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9 years ago
SexyCommunity, 35
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Le coppia più bella del mondo
Devo dire che, fortunatamente, in questi anni, ho conosciuto qualche donna e qualche coppia...
Ma una coppia come C ed E mai!
Lei è una splendida 19enne, formosa ma mai grassa, soda, caldissima.
Lui è un professionista di gran livello, persona simpatica e molto a modo.
La loro fantasia è meravigliosamente vera e condivisa. Lei gode nel guardare il suo lui eccitato. E lui gode nel vederla presa e dominata da un altro uomo.
Ho conosciuto lei in rete. Due email, una telefonata. E subito fuori per un pranzetto con entrambi. Ci siamo "piaciuti" e... dopo meno di una settimana ecco la fantasia realizzata.
Siamo andati a cena in un noto ristorante milanese. Lei si è vestita come le ho ordinato: camicetta bianca senza reggiseno, minigonna -davvero scandalosa- senza mutandine, niente calze scarpe tacco 12 a spillo.
siamo entrati nel ristorante, tutti, ma proprio tutti, la guardavano. lei godeva. lui pure... e io... pregustavo il dolce!
cenetta grandiosa, giochi soft, toccatine, palpatine... Ad un certo punto lui mi dice "vero che vuoi andare in bagno? accompagnala!". e io... "andiamo"!
saliamo le scale e la mia mano sale e la mia manina la sfiora. già pensavo.... e invece! lei, serissima, mi allontana e mi dice: "questo gioco è un gioco di coppia e io da sola con te non faccio nulla".
vabbè...
dopo cena andiamo al motel. suite, elegante.
lei è sul letto e... giochiamo davvero e... pesantemente! ma questa è un'altra storia!
complimenti E & C, siete meravigliosi! a presto!
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14 years ago
IlVenerabile, 42
Last visit: 3 years ago -
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0
16 years ago
SexyCommunity, 35
online -
lei, lui e l'altra
I due tavolini non erano vicini tra loro. anzi, erano proprio agli angoli opposti dell'elegante dehor. quel pomeriggio assolato di agosto, Lisa e Teo stavano sorseggiando un caffè, nonostante la temperatura. i discorsi erano i più diversi, dalla scuola dei figli al conto in banca, a cosa fare nel weekend. adoravano parlare, erano insieme da una vita ma mai si erano stufati di chiaccherare, come due ottimi amici. L'amore che provavano vicendevolmente era vero, saldo, assolutamente non intaccato dagli anni, anzi, fortificato da 3 lustri di vita insieme. il sesso era vissuto dai due molto intensamente, mai una crisi, un calo. a dir la verità ci fu un periodo (piuttosto breve, comunque) dove l'arrivo della secondogenita li aveva costretti a forzati periodi di "astinenza", superati però brillantemente. Nel loro rapporto dunque nessun problema. anzi, questa unione forte permetteva ai due di viaggiare con la fantasia e durante i loro rapporti erano arrivati ad immaginare una donna, un'altra donna, lì con loro. Lisa era innamoratissima e fondamentalmente gelosa di Teo ma non in quella situazione, anzi, si eccitava al pensiero... Nella loro immaginazione, questa donna aveva e riceveva attenzioni da parte di tutti e due; si, infatti a Lisa piacevano anche le donne. La scoperta la fece un giorno in una palestra che frequentava per rilassarsi dopo il lavoro. Nello spogliatoio c'era sempre molta gente, tutti di corsa e a testa bassa, doccia e via, correre, frenesia dei giorni nostri. Quel giorno per una serie di concause l'ora di palestra venne disertata da quasi tutte le iscritte di quel corso. C'erano solo Lisa e un'altra donna, Monia il suo nome. Un'atmosfera surreale permeava nello spogliatoio, vuoto come non mai. Sotto la doccia Lisa pensava già alla serata da passare in famiglia, la cena, le lotte per far dormire i bimbi... all'improvviso un sussulto, era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse che proprio nella doccia di fronte si era sistemata l'altra donna. Monia non la stava guardando. Lisa si. E pensava, "ma con tutto il posto, proprio lì?? Perchè?" Questo dubbio sulla volontarietà o meno di quell'atteggiamento la turbò,e si sentì strana. trasalì quando si accorse che mentre pensava non le aveva staccato gli occhi di dosso. Monia era molto bella (anche Lisa lo era...) e il corpo bagnato, curato e snello di Monia la attraeva. Mentre si vestivano dopo la doccia, ci fu ancora qualche sguardo, e nulla più. Nei giorni seguenti ci pensò in continuazione, a quel corpo, e alla situazione, e quasi si pentì di non aver provato un approccio, anche solo verbale. Questo rammarico la colpì sempre più con forza e fu allora che si rese conto quanto avrebbe voluto avvicinarla e baciarla, così, senza una parola. Lisa cambiò orario della palestra; aveva il terrore delle sue stesse emozioni. Aveva paura di trovarsi di nuovo a tu per tu con quel groviglio di emozioni, di eccitazione...
Questi pensieri le affollarono la mente per molti mesi; mesi in cui non fece parola con il marito sull'accaduto. Pensava segretamente a Monia, ma non voleva "materializzarla" nel letto con Teo.
Come detto, faceva molto caldo, quel pomeriggio. Il bar del centro non era affollato. Quel giorno Teo parlava, raccontava, programmava come sempre, ma Lisa questa volta (per la prima volta...) non c'era, era assente. rispondeva e commentava a monosillabi, assolutamente disinteressata. Teo stava per interrogarla per questo, era anche vicino alla collera per quell'atteggiamento! Osservando meglio lo sguardo della moglie, però, notò che era rapita da qualcosa, o meglio qualcuno che la rendeva così apatica. Teo si sporse un pò dalla sua sedia per guardare in direzione dello sguardo di Lisa (la vista di lui era impallata da una coppia di anziani coniugi al centro del dehor) e con stupore notò che le attenzioni della moglie erano rivolte ad una donna! "Scusa, la conosci?" chiese lui. lei, imbarazzata "no, perchè?" "beh, la stai fissando e non presti neanche attenzione a quello che ti dico!!" Lisa pensò a lungo se raccontargli che Monia (si, proprio lei!) frequentava la sua stessa palestra e che una volta aveva fantasticato di carezzarle il seno e di baciarla...poi decise, e vuotò il sacco. Teo non parlò per alcuni lunghi istanti; Lisa temette di averlo ferito o infastidito, invece lui era solo choccato dall'immagine che la moglie gli aveva messo davanti. In tutti e due si materializzò il loro sogno che non era andato mai oltre all'immaginazione, avere tra di loro un'altra donna. L'eccitazione dei due divenne irrefrenabile, al punto che lui con un gesto impercettibile della mano fece un gesto a Lisa come dire di andare verso quel tavolo. Lei non si mosse, troppo emozionata, troppo eccitata, anche perchè questa volta al gioco di sguardi, giocò anche Monia. Decisero di lasciare il bar per vedere se quegli sguardi avessero avuto un sèguito. Entrarono per pagare, e uscendo, con sorpresa videro che Monia si stava anch'essa alzando. I due si incamminarono, ormai non parlavano quasi più, il fiato era corto e il cervello in tilt anche perchè con la coda dell'occhio videro che erano seguiti.... Lisa non stava più nella pelle, voleva assolutamente avere la prova che non fosse tutta immaginazione, che in realtà Monia non stesse facendo una normalissima passeggiata e che lei e Teo avessero solo interpretato erroneamente sguardi e gesti...
Così senza pensarci su e senza neanche nemmeno avvisare Teo che la precedeva di un paio di passi, Lisa si infilò in un portone ombroso; con il cuore il gola attese qualche istante, sentendo i passi di lei che giungevano. Con passo deciso entrò nello stesso androne; Lisa impietrita la guradò senza riuscire a proferire parola. Fu tutto rapidissimo. La mano di Monia dietro la nuca di Lisa nell'atteggiamento di avvicinare le proprie bocche. Fu un bacio sensazionale, eterno, le mani cominciarono impazzite a frugare in ogni dove.
Teo si accorse solo dopo alcuni secondi di essere solo. Sgomento, tornò sui suoi passi, e arrivato in prossimità dell'androne sbirciò dentro. Il gran sole sulla strada rendeva ancora più buia l'ombra che avvolgeva quelle due donne avvinghiate, tant'è che lui ci mise un pò a mettere a fuoco la situazione. Non aveva mai visto niente di più bello, eccitante ed erotico.
Fu così l'inizio di un'amicizia dei tre che si continuarono a vedere; ad ogni incontro si inventarono un modo diverso per cominciare, per eccitarsi; si incontravano in giro, in posti pubblici, fingevano di non conoscersi, per poi dare libero sfogo a tutte le loro fantasie e voglie.
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6
13 years ago
leibellabisex,
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Last visit: 5 years ago
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Coppia lui bsx
A casa mia, dopo un veloce contatto via email, arrivano Sandro e Giovanna, "la coppia lui bsx solo giochi manuali e orali". Lei bruna, discreta di viso ma con un culo notevole, lui moro, occhi scuri, alto e con un fisico da atleta.
Un caffè in salotto poi sbrigativamente e con sicurezza, Sandro, il marito mi presenta la moglie Giovanna nei dettagli, sollevando la gonna e piegandola sulla poltrona del divano per farmi osservare il suo magnifico culo e spostandogli gli slip, mostrarmi la fica ben rasata di lei. Sono seduto sul divano di fronte a Giovanna e mi sono eccitato. Sandro allora estrae il suo cazzo....molto molto grosso, gran cappella...ben gonfia e lo poggia sulle labbra di Giovanna che a fatica lo prende in bocca. Sono sempre più eccitato!! Pompa davvero bene! Estraggo il mio cazzo...normale, lo accarezzo, mi sento un po in imbarazzo, ma lei si avvicina in ginocchio e con naturalezza comincia a succhiarmelo. Anche Sandro si avvicina a me, per un secondo penso che voglia farselo leccare...meno male non è così! Mi chiede invece di unirsi con la sua signora sul mio cazzo. Non faccio in tempo a rispondere che già sento la sua bocca che si alterna con quella della moglie. Che godimento due lingue sulla cappella! Poi Sandro mi lecca le palle e scende verso il buco del culo. Allargo e sollevo le gambe. Giovanna fa scendere della saliva sul mio attrezzo mentre lui cerca di penetrarmi con la lingua nel buchetto. Si alternano. Ora l'uno ora l'altra. Con le mani mi sego mentre le loro bocche mi succhiano rumorosamente.
Non resisto molto, non ce la faccio più. Sborro con un fiotto caldo e denso! Con gli occhi socchiusi non capisco bene chi ha preso la mia sborra..ma vedo loro due che si baciano e che dalle labbra...cola! Poi Giovanna fa scendere sulla mia cappella sborra e saliva mentre Sandro mi ripulisce.... Sono stremato, ma ho goduto come un porcello. Lei mi strizza la cappella per far uscira ancora una goccia e lui la raccoglie... Sono impietrito dal piacere....
Domanda: Mi è piaciuto?
Risposta: Due bocche sul mio cazzo... chi le distingueva più!
17803
6
14 years ago
TRIS,
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Last visit: 10 years ago
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La Genesi dei Nostri Giochi_2
Quella vacanza a Cadaqués stava modificando in meglio il nostro rapporto, accendendo tutti i nostri sensi imprimendo un deciso colpo d'ala alla nostra intesa!
Il giorno successivo a quella notte, che era stata di fuoco grazie alla confessione delle reciproche fantasie, ci stendemmo al sole in quella bellissima spiaggia nudista con uno spirito e una predisposizione totalmente diversa. Era tutto un bearsi non solo di sole, profumo di mare e ginestra, vento suadente che accarezzava la pelle....il senso più attivo dei cinque era diventato quello della vista.
Corpi nudi, quasi tutti belli, giovani.
Quella coppia appena una decina di metri più in là ....l'avevamo già notata qualche giorno prima.
Lei, sulla 30ina, una chioma capelli rossi naturali e fluenti, un pò mossi, fino a metà della schiena, quasi a indicare come un segnale stradale il suo lato B che partiva, come un perfetto mandolino, dallo stretto girovita creando un armonia di curve difficile da ignorare! Lui, appena più grande di lei d'età , non particolarmente atletico, ma curato nel fisico, e delicato nei modi con lei. Sono disteso a pancia in giù di fianco a Vittoria (mia moglie) che ha gli occhi socchiusi.
Le dico:
3858
7
14 years ago
Ah_LaNobileCoppia, 40/44
Last visit: 6 years ago -
usami..1 parte
….quando finalmente inizia a fare caldo io e Luca da un paio d’anni ci dedichiamo al nostro sport preferito,il trekking in montagna.Da quando ci siamo appassionati a questo ormai dedichiamo molto piu’ tempo alla montagna che al mare,la montagna ci fa sentire piu’ vicini alla natura e ci porta anche lontani dal caos e poi spesso ne approfittiamo per spogliarci nudi in qualche posto isolato e a volte ci scappa anche la sveltina ,ed e’ molto bello fare sesso in montagna in mezzo al bosco anche se solo per poco tempo.Poi a fine giornata ci si sente veramente soddisfatti e rigenerati e non vediamo l’ora di poter andare di nuovo alla scoperta di altri posti.
Ed ed proprio in occasione di un’escursione dalle parti delle 5 terre che ci e’ capitata una bella storia di cui ancora adesso solo al pensiero ci fa eccitare e manco a dirlo ancora una volta con un nostro amico di vecchia data,Marco.
Era Inizio Giugno ,ci sentiamo per telefono perche’ lui aveva visto dalle nostre foto su Facebook che andavamo a fare trekking cosi ci chiede se qualche volta lo invitiamo con noi a camminare in montagna.Marco lavora a La Spezia ,si e’ trasferito da circa un’anno dalla Sicilia per motivi di lavoro,fa il medico e finche non e’ assunto definitivo vive da solo senza moglie e figlio in attesa dell’assunzione.Con Marco tanti anni fa,circa 10 anni prima,quando era fidanzato con la sua attuale moglie ,mi ricordo come fosse ieri che eroavamo seduti in una piazza su una panchina,lui(in verita’ un po brillo) mi mise il braccio avvolgendomi la vita ma, con la mano, sali poco dopo praticamente sotto un seno toccandomelo con insistenza e senza possibilita’ che l’avesse fatto involontariamente.
Io al momento restai pietrificata e non sapevo come agire ma dopo poco mi alzai e mi allontanai con una scusa.Mi ricordo che non mi aveva dato fastidio il gesto quanto il fatto che eravamo “troppo amici” per una cosa del genere.Da allora non successe mai piu’ nulla anche perche’ fu sempre piu’ raro le volte che si usciva insieme.Poi ci un periodo di ¾ anni in cui ci siamo frequentati molto con la sua donna,nei nostri personaggi immaginari e scherzosi lui divento’ il mio amante virtuale,diceva sempre che mi avrebbe appesa a una trave di casa sua e mi avrebbe fatta in quella posizione,ovviamente solo a parole.Io questa cosa non l’avevo mai detta a Luca per paura di provocare inutili discussioni anche perche’ dopo non lo rifece mai piu’,ma chissa perche’ adesso sentivo di poterglielo dire.Quando lo raccontai a Luca anche lui mi disse che non mi aveva detto una cosa su Marco ,poi commento’ quell’evento sulla panchina in piazza dicendo che si ricordava benissimo quel periodo di crisi profonda di Marco con la sua donna ed era comprensibile che cercasse “affetto” in modi magari a volte istintivi.
Marco e’ un’uomo anche con una bella carriera in ambito lavorativo,e’ un bestione di un metro e novanta anche ben messo (un po in carne ;) ed io vicino a lui sembro una bambina di 12 anni !!.....ma quello che non mi aspettavo era quello che mi disse Luca e cioe’ che una volta Marco si graffio pesantemente durante una sciata e per fagli vedere il danno che si era procurato si abbasso’ il boxer col pisello al vento e gli mostro’ i graffi dell’interno coscia.Luca mi disse che rimase scioccato non dai graffi ma per quello che vide in mezzo alle sue gambe,non me lo disse mai perche’ non voleva stuzzicare (all’epoca) la mia curiosita’.
Marco e’ un pigrone nato e’ ci sembro’ molto strano che volesse camminare per una intera giornata ma lui ci spiego’ che aveva bisogno di “staccare” e che aveva anche voglia di stare con noi.Luca non fu subito contento di questa cosa perche’ ovviamente certe cosettine non si sarebbero potuto fare ma la prospettiva che gli mostrai subito dopo gli fece cambiare opinione.
Intanto,visto che Marco e’ medico specializzato in senologia,ne avrei anche approfittato per farmi fare una visita e poi insomma in tre da soli in montagna potevo divertirmi a fare un po di giochettini dei miei,cosi Luca si convinse che poteva essere divertente anche in tre.
Marco ci aspetto’ in stazione a Levanto da dove saremmo partiti per la passeggiata.
In macchina durante il tragitto ci raccontammo circa delle novita delle nostre cose di lavoro etc. , Luca ne approfitto’ per chiedere della visita al seno dicendo che io ero imbarazzata a chiederlo,Marco con la sua solita verve e semplicita’ mi tiro’ uno schiaffettino affettuoso rimproverandomi e chiedendomi che dovevo solo mettere le tette al vento(parole testuali)Io diventai effettivamente rossissima e l’imbarazzo divento ancora piu’ forte ,Marco mi chiese se doveva guardarmi subito o se avremmo dovuto farlo in altra sede ma Luca rispose per me dicendo “prima si fa meglio e ‘..”..cosi ci fermammo con la macchina ,il tempo di sederci dietro al sedile tutti e due e subito ripartimmo.io avevo indossato il minimo indispensabile per la passaggiata visto il caldo afoso,costume da bagno,pantaloncini cortissimi e top color celeste .Io gli chiesi quindi che dovevo fare e lui mi disse con semplicita’” tette al vento cara” e io pian pianino mi feci coraggio,pensai che in per lui vedere le tette era una cosa normale e ne perceh ne vedeva tutti i giorni, mi tolsi prima il top e poi girata di spalle verso di lui mi slacciai il costume a triangolino ma tenendolo ancora con le mani sulle tette.Lui mi disse che cosi non poteva visitare un bel niente quindi pian piano lo tirai giu’ ma tenendo i capezzoli ancora coperti e gli dissi che mi vergognavo.Comunque era la prima volta che mi spogliavo davanti a lui e in effetti l’imbarazzo era enorme.
“Dai su ,alza un braccio “ mi chiese ,io cosi feci scivolare giu’ un pezzo del costume tenendo sempre coperto l’altra parte,avevo scoperto un seno e lui comincio’ a guardare per qualche secondo e poi mi disse che a questo punto doveva tastare delle parti e chiese il consenso di farlo non a me ma a Luca,io non dissi nulla,quindi comincio’ a toccare sotto l’ascella con 2 dita e poi col palmo tutto il seno sotto,potevo solo immaginare cosa stesse pensando Luca in quel momento.Poi mi chiese di fargli vedere anche l’altro allora io ripresi parte del costume per coprirmi quello appena visitato e misi in mostra quello sinistro e lui”ma daiii..devo vederli insieme per confrontare le simmetrie” e io “oookkkey”..mi tirai giu’ tutto e rimasi a tette al vento,guardavo dallo specchietto e vedevo che Luca guardava anche lui verso di noi,poi mi girai di istinto a gurdare nelle parti basse del pantloncino di Marco per vedere se si era gonfiato qualcosa ma non si riusciva a capire bene.il “medico” mi prese entrambe le tette e le palpo’ nel consuto metodo delle visite,non mi sarei aspettata che con i pollici sarebbe andato sui capezzoli per qualche secondo ,io non lo feci notare ma mi venne un mezzo mancamento del respiro e...beh! mi bagnai…..Le sue conclusioni furono “tutto apposto”…..poi fece una pausa con sorriso beffardo e disse..”beh!,potevo farti rivestire gia’ da prima ma non capita tutti i giorni di poter mettere le mani sulle tue tette e col consenso di Luca!!” .Io gli urlai addosso provando a dargli dei pugni sulla spalla “ma sei un grandissimo figlio di ……”ottenni che nell’agitazione delle braccia le tette sobbalzarono e non mi resi conto che gli avevo offerto uno spettacolo ancora piu’ eccitante.Poi mi rivesti’ e nel mentre Marco alzo’ le sopracciglia e sottolineo’ il fatto che di tette ne vedeva tutti i giorni per cui per lui era perfettamente normale vederne tante e metterci le mani sopra.
Poi finalmente arrivammo all’inizio del sentiero e preparati gli zaini con acqua ,panini ,teli e varie cose ci incamminammo,inutile raccontare e descrivere le bellezze del paesaggio mozzafiato delle 5 Terre,bisogna andarci e anche possibilmente a piedi per capire di cosa si tratta.
Camminammo per piu’ di 2 ore senza praticamente fermarci ,tranne che per bere un po d’acqua...poi trovammo un bel posto sotto gli alberi e ci fermammo,ci venne anche fame e mangiammo quello che avevamo portato,nel mentre si chiaccherava piacevolmente finche Luca(sempre lui) si mise a racccontare quiasi nei dettagli che in quelle passeggiate era capitato di fare il bagno nudi in qualche torrente (che purtroppo pero’ non trovammo in quell’occasione) e che spesso ci scappava una piacevole sveltina..d’altronde e ‘ cero che quando una persona la conosci praticamente da sempre si scende nell’intimita’ motlo facilmente.ed ecco che quindi si parlo’ di sesso,di com’era bell farlo in mezzo alla natura ...poi mi scappo’ di andare a fare la pipi e allontanai di qualche mentro dietro un cespuglio,quando ritornai ero senza il top e solo col costume sopra e il pantaloncino perche’ faceva troppo caldo sicche Marco mi fece i complimenti.Poi si alzarono loro 2 per andare “in bagno” a fare la pipi e io non so perche’ ma d’istinto gli chiesi se potevo guardare mentre la facevano.Beh,non fu proprio casuale la richiesta , spesso mi piace guardare Luca mentre se lo tira fuori e fa li pipi,e una cosa che mi ha sempre incuriosito degli uomini ,non so se e’ una cosa tipica delle donne ma mi piace guardare e adesso avevo l’occasione di guardarne 2 insieme ,ma forse avevo esagerato?Dissi proprio che era un mio desiderio di vedere 2 uomini che fanno la pipi .Luca non aspettava altro che ci capitasse l’occasione per “trasgredire” un po infatti disse subito”siiiii,dai”,.Marco invece sgrano’ gli occhi e disse “ma voi siete fuori!!!” Luca ando’ ancora oltre e disse a me “Sandra visto che ci siamo tiramelo fuori tu e fammi fare la pipi con la tua mano”.
A quel punto inizio’ tutto il turbinio erotico della giornata,non ci fu piu’ modo di fermarci da quello che successe dopo.
Marco non credeva ai suoi occhi,nonostante mi conoscesse da anni e gia in macchina avevo fatto intendere che ero abbastanza disinibita, in quella occasione resto proprio sorpreso.Io mi avvicinai a Luca ,gli abbassai il pantalone ,gli presi in mano l’uccello e aspettai che Luca iniziasse a fare pipi,fu eccitantissimo e anche liberatorio,stare li mi dava un forte senso di liberta’.Marco fece la stessa cosa,tiro’ fuori l’uccello e fece la pipi;io non potei ovviamente non guardare,lo guardai eccome!!!
Quello che vidi ,vi dico la verita’,mi fece impressione,tiro’ fuori un uccello per meta’ gia in erezione,con una circonferenza come il mio avambraccio ma soprattutto era impressionante lo scroto,insomma aveva le palle grandi quanto il palmo della mia mano aperta.Appena rimanemmo un attimo da soli con Luca io non mi tratteni dal fargli una faccia incredula e Luca mi disse “ecco perche’ non te l’ho mai detto”,io dissi solo “porca puzzola!!!!”.
Poi ritornammo sul telo e distenderci 10 minuti prima di ripartire,Marco mi chiese se ero soddisfatta della pipi che avevo visto fare ,io risposi “moolto soddisfatta,voglio rivedervi alla prossima”...ma lui disse “beh,un desiderio l’avrei,anch’io allora,visto che mi avete parlato che fate sesso all’aperto ora sono curioso di vederci,perche’ non lo fate qui?”.....e Luca disse “subito,a mezza parola!!!”...con accento siciliano…..io lasciavo che gli eventi facessero il loro corso,non mi opponevo ma almeno dovevo mostrare un po di ritegno e dicevo”ma dai non scherzate!”intanto Luca si era avvicinato e steso dietro di me,si era appoggiato col pisello sul mio sedere,io ero sdraiata su un fianco e di fronte avevo Marco a meno di un mentre su un’altro telo.Io dicevo di non ma allo stesso tempo muovevo gia’ il sedere e spingevo verso Luca ,Luca mi mise una mano sul fianco e inizio a carezzarmi la pancia ma ben presto infilo’ le dita nel pantaloncino.Ero gia’ alle stelle,mi facevo toccare con Marco che mi guardava li davanti e con l’idea che mi avrebbe presa anche lui da li a poco per scoparmi..chissa come sarebbe stato........continua
4063
6
9 years ago
AdamDTS,
32
Last visit: 5 days ago
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la prima volta in un Club Prive
La nostra prima esperienza in un Club Prive risale al
lontano ottobre 2006.
Dopo molti mesi di ricerche e racconti di altre coppie,
decidiamo di provare un famoso club di Vicenza.
Scegliamo, come da suggerimento, il sabato sera.....ci prepariamo
e partiamo verso le 22.30 da casa. Durante il tragitto prometto ad Ely che non avremmo fatto niente....le dico.. andiamo, curiosiamo e poi ce ne
torniamo a casa. Ely per la serata aveva scelto una minigonna in jeans, canottiera e stivali, mentre Luca un classico pantalone
elegante e camicia.
Arriviamo, parcheggiamo vicini
all'entrata del locale e ci mettiamo ad osservare che tipo di gente
entra.,,,,Dopo un po' di titubanza decidiamo di rompere il ghiaccio, scendiamo
dall’auto ed entriamo!!!
Appena sbrigate le pratiche della registrazione, ci troviamo
davanti una spessa tenda rossa, la spostiamo e ci ritoviamo in una stanza molto
grande con una pista da ballo vuota circondata da divanetti e molte persone sedute che parlano. Non sapendo che fare, ci
dirigiamo subito verso l’angolo bar, ordiniamo due cocktail e
sorseggiandoli ci guardiamo attorno un po imbarazzzati.
Il locale si presenta bene, ampio non claustrofobico con
molte coppie che si intrattengono parlando tra di loro. Dopo poco il titolare
del locale, entra in pista e fa una rapida ma esauriente
spiegazione del locale....ora la serata ha ufficialmente inizio!!!Le coppie iniziano ad alzarsi dai divanetti, tuffarsi in pista e scatenarsi.
Ci buttiamo subito in pista pure noi....cerchiamo di osservare l’ambiente
e le persone. Dopo un po’ di salti in pista cominciamo a vedere alcune persone,
o meglio alcune donne, vestite in modo molto provocante.....autoreggenti,
abbigliamento trasparente,si intravededono i loro seni, alcuni
vestitini cominciavano a scivolare....il clima inizia a scaldarsi!
L’atmosfera è bollente....osserviamo che
molte coppie spariscono dietro un’altra tenda.... Incuriositi decidiamo di seguirle..... Spostiamo la tenda e ci troviamo in un lungo corridoio
illuminato solo da una luce soffusa.....camminiamo ed incontriamo nuove zone sempre meno illuminate. Il
corridoio ha pareti con fori di varie forme, misure ed altezze.
Decidiamo di fare un giro veloce di perlustrazione ed ambientazione. Una stanza
attira subito l’attenzione di Ely, dopo un po’ che osserva mi sussurra all’orecchio di portarla in bagno........
Io da bravo “navigatore†la porto quasi al primo colpo
nella zona dei bagni, lei entra ed esce poco dopo... Mi chiede di tenerle le
calze,che si era tolta visto che aveva caldo. Torniamo a girare tra i
corridoi ed Ely si ferma nuovamente nella stanza di prima.... a questo punto,
incuriosito, mi affaccio pure io!
All’interno vedo due coppie molto sensuali che giocano.....le due ragazze si baciano ed Ely mi sussurra nell’orecchio:
“Cosa aspetti....masturbarmi!â€Â
Io resto un po’ spiazzato dalla richiesta ma non mi
faccio certo pregare due volte e inizio a masturbarla.....resto allo stesso tempo sorpreso....non ho mai sentito Ely così bagnata!!!
Passiamo un paio di ore a girare tra i corridoi e a
giocherellare tra di noi.....ci viene una voglia da morire....ma ci sappiamo trattenere, gli accordi sono accordi!!!!Si riparte verso casa.....
L'eccitazione provata all'interno del locale però non ci abbandona......Ely non si sa trattenere durante il viaggio di ritorno si masturba....io non resisto....Serata autunnale e nebbia ci sono favorevoli....trovo un parcheggio lungo la strada ed accosto..sfoghiamo la nostra voglia!!!Vi abbiamo raccontato la nostra prima esperienza al Club privè....e quando abbiamo voglia di una serata un po trasgressiva si parte....soli o con amici con cui condividere serate bollenti,Â
Un bacio Ely e Luca
Â
35847
1
15 years ago
Luca_Elisa, 34/31
Last visit: 3 years ago -
a Mikonos..con lui no..c'e' l'ha troppo grosso
Ma poi arrivo' il ponte del 2 di giugno e,tra in impegno e un'altro, non riuscimmo ad organizzare qull'ultima sessione di foto anche perche partimmo appunto per la Grecia.Vacanza al mare fuori dall'Italia,per noi era la prima volta in una spiaggia all'estero e dovettimo scoprire tante cose rispetto alla nostra "disorganizzazione", per molte situazioni qui era un'altro "vivere".Dopo che Sandra mi aveva fatto capire il senso di tutto quel periodo ma anche del nostro rapporto, per me era tutta un'altra cosa,vedevo meglio le situazioni e avevo sciolto ogni dubbio,quando si e' sicuri al 110% del proprio partner e' hai una fiducia incondizionata si vive decisamente meglio ,vedi piu "lontano" e tutto diventa possibile.La vacanza inizio' alla grande,in aereo conoscemmo una ragazza che andava in ferie da sola e incredibilmente alloggiava nel nostro stesso albergo(poi tanto incredibile non era visto che non c'erano tanti posti nella piccola Mikonos )La ragazza era di Milano,parlava un sacco ed aveva un fisico da urlo anche se di viso a me non piaceva,poteva avere una trentina d'anni e a me sembo' anomalo(nella mia mentalita') che una donna andasse da sola in vacanza.
Arrivati in aereoporto,mattina presto, prendemmo un taxi tutti insieme e qui iniziarono le sorprese,il taxi era proprio sgangherato,l'autista correva come matto su strade sterrate e salutava tutti quelli che incontrava.Arrivammo pero' sani e salvi alla famosissima spiaggia di Mikonos dove subito ci consigliarano di noleggiare un motorino,cosi infatti facemmo.La nostra nuova amica presa dall'entusiasmo ando' subito in perlustrazione col motorino mentre noi invece eravamo troppo curiosi di scoprire subito questa nuova spiaggia.Dopo aver preso possesso del nostro alloggio scendemmo quindi in spiaggia,ci piacque molto,era davvero ben organizzata e tutte le strutture "artificiali" non contrastavano con il paesaggio naturale perche' erano inserite nel contesto col totale rispetto dell'ambiente.C'erano gia' molti turisti,non potemmo fare a meno di notare che almeno la meta' di loro non indossava il costume, a me questo piaceva,mi dava un senso totale di liberta e ' di VACANZA,Sandra invece la vedevo ancora un po contratta e per niente rilassata,come al solito per entrare in sintonia con la vacanza aveva bisogno di un po di tempo.Poi andammo a pranzo quindi risalimmo su all'appartamento per riposarci un po,notammo che la nostra amica non era ancora tornata,la immaginavamo gia' in mezzo a una schiera di uomini e che si divertiva da matti invece da li a poco ricevemmo una piccola sgradevole sorpresa:qualcuno ci busso alla porta ,era lei ....zoppicava vistosamente e ci racconto' piangendo che era caduta idalla moto e che forse si era rotto qualcosa,era gia' stata al pronto soccorso e le avevano detto che doveva rientrare in Italia!...ci rimanemmo veramente male e ci dispiacque tanto per lei,e poi io avevo gia' fatto dei programmini in tre ,,,che peccato.Comunque ci disse che non era molto grave ma che a Mikonos non c'erano strutture ospedaliere rassicuranti e che quindi sarebbe tornata a casa gia' in serata.
Invece noi la mattina dopo iniziammo a girararci tutti i posti e tutte le spiagge,un paradiso!!!Al terzo giorno (mercoledi)ci imbattemmo nella spiaggia che ci piaceva di piu'in assoluto e siccome eravamo stanchi di girare in continuazione ci fermammo li tutto il giorno.Nei 2 giorni precedenti,mentre andavamo in giro, non appena trovavamo un posto particolare e assolato ne approfittavamo per fare sesso ,era molto eccitante fare l'amore all'aperto,nei boschetti,in luoghi appartati di campagna,nelle spiagge a orari verso di pomeriggio o verso sera,a volte facevamo l'amore altre volte magari ci toccavamo soltanto,o facevamo delle foto nudi....uno spettacolo.Sandra ,inutile dirlo,faceva sfoggio dei suoi vestitini migliori sia al mare che la sera quando si usciva nella splendida Mikonos.Al mare minigonna o vestitino cortissimo mentre dopo i primi 2 giorni non si portava dietro piu' il pezzo di sopra del costume ,era in topless ovunque(le foto del nostro profilo sono appunto di Mikonos),ma per i i primi giorni niente nudismo.
Quindi,il mercoledi, arrivammo in questa meravigliosa spiaggia ,cercammo un posto piu' tranquillo dove cera meno gente possibile e li ritornammo sempre per quasi tutto il resto delle vacanze.Appena posizionati gli asciugamani ci gurdammo intorno ,cera un signore sulla 50ntina nudo con un bigolo lunghissimo(cosi' gli chiamavamo in grecia ),poi una signora sui 60 anni con sua figlia che sembrava ne avesse non piu' di 16,la mamma era completamente nuda mentre la figlia era in topless(bellissima ragazza tra l'altro).Dopo un po facemmo amicizia con questa famigliola che veniva da Milano mentre Sandra si scambiava dei sorrisoni col tipo 50enne che in verita' non capimmo di che nazionalita' fosse ,forse era turco.Poco piu' indietro rispetto a noi,piu' vicino alle dune,ci accorgemmo che ce'ra un ragazzo da solo sdraiato che prendeva il sole,non l'avevamo notato perche' era quasi mimetizzato fra le dune e non si era mai mosso da li finche non si alzo' per farsi un bagno,Sandra faceva fatica a distogliere gli occhi,era nudo , completamente depilato e rasato, ma in particolare aveva un pisello incredibilmente grosso ,per un attimo il mio orgoglio maschile mi fece risentire un po del mio senso della virilita' ma duro' giusto un battito di ciglia,l'"uomo" non si misura certo solo per questo.
Il ragazzo si fece il bagno e se ne ando'.Dopo circa un'ora ce ne andammo anche noi,avevamo fame e andammo a mangiare al ristorantino sulla spiaggia li vicino.Erano tutti molto gentili e simpatici,anche la musica che mandavano era particolare,si sentivamo spesso e ovunque questi brani anni 80 riarrangiati in chiave jazz.Sorpresa al ristorante ci lavorava il ragazzo che era in spiaggia dietro di noi,scoprimmo che si chiamava Ivan,ci venne incontro e ci chiese se eravamo arrivati da poco sull'isola e che ci aveva anche visti in spiaggia ,mentre lo disse si rivolse a Sandra che credo ebbe una qualche reazione ormonale.A servirci fu lui stesso e' alla fine del pranzo ritorno' da noi e si sedette chiedendoci se andava tutto bene,ci offri il caffe e l'amaro e si parlo' del piu' e del meno ,che si guadagnava da vivere lavorando al ristorante e con qualche massaggio che qualche turista attempata di tanto in tanto gli chiedevano,io gli chiesi dove aveva imparato a parlare bene in Italiano e lui tra le altre cose ci racconto che aveva lavorato in Italia 5 anni,a Milano dove aveva fatto sia il cameriere che un corso di schiatsu,Sandra disse "che bello,anch'io vorrei farmi un massaggio schiatsu,ne avrei proprio bisogno".Il giorno dopo appena arrivati in spiaggia Sandra per la prima volta (anche in vita sua) si tolse anche il pezzo di sotto, mi guardo' e disse che doveva farlo subito o non l'avrebbe fatto neanche in quella giornata,invece io ancora non avevo trovato "diciamo" il momento giusto,mi vergognavo piu' di lei a quanto pare,poi dopo una mezzora mi spogliai anch'io e trovai la cosa molto bella ,la sensazione era veramente piacevole.Era la prima volta che vedevo Sandra nuda in pubblico,.Puntuale alle 11 circa arrivo' Ivan,ci saluto e si mise al suo solito posto; in spiaggia c'erano di nuovo le solite persone ,il lungo-bigolo 50enne e la famigliola milanese mamma e figlia, in piu cera una coppia di inglesi ,entrambi biondi,molto carini,nudi anche loro che pero' avevano atteggiamenti molto da coccoloni ,Ivan sempre a mezzogiorno ,dopo che era stato circa un'ora a prendere il sole nudo ,si faceva il bagno e poi andava a lavorare al ristorante.La confidenza era aumentata,a pranzo venne di nuovo a farci compagnia e ed era molto simpatico,appena si allontano io chiesi a Sandra se quelle sue invasioni le recavano fastidio ma lei disse di no anzi e era proprio simpatico ,disse sottilineando con faccia maliziosa.Io comunciavo a intuire che ci stesse facendo un pensierino..infatti,aggiunse;peccato che c'e' l'abbia cosi grosso,forse non riuscirebbe neanche a mettermelo dentro per come e' grosso!!",io risposi con un "brutta stronza!...e la baciai toccandogli un seno ma in modo che non si vedesse.
Il pomeriggio ,quando arrivo Ivan in spiaggia,Sandra lo saluto' gia' da lontano e lui venne verso di noi,ci chiese se poteva stare li e ,come se fosse amico di vecchia data, scambio 2 chiacchere con me e con Sandra che era gia' nuda davanti a lui.Lui si spoglio qualche minuto dopo e si stese sotto al sole cocente.dopo qualche minuto si alzo per andarsi a bagnare e vidi Sandra che lo seguiva con lo sguardo poi si alzo anche lei invitandomi ad andare a bagnarci ma io la lasciai andare da sola perche volevo vedere se provavano un approccio e quindi volevo divertirmi un po a giardare la scenetta.
Non ci misero tanto,all'inizio erano in acqua altezza ombelico lontani tra di loro un paio di metri e scambiavano quattro chiacchere ,poi lei deve avergli chiesto informazioni del massaggio e lui si era avvicinato molto,era dietro la schiena e le metteva le mani sopra le spalle e sul collo,se gli veniva un'erezione l'avrebbe toccata col pisello ma visto che uscirono subito dopo constatai che non era successo.
Appena arrivata da me lei mi chiese "ti scoccia se provo a farmi fare un massaggio,me lo farebbe qui."ve bene",le risposi"aprite l'obrellone e fate pure,maaa ...rimani nuda?","certo,siamo in spiaggia"mi disse...In effetti non c'era quasi nessuno di pomeriggio,e poi che poteva succedere di pericoloso?Credo che mi sarei goduto una scena super eccitante!!
Infatti anche lui rimase nudo,lei era stesa pancia in giu sull'asciugamano,ora Ivan iniziava a spalmare l'olio che aveva preso dalla sua borsa;inizio dalla schiena ,poi passo al collo e poi i glutei e le gambe.In realta' era un massaggio fatto bene ,con professionalita' e nulla di piu';forse ,anzi sicuramente,ero piu' io che mi facevo strani pensieri di come sarebbe proseguito quel massaggio, certo lui che era di lato,quando massaggiava il collo si avvicinava tantissimo col pisello alla faccia di lei e sarebbe bastato poco per Sandra arrivarci con la bocca.Solo quando lui aveva insistito sui glutei,Sandra aveva un po sollevato il sedere,il suo pisello ebbe una reazione e si gonfio' un po,ma lui era' normale,continuava senza problemi.Conoscendo Sandra gia'sono sicuro che in quel momento stesse immaginando che piu' tardi me la sarei scopata quando mi avrebbe raccontato di quel massaggio
Infatti ,puntuale,appena ritornati in stanza,lei mi racconto' cosa avva provato durante il massaggio,disse che le era piaciuto ,anche il suo pisello ravvicinato che avrebbe voluto tenere tra le labbra della bocca mentre lui le toccava il sedere.Era il preludio a una indimenticabile ora di sesso,io la scaraventai sul letto e simulai il massaggio di Ivan ma pentrandola da dietro,lei godeva e sussurrava dicendo "ecco,cosi avrei voluto,prorio cosi".
La mattina dopo,gia' sulla moto,mentre andavamo in spiaggia,lei era eccitata e mi prendeva in mano il mio arnese mentre guidavo ,poi mi passo davanti al naso il suo pezzo del costume di sotto,se l'era tolto, prima di salire sulla moto,qualcosa mi diceva che sarebbe stata una giornata particolamnte "calda",infatti prorpio quel pomeriggio accadde il fatto piu' incredibile di tutta la vacanza e anche della nostra vita....ecco cosa accadde.
Appena finito il pranzo al ristorante,andammo al solito a pagare in cassa,io presi il portafoglio e mi accorsi che stavo per fare una figuraccia:non avevo piu' contanti con me!Va beh!,pensai pago con Carta?No,non avevano il pos,e ora?il proprietario capiva che si trattava di un disguido e addiruttura disse che avremmo potuto pagare domani o ancora piu' incredibile ci offriva il pranzo!Pazzesco,mai successa una roba simile,io chiesi invece se ci fosse una banca in zona per prelevare e loro mi spiegarono che la prima piu' vicina era a 5 KM,ma forse lo sportello del bancomat non era ancora attivato,cercarono di darci indicazioni per come arrivare ma Ivan a quel punto si offri di accopmagnarci,(altro gesto insolito in molte parti d'Italia).Dopo 4 tentativi in 4 banche diverse alla fine proprio all'ultima riuscii a prelevare i soldi necessari.Noi eravamo col nostro motorino mentre Ivan era accompagnato da un suo collega di lavoro,credo,50anni forse 55.Sandra era quasi commossa per tutta quella generosita' tanto che , mentre ci accompagnavano all'utlima banca di Mikonos , sperando che il bancomat non fosse guasto ,disse :"gli farei un pompino per come e' stato gentile con noi!Se lo meriterebbe!"Io rimasi di sasso,dissi "ricordati che pero' e' troppo grosso anche per la tua bocca"..scherzando...ma lei invece non scherzava,mi disse"dai chidiglielo tu se posso ringraziarlo con un bacio,dai...dai"e io"in che senso con un bacio,ma dici davvero?o mi stai prendendo in giro!guarda che glielo dico sul serio?!!?".Sembrava poprio convinta e non scherzava affatto,mentre eravamo in moto,dietro di loro ,mi mise la mano dentro il costume e mi afferro il pisello cercando di trasmettermni le sue rali intenzioni dicendomi "voglio fargli questo!".Allora io la minacciai che l'avrei fatto sul serio e lei disse che non ci credeva perche' ero troppo geloso!Ok,pensai io,se dobbiamo giocare allora gichiamo"Effttuato il pagamento presi in parte Ivan e gli dissi un po a bassa voce,"senti Ivan,Sandra ti vuole ringraziare per tutto quello che hai fatto per noi,vuole darti un bacio"Lui sgrano gli occhi e disse "Un bacio?,non c'e' problema,e' un piacere per me"..Non aveva capito bene"Si ma vuole ringraziarti e darti un bacio non qui magari,spostiamoci con i motorini verso la spiaggia"Adesso forse Ivan aveva capito e non disse niente, prese il motorino e ci dirigemmo verso la strada di ritorno,a circa 2 KM ci fermammo in una bella capagna a poche centinaia di metri dalle spiagge e dal suo ristorante,20 metri dentro una stradina dove in teoria non passava nessuno ma il rischio comunque c'era.Sandra non disse niente durante il tragitto,io scesi dal morino e parcheggiao,Sandra scese e si sedette sulla moto,vicino a un muretto con degli alberi,c'erano ruderi di una casa abbandonata li a 5 metri.Anche loro parcheggiarono ,Ivan venne verso di noi e il suo collega di lavoro rimase li ,a un paio di metri seduto sul motorino,Sandra mi sussurro' che non dovevo allontanarmi da lei per nessun motivo e che dovevo stare attento nel caso arrivasse qualcuno.era accitatissima.
Ivan si avvicino' e sorrise verso di noi,aveva un'aria un po da ragazzino,Sandra si giro' verso di me e mi diede un bacio sulla bocca,io ero dietro di lei dall'altro lato della moto,ivan a quel punto disse "ma non devevi ringraziare me con un bacio?"Lei non disse niente ,lo guardo',si avvicino di piu' e...gli diede il bacio sulla bocca!Cazzo l'aveva fatto veramente!Io avevo il cuore a mille,ero li dietro e vedevo Sandra che stava gia' usando la lingua,lui l'abbraccio' e' incomincio' a toccarla dietro la schiena e poi sotto la gonna,lei non perse tempo,gli abbasso subito i pantaloni,poi i boxer e gli tiro' fuori quell'enorme uccello,non era del tutto eretto,erano entrambi in piedi e quando Sandra inizio' a fare su e' giu' dolcemente con la mano allora divento grosso veramente..lui la baciava e ora le sbottonava in paio di bottoni davanti del top,non aveva ancora il seno completamente fuori ma si vedeva gia' quasi tutto ,lui gli ando' con la mano a cercare un capezzolo,ora col palmo cercava tutta la tetta e la massaggiava,con l'altra mano era sulla sua patatina.Sandra stava cosi' offrendo le sue (e' mie) adorate tette a questo ragazzo conosciuto solo qualche giorno prima ,ora maneggiava il suo arnese e se lo portava sotto la gonna come per strofinarselo sulla sua patata,anche lui con le dita aveva iniziato a masturbarla sotto, .Ma le sorprese erano appena iniziate,Sandra mi fece cenno di guardare di fronte a lei,io vidi il suo amico che si era tirato fuori il suo pisello e si stava toccando,Sandra sembro' eccitarsi ancora di piu' allora fece sedere Ivan sulla moto e lei gli si mise di fronte dando pero' la vista del fondoschiena al suo collega ,prese il pisello di Ivan tra le tette.abbassandosi un po in avanti, e iniziando a strusciarselo sul seno, avvicinava il pene ai capezzoli,notavo che non lo prendeva in bocca ma potevo immaginare il perche',io ero li e vedevo le sue tette che avvolgevano il pisello di Ivan. la minigonna svolazzava lasciando vedere i glutei da sotto.Poi Sandra mi chiamo ' a se e mi chiese sotto voce se avevo con me un preservativo ,io dissi "certo",credevo mi chiedesse di indossarlo anche se non lo usavamo,invece mi fece segno di darlo al quel suo amico;"cooosa" ,dissi io sottovoce,"dai,dai,,,fammi divertire ,lo so , tanto ti stai divertendo anche tu..."era proprio decisa a farsi fare...nel frattempo il tipo si era avvicinato, io gli diedi quel preservativo che lui indosso 'in pochi secondi ,poi massaggio per qualche secondo i glutei di Sandra appoggiando li il suo membro e facedogli sentire che stava per penetrarla,Sandra nel frattempo teneva in mano il pisello di Ivan ,poi successe quello che nessuno si sarebbe aspettato prima,,il tipo prese il suo uccello in mano ,lo diresse verso Sandra e inizio a entrare con la cappella,il fatidico momento era arrivato!Ora le sollevava delicatamente la minigonna ma non del tutto ,giusto quel po per poter entrare senza fastidi,lei non aveva il costume di sotto e i glutei erano scoperti solo per meta' ,lui l'aveva vista prima e gli interessava solo farsela senza perdere troppo tempo per "sistemare" i vestiti ,pian piano inizio' a scoparla,lei iniziava a emettere gemiti ogni volta che lui la penetrava, di lato vedevo il pisello di quel tipo che entrava e usciva da dentro i glutei di Sandra,,,se la stava scopando li all'aperto davanti a tutti noi,poi lui gli mise le mani davanti alle tette,tirando giu il top,adesso le tette erano completamente al vento e in quella posizione sembravano molto piu ' grosse,lui se le palpava con tutte e due le mani tirandosi a se Sandra mentre continuava piano a scoparsela,dava veramente l'impressione che se la stesse gustando fino in fondo, ....non capivo se lei fosse gia ' venuta,credo di si ,vidi Ivan che continuo' a toccarsi con la sua stessa mano avvicinando, praticamente attaccato alla guancia di lei il suo membro che visto cosi' era piu' lungo della testa di Sandra che ora con le labbra aperte lo mordicchiava facendoci immaginare che a un tratto l'avrebbe fatto scomparire nella sua bocca ,con l'altra mano lui toccava il seno di Sandra,Ivan venne dopo qualche secondo mentre il suo amico la faceva voltare di fronte a se,la accomodo' sul sedile della moto ,lei allargo' le gambe e mentre mi guardava permise a quel tipo di farsi scopare un po in quella posizione,prima di ogni colpo che lui le dava tirava fuori quasi del tutto il suo pene poi rientrava dolcemente lasciandolo tutto dentro qualche attimo in piu' poi sempre piu velocemente ripeteva la stessa azione,lei tutte le volte mi guardava e si mordicchiava sensualmente le labbra ,lui la sollevo per i glutei tenendola con tutte e due le mani ,io in quella posizione non vedevo piu' nulla ma dai colpi si capiva che riusciva a scoparsela bene anche in piedi,infine si adagio' a terra e fece sedere Sandra sopra di lui,con la classica mossa lei gli prese in mano l'uccello che era dietro la sua schiena e se lo infilo' da sola dirigendolo verso le labbra della sua patatina,io vidi tutta la scena,ora era lei che scopava facendo avanti e dietro e su e giu',la vista dalla mia posizione era incredibile,si vedeva tutto il pene che affonadava fin in fondo e lei ,tette al vento , un po si toccava lei stessa la patata e il seno un po era lui a toccarla ,godeva come una matta e mi guardava spesso,il tipo venne dopo qualche secondo e venne dentro di lei (ovviamnte aveva ancora il preservativo).Poi,convenevoli,risate e simpaticismo e via sul motorino a casa,prima Ivan,ci informo' che il giorno dopo ci sarebbe stata l'inaugurazione stagionale del discoteca del ristorante e ci stava invitando.
Non ci credevo ancora che tutto cio 'era accaduto...ma sentivo che oramai eravamo maturi per poter vivere queste emozioni senza problemi.
Andammo in stanza , entrambi sfiniti per l'emozione ,dormimmo un paio d'ore,Sandra al risveglio disse che era stato come un sogno,disse che si sentiva una donna speciale perche' era mia e per me avrebbe fatto qualsisasi cosa con me,ma io avevo una domanda da farle:"perche non ti sei fatta fare da Ivan visto che ti piace tanto?"lei mi spiego:"perche' quando ho visto il suo amico che se l'e' tirato fuori io mi sono subito immaginata che mi avrebbe scopata prendendomi da dietro come sai che piace a me,ero troppo eccitata perche' avrei potuto realizzare quella fantasia e ho agito di istinto,e poi il pisello di Ivan e' troppo grande e avevo un po paura che mi avrebbe fatto male e che avrei creato imbarazzo generale...avevo una gran voglia di prendermelo in bocca a farti godere della scena ma poi lui avrebbe provato a scoparmi ed e' per questo che non l'ho fatto ma adesso te la faccio io la domanda:perche' tu non hai partecipato?...io risposi:"primo perche' era la tua "giornata storica",secondo motivo perche' un film cosi non potevo perdermlelo e ed stato stupendo guardare la mia attrice preferita,terzo motivo...a proposito di attrici ho registrato il video" Lei mi salto' addosso mezza nuda e mi prese a pugni scherzando e urlandomi che l'avevo imbrogliata.....che bella sensazione sentire le sue forme sul mio corpo anche cosi era fare sesso..Io la sera rilfettei molto tra me e me , adesso eravamo a un'altro un bivio:fermarsi o continuare in un percorso sconosciuto e forse pericoloso ;con Sandra eravamo entrambi daccordo che avremmo douto fermarci ma prima... un'ultima follia......che vi raccontera' Sandra
67114
3
11 years ago
AdamDTS,
32
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IL MIO MIGLIORE AMICO
Caterina ed io siamo sposati da anni, abbiamo due figli e siamo ancora molto innamorati.
Durante i nostri rapporti spesso fantastichiamo su cose molto trasgressive, ma in realtà non abbiamo mai messo in pratica le nostre fantasie.
Qualche sera fa, facendo l'amore le ho confessato che al mondo esiste un solo uomo dal quale la potrei vedere scopata senza nessun problema... il mio migliore amico Andrea.
Al momento non ha detto nulla.
Ieri sera Andrea è venuto a cena da noi (ultimamente viene spesso in quanto è stato lasciato dalla moglie).
La serata è trascorsa normalmente fino a quando abbiamo messo a letto i bambini.
A questo punto ho confidato ad Andrea che Caterina si è rifatta le tette qualche mese fa e che non l'avevamo detto a nessuno, subito il suo sguardo si è posato sulle belle tette di Caterina...allora ho colto la palla al balzo ed ho invitato Caterina a fargliele vedere.
Con mia sorpresa lei non ha detto nulla ed ha sollevato maglietta e reggiseno mostrando le sue tette meravigliose. Ho colto sul viso di Andrea un'espressione mista fra stupore e desiderio e toccandole le tette l'ho invitato a fare altrettanto per sentire quanto fossero dure.
Andrea non si è fatto ripetere l'invito e a quel punto le splendide tette di Caterina erano in preda alle nostre quattro mani fino a quando è scattata la molla... Caterina mi ha abbracciato e baciato con passione...avevo capito che eravamo giunti al punto di non ritorno.I capezzoli di Caterina erano durissimi ed Andrea li baciava e li leccava con dolcezza, sentivo i mugolii indistinguibili di mia moglie e alla fine, accertato che i bambini dormissero, siamo finiti in camera da letto.
La cosa che più mi ha sorpreso di Caterina è che appena sdraiata su letto ha allargato il più possibile le sue belle gambe come per offrirsi a tutti e due...e qui è iniziata l'esperienza più intensa della mia vita.
Per interminabili minuti abbiamo baciato il suo corpo,l'abbiamo leccata ovunque, l'abbiamo fatta venire con le nostre lingue, poi ci ha invitati a penetrarla. Non dimenticherò mai il brivido che ho provato nel vedere il cazzo di Andrea entrare nella figa di mia moglie e vedere i suoi sussulti di piacere e sentire i suo gemiti sotto i colpi del mio migliore amico. Per interminabili minuti l'abbiamo chiavata chi in bocca chi nella passerina completamente bagnata...quasi impazzivo quando l'ho vista venire avvinghiandosi ad Andrea.L'abbiamo fatta venire altre due volte ,in tutte le posizioni, poi stremata ci ha messo in piedi, si è inginocchiata ed ha cominciato a spompinarci come solo lei sa fare.
Vedere la sua calda lingua sulle nostre cappelle è stata un'esperienza unica , vederla ingoiare insieme i nostri cazzi è stato qualcosa di paradisiaco , ma il bello è stato alla fine quando le siamo venuti contemporaneamente in bocca e lei ha avidamente ingoiato tutto sentendo il sapore mescolato del nostro sperma. Non contenta ha strizzato dalla base i nostri cazzi per non perdere nemmeno una goccia del nettare che le piace tanto.
Esausta l'abbiamo messa a letto e mentre l'accarezzavamo dolcemente le sussurrato
"lo faremo un'altra volta , amore mio?"
e lei guardandomi con i suoi bellissimi occhi verdi
"tutte le volte che vorrete, amori miei".
36146
1
17 years ago
coppiabs,
46/43
Last visit: 12 years ago
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Una Storia Breve
I due pullman si
fermarono davanti all’albergo. Era una costruzione invecchiata male, palazzone
nato anonimo; ora gli insulti del tempo mettevano in risalto la sua natura di
casermone suburbano. Un modesto albergo di periferia insomma, buono per tasche
leggere, per gente poco esigente, per studenti in gita scolastica appunto. Da quei due pullman, una sera di maggio
inoltrato, gli studenti dell’ultimo anno di un liceo di M e alcuni dei loro
insegnanti, sciamarono accaldati e stanchi, dirigendosi al bar dell’albergo.
Una volta che la giovane masnada fu ristorata cominciò per la professoressa di
matematica l’ingrato compito di organizzare le pratiche di registrazione alla
reception, aiutata in questo da un vinto
ma poco convinto annoiato collega.
La prof. di
matematica era una donna dall’apparenza anonima; non si poteva di lei dire che
fosse brutta, ma non promanava da essa alcun segnale che non fosse
convenzionale e prevedibile.
Sembrava in realtà possedere tutte quelle doti che rendono una
persona gradevole, ma a queste qualità mancava quel lievito che la gente chiama
fascino.
Era piuttosto alta, snella, un viso pallido incorniciato da
capelli neri di media lunghezza, appena mossi. Gli occhi erano bellissimi, con
un disegno squisito di sopracciglia che sarebbero potute diventare impertinenti
o sbarazzine se una risata vera avesse tentato le sue labbra.
Di lei nessuno della scuola sapeva niente. È vero pure che
non era del posto, veniva infatti da un paesino del nord, e 4 anni di
permanenza nella sonnolenta cittadina di M non erano bastati a tirare fuori
nulla da lei. Nemmeno le più intrepide ficcanaso del paese erano potute andare
oltre banali congetture. Viveva totalmente immersa nella visibilità che in
genere ha un’insegnante che lavora in un piccolo centro, ma appena oltre il
cono di luce tracciato dal suo ruolo professionale, era come se ci fosse il
nulla.
Quando, finalmente, tutti ebbero le stanze assegnate, vi fu
un accenno di tregua, accompagnato da un sentore di frescura portato dall’imbrunire.
Durò poco la pace. Meno di un’ora dopo gli studenti andavano
per i corridoi , chi per visitare e curiosare nelle stanze degli altri, chi per
il solo piacere di fare confusione.
Alla fine, come Dio volle, fu l’ora della cena; gli
insegnanti cercavano di spalmare i più turbolenti nei tavoli dove i buoni
fossero maggioranza qualificata. Le femmine per lo più si gingillavano con i
cellulari . Finirono verso le 23. L’indomani c’era la visita al sito
archeologico dove “quello di storia dell’arte”, quello mezzo sordo, avrebbe,
con il suo charme, finito l’opera del sole cocente e della stanchezza.
“Sveglia alle 6,45 dunque”, ripeteva il corpo insegnanti ai
più ostinati che ancora cincischiavano tra la hall e il bar.
Venne poi il momento della nanna; tutti gli studenti erano
nelle camere; si sentiva di tanto in tanto qualche tonfo e qualche risatina
soffocata, ma, in sostanza, la giornata sembrava conclusasi bene.
Verso mezzanotte, a controllare che tutto fosse a posto, a
girare per i corridoi era la prof. di matematica.
Dopo cena si era cambiata d’abito e adesso priva dell’
“uniforme”, sembrava una delle tante pensionanti dell’albergo.
Passando dalla camera “12” sentiva voci di giovani donne
evidentemente allegre. La prof sorrise lievemente e andò oltre per completare
il giro.
Al ritorno, quando era sul punto di ritirarsi, la sua
attenzione fu attratta dalla “12” dove francamente si cominciava ad esagerare.
La chiacchiera si era fatta ora alta e le risa erano perfettamente udibili per
tutto il corridoio. Decise d’intervenire e bussò con discrezione alla porta. Ad
aprirle fu una biondina, Silvana, sua alunna, secondo tentativo all’esame di
Stato. La prof. fece un metro dentro la stanza e non aveva ancora cominciato
con la paternale come da protocollo, che un odore pungente d’alcol leticò le
sue narici: Silvana comprese di essere stata scoperta, tanto più che le due
compagne di stanza sguaiatamente chiedevano chi fosse a disturbare a quell’ora.
La prof, a quel punto, entrò con decisione nella stanza; le altre due, Giulia e
Maria, erano nello stesso lettino mezze
nude. Una bottiglia di spumante toglieva alla prof. ogni dubbio sulle cause
dell’alito di Silvana.
La prof. non fece in tempo a partire con la rampogna di
prammatica che le risatine andavano e venivano da quei tre volti maliziosi ed
ebbri.
Giulia, una mora la cui pelle ambrata parlava piuttosto che
di studi e di ansie da vigilia degli esami, di mare e tintarelle, disse con
voce fintamente piagnucolosa:” prof, ha tutte le ragioni del mondo ma oggi
faccio diciotto anni e stiamo festeggiando. Sono anch’io nel club delle
maggiorenni e sarei felice se lei si unisse a noi per un brindisi. Non mi dica
di no la prego; siamo in gita e vorremmo vederla un po’ rilassata”. Cosi’
dicendo porse all’insegnante la bottiglia con aria fintamente supplichevole.
“Ti faccio tanti auguri e….. d’accordo, vediamo che spumante
avete rimediato”. Chiese poi un bicchiere ma Giulia disse che direttamente
dalla bottiglia sarebbe stato più cameratesco.” Noi tre siamo molto intime e
condividiamo tutto”, fece la ragazza con un largo sorriso. La prof annui’
cercando con un sorriso forzato di nascondere l’imbarazzo che provava davanti a
quella che le sembrava una sfida; portò quindi
alle labbra la bottiglia e ne cavò un lungo sorso di freddo liquido
giallo.
“E lei dove ha festeggiato i suoi diciotto anni?” chiese
all’improvviso Maria. “Ero in collegio, un collegio di suore, grande
disciplina. Ricevetti quel giorno solo una telefonata dai miei e da una suora
un paio di babucce da notte”. Ricordo che quel giorno fui anche punita per
avere rotto la regola del silenzio al refettorio”, rispose la prof.
“Essere puniti”, continuò Giulia, “è la condanna e il
privilegio di quando si è ragazzini e il mio tempo per queste cose scade
proprio oggi”.
“E’ vero ,” disse la prof quasi parlando tra sé, ”da
ragazzina sei controllata, comandata, se sbagli paghi ma questo ti protegge ;
sono gli adulti, alla fine, a prendersi tutti i carichi “.
“Senta,” disse Giulia, “d’ora in poi sarò responsabile di
tutto ciò che farò, ma stanotte voglio essere la ragazzina che ero fino a ieri;
poi lei mi deve un regalo e a una diciottenne non si rifiuta nulla”.
“Cosa posso fare per te”? chiese la prof. “Lei mi deve
punire” prosegui’ la ragazza. “Stanotte sono, voglio essere ancora una
ragazzina da correggere, da proteggere e lei ora è qui, l’insegnante piu’
severa e dura della scuola”. La prof arrossi’ violentemente e sforzandosi di
sorridere le chiese di cosa dovesse essere punita. “Ma perché le ho rotto le
balle tutto l’anno e gli altri passati, perché nessuno in casa mi ha mai
raddrizzata, perché tutti i ragazzi che ho avuto mi hanno viziata e…..perchè
stasera qui c’era alcol” disse Giulia . “E che punizione dovrei darti”? chiese
la prof con voce roca. “Lei mi deve dare una punizione corporale, un’esemplare
punizione vecchio stile, devo essere raddrizzata per tante cose e voglio che lo
faccia lei. Mi dia una lunga, vera, seria, autoritaria sculacciata.”
La prof impallidì, si alzò e fece per uscire dalla stanza ma
fu bloccata sulla porta dalle altre due ragazze che, ormai ubriache,
sghignazzavano senza ritegno. Quando fu riportata in stanza l’attendeva il
corpo nudo di Giulia raccolto a gomitolo, la testa incassata fra le spalle, le
ginocchia puntate sul letto: l’abbronzatura non era completa, le sue natiche si
ergevano bianche come una luna di latte. Un’ombra di seta nera e lucida si
intuiva tra le cosce sode, appena disegnate da lievi e guizzanti muscoli. La
figura si chiudeva coi suoi talloni che sembravano due picchetti d’ambra sulla
neve del lenzuolo.
L’insegnante era come svuotata, sembrava perduta davanti a
quella vista. Lei si sentiva più nuda di Giulia e sentiva che “la
professoressa”, il suo personaggio, la stava abbandonando, lasciandola in balia di quei sei occhi che avevano
comunque capito di lei qualcosa , e lei, la parte più intima di lei, si
liberava con vergogna e con sollievo della parte più inutile di sé stessa, del
suo involucro, come serpente che fa la
muta.
Era calato un silenzio irreale e la prof. si avvicinava alla
luna inevitabilmente, dolorosamente, e la sua mano destra scaricava tremante
dei colpi , dei meteoriti che la luna, quella luna assorbiva indifferente. I
colpi si fecero duri, cattivi ma Giulia non emetteva un gemito; la sua
reattività era in quel culo che sempre più spavaldamente si offriva al dolore
sempre più caldo e feroce, e nei suoi alluci che lei puntava sempre più
convulsamente nel materasso.
I colpi a un tratto si attenuarono, divennero più stanchi; la
tensione era calata e l’insegnante ora consolava la luna ,la luna divenuta ora
rossa.
I colpi divennero benefico massaggio, perdono, pace, e in
quel silenzio si udi’ Giulia mugolare sordamente. La prof, molto lentamente,
molto deliberatamente cominciò a spogliarsi e quando rimase nuda le tre
ragazzine restarono senza fiato. Davanti a loro la bellezza, libera da
infingimenti e da maschere diventò la bellezza, verità, disvelarsi completo di
un’anima, dei suoi desideri.
Giulia fu di colpo investita da dietro da una bocca, da due
labbra aride assetate di umori, e gli umori arrivarono e lei li assaporò tutti
passando dalla stillante vagina bagnata di chiari e trasparenti dolcezze
all’aspro sapore amarognolo che quel culo le offriva. Una lingua può muoversi
agile e spietata come un serpente, e quel piccolo rettile imperversava sopra,
sotto, dentro Giulia; era una serata umida e gli umori della ragazza, spremuti
a forza, si mescolavano con la pesantezza dell’aria e i corpi, la pelle,
diventarono scivolosi, sfuggenti, e a quel punto Giulia si senti’ arpionata,
catturata dai morsi di lei che non se la voleva fare sfuggire, come il pesce
grosso fa col pesce piccolo.
Una lotta, una
sorpresa per Giulia che non aveva immaginato chi, cosa fosse quella donna, pur
avendo di lei vagamente intuito qualcosa.
Una liberazione folle, dionisiaca, era quella dell’insegnante, trasformata in una divinità
antica, oscura, terribile.
Le Furie della passione imperversavano in quella piccola
stanza come tromba d’aria che tutto risucchia al suo passaggio, e quello fu
anche il destino delle altre due, Silvana e Maria.
Avevano esse evocato qualcosa e ora questo demone le
torturava con quella sapienza che si alimenta di silenzi, di dissimulazione,
dell’ombra in cui lei si era relegata, in cui era stata relegata . I loro corpi
divennero fragili strumenti di chi sapeva tanto desiderare e tanto bene
nascondere.
Raggiunsero Giulia e l’insegnante il climax, con le due
gregarie messe a leccare davanti e dietro la padrona mentre questa baciava
Giulia. Si baciavano e si guardavano negli occhi dicendosi tutto con quegli
sguardi.
Poi la tensione scese e le due gregarie, le due comparse,
sparirono distrutte, in un sonno
pesante, nero d’inchiostro.
Rimasero la prof e Giulia abbracciate a guardarsi in
silenzio.
A un tratto nella stanza si udi’ una voce nuova che fece
trasalire Giulia. Era lei, la vera lei che ora parlava. “ Volevi sapere dei
miei diciotto anni e della mia festa? Ti ho detto la verità. Io dico sempre la
verità. Una ragazza, un piccolo regalo, le babucce, una monaca, una punizione.
Vero, tutto vero, ma indovina ora chi fosse cosa. Vediamo: c’è una ragazza
attraente, molto attraente che compie gli anni, i suoi diciotto anni in un
collegio femminile. C’è una suora molto rigida, molto osservante, tutta d’un
pezzo che ha una crepa nel suo muro di certezze, un tarlo che scombicchera
tutto, Lei, Lei, Lei. E io, io con le mie stesse mani feci queste babucce per
Lei e Lei quando le vide Lei rise a questo regalo inaspettato, inconsueto. Quella notte volli fargliele provare, gliele
infilai io, io poi accarezzai quei
piedini che mi avevano fatto impazzire quando la vedevo in giardino correre
scalza, io la baciai tutta cominciando proprio da quei piedi e mi feci baciare
tutta, io profanai il suo candore come, esattamente come voi tre pensavate di
fare con me”, e qui la prof si mise a ridere sommessamente, beffarda, amara.
“qualcuno però vide e parlò. Io fui cacciata, cacciata con molta discrezione ma
cacciata e per mantenermi agli studi feci l’operaia, la baby sitter, la
bracciante stagionale. Da allora nessuno più, uomo o donna che fosse, nessuno.
“Posso dire che sono una donna che si è fatta da sé,” e qui tacque mentre
lacrime calde lasciavano i suoi occhi disperdendosi in dolorosi rivoli.
Poi incontrai te e ti ho amata, ti amo da tre anni e ho
immaginato tante volte di fare l’amore con te e tu e queste sceme mi provocate,
mi tormentate, volete vedere cosa cela la vostra rigida, intransigente
insegnante di matematica.”
Giulia piangeva come una bambina, tremava, cercava il calore
di lei. “Ti amo, ti ho sempre amata anch’io, ma come facevo a dirtelo, a
fartelo capire? La faccenda di stasera era uno scherzo per queste due cretine e
per me una sfida, era dirti che esisto,
magari per fare la stupida, ma esisto.”
Fecero l’amore e quello fu amore: entrare nell’altra con
delicatezza, sommessamente, per poi portare la passione trattenuta e compressa
da queste sfibranti dolcezze a esplodere in raptus di piacere, in follia di
gesti, in simboli di possesso, di
sottomissione e poi…. poi un sonno, poi
un profondo sonno, una tomba buia che di colpo le inghiotti’.
“Cara Giulia, amato amore mio, mia meravigliosa donna di
diciotto anni e un giorno; stanotte hai scoperchiato due anime, la mia ma
soprattutto la tua. Volevi ieri in regalo una punizione, ti ho accontentata.
Hai scoperto l’amore ora scoprirai l’abbandono. Vado via e tu sei grande, o
meglio, sarai grande se saprai leggere tra le pieghe di tutti gli amori che avrai, la precarietà
dell’amore che è poi l’essenza della vita stessa, perenne tensione verso la
felicità che si risolve sempre in dolore. Hai perso l’innocenza perché l’amore
fa diventare adulti e nessuno se non te stessa ti può salvare dalle sofferenze,
dalle sconfitte, dagli abbandoni. Benvenuta nel mondo dei grandi, dove la vita non
ti fa sconti e dove, dopo una sculacciata, non ti sentirai assolta e libera
dalle colpe, ma solo un poco più stanca, un poco più disperata, forse un poco più sporca. Il tempo dei giochi è
finito, infinito amore mio ”
Questo biglietto trovò Giulia il mattino seguente.
Si seppe a colazione che l’insegnante di matematica era
“rientrata a casa richiamata da gravi problemi familiari.”
La scolaresca non fu troppo afflitta dalla notizia; un
guardiano in meno.
Quella sera Silvana e Maria si ubriacarono e fecero sesso
ancora più sfrenatamente. Giulia passò la sua prima notte da maggiorenne
bagnando di lacrime un biglietto ormai diventato azzurrino e molle come una
banconota finita per sbaglio in lavatrice.
L’anno seguente all’ istituto di M arrivò la nuova prof di matematica.
3281
5
10 years ago
Ofelia_e Cassio,
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Last visit: 10 years ago
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Il massaggiatore
In tanti mi avevano contattato per provare a sedurre Giada...la proposta piu' interessante era arrivata da Antonio....un massaggiatore professionista..che mi aveva consigliato di inventarmi dolori alla schiena e alle spalle per poi contattarlo e farlo venire a casa nostra..!! Avevo conosciuto Giada che aveva appena da poco compiuto i 18 anni..e che, fervente attivista nel locale oratorio..in qualita' di catechista...non aveva mai baciato un ragazzo prima di quel momento...!! Poi un invito al cinema dopo la pizza...una passeggiata in quella calda serata estiva...e un bacio furtivo sotto casa sua...! A 23 anni era diventata mia moglie..... Lei non aveva avuto niente da obbiettare alla mia idea di contattare Antonio....manifestando pero' perplessita' sul fatto che qualche massaggio avrebbe potuto risolvere i miei problemi!..e la sera stessa ..on line..io lo avevo contattato: sarebbe venuto a casa nostra giovedi pomeriggio per massaggiare me..ma col chiaro intento (in accordo con me)..di riuscire a convincere anche lei.... Per Giada, il sesso era sempre stato un optional..sin dai primi giorni della nostra storia: e nemmeno il matrimonio e i successivi anni che seguirono l'avevano naturalmente cambiata..!! Certo..erano stati fatti notevoli passi avanti, ma solo perche' lei aveva voluto accontentarmi e non perche' davvero sentisse l'esigenza di certe cose!! E così..per esempio aveva acconsentito a darmi accesso al suo "lato B"...cosa per altro che dopo i primi mesi di "praticantato"...si era trasformata da "fastidiosa" e "dolorosa"....in qualcosa di molto piacevole anche per lei...che definiva l'orgasmo anale......."diverso"...ma molto piu' intenso di quello vaginale.... Aveva acconsentito a farsi fotografare nuda....o in pose molto sexy...e sempre e soltanto per esaudire i miei desideri...!! Si era poi dimostrata eccitata all'idea che io avessi idee da cuckold...anche se lei stessa amava chiarire che si trattava solo ed esclusivamente di "fantasie".... Antonio arrivo' in perfetto orario presso la nostra abitazione...e Giada lo aveva accolto con un sorriso .....offrendogli un caffe' e dimostrando simpatia nei suoi confronti (io forse le avevo colto nello sguardo anche un lampo di ammirazione e desiderio?). Antonio era un bel ragazzo con un gran bel fisico ...abbronzato, capelli scuri e occhi verdi..che emanava un fluido magnetico ad ogni sguardo... Era stato molto professionale .... poi aveva chiesto a Giada con gentilezza e garbo in quale locale della casa avrebbe potuto praticare il massaggio; lei lo aveva condotto nella nostra camera da letto....l'unico luogo in cui il tutto avrebbe potuto svolgersi con comodita'...sia per lui che per me....! Lei non immaginava minimamente quello che stava per accadere.... Antonio mi aveva fatto spogliare e sdraiare sul letto (avevo tenuto su solo gli slip)..e poi aveva cominciato a cospargersi un olio sulle mani e poi ne aveva versato abbondantemente anche sula mia schiena... Tralascio la descrizione di quel massaggio.....ma vi lascio solo immaginare la mia eccitazione e la tensione interiore.... Dentro di me si mischiavano paure...desideri...... ...come se la sarebbe cavata Antonio?..sapeva quello che faceva...?? ...al telefono, qualche ora prima del suo arrivo, mi aveva solo detto... " tu devi solo sparire...al resto penso io..." ..ma perche' dovevo sparire....?? e per quanto tempo?...io dovevo guardare....dovevo assistere...!! E Giada?..come avrebbe reagito? Mia moglie era sempre stata una moglie modello...e in quel periodo frequentava ancora con regolarita' l'oratorio....la chiesa...si offriva spesso per azioni di volontariato o simili...insomma ..una gran brava ragazza!! Giada aveva assistito a quasi tutta la sessione di massaggio...allontanandosi di tanto in tanto per svolgere chissa' quale piccola mansione...!! "Com'e'...e' piacevole?"...mi aveva chiesto ad un certo punto!! "Si...e' fantastico"..le avevo risposto io...."una sensazione di intenso benessere..." .era il momento!! quello che Antonio...ed io.. aspettavamo da giorni... " vuol provare anche lei?"....le aveva domandoato lui..."le va..?" Giada mi aveva guardato.....e ad un mio cenno col capo..lei rispose:..."..e perche' no?" Mi ero rivestito molto rapidamente....quasi volando...mentre lei con un certo imbarazzo cominciava a spogliarsi.... Si era fermata piu' di una volta...quasi come se stesse per ripensarci...poi Antonio l'aveva invitata a proseguire con lenta fermezza... ...Giada mi cercava con lo sguardo....e ad un certo punto mi si avvicino' dicendomi..."...ma tu non te ne andare..." Aveva addosso un completino di pizzo favoloso....che le avevo regalato per il suo recente compleanno...e sfilando la gonna..si rese conto che era un po' troppo ose' per quella situazione.... Ma era troppo tardi...io la invitai a continuare... Assistere a quello stupendo massaggio era qualcosa di sublime...fantastico...inimmaginabile......eccitante da morire... ...pensavo a quale scusa avrei potuto inventarmi per uscire di scena...per sparire... Lui aveva parlato chiaro.....io dovevo sparire....quantomeno ..poco prima che lui entrasse in azione.... Avevo le mani sudate...la gola secca e ingoiavo a fatica...la tensione era a mille ed io mi chiedevo se.........mi chiedevo se lei forse aveva intuito qualcosa...!.ma non credo...si sarebbe ribellata all'istante... La dea bendata mi venne in soccorso: il telefono!!! Squillo' il telefono....ed io corsi a rispondere prima che lei potesse proferir parola..... La lasciai da sola in camera da letto con un bel ragazzo muscoloso e abbronzato....in sensuale biancheria intima..che le massaggiava il corpo.... Non ricordo chi fosse al telefono....ma ora non ha alcuna importanza!! So solo che me ne sbarazzai molto velocemente...e poi corsi verso la camera da letto ...ma mi fermai silenzioso a pochi passi dall'uscio..senza entrare!! Quello che vidi e sentii...me lo fece indurire all'istante...: lui....per facilitare il massaggio e senza chiederle nulla...le aveva slacciato il reggiseno...e ora con le mani si insinuava con grande abilita' e classe all'interno degli slip... lei...lo lasciava fare..ma stava cominciando a lamentarsi...tipo: .."...hey...non e' che stai esagerando un pochino?"..." ma che fai??"...ma lui la tranquillizzava...e continuava imperterrito nel suo caldo massaggio!! Ci sapeva fare con le parole....perche' lei comunque lo stava lasciando fare..... "Di la verita' che ti piace...su...sinceramente".....lei non rispondeva.... "...ma se arriva Fabio....dai smettila".....in quel momento mi resi conti che ce l'avremmo fatta...!!! Quella semplice frase detta sussurrando....come una preghiera....mi aveva dato certezze...ma non era ancora finita!! Pazzo di eccitazione e con il cuore in gola....me ne andai da li...!! Corsi in cucina a bere qualcosa....volevo far trascorrere il tempo e non resistevo a stare mani nelle mani... Rimasi la' almeno 10 minuti....e al mio ritorno....lo spettacolo a cui dovetti assistere fu da mille e una notte..... ...la porta era stata socchiusa....ed io nascosto dietro..sentivo Giada che lo pregava di smettere....che ansimava...che combatteva...che cercava di resistere a qualcosa alla quale non voleva rinunciare............solamente piu' tardi ebbi conferma che quel che avevo pensato...corrispondeva a verita'... ..."...ma se arriva Fabio...dai smettila.." quella frase....poi ero sparito....!!! Lui doveva averglielo detto.....doveva averle detto che io non costituivo un problema...e che quello era cio' che io desideravo davvero..... Ma lei ancora lottava....cercava di fermarlo...senza gridare....ansimando...gemendo..combattuta tra desiderio e paura...; ..ma il reggiseno non c'era gia' piu'...e il perizoma stava andando... Me ne andai per l'ultima volta...combattuto ed eccitato...col cazzo durissimo che non stava piu' nei pantaloni... Sentii che mi chiamava....invocava il mio nome...ma era una voce che ansimava...che godeva... Questa volta entrai in camera da letto.....lei era nuda..con le gambe aperte..e lui la stava scopando...e lei godeva...mi guardava negli occhi e godeva...gemeva...e godeva...le stava piacendo!!! Mi avvicinai....abbassai i pantaloni e glielo infilai in bocca...!!! Lei comincio' a succhiarmelo con avidita'....con desiderio...come non aveva mai fatto..... Lui ando' avanti a scoparla per un ora....glielo infilo' dietro e la fece godere ancora ....poi insieme le venimmo in bocca.... E' trascorso un mese da quel giorno....e domani Antonio...torna a trovarci.......IP.S. QUESTO RACCONTO E' FRUTTO (haime') DELLA FANTASIA DI FABIO!!!
15744
5
12 years ago
fabiomarelli,
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LA MAMMA
LA MAMMA
Mia madre è una donna di 43 anni, anche lei timida, alta circa come me, diciamo 1,70, porta una enorme quarta di reggiseno, è una donna ancora pienamente in forma va spesso a correre e mangia sano. Ha dei capelli mossi marroni, lunghi e morbidi. Il suo corpo è giovanile ha delle belle gambe lunghe e affusolate per niente da quarantenne e i segni dell'età si vedono solamente per qualche ruga vicino agli occhi e per le mani un po screpolate così come i talloni dei sui dolcissimi piedi. Ama vestire sempre in gonna, anche in inverno non l'ho mai vista uscire di casa se non con una gonna e un bel paio di calze. In camera sua avrà centinai di tipi diversi di calze!
Beh io e mia madre viviamo da soli da ormai due anni, ovvero da quando mio padre ci ha lasciato per trasferirsi in America.
Il fatto di vivere da soli ci ha permesso di fare molto amicizia tra di noi e di avere un rapporto speciale, molto più intimo di un normale rapporto tra madre e figlio. Io le parlavo spesso delle ragazze, che non avevo e della mia incredibile timidezza con loro e lei mi parlava spesso della sua incapacità di fidarsi di un altro uomo e del fatto che non avrebbe voluto avere nessun altro dopo mio padre. Insomma stavamo vivendo entrambi un brutto periodo. Era proprio di questi nostri problemi che parlavamo la sera in cui accadde tra di noi la prima volta quello che ora vi racconterò e che oramai va avanti da un po di tempo.
Erano circa le undici di sera, faceva abbastanza freddo, noi avevamo finito di vedere insieme un film sul divano e stavamo ora chiacchierando nella penombra di come andavano le nostre vite. Io le spiegavo che avevo trovato una ragazza che mi piaceva molto ma che come al solito non avevo il coraggio di avvicinarmi a lei e che non le avrei mai chiesto di uscire di certo. Lei da parte sua non aveva molto da dirmi, mi consolava e mi diceva che col tempo quella timidezza mi sarebbe passata, che ero un bel ragazzo e che le ragazze avrebbero fatto a botte per avermi. Io le dissi che intanto mi pesava non fare l'amore che ormai avevo una certa età e che dovevo farlo, parlavamo spesso anche di sesso, nonostante fossimo entrambi abbastanza timidi, tuttavia la nostra intimità ce lo permetteva.
Quella sera, in quel preciso momento, eravamo entrambi sul divano uno di fronte all'altro, lei indossava una gonna sopra il ginocchio, sotto un soffice paio di calze nere. Io una maglioncino e un paio di jeans. Eravamo l'uno con le gambe sopra quelle dell'altro, quasi intrecciate tra loro, le avevo fatto un massaggio ai piedi mentre guardavamo il film era una cosa che facevo spesso e non era mai accaduto nulla.
Rimanemmo così un po a consolarci sul divano finché lei non disse che era ora di andare a letto e ognuno si recò nella propria stanza per me metterci i pigiami e andare a dormire. Mi diede il solito bacio sulla guancia e le vidi sparire in camera sua. Francamente ero un po eccitato quella sera, un po per i discorsi fatti e un po per il contatto con lei, era sì una cosa che capitava spesso ma era anche una cosa che mi faceva eccitare molto e le mie serate spesso finiva con me che mi masturbavo pensando a lei. Mi odorai le mani, nel buio della mia stanza e sentii l'odore dei suoi piedi che avevo massaggiato prima. Dopo nemmeno un minuto la sentii chiamarmi:
"Scusa, tesoro, puoi venirmi a dare un mano, mi è rimasta la zip della gonna incastrata e non riesco a toglierla"
Mi recai in camera sua di corsa cercando a non pensare alla mia eccitazione. La trovai che si era già tolta la maglia, era solo in reggiseno e stava tentando di slacciare la gonna. La zip era proprio all'altezza del sedere e non voleva saperne di venire giù.
Mi avvicinai e cominciai il mio tentativo, resistette un poco ma poi venne giù lentamente. Più abbassavo e più il suo sedere si scopriva davanti ai miei occhi. Lasciai andare la gonna che cadde alle sue caviglie lasciandola davanti a me solo con indosso le mutandine e il reggiseno. Rimasi senza parole, avevo la gola secca ed ero diventato tutto rosso. Non vedevo l'ora di tornare in camera mia per potermi toccare.
Passo qualche istante in cui ci guardammo poi lei disse "Grazie", con voce dolce, si mosse e si chiuse in bagno.
Io andai in camera mia, mi spogliai e mi misi a letto, mi sfilai subito le mutande sotto le coperte e cominciai a farmi una sega. Facevo su e giu con la mano il più velocemente possibile e con forza sognando che fosse lei a fare quello che stavo facendo da solo al mio corpo. Fu una sensazione intensissima e quando venni non resistetti a fare un piccolo urlo. Il mio cazzo esplose e un grosso fiotto di sborra usci fuori finendo sulla mia pancia. Ero esausto ma ancora eccitato. Speravo non avesse sentito il mio piccolo urlo di goduria mi stesi e mi rilassai un attimo senza toccarmi. Dopo nemmeno un minuto lei entrò della mia stanza e disse a bassa voce: "Posso? ti ho sentito urlare, stai bene? mi ero preoccupata " "No, no sto bene" dissi "era solo un po di tosse " sperando che non facesse altre domande, invece lei entrò e chiuse la porta dietro le sue spalle, si avvicinò al mio letto e si mise seduta accanto a me. Io ero terrorizzato che si accorgesse o che capisse quel che avevo fatto e rimanevo rintanato sotto le mie coperte. Lei mi accarezzò un po il viso, poi vedendo che ero leggermente riluttante alle sue coccole mi disse: "Cosa c'è che non va, tesoro, ti do fastidio? volevo solo farti un massaggio alla schiena, so che è un brutto momento per te e mi dispiace" così dicendo insinuò una mano sotto le coperte, io non riuscii a fermarla e forse non volevo nemmeno che si fermasse, la sua mano scorse sul mio petto e scese fino alla pancia dove finalmente sentì qualcosa di bagnato, subito rimase stupita e tolse la mano "Cos'è?" disse e mentre diceva così odorò e assaggiò quel liquido. Capì immediatamente. "Non mi dire che è quello che penso io! e che quell'urlo di prima in realtà era...", io ero imbarazzatissimo, "Beh vedi mamma...sì in realtà è così scusami mi è sfuggito" Lei si alzò e fece per andarsene, io volevo parlare e mi alzai di scatto per correrle dietro non mi ricordai però che stavo senza mutande e che il mio pene era ancora duro e che la sborra ancora luccicava sul mio ventre. Lei si girò e mi guardò completamente nudo davanti a lei. Rimanemmo entrambi di stucco per alcuni momenti a guardarci. Poi fui io a fare la mossa decisiva, mi avvicinai velocemente a lei, le misi la mani sulle spalle la spinsi verso di me e la baciai! La sua bocca era chiusa e io cercavo di aprirmi un varco con la lingua, la sentivo indecisa su cosa fare, se ricambiare o scappare. Durò circa 10 secondi quella indecisione, poi aprì la bocca e fece scivolare fuori la sua lingua. Sentii una passione indescrivibile nel suo modo di baciarmi era molto attratta da me evidentemente. Lo faceva con passione, la bocca non era secca e la sua lingua esplorava ogni meandro della mia con passione. Ci staccammo dopo un paio di minuti entrambi senza fiato. La tenevo stretta a me durante il bacio e il mio pisello duro aveva sbattuto spesso contro il suo ventre durante quegli attimi. Il suo respiro era affannato così come il mio. "Cosa facciamo adesso" dissi "Non lo so" disse "Vieni con me comunque, sediamoci un attimo sul divano e parliamone" la seguii e ci mettemmo seduti vicini vistosamente in imbarazzo anche se io avevo una gran voglia di coccolarla in quel momento. Ci sedemmo al buoi e io non mi resi nemmeno conto di essere completamente nudo, lei invece indossava un bel pigiamino rosa. "Lo sai da quanto tempo non faccio l'amore?" disse "Sì, mamma, credo siano almeno 3 anni" replicai. "Esatto! e ne avrei una gran voglia, ma non possiamo farlo io e te!". "Capisco" dissi un po tristemente. "Mi piacerebbe molto, lo sai! e prima ti ho baciato con passione" disse, anche un po per consolarmi "Ma non possiamo sarebbe sbagliato, tu mi piaci e mi fai eccitare e ti confesso che non sei l'unico che si tocca la sera, ma tuttavia non possiamo". "Solo un ultimo bacio" le dissi. Ci pensò qualche istante e poi sorridendo disse "e sia, vieni qui dai". Mi avvicinai a lei e appoggiai delicatamente le mie labbra alle sue. Fu molto dolce, lei le dischiuse dolcemente e di nuovo ricominciammo a baciarci con passione. Non lo feci apposta ma mentre ci baciavamo appoggiai la mano sul suo grosso seno e sentii i suoi capezzoli indurirsi sotto il palmo della mia mano. Quando staccai la bocca avevamo il fiatone entrambi e la mano ancora sul seno. La camicia del pigiama si era un po aperta e io intravedevo il suo seno. Ero nudo ed eccitato davanti a lei. Anche lei però era visibilmente eccitata e riprese a baciarmi, lo fece ancora con più voglia e la sentivo già ansimare. Mi prese la mano che avevo sul seno, me la tolse da lì e io pensavo che fosse un cattivo segnale ed invece non fece altro che spostarla più in basso e metterla tra le sue cosce che erano solo poco dischiuse. Io misi la mano lì e con forza strinsi il suo sesso. Era bagnata. Sentii la mia eccitazione salire ancora di più. Staccò la bocca ansimante non riusciva a parlare e nemmeno io. Ci guardammo un po, la mia mano continuava a massaggiarla li e la sentivo bagnarsi sempre di più, "Aspetta!" mi disse e sorridendomi aggiunse: "Così mi fai venire subito!" mi scansò da sopra a lei si alzò in piede e si abbassò velocemente i pantaloni del pigiama e le mutandine che portava sotto appoggiandosi alla mia spalla per non cadere. Poi mi fece mettere seduto bene sul divano e mi montò sopra a cavalcioni. Mi sorrideva mentre con la mano mi prendeva il pisello, diede due o tre botte su e giu per farlo drizzare per bene e poi la sentii guidarlo verso il buco della sua fica, non lo sentii quasi entrare tanto era bagnata. Mi appoggiò entrambe le mani sulle spalle, mi guardava in faccia e in tanto si muoveva su e giù con il mio cazzo dentro di lei. Io stavo già scoppiando, lei si muoveva sempre più velocemente, instancabile. Le affondai la faccia sul seno. "Vienimi dentro, stai tranquillo" mi disse con molto affanno. Venimmo poco dopo entrambi, fu una sensazione liberatoria, finalmente sentii le mie palle che si svuotavano completamente dentro di lei lasciandola piena del mi seme. Lei urlò venendo e si strinse forte a me. Continuava a muoversi nonostante fosse venuta. Dopo circa cinque minuti si alzò sfilandosi il cazzo da dentro. Non sapevo che dirle fu lei però a parlare per prima, mi prese una mano e se la portò sulla fica, lei era in piedi di fronte a me: "Senti ora c'è anche il tuo seme qui, mi hai riempita è stata una sensazione fantastica e devo confessarti una cosa, voglio rifarlo e subito, finche ho ancora il tuo seme dentro di me. Seguimi dai" Sembrava una ragazzina, corse in camera sua e saltò sul letto io la seguivo ero attaccato a lei. "Ti va di scoparmi da dietro" mi disse. Io rimasi sorpreso "e come si fa?" dissi, "Tranquillo non me lo devi mettere nel culo ma io mi metto a pecora e tu me lo metti in fica da dietro, che ne dici" "Facciamolo subito" dissi eccitato. Lei si mise in posizione e io la scopai ancora una volta in quella posizione che non avevo nemmeno mai sognato.
Quella prima volta facemmo l'amore tutta la notte in diverse posizioni e godendo al massimo.
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3
16 years ago
Alberto,
19
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Una vacanza MOLTO particolare
Siamo una coppia di 45 anni circa della prov. di Napoli, sposata, con due figli.
Mia moglie è una gran bella mora non molto alta, una terza piena di seno e un culo da sballo, è una di quelle donne che anche con uno straccio addosso attira sguardi di libidine dagli uomini. E io ogni volta ho quasi voglia di sbatterla contro un muro e scoparmela lì in mezzo alla strada.
Sono alto 1.70, brizzolato e dicono di me che sono un’uomo brillante e interessante.
Scegliemmo per la ns. settimana bianca una località sulle Dolomiti.
Un posto incantevole, così come l’albergo che ci ospitava.
Facemmo subito amicizia con una coppia anche loro della prov. di Napoli ns. stessa età 47 lui 42 lei. Sembravano la ns. fotocopia, se non fosse per il colore di capelli; lei Maria bionda, lui Pablo capelli corvini appena striati di bianco sulle tempie, lui medico lei professoressa di liceo.
Dopo due giorni diventammo inseparabili, si sciava e si cenava insieme.
Tra le tante cose parlammo anche di sesso, delle ns. e delle loro fantasie, scoprendo così di avere gli stessi desideri chiusi nel cassetto dei tabù. (e chissà quante altre coppie come noi).
Tutti e quattro capimmo che dopo esserci fatte queste confidenze tanto intime, la ns. amicizia si arricchiva di una nuova complicità , che risultò tra l’altro essere molto piacevole, potevamo considerarlo l’inizio di un nuovo cammino verso le porte socchiuse della trasgressione.
La serata trascorsa in discoteca confermò ulteriormente le mie impressioni, le cose tra noi erano cambiate (in meglio) si era diventati più libertini, Pablo ballando con Antonia la carezzava dappertutto soffermandosi piacevolmente sulle sue chiappe, così come facevo io con Maria.
Entrambe le donne non davano segni di disagio, anzi pareva apprezzassero le ns. attenzioni.
Dopo aver lungamente ballato e seccata una bottiglia di spumante in disco, noi ometti proponemmo di salire in camera per brindare alla nuova amicizia nata tra noi con una nuova bottiglia di spumante, e così facemmo.
Brindammo a noi e cominciammo a simulare di ballare, la serata si scaldava, le mani si allungavano palpandosi e gli abiti delle lei si sollevavano sempre di più sulle cosce aiutati da noi maschietti per poi passare alle spalline che lentamente scivolarono dalle spalle e caddero ai loro piedi lasciandole entrambe con il solo perizoma e i seni al vento. Ci gettammo sul divano con gli animi accalorati e, aiutati forse anche dallo spumante ci ritrovammo tutti e quattro a fare l’amore attaccati gli uni agli altri ognuno con il proprio partner.
Quando finimmo restammo nudi a contemplarci e a ridere per quanto accaduto.
Sia io che mia moglie non potemmo non notare che Pablo aveva una dotazione da cavallo, molto grosso in circonferenza e più venti centimetri di lunghezza.
Antonia ridendo chiese a Maria ma come fai a prendere un coso così grosso, non ti fa male?
Maria gli rispose che invece era bellissimo sentirsi completamente riempita e che Pablo era bravissimo nei movimenti e le faceva sempre raggiungere degli orgasmi fantastici, le dispiaceva solo che dato le dimensioni non potessero praticare il coito anale che lei avrebbe invece voluto provare.
A questo proposito chiese a mia moglie se noi lo facevamo (sono normodotato) e con mia sorpresa Antonia gli rispose che quando ci andava lo facevamo senza problemi La sera successiva a cena le donne espressero il desiderio di non voler far tardi in discoteca e che avrebbero invece preferito salire in camera come la sera prima a gustare dello spumante. Io e Pablo ammiccammo compiaciuti.
Dopo una ventina di minuti ci fecero segno che era giunto il momento di salire.
Arrivati in camera, mentre Pablo stappava la bottiglia noi tre ci sedemmo sul divano e io cominciai per scherzo a palpare tutte e due, così che Pablo lasciò perdere la bottiglia e ci raggiunse.Si mise alle spalle della moglie palpandole le tette e baciarla sul collo poi le tirò fuori le tette dalla scollatura, prese la mia mano e l’appoggiò sulle tette della moglie, subito dopo rivolse le sue attenzioni a Antonia e ripetendo quanto appena fatto alla sua, le mise a nudo il seno, la palpò un po’ e poi fece il giro del divano, gli si inginocchiò di fronte e mentre le palpava le tette con le labbra le lambiva le cosce di baci.
Poco dopo ci spostammo in camera, ci spogliammo e cominciammo a giocare ognuno con il proprio partner.
Mentre Antonia mi leccava e ciucciava il cazzo, Maria prese la mano di mia moglie e la guidò verso il cazzo di Pablo.
Mi sarei aspettato che Antonia la tirasse indietro invece lo prese, e mentre mi sponpinava cominciò lentamente a muoverla su e giù.
Avevo l’andrenalina a mille, la vedevo femmina e vogliosa e dominatrice della sua sensualità . Speravo nel mio io che si lasciasse andare, che non si bloccasse sul più bello, fosse stato per me l’avrei subito fatta scopare da Pablo, ho sempre sognato di vederla penetrata da un cazzo asinino, così scelsi la posizione a 69 io sotto e lei sopra di me alla pecorina, in modo di lasciarla col culo per aria senza alcuna difesa (con la fantasia erano anni che lo facevamo e lei si è sempre bagnata quando le chiedevo se si sarebbe fatta scopare da uno sconosciuto in quel momento, lei sbrodolando e succhiando avidamente rispondeva si.
Intanto Maria in ginocchio succhiava il cazzo al marito mentre con la mano palpava il cazzo mio.
Mentre leccavo e succhiavo il nettare che produceva la figona bagnata di mia moglie sentii che anche Maria si era unita a lei e contemporaneamente mi spompinavano che era una delizia.
Pablo si posizionò in ginocchio dietro mia moglie carezzandola e baciandole le chiappe, poi le scostò e iniziò a leccarle l’ano, sembrava quasi che volesse penetrarla con la lingua tanto che sembrava volesse mangiarglielo, scostai la testa per fargli spazio e lasciarlo fare.
Dalla posizione in cui mi trovavo vedevo ogni minimo movimento, Antonia era un colabrodo, Pablo non ce la faceva più, col cazzo in mano mi guardò come a chiedermi il permesso di osare di più; glielo diedi.
Cominciò a farlo scorrere su e giù tra il solco in alto delle chiappe fino giù strusciandolo sulle labbra fradici e massaggiandogli il grilletto con la grossa cappella.
Antonia a quel contatto iniziò a muoversi per assecondarne i movimenti: (conoscendola capii che non pensava ad altro che concentrarsi su quelle emozioni e il piacere che provava, se non fosse per i tabù che si porta dietro da sempre si sarebbe già fatta impalare da quella nerchia che già tanto piacere le procurava.)
Era la nostra fantasia che prendeva vita, ora il super dotato c’era, stava a lei ora mettersi alla prova, decidere se restare nei limiti che si era prefissata di non superare, oppure lasciarsi andare e quello che accadeva,accadeva. (sapeva che comunque finisse, mi avrebbe sempre trovato d’accordo sul traguardo che avesse raggiunto)
Ora Pablo concentrò il suo massaggio esclusivamente sulla figa di Antonia, le grandi labbra sentendo la grossa cappella strofinarle cominciarono ad aprirsi e chiudesi, come se stessero cercando di respirare affannate.
Ancora una volta Pablo mi guardò, non stava più nella pelle, mi chiese con lo sguardo il permesso di osare di più, con un cenno gli feci capire di provare, che se andava bene a lei, andava bene anche per me.
Detto fatto, smise quanto stava facendo e preso in mano quel popò di carne (dalla mia posizione mi sembrava ancora più grosso) lo guidò con fermezza tra le grandi labbra facendosi spazio con la grossa cappella e dolcemente lo posizionò sull’ingresso della figa.
Al contatto, sentii un fremito percorrere Antonia, Pablo da gran maestro iniziò a muoversi dolcemente, non ce la faceva più, la prese per i fianchi per fare capire a Antonia quale era la sua intenzione, e Antonia a quel punto allungando il braccio mise la mano sul basso ventre di Pablo per fargli capire di non andare oltre, io carezzandole la schiena le scostai la mano dicendogli di non fermarsi ora, di lasciarsi andare e di assaporare ogni istante di quanto stava accadendo.
Ebbi l’aiuto anche di Maria che la incoraggiò sussurrandogli qualcosa all’orecchio che non riuscii a capire, ma che fece effetto, tanto che Pablo riprese con dolcezza da dove aveva interrotto.
Sempre sdraiato sotto di lei, con le mani dall’esterno delle cosce le tenevo aperte le chiappe e le grandi labbra, sia per non perdermi nulla di quanto stava per accadere sia per aiutare Pablo alla penetrazione (non che ne avesse bisogno).
Fu bellissimo vedere quella grossa cappella farsi strada nella fessura che fino ad allora aveva accolto solo me, temevo (i dubbi dell’ultimo momento) potesse farle male, era troppo più grosso del mio, comunque mi dissi che al primo segnale di sofferenza di Antonia sarei intervenuto fermandolo, invece con incredulità vedevo che a ogni piccola spinta entrava di qualche centimetro senza alcuna fatica, lo vidi lentamente scivolare dentro fin che il basso ventre di Pablo non si fermò contro il culo di Antonia.
Le restò dentro senza muoversi, voleva sondare la capacità di Antonia senza farle male, cominciò poi a muoversi, lo vedevo uscire ed entrare centimetro dopo centimetro, Antonia tremava come una foglia e io con lei, non l’avevo mai vista così, mugolava in continuazione, con me lo faceva solo quando stava venendo, per un momento li confusi per lamenti dovuti al dolore, ma mi sbagliavo, muoveva il culo avanti e indietro per gustarsi ogni centimetro di quel magnifico cazzo che la riempiva tutta facendola sentire una femmina in calore.
Pablo sbuffava, sembrava un toro da monta, abbandonò il ritmo lento e cominciò a darci dentro con colpi che mi sembravano dovessero sfondarla e invece la facevano godere ancora di più.
Antonia ebbe due o tre orgasmi intensi uno dopo l’altro, e i versi che di solito faceva in queste occasioni si trasformarono quasi in grida.
Pablo non ce la faceva più, i suoi colpi divennero sempre più decisi, stava per godere, non so a chi ma ci chiese con voce rauca se poteva venirgli dentro, lasciai che a rispondere fosse lei, e come in trance gli rispose: siiiiiiii, siiiiiiii sborrami dentro
Era come se volesse premiare e gratificare quel magnifico cazzo che l’aveva fatta godere come mai aveva provato.
Sentendole pronunciare quelle parole e consapevole che tra un’attimo un’ altro cazzo per la prima volta era in procinto di sborrargli i figa, ebbi anch’io un’orgasmo liberatorio.
Fu una sborrata stupenda, sussultavo mentre la bocca di Maria mi succhiava la cappella, sembrava quasi una pompa che aspirava tutto quanto usciva, e mentre faceva questo, sditalinandosi raggiunse anche lei l’orgasmo con nostro grande piacere.
Eravamo esausti, mia moglie rossa in viso andò in bagno tenendosi la mano sulla figa per non fare uscire lo sperma che l’aveva appena riempita, l’altra la seguì.
Io e Pablo restammo senza parole, non ci sembrava vero che quanto accaduto fosse davvero successo, mi ringraziò per averlo aiutato a disinibire sua moglie, gli risposi che la cosa era reciproca e che non avrei mai pensato che finalmente Antonia fosse riuscita a lasciarsi alle spalle i tabù inculcatogli nell’educazione che si riceve fin da piccoli, e però gli feci notare che io ero in credito con lui perché lui si era goduta totalmente Antonia e ora toccava a me farmi Maria.
Tranquillo disse, anch’io voglio togliermi voglio realizzare il mio sogno, vedere mia moglie che viene inculata e di soddisfare così anche un suo vecchio desiderio.
Finimmo di passare gli ultimi giorni che restavano quasi sempre in camera farne a più non posso, Maria impazziva dal piacere a prenderlo nel culo, tanto che il marito si preoccupò facendogli notare che finita la settimana bianca si sarebbe dovuto tornare ala normalità , le donne risposero all’unisono che niente ci avrebbe impedito di rivederci visto che abitavamo a pochissimi km di distanza.
Da allora ci frequentiamo regolarmente non solo per il sesso ma per la profonda amicizia che è nata tra noi.
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7
14 years ago
gianniantonia,
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L'INFERMIERA
Una rapida corsa dalla Malpensa al casello autostradale di Parma mi ha condotto, dopo12 ore di viaggio, fino a casa. Il tempo di scaricare le valigie, catapultarmi sotto la doccia, dopodiché sono pronta a prendere servizio in ospedale. Tre ore sono trascorse dal momento in cui sono scesa dall'aereo di ritorno dal Mare dei Carabi e già sento nostalgia di quelle spiagge. Una vacanza programmata da qualche tempo, rimandata più volte perché non riuscivo a fare coincidere le ferie con quelle di Elsa, la mia compagna di viaggio. Il mestiere d'infermiera è un tipo di professione molto impegnativo. Si lavora in un ambiente segnato dalla sofferenza e dal dolore. Turni di lavoro stressanti, articolati in otto ore al servizio degli altri. Non conosco giorni di festa, effettuo i riposi settimanali quando capita, lavorando a Natale, Capodanno ed ogni festa comandata. C'è chi afferma che fare l'infermiera sia un mestiere logorante, ma ricco di molte soddisfazioni. Quello che so è che da poco ho compiuto venticinque anni e non so per quanto tempo proseguirò ad esercitare questa professione. . Attraverso la città alla guida della mia Opel Tigra. Le strade a quest'ora della sera non sono trafficate. Impiego una decina di minuti per raggiungere l'ingresso dell'ospedale. Parcheggio l'auto nell'area di servizio e proseguo a piedi fino alla clinica. Quando entro nello spogliatoio manca una decina di minuti alle dieci. Ripongo gli indumenti nell'armadietto e infilo le autoreggenti bianche che sono solita indossare quando presto servizio in clinica. Sotto la divisa serbo solo le mutandine di seta e null'altro. La consistenza delle mie tette è solida. Lavorare senza reggiseno genera in me un senso di libertà e mi fa sentire più a mio agio nei movimenti. Le dimensioni delle tette sono regolari, per niente paragonabili per grandezza a quelle di certe maggiorate che quotidianamente compaiono sulle pagine di molte riviste patinate. Ma sono sode e i capezzoli puntano decisamente all'insù. Finisco di vestirmi aggiustandomi il velo sopra il capo. Prima di salire in reparto do un'occhiata alla mia immagine riflessa nello specchio. Osservo la cavità che separa le tette e faccio uscire alcuni bottoni dalle asole in modo da mettere in evidenza le due rotondità che sbocciano nella scollatura. Mancano pochi minuti alle dieci quando raggiungo il reparto. Le mie colleghe se ne stanno raggruppate in guardiola nell'attesa del mio arrivo. - Ciao a tutte. Novità ? - Chiedo appena mi affaccio sulla porta della guardiola. - Cavoli come sei abbronzata! - Esclama Giulia - sembri Naomi Campbell. - Complimenti! Questa vacanza ti ha fatto proprio bene - l'interrompe Eleonora. La conversazione va avanti per alcuni minuti. Mi chiedono se ai Carabi c'era bel tempo e se ho avuto occasione di flirtare con qualche ragazzo. Glisso sull'ultima domanda e cambio argomento di conversazione. Per nessun motivo voglio farle partecipi delle mie avventure. - Parlatemi del reparto piuttosto - dico, mentre con le dita scorro le pagine del libro delle consegne. - Tutto tranquillo? Oppure ci sono novità ? - No. Nessuna novità , la notte dovrebbe essere tranquilla. Bè, ora ti saluto me ne torno a casa - sbotta Giulia, che nel frattempo si è avvicinata in prossimità della porta d'uscita ed ha tolto dal capo il velo. - Ah... dimenticavo. Nella stanza dei carcerati c'è un detenuto. Niente di grave. Ha solo due polsi rotti che già gli sono stati ingessati. Domani mattina dovrà eseguire un piccolo esame di laboratorio, troverai ogni spiegazione nel quaderno dei prelievi. Giulia si lascia sfuggire un sorriso sibillino di cui non afferro il significato. Entrambe mi salutano agitando la mano e spariscono dalla mia vista. Il periodo che precede il Natale è per tradizione tranquillo. Il numero dei degenti ricoverato è minimo rispetto alla capienza del reparto. Prima di perdermi a leggere il quaderno delle consegne effettuo una perlustrazione in corsia per verificare che i degenti affidati alle mie cure riposino tranquillamente. Due guardie carcerarie piantonano la porta della camera di degenza che ospita il detenuto. I militari se ne stanno seduti sulle sedie e conversano fra loro. Paiono annoiati, probabilmente il servizio che devono espletare non deve essere di loro gradimento. Nell'ospedale esistono solo due camere di degenza adibite ad ospitare detenuti. Una è situata presso il reparto di medicina, l'altra è sistemata qui, in chirurgia. Il locale può ospitare un solo letto, in casi eccezionali ne ospita un secondo. Le due finestre della camera, che sta al terzo piano dell'edificio, hanno solide inferriate e risulta impossibile per qualche detenuto fuggire da lì. - Che reato ha commesso il vostro detenuto? - Domando con finta noncuranza. Il più giovane dei due è il più lesto a rispondermi. - Non si preoccupi signorina. Non c'è niente da temere. E' un povero diavolo - prosegue con accento meridionale - alcune sere fa è stato aggredito da tre albanesi. Per difendersi ha afferrato una sbarra metallica ed ha colpito alla testa uno di loro. Mentre fuggiva è caduto da un muro alto poco più di tre metri e si è fratturato entrambi i polsi. . Entro nella camera. La luce posta al di sopra della spalliera del letto è accesa. Un giovane di circa trent'anni, di carnagione scura e di corporatura piuttosto alta, occupa per intero il letto. - Buonasera, tutto bene? - Dico sorridendo per metterlo a suo agio. - Si, grazie, nessun problema - mi fa lui. Ho l'impressione che non abbia voglia di conversare. Lo saluto e mentre sto per andarmene gli auguro la buonanotte. Raggiungo la guardiola e consulto il quaderno delle consegne, dopodiché inizio a preparare il necessario per i prelievi che andrò ad eseguire domani mattina. Il lavoro consiste nell'appiccicare etichette di diverso colore sulle provette, contrassegnarle con nome e cognome del paziente e suddividerle per tipo d'esame. Un tipo di lavoro noioso che sono solita eseguire all'inizio del turno di lavoro, in modo da trascorrere il resto della nottata in tranquillità . Scorro l'elenco degli esami ed inizio ad incollare le etichette. Ho un sussulto nel momento in cui leggo il tipo d'esame cui dovrò sottoporre il paziente del letto numero 15, quello del detenuto. . La richiesta del medico è chiara. ESEGUIRE AL SIG. GIANCARLO FERRARI PRELIEVO PER ESAME DI SPERMIOGRAMMA E SPERMIOCOLTURA. . L'esame di per sé è piuttosto semplice. Il paziente, dopo essersi masturbato, deve depositare lo sperma in una boccetta sterile. Nel mio caso il problema è piuttosto serio poiché il detenuto ha le entrambe le mani ingessate. Questo tipo di manovra è eseguita normalmente dai pazienti stessi o da un loro famigliare. Se fosse presente la fidanzata o un parente qualsiasi non avrei difficoltà a dire loro di aiutare il paziente a sostenere l'esame. Mica posso chiedere alle guardie carcerarie di fargli una sega! . Tolgo dal carrello la cartella clinica del detenuto. Sfoglio una ad una le pagine per verificare che il paziente non sia portatore di malattie infettive. Leggo con cura l'anamnesi compiuta dal medico, poi consulto risultati degli esami del sangue e delle urine che risultano essere nella norma. Sono le due di notte. Mancano poche ore all'alba. Assolutamente devo trovare una soluzione al mio problema o perlomeno inventare qualcosa. Come diavolo faccio! Mica posso presentarmi da lui e dirgli: - Stia comodo sul letto, calmo e disteso che adesso le faccio una bella sega. Eh no! Dando per scontato che la sottoscritta per poco più di due milioni e mezzo di stipendio al mese masturberà questo tizio, sarà bene che reperisca il materiale necessario alla mia opera. Per prima cosa ho bisogno di procurarmi del sapone liquido detergente. Mi sarà utile nell'eseguire il lavaggio del pene, soprattutto nella pulizia del glande. Inoltre mi occorre una salvietta pulita, perché dovrò pure asciugarglielo sto benedetto cazzo dopo che l'avrò masturbato o no? Mi servono anche dei guanti in lattice. L'indosserò al momento opportuno, appena prima "dell'intervento". Forse dovrei procurarmene due paia, tenendone uno di riserva, non si sa mai. Inoltre mi occorre un barattolo di plastica sterile. Lo terrò a portata di mano, in modo da farvi defluire il seme, evitando d'insozzare il copriletto. Nella cartella clinica c'è scritto che il paziente è stato avvertito dell'esecuzione dell'esame. E' un vero peccato che a parità di diritti la sottoscritta non sia stata avvertita. Ora capisco il perché di quel saluto sibillino da parte di Eleonora e Giulia al momento del loro commiato. . La notte è lunga a morire. Il pensiero della prestazione che andrò ad eseguire mi accompagna per tutta la nottata fino all'alba. Le luci del mattino fanno capolino fuori della finestra. Il carrello con l'attrezzatura è pronto. Dinanzi alla porta del detenuto le due guardie carcerarie stanno puntellate col capo al muro del corridoio nell'attesa che giunga il cambio turno. Sono emozionata, mi tremano le gambe. Il cuore mi pulsa a ritmo accelerato. Avverto le due guardie di non entrare durante l'esecuzione del prelievo che andrò ad eseguire, senza specificare in cosa consista. Il detenuto è addormentato. Mi avvicino e con una mano gli scrollo una spalla. - Signor Ferrari! Si svegli. E' mattina. Dobbiamo eseguire l'esame che il medico le ha prescritto. L'uomo si gira e si mette disteso, a pancia in alto. - Sono pronto. Mi dica come mi debbo posizionare. Questa posizione è comoda per lei? Lo guardo attentamente in viso. I caratteri sono quelli di una persona distinta e curata. All'apparenza è sereno. Gli occhi, di colore marrone scuro, sono semicoperti da una frangia di capelli che scende lungo la fronte. - Non si preoccupi e lasci fare tutto a me. Scopra le coperte. Abbassi pigiama e le mutande fino ai piedi. Un sorriso compare sulle sue labbra. - Se potessi fare questa operazione sarei anche capace di effettuare l'esame da solo - sospira - con le mani ingessate non sono in grado di poterlo fare. - Va bene, ci penso io - rispondo. Afferro l'elastico del pigiama e anche quello delle mutande. Li abbasso congiuntamente. Ciò che vedono i miei occhi è impressionante. L'oggetto di carne che pochi istanti prima stava nascosto sotto il tessuto del pigiama rasenta la perfezione. Non so nascondere l'emozione. Il pube è completamente rasato e privo di peli. Un cazzo di colore bruno fa bella mostra di sé. Le sue dimensioni sono di 15-18 centimetri nella posizione di riposo. - Ora procederò alla pulizia del pene. Lei stia rilassato. Finiremo in un attimo - dico con fare professionale. Dopo avere infilato i guanti in lattice cospargo alcune gocce di una soluzione di clorexidina sopra una garza e procedo a lavare l'epitelio del membro. Prima di procedere in quest'oneroso compito, per cui sono mal pagata, dispongo alcuni teli di stoffa verde attorno all'area da pulire. Friziono la parte prossimale del membro vicino alla radice usando molta delicatezza. Mi sposto sullo scroto e noto che ha un colorito più scuro del pene. Un piccolo neo fa mostra di sé sul testicolo di destra. Cospargo di sapone la zona attorno l'ano avvolgendo di schiuma i testicoli. Un fremito percorre le gambe dell'uomo ed è chiaro sintomo della sua irrequietezza. Afferro l'uccello con le dita di una mano, mentre con l'altra friziono il glande usando una garza. Il delicato strofinio fa aumentare a dismisura le dimensioni dell'uccello. I corpi cavernosi, riempiti di sangue, pulsano in maniera così robusta che sono in grado di percepirli nel palmo della mano. Porto a termine questa prima fase del lavoro e asporto il sapone depositato sull'uccello con una garza imbevuta d'acqua tiepida. Terminata questa fase ha inizio la parte più difficile del mio compito. - Ora signor Ferrari andrò ad eseguire la parte più delicata. Quando avrà la percezione che sta per eiaculare mi avverta per tempo, mi premurerò di avvicinare il contenitore sterile al pene e vi faremo defluire dentro lo sperma. Va bene? - Sì... Certo - annuisce. Il mio respiro, già affannoso, si fa ingombrante. Ho le tette gonfie e le punte dei capezzoli penetrano il tessuto del camice. Afferro l'uccello e inizio a masturbarlo. I movimenti della mia mano sono lenti, ma decisi. Ho preso posto di fianco al letto, con le spalle girate al paziente, in modo che lui possa vedermi in viso solo parzialmente ed io non mi senta imbarazzata dal suo sguardo. Sono eccitata. La saliva mi scorre copiosa nella bocca e inizio a deglutirla. Ho le cosce gocciolanti di liquido della fica in calore. Non riesco a dominare l'eccitazione. Il movimento della mia mano accelera inconsciamente. Vorrei disfarmi dei guanti, gettarli dalla finestra, afferrare con le mani nude questo gioiello della natura, succhiarlo, lambire con la lingua il glande ed ingurgitarlo in gola fino alla radice. Per facilitare l'eiaculazione tocco con l'altra mano i testicoli che nel frattempo sono diventati gonfi. Sono momenti d'irrefrenabile piacere. L'uccello ha raggiunto il massimo vigore, il glande è viola per l'eccitazione. Presa da questi pensieri sono riportata alla realtà dalle parole del detenuto. - Vengo... Vengo - grida l'uomo. Faccio appena in tempo ad afferrare il barattolo. L'uomo, dopo i primi fremiti di piacere, inizia ad eiaculare. La sborra scende copiosa dall'orifizio uretrale, depositandosi nel contenitore. Avrei voglia d'ingoiare con la lingua tutto quel ben di Dio. A stento riesco a dominarmi. Terminato l'esame gli asciugo il membro. Ripongo al loro posto pantaloni e mutande e lo copro col lenzuolo. Rimiro il barattolo che sta appoggiato sul carrello delle medicazioni e costato che contiene all'incirca 5-6 cm/cubi di sperma. Tolgo i guanti di lattice e mi giro verso di lui. - Ciao! - Sussurro. Esco dalla stanza e torno in guardiola. Vivo costantemente circondata dalla sofferenza e dal dolore ma non riesco a farci l'abitudine. Ecco perché ho tanto bisogno d'amore.
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17 years ago
coppiamilanopavia,
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da tony la terra dei sogni
La Terra dei Sogni - Un giorno un angelo mi disse: vieni ti farò vedere la terra dei sogni era sopra ad una soffice nuvola Intorno circondata da un incantevole giardino. pieno di fiori ed alberi, piu in là Una cascata di limpida acqua Dove il rumore intonava dolci melodie, Un cielo limpido e sereno Nell'imbrunire si accendevano piccole stelle brillanti come diamanti. La luna come una perla tondeggiava intorno a loro Una lunga spiaggia le faceva da sfondo Con piccole onde schiumose Il tutto era irreale Ma l'angelo mi disse : Questa è la magia dell'amore dove tutto è possibile Anche le cose irreali diventano realtà
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17 years ago
tony, 42
Last visit: 17 years ago -
The only thing you need for a well done blowjob is just cooperation
Ci ho pensato un sacco di volte.. Abbracciarti, sentirti. Rotolarci, annusarci e mangiarci. Perché solo questo volevo fare con te. Anche se non significava non farti approfittare di me oltre ogni buon senso e decenza, in ogni modo ed in ogni posto, tutta la notte e tutte le volte che volevi.
Correrti incontro per abbracciarti, saltarti al collo come una bambina e, mentre salto, cingerti i fianchi con le mie gambe e ricoprirti la faccia di baci, schioccarteli senza sosta sulle guance, sulle labbra, sulle palpebre, sul naso, fino a soffocarti quasi e farti ridere come un matto... E mentre ti stavo ancora addosso potevo sentire il tuo odore, annusare l'umore sul collo, dietro le orecchie e cercare il tuo alito caldo che sa di te, prima di metterti la lingua in bocca. Finalmente: le lingue attorcigliate, morbide e voraci, ogni difesa abbandonata per ascoltare solo l'impazienza dei nostri corpi. Animali. Desiderio fortissimo, dolcissimo e naturale.. "Vuoi parlare prima, oppure..??". Ed io: "Oppure."
Oppure. Allora ti ho tolto la maglietta e sbottonato i pantaloni, lasciandomi a mia volta spogliare lentamente, a seno scoperto, mentre la mia mano andava sicura sulla patta dei pantaloni. Oh sì.. quanto l'ho desiderato, e adesso posso sentirlo tra le mani, la consistenza, il gonfiarsi sotto gli slip, fino ad aggirarli e toccarti, prendere l'asta in mano, tra le mie dita sottili e tirarlo fuori, così piano, mentre ogni tanto alzo lo sguardo per incrociare i tuoi occhi e farmi guardare. Inebriata. Sì, sono così: il cazzo mi confonde solo ad averlo in mano, a respirarne l'odore, saggiare la delicatezza della pelle e immaginare tutto quello che ci farò palpitante... guarda che occhi da discolaccia che ho adesso mentre sorrido!
E poi prenderti le mani, belle, forti che hai e succhiarti le dita ad una ad una per bagnarle di saliva, finché le ho portate tra le mie cosce. Per farmi toccare, per farti prendere il clitoride tra i polpastrelli e farmi bagnare.
Cosa è successo poi non lo so, ci sono mille storie possibili.. seminudi e così vicini. Potevo chiederti e potevi avere voglia di farmi godere così, ancora vestiti, in piedi, mentre con una mano mi masturbavi la fica, con l'altra mi mettevi due dita nel culo e mi sussurravi porcherie all'orecchio. A gambe larghe. Avrei bagnato gli slip e il mio piacere sarebbe colato giù, dall'interno coscia fino all'incavo del ginocchio.
Ma poi mi fai inginocchiare.. lo sai che è quello che voglio. E ti siedi, facendolo sbucare per bene dalla patta dei pantaloni aperta ed ancora su. Ansimo. Un attimo. Uno sguardo.. i miei occhi eccitati.. mi avvicino carponi. "No, non ancora. Te lo devi meritare" mi dici. Ed io abbasso gli occhi, perchè non si sostiene il tuo sguardo e si.. " si lo giuro sarò brava". "Leccati le dita" (lo sai che sono bagnata) "si, così" . Ed io già pregusto il tuo sapore. E le dita sono diventate due, tre, quattro, tutta la mano.. nella mia bocca ( mi guardi) ad allargare la mia voglia, mentre con l'altra mano corro tra le cosce.. Ma tu mi fermi. Ti sei alzato adesso, e prendi il mio giocattolo per questa sera, mentre io sono ancora li a quattro zampe. E' morbido, ancora freddo quando me lo fai leccare.. trasparente, come piace a te. Si, ti piacciono così perchè poi quando li usi su di me puoi vederci dentro.. il buco nero, profondo abisso dove voglio perdermi e farti annegare. "Si, brava, lecca, lecca, così.. bene. Adesso vediamo se questo bel culo se lo merita". E così dicendo me lo hai tolto dalla bocca e lo stai spingendo tra le natiche. Un po' di più.. piano.. io mi rilasso.. "Ecco: tutto dentro. Brava"; la tua voce arriva da lontano...: sono già altrove e gocciolo sul pavimento.
E poi dopo così, piena, già morbida, in trance, ci siamo spogliati e te l'ho preso in bocca.
Lo sai che è la cosa che mi piace di più. Lo so che ti fa impazzire. Ma a me piace per me.. e non c'è calcolo o obbedienza, solo piacere. L'ho leccato tutto per bene, dalle palle al glande, ti lecco anche il buco del culo e poi, finalmente, ho dischiuso le labbra..
Entra. Buono. Fantastico sentirlo scivolare tra le labbra, prenderlo lentamente nella bocca umida a poco a poco, fino a giù. E sentirlo pompare, gonfiare e indurirsi sempre più, mentre con la lingua continuo a lappare e con le labbra a suggere e succhiare. Puoi vedermi così? Te lo chiedo perché adesso siamo sul letto e tu, sdraiato, sei bellissimo; ed io assorta, ogni tanto alzo gli occhi per farmi guardare..vuoi che mi leghi i capelli? Certo che lo faccio, così puoi guardare la forma delle labbra che si allungano mentre il viso si scava, le guance che si gonfiano quando lo spingo di lato e gli occhi grandi e lucidi.. No, non venire, ti prego aspetta. Non ancora, non adesso. Ne voglio di più, ho appena iniziato..Lo so che hai voglia, lo so che volevi quasi toccarti prima, ma io ti ho chiesto di tenerlo, di averlo tutto io... e adesso ne sei pieno. Mi hai messo le mani sulla testa, "Si brava, così, più giù, prendilo tutto.. troia." ma non sai che non posso sentirti: sento solo i sussulti del corpo e i nostri ritmi che si accordano. E il tuo sesso è il mio mantra: bagnato di saliva e ficcato in gola...
E poi invece lo lascio un attimo, ti guardo e ti sorrido. Mi giro e mi metto accanto a te, dandoti la schiena, sempre a carponi. Sono al tuo fianco, sedere in aria a 10 cm da te e puoi ancora vedermi la bocca e adesso guardare anche la passera e il plug che apre il mio bel buchetto tra le chiappe ( .. quanto sono bagnata?) Ecco, così la forma del cazzo si accomoda meglio nella curva naturale della bocca e della gola.. Messa così basta poco, basta che sia bagnato bene ed io abbastanza fuori di me da poterlo prendere tutto. TUTTO, giuro. Come nessuna mai. Devo solo farmi accompagnare dalle tue mani, e, quando sembra che sia già tutto in fondo, dondolare un po' la testa avanti ed indietro, perché passi la glottide. Succede. ... ma tu lo sai già. E puoi tenermi ferma così il tempo che vuoi, 5, 10 secondi.. "Uuuunooo, duuueeeee, treeee..", e posso sentirlo oltre le tonsille, battermi sul collo quasi all'altezza delle clavicole. "Quaattrooo, ciiiiinqueeee...", lo fai apposta, stronzo. "Seeeiiii, Seeetteee...", e sento le lacrime uscirmi. "Oooottoooo, nooooveeee..", mi piace questo gioco. Non arriverò mai più avanti, perchè tu dilati il tempo, i secondi ed il tuo contare. Perché godi nel sentirmi e vedermi sussultare la pancia e nel vedere gli occhi che si fanno liquidi ed io, ed io.. mi bagno di piacere... "Dieci". E di colpo non ce la faccio più - riprendere a respirare, sputarlo fuori, tossire, lasciarci litri di saliva. Ma poi penso solo che bello, che buono...e di nuovo scendo sull'asta, oramai dura come il marmo e grande, grande, grande. Mi hai preso la testa, i capelli tra le mai a coda di cavallo e dolcemente mi guidi in su ed in giù e mi guardi; e la mia gola cede finalmente insieme a tutto il mio corpo, e TU LO SENTI il momento in cui cede del tutto.
Sei lì.. "Oh mio dio, oh mio dio.., brava, brava... che zoccola che sei.. ti piace, vero?" sei pronto ad esplodere e lo sento. Ma non così. Così me lo schizzi direttamente nello stomaco, ed io invece voglio sentire il sapore del tuo sperma. Lo voglio gustare come un brandy che mi rimescolo in bocca. Te l'ho detto. E allora, anche se non saprei dire come riesco a farlo, perché adesso non riconosco più l'alto dal basso, ma è il tuo sesso che mi parla insieme al tuo respiro che si fa più affannoso, i tuoi ansimi più veloci, ed il tuo farfugliare sconclusionato.. allora risalgo con la bocca, mi giro a guardarti e, di nuovo accovacciata tra le tue gambe, comincio a lapparlo ed a succhiarlo tutto, piano, e poi forte, e poi fortissimo dalla metà in su, mentre lo stringo con tutte e due le mani e agito la lingua tutta attorno alla cappella che ho in bocca (adesso si che è duro come piace a me... mmmhhh).
Hai presente succhiare? Gustare? Aspirare? hai presente l'umido e l'aderente di una ventosa? Non c'è aria tra il tuo sesso e la mia bocca, in nessun punto. Calza come un guanto. E' il posto più umido e accogliente in cui sei mai stato.. e succhio. Ah! Che delizia. E poi.. tu contrai gli addominali, tendi i muscoli, inarchi impercettibilmente le reni ed arriva. Ed io impazzisco. Come una pazza drogata. Invasata. Ringrazio il cielo di avermi fatto così e di lasciarmi aprire da te. Sono folle.. la vedi la luce che ho negli occhi?
Si, amore mio, si, si. SI. Lo sento tremare, sta per schizzare.... che bello che bello, arriva... Arriva nella mia bocca, mi cola sulle labbra... e arriva a fiotti, tutto, denso, caldo, buono e lattiginoso, siii... Mmmhhh, pieno, saporito, tanto e delizioso.. il tuo sperma. Miele e latte degli dei per i miei sensi. Nettare di energia che fluisce a onde a riempirmi la bocca. Dio, come godo, siiiiiiiiiiiiiii, sto godendo.. a bocca piena.. oooohhhh. E posso sentire il calore del piacere esplodere e invadermi dallo stomaco fino alle tempie e la mia bocca aprirsi di più ancora.. lo vedi l'orgasmo (il mio..)? come posso spiegare questa meraviglia? Ma tu non sei con me... e stai gridando. Lo amo il regalo del tuo sesso... Io lo bevo tutto. Non smetto un secondo di succhiare... solo faccio più piano, per assecondare le sue scosse e le spinte.. Guardami, non ne lascio neanche una goccia, ti pulisco per bene, che buono, che buono, che buono.. mmmhhhhhhh sì, sì.....................e continuo a goderne. Dammene ancora.
.... Adesso sì, che sono felice. E sono stanca morta. I battiti del cuore si sono calmati per entrambi. Mi sdraio accanto a te, in silenzio. No, non dire niente, non c'è davvero bisogno di dire proprio niente.
Cooperation. Or momentum. Nothing else.
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la vacanza, la prima volta (cap 1)
Come di consuetudine anche quell'anno avevamo organizzato la solita vacanza di 15 giorni in Sardegna senza fidanzati, anche perchè io ero single da poco; Francesca, che invece lo aveva lasciato a casa, io e Luca e Andrea, anch'essi single; eravamo tutti amici d'infanzia, cresciuti insieme come fossimo fratelli, eccetto che con Francesca con la quale gia da un anno era nato un qualcosa di più profondo e segreto; Infatti non ci eravavamo fatte mancare i nostri bei momenti in totale segretezza nemmeno in quei giorni, dormendo poi insieme non era stato certo difficile.
Fu al decimo giorno quando Francesca dovette tornare a Milano per un'urgenza che cominciò un'avventura del tutto inaspettata. A malincuore la mattina seguente tutti e tre la accompagnammo all'aeroporto, baci e abbracci e la giornata seppur senza la mia amica, passò come tutte le altre, sole mare e chiacchiere. La sera uscimmo a cena, un buon pesce accompagnato da un ottimo vino, una passeggiata in paese e poi a casa. Come tutte le sere ci sedemmo in veranda a chiacchierare sorseggiando un po' dell'immancabile mirto prima di ritirarci nelle nostre stanze a dormire. Ci dilungammo un pochino e il mirto ci faceva compagnia alla grande, finché io non mi appisolai sul divanetto.
Fu Andrea alla fine a prendermi in braccio per portarmi in camera mia; io indossavo un vestitino scuro intero lungo fino a metà coscia aderente ed un paio di sandali con un bel tacco 12 legati alle caviglie da dei laccetti di pelle. Durante il breve tragitto, o adagiandomi sul letto mi sfiorò con una mano e si accorse che non indossavo intimo; io ero in uno stato di semi coscienza, con il sonno che stava cercando di prendere il sopravvento, ma notai comunque Andrea che, dopo un istante di esitazione, mi sollevò leggermente il vestito; io rimasi immobile guardandolo mentre lui tenendomi il vestito sollevato con due dita mi fissava tra le gambe. Qualche istante dopo sentii la sua mano accarezzarmi; mi sentii strana, un quasi fratello stava facendo cose che mai avrei pensato potessero accadere; ma ancora più strano era che non opponevo alcuna resistenza anzi la cosa mi piaceva; sentivo la sua mano scivolare morbida sulla mia pelle liscia che cominciava ad inumidirsi di umori; le mie gambe istintivamente si divaricarono per godere maggiormente di quelle carezze del tutto inaspettate; si chinò su di me e senza dir nulla, mi baciò. Presto le nostre lingue si conobbero in un vorticoso intreccio; non capivo bene cosa stesse succedendo ma la cosa mi piaceva sempre di più.
Complice sicuramente l'alcool, in breve mi ritrovai a cavalcioni su di lui ancora mezzo vestito a cavalcarlo, mentre lui mi accarezzava il seno attraverso il vestito. Era tanto stupendo che l'idea di chi fosse non mi preoccupava affatto; pensavo solo a quel pene che in un attimo era finito dentro di me e mi importava solo di vivermi quel momento. Sentivo e vedevo i miei capezzoli spingere insistenti sul vestito mentre le sue mani mi palpavano con decisione; ma volevo più contatto, mi sentivo carica e volevo di più; gli slacciai la camicia mettendo a nudo il suo petto liscio e ben disegnato dopodichè presi il mio vestito e in un sol movimento me lo sfilai restando solo con le scarpe, ben piu impegnative da togliere; Mi abbassai su di lui e rincominciammo a baciarci.
Quando dopo alcuni minuti mi voltai verso la porta vidi Luca che, sicuramente incuriosito da qualche rumore, era venuto a vedere; stava immobile, come impietrito con gli occhi sgranati a fissare quella scena; quando gli sorrisi lui si avvicinò al letto; sentivo il suo sguardo addosso, ci osservava ed un gonfiore si faceva notare nei pantaloni; l'essere guardata così, durante quell'atto, mi eccitò ancor di più, facendomi sentire per la prima volta veramente disinibita e padrona del momento. Senza che nessuno dicesse una sola parola, gli slacciai i pantaloni e li feci cadere a terra insieme ai boxer, liberando finalmente quel pene; notai con piacere che anche lui come Andrea, che da sotto di me guardava la scena, era depilato; la sua virilità puntava turgida e desiderosa verso di me. Mi chinai leggermente e, aiutandomi con la mano sinistra, lo presi in bocca; subito cominciai a succhiarlo con vigore accogliendolo quanto più possibile nella mia cavità orale; non so cosa mi prese, era la prima volta che facevo una cosa simile, ma mi piaceva tanto, mi piaceva sentire le mani di Luca che, dopo lunghi attimi di esitazione, mi prendevano la testa per tenerla mentre vi affondava il pene, come anche sentire Andrea che mi palpava tutto il corpo mentre io continuavo a muovermi su di lui; avere due uomini a mia disposizione era una cosa del tutto nuova e mi eccitava da matti.
Sicuramente eravamo tutti e tre abbastanza brilli ma si stava creando un feeling notevole. Quando sentii le due dita di Andrea che, abbondantemente umide di saliva, cominciarono ad accarezzarmi l'ano capii che quello che stavamo facendo era solo l'inizio. Presto quelle dita cominciarono a penetrarmi, forzando senza alcuna fatica il mio sfintere; l'eccitazione saliva ed il ritmo aumentava. Ad un certo punto interruppi la fellatio e guardando Luca negli occhi, mentre con la mano portavo una notevole quantità di saliva sul mio posteriore, gli dissi " vieni qui, ti voglio dentro di me". Ero completamente impazzita, mai prima di allora mi era capitato nemmeno di pensare una cosa simile, ma la voglia in quel momento era tanta; subito Luca non se lo fece ripetere e vestito della sola maglietta, salì sul letto posizionandosi dietro di me; tutti ci fermammo, immobili, in attesa di una qualche mossa di un altro; sentivo il suo glande premere sul mio ano senza forzarlo, come se avesse delle incertezze; intanto fissavo Andrea negli occhi, anch'esso immobile e confuso; dei brividi mi percorsero il corpo durante quegli istanti che sembravano lunghissimi, finchè non lo incitai dicendo " forza, entra, che aspetti, ma fai piano"
Quando sentii il mio sfintere allargarsi ed il suo pene entrare fu una sensazione indescrivibile; mi si sgranarono gli occhi, un gemito uscì spontaneo e forte dalla mia bocca, le mani strinsero il lenzuolo; subito Luca si fermò e mi chiese se sentissi male; " Luca continua senza fermarti ti prego" risposi con voce trmolante. Altro che male, era stupendo!! Lentamente ricominciò l'affondo. Sentirli entrambi dentro di me fu unico e indescrivibile, ero piena e stretta come non mai era meraviglioso. Sentivo Luca affondare completamente nelle mie viscere mentre Andrea immobile non diceva nulla; ero in estasi, avrei voluto strappare le lenzuola con le mani; lentamente rincominciammo a muoverci; mi sentivo penetrare contemporaneamente da due parti, sensazioni fortissime mi giungevano al cervello mandandomi come in tilt; i movimenti erano del tutto scoordinati ma presto sentii un getto caldo invadermi la vagina; ancora infilata su di lui mi adagiai su Andrea, mentre dietro gli affondi di Luca diventavano sempre più decisi fino a concludersi con un'altro getto caldo, infinito, dentro di me; ancora qualche affondo e si fermò. Lo sentii sfilarsi, si sdraiò accanto a noi, il suo sguardo percorreva il mio corpo ancora aggomitolato, immobile e abbandonato su Andrea. Mi feci forza e mi spostai sdraiandomi anch'io tra di loro; in quel silenzio che nessuno aveva il coraggio di rompere mille pensieri viaggiavo per la mia mente, su quello che avevamo fatto, con chi era stato fatto, su quanto fosse stato bello e travolgente anche senza uscirne appagata e, se la cosa si sarebbe ripetuta.... Ero veramente confusa, forse spaventata, ma felice; sentivo il succo del loro piacere uscire dal mio corpo e bagnare il lenzuolo ma non avevo la minima intenzione di muovermi o fare qualcosa.... E così ci addormentammo.
La mattina seguente mi svegliai sola, sopra le lenzuola, nuda ma con ancora addosso le scarpe; l'orologio segnava le 10.30, la mia testa girava, e dalla finestra sentivo i due in veranda parlare a bassa voce; non capivo bene cosa stessero dicendo ma percepivo una forte tensione per l'accaduto. I pensieri subito volarono alla sera prima, ed un fortissimo imbarazzo mi bloccò nel letto per un bel po'; cosa potevo dire? Potevo fare finta di niente? Come mi avrebbero guardato i due? Cosa pensavano di me? Dopo lunghi minuti di riflessione decisi di alzarmi ed affrontare la situazione cercando di sdrammatizzare il tutto. Per prima cosa avevo bisogno di rinfrescarmi le idee; Ero talmente confusa e tesa che percorsi il tragitto fino al bagno nuda e senza accorgermi di avere ancora i sandali ai piedi; entrando in bagno sentii un "buongiorno"; mi sporsi con la testa dalla porta e guardando verso la vetrata aperta sulla veranda con un sorriso risposi " buongiorno ragazzi, qualche minuto e arrivo". Tolte le scarpe subito m'infilai sotto la doccia.
Uscii dal bagno avvolta in un asciugamano legato sopra il seno e mi diressi in veranda; i due erano praticamente muti ed una colazione mi attendeva già pronta sul tavolo. Li salutai ancora e li ringraziai; erano tesissimi e nessuno accennò all'accaduto.
Il minuti passavano e quel clima di tensione era veramente imbarazzante; pronti per andare in spiaggia, mi feci forza e affrontai il discorso; i due subito cominciarono a scusarsi ma io li interruppi dicendo che la cosa era stata bella, anzi stupenda, che non avrebbe dovuto in alcun modo rovinare il nostro legame, che avevamo scoperto e vissuto qualcosa di nuovo; non ci dovevamo assolutamente preoccupare ma pensare solo a divertirci come avevamo fatto i giorni precedenti. E con queste parole cominciammo anche quella giornata.
In realtà passarono molte ore prima che la tensione cominciasse a scendere considerevolmente.
Il tempo passava cercando di essere il più normali possibile, ma io sentivo i loro sguardi un po' maliziosi scrutarmi, diversamente dal solito; e devo ammettere che la cosa cominciava a stuzzicarmi, ed il pensiero della sera prima, comunque sempre presente in tutta la giornata si stava trasformando in desiderio. Alcune occhiate e sguardi particolari cominciarono ad incrociarsi tra di noi ma subito tentavamo di sviare. Sicuramente quello che provavo io era identico a quello che provavano loro; la voglia di rivivere quei momenti stava tornando. Tornammo a casa col tramonto dove il frigorifero praticamente vuoto ci obbligò ad uscire nuovamente a cena. Doccia veloce e preparativi, ma nella mia testa un solo pensiero: la voglia di riaverli entrambi era ormai certa!
Decisi allora di stuzzicarli un po' e vedere cosa sarebbe accaduto; quale modo migliore di cominciare se non l'abbigliamento?volevo essere sexy ma non troppo vistosa. Un vestitino nero di cotone, semplice, maniche cortissime, morbido, stretto da un elastico solo in vita per poi allargarsi in una morbida gonnellina a balze fino a mezza coscia; ovviamente niente intimo. Un paio di sandali color bronzo Allacciati alle caviglie con il solito tacco 12 ed eccomi pronta. Li raggiunsi in veranda dome mi stavano aspettando seduti e chiesi "come sto? Vado bene?" girandomi con decisione su me stessa; quella giravolta fece salire la gonna mettendo a nudo le mie intimità; i due impietriti dissero "perfetta!!!!"
Li incitai ad alzarsi per andare a cena; li vedevo confusi, e la cosa mi intrigava ancor di più; avevo praticamente gettato l'amo, facendogli capire le mie intenzioni.
La cena passò apperentemente come le altre ma i pensieri di tutti e tre erano sicuramente altrove; io mi sentivo eccitata e non vedevo l'ora di tornare a casa. Dopo la solita passeggiata eccoci sulla strada del ritorno; la tensione saliva in tutti, sapevamo cosa sarebbe sicuramente accaduto; in macchina poche furono le parole, solo la musica accompagnava i nostri pensieri sporchi. Una volta in veranda fui io a rompere il ghiaccio che si stava creando dicendo "solito mirto?" I due si sedettero, Luca in mezzo al divano e Andrea sulla poltoncina a destra, mentre io andai a prendere la bottiglia e tre bicchieri.
Versando il mirto la tesione che mi percorreva era a mille, quasi da farmi tremare la mano, così cominciai a parlare su cosa avremmo potuto fare il giorno dopo. Gli porsi i bicchieri e mi sedetti sul divano alla destra di Luca; passò solo qualche minuto e nemmeno mezzo mirto e di scatto, mentre parlava, mi girai verso Luca e lo baciai interrompendone le parole. Eravamo tutti tesi e sicuramente nessuno di loro avrebbe preso l'iniziativa, così lo feci io.
Qualche istante ed ecco che le nostre lingue erano intrecciate in un bacio carico e deciso; subito cominciai a sbottonargli la camicia e con una mano cominciai ad accarezzargli il petto; poi scesi fino a quel gonfiore che premeva nei pantaloncini e cominciai ad accarezzarlo. Presto li slacciai vi estrassi il pene per continuare con le carezze; poi inginocchiatami sul divano, lo presi in bocca e cominciai a leccarlo e succhiarlo.
In quella posizione sentivo il vestito sollevato e le mie intimità esposte, proprio in direzione di Andrea che fino a quel momento era rimasto solo a guardare; mi sentivo i suoi occhi desiderosi addosso e la cosa mi faceva impazzire; stavo scoprendo di apprezzare il fatto di essere guardata durante un atto sessuale, ma ancor di più desideravo una sua partecipazione. Impegnata in quella fellatio, divaricai le gambe ed inarcai ulteriormente la schiena come per invitarlo; qualche istante e sentii la sua lingua appoggiarsi sul mio ano, mentre poco più sotto il mio sesso già abbondantemente umido di umori desiderava solo attenzioni. Era bellissimo, tutto stava nascendo in quei momenti, il feeling la complicità tutto era meraviglioso.
Dei brividi mi percorrevano tutto il corpo mentre lui sempre più concentrato sul mio posteriore lo bagnava per bene e lo penetrava prima con uno e poi con due dita, senza però nemmeno sfiorare la mia vagina sempre più vogliosa.
Ero in estasi, la voglia di sentirli entrambi dentro di me era irrefrenabile così uscii da quell'intreccio per poi sedermi su Luca dandogli le spalle; durante la discesa con una mano portai il pene sul mio ano e lentamente mi infilai su di esso; scivolò dentro senza nessun problema e alcun dolore,accompagnato da un mio gemito di piacere. Portai le gambe all'esterno delle sue divaricandole, i piedi ben appoggiati a terra grazie anche ai tacchi alti e le mani indietro appoggiate allo schienale; cominciai a muovermi su di lui e lui ad accompagnare col bacino gli affondi. Presto Andrea s'inginocchiò tra le nostre gambe divaricate, mi sollevò la gonna, ammirò qualche istante quello che stava accadendo e finalmente appoggiò le sue labbra al mio sesso; ebbi un fremito, sentirlo succhiare il mio clitoride, leccarmi senza tralasciare nemmeno un centimetro di quella sensibilità mentre dietro Luca affondava dentro di me era veramente unico. Ma ormai volevo di più, appoggiai i piedi sul bordo del divano divaricando ulteriormente le gambe e con voce tremolante gli dissi " voglio anche te, ti voglio dentro di me, ora....". Lui si alzò in piedi, in un attimo si liberò degli indumenti, poi puntò il pene sulla vagina, ed in un sol affondo fu dentro di me. Ecco di nuovo quella sensazione, più forte, indescrivibile; mi lasciai andare in un gemito pazzesco, le braccia cedettero, le gambe tremavano; subito mi aggrappai ad Andrea mettendogli le braccia intorno al collo mentre lui cominciò ad affondare. Non capivo più nulla, era veramente stupendo; presto il ritmo divenne perfetto, io mi stringevo sempre più ad Andrea mentre lui si reggeva appoggiandosi allo schienale; li sentivo affondare in me, sempre più velocemente quando d'un tratto, completamente inaspettato venni violentemente invasa da un orgasmo fortissimo, lunghissimo, come mai avevo provato; non riuscii a trattenere dei gemiti, quasi grida, che sicuramente furono sentiti dai vicini. I due non accennarono a fermarsi, il mio corpo tremolante era ormai senza forze quando sentii uno schizzo bollente, seguito da altri due più deboli, dentro in profondità al mio retto. Luca si fermò, mentre Andrea non accennava ad interrompere gli affondi. Fui io ad allontanarlo per divincolarmi da quell'incastro; subito lo rassicurai dicendo " tranquillo, non ho intenzione di lasciarti a metà..." e mi inginocchiai sul bordo del divano, con le gambe divaricate, appoggiandomi con le braccia e la testa sullo schienale; alle parole " dove vuoi tu Andrea" lui si posizionò dietro di me e subito s'infilò nel mio ano ancora dilatato dal pene di Luca.
Affondava con decisione fino a sbattere rumorosamente sulle mie natiche, scivolando liberamente nelle mie natiche come se nulla fosse; io ero distrutta, a stento mi reggevo sulle gambe, il respiro che lentamente riprendeva il ritmo normale, quasi non mi accorgevo di quegli affondi, come fossi anestetizzata. Ci vollero lunghi e interminabili minuti sotto gli occhi dell'amico, prima che anche Andrea liberasse tutto il suo piacere dentro di me; qualche affondo ancora e si sfilò dal mio ano che sembrava non voler più tornare alla normalità; si sedette sul divano stremato ed io con le ultime forze feci lo stesso. Nessuno disse nulla e cademmo in un abbiocco quasi immediato.
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11 years ago
elisa85ely,
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La mia segretaria
La sua minigonna metteva in mostra le sue fantastiche gambe. era in quel momento
l'unica persona della mia eta' in ufficio, ed io la invitai per una bistecca. la
mia felicita' fu al massimo quando lei immediatamente accetto' il mio invito.
dopo la cenetta gina mi invito' a casa sua. ci trattenemmo a lungo ed avemmo
l'occasione di conoscerci meglio. mi fece capire chiaramente che desiderava
qualcosa da parte mia. la sua aggressivita' e la fiducia in se' stessa erano
notevoli. il suo aspetto rese la nostra serata indimenticabile. ad un certo
momento ci baciammo, gina prese l'iniziativa con un lungo e profondo bacio,
usava la lingua in un modo eccitante. si sfilo' la maglietta aderente ed io
iniziai ad accarezzare intensamente il suo busto, lei mi spinse indietro. ero
sdraiato e lei si adagio' completamente sopra di me, le baciai il seno mentre
sentivo le sue gambe muscolose e forti avvinghiarsi alle mie. stringevo a me il
suo corpo atletico, le mie mani accarezzavano i suoi muscoli provando sensazioni
piacevolissime; non potei fare a meno di domandarle cosa facesse per mantenere
il suo corpo in quelle meravigliosi condizioni."nella mia vita ho giocato al
calcio, a pallacanestro ed ho praticato ginnastica", mi rispose, "pero' non mi
sono mai fatto culturismo, ma le mie gambe sono forti ed attraenti. ma anche il
mio busto non e' male, cosa ne dici?"le feci dei complimenti circa il suo busto,
per tutta risposta gina mi porto' nella sua stanza da letto.mi coricai sulla
schiena e gina mi chiese se mi sarebbe piaciuto se lei avesse cominciato ad
allenarsi per avere un corpo con piu' muscoli. risposi che la cosa mi avrebbe
entusiasmato. aggiunsi che se avesse provato piacere ad allenarsi con i pesi le
avrei regalato un abbonamento in una fantastica palestra.il programma di
allenamento che io immaginavo per lei era dedicato soprattutto al busto, le
braccia e le spalle: le sue gambe erano gia' sviluppate in modo fantastico.gina
inizio' ad allenarsi ed il suo corpo reagiva rapidamente al programma intenso di
allenamento: aveva una struttura fantastica per sviluppare muscoli forti e con
dimensioni notevoli. pian piano prese sempre piu' entusiasmo, confrontava il suo
corpo con il mio, voleva metter su massa di muscoli per potermi sfidare su un
ring. un giorno la sfidai a picchiarmi sul petto. lei accetto', e dopo un paio
di colpi io mi sfilai la canottiera, la sfidai:"piu' forte, picchia piu' forte
che puoi, fammi venire i muscoli blu, se ci riesci!"riuscivo a sopportare i
colpi con facilita', ma notai che gina era velocissima e sarebbe diventata un
ottimo avversario per me, quando fosse piu' forte.iniziammo a tirare di boxe
regolarmente e con immenso piacere. gina era velocissima ed anche tecnicamente
molto brava, ma io ero molto piu' forte di lei. questo contribui' molto alla sua
formazione, imparo' ad essere sempre piu' aggressiva ed aveva un solo obiettivo
in mente:"un giorno ti battero', sono sicura!"passarono 5 mesi. gina aveva un
fantastico corpo muscoloso, molto piu' massiccio di quando aveva iniziato ad
allenarsi. la boxe fu messa in secondo piano. le gambe di gina erano molto
dotate e facilmente lei le allenava per migliorarle, i suoi sforzi erano
concentrati ad aumentare la massa muscolosa del suo busto e braccia. dopo un
altro mese i manubri erano diventati troppo leggeri. inizio' ad allenarsi con
alcune culturiste professioniste, mentre io mi allenavo presso la mia solita
palestra.il nuovo programma di allenamento inizio' a fare miracoli: la sua
muscolatura si sviluppo' in modo esplosivo. ero entusiasta del fatto che ora io
e la mia amica potevamo lottare senza grossi problemi della differenza fra i
nostri fisici: ci attaccavamo spesso a vicenda, ci allenavamo ad eseguire delle
lunghe sfide applicandoci vicendevolmente ai nostri corpi le tipiche forbici di
lotta con le gambe. lo facevamo in tutte le possibili posizioni anche quando
scopavamo.dopo alcuni mesi le nostre forze furono ormai alla pari. gina poteva
ormai dominarmi con facilita' era dotata di muscoli veramente grandi e forti, ed
era comunque molto sensuale. il suo corpo simmetrico le permise di iniziare ad
allenare intensamente anche le gambe. ben presto non potei piu' contrastare la
forza delle sue gambe, mentre il suo torace diventava sempre piu' forte e si
sviluppava. anche la forza della sua schiena, delle braccia e dei suoi pettorali
non fu piu' controllabile da parte mia.la mia amica era ora piu' forte e piu'
grossa di me, e piu' potente.lei mi piaceva sempre di piu' ma mi preoccupava
molto la sua superiorita' dal punto di vista fisico.dopo che lei per l'ennesima
volta mi supero' in una prova di forza durante una delle nostre quotidiane
sfide, decisi che avrei dovuto farla finita.lei avrebbe dovuto sostituirmi con
un uomo piu' forte e grosso di me, che le potesse dare tutto cio' che lei
desiderava.gina era ormai troppo aggressiva, troppo forte, anche se io sono
dell'opinione che una donna non e' mai sufficientemente forte e muscolosa.nel
frattempo mi trovai una nuova amica, e subito notai che aveva un potenziale
fantastico. la conobbi in un locale, la invitai a ballare: aveva due gambe
lunghe e muscolose sotto la minigonna cortissima. le sue braccia avevano degli
ottimi tricipiti, non ben bilanciati dai bicipiti che mi sarebbe piaciuto
vederle addosso. indossava solo la minigonna ed un top che le lasciava soperto
l'addome muscoloso e scolpito, era alta come me, ballava stringendosi a me,
sentivo il suo corpo forte e muscoloso, pieno di energia che io avrei potuto
fare esplodere. decisi che la avrei allenata nella mia palestra, aveva il
potenziale.le chiesi cosa faceva per mantenersi in forma, rispose con la sua
calda e sensuale voce:"molti sport, ma ora sto cercando una palestra per
allenarmi al culturismo, tu potresti darmi un aiuto, hai un fisico fantastico,
senti che braccia e che pettorali hai, voglio potere allenarmi ed un giorno
battermi a lotta con te......... e batterti!!!"
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17 years ago
ClaudioMara,
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Last visit: 2 years ago
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sex con l'amico di mia figlia....
Agosto. Caldo sulla spiaggia.
Sotto l’ombrellone mia figlia, stesa sul lettino, si ripara dal sole. Io invece sfido il sole di mezzogiorno unta di olio solare. Sotto gli occhiali da sole riesco a vedere avvicinarsi l’amico di mia figlia. Sta già parlando con lei ma i suoi occhi stanno viaggiando sul mio corpo abbronzato e luccicante, lo sento. Parlano sul da farsi nel pomeriggio. È un bel ragazzo: alto circa un metro e novanta, robusto, bellissimo sguardo incorniciato da sopracciglia selvagge.
Mia figlia Luana ne è profondamente attratta nonostante sia fidanzata con un ragazzo di cui non ricordo il nome (per me è insignificante, non dovrebbe aprire neanche la bocca). Mia figlia è carina di viso, ma il suo fisico rispetto al mio è nettamente inferiore (mi dispiace tantissimo dirlo ma è così). Io vado per i 50, sono alta un metro e settanta circa, labbra carnose, capelli biondi e occhi azzurri. Mi mantengo magra per l’età che ho. Mio marito è via per lavoro, arriverà dopo ferragosto.
“Arrivederci signora.“ sento mentre vedo la figura di Nando passare accanto al mio lettino. Il mio viso è ad altezza pube, immagino il suo sesso nascosto dal costume da bagno. Mi chiedo se farebbe mai sesso con una quasi cinquantenne come me un fusto come lui…Lo saluto con un cenno del capo e un largo sorriso mentre lui compie qualche passo all’indietro aspettando (guardando) il mio saluto (il mio corpo).
Nel pomeriggio Nando arriva verso le quattro per chiamare mia figlia. Luana però (la fortuna volle fare così) era dovuta andare in bici in un campeggio fuori dal paese per vedersi con delle amiche e organizzare la serata. Mi aveva chiesto gentilmente di intrattenere Nando dato che avrebbe cercato di metterci meno tempo possibile.
Feci accomodare Nando in casa e lo portai sul terrazzo dove io mi sistemai sul dondolo e lui su una sdraio mettendosi in una posizione alquanto scomposta. Era vestito con una canotta e un paio di pantaloncini abbastanza attillati sulle sue cosce possenti. Beh praticamente si vedeva il pacco per farla breve. Io ero in bikini con un pareo trasparente bianco.
“Allora Nando, come vanno queste vacanze, ti stai divertendo?â€. “ Si signora certo, stasera forse organizziamo un falò in spiaggia. Vuol venire con noi? “ mi chiede scherzando. “Ma dai Nando, cosa mai dovrebbe fare una vecchia come me tra tanti giovani…no non se ne parla, divertitevi voi, io l’ho già fatto.â€
“ signora non dica così. Lei è una bella donna…ora va bene che stavo scherzando sull’invito però†“aah stavi scherzando sull’invito non inviteresti mai una vecchia ad una serata piena di ragazze in costumeâ€. “signora, fosse per me la inviterei e di corsa anche..insomma avrà anche gli anni che dice di avere ma rimane una bella donna con un portamento elegante soprattutto. “. È questa la frase che mi fa scattare qualcosa nella testa, non so come posso spiegarlo…sento calore al basso ventre. Telefono a mia figlia per informarmi sul tempo che le serve. Nel telefonare a mia figlia scopro le gambe e poi, come se Nando non fosse presente sul terrazzo, incomincio a guardare invisibili segni sui miei seni esponendoli alla vista del giovane presente, che strabuzza gli occhi per lo spettacolo e porta una mano sul suo pube a dar man forte al suo amico. Chiusa la conversazione noto che la mano è li sul pube a stringere il suo pisello. È rosso in volto.
“Nando vuoi qualcosa da bere, fa molto caldo oggi, eh ti va?â€. “ si signora fa veramente molto caldo oggiâ€. Si alza. Il bozzo davanti si è ingrandito parecchio. È evidentissimo, sta per scoppiare. Eh si toccherà a qualcuna salvare il giovine, non potrà mica andare in giro così poveretto.
“Ti faccio strada Nandoâ€. Cammino avanti a lui sculettando il più possibile, poi improvvisamente mi chino vicino la zanzariera della porta finestra per vedere un qualcosa quando Nando con il suo amico mi sbattono sul culo.
“mmm†mi esce naturale questo mugolio di goduria. “ops mi scusi signora, nn sono riuscito a frenarmi e…â€. Sa che potrei essermi accorta del suo sesso turgido.
Mi avvicino con aria severa e con mano ferma e decisa afferro il suo cazzo. “e con questo cosa pensi di fare. È questo l’effetto che ti faccio?â€. “eehm.. s-s-ssi signora, cioè no è colpa mia, lui fa da se, non mi sarei mai permesso..â€. Mentre dice questo io mi sono inginocchiata e sto accarezzando il suo pisello sopra il pantaloncini, lo tasto per tutta la sua lunghezza. Afferro l’elastico del pantaloncino e lo abbasso di forza portando assieme anche le mutande. Rimbalza fuori dalle mutande un cazzo teso, già scappellato con la cappella violacea e tante vene turgide sotto il mio palmo. Gli ciuccio la cappella, sa un po’ di mare, scotta è bollente.
Le sue mani scendono e mi afferrano per le spalle, mi tira su e mi bacia. Un bacio lungo, tenero che mi fa bagnare tutta, poi si tuffa sul mio collo.
Intanto con la mia mano stringo il suo cazzo e lo massaggio, nel momento in cui mi ha baciato è diventato durissimo. Faccio scorrere l’unghia del pollice sul frenulo su e giù, vedo l’espressione del piacere dipinta sulla sua faccia. Torno con le mie labbra al suo amico, è tesissimo, non penso che resisterà molto, ha le palle gonfie sotto. Incomincia a muoversi avanti e indietro, mi sta scopando la bocca. Mi stacco da lui e continuo con una sega, so che non durerà a lungo e infatti il suo pisello incomincia a dare tremendi scossoni, bacio la sua cappella quando un getto fortissimo di caldo sperma mi entra in bocca. Due, tre, quattro, cinque getti potentissimi di sperma nella mia bocca, me l’ha riempita..
Sotto sono fradicia, gli umori colano lungo le mie cosce, il suo cazzo è ancora dritto, non vuole sgonfiarsi. Una goccia trasparente di sperma esce dalla cappella e io, con la punta della lingua, la lecco. Gioco un po’ con la mia lingua sulla sua cappella leccandogli il buchino dal quale è uscita quella quantità incredibile di sperma.
Mi alza, mi bacia di nuovo, poi, mentre la sua mano scivola nel mio slip per dedicarsi alla mia clitoride, scende con la lingua sul mio collo, poi arriva al seno, ancora coperto dal costume. Lo slaccia e deciso morde con le labbra il mio capezzolo destro. Sussulto e gli artiglio la spalla per l’eccitazione, lasciandogli dei solchi (chissà le scuse che troverà per giustificare quei segni).
Alza la testa , mi guarda negli occhi, il suo pene è eretto come prima, non un segno di cedimento. Gli prendo tra le dita il cazzo e lo conduco, come fosse un cane al guinzaglio, verso il centro della stanza dove c’è il tavolo.
Toglie il pareo e lo getta via, le mutandine scendono alle caviglie, ci penso io a toglierle.
Mi solleva e mi fa adagia sul tavolo. Si abbassa e si tuffa tra le mie cosce con la sua lingua a dare tante leccate a tutta la mia fica fradicia.
Gli spingo la faccia più a fondo, il contatto della sua faccia tra le mie cosce mi fa impazzire. Il desiderio è troppo. Anche lui è del mio stesso pensiero infatti alza la testa e direziona il suo uccello verso la mia passera.
Entra dolce, lentamente, sento tutti i suoi centimetri entrare. Incomincia a pompare lentamente, la nostra pelle si unisce e poi si allontana. Le palle rimbalzano sulla mia fica.
Incomincia a pompare più forte, sempre di più. Io sento l’orgasmo avvicinarsi sempre si più, sento il mondo attorno a me allontanarsi farsi sempre più confuso e distante. Sento solo Nando che ansima e invoca il mio nome.
“Aaah Lea…si Lea…aaah…sto venendo Leaaaaaaaaah..â€.
“Uuuuuaaaaah….â€. Anch’io sto venendo, mi aggrappo alle sue spalle, l’orgasmo mi invade totalmente, inarco la schiena avvicinandolo a me. Sento le contrazioni della mia fica stringere il cazzo di Nando.
Anche lui è al limite ora, estrae il cazzo dal mio sesso e spruzza seme sulla mia pancia continuando a masturbarsi. È ancora carico, sento la mia pancia coprirsi di sperma, è ancora tanto.
Si avvicina e mi bacia nuovamente. La mia mano accarezza la sua che sta ancora facendo su e giù sul suo sesso. Il cazzo è lucido dei miei umori, del suo sperma. Lo masturbo ancora un po’ fino a che non incomincia a sgonfiare tra le mie dita.
“Nando sei stato fantasticoâ€.
“Lea, se lo sono stato è perché avevo davanti a me una delle donne più belle che io abbia visto… non sai quanto ti ho sempre profondamente desiderato…e quante….â€
Che carino. “Seghe?â€
“mm.. si Lea..l’unica cosa che potessi fare in tuo onore..â€
“Ora però sarà meglio rivestirci, tra un po’ probabilmente arriverà mia figlia e dobbiamo ricomporci e..â€
“Ma come?†fa una faccia dispiaciuta, troppo tenero. “Avrei voluto proseguire, mi fai troppo eccitare Lea…â€
E sto notando che il suo cazzo sta tornando rigido. “Si lo vedo Nando ma potrebbe tornare Luana, non penso sia una buona ideaâ€.
E infatti dalla strada “Mamma sono tornataâ€
“Su Nando sbrigati a rimettere al chiuso il tuo cazzo, ci sarà un’altra volta, te lo assicuro†.
Io raccolgo il pareo e i pezzi del bikini a terra. Nel chinarmi sento il cazzo di Nando posarsi tra le mie natiche.
“Lea, la prossima volta toccherà al tuo culo..â€.
Mi alzo, mi giro, gli stringo forte il pisello (ma è di nuovo duro!!) e gli dico sorridendo “Sono io che decido cosa devi fare o meno. CAPITO?â€
“Si signora mia reginaâ€.
Scappo nel bagno a ripulirmi, mia figlia starà salendo. Intanto penso alle sue intenzioni. Vuole il mio culo. Il mio culo ancora vergine?. No non se ne parla proprio.
Esco dal bagno, vedo mia figlia che parla con Nando. Lo mangia con gli occhi.
“Mamma, io e Nando stiamo uscendo, grazie per avergli fatto compagniaâ€
“Grazie signoraâ€
“O figurati, è stato un piacere†un fantastico piacere.
Mi vuol fare il culo…mmm sai Nando credo che ti concederò il permesso un giorno.
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La settimana bianca (prima puntata di due)
LA SETTIMANA BIANCA
“Tesorino!” esclamò una sera Pinko,di ritorno dal lavoro,sventolando un biglietto con il viso raggiante di un bimbo che presenta ai genitori una pagella con tutti nove e dieci,appena presa in quarta elementare.
“Che c’è? Cosa sarebbe quel foglietto?” Replicai immediatamente con un vago sentore. “E’ un voucher,quello per la settimana bianca che andremo a fare il mese prossimo!” disse candidamente con aria soddisfatta. Quell’atteggiamento mi irritò seduta stante.
“ Lo sai che odio l’inverno,il freddo e la neve,e che non ho mai sciato in vita mia,ma come ti è saltato in mente? Io non vengo,vacci da solo! E prima di prendere determinate iniziative,perlomeno interpellami!”
“Certo che lo so” rispose per nulla turbato,quasi si aspettasse quelle parole: “Altrimenti quei pigiamoni felpati che indossi per la notte e che togli a metà giugno per rimettere a metà settembre,insieme alle lenzuola di flanella,non avrebbero ragione di esistere in questa casa,e su di te. Però,comprendimi,quante settimane bianche ho fatto da che stiamo insieme? Nessuna,e tu sai benissimo che ho sempre amato sciare. In più,quante settimane al mare abbiamo trascorso? Tantissime,talmente tante da averne perso il conto. Per una volta un’eccezione la puoi fare,no? Vieni,dai,fallo per me.”
Aveva ragione,mi tornarono alla mente tutte le volte che lui,poverino,con protezione 40 e sotto l’ombrellone mi era stato accanto,annoiandosi mortalmente,mentre spalmata su un lettino mi godevo il sole h24 (quasi) sulle spiagge dei più bei villaggi turistici d’Italia. Alcune volte anche rinunciando,lui,a tutte le altre e ben più divertenti attività -sempre per lui,la mia preferita è quella che vi ho appena detto- che si possono fare in posti del genere.
Mi parlò con un tono così dolce e suadente e con una faccia da cucciolotto tale da smontarmi subito,così, intenerita,replicai: “Uff … mi hai convinto,va bene,vengo,ma lo faccio per te,per il tuo bene.” Ancora non sapevo quanto,invece,lo avrei fatto per il mio. O per il nostro.
E venne il giorno: sabato mattina,partenza.
“Pallina,tesoro” mi disse quando si rese conto di quello che avevo preparato per il soggiorno: “Ti ho detto che andiamo in settimana bianca,non che ci trasferiamo a vivere in Trentino!” Aveva,ancora una volta,ragione: non bastavano,solo per me,i due trolley giganti che avevamo,ma dovetti chiederne altri due in prestito alla vicina,al punto che fu necessario abbattere i sedili posteriori dell’auto,una Mini Cooper,ma pur sempre station-wagon,per far posto a tutto. D’altra parte,oltre all’attrezzatura ed al vestiario da neve, non potevo certo rinunciare alle cinque paia di scarpe,alle due di stivali,alle minigonne e top per ogni evenienza ed alla mezza dozzina di vestiti di varia lunghezza,due lunghi,uno al polpaccio e gli altri dal ginocchio in su: c’erano sette serate da affrontare!
Otto ore di viaggio tranquillo ed eccoci a destinazione,Marilleva 1400: la struttura,un hotel-villaggio,era quanto di meglio ci si potesse aspettare,lui era soddisfattissimo perché da lì si poteva uscire direttamente con gli sci,io perché,pur non amando la montagna,notai che il posto era davvero meraviglioso,dentro e fuori.
Pomeriggio impiegato per la sistemazione dei bagagli in camera,grande,bella ma soprattutto calda. Acclimatamento generale,public relations,ed eccomi pronta per la cena; tanto per non farmi notare scelsi per l’esordio l’abito più elegante e sexy che avevo portato,la prima impressione è quella che conta.
Dall’ingresso della sala ristorante all’ultimo tavolo in fondo,il nostro,si allungava centralmente una specie di corsia,priva di ostacoli,spazio ideale per un defilé. C’era il tutto esaurito e senza falsa modestia devo dire che dallo staff ai camerieri agli ospiti,tutti si accorsero di me. Ho sempre ammesso di essere “leggermente” esibizionista: gli sguardi delle persone sedute,e non solo quelle,mi seguivano come quelli degli spettatori della tribuna centrale che seguono la pallina da tennis (ogni accostamento è puramente … voluto!) durante gli Open di Francia al Roland Garros.
Proprio per quello,per vedere nuovamente la scia di teste che si giravano,feci su e giù un’altra volta con il pretesto di aver dimenticato qualcosa in camera. Era quello che volevo: essere al centro dell’attenzione,essere ammirata e,perché no,anche molto desiderata. Pinko si gustava la scena,anch’egli elegante,e sornione,dal tavolo.
Quella sera,però,non facemmo tardi,l’indomani avrei dovuto alzarmi presto, iniziava il corso di sci per principianti,al quale Pinko mi aveva iscritta; c’era qualche pratica da espletare,oltre alla formazione dei nuovi gruppi a seconda del livello di abilità. Il mio,già dichiarato,era zero assoluto.
Mentre lui,partito di buon’ora,già scivolava felice per le piste della Val di Sole,mi presentai nel luogo stabilito,ai piedi della baby,praticamente davanti all’ingresso dell’albergo,fasciata nella mia tuta da agonismo fucsia,acquistata per l’occasione insieme ad un’altra azzurro mare,non certamente per emulare Lindsey Vonn,che fra l’altro mi assomiglia in maniera impressionante,ma perché poneva in risalto le mie forme in modo clamoroso.
Capitai in un gruppo composto da ( inutile specificare che i nomi,i cognomi ed i luoghi di provenienza sono di fantasia) :
il ragionier Bellini,piemontese,una sorta di Danny De Vito in versione Pinguino nel film Batman. Brutto grasso e basso: di uno così a Roma si dice “se fa prima a sartaje in testa che a giraje intorno”. Naturalmente era anche pelato,e scorbutico,un bijoux,insomma.
Rossana Bencivenga in Mazzacurati,segretaria d’azienda di Bassano del Grappa,una donna di bell’aspetto,media altezza, mora e della stessa mia età,anno più anno meno.
Romeo Mazzacurati,suo marito,perito informatico,di un paio d’anni più giovane di lei,niente male come presenza,in più molto comunicativo e dotato di humour.
Filippo Donnarumma,dieci anni,viziatissimo,insopportabile rampollo obeso di nobile famiglia beneventana; più di una volta ho sperato che si perdesse,magari durante un fuoripista in quota,ma non ne facemmo.
E poi … lui,il maestro a noi assegnato,Davide,il bello fatto persona,prossimo ai 40,alto e magro,abbronzato come da regolamento,giustamente muscoloso,occhi magnetici,savoire faire da vero signore e la consapevolezza compiaciuta di essere affascinante da morire.
Fu in questo frangente che mi sorpresi a benedire il momento in cui acconsentii a tale insolita,almeno per me, vacanza. Questa riflessione spontanea ed improvvisa cominciò ad inquietarmi da subito.
Mi colpì come pochi uomini mi hanno colpito nell’arco della vita,il maestro,al punto che la sera a cena lo dissi a Pinko,come per “liberarmi”. Gliene parlai a lungo e con molta enfasi,descrivendo minuziosamente la sua abilità nello sci e nell’insegnamento,l’aspetto fisico fuori dall’ordinario ed i modi,garbatissimi,che aveva. La sua replica mi fece venire strani brividi,inaspettatamente ascoltai queste parole: “Tesorino,ho già capito dove vuoi andare a parare,vogliamo vivere una nuova esperienza trasgressiva? Va bene,vediamo se riesci a sedurlo,hai carta bianca,basta che dopo mi racconti tutto con dovizia di particolari.”
Per un attimo,un attimo solo,avrei voluto assumere l’espressione n. 4/bis del Manuale della Perfetta Bugiarda,quella della sorpresa con leggero sdegno,e dire: “Ma Amore,cosa vai a pensare,che ti sei messo in testa? “ Invece dignità e libidine presero per fortuna il sopravvento,e tacqui.
Se ci riesco? Pensai,con un leggerissimo ghigno,ci puoi scommettere. Intanto assemblavo i pensieri ed in una frazione di secondo avevo già chiara in testa la strategia da seguire,lui intercettò qualcosa di torvo nel mio sguardo,fronte verso il basso ed occhi verso l’alto con aria assorta,e mi sorrise dicendo: “Ho capito,non può sfuggirti,nessuno ci riuscirebbe”. Non c’è dubbio,mi capisce al volo.
Lasciai passare un paio di giorni,sia per non dare l’impressione della signora annoiata e un po’ mignotta,in vacanza alla ricerca di facili avventure che si tuffa sul bonazzo di turno,sia perché quel pensiero -e l’attesa,a me funziona così- rendeva quelle giornate più frizzanti. E così, mercoledì pomeriggio …
Che ci vuole a simulare una caduta? Detto fatto. Come previsto,il maestro si precipitò verso di me per aiutarmi. “Ahi … il ginocchio,che dolore” pronunciai con una piccola smorfia da consumata attrice.
La vicinanza dei nostri due visi,una volta presa in braccio da lui,mi dava un piacere sottile,perché avevo previsto anche questo,così gli misi prontamente un braccio intorno al collo,come per non farmelo più scappare. Guardandolo da pochi centimetri con riconoscenza e malizia nello stesso tempo,vidi che lo stavo facendo emozionare,era palpabile,questo mi faceva sentire ancora più forte e sicura,e contemporaneamente faceva salire l’eccitazione anche in me.
“La porto al pronto soccorso” mi disse. “Ti prego,Davide” risposi con occhi languidi alla Bambi: “Al pronto soccorso no,non è niente di grave,ne sono sicura,basterà un po’ di ghiaccio e di riposo. Portami,per favore,in camera mia,e poi dammi del tu,sono una tua allieva.”
Lui annuì,si fece sostituire alla guida del gruppo e ci avviammo verso l’albergo,che era vicino,essendo noi sulla pista baby adiacente alla struttura. Con la coda dell’occhio vidi Rossana che ci accompagnava con uno sguardo interessato e vagamente inquisitore,mentre faceva uno strano segno al marito.
Non fu quando arrivammo in camera che iniziò la mia avventura,bensì nell’attimo stesso in cui mi prese in braccio: la mia mente,ed i miei ormoni,erano già in piena attività eruttiva. Per far meglio comprendere i miei lettori maschietti,le femminucce invece mi capiscono benissimo,ne sono sicura,posso dire che se fossi stata un uomo,in quel momento avrei avuto un’erezione,e qualcosa mi disse che lui la ebbe davvero.
Evitò,con mio grande piacere,durante il percorso,tutte le frasi di prammatica,i luoghi comuni e i vari blablabla che in situazioni del genere si proferiscono e cominciò a parlarmi con gli occhi,mentre con la mano destra,quasi casualmente,mi palpava con delicatezza il seno da un lato: aveva capito,o ci stava provando comunque. Tenevo la bocca vicinissima al suo orecchio destro,ma non lo toccavo,perché pensavo,ed era così,che fosse più erotico fargli sentire il caldo del mio alito in quella giornata gelida. Inoltre non volevo dargli nulla per scontato fino all’ultimo istante … un equilibrio eccitantissimo.
Il click della porta della mia camera che chiuse fuori il mondo sancì l’inizio “ufficiale” dei momenti meravigliosi che si prospettavano di lì a poco,riuscii persino a sentire i battiti accelerati del suo cuore mentre mi lasciava scivolare delicatamente in terra dalle sue braccia.
Senza parlare ci guardammo,uno di fronte all’altra,per diversi secondi,ci brillava lo sguardo,come ai personaggi dei film animati giapponesi,quando compaiono le stelline negli occhi.
La narrazione potrebbe finire qui, sono più intriganti i motivi ed i modi che attraggono due persone,che sconvolgono due cervelli,che incendiano due corpi,che li calamitano verso un letto,di quello che succede poi nel letto stesso,se poi non ci sono imprevisti … se poi succede.
Successe. Avevo voluto tutto,avevo organizzato,spettava a me la prima mossa: cominciai proprio da quella parte che avevo deliberatamente snobbato durante il tragitto: gli misi le braccia al collo,mi alzai sulle punte e presi a baciarlo lievemente dietro l’orecchio. Ebbe appena il tempo di dire: “Non avrei mai sperato tanto,quando ti ho …” che gli tappai la bocca con un bacio così appassionato da lasciarlo senza fiato.
“Shhhh “gli dissi poi con voce dolce,portando l’indice della mano destra davanti al naso: “Lasciamo da parte le parole,per favore,sono inutili,voglio sentire soltanto il linguaggio del tuo corpo ed i tuoi gemiti di piacere,mi piaci,mi piaci da morire e voglio dartene tanto,ma non parlare”.
Gli indumenti che volavano per tutta la stanza sembravano capi schizzati fuori da una lavatrice in centrifuga alla quale si era aperto l’oblò. Tutto quello che avevo immaginato sul suo fisico attraverso quella tuta blu corrispondeva al vero: era statuario. Una volta nudi,percorse freneticamente con la bocca seno,capezzoli,natiche,interni coscia e tutto il resto più volte,indugiando particolarmente su piccole labbra e clitoride,facendomi impazzire di voluttà,poi,dopo una serie di giravolte,nel momento in cui decise di penetrarmi ,lo fermai.
Non che ce ne fosse bisogno,era “a tavoletta”,ma volevo prima prenderglielo in bocca per il mio piacere,era troppo bello anche “lì”,perfetto per me,che adoro le dimensioni “normali”. Lo presi in pugno con la destra stringendolo con delicatezza mentre mi avvicinavo con la testa; lo accolsi fra le labbra lentamente,centimetro dopo centimetro,fino a farlo scomparire,per poi cominciare a fare su e giù aiutandomi con la stessa mano,l’altra lavorava massaggiando i testicoli.
“Un pompino coi fiocchi”,se ne uscì proprio così,con un leggero rossore, il giorno dopo,mentre,vicini, tentava di spiegarmi la presa di spigolo per l’inserimento in curva,aggiungendo: “Da vera artista,hai una sensualità sconvolgente,rara,sei una femmina ed una donna eccezionale.”
“Balle”pensai “Di sicuro lo dici a tutte,dopo. Mi hai preso per una liceale? “ Sono troppo realista e disincantata per credere a frasi simili,ecco perché generalmente preferisco poche chiacchiere,ma non glielo esternai,perché me la “vendette” in modo così carino da non meritare una risposta del genere.
Ma procediamo con ordine e torniamo al racconto: “Ti voglio mia” mi sussurrò dopo parecchi minuti. Fu allora che,quasi sorprendendolo, gli montai sopra io,e l’espressione che assunse quando entrò in me,e che assomigliava molto alla mia,ancora la ricordo: estasi ed abbandono allo stato puro.
Lo cavalcai in tutti i modi possibili: velocemente,lentamente,dolcemente,con foga,di faccia,di schiena,anche ”spennellando” orizzontalmente,perpendicolare o distesa su di lui. Non mi interessava nulla dei gemiti,quasi urla,che l’eccitazione mi faceva emettere,e che probabilmente uscivano dalla porta,ero fuori di me.
Adoro,oltre allo sventolare dei miei lunghi capelli biondi, mentre faccio sesso da sopra,venire mentre bacio il partner,per cui,dopo molto,mi attaccai alla sua bocca,con la lingua che frullava da matta,finché lo sentii … stava venendo anche lui … attimi di passione,lembi di cielo,note melodiose,tutto in quella stanza.
Nonostante fosse stato lungo ed intenso,non mi bastò per placare il desiderio che avevo di lui. Gli “permisi”,per rimettersi in forze,un lasso di tempo a mio avviso congruo,perché una certa idea mi balenava per la mente,un qualcosa che anche a Pinko concedo molto di rado,ricominciai quindi a baciarlo.
Dopo essere stata posseduta anche in posizione “tradizionale”,come iniziammo a fare quando riprese vigore,in quanto non lo avevamo ancora fatto in quel modo, ero pronta per “quel qualcosa”, una pratica che necessita di una preparazione piuttosto accurata,e glielo feci capire.
Lui comprese benissimo,impiegando,con un abile movimento propedeutico di dita e lingua,oltre ai miei umori,anche il liquido di quel flaconcino che Pinko aveva portato per utilizzare lui,e che,stranamente, era andato ad appoggiarsi di propria volontà sul comodino. Quasi mi sentivo in colpa,essendomi venuto alla mente,per un attimo, il mio compagno.
Il desiderio era talmente prepotente,però, che pensai di più a me,a quello che era il mio ulteriore,irrefrenabile proposito: mi posizionai,nel momento che ritenni più opportuno, alla pecorina. (Dio,quanto mi fa sentire piacevolmente“puttana”!)
Mi prese per i fianchi,me lo introdusse nuovamente ,con grande abilità,ripartendo proprio da quel buchino che il suo lavoro aveva reso pronto ed accogliente,e che non era più “ino”, senza nessun dolore da parte mia, ma soltanto con un immenso godimento. Consumai,consumammo,alternando entrambi gli orifizi bassi che Madre Natura ha fornito a noi femmine mammifere.
Era un vero maestro,e non solo di sci,sapeva dosare perfettamente potenza e velocità dei colpi: lento e delicato dietro,più irruento ed energico davanti; mi mandò letteralmente in delirio,accompagnandomi ,fino ad un orgasmo galattico ed allo stremo delle forze,mie e sue.
Ci accasciammo sul letto,sudati e sconvolti,bagnati di noi,io lasciandomi scivolare,prona,e lui girando su sé stesso e distendendosi accanto a me,supino. Fuori era già buio,lo guardavo,in silenzio,e pensavo fra me e me,con espressione finalmente appagata: “Avrò molto da raccontare,fra un po’...”
Quella sera,a cena, aspettavo al tavolo il Pinko,già pronta,vestita e truccata di tutto punto. Nascondere le occhiaie col correttore fu un lavoro lungo,ma lui arrivò più tardi perché se non viene mandato a quel paese dagli addetti agli ski-lift,ai quali chiede,come un bambino: “L’ultima,l’ultima” dopo l’orario di chiusura degli impianti,da lì non schioda. E basta? No. Poi ci sono i lunghi commenti con gli improvvisati compagni di discese su questa e quella pista,sul tipo di neve,sull’ultimo sci in commercio,sul campione del momento,il prosecchino tutti insieme,la sigaretta e così via. Poi ancora una doccia lunghissima.
Ma finalmente eccolo.
Non aveva ancora poggiato il sedere sulla sedia,quando mi chiese: “Com’è andata?” “La lezione? Bene,sto migliorando” risposi con aria innocente,mi piace fare la finta tonta. “Daiiiiiiiii”aggiunse impaziente.
Glielo descrissi,come promesso,con quella dovizia di particolari che mi aveva chiesto al momento dell’ “autorizzazione”,senza tralasciare nulla,nemmeno l’utilizzo del liquido di “quel” flaconcino,e nel momento in cui cominciarono a servire i secondi,i nostri risotti ai mirtilli di bosco ed erbe cipolline erano ancora intatti nei piatti. Ormai irrimediabilmente freddi,li lasciammo.
Ascoltava in religioso silenzio,cambiando espressione ad ogni cambio di scena,avevo come l’impressione di vedere degli spermatozoi nel bianco dell’occhio,in transito verso il cervello. Alla fine,l’unico motivo per cui non mi prese immediatamente per un braccio trascinandomi in camera fu per non dare adito ai presenti di pensare,fraintendendo alla grande,a litigi o a qualcosa che non andasse fra noi,dal momento che erano tutti seduti a mangiare e c’era un insolito silenzio.
Iniziò a fremere,evidentemente le cellule germinali erano arrivate a destinazione e se ne erano impossessate; dopo qualche minuto,senza toccar cibo,approfittando di un attimo di confusione,prima dei contorni mi disse: “Ok,è il momento buono,eclissiamoci.”
Avevo appena assaggiato il primo pezzetto della mia tagliata in salsa olandese,ottima,ma non ci fu verso: “Lasciala perdere,lasciala perdere,tanto quella salsa è pure iper-calorica,ti ingrassa,andiamo.” Dopo venti secondi eravamo in camera,mi sbattè letteralmente sul letto mentre si apriva la patta dei pantaloni, feci appena in tempo a liberarmi del vestito che mi fu addosso.
“Ma quanto zoccola sei?” -Chiedo scusa ai lettori per questo cambio di linguaggio,vi assicuro temporaneo,ma devo essere fedele alla storia: parafrasi o censure renderebbero solo parzialmente l’idea dell’atmosfera che si era creata,e dei nostri stati d’animo- “Ma quanto ti piace il cazzo?” Mi diceva infoiato mentre mi trombava bestialmente,fatto insolito per lui,sempre così dolce e tenero.
“Oltre misura,lo sai,mi è sempre piaciuto … due o più insieme ancora meglio e mi piace anche la fica,tanto sono maiala … Sì,sì,maiala,zoccola e depravata!” risposi eccitatissima e sorpresa da quella uscita,con la voce alterata dalla libido,e aggiunsi,fra un mugolio e l’altro: “Però ti piace tanto guardarmi o pensarmi mentre faccio pompini,trombo o altro,con te,con altri bei cazzi duri,o con belle gnocche,eh? E sai perché? Perché sei un vero porco,poRCO,PORCO!”
Che io dica quella parola una volta sola è già un afrodisiaco per lui,e questo da sempre,ma pronunciata tre volte in crescendo,dopo quelle frasi e con il tono che avevo,fu come suonare la carica al 7° Cavalleggeri del Generale Custer,anche se veramente non serviva affatto.
Iniziammo sul letto,vicino alla finestra -stanza grande,ricordate?- e ci ritrovammo sul parquet,vicino al bagno,dopo essere passati sul divanetto e dopo lungo tempo di sesso,selvaggio lungo tempo di sesso selvaggio,la porta,anche da parte mia. Alla fine io ero soddisfatta come non mai,lui stravolto. Che io ricordi,in pochissime occasioni,forse mai,abbiamo fatto l’amore in quel modo,o perlomeno con quell’intensità così animalesca.
Non so perché,ma fra le volte più belle che lo facciamo fra noi due soli,ci sono anche quelle successive al sesso trasgressivo,in qualunque sua forma. Le chiamiamo,per questo motivo,“trombate alla memoria”.
Era ancora presto, ma non trovammo più la forza di uscire. Che giornata! ( E che fame! )
La mattina dopo,di nuovo in piena forma grazie ad una grossa dormita,ad una abbondantissima colazione,e per giunta miracolosamente guarita dagli effetti della caduta,tornai sulle piste.
Vedevo che Rossana mi seguiva con gli occhi e mi guardava come per leggermi dentro; qualcosa doveva aver intuito,l’avevo capito da quello sguardo che ci aveva lanciato il giorno prima,malgrado Davide ed io non mostrassimo alcun segno,da grandi mistificatori,di quello che era successo fra noi. Lui era,come al solito,gentile e premuroso con tutti in egual misura.
Non le detti troppo peso e continuai a sciare fino alla fine della lezione.
Pinko intanto era disperso fra gli impianti di Folgarida e Marilleva,mi ci stavo abituando, d’altra parte questa era la “sua” settimana. Mi piaceva saperlo così libero,avevo sentito dire che voleva arrivare con gli sci,insieme ad un gruppo di invasati come lui, a Madonna di Campiglio per fare la 3 Tre (boh,un gioco di carte?) e poi dare un’occhiata in paese,così mi avviai,con la massima calma,da sola,verso l’hotel,in camera mia. Feci una bella doccia e …
Toc toc … Apro … “Rossana!? Che ci fai qui?” Domandai,sorpresa ma non troppo. “Devo chiederti una cosa”.(fine prima puntata)
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6
12 years ago
pallinaepinko,
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Last visit: 5 years ago
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2 black Cuba 2000
Risale ad alcuni anni fà, eravamo a Cuba.
Il racconto e' stato scritto da Amanda per un altro sito anni fà.......
A me piace fare sesso con il mio marito Luca ma da alcuni anni siamo arrivati nel mondo dello scambio e ne siamo veramente contenti.
A Luca piace molto anche vedermi sedurre altri uomini, sempre pero' sotto suo controllo seppur molto discreto. Quando poi si arriva ad andare a letto con questi ultimi sono scintille !
A lui piace molto la trasgressione ed io lo amo ancor di più anche per questo.
Eravamo in un albergo e lì avevamo conosciuto dei ragazzi locali molto simpatici.
Dopo aver passato una sera insieme nei pressi di un bar proposero di farci fare un corso di ballo che si sarebbe tenuto nel locale stesso la sera successiva.
Andammo, io arrivai con un abitino corto che, credo, stimolò molto la loro fantasia sessuale.
Durante il corso ballai con loro tre.
Erano proprio bravi ed è proprio vero che i loro corpi sentono la musica in maniera straordinaria.
Io invece, quando mi stringevano forte, sentivo il loro grosso pacco probabilmente eccitato ballando con la sottoscritta e, penso, attiravo l'attenzione anche di molti altri presenti.
Le loro mani a volte scendevano un po sotto la mia vita, io li guardavo e sorridevo quindi loro ne approfittavano ancor di piu', a me piaceva essere al centro dei loro bollenti sguardi e non solo. Luca ogni tanto mi faceva l'occhiolino con il quale mi da' il benestare quando io vado un po oltre con altri uomini. Ci divertimmo tutti molto.
Ci ritrovammo la sera successiva in un altro locale molto fumoso e squallido.
Io e Luca ci guardammo e loro capirono che non ci piaceva il posto.
Cosi' tornammo al nostro albergo a bere qualcosa assieme a due dei tre amici.
Alle dieci in accordo con Luca io decisi di stupirli invitandoli in camera nostra.
Ci chiesero perché, io mi alzai e mi recai al banco cosi' finché i loro occhi fasciavano visibilmente il mio fondoschiena Luca rispose: a divertirsi ! I due acconsentirono, probabilmente erano già eccitati e speravano in qualcosa.
Arrivati in camera dopo 20 minuti di risate per varie cazzate che mi permisero di alzare ulteriormente la temperatura con miei strofinamenti più o meno casuali sui loro corpi Luca propose un gioco nuovo per farmi felice.
Dopo quasi una ora di preliminari vari si misero tutti e tre nudi a mia disposizione.
Prima io scopai con Luca poi mi mise alla pecorina e mi sodomizzo'.
Poi mi scopai uno di loro a smorzacandela finché l'altro e Luca mi toccavano tutta.
Dopo essermi estratta il primo dei due cazzi neri Luca mi rivolle tutta per lui per 3 minutini nei quali mi riscopo' in entrambi i canali, a lui piace molto scoparmi in presenza di altri che ansimano in mia attesa...
Dopo Luca mi scopai il secondo amico alla caprina.
L'ingordo non si accontento' della mia passerina e, dopo aver visto Luca, ad un certo punto me lo mise nel di dietro.
Me lo sentii aprire ulteriormente ma mi fece molto piacere tanto che Luca mi chiese se lo doveva fermare ma io dissi che se stasera volevo essere troia lo volevo fare fino in fondo.
Forse non usai le parole giuste o forse Luca si ingelosì un po': forse per ripicca parlo' in spagnolo con l' altro nero; io non capii ma intesi subito dopo.
L' amico si infilo' sotto di me ed in un momento in cui l' altro lo aveva fuori dal mio corpo me lo rimise nella passerina io gli dissi anche si' si' si' ma dopo qualche secondo mi sentii sfondare ancora il culo. Ne avevo due dentro! Due neri! Uno per buco! Dopo un attimo Luca mi disse ti va amore? Gli dissi : SI, PORCO! Cosi lui mi chiese anche di succhiarglielo cosi che sarei stata troia del tutto. Non me lo feci ripetere e glielo succhiai ! Ero a tre!
Uno di loro due ad un certo punto esplose e gonfio' di sperma il preservativo cosi ci fermammo perché non mi fidavo oltre.
Mi sentii divelta per un paio di giorni e a Luca piaceva scoparmi e dirmi che non sentiva più nulla e che ero troia al cubo, tanto ero aperta . Ma in realtà sentiva eccome: visto che mi veniva dentro ogni volta.
I giorni dopo i due amici venivano sempre in spiaggia per stare con noi ed ammirare il mio perizoma ma non ci fu altro sesso anche se mi piaceva sentirmi fasciata di sguardi e desiderata.
Amanda e Luca
lucaeamanda@yahoo.it
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7
14 years ago
lucaeamanda, 51/50
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Prima volta in tre....
CAPITOLO 1..L'ATTESA..Doveva succedere una settimana fa....poi tutto andò in fumo per via di altri impegni......è Lunedì mattina ed avverto il ragazzo che doveva farci compagnia che non si fa più niente..tristezza...però gli comunico che molto probabilmente ci incontreremo il lunedì dopo.
CAPITOLO 2..LO STUPORE..Io e mia moglie ne parliamo e dispiace aver dovuto rimandare..volevamo entrambi provare questa esperienza..mentre parlavamo mi arriva un messaggio..era Lui..il testo diceva"Non resisto fino a Lunedì prossimo non si può fare prima?"
..la risposta.."cercheremo di fare il possibile"..
Arriva Mercoledì..e scambiandoci email come al solito dai nostri rispettivi posti di lavoro..mi si disegna in volto lo stupore..la mail diceva"perchè non facciamo stasera?" l'erezione è stata instantanea e risposi sento lui se può..bene eravamo quasi al traguardo..lui poteva!!
da quel momento in poi è stato di marmo fino a quando sono andato a prenderlo vicino casa nostra.
CAPITOLO 3..L'INCONTRO..Entriamo in casa mia moglie era fasciata da un vestitino molto leggero e corto con sotto solo mutandine di fronte bottiglia di prosecco e tre bicchieri..era tornato il marmo...si presentano (io ovviamente mi ero già presentato)..ci sediamo e parliamo del più e del meno..era tutto il giorno che pensavamo come iniziare il contatto...mia moglie è alla mia sinistra e lui alla mia destra..mentre stavamo finendo il calice..vedo mia moglie che con discrezione apre leggermente le gambe per volantariamente farmi vedere il frutto della passione..quasi per dirmi..ORA..
CAPITOLO 4..IL SOGGIORNO..Ok Mia moglie da il via con la frase...andiamo a sederci di la?..non aspettavamo altro..ci sediamo sul divano lei in mezzo a noi..inizia a toccarci in mezzo alle gambe e sente che sono durissimi...inizio a baciarla mentre il mio "amico" le sfiora leggermente la gamba nuda sento nel bacio il sussulto..di essere toccata da una mano estranea. intanto che la sento sempre più calda apro con dolcezza le gambe e piano sposto le mutandine fino a toccarla...l'avevo vista molto bagnata..ma così mai era fradicia..un lago..Lui mi ha seguito a ruota ed insieme la penetravamo con le dita..intanto che massaggiavamo il suo corpo e la baciavamo..VENNE!!
CAPITOLO 5..IL SOGNO REALIZZATO..Mi inginocchio con lei seduta sul divano e subito bacio delicatamente il clitoride e lecco tutto quel nettare afrodisiaco..ed intanto lei?..prende in bocca il cazzo di Lui ed incomincia uno splendido lavoro .passo la lingua la introduco stà impazzendo di piacere ecco sii viene mentre la stò leccando..ci spostiamo ora tocca a me ricevere un delizioso pompino intanto che anche Lui si disseta del nettare prelibato..sento che gode, gode così tanto che vengo magnifico..lei continua a leccarlo e succhiarlo mentre Lui veste il "signore" e la penetra mentre lei continua ad usufruire della mia asta con la sua splendida bocca fantastico..ci diamo il cambio ed entro dentro di lei..fino a farla venire..veniamo insieme...poi lei si sdraia apre le gambe e la bacio ancora..intanto Lui si mette sopra di lei praticamente mentre io leccavo Lui la stava scopando in bocca...fino a quando il di Lui seme ricopri la gola ed i seni di mia moglie..e proprio in quell'istante venne ed io assaporai di nuovo tutto.
CAPITOLO 6..CONSIDERAZIONI PERSONALI..E' stato proprio come l'avevamo immaginato abbiamo goduto tutti e tre ed abbiamo trovato proprio una brava persona veramente sana discreta e pulita..l'unica cosa(che spero di provare la pross volta)che non abbiamo provato doppia penetrazione...Ciao e grazie per la pazienza.
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16 years ago
coppiasex,
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Last visit: 16 years ago
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Spiaggia Afrodisiaca
Il titolo dice tutto,abbiamo scoperto questa spiaggia lungo un fiume dell'alto Ossola,isolata, bella e tranquilla.Spesso ci rechiamo a fare naturismo con adeguate precauzioni, se all'orizzonte vediamo qualcuno(raro)abbiamo il costume e non solo (anche mazza da baseball per i malintenzionati non si sa mai)a portata di mano.E' stato circa 15gg fa,sole,caldo e voglia di evadere.Caricato la macchina di cibarie e bevande,via!!!!Arriviamo sul luogo e il bello della spiaggia ci permette di arrivare sino all'acqua del fiume.Ombrelletto,asciugamani e incomincia la pacchia.Scambio di spalmatura di crema con scivolamento alle parti intime l'uno con l'altro,lo stuzzico è il gioco principale.Il sole è bello,l'atmosfera invitante,dopo aver stuzzicato cibo e bevuto,l'invito a Lei a toccarsi è normale,incomincia lentamente con indifferenza,è invitante,ormai ognuno di noi gioca con il suo sesso,guardandoci aumenta il tutto,la voglia,la protuberanza,gli umori lago di Lei.Il buttarsi a stimolare con la lingua raccogliendo ogni voglia, è un gioco bellissimo!!!Le piace da impazzire sentirsi leccata e toccarsi.L'eccitazione è a 1000/10000/100000!!!scivola dentro che è una meraviglia,le gambe sulle spalle,bagnatissima e aperta a ricevere ogni movimento,la fantasia viaggia al tal punto che se fossero arrivati o una bella Donna o un bel maschione (ma bello) sarebbe stato motivo di provare qualcosa in più e nuovo.Le menti viaggiano e così anche l'eccitazione,Lei ha un orgasmo da vero urlo, che si diffonde intorno,solo la natura ha poture cogliere tutto quel piacere e Noi soddisfatti continuiamo a prendere il sole.
BellaMora
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14 years ago
BellaMora,
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Esibizione in auto.
Si sentiva arrivare la primavera, pur non essendo ancora caldo, anzi era piuttosto freddino, ma una sera di marzo, dopo essere stati a cena in un ristorante della bella Versilia, decidiamo di fare un salto sul lungomare dove ci sono un sacco di locali per una bevuta di un qualche intruglio tropicale di moda. Arriviamo sul lungo mare, dove d'estate c'e' un brulichio di ragazzi che ballano sia nei locali che nella strada,... ci siamo resi conto pero'che in quel periodo i locali sono chiusi. Non c'era uno straccio di locale aperto e allora ci siamo limitati ad una passeggiata prima sulla strada e poi sulla spiaggia. Ci si vedeva bene perche' la luna rischiarava molto. Ecco che dal deserto della spiaggia vediamo muoversi qualcosa dietro una capanna, di quelle che si improvvisano d'estate, ed in quel periodo semidiroccata. C'e' voluto poco per capire che era qualcuno che ci spiava. Ci siamo un po' impauriti li per li, ma la cosa ci ha fatto prima un po' sorridere e poi ci ha pervaso un'eccitazione molto intensa, ...ci faceva piacere che qualcuno ci guardasse. E non stavamo facendo nulla, solo camminavamo mano nella mano. Continuando la passeggiata, siamo tornati nell'auto che era parcheggiata sul ciglio della strada in prossimità della spiaggia. Un pò per la bottiglia di vermentino che ci siamo scolati, un pò per lo spione, ci e' venuta voglia di..limonare come ai vecchi tempi. Noi siamo vicini ai cinquanta, ma con la voglia di una coppia di trentenni..Lei aveva un abito abbastanza corto, nero attillato, che lasciava scoperto un bel po' di seno, retto da uno splendido reggiseno a balconcino quinta misura. Autoreggenti nero fume' stivali con un tacco piuttosto alto e orrecchini a goccia completavano il suo corpo. Io jeans camicia bianca e maglione. Ci e' venuta una voglia...e cominciamo a toccarci, le sfioro i capezzoli , sopra il vestito, lei mi tocca la zip dei jeans. Inutile dire che eravamo molto eccitati. Ci aggorgiamo solo dopo un po', un po' presi dalle effusioni, che fuori dall'auto c'era il tipo della spiaggia, che con il chiarore della luna riusciamo a vedere meglio. Avrà avuto circa trentacinque anni, piuttosto alto e asciutto e...stringeva tra le mani il suo membro turgido. Che emozione, difficile da desrivere, sia io che lei ci siamo eccitati molto alla vista di quello che faceva, si stava masturbando mentre ci guardava. Ci e' parso di capire che lui avrebbe voluto vedere di piu'. Ho abbassato le spalline del reggiseno ed ho mostrato al tipo il seno turgido come il suo membro. Lui ha avuto un sussulto e mi è sembrato che l'attrezzo che stringeva tra le mani si fosse ulteriormente ingrossato. Anche lei lo guardava intensamente e colta dall'eccitazione, con mia sorpresa, mi ha abbassato la lampo dei jeans e ha fatto uscire anche il mio cazzo che fremeva dalla voglia. Ha cominciato a toccare e poi si e' abbassata ed ha cominciato a succhiarlo avidamente. Il tipo si e' avvicinato per vedere meglio quello che facevamo. Lei chinata su di me, aveva il sedere rivolto verso di lui. Io non capendo piu' nulla, ho alzato l'abito e gli ho mostrato le natiche coperte solo da un sottile filo del perizoma. A quel punto ho abbassato un po' il vetro e l'ho pregato di farsi vedere bene il cazzo. Lui ha abbassato completamente i pantaloni e ha mostrato interamente il suo membro. Era piuttosto grande, e se lo menava piano piano, su e giu' mostrando una cappella grande e durissima. Ora anche lei lo guardava mentre continuava a toccarmi. Le ho chiesto se avrebbe voluto toccarlo il suo... Lei ha abbassato ancora un po' il vetro ed ha cominciato ad accarezzarlo. Avrei voluto che glielo prendesse in bocca, ma non ha fatto in tempo, Lui si e' scostato ed è venuto copiosamente con schizzi da urlo, tra l'altro centrando con uno schizzo anche il cofano dell'auto. Lui ci ha rigraziato moltissimo ed ha detto di non aver mai goduto tanto, scusandosi pure per lo schizzo impazzito.
Quella sera ci siamo proprio divertiti, e perche' non riprovare una prossima volta? Chissa!!!
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14 years ago
cieloblu, 38/38
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Sexy Poker Game
Matteo ,quando poteva,approfittava per fare delle foto col suo enorme smartphone,cercava a volte di farci credere che faceva della foto un po generichie a tutti noi,invece si vedeva che puntava l’obiettivo sulle tette e Sandra stava al gioco(e mi faceva divertire) giocando un po al vedo e non vedo.Io mi divertivo un sacco cosi come Sandra ma pian piano sopraggiungeva l'eccitazione.Quest'anno ci sono state 2 novita',la prima l'arrivo della cugina di Sandra che abitava a Torino e la seconda l'arrivo di un amico di Matteo che stava in Portogallo. Era gia' successo altre volte che nella comitiva arrivavano amici di amici e questo spesso portava piu' allegria, con gente nuova si sentiva di piu' l'aria d'estate e di vacanza soprattutto poi se i nuovi arrivati si rivelavano anche simpatici.La cugina la conoscevo da tempo,Sandra lo sapeva che un po mi attizzava ma non era un problema per lei, di Bea non era per niente gelosa infatti io ne approfittavo un po e flertavo e Bea mi ricambiava sapendo ovviamente che Sandra non era infastidita,era per tutti solo un gioco che finiva li.Riccardo invece ,era simpaticissimo e non poteva essere altrimenti visto che era amico di Matteo ma secondo me era un po bruttino,un po in "carne",tanti capelli e un po bassino ma molto simpatico anche a detta di Sandra che invece a lei invece lo ispirava positivamente."in che senso" le chiesi io un po preoccupato e con una punta di gelosia,lei rispose che era un pocome la mia simpatia per Bea....ok,avevo capito perfettamente. Uscimmo tutti quanti insieme per qualche sera ,si scherzava gia' in modo provocante e la prima avvisaglia di cio' che sarebbe accaduto dopo qualche giorno fu quella sera in cui ritornati da un concerto ci avviammo a casa per accompagnare Bea,Matteo appena davanti casa spense il motore della macchina per fumarsi una sigaretta e fare le ultime 4 chiacchere prima di andare a dormire.Le chiacchere si faceno frizzanti,si parlava del seno di Bea che sembrava essere piu' grosso di quello di Sandra ma Bea,che lo sapeva meglio di noi, affermava il contrario allora io feci valere la nostra "legge" e cioe' che era usanza in quella macchina fare "il giro di tette" che consisteva nel mostrare le tette delle donne per un attimo ;Ric sgrano' gli occhi ,pensava fosse uno scherzo,loro in verita' non si fecero piu di tanto pregare e in un istante avevano la maglietta alzata Sandra e le bretelle tirate giu'(con nostra ammirazione fu molto sensuale) Bea che non aveva indossato il reggiseno mentre Sandra invece lo aveva infatti ci chiese: "devo togliere anche questo?", ovviamente rispose subito Matteo dicendo "si si si.senno' che giro di tette e!"io non dissi niente ,un po speravo di no e un po volevo anch'io;lei ovviamente se lo slaccio' e rimase a tette al vento per un attimo ricoprendosi subito dopo, anche questa fu una bella scena,notammo che Bea aveva le tette leggermente piu' piccole di quelle di Sandra. Le serate diventavano piu' piccanti finche' un sabato,dopo esser andati a ballare in un bellissimo discopub all'aperto,io proposi di andare tutti e 5 a casa nostra per bere qualcosa e chiaccherare un po, non era tardissimo,erano appena le 2 e mezza del mattino ed avevamo ballato tutto sommato poco ma era divertente soprattutto quando io mi ero preso Beatrice a ballare e Sandra ballava in sandwich con gli altri due.Tutti e 5 avevamo voglia di restare svegli cosi la proposta di andare a casa nostra fu accolta,Sandra propose anche di aspettare l'alba e poi di vedere il sorgere del sole al mare,proposta accolta accolta con entusiasmo.Arrivati a casa e fatta distribuzione di birre subito Matteo propose di fare qualche gioco,disse magari a carte o giochi di societa,Sandra ridendo disse "strip poker"?,io riflettei un po ,mentre la cugina diceva:"non ci penso neanche, indosso solo 3 pezzi,perderei subito";io pensavo a cosa si potesse fare per rendere quel fine serata divertente e' un po piccantino senza sfociare nel volgare e nel cattivo gusto, mi venne un'idea:"perche no,giochiamo a poker ma formiamo 2 squadre "virtuali" dove ognuno gioca per se ma se vince fa vincere la sua squadra, ,da una parte io Sandra e Bea e dall'altra Matteo e Ric;poi facciamo 5 bigliettini e ci scriviamo su ognuno la posta in palio tipo per fare un esempio, un bacio sulla bocca .Se vince Matteo o Ric loro bacereanno una donna a testa se invece vince qualcuno della mia squadra io bacio tutte e due le donne e' inoltre la stessa posta in palio dovranno "consumare" la squadra avversaria ma tra di loro.Matteo chiese :"cioe' se noi perdiamo ci dobbiamo baciare io e Ric?",esatto,dovrete fare esattamente quello che sara' scritto sul fogliettino cosi come faro' io con le sue donne;d'altronde io metto in palio la mia Sandra mentre voi non mettete in palio nulla quindi e' giusto che qualcosa dovete rischiare anche voi",spiegai io. L'idea devo dire piacque molto alle donne(che non rischiavano nulla e che avevavno tutto da guadagnare) mentre Matteo e Ric erano titubanti,io cercai di persuaderli un po dicendo che in ogni caso ci saremmo divertiti,infatti appena iniziarono a pensare alla prospettiva che avrebbero forse potuto realizzare qualche fantasia ci misero pochissimo a convincersi.Certo poteva sembrare un po adolescenziale come gioco ma i limiti quali sarebbero stati?il risvolto incerto del gioco ci faceva eccitare a tutti. Ora dovevamo stabile quale donna sarebbe toccata a Ric e a Matteo,tirarono a sorte,le donne erano molto emozionate;con un po di rammarico (nascosto) Sandra tocco a .......RIC! Matteo non disse nulla per non offendere nessuno ma si vedeva che questa cosa gli rodeva. Passammo quindi alla fase piu' delicata,la posta in palio,ci chiedemmo quali sarebbero stati i limiti,io ovviamente proposi di andare "calmi" e di rimanere sul soft,Matteo era daccordo invece le donne premevanopiu' sul erotico spinto.Alla fine ognuno scrisse la sua "fantasia" sul bigliettino(avevamo 5 minuti di tempo per inventare qualcosa) e che depositammo tutti in un piatto ,ci guardavamo negli occhi ridacchiando e cercando di spiarci e di capire cosa avevamo scritto sperando di non aver avuto tutti la stessa idea..C’era una bella atmosfera e furono 5 minuti molto divertenti.Prima di iniziare la mano di poker uno di noi doveva scegliere un bigliettino, leggere e comunicare il premio in palio in modo che si potesse fantasticare della vincita mentre si giocava ....,fu Sandra a pescare il primo dei 5 biglietti,attimo di suspance...lo apri,ebbe un'espressione meravigliata e inizio' a ridere che non c'e la faceva a leggere,poi si riprese e lesse:" 5 sculacciate sul sedere ! Scoppio una gran risata collettiva,ci furono un po di battute divertenti sui gusti "sado",il premio ci sembro' nei limiti giusti dello scherzo e iniziammo la prima mano.Non mi soffermero' sull'andamento del gioco per non dilungarmi molto ,vi diro' direttamente il vincitore.la prima mano la vinse proprio.......Matteo!!!Matteo quando si era reso conto di aver vinto lancio' un urlo da stadio e alzo le braccia in segno di vittoria e disse"venite qua belle,vi stavate gia' immaginando io che sculacciavo Ric e invece no"Sandra tento' di appellarsi a una giocata scorretta di Matteo ma non ci fu nulla da fare,cosi Bea si adagio' sulle gambe di Matteo,lui le alzo' la gonna e rimase con i suoi bei slip viola col sedere un po alzato,cosi lui,molto delicatamente ma con un'esagerata espressione di godimento gli diede 5 schiaffettini;chissa' se lei si era eccitata!!Poi tocco' a Sandra,io cercavo di avere un'espressione tranquilla ma dentro ero tipo "grrrrrrrrr",Sandra aveva messo jeans molto aderenti che le facevano un bel culettino,e quando inizio a slacciare i bottoni io ebbi un po un deglutire ansioso misto ad eccitamento,se li abbasso mostrando le sue brasiliane beige di pizzo e si mise velocemente sulle gambe di Ric.Il culetto sollevato era fantastico,rotondo e pieno al punto giusto.in quella posizione io (ma anche Matteo) le avreifatto ben altro ....5 schiaffettini molto rispettosi sui glutei alti seguiti da un nostro applauso e via ,lei si rialzo'per ritornare al tavolo per la seconda mano.Il secondo bigliettino lo estrasse Matteo che subito commento'"beh!,questo mi sembra giusto e non poteva mancare,Bacio sulle labbra"Ci fu un uahuuu collettivo e parti la seconda mano.......mano vinta stavolta da..........Sandra!!ebbe una fortuna spacciata,forse non si rendeva conto ma aveva un poker d'assi!Finalmente toccava a me,baciai prima Sandra molto calorosamente,poi tocco a Bea che per senso velato di rispetto a Sandra mi chiese di non fare prorio la stessa cosa,io mi avvicinai e la bacia sulle labbra indugiando giusto giusto 2 secondi.Ora toccava a Ric e Matteo secondo il regolamento,loro tentarono di rifiutarsi ma non ebbero scampo,quando si baciarono si alzarono di scatto e ne esclamarono di ogni facendoci ridere tantissimo.Terzo biglietto,Bea stava per leggerlo ma si blocco"non ho il coraggio ...."disse insinuando in noi l'idea che si trattasse di una cosa pesante,il premio e' :"un minuto di massaggio sulla sedia a petto nudo".Noi commentammo dicendo "tutto qua".visto che ci aveva fatto credere chissa cosa,infatti lei rise,Questo biglietto era stato sicuramente scritto da Sandra,lei impazziva per i massaggi.Giocammo e vinse di nuovo Sandra,stavolta tutti daccordo, cambiammo la regola,decidemmo che Ric avrebbe massaggiato la donna spettante e lostesso Matteo mentre io avrei ricevutoil massaggio dalle 2 donne contemporaneamnte(fantastico pensai)Cosi entrambe rimasero sedute sulla sedia,si denudarono ma non troppo facilmente perche’ cercarono di trovare delle scuse .dopo un po si decisero e rimasero finalmente in teoria a seno scoperto ,peccato che tenevano le mani sulle tette stando bene attente a non regalare niente di piu’ ai nostri occhi,noi 3 invece stavamo concetratissimi nel scorgere qualcosa di piu’ da vedere attraverso le loro dita e facevamo di tutto per distrarle e ingannarle in modo da farle togliere le mani . Matteo e Ric si erano avvicinati per eseguire il massaggio sulla zona del collo e poco piu' giu',lo fecero in modo garbato senza osare niente di piu’ tanto non ne avrebbero ricavato nulla ,almeno in quella circostanza,.Durante il massaggio le donne avevano una faccia beata mentre noi cercavamo di scorgere il seno che fuoriusciva dalle loro mani,che pero' tenevano stretto ed erano attente in realta' a far vedere il meno possibile,Matteo con le mani cercava di raggiungere piu posti possibili ma appena si avvicinava troppo alle tette di Bea lei subito lo redarguiva,Ric invece stava al suo posto.Quarto biglietto,eravamo curiosi,cosa ci sarebbe toccato ora?Tocco' a Ric pescare,lui lo prese,lo apri' e sgrano' gli occhi dicendo "Non ci posso credere!!,stasera qui qualcuno tromba'"..."dai ,smettila di scherzare",disse Bea un po preoccupata,poi Ric continuo':"Si infatti stavo scherzando,pero' qusta e' bella,il vincitore mangera' un cucchiaino di gelato poggiato su una parte del corpo a scelta"I commenti furono vari ,tipo "ma qui si fa 9 settimane e mezzo" oppure "ottimo,si mangia!".IO gia' mi immaginavo ,avrei scelto di mangiare il gelato su un capezzolo di Bea,poi subito mi venne in mente che pero’ anche a Sandra avrebbero potuto chiedere la stessa cosa o chissa' su quale altra parte del corpo.Giocammo la mano,ci fu un po di tensione sportiva stavolta,specie da parte mia che volevo vincere a tutti i costi..ma....ahime' vinse Riccardo!Sandra,io la conoscevo,stavolta era eccitata,ando' a subito prendere il gelato e un cucchiaino,sembrava non vedesse l’ora di fare quella cosa,,intanto Matteo e Ric dovevano scegliere su quale parte del corpo mangiare il gelato.Ric parlo' per primo dicendo che aveva gia' deciso,disse che gli sarebbe piaciuto.....prese ancora qualche secondo ......poi disse che gli sarebbe piaciuto farlo dietro la schiena proprio sotto la parte dell'elastico degli slip che avrebbe dovuto quindispostare un po piu' giu';Ah pero',pensai io tra me e me,e' proprio entrato a pieno nella "filosofia" del gruppo;Sandra annui'guardando anche verso di me e chiese dove e come doveva mettersi.Ric la invito' a salire sul tavolo e a mettersi a pancia in giu',lei si alzo' la maglietta e si abbasso un po i pantaloni e lasciandosi a vista gli slip, scopri' la parte alta dei glutei e aspetto',Ric prese il cucchiaino,lo riempi di gelato ,poi con l'altra mano sposto' gli slip verso il basso e verso' il gelato sui lombi,quindi si piego' e con la lingua inizio' a leccare,3 o 4 movimenti e il gelato era sparito!Sandra si alzo in posizione gatto (fu volontariamente provocante) dopodiche si rivesti e ritorno sulla sedia.Ora Toccava a Matteo,infatti disse "il posto migliore per mangiare il gelato e' una tetta"!.."scordatelo disse subito Bea. Noi cercavamo di far rispettare le regole ma lei era restia sicche' Matteo raddrizzo' il tiro dicendo :"intendevo sul decolte"...Bea accetto'.Rimase seduta sulla sedia,si fece cadere una sola spallina quasi al limite del capezzolo,poi con una mano si sollevo' leggermente il seno e li Matteo ci poggio' il gelato che mangio' in 4/5 secondi.Anche qui scatto' l'applauso,la scena era stata troppo bella.Ultimo biglietto,tocco' a me,lo lessi non potei fare a meno di ridere,il vincitore avrebbe fatto il palo della lap dance per essere spettatore protagonista per 2 minuti. Figooo!!!chi ha avuto questa idea???ci chiedemmo noi uomini,"donne ci state?",chiedemmo noi...loro dissero di si,Matteo disse:"nude ovviamente",Sandra rispose ,"ok,se voi perdete lo fate a noi e ovviamente ballerete nudi"Matteo ci penso',si rivolse a Ric chiedendo cosa ne pensava lui,Ric disse di no, si vergognava troppo.Matteo pero' non mollava,diceva che tanto era un gioco ,poi immaginati queste due nude che ballano su di noi che spettacolo irripetibile,quando ti ricapita? Cosi lo convinse ma le cose non andarono cosi,vinsi proprio io e reclamai il mio premio,Bea e Sandra avrebbero ballato per me ma prima c'era lo spettacolo degli uomini.Matteo e Ric si misero le mani fra i apelli,dicevano con tono imbarazzato "Nooo,che figura di m.."Cosi inizio lo spettacolo,Sandra e Bea erano al centro della sala in piedi,io misi un po di musica e loro inziarono a scimmiottare un ballo mentre si spogliavano .le due ragazza morivano dalle risate e incitavano a togliersi i vestiti;rimasero in mutande e loro urlavano "via tutto",poi finalmente se le tolsero coprendosi il pisello con la mano,ballarono gli ultimi 10 secondi con la mano davanti riuscendo bene a non far vedere nulla ,poi si rivestirono con un nostro sottofondo di applausi.Io Notai Bea che guardava le parti basse degli uomini quasi con sguardo fisso,sembrava ormai lanciata a pieno e le inibizioni erano sempre meno.Dopo mi misi io in mezzo alla sala in piedi e le donne iniziarono a ballare,erano decisamente piu' brave e per niente impacciate,Sandra si struscaiava senza ritegno e ci illudeva che si sarebbe tolto i pantaloni perche' spesso iniziava a slacciarseli e far vedere gli slip da dietro,Bea invece tirava giu e poi risollevava le spalline,faceva svolazzare la gonna finche non si appoggio' col sedere sopra di me e non pote' fare meno di accorgersi che c'e l'ho avevo bello duro.2 Minuti passarono in fretta,ci divertimmo veramente tanto.....continua
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5
11 years ago
AdamDTS,
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annunci erotici ed annunci sessuali
Annunci Erotici - Annunci SessualiAdmingli annunci erotici o annunci sessuali si sono sviluppati moltissimo nel corso dell'ultima decade grazie soprattutto all'avvento di internet ed ancor più negli ultimi anni con la diffusione della banda larga che riduce il cosiddetto "digital divide" che purtroppo ancora oggi affligge un paese come l'Italia...gli annunci erotici o annunci sessuali sono un mezzo,non una soluzione, per ampliare il proprio bacino di conoscenze eliminando la titubanza che si creerebbe con un incontro reale.La possibilità di aprirsi è fondamentale, sapere che chi risponderà all'annuncio avrà i nostri gusti e saprà cosa cerchiamo ci rende meno timidi e permette di osare, a volte anche esagerare, nel porsi.l'immediatezza nella pubblicazione dell'annuncio erotico la grandissima diffusione di visite e la pronta risposta sono il grande mezzo di cui disponiamo,questo è il fotoannuncio. Questo genere di annunci erotici o annunci sessuali che dir si voglia fanno crollare l'ultima barriera, quella che realmente limitava i vecchi sistemi come i fermoposta o gli annunci erotici su giornali più o meno specializzati, i fotoannunci erotici permettono di scegliere,secondo i nostri gusti visivi oltre che sociali. statisticamente gli annunci erotici con foto vengono visitati dalle 8 alle 10 volte in più rispetto ad un annuncio privo di immagini e se presente una galleria di più foto questa percentuale sale di altre 6 volte. un annuncio erotico corredato da più foto risulta più credibile di uno generalista,oltre che ovviamente permettere a chi lo visualizza di farsi una idea "visiva" di chi ha di fronte.Come creare un buon annuncio erotico - annuncio sessuale Per Le Singole:foto: evitate assolutamente foto di fiori paesaggi cartoni animati ecc, chi legge è curioso di "vedere" e questo tipo di immagini rendono l'annuncio irritante preferite piuttosto una immagine sobria magari con un vestitino carino e sempre rigorosamente a volto censurato.annuncio: non ponete limiti assoluti ma cercate di essere garbate e nel caso una categoria non sia di vostro interesse scrivetelo con delicatezza,descrivetevi e descrivete cosa vi piace quali sono i vostri gusti e desideri siate sempre coloro che vengono scelte non chi sceglie.Per Le Trav-Trans: foto: inserite foto ampie non dettagli anatomici una foto in lingerie e magari una buona posa sono sempre apprezzate. non siate esageratamente volgari ma fate capire visivamente quali sono i vostri gusti...annuncio: sbizzarritevi ma sempre senza peccare di narcisismo gli annunci trav-trans per natura possono essere vari assolutamente da evitare le volgarità nel testo di norma non sono apprezzate.Per Le Coppie:foto: le foto sono fondamentali negli annunci di coppia. la foto principale deve essere sempre femminile e mai di particolari anatomici. nella galleria inserite almeno 2 foto di entrambi ricordate che la coppia è formata da 2 persone e quindi inserite sempre foto del lui meglio se a figura intera.annuncio: pensate a chi legge.inserite una breve descrizione della coppia e poi specificate bene i vostri gusti e le vostre inclinazioni non fate mai richieste specifiche potrebbero essere interpretate male. preferite un annuncio con toni cordiali ed allegri. ricordatevi sempre di specificare se vi piacciono le feste con più coppie o se preferite l'incontro a 4 e non per ultimo specificate sempre se siete o meno scambisti questo è molto importante dal momento che le coppie scambiste non rivestono la totalità degli annunci erotici ma anzi sono una minoranza e nella maggior parte dei casi si omette di specificare questo importante particolare... Per i Singoli:foto: qui c'è un dogma da rispettare" MAI e poi MAI inserire la foto del membro" come foto di presentazione questo è importantissimo inseritela magari nella galleria ma mai come foto principale. Pensate davvero che una singola o peggio ancora una coppia vi contattino fra migliaia di annunci scrivendo un messaggio ad un pene? annuncio: solo il 2% degli annunci singolo vengono letti con interesse questo dato è terrificante ma in parte è causa di 2 fattori, il primo citato sopra è la foto infatti il pubblico che clicca sulla foto del membro è lo 0,8% secondo fattore è la povertà lessicale. quando inserite un annuncio seguite uno schema logico non siate ne frettolosi ne superficiali. descrivetevi bene senza esagerare e senza mai usare esempi di incontri passati (questo genera una inconscia sfiducia nel lettore) usate bene il lessico cercando di non commettere errori grammaticali preferite frasi semplici ad elaborati concetti. Non fate mai richieste specifiche questo è un classico errore che normalmente porta l'annuncio ad essere immediatamente scartato. ricordatevi un pò di umorismo non guasta mai...quindi siate allegri ed evitate qualsiasi forma di morbosismo. se siete persone dolci e delicate scrivetelo! non abbiate timore di sembrare poco virili chi sceglie sono di norma le signore...che difficilmente apprezzano toni volgari e crudi.
54522
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16 years ago
admin,
75
Last visit: 1 month ago
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la zia trovata...
anni fa all'epoca dei miei 24 anni frequentavo un sito di incontri (meetic),il lavoro mi portava via molto tempo e non frequentavo molto amici o locali ma a casa avevo la possibilità di vedere numerose persone e loro potevano vedere me.
Da qualche tempo avevo conosciuto D. carina, piccola con 2 bellissimi occhi e capelli corti 56enne da poco separata che come me si era affacciata sul sito alla ricerca di nuove conoscenze, era scattato un feeling tra noi nonostante la differenza di età e conoscendoci ci eravamo piaciuti al punto di fare coppia e conoscerci meglio.
Parlando ci eravamo scambiati le nostre esperienze,conoscevamo i rispettivi gradi di parentela e mi ero incuriosito quando mi disse di avere un nipote della mia età , pensai tra me e me se mai mi avesse scambiato per il nipote e la voglia perversa che avevo di provare l'effetto di scoparmi una zia mi eccitava spesso ma mi ero guardato dal domandare una cosa del genere a D. non sapendo come avrebbe reagito visto l'argomento delicato....
Un giorno ci trovammo a passare fuori il fine settimana in una pensione, io e lei tranquilli senza pensieri di dover tornare a casa (io vivevo con i miei e lei aveva parenti dirimpettai e non ci fidavamo a stare a casa sua).
Un pomeriggio dopo aver fatto l'amore io rimasi a letto mentre lei andò in bagno, nonostante ciò ero rimasto molto eccitato e la voglia della zia non accennava a placarsi anzi....
mi alzai e apri la porta del bagno, D. era sul bidet e il mio cazzo svettava davanti ai suoi occhi, mi guardava con un misto di stupore e meraviglia, glielo imboccai e lei non si fece pregare , mentre stava succhiando la guardai e dissi: " ti piace il cazzo del tuo nipote?" non sapevo come avrebbe reagito ma la voglia stava premendo all'inverosimile, lei accellerò ingollando tutto il mio arnese e contemporaneamente iniziò a stropicciarsi la passera producendo uno sciaquettio che mi fece gorgogliare le palle, le sue labbra si serrano sulle pareti del mio cazzo "mhhhh...." mugugna lei e vedo che si inserisce due diti nella passera e capisco che sta godendo, si leva il cazzo di bocca e me lo afferra mentre si mette contro la parete del bagno e me lo mena guardandomi con occhi che nn avevo mai visto"sei un porcello lo sai sì..." prende la passera e se la apre " vieni la zia ti aspetta...se hai coraggio!" sono fuori dall'eccitazione, la infilo con un colpo secco fino in fondo e comincio a pomparla forsennatamente"zia mi fai andare fuori, ho il cazzo duro da farmi male" "lo sento, spingi la zia" sibila lei e fa seguire un rantolo di godimento,la sento allargarsi e le mie palle stanno sciaquettando bagnate contro di lei"stringi il mio cazzo zia stringiloohh" e lei mi afferra per il culo e mi stringe a lei "oddioohhh fai godere la zia daiii", il primo schizzo parte dentro di lei seguiti da altri copiosi 3 o 4 poi me lo tira fuori e lo stringe leggermente strusciandosi contemporaneamente la passera con una mano, mi gira la testa e lei strabuzza gli occhi, ci guardiamo e sembriamo sconvolti.
"cosa mi hai fatto fare...ma non ho goduto così tanto" mi dice lei poco dopo quando siamo sfiniti sul letto "se avessi pensato troppo di farlo non ci sarei mai riuscito ma sono contento di averlo fatto"risposi io, "forse perchè è stato così veloce e violento, ci saranno altre occasioni" ?
Mi rispose con un sorriso malizioso...
33823
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16 years ago
daniele, 32
Last visit: 14 years ago -
Sentieri,caldo e segreti..(questo ed altro per la mia amica)
...aggiunse il “faccino” all’sms quello bocca aperta che in quel caso aveva doppio significato ;() “che pazza”pensai io...sorridendo
Beh! avevo messo in preventivo che Marco ne avrebbe approfittato,come l’anno precedente in montagna,solo che stavolta aveva addirittura l’occasione di avere Sandra a casa sua con una voglia matta di pazzie super(per niente celata) e mezza nuda...ovvio che sarebbe andata a finire a trombata,del resto lo volevamo tutti,certo ,ma se non mi fossi dimenticato le ciabatte da Marco saremmo gia in viaggio verso casa e sarebbe stata un’altra storia..invece...
Pensavo tra me e me che Marco ,sfruttando la scusa del“solito” mal di palle avrebbe usato Sandra ,cosi come si usa una foto di nudo , per farsi una sega e scaricarsi, e se un uomo si vuole fare una sega, sicuramente vuole farsela da solo ,come avrei voluto anch’io,e poi non mi entusiasmava l’idea di vedere Marco mentre se lo prendeva in mano..quindi decisi di aspettare quei 5/10 minuti in macchina.Ma i 10 minuti passarono”,iniziai a rilfettere sul da farsi “mando un SMS o aspetto?” pensai tra me e me,aspettai altri 5 minuti e poi un presentimento si fece piu’ intenso... scesi dalla macchina e andai a da loro...Mentre facevo le scale temevo di trovarmi di fronte “quella scena”,da un lato ero terrorizzato ma dall’altro era uno dei nostri sogni erotici: aprire la porta e vedere Sandra che scopa o che l’ha preso in bocca….mentre salivo ,cercavo di captare eventuali suoni,ma non sentivo nulla,la cosa mi tranquillizzava..poi improvvisamente mi parve di sentire dei rumori e il cuore mi sali’ in gola,chissa perche’ ma la mia mente continuava a visualizzare la scena di lei nuda con le tette sul tavolo messa a novanta e lui che la scopava da dietro sbattendole le palle sulla patata ...arrivai vicino la porta di casa ma era chiusa,bussai e dopo qualche attimo,interminabile, la porta si apri...mi aspettavo fosse Marco invece venne ad aprirmi Sandra…..
Aveva gli occhi luminosi,sereni,lei era bellissima,nuda ,traspariva la voglia di sesso ,aveva on addosso solo la gonnellina,sopra si copriva lei stessa il seno con un braccio in modo nel caso fosse passato qualcuno non si sarebbe visto nulla...io non sapevo se arrabbiarmi,se aspettare li o entrare.Lei capi il mio stato d’agitazione percio’ mi prese per un braccio e mi trascino’ dentro casa,”era ora ...quanto ci hai messo a raggiungermi..dai entra” mi disse lei;all’orecchio mi sussurro’ che si era fatto una sega guardando le tette , io ,sottovoce,un po scocciato le chiesi come mai non mi avesse avvisato e se..l’avesse gia’ scopata”nooo...che dici!,disse le... mi rispose che mi avrebbe spiegato tutto dopo ma che ora aveva bisogno di me,della mia presenza e ..non solo..Entrammo in sala e lui era seduto sul suo divano ,nudo col un cuscino che gli copriva le parti intime...Sandra si avvicino’ al divano e mi fece cenno di andare li,Marco mi chiese “tutto ok?”...io risposi :” si,e tu?”..”Marco disse “ non ho esistito,tu me la mandi qui da sola,bella come il sole … e poi non avevo nessuna voglia di chiamare Raffaella,.insomma ….tu mi puoi capire,mi fa male stare cosi tutto il giorno”...io gli risposi che lo capivo perche’ avevo lo stesso problema anch’io infatti non vedevo l’ora di arrivare a casa ….
In quel momento pero’ mi sentivo anche bruciare dentro perche’ non ero sicuro di cosa fosse successo,magari Marco se l’era scopata o cos’altro,lei aveva indosso solo la minigonna e lui era seduto sul divano nudo coperto solo dal un cuscino.Sandra dopo mi racconto’ tutto in macchina al ritorno,e fu un bel racconto,pero’ che sofferenza ..ecco cosa mi racconto’:
“Quando sono salita su,lui era in boxer,con le ciabatte in mano,mi chiese se dovevo andar via subito,io gli ho detto di si e che tu eri giu’ ad aspettarmi in macchina,mi cadde l’occhio li e mi accorsi che aveva il pisello in tiro,lui senza mezzi termini mi disse “si,mi e’ venuto su non appena mi ha detto che venivi qui da sola...dai..rimani 5 minuti ,mi fai guardare le tette.. cosi ..insomma ,poi mi passa tutto..
Ero totalmente spiazzata e sono diventata rossissima ...gli ho detto che pero’ come minimo dovevo avvisarti e cosi ho fatto.
Poi siamo entrati in sala e gli ho chiesto come dovevo mettermi,lui mi ha chiesto se mi poteva usare tutta e gli risposto di no e che poteva usare solo le tette,poi ha svuotato il tavolo della cucina e mi ha fatto salire sopra al tavolo con le gambe piegate e mi sono seduta sui talloni,sai..quella posizione che piace anche a te, mi ha sfilato la maglietta e sono rimasta con le tette al vento,lui non si’ e’ spogliato ,si e’ solo slacciato il boxer ,in piedi davanti a me si e’ tirato fuori il suo mastriciattolo e con una mano sulla tetta e con un’altra sul suo pisello si e’ fatto una sega...pero’ mi sono eccitata anch’io,ero un lago …..e poi lui e venuto sulle tette e sulla pancia allora sono dovuta andare subito in doccia a lavarmi e quando sono uscita lui era nudo sul divano,non capivo come mai non si era rivestito,pensai che avesse caldo invece con aria da bambino simpatico e viziato mi ha chiesto se andavo a sedermi sul divano,credo che volesse che glielo prendessi in bocca ..ma poi hai bussato alla porta…”
Io le chiesi se veramente aveva “resistito” a non infilarsi il pisello di Marco che era li pronto davanti a lei ..lei rispose che Marco non ci aveva provato...e che lei voleva ma non avrebbe potuto farlo senza di me,ecco perche’ era contento del mio arrivo in appartamento
Comunque ,questo fu il suo racconto,ma io li per li non potevo essere certo,erano praticamente nudi tutti e due e non sapevo come comportarmi,sapevo pero’ di aver fatto una promessa a Sandra e se mi fossi tirato indietro non sarebbe stato corretto ,sarei stato veramente egoista..Allora cercai di capire cosa fare e dovevo agire presto per non far svanire tutto e perdere l’attimo,ma la situazione non si sbloccava e mai avrei potuto pensare in quel momento che una telefonata avrebbe fatto scattare il delirio.
Gia,basto’ una telefonata...il telefono di Marco squillo’ proprio in quel momento,lui esito’ per qualche secondo,aveva il timore che fosse sua moglie o una chiamata dal lavoro,invece era Raffaella…”che fai?non rispondi alla Raffaella?” e lui…”nooo..non ho voglia..” e Sandra..”dai,poverina..”
“pronto?”, rispose lui con tono comunque caldo e con senitmento...insomma iniziarono subito a parlare,dove sei,che fai,sono al lavoro..etc..ma quello che mi fece letteralmente andare fuori di testa fu l’idea di Sandra,anzi ,piu’ che un’idea credo che fu totale improvvisazione,dapprima con le sue stesse mani sopra l’asciugamano che aveva ancora addosso per coprirsi ,si strofino’ le tette ,poi pian pianino se lo tiro’ giu ma senza scoprire i capezzoli.Marco comincio’ a parlare impacciato,faceva segno di smetterla e con la faccia esprimeva quello che pensava di Sandra in quel momento,e cioe’ che era matta da legare,lui si giro’ di spalle per un attimo ma poi non resistette e si rigiro’ verso di noi e quando guardo’ vide Sandra con le gambe aperte sul divano ma con la mano sulla patata, lei ando’ avanti ,si stava divertendo come non mai,si infilo’ il suo dito dentro ma tenendo sempre la mano davanti ,lui stava impazzendo,cercava di essere tranquillo al telefono ma non ci riusciva tanto che Raffaella gli chiese qualcosa tipo “tutto ok”..lui rispose di si..e che in serata si sarebbero visti assolutamente...mentre Sandra gli mostrava il suo dito che entrava e usciva dalla patata come per dire”guarda cosa potresti farmi tu col tuo pisello” .Come se non bastasse ,con l’altra mano mi afferro’ il mio pisello e dopo qualche secondo giro’ la testa per metterselo in bocca,era inarrestabile,ormai non la fermava piu’ nessuno.Lei con il piede diede un calcetto al cuscino di Marco che ovviamente aveva il pisello ingrossato ,lei allora si stacco’ da me e si avvicino’ a lui,Marco fece finta di resisterle allontanandola ma senza la sufficiente convinzione per allontanarla davvero. lei gattonando sul divano ,si fece spazio e ando’ dritta con le labbra sulla cappella come se dovesse mangiarsela,Marco cerco’ di continuare la conversazione al telefono per non interrompere cio’ che stava per accadere o forse perche se avesse lasciato il telefono sarebbe stato “costretto” a prenderla e farsela o forse perche’ Sandra avrebbe smesso di giocare ….fatto sta che Sandra giocava gia’ con il suo pisello,io guardavo la scena e guardavo allibito ma guardavo anche sotto l’asciugamano di lei scorgendo il culo e la patata….avevo voglia di buttarmi nella mischia ma dovevo lasciarle spazio a lasciare che si divertisse,gli aveva preso il pisello con la mano e giocava col tronco e con l’altra mano gli prendeva le palle,Sandra con la faccia faceva le smorfie e lo provacava in modo da indurlo a qualche smorfia di piacere che avrebbe fatto sospettare la donna con cui parlava al telefono.A forza di muoversi le cadde l’asciugamano,il nodo non tenne piu’ per via’ dei movimenti ,lei rimase completamente nuda con le tette penzolanti,lui allungo’ la mano dietro al culo e la tocco’ sulla patata ma lei si sposto’ subito perche’ voleva condurre il gioco allora con la bocca gli prese pian piano la cappella e comincio’ a succhiare ..poi lo guardava con aria libidinosa da attrice e ridendo sottovoce ricominciava...non potevo fermarla,era decisa ad andare fino in fondo...Sandra alzo’ la schiena,mostrando il suo meraviglioso seno e poi si avvicino’ per sedersi sulle gambe di Marco….lui fece con la testa “no..no…”ma in realta’ non si sposto’ di un millimentro,lui chiedeva al telefono , a Raffaella a che ora avrebbe finito il turno mentre Sandra gli metteva le tette in faccia ed era seduta sopra le ginocchia, con le mani gli teneva il pisello avvicinandosi con la patata per toccarsi il clitoride,quello che era piu’ uno scherzo per farlo arrapare.ora stava diventando tutt’altro..si inizio’ a strofinare anche sotto la patatina facendo dei piccoli movimenti avanti e indietro ,cercava di tirar fuori qualche forte sospiro da lui ma Marco cercava di parlare il meno possibile e quelle poche parole erano sempre un po smezzate ….pian piano quello strofinio divento’ penetrazione,il suo pene dopo una decina di movimenti entro’ quasi da solo .si introdusse prima la parte superiore della cappella dentro facendo dei piccoli movimenti con i reni e poi lei si sollevo’ un pochino e via,era tutto dentro….a quel punto Sandra stava proprio scopando,si avvicinava con le tette alla faccia egli sorrideva divertita,ma li sotto stava godendo come non so cosa.
Lui mise la sua mano libera sotto il sedere di Sandra e l’aiutava a sollevarsi mentre palpava il culo,ora anche lui si inarcava per scoparla meglio ,e si muoveva col bacino ma lentamente.
Il buon proposito di resistere a Sandra era svanito li,Marco non aveva saputo resistere ,per la gioia di Sandra,si stava lasciando andare totalmente ..lui preso dall’eccitazione si alzo’ in piedi sollevandola di netto ,scese dal letto e si diverti a farsela i in piedi,n quella posizione,io dal basso,seduto sul divano, vedevo tutta la scena ,quel mostro di cazzo con quelle palle giganti sembravano ancora piu’ grandi con Sandra attaccata,lei sospirava molto forte,stava godendo che sembrava dovesse svenire da un momento all’altro,infatti aveva chiuso la telefonata facendo finta che fosse caduta la linea ..e Sandra lo rimprovero' dicendo che era stato un po cattivone…lui disse una frase che la fece eccitare ancora di piu’ ,disse”cosa posso fare per la mia amica preferita”.e mentre lo diceva la pompava con movimenti lenti e continui andando dentro di lei fino in fondo”posso fare qualcosa per te?” ...e Sandra : ” mi fai ...sentire…. le palle sul... culo”...chiese lei balbettando un po dal piacere …Sandra scese e si appoggio’ al tavolo con la pancia in giu’ ,lui.posizionandosi subito dietro,ci mise un attimo a infilarla ma Marco era troppo alto per lei in quella posizione e stava scomodo,allora la butto’ quasi come un peluche sul divano,sempre pancia in giu’,le mise il cuscino sotto ritrovandosi con la patata in aria,lui prima se la lecco per bene e poi quandi senti’ di avere il pisello al massimo la penetro’ ,e man mano che faceva avanti e dietro le palle sbattevano sulla patata ….io pensai in quel momento a quella stronzetta di Sandra che ottiene sempre quello che vuole..io le ero molto vicino,stesi le gambe verso di lei che capii subito cosa doveva fare e si infilo’ il mio pene in bocca….ma appena se lo mise tempo 5 secondi non si trattenne piu’..”vengo..ahh..aiuto.. .vengo….vengo….”...e poi lunghi sospiri fino a che non fummo tutto fermi…”porcaputt….”disse lei…”mi sento spaccata in due….e-sausta….e voi?..non dovete venire...”
Mi piaceva quel modo cosi naturale e confidenziale di parlare di Sandra,ci faceva sentire molto piu’ intimi tutti e tre...poi lei aggiunse “io ho ancora voglia…” beh ,mi sentivo in dovere di far qualcosa,quindi semplicemente la girai su un lato ,con la sua schiena verso di me, e la penetrai io,era una delle mie posizioni preferite,la scopava mentre con le mani le toccavo il seno e tutti i nostri corpi aderivano l’uno all’altro...lui ci guardo’ soltanto,io venni dopo poco...quindi mi alzai per andare in bagno,lei invece si rivestii velocemente,credo che si sentisse in imbarazzo ,si rimise maglietta,mutande e minigonna,si rivestii proprio davanti a lui;allora sentii lui che diceva “dai che spreco tutto questo ben di dio,non si puo’ lasciare cosi...c’e’ ne ancora un po per me?” ..
Sandra ”siii..un po cosa?”
Marco “dai,voglio farti un’altro po”
Sandra “ancora ??...eeehh..cooosa ?”
Lui non disse nulla invece Sandra con voce alta disse “Lucaaaa,Marco vuole farmi ancora un po..posso?”..e io risi tra me e me e poi le risposi ..”ormai!…”...
Marco,seduto sul divano, l’aveva gia’ braccata davanti a se e la palpava con le mani ovunque mentre lei era in piedi davanti a lui,vedevo che non opponeva affatto resistenza per cui deducevo che Sandra avesse ancora voglia,
Sentii dal bagno che le fece “cadere” sul divano poi dallo specchio vidi che stavolta era lui a gattonare intorno a lei come un leone con la sua preda ,le alzo’ la maglietta e le tiro’ fuori i seni per leccarli,poi la leccava dalle caviglie fino alla bocca,sembrava dovesse mangiarsela ,le sfilo ‘ le mutandine e si insinuo’ tra le sue gambe,poi indirizzo’ tutto quel pisello verso di lei,l...disse “dai...fatti fare ancora ...sei tutta da mangiare...e da scopare”,mentre mi lavavo le mani sentivo i colpi di Marco sul divano,l’aveva presa nella posizione piu’ canonica,lei era sotto e lui sopra,le teneva anche er le mani e le leccava i seni...se la stava scopando di brutto e voleva approfittarne finche poteva..
Cosi ...si divertirono in varie posizioni ,lei su un fianco e lui sdraiata e lui seduto con la schiena dritta se la prendeva da dietro ,poi con le gambe in aria ,e poi la preferita di Sandra,come piaceva a lei,col culo piu’ in alto che poteva ,nel frattempo io mi ero preso una bevanda dal frigo ed ero seduto su un lato del divano insieme a loro due,mi piacque molto vedere quando lui era seduto sul divano e lei ,praticamente in piedi, dando le sue spalle a Marco ,scopava con le mani sulle tette,era una scena bellissima perche’ era lei che si muoveva facendo comparire e scomparire il pisello tra le sue natiche,lui disse “ma non ti eri stancata?dai dalle a me...quindi sostitui’ le sua mani a quelle di Sandra che teneva le tette mentre lei col culo continuava dolcemente a fare avanti e dietro....finche lui avviso’ che stava per venire e lei di scatto si giro’ per prendergli il pisello in mano e farlo venire su di lei,tra faccia e tette….
insomma,dovevamo prendere solo le ciabatte,Marco doveva farsi solo una sega ,invece ci capito’ un pomeriggio di sesso indimenticabile stavolta andammo via sul serio...
2206
5
8 years ago
AdamDTS,
32
Last visit: 5 days ago
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Certificazione Profili
esistono due tipi di certificazione, la prima per le coppie e singole e la seconda per i singoli ed i trav/trans.
la certificazione delle coppie e delle singole:
viene eseguita dallo staff del portale,essere certificati è semplicissimo basta inviare una mail all'indirizzo: info@sexycommunity.it mandando una foto di coppia o almeno della lei di coppia o della lei nel caso di singole nella quale sia mostrato il nostro logo che potete scaricare cliccando qui (se preferite la versione pdf cliccate qui )stampato su un qualsiasi foglio formato A4 le compilato a penna o pennarello con la VS username e data della certifica la foto deve essere poi spedita all'indirizzo info@sexycommunity.it
la certificazione sarà rapidissima,inoltre le coppie,singole ,lei bisex certificate potranno a loro volta indicarci le coppie o singole o lei bisex vere loro amiche che riceveranno a loro volta la certificazione.
NON Sono ammessi Fotomontaggi di nessun genere il logo deve obbligatoriamente essere stampato ed utilizzato per fare una foto reale.
NON AVETE LA STAMPANTE? nessun problema potete ricevere la certifica in questo modo prendete un normale foglio A4 e con un pennarello scrivete la Vs username seguita dalla frase "certificati da SexyCommunity" in data.... e poi utilizzate lo stesso foglio per scattare una foto come se fosse il nostro logo. (se sei singola puoi scattare foto allo specchio)IMPORTANTE: il volto DEVE ESSERE CENSURATO e quindi NON riconoscibile in quanto la foto inviata verrà pubblicata sul profilo dove deve rimanere obbligatoriamente per validare la certifica (può essere spostata nella gallery)
la certificazione dei singoli e dei trav/trans:
NON viene eseguita dal portale (in quanto è ovvio che siano singoli...) ma avviene su richiesta delle coppie che li hanno...testati come singoli ok...
importante:
il simbolo coppia verificata indica esclusivamente la reale esistenza degli utenti certificati al momento del controllo da parte del nostro staff.Il simbolo singolo ok indica che il profilo dell'utente è stato verificato dalla coppia indicata nella certificazione il portale non verifica personalmente questi profili.
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17 years ago
SexyCommunity, 35
online -
Il marito medico...e la moglie infermiera
Stavo passeggiando con la mia bicicletta nuova regalatami qualche giorno prima per il mio diciannovesimo compleanno, per le strade del mio paese. Il sole primaverile accarezzava la mia pelle dandomi una piacevole sensazione. Mentre ero immersa nei miei pensieri uno stridio improvviso di gomme ed un botto. Mi ritrovo per terra senza capire cosa stava succedendo.
La mia bici nuova è per terra vicino a me con la ruota davanti completamente storta. Sento dolore ad una gamba ed un braccio. Dalla grossa automobile ferma nel mezzo dell’incrocio esce un signore di 45 che mi aiuta ad alzarmi.
“Ti sei fatta male? Come stai? Dobbiamo chiamare l’ambulanza?â€
Lo guardo in viso comincio a rendermi conto di quanto successo. Stavo attraversando un incrocio dove avrei dovuto dare la precedenza e l’auto mi era piombata addosso. Per fortuna andava abbastanza piano ed il signore alla guida è riuscito ad evitare il peggio. Ha colpito la ruota davanti della bici ed io cadendo mi sono graffiata gomito e ginocchio.
“Sto bene, la ringrazio. Non mi sono fatta nulla!â€
Il signore nota i graffi e la bici rotta. Mi dice che lui è un medico e sua moglie un’infermiera. Abitano a poche decine di metri dal luogo dell’incidente e mi invita a casa loro per farmi medicare. Mi lascio convincere dai modi cortesi. Carica la bici rotta nel bagagliaio e mi fa salire in macchina.
“Mi chiamo Luca e tu?â€
“Io Manuela†rispondo abbozzando un sorriso. E’ gentile, cortese ed anche un bell’uomo. Sicuramente più di un metro e ottanta, capelli corti e un’abbronzatura invidiabile per il periodo.
Dopo pochi istanti entriamo in un garage sotterraneo. Luca parcheggia l’auto nel suo box e mi fa strada per andare in casa. Entriamo nell’ascensore e pigia il tasto 8, ultimo piano.
Suona alla porta ed una signora sui 40, bionda, molto bella, con un grembiule bianco da infermiera ci apre la porta.
“Ciao Cristina†esordisce Luca “ho avuto un piccolo incidente con Manuela e ora ha bisogno di essere medicataâ€.
Allungo la mano in segno di saluto. Cristina prende la mia mano e con uno splendido sorriso mi fa accomodare in casa.
“Vieni cara†mi dice indicandomi una porta “Aspettami nello studio che prendo il necessario per disinfettarti ed arrivo subitoâ€.
Lo studio è composto da un lettino, una scrivania, un mobile, una poltrona. Appeso alle parete un certificato di laurea di Luca e diversi attestati di Cristina. Cristina entra con in mano dei flaconi e del cotone. Dietro di lei Luca che si siede alla scrivania e comincia ad armeggiare con il computer. Cristina mi guarda il braccio escoriato. Inumidisce il cotone con uno dei flaconi ed inizia a passarlo sul gomito.
“Brucerà un pochino ma vedrai che guarisci in frettaâ€. Finito l gomito guarda il ginocchio. I pantaloni sono lacerati.
“Credo dovrai toglierti i pantaloni per poterti disinfettare il ginocchioâ€. Mi slaccio i jeans e mentre sto per toglierli guardo prima Cristina e poi Luca. Cristina capisce il mio imbarazzo e mi dice:
“Luca è un ginecologo e non credo che si scandalizzi a vederti in mutandine. Ma se vuoi lo faccio uscireâ€. Luca si gira verso di noi abbozzando un sorriso. Mi sento una ragazzina scema e vergognosa.
“Non c’è bisogno che esca dottore†rispondo e abbasso i pantaloni. Resto con il mio perizoma bianco, le calzine si spugna e la mia magliettina di cotone corta. Mi sdraio sul lettino e Cristina inizia a curarmi il ginocchio. Luca non sta più scrivendo al computer ma è rimasto girato a guardare l’intervento della moglie. Cristina è molto delicata e brava. Massaggia la parte ferita con i sui medicinali. Finito di medicarmi si accorge che ho una piccola escoriazione anche all’altezza dell’anca. Prende dell’altro cotone e mi deterge quel piccolo graffio con la mano mentre mi poggia l’altra sulla coscia quasi all’altezza dell’inguine. Non posso fare a meno di notare il suo tocco. La mano non è semplicemente poggiata ma mi massaggia impercettibilmente la coscia. E’ molto piacevole sentire quel tocco ed io mi rilasso. Chiudo gli occhi e con un riflesso incondizionato apro leggerissimamente le gambe. Cristina prende quei segnali come un invito. La sua mano si sposta fino a toccare le mie mutandine proprio dove le gambe si uniscono. Il suo tocco è lieve e dolce ed io non la fermo. Le sue dita scavalcano il tessuto delle mutandine e trovano prendo l’apertura della mia figa già umida. Cristina mi penetra mentre io apro di più le gambe. La mia mano cerca e trova le gambe di Cristina. Risalgo per il retro delle sue cosce, lunghe, lisce fino a dove il sedere inizia. Lo accarezzo senza trovare tracce di tessuto. Cristina sotto il camice è nuda. Da dietro infilo la mia mano tra le sue cosce che ha leggermente divaricato trovando una figa liscia e piena di umori. Le restituisco la penetrazione. Cristina si piega su di me e sento la sua lingua tra le mie cosce alla ricerca del clitoride. Ora ho le cosce completamente spalancate e Cristina mi sta scopando con la lingua mentre le sue dita si fanno largo nel mio culetto. Apro leggermente gli occhi e vedo Luca in piedi dietro la moglie con il suo enorme cazzo in mano che si sta segando. La mano che un attimo prima era nella figa di Cristina ora si allunga verso il cazzo di Luca. Lui si avvicina e se lo lascia prendere. Lo tiro verso di me portandolo verso le mie labbra. Luca si avvicina al lettino ed io finalmente lo prendo in bocca. Inizio a fargli un pompino mentre Cristina sempre intenta a leccarmi la figa si è liberata del camice. Luca La sta masturbando. Il suo cazzo mi riempie la bocca. Lecco la cappella, lo succhio, gli mordicchio le palle. Tra le mie labbra il suo cazzo è duro come il marmo e non vedo l’ora di sentirlo tra le mie cosce.
Cristina smette di leccarmi ed io mi alzo da lettino. Sfilo le mutandine e la maglietta restando solo con le calzine. Mi siedo sul bordo del lettino aprendo le cosce. Con una mano mi accarezzo la figa allargando le labbra con le dita e allungo la mano verso Luca che no si fa pregare e si avvicina. Cristina prende in mano il cazzo del marito, si inginocchia e lo prende quel qualche secondo in bocca. Poi rialza e lo avvicina alla mia figa ormai pronta a riceverlo. Luca inizia a scoparmi mentre Cristina mi bacia in bocca. Il ritmo di Luca aumenta, Cristina mi bacia i seni mordicchiandomi i capezzoli ritti. Improvvisamente Luca estrae il cazzo dalla mia figa e lo punta sul mio buchino. Si ferma un istante a guardarmi. Sorrido, chiudo gli occhi e spingo la mia testa all’indietro in segno di totale abbandono. Luca spinge piano il suo cazzo nel mio culetto. Un breve istante di dolore. Cristina non smette di giocare con la mia lingua e mentre il marito mi scopa il culo lei mi masturb a la figa. Sono in estasi. Cristina sa bene come masturbarmi ed in breve mi porta all’orgasmo. Il ritmo non cala e poco dopo un altro orgasmo mi attraversa… poi un altro. Chiedo di fermarsi ma Cristina e Luca mi scopano senza tregua. E? stupendo come mi fanno venire in continuazione. Luca estrae il cazzo dal mio culo e Cristina si inginocchia per prenderlo in bocca. Capisco che Luca sta per venire e mi affianco a Cristina.
Ci contendiamo quel cazzo che sta per venire come due bambini con la caramella. Luca viene in bocca a Cristina che riceve il primo fiotto di sborra. Prendo di forza il cazzo di Luca e lo infilo in bocca ricevendo i successivi. Luca svuota le palle nelle nostre bocche ingorde del suo seme. Io e Cristina ci baciamo scambiandoci la sborra residua.
Luca si allontana dalla stanza. Cristina mi fa sdraiare ancora sul lettino. Prende dell’altro cotone e lo imbeve di un nuovo liquido. Lo passa sulle mie ferite. Mi da un bacio sulle labbra e mi dice posso rivestirmi uscendo dallo studio. Dopo qualche minuto rientrano entrambi, vestiti e professionali come all’inizio. Luca mi da una busta dicendomi di comprarmi una bicicletta nuova ed un nuovo paio di jeans.
Mi congedo da loro, lascio la loro casa. Il taxi che Luca ha chiamato per fare ritorno a casa mi aspetta già in strada. Salgo, do il mio indirizzo e parte. Apro la busta e trovo un biglietto da 500 euro ed un ringraziamento da parte di Luca e Cristina per il bel pomeriggio passato.
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17 years ago
cpbilla,
22/29
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con Bea al privè......
Gli occhi si stanno lentamente abituando alla penombra e dal buio, che sembrava impenetrabile, si materializzano sempre più particolari, quello che sembrava una macchia nera intorno alla pista da ballo ora si delinea come una serie di separè con divanetti bassi a L e tavolini. L’aria è ancora fredda e pulita e ovunque aleggia ancora il profumo dei detersivi usati per le pulizie del locale. Istintivamente parliamo sottovoce anche se non vediamo nessuno, ci sentiamo come se fossimo dei visitatori proiettati in un mondo sconosciuto. Ma non siamo soli, mentre passeggiamo aggappati uno al braccio dell’altro, scorgiamo le sagome indistinte di qualche coppia seduta silenziosamente sui divani sorseggiando un drink. Ci guardano, ci squadrano, commentano, ma nessun cenno.“Cosa facciamo? Vuoi continuare a camminare come zombie o vuoi sederti? Dove vuoi sederti?” dico a Bea.“Non possiamo certo autoinvitarci al divano dove c'è già qualcuno né ho voglia per ora di sedermi in un divano vuoto come se stessimo cercando amici” mi dice sempre sottovoce.Ha ragione, siamo timorosi di fare la mossa sbagliata e rischiare di non raggiungere lo scopo che ci eravamo prefissati.“Che ne dici di quel tavolino?” è un tavolino rotondo, con una tovaglietta lunga fino a terra, affiancato all parete subito a destra della porta di ingresso nella sala; ai suoi lati ci sono due sedie con gli schienali affiancati alla parete, che guardano verso la pista centrale.Sicuramente alla sera è semplicemente un tavolino dove sedersi a bere qualche cosa osservando il movimento in sala, mentre ora diventa la nostra “postazione” dalla quale ci guardiamo in giro e decidiamo cosa fare in seguito.Le nostre teste si sfiorano mentre commentiamo questa nuova esperienza, attorno a noi passano uomini soli che ci guardano insistentemente e poi tornano a sparire nell’ombra, io sento il profumo di Bea reso più intenso dalla tensione dei nostri sensi e non resisto senza darle un bacio. E’ fatta. Siamo entrati di colpo nel nostro universo isolato dal mondo pur essendoci dentro, ci siamo noi nella nostra bolla di cristallo e tutto il mondo è fuori che ci guarda. La percezione delle distanze è totalmente distorta, ogni cosa può apparirci vicinissima o estremamente lontana a seconda del modo in cui la guardiamo.Le nostre lingue si cercano avide e nervose, guizzano, si attorcigliano, trasferiscono tutta la passione e il desiderio che sta esplodendo in noi. Le mani si stringono attraverso il tavolino tentando di annullare la distanza fisica tra noi.Gli occhi socchiusi si aprono di tanto in tanto e scoprono facce sconosciute attorno a noi, ma la bolla di cristallo mantiene una separazione non solo fisica tra noi e loro. Senza pensare agli sguardi di lussuria che scivolano sui di noi e esplorano tuti i particolari dei nostri corpi mi sposto sempre più vicino a Bea e le accarezzo le spalle nude e abbronzate senza poi riuscire a impedire  alle mani di scorrere dentro la morbida scolatura della camicetta e indugiare sui capezzoli che iniziano a inturgidirsi per il piacere imprevisto.Mi alzo in piedi e mi metto di fronte a Bea che restando seduta mi afferra per i fianchi e notando la mia erezione  sotto ai pantaloni riesce a slacciare i bottoni con  la mano destra e infilarsi dentro.Appena sento il calore della sua mano sul mio membro, tutto i sangue che mi scorre nelle vene si concentra in lui e l’erezione diventa esplosiva. Bea mi masturba lentamente, sempre dentro ai pantaulla sedia. La guardo in faccia e vedo che apprezza non solo quello che stiamo facendo ma anche l’eccitazione delle persone attorno a noi, vedo che ora alcuni si masturbano apertamente cercando di stare più vicini possibili a noi senza peraltro esagerare ben sapendo che un momento magico si può spezzare improvvisamente alla minima intrusione nella nostra “sfera di cristallo”.loni e io le accarezzo le mutandine già umide di piacere, sentendola fremere in silenzio. Passiamo quasi un minuto in questa situazione senza andare oltre volutamente e sentiamo distintamente il respiro del nostro piccolo pubblico farsi affannoso e vediamo le loro mani  accarezzare i loro  membri attaverso la stoffa dei pantaloni. Siamo al centro dell’attenzione e quello che pensavamo avrebbe potuto intimorirci e smorzare la nostra passione al contarrio non ci condiziona minimamente. Mi libero gentilmente della presa di Bea e mi inginocchio ai suoi piedi, le accarezzo le ginocchia, le bacio le cosce che lentamente si allargano dischiudendo a me a tutti i presenti le sue mutandine nere di pizzo. Mentre avvicino la testa sento forte il profume del suo sesso che mi eccita ancora di più, con un dito scosto il bordo delle mutandine e scopro la sua splendida passerina perfettamente liscia e senza peli che risalta nella oscurità. La mia lingua inizia a esplorarla con crescente foga fino a sentire il sapore dei suoi umori scorrermi in bocca. Le sue mani premono la mia testa contro il suo sesso chiedendomi di continuare, e la mia lingua scorre, la mia erezione aumenta da sola e sento Bea sempre più bagnata fremere seduta sulla sedia. Alzo la testa mentre due mie dita scorrono ritmicamente dentro di lei aumentando a dismisura la quantità di umori che fluiscono e inzuppano la poltroncina. Alzo la testa e guardo Bea in faccia e capisco che sta godendo non solo di me ma anche dell’eccitazione che stiamo provocando a chi ci sta accanto: Qualcuno si sta masturbando apertamente senza pudore pur mantenendo quella distanza di sicurezza dalla nostra “sfera di cristallo” necessaria per non fare svanire la magia che si è creata con un gesto  avventato.Sento che Bea .................
[continua......]
[....forse ;-) ]
5643
5
13 years ago
coppia_x_privè, 65/45
Last visit: 4 months ago -
Sorpresa - massaggio a 4 mani-
Sorpresa – massaggio a 4 mani- …
La nostra coppia: Lei magnifica Mora poco più che 30enne alta 1,70 fisico atletico seni piccoli tondi e sodi, gambe e lato B da FAVOLA…. IO 45enne non palestrato ma atletico molto alto e senza pancetta…. Entrambi intolleranti alla peluria…
Baciati dal sole dell’estate, fortunatamente visto il tempo che c’è stato quì abbiamo scelto un’isoletta lontana dall’Italia, un fine agosto filato liscio nella nostra grande complicità di coppia, elegante esibizionismo fatto con coppie o singoli ai quali era molto gradito… magnifiche cene sul mare con la mia Lei sempre poco vestita, numerosi scatti anche dettagliati della Nostra bellezza di Coppia….. Sempre carichi di fantasie nei nostri rapporti…. Ma purtroppo le ferie sono finite, eccoci siamo rientrati alla base pronti a riprendere il lavoro…. Per fortuna abbiamo ancora un week end che abbiamo deciso di passare in montagna.
Bellissimo hotel a Moena con una SPA da favola (luogo che non può mai mancare nelle nostre location). Arriviamo il venerdì sera, ceniamo leggeri e a nanna presto, si pensava di dormire e poi invece come sempre si finisce avvinghiati, ripercorriamo le trasgressioni del mare e la cosa ci eccita molto…. Così iniziamo a fantasticare, le nostre trasgressioni nella fantasia sono sempre molto più ardite che nella realtà… Lei dice di voler fare grandi cose poi in realtà è molto frenata e io conoscendola e Amandola non la spingo mai oltre…
Comunque sia entrambi appagati dall’intreccio dei nostri corpi abbiamo continuato la provocante conversazione durante la quale Lei si è fatta scappare che le sarebbe piaciuto fare qualcosa di trasgressivo ma che avrei dovuto farle una sorpresa…
Io ho apprezzato la richiesta e ho messo in moto il cervello…. IL giorno seguente leggera colazione e giornata passata in SPA tra idromassaggi e bagno turco… nulla di rilevante se non un po’ di esibizionismo con una bella coppia nella grotta di fieno… ma purtroppo la lei dell’altra coppia era troppo bisex per i gusti della mia Lei… La sera cena in Hotel, poi nella sottospecie di disco bar nella mega taverna, c’era pochissima gente ci siamo seduti su un divanetto con il nostro drink preferito….
…sono stato io a farLe notare un ragazzo al bancone del bar, sembrava una statua alto almeno un metro e novanta abbronzato quasi quanto noi con i capelli rasati neri e gli occhi azzurri…. Lei mi ha ringraziato sorridendo maliziosamente e ribattendo che io non mi dovevo aspettare da Lei lo stesso trattamento in quanto non mi avrebbe segnalato se entrava qualche strafiga da sola…. Sorrisi e le ordinai in tono ironico di andarsi a vestire in modo più sexy… eravamo entrambi in jeans e camicia…. Sorrise e si diresse verso la camera….. mentre usciva il tipo al bancone e i pochi altri presenti si rifecero gli occhi guardandole il culo…
Chiedo informazioni al cameriere sul ragazzo al bancone e mi dice che è un massaggiatore che lavora presso il centro benessere dell’hotel, così gli chiedo di invitarlo al mio tavolo (il cameriere mi avrà certamente preso per gay… ma poco importa).
Arriva il ragazzo al tavolo molto imbarazzato, lo rassicuro dicendogli che avrei voluto fare una sorpresa alla mia Lei il giorno seguente e avrei voluto lui come massaggiatore… chiesi inoltre di non dire alla mia compagna che era massaggiatore e che lavorava nell’hotel…
Il ragazzo era molto timido o forse riservato ma questa cosa della sorpresa sembrava piacergli… ma ecco che rientra “in scena” la mia Lei Magnifica Creatura… indossa un vestito nero non troppo corto ma eccessivamente trasparente, non è affatto stupita che il ragazzo sia al nostro tavolo… si side facciamo le presentazioni, il ragazzo si chiama Marco è di Rimini e ha 40anni…
La mia Lei si siede facciamo un brindisi alla conoscenza poi un altro poi un altro …. Il clima è rilassato e inizia il gioco di sguardi la mia lei accavalla le gambe sempre più lentamente e spesso le lascia dischiuse io e lui ci godiamo lo spettacolo io la carezzo in modo vistoso lui impassibile spettatore…. Il bar chiude lui non ha il guizzo giusto quindi la serata si conclude così… Rientrati in camera la mia Lei è in fiamme mentre la fotto ancora vestita lei geme dicendo che avrebbe menato molto volentieri il cazzo a quello conosciuto al bar…. Io le ribattei che stavolta era talmente carica che se quel “fesso” avesse avuto solo il coraggio di chiederci di accompagnarci in camera secondo me l’avrebbe anche succhiato per bene mentre io la scopavo ……
Mattina seguente prima di colazione mi reco alla SPA e contatto Marco per il massaggio a sorpresa accordandomi sui dettagli… Fu lui a fissare il massaggio per le 19.30 dicendo che era l’unico buco disponibile e che anche se alle 20.00 la SPA chiudeva noi potevamo tranquillamente restare…. Da questa spiegazione iniziai a ricredermi sul ragazzo forse non era così imbranato….
Colazione passeggiatina e poi via a rintanarci in SPA, comunico alla mia Lei di averle prenotato un massaggio per le 19,30… Lei strafelice inizia a succhiarmi il cazzo nel bagno turco, sono alla massima erezione la sua bocca stringe… ed ecco i rompi palle, arriva una coppia di anziani tedeschi ci ricomponiamo io accavallo a fatica le gambe…
L’ora del massaggio, ogni dettaglio di questa situazione era stato pianificato da me e Marco era un perfetto esecutore, l’unica cosa che non sapevo era quanto si sarebbe sciolta la mia Lei e dove saremmo arrivati…
L’accompagno alla stanza dei massaggi, stanza 1 luxury la accoglie una bellissima inserviente che le fa indossare un perizoma di carta le olia i capelli e glieli raccoglie, poi abbandona la stanza nella quale oltre al lettino dei massaggi si trova un lettino in mosaico riscaldato e una vasca idromassaggio tonda…. La stanza è caldissima e discretamente illuminata anche se da sole candele che profumano di spezie delicate…
Cinque minuti sola in rilassante attesa del massaggiatore, eccolo entra Lei lo saluta e lo riconosce sorride, ma è un po’ impaurita, lui la tranquillizza, il suo compagno sa tutto anzi ora entrerà ad assistere al massaggio….
Cosi entro anch’io in divisa da massaggiatore ossia solo con dei pantaloni bianchi lunghi molto leggeri, bacio la mia Lei e invito anche Marco a rimanere a petto nudo, io ho il ventre piatto ma lui ha gli addominali scolpiti… detta da uomo ma è veramente una statua…
Inizia il suo massaggio da piedi e gambe io Le carezzo la testa e la bacio sul collo la sento calda e profumata quasi vibrante… invito marco a salire con le mani fino ai glutei non si fa pregare il massaggio si fa sempre più intenso e invadente, ora la ricopre di olio tiepido prima sulla parte posteriore poi la fa girare, le carezzo i seni oleati… lui la carezza tra le cosce, Lei spalanca le gambe la sua figa glabra è uno spettacolo invito Marco a leccarla, Lei si dedica con passione al mio cazzo che è come il marmo lo appoggio sulle labbra e mi sento risucchiare sotto i colpi di lingua inizia a godere, invito il massaggiatore a leccarle anche il culo… lei alza le gambe lui se le poggia sulle spalle e inizia la piacevole preparazione, dopo poco mi metto al posto suo e inculo la mia Lei pronta e imburrata a dovere, come sempre per lei ogni stantuffata nel culo è un godimento… la vedo fissare il pacco di Marco mal celato dai leggeri pantaloni, così gli dico di sfilarseli, io mi sono sempre ritenuto normodotato e anche qual cosina di più visti i miei 18 diciamo 20cm… ma questo era impressionante e ha incantato la vista della mia Lei che ha iniziato a menarlo in modo furioso…. Estasiata tra culo tatto e vista ha goduto ripetutamente….
Facemmo una doccia a tre dove lui spugnava e insaponava la mia Lei mentre io la palpeggiavo ovunque coccolandola… poi baciandola intensamente la abbraccia stretta facendo segno a lui di cingerla da dietro era stretta in un sandwich di abbracci e cazzi che si appoggiavano sule sue parti più intime….
…. La feci stendere sul lettino di mosaico riscaldato e iniziammo a leccarla dalla testa ai piedi era di nuovo pronta e vibrante la penetrai e inizia in modo lento e delicato lei mi guardava con la lingua fuori, così dissi a Marco di avvicinarle il cazzo alle labbra per vedere la reazione… Mi stupì lo prese per le natiche e iniziò a succhiargli il cazzo morbosamente in modo frenetico non capivo più nulla accelerai i miei colpi dentro di lei… lui strizzava gli occhi stava per venirle in bocca, lei aveva orgasmi ripetuti e ravvicinati io ebbi solo la forza di ordinare lui di non venirle in bocca, lui estrasse il cazzo anche se Lei leccava ancora e le venne a spruzzo come una cascata sulle tette… io mi avvicinai a baciarla dissi a lui di ripulirle la figa con la lingua… lei ripulii come sempre ad arte il mio cazzo…. La baciai intensamente e la sentivo aver ancora piacere mentre lui continuava a leccarla…..
Altra doccia e poi via nella vasca idromassaggio, Lei tra di noi con abile manualità stava facendo ricrescere i nostri cazzi, noi con le nostre quattro mani a carezzare ogni parte del suo corpo… Lei mi sussurrò all’orecchio che aveva paura di esagerare e perdere il controllo ma si fidava di me…. Ha fatto bene a fidarsi, io la Amo.
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10 years ago
giocointrigante6979,
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Ricordi di un travestito in erba
RICORDI DI UN TRAVESTITO IN ERBA
Introduzione
Per quanto mi ricordi credo di essere stato un “travestito†da sempre, perlomeno da quando avevo più o meno 13/14 anni e frequentavo la terza media. Ricordo perfettamente che mi piaceva guardare le gambe delle ragazze e delle donne e che ero attratto soprattutto dalle calze di nylon e dai collant velatissimi di mia sorella di 23 anni. Spessissimo li rubavo dal cesto della biancheria, appena smessi ed impregnati di sudore (allora mia sorella portava quasi sempre gli stivali) quindi davvero puzzolenti. Mi eccitavo al tatto di quell’indumento di nylon, della sua trasparenza e leggerezza, ed in preda all’erezione la sera mi portavo furtivamente i collant a letto dove per tutta la notte li annusavo. L’odore che emanavano mi faceva letteralmente impazzire. Mi masturbavo infilando le mani nelle gambe del collant. Con una mi segavo l’uccello e con l’altra annusavo la punta odorossissima di sudore facendo crescere la durezza del mio cazzo e la mia eccitazione fino ad avere delle sborrate copiose che puntualmente inondavano mutandine, pigiama, collant e, quasi sempre, lenzuola. Coltivando quello che consideravo “il mio piccolo segreto perverso†sentivo il bisogno di spingermi sempre più oltre alla ricerca del piacere che il nylon mi donava. Quando, ad esempio, con i miei genitori si andava a casa di loro amici, non perdevo occasione di chiudermi nel bagno alla ricerca di collant, calze (le mie preferite erano le calze da reggicalze, velatissime e di colori tenui –beige, grigio chiaro, bianche o nere – ma negli anni ’70 erano un po’ in disuso) e anche gambaletti usati e puzzolenti, facendone ambitissimi trofei che collezionavo gelosamente.
1. Francesca la morbosa
Mi ricordo in particolare un giorno a casa di amici di mio padre, la cui figlia Francesca – una ragazzina un po’ cicciottella più grande di me di 1 anno – era particolarmente attratta da me in maniera un po’ morbosetta per l’età . Ogni volta che ero a casa sua mi portava nella sua stanzetta e in un modo o nell’altro trovava il modo di giocare alla “lottaâ€. Così ci toglievamo le scarpe rimanendo con le calze e ci buttavamo sul suo letto rotolandoci e “lottando†fino allo sfinimento . Chissà come però, stranamente ci ritrovavamo sempre con le rispettive teste tra le gambe dell’altro come in un 69!!! Francesca indossava sempre dei gambaletti velatissimi bianchi di filanca umidicci di sudore, leggermente tinti di blu (per l’eccessiva sudorazione) sulla punta e sul tallone che, ricordo,… puzzavano in maniera incredibile ma mi arrapavano da matti. Nello strusciare le sue gambe attorno alla testa riusciva sempre a mettermi i piedi in faccia e nella concitazione della lotta io me li mettevo in bocca e, facendo finta di morderli, li leccavo annusandone l’intensissimo odore acre. Durante questi corpo-a-corpo l’ uccello in erezione si strusciava sulla sua pancia e sulle sue tettine abbondanti e la morbosetta godeva, e si vedeva, al contatto di quel gonfiore dimenandosi a sua volta. Ad un certo punto, al culmine di una dolorossissima erezione, non ne potetti più e sborrai copiosamente nelle mutandine. Mi rialzai un po’ ansimante ed anche vergognoso del gonfiore evidente e chiesi di andare in bagno dove sfogai l’eccitazione strofinandomi il cazzo fradicio su un altro paio di suoi puzzolentissimi gambaletti celesti che riempìì di sperma. Quando rientrai nella cameretta rosso in volto per l’eccitazione non ancora sopita, Francesca si difese alla mia intenzione di proseguire nella “colluttazione†piegando le gambe ed allungando entrambi i piedi sul mio uccello ancora gonfio. Con una faccia strana di sfida mista a soddisfazione incominciò a muovere le dita come a palpare la consistenza del mio cazzo che si induriva sempre più. Lei continuava a massaggiarmelo sempre più velocemente quando, presissima da quella eccitante situazione, mi disse di fargli vedere cosa avessi. Io, imbarazzatissimo ma eccitatissimo aprì la patta dei pantaloni e scoprì le mutandine che sembravano scoppiare. Francesca vi poggiò sopra il piede e tirandole giù mi scoprì il cazzo duro e lucido. Il contatto di quel piede ricoperto di nylon sul mio uccello mi mandò in estasi. Cinse il diametro con l’alluce ed il secondo dito e cominciò a segarmelo lentamente tenendolo stretto con la pianta dell’altro piede. Il nylon umido di sudore e di preeiaculazione scivolava sempre più fino ed il ritmo della sega cresceva con l’avvicinarsi del mio orgasmo. Ora Francesca, paonazza in faccia e con la punta della lingua che faceva capolino all’angolo della sua sua bocca chiusa, sembrava non aspettare altro che il momento in cui sentì distinti due/tre forti contrazioni sotto i testicoli ed esplosi con 4 fiotti di sborra densa e calda che le bagnarono entrambi i piedi ed i gambaletti. Con un’aria di complicità a turno andammo a lavarci stando attenti a non destare sospetti (eravamo pur sempre due adolescenti di sesso opposto…) per l’insolito andirivieni dal bagno. Quello con Francesca fu in assoluto il mio battesimo di feticista delle calze ed anche il mio primo orgasmo completo.
2. L’autoerotismo
Da quel giorno nulla fu come prima. Desideravo sempre più il contatto del nylon sul mio cazzo ed incominciai ad indossare i collant di mia sorella senza mutandine, a pelle, inizialmente sotto il pigiama e le mie calze di filo di scozia blu, per andare a letto la sera. Successivamente cominciai ad indossare i collant ogni giorno per andare a scuola. Degli splendidi collant ARWA velatissimi color paglierino che sotto i jeans ed i calzettoni mi provocavano un’erezione perenne: 4 ore di lezione, 4 ore di eccitazione. Ogni giorno non vedevo l’ora di correre a casa, chiudermi nella mia stanzetta per studiare ed invece spogliarmi di tutto ciò che era maschile, avvicinarmi i piedi alla bocca leccandoli annusandone l’aroma di nylon sudato e masturbarmi il cazzo sopra il corpino velato fino a farlo sborrare.
Il travestimento faceva ormai parte di me e la parte più troia e femminile della mia personalità stava prendendo il predominio su quella maschile. Non desideravo altro che indossare calze e collant di nylon per procurarmi godimento, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo. Incominciai così a cercare di praticare forme di autoerotismo molto estreme. Appena solo nella mia stanza mi sdraiavo, con solo i collant addosso, poggiando il culetto sul cuscino a contrasto con la testiera del letto e piegavo le gambe al massimo sul mio torace portandole indietro ai lati della testa. Dapprima con una certa difficoltà , poi - grazie alla flessibilità della mia spina dorsale di adolescente – sempre più agevolmente. Sudato ma arrapatissimo, con la cappella umida a qualche centimetro dalla mia bocca aperta, mi spingevo ancora di più verso la spalliera accarezzandomi le cosce ed abbracciandomi dietro le chiappe. Ora leccavo agevolmente la cappella ricoperta dal nylon e, a poco a poco che la posizione diventava più rilassata, il mio cazzo durissimo entrò tutto nella mia bocca. Le mie labbra lo stringevano mentre scivolava dentro e fuori e la mia lingua lo lavorava leccandolo a destra e sinistra irrorandolo con abbondante saliva che mi fuoriusciva ai lati delle labbra rigandomi le guance. Quest’ultime si gonfiavano e sgonfiavano nell’atto di pompare e risucchiare quell’asta turgida ed io, mentre gustavo il “sapore di maschio†che avevo nella bocca, sentivo che stavo avvicinandomi all’orgasmo. Accelerai il ritmo cominciando ad accarezzarmi i testicoli ed il penetrandomi il culo prima con in dito, poi con due e poi con tre dita. Spompinavo come un forsennato in preda ad una sorta di “trance†erotica quando all’improvviso sentì le contrazioni fortissime e eiaculai con 4/5 violentissimi fiotti di sborra che gonfiarono il nylon e mi riempirono letteralmente la bocca. Era densa, calda e con un gusto amarognolo che mi fece impazzire. Mi sentivo una troia in calore e in quel momento avrei voluto un altro cazzone che mi allargasse il culo. Tenni serrate le labbra continuando a succhiare il cazzo nella mia bocca fino all’ultima goccia di sperma. Spremetti con la lingua il nylon attorno alla cappella strizzandolo bene e lasciai finalmente libero il mio uccello stando attento a tenere tutta la sborra in bocca. Ora lo assaggiavo gustandone la consistenza deglutendone poco per volta per godermi a lungo quella sensazione unica. Lentamente mi ridistesi sul letto completamente “svuotato†da quella esperienza e guardavo il mio uccello ancora eretto con quella specie di profilattico di nylon completamente fradicio di sperma e saliva. Mi sentivo ormai una pompinara e cominciavo a desiderare un uomo e soprattutto il suo cazzone con cui farmi scopare: Giancarlo.
3. Giancarlo
Giancarlo era un mio compagno di classe in terza media. Eravamo seduti insieme nel penultimo banco vicino al muro. Rassomigliava a Pippi Calzelunghe in versione maschile e siccome era molto educato ed aveva degli atteggiamenti un pò effeminati veniva preso in giro e guardato in maniera un pò strana da tutta la classe. Del resto anche lui ci metteva molto del suo, ridendo e sedendosi spesso sulle nostre gambe provocando delle imbarazzanti erezioni che lui non poteva non “sentireâ€. Vestiva sempre con dei pantaloni attillati, un maglioncino e delle scarpine tipo “college†con dei calzini in filo di scozia bianchi o blu. In primo liceo, conoscendoci dalle medie, era ormai diventato quasi un gioco: quando indossava i pantaloni della tuta in tessuto elasticizzato, lo chiamavamo e gli chiedevamo di spiegarci un brano su un libro. Giancarlo si sedeva in grembo col libro davanti a se e cominciava a leggere e, nel girarsi per chiedere se lo stavi seguendo, muoveva in continuazione il suo sedere proprio sul tuo uccello che alla fine diventava duro come il marmo. Lui incurante arrossiva in volto e continuava a dimenarsi felice di rendersi utile e soprattutto di sentirsi tra le chiappe il cazzo duro di turno.
Quella mattina ero deciso a “combinare qualcosa†con Giancarlo, avevo messo un collant velatissimo celeste polvere (un trofeo di una visita in casa di amici dei miei) senza mutandine ed ero eccitatissimo. In classe più volte, passandogli vicino o muovendomi sul banco accanto a lui, durante la lezione avevo strusciato il mio cazzo sul suo braccio e la sua coscia. Giancarlo non protestava anzi spesso avvertivo che, al contatto, la sua coscia premeva sul gonfiore della mia eccitazione. Non ne potevo più e allungai la mia mano sul suo uccello tastandolo. Lui arrossì e mi chiese con voce bassa tremante cosa facessi. Gli chiesi se non gli piacesse e lui per tutta risposta aprì le gambe autorizzandomi al “massaggio†e mi mise la sua mano sul cazzo. Sentivo il suo gonfiore e una sensazione di calore s’impadroniva di me spingendomi ad essere più esplicita e troia. Da come lui mi palpava sentivo che le voci sulla sua omosessualità diventavano certezze e che in quel momento mi avrebbe volentieri tirato giù i pantaloni per imboccarselo tutto tra le labbra. Palpava e silenziosamente ansimava. Mi sbottonai la patta con nonchalance e la sua mano sgattaiolò dentro. All’improvviso mi guardò fisso negli occhi con un’aria eccitata e mi chiese come mai indossassi i collant da donna e gli rivelai che mi eccitava travestirmi e che li portavo già da un paio d’anni. Il suo massaggio diventò allora una vera e propria sega, e per la crescente eccitazione, rossi in volto ed accaldati, rischiammo di essere scoperti dal professore a causa dei nostri continui movimenti.
Anch’io gli tastavo il cazzo ed avrei voluto tirarlo fuori e succhiarlo per tutta la sua discreta lunghezza quando la campanella suonò la fine delle lezioni. Rimanemmo a guardarci delusi perché stavamo per godere entrambi. Giancarlo eccitato, con un’espressione ammicante che mi faceva intendere “tuttoâ€, mi invitò a studiare a casa sua nel pomeriggio ed io accettai con piacere. Tornando a casa pregustavo le porcate che avremmo combinato di lì a poco pensando per la prima volta a Giancarlo come ad una possibile altra “troietta perversaâ€.
4. Eccitante scoperta
Arrivato a casa sua venne ad aprirmi Marida, la sorella di 16 anni che mi fece accomodare nella stanzetta di Giancarlo. Lui entrò dopo pochi minuti indossando una tuta in felpa grigia con le pantofole e dei calzini leggeri blu ai piedi. Fu felicissimo di vedermi e mi abbracciò inaspettatamente. Il nostro abbraccio fu molto prolungato tanto che cominciammo a strusciarci i nostri uccelli che iniziavano ad indurirsi. Entrambi ci tastavamo e palpavamo il culo e in quel momento sotto le dita avvertì la sensazione che Giancarlo indossasse un reggicalze. Emozionantissimo lo baciai in bocca e le lingue cominciarono a mulinare vorticosamente. Lui gemeva e mi spingeva il bacino contro le sue gambe leggermente divaricate, Improvvisamente gli abbassai i pantaloni della tuta e mi apparve arrapantissimo con un reggicalze in pizzo bianco che gli incorniciava un bell’uccello duro e glabro e delle calze bianche che gli velavano le gambe affusolate e senza un pelo. Gli dissi che era bellissimo e lui, molto eccitato mi rivelò che le aveva rubate dall’intimo della madre ed indossate proprio per piacermi. Cominciammo a spogliarci di tutto e rimanemmo solo in collant velati, che indossavo dalla mattina, ed in reggicalze e calze. Ci sdraiammo sul letto ed iniziammo a toccarci i cazzi a vicenda. Giancarlo si chinò e lo leccò per tutta la lunghezza continuando a segarlo delicatamente con le mani poi lo prese tutto in bocca e cominciò a succhiarlo e a pomparlo mentre io, mettendomi a 69 cominciai a ciucciare il suo. Mentre ci spompinavamo a vicenda contorcendoci e mugolando, infilavo il mio dito medio nel suo culetto stranamente caldo ed accogliente fino a farlo entrare tutto. Giancarlo muoveva le dita dei piedi inguainati in quelle splendide calze in preda all’eccitazione provocata dal mio cazzo che lo pompava in bocca ed il mio dito che gli stantuffava il culetto. Io approfittai della situazione per buttarmi a capofitto sui suoi piedi leccandone la punta di nylon rinforzata ed annusandone l’aroma mentre continuavo a masturbargli l’uccello. All’improvviso Giancarlo si alzò e, sdraiandosi supino con le gambe aperte e piegate sulla pancia, mi supplicò di infilargli il cazzo nel suo culetto già abbastanza lubrificato dalla mia saliva. Non aspettavo altro e prendendolo per le cosce avvicinai le sue chiappe e glielo infilai dentro. Dapprima era un pò stretto ma dopo un pò che lo inculavo sempre più forte il buchetto cedeva sempre più ed avvolgeva in una caldissima guaina il mio cazzo, ad ogni colpo più duro. Giancarlo gemeva ripetendo che era la mia puttanella in calore, si allargava le chiappe con le mani e si segava il suo cazzo duro supplicandomi di incularlo più forte e di spingere il mio uccello più in fondo. Io gli accarezzavo le gambe coperte di nylon e gli leccavo i piedi odorosi mentre gli sfondavo il culo. Che porca!!! Cambiammo posizione e sdraiandomi sotto di lui, si mise a cavalcioni infilandosi fino in fondo l’uccello nel culo ormai largo, dicendomi che si sentiva trapanato da quel palo di carne e che lo stavo facendo impazzire. Mi cavalcava e si menava l’uccello che gli ballonzolava davanti alla pancia. Io ero al settimo cielo e gli accarezzavo le gambe ed i piedi guidandolo per i fianchi il ritmo di quel saliscendi sul cazzo duro. Sentivo l’orgasmo avvicinarsi sempre più ed all’improvviso irrigidì le mie chiappe spingendoglielo tutto dentro ed esplosi in una sborrata che riempì le sue viscere di caldo sperma. Giancarlo godette serrando e dimenando le sue chiappe sul mio uccello con movimenti rotatori. Dopo un po’ si alzò e si sdraiò sul letto esausto e soddisfatto ed io, che ero ancora arrapatissimo, decisi di palpargli il cazzo con i miei piedi. Il contatto del nylon su quell’asta durissima e calda fù per me una sensazione nuova ed eccitantissima tanto che, stringendo i diti ad avvolgerlo in tutto il suo diametro, cominciai a fargli una lenta sega. Giancarlo chiuse gli occhi, prese le mie caviglie e guidò il movimento accelerandolo e rallentandolo. Sentivo sotto i polpastrelli, attraverso il nylon del mio collant umido, il suo uccello indurirsi e fremere quindi misi la punta del piede a coprirgli la cappella e con l’alluce ed il 2° dito dell’altro piede continuavo a segarlo. Giancarlo mi disse di non fermarmi perchè stava venendo ed io, paonazzo per l’eccitazione, accelerai il ritmo fino a che venne con 4 potenti fiotti di sborra calda che mi inzupparono letteralmente i piedi ed i collant fin quasi ai polpacci. Subito mi portai i piedi in faccia e me li leccai succhiando ed ingoiando tutta lo sperma. Giancarlo mi guardò intensamente ed eccitato mi disse che ero una maialona e che avrebbe voluto mettermelo in bocca. Non esitai neppure un istante e accolsi il suo uccello umido di sperma e semi-moscio nella mia bocca. Cominciai a lavorarlo con la mia lingua roteandola sulla cappella cingendolo con le mie labbra e cominciando a pomparlo con le mani in fondo alla mia bocca. Man mano che scorreva nella mia bocca lo insalivavo e sentivo sapore intensissimo e amarognolo dello sperma. Giancarlo si girò di fianco e messosi a 69 si impadronì del mio uccello ormai eccitato masturbandolo e leccandolo per tutta la lunghezza. Ci sentivamo due troie depravate e godevamo a spompinarci il cazzo a vicenda vogliose di riempirci la bocca di sborra densa e cremosa. Ci contorcevamo e ci spingevamo il cazzo in bocca ansimando e ripetendoci che saremmo stati per sempre amanti e non ci saremmo mai lasciati. Eravamo ormai attratti l’un l’altro dalla nostra condizione di sorelline travestite e questo ci eccitava maggiormente al punto che, quasi insieme, scoppiammo in una sborrata sconvolgente che ci gonfiò le guance di sperma denso, che a malapena riuscimmo a trattenere in bocca. Esausti ci accasciammo sul letto, uno accanto all’altro, e ci baciammo in bocca mischiando con le lingue la sborra di entrambi in un unico saporitissimo succo che bevemmo fino all’ultima goccia. …Ebbene, quello fu il pomeriggio più appagante ed eccitante di entrambe le nostre giovani carriere di troiette travestite.
5. Piacere perverso
Mentre tornavo a casa dopo quella esperienza mi sentivo ancora sconvolto e mi scoprivo con piacere a deglutire passandomi la lingua sul palato alla ricerca del sapore dello sperma di Giancarlo. Sentivo l’eccitazione salire ed una strana nuova sensazione interessare il mio culetto. Provavo un’insolito piacere ad estroflettere e a contrarre ritmicamente il mio buchetto umido. In quei momenti avrei voluto stuzzicarlo, violentarlo infilandoci qualcosa. Mentre pensavo a quanto perverso fossi diventato, arrivai a casa e corsi nella mia cameretta.
Mi sentivo accaldato e cercavo convulsamente di spogliarmi. Rimasi completamente nudo e al profumo che emanavano i miei piedi sudati, il mio cazzo durissimo mi deformava oscenamente il collant velatissimo celeste che indossavo ormai da due giorni. Mia sorella era uscita con mia madre e così, approfittando del momento favorevole, corsi in bagno alla ricerca di un suo paio di calze odorose su cui masturbarmi e sborrare. Ma i miei occhi si posarono su un qualcosa che mi riempì di libidine: il grosso manico arrotondato di uno sturalavandino nuovo ancora nella busta del supermercato faceva mostra di sé nell’armadietto vicino alla vasca. Nella mia mente già sentivo quel manico che mi allargava il buchetto facendomi godere come un, anzi una maialina. Presi la scatoletta blu della crema Nivea e lo sturalavandino e corsi in stanza chiudendo a chiave eccitatissimo. Mi spalmai tre dita di crema attorno e dentro il buchetto e nell’umettarmi due dita scivolarono dentro dandomi un brivido di piacere. Mi toccai il cazzo sentendo la punta umida che mi bagnava il collant di liquido prespermatico ed il mio buchetto, al penetrare delle tre dita aveva le contrazioni dilatandosi sempre più. Così inumidì la ventosa, piantandola fortemente sulla spalliera del letto, mi sdraiai col sedere sul cuscino e allargando le gambe me le portai piegandole verso il petto. Mi allargai le chiappe e avvicinandomi al grosso manico me lo infilai notando che scivolava dentro allargandomi il buchetto e facendomi impazzire di eccitazione. Ora spingevo ed il manico mi entrava tutto dentro riempiendomi le viscere. Cominciai a stantuffarmelo nel culo che cedeva sempre di più e più cedeva più mi entrava in culo per tutta la sua notevole lunghezza. Contemporaneamente mi masturbavo il cazzo e godevo come una troietta pensando che quel “cazzone†che mi spaccava il culo fosse di Giancarlo e in silenzio gemevo:“…mhhh dai porco, inculami fino in fondo, ahh dammelo tutto nel culo il tuo cazzone, amoreâ€â€¦ Stavo impazzendo e volevo cambiare posizione. Mi sfilai il manico dal culo e con eccitazione mi accorsi, dalle tracce di Nivea, che mi era entrato nel culo per almeno 20cm.
Eccitatissimo mi girai e mi misi in ginocchio puntando con il culetto il manico che mi scivolò dentro fino in fondo facendomi gemere ancora. Me lo sbattevo fino in fondo nel culo molleggiandomi sul letto. L’eccitazione saliva sempre più all’acuirsi della sensazione di riempimento totale e di dilatazione crescente. Più mi infilavo quel manico durissimo e ormai caldo e più ne volevo… Guardavo lo specchio dell’armadio di fronte e mi vidi rispecchiato alla pecorina con solo quegli impalpabili collant che mi velavano le gambe, la schiena completamente inarcata, che spingevo all’indietro il mio sedere da cui si vedeva quel palo rigido lubrificato e lucido di umori intestinali che entrava e usciva. La mia testa roteava in sincronia col movimento delle mie anche, mi leccavo le labbra e con la mano mi segavo il mio uccello che ormai era vicino a sborrare. In preda a delle vere convulsioni che mi avvampavano decisi che dovevo violarmi il culo con qualcosa che me lo allargasse di più.
Mi sfilai il manico e non prima di essermi accertato di essere ancoratolo in casa, andai in cucina e trovai nella dispensa un cetriolo che poteva essere lungo 18-19cm ma era molto grosso in larghezza. Alla vista di quel “cosone†mi avvampai ancora di più e continuando a masturbandoni il cazzo corsi eccitato in camera mia. Richiusi a chiave, presi quel cetriolone e me lo infilai in bocca mimando il più porco e sensuale pompino che avessi mai fatto pensando di avere in bocca il cazzo di un uomo tipo camionista. Ero ormai al parossismo, mi rimisi alla pecorina e mi reinfilai il manico dello sturalavandino nel culo interamente, per tutta la sua lunghezza e guardandomi allo specchio ricominciai a penetrarmi e a ciucciare quell’ortaggio che per quanto era largo non mi entrava in bocca. Era completamente lucido di saliva e continuavo a far roteare la lingua ed a leccarne la punta arrotondata. Mi sentivo ormai pronto e la voglia di sentire il mio buchetto dilatato mi fece cambiare ancora posizione. Misi il cetriolo sul tappeto di fronte allo specchio mantenendolo in piedi con la mano e mi accucciai con le gambe larghe e aperte. La punta arrotondata cominciò ad entrare facendomi male così mi fermai, ma dopo pochissimo sentì il mio buchetto aprirsi e piano piano quell’arnese scivolò scomparendo nel buco riempiendomi letteralmente il canale. Lo sentivo durissimo e sentivo lo sfintere che cedeva. A quel punto mi lasciai andare sulle gambe e mi sedetti facendolo entrare tutto. L’immagine riflessa nello specchio era incredibile: un ragazzino di 13 anni nudo seduto a gambe aperte con un collant celeste velatissimo a mazza coscia con il buco del culo dilatato in maniera oscena da cui fuoriusciva solo la punta lucida di un gross cetriolo… Cominciai ad andare su e giù facendolo uscire per metà e risbattendomelo nel culo per intero gridando: “siii, Giancarlo spaccami il culo… sono la tua puttanella…†Più mi guardavo più mi impalavo e più mi sbattevo l’uccello che ormai durissimo puntava minaccioso verso la mia bocca. Sentii in quel momento delle fortissime contrazioni che serrarono il buchetto attorno al diametro del cetriolo bloccandone lo scorrimento e subito dopo tre spasmi e tre schizzi violentissimi di sborra densa e bollente che mi colpirono sulle labbra, sulle guance e in bocca.
Ero sconvolto, mi leccai la sborra dalle labbra e dalle guance e la raccolsi sulla lingua assaporandone il sapore a metà tra l’asprigno ed il salato. Ingoiai tutto lentamente mentre i muscoli anali si rilassavano ed il cetriolo lucido scivolava fuori dal mio culetto.
Fu allora che mi spaventai guardandomi il buco oscenamente allargato, ma ebbi fortissimo l’impulso di infilarmi tre dita e rigirarmele dentro sentendo che l’interno del mio culo era bollente. Mentre pian piano mi rilassavo, mi massaggiavo lentamente l’uccello moscio scappellandolo e spremendo la cappella arrossata portandomi le dita alle labbra per succhiare le ultime gocce di sperma. Quella serata mi sconvolse tanto da prendere coscienza che ero definitivamente diventato un perverso travestito tredicenne a cui piaceva fare la parte della troietta. Mi rivestii ed uscii dalla mia camera, andai subito in bagno a lavare ed asciugare lo sturalavandino. Lo rimisi a posto e corsi in cucina a buttare il cetriolo nella pattumiera e… mi accorsi che mia madre era rientrata. Mi disse che mi aveva sentito alzare la voce ed io, dopo aver lavato e sbucciato il cetriolo, addentandolo gli risposi che stavo scherzando al telefono con Giancarlo. …Hmm Giancarlo, se solo fosse stato con me stasera, pensai…
6. Desiderio continuo
La mattina seguente ero stranamente eccitato ed impaziente di rivedere Giancarlo a scuola per raccontargli l’esperienza della sera precedente. Decisi di indossare un collant velatissimo grigio polvere senza mutandine sotto i pantaloni della tuta di ginnastica perché mi sentivo porca e avevo voglia di succhiargli il cazzo come avevo fatto col cetriolo.
Da 1 mese eravamo seduti accanto e, durante le lezioni, le nostre mani scivolavano sotto il banco a palparci gli uccelli fino a farli diventare duri come il marmo e farli sborrare nelle mutandine. Ma quel giorno era diverso, mi era tanto rimasta impressa la situazione morbosa della sera precedente che lo desideravo oltre ogni cosa. Appena vidi Giancarlo mi avvicinai all’orecchio e gli dissi gli avrei rivelato una storia incredibile ma lui mi furtivamente mi leccò l’orecchio dicendo che quello che era successo a casa sua lo aveva cambiato completamente. Mi rivelò che portava le stesse calze e lo stesso reggicalze che indossava quel pomeriggio… e che mi desiderava. La leccata del lobo e soprattutto la sua morbosa confessione mi fece diventar duro il cazzo che, trattenuto dalla sola debole resistenza del collant, mi gonfiò il pantalone della tuta in modo evidente. Fortunatamente ero vicino al mio banco e mi sedetti subito per non far notare quella mostruosa erezione. Anche Giancarlo, accortosi del gonfiore, si sedette accanto e nel farlo poggiò la sua mano sul mio uccello e lo strizzò gemendo silenziosamente. Durante la lezione me lo massaggiò diverse volte tanto che poco prima della ricreazione gli fermai la mano perché stavo per sborrare. Ma la voglia di lui mi aveva preso totalmente e pensavo intanto come fare a chiudermi in bagno con lui per fare le porcate che mi frullavano in testa. La fortuna volle che il professore di Educazione Fisica ci disse di andare nello sgabuzzino degli attrezzi dietro la palestra scoperta a prendere la palla da basket e il materassino per l’ora seguente. Ci guardammo con complicità ed approfittammo della pausa della ricreazione per andarci. Appena dentro chiudemmo il chiavistello e ci baciammo infilandoci le lingue in bocca. Lui mi tirò giù i pantaloni e mi buttò sul materassino del salto in alto. Si tolse i pantaloni, gli slippini e le Superga rimanendo in calze e reggicalze e si distese a 69. L’odore delle calze sudate mi fece indurire ulteriormente il cazzo già duro e lui se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo avidamente e a slinguarlo sulla cappella. Io che non aspettavo altro, feci lo stesso ed incominciai ad insalivarlo e a masturbarlo per farlo diventare più duro. Sentivo il calore della sua bocca e la rugosità della sua lingua da pompinara che stuzzicava il filetto e a mia volta mi eccitavo come una troia nel ciucciare quel cazzo duro che profumava di maschio. Sentivo il mio cazzo scoppiare e Giancarlo, accortosi di questo, si girò e mi pregò di infilarglielo nel culo. Gli insalivai il buchetto già umido ed estroflesso dall’eccitazione e poggiai la cappella bagnata della sua saliva che entrò facilmente con mio grande stupore. Giancarlo ancheggiava e mugolava di incularlo più forte, così aumentai il ritmo pompandolo fino in fondo e facendolo sbavare di piacere. Lui si masturbava il cazzo con movimenti convulsi ed io che stavo per sborrare, irrigidii il mio uccello piantato in fondo al suo culetto ormai largo e scoppiai in una copiosa sborrata bollente che gli riempii l’intestino. Giancarlo serrò le chiappe per sentirselo ancora più duro e poi con un movimento repentino si girò e mi disse di prendergli in cazzo in bocca. Era durissimo e caldo e cominciai a succhiarlo e a slinguargli la cappella tenendolo serrato tra le mie labbra e segandolo con la mano lungo tutta la lunghezza. Sentii distinte tre contrazioni e poi tre fiotti di sperma denso e amarognolo si riversarono sulla lingua e mi riempirono la bocca. Inghiottii tutto assaporando sino all’ultima goccia di quel liquido viscoso dal sapore che mi faceva impazzire. Pulii la sua cappella e mi leccai le labbra delle ultime tracce di sborra di Giancarlo. Erano passati circa 10 minuti praticamente una sveltina che ci svuotò letteralmente i testicoli, ci rivestimmo in tutta fretta, infilammo saltellando le scarpette di ginnastica e un po’ accaldati, riaprimmo la porta e portammo il pallone e il materassino in palestra. Appena usciti dalla palestra, mentre correvamo per ritornare in classe ed unirci con i compagni ci imbattemmo in Michele il bidello che ci bloccò. Era un uomo di circa 35/40 anni, un tipo un pò burbero dal fisico asciutto, che non perdeva occasione per rimproverarci sempre di qualcosa. Quella mattina ci trattenne con forza per il braccio e ci chiese, con tono molto allusivo, cosa fossimo andati a fare nella stanza degli attrezzi. Io e Giancarlo diventammo all’improvviso paonazzi e ci guardammo preoccupatissimi. Forse quel porco ci aveva sorpresi a spompinarci a vicenda. Entrambi incominciammo a balbettare qualcosa circa la nostra presenza nello sgabuzzino e all’improvviso mi infilò la mano nel pantalone della tuta e afferrò il mio cazzo ancora umido di sperma attraverso il collant. Mi tirò a se e, dopo aver detto all’altro bidello che avrebbe fatto una commissione, ci portò di forza nella stanza degli attrezzi. Mentre ci spingeva posò l’altra mano sul culetto di Giancarlo e palpandolo si accorse del reggicalze.
Ora ci teneva in pugno e noi dovevamo stare per forsa al suo gioco. Appena dentro lo sgabuzzino chiuse a chiave e ci disse che gli piacevano i ragazzini effeminati come noi due e che se fossimo state troie come 10 minuti prima, avrebbe mantenuto il segreto. Eravamo tutti due terrorizzati e acconsentimmo. Giovanni si sbottonò i pantaloni e li abbassò alle caviglie rimanendo con gli slip, poi prendendomi da dietro mi abbassò i pantaloni della tuta e mi fece sedere sul suo cazzo semiduro palpando il mio. Il contatto del mio sedere con quel membro pulsante e caldo mi fece uno strano effetto e mi ritrovai a strusciare le mie chiappe inguainate nel collant sul suo cazzo duro. Poi disse a Giancarlo di togliersi i pantaloni e di leccarmi l’uccello ormai durissimo dai palpeggiamenti di Giovanni. Giancarlo si precipitò a leccarmi la cappella attraverso il collant e iniziò un magnifico pompino. Il mio cazzo scompariva tra le sue labbra che succhiavano il collant gonfio completamente bagnato di saliva. Io ero in preda alla massima eccitazione e lo incitavo a leccarlo e ad ingoiarlo tutto e allo stesso momento mi rivolgevo a Giovanni pregandolo di incularmi. Giovanni allora scostò il bordo del collant e mi posò la punta della sua cappella tra le mie chiappette. Sentii un calore che mi invadeva e con le gambe completamente aperte mi abbassai pian piano sul quel palo caldo e duro che si insinuava nel mio buchetto allargandolo sempre più. Sentivo un forte dolore ma l’eccitazione di sentirmi come una troia i calore che si fa inculare era più forte e mi fece cominciare a roteare il bacino e a saltellare sul cazzo che entrava centimetro dopo centimetro nel mio culo ormai cedevole. Giancarlo mi aveva abbassato il corpetto del collant e mi slinguava il cazzo riempiendosi completamente la bocca e masturbandosi come un forsennato. Giovanni mi prese dal bacino e mi guidava su e giù sul suo uccello ed io che gemevo per il piacere prendevo la testa di Giancarlo e gli spingevo il cazzo fin quasi a soffocarlo. Poi Giancarlo si alzò e alzando una gamba si sedette sul mio cazzo cominciando a penetrarsi. Il suo culo era più largo del mio ed entrò quasi subito. Era una situazione morbosa e terribilmente eccitante che ci sconvolgeva i sensi e ci faceva dimenare i nostri culetti, arrapantissima: Giovanni stava inculando una giovane travestita in collant velati che inculava una puttanella in calze e reggicalze che si masturbava il suo giovane cazzo. In quel momento realizzavo che un vero uccello mi stava scopando, grosso, duro e caldo scivolava nel mio buchetto ormai oscenamente largo e bagnato di umori anali, pompando fino a farmelo sentire in fondo all’intestino. Pensavo a quanto era triste soddisfarsi con lo sturalavandini o col cetriolo. Mi faceva impazzire il sentirmi troia; mi sentivo in calore e volevo farmi inculare sempre più forte e, sempre più forte inculare Giancarlo che mugolava allargandosi le chiappe con le mani e saltellava sul mio cazzo. Attraverso le pareti interne del canale sentivo il cazzo di Giovanni sempre più duro e lo pregai di farmelo succhiare. Mi alzai leggermente per permettergli di sfilarlo dal mio culo e mi sedetti con Giancarlo che ancora andava su e giù sodomizzandosi come un forsennato. Giovanni si avvicinò lateralmente infilandomi il cazzo tutto in bocca ed io, con una mano, lo masturbavo lentamente slinguandolo sulla cappella e lo spompinavo per tutta la lunghezza. Ora lo guardavo da vicino ed era un gran bel cazzo lungo una ventina di centimetri e largo abbastanza per farmi sbavare abbondante saliva dalle labbra. Le mie guance erano deformate dal suo uccello e la mia lingua lavorando sul suo filetto lo stava portando a sborrare. Anche Giancarlo incominciò a leccargli l’uccello con rapidi colpi di lingua finchè Giovanni, gemendo che stava venendo, premette la cappella sulle nostre labbra socchiuse a mò di bacio ed esplose in una sborrata copiosissima che in tre fiotti violenti ci inondò la bocca e la faccia di sperma caldo e denso ma di un buonissimo sapore. Mentre si masturbava facendo uscire ancora sborra io e Giancarlo ci slinguavamo, ingoiavamo e a turno gli succhiavamo la cappella fino a pulirla completamente dalle ultime gocce di sperma. Ero esausto ma felice e stavo per esplodere a mia volta nel culo di Giancarlo che, prontamente si alzò e si infilò il mio uccello tutto in bocca fino a toccare con il naso la mia pancia. Mi spompinò un paio di volte e allargando la bocca si fece spruzzare sul palato e sulla lingua un sacco di sborra che in parte gli fuoriuscì dalla bocca colandogli sul mento. Ingoiò tutto e con un voluttuoso colpo di lingua si leccò il mento dal rivolo gelatinoso che lo imbrattava. Giovanni si avvicinò alle nostre bocche e ci baciò con la lingua raccogliendo stille di sborra dai nostri palati per assaporarne il buonissimo sapore dolce e asprigno insieme. Infine ci rivestimmo risistemandoci le calze ed infilandoci i pantaloncini della tuta ed uscimmo furtivamente. Solo allora ci accorgemmo che erano passati 25 minuti!!! Chissà cosa diranno quando torneremo in palestra, mi chiedevo tra me e me, mentre sforzandomi di camminare come un ragazzo normale invece che come una vascca travestita che si è appena fatta rompere il culo, percorrevo il corridoio per la palestra. Appena entrati in palestra ci accorgemmo che la nostra assenza era passata inosservata. Giancarlo, sorridendo, commentò che ci era andata bene visto che ci eravamo già sputtanati la reputazione con Giovanni.
I boy scout
Quella primavera decidemmo insieme di iscriverci ai boy scout per fare una nuova esperienza di contatto con la natura e con altri ragazzi come noi. Lo facevamo per sentirci più grandi e anche perché era qualcosa che ci avrebbe impegnato il periodo estivo. Poi sognavamo il fatidico campeggio nella tenda. Ed il fatidico momento arrivò. Dovevamo stare al campeggio estivo una decina di giorni ed incontrare un gruppo di boy scout di un altro paese. L’idea di dormire insieme sotto la tenda ci faceva impazzire dalla voglia. Avremmo potuto travestirci, scoparci, masturbarci, succhiarci e sborrarci in bocca tutte le volte che volevamo per 10 notti consecutive. E poi, viziosette come eravamo diventate, avremmo potuto trovare dei ragazzi come noi con cui dare sfogo alla nostra troiaggine. Mi ricordo che la divisa prevedeva l’uso dei pantaloncini corti perciò decidemmo di portarci in campeggio una serie di mutandine velatissime e di gambaletti di nylon che avremmo indossato sotto i pantaloncini ed i calzettoni da scout. La sera della partenza, appena arrivati al pullman, ci squadrammo vogliosi e Giancarlo scostando il lembo del calzettone mi rivelò il suo gambaletto velatissimo bianco. Appena lo vidi mi venne l’uccello duro che premeva dentro il perizoma celeste che indossavo e lui, accortosi del gonfiore, mi disse di avere pazienza fino a quando ci saremmo seduti nel pullmann per viaggiare tutta la notte. Dopo i primi chilometri di canti, urla, scherzi e… grandi palpate di uccello, finalmente calò il silenzio. Tutti si slacciarono gli scarponcini e si accucciarono sul comodo sedile per dormire coprendosi con i propri giubbotti. Giancarlo si sfilò scarponcini ed i calzettoni rimanendo con le calze di nylon leggero e poggiò accucciandosi i suoi piedi proprio sul mio cazzo. L’intenso odore di piedi sudati di tutti gli occupanti del pullman mi stava facendo impazzire così mi sbottonai il pantalone e liberai il mio uccello fasciato dal velo del perizoma. Assicurandomi che tutti stessero dormendo presi i piedi di Giancarlo e me li portai alla bocca ed al naso. Sentii l’aroma del nylon impregnato e cominciai a leccare le punte leggermente rinforzate dei gambaletti. Leccavo convulsamente ed annusavo e mi segavo l’uccello, sempre più duro. Giancarlo mi liberò il cazzo che svettava e lo strinse tra le piante dei suoi piedi iniziando un lento movimento su e giu. Sentivo l’umido delle sue calze sudate che faceva scivolare il nylon per tutta la lunghezza dell’uccello. Poi si prese i piedi con entrambe le mani e stringendo le punte aumentò il ritmo della masturbazione. Io ero letteralmente disperato perché avrei voluto urlare dal piacere che quella puttanella di Giancarlo mi stava procurando, mi contraevo e mi contorcevo sul sedile facendo attenzione a non svegliare nessuno. Ogni tanto Giancarlo si abbassava sui suoi piedi e si infilava il mio cazzo in bocca ciucciandolo e slinguando la cappella. Poi si tirava su e ricominciava a segarmi con i piedi. Ormai i suoi gambaletti erano bagnati di umori prespermatici e questo lubrificava maggiormente il nylon facendolo scorrere più facilmente. Non potetti far altro che infilare la mano tra le sue gambe ed impossessarmi del suo cazzo già duro e cominciare a masturbarlo furiosamente. Giancarlo godeva e si leccava le labbra semisocchiuse ed accelerava ancor di più il movimento dei suoi piedi sul mio uccello. Stavo per esplodere e mentre me ne rendevo conto Giancarlo mi sborrò in mano una marea di seme bollente. Strinsi istintivamente il suo cazzo, gli diedi tre colpi per tutta la sua lunghezza e poi raccolsi tutta la sborra densa nel palmo della mia mano e me la portai alla bocca leccandola ed ingoiandola fino all’ultima goccia. Ora sentivo che stavo esplodendo e Giancarlo, che se ne era accorto dalle contrazioni, strinse le piante e piegò le dita dei piedi a coprire interamente la cappella da cui fuoriescirono tre fiotti violentissimi di sborra che gli riempirono letteralmente le calze e la punta dei piedi di una massa calda e gelatinosa. Lui continuò a muoverli facendo uscire ancora sperma e, solo quando notò che avevo eiaculato tutto ciò che avevo nei miei testicoli, mollò lentamente il mio cazzo abbassandosi e infilandosi letteralmente le punte sborrate delle calze in bocca. Leccò completamente tutto lo sperma sia dal primo che dal secondo piede e poi me li porse per permettermi di leccarli a mia volta. Avevano un’intensissimo ed eccitantissimo odore di nylon sudato misto a saliva e a sperma amarognolo. Sfiniti alla fine ci baciammo con la lingua che ancora sapeva si sborra e dopo esserci ricomposti e rivestiti ci addormentammo.
Dopo quella furtiva esperienza, non riuscivo ad adormentarmi. Ero ancora eccitato e al pensiero di essere circondato da piedi odorosi e sudati stava tornando fuori la mia indole feticista. Mi alzai e mi diressi silenziosamente ai sedili in fondo al pullman dove dormiva sdraiato un ragazzo di 15 anni senza scarpe. I sedili erano comodi e spaziosi così mi sdraiai con il naso vicino ai suoi piedi. Era troppo invitante. I suoi calzettoni erano terribilmente sudati ed odorosi e mi riportarono alla mente la puzza che impregnava le calze di Francesca, la mia amichetta d’infanzia. Mentre col naso mi avvicinavo alla pianta cominciai a palparmi il cazzo sopra i pantaloncini. Quell’odore intenso mi faceva impazzire e stringendomi l’uccello velato dal perizoma, mi masturbai furiosamente leccando delicatamente la parte inferiore della punta di quei calzettoni e annusandone la puzza penetrante. Ogni tanto, forse per dei movimenti involontari o forse per il solletico che la mia lingua poteva procurargli, il ragazzo muoveva leggermente le dita e questo mi eccitava da matti perché pensavo che si fosse accorto di ciò che gli stavo facendo e gli piacesse. Alla fine venni con un’altra copiosissima sborrata nelle mutandine e nel palmo della mano, che leccai avidamente. Finalmente ero rilassato e dopo essere ritornato a sedere accanto a Giancarlo, mi addormentai.
...continua...
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17 years ago
Moni,
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Last visit: 16 years ago
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Prima volta in un club privé
Dovevo partire per lavoro allora ho chiesto a mia moglie di uscire a mangiare una pizza ed avere una notte diversa. Prima di uscire le avevo chiesto di indossare un completino molto sexy, uno di quelli che non coprono la figa e un mini reggisseno e lei mi hai chiesto dove volevo andare. Io subito gli risposi che volevo avere una notte diversa che andavamo a mangiare una pizza e poi volevo andare in club privè e lei accetto di andare, dicendomi però che lei non avrebbe fatto sesso con nessuno solo con me e che voleva andarci per pura curiosità . Io gli dissi che per me andava bene. Cosi andammo a mangiare la pizza e dopo andammo in questo club privè. Entrati ci sedemmo su un salottimo ed immediatamente molti uomini si avvicinavamo ma lei sembrava infastidita da questo, poi andammo a bere qualcosa ed uno gli tocco il culo, io facevo finta di nulla ma lei fece un sorriso infastidito ancora. Poi facemmo un giro per le stanze per guardare cosa c'era perchè era la nostra prima volta. Mentre facevamo il giro lei si fermo a guardare una lei mentre aveva una doppia penetrazione ed inizio a strusciare il suo culo vicino al mio cazzo. Io iniziai a toccarla, quando li misi la mano sulla sua figa era strabagnata. Ci spostammo di la e tornammo giù e c'erano due coppie che stavano facendo sesso, ci sedemmo di fronte a loro, mia moglie mentre guardava inizio ad aprire le gambe e a toccarsi la figa, io iniziai a baciargli il collo, e scesi sui suoi seni leccandogli i capezzoli. Lei era straeeccitata nel vedere quelle due coppie, cosi si chinò e mi tirò fuori il cazzo ed inizio a succhiarmelo con molta passione. Nel frattempo si avvicinò uno ed inizio ad accarezzargli il culo, inizialmente fece un gesto che non voleva, lui ci riprovò e lei inizio a muovere il culetto invitandolo a toccarla, lui inizio a leccargli la figa già strabagnata poi tirò fuori il suo cazzo e inizio a scoparla. Lei succhiava il mio cazzo come non aveva mai fatto, mentre lui la sbatteva forte in figa. Poi inzio ad incularla e lei godeva da morire e gli passava il cazzo dal culo alla figa e viceversa. Poi lei cambio posizione si prese quel cazzo in bocca e mi chiese di scoparla. La fece sedere su di me infilandogli il mio cazzo nel culo e chiesi a lui di metterlo in figa, era la prima volta che lei aveva una doppia penetrazione, lei sembrava impazzita enll'avere sue cazzi dentro, muoveva il suo culo e la sua figa e godeva come una matta. Doopo che era venuta più volte si mise a pecorina mentre lui la scopava da dietro e mi chiede di sburragli in faccia, mi fece venire subito mentre lui li riempi il culo di sperma. Lei era sfinita, ma essendo ancora molto eccittati riprendemmo a scoparla ancora con forza e lei era piena di umori. Quando siamo usciti, lei ha detto che non aveva mai scopato cosi, che gli era piaciuto tanto ma alla domanda se vorrebbe tornarci mi ha risposto di no, perchè secondo lei l'esperienza è fatta, invece penso che come torno in Italia riuscirò a convincerla ancora ad avere un'altra notte come quella.
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16 years ago
Henri Jester,
27/27
Last visit: 11 years ago
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Elena la cameriera....
Erano le due e quarantacinque di un venerdì sera qualunque, Elena era seduta ad un tavolo della birreria semivuota assieme a due colleghe di lavoro, Rosy e Nunzia. Svariava su una moltitudine di argomenti sorseggiando l'ennesima media chiara, quando i cinque fecero irruzione nel locale, armi in pugno, volti scoperti. Due di loro dovevano avere pressappoco la sua età , ventitré anni, gli altri erano sulla trentina, un italiano e un nordafricano, quello che sembrava il capo doveva avere una cinquantina d'anni, un fisico tarchiato, un tesone rotondo che pareva un mappamondo e due mascelle fuori misura. Praticamente un cinghiale. Il giovane più alto portava uno zozzissimo dread ed indossava una mimetica lisa oltre ogni limite, di quelle che si trovano a pochi euro al mercatino dell'usato ed imbracciava un piccolo mitragliatore dal manico corto, di quelli che usano i paracadutisti, che teneva con una sola mano. L'altro aveva un ingombrante revolver di grosso calibro, forse una quarantacinque, sproporzionata rispetto al fisico minuto. I due più anziani avevano rispettivamente un mitragliatore di fabbricazione russa uno, un'automatica l'altro. Il boss aveva anche lui un'automatica. Avevano gli occhi sbarrati e le pupille dilatate, tipiche di chi ha assunto sostanze chimiche di elevata potenza. Con pochi energici ordini ammassarono i pochi avventori presenti nel locale, una birreria sperduta tra le campagne, in un angolo della grande sala e li fecero sedere in terra. Si fecero consegnare l'incasso dal proprietario ribadendo la loro determinazione a suon di insulti e percosse. A questo punto avrebbero dovuto scomparire con il bottino e dileguarsi nella notte, ma non fu così… Elena era seduta in terra, stretta vicino alle sue amiche e tremava. Le labbra saltellavano come quelle di chi è rimasto troppo tempo al gelo d'inverno senza un abbigliamento adeguato, stringeva i pugni e pregava, chissà cosa e chissà chi. In quel momento Dio non c'era… ce n'erano cinque ed avevano il potere assoluto. Ciro, il giovane con il dread che impugnava il mitragliatore, posò lo sguardo su di lei mentre era intento a pompare nel culo la giovane ragazza che serviva ai tavoli, puntando la pericolosa arma che teneva in mano nel vuoto. Per un attimo Elena incrociò lo sguardo del giovane, vitreo ed assente, lo sguardo di un invasato, mentre cercava disperatamente di non ascoltare le urla di dolore della giovane barista. L'avevano fatta salire su un tavolo e l'avevano costretta a spogliarsi nuda, prima di metterla a novanta per soddisfare le voglie di Ciro. Elena chiudeva gli occhi e stringeva i pugni, pietrificata, mentre la giovane sventurata urlava e piangeva, rimbalzando contro il pesante tavolo. "Ehi, Ziro… abbiamo una provezzorezza…" abbaiava uno dei più anziani, riferendosi ai piccoli occhiali rettangolari che Elena era solita indossare. L'uomo era un mezzo deficiente, uno sbandato senza speranza, con un difetto di pronuncia che lo r endeva ancora più bizzarro. Elena era una bella ragazza… alta, mora, dai lunghi capelli ondulati, le labbra carnose e due occhi marroni pieni di vitalità . "Fatti...fare..un...pompino..." bofonchiò Ciro sempre intento a far danzare il suo bastone nella cavità ormai sempre più aperta. "Hiii... ghe buona idea..." rise il demente, mentre il suo sguardo idiota si accendeva in una luce di desiderio. "Vammi un bombino…!" intimò alla terrorizzata Elena puntandole addosso l'automatica. "Vammi un bombino o zbaro alla dua amiga…" ribadì puntando l'arma verso Rosy che si stringeva a Nunzia con il terrore dipinto sul volto. Elena respirò profondamente, quindi si alzò ed andò ad inginocchiarsi di fronte al deficiente, il cui sguardo si illuminò di follia nel vedere le grosse tette che si tuffavano nell'ampia scollatura della giovane. Ouzo, l'altro giovane aprì la bocca in un ghigno sinistro, accendendosi una sigaretta, mentre Mohamed era intento a tirarsi una pista sul tavolo. Il boss lo estraeva dalla patta mentre Ciro era intento a pisciare sul muro della cucina. La giovane cameriera, esausta ed in lacrime, ora accoglieva nel proprio sfintere anche il cazzone del boss, mentre Buba (il deficiente) tirava fuori l'unica cosa che aveva che fosse degna di nota e l'avvicinò alla bocca di Elena. "Cristo Santo..." mormorò Ouzo osservando sbalordito Elena che stringeva le labbra e pompava il grosso cilindro quasi fino alle palle. Il culo della giovane cameriera era ormai diventato la galleria del Monte Bianco mentre il boss, che era piuttosto piccolo di statura, saltellava sulle punte dei piedi facendosi rimbalzare sulle grosse natiche color latte. "Falle il pieno, Buba…!" gracchiò Ciro ritornando dal "cesso", mentre Mohamed che forse aveva osato un tiro leggermente eccessivo, cadeva pesantemente sulle ginocchia. "Zborrroooo…!" urlò Buba con le mani infilate nel reggipetto di Elena, premendo i palmi sui grossi capezzoli. Al quinto schizzo in bocca Elena si ritrasse e rigettò un'abbondante quantità di sperma sul pavimento, suscitando l'ilarità dei cinque sbandati. Le risa e i commenti dei compagni innervosirono Buba, che rifilò un pesante calcione sul naso di Elena, facendolo sanguinare. Si tamponò il naso con un fazzoletto che Rosy le porse con affetto e si sedette, continuando nel frattempo a vomitare sborra. La pluriinculata cameriera intanto cadeva in terra con un tonfo sordo, zampillando sangue e sperma dalla Fossa delle Marianne. Ora era Rosy a trovarsi nei casini… sdraiata a gambe aperte, completamente nuda, veniva invasa dai ventotto centimetri di uno scatenato Mohamed. Rosy aveva una particolarità : quando scopava rideva, rideva come una cretina. E l'effetto delle sue risate fu una vera e propria epidemia. E tra l'ilarità generale, il giovane Ouzo si avvicinò a Nunzia e le ordinò di fargli una sega usando solamente i piedi. Mentre Rosy rideva a crepapelle, la povera Nunzia si industriava nello sfregare l'esile oggetto tra i pie di, procurandosi un principio di crampi a causa dell'incessante movimento. Il giovane cominciava a diventare nervoso a causa della scarsa abilità della ragazza, così la sdraiò bruscamente per terra, le aprì la camicia, le abbassò il reggipetto e finì il lavoro tra le tette, schizzandole fino all'altezza del collo. Ma la tragedia era nell'aria… in un moto di follia rivoluzionaria, Pepe, il grosso barman nonché proprietario della bicocca, si alzò in piedi urlando "Adesso basta !" e lanciandosi dritto in direzione di Ciro, il quale d'istinto si scansò e fece partire una raffica, che centrò il povero Buba in pieno volto. E mentre Pepe ruzzolava clamorosamente abbracciando il vuoto, Rosy rideva a squarciagola in un orgasmo sfrenato, mentre sangue e pezzi di cervello le imbrattavano il volto ed il petto prosperoso. "Bastardo !" urlò rabbiosamente Mohamed indirizzando una scarica di mitragliatore in direzione di Pepe, che si era nel frattempo nascosto goffamente sotto un tavolo che gli nascondeva a malapena la testa. La raffica fu letale: diciotto colpi, dei quali ben dieci centrarono il bersaglio. Il boss cadde crivellato di colpi in un tonfo sordo. "Ti ammazzoooo…". Ora era la volta di Ouzo, che preso da una furia cieca vuotò il caricatore in direzione del tavolo. Quando Ciro vide Ouzo sparare, conoscendolo e sapendo che era mezzo cecato, cercò di rifugiarsi sotto un tavolo, ma fu inutile. Una pallottola centrò in pieno una padella appesa al muro e rimbalzò centrandolo in un occhio. Per un moto istintivo, del tutto casuale, dalla mitraglietta di Ciro partì una raffica che centrò in pieno Mohamed, aprendogli letteralmente la faccia in due. E mentre Mohamed cadeva pesantemente in terra privo di vita, lo scaltro Pepe si impossessava della pistola del boss, vuotandone l'intero caricatore sul torace di Ouzo, il quale indietreggiò per l'impatto dei colpi e cadde rovinosamente sulla stupefatta Elena, che ebbe un moto di stizza pechè nello scontro con il giovane ormai cadavere si spezzò un'unghia. Solo Ciro-con-un-occhio-solo rimase in vita, ma per poco. Quando Pepe lo servì in tavola erano le cinque meno un quarto e le ragazze si contendevano la parte più prelibata.
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17 years ago
cpbilla,
22/29
Last visit: 2 years ago
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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Last visit: 10 years ago
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il pronto soccorso.......
Davanti a me, sulla scrivania, ho una copia di Novella 2000. Alla mia destra c'è un blocco di carta per fotocopiatrice, due o tre matite, una gomma ed una calcolatrice. Mezzanotte è passata da poco. E' una notte afosa; mi restano ancora sei ore di lavoro prima di porre termine al turno di notte. Il telefono si mette a squillare. Richiudo le pagine della rivista che sto leggendo e sollevo la cornetta del telefono. - Pronto Urologia - dico, con voce assonnata. - Sono il dottor Gobetti del Pronto Soccorso - sostiene l'uomo che sta all'altro capo del telefono - Abbiamo un'urgenza per il vostro reparto. Avete disponibilità di letti? - Sì, due - mi faccio garante. - Bene! Fra pochi minuti i portantini saranno lì con un paziente. La comunicazione s'interrompe. Il medico ha riposto la cornetta senza concedere alcun'altra informazione. . Il reparto in cui presto servizio è di tipo specialistico. Qui confluiscono le urgenze che hanno come pertinenza l'apparato genito-urinario. Sempre più spesso, specie di notte, accogliamo soggetti affetti da perversioni. In un recente passato ho assistito al ricovero di pazienti con patologie davvero particolari come nel caso di un uomo che alla ricerca di un piacere solitario, si era infilato nell'uretra un metro di sottile filo elettrico. Per sua fortuna il chirurgo, superando non poche difficoltà , era stato in grado d'estrarlo in endoscopia dalla vescica dove si era raggomitolato su se stesso. Non più tardi di venti giorni fa si è presentato al Pronto Soccorso un paziente con il pene completamente scorticato. L'uomo ha dichiarato di essersi procurato quel tipo di lesione girando nudo per casa. A suo dire una porta dell'abitazione, sospinta dal vento, gli aveva schiacciato il pene contro lo stipite. Dopo gli accertamenti del caso è stato appurato che le cause del danno erano da attribuirsi a morsi di animale, probabilmente di un cane: il suo. Alla luce di questi precedenti ogni volta che sta per giungere un'urgenza, sono preda di una certa apprensione, specie di notte quando in reparto sono l'unica infermiera in servizio. . Mi dirigo nella camera del medico accolta da una caterva di male parole e gli comunico che sta per giungere un nuovo ricovero. Faccio ritorno in reparto e mi ritrovo dinanzi la porta dell'ascensore nell'attimo in cui due portantini spingono una barella fuori del vano mobile. Impazienti di sbrigare il loro servizio nel minore tempo possibile chiedono dove possono deporre lo sgradito ospite. Il viso dell'uomo è segnato dalla sofferenza e dal dolore. Faccio cenno ai due di seguirmi e li conduco nell'ambulatorio delle emergenze. Poco dopo sopraggiunge il medico di guardia. Legge il foglio d'accompagnamento rilasciato dai medici del Pronto Soccorso, poi si rivolge a me. - E' un caso di priapismo. Rimasti soli col nuovo ospite iniziamo a spogliarlo degli indumenti. Ogni suo movimento è accompagnato da gemiti di sofferenza. Impieghiamo un po' di tempo prima di riuscire a calargli le mutande. Quello che appare ai nostri occhi non è un gran bello spettacolo. Il pene, di dimensioni superiori ai 20 cm, si erge dritto come se fosse un'asta. Il colorito è bluastro, probabilmente per il persistere di sangue venoso all'interno dei corpi cavernosi. Il tessuto ematico non riesce a defluire correttamente nel circolo venoso causando la tumefazione dell'organo sessuale. - Mi spieghi, con calma, cosa le è successo - chiede il medico. Intimorito ed imbarazzato dall'inusuale situazione l'uomo inizia a raccontare. - Dottore anche lei è un uomo. Può bene immaginare come vanno certe cose. Stavo facendo l'amore ed avevo il pene duro come poche altre volte, ma non riuscivo ad eiaculare. M'impegnavo, ma non venivo. Ho continuato mezz'ora a cavalcare la mia donna, poi ho percepito un certo dolore. Ho estratto il pene dalla vagina e solo allora ho notato il colore bluastro dell'epidermide. Ho lasciato trascorrere un po' di tempo nella speranza che il pene si sgonfiasse, ma non c'è stato niente da fare. Più trascorreva il tempo, più il pene diventava scuro ed aumentava il dolore, così ho deciso di recarmi al Pronto Soccorso. - Ha fatto uso di sostanze eccitanti? - Bhè... un'ora prima del rapporto ho ingerito alcune compresse di Viagra. - Quante? Spero che sia a conoscenza che esistono confezioni con dosaggi differenziati da 25-50-100 mg. Una dose massiccia potrebbe provocare gravi disturbi. - Credo di averne ingerito cinque compresse da 100 mg. Ci tenevo a fare bella figura, non capita tutti i giorni di trovarsi fra le braccia una donna come quella che avevo nel mio letto. Ascolto la conversazione con una certa indifferenza, ma dopo quest'ultime rivelazioni inizio a seguire i loro discorsi con più attenzione. L'uomo è un tipo sulla quarantina d'anni, con i capelli leggermente brizzolati specie sulle tempie. Gli abiti accartocciati ai piedi del letto sono eleganti e raffinati. Il viso, spigoloso e asciutto, si coniuga alla perfezione con il corpo muscoloso e all'apparenza agile. Distratta dai miei pensieri sono riportata alla realtà dalle parole del medico. - Si rende conto che ha ingerito una dose massiccia e pericolosa? I danni avrebbero potuto essere ben più gravi, ma chi glielo ha fatto fare? Il paziente resta muto, una lacrima gli riga la guancia. Gira il capo sul cuscino per nasconderla, ma è troppo tardi. - Lo mettiamo a letto - ordina il medico rivolgendosi a me - possibilmente in una camera singola. Somministragli 10 gocce di Contramal ogni 12 ore, inoltre fagli un impacco di pomata di Voltaren attorno al pene. Fai attenzione a non depositare la pomata sul glande. La mucosa è sottile e delicata, il farmaco potrebbe provocare delle irritazioni. Ah... metti anche una borsa di ghiaccio sulla parte dolente. Domani il primario dirà cosa è meglio fare. . Provvedo a fare indossare al paziente un camicie di carta e lo trasbordo sulla barella, dopodiché lo conduco in camera. Per evitare che il pene venga a contatto con le lenzuola, inserisco un archetto metallico a livello del bacino, in modo da lasciarlo libero nei movimenti. Avvolgo attorno al pene alcune garze impregnate di Voltaren e vi deposito sopra la borsa di ghiaccio. Prima d'uscire dalla stanza mi viene spontaneo porgergli un bacio sulla guancia, per il quale mi ringrazia. . Torno in clinica dopo che ho goduto del turno di riposo settimanale. - Tutto bene? - Chiedo a Sandra, la mia collega di lavoro, quando prendo servizio - A proposito, come sta il paziente col priapismo? E' andato a casa? - Purtroppo no! Non sta bene. Ha un dolore atroce, lo potrai costatare di persona quando andrai a medicarlo. Ci scambiamo le consegne e dopo che se n'è andata eseguo un giro del reparto per verificare se i pazienti hanno problemi. - Come sta signor Cervetti - dico, appena varco la porta della stanza del malcapitato. Il viso del paziente non è dei più allegri. Se al momento del ricovero mi aveva dato l'impressione di essere solo preoccupato ora appare addirittura terrorizzato. Inizia subito a piangere. Le lacrime gli scendono copiose sul volto e disegnano rivoli gemmati sulle guance. La scena mi commuove. Mi siedo al bordo del letto e gli accarezzo le guance asportandone le lacrime. - Sono contento che lei sia tornata. Sto male, molto male. - Non stia a fare il tragico. Le cambio la medicazione e vedrà che starà meglio. Scopro le lenzuola e tolgo l'archetto metallico che serve a tenere sollevato il lenzuolo. Delicatamente asporto le garze. Il pene appare di un colorito più violaceo rispetto a quando l'avevo visto l'ultima volta. Con difficoltà cambio la medicazione provocandogli un certo dolore. - Signor Cervetti, non deve preoccuparsi. Domani mattina, come ho avuto modo di leggere in consegna, la sottoporranno ad un piccolo intervento chirurgico. Lo farà in anestesia locale, dopodiché tutto tornerà normale. - Dice così per incoraggiarmi, lo so che non sarò più come prima. - Bhè! Di certo non potrà sostenere la stessa attività che l'abuso di Viagra le consentiva, ma ritornerà ad essere una persona normale, glielo assicuro. Ho già assistito pazienti con patologie analoghe alla sua. - Lei è molto dolce, ma come posso crederle. - Deve avere fiducia, vedrà che tutto si risolverà per il meglio. La saluto, auguri per domani. Ciao! Ciao! Lo lascio imprimendogli un bacio sulla fronte, poi esco dalla camera. Sono trascorsi dieci giorni dall'intervento chirurgico con cui è stata disostruita la causa meccanica che provocava l'ostruzione dei corpi cavernosi. Il rapporto che intrattengo col signor Cernetti si è fatto confidenziale, così quando ho un attimo di tempo mi reco nella sua stanza per tenergli compagnia. Prendendo servizio per l'ennesimo turno di notte apprendo dal libro delle consegne che le sue dimissioni sono prossime. - Allora ci siamo. Domani è il gran giorno. Finalmente te ne torni a casa, sarai felice no? Roberto, questo è il suo nome, sta supino sul letto e mi guarda con occhi lucidi. Da giorni non sono più abituata a vederlo così triste. Improvvisamente inizia a piangere come un bambino. - Sono un fallito, non riuscirò mai più ad avere rapporti con una donna. Presa da sentimenti materni mi siedo al lato del letto ed inizio ad accarezzargli il dorso della mano che tiene distesa sopra il copriletto bianco. Appoggio la guancia sulla mano e inizio a sfiorarla con le labbra inondandola di baci. Afferro l'elastico del pigiama e lo abbasso facendo scivolare i pantaloni ai suoi piedi. Ha le gambe pelose, proprio come piacciono a me. Mi getto a capofitto fra le cosce e inizio a leccarle, stuzzicandolo di tanto in tanto con dei morsi alla radice dei peli. Il gonfiore sotto gli slip non mi trova impreparata. Mi alzo in piedi e con disinvoltura abbasso il tessuto delle mutande verso il fondo del letto. L'uccello che soltanto pochi giorni prima mi aveva impressionato per la deformità ora si erge pieno di grazia. Mi fermo ed osservo le forme di colorito bruno ed immacolato che lo caratterizzano dopo che l'intervento lo ha rimesso a nuovo. La mia bocca, golosa ed avida, piena di saliva, anela ad assaporare quel rotolo di carne. Inizio con lo strofinare le dita sullo scroto e ne soppeso la consistenza. D'impulso provo a leccargli le palle, poi senza fretta risalgo alla radice dell'uccello, fino alla cappella. Ad ogni leccata sento il corpo di Roberto vibrare di piacere e questo accresce il desiderio di mordergli la cappella. Stringo il cazzo fra le dita e inizio a farle scorrere, lentamente sulla superficie del cazzo. Inumidisco la cappella con la saliva per rendere più facile lo slittare della mano. Quando la punta della lingua sfiora la cappella, l'uomo emette gemiti di piacere. - Si... Si... Mi piace... mi fai godere, mi fai godere. Lecco l'uccello e massaggio le palle come una forsennata. Estasiata ho persino l'impressione di perdere i sensi e smarrire il lume della ragione, preda di un delirio d'irresistibile piacere. Le pulsazioni dell'uccello paiono accelerarsi a contatto con le mie dita. Lo infilo nella mia bocca avida e lo succhio. Un movimento sussultorio del suo bacino accompagna la penetrazione nella gola. Le mie mani e le labbra entrano in simbiosi con il movimento delle sue anche. Il cazzo entra ed esce dalle mia bocca in maniera rapida. Con la lingua sfioro l'orifizio uretrale solleticandolo di nuovi piaceri. Tengo fermo il cazzo con la mano e inizio a leccargli il frenulo. Sento l'uccello contrarsi in spasmi d'inaudito piacere. Lo ingoio fino a spingerlo contro le adenoidi nel fondo della gola. Con le labbra posso sfiorarne la radice, tanto l'ho ingurgitato. E' gradevole assaporare il profumo che emana un cazzo quando è sfregato, ha una fragranza tutta particolare che emana solo negli attimi che precedono l'eiaculazione. Lo sento contrarsi e subito dopo sborrarmi in bocca. L'uomo irrigidisce il corpo trascinandomi con lui in un vortice di piacere. Ho un orgasmo e mentre gusto il seme ne ho un altro ed un altro ancora. Dopo avermi sborrato in bocca non lo estrae fuori subito facendo in modo che possa godere fino alle ultime pulsazioni. Non lascio disperdere alcuna goccia del prezioso nettare. Lecco con cura quel poco che n'è fuoriuscito dalle labbra. Infine l'uccello perde di consistenza. Roberto è perfettamente guarito ed è tornato normale. Mi rialzo dal letto ed apro i bottoni del camice. Prendo da una tasca una forbice e abbasso un po' le mutandine. Taglio un ciuffo di peli attorno alla fica e glieli porgo. Lo saluto, sicura che non lo rivedrò mai più. . Noi infermiere viviamo costantemente circondate dalla sofferenza e dal dolore, ma non riusciamo mai a farci l'abitudine. Ecco perché abbiamo tanto bisogno d'amore.
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0
17 years ago
cpbilla,
22/29
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Mia moglie e i due maestri di sci (prima parte)
Moglie trascurata decide di accettare l'invito in una di un bellissimo maestro di sci... anzi di due!
Si perchè quel ragazzo aveva un gemello, anche lui maestro di sci.....
Una "doppia sciata" fantastica e indimenticabile !!!Vacanze di Natale 2009-2010, siamo sulle Dolomiti per trascorrere il consueto periodo di ferie. Lo sci è una passione di entrambi e da molti anni, appena possiamo, saliamo fin qui per divertirci tutto il giorno su queste fantastiche piste. Purtroppo, durante il secondo giorno di vacanza, Monella ha fatto un movimento sbagliato e si è stirata leggerissimamente un polpaccio. Siccome sentiva un po’ male ha deciso prudentemente che per qualche giorno sarebbe stato meglio evitare di sciare.
Lei probabilmente pensava che anche io mi sarei fermato a prendere il sole senza sciare, invece ho continuato ad andare su e giù per quelle splendide montagne e ogni tanto passavo dal solarium a salutarla. Indubbiamente non passava inosservata, una bella donna mora da sola tutto il giorno la si nota immediatamente, io però non pensavo che si arrivasse al punto in cui siamo arrivati. Provo a spiegarmi meglio: dato che Monella è molto orgogliosa, in quei giorni non mi ha chiesto di restare con lei, aspettava che mi venisse naturale. Io invece pensavo che fosse normale continuare a sciare.
Succede che lei, mentre si trovava per un caffè nel bar accanto alla sede della scuola-sci, incrocia lo sguardo intenso e intrigante di un giovane Maestro di sci, lui le sorride e le dice “so perfettamente di non essere originale, però come si può lasciare da sola una donna così bella? Magari lei non mi risponderà , però sappia che non potevo non rendere omaggio al suo fascinoâ€. Monella era stata indubbiamente colpita da quei due occhi verdi incastonati su un bellissimo viso abbronzato, dal suo splendido sorriso e dal fisico muscoloso e potente; niente da dire, proprio un bel moro! La sua risposta è stata “grazie, lei è molto gentile, mio marito adora sciare e visto che io non posso farlo perché ho male ad un polpaccio, ha pensato bene di lasciarmi qui da sola, mannaggia a luiâ€. Il maestro le sorride, fa l’occhiolino e subito le dice “i mariti che fanno così bisognerebbe punirli, vero? Comunque non la importuno più, devo andare a fare una lezione. Piacere di averla conosciuta, anzi spero di rivederla, il mio nome è Simoneâ€.
Monella era lusingata dalle parole di quello splendido uomo e, stando al gioco, lo fissa negli occhi e lo saluta così “allora Simone facciamo così, ci diamo del tu però il mio nome te lo dirò la prossima volta che ci incontreremo… restiamo qui in vacanza fino al 6 gennaio. Comunque sappi che non mi hai importunatoâ€. Monella mi racconta dettagliatamente ciò che era successo nel bar e mi dice “vedi cosa succede se mi lasci sola? Basta che vada al bar a prendere un caffè e subito vengo agganciata da un maestro di sci davvero bonazzo, garbato ma deciso, gentile e intrigante, insomma un ragazzo magnificoâ€. Io, per stimolarla e per sfidarla, le rispondo “si, si, hai davvero tanta fantasiaâ€. Lei mi fulmina con lo sguardo e mi dice “attento perché scherzi col fuoco caro maritino mio, tu pensi solo a sciare… io potrei pensare anche ad altro. E sai bene a cosa mi riferisco!â€. Confesso che subito mi si è gonfiato l’uccello, l’idea che Monella potesse fare la zoccola anche qui in montagna era davvero eccitante. Per provocarla ulteriormente le ho detto “eh si che un bel maestro di sci, con tutte le ragazze che avrà a disposizione, vuoi che scopi una 45enne? Non è possibile, dai! Ora però ti saluto perché torno sulle pisteâ€. Lei mi fulmina con lo sguardo e serissima mi risponde “allora proprio vero che dopo tanti anni non mi conosci ancora… comunque vai pure a sciare così stasera potrai dire che sei stanco… vai e non ti preoccupare di me. Ok?â€
Era veramente incazzata però io ero certo di averla colpita nel suo orgoglio di femmina e che avrebbe fatto di tutto, ma proprio di tutto, per vincere la sfida che le avevo lanciato. Per “caricarla†ancora di più prendo gli sci e torno sulle piste. Succede che il Maestro di sci, appena terminata la lezione, torna dalle parti del solarium e quando la vede sulla sdraio a prendere il sole, fissandola negli occhi le dice â€ciao, ancora da sola? Te l’ho detto, un marito che lascia sola una donna come te, merita una punizione…†Monella non aspettava altro e maliziosa ribatte “hai proprio ragione… però non posso punirlo da sola… tu Simone hai qualche idea? E lui sorridendo, “beh, a dir la verità con una donna come te di idee ne avrei diverse… non saprei dove cominciareâ€.
Monella a quel punto abbandona ogni pudore e gli dice “vediamoci, dimmi tu quando e dove, io mi libero, mio marito mi ha fatto incazzare e merita una lezioneâ€.
continua splendidamonella@email.it
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14 years ago
splendidamonella,
47/47
Last visit: 11 years ago
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prima volta trav x maschietto...
....finalmente per la prima volta mi travesto ed attendo un ragazzo che ho conosciuto da sei mesi ma mai visto di persona.
Indosso una tuta e sotto un reggicalze, perizoma ed autoreggenti e per l'occasione mi sono depilato il sederino.
Arriva e sono emozionatissimo e lo faccio accomodare in camera e con titubanza gli chiedo se gli fa piacere che mi spogni e lui acconsente. Con suo enorme piacere si lustra gli occhi alla vista e un pò x vergogna mi giro e gli do la schiena per togliermi i pantaloni così facendo, lascio vedere perfettamente il mio culetto femminilissimo e depilato ed a lui diventa subito duro tanto che mi fa girare ed abbassare e mi infila con forza il cazzo in bocca.
E' la mia prima volta finalmente e che gustoooo...poi dopo che lo succhio e lecco un pò e diventa duro, mi fa alzare e girare a pecorina e mi toglie le mutandine piano piano e inizia con le dita ad allargar il mio buchetto...e dopo un pò appoggia la cappella che piano piano si fa strada....mammamia che piacere sentirsi donna per la prima volta. All'inizio fa male ma per poco. Appena lo sento mio, inizio a muovermi avanti indietro e lui non fa in tempo a godersi il mio sederino che talmente eccitato mi gira mi fa abbassare, me lo mette in bocca e viene dentro di me copiosamente...che goduria ragazzi....mi piace il cazzo
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16 years ago
bellatrave, 32
Last visit: 16 years ago -
Le fantasie inaspettate
Se si avverassero tutte le fantasie che abbiamo sicuramente ce ne verrebbero altre. Fortunatamente le mie cerco di avverarle nel limite del possibile, ma una in particolare mi gira continuamente in testa. Sono nel mio ufficio da solo, come sempre, e tra mille cose aspetto sempre con ansia la visita di di una donna. Potrebbe essere la mia commercialista, l'amministratrice del condominio, oppure una rappresentante di materiali innvativi. Ma una mattina, proprio quando pensavo a tutto tranne che ad una donna, il campanello suona e scendo ad aprire. "Salve, mi scusi se la disturbo. Mi si è fermata la macchine esattamente davanti al suo portone, volevo avvisarla prima che si arrabbiasse accorgendosene da solo.... e magari pensando di dare dell'idiota a qualcuno. Mi si è spenta mentre facevo la retro e non riparte più."
Non era una donna bellissima, però aveva bei modi con una bella voce ed un viso espressivo. Le chiesi se potevo dare un'occhiata veloce, mentre le offrivo un caffè. Si fece pregare per un paio di volte ma alla fine accettò. Spinsi la macchina dentro la mia officina, aprì il cofano e mentre scendevo mi arrivò un'alone di profumo molto delicato e buono. Lei era davanti alla macchinetta del caffè ad aspettare che scendesse, io sotto il cofano, con la coda dell'occhio la guardavo. Scarpe nere col tacco non altissimo legate alla caviglia con qualche piccolissimo svaroski sul cinturino. Gonna grigio topo appena sopra il ginocchio con collant nere in contrasto. Aveva una camicia bianca semplicissima, quasi da uomo, con i primi bottoni slacciati, lasciando intravedere un solco stretto e profondo. Lo squillo del mio cellulare in tasca mi tradì, facendola girare di scatto verso di me e beccandomi in pieno mentre i miei occhi erano rivolti a lei. Se ne accorse, era evidente. Risposi al telefono per un minuto e riattaccai. Col caffè in mano si avvicino a me lentamente, quasi a volere far sentire ogni colpo di tacco ben scandito sul pavimento. " buono il vostro caffè. Invece a questa signorina cosa le è preso?. Il tono di voce era demoralizzato e ancora di più quando diede uno sguardo all'orologio. Gli chiesi cortesemente di provare a rimettere in moto. Lei aprì la portiera, mentre io dietro guardavo due glutei perfetti e sodi tenuti a bada dalla gonna. Non ho idea di cosa avesse quella macchina, ma per botta di culo, ripartì. Un sorriso rassicurante le spuntò dal viso e inaspettatamente mi fece un occhiolino in segno di approvazione. Subito dopo mi fece notare una lancetta del cruscotto, chiedendomi se fosse normale che stesse in quella posizione e usandola come scusa per farmi avvicinare alla portiera. Seduta sul sedile con una gamba a bordo e l'altra sul pavimento, mi indicava la lancetta. I miei occhi però caddero a peso morto sul pizzo appena appena visibile dell'autoreggente della gamba sinistra. Si voltò per guardarmi e mi ribeccò in piena osservazione delle sue cosce. "Ops, questa gonna non è corta ma si alza in un attimo" disse mentre la tirava giu con le mani. " Non si preoccupi signora, sono cose belle da vedere." Lei propose un sorriso imbarazzato ma compiacente, ci presentammo e mentre diceva Ilaria, il mio cervello iniziò a lanciare picchi di eccitazione. Le rialzai un pelo la gonna, molto delicatamente con due dita. MIguardava fisso negli occhi sorridento appena, ma evidentemente consenziente. Lei l'alzo ancora di più, quasi a metà coscia : " Meglio così?" mi chiese col viso verso le sue gambe e girando solo gli occhi verso di me. " Adesso è meraviglioso, posso?" Mi avvicinai con la testa alle sue gambe, e cominciai con dei bacini delicati a stuzzicarla. Le tirai su tutta la gonna e una pelle bianca e morbida tirò fuori la mia lingua che puntò dritta sulle mutandine nere in pizzo. Era umida, il suo umore traspirava dal tessuto, mentre sentivo il mio pene teso e pressato contro i jeans. Con la mano lei spostò il bordo delle mutande, mostrandomi in pieno la sua bella e carnosa patatina. Depilata all'inguine con la riga centrale dritta di qualche centimetro. Con la lingua a paletta, partì da sotto risalendo piano e raccogliendo il clitoride che si appese come se mi stesse aspettando. Decisi di andare a chiudere le porte. Al mio ritorno aveva ribaltato tutto il sedile e si stava masturbando con ardore, intanto io le accarezzavo i seni soffermandomi su due capezzoli duri e lunghi. Con l'altra mano si avvicinò alla cintura che venne slacciata in un lampo. Si alzò dallo schienale abbassato e me lo tirò fuori. Lo accarezzava piano col palmo e con le dita, e subito dopo la sua lingua era sui testicoli come se volesse salutarli. Leccava la lunghezza del mio menbro e tutta la circonferenza della cappella, ma poi se lo infilò in bocca piano piano fino in fondo. Qualche gemito suo iniziava a sentirsi, e guardandole la mano che stuzzicava la passerina, mi accorsi che era già tutta lavata. Le tesi una mano per farla scendere, e la portai davanti ala macchina accomodandola alla pecorina, facendole appoggiare le mani sul cofano. Io dietro, le accarezzai quei glutei da favola caldi e sodi disegnati dalla riga del perizoma. Mi appoggiai a lei mentre con le mani le slacciavo i bottoni della camicia e le tiravo fuori le tette dal reggiseno nero. Mi abbassai boxer e pantaloni e mi riappoggiai a lei per accarezzarle i capezzoli e farle sentire il calore del mio pelo, ma lei non esitò a prenderlo e a infilarlo dentro di se. Ero eccitatissimo, lei ansimava ad ogni mio piccolo colpo e avvertiva la durezza del mio pisellone. Se vi piace ditemelo, continuerò a scrivere. Ciao a tutti. Raul
38524
0
17 years ago
diego,
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In crociera, 2014
Aprile 2014, in crociera !
Scambisti o escort ?!
Aprile, crociera ai
Caraibi.
Ad aprile abbiamo fatto
una bella crociera tra le isole dei Caraibi ! BELLA !
Non avremo mai pensato ci
fosse così tanta bella gente...
Amanda la sera era come
sempre elegante e sexy...
Ma non era l'unica... Ce
n'erano almeno una decina di donne che Luca aveva notato: molto, molto
belle, ben vestite, ben tenute, affascinanti...
Una sera Luca disse ad
Amanda: mi farei uno scambio ogni sera con una di queste.
In realtà Amanda a Luca
lo faceva rizzare tutte le sere.... sexy, elegante, ...molto sexy...
...e probabilmente non lo
faceva rizzare solo a lui...
Una sera un distinto
signore americano sulla cinquantina, accompagnato da una bella
signora bionda sulla quarantina, fece di tutto per attaccare bottone
con noi.
Dopo mezz'oretta di
piacevoli scambi di battute, chiede a Luca se Amanda l'ha portata
dall'Italia o dall'America. Subito non capii: “dall'Italia”
risposi ! Eh !! Ma che ?!?!
Ad un certo punto mi
chiede se Amanda è una escort ! EHHHH!? ??!! E' la mia mogliettina
!! Mica una escort !! ...poi pensai: ok, ha una camicia stretta e
corta in vita, scollata e leggins che scolpiscono gambe, fianchi e
culo...
Però guardandola, dentro
di se Luca disse: forse non è l'unico a pensare che sia una escort !
Ma a Luca piace fare invidia ad altri....
Luca la abbracciava ed
accarezzava spesso anche in pubblico e la mano spesso andava a finire
sul suo splendido ed invitante culo...
Lui si mise a ridere e mi
disse che le mogli così belle non le fanno ! In Italia sì, risposi
ridendo ! L'uomo insistette, così ad un certo punto Amanda si stizzì
un po' e mi chiese di andarcene, finì così che andandosene fece
l'ennesima sfilata con il suo culo che dondolava sopra i tacchi, e
forse lei esagerò anche un po'... ...aveva voluto aumentare il
desiderio di lui ??
La sera successiva a cena
Amanda indossava un abitino nero... lui tornò alla carica... prima
in maniera molto garbata, dopo mezz'ora in modo un po' secco chiese
quanto costava per le due settimane. Amanda sorrise solo, io gli
ripetei che è mia moglie ...ok, disse, è tua moglie ma la lasci a
me per una sera ? Eh ? Non è una escort ti ho detto !! Ok, ma per un
bel pacchetto di banconote magari ci pensa... disse ridendo... Sua
moglie non sentiva i suoi discorsi ma vedeva che lui era molto
interessato ad Amanda. Dopo lo spettacolo serale chiese di andare
tutti e 4 a bere nella sua cabina... Partimmo insieme ed arrivati
scoprimmo che i due avevano una delle suite della
nave. Quella notte la nave era diretta verso Bridgetown, nelle
Barbados. Entrati nella suite aprirono una bottiglia di buon vino.
Dopo qualche calice fece prendere alla sua moglie una borsa e la
diede ad Amanda. Domani sera ceni con noi due, stai con noi dopocena
e la notte. Questa è tua ! Io mi incazzai e gli dissi che Amanda non
era né una escort né una puttana. La sua moglie prese la borsa e
fece vedere ad Amanda cosa c'era dentro: un grosso pacchetto di
banconote verdi... ! Stavolta non ce ne andammo. Loro ci
intrattennero molto elegantemente e ci raccontarono molto di loro e delle loro vite.
Noi tra le altre cose
raccontammo che siamo sposati ma nulla della nostra passione per la
trasgressione e lo scambismo.
La sua lei era gentile e
molto dolce con tutti noi ed in particolare con Amanda. Era una bella
donna... Luca ad un certo punto disse ad Amanda che se era il caso...
“io sono disposto a scambiare !”
Amanda disse invece di no:
“questo crede di comperarmi, non mi và” !
Dopo mezzanotte tornammo
soli nella nostra cabina, quando Amanda aprì la borsa per prendere
la chiave della cabina vi trovò dentro il pacchetto di dollari che
tre ore prima ci aveva fatto vedere con un biglietto con scritto: a
domani sera h.20 al nostro tavolo, da sola! Erano 5.000 ! Decidemmo
che il mattino successivo li avremmo resi: Amanda non era in vendita!
Una volta sotto le coperte
ed un po' scossi dall'accaduto abbiamo fatto l'amore, anche pensando
ai due ed all'offerta che avevano fatto per Amanda... Sesso pure al
mattino successivo ed Amanda mi disse: tu eri disposto a scambiare
con loro... ma a questo punto sono 5000.... Luca disse che però
l'altro la voleva la sera e tutta la notte, e poi non si fidava...
Amanda disse ancora “5000 però...”. Durante la colazione arriva
al tavolo una signora del centro estetico della nave a dire che
aspettavano Amanda. Amanda rispose che c'era un errore, non avevamo
prenotato niente. La signora ci ripete il nome “Amanda” ed il
numero della loro cabina aggiungendo che il trattamento era stato
prenotato da parte di un'altra cabina: il numero era quello della
suite dove eravamo stati la sera prima! I soldi li avevamo ancora
noi: il piano del signore era partito !! Amanda disse che tra 5
minuti sarebbe andata al centro estetico, ci mettemmo a discutere sul
da farsi e lei disse: intanto gli scrocco il trattamento poi decido
se lo mando a fanculo ! Luca rispose ridendo: ok purché non sia lui
che si voglia fare il tuo di culo!! Amanda con un sorriso rispose
“5000...” . Arrossii e capii che stava valutando se starci al
gioco. Rimase quasi due ore al centro bellezza ed uscì dopo un
trattamento che definì “con i fiocchi”. Amanda disse che
lavorarono molto su viso gambe e glutei. Opps, altro segnale
premonitore.. ! Non vedemmo più l'uomo tutto il giorno, forse era in
escursione, noi due invece eravamo stati in una spiaggia molto
frequentata con Amanda che indossava il suo costume brasiliano...
Alle 18 circa finché ci si apprestava ad andare in doccia suonano
alla porta della ns cabina: Luca apre c'è la bella mogliettina che
chiede a Luca se possono avere l'onore di ospitare Amanda per la
serata. A Luca una scarica percorse la schiena, si guardò un attimo
attorno e dal bagno uscì Amanda che aveva sentito tutto. Disse “al
vs tavolo allora?” A Luca si gelò il sangue; ma forse gli si rizzò
il cazzo... Le due bellezze si accordarono per le 20. Luca un po' si
arrabbiò perché Amanda aveva deciso da sola. Amanda rispose con un
bacio in bocca e poi disse: amore lascia che faccia la doccia
intanto. All'uscita dalla doccia si stese sul letto e chiese a Luca
di spalmargli bene su tutto il corpo l'olio di mandorla. Luca glielo
spalmò come fosse lui il beneficiario della morbida pelle di Amanda.
Finché Luca massaggiava, Amanda gli faceva salire la pressione
ricordandogli che stasera era a cena da “conoscenti”. ...e che ti
metti troietta ? L'amico vuole toccarmi come mi toccavi tu l'altra
sera...ci sei riuscito, ha fatto molta invidia la tua mano sul mio
corpo... e lui stasera vorrà fare lo stesso! ...mi metterei gli
stessi leggins dell'altra sera, cambierei solo le scarpe e metterei
il top nero, quello che ti piace tanto (perché la fa tanto
porca...)...
Non è troppo ? Non
concordo, ma sei libera disse Luca. Ok amore mio replicò Amanda,
tanto a te piace che mi desiderino. E poi vedo io dove arrivare...
Amanda si trucca bene, si
veste e mette la scarpe con i tacchi che slanciano lei ed il suo
favoloso culo. Escono insieme ed arrivano al ristorante dove
incontrano i due americani. Era strepitosa !
Si girano e lui accompagna
le due lei al tavolo.
Luca si posiziona in un
tavolo lontano da loro ma da dove comunque vede i tre.
Lui continua a guardarla
cenando. Anche la moglie guarda molto Amanda. E Amanda si alza
spesso, deve farsi guardare. Ad un certo punto, lui si alza raggiunge
Amanda e gli mette la mano attorno alla vita.
Una carezza sulla schiena
poi la mano scende e gli fa un veloce massaggio al culo. Amanda ci
sta al gioco, stasera è una sua donna. Si sistema anche i capelli
con le mani, vuole essere una donna seducente, deve essere donna al top.
Da lontano sembrava i tre
si divertissero...
Dopo che al tavolo era
passata qualche bottiglia si alzano, la lei americana si alza e
comincia girare; Luca capisce che lo sta cercando e casualmente
spunta fuori : lei lo invita a bere qualcosa al bar con loro tre.
Accetta, così almeno segue Amanda. La moglie dell'americano si siede
vicino a Luca e l'altro fa accomodare Amanda su un divanetto e poi
con Luca davanti gli si appiccica addosso. E lì Amanda fa la gattina
con lui (un pò la troia), tanto mica la può scopare lì. E' tutta
mielosa e si lascia allungare le mani. L'americana è molto attaccata
a Luca tanto che Luca a sua volta comincia a toccare e pensa propongano uno scambio. Invece dopo
mezz'oretta l'uomo sussurra qualcosa ad Amanda che si alza con lui e
seguiti dalla moglie vanno verso la suite!
Era arrivato il momento
culmine ! Luca nei corridoi ed Amanda in camera con la coppia. Lo
stomaco un po' si contorceva...
Il mattino dopo alle 8,30
qualcuno suona alla porta della cabina dove alla fine Luca aveva
dormito solo.
E' Amanda, ora sola, tutta
in ordine, appena docciata e truccata.
Ed allora?? Chiese Luca...
Allora: la lei è
fortemente bisex e lui un gran porco, ma bravo a letto. Ci siamo
divertiti in tre amore mio ! Lui era impazzito !
Dopo che lei mi ha fatto
venire con la sua lingua, racconta Amanda, lui mi ha voluta in
entrambi i canali, e finché lui era dentro di me lei era sempre con
lingua o dita nell'altro buchetto. Finché alla fine mi è venuto sui
capelli e poi ci ha volute entrambi nel suo letto, in perizoma e
sporche del suo sperma, per tutta la notte. Poi al mattino in inglese
distinto ci ha chiesto di fare una doccia noi due signore assieme (e lui fuori
spettatore) perché ci ha detto che non sopporta nel suo letto le
puttane con odore di sperma ! Bastardo...
Amanda e Luca
5226
5
9 years ago
lucaeamanda, 51/50
Last visit: 1 day ago -
T.V.B.
Ho lasciato parole nel vento, trasportate lontano dalla brezza, non hai risposto, non un sorriso, non una carezza, non uno sguardo, ti sei voltata e te ne sei andata lontano nascosta tra la nebbia.
Sono rimasto lì, seduto ad aspettare con lo sguardo perso nel vuoto, nemmeno so dire quanto, credevo non ci fossi più, credevo di averti persa per sempre. Il vento ha diradato la nebbia, piano piano, lentamente, quasi come se sentisse che avevo bisogno di luce.
Volgo lo sguardo e ti vedo, a pochi passi da me, mi osservi e non muovi nulla, nemmeno le ciglia, quasi incantata, non so cosa fissi con lo sguardo, forse aspetti che la nebbia si diradi. Il mio sguardo si posa su di te, indaga, sta cercando un segno, un accenno, un qualcosa che mi spinga ad aprir la bocca per parlare. Il tempo pare si sia fermato, non si odono rumori, ed il vento si ferma; un timido raggio di sole si posa sul tuo viso e lo illumina. Brilla il tuo viso, imperlato da due rivoli che scendono lenti sulle guance arrossate. Nemmeno il più grande e famoso dei pittori potrebbe vedere ciò che vedo io, due file di diamanti splendenti fanno da cornice al tuo volto. Non posso muovermi, romperei la magia, l’incanto, mi sento un verme per averti ferito, per non aver capito quanto conti per me. Ti muovi, prima indecisa e titubante, ma poi acceleri, ti avvicini e mi butti le braccia al collo prima che possa muovere una ciglia. Sento la tua bocca posarsi sulla mia, calda,morbida, dolcissima, mi sfiori le labbra come solo tu sai fare, vuoi la mia bocca, la mia lingua, e con un dito mi sfiori il viso seguendone i contorni. Incapace di reagire a tanta dolcezza socchiudo gli occhi, tutto imbrunisce, ho solo due perle davanti, i tuoi occhi luccicano come non mai, gli sguardi si incontrano e le nostre lacrime si uniscono scendendo sul tuo seno goccia dopo goccia e facendoti fremere. Sussurri qualcosa che non sento, ma so cosa stai dicendo, anche se fossi sordo sentirei, sono i tuoi occhi a parlare, è i tuo corpo che grida, forte, fortissimo, impossibile non sentire quello che dice. Tu sei capace di sciogliere ogni cosa, non ho difese contro di te, mi sciolgo come la neve ed il ghiaccio al sole di aprile, le mie tempie pulsano, il cuore accelera i suoi battiti ed il respiro si fa affannoso. Le mie braccia e le mie mani cominciano a muoversi, ti avvolgono, e tu ti accoccoli come una bimba in braccio a suo padre. Ora sono e mie mani a sfiorarti il viso, è la mia bocca cercare la tua, e sento i tuoi capezzoli pungermi lo stomaco, ti bacio dolcemente e tu reclini il capo all’indietro, la mia bocca scende sfiora il collo, e la mia lingua umida si posa su di esso sfiorandolo, hai un fremito,due, tre, pure tu ora hai il respiro affannoso, sento il tuo seno spingere contro di me e avverto il battito del tuo cuore. Prendimi mi sussurri, ti voglio, ora, adesso, subito.
Sento le tue mani scivolare sotto la mia camicia, le tue unghie affondare nella mia pelle mentre la mia lingua raggiunge la scollatura del tuo vestito. Un brivido di piacere mi attraversa mentre le faccio scorrere la lampo del vestito nero verso il basso, inarchi la schiena per poter spingere il seno verso la mia bocca. Il vestito scivola in basso, un suo lieve movimento lo fa cadere a terra ed esso appare in tutto il suo splendore davanti ai miei occhi, l’accarezzo con lo sguardo e ti sento tremare. Sento le mani sbottonarmi la camicia e poi sfiorarmi il petto, mi riempi di baci leggeri tutto il torace e non ho la forza di sfilarmi la camicia, ormai aperta, dalle braccia.
Non so quanto tempo ci siamo accarezzati, avverto le tue mani che scendono a cercare la cintura, e sento che scivoli tra le mie braccia per metterti in ginocchio davanti a me. No. Ti fermo, non è ancora il momento, devi aspettare, devi bramare proprio come il fumatore che rimasto senza sigaretta non vede l’ora di trovarne una in piena notte e con tutti i tabaccai chiusi.
Sono io a condurre il gioco, lì, in piedi nel parco, la gente che passa e ti vede seminuda, io con la camicia a penzoloni, ma non esiste nessuno all’infuori di noi in quel momento.
Lentamente ti spingo contro una pianta, un ramo basso e solido sembra fatto apposta per noi, ti faccio appoggiare, quasi seduta, ed inizio ad esplorare il tuo corpo coprendolo di baci e carezze ed inumidendolo tutto con la lingua. Il tuo minuscolo perizoma in pizzo lascia intravedere il paradiso, accenni a levarlo ma anche stavolta ti fermo. Non riesci a stare ferma, la voglia di toccarti aumenta ed i miei baci ti fanno sussultare. La tua mano si posa tra le tue gambe e sopra il perizoma inizi a toccarti con lenti movimenti circolari. Con il mio fazzoletto, sempre baciandoti ti bendo gli occhi, e tu gemi, ora non vedi nulla, senti me vicino, senti il mio respiro su di te, e le mie dita sfiorano la tua pelle ora qui ora lì, ad ogni tocco un gemito, il piacere ti assale, mi desideri e mi dici ora, non resisto, ti voglio….. Non ti ascolto, una coppia ci sta guardando, si è seduta accanto all’albero a fianco, in una posizione dove ci può osservare, ma tu non lo sai, non puoi vedere. Incontro o sguardo di lei, poi quello di lui, si baciano, sono eccitati da ciò che vedono e si vede.
Un mio sguardo più intenso sulla lei la spinge ad alzarsi, prende il suo uomo per mano e si avvicinano in silenzio mentre ancora ti sto accarezzando.
Sei vicinissima all’orgasmo, il tuo tocco sapiente ti procura piacere, ma ti fermo la mano ti sfioro il viso, e mentre ti bacio senti una mano fredda e tremolante accarezzarti la schiena. Sussulti, ma quella mano si fa più audace, ti sfiora e prende il posto della tua al centro del piacere. Un seno piccolo e sodo si appoggia a te, ti spinge contro la schiena, e tu appoggi una mano all’albero aggrappandoti al ramo con l’altra. Io mi inginocchio, ti sfioro con la lingua e ti abbasso i perizoma.
Quella mano sconosciuta e la mia lingua ora danzano sul tuo sesso, assieme, lentamente facendoti urlare di piacere. Senti altre mani ora sul tuo corpo, oltre alle mie, mani da uomo, ruvide e callose, ti stringono il seno e ti piace. Senti una lingua sulla schiena, una sul seno ed una sul clitoride gonfio.
Non resisti, urli, ed esplodi in un orgasmo incredibile, piegando le ginocchia ed accasciandoti esausta. È lunga la notte ancora, casa mia è proprio a due passi, ti prendo in braccio esausta, ancora nuda e bendata e mi incammino seguito dalla coppia che ha raccolto i tuoi vestiti da terra. La gente ci guarda passare, ma non li vedo, il gioco continuerà , ma dentro quattro mura, nel nostro letto…..
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17 years ago
funghetto, 42
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Dal ginecologo
Dal Ginecologo
Abbiamo 43 e 44 anni. Ambedue carini. Lei è una bella donna, ben messa sotto ogni punto di vista.
Mia moglie doveva effettuare una visita di controllo dal ginecologo, e prese appuntamento con un medico consigliatole da una vicina.
Mi chiese di accompagnarla
Era l’ultimo appuntamento della giornata in studio, e la paziente precedente, uscendo, disse a mia moglie che il medico l’attendeva in studio.
Io stavo leggendo, su una rivista in studio, un articolo su un giornale che mi interessava, e dissi a mia moglie di andare, che nel caso l’avrei raggiunta.
Finito l’articolo, rimasi sulla poltrona sentendo mia moglie che parlava rispondendo alle solite domande che un ginecologo pone prima di una visita.
Sentivo bene perché la porta era un po’ aperta. Il medico, credendo che mia moglie fosse venuta sola, una volta uscito nel corridoio per andare in un’altra stanza a fare non so che, l’aveva lasciata un po’ aperta, tanto era l’ultima paziente.
Dopo poco, sentii il medico dire a mia moglie di prepararsi per la visita.
Ci furono un paio di minuti di silenzio e allora mi alzai per raggiungere mia moglie in studio, ma una volta vicino la porta mi fermai perché sentii il medico dire: “Complimenti signora, come si mantiene bene, non dimostra affatto la sua età â€
Incuriosito, mi misi a guardare attraverso l’apertura della porta.
Mia moglie si stava spogliando, era in reggiseno e mutandine, e il medico dalla scrivania la stava osservando con una espressione piuttosto eloquente.
Mia moglie rimase un attimo così in piedi, e il medico, andandole incontro le disse “Si tolga il reggisenoâ€.
Lei si tolse il reggiseno mentre il medico le arrivò dietro dicendole: “Cominciamo con il controllo del senoâ€.
Iniziò a toccarle i seni da sotto, con molta delicatezza. Troppa, pensai.
I capezzoli di mia moglie si indurirono immediatamente.
Rimasi un po’ turbato da questo, non avevo mai assistito ad una visita del genere, e mi incuriosii.
Il medico continuò a palparle il seno per un bel po’, mentre mia moglie sembrava stesse un pochino in disagio, così in piedi, quasi completamente nuda, con il medico alle spalle.
La cosa andò avanti qualche minuto, ed io continuavo a guardare e ad aumentare la mia curiosità .
Dopo poco il medico chiese a mia moglie che poteva andare in bagno a fare la pipi se necessario, per procedere alla visita ginecologica.
Il bagno era in uno stanzino nello studio, e mia moglie entrò chiudendo la porta.
Vidi il medico avvicinarsi e chinarsi per sbirciare dal buco della serratura.
Cazzo, dissi tra me e me. Ma che sta facendo!.
Nello stesso tempo però non riuscii a muovermi per entrare e dire qualche parola al medico. Le pulsazioni mi stavano aumentando, e sentivo una strana sensazione, mai provata.
Mia moglie poco dopo uscì e il medico le chiese di togliersi le mutandine e di accomodarsi sul lettino.
Mia moglie si mise accanto al lettino e si sfilò le mutandine rivolta con le spalle al medico.
La scena mi colpì. Mia moglie mostrava un culo bellissimo che il medico guardava
senza essere visto da lei.
Ora era completamente nuda.
Iniziò a salire sul lettino e il medico con la scusa di aiutarla, le poggiava i palmi delle mani sulle natiche.
Una volta salita, le chiese di divaricare le gambe e poggiarle sui ferri del lettino.
Per aiutarla a venire avanti sul bordo, l’aiutò ancora una volta con le mani sul culo.
Tutto questo cominciava a farmi sentire una sensazione fastidiosa di gelosia, ma nello stesso tempo di piacere per quello che vedevo.
Prima di iniziare la visita, il medico disse “vedo che la sua vagina è bagnata, forse ci sono dei residui di urina, prendo un fazzolettino e l’asciugoâ€.
Mia moglie disse “mi scusi, mi sono pulita ma può darsi che non l’abbia fatto bene, ora provvedoâ€.
E il medico “ma no, si figuri, non si preoccupi e non si sposti dalla posizione, ci penso io†e prendendo un fazzolettino, cominciò a detergere la parte con molta delicatezza e attenzione, con il viso a pochi centimetri dalla fica di mia moglie.
Rimasi immobile con la sensazione già descritta, che aumentava.
Mia moglie sembrava anche qui a disagio, e tendeva a chiudere le gambe, come per un senso di vergogna.
Ma il medico continuava tranquillo a “detergere†la parte, con movimenti molto delicati, dicendo a mia moglie di divaricare le gambe.
Finito di pulire mia moglie, disse a quest’ultima “ora devo iniziare a visitarla, la prego di rilassarsi e di tenere le gambe ben aperte, non si vergogni, sono un medico.
Si mise seduto su uno sgabello con il viso di fronte la fica di mia moglie e iniziò infilandole profondamente il dito medio della mano destra nella stessa, e mia moglie, contraendosi un po’, disse al medico “scusi, ma non usa i guanti?â€
E già , pensai, forse questo tipo di visita si doveva fare così.
Ma il medico, tranquillo, le rispose “non si preoccupi, mi sono lavato bene le mani, e preferisco fare le visite senza guanti perché mi permette di sentire meglio la parte e valutare meglio la situazione â€.
Sentii il sangue ribollirmi dentro per il fastidio causato dalla gelosia di vedere un uomo, tra l’altro abbastanza carino, snello, distinto, infilare un dito nella fica di mia moglie. Anche se era un medico, trovavo la cosa fastidiosa per me.
Ma non riuscivo a pensare più di tanto, la scena mi dava fastidio ma nello stesso tempo, cosa che cresceva sempre di più, una sensazione di piacere e di erotismo che prevaricava tutto.
Mi accorsi che il mio pene era in erezione, ed in modo particolarmente forte.
Mia moglie non disse altro e il medico continuò nella visita, sfilando e rinfilando il dito come fosse un cazzo, toccando e ritoccando in modo delicato anche la parte esterna delle labbra.
Vidi mia moglie avere qualche piccolo sussulto, ma conoscendola, vidi il suo viso tranquillo ma un po’ diverso.
Il medico continuò a “starci abbastanzaâ€, su quella fica e disse “vedo che la sua lubrificazione funziona bene†.
“E ci credo†pensai tra me e me “se continui a scoparla con il dito!â€
Poi prese una lampadina tascabile e si mise a vedere bene con la luce, la fica di mia moglie, allargandogliela con un attrezzo metallico che doveva essere un divaricatore.
Poi continuò con il dito a “sfrugugliare†la fica di mia moglie, il cui viso si faceva sempre più disteso.
Con la scusa di controllare la posizione dell’utero, fece scendere mia moglie dal lettino, la fece mettere dritta in piedi con le gambe larghe e continuò a visitarle la vagina “da sotto†e da dietro , sempre con il dito medio, così con il palmo della mano le poteva tastare il culo.
Le mie sensazioni continuavano ad aumentare e iniziavo a provare un gusto che mi portò a toccarmi.
Oltretutto vedevo mia moglie tranquillamente muoversi ormai a suo agio
Con la scusa di dover controllare non so che, la fece mettere piegata con i gomiti sul lettino e continuò a visitarle la vagina.
Mia moglie messa così “a pecorina†era stupenda e quest’uomo che le stava dietro con il dito dentro a mo’ di cazzo era per me molto eccitante.
Per lo stesso motivo, le disse che gli dispiaceva doverlo fare, ma era necessaria una visita “rettaleâ€.
Pensai “ma tu guarda questo porco che faccia tosta che haâ€. Ma nello stesso tempo mi accorsi che il mio cazzo era ancora più duro e aveva iniziato a emettere del liquido. Mi sentivo bagnato e molto eccitato.
Lei tranquilla accettò dicendo “se è necessario, faccia pureâ€.
Capii che mia moglie non solo si era eccitata perché era molto bagnata, ma il gioco le cominciava a piacere e stava dando corda al medico.
Ma non sapeva che io stavo guardando e sentendo tutto. Pensava che ero rimasto a leggere la rivista.
Questo mi eccitò ancora di più, e sentii il bisogno di tirarmelo fuori.
Il ginecologo prese della crema, ma non si mise i guanti, il porco (conosco come si fa una visita rettale.
Sempre con il dito medio mise della crema sul buchetto del culo di mia moglie, le disse di non contrarsi e appoggiò la punta del dito sul buco del culo.
Infilò quel medio con forza e velocità come fosse un cazzo che dovesse sverginare una adolescente.
Mia moglie ebbe un sussulto ed emise un piccolo gridolino di dolore.
Il medico disse “mi perdoni se le fa un po’ male, ma non ho sceltaâ€.
Invece non era vero, perché “il porco†poteva anche essere più delicato, infilare il dito lentamente e non come se dovesse violentarla.
Ma mia moglie praticamente lo incoraggiò perché disse “ non si preoccupi, faccia pure, se è necessarioâ€.
Iniziai a pensare che forse anche lei era una porca, per come non reagiva e stava tranquilla in tutta la situazione.
Anche questa scena, ormai il tutto era in un crescendo micidiale, mi fece eccitare ancora di più, e iniziai a masturbarmi con lentezza perché già ero lì lì per venire solo con questa visone. Probabilmente ero un gran voyeur e non lo sapevo.
Il medico continuò la visita sfilando e infilando il dito, come prima nella fica, come se la stesse inculando.
E quella porca di mia moglie, perché a questo punto tale è, in quanto non si poteva più pensare che il tutto fosse una normale visita, stava tranquillamente a pecorina e a gambe larghe senza dire nulla e senza nessun ritegno. Anzi!!!!.
“L’inculata†andò avanti per un bel po’, con mia moglie sempre lì tranquilla, ed io che stavo per scoppiare.
Poi il medico sfilò il dito, se lo pulì con un fazzolettino e disse a mia moglie di stendersi sul lettino.
La rimise in posizione ginecologica e continuò con una seconda visita.
Il porco non aveva ancora finito di divertirsi, e neanche quella porca troia di mia moglie che si distese tranquilla, questa vola a gambe bene aperte senza farselo raccomandare, pronta per essere ripenetrata dal “dito-cazzoâ€.
.
Con la scusa di dover risentire, dopo la visita rettale, come aveva reagito la parte visitata, ricominciò “praticamente a masturbare†quella troia di mia moglie, che non reagì in modo negativo, anzi provava piacere a farsi toccare.
Il porco, furbo, capì la situazione, si avvicinò con la bocca e cominciò a leccare la fica di mia moglie.
Lei, che a questo punto non si può che definire puttana, non disse nulla, anzi, come se se lo aspettasse, si rilassò tranquilla e cominciò a far sentire il suo piacere.
Il tutto si svolse in silenzio, mentre io sempre più stupefatto ed eccitato, cominciai a menarmelo sul serio.
Il bello è che anche il dottore, seduto sul solito sgabello, se lo tirò fuori e cominciò a masturbarsi anche lui, senza che mia moglie potesse vedere quello che stava accadendo.
Mia moglie di solito è “duretta†a venire, ma in questa occasione non ci mise poi molto e dopo poche e sapienti leccate, se ne venne, gemendo quasi in silenzio, forse per paura che io potessi sentirla, ma me ne accorsi dai suoi movimenti.
Non ce la facevo più, mi schizzai dentro un fazzolettino, che poi misi in tasca
Il porco non se ne venne, ma finita la sua opera se lo rimise dentro senza che lei si accorgesse di nulla.
La fece scendere dal lettino, la fece rivestire, le prescrisse alcuni esami e qualche medicinale e le fissò un nuovo appuntamento dicendo “è necessario che la riveda dopo un breve periodo di curaâ€.
Lei fissò l’appuntamento, salutò ed uscì.
Nel frattempo mi ero riseduto nella poltrona, e quando lei arrivò in sala d’attesa disse “ti aspettavo, com’e che non sei entrato? Lo sapevo che ti saresti fermato a leggere, e non ti saresti preoccupato di farmi compagnia. Pazienza, ho fatto da sola.â€
Mentre stavamo per uscire, venne il medico in sala d’attesa, vedendomi rimase un attimo interdetto e lei disse “le presento mio marito, mi aveva accompagnato, poi ha trovato la sua rivista preferita e sapevo che non sarebbe entrato, dimenticandosi della moglie, su questo è un po’ distrattoâ€.
E lui “Ah, meglio così, spesso le pazienti preferiscono venire da sole per essere visitate perché la presenza del marito le mette in imbarazzo, mentre così la visita si svolge in modo del tutto professionale e liberoâ€
Hai capito il porcone professionale?
Prima si era quasi spaventato nel vedermi, non si aspettava della mia presenza e forse aveva pensato che potessi aver sentito o visto qualcosa, senza sapere che avevo assistito a tutta la scena.
E aggiunse “ va bene, allora vi saluto e a lei l’aspetto per il prossimo appuntamentoâ€.
Brutto porco, aspetta lei, non noi per il prossimo appuntamento, come se le volesse far capire “venga da sola, mi raccomandoâ€.
Mi diede la mano, ancora sporca degli umori di mia moglie, ed uscimmo.
Mentre stavo nel portone pensai “sono sicuro che quel porco si sta facendo una sega di quelle meravigliose. Beato luiâ€
In auto le chiesi “come è andata? tutto bene? ci sono problemi.â€
E lei disse: “no, in linea di massima tutto a posto, salvo un ulteriore controllo che dovrò fare dopo una leggera cura e un esame, ma niente di cheâ€
E aggiunse: “la prossima volta potrò venire anche da sola, non è necessario che mi accompagni, tanto è solo un controlloâ€
Avete compreso? La porca si era divertita, e voleva fare un altro giro, anche più completo, e da sola, perché magari ci voleva mettere del suo stando più libera senza la mia presenza.
La sera a casa, prima di andare a dormire lei si spogliò completamente e poi si mise la camicia da notte.
E in quel momento si mise avanti ai miei occhi “il quadro†visto poche ore prima.
Mi sono di nuovo eccitato e mi sono avvicinato a lei.
Lei però mi disse “scusa, ma stasera è meglio di no, dopo la visita mi sento un po’ dolente, sai fa un po’ male, sono arrossata e vorrei evitareâ€.
“E ti credo,†pensai “dopo tutte quelle “ravanate†che quel porco ti ha dato.†Ma li non mi sembrava dolente, la troia.
Ora mi trovo nella situazione che non so che fare, ed ogni volta che ci penso mi sale il sangue al cervello per la gelosia, ma nello stesso tempo mi eccito per quanto è stata porca e puttana lei, e porco lui, e mi masturbo come un ragazzino rivivendo tutta la scena. E questo accade quasi ogni giorno.
Mi piacerebbe scoparci su con lei, ma ho paura che se le dico tutto, lei non va al secondo appuntamento, mentre ho una gran voglia che accada di nuovo tutto, anche meglio, solo che vorrei esserci.
Vorrei sapere da voi (soprattutto dalle donne) se avete avuto esperienze simili, che pensate di questo suo comportamento, tutte le vostre impressioni e pensieri in merito, che cosa avreste fatto voi, se la cosa vi ecciterebbe nello stesso modo e cosa mi consigliereste. Insomma qualsiasi vostra mail è bene accetta.
Scrivetemi a k2cruna@libero.it
Grazie.
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16 years ago
picotico,
40/39
Last visit: 14 years ago
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SEI DENTRO DI ME
Sei dentro di meogni momentonei miei respiriti sento dentronel sangue scorricontinuamentetra i desideridella mia mente.Sei come il pratoin primaveraquando la lunascende di seraper far sognaree sospirare poidolcemente addormentare.Sei come l'acquache dalla fontelimpida scendenel mio torrentee arriva al mareper affogare.Sei come un'ondache soffice affondamentre s'infrangesulle mia spondabaciando la rivacon calda saliva. Con Amore da Cip a Ciop per sempre con Emozione sentita
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13 years ago
cipcioplove,
37/33
Last visit: 7 years ago
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Come si inizia...
Inserisco qui un racconto gia inserito in passato pu o meno recente su altri siti........ cosi abbiamo iniziato....
_________________________-E' successo domenica Erano almeno due anni che speravo di concretizzare, ma forse dieci che ne parlavamo.Il sesso con mia moglie è forte, intenso, fantasioso, e lei è¨ molto molto porca. Tra noi nessun segreto, aperti a raccontarci tutte le fantasie più hard, una vita insieme, da quando eravamo adolescenti ad oggi superati i 40. Soddisfatti insieme di amarci e del sesso. Sicuramente l'ho lavorata ai fianchi a lungo parlandole di sesso a tre e del desiderio di vederla con un altro mentre gode in tutta serenità .Un piccolo particolare non affatto trascurabile, lei non ha mai avuto un altro uomo, oltre a me, qualcuno mi dia pure dell'ngenuo ma è davvero così.Non abbiamo una gran vita sociale, tutti presi dal lavoro e dai figli, qundi poche sono le occasioni di incontro casuale e in generale abbiamo escluso il coinvolgimento di amici di vecchia data, anche se qualcuno alberga nei sogni erotici della mia mogliettina.Allora ecco una mia ricerca di un terzo su internet. Ne avevo selezionati due, abbastanza fini discreti, riservati, conosciuti solo in rete, lunghi scambi di e-mail con me, mai un coinvolgimento diretto di lei, non ne avevo il coraggio.Lei sapeva perchè¨ glielo avevo detto più volte nei momenti di sesso ma anche in qualche momento "normale" che cercavo un terzo che la facesse godere davanti a me e insieme a me. Ci siamo andati vicino più volte, due in particolare. La prima volta ho invitato il terzo in un locale di Latino Americano, per incontrarci e poi chissà a lei non lo avevo detto, mentre ballavamo lui era lì io l'avevo riconosciuto ma lui no perchè non aveva nostre foto. Lei non lo sapeva, lui non sapeva chi fossimo, io non ho avuto il coraggio di prendere l'iniziativa, insomma tutto sfumato. La seconda volta un incontro pianificato in un locale, fino al giorno prima lei desiderosa e arrapata, ma il giorno fatidico, eccola nervosa, agitata, incazzata con me che continuavo con questa menata del terzo, che non ero soddisfatto di quello che avevo, e poi la paura, l'imbarazzo, le malattie e poi cosa sarà dopo del nostro amore ... ecc. Anche quella volta l'appuntamento nel locale non funziona, il terzo non ci trova, io non lo riconosco, il cellulare scarico, tutto a monte. Risultato moglie incazzata, discussioni, pace e promessa che non ci avrei più provato perche volevo la sua felicità e non la sua ansia. Accade poi che il tempo passa, le fantasie ritornano ed ecco che lei torna ad eccitarsi insieme a me all'idea. Cosi' torno su internet riprendo uno scambio di e-mail con il primo dei due e finalmente dopo difficolta' inenarrabili riusciamo a combinare un incontro a tre in bar, vicino a casa sua, poco preavviso non c'e' tempo perche' monti l'ansia, domenica pomeriggio. Ed ecco che la aiuto a prepararsi che le indico e le consiglio come vestirsi, lei si chude in bagno e mi dice che perfeziona la depilazione della sua passera, io che sento dentro di me eccitazione e contemporaneamente le gambe molli. E' pronta, bellissima, mora, occhi fiammeggianti che mi sciolgono, sorride e ogni tanto si incupisce. Parcheggiamo davanti al bar, aspettiamo fuori, lui mi manda un SMS sta arrivando....Arriva, carino aspetto pulito da bravo ragazzo, occhi azzurri, fine, cordiale e cortese, piu' giovane di noi, poco piu' di 30 anni (?).A lei piace, anche se so che normalmente preferisce, nelle sue fantasie, un maschio più trasgressivo. Ci sediamo al tavolo chiacchieriamo, beviamo tutti un Martini, scelto da lei, alle 17:00 della domenica un Martini?Serve a carburare.La conversazione procede io mi alzo per pagare li lascio volutamente soli. Torno, la conversazione arriva ad un punto morto, silenzio di quasi imbarazzo e ad un tratto " beh! andiamo?" e è lei, mioddio è lei che sblocca la situazione che prende in mano la situazione e conteporaneamente i sobbalzi del mio cuore. Chi l'avrebbe detto.Due minuti a piedi e siamo a casa sua entriamo e lui lascia la casa in penombra come insieme avevamo ipotizzato per l'incontro. Mi siedo sul divano e prendo lei vicino a me, la abbraccio la bacio e a voce alta dico "amore non ti preoccupare inizio ad accarezzarla, lui si siede dall' altra parte lei è in mezzo anche sui allunga le mani, lei è irrigidita ma ad un certo punto sento chiaramente che si abbandona si gira verso di lui inizia una lunga limonata io continuo ad accarezarle tra le gambe, dopo un attimo lui ocupa il mio posto, sotto il suo perizoma la sua mano la accarezza.Ed ecco lì mia moglie a gambe larghe sul divano, uno sconosciuto che la bacia e ha infilato la sua mano nel perizoma e io lì a guardare, siamo ancora vestiti. Lui la accerzza le bacia e succhia il seno, io le lecco la cosa più bella del mondo, va avanti un po così, poi lei allunga una mano, sta cercando il suo cazzo, lo tira fuori lo prende in mano lo accarezza e mi guarda, complice, perfida, amore mio. Passa pochissimo ed eccola con le labbra intorno alla sua cappella, io mi spoglio, lui anche e lei la spogliamo insieme.Lei lo pompa, lui prova i movimenti per scoparla in bocca, so che non le piace, che lei è una maestra del pompino leggero ed estenuante, con lingua e dita solleticanti, lui del resto non lo sa non può conoscere cio' che io conosco bene , ma lei ci sta lo prende in bocca fin che può e intanto io lecco instanzabile sbirciando i suoi occhi sognanti. Ci fermiamo un attimo, la prendo per mano e le porto vicino ad un tavolo, è cosiì che tante volte abbiamo sognato che succedesse, a pecorina appoggiata ad un tavolo con uno stallone che la monta. Lei è bagnata aperta eccitata e sorprendentemente decisa, lui le guarda la figa, a lei piace da matti essere guardata e poco dopo entra dentro di lei, e' lui un estraneo con il suo cazzo dentro la figa di mia moglie che la monta come abbiamo sempre sognato. La amo.Poi lui esce la prende per mano la porta sul letto e li a gambe larghe la scopa deciso e lei viene, vedo l'orgasmo nei suoi occhi e sento i suoi gemiti, sono vicino, col cazzo in mano me lo meno lentamente. Dopo di lei è lui che gode, gode della mia donna grugnisce si contrae e viene ( sesso protetto) , lei mi sorride e mi tiene la mano.Dopo di lui mi invita a scoparla, mi adagio su di lei e mi infilo al caldo della sua figa appena scopata, lei èsudata, pelle lucente bellissima, basta poco ed eccola venire di nuovo di un orgasmo di quelli lunghi e travolgenti che non sempre avvengono. Anche io godo mentre lui ci guarda. Lei è partita completamente vorrebbe finalmente provare la sua piu' segreta fantasia, due cazzi contemporaneamente, ma lui è in fase di stanca ha bisogno di un po'di tempo e la magia scompare. Ci alziamo ci rinfreschiamo e siamo quasi pronti per salutarci, prima di uscire lui la prende, le accarezza un seno e la bacia profondamente. Dio come la amo
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15 years ago
zucchero e cannella,
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
98749
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11 years ago
pillinca,
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il mondo saffico, la scoperta
Un week end di luglio come tanti, io e Francesca, la mia amica da una vita, eravamo a casa sua alle 5 terre; una casa stupenda, immersa nel verde, ma con una vista mozzafiato sul mare.Il blu di una piscina circondata di teak su tre lati si perdeva come sciogliendosi nel mare sullo sfondo. Una scalinata lunghissima scendeva per la ripida collina per qualche centinaio di mt fino al mare; una scalinata che in tutti gli anni passati lì, prima con i genitori e poi con i rispettivi fidanzati, forse avevo percorso meno di 10 volte. Sempre ci limitavamo a restare a bordo piscina, più comodo e rilassante.
Quella domenica eravamo sole, fuggite da Milano il venerdì, lasciando in città i nostri compagni che non potevano muoversi chi per un motivo chi per un altro. Eravamo sdraiate sul lettino a bordo piscina entrambe in topless, completamente rilassate sotto quel caldo sole; ad un certo punto Francesca vide sulla rivista che stava sfogliano la pubblicità di un costume che non lasciava segni di abbronzatura; io le dissi che non avevo comunque segni, visto che spesso prendevo il sole senza, a casa sul terrazzo o al mare se con il fidanzato o sola; Il discorso presto si spostò sul nudismo, e tutto ciò che ne derivava. Ad un certo punto Francesca disse, "ok allora togliamoci pure tutto tanto siamo solo noi" e sorridendomi si sfilò gli slip; io, da sempre priva di vergogna, feci lo stesso. Francesca è una ragazza stupenda un bel fisico, bionda e occhi azzurri; unica cosa che non condividevo ( ma per puro gusto personale) era la peluria, seppur poca e molto chiara, che circondava molto discretamente il suo pube e le chiesi se avesse mai provato a togliersela. Lei mi rispose che spesso ci aveva pensato ma la paura di farsi male era troppa; dal nudismo si era passate al pelo si e pelo no... Ad un certo punto mi offrii per farglielo io se la paura di farsi male da sola era così tanta. "ok ci sto, sono troppo curiosa di sapere come ci si sente, fammelo ora!" mi disse. Quale momento e luogo migliore per depilare il pube alla mia amica se non un pomeriggio a lato piscina sotto il sole? Ma non potei dire di no, ero io che mi ero offerta! Così mi legai il pareo in vita a mo' di gonna ed entrai in casa a prendere l'occorrente; tornai dopo alcuni minuti con della schiuma da barba (probabilmente di suo padre) il mio rasoio, una bacinella di acqua calda ed un piccolo asciugamano; Francesca divaricò le gambe e dopo averla tamponata con acqua calda cominciai a spalmarvi la schiuma. Presto il suo basso ventre fu libero di peli ed era il momento di procedere più in basso; le allargai ulteriormente le gambe e tenendo la pelle tesa con l'altra mano, cominciai a radere. Piano piano compariva una vulva rosa, dalla pelle chiara, bellissima; scorrevo con le dita all'interno di essa per tenderne bene le labbra, mentre Francesca stava immobile ad occhi chiusi.
Finito il mio lavoro mi fermai qualche istante ad ammirarla, non mi era mai capitato di guardare così un'intimità femminile; sorridendo le dissi " e ora la prova morbidezza" e subito le stampai un bacio sul clitoride; lei ebbe un leggero sussulto ed io, staccatami di qualche centimetro, immobile, percepivo un leggero sapore di umori sulle mie labbra; evidentemente tutto quel mio fare innocente non era stato poi così innocuo. Rimasi qualche istante immobile, stranita e confusa, ma poi lentamente mi riavvicinai e riappoggiai le labbra sul suo sesso; il bacio fu più lento e delicato, decisamente diverso dal precedente. Sentivo il suo clitoride turgido tra le mie labbra, lo succhiai con delicatezza e la mia lingua cominciò a leccarlo; mi piaceva il suo sapore e cominciai a cercarne sempre di più passando tutto il suo sesso. La leccavo dal clitoride alla vagina dentro e fuori le labbra; ero confusa ma la cosa mi piaceva e piaceva pure a lei; presto cominciò ad accompagnare i miei movimenti con il bacino e senza dire una parola mi prese la testa con le mani come per tenermi lì, mentre io la tenevo per i fianchi. Mi sentivo premere il suo sesso sulla faccia; i miei baci divennero più insistenti, come anche i suoi movimenti; cominciò a gemere, sempre più forte, finchè non esplose in un fantastico orgasmo. Quando mi fermai, imbarazzata, rimasi ad ammirare quell'intimità, mentre lei, immobile, con voce tremolante, mi chiese " e questo cosa significa?" io le risposi che non ne avevo idea, che non mi era mai capitato e conclusi dicendo che avevo bisogno di rinfrescarmi; mi tolsi il pareo e mi tuffai in piscina. Lei restò alcuni minuti sul lettino immobile poi mi raggiunse. " É stato bellissimo Elisa, ma non credo che questo significhi un qualcosa di preciso" mi disse avvicinatasi a me; " certo, credo proprio di no, mi sono solo fatta prendere dal momento, ma non è nulla" risposi.
Di nuovo sdraiate sul lettino rincominciammo a chiacchierare, ma non riuscivo a non ammirarne la bellezza; in più lei si accarezzava per scoprire e gustarsi il suo nuovo look senza far mancare apprezzamenti e la cosa non mi lasciava certo indifferente. Il guardarla mi eccitava e sentivo il mio intimo inumidirsi.
Vista l'ora che si era fatta decidemmo di ripartire per Milano il mattino seguente molto presto avendo così ancora tutta la sera per riordinare casa. Ci coprimmo entrambe con un pareo legato sopra il seno ed in poco tempo riordinammo tutto.
2 spritz, un piatto di prosciutto e formaggio, sedute sul lettino matrimoniale una di fronte all'altra ed il sole che scompariva all'orizzonte, tutto era meraviglioso; ci fissammo negli occhi, immobili, poi le nostre bocche lentamente si avvicinarono, si unirono in un nuovo stupendo bacio; la sensazione fu stranissima, le labbra morbide, la pelle priva di barba, tutto era una stupenda novità. Le lingue s'incontrarono, le mani cominciarono ad esplorare il corpo altrui e i parei subito vennero slacciati lasciandoci nude; sdraiandoci il piatto cadde a terra rompendosi ma la cosa non interruppe ciò che stava succedendo. I nostri corpi a diretto contatto erano eccitati, vogliosi di quella novità appena scoperta. Francesca era sopra di me quando lentamente baciandomi scese fino in mezzo alle mie gambe; subito le divaricai e mi abbandonai alle attenzioni della mia compagna. Sentivo le sue labbra succhiarmi e la sua lingua leccarmi come mai nessuno aveva fatto; era delicata ma decisa, tutto era meraviglioso. Cominciai a sentire dei brividi, delle scariche percorrermi il corpo; istintivamente cominciai ad accarezzarle i capelli, sentivo i fremiti e la tensione salire, era incredibile; stupita capivo che a breve avrei avuto il mio primo orgasmo attraverso un rapporto orale; mai prima di allora mi ero sentita così e in un attimo venni travolta da quell'esplosione meravigliosa lasciandomi andare ad un rumoroso gemito.
Francesca sollevò la testa e mi disse " te lo dovevo, e ammetto che non è per niente male"
Col respiro ancora affannoso e lo sguardo fisso al cielo le risposi sorridendo; non sapevo che dire, era stato bellissimo .
Con molta calma riordinammo le ultime cose e andammo a letto. Dormivamo sempre insieme ma quella notte fu diverso, nude e abbracciate, il mio corpo contro il suo, sembrava un incastro perfetto. Parlammo dell'accaduto e su come ci saremmo dovute porre con i nostri fidanzati optando alla fine sul mantenerlo segreto per il momento. Infine, sempre abbracciate ci addormentammo.
Il mattino sveglia all'alba, caffè, ci preparammo velocemente, mi infilai un vestitino e un paio di sandali, una mise perfetta per l'ufficio, e salimmo in macchina.
Un viaggio tranquillissimo e Francesca mi lasciò puntuale in ufficio, mentre lei decise di andare a svegliare il suo fidanzato con il suo nuovo look 'morbido' dicendomi che poi mi avrebbe fatto sapere.
In ufficio io continuai a pensare su quella domenica e sul nuovo meraviglioso rapporto che era nato con Francesca.
Questo fu solo l'inizio di una nuova avventura che ancora oggi continua in modo stupendo.
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11 years ago
elisa85ely,
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La Genesi dei Nostri Giochi_1
Sulla famosa spiaggia naturista catalana...nudi e sereni. Altre coppie, rade ma ragionevolmente vicine... bei ragazzi apparentemente tranquilli, distesi al sole. Corpi quasi tutti beli e accattivanti. Silenzio, il canto del mare a cullare sogni e fantasie fino ad allora inconfessate ma sempre più insistenti. Eravamo sposati già da un pezzo e la nostra vita sessuale, così come quella sentimentale, era un tripudio....complicità e armonia regnavano sovrane. Ma certi racconti sentiti qui e là ...certi siti sulla rete....la pratica del naturismo iniziata anni addietro.... quasi impossibile non incrociare la strada della curiosità su un mondo solo "ascoltato" e mai sperimentato. Rompo gli indugi e per la prima volta trovo il coraggio di sussurarle in un soffio..."ma tu hai delle fantasie qualche volta? hai mai pensato a situazioni, diciamo trasgressive ?" E lei... "ma cosa dici? ma stare un pò tranquillo a goderti sole e mare no? " e il tono di voce non lasciava adito a dubbi: meglio fare un bagno nell'acqua limpida ma soprattutto fresca del Mediterraneo. Ma ormai il meccanismo era innescato e indietro non volevo tornare senza provare ad andare fino in fondo. Si ride e si scherza fino a sera. Voglio andare a letto presto, il sole mi ha brasato, dico io. Lei mi segue docile ma con lo sguardo furbetto.
A letto iniziamo a toccarci e baciarci delicatamente e poi sempre più passionalmente. Sale sopra di me come piace fare a lei.... ma le impedisco di "prenderlo". L'abbraccio e la bacio ovunque....arrivo con le mie labbra ai suoi lobi.... approfittando di un remoto ricordo faccio riaffiorare una sua lontana confidenza circa l'aver limonato una sua bellissima compagna di classe al liceo (e le era piaciuto!) sussurro ancora: "non ci credo che non ti piacerebbe riprovare il brivido nella schiena di quella volta con la tua amica del Parini".
Tace, ma non ha alcuna altra reazione. Allora non mollo: "Pensa ritrovarla ora, sposata come te, con un bell'uomo....li incontriamo per caso al cinema. Grande euforia per la bellissima sorpresa. Li inviti a casa nostra una sera, si rinverdisce la tua amicizia con lei.... (sintetizzo)... a cena sotto il tavolo lei ti fa piedino, tu non disdegni...con una scusa vai in bagno e mi mandi un SMS avvertendomi su cosa sta accadendo a mia insaputa....e allora io ti incoraggio. Finisce la cena, dopo due bottiglie di champagne in 4 e un fiume di vino da dessert...tutti sul divano, candele e musica soft...chiacchiere frivole e sorrisi intriganti,..lei la tua amica, rompe il ghiaccio e ti bacia di nuovo a distanza di 15 anni, con la stessa passione e desiderio di quel lontano giorno nella palestra del Liceo..." mentre sussurro tutto ciò nel suo orecchio infilo la mano sotto il suo ventre a sfiorarle il fiore del piacere: è già un lago senza neanche bisogno di infilare le dita più in là . Incalzo: "Pensa allora che io se marito ci godiamo lo spettacolo di due splendori come voi mentre si amano con grande sensualità . Ma non siamo di legno.... Claudia ti sta leccando proprio lì e tu sei bagnato come non mai, suo marito non ha resistito e sta leccando e succhiando dolcissimamente i capezzoli del tuo meraviglioso seno, mentre io , vinta la timidezza accarezzo dolcemente il sesso di Claudia, la tua amica, per scoprire che è pronta per ricevere qualsiasi cosa in quella fessura invitante e profumata" E mentre raccontavo tutto ciò la mia dolce metà era salita impaziente sopra di me e mi stava scopando (non stava facendo l'amore) mi stava scopando come mai prima! Urlandomi che ero un "maiale" ma che l'avevo fatta eccitare in maniera incredibile e mi odiava da morire perchè non voleva ammetter che quel racconto la faceva impazzire e non se lo sarebbe mai aspettato! Che notte...
(continua)
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12
14 years ago
Ah_LaNobileCoppia, 40/44
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Umiliato da mia moglie
E' un po' lungo ma prima di smettere di leggere guardate i commentiFaccio subito la mia presentazione, mi chiamo Giulia, ho 32 anni, occhi chiari, capelli chiari, patatina chiara… con una peluria morbida morbida che non ha mai richiesto l’intervento di creme depilatorie o rasoi. Sono sposata , udite udite, da 15 anni, dopo una intensa storia d’amore con Paolo, mio marito, il primo uomo della mia vita, il primo bacio della mia vita, che ha la mia stessa età e che a 17 anni pensò bene di non uscire tempestivamente dal mio pancino, per cui dopo un paio di mesi mi ritrovai con un pancione.
L’incoscienza , l’amore, il fatto di avere dei genitori benestanti risolsero la situazione e ci trovammo marito e moglie con un pargoletto in arrivo a 18 anni.
Furono anni di passione travolgente, vivevamo la spensieratezza dei nostri coetanei grazie al sostegno della famiglia, però eravamo marito e moglie, avevamo un figlio e ci perdemmo tutte quelle cose che fanno della giovinezza un ricordo che ti riscalda il cuore quando vai avanti con gli anni.
Mio marito prese la laurea e si trovò in prima fila quando Internet esplose in Italia, trovò un bellissimo posto di lavoro in una grossa società e fece, essendo pagato, quello che gli altri avrebbero pagato per fare.
Era un esperto e da maritino innamorato amava condividere le sue esperienze con me, tanto che dopo un po’ di tempo riuscì a trovarmi un impiego in una società del suo gruppo.
Sono stati anni pieni di scoperte, che ci hanno riempito la vita. Però dopo 10 anni di convivenza qualche cosa cominciava a prendere il sapore dell’abitudine, ritrovarci nelle braccia l’uno dell’altra era sempre fantastico e soddisfacente ma , soprattutto lui, mi confessò, che alle volte si ritrovava a fissare e desiderare il sedere o la scollatura di una collega ventenne (dio mio! come è bassa l’età media di chi lavora su Internet, frotte di ragazzine che assediano i call center per guadagnarsi spesso solo il top o le scarpe all’ultima moda o un nuovo telefonino).
Ho detto soprattutto lui perché io non sentivo assolutamente alcun disagio, a me lui bastava, eccome, avevo un figlio meraviglioso, un lavoro appassionante e Internet che faceva da legante alla mia vita. Però il problema di questa insoddisfazione latente covava e l’evoluzione della coppia, una coppia moderna e antica come la nostra passava tra l’esperienza dei filmini hot visti e commentati insieme e consumati come un afrodisiaco.
Ricordo ancora la prima volta che guardammo insieme uno di questi film, non osavo credere che potessero esistere uomini così dotati e donne così spregiudicate, donne con la patatina depilata che si facevano prendere da tre uomini contemporaneamente, più che film porno mi sembravano film di fantascienza.
Oppure collezionare gli oggetti acquistati dai sexy shop della rete che davano luogo alle fantasie più spinte.
Il fallo gigante color negro che mi dava i brividi e che dava origini a feroci confronti con quello del mio compagno, normo dotato, come scoprii in seguito e che introdusse la fantasia del terzo uomo, insomma un percorso comune a tante comunissime coppie.
Poi Paolo iniziò a fare dei discorsi strani "cosa ne diresti di invitare un ospite" ed io "quale ospite? Proprio non me la sento di cucinare nel fine settimana" . Non lo facevo apposta a non capire, proprio non riuscivo a concepire una cosa del genere per cui mi sembrava assurda solo pensarla o discuterci.
Paolo paragonava l’ospite ad un vibratore fatto di carne anziché di plastica e non capiva le mie obiezioni quando gli dicevo che dietro il vibratore di plastica non c’e’ nulla a parte la mano di chi lo utilizza, mentre dietro un vibratore di carne c’era un altro uomo, con pensieri, gesti, umori, sapori e sentimenti e che io non sarei mai andata o mi sarei fatta toccare da uno sconosciuto, il solo pensare di trovarmi in un letto con un altro uomo, sentire le sue mani addosso, o qualcosa d’altro che ti tocca scatenava in me un rifiuto violento, pensando di smontarlo gli dicevo che per fare una cosa del genere avrei dovuto approfondire la conoscenza, uscirci insieme, apprezzarlo sentirmi desiderata e questo poteva comportare il rischio di innamorarmi di lui.
E quando restavo sola riflettendo su quanto Paolo proponeva mi infuriavo ancora di più, però quelle parole ottenevano il risultato di incuriosirmi, alle volte mi soffermavo a guardare i miei colleghi maschi e immaginarli nel contesto della mia vita, "strano" pensavo "il fatto in se non è disgustoso, quello che è disgustoso è che il mio uomo, il mio amore, il mio gelosone possa solo pensare di condividermi con uno sconosciuto" e le immagini di questa fantasia erano tratte pari pari dal copione di uno dei tanti film porno visti insieme a Paolo: io china su Paolo a fargli un pompino mentre l’ospite mi prendeva alle spalle, il pene di mio marito che mi scappava dalla bocca sotto le spinte dell’ospite o io che succhiavo alternativamente i loro membri.
Scoprii allora l’altra faccia della rete fatta di sesso, filmati, immagini , chat, gruppi di discussione, blog. Restai folgorata da quell’offerta di sesso, i motori di ricerca che usavo per lavoro trasudavano di sesso, alle volte lo schermo si riempiva talmente di sessi in erezione che non ero più in grado di fermare quell’orgia di peni senza staccare la spina del computer, con buona pace dell’addetto dell’office-automation che poi avrebbe dovuto rimettere le cose a posto.
Ad un certo punto riuscii anche a percepire l’origine del malessere di Paolo, ma non riuscivo o non volevo scavare a fondo, le sue parole mi dissociavano, avevano il potere di mettere in discussione i principi su cui si basava la mia vita, però cercai a modo mio di risolvere la situazione secondo il mio modo di lavorare…
Non potendo contare su esperienze precedenti all’incontro di Paolo a parte il maldestro tentativo di palpeggiarmi il seno di un compagno di liceo durante una gita scolastica finito con una paccata in faccia e le libidinose attenzioni di uno schifoso fotografo di paese che tentò di mettere le sue manacce sotto mia la gonna finito anche questo con una randellata con l’ombrello, e le confessioni della compagnia di scuola che la dava a tutti, mi rivolsi ad Internet, il materiale non mancava e così scoprii che usando il ditino sul culetto di Paolo, lui godeva da pazzi mentre glielo succhiavo, scoprii il gusto della doppia penetrazione con l’uso dell’attrezzo di Paolo e il vibratore (non quello grande grande), insomma cercavo di "aggiornarmi" di seguire le tendenze .
Paolo che è una persona di grande sensibilità ed intelligenza, dotato di una mente estremamente creativa percepì questo mio sforzo e da parte sua cercò di fare altrettanto ma quello su cui lavorò in modo particolare fu il tentativo di capire il mio modo di ragionare, in seguito mi ha confessato che in quel periodo si documentò sul modo in cui le donne percepiscono la sessualità, come comunicano e rimasi colpita dal fatto che effettivamente ad un certo punto riusciva ad essere particolarmente affettuoso e comprensivo, anche a letto le cose filavano diversamente, mi ritrovavo a godere tra le sue braccia in un modo sfrenato, tra di noi si stava sviluppando una intesa che era molto appagante.
Ad esempio, io non ho mai gradito di essere toccata nella zone anale, pur non disdegnando i rapporti anali, soprattutto quando l’atmosfera non è veramente surriscaldata e il "delirio dei sensi" funge da narcotico per una educazione pseudo-moralista dura da superare. Ebbene in un paio di settimane riuscì a farmi apprezzare la sua lingua che percorreva tutta la mia schiena per poi soffermarsi a titillare il mio buchetto posteriore, anzi divenne così bravo che riuscii a trovare il coraggio di chiedergli io stessa la prestazione con sua grande soddisfazione.
Non mi accorgevo che stava studiando il mio essere donna, successivamente mi confessò che aveva comprato e "studiato" un manuale: Super Sex Power di CR James, vera bibbia della seduzione (a suo dire) e che aveva avuto un intenso rapporto epistolare con tanti appassionati della materia, tra i quali anche una vostra conoscenza: Xlater.
A questo punto vi chiedo come può un’onesta moglie difendersi da un assalto così scientifico, articolato e studiato a tavolino ricorrendo a dei marpioni di questo genere?
Tanta strategia generò un piano diabolico per irrettirmi.
Un giorno Paolo, che periodicamente è afflitto da forti mal di testa di origine cervicale e per i quali ha sempre tentato di tutto, mi dice:" sai sono stato da un massaggiatore/pranoterapista che lavora in quella Beauty Farm xxxxxx , costosissima e affermata, che si è detto disponibile a tentare di risolvere il mio problema con una nuova tecnica di massaggi… effettivamente ne ho tratto un certo giovamento"
Alle sue parole esultai (il cinicone aveva previsto che la cosa mi avrebbe fatto tanto piacere e che quindi subito avrei provato una devota simpatia per il massaggiatore) , poi aggiunsi " chissà, però, quanto ti verrà a costare"-" molto meno di quello che si possa immaginare" aggiunse prontamente" dopo il lavoro fa degli extra a casa sua o presso i clienti e le tariffe sono decisamente abbordabili, circa 50 euro, inoltre essendo diplomato può farmi la ricevuta per il rimborso da parte della nostra assicurazione sanitaria"
Non aggiunse altro, mi sarei immaginata una dettagliata descrizione del suo incontro ed invece nulla, ci rimasi un po male e fui costretta a chiedergli chi fosse il massaggiatore, cosa gli aveva fatto ecc. ecc.
Mi disse che aveva 35 anni, si chiamava Simone e che l’aveva ricevuto dopo l’orario d’ufficio in un appartamento in periferia in cui si era appena trasferito per cui non disponeva ancora di una sala attrezzata e che lo aveva fatto accomodare nella sua camera da letto.
Basta, non aggiunse altro. Il cinico aveva imparato molto bene come incuriosirmi, lui non mi raccontava alcunché mentre io quando andavo dall’estetista dovevo spiegargli cosa avevo fatto, con chi, se c’erano uomini tra i clienti o tra il personale e di che colore era dipinta la sala d’aspetto!!!
Simone, ovviamente con la famosa beauty farm non aveva nulla a che fare, era un massaggiatore-gigolò, con chiare tendenze bull ma anche bisex, insomma una miscela esplosiva di perversione e simpatia che aveva preso a cuore la causa di mio marito e che si dannò l’anima per cercare di aiutarlo a esaudire il suo sogno segreto, ovviamente tutto questo lo scoprii molto più tardi a mie spese?!
La "cura" andò avanti per un paio di settimane, perché Simone "doveva dividersi" tra il suo lavoro alla beaty-farm e l’attività a domicilio (da leggersi: dovevo cuocere a fuoco lento).
Mio marito aveva quasi cambiato umore, sempre allegro, senza "mal di capa", si usciva e si faceva l’amore molto più spesso del solito, ero quasi giunta alla convinzione che Simone fosse dotato di qualità taumaturgiche, tanto che un giorno, mentre Paolo innalzava l’ennesimo peana al santone-massaggiatore pronunciai la mia condanna "Sarei curiosa di provare un massaggio, sai anche io, dopo 8 ore di lavoro e gli impegni di casa, a fine settimana non avrò mal di testa ma certo non sono al top"
Squilli di trombe, fuochi artificiali, il pollo ovvero la pollastra era caduta nella trappola.
Si era attivata la fase uno del piano strategico tra Paolo e Simone.
Premetto che non sono mai stata in un centro massaggi, per cui chiesi a Paolo di spiegarmi nei dettagli come si svolgeva il massaggio, come dovevo vestirmi, cosa dovevo attendermi.
Paolo non si perse in chiacchiere:"mettiti della biancheria intima comoda e fai attenzione che lui usa tanto olio per massaggi, per il resto non devi preoccuparti è uno che sa il fatto suo, sai dove lavora…" e concluse con un "mettiti nelle sue mani" che suonò decisamente stonato tra le labbra di Paolo che si scocciava quando qualcuno mi sfiorava in metrò.
Arrivammo a casa di Simone, al secondo piano di una palazzina di periferia, ci aprì la porta e ci accolse con un sorriso e presentandosi ci fece accomodare in un soggiorno/angolo di cottura multiuso che sembrava più un pied-à-terre di uno scapolo: tv al plasma 30 pollici, xbox 360, mobile bar pieno di bottiglie a metà, un divano in pelle ultracomodo estremamente vissuto.
Con curiosità notai che il rapporto tra Paolo e Simone era quello di due vecchi amiconi, fatto di mezze frasi, sorrisi, commenti su cose di cui ero completamente all’oscuro. Simone però era simpatico, capelli castano chiari lisci e corti, degli occhi celeste chiaro che ti scrutavano dentro e che non lasciavano trasparire cosa stesse pensando mentre ti guardava, era alto quasi 1.80 con un fisico snello, pensai che sotto la polo che indossava doveva avere un fisico muscoloso, con quei muscoli lunghi e guizzanti che forse un massaggiatore deve avere, vestiva una polo firmata e jeans.
Ci fece strada in camera da letto, attraverso un lungo andito su cui si aprivano altre tre stanze, arrivati in camera da letto, il mio sesto senso femminile urlò a squarciagola "dove stai andando".
Effettivamente quella che provavo era una vaga sensazione di disagio, al centro della camera un grande letto matrimoniale, di fronte un grande armadio con una parete a specchio, un comò in stile e due lampade che fornivano una luce soffusa, una candela profumata spargeva un profumo dolciastro che ricordava l’essenza del sandalo.
Paolo mi lesse nel pensiero "dove mi hai portato?" infatti aggiunse prontamente che si trattava della soluzione provvisoria a cui mi aveva accennato e che Simone stava aspettando dal comune l’autorizzazione per fare una ristrutturazione per ricavare lo studio in una delle altre stanze del corridoio, Simone farfugliò qualche cosa approvando.
Simone stese un telo su di un lato del letto e mi invito ad accomodarmi sull’altro lato mentre invitava Paolo a prepararsi per il massaggio fornendogli un telo di spugna per coprirsi.
Simone uscì dalla stanza e Paolo inizio a spogliarsi, rimasi stupita dal fatto che restasse completamente nudo, stendendosi sul telo e che si coprisse le natiche col telo di spugna. Gli chiesi perché non tenesse gli slip e lui mi disse che con tutto l’olio che usava Simone per il massaggio non voleva rovinarsi la biancheria e che per il massaggio Simone gli aveva detto che era meglio non avere alcun capo di vestiario od oggetto addosso.
Visibilmente preoccupata gli dissi "a me non importa della biancheria, io mi tengo il reggiseno e le mutandine, altrimenti niente massaggio" – " infatti ti avevo avvertito in anticipo" fece lui cominciando a rilassarsi in attesa del massaggio.
Simone tornò e cominciò a massaggiare la schiena di Paolo, i suoi movimenti erano sicuri, lenti e senza pause, mentre lavorava mi spiegava quello che stava facendo, veramente incredibile la varietà di manipolazioni che stava eseguendo. Saliva e scendeva lungo la colonna vertebrale di Paolo e dall’espressione del viso di mio marito percepivo un estremo rilassamento, quando Simone iniziò a massaggiare i polpacci e le cosce potevo vedere quale fatica doveva costare eseguire quel massaggio, Simone aveva la fronte imperlata di sudore e ogni tanto usava il polsino tergisudore.
Ad un certo punto arrivato ai glutei tolse il telo di spugna dai fianchi di Paolo e cominciò un massaggio ai glutei veramente energico alternando quell’azione decisa a un massaggio superficiale molto delicato che assomigliava alle carezze di un amante.
Simone aveva disposto le gambe di Paolo leggermente divaricate, io dalla mia posizione d’osservazione potevo vedere la peluria scura del perineo di mio marito e … si indubbiamente quella pelle chiara che si vedeva sotto erano i suoi testicoli, rimasi imbarazzata al posto suo per quella oscena posizione e maliziosamente pensai a memorizzare la cosa per una feroce presa in giro alla prima occasione. Simone nella sua azione allargava e avvicinava le chiappe di Paolo e si vedeva chiaramente il suo buchetto che avevo imparato a conoscere nelle sue reazioni alle mie carezze quando lo sfintere si rilassava e si creava un piccolo pertugio che amavo violare.
Poi Simone chiese a Paolo di voltarsi e con mia grande sorpresa vidi che c’era una parvenza di erezione, avete presente quello stato di pre-erezione, quando il pene aumenta di dimensioni ma non ha ancora la forza di ergersi, che precede e segue la vera erezione, ebbene Paolo era in quello stato, forse lui non lo percepiva perchè era rimasto tanto tempo a pancia in giù e la compressione sul pene gli aveva tolto un po di sensibilità.
Simone si accorse che io avevo notato la cosa e mi sorrise allargando le mani come a voler dire che si trattava di una reazione spontanea ad una sensazione di benessere.
Risposi al sorriso come un sorriso da ebete che visualizzai come se mi stessi guardando in uno specchio e distolsi lo sguardo. Paolo dava l’impressione di vagare in un altro mondo, mentre Simone continuava incessantemente a contribuire al suo nirvana, quasi felice del piacere che le sue mani stavano donando.
Quando terminò il massaggio quasi fu costretto a svegliare Paolo dal suo torpore e mi disse di prepararmi mentre lui andava a rinfrescarsi.
Mentre Paolo atterrava nuovamente sulla terra, io incominciai a spogliarmi e risentii nuovamente il mio sesto senso che mi avvertiva del pericolo, ma ormai non potevo tirarmi più indietro per cui forte delle mie mutandine e del mio reggiseno mi sdraiai al posto di Paolo che si stava pian piano riprendendo, ivi compreso il suo pene che rientrava nei ranghi per evitare di lasciare traccia di quella erezione inopportuna.
Le mani di Simone sulle spalle mi fecero sobbalzare, non l’avevo sentito tornare, si muoveva in quella casa come le sue mani si muovevano sul corpo delle altre persone. Delicatamente mi slacciò il reggiseno per poter effettuare il massaggio della schiena. Un altro brivido lo provai quando un’abbondante dose di olio raggiunse la mia schiena scorrendo lungamente prima di arrestarsi alla base dei fianchi.
Simone ci sapeva veramente fare, il massaggio al collo , ai lati del collo , sulle scapole e sulla colonna vertebrale mi precipitarono in una sensazione di benessere, sano benessere , ancora ero turbata dalla reazione di Paolo, che guardava la scena direttamente o attraverso l’ampio specchio che rifletteva la parte posteriore del mio corpo.
Fu in questo momento che i nostri sguardi si incrociarono, Paolo mi stava guardando anzi mi stava studiando con attenzione come faceva di solito quando tentava di comunicare sul secondo livello di comunicazione, come diceva lui, quello caratteristico dell’animo femminile, mi domandai il perché di questo suo atteggiamento ma non riuscii a darmi una valida spiegazione, il massaggio di Simone mi stava sprofondando in un piacevole torpore, anzi mi sentivo anche piacevolmente ristorata e leggermente eccitata, attribuii il fatto alla lunga astinenza sessuale dell’ultimo mese dovuta agli impegni di lavoro di Paolo che inspiegabilmente aveva concentrato in quel mese moti impegni all’estero che normalmente diluisce in tutto l’anno, solo dopo capii che anche questo faceva parte del piano che aveva studiato per fiaccare la mia resistenza.
Vi è mai capitato per qualsiasi motivo di non fare sesso a lungo e poi sfogarvi in una lunga serata di puro sesso con il vostro uomo? Allora sapete cosa voglio dire.
Simone proseguiva il suo incessante lavoro, oramai la mia pelle era sensibilizzata al suo tocco leggero e vigoroso al tempo stesso, pian piano mi accorsi che qualche cosa era cambiato nel suo modo di massaggiarmi, mentre prima seguiva una sequenza precisa ora saltava dalla testa, alle spalle, al collo, ai fianchi, alla parte interna delle ascelle, percorreva la spina dorsale sino al bordo all’insenatura dei glutei e riprendeva subito dopo con una sequenza diversa, questa operazione mi stava impedendo di rilassarmi, anzi mi stava creando una sensazione di caldo che dal collo arrivava sino al bacino.
Stava insistendo su alcuni punti che hanno il potere di eccitarmi, come potevo sapere che Paolo gli aveva dato la mappa delle zone del mio piacere, che aveva rivelato a Simone ogni più piccolo stratagemma che mi faceva godere, in pratica era come se io tentassi di combattere una battaglia con un nemico che conosceva l’esatta disposizione dei punti caldi dell’avversario.
Ma Simone non era un nemico era un grandissimo figlio di buona donna, che stava giocando con me come il gatto gioca con il topolino, anzi la topolina.
Sentivo le sue mani soffermarsi sotto i lobi delle orecchie, massaggiarli sino al collo e da qui allargarsi ai lati del corpo con una leggera carezza sulla parte esterna del seno, per poi convergere sui fianchi e risalire sulla parte centrale della schiena e scendere sino alla separazione tra i glutei, dio mio che sensazione, dovevo concentrami per non sollevare il bacino e chiedere una carezza più profonda e decisa, dopo 10 minuti di questo trattamento sentii una cosa che mi sconvolse: il clitoride si stava facendo strada tra le grandi labbra. Io ho un clitoride particolarmente sviluppato, che quando è in erezione fuoriesce per circa un centimetro dalle grandi labbra, Paolo mi prende sempre in giro quando ciò accade e mi dice che facendomi del sesso orale gli pare di succhiare un piccolo pene, io gli rispondo scherzosamente.. "e allora checca succhia e datti da fare".
La cosa mi lasciò sconvolta e trovai una giustificazione con l’erezione che avevo notato in precedenza su Paolo. Ma non c’era solo il clitoride ad essersi svegliato, come una reazione a catena potevo sentire che il cotone delle mutandine si stava inumidendo, avevo terrore che Simone e Paolo potessero notare la cosa, fortunatamente la penombra dell’ambiente rendeva difficile scorgere i dettagli, ma quando Simone passò a massaggiarmi le gambe mi divaricò le stesse per poter operare i massaggi nell’interno cosce.
Quel movimento tese gli slip e li sentii incollati alla pelle delle grandi labbra, stavo male ma al tempo stesso il massaggio nella parte interna delle gambe mi procurò un ulteriore eccitamento, stavo cominciando a mordicchiarmi il labbro inferiore, volsi lo sguardo verso Paolo, mi guardava serio, aveva percepito sicuramente cosa stavo provando, ma subito cambiò espressione e mi sorrise volgendo lo sguardo altrove.
Simone continuava nel massaggio, aveva spostato gli slip per evitare di ungerli con l’olio che aveva versato troppo in abbondanza, nel fare questo la punta delle dita della sua mano destra entrarono in contatto con il lato destro delle grandi labbra, si fermarono solo un attimo ma il tanto sufficiente a fare in modo di sentire quanto fossi bagnata. Dopo di che mi disse di girarmi.
Mi sollevai e il reggiseno cadde sul letto, ero nel pallone e mi ero dimenticata di riallacciarlo e in ciò mi aiutò Paolo.
Stavo supina, ero sconvolta da quello che stavo provando, da quello che un altro uomo mi stava facendo provare, dal fatto di provare quelle sensazioni di fronte a Paolo. Ero solo io a essermi resa conto della situazione? Perché , sempre gelosissimo, non reagiva al fatto che un altro uomo mi stava letteralmente scopando con le mani?
A questo punto mi concentrai su Simone, ora potevo guardalo in faccia, avrei voluto scoprire un lampo di libidine nei suoi occhi per avere la scusa di alzarmi ed andare via, ma Simone continuava a guardarmi con quella espressione da professionista che sta lavorando per te, non c’era una sbavatura in quello che stava facendo, tutto era perfetto, anche quelle mani che avevano iniziato a fare una strana danza intorno al mio seno e che spostandosi velocemente da un punto all’altro sfioravano i capezzoli che la stoffa del reggiseno non riusciva più a nascondere.
Ad un certo punto sobbalzai nel sentire il viso di Paolo che aveva avvicinato la bocca al mio orecchio e mi chiedeva come stavo, il "bene" che uscì dalle mie labbra somigliava più ad un rantolo, tanto che lo vidi sorridere e al tempo stesso scambiare un rapido sguardo che a me parve di intesa con Simone.
Cosa stava accadendo? Nulla, come tutto era iniziato, così tutto finì all’improvviso lasciandomi sfinita, incerta, avevo sognato tutto? No, Paolo e Simone erano li, e Paolo mi accompagnò alla doccia per togliermi tutto l’olio che avevo addosso.
La doccia… che bella sensazione, mi riportò alla realtà l’unica traccia di quello che era accaduto la scoprii tra le mie gambe quando ci passai la mano, lui era ancora prepotentemente eccitato, non capiva cosa stava accadendo, perché non aveva ricevuto la sua parte di gratificazione, solo un rapido getto d’acqua gelata lo riportò alla ragione, incredibile pareva animato di vita propria.
Uscita dal bagno con l’accappatoio che avevo trovato appeso alla porta tornai in camera da letto per rivestirmi, fortunatamente ero sola, ma quando mi stavo togliendo l’accappatoio la voce di Simone mi fece sobbalzare e l’accappatoio cadde a terra lasciandomi completamente nuda di fronte a lui che senza perdere il controllo lo raccolse dal pavimento e me lo porse sollevando lo sguardo dai miei piedi al mio viso in una lenta carrellata che gli permise con la vista di scrutare fin nell’angolo più recondito che con le mani non aveva toccato.
Non fu imbarazzante, oramai mi sentivo a mio agio con lui, tanto che incomincia a rivestirmi prima ancora che lui molto discretamente andasse via.
Anche i saluti non furono per nulla imbarazzanti e quando nel salutarmi anziché porgermi la mano mi sfiorò la guancia con un bacio, come quelli che si danno gli amici di lunga data non provai alcun disagio, la sensazione di "prima volta" mi fece fremere.
Uscendo dalla casa di Simone, Paolo mi cinse le spalle e baciandomi sulla guancia mi chiese amorevolmente come stavo, ebbi un attimo di sbandamento a quella domanda, e risposi in modo diretto "molto bene" chinando leggermente il capo sulla sua spalla per nascondere l’espressione del viso, temendo di tradire l’emozione che stavo provando.
Salimmo in auto che orami si era fatta notte, ringraziai la penombra che impediva a Paolo di vedere l’espressione dei miei occhi e voltai il viso con fastidio quando l’abitacolo dell’auto fu invaso dalla luce della plafoniera, cercai di trovare mille scuse pur di non farmi coinvolgere in un dialogo, con la paura di tradire l’ansia che sentivo montare e che mi serrava lo stomaco.
Una sigaretta mi venne in aiuto, a Paolo dava fastidio che fumassi, soprattutto in auto, però quella sera stranamente non protestò come era solito fare, fortunatamente anche lui era immerso nei suoi pensieri e dopo aver acceso la radio, la voce e le battute di Fiorello distesero un po la tensione palpabile che c’era in macchina.
Mi propose di andare a cena fuori, ma risposi che mi sentivo un po intontita e che preferivo tornare subito a casa e mangiare qualche cosa dopo aver fatto un bagno caldo. Lui comprensivo aggiunse che anche a lui le prime volte il massaggio aveva provocato quella reazione.
A casa, fui grata a Paolo che aveva mandato nostro figlio dai nonni, anche questo faceva parte del suo piano, mi infilai in bagno e immersi nella vasca per l’idromassaggio tutti i miei pensieri con la speranza che le bollicine riuscissero a scacciarli.
Tra i vapori dell’acqua che scorreva e che saturavano il bagno mi parve di vedere Simone seduto sul bordo della vasca che mi guardava, la sua presenza era talmente viva che ero attraversata dagli stessi brividi che poche ore prima avevano scosso il mio corpo. Mi ritrovai ad accarezzarmi il seno, i fianchi e giù giù in mezzo alle gambe tentando un rewind veloce degli avvenimenti di quella sera.
Lui prontamente spuntò tra le mie labbra, avvampavo, lo sfiorai, lo sfregai, lo toccai direttamente, indugiavo in questo deliquio stordita dal caldo dell’acqua quando fui richiamata alla realtà dalla voce di Paolo, "tua madre al telefono, Aldo ha qualche linea di febbre e vuole parlarti".
La cosa mi colpì come un violento ceffone, la vita di tutti i giorni riprendeva. "Presente!" urlai dentro di me, felice di riprendere il mio ruolo di moglie e di madre, Simone fu risucchiato dal gorgo della vasca, che si svuotava, con tutta la schiuma che aveva lavato la mia coscienza.
Due sonniferi, estremo rimedio di quelle giornate stressanti in cui famiglia e lavoro ti succhiano ogni energia, fecero il resto, la mattina il sole che filtrava dalla finestra illuminò con una benefica luce il mio piccolo e travagliato mondo.
Nei giorni che seguirono ci furono poche occasioni per riparlare di quello che "non era successo", Paolo dovette recarsi a Parigi per lavoro , ma una sera, al suo ritorno mi disse "Mi ha telefonato Simone, ti saluta moltissimo, e ci ha fissato un’appuntamento per venerdì sera, visto che siamo ancora da soli ho accettato, ho fatto bene?"
Risposi che ci avrei pensato, adducendo come scusa il fatto che dovevo sentirmi con una collega per preparare una relazione e non sapevo ancora se il venerdì l’avrei dovuto dedicare al lavoro. Paolo non protestò come di solito fa quando gli antepongo il lavoro, aggiunse " decidi con comodo, posso andarci anche da solo non è un problema".
Mi sentii offesa, non sopportavo l’idea che lui frequentasse Simone senza di me, mi sentivo oramai parte di un gioco, riaffiorarono tutti i dubbi, ad un certo punto non resistetti più e gli posi la domanda che mi frullava in testa da una settimana "Ma non ti da fastidio che Simone mi massaggi di fronte a te, mi veda e mi tocchi come solo tu sino ad ora hai potuto fare".
La mia era una domanda diretta come avrebbe fatto lui, Paolo candidamente rispose "vedi, prima di proporti la cosa, ho parlato a lungo con Simone e gli ho spiegato la situazione, penso che ci siamo capiti per cui non ho motivo di essere geloso, e poi sono li presente" "E se volessi andare da sola da lui" aggiunsi, lui accigliato rispose "e per quale motivo, lo vedi che sei tu che stai pescando nel torbido".
"Che stupido che sei, intendevo dire: cambierebbe il tuo atteggiamento se volessi andare da lui perché tu sei all’estero o hai altri impegni, o Simone è il tuo fisioterapista personale al quale concedi la tua donna a tuo piacimento" aggiunsi in tono ironico e provocante.
Paolo che non è uno stupido colse la mia provocazione "e cosa faresti se potessi andare da sola" , oramai la fantasia aveva preso a galoppare e l’astinenza forzata contribuiva ad accelerare la sua corsa "beh, potrei togliermi le mutandine di fronte a lui adducendo come scusa che non ero potuta passare da casa a cambiarmi e non volevo rovinare con l’olio dei massaggi un intimo da 200 euro"
"Non ne saresti mai capace" fece lui " Non sfidarmi, lo sai quanto sono testarda, se mi ci metto" ribattei.
" Vogliamo scommettere (la nostra seconda passione dopo il sesso)? Se tu trovi il coraggio di farti massaggiare senza le mutandine per il tuo compleanno puoi scegliere quello che desideri"
C’era cascato in pieno, gli uomini non possono competere con noi donne, se gli prendi in mano il sesso il cervello cessa di funzionare correttamente, il sesso in un uomo funziona come un virus in un computer, pensa di essere tranquillo mentre il virus gli cambia le carte in tavola e solo al riavvio se ne renderà conto
Ma non era questo il caso, avevo attaccato, mi ero esposta, ero avanzata ma il nemico era avanti di tante mosse in questa ideale partita a scacchi, Paolo conoscendomi aveva previsto le mie reazioni ed aveva alzato la posta per fornirmi una giustificazione di fronte ai suoi stessi occhi.
Stavo giocando grosso e aggiunsi " e se lui allunga le mani in questa situazione" strofinando il pancino su quella che sembrava una erezione super, lui afferrandomi per il sedere e attirandomi ancora di più aggiunse "mah! Se ti va sei autorizzata a lasciarlo fare" .
" e la tua gelosia? Dove la metti " ma oramai ne lui ne io eravamo in grado di scherzare, anche se in quella notte di sesso estremo le battute su Simone non furono poche.
La mattina dopo, mentre ci apprestavamo ad uscire di casa, mentre mi truccavo di fronte allo specchio gli domandai " allora quando la ordini la spider (il mio eterno sogno sin da ragazza, fosse anche un barattolo di auto ma con il tettuccio apribile) che ho scelto come regalo" lui rispose immediatamente con un sorriso "attenta che se perdi la scommessa la macchina nuova me la faccio io" e scomparve dietro la porta.
Venerdì sembrava non dovesse mai arrivare, passai la settimana combattuta tra l’ansia e una strana frenesia che mi portava spesso a perdermi con la mente in tanti pensieri e fantasie. Chi mi stava attorno percepì che non ero la solita Giulia che tutti conoscevano, era tremendamente vero, interrogavo me stessa sulle sensazioni che stavo provando, spesso mi capitava di sorprendermi a vagare con la mente in un universo fatto di torbide atmosfere con Lui che spesso e volentieri si risvegliava nei momenti più impensati: in sala riunioni, parlando con un cliente, ascoltando le confessioni intime della collega che la dava a tutti quelli che gliela chiedevano.
E quel disgraziato di Paolo ancora una volta mi aveva lasciata sola, Dio mio! Quanto mi mancava il sesso. Per un attimo mi sfiorò l’idea che Paolo mi stesse tradendo, conoscendo quanto anche per lui fosse importante il sesso non mi capacitavo di quel lungo mese di astinenza forzata, pensai stesse male o che avesse qualche problema che non voleva confessarmi ed intanto scacciavo il fantasma di Simone che spuntava sempre più spesso nei miei pensieri.
Non lo desideravo, conoscendolo così poco non c’era alcun lato del suo carattere su cui soffermarmi a riflettere ma sentivo dentro di me che le sue mani, impastandomi con quell’ olio avevano modificato la struttura del mio corpo modellandola in un’altra Giulia nella quale non riuscivo a riconoscermi.
Simone, cercai, secondo il mio metodo logico di ragionare, di capire cosa mi portasse a pensare a lui ad aspettare venerdì come un evento oltremodo desiderato. Percepii una sensazione fatta di libidine e astinenza ma alla fine mi parve di capire che dietro c’era altro: Simone aveva carisma, un carisma da bello e dannato che con la sua aria di professionalità ti dominava, ecco spiegata la sensazione di paura mista a desiderio che avevo provato quella sera a casa sua.
Avevo paura di spingermi oltre, di fronte avevo Paolo, il mio uomo, che pareva complice di Simone, anzi Simone pareva il simbionte di Paolo e di lui acquisiva emozioni e l’ambiente che lo circondava gustando e assaporando quello che Paolo gli metteva a disposizione.
Scacciai il pensiero , non avevo le basi di conoscenza per avvalorare la mia ipotesi ne volevo cercarle, giunsi alla conclusione che alla prima notte passata insieme a Paolo tutto avrebbe ripreso le giuste proporzioni e che l’astinenza mi stava giocando veramente un brutto scherzo.
Paolo rientrò venerdì all’ora di pranzo e si recò in ufficio per una riunione, mi telefonò per ricordarmi l’appuntamento della sera e che sarebbe passato alle 18 per prendermi.
Venerdì non andai al lavoro, passai la mattinata dall’estetista: ceretta alle gambe, maschera e parrucchiere, uscii che il sole splendeva e entrai in un pub per una veloce colazione dopo di che un giro per negozi. Quanto mi era dolce naufragare in quel mare di "vacuità e vanità" femminile.
Poi incominciai a prepararmi per la seduta con il mio "fisioterapista" , proprio da ridere. Non sapevo che mutandine e reggiseno indossare! Dovevo evitare l’imbarazzo della volta precedente e optai per un paio di slip di cotone con un tassello (il fondo dello slip) un po’ consistente mentre il reggiseno a fascia questa volta aveva le coppe leggermente imbottite per evitare che la punta del seno denunciasse la sua presenza.
Completai il tutto con una tuta nera, a metà strada tra il casual e lo sportivo. Ero pronta, mi stavo per sedere sul divano quando squillo il telefono, era Paolo, mi chiedeva di prendere un taxi e raggiungerlo in ufficio perché era in ritardo, da li avremmo proseguito insieme per andare da Simone.
Paolo mi aspettava all’ingresso principale della sua compagnia e quando mi vide mi strinse in un lungo e dolce abbraccio " come stai micina, mi sei mancata, sai?!" il bacio che seguì era appassionato, mi venne la tentazione di mandare a monte il programma e trascinarlo nel primo motel,ma fui preceduta dalla sua indicazione all’autista che indicava la casa di Simone.
Il tragitto era lungo e Paolo lo sfruttò per raccontarmi quello che aveva fatto durante la settimana e le prospettive che si erano aperte con quella missione. Bevevo le sue parole, felice di vederlo così allegro ed entusiasta, lo toccavo come una donna innamorata può fare , lo baciavo dolcemente inebriandomi della sua vicinanza e rimasi senza parole quando mi porse una scatoletta, impallidii quando vidi il marchio Tiffany sulla confezione, emozionata l’aprii velocemente: conteneva un filo d’oro con al centro un pendente a forma di cuore con un diamante sul bordo inferiore, non avevo mai ricevuto un regalo più bello, gli stampai sulla bocca un bacio mozzafiato, lo esplorai con la lingua, se fossimo stati soli sicuramente gli avrei strappato gli abiti e me lo sarei fatto sul posto. Si irrigidì e capii il motivo guardando il sorrisetto dell’autista che sicuramente pensava al classico regalino per l’amante vogliosa.
Volevo indossarlo ma lui obbiettò che era meglio indossarlo dopo l’incontro con Simone. Già , Simone, quasi mi ero scordata dove stavamo andando.
Quando arrivammo a casa di Simone ebbi quasi un attimo di indecisione, volevo proporgli di rimandare per non rompere l’atmosfera che si era creata ma poi ci rinunciai sapendo come Paolo ci tenesse a mantenere fede agli appuntamenti.
Suonammo il campanello dell’abitazione di Simone e dopo un paio di secondi venne ad aprirci, fui stupita di vederlo con una "tunica indiana" che gli conferiva un’aria conturbante. "Ciao Giulia" accompagnando il saluto con un bacio sulla guancia , appena accennato, che però mi permise di percepire la leggera fragranza di sandalo che l’avvolgeva e da una stretta delle mani sulle spalle "finalmente ci rivediamo, ciao Paolo com’e’ andato il viaggio".
Restai perplessa nell’apprendere che Simone sapeva del viaggio di Paolo, tornarono a galla immediatamente tutti i dubbi e i pensieri che avevano riempito la settimana.
Ci accomodammo in salotto e senza chiederci nulla Simone ci offrì una tisana nella quale aggiunse un paio di gocce di un dolcificante prelevate da un altro contenitore. Ci disse che si trattava di un regalo di un amico indiano e che predisponeva il corpo al massaggio.
L’effetto della tisana ebbe il potere di rilassarmi, ma non si trattava di un effetto calmante anzi il benessere era accentuato da un certo aumento delle lucidità o se volete dalla percezione dell’ambiente circostante.
A questo punto Simone disse " ho una sorpresa per voi" e anziché proseguire per la sua camera da letto ci condusse in un’altra camera del corridoio, all’interno una serie di candele poste su una mensola illuminavano l’ambiente che apparentemente non aveva finestre.
Un leggero profumo di sandalo, lo stesso che avevo percepito su di lui all’ingresso, aleggiava nell’aria, sul pavimento un lettino di legno che sul piano di appoggio aveva la forma di un corpo umano infossata e ai lati dei canali di scolo.
Sull’altro lato della stanza un letto fatto di stuoie poggiava su di un supporto di canne di bambù, tutto intorno una musica che ricordava quelle orientali, mentre il soffitto era costituito da uno specchio che rifletteva la stanza e i bagliori delle candele che creavano un effetto veramente suggestivo.
Quando Simone chiuse la porta dietro di se sembrò che l’ambiente circostante sparisse, provai la stessa sensazione di quando mi ero recata con un amico musicista in sala d’incisione. L’isolamento acustico era totale, anche l’aria era leggermente calda ma non si avvertiva la presenza di un sistema di riscaldamento.
La voce di Simone mi scosse dall’aria meravigliata che dovevo avere "Giulia, cosa ne dici ora è di tuo gradimento l’ambiente" L’unica cosa che riuscii a fare fu di rispondere con un sorriso alla sua domanda, effettivamente ero colpita da quella camera, la raffinatezza dell’arredamento non era cero quella di una sala massaggi.
Simone ci spiegò che finalmente aveva avuto la licenza per eseguire i lavori e l’arredamento gli era stato fornito da un amico che l’aveva recuperato da un rigattiere di Mantova e che proveniva direttamente dall’India.
Il lettino (sic!) per i massaggi riportava la forma del corpo umano ed era in legno di teak per evitare contaminazioni con gli oli usati per i massaggi e i canali di scolo ai lati servivano per raccogliere i residui dell’olio.
Simone aggiunse "Giulia preparati voglio che sia la prima a provarlo" Fui colta dal panico, le cose e le situazioni nuove mi mettevano in apprensione, ma di fronte al tono deciso e non avendo obbiezioni da fare riuscii solo a chiedergli dove potevo cambiarmi, lui mi indicò una porta su di un lato della stanza e aggiunse " troverai anche la biancheria da indossare per evitare di rovinarti l’intimo".
Lo spogliatoio era un bagno molto accogliente dotato di tutti i confort compresa la doccia e una piccola sauna. La biancheria a cui aveva accennato Simone era costituita da una banda per il seno e delle mutandine, il tutto di un materiale che pareva carta, probabilmente articoli usa e getta.
Diedi uno sguardo allo specchio e trovai il tutto mi donava (sono una donna lo ricordate?!) e rientrai da Simone mentre Paolo si era accomodato nella panca vicina al lettino e non potei fare a meno di sorridere quando lo vidi con una tunica simile a quella di Simone, ma anche quella fatta dello stesso materiale della biancheria che indossavo, Paolo rispose al mio sorriso con la sua tipica espressione "me che hai da ridere".
Simone invece mi diede un’occhiata che mi fece rabbrividire, aveva lo sguardo di un predatore che assapora con lo sguardo la vittima indifesa, solo per un attimo quella luce gli attraversò lo sguardo ma portò il mio stato d’allerta al massimo.
Si avvicinò e mi spiegò che avrebbe eseguito un massaggio con diverse essenze e che le avrebbe versate anche sul capo e tra i capelli per cui mi avrebbe posto una benda sugli occhi per evitare irritazioni.
Mi fece avvicinare al lettino e sedere sull’incavo del legno destinato ad accogliere il bacino, dopo di che prese una benda di seta e me la posò sugli occhi, dolcemente poi mi fece sdraiare con il viso all’ingiù sul lettino, il lettino aveva un foro in corrispondenza del viso con una imbottitura sui bordi come i moderni lettini per fisioterapia.
Mi sembrava di vivere su di un set cinematografico di uno di quei film osé tipo Emanuelle. Sentii Simone armeggiare con qualcosa di indefinito che tintinnava poi un lungo brivido caldo attraversò la mia schiena, stava versando un olio caldo e profumato sulle spalle, scendendo giù per la schiena, sui glutei sulle gambe.
Rabbrividii quando l’olio si infilò nel taglio dei glutei, lo sentii scorrere sino alla rosellina che proteggeva il mio buchetto e da qui come una piccola cascata trovare la strada tra la peluria del pube sino a riscaldarmi le grandi labbra, che mi procurarono un brivido.
Sentivo la carta delle mutandine incollarsi alla pelle, infradiciarsi completamente, poi il flusso riprese a salire verso le spalle, sulla nuca, sul capo, lo sentii colarmi nelle orecchie, sulle tempie.
Subito dopo lo sentii, riconobbi le mani di Simone, spargevano sul corpo l’olio tiepido, sulla nuca, distendendo i muscoli del collo, poi scendevano sulla schiena, si soffermavano in un lento massaggio sotto le ascelle, arrivavano ai fianchi e li impastavano, scendevano sul bordo dei glutei immergendomi in uno stato di deliquio.
In quella posizione, con il viso costretto nel foro per la faccia non avevo percezione dell’ambiente circostante, la benda sugli occhi copriva anche le orecchie e rendeva soffusi i rumori della stanza e anche la musica sembrava arrivasse da molto lontano.
Ad un certo punto avvertii una piacevole sensazione ai piedi, Simone aveva preso a massaggiarli da vero maestro, poi passava alle caviglie, all’incavo delle ginocchia e alle parti interne delle cosce che si trovavano costrette ad essere divaricate dalla forma dell’impronta del corpo umano impressa sul lettino di legno.
Il massaggio proseguiva incessante, una mano dietro l’altra, una mano sulla schiena e l’altra sulle cosce, poi una nuova cascata d’olio con un aroma decisamente più forte mi percorse le spalle, il calore dell’olio era adesso intenso, quando l’olio colpì i glutei iniziò il massaggio di Simone, non capivo come facesse a massaggiarmi e contemporaneamente versarmi l’olio addosso ma il dettaglio era poco importante, l’azione dell’olio e delle mani uniti alla fragilità del tessuto degli slip ben presto ebbe ragione di questi ultimi, sentivo chiaramente le mani di Simone che si impadronivano delle mie natiche, le afferravano le strizzavano le allargavano e quando le allargavano l’olio caldo aumentava il suo flusso.
Ad un certo punto pensai che l’olio mi stesse penetrando all’interno del corpo, la sensazione di quella massa calda era di una voluttà incredibile, persa in quelle sensazioni non osavo protestare l’invadenza di quel massaggio che oramai percorreva la fessura dei glutei incessantemente, sentivo la punta delle dita accarezzare apertamente lo sfintere che pian piano sotto l’effetto del massaggio e del caldo flusso si stava socchiudendo.
Quando stavo incominciando a chiedermi cosa stava accadendo e se era il caso di protestare per l’eccessiva disinvoltura di Simone, sentii in lontananza una voce che mi invitava a girarmi "Giulia ti aiuto a girarti" era Simone che con molta dolcezza infilando le mani sotto le ginocchia e sul petto mi stava voltando, tentai di sollevarmi ma lui dolcemente me con fermezza me lo impedì e mi tolse la benda dagli occhi, mi ritrovai supina, le mani corsero sul petto dove quello che rimaneva del reggiseno ara letteralmente incollato ai miei seni, l’azione dell’olio l’aveva reso quasi una poltiglia, andava un pò meglio per gli slip ma per un attimo pensai che l’olio sulla carta la rende quasi trasparente, sperai che così non fosse e cercai con lo sguardo Paolo, lui era li al mio fianco, con un sorriso mi chiese come stavo e io risposi che mi girava un po la testa ma che stavo benissimo.
Dall’altro lato Simone mi chiese se poteva continuare, prendendomi una mano e iniziando un dolce massaggio che estendeva al gomito e al braccio, feci un cenno affermativo con il capo e mi rituffai in quelle sensazioni, chiusi gli occhi.
Le sue mani ripresero a danzare sul mio corpo, affondavano decise nei muscoli dell’addome, tiravano, afferravano la pelle e la sollevavano, poi riprese a cadere dall’alto l’olio e senza la benda mi resi conto che era Paolo a versarlo seguendo il percorso delle mani di Simone.
Scorrendo l’olio, eliminò anche l’ultima traccia degli slip di carta dal mio corpo e percepii distintamente il flusso caldo che dal centro dei seni arrivava al diaframma per proseguire a formare un laghetto d’olio sull’ombelico per proseguire sul monte di Venere e ancora più giù.
Il flusso che precedeva le mani di Simone si fermò sul mio sesso, allargò le grandi labbra e allagò il clitoride e l’ingresso della vulva, fui colta da una fremito che si ripercorse per tutto il corpo, poi arrivò Simone, le sue mani percorrevano le grandi labbra, il palmo pieno copriva con una carezza continua lo spazio dal monte di venere al perineo, quasi sobbalzai a quel tocco, aprii gli occhi e trovai il viso di Paolo, con gli occhi gli chiesi aiuto, lui di rimando mi baciò sulle labbra, un bacio che ricambiai, un bacio che voleva essere di passione e di rassicurazione.
"Tesoro" mi disse " ti amo, hai vinto la scommessa", mentre Simone mi apriva le grandi labbra, facendo scorrere le dita su e giù in un massaggio che mi diede una scossa che mi fece emettere un sospiro.
Paolo riprese a baciarmi e con una mano mi sfiorava il viso , incrociai il suo sguardo e allora presi coscienza che era d’accordo con Simone, il suo sguardo era lo stesso di quando mi procurava un orgasmo accarezzandomi mentre mi cullava in grembo.
La tenerezza di Paolo funse da amplificatore delle sensazioni che Simone mi stava procurando, sentivo che stavo abbassando le barriere e mi stavo aprendo a quella esperienza che forse avevo sempre desiderato (uno dei miei fantasmi preferiti mentre facevo l’amore con Paolo era proprio quello di avere un altro uomo che mi procurasse piacere), il mio corpo reagì a quel pensiero con un forte scarica di adrenalina che funse da catalizzatore di quello che Simone aveva incominciato a fare: riconobbi la dolce sensazione di una lingua che ti percorre il sesso, quella inconfondibile sensazione dell’energia della punta, del ruvido della superficie, del liscio della parte inferiore.
Simone era un professionista, abituato a "lavorarsi" almeno un paio di donne al giorno aveva una lingua prensile, esercitata, lunga e robusta. Affondava in mezzo alle piccole labbra con l’energia di un dito, entrava ed usciva dalla mia vulva, percorreva la circonferenza del mio clitoride incessantemente, lo mordicchiava leggermente con i denti, lo succhiava, lo aspirava e poi lo respingeva con la lingua.
Allargava la lingua e la passava su tutta la parte anteriore della vulva, con la parte anteriore del labbro inferiore sfregava sotto il clitoride tra l’uscita dell’uretra e le piccole labbra scatenando delle ondate di piacere e dei fremiti che mi scuotevano. Se a questa azione devastante aggiungete le incessanti carezze di Paolo ai seni, ai capezzoli vi potete rendere conto delle condizioni in cui mi trovavo.
L’azione di Paolo aveva il duplice affetto di procurarmi un grande piacere diretto e una sconvolgente sensazione di libidine dovuta alla condivisione tra due uomini dai quali mi sentivo gratificata, desiderata e almeno da uno dei due amata, percepivo il suo amore dal godimento fisico che provavo.
Ad un certo punto sentii che le dita di Simone si facevano strada dentro di me, sia davanti che dietro affondavano nel mio corpo, si agitavano penetravano dentro di me e sentii un oceano di piacere che mi sommergeva, urlavo dal piacere, succhiavo la vita e l’anima di Paolo dalla sua bocca e me ne beavo, fui scossa dal più violento degli orgasmi che avessi mai provato in tutta la mia vita, ad un certo punto mi immobilizzai come un burattino a cui avessero spezzato i fili tanto che Paolo pensò che fossi svenuta, quando riaprii gli occhi vidi i visi di Paolo e Simone su di me un po’ intimoriti e dolcemente feci scivolare una carezza sui loro volti che mi sorrisero rassicurati e amorevoli.
Paolo mi sollevò dal lettino e mi stese amorevolmente sul letto di stuoie e si mise di fianco a me, mentre Simone si dispose dall’altra parte, da quella posizione diedi uno sguardo al soffitto che rifletteva la nostra immagine, pensai alla scena di Novecento di Bertolucci dove l’attrice protagonista sta tra i due suoi uomini. Paolo e Simone, entrambi nudi, stavano al mio fianco, mi sentivo al settimo cielo. Oramai l’imbarazzo per la situazione era del tutto svanito per lasciar spazio alla peccaminosità, anzi diciamo pure alla lussuria della situazione.
Mentre i miei uomini indugiavano in lente carezze sul mio corpo, cercavo di riprendere il controllo per uscire da quello stato di giocattolo erotico in cui ero sprofondata, nel fare ciò notai che sia Paolo che Simone erano in piena erezione, con una certa soddisfazione e spirito di corpo notai che Paolo non sfigurava nel confronto con Simone e con fare malizioso guardandoli alternativamente negli occhi per vedere le loro reazioni afferrai i loro membri, anzi diciamo pure i loro cazzi, ritengo che fosse quello il termine esatto per la situazione.
Nel fare ciò, sorridendo, dissi loro "qualcuno è rimasto a bocca asciutta o sbaglio" . Entrambi volsero lo sguardo nella direzione del mio e sorrisero insieme alla scena che lo specchio rifletteva.
Sempre più eccitata e rossa in volto, mi rivolsi a Paolo e spiando la sua reazione gli domandai "con chi devo incominciare a sdebitarmi" . Paolo non aspettava altro, lo intuii dalla reazione che ebbe il suo cazzo, se possibile divenne ancora più duro e grosso, io dandogli una strizzatina aggiunsi " brutto porco, vuoi vedere la tua mogliettina tra le braccia di un altro, dimmi è questo che vuoi"
Non riusciva a ammetterlo, il suo orgoglio di maschio geloso prevaricava la voglia che montava.
"Simone" dissi sorridendo " a te l’onore di essere il secondo uomo della mia vita" Simone non se lo fece ripetere due volte e guardandomi negli occhi e passandomi un profilattico mi disse "puoi farlo tu per piacere, io ho tutte le mani piene d’olio e non ci riesco.
Quel bastardo sapeva il fatto suo, ero pronta a farmi scopare, ma non a compiere un’operazione così intima e se vogliamo imbarazzante con un quasi sconosciuto e per giunta di fronte a mio marito, ma non potevo tirarmi indietro per cui facendo ricorso a tutta la mia facciatosta dissi "anche io sono nelle tue condizioni, Paolo aiutalo tu che hai le mani pulite"
Se volevano giocare sporco avevano trovato pane per i loro denti, passai il preservativo a Paolo e Simone si spostò dalla sua parte, e mentre Paolo tentava di mettere il cappuccetto al pene di Simone che io, con la mano, tenevo fermo di fronte a lui, presi in mano anche il membro di Paolo e cominciai a masturbarlo dolcemente facendogli perdere concentrazione tanto che dovette ripetere un paio di volte l’operazione prima di riuscire ad incappucciare Simone.
Vi assicuro che idealmente il tabellone segnò dieci a zero per me. Volevo stravincere e avvicinai la bocca al sesso di Simone che stava a 30 centimetri dalla faccia di Paolo, anche se c’era di mezzo il profilattico era pur sempre il cazzo di un altro uomo che stavo succhiando ma non mi bastava per cui con estrema dolcezza misi la mano sulla nuca di Paolo e con lo sguardo fisso sui suoi occhi prima lo baciai e poi avvicinai la sua bocca al membro di Simone.
Simone parve apprezzare la cosa e ricambiò il mio sguardo con un cenno di riconoscimento alla vincitrice, ci mancò poco che mi dicesse "batti cinque" porgendomi il palmo della mano.
Si vedeva che per Paolo si trattava di una violenza alla sua mascolinità però mi sembrava una punizione adeguata alla storia in cui mi aveva coinvolto e che pian piano le mie sinapsi stavano rielaborando facendo combaciare dettagli insignificanti presi da soli ma che collegati gli uni agli altri portavano ad una cospirazione incredibile.
Fu Simone ad interrompere la cerimonia di iniziazione di Paolo, lui ambiva a ben altro trofeo, l’olio che ricopriva il mio corpo era ancora tanto e quando Simone si stese su di me sentii il suo corpo aderire come una ventosa.
Raggiunse il mio viso, mi fissò intensamente, stava avvicinando le sue labbra, in quel momento capii il rifiuto che provano certe donne a baciare il compagno occasionale, nella vagina o anche nell’ano puoi accogliere di tutto ma la bocca è la porta dell’anima e congiungerla con un’altra bocca coinvolge il tuo spirito, sentii le sue labbra, come erano diverse da quelle di Paolo, pensai, poi sentii quel serpente della sua lingua che tanta estasi aveva suscitato in me, entrare dentro di me, si muoveva come un predatore che arriva alla tana del nemico, come una faina che entra nel pollaio e fa strage.
Tentai di contrastarla con la mia lingua me questa ne fu avvolta e risucchiata, fui costretta a spalancare al bocca e fui riempita dalla sua lingua, sentivo la sua saliva scorrere dentro la mia bocca, poi si calmò, dolcemente prese a solleticarmi il palato, ad insinuarsi sotto la mia lingua, la sua era talmente lunga che me la sentivo quasi in gola, era dolce e morbida.
Era una lingua abituata a far impazzire chiunque avesse a che fare con lei, sentii le sue gambe farsi strada in mezzo alle mie, aprii gli occhi e attirai a me la bocca di Paolo voleva essere l’estremo saluto al mio compagno prima di accogliere Simone, notai un lampo di smarrimento negli occhi di Paolo, non ebbi pietà di lui, mi aveva corrotto e anche se gliene ero profondamente grata meritava quella punizione, sempre che la considerasse come tale.
Ripresi a baciare Paolo e allargai ancora di più le gambe, ora non aspettavo altro che sentirlo, accarezzare il suo arnese congestionato con gli umori della mia intimità.
Simone puntò il suo membro all’ingresso della mia vagina, lo fece scorrere un paio di volte a titillare il clitoride che si era erto pronto a recepire un’altra dose di piacere, quel massaggio mi faceva impazzire, poi Simone entrò, il glande si fece strada tra le grandi labbra, ero tutta fradicia di umori e di oli che quando superò l’ingresso della vulva, in astinenza da un mese, sentiti una contrazione di piacere, sentivo che la vagina stava prendendo le misure del nuovo arrivato, si stava dilatando per accoglierlo confortevolmente, poi… lo accolsi completamente.
Dio mio! Che sensazione, era più grosso di quello che mi sarei aspettata, probabilmente l’eccitazione aveva dilatato le sue dimensioni, attese che fossi pronta e incominciò a contrarsi senza muoversi, mi ricordai di una trasmissione televisiva che parlava di amore e orgasmo tantrico, con gli amanti che si accarezzano con la contrazione dei muscoli del pene e della vagina.
Ci avevo provato, senza successo con Paolo, ma dopo un paio di minuti la passione ci aveva travolto e avevamo abbandonato le velleità amatoriali orientali.
Provai a seguirlo e iniziai a contrarre i muscoli della vagina, lui rispondeva e al tempo stesso sfregava la radice del pene sul mio clitoride, stavo provando un piacere nuovo, sentii la voglia di abbracciarlo di attirarlo a me.
Che strano abbracciare una persona diversa dal partner abituale, tutto è diverso: la schiena, la nuca, le braccia, i fianchi, il sedere, le gambe, le palle, il cazzo, il torace, il collo, l’odore, il sapore, il suo modo di respirare, il modo di contrarre i muscoli, il modo di godere e di farti godere.
Simone era il secondo uomo della mia vita, ma anche adesso che gli uomini con cui sono stata superano abbondantemente la dozzina rimango dello stesso parere, nessuno è uguale ad un altro, anche senza parlare con una persona se la conosci intimamente ti puoi accorgere delle differenze che la fanno unica.
Simone comunque era quel che si dice un vero professionista, profondo conoscitore della psicologia e della sessualità femminile era in grado di cambiare registro per soddisfarti, esplorava sempre nuove strade, non si fidava di nessuno, neppure dei gusti delle sue clienti, si reputava il migliore e scopriva sempre il lato oscuro del piacere di una donna.
Nel suo lento incedere aveva incominciato a seguire il mio respiro, con la guancia mi stava chiudendo il naso costringendomi a respirare con la bocca, stavo respirando dalla sua bocca che teneva incollata alla mia, capii quello che stava facendo e lo assecondai anche quando sentivo che la testa si faceva leggera per il tasso di anidride carbonica che stava aumentando nel sangue, però le sensazioni si stavano acuendo, oramai mi stava scopando con tutto il corpo e il movimento dei sui fianchi aveva preso un ritmo più svelto, lo tenevo stretto a me con le braccia e con le gambe sollevate sino a cingergli i fianchi, il suo pene usciva sempre di più dalla mia vagina e affondava di colpo scuotendomi dalla testa ai piedi.
Ad un certo punto cambiò l’inclinazione della penetrazione e prese a muoversi in modo circolare, subito ebbi la sensazione di essere penetrata da un pene di enormi dimensioni, ebbi delle contrazioni, Simone cessò quasi di respirare ed io con lui, allora l’orgasmo scoppiò all’improvviso violento e sconvolgente, la sensazione si irradiava dalla vagina e si irradiava nella pancia, le gambe presero a tremare convulsamente e un’ondata di piacere mi avvolse, mentre il collo si contraeva all’indietro e la boccata di ossigeno quasi mi bruciò il cervello tanto che fui scossa da un paio di colpi di tosse violentissimi.
Anche Simone però era arrivato al capolinea, uscì dalla mia pancia e dopo essersi tolto il profilattico proruppe in un urlo di piacere mentre scaricava fiotti di schiuma su tutto il mio corpo per poi accasciarsi sfinito su di me.
Voltai lo sguardo e colsi lo sguardo incredulo e meravigliato dipinto sul viso di Paolo, aveva ottenuto quello che andava cercando?
17400
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8 years ago
gi63capo,
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Per S.Valentino ha sbocchinato un cameriere davanti a me
Il suo regalo per S.Valentino... una doppia bevuta di sborra. Che Monella...Ieri sera, 13 febbraio, centro di Milano, locale raffinato, cena di San Valentino.
Monella è come sempre splendida, particolarmente elegante ma allo stesso tempo femmina. Molto femmina. La conosco troppo bene, sento che ha in mente qualcosa, qualche sorpresa. Vedremo. Durante la cena faccio finta di nulla, parliamo di tante cose, cerco di non scivolare su argomenti piccanti, voglio che sia lei a prendere l’iniziativa.
Prima del dessert mi dice “amore, è la nostra festa, voglio farti un regalo, però voglio fartelo ora, ok?â€. Io sorrido e le rispondo “non vedo l’ora, le tue sorprese sai che mi fanno impazzire, specialmente quando sono audaci…†Mi fissa negli occhi e mi dice “in attesa di gustare il dolce vado alla toilette… tra 5 minuti raggiungimi!â€.
Si alza e si dirige verso i servizi, a metà salone vedo che si avvicina a un giovane cameriere, parlano per qualche secondo poi le sale le scale. Osservo meglio il cameriere, mi pare leggermente agitato, avrà 25-26 anni, testa rasata, abbronzato, spalle larghe. Indubbiamente un bel tipo. Dopo qualche istante vedo che il ragazzo confabula con un suo collega, poi sale anche lui le scale…
Immagino che Monella voglia fare come qualche mese fa, quando dopo una cena con amiche si è fatta scopare – anzi meglio dire che si è scopata - un cameriere. Per poi raccontarmi tutto appena rientrata a casa. Stavolta però c’è una differenza: nel locale ci sono anche io. Lascio passare due minuti e poi mi dirigo verso la toilette, salgo le scale carico di voglia, entro nell’antibagno e non c’è nessuno, davanti a me ho naturalmente due porte: maschi e femmine. Mentre mi appresto ad aprire quella delle signore sento la sua voce che mi dice “amore, sono di qua, sai che preferisco i maschi…â€.
Ho il cuore in gola, apro la porta pensando invece che lei sia sola e di aver esagerato con l’immaginazione. Invece lui è lì, in piedi, spalle al muro. Si stanno baciando. Lei mi tira dentro al bagno, poi chiude la porta. Il cameriere è agitato, completamente spiazzato, quasi intimorito. Monella ci guarda negli occhi e contemporaneamente sbottona i nostri calzoni per liberare i due cazzi ormai gonfi e pieni. Si inginocchia e li impugna, li tiene uno vicino all’altro senza però che si tocchino.
Volge lo sguardo verso di noi, sorride e mi dice “amore, sai che questo è il mio dessert preferito… però stasera voglio di più, voglio una doppia razione… voglio assaporare un cocktail di sborraâ€. Le due cappelle iniziano a sparire tra le sue labbra, le due aste scivolano e si alternano nella sua bocca. Mentre inizia a spampinarci con ritmo, mi fissa negli occhi. Quando è così spudorata mi fa letteralmente impazzire, è una vera femmina, una super-femmina!!! Il ragazzo tiene gli occhi chiusi, il suo cazzo ha una pelle scura, un bel pezzo di carne, davvero potente e soprattutto molto largo in circonferenza.
Monella si dedica prevalentemente a lui, probabilmente sente che è al limite. Con la mano destra mi fa cenno di aspettare che venga prima lui, non è facile, sono troppo eccitato. Il cameriere ormai sta per venire, Monella apre la bocca, tira fuori la lingua, con la mano gli dà gli ultimi colpi… ecco arrivare il primo schizzo, potentissimo! Subito dopo ecco gli altri, violenti e densi, la sua bocca è quasi piena di sborra però Monella non la ingoia, la tiene lì e mi fissa negli occhi….
È troppo, basta, non resisto più, mi sego leggermente e inizio a schizzare anch’io, le centro la bocca, la mia sborra si mescola a quella del cameriere, Monella continua a fissarmi negli occhi, sembra sfidarmi, come se mi volesse dire “che puttana che sono, vero?†Ormai le labbra e la sua bocca sono completamente imbiancate, a quel punto inghiotte tutta la doppia crema, la fa scivolare nel suo corpo… Il ragazzo sembra in trance, quasi incredulo, il suo bel cazzo è stato svuotato da mia moglie, svuotato fino all’ultima goccia. Il mio anche.
Dopo aver bevuto tutto, Monella si alza, ci sorride, ci bacia sulle labbra e dice “grazie ragazzi, questo è il dessert preferito, un vero cocktail di sborra. La vostra!†Il cameriere ci guarda stupito, poi si ricompone e torna giù. Monella mi bacia e mi dice “dai amore, andiamo a tavola…. Però non prendo più nulla, neppure il caffè… voglio restare con questo gusto in bocca, il vostro gusto, il gusto del maschio. Anzi, il sapore di due maschiâ€.
Sono estasiato, torniamo giù come se niente fosse.
E’ fantastica. E’ il mio amore. E’ la solita Splendida Monella!
Buon San Valentino amore mio.
splendidamonella@email.it
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9
14 years ago
splendidamonella,
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L'ingoio al cinema
Una mia amica mi raccontò un giorno....
Il tutto, tremendamente vero, è successo molti anni fa, esattamente nel 1995. Ancora non conoscevo l’uomo che sarebbe diventato mio marito; ero una ragazza normale che lavorava come assistente alla clientela in una azienda che produceva software per i POS. Ovviamente nel 1995 i POS utilizzavano software che oggi sarebbero antidiluviani e necessitavano di assistenza continua anche nei giorni festivi.
Io lavoravo dal mercoledì alla domenica compresa: era abbastanza pesante ma avevo due giorni interi di riposo ed ogni tanto li utilizzavo per fare shopping o per passeggiare, anche da sola, per le vie del centro. Un martedì di aprile ho preso l’autobus per andare in centro: erano le 11:00 ed il mezzo era abbastanza affollato.
Ero in piedi quando sento una persona terribilmente vicina: mi giro di scatto,quasi d’istinto e vedo un uomo sulla quarantina (io all’epoca avevo 25 anni) che era a pochi millimetri da me e che ovviamente guardava dall’altra parte. Io non la presi male, anche perché non aveva fatto “la mano morta”, non potevo dirgli niente, potevo solo spostarmi ma non lo feci perché era un bell’uomo, alto, moro bellissima presenza. Io quel periodo non stavo con nessuno, anzi erano otto mesi che avevo rotto con un ragazzo.
Per tutto il tragitto, durato circa 15 minuti, io sono stata ferma in piedi e lui a pochissimo da me: devo dire che la situazione mi interessava, non mi dava fastidio, mi intrigava. Scendo alla mia fermata, una via parallela al corso principale della mia città, e lui fa altrettanto. Cammino circa tre/quattrocento metri fermandomi ogni tanto a delle vetrine e lui mi segue, finchè mi giro ci guardiamo, anche se a distanza, a lungo ma lui non si fa avanti. Ho capito che forse voleva soltanto una avventura: mi sono detta “ perché no?” A pochi passi da me c’era un manifesto di un film che proiettavano in un cinema a poche decine di metri, aperto dalle 10:00 (per via degli studenti che marinavano la scuola).
Mi incammino, entro: era un cinema che aveva due sale: nella sala grande era in programmazione un film che adesso non ricordo, mentre nella sala piccola, ma veramente piccola, programmavano FERMO POSTA di Tinto Brass. La sala grande purtroppo era chiusa ed era aperta solo quella piccola: feci per ritrarmi quanto sulla porta del cinema appare lui. Mi convinco ed acquisto il biglietto, seguita a ruota da lui. Entra nella saletta ed era appena finito il primo spettacolo quindi le luci erano accese. Seduti c’erano quattro uomini abbastanza adulti, uno addirittura anziano, e vado a sedermi all’ultima fila, sola. Lui si posiziona in piedi dietro l’ultima fila ma lontano da me. Si spengono le luci, guardo a sinistra e vedo i bagni: per la miseria, penso, sono venuta a sedermi proprio vicino i cessi !. Dopo cinque minuti sento che lui si avvicina, stando sempre in piedi, alle mie spalle. Passano i minuti e non succede niente; il film era molto spinto e francamente avevo incominciato a guardarlo con interesse. Più tempo passava e più mi eccitavo non per la situazione con l’estraneo, di cui mi ero quasi scordata, ma tanto per il film veramente bello.
Dopo circa 15/20 minuti all’improvviso sento una mano sul mio seno destro: mi volto di scatto ed era lui che come se niente fosse guardava il film e toccava il mio seno (una discreta quarta sotto un golfino rosso attillato). Mi volto guardo anch’io il film mentre lui continua sempre più “voracemente” a palparmi le tette. Mi sento molto eccitata, allargo le gambe, portavo un pantalone elasticizzato, metto la mia mano sulla passerina e comincio a toccarmi. Sento da dietro una lampo che si apre, mi volto e lui tiene fra le mani il suo cazzo, per la verità non lungo ma abbastanza grosso. Non riesco a rigirarmi, che lui lascia le tette, prende la mia testa e la spinge contro il suo cazzo. Mi sentivo eccitatissima, smetto di toccarmi, e con le mani afferro il suo culo per spingere ancora di più dentro la mia bocca il suo cazzo, duro sino all’inverosimile. Se ne viene come una fontana in bocca ed in gola; mentre lui si gira e chiude la lampo io mi giro per sputare via il suo sperma. Mentre lo stavo facendo, si accendono le luci.
Mi rialzo e vedo che gli altri uomini mi guardano. Io arrossisco e penso “ mi avranno vista?”. No cavolo, mentre facevo il pompino all’estraneo emettevo mugolii sempre più intensi e sicuramente mi avranno vista. Sto ferma, intenzionata ad andarmene appena inizia il secondo tempo. Si spengono le luci, neanche il tempo di accorgermene, e tre dei quattro uomini presenti si alzano e si dirigono verso di me. Pochi passi e si siedono a fianco, uno a destra e due a sinistra. Immediatamente tirano giù la lampo ed iniziano a masturbarsi. Io era impietrita, non sapevo cosa fare, se magari gridare o scappare via. Ma loro si masturbavano soltanto, non mi stavano toccando o trattando male. Io li vedevo e più passavano i minuti e più ero sorpresa. Non nascondo che dopo poco, questo loro masturbarsi guardando un po’ il film ed un po’ il mio seno, mi piaceva. Uno di loro infine mi dice “ signorina, posso toccarla?” questa domanda mi lasciò di sasso. Mi dissi che erano probabilmente degli uomini seri ma terribilmente infoiati. Gli dissi sottovoce di si e lui incominciò a toccarmi le cosce, quello a destra vedendo l’altro anche lui mise la mano sulla coscia ed iniziarono a toccarmi; passarono poi alle tette mentre il terzo si alza viene davanti a me si abbassa ed incomincia a baciarmi da sopra i pantaloni la passerina.
Ero eccitata in maniera quasi bestiale; loro al contrario dell’estraneo erano dai modi gentili e che ti mettevano a proprio agio, ed io mi sentivo bagnata fradicia. Il terzo poi toglie i miei pantaloni e gli slip ed incomincia a leccarmi avidamente la fica. Poi, i due ai miei lati mi alzano piano, al mio posto si siede uno di loro con l’intenzione di penetrarmi. Mi siedo sul suo cazzo e prendo a saltare e gemere mentre dà forti colpi di reni. Davanti, in piedi, ai miei lati si posizionano gli altri due, e gli prendo in bocca a turno i loro cazzi molto duri e carnosi. A turno mi impalano tutti e tre e tutti e tre ricevono un pompino. Infine mi prendono, mi girano e mi mettono a pecorina sulla poltrona con la testa rivolta verso dove prima ho fatto il pompino all’estraneo. Uno gira verso di me, me lo mette in bocca e dopo alcune pompate mi viene in gola mentre un altro da dietro mi lecca la passerina ed il culo. Così fanno tutti e tre, non ho mai visto tanto sperma in tutta la mia vita, anche se lo sperma lo buttavo subito fuori.
Mi salutano con un bacio sulla guancia e se ne vanno. Io ero completamente sfinita; non scopavo da più di otto mesi, non so neanche io quanti orgasmi ho avuto. Mi distendo sulla poltrona, dopo essermi un po’ ricomposta, e chiudo gli occhi. Dopo forse 5 o 10 minuti mi ritrovo il quarto uomo che all’inizio era presente in sala. Il cinema, tranne noi, era completamente vuoto, ma io presa dalle scopate precedenti, di questo anzianotto me ne ero completamente scordata. Mi guarda sorridente, avrà avuto circa sessant’anni, ma i modi erano molto signorili.
Comincia a toccarmi, mette la mano nei miei pantaloni elasticizzati e comincia a toccarmi il clitoride. Io butto la testa all’indietro e ricomincio a bagnarmi e a godere: me ne vengo e lui soddisfatto mi dice “ mi fai venire anche a me?” si tira fuori il cazzo, invero un po’ piccolo, io mi inginocchio mentre lui rimane seduto lo prendo in bocca ed inizio a fargli un pompino. Mentre spompinavo dice “ sto per venire, ma ti prego non buttare via lo sperma, lo sperma è salute, è vita e non fa male anzi è tutta vitamina”. Fino ad allora io non avevo mai ingoiato lo sperma perché mi faceva un po’ schifo, ma lui lo disse con una voce talmente tranquilla e saudente, quasi come se io dovessi ingoiare lo sperma di qualcun altro, che lo feci.
Lui venne a fontana, mi prese il viso molto dolcemente con una mano sotto il mento, mi avvicinai al suo viso, mi disse “ apri la bocca senza ingoiare” lo feci poi mi disse “ingoia” lo feci. Il sapore era buono e lui era stato dolcissimo. Mi baciò e mi disse di farmi trovare qui il martedì successivo. Ebbi una storia con lui durata sei mesi e tanti litri di sperma ingoiati.
msn diabolik1385@hotmail.it
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16 years ago
Alberto,
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