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Maggio a CAP
Era maggio… e di certo non c’erano tantissime occasioni, il residence era praticamente disabitato, ma un continuo rinnovarsi di coppie per una due notti, colorava di interesse la mia permanenza!
Come al solito, quando la persone sono motivate… l’occasione se non si presenta… si crea!
Se ben ricordo era sabato sera, per molti l’ultima sera di permanenza… l’ho capito poi il mattino successivo che per una bella coppia di mezza età inglesi... era così!
Avevo fatto il solito giro dei musicbar, dove sì, un po’ di gente si proponeva in "mise" dal look accattivante e si dava da fare, ma nulla di particolarmente interessante, ragazze accompagnate da vecchietti, facevano finta di essere delle vamp a tutto campo!!!
Un po’ di struscio, nulla di più!
Verso la mezza, me ne sono tornato a casina… (avevo acquistato nel 2010 un alloggio in uno dei residence più accattivanti di Cap... Le jardin di Babylogne) Bevuto una birra, rinfrescato un po’con una doccia, poi mi sono detto… ma invece di infilarmi nel letto... perché no! Una jacuzzi?
Mi sono preso un asciugamano, la sera non distribuiscono bevande e teli mare!!! e tranquillo mi sono avviato, ma la vasca era vuota!!! Nessuno… pazienza mi rilasserò tutto solo.
Mi immergo, nell’angolo che più mi dava conforto, ben due getti sulla schiena, ma anche il punto più interessante per vedere tutto quanto avviene attorno, ingresso, piscina, prendisole con materassini, che rimangono stesi, abbandonati, dai ritardatari dell’aperitivo della sera precedente.
Sono li da circa due tre minuti, quando mi accorgo che una coppia si stava abbracciando e baciando, tranquilla, su uno dei materassini, coperti da un grosso telo mare, non faceva caldissimo a Maggio!!! Forse anche loro si erano accorti della mia presenza, perché dopo pochissimo tempo, si alzano e si avviano, verso l’uscita della piscina, io, sempre li tranquillo nell’acqua calda a farmi massaggiare la schiena… ma arrivati davanti all’uscita dell'area bar, proprio davanti a me, lei si volta, guarda verso la jacuzzi, guarda lui… e poi fa un cenno con la testa, lasciano cadere a terra, il telo mare che li avvolgeva entrambi, e lei si avvicina più velocemente di lui al bordo della vasca… si volta indietro verso di lui, fa un cenno ed incomincia a sfilarsi un vestitino, che mi è sembrato scuro e lungo… ma non ricordo bene, io guardavo il suo volto, una donna sottile e forse un po’ ossuta, ma molto gradevole!
Aspetta, con ostentata lentezza l’arrivo del suo uomo, lui le accarezza la schiena, la guarda a lungo, si sfila i pantaloni, per il resto era già nudo, scende lentamente nella vasca ed offre a lei la mano per aiutala a scendere… Esattamente nell’angolo opposto al mio.
Si immergono completamente, si abbracciano e si baciano, lei per stare più comoda mi volta le spalle e si mette di fronte al suo lui, accucciata sulle gambe, si accarezzano e piano, piano, si muovono, verso il centro della vasca, io guardavo con rinnovata attrazione e curiosità, quasi involontariamente, anche io, spinto dai getti d’acqua dietro la mia schiena, mi spingono e fanno si che contemporaneamente, ci facciano raggiungere il centro della vasca dove sorge una costruzione a forma di tavolino al centro della vasca stessa…
Continuano a baciarsi ed ad abbracciarsi, incuranti della mia presenza, forse volutamente incuranti…
Aggiro il centro della vasca, mi avvicino a loro, lui con un gesto inequivocabile, ruota su se stesso, proponendomi la schiena abbastanza abbronzata della sua donna, attendo un momento, poi allungo la mano sulla spalla che fuoriusciva dall’acqua… un momento solo appoggiata e poi piano scendo lungo la schiena.
Lei mi guarda, ha due bellissimi occhi azzurri, in un volto scavato, ma dolce… mi guarda, quasi interrogativa, ma un sorriso profondo ed accattivante mi conforta e mi fa continuare senza indugio, raggiungendo il suo fondo schiena… due chiappe sode mi confortano e stimolano…
Il silenzio era profondo, rotto solo dallo sciabordio dell’acqua lungo i bordi della vasca, la temperatura stupenda, i loro baci appassionati aumentano mentre io accarezzo tutta la schiena dolcemente e delicatamente, ma dopo alcuni interminabili momenti di dolcezza e rilassatezza lei si stende quasi a pelo d’acqua, galleggiando e proponendomi le gambe ed il suo sesso, in quel momento mi rendo conto che la situazione era perfetta… incomincio piano ad abbracciarla, la giro, mentre lei continua ad allungarsi ed a tenere il suo uomo solo con una mano, lui le prende la mano e con un gesto bellissimo, la allontana leggermente da lui spingendola fra le mie braccia.
L’ho guardata a lungo negl’occhi e poi con la mia mano destra l’ho attirata a me baciandola appassionatamente sulla bocca! Non ricordo quanto sia durato quel bacio, ma molto… perché contemporaneamente ho incominciato ad accarezzarla per tutto il corpo toccando ripetutamente il suo sesso… lei ha allargato le gambe avvolgendomi completamente e schiacciandolo contro di me sul fianco, poi rotti gli indugi ho incominciato a penetrarla con un dito, poi due… la allargo dolcemente ed incomincio a tittilarla con un movimento lento e morbido delle dita il suo collo dell'utero, turgido e prominente.
Mi stacco dalla sua bocca, la sollevo e mi ritrovo la sua fighetta completamente rasata e morbida difronte alla bocca, mi immergo con la testa fra le sue gambe risalgo la sollevo oltre il pelo dell'acqua ed incomincio a leccare lentamente, lentamente. La lecco fino a sentirla mugolare ed ansimare…
A quel momento, con un movimento dolce e convincente, la spingo fra le braccia di lui, guardandolo negl’occhi, lui accetta la mia proposta ed abbraccia a sua volta la sua donna entrando nel gioco e collaborando, alternando ai miei movimenti, ora baciandola sulla bocca, ora baciandola sul sesso…
Mi rendo conto solo ora che non avevamo scambiato neanche una parola, ma non ce n’era bisogno… i gesti e la sensualità del momento parlavano molto più forte e con maggior delicatezza di qualsiasi parola io fossi mai riuscito a dire…
Una buona mezz’ora è passata in questo continuo di abbracci, baci, carezze, tutti e tre eravamo persi nella leggerezza che solo l’acqua calda di una Jacuzzi, ti sa dare mentre fai l’amore!!!
Lei ad certo punto ha incominciato a toccare solo più il mio cazzo, con modi sempre più decisi ed espliciti, fino a farmi uscire dall’acqua con il mio basso ventre prendendolo in bocca, dapprima solo succhiando, poi facendolo affondare nella sua bocca che sembrava infinita… a quel punto, io dico: “tutto… tutto!!!” lei con un sorriso… mi guarda e dice: “Italian? I am English…” ed aggiunge: “my name is Ann…” queste sono state ancora per parecchio tempo le uniche sue parole…
Il tempo passava, non ricordo quanto, ma sicuramente mi è sembrato lunghissimo e dolcissimo… Fino a quando lei si è appoggiata sul mio sesso duro e turgido, vuoi per l’eccitazione, vuoi per il momento veramente straordinario, vuoi per il caldo che ci avvolgeva o vuoi per i tre corpi che si accarezzavano quasi freneticamente, in questo momento…
Fino a quando lei mi tocca, me lo prende in mano e se lo appoggia alla sua figa larga e bagnata… a questo punto, mi ritraggo un momento e le dico: “I do not have, condom…” lei mi guarda, mi bacia… e staccandosi dalla mia bocca mi dice: “I trust…” e si è avvicinata quasi risucchiandomelo dentro… sono solo riuscito a dire: ”me either…” con un fil di voce e poi preso dal momento ho incominciato a penetrarla sempre più profondamente, prima lento, lento… poi dentro fuori, poi tutto dentro… e poi…. Via, via, senza più fermarmi fino al suo orgasmo che non si è fatto attendere molto.
Un orgasmo femminile in acqua è una cosa difficilmente descrivibile... ma quando Ti senti innondare da un fiume caldo e denso non si hanno più dubbi... così, anche io mi sono lasciato andare in una eiaculazione molto violenta e totalizzante. Quando ho visto che lui le ha preso la testa e lentamente l’ha staccata da me ed ha incominciato a baciarla appassionatamente, in un bacio interminabile!!!
Ho capito che il gesto d'amore, era compiuto!!!
Dopo dieci minuti di completo abbandono nell’acqua ci siamo sorrisi e senza dire nulla di più, perché tutto era stato detto dai nostri corpi, siamo usciti ed ognuno si è diretto verso il proprio alloggio, con un laconico… “…night!...”
Il mattino successivo… li ho visti uscire dal residence e caricare le valigie sulla loro RangeRover… Ho capito, che io ero stato il regalo di una notte… di quella loro, ultima notte a Cap!
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9 years ago
ask2me,
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Antonio
Chiara, mia moglie, quel giorno mi telefonò durante il pomeriggio in ufficio per informarmi che avrebbe invitato a casa nostra per cena un suo collega, di nome Antonio. Io acconsentii per non fare polemiche anche se sapevo che Chiara aveva un debole per Antonio, o per lo meno lo sospettavo, in quanto spesso mi parlava di lui con un malcelato entusiasmo. Si trattava di un suo collega proveniente da un’altra sede e che quel giorno era presso l’ufficio di Chiara e che si sarebbe fermato in albergo per la notte. Quindi, per farlo sentire maggiormente a proprio agio, mi disse, perché non fargli passare una serata tra “amici�
Io rientrai dal lavoro verso le 19.30 e Chiara era tutta indaffarata in cucina per preparare una cena dignitosa. Conoscendo la sua abilità non avevo alcun timore in merito.
- “Cosa stai preparando per il nostro ospite?†– le chiesi.
- “Niente di troppo impegnativo: un primo a base di pesce ed un contorno, voglio tenermi leggera†– mi rispose.
- A che ora viene Antonio?
- Alle otto.
Bene: ebbi il tempo di rinfrescarmi – e ne avevo bisogno poiché in quei giorni di fine aprile si avvertiva già una discreta calura - , di scegliere il vino adatto per l’occasione (un Greco di Tufo che fa sempre la sua bella figura) e di terminare di preparare la tavola, peraltro addobbata senza troppe pretese in cucina, non ritenendo necessario andare in salotto a mangiare essendo solo in tre.
Confesso che allo scoccare delle venti avvertivo un certo nervosismo misto a curiosità . Un misto di sensazioni legate al fatto che da lì a poco avrei visto colui per il quale ritenevo che Chiara avesse un debole. Mi sentivo, credo stupidamente ma in certe occasioni la razionalità soccombe all’istinto, come se mi dovessi preparare ad una sfida con Antonio. Nella mia immaginazione, prima che arrivasse, pensavo a tutto ciò che potesse metterlo in difficoltà , deriderlo, ferirlo, fare capire a Chiara che io ero superiore. Lo so, era un pensiero stupido ma si sa che per difendere la propria donna si compiono delle azioni irrazionali.
E comunque alle 20 e 05 suonò il campanello; io e Chiara scattammo in piedi entrambi un po’ nervosi, credo proprio per motivi differenti. All’apertura della porta, dopo che Antonio svolse con calma tutti i riti e i convenevoli d’uso con Chiara, ivi incluso la consegna di un vasetto di ciclamino, mi si parò davanti per le presentazioni ufficiali un bel ragazzone di circa 35 anni, moro di capelli e di carnagione olivastra, barba leggermente incolta, occhio nero come la pece e sguardo assassino, fisico ben piantato e sufficientemente muscoloso: lo avrei definito lo stereotipo del perfetto riminese! A quel punto capii l’interesse di Chiara: era l’esatto contrario di me e si sa che spesso si è attratti dalle persone che presentano caratteri fisici e talvolta psicologici inversi rispetto a quelli del proprio o della propria partner.
Anche l’affabilità che mostrò fin da subito e l’apertura di carattere palesata mi confermarono le prime sensazioni riportate; devo dire quindi che dopo una prima fase di studio e di diffidenza, proprio grazie alle sue doti oratorie l’atmosfera si alleggerì in maniera notevole e lo trovai (mi sembra una bestemmia dirlo ora) perfino simpatico!
Quindi procedemmo accomodandoci a tavola e fummo serviti da Chiara che, dall’alto della sua notoria efficienza ai fornelli, aveva già tutto pronto. Partimmo quindi con dei tagliolini al salmone che ricevettero, manco a dirlo, le lodi sperticate del nostro ospite; a seguire assaggi di piatti a base di pesce con verdure: seppie con piselli, moscardini con le patate ecc.
Durante la cena si parlò a 360 gradi del più e del meno anche se ovviamente i temi più gettonati riguardavano il lavoro. Tutto sommato comunque la serata stava procedendo nel migliore dei modi anche perché non riscontrai né in Chiara né in Antonio comportamenti per così dire sospetti, ossia nessun ammiccamento evidente, nessuno sguardo troppo premuroso.
La serata salì di tono quando Antonio iniziò a parlare dei suoi viaggi in giro per il mondo con la sua convivente Silvia. In particolare ci parlò dell’ultimo viaggio fatto durante le vacanze natalizie in Brasile. A me interessa sempre sentire narrare storie di culture e popoli lontani quindi ascoltai con interesse ciò che disse Antonio; ma il culmine del racconto doveva ancora arrivare e fu raggiunto quando ci raccontò di una calda serata equatoriale durante la quale con un gruppo di ospiti del villaggio dove erano alloggiati e alcune ballerine locali, si recarono in riva la mare a cantare ballare e, soprattutto, a bere. Ad un certo punto una delle ballerine prese da parte un’ospite del villaggio di nazionalità americana e gli mise la lingua in bocca e da lì partì un crescendo di sesso e passione che coinvolse sei o sette di loro, inclusi Antonio e Silvia. Quindi ci ritrovammo a chiedere dettagli, del tipo “è stato bello?†(molto banale!) oppure “è imbarazzante trovarsi altri piselli duri aggirarsi lì intorno†(questa, ovviamente, era una mia curiosità ).
Forse il fatto che io e Chiara restammo a bocca aperta di fronte alle sue parole lo incoraggiò a raccontare anche cose non del tutto vere o comunque un po’ montate ad arte ma si sa che da che mondo è mondo il sesso è sempre un argomento che cattura l’attenzione.
E comunque, in mancanza di controprove, prendemmo per buono il suo racconto, che comunque non andò oltre un certo limite di buongusto e mantenemmo un certo “aplomb†nella discussione, ovvero non scendemmo in volgarità gratuite né chiedemmo dettagli troppo intimi, vista anche la scarsa confidenza che avevamo con lui.
Ci raccontò che alla fine le emozioni erano talmente forti che si perdeva completamente il senso di ciò che si stava facendo e in ogni caso, alla fine, l’esperienza era stata giudicata forte, soprattutto quando vide Silvia farsi penetrare da dietro da un energumeno mulatto probabilmente del posto.
Insomma l’atmosfera si fece decisamente pruriginosa e a quel punto, per spezzare la tensione, Chiara propose di recarsi in salotto per i vari caffé ed ammazzacaffé. L’elettricità rimase sospesa nell’aria, si tentò di cambiare discorso ma alla fine si ritornava a parlare, guardacaso, di quella vacanza in Brasile.
- “Avete avuto altre occasioni successivamente per queste, chiamiamole << attività >>?†– chiesi io.
- “No†– mi rispose Antonio – “anche se non ci dispiacerebbe riprovare l’esperienzaâ€.
Noi uomini stavamo bevendo una grappa, tanto per mantenere alto il livello di euforia, ma anche Chiara era stranamente su di giri, vuoi per il bicchierino di rum che si era appena versato. Eravamo sul divano uno di fianco all’altro: io da un lato poi Chiara e poi Antonio.
A quel punto io chiesi:
- “Mi sono sempre domandato come parte un’orgia, cosa fa scattare il tuttoâ€
E Antonio rispose sicuro - Credo che si debba creare l’atmosfera giusta e a quel punto basta un niente per fare esplodere la bomba!-
Io, chissà perché, dissi alcune parole e feci certi gesti che rappresentarono proprio ciò che Antonio intendeva dire:
- “….tipo mettere una mano sulla tetta della moglie?†– chiesi con finta innocenza ponendo nel contempo la mia mano destra sul seno prosperoso di Chiara.
- “Si†- disse Antonio con la voce emozionata - “e poi si fa così!†– e pose la sua mano sinistra sull’altro seno di Chiara massaggiandolo lievemente.
E la povera Chiara? Mi guardò con aria interrogativa finché, vedendo che né io né Antonio toglievamo la mano dal suo seno, prese a baciarmi in bocca ed estrasse la sua lingua calda ed affusolata.
Quello fu il punto di non ritorno, il nostro bivio: se io non avessi fatto la prima mossa, certamente provocatoria, se Antonio non avesse replicato in forma speculare e, soprattutto, anche arrivati a quel punto Chiara ci avesse preso a schiaffoni o più semplicemente distolto le nostra mani aggiungendovi un imbarazzato -â€Ehi, ma siete matti?â€-, la cosa sarebbe morta lì. Magari avremmo pensato nel nostro intimo “siamo arrivati ad un pelo dal farloâ€, magari avremmo avuto il rimorso di non avere provato, chissà ….
Fatto sta che non andò così: io a quel punto cominciavo ad avere il cuore che mi batteva all’impazzata, mi chiesi per un attimo cosa stavo facendo ma ormai era troppo tardi e mi resi conto che anche per gli altri era stato raggiunto il punto di non ritorno.
Io iniziai a sbottonare con calma la camicetta di Chiara, onde facilitare le operazioni in corso di palpazione. La cosa che mi colpì, fintanto che avevo ancora un po’ di senno, era che i nostri movimenti erano leggeri, calmi, senza quei moti di impulsività che si può immaginare in un momento del genere. Sembrava quasi che non fosse la prima volta. Tanto per intenderci, non strappai la camicia di Chiara ma slacciai un bottone alla volta fino all’ultimo e senza staccare la lingua dalla sua le sfilai l’indumento.
Anche se avvolto da un reggiseno di pizzo il generoso petto di Chiara era veramente magnifico nelle sue forme abbondanti e rotonde e Antonio non mancò di apprezzarlo con un “Oh!†di soddisfazione.
Continuammo tutti e due a palpare le tette stuzzicando i capezzoli sopra la leggero strato di tessuto che non ci impediva di avvertire il turgore crescente. Chiara continuava a baciarmi, forse ancora per una sorta di pudore ancestrale pareva non voler guardare negli occhi Antonio.
A questo punto noi maschietti facemmo fuoriuscire le tette di Chiara dal reggiseno e nuovamente Antonio non si trattenne dal dire frasi del tipo:
- “Che tette stupende che hai, me le immaginavo belle sode ma non pensavo che dal vero fossero così!â€
Allora Chiara, rinfrancata dal complimento, lo guardò e sorrise sorniona.
Con le tette completamente a nostra disposizione non potemmo fare altro che tuffarci con le nostre lingue sui suoi capezzoli duri e turgidi, io curavo la tetta destra ed Antonio la sinistra, mentre Chiara ci teneva con le mani la testa socchiudendo gli occhi per il godimento.
Ormai credo che nessuno dei tre capisse più nulla, io sentivo sotto i miei calzoni il membro indurito al massimo che premeva per uscire e io volevo accontentarlo in quanto mi faceva quasi male.
Leccammo le tette di Chiara a lungo, alternando anche giochi di lingua con lei e vidi pure che slinguazzò anche con Antonio ma ormai, in quel momento poteva accadere di tutto: non me ne importava nulla.
Io le misi una mano sotto la gonna, e risalii le sue calde cosce per incontrare il tessuto del perizoma che mi diede l’altolà . Presi allora la decisione di sbottonarle la gonna, visto che nessuno ci pensava!
Liberata anche di questo indumento ora Chiara era rimasta con il solo perizoma. Quindi, per una sorta di compensazione, iniziò a spogliare noi: via la maglietta mia, via quella di Antonio, si accinse poi a sbottonarmi la patta dei pantaloni, estraendone un cazzo duro come il marmo, gocciolante per l’eccitazione. Contemporaneamente prese ad armeggiare con i pantaloni di Antonio, il quale la aiutò a liberare il membro eretto e pulsante: da profano o comunque da non amante del genere, mi dissi che si trattava di un bel cazzo, perfettamente diritto, di dimensioni non indifferenti, insomma capii Chiara quando emise un gridolino di approvazione. Ci liberammo tutti e tre dei residui indumenti che avevamo addosso e, restando nelle medesime posizioni di partenza sul divano, Chiara ci prese gli uccelli in mano iniziando un lento moto che, se possibile, ci fece ingrossare ancor più i membri.
Io andai ad esplorare con le dita la zona pubica di Chiara e sfiorando le sue grandi labbra trovai ciò che mi ero aspettato: la figa era completamente fradicia di umori densi e appiccicosi, tanto che non mi accorsi nemmeno di avere il dito medio infilato in profondità nella vagina. Chiara ebbe una scossa di godimento ma era comunque molto impegnata a rimirarsi il poderoso uccello di Antonio, fintanto che per rompere l’incertezza….lo prese in bocca! Accolse la cappella turgida e gonfia di Antonio nella sua calda bocca, mentre con la destra continuava dolcemente a masturbarmi ed io facevo lo stesso con la sua topina. Avvicinammo i nostri cazzi alla sua faccia, in modo che potesse alternativamente succhiare il cazzo di Antonio e il mio, oscillando la testa da destra verso sinistra e viceversa. Vedevo che le piaceva riempirsi la bocca del membro di Antonio, ingoiandolo fin dove poteva e con la punta della lingua guizzava tra il glande ed il prepuzio, da persona che sa come far godere un uomo. Intanto, con la mano accarezzava i suoi testicoli. Poi via, una ciucciatine anche al mio cazzo, tanto per non farmi ingelosire troppo….
Ci fermammo un attimo, sia per calmare le pulsioni enormi che martellavano le nostre tempie ed i nostri sensi e forse anche per “coordinarci†sul da farsi.
Antonio fu il più lesto a mettersi carponi di fronte alla passerotta di Chiara la quale, aprendo le gambe, permise all’altro di intrufolarsi nel suo tesoro. Quindi con le dita Antonio divarico leggermente le labbra carnose della figa di Chiara iniziando lentamente ad esplorare tutti gli anfratti con la sapiente punta della lingua. Quando fece dei movimenti circolari attorno al bottoncino rosa della clitoride, divenuto ormai di dimensioni enormi, Chiara mugolò sempre più forte, tenendo con una mano ben salda la testa dell’uomo affinché non si arrestasse nemmeno per un secondo mentre col mio pisello si trastullava tra lingua e punta delle dita.
L’orgasmo la travolse improvvisamente ed emise un grido di godimento che per poco non fece venire pure me. Tremò per diversi secondi, durante i quali ci cacciò lontani, desiderosa di godersi appieno quel momento di profondo godimento che l’avveva portata con la mente lontana, in un altro mondo e in un’altra dimensione, probabilmente con le sensazioni di chi fa un “viaggio†con l’LSD…
Poi piano piano riemerse dal magico torpore nel quale era sprofondata e senza dire nulla si girò a 90 gradi; io, sapendo bene cosa intendeva, mi misi dietro di lei, la presi per i fianchi e lentamente introdussi il mio cazzo nella sua figa che, manco a dirlo, non oppose la benché minima resistenza, tanto era fradicia di umori vaginali frammisti alla saliva di Antonio. Mentre iniziavo lentamente a pomparla, Antonio si sedette sul divano di fronte a Chiara, in mode che lei potesse prenderlo in bocca, cosa che fece di buon grado, leccando avidamente l’uccello mentre il mio iniziava a muoversi dentro di lei con sempre più energia.
Dopo un certo tempo Chiara estrasse il mio membro, si rizzò e si pose sopra Antonio, che era seduto, prendendogli in mano il suo cazzo ed infilandolo delicatamente nella passerotta. Iniziò quindi il più classico degli smorzacandela, mentre io allupatissimo le leccavo le tette. Chiara poi si girò dando le spalle ad Antonio ma restando ben salda sul suo uccello. Inarcandosi all’indietro io mi godevo lo spettacolo della sua figa che veniva stantuffata prepotentemente da Antonio.
Il quale ad un certo punto estrasse il cazzo e, devo dire con molto tatto, introdusse lentamente il membro nel culo di Chiara, la quale per un attimo protestò, pensando che si fosse “sbagliato†ma poi
non disse più nulla, travolta anche lei dal clima lussurioso che ci avvolgeva.
Dopo qualche colpo di assestamento, per fare sì che l’uccello si muovesse ritmicamente nello sfintere, il ritmo si fece più serrato ed io, con la meravigliosa visione della figa aperta tutta per me, iniziai a leccargliela con movimenti lenti e circolari. Chiara non capiva più nulla, era come impazzita, urlava, ululava diceva porcherie del tipo “Dai inculami più forte e tu leccami per bene la figa!â€. Misi anche quattro dita dentro la figa, sentendo distintamente attraverso la stretta membrana che divide vagina da ano, il cazzo di Antonio che andava su e giù implacabilmente. Provai anche a introdurre il mio cazzo nella figa di Chiara, ma capii che la doppia penetrazione è più faticosa che goduriosa….per cui tornai a leccare la figa e dopo poche lappate Chiara esplose nuovamente in un prorompente orgasmo, ormai le sensazioni erano inarrestabili, non capiva letteralmente più niente, dov’era, cosa faceva, nulla importava più; “Vengo Si vengo…Godo†furono le ultime parole che riuscii a percepire.
Ancora smarrita, Chiara si rimise alla pecorina ed io la presi da dietro con violenza pompando come un indemoniato e facendola urlare per un misto di dolore e godimento, giungendo in poco tempo a sborrarle dentro; in quel momento mi parve che fosse esplosa un ordigno nella mia testa, subii una scossa dalla punta dei piedi fino al cervello e caddi a terra esausto ed intorpidito.
Antonio quindi mise Chiara seduta di fronte a lui e mise, o meglio dire nascose il proprio membro tra le capaci tette di Chiara, dicendole “Avevo sempre sognato di venirti tra le tette…dai fammi godere…â€
Chiara prese l’uccello tra i seni ed iniziò un rapido movimento sussultorio che portò in breve Antonio a venire: “Si! Dai! Godo!†furono le sue parole mentre un potente fiotto di sborra si disperse sul collo, sulle tette, sul volto di Chiara, e Antonio veniva ancora, ricoprendo di sperma l’oggetto di tanto desiderio.
Dopo tante emozioni così forti, restammo sdraiati sul tappeto a lungo, non so per quanto, anche il tempo pareva avere perso il suo significato. Man mano che la ragione prendeva possesso delle nostre menti, ci sentivamo quasi in imbarazzo delle nostre nudità , ci rivestimmo senza una parola, esausti e non ancora in grado di dare un giudizio, se mai ce ne fosse stato il bisogno, a quella serata così strana….
….e comunque Antonio ritornò un’altra volta a mangiare da noi, ma, in quell’occasione, non scattarono “fluidi†magici, non scattarono scintille e non successe nulla. Dopo poco tempo Antonio fu trasferito ad altro incarico che non prevedeva trasferte dalle nostre parti e ci perdemmo di vista.
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15 years ago
larryboss,
47/43
Last visit: 13 years ago
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Odorami .....
Togliti la veste
che copre
lasciati guardare
sei d\'incanto dai sognare
lunghe le mie mani
dove osano andare
esplorando nel piacere
odorandole di te
fluida la pelle che invado
con labbra che ho baciato
oscilla dal mio corpo
l\'emblema del rapporto
la passione attesa
a raggiungere la meta
da\' svago il tuo calore
al cuore mio del piacere
5161
0
14 years ago
IncantoLunare,
33/28
Last visit: 1 year ago
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Il Contatore del sesso ....
Dopo qualche secondo di terrore, si fece coraggio e michiese "Antonio, ma ti rendi conto di ciò che può succedere?? passi perfarmi vedere il seno--magari nuda--. Ma non posso nemmeno immaginare chequalcuno mi possa toccare!! ". Aiuto, il vecchio doveva venirmi incontro,altrimenti avrei perso tutto. E così è stato. "Signora, per legge nessuno può imporre a chiunquedi fare qualcosa contro la sua volontà ", la interruppe il vecchio. Saggio,eheh, non c'è che dire. La verità non la può dire. La sanno in pochi:praticamente tutti quelli che combinano l'incontro. Anche Giulio la sapeva, laverità :"Antonio, per convincere Sandra e qualche altra,senza farsene accorgere, hanno una 'ricetta' segreta. Una specie di droga, o dieccitante colombiano. Fanno tutto in modo organizzato: appena entrate si passain una piccola stanza prima di entrare nel salone, ed in quel momento spruzzano in aria quella sostanza mista a fumogeno, per far apparire tutto come unatrovata scenografica". Eccezionale, il vecchio. Era riuscito in un secondoa rassicurare la mia Sandra. "Fiuu che mi credevo. Meno male. Ma comunque non mifido. Antonio appena entrati tu devi precipitarti da me. Va bene il regalo, vabene farmi vedere in intimo, però ho paura"."Ma figurati cara, geloso come sono, come potrei maipermettere a qualcuno di toccarti??". Falso. Falso e imbecille. Di essere geloso, lo sono sempre stato, ed anche di quelli pericolosi. Ma avevo il desiderio irrefrenabile di avere la mia Sandra disponibile a tutto, per me. "Ora però ho bisogno di quel documento firmato, mavorrei anche incontrarvi separatamente. Questione di cinque minuti."Sandra si allontanò ed usci dalla stanza.era il momento giusto per avvertirmi delle novità piùsuccose. "Sig. Antonio, ora le posso spiegare davvero come avviene iltutto. Sappiamo tutti e due il motivo della sua venuta. Non è il solo, anzi. La maggior parte delle coppie viene qui spinta dal desiderio del marito di"disinibire" la propria moglie o la propria fidanzata. In anni diesperienza abbiamo potuto sperimentare varie alternative, circa il prosieguo, esiamo arrivati ad un gioco molto intrigante. Tenga presente che ovviamente, nelsalone sono quasi tutti uomini; a parte i nostri aiutanti, ci sono facoltosi imprenditori in vena di follie, ragazzi valutati attentamente in base aprestazioni e dimensioni e due ragazzi di colore effettivamente iperdotati. Ledico anche la situazione in salone: è un locale completamente pavimentato damaterassini, con pochissima luce e tutti i partecipanti sono dotati di unamaschera per evitare spiacevoli incontri. Non c'è quasi nessuna possibilità diriconoscere qualcuno. Senza sprecare altro tempo, anche perché la sua signorapotrebbe avere qualche ripensamento, le spiego tutto: lei fa finta di entrare nel salone e va nella saletta privata. Tale saletta è dotata di un display con4 numeri, che inizialmente partono da 0: tali numeri rappresentano le volte chela sua signora ha un orgasmo, che un suo partner le viene nel davanti, nel didietro e in bocca. Per l'orgasmo di sua moglie lei deve dirci quali segnali delsuo corpo possono farcelo intuire. La cosa intrigante è che sarà lei a deciderei numeri da raggiungere: infatti questi valori saranno poi evidenziati nelsalone, per permettere ai nostri 'amici' di poter soddisfare il suo desiderio.Ultima cosa: ci sono due pulsantini removibili, sotto il display: lei deve solopremerli e posizionarli nel 'settore' che desidera. Rappresentano i nostri'campioni' di colore: sarà lei che indicherà a loro comee se devono 'lavorarsi' sua moglie. Ovviamente, come per sua moglie, nemmeno per lei è possibile interrompere prima delle due ore: quindi nessun ripensamento". Venni preso da una sensazione di terrore mista adangoscia: per la prima volta sentivo mia moglie, colei con la quale ho diviso tutto, che amavo follemente, trattata come una baldracca da monta. Ma vi eraanche quel desiderio di sapere come sarebbe andata a finire, talmente leimmagini erano che avevo in testa erano distanti: la purissima Sandra eun'ammucchiata. Figurarsi. Vinse, neanche a dirlo, il desiderio di andareavanti, anche se sapevo già cosa avrei provato in quella saletta, con lagelosia latente che mi ha sempre contraddistinto. "Ma mia moglie, appena non riuscirà a trovarmi,cercherà di scappare!", riuscii a dire, anche per prendere un po' ditempo, e cercare di respirare. "Eheheh, vede amico mio, non lo farà per dueragioni: la porta che permette di entrare nella stanza non ha maniglie nelsalone; poi, mio caro Antonio, la 'libella' fa miracoli e se ne accorgerà ..Eheheh" "Ma ..la situazione igienica voglio dire tutti quegli uomini. Siamo sicuri?""L'unica persona che non ha consegnato il certificato per l'AIDS è proprio sua moglie, il suo amico Giulio ha garantitoper lei e poi non avremmo potuto continuare il 'gioco', con quella richiesta.Gli altri sono tutti schedati e fanno il test ogni 15 giorni. Anche gli ospitiesterni maschili hanno dovuto mostrare un certificato idoneo". "Sa, mi spiace restare in una stanza senza poter vedere nulla"."E qui che sta il bello, sig. Antonio: non è come crede lei. Il salone è dotato di ben 15 videocamere, tutte a infrarossi:praticamente come se fosse giorno. Cinque videocamere saranno continuamenteposizionate su sua moglie: 10 ore di riprese che le verranno consegnateall'uscita. E non è finita ancora.""E cosa c'è ancora. Mi sembra di impazzire: non mista dando un attimo di respiro!""Eheheh ho quasi finito, non si preoccupi. Dopo ledue ore lei avrà la possibilità di entrare per cinque minuti nel salone, dotatodi occhialini ad infrarossi. Lei potrà vedere tutto quello che vuole mentre lasua signora non potrà vedere nulla, solo ombre. Le ricordo anche che tutti imiei collaboratori, i ragazzi di colore e i ragazzi che hanno superato lavalutazione settimanale, sono dotati anche loro di occhialini ad infrarossi. Aquel punto potrà prendere sua moglie e magicamente la porta si aprirà per poteruscire ed entrare nelle vostre stanze per il meritato riposo".Sghignazzava il vecchio, ne doveva aver viste di tutti i colori, ma devoammettere che la serata l'avevano preparata proprio in modo ineccepibile. Senzadire altro, firmai il modulo. "Ora entrerà mia moglie? ""Certo, deve firmare anche lei""Cosa le dirà ""Tutte e sole parole rassicuranti. In sostanza chesi divertirà , che non deve aver paura ecc. E poi, dulcis in fundo le faròvedere questa cassetta" accese un videoregistratore posto sulla destra eil televisorino che aveva alle spalle prese vita: c'erano delle immaginiallegre, di coppie nude o in intimo, con coriandoli e stelle filanti che lafacevano da padrone."Una festa di carnevale??""Già , signor Antonio, non trova che una festa inmaschera possa essere credibile? E' eccitante, c'è il nudo, e non fa paura,eheheh". Non faceva una grinza. Quasi come inebetito uscii dalla stanza edissi a Sandra di entrare."Come mai tutto questo tempo?" mi chiese molto preoccupata."Non temere, ti fa vedere un filmino per far capire cosa succede. Tutto qui.""Ok. Ma prima di firmare io leggo tutto. Va bene?""Certo, cara." aspettai una decina di minuti pensando alle migliaia di cose che sarebbero potute accadere, e se quel chestavo facendo e che stavo facendo fare a mia moglie, fosse la cosa giusta."Antonio, eccomi.""Sandra, allora?" aveva un sorrisone: la cura del filmino aveva funzionato."Bene, un po' stravagante, ma a queste condizioni misembra molto simpatico. Forse hai avuto una buona idea: non ho capito però perché dobbiamo entrare separati""Credo sia una sorpresa, tipo siparietto""Ma io mi vergogno. Credo che starò per tutto iltempo in un angolo con le mani sul seno"."Ehehehe chi lo sa, tesoro. Pensiamo solo adivertirci.""Va bene amore. Spero solo di poterti far felice" partì un bacio dai mille significati. Fu il mio primo verotradimento. Non le avevo mai mentito. "Caro, ma non ti sembra che sia davvero esagerato?" si riguardava continuamente nello specchio della nostrastanza. Aveva il seno praticamente fuori dal reggiseno, i glutei gonfi chenascondevano il minuscolo perizoma nero. Su mia richiesta, si era depilata lapasserina: il davanti del perizoma era volutamente semitrasparente,evidenziando la pelle chiara priva dei peli. Un bocconcino davvero arrapate:feci fatica per non saltarle addosso. "Driiiin":il segnale. Lo squillo telefonico indicava di scendere al pianterreno, l'inizio della serata. Sandra sembravarilassata, nonostante fosse coperta solo da quei pochi grammi di tessutotrasparente: c'era in effetti un caldo asfissiante, ma mia moglie non simostrava in quel modo nemmeno in casa, per paura delle finestre, e quindi diqualche involontario guardone. "Eccovi qui. Sandra, lei è davvero bellissima. Hadelle forme invidiabili". Sandra cambiò colore immediatamente: la sua timidezza è sempre stata un problema."Bene, signor Antonio: lei deve entrare dalla portablu, lei signora dalla porta rossa. Una volta entrati vi troverete in un ingressino: ci sarà un po' di fumogeni che serviranno per la 'scena' "."Va bene" rispondemmo in coro. mi venne lapelle d'oca, nonostante la temperatura africana. Stavo per lasciare la mano dimia moglie. L'avrei ripresa solo dopo due ore, dopo chissà cosa. Per due ore sarei rimasto in uno stanzino, chiuso, con la consapevolezza che molte mani avrebbero toccato quel seno, quei glutei, la mia passerina. Mi diede un ultimobacio. "Caro, ci vediamo fra un secondo nel salone. Miraccomando. Non fermarti. Lo si che mi vergogno, combinata in quel modo".Venne presa delicatamente con il braccio dal gestore e venne accompagnata davanti alla porta rossa. Questa si aprì lentamente e lei entrò. La porta sirichiuse e con lei anche il mio cuore. Mi venne di nuovo quella maledetta sensazione di terrore. "Non si preoccupi, venga: l'accompagno nella stanza.Ci sono altri due mariti come lei." come, altri due? allora diceva il veroil vecchio. Siamo in parecchi ad avere quel problema. Lo seguii come un automaed arrivammo in una stanza anonima, senza mobili: solo tre sedie ed una paretecon quei display. Intravidi subito un nome "Sandra" davanti all'unicasedia vuota. Era quella destinata a me. Mi voltai e notai i due miei colleghidi sventura: un signore sopra la trentina, ben distinto, alto. Poi un signoreanzianotto, tarchiatello, sulla cinquantina. "Sono italiani anche loro", mi disse. "Ilprimo si chiama Andrea ed è qui da quasi venti minuti. Il secondo da più di unora, si chiama Lorenzo"."Ora vi lascio. Sapete già tutto. Ma prima devedarmi i numeri da comunicare ai ragazzi." non sapevo cosa dire. Qualinumeri. Non ci avevo pensato. Cazzo. Sparai a casaccio "Tutti 5". Idue compagni di sventura si girarono di colpo: avevo sparato alto? troppo basso? Mi girai di colpo verso il gestore, che mi rassicurò: "Un buonnumero. Complimenti". Oddio. Mi sembrava di trovarmi come un bambino in attesadel dentista. Che sensazione sgradevole. Pian piano mi accomodai senza dire unaparola sulla mia sedia. Tutti segni 0. Bene. Pensai. Ma erano passati solo 3minuti. Cosa stava succedendo là dentro? girai nuovamente lo sguardo versoAndrea, alzai gli occhi per vedere il suo display: la sua donna era venuta 1volta, ma i ragazzi si erano scatenati. Ben 7 volte erano venuti nel corpo diLoredana, sua moglie. Anche una volta nel culo. Ahhh il culo della mia Sandra.Non ci riuscirebbe nessuno a violare il suo di dietro. Nemmeno con un chilo di cocaina. "Driiin". Cos'era? questo squillo mi era nuovo.Mi girai verso Lorenzo. Il suo score era aumentato: la sua Sofia aveva ingoiatoun bel po' di seme da qualche giovincello. Incredibili i numeri di Sofia: eravenuta 4 volte, 5 volte avevano abusato della sua fica, 2 volte del suo culo, eben 7 pompini con ingoio. Incredibile. "Driiin". Di nuovo. Mi girai verso Lorenzo.Chissà cosa aveva combinato Sofia, questa volta. Cazzo, nessuna variazione. Maallora Andrea sicuramente lui. Osservai il suo display: nulla. Mi venne quasiun infarto: non riuscivo ad alzare lo sguardo verso il display di Sandra. Mifeci coraggio e vidi il primo "uno" stampato sotto la scritta"davanti". E' fatta. Uno dei ragazzi si era scopato mia moglie, ilsuo seme le stava riscaldando le pareti interne della vagina. Seme di unosconosciuto. Sperma non mio. Oddio. Non sapevo cosa pensare, cosa fare: mialzai di scatto, ero diventato bollente dalla rabbia ma anche dall'eccitazione.Osservai nuovamente Lorenzo, lui aveva dato i numeri alti all'inizio: un ora equindici e la sua mogliettina si era fatta sbattere già 18 volte. Mi ci vollero2 minuti buoni per calmarmi: gli squilli dei miei due compagni erano continui:Andrea era davvero molto sereno, mentre Lorenzo sembrava essersi fatto ancora piùpiccolo. Mi sedetti e proprio in quel momento arrivò il mio secondo squillo:secondo davanti, e erano passati solo 12 minuti! oramai mi rassegnai: ecco ilterzo. Tutti davanti. Su questo c'erano pochi dubbi. Dopo quaranta minutiarrivò il primo ingoio di Sandra: ripensai a quelli che mi faceva, sempremalvolentieri, solo per farmi felice. Ora aveva nello stomaco una buona dose disperma di un perfetto sconosciuto. E tre dosi nella fica. Il gestore me loaveva assicurato: vedrete che con quella 'roba' nulla resiste. Iniziai apensare alle cassette: da un lato le volevo bruciare, dall'altro avevo undesiderio irrefrenabile di vedere le performance di mia moglie. Ma mentreriflettevo ecco un doppio squillo: era oramai inconfondibile, era quello dellamia Sandra: ma perché due? alzai gli occhi curioso e non riuscii a credere aimiei occhi: era stato violato il culo della mia Sandra, e per di più mentre leisi beveva comodamente il suo secondo succo di palle. Il culo di Sandra, queiglutei così morbidi, quel buchino così dolce, ero riuscito in tutti gli anni dimatrimonio a leccarglielo solo due volte. Ora era stato sfondato da un ragazzocon un randello di carne. Vidi Lorenzo alzarsi: aveva lo sguardo perso nelvuoto: lo score di Sofia era incredibile. Erano passate due ore e lei erariuscita a bere dieci dosi di nettare, dieci volte era stata infornata neldavanti e 5 volte dietro. Lei era venuta per 3 volte. Per non pensare alla miaSandra, mi feci coraggio e chiesi a Lorenzo "Scusi ma quante volte avevastabilito?" lui si girò e con un filo di voce mi disse "mi volevapunire per un tradimento di un anno fa. Un semplice pompino in ufficio,capisce? Il numero lo ha stabilito lei. Per punirmi. Voleva battere il recorddel locale. Dieci di tutto. C'era quasi riuscita, la maledetta." mi salutòcon un cenno del capo e lo vidi sparire dietro la porta aperta da un addetto:lui aveva finito il supplizio. Mi voltai verso Andrea: la sua Loredana si erafermata: nessun nuovo aumento, da più di dieci minuti. Mi girai verso ildisplay di Sandra, fissando l'orologio: un'ora e venti. Alzai gli occhi e dinuovo mi venne un mezzo infarto. Era venuta 4 volte! Lei. La mia Sandra, cheper venire una volta ho dovuto pregare per un mese e sudare sette camicie.Incredibile. Ma poi vedo gli altri numeri: cinque uomini le erano venuti nellafica, cinque nella bocca e quattro in culo. Fui preso da un raptus senzaprecedenti: presi entrambi i pulsantini, quelli dei ragazzi di colore e li misinello stesso momento in corrispondenza del davanti e del di dietro. Oramai nonragionavo più. Mentre mi accingevo a fare ciò, anche il quinto aveva consegnatola sua cospicua dose di sborra nell'intestino della mia signora. Non riuscivo aimmaginarla: con tutti quei ragazzi addosso che la sodomizzavano, lapenetravano, le riempivano di sborra ogni buco. Venti minuti mancavano, oramaiavevo fatto partire anche i negri; ero in piena crisi. Passavano i minuti,nessuno squillo. Andrea era andato via senza dirmi una parola. La sua Loredanaaveva fatto le cose in grande, anche se gli ultimi minuti non aveva combinatonulla. Ad un certo punto fissai i pulsantini di Andrea e Lorenzo: nessuno deidue li aveva utilizzati. Oh mio Dio, forse avevo esagerato: forse loro sapevanoche poteva essere un trauma troppo grande. "Driiiin": squillo singolo. Il 6 incorrispondenza della fica di Sandra era lì a testimoniare che anche le palleenormi di uno dei due stalloni negri si erano svuotati nelle viscere della mia amata moglie. Ero esausto: mi venne in mente la storia dei '5 minuti' e mi misia bussare come un pazzo sulla porta. Volevo entrare prima che anche l'ultimo sifosse scaricato dentro mia moglie. Forse potevo fermarlo, almeno lui. Miaprirono subito, consegnandomi gli occhialini. Mi precipitai verso la porta rossa,che si aprì senza nessun problema. In un baleno mi ritrovai dentro: un caldoallucinante, una folla di ragazzi nudi sparsi a gruppetti nella stanza. Nonpersi un secondo. Cercai con lo sguardo mia moglie. Non riuscivo a trovarla.Con gli occhialini l'immagine era chiara, ma tutta rossa: i colori non si riuscivano a distinguere. Distinsi però delle urla di piacere impressionanti:non avevo mai sentito gridare Sandra in questo modo. Ma la voce era sua. Roca,ansimante, ma era la sua. Mi diressi verso le urla. "Ahhhhhhhh sì bastaaaa no ancora non ce la facciopiùùù" frasi sconnesse. Eccola: finalmente la vidi, o almeno la intravidifra un nugolo di ragazzi che la circondavano. Tutti ridacchiavano parlottandofra loro. Mi feci largo, e quando riuscii a crearmi un varco, i miei occhi nonriuscivano a credere a ciò che vedevano. Mia moglie alla pecorina veniva letteralmente montata da un negro di almeno 190 centimetri, un gigante. Eratutto sudato, ma continuava a sodomizzare mia moglie con un arnese che era esattamente il doppio del mio. Colpi incredibili si abbattevano sulle natiche di Sandra:lei cercava di sorreggersi, ma a volte i colpi erano talmente forti che crollava a terra, per poi farsi rialzare dagli altri spettatori. Il viso eracompletamente ricoperto di una crema gelatinosa, non aveva più una cellulascoperta. Il negro mi prese per un braccio, senza smettere di sbattere Sandra,e mi avvicinò a se."Vedi tua moglie? Ora ti faccio vedere come abbiamoridotto il suo culo" uscì l'enorme verga dal culo di Sandra: davanti a meavevo una voragine, ed in fondo si poteva addirittura vedere il liquidoseminale di quelli che avevano già abusato del mio dolce proibito. Ma l'assenzadi uccelli nel culo di Sandra durò un attimo: il negro introdusse il suo enormecazzo nuovamente. In un sol colpo l'intera lunghezza della sua asta sparìnell'intestino di Sandra: rimasero fuori solo le enormi palle. Un paio di colpie quell'armadio di ebano eruttò nel culo. Se possibile cercò di penetrarlaancora di più in quel momento: sembrava che il cazzo dovesse uscirgli dallabocca. Per buoni venti secondi si sentivano solo le urla di liberazione delnegro e quelle della mia Sandra, che era venuta ancora una volta. In pochi secondi comparvero degli inservienti che presero dolcemente la mia Sandra, la posarono su di una barellina da campo e la portarono fuori. Io li seguii senza fiatare. Oramai paonazzo, lesensazioni che provavo erano incredibili ed inspiegabili. Vedere la mia Sandra essere montata, inculata da un cazzo nero così grosso, era stata una esperienza davvero troppo forte. Mentre seguivo gli inservienti con la mia Sandra, latesta mi girava in modo incredibile. Ero certo di stare per svenire, ma la miaforza di volontà mi imponeva di resistere: volevo assicurarmi delle condizionidi mia moglie. I due ragazzi, una volta arrivati nella nostra stanza,adagiarono Sandra sul letto e andarono via. Io mi avvicinai lentamente a lei.Incredibile: si era addormentata. Dopo quello che aveva passato, lei dormiva,ed anche serenamente. Le aprii le gambe: era interamente impiastricciata disperma, ma quello che notai era incredibile: un rivolo di sborra stavalentamente uscendo dal culo e dalla fica di Sandra, scorrendo sulle cosce perpoi fare capolino sulle lenzuola del letto. Aveva ancora l'ano completamenteaperto: le misi due dita dentro con estrema facilità . Sentii bussare allaporta: andai ad aprire e mi si presentò davanti il gestore con dietro uno deidue ragazzi di colore."Questi sono suoi signor Antonio", mi disse,allungandomi una busta con delle videocassette dentro."E' rimasto soddisfatto del servizio? E' andatotutto come voleva, no?""Sssssì certo ma..""Niente ma godetevi lo spettacolo dellevideocassette e ..vi auguro di ritornare presto". Si fece avanti ilragazzo di colore: sembrava ancora più grosso di quando lo avevo vistoall'opera."Volevo solo dirle che ha una moglie favolosa. Lopotrà notare in videocassetta, comunque. Ma volevo chiederle, come ha fatto alasciare sua moglie con il culo vergine? E' una cosa fantastica! pensi che abbiamo faticato a tenere tutti lontani. Molti però ne hanno approfittato, enon lo abbiamo segnato nel display, capirà ". Mi salutarono e andarono via,senza aggiungere altro. Quindi il culo di mia moglie era stato lavorato da parecchiragazzi. Al diavolo il sonno, coprii mia moglie con una copertina e misi laprima videocassetta, volevo gustarmi l'emozionante entrata. L'immagine eraperfetta, e anche l'audio era chiaro. Ecco mia moglie che entra in mezzo atutto quel fumo. "Antonio, dove sei? Mi gira la testa. Non riesco avedere nulla. Antoniooo" aveva la voce stranamente tremolante, segno chela droga stava facendo effetto. Neanche il tempo di chiamarmi nuovamente che dadietro la circondarono due mani enormi: presero immediatamente possesso del suo enorme seno, immediatamente liberatosi del reggiseno. "Chi sei, tu? Tu non sei Antonio. Aspetta. Non esagerare. Chi sei?" Si girò e a tentoni cercò di riconoscere quello sconosciuto che continuava a tormentarle i capezzoli. Pian piano iniziò atoccare il petto muscoloso e senza un pelo."Non sei Antonio smettila con i capezzoli ti prego" nulla. Lei cercava dicapire qualcosa e la voce si faceva sempre più tremolante."Aspetta, cerchiamo prima mio marito. Ti prego voglio capire chi oddio!!" le sue mai arrivarono proprio sul cazzo del ragazzo: in video si poteva vedere bene quello che la mia Sandra toccò, ed ebbe giustamente un mezzo infarto. Una proboscide di proporzioni immense, anche più grosso di quello del negro visto in diretta."Ma è quello che penso io? E' .. E' oddio--.."il ragazzo dolcemente fece mettere in ginocchio la mia Sandra: si trovò con ilviso a pochi centimetri da quell'arnese. La curiosità e la droga fecero il resto: in pochi istanti la cappella del cazzone era preda della bocca casta ecuriosa della mia Sandra. Iniziò piano, con brevi tocchi di lingua, per poifarsi sempre più profondi, fino a riuscire ad inghiottire un terzo delrandello. Nel frattempo la camera passò dietro la Sandra:un bel ragazzo sistava lubrificando il suo arnese, grosso ma nemmeno paragonabile a quello cheaveva in bocca mia moglie. Con fare subdolo ma efficace il ragazzo riuscì a posizionare la mia Sandra alla pecorina, mentre lei era intenta a stantuffarequel gioiello mai visto. In pochi istanti il ragazzo inserì il suo cazzo nellafiga di mia moglie. "Ohhhhhh" riuscì a dire Sandra, senza minimamente spostarsi da quella posizione. mai mia moglie aveva avuto a che fare con due cazzi. Continuava a giocare con il cazzone enorme, mentre il ragazzo come una furia la sbatteva per bene. Il culo di Sandra danzava in modo meraviglioso, come lo avevo sempre sognato. "Ahhhhhhhhhhhh" il ragazzo, dopo due colpi diassestamento, aveva sborrato dentro mia moglie, la quale non si era mossa di unsolo centimetro: aveva in mano un diamante e voleva tenerlo tutto per se. Dopo breve arrivò il momento del ragazzone con il randello incredibile. Fece le cose per bene: fermò la mia Sandra oramai in preda ad una foga senza eguali e lafece stendere, con la testa leggermente piegata all'indietro. Inserì il suo uccellone nella passerina bagnata di Sandra con molta difficoltà , era davveroenorme. Sandra assecondava i movimenti:ecco, finalmente era entrato e iniziò unsu e giù lento ma profondo. Ogni volta che quell'arnese entrava nella figadella mia signora, i suoi occhi si spalancavano, fra l'incredulo ed ilsognante. Ci volle pochissimo, la mia Sandra aveva lavorato bene di bocca,prima. Un urlo anticipò la sua venuta, e vidi mia moglie nello stesso momentogodere per essere riempita per bene. Non finì di pulire il cazzo del ragazzoche le si avvicinò un signore piuttosto attempato. "Ora vedrai cosa vuol dire godere" le disse, esenza dire altro la girò verso di lui e la penetrò. Iniziò lentamente, poi lave locità cominciò ad aumentare e poi ancora e poi ancora. Dopo un paio diminuti sembrava un martello pneumatico conficcato nella figa di Sandra checominciava ad urlare come una forsennata. Le piaceva da matti quel modo difottere, io non lo avevo mai saputo. La cosa andò avanti per diversi minuti,poi anche il signore attempato riempì la mia signora. Appena due minuti dicalma, per consentire a mia moglie di riprendersi da tre sborrate: non riuscivoa riconoscere la mia pudica mogliettina, che odiava fare sesso. Che zoccola era, in realtà . Mentre era ancora stesa, senza una parola un signore sullaquarantina prese il suo cazzo e lo infilò nella bocca di Sandra. Iniziò astantuffare in modo forsennato. Si vedeva che aveva una voglia repressa, quellolì. Ad un certo punto si fermò e le disse:"Ora voglio che tu beva tutto" annuì con la testa, la mia mogliettina. Un urlo indemoniato avvertì dell'arrivo del seme: le riprese fecero un primo piano da film porno. Poteì chiaramente vedere la gola di Sandra muoversi in modo da deglutire lo sperma dell'uomo, che non la smetteva più di eruttare. Un fiume direttamente nello stomaco: avevo quasi la sensazione che stesse bevendo da una bottiglia. Almeno una decina di copiosigetti finirono nella gola di Sandra, che a fatica riuscì poi a respirare. "Era tantissima. Ma quanta ne avevi nelle palle???" Nemmeno il tempo di riprendersi che si avvicinarono in due, non si potevano vedere chiaramente, ma sembravano ragazzi: senza dire una parola presero la mia Sandra e la posizionarono alla pecorina: il primo spinse il suo uccello nella bocca di mia moglie che immediatamente iniziò a ciucciare dabrava porca. Intanto il secondo iniziò, senza farsi vedere da mia moglie, alubrificarsi il cazzo di proporzioni ragguardevoli. Appena finito, piantò la sua mazza in figa, cominciando un andirivieni da svenimento. Il ritmo martellante si ripercuoteva nel pompino: la bocca di mia moglie era diventata praticamente una seconda vulva. Dopo un paio di minuti, con mia moglie praticamente inebetita dal piacere che stava provando, il ragazzo uscì il randello dallafiga e lo posizionò in linea con il buchino del culo. Stavo per assistere allasodomizzazione di mia moglie. Mille volte avevo sognato questo momento, anchese l'artefice, nei miei sogni ero io. La telecamera si posizionò in modo taleda produrre un primo piano da sballo: mia moglie era intenta a completarel'opera del pompino. Con un colpo di reni il cazzo entrò nel culo. Mia mogliesi fermò di colpo, emettendo un urlo di dolore. Il ragazzo non si scompose. Inmodo naturale continuò a spingere nel culo di Sandra fino a penetrarla completamente. Il primo cazzo era entrato nel culo di mia moglie. E non era il mio. Mia moglie si bloccò, continuando ad urlare: il ragazzo iniziò astantuffare nel culo piano piano. Nel frattempo il primo ragazzo ripresepossesso della bocca di Sandra e ricominciò a scopare la sua figa personale.Sandra riprese il ritmo. Ora sembrava piacerle anche questa penetrazione. Nonpiù urla ma di nuovo gemiti di piacere. Il movimento durò qualche minuto,dopodiché il ragazzo le venne nell'intestino. Ebbi un brivido intenso. mentreil primo spruzzava le ultime gocce di sperma nel culo, il secondo venne intensamente nella gola di Sandra: anche in questo caso deglutì senza batter ciglio, anzi: le doveva proprio piacere perché non si staccò da quel cazzo nemmeno dopo che ebbe finito di sborrarle in gola tutto il suo nettare. Ad untratto la telecamera riprese il viso dell'ultimo ragazzo: oddio .era ..era non ci posso credere era quel bastardo di Giulio. Maledetto. Ora avevo capito tutto. Era stata tutta una scena per fottersi mia moglie. Non le aveva perdonato quel rifiuto, anni prima.E il bello era che l'aveva fatto coperto dall'anonimato. Venne inquadrato ilsecondo ragazzo, quello che aveva sfondato il culo di mia moglie: stavo persvenire. Era Angelo, o meglio Angelino. Il nipote diciottenne di Sandra. Giuliolo conosceva bene, e a mia insaputa aveva avvertito di tutto il nostronipotino, che sicuramente non aspettava altro. "Oddiooooo". Sentii dietro di me. Era miamoglie, si era appena svegliata ed aveva visto tutta la scena. Mi girai versodi lei, cercando di mettermi fra lei e lo schermo, ma troppo tardi."E' Angelino ..mio Dio mi hai fatto scopare anche danostro nipote e da Giulio!!!""No cara, vedi. Mi è sfuggita di mano la situazione.Hanno organizzato tutto senza dirmi nulla--""Lurida carogna. Proprio una puttana, dovevi farmidiventare? Mi hanno penetrato dappertutto. Sono piena di seme. Ma davveroquesto volevi?" non aspettò la mia risposta. Si alzò e, barcollando,indossò una vestaglia ed aprì la porta della stanza. "Se entro 20 secondi non mi raggiungi in macchina,parto da sola.""Aspetta amore, fatti almeno una doccia.Ragioniamo" macché, era già arrivata alle scale. Raccolsi tutto ilpossibile e le corsi dietro. Salutai con un cenno il gestore, fermo davanti alportone nero, e raggiunsi in macchina mia moglie. Senza dire una parola, avviaila macchina e partii. Le ore di viaggio passarono lentamente,..fra un"bastardo" ed un "te la faccio pagare". Appena arrivati,uscì dalla macchina dicendomi: "Tu vai a dormire in albergo, o dove cazzovuoi. Domani ti faccio chiamare dal mio avvocato, per sistemare la nostra piccola insignificante pendenza". Entrò nel portone, sempre vestita dellasola vestaglia. Notai il suo sedile completamente intriso di sperma: per tuttoil viaggio ne era fuoriuscito dall'ano e dalla passerina. Ero frastornato. Pertutto il viaggio cercai un rimedio, un qualcosa per cercare di aggiustare lecose; ma la presenza di Giulio e di Angelino era stata davvero una sorpresa,per me. "Eccola, finalmente, dottor De Angelis. Sua moglie èarrivata". Infatti ecco una Punto rossa. Non è sola. Lo immaginavo: c'èGiulio con lei. me lo sono meritato."Ciao a tutti. Scusate il ritardo. Toh c'è anche ilcornuto" meritato, anche questo. Fisso la mia Sandra: sguardoallegro,vestitino succinto. Niente reggiseno. Ha proprio organizzato tutto.Intanto Giulio senza dire una parola sbaciucchia sul collo la mia piccolina,che ricambia con un ridolino."Bene, possiamo andare nel mio studio.""Va bene, vi raggiungo subito. Devo solo pagare leconsumazioni al bar". Ho mentito. Sono diventato bravo a mentire. Nonriesco a salire le scale in loro compagnia. Mi concedo ancora qualche istante.La nebbia è andata via, finalmente. C'è addirittura ilsole. Io però sento freddo. Ancora tanto freddo. MAX_101
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15 years ago
IncantoLunare,
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Lei porta i pantaloni ....
Io e mia moglie lavoravamo nella stessa azienda leilaureata e io come impiegato, la sera a casa chi puliva e chi preparava da mangiare il sabato lodedicavamo alle pulizie domestiche, fino a che lei divenne dirigente aumentò ilsuo stipendio ed anche il lavoro, molte pratiche se le portava a casa e miaiutava sempre meno nei lavori domestici io con il poco tempo che avevo Nonpotevo pulire più di tanto, così decidemmo che siccome lei guadagnava di più,ed essendo una donna in carriera io avrei dato le dimissioni e mi sareidedicato solo alla casa.E cosi sono diventato un ottimo casalingo, pulisco, lavo,stiro, e preparo degli ottimi pranzi. Spesso mia moglie e due suoi colleghiFrancesco e Sergio con le rispettive mogli Carla e Paola fanno dei pranzi dilavoro a casa nostra o da loro, e noi "donne" facciamo a gara a chicucina meglio, poi loro discutono di lavoro e noi " donne" parliamodi cucina ci scambiamo le ricette, mi trovo un po' imbarazzato quando parlanodi moda ma per il resto reggo bene la conversazione.Quando ceniamo a casa nostra tutti mi fanno i complimentiper il pranzo e per come preparo e servo in tavola, mia moglie moltosoddisfatta di me dice che le donne dovrebbero imparare da me a fare lecasalinghe.Dopo un po' di tempo notavo in mia moglie un cambiamento,era nervosa per delle piccolezze si arrabbiava, io cercavo di accontentarla intutto credevo che era lo stress dal lavoro, invece era'altro, dopo me ne resiconto.Una sera tornati a casa dopo una cena a casa di Francescomi aggredì urlando sei un pezzo di merda che figura mi hai fatto fare. Iorimasi di stucco non sapevo cosa avevo combinato cercai di dire ma cosa hofatto ma non terminai la frase che mi vidi arrivare un ceffone e poi un altro eancora sberle a ripetizioni, non sapevo cosa fare e restai immobile a prenderliintanto lei continuava con sberle e diceva io t'insegno a stare al mondocoglione pezzo di merda e altre parole offensive, io con le spalle al muro leprendevo senza fiatare non so quante ne ho preso quando finì disse vai a lettoma ricordati che non e finita ancora. Andai a letto ma non riuscivo a dormirepensando a cosa avevo combinato per farla arrabbiare tanto, e pio perché mi hapicchiato non l'aveva mai fatto, e io perché non sono riuscito a reagire?Non trovavo risposta a quelle domande.Il mattino dopo ha fatto colazione come il solito ed èandata a lavorare.La sera appena entrata in casa mi disse, noi due dobbiamoparlare, qui le cose devono cambiare, dal suo tono di voce mi resi conto chenon era niente di buono, dora in poi qui comando t'insegnerò a stare al mondo,tutte le volte che sbagli ti picchierò per fartelo ricordare così nonsbaglierai più, ti picchierò sul culo o in parti de corpo che non si nota se tilascio dei segni, perciò cerca di comportarti bene per evitare le botte.Ora sai come sarà in futuro sta a te la scelta o accettioppure te ne vai subito cosi come stai poiché tutto ciò che è in questa casa emio lo comperato con i miei soldi.Accettai che altro potevo fare senza soldi, né vestiti,né casa dove andavo? E poi gli volevo bene ero innamorato di lei.Preparai la tavola come il solito per entrambi ma arrivòlei e disse togli un coperto qui mangio solo io tu mangerai in cucina dopo cheho finito io, ma io sono tuo marito dissi non puoi trattarmi come una serva.Hai accettato le mie condizioni perciò fai come ti dico,e per questo sarai punito, ora muoviti voglio mangiare.Dopo mangiato venne in cucina e disse togliti i pantalonie le mutande mi prese per un orecchio e mi trascinò in sala. Poggia le mani sultavolo, si mise al mio fianco e cominciò a sculacciarmi con una mano dritta euna al rovescio, il culo cominciava a bruciarmi e più io dicevo basta più leipicchiava, dopo circa dieci minuti smise avevo il culo in fiamme cercai dimassaggiarmelo con le mani ma lei mi fermò non toccarti voglio che ti bruciapiù a lungo cosi ti ricorderai di non contraddirmi.Durante la settimana tutte le sere trovava una scusa perpicchiarmi, non mi faceva neanche rivestire per avere sempre il culo pronto aricevere altre botte. Il venerdì sera era pronta ad uscire e disse "ioesco e per evitare che anche tu lo faccia spogliati metti i vestitinell'armadio e portami la chiave", "nudo?" dissi, io "si tivoglio nudo completamente", mi spogliai gli consegnai la chiave non volevofarla arrabbiare per non prendere altri sculaccioni, rimasi solo in casa nudo,così tutte le volte che usciva io restavo solo in casa nudo. Quando avevofreddo mi mettevo un suo vestito e lo toglievo prime che lei tornasse. Una notte mi addormentai sul divano lei tornò e mi videcon la sua gonna, "scusami ma avevo freddo"dissi "lo tolgo subito" tremando avevo pauraper il mio povero culo, "no -disse lei- ci stai bene cosìvestito girati si stai bene vestito così e solo unpo'stretto ma rimedieremo, ora sono stanca ti puniròdomani per averlo messo senza il mio permesso".L'indomani prima di uscire mi fece poggiare le mani sultavolo e a culo nudo mi punì. Tornò con dei pacch disse vieni ho comprato della roba per te, provati questaera una gonna elastica mini che mi copriva appena appena il culo e i genitali,un'altra larga sempre mini che sembrava non averla addosso, calze autoreggenti,e un reggicalze "d'ora in poi di giorno ti vestirai sempre così ipantaloni li userai solo per andare a fare la spesa". Non obbiettai perpaura della sua reazione (ne avevo già prese tante prima e mi bruciava ancorail culo.)Usciva sempre più spesso avevo capito che aveva un amanteanche perché tra di noi i rapporti erano chiusi se io mi avvicinavo mi dicevadi no se insistevo mi andava bene se mi diceva fatti una sega oppure mipicchiava, a volte se ero fortunato mi faceva lei una sega, ma di scopare mai. Un giorno mi feci coraggio e dissi "scusami cara seti dico una cosa promettimi di non picchiarmi?" "Non ti promettoniente però dimmela e poi deciderò", "sai, io, ecco, voglio,vorrei.." "allora ti decidi a parlare?" Sbottai tutto di unfiato "tu hai un amante?" "Tutto qui -rispose lei tranquilla- sicerto che ho un amante cosa credi che non scopo con te non scopo connessuno?" Mi sono sentito le gambe molli quasi svenivo per larabbia, ebbi una reazione d'orgoglio e dissi non è giusto a me che sono tuomarito fai fare solo seghe. Non finii la frase che mi infilò una mano sotto la gonnaprese i miei genitali srtingendomeli e gridava, "io faccio quello chevoglio se non ti sta bene quella è la porta", e con l'altra mi picchiava,appena li lasciò caddi a terra per il dolore ma lei continuava a darmi calcidove capitava io gridavo, ti prego basta non ne posso più mi fai male, smise sivestì ed uscì o rimasi a terra e ci volle parecchio tempo prima di riprendermi.Una sera avevamo a cena a casa nostra con i suoi colleghie le mogli, mentre portavo i piatti sporchi in cucina mi caddero a terra, dicorsa mia moglie venne in cucina mi spinse all'angolo ed intanto che mi picchiavaè entrata Carla che ha visto tutto, mia moglie non si scompose mi prese per unorecchio mi trascinò in sala, e disse "ora lo sapete anche voi sì iopicchio mio marito, e c'è dell'altro che dovete sapere, vai a vestirti".Andai a mettermi calze autoreggenti senza mutande e la mini gonna larga, appenaentrato in sala scoppiò una risata generale. Mia moglie mi sollevò la gonna edorgogliosa mostrava il mio culo ben arrossato.Non vi dico i commenti. Volevo sprofondare per lavergogna, ma sapevo che dovevo abituarmi a servire così vestito.Quando andavamo da loro mettevo i pantaloni per uscire dicasa ma appena arrivati mi faceva indossare la gonna, aiutare a servire, alavare i piatti mi obbligava e fare quello che dovevano fare le altre mogli. Unasera andai ad aprire, mia moglie disse "siamo in due ti presento il mioamante", rimasi pietrificato non sapevo cosa fare abbassai gli occhi edissi piacere, prepara da mangiare per due io faccio una doccia intanto offrida bere al nostro ospite, con le gambe tremanti non so se per la vergogna o peril nervosogli portai da bere tenevo sempre gli occhi bassi avevovergogna a guardargli in faccia.Gli servii da mangiare. Dopo mangiato mentre lavavo ipiatti Mia moglie mi chiamò erano tutti e due nudi sul divano disse "ègiunto il momento che tu fai veramente la donna, perciò prendi in bocca il suocazzo e fagli un bel pompino". "Cosa? No ti prego questo no mi faschifo". Per tutta risposta mi tolse la gonna e cominciò a picchiarmi, nonvolevo cedere, mi picchiava con la riga da disegno, sul culo e sulle cosce maio non cedevo era troppo grande l'umiliazione e poi mi faceva schifo, speravoche il suo amante intervenisse in mio aiuto ma lui stava fermo a guardare lascena anzi si divertiva. Allora mia moglie prese il ferro da stiro lo poggiò perterra lo legò con un capo dello spago e l'altro capo lo legò ai miei testicoli,mi mise in piedi con le gambe divaricate rivolto verso il divano "staraicosì fino a che non ti deciderai a prenderlo in bocca". Andò sul divano ediniziarono a fare l'amore io costretto a vedere la scena, se mi muovevo tiravolo spago e il peso del ferro mi strappava i ciglioni. Avevo i muscoli dellegambe che cedevano non resistevo più anche per le rigate che avevo ricevuto,dissi "va bene gli faccio il pompino ma ti prego basta non ne possopiù" caddi in ginocchio proprio davanti al suo cazzo glielo presi in bocca,era già duro, intanto mia moglie mi guidava, "ecco ora lecca sul filetto,ora lecca la cappella, fattelo scivolare in bocca, fino in gola", ioeseguivo come un automa non capivo niente, venne quasi subito mi sborrò inbocca mi faceva schifo, di scatto mi alzai per andare a sputarlo ma avevo ancorail ferro legato ai coglioni presi uno strappo, urlai per il dolore, ricaddi aterra, mia moglie mi prese per i capelli e disse "devi ingoiare tutto deviimparare come si fa. Avanti adesso lo riprenderai in bocca e lo pulirai perbene, dai continua così vediamo se riesci a farlo venire di nuovo". Mislegò i testicoli "tira su il culo che ti massaggio un po' intanto che tupompi", ormai eseguivo gli ordini senza rendermi conto di quello chefacevo. Ad un certo punto lanciai un urlo, mia moglie si era messo un cazzo fintoe me lo ha messo nel culo, volevo alzarmi ma lui mi teneva la testa pressatasul suo cazzo mia moglie con il cazzo nel mio culo e con le mani mi teneva ifianchi, "continua a pompare" mi diceva intanto faceva andare avantie indietro il suo cazzo finto, lui venne per la seconda volta ingoiai tutto efinì il mio supplizio. Mia moglie sfilò il cazzo mi buttai sul pavimento daldolore ero sfinito piangevo, mia moglie mi aiutò sollevarmi e baciandomi mi disse, "adesso sonosoddisfatta e orgogliosa di te sei diventato una donna a tutti gli effetti orapotrai prendere in culo anche un cazzo vero. E non piangere come un femminucciavedrai che in futuro ti piacerà ". Dopo quella sera che mia moglie mi ha fatto diventaredonnaTutti i sabato sera Claudio (così si chiama il suoamante) veniva a cena da noi, io preparavo da mangiare, servivo senza sedermi atavola restavo in piedi vicino a mia moglie a riempire i bicchieri di vino e d'acqua,loro parlavano come se io non ci fossi m'ignoravano completamente.Dopo mangiato io sparecchiavo, lavavo i piatti e loro osul divano o a letto scopavano. Quando mia moglie mi chiamava io dovevoprendere in bocca il cazzo di Claudio e pompare, ma siccome lui si era già sfogatoera molle e per farglielo tirare dovevo leccare e pompare per tanto tempo, mifacevano male le mandibole ma non smettevo per non fare arrabbiare mia moglie,lei diceva che così facevo esperienza eche mi sarebbe stata utile in futuro, quando diventavaduro lui saltava su mia moglie e la scopava dinuovo.Sergio il suo collega era diventato direttore e ci hainvitato a cena al ristorante, eravamo noi Francesco Carla e sua moglie Paola,si parlava del più e del meno quando la conversazione cadde su noi, chi diceva chenon era giusto il comportamento di mia moglie nei miei confronti chi invecediceva che chi comanda ha il diritto d'avere potere assoluto, io restavo zittonon volevo dire cose che facessero arrabbiare mia moglie, ad un certo punto miamoglie disse un po' seccata che lei agiva come voleva e che erano affari suoi.Siccome io ero la donna in casa dovevo essere donna in tutto, gli raccontò deinostri rapporti con il suo amante, che io gli facevo i pompini e che leim'inculava con il cazzo finto.Vedevo le loro facce sbalordite per quello che mia mogliediceva, volevo nascondermi per la vergogna, mi alzai dissi vado in bagno e liebbi una crisi di nervi e piansi.Tornato al tavolo Paola mi disse "è vero che faitutte quelle cose che dice tua moglie?" "Si" dissi senza alzaregli occhi dal tavolo "e tu non dici niente, non reagisci?" Se lofacesse lo riempirei di botte dissemia moglie.Tornati a casa prima di andare a letto mia moglie si miseil cazzo finto, io m'inginocchiai lo presi in bocca lo bagnai per bene mi stesicon la pancia sul letto e le gambe per terra, lei me lo mette nel culo e mi scopa,era ormai una prassi che quando lei si metteva il cazzo finto io dovevo primabagnarlo e poi prenderlo nel culo, lei diceva che lo faceva per il mio bene eche mi preparava per quando dovevoprendere quello vero, io nonostante il dolore dovevoanche ringraziarla.Una sera dovevamo andare a cena a casa di Francesco miamoglie disse sotto i pantaloni ti metti la gonna voglio che aiuti Carla vestitocosì. Mi misi le calze autoreggenti la mini gonna stretta, appena arrivati a casami tolsi i pantaloni, per non sentire i commenti andai subito in cucina adaiutare Carla.Nel servire in tavola mia moglie mi molla una sberlaurlando "guarda come ti sei sporcato la gonna non stai mai attento,toglitela subito e vieni qua" era un ordine che non accettava repliche, misfilai la gonna e rimasi solo con le calze senza mutante (non le mettevo mai)mi stesi sulle sue gambe e cominciò a sculacciarmi, finito mi disse "adessostarai così e servirai do solo" anche Carla si sedette a tavola, io servivoe giravo intorno al tavolo per riempire i bicchieri, intanto che riempivo ilbicchiere di Carla midice "ti brucia?" E intanto mi tocca il culo,"un po'" risposi. Finito di mangiare sono andato in cucina a lavare ipiatti, intanto gli "uomini" parlavano di lavoro le donne vennero incucina a farmi compagnia, mi sentivo ridicolo loro ben vestite ed io nudo, maormai non potevo farci niente non sapevo più cosa era la vergogna non avevo piùdignità .Tornati a casa dissi a mia moglie "posso andare aletto o mi devo preparare?" Speravo che non m'inculasse ma lei disse"preparati non dobbiamo perdere le buone abitudini", così anchequella sera il mio povero culo ebbe la sua parte.Una mattina prima di uscire mi disse "oggi viene atrovarti Sergio il mio direttore trattalo bene ci tengo a fare carriera".Verso le tre del pomeriggio arriva Sergio "ciao-disse- te lo ha detto tua moglie che sarei venuto a trovarti?""Si" risposi "mi ha detto che sai fare bene i pompini sono quiper verificare" e si sedette sul divano senza dire una parolam'inginocchiai gli abbassai i pantaloni e mutante glielo presi in bocca e cominciaia succhiare, "cazzo come pompi bene lo succhi meglio di mia moglie e anchedi tua moglie (cosi ho saputo che si e scopato mia moglie) dai non smettere,fai piano così dura di più, sei forte dovresti insegnare anche a mia mogliecome si fa". Finalmente venne ingoiai tutto.Lo accompagnai in bagno glielo lavai per bene gli dissi"vuoi che lo faccia di nuovo?" ( mia moglie mi aveva raccomandato ditrattarlo bene altrimenti povero il mio culo.) "si dai" disse luicosì ripresi a pompare per la seconda volta.Appena entrata mia moglie cominciò a spogliarsi buttandoi vestiti per terra come faceva di solito, io dietro a raccoglierli disse"è venuto Sergio?" "Si" "è rimasto soddisfatto?""Credo di si", "bene ora faccio una doccia, non preparare damangiare vado fuori".Appena uscì dalla doccia ebbi un attimo di coraggio edissi arrabbiato, "non è giusto mi obblighi a fare il tuo schiavo, ma nonvoglio fare la tua puttana, per farti fare la carriera". "Cosa aidetto?" Ho visto il suo sguardo era veramente arrabbiata ho avuto paura esono scappato a chiudermi in bagno, lei mi corse dietro "apri subitoquesta porta o sarà peggio per te", non volevo aprire avevo troppa paurama sarebbe stato peggio se non l'avessi fatto subito. Aprii la porta mi buttaiin ginocchio ai suoi piedi, chiedendo perdono, lei mi prese per i capellicominciò a picchiare mi stese per terra dandomi calci sul culo, sulle gambe,sulla schiena, "seguimi" disse mi alzai per seguirla ma leimollandomi un manrovescio disse "ti ho detto di seguirmi non dialzarti", la seguii a quattro zampe mi portò in sala "mettiti con lapancia sul tavolo e stendi le mani in avanti", prese una corda mi legò lemani alle gambe del tavolo e cominciò apicchiarmi con la riga da disegno, sul culo e sullecosce, io gridavo "basta ti prego non ne posso più", ma lei non miascoltava neanche e continuava. Quando si stancò avevo il di dietro in fiamme,speravo che mi slegasse per poggiarmi alle piastrelle della cucina per sentireun po' di sollievo, ma lei mi fece inginocchiare sullo sgabello prese lo spagomi legò i testicoli al ferro da stiro poggiato per terra con lo spago tirato inmodo che ogni movimento che facevo mi strappavo i coglioni.Si vestì stava per uscire, io piangendo la supplicavo dislegarmi di non lasciarmi in quella posizione, lei non mi degnava neanche diuno sguardo, non disse una parola e uscì. Io avevo tutti i muscoli delle gambe ela schiena che mi facevano un male terribile, cercavo di stendere prima unagamba e poi l'alta con piccoli movimenti altrimenti tiravo lo spago e poveri imiei coglioni. Non so quando tempo è passato sentivo aprire la porta, era lei eClaudio il suo amante, ebbi un attimo di sollievo finalmente mi avrebbe slegato,ma loro si misero sul divano ad amoreggiare, io supplicavo mia moglie dislegarmi ma lei agiva come se io non esistessi. Vennero dietro di me mia mogliemi allargava le chiappe del culo, lui con un colpo secco m'infilò il suo grossocazzo, lanciai un urlo che subito mia moglie mi tappo la bocca, intanto luicontinuava a fare avanti e indietro fino a quando non mi sborrò sulla schiena.Dopo mia moglie mi slegò, io caddi a terra dolorante,"vai a farci un caffè" disse lei, io cercavo di rialzarmi ma avevo legambe che non mi sostenevano, camminando a quattro zampe preparai il caffè, bevveroil caffè ed uscirono senza dirmi una parola, come se io fossi il loro strumentodi piacere.Ormai mi ero rassegnato a fare la vita da servo e oggettodi piacere di mia moglie, dei suoi amici, e del suo amante, che sembrava che ciprovava più gusto a farsi fare i pompini ed inculare me che a scopare mia moglie.MAX_101
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15 years ago
IncantoLunare,
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Il sopralluogo ....
Ormai erano le 17 passate da un pezzo e Luisa aveva ormai sistemato la sua scrivania per il giorno dopo, chiudendo bene i cassetti e l’armadio, l’Architetto era stato tassativo “mi raccomando signorina chiuda sempre bene tutte le sere, non voglio che nessuno curiosi in giro, le carte sono importanti…â€. Ormai erano anni che ripeteva quella frase e così Luisa ripeteva ormai automaticamente quelle operazioni tutte le sere.Stava indossando il suo giubbetto di pelle e per prendere il casco della vespa, quando suonarono alla porta, strano non c’era nessun appuntamento in agenda.Ripose nuovamente il casco e con il giubbino mezzo infilato andò verso la porta e la aprì, dinanzi a lei c’erano un uomo e una donna, distinti di mezza età circa sui cinquantanni, lui capelli scuri, occhi verdi, pelle abbronzata e un fisico ancora da trentenne in forma, lei sembrava quasi una ragazza proveniente dai paesi dell’est, capelli biondi a caschetto, corpo alto e slanciato ma con un seno molto prominente.Vestivano ambedue in maniera curata, un completo in lino chiaro con camicia bianca mentre lei un corto e leggero vestitino bianco di seta con disegnate delle rose rosse e un paio di zeppe molto alte di stoffa intonata al vestito.“Buongiorno signorina, l’Architetto non c’è?†–chiese Lui“No – rispose Luisa – oggi è a Roma e non rientrerà per il fine settimanaâ€.“Accidenti –rispose seccato – proprio oggi….â€â€œC’è qualche problema? – disse Luisa.“Vede -rispose sempre con modi gentili, ma evidentemente seccato del contrattempo – l’architetto doveva venire da noi proprio stasera e dovevamo fargli vedere la ns. abitazione per quella vendita che da molto tempo è in attesa di definire…â€â€œma io veramente non sapevo…disse Luisa… non saprei come fare….â€â€œnon potrebbe chiamarlo per sentire?â€â€œCerto, disse Luisa, vediamo cosa posso fare….â€Li fece accomodare, mentre si metteva al telefono per rintracciarlo.“Architetto, pronto?, mi sente? Si sono Luisa, senta qui ci sono i signori…? Come vi chiamate? Disse rivolto a loro –“Martini†si affrettò lui.“.. ci sono i signori Martini che dicono che lei doveva fare un sopraluogo alla loro abitazione….â€â€œâ€¦.a certo, i Martini…- rispose l’Architetto – adesso ricordo… purtroppo ho avuto questo impegno Luisa, lo sai anche tu, vedi di farli ragionare, oppure se insistono, di loro che sei la mia sostituta, fai un po’ di domande e vai tu a fare il sopraluogo con loro, poi mi racconti e in caso ne rifarò un altro quando torno… capito?â€â€¦â€œâ€¦ si Architetto, ma io veramente….â€â€œLascia perdere, fai come se fossi una architetta collaboratrice, fai un po’ di scena …. Ciao e fammi sapere domani,.. buonanotteâ€â€œnotte architetto….!!â€Luisa restò un attimo interdetta, non sapeva proprio come doveva fare, dire loro la verità oppure fare come aveva detto l’architetto? D’altra parte non sembravano molto avvezzi agli studi dei professionisti e probabilmente era la prima volta che facevano una vendita…“Ok –disse- l’architetto purtroppo è impegnato in una riunione e mi ha delegato come collega a sostituirlo, dunque di cosa si tratta?â€â€œVede – disse lui – noi abbiamo una villa qui in collina e poiché Yulia vuole tornare in Russia dai suoi genitori, io ho deciso di seguirla e iniziare un attività li e quindi vorrei vendere la proprietà â€.“E’ molto che ne parlo con l’Architetto, infatti sono anni che ci frequentiamo per altre cose e lui mi aveva sempre promesso un suo interessamento….ma, non ha ancora concluso nulla, nemmeno il sopraluogo….â€â€œSe volesse venire lei ci farebbe molto piacere, avevo invitato l’architetto stasera , perché abbiamo una piccola festina tra amici , e quindi dopo il sopraluogo si sarebbe fermato a cena, ma forse se l’è dimenticato….â€â€œâ€¦certo –disse Luisa – sa una riunione improvvisa….ma comunque se posso esservi utile io…â€â€œCerto – disse lui- così l’invito per la festa vorrà dire che lo giriamo a Leiâ€â€œMa veramente io….disse Luisa … non saprei….â€â€Guardi che è una cosa informale, tra amici, ci troviamo sempre al venerdì sera , lasci qui la moto e l’accompagnamo noi…â€â€œVa bene – disse Luisa – anche perché stasera non avevo impegni…â€Fece finta di prendere carte ed appunti , un metro per le misure e una macchina fotografica, certo doveva fare un po’ di scena, ma pensò di essere abbastanza credibile.Salirono in auto, una mercedes nera di grossa cilindrata con tutti i vetri oscurati, Yulia sedette sui sedili posteriori lasciando il posto a lato della guida a lei.L’accompagnarono prima a casa per cambiarsi, e visti gli abbigliamenti dei due cercò di imitarne le scelte, mise un piccolo perizoma e un reggiseno rosso a balconcino del tipo brasiliano, che a stento le copriva i grossi capezzoli, una minigonna di jeans corta, una camicetta bianca slacciata fino a sotto il reggiseno, una larga cintura in cuoio nero con una grossa fibbia, due sandali rossi da circa 12 cm, con una fascetta di circa tre centimetri che le bloccava la caviglia.Risalita in macchina i due non ebbero che complimenti per la scelta dei vestiti che si dissero intonati alla serata…..Fecero parecchia strada, forse un centinaio di chilometri, le colline non erano vicine e quindi quando furono in zona erano ormai le otto , e la luce iniziava a calare, la strada si fec dapprima tortuosa e poi stretta e ripida, passando in mezzo a boschi di castagni, dopo alcuni chilometri isolati da tutto , su un tornante, svoltò per una stradina in terra e percorsi alcuni chilometri arrivarono sulla cima di un colle dove vi era una vecchia casa colonica con un ampio portico e scalinata , a due piani tenuta abbastanza bene, con un grande parco intorno con tavoli e sedie.C’erano una decina di persone fuori con bicchieri in mano e alla vista dell’auto gli vennero incontro.Furono saluti per tutti, con molti baci e strette di mano, mi presentarono, forse sbagliando come l’Architetta Luisa, (e pensare che in realtà avevano davanti una povera segretaria ….), c’erano avvocati, ingegneri, dottori, commercialisti, insomma una crema di professionisti e industriali, ma le donne che erano presenti, e lo notò solo piu’ tardi, non avevano la stessa età degli uomini ma erano molto, molto più giovani quasi tutte sui 20 25 anni, tutte molto belle vestite con abiti eleganti ma anche molto succinti.Il signor Martini mi fece entrare e sempre accompagnato da Yulia, che mai aveva proferito parola, mi fece vedere le varie stanze elencandomi i pregi della villa.Le stanze erano tutte molto grandi e ben arredate, ma la luce era quasi dappertutto spenta e decine di candele di tutte le forme le illuminavano fiocamente.“Sa è per la festa…†disse come per scusarsi.“Non importa –disse Luisa – è solo per rendermi conto …â€La cucina era piena di ogni ben di dio, per un buffet certamente pantagruelico, il Signor Martini si fermò e da una caraffa versò su un flut un vino scuro che porse a Luisa, che anche se non era una gran bevitrice dovette accettare. Notò che il vino era molto denso e nonostante il profumo gradevole sembrava avere una specie di sabbiolina all’interno, ma non disse nulla e inghiottì.Le sembrò che Martini volgendosi verso Yulia ammiccasse , ma non ci fece molto caso e proseguirono.Passarono di stanza in stanza e sempre nella penombra delle candele, notò che erano tutte addobbate con drappi rossi e neri, che c’era un forte odore d’incenso ed essenze nelle stanze da letto.In una grande stanza al piano interrato c’era una grande piscina ad idromassaggio e di fronte una grande vetrata con i vetri a specchio che impedivano la vista oltre, che Martini giustificò dicendo che si stavano facendo lavori e non era il caso di vedere in quel momento.Risalirono e Martini la invitò a restare per la cena.Salirono al primo piano e si sedettero su una grande tavola imbandita su cui i camerieri riversavano in continuazione cibi e bevande.Luisa, seduta tra Martini e Yulia, veniva sempre invitata ad assaggiare tutto e Yulia versava in continuazione quel vino che aveva assaggiato in cucina, anche se lei bevevo solamente acqua.A tavola c’erano circa una decina di uomini e altrettante ragazze che solo in parte parlavano italiano mentre molte erano russe come Yulia .Scherzavano e ridevano e qualche volta partiva qualche bacio appassionato, ma nulla di più.Luisa poco prima del dolce, ebbe l’ultima sensazione di essere cosciente e padrona di se, poi più nulla….Era sicuramente stata drogata, con quel vino, quella sabbiolina che sentiva nel palato mentre deglutiva, tutto era annebbiato e si sentiva leggera e con molto calore addosso e voglia di ridere.Martini sicuramente se n’era accorto e quindi propose a tutti di passare alle altre stanze per divertirsi un po’ . Disse a Yulia di accompagnare Luisa a “prepararsiâ€â€¦Yulia si alzò e prese sottobraccio Luisa, che barcollante cercava di fare domande che però stranamente non sortivano dalla sua bocca.Salirono le scale ed entrarono in una delle stanze viste poco prima, aprì un enorme armadio e all’interno si affacciarono decine e decine di vestiti e costumi di tutte le foggie e centinaia di scarpe.La spogliò e notò con piacere che Luisa era completamente depilata e il suo corpo da giovane trentenne era rigoglioso e prepotente con la sua 4^ di seno e per i suoi 180 cm di altezza.Prese dall’armadio un costume da cameriera e glielo fece indossare, un reggicalze nero molto alto con 4 lacci che scendevano a imprigionare due calze con la riga posteriore e il tallone alto e un disegno di una tigre sulla caviglia, un vestitino nero di pizzo che le lasciava a malapena coperto il pube e i glutei scoperti senza alcuno slip, la pettorina invece era composta da un leggero pizzo bianco molto trasparente che a stento tratteneva i suoi grandi seni, un collare nero di velluto sul collo e una cuffietta bianca in testa che le raccoglieva i biondi capelli, ai piedi un paio di sandali con un tacco altissimo di almeno 15 cm con una grossa fibbia argentata sul davanti e lunghi lacci che le stringevano i polpacci.Vestita, la fece sedere sul letto e iniziò a truccarle il viso, con una matita nera le passò il contorno degli occhi, le passò anche del phard nero sulle palpebre, e molto fondo tinta sulle guance per renderle rosse e paffute, infine un rossetto rosso vivo per contornarle le labbra.Finito che ebbe ne fu soddisfatta e finalmente disse le sue prime parole in uno stentato italiano:“tu ora essere perfetta troia per divertire signoriâ€â€¦.Luisa non metteva a fuoco ciò che la circondava e sue le parole le arrivavano tutte distorte, e notò che a malapena si reggeva in piedi….Yulia la prese sotto braccio e scesero non senza difficoltà le scale, appena arrivate nel salone di fronte alla piscina con l’ idromassaggio, videro che la festa era già iniziata, alcune coppie erano immerse completamente nude nella vasca, un uomo era in piedi al centro e una ragazza aveva il suo membro in bocca e lo succhiava con avidità .A lato in un lettino altri due stavano montandosi selvaggiamente in precario equilibrio.La parete vetrata che prima era chiusa aveva spalancato le porte per lasciare spazio a un enorme letto rotondo di almeno 10 metri rivestito di seta rossa con tutte le pareti attorno e il soffitto coperti di specchi.Sul letto al centro c’era una ragazza e su di lei almeno 5 uomini si stavano dando da fare. Ogni suo buco era già pieno, la bocca, la fica, il culo, e altri due venivano segati dalle sue mani, stava soddisfacendo cinque uomini contemporaneamente.Martini si avvicinò e rivolto a Yulia disse “hai proprio fatto un buon lavoro, hai scelto bene, ora vediamo cosa sa fare questa camerierina....â€La spinse verso la sala e subito dalla piscina l’uomo che era in piedi andò verso di lei e disse “ cameriera venga qui, ho bisogno di un bocchino…!†e tutti si misero a ridere.Quando gli fu di fronte, Luisa ebbe un attimo di coscienza che le permise di vedere l’asta gigantesca che pendeva di fronte a lei, c’erano almeno trenta centimetri di cazzo ed erano diretti su di lei.L’uomo senza tanti preamboli infilò una mano sotto la gonnellina e afferrandole il pube lo strinse facendola gemere, lo strofinò violentemente e altrettanto violentemente le sprofondò almeno due dita nella figa . Le grosse dita entravano e uscivano a un ritmo selvaggio, mentre le nocche esterne della mano le sfregavano sul pube, dopo averla frugata per almeno cinque minuti, la fece inginocchiare e dapprima facendolo sfregare sul volto poi le infilò il cazzo enorme in gola.La bocca a malapena conteneva la cappella e il calore e il liquido che già colava le scendevano fuori dalla bocca , “…non è bravissima questa cameriera- si lascia uscire il meglio- … rise e glielo spinse ancor più in golaâ€.Luisa aveva quasi dieci centimetri di cazzo in bocca e la sua lingua faticava a muoversi in quello spazio ristretto.Mentre era intenta a questo una ragazza la raggiunse da dietro e dopo averle palpato la figa si distese dietro di lei e iniziò a slinguazzarla passando alternativamente tra la figa e il buco del culo.Luisa era ben poco cosciente , se non per certi sporadici momenti nei quali aveva la consapevolezza di godere e venire.La ragazza dietro esaurita la sua leccata fu subito sostituita da un cazzo che approfittando della abbondante salivazione entrò come un coltello nel burro del suo culo, sfondandola per la prima volta. Un dolore acuto la fece quasi rinvenire dal suo stato di incoscienza, sentì le membra bruciargli e l’asta penetrare nelle viscere. Anche questo palo doveva essere di dimensioni notevoli perché il suo ano si era dilatato tremendamente. Dopo alcuni minuti di stantuffate alternate tra la figa e il culo, ambedue vennero riempiendola di sperma e quando vennero estratti i cazzi colarono fuori dei buchi, prontamente leccato da due ragazze che non aspettavano che questo.Sempre con le loro lingue appoggiate dappertutto venne trascinata verso l’enorme letto rosso al centro della sala, e in un battimani e risate generali fu fatta distendere e tolto il vestito rimase in reggicalze , calze e sandali.Alle due ragazze si unirono le altre e tutte insieme si alternarono, chi a leccarle la figa, chi il culo, chi le tette e una le infilò la lingua calda in bocca facendole scoprire gli umori del bacio saffico .Il suo corpo era un fremito continuo, un ondata di eccitazione che sfociava in ripetuti sussulti di orgasmo, solo una donna poteva farla arrivare a tanto, il suo corpo e ogni centimetro di lei erano pervaso da eccitanti orgasmi.Improvvisamente come erano venute se ne andarono, lasciandola distesa sul lenzuolo di raso rosso, ancora vibrante e sussultante di spasmi, completamente ricoperta di saliva.Era venuto il suo turno, come per la ragazza che poco prima aveva visto, ora toccava a lei.Cinque uomini la presero e la manipolarono come un oggetto, uno si distese sotto di lei mentre altri sollevandola la calavano alternativamente su quel cazzo già duro e penetrandola come fosse in altalena, dopo di che, un uomo di colore,materializzatosi da dietro le infilò nell’ano umido di saliva delle ragazze il suo enorme cazzo nero, un altro glielo mise in bocca mentre gli altri due prese le sue mani le appoggiarono i loro uccelli già in tiro per farli segare.Prona sopra il cazzo che la impalava da sotto, veniva sfondata nel culo e le spinte che questo le dava le facevano inghiottire sempre più l’asta che le entrava in gola, mentre le mani con un andamento quasi meccanico continuavano a stringere freneticamente i due cazzi e a muoversi dal basso in alto anche dopo averli fatti venire.Lo sperma dei cinque ben presto la riempì chi nella figa, chi nel culo, chi nella bocca e litri di calda sborra scesero sul suo corpo straziato dalle carni dure dei membri ancora palpitanti.Staccati che si furono, altri cinque si fecero avanti e ripresero la scena poco prima interrotta, Luisa era come una bambola che stava soddisfacendo i loro giochi.Finita anche questa ondata di sesso, tutti insieme la presero e la portarono in una stanza attigua, celata dietro a uno scaffale che venne spostato all’occasione.Dietro c’era una stanza ovale con un tavolo centrale in marmo, dove venne fatta distendere sulla pietra fredda che la fece sobbalzare e svegliare dal suo intorpidimento.Vide intorno a se una ventina di persone, uomini e donne, nudi, madidi di sudore e sperma, che la osservavano.Due uomini le stavano legando le mani sopra la testa dietro al tavolo, mentre altri due le divaricarono le gambe appoggiandole su dei supporti simili a quelli di un letto ginecologico.A gambe divaricate la sua figa arrossata dalle continue penetrazioni era ben visibile a tutti e completamente dilatata se ne vedeva l’oscuro interno, tra le grosse labbra tumefatte e ripiegate.Le venne applicato un divaricatore ginecologico che portò la dilatazione al doppio della sua apertura, da dietro il gruppo comparve il suo capo, l’Architetto, con davanti a se una macchina con una serie di aggeggi che venne posizionata davanti a lei.“Ciao Luisa, hai visto chi c’è?â€â€¦Era composta da un tavolino sul quale una ampia ruota metallica aveva fissato su un lato una lunga asta metallica alla cui cima era infilato un enorme vibratore nero di almeno 40 cm di lunghezza e 8-10 cm di diametro, era spalmato completamente di vaselina .L’arnese le venne appoggiato sulle pareti della vagina allargata dal divaricatore e lentamente le fu inserito all’interno della figa. Leggere convulsioni la iniziarono ad assalire.L’aggeggio venne azionato e il vibratore con la lunga asta si mise in moto, la ruota faceva azionare l’asta avanzandola e ritraendola alternativamente, mentre il vibratore lavorava per suo conto agitandosi in tutti i sensi, senza però mai uscire dalla vagina.Venne regolato con una cadenza a crescere, dapprima i colpi erano circa uno ogni dieci secondi poi man mano aumentavano sino a quasi divenire uno al secondo, mentre le penetrazioni arrivavano sempre piu’ in profondità .Luisa stava avendo orgasmi multipli, il suo corpo vibrava e si tendeva come una corda, i suoi umori bianchi uscivano dalla vagina come un torrente in piena e colavano lungo le sue cosce.Uomini e donne che fino ad allora si erano limitati a masturbarsi davanti a lei gettarono il loro seme sul suo corpo, spalmandolo e distendendolo con le loro mani .Due si avvicinarono con i cazzi di marmo e le appoggiarono le cappelle calde sui bordi della bocca, la sua lingua saettò fuori vogliosa leccandoli alternativamente, due ragazze le strizzavano alternativamente i capezzoli tirandoli verso l’alto e stringendole i seni.Una ragazza si era coricata sotto di lei al bordo del tavolo per suggere il liquido umorale che colava dalla vagina .Non riuscì a capire per quanto quella macchina abusò di lei forse minuti, forse ore, ma al termine quando tutto fu finito e venne sollevata e portata in camera, il suo corpo era a pezzi, ma quello che più non sentiva era la sua figa e il suo buco del culo, le sembrava fossero in fiamme e a poco valsero gli impacchi freddi di Yulia.Distesa sul letto Yulia le massaggiava la figa delicatamente con una spugna fredda e bagnata e le diceva “Luisa, sei stata fantastica, la tua iniziazione è stata perfetta, poche resistono a tutta la serata, e stasera poi c’erano proprio tutti, anche il tuo capo, farai carriera sicuramente….â€Luisa con un filo di voce e quel poco di coscienza che le era ritornata le rispose “ ma di che carriera vai parlando?â€Il mio capo? Ma non era a Roma?â€â€œno non è mai stato a Roma, voleva solo creare una scusa per farti iniziare…â€â€œDa stasera sarai una Troia da alto bordo, cara mia, stasera sei stata iniziata al più alto grado di troie che ci sono sulla piazza, potrai contare da oggi di finanzieri, industriali e professionisti che ti copriranno di soldi e bella vita….lo sai stasera cosa hai guadagnato? Almeno 10.000 €, e tutto per un po’ di cazzo in fica!!†che ne dici?â€Lusia era esausta non riusciva bene a focalizzare, da segretaria da meno di 1000 € a Troia da 10000 € a notte, forse era il caso di dormirci su…. E così fece.MAX_101
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15 years ago
IncantoLunare,
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Il vasetto di colla
E' successo tutto cosà in fretta che non capisco come siapotuto accadere. Tutto ha avuto inizio con un vasetto di colla. Ero nel mioufficio quando ad un tratto entra un collega chiedendomi appunto la colla. Siferma a chiacchierare con me del pi˘ e del meno quando all'improvviso ildiscorso va a finire sulle nostre rispettive mogli. Da premettere che io sono,anzi lo ero, un marito gelosissimo nel vero senso della parola, al solopensiero che qualcuno potesse fare dei pensierini su mia moglie mi mandava inbestia. Il collega in questione mi invitÚ a trascorrere il fine settimana nellasua casa di montagna facendo anche delle allusioni a ciÚ che si sarebbe potutofare dal momento che eravamo due coppie sole e che la sua casa era isolata. Mivennero i cinque minuti. Presi il vasetto di colla e glielo lanciai addosso.Questi si spostÚ mandando il vasetto a spiaccicarsi sulla parete. Lo presi acattive parole e lui rimase meravigliato per la mia reazione. AndÚ via e perqualche giorno non gli rivolsi pi˘ la parola. Ripensando all'accaduto pensaiche forse la mia era stata una reazione spropositata, quindi andai nell'ufficiodel collega scusandomi e cercando di spiegargli la mia gelosia. Per tuttarisposta il collega mi invitÚ da solo quella sera stessa a passare da casa suaper un digestivo dopo cena. Mi disse di non portare mia moglie in quanto avevadelle cose da dirmi da solo. Ero dubbioso se andarci o meno, poi mi convinsi edandai. Avvisai mia moglie che andavo a trovare Federico a casa e questa non mifece alcuna domanda. Mi presentai a casa di Federico verso le 21. Avevano gi‡cenato. Federico mi fece accomodare in sala, poi chiamÚ sua moglie dicendo diportarci un digestivo. Dopo qualche minuto entrÚ in sala la moglie, che ioancora non conoscevo. Le luci erano soffuse ma ci si vedeva benissimo. Lamoglie indossava una specie di vestaglia scura in seta trasparente recando inmano il vassoio con due bicchieri. Anche se non c'era molta luce, si vedevabenissimo che sotto la donna era nuda. Rimasi allibito in quanto non riuscivo aconcepire quello stato di cose. Federico mi presentÚ la moglie, Luisa, la qualemi porse la mano dopo aver appoggiato il vassoio sul tavolo. La vestaglia diLuisa si aprà lasciando apparire un corpo statuario. Il mio sguardo era fissosul seno e sul triangolo di peli nero del pube. Non riuscivo proprio adistogliere lo sguardo anche se Luisa parlava e anche Federico mi dicevaqualcosa. Ad un certo punto Federico fece la voce pi˘ grossa ed io trasalii. Mifece notare che io stavo guardando le parti intime di sua moglie senza che luine fosse geloso. Poi disse a sua moglie di togliersi la vestaglia. Rimasi aguardare la scena, Luisa si spogliava completamente davanti a me ed io eroeccitatissimo. Mi piaceva quello spettacolo, da morire. Mi sedetti sul divano elo fece anche Federico mentre la moglie si muoveva per casa completamente nuda.Non riuscivo a concentrarmi sui discorsi che Federico mi faceva, avevol'immagine di sua moglie nuda impressa nella mente. Ad un certo punto Federicomi disse il motivo per il quale mi aveva fatto venire a casa sua. Presa unavideocassetta e la inserà nel videoregistratore. Immediatamente gli dissi chenon mi sembrava il caso di vedere una cassetta porno dal momento che nonl'avevo mai fatto. Mi rispose che era un video girato da lui in occasione delleultime vacanze estive. Sul televisore apparvero le immagini di una casa dimontagna ripresa in lontananza e poi da vicino. Poi cominciarono a vedersidelle persone. All'inizio erano tutti vestiti, poi qualcuno cominciÚ aspogliarsi mentre stava assieme agli altri. Si sentivano anche dei commenti.Riuscivo a distinguere anche Luisa che tranquillamente chiacchierava tutta nudacon due uomini all'aperto. Nella prossima ripresa non si vedevano pi˘ personevestite. Tutti erano nudi e nessuno faceva qualcosa di volgare. Stavano nudi ebasta. Pensai quindi che loro fossero nudisti o naturalisti. Mentre il videoscorreva chiesi a Federico chi fossero quelle persone e lui rispose che eranotutti parenti sia suoi che della moglie. I due uomini con i quali stavaparlando Luisa erano due suoi fratelli e vi erano anche delle sorelle di lei edi lui. Ad un certo punto in video apparve anche Federico, tutto nudo e conl'arnese quasi rigido. Gli chiesi come mai lui stesse cosà visto che degliuomini presenti lui era il solo ad averlo duro. Mi rispose che si eccitavamoltissimo vedere la moglie nuda davanti ad altre persone. Ad un certo puntoFederico interruppe il video. Mi disse che c'erano delle scene osÈ. In un certosenso rimasi deluso e mi ero pentito di aver detto che non mi andava vedere unfilm porno in quanto quella proiezione mi aveva affascinato, soprattutto vederela moglie nuda davanti ai suoi due fratelli. Dissi a Federico che non mi sareiscandalizzato, ma lui sembrava un pÚ restio a mandare avanti il filmato. Luisaci raggiunse in sala e fu lei a dire al marito a mandare avanti la cassetta.Federico riavviÚ il video, ma vidi nel suo viso una smorfia di sorriso, come semi stesse prendendo in giro. Continuai a vedere le immagini. Ad un certo puntosi vedeva Federico che andava incontro alla moglie che parlava ancora con isuoi due fratelli (erano i fratelli di lei), ad un certo punto lui le prende latesta con la mano e la spinge verso il suo pene. Lei glielo succhia e dopoqualche colpo lui le sborra in bocca ed in faccia. Lei come se niente fosserimane tranquillamente a parlare con i fratelli lasciandosi la sborra sul visoe parte sulle tette. La telecamera si allontana per riprendere due donne che sibaciavano in bocca, poi si spostÚ nuovamente verso Luisa che stavolta era alleprese con i suoi due fratelli: uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra,li stava masturbando entrambi continuando a chiacchierare. Mentre scorrevano leimmagini Federico mi chiedeva un commento. Non sapevo cosa rispondere, eroconfuso e soprattutto mi sentivo bigotto. Finito il video, o meglio, interrottoil video, Federico mi chiese un parere su quanto avevo visto. Balbettavo nelparlare, anche perchÈ Luisa si era seduta di fronte a me a cosce larghelasciandomi osservare la sua figa completamente spalancata. Fu lei stessa aparlare dicendo che loro erano dei tipi disinibiti senza nulla da nascondere,che faceva loro piacere se anch'io con mia moglie ci fossimo uniti a loro. Nonsapevo cosa dire. La mia gelosia non mi permetteva di esprimermi. Federico midisse che potevamo cominciare a frequentarli in modo soft, cioË stando solo con loro due almeno aiprimi tempi. Risposi che ci avrei pensato quando Luisa mi venne vicinostandosene seduta per terra. Mi infilÚ le mani fra le mie gambe tirandomi gi˘la lampo. Non volevo fare ciÚ che lei aveva intenzione di fare, ma Federico midisse di lasciarla fare. Luisa tirÚ fuori il mio pene prendendoselo in bocca.Ero al settimo cielo. La moglie del mio collega mi stava facendo un pompino esuo marito le era accanto senza dire nulla. In un baleno mi tornarono allamente le scene di gelosia che avevo fatto anche a mia moglie stessa quandoquella volta che lei si era comprata una mini ed io non volevo assolutamentefargliela indossare. Che stronzo che ero stato. Avevo gli occhi chiusi, ma liaprii quando sentii che ero prossimo a raggiungere l'orgasmo. Volevo vedereLuisa col mio mene in bocca mentre godevo e voleso soprattutto guardareFederico mentre io sborravo in bocca a sua moglie. Mi accorsi che Federicoaveva il suo pene in mano e si stava masturbando guardando sua moglie mentre mispompinava. Allora non capii pi˘ nulla, mi lasciai andare e raggiunsi l'orgasmoscaricando tutta la mia sborra nella bocca di Luisa. Sapientemente lei bevvetutto e con la lingua mi ripulà anche il glande. Poi mi rimise tutto a posto.Servizio completo. Tornai a casa pieno di sensi di colpa. Il primo per essermilasciato andare con Luisa tradendoquindi mia moglie, il secondo per ciÚ che avevo perso fino a quel momento. Ilgiorno seguente Federico venne nel mio ufficio facendomi vedere su internet ilsito di ''Annunci 69'' facendomi quindi entrare nell';ambiente degliesibizionisti. Mi fece scoprire un mondo per me tutto nuovo. Mi fece leggere lestorie di altre coppie. E adesso eccomi qui a scrivere la mia. Tuttavia glichiesi aiuto a come dirlo a mia moglie. Mi disse di lasciar fare tutto a lui esoprattutto a sua moglie.Qualche sera dopo fummo invitati a cena da Federico eLuisa. Dissi a mia moglie di vestirsi un pÚ alla moda, ma mi vergognavo didirle di vestirsi sexy. Le dissi che poteva anche indossare quella famosaminigonna che lei desiderava tanto e che io le avevo vietato sempre diindossare. Alle 19 in punto suonammo a casa di Federico e Luisa. Luisaindossava una minigonna vertiginosa appena sotto i glutei lasciando tutte lecosce scoperte. Solite presentazioni, solite chiacchiere di benvenuto poi dopoun pÚ Luisa prende mia moglie per mano dicendole di aiutarla ad apparecchiare.Mia moglie indossava la sua mini che le arrivava quattro dita sopra ilginocchio. In realt‡ le due donne non erano andate in cucina, ma in camera daletto. Dopo qualche minuto spunta Luisa che ci annuncia mia moglie con un nuovolook. Mia moglie aveva vergogna a farsi vedere, forse per paura della miareazione, ma la incoraggiai dicendole che stavo cercando di perdere il sensodella gelosia. Mia moglie apparve sulla soglia della sala. Era stupenda.Indossava quel corto abitino che le lasciava vedere tutte le cosce e non soloquelle. Infatti Luisa l'aveva fatta girare su se stessa facendoci ammirare laschiena nuda. Mia moglie era proprio un bel bocconcino vestita in quel modo edio che l'avevo tenuta sempre castigata. Ad un certo punto le due donne siguardarono negli occhi come se si fossero fatte un segnale, poi entrambepresero l'orlo del loro vestivo tirandolo su con una mossa repentina. Entrambeci mostrarono la peluria del pube. Mia moglie senza mutandine davanti ad unaltro uomo? inaudito! intanto mi stavo eccitando e lo era anche Federico avedere il gonfiore della sua patta. Ad un tratto Federico disse di aver fame ele due donne si recarono in cucina. Io pensavo che si sarebbe fatto qualcosa dipi˘, ma non accadde nulla. Prendemmo posto a tavola mentre le due donneportavano in tavola i cibi. Per poco non mi uscirono gli occhi fuori dalleorbite: sia mia moglie che Luisa avevano il vestito arrotolato fin suall'ombelico lasciando culo e figa in bella mostra. Rimasero in quello statofino a cena ultimata, poi fu la volta di Federico andare verso la moglietirandole fuori le tette. Io non ce la facevo, mi sentivo bloccato anche seavrei voluto farlo. Mia moglie mi guardÚ negli occhi intensamente, poi fu leistessa a spostare il vestito e farsi uscire le tette fuori. Non sapevo che miamoglie fosse cosà disinibita, la facevo pi˘ timida. La baciai a fondochiedendole scusa per quanto non le avevo permesso di fare. Facemmo l'amore perterra ognuno con le rispettive consorti. Ero seduto accanto a Federico suldivano mentre mia moglie era ancora sul tappeto accanto a Luisa che si stavadando da fare con lei palpandole le tette e, facendosi ancora pi˘ ardita,baciandola sulle labbra. Ad un certo punto le due donne si allacciarono in un 69godendo come matte. Alla fine chiesi a mia moglie dove avesse trovato tuttoquel fuoco. Mi rispose in una specie di confessione che aveva da sempre sognatodi fare quelle cose e che la minigonna l'aveva gi‡ indossata quando da sola siera recata a far compere lasciandosi ammirare le cosce dagli altri uomini. Poiriprese raccontandoci le sue fantasie erotiche che rasentavano la perversione,come quella che sognava di camminare nuda per la strada e quando un uomo le sisarebbe inevitabilmente avvicinato lei l'avrebbe fatto inginocchiare e sisarebbe fatta leccare la figa sotto lo sguardo dei passanti, infine lei dopoaver goduto gli avrebbe urinato in faccia.Inutile dire che da quella volta in poi non lasciammo pi˘Federico e Luisa, entrando a far parte del loro gruppo. E che piacere per me eFederico stare seduti a masturbarci e guardare le nostre rispettive mogliementre si facevano trombare sull'erba da due altrettanti maschioni.MAX_101
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15 years ago
IncantoLunare,
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La mia ...Serena ...
Mi chiamo Serena, ho trentadue anni e findall'adolescenza sono stata ben disposta per il sesso, acquisendo una discretagamma di esperienze, con uomini, donne ed in qualche occasione di amore digruppo. Questa predisposizione mi porta ad essere alquantocivettuola (non in ufficio, però), nel riuscito intento di farmi ammirare edesiderare dalle persone di entrambi i sessi, coadiuvata da un marito focoso esempre in tiro, in special modo quando indosso delle gonne o vestiti corti. Non lesino di sottolineare una certa linea del fisico conabiti attillati ed un tantino provocanti; riconosco di avere piacere amantenere un bell'aspetto ed un bel fisico ma non sono paranoica anche perchΘfaccio molta attivitα fisica (fra cui scopare il pi∙ spesso che posso) equindi, per il momento, non accumulo grasso superfluo. Indosso sempre dell'intimo ricercatamente sexy,abbigliamento che mio marito stesso ricerca e mi regala; tutti questiingredienti oltre alla mia naturale provocante femminilitα,mi fa pensare che agli occhi degli altri passo per una gran gnocca. Ma veniamo all'episodio che mi ha un po' sconvolto lavita, da un po' di tempo a questa parte. L'esercizio economico dell'azienda dove lavoro si chiudealla fine di settembre ed un venerd∞ verso la fine di questo mese o subitoall'inizio di ottobre viene organizzata una cena aziendale. Sono impiegata inamministrazione per cui conosco anche la prassi di invitare a questa cena degliospiti che rappresentano il nostro cliente con il quale si Φrealizzato il migliore valore di vendita. Per consuetudine, oltre ad alcune miecolleghe (le pi∙ avvenenti), mi tocca sedermi al tavolo dove ci sono questiospiti; quasi sempre si sono rivelate delle serate alquanto noiose. Mi pareva,per≥, che quest'anno si prospettasse qualcosa di carino, visto che un ospite loavevo visto alcune volte in occasione di riunioni e posso dire che Φproprio un figo favoloso che, come mi capita in certe situazioni, mi haattivato un certo solletichio alla mia passerina. Non Φ che quando mi prende la vogliascopi con il primo che mi capita, ma se c'Φ l'occasione che qualcuno mifaccia aumentare l'adrenalina, non disdegno l'avventura che uso come raccontoper fare arrappare mio marito. Con la presunzione di riuscire ad attirare l'attenzionedell'ospite per il mio aspetto come tale, sempre con la speranza che fosse lui,mi vestii in modo tradizionale con una camiciola da sera in seta chiara ed unagonna nera leggermente svasata e solo un poco corta, sopra il ginocchio. La femminilitαera mantenuta mentre la mia indole porcona si espresse con l'intimo (regalo dimio marito da Londra) che so essere molto provocante di un coordinato di unreggiseno a balconcino (di quelli che lasciano tutto il seno scoperto) ed unperizoma formato da un triangolino da cui partono dei sottili cordoncini:praticamente inesistente ma, all'occasione, molto stimolante! Non potevo nonaggiungere il tocco delle autoreggenti a rete molto stretta di color carne e discarpe con tacco a spillo. Rimirandomi nello specchio, mi compiacqui assai del mioaspetto generale. Quando al ristorante vidi che era arrivato proprio lui,ebbi un tonfo al cuore per la felicitα (cosa mi stava accadendo? michiedevo nel frattempo) di avere avuto la giusta intuizione e per il desiderioche mi stava giα assalendo. Tanto pi∙ che lo stringato perizoma miera entrato leggermente fra le labbra della figa e questo mi provocava ilclitoride, quando mi sedevo o mi alzavo dalla sedia. Incontrandolo, poi, il sangue si mise a circolare in modopazzesco e penso che ci≥ trasparisse dalla mia espressione; mi dovetti calmareanche perchè era arrivato con un suo collega e questo mi fecetemere che il mio progetto potesse cadere nel vuoto; ebbi un moto di rabbia,dentro di me. Ma mi calmai, dopo che venni fatta accomodare fra i dueospiti e, dopo un poco, potei apprezzare anche l'altro; mi accorgevo che nonera niente male neanche lui ma ormai avevo giα puntato la mia preda. Ballai sia con uno che con l'altro e costatai che avevosuscitato l'interesse di entrambi, con i capezzoli che eretti risaltavano sottola seta, da parte mia, e con un certo gonfiore in mezzo alle gambe, da parteloro. Oltre a tutto c'era sempre il perizoma che mi strusciava il clitoride (Φuna parte del corpo che ho sempre solleticato molto, fin dalle prime esperienzecon le amiche adolescenti) e che mi eccitava ancora di pi∙. Durante un ballo, Carlo (cos∞ si chiama la mia preda) mipropone di andare in un locale notturno che lui conosce (sono entrambi dellazona), dove potere gustare delle ottime ostriche con champagne; acconsentosenz'altro, pensando in una direzione. Devo per≥, di nuovo, risentirmi un'altravolta perchΘ si aggrega giocoforza anche Sandro (l'altroospite), proprietario della macchina con la quale erano venuti. Mentre liseguivo con la mia vettura, pensai che, tutto sommato, essere presa di mira daidue non era poi cos∞ male e ci≥ mi calm≥. Pur essendo anch'io della zona, non conoscevo il locale,molto bello con luci soffuse e con divani con uno schienale alto e disposti inmodo da permettere una certa riservatezza con gli altri, le cui parole venivanosmorzate da un musica rilassante ed al giusto volume. In questa situazione, edanche a causa del pur poco alcool assunto con il vino (raramente bevoalcolici), con l'aggiunta di un po' di champagne persi ogni remora edinibizione e mi lasciai avvolgere dalle attenzioni dei due uomini, con i lorocomplimenti per il lato professionale ma ancor pi∙, in questo frangente, per lamia avvenenza con le forme del seno che si intravedeva molto bene attraverso alcamicetta e la gomma che, sedendomi, si era sollevata a mezza coscia. Chiaramente ne ero lusingata anche se continuavo a temereche, alla fine, il mio progetto potesse andare in fumo. Confessai che erosposata ma che mio marito non era affatto geloso; Carlo era fidanzato da moltianni mentre Sandro era attualmente senza impegni sentimentali. Ballai con l'unoe con l'altro e stavolta i nostri corpi aderivano nel ballo in una sorta digioco erotico, in modo da attivare una certa eccitazione (che potevo sentiremolto bene anche in questo frangente). Bevvi un'altra coppa di champagne che miport≥ a far girare la testa; non mi sentivo proprio di guidare cos∞ (non eroproprio ubriaca ma abbastanza brilla) per cui Sandro si offerse diaccompagnarmi a casa. Cosa che, nonostante tutto, mi parve logica accettare. Durante il tragitto, Carlo propose di bere un caffΦ,soprattutto per ridurre l'effetto dell'alcool su di me. "Se facciamo solouna piccola deviazione, arriviamo a casa mia dove posso preparare un ottimocaffΦbrasiliano" disse Sandro. Io non ero in grado di realizzare subito e pensoche anche a Carlo piacque l'idea perchΘ mi ritrovai sedutalascivamente su un bel divano del salotto a casa di Sandro. Arriv≥ il caffΦ,veramente tosto, che mi aiut≥; almeno mi sembrava; istintivamente, in unfrangente di luciditα, mi parve che i due avevano trovato la scusa giustaper portarmi a casa loro! In fondo la situazione mi stuzzicava molto."Come sei bella" mi sussurrò Carlo con la sua bocca molto vicina allamia. Dimentica di Sandro, presi la palla al balzo e gli appiccicai le mielabbra alle sue. Il la era stato dato! Carlo insinu≥ la sua lingua nellamia bocca e cominciammo un lungo ed appassionato bacio che mi fece andare acento. Alla fine si vedeva chiaramente la nostra eccitazione. Mi voltai aguardare Sandro e la sua espressione era la medesima della nostra: mi avvicinaial suo viso ed iniziai anche con lui un bacio di quelli portentosi. Adesso il gioco aveva preso una piega del tuttoinsospettata ma decisamente bella perchΘ imprevista e fuori dallaquotidianitα. Mentre baciavo Sandro, Carlo prese a solleticarmi il lobodell'orecchio e ad accarezzarmi delicatamente i seni insistendo sui capezzoliben turgidi. Sentivo il desiderio accrescermi e contemporaneamente mi accorsiche mi stavo bagnando tutta. Ripresi a baciare Carlo mentre si era insinuatonella camicetta per accarezzarmi il seno direttamente e con maggiore foga,visto che era tutto allo sbaraglio. Stavo provando una sensazione stupefacente per leattenzioni che mi erano dedicate, in me c'era un subbuglio di pensieri e dieccitazione. "Per Diana, come sei sexy, Serena!" esclam≥Sandro che nel frattempo si era inginocchiato davanti a me, mi aveva sollevatola gonna ed attraendo il mio bacino verso di lui, fin∞ per sollevarmela deltutto; le mie gambe adornate dalle autoreggenti con la fascia di un bel pizzosi offersero alla vista ed alle sue carezze. Me le divaric≥ facendo spuntare lamia figa nella quale il perizoma era praticamente scomparso. "Che bellaporcona che sei" aggiunse ed immerse il suo viso fra le mie coscie chespalancai ancora maggiormente per farmi trastullare meglio. Ero talmenteinfoiata che dopo qualche colpo di lingua cominciai ad ansimare e sentivo chestavo sbrodolando da matti. Carlo mi tolse la camicetta ed a sua volta, continuandolo scontro della sua lingua con la mia, si spogliò; mi ritrovai a succhiare uncazzo di belle dimensioni, giα ben in erezione, che miriempiva oltremodo la mia bocca. Mi piace succhiare il cazzo, assaporare quelgusto leggermente asprigno; qui esce tutto il mio essere porca. Carlo esprimevail suo piacere con una beata espressione del viso e continuando a palparmi le tetteaumentava il piacere che provavo pure pi∙ in basso. Sandro mi tolse la gonna ed il perizoma e cos∞ potΘslinguazzarmi tutti i buchi; sentivo la sua lingua che si insinuava quanto glifosse possibile fra le labbra della mia figa per poi passare al bucoabbondantemente usato del culo. Era tutto meraviglioso e lo fu ancoramaggiormente quando Carlo, togliendomi dalle attenzioni di Sandro, mi feceinginocchiare sul divano e me lo spar≥ dentro, alla pecorina. Mancava poco chenon svenissi nel sentire quel pezzo di carne dura e calda con la cappella chesi modellava alle pareti della mia vagina nel movimento scopereccio. Sublime!Era da un po' di tempo che non provavo sensazioni cos∞ forti. Non potei evitaredi gridare dal piacere. Dovetti smettere allorquando Sandro, spogliatosi nelfrattempo e messosi dall'altra parte del divano dirimpetto al mio viso,dapprima mi baci≥, trasmettendomi una parte dei miei umori che si eranodepositati a lato della sua bocca, quindi mi infil≥ in bocca il suo cazzo, pi∙grosso e di quello di Carlo! Non dico che mi stavo soffocando ma quasi; presi asucchiarglielo con veemenza, tanto mi piaceva sentire anche la mia bocca tuttariempita. Sono discretamente brava nei pompini e lo si vedeva anchedall'espressione di Sandro. Sentii uscire il cazzo di Carlo che voleva evitare divenire anche se mi aveva giα stantuffato in modo sublime.Anche Sandro liber≥ la mia bocca, si sdrai≥ sul tappeto e mi fece posizionare asmorza candela; ero giα dilatata dal cazzo di Carlo, per fortuna, e riusciia prenderlo senza troppa fatica. La maggiore dilatazione ed aderenza del cazzodi Sandro mentre, aiutata dalle sue mani, avevo iniziata una calvacamemorabile, mi fecero andare in visibilio. Indescrivibile la sensazione chesentivo per le contrazioni del basso ventre ed alle labbra della figa, mentremi risucchiavo quel gran pezzo di cazzo. Anche ora, mentre scrivo, me la sto trastullando perl'eccitazione che il pensiero mi provoca. Carlo non era rimasto con le mani in mano e posizionatosiin piedi al nostro lato, me lo rimise in bocca; ancor di pi∙, ora, poteiassaporare i miei umori che avevano circondato tutto il suo cazzo; potrαsembrare strano ma a me piace assaporare anche l'umore femminile ed il mio mi dαun'eccitazione formidabile. Intanto continuavo a scoparmi Sandro con grandi movimentida cavallerizza fino a quando Carlo non decise di incularmi! Mi teneva fermaleggermente sollevata tanto quanto permettesse a Sandro di continuaremeravigliosamente alla grande il movimento su e gi∙ , con la lingua umett≥ ilbuco del culo ed alla fine vi punt≥ la sua cappella. Per migliorare lapenetrazione, spinsi come per evacuare dilatando lo sfintere; esso vennesuperato dandomi un breve dolorino ma lo dimenticai subito perchΘsostituito dal piacere di sentirlo nelle viscere. Che cazzo, ragazzi, daimpazzire. Non so dire quanto tempo continuarono a scoparmi incontemporanea; il mio corpo sussultava dal piacere che mi davano nella partebassa quei due cazzi meravigliosi e che si trasmetteva a tutto il mio corpo. Soche ad un certo punto sentii due flotti caldissimi dentro di me ed il lorogradito rantolio di piacere; mi accorsi che stavo urlando il piacere a tutto ilmondo con una sensazione generale indimenticabilmente bella. Mi abbandonai deliziosamente esausta su Sandro baciandoloardentemente ed assaporando il piacere dei due cazzi ancora dentro i mieibuchi; Carlo mi baciava sulla nuca in un atteggiamento molto delicato. Li vollitenere dentro di me, come se fossero solo miei mentre sentivo i due liquidi chesi mescolavano uscendo dai buchi non pi∙ occupati pienamente e da cui colavanodandomi una sensazione di solletico. Facemmo la doccia continuando a baciarci e a toccarci;nudi e felici bevemmo un altro caffΦ mentre non capivo bene cosa mistesse succedendo: mi piacevano tremendamente tutti e due e continuavo asbaciucchiarli e a trastullare i loro uccelli mentre loro mi leccavano emordicchiavano i capezzoli. Desideravo intensamente che questo momento potessecontinuare all'infinito. Ma erano le sei del mattino. Mentre mi rimettevo il perizoma, Carlo e Sandro,all'unisono, espressero il loro compiacimento per l'intimo e che facevo propriouna gran bella figura. Parole che mi riempirono di gioia. Mi riaccompagnarono aprendere la mia macchina e mi congedai da loro con un interminabile bacio eduna carezza ai loro arnesi meravigliosi. A casa, mio marito mi accolse con un sorriso moltosornione: "Dall'espressione del tuo viso, direi che la cena è stata molto buona" disse. Mi baci≥ con dolcezza lasciandomi nel dubbio deisottointesi. Contrariamente alle avventure precedenti, non gli ho mairaccontato qualcosa della storia che ebbe inizio due anni fa e che continua conincontri con l'uno o con l'altro e talvolta ancora meravigliosamente conentrambi. Il fatto è che quando sono con loro,dimentico tutto e tutti. Che sia, sotto sotto, un po' innamorata di loro? MAX_101
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15 years ago
IncantoLunare,
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La schiava della cortina di Ferro
Marta è felice, ha accompagnato il marito ad una convention a Vienna, lui sarà impegnato per un paio di giorni ma poi si sono ritagliati altre quarantotto ore solo per loro, alloggiano in un palazzo d’epoca trasformato in grandhotel, che trasuda un piacevole profumo ottocentesco, di tradizione asburgica.La camera ha il letto a baldacchino e lei si tuffa vestita, assaporando il suadente piacere di un incontro morbido, elegante e sofisticato, che molti anni prima era ad appannaggio della sola nobiltà .Chiude gli occhi ed ancora una volta ritorna prepotente un ricordo della sua giovinezza che, a distanza di più di un decennio, ristagna indelebile in un angolo della sua mente, è un segreto che si porta dentro e che non ha condiviso con nessuno, nemmeno con suo marito.Corre l’anno 1972 e Marta adesso è vicina alla trentina, è una bella donna mora, ha un pube coperto da folta peluria nera, arruffata ed intrigante, le cui propaggini si diramano fino a lambire il solco dello splendido culo; era già ben formata anche diversi anni prima quando con sua madre aveva raggiunto Berlino Est per far visita ad una giornalista amica di famiglia, rimasta intrappolata dall’altro lato della capitale dopo l’innalzamento del muro.Erano anni difficili, il clima di guerra fredda era molto avvertito, appena scese da un taxi malandato che le aveva accompagnate fin sotto il portone dell’amica, in un pomeriggio grigio, non ebbero nemmeno il tempo di suonare il campanello, vennero prelevate brutalmente da una squadra di agenti della polizia segreta e sbattute dentro un furgone.A nulla valsero le proteste di Livia, la madre di Marta, che parlava correntemente il tedesco, che anzi si beccò un paio di spintoni prima di essere zittita; le avevano accusate di essere delle spie e Livia, anche per tranquillizzare la figlia, si era rassegnata a far buon viso a quegli scalmanati nella certezza che avrebbe chiarito l’equivoco non appena fossero arrivate in caserma.Nel freddo sedile in ferro del furgone, una accanto all’altra, guardate a vista da due agenti dal volto truce e con la pistola spianata, non ebbero il coraggio nemmeno di un sussurro durante il quarto d’ora abbondante che si rese necessario per arrivare a destinazione: un tetro edificio recintato con il filo spinato e protetto da guardie armate.Vennero spinte dentro e fatte sedere su una panca in ingresso, qui passarono altri trenta interminabili minuti prima che fossero accompagnate, attraverso un lunghissimo corridoio con le pareti scrostate, fin davanti ad una porta in ferro che pareva corazzata, oltrepassata la quale si trovarono in uno stanzone vuoto: Marta venne trattenuta da un agente e la madre dovette entrare in una porta sul fondo ove in un locale angusto vi era una tavola ed una sedia.Qui potrà chiarire ogni cosa con il maggiore disse una delle due guardie che la scortava, Livia si rivolse lo sguardo alla figlia per tranquillizzarla, prima di varcare la porta che le era stata indicata.Si trovò al cospetto del maggiore Max, un impettito quarantenne in divisa con stivali lucidi e neri, viso squadrato, capelli corti e biondi, occhi di ghiaccio e sguardo impenetrabile; Livia aveva fretta di chiarire l’equivoco, avrebbe anche preteso le scuse per il ruvido trattamento degli agenti, stava per aprir bocca ma il maggiore la anticipò: tolga tutti i suoi vestiti e li metta sulla sedia!L’incredulità ed il rossore si propagarono nel volto di Livia che fissò l’ufficiale con occhi spalancati prima di mormorare:……ma, ma, è impazzito….come si permette, voglio un avvocato, anzi voglio parlare con la mia ambasciata, sono una cittadina straniera con regolare visto di ingresso……..Nelle mani dell’uomo, fin prima nascoste dietro la schiena, fece capolino un piccolino frustino, la colpì sui seni strappandole un gemito di dolore, in parte soffocato dal terrore che si era impadronito di lei, mentre la voce del maggiore aleggiava cupa: qui non ha alcun diritto, lei è una spia come la persona che stava andando a trovare, potrebbe restare a nostra disposizione qualche giorno come per vent’anni, dipende dalle indagini che abbiamo in corso, ma anche da lei, dal come collaborerà , e questo vale anche per sua figlia!Livia sbattè due volte le palpebre per convincersi di non essere nel mezzo di un incubo, poi esitante si tolse l’impermeabile ponendolo con cura sopra la sedia, immediatamente dopo fu la volta della giacca del tailleur, quindi la gonna; il maggiore la guardava impassibile, dal suo sguardo si intuiva che era abituato a non avere fretta, nei suoi occhi anodini traspariva solo la consapevolezza del potere, indiscusso ed assoluto.Ella rimase una frazione di secondo immobile con addosso l’elegante sottoveste color porpora, sotto la quale si intravedevano le mutandine ed il reggiseno in pizzo, accompagnate dalle calze nere tese verso le giarrettiere.Il frustino si librò nell’aria spaventandola, il maggiore non la colpì ma si limitò a poggiarlo su una spalla per scostare la spallina, Livia impaurita si affrettò a denudarsi, togliendosi anche calze e giarrettiere con movimenti che la costrinsero a piegarsi e mostrare senza veli i suoi più intimi segreti.Livia era una donna pudica, nemmeno con il marito, fintanto che era stata sposata, aveva mai avuto comportamenti trasgressivi, anzi erano proprio l’opposto della sua forma mentis, si sentì perciò ancor più disgustata e impotente, quando il maggiore ordinò: si volti e si pieghi sulla tavola che debbo perquisirla!Con un leggero moto di stizza Livia ubbidì, la tavola di legno massiccio era fredda e le sue tette ebbero un piccolo sussulto non appena vi si appoggiarono, con la coda dell’occhio vide il maggiore che si infilava un guanto di gomma cosparso di unguento, ebbe una mezza sincope ed il sangue le si gelò quando lui aggiunse: apra le gambe!Ella dischiuse le cosce al pari di un tremulo fiore alle prime luci del mattino, l’uomo in divisa si appostò dietro di lei e due dita lunghe e sottili si intrufolarono tra la rigogliosa peluria del pube arrivando a toccare le grandi labbra della fica.Con un moto lento e sistematico scivolarono profondamente dentro di lei, che in un gesto istintivo di difesa si alzò sulla punta dei piedi, ottenendo l’effetto contrario in quanto avvertì quelle dita gommose penetrarla nel più sconcio dei modi.Gli occhi si bagnarono riflettendo sul corpo tremante una crescente angoscia, quelle dita estranee la stavano insudiciando, ma quel che più la esasperava era la lenta ed inesorabile eccitazione, che non riusciva ad arginare per il sapiente andirivieni della mano dell’ufficiale.L’uomo in divisa dava l’impressione di non accontentarsi del ridondante profluvio che inzuppava la fica della sua vittima, continuò la lenta tortura sempre con lo stesso ritmo, ascoltando nel respiro affannoso di Livia il vicino momento dell’orgasmo.Boccheggiante Livia pensò che quell’umiliante esame ginecologico fosse finito, ma il maggiore aveva in mente dell’altro, la mano guantata si spostò sul sedere e le dita scivolose si insinuarono entro le natiche fino a raggiungere il foro più sensibile.No la prego, biascicò Livia con la bocca impastata di saliva.Il maggiore ritirò la mano e la schiaffeggiò sul culo, poi aspettò qualche frazione di secondo e la schiaffeggiò di nuovo, ripetendo il gesto una terza volta prima di sferzarla con le parole: mi pare che non abbia ben capito in che guaio si è cacciata, le ho già detto che deve collaborare se vuole uscire in tempi brevi da qui, fino a prova contraria lei è una spia e resterà nostra prigioniera assieme a sua figlia per tutto il tempo necessario alle indagini.Non aveva mai voluto essere toccata dietro, neanche nei momenti più belli con suo marito, l’aveva sempre considerata una cosa sporca, ora però temeva per Marta e raffreddò persino il respiro aggrappandosi con le mani sul bordo del tavolo: il maggiore accolse la sua resa entrando trionfante con due dita nell’ano.Si alzò nuovamente in punta di piedi cercando di attenuare il bruciore che le dita provocavano mentre si spingevano sempre più a fondo, torcendosi all’interno di quel canale riottoso: l’esame rettale fu molto più lungo di quello vaginale, il buchetto stretto era infiammato al pari del suo viso quando Max decise che quella specie di visita ispettiva era conclusa.Le porse un corto camice da indossare, sembrava più un baby doll che lasciava ampiamente scoperte le sue graziose femminilità , spiegandole che così vestita ed a piedi nudi sarebbe stata accompagnata in cella: dica a sua figlia che fino al termine delle indagini resterete prigioniere, le anticipi che adesso dovrò ispezionare anche lei.Livia cadde in ginocchio ai suoi piedi, abbracciò le gambe per implorarlo, il volto si posò sui pantaloni cozzando contro l’uccello duro; in quel momento avrebbe fatto qualunque cosa pur di risparmiare la figlia dalla disgustosa visita, ma il maggiore fu inflessibile: si alzi se non vuole che le strappi la pelle con la frusta, queste ispezioni sono imposte dal regolamento che vige all’interno di questa caserma, sta a lei consigliare sua figlia di rendere più facile il compito che questa divisa mi impone.Marta corse ad abbracciare la madre che si era riaffacciata nello stanzone, aggrappandosi intimorita nel vederla così conciata; Livia cercò di quietarla dicendole che erano nei guai perché ritenute spie, così come la loro amica giornalista che era stata arrestata qualche giorno prima: dobbiamo aspettare con rassegnazione che tutto si sistemi, non appena avranno approfondito le indagini saremo certamente liberate.Ho detto al maggiore che tu non parli bene il tedesco sebbene lo capisci, lui comunque deve farti una ispezione corporale, glielo impone il regolamento, ti prego bambina mia non fare opposizione, lo so che è una cosa ingiuriosa ma devi accettarla per evitare ritorsioni peggiori, su vai adesso io ti aspetterò in cella.Marta venne strappata dalle braccia della madre da una delle guardie e spinta dentro la stanza ove sulla sedia notò i vestiti che la mamma prima indossava, avvertì lo sguardo penetrante del poliziotto e restò bloccata con il corpo scosso dai singulti.Deve spogliarsi, può mettere i vestiti sopra quelli di sua madre.Malgrado le raccomandazioni della mamma Marta considerò troppo oltraggiosa la richiesta, con l’eccezione di un’unica volta con un suo coetaneo ella non era mai stata vista completamente nuda da un uomo, non riusciva a concepire che ciò potesse accadere, si girò tentando di impugnare la maniglia della porta in un vano quanto inutile tentativo di fuggire.Max l’afferrò ancor prima che riuscisse a raggiungere la maniglia e poiché ella tentò di scalciare perse la pazienza e la immobilizzò sopra il tavolo ammanettandola con le mani dietro la schiena; sopraffatta dalla forza dell’uomo e dalla disperazione, si calmò in pochi minuti anche perché ogni piccolo movimento le provocava delle fitte ai polsi stretti dalle manette.Merita una severa lezione, oltre che una spia è anche una ribelle, ma qui troverà pane per i suoi denti.Si sentì sprofondare dalla vergogna quando il maggiore le sollevò la gonna sulla schiena, solo le candide mutandine, arruffatesi nella breve colluttazione, erano rimaste a protezione delle sue intimità ; i colpi della frusta stirarono il leggero indumento senza attenuare il bruciore che penetrava sulla pelle, Marta singhiozzò sconsolata per tutta la durata della punizione, al termine della quale rimase sfinita ed esausta.Restò immobile e sgomenta anche quando avvertì la mano dell’uomo scostare il bordo delle mutandine sul davanti, boccheggiò non appena le dita affusolate si fecero strada tra le peluria scivolando lungo la fichetta, si lasciò masturbare incollando la bocca sul tavolo per non far sentire il suo respiro asmatico, quel porco la stava facendo eccitare malgrado lei tentasse di estraniarsi.L’insistenza di quei movimenti leggeri la stavano portando verso il piacere ultimo, le gambe si erano afflosciate ed ella aspettava l’estremo riflusso sulla fichetta già inzuppata, ma l’aguzzino le tolse anche quello che ormai era diventato un suo desiderio, fermandosi e staccandosi prima che raggiungesse l’orgasmo.Il tono incolore della voce del maggiore la disincantò: adesso le tolgo le manette e voglio che si spogli subito qui davanti a me.Senza alcun ulteriore incitamento Marta si denudò arrossendo vistosamente quando le venne ordinato di mettersi in posizione sopra il tavolo.Vide anche lei rabbrividendo che si infilava il guanto di plastica, le lunghe dita scivolarono facilmente nella stretta micina riprendendo il lento movimento che era stato interrotto a mano nuda; Marta si scoprì ad aiutarlo con un dondolamento spontaneo, si stava eccitando di nuovo e ciò per un certo verso anzichè disgustarla le piaceva.Max si fermò ancora una volta prima di farla godere, un dito si spostò all’ingresso del buchetto grinzoso ed ella cominciò a gorgheggiare degli con delle esclamazioni di stupore non appena la falange sdrucciolevole fu pigiata dentro il culetto.Ansimò vistosamente quando il dito si spinse oltre lo sfintere incalzando il culo, non aveva mai sperimentato niente di simile, la sensazione del lungo dito che la stava frugando le mandava delle stilettate al cervello, non riusciva a prender fiato ed era costretta a respirare a bocca aperta mentre roteava spontaneamente il posteriore come se volesse farlo entrare più a fondo.L’esame rettale era stato lungo ed accurato, ed aveva lasciato Marta incredibilmente stupita, quasi contenta, ansante ma insoddisfatta al tempo stesso.Per oggi basta si metta questo, disse il maggiore porgendole un corto camice uguale a quella che aveva fatto indossare a sua madre, se vi comporterete bene le indagini potranno risolversi in tempi brevi, altrimenti potrebbero durare anche degli anni.Così dicendo il maggiore sporse le mani entro la scollatura agguantando e stringendo i capezzoli tesi; Marta si mordicchiò le labbra senza fiatare consentendo all’ufficiale di sussurrare: vedo che comincia a capire, signorina.Fu questione di un attimo, la mano di lui raccolse quella della ragazza spostandola sopra i pantaloni: Marta conosceva quel turgore avendo avuto modo di fare delle seghe ad un giovane amico, questa volta però le dimensioni era spropositatamente più grandi e non riuscì a bloccare un lungo brivido che scivolò sulla spina dorsale.Max per la prima volta divenne meno rude di fronte all’evidente arrendevolezza della ragazza, si sedette sulla sedia sopra i vestiti di madre e figlia, si aprì velocemente la patta e riportò la mano di Marta all’interno.Con il volto infuocato e lo sguardo chino Marta iniziò a carezzare il prepuzio che fuoriusciva dall’elastico delle mutande, il maggiore si sporse appena di lato girando l’interruttore della luce, la stanza restò rischiarata da un neon di fondo i cui riflessi giallognoli esasperavano la graziosa silhouette della ragazza.Si slacciò la cintura ed aprì i pantaloni allargando le gambe: tiralo fuori tutto e bacialo!Marta strattonò all’ingiù le mutande con la stessa frenesia che l’aveva presa la prima volta in cui glielo aveva chiesto il coetaneo, avviluppò il pene nel palmo e si chinò con le labbra sul glande roteando appena la lingua per saggiarlo; il gusto di fondo le era noto, questa volta però l’intenso afrore di quell’uomo maturo quasi la stordì.Era ancora eccitata dalle precedenti manipolazioni interrotte prima dell’orgasmo, e seppur con qualche maldestro passaggio dovuto all’inesperienza, cominciò il più importante pompino della sua vita, fin quasi soffocandosi nel tentativo di ingoiarlo fino alla radice.Max la sollevò prima dell’attimo fuggente, la rivoltò sopra il tavolo e le sborrò sul culo, innaffiandolo con lunghi fiotti di sperma che poi spalmò con le mani sulla morbida pelle delle natiche.Furono assegnate su due celle diverse, non potevano vedersi nè sussurrarsi qualche parola di conforto, poi la stanchezza e lo sfinimento presero il sopravvento, madre e figlia si appisolarono, nessuna delle due aveva assaggiato la schifosissima minestra passata loro attraverso le sbarre.Per Marta fu una notte sufficientemente tranquilla se non per due sporadici risvegli di soprassalto, a cui erano seguiti brevi dormiveglia con il ricordo nitido, persino eccitante, dell’incontro con l’ufficiale, prima di ricadere nel sonno, per Livia invece fu una notte da incubo.Il maggiore aveva deciso per lei un trattamento assai diverso da quello della figlia, voleva esasperarla fino a farle perdere quel poco di dignità che le era rimasto, aveva perciò comandato alle guardie che venisse controllata di continuo, in modo da farle passare una notte in bianco.Era stata svegliata molte volte dal rumore delle chiavi che aprivano con un sordo frastuono i catenacci della cella, dopo ogni visita tentava di mettersi quieta sulla branda cercando di riprendere sonno, ma capita l’antifona l’orecchio rimaneva teso, in angosciosa attesa di risentire il rumore dei passi di una guardia che tornava ad avvicinarsi.Per primo era arrivato un omaccione grande e grosso sulla cinquantina, le era sembrato un orco e si era stretta sotto la coperta, non avendo all’inizio ancora ben intuito quale fosse lo scopo di quell’improvvisa comparsa dentro la cella.Ogni tanto una prigioniera discreta borbottò l’omone strappandole di dosso l’umida coperta in fustagno, Livia rimase sbigottita a guardarlo nella penombra della cella, con gli occhi spalancati; bella ficona nera soggiunse osservandole il pube mentre la sovrastava trattenendo tra le mani il mazzo di chiavi.Con la più grossa di queste, in ferro lucido, cominciò a frugarla dentro la passera, spingendola a fondo e facendola girare dentro la vagina, che venne usata al pari di una serratura; Livia ansimava terrorizzata per la sofferenza e l’insultante vergogna, biascicò alcune implorazioni che non sortirono alcun effetto, anzi l’omone appoggiò le ginocchia sulla branda ed estrasse il cazzo flaccido dalla patta già aperta.La testa le venne torta verso l’uccello e dovette imboccare quel maleodorante pezzo di carne con ripugnante ribrezzo, lo sentì ingrossarsi e sbattere in gola, l’unico sollievo fu l’attenuarsi dell’azione rovistatrice della chiave entro la vulva per il progressivo abbandono della guardia sotto l’effetto del pompino.Non le era mai piaciuto farsi sborrare in bocca, lo detestava, questa volta però lo percepì come il minore dei mali, ora lui aveva smesso di torturarle la fica, con entrambe le mani le tratteneva la testa, Livia non capiva più nulla, il dolore per i capelli tirati e le ginocchiate al petto, che nella foga lui le dava, la stavano stordendo.L’omaccione prese a scoparla in bocca furiosamente, con sempre maggiore violenza, ad un certo momento il dolore divenne insopportabile ed il cazzo le fu spinto in gola ancor più brutalmente, per fortuna era giunto all’apice ed un fiotto caldo si disperse tra le tonsille e l’ugola.Lo sperma scese impietoso fino ai polmoni, con uno scatto disperato Livia riuscì a sottrarsi tossendo e sputando, lentamente riprese a respirare normalmente, aveva il volto impiastricciato ed alcuni colpi di tosse le avevano fatto uscire la sborra anche dal naso.Stava ancora piangendo sommessamente quando sentì i passi di una seconda guardia avvicinarsi alla cella, era assai più giovane dell’altro ma non certo meno brutale, le ordinò di sollevarsi in piedi e di togliersi il camice, cosa che Livia fece in una frazione di secondo ormai incapace di qualsiasi reazione, pur se la sua indole pudica fece sì che spostasse le mani sul davanti per coprire il pube.La guardia le smanacciò il culo un paio di volte prima di sedersi sulla branda, ordinando di tenere le braccia sopra la testa e le gambe larghe; prima furono i capezzoli ad essere maltrattati dai ruvidi passaggi delle sue mani nodose, poi fu ispezionata la fica come se la guardia fosse alla ricerca di oggetti proibiti, infine la fece girare e piegare per svolgere diligentemente la verifica del buco più sensibile.All’improvviso la giovane guardia si infuriò, forse pregustava l’idea di incularla ma la trovò troppo stretta per il suo arnese e fu costretto a desistere per non spellarsi l’uccello; le pizzicò le natiche prima di sbatterla a ridosso della parete, la obbligò a star appoggiata con i palmi sul muro e con le cosce larghe, si tolse la cintura dei pantaloni e le mollò una decina di cinghiate.Livia sentì il glande teso come una sciabola che si affacciava sulla peluria, la guardia l’aveva abbrancata da dietro strizzandole i seni, la fronte sbatteva sulla sua nuca costringendola con la faccia al muro, venne stuprata così con violente bordate che le sconquassavano il ventre, finendo insudiciata dallo sperma che si liberò dentro la vagina con la stessa intensità di un mare in tempesta.Alle prime luci dell’alba non ricordava nemmeno più quante e quali guardie avessero abusato di lei.Marta guardò la madre mentre venivano portate fuori dall’area delle celle, restò qualche attimo instupidita ad osservare quel viso ancor giovane stravolto dalle profonde occhiaie; Livia si limitò a sussurrare che non aveva chiuso occhio senza nulla accennare a quanto successo, anche per non preoccupare oltre la figlia.Vennero portate in una specie di refettorio ove fu servito loro un vassoio con una scodella di caffelatte e del pane duro, poi furono avviate alle docce e poterono finalmente pulirsi sotto gli occhi indiscreti di alcune guardie, le quali sghignazzavano divertite ogni qual volta madre e figlia si insaponavano là dove la folta peluria nera, bagnandosi, celava a mala pena i loro preziosi scrigni.Mentre si stavano asciugando prima di indossare due tuniche pulite con analoghe fattezze di quelle indossate per la notte, Livia vide arrivare l’omone che per primo aveva abusato di lei nella notte, la prese per un braccio spostandola dietro degli armadietti in fondo alla stanza, che non erano così profondi da nascondere le loro figure completamente.A Marta non fu difficile intuire quello che stava accadendo nel vedere le ginocchia della mamma che uscivano davanti agli stipetti, mentre era accucciata con la schiena appoggiata alle piastrelle: il movimento dell’ingombrante sedere dell’omaccione faceva capire che la stava scopando in bocca.Mano a mano che il ritmo cresceva anziché provare un senso di ripulsa sentì che si stava eccitando, le pareva incredibile ma i segnali erano troppo chiari ed inequivocabili, il vedere sua madre trattata in quel modo le stava scaldando la fichetta: fu costretta a lenire quelle fitte asciugandosi profondamente dentro il cespuglio nero, ove le grandi labbra erano bagnate da liquido diverso da quello dell’acqua della doccia.Livia aveva il volto infiammato non solo per qualche spruzzo di sperma trangugiato alla fine della scopata in bocca, ma anche per la vergogna di sentirsi addosso lo sguardo indagatore della figlia mentre venivano avviate lungo un altro interminabile corridoio, che le portò dentro una stanza ove le stava aspettando l’impettito maggiore che avevano conosciuto il giorno prima.Vennero legate ai polsi con delle corde che scendevano da un anello al soffitto, con le braccia sollevate, e separate da un divisorio in legno in modo che non potessero vedersi; la luce venne spenta e la stanza rimase nel buio più fitto, poi all’improvviso si rischiarò la stanza accanto, che solo in quel momento si accorsero divisa da una parete specchiata.Distesa nuda su un tavolaccio, legata mani e piedi a croce, una donna che le due prigioniere riconobbero subito nella loro amica giornalista, aveva il corpo segnato dai lividi, sui capezzoli due pinzette collegate con dei cavi sui quali scorreva la corrente elettrica, l’espressione tesa del volto mutò in consapevole terrore non appena entrò una donna in camice bianco.Questa donna alta e bionda era la dottoressa Eva, non ancora trentenne, fedele collaboratrice del maggiore; lasciò partire una scarica che elettrizzò il corpo della povera donna, alla quale rivolse una domanda avvicinandosi all’orecchio, che loro poterono ascoltare trasportata da un altoparlante: allora ti decidi a confessare spia?Vogliamo sapere quanti segreti militari da portare hai passato in questi anni alle due italiane?No, no, loro non c’entrano nulla con la nostra organizzazione sovversiva, vi ho già detto tutto, sono affiliata al gruppo che ben conoscete e che vuole combattere il comunismo, ma che non ha alcun legame con i paesi occidentali.Eva impugnò un corto manganello in gomma dura e la colpì duramente sulle cosce facendola singhiozzare, poi glielo infilò nella fica, scopandola a fondo, si interruppe non appena giunse la voce del maggiore attraverso l’interfono: rasale la fica e mettile un paio di pinzette dentro, vediamo se le volute di corrente entro la vagina le schiariscono il cervello!Livia restò tramortita come se fosse lei al posto dell’amica, si scosse nel sentire il cazzo scoperto dell’ufficiale che le sfiorava le natiche mentre la sua voce vicina ad un lobo, volutamente nemmeno troppo sussurrata affinché potesse arrivare alla figlia oltre il divisorio, disse: vi auguro che confessi altrimenti potrebbe toccare anche a voi la stessa sorte!Potrebbero non essere sufficienti le visite che ho in mente per voi oggi, debbo cercare all’interno dei vostri buchetti così stretti e rigidi, può darsi che nascondiate delle microchips, ma state certe che noi lo scopriremo, violando e forzando con ogni mezzo questi stupidi pertugi!A Marta giunse l’esclamazione della madre che venne solo intaccata dalla punta violacea del glande appoggiatosi sullo sfintere, poi delle implorazioni sommesse, ma Max si era già spostato dietro alla figlia.Intanto Eva aveva insaponato la fica della giornalista e si stava apprestando a radere la peluria con un rasoio a lama, che brillava pericolosamente nella sua mano; il maggiore lacerò le spalline del camice di Marta facendolo scivolare a terra, le scostò i capelli ed addentò la nuca, la ragazza avvertì l’uccello sbattere sul sedere mentre con una mano le avvolgeva un seno e con l’altra raggiungeva la fichetta, incredibilmente colma di umori.E tu cosa sei disposta a concedermi per evitare che ti faccia torturare?Tutto, tutto, bisbigliò Marta con un filo di voce, tale comunque da essere udito anche da sua madre.Tutto cosa, senti come sei eccitata, a differenza di tua madre a te piace sentirti costretta, e magari anche assistere a scene violente vero?Sì, sì, boccheggiò Marta che si stava contorcendo dal piacere.Adesso ti slego puttanella, voglio che me lo succhi come hai fatto ieri!Livia si sentì svenire, con gli occhi guardava oltre la parete specchiata ove all’amica erano state agganciate due pinzette sulle grandi labbra della fica appena rasata, mentre con le orecchie cercava di captare ogni minimo rumore che giungeva dall’altra parte del divisorio.Vide l’amica svenire dopo un urlo strozzato, quando la corrente elettrica le bruciacchiò la fica tosata, un attimo prima però era riuscita a borbottare quello che la crudele dottoressa voleva sentire: sì, sì, è vero, anche loro sono delle spie!Nel contempo ascoltò con nitidezza il rumore simile ad un onda di risacca che le labbra di sua figlia emettevano allungandosi lungo l’asta tesa del maggiore, fu questione di pochi secondi perché dovette concentrarsi ad arginare la veemenza di Eva, che era uscita dalla stanza accanto piombandole alle spalle silenziosamente.Tocca a te lurida spia, sibilò Eva abbrancandola da dietro, adesso ti porto di là a salutare la tua amica, vedrai che confesserai anche tu i crimini che hai commesso!Mentre si afflosciava terrorizzata tra le braccia di Eva, che stava sciogliendo i legacci, Livia ascoltò in trance le parole della figlia, che ora era stata fatta appoggiare alla parete vetrata: sì, sì, prendimi, stuprami, violentami, fammi godere, spaccami, oh sì, sì, ancora, ancora!Con gli occhi annebbiati dal piacere Marta vide sua madre nuda nella stanza accanto, era impaurita e tremava come una foglia d’autunno prima di staccarsi dal ramo, lei solitamente così rigida ed altezzosa, ridotta ad una nullità che si limitava ad implorare pietà .In lei si scatenò la libidine che stava portandola alla conclusione dell’amplesso con l’uomo in divisa, quando vide sua madre che accettava, con evidente arrendevolezza, di prostituirsi con la dottoressa pur di risparmiarsi le torture annunciate.Accettò persino con disinvoltura il bacio di Eva ed il lungo viaggio della lingua che si intrecciava con la sua, si lasciò piegare sopra la branda ove giaceva ancora svenuta la giornalista, i polsi le vennero legati dietro la schiena, infine l’ordine giunse perentorio e cristallino, offuscando la mente di Marta che era stata appena inondata dalla sborra vischiosa del maggiore: adesso leccala, voglio che la svegli con la lingua!Le sembrò un sogno vedere la lingua della madre svicolare fuori dalle labbra per inumidire il pube, che pareva la pungesse con i corti peli da poco rasati che brillavano sulla pelle irritata, ma quel che più la stupì fu osservare con quanto trasporto si dedicava a quella missione, senza più alcuna necessità che le venisse ordinato.Eva aveva rimesso le pinzette sui capezzoli della giornalista mentre Livia continuava a slinguarla e succhiarla, fece passare alcune brevi folate di corrente elettrica che scossero appena il corpo tramortito della donna, trasmettendo qualche brivido anche alla lingua dell’amica.Marta aveva continuato a gonfiare le pareti della vagina, allungandosi lentamente sull’asta ancora turgida del maggiore, il quale rispondeva con deboli movimenti susseguiti all’eiaculazione; furono sufficienti pochi minuti per riprendere lena, egli non aveva più dubbi, si era ritrovato per le mani una troietta in calore nelle vesti di vittima smaniosa di soddisfare il proprio carnefice.Intanto la dottoressa si stava dedicando con maggior insistenza sul posteriore di Livia, usando il manganello con fin troppo evidente gusto sadico, prima picchiandola e poi forzandole fica e culo; Marta guardò incredula l’aguzzina che si apprestava a cavalcare sua madre, la cui schiena cominciò ad arcuarsi riflettendo scosse sulla dorsale come se venisse sodomizzata, solo quando Eva si ritrasse vide il tozzo membro che luccicava insudiciato davanti alla transessuale.Livia e l’amica giornalista vennero usate per molti giorni, in quella tetra caserma, come latrine, alle guardie aizzate da Eva venne concesso tutto e di più, per Marta invece la prigionia si trasformò in un legame carnale con il maggiore, in cella aspettava con ansia il momento in cui veniva portata al suo cospetto, le costava sofferenza farsi prendere didietro anche se alla fine prendevano forma alcuni accenni di piacere che la ripagavano delle fitte che ristagnavano sul suo fondo schiena.Sua madre perse la vita in un incidente stradale pochi mesi dopo la fine di quell’avventura che l’aveva irrimediabilmente segnata, Marta si era convinta che si fosse suicidata fuoriuscendo di strada ad alta velocità ; a lei invece la vista di una divisa qualsiasi produsse per diversi anni ancora, uno stato di agitazione quasi paralizzante, che spesso si tramutava in sfacciata eccitazione.Una volta fu fermata ad un posto di blocco, la vista di tanti poliziotti con i mitra spianati la lasciò stordita, non riusciva nemmeno a rispondere alle domande che le rivolgevano, credettero che la sua preoccupazione fosse dovuta a qualcosa di losco che cercava di nascondere, venne fatta scendere dall’auto ed infilata in un furgone al cospetto del comandante per essere interrogata.Cosa nascondi, della droga vero, vuoi tirarla fuori da sola o vuoi che la cerchio io?Marta si limitò a dei cenni negativi con la testa ma il terrore che luccicava nei suoi occhi venne colto dal comandante come una tacita ammissione; fu piegata di schiena sul piccolo tavolino-scrittoio dentro il furgone, nemmeno una sillaba uscì dalle sue labbra ingorgate di saliva mentre le manacce dell’uomo aprivano la camicetta palpugnando le tette abbondantemente fuoriuscite dal reggiseno.La nascondi dentro le mutande vero sgualdrina?I jeans vennero strappati fino a scivolare per terra lungo le caviglie, ove già erano cadute le scarpe, Marta non indossava calze ed al poliziotto fu sufficiente uno strappo laterale per sbarazzarsi delle mutandine che si raggomitolarono esanimi sul tavolino.Il comandante deglutì un paio di volte soffermandosi eccitato a guardare lo splendido panorama pubico che gli si parò davanti, le dita carnose indagarono frettolose alla ricerca di un bottino che non c’era, evidenziando solo la straripante eccitazione che inondava quella passera scura.Troia, troia, ecco cosa volevi nascondere, sei una cagna in calore, biascicò il comandante sfoderando l’uccello duro, Marta sbattè ripetutamente la testa sulla parete interna scivolando all’indietro sul tavolino durante le ficcanti fiondate che le sfondavano la fica, godette senza soluzione di continuità per tutta la durata dell’amplesso, boccheggiando e contorcendosi ad ogni passaggio del pene a cui si accompagnavano stringenti manipolazione dei seni.Il comandante si ritrasse all’ultimo istante spruzzandole di sborra la folta peluria ed innalzando il getto anche sul petto fino a sfiorarle la gola; Marta restò con la bocca socchiusa, aspirando affannosamente, gli occhi erano intensamente lucidi non più per la paura ma per l’eccitazione che ancora le gonfiava il petto.Lo sguardo trasognato di Marta pareva implorasse una irriducibile voglia interiore di essere ulteriormente sbattuta e maltrattata, il poliziotto la osservò qualche attimo stupito prima di sbottare: puttanella, devi essere in arretrato da molto, non ti basta vero?Marta riuscì solo a sbattere le palpebre prima di essere trascinata giù sul pavimento del furgone, lo imboccò senza esitazione avvitandosi con lingua su quel piolo leggermente ammorbidito, facendogli ritrovare un vigore ancor più intenso e duraturo di quello iniziale, esasperando così la libidine del comandante.Distesa a pancia sotto aspettò con ansia di essere frugata dalle dita umide che scivolarono prepotenti dentro il pertugio facendola sobbalzare dal piacere, incredulo di tanta remissività di cui non si spiegava le motivazioni, il poliziotto cominciò a sculacciarla facendola rimbalzare sul tavolino.Per la prima volta dopo quasi venti minuti fece capolino la voce roca di Marta: pietà , pietà , basta, basta…….Era una voce flebile ed insicura, quasi trasparente una volontà opposta che alimentò la foga dell’uomo, il quale esaurì la sua rabbia quando le natiche divennero violacee, solo allora impugnò la verga spasmodicamente tesa indirizzandola verso il tenebroso buco che accolse il prepuzio contraendosi impudicamente.Vuoi che te lo sbatta nel culo vero sgualdrina, vuoi sentirlo rovistare dentro le tue viscere, oh sì dimmi che ti piace farti inculare, borbottò il comandante mollandole un pugno sulla schiena mentre il cazzo affondava senza resistenze nel canale rettale.Sì, sì, ancora, di più, singhiozzava sconvolta dal piacere Marta, che avvertiva l’avvicinarsi di un nuovo orgasmo.Nel centro di Vienna, fintanto che il marito è impegnato nei lavori del convegno, Marta passeggia all’interno del quartiere degli antiquari, specchiandosi nelle vetrine ed osservando con tipica avidità femminile le preziosità in esse contenute.Cambia percorso e sotto il tepore di un tenue sole primaverile prosegue lungo la strada delle sedi diplomatiche, sono tutti palazzi austeri inframmezzati da giardini fioriti, oltre i quali si scorgono alcune costruzioni più moderne, grandi ville attorniate dal verde, una in particolare attira la sua attenzione, ma non fa in tempo a focalizzare la targa che identifica quella ambasciata, viene sfiorata da un auto nera che si infila all’interno di un cancello carraio che sta aprendosi lentamente.Ha un sobbalzo come chi teme di essere investita, guarda dentro il cortile la macchina che si ferma slittando sul ghiaino, il portone in ferro si sta chiudendo automaticamente ma prima che la vista le sia preclusa riconosce la persona che sta scendendo dalla portiera posteriore: è il maggiore Max.Seppur dopo tanti anni quella vista la mette in subbuglio, fa fatica a mantenersi in piedi, si appoggia al muro perimetrale ed inquadra la targa in ottone che campeggia davanti all’ingresso: è una sede diplomatica della DDR.Passano quasi dieci minuti prima che riesca a trovare un minimo di tranquillità interiore, un susseguirsi di pensieri le affollano la mente, vorrebbe allontanarsi in fretta da quel luogo ma una forza interiore la blocca, quando suona per entrare non si rende nemmeno conto perché lo stia facendo, viene accolta da una donna vestita di grigio e dallo sguardo sospettoso che le chiede in che cosa possa esserle utile.Cerco il maggiore Max, borbotta Marta con tono insicuro.Non c’è nessun maggiore Max qui dentro, risponde seccata la donna, a che titolo cerca questa persona? Lei chi è mi dia le sue generalità !L’avevo conosciuto a Berlino, mormora intimidita Marta, declinando nome e cognome.Solo allora quella specie di arpia si decide a smanettare sul telefono nero che tiene sullo scrittoio dell’ingresso, Marta ascolta con il cuore in gola le frammentate telefonate della donna che compone diversi numeri prima di guardarla dritta negli occhi, l’espressione imperscrutabile trasuda un mezzo sorriso sadico, poi le rivolge di nuovo la parola: mi segua, forse il colonnello Max Reinhart potrà riceverla più tardi.Marta ha paura quando dopo aver infilato un paio di corridoi l’impiegata apre una porta che conduce nello scantinato, ha un attimo di riluttanza ma ormai è troppo tardi, la donna coglie la sua indecisione, la prende per un braccio e l’accompagna nella discesa attraverso i gradini leggermente umidi, mentre sussurra: dovrebbe sapere che chi entra in questi luoghi perde la propria libertà , qui non siamo democratici come voi occidentali, il nostro è un regime autoritario.Arrivano in fondo alle scale, adesso Marta trema visibilmente riconosce quei posti come dei luoghi di prigionia simili a quelli della caserma di Berlino, percorrono un altro corridoio e poi viene introdotta in una ampia stanza adibita a cella di tortura, che trova incredibilmente uguale a quella in cui era stata segregata la giornalista amica di sua madre.La stanza è rischiarata da una sola lampadina che pende dal soffitto, la donna dal naso grifagno svela in un attimo tutta la sua arrogante protervia: conosci le regole, vero?Marta annuisce e comincia a togliersi il leggero soprabito poggiandolo sull’unica sedia vuota, sono attimi di tensione che accrescono la sua insicurezza, è stata una scriteriata ad infilarsi di nuovo in quel luogo che la farà penare come in passato, questo pensiero l’affanna ma ha anche lo straordinario potere di infiammarle il ventre, avverte un rigurgito di umori che le allagano le mutandine, si è appena tolto il vestito ed è costretta a serrare le cosce per contenere il profluvio.La donna osserva i fremiti che scuotono il suo corpo, ne ascolta il respiro corto che in pochi secondi si affievolisce liberandola dal piacere ormai incontenibile, le molla un manrovescio apostrofandola: puttana, questo non è postribolo, siamo in una prigione e tu sei una detenuta!Io….io, balbetta Marta, sono venuta spontaneamente, non sono una prigioniera, volevo rivedere il maggiore Max……..Un altro manrovescio le infiamma anche l’altra guancia: silenzio, non ti è concesso di parlare, la persona che cerchi ci raggiungerà più tardi, ti ho già detto che è diventato colonnello!E’ la stessa improvvisata carceriera che finisce di spogliarla, abbassando le spalline della sottoveste e slacciando il gancio del reggiseno, lasciando così libere le grosse tette dure.Marta viene fatta distendere sul tavolaccio e guarda con occhi velati dalla paura gli attrezzi di tortura appoggiati su alcuni alti sgabelli in legno, solleva le braccia sopra la testa e si lascia serrare con degli anelli di ferro.La lesbica osserva con avidità quel bel corpo fremente, è da diverso tempo che non le capita un bocconcino così prelibato, le abbassa lentamente le mutandine scoprendo la rigogliosa foresta nera che già aveva intravisto sotto il tessuto; le dita affondano perentorie, non è una masturbazione ma il gusto di scorgere la paura che assale la prigioniera.Le mani si muovono arroganti manipolando con forza le parti più sensibili, Marta si limita a sospirare profondamente temendo ritorsioni più cruente: quello che la esaspera sono le folate di piacere che riverberano dentro di sé, mano a mano che la donna incrementa la sua azione.Intuisce che l’aguzzina è molto sadica dalla veemenza con cui le ha cacciato un cuneo dentro il culo, soffre e gode contemporaneamente dimenandosi sul tavolaccio in preda a delle convulsioni che diventano spasmodiche nel momento in cui le vengono agganciate sui capezzoli due pinzette che si collegano con lo strumento che trasmette la corrente elettrica.Il dolore sui seni è insignificante rispetto a quello che l’aspetta: no, no, ti prego, mormora Marta con gli occhi supplichevoli, ma l’altra ha già girato la manovella, trasferendo solo un modesto assaggio di scarica che la fa scuotere appena, alimentando gli umori vaginali.Vuoi che continui o preferisci leccarmi la figa?Marta la guarda un attimo interdetta e ciò basta alla donna per liberare un’altra scarica.Sì, sì, tutto quello che vuoi, sussurra Marta.La carceriera si sfila le mutande e si inginocchia sopra la sua testa, sotto la gonna Marta si orienta con la lingua alla ricerca della larga fessura, usa tutta la sua abilità per cercare di soddisfare le impellenti voglie della lesbica, che ad un certo punto si allarga le natiche con entrambe le mani invitandola a leccare il buco del culo.Piegata in avanti la donna usa il cuneo che le aveva infilato nel culo per penetrarle anche la fica, la incita a spingere a fondo a lingua e nel contempo si abbassa ad azzannare la clitoride mentre continua a sconquassarla; la carceriera è vicina all’orgasmo quando Max entra nella stanza, Marta si accorge della sua presenza solo quando il glande affonda nel suo culo.La lesbica si solleva esausta dopo un copioso orgasmo, Marta rivede il suo aguzzino in divisa, le tiene le gambe sollevate ed ora se le è appoggiate sulle spalle, continua a stantuffarla, insultandola, mentre la sottoposta riaccende la macchina infernale che trasferisce volute di corrente, brevi ma cocenti; Marta ha la vista appannata, si affloscia svenendo qualche attimo dopo aver sentito lo sperma disperdersi nel canale rettale.Quando si sveglia è sola nella stanza, ha i capezzoli bruciacchiati, di tanto in tanto si affaccia il colonnello Max, la interroga, la sevizia, la stupra.Nei giorni seguenti i giornali parlano della scomparsa di una donna italiana a Vienna, se ne sono perse le tracce, il marito è disperato e le ricerche proseguono affannosamente, lei è già stata trasferita dalla prigione austriaca a Berlino, qui rimarrà segregata per molti anni, fino alla caduta del muro.MAX_101
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14 years ago
IncantoLunare,
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La Punizione .....
Erochiusa in bagno da più di un quarto d'ora, ma non pensavo che qualcuno se nefosse accorto. Invecedopo qualche minuto mio zio iniziò a bussare: "Sara cosa stai facendo? ètroppo tempo che sei in bagno da sola. apri"eroseduta sul cesso a gambe larghe. un dito stava facendo su e giù nel mioculetto, l'altra mano stava massaggiando lentamente la mia passerina. era tuttagonfia e arrossata, l'avevo massaggiata vigorosamente per un po', me l'erolavorata con forza soprattutto sui lati, perchè fossero particolarmentesensibili. mi piaceva la sensazione che dava passare la mia mano sulla ficaleggermente irritata, soprattutto quando cominciavo a bagnarmi. dopo mimassaggiavo lentamente il clitoride tornando ogni tanto a toccarmi la fica,oppure tenendola bene aperta con l'altra mano. mistavo masturbando già da un po' e volevo venire, risposi svogliatamente a miozio e forse dal tono della voce si capiva che stavo pensando a ben altro. passòcirca un minuto, avevo ricominciato a masturbarmi con il dito nel culo eallargandomi la fica.Lachiave nella porta cadde per terra, sentii girare la serratura, la porta siaprì e mio zio entrò. teneva in mano un passepartout.-Saracosa stai facendo?-zio...no...èche mi pizzicava un po'... mi stavo grattando...-si...certo..ecosa ci faceva il tuo ditino nel culetto? ti prudeva anche lì?-no...è che...-Sara,ti stavi masturbando, ammettilo-ma...-tiho detto mille volte che soltanto le maialine si masturbano. ho provato millevolte a farti smettere. ti ricordi quando ti ho fatto stare due giorni con unaspugnetta abrasiva dentro le mutande? o quando ti ci ho messo dentro unpeperoncino per tutta la durata del telegiornale? ti ricordi come ti dimenaviai piedi del divano? eppure vedo che non è servito a niente. continui asmaneggiarti là in mezzo alle gambe. guardala, guarda bene come sei eccitata, èuna vergogna. questa volta verrai punita sul serio.-mazio...-mettile mani dietro la schiena.-ma..-fallo!milegò le mani dietro la schiena e le gambe alla tavoletta del cesso. non potevoalzarmi e non potevo neppure chiuderle. Prese il passepartout con cui avevaaperto la porta e me lo mise nella fica. -nonfarlo cadere-disse serio.Poisi alzò e se ne andò.lamia eccitazione non era diminuita, avevo paura di mio zio, ma quando mi punivafinivo sempre per godere lo stesso e ormai mi eccitavo moltissimo ogni voltache si arrabbiava. muovevo i muscoli della fica tentando di non fare cadere lachiave e mi agitavo sul cesso, impazzivo dalla voglia di finire di menarmi lafica, ma mi era davvero impossibile, nonostante fossi quasi al limite nonriuscivo a a soddisfarmi in nessun modo. rimasilì a cercare inutilmente di finire di masturbarmi per almeno mezz'ora, poisentii dei rumori in salotto e mio zio che parlava con qualcuno. siavvicinarono alla porta del bagno, di modo che potessi sentire bene e mio zioraccontò tutto quello che aveva visto e ci mise anche del suo. Raccontò dellevarie punizioni che mi aveva inflitto e della scena di poco prima, disse loroche aveva spiato dalla serratura e aveva visto che con due dita mi allargavo lafica mentre facevo su e giù con un dito nel culo e che si vedeva benissimodall'espressione che stavo godendo come una maialina. quando finì di raccontarela porta si aprì ed entrarono mio cugino, mia cugina e un vicino di casa,Antonio, grande amico di mio zio. mitrovarono lì, legata al cesso a gambe larghe e con la fica gocciolante diumori. -mmm..maguarda la nostra Sara che brutta porcellina che è diventata..- esordì Antonio-infatti...guardache passera, sembra sul punto di esplodere...ehi maialina, ma quanto ti seisbrodolata? non ti vergogni?-disse mio cuginomiacugina mi si avvicino e cominciò a slegarmi-vieniSara, adesso è tempo che subisca anche te un trattamento davvero severo. sarà educativo vedrai. anch'io prima mi masturbavo in bagno qualche volta. sonostata punita varie volte e adesso non mi permetto più di sditalinarmi. ho anchesmesso di strusciarmi sui braccioli delle poltrone. adesso se sento che nonriesco a resistere lo dico subito a papà e lui si occupa di dare alla miapassera il trattamento necessario. Anche se mentre vengo punita alla fine nonriesco a evitare di avere un orgasmo, il fatto di godere durante la punizionerende meno grave il mio peccato. Certo, è importante impegnarsi a aiutare chiti sta punendo, bisogna assolutamente cooperare facendo in modo di farsi piùmale possibile o di aumentare al massimo il valore delle umiliazioni che siimpongono. Vedrai che con il tempo imparerai e piacerà anche a te. adesso vienicon noi e fatti fare tutto quello che ti viene chiesto.-fuicondotta al piano d sotto, in cantina. avevano fatto spazio e per terra c'era unmaterasso, alcune bacinelle e una sedia. sudi essa era appoggiato un fascio di ortiche. Antoniomi venne di fronte e mi infilò una mano tra le gambe. inizio a toccarmilentamente.-seidavvero fradicia. adesso però bevi.mifece bere quasi un litro d'acqua continuando a toccarmi, sempre moltolentamente. guardò mia cugina e lei, senza dire niente, andò vicino alla sedia,si abbassò i pantaloni e le mutandine e si mise a sedere sulle ortiche. sisedette eppoi si accomodòper bene, facendosi pungere il culo, la fica e le cosce. fece una leggerasmorfia, ma non emise un gemito, si morse il labbro inferiore. sembrava quasiche le desse gusto. cominciò a muovere leggermente il bacino, in maniera quasiimpercettibile.-Guardatua cugina e impara- disse mio zio - Antonio che ti sta masturbando sa che si èeccitata e merita una punizione. basta uno sguardo e va subito a farsi pungerela fichetta. guarda come collabora muovendo il culetto.eraevidente che mia cugina collaborava. adesso aveva preso con le mani i gambidelle ortiche e muoveva il culo tirandole versodi se. stava cominciando anche a mugolare, si vedeva che cominciava proprio apiacerle.-basta.mettiti nell'angolo conn il culo in aria.miacugina si alzò e andò a inginocchiarsi in un angolo, mostradoci il culo e lafica un po' arrossati.-avantimaialina, adesso tocca a te- disse mio cugino e mi venne incontro.mitocco un po' il culo eppoi mi condusse alla sedia e mi spinse a sedermi.l'ortica cominciò subito a bucare. sarebbe stato senz'altrouna punizione molto severa in un'altra circostanza, ma in quel momento ero cosìeccitata che le punture mi provocaronosoltanto un immenso prurito, avevo voglia di grattarmi la passera, ma miocugino me lo impediva e mi costringeva emuovere il culo tenedomi per i fianchi-avantiporcellina, sentila bene, fatti pungere tutta. avanti fai la brava, spingi,collabora e fatti male da sola. avanti spingida sola. fatti tanto male troietta, spingi la fica contro le ortiche, sfregaquel clitoride voglioso con cui stavi godendo,spingi forte.lapassera mi prudeva da matti volevo toccarmi, volevo massaggiarla con vigore, mamio cugino i fece alzare. mi fece sdraiare sulmaterasso.-adessosta' qui a gambe aperte. non provare a toccarti. se senti bruciare puoi muovereun po' il culo, ma non troppo, mi raccomando.devi imparare a resistere.itre uomini mi osservavano mentre mi agitavo sul materasso. mio antoni si stavatirando una sega. la mia fica era in fiamme, iniziaia muovere ritmicamente il culo in su e in giù. spingevo i culo contro ilmaterasso sempre più forte, mi dava un po' disollievo, ma dovevo apparire una bella porca,a fare su e giù con il culetto inquel modo. loro se ne erano accorti e inizaronoa dirmi di smetere di fare così-losappiamo che stai cercando di godere, smetti subito piccola scrofa. smettimaialina, o ti faccio smettere io.miozio si sfilò la cintura dai pantaloni, ne prese l'apice e si chinò in mezzoalle mie gambe.conla cinturà iniziò a battermi la passera, un po' piano un po' forte, per farmismettere di godere.-avanti,su, fai la brava, tieni le gambe bene aperte mentre ti prendi le cinghiatesulla passerina. non ti muovere, sta' ferma,ecco, brava così, fatti cinghiare bene, fatti fare male...ecco, ferma adesso neprendi uno fortissimo, aspetta, ecco, adessoarriva, tieni le gambe bene aperte, aspetta..ecco, brava. ti ha fatto moltomale vero? bene bene, molto bene, è importanteche ti senta tanto male su questa fichettina sbrodolona, lo sai vero? brava,brava la mia maialina in calore. adessoricomincio a tirarti le cinghiate sulla fichetta ok? apri bene. guardala benela tua fichetta mentre viene battuta, guardalafissa e ricordati cos'è che merita quando si bagna così.questospettacolo stava facendo eccitare moltissimo mio cugino che si stavasmaeggiando il cazzo già da un po'-sipapi dai, battila forte questa scrofetta. più forte, dagliele più forte.dopoquel trattamento la mia passerina era devvero arrossata e mi bruciavatantissimo. mio zio iniziò a toccarmi, un po' mi massaggiavaun po' mi penetrava con un dito, lentamente per vedere quanto riuscivo agodere. mi toccò anche il clitoride, moltomolto lentamente, iniziai a mugolare e a bagnarmi di nuovo. ricevettiimmediatamente una buona dose di schiaffi sulla fica.-seiincorreggibile, ti ho battuta forte e a lungo con la cinghia, eppure bastamenartela un po' e te ricominci subito a sbrodolare.adesso dovrò schiaffeggiartela ancora un po', e dovrai prenderle tenendo lalingua fuori e mugolando come la cagnettache sei. poi riceverai questo nella fica.mimostrò una pallina poco più grande di una pallina da golf. era fatta di cartastagnola e era ruvidissima e piena di bitorsolie punte.-ecco,adesso te la metto nella fica. ti piace? senti come buca...vuoi masturbartianche adesso porcellina? avanti, muovi la fichetta,stringi forte che così la senti per bene, avanti scrofetta, fatti male da sola,facci vedere quanto sei brava... ti piaceeh? secondo me ti sta proprio piacendo. adesso sai che fai? ti metti acavalcioni del bracciolo di quella poltrona e ti cistrusci, così magari ci fai vedere quanto sei brava a godere con questa bellapallina nella fica, eh maialina?micondusse verso una vecchia poltrona che stava in un angolo, aveva entrambi ibraccioli ricoperti di un panno ruvidissimo, comela tela di un sacco. -avantistrusciati. tua cugina è stata scoperta due volte a mastrurbarsi in questomodo. proprio una sudiciona. vero che sei unasudiciona? miacugina annuì dal suo angolino.-eallora vieni anche te qua a fare vedere quanto siete sudicie e maiale. mettitia cavalcioni sullaltro bracciolo e sfregati quellafica vogliosa che ti ritrovi.miacugina si diresse verso la poltrona quando mio cugino la fermò.-papami scappa da pisciare. ho voglia di farla nel suo culino, posso?-certotesoro, falla tutta, riempile il culo di piscio.ilsuo cazzo scivolò velocemente nel buchetto di mia cugina, che si eraprontamente messa a quettro zampe. dopo un paio di minuti,durante i quali si divertì a rendere ancora più rossi il culo e la fica di miacuina a suon di sonori schiaffoni, cominciòa pisciare ordinadole di masturbarsi, che una scrofa come lei merita di goderegiusto se prende del piscio nel culo.dopoaver ricevuto il suo clistere mia cugina venne a sedersi accanto a me e iniziòa muoversi diligentemente sul bracciolo dellapoltrona.-certoche due cagnette in calore dovrebbero comportarsi come cagnette, non credete?avanti sara, fa' come tua cugina.siera messa a mugolare come avrebbe davvero fatto una cagnetta che vuole esseremontata. teneva la lingua molle tra le labbrae la muoveva avanti e indietro, sbavandosi anche un po' addosso..iniziaia imitarla, ma presto cominciai a sentire un irrefrenabile bisogno di fare pipìe lo dissi ai miei educatori.Antoniovenne verso di me e inizò a massaggiarmi la pancia. -adessovorresti fare la pipì? ma non ti vegogni qui davanti a tutti? no, non puoiproprio farla devi resistere. avanti resisti,non fare la pisciona, avanti..cosìdicendo mi pigiava ritmicamente sulla vescica, stavo quasi per impazzire.-aspetta,ferma pisciona. alzati e mettiti a testa in giù sulla poltrona, cosìm se nonresisti ti pisci addosso. e guardati lafica, a me sembra molto bagnata, non credi? anche la pallina dentro non ti èservita. adesso ti frusto un po' sul culo e sullafica e te li guardi fissi mentre li frusto. intanto spingi da sola sulla tuavescica e resisti. ma spingi forte capito?lefrustate mi facevano sobbalzare e la mia vescica mi torturava ogni secondo dipiù.duròa lungo e durante tutto il tempo dovetti spingere con la mano sulla pancia, unaspinta per ogni frustata.-brava,brava la mia pisciona, vedo che hai resistito, allora adesso puoi fare pipì.ecco, piscia su, fattela tutta addosso, pisciatiaddosso, dmostraci che sei una vera maialina e magari ti facciamo masturbareuna po' quella fica pisciona. avanti fallaora, fattela addosso.mipisciai addosso provando un sollievo infinito.-adessoperò ci fai schifo, non ti possiamo più toccare. è necessario che tu punisca dasola, capito? mettiti questi, poi mettitia quattro sampe e sculacciati per bene, che il tuo culo non è affatto rossocome dovrebbe essere.milanciò delle 4 mollette unite da una catenella e dovetti attaccarne due allegrandi labbra e due ai capezzoli, dopodichè mimisi a quattro zampe e iniziai a battermi sul culo con forza. per quanto misforzassi di picchiarmi il culo più forte possibilenon stava affatto diventando rosso. mio cugino non mancò di venirmi in aiuto.si posizionò dietro di me e cominciò asculacciarmi come si deve mentre con l'altra mano mi tirava le mollette sullafica. poi mi piazzò una carota molto grossa dentroil buco del culo, ordinandomi di non farla cadere e ricominciò a arrossarmi ilculetto. quandoebbe finito dovetti leccargli le mani con cui mi aveva sculacciato, mentreAntonio faceva fare sue e giù alla carota piantatanel mio culo, dandomi ogni tanto qualche schiaffo sulla fica, non appena siaccorgeva che cominciavo a godere troppo.dovetti leccare le mani anche a lui mentre mi spingevo la carota su per ilculo. era veramente grossa e faceva davveromale, ma la tenevo ben piantata dentro mentre pulivo le mani che mi avevanotoccato.miaccorsi che mia cugina nel frattempo svav seduta in terra a gambe aperte,accanto a lei suo fratello le stava massaggiando lafica con una spugnetta abrasiva, la muoveva molto lentamente, mentre lei siguardava la fica, anche se ogni tanto alzava losguardo per vedere quello che mi stavano facendo.aquesto punto eravamo entrambe eccitatissime e avevamo la fica davveroarrosstata e irritata, ultrasensibile, gonfia e bagnatafradicia. cimisero l'una di fronte a l'altra e ci dissero di toccarci a vicenda. ciinfilammo una mano tra le gambe e ci accarezzammo deicatamenteil clitoride. le nostre due passere erano davvero ultrasensibili e quelditalino ci procuò delle incredibili scarichedi piacere e nessuna delle due riuscì a evitare di mugolare come una troia. -questedue sono davvero scandalose. ce l'abbiamo messa tutta ma continuano a godere...avanti, mettetevi in terra e a gambe larghe.antonie mio zio tirarono fuori i loro cazzi.-tenetele fiche ferme e belle aperte che adesso ci pisciamo sopra.lapipì iniziò subito a bruciare tantissimo sulle nostre fichette arrossate.iniziammoa dimenarci ma ci ordinarono di stare immobili e prenderla tutta.unavolta che ebbero finito di pisciarci sopra ci consentirono di masturbarci, masenza massaggiarci la fica, dovevamo riuscirea venire prendendola schiaffi, altrimenti niente orgasmo. iniziai a darmi iprimi colpi sulla fica, mentre mia cuginafaceva la stessa cosa. dopo una ventina di schiaffi ci dovemmo invertire e iodovetti schiaffeggiare la sua fica, mentrelei si preoccupava di dare lo stesso trattamento alla mia. mia cugina iniziò apicchiarmi molto lentamente ma con severità ,colpiva la mia fica sapientemente, sapendo ogni volta quale punto andare arisvegliare, era stata evidentemente addestrataa questo trattamento, per sè e per gli altri. me la menò per almeno due minutiprima che avessi un orgasmo devastante.Coppia: [email protected]
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Non dite nulla a Laura ....
Finalmente arriviamo a casa di Annalisa. Scendo rapidamente dalla macchina e le apro la portiera, senza peraltro riuscire ad evitare di posare a lungo il mio sguardo sulle sue gambe meravigliose, mentre scende lentamente e maliziosamente dalla macchina, ma per fortuna non dà segno di essersene accorta e mi precede verso la porta d’ingresso. La sua casa è molto carina e accogliente, ma riesco solo a gettarle uno sguardo distratto, ammaliato come sono dalla presenza della mia Principessa che mi precede nella sua stanza, voltandosi poi verso di me e dicendomi: "Ora, cucciolo, io vado a farmi una doccia veloce e a cambiarmi, tu però aspettami qui, in piedi, e spogliati tutto nel frattempo," e con un sorriso malizioso e una risatina si allontana verso il corridoio, lasciando la porta socchiusa. Resto un attimo bloccato, immobile, poi inizio a spogliarmi e posare i vestiti su una sedia accanto al letto; dopo pochi attimi mi ritrovo solo, nudo, in piedi nella sua stanza ad attendere il suo ritorno. La sensazione che mi avvolge è soprattutto un forte senso di ridicolo: in piedi, nudo, non riesco a decidere nemmeno in che posizione attenderla. Mi sento estremamente stupido; qualsiasi cosa faccia ed è una sensazione più umiliante delle cinghiate in pubblico. Soprattutto non so come mettere le mani, provo ad incrociarle sul petto, ma è terribile, le lascio giù lungo il corpo, ma è come essere un militare nudo sull'attenti, e tutto questo mi fà comprendere che anche con questa richiesta la mia Padrona mi sta insegnando umiltà e sottomissione. Inoltre quella sua frase sul cambiarsi si agita impazzita nella mia mente, mostrandomi mille idee su quale potrà essere il suo abbigliamento quando rientrerà , i molti racconti e le molte immagini di Mistress si affollano in me, portandomi ad immaginarla ora con stretti abiti in pelle nera e lunghi stivali con tacchi alti, ora in strani vestiti costellati di borchie e catene o stretti tubini in latex, temo di vederla entrare con fruste o altri dolorosi strumenti in mano, ma improvvisamente, lo scroscio dell'acqua della doccia interrompe le mie farneticazioni; il rumore si sente troppo chiaro, immagino che abbia lasciato aperte tutte le porte, e l'idea di saperla così vulnerabile ai miei sguardi e nello stesso tempo così sicura della mia obbedienza al suo ordine di restare dove sono, mi fà letteralmente impazzire, come mi sconvolge il pensiero di lei, la stupenda e dolce Annalisa, che ora, nuda sotto la doccia, è accarezzata dall'acqua. Chiudo gli occhi e mi sembra di vederla, il suo viso che sale sorridente verso il getto scrosciante, rivoli tiepidi le scivolano lungo il corpo, giocando con la schiuma bianca di cui è ricoperta, i candidi seni velati di spuma, la corrente impetuosa che scorre tra le sue scapole, lungo la schiena, per scomparire tra le gambe, delineando il sedere più bello che abbia mai visto, novella Naiade che danza un lento e sensuale ballo in una polla di montagna sotto la cascata di un limpido e puro ruscello. Pensare a lei mi ha riportato in uno stato di eccitazione, e nel momento in cui me ne rendo conto sento anche uno strano silenzio: l'acqua non scorre più chissà da quanto tempo, e il suo arrivo deve essere imminente. Cerco di rilassarmi e spegnere la mia immaginazione, ma ormai la sua immagine nuda nell'acqua si sovrappone alle visioni di lei in abiti sadomaso, aggravando ulteriormente la mia situazione. Improvvisamente vedo la porta aprirsi e Annalisa apparire, e mi accorgo di sorridere quasi involontariamente per la sciocchezza dei pensieri fatti riguardo al suo possibile abbigliamento, perché la mia stupenda principessa è semplicemente avvolta in un corto accappatoio di spugna, bianco come un angelo uscito da una nuvola, i lunghi riccioli rossi ancora bagnati che segnano il candido volto come lucide pennellate di un ispirato picasso, gli occhi grandi e luminosi che sembrano promettere mille emozioni, le gambe lunghe e perfette che - naturalmente sensuali - si avvicinano a me. I nostri sguardi si incrociano e, di fronte a me in piedi, nudo, con un soriso ridicolo sulle labbra e visibilmente eccitato, lei scoppia in un’allegra e squillante risata alla quale mi unisco senza pensarci, sentendo in quel momento tra noi una complicità , un senso di appartenenza dell'uno all'altra mai provato prima, come se non ci fosse più dominante e sottomesso ma due anime unite da un legame più profondo di quanto si possa soltanto immaginare. Tutto questo dura però solo un battere d'ali di farfalla, perché subito dopo la sua risata lentamente si spegne, le sue labbra tornano a farsi maliziosamente appena sorridenti, ed i suoi occhi da innocenti e divertiti tornano ad avere quello stupendo lampo di malizia e potere che fà battere così forte il mio cuore ogni volta che la guardo, e mentre ricomincia ad avvicinarsi a me, come una Mantide regina in trepidante attesa di cibarsi dell'amante appena terminato il piacere, capisco ancora una volta che non siano abiti strani o frasi ad effetto a fare di una donna una vera dominatrice, ma che il suo sguardo, la sua espressione e il suo incedere urlino a tutti i miei sensi che sono suo e che non potrei essere altro che suo al mondo. Si avvicina lentamente a me, sento il dolce profumo del bagnoschiuma alla mela verde che deve aver appena usato insieme all'ancora più soave e inconfondibile profumo della sua pelle. La sua mano destra sfiora il mio petto e la mia spalla, mentre Annalisa scivola lentamente dietro di me; sento le sue mani che, accarezzando le mie spalle, scendono lungo la schiena, le sue dita sottili e le sue unghie seguono i segni rossi lasciati dai colpi di cintura del parcheggio, mentre con voce bassa e leggermente canzonatoria mi dice: "E bravo, cucciolo, ma non vorrai mica rovinare tutto con quella impazienza che vedo davanti a te!" Io sto per risponderle quando sento la sua mano posarsi piano sulle mie labbra: "No, non parlare… lascia che sia io a parlare, a meno che non ti chieda di rispondermi." Resto zitto, seguendo il più possibile con le labbra la sua mano che si allontana, per prolungare quel languido contatto. Sento il suo respiro lieve e caldo sul mio collo, poi una fascia di seta chiara scende da dietro sui miei occhi, togliendomi la possibilità di vedere. Il suo profumo aggredisce sempre di più i miei sensi, mentre sento le sue labbra che sfiorano la pelle delicata della nuca fino a che dei piccoli morsi, prima dolci e leggeri, poi sempre più profondi e dolorosi scuotono con brividi intensi tutto il mio corpo. Le sue mani si posano sulle mie e lentamente mi attira le braccia dietro la schiena dove vengono immobilizzate da un altro foulard che Annalisa lega intorno ai miei polsi. Lentamente la sua bocca scende lungo la mia schiena, lasciando profonde tracce del suo passaggio lungo la colonna vertebrale mentre le sue mani scivolano, sfiorandomi lungo i miei fianchi, unendo al dolore dei morsi la sensazione insopportabile di un solletico tanto leggero da risultare quasi impercettibile. Sento ogni muscolo del mio corpo irrigidirsi per la tensione e le mie mani stringersi a pugno mentre i morsi si spostano lungo la mia coscia; la sento spostarsi davanti a me, abbasso il volto ma non posso vederla, anche se sento le sue labbra e i suoi denti avvicinarsi al mio inguine lungo l'interno della coscia. I morsi qui sono molto dolorosi, e faccio fatica a restare dritto in piedi mentre mi sforzo di tenere le gambe ferme. Le sue mani stringono forte i miei glutei, mentre sento il suo respiro caldo sul mio membro enormemente eccitato, ma naturalmente lei non lo sfiora nemmeno, prolungando la mia aspettativa, mordendomi la pancia e poi risalendo lungo il petto, fino ad arrivare con la bocca sui miei capezzoli, addentandoli avidamente e arrecandomi un dolore che fatico veramente a sopportare, per poi avvicinare il suo volto al mio. Ora la sua bocca è davanti al mio viso, non posso vederla ma sento il suo respiro confondersi con il mio, odo il lieve ansimare del suo naso, e il suo profumo mi invade completamente il cervello: la consapevolezza delle sue morbide e dolci labbra a pochi millimetri dalle mie rende l'attesa della sua prossima mossa veramente snervante. Inconsciamente mi passo la lingua tra le labbra per calmare l'arsura che mi sta prendendo, e in quel momento la sua bocca prepotentemente prende possesso della mia, con una forza e un’avidità incredibili, come se dovesse spegnere una sete davvero inestinguibile. La sua lingua fresca e pungente penetra la mia bocca con violenza, in profondità , come volesse reclamarne il possesso con un feroce amplesso; intanto il suo corpo è stretto al mio, la sua mano destra premuta con forza dietro il mio collo, e la mia erezione spinge contro il suo fianco a contatto dell'accappatoio. La cosa che mi distrugge di più è non poterla abbracciare e stringere a me mentre mi bacia. L'altra sua mano raggiunge la destra intorno al mio collo, le sue dita premono la mia pelle e risalgono ai lati della testa, stringendola, mentre la sua bocca comincia a staccarsi e ricongiungersi alla mia con rapidi scatti, afferrando le mie labbra tra i denti come se, attraverso queste, volesse divorare davvero la mia anima. Infine si stacca da me, sento il suo respiro profondo per alcuni secondi, e poi la sua mano si chiude improvvisa e con forza intorno al mio membro che inizia a pulsare in quella morsa come un puledro imbizzarrito, mentre Annalisa, senza fare altro che stringere torna a parlare: "Mmmm… dobbiamo fare qualcosa per questo cattivello, non dovrebbe comportarsi così arditamente, senza il minimo rispetto per la mia posizione, come se fossi una delle troiette che ha avuto prima di conoscere e comprendere la sua vera posizione."Improvvisamente lascia la presa, posando la mano sulla mia testa: "Ora giù, in ginocchio davanti alla tua Principessa." Mi inginocchio davanti a lei, con un po’ di fatica per via delle mani ancora legate, abbasso la testa, percependo di fronte a me il profumo delle sue gambe, e sento il morbido fruscio dell'accappatoio che scivola a terra alle sue spalle. Ora so che è nuda davanti a me, e non poterla guardare è la peggiore tortura che potesse infliggermi, lasciandomi cieco a sentire il calore e il profumo delle sue gambe senza poter posare i miei occhi sulle sue dolci e stupende forme. Naturalmente capisco quello che si aspetta da me e inizio a baciare dolcemente i suoi candidi piedini, lambendoli delicatamente con la lingua, assaporandone la dolcezza con calma, per poi lentamente passare a leccare le sue sottili caviglie e risalire piano lungo i polpacci; so che sarà lei a fermarmi quando lo riterrà opportuno, perciò dedico tutta la mia attenzione a baciare ogni centimetro della sua pelle di seta, sfiorndola con il naso e le guance, attento a non pungerla con il pizzetto. Risalgo lungo le cosce, ne sento i muscoli in tensione sotto la mia lingua, prova inconfutabile del piacere che le sto dando, e lentamente mi avvicino al suo inguine; ormai ne sento prepotente il profumo che invade le mie narici, attirandomi come nettare per un’ape, e finalmente le mie labbra si posano sulle sue dell'amore, umide, dolci come miele di acacia e leggermente tremanti di eccitazione. La mia bocca avvolge il suo frutto proibito, la mia lingua inizia ad esplorare la sua intimità dardeggiando come una fiamma impazzita, la punta del mio naso a stimolare il suo clitoride, mentre la mia bocca segue il ritmi dei lievi movimenti del suo bacino, prima lenti, poi sempre più rapidi e frenetici, scanditi anche dalla stretta delle sue mani sulla mia nuca. Il respiro di Annalisa si fà sempre più ansimante mentre gocce della sua dolcezza scorrono sulle mie labbra, imperlandomi i corti baffi, finché, stringendo il mio volto tra le sue cosce, è sconvolta dalle contrazioni dell'orgasmo che si trasmette, come un onda in tempesta, alla mia bocca, felice ed estasiata di averla soddisfatta così. Ora le sue mani appoggiano pesantemente sulle mie spalle per sorreggersi, mentre - con mio dispiacere - allontana la sua rosa purpurea dal mio viso. La sento abbassarsi piano di fronte a me, poi per un attimo la sua fronte imperlata di fini goccioline si appoggia alla mia spalla, permettendomi di sfiorare con un bacio la sua tempia in un altro attimo di fugace affetto, mentre le sue braccia mi avvolgono e le sue mani sciolgono il nodo che blocca i miei polsi. Porto delicatamente le mie mani avanti e l'abbraccio piano, sfiorando il suo collo sottile e delicato con il palmo, scendendo piano lungo la schiena ancora scossa da piccoli brividi, ma subito la sua voce torna al suo tono abituale mentre si rialza prendendomi le mani tra le sue: "Aspetta, cucciolo, non ho ancora finito con te stasera." Mi conduce verso il suo letto, con un solo gesto tira via le coperte e mi fà sdraiare supino, allargandomi le braccia e le gambe ai lati del piccolo letto. La sento prima aprire un cassetto e poi muoversi intorno a me, mentre lega prima le mie mani poi i miei piedi alle gambe del letto con delle sottili e morbide corde. Ormai non ricordo più da quanto sono bendato, l'oscurità è da tempo padrona dei miei occhi, ma è come se la vedessi, mentre mi immobilizza completamente, rendendomi ora per la prima volta davvero indifeso di fronte a lei. Dopo un attimo di silenzio sento lo sfregamento di un accendino e l'inconfondibile odore di una candela accesa, la sua mano si avvicina alla mia gamba, accarezzandola, mentre una goccia di cera bollente cade sul dorso del mio piede, facendomi scappare un breve lamento; poi, lentamente, la pioggia di goccioline roventi inizia a risalire lungo la gamba, come a tracciare una rossa linea fino a raggiungere il mio fianco per poi incurvarsi lungo il ventre e ridiscendere verso l'altro piede, come a tracciare misteriosi confini lungo il mio corpo. Il bruciore non è molto forte, e ogni goccia che cade, dolore e piacere insieme, è come un suo bacio di possesso, come se le rosse gocce sigillassero per Annalisa l'esclusiva proprietà del mio corpo. La colata si interrompe una volta raggiunto il piede sinistro, per riprendere poi in una cascata improvvisa nel mio ombelico, facendomi sussultare e gemere mentre la linea vermiglia risale rovente lungo il mio petto, indugiando sui capezzoli che, già doloranti per i morsi, ora mi bruciano tanto da farmi irrigidire e tirare le corde che mi bloccano le mani. La calda linea di cera scorre lungo la mia spalla ed il braccio fino a raggiungere la mano e colare tra pollice e indice come un tatuaggio tribale, per poi ripetere la stessa operazione lungo l'altro braccio. Gli unici rumori sono i miei gemiti trattenuti e i suoi leggeri ansiti di piacere. Infine la sua mano libera spinge piano indietro la mia testa, mentre la candela, rossa come la mia passione, incide con il suo caldo liquido una grande A sulla delicata pelle del collo, come a porre il sigillo finale sul dominio della mia Padrona. Un lungo attimo di immobilità e silenzio scende nella stanza, poi un suo languido soffio, l'odore acre dello stoppino appena spento e il rumore della candela che rotola a terra interrompono quell'onirico momento e, mentre il mio volto ancora cieco si muove lentamente intorno, le sue labbra si posano delicatamente sulle mie per un leggero bacio cui seguono le sue parole, quasi irreali dopo tutto quel silenzio: "Ora, Michele, sei davvero mio, completamente mio, esclusivamente mio." Sento le corde che legano le mie gambe cadere e Annalisa salire sul letto sopra di me, le sue gambe stringersi ai lati delle mie e la sua mano impugnare il mio membro ancora tremendamente eccitato per guidarlo delicatamente dentro di sé, finché un suo lungo e sensuale gemito consacra la mia penetrazione nel profondo della sua intimità , straordinariamente umida e piacevolmente calda. Il suo petto si avvicina aderendo al mio con i suoi rosei capezzoli eretti che stuzzicano i miei ancora doloranti; poi la sua bocca riprende possesso della mia con mille profondi baci, a volte languidi e a volte aggressivi, mentre i suoi movimenti lenti fanno scivolare il mio marmoreo membro dentro e fuori il suo dolce frutto. Sopraffatto dall'eccitazione e sul punto di scoppiare, vorrei disperatamente poterla abbracciare, ma le mie mani sono sempre immobilizzate, e non posso che seguire con il bacino i suoi movimenti sempre più ritmici e rapidi, finché, dopo una danza sempre più frenetica, non la sento inarcarsi urlando e in un unico movimento strapparmi la benda dagli occhi, per ridarmi la vista nel momento supremo in cui uno straripante e contemporaneo orgasmo lega inseparabilmente le nostre anime e le sue contrazioni si espandono attraverso i nostri corpi uniti. Così la vedo finalmente, nuda e bellissima, le cosce forti strette intorno alle mie gambe, il seno stupendamente fiero ed eretto con i suoi piccoli e dolci capezzoli rosa ancora spietatamente eccitati, pezzettti di cera rossa che aderiscono al suo liscio e palpitante corpo come un mosaico a rappresentare il potere solo suo di spezzare i sigilli che mi legano, i riccioli rossi ondeggianti, sparsi ad incoronare di fiamme il volto arrossato, lucido e trasfigurato in questo momento di estasi, e infine i suoi meravigliosi occhi azzurri che ora avvolgono i miei come un mare tempestoso con uno sguardo che unisce passione, potere e amore insieme. Resta per un lungo attimo a guardarmi, come se volesse assicurarsi che è tutto davvero reale, quindi si sdraia languidamente su di me, baciandomi piano il collo e allungandosi a sciogliere i nodi che fissano i miei polsi alle corde. La testa appoggiata sulla mia spalla e il corpo aderente al mio fianco, avvicina la bocca al mio orecchio, mentre io finalmente posso circondare con le braccia il suo liscio corpo per sentirla un po’ mia. In un sussurro la sua voce delizia la mia anima: "Ti voglio bene, cucciolo, davvero tanto. Ora stringimi!" La stringo a me, avvicino le mie labbra sulle sue, parlando per la prima volta da non so più quanto tempo: "Ti voglio bene, Annalisa," e queste quattro semplici parole esprimono più di ogni altra cosa il totale e completo legame che mi unisce a lei, poi la bacio appassionatamente, come se volessi donare a lei ogni respiro e tutta la mia anima: un bacio lungo, dolce, sensuale che mi riporta rapidamente in erezione, mentre la sua gamba scivola piano, ritmicamente ad accarezzare la mia. Continuando a baciarla mi sposto delicatamente sopra di lei, tra le sue gambe, e penetro nuovamente, con dolcezza, la sua intimità . Ora lei mi lascia fare, ho l'inziativa e l'apparente controllo, ma dentro di me sento che in questo momento sono forse ancora più suo schiavo che in qualsiasi altro momento passato insieme: schiavo della sua bellezza, della sua personalità , della sua sensualità e della sua penetrante mente cui la mia è ormai fermamente e perennemente legata. I miei movimenti dentro di lei sono lenti e ritmati, le nostre bocche legate in un gioco di leggeri morsi, languide carezze e appassionate profondità , le mie mani accarezzano i suoi seni, creando illusorie spirali di piacere intorno ai suoi capezzoli, mentre le sue gambe si legano forte intorno ai miei fianchi e le sue mani stringono e pizzicano la pele della mia schiena, lasciando lievi striature con le corte unghie. Poi il suo respiro si fà più affannoso, la sua stretta più forte, indicandomi chiaramente che sta per raggiungere nuovamente l'orgasmo e consentendomi di accellerare il ritmo penetrandola ancora più profondamente fino a raggiungere un'altra simultanea esplosione di piacere che ci lascia sazi, stremati e stretti vicini uno all'altra. Restiamo fermi, a guardarci negli occhi per qualche minuto, mentre il nostro respiro torna lento e silenzioso, poi Annalisa si allunga verso il fondo del letto, afferra la coperta e la tira su di noi, passa una gamba piano tra le mie, allunga il braccio sul mio petto, appoggiando la testa alla mia spalla. "Buonanotte, cucciolo, a domani," sussurra e chiude gli occhi. Sento il suo corpo rilassarsi contro il mio, avvicino la bocca alla sua testa e poso piano le mie labbra sulla sua fronte dicendole: "Buonanotte, Principessa, che i tuoi sogni siano i più dolci e deliziosi che si possano immaginare." Infine mi abbandono felice al sonno accanto a lei, con la meravigliosa consapevolezza che lei sarà la prima cosa che incontraranno i miei occhi quando si desteranno. È notte fonda, ma sono sveglio: troppi pensieri ed emozioni agitano la mia mente per consentirmi di riposare, e più cerco di rilassarmi più mi sento lucido e desto. Accanto a me sento il calore del corpo nudo di Annalisa, la sua pelle morbida e delicata che sfiora la mia, risvegliando in me passioni mai sopite, i profumi della sua pelle, dei suoi capelli e della sua femminilità si uniscono in un aroma soave che eccita il mio olfatto, tanto che, quasi senza accorgermene, avvicino il mio viso alla sua spalla, sfiorandola con la punta del naso, per poi affondarlo nei suoi capelli, come se potessi imprimere indelebilmente questo profumo nella mia memoria, per poterlo poi richiamare ogni attimo in cui penserò a lei. La stanza è appena rischiarata da una luce azzurrina che filtra dalla finestra socchiusa insieme ad una lieve brezza fresca, e questo pallido chiarore mi consente di seguire con lo sguardo il sinuoso profilo del suo corpo nudo, appena velato dal lenzuolo, di osservare il lento movimento del suo seno al ritmo dei battiti del cuore mentre il suo respiro produce appena un sussurro che spezza il totale silenzio della notte. In questo momento la mia mente è schiacciata da talmente tanti pensieri da faticare ad assegnare loro un ordine logico, amore, passione, desiderio, si uniscono all'incredulità che ancora mi assale al pensiero dell'esperienza che sto vivendo, dei piaceri che ho provato in questa strana sottomissione, di quanto sia tremendamente eccitante sentirmi in suo potere, subire i suoi piaceri che tornano a me moltiplicati, ma insieme a tutto questo, un piccolo tarlo si insinua in me, un idea strana, che dovrei immediatamente scacciare, ma più cerco di pensare ad altro, più la fantasia galoppa sfrenata in visioni deliziose che mi invadono come se un altra persona si fosse impossessata dal mio corpo. Come guidate da forze invisibli vedo le mie mani che sollevano piano il lenzuolo, rivelando la nudità di Annalisa in tutta la sua bellezza, poi scendo piano dal letto e mi avvicino al mobile lì accanto, prendo 3 candele e le accendo, posizionandole vicine sul comodino, illuminando con la loro luce diafana la principessa dormiente. Resto per un attimo incantato a guardarla, sdraiata su un fianco, rivolta verso la parete, le candele, appena ondeggianti al soffio che proviene dalla finestra, creano giochi di luce che sembrano accarezzare il suo sedere bellissimo, e mi trovo a seguire più volte con lo sguardo il suo profilo, dal collo fino ai piedi, e poi di nuovo sù, senza riuscire a distogliere lo sguardo, finché un suo movimento nel sonno mi desta da quella trance. La vedo girarsi supina, con la mano sinistra a scivolare lungo il letto nel punto in cui fino a pochi momenti prima si trovava il mio corpo, come a cercarmi nel sonno. Questo movimento sembra ridare coraggio alla mia folle idea, mi scuoto dal torpore che stava avvinghiando la mia volontà e mi riavvicino al letto,. Senza il minimo rumore raccolgo da terra le funi che sono ancora legate alle gambe del letto, e le poso accanto a lei, poi, con estrema delicatezza, inizio a legare prima i suoi polsi, poi le sue caviglie alle corde. Il cuore mi batte all'impazzata mentre stringo piano i nodi intorno alla sua liscia pelle, l'adrenalina sta divampando in me talmente forte da farmi tremare le mani, e sento la mia gola talmente riarsa per l'eccitazione che svuoterei un fiume, ma nonostante la tensione completo senza destarla il mio compito, tendendo poi piano le funi per lasciarla legata nella stessa posizione in cui mi ero trovato io non molte ore prima. Per un attimo mi fermo a contemplare il risultato del mio lavoro, e non posso che trovarla ancora più bella vista così, in uno stato in cui mai l'avevo vista e mai avevo immaginato di poterla ammirare. Ma ora viene la parte più difficile, il momento della verità in cui capire se le molte intuizioni e sensazioni che ho avuto sono reali o solo un parto deforme della mia fantasia: quindi mi avvicino a lei, mi siedo sul letto accanto a lei e avvicino le mie labbra alle sue. Le sue labbra sono calde al contatto delle mie, la mia lingua s’insinua lentamente tra di loro, mentre lei, nel dormiveglia, inizia a rispondere al mio bacio. Un attimo di dolce contatto tra le nostre lingue, poi la sua bocca si irrigidisce, mentre sento i muscoli delle sue braccia e delle sue gambe contrarsi, tendendo le corde, i suoi occhi si spalancano, stracciando il velo del sonno, lanciando lampi di rabbia e incredulità mentre prende rapidamente coscienza della situazione in cui si trova. La sua bocca si stacca violentemente dalla mia mentre con tono estremamente adirato inizia ad inveire contro di me: "Ma sei impazzito? Che cazzo ti sei messo in testa? Sai che per questa cazzata ti punirò come non hai mai neppure immaginato, vero?" "Lo so, principessa, e non vedo l'ora, ma ora non sono io quello che sarà punito, come puoi vedere." "Tu sei completamente pazzo! Liberami subito, se non vuoi che mi arrabbi davvero! Questa cosa non mi piace per nulla, hai capito?" "Non ti piace? Mi sembra che il tuo corpo la pensi in maniera diversa," ribatto, mentre la mia mano lentamente si avvolge intorno al suo seno e le mie dita si stringono intorno al suo capezzolo durissimo: la sua pelle è tutta un brivido, e il suo viso è rosso di collera… ma forse non solo per quello. I miei occhi si posano sui suoi fissandoli, e vedo oltre alla rabbia anche la sorpresa e il disagio che prova rendendosi conto che in effetti il suo corpo ha reagito in maniera da lei inaspettata alla situazione. Il rossore delle sue guancie aumenta mentre, con espressione sempre furiosa, tira con le braccia le corde, e mentre le mie mani accarezzano il suo corpo che non sembra affatto dispiaciuto dalla situazione. Ora rilassa i muscoli, abbandona un attimo la testa sul cuscino e torna a guardarmi: "Dai cucciolo, ora basta, ti prego, liberami e non ne parliamo più…" "Ma guarda guarda, ora siamo già molto più dolci con le parole. Certo che posso liberarti, ma la domanda è: lo vuoi davvero?" e mentre le parlo, sfioro con le labbra il suo ventre, passando sull'ombelico e mi avvicino alle cosce. "Perché vedi, io posso sentire benissimo il profumo della tua eccitazione. So cosa si prova nella tua situazione, e sento che anche tu stai provando emozioni intense, anche se vorresti negarlo. Facciamo una cosa: ora verrò lentamente verso le tue labbra e le bacierò, e se vorrai interrompere tutto, non dovrai fare altro che rifiutare il mio bacio, ma se lo accetti, poi sarò sordo ad ogni tua supplica, principessa." Il mio volto risale piano verso il suo, i miei occhi non lasciano i suoi nemmeno per un attimo, cercando di leggere nel suo sguardo quale decisione prenderà . Mentre passo sul suo seno, le mie labbra sfiorano i suoi capezzoli, ancora duri, soffermandosi un attimo, per prenderne uno delicatamente tra i denti, stringendolo piano piano per vedere la rabbia nei suoi occhi… ma anche l'eccitazione sul suo viso, e le sue labbra che si stringono come volesse mordersele, e il suo respiro farsi più rapido. Con un'ultima leggera leccata lascio libero il capezzolo e risalgo tra i seni e lungo il suo collo fino a trovarmi a pochi millimetri dalle sue labbra, sempre fissandola profondamente nel mare azzurro impenetrabile dei suoi occhi, nei quali vedo rabbia, desiderio, e soprattutto ostinazione: lei sà che l'ho sfidata. Vedo tutti i dubbi e le paure mischiarsi al desiderio di capire perché si sente così eccitata da questa situazione, e la voglia di dimostrarmi che lei è migliore in tutto, anche in questo. Le mie labbra si avvicinano ancora alle sue, ora sento il suo respiro sulle mie labbra, mentre i miei occhi non si distaccano dai suoi, il tempo sembra interminabile mentre aspetto di vedere se distoglierà il volto dal mio, ma le mie labbra si posano sulle sue, ne prendono possesso e le nostre lingue si intrecciano in un lungo bacio appassionato. Ora capisco di aver visto bene sotto la sua maschera forte, e di aver trovato la sua più nascosta fantasia, Mentre la bacio, le mie mani si stringono sui suoi seni e le dita sui suoi capezzoli, seni abituati da sempre solo a dolci carezze e infinite attenzioni; sento nella sua bocca il suo dolore misto al suo piacere che si espande, mentre le sue labbra stringono le mie in un abbraccio violento e la sua lingua sembra voler urlare al suo posto contro la mia. A malincuore allontano la mia bocca dalla sua per osservarla di nuovo: il suo sguardo è ancora un misto di rabbia e ferocia, ma il colore del suo viso non nasconde l'eccitazione che la sta travolgendo, e il suo corpo è percorso da un mare di fremiti involontari che, come onde impazzite, spezzano tutti i suoi argini mentali. Riavvicino le mie labbra baciandole il collo, prima delicatamente, poi permettendo ai miei denti di indugiare sempre di più sulla sua candida pelle della quale sento l'elasticità , la morbidezza e il sapore dolce, i brividi e tremiti che l'attraversano ogni volta che la stringo più forte sembrano espandersi nella mia bocca, e mi accorgo quasi sgomento che è una sensazione davvero esaltante: il ricordo del misto di dolore e piacere che provo io, quando i suoi morsi lacerano appena il mio corpo, si unisce alla sublime sensazione di sentire lei ora sottomessa alle stesse emozioni. Con lenti e misurati morsi scendo lungo la sua gola raggiungendo il seno e i capezzoli che, rosei e turgidissimi, sembrano volersi staccare dal corpo di Annalisa per raggiungere la mia bocca, che voracemente si getta su di essi, aggredendoli con un combinato attacco di denti e lingua fino a lasciarli duri e doloranti, mentre sento distintamente i gemiti di piacere a stento trattenuti della mia padrona ora schiava del suo stesso orgoglio. Improvvisamente mi alzo dal letto e ritorno ad osservarla silenzioso: impiega un lungo attimo a riprendere il controllo sul proprio respiro, che da affannoso ritorna lentamente normale, mentre i nostri sguardi tornano a congiungersi. Non posso non vedere le lente e ritmiche contrazioni che muovono le sue cosce ed il suo ventre. Lei nota cosa ha attirato la mia attenzione e, stringendo le labbra quasi con rabbia, immobilizza il suo corpo per poi fissarmi con aria di sfida, anche se la sua eccitazione è così evidente da trasparire in ogni parte del suo corpo stupendo. Sempre guardandola negli occhi mi avvicino al comodino, con movimenti delicati prendo una delle candele rosse e avanzo verso di lei, che ora ha uno sguardo un po' agitato, mi siedo sul lato del letto e apoggio la mia mano sinistra sulla sua, ancora chiusa a pugno, facendola aprire lentamente, poi con il dito inizio a tracciare piccole spirali sul suo palmo, mentre avvicino la candela. La cera rossa ribolle traslucida nella vasca che si è formata intorno allo stoppino acceso, e guardarla ha un effetto quasi ipnotico: il ricordo della sensazione di quelle gocce calde su di me e dell'eccitazione provata è ancora vivido in me, e mi accorgo che è talmente simile alla sensazione di eccitazione che provo ora al pensiero di lasciare cadere quelle gocce di lava sulla sua candida e liscia pelle da farmi finalmente comprendere quanto in realtà i nostri piaceri siano strettamente collegati in ogni attimo. Avvicino la candela, e le prime goccioline iniziano a macchiare di rosso il suo palmo che sussulta ma resta stoicamente aperto. Osservandola attentamente, vedo paura e piacere nei suoi occhi mentre con i denti tormenta il suo labbro inferiore; giro poi piano intorno al letto per ripetere l'operazione sull'altra mano, accompagnato dal suo respiro che si è fatto nuovamente affannoso. Poi avvicino la candela ai suoi stupendi piccoli seni, tracciando sottili spirali rosse intorno ad entrambi, mentre lei trattiene a stento i lamenti che diventano gemiti quando le gocce roventi prima si tuffano come cascata nel suo piccolo ombelico e poi velano di rosso trasparente l'interno bianchissimo delle sue morbide cosce, per poi terminare, sempre osservandola negli occhi, spegnendo lentamente la candela con il palmo della mia mano sinistra per condividere con lei dolore e piacere di quel momento. È proprio buttando a terra la candela spenta che mi accorgo di essere tremendamente eccitato, chissà da quanto tempo, e noto che anche lei ha ripreso quei piccoli inconsci movimenti pelvici che indicano il suo desiderio. Mi decido quindi a slegare le sue gambe, per poi avvicinare il mio viso al suo inguine: il suo profumo è molto forte e la sua grande eccitazione evidente, mentre la mia bocca si impossessa avidamente del suo dolce frutto, alternando sapientemente lenti e profondi baci a dolorosi mordicchiamenti concentrati soprattutto sul suo eccitatissimo clitoride, causandole forti contrazioni e gemiti che, ormai incontrollati, sfociano in forti gemiti di liberazione, dolore ed estasi, fino a culminare in un tremulante urlo nel momento dell'orgasmo così a lungo atteso. Mentre è agitata dalle contrazioni del piacere, la mia bocca e miei denti continuano a sollecitare i suoi punti sensibili e a strapparle gemiti e urla, fino a lasciarla spossata, continuando lentamente ad esplorare la sua intimità con l'aiuto della mia mano, soffermandomi sempre più a lungo sulla sua piccola verginità posteriore. So, per via di confessioni fattemi durante il gioco dell'elastico, che in realtà prova il desiderio di provare ad essere penetrata anche lì, ma la sua natura dominante non ha mai ceduto su quel punto che ritiene una concessione troppo grande: ma ora è legata, sottomessa e in mio potere; per la prima volta nella sua vita può essere davvero posseduta anima e corpo. Questi pensieri devono attraversare anche la sua mente, perché vedo la paura e l'eccitazione lampeggiare dai suoi occhi mentre, inginocchiato sul letto, sollevo il volto dal suo grembo e lentamente alzo le sue stupende e sinuose gambe, appoggiando i suoi polpacci alle mie spalle, e porto molto delicatamente il mio membro marmoreo a contatto con il suo ano. I suoi occhi di ghiaccio incontrano i miei mentre inizio a fare una lenta ma costante pressione, vedo la sua bocca aprirsi, ma l'unico suono che esce è un gemito misto di piacere e dolore quando inizio a penetrarla. Sembra che il tempo si sia quasi del tutto fermato, come fosse dilatato, fin quando penetro interamente nel suo corpo; le mie mani, contratte dall'eccitazione, stringono forte le sue ginocchia mentre le sue gambe si chiudono intorno al mio collo quasi con violenza. Dopo un attimo di immobilità dentro di lei, inizio lenti e ritmati movimenti, sempre guardandola negli occhi: ma ormai il suo sguardo è perso e velato dall'eccitazione, la sua testa oscilla veloce a destra e sinistra mentre le sue braccia si agitano, tendendo terribilmente la corda che fissa ancora le sue mani al letto; con l'accellerare del mio movimento le sue gambe irrigidite stringono sempre più impazzite la mia testa, e la sua bocca lancia lunghi lamenti inframmezzati da sospiri sfrenati… sento che il nostro piacere si avvicina, ma una piccola parte di me non può fare a meno di pensare che, terminata questa breve e irripetibile parentesi, tornerò ad essere totalmente suo e che sicuramente subirò più e più volte la penetrazione che sto infliggendo a lei ora; ed è con la mente invasa da questo pensiero ugualmente spaventoso ed eccitante che esplodo insieme a lei in un lungo e meraviglioso orgasmo accompagnato dalle sue alte grida e dai miei profondi ansiti. Restiamo poi a lungo immobili, il respiro che da ansimante si fà sempre più lento, il rossore che scema piano dai nostri volti, i nostri sguardi che lentamente focalizzano l'uno quello dell'altro. Poi i suoi occhi, che da languidi e assenti tornano lucidi e feroci, sanciscono come un colpo di cannone la fine di tutto. Voltando appena la testa, poso un ultimo piccolo bacio alla sua gamba sinistra e, scivolando dolcemente sopra di lei, allungo le mani verso i suoi polsi liberandoli; distolgo lo sguardo dai suoi occhi e attendo, con il cuore in gola, quello che succederà . Le sue mani si avvicinano piano al mio collo, le sento stringere un po’ lungo le spalle, poi Annalisa mi abbracccia forte, con possesso avvicinando il volto al mio collo, e l'ultima cosa che sento è un sussurro al mio orecchio: "Cucciolo, è stato meraviglioso… Ma la pagherai, non hai nemmeno idea di quanto la pagherai." Coppia: [email protected]
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I fantastici 4 e Laura
Laura maledettamente bella: capelli rossi con le meches, vita stretta, due belle tettone e un culo tondo e carnoso, abbastanza sodo, un sedere sodo a cui nessun uomo potrebbe resistere, e per finire due belle cosce carnose e dei piedi molto sexy.A Laura piace molto fare compere in giro per la città tra mercatini ama scegliere con gusto ed il suo shopping dura giorni.Durante una di queste uscite conobbe un ragazzone di colore di circa 2 metri, molto bello e muscoloso, che vendeva delle bellissime borsette da donna.Lei, come al solito civettuola e vezzosa non manco di mettere in mostra i suoi lati migliori ed il nuovo amico subito cominciò a farle la corte; io mi accorsi subito delle sue intenzioni e sorridendo la guardavo civettare. un giorno, tornando a casa, trovai il ragazzone davanti la porta di casa che stava cercando di vendere una borsetta a Laura,"Sei gentilissimo a portamele a vedere a casa, io la volevo in verità più piccolina tipo modello GUCCI"….."Signora non si preoccupi ripasso domani e le porto a vedere altre".La cosa comincio' ad incuriosirmi, con la scusa di vendere a domicilio, iniziò spesso a passare da casa nostra mentre io ero al lavoro,e spesso veniva con altri 3 amici, entrambi alti e di bell' aspetto.L'altro giorno, rincasando a casa prima del previsto, ho sentito dei gemiti inconfondibili e soprattuto noti era quella grandissima porcellina della mia compagna che si stava facendo palpare come una cagna da ben 4 ragazzi di colore.. Entrai di soppiatto e mi sdenti sul divano per guastarmi la scena senza disturbare facendo un cenno di assenso ai 4 ragazzi palesemente eccitati ma anche imbarazzati dalla mia presenza.Me ne rimasi li in disparte a guardare lo scempio del corpo di quella stronza, che cominciò dapprima a farsi spogliare con voluttà , rimanendo in perizoma di pizzo nero, autoreggenti nere (mio regalo di san valentino) e scarpe nere col tacco a spillo. Rimasta seminuda i 4 la baciarono ovunque, leccandole la faccia e palpandole il culo e le tettone. Con sguardi di assenso e con una piacevole erezione che cominciava a spingere nei pantaloni lasciavo gradire il mio gradimento al trattamento che le stavano riservando.Lei già godeva, con lo sguardo mi aveva visto sulla poltrona e questo la faceva ancor di più eccitare ma il meglio doveva ancora venire, i quattro ragazzi la fecero mettere in ginocchio e si fecero spompinare golosamente, lei pompava come una dannata, e loro le premevano la testa sui cazzi, per farglieli prendere fino alla base,facendola spesso soffocare e tossire, ma non le lasciavano tregua le tenevano sempre la bocca occupata e a volte le tiravano i capelli e la schiaffeggiavano sul culo.Lei prendeva in bocca quo cazzi da oltre 25 cm senza fare una piega… poi mi guarda e mi dice …"Ti piace la tua zoccola!? " …. io non rispondo semplicemente le mostro la mia erezione possente. Il gioco comincia a prendere una strana piega, che forse Laura non aveva previsto infatti i 4 bravi ragazzi di colore, di fronte a tanta troiaggine presero a diventare volgari e anche un po violenti; mentre se la scopavano le urlavano frasi del tipo "ti piace grandissima puttana bianca? sei contenta di essere la nostra troia? sei solo una cagna una zoccola e una fottuta puttana!!!avanti ragazzi scopiamoci questa troiona come si deve!e rompiamole anche il culo!!!" …Sentito questo, Laura cercò con lo sguardo il mio aiuto affinché li fermassi, ma il gioco era suo e ne doveva subire le conseguenze, certo 4 cazzi così gorri l'avrebbero sfondata tutta ma in fondo le toccava. I 4 non le diedero scampo detto fatto dopo averla sbattuta tirandole i capelli di continuo la presero di forza e la girarono a culo in su. Mentre uno dei ragazzi le manteneva le chiappe aperte mantenedola al tempo stesso ferma serrando la sua testa tra le sue gambe gli altri si posizionarono dietro di lei e senza neppure preparala il primo ragazzo le poggiò la grossa cappella sul buco del culo e con un colpo di reni le entro nel culo quasi tutto. Laura caccio un urlo forte di dolore che non le avevo mai sentito fare, urlò per quasi 30 secondi …Sdraiata sul tappeto Laura venne inculata con inesorabile tenacia a turno dai 4 grazi che le sfondarono il culo insultandola a più non posso, anche perché lei, nel frattempo, aveva incominciato a godere e lo faceva capire in modo deciso e accortisi di questo loro le riversarono addosso un mare di improperi e parolacce: "sei una troia col culo sfondato" "tieni zoccolona", e ancora "ti rompo il culo, cagna!".Laura era ormai un pezzo di carne nelle loro mani, loro la stavano facendo godere come una vacca, e lei era loro riconoscente, e gli disse: "fatemi tutto quello che volete, bastardi!!"I 4 allora la misero a 4 zampe e mentre la sbattevano la schiaffeggiavano forte sulle chiappe, e, dopo un po', la fecero stendere sul tappeto e le dissero: "lecca il nostro buco del culo, puttana schifosa!!"Appena cercò di ribellarsi la presero a ceffoni e la tirarono per i capelli, costringedola a rimettersi sdraiata per terra, e si sedettero uno per uno, a lungo, sulla sua faccia bella e truccata.Laura, una donna bella e di classe stava ora leccando il buco del culo dei 4 ragazzi…..e cominciava a godere..i 4 ridevano e si divertivano come dei pazzi, mentre la poverina soffriva per l' umiliazione che stava subendo…ed allo tempo stesso si bagnava come una porcaquando ne ebbero abbastanza, dopo circa 40 minuti, la girarono e le sborrarono in faccia e sui capelli e quando lei li sgrido per questo loro la schiaffeggiarono a dovere, ricordandole che, dopotutto, lei era solo una troia fottuta, e che quindi non gliene sbatteva un cazzo a nessuno dei suoi capelli e lei, da brava troia, sorrise e disse che loro avevano ragione e con la lingua cominciò a succhiare tuta la sborra rimasta vinco ai loro uccelli duri."ma che brava!!!!!" fu il mio commento ormai al culmine dell'eccitazione ...Uno dei 4 allora disse: "vieni che te li ripuliamo noi i tuoi capelli del cazzo e quella tua faccia da zoccola"!!! detto questo la trascinarono di peso nel bagno, e io mi spostai silenziosamente per godermi la scena….La fecero sedere nella vasca e,dopo averla tappata, presi in mano i loro cazzoni e le pisciarno addosso.....lei strillava per lo scifo e loro, come di consueto, le mollarono due ceffoni che la fecero ammutolire…..e dopo un po la stronza comincio a toccarsi tra le cosce nuovamente eccita….Il loro piscio le stava sciogliendo il trucco rimasto sul viso, e stava inzuppando i suoi capelli e le sue autoreggenti ormai sfilate….I 4 mi guardano con un sorriso e mi dicono "guarda che facciamo ora alla tua puttana"… al chè la presero e, dopo averle fatto immergere la faccia nell' urina in cui sguazzava e avergliene fatta bere con la lingua, come i cani, una buona parte, le infilarono la testa nel water, dicendole: "ecco, così ti laviamo meglio puttana, ah!ah!ah!!!!" lei quasi affogava ma, finito il trattamento e sputata fuori dell'acqua dalla bocca, rise di vero gusto, chiedendo a noi tutti con gli occhi dolci: "sono stata davvero una brava puttana?"….Io guardo tutti …. sorrido compiaciuto e le dico …"Si sei proprio una brava puttana …. mi sa che dobbiamo invitare più spesso questi amici…..ma prima che vanno via dovranno riempirti anche la fica di sborra…."… Lei mi guarda perplessa e mi fa …"Ma lo sai che non prendo la pillola…."… "Lo so …. voglio proprio che ti mettano incinta…."…A queste parole i 4 ragazzi di colore, che si stavano già menando nuovamente i cazzi duri, appoggiano Laura sul bordo della vasca e a pecora le infilano nella fica i loro cazzi duri a turno lacerandole quasi la fica…Laura continua a lanciare urla di piacere quando il primo le sborra violentemente in fica ed il secondo le è subito dentro per riservarle la stessa sorte …ed ecco altri fiotti di sborra allagare la sua fica. Laura sta impazzendo di piacere ed io continuo a gridare …"Mettetela incinta la troia…" ….. Il terzo le è appena venuto dentro ed ecco il turno del 4 quello che ha il cazzo più grosso che si avvicina e la sfonda nuovamente tutta e dopo ben assestati colpi le arriva anche lui con fiotti violenti di sborra nella fica che coincidono il l'urlo di godimento nuovamente di Laura … io nel frattempo le schizzo nuovamente sulla faccia appena pulita …. e le sborso nella bocca…..Laura con un sorriso mi dice "Grazie amore …..!!!" poi con u sorriso si ricompone e salutiamo i nostri nuovi amici …. Ma presto mi sa che verrano nuovamente a trovarci……
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...una sera al bar...
Quella sera ero annoiata a morte…ma anche molto eccitata erapassato molto tempo dall’ultima volta che ero stata con un’uomo… e non avendonulla da fare mi decisi ad uscire….girai un po’ in macchina non avendo una metaben precisa…quando trovai un localino molto carino e decisi di parcheggiare lamia macchina ed entrare.Mi sedetti al bancone ed ordinai da bere,il ragazzo che miservì era molto carino…intanto mi guardai intorno e quella sera il locale eradavvero strapieno.Il ragazzo dietro il bancone cominciò ad attaccare bottonecon me,ci presentammo lui si chiamava Dany,parlammo del più e del meno per unpo’…avevo la sensazione di interessargli e a dire la verità lui interessava ame….carino,occhi stupendi fisico palestrato ma il giusto non in modo esagerato…Mi disse che quella sera avrebbe dovuto chiudere lui illocale..e non ne era entusiasta….era l’ultimo ad andarsene e io ci lessi moltodi più nel suo sguardo…e arrossii.Gli dissiâ€mi spiace sai dev’essere una noia….come la mia dirimanere la serata a casa da solaâ€e Dany in in tutta tranquillità mi buttòlì…â€beh potresti restare a farmi compagnia,visto che non hai nulla dafareâ€â€¦.quello che mi lasciò intendere non mi diede dubbi e decisi di coglierel’occasione anche se era la prima volta che mi capitava un’esperienza delgenere,pensai tra me e me perché no…così gli risposi…â€ma se ti fa piacererimango volentieri..â€mi strizzò l’occhio e riprendemmo i nostri discorsibuttati sul generale…ma più passava il tempo più la mia volta aumentava maanche la paura cresceva..quella di non sapere come sarebbe andata a finire e senon mi fossi bloccata sul più bello…fattore scatenante aimè la mia timidezza…Era quasi l’ora di chiusura e il locale eccetto me e luiospitava solo un paio di coppie…mi disse di uscire con loro per non darenell’occhio e che mi avrebbe riaperto appena si fossero allontanati…e cosìfeci..Fuori faceva un freddo cane …ma come sempre io nonrinunciavo ad uscire con una delle mie minigonne e con i tacchi a spillo…stavoper scappare e dire…ma che diavolo stò facendo quando Dany aprì la porta e mitirò dentro…non me lo aspettavo essendo assorta nei miei pensieri quinditrasalii…Mi sedetti nuovamente al bancone mentre lui chiudeva leserrande…mi sentivo come un topo in gabbia…ma comunque bagnata perl’eccitazione…attesi che finisse di pulire…anche se spesso mi passava vicino emi sfiorava..â€sei davvero bella “mi disse ed io come sempre arrossii..â€e ho unagran voglia di scoparti,la stessa che percepisco da te visto che hai deciso direstareâ€â€¦io ero nel più totale imbarazzo e non sapevo come uscirne…cosa dire…enon ne ebbi il tempo…mi si mise dietro e mi legò le mani dietro la schiena e mibendò..mi prese in braccio,sentii che saliva dei gradini ma non capivo dovestava per portarmi e mi prese una grande paura ma anche una grande curiosità …lapercepì “non preoccuparti non voglio farti del male io abito al piano superioree voglio solo farti godere e tu farai godere meâ€Mi appoggiò su una superficie morbida..pensai subito alletto…feci per protestare perché anche se la cosa mi eccitava parecchio e nonvolevo darlo a vedere…mi preoccupava essere nelle sue mani senza l’ausiliodella mia vista…ma non potei come aprii la bocca per parlare lui mi ci infilòil suo cazzo già duro e mi tenne per la testa…cercai al momento di liberarmi…mala cosa cominciò a piacermi e lui se ne accorse…Con una mano mi teneva la testa mentre con l’altra cominciòa slacciarmi la camicetta…indossavo un bel reggiseno di pizzo nero che quasi mistrappò…i miei capezzoli era duri come marmo …â€sei una troia guarda come seieccitata†e mi allungò una mano in mezzo alle cosce dove la mia fica era già unlago….â€sì sì hai proprio voglia di essere scopata e lo sarai…si allontanò….misentii succhiare i capezzoli pensai di esplodere per quanto mi piaceva poi mitolse i vestiti..sapevo di essere nuda ma per quello non provai nessunimbarazzo…decise di slegarmi i polsi con mia grande sorpresa..ma non disbendarmi…â€ora toccatiâ€â€¦io che non lo avevo mai fatto in presenza di un uomo mivergognai e fu in quel momento che mi arrivò uno schiaffo sul culo…eroimpreparata e mi allarmai…â€troia ho detto di toccartiâ€â€¦lo feci più per pauradelle conseguenze di un mio rifiuto che per l’imbarazzo in sé…dopo un po’ ditempo che non sapevo determinare…mi tolse la mano e cominciò a leccarmi la ficaabbondantemente bagnataâ€senti che lago che hai qui sotto..sei davvero una granputtanaâ€â€¦da un lato la cosa mi eccitava dall’altro essere apostrofata così miumiliava…non potevo far altro che godere perché era davvero bravo e perché neavevo una voglia immensa…quindi bastò poco per farmi venire….â€troia io non tiho detto di venire…â€Mi sentii ancora più umiliata non sapevo cosa risponderequindi tacqui…â€ora ho una gran voglia di scoparti e sfondarti “..fu allora chemi penetrò…il suo cazzo era molto grosso e mi fece un gran male…ma bastaronopochi minuti per abituarmi e cominciare a godere di nuovo…mi fece girare ebloccandomi i fianchi mi penetrò nuovamente…ma infilò anche due dita nel mioculetto…..faceva un gran male io non avevo mai avuto rapporti anali e nessunomi ci aveva mai infilato nulla…anche se lo avevo sempre desiderato e maiconfessato…â€ma che buchino stretto…vediamo di allargarlo un po’â€â€¦non poteiobiettare perché già mi aveva penetrato con un po’ di difficoltà e per me fumolto doloroso volevo che smettesse…â€smetti per favore mi fai maleâ€â€¦.quasi trale lacrime…â€tu sei la mia troia ora e ti farai inculare per beneâ€â€¦e come nonpensavo succedesse cominciai a godere sotto i suoi colpi..e venire…“puttana ora dovrai bereâ€io lì per lì non capii finchè nonme lo infilò nuovamente in bocca…sentivo i miei sapori…non potevo liberarmipensavo di soffocare..ma dopo solo pochi colpi venì e fui costretta ad ingoiarerespingendo l’urto del vomito a grande fatica…solo allora mi sbendò e fece unacosa inaspettata ma gradita mi baciò in modo dolce…â€vieni andiamo a fare unabella doccia rilassante…â€facemmo la doccia…io lavai lui lui lavò me e latensione che mi aveva tenuto in pugno fino a poco prima svanì…â€sai vorreiincontrarti ancora…e soddisfare qualsiasi tua richiesta….â€io timidamenterisposi…â€mi vergogno a chiedere…insommaâ€â€¦mi zittì con un bacio,â€non devi…domanisera chiudo ancora io vieni e mi raccomando sii pronta a chiedere qualunquecosa…come io farò con teâ€.Mi rivestii…mi accompagnò alla macchina e mi diede l’ultimobacioâ€a domani…alloraâ€..“a domani†risposi io con un sorriso…speravo in quel momento che il domani arrivasse presto…edero già eccitata pensando a cos’altro avesse in mente per me… LAURA
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14 years ago
IncantoLunare,
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Quella sera in 6
Dopo una lungagiornata di lavoro avevo una gran voglia di coccolare e farmi coccolare dal miofidanzato…così pensai di preparargli una bella cenetta particolare consorpresa….ma aimè la sorpresa invece la fece lui a me…Appena uscita da lavoro mi fermai in un supermarket chetrovai lungo la strada e comprai della carne da cucinare per la serata e undessert….pagai e corsi a casa per prepararmi al meglio per il suo rientro…Mi feci un lungo bagno caldo con oli profumati,mi cosparsiil corpo di crema alla vaniglia e mi misi un bellissimo baby doll rosso fuocoche avevo trovato in un negozietto che a lui ancora non avevo mostrato…Cucinai in accappatoio e misi tutto in caldo e andai avestirmi…capelli appena stirati…molto lunghi e rossi..un filo di trucco e ilmio sexy baby doll e mi sedetti ad aspettarlo sarebbe rientrato a minuti….eroin uno stato di eccitazione fuori misura quella sera.Suonò il campanello della porta e corsi ad aprirechiedendomi come mai non avesse aperto con le sue chiavi,ma non gli diedi pesopiù di tanto,appena aprii col un enorme sorriso pronta ad abbracciarlo ebaciarlo caldamente,quando ebbi la sorpresa,non era solo…con lui c’erano altredue coppie di ragazzi e lì per lì rimasi così perplessa da non sapere cosadire.Me li presentò eravamo tutti più o meno coetanei,c’eraSilvia una bella ragazza bionda con una terza di seno e davvero un bel culettocon suo marito Gianni ,biondo occhi azzurri fisico asciutto e poi c’era Monicacapelli neri corti con una seconda di seno,non magrissima ma nell’insieme moltobella con suo marito Stefano,moro occhi castani diciamo con un fisiconormale…nell’insieme erano proprio due belle coppie.Li feci accomodare in salotto scusandomi con loroimbarazzata per il mio abbigliamento subito il mio disseâ€tesoro nonpreoccuparti e non cambiarti assolutamente che stasera sono qui per giocareâ€â€¦iocapii il suo pensiero e lo fulminai per il semplice fatto che non mi avevaavvisata e per il fatto che non avevamo mai giocato in 6 e non sapevo se orapronta o meno per una tale esperienza.Lo giurai a me stasera mi sarei vendicata….lo stronzo dovevapagare…Apparecchiai per sei un po’ a disagio per tutti quegli occhipuntati su di me,ma anche eccitata,uno stato che non sarei riuscita a cambiarequella sera..Ordinammo le pizze e nell’attesa parlammo del più e del menoanche se io quella sera ero poco loquace visto l’imbarazzo,seguivo i lorodiscorsi e meditavo intanto la mia vendetta.Durante la cena parlammo delle nostre rispettive esperienzein fatto di scambi,e mi ritrovai con le due lei Monica e Silvia a parlare deigiochi e scoprii che entrambe erano bsx come me e la cosa mi fece davveropiacere.Alla fine della cena andai nella nostra “stanza dei giochiâ€a preparare e Monica e Silviavennero a darmi una mano…la camera era semplice,composta da un’enorme tappetosu cui io avevo appoggiato un collage di vari piumoni presi in saldo e daparecchi cuscinoni,ed a un metro e mezzo da terra avevo fatto applicare dellemensole che giravano per tutta la stanza piene di candele e oli profumati checreavano la giusta calda atmosfera.Ci raggiunsero i maschietti ed in me cominciò a salireeccitazione per la serata ma anche nervosismo….ogni uomo spogliò la propriadonna..lentamente…Flò con un sorrisone stampato in faccia e uno sguardo moltoeccitato….mentre io meditavo ancora di più la mia vendetta che in quel momentodecisi si sarebbe consumata quella sera stessa…“tesoro rilassati siamo qui per giocareâ€â€¦io non risposirestai zitta e tremante da quanto ero arrabbiata con lui.Mi si avvicinò Silvia e mi scoccò un bacio molto dolce chericambiai volentieri ,sentivo le sue mani accarezzarmi dolcemente e ioaccarezzavo lei,sentii altre mani che riconobbi come quelle di Monica,si sa ilcontatto femminile non ha bisogno di occhi lo sì percepisce…ciaccarezzammo,baciammo e leccammo a turno e io mi stavo divertendo unsacco…quando si avvicinarono Flò,Stefano e Gianni che nel frattempo si eranospogliati e goduti lo spettacolo…anche perché avevano tutti e tre una granbella erezione.Mi ritrovai distesa con Gianni che mi leccava….vidi Flò chefaceva la stessa cosa a Monica,mi piace molto guardarlo all’opera e mi eccitamolto anche,non vedevo Stefano e Silvia ma li sentivo…quindi un pochino diansia cominciò a passare per lasciare il posto al piacere…Poi ci fu il passaggio e fui coccolata nello stesso identicomodo da Stefano….finchè non mi penetrò…stavo godendo da morire vista la vogliache avevo e vedere il mio uomo fare la stessa cosa mi eccitava ancora di più…Stefanoad un certo punto si staccò e arrivò da me Gianni…â€mamma come sei bellaâ€â€¦iotimida come sono arrossii…anche lui mi penetrò ed io ripresi a godere comeprima…quando successe un’imprevisto..Vidi Silvia e Monica alzarsi e spostarsi da sole…e leritrovai fare uno stupendo 69….ed io invece mi ritrovai circondata anche daGianni e Flò….che mi sorrise…al momento non capii…ma in un secondo mi ritrovaiseduta su Gianni col suo cazzo tutto nella fica,a fare un pompino a Stefano equasi mi sembrava di soffocare,mi trovai più volte a dover combattere con iconati…e alla fine lo sentii…Flò mi aveva inculato…in quel momento mi lasciaiandare,quella doppia mi stava facendo morire infatti ci misi poco a raggiungereun fantastico orgasmo….e in quel momento sentii che anche Gianni e Flòarrivarono…mentre Stefano mi arrivò in faccia pochi secondi dopo….e Monica eSilvia erano entrambe arrivate solo leccandosi e giocando con uno dei mieistrap-on…Andai a prendere un piccolo tavolino con dei bicchieri equalcosa da bere e rimanemmo lì nudi e seduti a scherzare sulla serata…ognunaabbracciata e coccolata dal proprio uomo…Dopo quasi un’ora di chiacchiere se ne andarono….con lapromessa che avremmo ripetuto quanto prima la serata.Sentii l’acqua mentre sistemavo scorrere…e pensai chemancava poco al mio piano…e cominciai a bagnarmi nuovamente….quasi gocciolavoal pensiero che avrebbe scontato la sua pena…Mentre si rivestiva mi infilai nella doccia,una cosaveloce,e presi da un cassettino in bagno un bel paio di manette…mi legail’asciugamano e le nascosi,lo raggiunsi in camera…“tesoro che bella serata è stata,vero??!!â€quando non vide ombra di sorriso sul mio viso….mi chiese “macos’hai non ti sei divertita? Eppure godevi come una troia…â€le mie uniche parole..â€preparati ad essere punitoâ€â€¦mi avvicinai a lui determinata come non mai,gli presi ipolsi e usai le mie manette per legarlo al letto…in quel modo non mi potevatoccare…poi gli misi la mia fascia per i capelli sugli occhi…lo stronzo avevodeciso che non poteva neppure vedere…Gli applicai un doppio elastico di silicone a pene etesticoli e strinsi un po’…me lo avevano regalato al sexy shop dove ogni tantofacciamo acquisti ma non o avevo mai usato prima.Sentii che non ne era molto felice ma in quel momento non mene importava nulla…avrebbe pagato…â€tesoro mi fa male toglimelo…â€â€¦â€noscordateloâ€fu la mia risposta…intanto cominciai a strusciarmi su di lui legatoe impotente di fare qualsiasi cosa….o vedere qualsiasi cosa…Decisi di cominciare col fargli un bel pompino e ci vollepoco per farlo eccitare….poi feci una cosa molto inaspettata per lui…gli presile palle e gliele strinsi forte,lo vidi contorcersi,gli stavo facendo male…masapevo che era un dolore sopportabile…anche perché non avrei mai esagerato…Tornavo a succhiarglielo poi mi spostavo e stringevo…â€tivoglioâ€io mi misi subito sopra di lui e cominciai a muovermi velocemente…neavevo voglia anche io…e gocciolavo in una maniera paurosa…..mi disse “stovenendoâ€â€¦ed io stronza fino a questo punto mi spostai e dissi “e no prima devisoddisfare tutte le mie voglie,poi se vorrò sarai accontentatoâ€â€¦sapevo che loavrei accontentato ma lui doveva restare nel dubbio….Quando cominciò a calare l’erezione….dissi “vediamo cheposso fare..â€e cominciai ancora a succhiarglielo…smisi…decisi di togliergli labenda e le manette e anche l’elastico…lui mi osservò…“scopami…voglio venire insieme a teâ€â€¦non se lo fece ripeteredue volte…con pochi colpi venimmo entrambi in uno splendido orgasmo…ma comefece per andarsi a lavare lo fermai…“no prima pulisci…poi vaiâ€â€¦.si mise a leccarmela…il suosperma mischiato ai liquidi del mio orgasmo…..non so come ma venniancora….soddisfatta e felice…come lo era lui…ci facemmo una bella doccia insieme e andammo adormire……soddisfatti e complici come non mai…. Laura
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14 years ago
IncantoLunare,
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Lo scambio
Siamo arrivati al luogo dell'incontro ... la macchina dell'altra coppia è una Range nera, e parcheggiata nella zona buia. Io mi sto toccando ... come sempre ... mi piace arrivare agli incontri già eccitata ... Paolo parcheggia vicino al Range, dalla parte del lato guida ed io incontro subito lo sguardo del lui ... Carino, molto carino, più che in foto ... ma non è qiesto il punto ... Dove mi porterà ? Cosa mi avrà organizzato? E' questo che mi eccita ... Scende dalla macchina continuando a guardarmi ... io non stacco gli occhi dai suoi ... vede che mi sto toccando sotto il cappottino nero ... io non faccio nulla per nasconderlo ... sorride ... Paolo scende, stringe la mano al tipo e viene ad aprrmi la portiera (adoro quando un uomo mi apre lo sportello). Scendo dalla macchina contemporaneamemte all'altra lei ... molto carina, piccola di statura, ma ben proporzionata; so che ha 41 anni, ma ne dimostra al massimo 30-35. Capelli rosso mogano raccolti, viso stupendo da bambolina con labbra rosse, 1,60 x 45 kg al massimo; indossa un cappottino viola al ginocchio in tinta con l'ombretto, stivali neri e niente calze. Probabilmente non indossa nulla sotto ... come me ... Ci presentiamo; quando lei mi porge la mano noto che porta al dito un brillo esagerato, lo stesso brillo che ho già visto nel video ... se non fosse per il rossetto da troia sembrerebbe una fighettina acqua e sapone, tutta dedita a marito e figli ... invece marito e figli sono a casa e probabilmente tra un'oretta, conoscendo Paolo e quello che le ha organizzato, sarà piena di sborra fino alle orecchie ... mmmh ... il pensiero mi eccita e va al video del brillo ...
In primo piano il viso di lei, un primo piano normalissimo in un appartamento o qualcosa del genere che mette in evidenza la sua oggettiva bellezza, poi un taglio netto, la luce cambia e si vede una mano curata con il brillo all'anulare che si muove ritmicamente su e giù su di un cazzo enorme, nero, almeno un calibro 24x20. C'è del rumore di fondo, c'è giente ... una voce fuori campo incita senza troppi complimenti la troia a fare sborrare il cazzo ... la mano varia il ritmo ... l'inquadratura si allarga appena e la cappella enorme del nero sparisce dentro una bocca esperta ... compare lei, occhi fissi in camera, labbra a ventosa sulla cappella e mano che va su e giù sempre più velocemente ... si sente ansimare ... i due sono impegnati in un 69 ... poi lui gode ... lei sempre guardando in camera continua a segare con la mano accompagnando il movimento con le labbra sulla cappella ... lui continua a sussultare ... lei cambia espressione, si sta costringendo a tenere le labbra serrate attorno al cazzo (... io so cosa sta provando ... sta lottando per non farsi andare i fiotti di sperma in gola, per non tossire e tenere tutta la sborra in bocca, per mantenere sotto contollo il senso di nausea che monta ... ) Poi il cazzo smette di squotersi ... la voce fuori campo le da della zoccola ... lei stacca la bocca dalla cappella e socchiude la labbra ... Subito dello sperma cola da un angolo della bocca ... è giallastro, densissimo ... lei lo risucchia e ingoia con maestria tutta la sborrata ... Si allarga l'immagine ... lei è su un letto con il black sfinito ... intorno al letto ci sono altri 6 cazzi in sega pronti per lei ... buio.
Mi riprendo ... mi sono immedesimata per un attimo nell'ingoio del video ...spero mi aspetti una situazione del genere ... voglio stupire il lui ... mostrargli che sono più troia della zoccola a cui sto stringendo la mano ... Chiacchieramo due minuti ... lei continua a guardare Paolo con interesse, il lui mi mangia con gli occhi ... ho voglia di cazzo ... ho voglia di cazzi ... cosa stiamo aspettando? ... Poi il lui si decide, bacia la troia sulla bocca, mi porge la mano e mi invita a salire sul suo mezzo. Con la coda dell'occhio vedo Paolo aprire lo sportello del passeggero alla zoccola e lei salire senza indugi ... (lo fanno spesso, penso ...ottimo ...). Paolo parte per portare la tipa dove so, mentre il lui anziche accendere il subito il motore compone si gira a guardarmi. Io intanto mi infilo la mano sotto il cappottino e ricomincio a masturbarmi ... Lui mi guarda sornione ed appoggia la mano sul mio interno coscia ... bellissimo ... io allargo le gambe per invitarlo a sostituire la mia mano con la sua, ma lui si limita ad eccitarmi sfiorandomi ripetutamente l'inguine ... ho voglia di farmi chiavare ... di farmi inculare ... faccio fatica a trattenere dei gemiti ... lui se ne accorge e mentre mi guarda negli occhi accende il motore... Arriviamo a destinazione, una villetta abbastanza isolata ... ho un pò paura, ma anche questo fa parte del gioco ... Sono eccitatissima ... durante il viaggio mi sono gustata le performance della mammina, impegnative, stimolanti, eccitanti ... spero che alcuni dei cazzi che ho visto in video mi stiano aspettando ... so che Paolo ha detto al tipo di andare pure pesante, che mi piacciono i giochi forti, le bevute abbondanti ... Scendiamo dalla Range ed entriamo nella villetta ... non suoniamo il campanello ... lui ha le chiavi. Nel vialetto di accesso ho notato una decina di macchine ... ottimo ... Entriamo in casa, lui non accende la luce ... mi guida per mano in un salone ... è illuminato da candele ... c'è musica ambient in sottofondo ... su tre divani messi ad U sono seduti nudi 6 black, tutti intenti a menarsi il cazzo per me ,,, fantastico ... l'eccitazione sale al massimo ,,, Lui mi guida al centro della U e mi sfila il cappottino ... io resto nuda ... i black mi mangiano con gli occhi ... vedo dei signori cazzi ... ne punto uno, secono me quello del video, e come una falena mi sento inesorabilmemente attratta verso quella luce ... Mi inginocchi davanti al proprietario di quello splendido cazzo ed inizio a pomparlo ... fantastico ... non mi ci sta in bocca ... lo lecco e lo succhio dappertutto, cappella, filetto, asta, coglioni, buco del culo ... Intanto sento una lingua sulla mia fichetta, sono già fradicia ... poi la lingua diventa un cazzo e dopo qualche minuto, con l'aiuto di una cremina comparsa come per magia, inizia quel tipo di indigestione che tanto mi piace ...
Sono stremata, avrò bevuto una decina di sborrate, i black si sono già rivestiti e mi hanno già salutata, mi viene da vomitare ... sono sdraiata sul tappeto in mezzo ai divani, vorrei essere a casa ... Suona il campanello ... lui va ad aprire ... sento parecchie voci ... lui mi chiama ... mi tiro in piedi e vado verso l'ingresso ... è una sorpresa ... l'eccitazione comincia a rimontare ... è un'altro gruppo, una decina di elementi ... l'adrenalina reinizia a scorrere ... davanti al gruppo c'è lei, la sua troia, con il suo cappottino viola perfetto ... ghigna e capelli sono pieni di sborra ... viene verso di me ... mi prende per mano e mi guida ai divani ... non dice nulla ... mi fa sedere vicino a lei ... mi invita a baciarla ... In quel momento capisco tutto ... accetto il bacio e subito la bocca mi si riempie di sborra ... limoniamo con passione ... entrambe giochiamo a passarci con la lingua la calda crema ... Poi qualcuno si intromette e ci stacca ... di colpo mi ritrovo con una cazzo in bocca che sta sborrando ... e il lui ... non posso vomitare proprio ora ... sarebbe una figura di merda ... cazzo, ha una sborrata super ... proprio adesso che mi viene da vomitare ... Ingoio tutto e come mi stacco vedo tre cazzi pronti a schizzarmi ... mi viene da vomitare, ma sono troppo troia ... l'altra sta subendo il mio stesso trattamento, ma non riesco a capire come sia messa ... Uno dei cazzi comincia a sborrare ... gli copro la cappella con la bocca e bevo direttamente quelo che esce ... sta ancora venendo che subito gli si sostituisce un'altro ... altra serie di schizzate ... bevo ... non capisco più niente ... terzo cazzo ... primo fiotto in ghigna, poi tutta in bocca ... la bevo ... poi devo correre in bagno ... non riesco nemmeno ad arrivare ... vomito in un corridoio e vedo Paolo che sorride con il cazzo in mano ...
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14 years ago
AdamDTS,
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Uno-due
Brescia, Sabato, ore 15.30
Mi sono appena svegliata. E’ stata una serata impegnativa… I miei non ci sono, sono in montagna con amici. Sul cellulare c’è un messaggio di Paolo … mi dice di chiamarlo, che è urgente. Lo chiamo … Cristina è libera stasera … ha voglia di cazzi ed il suo lui sta organizzando … Ci penso un attimo, poi gli dico di si, che ci sono … sa che adoro le feste a casa di Cri … il problema è lo stomaco … reggerò? Il solo pensare allo sperma in questo momento mi da la nausea … forse ieri sera … stanotte … ho esagerato … non è sempre così il giorno dopo … solo quando esagero … ma d'altronde adoro esagerare … Mi dice che passa a prendermi sotto casa alle 10 e mezza … riaggancio. Come mi vesto stasera? Metterei il bustino nero, quello di ieri sera … ma è sporco di sborra … devo ancora sciacquarlo prima di portarlo in tintoria … quasi che mi vesto da strafiga … con il tubino nero … quello con lo spacco impegnativo … li faccio tutti secchi a presentarmi così … si, ho deciso: tubino nero, tacco 12 e piastra ai capelli …
Brescia, Sabato ore 22.25
Sono pronta … ho sentito Cri al cellulare … Paolo le ha detto di ieri sera … mi ha detto che lei adora gli uno-due … che le sarebbe piaciuto essere al mio posto per godersi ancora di più questa serata … mi ha caricata … mi ha fatto venire una tremenda voglia di cazzi … e anche di sborra … Pensare alla sborra ora non mi da più senso di nausea … mi sto eccitando … ho voglia di penderlo in culo … Paolo dice che se vado avanti così a 25 anni non mi basterà nemmeno la mazza da baseball per sentire qualcosa … fa’nculo ai 25 anni … manca ancora una vita …
Brescia, Sabato, ore 22.30
Apprezzo molto la puntualità di Paolo … esco in strada e vedo che c’è qualcuno in macchina con lui … è Cristina con Paolo, il suo Paolo, Paolo 2 … strano … come mai non ci aspettano a casa loro? Salgo in macchina, siedo sul divano posteriore vicino a Cristina, lei mi sorride e mi bacia sulla bocca … per un attimo ho sperato che avesse già la bocca piena … sarebbe stato sinonimo di quelle sorprese che adoro … invece …
Autostrada A4, direzione Venezia, sabato ore 23.15
Cazzo … come lecca bene la figa questo qui … Gli premo la faccia sulla figa, gli faccio capire che sto apprezzando … mugolo di piacere … Sdraiata sul sedile posteriore, attraverso la portiera spalancata, vedo Cri … sta sbocchinando due dei tizi contemporaneamente … le danno della troia … le ordinano di leccare i coglioni … mi sembra che ubbidisca … sono in estasi … dio come lecca bene questo qui … mi sta infilando la lingua in culo … gli urlo di continuare … ormai sono partita … guardo ancora Cristina … uno dei due che sta sbocchinando gode, capisco che le sta sborrando la bocca … urlo a lei di portarmi la sborra e dico al tipo di continuare a leccarmi il buco del culo … Cri fa per alzarsi ma l’altro la prende per i capelli e le rimette il cazzo in bocca mentre se lo mena … vuole sborrare anche lui … e sborra … Urlo ancora a Cri di portarmi la sborra e dopo 10 secondi la portiera dove ho la testa si spalanca … mi ritrovo a limonare con Cri … sento lo sperma invadermi la bocca … fantastico … ora lo voglio in culo … adoro avere lo sperma in bocca mentre mi pompano in culo … qualcuno stacca Cri dalla mia bocca … è Paolo, il mio Paolo … mi sborra in bocca … densa … abbondante … lo guardo negli occhi … spalanco la bocca e gli faccio vedere come sono piena … la giro con lingua … la faccio uscire dagli angoli della bocca e poi la risucchio dentro … poi bevo … il manico di Cristina sposta Lingua Esagerata e mi sborra sulla figa … lui può … sento la lingua di Cristina … Cri adora leccare la sborra da fighe e buchi del culo … e poi lecca divinamente … Mentre è a pecora, per metà fuori dalla macchina, Lingua Esagerata inizia a pomparla da dietro … io gli dico di pomparla in culo … Cri mi guarda e dal suo sguardo capisco che Lingua la sta già inculando … Lingua sussurra a Cri che sta per venire, lei ingoia la sborra che si è leccata dalla mia figa è gli dice di sborrarle in bocca … lui esegue, lei beve …
Dintorni di Venezia, Ristorante chiuso, Domenica ore 00.20
Scendiamo dalla macchina; sono assolutamente presentabile. Il rossetto è tornato impeccabile, il fondotinta leggero è perfetto, gli occhi sono a posto; unica traccia della sosta in autostrada sono tre macchie di sperma sul tubino. Cristina è messa un po’ peggio, non è riuscita a togliersi tutto lo sperma dai capelli ed il suo cappotto e pieno di macchie di sborra. Non mi sembra preoccupata … a dire il vero nessuno di noi lo è.
Sono ancora eccitata … in autostrada si è divertita di più Cri … vorrei avere qui Lingua Esagerata per sentire ancora la sua lingua nel mio buchetto … anche Cri mi ha leccata da dea … ho sempre più voglia di cazzo … Arriviamo davanti all’entrata di un ristorante. Dentro si vede accesa una luce, ma è tutto chiuso. Paolo 2 chiama qualcuno dal cellulare. Dopo 10 secondi un tizio apre la porta, stringe la mano a Paolo 2 … si conoscono … ci invita ad entrare … ci squadra … fissa le macchie di sperma sul cappotto di Cristina … lei gli sorride … lo conosce … cerca macchie anche su di me … sono nascoste dal giubbino … è carino … ha la faccia di uno che scopa bene … mi sorride … Paolo 2 fa le presentazioni … gli sorrido e cerco di fare uno sguardo da troia … ci invita a seguirlo. Il ristorante è su due piani … mentre scendiamo le scale comincio a sentire odore di sesso … Cri è davanti a me … entriamo in una sala con le luci soffuse … in mezzo alla sala tre materassi … su di uno una tipa bionda è impegnata in una doppia penetrazione … incita i due stalloni … carini … intorno al trio una decina di singoli in attesa del proprio turno … ci avviciniamo … ora vedo bene la tipa … carina, sui 35-40 … sono già circondata … mi studiano … non mi muovo … uno comincia a sfiorarmi … non faccio nulla … si avvicinano anche altri due … sento una mano che da dietro si infila nello spacco del tubino, sale verso l’inguine … non faccio nulla … mi baciano il collo, la mano ha scoperto che non indosso le mutandine … allargo leggermente le gambe … le dita cominciano ad esplorarmi … mi trovo con una lingua in bocca … non ce la faccio più … vedo Cri in ginocchio davanti ad un tipo … comincio a palpare il cazzo di quello che mi bacia … lui mi invita ad inginocchiarmi … è quello che aspettavo … ora posso cominciare a fare vedere cosa sa fare questa ragazzina … Comincio a pomparglielo … mi impegno … è il mio biglietto da visita … mi fermo un attimo e mi sfilo il tubino … prendo il tipo per il cazzo e lo spingo sul materasso … lui si lascia cadere supino a gambe divaricate … mi prende la testa e me la guida sul cazzo … io inizio a leccarlo … con bocca e lingua me lo lavoro dalle palle sino alla cappella e intanto lo sego con la mano … qualcuno inizia a leccarmi la figa … mi giro, vedo che ha già infilato il goldone … senza mezzi termini gli dico di chiavarmi e così inizio a farmi sbattere … uno in bocca e uno in fica … si danno il cambio … io continuo ad avere un cazzo in bocca e uno in fica … dopo un po’ chiedo di incularmi … mi accontentano subito … sono in estasi … ora possono chiedermi qualsiasi cosa … il tipo che sto pompando mi dice che sta venendo … lo guardo negli occhi mentre mi schizza tutto in bocca … mi stacco da lui e cerco Cristina con lo sguardo … lei non mi vede, è impegnata in doppia; allora decido di ingoiare lo sperma che ho in bocca, non voglio smettere di farmi pompare in culo … giù tutto … subito un altro cazzo in bocca … lo spompino, scendo a leccargli il buco del culo intanto che lo sego … gli dico che voglio il suo cazzo in figa … il tempo di mettersi il preservativo e finalmente sono in doppia … incrocio lo sguardo di Cri; anche lei è in doppia … mi ritrovo il cazzo di Paolo 2 in bocca … me lo lavoro e dopo qualche minuto, mentre mi sbattono come una cagna, il bastardo mi prende da dietro per i capelli e mi allontana la bocca dalla cappella, inizia a segarsi con l’altra mano e sborra … mi sborra in faccia … Cri sta guardando verso di me … coglie la scena … questo mi eccita da morire … mollo Paolo 2, mi giro verso i due della doppia e li metto in piedi … tolgo loro il preservativo ed comincio a menare entrambi i cazzi in ginocchio tenendo le cappelle in bocca … loro capiscono … sostituiscono le loro mani alle mie … io resto in ginocchio in attesa … la voglio in bocca … Cri mi guarda … arriva la sborra … prima uno, poi l’altro … la prendo tutta in bocca … arriva Paolo … mi sborra in bocca anche lui … arriva un altro, prendo anche la sua … ho la bocca strapiena … stanno venendo tutti da me … un altro sta per venire … cazzo … non riesco ad aprire la bocca che mi esce sborra … voglio anche la sua … mando giù tutto … fan’culo la nausea … Paolo prende il tipo che sta per sborrarmi in bocca e lo fa venire sulla figa di Cristina … bravo … avevo proprio bisogno di un attimo di respiro … ma che cazzo … mi prende per i capelli e mi sbatte la faccia sulla figa di Cri … bastardo, vuole eccitarsi ancora … e a me piace troppo fare la troia … Lecco la sborra dalla figa di Cri … a pecora … lei mugula di piacere … un altro schizza dove sto leccando … lecco tutto … la tengo in bocca … mi sento ancora afferrare per i capelli … è la tipa che non conosco … ha lo sguardo fatto … mi bacia … giochiamo con la sborra … qualcuno mi appoggia la cappella al buco del culo, viene risucchiata dentro … mi sento pompare … troppo bello … Domani sarò uno straccio, ma chi se ne frega …
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Valeria
Valeria è una bella mammina di 41 anni, molto piccola di statura (intorno al metro e sessanta scarso), seno abbastanza piatto (porta una prima), ma con un fisico alla Kelly Minogue, proporzionatissima, quarantacinque kg di peso con gambe e culo fantastici.Vista da dietro sembra una ragazzina; guardandola di fronte ha un viso stupendo, capelli a boccoli rosso mogano tagliati a lasciare la nuca scoperta, occhi scuri penetranti e labbra carnose molto, molto invitanti. Non le si danno più di trent’anni.Proveniente da una famiglia molto agiata, è l’ultima di tre sorelle ed è sempre stata la classica ragazzina viziata.Per sua stessa ammissione ha iniziato a sbocchinare in terza media, anche se è stato in prima superiore che ha iniziato a costruirsi una certa fama.Io l’ho conosciuta quindicenne ad una festa una domenica pomeriggio.E’ stata la prima ragazza che mi ha fatto un pompino con ingoio.Poi ci siamo persi di vista. Oggi ha un compagno di giochi molto perverso (quasi come me) e tra le altre cose entrambi amano scambiare separatamente.La proposta indecente ci è stata fatta una decina di giorni fa, dopo essere stati agganciati in chat nella stanza “Vere ingorde di sperma†dalla coppia SilviaLoFa.Siamo usciti a cena per conoscerci e per me è stata una piacevolissima sorpresa vedere che la grandissima troia amante anal e ingoio era proprio Valeria.Come ogni coppia clandestina che si rispetti anche loro giocano spesso di mattina e pomeriggio.Durante la cena io e Valeria ci siamo accordati per incontrarci il martedì mattina successivo, mentre Camilla sarebbe uscita con il suo lui il pomeriggio del giorno dopo; ovviamente per tutta la cena si è parlato esclusivamente di orge, cazzi, doppie, ingoi, bevute, ecc.Il curriculum della bella Valeria ci è sembrato di tutto rispetto; gioca da una quindicina d’anni, da quando era ancora fidanzata con l’ex ragazzo, ha avuto in tutto quattro compagni di giochi diversi (ovviamente tutti clandestini) e da qualche tempo non si diverte più se non ad esagerare (mi viene da pensare come sarà Camilla alla sua età ).Ultimamente si è appassionata al Glory Hole e ci ha raccontato le due ultime uscite serali in tal senso in un club privè di Vicenza dove ha avuto modo di “ingoiare veramente molto†e dove è molto facile “essere circondata da bei cazziâ€. Giunto il fatidico martedì mattina è stato eccitantissimo sentirsi proporre come luogo d’incontro l’asilo dove porta il più piccolo dei due figli; vederla scendere dal taxi, osservarla portare dentro il piccolino insieme a tutte le altre giovani mamme, guardarla uscire nel suo completo nero dal taglio austero e dirigersi con noncuranza verso la mia macchina sapendo cosa l’aspettava è stato proprio eccitante.Salita in macchina, sfoderando un sorriso radioso, mi ha chiesto dove l’avrei portata ed io le ho risposto che saremmo andati al Vip’s, un motel che anche lei conosce molto bene.Non ha senso perdere tempo con certi tipi di troie; ho iniziato subito ad infilarle la mano sotto la gonna e lei in tutta risposta ha iniziato a palparmi il cazzo.Dopo duecento metri, in mezzo al traffico, mi stava già menando l’uccello.Dopo dieci minuti,in tangenziale, mi stava già sbocchinando di brutto.Valeria lecca veramente bene; ha un gioco di lingua che fa impazzire. Riesce a far guizzare la punta della lingua sul filetto del cazzo con una frequenza impressionante mentre con le labbra e con la mano non ti da un attimo di tregua; Valeria è una di quelle troie che se decide di farti venire è impossibile resisterle. E poi cosa non ti dice mentre spompina: ti supplica di lascarle leccare le palle, il buco del culo, ti fa promettere continuamente che glielo metterai in culo, ti dice che un cazzo solo non le basta, che vuole altri cazzi, che ha voglia di ingoiare sborra a fiumi, e intanto pompa, pompa e pompa.Prima di Lonato ho dovuto prenderla per i capelli e staccarmela dal cazzo tre o quattro volte, per evitare di sborrarle subito in bocca.Arrivati al Vip’s parcheggiamo l’auto sul retro della nostra stanza.Entriamo e lei inizia a togliersi il taieur esibendo una lingerie nera molto raffinata, completa di calze e reggicalze.Devo dire che in lingerie e tacchi, pur essendo molto piccola, sta divinamente.Una volta spogliato mi sono sdraiato sul letto e l’ho chiamata a me ordinandole di succhiarmi il cazzo.Senza impedimenti come pantaloni e boxer ha iniziato a leccarmi dappertutto, soprattutto palle e buco del culo.Mentre la sua lingua mi mandava in estasi ho mandato un sms.Dopo cinque minuti di lingua infilata nel buco del culo l’ho presa per i capelli e ho attirato la sua bocca sulla mia. Mentre stavamo limonando, con lei impegnata a menarmi il cazzo ed io con due dita infilate nel suo bel culetto abbiamo sentito bussare alla porta.Ancora prima di poter dire avanti la porta si è aperta e sono entrati tre amici.Nel giro di due minuti lei stava già ansimando impegnata in una bella doppia con uno dei ragazzi sotto in figa e con me dietro in culo; istintivamente mentre la inculavo con vigore assecondando i movimenti dell’altro cazzo ho guardato l’orologio ed un pensiero si è materializzato per eccitarmi ancora di più: meno di un’ora fa questa troia stava portando il suo bambino all’asilo e adesso sta prendendo due signori cazzi, uno in figa ed il mio in culo, sbrodolando e ansimando come una vacca, chiedendo a gran voce cazzi e sborra.Non ce l’ho più fatta; le sono uscito dal culo e mentre un altro cazzo rimpiazzava immediatamente il mio mi sono sfilato il preservativo e glielo ho messo in bocca. Un paio di volte l’ho staccata dal cazzo per ritardare ancora un po’ la sborrata, ma poi la sua voglia di sborra mi ha fatto capitolare. Sono venuto tenendola per capelli, impedendo che si staccasse dal cazzo e mi sono goduto l’espressione di quel bel faccino obbligato mandare giù tutti gli schizzi di sperma mentre la mia cappella le lambiva le tonsille e mentre gli altri due cazzi la pompavano.Poi è toccato a due degli altri, uno alla volta, sdraiati sul letto a gambe aperte mentre il terzo la inculava selvaggiamente a pecorina.La scena dei due ingoi è stata cosi eccitante che mentre il terzo si preparava a sborrare il mio cazzo stava già risorgendo a nuova vita.Poi la scena di una libidine assoluta.Il cellulare di Valeria squilla.Lei senza staccare la bocca dal cazzo che stava facendo venire ha allungato la mano verso il comodino alla sua destra ed ha afferrato il telefono. Ha guardato il display e staccandosi dal cazzo che stava spompinando a fatto segno a tutti di stare zitti.Lo spettacolo è stato sublime; la zoccola in lingerie con la faccia schizzata di sperma e la sborra colante dal mento che continua a segare con la mano un cazzo pronto a sborrare chiama amore il suo interlocutore e gli conferma di essere dall’estetista “per un trattamento viso e corpoâ€. Inoltre chiacchierando come se nulla fosse inizia a usare doppi sensi più o meno espliciti fino a quando il cazzo che stava menando esplode in silenzio. E’ stato di una libidine sconcertante guardare la troia leccare le schizzate di sperma mentre sussurrava paroline dolci al maritino dall’altro capo del telefono.Chiusa la telefonata tre dei quattro maschi (me compreso) erano nuovamente arrapatissimi ad alle 10.30 la bella Valeria aveva già preso qualche chilometro di cazzi ed ingoiato, con estrema lussuria, sei calde sborrate.Paolo
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Aperitivo a sorpresa
Primo pomeriggio. Sono a casa da sola. Non ho voglia di studiare. Mi sto masturbando con il vibro rosa mentre guardo un porno. Paolo dice che i porno che guardo sono porno da maschi, ma a me le gang bang piacciono strafes …
Sono eccitatissima e avrei voglia di avere qui, adesso, tutti i manici che stanno scopando la mora del video … fantastico … tutti bei fighi senza un filo di grasso, stradepilati e con cazzi enormi … si vede che è un film … purtroppo …
Vado in 77chat e apro una stanza, la nostra stanza, “Vere ingorde di spermaâ€; il nick è “MissFellatio&Cuckâ€, il profilo recita “bella cp lombarda lei troia cerca gruppi e/o cp stessi gusti. Ospitiamo e viaggiamo. NO singoli soli.†… Di solito è Paolo che apre la stanza; non mettiamo mai subito la mia età , altrimenti la maggior parte degli utenti pensa che sia una bufala …
Il primo gruppo che mi contatta dev’essere un singolo sfigato … lo chiudo … seguono altri gruppi o presunti tali … qualche domanda e si capisce che non c’è arrosto, solo fumo … poi arriva R&R, una coppia, anche loro cercano cazzi e coppie come loro … chatto e capisco che potrebbero essere veri … Mi propongono una festa di quelle che piacciono a me … Andiamo in msn … parlo con il lui di coppia … lei non c’è … brutto segno, ma d'altronde anche Paolo spessissimo e solo in chat e solo successivamente organizza le “verifiche†…
Lui ha 35 anni, lei 34, vedo le foto … carini … posto le mie foto censurate … iniziamo ad addentrarci nei particolari … chiedo della festa …
Lui mi dice che le loro feste sono abbastanza monotematiche, la lei è molto esigente in termini di qualità e soprattutto di quantità , le piace farsi riempire in tutti i buchi, essere insultata ed ingoiare realmente sborrate su sborrate. Io gli rispondo che quello è proprio il genere di festa che adoro e che anch’io non ho nessun problema a prenderlo in culo e a bere …
Lui mi chiede di poter capire se quello che dico è tutto vero e di poter verificare se sono quello che dico di essere …
Non gli rispondo … accendo la cam … lui accetta … metto un video … mi si vede mentre in primo piano sto leccando una bella cappella … la mano sta già segando il cazzo velocissima … dalla cappella inizia a schizzare la sborra … il primo fiotto mi finisce in faccia … dal secondo all’ultimo in bocca … fisso la camera mentre mostro lo sperma, poi faccio lo sguardo da troia mentre mando giù … taglio … ora sono in ginocchio al parco Lambro, ho la bocca spalancata verso due cazzi che stanno per venire … sborrano insieme … quasi tutta in bocca … guardo in camera e mando giù tutto … altro taglio … un tizio sborra su un tavolo di vetro; sul tavolo ci sono già altre quattro sborrate … la camera è sotto il tavolo … arrivo io e inizio a leccare la sborra, ci gioco, la faccio convergere con punta della lingua in centro al tavolo, la risucchio come un aspirapolvere, risucchio e bevo, risucchio e bevo sino a quando non c’è più traccia di sperma su vetro …
Chiudo la cam e chiedo se è abbastanza quello che ha visto; lui mi dice di essere eccitatissimo e che mi scoperebbe subito … mi chiede il numero di cell …
Il telefono dedicato ai giochi ce l’ha Paolo, è lui che gestisce le cose … il mio numero personale è solo per pochissimi straaffidabili, non certo per il primo lui di coppia che aggancio in chat …
Chiamo Paolo e gli dico cosa sto facendo. Lui mi risponde di dire al lui di chiamarlo. Lo dico al tizio e gli dò il nostro numero … solite raccomandazioni, niente anonimo, discrezione, ecc, ecc …
Chiamerà Paolo? Sono sicura di si … non è un bidone … lo sento …
Inizio ad immaginare i dettagli della telefonata … Paolo gli starà dicendo quanto sono troia, quanto sono golosa di cazzi, quanta sborra riesco ad ingoiare …
Squilla il mio cell … come sempre è agli antipodi rispetto a dove sono … è Paolo … mi dice di descrivergli quello che si vede dalla cam del tizio in msn …
Torno al pc con il cellulare e accetto la cam.
Compare la tizia delle foto … ride … in sottofondo parecchie voci … inizio a descrivere …
<< Bella ragazza, castana, bel viso, spalanca la bocca come ad ingoiare la camera … si vede un cazzo che le sborra in bocca, la prende tutta … arriva un altro e le sborra in bocca anche lui … lei continua a ridere … altro cazzo, altra sborrata … ha la bocca già abbastanza piena … altro cazzo, quarta sborrata … inizia a fare i gargarismi con la sborra … qualcuno le dice di ingoiare … lei continua con i gargarismi e poi ingoia tutto … arriva un altro, lei rispalanca la bocca e via, dentro un’altra sborrata … la telecamera allarga … cazzo … ci sono almeno 8 persone in coda pronte a sborrarle in bocca … altra sborrata … ancora … ancora … gargarismi … ancora sborra … ancora sborra … non ce la fa più a tenerla in bocca … gargarismi … ingoio … è stravolta … apre ancora la bocca … altra sborrata … la telecamera cambia di mano … inquadra il lui … dice che ora chiuderà le danze … la camera torna sulla ragazza … lei aspetta a bocca aperta … lui le prende la testa e le infila in cazzo in bocca menandoselo … sborra … lei lo prende tutto … dev’essere una sborrata mega, lui non finisce più di venire … lui adesso si toglie … lei è stravolta … mostra la sborra che ha in bocca … gargarismi forzati, non più spontanei come prima … occhi stralunati … ingoia tutto … >>
Sono eccitatissima … sono sicura che anche Paolo ha il cazzo in mano … mi chiede che ne penso … gli rispondo che se organizzano cose del genere ci voglio andare.
Mi chiede ancora della tipa, gli rispondo che dalle foto è anche una bella figa oltre ad essere una che beve sul serio … Mi saluta e chiude la telefonata.
Dopo qualche minuto dalla schermata di msn il lui mi da il cell della tipa … si è accordato con Paolo … mi dice di chiamarla stasera verso le 20 … lei sarà già avvisata e potrà parlare senza problemi …
… Esco di casa verso le 19.30. Paolo mi aspetta al solito posto.
Il solito posto è un ampio parcheggio molto discreto in un quartiere residenziale, con molte zone in ombra, poco passaggio, ottimo per incontri clandestini e per lasciare la macchina parcheggiata senza correre il rischio che qualcuno la possa riconoscere.
Arrivo alle 19.45 e Paolo mi sta già aspettando. Mentre parcheggio si avvicina alla mia macchina e mi dice che deve tornare in ufficio per una grana. Mi da il nostro cell e mi dice di chiamare comunque la tipa, di accordarmi direttamente con lei se propone qualcosa di interessante.
Mentre se ne va faccio il numero e chiamo la tipa.
Risponde al primo squillo e si presenta. Si chiama Elena. E’ in macchina. Mi presento anch’io e vado subito al sodo. Le dico di aver visto il suo video e che sono una che beve come lei. Le chiedo di dire al suo uomo di organizzare qualcosa del genere anche a me, che mi piace giocare in compagnia di un’altra lei, che adoro fare indigestione di cazzi e sborra. Lei ride e mi chiede se sono disponibile a dare una dimostrazione dal vivo al suo lui. Io le rispondo che non sarebbe la prima volta che ad un incontro conoscitivo sbocchino …
Lei ride e mi dice di guardare verso l’ingresso del parcheggio …
Giro la testa e dopo qualche secondo un grosso SUV grigio entra nel parcheggio, si dirige verso di me e parcheggia alla mia sinistra.
Dal lato passeggero scende una ragazza mora, occhialoni D&G, camicetta trasparente, minigonna rossa inguinale e sandali tacco 12; mi guarda e mi fa segno di abbassare il finestrino.
Stupita, con il cell ancora all’orecchio, mi scopro ad azionare l’alzacistalli …
<< Ciao, sono Elena e ho una sorpresa per te … spero gradita … Sei attesa sul SUV … >>
Mentre cerco di realizzare, la ragazza si gira verso la macchina da cui è scesa e spalanca la portiera posteriore …
Vedo due uomini intenti a menarsi il cazzo …
Lei li bacia entrambi sulla cappella e mi invita ad avvicinarmi … la falena che c’è in me vede due grosse luci … Salgo sul Suv e mentre inizio a pompare faccio in tempo a vedere la troia salire su di un’altra macchina … una macchina blu molto famigliare … una macchina uguale a quella di Paolo ...
<< Non preoccuparti – mi dice il guidatore - adesso andiamo tutti da noi … ti vanno una decina di cazzi? >>
Non riesco a rispondere … il tizio mi sta già venendo in bocca …
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Un bar molto particolare
Siamo costretti a parcheggiare abbastanza distanti dall’ingresso del bar.
Da fuori non sembra nulla di particolare. Solo l’ubicazione è un po’ strana; quasi al di fuori del centro abitato che già di per se non è una metropoli.
Non abbiamo nessun appuntamento.
Un amico di Paolo è venuto a sapere di questo posto, praticamente per caso.
C’è stato la settimana scorsa e ne è rimasto entusiasta.
Raggiungiamo la porta di ingresso ed entriamo.
Paolo entra per primo ed io lo seguo.
Il locale è abbastanza piccolo; una stanza con il bancone che si affaccia sull’entrata ed un’altra più piccola, con qualche tavolino, libera al centro.
In mezzo ad una trentina di clienti ed una musica assordante si muovono due ragazze, entrambe molto carine.
Una è straniera, ha gli occhi a mandorla, capelli arancio con metches blu, sui 20-22, minuta, 1,60 al massimo, bel viso e labbra da pompe; l’altra ha due occhi scuri magnetici, capelli corti neri, bel viso, fisico statuario, sui 28-30 anni.
La japan indossa una camicetta completamente trasparente, minigonna inguinale nera, autoreggenti a rete, anfibi slacciati; la mora si muove su stivali di pelle bianchi in un micro abitino verde con goccia sul davanti e apertura posteriore a lasciar scoperte le natiche.
Nonostante sotto il cappottino nero non indossi nulla, gli occhi dei clienti sono tutti per le due troie.
Immediatamente la ragazza mora si accorge della nostra presenza e sgusciando tra gli avventori viene verso di noi.
Ci presentiamo e dopo un breve botta e risposta tra lei e Paolo lui mi chiede di lasciare sentire alla ragazza cosa indosso sotto il cappottino.
Sento la mano di lei sotto la stoffa e mi eccito quando mi sento sfiorare la fica.
La ragazza indugia qualche secondo, poi ritrae la mano dicendo qualcosa all’orecchio di Paolo.
La guardo sparire dietro il bancone e dopo un paio di minuti tornare verso di noi con in mano un biglietto da visita.
Consegna il biglietto a Paolo e mi saluta facendomi l’occhiolino.
Uscendo, dietro il bancone, noto una terza ragazza che prima non avevo visto.
Fuori non c’è nessuno.
Paolo mi dice di seguirlo.
A circa 50 metri alla destra dell’ingresso del bar c’è un enorme portone di legno, di quelli tipici delle cascine; non sembra collegato al locale.
Paolo compone il numero di telefono indicato sul biglietto da visita che gli ha dato la troia.
Dopo qualche squillo qualcuno risponde e Paolo se ne esce con un “Paolo e Camillaâ€.
Dopo un secondo la serratura del portone scatta.
Entriamo e Paolo richiude il portone alle nostre spalle.
All’interno della corte vengo guidata verso un portoncino verde alla nostra sinistra.
E’ chiuso, ma Paolo infila una chiave nella serratura ed il portoncino si apre.
La chiave gliela ha data la troia insieme al biglietto da visita.
Entriamo.
Il corridoio d’ingresso è abbastanza buio, ma alla sua estremità si vede il riflesso di una luce e si sentono quei rumorini che a me piacciono tanto.
Sento dei mugolii femminili e voci di maschi.
Sento un maschio godere.
Poi sento commenti volgari sovrapposti ad un suono di gargarismi.
Mi sto toccando … sono già bagnata … quel suono di gargarismi sa di giochi con lo sperma … sento già il sapore della sborra in bocca …
Entro nella stanza … la ragazza coi capelli arancio è seduta sui talloni in mezzo a tre maschi in piedi intorno a lei … due si stanno segando con forza per sborrarle in bocca … il terzo è quello che ha goduto … non la vedo in faccia, ma è lei che sta facendo i gargarismi …
Due dei tre ragazzi si accorgono di noi … mi guardano e continuano a segarsi per sborrare … lei seguendo gli sguardi dei ragazzi si gira … io le guardo subito la bocca … lei mi mostra lo sperma … vado verso di lei … uno dei due ragazzi gode e sborra in bocca alla troia mentre ancora mi sta guardando … voglio sborra anch’io … sta per venire anche il terzo … mi offro in ginocchio a bocca aperta per bere il suo nettare, ma lui preferisce schizzare in bocca alla zoccola … Lei raccoglie tutta la sborra, mi guarda e mi fa i gargarismi in faccia …
Mi offro di baciarla, ma lei mi respinge …
Le chiedo un po’ di sborra, ma lei in tutta risposta ingoia tutto …
Paolo mi viene in soccorso … si siede su di un divano ed io comincio a pomparlo … dal divano si vedono due monitor … le due stanze del bar …
Dal corridoio sento arrivare voci … senza smettere di segare Paolo mi giro … sono in quattro … li guardo … vengono verso di me … nel monitor vedo la japan che dice qualcosa all’orecchio della mora vicino al bancone … i quattro sono intorno a noi … due si siedono ai lati di Paolo … io continuo a pompare e guardo a turno tutti e tre … entrambi tirano fuori il cazzo … io continuo a pompare Paolo … con le mani li cerco … li trovo … un cazzo in bocca e due in mano … pompo … e sego …
Poi una mano delicata inizia a dare il ritmo alla mia pompata … con la coda dell’occhio vedo un vestito verde … pompo e sego al ritmo impostomi da quella mano … lei si inginocchia vicino a me … ha smesso di darmi il ritmo … ora con una mano sega il cazzo di Paolo, con l’altra mi masturba … io lavoro la cappella di Paolo con labbra e lingua … sento la sua mano scoprire come sono aperta in culo … mi sussurra qualcosa all’orecchio … mi chiede se sono anch’io troia come lei … se ho voglia di prenderlo in culo come ha voglia lei …
Poi il suo corpo inizia a muoversi a ritmo … mi sussurra che la stanno inculando … la sua mano sul cazzo di Paolo comincia a muoversi sempre più velocemente … ora è frenetica … qualcuno che ci sa fare la sta sbattendo di brutto … i cazzi che ho in mano sono duri come marmo …
Paolo sussulta … la sua sborra inizia a riempirmi la bocca … la troia si accorge … la sue mani aumentano il ritmo della sega e del dentro e fuori dal mio culo … continua a sussurrare … mi chiede se quello che ho in bocca mi piace … se anch’io lo voglio in culo come lei …
Con in bocca la prima sborrata di Paolo, senza smettere di segare i due cazzi seduti vicino a lui, mi giro leggermente verso la troia e la guardo negli occhi.
Lei mi fissa …
Senza staccare gli occhi dai miei si mette in bocca le tre dita che mi hanno esplorato il buco del culo fino a qualche secondo prima ed inizia a leccarle come se fossero un cazzo … si offre di baciarmi … io le faccio vedere che ho la bocca piena …
Mentre limoniamo sento un cazzo che inizia a montarmi da dietro … lo guido direttamente in culo …
Ci stiamo facendo sbattere come due stracci e intanto limoniamo lasciando colare la sborra dalle bocche …
Paolo e in estasi … si sta menando il cazzo ormai molle guardandomi limonare …
Mi sento afferrare per i capelli … il tizio alla destra di Paolo mi stacca dalla zoccola in verde per mettermi il suo cazzo in bocca ... i due tizi dietro non accennano a smettere di incularci … ingoio quello che mi è rimasto in bocca e spalanco la bocca davanti al nuovo cazzo pronto a sborrare … la bocca mi si riempie di nuovo di sborra … comincia a montare un minimo di nausea … fan’culo … ingoio tutto … mentre il bull continua a sbattermi in culo cerco la mia nuova amica con lo sguardo … sta godendo come una vacca … il suo bull spinge ancora più del mio … ho voglia di doppia … … mi stacco dal cazzo in culo per sedermi sul cazzo del tipo a sinistra di Paolo … mi ci siedo sopra dandogli la schiena … voglio provare lui in culo ora … il bull in figa … mi scappa l’occhio … altri 7-8 maschi stanno aspettando il loro turno … l’occhio scappa verso i monitor … il bar sta chiudendo … i due cazzi cominciano a pomparmi … di nuovo in estasi …
Anche la troia mora è in doppia … urla che adora il cazzo … mi godo la scena …
Non so da quanto tempo sono in doppia … i cazzi nel frattempo si sono dati il cambio … la mia amica mora si sta facendo leccare la fica dalla troia dai capelli arancio … intorno a me ed a loro due gruppetti di 5-6 maschi in sega … ho voglia di sborra … lo dico ad alta voce … i maschi si radunano intorno a me …
In ginocchio inizio a pomparne uno … il suo cazzo sa di culo … lo faccio sborrare… bevo tutto … subito un altro cazzo in bocca … due colpi di lingua sul filetto… bevo tutto … un altro è pronto a sostituirlo … viene … bevo tutto … inizia a montare nuovamente la nausea … i cazzi non mi danno tregua … altra sborrata … ingoio tutto … Paolo si sta segando davanti a me … non ce la faccio più … altra sborrata … tento di ingoiarla … mi torna su … vedo avvicinarsi la mia amica mora … è piena di sborra … ha un bicchiere in mano … dentro non meno di 4-5 sborrate … si inginocchia vicino a me … arriva la troia arancio … ha la bocca piena … anche lei si inginocchia vicino a me … mi viene da vomitare … Paolo lo capisce e vedo il suo cazzo diventare ancora più duro … bastardo … le due troie iniziano a limonare … con uno sforzo notevole ingoio la sborra che ho in bocca … vorrei limonare anch’io con loro … sto male … ho bisogno di una pausa … vederle limonare mi eccita … ma sto per vomitare … vado verso il divano … mi siedo … è arrivata altra gente … ci sono ancora un sacco di cazzi pronti a sborrare … altri stanno ricaricando le batterie … vedo la mora bloccata da due tipi …
Fuggo verso il bagno afferrando il cappotto ….
Bevo un pò d’acqua e mi risciacquo il viso … mi ricompongo … indosso il cappottino …
Esco dal bagno e cerco Paolo.
Le due troie sono in doppia.
Un tizio tenta di fermarmi … lo mando affanculo .
Trovo Paolo … è ancora con il cazzo duro …
Due minuti e siamo fuori, in strada.
Sono le due. Ho una fame terribile.
Siamo ad un passo dall’autostrada.
Alle 2 e 15 ci stiamo facendo panino e coca … mi sembra di rinascere…
Bevuto il caffè risaliamo in macchina.
Ora sto bene.
Guardo Paolo … so di averlo trascinato via a cazzo duro … gli accarezzo il pacco … lo sento eccitato … sentire un cazzo duro in mano mi riporta al bar … penso alle doppie … al bicchiere … mi è tornata la voglia di cazzi …
La serratura del portone scatta … Paolo inserisce la chiave nella serratura del portoncino verde … siamo dentro.
La mora non si vede … la troia japan e devastata … sta pompando alla pecorina mentre un tizio la sbatte da dietro … il tizio che sta pompando viene … lei prende la sborra in bocca e la sputa nel bicchiere … si accorgono di me … senza accorgermene mi trovo in ginocchio a pompare tre cazzi … guardo il bicchiere … cazzo … è praticamente pieno a metà …
Nel monitor vedo la troia mora … e da sola nel bar … sparisce dall’inquadratura … sento nuovamente lo sperma in bocca … bevo … vengono anche gli altri due … bevo quello che mi ritrovo in bocca … vado verso la japan … mi inginocchio vicino a lei ed inizio a limonarmela ... poi un’altra bocca cerca la mia … è la mora … anche lei si è ripresa … ha il bicchiere in mano … mi sussurra che ha aspettato per bere con me … beve un sorso … ingoia … mi porge il bicchiere … bevo un sorso anch’io … sto bene … ingoio … porgo il bicchiere alla japan … beve un sorso anche lei … ingoia a fatica … tutti ci stanno guardando … la mora riprende il bicchiere … altro sorso … ingoia … lo porge ancora a me … tre sorsate … bevo … tocca alla japan … un sorso … ingoia, ma le torna su … non ce la fa più … possa il bicchiere alla mora … tre sorsate … gargarismi … ingoio … tocca a me … lo vuoto … è veramente tanta … guardo Paolo … ingoio …
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14 years ago
AdamDTS,
32
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la prova
Sei carponi davanti alla porta
d'ingresso, nuda tranne che per le calze, le scarpe con i lunghi
tacchi a spillo e la benda che ti copre gli occhi.
Il nero scuro di quei pochi “indumentiâ€
risalta prepotentemente sulla tua pelle candida.
Sei percorsa da un leggeri spasmi di
attesa, solo un rumore leggero rimane nell'aria dopo che la porta si
chiude alle mie spalle, e' quello dell'intruder anale che ti ho
inviato tramite corriere espresso questa mattina.
Ti giro attorno per godere del tuo
corpo, noto con piacere che il tuo pube e' perfettamente rasato
secondo i miei ordini. La tua bella fica e' semiaperta e lascia
intravedere la tua eccitazione.
Posso percepire paura e desiderio nel
tuo respiro.
Immagino l'espressione del tuo viso
quando questa mattina hai aperto la lettera settimanale. Ti sei
precipitata al telefono, e preoccupata mi hai chiamato implorandomi
di non importi quest'ennesima umiliazione:
â€Ti supplico padrone, non farlo, non
chiedermi questo ... non puoi volermi concedere ad un altro .. no ti
prego! Sono tua moglie, per favore!â€.
La mia risposta e' stata secca “Non
ti permettere piu' di discutere i miei ordini! Tu farai esattamente
quello che ti e' stato ordinato! Mi sembrava di essere stato chiaro
quando abbiamo deciso di iniziare il tuo percorso di schiava, puoi
sempre tirarti indietro ma avro' bisogno di un'altra schiava!â€
Mi chiedo adesso vedendoti li' quante
volte hai letto e riletto quella lettera.
“Purtroppo questa settimana mi
devo trattenere in ufficio un giorno in piu' del previsto; ho quindi
deciso che per oggi mandero' un amico ad occuparsi di te. Dovrai
dimostrarti deferente verso di lui e servirlo in tutto quello che
vuole, sarai la brava cagnetta di sempre. Lo aspetterai carponi
davanti alla porta d'ingresso vestita solo di calze, scarpe nere con
tacchi a spillo e un benda che ti coprira' gli occhi. Mi raccomando
la tua bella fichetta deve essere completamente rasata come si addice
ad una schiva per dabbene, non farmi fare brutte figure! Mi sono
permesso di inviarti un regalo che dovrebbe arrivare questo stesso
pomeriggio; si tratta di un vibratore anale, voglio che appena arriva
te lo infili nel culo. Per ora e' tutto, ci vediamo Venerdi' sera mia
dolce troietta. Il tuo padrone.â€
Appoggio la mia
ventiquattrore sul tavolo. Lo schiocco della serratura che si apre ti
fa sussultare. Estraggo collare, guinzaglio e frustino. Godo nel
vedere che al tintinnare della catena i tuoi sensi si fanno ancora
piu' tesi.
Mi
inginocchio e ti metto il collare, hai un gesto nervoso quando il
freddo del collare ti sfiora la pelle bruciante di desiderio. Ti
guardo soddisfatto, ti stai comportando bene, anche in questa prova
non mi stai deludendo. Con una mano ti accarezzo la testa, poi
mi sposto sotto il mento e ti concedo di leccare la mia mano. Ora
attacco il guinzaglio, e tenendolo saldamente con la mano sinistra mi
alzo in piedi. Prendo il fustino da tavolo. Il colpo arriva rapido e
inaspettato sul tuo bellissimo sedere mentre il guinzaglio da il
preciso segnale di comando al tuo collo.
Non ti aspettavi che lo sconosciuto
conoscesse il codice e questo ti lascia disorientata. Il ritardo con
cui rispondi al comando mi mette nella condizione di sferrare il
secondo colpo di frustino. Il comando sul collare e' questa volta
piu' rude, e tu da brava ti alzi in piedi e porti le mani dietro la
testa, le gambe leggermente divaricare.
Sei splendida. Lascio andare il
guinzaglio che ti si appoggia sul corpo fino all'ombelico. Il
metallo freddo ti fa trasalire.
Appoggio il frustino sul tavolo. Ti
vado alle spalle, con le mani cingo i tuoi seni, prendo tra pollice
ed indice i tuoi capezzoli ormai eccitati, li strizzo ed un leggero
lamento sfugge alle tue labbra. La mia mano destra scende lungo il
tuo addome ed inizio a massaggiarti il pube perfettamente liscio,
sento la clitoride gonfia sotto la mia mano, con forza ora ti tiro
verso il mio bacino.
Ora l'intruder si fa sentire in tutta
la sua lunghezza... sei eccitata ... ti stai mordendo le labbra ...
sai che non puoi ma inizi a muovere il bacino nella ricerca della
pressione della mia mano e degli affondi dell'intruder.
All'istante mi stacco da te. Hai
commesso il primo errore e te ne sei resa conto. Senti che mi muovo
verso il tavolo. Ecco che presa dal panico commetti il secondo
errore, parli: “Ti prego padrone, non punirmi ... so che non dovevo
muovermi ... ti prego!†la paura ora pervade il tuo corpo, ma
mantieni comunque la posizione.
Mi riavvicino a te e tolgo con poca
delicatezza il fallo dal sedere, un urlo semi-trattenuto scuote il
silenzio. Con la mano libera ti apro la bocca e ci infilo l'intruder
coperto dai tuoi umori e lo fisso con un cinturino elastico dietro
alla tua nuca. La secrezione di saliva aumenta immediatamente, non
riesci a deglutire per la presenza imponente del vibratore ed inizia
a colarti dalla bocca, le lacrime iniziano a bagnarti le guance.
Ti do il segnale e tu ubbidiente apri
ancora di piu' le tue gambe, le mie mani si infilano tra le tue cosce
e tu ti calmi, il tuo corpo torna ad implorare l'orgasmo.
Il morso del metallo sulla tua
clitoride turgida si espande potente e ti impedisce di raggiungere il
piacere. Le mie mani sapienti posizionano velocemente le mollette di
ferro su clitoride e capezzoli inturgiditi dall'eccitazione.
Mi porto di fronte a te e posiziono la
catenina che unisce le tre mollette. Prendo il guinzaglio e ti guido
in modo deciso verso un sedia. Ti faccio appoggiare le mani. Sei
pefettamente a 90 gradi, il tuo bel culo si protende verso di me. Ti
faccio divaricare le gambe.
Sai cosa ti aspetta, paura ed
eccitazione si mischiano, ormai non sei piu' in te. Prendo lo
scudiscio dalla mia valigetta. Lo passo leggero sul tuo culo . Ti
tasto la fica prima di cominciare. Sei zuppa. Le prime 10 scudisciate
te le do piano, con le giuste pause tra un e l'altra in modo da farti
apprezzare tutte le sensazioni. Ti sfuggono solo dei mugugni leggeri.
Ora ti tolgo l'intruder dalla bocca.
Con la mano accarezzo i capelli e grata tu mi lecchi la mano. Mi
slaccio la patta dei pantaloni e ti metto il mio cazzo in bocca per
lasciarti intravedere quale sara' il tuo premio se ti comporti bene.
L'odore le mio membro ti fa eccitare ulteriormente.
Ritorno dietro di te, riprendo lo
scudiscio e riprendo le sferzate questa volta a ritmo crescente fino
a 20. Ad ogni una i tuoi singhiozzi si fanno piu' forti ma non ti
sogni minimamente di chiedermi di smettere.
Ecco il comando e ti rialzi, nella
posizione precedente con gambe divaricate e mani dietro la nuca. Ti
lascio il tempo di riprenderti e piano piano ti rendi conto che non
e' finita.
Prendo l'intruder e lo rimetto nel tuo
sedere, di nuovo il rumore come sottofondo. Vado di nuovo alla mia
borsa ed estraggo un altro vibratore.
Te lo do in mano e con il guinzaglio ti
guido verso il divano. Accendo lo stereo, metto il cd che conosci
benissimo ... altro comando. Sei sconcertata, ti chiedi “come fa
questo sconosciuto a sapere esattamente il codiceâ€.
Il colpo leggero al capezzolo destro ti
fa capire che hai perso anche troppo tempo a ragionare. Inizi a
masturbarti. La clitoride imprigionata nella molletta ti brucia da
impazzire. Presa ormai dall'eccitazione affondi comunque il vibratore
nella tua fica fremente.
Ti salgo sopra mentre ti stai
masturbando e ti ficco il mio cazzo in gola, tu inizi a succhiare.
Tutto il tuo corpo si muove con movimenti continui. Inizi a pensare
che io voglia farti godere e cosi' inizi a masturbarti con piu'
foga.
Ecco che pero' io mi stacco nuovamente
da te e tiro la catenella cui sono saldamente ancorati i tuoi
capezzoli e clitoride. E' il segnale che ti devi fermare. Sei ad un
niente dall'orgasmo. A questo punto delicatamente tolgo le mollette
da capezzoli e clitoride.
Il sangue ricomincia a scorrere alle
estremita', il dolore e' intenso! Sussulti.
Ti tolgo ora l'intruder anale e lo
appoggio vicino a quello che tu hai lasciato cadere quando ti ho
tolto la catenina. Con i due vibratori cosi' vicini e' facile
apprezzare la differente dimensione del secondo, quasi di un terzo
piu' grosso del primo.
E' ora di infliggerti la seconda
punizione e tu lo sai bene.
Ti faccio sdraiare sul divano, le mani
prendono le caviglie in modo da lasciare ben esposta la tua fica
rasata.
Che visione. I tuoi umori sono evidenti
e ti bagnano fino al buco del culo. Prendo il vibratore piu' grosso e
lo forzo nel tuo culo fino in fondo. Lo accendo, ti senti scuotere da
dentro, riempita come non lo sei mai stata. Piacere e dolore si
mescolano, ti senti portata verso l'orgasmo. Ti appoggio il mio cazzo
sulla clitoride, lo spingo fino infondo nella tua fica bagnata, sento
che stai per venire. In modo fulmineo tolgo il mio cazzo dal fondo
della tua fica.
L'eco di una prima frustata risuona
nella stanza insieme ad un urlo di dolore. In rapida successione 5
vergate bloccano il tuo orgasmo sul nascere, le frustate hanno
raggiunto tutte l'obiettivo ... sei al massimo dell'eccitazione.
I tuoi singhiozzi sono ormai
incontenibili, scoppi a piangere piu' per il mancato orgasmo che per
il dolore anche se intenso. Ti faccio sdraiare piu' comoda sul
divano, ti faccio calmare, ti bacio in bocca.
Ma cosa sono queste sensazioni ... si
il vibratore e' ancora dentro di te ... senti di nuovo l'eccitazione
montare. Sai di non poter venire se non quando ti viene ordinato, ma
fatichi a trattenerti oltre.
Senti la musica ... si ti puoi toccare
... quanto sei grata al questo sconosciuto ora ...
Ti metto di nuovo il mio cazzo in bocca
... mentre sei cosi' ti faccio delle foto delle quali tu non ti
accorgi nemmeno ... adesso ti faccio girare ... tu continui a
masturbarti ... il mio cazzo si infila dentro di te ... stai per
venire ... a quel punto ti dico: “Si troia vieni! Ti sei comportata
bene, brava.†... non ci puoi credere ... mi hai riconosciuto ...
ti togli la fascia ... mi guardi ... non sai che fare ... senti
dentro di te il mio pulsare potente ... senti l'orgasmo che irrompe
prepotente... e' cosi' intenso che ti si annebbia la vista ...
l'unica cosa che dici tra i singhiozzi e' “Padrone ... o mio
padrone ...grazieâ€...
Master M.
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14 years ago
ciattina,
46/38
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Il nostro primo incontro (II parte)
IL PRIMO INCONTRO (II parte)
(questa è la versione di Alex del nostri primo incontro, già narrato da Monica)
- Mamma mia, che donna…
Questo il primo pensiero che mi venne appena la vidi all’appuntamento che ci eravamo dati con Gianni e Betta.
Oltre alle naturali doti fisiche, riassunte in un ‘formosa’ che forse non rende a pieno le qualità del suo seno e dei suoi fianchi pieni, quello che mi colpì fu la sensualità che emanava la sua persona in generale, il suo viso dai lineamenti belli ed accattivanti, gli occhi espressivi e le labbra non troppo accentuate ma lucide, lussuriose.
E non furono da meno i suoi atteggiamenti provocanti ma spontanei al tempo stesso, la sua accattivante simpatia che mi travolsero i sensi e la voglia di essergli vicina, sfiorandola nelle poche occasioni che il luogo pubblico mi concesse.
Fu quasi naturale che, più tardi, nel suo habitat, la sua casa, accentuasse la sua spregiudicatezza senza ipocrisie fino al momento in cui colse l’occasione per stare sola con me.
- Dov’è il bagno? – chiesi mentre chiaccheravano da oltre un’ora di argomenti alquanto spinti
- Vieni, ti accompagno – rispose prontamente Betta, prendendomi per mano.
Si avviò verso le scale che portavano al piano superiore:
- Un ospite come te merita il bagno padronale – mi disse in modo quasi sussurrato
Mi aprì la porta invitandomi ad entrare, ma quello che mi sorprese fu la sua mossa di richiuderla alle sue spalle, fermandosi nel bagno con me.
Mi abbracciò alle mie spalle e, mentre sentivo il suo seno schiacciarsi sulla mia schiena, le sue mani mi slacciarono la cintura e si fecero strada negli slip per afferrare il mio sesso.
Lo specchio a parete del bagno mi permetteva di osservarla alle mie spalle e di carpire l’espressione di sincera voluttà nei suoi gesti.
Neanche il tempo di reagire con un’esclamazione di piacevole sorpresa che già mi stava masturbando, accompagnando la sua azione con parole altrettanto eccitanti:
- E’ da quando mi hai vista che volevi godere di me, vero? Te l’ho letto negli occhi…. Lasciati andare su… Sono qui per farti godere…. Poi tu farai godere me…. Lo farai vero? Farai impazzire Betta con il tuo cazzo… le tue mani… la tua bocca… la tua lingua…. Dimmelo che lo farai….. -
Lo stimolo di fare pipì, che aveva generato l’occasione per appartarci, era ormai lontano e l’erezione che mi stava provocando non mi avrebbe comunque permesso di farla.
Betta mi si fece davanti e si sedette sul sedile del water; mi abbassò completamente i pantaloni e gli slip, lasciando in completa libertà il mio sesso ormai turgido ed eccitato.
La sua bocca ben presto si avvolse attorno al glande e le sue labbra scivolarono lungo l’asta mentre con una mano continuava a masturbarmi e con l’altra masturbava se stessa.
Ogni tanto si fermava per succhiare il cazzo mettendoci tutta la forza che aveva in gola per aspirare il nettare che sarebbe esploso da un momento all’altro.
Poi sentii un caldo e bagnato massaggio sul mio buchino, alternato ai momenti in cui rituffava le dita nel suo sesso per tornare a bagnarle.
Ed ecco che quando stavo godendo anche di questo lascivo massaggio, improvvisamente mi penetrò con un dito, poi con due, ed iniziò a masturbarmi anche dietro.
Non resistetti a lungo…….
Esplosi nella sua bocca soffocando a labbra strette il rantolo del piacere mentre eruttavo la sborra che avevo accumulato in un pomeriggio di estrema eccitazione.
- Mmmmmmmmmhhhh, Vengooooooo… Bettaaaaa vengoooooooo
Non volevo urlare per non allarmare Monica e Gianni al piano di sotto, ma fu un orgasmo fortissimo quello che provai.
Betta, ancora vestita, non si lasciò sfuggire una sola goccia ed ingoiò completamente tutto il mio succo, segno inequivocabile di una grande esperienza nell’arte del sesso orale.
Si portò alla bocca persino le dita che erano state nel mio buchino assaporandole e ripulendole. Al vederla così porca mi venne voglia di baciarla e lo feci, sentendo nella sua bocca i miei stessi sapori.
- E’ stato bello anche per me, ora ti aspetto di là in camera, ricomponiti e fai la pipì, ora che si è ammosciato – mi disse Betta
Lasciato solo ebbi il tempo di spogliarmi e rinfrescarmi il sesso, anche se, da grande esperta, Betta non aveva lasciato nessuna traccia del precedente rapporto orale, lucidandolo a nuovo.
Ogni tanto mi giungevano i gemiti di Monica e Gianni dal piano di sotto, ma non mi feci alcun problema; era quello che ci aspettavamo e sapevamo che non ci sarebbe stata la gelosia a fermare la nostra prima esperienza.
Quando andai in camera da letto rimasi estasiato: Betta mi aspettava sul lettone completamente nuda: il seno era pieno e ancora bello gonfio, i fianchi splendidi, il sesso aperto alla mia vista era ‘cicciotto’, gonfio, con poca peluria a farle da vestitino.
Si era probabilmente masturbata nell’attesa perché la figa era lucida, bagnata.
Notò subito che il mio cazzo non era ancora pronto per soddisfarla ma non lo fece pesare.
- Vieni Alex, leccami, fammi godere con la tua lingua come io ho fatto con te – mi esortò.
La assaporai subito, un dolce sapore, che, accompagnato al profumo che usava, mi fece perdere la testa in un oblio dei sensi. La leccai e la succhiai, la penetrai dolcemente con un dito e la masturbai vaginalmente (il clitoride purtroppo non ha niente a che vedere con quello della mia Monica).
Si girò a pancia sotto e mi impartì altri ordini:
- Ora leccami dietro, penetrami con la tua linguetta, preparami e poi masturbami lì con le tue dita.
Come non accontentarla. Il sedere così esposto mi fece impazzire: pieno, grande, cicciotto, molto sporgente. Io che sono un estimatore di quella parte anatomica ho sempre sognato di avere a disposizione una donna con un culo così.
Ci misi tutta la mia passione nel penetrarla analmente con la lingua fino a dove potevo arrivare, lubrificandola con la mia saliva, prima di infilarci due dita e muoverle freneticamente nel suo buchino.
Fummo interrotti dalle grida di godimento di Monica dal piano di sotto che mi allarmarono, ma fu lei stessa a tranquillizzarmi.
Chiesi a Betta di mettere il suo sesso sul mio viso in modo da avere a disposizione il suo sederone ed essere più libero nelle mie manovre. Continuai così la mia masturbazione anale potendo al tempo stesso succhiare dal suo sesso i dolci umori che rilasciava.
In quella posizione si accorse della rinnovata turgidità del mio membro e, dopo averlo tenuto al caldo nella sua bocca volle concludere il nostro primo incontro nel modo più naturale:
- Scopami Alex, riempimi di calda sborra….
Lo infilai nel suo sesso bagnatissimo e caldissimo; non potevo resistere a lungo in quell’alveo così accogliente, ma furono le sue parole eccitanti a farmi esplodere:
- Voglio la mia figa piena della tua sborra da regalare a Gianni stanotte quando la leccherà …
L’orgasmo fu travolgente:
- Vengooooooooo! Betta ti inondo tuttaaaaaa. Ahhhhhhhhhhhh, vengooooooo!
Scaricai tutto il mio piacere nel suo sesso.
Ci baciammo teneramente e mi strinse a sé, invitandomi ad appoggiare la testa sui suoi seni morbidi.
Più tardi, quando scendemmo al piano di sotto, Monica e Gianni stavano appisolati sul divano.
Quando Monica si svegliò mi sentii in dovere di darle un bacio grande; un sigillo del nostro amore che continua a rimanere grande.
….. continua
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14 years ago
Sanmely,
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Il calore di uno sguardo
il calore di uno sguardoLa luce scende piano...e i tuoi occhi diventano più scurisi accendono di calore nostrano...riflettono le nostre ombre sui muriMiro alla tua bocca...e il tuo sapore caldoMi spinge verso la gravità , tenendo il tuo capo saldoLa mimica mi fa strada scorrendo tra la tua pelleche al passaggio della mia lingua ti rende più ribelleLe Odi del tuo intimo piaceresono un'orchestrale inno al mio volereAcuto di respiro..il fiato è ormai avversoUn unico corpo, la normalità è un concetto ormai diversoUn passo di tango ci fa muovere lentamenteGli sguardi si incrociano anche con la menteTi afferro con tenacia, come la vita che ho vissutoUn connubio di dolcezza la tua pelle di vellutoIl nostro abbraccio s'incrementa di pressioneDelicatamente asfissiante all'apice della passioneSi crea una roccaforte d'intesa..forte e inquieta più dei mariIl mondo si distrugge di razionalità e credenze popolariNon lasciamoci sopraffare dalla quotidiana moralità Esaltiamo sempre il piacere immenso della dimenticata Normalità Poesia n.41.. Firenze 18 novembre 2009
2855
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14 years ago
AdamDTS,
32
Last visit: 3 hours ago
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Una Calda Serata
La serata era calda e l'aria frizzante,la tavola apparecchiata fuori sulla terrazza sovrastante il giardino in cui noi e la cp d'amici,che ci ha invitati a cena,eravamo seduti a sorseggiare un'ottimo vino rosso; la lei dell'altra cp era seduta al mio fianco ed indossava un vestitino leggero che lasciava trasparire ogni sua forma,mentre la mia lei era seduta davanti a lui ed indossava una mini di jeans esageratamente corta,che dava a lui la possibilità di intravedere di tanto in tanto che non indossava nemmeno l'intimo. La lei ad ogni suo movimento non poteva fare a meno di sfiorarmi ed io cercavo di farla muovere il più possibile, la mia lei chiaccherando con lui non riesce a non notare che lui la guarda con molto interesse e ciò la stuzzica da impazzire. Io tra un sorso e l'altro sfioro le coscie di lei ed accarezzandola le sollevo leggermente il vestitino già corto di suo,riuscendo a vedere che anche lei non indossava l'intimo,fu allora che la carezza divenne più profonda. A questo punto lei,con una voce un pò affannata propose un caffè e mi invita ad entrare in casa per darle una mano. Entrammo, lei camminava davanti a me e sapendo che io la stavo guardando,si sollevo il vestitino facendomi vdere il suo stupendo culo; arrivammo in cucina e si accinse a fare il caffe, nel frattempo ci fù un gioco di sguardi, poi lei prese il primo caffe fatto, intinse il dito nella tazzina e infilandomelo in bocca mi sussurro se mi piaceva, risposi di si e coninuai a leccarle il dito sino ad arrivare alla mano e da lì da per tutto. Lei si inginocchia, mi sbottona i jeans e me lo prende in bocca con impeto, fu breve ma intenso, si alzò,si morse le labbra,finisce di preparare i caffè e tornammo in giardino,dove trovammo lui che assaporava tra le gambe la mia lei, li sul divano; non prendemmo nemmeno il caffè, posò il vassoio e si accinse anche lei ad assaporare venusia che nel frattempo me lo aveva preso in bocca. Ci fù un susseguirsi di corpi caldi che si sfioravano uno a fianco all'altro e dopo un'intenso gioco di lingue, le lei ci concedettero un sublime spettacolo saffico,così mentre loro si leccavano e baciavano profondamente, noi le iniziammo a scopare. Le ragazze si svinghiarono e dopo aver assaporato ognuna il cazzo dell'altro partner, si misero in ginocchio una di fronte all'altra e mentre continuavano a baciarsi e toccarsi io m'inculavo la sua lei e lui mia moglie, sino ad un lungo ed intenso orgasmo a 4.
3114
0
14 years ago
AdamDTS,
32
Last visit: 3 hours ago
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Il Pizzino
Marco sta seguendo il montaggio di un grosso macchinario presso un cantiere vicino alla città dove vivono. La ditta che ha preso l’appalto ha a sua volta subappaltato ad una ditta siciliana: una decina di uomini, dai 20 ai 40 anni, a parte il loro capo ultra50enne. Fra questi c’è Riccardo un ragazzo 30enne, alto, moro, un po’ timido, ma molto serio e sveglio nel lavoro (e pare anche nella vita quotidiana), tanto che Marco lo prendeva molto a riferimento per la parte tecnico-teorica del lavoro, delegando al capo effettivo la parte pratica, il quale era ben lieto di non dover impazzire nella consultazione della marea di complicati disegni e schemi tecnici.“Il tipo che piacerebbe a Gioiaâ€, gli capitava di pensare a Marco ogni tanto, piuttosto alto ma non esageratamente, atletico, ma non palestrato, carnagione scura sul tipo mediorientale…Tante volte si era fantasticato a letto con “altriâ€, a volte coppie, ma più spesso singoli, ma mai andati oltre, benché a quelle fantasie Gioia si scatena in certi amplessi favolosi. Il massimo a cui ci eravamo spinti in circa 10 anni di matrimonio, era di rispondere a qualche annuncio e a conoscere qualche coppia, con la maggior parte delle quali era finita con il classico caffè conoscitivo al bar.Un sabato mattina siamo diretti, per una cerimonia, da parenti, con Gioia quindi molto “in tiroâ€, tanto non si badava molto alle facili chiacchiere dei parenti sul tipo di abbigliamento, anzi talvolta, proprio per fare “dispetto†Gioia indossava… semplicemente ciò che gli piaceva, incurante se questo avesse potuto destare “commenti†nella mentalità un po’ retrograda del paesino di campagna. Quel giorno, complice anche un’anomala giornata tiepida di metà febbraio, una camicetta bianca abbastanza fine, che sotto lasciava trasparire il reggiseno che conteneva quasi un po’ a fatica la terza misura abbondante di Gioia e una gonna a metà coscia, con uno spacco sul retro di qualche centimetro; sopra un leggero soprabito, non allacciato.Marco trova una scusa per passare in momento in cantiere:“Però scendi un momento dall’auto, così ti avvicini alla recinzione del cantiere e puoi vedere il frutto degli ultimi mesi di lavoro, oramai quasi terminato.†Gioia acconsente.A poche decine di metri tutti gli operai sono indaffarati per portare a termine il lavoro nei tempi prefissati, Marco si avvicina al capocantiere, ci scambia due parole, da un’occhiata al lavoro in corso, aspettando che Riccardo non sia troppo impegnato e fa per andarsene, quando, quasi raggiunta Gioia, si blocca come se avesse dimenticato qualcosa, si volta chiama Riccardo e gli fa cenno di raggiungerlo. Lui arriva; Gioia è a non più di 5 metri. Marco gli da qualche dettaglio sul suo specifico lavoro, mentre lui ogni tanto butta un occhio oltre a recinzione, verso quella bella donna che non è proprio usuale vedere in un luogo simile e poi prima di congedarlo: “Ah, scusa dimenticavo… a volte mi dimentico le buone maniere; lei e Gioia mia moglieâ€E Riccardo, quasi un po’ impacciato: “Signora… buongiorno… non posso darle la mano… sono un po’ sporcoâ€. Gioia fa un sorriso e un cenno della mano, come a comprenderlo e giustificarlo.Risalgono in auto e partono; dopo un po’, Gioia anticipa Marco che stava per chiederle cosa ne pensasse di quel ragazzo:“Chi sarebbe quello?â€â€œUno degli operai della ditta sicilianaâ€. Qualche secondo di pausa:“Bel figliolo!†Accompagnando la frase con uno dei suoi sguardi maliziosi, quando faceva battute del genere.“Chissà perché lo immaginavo che ti sarebbe piaciuto; e un po’ lo speravo.â€â€œPerché?â€â€œBeh, chissà che una delle tante nostre fantasie… un giorno non possa divenire realtà . Potrebbe essere un buon candidato, no?â€â€œBeh… si… però…; ma gli hai detto qualcosa? Qualcosa delle nostre fantasie intendo?â€â€œCerto che no!†Finì lì, anche perché eravamo arrivati a destinazione.La sera a letto si tornò sull’argomento. Si cominciò a fantasticare su quel bel ragazzo moro, magari da invitare a cena una sera, con la scusa del lavoro, con chiacchiere che vanno oltre il tema lavoro, che diventano allusive, con lui che capisce che ci può provare con Gioia, che lo provocava, con malizia: sguardi, carezze, baci, si finisce a farci l’amore con passione; e come spesso accade ciò contribuisce, anzi è fondamentale, a far diventare quella di quella sera, una scopata eccezionale, che porta Gioia, che solitamente non ha un orgasmo facilissimo, ad averne uno doppio.Il lunedì successivo in cantiere, Marco riscontra un’atmosfera un po’ particolare: risatine, mezze battute, ma tutti un po’ sul vago e soprattutto tutto un po’ incomprensibile nel loro stretto dialetto. Finalmente dopo un paio di ore e qualche insistenza c’è qualche ammissione, che pian piano si fa tradurre: “la moglie del capo ha fatto scalpore!†(capo… Marco fa solo da supervisore sui montaggi per conto della società presso cui lavora, ma lì è comunque definito il capo).E lui, divertito e anche soddisfatto perchè è quello che auspicava, sta al gioco: “Ah ok, se lascia tutto questo buon umore la faccio passare qualche altra volta, basta che poi lavorate ancora meglio, che sennò a fine mese scattano le penali…â€â€œLavorare meglio? C’è qualcuno che è poco abituato a vedere “ ‘na bedda figghia†come lei e rischia di essere un po’ confuso poi sul lavoro… vero Riccardo?†Risata collettiva, tranne Riccardo che abbozza un sorriso, non si capiva bene se più sul divertito o sull’infastidito. Con l’occasione Marco chiama a se Riccardo:“Ah, Riccardo, vieni che prima che torni in ufficio ti illustro alcune modifiche fatte ai disegni†e avviandosi al box adibito a piccolo ufficio di cantiere, continua: “Ma Riccardo, che ti fai dire? Veramente sei andato in crisi perché sono passato con mia moglie?â€â€œMa no… hanno fatto tutto da soli, io non ho detto proprio niente! Hanno cominciato a commentare appena siete andati via, sai come succede in cantiere no? E siccome io sono venuto vicino, hanno cominciato a chiedermi come era la signora…â€â€œAh… bene!†Mantenendo sempre un tono divertito, di chi sa stare al gioco: “e che volevano sapere? … tu che gli hai detto?â€â€œE che volevano sapere…? “ Riccardo era un po’ imbarazzato, allora Marco cerca di metterlo a suo agio: “Ma dai, hai detto tu stesso che si sa che genere di discorsi si fanno abitualmente in cantiere, no?†Preso un po’ di coraggio: “Ma niente… praticamente… se era “bbona†come sembrava da lontano!â€â€œAh, meno male! Non ti devi mica preoccupare; può fare solo piacere sentire che si ha una moglie che viene giudicata “bonaâ€! E che gli hai detto, se posso chiedertelo?â€â€œNiente… all’inizio niente…. Poi però non se la smettevano più… e così…â€â€œE così?â€â€œE così gli ho detto “ si è bona è bonaâ€, tanto per accontentarli!â€Risata divertita di Marco, che aggiunge, sempre con tono molto ilare:“Ah…, tanto per accontentarli! Beh, vabbè: che per il 90% sia considerata “bona†è comunque una bella soddisfazione!â€â€œMa… no… non mi sono spiegato, cioè… altrochè se è… bella! Complimenti, è proprio una bella donna, guarda… parola! Ma proprio per questo… non mi va di parlarne e mettere una donna così bella in mezzo a certe chiacchiere e non perché è la moglie del capoâ€â€œe dagli con questo capo!â€â€œsi, vabbè, però.. mi sono spiegato, no? Certe donne vanno ammirate e hanno tutto il mio rispetto. Veramente complimenti per la scelta: gran donna! E poi, se posso permettermi, mi pare pure di classe, non una delle tante “sgallettate†che vanno adesso; mi sono spiegato…â€â€œCerto, ti ringrazio Riccardo, anche per il tuo equilibrio e modo di fare, che si riscontra nel lavoro e a quanto pare anche in tutto il resto che ti riguarda. A tal proposito, visto che siamo nell’ultima fase del cantiere, prima che questo finisca, avrei il piacere di invitarti una sera a cena, se a te può fare piacere, come ringraziamento e stima per tutto, visto l’impegno e la serietà che ha permesso l’ottima riuscita di questo lavoro; una cosa personale, certo, che non ha nulla a che fare con la XXXX per cui lavoro.â€Dopo qualche indugio, per non far capire che avrebbe accettato di getto, probabilmente per poter rivedere un’intera serata Gioia, accetta: “Ma agli altri non dico niente, sennò è la fine!â€La sera ritornato a casa Marco espone la cosa a Gioia:“…ho messo in atto quello che avevamo fantasticato a letto, almeno la prima parteâ€. Gioia appare un po’ confusa: “Ma… però… come si fa… io non so… un conto sono le fantasie, che uno si modella a proprio piacimento e un conto è la realtà ! Io poi l’ho visto per nemmeno un minuto, con la fantasia ci sono andata a letto, ma nella realtà … non saprei… poi, lo conosci bene tu? Che ne sai cosa racconterebbe poi…â€.“Guarda Gioia, capisco e condivido benissimo tutto; a prescindere dal nostro sogno erotico: io lo avrei invitato lo stesso, perché è una gran persona a livello lavorativo e non solo. Abitasse qui credo che sarebbe uno dei miei, ma credo anche dei nostri, migliori amici. Quindi: considera che non ci sarà un risvolto “particolareâ€; prendiamola solo come una serata con un mio collega di lavoro, tranquilla, senza aspettative e cose “dovuteâ€.â€Con un sorriso Gioia capì, come sempre del resto l’intesa era pressoché assoluta.Il venerdì pomeriggio Marco e Riccardo concordano orari e modalità di incontro per la sera successiva. Alle 19:00 Marco e Riccardo sono a casa. Gioia indossa una gonna appena un po’ più lunga di quel sabato, ma con uno spacco laterale un po’ più lungo; si riesce a malapena a intravedere qui il pizzo delle autoreggenti nere. Però facendoci molta attenzione… Sopra magliettina molto attillata chiara, che lascia intuire il reggiseno a balconcino, che sostiene appena il bel seno di Gioia (la sua “arma†principale).Dopo alcune chiacchiere banali iniziali, c’è la cena, con altre chiacchiere sul più e sul meno di tanti aspetti della vita quotidiana. Dopo cena si scivola su temi un po’ diversi: la vita di coppia al mondo d’oggi, i tradimenti, le coppie che sempre più “scoppianoâ€. E qui si prova a far intuire qualcosa, quando Marco: “Guarda, questi sono temi particolari, ma Gioia è il più bel dono che poteva farmi il destino; non riuscirei a vedermi con nessuna altra donna. Io non dico che nei milioni di altre che potrei incontrare non ne potrei trovare una più bella, benché per me lei è bellissima, ma nessun altra mi darebbe la certezza del rapporto che abbiamo insieme, sarebbe un azzardo che non farei mai e poi mai. Lasciarla per un’altra? Sarebbe un salto nel buio che proprio non riesco a pensare! In una vita da passare insieme è pressoché impossibile che una volta o più non capiti di sentire attrazione fisica per un'altra o lei per un altro, ma qui sta il bello: sappiamo benissimo che quella sarebbe pura e semplice attrazione fisica e possiamo ammettere anche di andarci a letto con un'altra o un altro, ma solo per sesso, per la voglia del momento: l’amore e l’affetto, la dedizione sono sempre e solo l’uno per l’altra. Per noi!.Gioia, vedendo che Riccardo osservava anche lei, annuiva serena e distesa, confermando le parole di Marco con un semplice:“E’ proprio vero!â€Riccardo era ammirato: “Che invidia ragazzi! E’ quello che ho sempre desiderato, che probabilmente tanti desiderano, ma che credo pochissimi riescono ad ottenere. Una serenità tale… Non fraintendetemi, non ho colto solo questo nel vostro discorso e non vorrei sembrarvi… materiale, ma capisco come si possa vivere felicemente una vita di coppia, senza la tensione del “vorrei ma non posso†con un'altra o un altro; piuttosto voi avete una… “licenza di poter fareâ€!â€â€œSi, ma senza abusare.†Aggiunse Marco.E Riccardo: “Sicuro, sennò è un rapporto… poco solido credo. Però… certo, a parole potrebbe essere facile, ma se a uno di voi due dovesse succedere davvero?†E qui Gioia:“Magari… è già capitato… però, eccoci qui a parlarne e a pensarla come prima!â€Riccardo era tra il trasognato e l’ammirato. Un sospiro profondo faceva capire tante cose.Però… le serate, come le ciambelle, non sempre riescono col buco. E quella sera, malgrado l’atmosfera particolare e il desiderio di tutti che si intuiva, ma che nessuno osò palesare… fini lì... con lunghi silenzi in cui ognuno avrebbe voluto che qualcuno avesse fatto qualcosa, ma che nessuno ardì fare.Riccardo fu riaccompagnato da Marco e Gioia all’albergo dove alloggiava. La stessa sera a letto ancora una scopata passionale, anche se aleggiava anche un pizzico di rammarico, fantasticando su mille risvolti che avrebbe potuto prendere quella serata, con Gioia che faceva trasparire tutta la sua passione e trasporto verso quel ragazzo.Ultima settimana di cantiere; Riccardo e Marco tornavano nei loro discorsi su quella serata, sul bellissimo rapporto, sulla mentalità così aperta, ma anche sulla bellissima donna, fuori e dentro, c’era un’ammirazione intensa verso quella donna così “avvenenteâ€, che era il termine che più adoperava Riccardo nei suoi confronti. Marco non poteva non provarne un gran piacere, anche se un certo rimpianto per quanto poteva accadere, ma pareva non decidersi ad accadere. Un vero peccato non approfittare di una situazione così invitante e mandare a monte l’avverarsi di un sogno tante volte condiviso con Gioia.Ultimo sabato di lavoro per la ditta siciliana, mezza giornata dedicata a smobilitare, fino al primo pomeriggio. La domenica mattina sarebbero ripartiti con i mezzi per tornare nella loro regione.Vista la bella compagnia che rappresentava, Marco invita Riccardo a passare quell’ultimo pomeriggio insieme, in qualche locale “in†della città . Riccardo accetta ben volentieri.Appuntamento alle 17:00 in una piazza del centro. Gioia sempre molto in tiro: ancora una gonna scura, camicetta chiara, calze e, osando un po’, anche reggicalze. Scarpe con tacco alto che la slanciavano ancora di più.Si va in un locale che sceglie Marco (che aveva trascorso il pomeriggio del giorno precedente a… testarli). Si ordina, si consuma, si chiacchiera, si va un po’ su argomenti moderatamente piccanti (oramai c’era una certa confidenza); poi Gioia chiede il permesso di andare in bagno. Dopo un minuto Marco risponde al cellulare; sembra molto preso dalla conversazione, ma pare anche rammaricato per qualcosa che deve aver dimenticato con Gioia. Interrompe un attimo la conversazione al telefono, da un piccolo biglietto a Riccardo e gli fa:“Scusa, una cortesia, raggiungi per favore Gioia e gli porteresti questo? I bagni sono di sotto.â€Riccardo con quel biglietto in mano è per un momento confuso e interdetto, non sa se ha capito bene; Marco ha ripreso a parlare al cellulare, ma con un sorriso in volto e un gesto gli conferma che può andare.Riccardo si avvia, sempre più deciso verso le scale, probabilmente ancora molto confuso, ma, forse capirà meglio una volta di sotto? Giunto sul corridoio dove si affacciano la coppia di bagni, prova a chiamare Gioia, indirizzando la voce verso l’unico da dove si intravedeva un po’ di luce; dall’interno di uno dei due si sente un “Si?†interrogativo.“Sono Riccardo… Marco… mi ha mandato giù, mi ha detto che dovevo darti questo…†Dopo qualche secondo la porta si apre appena, si affaccia Gioia; Marco gli aveva solo accennato qualcosa, che doveva andare in bagno, fargli un paio di squilli al cellulare ed aspettare, forse una sorpresa. Anche lei un po’ imbarazzata ed esitante… guarda lungo il corridoio, poi si decide: “Ma… non capisco, cosa ti ha detto?â€â€œSolo che dovevo portarti questo, lui era al telefono, io… mi sembra di aver capito bene…â€E lei, che continua ad osservare il corridoio e le scale che portavano giù; intuisce qualcosa, qualcosa che le fa sentire il cuore in gola, ma fa ancora finta di non capire : “Va bene… vieni entra un momento!â€Gioia richiude la porta alle sue spalle, Riccardo sta ancora con la mano tesa a porgergli il biglietto. Lei lo prende e lo apre, leggendolo per prima; trasale e rossa in viso per l’emozione, guarda Riccardo, che a sua volta pare quasi preoccupato per la reazione di Gioia, la quale e abbassa il biglietto quasi tremante, per farglielo leggere. C’era scritto:“Vorrei che uno di voi due mi riportaste gli slip di Gioia,ma che questi fossero il più “bagnati†possibile da Riccardo.A voi la scelta del come.Buon divertimento!â€Anche Riccardo era diventato paonazzo e, come Gioia, restato a bocca aperta. L’uno davanti all’altra, con dei respiri profondissimi che l’emozione e il forte desiderio gli facevano accusare. Ma la cosa non è durata più di dieci secondi: quasi contemporaneamente si lanciano uno nell’altro e si avvinghiano in un bacio appassionato e interminabile. Le lingue si rincorrono freneticamente, nelle bocche altrui; mentre si baciano Gioia fa qualche passo indietro, per appoggiarsi con la schiena al muro e sentire più la pressione del corpo di Riccardo su di lei: il suo profumo e la sua pelle così liscia ed abbronzata le facevano letteralmente perdere la testa. Il bagno è spazioso, elegante, pulito, elementi che l’hanno fatto scegliere da Marco, ma principalmente perché ce ne erano due, in modo che non si fosse creata fila fuori e i due amanti avessero potuto avere tutto il tempo desiderato per soddisfare le proprie voglie.I corpi schiacciati uno sull’altro, in un lunghissimo bacio appassionato, senza quasi riprendere fiato, o meglio respirando il respiro dell’altro. I bottoncini della camicetta che a partire dall'alto saltano; Gioia sente che la lingua di lui abbandona la sua bocca, le mordicchia il mento, le bagna il collo e scende sempre più in giù, mentre le mani la frugano con avidità dappertutto da sopra i vestiti, le accarezzano il viso, provano a incunearsi sotto i vestiti, ne sente di tanto in tanto il calore all'interno delle cosce. Intanto la lingua le lambisce la parte di seno scoperta, ma le mani di lui hanno agganciato il bordo superiore del reggiseno e lo hanno spostato un po’ verso il basso; il viso di lui sprofonda fra i seni: l'interno di questi avvolgono il viso di Riccardo, aiutati dalle sue mani che dall'esterno li spinge delicatamente verso questo.E Gioia...: le tante remore e timori che l’avevano frenata in tutti questi anni e che le avevano dato l’impressione che mai le avrebbero fatto realizzare le tante fantasie…. Praticamente in quel momento erano completamente svanite. Oramai il ghiaccio era rotto, oramai si era “compromessa†e a questo punto sentiva che aveva l’opportunità … c’era solo la voglia di “toccare con mano†la realtà ; i tanti sogni erotici ora li aveva a disposizione lì. E ne avrebbe approfittato: li avrebbe realizzati tutti, o almeno il più possibile. Avrebbe provato a mollare tutti i freni, proprio come quella Gioia che nelle loro fantasie, Marco faceva essere così porca e “spregiudicataâ€, e che le faceva provare, col trasporto della mente, sensazioni fantastiche mentre facevano l’amore. Ora aveva voglia di tutto: dare tutto… e tutto si sarebbe presa.Il corpo di lei si inarca verso Riccardo, anche per lasciare spazio tra la schiena ed il muro di infilare le mani sotto e di slacciare il reggiseno, che viene trascinato in basso da Riccardo, cadendo sul pavimento, facendo compagnia alla camicetta, che l'aveva di poco preceduto. Riccardo si stacca un momento indietro, per poter ammirare bene quello splendido seno sodo, ora completamente libero alla sua vista: perfetto! Soddisfatta la vista, per qualche secondo vi si tuffa di nuovo, con le mani e con la bocca. Gioia, dopo i primi minuti in cui era stata con le mani prevalentemente passiva, ricambia le carezze, in maniera sempre più audace, con l’istinto femminile che le facevano scendere le mani in basso verso il sesso di lui e che le facevano intuire, ancora da sopra i pantaloni, che c’era sotto qualcosa di “considerevoleâ€; anche se considerava da sempre le dimensioni non fondamentali, in quel frangente, la cognizione di ciò le fece provare un brivido di piacere in più, accrescendo ancora il compiacimento per quanto stava succedendo e per quello che ancora doveva accadere.La gonna a portafoglio di Gioia veniva facilmente sollevata dalle mani di Riccardo, che sempre più frequentemente si intrufolava sotto; Gioia slacciò la coppia di bottoni che la tenevano ancora su e anche questa finì sul pavimento. Ora le restavano addosso solo le calze nere velate, tenute su dal reggicalze, sempre nero, il tanga e le scarpe; Riccardo invece aveva oramai il torso nudo e i pantaloni che lentamente gli stavano scivolando sotto alle ginocchia. Mentre Gioia sganciava le calze dal reggicalze, per permettere di poter sfilare anche gli slip, Riccardo si liberava definitivamente dei pantaloni, finendo anche questi nel mucchio di biancheria in un angolo del pavimento. Ancora baci, sulla bocca e dintorni, carezze ,che oramai non risparmiavano più nessuna parte del corpo e che volevano saggiare lo stato del sesso del partner: Gioia era fradicia e Riccardo era grosso e duro. La bocca di lui cominciò a scendere insieme alle sue mani; gli slip stavano scendendo ed in pochi secondi lei si ritrovò solo con le scarpe indosso... non appena la bocca di Riccardo assaporò la sua fighetta, mentre le mani di Riccardo erano piene dei glutei di Gioia, lei si sentì attraversare il corpo da una specie di scarica elettrica e, subito dopo, pervasa da un grande calore che la fece sbrodolare come poche volte…avrebbe voluto il viso fradicio di lui fra le sue gambe per sempre ed intanto qualcosa anche in bocca… Per meglio agevolare il compito di lui che con la lingua la penetrava sempre più profondamente, poggio una gamba sul sanitario vicino e lasciò per alcuni minuti che lui impastasse la sua saliva con gli umori del piacere di lei. Poi lentamente lei lo fece alzare e, abbassandosi, tirò via gli slip di lui, che già comunque in parte scoprivano il suo sesso che evidentemente non ne poteva più di esservi costretto dentro…Senza dire una parola gli si accovacciò davanti e cominciò a leccarglielo delicatamente e poi, man mano che sentiva salire il piacere di lui, sempre più avidamente, nel modo che Marco le aveva insegnato, ovvero una mano a tenere l’asta ferma in bocca e l’altra a “giocare†con i testicoli; finchè fu lui a mormorargli “ basta così.. non resisto più..â€. Erano pronti! Gioia si mette nella posizione che più le aggrada, in un contesto simile, porgendo le spalle a Riccardo, ponendosi con le mani, lontane fra loro, poggiate sulla parete, all’altezza delle spalle, le gambe divaricate e il tronco piegato a 45°: la testa volta all’indietro a guardare quando il suo uomo arriva. Lo vede avvicinarsi con la sua asta tenuta ferma con la mano destra, la sinistra la sente che le accarezza l’interno della coscia, salendo fino all’attaccatura della gamba, per spostare la parte sinistra delle grandi labbra e allargare ancora di più la fessura, completamente bagnata dalla saliva di Riccardo e dagli umori del proprio piacere. Lei si piega un po’ sulle ginocchia, abbassando leggermente il bacino, per aprirsi un po’ di più e venirgli incontro. Prova un fremito quando sente il glande poggiarsi sul suo buchino; ma Riccardo non entra subito: pare giocare con il suo arnese. Lo guida con la mano, andando a saggiare con la punta l’intera lunghezza della fica di Gioia; avanti… indietro, poi di nuovo, 4, 5 volte... poi lo fa scorrere indietro, più su, lasciando che al taglio tra le grandi labbra si sostituiscano i morbidi glutei, che subito diventano più sodi, irrigidendosi quando lui si sofferma sul buchino dietro e pare lì indugiare, spingendo appena.“No…†sussurra, ansimante e vogliosa Gioia “davanti… adesso davanti…â€â€œSi, lo so…†Consapevole della piccola dolce tortura che sta infliggendo.Pian piano torna a spostarsi davanti, facendosi largo di nuovo fra le grandi labbra, rimettendo allineata la sua asta gonfia e perfettamente eretta, con la fica di Gioia. Spinge appena, con un nuovo sussulto di Gioia, accompagnato da un gemito, tanto per mettere dentro qualche centimetro e permettersi di mollare la presa della sua mano destra; lo mantiene così, porta entrambe le mani sull’esterno delle cosce di lei, carezzandole con decisione mentre le fa salire, sull’esterno delle natiche, poi sui fianchi. Qui si ferma, impugna con forza i fianchi, usandoli per fare presa, mentre si tira, con un unico movimento, deciso, ma lento ed interminabile, sempre più dentro a Gioia. Lei sente quella carne che la penetra, scivolandogli dentro con facilità estrema, malgrado le dimensioni non abituali per lei e generando, forse anche per questo, un piacere incredibile, fisico e mentale; il primo movimento è senza fine, la fa rimanere senza fiato, con la bocca semiaperta e stordita per tanto piacere. Tanto che quando lo sente finalmente arrivare in cima, come un fuoco, terminando la sua corsa e lì rimane per alcuni infiniti secondi, non è più in grado di tenere le ginocchia appena piegate, come aveva fatto finora, tanto gli tremano le gambe. Riprende a respirare quando Riccardo torna un po’ indietro e inizia un lento e ritmico avanti e indietro, dentro di lei, che lei accompagna con dei gemiti di piacere, anche se sa che non può esagerare, non sapendo chi ci può essere dietro alla porta. Lui arriva sempre in profondità , per quanto lei può contenerlo, con il ritmo, all’inizio lentissimo, che si fa sempre più incalzante; il piacere per entrambi è immenso, i respiri profondissimi. A volte qualche gemito, sia di lui che di lei, sono un po’ più intensi e forti, dimenticandosi del posto pubblico; però la passione ed il trasporto sono talmente elevati che fanno fatica a ricordarlo.Durante questo amplesso, che dura oramai da diversi minuti, Riccardo chiede con voce affannata, ma carica di piacere:“Gioia, sei stata tu a chiedere questo a Marco?â€â€œNo…o… forse si… Marco è un porco, che sa benissimo quanto io sia porca! Per fare questo abbiamo bisogno l’uno dell’altra!â€Ancora un po’ così poi Riccardo ammette: “Mi stai facendo godere troppo, rischio di venire…â€Gioia ci pensa un po’, poi “Si… va bene!â€â€œDentro?… Dio… veramente? Posso? E tu…? Ed è pericoloso per te?â€â€œIo per venire devo stare più comoda. Il resto… lo fa la pillola! Si, vieni… a me ci pensiamo dopo a casa nostra!â€Riccardo si ferma, sta ancora dentro qualche secondo, poi lo toglie da dentro.Gioia non capisce bene, si volta a guardarlo; poi… crede di intuire: “Probabilmente… vuole prendermi anche dietro!†Vorrebbe dirgli che poi, ci sarà un seguito a casa, che quello sarebbe un posto più appropriato, per una simile pratica, viste anche le dimensioni in gioco! Però, anche se un pochino a malincuore, prova ad interpretare il desiderio del suo amante; si porta le mani sul sedere, con le dita indirizzate verso il buchino, allontana fra di loro i glutei e si abbassa con il tronco, fino a portarlo in posizione orizzontale, offrendosi a lui. Invece le intenzioni di Riccardo erano altre!“No, Gioia… no. Scusami, non ti ho fatto capire, non è questo che voglio, o meglio vorrei tanto, ma non ora. Volevo prendermi una piccola pausa, per godere di più di questa fantastica cosa e poi, perché… Vorrei… Davanti; posso prenderti davanti? Mi piacerebbe baciarti mentre… mentre ti scopo e mentre mi fai godere….â€Senza nemmeno rispondere, Gioia, felice perché era l’apice che in cuor suo sperava, lo tira a se, lo bacia con avidità con il sudore dei due corpi nudi che si fonde insieme; mentre continuano a baciarsi, prima che possa pensarci Riccardo, che sta raccogliendo un po’ di forze, per godere ancora di qualche minuto nel rapporto, gli afferra l’asta, rimette una gamba su un sanitario e se la poggia sulla fica oramai semiaperta per il tanto sbattere dei minuti precedenti. Lui entra di botto e questa volta il ritmo è subito frenetico, una ginnastica sfiancante, con Riccardo che si piega un po’ sulle ginocchia ad ogni affondo in cui gli sale dentro, con qualche colpo che a volte penetra di più da far quasi sussultare Gioia, sollevandola di qualche centimetro; lui la cerca con le mani, ne cerca tutto il corpo, ora le affonda nei seni, ora le fa scorrere sui glutei, incuneando ogni tanto un dito dietro che va a poggiare nel buchino del suo culetto e spingendone un po’ dentro e quelli sono i momenti in cui Gioia meno riesce a controllare i suoi gemiti e invasata per tanto piacere, senza nemmeno rendersene conto, gli pianta le unghie nella schiena.Poi Riccardo, mentre continua incessantemente a scoparla, quando sente che sta per venire, le prende la gamba sollevata, la fa scivolare giù, in modo che la possa unire all’altra, e sentire il suo membro più avvolto dalla carne di Gioia, la spinge un po’ contro la parete, sbattendola ancora con più forza, contrastata tra la parete e il suo corpo; lei così si sente piena di lui, in tutti i sensi, come mai nessun altro l’aveva mai riempita prima! Ancora un minuto così e Riccardo: “Gioia… veramente.. .sto per esploderti dentro… lo faccio…â€â€œSi… godi… arriva alla fine… ora sono tua… fammi sentire il tuo piacere… dentro!â€Di nuovo le lingue si avvinghiano, disordinatamente attorno alle bocche, bagnandosi i loro volti.Gioia sente fluire il suo seme caldo nel suo ventre, mentre lui le sussurrava in un orecchio: “Dio… come godo… come godo… come mi stai facendo godere…Gioia!†Lei lo stringe allora a se, mentre ancora lui la sbatte, con quel cazzo imponente, finchè lo sente rallentare, con i colpi che calano di frequenza, ma non d’intensità , anzi, l’ultimo lo sente sbattere fino in fondo e proprio lì lo sente pulsare, segno che ancora il seme la sta invadendo e anche pervadendo di un piacere nuovo, mai provato, per qualcosa di veramente proibito ed impensabile. Pian piano il pulsare cessa, anche i loro cuori vanno rallentando; quello che invece inizia, dopo un lungo minuto, nel quale ancora non si decidono a staccarsi, con dolci e teneri baci, è un lento fluire del caldo sperma lungo le cosce di Gioia. E lentamente tornano anche nel mondo dei “presenti†riprendendo a cogliere qualche rumore esterno… qualche risatina soffocata.. forse proveniente dal corridoio, forse dall’altro bagno, forse qualcuna aveva intuito. Al momento sono entrambi così appagati che la cosa pare non costituire il minimo problema. Riccardo fa per sfilarsi, avvicinandosi al rotolo della carta igienica, ma Gioia lo blocca stringendo le gambe e trattenendolo con le mani a se: “Marco…â€â€œCosa…? Chiede Riccardo.“Marco.. il biglietto… voleva gli slip… i miei slip…†Dice Gioia ancora ansimante.“E’ vero!â€Spostandosi pian piano uno nell’altro, Riccardo recupera gli slip, porgendoli a Gioia, che con estrema malizia dice:“Io mi pulisco con questi; ho, anzi, abbiamo, un impegno da mantenere!â€Riccardo esce delicatamente da lei, che pare stringere le gambe per trattenere quanto più le era possibile, poi si mette gli slip sotto e rilassandosi sta così un paio di minuti, pulendosi poi al meglio. Sarà che gli slip erano veramente mini e che Riccardo era venuto più che copiosamente, ma questi erano decisamente fradici. Era trascorsa poco più di mezz’ora dalla loro entrata.Marco di sopra guardava in continuazione il passare dei minuti; l’attesa era spasmodica; si sentiva ribollire dentro e un gonfiore insopportabile nei pantaloni: da una parte avrebbe voluto che fosse durato tantissimo, segno che Gioia si stava divertendo, dall’altra fremeva per vederli tornare e conoscere i dettagli.Loro si rivestono, aiutandosi a vicenda e scambiandosi ancora qualche furtivo bacio. Poi Gioia esce per prima, dando il segnale a Riccardo che però aspettò un paio di minuti. Intanto Gioia raggiunge Marco e baldanzosa e appagata, guardandosi intorno perché nessuno vedesse, gli porge gli slip. Marco li prende e subito si ritrova le mani umide, mentre intanto Gioia si asciuga la sua con un tovagliolo di carta. Poi offre un altro tovagliolo a Marco, per avvolgerci il capo di biancheria, lo riprende e lo mette in borsetta. Non una parola, se non tanti sguardi e sorrisi complici e compiaciuti e un lungo appassionato bacio, al termine del quale Marco gli dice sottovoce:“Piccola e dolce puttana; sai ancora di lui!â€Gioia è decisamente compiaciuta di questo!Intanto Riccardo li raggiunge, abbastanza stravolto e si siede al suo posto, vicino a Gioia.Nel frattempo Marco aveva anche allungato una mano sulla coscia di Gioia e risalendo con circospezione arriva al suo sesso, sentendo ancora bagnato. Ancora interminabili minuti di silenzio, conditi solo da sguardi e sorrisi complici tra tutti, poi Marco rompe il silenzio:“Come è andata?†chiede con un sorriso malizioso.Qualche secondo di silenzio, poi Gioia, un po’ a sorpresa, prende la parola per la risposta; e che risposta, un po’ audace, non abituale per lei, ma Marco lo sapeva, che una volta che rompeva il ghiaccio…:“Una…†e passando lo sguardo da Marco a Riccardo “… scopata memorabile!â€Con uno sguardo verso Riccardo quasi interrogativo; quest’ultimo non aveva praticamente parole, doveva ancora riprendersi e si limita ad un eloquente cenno del viso e un profondissimo respiro che testimoniava il suo essere più che d’accordo!Poi aggiunge: “Però ora si va a casa. Io vorrei qualcos’altro…, anzi, molto altro!â€Gioia ebbe tutto quello che cercava, dopo l’aperitivo lì al bar, a casa si dedicò primo, secondo e dolce, per un pasto completo che mai dimenticheremo!
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coppia_eros,
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Caraibi 1
Breve riassunto del precedente racconto: Massaggio
Faccio subito la mia presentazione, mi chiamo Giulia, ho 32 anni, occhi chiari, capelli chiari, patatina chiara… con una peluria morbida morbida che non ha mai richiesto l’intervento di creme depilatorie o rasoi. Sono sposata , udite udite, da 15 anni, dopo una intensa storia d’amore con Paolo, mio marito, il primo uomo della mia vita, il primo bacio della mia vita, che ha la mia stessa età e che a 17 anni pensò bene di non uscire tempestivamente dal mio pancino, per cui dopo un paio di mesi mi ritrovai con un pancione.
…
Un giorno Paolo, che periodicamente è afflitto da forti mal di testa di origine cervicale e per i quali ha sempre tentato di tutto, mi dice:" sai sono stato da un massaggiatore/pranoterapista che lavora in quella Beauty Farm xxxxxx , costosissima e affermata, che si è detto disponibile a tentare di risolvere il mio problema con una nuova tecnica di massaggi… effettivamente ne ho tratto un certo giovamento"
…
Mio marito aveva quasi cambiato umore, sempre allegro, senza "mal di capa", si usciva e si faceva l’amore molto più spesso del solito, ero quasi giunta alla convinzione che Simone fosse dotato di qualità taumaturgiche, tanto che un giorno, mentre Paolo innalzava l’ennesimo peana al santone-massaggiatore pronunciai la mia condanna "Sarei curiosa di provare un massaggio, sai anche io, dopo 8 ore di lavoro e gli impegni di casa, a fine settimana non avrò mal di testa ma certo non sono al top"
Squilli di trombe, fuochi artificiali, il pollo ovvero la pollastra era caduta nella trappola.
…
Ad un certo punto sobbalzai nel sentire il viso di Paolo che aveva avvicinato la bocca al mio orecchio e mi chiedeva come stavo, il "bene" che uscì dalle mie labbra somigliava più ad un rantolo, tanto che lo vidi sorridere e al tempo stesso scambiare un rapido sguardo che a me parve di intesa con Simone.
…
Simone era un professionista, abituato a "lavorarsi" almeno un paio di donne al giorno aveva una lingua prensile, esercitata, lunga e robusta. Affondava in mezzo alle piccole labbra con l’energia di un dito, entrava ed usciva dalla mia vulva, percorreva la circonferenza del mio clitoride incessantemente, lo mordicchiava leggermente con i denti, lo succhiava, lo aspirava e poi lo respingeva con la lingua.
…
Paolo mi sollevò dal lettino e mi stese amorevolmente sul letto di stuoie e si mise di fianco a me, mentre Simone si dispose dall’altra parte, da quella posizione diedi uno sguardo al soffitto che rifletteva la nostra immagine, pensai alla scena di Novecento di Bertolucci dove l’attrice protagonista sta tra i due suoi uomini. Paolo e Simone, entrambi nudi, stavano al mio fianco, mi sentivo al settimo cielo. Oramai l’imbarazzo per la situazione era del tutto svanito per lasciar spazio alla peccaminosità, anzi diciamo pure alla lussuria della situazione.
Mentre i miei uomini indugiavano in lente carezze sul mio corpo, cercavo di riprendere il controllo per uscire da quello stato di giocattolo erotico in cui ero sprofondata, nel fare ciò notai che sia Paolo che Simone erano in piena erezione, con una certa soddisfazione e spirito di corpo notai che Paolo non sfigurava nel confronto con Simone e con fare malizioso guardandoli alternativamente negli occhi per vedere le loro reazioni afferrai i loro membri, anzi diciamo pure i loro cazzi, ritengo che fosse quello il termine esatto per la situazione.
Nel fare ciò, sorridendo, dissi loro "qualcuno è rimasto a bocca asciutta o sbaglio" . Entrambi volsero lo sguardo nella direzione del mio e sorrisero insieme alla scena che lo specchio rifletteva.
…
Se volevano giocare sporco avevano trovato pane per i loro denti, passai il preservativo a Paolo e Simone si spostò dalla sua parte, e mentre Paolo tentava di mettere il cappuccetto al pene di Simone che io, con la mano, tenevo fermo di fronte a lui, presi in mano anche il membro di Paolo e cominciai a masturbarlo dolcemente facendogli perdere concentrazione tanto che dovette ripetere un paio di volte l’operazione prima di riuscire ad incappucciare Simone.
Vi assicuro che idealmente il tabellone segnò dieci a zero per me. Volevo stravincere e avvicinai la bocca al sesso di Simone che stava a 30 centimetri dalla faccia di Paolo, anche se c’era di mezzo il profilattico era pur sempre il cazzo di un altro uomo che stavo succhiando ma non mi bastava per cui con estrema dolcezza misi la mano sulla nuca di Paolo e con lo sguardo fisso sui suoi occhi prima lo baciai e poi avvicinai la sua bocca al membro di Simone.
…
Nel suo lento incedere aveva incominciato a seguire il mio respiro, con la guancia mi stava chiudendo il naso costringendomi a respirare con la bocca, stavo respirando dalla sua bocca che teneva incollata alla mia, capii quello che stava facendo e lo assecondai anche quando sentivo che la testa si faceva leggera per il tasso di anidride carbonica che stava aumentando nel sangue, però le sensazioni si stavano acuendo, oramai mi stava scopando con tutto il corpo e il movimento dei sui fianchi aveva preso un ritmo più svelto, lo tenevo stretto a me con le braccia e con le gambe sollevate sino a cingergli i fianchi, il suo pene usciva sempre di più dalla mia vagina e affondava di colpo scuotendomi dalla testa ai piedi.
Caraibi 1
Simone, oramai era solo un dolce ricordo, partito per una serie di crociere nei Caraibi a bordo di una di quelle navi da crociera che sembrano grattacieli galleggianti. Aveva ricevuto una di quelle offerte alle quali è difficile dire di no.
La sua compagnia era diventata una dolce abitudine nella quale sia io che Paolo indugiavamo un paio di volte al mese, più che un amante era diventato un complice, alla fine rifiutava anche il suo compenso di serio e qualificato professionista.
I miei due amanti spesso gareggiavano nel procurarmi un piacere che poche donne sicuramente provano nella vita, e io cercavo di ricambiare la loro dedizione donandomi completamente senza remore né fisiche né mentali.
Il giorno in cui Simone ci svelò i suoi piani mi accorsi che stavo perdendo un compagno fidato e un amante eccezionale che ci aveva insegnato l’ arte di amare il corpo di una donna, che solo un professionista che ama il suo lavoro possiede.
Paolo capì il mio sentimento e cercò in mille modi di sopperire alla malinconia che alle volte provavo, soffriva in silenzio la sua inadeguatezza, di cui era consapevole, e si doleva per la mia tristezza, ma comprendeva che Simone era diventato molto importante per entrambi e ci mancava.
Un paio di volte mi propose una nuova esperienza ma il problema era trovare un altro uomo che avesse le doti ed il carisma di Simone, che con la sua forza vitale ti travolgeva e ti precipitava in un turbine di emozioni.
Tuttavia il nostro legame era talmente saldo e la passione ancora viva che pian piano tornammo alla vita normale, le ferite si rimarginarono e Simone scomparve anche dai ricordi, anzi la mia mente stese un velo di oblio su quel periodo della mia vita, al punto che pensare ad un altro, che si insinuava tra me e Paolo mi infastidiva, esattamente come accadeva prima di conoscere Simone.
Un giorno Paolo arrivò a casa con due biglietti aerei. "Preparati" – mi disse – festeggeremo i dieci anni di matrimonio a Cuba, sarà come una seconda luna di miele, Micina, ho già parlato con i miei: ci terranno il bambino.
Wow!!! Cuba era la meta preferita delle mie vacanze, finalmente avrei potuto visitare quei luoghi vagheggiati nei racconti di mio padre, che ci aveva vissuto un paio d’ anni prima di tornare in Italia e mettere su famiglia.
Ottenere tre settimane di vacanza in quel periodo dell’ anno non era facile in ditta ma, in virtù della considerazione che godevo presso il mio capo, alla fine la spuntai. Il giorno successivo lo passai a fare shopping, saccheggiai i negozi di costumi da bagno, copricostume, cappelli, parei e qualsiasi altro articolo o oggetto che avesse a che fare con il mare.
Il sabato seguente eravamo a Malpensa e dopo un bel po’ di ore di volo atterrammo all’ aereoporto José Martì. Incredibile la sensazione di umido che ci avvolse insieme ad un caldo a cui non eravamo di certo abituati. Ma finalmente eravamo a Cuba. All’ uscita trovammo una fila di taxi, salimmo in un’immensa Cadillac degli anni ’40, di colore bianco celeste che velocemente ci portò al Santa Isabella, un albergo a cinque stelle con 100 anni di storia, situato in Plaza de Armas, ad un paio di metri dalla piazza dove venne fondato il villaggio di San Cristobal, che poi divenne l’Avana che conosciamo.
La sala che ci si presentò, una volta entrati nell’ albergo, era fantastica: specchi, lampadari, tavoli e sedie erano in quello stile che le tante pellicole di Hollywood ci hanno mostrato. Il personale alla reception era di una gentilezza commovente, due boys in divisa presero in consegna i nostri bagagli e ci condussero in camera. Paolo aveva fatto le cose in grande stile, forte del cambio favorevole e del fatto che non eravamo in alta stagione aveva prenotato una suite.
Uno dei ragazzi, un bel ragazzo sui venti anni, con fare cortese aprì la porta finestra che dava sul patio della suite e la stanza fu illuminata dallo splendido sole dei, il patio dava su Plaza de Armas e in lontananza si vedeva il Malhcon, il famoso lungomare.
Paolo mi raggiunse dopo aver dato l ‘immancabile mancia ai due ragazzi, e mi avvolse con le sue braccia da dietro. "Sei felice? Ti piace?" Neanche persi tempo a rispondergli, lo baciai con tutta la passione e la riconoscenza di una compagna che si sente cullata dalle attenzioni del proprio partner. Sotto si sentivano le urla dei ragazzini che assillavano i turisti che lasciavano l’ albergo offrendosi come guide.
Il patio era in stile coloniale, come pure il dondolo comodo e spazioso sul quale mi tuffai, Paolo mi raggiunse con una caraffa di succo d’ arancia, non attesi che versasse il succo nel bicchiere e quasi gliela strappai dalle mani tanta era la sete. Avevo indosso ancora gli abiti del viaggio, inadeguati al clima di Cuba, per cui non ci pensai due volte e me ne sbarazzai restando con la sola biancheria intima. Notai lo sguardo di interesse negli occhi di Paolo, il reggiseno era di quelli push-up impreziosito dal pizzo che copriva la parte superiore del mio seno e gli slip giusto un triangolino davanti ed un sottile filo dietro che spariva tra le gambe.
Accovacciandomi vicino a lui ripresi a baciarlo appassionatamente, ma gentilmente mi respinse: "Cambiati, ti porto fuori, le sorprese non sono terminate ". A malincuore ubbidii, il languore che provavo mi ricordava che non stavamo insieme da due settimane complice il ciclo e il solito inopportuno viaggio all’ estero di Paolo.
Il bagno della suite era grande come la camera da letto, al centro una vasca a livello del pavimento, di lato una doccia che avrebbe potuto accogliere una dozzina di persone, i lavabi in marmo rosa e un divano senza spalliera simile ad un triclinio romano.
Mi sbarazzai dell’ intimo e mi tuffai nella vasca ricolma d’ acqua tiepida profumata, la vasca era talmente profonda e larga che si poteva accennare il movimento di una nuotata, su di un lato c’ era il supporto per due persone che permetteva di rilassarsi cullati dall’ acqua.
La voce di Paolo mi strappò da quel deliquio e uscita dall’ acqua mi avvolsi in un accappatoio di spugna morbidissima, dopo essermi asciugata lo lasciai sul pavimento e completamente nuda andai in camera per scegliere come mi sarei vestita per quel primo pomeriggio all’ Avana.
Non feci caso alle voci che sentivo, probabilmente Paolo aveva acceso la tv come fa sempre quando lo faccio aspettare, aprii la porta del bagno e rivolgendomi a lui dissi: " Paolo devi provare la vasca", ma non feci in tempo a finire la frase. Mio marito ed il suo ospite si erano voltati verso di me sentendomi entrare. Paolo sorrideva per l’ imbarazzo della scena, il suo ospite era combattuto tra volgere lo sguardo altrove e la sorpresa di vedermi completamente nuda, con la bocca ancora aperta per non aver completato la frase. Imbambolata, non sapevo cosa fare, non avevo nulla a portata di mano per coprirmi, non volevo fare la figura della tipa che si copre pudicamente con le mani, per cui reggendo lo sguardo di Paolo e dell’ospite attraversai la camera da letto e mi recai nello spogliatoio dove c’erano le nostre valigie.
Quei cinque o sei metri avrei voluti farli di corsa pensando che dopo aver offerto al loro sguardo la parte anteriore del mio corpo avrei completato l’ opera mostrandogli le mie natiche in una passerella inaspettata. Con dignità aggiunsi: "Scusate, faccio in un attimo".
Quel figlio di buona donna di Paolo soggiunse: "Fa pure con comodo cara, stavo facendo la conoscenza con Manuel, la guida che l’ albergo ci ha trovato per la vacanza ". Passandogli vicino dissi: "Potevi almeno avvertirmi che c’ erano ospiti". Sorridendo continuò: "Manuel parla perfettamente l’ italiano ha fatto due anni di liceo a Roma ". Avvampai e sparii alla loro vista.
La guida? Nessuno mi aveva parlato di una guida, pensai, cercando di ricompormi e alla ricerca di qualcosa da mettermi addosso.
Quando ebbi terminato, sentii chiudersi la porta e capii che il nostro ospite ci aveva lasciato, Paolo fece capolino dallo stipite della porta che dava nello spogliatoio e fu lesto a spostarsi quando vide arrivargli addosso la punta affilata di un tacco da 10 cm. delle mie scarpe, "tregua" gridò sorridendo da dietro la porta.
In ginocchio implorò il mio perdono: " Scusami l’ occasione era troppo ghiotta per lasciarmela sfuggire, dovevi vedere la tua espressione quando hai aperto la porta." Lo scaraventai sul pavimento e gli saltai addosso: Non mi sono mai vergognata in vita mia come oggi, mi pareva di essere la puledra che passa di fronte agli acquirenti di un mercato arabo".
Tornata seria gli domandai chi fosse Manuel e perché rovinare l’ occasione di fare una bellissima vacanza portandoci appresso un estraneo. Paolo mi spiegò che si era documentato sull’ ambiente che avremmo trovato a Cuba, sulla necessità di poter contare su una guida del posto per evitare gli assalti dei locali che si scatenano non appena vedono un turista isolato. Aggiunse che Manuel era uno studente universitario al secondo anno di biologia, figlio di un pezzo grosso del ministero del commercio cubano ed aveva vissuto a Roma un paio d’ anni per cui conosceva perfettamente l’ isola e altrettanto bene la lingua italiana.
Fui inflessibile, non me la sentivo di dividere la mia vacanza con altri al di fuori di Paolo, mi feci promettere che avremmo visitato l’isola da soli. Paolo, stranamente acconsentì senza discutere e rimirando e facendo commenti assai lusinghieri sul modo in cui mi ero vestita propose di visitare la città.
Sulla porta dell’ albergo il portiere ci propose di farci guidare da una chica (una ragazza). Noi cortesemente rifiutammo, affermando che sapevamo come cavarcela da soli, e notammo un sorrisetto di commiserazione da parte del portiere.
Dopo due passi fu la volta di due ragazzi (Jineteros) che si offrirono di accompagnarci in giro per la città vecchia, affermando di essere delle guide autorizzate e mostrandoci dei tesserini che avrebbero potuto essere qualsiasi cosa, tanto velocemente li fecero sparire dopo averceli mostrati.
Ci portarono alla cattedrale e da qui sul Malhcon, ci fermammo alla Bodeguita del Medio, il locale reso leggendario da Hemingway, e qui pretesero che gli offrissimo un Mojihto, un mix di Rum scuro, soda, lime, zucchero di canna e menta fresca, che fatto come si deve è molto gradevole ma nella confezione da strada non lo è affatto
Quando ci venne fame, ci portarono in una bancarella della vicina piazza dove acquistammo delle focacce, ovviamente anche i nostri squisiti accompagnatori pretesero di partecipare al banchetto.
Ad un certo punto non li ressi più e con la banale scusa di voler stare da sola con il mio uomo li liquidai, subito si affrettarono a chiederci 20 dollari per averci fatto da guida, supplicai Paolo di darglieli pur di toglierceli di torno.
Fatti un centinaio di metri fummo abbordati da un ragazzo che si offriva per farci compagnia, io che non capivo la lingua del luogo chiesi a Paolo cosa volesse: "Ti sta chiedendo se vuoi la sua compagnia questa notte, afferma di essere superdotato e di saper leccare, immaginati cosa, per ore ed ore ".
Rimasi allibita: "Sta proponendo questa cosa a te? " "No per me dice di avere la sorellina di 14 anni vera esperta di un non meglio precisato succhia dito piede, e visto che siamo appena arrivati ci praticherà un grosso sconto sulle tariffe abituali" . Nel tragitto di un paio di centinaia di metri ricevemmo profferte in spagnolo, inglese ed italiano che avrebbero fatto la felicità di sadici, masochisti e soprattutto pedofili.
Ero nauseata e chiesi a Paolo di prendere un taxi per tornare in albergo. Il tassista osservò che a Cuba i turisti non potevano pensare di camminare indisturbati senza far parte di una comitiva o essere accompagnati da una guida del posto.
Arrivati in camera nostra chiesi a Paolo se pensava che quel Manuel potesse essere la soluzione ai nostri problemi. Temevo che continuando di quel passo avremmo fatto delle vacanze terribili.
Paolo rifletté un attimo poi aggiunse: "L’albergo garantisce sulla sua correttezza e preparazione". " Fai la cortesia, richiamalo ! – aggiunsi prima di sparire in bagno.
Manuel ci raggiunse nella hall dell’ albergo alle sette di sera, era un bel ragazzo, come lo sono tanti alla sua età, ma i genitori, cubano il padre e una rossa irlandese, la madre, gli avevano conferito un patrimonio genetico invidiabile. La carnagione era chiara, piuttosto abbronzata, ma i tratti somatici erano quelli dei cubani, i capelli castani ramati e due occhi verde scuro brillantissimi. Alto come Paolo circa un metro e novanta, aveva quella muscolatura consistente e guizzante classica di chi fa sport acquatici, giocava a pallanuoto da molti anni.
Che strano, forse l’ imbarazzo della situazione del giorno, aveva impedito che notassi tutte queste cose.
Manuel era vestito secondo i dettami del luogo, maglietta e jeans, ma la loro fattura denotava una certa cura nel taglio e nei tessuti, i capelli erano lunghi e raccolti in un accurato chignon sulla nuca, al collo un ciondolo che pareva un sole Inca legato da un laccio di cuoio scuro e calzava delle espadrillas verde scuro.
Ma quello che mi colpì fu il suo sorriso quando si chinò leggermente a stringermi la mano, avete presente dei denti perfetti e bianchissimi e degli occhi profondi e leggermente orientaleggianti che ti scrutanovano l’ anima. Manuel era bello, indubbiamente bellissimo, peccato che fosse così tremendamente giovane, anche se pareva molto sicuro del suo fascino.
In perfetto italiano ci salutò e subito ci presentò il programma che aveva preparato per noi. Era riuscito a procurarsi una Pontiac degli anni 60 convertibile in ottime condizioni, per visitare gran parte dell’ isola. Quando uscimmo dall’ albergo capii subito che con la sua guida sarebbe stata un’ altra cosa. Era come un salvacondotto, nessuno dei tanti passanti osò importunarci con le loro proposte e apprezzai i suoi modi quando mi aprì lo sportello. La Pontiac scoperta era di un fantastico rosso fuoco, con gli interni di pelle rossa consunta dal tempo.
Presi posto al suo fianco e Paolo dietro di me, oramai si era all’ imbrunire e ci propose di andare a cena in un raffinato locale per turisti, io gli risposi che ero venuta a Cuba per conoscere la vera Cuba, così come tante volte me l’ aveva raccontata mio padre e poi mi interessava vedere la Havana Vieja (che nel 1982 l’Unesco aveva proclamato patrimonio dell’ Umanità`). Manuel rispose: "Per me va bene, ma statemi vicino". Tra di me, sorridendo pensai: "E chi ti molla" . Andammo in un Paladar, un ristorante privato, di quelli da 10 dollari a persona, dove il padrone di casa ci offrì una cena a base di arrosto di maiale condito con una salsina piccante e una bottiglia di rum aromatizzato, che aveva un sapore aspro e piccante.
Dopo il Paladar chiesi a Manuel di portarci in qualche locale notturno dove si potesse ascoltare della musica cubana. Ci portò in un locale vicino alla Plaza della Revolucion, il Delirio Habanero dove si esibiva un gruppo musicale molto quotato tra gli intenditori e poi sul tardi si proseguiva con la discoteca ma sempre con ritmi latino americani.
Lungo il percorso, Manuel ci illustrava la storia dei luoghi che attraversavamo, ma io ero distratta, non stavo ad ascoltarlo attentamente come faceva Paolo, che spesso interrompeva Manuel per chiedergli dei dettagli. La mia attenzione era concentrata su un pensiero che si stava facendo strada: chi era Manuel? Troppo perfetto per essere una casuale guida di un hotel, troppo perfetto per i miei gusti, o meglio aveva in sé molti di quegli elementi che amo in un uomo: era prestante fisicamente, aveva dei modi decisi ma gentili, si muoveva con l’ agilità di un grosso felino, aveva lo sguardo di chi intuisce perfettamente cosa nascondi dentro.
Mentre parlava, ogni tanto volgeva lo sguardo verso di me, pareva che mi stesse valutando. Un’ altra cosa che mi lasciava perplessa era il modo di rivolgersi a Paolo, diamine si conoscevano da un paio d’ ore e sembrava che si conoscessero da sempre.
Il caldo nonostante fosse già tardi ed il sole tramontato da un pezzo era sempre elevato. Sentivo l’ aria calda ed umida che mi imperlava la fronte, a stento mitigata dal flusso d’ aria che investiva l’ auto scoperta, sentivo l’ inguine e le cosce sudate, tanto che ad un certo punto nonostante la gonna molto corta sentii il bisogno di allargare le gambe, il movimento richiamò l’ attenzione di Manuel che per un attimo fissò le mie gambe, mentre sollevava lo sguardo incrociò il mio e mi sorrise con l’ aria innocente di un ragazzino colto sul fatto. Istintivamente mi spostai sul sedile voltando le ginocchia dalla parte opposta a lui. "Che sfrontato" pensai.
Arrivati al Delirio Habanero ci trovammo immersi in un’ atmosfera da film, molti turisti ai tavoli ascoltavano quella musica inconfondibilmente cubana, una cameriera ci accompagnò al nostro tavolo e Manuel ordinò da bere per tutti. Questa volta il rum era mescolato ad un succo di frutta che ne addolciva l’ aroma, i cubetti di ghiaccio che galleggiavano nel bicchiere furono una benedizione per la sete ed il caldo sempre presente.
Manuel voltando lo sguardo nella sala salutava molte persone, soprattutto molte ragazze che facevano parte della borghesia cubana, poi incrociò lo sguardo con una ragazza di una comitiva di giovani poco distanti dal nostro tavolo. Vedendo Manuel, la ragazza si alzò e gli venne incontro, era molto bella, la classica bella ragazza cubana dalla pelle ambrata. Con un incedere molto sensuale si avvicinò a Manuel e prima che lui riuscisse ad alzarsi dalla sedia gli gettò le braccia al collo e gli diede un bacio sulle labbra, nel fare ciò potei vedere le sue gambe lunghe e slanciate e anche parte di un fantastico sedere a stento coperto dalla sua minigonna rossa. Un tanga veramente ridotto (avete presente il filo interdentale?) lasciava generosamente scoperto il suo fondoschiena. La scena non passò inosservata, Paolo al mio fianco dovette sicuramente rammaricarsi di non avere la macchina fotografica a portata di mano!
Si chiamava Teresa, e come scoprii in seguito aveva 17 anni, era compagna di liceo della sorellastra di Manuel. Provai un senso di disagio nel vedere l’ intimità` che c’ era tra i due nonostante Manuel cercasse di dissimularla con un certo imbarazzo.
Manuel fece le presentazioni e quando fu la mia volta notai nello sguardo di Teresa una malcelata insofferenza, mi squadrò dalla testa ai piedi e si strinse ancora di più al ragazzo cingendogli i fianchi con un braccio, quasi a voler riaffermare un diritto di proprietà su di lui.
L’ imbarazzo svanì quando riuscì a trascinarlo nell’ angolo della sala dove alcune coppie stavano ballando. Indubbiamente era una bella ragazza e il modo in cui si stringevano ballando lasciava pochi dubbi sui rapporti che dovevano esserci tra loro.
La voce di Paolo mi colse alla sprovvista: "Speriamo di non aver perso la nostra guida ". Infastidita da quel commento, non lo diedi a vedere perché, se da un lato il mio orgoglio di femmina aveva accusato il colpo, dall’ altro ero sollevata dai pensieri che mi avevano assalito in macchina.
Dopo dieci minuti, Teresa tornò dai suoi amici e Manuel venne al nostro tavolo, scusandosi per averci lasciato soli. Ci raccontò che era una compagna di studi della sorella e che frequentava assiduamente la loro casa. Paolo, sorridendo, commentò: " Ovviamente tu le darai una mano con i compiti ". Manuel divertito e con una punta di imbarazzo rispose: Beh! Quando posso essere d’ aiuto non mi tiro indietro, sono molto affezionato alla mia sorellina "e alle amiche della sorellina mi pare di vedere" aggiunse in tono complice Paolo, strappando un sorriso a Manuel.
Ero veramente infastidita dal tono del discorso, mi sembrava di essere la vecchia zia che assiste alle conquiste del nipotino prodigio, così alzandomi chiesi a Paolo di farmi ballare.
" Scherzi?" – mi rispose – "Lo sai che a mala pena me la cavo con un lento, per questi balli sono negato". Manuel si alzò immediatamente e prendendomi per mano mi portò al centro della pista dove oramai c’ erano tantissime coppie impegnate a ballare.
Manuel era un ballerino formidabile, nonostante il fisico prestante si muoveva con l’ agilità di un professionista, sentiva la musica dentro di sé e trasmetteva al partner una sensazione di energia e vitalità. Io, da parte mia, appassionata di ballo, avevo frequentato da ragazza la scuola di un’ amica di mia madre per cui riuscivo a seguire Manuel anche se lui apportava continue varianti ai passi, tanto che un paio di volte mi ritrovai tra le sue braccia che mi facevano ruotare, mi attiravano a lui e respingevano.
Manuel era bello, aveva la fronte imperlata dal sudore, aveva sciolto i capelli che ora fluttuavano intorno al suo viso e sulle spalle conferendogli un aspetto selvaggio. La polo incollata al centro del torace e sotto i pettorali, per il sudore, delineava il suo corpo atletico come una seconda pelle, i jeans aderenti mettevano in risalto un sedere perfettamente modellato. Cominciai a percepire l’ afrore del suo sudore quando con le braccia mi attirava, la pelle emanava un buon profumo di maschio, le sue mani abituate a carpire il pallone bagnato durante le partite di pallanuoto erano forti e agili, sentivo la loro forza quando mi facevano roteare imprimendo il movimento ai miei fianchi.
Poi la musica cambiò ritmo, la voce del cantante del complesso si modulò in un blues caldissimo e mi trovai serrata tra le braccia di Manuel con le sue mani che mi tenevano aderente al suo corpo, assecondando i movimenti dei suoi fianchi. Lo guardavo dritto negli occhi, sentivo il suo respiro affannato dal ritmo del ballo precedente, sentivo il calore che emanava. Per un attimo percepii un movimento tra me e lui all’ altezza dell’ inguine e istintivamente infilai ancora di più la mia coscia tra le sue forzando il passo di danza, lui si ritrasse e come il ritmo della danza si fece più veloce fece ruotare il mio corpo e mi ritrovai di spalle stretta a lui. Ora decisamente lo sentivo, spostai il bacino al centro delle sue gambe e accentuai il movimento ondulatorio dei fianchi, improvvisamente fummo interrotti da un’ altra coppia che nell’ impeto del ballo ci urtò leggermente. Ci separammo.
Tornando al nostro tavolo trovai Paolo che conversava amabilmente con Teresa. Fui infastidita dalla scena e non feci nulla per nasconderlo. Lei prese Manuel per mano e lo trascinò nuovamente a ballare. Con un tono secco chiesi a Paolo se Teresa l’ avesse intrattenuto affabilmente. "È veramente notevole quella ragazza, – mi rispose – dimostra molto più della sua età, non si è persa un dettaglio del vostro ballo, penso che Manuel dovrà darle qualche spiegazione ". Arrossii violentemente: " Cosa vorresti dire?", aggiunsi un po imbarazzata. Lui si affrettò a precisare che le cubane sono tra le donne più gelose della terra, e se vedono il loro uomo ballare con un’ altra sono capaci di piantargli un coltello nella schiena. Per manifestare il mio disinteresse dissi: "Rientriamo in albergo sono stanca, lasciamo i ragazzi a divertirsi". Anche Paolo si dichiarò stanco perché non aveva ancora assorbito la differenza di fuso orario, perciò dopo un breve conciliabolo con Manuel fece chiamare un taxi dal cameriere e tornammo in albergo.
Arrivati in albergo, il portiere consegnò a Paolo un biglietto, poi salimmo in camera. In ascensore gli chiesi cosa ci fosse scritto nel biglietto. "Oh, nulla di importante – mi rispose – è solo la conferma della battuta di pesca di domani"
"Battuta di pesca? – esclamai con voce alterata – Lo sai che odio andare a pesca". Nessun problema, ho sentito Manuel e mi ha promesso che domani ti porterà all’oasi marina di Santa Caterina che volevi visitare" "Ma volevo stare insieme a te durante le vacanze" dissi con rammarico. "Giulia, siamo appena arrivati, abbiamo 3 settimane per noi, sai quanto ci tenevo ad una battuta di pesca al marlin, se non ci vado domani non avrò più l’opportunità di farlo".
Se da una parte ero dispiaciuta, dall’altra visitare i dintorni di Guanabo, un paese situato nelle Playas del Este, le più famose spiagge dell’isola, mi avrebbe compensato del fatto di essere stata abbandonata dal maritino.
L’indomani fui svegliata alle sei del mattino dal trambusto che Paolo stava facendo per prepararsi alla battuta di pesca. Nel salutarmi mi disse che Manuel sarebbe passato a prendermi alle otto.
Mentre ancora stavo sognando fui svegliata da qualcuno che bussava alla porta, era la cameriera che portava la colazione che Paolo aveva ordinato per me. Dissi di entrare che la porta era aperta e ancora con gli occhi chiusi, quando sentii la porta aprirsi, le dissi di poggiare sul letto il vassoio e di scostare le tende della porta finestra.
"La signora comanda qualcos’altro?" Questa domanda, in perfetto italiano e non nello spagnolo del personale di servizio, mi fece sobbalzare ancor più del tono maschile della voce.
Era stato Manuel a parlare, come per magia si era materializzato nella camera e come vide il mio sguardo stranito si affrettò a dire: "Ciao, Giulia, mi sono permesso di sostituire la cameriera, sono già le otto e se vogliamo andare al PARCO NATURAL DEL RINCON DE GUANABO dobbiamo affrettarci. Dista circa 25 chilometri da qui".
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gi63capo,
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Caraibi 2
Impiegai qualche attimo per realizzare quello che mi stava dicendo, poi riuscii a metterlo a fuoco nel controluce della porta finestra della camera da cui penetrava il sole cubano.
Un languore mi prese nell’osservarlo: pantaloncini corti color cachi in stile militare, camicia bianca di un tessuto simile alla garza, calzettoni bianchi e scarponcini da trekking, portava i capelli sciolti e un berretto con visiera della locale università, era bellissimo.
"Ma tu non dormi mai? – gli chiesi – Sono appena le otto e io sono in vacanza". Proprio non mi andava di lasciare quel letto così accogliente e la fresca atmosfera della stanza immersa nell’aria condizionata. Ma lui era implacabile: "Le otto?, veramente io ho già fatto l’allenamento in piscina, prima di venire qui, cosa desideri per colazione?".
Stiracchiandomi senza ritegno di fronte a lui, gli chiesi una tazza di tè nero e una fetta di pane con marmellata di fragole. Armeggiò per un attimo e poi mi porse il vassoio appoggiandolo sul bordo del letto, sedendosi anche lui sul bordo.
Mi sorrideva, come solo può sorridere un ragazzo della sua età pieno di energie e di entusiasmo. "Ti ho portato degli abiti per l’escursione di oggi, sono di Teresa, penso che dovrebbero starti perfettamente, avete la stessa taglia, mi sembra". La cosa mi stupì, di solito gli uomini, compreso mio marito, non sanno la differenza tra una taglia e l’altra, una misura di reggiseno o di uno slip, Manuel sembrava avermi valutato con molta attenzione il giorno prima. Effettivamente Teresa era molto simile a me, stessa altezza, forse un po’ più seno, ma i fianchi e le gambe erano molto simili, non per niente Teresa era una bella ragazza!
In ogni caso rimasi infastidita al solo pensiero di indossare degli abiti di Teresa, anzi rimasi stupita che avesse acconsentito a prestarmeli, comunque non indagai oltre e mi gustai la colazione, servita da quell’ incredibile cameriere. Mentre mangiavo Manuel non mi perdeva d’occhio un istante, era bello mangiare con lui che ti serviva attento a soddisfare ogni richiesta. Poi fummo interrotti dal suono del telefono della camera, alla cornetta c’era Paolo che mi salutò: "Ciao tesoro, mi passi Manuel che abbiamo un problema con i permessi di pesca!"
Come diavolo faceva Paolo a sapere che Manuel era in camera da me, pensai alquanto irritata mentre porgevo la cornetta a Manuel. Mentre loro parlavano al telefono di autorizzazioni, permessi di pesca, moduli da presentare nella capitaneria di porto, continuavo a rimuginare sul fatto e alla fine giunsi alla conclusione che, conoscendo le mie abitudini, doveva essere stato Paolo a dire a Manuel di buttarmi giù dal letto se volevamo fare l’escursione.
In ogni caso la cosa mi dava fastidio e decisi di vederci chiaro, per cui visto che il mio cameriere era impegnato al telefono mi sporsi in avanti a prendere il bicchiere con il succo d’arancia e nel farlo lasciai scivolare il lenzuolo che mi copriva il seno.
Non feci nulla per trattenere il lembo di stoffa e con tutta la naturalezza possibile continuai a fare colazione a seno nudo come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. A Manuel, poggiando la cornetta del telefono, non era sfuggita la cosa, vidi indugiare il suo sguardo sul mio seno e subito sentii i capezzoli indurirsi, come se lo sguardo li avesse fisicamente accarezzati, rimasi turbata da quella sensazione e come una stupida liceale mi affrettai a ricoprirmi. Manuel si avvicinò, pensai che mi avrebbe baciata dopo quell’ invito malcelato, ma disse: "Attenta ti è caduta la marmellata nel letto" raccogliendo il piccolo contenitore di plastica e rimettendolo sul vassoio.
Irritata, gli chiesi: "E Teresa come mai non è con te?" Per un attimo non rispose, stupito da quella domanda e dal riferimento a Teresa. "La mattina va a scuola, ci vediamo sul tardi eventualmente". Mi pentii subito di quella domanda che rivelava il mio disagio e gli chiesi di voltarsi per permettermi di andare in bagno per prepararmi. Feci una doccia veloce e rientrai in camera con l’accappatoio . I vestiti di Teresa erano proprio della mia taglia e di gran gusto: un paio di short verde scuro e una t-shirt bianca, che indossai sopra il costume acquistato prima di partire. Raccolsi i capelli con un fermaglio elastico e allo specchio decisi che il risultato finale era passabile. Manuel fu soddisfatto che il tutto fosse di mio gradimento e mi porse un berretto simile al suo: "Il sole di Cuba non perdona" aggiunse.
La convertibile ci aspettava di fronte all’albergo e dopo essere saliti a bordo, Manuel si diresse velocemente, come solo sanno fare quelli del luogo alle prese con il traffico disordinato della capitale, verso la periferia.
"Dove mi stai portando?" gli domandai "È una sorpresa, Giulia, sono riuscito a farmi dare dal mio professore di botanica le chiavi della Grotta Majore, dove teniamo le colture del laboratorio genetico; so che sei una appassionata di fiori e sicuramente apprezzerai quello che ti mostrerò"
Non riuscivo a capire come Paolo avesse avuto il tempo, in pochi minuti, di raccontargli anche questi dettagli. Certo non immaginavo che lui e Manuel fossero in contatto via e-mail da un paio di mesi, durante i quali Paolo aveva avuto il tempo di organizzare tutto il nostro viaggio nei minimi dettagli comprese le fortuite coincidenze che mi sorprendevano sempre più.
Quando Manuel mi disse che eravamo arrivati, ci trovammo di fronte ad un cancello con la targa Università dell’Avana, botanica e genetica. "Vieni" mi disse aprendo il cancello.
Fatti pochi passi ci infilammo in un sentiero dove il profumo dei fiori ci raggiunse, era talmente intenso che rimasi stupita. Ci addentrammo e dopo un po’ il sole sparì alla nostra vista a causa dei rami degli alberi che formavano un soffitto vegetale molto fitto.
Manuel proseguiva con passo spedito, soffermandosi di tanto in tanto ad osservare alcuni innesti che portavano delle etichette di legno. "Fai attenzione ora dobbiamo scendere". Mi tese la mano per guidarmi e scendemmo alcuni scalini ricavati nella roccia, l’umidità era molto forte ma la vegetazione circostante attenuava in modo sensibile il calore dei raggi del sole. "Aspettami qui un attimo, poi ti aiuto a scendere". Aiutandosi con un corrimano in corda scese un piccolo dislivello roccioso, e poi mi invitò a fare lo stesso, mi sentii afferrata dalle sue mani che mi guidavano nella discesa, il mio corpo scorreva sul suo mentre mi calavo, per un attimo mi ricordai delle sensazioni che avevo provato la sera prima quando avevamo ballato insieme. Le sue mani percorrevano le mie gambe, i fianchi e mi ritrovai sul pavimento di roccia che costituiva una piattaforma con un foro di ingresso sul lato sinistro.
"Siamo quasi arrivati!" mi disse indicando una pozza d’acqua di mare trasparente. "Dobbiamo immergerci in acqua se vogliamo vedere la grotta, l’ingresso principale, dall’altra parte è ancora chiuso per via dei lavori di costruzione del nuovo montacarichi. Non aver paura si tratta di trattenere il respiro per pochi secondi, lasciamo gli abiti qui".
Manuel cominciò a spogliarsi e rapidamente restò in costume da bagno. Per un attimo restai rapita a guardare il suo corpo, la bellezza di un corpo scolpito dall’attività sportiva e dai vent’anni mi si parava davanti in tutta la sua energia e vigore. Sembrava quasi finto nella totale assenza di qualsiasi traccia di peluria, fatta eccezione per un delicato vello sotto le ascelle appena accennato. Provai uno strano languore allo stomaco ed un rimescolamento mentre mi spogliavo sotto il suo sguardo.
Terminata l’operazione mi parve di notare un cenno di approvazione quando rimasi in due pezzi, Oddio! Due pezzi, un paio ci centimetri di stoffa tenuti insieme da un paio di laccetti sui fianchi e sulla schiena degni più di un bordo piscina che in quella situazione.
Manuel si tuffò in acqua ed attese che lo raggiungessi, l’acqua era talmente trasparente che si poteva vedere distintamente il fondo ricoperto dalla flora acquatica lussureggiante dei carabi. Lo raggiunsi ed insieme percorremmo un paio di metri sotto il bordo della grotta.
Come spuntai dall’altra parte restai senza fiato, la caverna era molto vasta, ci si sarebbe potuta giocare tranquillamente una partita di basket, ma quello che mi colpiva era il pavimento letteralmente ricoperto di fiori, illuminato dalle lampade poste sul soffitto della grotta, dalla tonalità leggermente azzurra.
Tra i fiori, un sentiero attraversava tutta la grotta, si sentiva forte il profumo che emanavano misto ad un aroma di muschio. La temperatura era poco più di ventiquattro gradi tenuta costante dall’isolamento dovuto alla roccia scaldata in superficie dal sole.
"Sei la prima estranea che visita questa meraviglia da molto tempo, ma il professore non poteva rifiutarmi questo favore dopo tutto il lavoro che ho fatto per lui".
Sembrava un angolo di un mondo perduto, mi chinai sui fiori e solo allora notai quanto belli fossero, la flora di Cuba si caratterizza non solo per la varietà delle specie, bensì per il suo essere endemica, essere cioè esclusive dell’isola.
Nella formazione di questo mosaico ecologico di gran ricchezza e diversità hanno influito fattori come la temperatura, l’ umidità, le piogge, i venti, il tipo di suolo e il fatto di essere un’isola.
Diverse varietà del giglio della costa, ma soprattutto le orchidee attirarono la mia attenzione, molte di queste andavano ad alimentare l’Orchideario di Soroa tra L’Avana e Pinar del Rio.
Manuel mi portò in un angolo della grotta e mi fece vedere l’orchidea, frutto del suo lavoro, quella che avrebbe presentato con la sua tesi, era un fiore rosso e carnoso.
Il fiore delle Orchidee è costituito da sei tepali (nelle piante in cui non esiste la distinzione tra calice e corolla gli elementi che costituiscono il fiore sono detti: tepali). Secondo alcuni si tratta di tre petali e tre sepali (foglie modificate).
Il petalo basale unito ad uno stame forma il labello che ha un aspetto tipico a seconda dei generi in questo caso assumeva la forma del sesso di una donna. Si distinguevano le grandi labbra dalle quali prepotentemente usciva il prepuzio di un clitoride rosso fuoco dalla polpa vellutata.
Manuel sfiorò quel fiore come se accarezzasse il sesso di una donna, metteva nel movimento la stessa delicatezza e la stessa voluttà di un amante. "Come l’hai chiamata?" chiesi quasi sottovoce a due passi da lui. Non l’ho ancora deciso, ma ora che ti ho conosciuta stavo pensando di chiamarla Giulia. Cosa ne dici?". "Non mi pare adatto, forse Elisa, il mio secondo nome, sarebbe più appropriato". Nel dire queste parole lo fissai intensamente.
I nostri visi erano molto vicini, troppo vicini, sentivo il suo alito tiepido sulle mie labbra, volevo baciarlo, volevo mordere le sue labbra, volevo leccare la sua lingua, succhiarla, entrare dentro di lui, fu Manuel a risolvere la situazione: "Vieni ti faccio vedere le colture idroponiche" disse alzandosi e versando una cascata d’acqua gelata sulla mia libidine che stava montando.
Mi ritrovai di malavoglia a seguirlo e sorrisi dentro di me nel vederlo assorto nel suo ambiente come un ragazzino, quale mi apparve, che si diverte tra i suoi giocattoli. Era la prima volta dopo l’esperienza con Simone che provavo una forte attrazione fisica per un uomo, ero stupita della mia reazione, non avrei mai pensato di trovare così naturale il pensiero di tradire mio marito, anzi il pensiero di Paolo era l’ultima cosa che passava per la mia testa in quel momento.
Era proprio vero quello che diceva la mia amica Sara, quando si autogiustificava: l’unico modo per non cadere in tentazione è rifuggirle.
Ma le sorprese non erano finite, la mia attenzione fu richiamata da Manuel che mi invitava a seguirlo, attraversammo un cunicolo non molto alto che ci condusse ad una delle uscite della grotta. La forte luminosità che si intravedeva al termine del cunicolo si trasformò in uno spettacolo mozzafiato, un balcone di roccia sospeso sull’oceano come un’enorme finestra da cui la caverna prendeva aria. Il caldo ci avvolse e l’umidità delle goccioline delle onde che si infrangevano poco sotto ricoprì la nostra pelle. Era uno spettacolo da sogno. Rimasi a bocca aperta di fronte al mare che giocava a rincorrersi sino ai nostri piedi per poi esplodere nel fragore delle onde.
Manuel a fianco godeva del panorama come se fosse la prima volta che lo vedeva: "È meraviglioso vero? Io vengo qui a studiare ogni volta che mi è possibile". Lo fissai, il vento che proveniva dal mare gli scompigliava i capelli, sembrava il capitano di una nave mentre affronta il mare in tempesta, non resistetti oltre, mi sollevai leggermente sulla punta dei piedi e mi strinsi a lui che ricambiò l’abbraccio. Era bello sentire le sue braccia cingermi i fianchi, ma lui fraintese le mie intenzioni e con fare innocente disse: "Emoziona anche te, vero?" continuando a fissare l’orizzonte.
A quel punto se non ci fosse stato il precedente di Teresa avrei cominciato a nutrire seri dubbi sui gusti sessuali di Manuel. Di certo il mio amor proprio era sparso tra le onde e gli scogli sottostanti, per cui quando Manuel propose di rientrare in albergo ne fui quasi sollevata.
Quando rientrammo si erano fatte le tre del pomeriggio e rimanemmo d’accordo che ci saremmo sentiti telefonicamente per decidere il programma della serata.
Mi feci portare un paio di sandwich in camera e dopo mi immersi nella vasca decisa a non pensare ad altro che a rilassarmi. Mi svegliò Paolo mentre assopita ero ancora immersa nell’acqua: "Ciao amore, è stata una giornata favolosa, abbiamo fatto una battuta di pesca incredibile, e tu ti sei divertita?" Gli raccontai l’esperienza della mattinata, purgata ovviamente del lato emotivo, e lo invitai a condividere l’idromassaggio, volevo sentirlo, volevo sfogare su di lui le frustrazioni passate con Manuel, ma Paolo cortesemente declinò l’invito: "Faccio una doccia veloce, mi aspettano al porto per mettere a posto l’attrezzatura".
Mi sentii delusa, inappagata, presi la decisione di scoparmi il primo uomo che fosse entrato in camera, stavano giusto bussando alla porta, però quando entrò il vecchio cameriere del piano, che probabilmente aveva fatto la rivoluzione dei primi del 900, piano per ritirare il vassoio della colazione, tornai sulla mia decisione e sfinita mi assopii.
Paolo tornò dopo una ventina di minuti, l’appuntamento al porto era saltato, mi disse che aveva visto Manuel e che per quella sera ci aveva invitati a casa sua.
Anche lui si sentiva stanco dopo un giornata passata in barca e mi raggiunse a letto, si avvicinò e mi sfiorò il collo con un bacio, di spalle a me, mi pressò con dolcezza accarezzandomi i fianchi facendomi rabbrividire, finalmente si accorgeva che esistevo.
"Ti sei divertita questa mattina?" mentendo spudoratamente dissi: "È stata una cosa fantastica", descrivendogli tutto quello che di bello avevo visto. "Manuel è stato all’altezza del compito?" aggiunse. Sentivo che il contatto con il mio corpo cominciava a fare il suo effetto per cui lo stuzzicai: "È stato perfetto, non avrei potuto chiedere di meglio, grazie", aggiunsi sottolineando le ultime parole e aumentando la pressione sul suo inguine.
Di rimando sentii un fremito attraversare il suo corpo. "Ti è piaciuto?" insistette, "Oh! si è un amante fantastico, anche se è così giovane, sa come far felice una donna" e nel dire queste parole presi in mano il suo sesso che reagì alle mie parole con una violenta erezione. "Mi stai dicendo che avete fatto l’amore?" disse incredulo. "Non era questo che volevi? Me lo hai anche mandato in camera". E mentre dicevo queste cose lo guidai dentro di me, il suo calore mi avvolse, finalmente.
Paolo continuava ad interrogarmi ed io gli rispondevo a tono fantasticando le doti di Manuel, le dimensioni del suo sesso, la sua energia. Ad un certo punto mi accorsi di avere esagerato perché Paolo venne dentro di me con un sussulto, mi morsi le labbra per la delusione, quasi procurandomi del male, ma non dissi nulla e restai vicino a lui, ancora dentro di me, sentendo il suo respiro farsi pesante, si era addormentato e anch’io, vinta dalle emozioni della giornata, precipitai in un sonno agitato.
Fui svegliata dal rumore dell’acqua della doccia che scorreva, raggiunsi Paolo sotto la doccia e amorevolmente presi il sapone e gli massaggiai la schiena. Le mie mani percorrevano il suo corpo e lo sentii rabbrividire di piacere quando glielo presi in mano, stranamente era eccitatissimo nonostante avessimo fatto l’amore poco prima, pensai di recuperare l’occasione sfumata, ma lui fu lesto a comunicarmi che Manuel sarebbe passato tra poco a prenderci per la serata.
Non mi rendevo conto di nulla di quello che Paolo mi stava riservando: il suo finto orgasmo, l’astinenza sessuale prolungata, il suo incontro con Manuel nel pomeriggio per fare il punto della situazione ed avere i dettagli della mattinata trascorsa con me. Immaginate le risate di quei due che stavano giocando con i miei sensi in modo spudorato. Evidentemente la lezione di Simone non mi era stata sufficiente per immaginare quanto fosse abile Paolo a circuirmi.
Mente mi preparavo, Paolo mi guardava ammirando la civetteria con cui mi truccavo, e ad un certo punto mi disse tra il serioso e il divertito: "Sai non pensavo che saresti stata capace di andare con un altro senza che io fossi presente, devo preoccuparmi?" All’inizio quasi non capii, poi tentata di confessare la bugia di prima, con una risata decisi di tacere e guardandolo dritto negli occhi gli dissi: "Mi stai trascurando uomo, sai quanto posso essere pericolosa in questi casi, ricordati che la tigre che assapora la carne umana non può più farne a meno."
Lui ridendo aggiunse: "Ti piace la carne tenera dei bambini?" alludendo all’età di Manuel.
"Mi deve essere capitata una parte poco tenera, però! " conclusi strizzandogli l’occhio mentre mettevo il mascara e lo guardavo dallo specchio.
Il citofono squillò. Era il portiere che ci avvisava che Manuel ci attendeva alla reception.
Diedi un ultimo sguardo allo specchio, ero soddisfatta, il completo gonna e camicetta di seta di Baloon con le sue sfumature rosse, gialle e bianche s’intonavano all’azzurro del trucco e degli occhi e i capelli biondi sciolti facevano il resto, restituendomi la vista di una donna sensuale pur se decisamente inappagata.
Come spesso avviene le disgrazie non vengono mai da sole e nel mio caso la disgrazia aveva il nome di Teresa, seduta in macchina a fianco di Manuel, non meno radiosa di me in un abitino bianco di garza leggera con i capelli neri ebano ad incorniciare quel musetto da Lolita impenitente.
Mentre Manuel avviava il motore, Teresa si sporse in ginocchio sul sedile per salutare me e per scoccare un bacio sulla guancia di Paolo, rimasi irritata dal calore con cui Paolo ricambiò il saluto. Al colmo dell’irritazione pensai che Teresa aveva solo 3 anni più di nostro figlio, ma dubitavo fortemente dell’istinto paterno di mio marito nei confronti di quella smorfiosa sgualdrinella.
Dopo baci ed abbracci, finalmente Manuel avviò lauto, mentre Teresa continuava a stare in ginocchio sul sedile sporgendosi pericolosamente dalla parte di Paolo ogni volta che la macchina accelerava e la cretina lanciava un urletto che destava l’ilarità di mio marito.
Quanto possono essere stupidi gli uomini quando la pollastrella di turno gli sventola la sua disponibilità sul viso, perché Teresa ci stava decisamente provando ed in modo anche sfacciato, tirando a sé Paolo e raccontandogli chissà quale baggianata all’orecchio e scoppiando a ridere prima ancora di vedere se il suo interlocutore trovava la cosa spiritosa.
Attraversammo tutta l’Avana vecchia e un pezzo del lungomare prima di arrivare nella periferia dove c’erano alcune case sparse che conservavano intatto il fascino delle costruzioni a due piani, con la terrazza e col tetto fatto di canne. La casa di Manuel stava su una collina dalla quale si vedeva tutta la città e il panorama era bellissimo, fatto di mare, di case colorate, di una folta vegetazione multicolore e del cielo che di sera assume le tinte calde di un quadro ad olio.
Manuel ci fece strada e arrivati sulla terrazza la vista che ci si presentò era di quelle mozzafiato: il sole al tramonto si rifletteva sul mare, si sentiva chiaro il profumo dei fiori e una leggera brezza mitigava l’umidità sempre presente. Restammo tutti e quattro in silenzio ad osservare quello spettacolo naturale. Il primo a riprendersi fu Manuel che propose di bere qualcosa. Il gusto del Mojihto che ci portò era molto fruttato e solo il pizzicore alla lingua rivelava la forte presenza dell’immancabile rum, ma questo era di ottima qualità, decisamente differente da quello dozzinale che servivano nei locali, anzi il gusto leggermente asprigno era decisamente gradevole.
Teresa, che dimostrava molta familiarità con la casa, accese l’impianto stereo e la melodia di un chitarrista emerse come per magia dai bordi del terrazzo diffondendo la musica in sottofondo, lei si mise a danzare in modo molto sensuale ad occhi chiusi, lasciandosi guidare dalla musica. Teresa aveva un modo di muoversi e danzare veramente elegante, frutto di anni di danza; aveva l’incedere classico di chi è abituato a muovere il proprio corpo seguendo le note, le spalle si muovevano indipendentemente dal resto del corpo, i fianchi roteavano, si flettevano imprimendo al busto una rotazione che veniva accentuata o rallentata dalla posizione delle braccia, lunghe e flessuose.
La sua danza aveva catturato l’attenzione di tutti, ognuno di noi provava un piccolo sentimento di invidia nei suoi confronti per la sua capacità di seguire l’armonia della musica. Ad un certo momento si avvicinò a Paolo e lo trascinò verso di lei, mettendolo al centro della sua danza come totem sacro. Paolo, catturato dalla magia di quella danza, non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di Teresa, poi si diresse verso Manuel e gli cinse il collo con quelle braccia lunghe e flessuose terminando il movimento in un abbraccio che l’avvolse, con un gamba sollevata a cingergli i fianchi.
Teresa ci aveva conquistati, giovane vestale che danzava in onore dei suoi dei, e quando venne dalla mia parte la seguii, trascinata dalle sue mani. Sentivo il calore che emanava il suo corpo, i suoi occhi neri come la notte si perdevano nei miei, sentivo il battito del cuore che accelerava e la testa leggermente persa nella vertigine che la rotazione del suo corpo mi trasmetteva. Le sue mani sfioravano il mio corpo, poi prendevano il mio viso e lo tiravano a se, quando al termine della musica avvicinò le sue labbra alla mia bocca trovai naturale assaporarle.
Dio mio, come erano morbide, profumate, dolci, come intontita piegai leggermente il capo per gustare profondamente quella sensazione, fu allora che sentii la lingua di Teresa, sottile, agile, nervosa, morbida come solo la lingua di una donna può essere, si allargava sul mio palato, mi massaggiava dall’interno le guance, poi sentii le mani di Teresa che scivolavano sotto la leggera seta della camicetta che afferravano i miei seni e i suoi denti che mordevano le mie labbra sino a quasi farle sanguinare.
Mi staccai da lei con violenza e per un attimo barcollai, poi la fissai dritta negli occhi sembravano quelli di una fiera a cui hanno sottratto la preda, poi mi sorrise, si avvicinò e mi sussurrò: "Scusami, quando ballo perdo la testa". Fui solo in grado di annuire "Me ne sono accorta", ricambiando il sorriso.
Quando ci voltammo verso gli uomini li trovammo con una espressione di stupore stampata in viso per lo spettacolo cui avevano assistito. Teresa fu rapida a commentare: "Piaciuto lo spettacolo?", accompagnando le parole con un inchino che strappò gli applausi di Paolo e Manuel.
Improvvisamente l’ostilità verso Teresa era svanita ed anche il suo atteggiamento non era quello di sfrontata provocazione manifestato nel primo incontro.
Manuel sparì in cucina e tornò con un carrello in cui facevano bella mostra frutti di mare, delle deliziose aragoste e i Camarones (i tipici e gustosi gamberi cubani). Non aspettammo il suo invito e gustammo quella cena improvvisata, questa volta non c’era il mojihto ma la Cerveza Espezial fatta con una lattina di birra, due cucchiaini di zucchero, tre cucchiai di succo di ananas (o d’arancia, pompelmo, mandarino ecc.), un cucchiaio di rum invecchiato tre o sette anni, due o tre cubetti di ghiaccio.
Il discreto contenuto alcolico di questa bevanda e la facilità con cui si gusta ebbe un deciso effetto sull’umore dei convitati. Decisamente su di giri, finimmo stesi sul divano a bere un forte caffè e a gustare, comprese le signore, dei sigari havana di prima qualità dal gusto fortemente aromatico.
Teresa si alzò e mise sul lettore di cd un disco di criolla. Sin dalle prime note cercai di capire se fosse vero quello che avevo letto da qualche parte, e cioè che la musica criolla si nutre di elementi africani, europei e anche nordamericani, ed è caratterizzata da forme quali la contro-danza, il son, il bolero cubano, la conga e la celebre rumba.
Si liberò dei sandali e si lanciò in un ballo frenetico e sensuale. Pareva nuovamente in trance, Manuel abbassò le luci ma lasciò che una lampada multicolore la illuminasse.
Era bellissima, ben presto si liberò anche dell’abito di garza e rimase solo con un minuscolo tanga nero che poco nascondeva del suo corpo di splendida diciassettenne. Seguiva il ritmo della musica iniziando un lieve ondeggiare del corpo che si trasmetteva dalla testa ai piedi, i lunghi capelli neri le coprivano e scoprivano i seni sodi con la punta dolce e tonda e leggermente conica della donna ancora bambina.
Ero ipnotizzata dalla sua figura che danzava per noi e quando con un gesto della mano mi invitò a raggiungerla non fu necessario insistere. In piedi di fronte a me attendeva qualcosa fissandomi, capii che desiderava che mi liberassi degli abiti, slacciai la camicetta e lei slacciò l’unico bottone della gonna che scivolò ai miei piedi. Le sue mani seguirono il contorno dei miei fianchi, sollevai le braccia e lei risalì poggiando le sue mani sui miei seni nudi, rabbrividii e mi avvicinai al suo corpo, sentivo la punta del suo seno carezzare dolcemente i miei capezzoli che si erano fatti turgidi e sensibili. Com’era dolce il contatto con i suoi seni, aumentai la pressione e sentii la loro morbida carezza allargare l’area di contatto mentre le sue mani percorrevano la mia schiena costringendomi ad inarcarla per godere appieno della carezza.
Poi fu la volta di Manuel ad essere invitato al centro di quel fascio di luce che illuminava quella strana compagnia, anche lui si liberò degli abiti e rimase con un ridottissimo perizoma che a stento nascondeva l’emozione della situazione, io stavo tra Teresa e Manuel e quando lei lo abbracciò mi trovai stretta tra i loro corpi, sentivo il sesso di Manuel pulsare dietro di me. Le sue mani risalivano dai fianchi per approdare ai miei seni cominciando ad accarezzarli, mentre la punta scorreva tra le sue dita a v, procurandomi un piacere fortissimo.
A quel punto sentii Teresa che slacciava i piccoli fiocchi che reggevano le mie mutandine, che lentamente caddero ai miei piedi. Si chinò tra le mie gambe e mentre affondava la lingua nel mio inguine abbassava gli slip di Manuel liberando il suo desiderio compresso dalla stoffa. Teresa continuò ad affondare il suo viso tra le mie cosce e facendolo mi costringeva ad accentuare l’angolo del bacino, poi attraverso le mie gambe infilò una mano e prese il sesso di Manuel guidandolo con l’altra mano dentro il mio corpo.
Ero talmente bagnata che non offrii la minima resistenza alla sua invadenza, scivolò dentro di me e lo sentii riempirmi tutta, rabbrividendo di piacere nell’incrociare lo sguardo di Paolo che seguiva la scena ancora seduto nel divano. Fu in quel momento che capii che tutto quello che mi stava accadendo era frutto della sua mente e gliene fui grata, fu giusto un attimo perché i colpi di Manuel mi facevano sussultare spostando la testa di Teresa che con le labbra incollate alle mie grandi mi tormentava senza respiro, vedevo la sua testa ondeggiare al ritmo del suo compagno e ogni tanto ricevere in bocca il suo sesso quando Manuel smetteva di torturarmi.
Teresa era in ginocchio tra le mie gambe ed a un certo punto spostò il sesso di Manuel e lo indirizzò sul fiore di carne tra le mie natiche, aiutando il suo incedere con la saliva.
Ebbi un lieve sussulto quando Manuel superò i due anelli che lo separavano dall’interno della mia pancia. A quel punto Teresa prese Paolo e lo condusse sotto la luce che illuminava la sua mogliettina che gemeva sotto la monta del giovane cubano, la vidi slacciare i jeans di Paolo e abbassargli contemporaneamente gli slip. Il suo membro ebbe un sobbalzo quando si liberò dell’elastico degli slip, ma Teresa fu rapida ad afferrarlo e a farlo sparire tra le sue labbra. La sua invadenza mi diede fastidio, però considerando quello che mi stava facendo il suo uomo alla fine la giustificai.
Teresa stese un tappeto sul pavimento e su di esso fece stendere Paolo, poi mi liberò dalla stretta di Manuel e mi fece inginocchiare sul sesso di Paolo, non capivo il motivo della sua azione, ma fu solo un attimo e Manuel mi raggiunse di nuovo alle spalle, Teresa costrinse la mia schiena a flettersi su Paolo per accogliere anche lui. Essendo quella via già usata non provai molto dolore, ma comunque due lacrime caddero sul viso di Paolo che mi guardò un po’ allarmato.
In quella situazione di precario equilibrio, Paolo aveva poco spazio per muoversi pressato dal mio peso e da quello di Manuel, cercava di rifarsi con le mani che si agitavano sui miei fianchi, mentre le nostre bocche e le nostre lingue tentavano un contatto che i colpi di Manuel ogni tanto interrompevano. Paolo stava godendo sui movimenti del sesso di Manuel che era a stretto contatto del suo. Io facevo solo da tramite al loro piacere, per un attimo mi sentii usata da quei due maschi che si procuravano piacere a vicenda.
Teresa nel frattempo era dietro di noi dedicandoci equamente le sue attenzioni: ora infilando una mano tra me e Paolo accarezzandomi il clitoride, ora premendo le labbra sull’ano di Manuel che solleticava con la punta della sua morbida lingua, o estraendo il suo sesso da me per succhiarlo avidamente per alcuni secondi e poi guidarlo ancora dentro le mie viscere.
Vedevo Paolo attraverso il dondolio impresso al mio corpo da Manuel, con lo sguardo annebbiato dal piacere che stavo provando e dall’effetto dell’alcol contenuto nella Cerveza Espezial, poi percepii dalle contrazioni del suo sesso che stava raggiungendo l’apice del piacere. Tentava di prolungare l’atto, ma il sesso di Manuel implacabile non accennava a rallentare la sua azione, mi chinai sulla sua bocca e, seguendo gli insegnamenti di Simone, gli tolsi il respiro per aumentare il suo godimento.
Lo vedevo soffocare ma tenni la mia bocca sulla sua sino a quando non avvertii l’ultima contrazione del suo sesso dentro di me, solo allora mi spostai e lui prese fiato con la stessa violenza del nuotatore che risale in superficie dopo una profonda apnea.
Lo sentii fuoriuscire dal mio corpo non avendo più il turgore per resistere alla pressione esercitata dal sesso di Manuel. Sentivo l’orgasmo impadronirsi di me ma lo ricacciai indietro con la forza della volontà, non era ancora il momento di cedere al piacere che stavo provando, avevo imparato che questo momento era quello in cui l’uomo è più vulnerabile, soddisfatto il suo piacere vorrebbe sottrarsi, ritirarsi ma mi sentivo implacabile. Ancora una volta si era preso gioco di me e per quanto grande fosse il piacere di cui mi aveva reso partecipe meritava una punizione, anzi forse solo quella punizione poteva appagarlo completamente.
Strofinando il mio sesso sul suo pene senza vita, imbrattato dei miei e dei suoi umori, gli trasmettevo il movimento e i sussulti di Manuel, sorridendogli godevo su di lui, non mi facevo alcuna remora di tacere i suoni che provenivano dalla mia gola scossa dal piacere, lo baciavo in modo lascivo, gli succhiavo il mento, baciavo avidamente con la bocca spalancata il suo collo e mi impadronivo della sua lingua succhiandola come se fosse il pene di Manuel.
Poi sentii le dita della mano di Teresa che si impadronivano del mio sesso: una, due, tre, ed infine fui penetrata da tutta la sua mano, tanto che il sesso di Manuel non riusciva più ad entrare. Teresa con la mano dentro il mio corpo accompagnava il movimento dell’altra sua mano che mi tormentava il clitoride. Sentivo la punta delle sue dita che esploravano tutto il mio sesso e quando raggiunsero il fondo non seppi più resistere a quel dolce supplizio.
Scossa dall’orgasmo, sentivo la vagina contrarsi per espellere quella mano , ma lei la teneva ben salda accarezzandomi tutte le pareti mentre il suo polso sottile e delicato ruotava accompagnando il movimento dei miei fianchi.
Crollai sul ventre di Paolo scossa da quelle sensazioni e provai una violenta fitta di piacere quando Teresa tolse la mano da dentro il mio corpo.
Paolo rimase immobile per un tempo che mi parve infinito, incapace di strapparmi da quel torpore. Furono Teresa e Manuel che dolcemente mi sollevarono e mi poggiarono sul cuscino del dondolo.
Avvertii la presenza di Paolo che si sedeva e dolcemente mi prendeva la testa poggiandola sul suo grembo, passando una mano sul mio viso e tra i miei capelli in un atto di amore che mi tranquillizzò e, vinta dalle emozioni, mi assopii.
Quando ripresi conoscenza, mi sollevai dal dondolo e vidi Manuel e Teresa abbracciati sul divano sul quale probabilmente avevano placato l’eccitazione che ci aveva coinvolti in quello strano baccanale fatto di sesso, alcol e cibo. Il mio sguardo incrociò quello di Teresa che disse: "Ciao Muchacha, ti sei divertita?", le sorrisi facendo segno di sì e pensando che avevamo ancora tre settimane di vacanza davanti a noi pensai: "Questo è solo l’inizio, mia piccola jinetera".
Poi mi strinsi a Paolo e baciandolo gli dissi: "Sei il solito bastardo, ora però mi racconti tutto!"
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gi63capo,
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il caffè
lui ( 03 Ott 14:23 ) : bevi il caffé con me ?
Io ( 03 Ott 14:25 ) : volentieri..
lui ( 03 Ott 14:25 ) : hai pranzato ? qualche maschietto ti ha offerto anche quello ?
Io ( 03 Ott 14:31 ) : ho la mensa...
lui ( 03 Ott 14:29 ) : aahhh..
Io ( 03 Ott 14:31 ) : non mi devo prostituire x il pranzo
lui ( 03 Ott 14:29 ) : spero tu non debba farlo per nessun motivo..
lui ( 03 Ott 14:29 ) : se non per tuo gusto personale..
Io ( 03 Ott 14:33 ) : ovviamente.. anche se dobbiamo farlo un po tutti...
Io ( 03 Ott 14:33 ) : non sono poi tanto convinta che il lavoro nobiliti l'uomo...
Io ( 03 Ott 14:33 ) : probabilmente lo fa anche schiavo
lui ( 03 Ott 14:32 ) : c'é chi nei panni di uno schiavo/a si sente a proprio agio..
Io ( 03 Ott 14:35 ) : sono gusti...
Io ( 03 Ott 14:35 ) : poi dipende se lo sei realmente o reciti la parte.
lui ( 03 Ott 14:33 ) : sorrido..
Io ( 03 Ott 14:37 ) : non sei d'accordo
Io ( 03 Ott 14:38 ) : ?
lui ( 03 Ott 14:37 ) : si certo che sono d'accordo..
lui ( 03 Ott 14:37 ) : sono curioso di sapere come sei vestita.. posso ?
Io ( 03 Ott 14:40 ) : pantalone e camicetta
Io ( 03 Ott 14:42 ) : va bene?
lui ( 03 Ott 14:42 ) : beh non so dipende da che giornata ti aspettavi di avere..
Io ( 03 Ott 14:47 ) : capirai.. in ufficio
Io ( 03 Ott 14:47 ) : dipende molto dal portamento el'atteggiamento..
Io ( 03 Ott 14:48 ) : non solo dagli indumenti
lui ( 03 Ott 14:46 ) : verissimo.. allora aggiusto la domanda.. che atteggiamento hai oggi Sara ?
Io ( 03 Ott 14:51 ) : serio...
Io ( 03 Ott 14:51 ) : no?
Io ( 03 Ott 14:53 ) : boh...
Io ( 03 Ott 14:54 ) : nel senso che non mi va di fare tanto l'oca con i colleghi
Io ( 03 Ott 14:54 ) : anche se sarebbe divertente
lui ( 03 Ott 14:53 ) : mi piaceva solo l'idea di poterti immaginare ora.. davvero come sei oggi.. come se fossi uno di quelli che puo' passare lì da te e dirti .. caffé ?
Io ( 03 Ott 14:57 ) : beh potrei posare um mucchio di fogli sul tavolo
Io ( 03 Ott 14:57 ) : e dire perchè no!!
Io ( 03 Ott 14:57 ) : sistemarmi i capelli
Io ( 03 Ott 14:57 ) : ed alzarmi
Io ( 03 Ott 14:58 ) : passandoti vicino
lui ( 03 Ott 14:56 ) : interessante..
Io ( 03 Ott 14:58 ) : sorridere mentre nel superararti ti appoggio una mano sulla spalla.. tanto per stabilire un po di contatto
Io ( 03 Ott 14:58 ) : fisico
Io ( 03 Ott 14:59 ) : e poi avviarmi verso l'area ristoro ancheggiando appena davanti ate
lui ( 03 Ott 14:56 ) : fammi ricordare.. quanto sei alta ?
Io ( 03 Ott 14:59 ) : 170
lui ( 03 Ott 14:57 ) : hai un po' di tacco oggi ?
Io ( 03 Ott 14:59 ) : si
Io ( 03 Ott 14:59 ) : 7
lui ( 03 Ott 14:57 ) : perfetto.. siamo quasi pari..
lui ( 03 Ott 14:58 ) : ma i pantaloni sono fascianti ?
Io ( 03 Ott 15:01 ) : si non strettissimi
lui ( 03 Ott 14:59 ) : colore ?
Io ( 03 Ott 15:02 ) : grigi
Io ( 03 Ott 15:03 ) : camicetta bianca
Io ( 03 Ott 15:05 ) : che fai mentre camminiamo per il corridoio??
lui ( 03 Ott 15:03 ) : non li senti i miei occhi addosso ?
Io ( 03 Ott 15:05 ) : dici battute sceme? o ti limiti a guardarmi il culo?
lui ( 03 Ott 15:03 ) : ti guardo tutta..
lui ( 03 Ott 15:03 ) : anche il culo..
Io ( 03 Ott 15:06 ) : poi?
lui ( 03 Ott 15:04 ) : e tu a cosa pensi ?
Io ( 03 Ott 15:07 ) : sto valutando se limitarmi al caffè o giocare un pò con te..
lui ( 03 Ott 15:06 ) : 'giocare' ?
Io ( 03 Ott 15:08 ) : se stuzzicarti un po
Io ( 03 Ott 15:09 ) : essere simpatica ed espansiva o meno
lui ( 03 Ott 15:07 ) : mmhhh.. e da cosa potrebbe dipendere Sara ?
Io ( 03 Ott 15:12 ) : senz'altro dal mio umore, forse da come mi guardi...
Io ( 03 Ott 15:13 ) : da una tua battuta
lui ( 03 Ott 15:10 ) : infilo la chiavetta e ti chiedo cosa desideri Sara..
Io ( 03 Ott 15:14 ) : un caffe machhiato , sorrido e appoggio una spalla al distributore delle bibite
Io ( 03 Ott 15:14 ) : ti guardo armeggiare ...
lui ( 03 Ott 15:12 ) : quando la bibita è pronta ti chini tu.. o ti prendo io il bicchiere ?
Io ( 03 Ott 15:15 ) : tu
lui ( 03 Ott 15:13 ) : piego le ginocchia e da sotto .. ti sporgo il bicchiere caldo guardandoti negli occhi.. è pronto.. Sara..
lui ( 03 Ott 15:14 ) : attenta che scotta..
Io ( 03 Ott 15:17 ) : lo prendo con una mano il bicchiere l'altra intorno alla tua
lui ( 03 Ott 15:15 ) : hai lo smalto sulle unghie ?
Io ( 03 Ott 15:18 ) : si rosso cupo
Io ( 03 Ott 15:18 ) : ma non sono lunghe
lui ( 03 Ott 15:16 ) : non rammaricarti.. a me interessa immaginare come sei..
lui ( 03 Ott 15:16 ) : davvero..
lui ( 03 Ott 15:16 ) : rosso cupo..
lui ( 03 Ott 15:16 ) : mi piace..
Io ( 03 Ott 15:20 ) : era per dirti che non ho unghie costruite etc...
lui ( 03 Ott 15:18 ) : meglio.. sono le tue naturali..
lui ( 03 Ott 15:18 ) : non amo le cose artificiose..
Io ( 03 Ott 15:21 ) : neanche io
lui ( 03 Ott 15:19 ) : beh io non ho le unghie finte sai ?..
lui ( 03 Ott 15:19 ) :
Io ( 03 Ott 15:22 ) : non saresti il primo uomo che va in giro truccato...
lui ( 03 Ott 15:20 ) : beh mettiti il cuore in pace..
lui ( 03 Ott 15:20 ) : non uso trucco..
lui ( 03 Ott 15:20 ) : sorrido..
Io ( 03 Ott 15:23 ) : meno male
Io ( 03 Ott 15:23 ) : sono di aperte vedute.... ma anche all'antica
lui ( 03 Ott 15:21 ) : l'uomo.. che sia uomo..
lui ( 03 Ott 15:21 ) : no ?
Io ( 03 Ott 15:24 ) : senza equivoci e senza neanche ipocrisie
Io ( 03 Ott 15:24 ) : esatto
Io ( 03 Ott 15:24 ) : comunque.. il caffè?? si fredda
lui ( 03 Ott 15:23 ) : e tu bevilo no ?..
lui ( 03 Ott 15:23 ) : mi piace guardarti..
lui ( 03 Ott 15:24 ) : attenta alla schiuma sul naso..
Io ( 03 Ott 15:28 ) : armeggio con la palettina, raccolgo l'ultimo residuo di zucchero e le lecco voluttuosa
lui ( 03 Ott 15:26 ) : mmhhh..
lui ( 03 Ott 15:26 ) : che lingua saettante..
Io ( 03 Ott 15:29 ) : non sono una lucertola....
lui ( 03 Ott 15:27 ) : no non hai l'aspetto di una lucertola.. anzi..
Io ( 03 Ott 15:30 ) : giocherello con la punta della paletta sulla labbra
lui ( 03 Ott 15:27 ) : sei decisamente molto piu' carina..
lui ( 03 Ott 15:28 ) : ed intrigante Sara..
Io ( 03 Ott 15:30 ) : grazzzzzie
Io ( 03 Ott 15:30 ) : rispetto ad un rettile
lui ( 03 Ott 15:28 ) : se sapevo che la schiuma ti fa quest'effetto prendevo un macchiato anch'io..
Io ( 03 Ott 15:31 ) : tu che fai.. bevi o dici cose simpatiche...
Io ( 03 Ott 15:32 ) : provi a farmi ridere?
Io ( 03 Ott 15:32 ) : ti guardi intorno
Io ( 03 Ott 15:32 ) : ?
lui ( 03 Ott 15:29 ) : stai già sorridendo..
lui ( 03 Ott 15:30 ) : e mi piace moltissimo vedertelo fare..
lui ( 03 Ott 15:30 ) : finisco il mio ristretto amaro..
lui ( 03 Ott 15:30 ) : e butto il bicchiere..
lui ( 03 Ott 15:30 ) : io non avevo la palettina..
Io ( 03 Ott 15:34 ) : poi?
lui ( 03 Ott 15:33 ) : poi mi giro e ti gardo fissa negli occhi.. e ti dico.. tu hai voglia di rientrare a lavorare ?
Io ( 03 Ott 15:37 ) : no adesso proprio no...
Io ( 03 Ott 15:37 ) : e che vorresti fare?
lui ( 03 Ott 15:37 ) : io sono nuovo qui.. tu hai qualche idea ? non possiamo 'imboscarci' in qualche modo ? archivio ? magazzino ? parco ?
Io ( 03 Ott 15:42 ) : si potrebbe uscire...
Io ( 03 Ott 15:42 ) : ma che hai in mente??
lui ( 03 Ott 15:39 ) : poi vediamo.. uscire dove ?
Io ( 03 Ott 15:42 ) : vuoi parlarmi in privato?
lui ( 03 Ott 15:40 ) : si..
Io ( 03 Ott 15:43 ) : c'è l'archivio al seminterrato, non ci va mai nessuno...
Io ( 03 Ott 15:44 ) : se vuoi scendiamo un'attimo
lui ( 03 Ott 15:41 ) : volentieri.. fammi strada Sara..
Io ( 03 Ott 15:45 ) : ok..ascensore..corridoio.destra..sinistra
Io ( 03 Ott 15:45 ) : porta,
lui ( 03 Ott 15:43 ) : bisogna lasciar detto che siamo dentro ?
Io ( 03 Ott 15:46 ) : prima di entrare ti guardo per capire le tue intezioni...
Io ( 03 Ott 15:46 ) : entriamo accosto la porta con fare furtivo
Io ( 03 Ott 15:46 ) : non accendo la luce
lui ( 03 Ott 15:44 ) : non si vede nulla.. ci ammazziamo cosi'..
Io ( 03 Ott 15:47 ) : c'è odore di polvere, leggermente umido di muffa, l'aria è un po' pesante ma è tiepida
Io ( 03 Ott 15:47 ) : si vede abbastanza...
Io ( 03 Ott 15:48 ) : allora dimmi! cosa c'è?
lui ( 03 Ott 15:46 ) : avvicinati.. non posso urlare..
lui ( 03 Ott 15:47 ) : voglio che tu sappia una cosa..
Io ( 03 Ott 15:49 ) : cioè?
lui ( 03 Ott 15:47 ) : mi fai uno strano effetto quando mi sei vicina..
Io ( 03 Ott 15:50 ) : non capisco..
Io ( 03 Ott 15:50 ) : spiegami
Io ( 03 Ott 15:50 ) : ho fatto qualcosa di male??
Io ( 03 Ott 15:50 ) : sono stata indiscreta
Io ( 03 Ott 15:50 ) : ?
lui ( 03 Ott 15:48 ) : Sara.. mi ecciti...
lui ( 03 Ott 15:48 ) : non capisco cosa mi succeda..
lui ( 03 Ott 15:48 ) : mi gira persino la testa..
lui ( 03 Ott 15:49 ) : non riuscivo piu' a tacere..
lui ( 03 Ott 15:50 ) : che forse mi farebbe anche bene..
Io ( 03 Ott 15:52 ) : arrosisco
lui ( 03 Ott 15:50 ) :
lui ( 03 Ott 15:50 ) : nella penombra non si vede..
Io ( 03 Ott 15:53 ) : però le mie guance bruciano
Io ( 03 Ott 15:53 ) : ti poggio le mani sulle spalle...
Io ( 03 Ott 15:54 ) : ti dico non è una brutta cosa... francamente non avevo capito
lui ( 03 Ott 15:51 ) : ho cercato di non mandare molti segnali.. ti ho vista disinteressata ai colleghi maschi..
lui ( 03 Ott 15:52 ) : avevo persino pensato ti piacessero le donne..
lui ( 03 Ott 15:52 ) : o è cosi' ?
Io ( 03 Ott 15:56 ) : ...ma che dici...beh ....lascia stare
Io ( 03 Ott 15:56 ) : non avevo capito il tuo interesse...
Io ( 03 Ott 15:57 ) : è tanto che ...
lui ( 03 Ott 15:54 ) : ce ne andiamo ?
Io ( 03 Ott 15:57 ) : no adesso mi spieghi..
Io ( 03 Ott 15:57 ) : tanto qui non ci trova nessuno
Io ( 03 Ott 15:59 ) : cosa vorresti da me?
Io ( 03 Ott 15:59 ) : come mi dovrei comportare?
Io ( 03 Ott 16:00 ) : intanto mi metto seduta sul bordo di una scrivania...
lui ( 03 Ott 15:56 ) : ???
lui ( 03 Ott 15:57 ) : sssttt.. troppe domande..
lui ( 03 Ott 15:58 ) : ti metto una mano sulla nuca.. una sul fianco.. mi avvicino e fissandoti negli occhi ti bacio appena..
lui ( 03 Ott 15:58 ) : ora dimmi che effetto ti fa..
Io ( 03 Ott 16:02 ) : sono un po' rigida ma non oppongo resistenza...
Io ( 03 Ott 16:02 ) : sento caldo
Io ( 03 Ott 16:02 ) : ma non ti abbraccio rimango per un po sospesa
lui ( 03 Ott 16:00 ) : adesso mi stacco appena..
lui ( 03 Ott 16:00 ) : rimango a pochi cm dalle tue labbra..
lui ( 03 Ott 16:00 ) : e ti dico..
Io ( 03 Ott 16:04 ) : mentalmente sono perplessa.
Io ( 03 Ott 16:04 ) : le braccia mi scendono lungo i fianchi
Io ( 03 Ott 16:04 ) : poi d'improvviso i miei capezzoli mi fanno capire che mi è piaciuto..
Io ( 03 Ott 16:05 ) : una reazione rapida eintensa
lui ( 03 Ott 16:00 ) : 'avevi ragione quella schiuma era buonissima'..
lui ( 03 Ott 16:03 ) : una sorpresa..
Io ( 03 Ott 16:06 ) : si sentiva ancora lo zucchero attaccato alle labbra?
lui ( 03 Ott 16:03 ) : appena si..
lui ( 03 Ott 16:04 ) : ma fammi riprovare..
lui ( 03 Ott 16:04 ) : magari ce l'hai sulla lingua..
Io ( 03 Ott 16:06 ) : ma...
lui ( 03 Ott 16:04 ) : ma ?
lui ( 03 Ott 16:05 ) : dimmi Sara..
Io ( 03 Ott 16:08 ) : magari se inveci di parlarmi mi tappi la bocca con la tua lingua...
Io ( 03 Ott 16:08 ) :
lui ( 03 Ott 16:05 ) : e poi lasciami trovare lo zucchero..
lui ( 03 Ott 16:07 ) : cercavo di essere umano e non animale..
lui ( 03 Ott 16:07 ) : almeno non subito..
lui ( 03 Ott 16:07 ) :
Io ( 03 Ott 16:11 ) : un bacio non è mai da animali....
Io ( 03 Ott 16:12 ) : è comunque un bacio delicato
Io ( 03 Ott 16:12 ) : vero
Io ( 03 Ott 16:12 ) : le labbra appena dischiuse
lui ( 03 Ott 16:10 ) : non è delicato se la mia lingua fa la prepotente dentro la tua bocca Sara..
Io ( 03 Ott 16:13 ) : le lingue a contatto ma non attorcigliate
lui ( 03 Ott 16:11 ) : questo non vuol dire che non possa essere gradevole e gradito..
Io ( 03 Ott 16:13 ) : non oppongo resistenza...
lui ( 03 Ott 16:11 ) : bisogna solo ricevere qualche segnale..
lui ( 03 Ott 16:11 ) : e allora tutto diventa possibile..
lui ( 03 Ott 16:12 ) :
Io ( 03 Ott 16:14 ) : non mi ritraggo e rimango aguardarti, ho un leggero imbarazzo
Io ( 03 Ott 16:15 ) : mal'ambiente chiuso tutto sommato mi da sicurezza, è intimo
lui ( 03 Ott 16:13 ) : adesso ho caldo anch'io..
lui ( 03 Ott 16:13 ) : qui dentro manca un po' l'aria..
Io ( 03 Ott 16:16 ) : scigli la cravatta
lui ( 03 Ott 16:13 ) : si senno' muoio..
Io ( 03 Ott 16:16 ) : anch'io ho un pò di affanno
lui ( 03 Ott 16:14 ) : sbottono un po' anche la tua camicetta allora..
lui ( 03 Ott 16:14 ) : cosi' prendi aria..
Io ( 03 Ott 16:17 ) : ti guardo mentre ti lascio fare,
Io ( 03 Ott 16:18 ) : fino a dove apri?
lui ( 03 Ott 16:16 ) : mi fermi tu.. ol a sbottono tutta ?
Io ( 03 Ott 16:18 ) : indugi e mi guardi... io sorrido... prosegui
lui ( 03 Ott 16:17 ) : la pelle tra i tuoi seni e sulla tua pancia è appena umida.. hai davvero caldo Sara..
Io ( 03 Ott 16:20 ) : ti avvicini appena e appogio la mia fronte sul tuo petto...
Io ( 03 Ott 16:20 ) : in segno di resa
Io ( 03 Ott 16:20 ) : ispiro la fragranza appena aspra del tuo profumo
lui ( 03 Ott 16:19 ) : sapevo che il profumo dei tuoi capelli mi sarebbe piaciuto..
Io ( 03 Ott 16:21 ) : mi adagio a te..
Io ( 03 Ott 16:22 ) : e ti poggio le amni ui fianchi
Io ( 03 Ott 16:22 ) : siamo petto contro petto
Io ( 03 Ott 16:23 ) : adesso ti bacio io
Io ( 03 Ott 16:23 ) : il nodo allo stomaco si scioglie...
Io ( 03 Ott 16:24 ) : i capezzoli si rilassano un pò ed un calore liquido si spande nei fianchi
lui ( 03 Ott 16:22 ) : sei caldissima Sara..
lui ( 03 Ott 16:22 ) : mi piace..
lui ( 03 Ott 16:22 ) : non è meglio se chiudiamo la porta o se ci allontaniamo verso il fondo della sala ?
Io ( 03 Ott 16:27 ) : ok
Io ( 03 Ott 16:27 ) : fai tu
Io ( 03 Ott 16:28 ) : ci sono file di scaffali piene di faldoni e scatole di cartone
Io ( 03 Ott 16:28 ) : qua e la delle scrivanie
lui ( 03 Ott 16:26 ) : vieni dietro questo scaffale..
lui ( 03 Ott 16:27 ) : anche se entrasse qualcuno..
lui ( 03 Ott 16:27 ) : saremmo al riparo per qualche minuto..
lui ( 03 Ott 16:27 ) : sulla mensola in alto..
Io ( 03 Ott 16:29 ) : ok
lui ( 03 Ott 16:27 ) : e lascia che le mie mani esplorino la tua pelle..
lui ( 03 Ott 16:27 ) : il tuo ombelico..
lui ( 03 Ott 16:27 ) : i tuoi fianchi..
lui ( 03 Ott 16:28 ) : le tue tette..
lui ( 03 Ott 16:28 ) : appoggia pure la tua schiena sul mio petto..
lui ( 03 Ott 16:28 ) : senti come il mio respiro accelera..
Io ( 03 Ott 16:30 ) : ho indosso un balconcino di tulle leggero
Io ( 03 Ott 16:31 ) : nero ma trasparente
Io ( 03 Ott 16:31 ) : i capezzoli sono evidenti dietro il tessuto
Io ( 03 Ott 16:32 ) : tolgo i lembi della camicetta da dentro la cintura
lui ( 03 Ott 16:29 ) : con questa luce non li vedo ma.. le mie dita li hanno trovati e listanno stuzzicando a dovere..
lui ( 03 Ott 16:30 ) : le mie labbra disegnano sul tuo collo..
lui ( 03 Ott 16:30 ) : e la tua testa vacilla verso di me..
Io ( 03 Ott 16:33 ) : mi tengo aggrappata alle tua spalle...
lui ( 03 Ott 16:32 ) : mi piace..
lui ( 03 Ott 16:32 ) : sentire il tuo peso sul mio collo e sulle mie spalle..
lui ( 03 Ott 16:32 ) : le mie mani stanno giocando con la cintura dei tuoi pantaloni..
Io ( 03 Ott 16:35 ) : le braccia alzate ti permettono di frugare su tutto il mio tronco
lui ( 03 Ott 16:32 ) : ti sollevo da terra per un momento.. e tu quasi urli.. poi scoppi a ridere..
lui ( 03 Ott 16:33 ) : mi piace scorrere con il palmo delle mani aperte..
lui ( 03 Ott 16:33 ) : le tue voglie disegnate sui capezzoli ormai punte di spillo..
lui ( 03 Ott 16:34 ) : senti come le mie mani prendono i tuoi fianchi..
Io ( 03 Ott 16:36 ) : tolgo la camicetta e la lascio scivolare dietro le spalle
lui ( 03 Ott 16:34 ) : vieni verso quella scrivania Sara..
Io ( 03 Ott 16:37 ) : si
lui ( 03 Ott 16:35 ) : appoggiaci sopra le mani aperte..
lui ( 03 Ott 16:35 ) : mi allontano di un metro per guardarti in quella posizione..
lui ( 03 Ott 16:36 ) : tu giri la testa..
lui ( 03 Ott 16:36 ) : e mi fissi..
lui ( 03 Ott 16:36 ) : quegli occhi..
lui ( 03 Ott 16:36 ) : mmhhh...
lui ( 03 Ott 16:36 ) : bella la tua schiena..
lui ( 03 Ott 16:36 ) : ancheggia ancora un po' per me..
lui ( 03 Ott 16:36 ) : da ferma..
Io ( 03 Ott 16:39 ) : mi piego un po' di più e inarco la schiena
Io ( 03 Ott 16:41 ) : ti aspetto
Io ( 03 Ott 16:41 ) : e ti sorrido girata di tre quarti
Io ( 03 Ott 16:41 ) : le mani sempre ben piantate sul piano del tavolo
lui ( 03 Ott 16:39 ) : come vedi ho sfilato anch'io la camicia..
lui ( 03 Ott 16:39 ) : ora puoi sentire il mio petto caldo sulla tua schiena..
lui ( 03 Ott 16:40 ) : ti piace ?
Io ( 03 Ott 16:42 ) : si ed anche il tuo bacino contro il mio sedere
Io ( 03 Ott 16:43 ) : avverto la tua erezione, spingere contro di me
Io ( 03 Ott 16:43 ) : attraverso i pantaloni..
Io ( 03 Ott 16:45 ) : ti sento aprire il bottone dei miei panatloni e abbassare la lampo
Io ( 03 Ott 16:45 ) : con delicatezza liberare i fianchi e farli scivolare lungo le gambe
Io ( 03 Ott 16:46 ) : mi aiuti a liberare i piedi...prima l'uno e poi l'atro
Io ( 03 Ott 16:47 ) : abbassandoti vicino al mio sedere
Io ( 03 Ott 16:47 ) : indosso ho un perizomino dello stesso tessuto del reggiseno..
Io ( 03 Ott 16:47 ) : praticamente nuda
lui ( 03 Ott 16:44 ) : mmhhh...
lui ( 03 Ott 16:44 ) : che bei fianchi..
lui ( 03 Ott 16:45 ) : e mi scivola un bacio delicato.. su una chiappa..
lui ( 03 Ott 16:45 ) : mmhhh...
Io ( 03 Ott 16:48 ) : liberati i piedi risalendo schiocchi un bacio su una natica e ispiri l'odore aspro di me...
lui ( 03 Ott 16:46 ) : meglio che nuda..
Io ( 03 Ott 16:48 ) : le mani sempre sul piano divarico un po le gambe e aspetto
Io ( 03 Ott 16:49 ) : .....
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12 years ago
ciccioformaggio7026live4it,
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L'ESSERE PERFETTO
OSSERVO LA CURVA DELLA TUA NUCA
OSSERVO LE TUE LABBRA MENTRE PARLI
OSSERVO LE TUE SPALLE E LE TUE MANI:
TUTTO IN TE E' PERFETTO AI MIEI OCCHI..
E MI SENTO PICCOLA E DEBOLE
LE GAMBE MI CEDONO
IL MIO STOMACO SI CONTRAE..
E SOGNO..
SOGNO CHE ANCORA UNA VOLTA MI BACERAI
SOGNO CHE ANCORA UNA VOLTA MI SPOGLERAI
SOGNO CHE ANCORA UNA VOLTA MI PENETRERAI..
ED ALLORA ANCH'IO, FUSA CON TE, SARO' PERFETTA..
IO E TE L'ESSERE PERFETTO...
TI AMO
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AdamDTS,
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Un regalo .... gradito
La miamano spesso scendeva sul mio pene pensandola con un altro, mentre faceva laporca come mai aveva fatto con me. Spesso avevo provato a convincerla a farequalcosa a tre ma lei nulla. Si eccitava da morire quando le descrivevo lescene che immaginavo mentre scopavamo ma poi di realizzarle non ne volevasapere. Fu cosi che coltivai l'idea che se è vero che l'occasione fa l'uomoladro, io dovevo escogitare un modo per farle cadere dal cielo un incontro perfarla aprire a nuove esperienze. Non che mia moglie fosse una donna fredda ,anzi, ma sentivo il bisgno di poter andare oltre... così misi un annuncio suuno dei tanti siti dove chiedevo se qualcno era disposto ad uscire con miamoglie, monica.Ebbi molti cotatti ma uno tra tutti attirò la miaattenzione e risposi: l 'uomo, stefano, sembrava un tipo a posto, e nelle variee mail che ci scambiammo scoprii che anche la sua compagna amava giocare conlui e giochetti che sempre avrei voluto fare con mia moglie.Ci mettemmo d'accordo: tutto doveva accadere nelmodo piunaturae possibile, io avrei dato a stefano le coordinate per incontraremia moglie da sola inun locale,durante una delle sere che lei usciva con la suaamica,e lui doveva cercare di sedurla cercando di avere il suo numero dicellulare per poi fissare un appuntamento.La sera x ero molto nervoso ma eccitato allostesso tempo, chissà se monica avrei accettato le lusinghe di stefano, unosconosciuto, e se mai gli avrebbe dato il numero per poi riuscirci?In tarda serata stefano mi chiamo, dicendomi che afatica, era riuscito ad avere il numero e che il giorno seguente avrebbeiniziato il gioco dei sms...Monica rientrata non proferì parola a riguardo.La sera seguente Stefano mi aggiornò: monica avevarisposto ai suoi messaggi e avevano fissato di pranzare insieme il giornoseguente.Verso le 14 del giorno dopo mi arrivò un sms distefano dove mi diceva che satavano andando nell'appartamento di un suo amicoper stare "piu tranquilli" e mi fornì l'indirizzo compreso diistruzioni per sbirciare.Quando arrivai all'appartamento loro erano già lae affaciandomi alla finestra che mi aveva indicato il mio complice vidi unascena che mi lasciò sconcertato ma allo stesso tempo molto molto elettrizato:monica era seduta sul divano con stefano che le stava leccando la fica!!! poilui si alzò a prese una macchina fotografica e iniziò a fotografarla mentresenza intimo e con autoreggenti si masturbava davanti a lui. Il mio cazzo siindurì e quando lui glielo infilò in bocca; io iniziai a segarmi pensando aquella porca di mia moglie che stava facendo la puttanella Advconuno sconosciuto mentre a me aveva sempre detto di non voler altro cazzo che ilmio. Lui le schizzò sul seno e lei con le dita degustò il frutto del suo goderecompiaciuta, poi si mise a pecora e si fece scopare da stefanoche la stantuffòben bene.Riccompagnata alla sua auto il mio complice michiamò dicendomi che avevo una moglie fantastica, grande spompinatrice, e cheora sarebbe passato allo step superiore: farle conoscere la sua compagna.Fissò tutto lui: solito appartamento... un rudereperso tra le colline toscane, solite istruzioni per vedere da buon voyeur.Monica si presentò puntuale, Stefano le aprì la porta e lei si gettò sulla suabocca, lui le alzò la gonna e le tastò la fica per pochi secondi, poil'accompagnò nel salotto dove pochi giorni prima l'veva scopata la prima volta.Ma questa volta il divano non era libero, monia, compagna di stefano, eravestita veramente a porca e stava aspettand di conoscere monica. La quale noncapiva e come se nulla fosse si presentò, frastornata. Stefano versò del vinoin tre bicchieri e brindarono con mia moglie che ancora non capiva,innervosita. A un certo punto monia inizio a baciare stefano guardando miamoglie, poi si inginocchiò, tirò fuori il cazzo e iniziò a leccarlo con monicache guardave incredula. Stefano sfilò i suo cazzo dalla bocca di monia e sidiresse verso monica che rimase inizialmente sulla sue, poi si lasciò andare aibaci del suo amante... e poi a quelli della sua compagna... non credevo ai mieiocchi: monica che si baciava con una donna! con uno sconosciuto li vicino acazzo fuori! Stefano le inginocchiò entrambe e un pò a una e un pò all'altra,lo spingeva in bocca alle due porche vogliose di sborra; causa l'eccitazionedel momento non tardò a venire schizzando entrambe sul volto, poi le due donneiniziarono a masturbarsi mentre stefano fotografava la scena e io dallafinestra mi masturbavo. Poi tutto finì con una bella scopata con mia moglesdraiata a cosce aperte che veniva pigiata da lui mentre la sua compagna leleccavo il seno...La sera, giunta a casa monica era distrutta... iole dissi che aevo invitato amici a cena e lei qasi si infurio perche volevasolo riposarsi.Si fece una doccia veloce, senza dire nulla, equando suonò il campanello rimase di sasso vedendo alla nostra porta stefano emonia, che poco prima 'avevano fatta godere come non mai. non credeva ai suoioccchi... loro entrarono e mi salutarono, con monica incredula di tuttociò...stefano fece per baciarla ma lei si scostò, ancora non aveva capito . Poiio mi avvicinai e le chiesi se la scopata del pomeriggio le era piaciuta.. leisi infuriò e inizio ad infamarmi pichhiandomi. io le bloccai le braccia e laportai in camera dove la gettai sul letto e la presi per le caviglie, lei sidimenava, io le aprii le cosce e le strappai i pantaloni della tuta che si eramessa dopo la doccia e dicendogli di fre la puttanella come nel pomeriggioglielo infilai mentre lei ulava che non voleva..stefano e monica facevano daspetttori alla scena.. mentre glilo mettevo dentro lei mi schiaffeggiava ma iole bloccavo le mani insultandola, dicendogli che era una troia, poi feci uncenno al mio complice che capii, lo tirò fuori e lo avvicinà alla bocca dimonica prima con le buone, poi con le cattive, glilo spinse in bocca... leiancora si dimenava ,a poco dopo godette ululando com un lupo alla luna. Moniaintanto si era svestita e appena lo tirai fuori dalla fica di mia moglie me loripuli con la lingua e poi si gettò tra le braccia di monica che ancora stavaspompinando stefano che poco dopo si adaglio tra le sue cosce e iniziò ascoparla mentre la sua compagna si era messa seduta sul volto di mia moglie esi faceva leccare la fica. io, in piedi, lo misi in bocca a monia che si rivelòuna grande succhiatrice e in seguito anche una grande scopatrice, quando sifece penetrare da me nel culo mentre il suo stefano la scopava nella fica.monica nel frattempo mi abbracciava da dietro e mi strizzava i capezzoli....quando stavamo per venire entrambi le inginocchiammo tutte e due e inondammo iloro corpi del nostro copioso piacere.MAX_101
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15 years ago
IncantoLunare,
33/28
Last visit: 1 year ago
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neve calda
Un giorno la ragazza camminava nuda nella neve, stranamente non aveva freddo e il suo corpo era rilassato
Camminava come una principessa, lenta ,armoniosa e con lo sguardo dolce e gli occhi umidi
Era sola ma incontro' sul suo cammino altre tre persone,erano insieme e cammminavo come lei tutti nudi, la videro,la guardarono ,la toccarono: lei era calda, loro la avvinghiarono e insieme si riscaldavano intorno al suo corpo, la neve si scioglieva,il sudore dei loro corpi e il piacere avevano dato a lei quello che aveva cercato continuando a camminare senza meta.
Lei guardo' lui e lo riconobbe, era il suo amore e lui le aveva dato il piacere di vivere questa passione ..ora erano in quattro e il piacere che avevano provato li spinse a continuare il cammino ancora avanti ....volevano di nuovo perdersi
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14 years ago
shomei,
34/28
Last visit: 12 years ago
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Nei miei sogni.
Mmmm… ho voglia di sentire le tue labbra sul mio corpo… ho voglia di te… del tuo corpo. Di sentirti tutto mio… voglio baciarti e abbandonarmi a te…godere e farti godere… Voglio sentire il tuo corpo eccitato e voglioso… sentire le tue mani sul mio seno, la tua bocca sul mio corpo… baciarmi la schiena, mordere i miei fianchi… prendermi e tirarmi verso te, in ginocchio sul letto. Aggrapparmi a te, ai tuoi muscoli… adoro il tuo corpo… so perché le donne ti vogliono, perché sei maschio, profumi di maschio e hai tutto ciò che una donna può desiderare… Voglio la tua lingua nella mia bocca… la voglia tutta… voglio che mi slingui con passione, che mi stringi a te mentre lo fai…forte… Ninfea....“Nei miei sogni”
Amore… ho tanta tanta voglia di te… ho in mente una posizione… io di schiena e tu che mi abbracci da dietro, sento il tuo cazzo duro che si appoggia all’interno della mia coscia… le tue mani mi toccano, mi accarezzano prima languide e poi vogliose… sento le tue labbra posarsi sul mio collo mentre con le dita stringi il mio seno morbido… e non resisto: mi scappa un gemito, un ansimo di piacere… adoro il calore delle tue labbra che si posano sulla mia pelle… adoro la sensazione del tuo corpo forte e muscoloso sul mio… immagino le tue mani ovunque, navigare sul mio corpo desideroso di ricevere piacere…
Mi abbracci forte e ritmicamente sento il tuo corpo spingere contro il mio, istintivamente le mie gambe si aprono un po’ per permettere al tuo membro turgido di appoggiarsi al mio sesso bagnato… lo sfiori con la cappella e… inizio a gemere sempre più forte, non è colpa mia Amore: sei tu che mi ecciti.
Fin’ora ho finto di dormire…ma ora mi giro impercettibilmente, per appoggiare le mie labbra su di te… appoggio una mano sul tuo fianco e ti spingo verso di me… ti voglio mio, ti voglio dentro… adesso… subito… prendimi.
Non parli, anzi… mi lasci intorpidita dal sonno a svegliarmi con i tuoi colpi vigorosi… lo sai che li adoro perché sento tutta la forza… mi ami e mi scopi… ti prendi il mio piacere e mi dai il tuo…
Sono tua… incredibilmente tua… anche nei sogni…
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12 years ago
CpNinfea,
28/37
Last visit: 7 years ago
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Serata sexy
Passo a prendera Vale verso le 20, inizio giugno del 2011.Destinazione Versilia. Vale si presenta con un vestito nero e sandalo tacco 10 . Aperitivo a lido di camaiore... il gioco di questa sera era intotalato "seduzione".Dopo due bei vinelli freschi, decidiamo di mangiare un boccone in un ristorantino del Forte.... un bon pesce sempre accompagnato da bollicine... e la serata comincia a scaldarsi....La mia prima richiesta fu quella di andare in bagno, togliersi le mutandine ed indossare un bel rossetto rosso CHANEL da me regalato...Vale ne fu molto lieta... ama giocare.... Al suo ritorno io avevo gia pagato il conto e quindi uscimmo....Volevo verificare se si era tolte le mutandine e lei nel corso del forte, le tiro' fuori dalla borsa consegnadomele....Era veramente sexy, e il rossetto esaltava la sua bocca....Ci sedemmo su una panchina sempre nel corso.... la facevo eccitare con le mie fantasie, la desideravo.... Entrati in macchina appurai il suo stato di eccitazione...e ra fradicia.... Comincio quindi a giocare con il suo toy ..... io non la baciavo in bocca ...soo nel collo per non sbaffare il rossetto....Entrati in autastrada, alla prima piazzola, non resistetti...mi fermai ed uscimmo di macchina... le alzai il suo vestito nero e la sbattei come una gran porca.... la preghai di urlare chi era..... e lei chiaramente urlo' : "sono la tua troiaaa...."..cc
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12 years ago
ale-vale,
30/30
Last visit: 6 years ago
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Lo sconosciuto sul minivan...
Un pomeriggio di inizio Settembre, stavamo cercando un
camper per trascorrere il week-end lontano da Milano.C’eravamo mossi però con troppo ritardo e quindi non
trovammo più nulla di carino da noleggiare.
Nel nostro girovagare ci imbattemmo però in qualcosa di
veramente curioso.
Trovammo un minivan blu scuro con i vetri totalmente
oscurati, i cerchi in lega e tante vistose cromature.
Quel furgone di lusso con divanetti in pelle, frigobar e
tanta moquette non aveva nulla del camper ma era perfetto come
"location" per realizzare con classe un nostro gioco erotico.
L’idea che ci solleticava entrambi era quella di caricare su
un auto, un po' più comoda della nostra, un giovane e perfetto sconosciuto e di
giocarci subito insieme senza neanche doverlo conoscere.
Decidemmo così di noleggiarlo e di provarlo subito.
Sara volle recuperare da casa qualcosa di molto sexy da
indossare e poco dopo partimmo, io alla guida e lei seduta dietro con addosso
soltanto delle autoreggenti nere e delle scarpe nere col tacco alto, pronta ad
accogliere nel migliori dei modi "l'ospite".
Ad un certo punto trovammo un gruppetto di ragazzi che
facevano al caso nostro e ci fermammo.
Tra i ragazzi, ne identificai uno carino e ben curato e lo
invitai a salire.
Quando aprii la porta scorrevole sul lato, il ragazzo, inizialmente
poco convinto di salire e lasciare i suoi amici, vedendo quel pezzo di figa di
mia moglie sul divanetto, salii senza esitazione e credo che da quel momento
non pensó più agli sfortunati amici rimasti appiedati...
Il ragazzo, Luca è il suo nome, si sedette di fianco a mia
moglie.
Sara cominciò ad accarezzargli il viso ed a toccargli il
petto come da volerlo mettere un po' a suo agio vista anche la differenza
d'età.
Luca però sembrava decisamente bloccato! Una mano la teneva
sulle ginocchia di lei e l'altra era sullo schienale del divano.
Come prima esperienza a tre, la situazione era fin troppo
soft e così Sara, nervosamente, lo spinse giù sulla moquette e gli afferrò il
capo ordinandogli di leccargli la figa.
I modi autoritari spronarono Luca perchè da quel momento
cominciò finalmente a darsi da fare leccandola.
A giudicare dagli sguardi di Sara verso di me non sembrava
però molto esperto il giovane ed allora decisi di fermarmi in un luogo appartato e di
entrare in gioco.
Sara sfilò i jeans a Luca e lo fece accomodare sul
divanetto. Si mise a pecora e cominciò a giocare con il suo cazzo tenendolo
ancora per qualche istante nei boxer.
Fortunatamente il ragazzo non era messo male in fatto di
misure e Sara sembrò finalmente apprezzare la scelta fatta.
Sara afferrò quindi il cazzo e cominciò a masturbarglielo
mentre io mi misi dietro al suo culetto e cominciai a toccarla.
La figa era completamente bagnata! A bassa voce gli
sussurrai che era una grande troia per essersi bagnata così tanto e se a questo
punto non avesse voglia di fare qualcosa in più.
Lei non mi rispose, forse pensando che lo dicevo soltanto
per eccitarmi di più o che fosse uno scherzo per testare la sua fedeltà alle
regole del gioco che prevedevano solo giochi manuali.
In verità, il fatto di sentirla così eccitata, mi aveva
invogliato in quel momento ad alzare il limite del gioco.
Quando lo ripetei una seconda volta e Sarà appoggiò
finalmente la bocca al suo glande fu' però troppo tardi perché Luca venne
copiosamente.
La giovane età e un po' di inesperienza o forse la situazione
da film porno gli avevano fatto perdere velocemente il controllo...
Al povero Luca non gli restò quindi che guardare mentre la
scopavo.
Credo che gli piacesse parecchio però la cosa perché dopo
una ventina di minuti ed una venuta di Sara, mentre stavo preparando con la
lingua il buchino di mia moglie, lo vidi che si stava già masturbando.
A questo punto Sara se ne accorse e si dedicò finalmente
anche al suo piacere ripartendo con la lingua da dove si era fermata poco
prima.
Il cazzo del ragazzo, come se stesse ricevendo un gioco di
prestigio, sparii e ricomparii più volte dalla sua bocca finchè, poco dopo, io
e Luca venimmo entrambi.
Io, inondando la schiena di mia moglie dopo aver tolto in
extremis il cazzo dall'ano, e Luca con due getti caldi sul viso.
Eravamo esausti , complice il caldo in quel furgone, e così
decidemmo di portare Luca alla sua destinazione.
Durante il tragitto Sara, ancora eccitata, volle regalarsi
ancora qualche istante di piacere e così si mise a cavalcioni sulle gambe di
Luca, già rivestitosi, e si fece infilare le dita nei suoi orifizi fino a
venire di nuovo.
Quando arrivammo Sara lo salutò con un ultimo bacio appassionato
quasi fosse il suo amante di sempre. Poco dopo ci fermammo ancora con il nostro minivan a scopare
pensando a quella pazzesca esperienza ed a come avremmo potuta ripeterla…baci nuovi desideri
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14 years ago
nuovi desideri,
45/44
Last visit: 1 year ago
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LEGATO D'AMORE
Sei legato,lì,sul letto!I tuoi occhi sono chiusi da una benda d'amore,sento il tuo respiro ansimare,ti giro intorno come una gatta innamorata,il tuo odore mi inebria,il calore del tuo corpo riscalda il mio cuore,la tua pelle si confonde con la miae finalmente inizia la danza D'AMORE !
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13 years ago
cipcioplove,
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Last visit: 7 years ago
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ma quanto e' difficile dire di no!(3 e ultima parte)
.quelle parole ,quella voce mi risvegliarono e mi riportarono al mondo dei”vivi”...sgusciai a un paio di metri di distanza e ruppi l’incantesimo,vidi il pisello di Roberto ondeggiare nell’acqua,mamma mia ...QUANTO E’ DIFFICILE DIRE DI NO!.........io stetti a galla a pelo d’acqua per qualche secondo e Betta mi venne vicino e con le braccia sotto la pancia mi tenne sospesa in quella posizione ,mi fece fare un paio di giravolte a quando ero col sedere a vista di Roberto lei me lo sollevava e scherzando diceva a lui “ti piacerebbe averlo eh!”..lui molto spavaldo rispose “si,si..vi prendo tutte e due “ e venne verso di noi che facemmo la scenetta di quelle che erano inseguite,cosi cercammo di nuotare piu’ lontano ,Roberto ci raggiunse quasi subito,poi si abbraccio’ Betta e se la bacio’.Beh,erano belli ora insieme ed ero un po invidiosa,in quel momento mi manco’ tantissimo Luca…
Visto che si era fatto veramente tardi,ed eravamo stanchissimi,uscimmo dall’acqua e ci avviammo verso gli spogliatoi.In macchina io mi addormentai dopo 5 minuti,forse anche Betta e arrivati a casa eravamo talmente cotti che quasi ci buttammo subito a letto.Al mattino ,c’era un sole meraviglioso,nessuno parlo’ ,facemmo colazione e quasi dopo 3 quarti d’ora Roberto disse ;”andiamo a fare un giro al mare?” a me parve una buona idea,andare la mare e’ sempre una bella cosa e li c’erano anche posti nuovi da vedere.Notai solo allora che betta indossava una magliettina di cotone  praticamente trasparente,le si vedevano i capezzoli ma soprattutto mentre lavava  le tazzine,vidi le sue mutandine rosa tirate su sui glutei e infilate in messo al sedere,cavolo,un vero spettacolo e mi veniva voglia di tastare.Quello fu il primo companellino che indicava che mi stavo svegliando!!Andai in bagno per prima,poi,uscita ci andarano a turno loro due e io nel frattempo  andai sul terrazzino fuori per telefonare e sentire Luca,volevo raccontargli della serata e del momento erotico.Al telefono lui  mi parve un po strano,forse si aspettava di sentire che mi ero fatta scopare in sua assenza,invece io ,proprio per rasserenarlo gli dissi subito “..allora,prima di tutto devo dirti che non me lo sono fatto,la tentazione c’era ma ho resistito nonostante Betta mi avesse servita a lui”poi gli raccontai i particolari della serata e che se ci fosse stato lui il finale sarebbe stato inevitabile e che io non mi stavo divertendo a pieno proprio perche’ non potevo e non volevo farlo senza di lui,poi aggiunsi anche sarebbe stata l’ultima volta che avrei accettato un invito da sola.
Dalla voce che Luca  ebbe dopo,capii che adesso era tranquillo,aveva capito che ero sincera e che per me era difficile stare con Betta e Roberto e trattenermi con quei due che si toccavano e si spogliavano con naturalezza davanti a me.Era persino dispiaciuto,si mise nei miei panni e mi disse che al posto mio lui avrebbe avuto serie difficolta’ a stare fermo,mi capiva in fondo,d’altronde era vero come era vero che lui al mio posto chissa’ cosa avrebbe o non avrebbe fatto.Tant’e’ vero che alla fine mi disse:”Sandra,ascoltami bene,no so se dico la cosa giusta ma se proprio vuoi e te la senti di farlo per puro divertimento e senso di liberta’ fattela la scopata,tanto c’e’ Betta ,siete in tre ed e’ come se ci fossi anch’io.Diverso e’ se eravate da soli tu e lui ma in tre cambia tutto,e’ solo sesso,divertimento e liberta,non voglio privarti del tuo sentirti libera,rischi ,vietandoti questo,di stare con una persona che non capisce il vero senso della vita e che negare non porta da nessuna parte...percio’ se ti va fai quello che vuoi purche’ ci sia Betta .Discorso convincente!!mi fece riflettere che se ero io dall’altra parte avrei dovuto fare altrettanto esattamente cosi come ora volevo che fosse:volevo sentirmi libera!!Chiudemmo la telefonata de io ero emozionata ,in realta’ non sentivo  piu’ l’esigenza di dover fare qualcosa,mi ero slegata un po quando devi fare una dieta ,proprio in quel periodo vorresti mangiare di tutto mentre magari in altri periodi al cibo non ci pensi neanche.
Fuori c’era ancora un po di arietta fresca ,Roberto ci disse che probabilmente non avremmo fatto il bagno ma di portarsi comunque qualcosa di leggero nel caso avessimo caldo;cosi io indossai un paio di lggins appena comprati, bianchi e moolto sexy,e una felpa,niente reggiseno,poi misi in borsa una canottiera rosa,quasi viola.Entrati in macchina,Roberto ci disse che se ci andava di fare un po di strada ci avrebbe portato in un bel posto,ovviamente noi accettammo.
In macchina si parlava dei posti in cui si passava,di qualche luogo in particolare ma notai che non si parlava della serata prima,cosi ruppi gli indugi perche’ forse erano imbarazzati e parlai io chiedendo a che ora si fossero addormentati,poi aggiunsi che mi ero divertita davvero e che ero stata bene,Betta  mi corresse dicendo “..e potevi stare ancora meglio,stupidella!”..io rigirai la domanda a loro chiedendo “voi?”,Roberto rispose subito dicendo che quando si hanno 2 meraviglie di donne non si puo’ non stare bene.
Io Betta ormai avevamo un rapporto particolare,lei era stata con il mio Luca e il sesso tra di loro era alla luce del sole,ancora oggi si parla liberamente se lei ha voglia d iscopare con Luca o viceversa,di solito tra donne non e’ cosi,anzi,ma tra me e lei era strano,strano ma enormemente piacevole.Cosi anch’io potevo prendermi tutte le liberta’ di pensiero e di parola con lei,ma soprattutto avrei potuto scopare con Roberto anche li in macchina in quel preciso momento  senza che lei si sentisse offesa o contrariata.Io ho questo rapporto con 2 persone al mondo:lei e mia cugina Beatrice(che e’ quasi come me di carattere)Forse potrei essere cosi con molte altre amiche ma non c’e’ nessun’altra che io conosca che sia come loro.
Comunque ,la temperatura si stava alzando sempre piu’,in tutte e due i sensi,Roberto ci chiese se era il caso di accendere l’aria condizionata ma Betta prese l’occasione al volo e disse che si sarebbe cambiata la maglia in macchina,lei indossava un jeans che le faceva il sedere a mandolino(grrrrrrrrr ;) e una maglia larga grigio scuro.Non ci penso’ su troppo,si tolse quella maglia e indosso’ un top nero,poi si sfilo’ i jeans e si mise un pantaloncino bianco aderente ed elasticizzato che disegnava perfettamente la forma di quelle chiappe sode…..Poi si giro’ verso di me e mi chiese se avevo caldo,”certo” risposi io,”allora cambiati anche tu,che aspetti”.
Trovai l’idea molto eccitante,ma mi venne un attacco di pudore e risposi che mi sarei cambiata appena ci fossimo fermati….infatti neanche 100 metri e Roberto accosto’ all’interno di una piazzola sulla destra:”ecco ,siamo fermi”disse lui..Betta scoppio’ a ridere e salto’ indietro sul mio sedile posteriore,”siediti avanti,dai!!”...io chiesi il perche’ e lei disse che si voleva godere la scena li.Io dissi a Roberto che poteva riprendere a guidare tanto non mi sarei cambiata li,e lui infatti riparti’Io ora ero seduta davanti ,in effetti faceva molto caldo,e in un attimo,senza pensarci, inizia a sfilarmi la felpa,sotto non indossavo nulla,mi coprivo a malapena con una mano mentre con l’altra cercavo la canottiera in borsa ,prima di indossarla Betta mi chiese se con le mie mani riuscivo a coprire totalmente il seno,Roberto disse che era impossibile,io ci stavo prendendo gusto,mi sentivo gli occhi sulle tette e mi piaceva molto farmele guardare,esitai un po,le lasciai per qualche secondo in vista e poi provai a coprirmele con le mani,”ecco,visto che riesco  a coprirle tutte?”Betta ebbe da obiettare e Roberto disse che lui siccome stava guidando non poteva guardare.Lui era andato in escandescenza in realta’,faceva fatica a trattenere l’emozione,io gli giardai giu’ per vedere se gli era venuto su,ma Betta fece di piu’,lo tasto’ dicendo “scommetto che c’e’ l’hai su,altro che non guardi.”Io nel frattempo mi stavo rimettendo la maglia a mi accorsi che Betta stava scattando foto col cellulare(ecco il vero motivo per cui era seduta dietro)Io le dissi di stare attenta con quelle foto,ma le lei  mostro’ subito a Roberto dicendo”guarda che tette,guarda come viene bene lei sulle foto”
La giornata era ripartita piu’ “calda” che mai,pensai a Luca e come ci saremmo divertiti in 4,in quella situazione sareebbe stato un sogno per tutti e due.Anche se Luca al telefono era sincero e mi aveva dato totale liberta’ anche di scopare adesso la tentazione riuscivo a domarla con molta facilita’,il fatto che ora nulla mi era vietato da Luca mi permetteva di controllare meglio l’istinto,anzi.Certo l’idea di tastare anch’io quel pisello mi divertiva ,magari mi sarei anche adagiata per assaggiarlo con la bocca ma il fatto che potevo farlo in qualsiasi momento non mi metteva ansia o fretta ne mi diceva “ah!se potessi farlo”ora dipendeva solo da me.
La giornata continuo’ in modo convenzionale,non ci furono particolari eventi piccanti a parte le battute;dopo vari giri al mare e in un paesino a passaggiare nel centro storico ,intorno a alle 2 del pomeriggio ci fermammo a mangiare in un ristorante,devo dire che si mangio’ troppo bene e soprattutto bevemmo dell’ottimo  vino francese,eravamo un po brilli e Betta e Roberto si baciavano spesso e si stuzzicavano davanti a me,lui le palpava il sedere in modo molto plateale con la mano a volte dentro i pantaloni.
Il sole ando’ via e scese molto la temperatura,dopo pranzo eravamo tutti e tre abbiaccoti e un riposino a quel punto lo avremmo fatto molto volentieri tant’e’ che appena Roberto disse “che ne dite se ci avviamo verso casa?”....noi in coro speravamo proprio questo,non vedevamo l’ora di toccare un letto.In macchina Betta tiro’ dritto su un unico argomento:sesso!
Mi chiese se volevo dormire pomeriggio con loro,tanto per stare in compagnia,io per galanteria risposi che non volevo disturbarli e Roberto disse subito “magari tutti e tre insieme!”,Betta continuo’ chiedendo a Roberto cosa ci avrebbe fatto,anzi chiese a modi test,3/4 cose che avrebbe voluto fare con lei e con me,questo fu piu’ o meno il dialogo:
Betta :”pensa a 3 cosine che vorresti fare con me e con Sandra”
Roberto:” cosine tanto per fantasticare?”
Betta:”si,3 desideri”
Roberto”mamma mia,solo al pensiero mi viene da sudare!”
Io” secondo me ti viene su’ altro che sudare!”
Betta”infatti,dai spara”
Roberto: “beh,mi piacerebbe sentire la vostra bocca ..a turno”
Betta.”..sii..poi?”
Roberto.” ..poi mi piacerebbe prenderti da dietro mentre Sandra mi fa toccare  il seno
Betta:si,ultimo?
Roberto:....beh,mi farei Sandra mentre limono con tutte e due…
Betta:”ok,ora scegli se dovessi scegliere di fare solo una di queste 3,cosa sceglieresti?”
Roberto:”....mhhhhmmm,complicato!!!!......
Penso che Roberto sapesse con certezza cosa avrebbe voluto fare,ma cerco’ di non mettere in secondo piano Betta per non offenderla ,cerco’ di farla sentire al centro dell’attenzione ma allo stesso tempo sapeva che aveva forse l’unica occasione di poter fare sesso con me ,cosi io intervenni e dissi “..scelta scontata,e’ ovvio che sceglie la seconda!”
Dicendo cosi’ avevo smorzato ogni eventuale vellita di Roberto su di me,anche se io ,per mio orgoglio,mi volevo sentirglielo dire che voleva farmi,invece lui scelse la prima,voleva che gli facessimo un pompino insieme.
A quella frase Betta gli appoggio’ la mano sopra al pisello ,sbottono’ il pantalone ci ficco’ la mano dentro,disse”sentiamo come c’e’ l’ahi adesso”,si vedeve che l’aveva preso in mano e faceva su e’ giu’.Io non so perche’ ma mi sentivo imbarazzata in quel momento,mi girai e le dissi che non poteva fare questo davanti a me,lei rispose”perche?..se no ti viene voglia?”..io non dissi nulla ma aveva centrato il punto...
Arrivati a casa,usato il bagno a turno,Betta apri il divano letto ,avevamo circa 3 ore prima di ripartire,Roberto accese il televisore tanto per avere un suono  di sottofondo,poi ci offri da bere
dalla sua dispensa e dopo 10 minuti eravamo tutti e tre molto allegri,Betta ormai era andata,non si tratteneva piu’,con fare scherzoso si metteva sopra a Roberto si metteva in pancia in su,e simulava di fare sesso,ma a un certo punto,mentre era in quella posizione,gli sfilo’ di netto il boxer sotto le ginocchia e Roberto rimase col sedere scoperto,lei inizio’ a suonare il “tamburo”sulle chiappe e diceva “senti come suona bene questo culo”,mi invito’ a fare lostesso ma io non feci nulla,mi sentivo un po bloccata….ma poi arrivo’ il momento fatidico,Betta lo fece girare a pancia all’aria,lui oppose un po di resistenza visto che era sotto i miei occhi percio’ a stenti si giro’ ma con le mani davanti ,Betta gli mise la faccia sulla pancia ,lui non resistette piu’
e tolse le mani,Betta ci misi un attimo,si porto’ giu’ con le labbra,le mani tenevano ora bloccate le mani di Roberto,e nel giro di qualche secondo gli aveva afferrato il pene con i denti tenendolo come un osso...mi faceva eccitare quella stronzetta della mia amica,ci sapeva fare,poi ando’ dritta sulla cappella la quale spari’ ricoperta dalle sue labbra.
Si ,Roberto avevo proprio un cazzo grosso,la bocca di Betta si gonfiava ogni volta che gli entrava dentro,io non sapevo che fare ,stavolta mi sentivo impacciata,ero li a guardare senza fare nulla,daltronde erano loro che si divertivano con la mia presenza,ero io il “giocattolo” per la loro eccitazione.Betta mentre lo aveva in bocca  a un certo punto mi prese la mano...e me lo porto’ li,io ho fatto un po di resistenza ma poi ,sia per non fare la stronza sia perche’ volevo participare al gioco finalmente lo presi in mano,cominciai a fargli una sega mentre Betta leccava con la bocca di tanto in tanto;Roberto mi guardo negli occhi per scrutare dentro me,cercava di capire se mi sentivo  a mio agio,oppure no.Cavolo se era duro,lo sentivo dentro il palmo .arrivavo fin su la cappella e poi ritornavo indietro,ero attratta da quell’arnese .in ogni ostante mi veniva l’istinto di andare giu con la bocca e mordicchiarlo.Da li in poi smisi di pensare e agivo di istinto,ma la situazione era in evoluzione,Roberto comincio’ a frugare sotto la mia maglietta,arrivo’ subito a palpare un seno,io mi avvicinai di piu’ a lui per permettergli di palpare con piu’ comodita’,ero vicinissima e con calma iniziai ad abbassare la testa ,ero a un centimetro con le labbra dalla sua cappella,aprii la bocca come se dovessi assaggiarlo prima di mangiarmelo ma nenache il tempo di pensare che Betta mi afferro' la maglietta sfilandomela da dietro,rimasi a seno nudo e vidi la faccia di Roberto che mostrava piu’ godimento ,si morse persino le labbra e mugughio’ un “mmhhmmm”...insisteva a palpare il mio seno destro mentre guardava quello sinistro,in pochi attimi Betta si sfilo’ gli slip e pian piano risali’ sul corpo di Roberto fino ad arrivare sul pisello,⅔ aggiustate ed era nella sua patata,lei inizio’ a scopare con movimenti non troppo lenti ma decisi,il “tronco” di Roberto entrava e usciva dalla patatina di Betta,io avevo caldo e stavo scoppiando,penso che avessero sognato spesso di scopare davanti a me.Mi vennero in mente le parole di Luca quando mi rassicurava sul fatto che avrei potuto scopare se ne avessi avuto voglia,speravo allora che Betta mi invitasse a fare un “cambio”,cazzo se volevo scopare ora!Mi infilai la mia mano nel pantaloncino e andai a frugare li sotto,mi toccavo per godere anch’io...Roberto a quella vista di me con la mano nella patata ,i seni al vento a Betta che era sopra di lui...beh!venne quasi subito,era comprensibile,non era di ferro….con due donne in quella situazione non facile trattenersi…..
Io caddi sul divano,non ricordo bene ma riuscii a godere anch’io,forse Betta no...ma ci fermammo li,io mi rimisi la maglietta e stettimo li a dormicchiare tutti e tre vicini prima di riprendere le nostre cose e ripartire a casa….non vedevo l’ora di raccontare tutto a Luca!
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AdamDTS,
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l'Ospite sul divano
Questo racconto e’ stato scritto regalato dal nostro amico Dario e’ sinceramente ci e’ piaciuto tantissimo tant’e’ che abbiamo voluto pubblicarlo qui.
La storia e’ basata su un avvenimento reale e’, da cio’ che avrebbe voluto che fosse successo quel weekend in cui Dario fu ospite di Fabrizio per un weekend.Fabrizio,46 anni,musicista e’ una amico di Dario che esiste realmente e che e’ esattamente come viene descritto in seguito; raccontato in prima persona da lui stesso ,Dario ci regala questa storia con la speranza di avere in cambio qualche altra cosa,e’ dopo questo regalo crediamo che qualcosa se lo meriti.
Sandra ormai si era appassionata per diversi motivi ai massaggi shiatzu,le piaceva riceverli ma anche saperli fare ,cosi volle imparare la tecnica antica orientale ,tanto che si iscrisse a un corso.Il corso prevedeva che nell’ultimo week di Maggio si sarebbe tenuto un seminario di fine anno della durata di 2 giorni:sabato e domenica.
Il discorso venne fuori per caso ,quando Luca mi disse che aveva un weekend libero perche’ Sandra avrebbe fatto il seminario shiatzu ,e guarda caso il corso che doveva fare Sandra era proprio in un paesino dove dovevo andare io,Fabrizio,un musicista pazzo, mi aveva invitato per quel fine settimana perche’ doveva suonare col suo gruppo e ci teneva che io andassi a sentirlo.Cosi io proposi a Luca che anziche’ mandare Sandra in albergo sabato sera poteva dormire da noi (posti letto permettendo).
Luca ne parlo’ con Sandra che ovviamente accetto’ in quanto avrebbe risparmiato un bel po di soldi per l’albergo.Telefonai la sera stessa a Fabrizio chiedendogli se per lui non c’erano problemi a ospitare Sandra e accertandomi che ci sarebbe stato posto per dormire anche per lei ,Fabrizio aveva a disposizione ancora un divano letto sul quale,data la situazione,ci avrei dormito io.Ovviamente mi chiese di Sandra e se era “figa”,io gli risposi che era una bella ragazza e felicemente “fidanzata”.
Arrivo’ il venerdi,pomeriggio in macchina,circa un’ora e mezza di strada per arrivare a casa del mio amico.La sera andammo a mangiare con i dei suoi amici..Al ritorno dalla cena ,Fabrizio mi chiese di piu’ su Sandra,io gli dissi chiaramente che speravo di potermela finalmente fare vista la ghiotta occasione ma certo non sarebbe stato facile.Gli raccontai delle avventure erotiche con Sandra e Luca e di quanto sono stato vicino al farmela ma che ogni volta pero’ mi sfuggiva.Fabrizio era molto incuriosito e mi chiese se fosse stato possibile vedere delle foto,cosi arrivati a casa io accesi il tablet e gli mostrai quello che avevo.Fortunatamente(per me) lui mi disse che non era il suo tipo,a lui piacevano alte e bionde,piu’ nordiche e meno mediterranee...pero’ non rimase indifferente quando in una foto il decolte’ di Sandra si mostrava in tutta la sua naturalezza.
Il giorno dopo ,Sabato,io Sandra ci eravamo messaggiati,lei sarebbe arrivata al mattino per il corso e ci saremmo incontrati solo alle 8 di sera.Infatti ci demmo appuntamento a quell’ora e lei ci raggiunse a casa.Io ero da solo,Fabrizio era gia’ al locale per montare gli strumenti per il concerto.Lei ,dopo aver preso confidenza con l’appartamento fece una doccia e poi insieme andammo a mangiare fuori,avevamo un’ora e mezza prima dell’inizio del concerto.
Io speravo che magari lei mi dicesse che avrebbe voluto farsi un giro da qualche altra parte per restare da soli invece lei non vedeva l’ora di andare al concerto e infatti andammo li.
Il posto purtroppo era al chiuso perche’ il tempo era sempre molto incerto e la sera faceva persino freddo anche se era Maggio,arrivati al locale gli feci conoscere Fabrizio ,lei disse “Piacere,sono io la tua ospite di stasera!,Grazie per la tua gentilezza,spero di potermi sdebitare”....lui rispose che semmai doveva ringraziare me ma che poteva sdebitarsi con lui magari piu’ tardi a casa su un comodo divano;contemporaneamente prese Sandra per la mano e le fece fare un giro su se stessa con l’intento di guardale il sedere in modo anche un po sfrontato ,come era suo solito fare con le donne,infatti Sandra rimase un po sorpresa e disse che aveva un modo di fare un po insolente .Da li a poco iniziarono a suonare le loro simpatiche cover rock.Avevamo prenotato un tavolo proprio di fronte,io cercai di spiegare il “carattere” di Fabrizio un po sfrontato e a volte insolente ma che in fin dei conti era una brava persona solo che era troppo sicuro di se quindi a volte esagerava ,dopo una mezzora l’aria si scaldo’ molto,c’era molta gente e faceva caldo tanto che Sandra si tolse prima la giacca e poi il coprispalla,aveva indosso un suo vestito bianco scollato con le tette che le si vedevano fuori un po dai lati,quando si tolse il coprispalla mi eccitai al pensiero che avrei potuto portarla via da li e farne di lei cio’ che sognavo.”Sicuro di se...mhhha! per quale motivo?” mi parlava Sandra,poi continuo’”non mi sembra tutta questa intelligenza e non mi sembra sia ricco ne figo….di solito l’uomo e cosi sfrontato o quando e ricco oppure…”
“oppure?”chiesi io come se lei lo conoscesse meglio di me…
“Oppure ce l’ha grosso”..mi disse lei senza guardarmi..
e io ..”perche’ ti fai queste domande?che te frega???..comunque che io sappia c’e’ l’ha normale…”
e Sandra”ahaa!certo che non me ne frega,era tanto per dire…”
Io risposi ancora “mah!io non glielo mai visto pero’ dicono che in effetti abbia un coso grosso,sembra che tu abbia uni radar pero’ per ste cose…”
e lei “ ma va ,ho tirarto a indovinare!!!” e rise….
Fabrizio,mentre suonava, si accorse della scollatura ,era sul palco a circa 4 metri e la vedeva benissimo perche’ era proprio di fronte, Sandra si accorse che la guardava e infatti si divertiva a essere provocante .
A un certo punto della serata un gruppo di ragazzi iniziarono a ballare e spostarono i tavoli al lato,fecero spostare anche noi cosi ci alzammo e ci unimmo alla festa ,con la musica rock Sandra era a suo agio,si divertiva tantissimo tanto che’ inaspettatamente mi si avvicino’ quasi toccandomi e inizio’ a ballare intorno a me ,con quel vestito anche non volendo era impossibile che non fosse provocante, la prendevo dai fianchi e sentivo il contatto della pelle quasi sotto il seno,avrei voluto toccarla ma li in pubblico in mezzo alla gente sarebbe stato molto inopportuno,la serata prometteva bene per me,forse avrei realizzato il mio sogno Si,era molto sexy,vedevo le occhiate di Fabrizio che secondo me cercava di capire se ci fosse un approccio vero tra me e lei,in effetti eravamo cosi’ ambigui che sembrava dovessimo fare sesso da un momento all’altro e che comunque si notava che ne avevamo voglia(almeno io).Poi si ballo’ ognuno per i fatti prorpi e li si avvicino’ il solito ragazzo allegro e brillante che provo’ ad attaccare bottone con lei,io non ero il ragazzo di Sandra ma quella sera era come se lo fossi,appena vidi che quel tipo la volle invitare a ballare allora dovetti intervenire ma lei tranquilla mi disse che faceva solo un ballo,cavolo quanto ero geloso!!La volevo tutta per me,dopo 2 minuti andai a riprendermela,il ragazzo non insistette piu’ di tanto, fortunatamente e mollo’ il colpo.
A mezzanotte o poco piu’ il gruppo fini’ di suonare,Fabrizio raccatto’ il suo piano e c’e’ ne andammo a casa perche’ eravamo stanchi,soprattutto Sandra.Arrivati a casa e sistemata la roba di Fabrizio decidemmo dove avremmo dormito,io provai a farmi invitare da Sandra nel suo letto matrimoniale ma lei disse ridendo “la prossima volta”.Quindi s’era deciso che io sarei stato sul divano in soggiorno(avevo scelto io),Sandra in camera da letto e Fabrizio nella cameretta piccola degli ospiti .Fabri fu il primo a farsi la doccia poi fu il mio turno e infine ando’ Sandra che,essendo donna ,aveva bisogno di piu’ tempo.Dopo esserci data la buonanotte Sandra entro’ in bagno,ma quando usci non immaginavo che sarebbe successo questo……
Quando usci’ dal bagno ando’ in cucina per scaldarsi una tazza di tisana si rese conto che non aveva piu’ tanto sonno cosi’ vedendo la luce del televisore in soggiorno e la porta socchiusa penso’ di bene di venire da me a stare dieci minuti in compagnia finche non le sarebbe venuto sonno.La porta della cameretta degli ospiti invece era chiusa,sembrava che Fabrizio dormisse gia’ da un bel po(almeno cosi’ penso’ lei);cosi si avvicino’ al soggiorno ma quando apri’ la porta si ritrovo’ davanti a una scena imbarazzantissima: una mano che stringeva il proprio cazzo intento a fare una sega,solo che con grande stupore di Sandra,quello non ero io!, era Fabrizio che aveva cambiato stanza e aveva preferito stare sul divano.Sandra vide in controluce per qualche attimo la mano di Fabrizio che lentamente scivolava su e giu’.Fabrizio era di spalle e quasi disteso col pc davanti e non appena si accorse che qualcuno era entrato nella stanza ma soprattutto in uno dei momenti privati e piu’ intimi della propria vita,si giro’ ed escalmo’:”cazzo Sandraa!!che ci fai qui???bussa almeno prima di entrare...e che cavolo!!”Mentre diceva cosi si era messo un cuscino sopra e aveva abbassato leggermente lo schermo del pc,Sandra che si aspettava di trovare me e non lui ,con la faccia un po stravolta e occhi sbarrati si scuso’ subito e disse”..pensavo di trovare Dario qui in soggiorno,non sapevo che avevate scambiato la stanza...volevo solo bere una tisana in compagnia e poi andare a dormire”
e..Fabrizio:”.pensavi di trovare Dario?Dario sta gia’ dormendo da un po, e poi saresti entrata in camera vestita cosi?con un asciugamanino addosso e magari non hai neanche le mutandine sotto?Sandra:”Certo che le ho le mutandine,e poi Dario mi ha gia’ vista nuda….comunque scusami,me ne vado in camera,non volevo disturbarti affatto!”
Fabrizio:”ormai sei qui!rimani!, sieditipure sulla poltrona e beviti questa tisana..pero’ prima passami quel pled che mi copro”Sandra si avvicino’ alla poltrona,gli lancio’ da quella posizione la coperta e si mise a sedere con la tazza in mano sorseggiando di tanto in tanto..poi disse:”Vabbhe,ero venuta per stare un po in compagnia di Dario,non mi va di rovinare la tua “serata”,pero’ se rimango qui ... tu fai come se io non ci fossi,io mi bevo la tisana e poi me ne vado a dormire,ma che stavi guardando di interessante?un documentario” disse lei ridendo ,Fabrizio rispose:”si certo,era proprio un documentario…”
Sandra”beh!,a me piacciono i documentari,ogni tanto me li guardo anch’io,di che si tratta?
Fabrizio alzo’ lo schermo senza fare troppe domande e senza farsi problemi di finto pudore...continuo’ a guardare come se Sandra non ci fosse.
Sandra stette qualche secondo in silenzio poi chiese se poteva girare lo schermo un po verso di lei perche non vedeva niente da quella posizione,Fabrizio rispose che se l’avesse girato poi non avrebbe visto bene lui sicche’ disse:”dai rompiballe,vieni a sederti qui “ ..e lei..”ma no,tanto me ne sto andando”Fabrizio”ok,pero’ finche’ rimani qui puoi stare seduta qui,se proprio devi dar fastidio fallo fino in fondo”Sandra sorrise alzando le spalle,si avvicino’ e si sedette a fianco a lui che aveva il pled appoggiato sopra le gambe fino alla pancia .Il film era un erotico con scene integrali,anche di una certa qualita’ infatti Sandra commento’ che sembrava fatto bene,lui rispose che sceglieva solo film di livello ma poi inizio’ una scena piuttosto eccitante di 2 donne con1 uomo ,Sandra sorseggiava e non parlava piu da un po e neanche Fabrizio che nel frattempo aveva posto la sua mano sotto il pled dicendo”mi piace questa scena”,Sandra bisbiglio’ “senti ,non voglio invadere la tua privacy,e’ meglio che ti lascio da solo” lui rispose “fai come ti pare,ma sappi che non me ne frega un cavolo della privacy”Mentre diceva questo lui le prese la mano e senza chiederle nulla se la porto’ esattamente sotto il pled e poi disse ancora”Dai,con questa scena non vorrai che continuo da solo dal momento che ci sei tu!”.Sandra rispose :
“Ma che fai?!!!dai,potrebbe entrare Dario da un momento all’altro”
Ma nonostante Sandra pareva essere contrariata ,la mano non l’aveva tolta anzi ,aveva afferrato il tronco e lui ne approfitto subito per scoprirsi togliendosi il pled ,Fabrizio in realta’ non vedeva l’ora di farsi vedere nudo e mostrargli il suo cazzo.Sandra ora vedeva da vicino in controluce il pisello di Fabrizio,era normale di lunghezza ma la circonferenza era incredibile,si vedeva che la sua mano non riusciva ad avvolgere tutto il tronco,ma con l’altra mano…Sandra si sfilo’ le mutandine da sotto l’asciugamanino ,poi guardo’ lui e disse con una smorfia maliziosa :”volevo farti vedere che le indossavo veramente!”
Poi ,con molta discrezione,anche lei si mise la mano sotto in mezzo alle cosce e con disinvoltura ora si toccava ma non si vedeva nulla di lei perche’ era coperta da quell’asciugamano che romai usava come vestito per quella particolare serata,e aggiunse:”non ti do fastidio vero?”Lui neanche rispose,sembrava persino disinteressato a quello che faceva lei.
La scena del film era diventata piu’ eccitante e Fabrizio disse sottovoce..”bella!”..”questa scena merita!!”Sandra continuo’ con la mano il movimento ma con la testa faceva una smorfia di dissenso.
Quindi si rese conto ancor di piu’ della circonferenza del pisello,con la mano cercava di sentire quanto era come dimensione;poi per stare piu’ comoda sollevo’ la gamba destra e la appoggio’ sulla gamba sinistra di Fabrizio cosi’ che ebbe modo di aprire le gambe e con una mano gli faceva la sega e con l’altra si toccava lei,non capiva se era piu’ eccitata per il film o perche aveva in mano il cazzo di Fabrizio..La tazza l’aveva mollata da un bel po,la tisana era finita e sarebbe davuta andar via ma le cose si evolvevano,lui la afferro’ prima col braccio al collo poi sulla vita e se la avvicino’ in modo che Sandra era aderente al suo corpo ,lei ora era scomoda a prenderlo in mano ma lui prosegui imperterrito avanti,le mise la mano sulla testa e la porto’ sul suo pisello dicendo”Guarda ora lui se le scopa tutte e due”.Sandra resto’ qualche secondo a guardare la scena con il cazzo di Fabrizio quasi appoggiato alle labbra,poi Sandra disse ancora sottovoce ”.e se entra Dario?..dai meglio di no”..e subito dopo pero’ gli prese la cappella con le labbra e inizio’ a lavorare.Lui con la mano dalla parte opposta gli scosto’ l’asciugamano dalla parte del sedere iniziando a palpare i glutei nudi fino ad arrivare alla patatina.
“..vedo che ti sta proprio piacendo il film!”..lei era bagnatissima e lui con le dita affondava dentro facilmente.Sandra rispose”fai piano altrimenti mi fai venire...cavolo speriamo che non si svegli Dario”Con i movimenti della testa ,Sandra faceva il pompino lento mentre guardavano il film,i movimenti fecero cadere l’asciugamano dai seni che rimasero scoperti ed appoggiati alle gambe di lui,ma lui a quella vista disse”no,no...copriti altrimenti ti vengo in bocca subito”..e lei si alzo’ rimanendo seduta e riattaccandosi’ l’asciugamano al seno.
Poi Fabrizio,che continuava a guardare il film,la afferro’ di nuovo e la fece sedere davanti a lui in mezzo alle sue gambe,non poteva in quella posizione masturbarsi ma toccava Sandra,con una mano le tette sotto l’asciugamano e con l’altra la patata.Anche Sandra aveva la mani negli stessi posti ma mentre godeva diceva che in quella posizione se entrava Dario non poteva coprirsi subito,Fabrizio le disse che non era colpa sua se si era trovato lui in quella situazione al posto di Dario,allora lui le chiese di spostarsi,lei si piego’ sulle ginocchia sul tappeto,di fronte a lui e di spalle al PC,si ritrovo’ il cazzo in erezione completa e durissimo cosi’ si chino’ e lo prese in bocca,lui gurdava il film e lei faceva il pompino finche lui disse “dai,girati”.
Fabrizio le alzo’ l’asciugamano da dietro scoprendole il culo ma che stavolta cadde a terra facendola rimanere completamente nuda,lei si appoggio’ in avanti sul tavolino basso ,, dove era anche appoggiato il pc che ora aveva a meno di 40cm dagli occhi,le tette erano appoggiate sul tavolino e il sedere era in alto .Lui allargo’ le gambe ,avvicino’ il tavolino finche il sedere nudo di Sandra era quasi in faccia ,a quel punto lui si fece una bella leccata della patata mentre si segava,Sandra ora guardava il film e quando arrivo’ un’altra scena bellissima, lei ,con un sospiro disse “cavolo questa scena mi fa venire,merita davvero”...cosi’ lei stessa si piego’ di piu’ col sedere andando a cercare la cappella di Fabrizio,lui stette li a guidare il movimento del culo di Sandra e appena trovata la patata infilo’ il cazzo dentro di lei,prima la cappella e poi tutto,Sandra subito pero’ disse”No Fabri,questo non possiamo farlo,non puoi scoparmi,sono fidanzata..”....lui rispose solo ..”dai...guardati il flim…”daltronde era lei che si muoveva avanti e indietro e lui stava fermo a gambe aperte, Sandra che faceva su e’ giu nuda con le tette sul tavolino di vetro ,si scopava Fabrizio mentre finalmente in silenzio guardavano tutti e due la scena del film.
Mentre faceva su e giu’ e sospirava sottovoce diceva “cazzo!pero’,quanto e grosso”,ma non si capiva se si riferiva al film o a Fabrizio,lui se le sfilo’ il pisello e le disse di sedersi sulle gambe ma Sandra disse che aveva sentito un rumore,forse Dario aveva sentito che erano svegli e si era alzato ma Fabrizio disse”dai vieni qui, il film e’ quasi finito”Lei si sedette su di lui dandogli le spalle in modo da guardare anche lei il film,ma prima che fosse completamente seduta sulle sue gambe lui l’aveva infilata gia’ ,mani sulle tette e lei che si muoveva su e giu’,Fabrizio disse”con questa scena non posso farmi una sega,ci vuole di piu’..”Sandra volto’ la testa mentre con la coda dell’occhio guardava verso il pc,lui la bacio mentre la scopava ,le lingue si infilavano l’uno nella bocca dell’altro ,Sandra si mise la mano sulla patata e venne….il film era finito ma Fabrizio l’aveva ancora duro,lei si volto’ al contrario e si risedette sopra,con le tette in faccia a Dario,lei sussurro’”..mhhmmm..sai.io..prendo la pillola…”lui se la scopo’ per altri 15/20 minuti finche non la mise sul divano prima a pancia in su e poi col culo all’aria e il cuscino sotto venendole dentro insieme con lei che venne per la seconda volta .Poi accesero la tv e si misero ,senza dire una parola ,stesi sul divano coricati insieme sul fianco,lei davanti e lui dietro,appena Sandra senti che il pisellone di Fabrizio era di nuovo duro fece un movimento col sedere cercando di allargare le natiche ,in 3 secondi Fabrizio lo spinse di nuovo dentro ,la scopo’ ancora un po e poi si addormentarono cosi…
Io entrai in camera dopo poco,li trovai nudi che dormivano ,non si accorsero di nulla,dormivano profondamente,lei di lato quasi a pancia in giu’ aveva un seno gonfio bellissimo,se ne vedeva solo uno.l’altro era sotto di lei,aveva una gamba stesa e l’altra sollevata su col ginocchio,lui aveva un braccio sopra di lei e il suo pisello ancora dentro ben visibile perche la gamba di Sandra era sollevata …allora mi vennero in mente le parole di Fabrizio al locale quasi profetiche”..magari ti sdebiterai con me stasera sul divano”...parole a cui io non detti nessun peso anche perche’ ero distratto e allo stesso tempo concentrato su di lei ;quindi feci e una riflessione in quel momento, e cioe’ mi chiedevo se per Fabrizio era stata solo pura fortuna oppure se ci fossi stato io in quella stanza sarebbe successa la stessa cosa?. .non persi l’occasione comunque per fargli una foto….
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AdamDTS,
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Tra dire e non dire
Prima di poter scrivere questa storia ho dovuto decidere se e come raccontarla
a Luca,non sapendo come l'avrebbe presa ,anzi non sapevo neanch'io come reagire
a cio’ che era successo quella sera insieme a Lena.
Quando pensi di conoscere le persone ,ecco che quello e' proprio il momento in cui si viene smentiti e Lena mi ha quasi "scioccata".
Ripenso a come l'avevamo conosciuta,a un capodanno,lei si butto' nelle braccia di Luca quella stessa sera in macchina, facendosi fare di tutto,memore di quella volta avrei dovuto tenere in mente che il buongiorno si vede dal mattino ,solo che dopo 3 anni avevo lasciato
indietro quel ricordo anche perche' lei faceva ormai coppia fissa con Dario e per di piu'
stavano cercando di avere un figlio.
Invece una sera mi chiese di uscire con lei,mi disse che c'era un su
o cugino a Genova che di tanto intanto veniva in Italia e che andava a trovare,
a volte si incontravano a Genova ,a volte a Milano,un certo Thomas ha circa 35 anni.
Partimmo da casa alle 19 circa e rientrammo alle 3,Luca dormiva ,cercai di essere silenziosa,gli raccontai tutto solo due giorni dopo,domenica pomeriggio ,quando finalmente eravamo abbracciati sul nostro divano,io gli dissi:"non ti ho raccontato proprio tutto,non ti ho detto cosa e' successo dopo cena"Lui si acciglio' e chiese se si doveva preoccupare,io gli risposi di si ma forse per Dario,perche in quanto a zoccolaggine lei mi superava 10 volte....Insomma cominciai a parlare e...questo fu il racconto In macchina,quel giovedi sera, Lena mi parlo' di lui e della sua famiglia,della passione di Thomas per le arrampicate e per la mantagna,bello pensai io,avevamo in comune la passione per la montagna.Arrivammo a Genova e ci incontrammo davanti al ristorante dove dovevamo cenare,lui,anzi loro
erano gia' li davanti.Gia ,erano in due e Lena non me l'aveva detto e questo mi sembro'
strano,poi mi disse che non lo sapeva neanche lei.Thomas si presento',devo dire un bel ragazzo,non il mio tipo ma veramento bello con un fisico super tonico,il suo amico invece,un certo Nicolas,era un po bruttino.Parlavano bene in italiano,ma l'accento slavo si sentiva e come,infatti erano entrambi sloveni,anche questo mi sembro' strano...
A cena parlarono molto tra di loro,io mi sentivo un po fuori,poi con qualche bicchiere di vino la cosa miglioro',Thomas mi scrutava e mi guardava,Nic invece zero,Lena sembrava tanto su di giri e non staccava gli occhi di dosso a suo cugino.
La cena duro' poco,mi sembravano sbrigativi,appena un'ora avevamo finito,erano poco piu' delle dieci,Lena si alzo' per andare in bagno,era vestita da urlo ma questo lo faceva sempre,aveva una minigonna moolto mini,giacchettona di pelle bianca e sotto un top che tra l'altro le avevo regalato io.Io invece ero vestita normale ,jeans a zampa e la mia giacca di finta pelle marrone.Gli uomini ci pagarono la cena ,io ero un po stranita,praticamente la serata era finita e si tornava a casa,non che mi dispiacesse ma i conti non mi tornavano.
Lena torno dal bagno e poi andai io ,al ritorno loro erano sempre li all'uscita del locale che mi aspettavano.Uscimmo fuori e Lena mi disse se volevamo andare con loro in un pub vicino Camogli,"che cosa?"risposi io alzando le sopracciglia,e lei "dai e solo mezzora di strada,alla una saremo di ritorno a casa"Non potevo rovinare la serata,andammo....ma le stranezze comincirono a prendere una forma,Lena lascio' la sua macchina li e mi disse che saremmo andati con quela di Nic,e per di piu' lei si volle sedere dietro con suo cugino sicche' a me tocco' sedermi d'avanti.Inizia a pensare a dove voleva arrivare lei,cosa stava architettando a mia insaputa,mi aveva forse organizzato una serata per questo Nic?Chi erano veramente questi due?
Durante la strada i due dietro scherzavano e ridevano,giocavano molto con le mani ma va beh,avevamo bevuto tutti,giustificai io tra me e me.Arrivammo al locale che incredibilmente trovammo chiuso,era in un posto bellissimo sul mare ma
in effetti , a settembre inoltrato ci poteva stare pero' che fosse chiuso,i ragazzi si arrabbiarono molto,fecero delle telefonate ma ovviamente senza soluzione,cosi' facemmo 4 passi verso il porto che pero' era un bel po distante,la serata poteva essere
molto romantica con le persone giuste e con quel grado lieve alcolico invece era sempre piu' strana.i "cugini"passeggiavano dietro di noi,mi davano piu la sensazione di essere una coppia,ci fermammo a guardare una scogliera ,era buio abbastanza,mi sembro' di vedere la mano di thomas sul culo di lei e poi andare sotto la minigonna,poi si avvicinarono con le faccia a faccia mentre ridevano,non capivo se si toccavano le labbra,faceva piuttosto freddo e io chiesi di andare via.Ritornammo a riprendere la macchina,nei dieci minuti successivi ci fu abbastanza silenzio tranne del mormorio dietro da loro due,speravo non fosse vero ma sembrava che lui ci stesse provando e che lei di gli diceva di stare fermo,avevo voglia di in caffe' per riprendermi dal sonno e ci fermammo al primo autogrill,scendemmo solo io Nic,loro restarono in macchina ad aspettarci,speravo di non scoprire quello che ormai sospettavo...e...infatti,tornati alla macchina li trovammo avvinghiati a baciarsi e limonare con una foga da adolescenti,io non ebbi il coraggio di aprire la portiera,chiesi a Nic
di entrare per primo e finalmente si accorsero di noi e smisero di baciarsi.Solo per poco perche' rientrati in macchina ricomincorono come prima.Io pensavo a Dario,ma non me la sentivo di fare la moralista in quel momento,ne avrei certamente parlato dopo ma ora dovevo solo farmi i fatti miei.A un certo punto mi sentii pizzicare il braccio,lei mi fece un segno per cercare approvazione da me per quello che stava facendo,Nic si
comportava come se fosse abituato ad assistere a quella scena .Lena mi toccava il braccio da dietro,voleva che la guardassi,e guardai prima dallo specchio,era arrapatissima e con uno sguardo da vera porca,e poi....beh,aveva l'altra mano nei pantalone di lui,gli stava facendo una sega e appena vide che ,io stavo guardando ,glielo tiro' tutto fuori ,e ..beh..restai turbata,un cazzo incredibile,due volte la sua mano,mi girai dall'altra parte verso il finestrino,lei si affaccio verso i sedili anteriori e disse a Nic,puoi fare un giro un po piu' lungo?...lui rispose Ookkey..Sporgendosi in avanti verso di noi ,si era spostata piu al centro,sulle gambe di Thomas che a quanto pare la stava gia' scopando ...in
quel momento mi venne in mente la mia prima volta con Matteo,io e lui dietro e Luca che guidava,ero senza mutande e mi feci infilare proprio in quella stessa posizione in una delle brevi scopate piu eccitanti della mia vita,in quella stessa posizione anche Luca si scopo' Lena la prima sera che la conobbe,e ora la scena si ripeteva,Lena si mordeva il labbro inferiore per quanto stava godendo,io facevo finta di niente ma...sotto sotto ero eccitata e bagnata,per un attimo mi parve di aver pensato e sperato che Nic allungasse le mani,ma lui non sembrava affatto interessato a me ed era impegnato a guidare,mi immaginavo pero' quel tronco appena visto dentro la patata di Lena e mi bagnavo e cercavo di non pensare a quello..invece Thomas la prese per i fianchi voltandola di lato e io non resistetti a guardare,
vedevo dallo specchietto il tronco che entrava e usciva dal suo sedere,che stronza,pensai di lei,ma se la stava godendo ..scopavano con gusto e senza vergogna..Nic andava pianissimo e si addentro' in un parcheggio mezzo illuminato,li non c'era nessuno ma non credo che
per loro avrebbe fatto differenza,la nostra stessa presenza non era un deterrente per loro,finche Lena ,in un momento di ultriore eccitazione,invito' Nic a darsi una mossa con me,io le dissi di non
dire cavolate e lei maliziosamente mi disse "ah..allora vuoi venire qui dietro bella porcellina",io risposi subito di non fare la cretina,invece in fondo in fondo era proprio vero,
volevo essere io al posto suo ma non potevo,piu' cercavo di resistere piu' mi immaginavo la scena di me seduta sopra quel ragazzo.Lena da stronza provocava ancora"lo sapete che sotto quella giacca ci sono due tette meravigliose?...dai falle vedere ai ragazzi"
Intervenne Nic dicendo a Lena, e anche rimproverandola un po, di lasciarmi in pace ....Per me fu abbastanza strano,se insistevano ancora un po avrei sicuramente ceduto,avevo una voglia di scopare pazzesca,in quel momento forse non mi sarei piu' controllata,e meno male ,devo dire col senno di poi,che non e' successo nulla,dopo forse 15/20 minuti hanno finito credo che lui sia venuto persino in bocca lei ,ma si erano abbassati dietro e non vedevo piu’ e tanto meno non avevo il coraggio di girarmi per sbirciare,solo che lei si puli’ la bocca col fazzoletto.
"Ecco...finito il racconto della serata" dissi a Luca,"ora sai tutto,ora sei arrabbiato vero? "
Lui invece era solo pensieroso e mi disse che non era arrabbiato,anzi,lui probabilmente si sarebbe buttato nella mischia,altro che! e che io ero stata forte a resistere.Poi chiese"dimmi la verita',se avevi la certezza che io ti davo il permesso avresti scopato?Io li per li li non sapevo che rispondere ma poi ho capito che dire la verita' e' sempre la cosa piu' bella…”certo che si”,fu la mia risposta ma “senza di te non mi diverte,non mi piace,se ci fossi stato tu mi sarei fatta scopare ..e come..”
Qualche giorno dopo Luca riprese il discorso,mi disse che pensarmi a scopare con quelli lo faceva eccitare ,cosi come pensare a Lena con me e lui insieme,a me invece venne in mente il fatto che Lena mi “invogliava” spesso con Dario,il suo uomo e nostro amico,ora capivo meglio il perche’ ,mi chiedevo solo se Dario ne era a conoscenza.
Il dubbio fu sciolto il lunedi successivo,Luca ne parlo’ con lui e venne fuori la verita’,in pratica Dario acconsentiva a delle scappatelle di Lena in cambio di….me…..
“cazzo!!” esclamai io…..”ecco perche”.....tante cose ,situazioni e serate insieme,mi fu tutto finalmente chiaro,come avevo fatto a non capirlo prima!!...insomma ,per ultimo,la richiesta di aiuto da parte di Lena quando ho fatto da “assistente” al rapporto sessuale per rimanere in cinta,e per il quale ci si doveva incontrare la domenica successiva ...e ci saremmo andati si!
ma ve lo racconteremo piu’ tardi…
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7 years ago
AdamDTS,
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La mia tigre
Ti vidi. Fosti lampo nei miei occhi e tuono nel mio cuore. Per te sconvolsi la mia vita. Ti avrei insegnato a non vergognarti del piacere che ti avrei dato. Ricordo il primo bacio.Amaro di emozione e portatore di nuova linfa.Mi scrivesti : avrei voluto sentirti dentro di me....Così fu..Scendemmo negli abissi del piacere.Imparasti ad assaporare il mio seme. La tua vagina,che in passato era stato il tuo unico veicolo di piacere, cominciò rispettosamente a chinare il capo ed a farsi da parte a favore della rosellina che divenne la concubina più amata ed usata..Ti presi per mano conducendoti alle porte del paradiso.. Provasti il caldo piacere di sentirti inondare le viscere di liquido seminale ,dopo aver ricevuto abbondanti inondazioni portate da cannule conniventi..Ah..enema enema..Dolce piacere..Realizzai per te speciali strumenti di punizione,fatti con le mie mani,e mentre li realizzavo, godevo del piacere mentale che avrei provato ad usarli su di te mia dolce schiava.Sei la mia tigre.Ora ti amo ma c'è stato un tempo che ricordo in cui mi facevi arrabbiare ..Allora ti prendevo per i capelli e li tiravo fino a farti calare il capo dinanzi a me..Ti inducevo a riempire la tua bocca della mia virtù.Come me lofacevi indurire....Poi sempre tenendoti in saldo dominio ti facevo girare e mi davi la schiena...Ti calavo i jeans,ultimo baluardo difensivo,e ti strappavo gli slip...poi ti mettevo giù in ginocchio e lì,senza preambolo alcuno,forzavo il tuo scrigno posteriore penetrandoti senza replica...tu gemevi stordita dal piacere...ti dicevo di ripetere le parole d'amore che sussurravo roche al tuo orecchio..Mi dicevi: sì..inculami..sono la tua porca..dammelo fino in fondo...fammi esplodere....e poi mi toglievo e ti lordavo i capelli ed il viso e tu ridevi ricevendo quella pioggia lattiginosa che leccavi fino all'ultima goccia...Ora nuovi paradisi di piacere ci attendono...Mia tigre...prendi il coraggio e salta con me nel mondo nuovo dello scambio di coppia...dammi la mano e fidati di me e del tuo cuore...come sempre hai fatto...
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13 years ago
AdamDTS,
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Mia crudele Amica
Perchè, perchè,o mia crudele Amica
non vi lasciate mettere l'Uccello
in quella ricca e opulenta fica
che nel suo genere è il perfetto bello?
Vorrei essere davvero una formica
per entrare quatto quatto in quel corbello
sapete, non m'importerebbe mica
di restare preso nel cresputo vello.
Voi fereste addolcir qualunque amaro
noi tutti quanti ripetiamo in coro:
Voi siete qualche cosa di ben raro
Portete di bellezze un gran tesoro
via, via, prendete un pugno di denaro
e lasciatemi entrar nel vostro foro.
Poesia scritta da Gabriele D' Annunzio in gioventù e dedicata ad una prostituta!
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11 years ago
AdamDTS,
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L'incontro dei corpi -3 parte
Sandra si fece rossa,si scaldo' parecchio,io ero doppiamente frastornato,Sandra disse “ma io ..non saprei,sono un po spiazzata ,non avrei mai pensato a una richiesta simile ,mi spiace ma non e’ fattibile cosi,non me la sento..,disse Sandra mentre si girava per guardare la mia reazione e capire cosa pensavo,lui rispose “e’ l’unico modo per essere “veri” ”
….e poi quando ….subito subito? “disse lei
Appena saremo pronti...replico’ Ottavio.
A quel punto Gemma si alzo' e' ando' verso Sandra,gli mise le mani sulla spalla e inizio' a farle il solletico ,io la potevo ossevare in piedi dietro il divano,mentre massaggiava le spalle di Sandra,quel culetto meraviglioso che lei sollevava quando si doveva chinare per toccare le braccia di Sandra,io non resistetti ,le misi la mano prima sulla chiena e poi scesi a palpare un gluteo,poi andai sotto la gonna e presi a toccare il sedere e in mezzo alle gambe,aveva una patata molto carnosa a via via sentivo che si bagnava sempre piu'...che gioco era iniziato?
Mentre la toccavo Gemma infilava le mani nel vestito di Sandra e andava sempre piu' a fondo,le aveva preso le tette dicendole che ci pensava lei a preparare la performance,sempre da dentro il vestito si abbasso in modo da raggiungere la patata di Sandra,io potei guardare cosi il sedere di Gemma nel suo intero splendore,le alza il vestitino e andai a frugare sotto il perizoma,toccavo il sedere a piene mani e poi la solleticavo con le dita che piano piano inziavo a infilare….
Intanto per la prima volta Sandra si faceva palpare da un’altra donna,sapevo con certezza che le sarebbe piaciuto molto,a giudicare dal volto si direbbe che stava godendo proprio tanto!!
Ottavio nel frattempo,constatato che Sandra era ormai decisa ad andare avanti,si posiziono’ davanti a lei con le ginocchia a terra in modo da essere allo stesso livello della….patata di Sandra,si abbasso il pantalone rimanendo con i soli slip,aveva gia il suo pene in erezione quindi si abbasso anche le mutande e rimase nudo dall’ombelico in giu’,il pene era abbastanza lungo ma con una forma curva un po strana,Sandra lo noto’ subito e lo afferro’ con la mano destra tenendolo dalla parte bassa della cappella,poi inizio un movimento leggero avanti e dietro mentre se lo portava sempre piu’ vicino a lei fino a quando non lo si vedeva piu’ perche’ era sotto la sua gonna,potevamo immaginare dal movimento che si stesse sfregando quella cappella sulla patata per bagnarsela meglio.
Ottavio ,ricevette un cenno da Gemma che voleva dire che ora poteva penetrarla infatti rivolgendosi a Sandra disse :
“ora inzio a spingere dentro”
,Sandra gli disse di aspettare ancora un’attimo e poi di fare piu’ lentamente possibile.
Noi non vedevamo nulla,Sandra sposto’ la sua gonna piu’ verso l’ombelico ,si vedevano tutte le cosce e mezzo pisello di Ottavio ma il punto della penetrazione non si vedeva...Gemma si sedette a fianco di Sandra,dalla parte opposta alla mia ,Sandra era al centro e la coccolavamo con carezze ovunque,aveva le spalline del vestito abbassate ma i seni erano coperti per meta’,gambe aperte pronta a ricevere il sesso di Ottavio ,
“Ecco si,mettilo qui li e spingi piano...la cappella e’ entrata..”disse Sandra con un forte sospiro”...piano piano…..lento..ecco ora spingi un pochino di piu’…”
Ottavio con voce calma ma sospirando anche lui disse ,,”ecco va bene cosi?”...ormai lui era quasi del tutto aderente al corpo di Sandra che aveva tolto le mani da sotto la gonna e messe sul sedere di Ottavio..posso andare ancora piu’ in fondo? chiese lui...Sandra rispose …”si...si...credo che ora sia tutto dentro..ce l’hai lungo pero’!!.”...”no”,disse Ottavio “non e’ ancora tutto dentro…..ecco...ora si”Lei diede un piccolo urletto strozzato con un morso alle labbra e disse ..”e gia!….ora lo sento che e’ entrato tutto.”
Stettero cosi tipo 5 secondi e poi Ottavio lo estrasse e si alzo in piedi…..
Sandra era esterefatta e anche noi…...Ottavio disse che andava di la a preparare le luci e la musica...infatti da li a poco si inziavano a sentire i primi suoni
Gemma disse che secondo lei lasciare Sandra cosi,in quelle condizioni, sarebbe stato peggio per la performance,poi si rivolse a me chiedendomi se la pensavo cosi anch’io ..”non puoi lasciarla cosi”....ribadi se ancora non avessi capito cosa dovevo fare li,anche davanti a lei sul quel divano...io guardai Sandra ,la afferrai per i fianchi e la misi sulle mie gambe,lei subito mi sbotto i pantaloni e me lo tiro’ fuori.poi ci salto’ sopra infilandeselo con una facilita’ estrema tanto che era bagnata e comincio’ a cavalcare lentamente,.inizio’ a fare un su e giu molto dolce per goderesi il piu’ possible quel momento, mentre Ottavio dall’altra parte preparava ma ci guardava allo stesso tempo,io allungai la mano sulla mia destra e feci il modo che Gemma stesse attaccata a noi,poi gli infilai la mano nel vestiti e gli palpai i seni ,feci la stessa cosa con Sandra,le tirai giu le spalline scoprendo del tutto le tette e alzai la gonna da dietro in modo che Ottavio potesse vedere come me la scopavo,a un certo punto Sandra mise la sua mano sulla patata di Gemma e mi sussurro’ all’orecchio che era fradicia e che anche lei aveva bisogno di essere scopata,quindi si sposto’ e la fece salire sopra di me,con la sua mano partecipo’ al momento in cui stavo per penetrarla dirigendo il mio pene dentro la sua patata,fu di un eccitante incredibile,non so come facevo a resistere ma mi concetravo e non pensavo troppo...poi, quando le feci girare entrambe col sedere all’aria tutte e due vicine non resistetti,feci in tempo solo a far godere Gemma ma quando passai a Sandra venni sulla sua schiena dopo solo qualche affondo …..Ottavio si avvicino ‘e mi disse “ora capisci il perche saresti stao coinvolto anche tu?”.....
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10 years ago
AdamDTS,
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