto piacevole sentire quel tocco ed io mi rilasso. Chiudo gli occhi e con un riflesso incondizionato apro leggerissimamente le gambe. Cristina prende quei segnali come un invito. La sua mano si sposta fino a toccare le mie mutandine proprio dove le gambe si uniscono. Il suo tocco è lieve e dolce ed io non la fermo. Le sue dita scavalcano il tessuto delle mutandine e trovano prendo l’apertura della mia figa già umida. Cristina mi penetra mentre io apro di più le gambe. La mia mano cerca e trova le gambe di Cristina. Risalgo per il retro delle sue cosce, lunghe, lisce fino a dove il sedere inizia. Lo accarezzo senza trovare tracce di tessuto. Cristina sotto il camice è nuda. Da dietro infilo la mia mano tra le sue cosce che ha leggermente divaricato trovando una figa liscia e piena di umori. Le restituisco la penetrazione. Cristina si piega su di me e sento la sua lingua tra le mie cosce alla ricerca del clitoride. Ora ho le cosce completamente spalancate e Cristina mi sta scopando con la lingua mentre le sue dita si fanno largo nel mio culetto. Apro leggermente gli occhi e vedo Luca in piedi dietro la moglie con il suo enorme cazzo in mano che si sta segando. La mano che un attimo prima era nella figa di Cristina ora si allunga verso il cazzo di Luca. Lui si avvicina e se lo lascia prendere. Lo tiro verso di me portandolo verso le mie labbra. Luca si avvicina al lettino ed io finalmente lo prendo in bocca. Inizio a fargli un pompino mentre Cristina sempre intenta a leccarmi la figa si è liberata del camice. Luca La sta masturbando. Il suo cazzo mi riempie la bocca. Lecco la cappella, lo succhio, gli mordicchio le palle. Tra le mie labbra il suo cazzo è duro come il marmo e non vedo l’ora di sentirlo tra le mie cosce.
Cristina smette di leccarmi ed io mi alzo da lettino. Sfilo le mutandine e la maglietta restando solo con le calzine. Mi siedo sul bordo del lettino aprendo le cosce. Con una mano mi accarezzo la figa allargando le labbra con le dita e allungo la mano verso Luca che no si fa pregare e si avvicina. Cristina prende in mano il cazzo del marito, si inginocchia e lo prende quel qualche secondo in bocca. Poi rialza e lo avvicina alla mia figa ormai pronta a riceverlo. Luca inizia a scoparmi mentre Cristina mi bacia in bocca. Il ritmo di Luca aumenta, Cristina mi bacia i seni mordicchiandomi i capezzoli ritti. Improvvisamente Luca estrae il cazzo dalla mia figa e lo punta sul mio buchino. Si ferma un istante a guardarmi. Sorrido, chiudo gli occhi e spingo la mia testa all’indietro in segno di totale abbandono. Luca spinge piano il suo cazzo nel mio culetto. Un breve istante di dolore. Cristina non smette di giocare con la mia lingua e mentre il marito mi scopa il culo lei mi masturb a la figa. Sono in estasi. Cristina sa bene come masturbarmi ed in breve mi porta all’orgasmo. Il ritmo non cala e poco dopo un altro orgasmo mi attraversa… poi un altro. Chiedo di fermarsi ma Cristina e Luca mi scopano senza tregua. E? stupendo come mi fanno venire in continuazione. Luca estrae il cazzo dal mio culo e Cristina si inginocchia per prenderlo in bocca. Capisco che Luca sta per venire e mi affianco a Cristina.
Ci contendiamo quel cazzo che sta per venire come due bambini con la caramella. Luca viene in bocca a Cristina che riceve il primo fiotto di sborra. Prendo di forza il cazzo di Luca e lo infilo in bocca ricevendo i successivi. Luca svuota le palle nelle nostre bocche ingorde del suo seme. Io e Cristina ci baciamo scambiandoci la sborra residua.
Luca si allontana dalla stanza. Cristina mi fa sdraiare ancora sul lettino. Prende dell’altro cotone e lo imbeve di un nuovo liquido. Lo passa sulle mie ferite. Mi da un bacio sulle labbra e mi dice posso rivestirmi uscendo dallo studio. Dopo qualche minuto rientrano entrambi, vestiti e professionali come all’inizio. Luca mi da una busta dicendomi di comprarmi una bicicletta nuova ed un nuovo paio di jeans.
Mi congedo da loro, lascio la loro casa. Il taxi che Luca ha chiamato per fare ritorno a casa mi aspetta già in strada. Salgo, do il mio indirizzo e parte. Apro la busta e trovo un biglietto da 500 euro ed un ringraziamento da parte di Luca e Cristina per il bel pomeriggio passato.
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17 years ago
cpbilla,
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Elena la cameriera....
Erano le due e quarantacinque di un venerdì sera qualunque, Elena era seduta ad un tavolo della birreria semivuota assieme a due colleghe di lavoro, Rosy e Nunzia. Svariava su una moltitudine di argomenti sorseggiando l'ennesima media chiara, quando i cinque fecero irruzione nel locale, armi in pugno, volti scoperti. Due di loro dovevano avere pressappoco la sua età , ventitré anni, gli altri erano sulla trentina, un italiano e un nordafricano, quello che sembrava il capo doveva avere una cinquantina d'anni, un fisico tarchiato, un tesone rotondo che pareva un mappamondo e due mascelle fuori misura. Praticamente un cinghiale. Il giovane più alto portava uno zozzissimo dread ed indossava una mimetica lisa oltre ogni limite, di quelle che si trovano a pochi euro al mercatino dell'usato ed imbracciava un piccolo mitragliatore dal manico corto, di quelli che usano i paracadutisti, che teneva con una sola mano. L'altro aveva un ingombrante revolver di grosso calibro, forse una quarantacinque, sproporzionata rispetto al fisico minuto. I due più anziani avevano rispettivamente un mitragliatore di fabbricazione russa uno, un'automatica l'altro. Il boss aveva anche lui un'automatica. Avevano gli occhi sbarrati e le pupille dilatate, tipiche di chi ha assunto sostanze chimiche di elevata potenza. Con pochi energici ordini ammassarono i pochi avventori presenti nel locale, una birreria sperduta tra le campagne, in un angolo della grande sala e li fecero sedere in terra. Si fecero consegnare l'incasso dal proprietario ribadendo la loro determinazione a suon di insulti e percosse. A questo punto avrebbero dovuto scomparire con il bottino e dileguarsi nella notte, ma non fu così… Elena era seduta in terra, stretta vicino alle sue amiche e tremava. Le labbra saltellavano come quelle di chi è rimasto troppo tempo al gelo d'inverno senza un abbigliamento adeguato, stringeva i pugni e pregava, chissà cosa e chissà chi. In quel momento Dio non c'era… ce n'erano cinque ed avevano il potere assoluto. Ciro, il giovane con il dread che impugnava il mitragliatore, posò lo sguardo su di lei mentre era intento a pompare nel culo la giovane ragazza che serviva ai tavoli, puntando la pericolosa arma che teneva in mano nel vuoto. Per un attimo Elena incrociò lo sguardo del giovane, vitreo ed assente, lo sguardo di un invasato, mentre cercava disperatamente di non ascoltare le urla di dolore della giovane barista. L'avevano fatta salire su un tavolo e l'avevano costretta a spogliarsi nuda, prima di metterla a novanta per soddisfare le voglie di Ciro. Elena chiudeva gli occhi e stringeva i pugni, pietrificata, mentre la giovane sventurata urlava e piangeva, rimbalzando contro il pesante tavolo. "Ehi, Ziro… abbiamo una provezzorezza…" abbaiava uno dei più anziani, riferendosi ai piccoli occhiali rettangolari che Elena era solita indossare. L'uomo era un mezzo deficiente, uno sbandato senza speranza, con un difetto di pronuncia che lo r endeva ancora più bizzarro. Elena era una bella ragazza… alta, mora, dai lunghi capelli ondulati, le labbra carnose e due occhi marroni pieni di vitalità . "Fatti...fare..un...pompino..." bofonchiò Ciro sempre intento a far danzare il suo bastone nella cavità ormai sempre più aperta. "Hiii... ghe buona idea..." rise il demente, mentre il suo sguardo idiota si accendeva in una luce di desiderio. "Vammi un bombino…!" intimò alla terrorizzata Elena puntandole addosso l'automatica. "Vammi un bombino o zbaro alla dua amiga…" ribadì puntando l'arma verso Rosy che si stringeva a Nunzia con il terrore dipinto sul volto. Elena respirò profondamente, quindi si alzò ed andò ad inginocchiarsi di fronte al deficiente, il cui sguardo si illuminò di follia nel vedere le grosse tette che si tuffavano nell'ampia scollatura della giovane. Ouzo, l'altro giovane aprì la bocca in un ghigno sinistro, accendendosi una sigaretta, mentre Mohamed era intento a tirarsi una pista sul tavolo. Il boss lo estraeva dalla patta mentre Ciro era intento a pisciare sul muro della cucina. La giovane cameriera, esausta ed in lacrime, ora accoglieva nel proprio sfintere anche il cazzone del boss, mentre Buba (il deficiente) tirava fuori l'unica cosa che aveva che fosse degna di nota e l'avvicinò alla bocca di Elena. "Cristo Santo..." mormorò Ouzo osservando sbalordito Elena che stringeva le labbra e pompava il grosso cilindro quasi fino alle palle. Il culo della giovane cameriera era ormai diventato la galleria del Monte Bianco mentre il boss, che era piuttosto piccolo di statura, saltellava sulle punte dei piedi facendosi rimbalzare sulle grosse natiche color latte. "Falle il pieno, Buba…!" gracchiò Ciro ritornando dal "cesso", mentre Mohamed che forse aveva osato un tiro leggermente eccessivo, cadeva pesantemente sulle ginocchia. "Zborrroooo…!" urlò Buba con le mani infilate nel reggipetto di Elena, premendo i palmi sui grossi capezzoli. Al quinto schizzo in bocca Elena si ritrasse e rigettò un'abbondante quantità di sperma sul pavimento, suscitando l'ilarità dei cinque sbandati. Le risa e i commenti dei compagni innervosirono Buba, che rifilò un pesante calcione sul naso di Elena, facendolo sanguinare. Si tamponò il naso con un fazzoletto che Rosy le porse con affetto e si sedette, continuando nel frattempo a vomitare sborra. La pluriinculata cameriera intanto cadeva in terra con un tonfo sordo, zampillando sangue e sperma dalla Fossa delle Marianne. Ora era Rosy a trovarsi nei casini… sdraiata a gambe aperte, completamente nuda, veniva invasa dai ventotto centimetri di uno scatenato Mohamed. Rosy aveva una particolarità : quando scopava rideva, rideva come una cretina. E l'effetto delle sue risate fu una vera e propria epidemia. E tra l'ilarità generale, il giovane Ouzo si avvicinò a Nunzia e le ordinò di fargli una sega usando solamente i piedi. Mentre Rosy rideva a crepapelle, la povera Nunzia si industriava nello sfregare l'esile oggetto tra i pie di, procurandosi un principio di crampi a causa dell'incessante movimento. Il giovane cominciava a diventare nervoso a causa della scarsa abilità della ragazza, così la sdraiò bruscamente per terra, le aprì la camicia, le abbassò il reggipetto e finì il lavoro tra le tette, schizzandole fino all'altezza del collo. Ma la tragedia era nell'aria… in un moto di follia rivoluzionaria, Pepe, il grosso barman nonché proprietario della bicocca, si alzò in piedi urlando "Adesso basta !" e lanciandosi dritto in direzione di Ciro, il quale d'istinto si scansò e fece partire una raffica, che centrò il povero Buba in pieno volto. E mentre Pepe ruzzolava clamorosamente abbracciando il vuoto, Rosy rideva a squarciagola in un orgasmo sfrenato, mentre sangue e pezzi di cervello le imbrattavano il volto ed il petto prosperoso. "Bastardo !" urlò rabbiosamente Mohamed indirizzando una scarica di mitragliatore in direzione di Pepe, che si era nel frattempo nascosto goffamente sotto un tavolo che gli nascondeva a malapena la testa. La raffica fu letale: diciotto colpi, dei quali ben dieci centrarono il bersaglio. Il boss cadde crivellato di colpi in un tonfo sordo. "Ti ammazzoooo…". Ora era la volta di Ouzo, che preso da una furia cieca vuotò il caricatore in direzione del tavolo. Quando Ciro vide Ouzo sparare, conoscendolo e sapendo che era mezzo cecato, cercò di rifugiarsi sotto un tavolo, ma fu inutile. Una pallottola centrò in pieno una padella appesa al muro e rimbalzò centrandolo in un occhio. Per un moto istintivo, del tutto casuale, dalla mitraglietta di Ciro partì una raffica che centrò in pieno Mohamed, aprendogli letteralmente la faccia in due. E mentre Mohamed cadeva pesantemente in terra privo di vita, lo scaltro Pepe si impossessava della pistola del boss, vuotandone l'intero caricatore sul torace di Ouzo, il quale indietreggiò per l'impatto dei colpi e cadde rovinosamente sulla stupefatta Elena, che ebbe un moto di stizza pechè nello scontro con il giovane ormai cadavere si spezzò un'unghia. Solo Ciro-con-un-occhio-solo rimase in vita, ma per poco. Quando Pepe lo servì in tavola erano le cinque meno un quarto e le ragazze si contendevano la parte più prelibata.
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cpbilla,
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Ricordi di un travestito in erba
RICORDI DI UN TRAVESTITO IN ERBA
Introduzione
Per quanto mi ricordi credo di essere stato un “travestito†da sempre, perlomeno da quando avevo più o meno 13/14 anni e frequentavo la terza media. Ricordo perfettamente che mi piaceva guardare le gambe delle ragazze e delle donne e che ero attratto soprattutto dalle calze di nylon e dai collant velatissimi di mia sorella di 23 anni. Spessissimo li rubavo dal cesto della biancheria, appena smessi ed impregnati di sudore (allora mia sorella portava quasi sempre gli stivali) quindi davvero puzzolenti. Mi eccitavo al tatto di quell’indumento di nylon, della sua trasparenza e leggerezza, ed in preda all’erezione la sera mi portavo furtivamente i collant a letto dove per tutta la notte li annusavo. L’odore che emanavano mi faceva letteralmente impazzire. Mi masturbavo infilando le mani nelle gambe del collant. Con una mi segavo l’uccello e con l’altra annusavo la punta odorossissima di sudore facendo crescere la durezza del mio cazzo e la mia eccitazione fino ad avere delle sborrate copiose che puntualmente inondavano mutandine, pigiama, collant e, quasi sempre, lenzuola. Coltivando quello che consideravo “il mio piccolo segreto perverso†sentivo il bisogno di spingermi sempre più oltre alla ricerca del piacere che il nylon mi donava. Quando, ad esempio, con i miei genitori si andava a casa di loro amici, non perdevo occasione di chiudermi nel bagno alla ricerca di collant, calze (le mie preferite erano le calze da reggicalze, velatissime e di colori tenui –beige, grigio chiaro, bianche o nere – ma negli anni ’70 erano un po’ in disuso) e anche gambaletti usati e puzzolenti, facendone ambitissimi trofei che collezionavo gelosamente.
1. Francesca la morbosa
Mi ricordo in particolare un giorno a casa di amici di mio padre, la cui figlia Francesca – una ragazzina un po’ cicciottella più grande di me di 1 anno – era particolarmente attratta da me in maniera un po’ morbosetta per l’età . Ogni volta che ero a casa sua mi portava nella sua stanzetta e in un modo o nell’altro trovava il modo di giocare alla “lottaâ€. Così ci toglievamo le scarpe rimanendo con le calze e ci buttavamo sul suo letto rotolandoci e “lottando†fino allo sfinimento . Chissà come però, stranamente ci ritrovavamo sempre con le rispettive teste tra le gambe dell’altro come in un 69!!! Francesca indossava sempre dei gambaletti velatissimi bianchi di filanca umidicci di sudore, leggermente tinti di blu (per l’eccessiva sudorazione) sulla punta e sul tallone che, ricordo,… puzzavano in maniera incredibile ma mi arrapavano da matti. Nello strusciare le sue gambe attorno alla testa riusciva sempre a mettermi i piedi in faccia e nella concitazione della lotta io me li mettevo in bocca e, facendo finta di morderli, li leccavo annusandone l’intensissimo odore acre. Durante questi corpo-a-corpo l’ uccello in erezione si strusciava sulla sua pancia e sulle sue tettine abbondanti e la morbosetta godeva, e si vedeva, al contatto di quel gonfiore dimenandosi a sua volta. Ad un certo punto, al culmine di una dolorossissima erezione, non ne potetti più e sborrai copiosamente nelle mutandine. Mi rialzai un po’ ansimante ed anche vergognoso del gonfiore evidente e chiesi di andare in bagno dove sfogai l’eccitazione strofinandomi il cazzo fradicio su un altro paio di suoi puzzolentissimi gambaletti celesti che riempìì di sperma. Quando rientrai nella cameretta rosso in volto per l’eccitazione non ancora sopita, Francesca si difese alla mia intenzione di proseguire nella “colluttazione†piegando le gambe ed allungando entrambi i piedi sul mio uccello ancora gonfio. Con una faccia strana di sfida mista a soddisfazione incominciò a muovere le dita come a palpare la consistenza del mio cazzo che si induriva sempre più. Lei continuava a massaggiarmelo sempre più velocemente quando, presissima da quella eccitante situazione, mi disse di fargli vedere cosa avessi. Io, imbarazzatissimo ma eccitatissimo aprì la patta dei pantaloni e scoprì le mutandine che sembravano scoppiare. Francesca vi poggiò sopra il piede e tirandole giù mi scoprì il cazzo duro e lucido. Il contatto di quel piede ricoperto di nylon sul mio uccello mi mandò in estasi. Cinse il diametro con l’alluce ed il secondo dito e cominciò a segarmelo lentamente tenendolo stretto con la pianta dell’altro piede. Il nylon umido di sudore e di preeiaculazione scivolava sempre più fino ed il ritmo della sega cresceva con l’avvicinarsi del mio orgasmo. Ora Francesca, paonazza in faccia e con la punta della lingua che faceva capolino all’angolo della sua sua bocca chiusa, sembrava non aspettare altro che il momento in cui sentì distinti due/tre forti contrazioni sotto i testicoli ed esplosi con 4 fiotti di sborra densa e calda che le bagnarono entrambi i piedi ed i gambaletti. Con un’aria di complicità a turno andammo a lavarci stando attenti a non destare sospetti (eravamo pur sempre due adolescenti di sesso opposto…) per l’insolito andirivieni dal bagno. Quello con Francesca fu in assoluto il mio battesimo di feticista delle calze ed anche il mio primo orgasmo completo.
2. L’autoerotismo
Da quel giorno nulla fu come prima. Desideravo sempre più il contatto del nylon sul mio cazzo ed incominciai ad indossare i collant di mia sorella senza mutandine, a pelle, inizialmente sotto il pigiama e le mie calze di filo di scozia blu, per andare a letto la sera. Successivamente cominciai ad indossare i collant ogni giorno per andare a scuola. Degli splendidi collant ARWA velatissimi color paglierino che sotto i jeans ed i calzettoni mi provocavano un’erezione perenne: 4 ore di lezione, 4 ore di eccitazione. Ogni giorno non vedevo l’ora di correre a casa, chiudermi nella mia stanzetta per studiare ed invece spogliarmi di tutto ciò che era maschile, avvicinarmi i piedi alla bocca leccandoli annusandone l’aroma di nylon sudato e masturbarmi il cazzo sopra il corpino velato fino a farlo sborrare.
Il travestimento faceva ormai parte di me e la parte più troia e femminile della mia personalità stava prendendo il predominio su quella maschile. Non desideravo altro che indossare calze e collant di nylon per procurarmi godimento, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo. Incominciai così a cercare di praticare forme di autoerotismo molto estreme. Appena solo nella mia stanza mi sdraiavo, con solo i collant addosso, poggiando il culetto sul cuscino a contrasto con la testiera del letto e piegavo le gambe al massimo sul mio torace portandole indietro ai lati della testa. Dapprima con una certa difficoltà , poi - grazie alla flessibilità della mia spina dorsale di adolescente – sempre più agevolmente. Sudato ma arrapatissimo, con la cappella umida a qualche centimetro dalla mia bocca aperta, mi spingevo ancora di più verso la spalliera accarezzandomi le cosce ed abbracciandomi dietro le chiappe. Ora leccavo agevolmente la cappella ricoperta dal nylon e, a poco a poco che la posizione diventava più rilassata, il mio cazzo durissimo entrò tutto nella mia bocca. Le mie labbra lo stringevano mentre scivolava dentro e fuori e la mia lingua lo lavorava leccandolo a destra e sinistra irrorandolo con abbondante saliva che mi fuoriusciva ai lati delle labbra rigandomi le guance. Quest’ultime si gonfiavano e sgonfiavano nell’atto di pompare e risucchiare quell’asta turgida ed io, mentre gustavo il “sapore di maschio†che avevo nella bocca, sentivo che stavo avvicinandomi all’orgasmo. Accelerai il ritmo cominciando ad accarezzarmi i testicoli ed il penetrandomi il culo prima con in dito, poi con due e poi con tre dita. Spompinavo come un forsennato in preda ad una sorta di “trance†erotica quando all’improvviso sentì le contrazioni fortissime e eiaculai con 4/5 violentissimi fiotti di sborra che gonfiarono il nylon e mi riempirono letteralmente la bocca. Era densa, calda e con un gusto amarognolo che mi fece impazzire. Mi sentivo una troia in calore e in quel momento avrei voluto un altro cazzone che mi allargasse il culo. Tenni serrate le labbra continuando a succhiare il cazzo nella mia bocca fino all’ultima goccia di sperma. Spremetti con la lingua il nylon attorno alla cappella strizzandolo bene e lasciai finalmente libero il mio uccello stando attento a tenere tutta la sborra in bocca. Ora lo assaggiavo gustandone la consistenza deglutendone poco per volta per godermi a lungo quella sensazione unica. Lentamente mi ridistesi sul letto completamente “svuotato†da quella esperienza e guardavo il mio uccello ancora eretto con quella specie di profilattico di nylon completamente fradicio di sperma e saliva. Mi sentivo ormai una pompinara e cominciavo a desiderare un uomo e soprattutto il suo cazzone con cui farmi scopare: Giancarlo.
3. Giancarlo
Giancarlo era un mio compagno di classe in terza media. Eravamo seduti insieme nel penultimo banco vicino al muro. Rassomigliava a Pippi Calzelunghe in versione maschile e siccome era molto educato ed aveva degli atteggiamenti un pò effeminati veniva preso in giro e guardato in maniera un pò strana da tutta la classe. Del resto anche lui ci metteva molto del suo, ridendo e sedendosi spesso sulle nostre gambe provocando delle imbarazzanti erezioni che lui non poteva non “sentireâ€. Vestiva sempre con dei pantaloni attillati, un maglioncino e delle scarpine tipo “college†con dei calzini in filo di scozia bianchi o blu. In primo liceo, conoscendoci dalle medie, era ormai diventato quasi un gioco: quando indossava i pantaloni della tuta in tessuto elasticizzato, lo chiamavamo e gli chiedevamo di spiegarci un brano su un libro. Giancarlo si sedeva in grembo col libro davanti a se e cominciava a leggere e, nel girarsi per chiedere se lo stavi seguendo, muoveva in continuazione il suo sedere proprio sul tuo uccello che alla fine diventava duro come il marmo. Lui incurante arrossiva in volto e continuava a dimenarsi felice di rendersi utile e soprattutto di sentirsi tra le chiappe il cazzo duro di turno.
Quella mattina ero deciso a “combinare qualcosa†con Giancarlo, avevo messo un collant velatissimo celeste polvere (un trofeo di una visita in casa di amici dei miei) senza mutandine ed ero eccitatissimo. In classe più volte, passandogli vicino o muovendomi sul banco accanto a lui, durante la lezione avevo strusciato il mio cazzo sul suo braccio e la sua coscia. Giancarlo non protestava anzi spesso avvertivo che, al contatto, la sua coscia premeva sul gonfiore della mia eccitazione. Non ne potevo più e allungai la mia mano sul suo uccello tastandolo. Lui arrossì e mi chiese con voce bassa tremante cosa facessi. Gli chiesi se non gli piacesse e lui per tutta risposta aprì le gambe autorizzandomi al “massaggio†e mi mise la sua mano sul cazzo. Sentivo il suo gonfiore e una sensazione di calore s’impadroniva di me spingendomi ad essere più esplicita e troia. Da come lui mi palpava sentivo che le voci sulla sua omosessualità diventavano certezze e che in quel momento mi avrebbe volentieri tirato giù i pantaloni per imboccarselo tutto tra le labbra. Palpava e silenziosamente ansimava. Mi sbottonai la patta con nonchalance e la sua mano sgattaiolò dentro. All’improvviso mi guardò fisso negli occhi con un’aria eccitata e mi chiese come mai indossassi i collant da donna e gli rivelai che mi eccitava travestirmi e che li portavo già da un paio d’anni. Il suo massaggio diventò allora una vera e propria sega, e per la crescente eccitazione, rossi in volto ed accaldati, rischiammo di essere scoperti dal professore a causa dei nostri continui movimenti.
Anch’io gli tastavo il cazzo ed avrei voluto tirarlo fuori e succhiarlo per tutta la sua discreta lunghezza quando la campanella suonò la fine delle lezioni. Rimanemmo a guardarci delusi perché stavamo per godere entrambi. Giancarlo eccitato, con un’espressione ammicante che mi faceva intendere “tuttoâ€, mi invitò a studiare a casa sua nel pomeriggio ed io accettai con piacere. Tornando a casa pregustavo le porcate che avremmo combinato di lì a poco pensando per la prima volta a Giancarlo come ad una possibile altra “troietta perversaâ€.
4. Eccitante scoperta
Arrivato a casa sua venne ad aprirmi Marida, la sorella di 16 anni che mi fece accomodare nella stanzetta di Giancarlo. Lui entrò dopo pochi minuti indossando una tuta in felpa grigia con le pantofole e dei calzini leggeri blu ai piedi. Fu felicissimo di vedermi e mi abbracciò inaspettatamente. Il nostro abbraccio fu molto prolungato tanto che cominciammo a strusciarci i nostri uccelli che iniziavano ad indurirsi. Entrambi ci tastavamo e palpavamo il culo e in quel momento sotto le dita avvertì la sensazione che Giancarlo indossasse un reggicalze. Emozionantissimo lo baciai in bocca e le lingue cominciarono a mulinare vorticosamente. Lui gemeva e mi spingeva il bacino contro le sue gambe leggermente divaricate, Improvvisamente gli abbassai i pantaloni della tuta e mi apparve arrapantissimo con un reggicalze in pizzo bianco che gli incorniciava un bell’uccello duro e glabro e delle calze bianche che gli velavano le gambe affusolate e senza un pelo. Gli dissi che era bellissimo e lui, molto eccitato mi rivelò che le aveva rubate dall’intimo della madre ed indossate proprio per piacermi. Cominciammo a spogliarci di tutto e rimanemmo solo in collant velati, che indossavo dalla mattina, ed in reggicalze e calze. Ci sdraiammo sul letto ed iniziammo a toccarci i cazzi a vicenda. Giancarlo si chinò e lo leccò per tutta la lunghezza continuando a segarlo delicatamente con le mani poi lo prese tutto in bocca e cominciò a succhiarlo e a pomparlo mentre io, mettendomi a 69 cominciai a ciucciare il suo. Mentre ci spompinavamo a vicenda contorcendoci e mugolando, infilavo il mio dito medio nel suo culetto stranamente caldo ed accogliente fino a farlo entrare tutto. Giancarlo muoveva le dita dei piedi inguainati in quelle splendide calze in preda all’eccitazione provocata dal mio cazzo che lo pompava in bocca ed il mio dito che gli stantuffava il culetto. Io approfittai della situazione per buttarmi a capofitto sui suoi piedi leccandone la punta di nylon rinforzata ed annusandone l’aroma mentre continuavo a masturbargli l’uccello. All’improvviso Giancarlo si alzò e, sdraiandosi supino con le gambe aperte e piegate sulla pancia, mi supplicò di infilargli il cazzo nel suo culetto già abbastanza lubrificato dalla mia saliva. Non aspettavo altro e prendendolo per le cosce avvicinai le sue chiappe e glielo infilai dentro. Dapprima era un pò stretto ma dopo un pò che lo inculavo sempre più forte il buchetto cedeva sempre più ed avvolgeva in una caldissima guaina il mio cazzo, ad ogni colpo più duro. Giancarlo gemeva ripetendo che era la mia puttanella in calore, si allargava le chiappe con le mani e si segava il suo cazzo duro supplicandomi di incularlo più forte e di spingere il mio uccello più in fondo. Io gli accarezzavo le gambe coperte di nylon e gli leccavo i piedi odorosi mentre gli sfondavo il culo. Che porca!!! Cambiammo posizione e sdraiandomi sotto di lui, si mise a cavalcioni infilandosi fino in fondo l’uccello nel culo ormai largo, dicendomi che si sentiva trapanato da quel palo di carne e che lo stavo facendo impazzire. Mi cavalcava e si menava l’uccello che gli ballonzolava davanti alla pancia. Io ero al settimo cielo e gli accarezzavo le gambe ed i piedi guidandolo per i fianchi il ritmo di quel saliscendi sul cazzo duro. Sentivo l’orgasmo avvicinarsi sempre più ed all’improvviso irrigidì le mie chiappe spingendoglielo tutto dentro ed esplosi in una sborrata che riempì le sue viscere di caldo sperma. Giancarlo godette serrando e dimenando le sue chiappe sul mio uccello con movimenti rotatori. Dopo un po’ si alzò e si sdraiò sul letto esausto e soddisfatto ed io, che ero ancora arrapatissimo, decisi di palpargli il cazzo con i miei piedi. Il contatto del nylon su quell’asta durissima e calda fù per me una sensazione nuova ed eccitantissima tanto che, stringendo i diti ad avvolgerlo in tutto il suo diametro, cominciai a fargli una lenta sega. Giancarlo chiuse gli occhi, prese le mie caviglie e guidò il movimento accelerandolo e rallentandolo. Sentivo sotto i polpastrelli, attraverso il nylon del mio collant umido, il suo uccello indurirsi e fremere quindi misi la punta del piede a coprirgli la cappella e con l’alluce ed il 2° dito dell’altro piede continuavo a segarlo. Giancarlo mi disse di non fermarmi perchè stava venendo ed io, paonazzo per l’eccitazione, accelerai il ritmo fino a che venne con 4 potenti fiotti di sborra calda che mi inzupparono letteralmente i piedi ed i collant fin quasi ai polpacci. Subito mi portai i piedi in faccia e me li leccai succhiando ed ingoiando tutta lo sperma. Giancarlo mi guardò intensamente ed eccitato mi disse che ero una maialona e che avrebbe voluto mettermelo in bocca. Non esitai neppure un istante e accolsi il suo uccello umido di sperma e semi-moscio nella mia bocca. Cominciai a lavorarlo con la mia lingua roteandola sulla cappella cingendolo con le mie labbra e cominciando a pomparlo con le mani in fondo alla mia bocca. Man mano che scorreva nella mia bocca lo insalivavo e sentivo sapore intensissimo e amarognolo dello sperma. Giancarlo si girò di fianco e messosi a 69 si impadronì del mio uccello ormai eccitato masturbandolo e leccandolo per tutta la lunghezza. Ci sentivamo due troie depravate e godevamo a spompinarci il cazzo a vicenda vogliose di riempirci la bocca di sborra densa e cremosa. Ci contorcevamo e ci spingevamo il cazzo in bocca ansimando e ripetendoci che saremmo stati per sempre amanti e non ci saremmo mai lasciati. Eravamo ormai attratti l’un l’altro dalla nostra condizione di sorelline travestite e questo ci eccitava maggiormente al punto che, quasi insieme, scoppiammo in una sborrata sconvolgente che ci gonfiò le guance di sperma denso, che a malapena riuscimmo a trattenere in bocca. Esausti ci accasciammo sul letto, uno accanto all’altro, e ci baciammo in bocca mischiando con le lingue la sborra di entrambi in un unico saporitissimo succo che bevemmo fino all’ultima goccia. …Ebbene, quello fu il pomeriggio più appagante ed eccitante di entrambe le nostre giovani carriere di troiette travestite.
5. Piacere perverso
Mentre tornavo a casa dopo quella esperienza mi sentivo ancora sconvolto e mi scoprivo con piacere a deglutire passandomi la lingua sul palato alla ricerca del sapore dello sperma di Giancarlo. Sentivo l’eccitazione salire ed una strana nuova sensazione interessare il mio culetto. Provavo un’insolito piacere ad estroflettere e a contrarre ritmicamente il mio buchetto umido. In quei momenti avrei voluto stuzzicarlo, violentarlo infilandoci qualcosa. Mentre pensavo a quanto perverso fossi diventato, arrivai a casa e corsi nella mia cameretta.
Mi sentivo accaldato e cercavo convulsamente di spogliarmi. Rimasi completamente nudo e al profumo che emanavano i miei piedi sudati, il mio cazzo durissimo mi deformava oscenamente il collant velatissimo celeste che indossavo ormai da due giorni. Mia sorella era uscita con mia madre e così, approfittando del momento favorevole, corsi in bagno alla ricerca di un suo paio di calze odorose su cui masturbarmi e sborrare. Ma i miei occhi si posarono su un qualcosa che mi riempì di libidine: il grosso manico arrotondato di uno sturalavandino nuovo ancora nella busta del supermercato faceva mostra di sé nell’armadietto vicino alla vasca. Nella mia mente già sentivo quel manico che mi allargava il buchetto facendomi godere come un, anzi una maialina. Presi la scatoletta blu della crema Nivea e lo sturalavandino e corsi in stanza chiudendo a chiave eccitatissimo. Mi spalmai tre dita di crema attorno e dentro il buchetto e nell’umettarmi due dita scivolarono dentro dandomi un brivido di piacere. Mi toccai il cazzo sentendo la punta umida che mi bagnava il collant di liquido prespermatico ed il mio buchetto, al penetrare delle tre dita aveva le contrazioni dilatandosi sempre più. Così inumidì la ventosa, piantandola fortemente sulla spalliera del letto, mi sdraiai col sedere sul cuscino e allargando le gambe me le portai piegandole verso il petto. Mi allargai le chiappe e avvicinandomi al grosso manico me lo infilai notando che scivolava dentro allargandomi il buchetto e facendomi impazzire di eccitazione. Ora spingevo ed il manico mi entrava tutto dentro riempiendomi le viscere. Cominciai a stantuffarmelo nel culo che cedeva sempre di più e più cedeva più mi entrava in culo per tutta la sua notevole lunghezza. Contemporaneamente mi masturbavo il cazzo e godevo come una troietta pensando che quel “cazzone†che mi spaccava il culo fosse di Giancarlo e in silenzio gemevo:“…mhhh dai porco, inculami fino in fondo, ahh dammelo tutto nel culo il tuo cazzone, amoreâ€â€¦ Stavo impazzendo e volevo cambiare posizione. Mi sfilai il manico dal culo e con eccitazione mi accorsi, dalle tracce di Nivea, che mi era entrato nel culo per almeno 20cm.
Eccitatissimo mi girai e mi misi in ginocchio puntando con il culetto il manico che mi scivolò dentro fino in fondo facendomi gemere ancora. Me lo sbattevo fino in fondo nel culo molleggiandomi sul letto. L’eccitazione saliva sempre più all’acuirsi della sensazione di riempimento totale e di dilatazione crescente. Più mi infilavo quel manico durissimo e ormai caldo e più ne volevo… Guardavo lo specchio dell’armadio di fronte e mi vidi rispecchiato alla pecorina con solo quegli impalpabili collant che mi velavano le gambe, la schiena completamente inarcata, che spingevo all’indietro il mio sedere da cui si vedeva quel palo rigido lubrificato e lucido di umori intestinali che entrava e usciva. La mia testa roteava in sincronia col movimento delle mie anche, mi leccavo le labbra e con la mano mi segavo il mio uccello che ormai era vicino a sborrare. In preda a delle vere convulsioni che mi avvampavano decisi che dovevo violarmi il culo con qualcosa che me lo allargasse di più.
Mi sfilai il manico e non prima di essermi accertato di essere ancoratolo in casa, andai in cucina e trovai nella dispensa un cetriolo che poteva essere lungo 18-19cm ma era molto grosso in larghezza. Alla vista di quel “cosone†mi avvampai ancora di più e continuando a masturbandoni il cazzo corsi eccitato in camera mia. Richiusi a chiave, presi quel cetriolone e me lo infilai in bocca mimando il più porco e sensuale pompino che avessi mai fatto pensando di avere in bocca il cazzo di un uomo tipo camionista. Ero ormai al parossismo, mi rimisi alla pecorina e mi reinfilai il manico dello sturalavandino nel culo interamente, per tutta la sua lunghezza e guardandomi allo specchio ricominciai a penetrarmi e a ciucciare quell’ortaggio che per quanto era largo non mi entrava in bocca. Era completamente lucido di saliva e continuavo a far roteare la lingua ed a leccarne la punta arrotondata. Mi sentivo ormai pronto e la voglia di sentire il mio buchetto dilatato mi fece cambiare ancora posizione. Misi il cetriolo sul tappeto di fronte allo specchio mantenendolo in piedi con la mano e mi accucciai con le gambe larghe e aperte. La punta arrotondata cominciò ad entrare facendomi male così mi fermai, ma dopo pochissimo sentì il mio buchetto aprirsi e piano piano quell’arnese scivolò scomparendo nel buco riempiendomi letteralmente il canale. Lo sentivo durissimo e sentivo lo sfintere che cedeva. A quel punto mi lasciai andare sulle gambe e mi sedetti facendolo entrare tutto. L’immagine riflessa nello specchio era incredibile: un ragazzino di 13 anni nudo seduto a gambe aperte con un collant celeste velatissimo a mazza coscia con il buco del culo dilatato in maniera oscena da cui fuoriusciva solo la punta lucida di un gross cetriolo… Cominciai ad andare su e giù facendolo uscire per metà e risbattendomelo nel culo per intero gridando: “siii, Giancarlo spaccami il culo… sono la tua puttanella…†Più mi guardavo più mi impalavo e più mi sbattevo l’uccello che ormai durissimo puntava minaccioso verso la mia bocca. Sentii in quel momento delle fortissime contrazioni che serrarono il buchetto attorno al diametro del cetriolo bloccandone lo scorrimento e subito dopo tre spasmi e tre schizzi violentissimi di sborra densa e bollente che mi colpirono sulle labbra, sulle guance e in bocca.
Ero sconvolto, mi leccai la sborra dalle labbra e dalle guance e la raccolsi sulla lingua assaporandone il sapore a metà tra l’asprigno ed il salato. Ingoiai tutto lentamente mentre i muscoli anali si rilassavano ed il cetriolo lucido scivolava fuori dal mio culetto.
Fu allora che mi spaventai guardandomi il buco oscenamente allargato, ma ebbi fortissimo l’impulso di infilarmi tre dita e rigirarmele dentro sentendo che l’interno del mio culo era bollente. Mentre pian piano mi rilassavo, mi massaggiavo lentamente l’uccello moscio scappellandolo e spremendo la cappella arrossata portandomi le dita alle labbra per succhiare le ultime gocce di sperma. Quella serata mi sconvolse tanto da prendere coscienza che ero definitivamente diventato un perverso travestito tredicenne a cui piaceva fare la parte della troietta. Mi rivestii ed uscii dalla mia camera, andai subito in bagno a lavare ed asciugare lo sturalavandino. Lo rimisi a posto e corsi in cucina a buttare il cetriolo nella pattumiera e… mi accorsi che mia madre era rientrata. Mi disse che mi aveva sentito alzare la voce ed io, dopo aver lavato e sbucciato il cetriolo, addentandolo gli risposi che stavo scherzando al telefono con Giancarlo. …Hmm Giancarlo, se solo fosse stato con me stasera, pensai…
6. Desiderio continuo
La mattina seguente ero stranamente eccitato ed impaziente di rivedere Giancarlo a scuola per raccontargli l’esperienza della sera precedente. Decisi di indossare un collant velatissimo grigio polvere senza mutandine sotto i pantaloni della tuta di ginnastica perché mi sentivo porca e avevo voglia di succhiargli il cazzo come avevo fatto col cetriolo.
Da 1 mese eravamo seduti accanto e, durante le lezioni, le nostre mani scivolavano sotto il banco a palparci gli uccelli fino a farli diventare duri come il marmo e farli sborrare nelle mutandine. Ma quel giorno era diverso, mi era tanto rimasta impressa la situazione morbosa della sera precedente che lo desideravo oltre ogni cosa. Appena vidi Giancarlo mi avvicinai all’orecchio e gli dissi gli avrei rivelato una storia incredibile ma lui mi furtivamente mi leccò l’orecchio dicendo che quello che era successo a casa sua lo aveva cambiato completamente. Mi rivelò che portava le stesse calze e lo stesso reggicalze che indossava quel pomeriggio… e che mi desiderava. La leccata del lobo e soprattutto la sua morbosa confessione mi fece diventar duro il cazzo che, trattenuto dalla sola debole resistenza del collant, mi gonfiò il pantalone della tuta in modo evidente. Fortunatamente ero vicino al mio banco e mi sedetti subito per non far notare quella mostruosa erezione. Anche Giancarlo, accortosi del gonfiore, si sedette accanto e nel farlo poggiò la sua mano sul mio uccello e lo strizzò gemendo silenziosamente. Durante la lezione me lo massaggiò diverse volte tanto che poco prima della ricreazione gli fermai la mano perché stavo per sborrare. Ma la voglia di lui mi aveva preso totalmente e pensavo intanto come fare a chiudermi in bagno con lui per fare le porcate che mi frullavano in testa. La fortuna volle che il professore di Educazione Fisica ci disse di andare nello sgabuzzino degli attrezzi dietro la palestra scoperta a prendere la palla da basket e il materassino per l’ora seguente. Ci guardammo con complicità ed approfittammo della pausa della ricreazione per andarci. Appena dentro chiudemmo il chiavistello e ci baciammo infilandoci le lingue in bocca. Lui mi tirò giù i pantaloni e mi buttò sul materassino del salto in alto. Si tolse i pantaloni, gli slippini e le Superga rimanendo in calze e reggicalze e si distese a 69. L’odore delle calze sudate mi fece indurire ulteriormente il cazzo già duro e lui se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo avidamente e a slinguarlo sulla cappella. Io che non aspettavo altro, feci lo stesso ed incominciai ad insalivarlo e a masturbarlo per farlo diventare più duro. Sentivo il calore della sua bocca e la rugosità della sua lingua da pompinara che stuzzicava il filetto e a mia volta mi eccitavo come una troia nel ciucciare quel cazzo duro che profumava di maschio. Sentivo il mio cazzo scoppiare e Giancarlo, accortosi di questo, si girò e mi pregò di infilarglielo nel culo. Gli insalivai il buchetto già umido ed estroflesso dall’eccitazione e poggiai la cappella bagnata della sua saliva che entrò facilmente con mio grande stupore. Giancarlo ancheggiava e mugolava di incularlo più forte, così aumentai il ritmo pompandolo fino in fondo e facendolo sbavare di piacere. Lui si masturbava il cazzo con movimenti convulsi ed io che stavo per sborrare, irrigidii il mio uccello piantato in fondo al suo culetto ormai largo e scoppiai in una copiosa sborrata bollente che gli riempii l’intestino. Giancarlo serrò le chiappe per sentirselo ancora più duro e poi con un movimento repentino si girò e mi disse di prendergli in cazzo in bocca. Era durissimo e caldo e cominciai a succhiarlo e a slinguargli la cappella tenendolo serrato tra le mie labbra e segandolo con la mano lungo tutta la lunghezza. Sentii distinte tre contrazioni e poi tre fiotti di sperma denso e amarognolo si riversarono sulla lingua e mi riempirono la bocca. Inghiottii tutto assaporando sino all’ultima goccia di quel liquido viscoso dal sapore che mi faceva impazzire. Pulii la sua cappella e mi leccai le labbra delle ultime tracce di sborra di Giancarlo. Erano passati circa 10 minuti praticamente una sveltina che ci svuotò letteralmente i testicoli, ci rivestimmo in tutta fretta, infilammo saltellando le scarpette di ginnastica e un po’ accaldati, riaprimmo la porta e portammo il pallone e il materassino in palestra. Appena usciti dalla palestra, mentre correvamo per ritornare in classe ed unirci con i compagni ci imbattemmo in Michele il bidello che ci bloccò. Era un uomo di circa 35/40 anni, un tipo un pò burbero dal fisico asciutto, che non perdeva occasione per rimproverarci sempre di qualcosa. Quella mattina ci trattenne con forza per il braccio e ci chiese, con tono molto allusivo, cosa fossimo andati a fare nella stanza degli attrezzi. Io e Giancarlo diventammo all’improvviso paonazzi e ci guardammo preoccupatissimi. Forse quel porco ci aveva sorpresi a spompinarci a vicenda. Entrambi incominciammo a balbettare qualcosa circa la nostra presenza nello sgabuzzino e all’improvviso mi infilò la mano nel pantalone della tuta e afferrò il mio cazzo ancora umido di sperma attraverso il collant. Mi tirò a se e, dopo aver detto all’altro bidello che avrebbe fatto una commissione, ci portò di forza nella stanza degli attrezzi. Mentre ci spingeva posò l’altra mano sul culetto di Giancarlo e palpandolo si accorse del reggicalze.
Ora ci teneva in pugno e noi dovevamo stare per forsa al suo gioco. Appena dentro lo sgabuzzino chiuse a chiave e ci disse che gli piacevano i ragazzini effeminati come noi due e che se fossimo state troie come 10 minuti prima, avrebbe mantenuto il segreto. Eravamo tutti due terrorizzati e acconsentimmo. Giovanni si sbottonò i pantaloni e li abbassò alle caviglie rimanendo con gli slip, poi prendendomi da dietro mi abbassò i pantaloni della tuta e mi fece sedere sul suo cazzo semiduro palpando il mio. Il contatto del mio sedere con quel membro pulsante e caldo mi fece uno strano effetto e mi ritrovai a strusciare le mie chiappe inguainate nel collant sul suo cazzo duro. Poi disse a Giancarlo di togliersi i pantaloni e di leccarmi l’uccello ormai durissimo dai palpeggiamenti di Giovanni. Giancarlo si precipitò a leccarmi la cappella attraverso il collant e iniziò un magnifico pompino. Il mio cazzo scompariva tra le sue labbra che succhiavano il collant gonfio completamente bagnato di saliva. Io ero in preda alla massima eccitazione e lo incitavo a leccarlo e ad ingoiarlo tutto e allo stesso momento mi rivolgevo a Giovanni pregandolo di incularmi. Giovanni allora scostò il bordo del collant e mi posò la punta della sua cappella tra le mie chiappette. Sentii un calore che mi invadeva e con le gambe completamente aperte mi abbassai pian piano sul quel palo caldo e duro che si insinuava nel mio buchetto allargandolo sempre più. Sentivo un forte dolore ma l’eccitazione di sentirmi come una troia i calore che si fa inculare era più forte e mi fece cominciare a roteare il bacino e a saltellare sul cazzo che entrava centimetro dopo centimetro nel mio culo ormai cedevole. Giancarlo mi aveva abbassato il corpetto del collant e mi slinguava il cazzo riempiendosi completamente la bocca e masturbandosi come un forsennato. Giovanni mi prese dal bacino e mi guidava su e giù sul suo uccello ed io che gemevo per il piacere prendevo la testa di Giancarlo e gli spingevo il cazzo fin quasi a soffocarlo. Poi Giancarlo si alzò e alzando una gamba si sedette sul mio cazzo cominciando a penetrarsi. Il suo culo era più largo del mio ed entrò quasi subito. Era una situazione morbosa e terribilmente eccitante che ci sconvolgeva i sensi e ci faceva dimenare i nostri culetti, arrapantissima: Giovanni stava inculando una giovane travestita in collant velati che inculava una puttanella in calze e reggicalze che si masturbava il suo giovane cazzo. In quel momento realizzavo che un vero uccello mi stava scopando, grosso, duro e caldo scivolava nel mio buchetto ormai oscenamente largo e bagnato di umori anali, pompando fino a farmelo sentire in fondo all’intestino. Pensavo a quanto era triste soddisfarsi con lo sturalavandini o col cetriolo. Mi faceva impazzire il sentirmi troia; mi sentivo in calore e volevo farmi inculare sempre più forte e, sempre più forte inculare Giancarlo che mugolava allargandosi le chiappe con le mani e saltellava sul mio cazzo. Attraverso le pareti interne del canale sentivo il cazzo di Giovanni sempre più duro e lo pregai di farmelo succhiare. Mi alzai leggermente per permettergli di sfilarlo dal mio culo e mi sedetti con Giancarlo che ancora andava su e giù sodomizzandosi come un forsennato. Giovanni si avvicinò lateralmente infilandomi il cazzo tutto in bocca ed io, con una mano, lo masturbavo lentamente slinguandolo sulla cappella e lo spompinavo per tutta la lunghezza. Ora lo guardavo da vicino ed era un gran bel cazzo lungo una ventina di centimetri e largo abbastanza per farmi sbavare abbondante saliva dalle labbra. Le mie guance erano deformate dal suo uccello e la mia lingua lavorando sul suo filetto lo stava portando a sborrare. Anche Giancarlo incominciò a leccargli l’uccello con rapidi colpi di lingua finchè Giovanni, gemendo che stava venendo, premette la cappella sulle nostre labbra socchiuse a mò di bacio ed esplose in una sborrata copiosissima che in tre fiotti violenti ci inondò la bocca e la faccia di sperma caldo e denso ma di un buonissimo sapore. Mentre si masturbava facendo uscire ancora sborra io e Giancarlo ci slinguavamo, ingoiavamo e a turno gli succhiavamo la cappella fino a pulirla completamente dalle ultime gocce di sperma. Ero esausto ma felice e stavo per esplodere a mia volta nel culo di Giancarlo che, prontamente si alzò e si infilò il mio uccello tutto in bocca fino a toccare con il naso la mia pancia. Mi spompinò un paio di volte e allargando la bocca si fece spruzzare sul palato e sulla lingua un sacco di sborra che in parte gli fuoriuscì dalla bocca colandogli sul mento. Ingoiò tutto e con un voluttuoso colpo di lingua si leccò il mento dal rivolo gelatinoso che lo imbrattava. Giovanni si avvicinò alle nostre bocche e ci baciò con la lingua raccogliendo stille di sborra dai nostri palati per assaporarne il buonissimo sapore dolce e asprigno insieme. Infine ci rivestimmo risistemandoci le calze ed infilandoci i pantaloncini della tuta ed uscimmo furtivamente. Solo allora ci accorgemmo che erano passati 25 minuti!!! Chissà cosa diranno quando torneremo in palestra, mi chiedevo tra me e me, mentre sforzandomi di camminare come un ragazzo normale invece che come una vascca travestita che si è appena fatta rompere il culo, percorrevo il corridoio per la palestra. Appena entrati in palestra ci accorgemmo che la nostra assenza era passata inosservata. Giancarlo, sorridendo, commentò che ci era andata bene visto che ci eravamo già sputtanati la reputazione con Giovanni.
I boy scout
Quella primavera decidemmo insieme di iscriverci ai boy scout per fare una nuova esperienza di contatto con la natura e con altri ragazzi come noi. Lo facevamo per sentirci più grandi e anche perché era qualcosa che ci avrebbe impegnato il periodo estivo. Poi sognavamo il fatidico campeggio nella tenda. Ed il fatidico momento arrivò. Dovevamo stare al campeggio estivo una decina di giorni ed incontrare un gruppo di boy scout di un altro paese. L’idea di dormire insieme sotto la tenda ci faceva impazzire dalla voglia. Avremmo potuto travestirci, scoparci, masturbarci, succhiarci e sborrarci in bocca tutte le volte che volevamo per 10 notti consecutive. E poi, viziosette come eravamo diventate, avremmo potuto trovare dei ragazzi come noi con cui dare sfogo alla nostra troiaggine. Mi ricordo che la divisa prevedeva l’uso dei pantaloncini corti perciò decidemmo di portarci in campeggio una serie di mutandine velatissime e di gambaletti di nylon che avremmo indossato sotto i pantaloncini ed i calzettoni da scout. La sera della partenza, appena arrivati al pullman, ci squadrammo vogliosi e Giancarlo scostando il lembo del calzettone mi rivelò il suo gambaletto velatissimo bianco. Appena lo vidi mi venne l’uccello duro che premeva dentro il perizoma celeste che indossavo e lui, accortosi del gonfiore, mi disse di avere pazienza fino a quando ci saremmo seduti nel pullmann per viaggiare tutta la notte. Dopo i primi chilometri di canti, urla, scherzi e… grandi palpate di uccello, finalmente calò il silenzio. Tutti si slacciarono gli scarponcini e si accucciarono sul comodo sedile per dormire coprendosi con i propri giubbotti. Giancarlo si sfilò scarponcini ed i calzettoni rimanendo con le calze di nylon leggero e poggiò accucciandosi i suoi piedi proprio sul mio cazzo. L’intenso odore di piedi sudati di tutti gli occupanti del pullman mi stava facendo impazzire così mi sbottonai il pantalone e liberai il mio uccello fasciato dal velo del perizoma. Assicurandomi che tutti stessero dormendo presi i piedi di Giancarlo e me li portai alla bocca ed al naso. Sentii l’aroma del nylon impregnato e cominciai a leccare le punte leggermente rinforzate dei gambaletti. Leccavo convulsamente ed annusavo e mi segavo l’uccello, sempre più duro. Giancarlo mi liberò il cazzo che svettava e lo strinse tra le piante dei suoi piedi iniziando un lento movimento su e giu. Sentivo l’umido delle sue calze sudate che faceva scivolare il nylon per tutta la lunghezza dell’uccello. Poi si prese i piedi con entrambe le mani e stringendo le punte aumentò il ritmo della masturbazione. Io ero letteralmente disperato perché avrei voluto urlare dal piacere che quella puttanella di Giancarlo mi stava procurando, mi contraevo e mi contorcevo sul sedile facendo attenzione a non svegliare nessuno. Ogni tanto Giancarlo si abbassava sui suoi piedi e si infilava il mio cazzo in bocca ciucciandolo e slinguando la cappella. Poi si tirava su e ricominciava a segarmi con i piedi. Ormai i suoi gambaletti erano bagnati di umori prespermatici e questo lubrificava maggiormente il nylon facendolo scorrere più facilmente. Non potetti far altro che infilare la mano tra le sue gambe ed impossessarmi del suo cazzo già duro e cominciare a masturbarlo furiosamente. Giancarlo godeva e si leccava le labbra semisocchiuse ed accelerava ancor di più il movimento dei suoi piedi sul mio uccello. Stavo per esplodere e mentre me ne rendevo conto Giancarlo mi sborrò in mano una marea di seme bollente. Strinsi istintivamente il suo cazzo, gli diedi tre colpi per tutta la sua lunghezza e poi raccolsi tutta la sborra densa nel palmo della mia mano e me la portai alla bocca leccandola ed ingoiandola fino all’ultima goccia. Ora sentivo che stavo esplodendo e Giancarlo, che se ne era accorto dalle contrazioni, strinse le piante e piegò le dita dei piedi a coprire interamente la cappella da cui fuoriescirono tre fiotti violentissimi di sborra che gli riempirono letteralmente le calze e la punta dei piedi di una massa calda e gelatinosa. Lui continuò a muoverli facendo uscire ancora sperma e, solo quando notò che avevo eiaculato tutto ciò che avevo nei miei testicoli, mollò lentamente il mio cazzo abbassandosi e infilandosi letteralmente le punte sborrate delle calze in bocca. Leccò completamente tutto lo sperma sia dal primo che dal secondo piede e poi me li porse per permettermi di leccarli a mia volta. Avevano un’intensissimo ed eccitantissimo odore di nylon sudato misto a saliva e a sperma amarognolo. Sfiniti alla fine ci baciammo con la lingua che ancora sapeva si sborra e dopo esserci ricomposti e rivestiti ci addormentammo.
Dopo quella furtiva esperienza, non riuscivo ad adormentarmi. Ero ancora eccitato e al pensiero di essere circondato da piedi odorosi e sudati stava tornando fuori la mia indole feticista. Mi alzai e mi diressi silenziosamente ai sedili in fondo al pullman dove dormiva sdraiato un ragazzo di 15 anni senza scarpe. I sedili erano comodi e spaziosi così mi sdraiai con il naso vicino ai suoi piedi. Era troppo invitante. I suoi calzettoni erano terribilmente sudati ed odorosi e mi riportarono alla mente la puzza che impregnava le calze di Francesca, la mia amichetta d’infanzia. Mentre col naso mi avvicinavo alla pianta cominciai a palparmi il cazzo sopra i pantaloncini. Quell’odore intenso mi faceva impazzire e stringendomi l’uccello velato dal perizoma, mi masturbai furiosamente leccando delicatamente la parte inferiore della punta di quei calzettoni e annusandone la puzza penetrante. Ogni tanto, forse per dei movimenti involontari o forse per il solletico che la mia lingua poteva procurargli, il ragazzo muoveva leggermente le dita e questo mi eccitava da matti perché pensavo che si fosse accorto di ciò che gli stavo facendo e gli piacesse. Alla fine venni con un’altra copiosissima sborrata nelle mutandine e nel palmo della mano, che leccai avidamente. Finalmente ero rilassato e dopo essere ritornato a sedere accanto a Giancarlo, mi addormentai.
...continua...
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17 years ago
Moni,
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Last visit: 16 years ago
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poesia
Una perla
Tanti hanno cercato in chat Laura la bionda misteriosa
Ma una musica ignota non si puo possederla
Tra sguardi e frasi eccitate ho scelto te’
La perla che brucia.
Stiv
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17 years ago
laura770,
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Last visit: 15 years ago
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poesia per me tu balli
Per me tu balli
Vestita di poco e di cuoio
Per me tu balli e schiocchi la frusta
Mentre accarezzi sicura il tuo arnese
Sei “ fatta “ per me, balli per me.
Nella musica impazzita ti agiti, bella e padrona
E mi trascini nel mare dei tuoi sogni.
I tuoi seni velati mi sfiorano
Per te io mostro il mio corpo
E piego la schiena
Ti volto le spalle
E tu balli per me
Assaporo passione e piacere
E tu balli per me.
Stiv
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17 years ago
laura770,
43/41
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Certificazione Profili
esistono due tipi di certificazione, la prima per le coppie e singole e la seconda per i singoli ed i trav/trans.
la certificazione delle coppie e delle singole:
viene eseguita dallo staff del portale,essere certificati è semplicissimo basta inviare una mail all'indirizzo: [email protected] mandando una foto di coppia o almeno della lei di coppia o della lei nel caso di singole nella quale sia mostrato il nostro logo che potete scaricare cliccando qui (se preferite la versione pdf cliccate qui )stampato su un qualsiasi foglio formato A4 le compilato a penna o pennarello con la VS username e data della certifica la foto deve essere poi spedita all'indirizzo [email protected]
la certificazione sarà rapidissima,inoltre le coppie,singole ,lei bisex certificate potranno a loro volta indicarci le coppie o singole o lei bisex vere loro amiche che riceveranno a loro volta la certificazione.
NON Sono ammessi Fotomontaggi di nessun genere il logo deve obbligatoriamente essere stampato ed utilizzato per fare una foto reale.
NON AVETE LA STAMPANTE? nessun problema potete ricevere la certifica in questo modo prendete un normale foglio A4 e con un pennarello scrivete la Vs username seguita dalla frase "certificati da SexyCommunity" in data.... e poi utilizzate lo stesso foglio per scattare una foto come se fosse il nostro logo. (se sei singola puoi scattare foto allo specchio)IMPORTANTE: il volto DEVE ESSERE CENSURATO e quindi NON riconoscibile in quanto la foto inviata verrà pubblicata sul profilo dove deve rimanere obbligatoriamente per validare la certifica (può essere spostata nella gallery)
la certificazione dei singoli e dei trav/trans:
NON viene eseguita dal portale (in quanto è ovvio che siano singoli...) ma avviene su richiesta delle coppie che li hanno...testati come singoli ok...
importante:
il simbolo coppia verificata indica esclusivamente la reale esistenza degli utenti certificati al momento del controllo da parte del nostro staff.Il simbolo singolo ok indica che il profilo dell'utente è stato verificato dalla coppia indicata nella certificazione il portale non verifica personalmente questi profili.
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17 years ago
SexyCommunity,
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come scrivere un racconto erotico
Puoi inserire racconti sia se sei registrato sia come visitatore di SCse sei registrato una volta che hai fatto il login clicca nel Menu Utente la voce "Scrivi un Racconto" se non sei registrato puoi inserire ugualmente il tuo racconto cliccando nel Menu Utente la voce "Scrivi un Racconto" ma dovrai inserire una email valida per poter salvare il testocosa aspetti clicca su scrivi racconto inserisci il titolo ed il testo e poi premi salva il racconto!
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17 years ago
SexyCommunity,
35
Last visit: 8 hours ago
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poesia per voi
Per te’
Vorrei stringermi a te
Per vederti morire tra le mie gambe, tra le mie labbra
Potrei lasciarti delle parole,un gemito,il numero di telefono.
Ma di te non deve rimanere niente, se non il rimpianto di non avermi
laura
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17 years ago
laura770,
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Last visit: 15 years ago
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Remo
Racconto scritto dalla donna che ho conosciuto in chat ed incontrato successivamente:
"Remo è un uomo alto, 50 anni, biondo occhi azzurri, il classico uomo che si definirebbe "distinto", Amelia sorride quando pensa a questi aggettivi per l'uomo che ultimamente frequenta. Intuisce una certa timidezza dietro al suo portamento eretto e questo le piace perché le comunica tenerezza. Però il modo "signorile" di Remo è una cosa che notano tutti…come quella sera al ristorante, la prima volta che si erano incontrati, al loro tavolo era venuto subito il proprietario del ristorante, benché nel ristorante ci fossero altri avventori e Remo non fosse mai stato in quel ristorante. Ufficialmente era un incontro di lavoro ma ben presto avevano finito per parlare di loro, raccontandosi. Amelia adorava la conversazione e trovare uomini brillanti capaci di ascoltare e di tenere una conversazione mai banale non era cosa di tutti i giorni, spesso le capitava di sostenere da sola la serata leggendo sulla fronte del suo accompagnatore a chiare lettere tipo insegna al neon: non mi importa di che parli purchè dopo tu me la dia. Remo le piaceva anche per quello. Nessun messaggio sublimale che diceva "ti voglio scopare!". Quella prima sera non accadde niente, se non un casto bacio sulla guancia alla fine della serata. Remo aveva espresso l'intenzione di fare una passeggiata prima di andare a dormire ed Amelia si era offerta di accompagnarlo e il rifiuto di lui l'aveva un pochino confusa. Qualche settimana dopo, con alle spalle conversazioni telefoniche, mail e frasi in chat piuttosto erotiche, Amelia si trovava in piedi, nel corridoio di un albergo, di fronte alla porta di una stanza dentro la quale sapeva c'era Remo che la stava aspettando. Era lì già da un paio di minuti, si stava chiedendo perché era così emozionata, con il fiato corto e con il cuore che le rombava nel petto. Avevano creato volutamente intorno a questo incontro delle aspettative particolari che rendevano tutto molto intrigante, ma Amelia non era una ragazzina…,eppure era emozionata e questa sensazione le piaceva moltissimo. Il sesso senza emozioni non le diceva molto.
Finalmente si decise a bussare, all'interno sentì un lieve rumore e poi la porta si aprì. Amelia sorrise un po' imbarazzata, Remo era in camicia e pantaloni "d'ufficio", le stava sorridendo, fece qualche passo indietro per farla entrare e il suo sguardo l'avvolse dalla testa ai piedi, la squadrò dall'alto in basso, aveva una gonna al ginocchio e un cardigan, sandali con la zeppa e lacci alla schiava, poi le prese la borsa, l'appoggio sul letto e si baciarono a lungo le lingue ad esplorare le bocche, le mani che correvano sul corpo dell'altro…. Si sentiva come un'adolescente al primo incontro, emozionata, impacciata. Si staccarono e si sorrisero, lui le versò del vino in un bicchiere e ruppero il ghiaccio iniziando a parlare di lavoro. Si sedettero fuori in terrazzo, Amelia era imbarazzata perché Remo manteneva una certa distanza e lei aveva bisogno del contatto fisico era una necessità per lei. Dopo un po' Remo propose di iniziare a giocare, tra le cose che le aveva anticipato lui c'era proprio questo gioco con i dadi, tipo gioco dell'oca, con delle tavole che ad ogni casella avevano ovviamente una "penitenza" a sfondo erotico. Gioco che lei aveva trovato subito intrigante proprio perché sessualmente loro due non si conoscevano ancora. La prima tavola li fece rimanere entrambi nudi, i vestiti se li erano tolti uno alla volta come diceva il gioco. Amelia rise molto quando tra le penitenze c'era quella di nascondersi addosso il dado e il partner lo doveva cercare. Lei palpò Remo dappertutto (era rimasto solo con i boxer) prima di capire che se lo era nascosto dietro l'orecchio!! La seconda tavola li vedeva impegnati con penitenze che prevedevano di masturbarsi l'uno davanti all'altra, di mangiare dal sesso del proprio partner (Remo mise una mozzarellina freddissima tra le labbra della figa di Amelia, all'altezza del clitoride e la mangiò un pezzettino per volta eccitandola moltissimo) La terza tavola era fatta di penitenze sessuali, posizioni in cui fare sesso…..ma Remo decise di non continuare il gioco, fece distendere Amelia al centro del letto e la bendò. Poi le legò braccia e gambe al letto. Amelia si sentiva indifesa…braccia e gambe aperte…aperta allo sguardo di Remo senza sapere che cosa stava preparando quell'uomo che si era rivelato avere una grande fantasia ed un erotismo che le piaceva moltissimo. Non era la prima volta che si ritrovava legata ma la posizione era nuova per lei perché non solo era legata ma anche immobilizzata sul letto. Remo le chiese se era preoccupata, lei rispose di no, ma più sentiva Remo muoversi nella stanza e più l'eccitazione le saliva dentro…sentì che qualcosa la colpiva piano sui seni, poi sulle gambe, sulla pancia e ancora sui seni…..Remo la stava frustando con un gatto a nove code, ma piano, senza farle del male, eppure lei sussultava ad ogni tocco…..sentì qualcosa di freddo che le veniva "sbattuto" sulla pancia e sotto i seni…."che cos'è secondo te?" Le chiese lui. "Prosciutto" rispose Amelia. Lo sentì salire sul letto in ginocchio ed avvicinarsi a lei….la stava usando come piatto per il suo cibo….poi le versò del vino nell'ombelico e succhiò…….Amelia era fuori di se dall'eccitazione, era in croce su quel letto mentre lui la stava leccando, succhiando….era una cosa meravigliosa. Ad un certo punto lui prese le palline cinesi, due abbastanza grandi e del gel…. Amelia sentì il calore del gel sul clitoride e poi le palline che venivano strofinate lì e lungo tutto il suo sesso e poi Remo ne infilò una nella sua figa. Amelia sospirò forte, era molto eccitata e non vedeva l'ora di sentirsi riempita finalmente da qualcosa, da qualsiasi cosa. Remo infilò anche la seconda ed Amelia fece un piccolo grido. Poi lui comincio a masturbarla, si muoveva sempre più veloce sul suo clitoride, lei muoveva il bacino e sentiva le palline sbattere dentro di lei, quel peso piacevole al basso ventre che le davano le palline più lo stimolo di Remo….. Amelia venne gridando per quello che le stava facendo Remo ma anche per tutta l'eccitazione che aveva accumulato fino a quel momento e mentre veniva Remo si lanciò sui suoi capezzoli tormentandoli e pizzicandoglieli…….. Remo le tolse la benda e salì sopra di lei appoggiando il suo cazzo tra le tette di Amelia, la stava scopando così, scivolando avanti e indietro tra le sue tette, lei alzò la testa e cominciò a leccarlo… "ti slego"le disse Remo "perché voglio che tu mi tocchi". Remo aveva il membro bagnato ed era molto eccitato, Amelia lo leccò un po' così poi lui si distese sul letto e lei si mise tra le sue gambe leccandogli prima la zona sotto le palle, poi succhiandole avidamente ed infine concentrandosi sull'asta e sulla cappella mentre con un dito accarezzava l'ano dell'uomo…..ad un certo punto Remo le disse di girarsi e di alzare appena un po' il bacino. In quella posizione era esposta ancora di più allo sguardo di lui…le piaceva molto quella posizione, ma i giochi non erano ancora finiti. Remo prese un grosso vibratore, lo unse con il gel e giocò un po' con la figa e il buchetto di Amelia. Amelia era di nuovo sulla strada per un altro orgasmo….Remo la scopò così mettendole il cazzo dentro fino in fondo….sbattendo contro il suo culo….poi uscì, Amelia si sedette sul letto con Remo davanti a lei in piedi e lo riprese in bocca. Ora toccava a lui venire, lei raccolse il suo seno sotto il cazzo e lo prese in bocca mentre Remo si masturbava tra le sue labbra….lei sentì che era vicinissimo all'orgasmo e aprì la bocca per accoglierlo tutto dentro, la mano di lui sulla sua testa……… Remo venne dentro la sua bocca con un lungo gemito lei lo tenne dentro fino a che non smise di venire poi lasciò cadere un po' di sperma sul seno e mentre se lo spalmava sui capezzoli continuò a leccare il suo membro.
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16 years ago
Remo128,
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Last visit: 1 week ago
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Segnalazione utenti scorretti
IMPORTANTE:Per garantire la migliore "vivibilità" possibile del portale qualsiasi utente può segnalare comportamenti scorretti all'amministratore semplicemente seguendo questa procedura:entra nel profilo utente di chi si vuole segnalare e , sotto la foto principale, cliccate la tab "Menu" ,all'apertura della tab in basso troverete il link "Segnala utente" cliccatelo e si aprirà la finestra nella quale potrete inserire la motivazione.ATTENZIONE: 3 segnalazioni da utenti differenti comportano l'immediata sospensione del profilo!
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17 years ago
SexyCommunity,
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Inserire Immagini e video nel proprio profilo
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inserire foto nel profilo clicca qui sopra il pulsante
INVIA UNA
NUOVA FOTO e segui le istruzioni.
per le immagini puoi inserire file di tipo .jpg .gif .png
.jpeg .tiff
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se
sotto la foto vedete questa immagine:
significa che la foto è visibile a tutti
se
sotto la foto vedete questa
immagine:
significa che la foto o
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sulla mano rossa.
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inserire video nel profilo entra nella sezione Video
Erotici SC dal MENU PRINCIPALE e poi clicca in alto il
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inserito nel tuo profilo.
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scegliere SEMPRE il formato di output .FLV
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17 years ago
SexyCommunity,
35
Last visit: 8 hours ago
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sono stato bloccato perchè? e cosa devo fare ora?
attenzione se ti trovi qui probabilmente sei stato bloccato!
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trovate le info per la certifica ed il logo di SC cliccando qui
ISTRUZIONI PER LO SBLOCCO DEL PROFILO SINGOLO :
se sei singolo, lui bisex ,gruppo gangbang e ritieni di non aver infranto le norme sopra riportate ed il regolamento di SC puoi fare richiesta di sblocco facendo presente le tue motivazioni alla mail [email protected] IMPORTANTE: devi inviare richiesta obbligatoriamente dalla mail che hai utilizzato per creare account
IMPORTANTE:
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17 years ago
SexyCommunity,
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Aggiornamento Annunci e Profilo
Aggiornare il proprio profilo consente di poter aggiornare l' annuncio ,la password , la descrizione ,le preferenze ecc. è molto semplice per farlo basta seguire questi passi!
entrate nel portale e loggatevi
nel MENU UTENTE sulla colonna sinistra della home page cliccate il pulsante "Modifica Il Mio Profilo"
nella schermata che vi si apre fate le modifiche che ritenete opportuno (ci sono varie cartelline fra cui scegliere)
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ATTENZIONE: per evitare problemi gestionali ricordiamo che NON è possibile cambiare il Genere e la Username per questi due campi dovete fare richiesta scrivendo al profilo Admin
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17 years ago
SexyCommunity,
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I miei dati sono al sicuro?
SexyCommunity e SexyLombardia sono molto sensibili alla privacy ed alla sicurezza dei propri utenti.per questo abbiamo creato nuovi script che bloccano lo scaricamento dei contenuti non solo da Internet Explorer ma anche da tutti gli altri browser Firefox Safari Opera e Netscape.Siamo al momento gli unici che hanno questa funzionalità ! (per provare basta andare su un qualsiasi altro sito ad esempio usando Firefox e provare a cliccare il tasto destro...;-) IMMAGINI AL SICURO: inserite tranquillamente le vostre foto o video saranno visibili SOLO agli utenti registrati una cosa importantissima da fare sempre è quella di rendere inservibili le immagini scrivendo la propria mail oppure il classico proprietà di..... ben visibile al centro di ogni immagine questo è il sistema in assoluto più efficace per proteggere la vostra privacy . IMPORTANTISSIMA NOVITA' BASTA CON LE MAIL RUBATE LO SPAM ED I VIRUS!!! da oggi chi vuole scrivervi una mail NON vedrà più il vostro indirizzo ma le mail saranno spedite direttamente tramite il form del portale quindi massima sicurezza niente più virus e basta spam...se invece usate la posta del portale vi ricordiamo che supporta gli allegati! potete inviare fino a 3 immagini per ogni messaggio in formato jpeg,png,gif,jpg dimensione max 500kb inoltre utilizzando la posta del portale sarete AL SICURO DA VIRUS...Moderazione del sito: come sapete questo NON E' solo un portale di annunci ma bensì una community moderata e quindi sarete sempre al sicuro da comportamenti scorretti o volgari basta SEGNALARE l'utente scorretto in modo anonimo ed i moderatori verificheranno e risolveranno in brevissimo tempo.
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16 years ago
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a volte capita che i comuni problemi di visualizzazione del portale siano dovuti al fatto che il vostro browser ha in memoria una vecchia versione della pagina che state vedendo. Come fare per aggiornare la pagina??? è molto semplice basta eliminare la cache ed i cookie. qui di seguito vi spieghiamo come fare, tranquilli è semplicissimo e non crea nessun danno al vostro pc.
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15 years ago
SexyCommunity,
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Come cambiare la PASSWORD del profilo
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15 years ago
SexyCommunity,
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16 years ago
SexyCommunity,
35
Last visit: 8 hours ago
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ComplicitÃ
Era da molto tempo che Marta, una nostra amica, non veniva a trovarci e quando suo marito mi aveva avvisato che ci avrebbe chiamato per venire da noi due giorni l'eccitazione e il pensiero di passate una serata di sesso con lei e mia moglie Victoria si è espanso nella testa e nel corpo.
Già in passato avevamo tutti e tre in sieme passato una serata di intrigante sesso essendo sia Marta che Vittoria fortemente bisex.
Domenica in tarda mattinata puntuale come suo solito Marta si è presentata da noi e dopo tutta una giornata di chiacchiere, che avevano evidenziato il desiderio di Marta di trovare singoli per fare nuove esperienze sessuali era finalmente giunta la sera.
Erano le 22,00 e Victoria guardando Marta le disse che era meglio dedicarsi un pò al piacere e insieme eclissarono ritornando alcuni minuti più tardi.
Marta indossava un reggisenso color pelle,abbinato al tanga e un velo nero trasparente che ricopriva parzialmente le forme splendide dei suoi fianchi. La luminosità del sorriso e del viso offuscavano l'insieme ma lo spettacolo era stimolante.
Victoria aveva una sottoveste nera cortissima che segnava il perizona e metteva in risalto le sue forme.
Insieme accompagnati da alcuni brani abbiamo creato intimità e iniziato ad accarezzarci l'un l'altro senza esclusione alcuna.
Dopo pochi minuti toccando le intimità di entrambi potevo assaporare che l'eccitazione già ben salita e non mi ha stupito quando baciandosi l'un l'altra Victoria ha invitato Marta a gestire con le proprie mani il vibratore spesso presente nei suoi giochi.
Victoria rivolgendosi di spalle a Marta, alla pecorina, veniva penetrata dalle sapienti mani di Marta mentre io con le dita sollecitavo Marta che gemeva dal piacere.
I giochi sono proseguiti fino vero le 24,00 quando Victoria disse che sarebbe andata a dormire ma che noi potevamo proseguire da soli.
Che emozione poter stare con Marta e sapere che Victoria era in camera !
Carezze, colci sfioramenti e penetrazioni ripetute ci hanno visto attivi fino alle 2,00 con un gran piacere di entrambi fino al decidere di andare a dormire.
Entrato silenziosamente nel letto Victoria con voce bassa e complice mi ha sussurrato " Vi ho sentito gemere e godere e solo per la stanchezza non mi sono riunita a voi,....... ma la prossima volta incominciamo a divertirci alle 19,00 !"
Grazie Victoria
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15 years ago
Victoria e Marco,
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Last visit: 1 month ago
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[email protected]
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15 years ago
SexyCommunity,
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Last visit: 8 hours ago
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Tour Nuovo Profilo
Nuovo Layout Profili...Nuovo Sistema Modifica Campi in Real TimeNuove Preferenze Profili...Nuova Modifica Automatica Preferenze Profilo...Nuova Gestione Privacy Preferenze SexyCommunity...
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11 years ago
SexyCommunity,
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Last visit: 8 hours ago
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dal massaggiatore
Un pomeriggio mi sono recata in un centro per massaggi ,ero molto legata alla schiena e alle gambe e volevo rilassarmi un poco. Quel pomeriggio mi decisi ed andai ,entrai in questo studio molto carino e caldo ,mi sentii subito a mio agio , mi presentai a questo tipo carino alto e con le mani caldissime , le sentii dalla stretta di mano. Mi denudai completamente restando solo colperizoma rosso ,e mi stesi sul lettino e cominciai il massaggio che avevo da prima richiesto solamente dietro su tutto il corpo. Le sue mani cominciarono a massaggiare delicatamente sulle gambe le cosce e via salendo per la schiena, ad un certo punto mi rilassai tanto e mi abbandonai. Al suo passare con le mani sulle gambe sentii che piano piano entrava sempre piu internamente alle cosce e li cominciai a muovermi come se stessi andando in calore, sentivo piacere ero eccitata. Sino a quando col braccio mi massaggiò e passò sul mio culetto ,da li piu volte sino a mettermi le dita dentro e a farmi godere ,continuo per alcuni minuti ed io mi dimenavo alzando il culetto per poter sentire di piu ,ad un certo punto scesi dal lettino e cominciai a succhiarlo per bene ,aveva un cazzo duro e robusto, poi mi feci prendere da dietro ed io chinata al lettino. Ho goduto molto e non potendo godere liberamente si faceva il possibile in silenzio ma i movimenti parlavano chiaro. Mi sbatteva come non mai sino a vederlo venire sopra il mio culo sodo ed accogliente . Spero di ritrovarlo ancora...
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16 years ago
fabio latrav,
32
Last visit: 16 years ago
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0
9 years ago
SexyCommunity,
35
Last visit: 8 hours ago
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T.V.B.
Ho lasciato parole nel vento, trasportate lontano dalla brezza, non hai risposto, non un sorriso, non una carezza, non uno sguardo, ti sei voltata e te ne sei andata lontano nascosta tra la nebbia.
Sono rimasto lì, seduto ad aspettare con lo sguardo perso nel vuoto, nemmeno so dire quanto, credevo non ci fossi più, credevo di averti persa per sempre. Il vento ha diradato la nebbia, piano piano, lentamente, quasi come se sentisse che avevo bisogno di luce.
Volgo lo sguardo e ti vedo, a pochi passi da me, mi osservi e non muovi nulla, nemmeno le ciglia, quasi incantata, non so cosa fissi con lo sguardo, forse aspetti che la nebbia si diradi. Il mio sguardo si posa su di te, indaga, sta cercando un segno, un accenno, un qualcosa che mi spinga ad aprir la bocca per parlare. Il tempo pare si sia fermato, non si odono rumori, ed il vento si ferma; un timido raggio di sole si posa sul tuo viso e lo illumina. Brilla il tuo viso, imperlato da due rivoli che scendono lenti sulle guance arrossate. Nemmeno il più grande e famoso dei pittori potrebbe vedere ciò che vedo io, due file di diamanti splendenti fanno da cornice al tuo volto. Non posso muovermi, romperei la magia, l’incanto, mi sento un verme per averti ferito, per non aver capito quanto conti per me. Ti muovi, prima indecisa e titubante, ma poi acceleri, ti avvicini e mi butti le braccia al collo prima che possa muovere una ciglia. Sento la tua bocca posarsi sulla mia, calda,morbida, dolcissima, mi sfiori le labbra come solo tu sai fare, vuoi la mia bocca, la mia lingua, e con un dito mi sfiori il viso seguendone i contorni. Incapace di reagire a tanta dolcezza socchiudo gli occhi, tutto imbrunisce, ho solo due perle davanti, i tuoi occhi luccicano come non mai, gli sguardi si incontrano e le nostre lacrime si uniscono scendendo sul tuo seno goccia dopo goccia e facendoti fremere. Sussurri qualcosa che non sento, ma so cosa stai dicendo, anche se fossi sordo sentirei, sono i tuoi occhi a parlare, è i tuo corpo che grida, forte, fortissimo, impossibile non sentire quello che dice. Tu sei capace di sciogliere ogni cosa, non ho difese contro di te, mi sciolgo come la neve ed il ghiaccio al sole di aprile, le mie tempie pulsano, il cuore accelera i suoi battiti ed il respiro si fa affannoso. Le mie braccia e le mie mani cominciano a muoversi, ti avvolgono, e tu ti accoccoli come una bimba in braccio a suo padre. Ora sono e mie mani a sfiorarti il viso, è la mia bocca cercare la tua, e sento i tuoi capezzoli pungermi lo stomaco, ti bacio dolcemente e tu reclini il capo all’indietro, la mia bocca scende sfiora il collo, e la mia lingua umida si posa su di esso sfiorandolo, hai un fremito,due, tre, pure tu ora hai il respiro affannoso, sento il tuo seno spingere contro di me e avverto il battito del tuo cuore. Prendimi mi sussurri, ti voglio, ora, adesso, subito.
Sento le tue mani scivolare sotto la mia camicia, le tue unghie affondare nella mia pelle mentre la mia lingua raggiunge la scollatura del tuo vestito. Un brivido di piacere mi attraversa mentre le faccio scorrere la lampo del vestito nero verso il basso, inarchi la schiena per poter spingere il seno verso la mia bocca. Il vestito scivola in basso, un suo lieve movimento lo fa cadere a terra ed esso appare in tutto il suo splendore davanti ai miei occhi, l’accarezzo con lo sguardo e ti sento tremare. Sento le mani sbottonarmi la camicia e poi sfiorarmi il petto, mi riempi di baci leggeri tutto il torace e non ho la forza di sfilarmi la camicia, ormai aperta, dalle braccia.
Non so quanto tempo ci siamo accarezzati, avverto le tue mani che scendono a cercare la cintura, e sento che scivoli tra le mie braccia per metterti in ginocchio davanti a me. No. Ti fermo, non è ancora il momento, devi aspettare, devi bramare proprio come il fumatore che rimasto senza sigaretta non vede l’ora di trovarne una in piena notte e con tutti i tabaccai chiusi.
Sono io a condurre il gioco, lì, in piedi nel parco, la gente che passa e ti vede seminuda, io con la camicia a penzoloni, ma non esiste nessuno all’infuori di noi in quel momento.
Lentamente ti spingo contro una pianta, un ramo basso e solido sembra fatto apposta per noi, ti faccio appoggiare, quasi seduta, ed inizio ad esplorare il tuo corpo coprendolo di baci e carezze ed inumidendolo tutto con la lingua. Il tuo minuscolo perizoma in pizzo lascia intravedere il paradiso, accenni a levarlo ma anche stavolta ti fermo. Non riesci a stare ferma, la voglia di toccarti aumenta ed i miei baci ti fanno sussultare. La tua mano si posa tra le tue gambe e sopra il perizoma inizi a toccarti con lenti movimenti circolari. Con il mio fazzoletto, sempre baciandoti ti bendo gli occhi, e tu gemi, ora non vedi nulla, senti me vicino, senti il mio respiro su di te, e le mie dita sfiorano la tua pelle ora qui ora lì, ad ogni tocco un gemito, il piacere ti assale, mi desideri e mi dici ora, non resisto, ti voglio….. Non ti ascolto, una coppia ci sta guardando, si è seduta accanto all’albero a fianco, in una posizione dove ci può osservare, ma tu non lo sai, non puoi vedere. Incontro o sguardo di lei, poi quello di lui, si baciano, sono eccitati da ciò che vedono e si vede.
Un mio sguardo più intenso sulla lei la spinge ad alzarsi, prende il suo uomo per mano e si avvicinano in silenzio mentre ancora ti sto accarezzando.
Sei vicinissima all’orgasmo, il tuo tocco sapiente ti procura piacere, ma ti fermo la mano ti sfioro il viso, e mentre ti bacio senti una mano fredda e tremolante accarezzarti la schiena. Sussulti, ma quella mano si fa più audace, ti sfiora e prende il posto della tua al centro del piacere. Un seno piccolo e sodo si appoggia a te, ti spinge contro la schiena, e tu appoggi una mano all’albero aggrappandoti al ramo con l’altra. Io mi inginocchio, ti sfioro con la lingua e ti abbasso i perizoma.
Quella mano sconosciuta e la mia lingua ora danzano sul tuo sesso, assieme, lentamente facendoti urlare di piacere. Senti altre mani ora sul tuo corpo, oltre alle mie, mani da uomo, ruvide e callose, ti stringono il seno e ti piace. Senti una lingua sulla schiena, una sul seno ed una sul clitoride gonfio.
Non resisti, urli, ed esplodi in un orgasmo incredibile, piegando le ginocchia ed accasciandoti esausta. È lunga la notte ancora, casa mia è proprio a due passi, ti prendo in braccio esausta, ancora nuda e bendata e mi incammino seguito dalla coppia che ha raccolto i tuoi vestiti da terra. La gente ci guarda passare, ma non li vedo, il gioco continuerà , ma dentro quattro mura, nel nostro letto…..
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17 years ago
funghetto,
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Last visit: 1 month ago
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La mia segretaria
La sua minigonna metteva in mostra le sue fantastiche gambe. era in quel momento
l'unica persona della mia eta' in ufficio, ed io la invitai per una bistecca. la
mia felicita' fu al massimo quando lei immediatamente accetto' il mio invito.
dopo la cenetta gina mi invito' a casa sua. ci trattenemmo a lungo ed avemmo
l'occasione di conoscerci meglio. mi fece capire chiaramente che desiderava
qualcosa da parte mia. la sua aggressivita' e la fiducia in se' stessa erano
notevoli. il suo aspetto rese la nostra serata indimenticabile. ad un certo
momento ci baciammo, gina prese l'iniziativa con un lungo e profondo bacio,
usava la lingua in un modo eccitante. si sfilo' la maglietta aderente ed io
iniziai ad accarezzare intensamente il suo busto, lei mi spinse indietro. ero
sdraiato e lei si adagio' completamente sopra di me, le baciai il seno mentre
sentivo le sue gambe muscolose e forti avvinghiarsi alle mie. stringevo a me il
suo corpo atletico, le mie mani accarezzavano i suoi muscoli provando sensazioni
piacevolissime; non potei fare a meno di domandarle cosa facesse per mantenere
il suo corpo in quelle meravigliosi condizioni."nella mia vita ho giocato al
calcio, a pallacanestro ed ho praticato ginnastica", mi rispose, "pero' non mi
sono mai fatto culturismo, ma le mie gambe sono forti ed attraenti. ma anche il
mio busto non e' male, cosa ne dici?"le feci dei complimenti circa il suo busto,
per tutta risposta gina mi porto' nella sua stanza da letto.mi coricai sulla
schiena e gina mi chiese se mi sarebbe piaciuto se lei avesse cominciato ad
allenarsi per avere un corpo con piu' muscoli. risposi che la cosa mi avrebbe
entusiasmato. aggiunsi che se avesse provato piacere ad allenarsi con i pesi le
avrei regalato un abbonamento in una fantastica palestra.il programma di
allenamento che io immaginavo per lei era dedicato soprattutto al busto, le
braccia e le spalle: le sue gambe erano gia' sviluppate in modo fantastico.gina
inizio' ad allenarsi ed il suo corpo reagiva rapidamente al programma intenso di
allenamento: aveva una struttura fantastica per sviluppare muscoli forti e con
dimensioni notevoli. pian piano prese sempre piu' entusiasmo, confrontava il suo
corpo con il mio, voleva metter su massa di muscoli per potermi sfidare su un
ring. un giorno la sfidai a picchiarmi sul petto. lei accetto', e dopo un paio
di colpi io mi sfilai la canottiera, la sfidai:"piu' forte, picchia piu' forte
che puoi, fammi venire i muscoli blu, se ci riesci!"riuscivo a sopportare i
colpi con facilita', ma notai che gina era velocissima e sarebbe diventata un
ottimo avversario per me, quando fosse piu' forte.iniziammo a tirare di boxe
regolarmente e con immenso piacere. gina era velocissima ed anche tecnicamente
molto brava, ma io ero molto piu' forte di lei. questo contribui' molto alla sua
formazione, imparo' ad essere sempre piu' aggressiva ed aveva un solo obiettivo
in mente:"un giorno ti battero', sono sicura!"passarono 5 mesi. gina aveva un
fantastico corpo muscoloso, molto piu' massiccio di quando aveva iniziato ad
allenarsi. la boxe fu messa in secondo piano. le gambe di gina erano molto
dotate e facilmente lei le allenava per migliorarle, i suoi sforzi erano
concentrati ad aumentare la massa muscolosa del suo busto e braccia. dopo un
altro mese i manubri erano diventati troppo leggeri. inizio' ad allenarsi con
alcune culturiste professioniste, mentre io mi allenavo presso la mia solita
palestra.il nuovo programma di allenamento inizio' a fare miracoli: la sua
muscolatura si sviluppo' in modo esplosivo. ero entusiasta del fatto che ora io
e la mia amica potevamo lottare senza grossi problemi della differenza fra i
nostri fisici: ci attaccavamo spesso a vicenda, ci allenavamo ad eseguire delle
lunghe sfide applicandoci vicendevolmente ai nostri corpi le tipiche forbici di
lotta con le gambe. lo facevamo in tutte le possibili posizioni anche quando
scopavamo.dopo alcuni mesi le nostre forze furono ormai alla pari. gina poteva
ormai dominarmi con facilita' era dotata di muscoli veramente grandi e forti, ed
era comunque molto sensuale. il suo corpo simmetrico le permise di iniziare ad
allenare intensamente anche le gambe. ben presto non potei piu' contrastare la
forza delle sue gambe, mentre il suo torace diventava sempre piu' forte e si
sviluppava. anche la forza della sua schiena, delle braccia e dei suoi pettorali
non fu piu' controllabile da parte mia.la mia amica era ora piu' forte e piu'
grossa di me, e piu' potente.lei mi piaceva sempre di piu' ma mi preoccupava
molto la sua superiorita' dal punto di vista fisico.dopo che lei per l'ennesima
volta mi supero' in una prova di forza durante una delle nostre quotidiane
sfide, decisi che avrei dovuto farla finita.lei avrebbe dovuto sostituirmi con
un uomo piu' forte e grosso di me, che le potesse dare tutto cio' che lei
desiderava.gina era ormai troppo aggressiva, troppo forte, anche se io sono
dell'opinione che una donna non e' mai sufficientemente forte e muscolosa.nel
frattempo mi trovai una nuova amica, e subito notai che aveva un potenziale
fantastico. la conobbi in un locale, la invitai a ballare: aveva due gambe
lunghe e muscolose sotto la minigonna cortissima. le sue braccia avevano degli
ottimi tricipiti, non ben bilanciati dai bicipiti che mi sarebbe piaciuto
vederle addosso. indossava solo la minigonna ed un top che le lasciava soperto
l'addome muscoloso e scolpito, era alta come me, ballava stringendosi a me,
sentivo il suo corpo forte e muscoloso, pieno di energia che io avrei potuto
fare esplodere. decisi che la avrei allenata nella mia palestra, aveva il
potenziale.le chiesi cosa faceva per mantenersi in forma, rispose con la sua
calda e sensuale voce:"molti sport, ma ora sto cercando una palestra per
allenarmi al culturismo, tu potresti darmi un aiuto, hai un fisico fantastico,
senti che braccia e che pettorali hai, voglio potere allenarmi ed un giorno
battermi a lotta con te......... e batterti!!!"
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17 years ago
ClaudioMara,
29/35
Last visit: 2 years ago
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Il caldo la birra il bar la famiglia...e la fortuna
Era un pomeriggio afoso d'estate e stavo cercando di fare arrivare le 19,00 per andare a casa da moglie e bimbi. Mi fermo in un bar ed ordino una birra: la barista non era bella anzi era parecchio morbidosa ma con quella scollatura che faceva vedere quell'enorme seno procace e quelle trasparenze da cui intravvedevo quelle natiche cosi spropositate scatenarono subito in me fantasie. Fantasie che molto probabilente ella capì visto che con la scusa del caldo (mi ero seduto all'esterno) mi invito' all'interno ove il locale era climatizzato. Mi faccio un giro all'interno: dove sono site le slotmachine vi è una luce soffusa e due avventori inseriscono monetine senza molta convinzione e piu' che una stanza si tratta di un corridoio stretto dove a fatica si passa. La barista porta la consumazione ad un cliente e sfiora con prepotenza la mia patta con il suo enorme e sodo sedere... La guardo e lei mi guarda molto sorniona. Un cliente si alza e se ne va , lei ripassa prende il bicchiere vuoto e come prima piu' di prima si struscia pesantemente su di me. Sento che lui comincia a lanciare segnali ma...che posso fare se non pensare che a casa bimbo permettendo forse nel ligio silenzio della proba moglie riusciro' a scaricare...Anche l'ultimo giocatore se ne va e dopo qualche minuto di nuovo lei: io la guardo lei mi guarda mi passa davanti anzi no mi viene incontro si gira si china leggermente e pianta il suo soave duro enorme culetto sul mio cazzo ormai stretto tra i pantaloni cominciando in maniera violenta a divincolarsi tutta...Il piacere la situazione il luogo hanno su di me un effetto delirante: mentre lei si struscia con le mani comincio a sfiorarle la pancia e l'ombelico mente dolcemente lecco il suo collo e le sue orecchie. Mi prende la mano e se la infila nella sua fica morbidissima e completamente epilata ma soprattutto bagnatissima accompagnando sempre piu forte la sua con la mia...le mani sono piene e rovistano vorticosamente quella dolce e calda fessura..Comincia ad ansimare ed io con lei; comincio non senza fatica a cercare di abbassare le culotte di lei il suo culo nudo è sul mio membro duro scapellato e bagnato che sfregola a piu' non posso su una pelle morbida e fresca come l'acqua di un torrente. Sento che sto per venire e che ormai anche lei è al culmine Lei freme urla e si dimena stringendomi e tirandomi le palle con un abile contorsione della sua mano ed io mordendogli il lobo dell'orecchio esplodo in un caldo getto che inonda le sue chiappe e la sua schiena smanettando in quella fica calda e sbrodolona giunta al culmine del piacere.....Gli spalmo tutta la mia sborra sul culetto che bacio e lecco avidamente e poi sempre da dietro la stringo forte girandogli la testa e baciandola con ingordigia facendogli assaggiare il sapore del mio nettare. Lei rimane cosi abbracciata a me come una bimba per qualche minuto. Poi improvvisamente mi dice di lasciarla capisco che gli scappa la pipì... mi accovaccio su di lei e leccandogliela la bevo tutta fino all'ultima goccia: anche se calda non vi è birra ghiacciata che tenga. Arrivano le 19,00 saluto la barista e mi incammino verso casa: il bimbo ha la febbre la moglie il ciclo e di scopate manco l'odore...
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15 years ago
Pier,
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Last visit: 7 years ago
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Le fantasie inaspettate
Se si avverassero tutte le fantasie che abbiamo sicuramente ce ne verrebbero altre. Fortunatamente le mie cerco di avverarle nel limite del possibile, ma una in particolare mi gira continuamente in testa. Sono nel mio ufficio da solo, come sempre, e tra mille cose aspetto sempre con ansia la visita di di una donna. Potrebbe essere la mia commercialista, l'amministratrice del condominio, oppure una rappresentante di materiali innvativi. Ma una mattina, proprio quando pensavo a tutto tranne che ad una donna, il campanello suona e scendo ad aprire. "Salve, mi scusi se la disturbo. Mi si è fermata la macchine esattamente davanti al suo portone, volevo avvisarla prima che si arrabbiasse accorgendosene da solo.... e magari pensando di dare dell'idiota a qualcuno. Mi si è spenta mentre facevo la retro e non riparte più."
Non era una donna bellissima, però aveva bei modi con una bella voce ed un viso espressivo. Le chiesi se potevo dare un'occhiata veloce, mentre le offrivo un caffè. Si fece pregare per un paio di volte ma alla fine accettò. Spinsi la macchina dentro la mia officina, aprì il cofano e mentre scendevo mi arrivò un'alone di profumo molto delicato e buono. Lei era davanti alla macchinetta del caffè ad aspettare che scendesse, io sotto il cofano, con la coda dell'occhio la guardavo. Scarpe nere col tacco non altissimo legate alla caviglia con qualche piccolissimo svaroski sul cinturino. Gonna grigio topo appena sopra il ginocchio con collant nere in contrasto. Aveva una camicia bianca semplicissima, quasi da uomo, con i primi bottoni slacciati, lasciando intravedere un solco stretto e profondo. Lo squillo del mio cellulare in tasca mi tradì, facendola girare di scatto verso di me e beccandomi in pieno mentre i miei occhi erano rivolti a lei. Se ne accorse, era evidente. Risposi al telefono per un minuto e riattaccai. Col caffè in mano si avvicino a me lentamente, quasi a volere far sentire ogni colpo di tacco ben scandito sul pavimento. " buono il vostro caffè. Invece a questa signorina cosa le è preso?. Il tono di voce era demoralizzato e ancora di più quando diede uno sguardo all'orologio. Gli chiesi cortesemente di provare a rimettere in moto. Lei aprì la portiera, mentre io dietro guardavo due glutei perfetti e sodi tenuti a bada dalla gonna. Non ho idea di cosa avesse quella macchina, ma per botta di culo, ripartì. Un sorriso rassicurante le spuntò dal viso e inaspettatamente mi fece un occhiolino in segno di approvazione. Subito dopo mi fece notare una lancetta del cruscotto, chiedendomi se fosse normale che stesse in quella posizione e usandola come scusa per farmi avvicinare alla portiera. Seduta sul sedile con una gamba a bordo e l'altra sul pavimento, mi indicava la lancetta. I miei occhi però caddero a peso morto sul pizzo appena appena visibile dell'autoreggente della gamba sinistra. Si voltò per guardarmi e mi ribeccò in piena osservazione delle sue cosce. "Ops, questa gonna non è corta ma si alza in un attimo" disse mentre la tirava giu con le mani. " Non si preoccupi signora, sono cose belle da vedere." Lei propose un sorriso imbarazzato ma compiacente, ci presentammo e mentre diceva Ilaria, il mio cervello iniziò a lanciare picchi di eccitazione. Le rialzai un pelo la gonna, molto delicatamente con due dita. MIguardava fisso negli occhi sorridento appena, ma evidentemente consenziente. Lei l'alzo ancora di più, quasi a metà coscia : " Meglio così?" mi chiese col viso verso le sue gambe e girando solo gli occhi verso di me. " Adesso è meraviglioso, posso?" Mi avvicinai con la testa alle sue gambe, e cominciai con dei bacini delicati a stuzzicarla. Le tirai su tutta la gonna e una pelle bianca e morbida tirò fuori la mia lingua che puntò dritta sulle mutandine nere in pizzo. Era umida, il suo umore traspirava dal tessuto, mentre sentivo il mio pene teso e pressato contro i jeans. Con la mano lei spostò il bordo delle mutande, mostrandomi in pieno la sua bella e carnosa patatina. Depilata all'inguine con la riga centrale dritta di qualche centimetro. Con la lingua a paletta, partì da sotto risalendo piano e raccogliendo il clitoride che si appese come se mi stesse aspettando. Decisi di andare a chiudere le porte. Al mio ritorno aveva ribaltato tutto il sedile e si stava masturbando con ardore, intanto io le accarezzavo i seni soffermandomi su due capezzoli duri e lunghi. Con l'altra mano si avvicinò alla cintura che venne slacciata in un lampo. Si alzò dallo schienale abbassato e me lo tirò fuori. Lo accarezzava piano col palmo e con le dita, e subito dopo la sua lingua era sui testicoli come se volesse salutarli. Leccava la lunghezza del mio menbro e tutta la circonferenza della cappella, ma poi se lo infilò in bocca piano piano fino in fondo. Qualche gemito suo iniziava a sentirsi, e guardandole la mano che stuzzicava la passerina, mi accorsi che era già tutta lavata. Le tesi una mano per farla scendere, e la portai davanti ala macchina accomodandola alla pecorina, facendole appoggiare le mani sul cofano. Io dietro, le accarezzai quei glutei da favola caldi e sodi disegnati dalla riga del perizoma. Mi appoggiai a lei mentre con le mani le slacciavo i bottoni della camicia e le tiravo fuori le tette dal reggiseno nero. Mi abbassai boxer e pantaloni e mi riappoggiai a lei per accarezzarle i capezzoli e farle sentire il calore del mio pelo, ma lei non esitò a prenderlo e a infilarlo dentro di se. Ero eccitatissimo, lei ansimava ad ogni mio piccolo colpo e avvertiva la durezza del mio pisellone. Se vi piace ditemelo, continuerò a scrivere. Ciao a tutti. Raul
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17 years ago
diego,
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Incontri al femminile
Da tempo desideravo incontrare una donna da sola e non come spesso è accaduto con i rispettivi mariti e provare cosa poteva accadere in me.
Quando Marco mi diede un cellulare di una donna che aveva risposo ad un last messo per me sono rimasta incredula ma con grande emozione composi il numero.
Al telefono rispose una donna Anna; sentii che era molto decisa ma dolce nel suo parlare e senza indugiare definimmo di incontrarci e vedere cosa succedeva.
Durante una cenetta al ristorante, dove molti uomini ci osservavano, anche perché entrambi indossavamo delle minigonne da sballo, chiacchierammo come solo le donne sanno fare ma entrambe avevamo un forte desiderio di andare ad approfondire fisicamente la nostra conoscenza.
Anna aveva qualche anno più di me, magra con un seno sorretto da un reggiseno che lo metteva in risalto e che mi toglieva il fiato.
Entrate in camera Anna lanciò via la sua borsetta e con veemenza mi strinse a lei, inizio a baciarmi appassionatamente e senza indugio alcuno mi mise la sua che mano sotto la gonnellina.
Tutto mi sarei aspettata fuorché questo e quando con la sua mano accolse totalmente la mia vagina incominciarono per me momenti indimenticabili.
Mi teneva con decisione e mi faceva passare la sua mano sotto le mutandine infilandomi subito un dito dentro e la mia vagina ormai bagnatissima e continuando a baciarmi con passione mi spinse sul letto.
Forse erano passati 2 minuti e mi trovavo già in balia di Anna con le sole calze autoreggenti addosso, a gambe aperte e Lei che mi leccava le piccole e grandi labbra con sapienza e continuità .
Le sue prime parole in stanza non potrò mai dimenticarle, mi disse “ da tempo sognano di scoparmi una bella troiaâ€.
Io mi sentivo invasa da eccitazione e il primo orgasmo era alle porte e mentre l’eccitazione arrivava al massimo lei mi incitava “ godi, voglio sentirti e vederti godere così per poi scoparti con un bel cazzo fintoâ€.
Lasciai andare alcuni gemiti di piacere che Anna soffocò baciandomi appassionatamente e mettendomi la sua lingua che sapeva ancora dei miei umori in bocca.
Sentivo il suo desiderio ed anche il mio era crescente , c’era in me un grande desiderio di farmi possedere totalmente e in un orecchio le dissi “scopami , dai prendimi, usa il tuo cazzoâ€.
Mentre mi mettevo in ginocchio per averla dietro e farmi penetrare Anna indossò il suo strap on e solo allora notai quanto era grande.
Aveva veramente una dimensione che ritenevo proibitiva ma Anna giuntami dietro, mi diede prima due schiaffi sulle natiche e appoggiò solamente il pene alla mia fessurina umida e vogliosa.
Restò in attesa che si aprisse leggermente e sussurrò “lo so che mi vuoi, vieni a prendermi, sono tutta tuaâ€.
Mentre lei avanzava lentamente dentro di me io indietreggiavo sul suo cazzo e mi sentivo aprire e occupare totalmente, una sensazione intensa che si propagò nel corpo e non ebbe fine fino a quando il suo cazzo toccò la parete di fondo della mia vagina.
Iniziò a muoversi lentamente e poi con un ritmo più veloce e da li a poco iniziai nuovamente ad avere uno e poi in successione alcuni orgasmi.
Anna continuava a muoversi e mi diceva†sei proprio una gran maiala e ti piace farti scopare da me, dal mio cazzo, dimmelo , dimmelo…â€.
C’era in lei un aspetto fortemente maschile ma insieme una dolcezza nel tono usato che mi alzava ancora di più il livello di eccitazione.
La serata proseguì .per alcune ore dove anch’io ebbi il piacere di contattare il mio lato maschile e provare sensazioni nuove.
Ci promettemmo di rivederci e spero che ciò accada prestissimo.
Il mio cammino nel fare incontri al femminile è iniziato bene e sono certa che proseguirà ancor meglio.
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15 years ago
Victoria e Marco,
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In vacanza con mia cognata
Durante le vacanze di Natale siamo stati in vacanza in olanda ad Amsterdam insieme con mia cognata. Una sera abbiamo chiesto se potevamo lasciarle nostra figlia cosicche' noi potavamo andare a cena in due e lei ha accettato dicendo "ed io con chi vado a cena?" Allora ne ho parlato con mia moglie dicendole che poverina, non ha mai l'ooportunita' di andare a cena ed ho chiesto a mia moglie se la sera successiva potevo portarla a cena fuori. Mia moglie acconsenti' cosicche' la sera successiva pianificammo ed andammo a cena insieme. Una volta fuori dall'hotel le chiesi dove voleva essere portarta e se avrebbe apprezzato un posto trasgressivo di Amsterdam. A lei subito piacque l'idea ed io che mi ero informato di gia' in Internet scelsi il posto, uno club prive con ristorante. Lei era vera sexy pur avendo 50 anni e molto attraente. Prenotai subito un tavolo in questo locale e ci andammo. Una volta arrivati ci sedemmo al tavolo a noi assegnato ed iniziamo a cenare, lei guardava intorno molto incuriosita dal posto. Finita la cena li chiesi se voleva fare un giro ed iniziammo a guardare in tutte le stanze quando in una stanze c'erano due uomini con una donna e lei li guardava e si bagnava le labbra con la lingua. Mentre guardava le accarezzavo il sedere e piano piano feci scorrere la mia mano sotto la gonna trovando la sua fighetta molto bagnata e li chiesi se aveva mai avuto un'esperienza del genere e lei mi risposte che on l'aveva mai avuta ma che aveva sempre sognato di provare con due uomini. Alche' li chiesi se avrebbe accettato di essere scopata da me e da un altro uomo. Lei era un po' titubante ma mi confido che spesso aveva sognato di avere sesso con me. Allora gli disse perche' non realiziamo questo sogno. Lei acceto ed inizio a guardarsi intorno alla ricerca di un uomo carino e vide un ragazzo sulla 30 che se ne stava seduto su un divano. Ci avvicinammo ed iniziammo a parlare con lui. Lei era seduta in mezzo a noi e dopo una ventina di minuti lei inizio ad accarezzargli la gamba quindi chiedemmo al ragazzo di muoverci in una stanza. Entrati nella stanza entrambi iniziammo a toccarla e a spogliarla. Lei si peigo a prese il mio arnese in bocca mentre il ragazzo li leccava la figa e lei godeva come una matta. Poi cambio prendendo l'arnese del ragazzo nella sua bocca. Quando avvicinai la mia bocca alla sua passera era un lago ed aveva un sapore molto gustoso. Lui gli mise il cazzo nella figa e lcome una matta. La presi io da dietro e feci entrare il mio arnese nel suo culetto stretto e lei dava dei gemiti molto forti. Il mio arnese stva per esplodere, quindi gli chiesi di sedersi sopra di lui e facemmo una doppia penetrazione e lei gemeva sempre di piu'. Io non ce la facevo piu' tirai fuori il mio arnese ed iniziai a schizzarli sul suo culo. Il ragazzo continuo per qualche altri minuto, lo tiro fuori e lei lo prese in bocca ed in un istante la sua bocca era peina di lui ed ingoio tutto. Il ragazzo soddisfatto si rivesti' ci ringrazio e ritorno sul suo davanetto. Noi ci rivestimmo ed andammo via e lei mi ringrazio tantissime volte per la stupenda serata che le avevo fatto trascorrere. Il giorno dopo mia moglie chiese dove eravamo stati, e lei inizio a raccontare la nostra serata e la sera andammo a dormire tutti e tre insieme.
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15 years ago
Henri Jester,
27/27
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IL TRIO
Ero su una chat per passare il tempo, sono entrato in scambio di coppie e mi ha attirato un nick "i birichini". Ho chiamato in pvt convinto di essere buttato fuori. "Disturbo?"... sorprendentemente mi rispondono "Dimmi pure, chi sei?". Sarà il solito maschio che si passa per coppia. Vado avanti, non avevo molto da fare. "Di dove?...Età ?...." solito approccio iniziale ma molto corretto senza forzature. "Sono un singolo che vuole fare esperienza con una coppia". "Siamo una coppia che incontra coppie ma a volte anche singoli, ma siamo molto esigenti. Ci vorrà tempo per capire se sei adatto a noi". Ci scambiamo le mail e ci inviamo qualche foto. (consiglio: se la cosa è seria, niente foto ginecologiche..). Le chiaccherate via mail sono lunghe, eleganti e sempre in tema. Dopo un mese di mail ci scambiamo i cellulari. Al telefono sembriamo due persone normali che parlano di cose normali. Decidiamo di incontrarci, in occasione di un suo viaggio a Milano. Lo invito a pranzo fuori. Ci troviamo simpatici, lavoriamo in settori simili. Ho sempre dubbi. "Io sono etero". "Anche io". Ma sarà il lui di una coppia? Mi fa parlare al telefono con lei. "E' donna ed ha una voce molto sensuale". Decidiamo il programma per un week end insieme. Lei, che non ha visto le mie foto, non dovrà vedermi, sarà bendata. Passa un altro mese e programmiamo l'incontro in un appartamento di un agriturismo in toscana. Loro arrivano prima di me e si preparano. Lo chiamo quando sono a 100 metri dall'agriturismo. La porta è aperta, "dove siete?" "sali le scale". Nella sala lei è in piedi, al centro della stanza, bendata (con una mascherina d'aereo superlusso che avevo dato a lui) e tremante. Ha un vestito corto rosso, scarpe nere con i tacchi. " Ciao Birichina, eccomi". Ha la pelle d'oca. Cominciamo a scherzare toccandola, "di chi è questa mano?". Poi mi accuccio dietro di lei mentre lui rimane di fronte toccandole il seno. Comincio ad accarezzarle le caviglie (è estate non porta calze). Risalgo piano piano. Ginocchia, coscie, alzo la gonna arrivo alle natiche. Sono sode e scoperte, ha un perizoma nero. La gonna è in vita, lui la prende e sfila il vestito dalla testa. Ora è in reggiseno e perizoma neri. Infilo le mani dentro il perizoma e vado a scoprire la forma del suo sesso. E' totalmente depilata. Abbasso il perizoma mentre lui toglie il reggiseno. Le allargo le gambe e comincio a leccarla dove è più sensibile. Lui fa lo stesso sui capezzoli. E' bagnata. Noi siamo vestiti, io in giacca e cravatta. Sempre bendata la portiamo sul letto. Ci spogliamo e mettiamo sul letto, nudi con lei sempre bendata. Appena sdaraiati lei me lo ha preso in bocca senza aspettare che mettessi il preservativo. "Aspetta, è meglio proteggersi". Messo il preservativo, mi sono sdraiato mostrando il mio sesso eccitato e lei, a quattro zampe, a tastoni, lo ha messo nuovamente tra le sue labbra aiutandosi con le mani. Lui, vedendola nella posizione adatta, si è avvicinato al suo posteriore ed ha cominciato a toccarla con la mano tra le coscie. Era molto eccitante vederla bendata con il mio cazzo che entrava ed usciva dalla sua bocca. Lui, quando era ben bagnata, ha iniziato a penetrarla da dietro; ogni sua spinta si propagava, attraverso il corpo di lei, fino al mio cazzo. Preso il ritmo, i nostri respiri si sono fatti più affannosi. "Ora invertiamo i ruoli" disse lui. La portiamo sul bordo del letto dove, sempre a pecoroni, ci permette di stare in piedi e, a me, di prenderla da dietro e, a lui di infilarle il cazzo in bocca. Ora dobbiamo tenere un ritmo regolare per non soffocarla. Dalla bocca escono dei mugulii di piacere attutiti dalla presenza del cazzo di lui. Non vogliamo venire adesso. La stendiamo sul letto a pancia in su. Lui si mette a cavalcioni sulla sua testa strusciandole il suo grosso cazzo sul viso e mettendolo nuovamente in bocca. Io le piego le gambe sullo stomaco per aprirle le coscie e la penetro nella figa bagnata.
Siamo sudati e bagnati, vicino all'orgasmo. Lei è sempre bendata. Quando i nostri respiri ci dicono che stiamo per venire, le tolgo la mascherina e ci guardiamo negli occhi, per la prima volta. Ci fissiamo continuando a scopare. Non chiudiamo mai gli occhi, è eccitante scoprire il nostro sguardo mentre i nostri sessi sono in azione. Andiamo verso l'orgasmo attraverso due percorsi che portano entrambi al cervello: dal sesso e dagli occhi. Senza mai smettere di guardarci abbiamo uno dei più intensi orgasmi che abbiamo mai avuto. Lui, che si era messo a guardare la scena masturbandosi, eccitatissimo le viene sul seno.
Bagnati, esausti appiccichiamo i nostri corpi per sentire le ultime vibrazioni: lei coperta dai nostri corpi. "Ciao, piacere di conoscerti, hai dei begli occhi". "Anche tu hai uno sguardo attraente". Scopro che ha un bel seno e comincio ad accarezzarlo con dolcezza. Lei ci accarezza i cazzi che ancora mantengono l'erezione.
Decidiamo di festeggiare l'incontro andando a cena sul mare. Doccia, vestiti e via a cena.
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16 years ago
Remo128,
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Dalla chat alla realtÃ
Sono le 17 e 30 di domenica. Debbo chiamarli, essere sicuro che stanno arrivando. "pronto, dove siete?" - "siamo a 40 km da Milano" - "ok, vi aspetto al Motel". Come è iniziata la storia? In chat stò cercando un pò di trasgressione. Donne (finte?), coppie (anch'esse finte?), maschi di coppia (forse veri?) e maschi (tanti e veri!). Punto tutto sui maschi di coppia: lì ho maggiori probabilità di trovare la trasgressione. Dopo un'ora di ricerche, capito su un lui che cerca per la sua lei un incontro. Chiamiamoli Mauro e Margherita. Gli chiedo se ha delle foto. Me ne invia una. E' una foto a corpo intero in perizoma e di spalle. Bene, non è la solita foto porno ginecologica, è una coppia vera. Inoltre lei è carina. Seconda foto: lei a quattro zampe vista di lato, un bel corpo ma senza volgarità . Di bene in meglio. Decidiamo di incontrarci domenica. Ci sentiamo per telefono sabato pomeriggio e riesco a parlare con lei (è necessario per non avere sorprese). Torniamo a domenica......
Arrivo prima di loro e mi faccio dare due stanze (è la regola nei motel..). Sono stanze molto "sensuali", stile casa d'appuntamenti. Arrivano...sbircio dalla mia finestra... lei scende dall'auto, ha una pelliccia nera e dei capelli nerissimi. Lui viene verso la mia stanza, lei entra nella loro. Abbiamo deciso di conoscerci prima tra uomini.... Gli dò la benda ed il collare che Margherita dovrà indossare. Lui la raggiunge ed io aspetto che mi chiamino. Vado, busso ed entro. Lei è lì, bendata, ancora con la pelliccia che copre tutto. Mi avvicino e apro la pelliccia. Sotto appare un vestito corto aderentissimo rosso, che lascia una spalla scoperta e stivali bianchi al ginocchio. Comincio a toccarla mentre Mauro stappa lo Champagne. Sotto ha solo un perizoma che appare sotto il vestito di maglina. Comincio a spogliarla. Ha un corpo bellissimo, con abbronzatura integrale. E' un piacere toccarla. Lei comincia a sbottonarmi la camicia mentre lui fa delle foto (è l'unica attività di Mauro prevista per la serata). Mi lecca i capezzoli, mi abbassa i pantaloni, mi tira l'uccello fuori dai boxer e comincia a masturbarmi. Ci sa veramente fare. Mauro l'aiuta a sfilarsi il perizoma per non farle interrompere la masturbazione. Siamo nudi e le nostre mani lavorano sul corpo dell'altro. La porto sul letto e comincio a leccarla tutta. La sua lingua mi chiede di baciarla sulla bocca, nella bocca, sulla faccia. Mi chiede di dirle delle porcate, di trattarla da troia. E da troia si comporta: mi prende il cazzo in bocca e lo succhia con avidità , mi inghiotte le palle mentre me lo stringe tra le mani. Lui continua a fotografare. Ora siamo uno sopra l'altro per un 69. Sul soffitto lo specchio riflette i nostri corpi avvinghiati. "Spogliati" dice lei al marito, che ubbidisce. Le monto sul viso ed affondo il cazzo nella sua bocca, mentre Mauro lecca la figa. Si agita, sta godendo. Approfittiamo del suo stato per legarla al letto a gambe larghe. La scopo a fondo in quella posizione. Ora passiamo alle dolcezze: panna montata sul suo corpo, da leccare e mangiare. Un dessert prelibato. Per finire, tutti nella Iacuzzi per togliere lo zucchero. Siamo pronti per festeggiare la serata davanti ad un bel piatto di pesce ed un buon Verdicchio.
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16 years ago
Remo128,
73
Last visit: 1 week ago