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Mai dire mai....continua
Ora non riesco più a pensare, la mente è offuscata, vorrei a questo punto che Gigi prendesse conoscenza del mio corpo che anela il tocco delle sue mani, ma non voglio prendere io l'iniziativa e loro due continuano a coccolarmi di baci e carezze che mi tolgono il respiro. Aspetto e spero che uno dei due abbia quel ratto di libidine che li porti ad esplorare subito ogni parte di me, già pronta ad offrirmi al loro e al mio piacere.
E' Giorgio che, raggiunta con la mano la mia calda e umida passera, si sposta indietro, per tirare fuori dal pantalone la sua sontuosa verga turgida, fa si che Gigi stacchi la sua bocca dalla mia e con fare felino attrae a se la mia testa per darmi da succhiare il suo dardo infuocato. Gigi senza batter ciglio lascia la presa e con una mano finisce di sbottonare la mia camicia e inizia ad accarezzare il seno ormai libero e pronto , mentre l'altra sua mano scivola tra le cosce procurandomi un brivido nuovo e possente su tutto il corpo. la mano si sofferma sullo slip all'altezza del mio frutto proibito fin ad ora di pertinenza esclusiva di Giorgio che continuando a farmi sentire il suo gustoso glande tra le labbra e in bocca, si gode lo spettacolo di me che sto per cedere al piacere del peccato. si è un nuovo piacere che si sta impossessando di me. Con Giorgio infatti si è sempre fatto non sesso ma all'amore e il piacere che ne abbiamo sempre tratto è stato il piacere dell'amore, un piacere grande soddisfacente ma tra due persone che si amano, ora invece mi sto apprestando a prova e sentire il piacere di un atto sessuale con un altro uomo che coinvolgerà tutta e sconvolgerà il mio modo di concepire il piacere di godere.
Gigi ora solleva il mio culo e con le dita tira giù lo slip delicatamente e, senza guardare, mentre mi bacia il seno e succhia i capezzoli porta le dita della mano sulle labbra tese della mia fica, l'accarezza esternamente e con un dito, già bagnato dei miei umori, si fa strada dentro, cerca tutti i punti possibili di contatto, arriva in fondo,esce un poco e trova il clitoride, lo massaggia e mi procura tremore e godimento contemporaneamente, non sono per niente rilassata ma soltanto tesa ed eccitata. Giorgio ora mi bacia il seno e continua a concedermi la gioia di lasciarmi andare e di assaporare il nuovo piacere. Gigi si stacca da me si pone ai miei piedi in ginocchio allarga le mie gambe e si gode la visione della mia fica
aperta e in attesa; avvicina la sua bella bocca all'antro voglioso e con la lingua lo esplora lo penetra, lecca il clitoride, lo bacia, lo morde e il mio ansimare gli fa capire l'entità del piacere che mi sta dando. Ancora non ho potuto vedere il suo gioiello sicuramente rigido che desidero tanto avere dentro di me, sentirlo muovere e intuita la mia estenuante voglia si alza toglie tutto ciò che ha addosso e mostra alla mia vista il suo fisico imponente di uomo maturo e un membro teso e saettante e pronto a farmi conoscere le gioie del nuovo piacere. Sto per stendermi supina, ma lui mi ferma, mi risolleva un poco e si posiziona davanti alla mia bocca ora libera in quanto Giorgio vuole che io mi gusti questi momenti da sola liberamente. Apro la bocca per farlo entrare, ma prima lo prendo in mano, scosto la pelle,vedo un glande superbo che mi osserva, lo masturbo un poco, lo sento indurire ancor di più, quasi non riesco a tenerlo, approssimo a lui le labbra, lo bacio e lo invito ad entrare dentro, la lingua sente il suo turgore, il calore, lo lecca, lo avvolge, lo tira verso dentro per non farselo scappare; la bocca se ne impossessa e lo trattiene ad ogni movimento che Gigi gli impone.Sono ormai come un motore fuori giri, sento di non avere più freni inibitori, lo succhio, lo masturbo, lo inghiotto tutto. La mia fica è in ebollizione, ha perdite continue di umori che sento colare sulle mie gambe e mi sento totalmente presa da questo piacere che mi inonda. Giorgio è sempre li che ci guarda e mi sorride come se dicesse, vai avanti, continua il cammino intrapreso. Ora anche per Gigi sembra essere giunto il momento di coronamento del sogno e così mi stendo supina e allargo le cosce, ho una voglia irrefrenabile di sentirlo muovere dentro, di sentirlo fino in fondo, ho voglia di sentirmi cavalcata; Gigi mi alza le gambe, apro di più le cosce mi avvicina l'uccello infuocato e mentre si fa spazio, prepotente e imperioso sento dentro una fitta di intenso piacere. Gigi dopo un paio di colpi si ferma un po, poi riprende e facilitato dal fiume di umori che ho dentro si muove agevolmente e la frequenza dei suoi colpi si alza, io sono al settimo cielo, non mi controllo più gemo, emetto tanti si, prendimi rompimi, fammi tua, ti voglio; Gigi che ormai anch'io sto arrivando alla punta massima del piacere e con la mano invita Giorgio ad unirsi a noi. Giorgio si approssima alla mia bocca e me la riempe del suo meraviglioso cazzo. ora mi sento al completo, li faro godere e proverò con loro la gioa di godere con due uomini ai quali mi sto concedendo ad uno con amore e all'altro con vera passione.
Gigi mi cavalca con incontenibile furore, mi martella, mi sbatte , Giorgio scava la mia bocca con indicibile ardore, fino a quando non giungiamo al punto di non ritorno, Gigi sente la mia fica che accompagna i suoi movimenti stringe sempre più il suo cazzo, Giorgio avverte che la mia bocca e la lingua sono pronte per accogliere il suo piacere e tutti e tre insieme. all'unisono gridiamo ripetutamente STO VENENDO....... GODO e dopo un po esausti ci abbracciamo. La prima a prendere in mano la situazione sono io felice e soddisfatta, mi sollevo, porgo loro la mano per alzarsi, li riabbraccio, li bacio e tenendoli stretti a me, li conduco sul letto della stanza accanto. La serata non è finita e ci sono ancora parecchi giochi da fare insieme.
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9 years ago
admin, 75
Last visit: 12 hours ago -
Mai dire mai
Prima di iniziare a riportare quanto è accaduto di recente mi pare opportuno parlare un poco di me Lisa 48enne piacente e dinamica moglie di Giorgio 50enne, bell'uomo e apprezzato professionista. Sposati da quasi due decenni, con figli già maggiorenni, siamo una coppia stabile e affiatata sia in famiglia che sul lavoro (collaboro infatti con Giorgio nella sua attività)e la nostra intesa è intensa anche nel rapporto personale e anche sessuale. I nostri rapporti, data anche la lunga convivenza, sono intensi e oltremodo soddisfacenti. Giorgio è un uomo di grande fascino e sa bene come eccitarmi e quali punti toccare (mi succhia il clitoride in maniera favolosa, mordicchiando anche per farmi godere. Io, pur non arrivando all'altezza di 1,70 ho un corpo ben modellato a partire da gambe e cosce, diritte e sode, con un seno non abbondante ma pieno e poi con un culetto sodo e alto che ancora oggi riceve commenti lusinghieri, so darmi a lui con la passione di sempre, indugiando nei preliminari che più gradisce (il pompino). I nostri rapporti, ancora oggi, durano oltre un'ora. A volte gli concedo di venirmi in bocca anche con ingoio e non molto tempo fa mi ha fatto incominciare a godere quando viene nel culo. Non ci facciamo mancare proprio nulla. Ci siamo concessi anche di visionare sul portatile anche dei video porno e ciò contribuisce ad innalzare l'eccitazione. Ho potuto comunque notare che Giorgio riesce ad avere una erezione più consistente quando ci sono due gli uomini che prendono la stessa donna e una sera, con queste immagini che scorrevano, mi chiede quali sensazioni stessi provando e se non mi sarebbe piaciuto trovarmi al posto di lei.
Non mi aspettavo la domanda e, senza pensarci più di tanto, risposi che era si piacevole ma che ne avvertivo il bisogno in quanto lui col suo bel cazzo riusciva sempre a darmi tanto piacere.
Dopo quella volta non ne abbiamo parlato per un bel po di tempo, ma in me la sua domanda aveva aperto una piccola breccia e mentre Giorgio mi penetrava la passera oppure me lo dava in bocca o mi chiavava nel culo, io pensavo che un altro uomo era assieme a noi.
Verso la fine dell'estate scorsa, mentre stavamo facendo all'amore ed eravamo su di giri, mi chiede di pensare che c'è un uomo che in quel momento impugna il suo cazzo e che lo sta avvicinando alla mia bocca per farselo succhiare; quelle parole mi procurano una scossa tra le cosce e sento la mia fica che si bagna ancor di più e gli chiedo di muoversi più forte e dopo alcuni colpi veloci vengo e godo, quasi gustando il nettare anche in bocca, e poi mi abbandono esausta sul corpo di Giorgio che mi abbraccia forte sussurrandomi che mi ama tanto.
All'inizio della settimana seguente mi dice di avere risposto all'annuncio di un uomo, di una cittadina vicina alla nostra, che vuole incontrare una coppia e aprendo il portatile mi fa leggere l'annuncio con foto e la sua risposta affermativa. Aveva fissato l'incontro per il sabato sera nella sua città dove ci saremmo incontrati in una caffetteria per conoscerci e che la decisione ultima sarebbe stata mia anche in relazione ai giochi inizialmente soft. Mi confessa inoltre che il giorno prima lo aveva incontrato e che si tratta di un uomo di bella presenza, colto, educato e gentile che può ospitare.
Sono nervosa e irritata e gli dico che questa sua azione autonoma no scorretta e che avrebbe dovuto prima confrontarsi con me, ma dentro mi sentivo elettrizzata e già predisposta all'incontro. Giorgio cerca di scusarsi e comunque aggiunge che il mio parere favorevole l'aveva avuto già la settimana prima a letto.
Seppure contenta di fare questa nuova esperienza, mai avevo pensato o desiderato di andare a letto con un altro uomo, avevo timore di non sapere come comportarmi, se lasciarmi andare o frenarmi per non ferire Giorgio, veniva meno la mia fermezza e la mia decisione, e poi pensavo che al limite avrei potuto interrompere il tutto.
Nel pomeriggio di sabato, ancora più nervosa e agitata inizio a prepararmi, non so come vestirmi e alla fine decido per un completino gonna e giacchetta corta e sotto una camicia di seta e come intimo uno slippino che copre quasi esclusivamente il pube e un reggiseno con coppe piccole che modellano le tette, aautoreggenti leggere color carne, scarpe semi aperte con tacco alto.
Intorno alle 20 partiamo e mentre io ho il cuore in gola Giorgio mantiene e mostra una calma serafica. Giungiamo dopo una buona mezzora e ad attenderci all'ingresso della caffetteria c'è lui Gigi, bell'uomo alto, corpo atletico, in jeans e camicia blu e giacca sportiva. Ci accoglie con un sorriso mi stringe la mano e io avvicinandomi lo bacio sulla guancia. Entrati dentro ci sediamo, conversiamo, ancora un po impacciati, scambiandoci fugaci occhiate e noto che il suo sguardo si posa un po sulle mie gambe, sul seno e mentre gustiamo dei dolcetti, guardandomi negli occhi mi dice che sono una donna bella e affascinante e ci chiede se vogliamo andare.
Giorgio volge lo sguardo verso me e gli faccio cenno che per me va bene.
Giunti nell'appartamento, piccolino ma elegantemente arredato, Gigi propone un prosecco per brindare all'incontro; serve per creare una atmosfera più amichevole.
Ci togliamo le giacche e ci accomodiamo tutti e tre sul divano a tre posti, io in mezzo o loro ai miei lati. La mia camicia semi aperta lascia intravedere abbastanza il seno e seduta le cosce si scoprono fino al bordo delle calze ed è Giorgio che rompe il ghiaccio e, poggiando la mano sul mio ginocchio, gli chiede se mi trova desiderabile.Gigi invece di rispondere mi prende la mano e mi bacia il palmo e risale con piccoli baci su tutto il braccio e mentre Giorgio infila la mano tra le gambe Gigi con la mano libera gira il mio viso verso di lui e mi sfiora le labbra con le sue, si sofferma su di esse e poi forza lieve la mia bocca che dischiudo appena e lo faccio passare e ora le nostre lingue si conoscono e si avviluppano.
CONTINUA
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9 years ago
admin, 75
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Il richiamo della foresta
Sebbene complice di ogni gioco più trasgressivo sapevo quanta influenza potesse avere sul proprio ego il doversi confrontare con altri individui la cui morfologia ne avrebbe fatto vacillare le certezze appartenute alla psiche maschile.
Nonostante ciò in lui risultava più forte l'eccitazione derivante dal fatto di sapermi desiderata da molti uomini, inducendolo a fantasticare di situazioni particolari nella quali non avrei disdegnato per nulla assecondarne le attenzioni che mi fossero state rivolte.
Tra noi esisteva da sempre una sorta di codice etico entro il quale muoversi liberamente, impedendo di poter compiere qualsiasi atto che non fosse stato reciprocamente condiviso, ecco allora che all'insorgenza di passioni recondite sarebbe bastato anche un muto cenno d'intesa, per consentire ogni ipotesi evolutiva.
Numerosi erano già i tabù superati attraverso formule compromissorie che mano a mano ne avevano autorizzato il consenso, molti resistevano ancora nella mente in attesa di poter essere ripristinati quando se ne fosse presentata l'occasione.
A mitigare ancestrali paure era sufficiente non oltrepassare mai la soglia prefissa, pur tuttavia era inevitabile prima o poi che capitassero situazioni entro le quali trovarsi a dover verificare quale fosse più forte tra il desiderio di trasgressione e la consuetudine del quotidiano.
Egli sapeva quanto ad attrarmi fossero più gli aspetti cerebrali di una persona che non le fisiche proporzioni della medesima tuttavia, di fronte alla vista del pene che avevo di fronte, non potei rimanere del tutto indifferente alla spropositata dimensione di cui era dotato l'uomo che era riuscito a stimolare la mia curiosità.
Abbandonato alle proprie elucubrazioni mentali mi allontanai nel frattempo assieme all'individuo che non aveva, sin dal principio, mai celato il palese interesse nutrito nei mie confronti.
Seguendolo all'interno della fitta boscaglia, ben consapevole di quello che sarebbe avvenuto, lasciando che le nostre reciproche nudità dialogassero tra loro, avvertendone subito tra le cosce la pulsante voglia di ergersi verso l'umidità di un solco madido di segrete passioni, ne accettai l'impeto prorompente che mi invase senza incontrare la minima resistenza.
Non dovette impiegare più tempo del previsto per ottenere riprova di quanto fossi insospettabilmente puttana, estorcendomi quella fulminea conferma attraverso il subitaneo orgasmo che il mio stesso compagno poté avvertire dalla breve distanza che lo separava dal luogo della mia integrale sopraffazione.
Immobilizzato dall'incantesimo in atto osservava come l'occasionale amante mi andava possedendo con indomita determinazione, affogandosi in me con possenti colpi di maglio capaci di rendermi completamente succube di quella efficientissima punizione.
Castigata a dovere, rimasi avvinghiata all'individuo di colore, esortandolo a rimanermi nelle viscere sino a che ogni residuo seminale mi avesse colmata interamente, ben consapevole della sofferenza cerebrale che andavo nel contempo infliggendo al mio stesso compagno.
Ricomponendomi poi, come se l'episodio non avesse costituito altro che un fatto a se stante, tornammo all'unisono da dove eravamo partiti, lasciandoci alle spalle il silenzio della boscaglia solo interrotto dalla memoria di quello che era stato il nostro ansimare.
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9 years ago
gloria1951,
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Coppia con lui vojeur
Tornato tardi a casa non mi andava neppure di cenare, mi sono versato un cognac e mi sono piazzato sul divano per vedere un film. Ho cambiato vari canali, films già visti oppure commedie melense e alla fine ho deciso di fare una doccia e poi prese le chiavi dell'auto sono uscito decidendo di fare un salto al club prive. sono arrivato che stava scoccando la mezzanotte, ho notato nel parcheggio un buon numero di macchine ma addentratomi ho visto poche coppie in pista e poche sedute sui divani abbastanza annoiate. Ho fatto un giro per le stanze e a parte diversi singoli che girovagavano non si vedevano coppie e solo da una stanza si sentiva una donna eccitata che probabilmente stava godendo. Prendo anche qui un brandy e mi accomodo su un divano,ascolto la musica un po assordante e sto in attesa di notare qualche coppia interessante. Niente proprio non sembra la serata adatta per fare conoscenze, mi guardo intorno, mi giro e sul divanetto dietro di me noto una coppia, lui un uomo maturo alto e robusto e lei un poco più giovane con belle gambe accavallate, un seno, per quanto si poteva notare, pieno e sodo. Sento che parlano e dopo un poco lui mi passa accanto e si porta verso il bar e subito dopo è di ritorno con un bicchiere in mano e viene a sedersi accanto a me sorseggiando il suo drink. Rivolgendosi a me mi dice che quella era la prima volta che venivano al prive e che pensavano di trovarlo più affollato, gli rispondo che anche io ho avuto analoga sensazione. Subito dopo mi chiede di seguirlo e si alza e io, dopo un attimo di incertezza, mi alzo e lo seguo ancora titubante. Lui mi aspetta dietro l'angolo e mi chiede se mi va di andare in camera con lui e la moglie.
Accetto rinfrancato e lui si allontana per comunicarlo alla sua donna e dopo un paio di minuti ricompaiono tenendosi per mano e da li andiamo in camera e chiudiamo la porta per non essere disturbati. Lei mi sorride e ci presentiamo e lui confessa che per loro è la prima volta e che lui si vorrebbe avere il piacere di guardare lei mentre sta con un altro.
Per vincere il disagio di lei Giulia le prendo una mano e l'attiro verso me e cingendole la vita avvicino le mie labbra alle sue e la bacio teneramente mentre lei volge lo sguardo verso lui Antonio che con il capo da il suo assenso, ora le sue labbra si schiudono e la mia lingua inizia a cercare la sua che si avvinghia alla mia; ci baciamo un bel po appassionatamente, poi passo a baciarle un orecchio e lei inizia a premere il suo corpo al mio. con la mano con cui la cingevo scendo verso il suo culetto bello tondo e superato l'orlo del vestitino che indossa inizio a toccare la sua pelle vellutata tra l'autoreggente delle calze e lo slip e infilo dentro la mano per massaggiarle i glutei. Le sussurro ora di spogliarsi e ora posso ammirare il suo sinuoso corpo di cinquantenne avvenente. Lei che ha perso l'inibizione iniziale si stende sul letto e mi porge la mano, mi stendo accanto a lei, la bacio in bocca e dirigo la mano verso la sua fica che trovo già umida e inizio piano piano a masturbarla e entrandole dentro due dita. ora Giulia incomincia a fremere a a muovete il bacino in avanti e con la mano cerca il mio cazzo che è già prepotentemente eretto e inizia anche lei a massaggiarlo partendo dalle palle.Antonio nel frattempo assiste estasiato e si masturba attento e voglioso.
Giulia ora vuole prenderlo in bocca e scivolata in basso mi cinge con le labbra il glande e aiutandosi con la mano inizia a farlo scomparire nella sua calda bocca mentre io inizio a leccarle le labbra le fica e a succhiare il clitoride e lei comincia a gemere di piacere.
Ora di dice che vuole essere presa e che le piace salire su di me. di stendo e in men che non si dica mi è sopra e con la mano inizia a fare entrare il cazzo e non appena le sono tutto dentro , si muove su e giù ritmicamente ansimando ,emettendo gridolini di piacere in serie. Ho il cazzo bollente e duro, sento la sua fica sempre più bagnata e che si avvicina il momento di godere. Ora Giulia mi vuole sopra ed è lei a stendersi e ad allargare le cosce invitandomi a montarla. Le sollevo leggermente le gambe e la penetro con un sol colpo, ora sono tutto dentro, la bacio in bocca, cerco il suo seno con le mani e mentre la sto martellando dice ad Antonio, che si gode lo spettacolo, che è fantastico e che sta gradendo il modo in cui la chiavo.
Ora abbiamo voglia entrambi di godere, accelero i movimenti, ora il cazzo tocca profondamente la fica ormai colma di umori e non appena lei affonda le unghia sulla mie spalle grida si, si godo, godo e immediatamente le scarico dentro un getto conituo di sperma. Anche Antonio ha raggiunto il suo piacere e ha goduto sulla sua mano.
restiamo abbracciati ed ansimiamo ancora quando Antonio si avvicina a Giulia e la bacia e rivolgendosi a me mi ringrazia per come mi sono comportato.
Ci siamo scambiati i numeri dei cellulari ripromettendoci di rivederci, la qualcosa è già accaduta e abbiamo sperimentato tanti altri bei giochi.
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9 years ago
admin, 75
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Un giorno al mare.
Realmente accaduto. Questa estate siamo stati su un spiaggia toscana, il parco dell’Uccellina, e complice una bella giornata estiva abbiamo approfittato per una lunga passeggiata addentrandoci nella parte più selvaggia dove sapevo che avremmo trovato i voyeur toscani. Dopo un paio di km e in una zona appartata Puffy si è tolta volentieri il costume cominciando a prendere il sole nuda. Dopo un primo via vai di uomini che passavano con disinvoltura a pochi metri da noi ammirando la grande figa della mia donna che prendeva il sole a gambe larghe, un paio si sono fermati a pochi metri col cazzo in bella mostra.
Puffy ha cominciato ad eccitarsi e ha voluto mettersi bene in mostra col culetto sporgente a pancia in giù e con le gambe belle larghe. La masturbazione dei due è partita in automatico e Puffy per farsi vedere completamente nuda si è alzata ed è andata in acqua a rinfrescarsi. Io ero eccitatissimo e noi due nell’acqua abbiamo cominciato a baciarci. Puffy mi ha preso in mano il cazzo durissimo cominciando a farmi una sega davanti ai due. Una volta tornati sulla sabbia ho cominciato ad accarezzare Puffy bagnatissima ... con le gambe larghe lei ha cominciato ad accarezzarsi davanti ai due. Un si è avvicinato e col cazzo duro si è masturbato davanti a lei che con gi occhi chiusi si accarezzava sempre più velocemente il clitoride mentre le tiravo i capezzoli durissimi e ad un certo punto quello più vicino ha spruzzato copiosamente. Lei super eccitata sei è toccata ancora più aperta ed è venuta davanti ai due uomini che però abbiamo tenuto a distanza….con tutti quei sussulti i due hanno fatto un'altra fase di avvicinamento e lei ancora eccitata ha cominciato a spompinarmi nel modo più provocante guardando i due. Arrivato vicinissimo l’altro membro ha schizzato sulla gamba di Puffy che mentre anch'io stavo venendo ha ingoiato lo sperma che mi è uscito a spruzzo su tutto il suo viso e in bocca. Per eccitarmi di piu si è spalmata la sborra densa del voyeur sulla coscia. Appagati e soddisfatti, dopo 5 minuti di relax , abbracciati siamo andati via lasciando appagati anche i due che hanno salutato contenti….magari pensando che nella sua bella e grande figa potevamo starci anche in tre.
Il sogno di Puffy è di farsela leccare da uno sconosciuto, anche due, fino a venire mentre io la guardo….devo ammettere che sarebbe anche il mio sogno. Adora farsi guardare la figa….specialmente da sconosciuti ....già fatto altre volte…al mare. Vedi Lido di Dante…..il passo successivo sarà quello di appartarsi e farsela leccare ben bene. Lei dice che farsi il bidè è inutile perché basta avere un uomo che sappia leccare a lungo e a fondo. Me lo confessa ogni volta che la monto….a presto!!!
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9 years ago
admin, 75
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Sotto il tavolo
Arrivammo all’ora per la quale avevamo prenotato nel posticino tanto desiderato perche’ appartato, riservato, nascosto quasi da occhi indiscreti che avrebbero potuto distoglierci da quelli che erano I nostri pensieri ed I nostri desideri. Erano mesi che avevamo la voglia di trascorrere insieme qualche ora e la scusa di quella cena insieme giunse proprio nel momento piu’ propizio. Avevamo parlato tanto al telefono e durante I primi incontri di cio’ che ci piaceva, di cio’ che avremmo desiderato, di cio’ che piu’ di ogni altra cosa riscaldava il nostro corpo ed eccitava le nostre menti e finalmente eccoci insieme a varcare la soglia di quel ristorante che ci avrebbe messi l’uno accanto all’altro per qualche ora, che ci avrebbe fatto rispecchiare negli occhi dell’altro, che ci avrebbe sicuramente riscaldato molto piu’ di quanto possa fare una parola al telefono o in chat.
Lei vestita con una minigonna a mezza coscia nera ed un maglioncino con il collare in pelliccia oltre ad un cappotto scuro che le copriva le gambe fino ai polpacci, io in pantalone chiaro e giacca scura con una camicia bianca che risaltava sul colore della giacca. Avevamo da tanto tempo sognato quest’incontro e finalmente eccoci un po’titubanti e timorosi di presentarsi l’uno agli occhi dell’altro nella vera essenza di noi stessi ma fondamentalmente eccitati per questo incontro voluto e desiderato con il corpo e con la mente. Il cameriere ci porta ad un tavolo all’angolo del locale semivuoto e semibuio ed io cavallerescamente la faccio sedere con le spalle al muro prima di accomodarmi nella sedia accanto come per averla vicina e sentirla non piu’ solo virtuale. Cominciamo a parlare notando immediatamente negli occhi dell’altro la ricerca di quelle parole e di quelle sensazioni provate decine di volte in chat o al telefono nei mesi precedenti. Ordiniamo da mangiare ma credo che in mente avevamo tutt’altro fuorche’ la voglia di cibarci. Ci stavamo finalmente specchiando, stavamo scrutando I lineamenti dell’altro, stavamo cercandone I segni particolari. Avevo notato immediatamente il suo abbigliamento molto sexy dal cappotto e non smettevo di cercare con gli occhi ogni parte di lei piu’nascosta quasi per cercare ogni centimetro visibile della sua pelle dal maglioncino. Appena si era messa a sedere avevo scorto come si era leggermente sollevata la minigonna salendo fino al di sopra della mezza coscia…e vedere il collant che ricopriva la sua pelle e le rotondita’ perfette delle sue cosce mi dette una tale eccitazione che potevo sentire con perfezione al di sotto del boxer che mi ricopriva. Era stupenda, era come l’avevo immaginata ed anche piu’ bella ma l’importante era che fosse calda, era questo che mi aveva attratto subito in lei fin dalle nostre prime parole, ma ci mettemmo qualche minuto e qualche bicchiere di buon vino bianco prima di arrivare a parlare di cio’ che ci piaceva di piu’. Ci guardavamo sempre piu’intensamente, notavo nei suoi occhi lampi di luce mentre I miei cercavano sempre di scorgere la punta di un capezzolo o I brividi sulla sua pelle per poter meglio concepire la serata. La conversazione si stava facendo piu’calda, I ricordi e il rievocare discorsi avuti in chat fecero il loro effetto su di noi. Mi sentivo il sangue ribollire e potevo finalmente vedere in lei dei movimenti ripetuti sulla sedia come per cercare una posizione piu’ comoda ma che poi capii essere soltanto un modo per far rilassare il corpo dovuto all’eccitamento. Piano piano con il ginocchio sentivo il suo che casualmente si poggiava sul mio ma ne’ io ne’ lei avevamo intenzione di rimuoverlo…ci piaceva questo contatto, ci faceva sentire piu’uniti di quanto gia’ lo fossimo, fin quando avvicinai la mia mano alla sua e quasi per gioco gliela sfiorai con le dita aspettando la sua reazione. Non si mosse di un centimetro lasciando che le mie dita sfiorassero le sue e che il sudore della mia mano per l’eccitazione si mischiasse al suo che cominciavo a sentire altrettanto calda. Le chiesi cosa provava e lei rispose: "indovina!". Tornarono alla mia mente le nostre parole usate in precedenza tantissime volte e trovai il coraggio di chiedere ancora: "Non dirmi che ti senti gia’ bagnata?".
Lei sorrise dolcemente non rispondendo ma lasciandomi interpretare a mio piacimento quel sorriso…Mi piacevano le sue labbra ed I suoi denti e guardare quel seno dal maglioncino (doveva avere una terza abbondante) mi piaceva da impazzire. Mi sentivo sempre piu’gonfio sotto il boxer e cercavo di accavallare le gambe sempre piu’forte per tenerlo a bada. La mia mano intanto cominciava a prendere confidenza con la sua mano e le mie dita lentamente iniziarono a scorrere I suoi polsi e le sue braccia quasi per cercare ogni piu’piccolo segno di piacere. Adesso la sentivo rabbrividire e per un attimo notai gli occhi che si socchiusero….Continuai questa carezza mentre sotto al tavolo sentivo il suo ginocchio oramai pressare continuamente il mio. Nel momento in cui la vidi mordersi le labbra trovai il coraggio di chiederle se potevo sentire quanto fosse calda ed un suo sorriso fu la sua risposta. Lasciai la sua mano e poggiai la mia sotto al tavolo sul suo ginocchio incollato al mio. Finalmente le toccavo quel collant che avevo visto e lo sentivo morbido su miei polpastrelli. Lasciai scivolare le dita sulla sua gamba cercando si assaggiare tutto il collant e notando che lentamente lei stava divaricando le gambe con mia immensa eccitazione. Le mie dita scorrevano sulle sue cosce mentre I miei occhi non perdevano un solo movimento dei suoi e sentivo il mio sesso gonfiarsi sempre di piu’ ed iniziare a pulsare sotto la spinta delle mie dita sul collant. Risalivo piano fin quando cominciai a sentire un calore umido pervadermi le dita al contatto con il collant. Spinsi un po’ piu’a fondo le dita fino a sentirle l’inguine ed in quel momento un mugolio impercettibile uscii dalle sue labbra. Era caldissima. La mia mano aperta sulla sua coscia sentiva le pulsazioni della sua eccitazione e le mie dita stavano per la prima volta sfiorando e sentendo il calore che emanava il suo corpo. La sentii divaricare ancora un po’ le gambe mentre le mie dita ormai non si fermavano piu’e continuavano la loro marcia passando sopra lo slip coperto dal collant che potevo percepire gia’ intriso dei suoi umori. I suoi occhi ancora si chiusero mentre le dicevo; "Sei stupenda, mi fai impazzire". E lei in un filo di voce:" sarai tu a farmi impazzire se continui cosi’". Avevo voglia di sentirla tutta, avevo voglia di sentirla gemere anche se sapevo che il luogo non era dei piu’indicati, ma volevo farle provare cosa significa godere con la paura di essere sentiti o visti, ma soprattutto volevo che ripensasse a quel momento ogni qualvolta avesse avuta voglia di eccitarsi o di masturbarsi da sola. Era stupendo il calore che sentivano le mie dita, sentivo il collant gia’pieno del suo nettare che aveva oltrepassato gia’la protezione dello slip e sentendo questa eccitazione salire sempre di piu’, cominciai a far scivolare le dita tra le sue cosce mentre lei si sistemava meglio sulla sedia divaricando ancora un po’ le gambe. Le sentivo le labbra gonfie adesso, le sentivo pulsare dall’eccitamento, e muovevo le dita lentamente in senso circolatorio quasi per sentirne le pulsazioni. Era una sensazione stupenda quella che provavo masturbandola dal collant…i suoi occhi erano sempre piu’semichiusi, le sue labbra continuavano e serrarsi ed I suoi mugolii aumentavano In maniera proporzionale come il suo respiro che stava diventando pesante. Le mie dita sentivano le sue labbra schiudersi e gonfiarsi sotto il collant e lo slip e piu’le sentivo gonfiarsi piu’ le premevo e stuzzicavo ruotandoci le dita aperte. Sentivo il mio membro sempre piu’duro quasi scoppiarmi dentro il boxer ma volevo sentire lei godere, volevo riempire le mie dita del suo succo, volevo sentirla gemere ed urlare. Con il mignolo della mano risalii piano sul suo ventre cercando il bordo del collant e trovatolo lo scostai appena per far scivolare al suo interno le mie dita ormai esperte di quel corpo mentre sentivo il suo bacino che iniziava a contrarsi quasi per lasciar cadere via il collant ed ogni copertura che mi impediva di darle il piacere. Ansimava ad ogni movimento delle mie dita sulla sua pelle nuda ormai, fin quando sentii l’elastico del suo slip e scesi ancora pu’in basso fino a sentire con la mano aperta il calore delle sue cosce quasi spalancate sotto al tavolo.
Ricominciai a premere con le dita sullo slip e mi accorsi che era veramente fradicio. Il suo ventre continuava a contorcersi sentendo la mia mano ed I suoi respiri erano sempre piu’profondi. Sapevo che in quel momento stava cercando di darsi il massimo piacere e di godere appieno di quelle carezze ma allo stesso tempo sentivo anche dal suo calore che le onde dell’orgasmo la stavano catturando per portarla nel mondo del piacere assoluto. Le mie dita ruotavano ancora sul suo slip e sempre piu’profondamente fin quando trovarono il bordo laterale dello slip e lo scostarono. Al primo impatto con il suo pelo umido sentii il mio sesso pulsare quasi volesse esplodere ma cercai di controllarmi muovendo ancora le dita sotto quello slip carezzandole I peli pubici sul ventre e cercandole finalmente le labbra che impazzivano ormai dalla voglia di esplodere. Mi muovevo sempre piano trovando le sue labbra completamente dilatate e sentendo il piccolo bottoncino che gia’ abbastanza gonfio e duro stava pulsando della sua eccitazione. Iniziai a giocarci, a stringerlo tra due dita, a stuzzicarlo mentre la sua faccia era diventata rossa ed ormai l’impeto del suo orgasmo che stava sopraggiungendo sembrava irrefrenabile. Continuai cosi’ per minuti fin quando non mi sembro’che stesse per esplodermi tra le dita quel clitoride che tanto avrei voluto poter succhiare in quel momento ma che dovevo accontentarmi appena di titillare e di schiacciare. Il suo ventre adesso si muoveva in alto ed in basso seguendo il ritmo delle mie dita che cercarono le sue labbra spalancate dove immergersi per mai piu’uscirne. Lasciai che un primo dito la penetrasse prima di sentirle le pareti vaginali completamente dilatate e bagnate e di provare a penetrarla con un secondo dito, ma nel momento in cui l’indice ed il medio iniziarono a masturbarla senza sosta notai il suo bacino muoversi ancora pu’rapidamente come impazzito ed in preda ad una furia ed un desiderio crescente. Con il palmo della mano continuavo a schiacciarle il clitoride e le dita che sentivo sciaguattare dentro il suo corpo tanto era bagnata continuavo a ruotarle e spingerle dentro e fuori. I suoi mugolii erano veri e propri gemiti nel momento in cui sentii un suo lieve: "Non ce la faccio piu’…sto per eslpodere!". E le mie dita allora ancora insaziabili aumentarono il ritmo e la spinta seguendo I movimenti del suo ventre che sentivo contrarsi ad ogni penetrazione. Il mio sesso stava per esplodermi e lo sentivo duro come non mai tanto mi piaceva e mi eccitava la situazione e continuavo a masturbarla cosi’ senza paura solo per la voglia di sentirla godere e di sentirmi le dita riempite di lei e del suo piacere. Era rossa in viso, con gli occhi chiusi ormai e le labbra aperte dal piacere di quelle sensazioni che stava provando. In modo repentino la vidi portarsi la mano tra le gambe per spingere piu’forte la mia sul suo corpo nell’attimo in cui la sentii ansimare piu’forte, stringere le cosce intorno alla mia mano e riempire le mie dita del suo nettare che non vedevo l’ora di assaggiare. Rimase cosi’ immobile per qualche attimo cercando di riprendere fiato per quello che come poi mi disse era stato l’orgasmo piu’potente ed esplosivo che aveva vissuto grazie solo ad una masturbazione. Era stupendo stare ancora con le dita dentro di lei cercando di afferrare piu’succo possibile del suo orgasmo muovendole ancora lentamente fino ad aspettare che le contrazioni cessassero e riprendesse la respirazione regolare. A quel punto ritirai la mano dal suo corpo e come desideravo fare da tanto tempo portai le dita piene di lei e del suo piacere alle mie labbra per succhiarle senza lasciarne neanche una goccia. Era stata una esperienza meravigliosa che ci ripromettemmo di ripetere altrove se ce ne fosse stata la possibilita’, ma cio’ che rimase a me di quella serata fu l’averla vista godere davanti a me, l’averla vista impazzire di piacere con le mie dita, l’averla sentita gemere e contorcersi fino al massimo del piacere, ed e’ una scena che non potro’ mai dimenticare.
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9 years ago
alex1404,
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Il mio primo ditalino in pubblico
Claudia si racconta:
Dopo la prima eccitantissima esperienza con la mia amica quel pomeriggio nella mia camera, qualcosa dentro di me e´ cambiato. Non avevo piu´ la paura del sesso come mi avevano inculcato fin da piccola, o meglio stavo sempre attenta a cio´ che facevo, ma l´essermi masturbata davanti alla mia amica e l´ aver visto lei fare la stessa cosa davanti a me aveva acceso in me una luce nuova, dei nuovi orizzonti di piacere che ritenevo irraggiungibili, delle immagini che mi facevano eccitare ancora di piu´ ogni qualvolta tornavano alla mia mente. Continuavo a frequentare il mio ragazzo di allora ma sentivo dentro di me che quella parentesi pomeridiana non potevo considerarla solo tale ed ogni volta che mi toccavo e mi masturbavo fino all´ orgasmo era quella l´ immagine che mi tornava più di frequente davanti agli occhi. Rivedevo le mani della mia amica che scivolavano sotto il suo slip, ripensavo ai suoi gemiti, ai suoi occhi, alle sue carezze che come le mie nello stesso istante si poggiavano dovunque. E il ricordo del suo urlo liberatorio nel momento culmine in cui le sue dita entravano ed uscivano dalla sua fica sempre piu´ bagnate era un qualcosa che ogni giorno mi faceva eccitare, bagnare e che mi costringeva a rintanarmi in camera per raggiungere il mio piacere. E da allora comunque mi eccitava vedere una donna o una ragazza come me presa in un momento di lussuria, mi bagnavo facilmente ogni qualvolta mi capitava di vedere una coppia fare sesso anche se, con il tempo, imparai a capire che mi piaceva vedere una donna eccitarsi. Non temevo di diventare lesbica anche perche´ riuscivo a riscaldarmi anche quando stavo con il mio ragazzo o quando mi capitava di vedere qualche scena dove c´ erano dei ragazzi nudi con i loro membri in mano o presi in scene di sesso, ma la cosa che iniziai a capire fu che mi attiravano anche le donne, che mi piaceva vederle eccitate e calde, che mi masturbavo molto di piu´ pensando alla loro fica bagnata come la mia. Quello che mi successe una volta pero´, fu qualcosa di tremendamente eccitante e forte che ancora oggi mi fa bagnare ogni qualvolta mi torna in mente. Ogni giorno per andare a scuola prendo l´ autobus e quella mattina nonostante mi fossi fatta l´ abituale ditalino notturno prima di dormire, mi ero svegliata con una voglia strana, mi ero svegliata con lo slip ancora umido e con il clitoride che mi pulsava. Non avevo ovviamente il tempo di masturbarmi la mattina prima di andare a scuola e cosi´ mi feci una doccia veloce lasciandomi addosso una voglia matta di godere. Scelsi per quel giorno un vestitino corto ed un paio di collant leggeri che coprivano un perizoma bianco e sottile che mi facevano stare bene in quanto leggero e non molto spesso. Mi affrettai alla fermata dell´autobus che avrebbe impiegato poi circa 45 minuti per portarmi a scuola e mentre lo aspettavo mi chiedevo ansiosa cosa avessi sognato di cosi´ eccitante da farmi svegliare con quella voglia addosso e tutta bagnata. Non trovando una risposta adeguata, lasciai scorrere la mia mente ed appena arrivò, presi posto sull´ autobus in una delle file di mezzo accanto al finestrino dove per il momento non c´era nessuno seduto. L´ autobus parti´ ed i miei occhi fuori dal finestrino come ogni giorno seguivano la strada correndo insieme al paesaggio che ci fiancheggiava. Le fermate si susseguivano, altri passeggeri salivano a bordo mentre i miei pensieri vagavano ed i miei occhi seguivano quelle immagini ormai conosciute a memoria. Ad un tratto l´ autobus si fermo´ al segnale rosso di uno di quei semafori che sembra non finiscano mai e potei osservare molto attentamente la macchina che si accosto´ all´autobus nella corsia attigua. C´era sopra una signora di circa 30 anni molto bella, con i capelli lunghi e scuri che le scivolavano sulle spalle ed una camicetta bianca molto generosa dalla quale potevo intravvedere il bel reggiseno a balconcino nero che sorreggeva un seno non grande ma ben fatto. L´ immagine subito fece fermare i miei pensieri, ed i miei occhi iniziarono a scrutare e cercare qualsiasi cosa di quella donna che inconscia si stava tranquillamente fumando una sigaretta con il finestrino aperto a meta´ aspettando che il semaforo diventasse verde. I miei occhi seguirono il bordo della sua camicetta aperta e scesero scorgendo una minigonna di cotone nera dalla quale potevo vedere chiaramente fuoriuscire il bordo di due collant autoreggenti. Mi soffermai a guardare quelle gambe che mi sembravano perfette e ricominciai a sentire il calore tra le mie cosce. Mi sentivo ancora eccitata e molto di piu´ di quanto lo fossi stata appena sveglia. Quella donna a circa due metri dai miei occhi inconsapevole di essere osservata mi stava facendo impazzire dal desiderio. Provai ad accavallare le gambe cercando di capire, se potevo, quanto fossi bagnata e fu qualcosa di incredibile. Poggiando una coscia sull´ altra sentivo che il collant in mezzo alle gambe era bollente e potevo chiaramente contare le contrazioni del clitoride che cercava di spingersi al di fuori delle piccole labbra. Mi stavo eccitando da matti, era bastato il vedere due gambe ed il bordo di due autoreggenti per farmi allagare la passerina e rendere il mio perizoma completamente intriso di umori. Mi guardai un po´ intorno e mi accorsi che l´ autobus era quasi pieno adesso anche se nessuno si era seduto nel posto accanto al mio. Riposai i miei occhi su quelle gambe strusciando le mie cosce piu´ forte l´ una all´ altra e stringendole quasi per schiacciarmi le labbra che sentivo gonfie all´ inverosimile. Vedevo quella donna che continuava tranquillamente a fumare quando, aspettando ancora il verde, improvvisamente si volto´ verso il sedile posteriore per prendere un giornale e quello che vidi mi fece impazzire dal piacere…Le gambe le si divaricarono appena quel tanto che bastava per farmi vedere le sue cosce bianche oltre gli autoreggenti ed il colore nero come il reggiseno del suo slip a coprirle la vulva che immaginavo dolce e profumata. Sentii una ondata di calore salirmi dalle cosce che ormai premevo sempre piu´ forte l’una all’altra e potevo immaginare le labbra della fica gonfie e bagnatissime e sopra di esse il clitoride che si contraeva ad ogni pressione della mia gamba sull´ altra. Gocce di sudore iniziarono a scendermi dalla fronte ed avvamparmi il viso, ma la voglia di toccarmi era cosi´ forte che senza pensarci piu´di tanto presi la giacca poggiata nel sedile accanto a quello dove stavo seduta e me la misi subito sulle gambe cercando di coprirmi almeno fino all´ altezza delle ginocchia. Rimasi cosi´ con le gambe leggermente aperte cercando di immaginare il profumo di quello slip, di sentire l´ odore di quella fica che in quel momento mi appariva bagnata quanto lo era la mia che a stento riuscivo a tenere socchiusa. Fu un attimo poi la vidi voltarsi nuovamente e l´ immagine di quello slip scomparve lasciandomi solo il bordo delle autoreggenti ma la fica ancora piu´ piena del mio nettare. Poi il semaforo divento´ verde e vidi la mia donna ingranare la marcia e scomparire davanti all´ autobus ma la mia voglia continuava a pulsare e contrarsi e non ci volle molto tempo perche´ mi guardassi in giro e lasciassi che la mia mano si infilasse sotto la giacca che copriva le mie cosce. In un attimo passai le dita aperte tra le mie cosce e la sensazione che ebbi strusciando il collant appiccicoso sul perizoma fu talmente forte che un brivido mi percorse tutto il corpo. Mi sentivo sporca in quel momento, ero in mezzo ad altre persone (che fortunatamente non sembravano interessate a me), ma mi stavo accarezzando sotto il vestito e ne provavo un immenso piacere. Lasciai che la mano si muovesse piu´ a fondo tra le mie cosce premendo con la punta delle dita nei punti che sapevo mi avrebbero fatto godere in breve tempo. Rivedevo ancora quelle gambe bianche e quello slip nero e con gli occhi semichiusi guardavo il vuoto al di fuori del finestrino lasciando che le mie dita facessero il resto. Le premevo e le spingevo avanti e indietro sul collant come quasi volessi sfondarlo ed entrarmi dentro ma non avrei potuto farlo e lo sapevo bene e cosi´ mi limitavo ad accarezzarmi con forza premendo sempre piu´ forte. Sentivo l´ odore dei miei umori impregnati nel collant giungermi alle narici e questo profumo forte mi mandava in estasi e faceva in modo che premessi le dita ancora piu´ a fondo tra le labbra che potevo sentire gonfie ed ormai quasi aperte. Piano piano cercavo di divaricare un po´ di piu´ le gambe senza dare nell´ occhio facendo attenzione a non far muovere la giacca poggiata sulle gambe ma piu´ le allargavo piu´ la voglia di penetrarmi aumentava…e non potevo farlo. Mi limitavo a muovere il bacino contro le mie dita, a schiacciare il clitoride con la punta delle dita, a lasciar scorrere la mano aperta avanti e indietro sul collant sentendo il perizoma quasi completamente immerso dentro la fica pulsante. Mi sembrava di impazzire: stavo godendo e nessuno se ne stava rendendo conto davanti e dietro di me. Le mie dita circuivano il clitoride e lo schiacciavano e scendevano sulla mia fica che ormai sentivo spalancata e mi muovevo quasi saltando su quel sedile che ormai bruciava sotto di me. Stavo per godere, la voglia di esplodere era tremendamente forte come la voglia di urlare al mondo intero che la mia fica stava per darmi un orgasmo fantastico, ma mi limitavo purtroppo a mordicchiarmi le labbra, a contenere la mia voglia di gemere e di mugolare, a guardare con indifferenza il mondo al di fuori del finestrino. Sentii una vampata di calore salirmi dal basso ventre e con forza e desiderio lasciai che le mie dita si muovessero piu´ velocemente sul collant impiastricciato dei miei umori. Sembrava che fossero passati anni dall´ ultima volta che mi ero masturbata da quanta foga ci mettevo nello spingere le dita avanti e indietro senza sosta schiacciando piu´forte il bottoncino che ormai sentivo duro sul polpastrello. Non mi fermavo, le onde del piacere erano come delle scariche elettriche che mi salivano dalle cosce e giungevano al cervello che voleva solo l’ orgasmo in quel momento. Le dita correvano piu´ veloci adesso sul collant mentre sentivo le gambe che inconsciamente si allargavano coperte dalla giacca. Stavo impazzendo dal piacere nonostante a tratti mi rendevo conto dove fossi e cercassi di trattenermi. Ma era troppo tardi e troppa era la voglia di godere li´ su quel sedile, davanti a tutti, accanto a quella donna che neanche mi aveva vista ma della quale conoscevo tutto….E spingendo ancora le dita e premendo il perizoma dentro la mia fica e stuzzicando il clitoride, mi sentii piegare le gambe e mancare le forze quando un orgasmo impetuoso come un fiume in piena mi raggiunse lasciandomi sconvolta ed ansimante con la mano che satura del mio miele continuava a scivolare rallentando la corsa. Mi sentivo accaldata ma avevo provato un qualcosa di incredibilmente eccitante e mentre le dita premevano ancora sulla fica sentivo le contrazioni del mio utero che spingevano fuori ogni goccia del mio piacere. Mi stavo rilassando molto lentamente lasciando che la mano ancora aperta scivolasse tra le cosce e nei minuti successivi iniziai a temere che qualcuno potesse avermi vista ma in fondo non mi importava poi piu´ di tanto, avevo goduto e questa era la cosa importante, mi sentivo si´ un po´ porca nell´ aver compiuto su quel mezzo pubblico un qualcosa che non avrei mai pensato di fare, ma stavo iniziando una nuova vita che mi avrebbe dato sempre maggiori piaceri e con il passare del tempo stavo iniziando a capire che qualsiasi posto e qualsiasi situazione era buona per godere e per raggiungere un orgasmo. Quel ditalino fatto su quell´ autobus mi ha tenuto compagnia per molte sere e molti giorni e non posso negare che ogni volta che ci penso sento ancora la fica inumidirsi ed il clitoride gonfiarsi dandomi la voglia di farlo ancora e di ripetere quella esperienza che mi fece godere da matti.
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9 years ago
alex1404,
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La genesi
Tutto ebbe inizio nel lontano 1979. Quell’anno fui chiamato a prestare servizio militare in una città del nord. La paga era misera e x noi proletari era duro andare avanti. Chi non aveva problemi morali, si accompagnava con gay disposti a pagare x le prestazioni.
Conobbi Vittorio, un uomo sulla cinquantina, capelli leggermente brizzolati, fisico tonico, una domenica pomeriggio in un bar. Una chiacchiera tira l’altra, facemmo amicizia e rimanemmo d’accordo di vederci nei giorni seguenti. Fu al secondo appuntamento, che avemmo il primo contatto sessuale. Come detto nel precedente racconto, sebbene mi piaceva andare con gli uomini, mi limitavo al mio ruolo attivo, e niente baci.
Eravamo di sera nella sua macchina in una stradina buia di periferia. Quando, dopo aver fermato l'auto, mise la sua mano sulla mia coscia, la patta si gonfiò. Quando poi l’aprì dicendo “vediamo cosa c’è sotto” il cazzo uscì fuori tutto duro.
Lo carezzò brevemente con le mani, poi vi si buttò sopra con il viso, e con le labbra iniziò un lento giù e su, interrotto ogni tanto da una slinguazzata. Non dovette attendere molto x ritrovarsi la bocca piena di bianca crema che ingoiò con piacere.
Debbo dire che il nostro diventò un vero rapporto di amicizia. A volte ci si vedeva solo x bere qualcosa, senza fare sesso, e magari mi dava anche del denaro. A volte si faceva sesso senza scambio di denaro. Mi portava a mangiare nei migliori ristoranti, dove il conto x una singola persona poteva essere paragonato ai 70, 80 € attuali. Aveva un buon impiego e poteva permetterselo.
I nostri incontri sessuali avvenivano in auto, a casa sua, raramente, quando non c’erano famigliari, oppure nel retrobottega di una boutique di un suo amico.
Ma fu nell’estate dell’80 che ci fu l’esplosione dei ns incontri sessuali.
La sua famiglia era in vacanza in riviera e noi ci si incontrava in tutta tranquillità a casa sua.
Fu una di queste sere……..
L’avevo già posseduto in piedi nel bagno, e l’avevo aiutato a venire tenendogli l’uccello in mano (avevo fatto un passo in avanti).
Poi avevamo mangiato qualcosa di frugale. Infine ci eravamo spostati in salone per sentire un po’ di musica.
Eravamo seduti sul divano e mi teneva il mio capo sul suo petto. Il suo mento mi massaggiava la testa con i cortissimi capelli. Ricordo che era molto piacevole e sensuale. Poi si staccò e sentii la sua bocca sul collo e le orecchie. Alternava piccoli baci e morsi a slinguazzate.
“Non ti piacerebbe provare a prenderlo dietro?” mi sussurrò. Non risposi, lasciai continuarlo. Il cazzo mi si era rigonfiato. “Hai paura di perdere la tua virilità?” insisteva lui “Tanto guarda che siamo tutti omosessuali, attivi e passivi. La parola OMO significa stesso, quindi sia che sei attivo, sia che sei passivo, sei sempre omosex. E poi siamo solo noi nell’intimità di queste 4 mura”. “Nonnn, non so” risposi io sibilando le parole a occhi chiusi, mentre la sua mano mi palpeggiava il cazzo.
Ma mentre davo questa risposta, nella mia testa risuonavano le sue parole. Poi d’improvviso sentii le sue labbra sulle mie, l’alito fresco di menta (in seguito realizzai che era un escamotage per incentivare l'altro al bacio), la sua lingua entrare nella mia bocca. Non mi era mai successo di baciare un altro uomo. Non feci resistenza, ma anzi, con meraviglia la mia le andò voracemente incontro. Intanto con la mia mano gli avevo fatto diventare il cazzo duro.
“Ti va di baciarmelo?” disse lui accompagnando con la sua mano il mio capo sul cazzo. Ma si, dissi tra me e me, non è sbagliato quello che ha detto. OMO è sinonimo di stesso, e quindi se scopiamo con lo stesso sesso che senso ha fare queste distinzioni tra attivo e passivo?
Presi il suo uccello in bocca, e ricordando il suo modo di fare i pompini, cominciai a succhiarlo. Era piacevole. Poi mi tirai su, ci baciammo e infine gli dissi “Mi hai convinto, voglio provare a prenderlo, ma mi raccomando, fai piano, è la prima volta”, “Non ti preoccupare, girati con la pancia verso lo schienale del divano, mentre vado a prendere l’olio”.
Tornò subito dopo con una tazzina d’olio. Io ero con il viso poggiato sullo schienale, il sedere all’indietro, in una mezza pecorina. Sentii la sua lingua leccarmi l’ano e la zona intorno. Era proprio piacevole quel massaggio. Infine sentii le sua dita, unte di olio, che lavoravano intorno all’orifizio per aprirlo bene. Poi quando sentii il palmo della sua mano sinistra sul mio fianco sinistro, capii che quello che stava entrando nel mio culo era il suo cazzo. Non fu traumatico sicuramente x due fattori. Primo perché me lo aveva lubrificato e fatto rilassare bene; secondo perché aveva un bel cazzo, di quelli che iniziano con la cappella piccola, e si ingrossano man mano scendendo il tronco.
Era fatta. Avevo perso la mia verginità.
Vittorio cominciò a cavalcarmi con foga, aumentando e rallentando sia il ritmo che i colpi. Avevo il cazzo eccitatissimo. Fu quando cominciò ad assestare, con la forza dei reni, colpi secchi che cominciai a sentire dolore. Ma era solo dolore?!? Sicuramente mi trovavo in quel confine ben descritto dal marchese De Sade, dove dolore e piacere si confondono, e confine più non c’è.
Mi prese il petto con le mani e mi tirò su. Sentivo il suo respiro forte, affannato sul mio collo. “Allora ti piace? Ne valeva la pena?” mi sussurrò, “Siii” risposi io.
Mi girai con la testa e ci baciammo. “Fammi capire quando stai per venire, che veniamo insieme” mi disse. Non dovette attendere molto.
Esplodemmo quasi all’unisono in un grande orgasmo, e mentre lui mi veniva dentro (era l’80 e l’AIDS ancora lontano) il mio sperma schizzando fuori con la forza dei 20 anni, andò a posarsi sullo schienale del divano.
Rimanemmo alcuni minuti abbracciati, con lui dentro di me, stanchi ma felicemente appagati.
Quella sera rientrai in caserma con 30 minuti di ritardo. Mi beccai 5 giorni di CPS (se ricordo bene dovrebbe significare Camera Punizione Semplice, previsto x le infrazioni leggere, in sostanza si rimaneva consegnati in caserma, senza poter uscire) ma ne valsero la pena.
A volte i racconti hanno una morale. Anche questo ne ha, e qual è? A tutti quei giovani baldanzosi che si dichiarano “bsx ma solo attivi” dico: provatelo ora che siete giovani e avete il cazzo bello duro, il vero piacere anale, l’orgasmo senza bisogno di segarvi. Non aspettate di entrare nell’età matura (perché tanto è una tappa obbligata che in età matura avrete voglia di provare anche il piacere passivo) e dovrete aiutarvi masturbandovi x raggiungere l’orgasmo.
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9 years ago
singlebsx1959,
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analisi
Distesa sul divano, lasciandomi analizzare come molti da sempre vorrebbero, impossessandosi in modo completo di ogni mio dettaglio epidermico nella consapevolezza che non mi sottrarrò neppure di fronte ai penetranti sguardi attraverso i quali tradurre altre più vogliose intenzioni, nuda, come in un sogno proibito, confesserò di insospettabili fantasie.
Neppure il mio compagno potrà allora completamente astenersi dall'obbligo di doverne condividere, in complice assuefazione, le morbose ossessioni che rendono schiavi dei simbiotici desideri presenti nel recondito della mente.
Difficile gli sarà poter accettare altri corpi intersecati nel mio, nell'unisono esproprio di anfratti pretesi in condivisione, defraudandone l'essenza sino ad allora idealizzata come invalicabile.
Sfilandomi con maliziosa intenzionalità gli impalpabili orpelli che amplificano il mio essere femmina, senza altri baluardi oltre ai lineamenti del corpo, ecco che le forme verranno immortalate in maniera non dissimile da come altre mani vorrebbero accarezzarle.
Il nulla mi separa ormai dal contatto interiore, persa nel vortice cerebrale dove violarmi sarà cosa divenuta improvvisamente oggettiva, senza altri pregiudizievoli veti che possano ancora impedirne l'accesso.
Avvertire l'avvicendarsi contemporaneo di orgasmi ricercati in modo reciproco, tanto dal perdersi nelle nebbie del piacere, ascoltandone la dimensione crescente scivolare all'interno sino ad alimentarsi con smisurata potenza, inseminando l'anima ormai privata da ogni potere.
Solo pochi accessoriali strumenti basteranno a rendere contemplabile ciò che la natura ha elargito benevola, diffondendola in modo che anche ad altri sia consentito poterne almeno in parte beneficiare, nel gioco delle penombre in cui è la luce ad imporre il ritmo del piacere visivo.
L'analista contempla ogni lembo concesso allo sguardo, cercando invano tracce d'imperfezione prima del congedo finale nuovamente pago di quanto ancora ottenuto mentre, del tutto spossata, ricomponendomi torno da dove sono venuta.
Allungando la mano sento chi mi è accanto prossimo alla genitale esplosione, al racconto di quell'ultima agonizzante esperienza affinché ne sia altrettanto partecipe oltre ogni forma di ineludibile gelosia.
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9 years ago
gloria1951,
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La mia prima volta con un uomo - parte 2
Antonio tornò a sedersi al mio fianco sul divano, ancora rosso in volto, e di tanto in tanto si portava la mano sulla fronte, sospirando profondamente, evidentemente pieno di imbarazzo. Sullo schermo, continuavano a scorrere le immagini di sesso sfrenato tra il mio conoscente e i due transessuali di colore. Antonio, che appariva forse più giovane di cinque sei anni nel video, passava ininterrottamente dal succhiare un uccellone nero al limonare con l'altro trans, dal leccare un buchetto dilatato e lubrificato al farsi inculare con violenza da quelle cappelle turgide e lucide... Il tutto senza mai venire! Dopo circa 10 minuti di video, Antonio al mio fianco pareva tornato tranquillo, e anzi aveva allargato le braccia sopra la testiera del divano. "Ehm...", sussurrò ad un tratto, "Ti piace davvero?"
Io lo guardai appena un istante, per tornare a godermi lo spettacolo del mio amico impalato in culo e in bocca dalle due stallone, e annuii, mentre in quel momento mi accorgevo che un po' alla volta il mio cazzo si era indurito, e ora pulsava visibilmente da sotto i pantaloni. "Ti invidio molto..." ho sussurrato, con un tono di voce improvvisamente più spezzato e incerto.
Antonio deve aver capito cosa mi passava per la testa, perché, senza dire nulla, si è tolto il maglione, restando a torso nudo. "Non ti dispiace? Inizio a sentire caldo..." mi ha mormorato. "Figurati", gli ho sorriso, arrossendo, e il mio sguardo è sceso un solo istante (ma credo che lui se ne sia accorto) a guardargli il petto e le spalle, "Anzi..." ho aggiunto, distogliendo definitivamente gli occhi dal video, mentre continuavano a giungermi alle orecchie i gemiti dell'orgia, e fissandoli in quelli di Antonio.
"Anzi?" ha sorriso lui, "E perché 'anzi'?" Mi sentivo totalmente in balia della sua voce, abbandonato sul divano, era come se non fossi in grado di fare altro che assecondare il calore crescente che sentivo nello stomaco. Antonio si avvicinò piano, senza però ancora toccarmi. Mi arrivò un'ondata del suo odore... Profumo di dopobarba e, più profondo e ipnotico, di sudore fresco, magnetico e maschile.
"perchè..." balbettai io slacciandomi lentamente la patta dei pantaloni, "... perché il tuo corpo mi eccita da morire...".
Antonio mugolò, e improvvisamente mi fu addosso, avvolgendomi con le sue braccia. Le nostre labbra si sono incontrate in silenzio, e le nostre lingue si sono incrociate a lungo, nel fiato caldo e umido che rompeva i nostri respiri eccitati. Era la prima volta che baciavo un uomo, e l'emozione, unita all'agitazione e all'eccitazione del momento, mi confondeva la mente. Dopo alcuni minuti in cui restammo in silenzio baciandoci, mi staccai dalle sue labbra, e scesi con la mia bocca fino ai suoi capezzoli, larghi e morbidi, che iniziai a succhiare e mordicchiare. Dal canto suo, Antonio mi aveva sollevato la felpa, e anche lui aveva indagato con le mani la mia pelle, fino a trovare i miei capezzolini, che iniziò a strizzare senza pietà, pizzicandoli, tirandoli, come se mi volesse mungere... "Hmmmm" gemetti, ma senza sottrarmi alle sue dita, mentre con la mano ero sceso a palpare i pantaloni di Antonio. In poche mosse abbassai la lampo e infilai le dita sotto i boxer, incontrando la consistenza rigida e bollente del suo uccello. Lo estrassi a fatica, e improvvisamente proruppe dai pantaloni un cazzone scappellato, completamente in tiro e perfettamente depilato, di dimensioni notevolmente maggiori rispetto al video... "Dio mio!" esclamai, tenendolo in mano e saggiandone la consistenza, "E' gigantesco!" Antonio sorrise, appoggiando una mano con delicatezza sulla mia nuca e invitandomi a scendere con la bocca sulla cappella: "Eh... tu mi ecciti molto di più di quelle due trans, amore!"
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9 years ago
admin, 75
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Il mio ecografo
Questa seconda storia che vi racconto (verissima come le altre poche scritte e da scrivere) racconta dell’unica volta (fino ad oggi), in cui ho tradito nel vero senso etimologico della parola mio marito, nonostante lui già era un cuckold convinto e sapeva delle mie scopate con altri uomini (vedi il primo racconto). Ho tenuta nascosta questa mia relazione per circa 2 anni perché volevo avere il gusto di provare le emozioni di un vero tradimento e di un rapporto clandestino che in quel momento volevo condividere solo con il mio amante, a cui non ho mai detto di avere un marito cornuto contento. In verità, l’ho fatto, anche perché ero sicura che nessuno poteva scoprire questa mia relazione clandestina. Quando la stessa è finita, perché andammo via da quel luogo, il giorno del compleanno di mio marito ,decisi di rivelare questo tradimento, sapendo bene di fargli un grandissimo regalo di compleanno e facendolo eccitare all’ inverosimile raccontando tutto nei minimi dettagli consapevole che la sua reazione sarebbe stata di puro godimento, cioè di una mega sborrata.
Tutto inizia quando mi viene diagnosticata una malattia (nulla di serio fortunatamente) irreversibile, che dovevo però monitorare con delle ecografie (una ogni sei mesi). Chiesi ad una mia amica un medico ecografo di cui mi potevo fidare e mi fu indicato un medico molto bravo, serio e meticoloso una dei più bravi sulla piazza (confermo).
Telefonai, mi rispose lui (non ha segretaria chissà perché) mi diede un appuntamento per un giorno di mattina e mi chiese se era la prima volta che mi recavo da lui e mi raccomandò di portare tutte le analisi e diagnosi varie in mio possesso.
Visto che mi dovevo spogliare rimanendo solo in intimo, davanti ad una persona che non conoscevo affatto, non volevo andare da sola e visto che mio marito non sarebbe potuto venire, chiesi alla mia amica che mi aveva indicato il medico, se potava farmi compagnia per la visita, accettando la mia richiesta.
Ci ricevette un medico alto, pelato con un fisico muscoloso, palestrato con una età sui 55 anni circa. Non era bello, ma aveva un viso molto curato intrigante con due grandi occhi neri, labbra carnose , una voce sicura e due grandi mani. Mi fece la visita suscitando in me tanta fiducia era veramente molto meticoloso e preparato , mi spiegò tutto nei minimi dettagli, insomma un vero professionista. Dopo l’ecografia, approfittando del fatto che non aveva altre visite, si intrattenne con noi parlando di svariate cose, ci raccontò anche un po’ di lui, ci disse che era separato e adesso conviveva con un altra donna, che aveva avuto diverse donne non credendo nel matrimonio e che prendeva la vita come viene, quando poteva si divertiva, parlò di tante esperienze di vita avute. Mi diede impressione di un uomo che sapeva quel che voleva, deciso, sicuro ma anche molto professionale. Alla fine ci salutammo e quando andai via mi strinse la mano con un certo piacevole vigore sfiorandomi con le dita la mia internamente, aveva una mano molto grande.
Sulla via del ritorno, la mia amica mi dice “hai fatto colpo sul dottore hai visto come ti guardava? Che occhiate ti buttava”? Io risposi che era una sua impressione che non avevo fatto caso a quello che lei diceva. E lei” dai che è vero e poi non dirmi che non ti intriga un tipo così è un bel macho”. Io non ribattei, anche se ero d’accordo con lei in questa ultima affermazione; comunque tutto finì li.
Il passo decisivo di questa storia fu circa 4 mesi dopo, un giorno qualunque mentre per caso, parcheggiavo la mia auto nella piazzetta antistante lo studio medico, arrivò lui con la sua grossa moto e parcheggiò davanti al suo portone, io mi accorsi e gli feci cenno di saluto e lui non so se mi riconobbe, ma ricambiò il saluto e vidi che indugiò molto, rivolto verso di me buttandomi un intrigante e prolungato sguardo. Entrò nel suo portone insistendo nel suo sguardo e come se non bastasse arrivando sopra al suo studio indossando il camice si affaccia dal balcone e mi fissa passandosi flebilmente ma senza equivoci, la lingua tra le labbra. Quegli sguardi mi turbarono tanto in maniera piacevole , quell’uomo era veramente un conquistatore seriale, un vero sfacciato porco. Per circa una settimana pensai piacevolmente a quei vogliosi sguardi, poi col tempo si dissiparono.
Nell’imminenza della nuova visita, mi ricordai di nuovo di quell’incrocio di sguardi e pensavo spesso come dovevo comportarmi, il medico, dal giorno degli sguardi, mi intrigava molto devo dire e questa volta volevo andare da sola da lui per vedere come si sarebbe comportato. Così telefonai per l’appuntamento (non credo lui si ricordò del mio cognome) mi chiese se preferivo l’appuntamento di mattina o pomeriggio e se era la prima visita, io preferivo di mattina (ero sicura che sarei andata sola) e rimanemmo per il martedì successivo alle 11,15.
Andai da sola mi vesto in maniera elegante ma sobria, anche con un intimo bello molto fine ma non volgare, non volevo dare elementi di provocazione nei suoi confronti.
Quando arrivai allo studio, mi accoglie e colsi nel suo volto la piacevole sorpresa nel vedermi e mi disse che ora si ricordava di me. Mi fece accomodare e disse di aspettare che aveva un paziente in visita, dopo 5 minuti dal mio arrivo un ‘altra paziente anziana fu accolta dal dottore nello studio. Finì subito con il primo paziente e mi chiese se cortesemente potevo far passare l’anziana prima di me visto che era una visita veloce, invece con me avrebbe impiegato più tempo. Mio malgrado a malincuore consentivo, l’importante dissi era non perdere troppo tempo. Lui mi rassicurò mi disse “lo prometto”. Devo confermare, che appena 10 minuti dopo l’anziana donna era già fuori dallo studio medico, il dottore compiaciuto mi dice “sono stato di parola?” io confermai e così mi invita a passare nello studio, che lui sarebbe arrivato a breve, andò in bagno e quando tornò vidi che aveva tolto il camice (poi capì perché) aveva un pantalone in panno grigio e una bella camicia aperta di sopra che faceva intravedere una folta peluria nera e risaltava ancor di più i muscoli. Mi chiese come andava, io risposi bene, vide gli ultimi esami e mi invitò a spogliarmi ed accomodarmi sul lettino per l’ecografia, sinceramente ero tesa, ma mi piaceva stare con quell’uomo sola nella stanza semi buia; iniziò la visita e mi disse di rilassarmi il più possibile, che doveva approfondire degli aspetti che la prima volta erano stati tralasciati ed aveva bisogno di più tempo e della mia collaborazione nell’essere sciolta e rilassata e per rendere tutto ciò meglio possibile, contestualmente alla visita mi avrebbe aiutata a rilassarmi con dei leggeri massaggini in dei punti ben precisi e con della musica appropriata in sottofondo.
Iniziò l’ecografia e contestualmente alla visita cominciò a massaggiarmi lentamente in vari punti del corpo e proseguendo, capii che si soffermava insistentemente in punti ben precisi,che mi creavano dei lievi brividi di piacere che man mano si fecero sempre più intensi. Iniziai a respirare sempre con maggior affanno, e percepivo un piacere che mi pervadeva lungo il corpo e mi eccitava grazie a quell’uomo che mi stava “ VISITANDO”, lentamente ero diventata un vulcano, i capezzoli del mio abbondante seno si erano inturgiditi e sembravano voler oltrepassare il tessuto del mio reggiseno .
Lui si accorse di tutto, il suo lavoro stava dando i risultati da lui sperati e mi rassicurava, con voce suadente consapevole del fatto che mi stava portando dove lui voleva continuava a dirmi di rilassarmi e di stare tranquilla che al momento non aveva riscontrato nessuna anomalia a riguardo la mia malattia. Io ero in estasi , il mio respiro diventò affannoso, sentivo caldo, ero eccitata e lui lo sapeva e se ne accorgeva. Spesso mi faceva cambiare posizione e alcune volte mentre mi visitava, posizionava il suo pacco davanti al mio viso e qui notavo un notevole rigonfiamento che faceva intuire anche il suo stato di vogliosità e eccitazione nei miei confronti. Il suo viso si compiaceva quando capì ( e non era difficile) di avermi ormai in pugno e tutto si materializzò quando nell’ennesimo cambio di posizione, involontariamente, con il mio braccio toccai la sua patta e di riflesso il suo cazzo sentendo tutta la sua turgidità . Fu un attimo in cui incrociammo i nostri sguardi, io mi morsi il labbro pur di non ansimare e lui mi sorrise gettando via il suo aplomb. Mi disse “abbiamo finito è tutto ok” e nel medesimo istante prese la mia mano e me la portò sul suo rigonfiamento. Io non feci nessuna resistenza e accarezzai con cura il membro del dottore sentendolo duro e grosso nei pantaloni.
Mi fece alzare mi rassicurò che nella visita non aveva riscontrato nessuna criticità e da dietro appoggiandosi con il pacco al mio culo, palpandomi le tette e mettendo da parte il lei, mi disse “adesso ti faccio un’altra visita” baciandomi sul collo, “sei stata dura a resistere ma ci sono riuscito”. Mi spiegò poi che durante la specializzazione negli Stati Uniti aveva frequentato un corso di massaggio erotico e sapeva individuare i punti deboli di ognuno di noi, infatti diceva, che ogni persona ha delle parti erogene inconsapevoli e diverse uno dall’altro e, in quel corso gli avevano insegnato a individuare queste parti, e con me adesso e con qualche altra paziente prima di me che si era scopato, raccoglieva i frutti di quel corso.
Io ero ormai nelle sue mani in tutto e per tutto, e non mi ribellai a tutto questo, anzi ero accondiscendente in tutto, quell’uomo sicuro, deciso, muscoloso e quasi burbero mi intrigava tanto e soprattutto ormai, volevo ed essere scopata da quello che sentivo essere un grosso cazzo che premeva sul mio corpo. Non feci nessuna resistenza anzi, prima lo baciai in bocca e poi sbottonai e abbassai la cerniera dei pantaloni e lì, svettò un cazzone veramente dotato, (mi disse 23 cm), grosso, venoso, pulsante con una gran cappella violacea che subito impugnai (il porco non aveva mutande se li era tolti prima della visita quando andò in bagno consapevole delle sue intenzioni e sicuro di quello che sarebbe poi accaduto) e iniziai a leccare in lungo e in largo. Lo pompai bene ero veramente vogliosa di quel cazzo lo insalivai tutto persino le grosse palle pelose e nel mentre lo fissavo negli occhi. Dopo qualche minuto mi portò in un'altra stanza dove c’era un lettino ci spogliammo del tutto, aveva un petto molto villoso di peluria totalmente nera nonostante l’età non più verdissima, mi mise a pecora e iniziò a sbattermi con vigore, io godevo a sentire quel potente uccello che mi pompava senza soluzione di continuità e sentire i grossi coglioni che sbattevano sul mio culo, mi chiese signorilmente se mi andava il turpiloquio e quando io annuì, cominciò con frasi tipo” troia ti piace il mio cazzo” o “dove si trova adesso quel cornuto di tuo marito mentre ti fai sbattere da me” o ancora “tuo marito se lo sogna un cazzo come questo” “hai un viso da zoccola e vogliosa di minchia” altre frasi ancora che lodavano il suo ottimo uccello e le sue arti amatorie. Godevo tantissimo, urlavo di piacere e lui mi incitava ma purtroppo, mi accorsi che era tardi e dovevo andare via, lui molto pacatamente mi disse “ hai ragione è tardi ma non mi lasciare così, fammi sborrare, ci sarà più tempo per trombarti come si deve la prossima visita”. Così con un bel pompino solleticandogli anche i coglioni, lo feci sborrare e abbondanti fiotti di crema bianca e densa mi riempìrono la mano. Ci rivestimmo lui scrisse la relazione, ovviamente non pagai la visita e ci salutammo e mi disse che la prossima volta dovevo chiamarlo una settimana prima così avremmo trascorso una mattinata assieme a divertirci solo noi due senza nessun disturbo di altre visite e mi chiese anche di vestirmi in maniera sexy, “ ti voglio vestita da troia” mi disse.
Passarono i mesi e ogni tanto ripensavo a quella bella ma furtiva trombata arrivò il tempo della visita di controllo e telefonai una settimana prima, come mi aveva raccomandato lui, adesso non vedevo l’ora di farmi montare di nuovo da quell’energumeno. Questa volta si ricordò subito di me e mi diede appuntamento alle 09,30 del mercoledì successivo.
Mi vestii con un intimo molto sexy , reggicalze perizoma autoreggenti con il rigo dietro e con un reggiseno senza coppe, indossavo dei pantaloni attillatissimi che facevano intravedere lo spacco della mia fica eccitata e gonfia e delle scarpe con tacchi a spillo da 12 cm, truccata pesantemente ,devo ammettere ero eccitata e bagnata all’inverosimile.
Arrivai allo studio mi aprì lui e quando dopo avermi tolto galantemente il cappottino, mi vide così vestita e mi disse che ero bellissima e con rispetto “sembri una troia di alto bordo”. Ci baciammo in bocca subito e iniziammo a palpeggiarci entrambi, il suo cazzo diventò in un lampo turgidissimo, mi disse che la visita l’avremmo fatta dopo, adesso voleva dedicarsi interamente a me, io non aspettavo altro. Andammo nella stanza del lettino e sempre toccandoci a vicenda e baciandoci ci spogliammo, volle che io rimanessi in intimo con le scarpe indossate, mi disse che l’intimo sexy lo faceva arrapare da morire lui fece svettare il suo uccellone grosso e violaceo e me lo mise in bocca a pomparlo, lì iniziò un susseguirsi di porcate senza fine in cui il maiale mi fece godere come mai nessuno prima, mi penetrò in tutte le posizioni incitandomi ad essere sempre più porca era un fiume in piena di parole volgari e di sesso sublime ed io lo accompagnavo senza pudore alcuno, leccava la fica divinamente e gli venni diverse volte in bocca facendogli assaporare il mio liquido che deglutiva senza alcun tentennamento e anzi, baciandomi mi invitava ad assaporarlo anche io. Al culmine di una ora buona di porcate varie e goduria senza fine, mi sborrò in faccia con getti copiosi e violenti di nettare bianco e appiccicoso. Ci ripulimmo e sempre nudi andammo nella stanza della visita dove lui mi fece l’ecografia, era eccitante vedere il dottore visitarmi con quel bel cazzo penzolante che io ogni tanto toccavo e menavo e che faceva una gran bella figura anche a riposo. Quando la visita volgeva al termine fu lui, che per far risalire il grado di eccitazione di entrambi, con una mano me lo porgeva in bocca invitandomi a leccarlo per farlo indurire e allo stesso tempo con l’altra iniziava a solleticarmi la fica iniziandola a leccare. In un batter d’occhio eravamo di nuovo entrambi eccitati e vogliosi l’uno dell’altro. Alla fine della visita e rassicurandomi che tutto era regolare ci avviammo di nuovo nell’altra stanza a farci la seconda scopata del giorno. Anche qui il dottore mi scopò alla grande facendomi godere a voce alta mischiando il mio godimento alle sue consuete frasi di turpiloquio spinto, che mi facevano sentire una puttana nelle sue mani. Sembrava il set di un film porno dove le posizioni, le frasi sporche, la goduria vocale, i rumori tipici di due corpi in continuo contatto si susseguivano, quel 55 enne era un toro scatenato e libidinoso che faceva impazzire le sue prede la seconda volta non veniva mai.
Finalmente dopo tanto godemmo di nuovo entrambi alla grande e uscì dallo studio alle 12,30 ero a pezzi avevo le gambe tremolanti dopo i tanti colpi che avevo piacevolmente ricevuto da quell’uomo e da quell’uccello vigoroso ma ero molto soddisfatta. Con tutto il rispetto, mio marito, a letto aveva solo da imparare da un uomo così e non solo per le dimensioni del pene.
Alla terza visita dopo sei mesi, sempre unico appuntamento della mattina, quando suonai si accertò che ero da sola e infatti quando mi aprì il portone il porco si presentò solo con il camice bianco con sotto solo lo slip bianco in micro fibra (era molto attento anche ai minimi dettagli) e con il cazzo già in tiro, io sempre vestita da zoccola avevo una minigonna strecht aderentissima, tacchi a spillo, calze a rete aperte davanti e dietro, un mini perizoma truccata da porca e con le unghie lunghe laccate di smalto bianco. Ci baciammo ancora una volta in bocca ci toccammo come consuetudine le parti intime per riscaldare l’aria e andammo subito a scopare questa volta però volevo essere io a prendere l’iniziativa e farlo soffrire di piacere, infatti dopo avergli fatto il bidè, insaponandogli e lavandogli bene le parti intime stuzzicando allo stesso tempo grosso cazzo, lo feci mettere a pecora sul letto e iniziai a leccargli il culo ed a solleticargli i grossi coglioni penzolanti lui godeva e soffriva ma io non lo facevo muovere da quella posizione, anche a me eccitava vedere lui essere dominato da me, gli leccai tutto il solco peloso e il buco, lui godeva e voleva scoparmi ma io non desistevo, lo volevo portare alla massima eccitazione. Dopo 10 minuti circa di piacevolissima sofferenza lo feci girare e lo pompai ancora, per poi impalarmi sopra, lui mi sferrava forti colpi io godevo a più non posso mi palpava le tette me li succhiava era una furia di sesso i miei preliminari sul suo culo aveva sortito l’effetto sperato.. Come al solito dopo la prima sborrata in faccia, mi fece la visita per poi riprendere il secondo tempo, e dopo avermi scopata in tutte le posizioni come un forsennato, terminò con la solita copiosa sborrata tra faccia e tettone urlando tutta la sua goduria mentre spruzzava nettare.
Questa fu l’ultima scopata con il dottore in quanto mio marito fu trasferito dall’azienda per cui lavora, in altra sede e quindi ho dovuto cambiare ecografo e città, ma sicuramente il mio ecografo preferito rimarrà sempre lui.
Quando gli telefonai per comunicargli che sarei andata via mi sembrò molto rammaricato al telefono (chissà perché) e mi chiese se andavo per l’ultima volta ancora allo studio prima di partire, per farci l’ultima scopata ma anche se non a cuor leggero rifiutai l’invito e lo ringraziai per i momenti di splendido sesso passati assieme, ricambiandomi e affermando che non mi avrebbe dimenticata.
Anche da parte mia non dimenticherò quello splendido esemplare di uomo che a letto non lasciava nulla al caso e che mi ha fatto passare splendidi momenti di goduria senza fine. Devo confessare che ad oggi non ho trovato nessun uomo che mi abbia fatto godere come quel porco del mio ecografo malgrado qualche altra avventura libidinosa sia stata in seguito esitata, ma questa volta con il consenso di mio marito.
Circa un mese fa ci siamo sentiti per telefono e gli ho comunicato che questa estate sarò quasi dalle sue parti, in vacanza e lui mi ha chiesto insistentemente di vederci allo studio , io stavolta con il consenso di mio marito ho accettato l'invito e adesso con vedo l'ora di farmi rimontare ancora una volta dal dottore, spero solo che abbia il vigore la potenza e la porcaggine di anni fa, io da parte mia farò tutto il possibile per farlo eccitare al massimo come sempre da lui desiderato.
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9 years ago
admin, 75
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Io e anna parte sesta
… come raccontavo eravamo in un periodo nel quale avevamo trovato una sorta di stabilità.
Erano passati circa 2 anni dall'incontro con Luca ed altrettanti da quello con xxxxx.
Con questo poi eravamo assidui, si era sistemato a Napoli, frequentava abitualmente la nostra casa (in veste di mio ex dipendente ora concorrente), era mitico amico dei ragazzi cui aveva “potenziato” il pc e caricato giochi, eravamo stati a nostra volta ospiti presso la sua famiglia in Calabria d'estate, noi frequentavamo la sua casa.... insomma era il classico amico di famiglia, forse troppo giovane per essere considerato dagli altri tale ma lo era.
Con Luca invece il rapporto era un po' piu' alla larga.
Una volta al mese passando per andare a trovare i suoi si fermava presso il cugino e Anna di certo non se lo lasciava sfuggire e, in questo tempo, almeno sei – sette volte l'avevamo raggiunto noi a Rimini.
Insomma, ognuno sembrava aver trovato la propria dimensione nel rapporto.
Xxxxx sembrava soddisfare in pieno Anna.
Era anche educato, serio, discreto e riservato, cosa si poteva avere di piu'?
Ma ecco che Anna una sera, mentre eravamo a casa di xxxxx, seduti sul divano bevendo un Martini gli chiede di inventarsi qualcosa di “frizzante” per movimentare un po' il rapporto.
Il ragazzo si imbarazza e le risponde che la settimana dopo passerà Luca e magari lui avrebbe potuto inventarsi qualcosa.
Così fu.
Questa volta dopo essersi rivestiti dopo una grande scopata fatta tutta di doppie per Anna (non l'avevano “trascurata” neanche un attimo), eravamo di nuovo sul divano con un bicchiere in mano a parlare.
Luca, piu' piccolo di età del cugino ma piu' deciso e sveglio, invito' subito Anna a chiarire quella sua richiesta della settimana prima.
Anna chiese che gli dessero qualche emozione in piu'.
Luca ancora chiese di chiarire e questa volta con tono più autoritario.
Anna farfugliava tra un non so e un balbettamento quando ancora spronata disse: “non so.... ad esempio quel Bruno.... si potrebbe......”
Bruno era un collega di lavoro di xxxxx che di tanto in tanto passava da lui a scambiare 4 chiacchiere che, tra l'altro, in una occasione si era trovato presenti anche noi.
In quel momento odiai Anna.
Cos'altro voleva? Ancora non le bastava?
Ricordo ancora la risposta di un Luca molto contrariato: “ok, vuoi scoparti Bruno... nessun problema.... xxxxx mi ha detto che ha conosciuto tua sorella a casa tua.... una gran cavalla....ok tu dai tua sorella a noi e noi ti diamo Bruno.... “.
Xxxxxx non parlava.... e Anna verso di lui: “lo pensi anche tu questo?”
Lui annui' senza parlare.....
E lei:”siete dei maiali!”
Luca si alzo' e le tiro' un ceffone in viso.
Lei pure si alzo' e fece per lottare ma Luca gli tiro' altri due ceffoni e storcendole un polso la costrinse ad inginocchiarsi sul pavimento.
Le storse il braccio dietro la schiena così che Anna al minimo movimento provava dolore e le urlo' in un orecchio “hai chiesto una cosa e ti ho fatto una proposta. Entro domani mi dirai se accetti o no. Ora chiedi scusa ai presenti per la parolaccia”.
Detto cio' le tiro' il braccio piu' dietro ed Anna dopo aver emesso un lamento per il dolore si piego' al suo volere e chiese scusa.
Lui la libero' dalla presa.
Appena libera lei si alzo', si porto' verso Luca e, incredibilmente per me che mi aspettavo chissà quale reazione, gli diede un bacio lunghissimo e profondo.
Poi andò in bagno.
E Luca, rivolto a xxxxx disse :”questa va domata!”.
Qualche sera eravamo di nuovo da xxxxx e questi, imbarazzato, disse ad Anna che Luca aveva lasciato detto che a prescindere da Bruno, la richiesta fatta valeva sempre.
Lei evidentemente pentita, disse che Bruno non le interessava e che aveva detto per scherzare ma xxxxx ripete' che Luca aspettava risposta: voleva la sorella.
Ok disse, farò il possibile.
Poi tese la mano a xxxxx e si chiusero in camera da letto.
Passò qualche tempo e Anna fece in modo di far incontrare più spesso la sorella e xxxxx.
Non le disse mai apertamente cosa le era stato chiesto (con gli anni le due sorelle non si facevano più confidenze), ma quando sapeva che xxxxx passava per casa chiamava la sorella e la faceva passare per casa con qualche scusa.
Ancora in qualche occasione si era fatta accompagnare nell'appartamento del ragazzo (Anna non guida mentre la sorella si) e l'aveva fatta salire chiedendole di farle compagnia a prendere il caffè.
Mia cognata, nonostante la sua non più giovane età è una donna molto piacente, alta, capelli neri lunghi, caratterialmente molto aperta e chiacchierona e, sicuramente questo suo lato caratteriale convinse tutti gli interessati che il gioco era fatto.
Ma xxxxx timido com'era non si spinse mai oltre.
Ci volle il passaggio di Luca per farlo.
Le due sorelle quella sera salirono su per “un brindisi” di benvenuto a Luca.
E Anna mi raccontò poi che parlarono, un po' di musica e la richiesta di ballare, così tanto per.....
Anna fu invitata da xxxxxx, Luca prese mia cognata.
Nel bel mezzo del lento Luca infilò la mano sotto la gonna della sua danzatrice.
Questa non si scompose ma gli disse chiaramente che aveva già una relazione appagante al di fuori del matrimonio e non aveva intenzione di provare altre emozioni.
Luca, ragazzo molto intelligente disse “peccato” e ritrasse la mano e la cognata lo rassicurò che quel gesto non avrebbe intaccato quella amicizia.
Bevvero qualcosa e le due sorelle lasciarono la casa.
Anna aveva tenuto fede al patto, era andata male non certo per colpa sua.
La sera stessa, piu' sul tardi, io e Anna tornammo dai cugini.
Luca ammise la sconfitta e diede atto ad Anna che aveva fatto il possibile per dargli la sorella.
Allora le chiese se davvero desiderava Bruno ma Anna disse solo che ogni tanto voleva qualcosa di nuovo.
Luca le promise che quando ci saremmo ritrovati a Rimini le avrebbe fatto una sorpresa.
Intanto i due cugini si ritirano in camera per la solita “doppietta” con Anna.
Due settimane dopo partimmo per Rimini e con noi venne anche xxxx.
Anna era eccitata e voleva conoscere cosa la attendeva giunti lì.
Xxxxx non si lascio' sfuggire parola.
Giungemmo alle 14 all'hotel vigilato da Luca che ci accolse sorridente.
Anna si attacco' alla sua bocca ma egli disse “oggi sarà un a giornata speciale. Avrai molto da fare ma ti piacerà”.
Una mezz'oretta dopo un colpo di clacson.
Luca apre la porta ed entra una donna che trovai subito fantastica e che ancora ricordo.
Sotto i quaranta anni, bionda, snella, pantaloni attillati che esaltavano il suo fisico perfetto, alta sull'1,60 ma con tacchi che la slanciavano e, un viso bellissimo.
Forse ad essere pignoli era un po scarsetta di tette (forse una II taglia) ma quel viso angelico avrebbe compensato qualsiasi difetto.
Il suo nome Francesca.
Era molto intima con Luca, si vedeva, che la presentò a tutti noi.
Anna non fu espansiva, evidentemente la bellezza e la giovinezza di quella donna che conquistò da subito anche l'attenzione di xxxx la mettevano in secondo piano e era “sulla difensiva”.
Francesca si dimostrò anche molto affabile e spigliata e prese subito a parlare con noi maschi.
Bevemmo qualcosa che Luca aveva preparato.
Anna sempre muta e distaccata.
Luca ci disse che stavamo aspettando il suo compare che era leggermente in ritardo.
Altra bussata di clacson, Luca apre, entra un ragazzo sulla trentina, molto “meridionale” di aspetto che Luca indica come suo compaesano che ha una attività in quella città.
Saliamo tutti al I piano.
Luca ci guida in una stanza molto grande (vi erano due letti matrimoniali), stanzza nella quale vi era una stufetta elettrica che tentava di riscaldare l'ambiente.
Rivolto ad Anna le dice perentorio “spogliati e mettiti a letto”.
Francesca fece senza che le si dicesse nulla rivelando un fisico mozzafiato.
Anna era già nuda a letto e ancora non aveva capito cosa sarebbe successo di lì a poco così come io.
Luca si tolse la cinghia e le diede due forti cinghiate sul ventre e le disse : “se non farai quello che devi questo è solo l'inizio”.
Fu allora che Francesca fu sopra Anna.
Si vedeva che ci sapeva fare.
Accarezzava e leccava come una forsennata.
Anna non rimase indifferente a quelle attenzioni.
Con gli occhi socchiusi cominciò ad ansimare.
Dopo un po' Luca porse a Francesca uno strap on con un pene non molto grande, credo una quindicina di cm sul quale aveva infilato un preservativo.
Francesca lo indossò e cominciò a scopare Anna con estrema dolcezza, Anna che ormai non nascondeva il suo godimento.
Ho già detto che non mi piace descrivere i particolari degli incontri quindi mi limiterò a dire che Anna venne un paio di voltee sotto i colpi della sapiente e bellissima Francesca la quale concluse dedicando le sue attenzioni anche al buchino.
Le due donne finirono.
Erano stremate.
I maschi erano attizzatissimi ma non si muovevano ancora.
Capii che Luca aveva preparato qualche altra cosa.
Ci invitò a lasciare la stanza per un po' per lasciar riposare le ragazze che erano sul letto ancora affannate.
Scendemmo giù e bevemmo ancora qualcosa.
Dopo un quarto d'ora ritornammo su e trovammo le due come le avevamo lasciate.
A questo punto Luca si rivolse ad Anna e le disse :”adesso tocca a te fare il maschio”.
Anna non si mosse.
Luca le torse il braccio facendole male costringendola a scendere dal letto e sdraiarsi a terra sul pavimento.
Le mise quindi il piede sul viso premendogli il tacco sulla guancia.
Anna dolorante diceva a mezza voce “ok, ok come vuoi tu”.
Così andò sopra Francesca e dimostrò che aveva imparato subito.
Anche Francesca cominciò ad ansimare ed anche lei venne quando Anna la penetrò con lo stesso strumento che aveva fatto godere lei.
Quando smisero il ragazzo chiamato compare tirò Anna per il braccio e la portò in un'altra camera.
Capii che era arrivato il momento per i maschi.
Francesca mi aveva stregato e feci per prenderle la mano per poter magari godere qualche momento con lei ma xxxxx mi spinse indietro prese Francesca e andarono in altra stanza.
Rimanemmo io e Luca che risistemammo la stanza.
Chiesi a Luca di poter poi stare un po' con Francesca ma lui rispose che si sarebbe fatto tardi.
Mi spiegò che lei aveva due bambini e sarebbe dovuta tornare a casa prima del rientro del marito.
Un'ora dopo Francesca in tutta corsa passando per la hall dove eravamo io e Luca ci salutò e sparì con al sua macchina.
Scese anche xxxxx che disse rivolto a Luca “che donna!”
E dopo un po' anche il compare che rivolto a me con tono umiliante mi fece i complimenti su come la mia mogliettina faceva godere con il lato b.
Anche il compare andò via.
Scese Anna che raggiunse Luca buttandosi tra le sue braccia mostrando però risentimento verso xxxxx.
Si capì subito che era gelosia!
Anna aprì la patta di Luca e cominciò a fargli un pompino “scoperto” (cosa che aveva cominciato a fare solo con xxxx) e quando Luca le venne in viso xxxx non resistette ed uscì.
La notte lasciammo che xxxx e Anna dormissero insieme e la mattina tutto sembrò passato.
A colazione, prima di partire Anna si complimentò con Luca per la sorpresa ammettendo che le era piaciuta.
Luca la incoraggiò dicendole che comunque lui non l'avrebbe mai cambiata per Francesca sebbene più giovane.
Partimmo e tornammo alla solita routine a casa.
Fino a che una sera avevamo portato delle pizze da xxxxx e ci trovavamo lì.
Bussano al citofono.
Un suo amico, Sergio, un ragazzo davvero simpatico.
Continua
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9 years ago
claudia30mario, 55/55
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L'agente di commercio
Le vicissitudini della vita spesso ti portano a fare delle scelte non volute. Mi presento sono girlsitter (sul sito! :-P) sposato felicemente ma dispiaciuto perchè non lavoro da circa un anno (ero impiegato in un’azienda di servizi, ma poi con la crisi …..). Non voglio annoiarvi con le paranoie, arriviamo a noi. Cercando un nuovo lavoro mi ritrovo a fare un corso per agenti di commercio per un’azienda di torino. Quest’azienda aveva organizzato un corso preparatorio per la nuova rete vendita. Quindi ci ritroviamo una quindicina di persone di varie età a questo corso di due giorni in azienda. Eravamo tutti uomini tranne una donna che subito ha fatto capire (come era logico aspettarsi) che era la “donna” di uno di loro. E non uno qualsiasi ma di un capo area. A dire il vero era una bella donna, sulla quarantina ben portati un bel seno ma soprattutto uno sguardo felino che ti eccitava solo ad incrociarlo. Infatti, cercavo sempre di evitare il suo sguardo onde evitare di cadere in tentazione (come anticipato sono felicemente sposato, mia moglie non mi nega di certo il sesso, anzi mi fa sentire un vero toro da monta e lei a dire il vero gradisce tantissimo … :-P). Sapete, Lei era una di quelle donne che sprizzano lussuria da tutti gli orifizi, una tipica MILF. Mi accorsi subito che Lei era interessata a me anche se non ne capivo il motivo (non sono bello, sono abbastanza robusto con un bel po’ di pancetta ma mia moglie dice che ho un bel viso …. sarà …). Io, un po’ per paura del marito, un po’ per paura di perdere il lavoro appena iniziato, un po’ per paura di poter perdere mia moglie cercavo di tenermela alla larga quanto più possibile ma sentivo nell’aria che non appena avuta l’occasione lei avrebbe cercato il modo di “avvicinarmi”. Infatti, entrambi fumatori ci trovavamo spesso fuori lo stabile a fumare ma era sempre presente qualcuno. Con noi c’era anche un ragazzino (avrà avuto una ventina d’anni) che cercava (a differenza mia) di starle il più possibile vicino sperando che potesse concedersi a lui. Lei era lusingata della cosa, ma il ragazzino peccava di esperienza a mio avviso. Era palese che lui ci stesse provando (o almeno avesse quell’intenzione) ma lei cercava me ed al massimo avrebbe scelto il ragazzino se proprio non fosse riuscita ad avere me. Di sigaretta in sigaretta, l’ultimo pomeriggio prima di partire (saremmo ripartiti tutti quella sera stessa) ci ritrovammo soli per pochi minuti e mi feci raccontare la storia della sua vita. Si era sposata a sedici anni ed aveva avuto due figlie (due bellissime figlie a dire il vero!) poi divorziata e da due anni si era risposata con il capo area di cui sopra. Appena fummo da soli, Lei spronata da me, mi raccontò la sua vita ma i nostri sensi erano già ad uno stato di eccitazione suprema si avvertiva nell’aria che volevamo entrambi l’uno l’odore dell’altro. Subito dopo aver visto la foto di una figlia il mio commento tipico fù che la figlia fosse una bellissima “donna” per poi aggiungere immediatamente dopo che le assomigliava tantissimo. Dovendo vedere le foto sul cellulare, dovemmo avvicinarci fianco a fianco e a dirvi la verità io ero sul punto di toccarla “involontariamente (?)” tanta era la mia eccitazione. Ma sul più bello uscì a fumare il solito ragazzino e lei da brava milf, subito rientrò in sala con la banalissima scusa del freddo (aveva il cappotto aperto per poter farsi ammirare!) ed io immediatamente la seguii soprattutto per poterle far capire che apprezzavo il suo fondoschiena che veniva esaltato dalle scale che accedevano alla sala riunioni. Tutto tranquillo o quasi a causa della presenza del marito (che secondo me o doveva sapere della cosa e non gli dispiaceva o era totalmente tonto da non vedere ciò che aveva sotto gli occhi). Lei naturalmente non si lasciava scappare ogni occasione per parlarmi ed io eccitato dell’accaduto fuori la sala la lasciavo fare con un’eccitazione crescente in me. Il pomeriggio trascorre quasi normale ascoltando le varie presentazioni e come spesso accade purtroppo arriva il momento di salutarci. Il problema è che avevo l’aereo in partenza ed ero in fortissimo ritardo e salutando di corsa tutti con la fredda stretta di mano vi avvicino a lei per salutarla. Non appena le porgo la mano mi sento letteralmente tirare verso di lei che voleva almeno quel poco di contatto fisico che non era riuscita ad ottenere appieno. Così mi saluta con il classico bacio sulla guancia da buon meridionali facendomi inebriare col suo profumo.ad accompagnarmi all’aeroporto niente popodimeno che il “cornutazzo” come avrò modo di scoprire che lei ama definirlo. Come volevasi dimostrare la brava ed affabile hostess del check in mi rifiuta l’imbarco perché chiuso. Dopo le inevitabili imprecazioni, mi tocca ritornare in azienda ed aspettare il primo aereo del giorno dopo. Fortuna vuole che anche lei ed il marito hanno l’aereo programmato per il giorno dopo. Quindi ulteriore notte a torino ma stavolta siamo solo in tre: io, lei e lui. Tornati in azienda, siamo rimasti ancora un po’ a parlare per aspettare l’ora di cena. Con un imbarazzo estremo, io a malapena riesco a contenermi dal fare apprezzamenti molto spinti a lei in presenza del marito, ma essendo entrambi dei fumatori incalliti, a differenza del marito, usciamo spesso a fumare assieme. Qui i discorsi iniziano ad essere più “interessanti” e capisco appieno le sue intenzioni quando con una banale ed ulteriore scusa lei si avvicina a me in modo estremamente provocante tanto da poter sentire il suo profumo. Stavolta, quando siamo fianco a fianco non mi faccio scappare l’occasione per iniziare un contatto fisico con lei e le cingo la schiena con il mio braccio. Lei non si smuove minimamente, anzi. Mi sorride con quel fare da far impazzire un uomo e che mi fa saltare il mio piccolo amico di sotto fuori dall’entusiasmo. Dopo questo approccio un po’ maldestro a mio avviso, le cose si fanno sempre più interessanti. Rientrati i discorsi variano completamente per non far insospettire il cornutazzo ma il suo sguardo, i suoi gesti, le sue movenze mi facevano sempre più eccitare. Quindi torniamo in albergo per rinfrescarci un po’ tutti ed io decido di mettermi in libertà abbandonando la cravatta e la giacca. Alle 20.00 io ed il marito ci ritroviamo nella hall dell’albergo e mi chiede di cenare dopo la partita che si terrà alle 20.30. Naturalmente, io accetto di buon grado, ma occorre il parere supremo di Alessandra. Dopo alcune chiacchiere varie gli chiedo distrattamente della moglie e lui mi risponde che le donne sono strane … amano farsi belle e farsi aspettare. Io, naturalmente, glisso. Dopo una quindicina di minuti ecco che scende lei, provocante ma non volgare: capelli nero corvino tipico di una siciliana verace, fianchi ben conformati tenuti costretti all’interno di una gonna nera appena sopra al ginocchio ma con uno spacco vertiginoso sul davanti, camicetta anch’essa nera, appena sbottonata ed appena velata sulla schiena che lasciava intravedere un reggiseno viola che a malapena riusciva a contenere quel bel seno abbondante di una quarantaduenne ben messa e felina nell’animo. Quindi, appena arriva lei, il marito le chiede se anche lei fosse d’accordo sul cenare più tardi. Alessandra acconsente ma non ha intenzione di annoiarsi due ore in camera a vedersi la partita, così propone di rimanere nella hall a chiacchierare con me. Il marito, felice di vedersi la partita in santa pace, acconsente e sale di corsa in camera felice di avere due ore quasi di pace suprema. Qui iniziano le sorprese. Subito i discorsi si fecero sempre più interessanti, iniziarono a vertire sul rapporto con i propri partner e naturalmente sul sesso. Ci sedemmo uno vicino all’altra letteralmente attaccati in modo che il minimo movimento dell’uno sfiorasse l’altro. Lei era sempre più provocante con quella camicetta sbottonata che faceva ben intendere il suo seno da 4 abbondante e le gambe da mediterranea che facevano capolino dallo spacco vertiginoso. Trascorsi appena 5 minuti da quando il marito sale in camera lei si avvicina sempre più a me. Qui, timido come sono, decido il tutto per tutto e le metto una mano sulla gamba poco più su del ginocchio. Lei mi guarda con uno sguardo di piena ammirazione e di colpo mi chiede: saliamo in camera? Io letteralmente scioccato, con le gambe che mi tremano, mi passano davanti due scene: del sesso bellissimo con Alessandra e la fine del rapporto con mia moglie. Naturalmente l’uomo è uomo, lontano dagli occhi lontano dal cuore … e così prendo la mia decisione. Mi alzo e mi avvio verso l’ascensore. Appena chiuse le porte la bacio profondamente e le tocco da sopra i vestiti tutto il corpo prediligendo il collo, la schiena ed il fondoschiena. Aperte le porte al piano, le do la chiave della stanza e le dico che arrivo tra 2 minuti. Riscendo nella hall e compro una bottiglia di spumante e risalgo subito in camera. Busso e lei mi viene ad aprire ancora vestita. Apprezzo tantissimo. Mi piace spogliare una donna, far volare i vestiti e scoprire piano piano il tutto e far salire lentamente l’eccitazione. Entrato in camera e chiuso la porta, poso la bottiglia e la bacio appassionatamente per interminabili minuti. Mi ferma e mi chiede a cosa servisse lo spumante … lei era astemia. Io con un sorrisino le rispondo < non dobbiamo berlo. L’importante è il contenitore non il contenuto> lei non capisce, ma apprezza e mi bacia di nuovo. Iniziamo a spogliarci a vicenda. Ci stendiamo sul letto e lei si mostra a me bella come non mai, come un’ammaliatrice: reggiseno e tanga in pizzo viola, autoreggenti nere e scarpe col tacco. Amo le donne che lasciano le scarpe. Appena stesa sul bordo del letto, mi abbasso ed inizio a percorrere tutto il suo corpo con la lingua, partendo dai piedi, caviglie, interno cosce fino a su quasi all’inguine dove mi fermo e passo all’altra gamba, piede, caviglia, interno cosce. Stavolta, però, mi porto un po’ più su rispetto all’altra gamba. Arrivo quasi fino al bordo dell’intimo e vedo la sua totale dedizione alle parti intime: è totalmente depilata! Ed io penso: cazzarola!! Anche io amo depilarmi, ma stavolta non ho avuto tempo!!. Dopo averle dato un breve piacere all’inguine, passo alle parti alte, la bacio sulla bocca e passo al collo, al petto, mi soffermo abbastanza sui seni. Li bacio, li sfioro, li accarezzo. Li amo, insomma. Scendo velocemente sulla pancia ed arrivo di nuovo all’inguine. Stavolta tocca a lei. Le sposto il filo dell’intimo ed inizio a leccarla, succhiarla, baciarla, stimolarle il clitoride. Lei geme, mi piace. Si agita, ansima, mi spinge la testa sempre più in fondo, sembra quasi che voglia che ci infili la testa anziché il cazzo. Troia, penso. Oltre che con la lingua, le mani, rimaste ad ammirare il seno, si spostano verso il basso a rendere omaggio a quella bellezza. Così mentre con la lingua le percorro l’esterno, con le mani le percorro l’interno della figa. Sembra apprezzare. Si agita sempre più. Ansima sempre più. Inizia a dire cose spinte, sempre più spinte. A questo punto mi alzo e le chiedo di smettere altrimenti scoppio e la penetro… non riesco a trattenermi dalla penetrazione se una donna mi incita così. Lei mi guarda, mi sorride e continua con le parolacce. Mi alzo e la penetro con violenza. La figa è bagnatissima, credo abbia avuto almeno già un orgasmo. La sua figa abbraccia il mio membro come i petali di un fiore avvolgono gli stami. Sembra quasi che voglia strozzarmelo. Bello, mi piace. Dopo alcuni colpi violenti rallento il ritmo, alternando colpi sicuri e decisi con colpi più teneri e lenti, colpi più profondi con colpi più blandi. Lei mi fa capire che apprezza. Mi gira e ancora gocciolante dei suoi umori prende il mio membro in mano, mi guarda e con gli occhi sembra dirmi < ora tocca a me>. Si avventa con la bocca e se lo fa scomparire dentro. Lecca prima i suoi umori, mi passa la lingua dappertutto. Non vuole sprecare nemmeno una goccia dei suoi umori. Lo avvolge completamente con la bocca. Con il mio cazzo in bocca, muove quella lingua in un modo di-vi-no come nemmeno mia moglie, pompinara nata, riesce a fare. Sto quasi per venire, la alzo, ma lei dispiaciuta di non aver potuto assaggiare i miei di umori, mi guarda come un cane bastonato. Allora, decido di redimermi e con lei inginocchio, mi alzo e glielo infilo tutto in bocca. Voglio scoparle la bocca stavolta. Lei è porca ed io sono porco. Stasera non ci sono limiti. Mi allontano, prendo lo spumante e con lei in ginocchio che lo lecca stappo la bottiglia ed inizio a far colare lo spumante sul mio corpo fino a raggiungere l’uccello. Lei apprezza, beve lo spumante ed il mio cazzo. Lo spumante cola dappertutto. Sulle sue guance, sul suo reggiseno, sul collo, ovunque. Persino sui lunghi capelli neri come pece. Sono al limite dell’eccitazione, la prendo e la porto in bagno. Non merita il solito sesso sul letto. Lei merita di più. Appena entrati in bagno, la faccio salire sul bordo del lavandino e qui inizio a penetrarla di nuovo (ma sono io che scopo lei o è lei che scopa me?). Finalmente, sfiniti, ci riposiamo sul letto. Continuiamo ad accarezzarci ed a coccolarci sempre, però con quel fare voglioso. Infatti, dopo non molto, il suo fare da cagna mi permette di sentirmi uomo di nuovo. Lei, naturalmente, apprezza la cosa. Iniziamo a rifarlo di nuovo, ma stavolta è lei che decide di comandare. Mi fa stendere a terra “perché così il materasso non fa da ammortizzatore”, mi dice. Inizia a cavalcarmi in maniera forsennata, guardandomi fisso negli occhi. Ad un certo punto, si alza e mi fa alzare. Apre la porta dell’armadio in modo da poterci vedere allo specchio e si inclina a 90°. Subito inizio a penetrarla di nuovo, ma lei da troia qual è, me lo sfila e mi chiede di sodomizzarla. No, nel culo no. Ho paura di arrivare subito. Ma non me lo lascio dire due volte. Inizio piano per permettere allo sfintere di adagiarsi alle mie dimensioni, ma sembra che da li ci siano passati in molti. Dopo alcuni colpi, anche il suo culo si concede a me con il massimo piacere possibile. Lei fa di tutto per stringerlo in modo da farmi provare più piacere. Ed io, naturalmente, gradisco molto. Sto per arrivare, anche grazie alle sue parole lussuriose, e glielo dico. Lei si volta di scatto, si inginocchia ed apre la bocca pronta ad accogliere il nettare di vita. Lo accoglie tutto, con la lingua raccoglie quello rimasto, mi pulisce e mi bacia. I nostri umori sono diventati una cosa sola. Come noi, d’altronde. Riprendiamo le forze sul letto. Ci rivestiamo e scendiamo nella hall. Ci tocca aspettare il cornutazzo.
P.S. Se vi è piaciuto (o anche no), mi piacerebbe ricevere i vostri commenti/pareri. Smack!
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9 years ago
Girlsitter,
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la dietologa 4
La dietologa 4Alla domanda/affermazione formulata più per rincuorarsi che altro :” MA CHE CAZZO HAI?!” dopo aver tentato di prenderlo (in culo) senza riuscirci risposi: “Il mio!!!!!” approfittai della distrazione e con un colpo spinsi con decisione infilandolo fino a metà. Lanciò un urlo acuto che racchiudeva tutto: sorpresa, dolore e astio. Tentò di avanzare ma la seguii con il corpo senza permettere di sfilarlo. A quel punto ritornò in se e mi chiese di non muovermi. Dopo un silenzio e immobilismo totale, piano piano iniziò qualche piccola spinta alternata sempre più lunga, per arrivare a sbattere sulle palle.Nel frattempo si è consumato un piccolo dialogo su come mai fosse così stretto nonostante già deflorata, e relativa lamentela che non l'avevo preparata adeguatamente, passando per l'aspetto morale (“non sono una puttana che si fa inculare da tutti quelli che passano”), abbiamo iniziato a pompare sempre più con vigore fino al suo primo piacere che si è manifestato con frasi incomprensibili e degne del capo degli ultras. Un assaggio: si!si!si! Cadenzato con precisione di un metronomo, stessa cadenza per il Vai! Vai! Vai!Poi il piacere si è manifestato appieno con la formulazione di frasi senza senso (“dammi il tuo paracarro !!!!(peraltro termine arcaico), vangami!!!” ecc.), cominciavo a preoccuparmi sulla sua energia illimitata . Ha tentato di graffiarmi le palle per tirarle a se con una mano da sotto, ma era troppo scomoda quindi ha ripreso la posizione di prima; il suo culo rimaneva una morsa abbastanza serrata e il mio cazzo era eccezionalmente marmoreo; le sue frasi di straordinaria volgarità e fantasia mi hanno fatto eccitare fino a venirle dentro. Dopo averle spruzzato tenendomi attaccato a lei senza muovermi e lasciavo la mia pompa pulsare nel suo culo fino all'ammosciamento, lo estraevo con una certa impressione perchè il suo ano era arrossato e semiaperto, il mio cazzo arrossato e lucido come uno specchio; sembrava proprio avessero fatto la guerra.Si è girata e mi ha sorriso.Inizialmente era un sorriso di grande affetto poi mi sembrava cambiasse in un sorriso sarcastico quasi a dire: “hai visto che tigre sono?” Bellissimo momento.
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9 years ago
zap67,
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il bosco incantato
Immobile, come fosse una statua di cera disposta su di un basamento, apparentemente incurante di quella sua nudità osservata a distanza da un'altra presenza che ne prendeva visione, G. si lasciava ritrarre, come le è ormai consuetudine, dall'anziano artista al quale si offriva come modella assecondandolo, con il tempo, anche nelle richieste più inusuali.
Il fatto che durante un frangente talmente particolare potesse aggiungersi anche qualche altra persona, lesta nel saper cogliere l'occasione per assistere al particolarissimo evento, rendeva sempre ogni episodio similare ancor più intrigante di quanto fosse possibile da poter essere ipotizzato a priori.
In fondo G. non era mai eccessivamente disturbata dal pensiero che la si potesse vedere anche nuda, anzi una tale ipotesi ne stimola più che mai i geni reconditi che si traducevano in fantasie poi condivise assieme al proprio compagno, raccontandogli degli accadimenti che le erano occorsi in seguito a ciò, certa che se ne sarebbe eccitato in maniera assai morbosa soprattutto se quelle sconosciute presenze si fossero dimostrate oltremodo inopportune.
Meglio ancora se le oscure entità avessero avuto quelle caratteristiche talmente inusuali dal poter rendere ancora più estremo il confronto, facendo in modo che si potessero determinare situazioni ancor più inverosimili.
In ciò, gli amici esclusivi chiamati ad essere complici dei giochi cerebrali posti in atto, e sovente capaci di trasformarsi in passionali conflitti per i sensi, in cui ogni forma di trasgressione avrebbe potuto ritenersi lecita, ne sarebbero divenuti a loro volta parte integrante, assumendo ruoli in grado di generare in G. tutte quelle emozioni non solo mentali atte a produrre il desiderato piacere.
Onirica ninfa, pronta a soddisfare qualsiasi libidinosa voglia di amanti dalle sembianze più insolite, come in preda ad ipnotica assuefazione che ne avrebbe immobilizzato ogni reattiva capacità di opporre resistenza, eccola distesa sul simulacro di pietra concedersi alle lascive carezze di un pretestuoso occupante del bosco, pronto nel saperne cogliere il delirante abbandono.
Senza poter visualizzare le fattezze di colui che si gode, percorrendola impunemente, l'intera epidermide, ed annebbiata com'è dal sortilegio che le impedisce di poterne individuare le forme che la stanno invadendo, G. , lacerando il silenzio ovattato della foresta, esplode nell'orgasmo che solo quella dimensione incantata può cogliere, accompagnandola verso l'oblio sensoriale di un dissoluto piacere.
1908
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9 years ago
gloria1951,
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Io e anna parte quinta
E fu sabato.
Anna aveva comprato il necessario per me.
Comincio' a “vestirmi” alle 7 (l'appuntamento era per le 20 a casa di Ernesto).
Io tesissimo lei calmissima e di buon umore.
Dopo avermi aiutato a vestire l'intimo richiesto ebbe anche la battuta :”ma lo sai che quando avremo lasciato alle spalle tutto questo comprero' uno strap on e ti faro' il culetto?”
La mattina era stata dal parrucchiere, smalto alle unghie di mani e piedi, rossetto, gonna nera e camicetta bianca, calze color carne e scarpe con tacco a spillo e così uscimmo.
Mi disse vai piano e facciamo prima un giro.
Alle 19,30 cominciai a prendere la strada per la casa di Ernesto ma lei mi fece fermare ad un bar.
Telefonò e disse ad Ernesto che avremmo fatto mezz'ora più tardi.
Ancora prima che le chiedessi il perchè lei mi rispose che voleva farli “arrostire” per bene.
Alle 20,30 passate arrivammo.
Entrammo e nell'appartamento c'erano come da accordi Ernesto e Ciro.
Si vedeva che erano nervosi, forse anche per il nostro ritardo.
Sul tavolo una bottiglia di vecchia romagna quasi finita e odore di alcool nell'aria.
Ernesto chiamo' Anna in disparte.
Seppi poi che le propose di riprovare a ristabilire il loro rapporto e, se Anna fosse stata daccordo avrebbe mandato via Ciro ma Anna disse che ormai era finito e sarebbe stato inutile riprovare.
Si infurio', ritorno' nel soggiorno tirando Anna per il braccio.
Ricordo che avevo paura pensando che questi due avevano anche bevuto.
Ancor prima di cominciare Ernesto mi disse di spogliarmi.
Quando fui senza pantaloni e maglia in autoreggenti e perizoma mi appoggio' un dito fuori il buchetto e con l'altra mano alla bocca fece un fischio del tipo di quello che fanno i pastori.
Volgarissimo.
Poi rivolto all'amico disse se dopo magari mi avrebbe dato una botticina ma quello disse :”Fallo rivestire per favore”.
Tirai un sospiro di sollievo per me ma rimanevo preoccupato per Anna.
Allora Ernesto disse all'amico di che poteva cominciare con la “puttana”.
Ernesto si sedette e accese una sigaretta io mi rivestii.
Ciro si porto' verso Anna, la tiro' a se e mettendole la mano sotto la gonna con violenza comincio' a ricordarle di quando gli passava davanti e lui era sotto il portone e di come se la “tirava”, di come era fiera e poi “e ora sei qui che stai tremando dalla paura”.
A dire la verità Anna non mi sembrava per niente spaventata, la conosco bene.
Le sue mani le aprono le chiappe quasi con violenza.
Ernesto apre un'altra bottiglia e sorseggiando del gin si gode la scena.
Anna comincia ad ansimare nonostante il grassone sia tutto sudaticcio e non sia un bel vedere visto che nel frattempo si è anche denudato.
Puttana è l'intercalare che usa tra una frase volgare e l'altra che profferisce.
Anna gli lecca l'orecchio.
Il grassone ansima anche lui.
Ernesto lo avverte “attento che la puttana ti sta eccitando per farti venire”.
Ma lui che Ernesto piu' volte ci aveva detto che non aveva mai avuto una donna ma solo prostitute a pagamento, atteggiandosi a Dongiovanni lo tranquillizza e dice che la spaccherà, le romperà questo e quello.......
Anna lo bacia avidamente in bocca.
Lui si rabbonisce adesso l'intercalare è “sei dolcissima”.
Calza il “cappuccio”, Anna è alla pecorina sul divano, la prende e dopo due, massimo tre minuti viene.
Ernesto si incazza.
Lo rimprovera che avrebbe dovuto prenderla a ripetizione, così come si era vantato di poter fare, avrebbe dovuto umiliarla e quella era tutta la potenza che aveva??????
Ciro rassicura Ernesto dicendogli che “la migliore è la seconda”, fatto sta che dopo mezz'ora di “disperati” tentativi di Anna questa seconda non viene fuori.
Anna a questo punto rivolta ad Ernesto gli dice che ha mantenuto gli impegni per cui tutto finisce lì.
Ernesto fuori di se' le sputa addosso chiamandola puttana e dicendole : “adesso si che mi fai schifo” ci invita ad andarcene immediatamente da casa sua.
Lasciamo la casa e non li rivedremo piu'.
Saliamo in macchina, siamo contenti, abbiamo risolto quello che era diventato un problema.
Anna volle che la portassi ad un grande bar pasticceria poco lontano.
Giunti si ritirò nella toilette e ne uscì dopo un bel po', rinfrescata.
Prendemmo il solito spumantino, lei fece anche il bis e divertita commentò:”che grande coppia di scopatori.... hai visto come me li sono cucinati? Un po' l'attesa che li ha fatti bere un po' il grassone che grande conoscitore di donne ha perso subito la testa....”
Ridemmo.
A casa, una volta letto mi cerco' e riusci anche a venire aiutandosi un po' anche con la sua mano.
La settimana dopo si fece sentire xxxx.
Ne parlai con Anna e, visto come era riuscita a gestire il problema Ernesto, affidai a lei ogni decisione.
Lei parlo' con il ragazzo e disse che prima di tutto avrebbe voluto parlare con tutti e due i cugini.
Fu l'occasione per un altro week end a Rimini dove ci raggiunse anche xxxx e si parlò.
Anna chiarì subito ai due ragazzi che loro gli piacevano ma che avrebbero dovuto considerarla solo e soltanto una puttana senza mai idealizzarla piu' di tanto.
Gli disse anche che in quel trio che si era formato nessuno aveva obblighi verso nessuno.
I due ragazzi annuirono.
La sera, in una camera di quell'hotel vuoto, i due ragazzi tennero Anna “impegnata” per un paio d'ore sempre in doppia.
Nel riscendere demmo un passaggio a xxxxx.
Giunti a Napoli avrebbe dovuto prendere il treno per tornare al paese ma passammo prima per il mio ufficio per un'altra “botticina”.
Passarono i giorni ed Anna che curava i contatti telefonici con xxxx mi chiese di tenere xxxxx a lavorare presso la mia piccola ditta di agente di commercio.
Non avevo cosa fargli fare.
Avevo un vano negozio con una scrivania e telefono, un divano ed un bagno, niente di chissà che.
Anna disse che il ragazzo era disposto per i primi tempi anche a dormire lì.
Inutile argomentare, era deciso.
Lo andammo a prendere alla stazione il giorno dopo aveva una valigia.
Ai suoi aveva detto di aver trovato lavoro a Napoli.
Per i primi tempi il suo lavoro era di mattina, usciti i ragazzi per la scuola, andare a tenere compagnia alla mia signora che mi raccontava poi tutto anche perchè se avessi voluto assistere avrei dovuto smettere di lavorare e non me lo potevo permettere.
Tuttavia il ragazzo, bravo con il pc, pian piano cominciò anche a guadagnare qualcosa, fino a potersi permettere un mini appartamento all'estrema periferia.
Fece anche delle amicizie per cui non dipendeva più da noi ed il rapporto ne beneficiò perchè ognuno aveva trovato i suoi spazi, il giusto equilibrio.
Qualche volta veniva a cena da noi (i ragazzi lo conoscevano come mio collaboratore), qualche volta noi da lui (e lì la serata terminava con l'immancabile scopata), andava tutto ok.
Venne agosto e ci propose di passare le vacanze da loro.
Il paese era piccolissimo.
C'erano mare e montagna insieme.
La sua famiglia contadini ed allevatori allo stesso tempo avevano una grossa masseria in campagna.
Un lato del piano di sopra era vuoto per cui ci propose di sistemarci lì con delle brandine che avremmo portato.
Accettammo.
I genitori ci accolsero con semplice cordialità, semplice come lo erano loro.
Ero il datore di lavoro del figlio.
Il mare distava circa due chilometri e bisognava scendere giù.
C'era una deliziosa caletta sempre semi deserta (il luogo non toccato dal turismo).
Io la mattina me la dormivo alla grande.
Xxxxx con la sua ape mi portava la famiglia al mare (Anna in cabina i ragazzi sul cassone) e la riportava poi su ad ora di pranzo.
Riposino il pomeriggio, la sera io ed Anna e xxxx (ma non sempre per non dare nell'occhio) scendevamo in paese a prendere un gelato.
I ragazzi scendevano invece a giocare a calcetto con altri ragazzi con i quali avevano fatto amicizia, parenti di xxxx oppure si divertivano ad aiutare xxxxx a fare qualche faccenda della vita di campagna.
In questi 10 giorni Anna e xxxx trovarono anche il tempo per qualche sveltina sul terrazzo superiore della masseria.
Al termine di questo periodo trovai difficoltà a corrispondere ai genitori di xxxxx almeno il compenso per le spese se non altro del vitto sostenute ma ci riuscii.
Tornati a Napoli alla fine di agosto un mio collega con ditta più grande della mia su mia segnalazione assume xxxx che ormai poteva contare su un buon reddito che gli assicurava uno stipendio niente male più le provvigioni.
Xxxxx ci fu veramente grato... e la storia continuo' ancora fino a che Anna........
continua
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9 years ago
claudia30mario, 55/55
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Una coppia meravigliosa
Quello che sto per raccontare è una storia iniziata nella mia gioventù.
Sono sempre stato un ragazzo sveglio ma anche un po' timido. Quando avevo 16 anni una coppia coetanea amica dei miei genitori, lei professoressa di inglese, lui funzionario di un ditta americana, visto che ero stato promosso con dei bei voti, si offrirono di ospitarmi nella loro casa al mare nella riviera ligure, anche perché erano senza figli e dissero ai miei che gli avrei tenuto compagnia.
Partimmo il sabato mattina dopo 90 minuti arrivammo a destinazione, per tre giorni sole e mare, alla sera si rientrava e dopo una bella doccia, cena e televisione.
Per casa visto che era estate e faceva caldo noi maschietti giravamo in mutante, mentre Luisa con baby doll trasparente e sotto solo il tanga, i miei ormoni erano in subbuglio, chiaramente sbirciavo e vedevo che loro ogni tanto si guardavano e sogghignavano.
Il terzo giorno, Luisa dice a Mario, stasera ho voglia di una pizza, usciamo?
Torniamo alle 22.30, stanco per l'intensa giornata vado a letto.
Dopo circa 30-40 minuti, non riesco a prendere sonno, siccome tutte le porte erano aperte con la speranza di arieggiare il piccolo appartamento, sento dei lamenti, capisco che stanno scopando in modo rumoroso, e mi pare di capire che Mario che dice: ti piacerebbe scoparti Marco eh. la risposta fu un siiiii.
Pensai di aver capito male ma ero eccitato, vado in bagno col pensiero di farmi una sega, anche per rilassarmi per poter prendere sonno. Accendo la luce e chiudo la porta, mi siedo sul water e appena inizio a segarmi, entra Luisa, mi guarda : piccino non è giusto che stai solo, aspetta mi faccio il bidet, si siede e mentre di lava e si masturba il clitoride, con l'altra mano mi prende in cazzo e se lo porta alla bocca e inizia a spompinarmi, panico, non so cosa fare, ma sono eccitato.
Si alza mi da un bacio sulle labbra e mi dice:
Vieni andiamo in camera mia, mi blocco, pensando al marito..:eeeeh Mario?
Non ti preoccupare anche lui ha voglia di giocare, è un porcellino.
Si butta sul letto a gambe larghe, mi prende la mano e mi fa cenno di leccarle la figa. Ha un buon profumo, sono al settimo cielo, inizio a leccarle la figa già aperta e eccitata, intanto Mario gli mette il suo cazzo in bocca, perdiamo ogni inibizione.
Dopo dieci minuti mi fa mettere al suo posto e mi dice, adesso lo voglio nella figa, mi viene sopra, mi prende il cazzo in mano e se lo infila nella figa già piena di umori , il marito dietro la incula mentre io la chiavo, sembra impazzita dall'eccitazione, mi bacia mi stringe e grida dal piacere, la sua eccitazione è più mentale che fisica, era da tempo che evidentemente voleva scoparmi, la sua figa era tutta bagnata e io sentivo che forse era una misura troppo larga per me (non sono mai stato un superdotato....forse l'unico pene normale in Italia). Mario gode dietro e va a lavarsi, noi giochiamo ancora e mi dice paroline eccitanti, lei è pluriorgasmica, io sono circonciso e meno sensibile.
Andiamo a lavarci anche noi, mi metto sul letto insieme a loro e ci facciamo le coccole, Luisa mi bacia sugli occhi, sulle labbra e con la mano gioca con il mio pisello che inizia nuovamente a risvegliarsi, ma mi accorgo che qualcuno mi sta facendo un pompino.....e Mario. Luisa mi sorride e dice: ti piace? Rispondo: Si, in verità è meglio lui a spompinarmi.
Quando sfiniti guardo l'ora, sono le 2.25.
Furono 10 giorni stupendi, ma continuarono al rientro a Genova, inventavo per i miei la scusa che non avevo capito un compito di inglese....
Per motivi di lavoro a volte Mario andava fuori sede, allora chiedevano ai miei se potevo dormire con la Luisa, siccome aveva paura a rimanere sola di notte e ogni tanto invitava anche una sua collega che si definiva lesbica, ma non disdegnava i ragazzini, era veramente eccitante vederle baciarsi e fare l'amore, le donne lo sanno fare con molta dolcezza, sanno come entrare nell'anima.
Poi come ogni cosa che inizia ha una fine, Mario è stato trasferito all'estero come capo sede, allora Luisa ha deciso di mettersi in pensione (non conoscevamo ancora la Fornero) per seguire il marito, erano molto innamorati e non volevano perdersi.
Ci siamo rivisti qualche volta quando venivano in Italia, ma col tempo ci siamo persi.
Parafrasando Umberto Eco nel Nome della rosa: passati molti anni, non potro' mai scordare ....."quella stupenda coppia" che ha reso belli i miei primi passi verso la scoperta del sesso.
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9 years ago
solocoppiedecise,
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Tua moglie... la mia fidanzata
Tua moglie… la mia fidanzata… Una vera storia di corna. Userò nomi inventati, ma sono sicuro che i veri attori di questa storia si riconosceranno e si ecciteranno a ripercorrere la serata… un bacio il vostro Monello…
Da tempo nei desideri di Marco c’era quello di organizzare per sua moglie Martina una serata con un Bull. Finalmente in un caldo pomeriggio di agosto, parlando in chat con loro, riusciamo a fissare un appuntamento per la sera stessa… lei era entusiasta di incontrarmi… lui altrettanto! Detto subito le mie regole che Martina ma soprattutto Marco decidono di sposare in pieno.
Decido io cosa indosserà Martina, decido io dove andremo a cena e soprattutto Martina dal momento in cui ci vediamo diventerà la mia fidanzata. “Martina dovrai indossare una camicetta bianca aperta sul seno, minigonna nera, ed intimo nero! tu cornuto dovrai assecondare tutti i nostri desideri… “
Lei una donna 35 enne di statuaria bellezza, mora, occhi scuri e dalla carnagione olivastra, terza di seno, culo marmoreo.. un fisico mozzafiato da far girare la testa… scende dall’auto dando importanza a mostrarmi che sotto si era vestita proprio come io comanda!
La mia fidanzata mi dimostra subito quanto è felice di vedermi, infilandomi la lingua in bocca. Era calda e vogliosa da morire. Mano nella mano prediamo posto al ristorante lei seduta di fianco a me ed il cornuto Marco di fronte. … mentre guardiamo i menù lei è subito distratta dalla mia mano, che intanto si era insinuata tra le sue gambe! Arriva il cameriere che esclama “ordiniamo?” ci guarda con aria sospetta, non riesce a spiegarsi come mai di fianco a Martina c’ero io e non Marco.
Mentre ordiniamo osserva la mia mano muoversi sotto al tavolo rovistare tra le gambe della “mia” donna. Lo vedo turbato e la cosa eccita tutti e tre. Finito di ordinare, chiedo a Martina di togliersi il perizoma e di posarlo sul tavolo per facilitare ‘ingresso delle mie dita, ormai totalmente bagnate, nella sua figa. Martina ovviamente esegue e con fare da vera troia si sfila l’intimo inumidito dei suoi umori e timidamente , quasi impaurita lo poggia sul tavolo, ben in vista. Ecco tornare il cameriere… “Martina vai più dietro con la sedia e lascia intravedere le tue gambe semi aperte” OK risponde lei! Il cameriere capisce il gioco ed inizia a guardare come un porco quel bel vedere eccitato da quella situazione che ogni uomo ha sempre sognato ma per lui stava diventando realtà. In tutto questo il cornuto di Marco non proferiva parola… ma si capiva quanto fosse eccitato dai suoi sorrisi.
Tolsi la mano di mezzo le gambe di Martina e la feci annusare a Marco che ormai stava quasi per venire senza toccarsi. Dopo una bella cenetta a base di pesce e una buona bottiglia i vino bianco decidiamo di andar via. Lei salì in macchina con me e lui ci segui con la sua auto. Arrivammo sulla spiaggia in un luogo appartato. È inutile dire che durante il tragitto continuai a stuzzicarla… era pronta ad esplodere e a ricevere quello per il quale eravamo li. Scendiamo dall’auto e quasi senza proferir parola Martina mi spinge all’auto, lo tira fuori e inizia a spompinarmi, con foga! Il cornuto davanti a noi che ci guarda con il cazzo in mano e inizia a masturbarsi ma durò pochissimo, venne subito!!! Infilai una mano dietro la nuca di Martina afferrandole i capelli la portai a me, le lingue calde e umide si cercano, sento la sua figa bagnata pronta ad accogliermi. “Girati” le sussurrai… e lei girandosi disse a Marco: “ GUARDA CORNUTO COME LO PRENDO!” in quel momento quella frase mi fece impazzire.
Turgido come il marmo lo infilai dentro, sentivo la sua carne sulla mia… calore su calore… l’afferrai dai capelli dandole dei colpi decisi senza mai affondare, quasi a dargli solo un assaggio! Quando decisi di affondare Martina ebbe un gemito di piacere estremo. Dopo una grande cavalcata Maro mi chiede di infilarlo nel culo. Lei all’inizio esitò, ma dopo averla stuzzicata bene con il dito mentre ero ancora nella figa acconsentì… Lo tolgo dalla figa ormai gonfia per infilarlo dietro e sempre a pecorina prima con fare dolce per finire la monta con foga… sentire le sue pareti allargarsi ad ogni colpo, le sue gambe tremare, la sua bocca gemere… “ODDIO NON RESISTO SBORROOOOOOOOO”
Venni tutto nel suo culo… copioso sborra prorompente che la riempì tutta. Ero esausto… Martina chiamò Marco a se gli sussurrò qualcosa nell’orecchio, lui fece si con la testa, si mise in ginocchio sulla sabbia, avvicinò la bocca al culo di Martina… iniziò a leccarla… pulendo tutto… per bene come un bravo cornuto!
Gabriele MonelloCs
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9 years ago
MonelloCs83,
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Sogno o son desto... la coppia del tavolo 13
Per quanto possa sembrare assurdo e/o banale... questa è una storia totalmente vera! Ed è questo che la rende incredibilmente eccitante.
Risale a 7 anni fa quando io e la mia ragazza dell'epoca come quasi tutte le sere ci appartavamo in auto per un po' di intimità... userò Eva un nome inventato...
una piacevole serata primaverile, di quelle che ti fanno venir voglia di uscire e star fuori fino a tardi... ma anche quelle che ti fanno venir una gran voglia di sesso!
Premetto che non eravamo (ancora) trasgressivi...
quella sera gli dissi: “ Eva stasera vorrei che ti vestissi in maniera provocante, fallo per me!”
arrivo sotto casa sua a prenderla, ero curiosissimo di vederla... ed eccitato al pensiero che si fosse preparata in maniera provocante per me! Eccola arrivare, bellissima ed eccitante. Vestitino nero corto sopra al ginocchio, scarpe alte con allaccio alla schiava... capelli lunghi sciolti e rossetto rossissimo... ADDIO!
Andiamo a cena in un noto ed elegante della zona ed è proprio lì che iniziò tutto...
arrivati al locale notiamo subito che non fosse poi così affollato c'erano solo pochi coperti e quasi tutte coppie più o meno giovani. Ma una in particolare attirò la nostra attenzione... una coppia decisamente interessante per quanto fossero belli, tant'è che Eva era quasi gelosa dal mio continuo guardare la lei, nonostante avessi davanti una splendida creatura. Iniziamo a cenare e tutto sembra trascorrere nella più normalità. A parte i piccoli sguardi di intesa che ogni tanto partivano tra di noi e la coppia poco distante... loro parlavano di noi si capiva. Sorridevano e ammiccavano, ma il pensiero di qualcosa di trasgressivo non ci sfiorava lontanamente. Alla fine della cena chiesi il conto ma con nostro estremo stupore il cameriere ci disse che la cena era stata offerta dai signori del tavolo 13... ovviamente ringraziammo chiedendo come mai di questo gesto... la loro spiegazione fù che gli ricordavamo loro alla nostra età... pensammo subito che ci fosse qualcosa di strano... ma fummo incuriositi e intrigati... capimmo subito dall'accento che non erano persone di queste parti.
Ci sedemmo con loro per scambiare due chiacchiere, poi per sdebitarci mi venne l'idea di offrirgli qualcosa da bere in un altro locale della zona e loro accettarono subito con estrema voglia.
Ci avviammo e in auto io ed Eva non riuscivamo a dare una spiegazione più o meno plausibile al gesto di galanteria appena ricevuto... arrivati al locale ci sediamo ordiniamo e iniziamo a parlare del più e del meno.. venne fuori che erano di Firenze e rimanevano solo pochi giorni per lavoro in Calabria e che fossero attratti dalla bellezza di questa terra e poi dissero “ e siamo intrigati dai Calabresi” mmmm pensai io qui gatta ci cova...
dopo il 4° drink decidemmo di salutarci e andare via... noi avevamo un programmino decisamente interessante da portare a termine...
ci mettiamo in auto per raggiungere un luogo tranquillo dove appartarci, arriviamo e iniziamo a riscaldarci... baci, carezze, ci spogliamo in fretta e furia accesi dal desiderio, dall'alcool e dalla serata strana che stavamo vivendo. Subito dopo di fianco a noi si parcheggia un'altra auto ma noi non ci facemmo caso. Eravamo così eccitati da non capire più nulla... Eva seduta in ginocchio sul sedile con il sedere rivolto fuori con in dosso ancora il perizoma nero inizia a succhiarlo con un vigore mai avuto prima... addio mi sta facendo morire, sentiamo un rumore di sportelli di auto aprirsi, ci giriamo e ne buio della notte vediamo due sagome scendere dall'auto, non riusciamo ad intravedere i volti ma capiamo che si tratta di un uomo e di una donna... lei si abbassa e inizia a succhiare con veemenza, sentiamo lui gemere, intimiditi ma stranamente eccitati ammiriamo quanto di strano si cela davanti a noi... la coppia fa per avvicinarsi a noi... alla nostra auto... sentiamo una voce quasi familiare di uomo che ci chiede: “disturbiamo?” ERA LA COPPIA DEL TAVOLO 13!
io ed Eva ci guardiamo, non sappiamo cosa fare... si poggiano sul cofano della nostra auto e iniziano a scopare... decidiamo di scendere anche noi... in piedi appoggiati allo sportello mezzi nudi, ad ammirare quella strana coppia scopare sul cofano della nostra auto! Iniziano ad avvicinarsi a noi... inizialmente la lei si pone davanti ad Eva ed incomincia ad accarezzarla, sfiorarle il seno... quello che mi fece strano è che Eva si lasciò andare con estrema naturalezza... le sue mani quasi spinte dal “Dio Eros” assecondano il volere di quella donna, le loro labbra si sfioravano ma si capiva che si volevano, si cercavano! Io mi avvicino dietro ad Eva e dopo qualche strusciamento mi ritrovo ai miei piedi con il mio cazzo in bocca l'altra donna... e con estremo stupore vedo Eva di spalle, accasciata con gli occhi rivolti a me che lo prende in bocca da quella sconosciuto... ERO PIU' ECCITATO NEL VEDERE CON UN'ALTRO UOMO CHE DALLA DONNA CHE MI SPOMPINAVA!!!
Eva sembrava un'altra, la situazione era inusuale ma estremamente eccitante... la donna sconosciuta mi chiese se avevo i preservativi, gli risposi di no, allora andò nella sua auto li prese e con fare quasi da prostituta esperta me lo infilò al cazzo duro come una pietra... si girò appogiandosi a pecorina sul cofano e i chiese di scoparla... Eva mi vide e secondo me non vedeva l'ora di prenderlo anche lei, si sdraiò accanto a lei con la schiena sul cofano le gambe aperte e si fece possedere da quell'estraneo!!! le donne si baciavano noi in piedi a stantuffarle... grida, lamenti e mugolii di piacere facevano da contorno a quella scena vista e rivista solo nei film. Quando fu il momento di venire le facemmo mettere accovacciate davanti ai nostri cazzi ormai esausti e esplosivi mentre le loro lingue si toccavano le abbiamo riempite di copiosa sborra... senza dire nulla ognuno si diresse alla propria auto per ricomporsi. Senza dire null'altro accendemmo i motori e andammo ognuno per la propria strada... l'ultimo saluto fu un colpo di clacson!
Da quella sera ci si aprì un mondo sullo scambio di coppia... e per diversi anni siamo stai una coppia scambista, ma la cosa che ci faceva impazzire erano i singoli... amavamo incontrare singoli... io impazzivo nel vederla con un altro uomo... ora non stiamo più insime ma non finirò mai di ringraziare quella coppia di sconosciuti del tavolo 13.
Gabriele MonelloCs
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9 years ago
MonelloCs83,
31
Last visit: 3 years ago
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Io e anna parte quarta
Parlai con Anna di quanto detto la Luca circa il passaggio del cugino (almeno così disse) per Napoli.
Le dissi che credevo poco al fatto che era un passaggio per caso ma credevo che era qualcuno che, pilotato da Luca veniva a “bagnare il biscotto”.
Anna pero' era decisa a vivere anche quell'avventura.
Sempre con Luca seguirono altri contatti per l'appuntamento.
Andammo quindi alla stazione a prendere questo fantomatico cugino proveniente dalla Calabria.
Ero lì solo per far contenta Anna che ancora aveva in mente il weekend di fuoco a Rimini e chissa' cosa sperava da questo incontro.
Arrivo del treno ci riconosciamo per avere entrambi in mano un giornale.
E' un ragazzo non molto alto, scuro di pelle, occhi e capelli neri.
Si presenta (ometto il nome, lui e Luca vivono in un piccolo contesto e non vorrei renderli troppo riconoscibili a terzi), ci presentiamo.
Non me lo aspettavo ma ci da del lei.
Racconta che il cugino gli ha parlato di due amici a Napoli ma che lui gli aveva detto di non disturbare.
Da come si comporta non sembra proprio un “galletto”.
Un po' piu' grande di Luca (24 anni) da impressione di grande serieta' e timidezza.
Lo accompagnammo al Centro Direzionale dove deve sostenere un colloquio di lavoro.
Nell'attesa siamo a fare spesa presso un supermercato per poi attendere fuori un bar come concordato.
Anna è in lungo.
Gonna di velluto nera elasticizzata che le risalta il culo, con spacco laterale regolabile da bottoni, stivali camicetta bianca.
Anche questo ragazzo le piace e non fa mistero che ha voglia.
Dopo un'oretta il ragazzo è in macchina.
E' demoralizzato perchè, dice, quantunque sara' selezionato dovrà rinunciare perchè il salario prospettato non gli consentirebbe di vivere a Napoli che è la sede di lavoro.
Anna si gira (lui è seduto dietro) ed ha parole di conforto per lui e gli accarezza una gamba.
Facciamo un tour della citta' fermandoci a Posillipo per bere uno spumantino.
Passeggiamo nel parco della Rimembranza con il ragazzo che, evidentemente a suo agio con noi, ci esterna la sua delusione per il lavoro che non riesce a trovare, il desiderio di vivere in una grande citta' …..
Anna gli si è messa sotto il braccio, lo accarezza.
Risaliamo in macchina Anna si siede dietro con lui.
Accavalla e dallo spacco esce tutta la coscia, anche la parte al di sopra dell'autoreggente.
E dice: “ora ti porto in un posto dove potrai rilassarti un po'”.
Capisco cosa vuol dire Anna e prendo la strada per la domizianaa dove ci sono paarecchi hotel ad ore.
Il ragazzo pero' dice che non è pronto per andarci in tre.
Anna con voce suadente, prendendo la sua mano e portandola tra le sue cosce gli dice: “questa volta solo io e te poi la prossima volta quando sarai piu' sciolto vedremo”.
Grande delusione per me ma non dico una parola e guido mentre da dietro si sentono sospiri.
Arriviamo ad un hotel notoriamente ad ore.
Scendono ed Anna mi dice :Ti farò uno squillo sul cerca persone mezz'ora prima.
Neanche rispondo.
Si infilano in Hotel e me ne vado.
Verso le 16, finalmente il cicalino del cerca persone squilla.
Sono rimasto nei dintorni e, contrariamente a quanto concordato mi precipito verso l'hotel.
Dopo una mezz'oretta escono.
Salgono sul sedile posteriore.
Anna si abbandona tra le sue braccia.
Mi dice : Accompagnamo XXXXXX alla stazione.
Altra mezz'ora e arriviamo.
Lo accompagnamo al treno e lui prima di salire : “ci vediamo ancora spero!”.
Anna annuisce, sorride e gli da un bacio.
In macchina Anna mi racconta un po' e mi dice che il ragazzo è un amante dell'intimo.
Sicuramente non particolarmente navigato l'aveva fatta sentire desiderata come non mai.
Ogni centimetro che la gonna andava su lui leccava e baciava cio' che si scopriva.
Ha leccato a lungo gli slip e le ha adorato le calze, odorandole, baciandole millimetro per millimetro.
Mi racconta che ha voluto scoparla facendole tenere l'intimo e senza farle togliere le calze.
E' molto soddisfatta anche perchè il ragazzo le ha rivolto anche molte attenzioni al buchino, cosa che la fa impazzire.
Questo episodio le farà prendere una decisione.
“Basta con Ernesto” dice “e visto che tu non sai come fare farò io”.
Mi sento umiliato per la mia vigliaccheria e non parlo.
Il sabato successivo attendiamo Ernesto nella sala da the di un bar appena fuori città.
Ha deciso tutto Anna.
Lui arriva, si siede.
Ordiniamo da bere.
Anna prende subito la parola.
Gli dice chiaramente che il rapporto è finito. E' stato bello ma come tutte le cose era finito.
Gli dice a muso duro che lei non gode più e che lo stesso vale per lui e che, quindi, tanto vale trovare altro.
Mi aspettavo una reazione forte invece Ernesto abbassa la testa e tace.
Anna è un fiume in piena.
Quando finalmente sembra aver esaurito gli argomenti Ernesto, a mezza voce, dice che tutto è successo perchè lui si è invaghito di lei.
Dice che quando non c'è immagina di farle di tutto ma poi quando la vede i sentimenti cambiano, la rabbia per non poterla avere come vorrebbe tutta per se prende il sopravvento e.... quel desiderio cala.
Anna lo ringrazia dei suoi nobili sentimenti ma, è passato tempo e queeste parole le ricordo come fosse ieri dice: “Vedi che il rapporto è sbagliato? Tu mi dovresti vedere come una puttana, perchè io lo sono. Tu mi hai troppo idealizzata, non funzionerà mai così.”
Ernesto è KO.
“Vorrei solo vedere come godi quando ti usano da puttana, perchè io non ti ho mai considerata per tale” dice.
Propone un incontro a quattro inserendo il suo amico Ciro.
Un passo indietro.
Ciro è un ragazzo che sfiora, credo, il quintale di peso che abita nel suo palazzo.
Arrogante e maleducato le volta che lo abbiamo incontrato nell'androne del portone del palazzo ove spesso era a non far niente faceva occhiolini ad Anna, qualche volta da dietro qualche fischio di apprezzamento e una volta che era su da Ernesto toccò il culo ad Anna la quale gli si rivoltò con rabbia e solo l'intervento di sicuramente compiacente e divertito Ernesto placò Anna.
A questo punto, se fosse un gioco a scacchi la partita potrebbe considerarsi passata nelle mani di Ernesto.
Anna è bloccata.
Questa, in poche parole, è la condizione per spezzare questo filo che ci lega ad Ernesto.
Più volte avevamo perlato di questo Ciro e sapevo Anna quanto lo odiasse.
Sentendosi “vicino allo scacco” Ernesto rincara la dose.
Dice che vuole anche vedere la persona che non ha mai potuto soffrire (io) perchè comunque mi attribuiva colpe (che non ho mai avuto) di quel fallimento, servile ed umiliata e per questo propone di vestire body, perizoma femminile e calze autoreggenti.
Sono un tipo tranquillo ma la voglia di scattare è tanta.
Non fossimo in un posto pubblico credo che ci sarebbero state urla se non rissa addirittura.
Anna mi ferma.
Tentando di riprendere il gioco si dimostra favorevole all'incontro a quattro ma chiede di poter scegliere lei il quarto.
Ernesto non le concede spazi, capisce che sta vincendo, è irremovibile.
L'incontro a casa sua, Ciro il quarto.
Anna tenta di trattare ma nulla.
E mi zittisce quando tento una trattativa sull'abbigliamento che dovrei indossare.
Ad Anna non gliene frega niente di me.
Ancora un timido tentativo che però viene troncato da un irremovibile Ernesto che fa la sua solenne promessa di chiudere poi definitivamente quel rapporto.
Ci alziamo e prima di andare via Anna ed Ernesto concordano di sentirsi il venerdì successivo per la conferma dell'appuntamento per sabato.
In macchina mi incazzo con Anna rimproverandola di non aver battuto ciglio quando Ernesto le ha prospettato di “femminilizzarmi” per l'incontro mentre di aver trattato per non scopare il ciccione.
Anna mi zittisce dicendo che anche lei si sacrificherà ma che l'importante è essere riusciti a troncare quella situazione.
Mi disse ancora che non si sentiva affatto sconfitta perchè aveva previsto un ben altro scenario con un Ernesto che avrebbe continuato ad imporre il rapporto.
In poche parole disse :”ce l'abbiamo fatta, abbiamo vinto!”.
Non fui mai convinto di quella affermazione e cominciai ad essere seriamente preoccupato per quel che doveva accadere sabato.
E... venne sabato, ma sarà il racconto della prossima parte.
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9 years ago
claudia30mario, 55/55
Last visit: 7 years ago -
La visita medica
… “ incontro ed ospito coppie determinate e di bell'aspetto, interessate ad essere
sottoposte a screening medico completo, …” questo Last lo pubblicavo periodicamente,
un giorno vengo contattato da Filippo e Rosa, che mi inviano il loro numero di cellulare,
all'orario concordato chiamo e mi risponde Filippo che da subito mi appare una persona
affabile e cordiale, non litiga con i congiuntivi e si esprime in un italiano perfetto senza
alcuna inflessione dialettale, conversiamo piacevolmente e ci diamo appuntamento
telefonico nel tardo pomeriggio quando sarà insieme a Rosa, alle 19.00 in punto mi
richiamano e ho modo di fare la conoscenza con Rosa, che da subito, si presenta come
una persona ironica e gradevolissima, con una voce calda e sensuale, si rivolge a me
chiamandomi Dott. Si informa sulla mia specializzazione e mi dice che è interessata a fare
un controllo medico approfondito, e mentre dice queste cose sento una leggerezza nella
sua voce che stimola la mia curiosità e la voglia di incontrarla. Fissiamo l'appuntamento
per il giorno successivo, all' orario stabilito accolgo Filippo e Rosa in studio, naturalmente
ho dato il pomeriggio libero alla mia assistente, mi presento indossando il camice e faccio
accomodare i miei ospiti, da subito noto lo sguardo vispo di Rosa che spazia per la stanza
e mi studia guardandomi negli occhi, lei indossa una camicetta bianca con un giubbino
color cuoio ed una gonna aderente, appena sopra il ginocchio, è truccata un maniera
sobria con un rossetto che mette in evidenza le belle labbra, ci accomodiamo nelle
poltroncine e provvedo a telefonare al vicino bar per far portare degli aperitivi, dopo la
consumazione Filippo, in maniera diretta, strizzandomi l'occhio si rivolge a me dicendo : “
dottore se è possibile fare la visita a mia moglie perchè più tardi abbiamo degli impegni …
“ ; Rosa ridendo risponde : “ e si … dottore … mio marito si preoccupa tanto della mia
salute , lui ci tiene che io sia sempre in forma “ .
Mi avvio con Rosa nella sala visita lasciando Filippo nello studio, lei inizia a spogliarsi
lentamente, indossa una lingerie elegante, body nero trasparente, culotte ricamata
coordinata con il reggiseno ed autoreggenti, si stende sulla lettiga in posizione supina ed a
occhi chiusi.
Inizio la visita, le metto il bracciale dello sfigmomanometro, poggio il fonendoscopio sul
petto e sulle spalle e poi passo a palparle l'addome ed il seno, sento che inizia a vibrare,
l'eccitazione corre sulla sua pelle e sulla mia, inizio a strusciarle la mano sul mio cazzo e
lei risponde gemendo più forte, mi giro e davanti la porta vedo Filippo che osserva sua
moglie in calore, ha già l'uccello di fuori e si sta segando con vigore, mi incita a fare il
porco con sua moglie, le metto il cazzo in bocca e le afferro la testa spingendola a me,
sento la sua lingua scorrere sulla cappella e poi andare giù lungo l'asta e proseguire sino
alle palle, nel frattempo Filippo sempre più eccitato, la penetra e la sbatte con forza, ha il
volto stravolto dall'eccitazione, si rivolge a Rosa chiamandola vacca … svuotapalle … rotta
in culo … mi porge un preservativo e mi invita ad indossarlo e a scopare sua moglie, inizio
a pomparla, la sento larga e bagnatissima, la sbatto con forza e lei risponde con gemiti
sempre più forti, dopo un poco la faccio girare, la metto a pecorina ed inizio a
massaggiarle il buchetto con l'indice della mano sx mentre con quello della dx la sditalino,
le sputo nel buchetto e distribuisco bene la saliva attorno l'orifizio anale, appoggio la
cappella ed inizio a spingere, sento che piano piano la porta del piacere si apre,
lentamente spingo sempre più dentro, Rosa è immobile, mi dice di fare piano, lentamente
si rilassa e riesco a completare la penetrazione, Filippo è completamente fuori di testa per
l'eccitazione, esco un po il cazzo dal culo di sua moglie e lo invito a lubrificarmi il cazzo
con uno sputo, lui obbedisce a quello che gli dico e nel frattempo mentre si sega non
riesce più a trattenersi e si svuota sulla schiena di sua moglie, continuo a incularmi Rosa
ma quello che voglio di più e riempirle la bocca di seme, esco dal sul culo mi sfilo il
preservativo e la invito ad aprire la bocca, copioso esce lo sperma che centra la sua
bocca, le labbra ed il viso. Ci fermiamo esausti il trucco di Rosa si è disfatto, si asciuga il
volto con dei fazzolettini sorride con malizia dicendo : “ la visita mi è piaciuta ma ancor di
più la cura “ rispondo con una risata e ringrazio per la fiducia che mi è stata accordata, lei
si dirige nel bagno, sento l'acqua del rubinetto che scorre, dopo circa dieci minuti esce
sistemata e truccata come quando era arrivata, accompagno Rosa e Filippo alla porta ci
salutiamo ripromettendo di rincontrarci
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9 years ago
dr3house,
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Last visit: 1 year ago
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La visita medica
No, non potevamo sapere che una visita medica ci avrebbe cambiata la vita, eravamo andati ad un controllo generale per Rita, il dottore un bell'uomo sulla cinquantina,
appena ci ha ricevuti ed espletate le domande di rito, disse a mia moglie di togliere i vestiti
e accomodarsi su lettino, lei era di spalle seduta , e lui comincio' ad oscultare le spalle,
poi la fece sdraiare, osculto' il cuore, per passare a toccare la pancia chiedendo se avesse
dolori, tutto ok finora, ad un certo punto le disse: signora tolga il reggiseno e si sdrai, lei lo tolse immediatamente, e per me vederla a seno nudo, fu un colpo di adrenalina,
gelosia mista a eccitazione, stranamente mi piaceva vedere che un altro uomo (anche
se dottore) le stava palpando il suo bellissimo seno, a me sembro un eternita' ma
contemporaneamente, speravo che continuasse, ero eccitatissimo a vedere le mani di
quell'uomo sul seno di mia moglie, poi le chiese di togliere le mutandine,cosa che lei fece senza apparente timidezza, si sdraio' e appoggio le gambe sulle apposite staffe, io ero
seduto, e dalla mia posizione riuscivo a vedere la fica di mia moglie, bellissima, umida,
il mio cuore sembrava di scoppiare quando,il dottore si sedette in uno sgabello, proprio
davanti la sua fica, sicuramente la stava ammirando, poi comincio la visita, indossati
dei guanti, comincio a penetrarla con le dita, prima uno, lo spingeva fino in fondo, poi
due, anche questa visita duro' un eternita', ma mi piaceva, alla fine era tutto ok le
disse di rivestirsi e tornammo a casa.Lungo la strada non parlammo di niente, c'era
uno strano silenzio in macchina. Rientrati a casa, lei ando' subito a farsi la doccia, io ero
ancora eccitatissimo al pensiero di quello che avevo visto, mi era piaciuto da morire,
che un altro uomo l'avesse toccata e guardata, mi spogliai ed entrai anche io nella doccia
lei mi guardo con una strana luce negli occhi, e subito ci siamo lanciati in un lunghissimo
bacio, cominciai a toccarle i seni e la fica, che fino a poco tempo fa erano nelle mani
del dottore, Rita si abbasso in ginocchio e mi fece uno dei piu' bei pompini che mai
mi aveva fatto, poi la rigirai a pecorina e la scopai quasi con furore, anche lei era
eccitatissima, aveva orgasmi a ripetizione, fino a quando con un lunghissimo
"rantolo" le ho scaricato tutta la mia eccitazione dentro la pancia. Siamo rimasti
alcuni minuti cosi' immobili, poi lei si giro' verso di me e mi abbraccio', io all'orecchio
le dissi se anche lei era cosi' eccitata per quello che era successo quel pomeriggio, lei
senza staccarsi da me con il movimento della sua testa lo confermo', anche io
lo sono le dissi, e mi e' piaciuto tantissimo, lei mi confermo' che essere tutta nuda,
e toccata dal dottore con me li a guardare l'aveva eccitata da morire.
Quella sera a letto le chiesi di essere sincera e rispondere alle mie domande con
tranquillita',: ti piacerebbe scopare con un altro uomo con me vicino? lei mi guardo'
strano, ma poi rispose di si , allora facciamolo le dissi, come mi chiese lei, le risposi che
tramite Desiderya che lei non conosceva avremmo potuto provare, le spiegai come
fare, e cosi ci mettemmo alla ricerca di un bel ragazzo.
Lo trovo'quasi subito, 44 anni, bel fisico ma soprattutto all'apparenza un gran bel cazzo
lo contattammo e lui accetto' di incontrarci, era di Siracusa, ma ci incotrammo ad
Augusta in una panineria, Rita era emozionatissima, indosso' una minigonna ,
camicetta quasi trasparente ed un cappotto per coprire il tutto, lo incontrai prima
io per capire il tipo, visto che era una persona seria, lo accompagnai alla macchina
dove aspettava Rita, poi insieme siamo entrati nella panineria.Occupato un tavolo
abbiamo cominciato a parlare, Rita e Salvo chiaccheravano tranquillamente come
se si conoscessero da tempo, vedevo chiaramente che si piacevano,e quando Salvo
si allontano' per andare a lavare le mani, le chiesi se Salvo le piaceva, lei con un
gran sorriso mi disse: per me possiamo andare anche subito. Salvo torno, e fu Rita
ad andare in bagno, Salvo con una certa apprensione mi chiese se a Rita fosse
piaciuto, e io risposi sicuro che le sei piaciuto,si puo' fare anche subito. Tornata Rita,
le chiesi se volesse andare da qualche parte, e lei subito rispose di si. Andammo
con la macchina di Salvo , e ci fermammo in un posto tranquillo in periferia, sotto un
lampione, c'era un po di freddo infatti quasi subito si appannarono i vetri della
macchina, adesso i discorsi diventarono serii, Salvo chiese a Rita se era sicura di
voler provare a farlo, mi chiese se poteva sentirsi libero di giocare con Rita o c'erano
dei limiti da non superare, io risposi che per me non c'erano ma che comunque
sarebbe stata Rita a fermarlo qualora non le fosse piaciuto qualcosa.
Salvo allora passo' dietro dove era seduta Rita, lei si vedeva che era emozionatissima
Lui prese l'iniziativa, la comincio a baciare, Rita rispose a quei baci, si vedeva che lui
le piaceva,si tolse il cappotto, la minigonna le era salita completamente, mettendo
in bellavista le sue bellissime cosce,le mani di Salvo cominciarono a scrutarle tutto il
corpo, le sbottono' la camicetta mettendo in mostra le sue bellissime tette, le toccava,
i seni, scendeva nella fica e tolse le mutandine, io sentivo il mio cuore andare a 1000
e cosi' anche quello di Rita, le accarezzava la fica con delicatezza, Rita allora comincio'
a trafficare con la cintura, poi con la patta dei pantaloni di Salvo, e tiro'fuori
l'uccello di Salvo, non si era sbagliata a scegliere, era proprio come lo avevamo
visto al PC. aveva proprio un bellissimo cazzo, gia' in tiro, mia moglie mi guardo'
negli occhi come per chiedermi il mio ok io le sorrisi, e lei si "tuffo"su quel cazzo
inizio' un pompino prima lento, io vedevo i movimenti della testa, e conoscendola
stava dolcemente con la lingua accarezzando il glande, lo fa in un modo divino,
poi sempre dal movimento della testa capii ce aveva affondato il cazzo di Salvo
tutto dentro la bocca ed aveva iniziato un pompino da favola Salvo era in estasi,
la testa era appoggiata alla spalliera del sedile e si godeva la bravura di mia moglie.
Rita le salto sopra e si impalo' a smorza candela, inizio' a cavalcare quel cazzo come
una matta, io nel frattempo pensai che non aveva fatto indossare il preservativo
a Salvo, e ci rimasi un po male, non passarono molti minuti che Salvo con lamento
di grande piacere le venne dentro, Rita sentendo il calore dello sperma di Salvo
dentro la fica ebbe anche lei un orgasmo che la fece quasi svenire dal piacere.
Restarono immobili per qualche minuto, Salvo che si riprese prima le disse : sei
favolosa, voglio diventare il tuo amante, lei allora si giro' verso di me e ridacchiando
mi chiese: che facciamo lo accontentiamo? io le risposi : per me e' ok l'importante
e' che dalla prossima volta in poi partecipo anche io, mi piacerebbe molto vederti
sbranare i nostri cazzi.
21
7
9 years ago
Ritagiuseppe,
29/30
Last visit: 5 years ago
-
La dietologa 3
La dietologa 3
nell'ultima visita avevamo scoperto le carte senza però arrivare alla fine della partita che si è interrotta sul più bello con un picco di emozioni: l'appuntamento successivo una paziente (amica), aveva bussato alla porta proprio mentre io le stavo spruzzando sul mento e una volta rivestiti velocemente e riassettati in modo frenetico non ci siamo accorti che la dottoressa portava uno schizzo a modi spilla sul bavero del grembiule. Cosa subito rilevata dalla paziente amica che nell'uscire si è girata e mi ha lanciato un'occhiata con sorriso per dirmi (è roba tua?) .
Dopo essermi allontanato ho pensato di scriverle un sms per avvisarla dell'inconveniente, ma la risposta fu come di consueto una sorpresa: “ ma quanta ne hai fatta, erano due gli schizzi sul grembiule, prontamente rimossi con un dito dalla mia amica, ah ah ah”.
Dentro di me mi sono chiesto quali potessero essere i loro dialoghi, e la cosa mi attizzava abbastanza.
Qualche giorno dopo ci siamo visti nella pausa pranzo e uscendo in macchina verso una stradina di campagna lei dotata di autoreggenti molto sfacciate ( da seduta in auto spuntavano dalla gonna) prendeva una posizione strana: mi proponeva il lato b. tenendo una ginocchio sul sedile e guardando verso il finestrino Io che sono sempre stato per la quantità ho preso subito il prodotto sul banco senza visionare l'altra merce. Un culo notevole, una schiena scoperta in un lampo, sganciata la sottana avevo una tigre a 4 zampe. Dopo averle passato una mano da dietro nel solco delle gambe e averle massaggiato la fregna mi accorgevo che cominciava a rilasciare qualche liquido dalle labbra grosse carnose e francamente piuttosto slabbrate.
Tuttavia avevo di fronte un bel culo che pensavo di perforare in qualche modo, viste le mie dimensioni. Dopo aver lavorato sulla sua spacca di mano e cappella ( lo strisciavo su e giù con soste sul bottone dell'ano) iniziavo la penetrazione in fica con sommo godimento di entrambi. Mi allungavo a mungerla da dietro, ha dei capezzoli pronunciati e scuri facendole arrivare in gola la mia verga. Dopo due scatti incontrollati ha aperto i boccaporti facendo fuoriuscire un rigagnolo che le scendeva all'interno coscia. A quel punto le mie palle emettevano il classico rumore di carne contro carne bagnata, l'ho sbattuta fino al mio cedimento. Infatti si era mescolata la foga del sesso con una piccola dolia dei coglioni che venivano sistematicamente schiacciati ad ogni colpo; ad un certo punto la seconda (il dolore) ha battuto la prima (la foga) e ho deciso di terminare con un abbondante sborrata sull'ano. Lei compiaciuta ,perchè le avevo rasato di sborra il culo, mi disse:” adesso tocca a me!” . E a quel punto ho capito la sua potenza femminile. dopo un piccolo scoramento, anche perchè avevo i coglioni gonfi e doloranti, non sapevo come avrei potuto chiavarla ancora; mi sdraiava sul sedile e iniziava a leccarmi a tutta lingua ( a modi cucchiaio) la verga , le palle, e poi l'ano quest'ultimo per circa 20 minuti, fino a farmi rizzare prepotentemente l'uccello. Con l'uccello duro ma consapevole della macchina da guerra che avevo davanti ho giocato tutta la mia esperienza. Abbiamo cambiato posizione e le ho leccato l'impossibile fino a ritrovarmi con una mano che divideva l'indice e il medio nel culo e l'anulare e il mignolo nella figa, con il pollice che faceva da fine corsa. Lei girata a culo in su, assomigliava a un vulcano erutante liquido dal gradevole aroma, probabilmente frutto di un ampia lavanda interna. A quel punto ho proseguito fino al segnale che aspettavo senza tradire i miei piani di contrattacco: ”INCULAMI !!!”. era la parola d'ordine che aspettavo. Li si era ribaltata la situazione di prima: lei presa dalla foga non ha pensato a cosa sarebbe andata in contro. Ho proseguito ulteriormente la mia opera di mano fino a quando cominciava a spazientirsi: “ INCULAMI BASTARDO!!” a quel punto son sceso in campo e le ho indirizzato forzando la cappella sull'orifizio (ho l'uccello conformato leggermente a banana) e sono entrato per pochi millimetri per tastare il “terreno”. Si dilatava ma arrivava fino a un certo punto permettendo di entrare per circa 1 cm. Poi ha iniziato: “ nonononono! É troppo grosso, nononono!!!! non riesco a riceverlo!!! noooooooooo non ho mai preso un cazzo così non riesco!!!!!!! io fermo ma senza indietreggiare aspettavo indicazioni e speravo che si rilassasse. Lei con la testa china verso il basso si è schiarita più volte la gola, ha deglutito più volte, con dei profondi respiri e mia ha detto a voce bassa: “ non ci riesco.”, “ non ce la faccio”, “ho paura del male”, poi per stemperare la situazione ha cambiato tono ed a voce più decisa mia ha detto: “ MA CHE CAZZO HAI ?!” prosegue
2973
1
9 years ago
zap67,
53/49
Last visit: 1 month ago
-
Io e anna prte terza
Ho già accennato al periodo “difficile” che avemmo con Ernesto che non è mai riuscito a mandar giu' il rifiuto di Anna di andare a vivere con lui.
In questo scenario, anche per poter saltare l'incontro settimanale ci inventammo una ricorrenza e, portati i ragazzi dalla nonna, ci concedemmo un week-end a Rimini sebbene fuori stagione (era febbraio o marzo).
Arrivammo il venerdi' dopo pranzo e prendemmo alloggio in uno dei pochi hotel aperti.
L'hotel era semivuoto anche a causa del tempo pessimo.
In stanza cercammo un po' di darci un programma.
Ci ripromettemmo di cercare qualche luogo over40 dove poter fare 4 salti e chissa'.... e l'indomani prendere il pullman per S. Marino e fare un giro per negozi e la sera magari ritornare ai 4 salti....
All'epoca non c'era internet sul telefonino e usciti potevamo solo chiedere in giro, in maniera generica se c'era un qualche locale di svago per la nostra età.
Non ricevemmo risposte precise ma solo tanti “credo, forse, non so”, per cui cenammo e poi a nanna.
L'indomani mattina il tempo era peggiorato.
Facemmo colazione e comunque ci portammo alla fermata per prendere l'autobus nr. 11 che cii avrebbe portato alla stazione da dove partiva il mezzo per S. Marino.
Arrivati alla Stazione la pioggia era ormai battente.
Decidemmo di rinunciare alla gita e riparammo alla Stazione in preda alla noia più totale.
Andando avanti e dietro passammo vicino ad un ragazzo che tra se e se si lamentava del tempo.
L'accento sembrava familiare e, non avendo di meglio da fare, chiesi: Napoli?
Lui si gira, si toglie il cappuccio e con un sorriso dice: Quasi...provincia di Cosenza.
Non sembra avere anche lui nulla di meglio da fare,si ferma e cominciamo a conversare.
Si presenta.
Luca, 21 anni, ormai trapiantato a Rimini dalla sua Calabria.
D'estate bagnino, d'inverno tuttofare e di sera guardiano di un hotel aperto solo in estate, incarico grazie al quale gode di un alloggio.
Noi semplicemente Anna e Marco.
Mi viene anche l'idea di raccontargli che siamo lì per festeggiare un nostro particolare anniversario che cade proprio quella sera ma degli amici hanno dato forfait e non abbiamo con chi brindare.
Anna coglie subito il senso e sebbene vestita in maniera casta (non ricordo.... forse aveva addirittura i pantaloni) comincia a fissare e sorridere al ragazzo che non è niente male davvero!
Lui anche perchè stuzzicato dagli sguardi di Anna disse che se ci faceva piacere potevamo brindare con lui quella sera e ci diede l'indirizzo.
Non mi feci ripetere l'invito due volte.
Ci salutammo e appuntamento alle 21.
Anna era raggiante.
Disse che il ragazzo davvero le piaceva e ci furono anche complimenti per la mia inventiva.
Alle 21 siamo presso l'hotel vigilato da Luca.
Piove di nuovo.
Un colpo di clacson e Luca esce ad aprirci la porta.
L'hotel è vuoto e freddo ma Luca ci invita in una saletta sul retro della reception dove c'è un divanetto, un tavolo ed una stufetta.
Anna si toglie il cappotto e sfoggia una minigonna davvero notevole, stivali con tacco alto, equipaggiamento portato se fossimo riusciti ad organizzarci la serata da ballo.
Il ragazzo ammira e, dimostrandosi piu' sveglio di qualsiasi previsione chiede: “Ma voi cosa cercate?”
Non so cosa rispondere ma Anna è pronta e, avvicinandosi gli sussurra in un orecchio :”hai capito bene!”
Lui la guarda, le guarda le cosce la tira a se ma non ha bisogno di fare forza.... Anna è nelle sue braccia.
La gonna tirata su ed una mano che le accarezza il culo, le autoreggenti in bella vista e bocca che cerca e trova il seno di Anna che spunta dalla maglietta alzata.
Ansimano... e con mia grande sorpresa Anna accoglie la sua lingua in bocca (ricordo che con Ernesto aveva sempre cercato di evitare).
Il ragazzo è arrapatissimo e Anna non scherza.
Sono uno spettacolo.
Prendo un preservativo e lo porgo a Luca.
Solo dopo qualche minuto riesce a staccarsi.
Si spoglia e mostra un'asta davvero notevole.
Calza il profilattico.
Non mi piace e lo trovo estremamente volgare e da autoerotismo di bassa lega raccontare le fasi di una scopata nel dettaglio.
Ma, come ho detto in questi racconti sarò estremamente sincero senza aggiunte e varianti rispetto a ciò che è stato il vissuto.
E, come non ricordare Anna sul divano con le sue cosce aperte con le mani che hanno portato la bocca di Luca sulla figa, Luca che lecca avidamente, lei che ansima e poi dice: “Non così dentro la lingua se no svengo”, Luca che va sempre piu' dentro, lei che con il tacco dello stivale spinge sulla spalla di Luca, lui che resiste alla forza e forse anche al dolore (notai un livido sulla sua spalla poi).
Dopo po quasi un'ora i due di intensa scopata nel corso della quale Anna ha offerto anche il buchetto (godendo come mai l'avevo vista fare) i due sono sfiniti e sono sfinito anche io che mi sono segato un pisello moscio anche perchè deluso dal fatto che mia moglie era stata tutta per il nostro amico.
Ci invita a rimanere lì per la notte e per l'occasione apre una camera vista mare.
Dorme con noi in un lettone matrimoniale, Anna al centro.
Sino al mattino scopano altre due volte.
E' domenica e saremmo dovuti partire ma Anna non ne aveva intenzione.
Una telefonata alla nonna simulo' un guasto alla macchina e rinvio della partenza a lunedì.
Se non fossi uscito io a comprare un po' di piadina questi due si sarebbero lasciati andare di stenti.
Il loro pensiero era uno solo e Luca, con i suoi 21 anni era sempre pronto.
Venne il lunedì mattina.
Ultima scopata e Anna potè vestirsi.
Mise lo stesso abbigliamento succinto del sabato sera.
Io feci per dirle:”ma.... non si puo'” ma lei mi fece segno di stare zitto.
Salì in macchina, le cosce di fuori.... Luca si avvicino', la bacio' profondamente in bocca e con una mano le sfilo' le mini – mutandine nere dicendo “queste le tengo io, le riavrai quando ci rivredemo”.
Poi rivolto a me un sorriso ed un “grazie”.
Partimmo.
Anna si giro', apri' la borsa sul sedile posteriore e nel prendere i vestiti con i quali si sarebbe cambiata disse : mi sono messa la mini perchè deve ricordarmi sexi... solo così potro' riaverlo presto”.
Imboccata l'autostrada vesti' i panni di madre e moglie irreprensibile e si addormento'.
Guidai fino a casa sentendomi per la prima ed ultima volta veramente cornuto.
Mia moglie che aveva rifiutato di baciarmi offrendo la sua bocca ad un altro... aveva rifiutato la mia mano cercando quella di chi la possedeva, i baci profondi, l'intenso godimento.
Avevo lasciato il numero di telefono del mio cellulare e del negozio al ragazzo (all'epoca c'erano i cellulari “a mattone” erano per pochi e costava un casino chiamare ed essere chiamati) ma speravo di non sentirlo mai piu'.
In caso contrario avrei perso Anna.
Il ritorno alla vita di sempre non fu semplice per lei.
Distratta, pensierosa, nervosa ma, non potemmo rifiutare di incontrare Ernesto il sabato.
Lui fu sempre meno performante e si aiuto' con un membro in lattice vibrante.
Anna da parte sua finse per poter finire quanto prima quel gioco che non le piaceva piu'.
Ma aspettavamo sempre di poter decidere in merito nel modo giusto.
Ci spaventava la frase che piu' volte Ernesto ci aveva rivolto “Io dopo quasi tre anni non me ne vado con una mano avanti e una indietro”.
Cosa voleva dire?
Voleva fare qualche casino?
E continuavamo aspettando che accadesse qualcosa.
Intanto trovai una chiamata in segreteria da Luca.
Erano passati una quindicina di giorni da Rimini.
Lo richiamai al nr. che aveva lasciato.
Chiese di Anna ma dissi che non c'era.
Mi riferì che un suo cugino sarebbe dovuto passare per Napoli per sbrigare alcune faccende pregandoci di fargli vedere un po' la città.
Ma questo sarà l'argomento della prossima parte.......
Continua.....
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1
9 years ago
claudia30mario, 55/55
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In crociera, 2014
Aprile 2014, in crociera !
Scambisti o escort ?!
Aprile, crociera ai
Caraibi.
Ad aprile abbiamo fatto
una bella crociera tra le isole dei Caraibi ! BELLA !
Non avremo mai pensato ci
fosse così tanta bella gente...
Amanda la sera era come
sempre elegante e sexy...
Ma non era l'unica... Ce
n'erano almeno una decina di donne che Luca aveva notato: molto, molto
belle, ben vestite, ben tenute, affascinanti...
Una sera Luca disse ad
Amanda: mi farei uno scambio ogni sera con una di queste.
In realtà Amanda a Luca
lo faceva rizzare tutte le sere.... sexy, elegante, ...molto sexy...
...e probabilmente non lo
faceva rizzare solo a lui...
Una sera un distinto
signore americano sulla cinquantina, accompagnato da una bella
signora bionda sulla quarantina, fece di tutto per attaccare bottone
con noi.
Dopo mezz'oretta di
piacevoli scambi di battute, chiede a Luca se Amanda l'ha portata
dall'Italia o dall'America. Subito non capii: “dall'Italia”
risposi ! Eh !! Ma che ?!?!
Ad un certo punto mi
chiede se Amanda è una escort ! EHHHH!? ??!! E' la mia mogliettina
!! Mica una escort !! ...poi pensai: ok, ha una camicia stretta e
corta in vita, scollata e leggins che scolpiscono gambe, fianchi e
culo...
Però guardandola, dentro
di se Luca disse: forse non è l'unico a pensare che sia una escort !
Ma a Luca piace fare invidia ad altri....
Luca la abbracciava ed
accarezzava spesso anche in pubblico e la mano spesso andava a finire
sul suo splendido ed invitante culo...
Lui si mise a ridere e mi
disse che le mogli così belle non le fanno ! In Italia sì, risposi
ridendo ! L'uomo insistette, così ad un certo punto Amanda si stizzì
un po' e mi chiese di andarcene, finì così che andandosene fece
l'ennesima sfilata con il suo culo che dondolava sopra i tacchi, e
forse lei esagerò anche un po'... ...aveva voluto aumentare il
desiderio di lui ??
La sera successiva a cena
Amanda indossava un abitino nero... lui tornò alla carica... prima
in maniera molto garbata, dopo mezz'ora in modo un po' secco chiese
quanto costava per le due settimane. Amanda sorrise solo, io gli
ripetei che è mia moglie ...ok, disse, è tua moglie ma la lasci a
me per una sera ? Eh ? Non è una escort ti ho detto !! Ok, ma per un
bel pacchetto di banconote magari ci pensa... disse ridendo... Sua
moglie non sentiva i suoi discorsi ma vedeva che lui era molto
interessato ad Amanda. Dopo lo spettacolo serale chiese di andare
tutti e 4 a bere nella sua cabina... Partimmo insieme ed arrivati
scoprimmo che i due avevano una delle suite della
nave. Quella notte la nave era diretta verso Bridgetown, nelle
Barbados. Entrati nella suite aprirono una bottiglia di buon vino.
Dopo qualche calice fece prendere alla sua moglie una borsa e la
diede ad Amanda. Domani sera ceni con noi due, stai con noi dopocena
e la notte. Questa è tua ! Io mi incazzai e gli dissi che Amanda non
era né una escort né una puttana. La sua moglie prese la borsa e
fece vedere ad Amanda cosa c'era dentro: un grosso pacchetto di
banconote verdi... ! Stavolta non ce ne andammo. Loro ci
intrattennero molto elegantemente e ci raccontarono molto di loro e delle loro vite.
Noi tra le altre cose
raccontammo che siamo sposati ma nulla della nostra passione per la
trasgressione e lo scambismo.
La sua lei era gentile e
molto dolce con tutti noi ed in particolare con Amanda. Era una bella
donna... Luca ad un certo punto disse ad Amanda che se era il caso...
“io sono disposto a scambiare !”
Amanda disse invece di no:
“questo crede di comperarmi, non mi và” !
Dopo mezzanotte tornammo
soli nella nostra cabina, quando Amanda aprì la borsa per prendere
la chiave della cabina vi trovò dentro il pacchetto di dollari che
tre ore prima ci aveva fatto vedere con un biglietto con scritto: a
domani sera h.20 al nostro tavolo, da sola! Erano 5.000 ! Decidemmo
che il mattino successivo li avremmo resi: Amanda non era in vendita!
Una volta sotto le coperte
ed un po' scossi dall'accaduto abbiamo fatto l'amore, anche pensando
ai due ed all'offerta che avevano fatto per Amanda... Sesso pure al
mattino successivo ed Amanda mi disse: tu eri disposto a scambiare
con loro... ma a questo punto sono 5000.... Luca disse che però
l'altro la voleva la sera e tutta la notte, e poi non si fidava...
Amanda disse ancora “5000 però...”. Durante la colazione arriva
al tavolo una signora del centro estetico della nave a dire che
aspettavano Amanda. Amanda rispose che c'era un errore, non avevamo
prenotato niente. La signora ci ripete il nome “Amanda” ed il
numero della loro cabina aggiungendo che il trattamento era stato
prenotato da parte di un'altra cabina: il numero era quello della
suite dove eravamo stati la sera prima! I soldi li avevamo ancora
noi: il piano del signore era partito !! Amanda disse che tra 5
minuti sarebbe andata al centro estetico, ci mettemmo a discutere sul
da farsi e lei disse: intanto gli scrocco il trattamento poi decido
se lo mando a fanculo ! Luca rispose ridendo: ok purché non sia lui
che si voglia fare il tuo di culo!! Amanda con un sorriso rispose
“5000...” . Arrossii e capii che stava valutando se starci al
gioco. Rimase quasi due ore al centro bellezza ed uscì dopo un
trattamento che definì “con i fiocchi”. Amanda disse che
lavorarono molto su viso gambe e glutei. Opps, altro segnale
premonitore.. ! Non vedemmo più l'uomo tutto il giorno, forse era in
escursione, noi due invece eravamo stati in una spiaggia molto
frequentata con Amanda che indossava il suo costume brasiliano...
Alle 18 circa finché ci si apprestava ad andare in doccia suonano
alla porta della ns cabina: Luca apre c'è la bella mogliettina che
chiede a Luca se possono avere l'onore di ospitare Amanda per la
serata. A Luca una scarica percorse la schiena, si guardò un attimo
attorno e dal bagno uscì Amanda che aveva sentito tutto. Disse “al
vs tavolo allora?” A Luca si gelò il sangue; ma forse gli si rizzò
il cazzo... Le due bellezze si accordarono per le 20. Luca un po' si
arrabbiò perché Amanda aveva deciso da sola. Amanda rispose con un
bacio in bocca e poi disse: amore lascia che faccia la doccia
intanto. All'uscita dalla doccia si stese sul letto e chiese a Luca
di spalmargli bene su tutto il corpo l'olio di mandorla. Luca glielo
spalmò come fosse lui il beneficiario della morbida pelle di Amanda.
Finché Luca massaggiava, Amanda gli faceva salire la pressione
ricordandogli che stasera era a cena da “conoscenti”. ...e che ti
metti troietta ? L'amico vuole toccarmi come mi toccavi tu l'altra
sera...ci sei riuscito, ha fatto molta invidia la tua mano sul mio
corpo... e lui stasera vorrà fare lo stesso! ...mi metterei gli
stessi leggins dell'altra sera, cambierei solo le scarpe e metterei
il top nero, quello che ti piace tanto (perché la fa tanto
porca...)...
Non è troppo ? Non
concordo, ma sei libera disse Luca. Ok amore mio replicò Amanda,
tanto a te piace che mi desiderino. E poi vedo io dove arrivare...
Amanda si trucca bene, si
veste e mette la scarpe con i tacchi che slanciano lei ed il suo
favoloso culo. Escono insieme ed arrivano al ristorante dove
incontrano i due americani. Era strepitosa !
Si girano e lui accompagna
le due lei al tavolo.
Luca si posiziona in un
tavolo lontano da loro ma da dove comunque vede i tre.
Lui continua a guardarla
cenando. Anche la moglie guarda molto Amanda. E Amanda si alza
spesso, deve farsi guardare. Ad un certo punto, lui si alza raggiunge
Amanda e gli mette la mano attorno alla vita.
Una carezza sulla schiena
poi la mano scende e gli fa un veloce massaggio al culo. Amanda ci
sta al gioco, stasera è una sua donna. Si sistema anche i capelli
con le mani, vuole essere una donna seducente, deve essere donna al top.
Da lontano sembrava i tre
si divertissero...
Dopo che al tavolo era
passata qualche bottiglia si alzano, la lei americana si alza e
comincia girare; Luca capisce che lo sta cercando e casualmente
spunta fuori : lei lo invita a bere qualcosa al bar con loro tre.
Accetta, così almeno segue Amanda. La moglie dell'americano si siede
vicino a Luca e l'altro fa accomodare Amanda su un divanetto e poi
con Luca davanti gli si appiccica addosso. E lì Amanda fa la gattina
con lui (un pò la troia), tanto mica la può scopare lì. E' tutta
mielosa e si lascia allungare le mani. L'americana è molto attaccata
a Luca tanto che Luca a sua volta comincia a toccare e pensa propongano uno scambio. Invece dopo
mezz'oretta l'uomo sussurra qualcosa ad Amanda che si alza con lui e
seguiti dalla moglie vanno verso la suite!
Era arrivato il momento
culmine ! Luca nei corridoi ed Amanda in camera con la coppia. Lo
stomaco un po' si contorceva...
Il mattino dopo alle 8,30
qualcuno suona alla porta della cabina dove alla fine Luca aveva
dormito solo.
E' Amanda, ora sola, tutta
in ordine, appena docciata e truccata.
Ed allora?? Chiese Luca...
Allora: la lei è
fortemente bisex e lui un gran porco, ma bravo a letto. Ci siamo
divertiti in tre amore mio ! Lui era impazzito !
Dopo che lei mi ha fatto
venire con la sua lingua, racconta Amanda, lui mi ha voluta in
entrambi i canali, e finché lui era dentro di me lei era sempre con
lingua o dita nell'altro buchetto. Finché alla fine mi è venuto sui
capelli e poi ci ha volute entrambi nel suo letto, in perizoma e
sporche del suo sperma, per tutta la notte. Poi al mattino in inglese
distinto ci ha chiesto di fare una doccia noi due signore assieme (e lui fuori
spettatore) perché ci ha detto che non sopporta nel suo letto le
puttane con odore di sperma ! Bastardo...
Amanda e Luca
5284
5
9 years ago
lucaeamanda, 51/50
Last visit: 1 day ago -
HISTOIRE G.
Non senza celare il piacere nell'apprestarsi a ricevere in dono, dall'amico scrittore, la prima stesura dei racconti di cui si era resa ispiratrice, condividendone le fantasie più inusuali, G. non poteva fare altro che gratificarlo nella misura più adeguata, ponendosi come avrebbe fatto la protagonista di quelle trasgressive avventure, ribadendo audacemente della propria insospettabile indole anche di fronte all'altro suo estimatore, complice nell'immortalarne ogni più maliziosa esposizione.
Rimanendo solo con addosso un trasparentissimo body a rete si predispose per lasciarsi nuovamente ritrarre, posando accanto ad una vetrata, del tutto incurante di poter essere vista da chiunque si fosse affacciato dal palazzo di fronte.
Il pensiero di una simile eventualità, anche se molto improbabile, ne stimolava in ogni caso i pensieri, fantasticando di ulteriori torbidi incontri con le persone più disparate che avessero dimostrato di saperne catalizzare l'attenzione, superando ogni possibile pregiudizio.
Abbattere le barriere, che la rendevano apparentemente irraggiungibile, non era certo cosa semplice, tuttavia anche il compagno di lei sapeva perfettamente quanto fosse capace di cimentarsi nel superare l'immaginario, valicando i limiti imposti della consuetudine, per calarsi nei ruoli che inevitabilmente lo avrebbero fatto impazzire.
Posando il libro e sfilatasi anche l'ultimo orpello, consegnandosi nuda ai propri estimatori priva di ogni altro intimo baluardo, era pronta per gratificarli come meritavano senza alcun altro possibile impedimento.
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9 years ago
gloria1951,
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La dietologa 2
La dietologa 2
una serie di malintesi alzano e abbassano la tensione erotica tra me e la dietologa alla prima visita. Si tratta di una normale dottoressa che per incidenti casuali ci portano ad un filo di distanza dal fare sesso ma poi scopriamo che è tutto un abbaglio..
Mi accorgo che vuole stemperare la tensione, meglio così.... mi sembrava una candid camera quello che era successo, quindi capito che era stato tutto un caso riprendevo un certo equilibrio. Dopo un attimo mi gela con queste frasi:” posso farle conoscere una mia amica?” , io rispondo :”perchè?!” “so che a lei piacciono calibri come il suo”
Rimango impietrito e le rispondo:” come si permette????” e lei imbarazzata cerca di riprendere le funzioni di dottore e risponde:” no c'è stato un malinteso volevo solo presentarle una mia amica sola che mi sembra abbia un carattere simile al suo....” poi riattacca:” ha capito male era solo un invito dove lei può non accettare”. Io non rispondo.
Velocemente mi chiede la mail per inviarmi la dieta e mi da un appuntamento dopo un mese e mi chiede 80 euro . Mi saluta e con una scusa mi fa uscire velocemente dal suo studio.
Torno dopo un mese con una certa apprensione per il pregresso, appena entro la trovo cordiale, mi fa accomodare e inizia l'intervista. Poi si passa alla pesa e alle misurazioni. Lei indossa un camice bianco piuttosto pesante che non lascia intravedere nulla. Ma quando si china per misurarmi le gambe si apre la parte in basso centrale del suo grembiule e vedo le calze autoreggenti nere, poi si accovaccia per misurarmi i polpacci e vedo chiaramente che è senza mutande tutta depilata e le esce dalla fregna una pallina color avorio e un filo . Lei non mi guarda e va avanti a segnare le misure sul notes. Poi si rialza e mi fa i complimenti dicendomi che si sente dentro che avrò successo. Io mi rivesto e rimango con il cuore in gola, lei va in bagno sento scorrere l'acqua e percepisco il rumore di palline che cadono nel lavandino. Il solito rito e mi da appuntamento dopo due mesi.
Non vedevo l'ora che passasse il tempo e al terzo appuntamento sono arrivato “carico” lei mi apre sempre con solito il grembiule mi fa togliere la camicia e i calzoni per le misure e il peso sono girato di spalle; mi tolgo anche le mutande , mi giro velocemente verso di lei per sorprenderla con il cazzo in tiro e la trovo con una mano in mezzo le gambe ( si stava spingendo dentro un dildo che non riusciva a trattenere) a quel punto ho iniziato a masturbarmi e lei di fronte a me si è appoggiata con un ginocchio sul lettino e si è sfilata il dildo sagomato con una punta a diamante; si è sgrillettata velocemente con un movimento rotatorio e con l'altra mano si è abbassata e infilato il dildo nel culo. Ha proseguito accovacciandosi a terra a modi smorza candela io mi avvicino e le spruzzo sul mento (scopro poi che non le piace l'odore della sborra) , mentre sto scaricando gli ultimi fiotti bussano alla porta. Lei mi fa segno di rivestirmi risponde :” un attimo!” si ricompone e dopo tre minuti esco rapidamente con finti convenevoli,;lei mentre saluta la sua nuova paziente (un amica) e la fa entrare io mi giro per salutarla assisto ad una scena inequivocabile: la sua paziente sorride perchè le riconosce sul bavero del grembiule una sborrata, si gira verso di me e si mette a ridere, io mi giro e vado via.
continua ciao
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9 years ago
zap67,
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la dietologa
La dietologa.
Sono alto 180 cm e cinque anni fa pesavo 105kg; ho 45 anni ero francamente massiccio ma con un po' di pancia. La cosa iniziava a darmi fastidio al punto di rivolgermi attraverso alcuni amici ad una dietologa.
Prendo appuntamento e mi reco alla visita; poiché era la mia prima volta dalla dietologa nonostante alcune domande agli amici in cosa consistesse non avevo capito. Mi metto in ordine con un completo maglia e boxer elasticizzati color vinaccia; entrando mi colpisce subito la sua scrivania piuttosto bassa che la obbligava ad una seduta arretrata e le gambe erano a filo. Indossava una gonna in pelle marrone al ginocchio ed una maglia chiara aderente a lupetto.
La dottoressa di 48 anni ,alta 175 , 60 kg circa è una donna bionda ben fatta.
Mi fa accomodare ed inizia un intervista lunga, con moltissime domande sulle mie abitudini alimentari, se faccio movimento, come e quando sulle patologie dei miei genitori e nonni e in ultimo sul sesso, dove mi trovo un po' in imbarazzo a rispondere nonostante la mia esperienza. Il mio problema consisteva nel rispondere con termini corretti e non di uso comune. Dopo i primi dieci minuti di vera difficoltà, lei continua imperterrita sull'argomento ma io inizio a rilassarmi e a rispondere più tranquillamente, nei dettagli, cercando di capire il nesso del sesso con la dieta. Dopo un po' mi rendo conto che le domande erano volte a capire se vivessi serenamente il rapporto con il genere femminile oppure se avessi dei blocchi psicologici che potevano portare a disturbi alimentari e mi tranquillizzo definitivamente. Mi fa sdraiare sul lettino e mi attacca due elettrodi che lei dice servano per vedere la massa magra e grassa attraverso la conducibilità elettrica. Poi mi fa alzare e spogliare restando in maglietta e boxer. Mi pesa e mi misura l'altezza poi le circonferenze del petto, cintura cosce e polpacci con un metro da sarto. Tutto filava liscio, io ero tranquillo, ma la situazione cambia repentinamente per casualità assoluta: siccome ho un pene grosso, commisurato alla mia stazza, ma la cappella di più ( i miei amici la chiamano pallina da tennis) , con i boxer elasticizzati è definito perfettamente il fungo ripiegato con relative nervature. Non avevo il cazzo duro, ma da molle mantiene sempre una forma che spesso si vede rigonfiare anche dai pantaloni figuriamoci in boxer elasticizzati. La dottoressa per misurare le cosce e i polpacci, si accovaccia a terra, rimanendo con il viso a un centimetro dalla mia cappella misura e si gira per scrivere su un blocco notes. La rotazione le scopre completamente le cosce, io vedo ma al suo rigirarsi per misurare io riprendo la posizione diritta che con la sua rotazione incontrollata crea una collisione tra la mia cappella e le sue labbra. Io sento il colpo e istintivamente abbasso la testa e lei allo stesso modo la alza e incrociamo gli sguardi. Le riprende a misurare ma le cose stanno cambiando perchè questo scontro mi ha attizzato. Nonostante pensassi alle disgrazie più profonde il mio cazzo prende un po' di consistenza ma riesco a controllarlo con la testa in posizione di ore 3 e non in tiro ma bazzotto. La dottoressa prosegue accovacciata facendo finta di niente ma il suo scoscio è totale; non si è ricomposta e la gonna si è aperta anteriormente permettendomi di vedere la sua figa aperta come un fiore dove il perizoma ha lasciato fuoriuscire un labbro scuro e piuttosto consistente. A quel punto il mio uccello si è imbizzarrito a mo dì meridiana. Lei se ne accorge, si alza velocemente per scansarsi ma vedo che quando sfiora con il viso il mio cazzo rallenta e lo annusa profondamente per poi rialzarsi di scatto.
Appoggia il notes e va in bagno. Sento scorrere l'acqua e capisco che si sta lavando il viso. Torna nel frattempo io mi sono rivestito e riprende con alcune domande sul mio lavoro. Mi accorgo che vuole stemperare la tensione, meglio così.... ma dopo un attimo mi gela con queste frasi:” posso farle conoscere una mia amica?” , io rispondo :”perchè?!” “so che a lei piacciono calibri come il suo”...
è il mio primo racconto (realmente accaduto nei dettagli), Â … poi prosegue.. ciao
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9 years ago
zap67,
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Io e anna - parte seconda
L'appuntamento è alle 18 in una fredda serata di novembre presso un grande centro commerciale.
Lui è Ernesto, 26 anni, rappresentante, single e nei contatti telefonici avuti si definisce serio e piacente.
Arriviamo in anticipo di un quarto d'ora.
Lei aspetta in macchina.
Io vado in “avanscoperta”.
All'entrata, il punto prestabilito, tanta gente che entra, esce, “tira” l'ultima boccata dalla sigaretta prima di entrare.
Tra questi un giovane, alto, ben vestito, si guarda intorno e guarda di continuo l'orologio.
Non male penso, bel ragazzo!
Non indugio oltre.
Mi passa per la mente anche di rinunciare a quella pazzia.
Ma vado verso di lui e pronuncio: Ernesto??????
Sorride e dice : si, ciao, piacere.
Si guarda intorno alla ricerca della signora.
Lo rassicuro, “è in macchina che aspetta” gli dico.
Ci portiamo verso la macchina.
Busso al finestrino destro, ma lei nonostante sembrasse distrattamente assorta in altro non si scompone piu' di tanto.... di sicuro ci aveva visti arrivare.... che attrice!!!!!!!
Scende.... gonna a tubino nera che le modella un culo che sembra voler esplodere da dentro quella stoffa, appena sopra il ginocchio, calze nere, stivali neri, camicetta bianca
Lui sorride, si presenta, scambiano i due bacetti rituali della presentazione.
Lei mostrando di avere freddo si gira verso la macchina, apre la porta posteriore per prendere il cappotto.
Prima scarica di adrenalina per me.
Lui in quella manovra le fissa il culo e questo mi fa impazzire..... un uomo guarda con desiderio mia moglie, davanti a me e senza nessun ritegno!!!!!!!!!!
Mette il cappotto, due volte la mano tra i capelli come per aggiustarli.... sa di essere ammirata.
Entriamo all'interno. Camminando io cerco di intavolare un discorso con Ernesto, ma lui mi presta scarsa attenzione.... è con lei che vorrebbe parlare ma lei non da piu' di tanto corda... cammina avanti a noi soffermandosi a guardare le vetrine dei negozi della galleria, sculettando moderatamente ma quel tanto che basta a mostrarsi all'amico del momento.
Ci sediamo sui davanti del bar e consumiamo uno spumantino. Lei è molto “abbottonata”, nega anche le concordate scosciate. I suoi movimenti, il suo modo di parlare le fanno assumere una classe che non è la sua.
Passa così un'oretta tra discorsi che non dicono e non portano a niente, solo circostanza.
Ci salutiamo e nel farlo Ernesto mi fa un cenno come per dire ti telefono.
In macchina, al ritorno lei fa scena muta.
Le rimprovero che non ci ha fatto vedere nulla se non il suo sculettare tra l'altro dal cappotto.
Lei non risponde e quando tento di metterle la mano tra le cosce me la leva.
L'indomani Ernesto mi telefona e mi dice che lei gli piace e chiede il perchè di quell'atteggiamento gelido da parte di Anna.
Gli dico (mentendo) che Anna è timida ma ben disposta.
In vista del sabato successivo chiedo ad Anna se le faceva piacere bere qualcosa magari incontrando di nuovo Ernesto.
Mi risponde con un “se ti fa piacere...”.
Appuntamento su via Caracciolo, da un lato il mare dall'altro gli chalet.
E' scuro e pioviggina.
Anche questa volta siamo in leggero anticipo.
Lui è già lì in macchina.
Scende sorridente e ci viene incontro.
Lei, gonna in tessuto scozzese, aperta sul davanti e chiusa con la spilla, questa volte, forse messa troppo in alto al punto che allungando il passo le si intravedeva il bordo dell'autoreggente, camicetta in pile rossa e giubbino alla vita, stivali pelle lucida e autoreggenti nere scende sorridente e saluta con i soliti bacetti di circostanza.
Lui è raggiante vedendola piu' disponibile.
Lei anche con frasi di circostanza parla del piu' e meno (forse il tempo o non so... è trascorso un po' di tempo) e lui è rapito.
Andiamo al bar.
Spumantino per tutti e tre.
Io è come se non ci fossi soprattutto per Ernesto che sembra aver trovato un buon feeling di conversazione con Anna.
Brindano piu' di una volta ad ogni sorso.
Lei scoscia moderatamente piu' di una volta ed a lui non sfugge.
Io anche se ignorato e risentito soprattutto verso di lui (amico dopotutto io sono il marito... se voglio ti salutiamo e.... addio), sono in preda ad una eccitazione incontenibile.
Usciamo, la pioggerellina è cessata, fa solo un po' fresco.
Andiamo a passeggiare sul molo che si protende a mare.
Anna ci cammina davanti.
Questa volta il suo culo che si muove è coperto solo dalla stretta gonna... ed è uno spettacolo.
Io ed Ernesto non camminiamo affiancati, siamo un po' ognuno per suo conto ma gli occhi sono li'.
Siamo quasi a metà della passeggiata.
Lei si gira e mi tende la mano.
Un piccolo raggio di luce le illumina un orecchino che le spunta da quel caschetto biondo fresco di parrucchiere.
Mi eccita. La stringo al muretto e le dico “Sei bellissima”.
Un bacio profondo in bocca. Allarga un po' le gambe e si apre la gonna. Mi struscio la patta ormai sulle sue mutandine emerse dal quella apertura sempre piu' generosa.
Mi slingua e sospira.
Mi giro e dico.... “Ernesto sostituiscimi un po'... prendo un po' d'aria”....
Ernesto non se lo fa ripetere.
Io mi allontano di qualche metro e gli do le spalle.... quella eccitazione mi aveva fatto davvero male.
Sto qualche minuto affacciato a guardare il mare e quando mi giro e vedo lui avvinghiato a lei.
Cerca di baciarla in bocca ma lei gira il viso come a rifiutare.
Le sue mani attraverso l'apertura della gonna. Una le accarezza il culo, l'altra la figa.
Lei ha lo sguardo perso nel vuoto. Ogni tanto socchiude gli occhi, respira profondamente.
Poi dice :”Ora mi portate in un posto”...
Ernesto le si stacca non dopo aver ritentato di piantarle la lingua in bocca.
Rifacciamo a passo svelto la strada che porta verso le macchine.
Saliamo su quella di Ernesto.
Lei prende posto davanti io dietro.
Ernesto guida nervosamente sino al parcheggio di fronte l'ex Italsider.
Ci affianchiamo ad altre macchine con coppie.
Il sedile destro va giu', Ernesto calza il preservativo (condizione imprescindibile già concordata) e va su di lei che intanto a tolto la spilla che, per quel che ormai serviva limitava l'apertura della gonna.
Quando Ernesto entra in lei Anna chiude gli occhi. Lui le sferra forti colpi ed ancoraa tenta di baciarla ma lei evita.
Lui si accontenta allora di mordicchiarle e leccarle il collo.
Ora la scopa violentemente, lei mi guarda mi tende la mano. Gliela do lei la stringe e viene rifiutando ancora una volta la lingua di Ernesto che ansimando finalmente finisce anche lui.
Lei quasi a cancellare quel che era successo lo sposta.
Lui ritorna alla guida.
Si ricompongono.
Lui le vuole dire qualcosa lei fa cenno di no e dice “non serve”.
Chiede che ci riaccompagni.
10 minuti e siamo alla macchina.
I saluti e l'impegno a rivederci.
Continuerà per due anni saltando pochi venerdì o sabati ma non piu' in macchina ma nell' appartamento di Ernesto.
Due anni nel corso dei quali lei ha sempre dato alle sue prestazioni mai piu' di un 5 e mezzo.
Due anni nel corso dei quali lui ha sempre cercato di allontanarmi mostrando fastidio per la mia presenza anche in veste di semplice guardone, anni in cui ha sempre cercato di evitare la penetrazione del lato B di Anna preferendo sempre la figa.
Comunque diceva Anna: “almeno quando scopiamo un orgasmo riesco ad averlo”....
Dopo i due anni di cui dicevo succede un qualcosa che potrebbe essere di insegnamento: nel corsso dell'ennesimo incontro Ernesto chiude la porta e chiede ad Anna di lasciare tutto e tutti e di andare a vivere da lui.
Si dichiara pazzamente innamorato e la vuole sempre e solo per se.
Anna, mi racconterà durante il rientro a casa, capisce subito che non è uno scherzo, sdrammatizza, gli dice che lei per lui è vecchia, che ha due figli poco piu' che adolescenti, che quello era solo un bel gioco.
Lui a questo discorso diventa cupo.
Non sarà piu' lo stesso.
Non perderà occasione di fare scenate per qualsivoglia cosa.
Il suo desiderio sessuale avrà un forte calo.
Sospetterà che ci sia un altro (e nel corso dei mesi in cui la storia si trascinerà effettivamente si verificherà).
A questo punto concordiamo che va mollato.
Ma come?
Potrebbe fare qualche cazzata.
Ci pensiamo e intanto subiamo la sua presenza.
L'occasione si presenterà e sarà il racconto della terza parte dove confesserò anche due avventure vissute in quel brutto periodo.
Continua.....
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9 years ago
claudia30mario, 55/55
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Il cornuto dell'....armadio accanto!
Li avevo rapidamente incontrati in un parcheggio nei pressi di un centro commerciale: io lì per l’occasione, loro di rientro dal Salento dopo un periodo di ferie di fine estate. Conosciuti su un sito qualche settimana prima, ero leggermente restìo vista l’età di lei (52, credo), nonostante le ‘rassicuranti’ foto mostrate ed inviatemi, oltre che le ‘rassicurazioni’ di lui: in definitiva si trattava di spostarsi di qualche km. ed al massimo di perdere qualche minuto.
Era il loro primo incontro del genere: lui energico nel volermi ‘vendere’ a tutti i costi sua moglie; lei, di indubbia bellezza e raffinatezza, ma al contempo timida, impacciata e forzatamente soggiacente ai suoi voleri. Essendo piuttosto ‘navigato’ e data la mia professione, il sesto senso mi stava suggerendo che mi trovavo di fronte ad una coppia con lui ormai impotente e/o minidotato, incapace di soddisfari i bollori di una lei oramai timorosa di una rapida ‘decadenza’ e soprattutto vogliosa di giocarsi al meglio le sue ultime cartucce.
Durante il breve rientro a casa, via sms lui mi espose l’eccitazione indotta su sua moglie ed il desiderio manifestamente espresso di volermi incontrare di lì a qualche giorno.
Così fu e durante un piovoso e fresco pomeriggio di metà settembre mi recai a casa loro: una villetta a schiera finemente arredata con mobili d’epoca , a breve distanza dalla mia residenza, con lei a farla degnamente da padrona di casa. Lui mi condusse al garage al piano inferiore e mi invitò a salire su, nel frattempo che avesse provveduto a parcheggiare la sua auto. Mi accolse una lei elegante, avvolta da un tubino nero non aderentissimo e su tacchi non esageratamente alti: era quello il suo discreto modo di dimostrare il suo leggero ‘scioglimento’ nei miei confronti e la sua prima volta (indossava normalissima lingerie di pizzo nero). Prendemmo un caffè seduti al divano e mi limitai semplicemente a qualche apprezzamento con classe e a qualche timida avance, giusto per non mettere in difficoltà lei. Dopo breve tempo, lui ci lascio’ soli con la (falsa) scusa di volersi fare una doccia al piano di sopra ed io, dopo averle accarezzato i folti capelli rossi, le dissi “credo sia giunto il tempo che ti delizi con la mia lingua…almeno per cominciare…”.
Salimmo su ed in effetti (passando davanti la porta del bagno) il rumore dell’acqua che scorreva nella doccia si sentiva, nonostante fosse frammisto a quello della pioggia proveniente dall’esterno (che comunque andava scemando).
Non entro nei dettagli dello splendido incontro con una lei lentamente svezzata e portata a far esplodere tutta la sua mastodontica carica erotica fino a quel giorno inespressa, mentre…. l’acqua della doccia continuava a scorrere (eravamo a letto da oltre un’ora)…
L’aria ormai si era fatta infuocata, i gemiti di lei ormai incontenibili ed era giunta l’ora di farle anche quel buchetto che il cornuto non era stato in grado di sfruttare nel corso della loro lunghissima relazione…
Dal bagno continuava a provenire il rumore dell’acqua che, la pioggia all’esterno era nel frattempo cessata e dall’antico ed enorme armadio a specchi presente in stanza si sentiva sordamente ansimare il cornuto che provava a menarselo…(in realtà sin dall’inizio avevo avuto il sentore che qualcuno ci stesse ‘spiando’, ma quello è il bello del gioco…)
Fu così che con voce ferma e decisa e tono autorevole (cosa che fino a quel momento non avevo fatto) esclamai:”preparati, tra poco ti sentirai per la prima volta una vera vacca da monta e ti sfondero’ quel bel culo che ti ritrovi”. Non fu di certo una frase romantica (come invece la sweet meritava) ma sortì l’effetto voluto visto che dall’armadio provenne il rumore di un tonfo: il cornuto era evidentemente contrariato ma avrebbe fatto una figura barbina se fosse uscito allo scoperto per impedirmelo.
In realtà non fu il massimo della libidine farle quello splendido culo; la misi a pecora contro l’armadio, costringendola così a chiudere del tutto quel sottile spiraglio che il cornuto aveva lasciato aperto per udire, per concludere con una copiosa sborrata che divisi a due riprese tra i due canali.
L’armadio era talmente grosso che lui non sarebbe perito per asfissia: durante gli ultimi poderosi affondi, lo sentivo aggrovigliarsi lì dentro mentre all’ultimo schizzo decisi di chiuderlo a chiave…
Con lei tornammo di sotto, la invitai ad andare ad aprire l’armadio e ad ordinargli di restare in camera da letto, di riassettarla e di non muoversi fintanto chè non fossi andato via….
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9 years ago
bull23bari,
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Un pomeriggio al mare in sardegna
Era un pomeriggio di questa estate 2015, ero in Sardegna, mi trovavo li in vacanza, in un posto straordinario.
Mare spettacolare, natura esuberante, nonostante l’edilizia piuttosto indiscriminata, ma comunque florida e attenta a celare le nefandezze dell’uomo poco incline a considerare la natura come un bene prezioso.
Era una giornata di sole ma ventilata, un po' di nuvole qui e là che a volte coprivano il sole che picchiava duro sul granito, sulle persone.
Stavo crogiolandomi al sole in una piccolissima spiaggia trovando talvolta riparo dietro un piccolo alberello, tra una dormita e la lettura di un libro, dopo aver mangiucchiato un po' d’uva tenuta al fresco nella mia borsa refrigerata ho sentito il bisogno di fare una passeggiata alla scoperta di ciò che celava la punta che vedevo a un centinaio di metri da me. ho infilato le mie scarpe da trekking e mi sono mosso verso la punta portandomi un piccolo zainetto con all’interno il mio telo.
Lungo il tragitto, nonostante il vento ho deciso di togliermi la maglietta, rimanendo in costume.
La punta nascondeva un tratto di costa rappresentato da roccia piuttosto aspra che scendeva a picco sul mare. Decisi di continuare,nonostante la difficoltà, perché sentivo il tono muscolare tornare, la stanchezza svanire e la sensazione di riuscire a eliminare tutte quelle calorie e tossine acquisite la sera prima con aperitivo e sfizi rigorosamente sardi, formaggi e salumi accompagnata dal pane carasau e poi la cena con abbondante vino.
Metri dopo metri, dopo passaggi sempre più complessi che inevitabilmente avevano scoraggiato la maggior parte delle persone che si erano prima di me cimentate nell’ardua passeggiata, ho trovato un’altra punta e subito dopo una splendida spiaggia completamente deserta, con sabbia molto chiara, perfettamente esposta al sole. ho deciso quindi di fermarmi per riposarmi e godermi questa natura, questo mare. A circa un centinaio di metri in mare le rocce rosa riaffioravano ed erano diventate la base di alcuni gabbiani che di tanto in tanto si alzavano per procacciarsi il cibo.
Mentre stavo li a prendere il sole vedo in lontananza avvicinarsi un motoscafo che piano piano, avvicinandosi a riva, getta dapprima l’ancora e si ormeggia a debita distanza dagli scogli.
Senza dubbio pensai che loro avevano avuto un ottima idea a cercare il posto via mare e da quella posizione privilegiata l’aver scelto quel tratto di costa mi ha confermato che di meglio li vicino non c’era nulla.
Avevo fatto bene a fermarmi e riposare per godermi la bellezza del posto.
La presenza della barca a motore un po' però aveva urtato la mia sensibilità “naturista” e oscurato una piccolissima parte della spettacolare vista che godevo.
Dalla barca sono usciti tre persone che si a tuffano per fare il bagno. vedo che lentamente nuotando arrivano a terra e si sdraiano non molto distanti da me. sono tre ragazzi uno di questi è di colore. Si riposano un po' e poi si alzano per raggiungere la macchia che è vicina alla spiaggia, vedo che scherzano e ogni tanto sorridendo mi guardano.
Non do peso alla cosa e mi giro a pancia sotto riuscendo a guardare il loro percorso verso la macchia bassa e intensamente verde.
Con celata disinvoltura i ragazzi si tolgono i loro costumi e arrivati nella macchia cominciando a cercare di attirare i miei sguardi che in realtà avevano già da tempo catalizzato.
Vedo che cominciano a toccarsi e a eccitarsi
Sono tutti e tre piuttosto atletici, due piuttosto alti l’altro quello di colore era di statura media. con fisico ben strutturato e muscoli ben definiti. in particolare il ragazzo di colore che è particolarmente attraente non solo per il suo fisico molto tonico ma anche per un viso molto bello con lineamenti fini e degli occhi scuri, capelli ricci corti. a questo punto il ragazzo di colore si inginocchia, gli altri due si avvicinano a lui e con una disinvoltura sconcertante comincia ad avvicinarsi al loro inguine cominciando a leccarli con intensità graduale.
Entrambi i ragazzi hanno una importante erezione. La definisco importante in quanto non solo repentina ma anche in considerazione delle dimensioni dei membri che il ragazzo di colore si è trovato a dover gestire.
Anche il ragazzo di colore comunque lentamente ha mostrato di gradire l’eccitazione dei due ragazzi incominciando a montare un cazzo di proporzioni veramente importanti non solo come lunghezza ma anche come diametro.
Per conto mio ho perso la timidezza iniziale e sono passato dal guardare di nascosto fino a mettere, rimanendo sempre a pancia sotto, dapprima il mento appoggiato ai due polsi, e poi tirandomi più su appoggiando le a testa con le braccia appoggiate sui gomiti.
La scena continuava ad evolversi con lo scambio dei protagonisti. Ora il ragazzo di colore si era alzato mostrando il suo grosso cazzo mentre un altro si era chinato per leccare entrambi.
Dopo alcuni minuti di questi preliminari, il sottoscritto aveva una imperiosa erezione celata dalla sabbia sotto di me, ho cercato di muovermi per creare maggiore spazio per permettere al mio membro di non dolermi.
Questo movimento è stato notato di ragazzi i quali facendomi cenni sempre più evidenti per unirmi a loro.
Dopo un po' di insistenza gestuale e la mia resistenza a rimanere al mio posto, hanno deciso di avvicinarsi.
Sono venuti vicino a me con i costumi in mano ed i cazzi che sembravano sempre più grandi più si avvicinavano a me.
Si sono seduti e dopo qualche brevissimo secondo di mio, solo mio, imbarazzo ci siamo presentati.
Paolo, Enrico e Carlo (quello di colore).
dopo una brevissima sosta Paolo ed Enrico hanno cominciato a baciarsi mentre Carlo si dedicava a tutti e due i cazzi. Carlo durante il suo impegnativo ma eccitante “lavoro” mi ha guardato, ho capito ad un invito esplicitato nel momento in cui ha indirizzato verso di me il cazzo più vicino.
Con naturalezza, a quel punto, mi sono sentito di avvicinare la mano e prendere il cazzo e cominciare a muoverlo lentamente soppesando ogni centimetro cercando di tenerlo tutto nel palmo della mia mano.
Lui ha continuato a leccare quello di Paolo mentre io lentamente mi sono avvicinato sempre di più a quello di Enrico.
Finalmente sono riuscito ad allungare dapprima la lingua e poi assaporarlo completamente introducendolo il più possibile nella mia bocca.
Ci siamo piano piano avvicinati tutti e ci siamo scambiati i partner, non mi ricordo chi dei tre mi abbia sfilato il costume ma anche io sono entrato nel giro dei pompini ricevuti.
Dopo un po' di questi giochi i tre si sono guardati e mi hanno detto di proseguire il gioco in barca.
tutti e quattro siamo entrati in acqua e ci siamo diretti alla barca ormeggiata non distante dalla spiaggia. sostenere lo zaino fuori dall’acqua mi ha comportato un ritardo di arrivo.
Gettato lo zainetto a bordo della barca sono salito, utilizzando la scaletta, in barca.sono entrato nella dimette e li mi sono trovato i tre che avevano già ricominciato a giocare, erano già molto eccitati e particolarmente in tiro. In barca era rimasta e non si era tuffata una bella signora che stava partecipando, ricevendo il cazzo di Paolo alla pecorina e leccando insieme a lui il cazzo di Enrico. Carlo appena mi ha visto salire mi è venuto incontro e ridendo ha fatto le presentazioni. la signora che mi ha salutato prendendo il mio cazzo in mano si chiamava Francesca. era una donna sui 40 anni magra ma con le curve al posto giusto, un bel seno naturale. Carlo si è messo alle mie spalle e ha cominciato a leccarmi dietro la radice dello scroto e l’ano ha cominciato ad introdurre un dito per poi passare a due utilizzando anche un gel lubrificante ha divaricato il mio sfintere fino a far entrare tre dita. a quel punto con dolcezza ma con fermezza mi ha dapprima appoggiato il suo cazzo sull’ano e poi piano piano con difficoltà, solo mia, lentamente è entrato con il suo cazzo.Il piacere che mi ha stimolato è stato immenso e con difficoltà sono riuscito a trattenermi visto che la signora mi leccava e segava e lui mi stantuffava da dietro.
Durante il pomeriggio siamo riusciti a scambiarci in tutti i ruoli, la grande ricevente era Francesca che riusciva a tenere impegnati tutti e quattro con una doppia e due in bocca. In realtà la competizione anale era piuttosto vivace tutti erano portati sia a ricevere che a dare sia nel ruolo passivo che attivo.
In particolare Paolo è riuscito a prendere il mio e quello di Enrico insieme nel culo, non da meno Francesca è riuscita a prendere quello di Carlo davanti mentre Paolo ed Enrico la prendevano da dietro io mi sono limitato a soffocare le sue grida, non ho mai saputo se di dolore o di goduria, con il mio cazzo nella sua gola.
Il pomeriggio si è concluso con una venuta generale nella fica di Francesca da Parte di Enrico e Paolo mentre il liquido caldo filante bianco profumato e cremoso stava per fuoriuscire dalla fica mi sono avvicinato alla sua fica e ho cominciato a leccare tutto quel liquido che usciva, Carlo a quel punto che stava dentro di me ha sfilato il suo cazzo è ha schizzato sulla fica di lei e sulla mia faccia. una volta ripulita Francesca, sono entrato nella sua fica e ho cominciato a scoparla mentre i nostri amici ci porgevano i loro cazzi per ripulirli. Mentre Francesca ha voluto la sua parte di sperma leccandomi gli schizzi di Carlo dalla faccia e una parte dello sperma che avevo ancora in bocca, le sono venuto dentro. Ci siamo baciati con lo sperma dei tre che passava da una bocca all’altra fino ad ingoiare ognuno la nostra parte. Francesca aha voluto assaggiare e bere anche il mio sperma ed Enrico si è “sacrificato” a leccarla e a darle la sua parte di sperma. Anche io ho reclamato la mia parte baciandoci tutti e tre.
A quel punto siamo sprofondati in una dolce agonia.
Dopo un po' di relax ancora estasiati un bel tuffo in quell’acqua cristallina, ci ha svegliato, siamo risaliti in barca. e siamo andati in porto.
Sono ritornato a casa con l’appuntamento per vederci a cena e con l’impegno che il dopo cena sarebbe stato nella loro villa. Mi hanno chiesto di portarmi qualcosa per dormire. Saranno stati indumenti utli? che sarà successo?
Eh la Sardegna..!!
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9 years ago
medicoromano,
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Last visit: 2 years ago
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Io e anna
Questa è una storia vera, la storia della sessualità vissuta da una coppia, nuda e cruda, senza aggiunta di elementi fantasiosi.
Anche i nomi dei protagonisti sono veri. Tra questi se qualcuno leggerà e vi si riconoscerà, potrà piacere o non piacere quello che si scrive ma, lo ripeto è la verità.
E' una mia confessione, cose che non si racconterebbero mai nemmeno alla persona piu' cara, per cui bando alle fantasie.
Siamo Marco e Anna una coppia della provincia di Napoli, oggi 55enni.
Ci conoscemmo all'età di 16 anni.
Lei bionda ossigenata con un gran bel culo.
Tra alti e bassi la storia andò avanti e nel 1987 ci sposammo.
Già dal principio tentavo di soddisfarla sessualmente ma raramente ci riuscivo in pieno perchè ho sempre sofferto di eiaculazione precoce.
Ma la storia andò avanti e non cambio' da sposati.
Avemmo dei figli e la routine ando' avanti sino a che, a quarant'anni le cose cominciarono a cambiare.
Durante le nostre rare e purtroppo brevi scopate lei mi confesso' che quando io ero partito per militare aveva conosciuto un ragazzo pugliese che faceva il servizio militare in marina con il quale era stata qualche mese con il quale aveva piu' volte avuto rapporti.
Mi disse di averlo soprannominato “spillo” per il suo cazzo lungo duro e molto affilato che le aveva aperto il culo.
Ci rimasi male ma, ripensandoci bene poi la cosa mi eccitava.
E nel corso delle nostre “scopatine” scendeva sempre piu' nei particolari.
Ancora mi raccontò che quando ci appartavamo in macchina (andavamo in un posto dove le macchine si affiancavano) quando lei andava sdi sopra cercava di tenere alto il culo in modo da mostrarlo ad un ragazzo che ormai, conoscendo il gioco, si posizionava sempre al nostro fianco con la sua macchina che invece cavalcava la sua ragazza da sopra.
Con lui si scambiavano occhiate ed erano arrivati ai sorrisi.
Ancora, racconto' con il marinaio ed un suo amico era uscita insieme alla sorella (oggi sposata con un professionista) e che nella piccola 126, complice il poco spazio, Spillo aveva scopato lei mentre l'amico si faceva la sorella il tutto intrecciando i corpi al punto da creare una vera e propria ammucchiata.
Spillo si spingeva sempre oltre. Le due sorelline messe a pecorina, una sul sedile destro e una sul sinistro venivano montate dai due amici che piu' di una volta avevano tentato di far leccare tra loro le due sorelline, tentativo riuscito solo quando invecee della sorellina Anna porto' una sua amica (evito a questo punto il nome per non renderci riconoscibili), una bella cavallona bruna.
La mia eccitazione a quei racconti era al massimo.
Pensai che potevamo rompere un po' la routine spingendoci un po' piu' avanti.
L'idea fu Netmeeting, allora molto in voga, una specie di skipe.
Mi accorsi che lei preferiva i ragazzi.
Senza tanti preamboli si spogliava davanti alla cam e godeva a vederli segare per lei.
Decisi di fare ancora un passo piu' avanti.
Tramite un giornale di annunci del posto selezionai tra i tanti l'annuncio di un 26enne che cercava una coppia.
Il mio intento iniziale era quello di incontrarlo, portare lei all'incontro con minigonna, farla scosciare un po' distrattamente e poi finire lì. “Agganciare” un altro e faare la stessa e godere così del pensiero di ragazzi che desiderano mia moglie.
Gliene parlai.
Da grande artista oppose un netto rifiuto che era palesemente un “OK”.
Continua........
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9 years ago
claudia30mario, 55/55
Last visit: 7 years ago -
Folies
Un ufficio normale, scrivania , fogli, disordine e un computer.. una sedia con le ruote, un po’ di fascicoli e.. tu. E’ evidente che tu sia più importante di tutto il resto, ma in quel contesto sei parte di quell’arredamento, quasi ti si confonde. Sei rimasta sola, succede spesso sull’ora di pranzo, tutti vanno a mangiare e tu rimani a sbrigare le pratiche “noiose” .. o forse è solo un modo per respirare un po’, per diluire il lavoro giornaliero rendendolo meno stressante. Oggi ci sono anche io, si, proprio io.. non mi aspettavi ma sono lì e mi fa molto piacere leggere sul tuo volto lo stupore di quella sorpresa, perché si capisce che è una “piacevole” sorpresa che a stento si distingue dall’imbarazzo.
I miei occhi sorridono, i tuoi rispondono e le labbra si toccano è un bacio. Poche parole, sarebbero state inutili, volevamo quel bacio e il bacio adesso c’è. Ti sento mia come altre volte ti avevo sentito, ti scopro in quel bacio e ti leggo.. per come sei, finalmente.
Squilla il telefono sulla tua scrivania, dapprima lo ignori, poi vista l’insistenza getti lo sguardo sul display
“Cavolo, è il notaio, devo rispondere. Perdonami.”
Rimani in piedi, prendi la cornetta e rispondi, la tua voce è formale come non avevo mai sentito, è una telefonata di lavoro e quindi il tono cambia. Io continuo a carezzarti, mi piace vederti così formale con quell’aria da segretaria che tanto piace all’immaginario maschile, ti accarezzo e tu fai un passo indietro e ti appoggi alla scrivania sedendotici sopra, mi sorridi e mi fai cenno di smettere..
Ovviamente non smetterò. Mi avvicino lento e ti bacio sul collo, socchiudi gli occhi e la tua telefonata prosegue con molta formalità anche se disturbata da un po’ di imbarazzo. Ti sfioro le cosce ed alzo la tua gonna fino a scoprire le mutandine e tu con uno schiaffo mi colpisci una mano e coprendo la cornetta “fermo… smettila..” .. io sorrido e ti sfilo le mutandine pian piano.. non puoi dirmi niente, cerchi di impedirmelo ma sorridi e pensi che sono pazzo, allontano un po’ la cornetta dal tuo viso e ti passo la lingua sulle tue labbra .. e ti riconsegno la cornetta.
“Scusi, può ripetere per favore ? è andata via la linea.”
Sei rossa, un po’ per l’eccitazione un po’ per la vergogna, io in questi giochi non smetterei mai.. spero vivamente che sia una telefonata lunga. Intanto con calma mi slaccio la cintura, mi sbottono i pantaloni e mi abbasso un po’ i boxer, sono eccitato, tu mi guardi come a chiedermi cosa diavolo stia facendo.. un po’ ti scappa da ridere e un po’ non ti rendi conto della situazione, sei incredula.. nonché visibilmente imbarazzata; con la mano cerchi di allontanarmi.
Io mi avvicino ancora e con la mano ti tocco la fichetta tutta bagnata, tu chiudi gli occhi per un attimo..
“Scusi, mi sono persa un passaggio, come ha detto si chiama il cliente?”
Mi avvicino, ti avvicino, e appoggio il mio sesso al tuo, .. tu allontani un attimo la cornetta e mi mordi le labbra in un bacio violento.
“Si si, la ascolto”
Io entro. Piano, lentamente.. tutto. E in quell’irreale silenzio mi muovo piano dentro te che a questo punto non capisci più cosa devi fare, non lo credevi possibile ma ora è così.. Sesso, mente che vola senza controllo e tu che devi mantenere lucidità per parlare al telefono. Mi muovo lento e passo la lingua dietro il tuo orecchio .. e lo mordo leggermente, la tua mano libera, la sinistra, mi cinge il collo e appoggi la testa sulla mia spalla mentre cerchi di ascoltare la telefonata ma è sempre più difficile. Continuo a muovermi.. sempre piano e .. poi d’un tratto un colpo forte..
“No!” Recuperi un po’ di lucidità . .
“No scusi, mi è caduto un orecchino.. Comunque ho capito perfettamente, ci sentiamo più tardi, arrivederci..”
Chiudi il telefono .. “Ma sei pazzo!? Scopami..”
Io esco, .. mi ricompongo e ti guardo sorridendo.. “Si, sono pazzo..”
“Ma che fai smetti?!”
“Vuoi continuare.. ? Prendi il telefono e chiama qualcun altro.. e io continuo.”
“Ma tu sei pazzo veramente..”
“Si, sempre stato. .. Chiama chi vuoi..” ..
Sono pazzo, insolito, strano.. se non lo fossi non mi ameresti così, se non lo fossi non mi amerei così e desidererei cambiarmi.. Ma io sono così, e adoro questa pazzia.
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9 years ago
admin, 75
Last visit: 12 hours ago -
La prima volta travestita e usata
Mio cugino aveva 28 anni e io 18 quando mi vide x la prima volta mezza vestita.
mi attizzavano tutto l'intimo femminile...e fu cosi ke anche quel giorno ero a casa di lui, e sapevo ke mia zia portava tutto cio!! Andai al bagno e mi provai tutto..oddio stovo bene e mi segavo dal piacere,quando bussarono..
io dissi che era occupato ma al di la qualcuno mi aveva spiato,proprio lui.
allora indiferente mi lasciai tutto sotto e usci dal bagno..e lui era li fuori.
E mi disse: vieni in camera ti faccio vedere alcune cose.
arrivati mi tocco il culetto e disse aspetta qua.
avevo paura..ma lui torno con dei tacchi bellissimi.
io dissi questi???
Provali...vedi come ti stanno..
rispondendo ma non capisco perche?? E lui disse ti ho visto e vorrei vederti anche con questi oltre intimo e collant che hai sotto!!
allora li provai...nel rialsarmi vidi lui gia che lo aveva in mano e tosto!!
non feci altro che prenderlo subito in bocca che divento come il marmo!!
Allora lui mi prese mi sdraio sul letto a capo di fuori e inizio a scoparmi la bocca come una troia...fino a che era stupendoe durissimo che lo buttai sul letto sciolta,e gli montai sopra!!!tempodi pomparlo un altro po che lui mi strappo i collant..
Pian piano me lo passavo sul buchetto, finche iniziai a forsarcelo fino a farlo entrare...
oddio quanto mi piaceva e quanto era bello...
pompavo e pompavo e lui piaceva, fino a che mi giro e disse lo metto il preservativo?,
io presa dalka voglia glie lo rimisi dentro dicendo che doveva scoparmi e basta!!era ormai durissimo e pulsava incredibilmente ...
ad un certo punto senti un esplodere dentro ...
mi stava riempiendo e credevo di morire da quanta ne sentivo dentro..
mi era venuto solo lui dentro ma sentirmi scopare cosi da lui e sentire lui che mi riempie di crema caldissima mi fece venire anche me!
e mentre venivo lo ripresi in bocca x ripulirglielo bene e godermi l'ultima gocciae lui la sua..m
fu cosi stupendo che ancora oggi ci organizziamo e mi tratta come la sua troietta come la prima volta.
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9 years ago
marcy1trave,
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Last visit: 1 year ago
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profilo segreto (da histoire G.)
Sfilata anche l'ultima guaina di velatissimo nylon il nudo profilo di G. appare a colui che certamente saprà estrarne l'essenza più segreta.
Nulla di più coinvolgente che il ritrovarsi esposta di fronte all'anziano maestro, del tutto consapevole che sarà ancora una volta di più da lui immortalata in maniera indelebile senza alcuna possibilità di eludere quanto avverrà.
Appropriandosi di quel corpo attraverso le immagini egli potrà vantarne il possesso assoluto come ad altri mai era stato concesso in eguale maniera.
Egli aveva imparato ad estorcerle confessioni attraverso le quali far emergere la celata indole che era in lei, esternata in racconti delle più estreme fantasie erotiche, intimamente condivise con l'assunzione delle pose che, esaltandone la femminilità, esprimevano aspetti dello sfrenato desiderio di materializzarsi nei contenuti.
A coadiuvarlo nell'opera in seguito si era poi aggiunto anche uno scrittore suo coetaneo ed amico, il quale avrebbe posto le basi per farla assurgere a protagonista di racconti nei quali il ruolo di G. si sarebbe evoluto facendosi di volta in volta interprete delle inusuali voglie emergenti in molteplici situazioni nelle quali si trovava catapultata senza alcun pregiudizio verso gli attori ai quali affidare ruoli ulteriori.
In tutto ciò il compagno di lei rimaneva espressione passiva di incongrue gelosie capaci di eccitarlo nella sensuale condivisione di cui morbosamente si cibava dal volontario complice isolamento impostosi, attendendo il ritorno dai particolari convegni che la vedevano sempre insospettabile protagonista.
A mitigare quelle sue cerebrali sofferenze contribuiva il fatto che gli occasionali amanti di G. difficilmente sarebbero stati anche espressione totale di fisicità irresistibilmente attraenti oltre all'atto medesimo che si sarebbe consumato nella congiunzione corporale dei compositi orgasmi epidermici che ne avrebbero generato le irragionevoli sensazioni emotive.
Ecco allora alcuni soggetti, resi banali nella semplice realtà quotidiana, assurgere improvvisamente a potenziali attori di quelle insospettabili forme di trasgressione attraverso le quali soddisfare le segrete passioni di ognuno.
Gli unguenti ancora una volta cosparsi sul corpo, ad esaltarne ancor più la luminosità delle forme, stavano a rammentarle di quelle mani indiscrete ancora intente a percorrerle l'epidermide, accarezzandone i contorni con palese compiacimento, mentre in quel preciso frattempo, qualcun altro rimaneva in attesa di vederla tornare per apprendere della maliziosa avventura.
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9 years ago
gloria1951,
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Last visit: 3 years ago
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Il Piacere di due donne
"Quella sera, mentre tu e Matteo ci avete lasciate da sole in albergo, Sara mi disse che vorrebbe invitarmi a Bologna. A casa sua... Da sole.""Cosa?" "si', vorremmo passare un weekend da sole"."ci sara' anche Matteo?""assolutamente no.da sole...vogliamo passare una giornata....da...da lesbiche".Di improvviso, un vuoto alla pancia, il cuore che balza in gola, le gambe pesanti. Giulia non è mai stata attratta da altre donne. Certo, con la sua amica Serena si erano baciate e lei ha sempre trovato magnetico il suo corpo perfetto. Ma tra il dire e il fare...troppo complicato , non sarebbe stato realizzabile.Ma con Sara era diverso.C'era attrazione e entrambe avevano voglia l'una dell'altra.Io, d'altra parte, trovo eccitante il pensiero che la mia donna viva la sua sessualita' senza freni.Cosi' lascia fare. Nei giorni seguenti si accordarono. Alcune telefonate, senza noi uomini ad origliare. Fece i bagagli e un sabato mattina prese il treno. "non chiamarci. Vogliamo fare le lesbiche per un weekend, ok? Ci vediamo domenica sera amore mio".Sara era una calamita ed io un ferro caldo nelle sue mani. Ci eravamo conosciute via email, ci eravamo viste di persona per la prima volra pochi giorni prima, avevamo fatto la nostra prima orgia assieme ai nostri mariti e li' avevamo scoperto una faccia della nostra sessualita' fino ad allora intoccata. Eravamo come due vergini che facevano sesso per la prima volta. Per due donne, comunque, il sesso non è mai meccanica ma soprattutto alchimia. Da qualche tempo, masturbandomi pensavo di voler provare io a dominare l'altro. Io e mio marito avevamo anche comprato un strap-on a mutandina con doppio pene: uno interno da inserire nella mia vagina e uno esterno. Per penetrare.Ma non trovavo eccitante metterlo nel culo di mio marito. A lui piaceva l'idea di farsi dominare da me, ma non era questo quello che volevo.Volevo fare sesso con una donna.Bisessuale? Lesbica? Si', lo ammetto, odio le categorie: volevo solo vivere una nuova emozione.Mai fermarsi, segui l'istinto: se qualcosa ti piace...prendila.Come nello shopping, giusto ragazze?Durante il viaggio, il treno trasformava il paesaggio e diveniva, di stazione in stazione, sempre piu' ondulato e variegato, dai duri volumi di Milano alla fertile pianura attraverso i campi con le cascine fino ai morbidi e sensuali colli bolognesi. Una trasformazione dalla virile milano alla femminile bologna.Con Sara abbiamo condiviso l'idea di giocare ad una giornata da coppia lesbica. Non solo in casa, anche fuori, per strada. Lei abita fuori città, nessun vicino impiccione, viene dal veneto, a bologna non conosce nessuno. Io nemmeno. I battiti accelerano quando leggo l'sms:-Sn slla bankina, nn vedo l'ora d baciarti-Avro' fatto un'altra delle mie? E se incontro qualcuno? Cosa ho combinato?Panico. Sono tesa, non sono brava a sciogliermi. Il treno rallenta, si ferma, scendo. Sara sbuca tra la folla. Due metri, uno. Mi bacia sulla bocca. La apro, la lingua tocca la sua, mi sciolgo d'un colpo.Non esiste nulla attorno a noi. Siamo donne che si baciano.Durante il viaggio in auto parliamo solo di noi, di cosa ci piace, dei nostri sogni, della vita, delle mode,...ma una volta scaricate le valigie, dentro casa sua, non resisto: le palpo il sedere, le metto la mano attorno alla vita. Lei sorride, mi sfiora il seno che da sotto il maglione si inturgidisce."Vieni, ti porto in camera".Saliamo. "il bagno è qui, c'è solo la doccia. Ti ho preparato gli asciugamani..""vieni anche tu?""non vedo l'ora!"Mi bacia e con la mano mi slaccia i jeans, solleva il maglioncino, toglie la canotta."siamo sole, vero?""solissime!"La doccia calda è un sollievo: lei entra dopo di me, ci tocchiamo. Prende il sapone e mi fa impazzire: le sue mani scivolano ovunque, mi abbraccia e prende il mio culetto con entrambe le mani."hai delle tette enormi, Giulia!""si', ma non mi piacciono! Le tue sono piu' piccole ma stanno belle alte...""si' ma guarda: non riesci nemmeno a prenderle bene in mano!""che scema che sei!"Ci stendiamo a letto, tutto è naturale. Come due amanti ci avviluppiamo l'un l'altra. La sua vagina bagnata scivola sulla mia coscia, la sua bocca mi bacia il seno, il collo, le mani...Siamo incollate. Mi bagno mentre mi masturba. Sa dove toccarmi, sale a cavalcioni e mi offre in bocca la sua vagina. Ci lecchiamo a vicenda. Siamo in preda al sesso femminile. Lentamente mi avvicino all'orgasmo. Un sussulto, due, sento le mani informicolarsi dalle dita su verso I polsi, poi le braccia e infine il ventre, la pancia..."vengo, vengooo, vengooo amore!""mmmhmm, mmmmhhhh, mmmmmm!!!"Il bidet è bellissimo: lei mi lava, cosi' come mi lavo' dopo l'orgia a milano. Ci laviamo, profumo, trucco e poi scegliamo i vestiti. "metti queste mutandine. Sotto questo vestito ti stanno benissimo!""dove mi porti, Sara?" "aperitivo in citta'"Indosso un abitino nero aderente, scollato, il reggiseno migliore e una gonna corta. Lei una mini e un top che mostra il suo fisico asciutto e sottile.Mentre camminiamo sotto i portici ci teniamo per mano, o abbraciate alla vita, ogni tanto le infilo la mano sul fianco sotto la giacca sento la sua pelle calda dei fianchi. "Stanotte ti faccio provare una cosa", le dico. Lei mi da un bacino sulla guancia, ci accarezziamo.L'aperitivo dura poco, siamo brille, felici, troppa voglia. Scosto le coscie, sollevo un poco la gonna. Lei lo vede si avvicina. Mi tocca la gamba con la mano, sale sotto il tessuto, mi sfiora le mutandine...mi masturba piano...sento che è troppo: vado in bagno. "vieni con me?"Dentro il gabinetto, insieme, facciamo pipi' mi alzo la gonna e sfilo le mutandine."mettile via", le dico. "non mi servono piu'"."giulia, andiamo a casa..."Mentre lei si fa una doccia, la aspetto sul letto. Ho portato lo strap-on e ora lo devo provare. Lo indosso. Infilo il pene di gomma nella vagina. Entra come avessi vaselina tra le gambe. Resto distesa sul letto.Sara entra in camera e mi salta addosso. Bagna con la saliva il pene esterno e se lo infila dentro. Si muove sopra di me, piano, poi la giro, le salgo sopra, la penetro come un uomo, la domino. È mia!La notte passa con noi abbracciate, senza piu' lussuria, ma con candido affetto femminile. Due donne seminude, capovolte in un weekend di ordinario piacere sessuale."allora, come è andata?cosa avete fatto? Ti è piaciuto? Mica vi siete innamorate, vero? Racconta, cazzo!""Amore, mi dai una mano con la valigia? Sono stanca morta...tutto bene, tranquillo!...Ti amo!"A queste parole, Alessandro si calmo'. Un poco. "Dai, Giulia...andiamo a casa, ok. Ma poi mi racconti tutto, chiaro?""ok, prima fammi spedire un sms, pero'!"-Sn arrivata.Sl due parole: grazie,Sara. A presto, un bacio!***-
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9 years ago
coppietta_curiosa,
34/28
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Il Piacere della prima volta
E' tutto chiuso a Milano a quest'ora? Non dovrebbe essere così tardi, pensai. Poi ad alta voce: "Ho bisogno di sedermi e berequalcosa!""Si', anche io! Qui, qui, guarda: è ancora aperto!...va benissimo, entriamo!", rispose lei.Era il frastuono dentro di noi. L'adrenalina faceva ancora tempesta dei nostri ormoni, il sudore non finiva di cessare come il pulsareincessante nei miei genitali.
"Pensi che dovremmo fare il test del sangue, Ale?"
"Non credo sia necessario, Giuly: abbiamo fatto attenzione".
"Dio, sono ancora che tremo...guarda la mia mano!"
Gliela sfioro e le accarezzo il viso.
"Che bella che sei! E che fenomeno sei stata prima!"
"Ero come in trance, andavo a pura sensazione. Sentivo il bisogno di toccarla e la prendevo, di baciarla e la leccavo.."
"Sì, ricordo: ho visto tutto!"
"...di fargliela sentiere e gliela davo, di aprirmi e gliela facevo masturbare! È stato...è stato...non so definirlo!"
"E' stato sesso?"
"No, non lo definirei sesso...era voluttoso e piu' completo che una scopata...era come se mi fosse sempre mancata unaparte e ora...uala', eccola! Ecco cos'era!"
"E dire che prima eri rigida e tesa come non mai!"
Gia', ahahahah!"
"E adesso? Cosa ne pensi? Ne è valsa la pena?"
"Si'" Rispose Giulia.
Non faceva ancora freddo, a Milano in quel tardo pomeriggio di fine Novembre, quando arrivammo all'appuntamento nell'hotel incentro che Sara e Matteo avevano prenotato per il loro weekend a Milano.
Con loro ci eravamo scambiati poche email ma cariche di odore di sesso e di emozione. La volta che ricevemmo la mail con le lorofoto eravamo curiosi ed emozionati come due adolescenti. Eppure sapevamo che sarebbero state solo duefotografie mezzobusto di due persone comuni. Ma sarebbero state reali di li a poco. Due busti da spogliare, aperti a concedere il loro corpo ricambiando il piacere con noi. Ecco. Era il piacere la chiave del nostro interesse.
Giulia voleva essere toccata da una donna, voleva sapere cosa si prova a leccare una figa. Voleva vederla davicino, masturbare un'altra donna, farla godere mentre altre mani la violavano nei suoi seni abbondanti e nellesue mutandine. Sentire tante mani sul suo corpo la avrebbe fatta eccitare come nei suoi sogni erotici? Oppure sisarebbe sentita a disagio? Era quella la chiave dell'emozione? Era quello il piacere? Lo volevano provare elo temevano. Lo volevano provare per scoprirlo.
Nella hall dell'hotel c'era molta gente, squilla un sms:
-Scendiamo. 1min e c vediamo. Kiss-
Io guardo Giulia. Ci siamo. Non ricordo le parole che possiamo esserci detti in quei pochi istanti.
L'ascensore si apre. Nulla, turisti.
Si riapre. Eccoli, li riconosco!
"Ciaooo! Finalmente ci conosciamo!"
Sara è come la immaginavo: solare, tonica, un seno piccolo, curata, poco trucco. Matteo le assomiglia nell'aspetto, ma più alto, asciutto, sulla trentina.
Ci incamminiamo verso l'aperitivo, non ci siamo mai visti prima ma sappiamo cosa abbiamo in comune. Seduti al bar parliamo di argomenti vari con allusioni allo scambismo che nessuno attorno a noi può intendere; in realtà, nessuno ha voglia di stare lì per molto. "cosa dite? Torniamo in albergo?" Ci alziamo tutti contemporaneamente, il cuore ha come un tonfo, le gambe pesanti, lo stomaco è come vuoto. Mi sto eccitando. La camera è sobria. Ci sediamo sul divanetto.
"Sono un po'in imbrazzo" dice ridacchiando Giulia.
"È tutta la sera che penso a questo momento...è eccitante ma imbarazzante...sembra la prima volta che ho fatto sesso". Dico io.
"Sentite, voi due maschietti uscite fuori, io e Sara ci vogliamo rilassare un po' tra di noi"
"Cioe', vi lasciamo sole?"
"...si', lasciateci sole", ridacchia Sara.
Usciamo. Origliamo. Sentiamo una risatina. Poi silenzio. Rumore di tacchi. Si spostano verso il letto. Voci indistinte, poi silenzio.Scendiamo nella hall, quanto siano stati lunghi quei dieci minuti, è impossibile dirlo. Io e Matteo parlavamo a mezza voce.
"Sai, mia moglie è molto attratta da Giulia...credo se la voglia scopare da sola prima o poi".
"cosa pensi staranno facendo, Matteo?"
"non so...ma sono molto arrapato!"
"saliamo?" saliamo.
Matteo bussa, apre la porta. La luce è soffusa, c'è profumo nell'aria, sospiri di donne, soffi di baci, coperte che si strusciano.
Pochi passi, giriamo l'angolo, ci appaiono sul letto due donne in vestitini di seta e pizzi, trasparenze, gambe nude chesi attorcigliano, seni che spuntano da spalline che cascano leggere su pelli lisce e odorose. Due donneche si baciano profondamente. Sara prende con l'intera mano il seno di Giulia, lei ha entrambe le mani sul culo di Sara.
Godono strusciando le mutandine fradicie, ci vedono, sorridono. Giulia mi guarda e poi si gira verso Sara, scende veloce lungo il suo corpo. Le bacia la vagina. C'è un po'di seta tra la sua lingua e le grandi labbra di lei. Poco dopo, spariscono i tessuti e sono entrambe pelle a pelle e nulla piu'. Matteo è carico: si sfila i pantaloni e la camicia,accarezza le donne, non vuole interromperle ma l'attrazione è troppa: vuole che qualcuno su quel letto lo prenda. Unamano lo raggiunge, è Giulia che glielo tira fuori dai boxer. Sara ha appena iniziato: lecca Giulia, la accarezza le toglie del tutto lemutandine e infila la sua lingua dentro di lei.
Per le successive due ore ci sono solo i nostri corpi sempre in movimento, l'uno sulle altre, l'uno nell'altra, baci,carezze, lingue, di chi non lo capisco. Guardo Giulia e trasalgo: ha il cazzo di Matteo in bocca. È lungo e affusolato. Lei che succhiaun cazzo che non è il mio. È un misto di fluidi che mi si sciolgono dentro: sento lo stomaco che si stringe. Sentouna mano di Sara che mi masturba e dice:
"hai visto quella porcellina cosa fa? Lo voglio anch'io". Un pompino nuovo, diverso da quelli di Giulia mi fa partire la testa.
È tutto una nuova giostra di emozioni, sento i pensieri fare le capriole, sciolgo idee e emozioni, trovo nella mischia dei corpi unaliberazione totale, faccio cio' che il pensiero ancora non pensa, è purezza di movimento, senza cognizione,solo emozione, puro piacere. Il Piacere.
Ricordo che alla fine ho preso Giulia a pecorina mentre Sara e Matteo ci guardavano esausti nella pace dopo l'amplesso.
Due persone conosciute poche ore prima che ci guardavano fottere. Ci guardavano con la vagina colante lo sperma diMatteo e il suo pisello ancora pregno degli umori di lei.
Giulia venne senza molti gemiti, come il suo solito, stramazzo' sul letto. Poi si alzò veloce e raggiunse il bagno, Sara la segui'. Sentivamo che ridacchiavano e si baciavano come due amanti dopo aver trovato la pace dell'orgasmo.
Sentivamo il bidet scorrere e richieste di non desistere, di lavarla ancora, di lavarla a fondo.
Sentivamo due donne libere di godere del corpo dell'altra. Nude, golose, sensuali.
Fuori c'era quel freddo pungente di fine novembre. Camminavamo elettrizzati, confusi, eccitati. Erano le due di notte. Avevamo appena fatto la nostra prima orgia. Avevamo scatenato con furia il Piacere. "Ho bisogno di sedermi e bere qualcosa!" dissi io.
3002
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9 years ago
coppietta_curiosa,
34/28
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L'occasione persa
L’OCCASIONE PERSA
Avevo 18 anni ed ero a Londra nella metà degli anni ’70 per praticare un po’ d’inglese. Come molti altri ragazzi lavoravo in un ristorante per mantenermi. Era un ristorante italiano.
Tra i vari dipendenti c’era l’addetto ai contorni, un milanese di circa 40, forse 45 anni che si faceva chiamare Bob. Era un uomo simpatico dalle maniere e dalla parlata un po’ effemminato. Infatti di lì a poco scoprii era gay.
Dopo qualche settimana che ero lì, cominciò i corteggiamenti.
Come ho detto avevo 18 anni e gli ormoni che mi schizzavano dai pori, così una sera accettai il suo invito di andare a casa sua dopo il lavoro per bere qualcosa e sentire un po’ di musica.
Abitava in una stanza dei tantissimi palazzi di epoca vittoriana dove si affittavano stanze ai studenti stranieri.
Arrivati in stanza Bob tirò fuori una bottiglia di whisky e ne versò un po’ nei due bicchieri, poi mise un disco dei Queen sul piatto, a basso volume, e tra un goccio di whisky e l’ascolto del disco facemmo un po’ di conversazione. Era fine estate, faceva ancora un po’ caldo e ci mettemmo a petto nudo. Bob ogni tanto mi carezzava i capelli, le braccia, il petto, le gambe.
Quando dopo circa un’oretta guardammo l’orologio, Bob mi chiese se volevamo andare a letto. Era già scontato che rimanevo a dormire da lui.
Nella luce soffusa dell’abatjour ci spogliammo entrambi rimanendo in slip.
Quindi una volta a letto spense la luce.
La mia eccitazione era già iniziata. Avevo il cazzo barzotto.
Una volta vicini sotto il lenzuolo che ci copriva, con i corpi che si toccavano, le pelli che si strusciavano, i respiri, in particolare il suo, sempre più affannati, l’eccitazione andò al massimo ed il cazzo mi uscì dagli slip.
Cominciammo a segarci entrambi. Credo dovesse avere un bel cazzo. Essendo la mia mano abituata a masturbare solo il mio, quando ebbi in mano il suo, percepii nettamente che dovesse essere più grande.
Lui cercava di baciarmi ma io evitavo. Si, non mi dispiaceva andare con uomini, anzi mi piaceva, ma prevedevo solo il ruolo di “attivo”. Ancora non ero preparato per il ruolo passivo.
Intanto che lui mi baciava su tutto il corpo, le sue calde labbra scendendo arrivarono al cazzo e cominciò a spompinarlo. Iniziò prima a leccarlo dalle palle fino alla punta del glande. Poi se lo ingoiò fin dove poteva, e via di questo passo. Ogni tanto dovevo bloccargli la testa per evitare che venissi.
Poi d’un tratto sempre mentre ero supino, lui si tirò su e con due, tre movimenti di ginocchia si portò con il suo cazzo davanti la mia bocca. Voleva che glielo spompinassi, ma anche questa volta rifiutai.
Allora mi chiese se mi andava di prenderlo in culo, ma anche in questo caso, rimanendo fermo nel mio ruolo di “attivo” stupidamente rifiutai.
Vedendo allora che non cedevo Bob tornò con la bocca sul mio cazzo e riprese a farmi un gran bel pompino.
Non dovette aspettare molto per ritrovarsi la bocca piena di caldo sperma.
Deglutito lo sperma tornò a sdraiarsi vicino a me. Era un po’ rammaricato che non avessi voluto prenderlo in bocca o in culo.
Anch’io ero un po’ rammaricato che lui non avesse goduto. Ho sempre pensato che quando si fa sesso bisogna godere in due, altrimenti è solo egoismo.
Ci demmo la buonanotte e ci addormentammo.
Ora che conosco i piaceri del sesso anale, mi sto mangiando le mani per quell’occasione persa.
Alla prossima
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9 years ago
singlebsx1959,
59
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Mia moglie anna
Quello che sto narrando e' la prima "esperienza trasgressiva" che abbiamo vissuto io e mia moglie Anna nei 5 anni di "giochi trasgressivi" che ci siamo concessi......
Solo chi ha provato le nostre stesse esperienze può capire il turbine di emozioni che si provano.......
Mia Moglie Anna
Era il giorno del matrimonio di Luca, un amico di infanzia di mia moglie Anna.
Mia Moglie è una bellissima ragazza di 34 anni (39 i miei), una di quelle ragazze che non passa inosservata e più passano gli anni, più diventa appetitosa.
Capelli lunghi e mossi di colore sempre diversi, 1,72, una terza abbondante di seno, bel culo, gambe toniche e scolpite grazie ai tanti anni di palestra e di scuole di ballo, una mania nel vestire sempre in modo sexy e provocatorio grazie alle sue forme, ma senza cadere mai nel volgare.
Quella mattina si alzò presto per prepararsi per la grande cerimonia, io ero ancora a letto a godermi altri 5 minuti di sonno leggero, ascoltando lo scrosciare dell’acqua della doccia.
Anna uscì dal bagno con l’accappatoio addosso e a piedi nudi si avvicinò al cassettone dove aveva l’intimo, io con gli occhi socchiusi la osservavo tirare fuori calze, mutandine e reggiseni per sceglierne il modello e il colore, quella visione mi fece avere un erezione impressionante e cominciai a massaggiarmelo sotto le lenzuola; lei se ne accorse ma fece finta di niente, fece cadere l’accapatoio ai suoi piedi e infilò un perizoma color crema, poi un reggicalze dello stesso colore con i bordi in pizzo lavorato, poi toccò alle calze, mi guardava con la coda degli occhi, lo sapeva che adoravo osservarla quando si preparava, infilò prima la punta del piede sinistro nella calza color carne e con maestria la srotolò pian piano salendo su per la gamba fino alla coscia dove l’abbottonò alle clips del reggicalze; poi toccò alla gamba destra, curvò il piedino e avvolse pian piano il nylon sulla carne, avevo il cazzo che mi scoppiava!
Fu mentre mi diede le spalle per mettere il reggiseno che scoprii le lenzuola e tirai fuori il mio uccello in tiro, “ti prego fatti scopare”!
Si aspettava quella richiesta e la risposta fu rapida, “No”!
Poi aggiunse: “Oggi voglio giocare un pò con te, chissà che non realizzi qualche nostra fantasia”.
Per poco non arrivavo.
Quando facevamo l’amore, per rendere i nostri rapporti ancora più intensi e piccanti, ci piaceva fantasticare sulla possibilità che tra noi ci fosse un altro uomo o più persone, in situazioni e in posti particolari, ed avevamo orgasmi divini; ma tutto rimaneva nelle nostre fantasie, subito dopo l’amplesso il tutto ritornava nella normalità, non si faceva più riferimento a quello che si era detto e desiderato.
Cercavo di solcare il terreno in giornate di normalità, ma lei evitava sempre il discorso e diceva che erano solo fantasie dette a letto, niente di più; ma la sua fica mi diceva altro!
Ecco perché quando disse quelle parole, mi stavo sborrando addosso.
Mi alzai per saltarle addosso, ma mi respinse con una spinta, “No, voglio che mi osservi e che ti godi lo spettacolo!”
Ok, volevo vedere dove voleva arrivare.
Si vestì con un abitino color oro con varie decorazioni, corto sopra il ginocchio, ma molto elegante;
scelse delle scarpe dorate brillantinate con punta scoperta, tacco 10, era uno schianto!
“che dici…..passerò inosservata quest’oggi”?
Inosservata un cazzo, replicai io; ma volevo vedere cosa aveva in serbo, aveva voglia di qualcosa di strano, lo intuivo, lo sapevo, del resto era mia moglie da 6 anni, dopo 11 anni di fidanzamento, stavamo insieme da quando aveva 17 anni, quindi chi meglio di me poteva conoscerla?
Scendemmo di casa e prendemmo la macchina, dovevamo percorrere all’incirca 150 chilometri per raggiungere la località situata nella regione vicino alla nostra, la Basilicata.
Per strada parlavamo del più e del meno con la radio a farci compagnia, gli dissi quanto mi era piaciuto e quanto mi aveva eccitato guardarla mentre si faceva bella e gli dissi che una volta arrivati al ristorante avrei trovato un angolino nascosto e riservato e li avrei voluta scoparla….; non ottenni nessuna risposta e dopo poco mi disse: ”fermati alla prossima area di servizio, devo fare la pipì”.
Non ripetei quello che mi sarebbe piaciuto fare con lei, perché aveva capito benissimo le mie parole, ma di proposito non aveva risposto, lo faceva apposta.
Arrivammo nell’area di servizio e visto che era domenica mattina, era affollata da un bel po di persone, anche perché era una bella domenica di fine maggio.
Lei aprì lo sportello mentre io stavo raccogliendo il telefono e le sigarette, ma quando alzai gli occhi, vidi che le persone che erano sul lato da dove stava scendendo Anna, guardavano tutti nella sua direzione, dicendo qualche parola incomprensibile per la distanza, ma che si poteva intuire il significato; solo quando incrociarono il mio sguardo abbassarono gli occhi e fecero delle risatine.
Le dissi di venire dal mio lato, che l’avrei accompagnata io in bagno, ma lei mi stupì, ”comincia ad entrare ed ordina un caffè anche per me, vado da sola”;
entrai e feci lo scontrino, aspettai al bancone il suo arrivo e quando si aprì la porta ed entrò, vidi lo sguardo esterefatto di tutti i maschietti che seguivano il ticchettio dei suoi tacchi sul pavimento;
“quando hai aperto lo sportello c’era un gruppo di persone che sono rimaste a fissarti, perché?!?!
E lei con una risatina sul volto: ”questo vestito è bello, ma siccome è corto e stretto, quando sale si intravede la balza delle calze e le stringhe del reggicalze”.
Mi venne immediatamente duro, immaginai la scena di Anna che aprendo lo sportello e mettendo le gambe a terra, aveva fatto salire il vestito, non so se casualmente o di proposito, ma aveva offerto una visione a quegli uomini di due splendide gambe inguainate da calze color carne le quali finivano con una balza merlettata.
“Che troia che sei”, dissi.
“L’hai fatto apposta”!
Mi si avvicinò all’orecchio e mi diede un piccolo morso al lobo, dicendo: “però guardandoti in mezzo alle gambe mi sembra che ti sia piaciuto”.
“Che stronza che sei”, le dissi.
Aveva ragione e lei lo sapeva, perché anche se mi dava fastidio che gli uomini la guardavano con occhi da lupi, mi provocava un piacere perverso, era lei al centro di tutte le mie fantasie.
Bevemmo il caffè e ci incamminammo verso l’uscita, ma questa volta lei mi prese la mano e così volle farsi accompagnare fuori; quando eravamo entrati aveva fatto fare l’acqua in bocca a tutti, ma adesso che il gioco era finito, voleva far capire che ero io il suo padrone, ero io il fortunato.
Usciti dall’area di servizio ci incamminammo verso la macchina, fummo seguiti dagli sguardi di molti uomini, distratti da quel pezzo di femmina che era mia moglie.
Ripartimmo verso la nostra destinazione, “hai fatto drizzare molti cazzi poco fa”, le dissi, mentre gli lisciavo il nylon delle calze, ma fu quando arrivai con la mano sulle mutandine che notai un certo calore e quando le spostai notai che c’era un lago, era bagnatissima!
Subito mi spostò la mano, quasi imbarazzata per quello che avevo scoperto, arrossì, quasi come se si fosse pentita di come si era comportata, dello spettacolo che aveva dato e di come si era bagnata; in fondo lei era timida su certi aspetti, ma quando si scioglieva, si faceva guidare dall’istinto.
“Sei proprio una zoccola” le dissi, “vorrei che osassi un po’ di più, vorrei che oltre all’esibizionismo, che ti piace tanto, ti spingessi un po’ oltre, fin dove te la senti, senza forzature”.
“Lo so quello che desideri”, mi disse lei, “ma a volte quando sono sul punto di cedere alle voglie,
mi blocco perché penso che potrebbe rovinare il nostro rapporto, che mi potresti considerare come una puttana di strada”.
“Questo non accadrà mai”, le dissi, “le nostre voglie sono un gioco, un gioco di complicità, che vogliamo tutti e due, una voglia di trasgressione che ci farà provare nuove emozioni”.
Si allungò verso di me e mi mise le braccia al collo, mi diede un bacio sulla guancia e disse: ”ti amo”!
Il ristorante era una grande villa in stile americano, c’era solo una sala molto ampia con intorno ampi spazi di verde fatti di prato inglese, una macchia di alberi di medio fusto oltre ad una piscina dove a fine serata sarebbe stato allestito l’angolo dei dolci.
Si cominciò con un grande antipasto servito fuori, dove si poteva prendere posto a dei tavoli allestiti sul grande prato; incontrammo parecchi amici e cominciammo a chiacchierare un pò qua e un pò la, dopo poco vidi Anna in compagnia di alcune amiche scomparire dalla mia visuale, passarono circa 15 minuti e vidi le ragazze che prima erano in compagnia di mia moglie da sole; Anna non c’era.
Provai a cercarla un po’ in giro, senza chiedere a nessuno se l’avessero vista, per non fare la figura del marito ansioso, ma di lei non c’era traccia.
Un tarlo mi cominciò a rodere in testa, dove era finità?
Dopo quello che gli avevo detto in macchina, aveva preso la palla al balzo?
Mi sentivo strano, ansioso e incazzato, ma anche eccitato; la immaginai appartata con qualcuno nella macchia di alberi poco distante, in ginocchio a leccargli l’uccello, per poi farsi prendere a pecorina appoggiata al tronco di un albero.
Questi pensieri mi provocarono una grande eccitazione e non mi accorsi, dietro di me, della presenza di mia moglie, ”ehi, hai la testa tra le nuvole?!?!
“Dove eri finita”?
Lei: ”stavo scopando con un uomo nel retro delle cucine” e segui con una risatina.
Scoppiai in una risata e dissi: “troia”.
Entrammo in sala e prendemmo posto, il cibo era ottimo, meglio ancora il vino che cominciò a dare i suoi effetti tra gli invitati, compresa mia moglie, con risate e tanta allegria, accompagnati dalla musica e dal canto di un giovane ragazzo che faceva il piano bar.
Dopo un po’ mi accorsi di lunghe occhiate che questo ragazzo lanciava verso il nostro tavolo, indirizzate a mia moglie, ma feci finta di non accorgermene; lo feci notare ad Anna la quale prese con molto interesse la cosa, “è un bel ragazzo, avrà al massimo 30 anni”.
Dai stuzzicalo un po’, le dissi io.
“Sei proprio sicuro”?
“Si”, le dissi , “ma non fartene accorgere dagli altri invitati”, non volevo fare la parte del cornuto e lei della zoccola.
Il ragazzo girava per i tavoli cercando di coinvolgere gli invitati in balli e musiche, ma dal nostro si manteneva a distanza, nonostante gli sguardi penetranti di Anna; era la mia presenza che lo intimoriva.
Capito questo mi alzai e con la scusa di andare a fumare una sigaretta uscii dalla sala e mi posizionai vicino alla vetrata che faceva da perimetro alla sala, da li potevo vedere quello che accadeva dentro, avevo una buona visuale sul nostro tavolo.
Accortosi della mia assenza, il ragazzo prese coraggio, si avvicinò al tavolo e allungando una mano verso mia moglie, la invitò ad alzarsi e a concedergli un ballo; per gli altri niente di strano, perché tutti ballavano e c’era un pò di calca nella sala, ma io sapevo che in quel ballo c’era qualcosa di più.
Quando partì un lento, vidi che il ragazzo aveva messo le mani sui fianchi di mia moglie e la guidava in movimenti lenti, approfittando della confusione per stringersi a lei e godersi la pressione delle sue tette sul petto; a vicenda si parlavano nell’orecchio per superare il volume della musica e il vocio della gente, poi vidi il ragazzo staccarsi lievemente da mia moglie e guardarla quasi incredulo, per poi fare un accenno di si con la testa.
Anna gli aveva proposto qualcosa, un qualcosa che l’aveva lasciato un attimo incredulo, ma che lui subito aveva accettato; mi si gonfiò l’uccello nei pantaloni.
Buttai il mozzicone ed entrai in sala con l’ansia di sapere cosa stava succedendo, ma quando arrivai al tavolo, Anna non c’era; mi guardai in giro ed anche il ragazzo era scomparso.
Avevo il cuore in gola, l’avevo provocata e lei aveva cavalcato l’onda; non che mi stavo pentendo, ma ero nervoso perché lei mi aveva messo fuori dai giochi, i patti non erano questi.
Provai a cercarla, anzi a cercarli, ma nella sala niente; provai nei salottini che erano situati sopra la sala che servivano da sale di riposo per prendere ossigeno tra una portata e l’altra, ma c’erano solo coppiette e bambini che giocavano; fuori non erano potuti uscire, perché c’era una sola uscita e da li ero entrato io.
I bagni, non poteva esserci altro luogo dove potevano andare, i bagni!
Quello degli uomini erano situati in fondo alla sala, entrai nell’antibagno dove c’era un lavandino e di fronte avevo tre porte con i rispettivi gabinetti; due porte erano aperte, la terza era chiusa.
Mi avvicinai alla porta tendendo l’orecchio per cercare di ascoltare il minimo rumore, ma dall’interno non proveniva nessun suono, poi ci fu lo scarico dello sciacquone; mi rifugiai subito nel bagno adiacente e socchiusi la porta, usci un uomo, ma del ragazzo e di mia moglie, non c’era traccia.
Andai verso quello delle donne, ma dubitavo che Anna fosse tanto pazza da portarselo proprio la; dopo vari appostamenti fuori dall’antibagno (certo non potevo nemmeno immaginare di entrarci), mi decisi di tornare in sala, quando notai che all’inizio del piccolo corridoio che portava al bagno delle donne, c’era una porta chiusa con sopra un etichetta che diceva riservato.
Incrociai un cameriere e gli chiesi con una stupida curiosità cosa ci fosse li dentro, mi disse che era un corridoio che portava a delle stanze adibite a spogliatoi, riservate ai fotografi e ai musicisti; bingo!
Aspettai che il cameriere si allontanasse e aprii la porta senza fare rumore; mi ritrovai in un corridoio con poca luce, le luci erano spente, in fondo c’erano due porte, una di fronte l’altra.
Mi avvicinai con passo leggero, appoggiai l’orecchio alla porta alla mia sinistra, ma fu quella di destra ad attirare la mia attenzione, era di alluminio, quindi poco insonorizzata e non ci fu bisogno di appoggiare completamente l’orecchio vicino; sentivo lo strusciare di qualcosa, tipo lo sfregamento di vestiti, poi dei bisbigli, la voce di mia moglie: “ti piace così o vado troppo veloce”?!?!?
“Siiii, vai bene cosi, continua.”
Lei: “Ti piaceva guardarmi le cosce in sala vero? Avevi l’acqua in bocca!!!
Lui: “Siiii, mi piaci un casino, mi stava scoppiando il cazzo e tu lo facevi apposta ad allargarle e a far salire su la gonna”, “se non ci fosse stato tuo marito, ti avrei portata fuori e ti avrei scopata fra gli alberi”.
Lei: “Come corri, neanche ci conosciamo, accontentati di come te lo sto tirando.”
Lui: “Si mi piace, mi piace tanto di come me lo seghi, si vede che ci sai fare, ti prego prendimelo in bocca”!
Io ero li, ad un metro da loro, diviso da un muro di cartongesso, mi stavo massaggiando il cazzo da sopra i pantaloni, con gli occhi chiusi ad ascoltare tutto quello che stava accadendo all’interno; il cuore mi batteva talmente forte nel petto che avevo paura che si potesse sentire dall’interno.
Ad un certo punto sentii Anna gemere.
Lui: “sei un lago, sei inzuppata, stai sbrodolando……”
Lei: “aspetta che le tolgo”.
Sentii il rumore del tacco che batteva a terra, poi l’altro; si era tolta le mutandine.
Il Cazzo mi faceva male nei pantaloni, li sbottonai e lo tirai fuori, cominciai a menarlo.
Dall’altra parte del muro sentivo il rumore inconfondibile delle dita che sbattevano velocemente nella fica bagnata di Anna, piu’ aumentava il rumore e più lei gemeva forte; ad un certo punto sentii la mia dolce mogliettina emettere un lungo grido per poi abbandonarsi ad un lungo e profondo orgasmo.
“Adesso me lo prendi in bocca”!
Non era più una richiesta, glielo stava ordinando!
“Hai sborrato talmente tanto che ho la mano tutta impiaccicata, adesso tocca a me”.
Sentii un piccolo gridolino di mia moglie, poi il rumore di risucchi; probabilmente l’aveva presa per i capelli e accompagnava con la mano il ritmo del pompino.
Io ero li, come un segaiolo che si tirava il cazzo ascoltando sua moglie che sbocchinava un ragazzo che non conosceva; tutto per gioco o per voglia, ma mi piaceva quella situazione, più di quanto avessi immaginato.
Più volte stavo sul punto di scoppiare, ma mi trattenevo, volevo che quel momento, quella situazione durasse ancora un po’ di tempo.
“ahhh…ahhhh, come lo succhi bene, si, passa la lingua anche sotto, si, anche le palle, lungo tutto l’asta……”
Al tempo stesso sentivo i lamenti soffocati dalla bocca piena di mia moglie, stava godendo anche lei, con gli occhi chiusi riuscivo anche a percepire l’aumentare della velocità con cui glielo stava sbattendo in bocca, poi:
“Madonna non ce la faccio più……noooo, noooo, non ti togliereeeee…..”
“aaahhhhhhhh….aaahhhhhhh…..aaaaaaahhhhhh”
In quel momento non potei piu’ resistere, svuotai le palle sul muro e sulla porta alla quale ero appoggiato per origliare mia moglie che faceva la zoccola con un perfetto sconosciuto.
Mi resi conto che non avevo neanche un fazzoletto per pulire le ultime gocce di sborra che mi penzolavano dall’uccello e dovetti rimetterlo così dentro i boxer.
Nel frattempo dall’altra parte…..
“stronzo, mi hai sporcato le calze”!
Lui voleva arrivargli in bocca, ma lei si era staccata dal cazzo divincolandosi, facendolo sborrare nel vuoto, a terra; per come l’avevo sentito gridare, la sborra doveva essere stata tanta, alcuni schizzi erano arrivati sulle calze color carne di mia moglie.
“Puliscimelo! gli chiese il ragazzo, e lei disse:
“ io ingoio solo lo sperma di mio marito”!
Quelle parole furono come il cemento per il nostro rapporto di coppia, mi fecero scomparire qualche senso di colpa o pentimento per quello che l’avevo spinta a fare; lei mi amava, le mie labbra si distesero in un gran sorriso.
Mi sistemai e a passo felpato mi diressi verso la porta dalla quale ero entrato, la aprii e la richiusi dolcemente, mi avviai verso i bagni degli uomini, volevo darmi una sciacquata al viso, mi sentivo stordito da quello che era appena accaduto; entrai e mi guardai allo specchio, ero rosso in viso, l’acqua fresca sulla faccia fu un sollievo, il fuoco della trasgressione si stava lentamente spegnendo, ma non ero pentito di quello che era appena successo, anzi, ero contento che mia moglie si fosse lasciata andare, aveva accettato quel gioco che da sempre ci eravamo promessi di fare, ma che un po’ per il coraggio, un po’ per le occasioni, non eravamo mai riusciti a realizzare; quelle parole mi riecheggiavano ancora nella testa, ”No, io bevo solo quello di mio marito”, era la prova che lei amava me, solo me, il resto era solo un gioco.
Ma una cosa non riuscivo a capire, perché mi aveva lasciato fuori dai giochi?
Perché non mi aveva avvertito di quello che aveva intenzione di fare?
Avrebbe dovuto immaginare che l’avrei cercata, una volta notata la sua assenza, ma visto dove si erano imboscati, sarebbe stato difficile per me trovarli.
Gli avrei posto queste domande al ritorno a casa, in macchina, adesso non volevo far sfumare l’ebbrezza di quello che era appena successo.
Uscito dal bagno mi diressi in sala, era li, seduta al nostro tavolo che si scolava tutto di un fiato un calice di vino bianco; quando mi avvicinai mi accorsi che aveva il viso umido di acqua, come me, si era data una sciacquata in bagno, ma aveva ancora un colorito rosso, i segni dei bollori che aveva appena provato.
“Dove sei stato”?
Iooooo? Gridai nella mia mente, ma feci il vago.
Lei continuò, “qui al tavolo non c’eri”.
Aveva la testa bassa facendo finta di guardare qualcosa sul telefonino, non mi guardava in viso;
“Sei rossa in viso, sembri accaldata”, gli risposi io; in quel momento partì la musica di un lento e lei subito si alzò dalla sedia per evitare la risposta, “alzati” mi disse, “balliamo”.
Mi prese con la mano e mi portò al centro della sala dove c’erano altre coppie che si stringevano e danzavano, Anna si strinse forte a me, con la testa appoggiata sul mio petto mi accarezzava la schiena, “tutto bene”? Gli chiesi io e lei “si, si”; in quel momento alzai la testa e vidi che quel ragazzo ci fissava da lontano, ma appena incrociò il mio sguardo abbassò la testa.
Tutte le donne, sposate e non, se lo contendevano nei balli, la sua bellezza contagiava tutte ed io avvicinandomi a lui con Anna, giocai la mia carta: “amore concedi un ballo al tuo fan”!
In poche parole gliela consegnai tra le sue braccia.
Quando feci staccare Anna dal mio petto, mi guardò quasi a dire ma cosa fai?!?!
Lui ne approfittò al volo, la fece girare verso di se e la strinse al petto per farla danzare, ogni tanto alzava lo sguardo verso di me, quasi incredulo per avergli ceduto mia moglie per un ballo, più di una volta gli strizzai l’occhio per fargli capire che era tutto ok.
Preso un calice di vino mi godevo lo spettacolo appoggiato ad un pilastro della sala e mi divertivo vedere mia moglie che scambiava domande e risposte con quel ragazzo, anche lei era incredula al gesto che avevo fatto; potevo immaginare cosa si stavano dicendo.
Quando cominciai a vedere che lui aveva preso coraggio, scendendo sempre di più con le mani sfiorandogli il culo, decisi che il gioco era finito, ora la volevo io!
Le strinsi un braccio intorno alle spalle e la attirai a me, “mi riprendo mia moglie”, dissi al ragazzo e dopo un paio di passi di danza, mi avvicinai al suo viso e le misi la lingua in bocca.
Ero infoiato, quella scena di lui che la stringeva mi aveva fatto tornare duro l’uccello.
Dopo un po’ mia moglie si ritrasse, “c’è gente che ci conosce”, mi disse; allora andiamo fuori le risposi io e senza aspettare una sua risposta, la presi con il braccio e ci incamminammo all’esterno.
Fuori era cominciata a calare la sera e l’aria si era rinfrescata; “dove mi porti”, mi chiese, ma io continuavo a camminare senza rispondergli.
Arrivammo alla macchia di alberi che avevamo visto la mattina e ci addentrammo in quel po’ di boscaglia, “voglio fotterti”, le dissi, e cominciai a sbottonarmi i pantaloni.
“No dai, aspettiamo di tornare a casa”.
“No un cazzo”, le risposi, fai la troia con lui e non con me.
Lei mi guardò con un aria interrogativa e mi disse: ”sei tu che mi hai messo nelle sue braccia”.
“Non intendevo il ballo in sala”.
Abbassò subito lo sguardo e divenne rossa in viso.
Mi chiese: “Cosa vuoi dire?
Ed Io: “dimmi la verità”!
Come una forsennata mi si fiondò addosso e mi mise la lingua in bocca, con la mano mi tirò fuori l’uccello e cominciò a tirarmelo.
“Vuoi sapere cosa ha fatto questa troia di tua moglie?”
“Ho fatto quello che tu mi hai spinto a fare.”
“Mi stai stuzzicando da stamattina e la carne è debole.”
“Volevo farti un regalo, quello che hai sempre desiderato……..”
Mentre mi diceva queste cose continuava a tirarmi il cazzo e mi passava la lingua sul collo.
“Quando sei uscito fuori a fumare, lui ne ha approfittato per invitarmi a ballare e complice l’ebbrezza del vino, mi sono lasciata andare alle sue lusinghe”.
“Con la scusa di ballare mi stringeva forte per sentire le tette, mi parlava nell’orecchio e sentivo il suo fiato sul collo, mi sono eccitata talmente tanto che gli ho detto se gli andava di farsi fare una sega”.
“Il resto lo conosco”, gli risposi io; finì di baciarmi e mi guardò in viso senza parlare.
“Vi ho sentiti, che peccato non aver potuto guardare”!
La presi per i capelli e la feci inginocchiare, “adesso succhialo come hai fatto con lui”!
La guardai mentre apriva la bocca per riceverlo e notai un sorrisetto malizioso sul suo volto.
Cominciò a succhiarmelo con foga, lo voleva, lo desiderava; la afferrai per i capelli e guidavo il ritmo del pompino, la sua saliva mi colava sulle palle, poi cominciai a scoparla in bocca!
Sentivo i suoi lamenti soffocati dal mio uccello, la sua bocca mi divorava il cazzo.
“Ti è piaciuto il sapore del suo uccello”?
“Era grosso quanto il mio”?
Più che domande, le mie erano affermazioni per sbatterglielo più forte in bocca.
Si alzò di scatto rimanendomi con l’uccello in tiro, si girò e si alzò quel po di gonna “adesso fottimi a pecora”!
Quando mi avvicinai con il cazzo al suo culo girato, mi accorsi che non aveva il perizoma che gli avevo visto indossare quella mattina.
“dove è finito il perizoma”?
La sua risposta per poco non mi fece sborrare: “l’ha voluto lui per ricordo, per masturbarsi sentendo il mio odore”!
Affondai il cazzo dentro una fica fradicia di umori, era talmente bagnata che più volte dovevo rimetterlo dentro perché scivolava fuori.
Eravamo li, in mezzo ad una macchia di alberi che nascondeva la visuale alle persone che distavano da noi non meno di 150 metri; noi potevamo vedere loro, ma loro non potevano vedere noi.
La afferrai per i capelli continuando a fotterla da dietro, più volte dovetti metterle la mano libera davanti alla bocca per soffocare le sue grida che crescevano sempre di più in conseguenza dell’aumentare del ritmo con il quale la stavo scopando.
Volevo guardarla in faccia, mi piaceva guardare sul suo viso le smorfie di godimento, allora tirai fuori l’uccello e la feci girare, ci avvicinammo ad un grosso albero e la sbattei con la schiena al tronco; le alzai di nuovo la gonna fin su alla balza delle calze, fu in quel momento che vidi una chiazza di bagnato all’interno della coscia destra, sulla calza, la sborra del ragazzo; la sollevai da terra facendomi stringere le gambe intorno alla vita e con forza glielo ficcai dentro.
Cominciai a sbatterla come un pazzo, caricato da tutto quello che era successo e visto quella mattina; gridava, godeva e mi leccava tutto il viso.
Non ce la feci più, volevo arrivarle dentro, ma mi ricordai di quello che aveva detto al ragazzo: “Io ingoio solo lo sperma di mio marito”; volevo quel sigillo, un sigillo d’amore, il marchio che mi apparteneva.
Le tolsi il cazzo dalla fica e la posai a terra, la rifeci inginocchiare e prendendola per i capelli le spinsi la testa verso il cazzo, aprì la bocca e se lo fece sparire dentro; bastarono tre colpi e mi svuotai dentro la sua gola con un lungo e profondo grido di liberazione.
Dalla bocca non le uscì neanche una goccia, aveva mandato tutto giù.
Restammo qualche secondo in silenzio, tutto quello che era successo, tutto quello che avevamo provato; lei si alzò e mi mise le braccia intorno al collo, si strinse forte a me e mi poggiò la testa sul petto.
“Ti amo”, mi disse, le presi il volto tra le mani e le misi la lingua in bocca; potevo sentire il gusto del mio sperma, fu il bacio più bello che le avessi mai dato.
Andammo prima verso la nostra macchina, dove Anna si era portata il trucco da casa e si diede una sistemata, poi rientrammo in sala, soddisfatti ed appagati.
Questo fu l’inizio delle nostre avventure trasgressive.
Continua……….
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La prima scopata con silvio
Finalmente ci siamo, finalmente a letto insieme, finalmente la nostra prima scopata a letto, nudi, completa, senza limitazione alcuna.
Dopo l’incontro conoscitivo in macchina, svoltosi nel breve lasso di tempo di un’oretta e con la fretta di sbrigarci, per ritornare alle nostre rispettive incombenze quotidiane, è arrivato il giorno in cui ci incontriamo solo ed esclusivamente per scopare; ormai la conoscenza era approfondita ed anche intima, dovevamo solo approfondire di più la nostra intimità. Scoprire cosa ci piace a letto, come compiacere l’altro, quali armi usare per stimolarlo ed eccitarlo al punto giusto, scoprire e stimolare i suoi punti erogeni, le azioni che meglio lo predispongono a porgersi sessualmente per poi dare la migliore prestazione di sé.
Era un mercoledì, precisamente quattordici giorni dopo l‘incontro in macchina. Arrivo nello stesso punto dell’altra volta. Lui è lì, che aspetta in macchina. Mi accosto, abbasso il finestrino e gli dico:
- Ciao, come ci organizziamo. Ti seguo o posteggio e vengo con te.
- No, seguimi, è meglio.
- Va bene, rispondo.
Mette in moto, parte ed io mi accodo, dietro a sua macchina. Lo seguo attraverso strade e stradine varie. Usciamo dal paese e ci avviamo verso la zona balneare. Lui abita in un posto di mare. Infine, dopo circa dieci minuti, lasciamo la strada statale e percorriamo una stradina, ben asfaltata, costeggiata da vegetazione e da vari villini. Tutti i villini, mi accorgo, sono separati, l’uno dall’altro, da ampi spazi di vegetazione ben tenuta. Dopo poco che abbiamo imboccato la stradina, ferma l’auto e aspetta che si apra il cancello automatico che ci permette l’ingresso al suo villino. Lo seguo a ruota e, appena entrati, chiude il cancello. Posteggiamo nello spazio davanti alla porta d’ingresso e scendiamo dalle rispettive macchine.
Durante il tragitto non ho fatto altro che pensare alla scopata che mi attendeva. Pensavo al cazzo di Silvio, a quel meraviglioso cazzo che mi aveva stregato due settimane prima e che mi aveva fatto godere coma una troia. Me l’immaginavo mentre mi entrava nel culo, allargandomelo e profanandomelo fino a farmi dire basta. Me lo immaginavo mentre mi scopava, mi fotteva con ardore. Sentivo un languore che mi attanagliava, ero impaziente di prendere quel meraviglioso cazzo, che da due settimane sognavo tutti i giorni.
- Eccoci qua, mi dice, entriamo dai.
- Bello qui, dico io.
Entriamo e mi ritrovo in un ingresso ampio e ben arredato. “Silvio, deve essere benestante” penso. Mi fa strada e saliamo una scala a chiocciola che ci porta al piano superiore. Qui ci sono una camera da letto matrimoniale, una camera con due lettini, un bagno, un soggiorno e una cucina.
- Stavolta il caffè lo prendiamo dopo, se vuoi, dico.
- Sei impaziente, vedo.
- Si ho una voglia matta.
- Anch’io, vieni.
Mi guida verso la camera da letto. Arrivati qui, senza scambiarci nessuna parola, ci spogliamo e ci mettiamo a letto.
Iniziamo subito ad abbracciarci, accarezzarci, segarci. Siamo tutti e due eccitati e vogliosi di concludere quanto prima. Io gli accarezzo il cazzo e le palle, con delicatezza e passione. Tocco quel ben di dio e l’eccitazione mi aumenta. Quel cazzo e quelle palle mi fanno proprio impazzire. Non vedo l’ora di accoglierli dentro di me. Allora, impaziente, gli salto sopra in modo da avere il suo cazzo all’altezza del mio viso, e lui si ritrova il mio cazzo davanti al suo viso. Iniziamo un classico 69, io sopra e lui sotto. Gli lecco l’asta e le palle, ingoio il suo cazzo, fino a quanto può entrare, e lui fa lo stesso con me. Dopo un po' esco il mio cazzo dalla sua bocca e mi metto carponi davanti a lui per continuare a spompinarlo meglio. Ora ho il suo cazzo e le palle bene in vista e pronti ad essere accuditi dalle mie mani e dalla mia bocca. Mi impegno in un pompino memorabile che lo fa ululare di piacere.
- Sei bravo, mi dice, davvero bravo.
- Ti sto preparando per potermi fare sbattere per bene, gli dico. Lo voglio prendere nel culo stavolta.
Allora lui mi invita a ritornare nella posizione del 69. Mentre io lo spompino lui inizia a prendersi cura del mio culo. Lo accarezza, come se stesse strofinando una pomata, entra timidamente il dito indice dentro il mio culo, poi inizia a leccarmelo. Lo umettava con la saliva, spandendola sia attorno che dentro al buco. Entrava un po' di lingua ed intanto leccava e mi inumidiva il culo.
- Non hai una pomata adatta per questi casi?
- Mai usata, ho sempre usato la mia bocca e la mia lingua, dice.
In effetti era bravo a preparare il culo alla penetrazione. Infatti dopo dieci minuti di questo trattamento il mio buco del culo era prontissimo a ricevere il suo cazzo in tutta la sua lunghezza.
Appena capisce che sono pronto, mi fa distendere e mi fa alzare le gambe, in modo che il mio culo si trovi pronto a ricevere il giusto premio. Appoggia il suo cazzo al buco del culo e, piano piano, inizia a spingere ed entrare lentamente. In tal modo, senza colpi bruschi e violenti, senza farmi male, ma procurandomi solo piacere, quella meravigliosa asta si faceva strada nel mio culo per poterlo finalmente riempire. Spingeva ed entrava. Spingeva ed entrava. Io godevo immensamente, sentivo un piacere mai provato, sentivo un calore strano che partendo dal buco del culo si spandeva per tutto il corpo fino a farmi avvampare il viso.
- Così, si continua, è bellissimo
- Lo sento che entra, mmmmmmmmmmm
- Stupendo, dio come godo, com’è bello
- Che cazzo meraviglioso che ti ritrovi
Mentre lui mi profanava, io gli accarezzavo le palle con una mano. Passando una mano dietro i nostri corpi riuscivo a toccargli le palle. Ogni tanto gli stringevo la parte di cazzo che ancora era fuori dal mio culo, e lo aiutavo nella penetrazione spingendolo anch’io verso l’interno del mio culo. Appena lui si fermava, dopo aver conquistato qualche centimetro del mio culo, e preparandosi alla successiva spinta, io passavo ad accarezzargli le palle. Le sentivo piene di sborra, e questo mi rendeva felice pensando a quando avrebbe aperto le sue cateratte per inondare il mio culo di quel liquido che tanto aspettavo e bramavo, di sentirlo farsi strada nelle mie viscere. Con questa tecnica riesce ad entrare tutto il suo cazzo nel mio culo. Ho solo provato piacere, nessun dolore. Ma ora volevo la scopata selvaggia, volevo sentirlo duro, sentivo il bisogno di essere fottuto con foga e frenesia, volevo essere violato fino in fondo, volevo godere pienamente. Mentre gli accarezzavo le palle, e lui lentamente si faceva strada nel mio culo, lo incitavo:
- Entra dai, fino in fondo
- Sfondami, spaccami il culo
- Scopami, dai. Scopami per bene, fammi godere come una bagascia
Inizia finalmente a scoparmi selvaggiamente, esce ed entra dal mio culo, in un andirivieni meraviglioso che mi fa letteralmente urlare al piacere.
- Si, spaccami. Così. Continua. Fottimi. Aumenta i colpi, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.
Lui continua a stantuffarmi con colpi sempre più decisi e profondi. Sento il cazzo nella pancia, lo sento sbattere e sento il rumore delle sue palle che sbattono sui miei glutei. Quel rumore cadenzato mi fa eccitare ancor di più. Il suo cazzo, ormai aveva preso il ritmo, ed entrava ed usciva tutto dal mio culo. Usciva interamente e poi riaffondava, con colpi decisi, secchi e profondi dentro il mio culo. Continua così, meravigliosamente, godevo in continuazione e singhiozzavo dal desiderio.
Ma ancora il meglio doveva venire.
Mentre mi tiene il cazzo nel culo, si alza in piedi tenendomi, posizionando le sue mani sui miei glutei. Io mi ritrovo con le gambe penzoloni attorno alla sua vita e lui, con il cazzo tutto dentro di me, mi fa andare avanti e indietro. Mi fotte così per un po'. Mi fa oscillare sul suo cazzo, che mi entra ancora più in fondo e mi procura ulteriori spasmi di piacere. Il cazzo mi entra ed esce con una frequenza sempre più alta. Lo sento duro, bello, tutto dentro di me, che mi spacca completamente, che mi svergina come mai nessun altro prima. Sento che sta per arrivare e quasi me ne dispiaccio, vorrei continuare. Anche lui è del mio stesso avviso. Infatti, rallenta i colpi e continua a sbattermi dolcemente con una cadenza più regolare e meno frequente. In questo trambusto di emozioni io lo baciavo in viso, sul petto, stringevo le braccia attorno al suo collo. Singhiozzavo di piacere e lo supplicavo di continuare. Lo supplicavo di sbattermi, di fottermi, di spaccarmi il culo, di farmi godere, di continuare quel meraviglioso andirivieni dentro il mio culo.
Continuando a scoparmi così, si abbassa e si stende sul letto ed io, sempre con il suo cazzo dentro, lo accompagno nel movimento e mi ritrovo, a candela, su di lui. I miei glutei ora sbattono sulle sue palle e, mentre mi alzo ed abbasso per continuare la scopata, gli tocco i coglioni con la mano, che passo ad arte dietro la mia schiena. Inizio a fottermi da me, mi alzo e mi abbasso sempre con più violenza. Lo sento entrare tutto fino in fondo, lo sento che pulsa e sento lui ansimare. La mia foga aumenta e mi faccio sbattere da quell’asta di carne sempre più violentemente e la farei entrare sempre di più, se ciò fosse possibile. Mentre scopiamo, ci guardiamo e ci accarezziamo vogliosi ed eccitati.
Sento che sta per sborrare. Allora, faccio uscire il suo cazzo dal mio culo e lo prendo in bocca. Lo succhio con passione, lo spompino aspettando la sborra. Voglio farmi sborrare in bocca, voglio sentire il sapore della sua sborra, voglio sentirla addosso. Infatti, dopo poco sborra con una intensità che poche vote avevo visto, e sento la sborra sbattermi sul palato ed inondarmi la bocca. La sento fluire, è così tanta che un po' esce dai lati della bocca. Infine mi strofino quel meraviglioso strumento di piacere per tutto il viso e lo coccolo come una chioccia coccolerebbe i suoi pulcini.
Sono felice ed appagato. E anche lui sembra soddisfatto, tanto che mi prende il viso tra le mani e mi bacia in bocca, mentre ce ancora dello sperma, il suo sperma.
- Bravo, mi dice, sei proprio bravo. Ho goduto come mai prima.
- Silvio, grazie per la bella scopata, ma ora vorrei scoparti io, voglio avere tutto di te, anche il tuo culo. Vuoi?
- Si, ma prima riposiamoci un po'.
Ma questa è un’altra storia.
Continua?
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9 years ago
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